Trilogia della Senilità

di Stregatta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I: Fiabe Sporche ***
Capitolo 2: *** II: Fino al Filtro ***
Capitolo 3: *** III: In Vino Veritas ***



Capitolo 1
*** I: Fiabe Sporche ***


Ok, tutto questo merita un minimo di making of (se volete saltatelo, ma sappiate che mi offendo e metto il muso quando i miei vaneggiamenti vengono ignorati *tira su con il naso*).
C’è un elemento costituente delle coppie Bowie/Molko, Olsdal/Forrest e Molko/Forrest che mi affascina irrimediabilmente e che involontariamente ho infilato in ognuna delle brevi storie che costituiscono questa mini-raccolta (è questo il motivo per cui ho deciso di trilogizzarle – parlano tutte più o meno della stessa cosa xD) : la differenza d’età.
Un bagaglio esistenziale ricco di esperienze e lezioni imparate a duro prezzo contro l’intatta freschezza della gioventù; la voglia di buttarsi a capofitto in una nuova avventura, pur sentendo gravare sulle spalle il peso di tante altre già vissute.
Un trentenne-e-passa (o, nel caso della fic qui in basso che mi auguro stiate per visionare xD, un cinquantenne) che si mette con un poco-più-che-ventenne, insomma.
… suvvia, non fate finta che la cosa non vi stuzzichi almeno un po’ :D!




