Superior

di yori
(/viewuser.php?uid=91003)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il nemico ***
Capitolo 2: *** Compagni di banco ***
Capitolo 3: *** Questione di cervello ***
Capitolo 4: *** Odio reciproco ***
Capitolo 5: *** Amici ***
Capitolo 6: *** Il piano ***
Capitolo 7: *** La festa di Yamcha ***
Capitolo 8: *** Bulma innamorata ***
Capitolo 9: *** Parlare di nulla ***
Capitolo 10: *** Missione segreta ***
Capitolo 11: *** Legame ***
Capitolo 12: *** Battaglia estiva ***
Capitolo 13: *** Ricordi lontani ***
Capitolo 14: *** Scoperte e chiarimenti ***
Capitolo 15: *** Fatto inaspettato ***
Capitolo 16: *** Madri e figli ***
Capitolo 17: *** Bulma e Vegeta (parte 1) ***
Capitolo 18: *** Bulma e Vegeta (parte 2) ***
Capitolo 19: *** I tuoi sentimenti ***
Capitolo 20: *** Indecisioni e ...sorpresa! ***
Capitolo 21: *** La scelta (parte 1) ***
Capitolo 22: *** La scelta (parte 2) ***
Capitolo 23: *** Due ***
Capitolo 24: *** Fiducia ***
Capitolo 25: *** Paura ***
Capitolo 26: *** La verità viene sempre a galla! ***
Capitolo 27: *** Fretta ***
Capitolo 28: *** Il filo rosso dell'amore ***
Capitolo 29: *** Sospesi ***
Capitolo 30: *** Fratelli ***
Capitolo 31: *** Un nuovo orizzonte ***
Capitolo 32: *** Epilogo: dieci anni dopo ***



Capitolo 1
*** Il nemico ***






Testo revisionato e corretto da Vegeta90



Dopo svariati tentativi fatti da me in prima persona per correggere interamente la storia, e falliti miseramente per mancanza totale di tempo, mi sono affidata ad una persona che si è presa la briga di correggere tutte le mie sbavature (chiamiamole così!). Dunque ringrazio Vegeta90 dal profondo del mio cuore, per aver avuto la voglia e l'ardore di correggere questa lunga storia, la mia prima storia su questo sito, alla quale sono molto affezionata e sono felice che anche a qualcun altro sia piaciuta tanto da prendersi questo impegno!! Sono rimasta davvero colpita e commossa, quindi GRAZIE DAVVERO TANTISSIMO!
Quindi per chi legge per la prima volta, spero vi piaccia la mia storia, per chi ha già letto... grazie per la fiducia e l'attenzione.
E un grazie speciale di nuovo a Vegeta90, che ha aggiunto valore a questa storia.
Grazie ancora. Buona lettura a tutti!!^^

 

Il Nemico

Il rientro era stato duro.
L’estate era passata, e svegliarsi, quella mattina, le era sembrata la cosa più difficile del mondo.
Non aveva paura della scuola, era una giovane mente geniale, in ascesa verso il mondo del successo, ma non aveva proprio voglia di alzarsi, benché la sveglia continuasse imperterrita il suo odioso suono. 
Il pensiero dell’estate passata a vuoto, senza far nessuna nuova esperienza, le era parso, solo allora, tempo buttato.
Non era andata in vacanza con il suo ragazzo e non aveva fatto nessuna gita con le amiche neppure per il gusto del divertimento.
Si alzò, finalmente il pensiero dei suoi amici l'aveva fatta destare e rallegrare. Si infilò la divisa e scese in cucina attraversando l’immensa casa, dove la madre l'attendeva con un'abbondante colazione.
Bulma Brief era ricca, mostruosamente ricca; suo padre era l’uomo più ricco della città, beh, insieme a lui ve ne era un altro, ma poco importava; lei si sentiva importante, suo padre era uno scienziato di fama mondiale e Bulma, un giorno, avrebbe preso il suo posto a capo dell'azienda. 
Oltre ad essere ricca, Bulma, era anche bella e terribilmente intelligente; non si vergognava della stima che aveva per se stessa, era vero! Lei era intelligente, e questo lo provava il suo andamento scolastico, poi era bella e nessuno poteva negarlo, aveva un bel fidanzato e uno stuolo di ragazzi le correva dietro.
Ma Bulma Brief era anche la persona più presuntuosa e superba del pianeta. Dopo aver gustato biscotti e pasticcini, serviti per la prima colazione, insieme ad una fumante e calda, tazza di tè, si era infilata le scarpe e sistemata la divisa per affrontare il primo giorno di scuola.
Uscì di casa con la sua solita flemma, sperando di sentire, presto, alle sue spalle una voce nota, così fu.
“Ehi Bulma !!!!”
Si girò, con un sorriso smagliante a guardare l’amico, il suo migliore amico per la precisione, che le apparve alle spalle, correndole incontro.
“Goku!!!”
Disse la ragazza, salutandolo con ardore, per poi abbracciarlo. 
Quel ragazzo era la persona più importante del mondo per lei; lo conosceva da quando era un nanerottolo basso e cicciottello, erano sempre stati legati, da una profonda amicizia, fin dall’asilo. 
“Allora, com‘è andata la vacanza!?”
Gli chiese sorniona, sapendo già in parte la risposta a quella domanda.
“Uno schifo, ho visto pochissimo anche Chichi!!”
Bulma rise di gusto, sapeva bene che l’amico aveva passato l’estate a scuola e poi aveva dovuto affrontare un centro estivo per la rieducazione di soggetti pericolosi.
Goku non era pericoloso, ma il casino che era scoppiato alla fine dell'anno scolastico precedente era bastato a far si che fosse catalogato come tale. Insomma Son Goku era un ragazzo violento! Era ancora stupita di questo nuovo appellativo che avrebbe accompagnato il suo compare per gli anni a venire, l'aveva sempre visto come un sempliciotto.
Una battaglia epocale aveva segnato la fine dell’anno scolastico e per poco non ci scappavano dei morti, due morti in particolare e uno di loro era Goku.
Tutti i suoi amici erano stati feriti gravemente, Crilin, Junior, Tenshinan e persino il suo ragazzo Yamcha, tutto per colpa di quel mostro di Vegeta Prince e dei suoi amici.
Prince era il secondo dei due possibili morti insieme al suo migliore amico.
La famiglia Son era stata di certo la più colpita dato che Radish, il fratello maggiore di Goku, era nella fazione di Prince e se l’erano date di santa ragione. Il problema era che non vi era un motivo preciso per cui era scoppiata la battaglia, semplicemente non si sopportavano, oppure nessuno era a conoscenza delle vere motivazioni che li avevano spinti ad un simile comportamento. 
Yamcha, Crilin, Tienshinan e Junior avevano affrontato i due scagnozzi di Prince: Nappa, il più grosso, e il fratello di Goku, Radish. Quattro contro due e le avevano prese tutti. Quanto agli altri due, se non fosse stato per il prof Jirobai, di sicuro, non li avrebbe più rivisti in circolazione.
Era stata lei a chiamare i professori, che erano intervenuti per sedare la situazione; i malcapitati erano stati portati tutti in presidenza, meno quei due, ricoverati in ospedale d’urgenza!
Bulma si era, sinceramente, stupita anche di Goku; come aveva potuto menare in quel modo quella belva umana di Prince? Aveva sempre pensato che fosse un bravo ragazzo, invece, si trovava a fianco di un ragazzone alto a cui piaceva menar le mani, specie se aveva di fronte un avversario temibile, e Vegeta Prince lo era eccome.
“Hai visto i tuoi avversari?”
Gli chiese lei.
“No, ho visto solo mio fratello e i nostri amici. Qualche volta ho visto anche Nappa, ma di Vegeta neanche l'ombra!”
“Forse alla fine è morto!”
Disse scherzando Bulma, sapendo bene che se fosse davvero morto ancor ora la città sarebbe stata in subbuglio. Già, perché se Bulma Brief era ricca da far schifo, il principino non era da meno; suo padre era un imprenditore di fama mondiale, possedeva la maggior parte dei Dojo della nazione  e la sua azienda fatturava soldi a palate.

Finalmente dopo una lunga passeggiata, fatta di chiacchiere e risa, arrivarono a scuola, dove, una morettina bellissima attendeva il loro arrivo al cancello per accoglierli con calore.
Chihi Del Toro, poggiata alla cancellata, attendeva, impaziente, l’arrivo della sua migliore amica e del suo amato fidanzato.
“Goku!! Bulma!”
Aveva urlato correndo incontro ai nuovi venuti abbracciandoli calorosamente.
“Che bello!! Sono così felice di vedervi!”
Disse con un sorriso, stringendo a sé Bulma, che era stata in vacanza con i genitori per un mese, quindi si erano solo sentite.
Non avevano ancora visto gli altri amici e si erano avvicinati all’entrata, raccontandosi le vacanze e le novità, ma una sorpresa li attendeva: gli alunni erano in subbuglio, che cosa succedeva, già, di prima mattina?
Yamcha apparve dalla folla seguito dagli altri amici e da Lunch, la ragazza di Tienshinan.
Avevano la faccia abbattuta e un po' triste, che cosa poteva esser successo?
“Ragazzi ho una brutta notizia!”
Disse Yamcha, grattandosi la testa con una mano, qualche cicatrice era ancora ben visibile sul suo volto.
“Hanno smistato le classi! Non siamo più tutti insieme!”
Lesse subito lo sbigottimento negli occhi dei tre appena giunti nell'atrio.
“Che cosa!?”
Disse Bulma sconcertata che meno di tutti aveva voglia di problemi.
“E per quale motivo!?”
Aveva esclamato adirata quando una voce alle sue spalle la colse, però, alla sprovvista.
“Così voi teppisti vi integrerete e sarete costretti a vivere serenamente!”
Era il professor Jirobai che era intervenuto, lasciandoli di stucco, per quella decisione lapidaria del consiglio studentesco.
La faccia sbigottita dei presenti era palese, e il resto della scuola assisteva alla scena interessato. Non molti avevano potuto assistere allo scontro delle belve, ma sapevano bene che Vegeta Prince e Son Goku erano forti e pericolosi. Bulma corse verso la bacheca che esponeva i fogli delle nuove classi; voleva saper subito con chi era capitata.
Bene, era nella sezione C; Goku c’era, Chichi c’era …. Prince, una smorfia d’orrore apparve sulle sue labbra, si girò verso l’amico.
“Come hanno potuto!?Dopo quello che ti ha fatto!!”
Disse guardando l'amico, Goku le sorrise imbarazzato, non sapeva che cosa dire, infondo, era anche colpa sua!
“Smorfiosa ficcanaso, ti ricordo che il tuo amico non è rimasto fermo a prenderle!”
Quella voce, Vegeta Prince alle sue spalle la osservava con uno sguardo di odio e una posa da vero teppista nato, era davvero disgustoso quel tipo.
“Che vuoi mostro? Chi ti ha interpellato!”
Disse lei tutta d’un fiato, sperando, che la belva avesse conservato un po’ di timore nei confronti del suo amico e che la presenza dei professori, a poca distanza, le venisse in soccorso.
Lo guardò negli occhi con l'aria di sfida di chi sa quello che fa, anche se non era affatto così, ma Bulma sapeva fingere benissimo.
Lui le afferrò il colletto della camicia e la tirò a se.
Bulma trattenne il respiro, ormai ne era certa: nulla poteva fermare la furia omicida di quel ragazzo, doveva, davvero, imparare a pensare prima di agire.
“Come ti permetti di parlarmi in quel modo ragazzina!”
Bulma non abbassò lo sguardo, se Prince era uno tosto, di certo lei non era da meno; aveva cominciato una guerra e non aveva alcuna intenzione di perdere!
“Ho un nome sai … ”
Goku li fermò all'istante, era di sicuro più impaurito di lei per le sue sorti.
“Smettetela, ci sono i prof! Non vogliamo finir nei guai il primo giorno vero?”
Disse piano e con quel "non vogliamo" voleva far capire che, se fosse accaduto qualcosa a Bulma, si sarebbe di sicuro intromesso!
Vegeta la lasciò andare, non valeva la pena sporcarsi le mani con una stupida femmina.
“Non è finita qui ragazzina!”
“Come vuoi mostro!”
Si ringhiarono contro minacciosi guardandosi negli occhi; non che a Bulma fosse difficile guardarlo bene in faccia, Prince non era di certo quello che si poteva definire una pertica, era piuttosto basso nei fatti, poco più alto della ragazza, ma nonostante l’altezza aveva una marea di ammiratrici. Vegeta Prince si poteva definir bello, forse non stupendo come Goku, ma di sicuro affascinante era la parola più adatta.
Vegeta si allontanò dalla situazione che era diventata sempre più scomoda, raggiungendo la classe al piano superiore.

“Che ti è saltato in mente?”
Disse Yamcha alla fidanzata, posizionandosi finalmente al suo fianco.
“Quello è pericoloso -maledettamente pericoloso- e se ti mettesse le mani addosso cosa potresti fare!?”
Era davvero arrabbiato, come poteva la ragazza dai capelli di cielo, esser così audace ed impertinente, con Prince poi.
“Goku mi avrebbe difeso! E poi chi si crede di esser quel tipo, mica può insultarmi così a gratis!”
Disse sistemandosi il bavero della camicia, aveva avuto paura?
No, Bulma Brief non ha paura di nulla, tanto meno di quello scimmione troglodita, che forse aveva un solo neurone in zucca!
Entrarono in classe richiamati dalla campanella, che suonò rimbombando nei corridoi. 
Giunti in classe, Bulma guardò i nuovi compagni con interesse. Con chi avrebbe condiviso il banco quell’anno!?
Di certo Goku avrebbe voluto Chichi al suo fianco, e a lei rimaneva uno, a caso, degli sconosciuti presenti.
Il professor Jirobai entrò con il registro in  mano.
“Si sieda Brief! Ha intenzione di rimaner li impalata per tutta la lezione!?”
Si guardò intorno, e mentre lei pensava i compagni avevano già preso posto, scegliendosi il proprio compagno di banco. Ovviamente i suoi due amici erano seduti l’uno affianco all’altro, come da copione.
Scrutò i banchi in cerca dell'unico buco mancante, ovvero il suo, era evidente che solo lei non avrebbe scelto il suo compagno di banco.
Con orrore si accorse che qualcuno la guardava con un sorriso sarcastico stampato sulle labbra.
Vegeta Prince era l’unico rimasto solo seduto al suo banco, il cafone la guardava insistentemente, divertito dalla situazione.
“Brief siediti pure!”
Le disse con un aria da schiaffi, spostando la sedia al suo fianco per farla accomodare, la situazione lo divertiva, era evidente, e Bulma, sapeva bene, che l’avrebbe torturata ogni giorno, con la sua presenza odiosa e il suo modo di parlare da mascalzone maschilista. Accidenti, perché cavolo l'aveva sfidato!? Lei e le sue idee strampalate. Afflitta, accettò la situazione, e si sedette affianco di Vegeta Prince.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Compagni di banco ***


Eccomi con la correzione del secondo capitolo, ce l'ho fatta! Evvai. Spero di cuore che questa volta sia tutto abbastanza corretto.


COMPAGNI DI BANCO

Per tutta l’ora non si erano parlati, non si erano guardati e, soprattutto, avevano evitato, accuratamente, di invadere l’uno lo spazio dell’altra.
La tensione era visibile sul volto di Bulma. Era terribilmente irritata solo dalla presenza di Prince, perché, di fatto, il ragazzo, non aveva fatto ancora nessun tipo di mossa. Goku o Chichi, a turno, si giravano verso di lei, per vedere come procedeva la situazione imbarazzante in cui erano finiti.
Bulma non riusciva a seguire la lezione, lei che aveva sempre preso appunti e che era la migliore, non riusciva assolutamente a concentrarsi.
“Brief! Ha voglia di rispondermi alla domanda che le ho posto, oppure, preferisce continuare a dormire? ”
Il professore le stava parlando e lei non se n'era neppure accorta e quello che era peggio, era che ora tutta la classe la stava guardando! Non sapeva cosa dire e, per la prima volta nella sua vita, non aveva una risposta da dare.
“Brief insomma?!”
Incalzò il professore cercando di spronarla, seriamente colpito, dal fotto che la ragazza non avesse prontamente risposto.
“Professore la lasci stare …”
Vegeta era intervenuto d’improvviso, Bulma si girò di scatto verso di lui; la stava difendendo? No, sicuramente tramava qualcosa di losco ed oscuro.
“Brief sta facendo degli scarabocchi pensando al suo fidanzato! Non credo abbia svolto la funzione!”
Aveva detto tutto seriamente il ragazzo, e girandosi la guardò compiaciuto.
“E comunque il limite della funzione è 1!”
Continuò lui, parlando con saccenza inaudita. Umiliata, l’aveva umiliata, altro che aiutata, quello scimmione troglodita, l’aveva umiliata davanti a tutta la classe, davanti al professore e soprattutto davanti alla matematica, la sua materia preferita. Bulma Brief era ufficialmente una stupida!
“Bene Prince! Vedo che qualche neurone ti è rimasto, in quella zucca! Metterò un più sul registro!"
Lo sbigottimento di Bulma fu ancora più grande a quelle parole, oltre ad averla beffata e distratta, ora si prendeva i meriti che, di solito, spettavano a lei. Il mondo girava, decisamente, nel modo sbagliato quel giorno.
"In quanto a lei Brief ... mi stupisco della sua distrazione! Le metto un meno. E veda di non addormentarsi o pensare al suo ragazzo durante le mie lezione!”
Era arrossita per la vergogna, lei non aveva neanche lontanamente pensato a Yamcha però Vegeta al suo fianco rideva e con lui tutto il resto della classe.

Era entrata in mensa sbattendo la porta, era visibilmente nervosa, e Bulma, quando era nervosa, era più pericolosa del solito.
Caricò con pietanze a caso il suo vassoio, mentre Goku e Chichi cercavano di calmarla!
“Dai Bulma non far così!! Non è successo nulla, sei la più intelligente lo sanno tutti!”
Si sedettero al tavolo con gli altri amici, mentre, Bulma sbuffava e insultava un interlocutore invisibile.
“Che le è successo!?”
Chiese Tienshinan, spostando l’attenzione da Lunch a Bulma, che mangiava quello che aveva nel piatto ad una velocità impressionante, facendo inorridire, anche, il fidanzato che le sedeva di fronte. Bulma alle volte era terribilmente mascolina.
“Beh, ecco, un piccolo problema in classe!”
Disse Goku grattandosi la testa, imbarazzato da quell'assurda situazione; Bulma mangiava peggio di lui.
“Che è successo tesoro?”
Cercò di chiederle gentilmente Yamcha.
“Fatti i cazzi tuoi!”
Fu la risposta della ragazza, che davvero non ci vedeva più dalla rabbia, e Yamcha non faceva altro che fomentare la sua terribile irritabilità.
“E‘ per colpa di quel tipo!?”
Incalzò Crilin, vedendo la faccia di Bulma contorcersi in una smorfia di odio, mentre, il principe faceva il suo ingresso nella mensa.
“Maledetto!!!Maledetto!!!”
Continuava ad inveire contro il suo interlocutore, ormai visibile a tutti, senza badare alle domande degli amici; i suoi occhi e le sue attenzioni erano completamente catalizzate sul ragazzo dai capelli a fiamma.
Il caso volle, che Vegeta, si trovò a guardare nella sua direzione e le offrì un ghigno malefico, mostrandole i denti bianchi perfetti.
Bulma cominciò a ringhiargli contro, biascicando frasi indecifrabili.
Vegeta si avvicinò al loro tavolo con il suo vassoio pieno di pietanze - Vegeta era un gran mangione- tra le mani.
“Allora Brief, non sapevo che oltre ad esser un’impicciona sei anche stupida!”
Bulma si alzò di scatto per raccogliere la sfida del ragazzo, non avrebbe mai lasciato che ledesse il suo orgoglio, e senza neanche rendersene conto, prese il vassoio del ragazzo e d’impeto lo scaraventò a terra, rovesciando tutto quello che vi era sopra. L'intera scuola si era girata verso di loro nel silenzio più totale.
“Bulma! ”
Disse, preso dal panico, Goku; gli amici di Bulma si alzarono tutti di scatto, non sapevano cosa aspettarsi, quale sarebbe stata la reazione della belva umana!?
“Bella mossa Brief!”
Disse con tono di stizza il ragazzo, ringhiandogli in faccia, Bulma non aveva abbassato lo sguardo neanche questa volta, voleva la guerra? Bene l’avrebbe avuta, non si sarebbe tirata indietro, per nessuna ragione al mondo.
“Brief, ma cosa fa!!??”
Questa volta erano ben due i professori che la guardarono perplessi.
La professoressa Baba era accorsa, appena visto l'accaduto, e il professor Jirobai le era affianco, per sedare, sul nascere, la rissa.
“Mi stupisco di lei !? Vada subito in presidenza … non vogliamo rogne quest‘anno!!”
Bulma abbassò lo sguardo mortificata; che figura aveva fatto, davanti a tutta la mensa con tutti gli alunni che la guardavano sconcertati.
“La perdoni prof! Forse, Brief oggi ha il mestruo ed è un po‘ nervosa!”
Disse Vegeta ringhiando, questa volta non era lui nel torto.
Bulma lo guardò certa che prima o poi gli avrebbe spaccato la faccia.
“Prince la smetta di far lo spiritoso … Vada in presidenza anche lei!”
Il professor Jirobai non era certo il tipo che si faceva incantare da due parole e, d'altra parte Vegeta non aveva la faccia da bravo ragazzo, tutt'altro.
“Che cosa? Io non ho fatto nulla!?”
Aveva sbraitato lui, certo l'aveva provocata, ma questo non cambiava i fatti, era stata lei a reagire in quel modo assurdo, non era mica colpa sua, non l'aveva neanche prevista una reazione simile.
“E‘ evidente che Brief è stata provocata! Non si è mai comportata così!”
Continuò il professore, che detestava esser preso in giro.
“In presidenza tutti e due veloci!”
Bulma lo guardò, aveva perso, certo, ma anche lui non era stato risparmiato.
“AH AH AH”
Cominciò a ridere sguaiatamente, tanto che molti pensarono fosse posseduta, e si incamminò, con Vegeta al suo fianco, alle spalle dei professori, davanti ad una folla di commensali silenziosi.

Yamcha non si capacitava dell’atteggiamento della fidanzata e con lui il resto degli amici.
Bulma era sempre stata una tipa tosta, non si era mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno, ma questa volta era davvero ammattita.
“Bulma è impazzita!”
Disse Crilin, guardando gli amici perplessi, mentre aspettavano la ragazza, che era stata trattenuta in presidenza per tutta la durata delle lezioni pomeridiane, insieme al suo compagno di banco!
“Non capisco cosa le possa essere saltato in mente …. Cosa credeva di fare, se non fossero intervenuti i prof chissà cosa sarebbe successo!”
Disse Lunch avvinghiata al braccio del suo amato, aveva impiegato molto per conquistarlo e non voleva, in alcun modo, lasciarselo scappare.
Goku scrutava la classe pensieroso, tra tutti era quello più preoccupato, non solo per Bulma, ma anche per la situazione strampalata in cui si erano cacciati; se solo non avesse reagito alle provocazioni, l'anno precedente, tutto questo casino non sarebbe mai cominciato. L’avevano aspettata lì, in aula, poiché sapevano che doveva tornare per prendere la sua cartella e le sue cose, che Chichi con premura aveva sistemato. Neanche Vegeta era ancora tornato, le sue cose, di fatti, erano sistemate ordinatamente sul banco. Dopo un'ora di attesa, finalmente, udirono dei passi provenienti dal corridoio, che pian piano si fecero sempre più svelti e vicini.
Vegeta entrò, come una furia, nell’aula sbattendo la porta alle sue spalle, che minacciava pericolosamente di ricadere su se stessa tanta era stata la violenza con cui l'aveva lanciata.
“Ciao Vegeta!”
Disse Goku, l’altro ovviamente non gli rispose. Raccolse le sue cose, buttandole malamente nello zaino e, nella stizza del momento, tirò un calcio alla sedia di Bulma facendola cadere, poi, fece per uscire nel silenzio surreale della classe affollata.
Bulma entrò in quel momento scontrandosi con il principe in uscita, la botta fu tale che la ragazza lasciò cadere a terra i fogli che teneva in mano, e che il professor Jirobai le aveva detto di riporre in classe.
“Raccoglili …”
Disse lei, evidentemente la lezione non le era bastata e la guerra tra i due era solo all’inizio.
Goku era già pronto a difenderla, ma accidenti Bulma se le cercava davvero.
Lei fissava Vegeta con odio, non aveva mai provato quel sentimento per nessuno, e rimase concentrata sui suoi occhi, fino a quando, il ragazzo non sferrò un pugno allo stipite della porta, ammaccandolo. Bulma trasalì e sussultò di paura, quel ragazzo alle volte era spaventoso.
“Raccogliteli da sola stronza!”
Disse semplicemente, schiacciando i fogli sotto i suoi piedi uscendo dalla classe.
Bulma era rimasta immobile, aveva avuto davvero paura, questa volta.
Goku le cinse le spalle, per farla riprendere.
“Bulma tutto ok?”
Disse dolcemente, lei annuì e si abbassò per raccogliere i fogli che giacevano sul pavimento.
Usciti dalla scuola Crilin propose di andare al bar dei genitori di Junior, il bar Namek, per bere qualcosa e stare tutti insieme. Visto che l'anno scolastico si prospettava lungo e, soprattutto, pieno di insidie, visto già il primo giorno, era meglio, almeno, concluderlo bene.
“Io non vengo devo studiare!”
Disse Bulma, Yamcha le strinse la mano.
“Dai topolina, non fare così andiamo, così magari ti passa il nervoso!”
Cercò di darle un bacio sulla fronte, ma la ragazza si scostò brutalmente, detestava esser chiamata "topolina", era così bello il suo nome!
“No, non posso mi dispiace. Oggi proprio non ne ho voglia, quella scimmia mi ha messo di mal umore, e devo studiare, non posso permettergli di prendersi gioco di me! Vuole la guerra? E guerra avrà! Non posso perder la prossima battaglia!”
Aveva detto convinta delle sue parole, Prince era un osso duro, ma anche lei lo era; e glielo avrebbe dimostrato.
“Ben detto Bulma!”
Disse Goku sorridendo, forse tutta quella situazione sarebbe giovata per i loro rapporti, forse, un giorno sarebbe riuscito a parlar con Vegeta senza venir alle mani. Si avviarono insieme a Chichi verso casa, nessuno dei tre aveva voglia di perder tempo al bar; Goku doveva andar al Dojo del padre, Bulma aveva tanti pensieri per la testa, Chichi voleva solo stare un po' insieme al suo eterno fidanzato.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Questione di cervello ***


Questione di cervello


Erano passate due settimane, Bulma e Vegeta continuavano la loro convivenza tra i banchi, senza mai interferire l’uno con l’altro.
Non si parlavano, non si guardavano, si limitavano ad odiarsi in silenzio.
Guerra fredda, ecco cosa stavano facendo, una fase di stallo in cui si osservavano sapendo, bene entrambi, di poter esplodere da un momento all’altro.
Goku, tra tutti, era l’unico che sembrava divertirsi della situazione. Yamcha era il più scocciato, la sua ragazza era sempre di pessimo umore ed intrattabile, quasi, quanto il nemico.
Nella mensa scolastica, l’argomento era sulla bocca di tutti, Brief e Prince si odiavano e tutti aspettavano le rispettive mosse.
Bulma ne era consapevole e la questione contribuiva a renderla ancora più nervosa.
Quando entrava a scuola, in mensa o in classe sentiva, sempre, bisbigli e sguardi, rivolti al suo indirizzo, amava esser al centro dell'attenzione, ma non in quel modo.
“Allora per il tuo compleanno abbiamo sistemato tutto!”
Disse Junior, che addentava il suo secondo panino.
“Molto bene!”
Disse Yamcha, che era euforico per la sua festa di compleanno, che si sarebbe festeggiata al bar Namek. Mancavano ancora due settimane, ma era meglio  preparasi bene, era curioso di sapere che cosa gli avrebbe regalato la sua fidanzata, era ormai un anno che stavano insieme ed una vita che si conoscevano, quella sera avrebbero anche potuto spingersi un po’ oltre a quel loro solito, casto, bacio. Anche se la vedeva dura, Bulma era un tipo un po' lento per certe cose, e lui, non sapeva fino a che punto avrebbe retto.
Bulma, nel frattempo, continuava a risolvere le equazioni che avevano preso il posto del pranzo; decisamente non aveva fame!
“Che fai topolina?”
Le disse dolcemente Yamcha, doveva essere dolcissimo se voleva aver qualcosa da lei, e in quel periodo si stava impegnando molto.
“Mi preparo!”
Disse la ragazza acida, e stizzita, come al suo solito.
“E per cosa!?”
“Domani c‘è un test molto importante!”
“Che test?”
Chiese Goku sorpreso.
“Ne ha parlato ieri il prof, è un test per valutare le nostre capacità, per i primi classificati c‘è un premio ... e io voglio quel premio!”
“Beh, io è inutile che mi prepari, non sono mai stato molto intelligente!”
Disse Crilin, facendo ridere tutti i presenti al tavolo.
Qualcuno fece il suo ingresso in quel momento, attirando su di se l’attenzione: Vegeta con i suoi scagnozzi. Bulma continuò ciò che stava facendo, osservandolo con la coda dell’occhio, lui fece lo stesso, ma qualcuno gli si parò davanti, era una ragazza dai capelli turchesi, come quelli di Bulma.
“Che fa Marion!?”
Disse Crilin, che conosceva bene la ragazza, in quanto la sciacquetta era stata la sua fidanzata, ma solo per qualche settimana; con chi non era stata quella ? Si chiese Bulma, che sapeva che lei, Marion, era stata con quasi tutti quelli della scuola e il teppista mancava alla sua lista. Senza ascoltare, Bulma sapeva già che cosa gli avrebbe detto. Una fidanzata avrebbe cambiato qualcosa in quella fase di stallo? No, e poi era convinta che a Prince quella scema non piacesse.
“Che vuoi, spostati!”
Le disse lui brutale, non aveva assolutamente voglia di perder tempo.
“Ciao Vegeta, io sono Marion! ”
Disse la ragazza, con voce civettuola ed irritante, a Vegeta già faceva male la testa, gli era bastato ascoltare un secondo quell'oca per odiarla già.
“E allora?”
“Volevo diventare la tua ragazza!”
Era più stupida di quanto pensasse.
“Scordatelo! Mi fai schifo e poi hai gli stessi capelli di quella stupida ficcanaso di Brief!”
Marion era impallidita, non aveva immaginato una reazione simile, di solito tutti i ragazzi le dicevano di si.
“Ma io …”
Bulma aveva ovviamente sentito tutto, dato che Vegeta aveva appositamente alzato la voce per farsi sentire da lei.
“Ehi tu che diavolo vuoi da me!?”
Aveva sbottato la ragazza, alzandosi in piedi e guardandolo in faccia.
“Nulla, stavo solo dicendo che i tuoi capelli fanno schifo!”
“Ti sei visto i tuoi di capelli, sei veramente brutto!”
“Io non sono brutto, tu sei una racchia!”
Bene erano arrivati davvero alla frutta, insultarsi come due bambini pestiferi, per il loro aspetto fisico.
“Io non sono una racchia, ho un sacco di ammiratori!”
“Ah si! E sono tutti imbecilli come il tuo ragazzo!”
Goku si avvicinò.
“E dai piantatela. Non vedete che avete fatto piangere quella ragazza!”
Disse indicando Marion, che piangeva per il rifiuto pubblico.
“CHE VUOI CHE ME NE IMPORTI!!!!”
Dissero i due contendenti all’unisono, guardandosi storto e girandosi in direzioni inverse.
Vegeta se ne andò, borbottando qualcosa di indecifrabile, e Bulma tornò a sedersi al tavolo con gli amici.
Goku, Crilin e Yamcha cercarono di consolare Marion, che si era seduta al loro tavolo, con le lacrime agli occhi. Bulma si chiese cosa diavolo voleva da loro, ora, quella sciacquetta, non riusciva a pensare a nulla di buono su di lei, anzi, in quel momento, non riusciva a pensar a nulla, se non alla faccia da schiaffi di Prince!
Lo odiava, era ormai un dato di fatto.
Non riuscì a studiare per tutta la giornata, non era rientrata neppure per le lezioni pomeridiane, possibile che lui le riempisse a tal punto la mente?

Il giorno seguente la prova si svolse e Bulma, finalmente, dopo giorni di musi lunghi e facce torve, sorrideva raggiante.
Sapeva che il test era andato bene e che lei era davvero la migliore tra tutti.
Non pensò neppure a Vegeta quel giorno, si sentiva la persona più importante di tutta la scuola, sicura del suo risultato vincente.
Quel pomeriggio si era pure concessa di uscire con Yamcha, lo stava proprio trascurando, le dispiaceva infondo era molto che stavano insieme.
Bulma pensò tutto il pomeriggio a quale fosse il premio di quel test, era certa fosse suo, non c’era nessuno più intelligente di lei. Nessuno.
“Prendiamo un gelato!?”
Si ricordò, solo allora, che Yamcha era con lei, accidenti, era sempre stato così noioso? Sarebbe, di certo, stato molto più simpatico litigare con Prince, per lo meno avrebbe dovuto spremere il cervello per dargli delle risposte.
Yamcha, invece, parlava solo degli allenamenti al Dojo, del padre di Goku, e non faceva altro, Bulma si sentiva terribilmente annoiata.
“Si!”
Infondo un gelato non poteva certo peggiorar quella situazione.
“Brief, che piacere vederti!”
E invece quell’idea aveva peggiorato il suo pomeriggio.
Quella voce irritante l’avrebbe riconosciuta tra mille.
“Il piacere è tutto mio scimmione!”
“Ma sei sempre così simpatica? Non capisco come faccia quel tipo a star insieme a te! Ah giusto è IDIOTA!”
Bene il pomeriggio si faceva interessante, non per tutti però; Yamcha non sapeva che fare, nessuno li avrebbe difesi da quella furia omicida e lui non avrebbe saputo difendere la sua ragazza.
“Sei tu l‘idiota! Perché non vai a disturbare qualcun altro!”
“Non ti preoccupare! Non ho voglia di passare un inutile pomeriggio parlando con te!”
Come era arrivato se ne andò.
Yamcha era preoccupato, aveva paura che Bulma si fosse innervosita, quel tipo la faceva impazzire, e avrebbero così finito male quel pomeriggio. Bulma, però, non fece un passo e non si innervosì. Presero, tranquillamente, un gelato.
La calma di Bulma spaventò Yamcha.
Bulma, dal suo canto, cominciava a farci l’abitudine, e le litigate con Prince erano la cosa che la divertivano più al mondo, come aveva fatto a non farlo fino a quel momento!
Si sedette su una panchina con Yamcha e lui l’abbracciò, dopo aver terminato il gelato, si abbassò per baciarla, tocco le sue labbra, in un tiepido bacio, e cercò di allungare le mani, lungo la sua schiena per portala sotto la maglietta e toccarle il seno.
Le intenzioni morirono sul nascere, perché Bulma si ritrasse, inorridita.
“Ma che diavolo fai ….”
Bulma lo scostò bruscamente.
“Ma Bulma dai … è un anno che stiamo insieme!”
“E con questo!! Io non voglio questo … io … sei proprio un idiota!”
Si alzò e si avviò verso casa infastidita, e questa volta, Vegeta Prince, non ne era la causa.
Oltre a Prince ora anche Yamcha la infastidiva, doveva lasciarlo, la sua idiozia era immensa. Doveva chiamare Chichi, non si era mai sentita così confusa in tutta la sua vita.
Lei aveva sempre voluto un fidanzato, per sbeffeggiare chi non l’aveva o solo per fregiarsi di quel titolo. Si sentiva meglio da accompagnata, come se quel figurino al suo fianco, le permettesse di avere più diritto di esser femmina e di esser bella. Chichi era diversa, lei amava Goku, Bulma Brief, decisamente, non sapeva cos’era l’amore.
Si trovò presto di fronte alla casa dei Del Toro, senza essersene accorta, decise così di suonare il campanello.
“Chi è ?”
La voce di Chichi rispose prontamente.
“Sono Bulma!”
Senza dir nulla Chichi aprì, sapeva bene che se Bulma era lì, doveva essere successo qualcosa.
Entrò nella villetta a schiera, in cui Chichi viveva con la sua famiglia, o meglio con suo padre.
Era decisamente piccola la casa per Bulma, visto che la sua era decisamente immensa e per questo, quando dovevano fare qualche ricerca o festa, Bulma preferiva invitare tutti a casa sua; era viziata? Sì, certo che lo era, non l’aveva mai negato e non le piaceva non crogiolarsi in quel lusso che le era stato concesso fin dalla nascita.
“Ciao Bulma! Che è successo?”
Bulma entrò, scrutandosi intorno.
“Siamo sole?”
“Sì sì, tranquilla non c‘è nessuno!!”
Si accomodarono in salotto.
Bulma non sapeva neanche cosa dire!
“Che ti è successo?”
Aveva chiesto l'amica guardandola perplessa, Bulma alle volte era davvero strana.
“Non lo so!”
“Come "non lo so"? Non sei venuta per dirmi qualcosa??”
Chichi non era un tipo facile, e aveva un bel caratterino pepato, quando ci si metteva.
“Si, cioè, ma non so bene!”
“Sei strana!”
“Uff Chichi …. Senti tu e Goku fino a dove vi siete spinti?”
La frase le uscì di botto, in quel momento si senti una ladra e una pervertita e arrossì di botto, non meno però della sua interlocutrice, che per poco non si strozzava con la bibita che stava bevendo.
“Ma … perché me lo chiedi?”
“Beh, perché … oh che vergogna …”
Chichi la guardò sorpresa, non pensava che Bulma con Yamcha ci avesse fatto qualcosa.
“Non avrai mica...con …”
Bulma era arrossita, certe cose la facevano imbarazzare, certe cose la rendevano agitata, perché non era matura per quello, o forse, più semplicemente, non aveva ancora incontrato il ragazzo giusto.
“NO!! NO!! NO!! Non ci penso neanche! Ed è questo il punto Chichi!”
Chichi l'aveva guardata sorpresa a quella dichiarazione, infondo era normale far certe cose con il proprio fidanzato.
“Perché dici così …?”
“Tu ami Goku!?”
“Si è molto che stiamo insieme ormai …”
Bulma si era guardata nel vetro davanti a sé, che dava sullo splendido guardino che Yuma teneva ben curato. Lei non amava Yamcha.
“Hai voglia di lui … cioè … voglio dire se lui ti mette le mani addosso tu …”
“Bulma!? Arriva al dunque: Yamcha ci ha provato per caso?”
Bulma aveva sospirato, sprofondando nel divano.
“Sì … e io l‘ho respinto, così mi sono chiesa se ne sono innamorata …”
“Beh ... ma dai è tanto che state insieme, è normale che voglia qualcosa di più … ”
Chichi aveva cercato di giustificare il comportamento del ragazzo, e trovava normale l'apporto che aveva avuto con Bulma.
“Ma se io non lo volessi? Pensi sia grave?”
“No, penso solo che magari non sei pronta a concederti forse, anzi sicuramente, lui lo vuole, ma per te è troppo presto … comunque non è una cosa che comprometterà il vostro rapporto, se ti vuole aspetterà!”
Bulma non era convinta, poiché non sapeva se l'avrebbe mai voluto.
“Sì hai ragione … lo farò aspettare!”
Il silenzio calò e le due erano immerse nei loro pensieri, Chichi era sempre un'ottima amica.
“Quindi tu e Goku non …”
Aveva parlato Bulma, per stemperare la tensione.
“BULMA!!!”
“Ma dai Chichi a me puoi dirlo!”
Chichi aveva sbuffato, odiava parlar di se stessa.
“No, non sono ancora pronta. Lo amo tantissimo, ma non mi sento pronta per fare il grande passo! Infondo sono solo sei mesi che stiamo insieme!”
“Bene dai allora, siamo in due! Mi sento più sollevata! Non che fosse un problema, ma sapere che anche tu hai avuto i miei stessi pensieri mi rincuora!”
Si alzò salutando l’amica e si avviò verso casa, sapeva bene che non era una questione analoga la loro. Lei non amava Yamcha come Chichi amava Goku, e poi forse quel tonto del suo amico non ci aveva mai neanche provato.

Bulma quel mattino si alzò più presto del solito, era euforica. I risultati del test sarebbero stati esposti sulla bacheca all’ingresso e tutti avrebbero potuto vedere che lei era la migliore perché lei era la più intelligente di tutto l’istituto.
“Bulma”
La chiamò la ragazza mora, facendole segno con la mano.
“Goku! Chichi!”
“Vieni, li stanno mettendo fuori ora!”
Bulma corse estasiata verso l‘ingresso, aspettando con trepidazione gli esiti.
Lì trovò tutti. Yamcha la guardò con aria di scuse, forse, dopo aver dimostrato di esser la migliore poteva anche concedersi di perdonarlo.
Il preside Muten entrò in quel momento e Bulma si mise in pole position; voleva esser la prima a vedere il suo stesso nome sul tabellone.
“Bene ragazzi congratulazioni a tutti, anche se, a parte alcuni casi ... il livello della scuola è davvero scadente! Quindi intensificheremo il programma!”
Un "no" generico degli studenti lo interruppe per un attimo, a Bulma non importava, era un genio, quindi il discorso non valeva per lei.
“Comunque i primi classificati hanno vinto una borsa di studio per un'università di prestigio! Quindi, dopo aver osservato il tabellone, si devono recare in presidenza!”
Bulma non capiva, che voleva dire primi classificati …
Il preside appese il tabellone e tutti si accalcarono per vedere.
Bulma non poteva crederci! Come era possibile? Si lanciò, in preda ad una furia omicida, verso il tabellone strappando il foglio.
Tutti indietreggiarono impauriti, Bulma Brief era un personaggio pericoloso, quando ci si metteva.
“Bulma che succede?”
Disse Goku, che era solo riuscito a vedere che la sua Chichi era al secondo posto della classifica.
Forse, Bulma non era al numero uno.
“Che diavolo vuol dire questo ????”
Bulma era spaventosa presa dall’ira, gli occhi blu erano carichi di rabbia e scintille.
“Signorina Brief, non le sembra di esagerare
??
Il professor Jirobai era intervenuto prendendo, dalle mani della ragazza inferocita, il cartello con gli esiti e riappendendolo al suo posto.
“Ha vinto la borsa di studio, non le basta??”
Tutti ora potevano, finalmente, vedere il motivo di quella furia improvvisa.
1- Bulma Brief - Vegeta Prince
“Allora non sei così stupida come pensavo?”
Una voce irritante e leziosa si fece spazio tra la folla, avvicinandosi al tabellone. Bulma lo guardò allibita.
“Avete fatto lo stesso risultato ragazzi, non siete contenti? Avete un quoziente intellettivo molto alto, siete i migliori della scuola!”
Il professor Jirobai si intromise, non aveva voglia di risse, soprattutto in un momento simile, dove si doveva solo gioire.
“No, io sono la migliore! E' chiaro che Prince ha copiato!”
“E da chi avrei copiato? Visto che siamo circondati da caproni!”
Aveva detto lui, affiancandosi alla ragazza, infilando le mani nelle tasche e porgendole, uno sguardo d'odio.
“Da me mi pare ovvio!? Tu sei uno scimmione idiota!”
“Io non sono un idiota! Si dia il caso che sono sempre stato più intelligente degli altri!”
Bulma non poteva crederci, lui intelligente? Vaneggiava ormai quel ragazzo.
“Io sono quella intelligente, il genio! Tu, invece, sei un idiota con i soldi !!Quindi, se non hai copiato da me, è ovvio che hai rubato il risultato dei test, o hai corrotto la commissione con i tuoi soldi!”
Vegeta parve parecchio irritato a quelle parole della ragazza, come si permetteva di dargli dello stupido?
“Senti un po‘ .... cosa pensi che me ne faccio dei soldi di una borsa di studio?? Cosa diavolo mi serviva comprare i professori !”
Bulma aveva storto il naso, rimanendo convinta sulle sue posizioni.
“Per umiliarmi, è chiaro!”
“Senti carina ti dirò la novità, non so se ci crederai mai ma: IL MONDO NON GIRA INTORNO A TE!!”
Bulma incrociò le braccia sul petto, Vegeta era davvero insopportabile.
“Di un po' quello che ti pare, tanto io non cambio idea!”
Il professor Jirobai era intervenuto, sbuffando, stufo marcio di quella situazione. Perché quei due erano così ottusi, eppure si somigliavano molto, avrebbero dovuto comprendersi.
“Signorina Brief io credo che dovrebbe calmarsi! Prince non ha comprato i professori e non ha copiato. Deve arrendersi alla verità. Voi due siete i migliori studenti dell‘istituto, quindi dimostrate la vostra intelligenza e piantatela di comportarvi in quel modo!”
Il silenzio era calato nell'atrio e tutti osservavano i due "geni" all'opera.
“Perfetto non aspettavo altro! Non ne potevo più di sentire quest‘oca starnazzare!”
“Senti scimmione del cavolo, io non sono un‘oca mi pare ovvio!”
Disse Bulma, indicando il tabellone.
“Chi mi dice ... che non sei stata tu a copiare da me!”
Aveva sibilato Vegeta ad un passo dal suo volto.
“BASTA MI AVETE STUFATO!!! IN PRESIDENZA TUTTI E DUE! SUBITO!!”
IL professo Jirobai sapeva esser davvero minaccioso quando voleva.
I due indispettiti camminarono nel corridoio lanciandosi degli sguardi malevoli, giungendo, per l'ennesima volta, al cospetto del preside.
“Le vedete le scintille!?”
Disse Goku, che cominciava ad aver paura, seriamente.
“Ma Bulma è matta!?”
Si chiese Tienshinan, che più di tutti non comprendeva il comportamento della ragazza.
“Cavolo però, sono i migliori della scuola! Avrei voluto vincerla io una borsa di studio!”
Disse Goku, portandosi una mano sulla fronte pensieroso.
“E cosa te ne facevi tu, fai schifo a scuola! Io piuttosto dovevo vincerla, invece sono arrivata solo seconda, e a differenza di quei due a me serviva davvero la borsa di studio!”
Aveva detto Chichi stizzita, se qualcuno ci aveva rimesso da quella situazione stupida era sicuramente lei.
“Davvero, ma loro cosa serve una borsa di studio … hanno soldi a palate!”
Disse Crilin dispiaciuto, un po’ aveva studiato per vincere il premio, ma i suoi sforzi erano stati vani, e si era aggiudicato solo il centesimo posto, uno schifo quindi. Solo Junior e Tenshinan si erano conquistati una buona posizione, il primo decimo e l’altro trentesimo. Chichi decisamente era stata la migliore, e se quei due presuntuosi non ci fossero stati avrebbe vinto lei la borsa di studio.
“Però chi se lo aspettava da Prince!”
Disse Chichi, che un po' si era sorpresa del portentoso talento del ragazzo.
“Beh, infondo in classe è sempre molto attento e risponde sempre correttamente!”
Disse Goku grattandosi la testa.
La campanella suonò e i ragazzi si avviarono nelle rispettive aule, con la consapevolezza che all’intervallo avrebbero subito la luna storta di Bulma.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Odio reciproco ***


Eccomi al quarto capitolo. Ringrazio chi segue e chi scrive. Questi capitoli sono più di introduzione per delineare il carattere dei personaggi, e soprattutto per far incontrare i nostri eroi.
Il personaggio di Goku non ha ancora avuto lo spazio che merita, ma presto lo avrà, spero vi piaccia ed incuriosisca.
Baci a tutto^^ buona lettura

 

ODIO RECIPROCO


Come faceva a non odiarlo, era la sua nemesi, il suo chiodo fisso.
Mentre correva durante l’ora di ginnastica non riusciva a smetter di pensare a lui.
Lo guardava, mentre percorreva il campo veloce come un fulmine con Goku al suo fianco.
Ovviamente i due atleti avevano improvvisato una gara anche durante la corsa di riscaldamento, ma quei due avevano le ali ai piedi e quindi a nessuno era concesso stargli dietro.
Bulma lo fissava, doveva pur averlo un punto debole, non poteva essere perfetto, eppure a guardarlo sembrava che nulla potesse scalfirlo in alcun modo.
Il suo volto, i suoi occhi, era davvero bello e il suo corpo era perfetto, le sue natiche erano ….
Cosa andava a pensare, certo Vegeta era bello, bellissimo e affascinante, ma lo odiava, doveva trovare il suo punto debole, non ammirarlo.
E poi come si permetteva di atteggiarsi a magnifico davanti a lei, con quei pantaloncini aderenti era davvero indecente. I maschi di solito portavano dei pantaloni lunghi e larghi, perché lui doveva fare sfogo della sua perfezione, con quell’abbigliamento aderente che lasciava poco spazio alla fantasia.
La stava sconfiggendo anche senza far nulla, doveva pensare ad una contromossa, ed in fretta pure, prima che i suoi ormoni prendessero il volo.
Anche lei era bella quindi poteva giocare la sua stessa carta della seduzione e anche se Vegeta di fatto non aveva fatto nulla, l’avrebbe fatto impazzire per lei.
“Ehi Bulma che hai?”
Disse Chichi guardandola perplessa.
“E‘ un po‘ che sei in fissa, che cosa guardi?? Sembravi concentrata sulle natiche di Goku e Prince”
Bulma arrossì; cavolo aveva fatto le sue riflessioni sulla sua seduzione guardando il sedere di Prince.
Maledetto come si permetteva.
Quando si fermarono stremate, Bulma cercò di attuare il suo piano.
“Bene, devo sedurlo, devo sedurlo!!”
Si ripeteva nella mente, ma non aveva davvero idea di come fare.
“Allora Prince le hai prese anche sta volta da Goku?”
Si era fatta avanti con aria maliziosa, il seno le veniva in soccorso, era molto prosperosa e per quello molti ragazzi le correvano dietro. Aveva un corpo perfetto e un viso bellissimo, e con quegli short aderenti e la maglietta rosa scollata era di sicuro un bocconcino appetitoso per qualsiasi ragazzo, e lui di certo non poteva esser diverso .
“Non posso averle prese abbiamo solo corso! Che razza di domande fai!!?”
“Era un modo di dire cretino!! Nel senso che alla fine perdi sempre contro di lui!”
“Ehi smorfiosa che vuoi da me!? Se vuoi prenderle dimmelo subito … oppure forse ti piaccio!?”
Disse con aria sprezzante assumendo la sua solita posa da duro.
“Non dire stupidaggini, caso mai sono io che ti piaccio! Sono così bella! ”
Disse lei tirandosi i capelli indietro e sbattendo gli occhi,.
“La posa da vamp, non lascia scampo DEVE cadere ai miei piedi.”
Pensò Bulma con un ghigno malizioso dipinto sul viso.
Lui si avvicinò le fermò il braccio sopra la testa, la spinse con forza contro la spalliera attaccata al muro della palestra, Bulma sbatté contro le doghe in legno circolari.
“Non riesci a resistermi o sei solo in calore?”
Bulma non poteva crederci, chi diavolo era quel tipo, un alieno?
Come si permetteva di parlarle in quel modo, doveva cadere ai suoi piedi non insultarla.
Non doveva abbassare lo sguardo o avrebbe perso l’ennesima battaglia.
“Che hai? Sei forse tu quello che non riesce a staccarsi da me! Per questo mi sei saltato addosso?”
Bene doveva metterlo in imbarazzo, doveva usare le sue stesse carte, arrabbiarsi non sarebbe servito a nulla.
“Io non ti sono saltato addosso, e se vuoi qualcosa da più da me carina, ne possiamo parlare!”
Gli disse toccandole i capelli portandole una ciocca dietro l’orecchio e passandole una mano sulla nuca.
Bulma si sentì scossa da un brivido, aveva paura, no tutt’altro, quel tipo la stava seducendo davvero, e i suoi sensi parevano cedere sotto quel tocco letale.
“Scommetto che non hai neanche il coraggio di baciarmi!”
Disse Bulma, con la voce sicura, cercando di mascherare l’ansia, lo fissava dritto negli occhi, i suoi bellissimi occhi neri, che la stavano ipnotizzando.
Al suo interno i suoi organi stavano dando una festa, e i suoi neuroni erano andati definitivamente in pensione.
“Che cavolo stai facendo!!??Lasciala andare Vegeta!!”
Qualcuno era arrivato a soccorrerla, Goku, che prese il braccio di Vegeta e lo spostò da Bulma.
Bulma decise che non sarebbe finita in quel modo, doveva umiliarlo davanti a tutti come lui aveva fatto con lei.
“Non ti preoccupare Goku! Non ho paura di uno che non ha neanche il coraggio di baciarmi! Cosa potrebbe farmi!”
Disse con fare sprezzante, da chi davvero ha capito tutto e che non ha paura del nemico.
Vegeta la guardò perplesso e così fece anche Goku.
Chichi arrivò in soccorso, aveva capito subito che era stata Bulma a provocarlo, decisamente quella ragazza aveva perso qualche rotella.
“Basta ragazzi! Volete andare un’altra volta in presidenza?”
Vegeta si avvicinò a Bulma.
“Non finisce così ragazzina!”
Le disse gelido nell’orecchio.
Bulma rimase paralizzata, ma sogghigno.
“Questa volta ho vinto io Prince!”

Chichi era perplessa, Bulma non si era mai comportata in quel modo, e Goku era a dir poco scioccato, non capiva le intenzioni della sua amica.
“Bulma volevi farti violentare per caso??”
Disse Chichi in tono di rimprovero, mentre si avvicinavano alla mensa.
“No certo!”
“Cosa sarebbe successo se non ci fosse stato nessuno!? Me lo spieghi!? E sappi che ho visto che sei stata tu a provocarlo! Cosa pensavi di fare!?”
“Oh Chichi basta! Sembri mia madre, anzi no, sembri una madre, perché la mia non direbbe nulla!!”
“Ma Bulma. Chichi ha ragione, cosa pensavi di fare?!”
“Fargliela pagare, mi pare ovvio! Nessuno si può permettere di prendere in giro Bulma Brief!”
“E qual era la tua tattica?”
“Farlo cadere ai miei piedi!”
Disse infine sedendosi al tavolo.
Yamcha e gli altri ragazzi li guardarono senza capire che cosa succedeva.
“Ma Bulma …”
“Niente ma, quel tipo la deve pagare cara!”
Disse addentando il panino.
Yamcha le passò una mano intorno alla vita tirandola a se.
“Topolina, cos‘è successo anche oggi!?”
“Nulla …”
Disse divincolandosi dalla stretta del suo ragazzo, le davano fastidio i suoi tentacoli addosso, non l‘aveva ancora perdonato.
“Se sei così arrabbiata centra di sicuro Prince!”
Disse Crilin malizioso.
“Beh questa volta non è neanche colpa di Vegeta!”
Disse Goku in tono di rimprovero verso l’amica.
Vegeta entrò in quel momento, come da copione e caso volle che l’unico posto libero nella mensa era affianco al loro tavolo.
Bulma lo vide con la coda dell’occhio, ma non lo degnò neanche di uno sguardo .
Lui però la guardava, insistentemente anche, mentre si sedeva.
Il gruppo si era ammutolito, solo Goku aveva salutato il fratello che si era seduto a pochi passi da lui nel tavolo di Vegeta.
Bulma si stava innervosendo e Prince non vedeva l’ora che avvenisse l’esplosione.
“Allora Brief poi dimmi quando vorrai riprendere il discorso di prima!?”
Il bacio ecco a cosa si riferiva, Bulma aveva buttato il sasso, l’aveva sfidato a baciarla, ma cosa diavolo le era saltato in mente, la sua ottima idea gli si stava ritorcendo contro.
“Mi dispiace Prince! Hai perso la tua occasione, lo so che non riesci a fare a meno di me, ma … ti dovrai accontentare di guardarmi da lontano!”
“E cosa ti fa credere che non mi prenderò ciò che voglio da te?”
Bulma lo aveva guardato con aria di disprezzo, decisamente quel discorso stava prendendo una piega sbagliata.
“Ah sì, e cosa vorresti da me!?”
Si era alzata, poggiando un braccio sul fianco, anche lui si era alzato, ora erano faccia a faccia, gli occhi neri di lui si specchiavano in quelli chiari di lei.
Al solo guardarlo Bulma stava perdendo il controllo, cosa le stava facendo quel tipo?
Lui si avvicinò e le sfiorò il collo, Bulma a quel contatto rabbrividì.
Poi si portò vicino al suo orecchio e le disse:
“Non volevi mica un bacio da me?”
Bulma si irrigidì.
“A quanto pare sei tu a desiderarlo tanto!”
Le disse suadente al suo orecchio, lo stava facendo apposta, ma Bulma non era una che si arrendeva con facilità.
Le prese il mento tra le mani e con uno scatto la girò verso di se, spingendo prepotentemente le sue labbra sulla sue. Bulma rimase scioccata, inorridita e stupita a quel contatto.
Cosa significava? Non riusciva davvero a crederci, Vegeta Prince aveva ceduto. Preso dal suo istinto non aveva potuto far a meno di baciarla, gli aveva fatto perdere il controllo. No, non era così, la stava umiliando e per l’ennesima volta, aveva solo voluto dimostrargli che se voleva qualcosa se lo prendeva come e quando voleva.
La mano di Bulma si mosse d’istinto e con un repentino movimento raggiunse la faccia di lui.
La sberla risuonò potente nella mensa ammutolita.
“Come ti permetti lurido porco?”
“Te l‘ho già detto no! Mi prendo sempre quello che voglio!”
Stava per piangere, il suo orgoglio era ridotto ad un colabrodo, la sua dignità era andata a farsi benedire. Yamcha li guardava inorridito, come aveva potuto quel tipo baciare la sua ragazza davanti a tutti, anche se il pensiero di prenderlo a pugni era forte non riusciva ad alzarsi, cosa avrebbe potuto fare contro Vegeta Prince?
Un nuovo colpo ben assestato, colpì Prince in pieno viso.
Goku non aveva potuto fare altro, la sua migliore amica era stata violata da quell’inetto e lui non gliel'avrebbe fatta passar liscia per nulla al mondo. Vegeta era già pronto a rispondere con un pugno.
I due presero a scambiarsi dei feroci colpi, pugni e calci. I tavoli affianco a loro vennero rovesciati, qualcuno tentava di fermarli, ma le due belve si scagliavano l’uno contro l’altro, demolendo ciò che li circondava.
Il preside arrivò presto, chiamato dai professori, i due ragazzi vennero portati in presidenza, almeno questa volta non erano in fin di vita, avevano solo qualche ferita e delle contusioni.
Bulma si sentiva tremendamente in colpa, era stata lei a provocare Vegeta e ora era il suo amico Goku a fare le spese per la sua presunzione.
Come le era saltato in mente di sedurlo?
Chichi era furiosa e se l’era presa con lei.
“E‘ tutta colpa tua! Che pensavi di fare!? Eh!? Adesso Goku è nei guai, a causa della tua innata e stupida superbia!”
Singhiozzava rumorosamente l’amica, in preda ad una crisi isterica.
Bulma non disse nulla, sapeva che la causa di tutto era lei, sapeva che Goku era nei guai a causa sua.
Bulma Brief però non pianse, si limitò a guardare l’amica, sapendo di aver sbagliato.
Ma Chichi non tollerò oltre il suo sguardo e le tirò uno schiaffo.
Eh si l’unica che si meritava tutto quello era lei, non Vegeta, non Goku.
Chichi si allontanò e uscì dalla mensa.
Bulma andò dalla parte opposta uscendo sul cortile dalla porta anti incendio.
Aveva perso la sua migliore amica?
Forse, ma cos’avrebbe potuto fare per farsi perdonare, si era cacciata davvero in un bel guaio, e stavolta non era colpa di Prince, era solo colpa sua.
Sola attraversava il cortile mentre le lacrime le solcavano le guance.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Amici ***


Questo capitolo cambia un po' le carte in tavola... Bulma si sente in colpa per aver messo nei guai Goku e vuole rimediare.... ci riuscirà?? Buona lettura!! Ringrazio sempre chi recensisce e chi legge!!!
Alla prossima .... 

Amici


Tre giorni di sospensione per entrambi, tre giorni per disertare la scuola, tre giorni per schiarirsi le idee. Bulma aveva preso la punizione di Goku e Vegeta, come sua. Aveva finito la sua settimana scolastica, nel letto, rimuginando sulla sua stupidità. Aveva pensato, aveva riflettuto, ma cos’avrebbe detto a Goku? Come poteva chiedergli scusa? E con Chichi, come la metteva? Non l’aveva chiamata, possibile non volesse più parlare con lei? Possibile dopo anni di amicizia perdere così la sua migliore amica? Sua madre le chiedeva se stava bene e lei si ostinava a dire di avere la febbre.
Yamcha l’aveva chiamata, così come gli altri amici, perfino Lunch che l'aveva tenuta aggiornata: Chichi continuava ad andare a scuola e Marion, ormai, si era aggregata al gruppo. Chissà poi che cosa gliene doveva fregare di quella smorfiosa.
Non aveva comunque voluto né vedere né parlare con nessuno.
Yamcha le chiedeva di uscire, ma lei gentilmente declinava, aveva altri pensieri per la mente e Yamcha non poteva esser un problema in più.
Un rumore alla sua finestra la fece trasalire, qualcuno stava bussando.
Bulma si alzò per vedere chi fosse e con suo immenso stupore vide, seduto su di un ramo del grosso albero che troneggiava davanti alla sua finestra, Goku.
La salutava sorridendogli.
Bulma aprì subito la finestra.
“Posso entrare?”
“Certo Goku!! Vieni!!”
Il ragazzo con un balzo fu subito nella stanza.
Si guardò intorno, non era la prima volta che entrava in camera di Bulma, ma rimaneva sempre stupito dalla sua grandezza. Lui che viveva in una casa piccolissima, non poteva che rimanerne affascinato, c’era pure un divano!!
“Non potevi passare dalla porta?”
Il ragazzo gli sorrise e si grattò la testa con una mano.
“Ecco … ”
Bulma capì subito, Goku era un libro aperto per lei, era davvero fin troppo sincero.
“Non l‘hai detto a Chichi che venivi vero?”
“No!! Eh eh eh … come hai fatto a capirlo!”
“Intuito femminile!”
Disse lei sorridendo, sapeva che Chichi la odiava ormai.
“Mi dispiace Goku per quello che è successo!”
“Ma di cosa ti dispiaci Bulma …. Mica è colpa tua!!!”
“Ma dai Goku … certo che è colpa mia!! Ho provocato Prince … e tu mi hai difeso!”
“Se l‘è cercata no? Non potevo mica star li con le mani in mano!”
“Si ma...Chichi non vuole più parlar con me e ha ragione! Non avresti dovuto difendermi…”
Goku si sedette sul divano e Bulma sul letto, si guardarono per un po’, poi Goku disse una cosa, che Bulma non si aspettava e che al momento non gli parve aver senso.
“Eravamo nervosi tutti e due … sarebbe successo comunque …”
Bulma guardò l’amico, cosa voleva dire che erano nervosi tutti e due. Lei non aveva visto Goku nervoso, e Prince … beh lui era sempre nervoso. L’ aria soffiò leggera dentro la stanza spargendo il gelo di ottobre all’interno.
Bulma non sapeva che dire.
“Sei venuto per questo!?”
“Si Bulma, giuro che non è colpa tua, diciamo che sei stata lo spunto …”
“Vuoi dirmi che volevate picchiarvi?”
“Si …”
Bulma guardò fuori dalla finestra e si alzò per chiuderla, questa volta doveva proprio ammetterlo, non riusciva assolutamente a capire i pensieri di Goku.
Una mano si posò sulle sue spalle e Bulma sussultò, immersa nei suoi pensieri, non si era accorta che Goku le era alle sue spalle.
Si girò per guardarlo negli occhi, doveva cercar di capire.
“Non ti preoccupare Bulma tu e Chichi siete grandi amiche! Sono sicuro che gli passerà!”
Bulma annuì con il capo, senza dir nulla, ancora intenta a studiare l’espressione del suo più caro amico.
Goku spostò la mano dalla spalla di Bulma, alla maniglia della finestra, aprendola per andarsene.
Poi si girò verso di lei.
“Bulma domenica è l‘anniversario della morte di mia madre, vorrei che ci fossi anche tu!”
Bulma annuì di nuovo.
“Allora ci vediamo alle undici davanti al cimitero, ci sarà anche Chichi!”
Gli fece l’occhiolino, Bulma gli sorrise di rimando, rimanendo impalata. Aveva dimenticato che si stava avvicinando quel giorno. Era così concentrata nella battaglia, miseramente persa, con Prince, che si era dimenticata di curarsi dei sentimenti del suo più caro amico. Che amica pessima.
Chichi aveva proprio ragione a non volerle più parlare, non si meritava nulla. Goku se n’era andato e lei era di nuovo sola con i suoi pensieri. Scoppiò finalmente in un pianto liberatorio, accucciandosi sul letto stringendo forte il cuscino.

La domenica arrivò presto e Bulma, quel mattino, si alzò prima del solito, non aveva affatto sonno. Aveva poltrito per cinque giorni di fila, senza uscire di casa, e aveva un aspetto terribile, gli occhi gonfi e la faccia smunta. Sembrava in preda ad una malattia fulminante.
Si lavò e si vesti con l’abito nero dell’anno precedente, le andava ancora a pennello. Infilò il cappotto e uscì di casa.
Era arrivata ultima, tutti i suoi amici erano lì, anche Chichi. Non la degnò neanche di uno sguardo e Bulma, chinò il capo e salutò con poca enfasi.
Yamcha gli si fece vicino.
“Come va topolina?”
“Bene”
Disse lei con poca convinzione.
Lui le prese la mano, era gentile e voleva darle un po’ di conforto, anche perché, in tutta quella storia, lei aveva ricevuto, senza volerlo, il violento bacio di un altro.
Bulma strinse la sua mano, lo stava davvero trascurando molto, lui era sempre carino con lei, mentre Bulma era testarda ed orgogliosa, sprezzante del pericolo e incurante degli altri. Era proprio un'insensibile, trovava da dire a Prince, ma non era poi tanto diversa da lui.
Loro due erano davvero fatti della stessa pasta, ecco perché si scontravano con tanta ferocia.
“Bulma dai non esser triste o lo sarà anche Goku!”
Bulma fece un piccolo sorriso, era davvero egoista, anche in quel momento pensava a se stessa e a Prince. Al solo pensiero le venne da piangere di nuovo, quell’essere immondo le aveva rapito l’anima, quasi fosse un demonio.
La visita fu triste e silenziosa, Chichi accanto al fidanzato gli stringeva con forza la mano per dargli coraggio, lei non sarebbe stata altrettanto brava ad amare una persona. Chichi era perfetta, lo accudiva lo coccolava, gli stava vicino. Bulma la invidiava, quello sì che era vero amore, non i suoi malsani pensieri su come esser la più bella e la più ricercata dal sesso maschile.
Bulma non disse una parola per tutta la permanenza, e anche mentre si recavano al bar Namek, la situazione non cambiò.
Bulma se ne stava zitta in disparte.
“Allora domani ci alleniamo al Dojo!”
Disse Crilin sorridendo, felice che ricominciassero le lezioni con Bardak, il padre di Goku, alla palestra della famiglia Son.
“Sì finalmente!!!”
Disse Goku contento come una pasqua, le arti marziali erano la sua vita, avrebbe ereditato il Dojo di suo padre una volta adulto, suo fratello Radish aveva sempre preferito le auto alla lotta.
Goku era come suo padre, un vero genio del combattimento.
Pensandoci bene, anche Price avrebbe ereditato il Dojo del padre, anzi l’impero dei Prince.
Anche lui amava le arti marziali, forse lui e Goku si battevano, perché erano entrambi dei maniaci della lotta. Non riusciva a capire ancora le parole di Goku: “eravamo entrambi nervosetti”. Bulma si scervellava, ma non trovava una risposta a quel quesito, cos’avevano in comune quei due? Presumibilmente solo le arti marziali. Forse il motivo era quello? Avevano preso lei come scusa per darsele di santa ragione.
Concentrata sui suoi pensieri, si rese conto, che il suo benamato cervello, era caduto ancora nella trappola Prince. Scocciata e forse spinta da una qualche forza misteriosa, appoggiò il braccio sul tavolino ed incurante del chiacchierio dei suoi amici, reclinò la testa sulla sua mano, reggendone così il peso, scrutando fuori dalla vetrina del bar.
La pioggia cominciava a cadere, non si era neanche portata un ombrello, ma come poteva sapere, che avrebbe piovuto? Beh, il cielo d’altra parte, aveva dato molti segni che lasciassero presagire una tale fine.
Una figura, correva per la strada, incurante della pioggia incessante.
La tuta blu che indossava, gli dava, ancora di più, l’aspetto di un atleta.
Bulma riconobbe subito il suo profilo, il suo cipiglio, i suoi capelli, diamine come poteva non riconoscerlo, solo lui aveva quell’assurda pettinatura. 
Bulma lo guardò con crescente attenzione, mentre, terminata la corsa, si apprestava ad attraversare la strada. Il semaforo era rosso, le macchine non gli permettevano il passaggio.
Bulma non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, che sguardo aveva.
Quel giorno era davvero diverso, e che viso stupendo, non era tirato in alcuna smorfia, non era in tensione, sembrava rilassato, ma sembrava triste.
Gli occhi di Bulma vagavano ininterrotti sulla figura del ragazzo che, grondante d’acqua, passava con studiata lentezza una mano sulla fronte, doveva esser sudato. Forse aveva corso molto.
“Si prenderà un accidente!”
Gli amici si girarono verso Bulma.
“Cosa?”
Disse Goku.
Aveva davvero parlato ad alta voce, fortuna che nessuno si era accorto che Vegeta Prince si trovava dall’altra parte della strada.
“Eh? Perché ho detto qualcosa?”
Cercò di minimizzare lei, cosa poteva dire, no scusate stavo parlando di Prince è qui fuori ed è terribilmente bello.
A quel pensiero Bulma arrossì, incuriosendo ancora di più gli altri.
“Chi si prenderà un accidente ..?”
Bulma guardò fuori dal vetro e con sua sorpresa e fortuna, scoprì che Vegeta era sparito.
“Quella signora ha tolto l‘ombrello al figlio e … ho pensato si prenderà un raffreddore! Non è stupida quella signora!?”
Disse inventandosi quella scusa.
Gli altri parvero crederle, Chichi la guardò attentamente, sapeva che stava raccontando una balla, erano amiche da anni mica per niente.
Quell’interminabile giornata giungeva finalmente al termine, Bulma non ne poteva più degli sguardi di Chichi. Infondo anche lei aveva avuto la sua punizione. Il bacio del nemico non l’aveva mica ricevuto lei. Yamcha chiese a Bulma se voleva esser accompagnata, ma Bulma disse di no, poi si giro verso l’amica.
“Chichi dobbiamo parlare!”
Finalmente l’aveva detto.
“Non ho nulla da dirti Bulma!”
“Ma Chichi … non pensi di avermi punito abbastanza?”
Disse supplichevole.
“Ti prego … cerca di capire … anche io ho sofferto per ciò che è accaduto, mi dispiace tanto, l‘ho detto anche a Goku che mi dispiace …”
“Ah si e quando? Vi sentite in segreto voi due??”
Chichi era davvero arrabbiata.
“Ecco perché ti ha difeso, perché è innamorato di te!! Sei contenta Bulma!!! Mi hai fregato il ragazzo!!”
Urlava e piangeva, la povera Chichi. Bulma capì il terribile malinteso, Chichi era furiosa con lei perché credeva che Goku l’avesse difesa per amore e gelosia.
“Non dire stupidaggini Chichi …”
Provò a dire avvicinandosi, si avvicinò anche Goku.
“Chichina dai non dire così … io amo te! Sono solo andato da Bulma per parlarle … non volevo si sentisse male per quello che era successo!”
“Vi vedete alle mie spalle … oddio … tradita con la mia migliore amica!!”
Bulma si sentiva in colpa, ma come poteva pensare quello di lei.
“Chichi non lo farei mai e poi Goku ama te …”
Chichi si asciugò le lacrime.
“E‘ finita Goku … è finita …”
E se ne andò via correndo.
Bulma e  Goku si guardarono scioccati, avevano combinato davvero un bel casino.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il piano ***


Il PIANO


Il ritorno a scuola quella settimana non fu dei più semplici, la festa di Yamcha era alle porte e Bulma non aveva ancora comprato un vestito decente, e tanto meno aveva pensato ad un regalo per il suo ragazzo. Chichi aveva davvero lasciato Goku per la rabbia, e Bulma si ritrovava ora sola, nel suo banco, ad affrontare i suoi incubi.
Prince non si era presentato a scuola neanche quel giorno, forse la profezia di Bulma aveva colto nel segno e si era ammalato davvero.
Rinchiusa nella sua solitudine e nei suoi pensieri, non poteva far a meno di guardare Chichi e Goku, per colpa sua il vero amore era stato scalfito.
Per colpa della sua stupida tattica, che per altro le si era ritorta contro, aveva distrutto l’amicizia di una vita, l‘unico modo era cercar di chiarire la situazione, lei non era innamorata del suo eterno amico, e doveva riacquistare la fiducia della sua amica del cuore.
Doveva far qualcosa per farli tornare insieme, ma cosa?
Se anche organizzava qualcosa, come poteva dirlo a Goku?
Avrebbe alimentato i dubbi di Chichi, cosa doveva fare?
Poggiò la testa stanca sul banco.
Le venne finalmente un’illuminazione, sapeva di poter sempre contare sul suo immenso cervello.
Rise tra se, per la sua brillante idea.
Quel pomeriggio l’avrebbe passato attuando il suo geniale piano.

Il centro commerciale era deserto, tanto meglio, così avrebbe sbrigato prima le sue faccende; si precipitò in un negozio dove vendevano abiti maschili eleganti.
Avrebbe comprato un bell’abito per Goku, che fosse costoso, e poi uno bellissimo ed elegante per Chichi, non le importava spendere tutti i suoi averi, i suoi amici dovevano tornare insieme ad ogni costo.
Poi avrebbe dovuto organizzare, la serata, un ristorante perfetto, una cena a lume di candele.
La sua serata ideale insomma, di quelle che si vedevano solo nei film.
Bulma prese a Chichi un abito rosso, che arrivava alla caviglia, con il collo a barca, non scollato, Chichi non era il tipo da indossare qualcosa di troppo scollato o appariscente.
Per Goku invece un abito elegante sul nero con la camicia bianca.
Nel tardo pomeriggio, finì le sue compere.
Si compiacque da sola del proprio operato, aveva proprio comprato delle belle cose, ora le mancava solo il ristorante. Scelse con cura il luogo, uno di quei ristoranti carini, dove andava spesso con i suoi, molto costoso ed elegante. Riuscì a prenotare solo per il venerdì di quella settimana, avrebbe dovuto aspettar molto prima di farli riappacificare, ma era sicura che ne sarebbe valsa la pena. Ovviamente lasciò tutto pagato, e prenotò il tavolo a nome di Son.
Si dimenticò completamente di comprare un regalo a Yamcha e il suo abito per la festa di sabato, troppo presa dai pensieri romantici che le passavano per la testa.

Per tutti i giorni a seguire Bulma cercò di parlare con Chichi, ma non con Goku.
Si teneva a debita distanza da lui, non voleva che le assurde fantasie di Chichi si evolvessero più del dovuto. Ma Chichi faceva orecchie da mercante e non la degnava di uno sguardo; decisamente meglio averla come amica che come nemica quella ragazza.
Il demone Prince era tornato a tormentarla, non tanto con le sue parole sibilline, ma semplicemente con la sua insolente presenza. Quella settimana pareva che fosse infetta da qualche malattia contagiosa, quasi fosse in quarantena e nessuno tentava di avvicinarla. Bulma non era un tipo solitario, ma sapeva di meritarsi quell’isolamento, si sentiva quasi fiera di quella punizione, dalla quale era pronta ad uscirne nel migliore dei modi. Aveva progettato una bella serata, per i suoi migliori amici e la sera seguente si sarebbero divertiti tutti insieme alla festa del suo ragazzo. Già povero Yamcha, lo stava trascurando davvero tanto, l’avrebbe ripagato con un bel regalo e un bel bacio passionale.
La professoressa Baba, entrò in classe distogliendola dalla sua occupazione del momento ovvero, non calcolare Prince, non guardarlo, non sfiorare le sue cose, non sbirciare quello che faceva e soprattutto concentrarsi sulla lezione.
“Prince. Brief. C‘è una comunicazione per voi. Sabato pomeriggio alle quattro c‘è l‘incontro con i rappresentanti dell‘Orange Star quindi siete pregati di presentarvi nell‘atrio puntuali!”
E com’era arrivata svanì nel nulla, ovvero uscì dalla porta.
“Accidenti”
Pensò Bulma, doveva prepararsi per la festa del suo ragazzo quel pomeriggio, però, infondo, era più importante il suo futuro. In ogni modo un pomeriggio con Prince, non la rassicurava per niente.
Loro due soli. Quello sbruffone le avrebbe fatto passare un terribile pomeriggio, ne era certa.

Prima di andare a casa e prepararsi per la serata, Bulma lasciò due biglietti nei rispettivi armadietti per le scarpe di Goku e Chichi. Aveva fatto recapitare gli abiti nelle loro case e aveva spiegato ai genitori, di dire che non era stata lei a recapitarli: a Bardak aveva detto di dire a Goku che era passata Chichi, mentre a Juma aveva detto di dire a Chichi, che era passato Goku.
Così lasciò i due bigliettini con precisata l’ora dell’appuntamento e il luogo.
Era emozionata, si sentiva un piccolo cupido, una fatina dell‘amore.
Da che era bambina aveva sempre avuto un animo romantico, sognava il principe azzurro, e fantasticava sul suo futuro amoroso, quindi, quella situazione non poteva che riempirle l’animo di gioia.
Sognava un amore come quello dei suoi migliori amici, sognava un amore come quello della Bella e la Bestia, voleva un principe tutto per se, ma quel principe non era Goku e Bulma doveva farlo capire a Chichi.

Per l’occasione e la serata Bulma indossò degli abiti mimetici, intenzionata a spiare la scena.
Con passo spedito si avviò verso il ristorante in netto anticipo rispetto agli altri due. Si posiziono in un cespuglio vicino al tavolo dei suoi amici, il ristorante aveva un giardinetto, faceva ancora abbastanza caldo per poter mangiare all’esterno.
Si posizionò senza farsi vedere dalle cameriere, controllava l’ingresso per vedere se Goku o Chichi fossero in procinto di arrivare.
Finalmente la figura di Goku si materializzò alla porta e una cameriera lo accompagnò al tavolo.
“Che diavolo stai facendo?”
Una voce severa alle sue spalle.
Maledizione perché quel tipo insopportabile, doveva sempre romperle le uova nel paniere.
“Che diavolo vuoi tu ?”
Vegeta Prince alle sue spalle, la guardava con un ghigno divertito.
“Mi stavi spiando?!”
Bulma inarcò le sopracciglia. Il ragazzo capì che non si aspettava assolutamente di vederlo li, così guardò nella direzione dov’era rivolta l’attenzione della ragazza.
Quando vide il rivale seduto ad un tavolo, vestito di tutto punto e imbarazzato fino all’inverosimile, capì, o pensò di capire.
“Stai spiando Carota, il tuo fidanzatino …”
Carota era un soprannome che usava per schernire Goku, l’invenzione di tale nomea era attribuita a Radish che fin da bambino lo chiamava così, visto che il fratello era ghiotto di carote e amava l’arancio.
“Non dire stupidaggini!! Non è il mio fidanzato! E poi cosa diavolo ci fai qui … perché mi devi sempre rompere?”
“Io ero già qui! ”
Disse perentorio senza distogliere lo sguardo dalla ragazza, osservando con attenzione il suo insolito abbigliamento. Lei lo guardò contrariata e soprattutto scocciata.
“Beh ora smamma ho da fare non posso perder tempo con te!”
Una cameriera si era girata per guardare verso di loro, ma prima che li beccasse nascosti, Bulma tirò Vegeta per il braccio, trascinandolo affianco a lei accovacciata dietro le foglie ben nascosta.
Senza domandarsi l’assurdo motivo per cui si era comportata in quel modo, guardò Vegeta con fare minaccioso.
“Volevi farmi beccare?”
Lo guardò in viso notando lo stupore sul volto di lui, evidentemente non si aspettava quella mossa, si ricompose tornando serio, e riassumendo la sua aria da duro.
“Allora stai spiando davvero il tuo fidanzatino?”
“Goku non è il mio fidanzatino, voglio farlo rimettere con Chichi … visto che per colpa tua si sono lasciati!”
“Come sarebbe a dire per colpa mia ?? Io non ci parlo con Carota!”
Qualcuno, però, aveva sentito uno strano vociare provenire dai cespugli e si stava avvicinando pericolosamente, per scoprire i due spioni, che non si erano accorti di parlare un po‘ troppo forte.
Vegeta, che aveva sempre i sensi in allerta, percepì subito il pericolo.
Una cameriera si stava avvicinando per vedere cosa stava succedendo, era la stessa che li aveva scorti in precedenza.
Bulma non fece neanche in tempo ad accorgersi, che Vegeta le aveva preso il volto tra le mani e l’aveva girata bruscamente verso di lui, premendo avidamente le sue labbra contro le sue.
La stava baciando di nuovo.
L’ignara cameriera si sporse appena in tempo, per vedere i due che si baciavano.
“Ragazzini …”
Pensò prima di andarsene, facendosi un idea che i due volevano nascondersi per non esser visti. Il ragazzo aveva ben pensato, che quello fosse l’unico modo, per non far capire le vere intenzioni della loro mimetizzazione.
“Mi devi un favore!”
Disse Vegeta, perentorio staccandosi bruscamente da lei.
Bulma era pietrificata, non riuscì a dir nulla, vide solo Vegeta alzarsi e andarsene verso un tavolo, dove si sedette circondato da altre persone.
Le venne un capogiro, l’aveva baciata di nuovo e lei non si era opposta, anzi, aveva sperato che non si staccasse presto, aveva desiderato che quel bacio a stampo si prolungasse, aveva desiderato trasformarlo in qualcosa di più, un bacio vero.
Le era piaciuto il sapore delle sue labbra, l’odore che emanava, la virilità che emanava.
Quel bacio, le aveva portato via l’anima e, forse anche qualcos’altro.
Scacciò via i pensieri, tornò a concentrarsi su Goku, e Chichi fece la sua apparizione proprio in quel momento. Bulma rimase ad osservare i due amici imbarazzati, prima che entrambi si decisero a sedersi al tavolo. Un buon segno, voleva dire che avevano deciso di chiarirsi.
Bulma decise di allontanarsi, il suo piano era andato a buon fine, forse.
Con qualche ammaccatura spirituale si avviò verso casa.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La festa di Yamcha ***


 

Eccomi, finalmente, con un nuovo capitolo spero vi piaccia .... fatemi sapere che cosa ne pensate!!!


 

La festa di Yamcha

 

Le labbra sottili di lui si unirono con quelle carnose di lei. Le bocca di lei, dapprima serrata, si dischiuse lasciando libero il passaggio, a quell’esplicito invito e lui non poté far altro che insinuare la sua lingua tra le labbra di lei catturandole la sua. Il bacio più bello e passionale che avesse mai ricevuto, le mani di lui indugiarono sull’orlo della maglietta di lei, per insinuarsi poi decise sotto quel lembo di tessuto che li separava, per cercare un contatto con la sua pelle. Voleva andare oltre, voleva approfondire quella carezza così intima. Lei lo sentiva, capiva il suo indugio, sapeva quello che voleva fare, non ne era intimorita, lo voleva anche lei; così afferrò la sua mano e la guidò verso i suoi seni, scostando le sue labbra da quel bacio rovente, sussurrando all’orecchio di lui, le parole della sua perdizione.
Non ti fermare Vegeta …”

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHh”

Bulma si svegliò di colpo urlando come pazza, più per lo stupore che per altro.

Si sedette sul letto agitata. Il cuore le batteva forte.

Perché aveva fatto quel sogno?? Non poteva essersi invaghita di lui. Si toccò le labbra.

Eppure sentiva il suo sapore, lo ricordava bene. Si rigirò nel letto, svanendo sotto le lenzuola.

Alla fine della sua stupida tattica di seduzione, le erano rimasti due baci rubati e una tremenda voglia di averlo tutto per se. Aveva vinto, era stato lui alla fine a sedurla.

Bulma tesoro! Cos‘è successo?”

Disse l’allegra signora Brief, entrando nella camera della figlioletta.

Niente mamma!”

Bulma era esasperata e rossa come un peperone, era imbarazzata con se stessa.

Puoi venire giù per favore c‘è il tuo amico Goku!”

Goku? Ma perché era li? Non si aspettava di vederlo.

Si vestì in fretta e corse al piano di sotto, dove l’amico d’infanzia sedeva nel salotto, sorseggiando una tazza di tè e riempiendosi lo stomaco di biscotti e pasticcini, che in casa Brief non mancavano mai.

Ao Blumba”

Disse biascicando il ragazzo, con la bocca piena.

Ciao Goku, che ci fai qui?”

Lui le sorrise dolcemente.

Sono qui per ringraziarti!”

Sapeva bene a cosa si riferiva, ma cercò di far finta di nulla.

Per cosa?”

Ma su dai Bulma … mio padre mi ha detto che hai organizzato la serata per me e per Chichi!! Ti ringrazio”

Bulma nel frattempo si era seduta anche lei al tavolo e si era versata una tazza di te.

E‘ andato tutto bene?”

Sì, benissimo!”

Sorrise felice il ragazzo e Bulma capì che si erano rimessi insieme; ne era davvero contenta.

Anche Chichi ti ringrazia … ma sai com‘è orgogliosa e quindi non è venuta!”

Non ti preoccupare avremo modo di parlare stasera!!”

Anche Bulma sorrideva, contagiata dall’euforia dell’amico.

Già c‘è la festa di Yamcha!”

Già mi devo far perdonare anche da lui lo sto trascurando in questo periodo!!”

Goku le aveva sorriso, certo che si sarebbe fatta perdonare con un bel regalo.


Le quattro del pomeriggio erano giunte presto, Bulma aveva passato il resto della giornata in un centro commerciale, comprando un vestito per la serata e un regalo per Yamcha. Alla fine gli aveva acquistato una console, che tanto desiderava.

Ma ora doveva affrontare il suo incubo; Vegeta era lì davanti a lei nell’atrio della scuola.

Si erano guardati con la coda dell’occhio e non si erano rivolti la parola. Il loro tipico comportamento.

Bulma non riuscì a non pensare al sogno che aveva fatto, come poteva desiderare un tale essere spregevole. Aveva tutte le ragazze che voleva e di sicuro, non gli era importato molto baciarla.

Nel primo caso se l’era cercata, ma nel secondo era stato lui a prender l’iniziativa, non doveva dimostrare niente a nessuno. No, non doveva più pensarci era stupido farlo davanti a lui. Lo guadò di nuovo, la stava guardando, Bulma distolse subito lo sguardo imbarazzata, e certa di fare il suo gioco.

Sapeva bene che lui era consapevole dell’ascendente che esercitava sulle donne, con quel suo fascino da bel tenebroso, era facile per lui avere tutte le ragazze che voleva, e pure lei la grande Bulma Brief c’era cascata. Finalmente il professor Jirobai arrivò.

L’assemblea, con i rettori dell’ Orange Star, fu la cosa più noiosa a cui avesse mai assistito, anche perché Vegeta era seduto affianco a lei e dovette concentrarsi, per tutto il tempo, su altro per impedirsi di pensare costantemente a lui. Era cotta. Ora che lo aveva vicino se ne rese conto, si era invaghita completamente di lui, e gli era bastato solo un bacio per trascinarla nel suo abisso.

L’attrazione era forte, era come se i loro corpi si attraessero inevitabilmente l’uno verso l’altro, o meglio il suo aveva questa reazione, quello di Vegeta era impossibile saperlo.

Con quello sguardo impassibile ed imperturbabile, aveva continuato a fissare dritto davanti a se, con quell’aria da duro che aveva intimorito anche gli oratori.

Quando tutto finì Bulma si recò nella sua aula, aveva dimenticato il quaderno degli appunti. Entrando guardò il banco di Vegeta. Si sedette al suo posto e appoggiò la testa sul banco, in cerca del suo profumo. Aveva davvero perso la testa? Perché quel ragazzo le suscitava quelle sensazioni, non l’odiava? Pensando ai suoi sentimenti, non si rese conto del tempo che passava.

Forse si era anche assopita seduta al suo posto.

Cosa fa qui ancora signorina Brief?”

Il professor Jirobai era entrato in quel momento, guardandola perplesso, lei rimase imbarazzata e arrossì, forse il professore aveva capito qualcosa.

Mi scusi professore … io vado subito!!”

Si era alzata, aveva preso il quaderno e l’aveva infilato nella borsa.

Aveva risistemato la sedia di Vegeta e si era allontanata da esso quasi fosse fatto di fuoco.

Brief lei ha una mente brillante … non si perda in sciocchezze!!”

Lei l’aveva guardato con aria seria, poi aveva sorriso.

Non si preoccupi! Non perdo mai di vista i miei obbiettivi!”

Ne sono sicuro!”

Lei aveva annuito e poi si era avviata verso l’uscita. Chissà dov’era lui, se n’era già andato? Sicuramente non era rimasto a perder tempo lì. Poi sentì d’improvviso una porta sbattere e delle persone correre. Chissà chi era, forse i ragazzi di qualche club che avevano una riunione. Si avviò verso l’uscita, ma Bulma Brief non è certo il tipo che si fa spaventare e, soprattutto, è un tipo che proprio non riesce a non farsi gli affari suoi. C’era qualcosa che le impediva di non incuriosirsi, per primo perché dovevano correr via quei tipi? Mentre si avvicinava alla porta che dava sulla palestra un forte odore di sangue la investì. Le ritornò in mente il momento in cui, aveva scoperto i corpi martoriati di Goku e Vegeta. Vegeta. Perché al solo pensiero di lui le era venuto un senso di apprensione; il cuore le batteva forte, non poteva esser suo quell’odore di sangue, decise così di spalancare la porta della palestra.

Si era guardata intorno nell’oscurità, non vedeva nulla.

C … che ci f..fai qui …”

Quella voce, allora era davvero lui in pericolo.

Si era avvicinata, lui era appoggiato alla parete e con un braccio stringeva l’altro dolorante, era preoccupata, sorpresa e sollevata, tutto sommato non era conciato male. Perché tutte quelle sensazioni contrastanti per quel ragazzo?

Cos‘è successo!?”

Aveva chiesto, osservando il braccio malconcio e pieno di sangue.

N … non sono affari che … ti riguardano!”

Si era avvicinata ancora di più, aveva guardato il suo braccio, e l’aveva toccato.

Dobbiamo fermare l‘emorragia!”

Lui non aveva detto nulla, l’aveva lasciata fare sopraffatto dal dolore lancinante, era pieno di tagli e lividi anche in volto. Bulma si sfilò il foulard e lo annodò al braccio di lui.

Dovremmo chiamare un'ambulanza!”

Non è niente … sono solo dei graffi superficiali!”

Non dire idiozie! Sei tutto ferito! Ma si può sapere che è successo?”

Lui si era alzato di scatto, e aveva cercato di camminare, ma un forte dolore lo fece desistere, sembrava dovesse accasciarsi a terra. Bulma l’aveva prontamente sorretto, insinuandosi sotto il suo braccio sano.

Sei uno zuccone … non riesci neanche a reggerti in piedi! Chiama almeno i tuoi genitori …”

NO!! Ti ho già detto di non intrometterti, non chiamerò MAI mio padre!”

Bulma allora prese tutto il coraggio che aveva prima di pronunciare quella proposta, prima di formulare la frase che le avrebbe cambiato la vita.

Allora vieni da me! Ho tutto il necessario per curarti … e poi ti dovevo un favore no?!”

Lui la guardò perplesso, erano talmente vicini che Bulma si chiese se potesse sentire il suo cuore che batteva all’impazzata. Come le era venuto in mente di invitarlo a casa sua? Beh di certo non poteva lasciarlo lì in quelle condizioni, forse, sarebbe morto dissanguato piuttosto che farsi aiutare da qualcuno.

Attendeva con trepidazione la risposta di lui, gli attimi passarono, e quelli che furono minuti a lei parvero anni, le stava scoppiando la testa. Poi, senza dir nulla, Vegeta si era saldamente aggrappato a lei e, aveva cominciato a camminare verso l’uscita di sicurezza, non era appropriato farsi vedere nell’atrio dai professori in quelle condizioni. Lei l’aveva assecondato, sorreggendolo come meglio poteva; aveva capito che la risposta alla sua proposta era un SI.

“Sei sicura che non c‘è nessuno a casa tua?”

Sì sì, i miei sono via per una conferenza questo week end!”

Erano arrivati a casa con il taxi che Bulma aveva chiamato, pagandolo profumatamente, sperando in un silenzio del tassista nel vederli insieme, o sperando che lui non li riconoscesse. Il viaggio era durato davvero poco, ma aveva avuto modo di osservarlo; anche così conciato era davvero bello.

Ora mentre lo accompagnava in casa si diressero verso l’infermeria.

Lo guardò con imbarazzo, mentre si sfilava la maglia per permettergli di medicargli le ferite, era pieno di lividi e contusioni, alcune nuove, alcune vecchie, e poi aveva delle cicatrici, cicatrici che percorrevano il suo petto e la sua schiena.

Quanto era bello, così uomo, per la sua giovane età e così sensuale.

Non stare li impalata ! Non dovevi aiutarmi!?”

Lei si riscosse imbarazzata, era rimasta come una fessa a fissarlo, come se non avesse mai visto il corpo di un ragazzo, infondo era così, faceva tanto la spavalda, ma non era mai rimasta sola con un ragazzo, senza maglia, in una camera.

Poi lui ci metteva del suo, emanando quel fascino virile ed irresistibile.

Si era avvicinata imbarazzata e aveva preso il necessario dall‘armadietto dei medicinali.

Lui si era seduto sul lettino e, mentre lei gli passava le mani sul corpo martoriato, apponendo di volta in volta garze e cerotti, rimaneva in silenzio. Bulma non sapeva come interpretare quel mutismo assoluto, forse il fatto che non la stesse prendendo in giro era un modo per ringraziarla, una tregua insomma, oppure era anche lui imbarazzato. Aveva sopravvalutato le sue ferite, non erano poi così gravi e poi lui aveva una sorta di potere rigenerante, evidentemente il suo corpo era abituato alle scazzottate.

Il desiderio di baciarlo di nuovo era forte, non aveva mai desiderato qualcuno come desiderava lui, non riusciva a staccarsi, amava toccarlo, amava stargli vicino, sentire il suo respiro. L’unico rumore che aleggiava nella casa era il fruscio delle bende e il ticchettio dell’orologio a muro.

Di tanto in tanto osservava l’espressione di lui, imperturbabile e fissa verso un soggetto ignoto, meglio definito come vuoto.

Dovresti chiamare a casa … i tuoi si preoccuperanno …”

Mio padre non c‘è …”

Beh ma tua madre … ”

Non finì in tempo la frase che lui la scansò bruscamente, non permettendogli di proseguire oltre.

Mia madre è morta !”

Il tono con cui aveva pronunciato quelle parole era crudo e secco, tanto che Bulma si intimorì, accidenti alla sua lingua lunga, avevano trovato un attimo di pace e lei aveva rovinato tutto, le veniva da piangere, come aveva potuto esser così insensibile, come aveva potuto non saperlo?

Mi … mi dispiace … scusami non … non lo sapevo …”

Lui non aveva detto nulla, continuando a fasciarsi il braccio da solo, non l’aveva nemmeno guardata.

Ecco io … io vado a prepararti qualcosa da mangiare …”

Gli aveva detto, cercando di non fargli notare quanto fosse sconvolta e quanto fosse triste per lui, le lacrime, cominciarono a scenderle lungo le guance, non era riuscita a trattenersi, lei che non piangeva di fronte a nessuno, si sentiva fragile davanti a quel ragazzo fatto di marmo e tristezza. Lo guardò con gli occhi offuscati, le sembrava una figura tragica, così bello, così forte, possibile che si fosse innamorata di lui? Sì, perché mentre lo guardava non poteva far a meno di pensare a quanto le sarebbe piaciuto poterlo abbracciare ed amare.

Si allontanò dalla stanza, dirigendosi verso la cucina, il suo corpo si muoveva, si affaccendava, ma il suo cuore si era fermato, si era fermato nelle mani di un ragazzo dagli occhi di tenebra e dal corpo perfetto.

Lui si era sdraiato sul lettino dell’infermeria di casa Brief e la ragazza, con un vassoio in mano, entrò titubante nella stanza, rimirando lo splendido ragazzo che si riposava a torso nudo.

Ti ho portato qualcosa, non so se ti piace … ecco io … io non sono una cuoca eccellente!”

Non disse nulla e Bulma gli porse il vassoio. Vegeta cominciò a mangiare avidamente ciò che aveva nel piatto. Bulma rimase a guardarlo sbigottita, si sorprese di trovare un’analogia tra Vegeta e Goku. Erano davvero identici quando mangiavano, entrambi voraci e golosi. Si accorse solo in quel momento di quante somiglianze vi fossero tra i due, entrambi amavano combattere, entrambi amavano mangiare e … non avevano la madre. A quel pensiero lo sguardo di Bulma si incupì, ma quando tornò a guardarlo con la bocca piena e il piatto vuoto sorrise.

Ne vuoi ancora?”

Gli chiese con un sorriso, lui le porse il piatto senza dir nulla, Bulma lo interpretò come un assenso e tornò in cucina per riempirglielo di nuovo.

Vegeta però questa volta l’aveva seguita in cucina, e ora, appoggiato allo stipite della porta la osservava. Chissà quali pensieri aveva nella testa, forse non avendo una madre nessuno gli aveva mai cucinato qualcosa, o forse era incuriosito da lei, chiedendosi il perché di tutte quelle attenzioni.

Siediti non fare complimenti …”

Gli disse lei imbarazzata, lui si sedette e attese il secondo round della cena.

Bulma era sempre più imbarazzata, non sapeva cosa dire o cosa fare, e lui non si sforzava più di tanto di intavolare un discorso.

Io dovrei andare …”

Disse dopo un po’ posando le posate sul tavolo.

Perché non rimani … ci guardiamo un film … così ti riposi … ti metto i vestiti nella lavatrice …”

Lui si alzò guardandola, forse stava valutando la sua proposta, così Bulma continuò.

Non puoi andartene in giro così fasciato … poi forse quei tipi ti stanno ancora cercando… a proposito chi sono? Non mi hai ancora detto perché ti hanno picchiato! Poi qui di sicuro non verranno neanche a cercarti, sei al sicuro. E poi io non ho niente di meglio da fare, sono qui a casa sola, i miei sono via … non devi preoccuparti di dare alcuna spiegazione … così se ti viene ancora fame posso cucinarti qualcosa, non sono poi male come cuoca, visto come hai divorato ciò che ho preparato …”

Aveva fatto il suo monologo, parlando a vanvera, giusto per tenerlo ancora un po’ lì, non sapeva quale potesse essere la sua reazione a quella proposta, e poi aveva decisamente parlato troppo, le era pure uscita una voce da stupida come quella di Marion.

Va bene”

Aveva risposto lui d’improvviso, Bulma era rimasta sbigottita e sorpresa.

Non fraintendere, non ho voglia di star con te e sentirti starnazzare, ma ho sicuramente meno voglia di andare a casa …”

Detto questo si era girato in direzione del salotto, sedendosi sul divano, Bulma era rimasta impalata, quel ragazzo non finiva mai di stupirla. Era corsa a prendere dei film e due coperte, aveva poi buttato il tutto sul divano.

Scegli il film, io vado a cambiarmi e a buttar tutte le cose in lavatrice … non venirmi a spiare …”

Stava per uscire, quando lui la fermò.

Aspetta …”

Mentre Bulma si girava, lo vide in piedi che si sfilava i pantaloni, rimanendo in boxer, Bulma rimase a fissarlo estasiata, ma no cosa faceva.

COSA STAI FACENDO????”

EHI datti una calmata! Non hai detto di volermi lavare i vestiti ??”

Giusto glielo aveva detto lei infondo, ma prima che potesse replicare, insultandolo in tutte le lingue del mondo, i pantaloni di lui le arrivarono dritti in faccia.

Vedi di muoverti o il film lo guardo da solo!!”

Ma che modi .. Sei proprio rozzo …”

Non l’aveva degnata neanche di uno sguardo, ma Bulma aveva capito che infondo le piaceva la sua compagnia, così come a lui piaceva la sua.

