Star Trek Ardito - Prima Missione

di lames76
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Note: Ciao a tutti, questa e' la prima avventura della nave e del suo equipaggio. Vedrete che vi dara' la sensazione di qualcosa di "incerto", visto che e' nata proprio come una sorta di presentazione del cast e dell'ambientazione.


La saletta tattica del capitano era molto spaziosa. La stanza attigua alla plancia della USS Sutherland , una nave di classe Nebula della Flotta Stellare era molto simile a quelle di classe Galaxy. Ben illuminata e comoda. Il capitano era seduto alla sua scrivania intento ad osservare il monitor del suo computer. Il campanello della porta trillo' e l’uomo si volto' verso l’ingresso dando l’avanti.
Nella stanza entro' un ragazzo, alto e dai capelli castano chiari portati corti, fisico atletico ma non possente. Il naso era arricciato, come per tutti i bajoriani ed i suoi occhi castani osservarono l’ufficiale superiore con aria ansiosa.
"Capitano posso parlarle?", il comandante Deran Nos si avvicino' all’uomo. "Si accomodi", lo invito' Harrison Texton.
Il bajoriano si sedette e poi riprese a parlare: "Ha saputo la novita'?", la sua voce lasciava trasparire impazienza.
L’uomo sorrise tra se' e se' e poi si sposto' sulla sua poltrona, assunse un’aria sorniona e poi rispose: "Quale novita'?"
"Mi e' stato offerto il comando temporaneo di una nave", si notava chiaramente che il ragazzo era agitato, "Da quando siamo in guerra con il Dominio c'e' carenza di capitani"
"Capisco", rispose Texton, le sue labbra assunsero un beffardo sorriso, "Ma se hanno proposto lei, devono proprio essere nei guai..."
"Touche'", esclamo' l’altro divertito.
"A parte gli scherzi, penso che lei si meriti una promozione definitiva da molto tempo", Texton riprese un’aria piu' seria.
Deran chino' il capo in un cenno di ringraziamento.
"E' venuto qui solo per dirmi questo?", chiese ancora l'uomo.
"Sono venuto anche a chiederle se posso 'rubarle' alcuni membri dell'equipaggio, se vuole le do la lista...", inizio' lui porgendo un DiPAD al suo ufficiale superiore.
"Non c'e' bisogno", rispose l’uomo allontanando l'oggetto, "Se gli ufficiali in questione sono d’accordo, lo saro' anche io"
"Allora vado subito a scoprirlo", rispose il bajoriano alzandosi.

"Tenente Haret le posso parlare?", chiese il comandante con voce ferma.
Dopo aver finito di parlare con il capitano si era subito diretto alla sala macchine e qui aveva incontrato la ragazza che cercava. Era giovane, portava i capelli biondi sulle spalle e, di solito, sorrideva a tutti calorosamente. Aveva un fisico atletico anche se con le sue curve ai posti giusti. Melixa era uscita dall'accademia con il massimo dei voti e con il grado di Tenete j.g. cosa che non era mai successa nella storia della Flotta Stellare. Aveva servito a bordo della USS Hood e poi, solo tre anni dopo, era stata promossa al grado di tenente ed il capitano Texton l'aveva voluta sulla sua nave. Pero' aveva deciso di non affidarle il comando della sala macchine per non 'bruciarla', aveva detto. Se si leggeva un rapporto con scritto cio' che aveva fatto, si stentava a credere che l'autrice potesse essere proprio quella giovane ragazza dagli occhi azzurri.
"Cosa posso fare per lei?", chiese mettendosi sull'attenti.
"Mi e' appena stato affidato il comando temporaneo di una nave e vorrei che lei fosse il mio ingegnere capo", rispose calmo, "E' tutto spiegato qui", gli porse un DiPAD, "Lo legga bene e mi faccia sapere la sua risposta al piu' presto..." "Se vuole le rispondo subito", aveva parlato tutto d'un fiato, "Accetto"
"Molto bene", le sorrise Nos, "Allora si prepari, verremo trasferiti dopodomani" Melixa non riusci' a trattenente in gola il suo grido di entusiasmo.

Mentre stava proseguendo per il corridoio il comandante Deran fu affiancato da una bajoriana. Capelli biondi tenuti fermi dietro la testa da una crocchia, occhi chiari e naso grinzoso.
"Ho saputo la notizia", disse Sito al ragazzo, "Non vedevo l'ora di incontrarti per congratularmi con te, andiamo al bar cosi' ti offro qualcosa da bere. Dobbiamo festeggiare!"
"Grazie ma ora non ho tempo", gli rispose lui arrossendo, "Ma prima di andare ti devo chiedere una cosa", si fermo' e riprese quando fu certo di aver catturato l'attenzione della bajoriana, "Ti vorrei come mio ufficiale tattico"
"Considerami gia' a bordo", rispose lei, "Ora io vado a festeggiare anche per te"
Mentre la ragazza si allontanava per i corridoi Deran penso' che era bellissimo rivederla sorridere.

La sezione scientifica era in fermento. Avevano cartografato un sistema stellare binario due giorni prima ed erano ancora intenti a studiare i dati ricevuti. Il comandante si presento' all’ufficiale superiore e chiede di parlare con un membro del suo staff. Dopo pochi minuti fu raggiunto da una ragazza.
"Tenente O'Connor a rapporto", disse la nuova venuta dopo essersi messa sull’attenti di fronte al comandante. Renae aveva avuto una carriera abbastanza lenta nonostante fosse molto dotata per il suo lavoro. Forse cio' che l'aveva frenata era il suo amore per la letteratura. Aveva gia' pubblicato diversi racconti prima di uscire dall'accademia. Era salita a bordo della USS Sutherland solo tre mesi prima, dopo aver superato con successo la scuola per ufficiali comandanti.
"Riposo tenete", Nos gli sorrise, "Tagliando i convenevoli volevo chiederle se le andrebbe essere il mio ufficiale scientifico"
"Il tenete comandante Terik e' stato trasferito?", chiese lei confusa.
"No, sono io che non mi sono spiegato bene", scosse il capo, "Mi e' stato affidato il comando di una nave..."
"Allora accetto senza condizioni", lo fermo' lei, "E' da tanto che desidero lavorare sulla plancia"
"Saremo trasferiti dopodomani", la avverti' Nos, "Si tenga pronta"
Usci' dalla sala controllando il DiPAD, "Bene ora devo avvertire solo l'ufficiale medico", penso', "Spero che il dottor Blair non si offenda se non scelgo lui ma...", fu interrotto dall'accendersi delle luci rosse d'emergenza e dal suono della sirena dell'allarme.
Senza perdere altro tempo si diresse di corsa verso la plancia.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


