Linda

di Andry Black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Un pub ***
Capitolo 3: *** The Beatles ***
Capitolo 4: *** Appuntamento ***
Capitolo 5: *** Speakeasy Club ***
Capitolo 6: *** Un piccolo problema chiamato Jane ***
Capitolo 7: *** Incontro a New York ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Prologo

La stanza era tappezzata dalle fotografie dei più grandi musicisti Rock dell’epoca, tanto che non una sola porzione, neppure minima, di parete bianca riusciva ad affiorare. Gli occhi azzurri di Linda saettavano da Elivis ai Rolling Stones, da Aretha Franklin agli Who, da Bob Dylan ai Doors…eppure mancava qualcosa. Quel servizio fotografico era proprio quello che le mancava.
Il giorno prima aveva ricevuto la notizia che avrebbe dovuto fare un servizio fotografico per un libro sugli ormai mitici Beatles e mentre il giradischi suonava “I’m only Sleeping” dal disco Revolever, Linda pensava che se fosse riuscita a fare una foto come si deve a John Len…cioè, ai Beatles, l’avrebbe fatta incorniciare nella parte più in vista della stanza.
“Please don’t wake me!
no, don’t shake me!
leave me where i am,
i’m only sleeeeeepiing!!”

Canticchiava sovrappensiero, stonando una nota su due (come ogni volta che cantava senza pensare a quello che faceva), sognando di fare foto ai mitici Beatles (a John), di parlare con loro(con John) e magari di venire invitata a cena da loro (da John).
In realtà si era presa una mezza cotta per John Lennon quando due anni prima era andata a vedere il loro concerto allo Shea Stadium.
Non li conosceva molto bene, allora, ma si era appena separata da John (l’altro John…John Melville See Jr., un John di così strette vedute da far venire i brividi a Linda ogni volta che pensava a lui. Un John per il quale l’emancipazione femminile non era mai avvenuta!) e sentiva il bisogno di fare qualcosa di diverso.
Grace, la sua migliore amica, era da sempre una grandissima fan dei quattro ragazzi di Liverpool e così l’aveva trascinata al loro concerto. Grazie ai pass da fotografa Rock di Linda avevano anche ottenuto dei buonissimi posti, quasi in prima fila, e Grace non stava più in sé dalla gioia, tanto che pochi minuti dopo l’entrata in scena dei quattro svenne, mentre Linda se lo ascoltò tutto quel concerto, dall’inizio alla fine, affascinata dai modi di fare allegri e ribelli di quel John, un John tanto diverso dal suo John Melville See jr. da rendere incredibile quell’omonimia!
Il telefono squillò e Linda abbassò il volume del giradischi, prima di rispondere:
«LINDAAAAAAAA!!!!!!», strillò una vocetta eccitata dall’altra parte della cornetta, «Dimmi che è vero!!!!»
«Ciao, Grace!», rispose sorridendo tranquillamente Linda, «Che cosa?»
«Mi ha detto Tommy che farai un servizio per….Loro !», Linda rise: Grace sembrava davvero su di giri! «Oddio, Lin, non riesco neanche a pronunciare i loro nomi!!! Allora è vero?»
«Sì è vero, domani parto per Londra…»
«Davvero?! O-m-m-i-o-d-d-i-o, Linda, non sai quanto ti invidio in questo momento!», esclamò Grace, sempre eccitata, «E la bambina? Sta con John?»
«No», sospirò Linda, «Gli avevo chiesto di fare il suo lavoro di padre, almeno per questa volta, ma stamani si è presentato da me dicendo che anche lui dovrà lavorare nel fine settimana, e ovviamente il suo lavoro è più importante di qualsiasi cosa debba fare io, no? Perché che dovrà mai fare di importante una donna che in più è madre? »
«Che bastardo!», commento Grace, poi fece silenzio per un po’, prima di tornare alla carica:
«Ehm…Linda?»
«Sì?»
«Visto che tu ed Heather domani andrete a conoscere i Beatles, mentre io me ne devo restare in questa noiosa e grigia New York a lavorare….»
«Sììì?»
«E visto che io ti voglio tanto bene…ma proprio tanto, tanto, tanto bene…»
«Grace, ti prego, dimmi che vuoi!»
«Me la porteresti una foto autografata di Paul? ti sarò debitrice a vita…non dovrai più regalarmi altro per il resto dei nostri giorni!»
«Certo, ma…Paul, Paul McCartney…», chiese Linda, insicura, «è quello che suona l’altra chitarra, vero ?»
«E daaai, Lin!!!», protestò Grace, «Devi fare un servizio fotografico ai fab4 e davvero tu riconosci solo John Lennon? Non è neppure il più affascinante!»
«Senti, Grace, se devi portarmi in giro…!»
«Va bene, va bene! Comunque, no, non è quello che suona “l’altra” chitarra, quello si chiama George ed in realtà è lui la prima chitarra del gruppo, non John,come pensi tu!»
«E Paul?»
«Paul lo vedi perché è il più affascinante!»
«Per me il più affascinante è John!»
«Ok, Lin, abbiamo capito che hai dei gravi problemi psicologici!» sospirò, rassegnata, Grace,«allora pensa che Paul è il bassista/cantante»
«Ah, ok!»esclamò, un po’ più sollevata, Linda, «Mentre l’altro, quello più basso…»
«Quello è Ringo!»esclamò subito Grace, ridendo come se il solo pensare al povero, piccolo e maltrattato batterista dei Beatles fosse motivo di ilarità .
«Ok. Posso farcela!», disse Linda, ripassandosi nella testa i nomi dei 3 ragazzi che suonavano insieme all’unico, inimitabile, John Lennon.

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Ciao a tutte,
in attesa di fare la fic con tutte noi che conosciamo i beatles(*___*), pubblico questa che mi è venuta così,d'istinto, dopo che ho letto come si sono conosciuti Paul e Linda e dopo aver letto che lei affermò che quando li vide allo shea stadium le piacque di più John,ma poi si innamorò di Paul perchè le piaceva di più come carattere)...mi immedesimo molto in Linda, ultimamente...chissà perchè...(povero John! lo sto tradendo!!!!T____T).
Questo è solo un prologo,ma domani al più tardi pubblico il seguito(è già pronto,devo solo rivedere un paio di cose...),spero che vi piaccia!

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Capitolo 2
*** Un pub ***


Un Pub

Il viaggio da New York a Londra era stato estenuante e la stanza d’albergo era fin troppo piccola e squallida per essere definita accogliente, ma sembrava che alla piccola Heather, che per tutto il viaggio aveva fatto i capricci, andasse bene così, dato che si era già addormentata.
Linda, la madre della bambina, si buttò sul letto, cercando di imitarla, ma dopo mezz’ora era giunta alla conclusione che dormire per lei era impossibile, almeno per il momento (dato che per colpa di una cosina chiamata “fuso orario”, anche se l’orologio sul comodino segnava le 23.35, per il suo orologio interno erano appena le 6 di sera), quindi decise di scendere fino al pub, all’angolo della strada, per fare quattro passi e magari bersi un bel boccale di birra.
Chiamò la reception, sperando che facessero anche a quell’ora servizio di “baby-sitting” e quando una ragazzina mora con la divisa dell’albergo arrivò, Linda fu ben felice di prendere borsa e cappotto ed uscire, senza più pensieri per la testa.

“Fish and Chips”, diceva il cartello attaccato alla porta d’ingresso del pub, e ciò bastò per far sentire Linda in dovere morale di rimanere per almeno 10 minuti a fissare la parola “fish” borbottando qualcosa di molto simile a “bastardi assassini”.
Fu così che la trovò Paul.
«Ehm…va tutto bene?» chiese il ragazzo, guardandola preoccupato.
«NO!» rispose Linda seccata, senza degnare il ragazzo di uno sguardo.
«Se sta guardando il suo fidanzato che l’ha tradita, posso andare io a prenderlo a pugni!»
«Ma non sia sciocco!», urlò e finalmente si voltò per vedere chi fosse il pazzo che voleva prendere a pugni il suo “fidanzato”.
Appena lo vide sussultò come se avesse visto un fantasma e poco mancò che non si strozzasse con la sua stessa saliva (infatti inizio a tossicchiare, cercando di non darlo troppo a vedere).
Certo, Linda non sapeva associare i nomi dei singoli componenti del gruppo alle rispettive facce, ma che quello che aveva davanti era uno dei beatles era ovvio persino a lei!
«Ehi, non volevo offenderla!», disse Paul, sghignazzando. Sicuramente aveva capito che lei lo aveva riconosciuto. «Allora mi può dire chi stava fissando con quello sguardo assassino?»
«io…il…il…cartello…», mormorò la ragazza, con una voce fattasi di colpo flebile, flebile, e con l’indice sinistro indicò il cartello con su scritto “fish and chips”.
Linda rimase a fissare gli occhi verdi del ragazzo farsi sempre più grandi dallo stupore.
Che strano, a giudicare dalle foto (in bianco e nero) pensava che tutti i beatles avessero gli occhi neri, come i capelli…
Sentiva che le sue guance stavano diventando sempre più calde e rosse e sapeva che, in generale, doveva aver assunto un’espressione da perfetta idiota, mentre quello (Doveva essere Paul o George,perché John lo riconosceva e per essere Ringo era troppo alto) la stava fissando, ma era troppo inebetita per reagire. D’un tratto una coppietta, uscendo dal locale, le sbattè addosso e lei fu costretta a riprendersi.
Fatti passare i due che l’avevano spinta, Linda tornò a guardare Paul, che aveva assunto un’espressione divertita.
Si stava prendendo gioco di lei?
«Mi scusi, devo andare!» borbottò, alla fine, e fece per andarsene, ma lui la fermò, tenendole un braccio
«No, la prego, resti a farmi compagnia! Questa sera sono solo…»
Fu così che Linda si ritrovò ad entrare nel locale in compagnia di uno dei beatles, il che era sufficiente di per sé ad attirare gli sguardi curiosi di tutta Londra.
«Prendi qualcosa?», chiese il ragazzo, poi vedendo che lei non parlava aggiunse «dai, pago io!»
Linda si limitò a scuotere la testa.
«E dai, almeno una birra?»
«Sì, una birra va bene…»
«Due birre e un fish and chips!», ordinò Paul al cameriere, prima di tornare a fissare i suoi grandi occhi verdi su quelli azzurri di Linda «Come hai detto che ti chiami, scusa?»
«Tu mangi quella….”cosa”?!?» urlò la ragazza isterica, ignorando completamente l’ultima domanda.
«Intendi…il fish and chips?», chiese il ragazzo, che adesso sembrava davvero convinto che lei fosse appena fuggita da un manicomio.
«Certo!!!ma come fai a mangiarlo? Capisco le patatine, ma il pesce!»
«E’ cibo: si mangia!», sentenziò Paul, facendo spallucce.
«Noooo!», esclamò Linda a cavallo tra l’inorridita e lo scandalizzata «…il pesce è una creatura vivente! una volta nuotava, respirava, mangiava e faceva tutte le altre cose da…da pesce! Aveva due occhi una bocca e magari aveva anche una famiglia, dei figli e un nome, là dove stava!»
Paul, dopo qualche istante di sconcerto, scoppiò a ridere, attirando su di se tutta la furia di Linda, che infine si alzò dal tavolo e se ne andò, dicendo:
«Io non mangio con gli assassini!»
Mentre attraversava il pub a grandi passi, Linda sentì la voce del ragazzo che gridava «Almeno dimmi il tuo nome!», ma lei non si voltò.
Eppure quella voce gli era apparsa stranamente familiare…
“Ooo, then i suddenly see you
Ooo, did i tell you i need you
Every single day of my life!”

