Star Trek Ardito - Affari Sporchi

di lames76
(/viewuser.php?uid=80131)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nota: vi confesso che questo, forse, e' il mio racconto della serie che mi piace meno. Non sono per nulla convinto ne' dei personaggi, ne' della storia. La cosa che ho preferito descrivere qui e' Melixa. Purtroppo, visto la piega che poi prenderanno le storie, questa non era assolutamente cancellabile, quindi, tappatevi il naso ed inghiottitela come ho fatto io stesso.


"Diario del capitano, data stellare 51254.7
finalmente, dopo questi duri mesi di servizio,
e’ giunto il periodo di una breve vacanza.
Ho deciso che passero’ un po’ di tempo sul mio pianeta natale.
Attualmente, ed aggiungo per fortuna, il Dominio ed
i cardassiani non si sono piu’ 'fatti sentire'.
Usero’ un Runabout per raggiungere la Base Stellare 509 e, durante questo
viaggio, saro’ accompagnato dal tenente Haret, che deve 'scontare',
anche lei delle meritate vacanze"



"Melixa, sei pronta a rilassarti completamente per ben due settimane?", chiese sorridendo Nos.
"A dire la verita’ no", rispose la ragazza, "Non so ancora dove andare"
Il Runabout usci’ agilmente dall'hangar dell'Ardito e si allontano’ velocemente.
"Ho impostato la rotta", disse il capitano, "Arriveremo fra meno di tre ore", fini’ alzandosi dalla poltrona del navigatore, "Che cosa gradisci?", chiese infine.
"In che senso capitano?", chiese a sua volta Haret confusa.
"Se mi dici quali sono i tuoi gusti posso suggerirti alcuni luoghi da visitare", rispose lui, "Ah, un'altra cosa, dammi pure del tu"
"Con piacere Nos", rispose lei con un sorriso, "Vediamo", disse pensando, "Mi piacciono i motori a curvatura e quelli ad impulso, adoro gli induttori di fase...", si fermo’ un attimo e si accorse che Deran la stava guardando completamente sbalordito, "Stavo scherzando!", ammise ridendo.
"Per un attimo ci ho creduto", disse il bajoriano scuotendo il capo e sorridendo a sua volta.
Un sensore trillo’, Melixa si sposto’ alla postazione scientifica ed attivo’ alcuni comandi.
"Al limite dei sensori a lungo raggio rilevo due navi vicino all'Ardito", disse di nuovo seria, "Sembra che si siano disoccultate ai suoi due lati"
"Apra un canale con la nostra nave", ordino’ Nos sedendosi al timone. La tensione si dipinse sul suo volto.
"Impossibile", rispose la ragazza scuotendo il capo, "Stanno bloccando le comunicazioni"
"Torniamo indietro", disse il bajoriano, impostando una rotta d'intercettazione ed attivando a massima curvatura.
"Le navi sono...", comincio’ Haret, "Impossibile!", esclamo’ sorpresa, "Un Falco da Guerra romulano classe D'Deridex ed un incrociatore klingon classe Vor'Cha"
"Klingon e romulani assieme?", si chiese Nos perplesso, "Sei sicura?", chiese. La ragazza annui’.
"L'Ardito ha gli scudi abbassati", spiego’ Haret, "Sembra che lo scopo di quelle navi non fosse distruggerla, ma solo catturarla"
"Ma che cosa e’ una maledizione?", si chiese Nos, "La mia prima missione da capitano e’ stata la battaglia piu’ dura che la Flotta Stellare abbia mai affrontato. Nella seconda abbiamo incontrato una anomalia spazio-temporale bidimensionale sconosciuta...ed ora mi rubano l'astronave?", i suoi foschi pensieri furono interrotti.
"Rilevo una terza nave che si sta disoccultando", disse ancora Melixa, "Posizione 180 punto 135, sono proprio dietro di noi!"
"Manovre evasive", disse il capitano sfiorando i comandi del timone. Due colpi di disgregatore sfiorarono la piccola navetta.
"E' un incrociatore klingon classe B’rell", spiego’ Haret spostandosi alla postazione tattica.
"E' una nave molto agile", mormoro’ il capitano, "Sara’ difficile sfuggirgli"
"Phaser puntati", disse Melixa.
"Fuoco a volonta’!", ordino’ Deran mentre la navetta veniva colpita in pieno.
"Colpiti!", esclamo’ la ragazza, ma il suo entusiasmo non duro’ molto, "Nessun danno ai loro scudi"
"I nostri scudi sono scesi al cinquanta per cento", disse il capitano cercando di non distrarsi troppo dal pilotare, "Disattiva gli armamenti e pensa solo a limitare i danni"
Il tenente Haret si sposto’ ancora una volta e si sedette alla consolle d'ingegneria. Un altro colpo prese la piccola nave, la postazione scientifica esplose in mille scintille.
"Scudi al dieci per cento", disse Melixa, "Un altro colpo e rimarremo senza protezione"
"Puoi riattivare la curvatura?", chiese speranzoso Nos.
"Non ce n'e’ il tempo", rispose la ragazza frustrata.
La postazione tattica esplose inondando la cabina di fumo quando la navetta fu colpita un'altra volta. Il capitano cadde a terra vicino al tenente. La sagoma dello sparviero klingon pronto a fare fuoco apparve sul visore principale.
"Non puo’ finire cosi’!", penso’ terrorizzata Melixa. I sensori trillarono indicando che la nave nemica aveva fatto fuoco, lei chiuse gli occhi e trattenne il fiato aspettando la fine... che non arrivo’.
"Vai cosi’!", esclamo’ il capitano alzandosi.
Una nave stellare, che all'inizio non riconobbe, si era frapposta tra loro e la morte, assorbendo con i suoi scudi i raggi disgregatori del nemico. Lei si alzo’ incredula.
"E' la USS Zukhov!", esclamo’ Nos abbracciandola.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