La plancia della USS Sutherland era scossa da tremendi colpi e forti vibrazioni. "Rapporto danni!", ruggi' il capitano Texton afferrandosi alla sua poltroncina. "Danni allo scafo, falle sui ponti dal tre al cinque", rispose calmo il tenente comandante Terik dalla postazione delle operazioni.
Un'altra bordata colpi' la nave e la fece nuovamente tremare fino al ponte piu' interno.
"Gli scudi ?", chiese il comandante Deran che era giunto sul ponte pochi istanti prima.
"Vengono penetrati dalle loro armi, signore", rispose il tenente comandante Sito.
Un altro colpo ando' a segno e la consolle scientifica esplose in mille scintille. L’uomo che la occupava fu colpito in pieno e venne scagliato a terra. Il capitano, seguito dal comandante, venne in suo aiuto, ma proprio in quel momento la nave fu colpita ancora una volta. Harrison Texton fu catapultato verso un muro e dopo aver battuto la testa sulla parete giacque immobile. Il suo secondo prese il comando.
"Sito, disattiva i phaser, passa tutta l’energia agli scudi ed occupati del capitano", ordino' mentre si sedeva sulla poltrona dell’ufficiale comandante. La bajoriana sfioro' il suo comunicatore, "Sito ad infermeria, emergenza medica in plancia", poi si allontano' dalla sua postazione. Al suo posto si mise il guardiamarina Stern.
La nave fu scossa per l’ennesima volta. L’interfono si accese.
"Ingegneria a plancia, ho dovuto disattivare il nucleo del motore a curvatura per impedirne l’esplosione", avverti' una voce con tono gelido, "Ma se continua cosi' ho solo rimandato l’inevitabile"
"Signor Terik c’e' qualche pianeta nelle vicinanze ?", il comandante trattenne l’impulso di alzarsi per avvicinarsi al vulcaniano.
"Si signore, proprio davanti a noi", rispose l’altro con la solita flemma.
"Signor Benson, si porti dietro quel pianeta. Guardiamarina Stern, lanci tutti i nostri siluri di poppa sulla prua delle navi che ci inseguono", ordino' velocemente.
I siluri vennero espulsi dal pod degli armamenti posto sopra la nave e, dopo una corta traiettoria colpirono, uno dopo l’altro, i caccia Jem’Hadar nemici. "Tutti a segno ma nessun danno, li abbiamo solo rallentati", si rammarico' Stern.
"Siamo dietro il pianeta capitano", dichiaro' il timoniere Benson.
"Signor Terik espella il pod degli armamenti e lo faccia detonare. Timoniere, ci porti, con i soli motori di manovra, sul polo magnetico del pianeta", ordino' il facente funzioni di capitano.
"Signore, e' illogico privarci del pod degli armamenti durante uno scontro...", obietto' il vulcaniano.
"Lo faccia esplodere in modo che lanci dei frammenti verso l’atmosfera. Se abbiamo fortuna crederanno che siamo precipitati o esplosi tentando di atterrare", spiego' il capitano trattenendo l’irritazione. L’ufficiale scientifico armeggio' con i comandi della sua consolle.
"Separazione effettuata, esplosione tra trenta secondi", sentenzio' infine. La nave si lascio' alle spalle il pod e si diresse verso il polo del pianeta. Quando era quasi giunta si avverti' un’esplosione, una pioggia di frammenti stava precipitando verso l’atmosfera.
"Siamo in posizione", disse Benson.
"Arresto totale", ordino', "Ora non ci resta che aspettare"

La maggior parte del fumo che aveva invaso la plancia era scomparso ma restavano, impressi ovunque, i segni di una battaglia persa.
"Dottore, come sta il capitano ?", chiese Nos attraverso l’interfono.
"Il capitano ha subito un danno cerebrale, ora e' in stasi. Se non lo porteremo al piu' presto in una base stellare morira'", la voce di Kennet Blair era roca. "Grazie doc", fini' Nos con l’amaro in bocca.
Sfioro' il suo comunicatore ancora una volta, "Deran a Porter, come vanno le riparazioni?"
"Signore", dall’altro capo rispose una voce femminile, "L’ingegnere capo Porter e' morto", ci fu un attimo di silenzio, "Ora ho preso il comando io, tenente Haret"
“Anche l’ingegnere capo”, penso' sconsolato il bajoriano.
Riprese il controllo e prosegui', "Allora tenente, come vanno le riparazioni?" "Per ora stiamo facendo dei progressi, abbiamo riattivato il nucleo del motore. Ma se subiremo un altro attacco saremo spacciati", l’ingegnere chiuse la comunicazione.
"Da quanto siamo fermi?", chiese Sito che si era portata di nuovo alla postazione tattica.
"Da quindici minuti e ventitre' secondi, cinque decimi", rispose Terik con vulcaniana precisione.
"Allora possiamo sperare che abbiano abboccato alla nostra farsa", la voce di Nos era solo un sussurro.

Dieci ore dopo gli ufficiali anziani, o meglio quelli che erano rimasti si incontrarono nella sala riunioni. Alcuni dovettero presenziare in piedi perche' diverse sedie erano state distrutte durante l’attacco. Il vetro del tavolo era infranto e sembrava che una specie di piccolo tornado fosse passato a fare danni.
"Fornitemi un rapporto completo", chiese il comandante.
"Abbiamo perso il 30% del nostro equipaggio", esordi' il dottor Kennet Blair, "Il capitano e' tenuto in stasi in infermeria, non peggiora ma non migliora neanche. Ha bisogno di essere operato al piu' presto"
"Abbiamo ripristinato i motori a curvatura, e gli scudi funzionano al 20%", spiego' l’ingegnere Haret, "Ho dirottato i flussi di energia ad impulso tutti sul supporto vitale e sul computer"
"Gli armamenti sono del tutto disattivati", disse Sito.
"Io e il tenente O’Connor", disse il vulcaniano, "Siamo riusciti ad avere una lettura sensoria approssimativa del sistema, sembra che siamo soli"
"Bene, allora prepariamoci a tornare alla base stellare piu' vicina", disse Nos, "Tutti ai vostri posti"
Tornarono in plancia subito dopo.
"Avanti ad un quarto d’impulso", ordino' il comandante.
La nave si sposto' dalla sua posizione nel polo magnetico del pianeta.
"Rapporto", chiese Nos.
"Nessuna nave nel sistema", rispose Sito.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Si trovavano nell’ufficio del responsabile della Base Stellare 17. La stanza era spoglia, nonostante fosse molto piu' grande dell’ufficio del capitano Texton sembrava molto meno accogliente.
"Comandante Deran", esordi' l’ammiraglio Shanti, "Sono stata incaricata di promuoverla al grado di capitano in modo definitivo"
"Il capitano Texton?"
"E’ stato trasferito su una nave ospedale, ora e' in viaggio per una zona di spazio piu' sicura", rispose l’ammiraglio, "Il tenente comandante Terik e' stato promosso al grado di comandante e sara' il suo secondo come da lei richiesto, ma e' sicuro che vuole il tenente Haret come suo capo ingegnere? Non crede che sia troppo giovane per un incarico del genere?", chiese la donna.
"Guardi, conosco personalmente tutto l'equipaggio della mia ex-nave, d'altronde ci ho lavorato per piu' di quattro anni, e sono sicuro delle mie scelte. Il tenente Haret e' giovane ma ha un talento unico per il suo lavoro. A parte tutto, non sono stato io a promuoverla al grado di tenente a soli diciannove anni"
"Va bene capitano mi ha convinta", annui' l’ammiraglio.
"La mia nave sara' la stessa che mi avevate comunicato ieri? ", chiese allora Nos.
"Si, la U.S.S. Ardito, classe Roger Young, lei ed il suo equipaggio dovrete imbarcarvi tra una settimana dalla stazione spaziale Deep Space 5. Riceverete gli ordini in seguito", rispose Shanti, "E’ stato un piacere conoscerla" Lo saluto' alzandosi.
"Anche per me, ma avrei preferito che succedesse in circostanze migliori"