Il cellulare di Bulma squillava ormai da ore, però nessuno aveva risposto, l’aggeggio dimenticato infondo alla cartella in modalità silenziosa continuava a ricever chiamate, ma Bulma aveva altri pensieri in quel momento. Il cordless di casa era stato dimenticato chissà dove e, chiunque avesse chiamato non avrebbe mai ricevuto risposta; Bulma aveva altri pensieri per la testa, Bulma aveva solo Vegeta nella testa. Anzi Bulma aveva perso la testa, ed aveva dimenticato tutto: Chichi, Goku, i suoi amici, il suo fidanzato. A proposito non c’era mica la festa di Yamcha?

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Bulma innamorata ***


Ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia, GRAZIEEEE!!!!
x
Maia74 Credo che anch'io avrei dimenticato qualsiasi cosa con Vegeta in giro per la casa!!! In realtà mi sto divertendo da un po' di capitoli a far venire la "bava" a Bulma, che poverina ormai è succube del fascino del Principe, ovviamente come in ogni storia, bisogna vedere quando lui cadrà definitivamente nella tela che Bulma pian piano gli sta tessendo intorno. Grazie anche delle altre recensioni!!!!!!!!!!!!!!!!!!
x
BulmaMiky mi ha fatto piacere tu abbia capito l'analogia con la puntata di Dragon Ball, sto cercando di seguire un po' la storia originale, per quanto possibile essendo un' AU, anche perché la storia parte dopo che si è consumata una cruenta battaglia tra Goku e Vegeta, chissà se apparirà Freezer?^^ Ovviamente è un segreto :p Ti ringrazio anche per le altre recensioni!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
x
Luna_07 spero anch'io che le cose alla fine si risolvano per il meglio, anche se credo gli metterò i bastoni tra le ruote ancora per un po' ... è meglio che patiscano un po' prima di trovarsi, come sempre accade. Yamcha non so quanto resisterà come fidanzato, insomma Bulma sta volta l'ha fatta davvero grossa, io non credo l'avrei perdonata.
Ti ringrazio anche per le altre recensioni!!!!!!!!!!!!!!!!
x
icelberry Anch'io avrei dimenticato gli altri... e Bulma sta davvero perdendo la testa!! Come al suo solito, ma si sa' che Bulma è un po' matta!! Grazie anche per tutte le altre recensioni che hai messo !!!!!! 
x Enris Ti ringrazio per tutte le recensioni che hai messo, spero tu trovi sempre la storia intrigante ... anche perché il bello inizia adesso!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Bulma per ora sta solo perdendo nei confronti di Vegeta, ma come sempre alla fine sarà lei a vincere la guerra!
x
Fiby_Elle Spero tu segua sempre, Vegeta credo che in questi capitoli sia più sensuale del solito! Spero non aver deluso le tue aspettative sul nostro bel fusto! Grazie per la recensione.
x
flyvy spero di averti rilassato anche con questi capitoli, e i colpi di scena non sono neanche cominciati!!! :p Grazie per il sostegno!!

 

Ringrazio anche chi ha messo la storia tra i preferiti e tra i seguiti!!! E scusate se non ho mai scritto per nessuna due righe!! Sono tremendamente svogliata e senza molto tempo...:(( Ma è la cosa più bella sapere che c'è qualcuno che segue e che recensisce, perdonate la mia leggerezza, e vi ringrazio per il sostegno, scrivere è bello, ma se nessuno legge non ha molto senso farlo quindi grazie!!


Bulma innamorata

 


Era tutto buio, non c’era luce in quel luogo. Teneva una mano su di un muro, facendola scorrere lungo una parete, non sapeva cosa fare, dov’era? E quel nauseabondo odore di sangue le suscitava dei violenti conati di vomito. Perché di nuovo quell’odore, perché doveva esser sempre lei a scoprire qualcuno ferito? Poi, d'improvviso, inciampò su qualcosa e cadde rovinosamente a terra. Una porta da lontano si aprì, facendo entrare un po’ di luce. Bulma si alzò all'istante, guardandosi le mani, scoprendo con orrore di averle sporche di sangue e anche se la luce era poca poté constatare che il sangue era sparso su tutto il pavimento della stanza. Si spostò all’indietro spaventata, voleva urlare, ma la voce proprio non le usciva, le tremavano le gambe, fece un passo indietro senza sapere dove stava andando e inciampò di nuovo in qualcos’altro. Cosa stava succedendo, cos’era tutto questo, perché stava accadendo proprio a lei? Una voce da lontano la chiamò, non riusciva a capire chi fosse, non riusciva a sentire il suono di quella voce che pian piano si avvicinava, rendendosi più riconoscibile.

Signorina Brief cos‘è successo?”

Il professor Jirobai l’aiutò ad alzarsi. Cos’era successo, non lo sapeva neanche lei, perché glielo stava chiedendo.

Non ho fatto in tempo ….”

Cosa stava dicendo, cosa non aveva fatto in tempo? Perché stava dicendo quelle parole? Lei non sapeva neanche dov'era!

Guardò, con la vista appannata dalle lacrime, il punto dov’era caduta poco prima e con orrore scorse due corpi, a lei molto cari, il cuore le andò in frantumi di fronte a quell'immagine straziante.

Goku e Vegeta riversi nel loro stesso sangue giacevano inermi.

Sono morti … Bulma … come hai potuto non aiutarli!!”

La voce di Chichi, aveva sostituito il professor Jirobai e ora le urlava contro tutta la sua colpa, piangeva e si appoggiava al corpo del suo amato Goku.

Come hai potuto … è tutta colpa tua ….”

No, perché stava succedendo tutto questo, perché erano morti, chi li aveva uccisi? La voce di Chichi le rimbombava nella mente, era davvero colpa sua?


DRIIIIIN DRIIIIN

Qualcuno, già da una buona mezz’ora, suonava al campanello della sontuosa residenza Brief.

Bulma si destò d’improvviso, dov’era? Quella non era la sua stanza.

Si alzò a sedere sul divano e si guardò intorno, era nel salotto, non ricordava perché era li, si sentiva sudata, forse il terribile sogno che aveva fatto, le aveva messo agitazione, ma non lo ricordava più.

Si alzò, guardando il divano, dove un’altra coperta giaceva abbandonata.

Vegeta.

Ecco cos’era successo, si era addormentata con lui sul divano guardando un film. Avevano dormito insieme, arrossi, come aveva potuto esser così leggera, magari l’aveva anche baciata durante il sonno.

Pensò che la cosa infondo non le sarebbe dispiaciuta, ma dov’era ora lui?

DRIN DRIIINN

Di nuovo il campanello, ecco perché si era svegliata, continuavano a suonare.

Era convinta che i suoi genitori sarebbero tornati solo nel tardo pomeriggio, poi avevano le chiavi, allora perché dovevano suonare? Forse non erano loro. Si avviò verso la porta, chiedendosi dove fosse Vegeta. Aprì il cancello senza pensarci e aprì la porta. Goku e Chichi visibilmente scossi entrarono nell’immensa casa di Bulma.

Bulma ma cosa ti è successo?”

Chiese Chichi evidentemente scioccata nel vederla interamente sana e salva.

Bulma non capì sul subito, perché Chichi era così preoccupata?

Non era la prima volta che non usciva il sabato sera.

Ma sei impazzita ?? Dove diavolo eri finita??”

Disse Goku guardandola con aria dubbiosa, forse l’amica si era ammattita.

Ma …”

Oddio un pensiero fugace le balenò nella testa: Yamcha.

Oddio ragazzi come ho potuto?!”

Si era completamente dimenticata della sua festa di compleanno, come aveva potuto compiere una leggerezza simile. In più aveva pure dormito con Vegeta. Ma cosa le era saltato in testa?

Sei strana davvero Bulma, ma cosa ti è capitato? COME HAI POTUTO DIMENTICARE LA FESTA DEL TUO RAGAZZO???”

Le aveva urlato contro Chichi, Bulma stava davvero cambiando, non era mai stata così superficiale. Insomma, era sempre la prima che si ricordava i compleanni, che ricordava gli onomastici, che riempiva i suoi amici di regali ed era sempre pronta ad aiutare tutti ed a elargire buoni consigli.

Cos’era successo alla sua migliore amica?

Me ne sono dimenticata …”

Disse lei in preda al panico e all’imbarazzo, e se fosse apparso Vegeta, in tutta la sua splendida nudità, proprio in quel momento, in cerca forse dei suoi vestiti, che cosa avrebbe detto? L’equivoco sarebbe stato più che chiaro e neppure lei avrebbe potuto negare di fronte all’evidenza, insomma avevano dormito insieme con lui mezzo nudo. Chissà cos’avrebbero pensato i suoi amici.

Bulma che ti sta succedendo … accidenti Yamcha era davvero amareggiato …”

Si morse il labbro, ma perché lo aveva fatto, lei non si dimenticava mai di nulla, come aveva potuto dimenticare la festa, come aveva potuto dimenticare tutto, i suoi amici, il suo ragazzo, era tutta colpa di Vegeta, ma che le aveva fatto, una stregoneria?

Mi dispiace ragazzi io … io …. non so come ho potuto … mi sono addormentata e … mi sono svegliata ora ….”

Goku e Chichi sembravano davvero arrabbiati con lei. Chichi in modo particolare, da che Bulma aveva cominciato quell’assurda battaglia con Prince, non era più la stessa, ma non aveva ancora fatto quell‘incredibile due più due, infondo non aveva ancora scorto il ragazzo che in realtà era li, con un abbigliamento più che equivoco.

Oggi andiamo alla Kame House e Yamcha sarà lì cerca di farti vedere, o credo proprio ti mollerà per Marion, già ieri sera la sciacquetta gli è stata addosso come un polipo …”

Disse Chichi, poi voltò le spalle all’amica e se ne andò.

Goku rimase ancora lì a guardarla, dov'era la sua Bulma? Doveva scoprirlo.

Chichi io sto qui a parlare con Bulma, se per te va bene …”

Chichi si voltò verso di lui.

Fa un po‘ come ti pare …”

Disse lei senza voltarsi, continuando così la sua camminata verso l’uscita della casa. Oltre a Bulma anche a Goku, decisamente, piaceva cacciarsi nei guai, insomma si era appena lasciato con Chichi a causa di Bulma e ora le chiedeva di rimaner solo con lei? Questa volta per lo meno glielo aveva chiesto.

Bulma lo guardò perplessa mentre chiudeva la porta dietro di se e le si avvicinava.

Bulma non è che avresti qualcosa da darmi da mangiare ??? AHAHAH” 

Disse il ragazzo grattandosi la testa come era solito fare.

Si … certo …”

In realtà era un po’ imbarazzata, dov’era Vegeta? Forse se n'era andato, però non l'aveva neanche ringraziata per ciò che aveva fatto per lui, che razza di ingrato.

La risposta al suo quesito non tardò ad arrivare.

Ehi ragazzina dove diavolo sono i miei vestiti???”

Il bel tenebroso fece il suo regale ingresso in cucina, indossando solo un asciugamano legato in vita. Bulma arrossì per la vergogna, quel buzzurro si era fatto una doccia senza neanche chiederle il permesso, e ora era lì praticamente nudo, davanti a lei, povera ragazza innocente, e ad un povero Goku che aveva perso tutte le facoltà di intendere e di volere, insieme alla mandibola che stava toccando letteralmente terra. Senza contare che Vegeta, dopo la sua principesca entrata, aveva sgranato gli occhi alla vista del nuovo venuto, il suo acerrimo nemico, ed era pronto, anche in asciugamano, a menar le mani.

Bulma cominciò a balbettare qualcosa, in cerca di una spiegazione plausibile e credibile da dare all'amico di infanzia, chissà cosa stava pensando Goku di lei in quel momento.

Ecco … Goku …. Non è come sembra …”

Un Goku sempre più stupito, la guardò sempre con occhi strabuzzati.

B … Bulma …”

Che ci fai qui carota?”

Chiese Vegeta alquanto indispettito, appoggiandosi allo stipite della porta incrociando le braccia intorno al torace martoriato.

Potrei chiederti la stessa COSA?”

Goku era sconvolto, più per la tenuta di Vegeta che per altro, insomma sembrava proprio che avessero fatto qualcosa, ma Bulma sedò i suoi pensieri, insomma non avevano mica fatto un figlio insieme!

Goku posso spiegarti allora …”

Ma Vegeta la blocco, con aria alquanto scocciata, non voleva farsi vedere in quella situazione da lui, però infondo non gli dispiaceva che pensasse che lui e Bulma avessero consumato, insomma la situazione era più che equivoca.

Secchiona mi vuoi dire dove sono i miei vestiti, non posso andarmene in giro nudo non ti pare!!!”

Bulma dimenticatasi dell’imbarazzo si rivolse a lui con odio profondo, che razza di figura gli stava facendo fare? E che cafone ingrato!!!

Senti razza di IDIOTA i tuoi vestiti sono nell‘asciugatrice vatteli a prendere da solo visto che sembra che ormai questa sia casa TUA!!! MA DICO CHI TI HA DATO IL PERMESSO DI FARTI UNA DOCCIA ME LO SPIEGHI??? E POI DANNAZZIONE ORA TI DEVO RIFASCIARE QUELLE ORRIBILI FERITE!!!”

Il ragazzo non si era scomposto e si era voltato, in direzione della lavanderia, per riprendere i suoi vestiti, aveva già perlustrato la casa prima di farsi la doccia.

Dopo che fu scomparso dalla loro vista Goku la guardò.

Devi darmi una spiegazione Bulma...”

La ragazza sospirò, ormai poteva solo raccontargli la verità.

Goku siediti che ti preparo qualcosa ...”

Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e si sedette al tavolo, aspettando trepidante di mettere qualcosa sotto i denti.


“E così l‘hai medicato … e vi siete addormentati guardando un film …”

Disse Goku dopo aver ascoltato il racconto di Bulma, apprendendo che Vegeta era stato malmenato, da ignoti, e che lei da brava crocerossina l’aveva soccorso e medicato.

Sì Goku … non è successo assolutamente nulla, che questo sia chiaro!”

E Vegeta se n‘è stato buono da te … e avete dormito insieme sul divano …”

Goku era davvero sorpreso, sapeva bene che Vegeta era una vera e propria furia umana, evidentemente Bulma era stata una sorta di sedativo per lui.

WOW”

Aggiunse il ragazzo, non c’erano parole, era davvero sorpreso, ma anche contento, non sapeva spiegarsi il perché, ma era contento che Vegeta fosse lì con Bulma. Forse grazie a lei era l'occasione giusta per farselo amico.

Gradirei che tu non raccontassi a nessuno di questa storia …”

Disse Bulma piano all’amico, sapeva di potersi fidare di lui.

Sarò una tomba! Non temere Bulma !!” 

E le aveva rivolto uno di quei sorrisi disarmanti e rassicuranti.

La loro confidenza fu interrotta dal bellissimo moro, dai capelli a punta, che entrò in cucina catalizzando su di sé l’attenzione dei due; quanto meno stavolta era vestito.

Vegeta guardò prima Bulma poi Goku.

Questa cosa non deve uscire da qui …”

Sentenziò con aria alquanto minacciosa.

I due annuirono, poi Vegeta si sedette di fronte a Goku, e Bulma senza che dicesse nulla servì anche a lui una favolosa colazione, brioches, omelette, biscotti e anche una torta fatta da sua madre il giorno prima. I due si ingozzarono di ogni cosa, mentre Bulma li guardava con occhi amorevoli, erano così belli insieme, si somigliavano davvero molto, era come se fossero fatti della stessa pasta.

Si ritrovò a ridere compiaciuta di quella strana situazione che si era creata. Chi l’avrebbe mai detto, che per ammansire quelle due bestie feroci bastasse un po’ di buon cibo, ma soprattutto chi l’avrebbe mai detto che li avrebbe mai visti così pacifici INSIEME, eppure erano lì nella sua cucina, se l’avesse mai potuto raccontare nessuno le avrebbe creduto. Goku era una certezza per lei, lo conosceva da sempre e per sempre sarebbe rimasto nella sua personale storia; Vegeta invece era appena apparso, eppure l’aveva travolta con la sua irruenza, il suo magnetismo, guardandolo era certa che ora che era entrato nella sua vita non ne sarebbe mai più uscito, o quanto meno lei non glielo avrebbe permesso.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Parlare di nulla ***


X BulmaMiky l'evolversi degli eventi tra i due sarà un po' lenta, ma pian piano e se Bulma avrà un po' di pazienza... cmq hai colto nel segno il mio intento, mi sembrava giusto fosse Goku a sapere per primo, di Bulma e Vegeta, anche se di fatto tra i due non c'è ancora nulla, come nel manga di fatto, lui lo scopre prima che succeda qualcosa ai due. Cmq spero che ti piaccia anche questo capitolo, diciamo che manda avanti un po' le cose e soprattutto, svela nuovi segreti ... Buona lettura fammi sapere che ne pensi!!
x
Luna_07 diciamo che Chichi ha le sue motivazioni, che in parte saranno svelate, da qualcun altro in questo capitolo, ma non del tutto ... voglio far vacillare un po' la sua relazione con Goku, come di fatto lo è anche nel manga, insomma Goku e Chichi non sono una coppia proprio stabile. Per quanto riguarda Bulma e Vegeta beh si sa no che prima o poi ... Bulma è già consapevole dei suoi sentimenti, Vegeta come al solito ha altre cose per la testa, ma forse tra queste c'è anche la sua compagna di banco. Per Yamcha .... diciamo che qualcosa sta cambiando!! Buona lettura!! 
x
Maia74 Bulma ha davvero un migliore amico fantastico, ma io penso che Goku non sia poi così generoso come fa credere(è pur sempre colui che abbandona la sua famiglia due volte per farsi i cavoli propri), avrà anche delle altre motivazioni ... che sono ancora segrete!!! Chichi prima o poi si redimerà!! Credo! Per sapere di Bulma e Yamcha ... buona lettura!

Grazie a tutti quelli che seguono!!!




Parlare di nulla


Bulma aveva sparecchiato la tavola, i due mangioni se n’erano andati da un pezzo; Vegeta, subito dopo la colazione, aveva preso i suoi averi ed era sparito senza neanche ringraziarla; Goku era rimasto un po’ con lei, dicendole in seguito che sarebbe andato da Chichi, e che si sarebbero sicuramente visti tutti insieme nel pomeriggio alla Kame House, la casa del vecchio eremita delle tartarughe che si trovava vicino alla spiaggia della città; era un luogo dove con tutti i suoi amici, Bulma, si ritrovava di tanto in tanto. Inoltre doveva assolutamente chiedere scusa a Yamcha, sì ma come fare? Di sicuro il regalo non sarebbe bastato e per altro non aveva alcuna intenzione di dargli ciò che voleva. Di sicuro non poteva lasciarlo il giorno del suo compleanno, già, perché la festa si era svolta di sabato, ma il giorno del suo compleanno era proprio quella domenica, le sembrava una mossa non molto bella da fare al ragazzo, anche se Bulma si rese conto che non aveva poi molto senso, stare insieme a lui, dato che, era ovvio e palese, che ormai si fosse completamente invaghita di Vegeta, per non dire innamorata.

In che situazione stupida si era cacciata, tutto quello solo per colpa di Prince, accidenti a lui e al suo fascino, per non contare che aveva perso la sua migliore amica, anche se non capiva tutto quell’astio, non l’aveva neppure ringraziata per ciò che aveva fatto per lei.

Decise di mandare un messaggio di auguri a Yamcha, il quale ovviamente non rispose, Bulma si dette da sola della codarda, ma non sapeva proprio che parole rivolgere al fidanzato, ormai quasi ex.

Decise che l’avrebbe affrontato faccia a faccia nel pomeriggio, alla casa del Genio. Pranzò molto velocemente e si prodigò a sistemare al meglio la casa, non era una ragazza molto ordinata a dire il vero, ma di certo non voleva lasciar tracce del passaggio di Vegeta nella sua casa, nessuno doveva scoprire ciò che era successo. Prese la coperta sulla quale Vegeta aveva riposato quella notte e arrossì al ricordo di lui che dormiva a pochi passi da lei, annusò quella coperta in cerca del suo odore, e la abbracciò ricordando il corpo del ragazzo, per il quale aveva perso la testa.


Che stupida sono …”

Sistemò il salotto e salì in camera sua a cambiarsi. Le due del pomeriggio si avvicinavano, doveva arrivare alla Kame House puntuale, aveva molte cose da farsi perdonare. Il suo bagno personale era sfatto, lei era certo disordinata, ma anche qualcun altro lo era. Bulma sorrise compiaciuta all’idea che Vegeta vagando per la casa avesse scelto proprio il suo bagno per lavarsi, rise all’idea di lui in giro per la Capsule Corporation, poi però arrossì pensandolo sotto il getto d’acqua con quel corpo scolpito e fantastico, nudo nel suo bagno.


Che razza di stupida sono, sto diventando peggio del Genio!!”

Disse tra sé e sé la ragazza, ormai paonazza, cercando un vestito da indossare nell’armadio. Si guardò allo specchio, e sul suo volto comparve una smorfia disgustata, quella tuta grigia che indossava era veramente orrida, cosa le era saltato in mente di metterla, che figura aveva fatto la grande, seducente ed affascinante Bulma Brief con il più spietato ragazzo in circolazione, era veramente inguardabile.


Di sicuro non l‘ho conquistato ….”

Si ritrovò a sospirare e a pensare che tutto quello era partito perché lei aveva tentato di sedurlo, invece si era ritrovata lei sedotta e ad aver passato una notte con lui, con una tuta orribile, su di un divano, sperò che almeno non avesse russato durante il suo pesante sonno.


Bene Bulma ottimo … forse sei tu ad esser rozza, non lui!”

Si disse di nuovo rivolgendosi alla sé stessa riflessa nello specchio.

L’ora della verità era arrivata, si diresse come un fulmine, verso il luogo di ritrovo, non aveva mai avuto paura di affrontare nessuno, non che ora ne avesse, ma si sentiva decisamente un po' in colpa nei confronti di tutti. Arrivò finalmente sulla spiaggia, fu Crilin ad accoglierla; tutto trafelato le andò incontro.


Bulma, ma che fine avevi fatto eravamo tutti preoccupati per te! Yamcha è molto giù di morale!”

Bulma abbassò lo sguardo, era mortificata, aveva avuto un comportamento degno del peggior Vegeta Prince.


Mi dispiace Crilin, ero molto stanca e mi sono addormentata senza accorgermene!!”

Crilin la guardò sorridendo.


L‘importante è che tu stia bene!”

Si avviarono insieme verso il resto della combriccola, Laura la salutò contenta di vederla, Chichi non la degnò neanche di uno sguardo, mentre Marion la guardava con sguardo trionfante, sicura di avere ormai il suo fidanzato in pugno. Mancava solo Goku all’appello, chissà dov’era?


Ciao.”

Disse Bulma imbarazzata, poi si rivolse al fidanzato facendogli un segno con il capo. Lui, allocco, non capì, così Bulma dovette dirgli chiaramente se potevano parlare un attimo in privato.

Bulma camminò un po’ sulla sabbia, guardando il mare, in cerca delle parole giuste da dire.


Yamcha mi dispiace …”

Dispiace più a me credimi …”

Disse il ragazzo amareggiato.


Io volevo comunque scusarmi con te, non l‘ho fatto di proposito e non era mia intenzione ferirti …”

“Non importa Bulma, capita a tutti di sbagliare … capisco tu sia stressata per la scuola e poi ieri avevi l‘incontro con l‘Orange Star … immagino che il tuo futuro venga prima di me!”

Disse lui convinto, con un sorriso, Bulma pensò che quel ragazzo non era proprio adatto a lei, era disgustosamente troppo buono, come poteva averla perdonata così facilmente?

Il ragazzo si avvicinò di più a lei e l’abbracciò, Bulma si sentì soffocare, l’odore di lui era orribile, il suo corpo non le piaceva, dov’era il SUO Vegeta?


Bulma …”

Continuò Yamcha, Bulma era sicura di cosa volesse da lei, ormai lui aveva compiuto i suoi diciotto anni, e lei era certa che volesse qualcosa di più, soprattutto ora che lei era in torto marcio, forse il ragazzo pensava che così facendo lei si sarebbe concessa, anche solo per farsi perdonare.


“… io vorrei qualcosa di più dalla nostra relazione …”

Lei era a dir poco disgustata, lei assolutamente non voleva nulla da quella relazione, anzi, voleva troncarla, voleva Vegeta. Bulma non sapeva che cosa rispondere, deglutì mentre il ragazzo si chinava su di lei per baciarla. Non sapeva davvero che fare, non poteva scostarsi, l’avrebbe ferito, ma dannazione le sue labbra avevano ancora il sapore di Vegeta e lei non voleva perderlo.


BUULMMMAAAA!!!”

Qualcuno da lontano la chiamò appena in tempo per schivare l‘orribile bacio, Bulma si spostò da Yamcha ed entrambi guardarono chi la chiamava. Era Crilin.


Bulma ti suona il telefono!!”

La ragazza nella fretta aveva lasciato la borsa su di una sdraio davanti alla casetta rosa, forse erano i suoi genitori che avevano bisogno di lei. Yamcha sbuffò, scocciato per essere stato interrotto, accidenti, lui voleva concludere con Bulma, baciarla e poi convincerla a fare sesso con lui, aveva una voglia matta di portarsela a letto. Marion era stata una bella distrazione, ed era riuscito a baciarla e anche a toccarla un po’, ma Bulma era decisamente più bella, e poi era una sorta di trofeo, era intelligente, bella, bisbetica, se fosse riuscito a far l’amore con lei, sarebbe stato come averla domata, anche se lei non sembrava accettare le sue avance.

Bulma corse verso Crilin, agguantò la borsa, ringraziando mentalmente, chiunque fosse la persona che l’aveva chiamata, guardò lo schermino del cellulare che continuava a suonare e, con suo sommo stupore, lesse: Goku.

Cosa poteva essere successo, e poi perché chiamava lei? Chichi parve non accorgersi di nulla, Bulma aveva un brutto presentimento, così rispose.


Pronto?”

E si spostò in un angolo per non essere udita.

Un Goku affannato rispose dall’altra parte del telefono.


Bulma … si tratta di Vegeta … ”

C… cosa ??”

Bulma era terrorizzata, cosa gli era successo.


Siamo davanti a casa tua, ti prego vieni, non sapevo cosa fare ….”

Gli occhi di Bulma luccicavano, cos’era successo ancora a Vegeta, e se l’avessero ripestato, oddio, come poteva essere. Senza perder tempo agguantò la sua borsa.


Arrivo subito!!”

Disse concludendo la conversazione.


Cos‘è successo Bulma …”

Chiese Laura, vedendo la faccia di Bulma alquanto preoccupata, Yamcha, che nel frattempo li aveva raggiunti la guardò perplesso.


Devo andare a casa … ”

Una scusa, forza Bulma inventa qualcosa.


I miei non hanno le chiavi di casa … e sono rimasti chiusi fuori!”

Si sforzò di ridere, mentre gli altri la guardavano.


Devo andare …”

E senza che nessuno potesse replicare, cominciò a correre verso casa, il suo solo pensiero era LUI, lui che ormai le aveva stregato il cuore.

“Finalmente sei arrivata Bulma …”

Goku, appoggiato alla cancellata, pieno di lividi e tagli, la guardò sorridendo, Vegeta giaceva accanto a lui svenuto.


C… cos‘è successo??”

Bulma si avvicinò ai due poggiando le mani su Vegeta, le faceva male vederlo così e le lacrime, senza volerlo, cominciarono a bagnarle il viso.


Oh Bulma non fare così …”

Disse Goku, che si reggeva in piedi a mela pena, poggiando una mano sulla spalla dell’amica, comprendendo che Bulma provava qualcosa per quel ragazzo martoriato.


Ti racconterò cos‘è successo ma ora andiamo dentro …”

Disse risoluto con la sua solita calma, Bulma annuì tra le lacrime, ed insieme alzarono Vegeta, ancora privo di sensi.

Bulma decise che era meglio portarlo in camera sua, i suoi sarebbero arrivati presto, e lei non aveva voglia di spifferare tutto, voleva ancora tenere segreto quello strano rapporto che la legava a quello strano ragazzo dai capelli a punta.

Disfò il letto ed insieme a Goku ve lo adagiarono sopra, Bulma prese la cassetta dei medicinali e cominciò a pulire le ferite di Vegeta, Goku non necessitava di cure immediate, e riuscì da solo a medicarsi quel poco che c’era da medicare.


Dimmi cosa gli è capitato ancora?”

Stavo venendo alla Kame House, quando l‘ho visto con altri tre individui che lo malmenavano, uno lo teneva fermo e gli altri due lo picchiavano, quei tipi erano davvero grossi … ma dovevi vedere com‘erano conciati … Vegeta gliele deve aver date di santa ragione …”

Immagino …”

Disse Bulma, non distogliendo mai lo sguardo dal ferito, guardandolo con occhi amorevoli.


Poi sono arrivato io e sono intervenuto, ma Vegeta dopo poco ha perso i sensi, così ho pensato di portarlo qui, mi sembrava la cosa giusta da fare …”

credo di si ….”

Disse Bulma con un sorriso, infondo non le dispiaceva averlo lì nel suo letto privo di forze, gli accarezzò la fronte, con premura, Goku sorrise.

Era passata un ora, ma Vegeta non si era ancora svegliato, Bulma era affianco a lui. Goku era al piano di sotto in bagno. Lei gli accarezzò il volto martoriato, com’era bello. La carezza scese lungo il volto di lui, fino alla bocca, con i polpastrelli delle dita gli toccò le labbra, così morbide, le sembrava impossibile ritrovarsi in quella situazione, eppure era lì a guardarlo come non aveva mai guardato nessuno. Poggiò delicatamente la guancia alla sua, cercando un po’ di tepore, poi sorrise e sfiorò le sue labbra con le sue, infondo anche lui le aveva rubato due baci, poteva anche concedersene uno lei, no? Bulma rabbrividì a quel contatto, avrebbe tanto voluto che quel bacio si intensificasse, ma lui era privo di sensi. Bulma si staccò, ma rimase sempre vicina al viso di lui, per sentire il suo respiro regolare. Lentamente le palpebre del ragazzo si aprirono, Vegeta la guardò con quello sguardo magnetico, che non lasciava scampo, incollò le sue iridi blu a quelle nere di lui.

Rimasero così a guardarsi per minuti interminabili, Bulma non si sentì neppure imbarazzata per quel bacio rubato, infondo glielo doveva.


Ti sei svegliato finalmente !!”

Disse lei, cercando di sembrare il più seccata possibile, lui cercò di tirarsi su, anche se privo di forze, riuscì a sistemarsi meglio sul letto, tirando su la schiena. Si massaggiò la testa ancora un po’ scioccato.

Come sono finito qui?”

Le disse guardandola, poggiandosi una mano sulla fronte, la testa gli doleva da impazzire, mentre aspettava la risposta si guardò intorno, quella doveva esser la stanza di Bulma. La ragazza lo guardò e gli sorrise.

Mi hai per caso violentato?”

Disse lui stizzito ed innervosito nel non sapere per quale motivo il grande Vegeta Prince fosse nel letto di una ragazzina (NdA Vegeta anche tu sei un ragazzino!!!) senza sapere il perché.

Bulma scoppiò in una fragorosa risata, trattenendosi la pancia con le mani, non sapeva che Prince all’occorrenza potesse esser così tremendamente simpatico.

Goku entrò in quel momento, sentendo le risate di Bulma.

Che è successo Bulma?? Si è svegliato!?”

Vegeta parve sconvolto alla vista di Carota, mentre Bulma continuava a sganasciarsi dalle risate, più che altro continuava a pensare che infondo un po’ l’aveva “violentato”.

Cosa ci fai qui Carota? Sei sempre in mezzo ai piedi!!”

Sbotto il moro sdraiato nel letto, quella situazione non gli piaceva, quei due erano i suoi acerrimi nemici, cosa ci facevano li?


Non trattarlo così! Lui ti ha salvato!”

Disse Bulma, scocciata dell’atteggiamento di Vegeta.


Nessuno glielo ha chiesto!”

Disse Vegeta guardandola con aria di sfida. Goku imbarazzato si grattò la testa, possibile che non riuscisse mai a fare qualcosa di giusto per quello zuccone.


Be adesso piantala di atteggiarti e raccontaci cos‘è successo …”

Niente”

Bulma cominciava a spazientirsi, quel ragazzo era veramente ottuso e ingrato, come si permetteva di trattarli così.

IDIOTA!! FARSI MALMENARE DUE VOLTE IN DUE GIORNI NON MI SEMBRA NULLA!!!!”

Aveva sbraitato lei, seriamente convinta che prima o poi pure lei lo avrebbe picchiato a sangue.

Bulma calmati …”

Disse Goku, cercando di fermarla, quegli occhi carichi di fiamme non lasciavano presagire nulla di buono.


Chi erano Vegeta? Se sono riusciti a metterti le mani addosso non sono tipi da niente!”

Non sono affari tuoi Carota! Non sono nessuno quei tipi …”

Bulma decisamente voleva spaccargli qualcosa in testa, ma Goku continuò imperterrito, in qualche modo lo capiva, sapeva perfettamente che se faceva tanto il duro era solo per orgoglio.


Credo che ormai siano affari miei visto che mi sono intromesso!”

Goku e Vegeta si guardarono negli occhi, non c’era astio tra loro in quel momento, ma solo una forte comprensione, Bulma si ritrovò a guardarli ammirata, sembrava che quei due si capissero bene.


Erano gli scagnozzi di Freezer … quel fetente assieme a suo padre … con dei giochetti si stanno prendendo gioco di quell‘idiota di mio padre e gli stanno fregando l‘azienda ….”

Si fermò un attimo e guardò Goku con ira crescente, stringendo la mano in un pugno serrato dalla rabbia.


L‘altro pomeriggio sono venuti a farsi beffe di me … ma nessuno si può permettere di prendere in giro il sottoscritto … io sono Vegeta Prince e nessuno dico nessuno mi sottometterà mai …”

Bulma non ricordò di aver mai visto Vegeta parlare così a lungo, confessandosi, le faceva una tenerezza incredibile, aveva una tristezza negli occhi infinita.


Vogliono impadronirsi dell‘azienda di mio padre e trasformarla in non so che cosa …”

Vogliono trasformare l‘impero dei Dojo Prince???”

Disse Goku alquanto sorpreso da quella confessione.


Si … l‘altra sera hanno fatto una cena d‘affari e c‘ero anch‘io …”

In quel momento guardò Bulma, e lei ricordò all’istante il momento del loro secondo bacio, quindi lui era lì a trattare d’affari con il padre, ma era assurdo, era solo un ragazzino (NdA ehm Bulma anche tu sei una ragazzina!!). Ma Bulma non disse nulla si limitò ad abbassare gli occhi.

Di fatto Freezer non si può impadronire dell‘azienda in quanto mio padre non è il solo proprietario …”

E questa volta i suoi occhi erano fissi su Goku, che deglutì agitato, Bulma non poté fare a meno di pensare che anche lei avrebbe voluto capire Vegeta proprio come lo capiva Goku.

Mia madre era comproprietaria, ma essendo lei defunta … ha lasciato scritto che la parte di azienda a lei intestata andava ai suoi figli … ”

I due si guardarono per un lungo momento, Bulma non sapeva che Vegeta avesse un fratello, forse era più grande di lui, e quindi non l’aveva mia visto. Tornò con i piedi per terra.

Quindi tuo padre non può cedere l‘azienda se tu e tuo fratello non firmate?”

Chiese Bulma osservando il ragazzo.

Si diciamo più che altro IO! Mio padre è stato in parte costretto, la famiglia Ice è molto influente, è un codardo per questo gli cede così facilmente l‘azienda … ha paura di loro, ma io mi sono opposto … per questo ieri Freezer ha mandato i suoi scagnozzi a cercarmi … per questo mi hanno aggredito, e oggi sono tornati perché avevo spaccato un braccio a quell‘idiota di Guldo e volevano vendicarsi!!”

E tuo padre cosa dice?”

Mio padre è via ora, e non sa nulla, ma quando lo saprà molto probabilmente vorrà farmi la pelle anche lui, è un vero coglione!”

Bulma e Goku rimasero in silenzio per un po’ non sapevano cosa dire, ma entrambi erano sicuri di volerlo aiutare e sostenere, avevano appena fondato un club silenzioso: “Salviamo Vegeta”.


Quindi tu rimarrai qui!”

Disse Bulma risoluta, guardandolo.


Si mi sembra l‘idea migliore”

Aggiunse Goku.


Non ci penso neanche, io non sono un codardo!”

Vegeta ragiona, tuo padre ti massacrerà di botte e quei tipi anche, se vuoi rimanere in vita devi stare qui, da Bulma!”

Vegeta parve pensarci un attimo.


No! Io non posso stare qui, non ho neanche la mia roba!”

Andiamo noi a prenderla!”

Bulma lo fissava, era convinta di ciò che diceva, lo voleva lì al sicuro con lei.

Vegeta tentò di alzarsi, ma non ci riuscì, allora scocciato incrociò le braccia sul petto e si voltò verso una parte, che non includesse la faccia dei suoi “salvatori”.


Fate un po‘ come vi pare!”

Disse affondando la schiena nel cuscino, Goku e Bulma si scambiarono uno sguardo vittorioso.

Le chiavi sono nello zaino …”

Aggiunse il ragazzo, Bulma era al settimo cielo, non poteva crederci, lui sarebbe rimasto lì con lei, ne era davvero felice. Goku e Bulma si guardarono con uno sguardo d’intesa, pronti per partire alla volta della residenza Prince, in missione segreta.

Goku uscì dalla stanza, prima di andare avrebbe dovuto mangiare qualcosa, non aveva ancora toccato cibo, da mezzogiorno, e il suo stomaco reclamava vendetta.

Bulma rimasta sola con il ragazzo, lo guardò sorridente.

Non ti muovere da qui, mi raccomando!”

Lui la guardò aggrottando le sopracciglia.


Dove vuoi che vada …”

Disse acido, Bulma sapeva bene che non era finita, dovevano trovare un modo per salvarlo davvero, ma per ora andava bene così, l’importante era che lui fosse al sicuro.

Bulma andò al piano di sotto, e qualcuno in quel momento suonò alla porta, forse erano arrivati i suoi genitori, non li aveva ancora sentiti infondo, ma mentre pensava questo squillò il telefono e qualcuno lasciò un messaggio in segreteria.

Bulma cara io e tuo padre ci tratteniamo ancora un po‘ qui! Ci stiamo divertendo un mondo! Ci vediamo domani!”

Bulma sbuffò i suoi genitori erano davvero degli irresponsabili, le avrebbero mandato un’assistente sociale prima o poi.

Aprì la porta senza pensarci, come al suo solito, e davanti a lei si parò Yamcha.

Topolina ciao come va?”

Disse il ragazzo sorridente, a Bulma scappò un'espressione disgustata, che ci faceva lì?

Posso entrare?”

Ehm no … ”

Lui inarcò il sopracciglio senza capire il perché di quel rifiuto, era il suo compleanno voleva stare un po’ con la sua fidanzata, gli sembrava di averglielo fatto capire bene.

Cioè stavo uscendo ….”

Lui la guardò sempre più perplesso, usciva e non le diceva dove andava?

Bulma posso mangiare anche questo?”

La voce di Goku anticipò la sua entrata in scena, e quando vide Yamcha cominciò a tossire, qualcosa gli era andato di traverso. Yamcha impallidì, ecco dov’era finito Goku, la povera Chichi si era disperata tutto il pomeriggio, perché non si era ancora fatto vivo.

Ehm, ciao Yamcha!!”

Yamcha cominciò a fare degli starni accoppiamenti nella sua testa, e alla fine concluse: Goku e Bulma avevano sicuramente una tresca!

È per questo che non sei venuta ieri!? Non volevi vedere Goku e Chichi insieme!? Oh mio dio, allora Chichi aveva ragione!”

Bulma non capì subito a cosa si riferiva, poi una lampadina si accese nella sua testa, un po’ bacata in quel momento, ma pur sempre funzionante.

Bulma è finita tra di noi! Non pensavo potessi cadere così in basso!”

Cosa stava dicendo quel decerebrato, non era come pensava lui, assolutamente, perché si comportava come Chichi. Ma Bulma non fu pronta a dir nulla, e Goku men che meno, non sapeva cosa dire all’amico. Come spiegargli la reale situazione, come spiegargli che era solo per Vegeta che loro erano lì insieme?

Mi avete deluso … ”

Disse il ragazzo amareggiato, lasciandoli come due tonti, sparendo dalla loro vista. E come era accaduto già con Chichi i due si guardarono scioccati, senza poter dir nulla.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Missione segreta ***


Eccomi con un nuovo esilarante, lo spero, capitolo!! Un po' lungo spero che arriviate alla fine senza tediarvi prima! Che dire buona lettura e fatemi sapere !! Grazie sempre a tutti quelli che seguono e che leggono! Premessa il capitolo l'ho scritto un po' di fretta quindi non ho fatto in tempo a rileggerlo, fatemi sapere se vi sono castronerie ortografiche o di battitura o altro!! GRAZIE!!! E scusatemi in anticipo!!


 

x Fiby_Elle mi fa molto piacere ti piaccia la mia ff!! Garzie! Anche questo capitolo è un po' lungo ... speriamo non sia tedioso!! Yamcha è un vero idiota, nel prossimo capitolo ci sarà un chiarimento definitivo con Bulma, oddio ancora non so se sarà definitivo, di solito decido prima cosa scrivere nel capitolo, ma spesso i personaggi fan da se mentre narro la storia. Quindi non so cosa di preciso farà Yamcha il mollusco!! Che dire buona lettura spero ti piaccia anche questo capitolo.
X
Luna_07 Io penso che la coppia Yamcha Marion sia fantastica sono due inetti e soprattutto due frivoli e facili alle relazioni amorose, quindi mi sembrava giusto che Yamcha cadesse in tentazione, anche se Bulma gli piace sempre di più di Marion. Goku diventa sempre più importante nella storia, spero che risolva con la povera Chichi , ma non ho ancora deciso sul da farsi!! Bulma e Vegeta ... non dico nulla!! Buona lettura
x
Maia74 Bulma decisamente si merita di meglio! E ora che il meglio se lo ritrova in casa speriamo lo accalappi come si deve!! Yamcha è un vero idiota, mi sono solo divertita a fargli fare una pessima figura, e continuerò in tutte le mie storie a fargliene fare è ciò che si merita! Nessuna pietà per il mollusco! Spero ti piaccia il continuo la storia si complica un po', ma la prevedo ancora molto lunga!! Buona lettura

Missione segreta

Bulma e Goku erano rimasti a lungo sulla porta della casa di Bulma, che situazione assurda.

Non solo Chichi aveva preso un abbaglio, ma anche Yamcha.


Bulma mi dispiace!”

Anche se ormai Goku era convinto che a Bulma non importasse più nulla di Yamcha, era tonto, ma non stupido, e aveva visto come Bulma guardava Vegeta, era molto interessata al ragazzo.


Anche Chichi mi ha fatto un sacco di storie, è convinta che tu sei innamorata di me!”

Ci fu un lungo silenzio tra i due ragazzi, Bulma non riusciva a proferir parola, era molto dispiaciuta, infondo, Yamcha non si meritava tutto quello, soprattutto il giorno del suo compleanno, Goku continuò il suo discorso.

Bulma se Chichi ti vedesse con Vegeta …”

Bulma arrossì vistosamente ed interruppe Goku all’istante.

Goku non dire stupidaggini … io … non mi piace Vegeta!”

Goku le sorrise, la conosceva da troppo tempo e non l’aveva mai vista guardare nessuno a quel modo, poteva ingannare chiunque, ma non lui.

Io … io …”

Bulma non ti preoccupare … ”

Le sorrise lui, posandole una mano sulla spalla, ognuno rimase assorto nei propri pensieri.

Ora abbiamo una missione da compiere! Domani penseremo a loro!”

Disse Goku, Bulma annuì con il capo, allontanandosi da lui per salire al piano di sopra.


Ore 19.30 residenza Prince.

Bulma e Goku vestiti entrambi di nero si avvicinarono all’immensa cancellata di casa Prince con circospezione, Vegeta gli aveva detto di entrare dalla dependance, in quanto in casa c’erano i domestici e il maggiordomo.

Bulma si era stupita che il ragazzo avesse cotanta servitù, lei era ricca, ma i suoi genitori preferivano gestire la famiglia loro stessi, sua madre amava prendersi cura della cucina e del giardino. Una cosa era certa, non erano dei genitori apprensivi, si fidavano di lei, fin troppo alle volte, ma le erano sempre rimasti accanto e l’avevano coccolata a loro modo, ma erano pur sempre dei genitori presenti. Vegeta invece le era sembrato un ragazzo terribilmente solo e triste. Suo padre non lo calcolava, sua madre non c’era, e suo fratello? Non ne aveva mai neanche sentito parlare, chissà che tipo era.

Entrarono dal cancelletto cercando di far meno rumore possibile, Bulma era elettrizzata da quell’esperienza esilarante, si sentiva una ladra e Goku era talmente goffo che le veniva da ridere e mentre attraversavano l’immenso e oscuro giardino, il ragazzo era inciampato innumerevoli volte, per poi andare a sbattere contro un albero nel tentativo di richiamare l’amica. Bulma dovette far appello a tutto il suo auto controllo per non scoppiare a ridere sguaiatamente nel bel mezzo del giardino, rischiando di farsi scoprire. La situazione era alquanto anomala e divertente, era molto che non si sentivano così felici ed uniti, c’era voluto Vegeta per rinnovare quella loro forte intesa nelle avventure. Era dalle loro bravate di bambinetti vivaci e intraprendenti che non si divertivano così tanto insieme. Entrarono dalla porta di servizio, come gli era stato suggerito da Vegeta, con circospezione si trovarono a gattonare sul pavimento piastrellato e austero dell’immensa cucina, sembravano due veri ladri, Goku davanti e Bulma subito dietro di lui. Goku sentì dei passi e fece segno con la mano a Bulma di fermarsi e di far silenzio, lei si nascose dietro un mobile a cassetti mentre lui avanzava con circospezione, per vedere se qualche pericolo incombesse su di loro. Una domestica si affaccendava a sistemare dei panni nella stanza affianco che aveva tutta l'aria di essere una sala da pranzo, Goku rimase affascinato da quella casa, neppure la casa di Bulma aveva la parvenza di essere una reggia, gli sembrava di stare nella casa di un vero principe. La domestica se ne andò, parve non accorgersi della presenza dei due intrusi. Goku fece un cenno a Bulma di avanzare verso di lui, lei un poco spaventata si avvicinò con cautela.

Controllarono la mappa disegnata da Vegeta per raggiungere la sua stanza e recuperare il necessario, fortunatamente dovevano andare dalla parte opposta della domestica. Bulma e Goku si alzarono schiacciandosi il più possibile alla parete, Goku guardò nel corridoio adiacente per vedere dove fosse la scala e Bulma rimase acquattata nella stanza da pranzo. Goku andò nel corridoio per vedere se vedeva o sentiva pericoli, la scala era lì a pochi passi, ma voleva prima controllare; appurato non vi fosse alcun pericolo, camminando il più lentamente possibile cercò di tornare da Bulma. Sfortuna volle che la ragazza, presa dalla curiosità si affacciò dallo stipite della porta, nel mentre Goku tornava sui suoi passi, lo scontrò procurò ad entrambi un grosso spavento, e Bulma cercò di trattenere un terribile urlo di terrore, temeva davvero di esser stata scoperta, barcollò e cadde a terra un po’ per lo spavento un po’ per l’urto. Goku le fece segno di far silenzio e di seguirlo, gesticolando le spiego ciò che aveva visto.

Eh??”

Disse Bulma, tappandosi subito la bocca con la mano, Goku spalancò la bocca, continuando a gesticolare e sillabando con le labbra un “ma sei stupida?”. Ripreso il contegno iniziale, i due continuarono la missione nel massimo della serietà. Salirono le scale verso il piano superiore, Bulma si guardava intorno, voleva memorizzare ogni particolare di quella casa, pensava di riuscir a scorgere qualcosa che le raccontasse di più di quel ragazzo, di cui non sapeva davvero nulla.

La casa era ricca di quadri e suppellettili di lusso, un lungo tappeto percorreva il corridoio del piano superiore, attutendo i loro passi. Nessuno si era accorto di loro e quando videro la stanza indicatagli da Vegeta come la sua entrarono senza troppi indugi, entrambi curiosi di vedere come fosse, Goku era incuriosito dal ragazzo tanto quanto lo era Bulma, in modo differente beninteso, lui si era sempre sentito legato in qualche modo a quello strano ragazzo dai capelli a fiamma. Entrarono e accesero delle torce, la persiana era chiusa e la luce della luna filtrava a malapena attraverso le assi orizzontali, quindi necessitavano di un’ulteriore fonte di luce per setacciare armadio e cassetti alla ricerca del vestiario di prima necessità per il ragazzo. La stanza era grossa, sul pavimento giacevano abiti e quaderni, non doveva esser un tipo particolarmente ordinato, il letto era sfatto e sulla scrivania c’erano un’innumerevole quantità carte di merendine e caramelle, a Bulma ricordò tanto la stanza di Goku, anch’esso un dio del disordine e della confusione, a dire il vero neppure lei era poi così ordinata, ma per lo meno il caos non regnava sovrano nella sua stanza. Si mossero con circospezione, certi però che nessuno sarebbe mai entrato nella stana, probabilmente Vegeta non permetteva ai domestici di fare ordine nel suo regno. Bulma aprì il borsone e prese dall’armadio le prima cose che trovava senza osservar troppo ciò che aveva per le mani, l’unica cosa che si accertò di aver preso era la divisa scolastica, quella di sicuro gli sarebbe servita. Goku intanto riempiva lo zaino delle cose presenti nei cassetti, fu Bulma a dirigersi verso il bagno in cerca di spazzolino e aggeggi utili ad un ragazzo per la sua toilette personale. Finita la razzia nella stanza di Vegeta e carichi di ogni genere di vestito i due ragazzi si diressero verso l’uscita. Ma dovettero fermarsi, due uomini si aggiravano per i corridoi, anzi un uomo e una donna.


Signor Prince si fermi …”

Disse la donna con voce suadente, i due spioni arrossirono, quelli sembravano in atteggiamenti intimi, si chiusero così la porta alle spalle mentre i due abbracciati si avvicinavano alla porta della camera di Vegeta.

E se ci sentisse suo figlio …”

Disse di nuovo la donna, continuando però a baciare il collo del miliardario che aveva per le mani, seguì una grassa risata dell’uomo, che approfondì la carezza verso quell’improvvisata amante di una serata.

Mio figlio? Lascialo perdere … cosa vuoi che me ne importi!”

Bulma strinse la mano in un pugno, che razza di padre era quello, si faceva una donna davanti alla camera del figlio dicendo che non gli importava nulla di lui, e se invece di loro due vi fosse stato Vegeta all’interno della stanza cosa avrebbe provato nell’udire quel chiaro disprezzo da parte del padre.

Bulma si morse il labbro, voleva gridargli qualcosa, che uomo odioso e orribile.

I due si allontanarono nel corridoio sempre scambiandosi effusioni e stuzzicandosi, non ci volle un genio per capire come sarebbe finita la serata del signor Prince.


Forse è meglio se ci caliamo dalla finestra…”

Disse Goku guardando l’amica, Bulma si riprese dallo shock , chissà quante volte era capitato a Vegeta di vedere quelle cose, chissà come si sentiva, lei avrebbe sofferto nel vedere suo padre con una donna che non fosse sua madre.


Goku non so se riesco, non sono molto atletica io!!”

Il problema era che tornando al piano di sotto avrebbero rischiato grosso, così Goku convinse Bulma che quella era l’unica soluzione possibile, quindi aprì la finestra, con cautela.


Buttiamo prima le borse?”

Chiese Bulma, che non era del tutto convinta di farcela.

Goku senza preavviso, lanciò giù le borse, tanto c’erano solo vestiti, non c’era problema che si rompesse qualcosa.


Vai prima tu!”

Disse Bulma, sicura che sarebbe caduta miseramente a terra, rompendosi forse qualcosa. Goku annuì e cominciò a calarsi giù per la gronda, l’altezza non era molta, appena fu alla portata della balaustra sottostante si preparò a spiccare un salto e presto fu a terra, atterrando perfettamente su due piedi.


Ma qui lasciamo aperto?”

Chiese Bulma all’amico, lui aprì le bracci scettico, infondo era una fuga di Vegeta in piena regola, senza di lui chiaramente, però chissà cos’avrebbe pensato il padre nel trovare la stanza vuota, forse non gliene sarebbe importato poi più di tanto. Bulma sospirò e si fece coraggio, doveva farcela, Bulma Brief non si fermava davanti a nulla e di certo, un balzo non poteva poi essere così pericoloso.

Speriamo di rompermi solo un braccio!”

Disse invocando mentalmente gli dei. Si appese al davanzale e calò le gambe appoggiandosi ad una modanatura sottostante, che correva lungo tutto il perimetro della casa. Poi si appoggiò ad essa con la mano, deglutì, aveva davvero paura.

Buttati Bulma …”

Disse Goku aprendo le braccia, l’avrebbe presa lui al volo, sì le sembrava la soluzione migliore, ma non pensava di soffrir di vertigini a quel modo, si abbassò più che poté e in seguito si lanciò verso Goku chiudendo gli occhi. Lui la prese al volo, ma cadde a terra e Bulma sopra di lui con ancora gli occhi chiusi.


Sono viva?”

Chiese Bulma stringendosi all’amico, lui poggiò le mani sull’erba sollevando il busto e guardò Bulma sorridendo, aveva davvero una faccia buffa, aveva assunto un colorito verdognolo che si intonava con i suoi capelli; faceva davvero ridere.


Bulma tutto bene!?”

Disse Goku sogghignando, lei aprì gli occhi e lo guardò, le veniva da vomitare, ma si diede un contegno e si sollevò, non poteva starsene seduta sulle gambe di Goku a quel modo e poi dovevano andarsene da lì il prima possibile.


Andiamo”

Disse afferrando una delle borse, Goku si alzò a sua volta afferrando l’altra, cominciò a correre per il prato, ce l’avevano fatta, ancora un poco e sarebbero usciti. Bulma correva dietro di lui, la corsa le giovava, si stava riprendendo dallo spavento precedente, che pazzie si fanno per amore, a questo pensiero arrossì, avrebbe dovuto condividere la stanza con il ragazzo che le piaceva, che situazione assurda, ma come le era venuta un’idea tanto strampalata.

Finalmente uscirono dalla cancellata, erano definitivamente al sicuro, beh a parte il fatto che sembravano due ladri con il bottino.


Siamo stati bravi …”

Disse Goku, Bulma gli sorrise, quell’avventura le era piaciuta molto.

Già eccezionali, forse dovremmo darci al furto! ”

Si beh ma avevamo le chiavi!”

Disse Goku, facendole notare che in effetti avevano le chiavi della casa con tanto di telecomando per l’allarme e che senza di esso di sicuro non sarebbero riusciti a far nulla.

Beh siamo stati bravi lo stesso!!”

Risero insieme, avviandosi verso la Capsule Corporation.


Dovresti parlare con Chichi”

E tu con Yamcha!”

Bulma sbuffò, non aveva voglia di chiarire la situazione, ma come avevano potuto pensare che si fosse innamorata del suo migliore amico, che era per altro il ragazzo della sua migliore amica, forse ormai ex amica.

Si, ma non capisco come abbiano potuto pensare che io e te … insomma è assurdo!”

Si io amo Chichi e a te piace Vegeta!”

Bulma lo guardò di sbieco, come aveva fatto a capirlo, era forse così ingenua che le si leggeva in faccia.


Non dire stupidaggini! Non mi piace quello scemo!”

Disse Bulma mentendo, non era pronta per accettare quella verità.

Beh dai Bulma si vede che ti piace! E poi sai che ti dico non lo vedo neanche così strano! Voi vi somigliate molto caratterialmente siete fatti l‘uno per l‘altro!”

Bulma lo guardò a bocca aperta, Goku, il ragazzo più ingenuo e tonto della terre che le diceva quelle cose?


Che ti è successo, hai battuto la testa violentemente?”

Gli chiese scettica, assottigliando gli occhi, per scrutare meglio la sua espressione.

Lui rise grattandosi la nuca con la mano.


Ma no è che mi sembrate compatibili … ”

Beh comunque sia non mi piace per niente! Gli do aiuto perché mi dispiace per lui, sembra così solo, poi penso non sia così cattivo come lo dipingono, ha solo bisogno di un po‘ di affetto!”

Si lo credo anch‘io”

Goku fece un sorriso triste e tornò a guardar la strada.

Sai Goku … mi ha detto che sua madre è morta … io non lo sapevo!”

Si lo so!”

Bulma lo guardò sorpresa, Goku sapeva della madre di Vegeta? Ma com’era possibile, quindi solo lei era così allocca da non conoscer la verità.


Solo io non lo sapevo!?”

No, direi che solo noi lo sappiamo … però vedi si confida pure con te, siete proprio uniti!”

La scherzò il ragazzo, sviando il discorso, Bulma non indagò oltre, sapeva che un tempo i padri dei ragazzi erano amici, forse per quello lo sapeva, quando lei si era trasferita in quella città aveva tre anni e aveva conosciuto Goku all’asilo, Vegeta era famoso per esser un demonio in miniatura e ripensandoci bene non era mai venuta sua madre a prenderlo, c’erano sempre delle babysitter, invece Goku aveva suo padre che lo seguiva e lo accudiva amorevolmente insieme a Radish. La cosa strana in casa Son era il rapporto tra fratelli, difatti, i due non andavano d’accordo e Radish stava sempre con l’amico Nappa, schierandosi con Vegeta in seguito, alle medie per la precisione. Lei non aveva mai fatto caso al ragazzo, lo considerava un folle, un ribelle, insomma uno da cui stare alla larga. Avevano la stessa età, ma non erano mai capitati in classe insieme, fino a quell’anno, invece con Goku erano sempre rimasti nella stessa classe e la loro amicizia si era rafforzata con il tempo. Goku aveva un anno meno di lei e Vegeta, ma aveva frequentato la primina, così erano sempre stati insieme, poi avevano conosciuto Chichi e gli altri, ma in principio erano solo loro due. Per questo Bulma era molto felice di quella missione, era tempo che non facevano qualcosa insieme che fosse solo loro, ultimamente era sempre appresso alla compagna, non che le dispiacesse, ma a volte aveva bisogno di sentirsi più importante degli altri. Arrivarono presto a casa di Bulma, Goku si congedò, lasciandole le pesanti sacche.


Cosa dirai a Chichi?”

Goku si rabbuiò e rimase un attimo pensieroso.


Le dirò che l‘amo! Se non mi crede affari suoi … insomma se pensa che io non l‘amo non si fida di me, un rapporto si basa sulla fiducia, ci conosciamo da molto e se fossi stato interessato davvero a te, mi sarei fatto avanti prima! Ma senza offesa Bulma è Chichi che mi piace e ha rapito il mio cuore, ma non posso stare con una che non si fida di me!”

Bulma lo guardò stupita, non aveva mai visto Goku parlare così seriamente, era davvero profondo alle volte.

Sei sicuro di non aver preso una botta in testa! Non ti riconosco più!”

Goku rise, con il suo solito sorriso da ebete, e si portò le braccia sui fianchi, visibilmente imbarazzato.

-------------------------------

Bulma entrò in casa, chiudendo la porta a chiave.


Sono tornata!!”

Disse Bulma con voce molto alta, si sentiva una mogliettina che rincasava dopo una giornata di lavoro, per trovare il suo dolce marito ad aspettarla, il quadretto le sembrava perfetto, togliendo ovviamente il fatto che Vegeta non aveva nulla né di dolce né di romantico.

Piantò le borse all’ingresso ed entrò in cucina, erano quasi le dieci di sera, sicuramente Vegeta aveva fame e anche lei, era stata una giornata lunga e aveva solo voglia di mangiare, lavarsi e infilarsi nel letto.


Era ora quanto ci avete messo!! Che inetti!”

Lui era comodamente seduto su di una sedia, con i piedi poggiati sul tavolo, mentre sorseggiava una bibita, Bulma sbuffò, che razza di cafone era quel tipo.


Sono qui per servirvi mio Principe!!”

Lo scherni lei, con aria di sfida mentre prendeva una pentola e metteva l’acqua a bollire sul fuoco.


Si dovrebbe dire “Grazie Bulma sei una persona meravigliosa” ma è troppo per sua altezza immagino!”

Lui la guardò con un ghigno dipinto in volto e si alzò di scatto avvicinandosi, lei indietreggiò, fino ad appoggiarsi al lavello. Lui le prese una ciocca dei lunghi capelli azzurri tra le mani, si rigirò il ciuffo tra le dita e si appoggiò a lei con il corpo.


Grazie Bulma sei una persona ….”

Le sussurrò all’orecchio, lei rabbrividì sperando la baciasse di nuovo, anche se sapeva bene che lui la stava prendendo in giro, ma il suo odore, il contatto con il suo corpo caldo, le facevano desiderare cose che non aveva mai neppure pensato. C’era un’attrazione pazzesca tra i loro corpi, si desideravano e anche se Vegeta sembrava così sicuro di sé, senti il suo cuore battere al contatto con il corpo della ragazza, era il miglior ringraziamento che Bulma avrebbe mai potuto sperare. Le baciò il collo, Bulma era incapace di reagire, forse era anche arrossita, ma non le importava.


“… sei davvero una persona stupida!!”

Disse lui continuando ciò che aveva cominciato, sogghignando e staccandosi bruscamente da lei, l’aveva presa in giro per l’ennesima volta, che razza di ingenua era stata, le veniva da piangere, lui si divertiva a provocarla e lei si faceva incatenare alla sua rete. Ma Bulma non era tipo da farsi sottomettere, non era neanche il tipo che usava certe carte, ma era certa che lui provasse una forte attrazione per lei, quindi lo prese per la maglia tirandolo a se rinnovando il contatto con il suo corpo. Lui appoggiò le mani al lavello retrostante circondandole il corpo con le sue possenti braccia, mentre Bulma lo guardava con aria sprezzante, imitando il fare di lui, giusto per ribadire che non era lui che comandava.

Chi è la stupida è? Sappi che mi prendo sempre ciò che voglio!”

Detto questo senza aggiungere altro prese il suo volto tra le mani e lo baciò.

Le loro labbra erano unite, poi, lui si staccò per primo imbarazzato, Bulma sorrise vittoriosa, lui distolse lo sguardo, era davvero riuscita a stupirlo.

Così siamo pari!”

Disse lei, non ricordandosi che il precedente bacio lo aveva dato mentre lui era privo di sensi.

Ah si!?”

Fu lei ad imbarazzarsi questa volta, ma fu lesta nel riprendere in mano la situazione.

Prendi la tua roba all‘ingresso e portala sopra! Nella mia cabina armadio c‘è del posto. Io intanto cucino qualcosa.”

Bulma non lo guardò, tornando ad interessarsi della cena, l’acqua ormai stava bollendo, Vegeta non le rispose, si limitò ad allontanarsi verso l’ingresso.

-----------------------------------

Erano ormai le undici di sera e Bulma e Vegeta, ripresi dall’imbarazzo del quarto bacio rubato, stavano decidendo dove avrebbe potuto dormire il ragazzo per quella notte e per tutte quelle a venire, in cui sarebbe stato ospite di Bulma.


Io direi che dormi sul divano!”

Disse Bulma incrociando le braccia sul petto, osservando la sua stanza.

Io direi che sono un ospite e gli ospiti vanno trattati con riguardo! Quindi dormi tu sul divano!”

Disse lui avvicinandosi al letto e sdraiandosi su di esso, Bulma aveva un bel letto a due piazze, quindi volendo avrebbero anche potuto dormire insieme, ma era inammissibile che Bulma dormisse con un ragazzo, che per quanto le piacesse era pur sempre Vegeta Prince, e soprattutto non era il suo ragazzo.

Alzati subito di lì! Brutto scimpanzé che non sei altro! IO DORMO NEL MIO LETTO!”

NON ESISTE CHE VEGETA PRINCE DORMA SUL DIVANO!! Quindi S C O R D A T E LO!!!”

In che situazione era finita, accidenti a lei e a quando si era proposta di ospitarlo, era lei ad aver preso una botta in testa non Goku. E ora cosa poteva fare? Lui era già beatamente spaparanzato sul letto, si era sistemato i cuscini dietro la testa e aveva acceso il televisore al plasma appeso alla parete opposta e ora lo guardava senza neanche calcolarla, che tipo.

Bulma si rassegnò a quel punto o lo buttava giù dal letto o ci dormiva insieme, prese coraggio e si sedette sul letto affianco a lui.

Che fai?”

Chiese lui guardandola con astio.

Io non dormo sul divano! Questa è la mia camera e questo è il mio letto! Il letto è grande per entrambi, quindi possiamo starci tutti e due! “

Lui inarcò un sopracciglio, quella ragazza era davvero imprevedibile, a dirla tutta non gli dispiaceva dormire con lei, o in generale stare in sua compagnia.

Domani troveremo una soluzione migliore! Per ora non possiamo fare altrimenti! Ci sono molte stanze per gli ospiti, ma non so a che ora arrivano i miei, quindi è meglio se rimani qui in camera mia!”

Poi si fermò un attimo si sistemò il cuscino e si infilò sotto le coperte.


Ma tieni le tue mani lontane da me … anche se sono una ragazza molto affascinante …”

Lui girò la faccia dall’altra parte imbarazzato era arrossito di nuovo, Bulma era compiaciuta del suo operato.


Che tipa rozza!! Come si fa a dire simili cose ad alta voce!”

Disse lui in preda all’imbarazzo più totale, quella ragazza era incredibile.


Beh era solo un avvertimento, visto che non riesci a resistermi e soprattutto mi sei antipatico! E poi … NON SONO ROZZA!!”

Primo sei rozza! Secondo l‘antipatia è reciproca e poi sei anche BRUTTINA!”

Le disse tornando a guardarla.

Quindi mi hai baciato due volte perché sono bruttina!?”

Chiese lei ostinata a non fargliene passar liscia una.

E‘ stato un caso!”

Ah si!? Un caso eh! E tu vai in giro a baciare la gente a caso?”

Che ti importa!”

Disse spegnendo la televisione e girandosi dalla parte opposta rispetto a quella di lei, coprendosi un poco con la coperta. Bulma spense la luce, lo guardò per l’ultima volta e poi si girò dalla parte opposta anche lei. Non sapeva se sarebbe mai riuscita a dormire, dormire con un ragazzo non era una cosa che aveva messo in preventivo così presto.

Buonanotte!!”

Disse senza ricever risposta dal suo interlocutore, sospirò e provò a chiudere gli occhi in cerca di un po’ di pace, era stata davvero una lunga giornata.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Legame ***


Legame

La sveglia suonava, Bulma non aveva né la forza né la voglia di alzarsi o di aprire gli occhi. Le sembrava un mattino come tanti, eppure aveva fatto uno strano sogno, Vegeta che dormiva con lei e l’abbracciava. Lei che dormiva con la testa appoggiata sul suo petto, sentiva il suo calore, il suo respiro e le braccia di lui la stringevano a sé circondandole la spalla, che razza di sogno.
Eppure sentiva davvero il respiro di qualcuno, si accoccolò ancora di più, ma la sua testa non era poggiata sul cuscino, allora dove si era addormentata? Si alzò di un poco stropicciandosi gli occhi, qualcosa appoggiato alla sua spalla scivolò sul suo braccio per appoggiarsi poi sul fianco, gli occhi di Bulma si aprirono pian piano e focalizzò in fine ciò che aveva davanti. Un Vegeta beatamente addormentato si presentò davanti ai suoi occhi azzurri, il sole del mattino filtrava attraverso le persiane baciando il suo viso bronzeo e i suoi capelli neri, la bellezza era di certo la dote primaria dello splendido ragazzo che emanava fascino anche nel sonno. Bulma rimase a contemplarlo in estasi, prima di ricordarsi che, non era per nulla consono per una ragazzina come lei condividere il letto con un ragazzo, tanto meno dormirci abbracciata. D’altro canto la ragazza dai capelli turchesi non riusciva a dir nulla; in quel momento lo stupore era tanto dinnanzi a quella scena sconvolgente.

Si mosse con circospezione, cercando di svincolarsi da quell’abbraccio letale. Lui aprì gli occhi e alzò il busto poggiandosi la mano sul capo, era terribilmente assonnato e si sentiva la testa pesante, era come se gli fosse passato sopra uno schiacciasassi. Guardò Bulma un po’ allibito, non ricordava in quel momento cosa fosse successo, ma quella era la seconda volta che dormiva con quella ragazza. Però era quasi più carina appena sveglia, con i capelli scompigliati, le gote arrossate e gli occhi non ancora del tutto aperti.


Cosa ci fai qui?”

Le chiese con voce roca, mantenendo pur sempre il suo atteggiamento scostante, lei diventò ancora più rossa, dischiuse le labbra senza che alcun suono vi uscisse, Vegeta pensò che forse aveva perso la voce ed il che era un bene visto il tono fastidioso che lei si ritrovava, però quelle labbra rosee lì davanti a lui, così soffici e carnose gli stavano proprio facendo venire delle voglie improvvise, poi quel pigiama stropicciato con i bottoni slacciati sul petto, lasciavano intravedere le sue forme generose. Non ci aveva mai fatto caso, ma Bulma Brief era di certo la ragazza più bella che avesse mai visto.

Lei finalmente si riprese e riacquistò il caratterino che la contraddistingueva dal resto della popolazione femminile.

BRUTTO PORCO!! TI AVEVO DETTO DI NON METTERMI LE MANI ADDOSSO!”

Lui di certo non sarebbe rimasto inerte a quella provocazione e ripresosi anche lui dall'idillio di quella tiepida mattinata autunnale, rispose prontamente alla provocazione.

Non mi sembra ti siano dispiaciute le mie mani addosso!!”

Lei gli stava per tirare uno schiaffo, ma lui fermò prontamente il suo braccio, la guardò avvicinando il suo viso al suo.

Mi fanno schifo le tue mani!”

Lui, per tutta risposta, con una mossa lesta e possente la sottomise con il suo corpo, con un ghigno dipinto in volto e le catturò le gambe stringendole con le sue, schiacciandole le ginocchia contro i fianchi.

Sei un porco!!”

Gli urlò lei, con astio crescente, forse aveva ragione Chichi a metterla in allerta, prima o poi l’avrebbe violentata, quel tipo era davvero imprevedibile. Pensandoci bene le piaceva anche per quello.

Si ti avessi voluta mi sarei approfittato di te durante la notte!!”

E così non la desiderava, possibile che non fosse affascinante per un tipo come lui. Bulma girò il viso aspettando la sua prossima mossa. Lui la mollò di colpo dirigendosi verso il bagno e sbattendo la porta alle sue spalle. Bulma rimase un attimo lì sdraiata massaggiandosi il polso; le aveva fatto un po’ male. Poi si alzò e aprì la finestra assaporando l’aria fresca del mattino, ne aveva proprio bisogno per calmare i suoi bollenti spiriti. Vegeta era troppo per lei, era troppo sensuale, troppo arrogante, troppo bello, troppo irresistibile, ma lei doveva resistergli non poteva dargli la soddisfazione di cadergli ai piedi così facilmente, doveva prima fargli passare le pene dell’inferno. In realtà desiderava stringerlo tra le braccia e farsi possedere da lui, sì decisamente le serviva dell’aria fresca. Disfò il letto, lasciando che prendesse un po’ di aria, prese dall’armadio la sua divisa e aspettò che il ragazzo uscisse dal bagno.

Dov‘è la mia divisa?”

Chiese imperativo lui uscendo, con poca grazia, ma molto stile, dal bagno adiacente alla camera. Lei si voltò verso di lui, che errore fece, il ragazzo era in mutande, con un asciugamano appoggiato sulle spalle e la guardava in attesa di una risposta.

M … ma che modi sono!! Non ci si presenta così davanti ad una signorina!”

Arrossì distogliendo lo sguardo dalla visione pazzesca di quell’adone bronzeo, pensare che si era ripromessa di calmare i suoi bollenti spiriti.

Arrossisci un po‘ troppo facilmente Bulma!”

Disse lui, Bulma voltò di scatto la faccia verso di lui.

B..BULMA!!!!!”

Esclamò lei, guardandolo scioccata, non l’aveva mai chiamata per nome.

Mi hai chiamata per nome?”

NO!”

Lui arrossì, spostando lo sguardo da un’altra parte, prendendo una sacca e rovistandovi dentro alla ricerca della divisa scolastica.

Ti sbagli, hai sentito male!!”

Lei lo guardò sorridendo, faceva tanto il duro e poi si imbarazzava per delle stupidaggini, Bulma prese le sue cose e andò verso il bagno.

Arrossisci un po‘ troppo facilmente Vegeta!”

Disse Bulma ridacchiando e chiudendosi la porta del bagno alle spalle.

Quella mattina, tutto era cambiato, Bulma chiuse la porta di casa a chiave e si avviò verso la scuola, il suo nuovo coinquilino, chiaramente era andato via prima per non farsi beccare con lei e per non incontrare l’acerrimo nemico. Mentre camminava verso la scuola, Bulma, si chiese cosa avrebbe mai potuto dire a Yamcha, il ragazzo l’aveva lasciata il giorno prima per la rabbia, non che le importasse molto, ma le dispiaceva fosse successo tutto proprio il giorno del suo compleanno. La cosa che Bulma non sapeva era che il ragazzo si era già consolato con Marion. Ma questo l’avrebbe scoperto presto. Non incontrò né Goku né Chichi. Forse si erano incontrati prima per riappacificarsi, Bulma aveva deciso non si sarebbe più intromessa, Goku non era uno sciocco, ci avrebbe pensato lui a sistemare le cose.


Bulma arrivò a scuola ed entrò nell’atrio, tutte le persone che la incontravano la guardavano sogghignando. Cos’era successo? Scorse Vegeta con Radish e Nappa, lui la guardò con la coda dell’occhio. La gente la guardava e rideva, cos’era successo? Che Vegeta avesse spifferato qualcosa? No, era certa che non si trattasse di questo, lui non era il tipo che parlava di sé stesso con gli altri. Goku le venne incontro.

Bulma!! E’ successo un disastro!! ”

Bulma a quelle parole trasalì, cosa poteva esser successo.

Di che disastro parli?”

Goku la trascinò in un angolo, Bulma cercava gli occhi di Vegeta e li trovò incollati alla sua figura, la fissava con circospezione ed astio, le sue pupille vagavano da lei a all'amico e sembrò irrigidirsi quando Goku la prese per un braccio e la portò in un angolo. Bulma gli sorrise sprezzante, dopotutto si stava interessando a lei, sembrava perfino geloso.

Bulma è un casino!!!”

Goku tranquillo … calmati e raccontami tutto!”

Vegeta si avvicinò, prese Goku per il bavero e lo spintonò contro il muro.

Carota ti è sfuggito forse qualcosa con qualcuno!! Razza di imbecille!? Perché guardano tutti la secchiona e ridono?”

Se n’era accorto anche lui, allora non era geloso, voleva solo sapere cos’era successo.

No Vegeta, non è come pensi tu!”

E allora spiegaci cos‘è successo!!!??”

Disse Bulma impaziente, Goku aveva di fronte a sé due tori imbufaliti, aveva seriamente paura, quei due insieme erano praticamente una bomba ad orologeria.

E‘ successo che Yamcha ha detto a Chichi che io e te abbiamo una storia!!”

Disse all’indirizzo di Bulma.

COSA???”

Dissero Bulma e Vegeta insieme, si guardarono con astio.

Ti dispiacerebbe per caso?”

Disse Bulma a Vegeta non capendo la sua razione.

Certo che NO! Ero solo stupito!”

Rispose il ragazzo, trasformando la sua espressione facciale, da stupita ad ironica.

Beh, comunque questa mattina si è presentato mano nella mano con Marion e l‘ha baciata nel corridoio!!”

Disse Goku disgustato dell’atteggiamento dell’amico, si era subito consolato con un’altra, ed in più gli aveva fatto perder la sua adorata Chichi.

Che imbecille!”

Disse Vegeta, che ancora non si capacitava di cosa trovasse Bulma in quel ragazzo inutile e frivolo.

Ecco perché ridono di me!”

Riderò anch‘io ora!”

Disse Vegeta prendendo a sogghignare maligno.

Non ci trovo nulla da ridere!”

Già Chichi mi ha lasciato per colpa di Yamcha che gli ha raccontato una cosa assurda!”

Vegeta li guardò entrambi, i suoi neo amici avevano una faccia afflitta e triste.

AHAHAHAAH”

Cominciò a ridere sguaiatamente, la situazione era davvero comica, e lui non poteva far altro che divertirsi e ridere dei due, i quali erano stati piantati malamente dai rispettivi fidanzati, però gli dispiaceva che Bulma pensasse a quel tipo, lei di certo si meritava di meglio, qualcuno che avesse un carattere forte, uno intelligente, uno come lui insomma, ma come gli venivano certi pensieri.

La sensibilità è una delle tue doti principali!”

Disse Bulma al suo indirizzo, mentre Goku si sedeva per terra con una faccia alquanto disperata.

Beh tanto meglio, a me non importa di Yamcha! Si è comportato molto male, dopo andò a chiarire con lui. Il problema adesso è Chichi! Forse dovremmo raccontarle cos‘è successo realmente!”

Vegeta nella prima parte del discorso si sentì sollevato, Bulma non era interessata a quell’inetto, ma poi si indispettì.

Non ci pensare neppure!”

Ma Vegeta non capisci, si è creato un grande malinteso, ed è tutto per colpa tua!”

Lui ci pensò un attimo poi guardò Goku che lo guardava con la faccia triste da cucciolo indifeso, sembrava soffrir molto la mancanza della fidanzata, cosa ci trovava poi in quella sclerata lo sapeva solo lui.

No! No e NOO!!”

Disse girandosi di spalle, non gli importava nulla di Carota né tanto meno della sua stupidissima fidanzata.

Se vi esce anche solo una parola, vi farò pentir amaramente di aver cantato!!”

Goku lo guardò, scettico.

Perché cantato!? Devo cantare!?”

NO IDIOTA! E‘ un modo di dire! Mettiamola così se parli ti ammazzerò di botte! Sappi che sono migliorato molto dalla scorsa volta!!!”

Detto questo se ne andò verso l’aula, con passo deciso, confabulando qualcosa di incomprensibile.

Bulma sospirò rassegnata, e si diresse verso l’aula con un Goku sempre più abbattuto alle sue spalle.

Bulma attendeva la fine delle lezioni con trepidazione. Guardava fissa la pagina del libro che la professoressa Baba stava spiegando, ma non aveva voglia di prendere appunti, era del tutto svogliata.

Il libro le fu sfilato d’un tratto da sotto lo sguardo.

Vegeta ma che fai?”

Disse lei a bassa voce, lui non rispose e si impossessò del libro.

Dammi il mio libro!”

No”

Perché?”

Tu e il tuo stupido amico vi sete dimenticati di prender i miei libri e ora non posso seguire!”

Lei lo guardò sorpresa, se c’era una cosa che aveva imparato di Vegeta era che, oltre al quaderno degli appunti non portava mai nulla a scuola, se non la sua augusta presenza.

Ma Vegeta, tu non segui mai sul libro!”

Lui finalmente si voltò a guardarla.

E‘ una questione di principio!”

Bulma rimase a bocca aperta, che tipo incomprensibile e dispettoso soprattutto.

Brief! Prince! Fate un po‘ di silenzio!”

Disse la prof Baba.

I due si ammutolirono per un istante, ma quando la prof riprese a parlare, Bulma non si fece sfuggire il momento, doveva proseguire la sua chiacchierata con Vegeta.

Potresti far qualcosa per Goku, lui ti ha aiutato quando ne hai avuto bisogno!”

Vegeta sbuffò, incrociò le braccia sul petto e distese le gambe sotto il banco.

Non penso proprio! Carota mi sta sulle balle!”

Anche tu mi sei antipatico, ma ti ho aiutato!”

Disse Bulma di rimando, trascinando il suo libro dalla sua parte del banco, lui la fermò, facendogli prendere la direzione opposta.

Tu l‘hai fatto perché ti piaccio!”

Bulma arrossì, che arrogante, afferrò meglio il libro e lo spostò verso di sé, ma Vegeta non mollò la presa.

Non mi piaci per niente! Ti sei montato la testa!”

Vegeta tirò il libro verso sinistra e Bulma verso destra.

Dammi questo dannato libro!!!”

Mi hai scocciato!!!”

L’uno tirava da un lato e uno dall’altra.

Sei una stupida oca presuntuosa!”

E tu sei un brutto cafone senza cervello!!”

Le ultime quattro battute erano state urlate ai quattro venti, catalizzando l’attenzione della classe su di loro. La professoressa Baba nel silenzio degli alunni, fatta eccezione per Bulma e Vegeta, che non si erano accorti di urlare, si era avvicinata ed aveva preso il libro della disputa.

Mi pare di avervi detto di far silenzio!!!!”

Sentenziò l’anziana professoressa di storia.

E‘ quest‘oca che mi infastidisce!”

Ma se hai cominciato tu! Razza di ingrato!”

Io non ti devo niente arpia! Non potevi star zitta e darmi il libro!?”

Sei un mentecatto, testardo, idiota e presuntuoso! Sei insopportabile! Non mi stupisce tu non abbia amici!!”

Non mi pare tu stia simpatica a molti!”

FUORI DALLA MIA CLASSE!!”

Gridò la professoressa Baba, quei due impertinenti le stavano rubando tempo prezioso e non sembrava importargli nulla né della sua lezione, né di non aver rispetto per lei.

Si dia una calmata vecchia, potrebbe sentirsi male!!”

Disse Vegeta non accennando a smuoversi dal banco.

PRINCE SE NE VADA FUORI DI QUI!!”

Lui si alzò, con fare sprezzante.

Non vedevo l‘ora! Le sue lezioni fanno schifo e Brief mi da il prurito! ”

La professoressa Baba, prese il registro e segnò una nota allo sbruffone.

Se ne vada! Il preside avrà qualcosa da dirle! Signorina Brief lo segua! Voi due starete in punizione per tutto il pomeriggio! Dovete imparare a convivere per il bene e la sanità mentale della classe!”

Disse l’anziana professoressa, i due ragazzi si guardarono esterrefatti.

Non può farmi questo!”

Disse Bulma arrabbiata più che mai, Vegeta le stava facendo perder la faccia oltre che la testa.

Certo che posso farlo! ORA FUORI! Non voglio più avervi tra i piedi!”

Vegeta uscì sbattendo la porta e Bulma lo seguì poco dopo, ma perché dovevano capitare tutte a lei.

“Ehi ”

Gridò Bulma in mezzo al corridoio, affrettando il passo per raggiungere Vegeta, quando gli fu vicino gli afferrò il braccio, costringendolo a girarsi e guardarla.

Cosa diavolo vuoi!?”

Bulma lo guardò con odio, possibile fosse così difficile parlare con lui, eppure ne avevano passate di avventure insieme in quei giorni, si erano baciati, avevano dormito abbracciati, condividevano un segreto, eppure lui continuava a fare il duro.

Non pensavo fossi allergico alla mia presenza, visto che hai dormito abbracciato a me!!!”

Bulma voleva schernirlo, voleva fargli sputare il rospo, anche se non lo ammetteva, lui era attratto da lei.

E‘ stato un caso! Che non si ripeterà mai più!”

Puntualizzò lui, poggiando le braccia ai fianchi, Bulma prese a camminare, in direzione dell’ufficio del preside, ormai ci aveva fatto il callo e la strada la conosceva bene.

Io penso che ti ostini troppo con me! Dovresti ammetterlo almeno a te stesso che in fondo non ti faccio così schifo!”



Nell’ufficio del preside Muten, Bulma e Vegeta si sedettero sulle sedie dinnanzi alla scrivania in mogano, il vecchio preside sedeva sulla sua sedia, osservano i due nuovi arrivati da dietro le oscure lenti da sole.

Beh si sbrighi non abbiamo tempo da perdere!”

Disse Vegeta acido, incrociando le gambe con stizza, Bulma lo guardò scuotendo la testa.

Sei un caso irrecuperabile!”

Disse la ragazza, portando poi la sua attenzione sul vecchietto che le sedeva davanti.

Bene ragazzi, sappiate che mi aspetto molto da voi due, ma sappiate anche che se fate troppo casino ho il potere di espellervi dalla scuola. Non mi importerà quanto siete ricchi e quanto siete intelligenti … vi butterò fuori lo stesso!”

Le lenti scure luccicarono, Bulma non credeva alle sue parole, mentre Vegeta sembrava fregarsene altamente.

Ma io non ho mai fatto niente!”

Non mi interessa signorina Brief, voi due andrete d’accordo costi quello che costi. Non mi interessano le vostre scuse … mi andrà bene anche se farete finta! Ma non voglio più vedervi qui dentro!!!”

Le sue parole aleggiarono nell’aria ancora per un po’, mentre i due ragazzi metabolizzavano ciò che aveva detto loro il preside.

Mi creda che è impossibile …”

Disse Bulma, piano Vegeta le lanciò un’occhiataccia.

Mi delude signorina Brief, pensavo che le sfide le piacessero anzi, che piacessero ad entrambi!”

I due si guardarono, non solo dovevano convivere in casa, ma anche a scuola tutti si aspettavano che andassero d’accordo, la situazione si faceva complicata, anche perché, a parte il fatto che si attraevano fisicamente, non avevano ancora fatto un discorso senza litigare o punzecchiarsi.

Bene … allora, visto che abbiamo chiarito la situazione … direi che passerete le vostre ore di punizione nel mio studio personale, spero che avrete qualcosa da studiare, altrimenti passerete un lunghissimo pomeriggio ad annoiarvi!”

Fece accomodare i due ragazzi nella sala accanto.


Concluse le ore di lezione, Goku si avviò all’uscita, Yamcha avvinghiato alla sua nuova fidanzata, lo aspettava all’uscita con gli altri amici, c’era anche Chichi.

Ma dov‘è Bulma?”

Chiese Lunch, che si aspettava una scenata memorabile, uno scontro tra titani con l’amica Chichi, poi beh, voleva dirle qualcosa anche lei, i due amici l’avevano davvero delusa profondamente.

Chichi, che fino a quel momento non aveva detto nulla, ma era rimasta in disparte ad osservar gli altri, rispose lei per Goku.

La sciacquetta è in punizione con Prince!”

Chichi ma che parole sono? Bulma non è quello che hai detto! E ora sistemiamo questa stupida situazione, è stato tutto un malinteso!”

Yamcha rise, divertito la situazione che era più che chiara ai suoi occhi e poi Bulma era davvero cambiata, era sempre stata una studentessa modello e ora non faceva altro che cacciarsi nei guai.

Io non ci trovo niente da ridere Yamcha.”

Disse Goku, gli altri lo guardarono stupiti, non aveva mai parlato in modo tanto serio il ragazzo, evidentemente la perdita di Chichi era stata per lui un duro colpo.

E‘ stato un malinteso! Io non sto con Bulma!!”

Yamcha era intenzionato a non demordere, li aveva visti in casa insieme.

Goku voi mi avete deluso! Insomma eravate a casa insieme!”

Ma questo non vuol dire nulla! Io passavo di lì e avevo fame e Bulma mi ha dato qualcosa da mangiare!”

Buttò lì il ragazzo, una scusa improvvisa, intenzionato a non menzionare mai Vegeta in tutta quella conversazione.

Chichi per favore ragiona, Bulma non ci avrebbe mai organizzato una serata di quel tipo se fosse stata interessata a me! Poi la conosci, non è il tipo che fa simili cose!”

Goku la guardò implorante, l’unica cosa che gli importava era riaverla al suo fianco.

Chichi lo guardò, il suo Goku non mentiva mai, sembrava così sincero e poi lo amava così tanto.

Crilin fece segno a tutti gli altri di allontanarsi, era giusto che i due si riappacificassero in pace, loro due soli, senza nessun altro intorno, in fondo era una cosa loro. Lui da parte sua non credeva che Bulma e Goku avessero una storia, solo di una cosa era davvero certo, Bulma era davvero cambiata.

Chichi rimase immobile ad ascoltare le parole del ragazzo, tormentandosi le mani ed il labbro.

Lui si avvicinò e l’abbracciò, Chichi rimase ferma sul suo posto e cominciò a piangere.

Oh Chichina dai non far così!”

Disse lui, carezzandole la testa e baciandole la nuca.

Sono stata una stupida! Ero accecata dalla gelosia …”

Disse la ragazza tra i singhiozzi, Goku ne era certo, la sua Chichi si fidava di lui e lo amava, la loro unione, il loro legame era forte, anche se in quei giorni la sua Chichi si era fatta abbagliare da pensieri malevoli era pur sempre la sua Chichi e lui l’amava così. Rimasero abbracciati per molto, mentre i loro amici contenti li spiavano da lontano.

Chichina …”

Lei si scostò per guardarlo negli occhi, gli sorrise, quanto le era mancata la sua faccia buffa e il suo sguardo ebete.

Io avrei un po‘ di fame …”

Chichi rise, il suo Goku non cambiava proprio mai.



Erano passate due ore, due interminabile lunghe ore. Bulma picchiettava la matita sul grande tavolo ovale posizionato al centro della stanza, osservando con poca cura ciò che la circondava, scaffali con libri, bacheche con foto di ex alunni, ma il suo sguardo cadeva sempre su di lui. Non le aveva rivolto la parola non l’aveva degnata di un minimo sguardo. Vegeta era l’enigma più grande a cui Bulma si fosse mai approcciata, ma ormai il fato aveva voluto che si unissero in qualche modo e lei era più che intenzionata a sciogliere quell’intricata matassa.

Vegeta che stai facendo?”

Provò a chiedere, quel silenzio le stava assordando le orecchie, lui non rispose.

Lo sai che sei proprio antipatico? Io mi sto annoiando, dimmi qualcosa!?”

Lui rimase impassibile nel suo mutismo, non alzò neanche lo sguardo su di lei, chissà quali pensieri riempivano la sua mente, Bulma sbuffò, sicuramente quella era una tattica per farla innervosire.

Si dondolò sulla sedia, mise le braccia dietro il capo e si spinse un poco, per adagiare le sue gambe sul tavolo. Ma la sua scarsa attitudine con lo sport, la fece capitombolare miseramente a terra. Vegeta si alzò per vedere meglio la scena. Bulma da terra lo guardava con odio, lui rise.

Sei proprio una stupida!”

Bulma cercò di alzarsi il più presto possibile, era inutile chiedere l’aiuto del ragazzo, che sicuramente non sarebbe mai arrivato, rimise a posto la sedia e poi guardò lo scaffale dietro di sé. Non si era ancora soffermata ad osservare le foto che riempivano la stanza, grave errore aveva, perso tutto quel tempo a far nulla quando lì davanti a lei si presentava un mondo che non conosceva affatto.

Osservò la prima foto e con sorpresa riconobbe suo padre insieme al preside, un po’ più giovane, che stringeva in mano un premio di scienze. Passò alla foto successiva, dove una ragazza bionda bellissima troneggiava su di un podio con un costume rosa e una fascia, sua madre Bunny. Bulma sapeva che sua madre era stata premiata per la sua bellezza, non si capacitava di come poi si fosse innamorata di suo padre che non splendeva di certo per bellezza ed eleganza. Bulma aveva ereditato da entrambi il meglio, dal padre l’intelligenza e dalla madre la bellezza. Passò alla foto successiva, con stupore si accorse che vi erano ritratti: Bardack, il padre di Goku, e il signor Vegeta, il padre di Vegeta.

Indossavano entrambi la tuta da combattimento, sembravano molto amici, ma in mezzo a loro una ragazza stupenda dai capelli corvini sorrideva raggiante. Doveva esser la madre di Goku, ricordava di aver visto una foto una volta a casa dell‘amico, era veramente bellissima.

Lesse la didascalia: Vegeta Prince, Bardack Son vincitori del torneo nazionale di arti marziali. Non era riportato però il nome della ragazza, Bulma tentò di ricordare, poi le venne in mente: Varza, ecco il nome della madre di Goku!

Guarda Vegeta c‘è tuo padre in questa foto, con i genitori di Goku!”

Disse lei sorridente all’indirizzo del ragazzo, presa dall’euforia non si ricordò che Vegeta odiava il padre e che quindi non gli faceva certo piacere vederlo ritratto.

Bello schifo!”

Disse lui lapidario senza neanche guardare la foto che Bulma gli stava mostrando.

Ma che modi! Non si può proprio parlare con te!”

Lui non rispose, ma lei continuò.

I vostri genitori sembravano molto amici, chissà perché non lo sono più? Forse tu e Goku potreste diventarlo al posto loro, mi sembrate molto simili e …”

Ma Vegeta la blocco, strappandole la cornice di mano e buttandola a terra. Bulma non l’aveva mai visto così furioso, temeva davvero per la sua stessa incolumità.

Fatti gli affari tuoi! Se continui a ficcare il naso finirai per scottarti!”

Disse lui, dandole le spalle. Bulma raccolse la foto e la ripose al suo posto, il vetro si era rotto, sospirò, avrebbe detto al preside che l’aveva fatta cadere lei, infondo l’aveva provocato.

Poi lo guardò, certa di dover dire qualcosa con l’intento di fargli capire, che non era intenzionata a mollare, non avrebbe mai lasciato perdere qualsiasi cosa riguardasse lui.

Mi sono già scottata Vegeta!”

Disse guardando a terra, mentre lui rimaneva immobile dandole sempre la schiena.

La porta si aprì in quel momento.

E‘ finita la punizione ragazzi potete andare!”

Disse il preside, sfoggiando un sorriso.


 


 

Buongiorno a tutti!!! Questa volta ho aggiornato subito ... volevo pubblicare al più presto questo capitolo. Entra "in scena" un nuovo personaggio Varza (da verza sempre per rimanere in tema di verdure ed ortaggi!!!)!! Finalmente entriamo un po' nel vivo del racconto... la storia inizia ora . Diciamo che con i capitoli precedenti ho un po' temporeggiato per presentare tutti i personaggi i loro caratteri e soprattutto i rapporti tra di loro. Spero che la storia vi piaccia e che soprattutto il mio modo di narrare sia per voi piacevole e coinvolgente! Fatemi sapere.

Maia74 Goku dimostra anche in questo capitolo la sua maturità ... e le cose con Chichi sembrano sistemarsi al meglio. Il rapporto tra Bulma e Goku io lo trovo fantastico e lo approfondirò sempre di più! Fammi sapere cosa pensi del nuovo capitolo!! Baci e grazie di cuore
Luna_07 Bulma e Vegeta sono elettrizzanti e continueranno per un po' questo loro modo di attrarsi inevitabilmente ...il padre di Vegeta è stato appena citato, ma si prospetta un lungo futuro per lui la sua parte è fondamentale nella storia, che sta venendo più complessa del previsto! baci e grazie come sempre!!
BulmaMiky non ti preoccupare per le recensioni! L'importante è che segui :p spero che la storia ti piaccia sempre di più ... e da buona Vegetomane quale sono scriverò sempre scene del genere ;)))))) Mi piace far riferimento all'originale in fondo i personaggi sono quelli e mi fa super piacere ti piaccia l'idea ! Grazieeeee
Enris per Bulma e Goku ci sono molte avventure in serbo... spero che la storia sia sempre più intrigante! Vegeta .... non so se lo farò cambiare diciamo forse si ammorbidirà ... io lo adoro così scontroso e sibillino!!! :) 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Battaglia estiva ***


Eccomi con il nuovo capitolo!! Che dire grazie a tutti quelli che seguono, che leggono ... spero il capitolo vi piaccia!
Garzie a tutti!!


X Maia74 Ciao carissima! Mi fa piacere trovi la storia divertente, soprattutto ti diverta il rapporto tra Bulma e Vegeta ... entrambi hanno davvero un brutto carattere ed insieme sono un mix letale di battute ironiche e frecciatine pungenti, beh così è come li vedo io! Goku e Chichi hanno fatto pace ... era ora non mi piace vederli separati, anche se Chichi ha davvero un brutto carattere, nella mia storia, Yamcha è un personaggio orribile quindi mi sembrava giusto unirlo ad un altro personaggio orribile ... Marion e poi lo odio(come si capisce dalle ff che scrivo fa sempre la parte della m***a ) quindi sono contenta del tuo buuu per lui, gliel'ho fatto anche io!! E' si la storia inizia ora o meglio si va ad intrigare più! Spero sempre ti piaccia!! 
x
BulmaMiky Ciao!!!!!!!! Che dire sono felicissima che la mia storia ti intrighi sempre di più... sono partita un po' con il diesel, ma diciamo che ho lasciato indizi e particolari qua là in ogni capitolo....la madre di Goku è un incognita, mi interessava trattare il tema ... non posso anticiparti nulla (anche se ti ho già detto degli indizi nei capitoli), comunque la storia si complica. Goku e Chichina DEVONO STARE INSIEME non sopportavo più vederli separati, poveri tapini...;) spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!! Baci
x
Enris Ciao grazie per i complimenti, mi commuove sapere che riesco a trasmetter bene ciò che scrivo :) Goku e Chichi sono una bella coppia, mi dispiace farli soffrire, ma forse ricapiterà... non lo so hanno sempre avuto un rapporto fatto di abbandoni!! Yamcha è un verme, per questo Vegeta lo odia tanto, e si meritava quell'oca di Marion non ho mai capito cosa trovasse Bulma in lui, e Crilin in Marion (lo si può solo immaginare). Mi fa piacere che i caratteri di Bulma e Vegeta siano emersi bene e che i loro battibecchi ti piacciano, infondo era il mio scopo renderli così, quindi le tue parole mi rendono davvero felice. Riguardo la madre di Goku .... non posso dir nulla, solo che beh è importante, come si è capito, e la reazione del nostro Veggy forse è dettata solo dall'odio verso il padre? questo sarà un compito di Bulma analizzare e scoprire cosa si cela dietro l'enigmatico Vegeta Prince!!!
x
Luna_07 Ciao cara! Ehehehe la storia del racconto con il diesel che ho già detto sopra vedo che ha sortito il suo effetto.... sono contenta che i sentimenti di Bulma siano espressi bene, insomma, anche se è un po' un "romanzo" corale lei è la voce principale, quindi mi rincuora il fatto che la sto caratterizzando bene come personaggio. I nostri eroi sono un po' sclerotici per questo si trattano con gentilezza nell'inconscio, ma poi sono due iene nella realtà, quando interviene il loro tremendo Super IO!! Bulma e Chichi faranno pace in una maniera un po' particolare presto ...dipende quando gli altri personaggi mi daranno lo spazio per parlar di Chichi, Bulma e Vegeta sono un po' egocentrici e anche Goku!!! Per Yamcha ahahahah si un po' di pulizia farebbe davvero bene, però dai insieme stanno bene(rivoltanti)!! Quindi buona lettura e spero che ti piaccia sempre di più la mia ff!!
x
lirinuccia GRAZIEEE!! Ti adoro sei fantastica, mi sostieni un sacco davvero!! Hai recensito tutti i capitoli in un colpo solo, sei un vero MITO!!! Allora comincio con il dire che mi fa piacere ti piaccia la mia storia e che tu la definisca "originale"(è il mio scopo nella vita esserlo :p). Per il capitolo odio reciproco, hai centrato in pieno il mio intento allora Bulma cerca di mettersi contro Vegeta e vince, per la prima volta contro di lui, ma la sua superbia gli si rivolta contro e crea un casino tale che scombussola gli equilibri delle sue amicizie, e poi volevo sottolineare che anche se Vegeta è sempre il bastardo della situazione, a volte sono gli altri ad indurlo a un tale comportamento!! E Bulma in questo caso ha seminato male ed ha raccolto una tempesta terribile. il capitolo la festa di Yamcha è anche il mio preferito,(per ora) insomma i nostri eroi hanno il loro vero primo approccio ... e non si avvicinano solo fisicamente e a battutacce!! Diciamo che è un po' lo spartiacque tra l'inizio dove non si conoscono e ora cominciano ad approfondire la loro strampalata relazione. Il personaggio di Goku è fondamentale nel racconto, anzi credo che alla fine anche se è il pensiero di Bulma quello preso più in esame, siano, appunto, Goku e Vegeta i veri protagonisti, infondo la storia è un'altalena che oscilla tra Vegeta e Goku con Bulma come passeggero che analizza i due ragazzi. Anche a me non piace la versione del Goku santo anche perché l'ho sempre visto come un personaggio pieno di difetti, per questo nella mia storia non emerge come tale, anzi sono felice che tu l'abbia compreso, ovvero che non sia un santo, era il mio intento. Goku è buono, bravo e bello, ma forse ha qualcosa che agli altri sfugge, lui è amico di tutti e di nessuno, vuole bene a tutti, ma non ama nessuno, si certo c'è Chichi, ma il suo sentimento non è forte come quello di B/V, difatti quando Chichi lo lascia è triste ma risoluto se lei non lo vuole più vuol dire che non lo capisce, quindi non è giusta per lui. Quindi mi fa piacere che il mio Goku ti piaccia, insomma questo è il Goku che ho sempre visto io nell'anime, e Vegeta penso che sia l'unica persona che lo capisce! Così cercherò di rafforzare il loro "legame" che non è amicizia pura, nessuno dei due è in grado di provare questo sentimento!! Cmq buona lettura e grazie per il 10, non sono degna di cotanta stima, grazie mille!!!