"Deran Nos, diario personale.
Abbiamo raggiunto la Base Stellare 509 senza altri problemi.
Temo che le mie vacanze e quelle del tenente Haret siano gia’ finite"

Il computer dell'alloggio di Deran trillo’ ad indicare che una comunicazione attendeva in linea. Lui si sposto’ davanti al piccolo schermo e lo accese, apparve il volto di un ammiraglio della Flotta Stellare.
"Buon giorno capitano Deran", disse formalmente, "Sono l'ammiraglio Dexter. Ho saputo del suo incidente..."
"Incidente lo chiama", penso’ Nos, "Non mi sono mai sentito cosi’ inutile"
"Deve sapere che ultimamente molte delle navi piu’ moderne delle flotte del quadrante Alfa e Beta sono 'scomparse' senza spiegazione", si fermo’ un attimo poi prosegui’, "Dai dati sensori estratti dalla sua navetta e dalla Zukhov abbiamo stimato che il luogo in cui sono tenute e’ da qualche parte nella cintura di asteroidi di Gamma Leone Terzo..."
"E' l'ammasso di asteroidi piu’ grande del quadrante Beta", penso’ il bajoriano, "Ci vorranno anni per scandagliarlo tutto"
"...comunque l'importante e’ che abbiamo un piano. Lei dovra’ raggiungere il cantiere navale di Bajor VI e li’ prendera’ contatto con il comandante Cristophe Dalite’ che le fornira’ i suoi ordini", disse, "Dexter chiudo", fini’ senza dargli il tempo di parlare.
"Che cosa sta succedendo?", si chiese Deran sconcertato, "Questo ha tutta l'aria di essere una missione segreta della Flotta"
Ancora pensieroso attivo’ il suo comunicatore per avvisare Melixa.

Il comandante Cristophe Dalite’ era un tipo strano. Portava sul volto una corta barba, bionda come i suoi capelli. Aveva una cicatrice che gli scendeva da sopra l'occhio destro fino alla guancia. I suoi occhi azzurri portavano uno sguardo gelido. Non indossava un'uniforme e neanche i gradi, l'unica cosa che lo riconosceva come membro della Flotta Stellare era il comunicatore che portava sopra i suoi abiti.
"Buon giorno capitano Deran", disse sorridendo senza calore dopo essersi presentato, "Non c'e’ molto tempo per i convenevoli quindi mi ascolti subito", continuo’ senza dare il tempo agli altri di replicare qualcosa, "Un incrociatore pesante klingon, classe Negh'Var transitera’ al limite di questo settore tra meno di dieci ore, noi pensiamo che sara’ attaccato, quindi dovremo essergli vicino per poter seguire i 'ladri' fino alla loro base segreta", si fermo’ pensieroso poi riprese, "Indossate questi abiti, dovrebbero andarvi bene, e tenete solo i comunicatori", gli disse porgendo dei vestiti, "Potrete cambiarvi laggiu’", fini’ indicando una stanzetta.
Deran e Haret si diressero nella stanza. Per prima entro’ a cambiarsi la ragazza.
"Cosa ne pensa?", chiese, da dentro, Melixa.
"Che ci hanno detto solo il minimo indispensabile", rispose franco Nos.
"Una cosa e’ certa", disse ancora Haret, "Ci hanno sondato telepaticamente"
"Lei come lo sa?", chiese stupefatto il capitano.
"Mio nonno era betazoide", spiego’ la ragazza uscendo, "E mi ha insegnato alcuni trucchetti, come captare una sonda mentale e come schermare i propri pensieri"
"Tenente, lei continua a stupirmi", gli disse Nos entrando a cambiarsi.
"E' il mio lavoro", rispose lei.
Deran si cambio’ velocemente e poi, con la sua compagna, si spostarono al fianco del comandante.
"Portaci a bordo", disse dopo aver sfiorato il suo comunicatore.
Un raggio teletrasporto li fece sparire.

