Cambiamento

di Hachiko_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Capitolo ***
Capitolo 2: *** II Capitolo ***



Capitolo 1
*** I Capitolo ***


Stefan guardava Elena come incantato, non avevano bisogno di parlare, la loro era una comunicazione telepatica. La quiete fu però turbata dall’improvviso arrivo di Damon, erano talmente presi l’uno dall’altro da non accorgersi dell’avvicinarsi del giovane.

«Disturbo!» esclamò il vampiro, entrato dalla finestra atterrando con grazia sul pavimento.

“Certo che no” rispose Elena telepaticamente, il giovane la guardò, galleggiava a mezz’aria, con indosso solo l’antica camicia da notte bianca.

«Cosa ti porta qui?» chiese Stefan sorpreso di vedere il fratello.

«Niente d’importante, sono passato solo per un saluto.» rispose col suo solito sorriso beffardo.

Solo per un saluto aveva detto, a Stefan sembrò molto strano, Damon doveva per forza avere qualche scopo.

«Solo un saluto?» chiese, «Deve esserci altro…»

«Fratellino, perché devi sempre dubitare di me? Non posso semplicemente far visita al mio caro fratello?» Stefan non rispose, «Elena, come ti senti?»

“Bene” gli comunicò sorridendo.

Improvvisamente bussarono alla porta, Stefan fu molto sorpreso, non aspettava visite; Meredith, Matt e Bonnie studiavano per gli esami, si sarebbero incontrati più tardi, e una visita della signorina Flower era improbabile, chi poteva essere?

«Avanti.» rispose.

Lentamente la porta si aprì e rilevò una figura slanciata, una ragazza alta e snella; capelli neri come la notte più buia, ricci e lunghi che le cadevano fino a metà della schiena.

Tutti tranne Elena furono sorpresi da quella visita inaspettata, perché quella ragazza non l’avevano mai vista a Fell’s Church.

La ragazza si guardò intorno come disorientata poi portandosi una mano alla bocca e sbarrando gli occhi per lo stupore esclamò «Ma vola!»

In fretta Stefan afferrò Elena portandola a terra; un movimento così veloce da essere impercettibile all’occhio umano, così in un attimo entrambi erano seduti sul letto.

«Scusa cosa hai detto?» le chiese Damon cordialmente guardandola fissa negli occhi, stava usando il suo Potere, voleva farle dimenticare.

«La…la ragazza fluttuava, là in mezzo alla stanza, io l’ho vista. Ora com’è possibile che sia seduta sul letto con lui, che poco fa era proprio qui di fronte a me. Non si è mosso, com’è possibile.» disse confusa.

La risposta fece ammutolire Damon e Stefan; come era possibile? Damon aveva usato il suo Potere, quel Potere che aveva piegato anche le menti più forti, e in quel momento non era servito a niente, non poteva essere.

«Ma cosa stai dicendo?» le chiese nuovamente Damon, esercitando ancora il Potere, «Le persone non possono volare. E poi scusa la domanda, ma chi sei? Per caso ci conosciamo, o conosci Stefan? O forse Elena?»

«Senti, io non sono pazza…» disse la ragazza fissandolo, il Potere aveva fallito di nuovo. «E ci vedo fin troppo bene, ti dico che volava.» continuò imperterrita, poi a un tratto si sentì come smarrita, non conosceva nessuno in quella strana stanza, che ci faceva là? Perché era entrata in quella pensione? Perchè aveva sentito come se l’attirasse a se.

«Scu…scusate.» aggiunse, il suo tono, però era diventato desolato e pieno di vergogna. «Io non vi conosco, cosa ci faccio qui?» arrossendo guardò Damon con i suoi grandi occhi da cerbiatta.

Damon notò che erano talmente scuri che l’iride quasi si confondeva con la pupilla. Quasi però, grazie ai suoi sensi altamente sviluppati riuscì a distinguere la sfumature che differenziavano i due colori, che ad un semplice essere umano sarebbero sembrati un tutt’uno. Erano così neri e profondi, che a guardarli troppo ti ci potevi perdere, e avevi quasi l’impressione di caderci dentro. Si sentì tremendamente attratto da quegli occhi, da quella ragazza. Ma chi era?  Da dove veniva? Che ci faceva là?

Nessuno nella stanza proferì parola, di colpo la ragazza si girò e senza dir nulla si precipitò giù per le scale e corse via.

«Che strana ragazza.» commentò Stefan, con una punta di sospetto nella voce aggiunse, «E che comportamento assurdo.»

“Stefan ho avuto una strana sensazione, davvero strana.” Comunicò Elena con uno sguardo preoccupato.

«Damo…» neanche il tempo di pronunciare quel nome che il ragazzo era scomparso. «Sento che qualcosa non va, spero di sbagliarmi. E soprattutto spero Damon non faccia casini.»

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Capitolo 2
*** II Capitolo ***


Damon si librò in aria sotto forma di corvo, spiegando le sue ali planò seguendo la ragazza che correva allontanandosi dalla pensione, attraverso il bosco. Spesso si voltava indietro, quasi sentisse di essere seguita. Giunta nei pressi dell’Old Wood rallentò, col fiato corto si aggiusto i capelli che si erano un po’ arruffati per la lunga corsa. Proseguì respirando profondamente, dopo aver attraversato il ponte, si diresse verso una casa moderna, da poco costruita, totalmente differente da tutte le altre case di Fell’s Church. Era stata costruita da poco e si vedeva, forse negli ultimi due mesi, mentre lui era stato via, di certo non ricordava quella abitazione gialla, ma era decisamente bella. Il giardino all’inglese che circondava la casa limitata da una recinzione bassa di ferro battuto, era altrettanto bello, con aiuole curate di tulipani, e alcune piante di mimose.