 

Battaglia estiva


L’estate era alle porte, Bulma e Chichi chiacchieravano allegramente nell’ingresso della scuola, sedute sugli scalini assaporavano i raggi del sole, attendendo i rispettivi fidanzati, per festeggiare insieme la fine di quel faticoso anno scolastico. Bulma era felice, le si prospettava davanti un’estate carica di nuove esperienze e vacanze eccitanti, avrebbe intrapreso qualche viaggio con le sue amiche Chichi e Laura, avrebbe passato un po’ di tempo con il fidanzato, girando per il centro, giusto per sbeffeggiare le sue compagne di classe, che non avevano un fidanzato carino come il suo, e soprattutto non avevano la fortuna di essere belle come lei. Bulma era davvero una bella ragazza, formosa, grandi occhi azzurri, capelli sempre perfetti e setosi, l’unica cosa in cui peccava, terribilmente, era la sua inguaribile superbia e il suo modo rozzo e un po’ mascolino di affrontare le situazioni. Bulma non era la classica bella ragazza che pensava solo ai maschi e ai vestiti, lei era, più che altro una, che amava sentirsi intelligente e forte, aveva molti amici maschi e non uno che le fosse superiore, nessuno la contraddiceva od osava solamente farle notare, che qualche volta, anche a lei capitava di sbagliare. Insomma, Bulma si sentiva superiore a tutto e a tutti, anche se voleva un gran bene ai suoi amici, in particolare a Goku e a Chichi. Loro erano uniti fin dall’infanzia, lei e Goku erano cresciuti insieme, da che lei all'asilo si era trasferita in città e se l'era ritrovato in classe, poi era arrivata Chichi e si era formato un trio forte e compatto. Amava i suoi amici e quando aveva scoperto che entrambi erano fatti l’uno per l’altra, aveva fatto di tutto perché si mettessero insieme. Li ammirava, loro si amavano tanto e lei avrebbe, un giorno, voluto possedere un amore come il loro.
Ma quel giorno, la bella giornata di sole, non avrebbe sorriso loro, l'astro splendente sarebbe presto tramontato e le loro vite da quel momento avrebbero preso una strada diversa. Per qualcuno quel triste destino era stato scritto fin dal principio.
Goku si stava dirigendo verso il cortile esterno della palestra, doveva trovare suo fratello e parlargli. Quella mattina era stato scortese nei confronti del padre rinfacciandogli cose che non si sarebbe mai aspettato. Lui e Radish non erano mai andati particolarmente d’accordo, o meglio il maggiore non voleva andar d’accordo con lui. Goku ce la metteva tutta, ma con scarsi risultati. Lui e Radish non erano fratelli, in tutto e per tutto, erano fratellastri. La madre di Radish era Celipa, lei e Bardack si erano sposati molto giovani, ognuno con il suo vero amore del passato, rinchiuso in un cassetto, non si erano mai amati, si erano scelti per dimenticare ciò che avevano perso. Poi era riapparsa Varza, il primo amore di Bardack e tra loro era risbocciato l’amore. Goku e Radish avevano tre anni di differenza, il capellone era stato bocciato alle medie, nessuno dei Son era mai brillato per intelligenza. Celipa, dopo l'arrivo di Varza, aveva lasciato Bardack scappando con un altro uomo, Toma, lasciando indietro il figlioletto, di soli sue anni. Celipa non era mai stata una buona madre e a Radish non aveva mai badato molto, il ragazzo era cresciuto con il nonno Gohan, insieme al fratello minore Goku, quando questi nacque. Non erano mai andati particolarmente d'accordo, avevano due caratteri troppo diversi, ma la situazione era decisamente peggiorata quando il ragazzo aveva preso a frequentare una banda di teppisti, Radish era sempre stato un debole e si era fatto influenzare dal compagno Nappa, prendendo, di conseguenza, delle strade sbagliate. Solo alle superiori però aveva cominciato a dimostrarsi astioso e completamente insofferente nei confronti del fratello minore, da quando nella banda era entrato Vegeta. Quella mattina Radish si era comportato male con il padre, gli aveva rinfacciato il fatto che sua madre, Celipa, se ne fosse andata a causa sua e di Varza, quando in realtà, Celipa e Bardack, non si erano mai amati e lei, aveva da tempo un amante. Goku voleva chiarire con il fratello, non era giusto trattar male il padre, aveva fatto tanti sacrifici per loro, soprattutto non capiva perché, la questione fosse saltata fuori proprio in quel momento; Celipa se n'era andata ormai da diciassette anni, l'anno in cui Goku era nato.
Quello che Goku non sapeva era che quel giorno non avrebbe chiarito nulla con il fratello.


Doveva sbrigarsi, prima che Chichi si arrabbiasse, le aveva promesso un bel pomeriggio di mare, alla Kame House con tutta la compagnia.
Quando arrivò nel cortile ciò che apparve ai suoi occhi non fu quello che si aspettava.
Yamcha era riverso a terra tenendosi la pancia dolorante, Tenshinan e Rif giacevano privi di sensi e Crilin era trattenuto da Nappa che lo sorreggeva a mezz’aria per il colletto della divisa, Radish era a terra ai piedi di Junior, l’unico rimasto in piedi, Goku se lo aspettava era un grande combattente.
“Moscerino perché non mi dai quello che hai nel portafoglio!!! Vuoi esser ridotto come il tuo amico!!?”
Tra tutte le attività che svolgeva suo fratello, quella di picchiare la gente per avere i loro soldi era davvero quella che capiva di meno, poi Vegeta cosa se ne sarebbe mai fatto dei soldi degli altri?

“Fermi cosa state facendo?”

Disse gridando e correndo verso degli amici. L’energumeno pelato scaraventò a terra il povero Crilin, che si rialzò dolorante.

“Vegeta cosa state facendo, siete impazziti per caso?”


Vegeta, che era rimasto in disparte fino a quel momento, poggiato ad un albero, emerse alla luce del sole, era arrivato l’avversario che stava aspettando, aveva una gran voglia di menar le mani, quel giorno si era alzato con il piede decisamente sbagliato.

“Niente che ti debba importare Carota!”

Gli sibilò contro, il ragazzo dai capelli a fiamma, Goku era pronto, lui non si tirava mai indietro, se c’era da combattere a lui piaceva essere in prima fila.
I due erano pronti per la battaglia e si scagliarono l’uno verso l’altro; con rabbia crescente Vegeta si abbatteva su Goku. Il volto sfigurato dalla rabbia del ragazzo non lasciava presagire nulla di buono e così sarebbe stato. Goku e Vegeta si assestavano pugni e calci con precisione millimetrica, a volte paravano a volte colpivano, centrandosi a vicenda. Goku colpì finalmente il volto dell’avversario scaraventandolo a terra, Vegeta si rialzò immediatamente e cogliendolo di sorpresa, afferrò il suo braccio e con una mossa lesta gli spezzò l’arto, Goku urlò di dolore.


“GOKUUU!!!”


Urlò Crilin che cercava di aiutare, come poteva, Junior, che non se la cavava male, contro Nappa.


“Sei una femminuccia!!”


Disse Vegeta ridendo del suo avversario che si contorceva dal dolore, gli tirò un calcio, ma Goku non si lasciava abbattere facilmente, era un osso duro e Vegeta lo sapeva, erano fatti della stessa pasta loro. Goku si rialzò, colpì Vegeta con un potente calcio e il sangue cominciò a colargli dal naso, un rivolo del rosso liquido gli usci dalla bocca, Goku lo prese in contropiede e centrò con il braccio sano il suo stomaco, facendogli sputare del sangue a terra. Vegeta si asciugò con il braccio il sangue che colava sul suo volto. Sfoderò un altro attacco rendendo lo stesso servizio a Goku, che si ritrovò a sua volta con la bocca impastata e ferrosa. Crilin e Junior nel frattempo erano riusciti ed abbattere l’energumeno, il più basso giaceva a terra privo di sensi, mentre il ragazzone dalla pelle verdognola, si reggeva a malapena sulle sue stesse gambe, crollando poi sulle ginocchia e reggendosi il braccio malconcio. Goku e Vegeta erano in parità, nessuno dei due sembrava cedere. Un ultimo attacco, si colpirono entrambi nel medesimo momento, collassando a terra l’uno da una parte l’altro dall’altra, contorcendosi dal dolore.


“Perché … perché mi odi tanto …. Vegeta?”


Riuscì a dire Goku in un sussurro, non riusciva a parlare bene, sentiva il respiro pesante, si sentiva soffocare, continuava a vomitare sangue dalle labbra ormai rosso fuoco.


“Hai … messo … Ra … Radish … contr …o di … me …”


Vegeta riuscì ad alzarsi un poco, sorreggendosi su di un braccio, la gamba gli doleva terribilmente, forse era rotta, il ginocchio era fuori posto, riuscì a sogghignare, mantenendo la sua innata superbia e presunzione, rise quel poco che riusciva.


“Io … ti … odio … tu hai …”


Tossì, anche il suo respiro si faceva più pesante, non vedeva più bene di fronte a sé ed il sole caldo estivo non agevolava la situazione, anzi accentuava quel senso di malore.


“… tu … tu mi … hai rovinato la vita …”


Disse Vegeta prima di perdere i sensi definitivamente. Goku rimase a pancia in su, osservando il cielo terso, il sole scaldava tutto ciò che c’era intorno a loro, le cicale cantavano allegre, gli uccellini volavano imperterriti posandosi sugli alberi, Goku pensò che tutto sommato il mondo poteva andare avanti anche senza di lui, se doveva morire l’avrebbe fatto così, con onore. Però proprio non riusciva a sopportare l’odio di Vegeta, loro dovevano esser amici, erano forti, erano simili, il loro combattimento avrebbe dovuto tenersi su di un ring, ad un torneo, com’era stato per i loro padri, invece no, Vegeta si ostinava con lui, lo detestava e quello era chiaro, Goku avrebbe tanto voluto comprenderlo meglio. Calde lacrime sgorgarono dai suoi occhi, la rabbia, la frustrazione, di non riuscire a cambiare una persona con la quale sentiva di aver molto da condividere, ma che non aveva mai avuto modo di conoscere. Ammirava Vegeta, lui era forte e sicuro di se, si sentiva onnipotente e per certi versi lo era, non c’era nessuno in città in grado di tenergli testa a parte lui, forse Vegeta lo odiava anche per questo motivo. La vista gli si annebbiò e il buio prese il sopravvento, svenne privo di sensi.
Bulma e Chichi aspettavano i ragazzi, ma questi non arrivavano, Chichi era preoccupata e Bulma cercava di tranquillizzarla. Dei passi alle loro spalle annunciarono l’arrivo di qualcuno. La bionda Laura era dietro di loro, lanciò la cartella, con poca grazia, a terra e si sedette sugli scalini affianco a loro.


“Accidenti dove cavolo è finito Tienshinan, lo aspettavo in aula, ma non è arrivato!”


Bulma e Chichi si guardarono preoccupate, Tien non era il tipo che dava un appuntamento e poi non si presentava.


“Vado a vedere se li trovo!”


Disse risoluta Bulma, alzandosi e correndo verso la palestra, sapeva che Goku era andato a cercare il fratello maggiore e che li avrebbe trovati nel cortile esterno, il modo più veloce di raggiungerli era passare dalla palestra. Aveva una brutta sensazione, quindi cominciò a correre con il cuore in gola, aprì la porta anti panico ed uscì all’esterno.
La scena che le si parò davanti agli occhi fu orribile. Junior era l’unico che si reggeva sulle gambe, vigile e in cerca di aiuto, quando vide Bulma la chiamò.


“Bulma … va a chiamare qualcuno o Goku ci rimetterà la pelle …!”


Sapeva bene che anche Vegeta stava davvero male, entrambi erano privi di forze, erano allo stremo, ma di Vegeta poco le importava, era una cattiva persona e si meritava di giacere a terra riverso nel suo stesso sangue.
Bulma annuì, terrorizzata le tremavano le gambe, le veniva da vomitare, Goku era una maschera rossa, era terribile, cominciò a correre.


 


Bulma si svegliò di colpo, di nuovo aveva fatto quel sogno, Goku e Vegeta che giacevano a terra privi di vita. Si alzò, il sudore le impregnava la fronte, si guardò intorno, in cerca di lui. Dormiva ormai da una settimana a casa sua, gli aveva preso un futon tutto per lui, che ogni sera preparava amorevolmente nella sua stanza. Alla fine avevano deciso che per mantenere il segreto era meglio che dormisse lì con lei, Vegeta era silenzioso, più del solito, dopo la punizione e il discorso su suo padre non le aveva più rivolto la parola, beh non proprio, continuava ad impartirle ordini secchi e precisi. Non le dava il tempo di parlargli, non mangiava mai con lei, arrivava sempre tardi la sera e sgattaiolava in camera sua dalla finestra, che lei lasciava ogni sera aperta. Le aveva solo detto che la famiglia Ice si era trasferita in città e che suo padre continuava la trattativa per la cessione dell’azienda, Bulma non capiva cosa tramasse quell’uomo. Guardò Vegeta che dormiva sereno, con un braccio posto sotto la nuca per sorreggerla. Bulma si alzò e si sedette affianco a lui, constatando se stesse respirando, sentì il battito del suo cuore e il soffio del suo respiro leggero, il suo torace si muoveva ritmicamente. Accarezzò la sua guancia; e pensare che solo l’estate prima l’odiava per come aveva conciato il suo migliore amico.

 


Bulma correva per i corridoi, possibile non ci fosse nessuno, le lacrime le scorrevano lungo le guance, ma cos’era successo, non riusciva a pensare a nulla, doveva salvare Goku e i suoi amici.
Girò l’angolo, che l’avrebbe portata davanti alla porta dell’aula professori, si scontrò contro qualcuno e cadde a terra.


“Signorina Brief ! Non si corre nei corridoi!!”


Il professor Jirobai si sistemò la giacca scocciato, Bulma si alzò di colpo, e lo investì con la sua parlata irruente e veloce.


“Professore dobbiamo chiamare un ambulanza …. Si sono picchiati e … e non so se siano vivi”


Disse tra i singhiozzi, il professore, vedendola disperata capì subito la gravità della situazione, chiamò, subito, altri professori, qualcuno chiamò l’ambulanza, altri corsero a vedere cosa fosse successo nel retro del giardino scolastico. Bulma rimase immobile nel punto in cui si era alzata continuava a piangere.


“Bulma cos'è successo?”


Chiese Chichi che si avvicinò con Laura, che, avendo visto tutto quel tumulto, erano corse a vedere cosa fosse successo. Bulma fu come scossa e riprese la ragione.


“Andiamo …”


Disse cominciando a correre, accertandosi che le amiche la seguissero. Il suono dell’ambulanza riempiva l’aria, molti studenti erano accorsi a vedere, Bulma e Chichi cercavano di guardare oltre la folla. Yamcha e Tien venivano medicati da due paramedici, avevano poche ferite ed erano superficiali, Laura si lanciò verso il fidanzato, che era preoccupato per il migliore amico Rif, ancora svenuto. Crilin e Junior, erano stati portati via insieme a Radish e Nappa con ferite superficiali, ma si erano rotti qualche arto. Bulma e Chichi si avvicinarono dove c’erano più medici che tentavano di rianimare i due ragazzi.
Goku e Vegeta.
Non apriva gli occhi nessuno dei due.
Il rumore del defibrillatore non lasciva dubbi, li stavano abbandonando.
Bulma dovette contenere il suo dolore, Chichi aveva bisogno di lei, stava per perdere il suo amore, per sempre. Era convinta, però, che ce l’avrebbe fatta, era un tipo tosto Goku, aveva la pelle dura, in quanto a Vegeta, non le era mia stato simpatico, ma la morte non si augura a nessuno, e poi, come si suol dire, l’erba cattiva non muore mai. Si aggrappava a quelle false speranze, mentre piangeva abbracciando l’amica.
Poi li avevano portati via.


 


Bulma continuava ad accarezzare il volto e i capelli di Vegeta, baciato dai raggi lunari.
Le afferrò la mano di scatto.


“Che stai facendo …”


Disse con la voce impastata dal sonno, guardandola con i suoi occhi neri come la pece.


“Nulla eri così tenero!”


Disse Bulma guardandolo con un sorriso, aveva la strana sensazione che il loro rapporto cambiasse quando erano soli avvolti nelle tenebre, era come se la luna li stregasse e sopisse le loro caratteristiche caratteriali che emergevano nella normalità giornaliera.


“Ti ho svegliato?”


Continuò lei, voleva parlare ancora un po’ con lui, anche di nulla, ma voleva provare a capirlo.


“Fai te!!”


Disse lui scocciato, Bulma distolse lo sguardo, perdendosi nell’oscurità della stanza.


“Pensavo che è strano …”


“Cosa ?”


Lei tornò a guardarlo, lui si era sistemato meglio sul futon per osservarla e scrutarla.


“Sai, l‘anno scorso hai malmenato il mio migliore amico … vi siete quasi uccisi ed invece ora …”


“Non è cambiato nulla, io lo odio ancora”


Lei sorrise, non era vero, sapeva che infondo a lui Goku piaceva, era l’unico in grado di essergli amico.

 

Si ma io non ti odio più …”


Lui sorrise timidamente, era la sua solita espressione schernitrice e derisoria, ma aveva un qualcosa di diverso, Bulma arrossì, era più bello del solito con quell’espressione rilassata. L’oscurità celò i suoi sentimenti, ma il silenzio lasciava spazio al rumore ritmico di un cuore agitato e in subbuglio, per dei sentimenti tanto forti, che la stessa persona che li provava, non si sentiva in grado di affrontarli e contenerli. Vegeta rimaneva impassibile, come al suo solito, restio nel dimostrare ogni forma di emozione che prendesse possesso del suo animo. Quella ragazza gli piaceva, anche molto a dire il vero, non solo per la sua peculiare bellezza, ma anche per il suo incomprensibile carattere. Non aveva mai incontrato nessuno capace di fronteggiarlo, contraddirlo, stuzzicarlo e allo stesso tempo farlo sentir fragile, con quella sua dolcezza infinita che mostrava tal volta, solo nei suoi confronti. L’aveva osservata bene, lei era schietta, sincera, incapace di mentire, glielo si leggeva in volto, o forse era lui che era particolarmente attento alle sue espressioni, ai suoi cambi d’umore, alle sue parole e al modo in cui le diceva, ma era anche dolce, solo con lui, però, quando erano soli, sorrideva in quel modo caldo ed irresistibile. Era la cosa più bella gli fosse capitata in vita sua, non aveva mai desiderato appartenere ad un luogo o ad una persona, ma era strano come con lei fosse tutto diverso, era come se un’intricata trama tessuta intorno a loro, avesse stretto i lacci e li avesse avvicinati e legati l’uno all’altra. Si mosse nella sua direzione per esserle più vicino, sentiva il suo respiro caldo, che si faceva ancor più agitato, l’aveva già baciata, ma erano stati baci dati per presunzione e per dimostrazione di superiorità. Ora, però era diverso, voleva davvero toccare quelle labbra rosee e morbide, accarezzare la sua pelle candida, sentire il suo cuore che batteva all’impazzata nel suo petto. Era inevitabilmente attratto da lei, forse ciò era dato dalla magia dei raggi lunari, della notte, della stanza buia illuminata solo da un fioco ed etereo bagliore, che si identificava con la pelle lattea di lei e la faceva splendere ancora di più, di quella bellezza ammagliante, era come un naufrago sulla prua della sua nave, in balia di una tempesta, e sentiva il suono di lei, sirena malefica che lo stregava con la sua voce, con il suo modo di fare, e lui non aveva potuto far altro che scioglier le catene e lasciarsi andare.
Ma cosa gli aveva fatto Bulma Brief.
Toccò la sua guancia, la sentì rabbrividire, socchiuse gli occhi; la sua bocca, con un gesto inconsulto e dettato dal piacere di quella carezza inattesa, si dischiuse pronta per accogliere quel bacio che tanto bramava. Sfiorò i suoi capelli, portandoli dietro l’orecchio, prendendo a delinearne i contorni mentre la osservava, la scrutava, voleva legger ogni suo movimento, sentire ogni suo sospiro, ogni suo sentimento. Lei si mosse di conseguenza, portando una mano sul suo petto, mentre lo guardava negli occhi, mai aveva desiderato tanto l’amore come in quel momento e sapeva bene che non vi sarebbe mai più stato nessuno all’infuori di Vegeta Prince. Lui fece scivolare la mano sul suo mento e l’avvicinò a se, la voleva, allora perché stava temporeggiando, aveva forse paura di lei? Era terrorizzato, non aveva mai provato nulla per nessuno, questo era troppo per lui. Non voleva bene a nessuno, non aveva mai voluto bene a nessuno e ora addirittura provava amore. Perché stava pensando a tutto questo, doveva fregarsene, baciarla, la desiderava ardentemente, ma non riusciva a lasciarsi andare, non era pronto, non ancora. E se lei voleva solo baciarlo perché era attratta fisicamente da lui? No, Bulma non era il tipo che faceva simili cose, se lo voleva era perché si era invaghita di lui, o forse addirittura lo amava. E lui era in grado di amarla? Voleva, ma non sapeva come e se non ci sarebbe mai riuscito, e lei se ne fosse andata per sempre, cosa se ne sarebbe mai fatto di quel dannato amore? Lui voleva lei, non l’amore, voleva che gli fosse sempre accanto, che lo accudisse, che lo vegliasse durante il sonno come non aveva mai fatto nessuno.
Forse l’amore avrebbe solo complicato le cose.
Abbassò lo sguardo.


“Va … va a dormire!”


Disse, secco d'improvviso, senza guardarla negli occhi, lei distolse la mano dal suo corpo, era forse delusa? Vegeta alzò un po’ gli occhi in cerca di una risposta negli occhi profondi come il mare della sirena che l’aveva stregato, alla fine non era riuscito a slegarsi del tutto dall’albero maestro della nave a cui era rimasto imbrigliato per anni. Ma Bulma gli sorrise, accarezzò la sua mano, che si era depositata sul soffice tessuto del giaciglio del ragazzo, gli diede un bacio soffice e leggero sulla guancia.
Vegeta la guardò alzarsi e tornare nel suo letto.


“Buonanotte”


Disse in un sussurro la ragazza, senza distogliere lo sguardo da lui, che si sdraiò sistemandosi le coperte e girandosi dalla parte opposta per non guardarla. Ovviamente all’augurio di Bulma rispose solo un lungo silenzio. Bulma sospirò, non sapeva perché, ma aveva capito Vegeta in quel momento, l’avrebbe aspettato anche in eterno, le bastava essergli vicino e donargli un po’ di calore, affetto, tutto quello che non aveva mai ricevuto. Le dispiaceva che l’incanto si fosse spezzato, ma d’altronde la luna non illuminava più fiocamente la stanza, era stata coperta da una nube di passaggio. Non le importava, prima o poi sarebbe tornata a splendere per loro. L’amore non era mai facile, per nessuno, e Bulma aveva percepito la paura di Vegeta, il suo cuore che batteva all’impazzata, il suo sguardo desideroso, uno sguardo, che non aveva mai visto in lui, forse si era spaventato dei suoi stessi sentimenti, ne era certa, lei capiva Vegeta, leggeva i suoi sguardi, i suoi silenzi.
Lo amava.
Gli aveva detto che si era già scottata, ma si sentiva più che altro arsa in un rogo, attendendo il suo carnefice con impazienza.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Ricordi lontani ***


Ricordi Lontani

La domenica era arrivata, Bulma si era alzata presto, Vegeta come al solito era sparito. Ogni mattina era così, senza neanche darle il buongiorno se ne andava. La notte magica che li aveva avvicinati, era svanita come in un sogno, tanto che Bulma aveva paura di aver davvero sognato. Quel giorno pioveva e alla ragazza dai capelli color del cielo terso, quel tempo proprio non piaceva, lei era più il tipo che amava il sole, la spiaggia, anche se non amava i posti affollati, perciò preferiva il mare in quei periodi dell’anno, in cui non vi era nessuno e poteva assaporare l’aria salmastra nella pace più assoluta.

Dopo mangiato si era preparata per raggiungere la Kame House, aveva bisogno di stare un po’ con i suoi amici, se erano ancora tali. Per non parlare di Yamcha, si era preso la briga di piantarla e come fosse stata carta straccia l’aveva buttata e sostituita, in un modo o nell’altro gliel’avrebbe fatta pagare cara. Arrivò alla casetta rosa, ma non c’era nessuno, l’aria era fredda, le nuvole grigie coprivano il cielo, il mare si infrangeva, con foga, sulla spiaggia bagnata. Il vecchio Jackie Chun, la salutò con la mano vedendola arrivare. Bulma si avvicinò, l’anziano proprietario della casetta sulla spiaggia, era un uomo molto saggio e simpatico. Era l’insegnante di arti marziali, di tutti i suoi amici, quando erano bambini insegnava presso il Dojo di Bardack, poi si era ritirato dalle scene e la sua casa sulla spiaggia era diventato un luogo di ritrovo.

“Buongiorno”

Disse Bulma sorridendo all’allegro vecchietto.

“Non c‘è ancora nessuno?”

Chiese la ragazza osservandosi intorno, il vento di mare alzò la sua potenza, facendole svolazzare i capelli, Bulma si strinse nelle braccia, aveva davvero freddo.

“No. Vuoi entrare? Ti offro una tazza di te.”

Disse il vecchio, aprendo la porta di casa e invitandola con un gesto a recarsi all’interno dell’abitazione, Bulma annuì, e lo seguì.

Era molto che non entrava in quella casa, il salotto non molto spazioso, dotato di un divano e di un tavolino ai piedi, di fronte al televisore. Sugli scaffali e le mensole sostavano i trofei vinti dall’uomo in gioventù e delle foto dei suoi allievi, in una c’era perfino lei, con Goku, Crilin e il resto del gruppo. Sorrise nel ricordare quei momenti lontani, in quei mesi era cambiata molto, si era quasi dimenticata dei suoi amici, di tutto quello che aveva passato con loro, ma l’amore spesso si impossessa completamente delle persone e non lascia spazio al resto; così era stato per Bulma che aveva perso di vista i suoi obbiettivi e il suo passato in favore di una completa devozione a Vegeta. Da che si era resa conto di amarlo pazzamente si era rilassata, come se un grosso peso le fosse stato levato dallo stomaco. Quella sera, quando l’aveva baciato sulla guancia gli aveva dimostrato il suo amore, lui l’aveva compreso e se n’era spaventato, più che altro, pensava che lui avesse capito di provare, per lei, il medesimo sentimento, per questo si era ritratto e non l’aveva toccata, sapeva bene che non sarebbe stato come il bacio precedente.

Si era nel frattempo seduta sul comodo divanetto e aveva atteso che le fosse servito un buon tè e si osservava in giro. Era la sua occasione quella, sapeva bene, che sia Vegeta padre, che Bardack erano stati allievi di Jackie Chun e Bulma voleva davvero scoprire qualcosa in più sui padri dei due ragazzi più importanti della sua vita.

“Ecco qui! Spero ti scaldi un po‘ …”

Disse l’uomo sorridendole, poggiando la tazza colma sul tavolino assieme a dei biscotti. Bulma la prese tra le mani, la gamba le si muoveva ritmicamente per l’agitazione, era curiosa, ma non sapeva davvero come cominciare il discorso.

“Devi chiedermi qualcosa Bulma?”

Chiese l’anziano, sedendosi su di una seggiola poco distante dal tavolino, Bulma trasalì per lo stupore, come aveva fatto a capire che doveva parlargli, forse, si notava la sua agitazione.

“Beh …”

Tentennò lei, stringendo il tessuto della manica del maglione tra le dita, non sapeva cosa dire di preciso, la situazione si era presentata nell’immediato, non aveva meditato su cosa esattamente volesse sapere.

“Può parlarmi di Bardack e Vegeta, intendo il padre di Vegeta!”

Il vecchietto le sorrise, sembrava che si aspettasse quella domanda, guardò verso l’alto, stava ripensando al passato e pareva volesse trovare le parole giuste.

“Esattamente che cosa vorresti sapere …”

Bulma lo guardò, una luce si accese nei suoi occhi, la curiosità si era impossessata completamente della ragazza dai capelli color del cielo.

“Che rapporto avevano, ad esempio e perché poi si sono separati!?”

Jackie Chun continuò a fissarla con dolcezza, non sembrava stupito, anzi la sensazione che ebbe Bulma, fu che lui si aspettasse esattamente quella conversazione e che l’avesse invitata ad entrare per incitarla a quel discorso.

L’uomo cominciò a parlare, raccontando a Bulma particolari che essa non sapeva e del tutto ignorava. Apprese di come Bardack fosse stato istruito alle arti marziali dal padre Gohan, caro amico del maestro Chun. Vegeta invece era arrivato dopo, istruito dal padre stesso, Vegeta il nonno del Vegeta di Bulma, per intenderci; il ragazzo aveva preso in antipatia Bardack all’inizio, ma poi, da rivali, erano diventati cari amici.

L’amicizia tra Bardack e Vegeta si approfondì alle superiori, i due erano inseparabili, avevano gli stessi hobby, gli stessi gusti, forse fin troppo. Insieme gestivano il Club di arti marziali dell’istituto, partecipavano a gare nazionali e regionali, vincendo premi su premi, erano una coppia fenomenale ed imbattibile. Vegeta era scaltro ed intelligente, Bardack era resistente e potente ed insieme riuscivano a sbaragliare ogni avversario. Ma tra di loro si mise una ragazza, entrambi si innamorarono di lei: Varza. Una ragazza stupenda, dai lunghi capelli neri, gli occhi di pece, uno sguardo che ammaliava, un corpo famelico, Varza stregò entrambi, tanto che cominciarono a lottare per ottenere la sua mano e il suo amore. Varza era una ragazza strana, una ragazza lunare, più che solare, una ragazza che non sapeva cosa cercava dalla vita, aveva avuto un’esistenza difficile. I due contendenti la misero dinnanzi ad una scelta, o l’uno, o l’altro, ma ella non seppe chi scegliere; amava entrambi o forse non amava nessuno dei due.

“Così alla fine scelse Bardack?”

Chiese Bulma, stupita da quelle rivelazioni, traendo la sua conclusione, dal fatto che Goku fosse figlio di quella
femme fatal.

“Sì, ma solo dopo molto, ormai l‘amicizia tra i due si era rotta da tempo! Vegeta che era più scaltro creò un impero, mentre Bardack si accontentò di un piccolo Dojo in città!”

Bulma guardò in terra, era stupita, non capiva come tanto odio potesse scaturire per colpa dell’amore, insomma ne aveva avuta la prova con Chichi, che, credendola innamorata del suo Goku le aveva tolto la parola. Se solo le avesse potuto raccontare di Vegeta. Alla fine non aveva scoperto molto di più di ciò che sapeva sul padre di Vegeta, insomma perché odiava tanto il figlio? Non aveva senso.

“Secondo lei perché il signor Vegeta odia suo figlio?”

Chiese Bulma d’improvviso.

“Bulma credo che certi sentimenti, non siano così semplici da spiegare!”

La loro conversazione si bloccò in quel momento, Crilin, Yamcha e gli altri entrarono in quel momento. Yamcha non era seguito dalla sciacquetta, chissà perché? Bulma lo guardò annoiata, sapendo che avrebbe dovuto parlar con lui. Li salutò con poca enfasi. Lunch si sedette accanto a lei, mentre Yamcha la guardava sorridendogli imbarazzato. Goku e Chichi non c’erano, forse avevano voluto passar un po’ di tempo soli, li capiva perfettamente, se avesse potuto, ma soprattutto se lui avesse voluto, avrebbe passato il pomeriggio con Vegeta, anche solo seduta accanto a lui, per sentire la sua inebriante presenza.


Bardack quella domenica aveva deciso di sistemare la palestra. Il parche andava lucidato e gli attrezzi avevano proprio bisogno di una bella pulita. Si rilassava nella sua palestra, un luogo creato con tanta fatica e sacrificio, Bardack Son non era mai stato come Vegeta Prince, lui era scaltro e con la stessa passione e i fondi del padre era riuscito a crearsi un impero, lui invece solo una piccola palestra, ma era il suo orgoglio personale, insieme ai suoi due amati figli. Radish lo raggiunse, mentre levigava le travi in legno.

“Papà sei qui?”

Chiese il ragazzo entrando nella palestra, reclamando l’attenzione del padre.

“Dimmi figliolo!”

Disse Bardack senza scostare lo sguardo, dal suo minuzioso lavoro. Il figlio non gli distoglieva gli occhi di dosso, voglioso di rivolgergli quella richiesta, che gli attanagliava le viscere. Non aveva mai odiato suo padre, l’aveva sempre trattato alla pari di Goku, non che vi fosse differenza tra i due, ma Radish aveva scoperto che suo padre non aveva mai amato sua madre, l’unica per la quale aveva perso la testa era la madre di Goku. Per questo quando l’estate prima aveva incontrato Celipa, le aveva parlato e lei gli aveva raccontato la sua versione dei fatti. Deluso da lui, ma soprattutto da sua madre, l’aveva abbandonato per andarsene con un altro e poi tornato a casa se l’era presa con Bardack e con Goku. Dopodiché successe il disastro che aveva scatenato Vegeta, il quale era particolarmente sensibile al discorso genitori, anche se non lo dava a vedere; odiava particolarmente suo padre, Radish aveva visto quell’uomo poche volte, gli era sembrato duro e privo di sentimenti e da quello che aveva capito da Vegeta, non che avesse detto molto, ma, lui era un ottimo osservatore, odiava suo figlio più di ogni altra cosa al mondo. Quel giorno, prima che succedesse il disastro con Goku, Radish aveva litigato con suo padre e Vegeta era arrivato a scuola con una pessima cera e un brutto ematoma sullo stomaco.

Radish tornò a concentrarsi sul padre, prese coraggio e parlò.

“Papà io e Nappa abbiamo aggiustato una moto e abbiamo intenzione di star via tutto il giorno domani, faremo un lungo giro! Volevo che lo sapessi in caso che la suola ti chiami per farti sapere che non sono a scuola!”

Bardack rimase un attimo in silenzio, l’affermazione del figlio l’aveva lasciato basito, sapeva che era un modo un po’ bizzarro di chiedergli il permesso, conosceva bene il figlio, era un ragazzo strano, ma infondo, loro, erano una famiglia un po’ strana. Sorrise semplicemente come meglio gli riusciva.

“Basta che stai attento!”

Disse, si fidava del figlio, aveva fatto tante cose sbagliate, ma non era un cattivo ragazzo il suo Radish. Dopo tutto quello che era successo, nella sua travagliata vita famigliare, le cose che più amava nella sua vita erano i suoi due figli.

“Siete qui?”

Esclamò Goku, entrando in quel momento seguito dalla fidanzata Chichi, che salutò i famigliari del suo amato fidanzato.

“Ciao Goku! Chichi …”

Disse Bardack alzandosi finalmente in piedi, pulendosi le mani con lo straccio.

“Papà volevo allenarmi …”

Disse Goku, guardandosi intorno e notando scopa e stracci, che giacevano abbandonati vicino a suo padre. Anzi ora che guardava bene, non era poi pulita quella palestra, suo padre ci provava sempre a sistemare le cose, ma non vi riusciva molto bene, beh infondo era un uomo.

“Ah ah ah … ma stavo pulendo!!”

Disse Bardack grattandosi la testa con la mano e ridendo sguaiatamente, come era solito fare.

“Ha per caso bisogno di aiuto?”

Chiese Chichi, che non sembrava convinta delle sue azioni come casalingo, forse l’aiuto di una persona che sapeva bene come fare le pulizie sarebbe, in quel caso, servito.

Bardack la guardò stupito, ma felice, quello sguardo era identico a quello di Goku quando gli si diceva qualcosa che a lui faceva immensamente piacere. Così Chichi sorrise si avvicinò prendendo degli stracci.

“Ma io volevo allenarmi Chichina …”

Disse Goku, con il volto afflitto.

“Non dire stupidaggini Goku, ti allenerai un‘altra volta! Ora diamo una mano a tuo padre!!”

Goku guardò il fratello, che fino a quel momento non aveva detto nulla.

“E tu? Che fai?”

Chiese a Radish. Il maggiore lo guardò, con uno sguardo indecifrabile.

“No. Oggi ho altro da fare!”

Voltò le spalle, facendo un cenno con la mano, in risposta al saluto del padre.

Chichi scosse il capo, non sarebbe mai cambiato il rapporto tra i due, anche se, aveva notato un netto miglioramento nel loro rapporto, storicamente conflittuale. La ragazza aveva notato come i due avessero pian piano, preso coscienza della loro strampalata situazione famigliare. Insomma due ragazzi soli con un padre, si sentiva la mancanza di una figura femminile in quella casa. Chichi ignorava il fatto, che i due ragazzi, non fossero entrambi figli di Varza.


 


Bulma, era rimasta per la maggior parte del tempo in silenzio, scrutava silenziosa il riverbero del mare, il lontano rombo dei motori delle macchine. Alcuni dei suoi amici giocavano a carte, altri chiacchieravano, apprese, senza averne l’intenzione di origliare, di come Crilin si fosse innamorato di una sventola mozzafiato dalla chioma dorata e lo sguardo di ghiaccio. Si immaginò il ragazzo, alle prese con una stangona, che lo superava di un pezzo, non che fosse difficile, pure lei, che non era di certo una pertica, lo superava in misura. Le venne da ridere. Il pensiero tornò a Vegeta, chissà cosa stava facendo, chissà se anche lui pensava a lei. Se, i suoi amici, avessero saputo di quella sua strampalata relazione con il principe, chissà cos’avrebbero pensato di lei. Persa nei suoi pensieri, di ragazzina innamorata, non si accorse che Yamcha, le si era avvicinato. L’impertinente, dongiovanni da quattro soldi, le fu ad un passo, sedendosi poi accanto a lei, sullo steccato del pergolato ligneo che circondava l’ingresso del covo.

“Allora, come va?”

Chiese il ragazzo con un sorriso, smagliante e furbetto. Bulma che solo in quel momento si era accorta della sua malsana presenza, contorse la sua espressione facciale, in una maschera di finto piacere, nel vedere l’augusto viso del neo maggiorenne.

“Bene”

Disse lei, volgendo nuovamente lo sguardo, verso il cielo plumbeo, increspato dai timidi raggi di sole.

“Volevo parlarti Bulma!”

Continuò il ragazzo, guardando la ex fidanzata, che non ricambiava il suo sguardo. Lei annui in senso affermativo, per fargli capire di andare avanti, che l’avrebbe ascoltato.

“Bulma ho sbagliato …”

Seguì un lungo silenzio in cui si sentiva il vociare degli altri amici che parlavano tra di loro. Lunch cercava di convincere Tien, ad andare al centro commerciale, Crilin parlava con il maestro di alcune nuove mosse che aveva imparato. Bulma si riconcentrò su Yamcha.

“Non dovevo lasciarti per una stupida supposizione. Poi mettermi con Marion per farti ingelosire …ci siamo lasciati sai?”

Bulma non parve sorpresa, la ragazza era il classico tipo che, ogni settimana aveva un nuovo fidanzato.

“Non lo sapevo!”

Disse Bulma poco interessata alla rivelazione appena ricevuta, non le importava, Yamcha poteva anche starsene per sempre con Marion.

“Beh Bulma, io voglio rimettermi con te! Noi stavamo bene insieme e …”

Bulma si girò finalmente verso di lui, con la faccia perplessa e scioccata.

“Frena …”

Disse lei, guardandolo poi con un ghigno alla Vegeta dipinto in volto, si accorse di come, senza volerlo, quel ragazzo le era entrato dentro, ormai assumeva pure gli stessi atteggiamenti. Yamcha dal suo canto la guardò, ma non lesse nello sguardo di Bulma quello che avrebbe tanto voluto.

“Io non voglio tornare con te ..”

Yamcha deglutì alle parole della ragazza, insomma, era certo l’avrebbe perdonato, anche lei non si era comportata bene. Ignaro vi fosse un altro soggetto nei pensieri di Bulma, che lo aveva spodestato in maniera definitiva.

“Yamcha io mi sono comportata male al tuo compleanno, ma ho avuto modo di riflettere. Tu non sei il ragazzo giusto per me. Poi con che coraggio vieni a chiedermi di star con te di nuovo, quando ti sei consolato con Marion subito dopo la nostra rottura?”

Chiese Bulma, che cercava di mantenersi il più calma possibile. Il suo ex ragazzo era davvero un imbecille, era immaturo e farfallone, non avrebbe perso un minuto di più dietro ad un tipo simile.

“Ma Bulma pensavo mi amassi … e soprattutto, pensavo volessi tornar con me!”

Evidentemente, il neurone di Yamcha aveva funzionato, come al solito, in malo modo e non aveva afferrato bene i concetti espressi da Bulma.

“Yamcha, senza offesa, ma io non ti ho mai amato. Non ho mai detto di amarti, sì mi piacevi, ma tutto li, sei carino, ma non sei il ragazzo giusto per me!”

Sperando di esser stata abbastanza chiara, Bulma tornò a guardare di fronte a sé. Chissà dov’era Vegeta? Sentiva già la sua mancanza, era come l’aria, se non riusciva ad inebriarsi del suo maschio profumo, rischiava di non respirare più. Due figure in lontananza si materializzarono, sullo sfondo di quel grigio pomeriggio autunnale. Bulma cercò di identificarle, ma erano ancora due puntini indistinti, che si facevano via via più nitidi.

“Quindi è finita …”

Chiese Yamcha amareggiato. Bulma si voltò verso di lui, sorridendo.

“Sì”

Disse soltanto, scendendo dallo steccato ed avvicinandosi al mare, che si era fatto più mosso.

Riconobbe in seguito le due figure: Goku e Chichi si avvicinavano, mano nella mano, finalmente la coppia era tornata affiatata come un tempo. Bulma li guardò felice, forse, un giorno, anche lei avrebbe stretto a sé la mano di Vegeta e con lui avrebbe camminato sulla spiaggia. Doveva ancora chiarire alcune cose con Chichi, ma sapeva bene che aveva i suoi tempi. Avrebbe atteso il momento della riconciliazione, prima però Chichi doveva ritrovare definitivamente il suo Goku, poi sarebbe sicuramente andata lei a cercare l’amica. Bulma era convinta, di questo pensiero, Chichi non le era più ostile, ma aveva bisogno di spazio e tempo per assimilare gli accaduti. Se solo avesse saputo di Vegeta. Quel pomeriggio passò così, Bulma osservava gli amici, Chichi era occupata da Goku al cento per cento, Yamcha sembrava quello più afflitto; Bulma e Marion gli avevano dato entrambe il ben servito.

Quando fu finalmente a casa Bulma si rilassò, sistemò la camera, il letto per il suo Vegeta, lasciando la finestra socchiusa, Vegeta si arrampicava sulla pianta che troneggiava di fronte alla finestra di Bulma e poi entrava di soppiatto come un ladro. Ma quella notte, Bulma attese invano, la finestra non si aprì mai, il futon di Vegeta rimase freddo. La luna non illuminò quella notte con i suoi raggi, non rischiarò la veglia di una ragazza innamorata, che attendeva l’arrivo del suo grande amore.

“Dove sei Vegeta …”

Disse Bulma guardando il cielo notturno, appoggiò la fronte sul vetro freddo della finestra della sua camera, una lacrima scese lungo il viso. Non era mai stata così apprensiva, eppure ora si sentiva sola ed abbandonata. Perché Vegeta non era tornato da lei? Che l’odiasse? No, non era possibile, lui odiava tutto e tutti, ma Bulma era certa non odiasse lei. Tornò a letto, rannicchiandosi sotto le coperte, l’indomani avrebbe riservato al ragazzo una sonora strigliata; come si permetteva di farla stare così in pena, come si permetteva di non presentarsi da lei, forse era successo qualcosa? Bulma scosse la testa, scacciando quei pensieri, sì, l’indomani Vegeta Prince, avrebbe saggiato l’ira funesta di una Bulma innamorata, ovviamente celando il vero motivo della sua preoccupazione. Anche se Bulma non era certa che Vegeta si fosse reso conto del suo amore. Poco importava, a costo di far la figura della mogliettina apprensiva, avrebbe fatto una bella scenata. Si addormentò un poco, anche se, continuava a rigirarsi agitata nel letto, svegliandosi di tanto in tanto, continuava a chiedersi dove fosse Vegeta. Non sapeva che in quel momento lui avrebbe tanto voluto esser li con lei.







Rieccomi con un nuovo capitolo. Purtroppo non sono riuscita ad aggiornar prima, come previsto. Imprevisti pasquali ... quindi scusatemi!!!!!!! Ma comunque ecco il capitolo... mi dispiace solo Vegeta non ci sia ... non odiatemi troppo e non vi preoccupate tornerà presto!!

BulmaMiky Mi fa piacere che la scena finale, dello scorso capitolo ti sia piaciuta. All'inizio non sapevo se farli baciare o meno, poi alla fine ho pensato che fosse più giusto così. Infondo non erano pronti, nessuno dei due, anche se Bulma era più consapevole, Vegeta assolutamente non era ancora psicologicamente pronto per affrontare l'AMORE. In questo capitolo si scopre qualcosa di più sulla nostra Varza, anche se non molto, si delineano i rapporti che cerano tra lei Bardack e Vegeta, padre, che casino parlare dei mille Vegeta. Purtroppo il nostro bel tenebroso non c'è in questo capitolo... quindi non ho potuto scrivere nessuna scena d'amore :( Alla prossima e sempre un GRAZIE gigante per il sostegno.
lirinuccia ciao carissima! Grazie mille, mi ha fatto piacere apprendere quanto tu abbia apprezzato a mia storia, spero di non deluderti proseguendo...
Ehm si ho nominato il tuo Junior mi sembrava giusto, soprattutto doveroso, in realtà il pezzo non era proprio un sogno di Bulma, ma lei semplicemente, continua a ricordare il momento in cui, l'estate precedente, Goku e Vegeta si sono picchiati rischiando la loro stessa vita. Goku e Vegeta sono rivali più che mai e sono contenta ti sia arrivato il messaggio del loro confronto spirituale e fisico, infondo la loro non è solo una lotta a suon di cazzotti!! Il rapporto con Radish ho intenzione di svilupparlo un po' nei capitoli a venire, anche se già l'ho fatto in questo un pochino, spero le parti della famiglia Son non tedino troppo, ma mi sembrava carino inserir qualche scena, anche se non sono proprio Son, ma Sayan...
Bulma sta pian piano cambiando, mutando il suo spigoloso carattere, principalmente nei confronti di Vegeta, d'ora in poi metterà sempre al centro del suo universo il suo amato Vegeta, anche se non sarà una cosa semplice.
Vegeta, beh il solito testone, che non riesce a metter da parte l'orgoglio, ma alla fine credo che Bulma, come in ogni storia, riuscirà a fargli deporre le armi ed entrare con tutta se stessa nel suo cuore, senza contare che ha BISOGNO di lei e del suo sostegno. Spero che il nuovo capitolo ti sia piaciuto altrettanto. Un bacio alla prossima.

Luna_07 è esattamente come hai scritto, certi sentimenti provati per la prima volta fanno paura... e il nostro Vegeta ha paura di quello che sta provando con Bulma, si sente confuso e cambiato, non sa neanche lui perché la sua scorza dura con lei si ammorbidisce e si lascia andare. Bulma non se l'è presa perché ormai sente di comprender Vegeta quasi meglio di se stessa, poi beh ne è follemente innamorata, quindi sa che se lo vuole deve lottare ed aspettarlo. Colpo di scena ebbene si Radish e Goku sono fratellastri ... Celipa ha sposato Bardack in un primo momento, ma poi è fuggita con Toma, anche perché il suo maritino era innamorato di Varza. Eheh Yamcha purtroppo è tornato in questo capitolo... ma solo per farsi rifiutare da Bulma.... spero non abbia rovinato eccessivamente il tutto XD
Ti ringrazio come sempre per le tue recensioni... alla prossima

Enris ole!!! Sono felice ti sia piaciuta la strutturazione del capitolo, ero un po' indecisa, temevo sembrasse troppo confuso. Sono, oltremodo, contenta ti siano arrivati i pensieri dei personaggi, in particolare i nostri adorati Bulma e Vegeta, la scena del quasi bacio era molto importante nell'evoluzione del loro rapporto. Diciamo che da quel momento, chi più e chi meno, prendono coscienza del sentimento che provano, l'uno per l'altra. L'amore sta maturando in loro e se la trasformazione di Bulma è stata più veloce Vegeta ci deve ancora pensare ... ma sa che non può sfuggire. Grazie come sempre!!!
Maia74 ciao!!!!!! Bulma e Vegeta stanno cambiando, il problema è come al solito che Veggy non sa come affrontare la situazione, per ora ha preferito scappare... Bulma è follemente innamorata di lui, per questo lo comprende, lo perdona, lo ama insomma. Vegeta vorrebbe ceder al bacio, ma sa che quello sarà il punto di non ritorno, una volta dato sarebbe come dare la sua anima a Bulma, perchè loro sono legati da un legame indissolubile e profondo. Grazie come sempre alla prossima.
Icelberry ciao! Che piacere ritrovarti!! pensavo la storia non ti piacesse più ;) scherzi a parte mi fa piacere sapere che segui ancora, spero nel frattempo di non aver deluso le tue aspettative! Baci alla prossima

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Scoperte e chiarimenti ***


Scoperte e chiarimenti

Sentiva un dolore lancinante al petto. Cercò di aprire lentamente gli occhi, guardando le sue mani ricoperte di tagli e croste. Non sentiva il braccio, sul quale si era sopito, intorpidito da quel lungo riposo. Si portò la mano sul petto, un lungo taglio percorreva il suo torace. Il sangue caldo colava sulla maglia ormai distrutta, un bruciore inaspettato gli smorzò il fiato. Si guardò intorno, ma dov’era finito? La stanza era buia, sentiva solo una goccia che batteva incessante su di un lavello, non ricordava perché si trovava li, non sapeva soprattutto cosa ci facesse in quel luogo umido e tetro. Ricordava solo di esser arrivato a casa, voleva recuperare dei libri e vedere che cosa facesse suo padre, ma mentre frugava tra le sue cose, lui era entrato. Ora ricordava, avevano avuto una lite furiosa, si erano insultati, Vegeta proprio non capiva il perché di quell’improvvisa vendita dell’azienda; così aveva parlato a suo padre e glielo aveva chiesto, ma lui gli aveva intimato di farsi gli affari suoi e l’aveva colpito. Suo padre l’aveva sempre odiato e lui sapeva bene perché, ma non giustificava i suoi modi, era pur sempre suo figlio. Poi però era arrivato quel Freezer Ice, che essere disgustoso, era viscido, con quelle iridi vitree e rettili, lui aveva sempre odiato le serpi, tutto ciò che strisciava, e quell’essere era davvero una serpe incarnata ad uomo. Ricordò le sue parole sibilline “Non si preoccupi signor Prince. Penserò io a suo figlio …” L’aveva guardato, un fremito d’orrore aveva percorso la schiena di Vegeta, lui non aveva paura di nulla, ma quell’essere era rivoltante. L’aveva colpito, con qualcosa di affilato, il dolore l’aveva fatto contorcere ed urlare, non aveva retto al colpo inaspettato ed era, quindi, collassato a terra privo di forze. Tornò alla sua situazione attuale, era rinvenuto finalmente, ma non sapeva come uscire da quel luogo. Sospirò profondamente, a volte pensava che in fondo non avrebbe mai dovuto nascere, a chi importava della sua esistenza, nessuno avrebbe mai sentito la mancanza di uno come lui.

Bulma.

Quel nome si era focalizzato, senza un motivo, nella sua mente. Gli venne in mente ogni cosa di lei: i suoi capelli morbidi, di quel colore assurdo, la sua bocca rosea e dolce, il suo sguardo amorevole; quante volte l’aveva guardata dormire, senza che lei si accorgesse della sua veglia notturna o delle sue carezze, rubate a quella creatura splendida. Quella sciocca ragazza non si era accorta dei suoi sguardi, di quanto la desiderava, o forse si, l’aveva capito, forse, meglio di quanto non avesse mai fatto lui stesso, perché quella notte l’aveva catturato e non si era resa conto che con quel bacio dolce e tenero sulla sua guancia ruvida, aveva scelto di condividere le sue pene. Perché lei gli aveva dimostrato di comprenderlo a fondo, più di quanto non avesse mai fatto nessuno. Si sentiva sciocco per quello che provava, ma ad ogni modo non riusciva a far a meno di pensarla. Era bella, tremendamente bella, quasi fosse lei stessa la Dea della Bellezza, poi era candida ed in quel momento avrebbe voluto ricevere la sua luce, in quel luogo in cui la sua vita disgraziata l’aveva condotto. D’improvviso un nuovo rumore arrivò alle sue orecchie, dei passi svelti e sempre più vicini. La porta si spalancò, Vegeta chiuse gli occhi, per permettere alle sue iridi di abituarsi alla luce pian piano. Quando li riaprì, una silhouette che già conosceva, si presentò ai suoi occhi: Zarbon.


Bulma si svegliò molto presto quella mattina, aveva solo voglia di arrivare a scuola e vedere Vegeta.

Si infilò la divisa, una veloce occhiata allo specchio bastò a rivelarle il suo pessimo aspetto. Profonde occhiaie solcavano il suo viso latteo e pulito. Il cuore non aveva smesso ancora di batterle velocemente, si sentiva come in preda ad un attacco cardiaco, la gola era secca, una forte nausea aveva preso possesso del suo stomaco. Cosa le stava succedendo, aveva davvero una brutta sensazione. Con lunghi passi spediti, si precipitò al piano di sotto salutando frettolosamente i suoi genitori, intenti a consumare la prima colazione. Si precipitò verso la scuola, dapprima attese impaziente l’apertura dei cancelli dell’istituto, pochi studenti erano mattinieri, per lo più dei secchioni, o degli studenti che arrivavano da fuori città. Bulma osservava intorno a sé, non era mai stata attenta agli altri, ai loro sentimenti, ma quella mattina tutto sembrava assumere un’importanza mistica, quasi che ogni persona o cosa potesse, con la sua sola presenza, cambiare il suo destino. Una ragazza di prima leggeva un libro, nascosta dietro i suoi occhiali spessi, mentre un altro ragazzo la guardava di sottecchi imbarazzato, Bulma sorrise nel vedere quei due imbranati ed imbarazzati, lei e Vegeta erano certo più svegli, ma poi al momento clou si erano tirati indietro. Con lui era tutto difficile, ora le era diventato difficile anche pensare, parlare e respirare con regolarità, Vegeta Prince era l’essere più assurdo dell’universo, era la sua droga, la sua malattia. Aspettò molto, o forse fu il tempo della sua coscienza ad indicargli ore ed ore di attesa, perché l’orologio non aveva decretato che fossero passati più di dieci minuti. Il cancello finalmente si aprì e Bulma entrò nel cortile, fu la prima ad entrare nell’atrio spazioso dell’istituto, salì al piano di sopra, prendendo posto al suo banco e scrutando al di là della finestra. Le persone entravano ed uscivano dalla classe, forse erano entrati tutti, forse non vi era nessuno, ma a Bulma questo non importava, Vegeta non era ancora arrivato. La sua sagoma non appariva nel cortile scolastico, ma che scherzo era quello? Dov’era finito, possibile fosse scomparso senza dirle nulla, gli occhi si arrossarono, mentre la preoccupazione saliva. E se qualcuno l’avesse picchiato di nuovo?

“Bulma? Bulma! Tutto bene!?”

Chiese una voce conosciuta, riscuotendola dal suo pensiero fisso. Goku la fissava con la faccia preoccupata, cos’era successo all’amica? Aveva uno sguardo che non lasciava presagire nulla di buono, forse era successo qualcosa a Vegeta, ormai aveva capito cosa provasse per lui, lo confermava il fatto non si fosse rimessa con Yamcha, poi, beh, Bulma faceva quella faccia solo quando si trattava di Vegeta. Era un po’ geloso a dire il vero.

Bulma lo guardò, non si aspettava di vederlo, poi si accorse di quanto stupido fosse il suo pensiero, erano in classe insieme. Anche Chichi, alle spalle del fidanzato, la osservava con preoccupazione, finalmente Bulma la riconosceva, la sua cara amica faceva la dura, ma le voleva un mondo di bene, era certa che presto si sarebbero riavvicinate.

“Goku! Chichi! Buongiorno!”

Disse la ragazza, cercando di distogliere la loro attenzione dal suo orribile stato d’animo.

“E‘ successo qualcosa?”

Incalzò Goku, con la pretesa di sapere che cosa fosse successo, aveva una faccia cadaverica, dov’era finita la famosa Bulma Brief.

“Nulla … non ti preoccupare! Ho solo dormito poco!”

Disse, abbozzando un timido sorriso. Chichi la guardava senza dir nulla. Il professor Karin, di scienze, entrò in quel momento, costringendoli a sedersi ognuno al proprio posto.

Chichi non capiva il comportamento di Bulma, qualcosa era cambiato in lei, ma cosa? Quel pomeriggio voleva andar da lei e chiarire tutto quel malinteso che le aveva fatte allontanare, onestamente non riusciva più ad esserle ostile. C’era qualcosa sotto tutta quella situazione che non aveva ancora capito o compreso, tutta quella serie di malintesi non era del tutto casuale, secondo lei, ma infondo non avrebbe mai scoperto nulla tenendosi a distanza.

“Signorina Brief se ha intenzione di far scattare un‘ennesima battaglia con Prince non lo faccia nelle mie ore!”

Disse l’anziano professore, Bulma non capì subito, poi si accorse di esser al posto di Vegeta, arrossì vistosamente e si sedette poi al suo posto. Per osservar meglio fuori dalla finestra si era seduta senza accorgersene nel banco di lui. La classe la guardò ridendo, mentre lei balbettava delle scuse. Maledizione, Vegeta le faceva fare sempre, anche se non c’era, delle gran brutte figure.


 


Bardack si era alzato presto, aveva già fatto la spesa e aveva una gran voglia di cucinare qualcosa per i suoi figli, quella sera avrebbero fatto una bella cenetta in famiglia. Sempre sperando che Radish tornasse per tempo. Camminando, senza meta, con le borse della spesa tra le mani, era giunto al parco cittadino, quanti ricordi gli vennero alla mente. La sua perduta gioventù, quando con Vegeta organizzavano degli assalti ai loro ignari amici, oppure quando, proprio lì aveva incontrato Varza.


Era una giornata autunnale, le foglie erano dipinte dei loro colori più sgargianti, molte di esse giacevano al suolo, creando un manto multicolore, sul quale lui stesso stava camminando, incurante dello scricchiolio secco che creava con i suoi piedi. Non gli era mai piaciuto l’autunno, non era la sua stagione, ma in mancanza di cose da fare, era pur sempre divertente schiacciare qualcosa sotto i piedi. Se solo Vegeta fosse arrivato prima quel giorno, forse non l’avrebbe mai incontrata e non si sarebbe innamorato perdutamente di lei. Qualcuno interruppe la sua marcia, senza senso.

”Mi scusi, mi saprebbe dire dove posso trovare l‘istituto superiore?”

Domandò una voce cristallina alle sue spalle, Bardack si voltò, la visione che apparve ai suoi occhi fu quella di una splendida ragazza dai lunghi capelli corvini e gli occhi color della pece. La bellezza era una caratteristica propria di quella splendida creatura che poneva una cartina della città verso di lui, aspettando l’ indicazione richiesta. Bardack rimase a fissarla incredulo, mai aveva visto una ragazza così bella, o forse mai si era innamorato perdutamente di qualcuno.

“Ehi tutto bene? Hai, forse, perso la parola!? O sei solo muto!?”

La ragazza possedeva anche un’innata strafottenza, perché disse quelle parole in tono poco gentile, sgraziato, ma soprattutto impaziente, sembrava una di quelle a cui piace avere tutto e subito, gli aveva posto una domanda e voleva una risposta, possibilmente immediata.

“Allora? Forse era meglio chiedere a qualche vecchietto! Magari sono più svegli di te ragazzino!”

Con la faccia ancora imbambolata, Baradack sfoderò un sorriso candido e si grattò la nuca sorridendo. Si avvicinò finalmente a lei e gli indicò la strada, segnandola sulla cartina, che la ragazza teneva stretta tra le mani.

“Non dovresti esser a scuola anche tu?”

Chiese lei, che decisamente doveva esser un tipo tosto.

“Beh si, ma oggi bigio con il mio migliore amico!”

Lei sorrise ironicamente.

“Oh “migliore amico” che bigotti siete in questa città! Questi appellativi si usano quando si va all‘asilo!”

Bardack rimase interdetto, quella ragazza era la Dea della strafottenza, se mai ne esistesse una tale, ma Bardack aveva un buon carattere e soprattutto era abituato ad esser trattato a quella maniera da un’altra persona.

“Beh non so in che altro modo definire Vegeta, lui è l‘amico più caro che ho! Comunque quanti anni hai? Magari siamo in classe insieme!”

Lei lo guardò con un aria di superiorità assoluta, si sentiva molto più importante e matura rispetto a quel ragazzo che le sostava di fronte, incrociò le braccia al petto e corrucciò le sopracciglia.

“Diciassette! E spero vivamente di non esser in classe con te! Sei veramente infantile!”

Disse voltandosi di spalle e proseguendo per la strada indicatagli dal povero Bardack.

“Ciao, ciao ragazzino!”

Disse lei e qualcuno le passò accanto, qualcuno che stava raggiungendo il suo amico.

“Ehi Bardack chi era quella sventola!?”

Chiese Vegeta, quando fu di fronte all’amico, Bardack arrossì, si era preso proprio una bella cotta per quella ragazza.

“E‘ una nuova studentessa … mi ha chiesto delle indicazioni!”

Vegeta si girò nuovamente a fissare il punto in cui era svanita la misteriosa ragazza, anche lui era rimasto colpito ed abbagliato dalla sua bellezza.

“E‘ veramente bella!”

Disse tornando ad osservare l’amico, Vegeta era un tipo affascinante, le ragazze cadevano ai suoi piedi, anche Bardack aveva il suo stuolo di ammiratrici, ma non ne approfittava come l’amico, che era noto a scuola per esser un’impudente donnaiolo.

“Già è molto bella e ti assomiglia!”

Disse Bardack sorridendo, sapeva che Vegeta odiava i sorrisi e amava esser unico ed inimitabile, per quello adorava stuzzicarlo.

“Cosa?! Ehi Bardack … nessuno mi assomiglia! CHIARO?”

Lui rise, sapeva di colpirlo ed affondarlo per bene con quella frase.

“Sì sì, solo che è strafottente come te!”

“Non dire stupidaggini, una stupida femmina non può esser come me!”

Disse l’altro colpito nel vivo del suo orgoglio. Bardack gli mise una mano sulla spalla, concludendo così quel discorso, ed incamminandosi con lui verso la meta di quella loro bigiata quotidiana: la spiaggia.



Bardack tornò alla realtà, la sua camminata l’aveva portato alla spiaggia, beh forse una capatina al vecchio maestro la poteva anche fare. Così si diresse verso la vistosa casetta rosa, che si stagliava lungo la spiaggia, la giornata non era delle migliori, ma il mare era bello sempre e comunque.


Le lezioni erano terminate e Bulma aveva una terribile nausea, senza salutare nessuno uscì e si diresse verso casa. Cosa poteva fare? Doveva scoprire che fine aveva fatto Vegeta, ma soprattutto, doveva tranquillizzarsi, ne andava della sua salute mentale.

Vide un telefono pubblico, le venne un’idea, trasse dalle tasche tutti gli spiccioli che aveva, guardò sulla rubrica telefonica.

“Prince … Prince ….”

Cercava il numero di casa, sicuramente c’era, oppure quello dell’azienda, dopo minuti interminabili di ricerca lo trovò, digitò frettolosamente il numero e attese.

“Prince Corporation buongiorno …”

Rispose una donna dall’altra parte dell’apparecchio telefonico, doveva esser la segretaria del signor Prince.

“Buongiorno, chiamo dall‘istituto superiore cittadino, volevo parlare con il signor Prince, se è possibile.”

Disse Bulma, con sicurezza inaspettata e camuffando alla perfezione la sua giovane voce.

“Sì, prego attenda in linea!”

Bene l’aveva bevuta, Bulma attese ascoltando la musichetta che le venne propinata.

“Pronto?”

Disse una voce profonda e sensuale allo stesso tempo, somigliava vagamente alla voce di Vegeta. Bulma si riprese subito, da quella titubanza iniziale dettata dallo stupore.

“Sì salve, signor Prince, chiamo dall‘istituto superiore. Vorrei farle sapere che oggi suo figlio non si è presentato a scuola, volevamo sapere se lei è a conoscenza del motivo!”

Un attimo di silenzio, Bulma sperava in una risposta, una qualsiasi cosa, un indizio, doveva sapere dov’era e, soprattutto, se stava bene.

“No, non lo sapevo, ma non so dove sia. Mio figlio è un emerito imbecille, avrà la sua punizione quando tornerà a casa, ne stia certa! Arrivederci!”

E riagganciò. La delusione di Bulma era immensa, come poteva quell’uomo fregarsene altamente del figlio, era orribile, lo odiava con tutta se stessa, poi non aveva scoperto nulla, ma dov’era Vegeta?

Chichi quel pomeriggio era più pensierosa del solito, la Bulma di quella mattina, l’aveva fatta preoccupare. Non sopportava vederla così giù di morale, che era successo alla ragazzina spigliata e combattiva? Chichi era stata da sempre la sua migliore amica e confidente, ma in quel periodo lei e Bulma si erano allontanate e l'altra le era parsa, pian piano, più sola e poco socievole. Capiva di aver sbagliato, ma molte cose nella sua mente si erano accavallate l’un l’altra, era sempre stata gelosa del rapporto speciale che c’era tra Bulma e Goku, lei era la fidanzata del ragazzo, ma sapeva di non esser come Bulma per lui. Lei rappresentava una parte fondamentale della sua esistenza, di fatto era la prima “donna”, seppur all’epoca fosse solo una bambina, che fosse entrata a far parte della sua vita. Goku non aveva la mamma e, anche se non lo dava a vedere, ne aveva sofferto molto, Bulma era stata la prima figura femminile con cui era entrato in contatto, nessuno dei due aveva, però, mai dimostrato un interesse verso l’altro, che andasse oltre quella solida amicizia. Chichi era gelosa, comunque, perché voleva esser sia amica che fidanzata di Goku, per questo aveva tratto delle conclusioni sbagliate, solo che, in quel periodo, li aveva visti più vicini, forse, perché Bulma aveva iniziato quell’assurda battaglia con Vegeta e, ormai si sa, dove c’è Vegeta c’è Goku. Ora, però, era arrivato il momento di deporre le armi e di riconciliarsi con l’amica, era stupido da parte sua ostinarsi a quel modo; così si diresse verso la casa di Bulma. Erano quasi le cinque in punto, suonò e la voce trillante di Bunny Brief le rispose con gentilezza. Chichi entrò, il sole stava già calando.

“Buongiorno Chichi, qual buon vento ti porta?”

Chichi sorrise, all’allegra signora che la fece accomodare in casa.

“Buongiorno signora Brief. Cercavo Bulma è per caso in casa?”

Chiese, ormai era lì e doveva parlare con l’amica, dovevano tornare affiatate come un tempo, non sapeva ancora cosa dirle, avrebbe improvvisato sul momento.

“Oh certo cara! E‘ in camera sua, c‘è anche Goku! Se mi avvisavate prima preparavo qualche dolce!”

Goku? Si chiese Chichi, cosa ci faceva Goku lì, non le aveva detto nulla. Si congedò dalla signora Brief con gentilezza e salì al piano di sopra con cautela. Prima di trarre conclusioni questa volta avrebbe svolto un'indagine, doveva scoprire a tutti i costi, ciò che di losco c’era sotto, erano troppe le volte che quei due venivano trovati soli.

Accostò l’orecchio alla porta di Bulma, acquattandosi per non farsi sentire.

“Goku sono preoccupata! Dobbiamo fare qualcosa!”

Sentì Goku sospirare, qualcuno dei due batteva un piede a terra per l’agitazione.

“Sì ma cosa Bulma! Non possiamo farci scoprire …”

Alla parola scoprire gli occhi di Chichi si velarono di lacrime, allora era vero, quei due stavano insieme alle sue spalle? Non poteva crederci. Sentì Bulma singhiozzare sommessamente, spiò attraverso la serratura, Goku la stava abbracciando, carezzandole la testa. La scena più orribile che Chichi avesse mai visto.

“Dai Bulma non fare così! Si sistemerà tutto vedrai … ”

Ma Bulma continuò a piangere, nonostante i tentativi di Goku di consolarla.

“Non reggo questa situazione … ho una bruttissima sensazione … non so come spiegartelo!!”

Chichi non resse, se era lei il brutto presentimento di Bulma doveva scatenare la sua ira in quel momento. Spalancò la porta entrando con foga, i due, ignari di esser spiati, si staccarono bruscamente.

“Chichi che ci fai qui?”

Chiese Goku sorpreso e conscio del fatto che, la sua ragazza, avesse travisato nuovamente la situazione. Chichi scoppiò in lacrime, ma rimase impettita sul posto chiudendo la porta alle sue spalle.

“Voi due … come avete potuto farmi questo? Siete orribili!! E pensare che ero venuta qui perché mi sentivo in colpa nei confronti di Bulma!!”

Goku le si avvicinò e le posò le mani sulle spalle cercando di calmarla.

“Chichi ti prego lasciami spiegare …”

Lei lo guardò, il suo Goku, come aveva potuto farle una simile carognata.

Bulma cercò di dire qualcosa anche lei, ma era troppo agitata per Vegeta e non sapeva davvero cosa dire. Poi, un rumore alle loro spalle li riscosse, le fronde dell’albero, di fronte alla finestra, si mossero e questa si spalancò, Bulma l’aveva lasciata aperta. La ragazza si asciugò le lacrime, la sua pena era finita, o cominciata, proprio in quel momento.

“V … Vegeta …”

Disse, vedendolo entrare malconcio e sporco, si slacciò la giacca con l’ultimo brandello di forze che gli era rimasto, lasciando intravedere una profonda ferita, cosparsa di sangue, ormai, secco, che attraversava il suo torace glabro, poi si lasciò andare sul pavimento.

Fu un attimo e Bulma gli fu addosso per sostenerlo e per lasciarsi andare.

“Hai idea di quanto mi hai fatto stare in pena! Ma dov‘eri finito?”

Disse gridandogli in faccia. Lui forzò un sorriso sghembo.

“Fatti gli affari tuoi ragazzina! E piantala di starnazzare non lo sopporto!”

Lei gli sorrise, sapeva che quello era il suo modo per dirle che gli dispiaceva di averle dato pena, ma che ora era lì, era tornato da lei. Lo abbracciò con calore e amore, lui la lasciò fare, non aveva né la forza, né la voglia di respingerla. Chichi si asciugò le lacrime assistendo a quella scena smielata in maniera eccessiva, visto i soggetti protagonisti dell’improbabile quadretto. Rimase a bocca aperta guardando Goku, perplessa.

“Cosa significa tutto questo?”

Chiese al fidanzato, lui le sorrise, anche a lui aveva fatto uno strano effetto vederli insieme, anche se quando era stato lui a scoprirli non erano seduti a terra abbracciati, evidentemente la loro convivenza forzata aveva dato i suoi frutti, anche se di fatto era Bulma ad abbracciare lui, ma Vegeta non l'aveva respinta, quindi...

“E‘ una lunga storia!”

Disse soltanto, Bulma si girò verso Chichi.

“Mi dispiace Chichi avrei dovuto dirtelo, ma questo testone non voleva e …”

Vegeta cercò di rialzarsi, ma un fitta di dolore lo fece retrocedere, Bulma si chiese come diavolo avesse mai fatto a raggiungerla in quelle condizioni.

“Lo sapevo che non dovevo fidarmi di voi …”

Bulma sospirò, aiutandolo a sdraiarsi sul suo letto, ormai era un’infermiera doc, ma alla vista di quella ferita deturpante sul petto, aveva storto il naso, sarebbe rimasto sicuramente un segno indelebile.

“Non vi preoccupate terrò la bocca chiusa! State davvero bene insieme!”

Disse Chichi, sicura questa volta di aver afferrato la situazione alla perfezione, però dovevano proprio dirgli che cos’era capitato a Vegeta, era davvero conciato male, ma gli sguardi assassini dei due non le lasciarono il tempo di sviluppare oltre i suoi pensieri. Rossi come due peperoni i due ragazzi si scambiarono una fugace occhiata.

“Ecco, allora cerca di stare zitta fin da ora, io non sto insieme a quest‘oca!”

Disse Vegeta, stava male, ma il suo cervello funzionava ancora alla perfezione.

“Ehi, sono io che dovrei lamentarmi!”

Aggiunse Bulma, anche se doveva ammetterlo, l’idea di esser la sua ragazza, era la cosa che l’allettava di più in quel momento.

“Bando alle ciance, qualcuno mi vuole curare questa dannata ferita!?”

Disse Vegeta, stroncando quella stupida conversazione che stava nascendo e lo stava imbarazzando parecchio, certo che gli sarebbe piaciuto aver Bulma tutta per sé, ma … ma non erano cose da lui.

Chichi senza dir nulla corse al piano di sotto per prender l’occorrente, Bulma andò in bagno per bagnare una salvietta, voleva pulire al più presto l’orribile ferita di Vegeta.

”Che è successo questa volta?!”

Chiese Goku, rimasto solo con l’amico, o presunto tale, sicuramente Vegeta non sarebbe stato d’accordo, ne era sicuro.

“Indovina un po‘, non ci arrivi da solo!?”

Disse Vegeta, tutta quella gente che lo commiserava gli dava sui nervi, non bastava Bulma?

“Quel Freezer Ice! Ma perché ti fanno questo?”

Vegeta distolse lo sguardo da lui, guardando altrove.

“Volevano saper delle cose da me … cose che non ho voluto dire …”

Goku voleva assolutamente saperne di più, ma Bulma uscì dal bagno in quel momento e la comunicazione tra i due fu interrotta. Arrivò anche Chichi.

“Se non ti dispiace Bulma, potrei medicarlo io …”

Chiese timidamente Chichi. Bulma la guardò stupita, la ragazza odiava Vegeta.

“Vorrei farmi perdonare, per aver dubitato di voi!”

Disse, abbassando lo sguardo, Bulma l’abbracciò con ardore, ora sì che riconosceva la sua adorata Chichi.

“Ehi, io non voglio essere una merce di scambio per il perdono, né tanto meno voglio essere toccato dalla fidanzatina di Carota!”

Disse acido Vegeta, che neanche sotto sedativo, probabilmente, avrebbe mai perso il suo orribile carattere. Ma Chichi era abituata a trattare con individui assurdi, lo stesso Goku lo era, così non si lasciò intimorire dal suo tono e lo ripagò con la stessa moneta.

“Sbruffone del cavolo, non sto morendo dalla voglia di metterti le mani addosso, ma sappi che sono la più esperta. Mio padre è infermiere e si dia il caso che io da grande voglia diventare un medico, quindi, sono molto brava a medicare! Però, se ti vuoi far toccare solo dalla TUA Bulma non è un problema per me, anzi!”

Bulma arrossì alla provocazione di Chichi, sapeva che lo stava facendo solo per farlo ragionare, anche Vegeta aveva assunto un colorito scarlatto, poi aveva sbuffato.

“Tsk fa quello che ti pare!”

Disse soltanto, Chichi sorrise soddisfatta e cominciò la sua opera, certo che quel ragazzo era fatto di ferro, quella ferita era davvero orribile e lui riusciva comunque ad andarsene in giro conciato in quel modo e perfino ad insultare la gente.

Rimasero fino a sera e, solo, quando Vegeta si decise a fare una doccia, Goku e Bulma raccontarono a Chichi la strampalata storia. Chichi si sentiva rilassata ora, il suo Goku era suo e, beh, avrebbe dovuto approfondir il discorso Vegeta con Bulma in separata sete, quei due non gliela raccontavano giusta.

”Goku ti sta suonando il telefono, ma non lo senti?”

Disse Chichi, Goku era sempre Goku, sbadato ed infantile.

“Urca è vero!”

Disse il ragazzo con un sorriso, tirando fuori il cellulare dalla tasca.

“E' papà!! E’ vero aveva detto che avrebbe cucinato molte cose per me e per mio fratello!”

Disse, continuando a guardare il cellulare, in quel momento Vegeta uscì dal bagno, lavato e profumato con un nuovo abbigliamento pulito.

“Guarda Carota che se aspetti ancora un po‘ a rispondere ti metterà giù!”

Goku, sorrise, schiacciò il tasto verde e si porto l’apparecchio all’orecchio.

“Pronto papà!! Arrivo tra un po‘ ho una fame!”

Ma il suo sguardo bonario, si rabbuiò all’istante.

“C … cosa?!”

Aprì la bocca senza che alcun suono vi uscisse, poi riacquistò lucidità.

“Arrivo subito!”

Lo sguardo serio del ragazzo non lasciava presagire nulla di buono, Chichi gli portò una mano sul braccio, ma lui scosse la testa e portò una mano sulle sue tempie, gli occhi divennero lucidi. Nessuno di loro aveva mai visto Goku in quello stato. Pensavano di aver risolto molte cose quel giorno, ma il karma gravava inesorabile su di loro, una cosa bella era successa quel giorno, si erano avvicinati, Vegeta era tornato da Bulma, ma la ruota del destino aveva decretato un nuovo nefasto evento, che li avrebbe coinvolti come un fulmine a ciel sereno.


 

OK questa volta ho esagerato, il capitolo è davvero lunghissimo, ringrazio chi è arrivato alla fine. Finalmente parla la nostra adorabile Varza, ehm per ora di adorabile non ha proprio nulla, spero vi sia piaciuta ... insomma lo so è terribilmente antipatica, ma mi è venuta così!!;) Spero che il capitolo non risulti confusionario, i personaggi importanti stanno diventando molti e, spero, di esser riuscita a cogliere al meglio ogni loro sfaccettatura.

Ringrazio:

BulmaMiky, DiannaDax, Ethis, flyvy, luisa87, Luna_07 ,Maia74, che mi hanno inserita tra le seguite.

E lirinuccia, sadika, vespa4e per avermi inserito tra i preferiti.

BulmaMiky altro capitolo sulla nostra Varza, questa volta volevo aggiungere un'immagine di lei, ma non si caricava, la metterò alla prossima! Yamcha si meritava anche di peggio, sono forse stata un po' troppo leggera?? Ma ... magari un giorno avrò un altra possibilità per trattarlo male... hahahahah!! Ok basta, povero Yamcha infondo che ha fatto di male? A parte che è imbecille s'intende ;) Beh non poteva non essergli successo nulla... ma per ora non è nulla di grave ... almeno per lui!! Qualcun altro ha avuto un brutto incidente!! Chi sarà ? Si può andare ad intuizione, ma dovrai aspettare il prossimo capitolo per saperlo... come sono cattiva XD!! Cmq sia confido nella tua mente ... immagino avrai già colto il fautore del misfatto finale!!
icelberry si il nostro (ma no che schifo) Yamcha se l'è meritato, anzi si meritava anche qualcosa di più atroce, ma la mia mente sadica non ha partorito nulla di malevolo per l'insetto, insomma basta già la sua esistenza a renderlo misero, non volevo infierire troppo! Vegeta beh... hai scoperto in parte ciò che gli è successo! Ma purtroppo per lui ho in serbo molte sorprese, la maggior parte delle quali brutte! Povero Vegeta! Baci alla prossima!!
lirinuccia penso che le scene del "Yamcha maltrattato" piacciano sempre a tutti, sto cominciando a dispiacermi per lui... no ... ho già cambiato idea!!!In questo capitolo scopriremo ancora un po' di cose sulla nostra Varza, che si dimostra pian piano un punto cardine della storia, attraverso i pensieri e ricordi di Bardack. Non ti preoccupare Re Vegeta presto toccherà anche a te, le mie mire espansionistiche mirano anche in casa Prince! Quello che hai detto su Chichi è vero, lei lo pensa, ma ... oddio ti ho già svelato troppo con sto ma!! Vegeta eccolo, non in forma smagliante, ma pur sempre vivo tra le braccia della nostra protagonista, purtroppo il loro amore non sarà dei più facili! Grazie come sempre per tutti i complimenti, ma soprattutto sono felice che la mia storia ti piaccia e ti appassioni!
Enris L'amore gioca sempre brutti scherzi, ma soprattutto vince sempre l'amicizia, o meglio questo è quanto io penso, se è vero amore. Mi fa piacere che il passato dei genitori dei nostri eroi ti interessi, di solito sono poco citati, però io ho pensato fosse giusto dargli molta importanza, diciamo anche che mi piace complicarmi la vita, quindi invece di svolgere la narrazione su due binari, la sto svolgendo in una stazione!! Spero solo di non incasinarmi, per non perdere coerenza col tutto! Anche Jackie Chun non è stato ne messo ne scelto a caso, solo che beh forse mi sto complicando la vita!! Bisogna sempre preoccuparsi per Vegeta, prima di tutto è un tipo impulsivo ed imprevedibile, come seconda cosa ha Freezer alle calcagna, non dimentichiamocelo;) Sto realizzando adesso... ma quanti capitoli dovrò fare di questa storia ... scusa sto pensando e scrivendo ad alta voce, no beh sto solo scrivendo trasportata dal mio "flusso di coscienza"!! Ok, basta sto diventando pedante! Spero che anche questo capitolo ti intrighi!!! Baci alla prossima!!!!
Maia74 eh si ... si comincia a sviluppare la storia che sta sotto la storia (che giro di parole idiota ... a furia di scriver cose brutte su Yamcha mi sta prendendo il cervello) e anche quella sopra la storia!! Che vuol dire? Beh immaginati un panino, la fetta sotto che regge tutto è la storia dei genitori dei nostri protagonisti, la farcitura è quello che leggi, mentre la parte sopra è la parte della famiglia Ice! Sembra una gran scemata quella che ho scritto, ma è così ...Goku e Chichina sono tenerissimi e Bulma ha sempre desiderato avere una storia come la loro, prima non aveva mai pensato ad affiancarsi a loro come storia d'amore, perché di fatto non amava, ma ora sa di amare Vegeta e quindi vorrebbe vivere le cose che vivono i suoi due migliori amici. Beh Veggy sta bene, più o meno, è qualcun altro che non sta benissimo ... sto diventando troppo tragica forse? Grazie come sempre! baci alla prossima
Luna_07 ebbene si! Vegeta era stato "catturato" da Freezer in persona, consegnatogli direttamente dal padre di Vegeta! Povero Yamcha lo trattiamo tutti male ... avrà delle fan?? Eh si mi rendo conto che il fatto che Marion e Yamcha si siano lasciati era un po' scontato, ma chissà forse ci sarà un ritorno di fiamma XD Poi siccome Yamcha l'aveva scaricata mi sembrava giusto avessero un chiarimento, lo dovevo a Bulma, già ha un sacco di problemi con Vegeta, almeno sul fronte Yamcha la situazione si è sistemata. ti ringrazio come sempre. Baci alla prossima!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Fatto inaspettato ***


Fatto inaspettato


Fumava la sua ennesima sigaretta, quel giorno, più degli altri, ne aveva necessariamente bisogno. Osservava le scartoffie davanti a sé, ma la sua attenzione fu attirata da una busta gialla, che spiccava sulla sua scrivania. Vegeta era un uomo d’affari, aveva tirato su quell’azienda da solo, beh, non proprio, non dal principio. Aveva ormai preso la sua decisione, doveva vendere a tutti i costi quell’impiccio, proprio ora che ne aveva più bisogno; osservò di nuovo quella busta, ne contemplò per l’ennesima volta, in quella giornata, il suo contenuto, per poi riporlo nuovamente al sicuro, all’interno dell’involucro giallastro. Suo figlio non era andato a scuola quel giorno, lo avevano chiamato dall’istituto, stranamente lo avevano fatto due volte, ma lui aveva sempre risposto allo stesso modo: non aveva idea di dove fosse Vegeta.

Inspirò a fondo, il fumo pervase le sue vie respiratorie, gli era sempre piaciuto fumare sin da quando era ragazzino. Osservò la sua bacheca in cerca di qualcosa, lì vide quel trofeo che aveva vinto insieme a Bardack, quanti anni erano passati … Una sola cosa era certa, stava incominciando davvero ad invecchiare.


Era autunno, le foglie cadevano dagli alberi e si depositavano sul selciato. Era rimasto lì ad osservare il vuoto, fumando la sua amata sigaretta, poggiato allo stipite dalla porta antipanico, che dava sul giardino esterno della scuola, lasciata semi aperta. Dopo una settimana di bigiate quotidiane, con il suo fedele amico Bardack, era tornato a frequentare regolarmente le lezioni. Il motivo che li aveva riportati lì era una ragazza, una nuova, bella davvero, anche se lui l’aveva solo intravista, ma Bardack se n’era perdutamente innamorato e così avevano fatto ritorno a scuola solo per rivedere quel bel bocconcino. Bardack non era mai stato con una ragazza, o meglio, con una aveva avuto una breve storia d’amore: Celipa, ma il suo amico non ne era mai stato innamorato, l’aveva, per così dire, accontentata. Celipa aveva sempre avuto una cotta per Bardack, ma quest’ultimo era troppo infantile per accorgersi delle sue attenzioni, era difatti toccato a lui svezzarla. La ragazza stufa dei rifiuti di Bardack si era consolata tra le braccia di Vegeta, che non disdegnava mai la compagnia femminile. Poi, però, Bardack si era ravveduto ed era tornato sui suoi passi ed era stato insieme a lei per pochi mesi. Bardack era un bravo ragazzo, ma Vegeta si sentiva più onesto, lui era chiaro nelle cose che faceva e non dava mai false speranze, mentre Bardack era solito far da buon samaritano, per questo spesso, ingenuamente, faceva soffrire le persone senza neanche volerlo e così era stato con Celipa.

“Ehi tu! Non si fuma nei corridoi!”

Disse una voce femminile alle sue spalle, Vegeta si girò per veder chi fosse, la pazza, che aveva osato rivolgersi a lui in quel modo.

“Ma siete tutti sordi in questa città!? Butta quella cosa!”

Disse una ragazza mora, dagli occhi di tenebra.

“Tsk”

Vegeta non aveva la minima intenzione di abbassarsi al volere di quell’insulsa femmina, che, però, fu più lesta e più sveglia di lui. Sotto lo sguardo stupito di Vegeta, afferrò la sigaretta, la spense sul muro e la lanciò all’esterno.

Lei ricambiò il suo sguardo, accigliando le sopracciglia.

“Beh, che hai da guardare? Odio essere fissata!”

Disse lei, con tono seccato, lui nel frattempo l’aveva riconosciuta, era la ragazza che piaceva a Bardack.

“Ma tu sai chi sono io!?”

Disse infine Vegeta spazientito, nessuno mai aveva osato trattarlo a quel modo.

“E chi saresti? Il Re della città?”

Disse lei di riamando, Vegeta sempre più allibito, si lasciò sfuggire un ringhio.


Nessuno può osare parlarmi così! Mi hai capito ragazzina … fallo un’altra volta e te ne pentirai amaramente!”

Lei non distolse lo sguardo e sorrise beffarda.

Quindi, alla fine, non sei nessuno di importante!? Beh, meglio per me, pensavo già di dover far ammenda e dovermi scusare, per aver fatto rispettare le regole al Re della città!”

Vegeta era incredulo, quella ragazza non aveva paura di nulla, ma chi diavolo era?

VEGETAAAA!!!”

Qualcuno lo chiamava e, tutto trafelato, dal fondo del cortile, arrivò Bardack.

Eri qui!! Ti ho cercato dappertutto!”

Disse il ragazzo, che arrossì, subito dopo, alla vista della ragazza dei suoi sogni.

C…Ciao!!”

Disse imbarazzato. Lei lo salutò con un sorriso.

Chi non muore si rivede!”

Disse poi con poca enfasi, Vegeta continuava ad osservarla, mentre Bardack cercava di dire qualcosa.

Ehm … eh … cioè … io …”

La ragazza parve leggergli nel pensiero e si decise a presentarsi.

Sono Varza! Non ci siamo ancora presentati!”

Disse ostentando un sorriso, forse, la situazione la divertiva.

Sono Bardack … ehm si piacere!”

E allungò la mano verso di lei, Varza contraccambiò stringendo la sua mano. Vegeta si appoggiò al muro.

E lui sarebbe il tuo “migliore amico”o sbaglio, forse?”

Bardack sorrise, come era solito fare, in modo sciocco. Vegeta mantenne il suo immancabile broncio.

Sei perspicace! Sì lui è Vegeta! ”

Disse rivolto alla ragazza, poi si girò verso l’amico.

Forza Vegeta presentati …”

Lui non si mosse di una virgola, ma continuò a fissare la ragazza, beh, dato che odiava esser guardata e lui, invece, amava far le cose che gli altri odiano, perseverò nella sua missione di irritarla, tanto quanto lei aveva fatto con lui.

L’hai già fatto tu idiota!”

Disse infine, Bardack e Varza, risero insieme, che cosa poi c’era da ridere? Vegeta proprio non lo capiva, tanto meglio, quei due insieme erano ancora più noiosi che presi singolarmente, non aveva intenzione di capirli.

Hai già visto la scuola, o la città!? Se vuoi ti accompagniamo noi!”

Disse Bardack, che come un cagnolino al quale era stato mostrato l’osso, ferveva dalla voglia di ricevere una risposta positiva dalla ragazza.

“Ok !”

Disse lei, evidentemente Bardack aveva il potere di sedare le anime inquiete, come aveva fatto con lui, ma aveva fatto male i suoi conti, perché nessuno dei tre credeva che l’amicizia tra uomo e donna potesse esistere, c’era sempre un terzo incomodo.



Vegeta, poggiò le sue scartoffie sulla scrivania e si alzò, aveva, decisamente, bisogno di un po’ di aria fresca, il pensiero di coloro che gli avevano rovinato la vita era davvero deleterio, anche per uno come lui. Prese le chiavi della macchina ed uscì dalla sua azienda.



Bardack bussò alla porta del vecchio maestro, non rispose, forse era uscito. Si sedette sugli scalini, avrebbe atteso il suo ritorno. La brezza marina scompigliava la sua pazza chioma, rabbrividì nel sentire l’aria fredda sul suo corpo muscoloso.




“E questa è l‘ultima tappa! La casa del nostro maestro di arti marziali!”

Disse Bardack con un sorriso smagliante, rivolto alla ragazza che gli stava accanto.

“Il tuo maestro! Non il mio di certo!”

Disse Vegeta poco distante da loro, che tentava di accendere l’ennesima sigaretta.

“Ma è sempre così scontroso quel tipo!”

Chiese Varza a Bardack, fissando con astio Vegeta, gli era proprio antipatico quel ragazzo.

“Io non sono quel tipo, ho un nome!”

Lei si girò per guardarlo negli occhi, mostrandogli un ghigno pauroso.

“Ah scusa, ma faccio fatica a ricordare i nomi delle persone!”

Disse con aria sprezzante, tornando a rivolgere la sua attenzione al ragazzone, che cercava di mantenere gli animi calmi.

“Bardack allora dov‘è questo maestro!?”

Disse accentuando il nome del ragazzo, giusto per sottolineare il fatto che, se non chiamava Vegeta per nome, era solo per dispetto nei suoi confronti.

“Ciao ragazzi, qual buon vento vi porta?!”

Il maestro, Jeckie Chun, spalancò la porta sentendo le voci dei nuovi venuti. Bardack presentò Varza con ardore e lei si dimostrò, con l’allegro signore, più gentile del previsto. Varza era davvero una ragazza strana, poteva esser tremendamente gentile e allo stesso tempo antipatica fino all’inverosimile. Vegeta, invece, manteneva sempre la sua aria da duro. Nei mesi a venire la forte amicizia tra i tre crebbe, Bardack e Varza erano in piena sintonia, lei aveva un modo di fare spiccio e concreto, lui era un sognatore. Vegeta osservava da fuori tutta la situazione, interagendo con i due come era solito fare. Varza non era in classe con loro, ma a mensa e nel tempo libero era sempre con i due ragazzi, che apprezzavano sempre più la presenza della ragazza. Varza non aveva suscitato le simpatie di molti, soprattutto delle ragazze, in particolare per la sua bellezza evidente; si era attirata le antipatie di molte, poi, anche perché, passava il suo tempo che i ragazzi più belli della scuola, quindi un po’ tutti la odiavano. Lei sembrava non curarsene, le piaceva stare sola, le piaceva, tutto sommato, essere odiata. Ma con Bardack e Vegeta era diverso, si sentiva a casa. Rideva, scherzava, si divertiva a prender in giro l’uno o l’altro. Bardack che non aveva perso la sua cotta iniziale, cominciava seriamente ad amare quella ragazza contorta. Scoprì un giorno che, ella, abitava sola in un appartamento di esigue dimensioni, non aveva mai visto una ragazza, della sua età, essere tanto responsabile e diligente, capì, nel vedere la sua casa, il perché del suo atteggiamento sempre scontroso e scostante e, scoprì molte cose che mai avrebbe immaginato; quella ragazza era davvero un uragano che aveva sconvolto la sua vita e quella di Vegeta.




“Bardack come mai da queste parti?”

Chiese il vecchietto che era appena giunto alla sua dimora. Inserì la chiave nella serratura ed entrò, con le borse della spesa, nell’abitazione.

“Passavo di qui e così ho pensato di fare un salto per salutarti. E‘ molto che non ci vediamo!”

Disse l’uomo con un sorriso, seguendo il maestro all’interno.

“Cosa mi racconti di nuovo? Le cose tra Radish e Goku vanno meglio?”

Bardack si sedette sul divano e cercò una risposta nella sua mente, a quell'insolita domanda, che il maestro gli rivolse.

Beh, sì un po‘ meglio! Per lo meno non si picchiano più… sono più civili diciamo!”

Il vecchietto sorrise bonariamente, non doveva esser facile per l’ex allievo gestire due ragazzi scapestrati come i suoi.

E con Vegeta? Dopo il problema dell‘anno scorso, non è successo più nulla?”

Chiese Jackie Chun, sempre più curioso.

No, pare di no! Anche se, a dire il vero, non ne so molto … Goku non è un chiacchierone!”

Jackie Chun gli porse un bicchiere d’aranciata, sapeva bene i gusti dell’uomo, che poi erano simile a quelli del figlio. Oltre alla strana disposizione dei capelli, Bardack e Goku avevano lo stesso carattere, mentre Radish somigliava di più alla madre Celipa.

“Sai Bardack … è venuta Bulma e mi ha chiesto di voi …”

Disse d’un tratto l’uomo, Bardack sgranò gli occhi, non avendo capito, a fondo, il discorso che, l'anziano interlocutore, aveva trattato con Bulma, la migliore amica di suo figlio.

“Intendo tu, Vegeta e Varza! Mi ha chiesto di raccontarle qualcosa su di voi!”

Bardack parve stupito, ma non si scompose, così il signor Chun continuò.

“Non credo sappia molto, oltre a quello che le ho svelato io, ma penso sia interessata a Vegeta … ho molti elementi per dirlo e, onestamente, trovo la cosa interessante. Non pensi?”

Bardack fissò il suo bicchiere, poi distolse lo sguardo, fissando un punto imprecisato di fronte a sé.

“Sì, Bulma è molto amica di Goku, quindi potrebbe in qualche modo avvicinarli!”

“E ne saresti felice?”

Bardack si alzò, raccolse da terra le borse della spesa e si diresse verso la porta.

“Onestamente … non lo so! Ma di sicuro è solo un bene … mi dispiace che i nostri figli si odino!”

Poi aprì la porta, il maestro continuò a sorridergli, contento della conversazione avvenuta.

“Grazie di tutto e … a presto!”

Disse Bardack uscendo all’esterno, era confuso da quella rivelazione, non aveva mai visto alcun barlume di speranza per Goku e Vegeta, ma ora forse grazie a Bulma le cose avrebbero potuto sistemarsi.



Vegeta guidava veloce sulla strada scoscesa e ricca di curve, aveva voglia di allontanarsi un po’ dalla solita realtà così, a bordo della sua adorata macchina, aveva raggiunto la città più vicina, non aveva voglia di girare desiderava solamente, passare un po’ di tempo da solo senza pensieri.




Varza era distesa sulla spiaggia, in quel luogo che tanto le era diventato caro, amava starsene sola, nella giornate invernali a guardare il mare. Così era uscita di casa, aveva preso con sé una stuoia e si era recata sulla spiaggia, non in un luogo dove c’era gente, ma era un luogo tutto suo, dove solo due persone sapevano come raggiungerla. Nascosta tra la vegetazione e gli scogli, un’insenatura segreta celava un’inquilina dai capelli neri. Qualcuno alle sue spalle la raggiunse.

“Ciao!”

Disse, solo, il nuovo arrivato, mentre la fissava. Era bella, per nessuna ragazza aveva mai provato nulla di simile. I suoi capelli, la sua bocca, il suo modo di fare, si sentiva totalmente in preda di quella strega ammaliatrice che, con carattere burbero e strafottente, l’aveva pian piano conquistato, proprio come aveva fatto con Bardack. Era stupido e misero lasciarsi andare ad un simile sentimento, lui che era duro e fiero e che non si lasciava mai andare a sentimentalismi, ma con lei tutto era diverso, il suo mondo ruotava in senso inverso. Si poteva amare in un simile modo? Si chiedeva Vegeta mentre si avvicinava a lei e si sedeva al suo fianco. Solo sentirne la voce sensuale ed arrogante gli faceva batter il cuore.

”Che ci fai qui?”

Chiese lei, ormai sapeva come prenderlo, come parlargli, sapeva tutto di lui, lei era davvero un ottima investigatrice, sapeva capire e trattare le persone. Sentiva un’innegabile attrazione fisica tra i loro corpi.

“Volevo stare un po‘ solo!”

Lei lo guardò ridendo.

“Anch‘io … direi che mi hai rovinato i piani!”

Lui le sorrise, uno di quei rari sorrisi che gli sfuggivano e che riservava solo alla ragazza che le aveva rubato il cuore.

”Potremmo star qui senza infastidirci, che ne dici?”

Disse lei continuando il suo discorso, Vegeta annuì e si distese affianco a lei.

Distesi a pancia in giù si fissarono a lungo, senza dirsi nulla, l’elettricità era palpabile nell’aria fresca e, in quell’istante i loro corpi sembravano nudi, seppur coperti da vari strati di tessuto. La guardava con intensità tanto che lei divenne rossa in viso, ed imbarazzata dalla situazione, si alzò a sedere, Vegeta non si lasciò scoraggiare, aveva scorto il desiderio negli occhi di lei, non l’avrebbe lasciato cadere insoddisfatto. Si alzò anche lui, avvicinandosi di più alla ragazza, prese il suo volto tra le mani, chiuse gli occhi e la baciò sulle labbra. Lei non si scostò, non lo respinse, ma sembrava insicura, sembrava aver paura, forse per Bardack o forse per se stessa. La baciò con trasporto crescente, lì sulla spiaggia, mentre il mare increspava, le sue acque burrascose, sugli scogli rocciosi e, l’aria salmastra, lasciava uno strano sapore sulle loro labbra sottili. Non aveva mai baciato nessuna in quel modo, di tutte le ragazze che aveva avuto lei era l’unica che avesse, davvero, desiderato. Varza rispose con titubanza a quel bacio rovente, si percepiva il suo disagio, ma Vegeta non le diede il tempo per pensare, la sdraiò a terra avvolgendola con il suo corpo robusto. Lei si staccò.

“N…non possiamo …”

Disse imbarazzata, non l’aveva mai vista in quel modo, era ancora più bella del solito; così Vegeta senza pensarci le accarezzò la testa e la baciò sulla fronte, tenendola stretta a sé per interminabili istanti. Poi se ne andò lasciandola sola con i suoi pensieri. Vegeta non era un codardo, Vegeta era uno che prendeva sempre le cose di petto; così corse a perdifiato verso la casa di Bardack, vi entrò e lo trovò in camera. Con il fiatone, che ancora gli impediva un respiro regolare, pronunziò quella sentenza ,che avrebbe determinato la fine della loro forte amicizia.

“Mi sono innamorato di Varza!”

Disse senza mezzi termini guardando l’amico, che aveva fatto cadere i libri che teneva in mano, sorpreso e turbato da quella dichiarazione.