"Comandante Terik le va bene il suo sostituto per la postazione delle Operazioni?", chiese Nos al vulcaniano. Si trovavano nel bar di prora della USS Challenger, una nave di classe Galaxy che li avrebbe portati fino alla stazione spaziale.
"Si signore, il tenente O'Connor e' un'ottima scelta", rispose calmo Terik. "Bene", rispose lui, "Stasera ho invitato a cena tutti gli altri ufficiali superiori nel mio alloggio per conoscerci meglio. Pensi lei ad avvertire il tenente O’Connor e sia puntuale, l’appuntamento e' alle sette precise", gli disse sorridendo mentre si allontanava.
"Io sono sempre puntuale", rispose il vulcaniano.

Furono tutti in perfetto orario. Alle sette ed un quarto erano gia' tutti seduti al tavolo preparato dal capitano. In ordine di grado stavano, Terik, il dottor Kennet Blair, Sito Jaxa, Melixa Haret, Renae O'Connor ed Erik Benson.
Prima di entrare nella stanza con la sua terrina fumante li sbircio' da dietro un angolo. Il suo primo ufficiale indossava l'uniforme, come sempre, e portava i capelli neri pettinati come tutti gli altri vulcaniani. Era un tipo poco socievole e molto intelligente, persino per un vulcaniano. Lui, nei quattro anni che aveva passato sulla Sutherland, era riuscito a rompere il muro che lo circondava ed ora poteva vantarsi di essere suo amico. Il dottore, da quando lo conosceva, era sempre sorridente e pronto a tirarti su di morale ma ora che l'eta' si faceva sentire era sempre piu' silenzioso. Piu' volte gli erano stati offerti incarichi meno pesanti come ricercatore su qualche base stellare ma lui aveva sempre rifiutato rispondendo con un: "Non sono cosi' vecchio". Era l'unico che dava del tu al capitano Texton anche perche' aveva la sua stessa eta'. Erik era incredibilmente dotato per quanto riguardava il pilotaggio delle navi stellari ma era sempre molto insicuro. Nascondeva la sua incertezza dietro un atteggiamento sempre spavaldo ed intraprendente. Piu' volte, nei momenti di maggior pressione, aveva rischiato di cedere e solo la bravura del capitano Texton l'aveva salvato dal causare qualche disastro. "Spero di saperlo emulare", penso' lui. Si scrollo' quei pensieri dalla testa ed usci' allo scoperto. "Spero che la mia cucina vi piaccia", disse Nos avvicinandosi al tavolo con una terrina fumante, "Anche se non sono un grande cuoco so ancora cucinare la pasta", fini' sorridendo ai suoi invitati, "Se volete passarmi i piatti"
Ad uno ad uno riempi' i piatti di tutti e poi anche il suo. Si sedette al suo posto.
"Li hai replicati?", chiese Sito.
"No, lo sai bene che me li faccio mandare dalla Terra ogni volta che posso", rispose lui.
"Se li hai cucinati tu allora dobbiamo stare attenti a non finire tutti dal dottore", disse lei sollevando con una forchetta alcuni spaghetti e portandoseli a pochi centimetri dal volto come se volesse studiarli bene.
"Se non ti fidi, dovrai fare dieta oggi", gli rispose Nos e con un veloce gesto gli tolse il piatto da sotto il naso, per poi sollevarlo sopra la propria testa.
"Ehi ridammelo!!", gli grido' lei avvicinandosi al ragazzo e cercando di recuperare la sua pietanza, "Se non me lo restituisci comincio a farti il solletico"
"Se avete finito di shockare i vostri ospiti potremmo cominciare a mangiare", li fermo' il dottore.
Due bajoriani si fermarono e poi scoppiarono a ridere. Terik li osservava con un sopracciglio sollevato, il dottore aveva dipinto sul volto un’espressione bonariamente severa, le due ragazze ed Erik avevano gli occhi sgranati dallo stupore. I due si scusarono e si sistemarono a tavola.
"Forse avete bisogno di una spiegazione", disse Nos malcelando un sorriso, "Dovete sapere che io e Jaxa ci conosciamo da molto tempo", continuo' cercando con lo sguardo la ragazza, "In pratica io la considero mia sorella"
"Dovresti cominciare dal principio il tuo racconto se non vuoi shockarli ancora di piu'", lo fermo' ancora il dottore.
"Va bene cominciamo dall’inizio", riprese a raccontare il capitano, "Io sono nato su Bajor trenta anni fa, ma non sono cresciuto sul mio pianeta. I miei genitori morirono fuggendo da un campo di prigionia cardassiano ed io fui adottato da una famiglia di terrestri. I miei genitori adottivi mi hanno insegnato tutto cio' che sapevano sulla cultura del mio pianeta natale ed anche quella del mio pianeta adottivo. Durante l’accademia conobbi Sito, lei aveva passato dei problemi a causa di un incidente verificatosi durante una prova di volo", tutti annuirono, perche' tutti conoscevano l’incidente della squadriglia Nova, di cui faceva parte anche Wesley Crusher , forse perche' era stato uno dei pochi momenti d’ombra dell’Accademia della Flotta Stellare e, forse per questo, era diventato molto famoso, anche piu' del lecito, "Io allora frequentavo il quarto anno", continuo' Nos, "E feci amicizia appunto con lei, anche se, a dire la verita', fui il suo solo amico, dopo quel fatto", si fermo' a guardare la bajoriana, poi continuo', "Non potei sostenere con lei l’esame di volo perche' avevo gia' un compagno, ma le restai vicino per tutto il tempo. Non so neanche io perche', forse perche' era nativa del mio stesso pianeta o forse perche' vidi in lei una forza ed una determinazione che non si erano sopiti nonostante tutto. Anche lei era orfana a causa dei cardassiani e cosi' la presentai ad i miei genitori che, in pratica, adottarono anche lei. Una volta che ci diplomammo fummo affidati a due navi diverse ma ci tenemmo in contatto anche se ci perdemmo un po’ di vista. Poi lei spari' durante una missione e fu dichiarata morta ma alla fine venne liberata da un campo di prigionia e rientro' nella Flotta", si fermo' come se non potesse spiegare meglio l’accaduto, "Io avevo gia' il grado di tenente e da allora cercai in ogni modo di portarla sulla mia stessa nave ed alla fine ci riuscii"