Apparirono in una piccola e poco illuminata sala teletrasporto.
"Sparviero klingon classe B'rell", disse Nos.
"Complimenti capitano!", esclamo’ Cristophe con finta ammirazione, "Visto che conosce la nave mi aspetti in plancia, io ho ancora alcune faccende da sbrigare"
Deran e Haret uscirono dalla sala e si spostarono verso un turboascensore.
"Capitano posso chiederle come fa a conoscere, cosi’ bene, questa classe di nave?", chiese la ragazza incuriosita, "L'ha riconosciuta al primo sguardo"
"Ho prestato servizio su una nave come questa quando avevo il grado di tenente comandante", rispose lui e poi continuo’, "Ho chiesto io la possibilita’ di farlo, volevo sperimentare i sistemi di comando di varie razza"
"Come ha trovato la vita con i klingon?", lo sprono’ a continuare Melixa.
"A dire la verita’ dopo un giorno di servizio sarei voluto fuggire a gambe levate", ammise il bajoriano, "Ma alla fine avevo cosi’ tanti amici a bordo di quella nave che non sarei piu’ voluto sbarcare"
Il turbo ascensore si fermo’ e le porte si aprirono sulla plancia. Sul ponte di comando erano presenti solo due umani che stavano controllando le varie postazioni e che non si stupirono del loro arrivo. Haret si avvicino’ ad una consolle e la esamino’.
"Strano", disse, "Il software del computer e’ di tipo federale"
"Ci sono solo sei persone a bordo, compreso noi e nessun klingon", gli disse il capitano esaminando la nave con i sensori interni.
"Perche’ questo Sparviero e’ una nave della Flotta...", ripose Cristophe che era appena uscito da un altro ascensore seguito da una splendida donna. Era alta e bruna, con i capelli lunghi fino alla vita. Aveva due splendidi occhi verdi ammiccanti e portava una tuta aderentissima che lasciava ben poco all'immaginazione.
"...benvenuti sulla USS Ermes", continuo’ l'uomo, "Capitano Deran, tenente comandante Haret, vi presento il tenente Lissy Dowson", fini’ indicando la donna.
"Signor Deran, non sono consoni ad un capitano i suoi commenti sul mio corpo", disse la donna a Nos, lui arrossi’.
"Lei e’ una betazoide", affermo’ Melixa.
"Si e sono io che vi ho sondato prima", rispose la donna, "Complimenti per le sue difese psichiche", disse all'ingegnere, "Ma non ti fare delle illusioni ragazzina, se non avessi letto tutto su di te nella mente del capitano, le avrei scardinate senza problemi", fini’ girandosi e posizionandosi alla consolle scientifica.
"E' il momento di mettere le cose in chiaro", disse Nos al comandante, "Perche’ ci avete coinvolti in una missione del Servizio Segreto Federale?"
"Te l'avevo detto che era un tipo pieno di sorprese", disse telepaticamente Lissy a Cristophe, "Sarebbe interessante approfondire la mia conoscenza su di lui..."
"Ha ragione capitano", rispose Dalite’, "Siamo tutti del servizio segreto e lei e’ qui per una ragione molto semplice; leggendo la sua scheda ho capito che sarebbe andato alla ricerca della sua nave anche da solo e, se l'avesse fatto, avrebbe potuto creare dei problemi alla nostra missione..."
"Cosi’ avete pensato di portarmi con voi per controllarmi", lo interruppe Nos, l'altro annui’.
"Esatto capitano", le disse telepaticamente la betazoide.
"Ha detto che aspetteremo che la nave klingon sia stata catturata e poi seguiremo i ladri, vero?", chiese ancora, Dalite’ annui’, "Lo sa che i klingon non si fanno catturare vivi?"
"So anche questo, ma non possiamo farci niente, la nostra missione e’ piu’ importante", lo apostrofo’ lui in risposta.
"Allora fara’ bene a rinchiudermi nel mio alloggio", gli rispose lui guardandolo diritto negli occhi, "Altrimenti faro’ di tutto per aiutarli"
Il comandante Cristophe sospiro’ e sollevo’ gli occhi al cielo.
"Come vuole lei capitano", disse, "Lissy, accompagna il nostro ospite nella sua stanza"
"Se Deran se ne va, me ne vado anche io", intervenne Melixa mettendosi in mezzo al passaggio ed accodandosi al piccolo corteo.
Entrarono nel turboascensore dietro la plancia e le porte si chiusero.
"Capitano e’ stata una cosa molto stupida", la betazoide gli parlo’ nella testa, "Il comandante Dalite’ e’ meglio averlo come amico che come nemico, gli e lo assicuro"
"Stavo per dirle la stessa cosa di me", penso’ lui in risposta.
L'elevatore si fermo’ e la donna li accompagno’ davanti ad una porta.
"Come vuoi tu Nos", le trasmesse, "La ragazza stara’ nella tua stanza"
Il tenente apri’ l'uscio e fece un gesto ai due.
"Peccato che le sue difese siano cosi’ deboli", continuo’ la donna sorridendogli maliziosamente, "Sarebbe stato molto piu’ 'eccitante' se avesse resistito almeno un po’"
"Spero di fare meglio la prossima volta", gli disse il bajoriano prima che le porte li separassero.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


