Star Trek - Nos di Bajor

di lames76
(/viewuser.php?uid=80131)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nota: qui si parla di sentimenti, il resto e' solo di sfondo. Un triangolo amoroso ed una decisione da prendere. Il titolo vuole richiamare "Cirano de Bergerac".
Le parole della canzone di cui si parla all'inizio sono quelle del ritornello di "Those are the days of our lives" dei Queen. Provate ad immaginare di sentirla mentre leggete.


"Deran Nos, diario personale,
ultimamente ho lasciato tutto nelle mani di Terik
e mi sto concedendo una vacanza sulla mia stessa nave.
La nostra missione attuale e’ infatti di pura routine,
cartografare il settore 257.
Tra l'altro, tra poco, salira’ a bordo
un gruppo di scienziati per degli esperimenti.
Lo ammetto, sono stato alquanto negligente,
non so neppure il nome del loro capo..."


"Computer, attiva una canzone a caso del mio archivio musicale", ordino’ Deran mentre si spostava per il suo alloggio indaffarato a mettere in ordine le sue cose.
La melodia inizio’. A differenza di molti capitani che amavano la musica classica e lirica, lui aveva sviluppato un certo interesse per la musica pop e rock della fine del XX secolo. Gli sembrava piu’ allegra e molto piu’ simile alla musica di Bajor.
"Ah, questo deve essere il gruppo rock inglese che suonava verso la fine del 1900", penso’ ascoltando la canzone, "Non ricordo mai il loro nome... 'King'? No, forse era 'Queen' ma non ne sono sicuro..."
"Those were the days of our lives, yeah!" , suonava il computer.
"Terik a Deran", trillo’ il suo comunicatore. Il capitano non smise di muoversi per la stanza.
"...the bad things in life were so few..." , continuava intanto la musica.
"Si comandante?", rispose il bajoriano distrattamente.
"Those days are all gone now, but..."
"Stanno per salire a bordo gli scienziati", rispose il vulcaniano con la solita calma.
"...one thing's still true..."
"Va bene", rispose Nos, "Li faccia scortare nei loro alloggi. A proposito chi e’ il loro capo?"
"...when I look..."
"La dottoressa Place", rispose Terik.
"...and I find..."
"Namari", mormoro’ Nos.
"...I still love you!"

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


"Secondo te cosa devo fare?", chiese Nos a Jaxa.
Si trovavano sempre nell'alloggio del capitano ed il bajoriano stava camminando avanti ed indietro di fronte alla ragazza come uno scolaretto. L'altra, seduta comodamente su un divano, lo guardava nascondendo un sorrisetto divertito. Deran aveva da tempo preso l'abitudine di confidarsi con la sua sorellastra quando non sapeva bene cosa fare. Lei agiva in pratica come un'ancora, come la sua parte razionale nei momenti in cui lui si faceva trasportare dalle emozioni.
"Che cosa intendi con 'cosa devo fare'?", chiese a sua volta la bajoriana stuzzicandolo.
"Pensi che devo presentarmi a lei oppure non farmi neanche vedere", rispose Deran con negli occhi uno sguardo supplichevole.
"Sei il capitano di questa nave", gli ricordo’ Sito, "Avresti dovuto riceverla appena e’ salita a bordo!", si fermo’ a guardarlo, "Ah se non ci fossi io!", penso’ divertita.
"Hai ragione", mormoro’ Nos, "Come sempre!", penso’ poi, "Va bene, allora le andro’ a parlare", si convinse lui, "Ma non succedera’ niente!", ribadi’ rivolto ai sorrisi della bajoriana.
"Si, dicono tutti cosi’", rispose la ragazza con aria di chi la sa lunga.
"Un momento!", la fermo’ lui, "Il fatto che sia stato il mio primo amore non significa che sia ancora innamorato di lei...", cerco’ di giustificarsi.
"Non cercare di nasconderlo, hai sempre detto che 'il primo amore non si scorda mai'", lo rimprovero’ Sito citando le sue stesse parole, "Mi farebbe piacere se ti decidessi a trovarti qualcuno...", fini’ infine ritrovando al sua serieta’.
"Quando lo fari tu?", chiese Deran sorridendogli.
"Non cambiare discorso", gli impedi’ di continuare lei rabbuiandosi, "Per me e’ diverso, io penso ancora a David...", si fermo’ un attimo e Nos penso’ di aver detto qualcosa di troppo, ma subito dopo Jaxa di alzo’ e si diresse verso l'uscita, "Devo dare la notizia a tutti!", gli disse contenta.
"Non vorrai andare in giro a...", balbetto’ il bajoriano impaurito.
"Tranquillo, stavo scherzando. Non lo diro’ neanche alle persone che considero piu’ fidate", gli rispose lei sorridendogli furbescamente, "Anche se farebbe piacere a tutti saperlo", fini’ uscendo.
"L’unica cui dispiacerebbe sarebbe Renae", si disse, mentre si dirigeva verso il bar di prora.