Passarono tutta la serata a tavola parlando del piu' e del meno e cercando di distrarsi il piu' possibile.
"Purtroppo devo andare", disse alla fine Sito, "Domani voglio alzarmi presto per visitare il giardino botanico", fini' avviandosi all’uscita.
"Vado anche io", la segui' Kennet Blair, "Ho promesso al dottore di questa bagnarola di aiutarlo nelle visite", spiego', poi vedendo lo sguardo del capitano continuo', "So che ci hai ordinato di rilassarci ma il dottore di questa nave e' una cosi' bella donna...", fini' sorridendo.
Anche Melixa ed Erik decisero di andare via e cosi' rimasero soli il capitano ed il tenente O’Connor.
"Penso che andro' a dormire anche io", disse la ragazza.
"Se vuoi rimanere stai pure, non disturbi", la fermo' Nos.
"E’ che da sola sono un po’ imbarazzata, non saprei di cosa parlare...", comincio' ma poi si fermo' prendendo in mano un libro che era appoggiato su un mobile, "Un libro di Chandler? Anche lei legge l’ispettore Marlowe?", chiese stupita.
"Si, Chandler e' uno dei miei autori preferiti", rispose lui. “Incredibile”, penso', “In tutta la Federazione ci saranno una decina di persone che sanno chi e' Chandler senza bisogno di consultare il computer. Trovare qualcuno che lo legge o lo apprezza e' ancora piu' raro”
"Ho anche preparato un programma olografico sul tema...", comincio' a spiegare.
"Davvero? Mi piacerebbe partecipare una volta, se lei vuole", azzardo' la ragazza.
"Va bene domani mattina alle 9:00?", gli chiese Nos.
"Va benone", rispose lei, "Che personaggio interpretero'?", chiese dopo. "Fammi pensare", disse il capitano, "Che ne dici di Anna Riordan ?", chiese il capitano.
"E’ perfetto. e' il mio personaggio femminile preferito", rispose lei avviandosi, "Allora a domani", lo saluto' uscendo.

“Chissa' se avra' gia' letto questo racconto”, stava pensando il capitano Deran mentre attendeva davanti alla porta del Ponte Ologrammi 2. Indossava un impermeabile beige, un cappello a tesa larga e pantaloni di stoffa grigia, cioe' il classico abbigliamento di un investigatore privato degli anni 30/40, sotto portava un gessato grigio.
"E’ da tanto che mi aspetta?", chiese una voce femminile dalle sue spalle. Lui si giro' e rimase a bocca aperta. Il tenente O’Connor indossava un tailleur grigio-azzurro ed un largo cappellino con tanto di retina. I suoi capelli biondo-rossicci erano sciolti sulle spalle. Portava sul naso un paio di occhiali molto sottili che non nascondevano i suoi occhioni blu. Era davvero splendida. L’unica cosa che ‘stonava’ erano le scarpe, infatti Renae ne indossava un paio da ginnastica.
"Mettendo quelle con i tacchi sono caduta due volte", si difese lei, "Che racconto simuleremo?"
"Avevo pensato a “La matita” dal libro “Sette racconti da: La Semplice Arte del Delitto”", rispose Nos.
"Non l’ho mai letto", affermo' la ragazza.
"Beh, neanche io e l’ho scelto proprio per questo", Nos fini' di impostare il computer.
"Attendere il caricamento del programma", disse la voce impersonale della macchina.
"Solo un’ultima cosa Renae", disse infine alla ragazza, "Dentro il ponte ologrammi e quando non sono in servizio dammi pure del tu"
"Va bene signor... ehm, capitan... ehm, Nos", rispose arrossendo la ragazza. Quando entrarono sul Ponte Ologrammi il capitano stava sorridendo divertito.