La stanzetta era piccola e buia in perfetto stile klingon. Come letto c'era solo un duro tavolaccio di legno. Le consolle dei computer erano scollegate e gli impedivano qualsiasi intervento.
"Dobbiamo sbrigarci", disse Nos appena vennero lasciati soli.
"Che cosa possiamo fare?", chiese Melixa curiosa.
"Cerca di accedere al computer", gli disse, "Dietro quel pannello dovrebbe esserci un accesso diretto"
La ragazza si sposto’ verso la parete e, dopo aver sbloccato i fermi, tolse il quadro dei comandi e rivelo’ un intricato labirinto di cavi luminosi. Si sposto’ per vedere meglio poi esito’.
"Ci stanno sondando di nuovo", disse, "Io posso 'coprire' i miei pensieri, ma appena leggeranno i suoi sapranno del nostro tentativo e ci bloccheranno..."
"Lo so, ma penseranno che sto dormendo", rispose calmo Deran. Haret si giro’ con uno sguardo interrogativo sul volto.
"Mentre lavori ti spiego", gli disse porgendogli un tricorder che portava sotto gli abiti. La ragazza lo prese e si giro’ verso la paratia.
"La prima volta che abbiamo cenato assieme sulla Challenger, ti ho detto che Jaxa e’ stata liberata da un campo di prigionia", inizio’, "A liberarla andammo io ed il suo fidanzato, il mio migliore amico, contravvenendo a degli ordini precisi della Flotta Stellare. David mori’ nel salvataggio...", si fermo’ un attimo sospirando, "...ma liberammo Sito. A me ando’ bene, non finii davanti alla Corte Marziale ma fui preso 'sotto l'ala protettiva' di un agente del servizio segreto", la ragazza si giro’ sgranando gli occhi.
"E' lei che mi stupisce ogni volta", gli disse, poi si giro’ a riprendere il suo lavoro.
"Questo agente era un betazoide che mi ha spiegato molti metodi di manipolare chi ti sonda", continuo’ sorridendo, "Quando ci hanno sondato la prima volta li ho applicati e gli ho fatto credere che fossi completamente sprovvisto di difese. Sai come vanno le cose, se una persona e’ troppo sicura di se’ fa degli errori", fini’.
"Ma hanno la sua scheda", obietto’ la ragazza, "Sapranno di questo suo 'addestramento'"
"Quel, come lo chiami tu 'addestramento', non appare in nessuna mia scheda", rispose lui, "E' questo il vantaggio di lavorare per i servizi segreti"
"Sono riuscita ad accedere al computer", fini’ Melixa alzandosi.
"Bene, vediamo cosa riusciamo a scoprire", disse Nos ma fu interrotto. Dalle pareti comincio’ a filtrare del fumo color verde.
"Capitano sembra gas", disse Haret iniziando a tossire.
"Ci hanno scoperto", penso’ Deran prima di accasciarsi a terra svenuto, accanto alla ragazza.