Ed ora, la Random Pictures è orgoglioNa di presentarvi…





Trilogia della Senilità


Capitolo I – Fiabe Sporche




- E Mick Jagger? -
David tacque, percorrendo lentamente con un dito il liscio avambraccio pallido del giovane sdraiato fra le lenzuola accanto a lui.
Il mento poggiato sul palmo della mano ed un sorriso colmo di curiosa aspettativa sul bel volto; Brian sembrava in tutto e per tutto un bambino rapito da un avvincente racconto di fate.
- Cosa vuoi sapere di lui?-
Brian alzò gli occhi al soffitto con aria pensosa, mugolando: - Mhmm… Non so. Cosa gli piaceva fare, come gli piaceva farlo…-
Ghignò furbo nel continuare: -… con quella bocca così, poi, io qualcosa in mente ce l’avrei…!-
L’altro spalancò gli occhi, sorpreso. Scivolò sinuosamente in avanti, rimboccandosi pigramente le coltri sul torso nudo, e mormorò: - Brian Molko, ti sembrano cose da chiedere o a cui alludere? Un po’ di rispetto, che diamine! –
- Andiamo… Mi hai raccontato i peggiori aneddoti su Ronson e le più sconce avventure di Lou Reed! Potevi chiedermi prima di avere rispetto, non ora! –
Di nuovo David tacque, fissando accigliato il ragazzo allungatosi anch’egli a cercare il calore delle coperte.
Sentì un suo piedino solleticargli una caviglia e risalire caldo ed impertinente fino al ginocchio.
- Allora? –
Il più anziano scosse il capo.
- Piantala. Non ti dirò nulla.-
- Ooh, ma perché?-
Un broncio su labbra che sembravano create appositamente per tale scopo, ciglia che battevano su uno sguardo troppo abituato a spezzare cuori ed intenerirne altri; il bambino faceva i capricci.
David poggiò la schiena alla testiera del letto, reclinando il capo e abbassando le palpebre.
Un nodo di tensione si stava di nuovo facendo sentire al centro del suo petto, poco sopra il plesso solare.
Sapeva come gestirlo, conosceva il suo percorso.
Sarebbe serpeggiato sempre più in alto fino ad arrivare ad un punto imprecisato della gola, stringendo le corde vocali ed impedendo loro di vibrare a dovere.
Serrando il respiro, serrando la voce.
Brian borbottò cupo: - Stronzo.-
Non che gli interessasse granchè – sbarbatello viziato.
Cosa credeva di fare? Di potersi sedere sulle ginocchia dello zio David pretendendo che avesse sempre voglia di raccontargli una delle sue fiabe sporche? Di entrargli nel letto e trattarlo come gli pareva?
Una mano scese proprio dove il grumo d’oppressione bruciava sordo e regolare contro lo sterno.
Tiepida, paziente.
- Sei arrabbiato con me?-
Dalle labbra di David sfuggì un ibrido strano fra uno sbuffo, una risatina ed un sospiro.
- È impossibile essere arrabbiati con te, piccolo.-
Le dita salirono piano, sfregando il proprio dorso contro l’incavo che univa spalla e collo.
- Non mi vuoi dire cosa c’è che non va?-
Il bambino sapeva anche essere dolce, ingenuo. Candido, come la sua pelle fresca e liscia contro le sue rughe di cinquantenne un po’ sgualcito da una vita che – cazzo! Aveva adorato in ogni minima sfumatura e tinta forte.
Una vita che per la creatura tutta sfacciataggine e tenerezza che lo stava accarezzando in quell’istante era solo una miniera di racconti e storielle più o meno piccanti.
- David? –
L’uomo non rispose. La gola era bloccata da qualcosa di più amaro, deprimente ed ineluttabile di quanto avesse previsto.
Una massa soffice di capelli che sapeva essere scuri e leggermente mossi furono premuti contro il suo bicipite. Poi una bocca disegnò parole umide contro il suo braccio.
- Se vuoi me ne vado.-
Voleva. Voleva che si dileguasse in punta di piedi, lasciandosi dietro solo l’odore del suo corpo e del suo shampoo e il magone che ogni volta lo torturava quando si ritrovava in un letto sfatto al fianco di quell’incredibile, stupendo ragazzino.
E avrebbe desiderato che tornasse in un altro momento, in cui potesse sentirsi più giovane, più alla sua altezza e meno orribilmente patetico.
Più David Bowie, e meno vecchio zio David.
- Perdonami. –
Brian sorrise – lo intuì dall’intonazione gentile della sua replica: - Figurati… Non c’è problema.-
Lo baciò castamente sulle labbra, e nonostante tutto a David sembrò di poter di nuovo inspirare liberamente.
- Chiamami quando vuoi. Per te ci sono sempre. –
Era troppo ridicolo trovare quelle parole così consolanti.
David aprì gli occhi quando sentì il materasso liberarsi cigolando dal peso di Brian; il ragazzo aveva già iniziato a indossare i pantaloni, che lasciò in seguito penzolare aperti sul davanti nel lanciarsi alla ricerca della propria t-shirt.
Dall’interno della maglietta che si stava infilando venne la sua voce, semisoffocata dal tessuto: - Oh, e comunque…-
La sua testolina arruffata risbucò dallo scollo dell’indumento.
Sorrise malizioso.
- … su Mick e la sua bocca ho ragione, dì la verità! –
Fu come premere un interruttore posto alla gestione dei sentimenti di David - ricapitolando, il bambino era viziato, capriccioso, dolce, ingenuo ed anche incredibilmente provvidenziale nei suoi interventi.
L’uomo prese il cuscino sul quale aveva riposato fino ad allora il suo amante, tirandoglielo addosso e ridendo un po’ affannosamente: - … sparisci, marmocchio insolente!-

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Capitolo 2
*** II: Fino al Filtro ***