Poco dopo Nos aveva deciso di presentarsi alla sua vecchia fiamma. Non era stato facile, le ferite del suo cuore erano ancora aperte.
"D'altronde citando il poeta terrestre Petrarca: "Piaga per allentar d'arco non sana ", si autocito’ mentre si stava dirigendo verso l'alloggio che era stato affidato alla dottoressa.
"Capitano in plancia!", disse la voce del comandante Terik attraverso l'interfono destandolo dai suoi pensieri.
"Qualcosa non va?", chiese Deran sfiorando il suo comunicatore.
"No signore, ma c'e’ una cosa che dovrebbe vedere", rispose con la solita flemma il vulcaniano.
"Lo conosco abbastanza bene da capire che e’ agitato", penso’ divertito Nos, "Anche se lui negherebbe di provare qualsiasi sentimento...".
Il bajoriano continuo’ il tragitto verso il vicino turboascensore e quando fu entrato ordino’ di andare in plancia. Era ansioso di arrivare per sapere cosa aveva turbato il suo primo ufficiale.
"La visita a Namari e’ rimandata", penso’ cercando di essere triste per questo. A dire la verita’, pero’, la cosa non gli dispiaceva affatto. Infatti non sapeva assolutamente cosa dire alla ragazza.
Pochi istanti dopo le porte si aprirono dandogli l'accesso sul ponte di comando. Si sposto’ verso la sua postazione e noto’ che sullo schermo era presente uno strano fenomeno spaziale. Si vedevano tre vortici violetti sospesi nello spazio, due a destra ed uno a sinistra. Con un po' di fantasia si poteva dire che formavano una 'L'.
"Affascinante", disse Nos avvicinandosi al visore. Il suo secondo gli fu subito al fianco.
"Infatti", disse, "E' un autentico controsenso", il capitano lo guardo’ incuriosito, "Signore abbiamo di fronte la prima anomalia subspaziale simmetrica... che non e’ simmetrica", spiego’.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


"Mi scusi signor Terik, ma non sono molto preparato su questo genere di fenomeni", ammise il capitano. Se c'era una cosa che lo annoiava all'Accademia era proprio l'astrofisica.
"E' semplice...", intervenne O'Connor, "...di solito, e prima credevamo sempre, si creano quattro vortici subspaziali per effetto delle particelle rilasciate da fenomeni spaziali molto rari, quali..."
Il turboascensore si apri’ con un sibilo. Dalle porte usci’ una donna. Non indossava la divisa della flotta stellare ma un abito da civile, anche se portava un comunicatore sopra. Aveva i capelli castani ricci ed un nasino all'insu’. Aveva occhi nocciola molto vivaci ed attenti. Guardo’ per un attimo le persone che erano di fronte a lei e poi si sposto’ verso di loro.
"Scusate l'intrusione, ma volevo vederlo", disse la ragazza mettendosi a fissare il visore principale.
"Namari!", penso’ Nos con il cuore che gli batteva a mille, "Non e’ cambiata per nulla. E' ancora bella come la ricordavo", sospiro’ infine.
"Dottoressa Place l'avremmo chiamata subito", si scuso’ il vulcaniano, "Ma permetta che le presenti il capitano Deran..."
"Conosco il capitano", rispose la donna senza togliere gli occhi dallo schermo, "Ha gia’ fatto dei rilevamenti con i sensori avanzati?", chiese a Renae avvicinandosi alla sua postazione.
"Si e le letture sono molto strane", rispose l'ufficiale scientifico.
"Potrebbe trattarsi di qualche errore dei nostri strumenti?", chiese ancora la donna.
"No, funziona tutto perfettamente", rispose O'Connor.
Nessuno si accorse che l'attenzione di Deran non era piu’ rivolta allo schermo.

Per una cosa o per l'altra passarono due giorni ad effettuare rilevazioni con tutti i sensori che avevano a disposizione e per una cosa o per l'altra Deran non riusci’ mai a trovare il tempo di parlare con Namari. Anche perche’ quando lui era disponibile la dottoressa era immancabilmente impegnata nello studiare il fenomeno.
"Va bene", disse il capitano orami un po' irritato da quella situazione, "Abbiamo sondato abbastanza questo fenomeno spaziale, possiamo riprendere il nostro lavoro di cartografia stellare"
"Rotta tracciata capitano", disse il timoniere Benson.
"Attivare", ordino’ Deran.
La nave attivo’ la curvatura e si lascio’ alle spalle il fenomeno spaziale. Il capitano si alzo’ dalla sua postazione e si diresse verso il turbo ascensore con aria risoluta.
"Finalmente potro’ cercare di parlare con Namari", penso’, mentre aspettava che le porte si aprissero. Quando lo fecero lui fece un passo per entrare. Si accorse che il suo piede non tocco’ il pavimento in tempo e riusci’ ad afferrarsi agli stipiti. Il turboascensore non era presente e lui era quasi caduto nel vuoto.
"Cosa diavolo succede!?!", chiese il bajoriano allontanandosi dall'apertura. Le porte iniziarono ad aprirsi e chiudersi ritmicamente.
"Signore ricevo centinaia di richieste di intervento da tutti i ponti", affermo’ Sito, "Sembra che la nave abbia dei seri problemi", fini’ ironica.