Si risvegliarono seduti sulle postazioni della plancia.
"Finalmente vi siete svegliati", disse Cristophe sorridendo senza calore, "Cominciavo a credere di aver sbagliato le dosi del gas soporifero..."
"Capitano", intervenne Lissy, "Credeva davvero che degli agenti bravi come noi non sapessero del suo addestramento psichico?", chiese guardandolo negli occhi, "Se le interessa il suo maestro era mio padre signor Deran", gli disse, "Comunque, per tirarla su di morale le posso dire che se non l'avessi saputo mi avrebbe ingannata"
"E' giusto!", penso’ amaramente Nos, "Credevo d'essere furbo e d'averli ingannati ed invece sono stato io ad essere fregato"
"Quanto abbiamo dormito?", chiese Melixa.
"Abbastanza per lasciare ai nostri 'amici' il tempo di rubare la nave klingon", rispose Dalite’ indicando lo schermo. Sul visore apparve la sagoma di una nave klingon di classe Negh'Var scortata da un Falco da Guerra romulano.
"Non sono occultati perche’ siamo a pochissima distanza dalla fascia di asteroidi di Gamma Leone Terzo", spiego’ la Dowson anticipando la sua domanda, "Ci sono tante interferenze che i sensori a lungo raggio sono disattivati"
"Cosa sappiamo di loro?", chiese Deran.
"Sono del Sindacato di Orione", rispose noncurante il comandante, "Ma questo lo sapevamo gia’", disse e vedendo lo sguardo interrogativo del capitano continuo’ a spiegare, "Lo scopo di questa missione e’ quello di trovare la loro base non di scoprire chi sono"
"Una volta trovata la base come agiremo?", chiese impaziente Haret.
"Prima scopriremo il perche’ di questi furti e poi, se si potra’, recupereremo le navi rubate", si fermo’ un attimo spostando lo sguardo su Nos, "Altrimenti le distruggeremo"
"Distruggerete il meglio delle navi dei quadranti Alfa e Beta con un solo Sparviero?", disse sorridendo Deran, "Ma per chi mi ha preso? Dove sono le vostre altre navi?", chiese infine riacquistando la serieta’.
"Abbastanza vicine da poter arrivare in tempo ed abbastanza lontane da non essere rintracciabili", rispose Lissy.
"Quante navi compongono la vostra flotta?", chiese Haret.
"Tre navi", rispose Dalite’, "Oltre a questa", fini’.
"E' impossibile che sperino di distruggerle con solo quattro navi", penso’ Nos ma non disse nulla.
"Stanno alzando gli scudi", disse il navigatore girandosi dalla sua postazione.
"Ci hanno scoperto?", chiese Cristophe preoccupato.
"Negativo signore", rispose l'altro, "Non c'e’ nessun segno che l'abbiano fatto"
"Ho trovato!", disse Melixa analizzando i sensori, "Tra gli asteroidi davanti a noi e’ attivata una rete di macchinari che emettono radiazioni...", spiego’.
"In questo modo per entrare nella fascia bisogna alzare gli scudi e di conseguenza disoccultarsi...", mormoro’ Nos.
"E' un buon metodo per essere sicuri di non essere stati seguiti da una nave occultata", si complimento’ Dalite’.
"Sono curioso di sapere come ne usciranno", penso’ Deran.
"Rimarra’ sorpreso capitano", gli disse Lissy nella sua mente.
"Attiviamo lo sfasatore", ordino’ il comandante.
"Avete un dispositivo di sfasamento su questa nave?", chiese stupefatta Haret sgranando gli occhi.
"Mi sorprende signor Dalite’", disse Nos, "Avete una tecnologia cosi’ avanzata e non l'avete fornita per la guerra con il Dominio?"
"Capitano dovrebbe cominciare a mettersi in testa...", gli rispose l'altro continuando a coordinare i preparativi, "...che il Servizio Segreto della Flotta Stellare si chiama cosi’, perche’ lavora per la Flotta, non contro di essa"
"Finora non l'avete dimostrato", lo punzecchio’ il bajoriano.
"Forse non usiamo dei metodi da 'Flotta Stellare' ma le assicuro che facciamo tutto per il bene della Federazione", gli spiego’ Cristophe.
"Come la mettiamo con lo sfasatore?", chiese Melixa.
"Questo sfasatore e’ unico", rispose Dowson, "Ricordate lo scandalo generato dall'ammiraglio Pressman? "
"Quello della Pegasus?", chiese Melixa, "Credevo che quel dispositivo fosse stato distrutto davanti a dei rappresentanti del governo romulano"
"E' stata un'operazione perfetta", mormoro’ Dalite’ perso nei ricordi, "Lo prendemmo in custodia, per cosi’ dire, e lo studiammo", spiego’, "I migliori scienziati ci lavorarono ma non scoprirono un gran che. Giunsero alla conclusione che l'unico modo per capire come funzionava era smontarlo pezzo per pezzo, ma ci dissero che c'era una buona probabilita’ che non riuscissero piu’ a rimontarlo...", si fermo’ per dare il via alle operazioni, "...cosi’ decidemmo di tenerci almeno questo funzionante, pero’ scoprimmo che su questa nave poteva essere attivato solo per poco tempo. Consuma piu’ energia di quanta si possa generarne"
"Sfasaoccultamento attivato. Siamo pronti comandante", riferi’ il navigatore.
"Andiamo", ordino’ Dalite’.
"Comandante e’ sicuro che le radiazioni non ci danneggeranno anche se siamo sfasati?", chiese Melixa curiosa.
"Non ne sono affatto sicuro", rispose tranquillamente lui, "Questa e’ la prima volta che lo usiamo cosi’"

"Lo sapevo che non dovevo accettare la promozione in plancia", protesto’ O'Connor.
Lei e tutto l'equipaggio dell'Ardito erano rinchiusi in un'enorme cella, sorvegliati da delle guardie.
"Cosa vuole dire", chiese Terik incuriosito.
"Da quando sono di servizio in plancia...", spiego’ la ragazza, "...cioe’ da tre mesi, mi sono successe piu’ cose che in tutti i miei altri anni di servizio"
"Vedra’ che ce la caveremo", cerco’ di rincuorarla Erik, "La Flotta Stellare sara’ gia’ sulle nostre tracce"
"Hai ragione", convenne lei, "Il capitano non ci lascerebbe mai da soli"
"Hai molta fiducia in Nos, vero?", chiese Sito sorridendo. Renae arrossi’.
"Si molta", mormoro’.