Chi era, dei beatles, che cantava quella canzone?
Accidenti, se almeno Grace fosse stata lì avrebbe saputo dirle quale dei quattro beatles aveva appena incontrato!
Ma probabilmente era molto meglio così: se Grace l’avesse vista, l’avrebbe picchiata a sangue per aver abbandonato su due piedi uno dei beatles e per di più facendogli una scenata assurda!
“Dovrò trovare il modo per scusarmi con quel Beatle, chiunque egli sia, dei quattro”, pensò sconsolata, prima di tornare in albergo.

To be continued_

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Ed ecco il primissimo incontro tra Paul e Linda, in cui Linda sembra una pazza xD.....Povero Paul, ne è rimasto un po' sconcertato!
Grazie a chi a letto il capitolo precedente ,ma soprattutto a Zazar90,Laban(sì,anche a me Linda piace molto...Paul e Linda sono troppo carini come coppia :) ) e a Marty_Youchy(anche a Jane prima piaceva John?! povero Paul, si vede che era proprio destino! xD),che hanno recensito!

Al prossimo cap!
ciao,ciao!

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Capitolo 3
*** The Beatles ***


The Beatles

Linda era giunta alla conclusione che a Londra dovessero essere tutti pazzi.
Prima incontra così, per caso, uno dei Beatles (che quasi le fa venire un infarto), che si aggira per i pub come uno squilibrato qualunque, e che vuole prendere a pugni il fidanzato della prima ragazza (sconosciuta) che incontra; poi, la notizia che l’albergo fa servizio di baby-sitting solo la sera, dalle 5 e mezza in poi (Come se i genitori dovessero essere impegnati solo di sera, dalle 5 e mezza in poi!); infine, come se non bastasse, Brian Epstein, il menager dei Beatles e colui che avrebbe dovuto presentare Linda a loro le aveva dato buca: si era ammalato ( “una banale influenza”, aveva detto…una banale influenza un corno!)
Ma stiamo scherzando?
Beatles o non Beatles, comunque, Linda non vedeva l’ora di tornare in America, nella sua più caotica, ma anche più confortante New York City, dove almeno un buon 33% della popolazione non è completamente fuori di testa!
In ogni caso, lo studio di Abbey Road, fortunatamente, non era troppo lontano dall’albergo, così anche se si era dovuta portare dietro Heather, non era stata una passeggiata troppo stressante.
«Dove andiamo, mamma?», chiese la bambina
«A conoscere dei signori un po’ strani…»
«Perché sono strani?»
Linda sospirò: Heather aveva compiuto solo da qualche mese i quattro anni e ancora non aveva superato la terribile “fase dei perché”. In ogni caso Linda decise di ignorare la domanda ed entrò negli studios, preoccupata per il modo in cui avrebbe dovuto scusarsi con quel Beatle che aveva mollato al pub, quel Beatle che, durante la notte in uno speciale in tv, aveva scoperto essere niente meno che Paul McCartney, co-leader della band (insieme a Johnny <3) e colui al quale doveva (necessariamente) chiedere l’autografo per Grace.
Al personale all’ingresso degli studios di Abbey Road Linda mostrò il pass e spiegò che cosa doveva fare, così la signorina addetta la accompagnò in una sala dalla quale si potevano vedere ( e fotografare) i gruppi che stavano suonando senza infastidirli e Linda si mise all’opera, mentre Heather, imperterrita, chiedeva il perché di tutto.
I Beatles stavano già registrando una canzone e Linda si divertiva ad immortalarli nelle pose più strane, mentre erano particolarmente concentrati o mentre erano intenti a lanciarsi sguardi complici tra loro.
«Mamma, perché quel signore là infondo sta seduto, mentre gli altri sono in piedi?», chiese d’un tratto Heather.
«Perché quel signore è Ringo Starr e suona la batteria», rispose Linda, felice di dimostrare di aver ripassato la lezione (grazie allo speciale in tv)
«Sì, ma perché lui è l’unico a stare seduto e gli altri no?»
«Non lo so, amore, questo dovresti chiederlo a loro!»
Mentre diceva così notò che i 4 ragazzi stavano posando gli strumenti e stavano per uscire dalla stanza, per fare una pausa.
Linda prese il piedistallo della macchina fotografica sotto un braccio e prese la figlia con l’altro, prima di correre più velocemente possibile verso la stanza destinata alla pausa caffè. Se c’era un momento giusto per le presentazioni, era sicuramente quello!

Con un po’ d’incertezza e con molta timidezza, Linda, alquanto trafelata dalla corsa, entrò nella stanza e poggiò a terrà il piedistallo e la bambina prima di alzare la testa e dire, con un sorriso smagliante:
«Buongiorno, spero che Brian vi abbia parlato di me, io son-»
Le parole le morirono in bocca quando notò lo sguardo sorpreso che le stava rivolgendo Paul, lo sguardo sorpreso e spaventato di un uomo che ha appena assistito ad un omicidio…
«Tu!», esclamò il beatle dagli occhi verdi, e dal tono sembrava un’accusa, «La ragazza di ieri sera!»
“L’assassino di animali!”, avrebbe voluto rispondergli Linda a tono, ma non fece in tempo perché John Lennon in persona si stava avvicinando a lei:
«Ma guarda! Lei è la pazza isterica, Paulie?», disse rivolgendosi a Paul, ma squadrando dall’alto in basso la povera Linda, che ormai si sentiva messa in soggezione dal proprio “idolo”; poi John si rivolse direttamente a lei e, con uno strano sorrisetto sarcastico, le chiese: «Ti dispiace se ti chiamo Ister? Così è più corto…»
“Figurati, fai pure…”, stava per rispondere Linda, che ormai era caduta in trance, quando si rese conto che John la stava prendendo in giro.
Nessuno poteva permettersi di prendere in giro Linda Eastman, neppure il famoso (e affascinante, e carismatico, e..) John Lennon!
Linda avrebbe voluto rispondergli a tono, ma ogni tentativo cadde a vuoto quando si rese conto che probabilmente Paul McCartney era andato a raccontare agli altri tre della sua pessima figura al pub!
Non avrebbe saputo dire se si sentiva più infastidita o più lusingata…
«Mi chiamo Linda! », protestò debolmente, alla fine, rivolgendosi a John. Lui parve soddisfatto.
«Visto, Paul? A me lo ha detto il suo nome!»
«A me, però, piace di più Ister: rende di più l’idea!», esclamò George Harrison, scherzando anche lui, e in quel momento Linda si rese conto che l’attenzione di tutti e quattro i ragazzi era puntata su lei.
Linda lanciò a George quella che avrebbe dovuto essere un’occhiataccia, ma che ebbe come risultato solo quello di far ridere sia George che John. Paul, invece, se ne stava in disparte, con uno sguardo serio e indecifrabile, mentre Ringo, sorridente, le si avvicinò e disse:
«Lasciali perdere, Linda, a loro piace fare così, ma dopo un po’ smettono!»
(“Ma guarda”, pensò Linda, “Anche lui non ha gli occhi neri, ma di un bell’azzurro chiaro!”)
Prima che Linda potesse rispondere a Ringo, sentì la vocina di Heather provenire dalle sue spalle, che diceva:
«Tu sei quello che stava seduto? Perché stavi seduto?»
«Perché io suono la batteria!», rispose Ringo guardando la bambina, come se fosse stata un’esperta che gli avesse rivolto una critica.
«E perché suoni la batteria?», continuò Heather che sembrò aver preso abbastanza confidenza con il batterista da fare qualche passo verso di lui.
«Perché non sapeva suonare nessun altro strumento!», si intromise John ridendo, e George iniziò a sghignazzare, mentre Ringo si voltò verso John con un’espressione tanto sorpresa e ferita da far tenerezza.
Heather, invece, notando che l’attenzione generale si era posata su di lei, tornò a nascondersi dietro le gambe della madre e George, ancora ridendo, disse:
«Guarda, John, l’hai spaventata!»
Heather si strinse più forte alle ginocchia di Linda e guardò John che aveva appena incrociato gli occhi e stava fingendo di essere un mostro che assaliva George, quindi, sempre più spaventata, scoppiò a piangere.
Linda prese in braccio la piccola, cercando di calmarla e Paul le si fece incontro.
«No, non piangere, piccolina », disse Paul, poi lanciando uno sguardo a John, continuò «a questo signore piace scherzare, ma è buono!»
Heather non sembrava convinta e, stretta al petto di Linda, guardava seria Paul
«Ha anche lui un bambino che ha più o meno la tua età, sai?», disse dopo qualche istante Paul, poi rivolgendosi più a John che alla bambina disse «un bambino che, forse, sarebbe meglio che chiamasse prima o poi!»
(«Sir Paul McCartney », disse George, fingendo di togliersi un cappello immaginario e facendo un mezzo inchino « difensore dei diritti di tutti i bambini!»)
«Sì, dopo li chiamo e ci parlo, sempre che Cynthia non mi sbatta il telefono in faccia come prima…»
«Te lo sei meritato!», commentò Paul.
« Comunque», continuò John, fingendo di non aver sentito l’amico, « Chi hai detto di essere, tu?»
«Sono una fotografa professionista e devo farvi un servizio fotografico per un libro che si intitolerà “Rock, and other four-letters words”, ho parlato con Brian Epstein, il vostro menager, e in teoria avrebbe dovuto presentarci lui, ma questa mattina mi ha chiamata dicendo che si sentiva poco bene…»
«Sì, forse ci aveva accennato qualcosa l’altra mattina…», disse George, pensieroso.
«Mi chiamo Linda Eastman…»
«E tu, piccolina, come ti chiami?», chiese Paul, facendo una voce strana, per parlare con lei
(«Paul, guarda che non è deficiente: puoi anche parlarle con una voce normale!», commentò John)
«Si chiama Heather » rispose Linda, dato che la bambina si era fatta di colpo muta.
«Ciao, Heather!», disse Paul, tutto contento, prendendola in braccio per giocare con lei.
«Ignoralo.», disse John, lanciando uno sguardo esasperato a Paul, « quando ci sono dei bambini di mezzo Paul va in tilt!»
«Riguardo al servizio fotografico» tornò a dire Linda, sempre più esasperata dai frequenti cambi di discorso, «io rimarrò a Londra per circa 15 giorni e vorrei sapere quando siete disponibili…»
«Io anche stanotte, in camera mia…», disse John e Linda, arrossendo, sentì che, forse, quella semi-cotta per John Lennon le stava passando…
«Falla finita, John!», si intromise Paul (sempre continuando a giocare con Heather),«siamo liberi domani, credo, sulla sera, verso le 6, sempre qui…Per voi, ragazzi, va bene? »
Linda sospirò sollevata, pensando che almeno Heather sarebbe stata al sicuro in albergo con la baby-sitter…
«Per me non ci sono problemi», disse George e Ringo si limitò ad annuire.
«Allora a domani!», esclamò John, «Ah, e potresti staccare la bambina da Paul? Sai, non abbiamo altri bassisti…»
«Certo…», mormorò Linda e andò da Paul per riprendere Heather.
«Mamma, lo sai che quando sarò grande io e Paul ci sposeremo?», esclamò, tutta contenta la bambina, lasciando che la madre la prendesse in braccio
«Davvero?», chiese divertita Linda, guardando Paul, che ricambiava il suo sguardo con un’espressione strana
«Sì, me lo ha promesso!», rispose convinta.
Linda sorrise dolcemente alla figlia e poi rivolse il suo primo sguardo amichevole a Paul: anche se era un assassino di animali, probabilmente non era poi tanto male, se ci sapeva fare così tanto con i bambini!
A meno che quella non fosse una tattica per conquistarla…
Ma cosa andava a pensare?
Paul era fidanzato (e di questo era sicura, perché Grace lo ripeteva in continuazione, disperandosi) da ben 5 anni con una ragazza di Liverpool che si chiamava Jane Asher!
E poi, anche se non fosse stato fidanzato con questa Jane Asher, figuararsi se si prendeva una cotta per una ragazza che aveva definito “una pazza isterica” davanti a John e agli altri.