"Sembra che il computer stia, a poco a poco, impazzendo", affermo’ Benson.
La nave era stata fatta arrestare ed era stato ordinato un diagnostico di livello uno, su tutti i sistemi.
"Quali sono le cause", chiese il capitano.
Si trovavano sul ponte perche’ le porte non si aprivano piu’ ed erano impossibilitati dall'andare nella sala riunioni. Per fortuna i sistemi di comunicazione ed il supporto vitale funzionavano ancora e cosi’ potevano simulare una riunione parlandosi attraverso l'interfono.
"E' difficile dirlo", affermo’ O'Connor, "I sensori non rilevano nulla di insolito"
"Comincio a credere che la nostra nave sia sotto una qualche sorta di iettatura", penso’ ironico Nos.
"La causa potrebbe essere l'anomalia che abbiamo appena lasciato?", chiese Sito.
"Solitamente non danno problemi", rispose la dottoressa Place attraverso l'interfono.
"Ma solitamente non sono neanche antisimmetriche", rispose Terik.
"Dovremo analizzare tutti i dati che abbiamo preso in questi due giorni", disse O'Connor.
"Forse dovremmo tornare sul luogo per ulteriori analisi", continuo’ Namari.
"Va bene", fini’ Nos, "Tracciamo un rotta per l'anomalia"