Capitolo II – Fino al Filtro



− Sai, ho deciso di smettere… Di troncare definitivamente. - soffiò Brian, assieme alla prima boccata di fumo della seconda sigaretta della giornata.
Poggiato su un amplificatore, Stefan allungò una mano per sfilarla da dove svettava candida e tentatrice – le labbra dell’amico; tornando a fissare l’orizzonte di transenne e tecnici formicolanti al lavoro, mormorò, prima di farsi un tiro: - Così? Di punto in bianco? –
Brian alzò le spalle languidamente, godendo del sole mattutino che vi batteva ancora tiepido e gradevole. Lo spiazzo adiacente il palco e il palco stesso erano invasi di luce e calore; il fumo di sigaretta ascendeva perfettamente verticale verso il cielo azzurro.
- Sta diventando un'abitudine, invece che un piacere. -
Il compagno lasciò che l’altro riprendesse la sigaretta, e poi insinuò cauto: - Dunque non è per via di Helena… O del piccolo?-
Il tremito delle dita di Brian attorno al filtro della Camel Light fu l’unico indice di turbamento visibile; dopo un quindicennio di vita accanto a qualcuno era un indizio più che sufficiente.
Per questo Stefan decise di non forzare la mano, di lasciare a Brian la possibilità di proseguire il discorso.
Quest’ultimo infatti spiegò bruscamente:- No. Helena è abbastanza intelligente da capire ed accettare certe cose, e Cody… Non c’entrano loro, è una mia decisione.-
Rise seccamente, come a deridersi: - Mi irrita un po’. Da stimolante è degenerato in irritante.-
Non attese una replica da parte di Stefan, e continuò: - E poi mi costa troppo… Mentalmente, finanziariamente…-
- E fisicamente, magari?- aggiunse Stefan con uno strano sorriso storto, beccandosi un’occhiata risentita dietro ad un paio di enormi occhiali da sole; ignorandola, l’uomo ironizzò: - Alla sua età certi “vizietti” possono rivelarsi deleteri per l’organismo, signor Molko! -
La reazione che Stefan voleva suscitare non accennò a mostrarsi; Brian sembrava molto più interessato ad altro.
Il filtro della sigaretta ormai era appena orlato di tabacco da consumare; dal palco giungevano suoni di piatti e tamburi percossi da mani esperte, energiche.
Brian portò ciò che restava della Camel alle labbra, reclinò il capo e chiuse gli occhi, suggendo l’ultimo alito di vizio al catrame che gli veniva accordato.
Quando tornò alla realtà, Steve gli sorrideva complice e solare fra i cimbali, e per terra c’era un mozzicone in più.




L’unico rifugio di una povera donna raffreddata: il fandom *tira su con il naso* .
Parlando della storia… Nel mio profilo parlo del fatto che praticamente scrivere sia una panacea per diversi mali, se ci avete dato un’occhiata. Ecco, è stata questa storia a convincermi di questo fatto. L’ho scritta di getto, modificandola qua e là in vista della trascrizione su Word e… Insomma, eccola qui in tutta la sua sfolgorante brevità xDDDD (… e cripticità – ma alla fine si capisce che è una mezza specie di Molko/Forrest, vero? Confido nel vostro acume, gentili utenti.) – prometto che l’ultima supererà le due pagine di Word. Garantito.



nitro_circus: eh, il Mowie è adorabile per svariati motivi – quando superi la soggezione nei confronti di Bowie, scriverlo è magnifico *-* (anche perché mi dà la possibilità di maneggiare il Brian Ragazzina, il che mi rincuora, visto che sono nata troppo tardi per godermelo appieno :( )!
Stessa cosa non si può dire del Molkest, grazie a Dio – anche se preferisco il Folsdal, ti dirò xD! E, a proposito… Non sei morta, vero xDDDD? Dai, in fondo è una fic assolutamente innocua :)!

nainai: lol, sono io che non ti ho ancora detto quanto mi siete mancate tu e le tue recensioni *abbraccia* <3!
Comunque sì, effettivamente nel Mowie vedo sempre un filo di sweet melancholy. In generale, anche se non in Fiabe Sporche, mi immagino un David inconsapevolmente innamorato di quel riflesso di sé stesso che scorge in Brian e che gli ricorda com’era essere giovani e desiderosi di scandalizzare il mondo intero – dici che ci vedo troppo e che dovrei concentrarmi di più sul fattore *sbav!* (che secondo me c’è e si vede *ç*) xDDD?

blind_blind: spero che i due David non si siano sovrapposti nella tua mente al momento della lettura xD – una Molko/Gilmour? Oh Signore, Mary, dimmi che non ci hai davvero pensato *brividi* . Comunque, vedo che UD è sempre di più nei tuoi pensieri (il che è indubbiamente un bene u.u); visto che sei in rapporti tanto stretti con il Bellamy, potresti chiedergli da parte mia in quale misura la sua storia d’amore con Brian ha influenzato la stesura delle lyrics? Solo per curiosità – o meglio, per interesse morboso da perfetta rabid fangirl u.u … Kiss :**!

A chi preferisce et segue, un ringraziamento per la fiducia mostratami finora – spero continuiate a considerarla ben riposta ^___^! Al prossimo capitolo :***!