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Finalmente ce l'ho fatta ad aggiornare!
Tra lo studio e altri impegni pensavo che non ce l'avrei mai fatta!Finalmente Linda ha conosciuto i Beatles.......e, forse, le sta passando la cotta per John (anche perchè John è MIO, non di Linda U_U), va beh...apparte le mie fantasie con John, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e passiamo ai ringraziamenti:

Marty_youchy : Sì,Got to get you it to my life è stupenda *___* (invece mia mamma ascoltava sempre "Michelle",quando ero piccola,xD)...grazie della recensione!
Zazar90 : Salve Viareggina xD!!!grazie per la recensione!(anche a me Linda sta troppo simpatica!)
Laban : Ciao!grazie della recensione!(ce la vedevo troppo Linda a dire quella frase xD)
TheThief_ : Sì, Linda e Paul sono troppo carini insieme (mi sono affezionata a loro quando ho sentito "I am your singer" di Paul...)...grazie della recensione!
Clafi : sono nelle tue stesse condizioni: mi piacerebbe essere vegetariana(e stimo chi lo è), ma non ce la faccio....la carne in se non mi piace molto,ma il sugo di carne sì...e le lasagne(sono il mio piatto salato preferito!)...!!!! davvero ci hanno fatto un film?devo vederlo! e l'attore che interpreta Paul è peggio di quelli che interpretano Paul e John in "two of us"?, perchè quelli sono bravi a imitarne le pose e gli atteggiamenti, niente da dire,eh...ma come faccia.....rabbrividisco anch'io!!


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Capitolo 4
*** Appuntamento ***


Appuntamento.

Era maggio e le giornate si stavano facendo sempre più lunghe, ma il brutto tempo e la pioggia incessante impedivano a Linda di godersi a pieno il soggiorno londinese. Odiava la pioggia, le faceva venir voglia di rinchiudersi in casa a piangere.
Se fosse stata una ricca signora di mezza età con più soldi di quelli che riusciva a spendere, si sarebbe comprata una casa in un posto ben soleggiato (di certo non a Londra), un luogo con tanto verde e, magari, anche tanti animali; le sarebbe sempre piaciuto avere un agnellino, fin da bambina…
A questo pensava, mentre sotto la pioggia si dirigeva verso gli studi di registrazione dove l’assassino di animali e i suoi amici (anch’essi, sicuramente, come lui…) la stavano aspettando.
Chissà se quel giorno sarebbe riuscita a scambiare qualche parolina in più con Paul…
Doveva chiedergli l’autografo per Grace, ma non era solo questo.
Il fatto era che, dopo due giorni passati a fantasticare su una possibile relazione tra lei e John, quella notte Linda aveva sognato Paul; e non l’aveva sognato in qualità di amico o cantante o “assassino di animali”: nel sogno lei era innamorata cotta di lui e si perdeva nel suoi begli occhi verde bosco…
Ricordava di aver pensato proprio così, nel sogno, “che begli occhi verde bosco…”
Ma dove?!
Ma se quel Paul McCartney aveva gli occhi all’ingiù, a pesce lesso!
L’unica spiegazione possibile era che Linda avesse mangiato qualcosa che le aveva fatto male la sera precedente…
“E dire che ho seguito la mia solita dieta…”, pensò sospirando, mentre entrava negli studios.
I ragazzi erano tutti là: Ringo stava giocherellando con le bacchette, George strimpellava la chitarra, mentre John e Paul stavano intorno a un pianoforte, discutendo sul testo di una canzone.
Appena la sentirono entrare, tutti la guardarono e la salutarono, mentre Paul le si fece incontro, con un sorriso fantastico… uno di quei sorrisi ammiccanti che gli aveva visto fare migliaia di volte nelle foto su tutti i giornali, ma solo ora si chiedeva come potesse non esserne rimasta colpita. Il cuore iniziò a batterle, impazzito.
“Hey, Lin, cosa ti prende? È solo quel pesce lesso, assassino di animali di McCartney!”
«Bentornata!», disse Paul, felice di vedere Linda, «Allora? Come avevi intenzione di farle queste foto?»
«Non so, pensavo che potremmo iniziare con una serie di foto di voi quattro insieme in posa, poi magari un paio con ognuno di voi singolarmente…»
«Siamo nelle tue mani!», disse Paul, e ,scherzando (ma neanche poi tanto) prese la mano della ragazza e la baciò.
Linda si sentì avvampare e improvvisamente iniziò a sentire la testa così vuota e leggera…
«Paulie, ti ricordo che, anche se non sei ancora sposato, andare con altre ragazze equivale a tradire la tua adorata Jane lo stesso!», scherzò John.
«Già, come se tu non avessi mai tradito la povera Cyn!», esclamò Ringo.
«Intendevo dire che il nostro Paulie dovrebbe lasciar fare a chi, ormai, non ha più reputazioni da difendere!»
«Povera, povera Cynthia!», tornò a ripetere Ringo.

Con qualche difficoltà, Linda riuscì a convincerli a mettersi in posa per le foto, ma era convinta che del centinaio di foto che era riuscita a scattare loro, almeno la metà fossero inutilizzabili: prima si erano messi tutti a fare delle smorfie assurde, poi John aveva iniziato ad infastidirla per divertirsi e ogni volta che lei tentava di immortalare singolarmente Ringo, George o Paul lui o gli dava colpetti al gomito per far venir male le foto o si piazzava dietro a Linda, facendo lo scemo per far ridere l’amico che in quel momento avrebbe dovuto rimaner serio per essere fotografato.
«Basta John!», gridò alla fine esasperata, ma era evidente che lui non la stava ascoltando.
«Forse è meglio finirla qui per stasera», disse a un certo punto Paul, «Quando John inizia a fare così non c’è modo di spegnerlo!»
A quel punto John iniziò a fare l’imitazione di un robot impazzito e Linda non potè fare a meno di scoppiare a ridere
«Che ne dici se ci vediamo lunedì per le altre fotografie che ti servono?»
«Per me va bene!»
«Di mattina, così John ha più sonno e meno voglia di irritare gli altri!», disse Paul, lanciando un’occhiataccia all’amico.
«Oh! Paulie!», esclamò John, con tono melodrammatico, portandosi una mano sul cuore, «Mi trovi irritante?Mi hai spezzato il cuore!»
«E vattene!», urlò Paul, ridendo e spintonando John che gli si era fatto vicino vicino sbattendo le ciglia (come in una certa scena di “A Hard Day’s Night”)
«Comunque», tornò a dire Paul, guardando Linda, «Sei libera questa sera? perché avevo intenzione di andare a mangiare da qualche parte e poi a sentire un po’ di musica allo Speakeasy club e sono solo, perché Jane non c’è e John, George e Ringo devono tornare a casa, dalle loro famiglie, vero ragazzi?»
«Certo!», disse serio George, che aveva colto il messaggio al volo.
«Ma io, veramente, se vuoi…», iniziò a dire Ringo, ma si bloccò, quando George gli diede un pugno su un braccio e disse, in tono allusivo:
«E’ tutta un’illusione!»
«Oh, certo!», esclamò Ringo, che finalmente aveva capito, «E’ un’illusione: Stasera devo proprio tornare da Mo, mi dispiace Paul!»
«Invece Cyn ce l’ha ancora con me, quindi io sono libero!», esclamò John, tutto sorridente, «Dove mi porti a cena, Paulie?»
«No, John, neanche tu sei libero!», sospirò paziente George, cercando di convincere anche il suo amico occhialuto.
«Invece sì!», esclamò John convinto, « E poi preferisco trascorrere il mio tempo con una bella ragazza che non con due scarafaggi come voi…!»
«John…!», disse Paul a mezza voce con un tono alquanto minaccioso.
«Perché, Paul, tu non mi vuoi, forse?» disse John, di nuovo con il tono melodrammatico di prima.
Paul stava ancora guardando malissimo John, cercando di fargli capire che voleva restare solo con Linda, quando qualcuno bussò alla porta della loro stanza e Ringo andò ad aprire.
«Hey John, qui c’è una donna che chiede di te!», disse, ma lui lo stava ignorando, «una cinese o giapponese, credo….non ci capisco molto!»
«Davvero?!», chiese George, e corse alla porta per vedere chi fosse.
«Johnnino caro, hai una nuova ragazza?», chiese Paul, cercando di far cambiare idea all’amico, ma John (che non aveva capito chi fosse alla porta), si limitò ad alzare le spalle, «Perché non ceni con lei stasera?»
«Oriente chiama Lennon ; rispondi Lennon!», iniziò a dire George, e questo sembrò risvegliare John, che subito si precipitò alla porta.
«Allora, Linda?», chiese Paul, guardandola dal basso in alto, come per fare colpo, «Ti va di venire con me? prometto che questa sera non mi vedrai mangiare nessun essere vivente!»
Linda, sorrise, ormai consapevole che quello che era definito da tutto il mondo “il beatle bello” ci stava provando con lei.
Sembrava assurdo, ma era un dato di fatto!
Grace l’avrebbe uccisa…
«Ok!»