Vegeta si riscosse, da quel ricordo lontano, quando udì le sirene di un’ambulanza avvicinarsi sempre più. Fermò la macchina, come tutti quelli che lo precedevano, doveva esserci stato un incidente. Si sporse dal finestrino per osservare cosa stesse accadendo, ma non vide nulla, la signora che guidava la macchina davanti a lui scese dalla vettura presa dalla curiosità per osservar la scena, ma ben presto si ritrasse, in preda a violenti conati di vomito. Vegeta aprì la portiera della macchina, l’odore di sangue e di bruciato si mischiava all’aria marina, era disgustoso. Superò la signora, che, ripresasi, era rientrata nella sua macchina cercando di calmarsi, oltrepassò alcune vetture per veder meglio. Una scura e profonda chiazza di sangue imbrattava il cemento dove una testa di un giovane ragazzo aveva battuto violentemente, i suoi occhi si spalancarono increduli di fronte a quello sguardo sbarrato di un ragazzo, la cui vita l'aveva ormai abbandonato. L’orrore fu grande anche per lui, un altro ragazzo gemeva al lato della strada, soccorso dai medici, comprese al volo, che per l’altro non vi era nulla da fare, di fatti poco dopo su di lui fu deposto un grande telo bianco. Vegeta prese una sigaretta e l’accese, sedava il suo nervosismo e il suo sudore freddo davanti a quella scena che, anche per lui, era troppo forte.

“Non hanno documenti. Il ragazzo ha sbattuto la testa e non riesce a parlare, è sotto shock!”

Vegeta si avvicinò al medico che aveva scandito quelle parole chiare e limpide. Vegeta era un uomo spietato e crudele, ma a tutto c’era un limite e quella volta si mise una mano sul cuore di pietra, per pronunciar quelle parole, in fondo, cosa gli sarebbe mai costato, dimostrare un po’ di animo.

“So io chi sono i ragazzi!”

Sentenziò perentorio, mentre un’ambulanza partiva, sguainando le sirene all’impazzata, per portar in salvo almeno uno dei due malcapitati. E così in un modo o nell’altro Vegeta tornava al principio della sua storia, quando quell’amico che aveva tanto adorato, aveva appreso del suo amore per la donna che lui tanto amava.

“Grazie signor Prince!”

Disse l'uomo, che aveva subito conosciuto il famoso uomo d'affari. Vegeta non si scompose e si allontanò, risalì sulla sua autovettura facendo marcia indietro e tornando da dove era venuto, per un momento aveva pensato a suo figlio.



Ciao a tutti!!! Continua la storia di Varza e i suoi due uomini, premetto fin da ora, l'avevo già premesso, ma mi piace esser ripetitiva;), che Varza farà delle cose alquanto discutibili, l'abbiamo notato anche in questo capitolo quando bacia Vegeta, ma pian piano spero di riuscire a farvi capire a fondo il mio personaggio (io non farei mai le cose che fa Varza). Spero soprattutto che la mia "creatura" sia un personaggio interessante e che soprattutto catturi la vostra simpatia.

Ringrazio tutti quelli che leggono la storia anche senza lasciare un messaggio, spero vivamente che vi piaccia il mio racconto, a volte dico magari leggono, ma la storia poi gli fa c****e !!!XD Spero di no... ma mai dire mai nella vita quindi...Cmq baci a tutti e grazie per chi segue, chi legge!!!

Un particolare ringraziamento alle persone che recensiscono costantemente e non, il vostro sostegno è come la manna dal cielo, aiuta ad andare avanti ed invoglia alla scrittura. QUINDI GRAZIEEEEEEEEEE

X Luna_07 Eccomi di nuovo e, soprattutto, con un nuovo capitolo sui genitori!! La nostra Varza mostra il suo caratterino, che tu hai ben definito irriverente, cominciando a legarsi a Vegeta e Bardak. Ho voluto dar un po' di spazio anche a loro perché, come ben avrei capito, l'astio che c'è tra Goku e Vegeta è un rancore che arriva da un passato tormentato di due genitori particolari. In realtà Goku non prova odio per Vegeta, ma quest'ultimo lo detesta proprio, resta solo da scoprire pian piano perché... I loro padri invece incominciarono la loro lotta per colpa di una donna, perdendo così la loro preziosa amicizia ...
Vegeta si sta davvero innamorando di Bulma, che comincia a divenir pian piano un elemento cardine della sua esistenza, forse l'unico, perché quando si trova in difficoltà pensa subito a lei come ancora di salvezza nella sua tetra gioventù. Ma forse anche qualcun altro vuol esser importante per lui... chi sarà? Bulma e Chichi finalmente hanno fatto pace, era ora dopo mille capitoli... povera Chichi le ho fatto patire delle pene infinite, ma ora ha ritrovato la fiducia nell'amica e nel fidanzato, ma non ci sarà vita facile neanche per lei.
In quanto a Yamcha... se c'è qualche fan nel mondo le fischieranno sempre le orecchieXD cmq non parliamo di lui che si rovina solo l'atmosfera!!!!!! Grazie come sempre alla prossima!! (pensavo potremmo aprire un Yamcha e Marion funclub per vedere 1) quanti insulti arrivano 2) quanti fan hanno ... mi sembra il modo migliore per scoprirlo XD scherzo scherzo!!!)
x
Maia74 Varza è un personaggio un po' particolare, poi, beh, deve conquistare entrambi quindi doveva esser una tipa tosta, ed essendo la madre di Goku, quindi in pratica una Sayan, ho voluto farla con un forte carattere e un po' antipatica, come dice Bardak somiglia un po' al suo migliore amico Vegeta. Il padre di Vegeta è ... meglio che non lo dico se no rischio di riempire lo spazio di parolacce... ha un motivo per odiare il figlio, anche se ovviamente lui non centra nulla, ma questo non giustifica le sue mosse. Spero, con questo capitolo, di averlo reso un po' più simpatico (ma è impossibile)! Vegeta e Bulma invece si stanno unendo sempre più, anche quando lui non c'è lei lo pensa e viceversa. Chichi invece ora più che mai sarà utile, un ottimo sostegno un po' per tutti (povera Chichi tocca sempre a lei esser forte), in vista a quello che succederà, o meglio, è successo. Radish? Ehm lo scoprirai il prossimo capitolo... Ti ringrazio moltissimo, come sempre, bacissimi alla prossima
x
lirinuccia Ehilà!! Ho sentito delle trombe... ma strano;) Cmq grazie, come sempre, mi rende felice sapere che i personaggi del mio AU rimangano congrui a quelli originali... sono commossa!!Cerco sempre di attenermi il più possibile ai loro caratteri originari, ma non so mai se la cosa mi riesca al meglio... quindi sono felice di saperlo!!! In realtà avrei dovuto, per mantener coerenza con l'originale, mantenere l'intelligenza di Vegeta, un po' più bassa, e quella del tuo Junior un po' più alta del 10° posto, quando ho scritto il terzo capitolo, la classifica che volevo mettere prevedeva Junior al 3° posto, Chichi era al secondo perché studia molto per diventare un ricco medico, ma poi ho pensato fosse esagerato metter tutti loro tra i primi, ho pensato: ci sarà qualche povero secchione oltre a loro nella scuola. Quindi in questo non mi sono attenuta, Vegeta è uno dei più intelligenti, con quella fronte spaziosa, come disse qualcuno, ma Junior non è da meno, ma per i fini narrativi ho dovuto declassare il suo portentoso QI ç_ç Per quanto riguarda il padre di Vegeta, sto seriamente pensando alla tua proposta del tritacarne, ma poi ho scritto questo capitolo e, poi, ho pensato a ciò che succederà e ho provato una profonda compassione per lui, quindi ho deciso di aspettare ... ma il tritacarne rimane lì in attesa...
Varza... spero ti piaccia, è un personaggio un po' così discutibile per certi versi, anzi, farà delle cose che io non farei mai, ma volevo un personaggio così un po' folle e soprattutto imprevedibile!!! Grazie come sempre !!!
x
FaNnY sOnNy sono contenta che la mia AU ti piaccia, spero che sia di tuo gradimento anche la nuova arrivata! Baci alla prossima
x
BulmaMiky carissima, quanto è figa la tua storia "Il sapere eterno" complimenti!! Sono happy che Varza ti ispiri!!!! Ho intenzione di dedicarle moooolto spazio, anche perché è fautrice di molti "misteri" della storia!! E visto che ti piacciono le parti "genitori" (sto mettendo troppe virgolette sto diventando fastidiosa) eccoti un "succoso" capitolo (rieccole, ma mi è presa una malattia??) riguardante i nostri eroi nel passato. Attraverso i pensieri di Vegeta e Bardack rivivremo le avventure della nostra defunta Varza ... quindi si sa' già l'epilogo triste, non ho dato neanche il beneficio del dubbio, magari è scappata, scomparsa, invece no ho già detto che è morta! Chichi ora è a conoscenza dei fatti, anche se come dice lei stessa, deve farsi raccontare delle cose da Bulma, si è accorta subito del rapporto che c'è tra B/V e come poteva non accorgersi, se c'è arrivato pure Goku che non brilla per intelligenza!! Per sapere cos'è successo dovrai attender ancora un capitolo... sigh Grazie mille un abbraccio!!!!
x icelberry ciao miticaaaa!!!! Il nostro povero Vegeta le ha prese di santa ragione da quella serpe di Freezer, suo padre non è da meno, ma in questo capitolo si mostrerà più umano, spero, non odiatelo troppo, non ha avuto una vita facile povero Re Vegeta!!! Chichi ora si fida, sì, è stata fin ora un po' scettica, ma anch'io lo sarei stata al suo posto, la gelosia acceca (io sono anche peggio di Vegeta, povero il mio ragazzo, è 5 anni che mi sopporta!!), ma ora ha compreso la situazione e si è fatta perdonare. Baci alla prossima

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Madri e figli ***



Madri e figli


 

La notizia era piombata su di loro come un fulmine a ciel sereno, Goku cercava a stento di mantenere la calma, ben sapendo che un fiume in piena lo stava per travolgere. Vegeta e Bulma erano rimasti in casa, mentre Goku e Chichi venivano accompagnati all’ospedale dai genitori di Bulma. Erano rimasti, per interminabili secondi, o forse minuti, a guardarsi.

Bulma ancora non riusciva a credere alla notizia ricevuta, eppure la vita è fatta anche così, spesso accadono cose non programmate che forse mai vorremmo vivere.

Ora che era li davanti a lui non sapeva cosa dire, era stata in pena per lui, più di quanto non lo sarebbe mai stata per se stessa, ma non aveva il tempo ora di pensarci, doveva raggiungere Goku e portargli il suo sostegno. Vegeta la guardava, chissà quali pensieri frullavano nella sua testa, chissà cos’aveva patito in quelle ore, in cui era stato mal menato.
“Andiamo da Goku!”
Disse lei, solo per quel motivo era rimasta lì con lui, senza seguire i suoi amici, voleva che Vegeta fosse presente, aveva capito che in qualche modo strano Goku tenesse a lui e che il suo sostegno potesse essere, per lui, in quel mentre, fondamentale.
Vegeta non disse nulla, si alzò e proseguì la sua flemmatica camminata verso la porta, Bulma lo interpretò come un sì. Con un timido sorriso, lo seguì, in qualche modo l’aveva convinto, in qualche modo lo aveva, come dire … addomesticato.
Si avviarono insieme verso l’ospedale.
Vegeta non poteva credere a quanto successo, non riusciva a capacitarsi della gravità della situazione, non era mai stato buono con i sentimenti, ne tanto meno era mai stato buono nel dimostrarli; ad esempio ora come avrebbe potuto guardare con odio e disprezzo carota? E con Bulma che singhiozzava alle sue spalle, come avrebbe dovuto comportarsi? Forse avrebbe dovuto consolarla, forse avrebbe dovuto abbracciarla, o solo pronunciare qualcosa per risollevarle il morale, ma tutte queste cose non erano da lui. A lui era stato tolto tutto nella vita e, mai, nessuno lo aveva consolato; ora perché mai doveva esser di sostegno per qualcuno, visto che accanto a lui non c’era mai stato nessuno? Beh, Bulma, forse, era l’unica che ci aveva provato, l’unica che lo avesse avvicinato, come si fa con un cane randagio, quale lui era, non avendo mai avuto né madre né padre, nessuno che si curasse di lui.
Camminarono in silenzio fino all’ospedale dove la realtà dei fatti era dura, dove la scoperta che quella chiamata, ricevuta da Goku, non aveva svelato bugia alcuna. Vegeta entrò titubante, l’odore di quel luogo gli dava la nausea e lo riportava a ricordi sopiti ed annebbiati, confusi nella sua mente: il pianto di un bambino, il bianco intorno a lui, che diventava ancor peggio di una notte oscura, quel bianco candido e sterile, l’aveva inghiottito, imprigionandolo in un mondo di odio e rancore. Aveva sempre odiato gli ospedali. Bulma dietro di lui lo superò appena vide l’amica seduta su di una sedia nella sala d’attesa, Goku l’aveva lasciata lì, per correre da suo padre. 
La bella ragazza mora, stringeva le mani in grembo, lasciando scorrere lo sguardo in un vuoto ristoratore. 
“Chichi …”
La ridestò Bulma, chiamando la sua attenzione, la ragazza alzò lo sguardo su di lei scuotendo la testa. Bulma di riflesso l’abbracciò, cos’avrebbe dovuto fare ora che la situazione era così difficile, Bulma davvero non lo sapeva; lei che era sempre vissuta in un mondo d’amore e gioia ora stava affrontando le pene dell’inferno.
Vegeta si sedette poco distante da loro osservando il soffitto ed ascoltando i rumori e i suoni intorno a sé. Si voltò solo quando, sentì Chichi alzarsi e correre incontro a Goku per abbracciarlo, Bardack poco distante da loro piangeva calde lacrime di dolore. Vegeta lo guardava, era invidioso di quel padre che si dava pena e soffriva per i suoi figli, invidiava carota per averlo al suo fianco, lui sì che era un figlio desiderato. Lui non si era mai sentito in alcun luogo a casa, ma quella scena triste e tetra gli infuse un calore umano, che nella sua vita non aveva mai sentito. Anche Bulma corse ad abbracciar l’amico, Vegeta li guardava, anche in quello era stato più fortunato aveva due belle ragazze al suo fianco che lo adoravano e lo amavano, lui non era mai stato amato da nessuno, neppure da chi lo aveva generato. Goku posò il suo sguardo su di lui, era felice di vederlo lì, anche se non si avvicinava o non diceva nulla, la sua sola presenza era, per lui, di conforto, mai come in quel momento aveva avuto bisogno di Vegeta nella sua vita. Lo ringraziò silenziosamente con lo sguardo, con un’impercettibile increspatura del labbro che disegnava un leggero sorriso, non riusciva a farlo come era solito fare, in quel momento nulla avrebbe potuto indurlo a sorridere.

Una donna entrò a passi spediti nell’antro, ormai troppo affollato, i capelli corti erano neri, indossava un tailleur rosa antico, camminava con passo spedito verso Bardack; un uomo alto e robusto la seguiva. Colti di sorpresa i ragazzi la guardavano mentre ella si fiondava tra le braccia del padre di Goku, abbracciandolo con trasporto, lasciandosi andare in un pianto disperato. Vegeta non ricordava di aver mai visto quella donna, ma comprese subito di chi si trattasse.

La morte di Radish era stata per tutti una gran sofferenza, il ragazzo, seppur teppista conclamato, era ben voluto dai suoi compagni di classe e scuola; tutti uno ad uno erano giunti alla casa dei Son per portargli i loro omaggi. L’incidente stradale che l’aveva coinvolto era stato violento ed il ragazzo era morto sul colpo. L’unica consolazione per i membri restanti della sua famiglia era che non avesse sofferto, così avevano detto i medici, beh, che consolazione poteva essere lo sapevano solo loro. Il ragazzo era comunque morto, nessuno l’avrebbe riportato indietro, non vi erano draghi che esaudivano desideri, non vi erano magie che potevano cambiare il corso della storia. Chichi si era trasferita da Goku momentaneamente, voleva esser vicino al fidanzato, sostenerlo e aiutarlo nelle faccende domestiche. La morte del fratello l’aveva scosso, tutti i suoi amici erano giunti a portargli il loro sostegno. Bulma si era piantata a casa sua quel giorno, in pianta stagna affianco a lui con Chichi, la cosa più brutta che avesse mai visto nella sua vita era il viso triste di quel ragazzo solare. Una cosa però non era chiara nella mente della ragazza: chi era quella donna che era giunta da chissà dove per sorregge Bardack? Forse una sua amica d’infanzia, Bulma era curiosa, ma non sapeva a chi chiedere, non le era affatto chiara la situazione, anche perché sembrava soffrir troppo per la perdita del ragazzo. 


La donna contemplava la casa, dove il figlio aveva vissuto fino a quel momento. Osservava le sue cose, la sua stanza, si sentiva vuota e priva di forze, come poteva averlo abbandonato con il padre. Provava un forte senso di colpa mentre si sdraiava sul letto del figlio, cominciando a piangere calde lacrime, per quel figlio che aveva abbandonato bambino e che non avrebbe mai più rivisto. Aveva odiato Varza, l’aveva denigrata, ma forse lei era stata anche peggio.

La prima volta che la vide fu a mensa, Celipa arrivò in ritardo e adocchiò il tavolo dove sedeva Bardack, con l’inseparabile Vegeta. Lei personalmente odiava quel ragazzo, certo ci era andata a letto, ma non era stato altro che un gioco, per lei; per Vegeta sicuramente era stato come bere un bicchier d’acqua, per lei invece era stata una vendetta, per farsi notare da Bardack, per farlo ingelosire, ma non vi era stata nessuna reazione da parte sua. Aveva già avuto un altro fidanzato prima di star con Vegeta, ma Bardack non l’aveva mai voluta. Mesi dopo l’accaduto aveva voluto provare a star con lei, senza molto successo, l’interesse che provava nei suoi confronti era paragonabile a quello che aveva per la scuola, quindi, pressoché nullo. Bardack era stato disonesto con lei, eppure aveva deciso di prenderla come fidanzata, Vegeta di sicuro era più sincero, non l’aveva illusa, le aveva detto che se voleva poteva farla divertire un po’ e lei aveva accettato.
Quel giorno però c’era qualcosa di diverso nel volto del ragazzo dei suoi sogni, Bardack sfoggiava un’espressione ebete, ma soprattutto chi era la ragazza seduta al suo fianco? Celipa si avvicinò prendendo posto vicino a Vegeta, il ragazzo non disse nulla, anche se le propose una faccia disgustata. 
“Ciao ragazzi come va?”
Disse la ragazza, senza badare allo sguardo di Vegeta, era abituata al suo modo di fare scostante ed odioso, era fatto così. Squadrò da capo a piedi la ragazza che le rifilò a sua volta un occhiata indagatrice. Bardack la salutò, mentre lei non disse nulla, che ragazza maleducata, continuò la sua conversazione con Bardack spiegandogli un metodo efficace per studiare. L’aveva bellamente ignorata, se solo ne avesse saputo il nome l’avrebbe inserita nel suo personale libro nero.
“Allora come va Celipa tutto bene?”
Disse Bardack dopo che la ragazza nuova, ebbe concluso la sua spiegazione.
“Così …”
Disse Celipa, riservandogli un sorriso tutto per lui -Bardack era pur sempre un bravo ragazzo - per poi tornare a concentrarsi sul suo pranzo. Vegeta come al solito era rimasto in silenzio, se non era interessato alla conversazione raramente parlava. 
“Ah giusto! Varza lei è Celipa una nostra cara amica!”
Disse lui, ma Vegeta sbuffò subito disgustato, rivolgendo il suo sguardo verso Bardack.
“Tua amica non mia!”
Varza gli rivolse un ghigno maligno, scrutandolo con il suo sguardo più bieco.
“Immaginavo!  Non sei amico con nessuno!”
Disse, lui le rivolse lo stesso tipo di sorriso, e rimasero a guardarsi per attimi indefiniti, in una sorta di sfida silenziosa. Celipa era esterrefatta che cosa gli aveva fatto quella ragazza, sembravano entrambi soggiogati alla sua mercé. Certo era bella, ma aveva un qualcosa che la rendeva affascinante.   
Non era mai riuscita a comprendere quella ragazza, che sembrava però aver conquistato entrambi i ragazzi in un colpo solo. Tempo dopo aveva deciso di parlarle.
“Varza posso scambiare quattro parole con te!?”
Celipa aveva ben compreso come entrambi i ragazzi avessero un debole per quella fame fatale. 
“Che vuoi?”
Dei suoi maggior difetti quello di risponder sempre male era di sicuro il più grande che aveva. La guardava glaciale schifandola quasi, Celipa era convinta che Varza odiasse le donne, non l’aveva mai vista parlare con nessuna ragazza.

“Niente volevo solo darti un consiglio!”
Lei aveva incrociato le braccia sul petto, rimanendo a fissarla con i suoi occhi neri.
“Beh, penso non sia carino tener due piedi in una scarpa …”
Continuò Celipa, senza attender che la ragazza dicesse nulla.
“Comunque, non mi importa di quello che fai … ma non far soffrire Bardack, lui è un bravo ragazzo!”
Lei sorrise beffarda e rise.
“Perché se no cosa mi fai? Devo aver paura?”
Celipa rimase in silenzio, aprendo la bocca come un pesce, senza farvi uscire alcun suono.
“Sei innamorata di Bardack?”
Chiese Varza, divertita dalla situazione che si era creata, Celipa abbassò lo sguardo.
“Beh, sappi che faccio ciò che voglio e se ne ho voglia potrei anche divertirmi un po‘ con lui. Non ci vedo nulla di male, Bardack è abbastanza grande da badare a se stesso!”
“Divertirti? Non ti sei accorta di come ti guarda? Sei senza cuore …”
“Sei un po‘ troppo impicciona mia cara mocciosa!”
Rispose la ragazza con uno sguardo sempre più minaccioso. 
“Mi chiamo Celipa!”
Lei la guardò prima di andarsene e le rifilò uno sguardo glaciale che la fece rabbrividire.
“Fa lo stesso”


Bardack si sedette accanto a lei sul letto, carezzandole il volto. Capiva perfettamente la sua frustrazione.
“Non sentirti in colpa! Non è successo a causa tua!”
Disse regalandole un sorriso.
“Celipa …”
Lei lo guardò, asciugandosi le lacrime.
“Se te ne sei andata è stato solo a causa mia! Sono molto felice tu abbia trovato Toma. Non hai abbandonato Radish, hai solo voluto troncar i rapporti con la tua vita precedente e ricominciare da capo! Io non te ne ho mai fatto una colpa e … neanche lui!”
Disse cercando di risollevarle il morale, quello che si sentiva davvero a pezzi era lui, se solo gli avesse impedito di prendere quella dannata moto, ora non sarebbe morto. Celipa lo abbracciò, rimasero a coccolarsi per un po’, giusto il tempo di sentir scivolar via quel brutto senso di colpa, per il dolore ci sarebbe voluto ancora molto tempo, forse, non sarebbe bastata l‘eternità.
“Sono stata una codarda! Non ho saputo lottare per la mia famiglia … ti ho lasciato andare con nostro figlio … ti ho lasciato a lei, perché non potevo reggere il confronto!”
Bardack la strinse ancor di più, mentre sentiva che le sue lacrime bagnavano il suo collo.
“Celipa … sono stato io a distruggere tutto! Se non mi fossi incaponito, se non mi fossi innamorato, se non avessi voluto vincer a tutti i costi la sfida … se solo mi fossi fatto da parte … avrei evitato di far soffrire molte persone!”
Celipa lo strinse forte, poi lo guardò, mentre Toma entrò in quel momento, poggiandosi allo stipite della porta. 
“Bardack … sei stato il mio primo amore … e … quando ho incontrato Toma, mi sono resa conto di capire sia te che Vegeta! A volte per amore si fanno cose inaspettate. Quindi … io ho sbagliato … dovevo esserci per Radish … dovevo pensare prima di tutto che era mio figlio più che il nostro …”
Singhiozzò ancora, il ricordo del volto di suo figlio era per lei uno strazio immane.
“Quando è venuto a cercarmi … io non ho saputo essere una madre … sono stata solo in grado di trasmettergli il mio rancore!”

Quella mattina Radish aveva preso il treno, quella mattina Radish aveva tutta l’intenzione di parlar con sua madre; così si recò di fronte a casa sua, aprì la porta un uomo alto e robusto. Doveva esser il nuovo compagno di sua madre?
“Sono Radish c‘è mia madre?”
Disse il ragazzo, ella nel sentire la sua voce si precipitò alla porta e lo abbracciò.
Il ragazzo voleva sapere da lei perché se n’era andata, voleva scoprire dopo anni, perché solo di rado veniva a farsi vedere da lui, non che odiasse la sua vita, adorava suo padre, un po’ meno suo fratello, ma in quel periodo Vegeta gli aveva messo delle pulci nell’orecchio, e lui voleva solo averne delle conferme. Così Celipa raccontò al figlio molte cose, tra le lacrime si scusò con lui, perché non centrava nulla con tutto quello, perché lui era nato in un momento di serenità e da un amore a senso unico, il suo per suo padre; Bardack provava un forte affetto per la donna con cui aveva deciso di condividere parte della sua vita; ma poi lei era tornata, Varza, la madre di Goku si era presentata alla loro porta cercando appoggio, e Bardack nel rivederla era caduto nuovamente nella sua trappola, o meglio non vi era mai uscito, Varza era l’unica donna che lui avrebbe mai potuto amare. Radish era tornato a casa disperato, si era sentito tradito dal padre, che di fatto aveva tradito sua madre, ma Celipa era stata ingiusta con lui, lei che aveva sbagliato tutto con il figlio, voleva per una volta sentirsi superiore a quell’uomo che era stato nel suo cuore per molto tempo, quindi non gli aveva spiegato, che lei in realtà dopo la sua nascita aveva incontrato Toma, che l’aveva fatta innamorare davvero. 

Erano tutti riuniti per la tumulazione del ragazzo, Goku affianco al padre stringeva forte la sua mano e quella di Chichi. Bulma poco distante osservava la scena, quante sofferenze avrebbe ancora dovuto patire la famiglia Son? Una sagoma conosciuta si focalizzò poco distante dal gruppo, senza sapere perché Bulma si girò verso di lui sentendosi osservata. Vegeta era la con il volto imbronciato, lo sguardo perso nel vuoto. Bulma lo raggiunse, incurante degli altri, lo vedeva scosso e voleva infondergli un po’ di calore. 
“Vegeta … sei venuto …”
Disse accennando un flebile sorriso, in quell’aria di tristezza le faceva persino male sorridere. Lui distolse lo sguardo da lei, continuando a tener le mani in tasca, la situazione lo imbarazzava, ma  si avvicinò lo stesso al gruppo con Bulma al suo fianco. 
“Gli farà piacere …”
Disse Bulma sottovoce, che ben sapeva come Vegeta non volesse ammettere che in qualche modo Radish era un suo amico.
“Tsk”
Lui continuava a fissar dritto davanti a sé, con quel suo sguardo fiero e regale. Bulma pensò che sembrava davvero un principe, il suo principe. 
Finita la celebrazione Vegeta si stava allontanando, solo, come era solito essere, ma Bardack lo fermò. 
“Vegeta …”
Disse l’uomo, lui si voltò appena, e il padre di Radish parlò.
“Vorrei che ringraziassi tuo padre … è stato lui  a farmi avvisare!”
Vegeta si voltò dalla parte opposta e senza aggiunger nulla, se ne andò. Bulma lo guardava intensamente, decisa a farsi voler da lui a tutti i costi: non si poteva esser così soli. Si congedò da Goku e lo seguì, voleva stargli vicino, ma soprattutto voleva amarlo.
Bardack si diresse verso la tomba di Varza, era un po’ che non andava a visitarla, ma in quei giorni sembrava che tutto il suo disgraziato passato, e tutta la storia di Varza, riaffiorasse poco alla volta; tutto questo sembrava dovuto al fatto che la ruota che univa lui e Vegeta girasse ora anche verso i loro figli.
“So che non sei buona per queste cose … ma prenditi cura di mio figlio …”
Disse mentre calde lacrime scesero nuovamente sulle sue guance. Depositò un fiore sulla sua lapide e notò che un mozzicone di sigaretta era già stato lasciato li.
“Così sei passato Vegeta ….”
Disse rivolto più a sé stesso che a qualcun altro, sorrise, forse era giunto il momento di deporre le armi.

Bulma lo seguiva, cercando di non farsi notare, dove stava andando Vegeta? Lo seguì sulla spiaggia, si tolse le scarpe così come aveva fatto lui poco prima, prendendo a camminare alle sue spalle. Superò delle rocce, per giungere in seguito ad una radura dove la spiaggia ben appartata tra vegetazione e scogli, creava una laguna nascosta e segreta dove l’acqua chiara si infrangeva leggera sulla risacca. Il mare era piatto, mentre il sole tramontava in quel giorno triste. 
“Credi che io sia scemo!”
Disse lui d’improvviso, girandosi di scatto mentre Bulma arrivava alle sue spalle. 
“N… no!”
Disse lei, presa alla sprovvista e arrossendo alle parole del ragazzo. Vegeta sbuffò, prese un asciugamano dal suo zaino e si sedette per terra. 
“Posso …”
Disse Bulma avvicinandosi a lui in attesa di una sua risposta.
“Uff … sei una vera cozza!”
“Ti sembro una cozza, sono una ragazza affascinate io!!”
Disse lei, prendendo posto affianco a lui, si sedette sfiorando il suo braccio appoggiato sul telo in spugna. 
“Se lo dici tu …”
Disse lui, sorridendo appena, ma a Bulma non sfuggì quell’impercettibile cambio di espressione. Rimasero in silenzio per un po’, mentre osservavano il sole che si spegneva all’orizzonte.
“Tu sai chi era quella donna con i capelli corti?”
Chiese Bulma all’improvviso, rompendo il dolce silenzio che si era creato.
“Ma tu parli sempre ?”
Disse lui scocciato da quelle parole.
“E tu non parli mai?”
Disse lei, guardandolo con fare di sfida. Vegeta assottigliò lo sguardo, continuando a guardare il mare, era inutile opporre resistenza con quella ragazza, proprio non ce la faceva.
“E‘ la madre di Radish …”
Disse suscitando in Bulma un moto di stupore, lei lo guardò in cerca di un qualche chiarimento, non sapeva davvero nulla della famiglia Son, del suo migliore amico.
“D … davvero ? Io non lo sapevo …”
“Penso che tu non sappia molte cose …”
Disse lui regalandole un sorriso sghembo, per schernirla. Bulma deglutì, non aveva davvero idea di tutti i segreti che nascondevano quei ragazzi. 
“Già … quindi Goku e Radish non avevano la stessa madre! Io davvero sono stupita, non ero a conoscenza di queste informazioni …”
Vegeta rise schernendola, lei mise il broncio incrociando le braccia, ma aveva tutta l’intenzione di proseguire quella conversazione con Vegeta.
“Tua madre com‘era Vegeta?”
Gli chiese guardandolo dritto negli occhi. Il colore del mare era vivido ed intenso negli occhi della ragazza, che brillavano; Vegeta si perse in quei lapislazzuli che lo catturavano ogni volta che vi entrava in contatto. No, davvero non riusciva a negarle nulla, quella ragazza aveva uno strano potere su di lui, era come se fosse parte integrante della sua anima, anzi, forze, era davvero una cozza, una bella cozza, che si era attaccata allo scoglio del suo cuore.
“Non la ricordo bene …”
Disse distogliendo lo sguardo da lei, Bulma era a suo modo affascinata dal ragazzo, davvero non riusciva a fare a meno di fissarlo, ormai aveva imparato a capirlo quindi rimase in silenzio; se lui aveva voglia di parlare lo avrebbe fatto senza un suo incitamento.
“E‘ morta che ero molto piccolo, ho dei vaghi ricordi di lei … forse … forse era bella, ma non so se fosse una buona madre … non lo ricordo!”
Bulma rimase immobile, avrebbe voluto non sentire neppure il suo respiro o il battito del suo cuore, per non spezzare quell’incantesimo, Vegeta le stava parlando con una tranquillità insolita, chissà, forse ora si fidava di lei, così tanto, da ritenerla degna di attenzioni.
“Ma mio padre dice sempre che io le somiglio molto … troppo! Per questo mi detesta! Per questo non mi vuole vedere, la mia faccia gli provoca solo un profondo odio e rancore!”
Bulma non resse a quelle parole prese le mani del ragazzo tra le sue.
“Vegeta nessun genitore può odiare suo figlio … ”
Lui le sorrise prima di scansarla, si alzò e si sfilò il maglione.
“Credo, come sempre, che tu debba imparare ancora molto dalla vita Bulma!”
Bulma arrossì, l’aveva chiamata per nome, e questo le fece battere il cuore a mille, il suo nome pronunciato dalle sue labbra, il suono che creava, le dava i brividi, avrebbe voluto che la chiamasse sempre, ma forse era meglio così, Vegeta era unico e lo era anche perché era completamente imprevedibile; poi, beh, si era pure sfilato la maglia.
“Che fai!?”
Chiese Bulma, rimasta immobile e stupita da quel gesto, non capiva cosa stesse facendo ora il ragazzo, mentre si sfilava anche i pantaloni.
“Mi faccio un  bagno, mi pare ovvio!”
Bulma lo guardò perplessa, quel ragazzo era davvero pazzo.
“Come “ovvio”!!?? Sei matto per caso!? Vegeta fa freddo!”
Disse alzandosi in piedi mentre lui si avviava verso il mare calmo.
“Perché invece di lagnarti non vieni anche tu?”
Disse lui, girandosi per guardarla in viso, l’espressione di Bulma era di pieno sconcerto.
“Perché fa freddo!?”
Lui le sorrise beffardo.
“Non vorrai mica dirmi che Bulma Brief non accetta una sfida ?”
Bulma si mise un attimo a riflettere, di certo quel ragazzo sapeva come prenderla, ormai aveva capito il suo carattere, ma oltre al freddo vi era un altro problema: Bulma non sapeva nuotare. Ora, se avesse svelato l’arcano Vegeta l’avrebbe derisa, beh, infondo poteva anche andare, c’era lui a proteggerla … forse.
Si spogliò rimanendo con l’intimo, fortunatamente si era messa un completino nero, che a contatto con l’acqua non avrebbe rivelato alcuna trasparenza. Vegeta la osservò con la coda dell’occhio, scrutando con attenzione le sue forme generose. Il suo seno pieno e ben sostenuto, la sua vita sottile, la sua pancia piatta, le sue gambe snelle e perfette. Bulma era di certo bellissima, una creatura che avrebbe fatto impazzire qualsiasi ragazzo, e Vegeta non era da meno, arrossì al sol pensiero di toccarla, baciarla. Diamine, da quando Vegeta Prince perdeva il controllo di fronte ad una ragazza, certo era stupenda, ma lui non si interessava a certe cose; aveva baciato qualche ragazza, giusto per divertimento, non ne aveva mai desiderata una. Aveva fantasticato alle volte, come tutti i maschi fanno, ma non aveva ancora preso in considerazione la possessione concreta di una ragazza, ma Bulma … gli stava creando non pochi problemi. Senza attendere oltre si gettò nell’acqua gelida del mare, osservando la ragazza che si avvicinava, stringendosi nelle spalle per il freddo.
“Tu … sei matto! Fa freddissimo … domani avrò la febbre di sicuro!”
“Forse sei matta anche tu … visto che mi stai seguendo in questa pazzia!”
Disse, scorrendo con gli occhi il corpo della ragazza, Bulma se ne accorse e distolse lo sguardo arrossendo. 
“Forse …”
Disse entrando in acqua, non era poi così fredda anche se fece fatica ad abituarsi, lui si avvicinò schizzandola.
“Dai muoviti non abbiamo tutto il giorno!”
Lei gli mise il broncio spruzzandolo a sua volta. Cercò di immergersi di più nell’acqua, tenendo sempre le braccia intorno al torace aveva davvero freddo. Vegeta le arrivò alle spalle, facendo pressione con il piede sul suo incavo del ginocchio, per farle perdere l'equilibrio. Lei si accasciò su se stessa immergendosi nell’acqua completamente, annaspò bevendo dell’acqua, mentre Vegeta rideva della sua stupidità. Bulma, riemerse e boccheggiando si aggrappò a lui, tremava più per la paura che per il freddo, lei davvero non sapeva nuotare, aveva la fobia dell’acqua da quando era bambina, che cosa le era venuto in mente di seguire quel pazzo in quella sua folle idea. L’acqua non era poi così fredda, e il contatto con lui la rese ancora più calda. Lo abbracciò sentendo il calore della sua pelle al contatto con la sua, le braccia si attorcigliarono al suo corpo, i suoi seni premettero sul suo torace, mentre poggiava il volto sulla sua spalla, tremando come una foglia. Lui le cinse la vita, capì che il suo tremore non era dovuto al freddo.
“Non dirmi che non sai nuotare …”
Disse lui, in tono di scherno, mentre la teneva ben salda a sé. Il silenzio di Bulma fu abbastanza eloquente e Vegeta ne rise divertito, lei lo guardò, era la prima volta che lo vedeva ridere davvero, non era una risata per deriderla, per schernirla, non aveva un ghigno beffardo dipinto in volto, era semplicemente divertito, stava ridendo di gusto. Mai Bulma aveva sentito una risata più bella, mai Bulma aveva visto un ragazzo più bello di lui, ma del resto Bulma non si era mai innamorata. 
“Stai ridendo!”
Disse stupita sorridendogli, lui smise all’istante guardandola imbarazzato. 
“Stai ridendo Vegeta! Non ti ho mai visto ridere …”
Disse stupita, sguainando il suo migliore dei sorrisi, quanto le piaceva, era dannatamente bello anche ora che riprendeva la sua postura normale di eterno tenebroso. 
“Ti prego Vegeta  … ridi ancora …”
Lui sempre più imbarazzato cercò di riprendere contegno, voleva scansarla, ma davvero non riusciva a staccarsi da lei. 
“Ma sei matta … non sono mica un fenomeno da baraccone!”
Lei rise di gusto, quel suo negare sempre, quel suo modo di essere lo rendeva assolutamente irresistibile, mise le mani sulle sue spalle, senza rendersene conto si avvicinò a lui moltissimo, era inutile pensare quando c’era di mezzo Vegeta, il suo corpo reagiva alla sua presenza in maniera davvero strana.
“No, solo che … sei bellissimo … ”
Disse, arrossendo alle sue stesse parole, che le era saltato in mente, perché gli aveva detto che era bellissimo, così sembrava davvero una ragazzina stupida che diceva cose stupide. Bellissimo era certo la parola giusta da usare in quel frangente, ma non avrebbe mai dovuto dirla, lui era pur sempre Vegeta Prince, e anche se, avevano vissuto insieme molte cose che li avevano avvicinati, loro erano pur sempre due nemici, e stavano facendo una sfida anche in quel frangente. Vegeta dal canto suo era rimasto sorpreso dalle parole della ragazza, lo lasciava sempre a bocca aperta, questa volta non era certo di riuscir a tirarsi indietro. La sua mano senza controllo sfiorò la sua schiena nuda, percorrendola in tutta la sua lunghezza, superando il lembo di tessuto che ancora indossava, avrebbe tanto voluto sfilarglielo per poterla carezzare meglio, ma passò oltre, non era quello il momento; la pelle di lei rabbrividì a quella carezza così intima ed intensa, che superò le sue spalle per arrivare alla sua nuca, la mano di lui, si infilò sotto i suoi capelli, bagnati, imprigionandole il capo in una morsa leggera e carezzevole. L’altra mano sostava sulla sua vita, Bulma istintivamente si avvicinò ancora di più a lui, sentendo il suo seno premere a contatto con il suo torace, il cuore le batteva all’impazzata. Non aveva distolto lo sguardo da lui per un solo secondo, lo aveva guardato negli occhi dritta e sicura, perché quella loro strana relazione era prima di tutto fatta di un incontro di anime. Due esseri duri e contriti nel loro egoismo che si lasciavano andare ad una pura passione intensa che univa i loro corpi come fossero uno parte dell’altro, da sempre, e avessero aspettato una vita per incontrarsi e toccarsi. Dischiuse gli occhi mentre il volto di lui si faceva più vicino, l’avrebbe lasciato fare, gli avrebbe concesso tutto in quel solo momento, perché lei gli apparteneva inevitabilmente. Sospirò di piacere mentre le labbra di lui si poggiavano sulle sue, affondò meglio le sue mani sul suo corpo, mentre la bocca di lui si impossessava della sua. Le sue labbra morbide, la sua lingua vischiosa, il suo corpo caldo, avrebbe tanto voluto perdere i sensi, tanto era il desiderio per quel bacio bramato, per quel sapore di acqua di mare e di passione, che si mischiava alle loro fauci vogliose di quella strana unione che li stava travolgendo. Come un mare in burrasca, i loro corpi si cercavano, si volevano; la mano di lui scivolò sulle sue natiche, mentre con l’altra si impossessava del suo collo, spingendola più vicina a sé. La sua lingua percorreva, in un rovente atto di possessione, la bocca di Bulma; lei si era stretta al suo collo, desiderando tutto di lui, forse, un amplesso amoroso non sarebbe valso quel bacio carico di fuoco. Il respiro si fece affannato, mentre le loro bocche giocavano ad un gioco sporco e passionale, le mancava il respiro, le mancavano i sensi. La mano di lui scivolò sotto il gancetto del reggiseno, Bulma non avrebbe resistito oltre, mentre accavallava le sue gambe su di lui facendolo inginocchiare nell’acqua, sentiva, sulla sua coscia, l’eccitazione di lui. Si staccarono per un attimo con il respiro mozzato, con le membra stanche, quel bacio li aveva sfiancati, li aveva resi fragili; l’acqua fredda del mare, sembrava ora un tizzone ardente. Il seno, di Bulma, si alzava e abbassava carico di quel fiatone, che era valso quel bacio senza eguali. Ora che sedeva sopra di lui, si era pur dimenticata di aver paura dell’acqua. Vegeta la guardò, aveva perso il controllo, aveva perso la sua anima, che ora apparteneva alla ragazza che ansimava stringendosi al suo corpo. Voleva far l’amore con lei, voleva possederla, ma non se la sentiva, lui non era fatto per amare, lui non era fatto per sentirsi di qualcuno. Sapeva che con lei non sarebbe stato sesso, sapeva che con lei non era un gioco, per questo aveva paura.
“Vegeta io … io …”
Sapeva, anche, quello che Bulma stava per dire, ma non poteva sentirlo, non poteva dirlo, lei era tutto per lui, ma l’avrebbe fatta soffrire; aveva troppe cose in sospeso, troppe situazioni, che non avrebbero giovato ad una ragazza spensierata come lei. Le scostò i capelli dalla guancia. Non doveva farle finire quella frase.
“Torna da Carota … avrà bisogno di te …”
Disse, ma Bulma non si scansò.
“Anche tu hai bisogno di me!”
La fece scendere dalla sue gambe e si voltò di spalle.
“Vegeta io ti amo!”
L’aveva detto, era riuscita a dirlo. Pronunciare quelle parole era stata una prova d'orgoglio per sé stessa, non le importava che lui non l’amasse, anche se sentiva che non era così; non si aspettava neppure una risposta a quella dichiarazione, ma era pur sempre convinta che, anche lui, provasse le medesime cose per lei; quel bacio, così intenso, ne era la prova tangibile.
“Io non so neanche che cosa sia l‘amore!”
Le aveva detto, uscendo dall’acqua. Bulma si aspettava una simile risposta, come biasimarlo: suo padre lo odiava e sua madre era morta, nessuno gli aveva mai mostrato l’amore. Bulma non era una che si arrendeva facilmente, avrebbe insegnato a Vegeta ad amare, perché aveva bisogno di lui; e poi, beh, a lei piacevano le sfide.   


 





Allora che dire... spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non risulti troppo superficiale, dato il tema trattato... fatemi sapere come al solito che ne pensate! La storia è giunta al suo giro di boa... quindi ora capitolerà su se stessa giungendo poi al finale... ma la strada è ancora lunga!! Vi avviso che mi prenderò un periodo di pausa (manco fosse un lavoro), ma volevo restaurare un po' i capitoli, correggere gli errori e altro.... e ... per la vostra gioia e felicità ... i capitoli si faranno sempre più lunghi, per permettervi di non spezzettare troppo la storia(già questo è di ben 9 pagine di word a carattere 12!!!!!!). Bene ragazze (o ragazzi)è tutto alla prossima!! Baci e GRAZIEEE!

FaNnY sOnNy ciao!! Come sempre sono contenta ti sia piaciuto il capitolo!! E sono, oltremodo, felice tu non mi abbia presa in antipatia per ciò che ho scritto riguardo la storia di Pan! Ti giuro che volevo esserti solo di aiuto, infatti ho notato la correzione nel titolo della storia di Gohan! Spero vivamente che tutti i consigli che ti sono stati dati tu li abbia raccolti e che tu possa tirare da essi le somme, per migliorarti! Le critiche non sempre sono negative e, penso, che se noi non ti avessimo spronato non saresti mai migliorata! Io stessa effettuerò al più presto una correzione generale dei capitoli, in quanto, come diceva la mia prof delle medie, ho notato svariati fiorellini, errori, nella mia storia sia di punteggiatura, che orribili errori ortografici e di battitura (purtroppo la mano sinistra va più veloce della destra e quindi spesso inverto le lettere!). Quindi rimbocchiamoci le maniche, sono pochi quelli che nascono con la dote della scrittura, e cerchiamo di far del nostro meglio, per quanto possibile!
Luna_07meno male che i "vecchietti" fanno successo!! Mi sento sollevata! Anche perché Varza è il centro della storia, insomma non parlava fino a due capitoli fa, ma appare di fatto nel 5° capitolo! lei è un tipo controverso, sicura, schietta, ma allo stesso tempo fragile... Spero di non aver reso Vegeta padre troppo uguale a suo figlio, sono scorbutici entrambi, ma spero sia emersa una grande differenza, che Vegeta figlio ha in comune con un altro personaggio!! E non dico più nulla... Cmq Varza non saprà chi scegliere ... insomma neanch'io saprei chi scegliere... qui non si parla di Vegeta o Yamcha dove il fatto è scontato, ma è come Goku e Vegeta ... tutti direbbero Vegeta, o la maggior parte, ma poi davvero chi saprebbe viver come un tipo come Vegeta ... è difficile, ma anche un tipo come Goku è complesso ... insomma potrebbe abbandonarti per sette anni per farsi gli affari suoi!!!! Insomma sti uomini son difficili!!! Come hai potuto notare ebbene si era un personaggio importante colui che perde la vita, mi dispiace per il povero Radish... uff non pensavo di farlo morire all'inizio, ma più proseguivo con la storia, più mi rendevo conto di quanto fosse necessario ... Per quanto riguarda Bulma... mi sono espressa male... qualcun altro vuol esser importante per Vegeta!!
Enris diciamo che il capitolo serviva a quello, delineare in generale la situazione, ma, come hai ben detto, non si è ancora districata la matassa, che pian piano ci svelerà tutti i misteri dei nostri "vecchietti"...sono felice che ti incuriosisca il triangolo amoroso, che è un po' un classico, spero solo di gestirlo bene e di non farlo cadere nel banale...e sono molto felice che la mia Varza ti piaccia, è un personaggio femminile un po' mascolino, per certi versi, però la volevo forte, un po' confusa, insomma precisamente come l'hai descritta tu! Ripeto nei suoi panni non avrei saputo neppure io chi scegliere... Spero che questo capitolo non sia risultato troppo pesante o scritto in maniera superficiale, dato il tema importante che tratta, c'ho messo un po' a scriverlo....Grazie mille come sempre!

 flyvy Ciao!! Mi fa piacere ritrovarti, pensavo non ti piacesse più la mia storia ç_ç, ma noto con gran piacere che la digressione che ho fatto su Vegeta padre e Bardack ti sia piaciuta. Spesso non gli si da importanza, ma ho pensato che fosse importante descriverli un po' io credo molto nel detto che dice "tale padre tale figlio"... quindi ho voluto snocciolare di più la questione! Varza è un personaggio un po' particolare, ma non l'ho ancora descritta del tutto, quindi poi fammi sapere che ne pensi mi farebbe MOOOOOLLLLTOOOO piacere!! Il nome eh eh eh ci ho pensato a lungo e poi ho pensato alla verza ... e così Varza ... ma che originalità -_- !! Mi faccio tenerezza da sola... la verza è una verdura che ha un odore che mi rivolta lo stomaco, ma che poi assaggiata un pochino mi piace ... quindi mi piaceva creare quest'analogia tra il personaggio e la verdura! Ahahaha che cavolata! Cmq per quanto riguarda la simmetria .... in questo capitolo è proprio la parola più adatta! Ma sei veggente!!? ^^ Baci alla prossima
 BulmaMiky ciao cara! Figurati per i complimenti erano solo dovuti!!^^ I tuoi vaghi sospetti ... non posso confermarli o sfatarli ... ma prima o poi scoprirai! Ripeto che, però, ho già svelato molte cose... basta solo cercarle un po' qua e la! Tutto parte nel 5° capitolo, dove di fatto viene svelato l'arcano, da alcune parole di Goku. Quindi il buon intenditore intenda ^^ Grazie come sempre!!!
 lirinucciaCiaoooooo!! Prima di tutto, mi raccomando guarisci e non ti preoccupare per le recensioni ASSOLUTAMENTE! Mi sa che è una settimana un po' così, io ho fatto una figura - degna del peggior Goku- dal veterinario: siringa+sangue+odor di disinfettante= me svenuta nell'ambulatorio, con il gatto che mi guardava!!! Che figura, mi hanno pure portato via in ambulanza (sono pure anemica!). Va beh, sorvolando le sfighe...
La nostra Varza si dimostra anche per questo capitolo una vera S*** (la maiuscola non è a caso!!), ma non ha ancora dato tutta se stessa... -__- è veramente un tipo pieno di difetti, ma per tutto c'è un perché! Cmq come già sai anche io sono una fan dei personaggi problematici! Amo Vegeta e alla pari con lui nell'olimpo dei miei personaggi preferiti, c'è Kyo Soma di Fruit Basket, li amo. Da poco ho appreso la mia passione per Ichigo di Bleach e adoro  Tobi e Gaara di Naruto, o Akito di Rossana... oppure Zelgadis di Slayers, o Sylar di Heroes, aspetta come dimenticare Hiei di Yu degli spettri, oppure semplicemente Heathcliff di cime tempestose!! Ok basta... ho dimenticato sicuramente qualcun altro ... ma ora non mi viene!! Non ce l'avrei mai fatta a scrivere di una ragazzina fragile dalla lacrimuccia sempre pronta ... va al di là delle mie possibilità!!!!XD Sono un tipo freddino quindi non ce la potrei fare, mi verrebbe subito voglia di eliminarlo!!! Spero che il capitolo ti piaccia e mi raccomando rimettiti presto!! Bacioni!!

 icelberry Ciao grazie per la recensione!!! Il povero Re Vegeta  mi fa tenerezza... dai un po' è umano e soprattutto leale. Mi sembrava giusto svelasse subito i suoi sentimenti ... dai è coraggioso ... io  gli voglio beneee(poco però)! Per Varza....  sono felicisssssiiiiimmaaaaaaaaaaaaa ti piaccia! Grazie per il sostegno^^^^^^^ E soprattutto per la fiducia nella mia storia!  Mille mille grazie!!
 Maia74 Ciao !!! Sono contenta la storia continui a piacerti ... spero di non cader nelle banalità!! E mi fa tanto piacere che tu trovi le due storie d'amore ricche di colpi di scena!!! A volte ho paura di complicar troppo la storia e di cader nei tranelli della banalità più assoluta (se capita dimmelo sono terrorizzata)!!!





 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Bulma e Vegeta (parte 1) ***


Bulma & Vegeta (parte 1)

L’aveva scorta, tra gli scaffali di quel supermercato, intenta e concentrata sulla spesa. Viveva sola e, come ovvio che fosse, doveva badar, da se, al suo sostentamento. Bardack la osservava da lontano; era così bella, mentre osservava, corrucciando le sopracciglia, gli ingredienti dei cereali. Non era, di certo, il tipo che stava dietro alle ragazze, ma Varza aveva qualcosa di speciale e lui voleva, a tutti i costi, conquistarla.
Non gli importava molto, del fatto che, anche Vegeta provasse i suoi stessi sentimenti. Entrambi l’amavano, potevano combatter una battaglia alla pari: il migliore l’avrebbe avuta. Quando, Vegeta, gli aveva svelato i suoi sentimenti, era rimasto scioccato da quelle parole: prima di tutto perché era stato proprio Vegeta a dirle e, come seconda cosa, non pensava nutrisse un tale interesse per quella ragazza.
Bardack! Che ci fai qui?”
Chiese lei, scorgendo, finalmente, il ragazzo, con le mani nell’insalata -per altro senza guanto igienico- che sorpreso ed imbarazzato arrossì e per poco non cadde a terra, inciampando nel suo cestino per la spesa, sua madre lo inviava spesso a far delle commissioni e lui da bravo casalingo accettava. Varza sorrise, quel ragazzo la divertiva sempre molto, era buffo e maldestro e, a lei, un po’ di divertimento giovava soltanto.
Oh ciao! Non ti avevo visto!”
Lei gli sorrise, ogni tanto le capitava di far funzionare certi muscoli facciali.
Non si direbbe! Comunque se vuoi prender l‘insalata devi metterti il guanto!”
Lui sorrise, grattandosi la testa, era davvero distratto. Riacquistò la sua serietà.
Che ci fai da queste parti!”
Chiese lui, accorgendosi poi della stupidità stessa della sua domanda, era ovvio che era li per far la spesa! Perché toccava sempre a lui far quelle figure, Vegeta non si sarebbe comportato da stupido, avrebbe preso in mano la situazione e, sicuramente, si sarebbe fatto avanti. Prese coraggio e, mentre lei, chiaramente, gli faceva notare la stupidità di quella domanda, le fece una domanda a bruciapelo.
Perché non adiamo da qualche parte insieme!?”
Aveva detto ostentando una sicurezza innata, che non era per nulla sua. Lei annuì con il capo e si avviarono verso la cassa per pagare. Sua madre avrebbe atteso la spesa invano.

I suoi capelli, che già di solito avevano una postura assurda, quella mattina erano, decisamente, più improponibili del solito. Carezzò la schiena nuda della ragazza, che dormiva accoccolata al suo petto. La sua pelle morbida e soffice gli donava un ristoro immenso, nella sua vita disgraziata aveva davvero bisogno di un po’ di pace. Lei si svegliò, aprendo piano gli occhi, non le sembrava vero di esser li con lui. Avevano fatto l’amore, finalmente, si erano uniti nel corpo, suggellando un sentimento, che era già forte, nei loro cuori. La sua prima volta era stata dolce, la sua prima volta le era valsa attimi magici, di immensa felicità. Lo guardò cercando di trasmettere con il suo sguardo il suo amore. Mosse la mano sul suo petto muscoloso, percorrendo con lentezza i suoi pettorali levigati, incontrando poi i suoi occhi neri.
“Buongiorno!”
Disse con la voce ancora impastata dal sonno, lui le sorrise con un candido sorriso, depositandole un dolce bacio sulla nuca.
“Grazie Chichi!”
Disse avvolgendola in un dolce abbraccio, baciandola con tenerezza sulle guance rosee. Decisamente la mattinata più bella di quel mese, anzi, della sua intera vita. Dopo la morte di suo fratello Radish, il suo morale non era mai stato buono, chiaramente. Erano passate due settimane, dalla sua morte, erano passate due settimane da quando aveva perso un membro della sua strampalata famiglia, non si era mai sentito così afflitto, il risentimento aveva completamente contaminato la sua personalità solare. Chichi era stata, per lui, un perno inossidabile del suo lento e graduale recupero, il pensiero che, fino a quel momento, il suo rapporto con Radish non fosse mai stato buono, lo distruggeva. Ricordava i suoi discorsi con lui, sempre vuoti e un poco astiosi, anche se non era sempre stato così. Quando erano bambini, con nonno Gohan si erano spesso divertiti insieme, mentre lui gli insegnava le arti marziali, ma, poi, crescendo il loro rapporto si era rotto, e la loro comunicazione si era interrotta, per poi riprendere solo sporadicamente in quell'ultimo periodo. Il rancore di non avergli parlato, di non avergli detto che gli voleva bene, anche se i loro rapporti erano conflittuali, anche se le loro madri non si erano volute bene, era pur sempre suo fratello. Quante lacrime aveva versato tra le braccia di lei, quante volte lei l’aveva consolato. Chichi rispose ai baci di Goku con dei piccoli sospiri, voleva essergli di conforto, e in quei giorni lo era stata. Si era trasferita per un po' da lui, spiegando ai genitori la situazione, loro si fidavano di Goku , lo conoscevano da sempre e, ben sapevano, quanto fosse buono e responsabile. Quella notte, però, avevano consumato la loro passione, concedendosi l’un l’altra. Bardack non si era accorto del suo furtivo intrufolarsi nella camera del ragazzo, Chichi non aveva messo in conto che quella notte avrebbe perso la sua verginità, ma così era stato. Si era intrufolata nel suo letto abbracciandolo, lui l’aveva subito baciata, ma poi aveva avvertito, che qualcosa mancava a quella loro relazione, stabile e duratura … forse, era vero che una storia non si potesse considerare completa, senza un contatto fisico, così intenso e profondo. Goku si era, davvero, imbarazzato, quando aveva sfilato la maglia, del pigiama a Chichi, quando le aveva toccato il seno, quando aveva sentito il suo cuore battere sotto il suo tocco soffice e labile. Chichi era stata, forse, più impavida e si era avventurata con ardore sul corpo del suo amante. L’aveva accompagnato in ogni suo gesto, l’aveva guidato, con un sapere che neanche ella sapeva di possedere, ma così era stato. Goku impacciato ed imbarazzato si era lasciato possedere dalla sua amata fidanzata, che l’aveva cavalcato con dolcezza e timidezza; anche per lei era stato un momento spinoso e delicato, ma era riuscita a vincere la sua timidezza e governare la situazione.
“Ti amo Chichina mia!”
Le aveva detto, baciandola sulle labbra, ma poi imbarazzato, dal suo alito agro della notte, si era alzato, per cercar i vestiti, e correr verso il bagno, per lavarsi i denti. Chichi ne rise divertita, il suo Goku era sempre Goku, ingenuo ed infantile.
Si rivestì anche lei e lo raggiunse verso il bagno, l‘unico della casa, la casa dei Son non era certo come quella di Bulma, loro non avevano un bagno per ogni stanza.
“Goku …”
Disse lei piano, avvicinandosi alla porta del bagno, lui mugugnò qualcosa, mentre la schiuma del dentifricio gli impediva la parola.
“Vado a prepararti la colazione …”
Lui sputò subito sciacquandosi la bocca.
“Grazie Chichina!!!”
Lei sorrise sorniona, quanto lo amava.
Entrò nella cucina, Bardack aveva già preparato la colazione e le aveva sorriso. Chichi arrossì, chissà se aveva capito qualcosa.
“Buongiorno Chichi! Questa mattina ho fatto io! Eravate un po‘ in ritardo e ho pensato, che avrei potuto toglierti questo lavoro domestico per oggi!”
Chichi si era seduta al tavolo, mangiando subito una brioches, le era venuta una gran fame, forse, stava diventando come il suo Goku! 
“Grazie mille!”
Disse soltanto all’uomo che le stava davanti. Celipa se n’era andata con la promesse di tornare presto e di star un po’ con loro. Chichi aveva appreso di come ella fosse la madre di Radish, non conosceva la realtà dei fatti fino a quel momento, come del resto, il resto della popolazione della città dell’ovest, in pochi conoscevano quella triste storia. Chichi da allora, aveva compreso di come volesse diventare lei la donna di quella casa.

Bulma si era recata, come era solita fare, a scuola. Il suo volto era storto in una maschera oscura, il sorriso, non si sarebbe affacciato su di lei quel giorno. Vegeta, da ben due settimane, disertava la sua casa, e lei, per l’ansia, che gli succedesse qualcosa, non dormiva mai molto. Da quando gli aveva dichiarato il suo amore la stava allegramente evitando e, Bulma, ne soffriva in silenzio, mantenendo sempre alto,però, il suo orgoglio. Camminava per i corridoi, con passo spedito, il suono delle sue scarpe risuonava sonoro per la scuola deserta. Salì una rampa di scale per recarsi nell’aula, quando incrociò il soggetto, perenne, dei suoi pensieri. Per poco non si scontrarono, tanta era la foga con cui camminavano entrambi. I loro occhi si incontrarono, Bulma distorse la bocca in una smorfia.
“Che piacere vederti di prima mattina!”
Disse, lui infilò le mani nelle tasche distogliendo lo sguardo da lei.
“Non direi la stessa cosa!”
Lei a sua volta sposto i suoi occhi da lui.
“Era ironico di fatti …”
Disse a bassa voce, ma nel suo tono non vi era la voglia schernitrice, che l’aveva animata, in presenza di lui, tempo addietro. Le sue parole in ogni modo la colpivano e, quasi mai, in positivo. Erano due settimane che non le rivolgeva la parola, lei infondo aveva cercato di capirlo: la morte di Radish, che era pur sempre un suo amico, la rivelazione dei suoi sentimenti, erano stati per lui un tornado che l’aveva investito in pieno, era ovvio ne fosse in qualche modo rimasto schiacciato. Doveva reagire e Bulma voleva essergli vicino, ma lui la osteggiava in tutti i modi, ignorandola bellamente.
“Tutto bene!?”
Gli chiese tornando a rivolgere il suo sguardo su di lui.
“Che ti importa!”
Era così stronzo che, alle volte, le veniva una voglia matta di spaccargli la faccia.
Lui l’aveva superata scendendo dalle scale, quando fu alla fine della rampa Bulma lo chiamò e lui si girò, guardandola, finalmente, negli occhi.
“Perché respingi, sempre, chi ti vuole star vicino!?”
Gli aveva chiesto con gli occhi inumiditi e velati da quelle lacrime, che cercava di ricacciare indietro.
“Perché non credo che vi importi davvero qualcosa! Cosa credi io sia un poveretto da compatire!? Odio le persone che hanno pena di me!”
Lei scese due gradini, portandosi una mano al petto.
“Pensi davvero io ti abbia detto certe cose perché ho pena di te? Mio Dio … Vegeta non essere stupido! Lo sai anche tu che non è vero!”
Lui si era voltato, le aveva dato di nuovo le spalle, perché lei gli leggeva dentro ed era in grado, con un solo sguardo, di lasciarlo cadere interdetto nel suo mare, nei suoi occhi, in quell’amore profondo che lei davvero provava, ma se se ne fosse andata, se davvero quel sentimento fosse dettato dalla pena che provava per lui … non avrebbe mai potuto sopportarlo. Anche perché Bulma Brief ormai per lui era tutto.
“Fandonie! Pensi … bastino due giorni, per capirmi? Pensi … basti un semplice gesto, per colmare 18 anni di solitudine! Sei davvero una stupida!”
Ecco l’aveva fatto di nuovo, si era girato verso di lei e aveva vuotato il sacco, perché lo aveva fatto, perché la sua scorza, cadeva, quando era di fronte a quella ragazza.
“Vegeta io …”
Disse lei con gli occhi colmi di lacrime, ma non poté finire la frase; perché Bulma era una ragazza maldestra, perché Bulma era sbadata e soprattutto non aveva i riflessi pronti, quindi si era lasciata cadere, come un sacco di patate, quando, perso l’equilibrio, il piede non aveva trovato appoggio ed era capitombolata nel vuoto. Molti, dei pochi alunni e professori, presenti a quell'ora nella scuola, erano accorsi nel sentire l’urlo della ragazza e il tonfo, ma Vegeta era stato lesto, l’aveva afferrata ed era caduto anche lui, con la ragazza sopra di se. Che figura da sciocco, neanche una ragazza al volo sapeva acciuffare.
“Sei pesante!”
Le aveva detto per farla alzare, ma non si era, subito, accorto del luogo proibito in cui le sue mani si erano poggiate. Bulma si era resa conto di quella pressione e, rossa in viso, per quell’assurda situazione in cui si era cacciata, tirò un sonoro schiaffo a Vegeta. Il ragazzo distolse le mani dai suoi seni, li aveva palpati senza neanche accorgersi, o meglio si era accorto di tastare due cose morbide e sode, ma ormai era fatta.
“Non mettermi le mani addosso!”
Gli aveva sibilato lei, dannazione, con tutta quella gente che li guardava, non poteva certo far la figura della ragazza facile. Si era alzata e se n’era andata in classe. Seduta al suo banco aveva atteso impaziente l’inizio delle lezioni. Vegeta arrivò di li a poco prendendo posto accanto a lei.
“Ti diverti ad umiliarmi!?”
Gli aveva chiesto a bassa voce, senza guardarlo in faccia. La professoressa Baba era entrata in quel frangente, facendo accomodare tutti coloro che erano rimasti, all’esterno dell’aula, a bighellonare.
“Forse …”
Le aveva detto lui, dopo attimi di silenzio. Bulma era una ragazza forte, ma Vegeta alle volte era davvero perfido e cattivo. Perché si era innamorata di lui? Non poteva tenersi Yamcha? Almeno con lui non aveva problemi! Solo che ... accidenti, non c'era proprio paragone tra i due!


La casa di Varza era un piccolo appartamento, l’angolo cottura dava sul bel soggiorno, illuminato da una porta finestra, che dava su di un piccolo balconcino. Bardack si sedette al tavolo attendendo che la ragazza sistemasse la sua spesa nel frigorifero.
Come mai vivi sola?”
Chiese alla ragazza che, nel frattempo, gli offrii qualcosa da bere. Certo non era forse una domanda discreta, ma Bradack non si faceva certi problemi, o più che altro non badava a ciò che diceva.
Sono stata adottata quando ero bambina, ma non mi piaceva molto la mia famiglia ... così me ne sono andata!”
Disse la ragazza senza alcun imbarazzo. Lei era così, non si faceva troppi problemi, se l’era sempre dovuta cavare da sola e questo le dava uno spirito diverso dagli altri nell’affrontare la vita. Però, da quando aveva conosciuto Bardack e Vegeta si era sentita accettata, loro erano diventati come una famiglia per lei, anche se era passato poco tempo, anche se non li conosceva ancora a fondo, si sentiva legata a loro come non lo era mai stata con nessun altro in vita sua. Le piacevano entrambi, per motivi diversi, ma allo stesso modo, la bilancia non gravava ne su uno ne sull'altro. Vegeta era più provocante, sensuale, un ragazzo tutto d’un pezzo, che l’attraeva fisicamente in maniera pazzesca, mentre Bardack era dolce, sensibile, bello, le piaceva anche lui molto. Se solo avesse potuto averli entrambi allo stesso modo …
“Cavolo! E i tuoi veri genitori?”
Domandò Bardack, che non si lasciava scomporre da nulla, le aveva posto di nuovo una domanda che a molte persone, non sarebbe mai venuto in mente di porre. Varza sorrise compiaciuta, erano quelle le persone che a lei piacevano, schiette senza troppe turbe mentali o pregiudizi, non le sarebbe piaciuto esser compatita e Bardack non lo stava assolutamente facendo, era, piuttosto, interessato davvero a lei.
“Beh, non lo so! Mi hanno lasciato in un istituto e poi sono stata adottata, non mi è mai venuto in mente di cercarli … ”
Bardack la guardò basito.
“Perché!!?”
Le chiese, lei gli sorrise tristemente.
“Perché penso che non gli importasse poi molto di me, visto che mi hanno abbandonata, e … poi penso che non si meritino il mio interesse! Non sono nulla per me!”
Bardack la guardò, gli piaceva ancora di più quella ragazza, così forte e tenace. L’abbracciò d’istinto, gli piaceva anche così, fragile ed indifesa, bisognosa di coccole.
“Hai ragione! Non ti meritano! Ti starò vicino io!”
Lei ricambiò l’abbraccio, era tanto che non si sentiva così vicina a qualcuno, forse non si era mai sentita così vicina a nessuno …
Bardack le prese il viso tra le mani e la baciò, con trasporto. Voleva dimostrarle il suo amore, voleva esser il primo a baciarla, perché lui non voleva esser da meno di Vegeta, lui sicuramente si sarebbe comportato così. Varza contraccambiò il bacio, ma un ricordo le soggiunse alla mente: Vegeta. Non riusciva a dire quale fosse il migliore, non riusciva a pensare più ad uno piuttosto che all’altro. Beh, ormai la frittata era fatta! Bardack si staccò da lei, rosso in viso, lei lo guardò smarrita … e adesso cos’avrebbe dovuto fare?
“Vuoi diventare la mia ragazza!?”
Le aveva chiesto lui, ma Varza non era un tipo da fidanzamenti, ma soprattutto non aveva ancora scelto! Vegeta o Bardack? Perché la vita doveva esser così crudele con lei? Perché non li poteva avere tutti e due?
“Mi dispiace, ma non mi sento pronta e poi … non voglio far un torto a …”
Bardack l’aveva guardata, mentre distoglieva lo sguardo da lui, aveva ben compreso cosa fosse accaduto.
“Vegeta? Non vuoi far un torto a lui vero?”
Chiese lui, la ragazza annuì. Era chiaro che il suo migliore amico si era già fatto avanti.
“Mi dispiace Bardack … tu mi piaci davvero, ma anche lui mi piace!”
Bardack si staccò da lei, e si avviò con le sue buste della spesa - che sua madre aspettava impaziente ormai da ore- verso la porta.
“Beh, alla fine sceglierai me! E‘ una promessa Varza!”
Le aveva detto uscendo dal suo appartamento. Lei si era appoggiata allo stipite della porta, osservandolo mentre se ne andava. Beh, infondo, potava anche fare come aveva detto a Celipa, divertirsi con entrambi, non le avrebbe fatto poi male, anche se non sapeva se ce l’avrebbe fatta … forse, lei era davvero innamorata di tutti e due!


Non ci poteva ancora credere, si erano baciati in quel modo travolgente e lui l’unica cosa che le sapeva dire era ....che lei provava pena per lui! Cosa doveva fare? Gli aveva pure detto “ti amo”più chiara di così! Non l’aveva mai detto neppure al suo ex, perché non lo amava, ma Vegeta lo amava davvero. Cosa poteva fare per farsi accettare da lui. Appoggiò la forchetta al piatto, non aveva davvero fame, quella pasta, che sembrava squisita, le aveva fatto venir la nausea. Marion si era seduta in mensa con loro, civettava con Yamcha, cosa che contribuì a far passar l’appetito a Bulma, non che le importasse qualcosa di Yamcha, beninteso, ma erano davvero disgustosi. Non si erano lasciati?
Che hai fatto Bulma?”
Chichi aveva guardato l’amica, da che aveva appreso di Vegeta, capiva alla perfezione gli stati d’animo di Bulma. Chichi cercava nello sguardo di lei un qualcosa, un segno, ma non sapeva ancora bene che relazione legava Bulma e Vegeta.
“Niente! Sono un po‘ nervosa!”
Goku osservava la ragazza, voleva tanto che Vegeta e Bulma si mettessero insieme, perché Vegeta aveva bisogno di lei, per vivere meglio, ma lui era davvero testardo.
L’aveva poi visto entrare in mensa, prendere il suo vassoio e cercare con lo sguardo un posto per sedersi, per consumare il suo pasto.
“Vegeta vieni qui che c‘è posto!”
Aveva detto il ragazzo alzandosi in piedi per chiamare l’amico… beh, forse amico era una parola un po‘ grossa. La mensa era affollata e al loro tavolo c’era posto, poi Vegeta era sempre solo, ora che non c‘era più Radish e Nappa era in ospedale, il ragazzo dai capelli in su era più solitario del solito. Lui non aveva detto nulla si stava semplicemente avvicinando a loro, constatando il fatto che l‘unico posto libero fosse li. Beh, poi c’era anche Bulma poteva divertirsi a stuzzicarla.
“Oh che bello Vegeta viene qui!!! Potrei provarci!”
Aveva detto Marion. Bulma per poco non si strozzava con l’acqua. Quell’oca era incontenibile, ma non si stava già baciando con Yamcha?
“Ma non ce l‘hai già un ragazzo?”
Le aveva chiesto disgustata, già era nervosa per quanto successo con Vegeta, in più ci si metteva quella sciacquetta da quattro soldi!
“Si! Ma Vegeta è così bello! Chissà com‘è bravo a letto! Avrà avuto un sacco di amanti!”
Yamcha era arrossito, evidentemente lui non era stato poi così eccezionale tra le grinfie della ragazza, se pensava a Vegeta come ottimo amante. Bulma capì al volo, Yamcha, quando stava con lei, voleva portarla a letto e ora che stava con Marion, sicuramente aveva consumato. Si sentiva fiera di se, per non essersi concessa a quel dongiovanni.
Vegeta, finalmente, era arrivato al tavolo e fortunatamente non aveva sentito le parole della ragazza. Si era seduto affianco a Bulma, osservandola con la coda dell’occhio.
Bulma non aveva detto nulla. Goku aveva cercato di dir qualcosa, ma la tensione tra i due era palpabile, forse, non aveva avuto un’ottima idea ad invitarlo a mangiare al loro tavolo. Il resto dell’allegra compagnia si era ammutolita all’arrivo del ragazzo. Cos’era venuto in mente a Goku di invitarlo a sedersi con loro? Marion, a cui mancava la materia grigia, pronunciò una domanda che fece inferocire Bulma.
“Vegeta, perché non esci con me!? Potremmo divertirci insieme! Che ne dici!?”
Bulma non resse e sbotto, quella ragazza era odiosa.
“Non hai un minimo di pudore!? Ti stai baciando con uno e chiedi ad un altro di uscire? Sono le ragazze come te che fanno scadere il sesso femminile!”
Le aveva detto disgustata, oltre al fatto che Vegeta era suo - beh, non ancora tecnicamente- ma insomma ora che aveva fatto tutta quella fatica, ora che lo amava, non poteva, certo, uscire con un’altra, non poteva farlo, era inammissibile!
“Vorresti uscire per caso tu con lui?”
Le aveva chiesto la sciocca ragazza, che non aveva compreso il suo discorso, ma che aveva interpretato la frase di Bulma come invidia per lei, che le aveva rubato il fidanzato e che aveva successo con i ragazzi.
“No.. Che dici! Io mica penso sempre a quelle cose!”
Le aveva detto diventando rossa, come un peperone, come si permetteva. Bulma Brief non era una ragazza facile, non era come Marion!
“NO!”
Aveva detto Vegeta d’improvviso, mentre mangiava quello che aveva nel piatto, ovviamente una porzione galattica, quasi al pari di Goku.
Bulma si era girata verso di lui, cercando di capire cosa stesse dicendo e, soprattutto, a quale frase si riferisse il no.
“Cosa no?”
Aveva chiesto Bulma, girandosi a guardarlo, lui le aveva regalato un ghigno malefico e, senza rispondere, aveva ripreso a mangiare.
“Perché non parli mai chiaro!”
Aveva detto Bulma infastidita, Vegeta non si faceva mai capire, quel discorso per lei era importante, anche se era davvero stupido, ma, cavolo, doveva sapere se non gli importava nulla di lei. Marion con la sua voce fastidiosa aveva squittito, di nuovo, intromettendosi tra loro.
“Forse, non sa come dirti che non gli piaci!”
Aveva detto, si sentiva, ormai, in competizione con Bulma, e Vegeta era un buon punto a suo favore, se solo fosse riuscita a farlo uscire con lei.
“O forse mi stai dando fastidio, con la tua voce odiosa!”
Finalmente, Vegeta aveva esposto il suo pensiero, quella tipa, di cui non ricordava il nome, era davvero stupida ed infantile, ma cosa voleva da lui? E, soprattutto, perché si era seduto a quel tavolo.
“Il no era per te! Sei veramente una sanguisuga, appiccicosa e orribile!”
Marion era rimasta esterrefatta,dalle parole del ragazzo. Lei era la ragazza più bella della scuola, come osava respingerla. Bulma sorrise della sua vittoria.
“Preferiresti uscire con Bulma che con me!? Ma io sono la ragazza più bella della scuola! Nessuno mi dice di no!”
Vegeta aveva alzato gli occhi al cielo, continuando a domandarsi, quale fosse l'assurdo motivo, che lo aveva spinto a sedersi li!Era, forse, impazzito? Sempre e solo colpa di Bulma.
“Beh, io si! E poi che hai di bello, sei solo una sciacquetta brutta!”
Brutta? Marion per poco non si mise a piangere e non svenne. Lei non era brutta, era bella da impazzire, non poteva liquidarla così.
“E preferiresti questa secchiona!?”
“Beh almeno ha delle belle tette sode!”
Bulma lo aveva guardato, come gli era saltato in mente di dire una cosa del genere, Goku per poco non si strozzava con il cibo, Chichi gli picchiava una mano sulla schiena, per farlo riprendere. Era in arrivo una tempesta. Bulma furente aveva preso la bottiglietta d’acqua, tra le mani, e aveva lanciato dell’acqua addosso al ragazzo.
“Ma che fai! Sei impazzita!??”
Le aveva urlato lui, infastidito da quel gesto inconsulto della ragazza, le aveva pure fatto un complimento.
“Sei veramente uno stronzo!”
Si era alzata, non voleva stargli affianco per un secondo di più, si diresse verso l’uscita della mensa. Voleva star sola, perché era così difficile star con lui, ma che pensava non era neanche la sua ragazza. Delle grosse lacrime solcarono il suo volto, l’aveva schernita gratuitamente, alludendo pure al fatto che aveva palpato il suo seno. Era successo, certo, ma non per sua scelta, era capitato! Non che le avrebbe dato fastidio una tale ipotesi, ma, insomma, che bisogno c'era di dirlo così come se nulla fosse. Cos’avrebbero pensato i suoi amici. Guardando a terra non si accorse di quella ragazza che le stava davanti e le andò contro. Che avevano contro di lei tutti quel giorno.
“Guarda dove vai!”
Le aveva detto una ragazza dal caschetto biondo, non ricordava di averla mai vista, al suo fianco un ragazzo dai capelli mori, identico.
“Scusa!”
Disse Bulma, asciugandosi le lacrime e proseguendo oltre.

Bardack, quella mattina aveva preso una decisione. Veder suo figlio così innamorato e così triste, gli aveva fatto venir una voglia matta di parlar con il suo vecchio migliore amico. Forse, per nostalgia, forse, perché in quel periodo i ricordi erano riaffiorati copiosi, forse, semplicemente aveva bisogno di qualcuno che lo capisse; Bardack sapeva bene che c’era una sola persona che lo comprendeva davvero.
“Buongiorno signore! Come posso esserle utile?”
Aveva chiesto una giovane ragazza, che sedeva alle reception.
“Sono un vecchio amico del signor Prince. Vorrei vederlo.”
La ragazza prese un telefono e scambiò quattro parole con qualcuno.
“Si sieda nella sala d‘attesa!”
Disse a Bardack che le sorrise e andò ad accomodarsi.


Non era mai andato a casa di Varza. Non sapeva neanche perché si trovava li. Buttò la sigaretta a terra, doveva davvero smetterla di fumare. Prese coraggio e suonò il campanello. Assurdo come il grande Vegeta Prince, che aveva avuto mille amanti, si trovasse in imbarazzo a suonar il campanello di una ragazza. Eppure era così, Varza gli faceva provare delle sensazioni assolutamente nuove. Lei aprì la porta senza chiedere chi fosse.
Che ci fai qui?”
Gli aveva detto con la solita aria sfacciata, lui che, per sfacciataggine, non era da meno, la prese per la vita tirandola a se. La baciò con trasporto, portandola dentro casa, chiudendo la porta alle sue spalle. Varza contraccambiò il bacio, cingendo il suo collo con le braccia. Vegeta, che era svelto in quelle cose, la prese in braccio, e la spinse contro il muro, infilando le mani nella sua maglietta. Il suo seno morbido, la sua pelle morbida, gli facevano perder la testa. Perse completamente il suo autocontrollo, quando lei, cercò di sfilargli la maglia toccando il suo petto nudo sotto di essa. Che ragazza imprevedibile, chi l’avrebbe mai detto lo desiderasse anche lei. Eppure Vegeta aveva sognato, da che l’aveva vista, di andarci a letto. Non si erano detti nulla, si erano semplicemente spogliati l’un l’altro desiderandosi ardentemente. I vestiti sparsi per la stanza, i loro respiri affannati, riempivano il silenzio interrotto solo dal suono degli elettrodomestici. L’aveva adagiata sul divano, posizionandosi sopra di lei. Senza remore alcuno, si erano amati con passione travolgente, sebbene lei fosse nuova di quel tipo di esperienza. Si era lasciata possedere da lui per la sua prima volta. Vegeta non aveva mai desiderato nessuna così, non aveva mai effettivamente fatto l’amore con nessuna ragazza, ma con lei era tutto diverso, aveva perso la testa.
“Ti amo!”
Le aveva detto al culmine del piacere, ma lei non aveva risposto, aveva continuato a stringere le sue braccia intorno al suo collo, mordendo il lobo del suo orecchio. Lo amava? Boh, forse si! Si era lasciata travolgere da lui, si era lasciata andare, cosa che faceva molto di rado, ma amarlo … proprio non lo sapeva. Lei non era mai stata legata a nessuno, e ora Bardack, Vegeta … era pronta per amare?
Ricaddero l’uno sull’altro, mentre Vegeta le carezzava la schiena facendola rabbrividire, si accoccolò sul suo petto. Ora si sentiva davvero una donna, forse per quello si era lasciata andare. Vegeta le piaceva, ma il peso di quella verginità per lei si faceva sentire, come un macigno. Insomma viveva sola, era adulta, ma non in quel senso. O forse erano solo scuse che si stava dando, forse, si era innamorata davvero di lui.
“Potevi dirmelo che non l‘avevi mai fatto!”
Lei si alzò, senza neanche coprirsi, aveva scosso la testa.
“Non ti preoccupare!”
Gli aveva detto sorridendogli, prima di recarsi verso il bagno. Vegeta era rimasto lì immobile, ancora non credeva a quanto successo. In più aveva detto per la prima volta ti amo, e non aveva ricevuto risposta. Era incredibile quante cose assurde gli faceva fare quella ragazza.


Signor Prince! C‘è un suo amico.”
Aveva detto la bella segretaria, che lo guardò sorridendo, alle volte si erano divertiti un insieme. Lui continuò a guardar le carte che aveva sulla scrivania, facendole segno di far entrare il nuovo venuto, senza interrogarsi su chi fosse.
“Ciao Vegeta!”
Riconobbe subito la voce, alzò lo sguardo su di lui.
“Cosa vuoi?”
Gli aveva chiesto guardandolo male, Bardack aveva chiuso la porta alle sue spalle.
“Volevo ringraziarti”
Vegeta aveva riso e si era alzato, poggiando, scocciato, le mani sul tavolo.

E per cosa di grazia!?”
Bardack gli aveva sorriso, di quel suo sorriso spiazzante, dolce e genuino.
“Per Radish! Mi ha stupito il fatto che sia stato tu a farmi chiamare!”
“Non ho fatto niente di che! Se sei venuto per questo, puoi andartene!”
Bardack per tutta risposta si era seduto davanti a lui, continuando a sorridere.
“Come ti va la vita?”

Vegeta rassegnato si era riseduto, sapeva bene che era inutile scacciare Bardack, anche se lo avesse insultato, lui non se ne sarebbe andato.
“Che ti importa!”
Il ragazzo si era guardato in giro, scorgendo una foto su di uno scaffale, quella del torneo che avevano vinto insieme. Varza era con loro, in quel momento, prima della loro definitiva rottura, quando lei era stata costretta a scegliere e da quel momento non si erano mai più parlati.
“Vedo che l‘azienda procede bene!”
“La sto vendendo!”
Disse brusco Vegeta, non aveva voglia di parlare con lui, avrebbe tanto voluto mandarlo al diavolo.
“Perché?”
Perché gli stava rispondendo? Lo odiava davvero tanto, anche a distanza di tutti quegli anni e gli parlava pure? A volte, davvero, non si capiva.
“Perché mi va! E poi la famiglia Ice, mi ha offerto un buon prezzo!”
Bardack aveva completamente cambiato espressione a quelle parole, sembrava scioccato.
“Ice?”
Aveva chiesto stupito e preoccupato, Vegeta l’aveva guardato con rinnovato interesse, era strano che Bardack si scomponesse a quel modo.
“Vegeta… credo che ti abbiano incastrato!”
Vegeta l'aveva guardato sconvolto, Bardack era di certo impazzito.
“Cosa stai dicendo?”

Chichi cercava Bulma per la scuola, dove si era cacciata l’amica. Certo che Vegeta l’ha fatta grossa. Come si era permesso di dir certe cose? Era come se … insomma, avesse alluso ad una qualche tresca tra di loro. Come faceva se no a sapere che Bulma aveva il seno sodo? Finalmente la trovò, nel cortile posteriore della scuola, seduta sull’erba.
“Bulma! Dai vieni dentro … prenderai freddo!”
Bulma pensò che, infondo, se non si era ammalata quando aveva fatto il bagno con Vegeta nel mare, non si sarebbe di certo ammalata così stando all‘aperto!
Chichi si sedette accanto all’amica.
“Hai voglia di parlare?”
Le aveva chiesto, guardandola, era stata davvero una pessima amica negli ultimi tempi, ma Bulma l’aveva perdonata. Ora la sua cara amica, dai capelli turchini, era in difficoltà e aveva bisogno di tutto il suo aiuto.
“Beh, se non hai voglia tu, allora parlo io!”
Cercò di dire, prendendo l’iniziativa, Bulma girò la testa verso di lei per guardarla negli occhi.
“Io e Goku abbiamo fatto l‘amore!”
Le aveva detto senza imbarazzo, perché non vi era stato nulla di più bello e puro di quel momento d’amore; anche se Goku era stato impacciato, anche se aveva preso lei l’iniziativa, anche se oltre all’amore non era stato poi così eccitante come tutti raccontano, forse, mancava ad entrambi l'esperienza dovuta.
“Sono felice per voi! Oh Chichi sono davvero contenta! E‘ un passo importante!”
Lei aveva annuito, cercando il suo sguardo, almeno le aveva fatto cambiare espressione. Bulma non le chiese nulla di più, sapeva bene che Chichi non le avrebbe raccontato i particolari, e lei, tanto meno voleva saperli. Non per cattiveria o per non interesse, ma era una cosa troppo personale per sbandierarla in giro.
“Ora tocca a te, che c‘è tra te e Vegeta!?”
Gli occhi di Bulma avevano perso il loro splendore a quella richiesta.
“Non lo so! Non so cosa siamo … io lo amo Chichi, lo amo davvero!”
Chichi l’aveva abbracciata, per dargli un po’ di conforto, l’aveva capito che il suo sentimento era forte e, senza un motivo o una certezza, era certa che anche lui provasse la stessa cosa per Bulma.
“Bulma vedrai, lui fa tanto il duro ma, prova la stessa cosa!”
Bulma l’aveva abbracciata a sua volta, com’era cara la sua Chichi, che ragazza straordinaria, così forte e temeraria, non solo sosteneva lei, ma anche Goku e la sua famiglia.
“Non lo so Chichi, ci siamo baciati … ma da allora mi avita!”
Chichi non rimase sorpresa a quella rivelazione, Bulma e Vegeta erano decisamente due calamite umane, si vedeva lontano un miglio che si attraevano. Ora bisognava solo constatare, se fosse solo attrazione o amore per Vegeta, perché per Bulma lo era sicuramente.

“Vegeta! Fermati!”
Goku si parò davanti al ragazzo, l’aveva seguito fino all’uscita da scuola, doveva assolutamente parlargli,.
“Che vuoi carota, lasciami in pace!”
Si era fermato alla vista del nemico, era infastidito da tutta quella situazione, Bulma l'aveva bagnato a mensa davanti a tutti, lenendo la sua carica di ragazzo duro. Cosa aveva detto di male poi, non lo capiva davvero, aveva pure fatto un complimento sul suo davanzale.
“Vegeta maledizione! Perché sei così ostinato? Che ti è saltato in mente di dir quelle cose su Bulma, ora sembra che sia successo qualcosa tra voi!”
Allora era quello il problema, lui davvero non ci aveva pensato, questa volta era del tutto innocente, aveva detto quella cosa senza pensarci e per trarsi d'impaccio. Cos'avrebbe dovuto dire che, sì Bulma gli piaceva e che voleva, davvero, averla come ragazza? Non sia mai, Vegeta Prince certe cose non le dice ad alta voce.
“E chi ti dice che non sia successo!”
Disse, prendendo in giro il povero Goku, che tentava solo di sedare l'ennesima guerra tra i due.
“Beh in tal caso non è carino da parte tua!”
Aveva detto, dopo l'esperienza con Chichi, era convinto, più che mai, che certe cose andavano celate, per rispetto nei confronti del partner, o almeno non dirle per scherzo!
“Vattene e non seccarmi carota, mi stai dando sui nervi!”
“Vegeta io vorrei solo … esserti amico! E vorrei davvero che tu e Bulma …”
Vegeta davvero si stava innervosendo, aveva voglia di tirare un bel cazzotto a carota, oggi gli stava rompendo le palle ancora più del solito.
“Lasciami in pace io non sono nulla per te! Non lo sarò mai! E neanche per Bulma!”
Goku sospirò, ci voleva davvero tanta pazienza con Vegeta, era così ostinato.
“Questo non è vero Vegeta e tu lo sai bene!”
L’aveva bruscamente scansato, voleva star solo, non gli importava nulla né di Bulma né di carota … perché dovevano seccarlo, non poteva star solo e basta.
“Diventeremo amici! E‘ una promessa Vegeta!”
Gli aveva urlato, Goku, prima che lui sparisse dalla sua vista. Vegeta aveva bisogno di esser felice e lui voleva esser in parte fautore di quella felicità, al resto avrebbe pensato Bulma.







Eccomi!!!!!!!!! Alla fine non ho resistito a pubblicare anche questo nuovo capitolo! Spero vi sia piaciuto, spero che io non abbia incasinato la vostra lettura, visto che il racconto passa da presente e passato mooooolto spesso in questo capitolo! Mi interessa la vostra opinione in merito, anche perchè vorrei, un giorno, davvero scrivere qualcosa di mio, quindi diciamo che sto facendo dei test!!XD Oltre a questo, spero di aver fatto capire delle analogie nei comportamenti dei personaggi e, soprattutto, aver reso la lettura interessante. Ho voluto dare una versione diversa della questione "prima volta", anche se manca ancora la parte di Bulma^^, volevo darne diverse versioni ovvero: Chichi, innamorata che prende l'iniziativa con il suo ragazzo; Varza, che lo vede come un peso, un momento di crescita, una cosa di cui sbarazzarsi il più presto possibile; Marion, anche se non l'ho spiegato, per ovvie ragioni (a nessuno gliene sbatte una mazza!!!), che lo vede come una ragazza facile che si fa un po' tutti. Il motivo di darne diverse versioni è semplicemente perchè non tutti siamo uguali, ogniuno ha una sua visione dell'amore e del fare l'amore, quindi ogni ragazza ha il suo bagaglio di esperienze, la sua storia, le sue motivazioni così anche le nostre protagoniste.
Detto ciò ho deciso di dividere il capitolo in due parti, mi sembrava giusto, in quanto volevo presndermi un po' di tempo per descriverne meglio il seguito... Secondo voi dovrei alzare il rating al rosso?

Ora voglio ringarziare calorosamente quelle, poche, persone che mi seguono costantemente... che mi aiutano moralmente e che si iteressano al mio operato! GRAZIE davvero molto! Ho fatto retro front, nel senso che nello scorso avevo detto che mi sarei presa una pausa, perchè voglio terminar questa storia, poi la sistemerò! Più che altro perchè, volevo prima o poi pubblicare, la storia da cui è partita la mia idea su Varza ... che è sostanzialmente una saga, scritta tempo fa e mai pubblicata o portata a termine, ambientata in dragonball che prevede il suo ingresso! Quindi per non anticipar nulla- perchè solo nel prologo si capirebbero molte cose, che in questa storia ho ancora omesso- preferisco finir questa storia e poi far l'altra! Be, direte, ma che cosa ce ne frega a noi???!! VA beh ormai l'ho scritto!!!XD
Grazie a tutti

lirinuccia CIAO!!!! Grazie per la PERLA, sei esagerata, ma grazie!!:)))))) Celipa, la povera Celipa, si trova in una situazione un poi così, anche perché... Varza è davvero una stronza, ma non lo fa apposta, non del tutti almeno. Volevo dare una visione di Varza brutta, ovvero, fino al capitolo scorso, l'avevamo solo vista con gli occhi di Vegeta e Bardack, quindi non del tutto male, ma Celipa ne da una visione di come lei appare al mondo esterno, ovvero a quelli che non sono innamorati di lei!
"... grandi spadaccini e maestosi cavalieri alla caccia di una strana pietra magica ...bande di briganti capeggiate da filibustieri anche loro tutti la ..." Ehm... ricomponiamoci.... ZEEEELLLGADDIISSSS che figo! Mi son sempre piaciute le pietre sulla sua faccia!! E poi con Amelia che belli! Mi è sempre piaciuto un sacco! Guido non mi piaceva per nulla! Cmq il cartone con la più bella sigla in assoluto!!! Cmq tornando in me ... io vegeta che dice ti amo non ce lo vedo troppo... quindi sono d'accordo con te ... doveva risponder così! Non che sia grave il fatto che lui lo dica... ma insomma Vegeta non può dirlo! Io non ci vedo nulla di male in una persona che non sa dire "ti amo", anche perché poi lui lo dimostra sempre! A volte si dicono delle cose quando non si pensano, lui le pensa ma non le dice! Mi piacciono anche le ff dove lo dice, ma io non riesco proprio a scriverlo!!! Baci alla prossima!!!

Maia74 Ciao!!!!!!!!!!!! Grazie per i complimenti, mi fa piacere che sono riuscita a trasmetterti tutte le emozioni e, soprattutto, di non esser stata banale. L'importante è che il capitolo sia filato liscio come l'olio.... spero ti piaccia anche questo!!! Ho ancora molto da scrivere e, come puoi bene vedere, mi sono rimessa in carreggiata subito scrivendo un capitolo, riservo le correzioni per la fine! Grazie mille come sempre!Baci
Luna_07 Ciao cara! Grazie mille per i complimenti e soprattutto mi rende felice il fatto di risultar originale!!! Come dissi già a qualcun altro è il mio scopo nella vita esserlo!!!^^ Varza................. scoprirai presto nuove cose sul passato della donna, anche se in questo capitolo abbiamo già scoperto che è andata a letto con Vegeta Senior!!! L'età di Vegeta e Goku credo di averlo già scritto in un capitolo, ma non ricordo quale (forse "Ricordi lontani"), cmq hanno un anno di differenza! Goku è più giovane, ha fatto la primina per questo sono in classe insieme! Ed è sempre Goku che vuol esser importante per Vegeta, come dice di fatti alla fine! Grazie come sempre alla prossima!!
Enris Evviva !!! Sono proprio contenta ti piaccia la mia Varza!! E' insopportabile sfacciata, controversa, ma è pur sempre una ragazza confusa, che ha avuto poco affetto nella sua vita(mi ricorda qualcuno!)^^ Continuerà a far cose insensate fino alla fine della storia, beh le ha fatte... lei ormai è morta!!! Si Celipa neanche a me piace, ma mi serviva un altro punto di vista da cui guardare Varza e Celipa era perfetta, poi come hai detto tu sono totalmente diverse.
Vegeta, come vedi, fa un passo avanti e cento indietro ç_ç e la povera Bulma ne fa le spese! Baci alla prossima e come sempre davvero grazie mille!!!!!!!!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Bulma e Vegeta (parte 2) ***


Bulma & Vegeta (parte 2)


Due nuovi alunni erano arrivati a scuola, due gemelli: C18 e C17, lei bionda, lui moro, entrambi dagli occhi di ghiaccio.
Crilin era entusiasta, poiché la ragazza era quella di cui si era perdutamente innamorato. Il primo giorno di permanenza dei ragazzi, Crilin, più spavaldo del solito li aveva invitati a tavola con loro. Vegeta non si era seduto a mangiar con loro, reo della brutta esperienza del giorno precedente. Bulma, invece, che pranzava sempre con gli amici, sentiva gli sguardi ossessivi del moro su di se. Chissà perché dal giorno in cui erano arrivati, C17 non aveva fatto altro che fissarla; Bulma, talvolta, incrociava i suoi occhi di pece e distoglieva lo sguardo infastidita. Odiava esser fissata, ma più di ogni cosa, quel ragazzo non le aveva fatto una buona impressione, insomma, non le piaceva per niente. Finalmente, il ragazzo, raccolto tutto il suo coraggio, si presentò alla bella ragazza dai capelli turchini.
“Tu sei Bulma Brief!?”
Chiese il moro porgendole la mano, per presentarsi, lei annuì, imbarazzata da quelle attenzioni che il ragazzo le riservava; la fissava con gli occhi sottile, e un sorrisetto furbo, che a Bulma non lasciava intendere nulla di buono. Gli strinse la mano, la stretta vigorosa del ragazzo, la costrinse a fissarlo ancora di più e, soprattutto, con maggior attenzione. Che sensazione strana aveva nel guardarlo e la sorella non le dava, anch’ella, alcun tipo di sensazione positiva.
“E‘ un onore conoscerti, mio padre è uno scienziato, mi ha parlato molto di tuo padre!”
Continuò lui, Bulma non riusciva a parlargli con cordialità, il ragazzo le sembrava, in qualche strano modo subdolo. Cercò con lo sguardo Vegeta, ma dove si era cacciato? Certo che, dopo la figura che le aveva fatto fare, non avrebbe dovuto interessarsi a lui minimamente, ma ormai si era rassegnata, lui era il suo magnete. Bulma non riuscì a rispondere al ragazzo, se non continuare a sorridergli. Crilin, invece, cercava di far conversazione con la ragazza, che però rispondeva per monosillabi, ma da dove diavolo erano usciti quei due? Bulma continuò la sua ricerca, i suoi occhi presero a brillare, quando incrociarono quelli oscuri e truci di lui, la stava guardando contrariato. Chissà che cosa gli era capitato e, soprattutto, perché la guardava così? Piuttosto era lei che doveva esser arrabbiata con quello scimmione! Insomma non si era comportato bene con lei, per non parlare del loro bacio, così sublime, così meraviglioso, ma, che, non aveva portato alcun miglioramento nel loro rapporto, anzi, li aveva fatti allontanare. Bulma si era, quasi, convinta fosse stato solo un sogno. Come era possibile, baciarsi a quel modo - nel dire il vero, Bulma, era convinta, avrebbe, anche, potuto accadere qualcosa di più, di quel semplice bacio- ed ignorarsi come stavano facendo ora? Vegeta era, davvero, un ragazzo complesso, Bulma cercava di comprenderlo, ma a volte le saliva il sangue alla testa, esattamente, come stava accadendo ora, mentre lui la guardava con intensità e con sguardo di rimprovero. Bulma non lasciò cadere il suo sguardo, non lo distolse da quei tizzoni ardenti e profondi, color della notte più oscura e priva di stelle. Vegeta era un diamante, un diamante grezzo, nel vero, un pezzo più unico che raro, un ragazzo incomprensibile, affascinante, contraddittorio e Bulma, mentre, si perdeva, in quel buco nero, non poteva far altro che desiderare le sue mani sul suo corpo. Lui che si alzava e la sollevava, stringendola tra le braccia e catturando, rudemente, le sue labbra, per poi farla ricadere sul tavolo, sdraiarsi su di lei, carezzarle il seno, percorrere con le sue mani il suo corpo generoso, e baciarla con quella passione che li aveva accompagnati nel mare d’autunno.
“Bulma tutto bene!?”
Chiese C17, preoccupato nel vederla con lo sguardo fisso e il volto in fiamme.
“Sembra tu abbia la febbre!”
Aveva detto lui, continuando e cercando con una mano di toccarle la fronte, ma Bulma si era scansata, bruscamente, senza un motivo, infondo il ragazzo voleva solo esser gentile. Bulma, però, vedeva la popolazione maschile sotto un’ottica diversa, da quando Vegeta era entrato nella sua vita, solo la pelle di lui avrebbe potuto toccare la sua, senza farla inorridire o disgustare, come un buongustaio, che ha ormai saggiato la sua migliore pietanza, e prova disgusto per tutte le altre, e Vegeta era davvero un piatto succulento.