"Sembra che la situazione si sia quasi ristabilita", affermo’ Renae.
Appena erano tornati nei pressi del fenomeno spaziale le cose avevano, a poco a poco, ripreso a funzionare. C'erano ancora molti problemi ma nessuno era pericoloso. Il campanello dello studio del capitano trillo’ e quando lui fece aprire la porta, entro’ Namari.
"Capitano, c'e’ qualcosa che non va’ con i sensori", gli disse formalmente la donna.
"Che cosa gli e lo fa pensare?", chiese Nos alzandosi e spostandosi verso di lei.
"Io ed il tenente O'Connor abbiamo rilevato delle particelle psi che saturano lo spazio", rispose lei. Sembrava non volerlo guardare negli occhi.
"Particelle psi?", chiese Deran confuso, la ragazza annui’.
"Vorrei chiederle il permesso di prendere una navetta per osservare piu’ da vicino le 'fessure subspaziali'", gli spiego’ la dottoressa Place.
"Permesso accordato ad una condizione", rispose il capitano, "Non si avvicini troppo"
La ragazza annui’ e si giro’ verso l'uscita.
"Adesso o mai piu’", si disse Nos e velocemente la fermo’ prendendola delicatamente per un braccio.
"Namari devo parlarti...", inizio’ a dire.
"Mi dispiace Nos, ma non ho nessuna voglia di perdere tempo con te", gli rispose lei duramente.
Il capitano rimase interdetto e stava per replicare, quando fu interrotto dal suo comunicatore.
"Terik a Deran", disse il comandate attraverso l'interfono, "Forse ho scoperto cosa sta succedendo alla nave"
Senza parlare e senza guardarsi si diressero verso la plancia e la trovarono in subbuglio.
"Dica pure comandante", chiese il capitano al vulcaniano.
"Ho riflettuto sulla presenza delle particelle psi...", inizio’ il primo ufficiale.
"Fino ad ora queste particelle erano state rilevate solo nelle spaccature subspaziali simmetriche", spiego’ O'Connor.
"...e sono arrivato alla conclusine che noi le rileviamo tutto attorno a noi perche’ noi siamo effettivamente all'interno dell'anomalia", fini’ calmo.
"Ma e’ impossibile!", esclamo’ il timoniere Benson confuso.
"Questo spiegherebbe il fatto che l'anomalia e’ antisimmetrica", spiego’ Renae, "In effetti non lo e’ ma noi la vediamo cosi’ perche’, essendo dentro ad una delle quattro vediamo solo le restanti tre"
"Si spieghi meglio", chiese Eric.
"Se ho capitano bene", irruppe il capitano, "Noi siamo come davanti ad una finestra", gli ufficiali scientifici annuirono compiaciuti, "E quando ci guardiamo attraverso vediamo solo le altre tre ed il nostro universo e non la 'finestra' stessa"
"Se qualcuno ci guardasse dall'altra parte vedrebbe quattro anomalie simmetriche ed all'interno di una di esse la nostra nave", fini’ Namari.
"Allora basta ripassare attraverso la 'finestra' per tornare indietro", disse il timoniere.
"Non e’ cosi’ semplice tenete", lo interruppe Terik, "Queste anomalie sono a 'senso unico', ti permettono di entrare ma non di uscire"
"Ma allora la domanda e’, come torniamo indietro?", chiese Benson.
Al momento nessuno seppe rispondergli.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Nella sala riunioni era stata indetta un’altra assemblea, a capotavola stava il capitano, alla sua destra il comandante Terik e la dottoressa Namari Place capo dell'e’quipe scientifica, alla sua sinistra stava il tenente comandante Sito, l'ingegnere Haret e Renae O'Connor. C'era un'aria diversa dal solito. La dottoressa ed il capitano si scambiavano sguardi strani e cercavano di non guardarsi negli occhi.
"Cerchiamo di fare il punto sulla situazione", disse Nos ad un certo momento.
"Una spaccatura di questo genere e’ molto resistente e solitamente e’ di 'sola andata'", disse Jaxa.
"Ed e’ troppo resistente per i nostri motori a curvatura", aggiunse Terik.
"Ma non e’ insuperabile", fini’ il tenente comandante.
"Percio’ se riuscissimo ad avere abbastanza spinta, teoricamente, potremo passare", chiese il capitano. Gli altri annuirono.
"Il problema e’ proprio quello di andare abbastanza veloci. Dovremmo avere piu’ velocita’ di curvatura 9.9999, ma e’ impossibile", spiego’ Terik.
"Avremmo bisogno della transcurvatura...", mormoro’ Melixa.
"Possiamo averla se mi lasciate provare la mia teoria...", inizio’ il tenente Place. Nos le lancio’ un'occhiataccia. Stavolta non si curo’ della donna ed incrocio’ il suo sguardo con rabbia.
"Le ricordo che la sua teoria ha portato alla distruzione della Starblazer", gli disse poi.
"Ma e’ stato tanto tempo fa e da allora ho fatto molti progressi", si difese Namari, "E poi le condizioni speciali di questo continuum potrebbero..."
"Io voto a suo favore", disse il comandante.
"Anche io", disse Jaxa, Haret e O'Connor annuirono.
"E’ inutile la decisione e’ presa non tenteremo niente del genere. La riunione e’ tolta, potete andare", fini’ bruscamente.
Uno ad uno, tutti si alzarono e si diressero verso la porta. Il capitano si fermo’ di fronte ad un oblo’ a guardare fuori le stelle. Renae raggiunse la porta poi si volto’ a guardarlo. Prese la decisione e lo raggiunse. Infine gli si mise accanto guardando fuori anche lei.
"Di solito e’ sempre disposto ad attuare tutti i piani piu’ strani e considera sempre le nostre votazioni. Come mai non oggi?", gli chiese innocentemente.
"E’ troppo pericoloso, sarebbe inattuabile e poi...", comincio’ a rispondergli Nos.
"Si capisce perfettamente che c’e’ dell’altro, le farebbe bene parlarne", ci fu un attimo di silenzio, poi Nos riprese.
"Forse hai ragione, ma quello che ti diro’ non deve uscire da questa stanza, e’ segreto militare", Renae annui’ e lui riprese, "Mentre 'prestavo servizio' per l'Intelligent Service federale fui assegnato come comandante alla Starblazer. La dottoressa Namari Place era a bordo con noi, i suoi studi sulla transcurvatura avevano impressionato la Flotta Stellare. Il nostro equipaggio fu ridotto all’osso, soltanto quaranta uomini, pochi uomini avrebbero mantenuto piu’ facilmente il segreto. Quando attivammo i motori avvertimmo il rumore di un’esplosione e la nave fu scossa da un tremito, l’ingegnere capo ci avverti’ che stavano attingendo tutta l’energia dal nucleo causandone un sovraccarico. Cercammo di disattivarli, ma tutto fu inutile e lei ci disse che l’unico modo era disattivare i motori dall’interno, io mi offrii come volontario, ma il capitano mi scarto’. Come comandante avevo il compito di difendere il mio capitano ad ogni costo e quando volle andare, con il resto della plancia mi opposi. Lui mi colpi’ con un pugno dicendo che ero troppo giovane per morire, io persi i sensi. Namari rimasta sola sul ponte entro’ in una capsula di salvataggio e mi porto’ con se’. Appena fummo espulsi la nave esplose", appena fini’ abbasso’ il capo.
"E allora, non ha colpe e ti ha anche salvato la vita...", gli disse la ragazza.
"E’ proprio per questo. Mi ha fatto fallire il mio incarico, sarei dovuto morire con gli altri", si difese l'altro con poca convinzione nella voce.
"Non me la racconti giusta Nos, dimmi tutta la verita’", gli disse Renae sfiorandogli il braccio.
"Non ti sfugge nulla vero? Per questo ti ho voluta sulla mia nave. E va bene... io la conoscevo anche prima della Starblazer, al primo anno dell’accademia abbiamo rischiato di fidanzarci, lei aveva fatto di tutto per farmi capire che mi amava, mentre io ero incerto u quello che provavo. Poi ha cambiato corso trasferendosi su un altro pianeta e cosi’ ci siamo persi di vista. Dopo l’esplosione della nave fui ricoverato per breve tempo in un ospedale, allora ero pronto a riprendere la nostra relazione, ma lei spari’ senza lasciare traccia; mi e’ preso quasi un colpo, quando ho visto che era stata assegnata a questa nave pochi giorni fa", la guardo’ negli occhi sorridendo amaramente, "E ora puo’ andare tenente O'Connor", fini’ ridiventando serio, poi rivolse di nuovo lo sguardo al vuoto. La ragazza sospiro’ e si diresse verso la porta, non era servito a niente il suo intervento.
"Ah, Reane...", la chiamo’ Nos, lei si fermo’ sulla porta e si giro’ verso di lui, "...avevi ragione, mi ha fatto bene parlarne", lei gli sorrise ed usci’.
Quando il capitano si rimise a guardare fuori le stelle, si accorse di non riuscire piu’ ad immergersi nei suoi pensieri, perche’ continuava a vedersi davanti agli occhi il sorriso del suo ufficiale scientifico.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Deran torno’ sul ponte di comando, si sistemo’ sulla sua poltrona e accese l’interfono.
"Tenente Place, venga in plancia e si prepari ad attivare i motori a transcurvatura", disse mestamente.
"Arrivo subito", rispose una voce sorpresa dall’altra parte.
"Deve esserci stato un miracolo ed io l’ho perso", penso’ il Sito.
Dalla sua postazione Renae sorrise.