Lo Speakeasy Club, si trovava in Margaret Street al numero 48, ma prima avrebbero dovuto magiare qualcosa se non volevano morire di fame, quindi Paul portò Linda a cena in un ristorante che si trovava vicino al locale e per raggiungerlo le diede un passaggio in macchina.
«In genere fanno sempre della buona musica là, sai?», disse Paul durante il breve viaggio in macchina, evidentemente in cerca di un buono spunto per una conversazione, «L’anno scorso ci ha suonato anche Jimi Handrix!»
«Davvero?», chiese Linda per far vedere che lo stava ascoltando, ma in realtà la sua testa era completamente altrove.
Paul McCartney era voluto uscire da solo con lei.
Paul McCartney però aveva una “Ragazza ufficiale” (come la chiamava Grace), una tale Jane Asher.
Non erano fidanzati, ma stavano insieme.
Bastava questo per fare di Linda l’amante di Paul?
Tuttavia c’era ancora la possibilità che Paul volesse solo fare amicizia con lei e non “conquistarla” (anche perchè mi ha già conquistata, pensò Linda, disperandosi).
Magari voleva solo far vedere un locale carino ad una ragazza americana inesperta di Londra come lei....
Eppure aveva l’orribile e meravigliosa sensazione che quella serata sarebbe finita in una squallida stanza di motel o qualcosa del genere.
Magari sarà la versione a 5 stelle di un motel...
Una parte di lei impazziva per quell’idea.
«Eccoci arrivati!», esclamò Paul, parcheggiando, e condusse Linda dentro al ristorante.
Era un ristorante molto carino, nascosto tra due enormi edifici che lo avrebbero fatto passare inosservato ad una persona che non era del posto; Paul entrò e quello che doveva essere il padrone gli andò subito incontro per salutarlo e farlo a comodare.
Linda si sentì in soggezione di fronte a tutti gli sguardi curiosi dei camerieri e degli altri clienti che si stavano chiedendo chi fosse l’amichetta di Sir Paul McCartney così, sedutasi al tavolo e avvistato il menù, si nascose dietro a quello, fingendo di scegliere cosa ordinare.
“Antipasti”, era intitolata la prima pagina e Linda notò che anche se non era un ristorante vegetariano, per ogni portata erano elencati tutti gli ingredienti usati, così che sarebbe stato facile per lei evitare gli alimenti “da carnivori”.
Mentre sceglieva non potè non notare gli sguardi che tutti, nel ristorante, stavano lanciando loro e si sentì estremamente imbarazzata.
Da sopra il menù lanciò uno sguardo a Paul che si comportava con naturalezza, per niente teso, per niente come Linda.
Probabilmente lui era abituato al fatto che tutti si comportassero così con lui, ma non era solo questo, nel suo atteggiamento c’era qualcos’altro che…
Paul aveva classe, non avrebbe saputo come definirlo meglio.
Era elegante e sicuro di se in ogni circostanza, ma non lo dava a vedere, anche se la consapevolezza e l’orgoglio di essere un Beatles trasudava da ogni fibra del suo corpo. Linda si sentiva come una bambina scema al suo fianco e si chiese per quale masochistica ragione avesse accettato quell’invito (sarebbe stato meglio tornare da Heather, pensò).
Avrebbe dovuto rifiutare, anche se sul momento le era sembrato così…giusto accettare!
Paul alzò lo sguardo ad incrociare i suoi begli occhi verdi con quelli azzurri di lei e Linda, sentendosi avvampare, tornò a leggere il menù.
«Non inizi ad urlare perché tra i secondi piatti vengono citate anche le bistecche?», scherzò Paul, ignorando completamente le occhiatine che gli lanciavano tutte le esponenti del sesso femminile presenti nel locale.
Linda arrossì.
Trova una risposta sensata da dare, Lin, trova una risposta sensata da dare!
«In un posto così mi vergognerei», mormorò infine, fingendosi tranquilla, ma sentendo la bocca asciutta e la gola in fiamme.
Quando arrivò il cameriere anche Paul ordinò tutti piatti vegetariani, proprio come Linda e lei si sentì morire un altro po’:
«Ti assicuro che stavolta non fuggirei», disse, imbarazzata,«Quindi se vuoi…»
«Non si sa mai!», la interruppe Paul e Linda intravide un sorriso beffardo sul suo bel viso, un sorriso che la infastidì terribilmente.
«Oh sì!», esclamò acida, «Con una "pazza isterica" non si puo’ mai sapere!»
«Te la sei presa perché ti hanno chiamata così?», chiese Paul, preoccupato, «Non devi, sai? E’ solo che mi è sfuggito qualcosa con George, che l’ha raccontato a Ringo, che l’ha detto a John, che ha commentato dicendo “Ma quella è una pazza isterica!”…»
«Ma che tenero, John!», commentò sarcastica Linda. Decisamente John Lennon non le piaceva più.
«Non farti spaventare da lui », le consigliò Paul, «Finge di essere un pazzo e uno a cui non importa niente di quello che pensano gli altri, ma infondo lo sanno tutti che non è così. John è un buon amico e una brava persona.»
Linda annuì poco convinta, per poi cambiare argomento.
Cenarono più velocemente possibile, ansiosi di raggiungere lo Speakeasy Club, e durante la cena ebbero modo di parlare un po’ di loro, del loro lavoro, dei loro progetti per il futuro, ma non accennarono mai minimamente a Jane Asher o a chi fosse il padre di Heather.
Infine Paul pagò il conto e Linda si catapultò fuori dal locale, sperando che al club in cui erano diretti ci sarebbe stata tanta gente da far passare Paul inosservato e quindi anche lei.
Non le piaceva proprio sentirsi al centro dell’attenzione.
“E’ l’aspetto peggiore dell’uscire con un Beatles”, si sorprese a pensare.
Quando anche Paul la raggiunse fuori dal locale, si incamminarono insieme verso lo Speakeasy Club e lui le prese la mano, facendola avvampare come se fosse stata una ragazzina tredicenne al suo primo amore.
“Procol Harum”, diceva il cartello appeso fuori dal locale, e i due lo superarono senza neppure degnarlo di uno sguardo.
Il cuore di Linda batteva a mille e la sua mano destra, stretta in quella sinistra di Paul, sembrava andare a fuoco nel momento in cui oltrepassarono la soglia del club.

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Salve!
Ecco un'altro capitolo. Oggi sono un po' di fretta,quindi passo subito a ringraziare chi ha recensito:
sofia126: Grazie :) sono felice che ti sia piaciuto! (Ce lo vedo molto Paul a comportarsi così con i bambini....)
Laban: xD Pare giusto anche a me! Altrimenti Johnny,Paulie e Georgie si stancano...!Grazie di aver recensito!
Clafi : Il film non l'ho visto (perchè non lo trovo), ma ho visto le foto e.........oddio! anche Paul non si puo' vedere,eh!...e in effetti per trovare un'attrice più brutta di Yoko l'unica sarebbe metterci un uomo travestito (tanto ormai lo sanno tutti che ho una graaaaaande simpatia per Yoko Ono!xD)...Grazie della recensione e delle immagini!
Zazar90: Infatti ti stimo perchè sei vegetariana u.u. Comunque no, non tutti vogliono sposare Paul: io voglio John(*__*)...inventerò una macchina del tempo, tornerò al '64 e lo sposerò! già,già...Grazie di aver recensito!
TheThief_ :grazie :)...in effetti io ci vedo di più Paul a trattare con i bambini che non John...infatti mi pare di aver letto da qualche parte che Julian ha detto di avere più foto in cui giocava con Paul che non in cui giocava con suo padre.......
Marty_youchy: eh già....proprio così, Paul è già cotto e Johnny è un maniaco, hai colto la situazione in pieno XD......grazie di aver recensito!

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Capitolo 5
*** Speakeasy Club ***