Si ritrovarono nello studio dell’investigatore privato Marlowe. Renae si guardava attorno con un’aria sognante.
Era uno studio privato abbastanza spoglio, quattro schedari da ufficio di cui tre pieni solo d’aria, una scrivania di finta noce con un ripiano di finto cristallo sopra, tendine che avrebbero avuto bisogno di una lavata e due poltroncine. Deran si sposto' ed apri' le persiane, un moscone sbatteva il capo ostinatamente contro il vetro della finestra nell’inutile tentativo di uscire.
"E’ proprio come lo avevo immaginato", disse a se' stessa, "Peccato che non potessi interpretare questo investigatore. Interpretare una controparte femminile di lui non sarebbe stato lo stesso"
Nos sicuro si diresse verso la sua scrivania e, dopo esseri seduto, si verso' da bere.
"Non sapevo bevesse Scotch", disse Renae avvicinandosi.
Il capitano la guardo' torvo e lei arrossi' ancora, gli aveva dato del lei un’altra volta.
"Non e' Scotch, assaggia", gli rispose il ragazzo passandogli un altro bicchiere pieno.
"Ma e' The!", esclamo' la ragazza una volta che ebbe assaggiato la bevanda.
"E’ The di Jumja bajoriano, ma tutti, in questo programma, lo riconosceranno come Scotch", spiego' il capitano. Mentre bevevano qualcuno busso' alla porta. Nos si alzo' ed apri' la apri'. Dall’altro lato stava un uomo piuttosto grasso. Aveva un brutto ghigno che gli allungava gli angoli della bocca di qualche centimetro lasciandogli le grosse labbra sigillate e gli occhi vuoti. Indossava un completo grigio ed una cravatta dipinta a mano. Il capitano si fece da parte e l’uomo entro' e si guardo' in giro.
“Sembra un bandito di second’ordine”, penso' il ragazzo riprendendo il suo posto alla scrivania.
Nos prese a giocare con la pipa che era posta sulla scrivania e, per gentilezza, spinse l’astuccio delle sigarette verso l’uomo.
"Non fumo", disse con voce rauca.
L’uomo grasso si frugo' in una tasca poi tentenno'.
"Puo' parlare tranquillamente, lei e' una persona fidata", disse Nos.
L’uomo scosse la testa.
“Ma e' possibile? La prima volta che invito qualcuno con me sul ponte ologrammi e questo qui non vuole parlargli”, penso' stizzito il ragazzo.
"Va bene vorra' dire che io andro' a cercare casa mia", la ragazza si rimise il cappellino, "Chiamami con il comunic... con il telefono quando hai finito"
I suoi passi si persero giu' per le scale.
L’uomo estrasse un biglietto di banca e, dopo averlo posto sul tavolo, lo spinse verso l’investigatore. Era da mille dollari.
"Mai salvata una vita umana, Marlowe?", chiese roco.
Nos annui', “Piu' di quante immagini”, penso' divertito, “Ma non nel modo che pensi tu”
"Salvate la mia, allora", lo incalzo' allora l’omone.
"Che cosa ha fatto?", chiese il capitano mentre ancora giocherellava con la pipa.
L’uomo stava per rispondere quando la porta dello studio si apri'.
Dall’entrata sbuco' Sito, sul suo viso era impresso uno sguardo che il capitano sapeva interpretare alla perfezione: nuove notizie.
"Computer fermare il programma", ordino' Nos.
"Scusa tanto il disturbo", spiego' la bajoriana, "C’e' una comunicazione per te dall’ammiraglio Shanti"
"Deran a tenente O’Connor", disse sfiorando il comunicatore che portava sotto la giacca, "C’e' un problema, continueremo dopo"
"Passamela nel mio alloggio", ordino' Nos e poi si affretto' a raggiungere la sua stanza.
Sullo schermo del computer spari' lo stemma della Federazione ed apparve il volto dell’ammiraglio.
"E’ un piacere rivederla", disse formalmente il ragazzo.
"Penso che si rimangera' queste parole appena le avro' comunicato il motivo della mia chiamata", disse la donna, "La sua prima missione sara' molto pericolosa", continuo' Shanti, "Dovra' riunirsi alla nostra flotta che e' attualmente impegnata nella zona Bajoriana contro l’alleanza Dominio/Cardassia", attese un attimo poi prosegui', "Voglio essere sincera con lei, sara' molto dura; la flotta Klingon probabilmente non vi supportera' ma dobbiamo riconquistare Deep Space Nine ad ogni costo, prima che il nemico riceva i rinforzi "
"Quanto tempo abbiamo per prepararci", chiese il capitano.
"Da quando arriverete avrete quarantotto ore, poi dovrete partire per il settore cui siete assegnati", rispose l’ammiraglio, "In bocca al lupo, Shanti chiudo", fini' e spari' dalli schermo.
"Crepi il lupo", mormoro' lui in risposta.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


“Diario del capitano, prima annotazione: siamo appena sbarcati sulla stazione spaziale Deep Space 5 ed ho visto la nave che comandero'.
L’Ardito e' lunga meno di un quarto della Sutherland ma gli interni non sono meno comodi; Ha una forma un po’ 'retro'', la zona disco e' un perfetto cerchio e il deflettore principale e' piu' rotondo di quello di una classe Galaxy. Le gondole a curvatura sono fissate a due corte ali che sporgono dal fondo della zona ingegneria Una volta salito a bordo sono rimasto estasiato.
Forse e' solo per il fatto che e' la mia prima nave.
Ho radunato gli ufficiali superiori per decidere come affrontare la nostra prima missione. Spero di non dover perdere nessuno di loro, ci conosciamo ancora cosi' poco...”


"...questa e' la situazione", fini' Nos.
L’assemblea era iniziata da non molto e lui aveva detto a tutti gli ufficiali superiori cio' che gli era stato riferito poco tempo prima dall’ammiraglio.
"Penso che potremo migliorare le nostre possibilita' di sopravvivenza duplicando i sistemi chiave della nave", affermo' il tenete Haret.
"Lo faccia", ordino' il capitano.
"Avro' bisogno di tutti gli uomini e di alcune sezioni", continuo' la ragazza.
"Le posso fornire i locali di cartografia stellare, i laboratori scientifici due e tre e la stiva di carico", concesse Deran.
"Me li faro' bastare", fini' Melixa alzandosi ed uscendo.
"Passero' questo tempo a studiare meglio le manovre evasive standard", disse il tenente Benson, "E cerchero' di inventarne di nuove", fini' uscendo anch’esso.
"Io daro' disposizioni per far sbarcare tutto il personale non necessario e poi daro' una mano all’ingegnere Haret", disse Terik uscendo.
"Preparero' delle squadre mediche e le dirottero' nelle varie sezioni", spiego' il dottor Blair.
"Sito, tu e O’Connor darete un’occhiata agli armamenti", fini' il capitano e guardo' uscire gli ultimi due suoi ufficiali.
“Spero che vada tutto bene”, penso', “Potremo anche non tornare”
Sfioro' il suo comunicatore, "Deran a Terik", disse, "Riunisca tutto l’equipaggio nell’Hangar Navette Uno fra dodici ore"

L’hangar era completamente pieno. Il capitano entro' con passo deciso e raggiunse il suo secondo sul piccolo palchetto che aveva preparato. Guardo' fiero il suo equipaggio.
"Tra poco piu' di dieci ore dovremo partire per la frontiera e combatteremo le armate unite dei Cardassiani e del Dominio per riconquistare Deep Space Nine", si fermo' un attimo poi riprese, "Non saremo aiutati dai klingon quindi sara' una battaglia molto dura e difficile. Per questo voglio che siate al cento per cento quando dovremo combattere. Avete queste ore rimanenti completamente libere. Fate cio' che volete, comunicate ai vostri parenti, andate sul ponte ologrammi, non mi importa, ma rilassatevi. L’unico ordine che vi do e di dormire per almeno cinque ore", si fermo' sospirando, "Siete un ottimo equipaggio, sono sicuro che vinceremo. Potete andare", fini' sicuro.
"Capitano le posso parlare?", chiese l’ingegnere Haret avvicinandosi a lui. "Dica pure tenente", rispose l’ufficiale comandante.
"Vorrei avere il permesso di continuare a lavorare", disse, "Ho portato gli scudi al centotrenta per cento e i motori al centocinque e vorrei..."
"Mi dispiace ma non le daro' nessun permesso", la interruppe lui, "Deve riposarsi, ha gia' fatto abbastanza"
"Ma potrei fare ancora di piu'...", protesto' la ragazza.
"Quando saremo in piena battaglia la voglio al meglio delle sue capacita' e non potra' esserlo se non si riposa, abbiamo gia' lavorato per due giorni ininterrottamente", la calmo' Nos.
"Ha ragione", acconsenti' Melixa mentre si allontanava.