Il giorno seguente, C17 si presentò all’ingresso della scuola con una rosa, attese Bulma e gliela donò. La ragazza era davvero imbarazzata, soprattutto perché Vegeta arrivò in quel momento alle sue spalle. Chissà che cosa pensava, forse era geloso, forse finalmente, sarebbe intervento per difenderla e per dimostrare, a tutti, che era la sua donna. Lo vedeva davvero bene Vegeta, che dimostrava il possesso per la sua merce, o beh, lei non era una merce, certo, ma Vegeta sicuramente l’avrebbe fatta risultare come tale, senza cattiveria, era fatto così. Cosa andava a pensare, accidenti, non era mica la sua ragazza!
“Per una bella ragazza come voi ci voleva un fiore altrettanto bello e degno. Vorresti uscir con me?”
Le aveva chiesto il ragazzo, con garbo e galanteria, Bulma diventò rossa come un peperone e, con la coda dell’occhio, cercò di carpire la reazione di Vegeta, che aveva sentito tutto, sostando alle sue spalle, affianco al suo armadietto, dove impassibile riponeva le scarpe.
“Ehm … mi lusingano queste tue attenzioni, ma io sono già interessata ad un altro!”
Aveva detto la ragazza, cercando di farsi sentire da Vegeta, cercando, anche, di scacciare il nuovo pretendente. Sentì solo l’armadietto di lui sbattere e un ingenuo Goku, che non aveva capito la situazione, avvicinarsi senza malizia alcuna.
“Urca Bulma!Che bella rosa!”
Vegeta le era passato accanto, toccandola per la spalla, quasi a spintonarla, ma che diavolo gli era preso, cosa voleva dire quel comportamento? Davvero non riusciva a capire, non questa volta. Bulma lo guardò, mentre, si allontanava, con il suo solito passo flemmatico e regale, la bellezza che emanava le lasciava, sempre, una sensazione strana. Ah, se solo avesse potuto si sarebbe gettata tra le sue braccia, facendosi cullare dal tepore del suo corpo, dalla sua voce calda e soave, supplicandolo di pronunciare il suo nome. C17, che non era affatto stupido, aveva colto l’impercettibile cambio di espressione di lei, che, sebbene cercasse di trattenere le sue emozioni, non riusciva a non fissare il ragazzo che l’aveva appena sfiorata.
Bulma aveva timidamente sorriso, a Goku e al ragazzo congedandosi da loro, sapeva di non esser brava a fingere e, non voleva, di certo, sbandierare ai quattro venti il suo folle amore per Vegeta Prince.

C17 era capitato in classe con Bulma e gli altri. Il professor Jirobai, che non brillava per simpatia, dopo aver osservato attentamente la classe, disse che avrebbe cambiato la disposizione degli studenti, all‘intero dell‘aula, cogliendo al balzo l’arrivo del nuovo studente. Volle spostare Chichi da Goku, e metter il ragazzo vicino a Vegeta. Bulma, invece, era stata assegnata al nuovo venuto, data la sua innata propensione allo studio, sarebbe di certo stata un ottimo monito per l’inserimento del ragazzo .
“COSA??!! NON MI PUO‘ CAMBIARE DI BANCO!!!”
Aveva sbraitato Vegeta, sconcertato, al culmine della disperazione: come potevano toglier Bulma dal suo fianco, era inammissibile!
“Pensavo odiasse la signorina Brief!”
Disse il professor Jirobai, squadrando il ragazzo, possibile che, per lui, non andasse mai bene niente? Vegeta diventò rosso in viso, non poteva certo ammettere di non odiare affatto Bulma, ne tanto meno che, si, beh … infondo non gli dispiaceva la sua presenza, anzi, per meglio dire, adorava averla intorno. Con quel suo fare canzonatorio, quel suo viso angelico, quel suo sguardo protettivo, ma cosa stava pensando, si era ammattito? Vegeta Prince non ha bisogno di simili sciocchezze, quelle sono per i tipi come carota.
“Certo che la odio, ma questo non cambia le cose! Io non sto vicino a Carota!”
Il professor Jirobai sospirò, cosa doveva fare con quel ragazzo, accidenti al preside Muten e a quando aveva deciso le divisioni nella classi. Che bisogno c’era di far convivere per forza Prince, Son e Brief? Davvero non lo capiva.
“Non mi interessa quello che interessa a lei Prince!”
Aveva sentenziato il professore, era lui che comandava, non quel ragazzino dai capelli troppo in aria, che derideva persino la forza di gravità, ma chi diavolo era, il figlio del demonio in persona?
“Beh, allora se ne vada al diavolo!”
Disse Vegeta, in preda all’ira, un cazzotto, prima o poi, a quel trippone del professore, glielo avrebbe tirato volentieri. Prese i suoi averi e lanciò la sedia per terra, cosa lo portava a comportarsi così, perché lo stava facendo. Bulma lo guardava, possibile stesse facendo tutto quel casino solo perché … solo, no! Non era possibile. Si era avvicinata al suo banco, l’aveva guardata, come il giorno precedente a mensa, poi si era rivolto al moro dai lunghi capelli.
“Stai attento a quello che fai moscerino!”
Aveva detto. C17 era trasalito, la faccia di quel tipo, non diceva nulla di buono. L’aveva minacciato, poi era tornato a rivolgere il suo sguardo a Bulma che lo guardava intontita, Vegeta era unico, era eccezionale, si era scaldato così tanto solo per lei? Non doveva farsi illusioni …


Era di nuovo nel letto di Varza, lei si era addormentata e lui le carezzava la schiena nuda. Erano passate due settimane dalla loro prima volta, Bardack non ne sapeva ancora nulla, ma Varza gli aveva detto di averlo baciato e viceversa aveva detto lui di aver baciato l‘amico. Non aveva ancora capito a che gioco stava giocando quella ragazza, e non sapeva, il perché di quella rivelazione. Forse, l’aveva fatto per ferirlo, oppure solo per esser chiara, Varza millantava sempre di esserlo e, constatando i fatti, lo era davvero. Vegeta, però, alle volte, si sentiva preso in giro da lei; insomma, lo voleva nel suo letto, le piaceva farsi possedere da lui, ma lo respingeva al di fuori di quelle quattro mura, ove aveva una maggior complicità con Bardack. Non era sfuggito a Vegeta il suo comportamento, ma infondo era pur sempre lui, per ora, ad esser un passo avanti all’amico …
Ti sei svegliata!”
Le aveva sussurrato all’orecchio, percorrendo la strada verso la sua bocca con dei piccoli baci, per poi depositare sulle sue labbra, soffici e carnose, un dolce bacio. Lei aveva risposto subito, lasciandosi assaporare dalle sue labbra. Poi, si era poggiata con il capo al suo petto, lasciandosi toccare i lunghi capelli corvini, lei lisciava i suoi pettorali cesellati nel marmo, baciando la linea dritta del suo sterno, per salire su per il collo, saggiando la sua pelle bronzea e liscia.
Perché vieni a letto con me!?”
Le aveva chiesto d’improvviso Vegeta, sussultando a quel contatto rovente. Lei l’aveva guardato con un ghigno, si era alzata coprendo con i suoi lunghi capelli corvini il suo seno non eccessivo. L’aveva baciato di nuovo, sulle labbra, percorrendo con la lingua la linea delle sue labbra sottili, per poi mordere il suo labbro inferiore, con delicatezza, per provocazione. Vegeta aveva dischiuso le labbra, accogliendo le sue e spingendo con la sua mano, il suo volto più vicino a se. Varza si era staccata.
Perché mi va!”
Gli aveva detto sulle labbra, Vegeta aveva inarcato le sopracciglia, non era abituato a sentir una ragazza pronunciar simili frasi, era piuttosto lui, che andava a letto con le ragazze perché gli andava.
Si, ma ci sarà un motivo!”
Le aveva detto toccandole i capelli, e tirandone una ciocca a se. Lei si era rannicchiata contro di lui guardandolo fisso negli occhi.
Non c‘è una spiegazione per tutto Vegeta! Non bisogna esser una cosa o l‘altra! Ho voglia di fare sesso con te, mi piaci sei un bel ragazzo …”
Lui non aveva distolto per un attimo le sue pupille onice da quelle altrettanto scure di Varza.
Tutto qui?!”
Le aveva detto, lei aveva incrociato le braccia sul petto, sbuffando.
Che ti aspettavi!? Non sei abituato ad andare a letto con le ragazze per divertirti?”
Non poteva credere alle sue orecchie, di chi si era innamorato?
Cosa c‘entra con te è diverso!”
Lei si era mossa, a quelle parole, aveva sorriso.
Chi sa in quante te l‘hanno detto. Voi maschi avete questa strana idea che, certe cose, siano date solo a voi.”
Gli aveva detto famelica, sedendosi a cavalcioni sopra di lui.
Perché mi tratti così! Io mi sono davvero innamorato di te!”
Aveva lasciato che il suo corpo aderisse perfettamente a lui, ogni parte del suo corpo era su di lui, ogni poro si amalgamava con il suo.
Beh, io non lo so! Non sono stata mai amata da nessuno, quindi non so qualificare questo sentimento! Ma tu mi piaci, mi piaci molto!”
Gli aveva detto prima di baciarlo a stampo, lui le aveva afferrato i glutei, per unire, più in profondità, i loro corpi, ansimando e sollevandosi, creando involontariamente un movimento sensuale, gli aveva sussurrato all’orecchio.
Non posso corrispondere a pieno il tuo amore … mi dispiace se pensi che io ti stia ingannando.”
Lui l’aveva spianta sotto di se, non gli piaceva esser preso in giro, e aveva la sensazione di esserlo. Si spinse con foga in lei, stringendo i suoi polsi.
Vai a letto anche con lui!”
La gelosia stava prendendo forma nel suo corpo, lui non era un tipo geloso, non lo era mai stato, ma il fatto che Bardack potesse averla in quella posizione, vedere il suo viso nel momento del godimento, lo faceva impazzire.
No Vegeta, questo è concesso solo a te!”
Si era appoggiato su di lei, allargando le sue gambe ancora di più, aveva l’esclusiva con lei, ma la situazione non lo rendeva affatto sicuro.
Sentiti fortunato!”
Aveva detto Varza, prima di scoppiar a ridere. Vegeta l’aveva posseduta di nuovo, per ora, era quanto di meglio potesse avere da lei. Non aveva mai incontrato una ragazza così, mai nella sua vita. Di solito erano i ragazzi a far sesso per divertimento, ma ora era lei a prendersi gioco di lui. Però, tutto sommato, questa situazione di sottomissione, a Vegeta, non dispiaceva affatto, era insolita e, tremendamente, eccitante.

Bardack si era recato dal suo maestro, aveva bisogno di una consulenza. Chiaramente Vegeta non aveva creduto alle sue parole, e ora lui si ritrovava a dover chiedere aiuto. Quando aveva nominato gli Ice, si era poi sincerato che fosse davvero quel Freezer Ice, e come spesso accade, le coincidenze non sono mai casuali, se Ice si era intromesso, e aveva convinto Vegeta a vendere l’azienda, non era assolutamente un caso, voleva incastrarlo. Ora che ci pensava suo figlio gli aveva detto qualcosa sul fatto che Vegeta fosse sempre nei guai, Bardack voleva assolutamente aiutarlo in qualche modo. Ma Vegeta era davvero testardo, non avrebbe mai ascoltato le sue parole, così si era recato dal maestro per chiedere un consiglio.
“Bardack, ultimamente, ci vediamo molto spesso!”
Aveva detto Jackie Chun con un sorriso, Bardack era entrato, nell’abitazione e accomodatosi sul divanetto aveva preso a raccontare al maestro l’accaduto.
“Non facevo Vegeta così sciocco!”
“Credo con tutta onestà mi abbia nascosto qualcosa …”
Aveva detto un Bardack pensieroso, che davvero non capiva tutta quella fretta di vender l’azienda, era sempre stato convinto Vegeta adorasse la sua azienda. “Comunque sia che intendi fare?”
“Aiutarlo, Vegeta è sempre stato solo e ora che i nostri figli, si stanno avvicinando, voglio tornar ad essergli amico. Abbiamo sbagliato tanto entrambi, è ora di uscire allo scoperto!”
Il maestro aveva sorriso, ed era rimasto a fissare il caro ragazzo che gli stava di fronte.
“Vai da suo padre! Credo che tra tutte le persone del mondo sia l‘unica, oltre a te, ad aver un ascendente su Vegeta.”
Bardack era parso soddisfatto a quella risposta, avrebbe fatto visita al padre del suo vecchio migliore amico.

Bardack! Ehi Bardack!”
Una voce lo chiamava, una voce a lui nota, una voce che tanto amava. Aprì gli occhi, nell’aula erano rimasti solo loro due, Varza lo scuoteva per svegliarlo.
Buongiorno!”
Aveva detto lui sorridendo, Varza, aveva sorriso a sua volta continuando a fissarlo.
Ma quale buongiorno. Sono le 3 del pomeriggio, hai dormito per tutte le lezioni!”
Lui aveva riso, di gusto, e lei lo aveva seguito era davvero un ragazzo maldestro.
Sai ti ho sognato!”
Davvero? Allora non doveva esser un bel sogno!” Lui aveva sorriso, portando la sua mano sul suo viso per carezzarla, lei l’aveva lasciato fare, ma quando si era chinato per baciarla si era sottratta.
Che c‘è?”
Le aveva chiesto lui, continuando a strale vicino.
Io non posso, c‘è una cosa che ti devo dire …”
Lui rimase in attesa che lei proseguisse il discorso.
Io … sono andata a letto con Vegeta! ”
Gli aveva detto a bruciapelo, facendo cader sulla sua testa un macigno pesante, mentre un nodo si attorcigliava prepotentemente nel suo stomaco. Così anche questa volta Vegeta era stato più lesto di lui, ma Bardack non era intenzionato a cedere. La strinse a se baciandola con ardore.
Bardack aspetta …”
Gli aveva detto lei cercando di fermarlo, non voleva far un torto a Vegeta, ne tanto meno a Bardack, facendolo illudere. Il fatto era che non sapeva neppure lei, chi dei due le piacesse di più. Certo con Vegeta c’era stato di più a livello fisico, mentre con Bardack qualcosa di più a livello mentale.
Che diavolo state facendo?”
Aveva urlato Vegeta entrando, improvvisamente nell’aula, per cercar l’amico, dovevano iniziar gli allenamenti, per il torneo nazionale.
Vegeta!”
Aveva detto lei scansando Bardack, che situazione assurda, eppure era stata chiara con entrambi.
Continuate pure, prenditi pure i miei scarti amico mio …”
Aveva detto lui, impassibile, apparentemente, uscendo dall’aula sbattendo la porta alle sue spalle. Varza si sentì ferita, lei non era uno scarto. Tornò ad osservare Bardack, che la guardava stralunato.
Ti ho fatto una promessa Varza … te lo farò dimenticare!”
Aveva detto riprendendo a baciarla, questa volta lei non si era opposta.

L’ora più temuta da Bulma, a scuola, era, sicuramente, quella di educazione fisica. Non era mai stata particolarmente coordinata o, tanto meno, aveva mai eccelso, per bravura, in una, qualsivoglia, attività sportiva. Dalla pallavolo, al salto in lungo, Bulma non era mai riuscita ad ottenere dei buoni risultati, forse, le sue movenze da bradipo, forse la sua, semplice, inettitudine alla resistenza o al movimento dei muscoli, la portavano ad esprimersi, nell‘attività fisica, con la dirompenza di una vecchietta di settant‘anni. In parole povere, Bulma Brief, faceva veramente schifo negli sport. Quel giorno, probabilmente, la sfortuna girava dalla sua parte e il professore decise di far una partita di pallavolo dividendoli in squadre miste: Vegeta e Goku erano i capitani di codeste squadre.
“Goku comincia tu!”
Disse il professore, visionando, con attenzione, il registro sulla sua cattedra, posta in un angolo remoto dell‘immensa palestra.
“Chichi!”
Disse il ragazzo all‘istante, indicando la propria fidanzata, come prima prescelta della sua fenomenale squadra. Vegeta guardava di sbieco, il ragazzo moro che stava appresso a Bulma, il solito damerino nuovo arrivato, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, riflettendo sulle eventuali torture da infliggergli, in caso di una sua mossa falsa o non. Insomma, di pretesti per torturarlo ne aveva già a sufficienza, come prima cosa era di fianco a Bulma, come seconda aveva osato regalarle una rosa, ma come si permetteva quel damerino da strapazzo?
“Prince vuole scegliere o gioca da solo!”
Aveva detto il professore, incitando il ragazzo, che era rimasto imbambolato sul posto per svariati minuti. Lui aveva scosso la testa, scacciando quei stupidi pensieri, non poteva mica esser geloso. Puntò, allora, i suoi fari abbaglianti, su quelli celesti della sua anima gemella … ehm, su quelli di Bulma.
“La secchiona!”
Disse, finalmente, lui. Cogliendo tutti di sorpresa, perfino la stessa Bulma, che rimase imbambolata a fissarlo sgranando gli occhi, a quella chiamata, decisamente, inaspettata. Poi, lei faceva, davvero, schifo a giocare, a qualsiasi gioco, e la pallavolo non era da meno - forse, a briscola avrebbe vinto qualche partita!- anzi, forse, era persino il peggiore. Difatti durante la partita, non mancò di dimostrare la sua completa inettitudine, mancando, praticamente, qualsiasi palla le passasse accanto. E se, per sbaglio, colpiva la palla, essa capitombolava inesorabilmente a terra, lasciandole delle stigmate, che arrossavano la pelle, sui suoi polsi delicati.
“Dannato me e quando ti ho scelta! Sei una vera incapace!”
Aveva sbraitato Vegeta all’ennesima, pessima, figura della ragazza. Di quel passo avrebbero perso per colpa sua, e lui non era -nella maniera più assoluta- intenzionato a perder contro carota! Vegeta Prince non può perder contro la squadra di un ortaggio, il peggior ortaggio, per giunta.
“Non capisco quale sia il tuo problema! Lo sapevi, che faccio schifo negli sport!”
Lui aveva sbuffato. Certo che lo sapeva, ma questo era davvero troppo. Dall’altra parte della rete C17 la guadava sorridendo.
“Bulma non ti preoccupare, non sei poi così male.”
Lei gli sorrise, era gentile quel ragazzo. Vegeta si innervosì ancora di più, che voleva quel ragazzo, aveva sempre odiato gli impiccioni. Bulma, però, era davvero un inetta, e se in ricezione era una vera frana a muro era ancora peggio. Vegeta affianco a lei si stava indispettendo, non solo per Bulma, e la sua palese incapacità motoria, ma soprattutto per l’atteggiamento del moretto, gli dava, veramente, fastidio.
“Non posso perdere per colpa tua!”
Le aveva sbraitato per l’ennesima volta.
“Sta un po’ zitto!”
Gli aveva detto lei, e gli aveva fatto la linguaccia, mentre arrivava la palla verso di lei, e con tutta la forza rimastale tentò di saltare, ma il suo balzo felino non valse a nulla. Vegeta rosso di rabbia, portando le braccia ai fianchi continuò il suo rimprovero.
“Sei un elefante! Forse, per via di quel culo grosso che ti ritrovi!”
Bulma divenne rossa, ma allora aveva proprio un tarlo per il suo corpo, quel mentecatto.
“Io non ho un culo grosso! Sono perfettamente in linea razza di uomo delle caverne!! Non sai parlare in maniera decente!”
Gli aveva detto con rabbia, come si permetteva di insinuare che lei non aveva un corpo perfetto, eppure le era sembrato di avergli fatto tutt‘altro effetto.
“Basta voi due state fermando il gioco!”
Aveva gridato il professore, riprendendoli.
Gli si era avvicinata, per non perdere anche quella battaglia, l’aveva già schernita per le tette e ora per il sedere?
“Non mi sembrava ti dispiacesse poi tanto il mio sedere, quando mi hai baciato!”
Gli aveva detto a bassa voce, per non fasi sentire, da altri se non da lui.
Lui le aveva strappato la palla dalle mani, guardandola sprezzante.
“Forse mi piacciono le cose grosse! Magari e meglio accettare la proposta dell’amichetta del tuo ex! Mi sto preoccupando per me stesso, sai non è da me apprezzare certe grassone!”
Lei aveva messo il broncio, mentre lui la guardava negli occhi intensamente. Maledetto, ragazzino da strapazzo.
“Vegeta non ci provare sai!”
Aveva sentenziato minacciosa, alzando il dito contro di lui, e sventolandoglielo davanti, per ammonirlo.
“Perché?”
Aveva chiesto lui beffardo, sapeva molto bene a cosa alludeva Bulma.
“Lo sai perché!”
Aveva risposto lei, le sue gote avevano assunto un leggero colorito rossastro, Vegeta aveva stolto lo sguardo da lei, era davvero carina.
“Vale lo stesso per te!”
Aveva detto, lei aveva alzato gli occhi su di lui, sorridendo leggermente, ma poi aveva riassunto la sua proverbiale, postura da maestrina bisbetica e permalosa.
“Cosa?Io non ho fatto niente! Sei geloso!”
“Ma … ma neanche per sogno!”
Aveva sbraitato lui, come si permetteva di insinuare una cosa del genere, non era affatto così, lui non era geloso e poi di cosa? Del damerino, con i capelli neri? Non esisteva lui era molto meglio di quel tipo.
“Voi due! Volete far cominciare il gioco o dovete star li a cianciare, come due sposini, fino a domani!”
Vegeta era sbiancato e anche la sua compare, cosa saltava in mente al professore? Due sposini loro? Era più probabile sorgesse il sole da ovest, piuttosto che loro si sposassero, forse …
“Che dice? Lei è impazzito. Io con questa cessa non ci vado!”
“SONO IO CHE NON VADO CON I DECEREBRATI MENTALI!!!”
Ad un passo l’uno dall’altra si erano gridati contro.
“Va al diavolo secchiona culona!”
“Vai al diavolo tu capelli a fiamma! Ti sei fritto i neuroni!”
C17, per sedare gli animi, e per far bella figura con la ragazza, le prese la sua mano, dall’altra parte della rete, baciandola.
“Non preoccuparti sei davvero bellissima!”
Le aveva detto e lei era arrossita, visibilmente, ma cosa saltava in testa al nuovo arrivato. Vegeta non aveva detto nulla, ma non aveva retto alla reazione del ragazzo. Voleva appenderlo al muro, riempirlo di botte, spaccargli la faccia, ma avrebbe poi dovuto spiegare le sue motivazioni e allora cos’avrebbe potuto dire, che gli piaceva Bulma, che era sua e che nessuno la poteva toccare?
“Ehi secchiona! ”
Le aveva detto, per farla girare verso di se, incrociò i suoi occhi, prima di tirarle una pallonata in faccia! Soluzione geniale, per depistare le prove a suo carico, ora avrebbero solo pensato che era un vero teppista violento.
“Ma sei scemo!”
Aveva urlato Goku, mentre Bulma veniva colpita in pieno volto, la palla cadeva a terra e il sangue, cominciava a colare dal naso della povera sventurata. Come aveva potuto far una cosa simile a lei, e perché soprattutto. Goku davvero non capiva Vegeta, che personaggio incomprensibile, sembrava che stesse, a tutti i costi, cercando un modo per allontanare Bulma da se, e con lei tutto il resto della popolazione.
C17 si avvicinò a Bulma preoccupato, non capiva davvero il comportamento dispotico del ragazzo, non conosceva i rapporti e le relazioni che c’erano tra loro, ma a tratti gli era parso il fidanzato della ragazza dagli strani capelli turchesi.
“Qualcuno ha un fazzoletto?”
Chiese, preoccupato. Vegeta avrebbe tanto voluto spaccargli la faccia, lo odiava, ma come si permetteva di preoccuparsi per Bulma.
“Tieni la testa indietro.”
Aveva detto lui avvicinandosi e porgendole un fazzoletto, che una ragazza della classe gli aveva prontamente posto.
Vegeta, non ci aveva visto più e l’aveva scansato infastidito.
“Che dici damerino! Tieni la testa in avanti Bulma o ti andrà il sangue in gola!”
Disse, mentre, con una leggera pressione della mano le scostò la testa verso il basso, Bulma era arrossita, per esser stata chiamata per nome. Vegeta si era sfilato la maglia lanciandogliela per tamponarsi il naso. Lei lo guardò sorridendo, era sicura, che quello fosse il suo modo per chiederle scusa. Poi, si era allontanato verso gli spogliatoi, sbattendo la porta con forza, il suono rimbombò nella palestra facendo sussultare i presenti. Chichi si mise vicino all’amica, avrebbe detto quattro parole, lei, a Vegeta, ma come si permetteva?
“Che tipo orribile è quello! ”
Aveva detto C17, il professore si era avvicinato a Bulma, per sincerarsi non fosse accaduto nulla di grave, e per metter in seguito, l‘ennesima, nota disciplinare a carico di Vegeta Prince.
“Tutto bene Brief?”
Lei aveva annuito, con la testa.
“Ti accompagno in infermeria.”
Aveva detto Chichi, aiutandola ad alzarsi, scuotendo la testa e guardando Goku. Lui aveva abbassato il capo, certe volte davvero credeva non ci fosse nulla da fare con Vegeta, era un caso irrecuperabile.

Il sangue finalmente aveva cessato la sua fuoriuscita, ma lei rimase ancora un po’ lì sul lettino dell’infermeria, sdraiata; voleva capire, perché Vegeta avesse fatto quel gesto. Forse, si era innervosito per come si comportava C17 con lei. Che fosse geloso? Bulma si era fatta una chiara idea di come lei fosse, in qualche modo, di possesso di Vegeta. La porta si aprì richiudendosi subito dopo.
“Allora secchiona passato il sangue.”
Si alzò a sedere sul lettino, guardando il suo inconfondibile interlocutore che, poggiato allo stipite della porta la fissava.
“Pensavo volessi spaccarmi la faccia.”
Aveva detto lei, sorridendogli.
“Per un attimo ci ho pensato.”
Aveva detto lui, avvicinandosi pericolosamente alla ragazza. Lei, seduta sul letto, lo guardava con intensità, seguendolo con lo sguardo, lui, le aveva girato il volto verso di sé e le aveva scostato una ciocca di capelli.
“Non fare la stupida!”
Le aveva sussurrato all’orecchio, un brivido percorse il corpo di Bulma, che di riflesso, gli aveva portato le braccia al collo tirandolo più vicino a sé. Aveva aperto le gambe cosicché lui potesse esserle più vicino, Vegeta le aveva messo, subito, le mani intorno ai fianchi, continuando a guardarla.
“Cosa intendi dire?”
Fece fingendo di non aver inteso bene le sue parole, ma aveva come l‘impressione di esser totalmente sua, gli apparteneva inequivocabilmente.
“Hai capito benissimo …Bulma”
Quando la chiamava per nome si sentiva svenire, lo diceva in un tal modo che le scioglieva gli arti, le faceva perder i sensi. Aveva avvicinato la bocca alla sua toccandola, lui si appoggiò maggiormente, lei dischiuse le labbra sospirando e lo baciò, con trasporto, con passione, con amore. Un brivido le percorse la schiena, mentre lui, si impossessava del suo viso, le mancava il respiro, Vegeta era così terribilmente sensuale e, anche solo con un bacio, le scorticava le membra e le faceva perder la ragione.
“E questo cosa significa?”
Aveva chiesto lei sulle sue labbra in un soffio, mentre lui gli carezzava la guancia, e le passava un dito sulle labbra, morbide e vischiose.
“Era semplicemente un avvertimento.”
Gli aveva detto lui, Bulma gli aveva preso il volto tra le mani, gli aveva sorriso, perché aveva compreso davvero tutto di lui, aveva capito cosa celasse dietro quel carattere duro.
“Non ti preoccupare Vegeta … io amo solo te!”
Gli aveva detto con il cuore in mano, con lo sguardo puro di chi ama davvero, Vegeta era arrossito, quella ragazza lo prendeva sempre in contropiede. E l’aveva baciata di nuovo, perché non poteva rispondere, perché era fatto così. Le aveva infilato le mani sotto la maglia toccandole la schiena, per poi arrivare fino al suo seno, coperto di quel lembo di tessuto che non gli lasciava toccare la sua pelle liscia, il suo seno sodo, i suoi capezzoli morbidi. Intensificò il bacio aumentando il ritmo, l’avrebbe volentieri spogliata e posseduta li, nell’infermeria. Scostò il reggiseno, entrando in contatto, finalmente con la sua pelle, le catturo un seno, stringendolo tra le mani, pizzicando il suo capezzolo, facendone indurire la punta. Bulma gemette sotto quel tocco fatale, lo scostò. Nessuno l’aveva mai toccata così, strano come le sembrasse la cosa più naturale del mondo.
“Aspetta Ve.. Vegeta! Potrebbe vederci qualcuno!”
Gli aveva detto con un filo di voce, con il respiro mozzato, mentre lui proseguiva la sua perlustrazione, massaggiandole i seni con foga, e passando la sua attenzione sul collo di lei, leccando e succhiando la sua pelle. Bulma lo stringeva a sé, sapeva che non era il luogo adatto, ma, allo stesso tempo, non riusciva davvero a staccarsi da lui. Sentiva il suo membro premere sulla sua femminilità, era davvero eccitato, la voleva, e anche lei lo desiderava, ma non in quel modo e, soprattutto, non lì. Si sentiva una debole, completamente sedotta da quel ragazzo, le aveva appena lanciato una pallonata in faccia, insultandola, e ora la desiderava con ardore e, lei, non sapeva proprio allontanarlo.
“Vegeta… davvero ci potrebbe vedere qualcuno!”
Si era scansato bruscamente, pulendosi le labbra, dalla saliva residua sui lati della sua bocca, di quel bacio passionale e proibitivo.
Si era allontanato da lei, la sua sola vicinanza non giovava alle sue situazioni momentanee.
“Vegeta …”
Aveva detto Bulma, scendendo dal lettino e sistemandosi come meglio poteva la maglia e tutto il resto.
“Che vuoi?”
Aveva chiesto lui, rimanendo girato di spalle, per non guardarla, per riprender fiato.
“Cosa siamo noi?”
Stupito da quella domanda si era girato verso di lei.
“Che intendi dire?”
Le aveva chiesto sbuffando, e incrociando le braccia sul petto.
“Stiamo insieme, insomma cosa siamo, amici ? Cosa? Dimmelo tu perché io non capisco!”
Vegeta si era voltato completamente verso di lei.
“Perché bisogna esser per forza qualcosa? Io non sopporto i vincoli, le costrizioni …”
“Non capisco … scusami, ma allora io potrei aver un altro ragazzo ..”
“Non dire stupidaggini!”
Era davvero geloso, si disse Bulma, stringendosi le mani in grembo.
“Io non lo voglio un altro ragazzo, sia chiaro, ma tu cosa sei per me!? E cosa sono io per te?”
Vegeta si era portato una mano alla tempia, e aveva sbuffato.
“Bisogna per forza esser qualcosa? Non possiamo esser semplicemente: “Bulma e Vegeta”?”
Era arrossita di colpo a quelle parole, Bulma e Vegeta, quella 'e' era un simbolo di unione tra loro.
“Io non sono gli altri ragazzi Bulma, se ti sta bene è così!”
Lei gli aveva sorriso, candidamente, l’idea non le dispiaceva affatto, loro non era dei semplici fidanzati, non erano due amici, erano unici, erano rari, per questo le piaceva questo appellativo, loro erano semplicemente: Bulma e Vegeta.
Lui senza dir nulla era poi uscito dalla porta sbattendola, Bulma sospirò, ma era comunque davvero felice, forse, quella era la prima pietra del loro grande amore.
“Che tipo assurdo!”
Disse Bulma, a sé stessa, quanta pazienza ci voleva con lui, ma lei, ormai, aveva imparato ad averla.







Non aggiungo molto, poichè ho davvero poco tempo, quindi grazie a tutti quelli che seguono! Se, per caso, volete lasciare una recensione, sarò ben felice di conoscere i vostri pensieri!


Luna_07 ciao!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Certo il nostro caro Veggy ha paura di affezionarsi, in quanto non lo è mai stato con nessuno, o meglio quella volta che si è affezionato ha preso una bella cantonata!(ma questo evento non l'ho ancora narrato!! Allarme spoilerXD) Le scene con gli altri vari intrusi, servono solo a B/V per rafforzare il loro rapporto. Varza invece non riesce a legarsi davvero a nessuno e, come hai detto tu, toppa alla grande tutti i suoi rapporti interpersonali, come darle torto è stata abbandonata da bambina e non sa chi sono i suoi genitori!! Bardack, dopo la perdita del figlio, sente la necessità di ritrovare il vecchio amico e, spera, con la storia degli Ice di riuscir a tornar amico di Vegeta, anche se ne sono successe davvero mooooolte tra loro, ma soprattutto cose pesanti!! Varza e Vegeta(quello di Bulma!) non posso svelar nulla, se no che scrittrice(ma quale scrittrice!!-__-) sarei ^^ , posso solo dirti che presto saprai tutto!! La mega recensione mi è piaciuta tantissimo, adoro leggere i pareri! Quindi grazie mille! Un bacione;)
Maia74 Grazie mille e come sempre mi fa piacere ti piacciano i miei capitoli!!! Varza è un personaggio un po' discutibile, ogni tanto c'è bisogno di personaggi completamente irriverenti! E' completamente priva di logica ed agisce con impulsività, fa esattamente ciò che si sente, dice sempre ciò che pensa ... forse non sempre è un bene! Vegeta cerchiamo di capirlo, povero cucciolo -___- potrebbe evitare di dir cose da buzzurro, ma proprio non ce la fa, e la povera Bulma ne fa le spese, beh, se l'è scelto lei mica io!!(o forse anch'io mi sono scelta un tipo simile... povera me! ) Chichi e Goku per certi versi sono la coppia più assodata! Grazie come sempre!!
BulmaMiky Ciao! Figurati, per la recensione, l'importante è che tu segua, poi legger che la storia ti piace, mi ripaga delle ore cui dedico alla scrittura, quindi grazie mille. Mi fa tanto piacere che le scene del passato ti piacciano, ci sono ancora un po' di sorprese, e di segreti da svelare, ma per questo ci vuole ancora un po' di tempo! Varza è un personaggio un po' insolito e dirompente, mi fa piacere ti piaccia, forse è u po' troppo sincera, ma onestamente non aveva voglia di scriver una storia dove il triangolo amoroso era segreto, anche perché non era una cosa adatta a questi personaggi, che affrontano le sfide di petto, in un gioco di potere. Insomma il titolo è ambivalente, sia per superiori, sia per superiore nel senso vero del termine, ovvero persone che si dimostrano superiorità l'un l'altro, cercando di prevalere, così fa Varza con i suoi due boys e così fanno Bulma e Vegeta. Per quanto riguarda la scrittura non posso far altro che darti completamente ragione!!!! Nei primi capitoli ero un po' arrugginita, era molto che non mi dilettavo nello scrivere e avevo perso il piglio di una volta. Devo questo, miglioramento, anche alle persone come te che mi hanno sempre sostenuta ed invogliata nella scrittura. Quindi doppiamente GRAZIEEEE!!!!
icelberry Ciao grazie come sempre per il sostegno, e fa nulla se non hai recensito lo scorso capitolo, l'importante è che tu segua la mia storia!!!! Spero che Varza ti piaccia sempre di più, ma anche se qualcuno la odiasse, capirei perfettamente!!! Alla prossima!! baci
lirinuccia ehm ... si cioè... ora ti sgriderò per il ritardo.... onestamente non mi sono accorta!!!^^ poiché ho latitato pure io in questa settimana nel sito!! Quindi sei assolta!XD Sono contenta che i genitori ti piacciano, spesso non sono menzionati, ma credo che i figli sono quello che erano i propri genitori... quindi spesso ci sono delle analogie: vedi il bacio tra Bulma e Vegeta comparato con quello di Vegeta e Varza nello stesso luogo ecc..
Alla prossima, grazie di cuore!!
p.s. ma quando pubblichi la tua storia? Ne sento la mancanza!!ç_ç

FaNnY sOnNy grazie come sempre per l'appoggio! Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** I tuoi sentimenti ***


I Tuoi sentimenti

Qualcuno aveva bussato alla sua porta, quel pomeriggio non era davvero in vena, di ricever visite, o quant’altro. Varza e Bardack, che si baciavano, era stata un’immagine davvero orribile, anche per uno come lui, che aveva preso in giro tante ragazze. Perché si era dovuto innamorare proprio di lei, che era così terribilmente indecisa e soprattutto stronza. La domestica aveva aperto la porta, e Vegeta, che se ne stava spaparanzato sul divano, andò a vedere chi fosse; non voleva veder Bardack, ma da un lato sapeva, che probabilmente era lui, venuto per metter in chiaro le cose.
Che significa “prenditi pure i miei scarti”!!”
Aveva detto la ragazza, appena l’aveva scorto, Vegeta era trasalito per lo spavento e la sorpresa di trovarsela li davanti.
Che cazzo vuoi?”
Le aveva detto, guardandola con uno sguardo di ghiaccio.
Ti ho chiesto una cosa!”
Aveva continuato lei, avvicinandosi di più a lui con fare minaccioso, era davvero una ragazza dal carattere incomprensibile.
Significa quello che ho detto.“
Vegeta, non era tipo che si lasciava intimorire, tutt’al più quando era arrabbiato, e con Varza era proprio furioso, si sentiva preso in giro.
Io non sono uno scarto! Ho cercato di esser chiara con tutti e due!”
Vegeta aveva poggiato una mano sulla porta, alle spalle di Varza, facendola trasalire, ed indietreggiare, fino ad appoggiarsi ad essa.
Talmente chiara che ti sbatti entrambi? Sei un vero genio Varza.”
Lei l’aveva scansato, non le piaceva con quel fare così scontroso, non le piaceva affatto, poi le insinuazioni che Vegeta stava facendo sul suo conto erano quanto meno fuori luogo, lei non era una sgualdrina. Dannazione, solo perché era una ragazza non si poteva permetter certi comportamenti? Se solo fosse stata un ragazzo, il problema non sarebbe esistito.
Non mi sbatto entrambi, solo te! Se tu non vedi la differenza non è affar mio! Ma non darmi della puttana, perché non lo sono.”
Lui senza risponderle, l’aveva stretta a sé baciandola con foga, da quel bacio trasparivano poca passione e molto risentimento; Varza cercò di divincolarsi; Vegeta non le piaceva così arrogante e scontroso.
Ora vai tra le braccia di Bardack! Così siamo pari.”
Disse lui scansandola da sé, con un ghigno malefico dipinto in viso, era davvero un buon attore.
Sei un vero stronzo Vegeta!”
Lui aveva aperto la porta, era davvero furioso, nessuno poteva prendersi gioco di lui, tanto meno una ragazza; poi, l’aveva sbattuta fuori di casa, con poca grazia.
Non quanto te.”
Le aveva ringhiato prima di chiuderle la porta alle spalle. Si appoggiò alla porta sospirando, aveva proprio voglia di fumarsi una bella sigaretta.

Chichi, se ne stava sdraiata sul letto, nella sua stanza, fissando il calendario, un lungo sospiro fuoriuscì dalla sua bocca. Presto sarebbe giunto il Natale e ancora non aveva fatto alcun regalo a Goku. Certo, di tempo ne mancava ancora, ben tre settimane, ma non le piaceva far le cose all’ultimo minuto. Si rigirò sul fianco, portando un braccio sotto la sua testa per sorreggerla, mentre sconsolata osservava i libri di scuola. Qualcuno bussò alla sua porta.
“E‘ permesso!”
Aveva detto una voce inconfondibile alle sue orecchie. Goku entrò piano nella piccola stanza della sua eterna fidanzata. Lei lo guardò accennando un tenue sorriso, sulle labbra, tornando nella precedente posizione, a pancia in su.
“Come ti senti Chichina? Tuo padre mi ha detto che non stai bene!”
Chichi aveva annuito, poggiandosi una mano sulla fronte. Goku le andò vicino, spogliandosi delle scarpe ed infilandosi nel suo letto, facendole poggiare il capo sul suo petto per sostenerla e baciandole la nuca.
“Grazie amore!”
Aveva detto lei, con le lacrime agli occhi. Cominciò sommessamente a piangere, Goku aveva il potere di tirarle fuori ogni singola emozione che covava dentro di sé.
“Che c‘è perché piangi?”
Chichi si era stretta di più a lui senza rispondergli. Si sentiva triste, ma Goku riusciva comunque sempre a consolarla, in un modo o nell’altro. La ragazza guardò una foto sul suo comodino, che la ritraeva con sua madre e suo padre; alle volte, sua madre, le mancava, anche per questo motivo si era sempre sentita vicina a Goku: ad entrambi mancava la madre, anche se quella di Chichi non era morta, se n’era semplicemente andata, abbandonandola. Chichi aveva sempre pensato che un giorno, quando sarebbe diventata madre anche lei, avrebbe speso la sua vita al servizio dei suoi figli, non per dovere, ma perché era giusto così. Avrebbe vissuto un giorno per sostenere i propri figli, come avrebbe fatto una qualsiasi madre, anche se, insomma, quelle che conosceva non erano il massimo. Lei sarebbe stata la migliore, questa era una promessa che aveva fatto a se stessa.

Goku non le aveva chiesto altro limitandosi a coccolarla, Chichi era fatta così, forte come una roccia, ma, anche per lei, giungevano spesso, dei momenti di fragilità, e lui voleva esserle semplicemente di sostegno, poiché sapeva che nel chiederle qualcosa l’avrebbe solo ferita, avrebbe parlato quando, e se, avrebbe voluto.

Celipa camminava per i corridoi della scuola, in cerca di quel volto noto: Bardack. Osservava in ogni meandro, in ogni aula, ma di lui nessuna traccia, non era difficile, per lei capire dove si fosse cacciato, probabilmente, era in palestra con Vegeta, oppure … con Varza. Non si capacitava del perché quella piacesse molto a quei due. Aveva un carattere orribile, certo, aveva un bel viso, alta snella, ma non formosa, che cosa ci trovavano in lei. Soprattutto cosa ci trovava Bardack in lei, non le sembrava la tipa adatta a lui. Poi, l’aveva scorto sul terrazzo della scuola, con la ragazza.
Ascoltò, di nascosto, la loro conversazione. 
Quindi, cosa vogliamo comprargli per Natale?”
Aveva detto Bardack alla ragazza, lei aveva alzato le spalle poggiando il mento sulle ginocchia.
Non lo so … avrà già tutto presumo …”
Immagino di si, lui è fortunato!”
Bardack le prese la mano, girandole il volto verso di se, con la chiara intenzione di baciarla.
Ti ho già detto di no!!”
Lui aveva sbuffato, tornando nella sua posizione. Celipa, osservava con attenzione, con il cuore che le batteva forte. Così c’era una storia tra loro! Non ne era per niente stupita, era chiaro che a Bardack piacesse.
Finché non avrò chiara la situazione, non farò nulla con nessuno dei due!”
Aveva detto lei, sicura di sé; Celipa comprese che la ragazza avesse avuto una relazione anche con Vegeta, che razza di “gatta morta“!
Stasera usciamo, andiamo a prendere il regalo per Vegeta!”
Aveva detto lui, cercando di sviare il discorso. Varza aveva chiarito la situazione con lui e con Vegeta, non sapeva chi dei due le piaceva di più, quindi, aveva preferito non avere né l’uno né l’altro. Anche se con Vegeta la situazione era ben diversa, insomma ci era andata a letto, perché le piaceva tanto, davvero tanto, ma anche Bardack insomma, era così gentile, amorevole, Vegeta era troppo simile a lei.
Celipa, era allora intervenuta, per invitare Bardack alla serata che, con gli studenti del quarto anno, avevano deciso di organizzare per festeggiare il capodanno insieme. Varza naturalmente non era stata invitata, ma Bardack non era intenzionato a lasciarla a casa. Una serata particolare con lei, era quel che ci voleva per conquistarla. Questa battaglia non voleva assolutamente perderla, anche se, con Vegeta, si giocava alla pari.
Vegeta latitava, da un po’, a scuola, bigiava e si vedeva con diverse ragazze. Ecco un punto a favore di Bardack, lui era come dire, devoto a Varza. Mentre, Vegeta era tornato il donnaiolo di sempre. Varza, non capiva cosa gli passasse per la mente, le aveva detto che l’amava, ma non si stava comportando da innamorato, tutt‘altro. Beh, quel pensiero era un po’ ipocrita da parte sua, visto che non si era comportata diversamente da lui.

La famiglia Ice era tornata in città, Vegeta li aveva accolti in azienda proprio quella mattina. Le parole di Bardack gli ronzavano nella testa.
Freezer Ice entrò nel suo studio, come era solito fare, con arroganza e uno sguardo glaciale, imperturbabile. Vegeta ripensava al momento in cui aveva lasciato suo figlio tra le grinfie di quell’uomo, cosa gli era saltato in testa? Era pur sempre suo figlio, per quanto la sua sola presenza bastasse ad urtargli i nervi ma, d’altro canto, anche Freezer lo urtava.
“Allora, siamo a posto con il contratto per la cessione, mi serve solo la firma di suo figlio!”
Disse l’uomo, con quell’aria fastidiosa saccente e seccante.
Vegeta lo aveva guardato di sbieco, con il suo sguardo più cupo e tetro, quell’uomo non gli piaceva per niente, ma dall’altra parte era l’unico in grado di acquistare la sua azienda.
“Mi scusi non capisco, avevamo concordato che andava bene così, non erano importanti gli intestatari dell‘azienda.”
Freezer, l’aveva guardato storcendo le sopracciglia, e storcendo le labbra sottili e viscide. Alle sue spalle Zarbon e Dodoria, si guardavano intorno, studiando la situazione.
“Si, ma non è così … ho cercato di convincere suo figlio, ma è davvero un osso duro … e poi beh, c‘è l‘altro ragazzo misterioso!”
Vegeta, lo guardò senza capire il profondo senso delle sue parole.
“Ma come …”
Chiese, con la bocca impastata e secca, l’agitazione stava prendendo il sopravvento sulle sue sensazioni, si sentiva impotente ed incastrato.
“Mi sembra un po‘ troppo ingenuo signor Prince … pensavo lei avesse capito la situazione, la facevo più furbo. ”
Vegeta deglutì, aveva bisogno di bere qualcosa.
“No, pensavo non ci fossero problemi, io le vendo la mia quota, dell‘altra che le importa, non lo verrà mai a sapere nessuno.”
Freezer si era avvicinato minaccioso.
“No, forse, lei non ha capito bene! Quel nome e i suoi futuri benefattori devono sparire all‘istante! Quindi, o suo figlio ci mette una firma e ci svela chi è l‘altro, oppure, passeremo alle cattivissime, visto che con le cattive non ha spiccicato parola.”
Vegeta trasalì, dannazione era stato uno stupido, a non pensarci prima. Era evidente la realtà dei fatti, che stupido, e lui che si era sempre creduto furbo ed intelligente; aveva perfino lasciato suo figlio, nelle mani di quell’uomo, pensando che lo avesse accompagnato all’uscita, pensando di comprare il suo silenzio - l’aveva visto mentre lo picchiava - asciandogli fare ciò che voleva; non pensava davvero di averlo buttato all’inferno. Varza aveva ragione quando gli diceva che era uno stupido, che si nasconde dietro un muro di arroganza e trasforma la realtà a suo piacimento. Dannata Varza.
“Non toccate mio figlio!”
Freezer gli aveva tirato un pugno, facendolo cadere a terra.
“Mi manca poco per possedere tutti i tuoi soldi Prince … te la farò pagare per tutto!”
Vegeta si era rialzato e voleva contrattaccare, ma gli scagnozzi di Freezer erano pronti alla battaglia, sapeva che contro tre non ce l’avrebbe mai fatta.
“Io non so neanche chi è lei!”
“Ti basti sapere che sono colui che ti rovinerà!”
Aveva detto prima di uscire Freezer, seguito dai suoi leccapiedi. Che razza di stupido che era; e adesso a chi avrebbe potuto chiedere aiuto?

Bardack era intento a compilare delle carte, nell’atrio della sua palestra. Contava i soldi, le bollette da pagare, e divideva in ordine alfabetico le nuove iscrizioni. Era molto contento della sua palestra, anche se Radish gli mancava davvero molto. Il suo bambino, che aveva sempre voluto tener i capelli lunghi ed era un ribelle nato. Il suo Radish, ricordò ancora il giorno in cui era nato, un bel bambino che gli somigliava molto. A volte Radish gli ricordava sua madre, Celipa, così dolce e gentile. Bardack a volte si pentiva di non averla scelta come eterno amore, ma aveva amato Varza, che in parte non aveva meritato il suo amore, anche se, lui stesso aveva la sua parte di colpa.
“Buongiorno, vorrei iscrivermi.”
Bardack aveva alzato la testa, guardando la donna che si presentava davanti a lui.
“Celipa qual buon vento ti porta qui?”
Aveva detto lui sorridendo e facendo il giro della scrivania per abbracciarla.
“Ti avevo detto che sarei tornata.”
Le aveva risposto, abbracciandolo a sua volta, poggiando la sua testa sulla spalla di lui.
“Grazie, avevo bisogno di te!”
Le aveva sussurrato all’orecchio, Bardack era un uomo forte, ma ogni tanto aveva bisogno di qualcuno che sostenesse anche lui.
“Anch‘io!”
Erano rimasti immobili in quella posizione per un po’. Avevano condiviso davvero tante cose, e non sempre dei bei ricordi. Erano andati a convivere insieme durante l’università, più che altro per farsi compagnia, ma Bardack sapeva che ella era fortemente innamorata di lui, era stato forse egoista, visto che però lui stesso era sempre follemente innamorato di Varza. 
“Mi sei mancato tanto Bardack, davvero tanto!”
Bardack le aveva dato un bacio sulla guancia, tornando a guardarla, negli occhi. 
“Sei diventata proprio bella! Sarà l‘amore!”
Lei aveva scostato lo sguardo da lui, sorridendo tristemente. L’aveva accompagnata, in casa, lasciando la palestra in mano al suo collega, che insegnava nel dojo con lui.
“Allora hai parlato con Vegeta!?”
Gli aveva chiesto lei d’improvviso; avevano parlato velocemente al telefono dell’argomento, perché Bardack era solo e aveva bisogno di qualcuno che lo ascoltasse.
“Si, l‘ho ringraziato …”
Celipa sapeva che era molto che i due non si parlavano, dal giorno in cui … ah, che storia triste. Eppure si erano tanto voluti bene, aiutati. Tutto per colpa di lei, quella ragazza, insensibile e terribilmente egoista, che non li aveva voluti lasciar andare, anche se sapeva bene per chi, dei due, il suo cuore battesse di più.
“E che ti ha detto …”
“Beh, nulla di andarmene!”
Celipa l’aveva presa sul ridere, immaginando l’espressione di Vegeta, evidentemente non era cambiato per niente.
“Non ti ha ancora perdonato”
“Credo non mi perdonerà mai!”
Celipa l’aveva guardato negli occhi, con aria sicura e sprezzante, aveva pensato molto, negli anni, a ciò che era successo, quindi sapeva ora cosa dire al suo primo amore.
“Anch‘io pensavo di non perdonarti, ma … l‘ho fatto!”
Bardack aveva accennato un sorriso, abbassando lo sguardo.
“Mi dispiace, Celipa.”
“Non dispiacerti è acqua passata.”
Il silenzio era calato tra loro, Bardack da un lato ammirava la sua vecchia fiamma, era forte, temeraria, anche se portava su di sé il dolore profondo per la perdita di quel figlio che aveva abbandonato. Bardack si sentiva in colpa anche per quello, era stata pur sempre colpa sua, la sofferenza di Celipa, di Radish … di Vegeta.
“Ah proposito vorresti venir con me … alla Città del Sud?”
Le chiese d’improvviso ricordandosi il discorso del maestro.
“Che devi fare?”
Aveva chiesto lei, stringendo sempre, con forza, le mani di quell’uomo che tanto aveva amato.
“Devo parlare con una persona!”
Bardack era sempre un buon uomo, anche se in passato aveva sbagliato, non poteva negargli un favore eppoi aveva bisogno di svagarsi.
“D‘accordo verrò con te!”


Il Natale era alle porte e Varza e Bardack avevano, finalmente, preso un regalo per Vegeta; la scelta era ricaduta su di un libro, per andar sul sicuro, tanto lui aveva già tutto! La vigilia di Natale Varza aveva programmato una cenetta con i due, perché le dispiaceva per la loro amicizia e, soprattutto, per il suo comportamento infantile e stupido, voleva farli riavvicinare e scusarsi. 
Bardack era arrivato presto, porgendole il suo regalo. Varza lo fece accomodare, all‘interno della sua piccola casa.
Hai sentito la tua vecchia famiglia?”
Le aveva chiesto lui, che aveva preso a cuore il passato triste della ragazza. Vegeta al contrario non sapeva nulla.
Ma neanche per sogno! Anzi gli auguro ogni male!”
Bardack sorrise e rise a quelle parole, lei era sempre così categorica, bianco o nero, le sfumature non facevano parte del suo carattere.
Grazie Bardack per avermi compresa!”
Gli aveva detto lei, con un sorriso, quel ragazzo le donava sempre serenità.
Mi piace comprenderti!”
Aveva una voglia matta di baciarla, ma fino a quando non avrebbe deciso con chi stare, non avrebbe fatto nulla. Chissà che cosa ne sarebbe stato della sua amicizia con Vegeta, una volta che Varza avesse scelto. Da un lato sperava in un terzo incomodo, che si intromettesse tra loro, per rovinare quel disegno macabro che si stava tessendo intorno a loro. Qualcuno suonò al campanello, doveva esser Vegeta.
Vado io!”
Disse Varza alzandosi, Bardack la trovava davvero bella fasciata in quell’abito nero con le maniche corte che le arrivava fino alle ginocchia. Non era di certo una ragazza formosa, ma nella sua semplicità, fisica non caratteriale, la trovava divina.
Cosa ci fai qui!?”
La voce terrorizzata della ragazza, era giunta alle sue orecchie, seguita da un suono vocale, atono, che non aveva mai sentito, prima di quel momento.
Sorpresa di vedermi stronzetta!”
Bardack si era alzato di colpo correndo a vedere chi fosse, non aveva una bella sensazione. Un ragazzo non molto alto sostava dinnanzi alla porta.
Vedo che ti sei già fatta un amichetto!”
Disse, il terzo incomodo, guardandolo di sottecchi, assottigliando gli occhi.
Vattene!”
Varza, sembrava terrorizzata, le tremavano le gambe, il disagio era visibile sul suo volto. Bardack si era avvicinato per sostenerla, forse era il suo momento.
Non hai sentito forse, vattene!”
Non prendo ordini da te!”
Bardack armato di una nuova spinta si mosse verso il malintenzionato, prese il nuovo venuto per il colletto e lo alzò di peso.
Ti ho detto di andartene.”
Il ragazzo si era allontanato senza dir nulla, Bardack sapeva esser minaccioso quando voleva.
Tornerò non ti preoccupare.”
Varza tremava, Bardack d'istinto l’abbracciò e la cullò tra le sue braccia possenti, mentre lei piangeva, calde lacrime di paura.
In quel momento, però, arrivò Vegeta sulla soglia della porta, ammirando, disgustato, il tenero quadretto; era la seconda volta che li vedeva insieme, era la seconda volta che si sentiva preso in giro da entrambi.
Immagino tu ti sia decisa!”
Con aria disgustata, trattenendo la rabbia aveva parlato, con tono serio, senza sentimenti. Bardack era intervenuto subito, scostando Varza da sé. Non voleva esser scorretto, non era giusto, e non lo era stato, Vegeta non doveva fraintendere.
No, Vegeta aspetta, non è come pensi!”
Ah si, non credo che ci sia molto da pensare”
Aveva fatto per andarsene, ma Varza l’aveva fermato, tirandolo per la giacca, i suoi occhi erano rossi, sembrava ancor più disperata di prima.
Lasciami spiegare, ti prego Vegeta!”
Non poteva lasciarlo andare, non poteva perderlo, per lei era importante.
Lasciami andare, vi lascerò liberi di fare i vostri comodi! Cosa credi che non ne troverò un’altra? Credi di essere l‘unica, non mi importa nulla di te … solo sei brava a letto e mi dispiaceva perderti come amante!”
Le aveva detto con tutta la rabbia che serbava in corpo, l’unica volta che si era innamorato, aveva preso un abbaglio, era stato deriso e preso in giro.
Non è vero Vegeta, non dire queste cose!”
Va al diavolo Bardack, va al diavolo anche tu!”
Bardack si sentiva sporco e colpevole per qualcosa che ancora non aveva fatto, la loro amicizia stava naufragando, come lui temeva, era ormai un vascello in balia di un mare in tempesta.
Vegeta per favore, non è come pensi non esser ottuso, se solo tu mi ascoltassi!”
Chi ti ha detto che voglio ascoltare, chi ti ha detto che mi interessano le tue ragioni, non sono cieco!”
Varza, stringeva forte i pugni, perché stava succedendo quello, possibile non fosse mai destinata ad esser felice nella sua vita?
Sei ottuso, sei ottuso Vegeta! Non capisci nulla, Bardack mi stava aiutando, cosa che tu non fai e non sei in grado di fare. Va al diavolo Vegeta e pensa un po‘ quello che ti pare!”
Aveva urlato prima di sparire in casa.
Davvero Vegeta, non volevamo prenderti in giro, è uno stupido malinteso!”
Cercava di spiegarsi Bardack, ma Vegeta non voleva sentir ragioni, gli era bastato guardare la scena; con lui Varza non si sarebbe lasciata andare alle sue fragilità … era solo buono per farle smaltire un po’ di voglie.
Portatela a letto Bradack, non è niente male!”
Aveva detto prima di sparire dalla soglia della porta, dove Bardack, rimasto solo, si appoggiò e picchiò un pugno sonoro sul legno dello stipite.

Si trovava in una stanza buia, i suoi occhi erano bagnati, da calde lacrime, i suoi occhi erano chiusi, poiché non vi era più nulla da vedere, poiché dopo ciò che aveva visto non voleva veder nulla.
“Vegeta … Vegeta …”
Lo chiamava, ma nei suoi occhi si presentava l’immagine di lui, disteso in un lago di sangue, senza reazioni, senza respiro, senza il battito del suo cuore. Vegeta era morto davanti a lei, poco distante il suo migliore amico; perché stava accadendo tutto quello, perché vedeva sempre la loro morte, perché doveva soccorrerli lei. Voleva svegliarsi, ma dannazione non ci riusciva, non riusciva ad aprire gli occhi.
“Vegeta ti prego apri gli occhi …”
Aveva detto, stringendo il suo corpo privo di vita tra le braccia.

“Bulma…”
Qualcuno la chiamava scuotendola con vigoria, lei finalmente riuscì ad aprire gli occhi. Un Vegeta dalla faccia stranita le apparve davanti agli occhi.
“Vegeta…mio Dio stai bene?”
“Certo che sto bene!”
Aveva sentenziato lui, alzandosi dal letto di Bulma, tornando ad appoggiarsi alla finestra, fissando il cielo stellato e terso di quella notte fredda.
“Che ci fai qui!?”
Disse Bulma rendendosi conto che il ragazzo era nella sua stanza, senza che lei lo avesse fatto entrare.
“Che vuoi che ci faccia?”
Seguì un momento di silenzio, Bulma si perse ad osservarlo, capendo istintivamente il motivo della sua venuta.
“Sono tornati gli Ice?”
Aveva chiesto Bulma, non ottenendo risposta dall’altra parte, comprese che la sua domanda non era altro che un‘affermazione.
“Vegeta …”
“… mmm …”
“Sono felice tu sia qui!”
Non l’aveva guardata, continuando a sostare nella medesima posizione, fissando l‘esterno. Bulma si era alzata e gli era andata vicino, poggiando la testa sulla sua spalla, lui l‘aveva lasciata fare.
“Vegeta …”
“Che c‘è! Che palle, comincio ad odiare il mio nome!”
Aveva detto lui stizzito, ma senza scansarla. Bulma aveva riso, Vegeta era davvero comico alle volte, soprattutto quando non si rendeva conto di esserlo.
“Vegeta …”
Aveva cinto con un braccio la sua vita, poggiando la testa nell’incavo tra la spalla e il collo. Lui aveva mugugnato qualcosa di indecifrabile, sempre riguardo al suo povero nome, nominato invano troppo spesso da quella folle ragazzina.
“Voglio fare l‘amore con te …”
Bulma era riuscita a dir quelle parole arrossendo, non vista, tra le sue braccia. Anche Vegeta era arrossito, regalandole un’occhiata evasiva per poi tornar a guardar fuori pensieroso. D'un tratto, l’aveva baciata. La luna era piena, alta nel cielo, ed illuminava i volti dei due giovani amanti. Vegeta si sentiva come un uomo che, dopo aver fatto un lungo viaggio, tornava dalla sua amata. La baciò con trasporto, cominciando a slacciarle i bottoni della casacca azzurra del pigiama. Lei teneva le mani poggiate sul suo torace, accogliendo i suoi baci e lasciandolo fare. L’indumento era caduto a terra scoprendo la pelle di Bulma, lei lo aveva guardato, mentre percorreva con i suoi occhi il suo corpo. Con audacia slacciò il suo giubbino in pelle depositandolo a terra, mentre di seguito Vegeta si sfilava la maglietta, per tornare, poi, a baciarla senza sosta, facendola indietreggiare verso il letto. Era bello sentire il suo corpo caldo addosso al suo, era bello sentire il suo respiro sulle sue labbra. La sollevò tra le braccia, per poi ricadere con lei su quel letto soffice e grande. Bulma aveva firmato con quella frase il visto per la strada della perdizione. Era convinta, era quello che voleva. Lo amava, lo amava davvero, e voleva esser sua con tutta se stessa. Mentre Bulma si ancorava forte al corpo di Vegeta, lui le baciava il collo, le spalle e con la mano cercava di sganciarle il gancetto del reggiseno.
Bulma non si era aspettata, una non dimestichezza con l’indumento da parte sua, e aveva riso di lui.
“Ti serve un po‘ di allenamento!”
Bulma, armata di nuovo ardore, aveva guidato la sua mano di modo che riuscisse a capire, il meccanismo di quell’oggetto infernale. Ne rise divertita, tornando poi seria quando lui tolse definitivamente l’indumento dal suo corpo, osservando compiaciuto il suo seno nudo. Bulma rossa in viso, accarezzò i suoi capelli, mentre Vegeta scendeva con le labbra verso i suoi seni, per catturarli con la sua bocca e la sua lingua. Bulma cercava di trattenere i suoi gemiti di piacere, trasformandoli in un respiro affannato, che si confondeva con il frusciare delle lenzuola. Teneva le gambe salde alla schiena del ragazzo, mentre lui, si dilettava in quella nuova esperienza, tormentando i due globi sodi della ragazza, con le mani e con la bocca. Bulma inarcava la schiena sotto quel tocco, mentre Vegeta, con un seno tra i denti, le metteva una mano sulla schiena, per sollevarla un poco, e sfilarle i pantaloni del pigiama. Bulma lo lasciava fare, completamente in balia dell’ormone pazzo di Vegeta. Si lasciò spogliare, poi infilò un piede nei suoi pantaloni, facendogli segno di toglierli. Vegeta lasciò per un attimo la ragazza sul letto, che si coprì d’istinto il seno con le mani, rimanendo poggiata sul materasso. Vegeta si sfilò i pantaloni neri, rimanendo con i boxer aderenti, tornando poi, sopra di lei. Si guardarono negli occhi, per secondi indecifrabili, erano pronti per quello, erano pronti per amarsi senza vincoli, solo con loro stessi, i loro corpi, le loro anime. Le aveva sfilato le mutandine, lasciandola senza fiato, spogliandosi a sua volta di quell’indumento. Erano vicini, l’uno sull’altro, senza nessun intralcio, lei aveva allargato le gambe per fargli posto.
Era pronta.

Si strinse al suo collo, affondò le unghie nella sua schiena, mentre il dolore le pervadeva il corpo, mentre si imbarazzava per quanto stava succedendo.
Che vergogna, era totalmente eccitata, era totalmente sua, ma ora l’aveva sporcato con la sua pudicizia, era imbarazzata da morire, mentre lui sostava dentro di lei, attendendo che si abituasse a quella nuova sensazione. Poi l’aveva scansato d’improvviso ed era corsa verso il bagno, voleva esser perfetta per lui e così, non si sentiva affatto perfetta, tutt’altro era imbarazzata, se l’era immaginata diversa la sua prima volta. Era stata magica, unica, Vegeta lo era, ma non pensava di sentirsi così dolorante ed inadeguata. Mentre, si lavava piangeva. Vegeta le arrivò alle spalle.
“Scusami”
Aveva detto lei piangendo, era mortificata ed imbarazzata.
“Penso che tu viva sul mondo delle nuvole Bulma, che ti aspettavi, guarda che io lo sapevo che era così …”
“Scusami”
L’aveva abbracciato, per piangere tra le sue braccia.
“E‘ così terribile? Perché non mi hai fermato prima allora.”
Vegeta cercava di mantenersi calmo, cercava di consolarla, anche se non ne era capace. Le carezzava la testa, per farla star tranquilla.
“No, no scusami, io mi sono spaventata, io avevo paura di quello che pensavi tu ….”
Era seguito un attimo di pausa, come poteva dirle che l‘unica cosa cui riusciva a pensare era che fosse perfetta e bellissima.
“Con quante l‘hai fatto?”
Aveva chiesto Bulma d’improvviso, ricordando le parole di Marion, che aveva descritto il ragazzo come un esperto incallito. Vegeta l’aveva guardata sorpreso da quella domanda, che le veniva in mente ora, forse era per quello che si era sentita inadeguata, forse era per quello che si era spaventata.
“Una!”
Aveva detto Vegeta, cogliendola di sorpresa, chi diavolo era quella ragazza, perché c’era stata un’altra oltre a lei!? E lei che pensava fossero unici loro due. Che stupida.
“Chi è? Chi è Vegeta?”
Lui le aveva sorriso, in quel modo strano che solo a lui riusciva.
“Si chiama Bulma!”
Aveva detto prima di baciarla, lei aveva soppresso un gridolino di felicità; mentre si lasciava andare; mentre l’ultima barriera che li separava era crollata su se stessa; mentre, la riadagiava sul letto; mentre Vegeta si spingeva in lei con delicatezza, con passione e persino con amore, perché anche Vegeta sapeva provar quel sentimento, anche il suo cuore era caldo, e pulsava per la ragazza che si era stretta a lui, sussurrando quelle due magiche parole al suo orecchio.
“Ti amo”
Vegeta non aveva risposto, ma nei suoi pensieri si erano figurate con intensità quelle parole, per la prima volta aveva pensato di dirle, ma non le aveva dette; anche se, mentre la possedeva ed amava, le aveva ripetute nella sua mente un milione di volte.





Ciao a tutti! Rieccomi, con un nuovo capitolo. Spero che vi sia piaciuto! La scena finale in particolare, volevo renderla un po' diversa dal solito, spero di esserci riuscita.
Volevo dire una cosa, generica, visto che è una cosa che mi avete scritto pressoché in tutte le recensioni, volevo scriverla a tutti così per non perdermi qualcosa scrivendolo singolarmente! Per la parte di "Bulma e Vegeta", non può far altro che farmi piacere vi sia piaciuta l'idea, poiché è un po' il mio pensiero personale nella vita: per esser qualcuno o qualcosa, per se stessi o per qualcun altro, non è sempre necessario, corrispondere ai canoni della società... ogni tanto fa solo bene esser diversi. Se ci si ama davvero non è necessario esser costretti in un vincolo, l'amore è amore non ha bisogno di null'altro!!!!
Volevo ringraziare
Vegetalover, per avermi inserito tra i seguiti; e FavoleVeneziane per avermi inserito tra i preferiti! Grazie mille, anche, a tutti quelli che leggono soltanto!

Maia74 ehi ! Grazie mille, per le recensioni che mi lasci sempre!! La scena del naso mi sembra una cosa alla Vegeta! Ho pensato che quello fosse il modo in cui il Principe dei Saiyan avrebbe reagito! So che siamo in un Au, ma non volevo modificare il personaggio... per quello scriverò delle mie storie! E poi c'è Varza, con lei mi posso sbizzarrire. L'intrigo tra i tre "vecchi" è molto complesso, non so se ne usciranno mai davvero fuori! Grazie mille come sempre!
BulmaMiky Ciao carissima! Mi fa davvero piacere che la mia storia ti piaccia ç_ç (io commossa dalle tue parole!!), spero di non deluderti proseguendo. La strada è ancora un po' lunga... 13 capitoli, quindi magari poi mi perdo per strada, spero di farcela!^^ Mi fa piacere che Vegeta sia IC, lui mi piace così com'è quindi non è mia intenzione stravolgerlo. E penso esattamente ciò che hai detto ... la pallonata era cattiva, ma utile per la causa! Ho pensato a Veggy in quel frangente e ho detto: "Cosa potrebbe mai fare!?" e mi è balenata in mente quell'immagine! Poi i vecchi... da giovani... anche a me piace Vegeta Senior, io non ho una brutta idea di lui, anzi non penso che Vegeta (quello dell'anime) non abbia sofferto a causa sua, non totalmente almeno... insomma, io non ho mai pensato Vegeta odiasse così tanto suo padre, non ne parla mai di fatto male, quindi non lo vedo come personaggio negativo. Varza, invece, è negativa! Insomma non ne fa una giusta.... chi gli piacerà di più? Vegeta o Bardack? Ma, non lo so neanche io...Un bacione alla prossima!!!!!!!
Luna_07 Ciao! C17, onestamente, non mi fa impazzire - io amo solo Vegeta!XD-, ma mi sembrava utile alla causa... ovvero far venir fuori i sentimenti di Vegeta! Alleluia! Alleluia! Per i Vecchi evvai che Vegeta senior, suscita tenerezza... era il mio intento! Povero tapino, parlano sempre tutti male di lui - anch'io non ne ho parlato bene all'inizio- ma io lo trovo un bel personaggio, e come dicevo sopra, non penso sia la causa prima di tutte le sofferenze di Vegeta! Quindi spero che pian piano si rivelerà un beniamino del pubblico! Speriamo XD. Bardack invece non ha ancora rivelato tutto il suo carattere, che tra un po' svelerà! Grazie come sempre! Bacioni alla prossima!
Enris grazie mille! mi fa piacere il capitolo ti sia piaciuto e che ti abbia fatto sorridere. Il fatto poi che dici ti abbia trasmesso le sensazioni dei personaggi mi rende oltremodo felice! Quindi grazie mille!!!!!!!!!! Baci alla prossima
lirinuccia studia studia, che è più importante! a proposito dovrei studiare un po' di più anche io se no gli esami, soprattutto quello di Scenografia, chi li fa al mio posto! Che palle! Devo sbrigarmi a finire!
Ehm cmq torniamo a noi! 17 l'ho sempre visto come uno con la rosa in mano, tipo Kuno di Ranma, non so perché... ovviamente meno scemo, ma con la rosa e il dente scintillante! Le reazioni di Vegeta sono in progressione, e servono soprattutto a lui per capirsi...sarebbe anche ora che si schiarisse le idee. Vegeta senior mi piace un sacco, e volevo vederlo un po' in crisi e poco duro... continua anche qui la sua agonia d'amore! Grazie mille, come sempre! Bacioni e buono studio. Ah, dimenticavo, come va il ginocchio?

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Indecisioni e ...sorpresa! ***


Indecisioni e...sorpresa!

La festa di capodanno era arrivata in fretta e di Vegeta nessuna traccia.
Varza e Bardack, o per meglio dire solo Bardack, avevano tentato di chiamarlo, cercandolo anche a casa, ma di lui non vi era nessuna traccia. Bardack era preoccupato, per l’ormai ex amico, mentre Varza, continuava a ripetere, che gli stupidi si meritano di soffrire, ma lo pensava davvero? Beh chi può dirlo, Varza diceva poco ciò che pensava. Quella sera, per l’ultimo dell’anno, Bardack e Varza si erano preparati, a puntino, per partecipare alla festa di capodanno, indetta dai compagni di classe. Non che Varza ne avesse particolarmente voglia, non era stata invitata e, cosa peggiore, tutti la odiavano! Varza non aveva mai fatto molto per farsi apprezzare, e tutto quello che aveva seminato le si era ritorto contro. Bardack era passato a prenderla, poco importava se Vegeta se la sarebbe presa; lui voleva Varza e la voleva più di ogni altra cosa al mondo, l’amicizia con Vegeta era ormai un ricordo lontano. La situazione era davvero equivoca, poiché, quando giunsero alla casa sul mare, che era stata affittata per l’occasione, tutti cominciarono a pensare che i due stessero insieme. Celipa li guardava con odio, era stata sconfitta da quella ragazza odiosa, che arrivò a braccetto con il suo Bardack. Varza sapeva bene qual’era stata la reazione di tutti nel vederli insieme, ma poco importava, Vegeta se l’era cercata.
La serata passò nel migliore dei modi, fino a quando Bardack non abbandonò la ragazza per recarsi al bagno. Le ragazze presenti alla festa si avvicinarono a lei minacciose, non solo si era permessa di stare con entrambi, benché nessuno sapesse l‘effettivo stato dei fatti, ma si faceva beffe di loro con le sue risposte disgustose. Quella ragazza era l’incarnazione della superbia.
Cosa sei venuta a fare?”
Aveva chiesto Mia, una delle più belle ragazze della scuola, non aveva mai accettato lo scotto di non poter avere avuto davvero Vegeta.
Bardack mi ha voluta al suo fianco!”
Aveva risposto lei, incrociando le braccia al petto, il fuoco le bruciava negli occhi, e le ragazze ne erano intimorite.
Mi sembrava volessi stare con Vegeta …”
Mia non si era lasciata soggiogare dal piglio deciso e sicuro di sé della ragazza.
Forse, voglio stare con entrambi! Qualche problema?”
Ma Varza era, forse, più furba, più scaltra o, semplicemente, più forte.
Sì, certo! Io voglio Vegeta.”
Non l’avrai mai … senza offesa … ma a lui non gli importa nulla di te, come di nessun’altra ragazza, a parte me mi sembra ovvio”
Aveva sibilato lei con un sorriso terrificante sul volto, Varza era una ragazza davvero strana ed insolita piuttosto mascolina, che ci trovavano quei due in lei?
Sei solo una sbruffona!”
No, affatto. Sono solo una che dice la verità!”
Vattene Varza, vattene, qui non ti vuole nessuno, sei antipatica a tutti. Vattene.”
Le aveva detto Mia spintonandola, Varza non si era spostata di un passo.
Forse, tu no … ma i ragazzi che più vi piacciono mi vogliono! Pensi che ti basti esser più bella di me, pensi ti basti aver un bel corpo per spodestarmi? Non ci vuole poi molto per esser più attraenti della sottoscritta, in quanto a fisico, ma siete delle stupide se pensate possa contar solo quello. Quindi scusatemi, oche che non siete altro, ma ho da fare!”
Disse avvicinandosi a Bardack, che era, finalmente, tornato.
Fuori, sulla spiaggia, sotto le stelle, un ragazzo ubriaco arrivò d’improvviso: Vegeta, aveva decisamente alzato il gomito. Era lì con la sola intenzione di vederla, l’aveva scorta, quei capelli lunghi, la sua linea snella, i suoi colori cupi, colei che, semplicemente, gli stava dannando la vita.
Eccoti…”
Disse avvicinandosi. Le ragazze lo guardarono, mentre, si avvicinava barcollante con una bottiglia di birra in mano; qualcuno gli andò incontro: Mia, che si voleva dimostrare all‘altezza di lui, voleva farsi vedere in una veste nuova non come la solita ragazza da portar a letto, come era già successo altre volte.
Vegeta … vuoi una mano?”
Lui l’aveva scansata, bruscamente, fissando davanti a sé, quella che era per lui come un cancro deleterio che lo mangiava al suo interno. Si avvicinò a Varza, che chiacchierava con Bardack, fingendo non aver notato la sua squallida entrata in scena. Lui la prese per un braccio, facendola girare verso di sé.
Vieni con me!”
Le aveva detto minaccioso, tirandola a sé, brutalmente.
Puzzi di alcol, ma che schifo!”
Varza l’aveva allontanato con tutta la sua forza.
“Sei una povera stupida, se pensi di liberarti di me.”
Aveva detto Vegeta, tirandosela addosso di nuovo, Bardack si era intromesso, afferrando Varza dalla parte opposta e spintonando “l‘amico”.
Lasciala in pace.”
Gli aveva detto ad un palmo dal naso, Bardack era buono, ma se desiderava una cosa non esitava a comportarsi con audacia.
Sei un povero idiota Bardack. Fidati, la sgualdrina non fa per te!”
Varza gli aveva tirato un sonoro ceffone, come si permetteva di trattarla alla stregua delle altre, come si permetteva di vomitarle contro tutto il suo odio.
Sei un povero idiota tu Vegeta! Non permetterti, mai più, di parlarmi in quel modo!”
Vegeta era caduto a terra, il colpo e l’ebbrezza l’avevano fatto crollare miseramente a terra. Si era, successivamente, alzato di nuovo, per andarle contro e sollevarla di peso, ma ubriaco com’era si sbilanciò e cadde con la ragazza tra le braccia, sulla sabbia, rovesciandole addosso il contenuto, residuo, della sua birra! Vegeta cominciò a ridere, mentre gli invitati osservavano la scena ammutoliti.
Varza si fece aiutare da Bardack a rialzarsi, mentre, Vegeta la fissava con un ghigno sulle labbra.
Se vai con lui non avrei più me.”
Le aveva detto cercando di rialzarsi, scrollandosi di dosso i granelli di sabbia.
Varza gli aveva, allora, lanciato la sua scarpa con il tacco, che indossava per l’occasione, centrandolo in pieno viso! Aveva davvero un’ottima mira.
Ma sei matta, fa male.”
Gridò Vegeta, in preda all’ira, quella ragazza non finiva mai di stupirlo.
Lei non si era scomposta ed aveva sorriso.
Certo che fa male! Ed è quello che ti meriti, brutto cafone!”
Bardack, era furente, pronto per far a botte con l’amico, ma Varza l’aveva trascinato via, per quella volta Vegeta aveva avuto ciò che si meritava! Prima di sparire con Bardack però, aveva lanciato un ultima occhiata a Vegeta.
Sei patetico!”
Aveva detto con un espressione di odio profondo, Vegeta era davvero infantile, cosa pensava lei fosse un trofeo?

Tutto vorticava intorno a lui, le persone correvano da una parte all’altra della stanza. Lui era lì. Solo, seduto su quella seggiola. Non ricordava le voci, non ricordava i volti, ricordava solo quella strana sensazione di vuoto, che gli infondeva quel luogo bianco e desolato. Un ospedale era un luogo per molte cose: la gioia per un nuovo nato, il dolore per una ferita, la felicità di veder una persona cara riprendersi, l’orrore della morte, che aleggiava nell’aria sana e che aveva un terribile odore di disinfettante! Ricordava di aver sentito il pianto di un bambino, mentre, i suoi occhi smarriti fissavano quella porta, dove lei era sparita. L’unica persona al mondo che lo aveva accettato ed amato, che lo aveva accolto tra le sue braccia. Forse, non era stata una buona madre, ma lui l’amava lo stesso.
Il bambino piangeva e nessuno lo cullava, nessuno sedava il suo pianto. Poi, era arrivato
quell’uomo, buono, dolce, che sapeva, allo stesso tempo, esser
forte e coraggioso, forse, più di suo padre. Già invidiava il nuovo arrivato. Con le manine stringeva forte i pantaloni, era piccolo troppo piccolo per ricordare, sapeva solo che voleva la sua mamma! L’uomo uscì dalla stanza parlando con un dottore, le parole che arrivarono alle sue orecchie, non erano chiare, le parole che lui sentiva non sapeva come interpretarle. Aveva quasi due anni, e non sapeva decodificare ancora tutto il linguaggio, ma capiva le sensazioni.
Mi dispiace, non è stato facile … non so come finirà!”
Era lì che aspettava l’arrivo di sua madre, solo, mentre osservava la gente che passava. A nessuno importava di lui, forse, solo qualche sguardo di compassione, di pena. Già odiava questo sentimento orribile. Lei non era più tornata, l’aveva tradito ed abbandonato, per quell’altro se n’era andata via da lui. Ora, davvero, a nessuno sarebbe, mai più, importato di lui!

Si svegliò di colpo. Chissà perché gli era soggiunto alla mente quel ricordo.
Era ormai passato molto tempo, troppo tempo, eppure serbava ancora quell‘antico rancore. Di colpo si destò così da poter sentire un peso che faceva pressione sul suo torace.
Aprì completamente gli occhi, osservandosi intorno, una stanza, decisamente femminile, accolse il suo sguardo indagatore. Il suo braccio intorpidito dal sonno e da quel corpo soffice e candido, che riposava sopito al suo fianco. Sorrise sornione a se stesso. Bulma, tra le sue braccia dormiva beata; Bulma che ora era sua, sua per sempre; Bulma che gli aveva donato un sorriso; Bulma che lo amava, lo desiderava, che era tutto per lui. Era felice? Certo, che sì! Perché negarlo, beh, ad alta voce forse era meglio non dirlo, ma a se stesso perché non ammetterlo. Si strinse di più a lei guardandola. Bulma era davvero buffa, mentre dormiva, con la bocca spalancata.

Si era mossa un sacco di volte quella notte, girando l’intero perimetro del materasso, tornando, alla fine, tra le sue braccia. Voleva svegliarla, ma come? Con un bacio? No, troppo banale, non era da lui, forse, una secchiata d’acqua fredda … si quello era proprio da lui, ma non voleva rovinar quel momento così bello e sereno, anche se … adorava litigar con lei. Così, si mise sopra di lei, cominciando a baciarle i seni. Lei mugugno qualcosa, compiaciuta, ma non aveva alcuna intenzione di svegliarsi.
“Ancora cinque minuti … mmm …”
Allora Vegeta, salì verso il collo mordicchiandolo, forse, le avrebbe lasciato qualche segno di ricordo. Era stato fin troppo buono con lei, aveva bisogno di una bella punizione, per non essersi svegliata!
“Vegeta …”
Aveva detto lei, aprendo gli occhi e poggiando le mani sulla schiena del ragazzo.
“Finalmente ti sei svegliata …”
Aveva detto lui prima di baciarla sulle labbra, per poi ritrarsi e rovinar quel momento per sempre.

“Non hai un buon sapore la mattina!”
Lei gli aveva dato un buffetto sulla testa, che razza di personaggio, la svegliava così dolcemente e le diceva che il suo alito era cattivo. Era una cosa normale svegliarsi così … oppure no?! Lei, comunque, non aveva voglia di litigare, quindi lo baciò a stampo sulle labbra.
“Sei stato meraviglioso!”
Gli disse dolcemente carezzando una sua guancia.
“Quando la prima o la seconda volta?”
Aveva chiesto malizioso lui, facendo aderire, perfettamente, il suo corpo a quello di lei.

“Non so’ … si dice che l‘ultima sia sempre la migliore … magari, una terza possibilità, mi chiarirebbe le idee!”
Disse Bulma scherzosa, era così felice, che non stava più nella pelle, non riusciva a non esser raggiante. Gli occhi le brillavano di quell’intenso amore, di quella meraviglia di vederlo così sereno, così bello, ma soprattutto tutto per lei.
“Ci posso pensare … hai per caso una cicca!?”
Chiese lui, sdraiandosi su di un lato, poggiando la testa sul cuscino.
“Perché?”
Chiese lei stupita, poggiandosi su di un gomito, facendo scivolare il lenzuolo fino alla vita.
“Beh, perché se no devi andare a lavarti i denti … sai non ho molta voglia di baciarti ora!”
Aveva detto lui scherzoso, lei gli aveva lanciato il cuscino in faccia parecchio offesa, ma che figure faceva sempre con Vegeta!! E lei che voleva esser perfetta …

Bulma quella mattina non era arrivata a scuola in tempo per l‘inizio delle lezioni, e con lei mancava anche Vegeta. Durante l’appello il professore si era stupito della mancanza della signorina Brief. Chichi, che era già disperata, divenne ancora più sconsolata, aveva bisogno di parlare con l’amica, aveva, davvero, un disperato bisogno di lei, perché non sapeva che cosa fare; si era cacciata in un bel guaio.
Goku la guardava intensamente, dall‘ultimo banco, la vedeva strana, era giù di morale, cosa strana per la sua Chichi, così forte e temeraria. Pensò a Vegeta, strano che anche lui non ci fosse, poi con Bulma, magari erano insieme, oppure gli era successo qualcosa! Con lui non c’era mai da star tranquilli. Cominciò seriamente a prender in considerazione il ritorno degli Ice e, quindi a preoccuparsi davvero per Vegeta. La porta, però, si spalancò e Vegeta apparve, finalmente, nella classe.
Goku sospirò sollevato, almeno stava bene, anche se sembrava molto accigliato. Bulma lo seguiva a ruota con la faccia terribilmente divertita e ridente.
Che fosse successo qualcosa tra i due?
“Scusi per il ritardo.”

Disse Bulma con un sorriso.
“Questa mattina ho avuto un intoppo con mia madre, che ha fatto ritorno!”
Continuò la ragazza, scoppiando a ridere di seguito, sembrava non riuscisse a trattenere la sua ilarità.
“E lei Prince, che scuse accampa?”
Chiese Jirobai, aspettandosi una rispostaccia dal ragazzo, che puntualmente arrivò.
“Cazzi miei!”

Aveva risposto lui, terribilmente scocciato, prendendo posto nel nuovo banco.
Storse il naso alla vista di Goku, che lo salutò raggiante.
“Che è successo …”
Goku sapeva che Vegeta non gli avrebbe svelato l’arcano, ma tentar non nuoce, quindi …

“Niente…”
Aveva risposto lui, risposta fin troppo scontata, pensò Goku.
Bulma si girò verso di lui e gli sorrise, e mentre Vegeta arrossiva, Goku capì: finalmente Bulma ce l’aveva fatta!


Bulma tesoro siamo tornati prima!”
Aveva detto la signora Bunny Brief, prima di entrare, tutta allegra, nella stanza della figlia. Bulma e Vegeta colti in quell’attimo d’intimità, - dopo che Bulma era accorsa al bagno per lavarsi i denti!!- si erano scostati dal loro focoso  bacio, arrossendo violentemente entrambi, e coprendosi come meglio potevano con coperte e lenzuola. La signora Brief non si era però scomposta, assottigliando i suoi occhi, già piccoli come fessure, per osservar meglio il ragazzo.
Oh, ma tu sei il nuovo fidanzato di Bulma! Che bel fusto! Mia figlia ha sempre avuto buon gusto per i bei ragazzi!”
Bulma rimase con la bocca spalancata, scioccata dalla reazione della madre, una genitrice irresponsabile.
MAMMAAAAAAA! Vai fuori!”
Aveva urlato la ragazza, mai nella sua vita si era sentita così imbarazzata.
Ma perché cara … è una cosa normale!”
Continuò la signora Brief, sorridendo e stringendosi le mani intorno al viso, estasiata dalla scelta della figlia, quel ragazzo era di sicuro bello quanto Goku.
Come si chiama questo ragazzo!”
Chiese sorniona, mentre Vegeta, evitava di fissarla, senza però muoversi, pietrificato ed impacciato da quel momento, e tra sé e sé sperava che la pazza appena entrata se ne andasse subito.
Vegeta!”
Disse Bulma farfugliando, sua madre non era normale, se fosse stata un‘altra avrebbe gridato e sbraitato, oppure se ne sarebbe andata sconvolta, ma lei … rimaneva ferma compiacendosi del nuovo “fidanzato”di sua figlia.
Moglie che succede!”
Una voce aveva fatto capolino dal fondo del corridoio, il padre di Bulma era in arrivo. Bulma pregò nel buonsenso, almeno, del genitore paterno!
Oh caro, c‘è il nuovo fidanzato di Bulma, è un ragazzo bellissimo!”
Lui non si avvicinò comunque alla porta, forse, per menefreghismo, o forse, per raziocinio, infondo era uno scienziato di fama mondiale!
Ma non era Goku il tuo preferito!”
Disse lui, dall’altro capo del lungo corridoio, ispirando una delle sue sigarette.
Sì, ma Vegeta è un ragazzo così affascinate! Poi, sembra così intelligente!”
Bulma si stava davvero scocciando per quel comportamento infantile della madre, lei era più giovane, certo, ma sicuramente più matura.
Mamma, basta vai via!!!!”
Aveva finalmente sentenziato la povera Bulma.
Scusa tesoro, hai ragione vado! Continuate pure!”
Disse la donna uscendo dalla stanza. Bulma rise di gusto, della faccia allibita e scioccata di Vegeta, che non aveva detto una parola, sembrava una statua in pietra, tanto era sconvolto.
I tuoi sono degli svitati.”
Era riuscito finalmente a dire, con gli occhi persi nel vuoto. E lui che si era sempre lamentato di suo padre!

Quello che aveva scioccato un po’ tutti, in quella giornata, era averli visti arrivare insieme a mensa, sedersi uno affianco all’altro, e rimanere vicini per il pranzo. Il tutto, senza litigare, senza azzuffarsi! Persino gli amici di Bulma erano rimasti sconvolti alla vista di lei affianco a Vegeta, con davanti Goku e Chichi!
Crilin sussultò spalancando la bocca sorpreso. Da un lato aveva paura di sedersi al tavolo con la belva, Vegeta, possibile che Bulma fosse riuscita a domarlo? C18, al suo fianco, fu più spavalda degli altri ed andò a sedersi nel loro tavolo, con il gemello, che ancora non aveva digerito il rifiuto di Bulma. Marion, però, aveva cominciato ad atteggiarsi affianco a lui, mentre il povero Yamcha, scaricato per l’ennesima volta, si guardava intorno in cerca di una nuova preda da masticare, sbavando un po’ dietro a tutte le ragazze, per poi tornare ad osservar la bella Bulma, che sorrideva raggiante chiacchierando con Chichi. Voleva un’accompagnatrice per la festa di capodanno, che avrebbero celebrato sulla spiaggia, alla Kame House. Bulma sembrava diversa, ma, forse, c’erano ancora un po’ di speranze per riconquistarla.
“Come mai siete arrivati tardi?”
Aveva chiesto Goku, guardando prima Bulma e poi Vegeta, mentre gli amici, non attenti a quella domanda, si erano seduti al tavolo con loro.
“Cazzi nostri!”
Aveva risposto indispettito Vegeta, non aveva voglia di ricordar quel momento terrificante, faceva persino fatica a parlarne, tanto era stato l’orrore. Aveva attirato su di se gli sguardi di Bulma, Goku e Chichi.
“Nostri?”

Aveva detto Bulma, guardandolo con le gote arrossate, mentre, lui arrossiva visibilmente, e si lasciva cadere un maccherone, che stava per addentare, dalla forchetta.
“Sono cavoli separati, ok! Tu una cosa io un’altra!”

Perché dovevano sindacare su ogni cosa fuoriuscisse dalla sua bocca, doveva star più attento a quello che diceva.
“Vegeta tu hai detto nostri, quindi insieme ….”
Continuò Goku, divertito come non mai, dalle differenti espressioni che apparivano sul volto del povero Vegeta.
“Carota, mi stai già sui nervi … non peggiorare la tua situazione!”
Aveva detto lui mostrandogli un pugno, ma Bulma sapeva ormai come trattare con lui, quindi, senza badarci troppo tornò a volger il suo interesse sul pranzo.
“Volete un po‘ di sushi? Mia madre l‘ha preparato stamattina, per me e… ”
Disse Bulma scoppiando a ridere fragorosamente, pensando a sua madre che diceva “bel fusto” a Vegeta.
“Che è successo!”
Chiese Crilin, vedendo l’amica che continuava a ridere a crepapelle, voleva rider anche lui.
“Niente, niente! Ah ah ah, pensavo, solo, a mia madre e ad un bel fusto!”
Continuò a ridere lei, con le lacrime agli occhi, mentre Vegeta si strozzava con l’acqua, e cominciava a tossire.
“Eh?”
Chiese il ragazzo che non aveva capito molto di quel discorso senza senso. Goku, invece, cominciò a ridere con lei, immaginandosi la madre di Bulma che scovava Vegeta nella camera della figlia!
Chichi, però, era sempre pensierosa, ma sorrise, finalmente, di quel discorso così frivolo: Bulma e Vegeta erano davvero comici insieme!
Bulma continuava a sorridere raggiante, gli occhi le brillavano come non mai, mentre Vegeta e Goku si avventavano sul suo cibo, divorandolo in pochi secondi.
“Com‘era?”
Chiese poi la ragazza quando i due ebbero finito di ingurgitare il cibo.
“Urca, se era buono Bulma! Tua madre cucina molto bene!”
Disse il ragazzo, mentre Chichi cercava di pulirgli la bocca, con un tovagliolo, come si faceva con i bambini piccoli.
“Vegeta?”
Disse Bulma, non avendo ricevuto subito una risposta dal ragazzo.
“Non faceva poi così schifo …”
“Quindi era buono …”
Incalzò Bulma, voleva conoscer un po’ i gusti di Vegeta, e quella era una buona occasione.
“Non schifoso …”
Continuò lui, mangiando quello che gli era rimasto nel piatto.
“Ma ti piace il suschi?”

Bulma sapeva esser seccante quando ci si metteva, Vegeta si sentiva gli occhi puntati addosso, e soprattutto, gli sembrava di esser preda di un interrogatorio.
“Che ti importa!”
“Volevo solo saperlo … allora ti piace?”
“ …”
Bulma lo guardò meglio in viso, avvicinandosi a lui.
“E‘ un si?Vegeta? … rispondimi!!”
Le sopracciglia di lei si stavano pericolosamente inarcando, brutto segno.
“…”

“Vegeta , Vegeta, Vegeta, Vegeta!!!!”
Continuò lei, con la migliore delle voci assillanti e petulanti che le uscivano. Vegeta decise allora di dar fine a quella terribile agonia!
“Piantala di chiamarmi, mi dai sui nervi! Il sushi mi piace, è la pietanza che mi piace di più sei contenta!”

Bulma tornò ad osservar il suo piatto trionfante, per quella piccola vittoria.
“Certo che si!”

Gli altri li guardavano stupiti, non avevano idea di che relazione unisse i due, ma di certo era cambiato qualcosa tra loro.

Bardack era un ragazzo tranquillo; Bardack era uno su cui si poteva far conto, un ragazzo che manteneva la sua parola, un ragazzo serio. Allora, perché aveva tradito il suo migliore amico portandogli via la ragazza che amava? Forse, Bardack non era poi così buono.
Vegeta … Vegeta svegliati!”
Aveva detto il maestro Jackie Chun, dopo averlo trovato disteso sulla spiaggia, di fronte alla sua casa. Il ragazzo aveva finalmente aperto gli occhi. Si era alzato, ancora un po’ barcollante, dopo aver smaltito la sbornia, se l’avesse scoperto suo padre, che se ne andava in giro ubriaco, l’avrebbe, sicuramente, punito a dovere.
Si era ripreso. Ricordò, solo allora, cos’aveva fatto. Che razza di primo dell’anno, non era di certo un buon modo per iniziare!
Ehi Vegeta va utto bene?”
No”
Disse prima di esser colto da un conato di vomito.
Ti accompagno in casa per riprenderti …”
Aveva detto il maestro, cercando di sorreggerlo, il ragazzo aveva preso una bella batosta. L’amore non era mai facile, ma perché dannazione proprio a lui doveva succeder tutto quello.

Bardack quella notte aveva dormito a casa di lei, nello stesso letto.
La ragazza aveva riposato tra le sue braccia robuste. Non avevano fatto l’amore, ma avevano solo condiviso attimi di tenerezza, perché Varza era confusa e probabilmente si era davvero invaghita di Vegeta. Bardack era più che disposto a cullarla e coccolarla, la voleva. Non si era mai sentito così meschino ed egoista, si stava contendendo quella ragazza, con il suo, ormai, ex migliore amico.
Era consapevole che non avrebbe mai più potuto esser amico di Vegeta, gli stava in tutti i modi portando via la ragazza che amava. L’unica cosa di cui era fiero era che entrambi giocavano a carte scoperte.
Ti preparo la colazione?”
Aveva chiesto lei, che era già sveglia da un po‘. Bardack le piaceva davvero molto, si sentiva sicura tra le sue braccia, si sentiva serena; lui si sforzava davvero di comprenderla, lui la voleva davvero, mentre Vegeta … no, lui era concentrato più su sé stesso, come lei d’altra parte. Varza, però, non aveva ancora avuto modo di pensare ai propri di sentimenti, presa da quel vortice di eventi. Vegeta era … indescrivibile per lei, forse, erano troppo simili … e questo non andava affatto bene. Loro erano destinati a ferirsi a vicenda, e lei non aveva bisogno di questo; non ora che quella persona l’aveva trovata! Le vennero i brividi al solo pensiero di quell’essere, un po’ le facevano ribrezzo le cose viscide, tipo serpenti e lumache, e quel tipo le dava davvero l’impressione di esserlo.
Bardack arrivò alle sue spalle cingendole la vita, mentre ella smanettava con i fornelli.
Sei ancora sicura di non voler star con me!?”
Le aveva sussurrato lui all’orecchio, baciandole il collo.
E come la metti con il tuo “migliore amico”?”
Non mi importa di lui … ora sei tu che conti nella mia vita!”
Bardack era imprevedibile, così sereno e pacato, ma pur sempre deciso e temerario, Varza adorava questo lato del suo carattere.
Ma tu hai deciso?”
Le chiese lui, però Varza non rispose. Cos’avrebbe fatto se Vegeta fosse arrivato in quel momento?
Non lo so …”
Disse lei abbassando il capo, cosa doveva fare della sua misera e difficile vita davvero non lo sapeva.
Davvero Bardack, io non lo so … non ho mai avuto nessuno al mio fianco, e voi siete stati tutti e due importanti per me! Mi spiace rompere quest‘incanto …”
Il discorso fu lasciato a metà, perché il telefono di Bardack squillò. Bardack aveva però una certezza, l’incanto si era rotto da un pezzo.
Al telefono il maestro Jackie Chun, che lo chiamava per avvisarlo che Vegeta era lì, ignaro della situazione instabile tra i due. Bardack si fiondò fuori dalla casa di Varza per andar da lui, senza lasciarle troppe spiegazioni. Sapeva bene che avrebbe voluto andar con lui per vederlo e cantargliene quattro, ma questa volta era il suo turno. Quando arrivò sulla spiaggia, Vegeta lo aspettava.
Bardack lo attaccò subito tirandogli un pugno in faccia, senza proferir parola, Vegeta, non prevedendolo, prese il gancio in pieno viso.
Sei un vero idiota!”
Gli urlò Bardack, mentre l’altro passava al contrattacco.
Va al diavolo Bardack! Per quella troia non ne vale la pena!”
E allora … perché ci tieni così tanto!”
Bardack non voleva ceder alle sue provocazioni e alle menzogne che si raccontava, lei era speciale era diversa.
Lo sai perché , lo sai perché! Cazzo, te la sei pure portata a letto!”
Vegeta era furioso.
No, io non sono te, non l‘ho fatto, ho rispetto per lei!”
Vegeta aveva riso, Bardack era un’ipocrita.
Ma non hai rispetto per me!”
Gli aveva sibilato prima di scagliargli un nuovo pugno.
Certo che no! Non te lo meriti Vegeta!”
Il maestro Jackie Chun intervenne, separandoli.
Basta ragazzi, perché non rimandate la vostra battaglia al torneo di arti marziali nazionale. Vi batterete lealmente.”
I due si guardarono, annuendo, avrebbero combattuto lealmente, sul campo una battaglia tra loro, la cosa non comprendeva Varza, ma la loro sola amicizia. L’amore per lei si sarebbe combattuto in quei mesi, fino a quando lei non avrebbe scelto chi dei due amare.