"Bene non siamo morti", mormoro’ Cristophe, "Possiamo considerare perfettamente riuscito il test dello sfasatore"
La nave aveva continuato a seguire gli orioni, all'interno della fascia d'asteroidi.
"Rilevo una zona sgombra da rocce", disse Dowson analizzando i sensori.
Le navi rubate si portarono all'interno dell'area e poi attraccarono ad una piccola stazione spaziale posta al centro di essa.
"Rilevo altre navi", disse Lissy, "Un Falco da Guerra Romulano classe D'Deridex ed uno di classe D'Kasa, navi klingon classe Negh'Var, Vor'Cha e K'Vort, tre navi Gorn di configurazione sconosciuta, una navetta Tholiana ed una nave federale..."
"E' l'Ardito!", esclamo’ Haret.
"E' presente anche un incrociatore pensante del Dominio", continuo’ la betazoide, "E' strano!", affermo’, "Sembra che a bordo di tutte le navi siano presenti solo personale di Orione ma in quella del Dominio ci sono anche dei Jem'Hadar e dei Vorta"
"Bene abbiamo concluso la prima parte dell'operazione", disse Dalite’, "Gli orioni stanno fornendo le navi al Dominio"
"Gli equipaggi", continuo’ Dowson, "Sono tenuti prigionieri nell'asteroide posto alla nostra poppa"
"Sembra che tutto l'equipaggio dell'Ardito sia salvo", disse Nos tirando un sospiro di sollievo, "Ci sono solo dieci klingon e trecentottanta romulani vivi"
"Cris non abbiamo nessuna possibilita’ di recuperare le navi", disse la betazoide rivolta al comandante.
"Allora andiamocene", disse l'uomo di rimando, "Dobbiamo avvertire le nostre navi"
"Un momento!", intervenne Nos, "Io rimango qui"
"Cosa vuole fare?", chiese Lissy.
"Se mi teletrasportate sulla mia nave potro’ liberarla ed aiutarvi contro le altre", spiego’ il bajoriano.
"Potrebbe riuscirci, ma e’ troppo pericoloso", rispose Dalite’, "Non possiamo permetterci di lasciarli fuggire"
"Anche se mi catturassero potrei dire che sono rimasto nascosto fino al momento della mia cattura", ipotizzo’ Deran.
"Come vuole, ma con lei verra’ anche il suo ingegnere", disse Cristophe, "Lissy accompagnali alla sala teletrasporto e poi torna qui"

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


"Devo ammettere che conosci l'Ardito molto meglio di me", disse Nos al suo ingegnere.
Stavano strisciando attraverso i condotti Jefferies da quando erano stati lasciati nella stiva di carico due, dove erano ‘apparsi’ grazie al teletrasporto.
"E’ il segreto di ogni ingegnere quello di conoscere bene l’accesso a tutte le sezioni", rispose lei continuando ad avanzare a gattoni.
Il loro piano era semplice, giunti alla sala Teletrasporto Uno, si sarebbero divisi. Il tenente Haret avrebbe portato a bordo gli altri membri dell’equipaggio, mentre lui si sarebbe spostato fino alla plancia, da dove avrebbe tentato di riprendere il controllo della nave.
"Siamo arrivati", disse Haret, "Il tricorder non rileva nessuno nella stanza", fini’ analizzando il suo strumento. Si spostarono e staccarono la griglia che bloccava l’accesso, poi scesero sul pavimento.
"Inizia subito il teletrasporto", ordino’ Deran, "Io vado a riprendere il comando"
"Capitano", lo richiamo’ la ragazza, "I comandi sono bloccati"
"Ottimo lavoro Terik", penso’ il bajoriano guardando lo schermo. Il vulcaniano aveva fatto in tempo a bloccare le funzioni di comando della nave prima di farsi catturare e sembrava che gli orioni non avessero ancora trovato il codice.
"Computer, qui e’ il capitano Deran Nos, codice Lambda-sette-sei-Alfa...", disse, "...ripristinare le funzioni di comando in questa postazione"
Le luci del blocco si spensero.
"Ora funziona", gli disse Haret, "Ma si accorgeranno presto di questo cambiamento"
"Allora porti a bordo gli altri prima che arrivino", rispose il capitano uscendo dalla sala.
"Ho bisogno di un diversivo", penso’, "Chissa’ se il programma che ho preparato funzionera’"
"Computer, attivare il programma Deran-Eta-Sette", disse.
A poco a poco il corridoio si animo’. Apparvero decine di copie del capitano, tutte armate con fucili phaser, che si muovevano circospette.
"Vorrei vedere la faccia dei nostri ‘amici’ quando li vedranno", penso’.
Aveva ideato quel programma proprio per situazioni di quel tipo. Tutti gli emettitori olografici della nave avrebbero generato delle sue copie armate che avrebbero cercato di catturare tutti gli estranei. In piu’ non era possibile distinguere le copie dall’originale, e questo gli premetteva di poter usare i corridoi normali invece di dover strisciare nei tubi Jeffries.