Nos si alzo' da letto. Aveva passato quattro delle sue cinque ore di sonno a rigirarsi nel suo giaciglio incapace di addormentarsi.
"Computer luci", ordino', poi si alzo' ed indosso' la sua uniforme. Mancavano meno di due ore alla partenza.
“Penso che faro' un giro per la nave”, si disse, ed usci' con passo sicuro dal suo alloggio. Tutto era stranamente tranquillo, non c’era nessuno in giro, evidentemente tutti avevano rispettato il suo ordine. Capi' che si sbagliava quando entro' nella sala macchine. Il tenente Haret saettava da una consolle all’altra indaffaratissima.
"Tenente", attiro' la sua attenzione Nos, "Non dovrebbe essere a letto?", chiese.
"Potrei porgerle la stessa domanda", rispose lei senza neppure alzare gli occhi dal suo lavoro.
"Touche'", esclamo' lui, "Spero almeno che tutto funzioni", la stuzzico'.
"Certo capitano, i motori e gli scudi funzionano al centottanta per cento", si fermo' sorridendo compiaciuta del suo lavoro e spostando una ciocca di capelli biondi dalla sua fronte imperlata di sudore, "I phaser sono stati modificati ed ora sono piu' potenti del cinquanta per cento, tutti i sistemi sono stati duplicati e quelli primari triplicati"
"Ottimo lavoro tenete", gli disse lui soddisfatto, "Sono fiero di averla nel mio equipaggio", fini' avviandosi all’uscita poi si fermo'. Con fare melodrammatico si volto' ancora una volta verso la ragazza, "Ancora una cosa", disse attirando la sua attenzione, "Quando torneremo venga nel mio ufficio e pretenda una promozione"
"Ci conti!", gli urlo' dietro la ragazza.

Continuo' il suo giro ed arrivo' sul ponte cinque. Qui venne affiancato dal tenete O’Connor.
"Anche lei non riesce a dormire?", chiese sorridente mentre il capitano annuiva, "Penso che daro' un’ultima controllata a tutti i sistemi", continuo' la ragazza allontanandosi.
"Tenente O’Connor", la chiamo' Nos, "Si ricordi che al nostro ritorno l’aspetto sul ponte ologrammi per finire quell’avventura di Marlowe"
"Aspetto con ansia quel momento", rispose lei scomparendo dietro la piega di un corridoio.
“Probabilmente tutti i miei ufficiali superiori non sono riusciti a dormire”, penso' lui un po’ arrabbiato. Entro' nel primo turboascensore ed arrivo' sulla plancia e scopri' che era vero, infatti trovo' Terik e Sito.
"Capitano, possiamo spiegarle...", inizio' subito a difendersi la ragazza.
"Va tutto bene", la fermo', "A proposito vorrei che venisse nel mio ufficio"
Entro' nella stanzetta attigua al ponte. Poco dopo fu raggiunto dalla bajoriana.
"Jaxa, devo parlarti di una questione personale", inizio', "Vorrei che sbarcassi sulla stazione"
"Che cosa?", chiese stupita Sito.
"So che esiste la regola che dice: 'i sentimenti personali non devono interferire con le decisioni del comando', ma non posso fare a meno di chiedertelo", cerco' di spiegarsi, "Ti voglio troppo bene sorellina"
"Anche io ti voglio bene", rispose lei sorridendogli dolcemente, "Ma per questo non ti ho chiesto di rimanere qui"
"Hai ragione sono stato uno stupido", fini' il ragazzo, "Fai finta che non ti abbia detto nulla"
La bajoriana annui' e si avvio' verso l’uscita ma si fermo' poco prima della porta.
"Comunque mi ha fatto piacere sentirtelo dire", gli disse prima di andarsene.

Dopo un’ora, tutto l’equipaggio aveva ripreso il suo posto.
"Tenente Benson tracci la rotta per riunirci alla flotta, curvatura sette", ordino' il capitano.
"Rotta tracciata signore", rispose Erik.
"Attivi pure", disse Deran.
La nave si lancio' a velocita' curvatura verso la sua meta.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Entro dieci minuti sarebbero dovuti partire insieme alla flotta per riconquistare DS9 ora ribattezzata dalla forza di occupazione Terok Nor.
"Capitano a tutte le postazioni", disse Nos in piedi in mezzo alla plancia, "Rapporto"
"Timone e navigazione operativi", riferi' il tenete Benson.
"Consolle operazioni pronta", rispose il tenente O’Connor.
"Consolle armamenti operativa", gli fece eco Sito.
"Sala macchine pronta", disse Haret dall’interfono.
"Sezione medica pronta", fini' il dottor Blair.
"Bene allora dobbiamo solo attendere che il capitano Sisko dia l’ordine di partenza", disse il capitano sedendo sulla sua poltrona. Erano arrivati a destinazione da pochi minuti quando l’ammiraglio aveva dato l’ordine di prepararsi a partire.
"Capitano ci ordinano di attivare i motori", disse Sito dalla sua postazione. "Bene", rispose Deran, "Allarme Rosso"

Il viaggio fu breve e la flotta incontro' presto quella nemica. Le navi del Dominio e dei Cardassiani riuscivano quasi ad oscurare lo spazio con il loro numero. Anche se la flotta federale era enorme, quella del nemico la superava per un rapporto di due ad uno.
"Signore rilevo una grande flotta del Dominio di fronte a noi", affermo' Jaxa. "Quante navi?", chiese Nos.
"Duemilacinquantaquattro", rispose la bajoriana.
"Come potremo batterli senza i klingon", mormoro' il tenente O’Connor.
"Le probabilita' di sconfiggerli sono del due virgola quattro tre cinque per cento", affermo' Terik.
"Ma noi non dobbiamo batterli", intervenne il capitano per alzare il morale, "Dobbiamo solo superarli per arrivare a Deep Space Nine"
"Le probabilita' che una nave passi lo sbarramento sono del...", inizio' il vulcaniano.
"Sono maggiori", lo interruppe Nos lanciando un’occhiataccia al suo primo ufficiale, "Signor Terik", mormoro' al suo secondo, "Se vuole diventare un buon capitano dovra' imparare a tirare su di morale il suo equipaggio durante i momenti critici"
"Ho capito", rispose lui, "Dovro' imparare ad usare quello che chiamate ‘Umorismo’?"
"Sarebbe un inizio", gli rispose il capitano.
"Il capitano Sisko ha scelto una tattica strana", affermo' Sito, "Stanno attaccando solo i nostri caccia e concentrano il fuoco sulle navi cardassiane"
"E’ per cercare di provocarli", spiego' il bajoriano, "I Jem’Hadar non si muoveranno ma i cardassiani se stuzzicati potrebbero lasciare le posizioni e creare un varco nel loro sbarramento"
"I nostri ordini sono di aspettare", disse O’Connor.
"E noi aspetteremo", mormoro' Nos.