Speakeasy Club

Lo speakeasy Club era affollato di gente di ogni genere, dalle persone cosiddette “per bene”, vestite di tutto punto e con le camicie infilate dentro ai pantaloni, ai giovani hippy, vestiti come capita e sempre mezzi fumati; eppure Linda non riusciva a vedere niente intorno a se, sentiva solo il calore della mano di Paul, che era come un tizzone ardente che lei doveva e voleva stringere a sé.
Sul palco qualcuno suonava e qualcun altro cantava, ma lei non riusciva veramente a prestare attenzione.
Era una canzone vivace, che le sembrava di conoscere, ma ben presto finì e il gruppo iniziò una nuova canzone più dolce.
[We skipped the light fandango
turned cartwheels 'cross the floor
I was feeling kinda seasick
but the crowd called out for more
The room was humming harder
as the ceiling flew away
When we called out for another drink
the waiter brought a tray]
Paul sparì per qualche istante e nel momento in cui la sua mano fu libera riuscì a leggere il cartellone dietro al palco, che riportava il nome del gruppo: Procol Harum. E caspita se erano bravi!
Intorno a lei tutte le coppiette presenti avevano preso ad abbracciarsi e a lanciarsi sguardi languidi, tanto da indurre Linda a chiedersi se anche lei sfoggiasse quello sguardo idiota, quando fissava qualcuno che le piaceva.
Probabilmente sì, pensò lancindo uno sguardo verso il punto da cui era sparito il beatle.
Paul ritornò poco più tardi, facendosi largo tra la folla; aveva in mano due birre, passò a Linda una di esse e lei, dopo averla sorseggiata un po’, disse:
«Li conosci?», dovette urlare per farsi sentire da lui.
«No», urlò Paul, di rimando, «Ti piacciono?»
Linda annuì e iniziò a dondolarsi seguendo la melodia della canzone.
[And so it was that later
as the miller told his tale
that her face, at first just ghostly,
turned a whiter shade of pale]
Paul bevve un bel sorso di birra, poi, tenendo il bicchiere nella mano destra, passò il braccio intorno alle spalle di Linda e poggiò la sinistra sul suo fianco, iniziando a dondolarsi con lei. Non era un vero e proprio ballo, perché con tutta la gente che c’era nel locale non riuscivano neppure a fare un passo come si deve, ma era tanto dolce!
Era come quando, da bambina, “ballava” con i piedi sopra quelli di suo padre.
Avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre.
[She said, "There is no reason
And the truth is plain to see."
But I wandered through my playing cards
And they would not let her be
One of sixteen vestal virgins
Who were leaving for the coast
And although my eyes were open wide
They might have just as well been closed]
Linda si sentiva così giovane e spensierata tra le braccia di quell’uomo che aveva appena conosciuto, ma che le sembrava di conoscere da sempre; così protetta e al sicuro tra quelle braccia che la cullavano dolcemente, tanto che, senza neppure accorgersene, si sporse verso di lui. Le sue labbra stavano cercando quelle di Paul, proprio come le labbra di lui cercavano Linda; come il ferro che viene attratto da una calamita e non può far niente per contrastare quell’impulso naturale.
Doveva assaggiare le sue labbra almeno una volta o sarebbe impazzita…
[And so it was that later
As the miller told his tale
That her face, at first just ghostly,
Turned a whiter shade of pale]
Si baciarono e Linda, travolta da una scarica elettrica, non fu più in grado di pensare a nient’altro che non fosse Paul, le sue dita si intrecciavano tra i suoi capelli bellissimi e odiava quella birra che teneva in mano perchè non le permetteva di abbracciarlo e toccarlo come avrebbe voluto; aveva voglia di gettarla a terra, fregandosene di tutto, ma qualcuno li spintonò e li costrinse a staccarsi l’una dall’altro.
Lo strappo fu terribile, fu come venire amputati di un arto, come se qualcuno avesse diviso con la forza qualcosa che era destinato a rimanere unito per sempre, fu un gesto contro natura.
Tuttavia Paul era ancora davanti a lei e le sorrideva, più splendente che mai.
Linda sentì il suo cuore saltare un battito, mentre osservava il sincero sguardo dispiaciuto di Paul.
Era Paul McCartney dei Beatles quello che aveva davanti e per quella sera almeno era suo.
Nessuno mai, prima di allora, le era mai sembrato più bello.
Dicono che il primo amore non si scorda mai, e allora perché Linda non riusciva a ricordare nient’altro che non fosse l’uomo che aveva davanti?
[And so it was....]
La Band suonò le ultime note della canzone e Paul tornò ad abbracciare Linda, dicendo:
«Sono proprio bravi, eh?», e nel suo tono c’era un non-so-che di malizioso.
Di certo quella canzone aveva contribuito a creare atmosfera!
«Che ne dici se andiamo in qualche posto un po’ più tranquillo?», chiese Paul, dolcemente.
“Ecco ci siamo”, pensò Linda, “Il momento dell’hotel a 5 stelle!”.
Fino ad allora era stato tutto così perfetto che le era parso di vivere in una favola e uno squallido motel avrebbe rovinato tutto, anche se la tentazione era così forte che non era sicura di saper resistere. Alla fine guardò l’orologio e, maledicendosi, borbottò:
«E’ tardi, forse dovrei tornare da Heather…»
«Ti accompagno!», propose Paul, non intenzionato, a quanto pareva, a farsi scoraggiare.
A quel punto Linda non riuscì a trovare scuse per rifiutare (e anche se le avesse trovate, probabilmente non le avrebbe utilizzate), quindi sollevata acconsentì a farsi accompagnare in albergo.
Il silenzio in macchina fu imbarazzante e Linda avrebbe dato qualsiasi cosa purché finisse, ma a quanto pareva Paul era a corto di argomenti almeno quanto lei.
Quel bacio…..era come se avesse cancellato qualsiasi pensiero coerente dalle loro menti.
Fu un sollievo vedere che Paul stava imboccando la strada infondo alla quale c’era l’hotel.
Fu un sollievo vederlo spegnere il motore e poterlo baciare di nuovo.
Non fu come il primo bacio che si erano scambiati (niente è come il primo bacio), ma fu più intenso, e Linda riuscì anche a pensare mentre le sue labbra erano premute su quelle perfette di Paul, mentre le loro lingue danzavano.
Decisamente, tra tutti gli uomini che Linda aveva conosciuto (e, davvero, non ne aveva conosciuti pochi!), Paul era quello che sapeva baciare meglio.
Chissà quante donne c’erano state dietro a quei baci…
Linda si sforzò di non pensarci e tornò a concentrarsi solo sul bacio e, di nuovo, si sentì travolta, come se il tempo e lo spazio non avessero più significato. Linda non avrebbe saputo dire se quel bacio fosse durato un secondo o mille anni, per lei il tempo non esisteva più. Esisteva solo Paul, le sue mani grandi, il suo petto, la sua bocca perfetta…i suoi baci…
«Forse è meglio salire!», propose lui, staccandosi per primo, mentre Linda rossa come un pomodoro, desiderava ancora la sua bocca.
Suo malgrado si ritrovò ad annuire e scendendo dalla macchina lasciò che il Beatle la conducesse fino in ascensore, dove di nuovo, ricominciarono a baciarsi.
Era quasi assurdo questo attaccamento: non era un desiderio, ma un bisogno; era come se lei e Paul fossero stati innamorati da sempre, pur non essendosi mai visti, ed ora che finalmente si erano incontrati, non potevano fare a meno di restare uniti.
Sarà questo quello che le persone intendono dire, quando parlano di anime gemelle?, si chiese.
L’ascensore si fermò e si aprì su un ampio corridoio, quindi loro si separarono e Paul, prendendola per mano, canticchiò:
«“Would you belive in a love at first sight?
Yes, i’m certain it happens all the time”
»
«E’ una tua nuova canzone?», chiese incuriosita.
«Mia e di John», rispose Paul sorridente, «Ma la canta Rings…»
«Non l’ho mai sentita!»
«Ci credo, non è ancora uscita!», rispose lui ridendo,«Sarà in Sgt.Pepper’s»
Linda ebbe una visione piuttosto realistica di una pepiera a forma di omino “vestita” da sergente, che impartiva ordini ai Beatles.
«Sgt. Pepper?»
«Sì, è il nostro nuovo album, uscirà tra pochissimo», spiegò Paul, «La settimana prossima ne festeggiamo l’uscita a casa di Brian,vieni?»
Linda non potè rispondere, perché proprio in quel momento aprì la porta e un uragano in miniatura (anche chiamato Heather), si precipitò festoso verso i due. Linda posò la borsa, pensando di dover prendere la figlioletta in braccio, mentre quella, ignorando la madre, si tuffò verso Paul strillando il suo nome e Paul la prese in braccio ridendo, mentre Linda ringraziava la baby-sitter e la pagava.
«Qui abbiamo una tua piccola fan», commentò Linda tornando dai due.
«Potresti portare anche lei da Brian», propose Paul, ritornando sul discorso interrotto, poi guardando la piccola e facendo la solita vocina scema disse «Tanto sei una nostra fan, vero Heather?»
«No!io sono la tua fidanzata!», urlò la bambina e Paul rise.
«Le fans sono tenere quando sono così…», disse, «un po’ meno quando, crescendo, ti assaltano impazzite. Alcune fans fanno paura!»
Linda rise.
«Verrei volentieri alla festa da Brian, ma non so dove abita…»
«Ti faccio venire a prendere da qualcuno», disse Paul, «Verrei io, ma c’è anche Jane alla festa e ho paura che si arrabbierebbe…»
…Con quale spensieratezza parlava della donna che stava tradendo!
Per Linda, il desiderio di chiedergli che relazione ci fosse tra lui e Jane era pari solo al desiderio che Paul se la togliesse dalla testa, quindi decise di fare in modo di cambiare argomento. Si guardò un po’ intorno per trovare spunti di conversazione e tutt’a un tratto si ricordò che doveva ancora chiedergli un autografo per Grace. Stava per portare a Paul carta e penna, quando ebbe un’idea migliore.
«A chi telefoni?», chiese Paul curioso, mentre subiva l’assalto della bambina che aveva iniziato a tormentargli le guance.
«Ad una mia amica, tua fan», rispose Linda sorridendo, «Scommetto che morirebbe se sentisse la tua voce al telefono!»
«Davvero?dai, fammi parlare con lei!»
«L’idea era quella!»
Paul posò la bambina sul letto, si avvicinò a Linda e prese in mano la cornetta del telefono.
«Come si chiama?», chiese a Linda
«Grace», rispose lei, ma poi notando lo sguardo di Paul aggiunse «ti prego, non farle venire un’infarto!»
«Ci proverò!», rispose lui, poi si fece silenziosissimo perché il telefono aveva iniziato a squillare
tuuuuuuuuu
tuuuuuuuuu
tuuuuuuuuu
tuuuuuuuuu
«Pronto?», rispose la ragazza dall’altro capo del telefono
«Ciao Grace!», disse Paul dolcemente, mentre Linda, sorridendo e immaginandosi la faccia dell’amica, si mordeva il labbro inferiore.
«Scusi, chi parla?», chiese Grace con voce tremolante
«Sono Paul…»
Dall’altro capo nel telefono non provenne alcun suono, quindi Paul guardò Linda che, un po’ preoccupata, alzò le spalle,così il Beatle tornò a dire:
«Paul…Paul McCartney!»
Dal telefono provenne uno strillo pazzesco, tale che costrinse Paul ad allontanare la cornetta dall’orecchio e insieme a Linda scoppiò a ridere.Quando lo strillò finì, Paul titubante provò a riaccostare l’orecchio al telefono, giusto in tempo per sentire Grace che diceva:
«Non è uno scherzo, vero?sei quel Paul McCartney, vero?»
Linda si fece passare il telefono e disse all’amica:
«Grace, ma chi vuoi che sia? non lo riconosci dalla voce?»
«Aaahhhh….», strillò di nuovo,«dai, ripassamelo, ripassamelo!!!»
A Linda pareva di vedere Grace come se fosse stata lì: se la immaginava saltellare ipereccitata, con entrambe le mani strette alla cornetta del telefono, come se fosse stato il suo bene più prezioso!
Paul riprese la cornetta, sfoggiando un sorriso furbetto e iniziò a canticchiare al telefono:
«Close your eyes and i’ll kiss you
Tomorrow i’ll miss you,
Remember i’ll always be true.
And then while i am away
I’ll write home everyday
And i’ll send all my loving to you!
»
«Paul....», mormorò Grace con un tono sognante, «Paul...Paul....Paul....»
«Credo che si sia rotto il disco!», disse Paul a Linda, leggermente preoccupato, tappando con una mano il microfono del telefono.
Linda si avvicinò per sentire l’amica che continuava a ripetere il nome del bel beatle, come in trance e riprese il telefono:
«Grace?», chiamò,«Sei sempre viva?»
«Lin, era Paul!..Paul!», Linda sospirò paziente: Grace pareva in stato di shock, ma stava bene.
«Sì,era Paul…felice di averlo sentito?»
«aha!», rispose ancora in estasi…
«Ok, allora ti saluto…», disse Linda, poi vedendo che Paul stava scrivendo qualcosa che iniziava con “A Grace”, aggiunse «Ti porto il suo autografo!»
Paul scrisse poche parole, ma in compenso fece un gran bel disegnino di se stesso con tante stelline e cuoricini intorno.
“Grace lo diceva che è vanitoso!”, pensò guardandolo, poi come colta da un pensiero improvviso lanciò uno sguardo alla bimba e , vedendo che si era addormentata, la portò nel lettino e la mise sotto le coperte nella stanza che comunicava con quella in cui si trovava Paul e, tornando da lui, si chiuse la porta alle spalle, sicura che qualsiasi cosa sarebbe successa tra lei e Paul, sarebbe stato meglio che Heather non lo vedesse…

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Ciao a tutte, ragazze!
Come sempre, anche questo capitolo non è lunghissimo (considerato poi, che comprende parte di testo di alcune canzoni…), ma cercate di capire…
Comunque, ho letto che Linda e Paul la seconda volta che si videro andarono allo Speakeasy Club a sentire i Procol Harum, quindi mi sono messa a scrivere il capitolo ascoltando “A whiter shade of pale”, così il capitolo è venuto più sdolcinato di quanto intendessi fare. Io non amo le cose troppo sdolcinate e a rileggere questo capitolo mi metto i brividi da sola…quindi se siete riuscite a leggere fino in fondo un “GRAZIE!!!!” Ve lo devo (u.u). D’altra parte non potevo fare a meno di farli baciare, no? E se sono andati a sentire i Procol Harum avranno sicuramente sentito quella canzone!…comunque vi prometto che il prossimo capitolo sarà un po’ meno zuccheroso (o almeno ci provo…). L’idea di Paul che nell’autografo fa un disegnino, invece, mi è venuta a leggere il libro scritto da Rings che si intitola “Cartoline dai Beatles” e mostra fronte e retro delle cartoline che John, George e Paul hanno inviato a Ringo: le cartoline di Paul hanno sempre almeno un disegnino,tanto che in una che non è firmata Ringo commentando dice “Questa non è firmata, ma c’è un disegnino, quindi sappiamo di chi è…” (XD).

Ok, ho finito di parlare di cose inutili, quindi passo ai ringraziamenti per chi ha commentato:
Zazar90:Sì,gli occhi di Paul sono bellissimi ovviamente, quindi vanne pure fierissima!…grazie!!
Laban: No,non è vero che sembri cretina!e comunque hai ragione anche a me Linda e Paul piacciono tanto J…grazie!!
TheThief_: xD sì, gli occhi di Paul sono all’ingiù, ma sono bellissimi (u.u)…grazie!!
Marty_youchy: Già,sarebbe stata una reazione comprensibile….anche io se mi fossi trovata in una situazione simile(con John,però,possibilmente), mi sentirei decisamente male!!…..grazie!!
Clafi : Ahaha…già!stanno decretando la loro fine e non lo sanno, ma suppongo che all’inizio si comportassero con lei come se fosse stata una donna(cozza) qualunque….e riguardo a Linda..già, quella ragazza è proprio fortunata!…grazie!!

Allora alla prossima!!

ps.
Vi lascio con un'immagine carina di Paul,Linda e Heather e Martha che ho trovato:
http://20.media.tumblr.com/tumblr_kobx804IYk1qzdjt4o1_400.jpg


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Capitolo 6
*** Un piccolo problema chiamato Jane ***


Un piccolo problema chiamato Jane.


1967 , Ultimo dell’anno, New York


[La vigilia di Natale del 1967 Jane Asher e Paul McCartney annunciarono pubblicamente il loro fidanzamento]
http://4.bp.blogspot.com/_TF0TBqwB6-w/SrUfYt9W5AI/AAAAAAAAA5I/tKD_633FzT4/s400/0618.jpg





«Mi sento bene.
Sto bene e non mi importa di…lui.»

Linda aveva ripetuto quella frase così tante volte negli ultimi giorni, che quasi aveva iniziato a crederci.
E’ solo l’ennesima celebrità che si è fidanzata. E allora?
E’ vero, ci sono andata a letto, ma è finita lì.