"Mi e’ venuta un’idea", disse Sito alzandosi ed avvicinandosi a Terik, "Se riusciamo ad arrivare alla pedana del teletrasporto che ci ha portato qui potremo tornare sulla nostra nave"
"Prima di tentare qualcosa di cosi’ pericoloso cerchiamo una soluzione pacifica", obietto’ il vulcaniano.
"Non c’e’ tempo!", rispose la bajoriana, "Avete visto anche voi quei Jem’Hadar, vogliono consegnare la nostra nave al Dominio!"
"Cosa proponi?", chiese Renae.
"Quando ci passera’ di nuovo vicino la guardia io la disarmo e poi distruggo quel generatore", rispose la ragazza.
"In questo modo lo scudo di energia che copre la nostra prigione cadra’", disse O'Connor.
"Si, e noi potremo usare quel teletrasporto", fini’ il capo della sicurezza.
Si spostarono per il campo e si diressero ognuno alla posizione indicata da Sito.
Dopo poco la guardia passo’ a fianco del capo della sicurezza dell’Ardito e lei gli salto’ addosso.
Ci fu una breve colluttazione ma la ragazza ebbe la meglio. Intanto gli altri carcerieri si accorsero del fatto ed accorsero sul posto. Sito si impadroni’ dell’arma del suo avversario e sparo’ al generatore mandandolo in mille pezzi, poi rotolo’ a terra per schivare un colpo di disgregatore.
Nel frattempo Renae si era portata alla consolle del teletrasporto, dopo che Terik aveva messo fuori combattimento l’addetto. Gli ufficiali si radunarono attorno alla piccola consolle e furono raggiunti da Jaxa.
"E’ piu’ difficile del previsto", disse la bajoriana, "Sono piu’ di quando pensassi"
"Se riesco ad arrivare al comando del teletrasporto potrei toglierci da questa situazione...", mormoro’ O'Connor. Prima che gli altri potessero dire nulla si alzo’ e si sposto’ verso la consolle principale. Sito, quando si accorse del fatto, cerco’ di coprirla sparando alla cieca, ma la ragazza fu colpita lo stesso da un colpo e cadde a terra.
Il dottore si sposto’ verso di lei, la bajoriana fece per seguirlo ma un raggio del teletrasporto la porto’ via prima.

Deran giunse fino alla plancia della sua nave indisturbato. Quando si aprirono le porte del turbo ascensore uno si aspettava di essere accolto a colpi di disgregatore ma non fu cosi’. Il ponte di comando era deserto. Si diresse ai sensori e scopri’ il perche’, quattro navi si stavano avvicinando a velocita’ di curvatura e tutti gli orioni erano in subbuglio. L'Ardito era inutilizzabile e quindi stavano radunandosi sulle altre.
"Deran a Haret", disse premendo il suo comunicatore, "Come va il teletrasporto?"
"Sto portando su tutto il nostro equipaggio", rispose la ragazza, "Ci impiegheremo circa cinque minuti. Non sono ancora riuscita ad agganciare il dottore e il tenente O'Connor", fini’.
"Ho giusto il tempo di riattivare le funzioni principali della nave", penso’ e poi digito’ il suo codice sul terminale del computer. Le luci si accesero e l’energia comincio’ a rifluire in tutti i circuiti.

"Dottore devo parlarle", disse con un filo di voce Renae.
Si trovavano ancora sul pianetino ma gli orioni li avevano quasi dimenticati. O'Connor era stata ferita gravemente ed il dottore l’aveva assistita come meglio poteva.
"Cosa c’e’?", chiese gentilmente l'uomo stringendogli la mano.
"Se non dovessi farcela...", inizio’ la ragazza.
"Non lo dire nemmeno per scherzo", la interruppe Kennet, "Ce la farai"
Renae scosse il capo e riprese a parlare, "Se non dovessi farcela dovresti dire una cosa al capitano da parte mia..."
"Lo faro’", gli rispose l'ufficiale medico.
"Dovresti dirgli che...", si fermo’ e il suo viso fu scosso da una smorfia per il dolore, "Dovresti dirgli che...", fini’ perdendo i sensi. Un'espressione allarmata si dipinse sul volto dell'uomo.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


"Tutte le navi stanno armando le loro armi ed hanno alzato gli scudi!", disse Sito.
Tutti avevano ripreso il loro posto, tranne O'Connor ed il dottore che erano rimasti sul pianetino. La nave era pronta a lasciare il capo di asteroidi. La situazione non era delle migliori. Visto che non erano riusciti a disattivare il codice di protezione, gli orioni avevano iniziato a smontare alcune parti della nave. Per questa ragione non tutti i sistemi erano funzionanti e gli altri lo erano al cinquanta per cento.
"Attivo gli armamenti?", chiese la bajoriana. Deran tentenno’. "Dobbiamo farci strada per recuperare Renae ed il dottor Blair", lo sprono’ lei sottovoce.
"Maledizione!", penso’ Nos, "Come se non volessi spazzare via dall'universo quei... quei...", riprese il controllo, "Ma la mia prima responsabilita’ e’ la salvezza della nave", penso’ per tranquillizzarsi, ma non ci riusci’.
"Erik traccia una rotta che ci porti via di qui al piu’ presto", ordino’ Deran, "A lei il comando signor Terik, mi dia il tempo di partire con una navetta e poi attivi a massimo impulso"
"Capitano mi oppongo alla sua scelta...", lo blocco’ il vulcaniano.
"Comandante, le ordino di portare in salvo la nave!", gli urlo’ lui mentre entrava nel turbo ascensore uno. Poco dopo una navetta lascio’ l'hangar della nave e l'Ardito sfreccio’ via tra le rocce inseguita dalle altre.