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Capitolo 3
*** III: In Vino Veritas ***


Capitolo III – In Vino Veritas
 
Adoro la vodka.
Quando la versi dalla bottiglia scorre limpida e docile come acqua e, mentre ti fai abbindolare dalla sua trasparenza, il bicchiere continua a riempirsi fin quando non tracima e l’alcool dilaga sul tavolo.
Capita soprattutto quando si è un po’ brilli, ad essere precisi.
Steve, scuotendo il capo con tutta la compostezza che la sua sbronza incipiente decide di concedergli, addita la pozza alcolica allargatasi alla base del mio bicchiere.
- Hai rovesciato la… Adesso la lecchi, Olsdal. La vodka non si spreca.-
La sua voce tuona viziata da un riverbero esageratamente accentuato, come se venisse fuori da un amplificatore mal funzionante – è molto simile a quelle degli altri clienti del locale.
Il fumo di sigaretta si appiccica acre alla gola in barba ai cartelli di divieto minacciosamente esposti sulle pareti, l’alcool asciuga e ristora in un circolo vizioso decine di bocche sghignazzanti.
- Io non mi abbasso a leccare tavoli, Gumpie. È una cosa che fanno quelli come te. -
Steve sgrana gli occhi per un attimo; la stramaledetta copia-carbone del mio ciuffo, quel raggio di luce che gli taglia trasversalmente la fronte, è stropicciata ed incollata alla sua pelle velata di sudore.
L’immagine mi ricorda che sento caldo. E che quando fa caldo mi saltano i nervi.
- Quelli come me?-
Cerco di mettere a fuoco la sua faccia in mezzo alle lucine sfocate che adornano ogni cosa in questo dannato pub – sei ubriaco, Stefan. Tanto ubriaco.
Forse non è stata la cosa più saggia da fare, ingollare tanto alcool quanto peso… Non dopo una settimana da quando Brian è stramazzato privo di sensi su un palco agli antipodi di casa sua.
Il management ci sta addosso, devo ricordarmelo. Non vogliono che un incidente del genere si ripeta.
… ma che ne sanno loro, delle lusinghe di Madama Artic e dell’allegro Herr Heineken?
- Sì… Voialtri mocciosi ancora adepti del culto della Depravatissima Trinità: Sesso, Droga e Rock ‘n’ Roll. -
Sì, Stefan, quando cominci ad esprimerti attraverso personificazioni di alcolici e parodie blasfeme vuol dire che sei assolutamente fradicio.
Steve lo sa. Non è uno spettacolo ricorrente, ma sa che quando alzo eccessivamente il gomito divento così: intrattabile, verboso e gratuitamente offensivo.
Una testa di cazzo, ecco.
- Credevo che in questo culto si svolgessero attività più divertenti, a dire il vero.-
Mi accorgo che la vodka versata ha intriso il fondo del pacchetto di sigarette di Steve.
Non glielo dico, non me ne frega abbastanza.
- Divertenti?-
Una ciocca di capelli mi finisce davanti ad un occhio; la ricaccio all’indietro, spazientito.
- Sì. -
Le lucine che danzano nell’aria ora sembrano smorzarsi. Mi concentro su due fonti di luce differenti, quelle incastonate poco sopra gli zigomi di Steve.
Oh, Steve. Cazzo, se sei bello.
Mi sento biascicare sinistro qualcosa che non appartiene a me, che viene da qualche pozzo rancoroso di cui non so stabilire l’ubicazione o la motivazione intrinseca: - Vedi? È così che ragionate. Oh, la vita della rockstar! Soldi, figa, cazzi e divertimento a palate: che c’è di meglio al mondo? Visiti tre, quattro nazioni nel giro di una settimana per esibirti di fronte a gente che ti brama, ti venera e venderebbe la madre per un brandello delle tue mutande.-
Ridacchio, cattivo e sudato: - È vero, Steve. Se dicessi che non mi è piaciuto fare il dio, mentirei… Ma sai, un giorno o l’altro può accadere qualcosa in grado di farti cambiare idea – o semplicemente tutto può implodere quando capisci che un dio non lo sei e non lo diventerai mai.-
O ancora, quando vedi il tuo amico – amico? Tuo fratello, la tua appendice – sdraiato a terra esanime e ti chiedi anche solo per un attimo “Che stiamo facendo?”
Ne ho viste tante, mio piccolo Gumpie. Il problema è che da un po’ mi sembrano troppe.
Ma che ci fa uno Steve Forrest così giovane, solare ed integro accanto ad uno come me che va avanti solo per inerzia?
- Io non credo nelle divinità, Stef. E non aspiro a far parte di una loro fantomatica cerchia.-
Sorride, e non in quella sua solita maniera solare e un po’ sciocca. Sembra quasi saggio.
- Credo che prima poi chiunque si fermi a fare il punto della propria esistenza per scoprire cosa le manca o cosa è di troppo.-
Cosa lo spinge ad avvicinarsi a me? Se fossi in lui mi abbandonerei su questa panca che stiamo condividendo o su questo tavolo sporco, come una giacca dimenticata da un forestiero distratto.
Stasera è così. Stasera mi odio, odio ciò di cui faccio parte e odio… No, lui no. Lui è troppo bello per essere odiato – non so come facciano certi fans a volergli tanto male.
La sua mano si ferma accanto alla mia, come fosse troppo timida per tentare un approccio più diretto.
- A te cosa manca, Stefan?-
Lo fisso, aggrottando le sopracciglia perplesso – e un po’ anche per mettere a fuoco i suoi lineamenti.
Sembra serio. Deciso. La sua non è una provocazione, come quella perpetrata ai miei danni dalla sua coscia premuta contro la mia.
È così caldo. Ha tutta una vita a pulsargli dentro le vene e a brillargli dentro le iridi.
- Sono in crisi. Ho paura. Sono vecchio. - sussurro, arrendendomi alla realtà dei fatti.
In fondo, ammettere una sconfitta è un buon punto di partenza – anche quando non sai dove vuoi arrivare.
Qualcosa mi dice che invece lui ha già in mente tutto il percorso da fare per guadagnare la meta; probabilmente è consapevole anche che ci vorrà molta pazienza e che dovrà spesso invertire la rotta perché la strada scelta si sarà rivelata sbagliata.
Le sue labbra sono ad un soffio dalla mia tempia, e improvvisamente le desidero sulle mie.
Baciami. Risvegliami, Steve. Rianimami.
- … vorrà dire che sarò sereno, temerario e giovane anche per te. –
 