"I cardassiani stanno inseguendo i nostri caccia", affermo' agitata Renae.
Le navi federali avevano gia' effettuato qualche attacco ma i nemici non le avevano inseguite. Poi, improvvisamente, alcune navi cardassiane si erano lanciate all’inseguimento lasciando sguarnito lo schieramento.
"Si sta formando un varco nella loro formazione", disse Sito.
"E’ probabile che sia una trappola", disse Terik.
"Il capitano Sisko ci ordina di avanzare e di cercare di superare lo sbarramento", riporto' l’ufficiale tattico.
"Timoniere attivare a massimo impulso", ordino' Nos, "Tutti ai posti di combattimento"
La flotta della Federazione si lancio' verso le navi nemiche e fu subito accolta a colpi di phaser e di siluri. Se qualcuno avesse potuto osservare, da lontano, la battaglia, avrebbe potuto pensare che fosse bella. Perche' le mille luci dei phaser e delle esplosioni erano piu' spettacolari dei fuochi artificiali. Ma a differenza degli spettacoli pirotecnici, qui la gente moriva.
La plancia dell’Ardito fu scossa piu' volte e non era l’unica nave a ricevere queste ‘calorose attenzioni’ da parte dei nemici. In pochissimo tempo la flotta federale, oltre a non riuscire a passare aveva subito grosse perdite.
"Gli scudi sono scesi al settanta per cento", disse Sito, "Phaser ancora a piena potenza"
"Mantenere la rotta", ruggi' Nos.
"Le navi nemiche ci ostacolano il passaggio", affermo' Benson.
"Fuoco continuo con tutte le armi", grido' il capitano cercando di sopravanzare il rumore.
"Cerchi di stare vicino alla Defiant", suggeri' Terik, "Essendo la nave piu' piccola e' quella che ha la maggior probabilita' di passare"
Una consolle esplose alle spalle del capitano inondando di fumo la plancia di comando.
"Vengono segnalati feriti su tutti i ponti", disse O’Connor.
"Rilevo un imminente sovraccarico di plasma sulla postazione delle operazioni", urlo' Jaxa.
"Tenente si allontani", grido' il capitano a Renae.
"Prima devo verificare l’integrita'...", stava spiegando lei.
"Maledizione Renae togliti", disse il capitano lanciandosi addosso alla donna.
Riusci' a sbilanciarla pochi istanti prima che la sua console esplodesse.
"Stai bene?", gli chiese facendola alzare. La ragazza annui'.
"La prossima volta che ti do un ordine eseguilo", gli sussurro' lui, lei annui' ancora.
"Rapporto", chiese Terik aiutando il suo capitano a riguadagnare la sua poltrona.
"Scudi al trenta per cento, phaser al minimo, motori a curvatura disattivati, finora nessun danno esterno", riporto' la bajoriana.
"Haret a plancia", disse una voce dall’interfono, "Abbiamo subito troppi danni, non resisteremo a lungo in queste condizioni", fini'.
"Quattro caccia Jem’Hadar ci seguono", disse Terik.
"Signor Benson faccia del suo meglio", ordino' il capitano.
“Ci serve un miracolo”, penso' Nos, “Profeti aiutateci vi prego”
Lo schermo trasmetteva le immagini delle navi che stavano tallonando l’Ardito, quattro caccia Jem’Hadar. La nave federale riusci' ad evitare due colpi ma poi fu colpita duramente e lo schermo tremo'. Poi, poco prima che gli altri facessero fuoco, le quattro navi esplosero una ad una colpite da delle palle di fuoco verde.
"I caccia che ci inseguivano sono stati distrutti", urlo' entusiasta Sito, "La flotta klingon e' arrivata!!!"
"Sullo schermo", ordino' il capitano e rimase estasiato alla vista delle navi da battaglia alleate che penetravano all’interno della formazione nemica.
“Grazie per l’aiuto”, penso' rivolto ai Profeti.
"Il loro attacco ha formato un corridoio tra le navi nemiche", disse Terik, "La Defiant ci si e' infilata"
"Erik stia sulla sua stessa rotta", ordino' il capitano.
L’Ardito si accodo' alla piccola nave del capitano Sisko seguita da vari sparvieri klingon che sparavano all’impazzata.
"Signore, una formazione di piccole navi Cardassiane stanno per bloccarci", spiego' l’ufficiale tattico.
"Rotta di intercettazione", disse il Nos, "Diamo il tempo agli altri di passare" La nave di classe Roger Young cambio' velocemente rotta e si diresse verso i nemici. Fu colpita da dei colpi di raggi a polaroni ma riusci' a sganciare quattro siluri sulle prue dei vascelli nemici facendoli esplodere in un mare di scintille.
"Il corridoio si e' chiuso", spiego' Terik.
"Quante navi sono passate?", chiese Deran.
"Solo la Defiant signore", rispose O'Connor, "E’ gia' in rotta verso DS9"
"Speriamo che basti", mormoro' il capitano, "Signor Benson si affianchi ad uno sparviero klingon e ci riporti nel mezzo della battaglia", ordino' poi, "Abbiamo ancora del lavoro qui"

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


"La flotta nemica si sta ritirando", disse tossendo Sito.
"Sullo schermo", ordino' Nos cercando di diradare il fumo con ampi gesti.
Sul visore principale apparve l’immagine di varie navi del Dominio e cardassiane che si stavano allontanando velocemente.
"Quale e' la loro rotta?", chiese il capitano.
"012 punto 345", rispose il tenente O’Connor, "Tornano nello spazio cardassiano" Il comandante Terik aziono' i comandi del controllo ambientale ma il fumo non fu espulso.
"Deran a Haret", disse il capitano attivando l’interfono, "Cerchi di far sparire questo fumo"
"Signore", rispose la ragazza, "Con tutto il rispetto, il fumo e' la mia ultima preoccupazione", fini' velocemente.
"Vorra' dire che cercheremo di non andare a sbattere contro nessuno nonostante questa nebbia", disse sorridendo Erik.
"Signor Benson", lo corresse Terik, "Questa non e' nebbia ma fumo. C’e' una bella differenza"
"Ma io non intendevo...", cerco' di scusarsi il timoniere.
"Ho capito", lo interruppe il vulcaniano, "Cercavo solo di fare quello che chiamate ‘Umorismo’"
"Umorismo vulcaniano", mormoro' Sito scrollando il capo, "Sarebbe stato meglio continuare a combattere"
"Signor Benson", disse Nos trattenendo a stento un sorriso, "Tracci la rotta per DS9, massima curvatura possibile"