"E' finita!", penso’ il dottor Blair riparandosi dietro la piccola duna.
Dopo che gli altri erano stati portati via lui aveva approfittato della confusione dei suoi carcerieri per portare O'Connor in una posizione piu’ sicura. Purtroppo l'unico posto era dietro una piccola collinetta di sabbia. Ora pero’, con i colpi di disgregatore che ronzavano tutto attorno, non sembrava piu’ cosi’ sicura.
"Ancora pochi colpi e saremo allo scoperto", penso’. Poso’ lo sguardo sulla ragazza che aveva perso i sensi ma continuava a gemere piano, "Mi dispiace, non sono riuscito a salvarti...", penso’ chiudendo gli occhi ed aspettando la fine.
Avverti’ una forte esplosione e poi un'ondata di sabbia lo investi’. Quando il pulviscolo si dirado’ lui alzo’ lo sguardo e noto’ che una navetta si era posata tra loro e gli orioni. Il capitano usci’ dal retro del mezzo, brandendo un fucile phaser a compressione ed aiuto’ il medico a portare a bordo la ferita. Poco dopo i portelli erano chiusi e la navetta stava viaggiando verso l'Ardito.
"Come sta?", chiese Deran al dottore.
"Ha perso molto sangue e qui non posso replicargliene", gli rispose Kennet, "Ma forse tu puoi aiutarmi..."
Lo sondo’ con il tricorder medico che aveva trovato nella cassetta medica della navetta e poi annui’.
"Anche se sei bajoriano il tuo sangue e’ compatibile con il suo", gli disse, "Ma dovro’ togliertene parecchio...", fini’.
"Faccia il suo dovere", ordino’ Nos, "E se e’ necessario me lo tolga tutto"

La flotta di Dalite’ era quasi arrivata. Dopo un breve tratto l'Ardito, usci’ dalla fascia di asteroidi e si sposto’ dietro le navi che erano venute in suo soccorso.
"Rilevo due vascelli di classe Defiant, uno sparviero klingon ed una nave federale di configurazione sconosciuta", disse il guardiamarina Redsun che sostituiva Renae, "Sono la Diana, l'Apollo, l'Ermes e la Ares"
"Io riconosco la nave non identificata", disse Haret, "E' di classe Prometheus "
Le navi federali ingaggiarono quelle nemiche. Fu una battaglia furibonda e senza esclusione di colpi. La flotta di Dalite’ non ce l’avrebbe fatta ma ad un certo punto la nave sconosciuta si divise in tre sotto navi distinte. Era una divisione simile a quella della classe Galaxy quando separa la zona disco ma, in questo caso, dalla separazione uscirono tre navi complete di gondole a curvatura ed armi. Questa mossa sorprese i nemici e permise alla flotta di vincere la battaglia.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Epilogo ***


"Come sta la nostra malata?", chiese Sito a Renae.
Alla fine della battaglia la nave stellare si era riportata in rotta verso la base stellare piu’ vicina per le riparazioni. Intanto O'Connor era ancora in infermeria collegata al lettino diagnostico.
"Ora sto meglio", rispose a bassa voce sorridendo.
"Non corre piu’ nessun rischio ma se non gli avessi fatto la trasfusione subito, non ce l'avrebbe fatta", spiego’ il dottor Blair.
"Tenente, si rimetta presto", gli disse Deran, "La sua presenza in plancia ci manca"
Tutti gli altri ufficiali superiori salutarono la loro compagna e poi ripresero le loro mansioni.
"Dottore posso farle una domanda?", chiese Renae al medico una volta che fu rimasta sola.
"Dica pure", rispose Kennet.
"Come ha fatto a farmi una trasfusione se sulla navetta che ci e’ venuta a prendere non ci sono replicatori?", chiese incuriosita.
"Sapevo che me l'avrebbe chiesto prima o poi", penso’ il dottore, "E sapevo anche che non dovevo promettere al capitano di non dirgli nulla"
"Diciamo solo...", rispose sornione, "...che l'unico pericolo che corre ora, e’ che gli si 'arricci' il naso", fini’ entrando nel suo studio.
O'Connor rimase perplessa a guardare il soffitto chiedendosi cosa volevano dire le parole sibilline del dottore.

"Ho fatto tutto", disse Lissy riaprendo gli occhi.
"Sei sicura di essere riuscita a cancellare dalla loro mente i nostri volti ed i nostri nomi?", chiese Cristophe.
"Si, si ricorderanno della missione, ma non di chi eravamo", rispose lei riportandosi alla sua consolle scientifica.
"Allora possiamo andare", fini’ Dalite’.
Lo sparviero federale Ermes attivo’ i motori a curvatura e scomparve nello spazio.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=467241