"Tutti i collegamenti sono stati effettuati", disse Melixa. Sul ponte gli ultimi preparativi all’uso dei motori stavano finendo e tutti gli addetti avevano quasi finito la loro parte.
"Dieci secondi all’ora ''", disse Jaxa.
Namari appoggio’ una mano tremante sul pulsante che avrebbe attivato i motori. Tutta la sua vita era in quel gesto.
"Dottoressa Place... Namari...", la chiamo’ il capitano, "...non te e l’ho mai detto, ma ti sono grato per avermi salvato la vita", le disse con voce mozza.
"Non c’e’ di che", rispose lei sorpresa.
"Tre, due, uno...", continuo’ O'Connor.
"Attivare", disse il capitano.
Namari premette il pulsante. Un lungo attimo di silenzio riempi la plancia.
"Funziona!", grido’ il tenente Place.
"Namari calma!", disse il comandante.
"Melixa?", chiese il capitano.
"Rilevo un alto livello d'energia attorno alla nave, forma ovoidale con centro nei motori a curvatura, signore", rispose il tenente Haret.
"I motori ad impulso rispondono regolarmente, i motori a curvatura anche", disse Benson.
"Stiamo sviluppando un potenziale incredibile", disse Terik.
"Motori ad impulso avanti mezza", ordino’ Deran.
"Ora e’ la resa dei conti", penso’ il capitano.