La flotta federale viaggiava insieme alla flotta klingon verso DS9.
Miracolosamente la Defiant aveva ‘respinto’ l’assalto dei rinforzi provenienti dal quadrante gamma .
Il Deran Nos era sceso in infermeria per vedere quante persone avevano perso la vita durante lo scontro, non voleva parlarne attraverso l’interfono.
"Dottor Blair", esordi' appena entro' nella stanza, "Come va?", chiese.
"Se si riferisce all’equipaggio piuttosto bene", rispose l’uomo, che pareva incredibilmente stanco, "Le strutture della nave hanno resistito molto bene, abbiamo perso solo sette persone"
“Altre sette famiglie da avvertire”, penso' amareggiato, “Comincio gia' a sentire il peso del comando”
"Lei come si sente?", chiese distogliendo l’attenzione da quei tristi pensieri. "Non sono mai stato cosi' stanco", rispose l’uomo appoggiandosi ad un lettino. "Forse dovrebbe sedersi e lasciare che la sua squadra si occupi dei feriti", propose Nos.
"Non e' possibile", obietto' Kennet, "Non c’e' nessun altro medico preparato come me su questa nave"
"Si che c’e'", lo interruppe Deran, "Computer attivare il programma Medico Olografico di Emergenza", disse a voce alta. Un uomo dalla divisa medica apparve nel centro dell’infermeria.
"Prego dichiarare la natura dell’emergenza", disse in tono formale.
"Non ho bisogno dell’aiuto di nessun ologramma...", protesto' il dottor Blair.
"Ed invece si", lo apostrofo' Nos, "Che le piaccia o non le ordino di riposarsi e di lasciare fare tutto al nostro programma MOE", fini' uscendo dalla stanza.
Kennet sorrise amaramente e si diresse verso il suo studio sedendosi stancamente sulla sua poltrona.
"Qualcuno si vuole disturbare a dirmi perche' sono stato attivato?", chiese frustrato l’ologramma medico rivolto a nessuno in particolare.

Il campanello della porta dello studio del capitano trillo'.
"Avanti", disse distrattamente Nos ancora intento a leggere i rapporti delle altre navi stellari.
“E’ stata la battaglia piu' dura che la Flotta Stellare abbia mai dovuto affrontare”, penso', “Ma almeno spero che la nostra alleanza con i klingon sia stata rafforzata ancora di piu'”
"Tenente Haret a rapporto capitano", disse la ragazza che si era posta in attenti di fronte alla scrivania del capitano.
"Si rilassi tenente", gli rispose lui, "Che cosa posso fare per lei?", chiese sornione.
"Signore, e' stato lei a dirmi di venire qui alla fine della battaglia", rispose Melixa sorridendo.
"Io non lo ricordo", continuo' a fare l’indiano Nos, "Che cosa le ho promesso?" "Mi aveva promesso una promozione e se posso essere sincera, me la sono proprio meritata", rispose la ragazza ora un po’ arrabbiata.
"Davvero?", chiese Deran, "Eppure mi sembra che non abbia eliminato il fumo quando gli e l’ho chiesto..."
"Non mi da la promozione per quel fumo?", chiese furiosa lei, "Sappia che, quando mi ha chiamato, stavo cercando di riallineare manualmente i cristalli di dilitio, per evitare l’esplosione del nucleo di curvatura che avrebbe..."
"Calma, calma", la fermo' Nos alzandosi, "Non ho detto che non la promuovero'"
La ragazza smise di parlare e guardo' incuriosita il suo capitano.
"Volevo solo dirle che avrei preferito sentirle dire che avrebbe eliminato il fumo piu' tardi", si spiego', "Dicendomi che non lo avrebbe fatto ha messo in discussione la mia autorita' ed e' una cosa che non transigo", fini' guardandola negli occhi.
"Mi scusi capitano ma questa e' la piu' grande stupidata che abbia mai sentito dire", rispose lei.
Nos scoppio' a ridere, "Ha perfettamente ragione", la rincuoro', "Stavo semplicemente prendendola in giro"
"Io l'ho chiamata stupido", mormoro' la ragazza arrossendo.
"Non si preoccupi, l'ho gia' dimenticato", gli disse, "Ed ora si metta l’uniforme migliore che ha e si prepari a diventare un Tenente Comandante"
"Vado di corsa a cambiarmi", disse lei uscendo velocemente.

Il comunicatore di Nos trillo'.
"Capitano c'e' una comunicazione per lei", disse Sito.
"Passamela qui", rispose lui.
Si trovava nel suo studio e stava preparando il discorso che avrebbe fatto alla cerimonia di promozione di Melixa Haret.
Sul suo computer spari' il simbolo della Federazione ed apparve il volto di un uomo.
"Capitano Texton, sta bene?", chiese felice.
"Ora sto meglio", rispose l'altro. Non indossava la divisa ma una specie di camice.
"Vedo che ha approfittato del mio piccolo malore per soffiarmi il comando", scherzo' l'uomo.
"Capitano sarei lieto di tornare al suo servizio se mi fosse chiesto", gli rispose Nos.
"Credo che sarebbe sciocco per due motivi", rispose Harrison, "Primo, perche' potro' tornare al comando di una nave solo tra piu' di cinque mesi, secondo, perche' si e' meritato la promozione in tutti gli anni che mi ha sopportato"
"Non e' stato difficile", rispose il bajoriano, "Ha letto la lista del mio nuovo equipaggio?"
"Si e penso che hai operato bene", rispose l'altro, "Forse io avrei lasciato sulla stazione il dottore", disse, "Ma lui certamente non te l'avrebbe permesso", fini' sorridendo.
"Ho deciso di promuovere il tenente Haret", spiego' Deran, "Ha lavorato magnificamente bene"
"Penso che l'avrei promossa anche io se ne avessi avuto la possibilita'", rispose Harrison.
"Signor Texton sa che le e' proibito alzarsi da letto", disse una voce alle spalle del capitano.
Lui si giro' a guardare e poi sorrise a Nos, "Le infermiere sono piu' attente di qualsiasi addetto alla sicurezza", spiego', "Credo che devo lasciarti", fini', "Hai fatto un buon lavoro, sono fiero di te"
"Ho avuto un buon maestro", rispose lui.
"Arrivederci", saluto' Texton.
"Che i profeti la guidino", rispose Nos chiudendo la comunicazione.

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Capitolo 7
*** Epilogo ***


Le porte del ponte ologrammi si aprirono.
"A me quel tipo non e' piaciuto sin dall'inizio", stava dicendo Renae scuotendo il capo, "Ma non credevo che potesse architettare una cosa del genere"
"Devo dire che questa volta stavo per non risolvere il caso", disse Deran, "E non ci sarei mai arrivato senza il tuo aiuto"
"Grazie Nos", rispose lei.
Il ragazzo si giro' di scatto e la fisso.
"Ho fatto qualcosa che non va?", chiese lei stupita.
"Dobbiamo festeggiare immediatamente", gli disse lui prendendola delicatamente per un braccio e dirigendosi verso il bar di prua.
"Che cosa dobbiamo festeggiare", chiese lei sempre piu' confusa.
"Se non te ne sei accorta e' ancora meglio", gli rispose lui, "Senza volerlo mi hai dato del tu"

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