Vegeta all’uscita da scuola venne raggiunto da Goku, il ragazzo gli si parò davanti, come era già accaduto, ma questa volta non doveva rimproverarlo.
“Vegeta ti devo chiedere una cosa?”
Vegeta si era fermato quadrangolo scocciato.
“Che vuoi stai diventando peggio di Bulma!”
“Oh Bulma… ormai la chiami sempre per nome! ”
Aveva detto Goku stupito.
“Vuoi che ti rompa il naso subito!”
Vegeta non aveva voglia di scherzare, non quel giorno, troppe cose nuove in un colpo solo.
“Ma no dai! Volevo esser carino!”
“Sei forse gay?”
Goku rise imbarazzato grattandosi la testa, certo che non lo era a lui piaceva la sua Chichina, ma Vegeta era davvero cocciuto.
“No, scusa volevo solo dire che: vieni ad allenarti con me?”
Disse di colpo per non farsi interrompere nuovamente da lui.
“Tu sei pazzo!”
Vegeta lo scansò, proseguendo per la sua strada.
“No, dai davvero … Vegeta aspetta. C‘è il torneo nazionale e se combattiamo insieme sono sicuro che vinceremo!”
“Tu s_ e_ i p_ a_ z_ z_ o!”
Vegeta voleva scoppiargli a ridere i faccia, cosa pensava Goku di metterlo nel sacco così? Solo perché lui amava combattere?
“Ma dai Vegeta, sai che ho ragione! Che cosa ti costa, poi sarebbe bello …”
“Vai al diavolo, non so più come dirtelo!”
Goku per poco non si inginocchiava davanti a lui, voleva a tutti i costi star con lui, voleva aver una possibilità di essergli amico, di essergli vicino. Dopo la morte di Radish, era divenuta per lui una missione: Vegeta e Goku amici per la vita, beh, forse era un po’ eccessivo, amici e basta.
“Ti prego Vegeta, ti prego, ti prego, ti prego! Non ti chiederò più nulla!”
Forse, la tattica di Bulma, ovvero quella di assillarlo, avrebbe funzionato, ed infatti Vegeta capitolò nella sua rete.
“Che palle …”
Goku sorrise felice, Vegeta aveva distolto lo sguardo, ma non si era mosso.
“E‘ un si?”
“Lo faccio solo perché ho voglia di combattere, non fraintendermi!”
Disse lui spiccio cercando di levarselo di torno.
“Oh grazie, grazie Vegeta!!!”
Disse il ragazzo con le lacrime agli occhi, per poco non gli saltava addosso abbracciandolo, ma sapeva che Vegeta l‘avrebbe respinto, si limitò a guardarlo facendolo passare oltre, forse era un inizio per loro.


Bulma e Chichi giravano per il centro in cerca dei regali per Natale, ma Chichi era distratta, poco attenta alle vetrine e Bulma se ne accorse.
“Che hai Chichi?”
Chiese, avvicinandosi all’amica che sostava davanti ad una vetrina, dimostrando finalmente un po’ d’interesse per qualcosa.
La ragazza scosse la testa e Bulma guardò ciò che stava osservando.
“Bulma … ho fatto un bel casino!”
Disse lei poggiando la fronte sul vetro. Bulma la strinse a sé, capendo al volo il problema dell’amica. Rimasero abbracciate, mentre osservavano: vestitini e carrozzine, per neonati esposti all’interno del negozio. Chichi aveva combinato un bel casino davvero!


Vegeta aveva suonato alla sua porta, lei aveva aperto.
Che diavolo vuoi Vegeta! Vattene!”
Aveva detto lei aprendo la porta, lui era entrato, come aveva fatto la prima volta, e nello stesso modo l’aveva afferrata e baciata.
Lasciami, lasciami!”
Bisbigliò lei sulle sue labbra.
No!”
Sei ancora ubriaco!?”
Vegeta sorrise a quella domanda sibillina.
Sì, ma del tuo odore, del tuo viso, del tuo corpo …”
Aveva detto sbattendola contro il muro, cogliendo quel suo attimo di indecisione, che l’aveva fatta arrossire alle sue parole sensuali e cariche di passione.
Vattene per favore!”
Cercò di respingerlo nuovamente.
Lo so che non vuoi me ne vada. Ti senti sporca a star con me!”
No, Vegeta è perché io non ho bisogno di questo … siamo troppo simili. Soffrirei e basta!”
Lui cominciò a rider di gusto, quella frase gli era sembrata una dichiarazione d’amore.
Tu hai paura di soffrire, per questo mi respingi. Dì la verità … Varza … tu hai già fatto la tua scelta!”
Lei aveva abbassato lo sguardo, non voleva le leggesse negli occhi la realtà dei fatti.
Lasciami andare, non vedi che è come dico io. Finiremo per distruggerci a vicenda!”
L’aveva baciata di nuovo, non voleva sentir le sue parole, non voleva pensare a tutto quello che poteva accadere, anche se sapeva che Varza aveva pienamente ragione.
La stava toccando ovunque, le aveva alzato la gonna, la stringeva a sé più che poteva. Mentre, lei si lasciava andare a quelle carezze proibite, perché Vegeta era per lei una calamita, un vortice che la percorreva, che la spingeva in luoghi infiniti, e la allontanava dalla sua razionalità.
No, no aspetta …”
Disse tra i sospiri, mentre lui le provava a sfilare e sbottonare la camicetta.
Per favore Vegeta, lasciami andare …”
E questa volta era stata decisa, ferma sulle sue decisioni.
Fuori di qui!”
Gli aveva detto perentoria, segnandogli la porta.
Prima o poi mi pregherai in ginocchio per farmi entrare!”
Sì, e come ti avrò fatto entrare ti sbatterò fuori a calci.”

Vegeta sbuffava, come al solito nel suo ufficio, voleva davvero andarsene, era stanco e stufo, ed era annoiato persino. E poi di nuovo che pensava a lei, che alla fine aveva avuto ragione, loro si erano distrutti a vicenda, distruggendo anche Bardack. Beh, certo se l’era cercata, non aveva voluto mollarla. Una chiamata, lo distolse dai suoi pensieri, in quei giorni gli rompevano più del solito.
“Signor Prince, c‘è una signora per lei.”
Signora, quale signora? Si domandò prima di acconsentire al passaggio della nuova venuta, forse era una bella pollastra da sbattersi nel tempo libero.
“Falla passare.”
Quando ella entrò, Vegeta fece cader ciò che aveva tra le mani, sbigottito alla vista di quella nuova insolita presenza.
“… Varza …”







Ciao a tutti non mi dilungo molto, volevo solo ringraziare: elie 84 per avermi inserita tra i seguiti. Grazie a tutti quelli che leggono soltanto.
Volevo chiedervi una cosa, dato che non sono esperta del gergo: ma Varza è una Mary Sue?


Fanny Sonny: ciao, sono contenta che la storia ti piaccia e sono contenta di non averti offeso. Sei proprio una brava persona, tenace e perseverante. Mi raccomando continua così. Purtroppo in queti giorni non ho avuto tempo per recensire le tue storie, ma stai migliorando, e l'unico consiglio che ti posso dare è di caratterizzare al meglio i personaggi, soprattutto quelli nuovi che inventi tu. Concordo con la ragazza che ti ha scritto sul fatto dei personaggi, anche se non sono ancora ben entrata nel gergo del sito, quindi non so dirti se il tuo personaggio è una mary sue. Cmq dagli qualche difetto, e qualche caratteristica caratteriale in più. Baci alla prossima e grazie come sempre.
FavoleVeneziane: ciao, grazie mille per i complimenti ^^ mi commuovi davvero. Sono felice ti sia piaciuto il capitolo scorso e spero anche questo, io ce la metto tutta (no dai potrei far di meglio,dovrei davvero star più attenta!!), per scrivere qualcosa di decente ed originale, spero di esserci riuscita!! Grazie grazie e grazie, per lo sprono che mi dai a proseguire.
Bulmamiky: Ciao! Lo sai che ti adoro profondamente!!!!!! Tu mi capisci sempre, quando leggo le tue recensioni dico: cavolo questa ragazza, mi capisce al volo! Volevo esattamente dare un'idea non favolistica della prima volta! Insomma, sono stufa di vedere film dove va tutto liscio come l'olio ed è tutto perfetto, insomma, nella realtà non è affatto così. Ci sono un sacco di cose che compromettono quel momento, quindi con la nostra Bulma e il nostro amato Vegeta, volevo dare proprio quest'idea. Lei si imbarazza, poiché sperimenta una nuova esperienza che non è esattamente come se l'aspettava. Vegeta è perfetto, ma il momento è stato come dire realistico, li ha fatti scender dal mondo delle nuvole. In quanto a Varza ... beh, che dire ora bisogna solo vedere se farà la scelta con il cuore o con la razionalità! Il prossimo capitolo di fatti si intitola "la scelta" (non quella di Uomini e Donne!! Bah, che schifo!), e scopriremo finalmente chi sceglie Varza, anche se di fatto già sappiamo che Goku è suo figlio, ma ... vedremo!  Grazie mille, mi lusinga tu mi apprezzi come autrice, primo perchè tu stessa sei un'ottima autrice, poi perchè vedermi tra le tue preferite con altre magnifiche ragazze che hanno la passione per la penna, per meglio dire tastiera, non può far altro che rendermi super contenta!! Grazie davvero tanto. 
x
Maia 74: ciao! Come al solito ti ringarzio molto. La scena finale era un misto di sensazioni contrastanti, volevo renderla più realistica possibile, spero di esserci riuscito. E, beh, ogni tanto anche Veggy si dimostra gentile, almeno a letto, se no povera Bulma. per quanto riguarda Freezer, la storia dell'altro erede della madre di Vegeta è scriito nel capitolo "Parlare di nulla", per non farti perder tempo a rileggerlo, Vegeta dice che c'è un'altra persona che eredita la parte di sua madre ed è suo fratello, ma Freezer non ha ancora scoperto chi è! Cosa che farà breve! Quindi i tasselli stanno venendo alla luce. Per quanto riguarda il personaggio che spaventa Varza, lo scoprirai nei prossimi capitoli ... precisamente credo tra due o tre. Quindi abbi fede e pazienza, ne hai già avuta molta per questa storia dal risvolto lento...Tra Bardack e Vegeta non è facile recuperare, ma una persona arriverà in soccorso di Vegeta (questo lo scoprirai nel prossimo capitolo incentrato solo sui genitori). Grazie come sempre! Baci alla prossima!

 

Ciao a tutti, eccomi con un nuovo capitolo incentrato sul passato. Ho ritenuto opportuno non scriverlo in corsivo poichè è tutto sul passato. Ho deciso anche di dividerlo in due parti perchè : 1- non ho molto tempo per scriver, quindi ho mantenuto ciò che avevo già scritto in precedenza, ergo il capitolo è corto. 2- volevo mantener il lunedì come giorno di pubblicazione per questa storia. 3- volevo descriver al meglio i capitoli su Varza. Nel prossimo di fatti scopriremo chi lei davvero sceglierà, se sceglierà ed in parte il suo misterioso passato, quindi dei capitoli impegnativi da scrivere.
Spero che la storia vi piaccia sempre, spero che Varza vi provochi delle sensazioni negative e qualche volta positive. So che non è un personaggio da amare o adorare -anche se con mio sommo piacere ci sono persone che l'apprezzano- quindi non mi stupisco ci possa esser qualcuno la odi profondamente, ma, come dice lei stessa, le persone non si possono sempre apprezzare. Spero che la storia non vi sembri banale, spero che sia realistica e anche un po' cruda, se ci sono errori non fatevi problemi a segnalarmelo.
Vi ringrazio davvero tutti: i lettori silenziosi che mi riempiono il cuore solo leggendo, le persone che seguono e quelle che mi sostengono.
Quindi grazie a tutti quanti.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** La scelta (parte 1) ***


Ciao a tutti, eccomi con un nuovo capitolo incentrato sul passato. Ho ritenuto opportuno non scriverlo in corsivo poichè è tutto sul passato. Ho deciso anche di dividerlo in due parti perchè : 1- non ho molto tempo per scriver, quindi ho mantenuto ciò che avevo già scritto in precedenza, ergo il capitolo è corto. 2- volevo mantener il lunedì come giorno di pubblicazione per questa storia. 3- volevo descriver al meglio i capitoli su Varza. Nel prossimo di fatti scopriremo chi lei davvero sceglierà, se sceglierà ed in parte il suo misterioso passato, quindi dei capitoli impegnativi da scrivere.
Spero che la storia vi piaccia sempre, spero che Varza vi provochi delle sensazioni negative e qualche volta positive. So che non è un personaggio da amare o adorare -anche se con mio sommo piacere ci sono persone che l'apprezzano- quindi non mi stupisco ci possa esser qualcuno la odi profondamente, ma, come dice lei stessa, le persone non si possono sempre apprezzare. Spero che la storia non vi sembri banale, spero che sia realistica e anche un po' cruda, se ci sono errori non fatevi problemi a segnalarmelo.
Vi ringrazio davvero tutti: i lettori silenziosi che mi riempiono il cuore solo leggendo, le persone che seguono e quelle che mi sostengono.
Quindi grazie a tutti quanti.


 FaNnY sOnNy: ciao Fanny, anche io non sapevo che cos'era una Mary Sue, ma, a quanto pare, è un personaggio perfetto che non ha difetti, quindi la mia Varza per deduzione non lo è, poichè è l'incarnazione del difetto. Grazie a te del sostegno che mi dai leggendo le mie storie e lasciando una traccia del tuo passaggio.
 flyvy: ciao! Che piacere ritrovarti e che piacere che segui sempre la mia storia, mi piace esser seguita da persono che scrivono benissimo!!! ^^Sono felice Varza non sia una Mary Sue e mi piacerebbe sapere il tuo pensiero su di lei, quando chiaramente vorrai, mi aspetto anche pareri negativi dato il personaggio e dato anche il capitolo che segue e quello che seguirà. Grazie mille per la tua recensione! Baci
BulmaMiky: ehm, ehm, ehm che dire, sono felice di averti sorpresa, ma sappi che le sorprese non sono finite, ma dovrai aspettare ben due capitoli per saperne di più ... ma so già che tu capirai molte cose, con questo e il prossimo capitolo. Il "ritorno" di Varza sarà un incognita che aleggerà nell'aria in questi due capitoli prima di scoprire questa carta! Mica mi brucio gli assi così XD Ti mando un sacco di baci e ti ringrazio immensamente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ti adoro un sacco! Ah, mi sono iscritta al tuo sito, ma non ho ancora avuto tempo per presentarmi -___- lo farò al più presto, ultimamente non ho molto tempo è giusto che scrivo! Beh cmq sia alla prossima!
FavoleVeneziane ciao, grazie, grazie e grazie!!! cercherò di postar ogni settimana, per darvi sempre più un quadro della situazione, anche se i capitoli saranno un po' corti, ho degli esami! Grazie per il tuo importantissimo sostegno! Bacioni!
Maia74: ciao, come sempre un mega grazie! Cmq, sì Vegeta sa di aver un fratello, e sua madre è morta dandolo alla luce. Ma la situazione la chiarirò solo tra un po', per ora goditi questo capitolo su Varza e le sorprese non sono ancora finite ... la mia mente è più contorta di quello che può sembrare^^ Quindi preparati ho ancora un po' di assi nella manica da sfoderare XD a parte queste cavolate che dico! GRAZIE davvero per il tuo sostegno!!
Enris: ciao, grazie per le segnalazioni degli errori che correggerò quanto prima, non ho ancora fatto in tempo ç_ç
Dimmelo sempre sempre se sbaglio, che io spesso non ci faccio caso, purtroppo. Il colpo di scena non ha ancora fine, ma per ora ho regredito la storia al passato per due capitoli, per farvi capire di più Varza, e anche per farvi penare!^^ Spero che il capitolo di Varza ti piaccia, visto che sei una delle sue poche "fan", non mi stupisce sia detestata ... o non piaccia particolarmente, insomma è tipo odioso!!!!! Cmq il fatto che ti piaccia mi fa immensamente piacere, poichè lei è una ragazza che fa delle cose discutibili, parla in maniera discutibile, ma è un personaggio reale (almeno io la vedo così), ha tutti i difetti e le debolezze di ogni persona! Almeno spero di averla fatta apparire così, è una completa contraddizione debole e forte, spavalda e spaventata, insomma tutti non siamo o una cosa o l'altra, ma siamo un po' tutto. Io generalmente sono sincera, ma alle volte dico anche bugie, che siano a fin di bene o meno non importa sempre bugie restano. Sono forte nei confronti della vita, ma con certe persone, una, sono anche fragile e mi lascio coccolare. Insomma penso che un po' tutti siamo ambivalenti e Varza vuol un manifesto di ciò... Cmq grazie mille per il tuo sostegno, e non importa se non recensisci sempre l'importante è che leggi! Un mega bacio e di nuovo grazie!!!!!

Luna_07: ciao Luna, mi fa piacere legger le tue recensioni di nuovo! Allora ... non posso dirti ovviamente nulla, ma ... ti lascio ancora un po' in dubbio per un po'. Varza sarà la madre di Vegeta e Goku? Sopratutto sarà tornata davvero? Per risponderti dovrai attender ancora qualche capitolo, ma come sai i nodi vengono sempre al pettine. Varza e Vegeta stanno bene insieme perché sono simili, ma forse lei non ha bisogno di quello ... vedremo solo nel prossimo capitolo chi sceglierà davvero, e soprattutto avremo un quadro generico dell'infanzia di Varza. Bulma e Vegeta latiteranno dalla storia per due capitoli e torneranno alla grande per i prossimi in cui le verità verranno a galla. Ho intenzione di finir al più presto questa storia, per dedicarmi di più alle altre! Come sempre un mega grazie! Un sacco di baci!!!!!



La scelta (parte 1)

Varza camminava per il centro, in cerca di qualcosa da indossare, aveva l’armadio vuoto. Non che fosse una che badava molto all’aspetto, ma era pur sempre una ragazza, e qualcosa di decente doveva averlo. I colori che più le piacevano erano il blu e l’arancio, opposti, ma complementari. Strano come di fatto le ricordassero sia Vegeta che Bardack. Sempre a loro andava a pensare. Gli uomini più importanti della sua vita, anche se ora in pochi mesi tutto era andato in fumo. La sua indecisione l’aveva resa schiava dei suoi sentimenti. Ma accidenti lei era sempre stata sola e ora aveva due persone al suo fianco, due persone che l’amavano, in modo diverso, ma l’amavano, e lei li amava entrambi. Forse, per distinguerli l’unico modo che aveva era quello di valutare i suoi atteggiamenti con loro. Con Vegeta era più dura, ma la reazione chimica che c’era tra i loro due corpi era innegabile; con Bardack invece si sentiva libera di esser fragile, libera di piangere, ma non aveva con lui quel contatto febbrile che gli suscitava il corpo di Vegeta. Passione o sentimento? Ragione o irrazionalità? Ecco il suo problema.
“Guarda chi si vede!”
Aveva detto una voce a lei nota, Celipa.
Varza non capiva l’atteggiamento della ragazza, spuntava sempre per dirle delle banalità. Sapeva bene anche lei che non era modo di comportarsi quello che lei usava, ma che ci poteva fare? Più cercava di trattenersi, più le veniva da trattar male le persone, insomma aveva una sorta di ritorno delle sensazioni, ridava indietro tutto quello che riceveva, con gli interessi per giunta.
“Oh, che piacere!”
Disse sorridendole beffarda.
“Sono diventata tua amica tutto d‘un colpo?”
Celipa non si sarebbe lasciata abbattere dalla sua dirompenza, era pronta per la battaglia contro di lei. Varza era però un osso davvero duro.
“No, certo stavo scherzando!”
Disse lei sfoggiando un sorriso terrificante. Celipa pensava che Varza fosse l’incarnazione del diavolo e forse lo era, così insopportabile, così assurda ed istigatrice, o forse no, bhé questo Celipa non lo avrebbe mai saputo, ma lei sapeva una sola cosa , Bardack non avrebbe dovuto cader totalmente nelle sue grinfie.
“Che vuoi Celipa, se devi farmi un‘altra paternale ti avviso: non sono in vena!”
Disse cercando di passar oltre quella fastidiosa ed infantile ragazzina.
“Ti ho visto e ti ho salutato tutto qui!”
Aveva detto girando i tacchi per entrare in un negozio, voleva dimostrarsi forte e come lei, ignorava che Varza non fosse poi così forte.
“Se mi hai parlato è perché volevi dirmi qualcosa … dico bene Celipa.”
Celipa si era girata per guardarla.
“No, nulla. Volevo esser educata.”
“Non esser stupida, io so che mi devi dir qualcosa … se è per Bardack guarda che per me puoi anche cercar di riconquistarlo!”
Celipa impallidì a quelle parole.
“Non ti importa nulla di lui …”
“No, ti sbagli lui è importante per me! Molto più di quanto lo sia per te. Quindi smettetela di giudicarmi, smettetela di guardarmi come se fossi io quella in errore. Il mio comportamento è discutibile, certo, ma voi non sapete nulla della mia vita. Non sapete nulla di me! Quindi smettetela di fissarmi come se fossi una pazza. Io sono io, non cambio per esser vostra amica e non rinuncio a ciò che tengo per voi! Bardack e Vegeta sono importanti per me e voi non me li porterete via in alcun modo!”
Celipa rimase basita a quelle parole. Varza forse non era quella che sembrava.
Varza si girò per proseguir la sua strada, gli era passata la voglia di comprar qualcosa.
“Varza …”
Disse Celipa chiamandola.
“Perché non dai al mondo una seconda possibilità. Se tu ti comportassi diversamente potremmo … potremmo esser amiche!”
Varza si era girata verso di lei, l’aveva guardata e aveva sorriso.
“Grazie per la compassione, ma … sto molto bene sola. Non bisogna esser per forza amici … non ti devi sforzar di apprezzare le persone che non apprezzi. Esci dalla cupola Celipa, il mondo fa schifo, ci sono un sacco di persone cattive, ci sono un sacco di persone buone o che fingono di esser tali. Prendi te stessa perché vuoi avvicinarmi a tutti i costi? Non tutti possiamo esser apprezzati. Io non posso perdonar la vita per quello che mi ha donato fin ora … cioè nulla. Bardack e Vegeta mi hanno capito, non tutti possono farlo e io non ho bisogno di nessun altro!”
Celipa aveva stretto i pugni, era impossibile parlar con lei e far qualsiasi tipo di ragionamento non portava a nulla, anzi aveva odiato il suo modo di avvicinarsi. Non sapeva se quella ragazza respingesse il mondo perché ne aveva paura, oppure perché era talmente piena di sé stessa, e della sua personalità, che stava davvero bene sola. Probabilmente lei era entrambe le cose. Celipa se n’era andata senza aggiunger nulla. Varza aveva sospirato, era contenta di non aver più tra i piedi quella stupida!

Vegeta si alzò tardi, doveva smaltire l’ennesima sbornia, quante ne aveva prese in quel mese, forse troppe. Tutto per colpa di quella stronza. Doveva alzarsi ed andare ad allenarsi per il torneo, non che ne avesse molta voglia. Suo padre bussò alla sua porta.
“Vegeta allora… come va!”
Disse l’uomo poggiandosi allo stipite della porta ed osservarlo dietro le lenti spesse degli occhiali.
“Oh chi si vede! Finiti i viaggi d‘affari?”
Disse il figlio alzandosi e stropicciandosi gli occhi. Che cavolo voleva suo padre ora!
“Certo, sarò a casa per qualche giorno.”
Lo avvertì lui continuando ad osservarlo attentamente.
“Attento, tua moglie si potrebbe portar a letto qualcun altro!”
Il padre rise, guardandolo dritto negli occhi e lisciandosi i baffi grigi.
“Chi ti dice non lo faccia anch‘io!”
Vegeta si era alzato di botto per uscire, suo padre gli dava sui nervi, lo faceva sentire inutile ed inetto, come se avesse sempre ragione lui, avesse sempre la risposta pronta e la sua opinione non contasse nulla.
“Dove vai?”
Chiese il padre guardandolo. Anche il padre di Vegeta si chiamava Vegeta, ma tutti lo chiamavano V, per distinguerlo dal suo stesso padre e dal suo stesso figlio. La famiglia Prince tramandava il nome Vegeta di padre in figlio, quindi i primogeniti maschi si chiamavano tutti Vegeta. Un bel casino insomma!
“Dove mi pare paparino!”
Si vestì in fretta e furia, non voleva stare un secondo di più a parlar con suo padre. Fece per uscir dalla porta, ma il padre impassibile lo bloccò prendendolo per il bavero.
“Lasciami!”
“Se la mia reputazione scade a causa tua, ti assicuro che te la farò pagare cara!”
Vegeta si mosse all’istante afferrandogli il braccio e spintonandolo.
“Ci pensi già da solo “V”!”
Si precipitò giù per le scale e afferrò la giacca in pelle, che la cameriera aveva provveduto a appender nell’armadio apposito all’ingresso.
“E ora dove credi di andare? A bere ancora? Non ti vergogni guarda come ti sei ridotto!”
Gli aveva urlato suo padre, che figlio stupido e degenere, non aveva un briciolo di cervello. Qualcuno interruppe quel quadretto famigliare idilliaco. V guardava suo figlio, poi guardò alle sue spalle quella ragazza dagli occhi scuri e profondi e i capelli corvini. Chi diavolo era e che cosa ci faceva in casa sua? Vegeta si guardò alle spalle, notando il viso sorpreso di suo padre.
“E tu che cazzo ci fai qui!”
Disse Vegeta scocciato più che mai, non gliene andava bene una, in più era pure colpa sua se suo padre gli dava dell’ubriacone!
“Sono venuta per parlarti.”
Disse lei senza scomporsi e senza degnare l’uomo di uno sguardo. V invece continuava a fissarla. Vegeta e Varza si fissarono per lungo tempo.
“Chi è Vegeta? Il tuo nuovo passatempo?”
Disse V ridendo del figlio, sapeva che spesso portava a casa delle ragazze, non che gli dispiacesse, era bello sapere che suo figlio faceva cader ai suoi piedi innumerevoli donne! Era un po’ un orgoglio per un uomo. Finalmente, Varza fisso V e quello che lui vi lesse negli occhi non gli piacque affatto.
“Mi scusi signore, con tutto il rispetto, non sono un passatempo!”
Disse sprezzante come al suo solito sostenendo lo sguardo glaciale di quell’uomo. Ma V era pronto, era abituato a ben altre serpi e quella ragazzina non poteva esser un problema.
“Beh, se pensi che al mio stupido figlio possa importar di qualcuno: ti sbagli di grosso!”
Varza sorrise e non distolse lo sguardo da lui.
“Io penso … che sia lei stupido. Far certi discorsi alla sua età, ma non si vergogna!”
V rimase a bocca aperta, chi era quella stupida ragazzina? Come si permetteva di parlargli in quel modo.
“Ragazzina impenitente! Se ne vada da casa mia.”
Vegeta rimase sorpreso dall’atteggiamento di Varza, ma anche da quello di suo padre, lei gli aveva fatto perder le staffe. Cosa davvero strana ed insolita per lui, incallito uomo d’affari senza scrupoli.
“Papà piantala, deve parlare con me!”
Disse il ragazzo facendosi forza. Lui era forte caratterialmente, ma suo padre era l’unico con il quale non riusciva ad imporsi. Varza però aveva una capacità sensazionale: non aveva peli sulla lingua, con niente e con nessuno!
La prese per il braccio trascinandola fuori di casa.
“Ehi genio! Lasciami andare, mi stai facendo male!”
Vegeta la mollò, uscendo dalla residenza e sbattendosi il cancello alle spalle. Una volta fuori cominciò a ridere sereno. Varza lo guardò sorpresa.
“Che diavolo hai da ridere! Sei impazzito?”
Disse lei prendendo a camminare di fronte lui.
“Nulla, solo: sei stata fantastica!”
Disse con un sorriso, che mai Varza gli aveva visto. La ragazza arrossì. Vegeta era davvero bello.
“Ehi che ti succede?”
Disse lui fissandola con stupore, mentre lei abbassava gli occhi, non riusciva a guardarlo.
“Che volevi dirmi?”
Disse lui sbadigliando e notando solo allora le borse che Varza teneva in mano. Gliele sfilò dalle mani e ricominciò a camminare.
“Ti accompagno a casa.”
Disse aspettando che lei si muovesse. Varza cominciò a camminare al suo fianco, nessuno l’aveva mai definita fantastica.
“Vegeta … ”
Cominciò lei, lui non disse nulla aspettò soltanto che ella continuasse a parlare.
“Io … per ora ho deciso di non scegliere … né te, né Bardack. Non sono pronta per rinunciare a nessuno di voi due. Lo so è un discorso meschino ed egoista, ma non posso far altrimenti. Non ti chiedo di capirmi, non ti chiedo di comprendermi … non riesco neppure io a capirmi, quindi non pretendo tu lo faccia … ma …volevo dirtelo, per essere chiara, per non farti perder tempo. Io non ti tengo legato a me, puoi far ciò che ti pare, non sono la tua ragazza e non lo sarò neanche per Bardack, io vi voglio entrambi quindi non posso dar la priorità all‘uno o all‘altro. Tu dici che io ho già scelto, certo forse l‘ho fatto io scelgo entrambi!”
Vegeta non aveva detto nulla aveva continuato a camminare senza guardarla, senza dirle nulla. Varza non aggiunse altro, capì quello che provava Vegeta in quel momento, quindi decise di rimanere in silenzio.
Arrivarono a casa e Vegeta l’accompagnò, sembrava esser divenuto muto. La strinse tra le braccia, lì sul ballatoio lasciando cadere le borse a terra, Varza si strinse al suo corpo. Avrebbe voluto rimaner così per sempre, coccolata e apprezzata.
“Vegeta … ”
“Io penso di non capir la tua scelta, ma questa volta non voglio comportarmi da stupido. Errare è umano, ma perseverare è da veri stupidi. Quindi … aspetterò, ma non posso prometterti che quando mi avrai scelto, se mi sceglierai, io sarò lì ad aspettarti. Il mondo non gira intorno a te … Varza.”
Si era voltato e se n’era andato. Aveva ragione lui, aveva pienamente ragione, l’avrebbe perso e probabilmente non sarebbe mai più stato suo.

Bardack se ne stava accoccolato sul suo letto, doveva studiare, ma proprio non ce la faceva, si annoiava a morte. Non aveva né sentito né visto Vegeta, non si era neppure presentato agli allenamenti per il torneo. Molto strano dunque. Aspettava ora trepidante Varza, che sarebbe arrivata in suo soccorso per aiutarlo in matematica. Lui davvero non capiva un fico secco.
“Bardack posso entrare?”
Chiese l’autoritaria voce di lei dall’altra parte della porta. La ragazza, per l’ennesima volta era stata molto chiara. Non voleva nessuno dei due, o meglio, voleva entrambi. Bardack non aveva fatto una mossa quando glielo aveva comunicato. O meglio stava aspettando il momento opportuno per agire. Non sarebbe stato con le mani in mano a farsela soffiare. La ragazza senza attender una sua risposta entrò, spalancando la porta. Bardack era ancora sopito a pancia in giù.
“Ciao!”
Disse lui senza muoversi dal letto. Varza incrociò le braccia sul petto.
“Beh, hai intenzione di studiare sdraiato.”
Si avvicinò sedendosi affianco a lui sul letto. Lui si alzò a sedere guardandola negli occhi. Non disse nulla e la fissò solamente. Poi lentamente gli carezzò la guancia e la tirò a sé baciandola. Varza si era irrigidita a quel contatto, ma Bardack non era intenzionato a cedere. Non quella volta. La catturò tra le sue braccia, fino a quando ella non si lasciò andare. Si ammorbidì e si lasciò trasportare da quel momento magico e puro. Con delicatezza la fece sdraiare sul letto, e con audacia le si sdraiò sopra. Varza era incerta sul da farsi, certo le piaceva, ma non poteva farlo altrimenti avrebbe rovinato tutto. Non poteva lasciarsi andare senza riflettere sulle conseguenze. Ma Bardack non le lasciava il tempo di pensare, e cominciò a slacciarle i pantaloni. Le intenzioni erano più che chiare. Continuava a baciarla sul collo sulle labbra.
“Bardack fermati … ”
Disse lei in un sussurro prima che lui le catturasse la bocca di nuovo.
“No, voglio dimostrarti a quanto posso arrivare con te. Quanto mi attrai, quanto mi piaci. Varza io sarò anche uno sciocco, sembrerò buono, ma se voglio una cosa lotto con tutte le mie forze. Con te non ho ancora agito liberamente, sono sempre stato bloccato da altro, ma ora non voglio più non voglio lasciarti andar via da me. Varza io ti ho amato dal primo istante in cui ti ho vista. Non voglio che tu vada con qualcun altro, non voglio pentirmi di non averci provato fino in fondo per averti.”
Varza arrossì, Bardack sapeva sempre dirle le parole che lei voleva sentirsi dire, in quel momento inoltre lei voleva sentirsi amata e lui la stava facendo sentire tale. Ma che cosa avrebbe portato andar a letto con lui. Delle risposte? Avrebbe messo in competizione lui e Vegeta sotto le lenzuola? Perché mai avrebbe dovuto farlo, sarebbe andato oltre l’umana sensibilità, sarebbe stata una mossa egoistica e orribile. Lo abbracciò arrossendo. Aveva voluto mettere delle catene ad entrambi e ci era riuscita, ma ora era sicura di volerli ferire in quel modo? Lei che li amava tanto. Forse, quello che lei sentiva non era amore era un semplice sentimento di possessione, voleva vedere fino a che punto sarebbero arrivati per lei, che orribile sensazione di disgusto provava per sé. Bardack continuava a baciarla mentre lei contraccambiava quel bacio. Che orribile persona, lasciarsi andare a quel modo al primo che le faceva un po’ di moine, al primo che la rassicurava al primo che la stringeva tra le braccia dicendole di amarla. Così aveva fatto con Vegeta, si era semplicemente lasciata trasportare dal momento senza pensare, senza riflettere, perché lei era sola, perché non aveva mai ricevuto amore e ora si sentiva accettata e apprezzata da qualcuno. Bardack era buono, ma temerario, sembrava un codardo, ma lottava per quello che voleva. Le sfilò la maglia lasciandola con solo il reggiseno addosso, lui la guardò la voleva davvero tanto, la desiderava, sapeva che averla in quel momento non equivaleva all’averla per sempre, ma poco gli importava. Si sarebbe pentito amaramente se non l’avesse fatto in seguito. Varza si lasciò guardare, ma gli chiese di abbassar le tapparelle e di chiuder le tende. Al buio lo sporco di cui si stava marchiando le sarebbe sembrato meno rossa. Come una lettera scarlatta scolpita nel suo cuore, quel momento così meschino ed egoistico le avrebbe lasciato il segno per sempre. Bardack la spogliò e si posizionò sopra di lei possedendola con ardore ed amore. Ella si sentiva felice, ma allo stesso modo sporca ed infame.
“Ti amo …”
Disse Bardack, e la voce di Vegeta si sovrappose a quella di lui nella sua mente. Che cosa aveva fatto? Affondò il suo volto nell’incavo tra la spalla e il collo di lui, ansimando e ricacciando in dietro le lacrime. Li aveva fatti cader entrambi nella sua trappola, il problema era che ora lei stessa non sapeva come uscirne!
Il telefono di Varza squillò d’improvviso mentre, adagiata sulla pancia riprendeva fiato e coscienza di sé stessa. Rispose al telefono, la voce di una persona a lei nota le fece spalancare gli occhi incredula.
“Che vuoi ancora da me?”
Disse lei spaventata.
“Lo sai cosa voglio e cosa ho sempre voluto! Voglio te mia cara sorellina Varza!”

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** La scelta (parte 2) ***


 

 

La scelta (parte 2)

Nuda, coperta solo di un lenzuolo, rimase lì ad osservar il soffitto. Il bianco, il vuoto le davano agio alla mente troppo affollata di pensieri contrastanti. La sua vita faceva schifo ed era stata lei a renderla tale. Bardack la guardava perplesso, non capiva che cosa le frullasse nella testa, le carezzò la guancia per farsi guardare da lei, per farsi osservare, e poter leggere nei suoi occhi qualcosa.
Era certo che chi l’avesse chiamata aveva a che fare con il suo triste passato. Non aveva mai raccontato molto di esso, se non quelle poche cose che gli aveva accennato. Varza era una ragazza dura e forte, ma serbava in sé molti misteri e debolezze. Lui era davvero interessato a lei e voleva condividerne i dolori.
“Che succede?”
Le chiese, lei lo guardò dritto negli occhi, Bardack era proprio una cara persona. Lo abbracciò affondando la testa tra sue braccia robuste e il suo petto scolpito. Era davvero misera e fragile, stupida ed incoerente. Aveva detto a Vegeta e Bardack di non aver scelto, ma si era comportata in tutt’altra maniera buttandosi tra le braccia di lui. Chissà cos’avrebbe detto Vegeta.

“Nulla …”
“Varza hai fatto una faccia terribile. Non sei capace di mentire, non sei in grado di farlo. Come con me è con Vegeta … so che è lui quello che ti piace di più.”
Varza rimase ammutolita a quell’affermazione, così Bardack pensava a lei piacesse più Vegeta, così l’aveva portata a letto per farle cambiare idea. Bardack non era affatto un ingenuo.
“Non è forse vero?”

Lei deglutì, non sapeva davvero che cosa dire, non sapeva davvero che cosa provava.
“Forse …”

Bardack batté un pugno sul cuscino amareggiato, lo sapeva in fondo al suo cuore, sapeva che a in percentuale Vegeta era sempre un passo davanti a lui, ma lui aveva qualcosa che Vegeta non aveva, la capacità di ascoltare e comprender le persone. A Vegeta piaceva Varza, ma lui non era in grado di comprendere il suo dolore.
“Beh, comunque chi era al telefono?”
Varza lo guardò negli occhi, quei due cristalli oscuri che la facevano sentire al sicuro e protetta.
“Bardack io …”

Lui le accarezzò la schiena stringendola di più a sé, voleva che lei gli raccontasse tutto.
“Quando sono nata sono stata affidata ad una famiglia ricca e facoltosa … sono stata venduta! I miei genitori non avevano al tempo i soldi per mantenere una figlia, o forse la famiglia che mi ha adottato aveva bisogno di una ragazza di buona famiglia da prendere sotto la propria tutela. Sai, hanno sborsato parecchi soldi per me. Sapevano già che sarei stata una fantastica studentessa!"
Disse scherzando lei, mentre sorrideva della sua schifosa vita.
"Mi chiederai perché? Beh, semplice perché il capo famiglia aveva già due figli, ma divorziò dalla moglie e si risposò … la donna con cui si risposò era sterile e non poteva quindi aver figli. Il problema era che la cosa avrebbe fatto molto parlare, poiché la famiglia di quest‘uomo era molto facoltosa ed in vista e pure un po‘ bigotta. Così, per sedar le voci malevole, acquistarono me!”
Bardack era particolarmente sconvolto, lei era stata venduta? Ma era una cosa incredibilmente orribile, eppure era una cosa reale.
“Non so quanto sborsarono per avermi, ma penso molti soldi. Vedi è per questo che non ho mai cercato la mia famiglia. Quali orribili persone vendono la propria figlia … onestamente non ho alcuna intenzione di aver a che fare con simili persone. Puoi immaginare che razza di vita ho avuto. I miei fratellastri erano disgustosi e meschini … soprattutto il maggiore. Lui si innamorò di me, mi voleva a tutti i costi. Fin da quando ero piccola mi hanno presentata come loro sorella, ma non lo ero quindi dentro le mura domestiche era tutt‘altra cosa. La madre che mi era stata data, per così dire, non mi voleva affatto, era chiaro ... non ero davvero sua figlia ero una copertura. L‘unico con cui avevo un rapporto era mio fratello minore, o meglio era l’unico con cui parlassi … è stato lui a farmi fuggire.”
Bardack continuava a fissarla, era incredibile la sua storia.
“Come fuggire?”
“Sì, ecco vedi … il maggiore mi voleva davvero e … tentò di avermi …”
“Mio dio Varza … lui, ti violentò?”
“No, non ci riuscì, ma arrivò a poco dal farlo. Bardack lui mi ha baciata, mi ha toccata … ma non … ”
Calde lacrime sgorgarono dai suoi occhi, alle volte si sentiva così debole e fragile e, al ricordo di quell'avvenimento non poteva far altro che sentirsi sporca. Bardack l’abbracciò.
“Mi dispiace, mi dispiace tanto …”
Le sussurrò all'orecchio, carezzandole i capelli.
“Io ero ingenua, quindi andai da lui e lui mi spogliò, lui … Ah, che schifo, sento ancora le sue luride mani addosso. Io riuscì a colpirlo …riuscì a fuggire, svestita e piena di graffi per la lotta. Fu mio fratello minore ad aiutarmi. Non perché volesse davvero farlo, ma odiava suo fratello. Lui avrebbe preso il posto di suo padre a capo dell‘azienda e lo detestava per questo, poiché non sarebbe stato altro che una spalla per lui, quindi mi aiutò a fuggire! Io scappai lontano, ero spaventata ero terrorizzata.”
“E‘ lui ora che ti cerca?”
“Sì, purtroppo è lui. Non mi vuole più, ma vuole solo che io gli ridia indietro i suoi soldi. Vedi Bardack prima di fuggire volevo fargliela pagare, quindi gli rubai molti soldi. Volevo una vendetta e anche se era poco non potevo far altro. Il perché non mi abbiano ancora punito non lo so con precisione, ma so che lo fanno per l‘immagine, io figuro pur sempre come loro figlia e tenendomi lontana comprano il mio silenzio, insomma il futuro proprietario dell‘azienda che tenta di stuprare sua sorella minore, per giunta minorenne all‘epoca, non sarebbe affatto una buona pubblicità. A me tutto sommato non va affatto male, insomma l‘importante è che non li vedo … e che sto lontana da loro…”
Bardack si sistemò meglio il cuscino dietro la testa rimuginando sulle informazioni che aveva ricevuto.
“Varza, ma è una storia incredibile!”
Disse il ragazzo che ancora non ci credeva. Varza sorrise, le piaceva il suo modo di non compatirla mai.
“Sì, credici vorrei anch‘io fosse frutto della mia immaginazione.”

Vegeta aveva ripreso la sua normale vita, continuava ad uscire con molte ragazze e faceva di tutto per farsi notare da Varza e in loro compagnia, contava di farla ingelosire.
Stupida tattica forse, ma l’unica che gli sembrasse efficace.
Bardack gli sembrava più sereno. Non sapeva cosa fosse successo tra loro due, ma forse era riuscito ad ottenere qualcosa in più di lui.
Non poteva crederci, si sentiva lui in vantaggio in quella guerra, invece per quanto riguardava quell'istante mentre li guardava insieme sorridenti e complici, si sentiva il numero due. Vederli così era come esser sconfitto, schiaffeggiato e deriso. Baciò la ragazza bionda che aveva davanti a sé senza pensarci.
Varza non era l'unica al mondo.
I mesi passavano e presto sarebbe giunto il momento del torneo.
Strinse quella ragazza a sé immaginando fosse lei, immaginando i suoi capelli, la sua bocca il suo corpo ancora troppo acerbo per la sua età. Ma dannazione, quella ragazza portava un quarta, come faceva ad immaginarsela! Dannata Varza, e la sua schifosa seconda, lo tormentava ovunque.
Varza nel frattempo lo guardava da lontano, lo guardava che baciava le altre, che si faceva veder accompagnato da loro, si faceva trovare spesso in aula con quelle che erano il suo passatempo preferito, ma lei cercava di dimostrarsi impassibile, non doveva cedere alle sue provocazioni.
Nel frattempo studiava per gli esami, che sarebbero a breve giunti, aiutando Bardack a studiare, lui ne aveva bisogno e a lei non dispiaceva aiutarlo. Non aveva mai fatto molta fatica a studiare, era molto brava in tutte le materie. Avrebbe dimostrato alle altre ragazze della scuola che era migliore di loro anche in quello.
Quel pomeriggio però aveva voglia di star sola e di pensare a ciò che voleva far della sua vita, così si recò nel suo luogo preferito, quell’antro di mare dove poteva rimanere sola ad osservar la natura. Dove Vegeta l’aveva baciata.
L’aria fresca della primavera le portò l’odore salmastro mischiato all’odore di lui.
Vegeta era li, Vegeta seduto su di una stuoia che fissava il mare. Era bello, bello da morire.
Varza si avvicinò a lui calamitata dal suo corpo. Ricordava tutto di lui, il loro primo bacio, il sapore che aveva, com’era vestito, come brillavano i suoi occhi durante la loro prima volta.
La sua prima volta, quando lui l’aveva fatta sua e le aveva detto che l’amava.
“Vegeta …”
Disse lei, lui la guardò stupito, sorpreso, con quegli occhi da bambino che raramente mostravano l’ingenuità del ragazzo. Lei si sedette al suo fianco. Era innegabile quello che provava per lui, non poteva più negarlo a sé stessa. Non poteva più far finta di nulla, l’aveva visto con altre e ne aveva sofferto. Perché le mancava il suo corpo, perché lo desiderava davvero. Lui così simile a lei, lui che aveva mille difetti, come i suoi. Vegeta senza dir nulla si fiondò su di lei e la baciò, il suo corpo aderiva perfettamente a quello di lei, lo desiderava follemente. Si sentiva come in astinenza. Varza cinse la sua vita con le sue gambe, mentre lui la carezzava e la baciava dappertutto. Aprì la sua camicetta catturandole i seni, per poi slacciarsi i pantaloni e spingersi con foga in lei, scostando le mutandine da sotto la gonna. Si era lasciata andare alla passione dirompente, al desiderio di lui. Che razza di donna immorale era divenuta.
Affondò le sue unghie nel suo collo, mentre lui la stringeva sempre di più.
“Ti amo … ti amo davvero Vegeta.”
Disse lei al culmine della passione, ormai non aveva scelta, non avrebbe potuto far altrimenti.
“Alla fine ti sei decisa ad accettar i tuoi sentimenti …”
Disse lui accasciandosi stremato su di lei. Lei lo baciò senza dir nulla.
“Era ora …”
Disse Vegeta sorridendole.

Il torneo era arrivato e il momento di svelar la realtà dei fatti era giunto. Bardack avrebbe saputo la realtà. Fecero una foto insieme prima del torneo, prima di romper per sempre i loro rapporti, prima di andarsene ognuno per la sua strada.
I due ragazzi vinsero il torneo, con la loro squadra erano i più forti, erano i più temerari, gli unici che avessero davvero un modo speciale per combattere.
“Bardack ti devo parlare ”
Disse la ragazza, cercandolo e portandolo lontano dalla gente. Camminarono a lungo in silenzio, fino a giunger su quella spiaggia. Dove il mare increspava le sue onde.
Dove avrebbe detto addio alla sua storia con Bardack, forse, solo per ora.
“Io … Bardack io, scelgo di star con Vegeta …è inutile che continui ad ingannarmi è vero quello che tu mi hai detto una volta, io non riesco a resistergli, non riesco a non volerlo …”
Bardack la lasciò parlare, sapeva in cuor suo sarebbe finita così, sapeva che sarebbe andata da lui.
“Bardack io vorrei …”
“Non dire cazzate tipo rimaniamo amici o stronzate varie… non è possibile! Va da lui soffrirai, ma se è quello che vuoi va! Io non starò qui ad aspettar che tu cambi idea io non starò qui con le mani in mano e soprattutto non mi piangerò addosso. Ho fatto quel che dovevo fare, l‘ho fatto e non me ne pento!”
“Bardack io … mi dispiace.”
“Sappi solo che per me è come se voi due non esistiate più, come se foste morti! Non mi rivolgere più la parola, forse ti sei meritata la vita disgraziata che hai avuto.”
E se ne andò. Senza degnarla di uno sguardo.

Passò un po’ di tempo, il giorno dei diplomi Varza era stata premiata come miglior studentessa.
La sua storia con Vegeta aveva fatto scalpore, la sua storia con il ragazzo più ricco della città destava molti brusii. Primo Varza era l’unica avesse mai avuto con lui una relazione stabile ed era l’unica cui fosse concesso dargli degli ordini. Le male lingue si sparsero alla velocità della luce ed in breve tempo lei divenne una "
femmé fatale" che aveva concupito il più ricco per soldi. Varza non badava alle critiche, non le importava nulla della gente, l’unica cosa che gli importasse era Vegeta e … il pensiero di Bardack, che ormai non conosceva poiché il ragazzo le aveva tolto il saluto. Si era fidanzato con Celipa, la quale gli stava appiccicata come una sanguisuga.
“Che hai?”
Le chiese Vegeta al suo fianco, erano nel loro luogo, il loro angolo di paradiso: la spiaggia.
Le scostò i capelli dal viso, per metterli dietro l’orecchio.
“Nulla …”
“Dai dimmi che succede …”
“Pensavo a come faremo per l‘università”
“Ci andremo insieme!”
Disse lui con un sorriso, da quando stava con lei sorrideva spesso, la sua vita sembrava migliorata.
“Sì, mi piacerebbe molto”
Disse abbracciandolo, anche lei era felice, anche se una fitta al cuore le prendeva quando pensava a Bardack. Li amava davvero tutti e due, talvolta le mancava davvero tanto.
“Ti amo Varza, ti amo tanto! Sei l‘unica cosa bella della mia vita …”
La stringeva a sé felice, la stringeva perché non voleva lasciarsela sfuggire, voleva passar la sua vita con lei, invecchiare con lei, avere dei figli, sarebbe di sicuro stato un padre migliore del suo. Voleva aprire un azienda, suo padre costruiva materiale ginnico, panche, spalliere, pesi. Lui avrebbe potuto aprir una catena di Dojo.


Bardack aveva scelto la facoltà universitaria da frequentare l'anno successivo ed era convinto che anche Vegeta avesse scelto la stessa, si sarebbero di sicuro rivisti. Poco male l’avrebbe schiacciato in ogni esame, avrebbe dimostrato di esser lui il migliore, anche se Varza aveva scelto lui. Aveva scelto un piccolo appartamento da condividere con Celipa, che era divenuta la sua ragazza. Era piccolo, ma sarebbero stati comodi insieme. Ogni tanto si chiedeva se Varza avesse risolto la situazione con i suoi famigliari, ogni tanto si chiedeva se con Vegeta fosse felice. Aveva trovato un bel lavoretto part time in un market e avrebbe in questo modo pagato l’affitto, suo padre voleva dargli i soldi, ma Bardack non voleva. Doveva cavarsela da solo. Celipa era molto carina con lui, ma Bardack non aveva dimenticato Varza; era già passato un anno.

Un giorno l'ingenuità di Bardack la pagò a caro prezzo, stava girovagando per il parco di Satan City dove si erano trasferiti tutti per frequentar l’università. Persino Varza e Vegeta erano lì, difatti come previsto frequentavano lo stesso corso, ma si vedevano di rado e non si parlavano affatto! Ognuno dei due viveva con la propria fidanzata, ma solo Vegeta aveva avuto ciò che volevano entrambi: Varza. L’oggetto dei suoi pensieri si figurò davanti ai suoi occhi… lei. I capelli neri erano raccolti in una coda alta, i suoi occhi severi e vigili erano fissi su di un libro che stava avidamente leggendo. Varza era davvero una ragazza affascinate. Si sedette affianco a lei, senza dire una parola. La ragazza, senza distogliere lo sguardo dal libro, con la coda dell’occhio scrutò il nuovo venuto.
“Hai deciso di non considerarmi più morta?”
Chiese lei fissando dritto davanti a sé.
“Diciamo che avevo bisogno di un‘opinione onesta e sincera …”
Varza si sforzava di non incrociare i suoi occhi, certo aveva scelto Vegeta, ma Bardack non era mai scomparso dal suo cuore e gli voleva sempre molto bene. Era stato un cardine della sua vita e l’aveva sostenuta nella maniera più egregia, cosa che spesso Vegeta non faceva. Non voleva rimproverarlo per questo, ma … ma alle volte era troppo egoista ed egocentrico, per certi versi gli era bastato vincerla e spesso non si prendeva la briga di coltivare quel loro amore malsano. Alle volte Varza si sentiva scivolar via dalle sue braccia per via di questo egoismo che lo portava spesso a non badare alle sue lamentele sul suo comportamento, ma ad aver la ragione dalla sua parte. Non che volesse tornar sui suoi passi sia chiaro, ma Vegeta era spesso troppo preso da sé stesso per accorgersi di lei. L’amore spesso non basta a coprire dei vuoti che si lasciano incustoditi, essi rischiano inevitabilmente di divenir delle voragini incolmabili.
“Dimmi …”
Disse la ragazza che aveva voglia di parlare con Bardack, dopotutto era pur sempre uno degli uomini della sua vita.
“Ho messo incinta Celipa!”
Varza finalmente lo guardò negli occhi. Da un lato era ferita, si sentiva tradita, ma dannazione non era il suo ragazzo, dall’altro lato era stupita da quella dichiarazione.
“Che cosa?”
“Ehm si … cazzo, Varza! Non so cosa fare!”
“Beh, che vuoi fare, la frittata l‘hai fatta!”
“Lo sapevo mi avresti detto una cosa del genere!”
Risero insieme. Era bello tornare a parlarsi.
“Credo sia importante che tu ti prenda le tue responsabilità!”
“Sì, lo credo anch‘io!”
Poche parole erano bastate per tranquillizzare il ragazzo, o meglio aver la conferma di ciò che pensava. Aveva fatto una cazzata un po’ troppo giovane, ma ormai era fatta, non poteva far altrimenti.

Celipa partorì il bambino, Radish il suo nome, Bardack nel frattempo ebbe terminato gli esami e decise di aprire un Dojo nella città dell’Ovest. Vegeta e Varza terminata l’università decisero di metter su insieme una società, Vegeta con i soldi di suo padre e Varza … beh, aveva un tesoretto dalla provenienza misteriosa. Il padre di Vegeta costruiva materiale ginnico, quindi fece leva sul padre perché gli fornisse il materiale sufficiente per creare il suo impero di Dojo. Voleva batter Bardack anche in quello. Voleva batterlo su tutti i campi: lavoro, amore. Vegeta era ingordo e forse fin troppo. Varza dal suo canto cercava di sostenerlo il più possibile e svolgeva lei stessa le mansioni di gestione delle varie situazioni: le finanze e i punti di vista economici, la scelta del materiale, e quando il tutto si fu avviato, selezionò anche il personale. Vegeta invece cercava di mantenere tutto sotto controllo, infondo la maggior parte del capitale investito proveniva dalle sue tasche, quindi si poteva permettere di non muovere un muscolo. Varza presa dall’euforia, non si rese conto di essersi lasciata troppo scoperta … così la sua famiglia adottiva si fece risentire nuovamente.
Disperata e senza alternative contattò Bardack.
Si trovarono ad un caffè per discutere sul da farsi, ma quello che non sapevano era che da quel momento tutto sarebbe finito per loro, o meglio tutto sarebbe inesorabilmente crollato.
“Varza allora che cos‘è successo?”
Il ragazzo impaziente si fiondò su di lei per saperne di più, lei gli aveva accennato poco e niente per telefono, gli aveva solo detto che aveva bisogno di lui.
“Ti hanno fatto del male?”
Scosse la testa abbassando gli occhi, non poteva raccontare a Vegeta ciò che aveva fatto, l’avrebbe sicuramente ammazzata.
“E allora che è successo?”

“Ecco Bardack io … io ho fatto una stupidaggine!”
Parlò con il ragazzo a cuore aperto, ed insieme cercarono una soluzione.
Però, qualcuno da lontano li aveva scorti e ne era rimasto sconvolto.
Buttò a terra la sigaretta tornando sui suoi passi. Questa l’avrebbero pagata cara entrambi.

Varza rincasò a sera tarda, era molto serena rilassata e per certi versi felice. Vegeta era stato in qualche modo tutelato da tutta quella cavolata che aveva fatto e Varza ne era felice.
Bardack era davvero un’ottima persona! Con il sorriso sulle labbra entrò nell’appartamento, il loro appartamento. Quanto le piaceva rincasare e trovare qualcuno ad aspettarla oppure, aspettare quel qualcuno, con la cena pronta in tavola, con il cuore colmo d’amore per lui.
Ma quella sera un forte odore di vaniglia le entrò nelle narici appena varcata la soglia.
Una sensazione di disagio e di disgusto pervase tutto il suo corpo.
Una borsetta rossa, non sua, era stata lasciata all’ingresso.
Varza tolse le scarpe ed affievolì il suo passo, voleva sentir qualcosa, voleva sentir le parole, le voci, ma nulla. Si avvicinò alla stanza e all’odor forte del profumo si mischiava quello del tabacco, quello di Vegeta. Non poteva crederci eppure … non stava sognando, eppure tutti i dettagli lasciavano presagire il peggio.
Le veniva da vomitare, quel odore era disgustoso, se c’era una cosa che odiava era la vaniglia, così dolce, così diversa da lei. Varza però voleva veder con i suoi occhi, voleva sentir con il suo naso, parlare davanti alle sue iridi oscure e insultarlo, odiarlo, per quello che le aveva fatto.
Aprì la porta.

Una donna dalla pelle lattea e i capelli biondi baciava appassionatamente il suo ragazzo, il suo Vegeta. Sentendo la porta aprirsi i due si erano staccati e la donna si era coperta con il lenzuolo, sviscerando un gridolino.
“Ma chi è questa?”
Chiese la donna che evidentemente non conosceva la ragazza del suo amante occasionale. Varza scrutò tutti i particolari: quella donna avvenente e disgustosa nel suo letto, i suoi vestiti sparsi per terra, gli occhi di Vegeta fissi su di lei, il suo sguardo furbo e il suo ghigno malefico.
“Pensavo saresti tornata più tardi!”
Disse lui cercando i boxer per infilarseli, voleva farla arrabbiare, scalfire la sua corazza, farla piangere, farla soffrire così come aveva fatto lei con lui. Perché era andata da Bardack? Cos’aveva più di lui?
Varza rimase interdetta. Vegeta l’aveva tradita, aveva sporcato il suo letto, la sua casa.
L’odore di sesso che emanava quella stanza le aumentava la nausea.
“Esci fuori di qui puttana!”
Aveva detto alla donna intimandole di uscire.
“Ma come ti permetti? Vegeta dille qualcosa.”
Ma lui non la guardò, era intento a fissare la donna che amava, che odiava, che era una nemesi per lui.
“Vattene non ho più bisogno di te!”
Le disse e la donna si rivestì veloce, quella situazione era scomoda e quei due sembravano due matti.
Varza senza dir nulla aveva preso una borsa dall’armadio e cominciò a riempirla.
Vegeta l’afferrò per un braccio buttandola sul letto.
“Non hai nulla da dire eh!? Come sta Bardack? Ci sei andata a letto!”
Varza sgranò gli occhi, che razza di idiota, li aveva visti e ne aveva tratto le conclusioni. Lo odiava a morte. Lo colpì con forza, sul viso.
“No, razza di deficiente. Io non sono come te!”
“Invece sì, l‘hai già fatta una cosa del genere.”
Lei l’aveva scansato nuovamente, quanto lo detestava, l’aveva davvero ferita.
“Con la differenza che io non stavo con nessuno!”
Continuò quello che stava facendo, riempì la borsa, chiuse la zip. Non aveva messo molte cose, ma se ne doveva andare.

“Dove vai adesso?”
Lei si era girata l’aveva guardato negli occhi, non aveva versato una lacrima, era troppo ferita per farlo, era troppo ferita per lasciarsi andare. I suoi occhi erano accecati dalla rabbia, voleva solo la vendetta.
“Come mi hai detto tu una volta ora vado a gettarmi tra le braccia di un altro … così Vegeta siamo pari! Ma d‘ora in poi non voglio più vedere la tua faccia, non voglio più che mi parli. Hai fatto bene a far quello che hai fatto, hai fatto bene a farmi vedere ciò che sei. E ora mantengo la mia promessa … e ti sbatto fuori a calci, ma non dalla mia casa … dalla mia vita!”

Ed era uscita sbattendo la porta, Vegeta si era aspettato una cosa del genere, ma dannazione pensava … pensava che fosse la cosa giusta, lei era stata con Bardack. Invece era giunto ad una conclusione affrettata, era davvero troppo impulsivo. Ma, come si suol dire, dai propri errori non si impara mai!

Bardack l’aveva accolta come un cane randagio per cui si ha compassione, ma anche come la donna che da sempre ha amato. L’aveva abbracciata, l’aveva baciata, l’aveva sollevata di peso e portata nel suo letto, quello che condivideva con Celipa, che non era a casa, era via con loro figlio. Si stava pentendo delle sue azioni, certo, si pentiva mentre le faceva, ma aveva un necessario bisogno di farle, solo poi avrebbe pensato alle conseguenze, a ciò che veniva dopo, a quello che sarebbe successo con Celipa, con Varza e anche con Vegeta. In quel momento però pensava solo a lei che lo stava facendo perché era frustrata, perché si era sentita tradita, ma nonostante queste motivazioni lui sapeva ancora di poter combattere e di averla. Perché poi dannarsi l’anima per una che il cui unico scopo nella vita era dimostrare la sua superiorità sul prossimo? Lei voleva dimostrare con quel gesto di esser più forte degli altri e di non soffrire, ma soprattutto voleva dimostrare a Vegeta che sapeva fargliela pagar cara. Bardack era consapevole di tutto questo, ma pur sempre aveva scelto di reggerle il gioco, perché gli faceva comodo ed averla al suo fianco avrebbe fatto fuggir un impiccio che si era costruito in quegli anni: Celipa. Armati del loro egoismo avevano consumato la loro vendetta verso persone a loro care, che in un modo o nell’altro li avevano legati e fatti soffrire, consumando quella notte d’amore.

Celipa appreso il ritorno di Varza se n’era andata con il piccolo Radish. Celipa pensò che in fondo Varza avesse ragione, che le persone non sempre ti possono piacere, anzi alle volte scopri di odiarle sempre di più. Vegeta non si era fatto sentire nei mesi a venire, non aveva cercato Varza sapendo bene quello che aveva fatto. Divorato dal rimorso delle sue scelte.
Ma un giorno Varza tornò nell’appartamento di Vegeta per prender un po’ di cose sue. E li si erano ritrovati. Varza pensava non vi fosse nessuno in casa dati gli impegni di lui, ma evidentemente si sbagliava. E quando lui rincasò si ritrovarono faccia a faccia.
Varza non disse nulla, Vegeta la guardò per tutto il tempo rimanendo immobile.
“Tornerai da me … prima o poi!”
Lei rise a quelle parole di lui.
“Beh oppure sarai tu a farlo, supplicandomi di tornar con te. Perché sei troppo stronzo e solo per poter star con qualcun altro.”
Lui l’afferrò facendola voltare verso di sé.
“Lo sai che tornerai, lo sai che puoi amare solo me. Lo sai che io amo solo te! Non ti illudere di star con qualcun altro!”
Varza lo guardò dritto negli occhi, seria con uno sguardo risoluto che Vegeta non gli aveva mai visto.
“Vegeta, io sono incinta …”
E solo allora si rese conto di averla persa per sempre.










Che dire capitolo che spiega il titolo della storia, anche se l'ho sempre un po' citato all'interno del racconto. Insomma forse avrei dovuto chiamarlo superbia o superiori oppure non so!
Cmq spero il capitolo vi abbia coinvolto nella situazione e che vi abbia lasciato qualcosa.
Vi ringrazio infinitamente tutti!


X Fanny Sonny : ciao, come sempre mille grazie, quanto prima leggerò le tue storie e ti darò un sincera opinione, come sempre. Baci alla prossima^^

x BulmaMiky : Ciao cara! Non ti dico nulla, ma le tue speranze verranno chiarite con il finale di questo capitolo, svelandoti una parte della storia, ma lasciandoti un nuovo dubbio. Sono proprio sadica! Spero che il capitolo ti sai piaciuto! Nel prossimo tornerà un po' d'allegria, che non guasta mai, con il nostro Vegeta e la nostra Bulma! Non mi manca poi molto per il finale ... spero di raggiungere al più presto il traguardo! Questa sarebbe ufficialmente la mia prima storia finita, nel senso di storia personale! Un bacio e mille grazie come sempre!

X Maia 74 : Eh la famiglia Prince è un po' complicata e menefrghista ... insomma lo dimostra bene il signor "V" ma Vegeta senior non sarà da meno odiando il figlio. Che come abbiamo capito alla fine finisce per comportarsi come il padre! Benchè lui stesso non voglia. Varza è una persona un po' particolare, forse per certi lati del carattere mi somiglia, per altri è completamente all'opposto di me ... volevo creare un personaggio da odiare ed apprezzare allo stesso tempo, una che dice la realtà senza vergognarsene, ma che poi cade in contraddizione da sola, non riuscendo a gestire i suoi sentimenti! Cmq i giorni alternati non sono una cattiva idea XD. Grazie mille per le tue splendide recensioni! Un bacio alla prossima!

X Luna_07 :prima o poi sarebbe successo, in realtà ancora non sapevo quando farlo succeder, ma mi sembrava il momento giusto per farlo accadere.(che frase ripetitiva ho scritto?) Guarda Varza non piace poi molto neppure a me, le sue scelte ed indecisioni sono forse troppe non è facile da comprendere. Volevo appositamente creare un personaggio del genere. Quindi comprendo non ti piaccia totalmente. Poi, con questo nuovo capitolo la sua situazione si aggrava, ovvero è ancora più contorta e assurda! Mi fa piacere che il mio Vegeta Senior ti piaccia, e sì spiace anche a me per lui, ora che ama davvero l'ha presa in quel ... Baci alla prossima grazie come sempre!

x Flyvy : ciao, bene come rispondere alla tua splendida recensione...come prima cosa davvero scusami non era mia intenzione metterti in difficoltà! Come seconda cosa hai scritto davvero delle cose bellissime sulla mia storia. Un analisi stupenda e ... insomma hai capito perfettamente il mio messaggio. Varza non l'ho creata per esser apprezzata e di fatti come dici ben tu dinnanzi alla disfatta avrà una reazione che creerà la catastrofe che si lascia presagire paralizzandola in un buco senza uscite. Bardack, Vegeta e Varza sono tre personaggi estremamente egoisti ... tutti e tre senza esclusione di colpi, il problema è che a farne le spese saranno altre persone innocenti,che inevitabilmente si trovano coinvolte nella situazione! Nessuno dei tre fa il bene per qualcun altro, ma tentano tutti di raggiunger il loro scopo ...i mezzi con i quali lo fanno sono poco importanti! Per l'influenza che puoi darmi non ti preoccupare, scrivi tranquillamente ciò che pensi come e soprattutto quando vuoi! Io la storia l'ho già in mente quindi nel bene o nel male proseguirà come ho già stabilito! Quindi posso solo ringraziarti per la tua splendida recensione. Baci alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Due ***


Due 

Bulma osservava attentamente fuori dal finestrino, i campi ricoperti di neve riempivano il suo sguardo azzurro come un cielo che ora non era visibile, ma ricoperto di nubi grigie. Goku e Bulma viaggiavano seduti l’uno affianco all’altro. Goku aveva sentito per sbaglio una conversazione di suo padre con la madre di Radish e aveva spifferato tutto a Bulma. Ciò che aveva sentito era che suo padre sarebbe andato a casa di “V” e Goku sapeva bene chi fosse quell’uomo singolare e dispotico: il nonno di Vegeta.
Il perché suo padre andasse proprio da lui non lo aveva capito poi bene, ma era certo che suo padre fosse a conoscenza di tutte le vicissitudini del suo vecchio amico, con la famiglia Ice. Quello che non capiva era il perché di quel viaggio e cosa si aspettasse suo padre da “V”. Così aveva chiamato Bulma ed insieme erano diretti verso la città del Sud, Bulma aveva acconsentito immediatamente, vista la sua relazione con Vegeta voleva anche lei tirarlo fuori dai guai tanto quanto lo voleva Goku. In quei giorni aveva provato ad avvicinarlo in tutti i modi, ma Vegeta era più duro del marmo, e lo scansava sempre. Anche se doveva ammettere che in quei mesi avevano parlato molto più del solito, grazie al sostegno di Bulma. Ecco forse Vegeta aveva proprio bisogno di questo: di un sostegno e Bulma per lui ora lo era.
Che ne fosse innamorato? Bah, chi può sapere che cosa passa per la testa di Vegeta!
Forse solo Bulma, poiché per quanto si sforzino di non sembrarlo quei due sono dannatamente uguali. Bulma al suo fianco fissava pensierosa l’esterno.
“Tutto bene?”
Le chiese Goku un po’ preoccupato. Bulma lo guardò con la coda dell’occhio annuendo ed accennando un leggero sorriso. La rivelazione di Chichi era stata per lei una forte sorpresa, Goku non era ancora a conoscenza del fatto e questo contribuiva a renderla nervosa. Odiava mentirgli, ma in quel caso non poteva far altro che star in silenzio e sostenere l’amica. Poi, doveva concentrarsi su Vegeta, voleva a tutti i costi sistemare la faccenda degli Ice, non sapeva ancora come ma, in qualche modo doveva fare. Fossilizzarsi sul punto che a casa sua era al sicuro non aveva poi molto senso, le questioni in un modo o nell’altro vanno affrontate e quello forse era il momento giusto. Bulma ne era fermamente convinta, Vegeta era suo, il suo ragazzo per certi versi ma, non era ancora libero dalla tristezza che lo circondava, non era libero dalla sua triste infanzia, dalla sua solitudine. Chissà poi chi era sua madre? Non ci aveva mai pensato, lui le aveva svelato fosse morta e che Goku era già a conoscenza di tale sciagura. Accidenti a lei e al suo egoismo, millantava di esser intelligente e perspicace, ma si era sempre e solo interessata a sé stessa. Certo anche Vegeta le interessava, ma per averlo tutto per sé perché se n’era innamorata, ma di lui di fatto che cosa sapeva? Si sentì esattamente come si era sentita tempo addietro con Goku: di non esser una buona persona, di interessarsi solo ai suoi scopi. Anche ora che stava facendo quel viaggio solo per lui … in realtà lo stava facendo per sé, poiché l’unica cosa che voleva era averlo al suo fianco. Ricordò d’improvviso una frase che le aveva detto Goku:

“Eravamo nervosi tutti e due … sarebbe successo comunque …”
Che razza di amica, non aver analizzato quelle parole, non aver cercato il pelo nell’uovo di quella situazione, i loro padri che si odiavano, loro due che si facevano una lotta continua dettata da un rancore lontano. Perché accadeva tutto ciò che cosa c’era sotto? Bulma non se l’era mai chiesto eppure era piuttosto evidente che quell’odio reciproco, fosse il peso di una colpa celata nei loro cuori. Vegeta lo rendeva evidente, ma anche Goku non era da meno, come gli aveva detto Vegeta la prima volta che si erano scontrati … Goku non era certo rimasto fermo a prenderle.
Certo che quei due in certe cose erano proprio uguali.


Prese di nuovo in mano il test di gravidanza, aveva buttato li la cosa a Vegeta, ma non era poi certa di esserlo davvero. Non era certa … ma dannazione, non le arrivavano e si sentiva tutti i sintomi. Voleva ferir Vegeta dicendogli di esser incinta, voleva ferirlo e basta, perché lui le aveva fatto del male, lei l’aveva scelto lei lo amava e ora cos’è era rimasto di quell’amore? Nulla.
Forse non c’era mai stato nulla, forse il loro sentimento era fatto di illusioni.
Positivo”
Disse appoggiandosi alla parete di piastrelle del bagno. E così era vero … e così aspettava un bambino. L’unica cosa che si chiedeva era … di chi fosse quel bambino. Si accasciò al suolo cominciando a piangere priva di forze. Che schifo, che razza di donna non conosceva la paternità del proprio figlio, che razza di donna si comportava in quella maniera. E ora che cos’avrebbe detto a Bardack, che parole avrebbero potuto uscire dalla sua bocca. Lui che era stato così dolce, lui a cui aveva rovinato la vita con la sua sola presenza. L’aveva indotto a mollar Celipa per il suo stupido egoismo, non contando che lui aveva già un altro figlio e ora che cosa poteva dirgli: “Aspetto un bambino, ma molto probabilmente è di Vegeta!”
Non sapeva il perché, ma si sentiva che era così, suo figlio probabilmente non era di Bardack, ma di Vegeta. E ora cos’aveva fatto… aveva fatto creder a quest’ultimo di averla persa per sempre, gli aveva fatto credere una cosa non vera … aveva allontanato un padre dal suo stesso figlio. Se solo Vegeta non fosse stato così stupido, se solo Vegeta non fosse stato così impulsivo, se solo Bradack non rappresentasse l’unico suo appiglio con la vita. Si sentiva sempre sull’orlo di un baratro in procinto di cadere, Vegeta la buttava giù, mentre Bardack le tendeva la mano. Eppure alla fine erano caduti insieme nel buco nero. Sentì la serratura ruotare, Bardack era tornato e Varza nascose tutto di fretta, per ora non era pronta e poi non sapeva esattamente che cosa dire. Nessuno avrebbe mai potuto salvarla da quella gabbia di paure e sensi di colpa che si stava costruendo da sola. Se solo non fosse mai nata tutto quello non sarebbe mai successo.

Picchiettava nervosamente la penna sul banco mentre si osservava intorno. Il silenzio regnava incontrastato nell’aula durante la verifica di matematica. Gli occhi di Vegeta roteavano da un banco all’altro senza sosta. Il banco di Goku, o meglio carota, il banco di Bulma e quello del suo compagno vuoti gli donavano un terribile senso di disagio.
Dove diavolo era Bulma!?
Quello l’unico quesito che occupava il suo cervello, più di tutte le formule matematiche e della stessa verifica che, per ora, rimaneva completamente immacolata.
Bulma, Bulma, Bulma solo lei nella sua mente, solo lei e il suo stramaledetto sorriso, il suo calore, i suoi capelli, il corpo. Dove cavolo era finita senza dirgli nulla? E soprattutto: perché non gli aveva detto nulla!?

Forse era in giro con carota, o forse… no, impossibile, non poteva esser uscita con … con quel … oddio non gli veniva neppure il nome, ecco forse mentecatto era la parola giusta. No, si fidava di lei, lo amava no? Glielo aveva ripetuto miliardi di volte.
Vegeta ti amo!”, “Vegeta amo solo te!”, quindi non poteva essere con qualcun altro non fosse lui, per lo meno a far certe cose. Una sola persona poteva chiarirgli ogni cosa. Cominciò a fissarne la nuca, mentre ella era intenta a compilar la verifica.
“Bene ragazzi è finito il vostro tempo a disposizione, consegnatemi le verifiche.”
Vegeta la portò per primo, contando sul repentino suono della campanella ed appostandosi nei pressi del banco di Chichi. Lei sicuramente aveva le risposte che cercava.
“Prince, ma la sua verifica è in bianco!”
“Sì, e allora?”
Chiese il ragazzo che non vedeva alcun problema nella cosa, non aveva voglia di farla, avrebbe recuperato inseguito.
“Senta Prince le metterò uno zero e non sarà facile da recuperare.”
“Senta lei, non me ne frega un cazzo!”
Chichi cominciò a trasalire consegnando in fretta la verifica, se Vegeta era così nervoso era perché non aveva visto Bulma, e non sapeva dove fosse. Così sicuramente avrebbe chiesto lei se sapeva qualcosa. Chichi non era per nulla stupida e aveva studiato per bene Vegeta. Lo trovava strano ed incomprensibile, ma certi suoi comportamenti, per chi chiaramente conosceva i retroscena, erano palesemente chiari ovvero: la gelosia per Bulma. Che il ragazzo lo fosse era chiaro e limpido, probabilmente lui stesso non si rendeva conto di questo atto impulsivo che manifestava nei confronti della sua migliore amica.
Uscì in fretta dall’aula, ma Vegeta non è una piaga da cui si può scappare facilmente.
“Ehi tu, fidanzata di carota, fermati immediatamente!”
Chichi si chiese cosa diavolo trovasse Bulma in quel tipo, insomma era davvero antipatico. Fece finta di non sentirlo e prosegui per la sua strada, ma lui le si parò davanti a.
“Ti ho detto di fermarti mi pare!”
Disse lui incrociando le braccia sul petto.
“Non mi sembra di aver sentito il mio nome, mi pare!”
Disse Chichi, da che Bulma l’aveva, per così dire, domato non aveva poi molta paura di lui. Beh, non che Chichi ne avesse mai avuto paura, era pure lei un tipino intraprendente.
“Hai sentito la tua descrizione però “fidanzata di carota”!”
Disse Vegeta con un ghigno, Chichi sospirò rassegnata.
“Che vuoi?”
“Dov‘è Bulma?”
Una semplice domanda, un semplice richiesta. Chichi sorrise, così il “grande” Vegeta Prince era cotto e stracotto di Bulma Brief, doveva proprio complimentarsi con lei.
“Non lo so!”
Disse mentendo, in realtà Goku gli aveva detto che erano in “missione speciale per il principe”, testuali parole che aveva recitato al telefono il ragazzo, spiegandole la situazione.
“Bene, allora dov‘è quel decerebrato del tuo ragazzo?”
“A casa con la febbre!”

Disse Chichi convinta come aveva concordato con gli altri due. Vegeta non era però convinto, gli sembrava piuttosto strano mancassero entrambi, però, per la sua immagine non poteva proseguir oltre quell’indagine o sarebbe risultato uno squallido ragazzo geloso da morire della propria fidanzata, cosa che non doveva assolutamente sembrare visto che … insomma loro non stavano neanche insieme, no?

Radish starà un po‘ con noi, ti va bene?”
Così l’aveva svegliata lui quella mattina, dicendole che voleva passare un po’ di tempo con suo figlio. E lei che cosa avrebbe mai potuto rispondergli? Beh, che era la cosa più bella del mondo aver un figlio e che quindi non gli avrebbe MAI impedito di vederlo. Insomma era normale che lei volesse il bene per Bardack. Ma cos’andava raccontando, lei gli aveva solo fatto del male, e anche ora continuava a fargliene con la sua presenza. Cosa poteva fare, dove poteva andare a questo punto. La sua vecchia famiglia non gli dava tregua, beh come biasimarli, aveva rubato loro dei soldi per aiutar Vegeta ad aprir l’azienda e ora, ora si ritrovava con niente. Strano come quella parola affollasse spesso la sua mente. Il nulla, il vuoto ecco la sua vita, ecco quello che avevano portato le sue azioni. Bardack passò parte della settimana con suo figlio e Varza si sentiva impacciata in quella situazione, non sapeva davvero come comportarsi con i bambini. Ma quel giorno pioveva e aveva bisogno di prendere un po’ di aria fresca, aveva bisogno di rinfrescarsi le idee, quel suo stato precario fisico e mentale non avrebbe giovato a suo figlio, il suo con Vegeta. Già aveva a lungo rimuginato sul periodo del concepimento e benché fosse stata anche con Bardack il figlio era sicuramente del primo.
Con questo pensiero camminava per le strade cittadine osservando di tanto in tanto i negozi; persa nel suo riflesso non si accorse della sagoma che le si era avvicinata furtivamente.
L‘ombrello proprio non ti piace, eh Varza!”
Vegeta, alle sue spalle le portava un copertura, un riparo; ciò che non era mai stato quando stava con lui; ciò che non era in grado di essere. Non disse nulla, non si voltò, lo guardò attraverso il vetro di quella vetrina dove le loro figure apparivano unite in quel riflesso che sbozzava i loro profili.
Varza non aveva voluto voltarsi, voleva mantenere quell’alone di apparizione tra di loro, perché non aveva il coraggio di guardarlo, di perdersi nei suoi occhi di tenebra. Loro non erano destinati a stare insieme, questa era la realtà.
Il paparino come ha preso la notizia!”
Disse Vegeta scherzoso, Bardack sicuramente non si sarebbe tirato indietro come probabilmente avrebbe fatto lui al suo posto. Un figlio, un impiccio, un problema, non vedeva la differenza tra queste parole.
No, non lo sa ancora!”
Rimasero entrambi immobili in quella posizione, Varza voleva rimanere ancora un po’ così, con quella mezza verità nascosta nel suo io più profondo che le aleggiava intorno. Forse era l'unico momento che avrebbe passato con lui e il loro figlio.
E ora che cosa poteva fare?
Vegeta le posò una mano sulla spalla, le percorse il braccio, fino a prenderle la mano, la alzò stringendola alla sua. Varza rabbrividì a quel contatto, dopo pochi attimi lui le baciò la mano, ma lei non si voltò, non poteva, non ancora; si limito ad osservarlo dal vetro che li rifletteva insieme, uniti, come non lo erano mai stati. Le mise l’ombrello in mano.
Non dovresti andar in giro senza nulla, potresti prenderti l‘influenza”
Si guardarono ancora, attraverso quel vetro che aveva fatto loro da specchio; sapevano bene che per loro non c’era futuro, sapevano bene che quella era la fine. Vegeta sapeva di aver buttato la sua carta, sapeva di non poter più combattere. Quindi depose le armi e si arrese.
Aveva davvero perso su tutti i fronti!

Finalmente erano arrivati a destinazione.
Bulma si stiracchiò, ora iniziava la parte difficile ovvero: come avrebbero fatto a spiar la situazione? La volta precedente, quando si erano intrufolati in casa di Vegeta, avevano le chiavi … quindi non era una vera e propria incursione.
“Eh ora che facciamo?”
Chiese Bulma a Goku, sperando che l’amico avesse una qualche idea, ma ovviamente Goku non sapeva come comportarsi in una situazione del genere e mise le sue speranze nelle mani di Bulma. Era lei quella con il cervello no?

“Beh, seguiamoli!”
Disse la ragazza di fretta senza saper ancora che fare, ma sul momento l’unica cosa che le veniva in mente era quella di seguirli. Così cominciarono a pedinare Bardack e Celipa, che lo aveva accompagnato in quel viaggio.


La pancia cresceva e ormai era giunto il momento di svelare a Bardack della sua gravidanza. Era ormai evidente che qualcosa stava cambiando in lei, era evidente che stava succedendo qualcosa e per quanto ingenuo fosse lui, certe cose proprio non si possono non notare. Incontrò Celipa quel giorno, di ritorno dal ginecologo Varza l’aveva trovata in casa con il piccolo Radish. Posò sul tavolo dei fogli e nel silenzio più totale le sue donne si studiarono.
Hai messo su un po‘ di chili.”
Disse poi Celipa guardandola negli occhi e, per la prima volta in vita sua, Varza abbassò lo sguardo mortificata, completamente sconfitta. Aveva sbagliato in tutto.
Sì, ne ho messi, anzi, ne abbiamo messi!”
Celipa intese al volo ciò che voleva dire, non riusciva però a congratularsi con lei, non riusciva ad esser felice per lei. Per certi versi avrebbe anche voluto augurarle ogni sciagura, senza sapere quanto il suo pensiero si sarebbe al fine avverato.
Beh, Bardack sarà felice. Immagino … Un figlio tuo è quanto più possa desiderare, visto il modo in cui ti ama.”
Varza non la guardò negli occhi, poiché temeva leggesse la sua paura, poiché temeva leggesse la sua menzogna. Varza non sapeva mentire.
Già …”
Disse soltanto prima di uscire dalla stanza. Celipa non si meritava quello che le aveva fatto. Lei era la donna giusta per Bardack, ma a lei cosa sarebbe rimasto della vita se anche Bardack se ne fosse andato, se anche Bardack, come Vegeta, le avesse detto addio?

“Signor Prince, è un piacere vederla.”
Disse Bardack stringendo la mano dell’uomo che gli stava di fronte. Poggiato ad un bastone con i capelli bianchi e i baffi dello stesso colore, un anziano in piena regola, ma serbava una luce particolare negli occhi neri come la pece.
Celipa era rimasta in disparte in quel parco, passeggiando per i sentieri e raggiungendo una piccola zona in cui vi era un laghetto. Bulma e Goku invece si appostarono poco distante al luogo dell’incontro. Fu una vera fortuna che avessero deciso di incontrarsi in un luogo aperto e non a casa dei Prince.

“E‘ un piacere anche per me Bardack! Tuo nonno era una cara persona, così come lo sei tu. Cosa ti porta qui piuttosto?”
“Si tratta di vostro figlio.”

Bulma tese maggiormente le orecchie, non le era molto simpatico il padre di Vegeta, ma se c’entrava Vegeta, il suo Vegeta, avrebbe aiutato persino quell’uomo.
“Il fatto è … insomma, Vegeta è stato incastrato dagli Ice.”
Il signor “V” sussultò a quelle parole, la famiglia Ice la ricordava bene …
“Spiegati bene!”

Disse l’uomo, Bardack parve sorpreso dal suo atteggiamento. Evidentemente la vecchiaia aveva smussato la sua durezza, e forse … si era pentito del suo atteggiamento con il figlio.
“Beh, è una mia supposizione, ma Vegeta vuole vender l’azienda e casualmente si sono presentati loro, io credo che la vogliano per un preciso motivo … che lei può intuire. Quindi oltre a comprarla ad un pezzo stracciato ho paura che stiano tormentando suo nipote!”
Bulma si sentì sollevata a quelle parole. Forse Bardack poteva davvero aiutarli e con l’aiuto del signor “V” si sarebbe tutto risolto.
“Io penso questo. Ho parlato con Vegeta, ma ovviamente lui non vuol ascoltarmi … insomma dopo la storia con Varza, sa bene che noi …”
Bardack abbassò il capo e a quel nome di donna, Bulma aguzzò le orecchie ancora di più.
“Sono passati molti anni, anch’io non l’ho ancora perdonata per quello che ha fatto. Ma il tempo lenisce le ferite ed è ora che mio figlio esca dal guscio anche perché …”
Bardack lo fissò negli occhi e un leggero velo di tristezza ne prese possesso. Bardack l’aveva visto in uno dei momenti peggiori della sua vita, ma mai l’aveva visto così triste.
“Vedi … credo che mio figlio voglia ceder in fretta l’azienda per un semplice motivo e non gli è
importato di indagare molto su chi fossero gli acquirenti. Mi rendo conto che è una cosa stupida, ma sai anche tu quanto mio figlio sia impulsivo.”
Deglutì prima di far sbiancare definitivamente l’uomo che stava al suo fianco, picchiettò il bastone per terra.
“Mio figlio sta molto male … è malato! Sta morendo Bardack … quelle dannate sigarette gli hanno
mangiato persino l’anima!”
L’anziano cadde nello sconforto più totale, le lacrime bagnarono le sue guance. Si era sempre comportato male con suo figlio, l’aveva sempre allontanato da sé. Ma dannazione era pur sempre suo figlio, e ora lo stava lentamente abbandonando. Bulma si strinse a Goku, cosa ne sarebbe stato di Vegeta se suo padre fosse morto, chi si sarebbe preso cura di lui. Goku la strinse a sé, avrebbe aiutato lui Vegeta in tutto quello, avrebbero trovato insieme una soluzione, perché lui … perché loro ….
“Non ti preoccupare Bulma! Non ti preoccupare.”
Bardack si riprese pian piano con una nuova luce negli occhi.
“Li inviti per il Natale. Li faccia svagare, passi un po‘ di tempo con loro. Troverò io una soluzione a tutto questo, aiuterò Vegeta. Lo aiuterò perché non voglio esser più rinchiuso nel mio rimorso, riflettendo su chi abbia più sbagliato! Lo farò anche per Varza … perché lei avrebbe voluto combattere. E perché … so di esser sempre stato io il terzo incomodo tra loro! Sono io quello che si è intromesso, lei era sua e io in un modo o nell'altro gliel'ho portata via!”
Bulma a quelle parole sussultò. Ma allora il padre di Vegeta e la madre di Goku si erano amati!
E anche molto a quanto sembrava. Allora chi diavolo era in tutto quello la madre di Vegeta? Goku alle parole del padre aveva stretto ancora di più Bulma a sé, era lui quello ad aver bisogno di più conforto.


La sua prima ecografia era andata bene, ma non aveva osato chiedere al ginecologo quello che più le premeva. Come poteva scoprire chi fosse il padre? La vergogna era grande e questa volta non avrebbe mai potuto rimediare ai suoi errori. Era in preda all’ansia, era in preda a sé, al suo dolore, alla sua stupidità. Quella sera preparò un buon pranzo per Bardack, non sapeva davvero come dirglielo, forse il ragazzo avrebbe subito capito cosa la preoccupava.
Che c‘è Varza … sei pensierosa in questi giorni …”
Varza deglutì … era quello il momento, doveva svelargli tutto, beh, forse meglio solo una parte.
Bardack io sono rimasta incinta!”
Il ragazzo lasciò cadere la forchetta nel piatto. E l’abbracciò forte, con tutto il suo trasporto.
Sono felice, mi piace esser padre, forse è la cosa che più mi vien meglio!”
Con un sorriso, le scompigliò i capelli, e la strinse forte. Varza trattenne le lacrime, quanto avrebbe voluto renderlo felice. Lui era davvero l’uomo giusto per lei, l’unico che la sapesse sostenere, l’unico che la sorreggesse. Vegeta doveva esser sorretto lui, quindi non riusciva a sorregger gli altri. Non era adatto a lei. Doveva combatter per suo figlio ora, la sua battaglia con la vita non era ancora finita, non per ora.

Vegeta la seguì fino a quel palazzo osservando attentamente a quale campanello suonava. Era certo che Chichi fosse l’unica a sapere dove fosse Bulma. Vegeta non poteva credere che la mancanza dei due potesse esser casuale, né tanto meno credere che fosse con il damerino con il nome numerico. Quindi Chichi gli aveva mentito. Corse verso la porta dove era sparita ed osservò i campanelli. Aveva suonato al terzo, osservò l’etichetta dorata.
“Dott. Kappa Ginecologo”
Vegeta sbiancò si sentiva la gola secca.
Ora le ipotesi erano due: o la ragazza di carota era incinta, cosa che dubitava data l’ingenuità di carota, probabilmente non le aveva mai toccato neanche le tette; oppure stava coprendo Bulma, che molto più probabilmente poteva esser molto più incinta di Chichi, insomma loro l’avevano fatto e …era stato anche bello. Ma dannazione era stato attento, non pensava potesse esser possibile una cosa del genere. E se fosse stato vero che cosa avrebbe dovuto fare? Insomma se fosse nato un figlio proprio a quell’età … che cosa avrebbero potuto fare. Beh, ma a lui che importava era Bulma che doveva “farlo” il moccioso. Allora perché continuava a pensarci in quel modo.


Si incamminarono silenti verso la stazione, Bulma stringeva la mano di Goku, non come due innamorati, ma come due amici. Il ragazzo non aveva detto una parola, ma sentire da suo padre quelle parole non era stato affatto facile per lui. Goku era figlio di Varza, ma non quello desiderato, non quello voluto. Sua madre aveva amato molto di più il padre di Vegeta. Era passato molto tempo, ma Vegeta gli aveva rinfacciato sempre un sacco di cose … e lui che cosa doveva fare. In quel momento aveva solo voglia di tirargli un pugno in piena faccia gridandogli contro tutto il suo odio e rancore. Si era permesso di etichettarlo come la rovina della sua vita, ma anche per Goku era lo stesso, anche per Goku Vegeta era la sua rovina.
“Vedrai che tuo padre non diceva sul serio, vedrai che era solo arrabbiato!”
“No, Bulma. Credo di non averlo mai visto così serio!”
Bulma strinse ancora di più la sua mano, non doveva sentirsi così, lui che era così buono, lui che era così altruista. Non era giusto non si sentisse desiderato.
“Goku non ha senso, tua madre ha deciso di star con tuo padre, non con il padre di Vegeta. Il perché non lo so, ma di sicuro lo amava, li amava entrambi … non può essere?”
“No, nessuno ama due persone contemporaneamente. Bulma quella era la verità, ma infondo che mi importa … non l‘ho neanche conosciuta, è praticamente un estranea per me, che cosa dovrebbe importarmi.”
Ma dalla sua voce, dai suoi occhi, tutto quello che traspariva era ben altro, era odio misto a rancore. L’unica persona su cui poteva riversar questi sentimenti, il suo capro espiatorio, era Vegeta e nessun altro. In quel momento Bulma capì Vegeta, capì tutti i suoi atteggiamenti, capì le sue azioni. Ma tutto quello avrebbe avuto senso solo in un caso … solo se …
“Ma no non può essere!”
Si disse Bulma scacciando i cattivi pensieri e guardando la schiena dell’amico che si allontanava con il capo chino.

Chichi uscì dal ginecologo, che strano sentirsi in quel modo. La sensazione che provava era diversa da quella che si sarebbe aspettata da sé stessa. Insomma non si sentiva afflitta, ma risoluta. Avrebbe avuto un figlio dall’unico ragazzo che aveva mai amato e che avrebbe amato per sempre, che cosa voleva di più? Si insomma doveva abbandonare i suoi sogni, o forse no ce l’avrebbe fatta con l’università, infondo un figlio non era certo una rovina. Era un bene grande e lei l’avrebbe accolto ed accudito con tutta se stessa. Una figura poco distante si materializzò ai suoi occhi: Vegeta. Chichi sorrise, era proprio ossessionato da Bulma, se l’aveva persino pedinata.
“Vegeta, Bulma non era con me!”
Disse Chichi senza attender che lui disse qualcosa, era strano anche per lei vederlo così, ma aveva intuito che il suo pensiero fosse: Bulma è incinta.
Quindi aveva voluto sedare subito i suoi dubbi, era già abbastanza affitto, non voleva dargli altre preoccupazioni.
“Chi ti ha chiesto niente, passavo di qui per caso!”
Chichi sorrise, Vegeta aveva una faccia buffa ed era tutto rosso, per esser un bullo si imbarazzava facilmente.
“Sì, sì, come no!”
Disse Chichi la situazione la divertiva non poco, un ragazzo innamorato è già di per sé divertente, se poi quel ragazzo è Vegeta Prince le risate sono assicurate.
“Senti ragazzina, ragazza di carota, piantala di fare la saccente, volevo solo vedere se mi mentivi!”
“Beh, non ti ho mentito.”
Vegeta si girò di spalle, aveva preso un granchio. E aveva fatto una pessima figura con la fidanzata di carota.
“Questa cosa … deve rimaner tra di noi!”
Disse Vegeta, non voleva sembrar ossessivo, possessivo e terribilmente geloso.
“E‘ lo stesso per te Vegeta.”
Disse Chichi, i due si guardarono negli occhi.
“Quindi lui non lo sa!”
Le chiese Vegeta, guardandole la pancia, non si sentiva comprensivo nei suoi confronti, ma era curioso di scoprire come avrebbe agito Goku. Insomma la sua ragazza era incinta, a quanto aveva capito, ed erano ancora giovani. Vederlo incasinato in quella situazione lo faceva sorridere.
“No, non ancora!”
Disse Chichi abbassando il capo, in effetti non sapeva come avrebbe agito il suo amato in quella situazione. Infondo un figlio era una cosa impegnativa. Vegeta si era voltato ed era scomparso lasciandola sola con i suoi pensieri e dubbi.


Goku non aveva più detto nulla, aveva passato il resto del viaggio in silenzio osservando il paesaggio fuori dal finestrino. Bulma si chiese molte cose in quel mentre, poteva percepire la delusione del ragazzo. Forse si sentiva non desiderato, forse … Le venne in mente il motivo per il quale i due si erano picchiati, perché era accaduto tutto quello, Vegeta che si sentiva come se non fosse stato desiderato, come se tutto quello fosse colpa di Goku. E … ora Goku che si sentiva strappato quell’amore materno che non aveva mai avuto, come era morta Varza, come era morte la madre di Goku? Perché aveva amato più Vegeta ed era stata con Bardack? Non riusciva a capire le mancava qualcosa.
“Stazione dell‘Ovest, il treno è in arrivo alla Stazione dell‘Ovest!”
Annunciò la voce elettronica. Bulma poggiò una mano sul braccio dell’amico.
“Goku, siamo arrivati!”
Gli disse con un sorriso, cercando di esser dolce. Lui alzò lo sguardo su di lei con gli occhi umidi e una tristezza che non aveva mai visto in lui da quando era morto Gohan.
“Sì!”
Disse lievemente alzandosi e prendendo lo zaino poggiato sul poggia valigie sopra la sua testa.
“Bulma … scusami.”
“Non ti preoccupare capisco perfettamente, vorrei capire di più … ma …”
“E‘ chiedere troppo Bulma, credo che nemmeno noi che siamo coinvolti capiamo appieno la situazione! Mi dispiace.”
Bulma lo abbracciò con calore.
“Io ci sono sempre per te.”
“Grazie”
Scesero dal treno quando esso si fu fermato. Bulma camminava avanti e come al suo solito, distratta com’era inciampò sulle sue scarpe e cadde a terra. La borsa si rovesciò con tutto il suo contenuto e qualcuno si avvicinò per aiutarla, o forse no? Goku l’aiutò ad alzarsi ed il ragazzo schiacciò con il piede il block notes che Bulma portava sempre in borsa.
“Ehi, ma non vedi che mi stai pestando le cose?”
Disse Bulma guardando il ragazzo che la guardò senza dir nulla, continuando a far sostare il suo piede sulle cose di Bulma. Una strana sensazione le percorse la schiena, quel ragazzo somigliava terribilmente a qualcuno, qualcuno che conosceva fin troppo bene. Occhi neri, capelli neri con una pettinatura improponibile, sigaretta in mano.
“Guarda tu dove metti i piedi!”
Disse lui con un sorrisetto che non lasciava presagire nulla di buono, sparendo poi tra la folla. Bulma rimise le sue cose nella borsa e continuò a guardarlo a bocca aperta.
“Ma chi era quello?”
Disse Goku, al quale il ragazzo aveva lasciato una strana sensazione, gli sembrava di averlo già visto.


Bardack era rincasato finalmente, Celipa si era proposta di passare un po’ di tempo con loro e cucinargli la cena. Strano che però Goku non fosse ancora arrivato da scuola. Celipa voleva rimanere per passare un po’ di tempo con Bardack e osservare le cose di suo figlio. Voleva star con le sue cose, nella sua stanza, con i suoi libri, le sue passioni. Voleva insomma stare con il ricordo di lui. Bardack l’aveva lasciata lì a casa ed era andato al Dojo, doveva chiudere la contabilità della giornata, la palestra l’aveva comunque lasciata aperta in mano ai suoi insegnanti. Si chiedeva ancora se aveva fatto la cosa giusta, se aveva agito bene. Ma infondo il fatto che i tre Vegeta si ritrovassero per Natale era forse la cosa più buona che mai avesse potuto fare.
“Mi scusi è permesso?”
Una voce di donna arrivò alle sue orecchie, si girò di scatto e quello che si trovò davanti non se lo aspettava davvero.
“No, aspetti non la prenda così male!”
Disse lei mettendo le mani avanti e facendo un sorriso, Bardack era rimasto pietrificato alla sua vista.
“Lei è il signor Son? Io sono Nira, è un piacere conoscerla.”
I suoi capelli lunghi neri, il suo sguardo furbo. Bardack rimase senza parole, ma chi era quella donna?











Buongiorno a tutti, o notte ... questo non lo so!
L'immagine in cima è Varza, purtroppo l'immagine è un po' piccola, ma non avevo lo scanner funzionante e mi sono arrabattata, cmq la sostituirò a breve con una decente. Spero che la lettura di questo capitolo molto frastagliato sia stato gradevole, ma soprattutto non vi abbia confuso le idee o reso disturbata la lettura.
Cmq sia vi ringrazio molto per l'attenzione che date alla mia storia. Mi rendo conto di averla allungata molto prima di arrivare al nocciolo della questione. Ebbene però tutto questo excursus che poi si è volto alla regressione della storia nel passato inizialmente mi è servito per caratterizzare i personaggi e inserire i dettagli pian piano di ogni evento passato e futuro. Insomma la storia di questi ultimi capitoli (ne mancano ancora nove!) è sviscerata nel mezzo della narrazione dei primi, conducendovi poi nel covo delle superbia ed egoismo più assoluto, che aleggiava nel corso di tutta la storia, per poi sfociare nel capitolo precedente del passato. Mi chiederete perchè tutta questa premessa ... beh, era solo un modo per scusarmi con voi per aver reso "interessante" la storia solo un po' troppo dopo, ma io sono partita con un presupposto ovvero quello di scrivere una storia per gradi e che se letta tutta insieme, come sfogliando e leggendo un libro, lasci qualcosa e gli avvenimenti vi coinvolgano in modo da immedesimarvi nei personaggi, che forse, mi sono anche dilungata troppo nel raccontare... Ora lo scorso capitolo era un po' come sviscerare la matassa alla radice del problema, poiché appunto si scopre il perchè di tutto l'odio tra Bardack e Vegeta, ma (sì c'è ancora un ma...) non ho ancora scritto di fatto quello che è il gran finale tra i tre! Il capitolo che avete appena finito di leggere è basato su un'altro cardine della storia ovvero il dualismo. Vegeta e Goku, Bardack e Vegeta, Varza e Celipa, Bulma e Vegeta, Chichi e Varza (in quest'ultimo capitolo!).
La storia di fatti parte con un inizio ovvero l'avvicinamento di Goku e Vegeta tramite Bulma, che è sì protagonista, ma involontaria di una situazione che si consuma prescindendo le sue scelte. La partenza è quindi quella di una battaglia consumata tra i due rivali che pian piano si scoprono e si avvicinano con lei di mezzo, di fatti sarà la causa scatenante di una seconda loro guerra che la porterà poi tra le braccia di Vegeta(capitolo "Odio reciproco"). Poi è anche esplicativo per i comportamenti dei protagonisti, che sono tutti molto "duali" ovvero ogni personaggio non è né buono, né cattivo. Sono tutti ambedue le cose, si comportano bene e si comportano male. Per questo nel capitolo precedente Bardack che fino ad allora era stato il "buono" si comporta forse peggio dello stesso Vegeta o quanto meno alla stregua. Anche Bulma cerca sempre di far la cosa giusta, ma nel capitolo quarto scatena la rissa e i risentimenti tra Goku e Vegeta, comportandosi in maniera stupida. Ed è certo che questi errori, come diceva bene Flyvy nella sua recensione, fino a che si fanno alle superiori sono un conto ... poi da adulti sono ben diversi. Quindi il continuo accostamento tra quello che erano i genitori e quello che sono i loro figli, con le annesse analogie, vedi il bacio tra Bulma e Vegeta e tra Varza e Vegeta, oppure l'analogia che scorre in questo capitolo tra due "donne" che affrontano la stessa situazione, ma vivendola in maniera differente, ovvero Chichi e Varza, è semplicemente un mio modo di raccontarvi due storie analoghe, ma distinte per caratteri e personaggi. Le vicende sono simili conta il modo in cui le affronti ad avvicinarti al tuo destino. Simili, ma diversi ecco! Insomma vi chiedo scusa davvero per non esser riuscita ad esprimer al meglio questa storia, che nella mia testa vale molto perché so com'è, ma effettivamente per iscritto cattura poco l'attenzione, se non dal decimo capitolo in poi. Forse avevo paura del "foglio bianco" o forse ero troppo arrugginita e troppo acerba per scrivere realmente bene questo tipo di storia che vede come protagonisti dei personaggi un po' strampalati che agiscono senza badare agli altri, ma solo per sé stessi! Questo per raccontare una realtà dove tutti sono buoni e cattivi allo stesso tempo e che "consumano delle guerre sterili e prive di vincitori" (sì, sempre una tua citazione Flyvy! Hai centrato in pieno tutto il senso del capitolo!).
E così e per i nostri tre insoliti protagonisti. Beh, vi ringrazio e spero che il capitolo vi abbia coinvolto.
Un saluto a tutti!
Un bacio a tutti, grazie per l'attenzione.