L’Ardito si sposto’ verso la fessura come un cavaliere che sta per affrontare un nemico.
"Capitano, rilevo segnali di un alto livello di radiazioni", disse Renae.
"Impatto tra due secondi", disse Sito.
La nave fu scossa da un tremito. Gli scudi brillarono colpiti dalla parete subspaziale. Il capitano lancio’ uno sguardo interrogativo al tenente Benson.
"Gli scudi hanno retto, ma sono scesi al settanta per cento", rispose.
"Quanto tempo ci vorra’ per superare la barriera", chiese il capitano.
"La barriera e’ formata da tanti 'strati', per passarli tutti saranno necessari cinquantacinque secondi capitano", rispose O'Connor.
"Se perdiamo il trenta per cento ad ogni barriera, fra trenta secondi saremo indifesi", disse Terik.
"Altro sbarramento in arrivo", disse Sito, la nave fu di nuovo scossa, ma stavolta molto piu’ violentemente di prima.
"Scudi al quaranta per cento!", esclamo’ vivacemente Namari.
"Si accetta ogni tipo di consigli", disse il capitano. Stava cominciando a sudare freddo.
"Potremo tornare indietro, dovremmo superare sola barriera senza scudi", ipotizzo’ Reane.
"Potremo programmare gli scudi con la stessa frequenza di oscillazione delle barriera, in questo modo ogni colpo aumenterebbe la loro potenza invece di abbassarla", disse Haret. Nos lancio’ a Namari uno sguardo interrogativo.
"E’ possibile, ma potrebbe non avere effetto", rispose Namari.
"Terza bordata in arrivo", avverti’ Jaxa. Stavolta la nave vibro’ violentemente e tutti si dovettero aggrappare a qualcosa di solido per non cadere dalle loro postazioni. Gli smorzatori inerziali muggirono per lo sforzo.
"Scudi al dieci per cento", disse Renae.
"Namari modula la frequenza degli scudi", ordino’ il capitano.
La dottoressa Place armeggio’ con i comandi per un lunghissimo attimo.
"Eseguito", disse alla fine deglutendo a fatica.
"Stiamo per essere colpiti un’altra volta", disse il capo della sicurezza afferrando saldamente la sua consolle, "Prepararsi all'impatto!", disse.
La barriera colpi’ la nave stellare due secondi dopo, ma gli scudi ad energia assorbirono l'impatto ed aumentarono di potenza. Nessuno si accorse di nulla.
"Scudi di nuovo al quaranta per cento!", esulto’ Renae.
"Tenente O'Connor un po' di contegno", gli disse il capitano, lei arrossi’ violentemente, poi Nos si volto’ verso Namari ed Haret, "Bel lavoro tenente comandante, ed anche a lei dottoressa"
"Continuiamo su questa rotta?", chiese Benson.
"Affermativo", rispose il capitano, "Una volta usciti da questa anomalia dirigiamo verso la Base Stellare piu’ vicina", ordino’.
Quando la nave raggiunse lo spazio 'normale' i suoi scudi erano tornati al massimo.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


"A lei il comando signor Terik", disse il capitano alzandosi.
Si avvio’ verso l’elevatore e la dottoressa Place lo segui’. Quando furono entrati, Nos comando’ al computer il ponte in cui si trovava il suo alloggio.
"Nos...", inizio’ Namari cercando le parole giuste, "...ti volevo ringraziare per avermi dato la possibilita’ di provare le mie teorie"
"Il mio dovere come capitano e’ quello di ascoltare tutti i consigli...", inizio’ a rispondergli lui evasivo. Namari premette il pulsante che bloccava il turboascensore a meta’ del suo cammino.
"Nos, ti devo parlare. E’ una cosa che devo sapere, durante l’anno di accademia che abbiamo passato assieme tu mi amavi veramente?", gli chiese guardandolo negli occhi.
"Si molto", gli rispose lui sinceramente, "Solo che non ho mai trovato un modo per fartelo capire, poi hai cambiato corso ed io non ho piu’ saputo dove cercarti"
"Non e’ una scusa buona, conoscevi abbastanza persone per riuscire a rintracciarmi. Se davvero l’avessi voluto", gli disse con voce dura la ragazza.
"Hai ragione", avrebbe voluto dire, ma non lo fece e cambio’ discorso.
"E tu mi amavi ancora quando eravamo sulla Starblazer?", gli chiese cinico.
"Ti amavo ancora moltissimo Nos", la sua voce era tornata dolce e calma.
"Allora perche’ non hai aspettato che fossi dimesso dall’ospedale, allora avremmo potuto ricominciare...", ora era la voce del capitano ad essere dura.
"Non lo so, forse pensavo che era piu’ giusto cosi’...", la sua voce si spense mentre abbassavo lo sguardo a terra. Ci fu un lungo attimo di silenzio tra i due, poi Deran gli sollevo’ delicatamente il viso fino a che i loro occhi si incontrarono.
"Allora vedi, tutti e due abbiamo fatto degli errori e tutti e due ce ne siamo pentiti. E’ inutile accusarci a vicenda di cio’ che abbiamo o non abbiamo fatto", gli disse con voce dolce. Poi premette un pulsante dell’elevatore che riprese la su corsa. Ci fu di nuovo un lungo attimo di silenzio, poi Namari riprese a parlare.
"Nos, forse potremo ricominciare. Io ti amo ancora, e se anche tu mi ami potremo metterci assieme...", il capitano gli mise un dito sulle labbra facendole segno di tacere.
"Namari, tu sei stato il mio primo amore e per questo non ti dimentichero’ mai. Se proprio lo vuoi sapere, si ti amo ancora, e sento che ti amero’ per sempre ma...", gli disse calmo.
"C’e’ un’altra donna vero?", gli sibilo’ lei in risposta.
La domanda lo colse di sorpresa.
"Amo davvero un’altra donna?", si chiese e poi ripenso’ al sorriso di Renae, "Forse", si rispose. "Ma perche’ sto reagendo cosi’?", si chiese, "Ho sempre sognato di vivere con Namari ed ora che ne ho la possibilita’ rifiuto". Cerco’ di leggersi nel cuore e scopri’ che una parte di lui avrebbe voluto rispondere ‘No’, ma le sue labbra non l’ascoltarono.
"Si", rispose infine.
Lei gli volto’ le spalle e fermo’ il turboascensore sul ponte in cui si trovava, poi si allontano’ con passo deciso lungo il corridoio. Nos avrebbe voluto chiamarla dicendo che l’amava, ma, maledicendosi, premette un pulsante e l'elevatore riparti’.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Epilogo ***