La ragazza salì i gradini che portavano alla veranda e prendendo le chiavi dalla borsa, aprì la porta ed entrò in casa.

 

Era ormai il tramonto, ed il sole donava gli ultimi raggi di luce della giornata, Damon alzò lo sguardo verso il cielo rossastro, quel giorno era stato stranamente calmo non si era mai arrabbiato, e ciò si rispecchiava nella bella giornata che c’era stata, neanche una nuvola all’orizzonte.

Era stato tutto il giorno nei pressi di quella casa, aveva scoperto quale era la stanza di quella ragazza; era sul lato sud est della casa, che dava sul giardino sul retro. Sotto forma di corvo si appollaiò sull’albero di mimose che si trovava precisamente davanti la grande finestra di quella stanza. Rimase immobile ad aspettare, dopo poco la ragazza entro nella stanza, sfilandosi la maglia leggera.

Damon notò che aveva la pelle bronzea, quasi come fosse abbronzata, ma non lo era, era il suo colore naturale. Aveva delle forme perfette, la pancia piatta, il seno abbondante. Era alta, davvero alta. Le gambe lunghe e perfette. I boccoli neri che le ricadevano sul reggiseno di pizzo nero la rendeva ancora più sexy, sentiva di desiderarla. Per tutto il giorno non aveva mangiato, ed ora sentiva la gola ardergli.

Senza neanche accorgersene paragonò quella visione ad Elena, per la quale soffriva le pene dell’inferno sapendola tra le braccia del fratello.

Elena che aveva i capelli color del miele, mentre quelli della ragazza erano neri come la notte; Elena che aveva gli occhi come il cielo, così limpidi e puri, quelli di lei era neri e profondi. Elena che rispetto a lei era più minuta, e sembrava quasi perdere importanza. Elena che sembrava sparire improvvisamente dalla sua mente e dal suo cuore, lasciando spazio a quella nuova figura.

“Ma cosa sto dicendo” si disse scuotendo la testa, Elena non poteva essere dimenticata, ma quella ragazza sembrava essersi insinuata dentro di lui e non voler più andare via, sembrava stesse scacciando il ricordo di Elena che lo faceva soffrire tremendamente ogni giorno di più, dato che per lei non era più di un amico, aveva occhi solo per Stefan.

Mentre pensava la ragazza si voltò verso la finestra e vide il grosso corvo nero fissarla, ma non vi prestò molta attenzione, ed indosso la maglia a maniche corte.

Quando si voltò di nuovo verso la finestra rimase come scioccata, al posto del corvo ora c’era un ragazzo, quel ragazzo che aveva visto alla pensione, e la stava salutando.

Adagio si diresse alla finestra ed aprì gli infissi, «Come sei arrivato qui? Un attimo fa non c’eri.» disse.

Damon la guardò di nuovo con quegli occhi come se volesse ipnotizzarla, «Fammi entrare.» le sussurrò.

«No!> rispose lei, «Perché dovrei?»

«Scusa?» chiese, era ancora più sorpreso, per l’ennesima volta il Potere non era servito. Due erano le cose, o lui era diventato immediatamente debolissimo, o quella ragazza non era soggetto ai suoi poteri.

«Dai, posso entrare?»

«Se ci tieni.»

“Se ci tieni” non bastava, per un vampiro come lui era necessario ricevere un invito esplicito per entrare in un luogo dove gli umani dormivano e mangiavano.

Rimase seduto, «Hai cambiato idea?» chiese la ragazza ridendo.

Quel ragazzo era stupendo, mai visto nessuno di così bello, quella non era la solita bellezza americana. Quei lucenti capelli neri, con quei riflessi arcobaleno; quegli occhi neri; quel fisico asciutto ma muscoloso; quel sorriso perfetto e quell’aria così affascinante.

«Se non mi inviti esplicitamente non posso entrare.» rispose lui col suo sorriso smagliante.

«Allora puoi restare fuori.» disse lei, «Vengo io da te.» disse scavalcando il muretto.

Non aveva mai fatto una cosa del genere, ma non doveva essere difficile, l’albero era molto vicino, doveva solo stare attenta.

«Come ti chiami?  le chiese Damon, mentre era ancora con una gamba dentro ed una fuori.

«Piacere Belen.» rispose sorridendo, coi denti bianchi e perfetti che aveva. «E tu?»

«Piacere Damon.» rispose sorridendo a sua volta.

Ormai con entrambe le gambe fuori dalla casa, prudentemente Belen cercò di salire sull’albero per raggiungere il ragazzo, ma sfortunatamente il tentativo non riuscì. Scivolò, sentì che stava per cadere ed un urlo le morì in gola, stava precipitando, quando una mano la afferrò, era la mano di Damon. Come era possibile che in un attimo l’aveva afferrata, lui era lontano da lei. Anche se era salva però, non potè non urlare.

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