X
Fanny Sonny: grazie per la tua costante presenza nelle mie storie, spero che anche gli altri personaggi ti appassionino oltre a Bulma e Vegeta. che so che non sono i tuoi preferiti e il fatto di farteli piacere, mi rende felice!^^ Ho anche dedicato un po' di spazio a Goku e Chichi in questo capitolo anche se a coppie invertite! Mi diverto a giocare con i personaggi! XD Baci alla prossima!

X
Flyvy: non sai quanto mi ha riempito la tua recensione! Tutte le parole che hai detto e la tua analisi è stata fantastica, infatti me ne sono servita anche sopra tanto mi ha riempito ed illuminatoXD Mi hanno colpito davvero molto le tue parole e la tua comprensione profonda di quello che volevo dire. Già in questo capitolo si scorgono le gravi conseguenze di cui parlavi, condite da altri avvenimenti, ma di fatto è Bulma finalmente ad aprire gli occhi ed accorgersi che la realtà era sotto il suo naso, ma che lei era troppo presa da sé stessa per rendersene conto. Goku purtoppo sarà lui la prossima vittima del mio "dualismo"(qui ci va una risata malefica della "scrittrice" che fa soffrire i suoi poveri personaggi! Forse la cattiva della storia sono proprio io!). Cmq grazie mille!
Quindi ti lascio con il nuovo colpo di scena, chi sarà Nira (è una verdura giappo, l'ho letto in un manga! Volevo sempre rimaner in tema di ortaggi verdure ecc...ah ah ah) e che ruolo avrà nella storia? Un bacio alla prossima!

X
Maia 74: eh eh Vegeta diciamo pure che è un vero idiota, ma credo si sia reso conto di molte cose con il suo gesto! Si nota anche in questo capitolo quando nel passato incontra Varza sotto la pioggia, un tempo l'avrebbe abbracciata e baciata ora sa che non c'è più nulla da fare per loro due. Ci hanno provato, ma sono troppo simili e sì fragili per stare insieme! Per gli errori ritengo che quasi mai si impara da essi, purtroppo si tende sempre a rifarli. Questo però è un mio pensiero, ma Vegeta voleva incarnarlo nel precedente capitolo! Un bacio e alla prossima!

X
BulmaMiky: E' si alla fine ha scelto Vegeta, scelta piuttosto scontata, ma era così che doveva andare! Ma alla fine si è ritrovata con un pugno di cenere in mano. Quello che questa relazione ha portato è stato il nulla, come dice Varza, li ha fatti solo soffrire e non ha portato altro che alla separazione finale. Per loro è molto dura non cedere alla loro passione, ma infondo è giusto così. La scena della vetrina è una sorta di addio, per la prima volta nella mia vita mi sono commossa da sola di quello che ho scritto! XD Bardack si è comportato malissimo, ma era ora che tirasse fuori la sua parte più dura, tutti sbagliamo nella vita, nessuno è puro ed immacolato! Infondo tra Vegeta e Bardack nello scorso capitolo non vi è alcuna differenza! beh, sono sadica anche in questo capitolo ... Quindi ti saluto e ti dico: "riprendi in mano la tastiera, che i tuoi scritti a me garbano molto!" Un bacio alla prossima!

X
Luna_07: Sì, purtroppo Varza è il personaggio più martoriato della storia!XD Povera ... beh, ben presto avremo il suo gran finale... o mal finale, o ben finale, o finale corretto per lei. Starà a voi giudicarlo in base alle vostre menti! Diciamo che Vegeta in parte si redime dei suoi peccati, o meglio, tenta di trattenere la sua orribile impulsività che gli ha solo dato dei grattacapi (come dicevo sopra purtroppo penso che raramente si impari dai propri errori!), ma ormai si rende conto da solo di non poter più far nulla! Di fatto alla fine la scelta di Varza non c'è poichè scegli entrambi ed è forzata dagli eventi a star con Bardack. Credo che lui sia un po' un elemento fondamentale, ma non si comporta da innamorato nello scorso capitolo, semplicemente si comporta come Vegeta, con impulsività! Ecco come ho già detto i due sembrano diversi, ma in realtà sono molto simili! Di fatto nello stesso capitolo tradiscono entrambi la propria compagna! Insomma Bardack si cerca quella che è la realtà che vorrebbe, che non era quella di star con Celipa e loro figlio! Beh, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Sono rimasta un po' indietro con le tue storie, ma spero presto di aver un po' di tempo per legger "La ragazza del mio migliore amico". Un bacio alla prossima!

X
Enris: ciao carissima. Come ti ho già detto le tue recensioni non mi fanno altro che piacere!^^ Per il passato di Varza c'è ancora un po' da scoprire, ma forse questo nuovo personaggio ci aiuterà a far chiarezza. Come dice Bulma in questo capitolo la storia è già stata scritta nei capitoli precedenti e soprattutto tramite i personaggi, quindi molte cose sono intuibili. La tua perfetta analisi di Varza ci porta a questo capitolo dove appunto emerge tutta la sua vulnerabilità, e ne rimane intrappolata. Per Vegeta e Bardack, ebbene sì sono due veri idioti!!! Entrambi, nessuno dei due prevale sull'altro! Due meri egoisti che agiscono per sé stessi ferendo le persone che dicono di amare, la prima che ne rimane bruciata è Varza e poi beh, a venir le loro famiglie. Su chi sia il figlio di Varza mi sono espressa nel capitolo ... ovvero ehm non lo sa neppure lei! ^^ Ma insomma è abbastanza chiaro chi sia il primo, ora resta da capire come agirà lei e anche gli altri due. Spero di aver spiegato bene il perchè di quella confessione nello scorso capitolo!
Spero, anche, che questo capitolo a "coppie invertite" e dalle nuove scoperte ti piaccia e ti trasmetta qualcosa, l'importante è quello! Un mega bacio alla prossima, grazie mille per il tuo sostegno!
p.s. sono sotto esami dell'uni, la maturità l'ho già fatta da un po'!

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Fiducia ***


Fiducia


Le catene dell’altalena su cui si era seduta cigolavano, mentre seguiva con le gambe l’oscillazione della giostra. Bardack osservava i suoi capelli neri, il suo viso, i suoi occhi. Era identica, era uguale a lei, ma non era possibile, lei era … lei non c’era più!
“Sono stata anche dal signor Prince … vedi seguendo le documentazioni figurava prima lui di te e …”
Disse lei d’improvviso, Bardack la fissava intensamente, certo le somigliava, ma aveva un modo di parlare completamente diverso, un sorriso smagliante che non aveva mai visto su Varza.
“Ehi, ma mi stai ascoltando?”
Disse lei guardandolo dubbiosa. Si alzò e gli mise una mano sulla fronte, Bardack si scostò imbarazzato. Certo che … certe impudenze erano proprio da Varza.
“Mamma mia, come sei suscettibile! Volevo solo vedere se avevi la febbre, sei così pallido.”
Bardack la guardò a bocca aperta, non sapeva bene che dire, non sapeva neppure perché era li.
“Anche l‘altro è rimasto sconvolto. Come si chiama, ah Vegeta giusto, ma che razza di nome è? Insomma è un po‘ strano non trovi? Poi chiamare suo figlio nello stesso modo, non ti sembra una cosa un po’ da megalomane. Beh, di fatti mi è sembrato così, un megalomane scorbutico. E poi anche tu insomma, avete questa faccia da fessi, capisco il vostro stupore, ma non hai nulla da chiedermi?”
Bardack era frastornato, quella donna gli stava trapanando la testa, parlava in continuo e insomma, era davvero insopportabile! Quasi peggio di Varza, in maniera differente si intenda.
“Senti, ma chi sei?”
Disse Bardack incrociando le braccia sul petto.
“Te l‘ho già detto sono Nira!”
Disse con voce bassa avvicinandosi a lui e ponendogli una mano sul petto.
“Le somiglio così tanto?”
Disse cercando di metterlo in imbarazzo, cercando di coglierlo sul vivo.
“Sì …”

Bulma rincasò, finalmente, era stata una dura giornata, tutti quei pensieri le avevano fatto venire un terribile mal di testa. Il ragazzo incontrato alla stazione, la madre di Goku che amava il padre di Vegeta; insomma un sacco di misteri e complicazioni che ancora non riusciva a spiegarsi. L’unica cosa che voleva fare era dormire, dormire molto profondamente.
“Dove sei stata!”
Una voce severa apparve dall’oscurità, ed illuminato dalla luce fioca delle stelle e dei lampioni sulla strada Vegeta uscì dall’ombra. Il suo sguardo era serio e contrito, sembrava nervoso. Bulma chiuse la porta alle sue spalle e si fiondò tra le sue braccia. Dormire con lui sarebbe stato il miglior modo per lenire le sue pene. Prese il suo volto tra le mani e lo baciò, aveva voglia di lui, una voglia pazza. Lui la sollevò di peso e la scaraventò sul letto schiacciandola con il peso del suo corpo.
“Ti ho fatto una domanda!”

Continuò lui severo, Bulma gli sorrise, si sentiva davvero sua, tutta quella possessione era quanto di meglio potesse chiedere. Lo baciò di nuovo e lui rispose, aveva una voglia matta di lei era evidente. Le loro bocche erano sigillate in quel bacio fatto di pura passione e fuoco; quasi a mangiarsi l’una l’altro, quasi quel nettare divino fosse loro vitale. Bulma si sfilò la maglia, era stanca certo, ma a quell’invito non avrebbe mai potuto tirarsi indietro. Il reggiseno rosa lasciava trasparire molto di quel contenuto succulento per Vegeta.
“No, aspetta …”
La fermò lui, voltando lo sguardo in un’altra direzione o sarebbe impazzito dalla voglia di possederla.

“Voglio sapere dove sei andata, perché non mi hai detto nulla, non sai …”
Si bloccò, non poteva certo dirgli che … che era stato in pena per lei, che … sì, gli era mancata, anche se era stato solo per un giorno, ma la sua voce, il suo sguardo.
Gli era mancata davvero!
“Sono stata via con i miei. Niente di preoccupante. Scusa per non avertelo detto.”
“Sei sicura?”
Bulma deglutì, non voleva raccontargli una scusa, ma non voleva raccontargli nulla di ciò che era accaduto. Quando avrebbe sistemato tutta la situazione l’avrebbe di sicuro perdonata per quella piccola ed insulsa bugia. Poi non sapeva come raccontargli che suo padre era malato, che suo padre stava morendo.
“Sì, perché dovrei mentirti … ti amo Vegeta, fidati di me!”
Vegeta non rispose, si limitò ad osservarla attentamente negli occhi, poi riprese a baciarla. Non si era mai fidato di nessuno, ma insomma Bulma era Bulma e di lei poteva fidarsi ciecamente. Lei era la prima persona che lo avesse mai amato davvero.

Celipa attendeva con ansia l’arrivo di Bardack, aveva pranzato con Goku. Bardack le aveva detto che sarebbe rincasato un po’ tardi per un contrattempo e di lasciargli la cena in caldo. Non gli aveva detto molto del suo discorso con “V”, ma forse era andato a parlar con Vegeta, insomma probabilmente aveva detto qualcosa su di lui con suo padre. Si sentiva una mogliettina che attendeva il suo uomo anche se forse con lui non c’era mai stato nulla di così importante. Bardack non l’aveva mai amata, e lei presa da quella sbandata che aveva per lui, da che aveva avuto modo di amare, l’aveva resa folle e avventata. Quando era rimasta incinta di Radish l’aveva fatto di proposito, aveva smesso di prender la pillola, mentendo a Bardack ed era rimasta incinta. Lui non si era sincerato che lei la prendesse sul serio poiché si fidava di lei, ma Celipa lo aveva in qualche modo ingannato, pensando che con un bambino a carico non l’avrebbe più lasciata. Ma non era stato così e Varza era tornata da lui, il suo amore era tornato e lei non aveva potuto far altro che arrendersi a lei. Bardack l’amava, l’amava davvero.
“Grazie, è stata ottima la cena!”
Disse Goku alzandosi e sparecchiando la tavola.
“Lascia Goku faccio io non ti preoccupare.”
Disse Celipa con un sorriso, il ragazzo contraccambiò.
“Tranquilla sono abituato, lo faccio sempre. Papà cucina, io sparecchio e lavo e … ”
Abbassò lo sguardo, e Celipa capì.
“Radish … asciugava i piatti.”
Disse Goku proseguendo. Suo fratello gli mancava, suo fratello era importante per lui, lo era stato, ma ora che non c’era più, ora che se n’era andato per sempre si rendeva conto di quanto felici fossero loro tre insieme. Celipa si lasciò sfuggire una lacrima furtiva. Quanto non sapeva di suo figlio e del suo fratellastro, quanto non sapeva di Bardack. Era stata una vigliacca, una vigliacca davvero, era fuggita solo perché si era sentita sconfitta da lei, solo perché si era sentita seconda e a lei il secondo posto non piaceva. Voleva vincerla quella battaglia contro Varza, ma alla fine l’aveva persa, anzi l’avevano persa entrambe.
“Raccontami un po‘ di lui … parlami di Radish.”
Chiese, cercando di slegare quel nodo che le prendeva la gola.


Il telefono squillava, trapanandogli il cervello. Vegeta sdraiato sul divano in pelle cercò di risvegliarsi da quel torpore fulmineo che lo aveva tramortito sul divano. Scostò le bottiglie vuote riverse sul tavolo in cerca di quell’aggeggio infernale che non la finiva di tediarlo con il suo rumore terribile. Aveva bevuto davvero troppo.
L’ultima bottiglia di buon rum si rovesciò sul tavolo facendo sfuggire dalla sua bocca impastata un’imprecazione.
“Pronto .. ”
Disse lucidamente, dato lo stato di semi incoscienza in cui versava, la testa gli pulsava.
“Vegeta.”
Quella voce, che stupore sentirla, ma che cazzo voleva suo padre.
“Che cazzo vuoi!”
Disse acido, l’ultima persona che voleva sentir quel giorno era suo padre, oppure Bardack, oppure quella donna che si era presentata nel suo ufficio, come aveva detto di chiamarsi? Mira, no forse era Nira! Ma che gli importava, non aveva neppure voluto ascoltarla. Non voleva sapere nulla che riguardasse Varza.
“Stai tranquillo, ti chiamo in pace! Volevo saper se tu e Vegeta volete venir da noi per Natale.”
“No!”
Disse secco lui, con la tentazione forte di sbattergli il telefono in faccia. Quella dannata di sua madre gli aveva sicuramente spifferato della sua malattia.
“Vegeta ascoltami, mi farebbe davvero piacere avervi qui. Non sai quanto mi costi dirlo, ma davvero voglio passare un momento di pace con voi, non conosco neppure mio nipote, mi piacerebbe parlar con lui, far quello che non ho mai fatto. Dammi una seconda possibilità!”
Vegeta rimase in silenzio ad ascoltarlo, odiava esser commiserato, odiava la compassione, la pena.
“Sai una cosa, non ti è mai importato un cazzo di me! Ora che vuoi!”
Disse in preda all’ansia, disperato, molti pensieri gli passavano per la testa. Suo figlio in cima a tutti. Cosa sarebbe capitato a lui una volta che … lui fosse morto. Che cosa sarebbe accaduto a suo figlio. Forse, un’ancora di salvezza doveva dargliela, forse un appoggio gli avrebbe fatto bene, per quella sua vita già tanto disgraziata. Senza contare che avrebbe dovuto vedersela con gli Ice. Perché era così stupido!
“Per favore Vegeta. Ti chiedo solo una seconda possibilità, fidati di me Vegeta solo per una volta. Che cosa vuoi che siano pochi giorni …”
Vegeta si appoggiò con la testa al divano, doveva vomitare.
“Va bene … ma lo faccio solo per mio figlio!”
Suo figlio, finalmente gli era uscita quella frase, finalmente lo vedeva come tale. Ma dove cazzo era suo figlio. Era così preso da sé stesso che non si era mai occupato di lui. Varza l’avrebbe sicuramente sgridato e chiamato vigliacco. Ed aveva ragione, era stato un vigliacco a non guardar in faccia suo figlio, a mostrarsi come un perdente. Solo perché lui era così identico a sua madre, solo perché si era sentito tradito da lei … che aveva semplicemente fatto la cosa giusta, ma lui era lì costantemente tutti i giorni a ricordargli quanti errori avesse fatto in vita sua, a ricordargli che era solo sua la colpa di quanto successo. Per questo lo odiava, per questo non lo sopportava, si sentiva come con lei … guardato e giudicato per i suoi errori da quegli occhi scuri e severi che lo fissavano sempre dall’alto verso il basso, ricordandogli che era lui quello sbagliato, non Vegeta, non suo figlio, che infondo era solo nato da un amore morto che non poteva più risorgere, ma che colpa ne aveva lui, che colpa aveva suo figlio. Continuava a ripetersi quelle parole “suo figlio”, certo era anche suo … non l’aveva mai pensato in tutti quegli anni, era dovuta arrivare una donna a portarlo di nuovo sul baratro e lanciargli una corda per tornar a guardar la luce.

Non aveva ancora capito chi fosse quella donna. O meglio aveva un’unica soluzione plausibile in testa, ma non poteva essere.
“Il tuo amico mi ha semplicemente cacciata! Insomma io volevo solo fargli delle domande, mica minacciarlo o altro, ma mi ha rispedita al mittente. Beh, non che sapesse quale fosse il mittente, forse sono io stessa. Insomma, sono io che mi sono spedita in questa storia, ho trovato quel certificato di nascita e ho chiesto ai miei genitori, così mi sono messa ad indagare ed eccomi qui!!”
Bardack era piuttosto frastornato, quella donna aveva una parlantina macchinosa che gli trapanava il cervello.
“Frena e riavvolgi il nastro … Quale certificato di nascita?”
Nira lo guardò, Bardack in quel momento riconobbe lo sguardo di Varza in quegli occhi.
“Quello mio e di … Varza …”
Bardack sgranò gli occhi, sapeva che la situazione di Varza non era mai stata delle migliori, ma diamine quello era davvero assurdo.

Poggiata al suo petto sentiva il battito del suo cuore e il calore del suo corpo. Si sentiva in paradiso, non riusciva a smettere di sorridere, era su di un altro pianeta, il suo cervello era svuotato di ogni problema. Ogni suo pensiero svaniva in favore di lui. Vegeta le accarezzava dolcemente i capelli. Quando il telefono squillò.
“Vegeta rispondi!”
Disse Bulma seccata da quel suono. Si alzò per prendere il suo cellulare di lui, visto che lui non aveva la minima intenzione di muoversi. Vegeta la guardò per bene. Nuda e bella come il sole. Il suo personale sole, la stella attorno alla quale lui girava, l’unico motivo che lo portava a sorridere.
“Smettila di guardarmi così … ”
Disse Bulma maliziosamente tendendogli il cellulare.
“Pronto.”
Rispose Vegeta mentre si sedeva sul letto e prendeva Bulma per la vita per farla sedere su di lui. Bulma intrecciò le sue gambe alla vita di lui, poggiando il volto nell’incavo tra la spalla e il collo prendendo a mordicchiarlo. Quanto gli piaceva. Lui le carezzò la schiena, mentre parlava per monosillabi al telefono.
“Che ti importa dove sono? Sono da un amico. Tornerò domani.”
Bulma lo guardò in viso, con chi stava parlando? Appena mise giù il telefono rispose alla sua muta domanda.
“Era mio padre.”
Dopo di che la baciò, spingendola contro di sé. Aveva ancora voglia di lei.
“Che voleva tuo padre?”
Disse Bulma prima che Vegeta l’afferrasse con foga spingendosi in lei. Bulma si sentì pervadere di nuovo dal suo calore, dalla sua passione. Dio quanto lo amava!
“Per Natale devo andar da mio nonno!”
Disse Vegeta, Bulma sorrise, ma finse di esser stupita. Infondo era felice che Vegeta passasse un po’ di tempo con i suoi famigliari, era importante per lui.
“Sono felice per te!”
Disse baciandolo. Lui l’adagiò di nuovo sul letto.
“Presumo sia meglio portarci avanti con il lavoro, dato che staremo separati per un po'!”
Disse Vegeta, aderendo con maggior pressione a lei, tanto che Bulma rabbrividì di piacere intenso.
“Ti mancherò così tanto Prince?”
Vegeta le sorrise, uno di quei suoi sorrisi strani, che non lasciavano trasparire tutto dei suoi sentimenti, ma Bulma aveva imparato a leggere i suoi occhi.
“Non è piuttosto il contrario Brief?”

Celipa aveva deciso di rimanere a casa Son per Natale, per passare il suo tempo con Bardack e anche con Goku. Chichi quel giorno era passata da loro con suo padre per il pranzo e si erano molto divertiti tutti insieme, come una grande famiglia allargata. Solo Chichi sembrava aver la testa altrove, Goku era un po’ preoccupato per lei.
“Che c‘è Chichina?”
Le chiese carezzandole la testa.
“Nulla scusa tesoro, non ti preoccupare, non è nulla.”
Si abbracciarono, Chichi non aveva ancora trovato il momento giusto per dirgli la verità. La sapeva pure Vegeta, ma non il diretto interessato, ma perché quella situazione era capitata proprio a lei. Bulma arrivò poco dopo armata di un sorriso smagliante ed intenso, l’amore le faceva davvero bene.
“Buongiorno a tutti, è arrivato Babbo Natale!”
Disse entrando con un grande sacco e con il cappellino bianco e rosso sulla testa.
Era davvero un momento felice, come non ce n’era per loro da mesi. L’unica cosa che mancava erano due persone: Radish e Vegeta.

Che cosa stupida si metteva pure a mandare messaggi ora. Cosa n’era stato del Vegeta duro e spietato che non badava a nessuno?
Sono da Goku! Stiamo giocando a “Risiko“ e indovina chi sta vincendo? Ovvio io, come sempre sono la migliore! Mi manchi, ti amo!”
Si era ritrovato a sorridere come uno stupido, per quelle parole, per la loro semplicità. Tutta quella normalità gli sembrava davvero strana, poiché per lui non era normale!
“Mio figlio che sorride, che cosa strana!”
Suo padre l’aveva raggiunto sulla terrazza del giardino dei nonni, erano entrambi usciti per prendere un po’ d’aria e Vegeta per fumare una sigaretta.
“Che ti importa.”
Disse Vegeta, che non capiva l’atteggiamento di suo padre, in quel periodo era strano.
“Diciamo che sei mio figlio.”
“Hai detto bene: “diciamo”! Non sai neppure che cosa sia esser padre, non sai neppure da dove si comincia! Hai idea di quello che mi hanno fatto gli Ice? Hai idea di quale sia il casino in cui mi hai cacciato?”
Vegeta abbassò lo sguardo, suo padre proprio non lo sopportava, anche in quel momento, mentre guardava la neve che cadeva, mentre ispirava il tabacco e faceva cader la cenere a terra.
“Sì, ovvero, ora lo so. Prima non me n'ero reso conto.”
“Perché sei uno stupido!”
Disse Vegeta alzandosi di scatto, con una manata fece cader la sigaretta dalle mani di suo padre.
“Vegeta hai ragione!”
“Che cosa ti ha fatto cambiare così? Che cazzo ti è preso!?”
Suo padre abbassò lo sguardo e schiacciò la sigaretta sotto il piede per spegnerla.
“Diciamo che ho sbagliato molto nella mia vita ed è il momento che io mi prenda le mie responsabilità e tu, sei una mia responsabilità!”
Vegeta non poteva crederci, come diavolo si comportava suo padre, non l’aveva mai visto così. Strinse il cellulare tra le mani e rientrò. Lo odiava davvero tanto.
Una nuova vibrazione del cellulare, Bulma lo stava chiamando, almeno c’era lei nella sua vita, almeno poteva fidarsi di lei.
“MA SI PUO‘ SAPERE CHE FINE HAI FATTO??? POTEVI ALMENO MANDARMI UN MESSAGGIO!!! RAZZA DI SCREANZATO!!!!”
Anche se era tremendamente insopportabile, era proprio quello che gli piaceva di lei.
“Quanto sei stressante!”

Sarebbe tornato il trentuno, giusto in tempo per veder almeno i fuochi con Bulma. Che l’aveva stressato per tutto il tempo, facendosi promettere che sarebbe andato alla festa sulla spiaggia alla Kame House. Bulma era veramente seccante, un tipo tosto.
Non aveva più parlato con suo padre, ne tanto meno con suo nonno. Si era isolato da quella situazione, da quella famiglia che odiava. L’unica cosa che lo teneva vivo era Bulma, che lo legava alla realtà. Solo ed esclusivamente lei. Chissà che cosa lo aspettava. Lei di sicuro era lì per lui. Come si poteva vivere solo di amore?
“Vegeta, posso parlarti?”
“V” era entrato in camera sua, o meglio quella degli ospiti che gli era stata affibbiata.
“Volevo solo dirti di cercare di capire tuo padre, è solo colpa mia se tuo padre è così, lui non ha mai avuto un vero padre, io non lo sono mai stato!”
Deglutì, Vegeta guardava suo nonno, sperava davvero di non ridursi a quel modo una volta divenuto vecchio, non voleva essere logorato dal rimorso. Non voleva essere un padre orribile, un uomo del genere. Ma forse le sue erano solo bazzecole, infondo aveva il loro stesso sangue.
Suo padre origliava da dietro la porta, sospirando. “V” era davvero cambiato, forse un po’ troppo tardi, ma almeno stava facendo un tentativo di esser migliore, forse era tempo che anche lui si guadagnasse la fiducia di suo figlio. Che era solo una vittima di tutto quell'odio.
Infondo anche Varza gli stava dando una seconda possibilità, anche se per ora l'aveva scacciata, ma era come se volesse impedirgli di dimenticarla.

Chi diavolo sei? Cos‘è uno scherzo?”
Chiese Vegeta alla donna che si presentava davanti ai suoi occhi, era identica a Varza!
No, sono reale non sono uno scherzo, mi chiamo Nira!”
Disse la donna sorridendogli.
Mi spiace signor Prince di essere piombata qui così all'improvviso, ma volevo sapere qualcosa su Varza!”
Lui l’aveva guardato sconcertato, non poteva crederci, ma chi diavolo era quella donna?
Te ne vai in giro con la sua faccia e mi chiedi di lei? Ma come ti permetti, chi cazzo sei?”
Lei aveva sbuffato, e si era armata di pazienza.
La prego signor Prince, voglio sapere solo chi era Varza, com‘era, che carattere aveva, io non l‘ho mai incontrata.”
Vegeta era allibito, quella donna insistente gli dava sui nervi.
Perché sei venuta da me? E chi sei?”
Si erano guardati negli occhi per interminabili minuti, Vegeta si rese conto che pur sembrando Varza non era affatto lei.
Sono venuta da te perché … perché sei stato il suo uomo no?! ”
Il suo uomo? No, non era il suo uomo, era stato il suo carnefice, quello che l’aveva distrutta, portandola a scegliere altro, non quello che lei desiderava. E tutto per cosa, per uscirne vittorioso e a testa alta? Alla fine aveva lo stesso chinato il capo.
VATTENE! E non parlarmi più di lei. Neanche da morta mi da tregua, ma tu chi sei un suo clone?”
No, io sono … la sua gemella.”





Eccomi come di consueto al nuovo capitolo, che vede la presentazione di Nira, personaggio un po' insopportabile e dalla parlantina svelta. Spero che la mia storia vi intrighi sempre, la presenza di Nira forse è un po' eccessiva, ma era un personaggio che dovevo inserire poiché rappresenta una seconda possibilità per tutti. Questo capitolo è incentrato sulla fiducia che si tenta di conquistare, ma che per alcuni è dura da avere, per altri semplice, ma difficoltosa da mantenere.
Nel prossimo capitolo "Paura" vedremo Goku in crisi, l'ingresso del ragazzo misterioso, l'evoluzione della relazione tra Bulma e Vegeta ... parte del finale per Varza, ma tutto questo lo scoprirete solo a metà luglio. Purtroppo, o per fortuna, dipende dai punti di vista, devo interrompere la mia produzione di scritti, causa esami! Mi dispiace molto, ma ho bisogno di tempo! Quindi vi lascio alle riflessioni che spero vi lasci la mia storia! Un bacio a tutti.


Ringraziamenti:
Enris e Comicboy per avermi aggiunto ai preferiti.
PoRtAmIdAtE per avermi inserito tra le storie ricordate.

Inoltre ringrazio tutti quelli che leggono soltanto.

X Fanny Sonny: per Chichi e Goku è il preludio di un qualcosa di nuovo e difficile per una coppia giovane, mentre Bulma e Vegeta cominciano la loro vera storia d'amore. Nira ... vedremo presto che ruolo avrà! Ti ringrazio come sempre.

X Flyvy: come sempre ti ringrazio per le tue belle parole, quando leggo le tue recensioni penso: "bene, ho trasmesso ciò che volevo dire!" Te lo dico davvero: GRAZIE! Il disegno di Varza l'ho fatto io non è niente di eccezionale, ma volevo mostrarvi la mia Varza. Spero che Nira seppur completamente diversa sia lo stesso interessante. Il due dello scorso capitolo è lei, la gemella di Varza. Quindi presto torneremo a parlar di lei! Le sorprese sono quasi finite, anche perchè stiamo giungendo al finale! La malattia di Vegeta senior come sempre l'ho accennata in un capitolo in cui guarda in una busta gialla preoccupato ... penso che in tutta questa storia sia quello più martoriato! Ma staremo a veder cosa mi indurrà a scrivere il mio flusso di coscienza nel finale. Un bacio e grazie, grazie mille, non sai quanto mi lusinghi ricever le tue recensioni.

X Maia 74: ciao, questo capitolo non riserva molte molte sorprese, a parte il finale, ma è molto malinconico... l'aria che aleggia è quella di una fiducia che si crea per poi forse distruggersi. Ti ringrazio come sempre molto.

X The_black_ moon: una nuova lettrice, che bello!!!!!!!!!!!!!^^ sono contenta che la mia storia ti abbia colpito, poichè tratta molte cose, molti temi e mi fa piacere che qualcuno li apprezzi! Quindi grazie mille. In questo capitolo non vi è molta suspense è più un capitolo malinconico, in cui nascono delle fiducie, ma su delle bugie. Mi rifarò nel prossimo, anche se dovrai aspettar un po'. Grazie mille!!

x Luna_07: come sempre mi ritrovo a ringraziarti. Bardack è rimasto sconvolto perché Nira è identica a Varza, poiché è la sua gemella. La storia del passato di lei non ha ancora fine e chissà se riuscirà ad esser una seconda possibilità per loro e dargli la forza di andare avanti e tornare sui loro passi, migliorando le cose.

X bulmaMiky: ciao cara, grazie per la tua recensione e grazie per averla segnalata dalla lettura!!^^
Sono d'accordo con te per l'errore d'amore non cosciente, ma penso che ora cercherà di rimediare, mentre anche Vegeta cerca di riafferrare la fiducia di suo figlio, ma tutte queste fiducie acquistate tramite menzogne a cosa porteranno? Ti saluto e ti ringrazio ancora! Un bacio grande!

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Paura ***


Prosegue la storia della nostra Varza. Spero che il capitolo non vi annoi, spero che vi piaccia ed è arrivato per me il doveroso momento di far un ringraziamento: Ringrazio colui che mi ha ispirato questa triste storia sull'orgoglio, l'egoismo, la paura di affezionarsi; questa storia nel bene o nel male è dedicata alla persona che amo, nei suoi difetti, nei suoi pregi ... nel suo modo di esser sempre diverso e non nego a volte cattivo nelle parole, ma quando si ama ci si viene incontro sempre ... quando chiaramente il sentimento è forte da ambedue le parti. Quindi questo è per te ... che sei la mia vita. Per te che sei il mio Vegeta: duro e poco sentimentalista, forte, ma bisognoso d'amore!

Bene dopo questo momento di commozione (cerebrale), vi auguro una buona lettura e vi ringrazio tutti ... mi commuove veder che apprezzate la mia storia!!!!

Quindi passiamo ai ringraziamenti seri^^ ...

Ringrazio: Vegetalover, TheQueenLeda, Giuliangel90 per aver inserito la storia tra le preferite! GRAZIEEEE!
Se avete voglia di darmi un'oppinione anche critica della storia, sono ben accetti commenti^^ positivi e negativi. (ho paura di deludere i lettori proseguendo verso il finale!!)
Ringrazio coloro che hanno lasciato una recensione: The_Black_Moon, Maia74, Fanny Sonny, Luna_07, BulmaMiky.
Scusate ma non ho tempo di rispondervi .... perdonatemi davvero!!!

Ah, dimenticavo sto (finalmente) postando la storia che prevede l'ingresso in scena di Varza nel mondo di Dragon Ball!!! Spero che vi piaccia ed incuriosisca ... forse alla fine la Varza di Superior potrebbe risultare OOC!!^^' Spero di no ... ma ne ho timore!

Paura


Un’orribile sensazione si impossessò di lei, si sentiva davvero male. Si accasciò a terra in preda al dolore. Una strana sensazione di bagnato la costrinse a guardare a terra.
Merda!”
Esclamò tentando di raggiungere il telefono, lo afferrò e compose un numero.
La risposta dall’altro capo fu tempestiva.

Ti prego vieni a prendermi … Mi si sono rotte le acque!”

Era impaziente.
Erano passati solo dieci giorni, ma voleva vederlo, voleva toccarlo, voleva baciarlo.
Lo amava da impazzire e si sentiva completamente persa senza di lui.
L’amore era il pane della sua vita in quel momento, era tutto. Ma voleva anche scoprire che cosa fosse successo con la sua famiglia, con suo padre, con suo nonno. Sperava davvero che Vegeta riuscisse a trovare l’equilibrio di cui aveva bisogno.
Si sistemò i capelli, fece dei boccoli vaporosi per quella serata, abbinati a quel vestito rosa che aveva comprato per l’occasione. Voleva sentirsi sbranare con gli occhi e poi con il corpo.
Aveva chiesto a Vegeta di raggiungerla sulla spiaggia alla festa di capodanno organizzata alla Kame House. Sperava davvero arrivasse. L’unica cosa che le importava era passare la mezzanotte con lui.
Si diede un’ultima occhiata allo specchio. Era perfetta e lo era solo per
lui.

Seduto affianco a suo padre guardava il paesaggio fuori dal finestrino.
“Non hai detto una parola.”
Gli disse suo padre, guardandolo con la coda dell’occhio.
“Non ho nulla da dire.”
Vegeta sbuffò guardando suo figlio, si era perso molto di lui. Non sapeva neppure chi fosse, non sapeva cosa gli piaceva, se aveva una fidanzata, se si era mai innamorato, se andava bene a scuola …
“L‘altra sera quando ti ho chiamato dov'eri? Nappa è ancora in ospedale … Hai dei nuovi amici?”
“No, non ho nessun nuovo amico.”
Suo figlio si stava evidentemente scocciando, le sopracciglia inarcate, il broncio, le braccia incrociate sul petto. Esattamente come sua madre.
“Allora hai una ragazza ?”
Finalmente si girò per guardarlo, mentre cominciava a sorridere beffardo, suo figlio era davvero prevedibile e facilmente irritabile.
“Si può saper che diavolo vuoi?”
Sbottò il più giovane, suo padre cominciò a ridere.
“Quindi c‘è una ragazza … E com'è? E‘ bella?”
Vegeta si incassò nel sedile voltando lo sguardo in una direzione opposta senza rispondere. Suo padre non aveva aggiunto altro, non vedeva l’ora di arrivare a casa.


L’ambulanza era arriva presto, Bardack le stringeva la mano con forza per infonderle coraggio. Non si capacitava del perché le facesse così male. Ma la cosa che le doleva di più era la sua coscienza. Quando sarebbe nato il bambino che cos’avrebbe detto a Bardack, che cosa avrebbe detto all’uomo che le era rimasto affianco, che la amava.
Vegeta … Da quanto non lo vedeva, da quanto non sentiva la sua voce.
Avrebbe voluto fosse lì. Suo figlio stava per nascere e lui neppure lo sapeva …

Bulma era pronta e alle otto in punto era già sulla spiaggia. Crilin e Yamcha che erano già lì al suo arrivo la squadrarono da capo a piedi, era davvero una meraviglia.
“Wow Bulma sei una bellezza!”
Disse Crilin, Yamcha le sorrise. Chichi arrivò poco dopo indossando l’abito che Bulma le aveva regalato.
“Anche Chichi non scherza però!”
Aggiunse Yamcha sorridendo alla ragazza che rispose con un timido sorriso, entrando nella casa per imbandire la tavola con le prelibatezze che aveva cucinato. Bulma la seguì. C’era qualcosa di strano in lei. Intanto i ragazzi accolsero i nuovi arrivati: C18 e C17.
“Chichi … Goku dov‘è? Non è venuto con te?”
Chichi sbuffò e continuò a far ciò che stava facendo. Bulma le si avvicinò di più.
“Cos'è successo?”
“Nulla Bulma, solo ... Ho detto quella
cosa a Goku e non l‘ha presa come speravo.”
Bulma sgranò gli occhi. Goku che non prendeva bene la gravidanza della sua ragazza? Le sembrava una cosa impossibile.
“Oh, dai Chichi. Avrai capito male … Insomma, si tratta di Goku. Se fosse Vegeta capirei, ma Goku! Lui è buono, lui è …”
“Bulma basta. Lui è spaventato! Ed ha ragione ... Siamo giovani, non so come mi sia venuto in mente di tenerlo questo bambino. E‘ un‘assurdità!”
Bulma la trascinò al piano di sopra.
“Che stai dicendo Chichi. Tu eri sicura di volerlo! E' il figlio del ragazzo che ami, non volevi esser migliore di tua madre? Non hai sempre desiderato questo?”
Chichi non la guardò.
“Sì, ma Bulma … Goku se n'è andato senza dire nulla.”


Era esausta, ma ce l’aveva fatta. Lui era nato, il suo bambino era nato.
Non aveva ancora deciso come chiamarlo.

Ti sei ripresa?”
Disse Bardack carezzandogli la guancia. Lei gli sorrise annuendo con il capo.
Lui dov‘è?”
Disse riferendosi al suo bambino. Bardack guardò altrove.
E‘ nella nurse. Non ha versato una lacrima, deve aver preso da te … O da Vegeta!”
Disse dispensando un sorriso amaro alla donna che amava e che lo aveva ingannato.
Il bambino somigliava troppo a Vegeta perché quella farsa proseguisse.
Varza gli prese la mano, per fermarlo, per non farlo andar via, per impedirgli di allontanarla da lui.
Non andartene Bardack. Non mi importa se il bambino è di Vegeta. Io voglio stare con te! Voglio te al mio fianco, tu mi rendi serena, tu mi rendi felice.”
Quello che vuole la tua mente è molto diverso da quello che vuole il tuo cuore.”
Le aveva lasciato la mano ed era uscito dalla stanza, il colpo era stato troppo duro per lui. Aveva passato gli ultimi mesi accanto a lei e lei l’aveva ingannato. Aveva atteso di divenire padre, ma così non era stato. Batté un pugno sul vetro della nurse, osservando il bambino nella culla.
Come si chiama il bambino? Non l‘avete ancora deciso?”
Chiese un’infermiera a Bardack.
Vegeta! Metta Vegeta. Varza ha scelto questo nome.”

Si era fatto una doccia, si era cambiato ed aveva raggiunto la spiaggia dove c’era Bulma. Beh, anche gli altri mentecatti! Le stelle illuminavano la spiaggia e Bulma era lì che sorrideva insieme ai suoi amici e stringeva la mano alla fidanzata di carota. Era così bella, così splendente, bastava la sua sola presenza per renderlo sicuro di sé, per farlo sentire a casa. Come poteva essere possibile che lei gli suscitasse simili reazioni! Si avvicinò al gruppo. Molti si girarono a guardarlo stupiti nel vederlo lì. Bulma non si accorse di lui fino a quando non sentì la sua voce alle sue spalle.
“Non sapevo fosse una festa in maschera!”
Si era girata verso, per guardarlo dritto negli occhi. Possibile le fosse mancato così tanto? Il cuore le sobbalzò nel petto, provocandole un sussulto, probabilmente era rossa in viso, probabilmente la sua faccia lasciava intendere molto, probabilmente si erano accorti tutti che era cotta di lui.
“Sei mascherata da pagliaccio?”
L’acidità di Vegeta aveva rotto, però, quel magico momento.
“Chi sarebbe il pagliaccio?”
“Tu è evidente! Come diavolo ti sei conciata la testa?”
E lei che era felice della sua nuova pettinatura, pensava di esser meravigliosa.
“COSA!? Questa pettinatura è all‘ultima moda, non capisci proprio nulla!”
Era davvero seccata. Possibile dovesse rovinare sempre tutto.
“Beh, sarà anche all‘ultima moda, ma sembri ugualmente un pagliaccio!”
Poi la afferrò per la vita e se la caricò sulle spalle.
“VEGETA CHE STAI FACENDO! SEI IMPAZZITO??? ”
Sbraitò Bulma colpendo con dei pugni la schiena del ragazzo.
“Lasciami razza di idiota!”
Ma Vegeta non l’ascoltava e la trascinò via, mentre tutti li osservavano sconcertati.
La portò in un luogo appartato,adagiandola sulla sabbia, senza dirle nulla e tappandole la bocca, per farla stare zitta, con un bacio rovente. Si mise sopra di lei, infilando le mani sotto il suo vestito. La voleva. La desiderava da che l’aveva vista quella sera. Non poteva attendere l’arrivo della mezza notte. Non poteva attendere che se ne andassero tutti. La voleva ora e subito. Bulma non si tirò indietro e si avvinghiò a lui divorandolo con la bocca. Si sentiva mancare il fiato. Tanto che dovette staccarlo un attimo per riprendere aria.
“Bentornato!”
Gli disse sorridente, guardando bene il suo viso corrucciato e percorrendolo con i polpastrelli, per non perdersi nulla di quel magico momento. Poi riprese a baciarlo.
“Ragazzi scusate se vi disturbo, ma dovrei parlarvi!”
Entrambi si voltarono per guardare il nuovo venuto: Goku. Vegeta si alzò di scatto, mentre Bulma si sistemò il vestito che dal ginocchio le era salito per le cosce.
“Dimmi ora che cosa mi dovrebbe fermare dall'ammazzarti di botte!”
Disse Vegeta andando verso il ragazzo ed afferrandolo per il bavero.
“Chichi è incinta non so davvero che cosa fare!”
Disse il ragazzo serio abbassando lo sguardo.
“Che cosa vuoi che me ne importi!”
Disse Vegeta assestando un pugno in pieno viso a Goku. Che si lasciò abbattere a terra con facilità, anche quando Vegeta gli fu sopra, colpendolo con un nuovo pugno.
“Vegeta fermati.”
Disse Bulma afferrandogli un braccio.
“Piantala Vegeta. Non mi sembra il caso.”
Vegeta la guardò e poi si scostò dal nemico-amico. Bulma aiutò Goku ad alzarsi. Sembrava piuttosto sconvolto. Aveva lo sguardo perso nel vuoto.
“Goku …”
Disse Bulma cercando di riportarlo alla realtà. Il ragazzo si alzò e si avventò su Vegeta, cominciando a scambiarsi una serie di pugni e calci.
“BASTA! BASTA! FERMATEVI!”
Gridò Bulma cercando di intromettersi. Ma le sue parole non servirono a nulla ed i due continuarono a combattere senza sosta. Fino a quando non giacquero a terra esausti.
“Ma siete impazziti! Cosa diavolo vi è preso?”
Disse Bulma correndo da loro. Non sapeva davvero da chi recarsi, pensò bene che l’unica cosa da fare era quella di non guardare nessuno dei due. Possibile che dovessero risolvere i loro problemi in quel modo?
“Grazie Vegeta.”
Disse Goku, sorridendo al compagno di “giochi”. Bulma davvero non capiva.
“Avevo bisogno di sfogarmi. Non so davvero che cosa fare …”
Disse il ragazzo stringendo i pugni.
“Goku se è per Chichi … Sappi che è normale essere spaventati. Siamo giovani è normale che certe cose ci spaventino … ”
“Io non so se riuscirò ad esser un buon padre!”
La sua voce si incrinò pericolosamente. Era davvero spaventato. Aveva davvero paura. Non si sentiva all’altezza. Oltre a combattere lui non sapeva fare molto altro, lui non sapeva fare davvero nulla!
“Carota … io penso soltanto che sia inutile che ti preoccupi così tanto. Ora come ora preoccupati di avere un figlio, poi imparerai ad essere padre. Credo che nessuno sia nato con questa facoltà! ”
Disse ricordando suo padre, ricordando il suo interessamento negli ultimi tempi, ricordando che faceva davvero schifo come padre.
Goku si alzò scrollandosi la sabbia di dosso, Vegeta fece lo stesso.
“Vegeta ha ragione Goku. Chichi è molto depressa a causa di questa tua titubanza. Non credo che parlarne con noi sia la soluzione … Penso piuttosto che dovresti decidere con lei che cosa fare. Ma sappi che noi siamo con voi. Io e Vegeta vi saremo vicini!”
“Ehi parla per te! A me non frega nulla!”
Disse Vegeta acido, allontanandosi da loro.
“Ehi, dove vai ora? Sei proprio uno stupido Vegeta!”
Bulma lo seguì e Goku sorridendo andò dietro a loro. Quei due erano davvero irrecuperabili. Gli avevano dato preziosi consigli per poi riprendere a battibeccare subito dopo. Erano assolutamente fantastici e perfetti insieme!

“Ciao Vegeta!”
Una donna lo attendeva davanti al cancello di casa. I suoi capelli erano stretti in una coda alta, i suoi occhi neri erano contornati da un leggero filo di matita. Che cosa ci faceva lei lì?
“Che cosa vuoi ancora? Mi sembrava di esser stato chiaro con te!”
Nira non si intimorì e si fece avanti.
“Non è un po‘ triste passare il capodanno da soli?”
Vegeta non si scompose, la fece indietreggiare verso il muro, poggiando una mano su di esso.
“Potrei dirti la stessa cosa!”
Nira si scansò e poggiò una mano sul suo petto.
“Che ne dici di passare un po‘ di tempo con me! Potremmo uscire a cena, tanto per cominciare! Poi potremmo guardare i fuochi insieme! Che ne dici?”
Gli disse con un sorriso smielato, decisamente non era Varza.
“Non hai niente di meglio da fare?”
“Evidentemente no!”
Disse baciandolo sulla guancia e facendolo arrossire. Si staccò da lui e proseguì lungo la strada.
“Allora che aspetti Vegeta? Abbiamo molte cose da dirci!”

“Chissà che cosa ci fa qui Vegeta Prince! Viene sempre a crear casini …”
Yamcha era parecchio scocciato. Prince era giunto per portar via dalla festa la ragazza più bella ed ora era scomparso con lei e con Goku, che li aveva seguiti poco dopo.
C17 osservava con attenzione tutta la situazione. Sua sorella era proprio insensata come faceva a stare appiccicata al nanerottolo pelato? Non ricordava di avere una missione?
La presenza di Prince era molto interessante e soprattutto, confermava i suoi sospetti.
Qualcuno passava di lì per caso e sentito quel nome si era avvicinato all’allegra combriccola.
“Avete detto Prince?”
Tutti si voltarono girandosi verso di lui. Chi era quel tipo?
“Chi sei?”
“Questo non vi deve interessare! Avete parlato di un certo Prince … Sapete dove posso trovarlo?”
Il ragazzo non sembrava molto socievole, alto e dai capelli corvini.
“Sono io! Chi cazzo sei?”
Disse Vegeta arrivato in quel momento, pieno di lividi, seguito da Bulma e Goku. La ragazza sussultò nel vedere il ragazzo. Era quello della stazione! Pregò in silenzio che non la riconoscesse … Avrebbe potuto rivelare la sua bugia.
“Non credo che sia tu quello che sto cercando!”
Vegeta lo guardò stupito, forse cercava suo padre?
“Beh, allora che vuoi da mio padre?”
Chiese Vegeta, supponendo che il ragazzo misterioso cercasse proprio lui, era pur sempre l’unico omonimo che conosceva in città!
“Credo che quella stupida di mia madre sia qui per parlare con lui. Voglio trovarla! Ed impedirle di cacciarsi nei guai!”
“Se è una delle troie che si porta a letto mio padre non so come aiutarti!”
Un pugno ben assestato raggiunse il volto di Vegeta e lo fece cadere a terra. Il ragazzo gli fu subito addosso. Schiacciandolo con una gamba sulla sabbia.
“Senti bastardo, purtroppo per te credo che non ti possa permettere di insultare mia madre! Dato che penso sia la sorella della tua defunta genitrice!”
Un rapido scambio di sguardi tra Goku e Vegeta, prima che Bulma si intromettesse sedando la rissa sul nascere.
“Basta ragazzi calmatevi! Non possiamo parlarne con tranquillità?”
Chiese Bulma ponendosi tra Vegeta ed il nuovo venuto.
“Il mondo è davvero piccolo ragazzina! Ci rivediamo di nuovo …”
Bulma arrossì, l’aveva davvero riconosciuta, non rispose ed abbassò lo sguardo, incrociando quello interrogativo di Vegeta.
“Non ti ricordi, eppure io mi ricordo di essermi scontrato con te e quel ragazzo dai capelli strani qualche settimana fa!”
Bulma deglutì. Lo sguardo di Vegeta era molto eloquente. Era furioso!
Si alzò di colpo scansandosi di colpo il ragazzo di dosso. Vegeta era più che sicuro che si erano visti quel giorno in cui lei era sparita senza dir nulla. Perché gli aveva mentito?
Anche il suo amore era una mera menzogna?
“Vegeta aspetta …”
Sussurrò Bulma, che aveva compreso l’amarezza che portavano gli occhi di Vegeta.
Era deluso, profondamente deluso da lei.
Lo aveva visto alzarsi e camminare lontano, per starle lontano. Poi si era alzata e l’aveva raggiunto.
“Ti prego … Ti prego Vegeta lasciami spiegare! Non è come pensi …”
“E allora com‘è? Mi hai mentito … Mi hai mentito Bulma! Pensavo di potermi fidare di te …”
Lei lo afferrò per il braccio mentre le lacrime minacciavano di scendere copiose dai suoi occhi.
“No, Vegeta io …”
“Non mi interessa quello che hai da dire. Non mi piacciono i bugiardi!”
Ed era scomparso nell’oscurità della spiaggia, di quella notte che avrebbe segnato l’inizio di un nuovo anno …

“Pronto …”
L’uomo dai lunghi capelli grigi ascoltò con attenzione le parole di colui che l’aveva chiamato, lisciandosi il mento e osservando le iridi viscide di colui che gli sedeva davanti.
“Grazie 17!”
Disse sibillino riattaccando la cornetta. Spense il sigaro nel posacenere, posto sul tavolino del salotto, prendendo in mano il calice di vino bianco e portandoselo alle labbra.
“Allora Gero … Spero ci siano delle novità!”
Disse l’uomo davanti a lui addentando una tartina con le labbra purpuree.
“Pare che il nostro ragazzino abbia un bel punto debole …”
Sghignazzò il Dott. Gero, ponendo il calice verso Freezer che rispose a quel gesto con il suo bicchiere.
“Bene allora … Si prospetta un ottimo nuovo anno!”
Risero insieme, prima o poi la proprietà Prince sarebbe caduta interamente nelle loro mani.

Signorina le ho portato il suo bambino.”
Disse l’infermiera ponendole il fagotto che teneva tra le braccia. Varza si sistemò meglio nel letto, per guardare il suo bambino.
Sì, grazie.”
Tese le braccia verso di lui afferrandolo, per guardare finalmente il suo viso.
Il piccolo Vegeta non ha pianto neanche per un attimo!”
Disse l’infermiera felice di vedere come sempre una mamma con il suo bambino.
V … Vegeta?”
Chiese stupita nel sentire quel nome, chi aveva dato il nome a suo figlio?
Suo marito, il signor Son, mi ha detto che volevate chiamarlo così … ”
Varza guardò il bambino … Vegeta … Certo che gli somigliava non poco. Aveva lo stesso cipiglio.
Allora scriviamo sulla culla Vegeta Son …”
No … scriva il mio cognome per ora!”
Disse la ragazza mantenendo lo sguardo fisso su suo figlio.
Va bene … Sono entrambi due cognomi davvero corti …”
Disse la donna sorridendole. Varza cullò il piccolo Vegeta, che dormiva beato, tra le sue braccia.
Com'era bello.
Strano … Si sentiva davvero una madre …


 

Ciao eccomi finalmente con Superior!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Spero che il capitolo, un po' corto, sia di vostro gradimento!! L'ultimo colpo di scena vi attende sul finale.
Voglio ringraziare tutti quelli che seguono che scrivono, che leggono, che apprezzano la mia storia!
Un grande bacio a tutti voi, anche se non vi conosco vi voglio un gran bene, perché mi avete aiutato a realizzare un mio sogno: quello di scrivere qualcosa che potesse piacere a qualcuno!
Quindi grazie mille. So che sono più le parole per un finale, ma mi andava di dirle a sei capitoli dalla fine (mi devo metter sotto e scriverli per bene!).
Ringrazio chi mi ha aggiunto tra i seguiti:
Cicacica, Delphinium_love.
Ringrazio anche
Benza per aver aggiunto la mia storia tra le ricordate. Grazie!

Delphinium_love: ciao e benvenuta. Sono felicissima che la mia ff ti piaccia, ci metto molto impegno per sviluppar la trama e far agir i personaggi, quindi quando qualcuno apprezza sono sempre molto appagata! Ti ringrazio davvero per i complimenti e soprattutto mi fa piacere tu trovi la storia scorrevole e appassionante. Quindi grazie dal profondo del cuore! Un bacio

Icelberry: ti ringrazio per la recensione. E si ti sei persa un po' di cose, ma vedo con piacere che hai recuperato^^ Sono contenta che tu abbia apprezzato i precedenti capitoli, e soprattutto che Bardack dia il nome a Vegeta. Lo fa perchè è depresso, lo fa perchè si sente tradito, allora vuole macchiare il nascituro con il marchio dei Prince ovvero il nome Vegeta al primogenito! Un bacio alla prossima!

Luna_07: ebbene sì! C17 è un doppiogiochista. Intuisce da subito che vi è qualcosa tra Bulma e Vegeta, e tenta di studiar la situazione. Infine comprende che Bulma è il punto debole di Veggy. Cmq con questo capitolo si svela un nuovo mistero, che in realtà ho lasciato trasparire in altri capitoli, ma che verrà completamente a galla .... e beh, i veri guai cominciano ora ....Un mega bacio grazie mille!!!!!!!^^

BulmaMiky: ciao carissima amica! Sono sempre super contenta di legger le tue recensioni. E' davvero un piacere. Per Goku .... beh si ha ragione ad aver paura, insomma non è affatto facile aver un figlio a quell'età. Non è facile averlo quando si ha l'età giusta figurati quando si ha quella sbagliata!! Cmq sia ebbene il cuginetto dei nostri eroi è davvero antipatico ... forse quanto Vegeta. Invece il nostro adorato padre ... Vegeta senior ormai sta cercando di cambiare, forse Nira gli sarà d'aiuto. Ma ora deve affrontare un nuovo problema .......Un bacio alla prossima e grazie come sempre^^

Maia74: e si il finale dell'anno più brutto della storia. Non è andato affatto bene nulla. Goku ... Vegeta.... il cugino.... Bulma .... Chichi ..... Insomma forse se l'inizio fa così schifo non si può solo che migliorare!! Beh, diciamo che Bulma per certi versi sembra che le piaccia mettersi nei guai ... Ti lascio alla lettura del capitolo. Grazie infinite per le tue parole di sostegno, sono felice che ti piaccia la mia storia e che ti intrighi. Un bacio e grazie ancora!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** La verità viene sempre a galla! ***


La verità viene sempre a galla


Vegeta l’aveva lasciata. Non che fossero fidanzati chiaro, ma le aveva fatto capire di non volere più avere niente a che fare con lei. Solo perché gli aveva detto una mini bugia? Se solo gli avesse potuto dire la verità! Suo padre era malato ed era stato incastrato dagli Ice, la madre di Goku che aveva amato il padre di Vegeta … Era tutto così complicato. Era tutto così strano. Perché Goku e Vegeta si odiavano a morte? Anche se nell’ultimo periodo non era stata così accentuata tutta questa rivalità, non riusciva a capirne la reale motivazione. Si rigirò nel letto, avrebbe ripreso la sua routine quotidiana: scuola amici, studio. Ma le sarebbe mancata la parte più importante. La sua storia d’amore con Vegeta. Aveva provato a chiamarlo, aveva provato ad aspettarlo fuori di casa, fuori dal Dojo di Goku, dove si allenava sempre per il torneo nazionale, ma nulla … Vegeta la snobbava in tutti i modi. Quel che era peggio era che nemmeno la insultava. Segno inconfondibile che non aveva alcuna intenzione di darle una seconda possibilità. Ma Bulma lo avrebbe costretto a guardarla, a tornare con lei. Non poteva lasciarselo sfuggire. L’avrebbe salvato da quelle bestie degli Ice, l’avrebbe salvato da quella famiglia inesistente, avrebbe dovuto accettarla in tutto e per tutto.

Era strano come durante quell’inizio dell’anno la sua vita fosse cambiata. Nira era rimasta con lui per qualche giorno, ma era stato diverso dal solito. Forse perché era la gemella di Varza, forse perché rivedere il suo viso gli aveva fatto tornare il sorriso, forse perché non se l’era portata a letto; con Nira era stato tutto diverso, così candida e logorroica da farlo divertire con le sue strampalate considerazioni. Quello che aveva capito di lei era, che non somigliava affatto a Varza, che aveva un figlio e che suo marito era morto in un incidente stradale, ed ella ne soffriva ancora molto.
Si era sentito dopo tanti anni felice. Ora doveva solo sistemar quella cosa con gli Ice.
“Vegeta oggi che fai? Vai ad allenarti?”
Chiese al figlio che ancora stava dormendo, aprendo bruscamente la porta. Vegeta si rigirò sotto le coperte mugugnando qualcosa di incomprensibile.
“Forza alzati devi andare a scuola!”
Vegeta lanciò le coperte lontano.
“Si può sapere che cazzo ti prende? Cos‘è stai giocando a fare il paparino premuroso? Sappi che ti esce davvero male!”
Il silenzio calò nella stanza, mentre i due si guardavano.
“No, non sto giocando. Possibile che con te non si possa mai parlare?”
“Possibile tu sia stato uno stronzo per diciotto lunghi anni e tutto d‘un tratto ti venga voglia di redimerti? Che cazzo c‘è? E‘ tornato lo spirito di mia madre a ricordarti che sei un padre di merda?”
Detto questo si alzò, prendendo le sue cose per vestirsi.
“Più o meno …”
Disse suo padre in un sussurro.
“Oggi vengono gli Ice, non gli cedo più l‘azienda. Arrivano per mezzogiorno, non farti trovare a casa!”
Annunciò al figlio prima di uscire dalla stanza.

Goku correva sulla sabbia, quella mattina aveva deciso di alzarsi prima per allenarsi un po’. Davvero non sapeva che cosa fare con Chichi, per ora l’aveva rassicurata, ma non era certo di volere un figlio.
“Ehi Goku?”
Disse un uomo da lontano, Goku si girò per vedere chi fosse, salutandolo poi calorosamente con la mano. Il vecchio Jackie Chun.
“Allora figliolo cosa mi racconti?”
Il ragazzo si sedette esausto sulla sabbia, cercando di riprendere fiato. Era da molto che correva, forse un’ora o due. Non aveva voglia di andare a scuola.
“Ho fatto un bel casino maestro …”
Disse il ragazzo scuotendo la testa. Raccontò così di Chichi e della sua gravidanza, delle sue perplessità e le sue paure. L’uomo ascoltò con attenzione.
“Goku vedi credo che tu somigli molto a tuo padre … Talvolta mi chiedo come tu possa essere figlio anche di Varza.”
Disse sorridendo al ragazzo ed invitandolo in casa per dargli un bicchiere d’acqua.
“Credo che anche tuo padre abbia sbagliato in tal senso … Avere dei figli da giovani è sempre molto complesso, poi tu sei davvero giovane! Ma comunque credo che quando vedrai tuo figlio potrai capire se essere un buon padre o no …”
Il ragazzo guardò il pavimento ai suoi piedi, un po’ si vergognava dei suoi pensieri. Insomma non era molto maturo pensare di fuggire nella città dell’est per non prendersi responsabilità!
“Insomma Goku, tu ami Chichi?”
“Sì, certo che sì, ma questo cosa c‘entra sono due questioni diverse …”
L’uomo sorrise.
“Sai, tempo fa feci questa stessa domanda a tuo padre, certo si trovava in una situazione ben diversa, ma la sua risposta fu la medesima. Vedi a volte bisogna mettere da parte l‘egoismo per stare vicini a chi si ama …”
“Sì, ma poi alla fine mia madre amò molto di più il padre di Vegeta. Sono convinto che avrebbe apprezzato molto di più lui che me come figlio!”
Quella l’idea che ronzava da un po’ nella sua testa. Infondo suo padre aveva detto chiaramente che Varza aveva amato di più Vegeta che lui.
“Sta di fatto Goku che alla fine scelse volontariamente di star con lui e di avere un figlio da lui, che poi saresti tu. Vedi a volte si possono amare due persone, poi certo l‘ago della bilancia propende sempre più da un lato che dall‘altro, ma … bisogna veder quale è il pensiero di quest‘altra persona. E Vegeta non era pronto per essere padre, proprio come te … mentre Bardack lo era. Forse perché aveva già avuto Radish, o forse perché era più forte il suo amore per lei, che la sua paura …”
Goku sospirò infossandosi nel morbido divano.
“Varza aveva paura quando ti ha avuto, ma non si è certo tirata indietro … Sapendo perfettamente a cosa andava incontro partorendoti. Sai credo che a lei non sarebbe piaciuto vedervi così distanti, e non le sarebbe piaciuto vederti così abbattuto. Se c‘è una cosa che Varza ci ha insegnato è che non bisogna mai abbattersi e prendere a schiaffi la vita quando ti butta giù!”
Goku sorrise al maestro. Doveva fare come sua madre, doveva affrontare i suoi errori a testa alta, avrebbe raggiunto Chichi e le avrebbe detto con il cuore che non l’avrebbe mai abbandonata, e poi sarebbe andato da suo
fratello… Perché voleva dirgli che voleva finalmente essere tale … Voleva essere finalmente libero di sentirsi il fratello di Vegeta.

Bulma non aveva parlato con nessuno quella mattina, neppure con 17 che continuava ad assillarla. Lei fissava imperterrita alle sue spalle Vegeta che non la degnava neanche di uno sguardo. Guadagnandosi un rimprovero dalla professoressa, ma soprattutto una brutta figura con i compagni, quando lanciò un bigliettino con delle scuse a Vegeta ed egli aveva suscitato l’ilarità di tutti pronunziando le seguenti parole:
“Professoressa: Brief continua ad assillarmi con dei foglietti volanti. Comprendo che sia affascinata da me - infondo chi non lo è!- ma non mi permette di seguire la lezione!”
Bulma rimase a bocca aperta incapace di reagire. Non si aspettava una reazione simile dal ragazzo. Tutti si aspettavano che lei dicesse qualcosa, ma Bulma semplicemente si alzò uscendo dalla classe sbattendo la porta alle sue spalle. Vegeta era davvero odioso quando ci si metteva.
Ritornò in classe solo durante l’intervallo. Doveva fare qualcosa per farsi perdonare.
Non c’era nessuno, la cartella di Vegeta era adagiata sulla sedia. Bulma ebbe il suo solito lampo di genio. Cominciò a rovistare in essa in cerca di un qualcosa. Finalmente vi trovò le chiavi della casa di Vegeta. Ripose tutto al suo posto prendendo le sue cose e svanendo dalla scuola.

Vegeta si era davvero indispettito, suo padre, Bulma. Perché cavolo non lo lasciavano in pace. Aveva voglia di pestare qualcuno. Cominciò a vagare per la scuola, per uscire poi sulla terrazza. Si sdraiò a terra, incrociando le braccia dietro la nuca. Non aveva ancora avuto modo di pensare a suo padre e alla sorella di sua madre … Che fosse vero poi? Non riusciva a comprendere tutto ciò. Perché sua madre aveva una sorella e nessuno lo sapeva? Dalla faccia che aveva fatto neppure carota sembrava esserne a conoscenza! Che strana situazione, sapeva davvero poco di sua madre. Neppure la ricordava con precisione. Aveva qualche vago ricordo, ma nulla di più. L’unica cosa che sapeva era che Goku e Bardack gliel’avevano portata via, lasciandolo in balia di quel padre che aveva riversato su di lui solo odio e rancore. Perché Vegeta somigliava a Varza in tutto: aveva le stesse paure, le stesse espressioni, persino lo stesso modo di camminare e per questo suo padre lo detestava, perché lei l’aveva tradito ed era morta tra le braccia di un altro.
“Ehi Vegeta che ci fai qui solo ?”
Disse una voce cinguettante alle sue spalle. Guardò la ragazza dai capelli turchesi, appena arrivata, sebbene i suoi tratti somigliassero a quelli di Bulma, non era affatto lei. Non aveva lo stesso sorriso, non la stessa bocca, non quell'aura bella e candida che aleggiava intorno alla sua Bulma.
Marion si sedette al suo fianco.
“Che cosa vuoi?”
Le chiese Vegeta spazientito. Possibile non potesse stare in pace un solo secondo?
La ragazza si piegò verso di lui.
“Vorrei baciarti. Lo desidero da tanto …”
Gli disse abbassandosi verso le sue labbra, Vegeta l’osservò attentamente. Infondo che male avrebbe fatto un bacio? Giusto per distrarsi …

Bulma arrivò presto a casa di Vegeta e vi entrò furtivamente. In casa non vi era nessuno. Perfetto. Si addentrò nella grande abitazione cominciando a perlustrare ogni zona in cerca di uno studio. Era certa che lì avrebbe trovato il contratto di possesso dell’azienda e che avrebbe potuto, leggendolo attentamente e trovare una soluzione per Vegeta. Gli Ice dovevano lasciarlo in pace. Finalmente aprì la porta giusta e si trovò davanti ad uno studio immenso, con tanto di libreria. Cominciò a rovistare nella scrivania in mogano che troneggiava nel mezzo della stanza. Doveva pur essere da qualche parte. Poi le cadde l’occhio su di una mensola dove una foto a lei nota era posata. Il torneo di arti marziali vinto da Vegeta e Bardack. Prese in mano la foto, i due uomini con al centro
lei. Di nuovo quella donna … Di nuovo Varza. Bulma osservò meglio, nella penombra in cui versava la stanza, e sotto quella cornice, che aveva ora spostato, vi era una busta gialla. Eccola! Finalmente aveva trovato ciò che cercava. La ragazza prese la busta tra le mani e l’aprì, cominciando a leggere con avidità il contenuto. Trattenne il respiro alla lettura di quelle parole … Com’era possibile? Allora era davvero come aveva pensato …

Bardack si preparò per suonare il campanello quando qualcuno lo chiamò.
“Bardack ciao! Che piacere rivederti! Sei qui anche tu per vedere Vegeta? Sai io sono passata per salutarlo. Sono molto preoccupata per lui. Mi è sembrato molto assente … L‘ho chiamato più volte ma non mi ha mai risposto. Tu sai che cosa gli sta succedendo?”
Prima di essere travolto dalle sue parole si voltò verso di lei, quella ragazza aveva una parlantina capace di trapassare il cervello e di stordire la gente. Bardack la guardò stupito nel vederla. Quindi lei e Vegeta si vedevano e sentivano … Era un po’ geloso.
“Ehm non lo so, sono solo venuto per parlargli degli Ice.”
Nira lo fissò incuriosita.
“Sono quelli che vogliono comprare l‘azienda. Ma l‘hanno …”
La ragazza lo bloccò, mentre la sua mente faceva dei calcoli strani ed univa tutto come in un puzzle.
“Ho capito perfettamente!”
Disse con tono preoccupato. Anche se lo conosceva da poco, si era affezionata a Vegeta, gli voleva bene. Anche Bardack era un uomo molto dolce e bello, Nira capì perché la sorella che non aveva saputo scegliere tra i due. Forse anche lei si sarebbe trovata nella stessa situazione di dubbio.
“Oh, bene che scenetta disgustosa! Mi sembra di tornare ai vecchi tempi Bardack.”
Disse Vegeta arrivato alle loro spalle.
I due si voltarono per guardarlo capendo l’allusione dell’uomo. Li scansò per arrivare al cancello ed entrare in casa.
“Andatevene cosa siete venuti a fare?”
Chiese seccato l’uomo dai capelli a punta.
“Volevo aiutarti Vegeta!”
Disse Bardack serio, non era mai stato così convinto in vita sua.
“Ti devi sbarazzare degli Ice, e poi pensare alla tua malattia.”
Vegeta sbarrò gli occhi e così anche Nira lo prese per il colletto. Come sapeva Bardack della sua malattia?
“Come malattia? Sei malato Vegeta? Perché non me l‘hai detto?”
Chiese lei preoccupata, si era affezionata a Vegeta, non voleva perderlo. Aveva appena perso suo marito …
Ma Vegeta la scansò indispettito, odiava esser compatito, odiava quei due … Perché gli ricordavano lei, l’unica che avesse amato, l’unica che l’avesse tradito. Quanto li odiava …
“Fattevi gli affari vostri! Non ho bisogno della vostra commiserazione.”
Gli sibilò contro prima di entrare nel giardino della sua casa e sbattergli il cancello in faccia.
I due rimasti si guardarono sconsolati, ma con la piena intenzione di agire.

Aveva scansato Marion e se n’era andato. Baciare quella sciacquetta non era affatto la soluzione ai suoi problemi. Quindi non l'avrebbe mai fatto. Senza contare che gli faceva davvero schifo! Doveva parlare con Bulma. Ecco cosa doveva fare. Doveva baciarla, per farle sentire che era sua, e che non doveva andarsene senza dirgli nulla, perché lui era terribilmente geloso … Perché … Beh, perché si era pazzamente innamorato di lei! Andare con un’altra non sarebbe valso a nulla. Forse, solo a peggiorare le cose, a farla sentire tradita. Forse si sarebbe sentito alla pari, ma lei non aveva baciato nessuno, lei non aveva mai fatto l’amore con nessuno prima di lui. Questo doveva pur significare qualcosa! Corse in classe, ma non la trovò non c’erano neppure le sue cose. Prese la propria cartella ed incrociò Chichi.
“Dove diavolo è Bulma?”
Le chiese, ma Chichi non lo sapeva. In quel momento arrivò anche Goku tutto trafelato, aveva corso molto.
“Chichi devo parlarti … E poi devo parlare anche con te Vegeta!”
Disse il ragazzo, sorridendo alla bella fidanzata.
“No, senti carota devo parlare io con la tua stupida morosa. Dov‘è Bulma?”
“Io non sono stupida! E comunque non so dove sia Bulma! E‘ sparita da un bel po‘ …”
Disse la ragazza sospirando. Vegeta aveva sempre dei modi discutibili di chieder le cose.
“Ti avrà lasciato un biglietto … L‘ho vista rovistare nella tua cartella.”
Vegeta senza farselo ripeter due volte cominciò a guardare nello zaino in cerca di qualcosa. Chichi sorrise, era davvero un ragazzo innamorato. Goku attendeva impaziente il suo turno. Poi Vegeta si bloccò di colpo.
“Non ci sono le mie chiavi di casa …”
Disse con lo sguardo perso nel vuoto. Sembrava davvero preoccupato.
“Le avrai perse …”
Disse Goku, ma Vegeta rimase con lo sguardo fisso.
“Non capisci? Le avrà prese lei!”
Disse Vegeta con la voce rotta dalla disperazione. Chichi cominciò ad agitarsi, Vegeta in quello stato non faceva presagire nulla di buono.
“E quindi che problema c‘è? Visto che non le parli vorrà farti una sorpresa a casa!”
Vegeta lo prese per la maglia.
“Già peccato che oggi ci sono quei bastardi degli Ice a casa mia!!”
E questa volta anche Goku e Chichi parvero davvero preoccupati …

Rilesse più volte quello che vi era scritto sul foglio, non poteva crederci.
“ … lascia la sua parte in eredità ai suoi figli.”
Ecco perché erano sempre in conflitto. Ecco perché gli Ice, volevano sapere chi era il fratello misterioso. Era tutta una questione di vendetta … Da ambedue le parti. Il padre di Vegeta non voleva lasciare in eredità parte dell’azienda al figlio del suo ex migliore amico e … Beh, il resto non se lo spiegava bene. Si ripeté di nuovo quel nome, pronunciandolo per sentirlo reale, lo rilesse di nuovo, il cuore le batteva davvero forte, aveva scoperto qualcosa, che nessuno sapeva, aveva scoperto un segreto di cui solo in pochi conoscevano la verità. Il cuore batté ancora più forte quando lo lesse di nuovo, per imprimerlo nella mente.
“Varza … Varza Ice …”
E un rumore alle sue spalle la fece sobbalzare …

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Fretta ***


Eccomi! Vi chiederete come mai... Beh, semplice voglio finire la storia prima delle vacanze, ovvero a metà agosto. Manca poco e poi come mi ha fatto notare qualcuno, che ringrazio caldamente, sarebbe meglio che finissi qualche storia! Quindi Superior avrà presto fine!! Così vi tedierò per un po', ma non per molto. Poi mi dedicherò completamente ad Ombra rosse, come AU! Chiaramente so bene che la storia non sarà completa fino a che non la sistemerò tutta. Quindi appena finita verrà rimaneggiata completamente apportando le modifiche e correzioni opportune! Vi ringrazio infinitamente per l'attenzione un bacio a tutti quelli che leggono e che seguono, se lo volete chiaramente ah ah ah!

Ringrazio: Annalucia per aver aggiunto la storia tra le preferite!

The_Black_Moon: Grazie per lo sprono e grazie per le segnalazioni. Spero che il capitolo ti piaccia. Un bacio alla prossima.

Maia74: Beh, Vegeta non avrebbe mai baciato Marion, ma diciamo che la tentazione delle ragazza l'ha indotto a riflettere sul sentimento che prova per Bulma, capendo che è solo per lei che batte il suo cuore! la nostra Varza è una Ice, o meglio è stata adottata da loro. Ora sappiamo perchè la sua vita faceva schifo ... Freezer era innamorato di lei! Brr che schifo... Ti lascio al capitolo un bacio!

Enris: Con piacere ti ritrovo qui! Concordo con te sull'idea dell'amore, è proprio così. E Vegeta tenta di ignorarla per ferirla, anche secondo me è la cosa più terribile, per questo Vegeta si comporta così. Grazie per le tue parole un bacio! Alla prossima, che sarà molto presto.

Luna_07: wow, hai idea di che piacere mi fa sapere che la mia storia è una tra le tue preferite? ç_ç sono commossa! E sì, il nostro Veggy è cocciuto, ma ha capito che nn può far a meno di lei! la nostra Varza invece aveva molti segreti come vedi^^ cmq immagino che ti sia balenato alla mente, vuol dire che sei attenta ai dettagli!!^^ Ti lascio alla lettura del capitolo mille grazie!!!!!

Vi lascio al capitolo e vi do appuntamento a lunedì sera con il capitolo 28 dal titolo "Il filo rosso dell'amore". E sempre lunedì con il nuovo capitolo di "Sangue blu". Un bacio a presto!

Fretta



La sua decisione aveva cambiato le carte in tavola. Lei voleva stare con Bardack, voleva davvero passare il resto della sua vita con lui. La felicità che lui avrebbe potuto darle, mai con nessuno Varza l’avrebbe avuta. Tutta la storia con gli Ice, tutta la sua storia con Vegeta, doveva lasciarsi tutto alle spalle, per suo figlio. Amava Vegeta dal primo momento in cui l’aveva visto, nell’instante in cui aveva incrociato i suoi occhi scuri aveva capito che avrebbe vissuto solo per lui, ma senza un appoggio Varza sentiva di non potercela fare. Così decise di tornar da Bardack, non fu affatto facile, ma Varza non è certo il tipo che si tira indietro, piuttosto cerca di affrontare tutto a testa alta. E con il bambino in braccio si presentò a casa del moro.
Bardack devo parlarti …”
Disse la donna, lui le fece segno di entrare. Varza avanzò nell’appartamento e depose il piccolo Vegeta, che dormiva, sul divano. L’uomo rimase sorpreso nel vederla così dolce, così tenera con quel bambino, lei che neppure sapeva che cosa fosse una madre.
Ci sai fare però … Non me l'aspettavo!”
Disse in tono scherzoso. In qualche modo non riusciva ad essere arrabbiato o infuriato con lei. Si sedette al suo fianco scostandole i capelli dalla nuca.
Cosa sei venuta a fare?”
Le chiese, Varza si voltò verso di lui, gli sorrise poi lo baciò sulle labbra teneramente.
Voglio stare con te!”
Quelle parole fluirono in lui come una ventata d’aria fresca che ti entra nei polmoni e ti fa respirare meglio. La sensualità di Varza era innegabile, chiunque sarebbe caduto ai suoi piedi, non perché era bella, non perché era perfetta, ma il solo guardarla negli occhi ti inghiottiva, ti trascinava al suo interno. Poi, come una lupa famelica, ella studiava l’uomo che aveva di fronte per poi azzannarlo e lasciarne solo dei pezzi. Così era successo a Vegeta che ora si era rintanato per leccarsi le ferite. Bardack aveva una seconda possibilità, in fondo … Anche lui aveva un figlio con un’altra!
Così i due rimasero insieme. Il piccolo Vegeta cresceva in fretta e presto imparò a camminare, era un bambino sveglio e vorace.
Poi un giorno mentre girava per i negozi con suo figlio incontrò lui … Vegeta in tutto il suo splendore le apparve davanti agli occhi. Si salutarono con un breve cenno del capo.
Ci incontriamo sempre qui Vegeta!”
Le disse lei scherzosa, Vegeta non rispose e continuò ad osservarla, sembrava diversa. La gravidanza le aveva lasciato qualche chilo in più che le dava un bell’aspetto, anche il suo volto spigoloso era ora addolcito da quell’espressione serena.
Che c‘è? Hai per caso perso la lingua?”
Disse lei, di certo non aveva perso il caratteraccio!
No, solo che sei cambiata!”
Il ciuccio che Vegeta teneva in bocca cadde ed il piccolo, senza piangere, cercò di riprenderlo. Varza sorrise raccogliendolo, facendo agitare il piccolo nel passeggino, che scalciando ed emettendo dei versetti pretendeva di riaver indietro il suo amato ciuccio.
E‘ cocciuto come te!”
Disse Vegeta che finalmente degnò della sua attenzione il bambino dalla pelle ambrata che continuava a brontolare, tentando di divincolarsi dal laccio che lo teneva legato al passeggino.
O come te!”
Disse sorridendo lei, Vegeta continuò a guardare il bambino, divenendo rosso in viso. Il piccolo lo fissava con quello sguardo bieco che aveva visto mille volte allo specchio. Era davvero identico a lui! Incrociò i suoi occhi con quelli di lei, sorpreso, stupito e spaventato. Diamine: quello era suo figlio!!! Si lasciò andare a quel momento, lasciando da parte la razionalità, il rancore, prendendo tra le braccia la donna che amava da sempre.
Ma … ma …”
Cominciò a balbettare il piccolo in fasce guardando i genitori che si stringevano in un abbraccio carico di sentimenti sia negativi che positivi.

“Dobbiamo entrare Bardack! Dobbiamo andare da lui e parlargli. Ormai mi sono affezionata a voi e mia sorella avrebbe fatto lo stesso. Ne sono sicura!”
Disse Nira prendendo Bardack per le spalle. L’uomo annuì. Dovevano solo trovare un modo per entrarci in quel posto!
“Ma sto sognando o davanti a me vedo un fantasma!”
Bardack si voltò, quella voce viscida e disgustosa l’avrebbe riconosciuta tra mille. Nira, inconsapevole del pericolo, incrociò lo sguardo di quell’uomo bianco come la neve e dallo sguardo malvagio. Freezer Ice posò i suoi occhi sulla ragazza che stava davanti a lui, scorrendo il suo corpo, scrutando il suo viso. Sembrava proprio Varza, colei che l’aveva rifiutato, colei che si era opposta, colei che gli aveva rubato dei soldi per costruire un’azienda con il suo patetico compagno.
“Chi … chi diavolo è?”
Disse la ragazza spaventata, rivolta a Bardack che a sua volta era sbancato.
“Oh, ma certo ora ricordo devi esser la gemella di Varza. Nira Saya, tuo padre mi ha regalato la tua adorata gemella in cambio di molti soldi. Voleva mettere su una società, ma non aveva abbastanza fondi. Mio padre, invece, aveva bisogno di avere una figlia, per l‘immagine e quindi …”
Bardack pose una mano sulla spalla di Nira rimasta sconvolta dalle parole dell’uomo. Suo padre era davvero un verme schifoso, come aveva potuto fare una cosa del genere.
“Ma come non lo sapevi quello che aveva fatto tuo padre!? Una gran sfortuna che la cara Varza sia morta!”
Disse Freezer ridendo sguaiatamente, Bardack lo fissò con astio, doveva assolutamente trovare il modo di allontanare la ragazza da lì. Ma Freezer fu più svelto. Sguinzagliò i suoi uomini, che afferrarono entrambi.
“Bene, bene è ora di regolare i conti con tutti!”
Zarbon sferrò un potente calciò nello stomaco di Bardack, facendolo accasciare su se stesso, per poi prenderlo a pugni. Freezer fece rompere da Ginew la serratura del cancelletto, sarebbe entrato nella dimora dei Prince senza permesso, perché era stufo di aspettare, perché voleva vendicarsi. Dodoria prese Nira di peso tappandole la bocca, per non farla gridare. Bardack fu lasciato all'esterno in un lago di sangue.

“Come sarebbe a dire che gli Ice sono a casa tua? E adesso che facciamo? Vegeta di qualcosa?”
Gridò Goku, preoccupato per l’amica. Bulma si cacciava sempre nei guai!
“Vegeta cazzo! Cosa dobbiamo fare?”
Disse il ragazzo indispettito, scocciato, prendendo il fratello per il bavero.
Molti si erano avvicinati a loro curiosi di scoprire che cosa stessero tramando quei due.
“Vado a riprenderla!”
“No! Scordatelo, da solo non vai da nessuna parte!”
E questa volta fu Vegeta ad attaccare l’altro. Bulma l’avrebbe salvata lui.
“Ah, sì? E a cosa mi servirebbe il tuo aiuto di grazia!”
“Sempre meglio che essere soli!”
Ma Vegeta era troppo preoccupato, troppo spaventato per reagire bene, per accettare l’aiuto di qualcuno. Spintonò Goku facendolo cader a terra, e si avviò verso l’uscita della scuola.
“Vegeta cazzo! Aspettami!”
Chichi afferrò il fidanzato, per la maglia, fermandolo.
“Cosa pensi di fare? Quei tipi sono pericolosi … Da soli non farete proprio nulla! Goku ragiona! Chiamiamo qualcuno!”
Il ragazzo baciò la fidanzata sulle labbra con trasporto, con passione. Lì davanti a tutti, senza timore, senza vergogna, solo perché l’amava.
“Mi dispiace Chichi, ma noi siamo fatti della stessa pasta non possiamo stare a guardare senza far nulla. Dopotutto …”
Le disse sulle labbra, per farlo sentire soltanto a lei, in un sussurro.
“… Siamo pur sempre fratelli io e Vegeta!”
Chichi rimase sorpresa e sconvolta a quella dichiarazione. Chi se l'aspettava!
“C … cosa?”
Riuscì a pronunciare prima di vederlo correre verso il punto dove Vegeta era sparito.
Goku si voltò verso di lei per un'ultima volta, solo per gridarle un’ennesima dichiarazione d’amore: “Chichi lo voglio … lo voglio davvero!”
Lei si mise una mano sulla pancia sorridendo, sapendo che si riferiva al loro figlio! Oh cavolo, doveva anche dirgli che era un maschio …

“Chi diavolo sei?”
Bulma rimase immobile, paralizzata a quelle parole. Quella voce sensuale e roca, quello sguardo glaciale ed accigliato. Era indubbiamente il padre di Vegeta! Non poteva esser altrimenti. Si guardarono per istanti che sembrarono, ai due, infiniti. Bulma non sapeva cosa dire le si era asciugata la bocca ed il suo cuore batteva all’impazzata. Si sentiva accaldata, si sentiva spacciata!
“Io … Io … signor Vegeta posso spiegarle …”
Disse farfugliando la ragazza, divenendo rossa come un gambero e cominciando a sudare.
“Sei una ladra? Cosa sei?”
“No, no assolutamente! Io volevo solo farmi perdonare … Io, io … volevo solo che lui mi guardasse …”
Vegeta cominciò a guardarla perplesso e stupito. Non riusciva a ricordarsi di quella ragazzina non l’aveva mai vista!
“Senti ... Datti una calmata e dimmi solo chi diavolo sei!”
La ragazza guardò i suoi piedi, e ora che cosa poteva inventarsi, cosa poteva fare o dire per scagionarsi. Non si era mai trovata in una situazione simile.
“Ecco … Volevo solo parlare con suo figlio!”
Disse la ragazza, ma Vegeta la guardò sospettoso avvicinandosi a lei.
“Mio figlio è a scuola. Dimmi ragazzina, non potevi parlargli lì? E poi sei così ossessionata da lui per seguirlo fino a casa?”
Bulma non sapeva davvero che cosa rispondere, si sentiva così stupida e sciocca. Come aveva potuto non pensare a quell’eventualità?
Che razza di stupida!

Correva senza guardare la strada, correva incurante delle macchine che passavano veloci. Lei era in pericolo, lei che gli aveva donato tutto, lei che era la sua vita. Non poteva perderla, non poteva lasciarsi scappare la persona che amava, non di nuovo. Aveva perso sua madre, suo padre non l’aveva mai voluto, nessuno l’aveva mai voluto. Non era nato dall’amore, non era nato perché qualcuno l’aveva desiderato … Era semplicemente apparso sulla terra, senza aver nessuno al suo fianco. Poi, era arrivata lei. Come un fulmine a ciel sereno d’improvviso aveva cominciato a divenire importante, pian piano si era fatta strada tra i rovi che coprivano il suo cuore. Aveva combattuto per lui, come il più coraggioso dei guerrieri; con la sua daga aveva rotto le catene a cui era legato, l’aveva liberato per poi stringerlo a sé; con le sue parole l’aveva stregato, l’aveva fatto imbarazzare, l’aveva fatto innamorare. Lei: regina del suo personale mondo di pace. E lui, Vegeta Dio della guerra, voleva divenirne re! Deponendo le sue armi e facendosi cullare dalla ragazza che amava più della sua stessa vita.
Correva a più non posso, le sue gambe da atleta non l’avevano abbandonato per un solo istante. Bulma era là, nel suo castello, e ora toccava a lui sguainare la spada per trarla in salvo.

Prese il cellulare e compose un numero a lui noto. Aveva assistito a tutta la scena, Prince e Son che si erano scontrati per l’ennesima volta. Aveva capito tutto, aveva ben compreso che Bulma era a casa Prince e che i due erano piuttosto preoccupati. Quello che però l’aveva stupito di più era il fatto che Son avesse detto esplicitamente alla sua ragazza che lui e Vegeta erano fratelli. Quindi aveva praticamente scoperto tutto! Sorrise sornione, suo padre sarebbe stato contento.
“Padre contatti pure il signor Ice e gli dica che … Son Goku è il secondo figlio di Varza e … Bulma Brief momentaneamente è alla residenza dei Prince!”
L’uomo si congratulò con C17 per il buon lavoro svolto.
“Cosa diavolo stai facendo?”
Chichi sconvolta e preoccupata aveva sentito tutto. C17 si girò di scatto guardando la ragazza inferocita.
La mora, che già era nervosa, lo schiaffeggiò.
“Chi diavolo sei? Lavori per quei bastardi?”
C17 si avventò su di lei, prendendola per le braccia.
“Fatti i cazzi tuoi ragazzina!”
Ma, in quel momento, arrivarono gli amici della ragazza, Crilin con C18 e gli altri. Junior si mise tra C17 e Chichi per proteggerla. La folla si accalcò ancora di più intorno a loro.
“Lasciala stare!”
Le disse il ragazzone dalla pelle olivastra. Chichi indietreggiò.
“Oh, certo non ho alcun interesse ad attaccare una ragazzina incinta!”
La neo-mamma sbiancò distogliendo lo sguardo, la gente intorno a lei cominciò a rumoreggiare alla sconcertante notizia.
“Sta zitto C17! Non ti vergogni!”
Gli gridò la sorella, che ormai aveva preso parte piena del gruppo, innamorandosi di Crilin. Il moro cominciò a ridere sguaiatamente.
“Sei patetica sorellina …”


Guardava un film appoggiata alla sua spalla, l’abbraccio con Vegeta l’aveva colpita, ma ormai aveva fatto la sua scelta: sarebbe rimasta con Bardack. Il ragazzo la teneva stretta a sé, si sentiva davvero amata.
Oggi ho visto Vegeta, gli ho detto che il piccolo è suo figlio.”
Bardack la guardò negli occhi, sorpreso e sconcertato, Vegeta tornava sempre.
Tranquillo, l‘ho trovato per caso. Mi è sembrato giusto dirglielo, dovevi veder la sua faccia. Era terribilmente buffo!”
Disse lei ridendo. Bardack continuò a guardarla serio. Lei lo baciò sulle labbra.
Perché non facciamo un figlio io e te. Vorrei tanto averlo, sai ho sempre desiderato una famiglia e ora mi sento così felice. Con te con il mio bambino … Vorrei averne un altro.”
Bardack continuò a fissarla senza dir nulla. Poi la strinse a sé. Aveva perfettamente capito il suo desiderio. E lui aveva tutta l’intenzione di accontentarla.

“Allora? Non hai nulla da dirmi?”
Vegeta continuava a fissare la ragazza davanti ai suoi occhi. Poteva essere la fidanzata di suo figlio!
“Signor Prince, io davvero volevo solo parlare con Vegeta. Volevo aiutarlo contro gli Ice. Volevo che lei lo amasse davvero come figlio … Io amo Vegeta e voglio che sia felice. Voglio vederlo sorridere, non voglio più che scappi di casa perché quei bastardi lo picchiano … io …”
Vegeta parve perplesso, quella ragazzina sapeva fin troppo.
“Come sai tutte queste cose?”
“Le ho già detto che amo suo figlio. Quindi è nel mio interesse conoscere ogni cosa di lui e … voglio aiutarlo!”
Vegeta si appoggiò alla scrivania, non pensava di dover fare un discorso del genere a una ragazza così giovane, ma tanto caparbia. Suo figlio era davvero molto amato.
“Senti la storia degli Ice è troppo più grande di te. Lascia che ci pensi io … lascia che sistemi io la faccenda. Tu occupati di lui, ma non di queste cose, potresti cacciarti nei guai …“
Le aveva parlato con il cuore, come un padre, come non aveva mai fatto neppure con suo figlio.
“Ho visto come l‘hai cambiato. Ho visto quanto è felice ora … Quindi stagli vicino. ”
Bulma sgranò gli occhi, non le era mai parso così fragile quell’uomo, non pensava avesse visto il cambiamento del figlio.
“Voglio aiutare anche lei signor Vegeta. Sono sicura che diverrà un buon padre! Ne sono davvero sicura.”
La ragazza sorrise e Vegeta rimase imbambolato davanti a lei, lei che aveva un carattere forte che amava davvero suo figlio, che aveva una luce negli occhi che faceva sembrare tutto più bello, tutto più facile.
“Se vuoi aiutarmi ... Vattene ora! Stanno arrivando gli Ice e dovrebbero essere qui tra poco. Non ti voglio tra i piedi, quella è gente pericolosa e …”
Dei rumori al piano inferiore li fecero sussultare entrambi, qualcuno stava rompendo i mobili e i suppellettili. Bulma era terrorizzata, sicura che fossero gli Ice, ora cosa avrebbe potuto fare contro quei mostri?
“Prince! Il tempo è scaduto. Vieni fuori o la nostra cara Varza morirà di nuovo!”
Gridò una voce orribile e viscida. Vegeta rabbrividì capendo all’istante che avevano preso Nira. Si domandò che fine avesse fatto Bardack …
“Va a nasconderti!”
Disse a Bulma che annuì.

L’interessante chiamata di Gero lo aveva rallegrato. Così la ragazzina era già alla dimora Prince, molto bene, aveva tutta la strada spianata per la sua vendetta contro la maledetta Varza, che non solo gli aveva rubato dei soldi, ma aveva osato perfino rifiutarlo. Maledetta bastarda. Ora si sarebbe di certo vendicato sui suoi eredi … Li avrebbe ammazzati entrambi: Vegeta Prince e Son Goku.
“Che vuoi Freezer ? Prenditi l'azienda a me non importa, ma vattene e lascia andare Nira!”
Vegeta fece la sua apparizione sulle scale scendendo e guardando la ragazza che priva di sensi veniva sostenuta da Dodoria.
“No, mio caro Prince. Non mi interessa più la tua stupida azienda. Voglio tuo figlio e l'altro bastardo. La mia cara sorellastra deve pagare per quello che ha fatto e visto che ad eliminarsi ci ha pensato da sola, l‘unica cosa che posso fare è ammazzare i suoi figli … Li voglio ora! Subito!”
Vegeta strinse i pugni avventandosi su di lui, ma Ginew gli fu addosso colpendolo.
“Se non vuoi che la tua amichetta crepi devi stare al gioco mio caro!”
“Lasciala andare! Lei non centra nulla!”
Freezer rise prendendo il viso di Nira tra le mani.
“E' bella almeno quanto lei. Avrò lei al posto di Varza … ”
“Lasciala andare! Altrimenti …
Lo minacciò Vegeta, ma un calcio ben assestato lo fece cadere a terra.
“Altrimenti cosa Prince?”
“Mio figlio non verrà mai da voi!”
Freezer fece segno a Zarbon e Ginew di prenderlo di peso e portarlo fuori.
Una volta all’esterno della casa, Freezer prese un fiammifero, lo accese. Vegeta sbiancò.
“Sai Prince, voi siete tutti degli stupidi sentimentalisti e tuo figlio non è da meno.”
“Cosa … cosa vuoi fare?”
L’uomo dalle labbra scarlatte lanciò il cerino verso l’interno della casa, che era stata cosparsa di benzina, Freezer non era uno sprovveduto ed era ben preparato.
“Sai mi è arrivata una soffiata … Pare che la fidanzatina di tuo figlio fosse all'interno della casa!”
Sibilò tirando un pugno all’uomo che non si reggeva in piedi.
Le fiamme si levarono presto e la bella casa cominciò a bruciare.

Bulma si era rintanata nella camera di Vegeta. Non l’aveva guardata con attenzione la precedente volta che vi era entrata. Si sdraiò sul suo letto in cerca del suo odore. Quanto le era mancato in quelle settimane. Si strinse al suo cuscino chiudendo gli occhi. Quando tutto sarebbe finito avrebbe tanto voluto comprarsi una bella casa e viverci con lui.
Poi, un odore strano arrivò fino alle sue narici.
Starano sembra che qualcosa vada a fuoco …

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Il filo rosso dell'amore ***


Non mi perdo in troppi preamboli, vi ringrazio molto per aver letto la mia storia fino a qui!
Un bacio e vi aspetto al prossimo capitolo. Mi scuso per non aver aggiornato prima!^^

Ringrazio:
Maia74 e Luna_07 per aver lasciato una recensione e Icelberry per aver inserito la storia tra le seguite!
Grazie a tutti quelli che leggono!


Il filo rosso dell' amore


Quel momento per lui non sarebbe mai finito.
Girava intorno, se ne andava, ma poi tornava sempre nello stesso punto, sempre su quella seggiola in plastica rossa ad aspettare. Solo. Gli sembrava che la sua vita fosse partita da lì, gli sembrava di essere nato in quel momento, non ricordava nulla di prima di allora. Quella stanza bianca, quella sedia rossa, suo padre che non aveva mai visto entrare in quell’ambiente asettico, urlare qualcosa che davvero non ricordava. Lui lo guardava, sapeva che era suo padre, sapeva che non era l’altro che l’aveva generato. Non c’era una spiegazione, lo sentiva e basta. La testa gli doleva, tutto vorticava intorno a lui, quello che ricordava precisamente era il forte odore di disinfettante, suo padre che sbraitava, il suo cuore che batteva all’impazzata. L’aveva capito, l’aveva intuito che lei non sarebbe più tornata. Un fischio all’orecchio lo avvisò che qualcosa non andava in lui. Una donna sconosciuta accompagnata da un altro bambino lo prese in braccio, mentre con il ditino in bocca piangeva silenziosamente. Suo padre aveva picchiato quell’uomo perché era frustrato, perché era triste. Poi se n’era andato lasciandolo lì da solo, in balia di quegli estranei. Perché la mamma lo aveva lasciato per sempre? Il suo nuovo fratellino piangeva, unico rumore in quel silenzio doloroso che li avvolgeva tutti.

Aprì lentamente la porta, per veder all’esterno cosa stava succedendo. Che il padre di Vegeta fosse nei guai? Una fitta nebbiolina l’avvolse. Qualcosa stava bruciando. Si tappò la bocca con la mano per non respirare il fumo e si incamminò lungo il corridoio. Poté solo vedere che le scale e il salotto erano avvolte dalle fiamme. Cominciò a sentirsi accaldata, l’adrenalina le salì al cervello. Doveva stare calma … Doveva rilassarsi. Ma non vedeva davvero via di fuga! Cominciò a respirare affannosamente tornando sui suoi passi. Ritornò nella stanza di Vegeta chiudendo la porta alle sue spalle. E ora? Cos’avrebbe potuto fare?

Correva a perdifiato, sentiva che qualcosa stava andando male, sentiva una spina al cuore. Cosa stava succedendo? Non si era mai sentito così male in vita sua. La testa girava, fu così costretto a fermarsi per riprender fiato. Non ce la faceva più, ma Bulma … Bulma era nei guai e lui doveva salvarla a tutti i costi. Qualcuno arrivò alle sue spalle.
“Vegeta che c‘è?”
“Non lo so, ho una brutta sensazione!”
Goku si portò le mani ai fianchi.
“Allora che aspettiamo ad andare!”
“Scordatelo! Ci vado io …”
Disse Vegeta colpendo Goku, non voleva il suo aiuto, non voleva l’aiuto di nessuno.
Riprese a correre.
“Maledizione quanto è cocciuto!”
Goku cercò di raggiungere Vegeta, anche se il ragazzo era già sparito dalla sua vista.

“Freezer lascia andare la ragazza. Lei non ha fatto nulla. Non vorrai mica farla morire così?”
Nira nel frattempo aprì gli occhi, vide Vegeta malconcio e ricoperto di sangue. Cominciò a piangere. Dio che infanzia infelice doveva aver avuto sua sorella.
“Tra poco tuo figlio sarà qui e allora si fionderà dentro per salvarla e ops … moriranno entrambi!”
Vegeta si rialzò e colpì Freezer in volto cogliendolo di sorpresa, facendolo indietreggiare.
“Sono davvero stufo di te Vegeta!”
Disse sguainando la pistola e facendo partire un colpo.
“NOOO!!”
Gridò Nira divincolandosi dalla stretta di Dodoria. 
Dio che situazione assurda.