"Diario del capitano supplemento,
siamo ancorati alla Base Stellare 234.
L'e’quipe di scienziati, e con loro Namari,
sono sbarcati. Ho come l'impressione che lei
sia uscita per sempre dalla mia vita ma,
per la prima volta, sono in pace con me stesso..."


"Come sarebbe a dire che l'hai lasciata andare?", chiese esterrefatta Sito a Deran.
Ancora una volta si trovavano nell'alloggio del capitano a parlare.
"E' strano...", rispose franco il bajoriano ancora stupefatto per le sue azioni, "...ho passato tutta la vita a maledirmi per non essermi messo con Namari e poi, quando ne ho avuto l'occasione, l'ho lasciata scivolare fuori dalla mia strada senza fare nulla..."
"Ti conosco troppo bene per crederti", gli disse Jaxa con aria inquisitoria, "Non l'avresti mai abbandonata se non avessi qualcun altro nel cuore..."
Nos la fisso’ sorpreso, non si aspettava che per la sorella fosse cosi’ facile leggergli dentro.
"Hai ragione c'e’ qualcun altro...", rispose lui evasivamente.
"E chi e’?", chiese ansiosa Sito.
"Beh, parafrasando Cirano te la posso descrivere cosi’: "Chi la vide sorridere conobbe l’ideale, ella fa della grazia un niente, ella e’ tale, che pone tutto il divino nel minor dei suoi gesti; ne’ tu montare in conca, Venere, sapresti, ne’ camminare nei boschi fioriti, tu Lucina, com’ella monta in seggiola e com’ella cammina"", cito’ sibillino.
"Oh Nos, ti odio quando fai cosi’", gli disse la ragazza in tutta risposta, "Non farmi stare sulle spine, dimmi chi e’?"
""Un'insidia vivente, una rosa moscata, tra le cui foglie l'amore si nasconde in imboscata"", continuo’ a recitare, poi vide che la bajoriana stava arrabbiandosi sul serio e riprese, "Possibile che tu non l'abbia capito? E' Renae!", gli rispose.
"Renae? Fantastico!", si complimento’ Jaxa, "Quando gli e lo dirai?"
"Beh, per questo mi serve il tuo aiuto...", gli disse il ragazzo con fare complice.

"Gli ho detto che l'avresti raggiunto per una nuova avventura di Marlowe", disse Sito.
Si trovavano di fronte alla porta del ponte ologrammi uno. Tutto era pronto come aveva sperato lui.
"Hai attivato il programma giusto, vero?", chiese Deran.
"Certo, e gli ho detto di aspettarti al primo piano della casa...", gli disse lei.
"Come farei senza di te...", gli disse Nos sorridendogli ed abbracciandola con affetto.
"Smettila di adularmi o mi farai arrossire", gli rispose Jaxa, "Mi raccomando dimmi subito come e’ andata. Non farmi rimanere sulle spine", lo saluto’ dandogli una pacca sulle spalle.
"Va bene", rispose lui.
La porta del ponte ologrammi si apri’ ed il capitano entro’.
"Che i Profeti ti siano acanto", gli auguro’ la bajoriana incrociando le dita.