Quello stupido le aveva appena rivolto parola alla festa per il lancio di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” (Fortuna che l’aveva invitata lui!), preso com’era dalla sua bella dai capelli rossi, che non lo lasciava in pace neanche un secondo.
Che cosa ci trovasse, poi, in lei…!
“No. Non sono gelosa.”, Continuava a ripetersi, mentre a quella stupida festa a cui Grace l’aveva trascinata tutti erano pronti a brindare il nuovo anno.
Che le importava di quel tipo vanitoso e presuntuoso che non è altro?
Non era l’unico uomo sulla faccia della terra, e neppure l’unico musicista, a dirla tutta!
Ok, lei aveva una passione ossessiva per i musicisti.
Tanto che qualche giornale le aveva pure affibbiato il titolo di “Groupie”, dopo che avevano scoperto della sua “storia” con Mike Jagger. Storia, poi, che era durata il tempo di una notte, ma che era bastata per farle aggiudicare quello stupido epiteto.
Come lo odiava!
E alla televisione non facevano che mostrare immagini di Jane e Paul…
La bella Jane che da cinque lunghissimi anni teneva stretto tra le sue dita il cuore del “beatle bello”.
Linda augurava loro di strozzarsi con la torta nuziale!
E, comunque, non era gelosa !!!!
La gelosia non c’entrava niente. La faceva solo innervosire il fatto di notare con quale ragazzina scema si era andato a fidanzare Paul McCartney.
Ma infondo, infondo a lei non importava neppure di quello.
Paul era una persona famosa qualunque, una celebrità con cui Linda aveva avuto dei contatti (più o meno approfonditi, non importa!), perché lei come tutti gli esseri umani aveva delle necessità da soddisfare, ma non gli importava niente di lui.

…E il conto alla rovescia per il 1968 era iniziato.

-5

Come minimo il matrimonio di Jane Asher e Paul McCartney sarebbe durato ancor meno del suo con John, sapendo come sono volubili le rock star…!

-4
E poi Linda compativa la povera Jane: lei non avrebbe voluto, per niente al mondo, legarsi ad un uomo che sicuramente l’avrebbe tradita con più della metà della popolazione femminile terrestre.

-3
Linda poteva avere tutti gli uomini che voleva, anche famosi e ricchi quanto Paul, anche migliori di lui. Perché avrebbe dovuto soffrire per un odioso, presuntuoso….?

-2
Non era mai stata innamorata di lui, neppure prima di conoscerlo. Perché avrebbe dovuto volerlo adesso? Lei era una donna adulta e madre di una bellissima e vivacissima bimba di 5 anni. Decisamente era troppo cresciuta per farsi venire una cotta adolescenziale per un tipo come Paul.

-1
Già prima di andarci a letto aveva messo in conto che lui aveva un’altra donna: sapeva che sarebbe andata così fin dall’inizio, ma ci era andata a letto perché….perchè lei desiderava andarci a letto, per soddisfare i propri impulsi naturali. Niente di più.

1968

In uno scoppio di voci e di fuochi artificiali coloratissimi, quel 1968 era iniziato.
Tutti, lì intorno, si scambiavano baci appassionati di buon augurio per l’anno nuovo.
Non è assurdo il fatto che più si è soli, più intorno a noi è pieno di coppiette felici?
Sospirando, Linda tornò a guardare i fuochi artificiali nel cielo, pensando che nonostante tutto, nonostante tutti i suoi sforzi, l’unica bocca che davvero avrebbe voluto baciare non era lì in quel momento, e con tutta probabilità stava baciando la bocca di un’altra donna.
“La realtà è che sono stanca di fingermi più forte di quello che sono”, mormorò alle stelle, in un tono di voce tanto basso da non poter essere udito da nessuno, “Vi prego, fate che questo anno sia migliore…almeno un pochino!”


-------

1968 , Maggio , New York City

Le pratiche per la creazione della Apple, gli annunci stampa, le interviste sostenute e le continue fughe dalle fans impazzite avevano sfinito Paul più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Avrebbe tanto voluto tornare a Londra, ma se pensava che là lo attendeva Jane, anche l’idea del ritorno perdeva tutto il suo fascino.
Decisamente, da quando erano tornati dall’India loro due erano in crisi, e i continui sbalzi d’umore di lei non aiutavano affatto.
Odiava litigare con Jane.
Odiava litigare, come regola generale, ma se si trattava di Jane anche di più, perché odiava sentirsi rinfacciare tutti i tradimenti e le accuse ingiuste…
E che cavolo, mica erano sposati!
E poi, anche Jane era sempre in giro per lavoro…chissà quante volte lo aveva tradito!
Ma lei no! Lei mai era andata con altri uomini!
Certo, certo….come se Paul le credesse! Solo perché lei era più furba e non si era fatta scoprire da lui…
Ma poi Jane era libera di fare le sue esperienze, proprio come lo era lui, no?
Anche George e Pattie avevano frequentato altre persone, eppure nessuno dei due ne aveva mai fatto un dramma!
(o meglio…George non si faceva problemi!)
Paul sospirò, pensando a Jane.
Solo lui doveva avere una fidanzata che faceva una tragedia greca solo per averlo trovato a letto con un’altra…
Una ragazza, poi, di cui non ricordava neppure il nome!
(Tentò di metterne a fuoco almeno i lineamenti del volto, ma ben presto rinunciò…)
Paul, suo malgrado, si ritrovò a sghignazzare immaginando la reazione che avrebbe avuto Jane se anche lui (come John aveva fatto con Cyn) le avesse detto che era andato con ogni “Groupie”, amica, e con almeno un migliaio di ragazze provenienti da tutto il mondo.
Probabilmente lo avrebbe ammazzato! altro che accettare il consiglio di farsi un viaggio in Grecia, come Cynthia!
Povera Cyn, però…a Paul dispiaceva per lei, perché infondo la conosceva da così tanti anni che le si era affezionato!
E poi la nuova “fiamma” di John era così antipatica!
Paul sperava vivamente che a John quell’infatuazione passasse presto, perché non sarebbe riuscito a sopportare quella Kyoko Uno (o come diavolo si chiamava) per molto tempo ancora.
Aveva conosciuto (se così si puo’ dire) Yoko Ono a Londra, qualche giorno prima. L’aveva incontrata a casa di John a Kenwood, mentre Cynthia non c’era perché lei e John avevano litigato per via del “Mi sono fatto tutte le amiche, le groupie e milioni di ragazze in giro per il mondo”, quindi Cyn per “protesta” si era trasferita per qualche giorno da sua madre. John non pareva molto dispiaciuto per il suo litigio con la moglie, comunque, a giudicare dal sorriso smagliante che sfoggiava in presenza di quella specie di fantasma nero che gli stava silenzioso alle spalle (tipo avvoltoio sulla spalliera del letto).
Ma Paul era sicuro che a John sarebbe passata presto: infondo lui era sempre stato incline a “innamorarsi” facilmente.
Sicuramente gli era già passata.
Guardò John al suo fianco chiedendosi se anche lui fosse stanco la metà di quanto lo era Paul (e se gli fosse passata la fissa per la giapponesina) ; l’uomo ricambiò lo sguardo, probabilmente fraintendendo l’espressione interrogativa sul volto dell’amico.
«Io stasera vado da Yoko, tu cosa fai?»
Appunto. Se l’era proprio dimenticata, eh?
Paul sbuffò.
«Ti ha seguito fin qui?»
John fece spallucce, sfoggiando il suo sorriso più angelico e sereno.
Paul sbuffò di nuovo.
«Sembri una ciminiera, stasera, Paul!», lo canzonò John, facendogli notare quante volte aveva sbuffato nel giro di pochi secondi.
Paul buttò lì una scusa qualunque su quanto si sentisse stanco, poi chiamò un taxi per farsi portare in albergo.
Uscire in qualche pub era fuori discussione, visto e considerato che sarebbe sicuramente stato assalito da un’orda di ragazzine petulanti (con le quali, tra l’altro, non avrebbe potuto fare niente di divertente senza rischiare la denuncia da parte dei genitori furiosi), quindi appena entrò in camera prese il telefono e compose il numero di casa di Jane.
«Pronto?», chiese la voce assonnata della ragazza.
Maledizione!si era scordato che a Londra erano appena le 4 di mattina!
«Amore..», disse dolcemente, «Scusa se mi faccio vivo solo ora, ma è stata una giornata impegnativa!»
Jane mugolò qualcosa di incomprensibile, quindi Paul disse:
«Ma se hai troppo sonno possiamo risentirci più tardi…»
«No, sono sveglia, ormai», borbottò Jane, «Come va?»
«Tutto bene, John è uscito e io sono da solo in albergo…»
«Non sei potuto uscire in cerca di ragazze, eh?», chiese lei acida, «ecco perché hai chiamato me!me lo stavo giusto chiedendo…»
«Jane..», disse Paul, in un tono che stava a metà tra l’avvertimento e la supplica, ma Jane lo interruppe.
«No, non mi importa, davvero…», disse in un tono che contraddiceva quanto appena affermato, «Allora com’è andata la presentazione della Apple?»
«Giuro che se mi ritroverò a ripetere ancora una volta che "la Apple si propone di fare da mecenate ai nuovi talenti musicali, anche in ambito sperimentale”, uccido qualcosa…», rispose Paul, sollevato dal cambio di argomento.
Jane rise.
«Non “uccidere” il telefono o non potremo più parlarci!»
«Tu cosa hai fatto oggi?»
«Niente, non ho molto da fare ultimamente », rispose, «ma mi tengo occupata. Sono andata in giro a fare un po’ di shopping!»
«mmmh…chissà come ti sarai fatta bella!», esclamò Paul.
«Così dicono…», rispose Jane , «Ma tanto a te cosa importa?ne hai a miliardi di ragazze bellissime…»
«Jane, adesso basta!», urlò Paul, di colpo innervosito. Con Jane era sempre così: un minuto prima parlavano serenamente e ridevano e il minuto dopo stavano già litigando. «Ti ho detto che sono solo, e poi non siamo ancora sposati, accidenti!»
«Perché per il fatto che non siamo ancora sposati tu puoi fare tutto quello che vuoi, vero?», iniziò a strillare lei, «Non sono un’illusa, Paul: se non riesci ad essermi fedele ora figuriamoci dopo il matrimonio!»
«Ma è diverso!», protestò Paul: dopo il matrimonio sarebbe tradimento a tutti gli effetti, mentre ora…
«Diverso un corno!!», replicò Jane, «Vuoi, forse, che inizi anche io a fare come Pattie? Vuoi che vada con il primo che mi capita a tiro? perché non mi faccio problemi, sai?»
«E fallo, Jane!», rispose Paul che iniziava a dare in escandescenza, «Chi te lo impedisce?»
«Me lo impedisce il fatto che io ti amo e non sarei mai riuscita a ferirti come tu…»
«Ma fammi il favore, Jane!», esclamò Paul esasperato, «Non ricordo neppure come si chiamasse o che faccia avesse!»
«Beh, ma me lo ricordo io», rispose lei, «E anche molto bene!»
«Ma…», cercò di protestare Paul, ma Jane gli sbatté il telefono in faccia.
Furioso Paul cominciò subito a ricomporre il numero di Jane, ma a metà della sequenza emise uno sbuffo che assomigliava di più a un ringhio e buttò giù il telefono. Un’ istante dopo riprese la cornetta, e ricominciò a selezionare qualche numero, poi cambiò per l’ennesima volta idea e, con un’espressione più tranquilla, iniziò a frugare in valigia in cerca di una piccola rubrica telefonica nera che portava sempre con se e la aprì alla lettera “L”.