Vegeta … Vegeta dove sei?”
Disse Varza cercando il bambino. Si era girata un attimo e lui era scomparso. Quanto le dava da fare quel marmocchio. Ora che aspettava anche il suo secondo figlio si chiese cosa sarebbe successo quando li avrebbe avuti tutti e due. Un casino totale probabilmente. Ma la cosa la divertiva non poco.
Vegeta per favore vieni fuori, dove ti sei cacciato?”
Da quando aveva imparato a camminare era inarrestabile. Poi finalmente lo trovò, rannicchiato vicino ad una pianta sul balcone.
Tesoro cosa stai facendo?”
Disse lei avvicinandosi a lui. Vegeta senza guardarla continuò a fissare un punto preciso, con le sopracciglia inarcate, sembrava molto concentrato.
Varza guardò dove il piccolo stava osservando. Un ragno teneva nella sua ragnatela prigioniera una mosca, e il piccolo osservava l’aracnide che si avventava sulla sua preda. Varza rimase imbambolata anche lei ad osservar la scena.
Varza dove sei? Sono tornato!”
Disse Bardack entrando in casa. Uscì sul balcone per vederla accovacciata nella stessa postura del piccolo Vegeta. Quei due si somigliavano davvero molto.
Si appoggiò allo stipite della portafinestra, osservando la scena. Varza con la maternità era davvero cambiata.
Che state facendo?”
Disse il ragazzo, Varza finalmente si voltò verso di lui, alzandosi.
Oh ciao! Non ti avevo sentito entrare!”
Bardack si avvicinò a lei per darle un bacio, ma il piccolo Vegeta si avvinghiò alla gamba della madre chiamandola. Lei si abbassò prendendolo in braccio.
Che c‘è tesoro?”
Vegeta scacciò con la mano il viso di Bardack e si strinse al collo della madre.
Lei rise di quel gesto, Bardack le sorrise.
O cavolo ho un nuovo rivale!”
Disse Barack portandosi le mani ai fianchi. Lei gli sorrise tornando dentro con Vegeta che propinò al povero Bardack uno dei tuoi sguardi biechi.
Cosa vuole da mangiare il mio ometto preferito?”

Bulma tentò di aprire la finestra, ma era sigillata.
Come poteva uscire da lì! Come poteva fuggire? Si costrinse a mantenere la calma, ma ormai la mente le si era offuscata e l’ansia aveva preso il sopravvento. Cominciò a respirare affannosamente, respirando l’aria malsana. Si appoggiò alla parete le orecchie le fischiavano, si doveva concentrare, non poteva svenire, non poteva perdere i sensi altrimenti che cosa ne sarebbe stato di lei? Mentre lo pensava cominciava a perder forza fino ad afflosciarsi al pavimento. Un suono metallico rimbombò nelle sue orecchie prima di farla cadere nel buio più profondo.

Era arrivato, ma qualcosa aumentò la sua ansia.
“Fa che non sia lì dentro!”
Disse Vegeta osservando la sua casa in fiamme. Bulma, la sua Bulma non poteva essere lì dentro. Eppure qualcosa gli diceva che era così. Sentì uno sparo, poi un urlo. Con un balzo si portò in alto sul muro della cinta per vedere meglio, ma rimanendo nascosto dietro ad una pianta. Un tuffo al cuore. Quella donna che piangeva trattenuta da un ciccione dal completo fucsia, somigliava terribilmente a sua madre. Dio … aveva la stessa faccia, gli stessi capelli. Non ricordava pressoché nulla di lei, l’aveva solo vista in foto. E ora … Eccola, lì nel giardino di casa sua. Ricordò d’improvviso le parole del ragazzo misterioso che si spacciava per suo cugino. Che fosse davvero tale? Che sua madre avesse una sorella? Beh, così sembrava. In quella baraonda, non capì altro che quello, ma di Bulma neanche una traccia. Dove diavolo si era cacciata. Cosa fare ora? Come poteva scoprire dov’era lei?
“Ehi!”
Tra i cespugli ai suoi piedi un ragazzo moro lo fissava con astio, ma anche preoccupazione. Era lui, il ragazzo misterioso, suo cugino. Ma cosa ci faceva lì? Si erano dati tutti appuntamento per caso? Vegeta si calò dalla cinta raggiungendo il ragazzo.
“Cosa ci fai qui? E dov‘è Bulma!? Se scopro che sei venuto con lei ti ammazzo!”
Disse Vegeta afferrandolo per la maglia.
“Sta calmo pivello. Ho ben altro a cui pensare, la tua ragazza non mi interessa!”
Vegeta arrossì lasciandolo andare. Era davvero troppo geloso, quasi ridicolo.
“Senti devo salvare mia madre! Sono qui perché l‘ho seguita. Lei è sbadata e sciocca e si caccia sempre nei guai! Ho già chiamato chi di dovere e quei bastardi non hanno scampo!”
Vegeta scalpitava e fremeva, Bulma non c’era, cominciò a guardare intorno in cerca di un segnale di un qualcosa.
“Ora va a salvare la tua ragazza. Ma entra in casa senza farti vedere!”
Vegeta sbiancò, colpì il ragazzo allo stomaco era furioso, ma non aveva tempo da perdere.
“Razza di idiota non potevi dirmelo subito!”


Dove si trovava? Cominciò a camminare all’indietro era tutto buio, vedeva solo il suo corpo. Inciampò su qualcosa e cadde rovinosamente a terra. No, non poteva essere di nuovo quel sogno. Voleva svegliarsi, cominciò ad urlare a se stessa di aprire gli occhi. Non voleva vederli di nuovo entrambi riversi nel loro sangue. Non ora che aveva scoperto che erano fratelli. Non ora che voleva avvicinarli ancora di più. Perché entrambi avevano avuto una vita martoriata ed era ora che fossero felici.
Bulma avanti svegliati! Svegliati!”
Si ripeteva nella mente, ma nulla. Cercò di alzarsi, la testa le doleva forte e perse l’equilibrio per ritrovarsi faccia a terra ed incrociare il suo stesso sguardo nella figura riversa nel vuoto. Era lei questa volta, non Vegeta, non Goku. Era lei il morto! Indietreggiò sconvolta, senza riuscire però a sollevarsi. Si ritrovò in un campo, l’erba sotto i suoi piedi era umida e l’aria tersa primaverile le soffiava addosso facendole svolazzare la gonna. Si sentì ridere, sentì la sua voce che sussurrava parole dolci, parole di miele. Poi, sentì la sua voce calda e sensuale, dirle parole che non avrebbe mai detto, ma in quel momento le disse, le sussurrò sulle sue labbra, rendendola la ragazza più felice del mondo.
Ti amo Bulma Brief.”
Si commosse nel vedersi con lui, si commosse di quel suo desiderio nascosto. Non le importava non l’avrebbe mai detto, lei sapeva che seppure l’avesse respinta l’amava.
Poi ricadde sul suo corpo e l’immagine scomparve. Possibile che ora che aveva trovato il suo principe azzurro doveva morire così? Il buio tornò a riempire lo spazio circostante. No, non poteva finire così … Si tolse la maglia, il caldo stava divenendo insopportabile, e cominciò a correre.
Vegeta … Vegeta dove sei? ”

Non sapeva davvero come entrare, le fiamme stavano mangiando velocemente ogni cosa al pian terreno. Sperò che Bulma fosse ancora viva, sperò che fosse in camera sua, dove il fuoco non era ancora arrivato. Sentiva nel suo cuore che lei era ancora lì da qualche parte e che lo stava chiamando. L’unico problema era come entrarvi.
Poi vide un pertugio nella parte ovest, dove vi era la camera di suo padre. Se solo Bulma si fosse rifugiata lì, avrebbe potuto prenderla facilmente. Prese una canna d’acqua che era posta in giardino e si bagnò. Cominciando a salire per la gronda. Non si era interessato alla situazione esterna. Il figlio della sorella di sua madre gli aveva detto che si sarebbe occupato lui della situazione e di agire di nascosto perché Freezer voleva ammazzare lui e … Son Goku. Così aveva detto il ragazzo. Vegeta si chiedeva se qualcuno ci aveva già lasciato le penne, visto che un colpo era partito. Aveva visto suo padre lì in quel punto. Per la prima volta nella sua vita sperò davvero non gli fosse successo niente. Con un pugno spaccò il vetro ferendosi con esso. Non sentì neppure il dolore, stoico nel suo atteggiamento e preso dai suoi sentimenti non vi badò molto. Per poi proseguire all’interno. Il fumo avvolgeva l’ambiente. Strappo il lenzuolo del letto di suo padre e se lo legò alla bocca, incamminandosi verso il corridoio. Cominciò ad avanzare aprendo di volta in volta le porte delle stanze. Perché diavolo non avevano una casa piccola?

La ferita alla spalla bruciava. Ne aveva prese di botte, ma mai gli era capitato di ricevere un proiettile. Bardack aveva fatto da scudo a Vegeta. Non era tipo che mollava e poi gli era venuto spontaneo frapporsi tra l’amico e la viscida serpe. Vegeta osservava la sua schiena. Il suo antico rivale ed amico aveva avuto coraggio, aveva avuto fegato, non era certo che lui sarebbe riuscito a far altrettanto.
“Bardack …”
Gli disse a mezza voce, lui si voltò sorridendo e tenendosi stretto il braccio ferito.
“Va tutto bene!”
Disse rassicurando, sia lui che Nira, che era bianca come un cencio.
Freezer rise di gusto, la situazione si faceva sempre più interessante.
“Bene, bene. Che scena commovente! Sta per spuntarmi una lacrima!”
Li derise, per puntare di nuovo la pistola su di loro.
“Non sbaglio mai due volte!”


Raggiunse la sua stanza e la trovò lì a terra, si avventò su di lei, prendendola tra le braccia.
“Bulma! Bulma!”
Disse scuotendola, ma lei non rinvenne.
Non poteva essere morta.
Non poteva finire così.
Loro erano nati per stare insieme, erano nati per amarsi.
Dovevano stare insieme.
“Non puoi farmi questo Bulma! Non lo puoi fare!”
La prese tra le braccia sollevandola. Le baciò la fronte e aprì la porta per uscire.


Voleva rimanere in quel posto per sempre. Voleva rimanere lì per sempre. Lui che la stringeva tra le braccia, lui che le diceva che l’amava. Quel buio era scomparso, una luce intensa riempiva lo spazio circostante. Non aveva bisogno di altro. Aveva bisogno solo di lui. Del suo cuore, della sua luce. Lo amava da impazzire. Lo baciò di nuovo con passione, con intensità. Le mancava il respiro però, dovette staccarsi da lui, sentiva il fiato venirle meno.
Cominciò a respirare affannosamente.

Vegeta, Vegeta che succede … Ti prego portami via da qui! Ti prego.”
Disse afferrandolo, ma il volto di lui si contorse in una smorfia, facendo divenire le sue labbra scarlatte e la sua pelle bianca come la neve.
No, no, no !!!”
Freezer l’avrebbe uccisa, Freezer l’avrebbe eliminata.
Lo respinse e con il fiato corto cominciò a correre in direzione opposta.
Non voleva morire, non poteva morire.
Doveva stare con Vegeta.
Doveva renderlo felice.


La pistola era nuovamente puntata su di lui, ma Bardack non aveva intenzione di spostarsi.
Sarebbe morto lui al posto di Vegeta.
“Basta! Basta! Fatela finita!”
Disse Goku arrivando in quel momento ed intromettendosi.
“Mettiamo questa firma su quel foglio e prendetevi l‘azienda, ma lasciateci vivere. Vi prego non ammazzate nessuno!”
Alzò le mani guardando Freezer negli occhi. Voleva solo che li lasciassero stare. Non aveva trovato modo migliore per intervenire, perché non aveva mai visto suo padre in quello stato, ma non voleva perderlo, gli rimanevano solo lui, Vegeta e la sua adorata Chichi.
“Così tu sei Son Goku!”
Disse Freezer puntando la pistola verso di lui e premendo il grilletto.
“Non mi interessa l‘azienda volevo solo la tua morte e quella del caro Vegeta!”
Un profondo foro nel petto lo fece crollare a terra. La fredda neve attutì il colpo, il sangue si sparse tutto intorno. Una voce lontana pronunciò il suo nome:
“Goku! GOKUU!”
Era così lontana.
Un fiocco di neve gli cadde sul naso, era così freddo, era così candido, poi non sentì più nulla.

Era uscito con lei tra le braccia, aveva sentito diversi suoni: un’ambulanza, una sirena della polizia. Cos’era successo? Una vera fortuna però, avrebbero soccorso subito Bulma. Li chiamò per farsi aiutare a farla scendere. Con una scala li raggiunsero e la presero per la soccorrerla subito. Non riusciva a capire che cosa stava accadendo.
Tutto vorticava intorno a lui, aveva inalato troppo fumo.
Vide Bulma, la sua Bulma al sicuro, ma non riprendeva i sensi!
Le misero la mascherina dell’ossigeno, ma non aprì gli occhi nemmeno quando le fecero il massaggio cardiaco.
Non si riprendeva!
I pompieri stavano spegnendo il fuoco.
Tutto stava succedendo troppo in fretta.
La testa gli girava e gli doleva.
“Ehi tutto bene!?”
Chiese un paramedico soccorrendolo e cercando di farlo scendere.
Ma … Ma non riusciva a muoversi la voce di Bulma, il volto di Bulma, non l’avrebbe più rivista. No, non poteva finire così!
Cominciò a vomitare, si sentiva male, il cuore gli batteva forte, non riusciva a respirare.
“Venite ad aiutarmi! Il ragazzo sta avendo una crisi di panico!”
Il mondo gli stava crollando addosso, non aveva più nulla, se Bulma non ce l'avesse fatta per lui vivere non aveva più senso.
Si lasciò avvolgere dall’oscurità.
Avrebbe voluto tanto non svegliarsi mai più!

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Sospesi ***


Ciao a tutti sono tornata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E come promesso ecco a voi le battute finali di Superior, che con i prossimi due capitoli si concluderà, avvalendosi anche di un capitolo di epilogo! Vi ringrazio tanto per l'attenzione e volevo ringraziarvi tutti ancora una volta.
Ringrazio chi segue la storia:
BulmaMiky, Cicacica, Delphinium_Love, DiannaDax, Elie84, Ethis, Fashionelle09, Flyvy, Giuliangel90, Luisa87, Luna07, Maia74, Vegetalover.
Chi l'ha inserita tra le ricordate: Lirin Lawliet, PoRtAmIdAtE
Ringrazio chi ha messo tra le preferite questa storia: Annalucia, Benza, Comicboy, Enris, FavoleVeneziane, Giulangel90, Superlydy, TheQeenLeda, Vegetalover, Vespa4e.

Grazie anche a chi legge soltanto!
Un caloroso abbraccio a chi ha recensito:
GRAZIE MILLE!!!!!

BUONA LETTURA!!
 

Sospesi


Era arrivata sul posto, preoccupata, disperata. Sembrava che il dolore non dovesse mai trovare una fine. Sostenuta tra le braccia di Junior, si liberò di quel peso che portava nel cuore. Le lacrime caddero copiose dai suoi occhi di pece, il cuore le scalpitava nel petto come un puledro impazzito.
Perché era successo tutto quello.
Goku riverso in un lago di sangue venne soccorso e caricato su di un'ambulanza, poco più distante Bulma, la sua più cara amica, sdraiata a terra non riprendeva conoscenza. Non riusciva a capire come fosse l’unica in tutto quello ad essere rimasta in piedi, persino Vegeta era collassato su se stesso. Povero Vegeta, che colpa aveva lui di tutta quella situazione? Il padre di Goku osservava in silenzio mentre suo figlio veniva portato via. Una donna dai capelli neri parlava con la polizia cercando di raggiungere il signor Prince che era stato ammanettato e portato via.
Diamine quella donna somigliava terribilmente alla madre di Goku … Cosa diavolo era successo?

Nira era disperata, non sapeva davvero cosa fare.
Tutto quel dolore, tutta quella tristezza non facevano per lei.
“Lasciatelo! Quella serpe meritava la morte, meritava di soccombere!”
Gridò mentre il figlio cercava di fermarla. Era successo tutto così in fretta che non aveva avuto il tempo di comprendere nulla. Freezer aveva sparato a Goku, Bardack si era precipitato da lui, in quel momento era apparso Rem, suo figlio, che l’aveva liberata disarmando Freezer.
Presi da quell’attimo di distrazione gli uomini di Freezer non si erano accorti della pistola lasciata lì a terra, sospesa sulla neve fredda.
Qualcuno non aveva esitato. Qualcuno non ci aveva pensato due volte.
Vegeta l’aveva presa tra le mani e aveva sparato. Aveva sparato in fronte a quel viscido uomo, aveva sparato anche agli altri: Dodoria e Ginew erano morti anch’essi sul colpo, mentre Zarbon aveva tentato la via di fuga. Non ci era riuscito! Rem aveva chiamato la polizia. Mai però si sarebbe aspettato una simile situazione. Vegeta colto con le mani nel sacco non aveva opposto resistenza e si era fatto ammanettare.
Meglio in prigione che sotto le spire di quella serpe malefica.
Non era giusto però, non era corretto che fosse solo lui a pagare. Aveva avuto così poco dalla vita quell’uomo, aveva avuto solo odio e rancore. Non poteva finire così! Solo perché aveva tentato di proteggerli, solo perché si era macchiato le mani di quel sangue di assassini. La giustizia è così sbagliata a volte. Perché doveva esser imprigionato? Solo perché si era difeso? Solo perché aveva agito prima che gli altri agissero al suo posto ammazzandoli tutti? No, si sarebbe opposta.
Dio si era pure invaghita di lui!

Bardack fu accompagnato sull’ambulanza con suo figlio. Non poteva perdere anche lui! Cosa ne sarebbe stato della sua vita? Non aveva più nulla, non aveva più nessuno!
Non era da uomini piangere, ma in quel momento non sapeva che altro fare.
Pregò perché suo figlio vivesse.
Pregò perché non avrebbe saputo cosa farsene della sua stessa vita senza di lui.


Era stata davvero male. La sua seconda gravidanza non fu affatto facile.
Bardack le stava vicino, ma non alleviava certo i suoi dolori. Poi, un giorno la brutta notizia: il ginecologo era stato molto chiaro con lei, c’era la possibilità che partorendo avrebbe avuto delle serie difficoltà, tanto da poter morire.
La notizia la buttò nello sconforto più totale. Dimagrì molto. Ormai ne era quasi certa, più passavano i giorni, più si avvicinava la sua fine! Lo sentiva. Ma suo figlio doveva nascere. Suo figlio doveva crescere. Anzi: i suoi figli dovevano crescere insieme. Nati entrambi dall’amore, Vegeta e Goku, così aveva deciso di chiamare il bambino, avrebbero dovuto esser dei veri fratelli, anche senza di lei. Così forse i loro padri si sarebbero riavvicinati. Varza la prese come una punizione divina, per tutti i suoi comportamenti, per essersi lasciata andare all’amore per due uomini!
Abbracciò il suo piccolo Vegeta e gli diede un bacio sulla guancia paffuta.
Com’era carino il suo ometto.
Promettimi di prenderti cura del tuo fratellino!”
Il bimbo le tirò i capelli, facendola sorridere. Possibile che quel bambino dovesse avere il broncio perenne?

Bulma si strinse a lui, se fosse rimasto al suo fianco avrebbe anche potuto rimanere li per sempre.
Devo andare.”
Le disse, baciandole la fronte. Lei scosse la testa stringendolo a sé. Non voleva separarsi da lui. Non voleva privarsi del suo calore.
Lascialo andare Bulma … E va anche tu!”
Si voltò per scorgere quegli occhi scuri e penetranti. Si stupì di vederla lì, si stupì del fascino che emanava. Nel suo bel volto, nel suo bel colore ambrato della pelle. Come aveva fatto a non accorgersi fosse la madre di Vegeta? Se solo l’avesse vista una volta, se solo avesse visto quella camminata quel volto, se solo fosse stata più attenta ai segni, si sarebbe resa conto prima di quella inaspettata verità.
Va da Vegeta Bulma. Ha bisogno di te! Ha bisogno anche di suo fratello.”
Le accennò un lieve sorriso. Anche lei come Vegeta non lo sapeva fare. Non sapeva muovere quel muscolo facciale e riempire il suo viso di quella gioiosità che assolutamente non le apparteneva. Bulma l’abbracciò conscia fosse solo un sogno, ma lo fece. Perché se lo sentiva e perché la voleva ringraziare per averle donato entrambi. Poi, gridò forte a se stessa di svegliarsi. Urlò più forte che poteva. Vegeta aveva bisogno di lei, doveva andare.

Erano tutti in ospedale ad aspettare che qualcosa cambiasse, che qualcuno si riprendesse. Chichi piangeva nel corridoio stretta a Bardack, cui era stato fasciato il braccio. Nira arrivò più tardi con il figlio, Bardack la guardò in cerca di qualche buona notizia, ma ella scosse la testa.
“Lo mettono dentro. Ha ammazzato tre persone, non possono scagionarlo per legittima difesa!”
Abbassò lo sguardo. Chichi continuava a fissarla, aveva visto una sola foto della madre del suo ragazzo e la fisionomia era identica a quella di lei.
“Chi sei tu?”
Disse Chichi. La donna le sorrise.
“Sono la zia del tuo ragazzo! Piacere di conoscerti!”
Le disse, Chichi le sorrise. Le piaceva quella donna era così dolce e solare.
Sperava solo che tutto si risolvesse per il meglio.
Un medico si mise davanti a loro.
“Siete i genitori di Bulma Brief?”
Domandò, tutti si misero sull’attenti: Crilin, Junior, Yamcha, Lunch, C18 e tutti gli altri in ansia per l’amica, persino Marion.
“No, sono via per lavoro. Presto arriveranno!”
Disse Bardack, guardando intensamente l’uomo dagli occhi azzurri.
Non capiva se portasse buone notizie o no!
“La ragazza si è svegliata!”
Un grido di gioia si levò da parte di tutti, almeno una cosa era andata bene. Chichi e gli altri amici si precipitarono, incuranti dei divieti del medico, dentro la stanza.
Bulma non aveva ancora capito bene dove fosse. Chichi l’abbracciò.
“Bulma, Bulma meno male! Sono così felice! E' successo un casino … Goku … Goku è in fin di vita!”
Pianse tra le sue braccia, Bulma le carezzò la testa. L’unica cosa che le era soggiunta alla sua mente frastornata era: “
Ha bisogno anche di suo fratello!”
“Chichi … Dov‘è Vegeta!?”
Disse, tutti rimasero ammutoliti a quella richiesta. Bulma sapeva di doverlo cercare. Goku stava morendo, Chichi soffriva, ma la sua testa non poteva far altro che cadere là dove c’era lui. L’aveva sognato. Aveva desiderato di amarlo per sempre, ora che si era svegliata voleva solo vederlo, vederlo sorridergli in quel modo strano, sentirlo mentre la sgridava per qualcosa, magari anche prenderla in giro. E poi era certa che come Vegeta avesse bisogno di Goku, anch’egli avesse bisogno del fratello; anche in quel momento in cui era moribondo.
“Non … Non lo so …”
Disse Chichi asciugandosi le lacrime. Bulma guardò gli altri in cerca di una risposta, ma nessuno sapeva dov’era finito Vegeta Prince. Era stato portato via in ambulanza, ma nessuno di loro si era preoccupato per lui.
“Bulma, credo che stia bene. Ci sono cose più importanti a cui pensare! Che ti importa di lui!?”
Disse Crilin, che ancora non aveva compreso la relazione che legava i due.
Bulma si alzò dal letto in cui era stata messa.
“Mi ha salvata! Io DEVO andare da lui!”
Disse prima di sparire dalla loro vista ed incamminarsi per il corridoio. Doveva vedere Vegeta, sapere se era vivo. Lui era tutto quello che voleva, l’avrebbe sposato all’istante se glielo avesse chiesto. Lo avrebbe seguito nello spazio se lui avesse voluto partite. Chiese ad un medico che la guidò nella stanza del ragazzo. Aprì piano la porta. Per vederlo lì disteso su quel lettino con gli occhi chiusi. Troppe volte l’aveva visto in quello stato per la sua giovane vita. Avanzò con lentezza sedendosi sul letto affianco a lui. Prese la sua mano calda, tra le sue, come in quel giorno lontano dove, baciati dalla luce della luna si erano concessi le anime l'un l'altra, prima del corpo, prima delle parole guardandosi solo negli occhi e leggendovi dentro. Non aveva mai dimenticato quella sensazione. Quel momento in cui si era davvero innamorata di lui. Si abbassò su di lui, carezzandogli la fronte, scorrendo con i polpastrelli il profilo del suo volto, delle sue labbra morbide, per poi sfiorarle con le sue.
“Vegeta sono qui! Sono qui per te. Vivrò solo per stare al tuo fianco. Ti prego svegliati amore mio. Ti prego prendimi in giro, apri gli occhi. Perché … Perché ho voglia di fare l‘amore con te, perché senza di te non ci so stare … Ti prego Vegeta svegliati ho bisogno di te!”


Era caduto in quel buco nero e si era dissolto tutto quello che era stato. Le immagini della sua vita gli vorticavano davanti. Lo scontro con Goku, com’era successo? Perché era successo? Non lo ricordava neppure. Aveva avuto una discussione con suo padre, perché lo odiava, perché lui lo odiava, o perché erano sempre stati troppo uguali per comprendersi. Due rette identiche e che viaggiano su di un binario uguale, ma che non si sforzano di andare l’una verso l’altra. Come era successo ai suoi genitori, troppo simili per rendersi felici a vicenda. Quella mattina aveva litigato con lui, preso dal nervoso si era avventato su suo padre e l’aveva colpito, lui aveva risposto. Vegeta era rimasto sconvolto da quel gesto. Era furente, suo padre aveva solo agito d’istinto senza l’intenzione di fargli del male. Ma l’aveva fatto. Così una volta a scuola si era avventato su Carota, venuto per chiedere spiegazioni. Entrambi sapevano bene da dove venivano e di chi erano figli, ma nessuno dei due aveva mai detto nulla, nessuno dei due aveva mai agito, forse si erano cercati, spesso a dire il vero, ma per motivi sbagliati, perché in fondo entrambi mostravano rancore l’uno verso l’altro. Vegeta perché Goku gli aveva strappato la madre, e Goku perché dopotutto Vegeta era stato l’unico dei due ad averla avuta. Ma Goku era stato fortunato. Aveva avuto un buon nonno, un buon padre, Vegeta non aveva avuto niente, se non il ricordo di lei. Così si erano affrontati pieni entrambi del loro orgoglio e del loro odio. Perché tra due fratelli, anche se non scorre buon sangue, è pur sempre lo stesso e le similitudini si susseguono. Però tutto quello aveva portato qualcosa, tutto quello l’aveva avvicinato a lei. Il loro primo incontro era stato uno scontro, ma una cosa che Bulma aveva sempre suscitato in lui era una sorta di ammirazione per quella ragazza intelligente e scaltra, l’unica che l’avesse mai affrontato e l’unica che lo capisse davvero. Erano entrambi molto simili, dal carattere forte, ma avevano trovato il loro luogo d’incontro, che non risiedeva nell’animo, nel cuore o nella mente, ma nel corpo. I loro corpi erano due magneti che si attraevano inevitabilmente, e il loro bacio, anzi ogni loro bacio, ogni loro sguardo, trasmetteva molto più delle semplici parole. Il solo star al suo fianco, guardarla, sapere che fosse lì seduta affianco a lui guardando quel mare, concedendogli il suo corpo, le sue labbra era abbastanza. Forse non lo era per tutti, ma lo era per lui. Bulma era il suo più, quella che gli aveva aperto il cuore, che aveva scalfito la sua corazza, che semplicemente lo voleva affianco a sé senza chiedere nulla in cambio. Aveva voglia di baciarla, di sentire il suo respiro, la sua pelle liscia, guardare i suoi occhi. Non voleva aprire gli occhi senza incontrare il suo azzurro. Non voleva ritrovarsi di nuovo solo, avrebbe preferito sprofondare per sempre affogando nel ricordo di lei.
Vegeta …”
Una voce che lo chiamava, la sua, era lei, così calda ed accogliente. Come una luce apparve davanti ai suoi occhi, vestita di bianco, come se fosse il suo angelo. Gli carezzò la guancia, lui la strinse a sé, non l’avrebbe lasciata andare, non se la sarebbe fatta sfuggire per nulla al mondo. Avrebbe anche potuto mentirgli, andarsene, gli bastava che tornasse ad illuminarlo di tanto in tanto, perché aveva bisogno di lei.

Nira camminava davanti a Bardack. Era nervosa, inutile negarlo, voleva trovare un modo per far uscire Vegeta di prigione, ma quale? Sembrava che tutto fosse contro di lui. Beh non che sembrava era esattamente tutto contro di lui. Ma gli Ice erano solo dei criminali e doveva pur esserci un modo per trarre in salvo Vegeta. Ridicolo da parte sua interessarsi a quello che era stato il grande amore di sua sorella. Solo che beh … era un uomo così affascinante, dannato e bello. Anche Bardack era molto affascinante, ed era forse molto simile a lei: solare, gioioso, buono. Vegeta non aveva tutte queste belle qualità, ma era pur sempre una persona molto interessante, questa era stata la sua impressione la prima volta che l’aveva visto. Si sedette affianco a Bardack, strinse la sua mano, lei le sorrise, lui ricambiò. Sentiva il sapore della frustrazione nei suoi occhi, l’odio per se stesso, per non aver salvato suo figlio: l’unica cosa che gli rimaneva di un amore a senso unico, l’unica cosa che lo ancorava alla vita. Cosa sarebbe successo a lei se Rem fosse morto? Si sarebbe sentita distrutta e sconfitta. Un figlio è il più grande amore che si può avere nella vita, e suo figlio lo era per lei. Ma per lei lo era stato anche il suo amato marito. Da che lo aveva incontrato si era persa nei suoi occhi e lo aveva amato più di ogni altra cosa al mondo, si era concessa a lui in tutto e per tutto e poi l’aveva sposato. Quando era nato suo figlio però aveva compreso tutto. Aveva capito che parte del suo cuore era stata data a lui e che lei avrebbe dato la sua vita pur di saperlo al sicuro e felice. Forse questi furono i pensieri di Varza quando aveva dato alla luce i suoi figli, ma sicuramente era quello il pensiero di Bardack in quel momento. Già aveva perso un figlio, vederne sparire un altro sarebbe stato per lui terribile. Suo marito era morto in un incidente stradale. Era solito andar forte in macchina e quella volta un camion aveva osteggiato la sua strada, e lui non era riuscito ad evitarlo. Era morto sul colpo. I medici gli avevano detto che non aveva sofferto. Una magra consolazione, le sembrava lo dicessero a tutti: un piccolo contentino, nel dolore più totale. Da quel momento Nira aveva cominciato a far le cose più strane. Aveva cercato la sorella, aveva preso la patente per la moto, aveva fatto degli sport estremi. Non era rimasta accanto al figlio. Aveva cercato di reagire a quella morte in altri modi, ma non l’aveva accettata. Solo ora si rendeva conto che doveva farlo per andare avanti davvero. Era passato del tempo e non poteva più chiudersi in sé stessa in quel modo. Doveva piangere per lui, doveva disperarsi, non evitare di pensarci. Suo figlio si sedette al suo fianco. Lei lo guardò e gli sorrise. Era orgogliosa di lui, così scuro in viso, ma pur sempre un ragazzino carico di sentimenti e sinceramente preoccupato per la sua mamma. Era lui la sua ragione unica di vita, ma ora doveva ricucire quello che sua sorella aveva lasciato strappato alla sua morte. E quello l’avrebbe aiutata a superare il trauma che si portava dentro.

La luna rischiarava il suo viso ambrato, i colori della sua pelle si mischiavano ai colori della notte così simili ai suoi occhi. Si avvicinò a quel letto, la finestra era aperta e una leggera brezza entrava nella stanza. Quante volte aveva varcato quell’imposta per raggiungerla? Perché se in principio tutto era nato da una necessità, lentamente essa si era tramutata in lei, che con il suo viso e i suoi occhi aveva catturato quel muscolo rattrappito al centro del suo petto. La guardò mentre dormiva ed accarezzò il suo volto, si abbassò su di lei sentendo il suo respiro leggero. Baciò la sua fronte, poi le sue labbra.
Ti amo Bulma Brief.”
Disse, ma ella non sentì si girò su di un lato. Vegeta sorrise. La sua dichiarazione era andata persa nel vuoto. Beh, meglio così. Si disse Vegeta appollaiandosi affianco a lei nel letto e cingendo la sua vita. Quel letto era la sua eternità avrebbe voluto rimanerci per sempre. La strinse a sé, poi si sentì sfiorare la guancia. E qualcuno sussurrò al suo orecchio il suo nome.
Perché non lo lasciavano in pace. Lui non voleva svegliarsi.

Vegeta era stato portato al commissariato ed ammanettato. Non poteva crederci lui stesso. Ma cosa aveva fatto? Si era sentito in pericolo, aveva visto lei, così simile a Varza, con la pistola puntata addosso, Bardack, Goku. Non aveva saputo far altro che quello. Afferrare quella pistola e far partire il colpo.
Bang!
Poi un altro.
Bang!
E un altro ancora.
Bang!
Tanto cosa aveva da perdere? Varza non c’era più, suo figlio … Beh, con lui il rapporto era irrecuperabile, con Bardack pure, non c’era più molto da dire. Per non contare poi della sua vita. Quel tumore gli stava mangiando il fegato, se non trovavano un donatore c’era poco da fare. E fino a quel momento non si era mai presentata l’occasione. Ecco una sola parola per definirlo: spacciato, in tutti i sensi. Che senso aveva per lui far una cosa o l’altra? Beh, dopotutto, però gli sarebbe piaciuto passarli diversamente gli ultimi giorni della sua vita.
Magari con suo figlio …


Teneva la sua mano con forza, non voleva lasciarlo. I suoi lunghi capelli corvini cadevano sul suo viso e gli carezzava il volto chiamandolo.
Goku, Goku! Svegliati.”
Diceva, lui lentamente aprì gli occhi, e la vide. Non l’aveva mai avuta così vicina. Quando era nato lei era morta. Una vita per un’altra. E così era stato per loro. Varza era morta, Goku era nato. Quello che ne aveva più risentito era stato lui suo fratello: Vegeta, che l’aveva sempre odiato per avergli strappato la sua unica fonte d’amore. Se mai Varza fosse stata in grado di darne. Ma da quando era divenuta madre era cambiata e aveva capito cosa voleva nella vita, e che la felicità non si acquisisce necessariamente con la propria anima gemella.
E così era stato per lei.

Madre.”
Esclamò il ragazzo abbracciandola.

Il medico continuava l’operazione, ma sembrava che per quel ragazzo non ci fosse nulla da fare.
“Dottore, purtroppo abbiamo finito le sacche di sangue. Cosa possiamo fare, se non troviamo nessuno con lo stesso gruppo sanguigno, questo ragazzo rischia di morire.”
Il dottore annui, dicendo all’infermiere di chiamare il padre del ragazzo, sperando che avesse lo stesso sangue.

Sono felice di vederti! Io … Io mi dispiace!”
Disse stringendola forte. Lei lo accarezzò.
Non dovresti esser felice di vedermi, dovresti andartene. C‘è qualcuno che ti aspetta. Chichi, vostro figlio, tuo fratello!”
Lo guardò negli occhi e Goku, si disse che lei era davvero simile a Vegeta, lui non aveva nulla di lei. Goku annuì, voleva tornare indietro.
Non so come fare!”
Varza gli sorrise e gli diede un bacio sulla guancia.
Stai tranquillo quando sarà il momento giusto saprai cosa fare. Ti ringrazio Goku. ”
Goku non riuscì a trattenere le lacrime, e la strinse di nuovo a sé.
Sono io che ti devo ringraziare.”
Varza scosse la testa.
Non ci pensare, tu e tuo fratello, come i vostri padri, mi avete resa felice, e io non meritavo altro se non quello che ho avuto da voi. Devi stare vicino a tuo fratello, lui è più fragile di te, lui è esattamente come sono io e tu devi stare al suo fianco.”
Accarezzò la sua guancia.
Anche se non ci siamo mai incontrati io ti ho sempre voluto bene e voglio che voi siate felici, tutti e due. Quindi promettimi che non vi picchierete più e che vi comporterete da fratelli!”
Goku sorrise, poi le diede un bacio sulla guancia facendola arrossire.
Te lo prometto mamma!”
Lei cominciò a ridere, Goku somigliava proprio a suo padre.

Chichi si mise le mani sulla pancia. Goku non poteva morire non avevano ancora avuto il loro bambino, poi si dovevano sposare. Aveva immaginato da sempre quel giorno e ora Goku non poteva lasciarla sola, non poteva lasciare suo figlio solo. Doveva combattere proprio perché aveva qualcuno da crescere, e lui stesso sapeva quanto si può stare male nel rimanere senza un genitore. Bardack era stato sempre un buon padre, ma a Goku era sempre mancata quella figura femminile che gli aveva lasciato un grande vuoto, anche perché ella era morta poco dopo la sua nascita. Un infermiere uscì dalla sala operatoria. Gli occhi di Chichi si sbarrarono all’istante. Si chiese che tipo di notizie portasse: buone o cattive? Congiunse le mani, non l’aveva mai fatto, ma in quel momento pregò un qualche Dio del cielo, non importava quale bastava che qualcuno ascoltasse la sua invocazione.
“C‘è qualcuno che ha lo stesso gruppo sanguigno del ragazzo? Abbiamo bisogno di far una trasfusione.”
Bardack abbassò il capo sotto lo sguardo attento di Chichi, si morse il labbro. Uno c’era: Radish, ma lui non c’era più. Poi un’idea gli balenò nella mente dell'uomo. Ma certo: Vegeta! Forse lui aveva lo stesso gruppo di Goku. Si alzò in direzione della stanza in cui era ricoverato.

Ho paura …”
Disse stringendole la mano, non voleva mollarla neanche per un secondo. Varza era felice di averlo come figlio, almeno due cose buone nella vita le aveva fatte.
Di cosa?”
Ho paura di diventare padre. Non credo di essere pronto.”
Nessuno lo è mai. Prendi me. Credi che io fossi pronta per aver te e Vegeta? No, ma quando ho saputo che sareste arrivati qualcosa in me è cambiato. Io stessa sono cambiata. Voi due mi avete reso migliore.”
Forse Vegeta, ma non io!”
Non scherzare Goku! Voi valete allo stesso modo per me!”
Io ti ho tolto la vita! Ora come posso essere padre? Come posso accudire un bambino? Io che sono nato con la morte?”
Non dire sciocchezze! O mi farai davvero arrabbiare! Io sono morta perché era giusto così, era scritto nella mia storia che finisse in questo modo. Non è colpa tua. E sappi che è come ti ha detto Vegeta: non si possono sapere prima le cose, bisogna provarle, quando avrai il tuo bambino capirai. Goku, se io non ti avessi fatto nascere ora il tuo bambino non esisterebbe, tu non esisteresti e io un mondo senza il buon Son Goku non lo vedo. Pensa a Chichi, Crilin, Junior, Bulma e anche Vegeta, cosa sarebbero stati senza di te? Non certo quelli che sono ora. Bulma non avrebbe mai incontrato Vegeta e loro … loro sono nati per stare insieme.”
Come te e il signor Prince …”
Disse il ragazzo amaro, lei gli accarezzò la guancia.
No, io sono nata per me stessa, sono nata per rimanere sola. Ma il fato mi ha donato due bambini meravigliosi, che ora stanno per divenire due uomini stupendi. Non mi pento delle scelte che ho fatto.”
Ho paura lo stesso.”
Ti passerà. Ora devi andare …”
Non voglio, ti ho appena incontrato.”
Va Goku, Chichi ti aspetta.”
Gli diede un bacio sulla guancia.
Devi andare …”

Bulma accarezzava la sua guancia e sussurrava nel suo orecchio parole di miele. Voleva solo si svegliasse. Bardack entrò nella stanza e la guardò perplesso.
“Vegeta non si è ancora svegliato!?”
Lei scosse la testa.
“Mio Dio Bulma deve svegliarsi Goku ha bisogno di lui.”
E la ragazza lo guardò sorridendo e disse una cosa che Bardack non si aspettava davvero.
“Lo so, sono qui per questo.”
E tornò a chiamare il ragazzo della sua vita.


Bulma accarezzava i suoi capelli e lui si lasciava cullare dalla sua dolce voce. Non aveva null’altro da fare se non restare lì immobile con lei e toccarle le labbra, fare l’amore con lei, o anche solo lasciarsi trasportare dal suo dolce tepore. Non aveva mai avuto altro nella vita se non l’affetto di quella ragazza dagli occhi celesti e la pelle di porcellana. Eppure tutto era cominciato in modo strano. Ma lui l’amava davvero e lei glielo aveva detto, leggendo nei suoi dolci occhi quel forte sentimento. Forse l’amava più lui, perché Bulma aveva altro, aveva i suoi amici, la sua famiglia, lui no. Non aveva niente a cui aggrapparsi all'infuori di lei.
Per quanto tempo vuoi rimanere ancora qui.”
Una voce severa lo fece sobbalzare e quello sguardo scuro, come il suo, lo fece raggelare.
Che vuoi?”
Disse Vegeta che dopo tutto si aspettava di vederla, il perché? Beh, non lo sapeva neanche lui.
Niente Vegeta, passavo di qui e mi chiedevo cosa stessi facendo?”
Lui arrossì distogliendo lo sguardo mentre lei si sedeva sul letto.
Vuoi stare qui?”
A te che importa?”
Sinceramente credo che qualcuno vorrebbe vederti davvero, non qui in questo luogo della tua mente dove accade solo ciò che vuoi tu.”
Meglio qui che la merda che c‘è la fuori!”
Varza sfiorò la sua guancia, poi gli diede un leggero buffetto, attirando i suoi occhi magnetici nei suoi, che avevano lo stesso magico potere.
Sveglia Vegeta. Lei ti aspetta! Vuole stare con te. Non fare lo scemo come tuo padre. Non lasciartela sfuggire solo perché … sei troppo orgoglioso e cocciuto. Si sbaglia nella vita, ma è stupido non tornare sui propri passi e tornare indietro a raccogliere ciò che ci è caduto. Lei ti ama, sarebbe stupido da parte tua lasciarla andare via. Svegliati Vegeta … Bulma ha bisogno di te, tuo fratello ha bisogno di te. Io non ancora, non ho bisogno di nessuno e posso stare sola ancora per un bel po'!”
Gli sorrise, Vegeta rimase con il suo solito broncio, poi qualcuno sussurrò il suo nome al suo orecchio e Vegeta si voltò di scatto …

Lentamente le sue palpebre si sollevarono, la luce riempiva la stanza, lasciandolo abbagliato per qualche istante. Qualcuno davanti a lui stringeva la sua mano, sentiva delle parole, ma non riusciva ad interpretarne il senso, poi pian piano la figura sfocata prese forma. Era lì davanti a lei, nell’unico luogo in cui voleva stare, gravitando attorno a lei, al suo fianco e guardarla, specchiandosi in quegli occhi che avevano il colore del cielo sereno, il colore della sua vita.
“Bulma …”
Disse soltanto prima di cercare con la mano di toccare il suo viso, per vedere se era lì veramente, i suoi polpastrelli diventarono presto umidi: lacrime, perle preziose spese solo per lui. Le loro mani si incontrarono i loro occhi si compresero, come sempre. Non una parola suggellò il loro ritrovo, non serviva, fu allora che Vegeta le regalò uno dei suoi rari sorrisi. E Bulma disse l'unica cosa che poteva dirgli: “Grazie Vegeta.”

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Fratelli ***


Fratelli


Lentamente sentì una pressione sulle sue dita. Percorse il suo corpo fino ad arrivare ai suoi occhi, incontrandoli, leggendovi dentro molto più di quello che avrebbe capito qualcun altro, molto più di quello che lo stesso Vegeta poteva ammettere.
Pronunciò il suo nome e come sempre si ritrovò disarmata. Perché lui lo pronunciava in quel modo strano, lo diceva perché le dava importanza, perché provava davvero qualcosa per lei. Non c’era bisogno che le dicesse “ti amo” perché, in fondo, era come se lo dicesse ogni volta che la guardava, che le propinava quel mezzo sorriso, che pronunciava il suo nome, che la toccava con le sue mani grandi e calde. Era così intenso quello che sentiva per lui, che non sapeva come descriverlo; perché si sentiva mancare il fiato, si sentiva il cuore a mille, si sentiva persa in un luogo sconosciuto con solo lui davanti, come se fossero soli nell’universo e il mondo avesse i fari puntati su di loro. Una lacrima furtiva minacciava di scenderle per la guancia, la lasciò andare solo quando la sua mano raggiunse il suo viso. Si pizzicò la guancia perché temeva di sognare ancora. Ma lui era davvero lì davanti ai suoi occhi, e le stava sorridendo.
“Ti amo stupido scimmione!”
Poi lo baciò, con tutto il suo candore, con tutto il suo amore, poggiando le sue labbra sulle sue una, due, tre volte, per poi guardarlo negli occhi e poi ancora toccare le sue labbra, sentire il suo respiro che si mischiava con il suo. Niente di passionale, niente di intenso solo due persone che si rincontrano e capiscono di essere nati per stare insieme. Chi ha detto che i baci sono tutti uguali? Ogni tocco ha il suo significato, e quelle labbra chiamavano solo quella parola, che ogni anima nel mondo brama da che ha vita; e loro erano davvero fortunati, poiché si erano ritrovati.
Non avevano tempo da perdere però. Qualcuno aveva bisogno di loro, ci sarebbe stato dopo il tempo per amarsi. Bulma ne era sicura.
“Vegeta … Goku sta morendo. Devi aiutarlo.”
Lui si sollevò sedendosi sul letto ancora un po’ spossato. Si grattò la nuca, poi finalmente si alzò.
“Lo so!”
Disse carezzando dolcemente la guancia di Bulma e uscendo dalla stanza seguendo Bardack. Bulma rimase imbambolata vedendolo andare via mentre Vegeta camminava alla svelta alle spalle di un preoccupato Bardack. Aveva sempre guardato con ammirazione quell’uomo, aveva sempre desiderato che fosse il suo di padre. Ma allo stesso modo lo aveva odiato. Poiché gli aveva rubato, anche lui, la donna che più amava al mondo. Ora però vedeva le cose in maniera differente. Amava Bulma e sapeva che se l’avesse persa avrebbe agito esattamente come Bardack per riaverla!
Era stato per anni maledettamente solo e arrabbiato. Possibile fossero bastati pochi mesi per cambiarlo radicalmente? Come si è soliti dire basta un momento per cambiare ogni cosa. Ed ora che era rinato come una nuova persona stava per commettere l’azione più importante della sua vita: salvare suo fratello, che finalmente avvertiva come tale.


Vegeta.
Voleva vederlo.
Si era svegliata quella notte con il pensiero di lui. Bardack al suo fianco dormiva beato così come anche il piccolo Vegeta. Si sollevò e andò verso la porta senza far rumore. Voleva vederlo un'ultima volta prima di andarsene. Prima di partorire il suo bel bambino. Si vestì velocemente, prese le chiavi della macchina e partì alla volta della casa di lui.
Era notte fonda, ma la luce della sua camera era accesa. Suonò il campanello un paio di volte, fino a quando lui non aprì correndole incontro. Senza un motivo sapeva che era lei. La guardò sorpreso.
Che ci fai qui?”
Le chiese prima di sfiorarle la guancia.
Volevo vederti. Vegeta io …”
Non riuscì a finire la frase perché lui la baciò, toccò le sue labbra e le sentì calde. Non ricordava neppure come fosse baciarlo. Ma lo voleva, voleva dirgli addio, perché sentiva che stava per svanire e lui era pur sempre stato il suo primo amore.
La fece entrare in casa. Non c’era nessuno, come sempre, lui era solo.
Volevo solo dirti che … Beh, che c‘è la possibilità che io non ce la faccia, quindi volevo stare un po‘ con te e chiederti …”
Varza vieni al dunque non mi piacciono i giri di parole.”
Neanche a me!”
Disse lei fissandolo dritto negli occhi.
Vorrei che ti prendessi cura di tuo figlio.”
Vegeta sgranò gli occhi.
Non sono adatto a queste cose.”
Neppure io! Eppure guardami. Sono cambiata, sono cambiata in meglio Vegeta. Vorrei che anche tu cambiassi, vorrei che sentissi anche tu cosa vuol dire avere una vita da tirare avanti. Vorrei che tu ci provassi con tuo figlio.”
Vegeta la guardò serio, lui non voleva un moccioso da tirar su, era lei che voleva, nient’altro.
Non posso. Io non ce la posso fare. Varza mi conosci non essere stupida!”
Varza prese il suo viso tra le mani.
Vegeta vorrei che conoscessi tuo figlio. Sai ti somiglia e poi … Poi ha tutti i miei difetti, è fantastico e così paffutello e carino.”
La fissava sorpreso, quel sorriso, quello sguardo. Era bella, aveva finalmente raggiunto quello che le mancava: la felicità. E non era stato grazie all’amore per lui o per Bardack, ma per un bambino, per suo figlio, anzi per il loro figlio.
Ti amo Varza. Ma io non riesco a fare il passo avanti, io non posso prendermi cura di un bambino io …”
Varza si alzò per andarsele senza dirgli nulla.
No aspetta, non andartene.”
Disse lui afferrandola per la spalla, lei si voltò.
Mi dispiace tanto tu non voglia tuo figlio.”
L’abbracciò, baciandola nuovamente, lei corrispose il bacio. La luna rischiarava il cielo e abbozzava le loro sagome.
Addio Vegeta.”
Disse prima di svanire nel nulla. Quella fu l’ultima volta che la vide.

Dove sei stata?”
Bardack l’attendeva seduto sul divano. Come la sentì aprire la porta e richiuderla alle sue spalle, spense la televisione, rimanendo in attesa di una risposta da parte di lei. Varza sussultò.
Sei stata da lui?”
Incalzò Bardack senza fissarla negli occhi.
Bardack io …”
Ti ho fatto una semplice domanda. Rispondi: sì o no?!”
Lei temporeggiò poi si sedette al suo fianco.
Sì.”
Bardack si alzò per allontanarsi e tornare in camera.
Bardack ascolta. Io sono solo andata a parlare con lui di Vegeta. Solo quello e tu sai bene perché. Voglio stare con te. Dovresti saperlo.”
L‘hai baciato?”
Varza abbassò di nuovo gli occhi.
Vedi. Va sempre a finire così. Sono stato un povero scemo a crederti. Tu ami lui. Hai sempre amato lui.”
Bardack ti prego. Non è come pensi … Per favore.”
Bardack si buttò poi sul divano.
Va a dormire. Non fa bene agitarti nella tua situazione.”

Goku era nato. Quel bambino che tanto li aveva fatti dannare era infine venuto alla luce. Ma Varza aveva avuto delle complicazioni e, forse, non si sarebbe più svegliata. Il piccolo Goku piangeva in quell’antro d’ospedale, mentre Vegeta sedeva su quella seggiola tutto solo.
Era incredibile quanto il piccolo somigliasse a sua madre.

Era rimasto lì per quanto? Non lo ricordava. Ore interminabili in cui era incerta la vita di lei. In cui preso dalla disperazione aveva chiamato suo padre, aveva chiamato persino Celipa.
Bardack.”
Una voce conosciuta alle sue spalle, la donna era arrivata in fretta, era giunta per portargli il suo conforto. Povera Celipa. Anche lei era un reduce di quella stupida guerra; anche lei l’aveva persa, come lui del resto, come anche Vegeta. Rimasero lì per ore sperando che si riprendesse fino a quando il dottore non uscì dalla sala operatoria.
La signora è entrata in coma farmacologico. Non sappiamo se si sveglierà. Mi dispiace.”
Disse fissandoli negli occhi.
Il bambino, invece, sta bene!”
Disse con un mezzo sorriso. Si strinsero l’uno nelle braccia dell’altro e Bardack pensò che Celipa fosse una donna meravigliosa, avrebbe dovuto stare con lei invece di incaponirsi con Varza.

I giorni passavano e lei non si svegliava. Ogni giorno portava con sé anche il piccolo Vegeta. Poi quel giorno fu terribile. Vegeta giunse in ospedale. Era via per lavoro e finalmente aveva scoperto il misfatto, finalmente era arrivato fin lì.
Perché non mi hai chiamato?”
Chiese all’amico. Poi lo sollevò di peso e lo scaraventò a terra con un pugno.
Sei un bastardo Bardack. L’hai portata alla morte!“
Disse Vegeta. Bardack si alzò e lo colpì a sua volta.
Sappi che è anche colpa tua! Sei tu che l’hai tradita e fatta andar via!”
Celipa, arrivata in quel momento andò a prendere in braccio il piccolo Vegeta, che sedeva solo e confuso in un angolo. Era ancora un bambino, ma era molto forte.
Poi il medico giunse per sedare la rissa tra i due uomini.
Siamo in un ospedale un po’ di contegno.”
Poi i due si rimisero a fissarsi con astio, sedendosi entrambi nel corridoio.
Pochi giorni dopo la brutta notizia. Varza non ce la fece e si spense. Se n’era andata per sempre.

Molti pensieri affollavano la sua mente in quel momento. Il ricordo del suo ultimo attimo il loro addio, le loro liti. Quel bambino che avevano volutamente avuto insieme se ne stava andando e lui, come sempre, era lì impotente che aspettava di sapere qualcosa. Goku doveva svegliarsi. Non solo perché era un ragazzino, ma per tanti motivi. Era buono, sarebbe diventato padre, e poi finalmente si era avvicinato a Vegeta. Varza ne sarebbe stata felice.
“Lei è il padre di Son Goku?”
Disse una mora infermiera dallo sguardo dolce. Lui la guardò sperando in una buona notizia. Mentre le parole sgorgarono dalla bocca di lei, l’unica cosa che gli venne d’istinto fare fu quella di abbracciarla forte e piangere come non fanno i veri uomini, ma come fa un vero padre.

La cella era fredda e stretta. Lui che era abituato al lusso, non poteva certo stare in quel luogo terribile. Poi lei di nuovo tornò, per allietargli lo sguardo, per renderlo felice, anche solo per quel poco che la guardava.
“Ti tireremo fuori! Non è giusto che tu rimanga qui!”
“Ho ucciso, Nira, questa è la pena che mi spetta. Poi tanto io morirò comunque quindi …”
Lei strinse forte le sue mani da dietro le sbarre. Lo fissò dritto negli occhi.
“Non dirlo neanche per scherzo. Io … non voglio.”
Lui le carezzò il viso prima di sfiorarle le labbra. Lei gli sorrise. Era quello che voleva, forse era l’uomo più sbagliato del mondo, ma desiderava averlo al suo fianco. Entrambi meritavano una seconda possibilità.
“Signor Prince. Una chiamata importante per lei.”
Disse un poliziotto ponendogli il cellulare. Vegeta non capì da subito poi rispose al telefono.
“Signor Prince, abbiamo trovato un donatore. Potremmo farle il trapianto.”
Disse, e a Vegeta cadde di mano il telefono. Perché proprio in quel momento doveva accadere una cosa simile?

Cominciava a sentire ogni parte del suo corpo: le dita delle mani, le sue gambe, persino il petto, sentiva che si sollevava e abbassava. Poi lentamente aprì gli occhi, con molta fatica, ma ci riuscì. Chissà da quanto dormiva. Era solo felice di essersi svegliato finalmente. Una macchia azzurra si presentò ai suoi occhi. Che ci faceva Bulma lì. Si mosse un poco ed ella si svegliò.
“Mio Dio! Goku!!!”
Esclamò avvicinandosi, senza però toccarlo. Non sapeva se era la cosa giusta da fare. Il ragazzo era rimasto due settimane in coma, dopo che Vegeta gli aveva donato il suo sangue.
“Oddio stai bene? Chichi era qui … L‘ho mandata a riposarsi. Sai era stanca. Poi nelle sue condizioni. Dio vado a chiamare l‘infermiera, tuo padre, Chichi e anche Vegeta.”
Disse, Goku non rispose, la vide solo sparire nel nulla e si sentì fortunato. In un secondo gli aveva bombardato la testa di informazioni.
Qualcuno entrò dalla porta poco dopo.
Con lo sguardo impassibile e gli occhi truci Vegeta lo squadrò.
“Sappi che mi devi un favore!”
Disse distogliendo lo sguardo e sedendosi in disparte. Goku sorrise, senza capire bene quello che aveva voluto dire, ma si sentiva in debito con lui comunque.
“Grazie fratello.”
Disse facendolo arrossire.
Poi fu il delirio, Chichi entrò come una furia abbracciandolo delicatamente, poi suo padre seguito dall’infermiera che li scansò di lato per vedere se tutti i suoi valori erano a posto. Bulma si mise affianco a Vegeta continuando a sorridere come una sciocca, mentre le lacrime scendevano dalle sue guance.
“Bhè direi che ti sei ripreso bene piccolo Goku!”
Disse la donna scompigliandogli i capelli e sorridendogli gentile. Presto scoprì che lei aveva sempre vegliato su di lui e che si era presa cura anche di suo padre, che praticamente viveva in ospedale al suo fianco.
“Praticamente tuo padre sembra un senza tetto.”
Disse la donna scherzando e sorridendogli gentile, l’uomo arrossì.
“Ma papà, e il Dojo!”
“Se ne sta prendendo cura Vegeta!”
E Goku guardò nuovamente ammirato il fratello. L’infermiera poi prese una siringa dal carrello per le medicazioni. E Goku sbiancò.
“Bene mio caro Goku, è l‘ora della medicina!”
Disse puntandogli contro l’ago ben affilato. Il ragazzo lanciò un urlo disumano e cercò una via di fuga, tra le risate generali.
Grande e grosso com’era aveva paura di un semplice ago! Persino Vegeta rise.
Bulma sospirò felice, finalmente le cose cominciavano a girare per il verso giusto per tutti; chissà, forse dopo tutto quel casino avrebbero avuto la loro seconda possibilità di diventare una grande famiglia felice. La speranza c'era, ora serviva solo un po' di buona volontà!





Capitolo principalmente incentrato su Goku e Bardack e anche un po' Vegeta senior. Ma soprattutto assistiamo finalmente alla fine, per così dire, di Varza. La scena è vista nella sua integrità e non solo dai confusi ricordi di un Vegeta troppo piccolo per poter ricordare. Non mi dilungo, ma spero che il capitolo vi piaccia. Vi attendo con il prossimo! Un bacio a tutti i lettori, a tutti quelli che seguono, quelli che apprezzano. Vi ringrazio immensamente!

Enris: la tua riflessione sul capitolo mi ha molto colpito. Mi ha fatto piacere averti trasmesso tutte queste cose.^^ Sono concorde con te sulla riflessione riguardante la giustizia. In fin dei conti la legittima difesa non è un crimine, in fin dei conti è semplicemente un tutelarsi da un qualcuno che ha tutta l'intenzione di di far del male. Cmq sia non mi intendo neanche io in questo campo, ma sicuramente ogni caso ha la sua logica e la sua motivazione. Nel caso di Vegeta ha ammazzato uno che aveva sparato poco prima ad un ragazzo giovane che non aveva armi e non aveva fatto nulla. Diciamo che se lo meritava. Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione alla prossima!!!

Luna_07: che siano sogni o che non lo siano questo va all'interpretazione del lettore. Possono esser interpretati un po' in tutti i modi!^^ Quindi va bene anche chiamarli sogni. Sono felice che ti abbiano colpita e commossa. Per la scena finale ... Beh, sai in uno dei primi capitoli Bulma dice di amar quel cartone animato; quindi mi fa piacere che la scena te l'abbia ricordato. In fondo è una sorta di rinascita, una sorta di nuovo inizio. Proprio come la Bestia quando torna uomo. L'ho sempre preferito da bestia però! Un bacio alla prossima.

Maia74: il mio viaggio è andato bene, anche se al ritorno ho rischiato di ... ehm... vomitare sull'aereo, faceva di quei vuoti, e c'era turbolenza.
Passando al capitolo, mi fa piacere che i sogni con Varza ti siano piaciuti. Spero che anche questo capitolo non ti abbia deluso. Alla fine non potevo far morire anche Goku! ^^ Sarebbe stato troppo triste. Un bacione alla prossima.


BulmaMiky: Sono felice di ritrovarti, sono anche contenta che tu abbia inserito la storia tra le tue preferite! GRAZIEEEEEEE!!! Sono un po' triste anche io... ormai ho quasi finito la storia, anche se in parte sono contenta. E' la mia prima storia conclusa!^^ E si la guerra sta volgendo al termine, un po' di pace si profila all'orizzonte con il finale del capitolo, ma ho ancora davanti due capitoli,quindi non ti posso anticipare nulla!!^^Ma presto saprai tutto. Anche su Vegeta e Nira. E chissà che anche Bardack non abbia la sua seconda possibilità. Un bacione e grazie mille!

Flyvy: come sempre colpisci dritto nel segno. L'atmosfera che tu hai descritto di Varza con i suoi figli era esattamente quella che volevo trasmettere Lei cambia radicalmente non per amore di un uomo,ma per l'amore che prova per i suoi due bambini. Ti ringrazio come sempre delle tue belle riflessioni, e aspetto di legger le conclusioni che trarrai alla fine. Grazie mille! Un bacione alla prossima! p.s.spero aggiornerai presto la tua storia!^^

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Un nuovo orizzonte ***


Un nuovo orizzonte


 

Sei mesi dopo


La gola le si era seccata, il cuore le scalpitava nel petto mentre osservava la folla di studenti in divisa sotto il palco. Si era alzata con le gambe tremanti e quel foglio stretto nella mano. In prima fila tutti i suoi amici: Chichi con il suo grosso pancione, Goku con il suo raggiante sorriso, Crilin con la sua adorata C18 e tutti gli altri. Solo una sedia era vuota, Goku la teneva occupata. Guardò intorno, ma dov’era finito!? Giocò con le dita, le mani le sudavano. Il preside le fece segno di alzarsi, e Bulma obbedì, sospirando e cercando di smaltire l’ansia. Si mise vicino al microfono, e vi batté sopra la mano, per sentire se andava, poi guardò di nuovo la platea e dal fondo del cortile lo vide. Sorrise, mentre lui si poggiava ad un albero rimanendo in disparte.
Prese, così, forza e cominciò a parlare.


Sono Bulma Brief e sono qui oggi in veste di rappresentante di voi studenti.
Forse molti si riconosceranno in me, forse in molti non mi conoscono neppure, ci siamo sfiorati, abbiamo percorso gli stessi corridoi, odiato gli stessi professori, provato passioni simili, oppure diverse, ma quello che conta è che siamo partiti tutti dallo stesso punto, prendendo strade diverse, che a volte si sono intrecciate in modo strano, o magari non si sono incontrate affatto, ma giungendo tutte in un unico fulcro, su di un unico piano: qui, per partire di nuovo insieme verso un futuro, che ci attende impaziente. Quello che voglio dare a tutti voi, oggi, è un augurio, una vecchia vita finisce, ma chissà non ne cominci una nuova migliore …

Bulma si alzò quella mattina, il sole splendeva alto nel cielo. Sbadigliò sonoramente e si avviò verso il bagno per prepararsi. Era una giornata molto importante per tutti. Tutto era cambiato in quei mesi. Dopo l’incidente molto di quello che era stato in precedenza era mutato. Come prima cosa: lei non era più la stessa. Era maturata molto, era diventata una donna, e soprattutto ora sapeva dire che cos’era l’amore.
Poi beh, finalmente Vegeta non era più solo. Si avvicinò al suo letto adagiandosi al suo fianco.
“Sei già sveglia!?”
Disse lui rigirandosi tra le lenzuola, Bulma gli sorrise e la baciò sulle labbra. Eccolo il valore aggiunto alla sua vita: Vegeta. Quello che non avrebbe mai pensato di avere, ma quello che aveva sempre voluto. Si accoccolò di nuovo tra le lenzuola appoggiando il capo sul suo petto, per poi baciarlo sulle labbra.
“Alla fine l‘hai imparata la lezione!”
Bulma lo guardò interrogativa.
“Ti sei lavata i denti! Ora posso baciarti!”
Disse lui scherzoso, Bulma mise il broncio e gli diede un buffetto sulla guancia.
Vegeta la baciò sulle labbra, infilandole le mani sotto il pigiama.
“No, Vegeta aspetta, non è il momento! Dobbiamo andare …”
Ma lui continuò la sua perlustrazione, come se non la conoscesse per bene, baciandole il collo.
“Oh, ragazzi come siamo focosi di prima mattina! Non vorrei interrompervi, ma faremo tardi! ”
Disse Bunny Brief aprendo la porta d’improvviso per poi svanire nel nulla.
Vegeta si pietrificò e, solo successivamente, si sollevò stizzito.
“Ma quando imparerai a chiudere la porta a chiave?”
Disse il ragazzo alzandosi per andare verso il bagno, Bulma era imbarazzata, ma non riusciva a non sorridere. Poi si alzò anche lei, doveva assolutamente essere pronta, il discorso di fine anno l’attendeva. Il giorno del diploma era finalmente giunto.


Sono partita come tutti voi affrontando quest’esperienza sentendomi già un’adulta solo varcando la soglia della mia classe, frequentando sempre le stesse persone, sentendomi a volte migliore di chi non conoscevo, sbagliando tutto, ma ho imparato che tutti nella vita hanno diritto ad una seconda possibilità; non c’è nessuno che sia superiore ad un altro, e chi ora non ha avuto la sua occasione, avrà ora modo di averla. Non siamo che all’inizio della nostra vita, non siamo che embrioni di quello che saremo un giorno. Ora, non so quale sarà il mio futuro, o il vostro, ma mi affaccio su di esso lo vedo lì davanti a me e mi guardo indietro, ripercorro quello che è accaduto, e mi sento più matura, mi sento cresciuta e porterò in questa nuova esperienza il bagaglio che ho riempito in questi anni …

Lo guardò sistemandosi la divisa, in quei mesi il loro rapporto si era rafforzato e lui ora sorrideva di più. Quando aveva scelto di donare il suo sangue al fratello aveva fatto la scelta più giusta e si erano, da allora, avvicinati. Quello che era seguito da quel momento era stato una sorta di restauro delle sorti di ognuno: Goku aveva finalmente compreso che voleva rimanere con la sua Chichi e che avrebbe volentieri fatto il padre; Bardack aveva trovato qualcuno che gli facesse battere il cuore. Già perché da quando aveva incontrato l’infermiera, che si era presa cura di Goku, Apple, aveva cominciato a sorridere di nuovo, dato che dopo la morte del figlio, Radish, lo aveva fatto assai di rado. La donna si era dimostrata da subito molto timida, ma interessata al dolce Bardack, che non mancava di darle attenzioni. I due con molta fatica erano persino usciti insieme! Bulma li trovava molto compatibili, si somigliavano parecchio caratterialmente. In quanto a Vegeta, il padre di Vegeta si intenda, aveva ricevuto una grazia, anche grazie all’intervento del padre, “V“, ma anche per via della sua malattia. Difatti all'uomo erano stati concessi gli arresti domiciliari e così gli avevano fatto il trapianto. Altra novità per Vegeta fu la cara Nira, la quale non si staccava facilmente da lui. Insomma dopo la distruzione di casa Prince molte cose erano cambiate. Vegeta e suo padre avevano acquistato un appartamento e vi vivevano con Nira e suo figlio Rem. Una bella famiglia allargata, anche se Vegeta spesso, molto spesso, preferiva recarsi dalla fidanzata a dormire. Bulma si sentiva felice, era diventata un sostegno inossidabile per Vegeta. Come lui lo era per lei. Con il cugino Rem poi, non correva buon sangue, i due erano troppo simili, quindi il moro dai capelli a punta soleva correre a cercar riparo dalla sua amata fata turchina. Una cosa era certa, avevano trovato tutti un nuovo fulcro, si sentivano nuovamente una famiglia. Il padre di Vegeta poi, era quello che più di tutti aveva compreso i suoi errori ed era divenuto qualcosa di simile ad un padre, tanto che aveva fatto dei discorsi al figlio sui metodi contraccettivi e su altre svariate cose sul comportamento con le ragazze; suscitando le risa di Bulma e l’imbarazzo totale di Vegeta, che dopo quel discorso era sparito dalla circolazione per parecchio tempo. Insomma molto era cambiato, la presa di coscienza più grande era stata però quella di Goku e Vegeta, i quali, finalmente, si vedevano come figli della stessa donna, ovvero fratelli. Varza Ice li aveva partoriti entrambi e finalmente si sentivano ambedue più vicini. Bulma non sapeva cosa fosse successo, ma era come se, dopo l’incidente, finalmente si fossero compresi. Vegeta padre, invece, aveva compreso il suo errore ovvero quello di essersi sempre opposto alla verità: Varza aveva amato entrambi, sia lui che Bardack, per questo aveva avuto un figlio da ognuno di loro, per questo aveva lasciato la sua parte di azienda ai suoi figli. Vegeta dopo aver scoperto della sua malattia aveva deciso di vendere l’azienda costruita con fatica con la donna della sua vita, ma, con tutto il rancore che aveva serbato per anni, non voleva, nella maniera più assoluta, che alla sua morte essa andasse ai figli di Varza. Un’ultima sterile lotta contro di lei, che li aveva portati al tracollo. Difatti Varza aveva rubato dei soldi agli Ice per rendersi indipendente, ma questi, una volta scoperta la destinazione dei fondi, ovvero l’azienda Prince, avevano deciso di acquistare per ripicca l’azienda e avevano così fatto la proposta a Vegeta. Però la situazione era più complicata del previsto e la cessione dell’azienda doveva comprendere le firme di tutti i proprietari di questa, quindi: Vegeta Prince padre, Son Goku e Vegeta Prince figlio. Insomma Vegeta non voleva assolutamente firmare, così Freezer l’aveva preso di mira e aveva così saziato la sua vendetta su Varza, malmenando il ragazzo. Ma non gli era bastato. Il sentimento di rancore che lo accompagnava era forte e voleva anche l’altro figlio di Varza, perché lei non l’aveva mai voluto, perché lei non l’aveva mai guardato, aveva solo provato a fuggire da loro. Solo Bardack però era a conoscenza di questa realtà, Varza aveva sempre tenuto Vegeta all’oscuro di tutto. Perché? Per tutelarlo dalla realtà meschina che l’accompagnava! Varza lo amava a tal punto che non si era mai resa conto di proteggerlo, ma alla fine l’aveva buttato in pasto ai leoni ed era stato l’intervento di Bardack a salvare lui, come se avesse fatto le veci della donna. Varza avrebbe dato la vita per Vegeta, così come avrebbe fatto per Bardack e per i suoi figli. Troppo complesso e contorto il mondo di una donna, che aveva visto solo per poco la luce, e a Bulma, sebbene la ringraziasse ogni giorno, spesso non comprendeva a pieno le sue scelte. Se solo tutto fosse stato più chiaro dall’inizio, molto sarebbe stato diverso, ma come si sa spesso la verità fatica ad uscire dalle bocce e l’orgoglio la costringe in urna ben sigillata. Quello che contava però era che tutto fosse finito per il meglio.
“Che hai da guardare? Non devi provare il tuo stupido discorso?”
Lei gli sorrise e si alzò avvicinandosi a lui, lo baciò sulle labbra.

“Ti amo …”
Disse in un sussurro prima che lui la scansasse aprendo la finestra.
“Perché non esci dalla porta?”
Chiese Bulma raggiungendolo, Vegeta le strappò un fugace bacio.
“Non voglio rischiare di vedere quella svitata di tua madre!”
Disse serio per poi svanire come era venuto la sera precedente. Bulma sorrise e riprese a prepararsi.


Quindi volevo leggervi questa lettera, che una cara persona ha lasciato prima di andarsene e che vorrei lasciasse nei vostri cuori quello che ha lasciato a me: speranza, passione e coraggio per affrontare il buio che ora ci avvolge, ma che presto verrà rischiarato dalle nostre scelte.

Scese dal palco e si diressero tutti insieme verso la palestra, la finale del torneo di arti marziali si sarebbe celebrata dopo la consegna dei diplomi. Il preside Muten aveva insistito con gli organizzatori della manifestazione e il nonno di Vegeta ci aveva messo del suo, conosceva molto bene l’ambiente. Vegeta, che era rimasto in disparte fino a quel momento, li raggiunse.
“Allora come è andata? Com‘era il mio discorso?”
Chiese Bulma, voleva una conferma, ma soprattutto l’opinione di Vegeta.
“Una noia!”
Disse lui soltanto avviandosi verso la palestra.
“Come una noia è stato un discorso magnifico!”
Esclamò lei indispettita.
“Se te lo dici da sola che senso ha chiederlo agli altri?”
Le chiese Vegeta camminando avanti e senza voltarsi, Bulma sbuffò. Con lui era impossibile parlare in presenza di altri.
“A me è piaciuto tanto!”
Disse Goku sorridendole. Bulma lo mandò al diavolo, anche se non c’era nessun motivo per farlo e proseguì per la sua strada.


Non credo vedrò crescere ognuno di voi, non credo vedrò i passi che farete per diventare adulti, ma quello in cui credo fermamente è che diventerete delle persone complete e saprete sempre come costruire il vostro percorso …

Il torneo era ormai giunto al termine e tra lo stupore generale la squadra della loro scuola aveva vinto il torneo a squadre. Non rimaneva ora che assistere allo scontro finale: Goku contro Vegeta.
I due si arrestarono sul ring, uno di fronte all’altro, gli occhi fissi, lo sguardo concentrato, ricordavano proprio quella tenacia che contraddistingueva la madre. Belli entrambi, carichi di quell’emotività che non lasciavano mai trapelare e che tenevano per se stessi. Bulma non sapeva se aveva fatto la scelta giusta nel leggere la lettera che Varza aveva lasciato ai suoi figli, ma si era sentita in dovere di dar voce alle sue parole, Goku aveva subito accolto la sua idea con felicità, Vegeta come al solito non aveva detto nulla, lui parlava sempre e solo quando i discorsi non riguardavano i suoi sentimenti, e la lettera di sua madre era una parte importante per lui, ma in fondo non gli era dispiaciuto affatto, le parole di lei in quel modo erano entrate più a fondo nel cuore di entrambi.


La vita è faticosa, è una maratona tutta in salita, ma ogni tanto è lecito concedersi una pausa e magari aver un qualcuno al proprio fianco e sostare insieme; non pensate che possa bastare avere un buon lavoro una buona carriera per essere felici, quello che serve di più nella vita è condividere il percorso e non farlo da soli. Concedersi di appoggiarsi ad un’altra persona è un pregio, è un vanto. Quindi spero che troviate un punto a cui ruotare intorno ed essere sicuri, che sia sempre un sostegno sicuro …

Il combattimento era cominciato e come tutti si aspettavano i due erano perfetti nei movimenti e forti. Vegeta indossava la sua tuta blu, Goku quella arancio. Ricordarono a Bulma quella foto che aveva trovato nell’ufficio del preside, il momento in cui tutto aveva davvero avuto inizio. Un telefono vibrò nella sua borsa, strano ricordava di aver messo la suoneria! Lo prese, era il telefono di Vegeta, non ricordava di averlo messo lì, forse ce l'aveva messo lui! Guardò chi mai stesse chiamando in quel momento, e sul display lesse il nome di Nira. Forse chiamava per avvertire che lei e Vegeta non sarebbero arrivati in tempo, d’altra parte non erano ancora arrivati. Cosa che a Bulma dispiacque molto, con tutto quello che era successo per Vegeta in quel periodo sarebbe stato bello se suo padre fosse venuto alla consegna dei diplomi. Ma così non era stato. Fece per rispondere, ma qualcuno le afferrò la mano con forza facendo cadere il telefono a terra.

Essere sereni nella vita è l’insegnamento più grande che ho appreso. La tranquillità si acquisisce col tempo con l’esperienza, ma è data ad ognuno di voi nel tempo che vi è concesso di vivere. Un momento di felicità, un momento di gioia, quello dovete custodire nel cuore e farne tesoro per andare avanti, per combattere, per vincere le vostre piccole battaglie e vedrete che un giorno vincerete la vostra grande guerra personale, ma badate bene essa non sarà mai vinta se raderete al suolo tutto ciò che vi circonda …

“Oddio Bulma, credo che stia per nascere!”
Aveva chiamato Goku, avevano chiamato un’ambulanza, tutto era stato bloccato: Chichi stava per partorire. Goku si avvicinò alla sua Chichi, le strinse la mano, le baciò la fronte e la ragazza sorrise, sapeva che sarebbe sempre rimasto al suo fianco.
“Chichi va tutto bene?”
Disse lui preoccupato mentre la caricavano per portarla in ospedale. Lei annuì. Goku si girò allora verso Vegeta.
“Ti dispiace se rimandiamo il nostro incontro?”
Sorrise e Vegeta lo guardò di sbieco.
“Va …”
Disse soltanto e Goku allora salutò tutti invitandoli a vedere suo figlio una volta nato.
“Gohan sarà il bambino più bello del mondo!”
E gli alunni che si erano accalcati lì intorno applaudirono, i due neo-genitori partirono per conoscere finalmente il loro bambino!


Gli errori che farete vi serviranno sempre. E io che ne ho fatti tanti so che alla fine era inevitabile farli. A volte si dice: se potessi tornare indietro cambierei questo e quello, ma poi probabilmente si rifarebbero sempre gli stessi medesimi sbagli. Perché? Perché fanno parte anche loro del nostro percorso, del nostro bagaglio, sono anche loro delle pietre che contribuiscono a formare il tragitto verso un punto non precisato dove dobbiamo arrivare. E quindi mentre vado verso questo punto, mi guardo indietro e mi chiedo come sarebbe stato, se tutto fosse andato diversamente. Ma poi mi osservo attentamente e mi accorgo di essere felice ora. Non cambierei nulla di ciò che è stato …

Vegeta era seccato, però beh doveva per forza accettarlo. Dopotutto a suo fratello sarebbe nato un bambino, quindi sarebbe diventato zio. L’idea non l’allettava, ma che ci doveva fare?
“Zio Vegeta. Prima ha chiamato Nira sul tuo cellulare, la richiamo?”
Disse Bulma sfiorandogli la spalla, lui annuì. In pubblico non si concedeva le confidenze che aveva con lui in privato. Avevano deciso di comune accordo che la loro relazione era meglio tenerla nascosta. Non perché se ne vergognavano, ma perché si sentivano più sereni così! Nessuno li guardava, nessuno li osservava, nessuno li giudicava e soprattutto si sentivano liberi di agire come meglio credevano con naturalezza. Bulma chiamò la donna.
“Vegeta meno male che hai richiamato!”
Rispose subito Nira.
“Sono Bulma.”
“Bulma … Dovete venire subito … Vegeta …”


Spero viviate la vostra vita con intensità, con passione seguendo sempre l’istinto, amando e cercando sempre di migliorarvi. Aprite il vostro personale libro e scrivete le vostre pagine.
Ogni storia è importante, ogni storia ha il suo perché ed è dettata dal vostro io, dal vostro pensiero. Non pentitevi mai di quello che fate, vivete sempre a pieno delle vostre forze, io sarò fiera, e felice, di leggerne ogni evento...


Era di nuovo lì, seduto su quella sedia rossa, in quell’ambiente asettico e bianco, ad aspettare, nuovamente, per la sorte di qualcuno, qualcuno che aveva odiato per lungo tempo, ma che ora ci stava provando davvero ad essere un genitore. Suo padre aveva avuto un rigetto, per via del trapianto, l'avevano avvisato che poteva succedere e così era successo; e ora non stava per niente bene, anzi, forse non ce l’avrebbe fatta! Perché la sua vita doveva essere sempre costellata di dolori. Nira sostava a terra dietro la porta. Vegeta prima o poi avrebbe dovuto ringraziarla per tutto quello che aveva fatto per loro, per lui, per suo padre, ma anche per sua madre, di cui ne aveva preso il posto. Si concesse di sorridere, per un secondo, guardandola, era contento per suo padre.
“Vuoi?”
Disse Bulma sedendosi al suo fianco e porgendogli una tazza di caffè fumante. Vegeta scosse la testa osservando il suo volto. Bulma non disse altro, rimase lì accanto a lui, mentre Vegeta continuava a fissare quella porta, sperando in una buona notizia. Tutto era cambiato da quel giorno lontano in cui lei era morta, tutto era cambiato anche ora che attendeva il medesimo verdetto. Certo una sola cosa era mutata nel suo cuore, ma quella era bastata a cambiare radicalmente tutta la sua vita: lei Bulma, il loro intenso e silente amore. Un vagito lontano annunciò l’arrivo di un nuovo nato, un rumore lontano annunciava che una vita era venuta al mondo, ma chi l’ha detto che per una vita nuova una vecchia se ne deve andare per forza? Vegeta sperava che questa volta andasse diversamente e che, tutto sommato, Gohan poteva lasciare un po’ di spazio a suo padre nel mondo. Inaspettatamente cercò con la mano quella di lei, senza guardarla la strinse nella sua. Bulma appoggiò il capo sulla sua spalla.
“Andrà tutto bene vedrai …”
Con una leggera pressione le fece capire che anche lui sperava andasse davvero a finire così. Sperava che quel futuro e quel momento di serenità che Varza aveva augurato, ai suoi figli, arrivasse davvero, e lei doveva raggiungerlo con lui. Dopo tutto quello che avevano passato ora sapeva bene che non l’avrebbe mai più lasciato.
Non sapeva quello che il futuro aveva in serbo per loro, l’unica cosa di cui era certa era che l’avrebbero vissuto insieme.


... quindi anche se non vi conoscerò mai personalmente, vi auguro un buon futuro, vi auguro di esser felici!


Eccomi all'ultimo effettivo capitolo della storia, che attraverso il discorso di fine anno di Bulma arriva alla sua conclusione. Perché ho scelto quest'immagine per la fine? Semplice perché tutto è partito dalla solitudine e dal rancore, da quel ricordo lontano in cui Varza muore lasciandoli soli, e beh, ora ognuno di loro ha il suo appoggio. Vegeta da bambino rimane per ore solo su quella seggiola attendendo la morte della madre, ora attende il responso, ovvero se suo padre morirà o vivrà, ma con lei, la sua amata Bulma, che sebbene non le abbia detto un ti amo non significa non lo provi. A volte le parole contano molto meno dei gesti!^^
Spero, quindi, di avervi trasmesso qualcosa con questa storia! Spero che vi sia piaciuta, spero che non abbiate trovato i miei nuovi personaggi inappropriati, o troppo assurdi per esser accostati agli originali, che spero di aver reso bene, anche se inseriti in un contesto diverso dal loro. Spero di aver reso bene l'amore tra Bulma e Vegeta e quello tra Goku e Chichi, ma soprattutto quello tra Varza, Vegeta e Bardack. Spero di aver soddisfatto le vostre aspettative, con questo vi do appuntamento alla prossima settimana con l'epilogo!

Spero di aver chiarito un po' tutto quello che è accaduto nel corso di questi trenta capitoli e se ho tralasciato qualcosa fatemelo sapere sarò lieta di chiarire tutto! ^^
Ah giusto, la mia testa malata sta partorendo un seguito ... Spero che vi possa far piacere!
Un bacione a tutti, avrò modo di ringraziarvi per bene con la conclusione!

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Epilogo: dieci anni dopo ***


Epilogo: dieci anni dopo


L’abito bianco le calzava a pennello, l’aveva scelto con cura, ma non era certa del risultato finale. Ogni cosa era perfetta: i suoi capelli, le sue scarpe, il trucco. Per un giorno era davvero lei la regina di ogni cosa. Aveva scelto con cura i fiori e le ghirlande, la loro posizione, la loro composizione. Ogni cosa era al suo posto.
Si guardò di nuovo allo specchio, si sentiva veramente bella. Benché si vedesse appena il rigonfiamento della sua pancia, il loro secondo figlio era una cosa importante e così finalmente avevano deciso di sposarsi.
“Mamma, sei pronta!?”
Disse il bambino moro facendo capolino nella stanzetta dove la madre si stava preparando.
“Arrivo!”
Esclamò semplicemente lei con un sorriso, dopo dieci anni finalmente sarebbero diventati una famiglia completa.

La cravatta non era il suo indumento preferito. Preferiva, di certo, altre cose, come ad esempio la tuta! Ma in quel momento non era di sicuro l’abito adatto, doveva darsi un contegno e soprattutto non voleva sfigurare. Lo doveva fare per la sua futura moglie, lo doveva fare per suo figlio, un bambino così intelligente che si stupiva lui stesso di questa sua peculiarità, ma ne era felice.
Si mordicchiò le labbra preso dal nervoso, non lo era mai stato così tanto e si trascinò con i piedi verso l’uscita, suo padre l’attendeva, per accompagnarlo, o meglio così credeva: suo padre non c’era più! Solo una donna mora che gli sorrise raggiante, la compagna di suo padre.

Bardack aveva chiesto ad Apple, l’infermiera, di cominciare ad andare in chiesa. Lui si sarebbe assentato per un attimo. Quella donna aveva lenito molte delle sue ferite, aveva spazzato via le sue ansie e si era ritagliata un posto al suo fianco. Bardack a volte si chiedeva cosa sarebbe successo se lei fosse arrivata prima, ma ormai aveva smesso di supporre, ormai aveva smesso di rimuginare sul passato. Era felice di aver conosciuto Varza, non si era affatto pentito! Anzi, se così non fosse stato non avrebbe avuto Goku e non avrebbe avuto il suo splendido nipotino.
Percorse quella strada nota a grandi passi, con quel mazzo di fiori tra le mani. Gli sembrava giusto, gli sembrava corretto ringraziarla, in fondo, tutto quello era merito suo. Nel bene e nel male, i loro figli ora stavano bene insieme, beh, litigavano sempre, ma avevano fatto dei passi avanti.
Erano davvero cresciuti e Bardack ne era felice. Una figura apparve all’orizzonte e Bardack con un sorriso affrettò ancor più il passo. Gli posò una mano sulla spalla.
“Vegeta!”
Disse felice di vedere il suo più grande amico, tra di loro le cose non erano andate bene, ma in quegli ultimi anni, molto si era sistemato e ora riuscivano a parlarsi senza necessariamente litigare.
“Sono felice di vederti!”
Disse Bardack. Vegeta lo guardò di sbieco.
“Non mi rovinare il completo Bardack!”
Disse severo, e Bardack ritrasse la mano, evidentemente avevano avuto la stessa idea.
“Mi fa piacere tu abbia accettato l‘invito.”
“Tsk!”
“Davvero, Vegeta. Tra tutte le persone tu sei l‘unica che ho desiderato vedere qui.”
Lui non rispose e continuò a fissare i fiori secchi davanti a sé, Bardack li tolse e li buttò via, sostituendoli con il nuovo mazzo, che aveva portato.
“Non veniamo mai a trovarla … Le dispiacerà.”
Vegeta scosse la testa.
“Le piace stare sola. Penso lo direbbe lei di non badare a queste sottigliezze.”
Bardack sorrise di nuovo, e posò una mano sulla spalla dell’amico.
“Mi pare di averti detto di non sgualcirmi il vestito!”
Sbraitò l’altro, ma non fece nulla per levarselo di dosso.
“Ehi ragazzi! Che bello vedervi insieme. Sono così felice che non sto più nella pelle. Avrei una voglia matta di saltellare qua e là, ma poi la gente penserebbe che sono matta. Non voglio pensino questo di me. Comunque Vegeta non ho trovato i fiori! Oh, ma vedo che avete provveduto anche senza di me! Sono molto contenta!”
Disse con un sorriso la donna mora vestita di tutto punto, i due uomini si guardarono stralunati, si sentivano mancare il respiro. Nira era di certo un tipo logorroico!
“Che avete da guardarmi così ragazzi! Ho forse qualcosa in faccia? Oddio devo rifarmi il trucco oppure sfigurerò al matrimonio. Vegeta perché non l'hai detto prima?”
I due scoppiarono a ridere insieme. Decisamente Nira non c’entrava nulla con Varza.
I due si guardarono complici, ora ognuno aveva la sua strada davanti, ma non era poi male che esse ogni tanto si incrociassero.

Fuori dalla chiesa tutti attendevano l’arrivo della sposa, ma anche dello sposo! Non era ancora arrivato, non si sapeva dove fosse. Crilin osservò l’orologio mentre la sua bambina, Marron, si appendeva al suo braccio e lo chiamava. C18 la scostò sistemandole il vestitino.
“Ma dove sono finiti? Sono già in ritardo.”
Disse, erano tutti presenti, gli amici di un tempo. Si erano persi di vista per molto, ognuno preso dalla sua vita, ognuno con la sua famiglia, con la sua carriera, ma era sempre bello ritrovarsi!
Crilin con la sua C18, convivevano ormai da tempo, lei si era distaccata dalla sua famiglia e da suo fratello, che dopo il casino che aveva combinato era scomparso.
“Chi lo sa!”
Disse Yamcha sistemandosi la giacca gialla del completo che indossava per l’occasione, Marion era vicino a lui, non si erano visti dai tempi del liceo, ma avevano ritrovato subito un certo affiatamento. Tienshinan era arrivato con la sua bionda morosa di sempre e il piccolo Rif. Anche tra Lunch e Tienshinan c'erano stati alti e bassi ed ognuno aveva perseguito il suo percorso separatamente. Junior era presente anche lui, solo come sempre.
“Ehi ragazzi! Quanto tempo che non ci vediamo!”
Una voce nota alle loro spalle li fece voltare ed una splendida ragazza dalla chioma celeste si presentò davanti a loro. I capelli raccolti in una bella acconciatura che lasciavano cadere lungo il viso alcune ciocche, un tubino rosa lungo fino al finocchio le fasciava il corpo snello e formoso.
“Wow Bulma!”
Disse Crilin guadagnandosi un occhiata terribile dalla compagna, Yamcha non perse l’occasione per lustrarsi gli occhi sulla meravigliosa ex fidanzata. Possibile fosse venuta sola un simile splendore?
“Allora che avete fatto in tutto questo tempo?”
Continuò lei, per poi esser distratta da un frugoletto dall’abito blu scuro con la camicina, che si stringeva alla sua gamba. Tutti si concentrarono su di lui e il bambino si concentrò su di loro fissandoli con astio.
“Oh, ragazzi, voi non conoscete Trunks!!”
Disse Bulma con un sorriso, spingendo il bimbo delicatamente verso di loro.
“Tesoro fatti vedere!”
Disse Bulma, il bimbo girò il visino dall’altro lato.
“NO!”
Disse secco. Bulma sospirò. Tutto suo padre!
“Ma perché tesoro!”
Gli altri sorrisero, era strano vederla come donna, come madre, ma era una scena così dolce che si chiesero chi fosse il fortunato.
“E‘ tuo figlio Bulma? Com‘è carino!”
Disse Lunch, e Crilin si fece avanti con la sua bionda bimba.
“Sì, è mio figlio! Ha un anno.”
Disse tutta contenta.
“Crilin: tu e C18 farete i testimoni? Questa è la vostra bambina?”
Il ragazzo annuì e sorrise dando un bacino alla sua Marron che cominciò a ridere.
Ma poi tutto fu smorzato dall’arrivo di un losco individuo.
“Ehi Bulma tieni la chiave della macchina!”
Disse Vegeta catalizzando l’attenzione di tutti su di lui.
“Non posso, non mi stanno nella borsa!”
“Beh, faccele stare!”
Bulma si portò le mani ai fianchi.
“No, mettitele in tasca!”
“Scordatelo. Mi sgualcisce il vestito!”
“Beh, chi se ne frega. Io mi rovino l‘immagine!”
“Tanto è pessima in ogni caso!”
“Che cosa??? MA COME TI PERMETTI!!!”
Sbraitò Bulma presa dalla collera. Trunks, approfittando della confusione, prese le chiavi dalle mani del padre e cercò di infilarsele in tasca. Un enorme gocciolone apparve sulla fronte dei presenti.
Il bambino aveva dimostrato più intelligenza dei suoi genitori!
“Bravo Trunks! Lui si che è intelligente.”
Disse Vegeta, facendosi largo tra la gente per passare.
“Ehi bifolco cosa pensi? Guarda che è più intelligente anche di te. Il
mio bambino ha preso tutto dalla sua mamma!”
Disse Bulma seguendolo. Vegeta si voltò dalla sua parte.
“Non penso proprio! Mio figlio è intelligente come me!”
“No, come me!”
“Ti sbagli Trunks mi somiglia! Non lo vedi com'è tosto? Mica è svampito come te!”
E continuarono così fino all’ingresso in chiesa, seguiti dal bimbo che giocherellava con le chiavi della macchina. Tra lo stupore generale per la scoperta della relazione tra Bulma e Vegeta che aveva dato vita a quel bellissimo bambino dai capelli lilla, ma anche l'ilarità per quella scena al limite della stupidità, quei due non cambiavano proprio mai!

Goku era stato accompagnato da Apple nel piazzale della chiesa, ed una volta entrato in chiesa vide i suoi amici già seduti, ognuno nella sua posizione. Crilin e C18 dalla parte della sposa ne facevano da testimoni, mentre dall’altra Bulma e Vegeta, splendidi e arrabbiati tra loro come sempre. Trunks sedeva in prima fila, con Apple aspettando l’arrivo dei nonni, di Gohan e di Bardack. Goku era agitato si stropicciava il vestito, aspettando la sua Chichi. Bardack entrò dal fondo della sala, seguito da Vegeta e Nira, l’uno scocciato, l’altra sorridente seguita dal figlio, Rem, che aveva la stessa faccia di Vegeta, non sapeva neppure perché si trovava lì!
Bardack strizzò l’occhio al figlio prendendo posto.
Mentre Nira gli sorrideva e bisbigliava:
è stupenda, la tua Chichi.
Così finalmente guardò verso la porta e lei entrò accompagnata dal padre, a passo di danza camminò verso l’altare. Bulma la guardò estasiata e osservò in prima fila tutti i famigliari, c'erano persino i suoi genitori e poi erano tutti lì insieme finalmente! Varza ne sarebbe stata contenta. Guardò Vegeta e strinse la sua mano.
“Un giorno lo faremo anche noi …”
Bisbigliò al suo orecchio.
“Non ci pensare!”
Disse lui secco, ma le strinse la mano più forte, per poi staccarsi e tornare nella sua solita postura, con le braccia incrociate al petto. Bulma sorrise, non sarebbe mai cambiato.
Meglio per lei, lo amava così com’era.
Goku osservò la sua amata Chichi e la prese per mano. Era felice.
Le diede un bacio sulla guancia e le sussurrò all’orecchio.
“Vorrei chiamarlo Goten nostro figlio!”
E Chichi sorrise felice. Avevano i loro figli, avevano tutto quello che volevano.
“Ti amo Goku!”
Disse soltanto tornando ad osservare davanti a sé.

“Vegeta che ci fai qui?”
Disse Goku. Erano le sette del mattino, ma non era riuscito a dormire, era il giorno del suo matrimonio, ma era davvero agitato.
“Nulla.”
Disse secco Vegeta. Evidentemente anche lui aveva bisogno di essere lì in quel momento, sulla tomba di sua madre.
“Sono felice tu sia qui!”
“Io non sono felice di vederti!”
Poi non dissero più nulla e rimasero a fissare il vuoto.
In quegli anni molto era cambiato per loro, ma quello che era certo era che si erano avvicinati tanto, l’uno verso l’altro, si erano finalmente sentiti uniti; erano parte di una famiglia mai nata, ma che forse sarebbe stata una bella famiglia e forse non tutto era perduto, e in quel tempo passato avevano recuperato il salvabile prendendosi ognuno parte della sua colpa e prendendo consapevolezza di loro stessi. Tutti avevano sbagliato, tutti si erano nascosti dietro un vetro e avevano avuto bisogno ancora di ritrovarsi per capirsi.
“Non ti ho mai odiato perché tu sei nato e lei è morta. Ti ho sempre odiato perché tu eri sereno. Io sono stato più sfortunato.”
Disse Vegeta d'un tratto, Goku si scompose e rimase sorpreso da quelle parole, abbassò lo sguardo.
“Io invece ti ho odiato, io ti ho odiato Vegeta. Perché tu hai avuto lei … ”
Disse liberando le lacrime che non erano mai uscite dai suoi occhi.
Vegeta gli posò una mano sulla spalla.
“Non c‘è più tempo per queste cose, ormai siamo cresciuti. Anzi, non mi importa …”
Goku lo guardò sorpreso, mentre Vegeta si staccava e si incamminava verso l’uscita.
Goku lo guardò sorridendo.
“Grazie fratello! Grazie di tutto!”
E si asciugò con il braccio le lacrime.

Tutti passiamo sulla terra, tutti passiamo nel mondo, c'è chi lo fa velocemente, chi per lungo tempo; ma quello che è importante è che ogni persona lascia la sua impronta, lascia un segno del suo tragitto, del suo percorso. E ora per lei era arrivato il momento di andare e guardare quello che aveva lasciato. Pensava che, dopotutto, era stato bello vivere, era stato bello amare, era stato bello avere dei figli e ora che loro si erano finalmente capiti poteva lasciarli andare.
Magari, però, sperava che ogni tanto qualcuno pensasse a lei, ma era anche giusto così, tutti proseguivano e Varza era solo felice di lasciarli andare.
Dopotutto, le bastava avere quel mozzicone di sigaretta, che ogni anno immancabilmente le veniva lasciato accanto ai fiori. Ne annusò l'odore e se lo strinse al cuore.
Non tutti gli amori finiscono bene, ma anche la cenere che lasciano alle loro spalle ha comunque la sua importanza. Si voltò indietro un'ultima volta per osservare i suoi figli.
Sorrise, con quell'espressione raggiante che finalmente le apparteneva.















Dopo trentadue capitoli mi sembra d'obbligo lasciare due parole a tutti i coraggiosi che hanno letto, che leggeranno e che hanno raggiunto l'ultimo capitolo, quindi:GRAZIE!
Grazie per aver letto, perché ogni clic è per me importante, grazie per aver commentato, grazie per aver seguito, per esservi magari emozionati nel leggere queste "due" righe. Vi ringrazio davvero tanto, perché questa è la prima storia che concludo ed è grazie al vostro sostegno se sono riuscita a proseguire in questo tragitto.
Un bacione a tutti voi, se lo vorrete chiaro. Vi lascio al finale.

Quindi ringrazio:
Benza, BulmaMiky, Cicacica, Delphinium_Love, DiannaDax, Elie84, Ethis, Fashionelle09, Flyvy, Giuliangel90, Ifera Black, Luisa87, Luna_07, Maia74, Vegetalover. Per aver inserito la storia tra le seguite, per averla seguita o se la seguirete e arrivere alla fine vi rigrazio infinitamente!^^

Ringrazio:
Lirin Lawliet, PoRtAmIdAtE per aver messo la storia tra le ricordate.

E poi ringrazio:
Ania2692, Annalucia, BulmaMiky, Comicboy, Enris, FavoleVeneziane, GGG, Giuliangel90, Superlydy, TheQueenLeda, Vegetalover, Vespa4e,
per aver preferito la mia storia! Vi rigrazio tutte tantissimo!!^^

Poi volevo ringraziare le meravigliose persone che hanno sostenuto la mia storia lasciandomi delle splendide recensioni.
Quindi ringrazio:

Bolla Blu, BulmaMiky, Capitain_Icelberry, Cicacica, Delphinium_Love, Enris, Faby_Elle, Fanny Sonny, FavoleVeneziane, Flyvy, Lirin Lawliet, Luna_07, Maia74 per aver recensito la mia storia, ringrazio ognuna di voi per il sostegno e per la fiducia, ma anche per i consigli e le piccole critiche costruttive che mi avete lasciato!
GRAZIE RAGAZZE!!!!!!!!!!!!!!!^^

Volevo far un ringraziamento particolare anche a :
Maia74 e Luna_07 per avermi sostenuta in ogni capitolo con le vostre parole, ne ero sempre contenta, ma la cosa più importante per me è stata la vostra costanza. Quindi GRAZIE!
Poi voglio fare un grazie speciale e
Ensis e Flyvy per aver sempre detto delle cose che mi hanno colpito fortemente e che mi hanno riempito, quindi grazie mille!
E la mia cara BulmaMiky, sei stata un sostegno per me come persona, oltre che per me come autrice quindi ti ringrazio tanto! ^^
Poi anche a Fashionelle09, per avermi sostenuto dietro le quinte!!^^
E le due persone che stanno cercando di arrivare alla fine di questa lunga storia, vi ringrazio in anticipo!! XD

Vi ringrazio tutte tanto e semmai, anzi penso lo farò, scrivessi un seguito spero vogliate seguirmi!^^
Ovviamente posso dirlo avrà come protagonista Trunks!^^
Beh, ora: si spengano le luci e cali il sipario!
Arrivederci alla prossima storia!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=460755