Spero che il viaggio sia di tuo gradimento, piccolo. Mi sforzerò di essere di compagnia.
 
E STREGATTA CI RIUSCÌ *O*! *abbraccia l’hard disk vecchio ed il macchinario trasferisci-cose-da-un-hard-disk-all’altro*
A parte il giubilo… Episodio strano. Voglio dire, non credevo mi venisse fuori uno Stefan tanto arrabbiato, data l’opinione che ho di lui (eh, mio splendido uomo di ghiaccio secco e bollente <3)… Steve invece lo volevo esattamente così: intelligente. xD
Ad ogni modo, siamo giunti finalmente all’ultimo capitolo della trilogia più striminzita che avrete mai occasione di visionare nel corso della vostra esistenza xDDDD… Spero di tornare a maneggiare i pairing citati al più presto – mi piacciono molto tutti e tre, vi dirò <3 – e magari di dilungarmi un po’ di più *coff* soprattutto sul primo *coff*.
:**************
 
nainai: la cosa meravigliosa è che Bowie stesso ha confermato la mia visione del suo rapporto con Brian, sai xD? Sono canon, yeeeeah <3!
Comunque, venendo al quadretto del capitolo precedente, posso dire che l’idea che volevo trasmettere era proprio quella – altro yeeeeah!
Oh, e quasi dimenticavo… Ovviamente l’allusione ai fans che odiano Sunshine di cui sopra non scaturisce da fatti e/o persone reali. Nono.
:******** <3
 
nitro_circus: *allontana gli infermieri e apre le manette* E invece hai detto una cosa molto bella e ti ringrazio ^__^ Credo sia per questo che non riesco a scrivere del Molsdal – il loro rapporto o perlomeno l’idea di esso che mi sono fatta mi sembra già fantastica di per sé, senza doverla trasformare in romance (nonostante le apparenze, non ho i famigerati slash goggles per ogni cosa xDDDD) u.u
A presto (spero xD) :***!

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