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Ciao a tutte, nuovo capitolo e salto temporale…
Ovunque c’è scritto che il primo incontro tra Paul e Linda è avvenuto a maggio del 1967 e nel natale dello stesso anno Paul e Jane hanno annunciato il loro fidanzamento, quindi ho provato a immaginare cosa possa aver provato Linda quando lo è venuto a sapere…Temo di non essere stata molto gentile con Jane (:)), ma d’altra parte io faccio il tifo per Linda xD
Zazar90: Ciao viareggina! Grazie mille, sono felice che ti sia piaciuta :)…riguardo a Heather, mi piace troppo l’immagine di Paul con i bambini quindi ogni tanto spunta fuori lei, anche involontariamente (è inevitabile!)XD…grazie del commento!:)
TheThief_: Ciao! Secondo me, non è affatto una cattiva abitudine ascoltare i capitoli in cui si fa riferimento a una canzone ascoltando quella canzone: infondo la musica crea atmosfera,no?…lo faccio sempre anche io! Comunque sono felice che ti sia piaciuto il capitolo!grazie per il commento :)
Marty_youchy : Sì, sì…esiste! L’ho trovato poco tempo fa alla feltrinelli e me ne sono impossessata (molto in stile gollum con l’unico anello xD)…è bello perché così ho capito che Paul disegna nelle cartoline(i cuoricini sono quasi immancabili), George ha una bella scrittura, mentre John scriveva (spesso) delle cartoline che erano dei papiri incomprensibili (con le lettere minuscole, per rimediare al poco spazio della cartolina )…comunque grazie del commento!:)
Laban: xD Già, anche io mi ci immedesimo parecchio in Grace XD (penso che se mi trovassi davanti un beatle sverrei….)…grazie del commento !:)
Clafi: riguardo a Jane, sono d’accordo con te: molto meglio Linda….spero che questo capitolo non ti abbia “costretto” a distruggere davvero il pc (xD),comunque ti capisco: a me fa un effetto simile Yoko….anzi no, forse peggio(xD)! Comunque grazie del commento! :)

Un grazie anche a chi ha solo letto.

A presto!

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Capitolo 7
*** Incontro a New York ***


Incontro a New York

Nell’anno in cui Linda e Paul erano rimasti lontani l’uno dall’altra, Linda aveva perso ogni speranza di rivederlo. Quando l’aveva baciato in quel piccolo pub londinese, aveva creduto di aver trovato l’uomo della sua vita, aveva creduto davvero di baciare e di fare l’amore con la sua anima gemella: tutto era stato così bello e perfetto che neppure nei suoi sogni più selvaggi avrebbe mai potuto immaginare un uomo meraviglioso quanto Paul. Eppure il sogno era finito.
Lei lo aveva amato davvero ed era convinta che anche lui ben presto l’avrebbe amata …
Come poteva essere altrimenti? Come poteva un amore forte quanto quello di Linda non essere ricambiato?
Eppure ci aveva pensato lui a strapparle quella convinzione di dosso. Paul McCartney aveva giocato con i sentimenti della povera Linda come un gatto gioca con il disgraziato topolino che ha catturato; ma il gatto, alla fine, dopo aver torturato il topo, è abbastanza indulgente da porre fine a tutte le sue sofferenze in un sol boccone, mentre a lei Paul non aveva mai fatto questo favore: Linda era ancora viva (se quella può essere chiamata vita); lei parlava ancora, mangiava, dormiva, lavorava, ma quella che trascorreva era una vita in stand-by, faceva le sue cose quotidiane così come le avrebbe fatte un automa progettato per imitare alla perfezione i comportamenti umani. Persino quando si trovava nel letto di un altro uomo l’unico nome che riusciva ad animarla era quello di Paul e l’unica cosa a cui riusciva a pensare era a lui.
Perché quando hai conosciuto l’amore vero, come puoi accontentarti di meno? quando hai visto finalmente la luce del sole, con quale forza puoi tornare nell’oscurità?
Non lo odiava, ovviamente, anche se una parte di lei suggeriva che avrebbe dovuto; pensava seriamente che se non lo avesse mai più rivisto, sarebbe impazzita ricordando all’infinito quei pochi momenti che avevano trascorso insieme.
Linda aveva quasi perso le speranze di sentire ancora quella voce calda pronunciare il suo nome, quando…

«Pronto, Linda?», il tempo di riconoscere a chi apparteneva quella voce che la chiamava per telefono e il cuore di Linda accelerò vertiginosamente il suo ritmo
«Paul…», constatò con voce strozzata
«Come stai?», chiese lui; che carino, pareva imbarazzato!
«Bene», rispose Linda sbrigativa, «Ho sentito che tu e John siete a New York…»
«Sì, alloggio al Plaza», rispose Paul, «Ti va di venire qui? Così parliamo un po’…»
«Certo! Arrivo subito» Probabilmente un’altra si sarebbe fatta desiderare di più fingendo di avere da fare, ma Linda aveva sofferto fin troppo la mancanza di Paul e non sarebbe stata proprio in grado di nascondere il terribile bisogno che aveva di lui.

L’Hotel Plaza, dove alloggiavano Paul e John, era uno dei più lussuosi hotel di tutta New York; non si trovava molto lontano da Central Park, ma era lontanissimo da casa di Linda, per di più la sua auto era ridotta in formato scatoletta da quando un camion l’aveva investita (non si era fatta niente di male, ma voglio dire…proprio quel giorno?!?tutte a lei dovevano capitare!!!), così sarebbe stata costretta a prendere la metro per raggiungere l’hotel, cosa che non era affatto raccomandabile alle 11.30 di sera, oppure avrebbe dovuto buttare il suo stipendio di una settimana per pagare un taxi, ma “Al diavolo!”, pensò, “Mica tutti i giorni Paul McCartney in persona ti chiama al telefono per dirti di vederlo!”. Alla fine, dato il suo scarso stipendio, e considerato il fatto che dopo il suo divorzio da John suo padre le aveva tolto “i fondi”, decise di incrociare le dita e prendere la metropolitana.
Non si sa mai chi si può incontrare in metro a New York a quell’ora, ma fortunatamente quella sera le stelle sembravano cospirare in favore di Linda Eastman, quindi non fece incontri sgradevoli e riuscì ad arrivare sana e salva all’Hotel Plaza. Era passata di lì almeno un milione di volte ed aveva visto la facciata di quell’edificio in altrettanti film, ma quel giorno quell’albergo,le sue luci, il suo tappeto rosso e le sue carrozze con cavalli appostati all’ingresso avevano un aspetto nuovo per lei: tutto sembrava più scintillante adesso che sapeva che lì avrebbe potuto vedere di nuovo Paul.
Alla reception il personale addetto sapeva già che “Sir Paul McCartney aspettava visite”, quindi non fecero storie e indicarono a Linda la strada per raggiungere la camera in cui alloggiava Paul e lei si diresse di corsa verso l’ascensore. Non dovette neppure perdere tempo a cercare il numero della stanza del beatle, perché lui l’aspettava in corridoio.
Che fosse ansioso di vederla almeno la metà di quanto lo era lei?
Non si salutarono neppure: appena ebbero il tempo di guardarsi, prima che Linda si tuffasse tra le sue braccia e Paul la baciò; entrarono in camera ancora attaccati l’uno a l’altra e con gli occhi chiusi, tanto che Paul dovette chiudere la porta con una gamba a tentoni e prima di raggiungere il letto inciamparono nel comodino, ma nessuno dei due si lamentò quando si ritrovarono distesi sul letto l’uno sull’altra: si guardarono e sorrisero.
Era così bello per Linda poter sentire di nuovo quell’odore che da un anno la ossessionava, potersi vedere riflessa negli splendidi occhi verdi del musicista più bello di tutti i tempi! Iniziò a spogliarsi con foga gettando gli indumenti dove capitava, aiutata in questo da lui, poi iniziò anche a sbottonare la camicia di Paul, lui le sganciò senza problemi il reggiseno e quella che ne seguì fu una delle notti migliori della loro vita. Linda si lasciò trasportare dai suoi sensi finchè, stremata, non si addormentò al suo fianco.

I primi raggi del sole del mattino successivo li sorpresero ancora addormentati, abbracciati l’uno all’altra, ma Linda fu la prima a svegliarsi. Aprì gli occhi e rimase con la testa sul petto di lui, che si alzava e si abbassava regolarmente, le costò una fatica immensa alzarsi, lasciare quel giaciglio caldo, smettere di sentire il suono dolce e regolare del cuore di Paul, che aveva un effetto calmante su di lei, ma doveva pur cominciare quella giornata in qualche modo e se non si fosse alzata avrebbe finito per svegliare quell’angelo che si era addormentato baciandola.
Andò in bagno, fece una rapida doccia e iniziò a tamponarsi con l’asciugamano i capelli bagnati, mentre ogni suo senso era ancora concentrato sulla notte trascorsa: perfetta, esattamente come era stato la prima volta.
«Linda?», sentì la voce di Paul che la chiamava e tornò nella camera da letto con addosso solo l’accappatoio.
«Buongiorno!», gli disse dolcemente, avvicinandosi di nuovo al letto
« ‘giorno…», replicò lui con voce impastata, ma evidentemente sollevato di vederla ancora lì, «Temevo che te ne fossi andata»
«Non ancora, ma devo andare a lavoro, prima o poi», disse Linda, «Comunque ti avrei salutato, prima!»
«Non voglio che te ne vada…», mormorò lui, prendendo la mano destra di Linda tra le sue e il cuore di lei ricominciò ad accelerare il suo ritmo, come se non ci fosse già andata a letto due volte, l’ultima solo poche ore prima! Lui la attirò dolcemente a sé e tutto il corpo di Linda iniziò a urlare a gran voce per avere il bis, ma Paul si limitò a stringerla forte a sé, affondando il volto nell’incavo tra il collo e la spalla di lei, poi con una mano le fece cadere la spallina dell’accappatoio e iniziò a baciarle la spalla e il collo e…
«Paul…», cercò di dire Linda senza riuscire ad articolare bene il discorso, «io…il lavoro…il tempo…»
«Quanto ti pagano al lavoro?», disse Paul, senza evidentemente pensare a quello che stava dicendo, «Te ne do il doppio!»
Fu così che gli arrivò una bella sberla da parte di Linda.
«Ma per chi mi hai presa?!»,urlò; tutta la voglia di fare di nuovo l’amore con lui le era passata.
«Scusa!», si affrettò a dire Paul allarmato, rendendosi conto di come poteva essere interpretata la sua proposta, che avrebbe dovuto essere innocente, «Io…ti giuro che non volevo dire quello che ho detto!»
«Ah no? E cosa volevi dire?», chiese Linda iniziando a rivestirsi, «Comunque devo davvero andare a lavoro, io, perché non mi guadagno i soldi come credi tu, IO!»
Prese le sue cose, infilandole alla rinfusa nella borsa ed era già con la mano sulla maniglia della porta quando Paul la fermò.
«Ti prego, Linda, credimi: non ho mai pensato che tu prendessi soldi facendo….», non riuscì a finire la frase, ma mise un bigliettino in una mano di Linda dicendo: «Questo non lo do a tutte!»
Linda guardò il biglietto e vide che era un numero di telefono, poi alzò lo sguardo per incrociare gli occhi verdi di Paul. Sapeva che non lo aveva detto in quel senso, però il solo pensiero che potesse averlo sfiorato un’idea simile…
«Comunque devo andare a lavorare lo stesso…», disse e lui annuì.
«Però torna qui stasera!», disse lui e Linda sorrise
«Devo tenere Heather stasera», disse, «Ieri sera era da suo padre, ma diritto a vedere anche sua madre una volta ogni tanto!»
«Fa niente!», disse Paul, « Porta anche lei, così magari la portiamo al cinema a vedere qualcosa che le piaccia!»
Linda sorrise. Decisamente, se quella era la tattica di Paul McCartney per far colpo sulle donne, stava funzionando.
Si baciarono un’ultima volta, prima che Linda si decidesse a lasciare la stanza, finalmente, per andare a lavoro.