Deran si ritrovo’ in un giardino che conosceva bene. Quel programma l'aveva creato lui ed era stata la prima ambientazione olografica che aveva provato quando era salito su una nave stellare con un Ponte Ologrammi. Una grande casa si affacciava sul buio boschetto. Era quasi notte e le ombre disegnavano strani mostri sui muri. Il bajoriano inspiro’ profondamente pronto ad affrontare la piu’ difficile impresa della sua vita. Quando si senti’ pronto, raccolse alcuni sassolini e li lancio’ verso la finestra di Reane. Lei poco dopo la apri’ ed usci’ sul terrazzo.
"Chi e’?", chiese sporgendosi verso il basso, "Chi c'e’ la’ sotto?"
"Sono io", rispose il bajoriano.
"Chi io?", chiese lei.
"Sono Nos", rispose lui ancora.
"Iniziamo l'oloromanzo?", lo interrogo’ O'Connor sporgendosi, mentre cercava di vedere meglio il suo interlocutore che si nascondeva tra le ombre.
"No", rispose il capitano, "Vorrei parlarti"
"Scendo subito allora...", disse la ragazza allontanandosi dal parapetto e dirigendosi verso le scale.
"No", la fermo’ lui.
"Sali su, tu?", chiese lei sorpresa tornando ad affacciarsi.
"No", rispose ancora Nos, "Approfittiamo di questa notte che ci copre come un manto"
"Ma non ci vediamo neppure", obietto’ lei.
"Ma e’ proprio questo il bello", rispose Deran, "Tu vedi un mantello nero, io il biancore di una veste. Io sono solo un'ombra, tu sei il preludio di un'alba"
"Non mi hai mai parlato cosi’", affermo’ la ragazza turbata.
"E' vero, perche’ nella notte che mi protegge, ardisco di essere me stesso, ed oso...", gli rispose lui.
"Osi cosa?", chiese la ragazza impaziente.
"Oso parlarti nella piu’ totale sincerita’...", rispose lui calmo.
"Perche’ mi hai mentito in passato?", chiese sorpresa Renae.
"In un certo senso", rispose Nos, "Io ti parlavo attraverso la soggezione che vince chi ti guarda", gli disse e poi aggiunse mormorando, "Sei cosi’ bella", poi riprese il suo discorso, "Ma stasera mi sento come uno che sta per parlarti per la prima volta"
"E' vero, hai come una voce nuova oggi", mormoro’ la ragazza.
"E' la voce del mio cuore", rispose lui, "Fino ad oggi non ho mai osato d'esser sincero, forse per la paura di essere... deriso"
"Deriso? Perche’?", chiese lei.
"Di uno slancio!", rispose il bajoriano, "Il mio cuore si riveste sempre del mio spirito per pudore. Mi lancio per strappare una stella al cielo e poi, per paura di essere schernito, mi chino a cogliere un fiore..."
"E stasera e’ diverso?", chiese la ragazza.
"Si", rispose lui, "Sara’ la notte, il ponte ologrammi o questa situazione ma ora, finalmente, riesco a parlarti. Certo, mille parole sono inutili; basta un niente a trasformare un'amicizia in questo dolce dolore. Ricordi il giorno che sono venuto ad offrirti il posto in plancia? Quel giorno ho notato che avevi cambiato pettinatura, non di molto, ma io l'ho notato", si sposto’ nel giardino ammantato dalle ombre continuando a parlare, "Quando poso gli occhi su di te, diventi talmente la mia unica luce che, come quando si e’ fissato troppo a lungo il sole, si finisce per vedere proiettato dappertutto un disco vermiglio, quando distolgo lo sguardo dal tuo chiarore, ovunque il tuo viso mi brucia gli occhi"
"Ma cosa, non capisco...", mormoro’ la ragazza confusa.
"Ti amo", rispose lui, "Fino ad oggi ho tentennato a dirlo per paura delle conseguenze, ma non potevo piu’ andare avanti cosi’. Sia quel che sia della mia vita o della mia carriera, ma tu dovevi saperlo. Io ti amo!", si fermo’ un attimo sorridendo, "Ah, e’ cosi’ bello dirlo che voglio che tutti lo sappiano. IO TI AMO!", urlo’.
"Io non so che dire", balbetto’, sotto voce, Reane.
"Non c'e’ bisogno che tu dica nulla. L'importante e’ che ascolti tutte le mie parole che, faticosamente, prima escono dal mio cuore e poi si arrampicano fino alle tue orecchie", gli rispose lui.
"Forse c'e’ qualcosa che posso dire", disse la ragazza, "Anche io ti amo"
"Allora e’ tutto finito!", disse il bajoriano arrampicandosi fino sul balcone, "L'ho conquistato un bacio o devo ricominciare ad intessere mille parole forbite per convincerti"
"Zitto e baciami", rispose lei attirandolo a se’.
Fu un bacio molto dolce come non ne aveva mai dati.
Quando le loro labbra si staccarono, rimasero sorridenti, nella penombra, a guardarsi.
"Voglio essere sincero con te", disse Deran, "Le frasi di prima erano del Cirano de Bergerac..."
"Ma le hai adattate per me", rispose lei, "Sei stato dolcissimo"
"Vuoi andare o rimanere ancora un po'?", gli chiese lui tenendogli le mani tra le sue.
"Se per te va bene vorrei restare ancora un po' qui con te", gli disse lei abbracciandolo.
Rimasero stretti a guardare la luna e Nos si beo’ del profumo dei capelli di lei.
"E' la notte piu’ bella della mia vita", penso’, "E' un cosi’ bel momento che nessuno puo’ essere arrabbiato ora..."

"E' impossibile che ci metta cosi’ tanto", penso’ indispettita Jaxa, "Lo sapevo che non dovevo fidarmi di lui..."
Fuori del ponte ologrammi, Sito continuo’ ad irritarsi per il non sapere come era andata ...

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=467256