«Voglio vedere il libro della giungla!!», ordinò Heather, in un tono che non ammetteva repliche.
«Ma, tesoro, quello è un film in seconda visione, non vuoi vedere qualcosa di più bello e più nuovo?», cercò di convincerla Paul
«No, no e no!», protestò Heather battendo i piedi a terra e indicando la locandina del libro della giungla ,«Io voglio vedere il cartone animato con l’orso!»
Paul guardò Linda, in cerca di sostegno, ma lei, che aveva già rinunciato in partenza a far cambiare idea alla figlia, si limitò ad alzare le spalle
«Ma questo cartone è dell’anno scorso e lo avrai già visto!», disse il famoso musicista
«Non è vero, non l’ho visto e voglio andare a vedere questo!»
Paul lanciò uno sguardo alla locandina e sospirò: tra tutti i vecchi cartoni che potevano dare al cinema proprio quello in cui c’era la parodia dei Beatles?! comunque alla fine si decise a comprare tre biglietti per “Il libro della giungla”, tanto probabilmente lui e Linda del film non avrebbero visto niente!

«Perché tante storie per questo film?», gli chiese Linda una volta dentro
«A un certo punto del cartone ci dovrebbero essere 4 avvoltoi che…», rispose Paul leggermente contrariato, «Siamo noi.»
«Come voi?…intendi i Beatles?»
«Già…», ammise Paul
«E tu quale sei?», lo stuzzicò Linda
«L’avvoltoio più carino, ovviamente!» rispose lui, scherzando (ma neanche troppo) e Linda lo baciò a stampo sulla bocca
«Quanto siamo presuntuosi!», mormorò, poi riprese a baciarlo più seriamente
«Bleah!che schifo!!!», urlò Heather, quando, tornata dal prendere i pop-corn, li vide così
«Beccati!», esclamò Paul, sorridendo.
«Vieni, amore, siediti qui vicino a me», le disse Linda, temendo che la piccola insistesse per sedersi in mezzo ai due adulti
«No, io voglio stare accanto a Paul!»
«Mi dispiace, Lin», disse Paul ancora scherzando, «Ma il mio fascino non ha paragoni!»
«E poi, Paul, tu devi sposare me, quindi dobbiamo stare accanto io e te», disse la piccola, poi con un’espressione disgustata aggiunse «Però niente baci!»
«Giuro, niente baci!», promise Paul solennemente, incrociando le dita sulle labbra
Appena spensero le luci del cinema, Paul e Linda iniziarono a baciarsi, approfittando del fatto che la bambina era troppo presa dal film, per far caso a loro. Videro solo pochi spezzoni: l’inizio in cui il bambino viene trovato dai lupi nella cesta, il pezzo della canzone dell’orso (quando Heather costrinse Paul a staccarsi da Linda, iniziando a strattonarlo e a chiedergli se poteva portarla nella giungla a conoscere Baloo) e infine…

http://images.allmoviephoto.com/2003_The_Jungle_Book_2/2003_the_jungle_book_2_011.jpg

“Siamo quiiiiiii
Qui per teeeeee
Siam gli amici che fan per
Teee (che fan per teeee!!)”


«Ma dai, come fanno quelli ad assomigliare a noi?!», chiese Paul vedendoli, a metà tra il divertito e il contrariato
«Invece io una certa somiglianza ce la trovo», disse Linda studiando i buffi avvoltoi canterini del cartone animati, «Secondo me tu sei l’avvoltoio pelato!»
«Ma daaaai!», disse Paul, «Quello al massimo sarà Ringo!»
«Povero Ringo, come lo trattate sempre male!», esclamò Linda, in difesa del batterista, «E poi Ringo mica è pelato!»
«No, ma è il più basso!», disse Paul, poi ripensando alle parole della donna esclamò, fingendosi indignato «E poi, scusa, stai insinuando che io sia pelato? Guarda che bellissimi capelli che ho!!»
Linda rise di nuovo e gli accarezzò i capelli, come per fargli vedere che li apprezzava.
«Probabilmente io sono quello biondo, che è il più “carino”», disse Paul dopo un po’, «Anche se carino è una parola grossa!»
«Ma no, quello sarà John! Tra di voi è l’unico un po’ più biondiccio…», ribatté Linda, «Tu sarai quello con tutti i capelli negli occhi!»
«No, no! Quello è sicuramente George, vedi quanto è alto e magro?», rispose Paul, serio «…e poi ha i capelli “alla George”!»
«Allora, per esclusione, tu sei quello con i capelli castani!», annunciò Linda
«Ma non sono mica così tanto più basso rispetto a George e John!», protestò Paul
«Insomma qualcuno di quei 4 sei tu, quale vuoi essere?», chiese linda ridendo
«…..va bene quello bassetto e castano», borbottò Paul dopo un po’, «Però io sono più bello!»
Linda rise e ripresero a baciarsi.
Usciti dal cinema i tre andarono ad un ristorante e mentre aspettavano che il cameriere portasse loro quanto avevano ordinato, Paul iniziò a combattere con Heather con i coltelli, facendo finta che fossero spade.
«Per quanto tempo rimani a New York?», chiese Linda, osservando attentamente i movimenti dei coltelli impugnati da Paul e dalla bambina.
«Non molto, temo…», rispose l’uomo sospirando, «Io, John e gli altri dobbiamo tornare a Londra a registrare un nuovo album…John dice di avere pronte delle canzoni per quasi 2 lp!»
«Wow…», fece Linda, cercando di mascherare la delusione
«Già… io, lui e Yoko abbiamo prenotato dei posti sul volo di domani notte», spiegò, «Speriamo che andando di notte i giornalisti non ci scoprano…»
«Yoko?», ripetè Linda, chiedendosi chi fosse
«Sì, la nuova fiamma di John», disse con un’espressione disgustata, «Credo che tu l’abbia vista l’anno scorso: è quella giapponese…»
«Non ti piace, eh?»
«Noooo…io la amo!», esclamò Paul sarcastico, prendendo la piccola in braccio e iniziando ad arricciolarle con le dita i corti capelli biondi, «Se non si fosse già messa con John me la sposerei io!!»
«E’ così terribile?», chiese Linda sorridendo
«Meglio se non mi ci fai pensare!», rispose Paul, fingendo di rabbrividire, «Comunque tra i due, quello che fa più paura è John: quando è con lei quasi non lo riconosco!»
«E’ pauroso come Shere Kahn?», chiese Heather, iniziando a imitare la tigre del cartone animato, «Lui è davvero pauroso quando fa “Grrwarrr, Rrrwarr…”!!!»
Paul sorrise.
«Il tuo lavoro come fotografa invece come sta andando, Lin?»
«Direi abbastanza bene…», disse lei con disinvoltura, «Almeno finchè ho gente come te intorno!»
«Vuole una mia foto, signorina?», chiese lui, fingendo di non conoscere Linda, «Le costerà cara!»
«Ah sì?!», chiese Linda, stando al gioco,«E quanto?»
«Almeno un bacio!», disse Paul, facendo scendere Heather che, annoiata dai due adulti decise di andarsene a fare un giro per il ristorante.
«Wow, allora è davvero cara questa foto!», rispose Linda, sporgendosi verso Paul e baciandolo. Si separarono solo quando i camerieri portarono loro il primo piatto.
«Ok, direi che adesso ha diritto ad una mia foto esclusiva, mia giovane e bellissima fotografa!», Linda arrossì, ma riuscì a riprendersi in tempo per rispondere
«Ti è andata bene stasera perché stranamente non ho con me la mia macchina fotografica, altrimenti te ne facevo tremila insieme ad Heather!»
«…così sarebbe apparsa sui giornali di domani sotto al titolo “Un’altra figlia illegittima di Paul McCartney!”», scherzò Paul, «Ti avrebbero anche pagato profumatamente per uno scoop simile!»
“Un’altra”? si chiese Linda, ma evitò di domandare.

Quella sera Paul dormì a casa di Linda, ma la mattina dopo, quando lei si svegliò lui se n’era già andato, ma aveva lasciato un biglietto.
“Mi è piaciuto moltissimo stare insieme a te, ma adesso devo proprio andare (esigenze da Beatle :)).
Quello che ti ho lasciato ieri mattina era il mio numero di casa, chiama quando vuoi (non mi disturbi)!
Appena arrivo in Inghilterra e mi lasciano respirare un po’ ti chiamo.
Grazie di tutto.P.”

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Uff,uff….è stato un po’ un dramma scrivere questo capitolo, perché proprio non sapevo di cosa parlare e come, comunque alla fine ce l’ho fatta. Non sarà granchè, ma almeno l’ho scritto u_u
Finalmente l’altro giorno su sky sono riuscita a vedere il film sulla vita di Linda e………oddio com’erano orribili Paul e John!!!!….e mia mamma che per farmi rabbia mi diceva che quello che interpretava Paul un po’ ci assomigliava -.-‘’….via, non fatemici pensare! E poi che tristezza mi è presa alla fine!…lo sapevo che finiva così,però…che cosa triste!!! T_T
Parlando di cose più allegre non so se lo sapevate ma gli avvoltoi del libro della giungla sono stati davvero fatti ad imitazione dei fab o.o (a me ultimamente spuntano beatles ovunque!), l'ho scoperto pochi giorni fa e ne ho dovuto per forza parlare.....anche se il film sarebbe uscito nel '67 invece che nel '68!
Va beh, basta parlare di film e passiamo ai ringraziamenti!

Zazar90: viareggina, lo sapevo che avresti detto qualcosa del genere a proposito di Mike Jagger xD….e in effetto un pensierino credo ce lo farebbero in tante (io compresa :))…grazie del commento!:)
Clafi : fiuuuu…un computer in meno sulla coscienza(xD)!via, pensa che d’ora in avanti Jane sarà, praticamente, solo un ricordo lontano! XD….Linda Rules!!!….grazie del commento!:)
TheThief_: ahahah…sì,in effetti la foto di Jane e Paul in una fic su Linda è inquietante xD!….ma mi piaceva per introdurre lo stato d’animo di Linda…grazie del commento! :)
Laban : Dici?mmmm probabilmente hai ragione, ma insomma…se ti piace qualcuno è normale esserne un po’ gelosi, anche se non vorremmo mai ammetterlo (soprattutto in un caso così in cui sembrerebbe di avere poche speranze…), ma questa è una mia interpretazione….alla fine chi lo sa che cosa ha pensato davvero?!…..grazie del commento! :)
Marty_youchy : ahaha..sì, yoko mi ha sempre fatto quell’impressione….assomiglia un po’ anche a Samara,la bambina di “The Ring”(non so se l’hai visto…), ma ovviamente Paul non poteva aver visto quel film!comunque io ti adoro perché sei stata l’unica ad aver notato quella battuta! XD….grazie del commento!:)

grazie anche a chi ha solo letto!
baci e alla prossima!! :)

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