Star Trek Ardito - Complotti

di lames76
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nota: seconda storia delle tre... che inizia in maniera drammatica e questo e' solo l'inizio della tragedia!



L’infermiera Sonya stava tornando al suo alloggio dopo aver completato il suo turno. Per fortuna, dopo l’avventura nel tempo di pochi giorni prima non c’erano piu’ stati feriti e lei era stata poco occupata. Ma se la situazione fisica era buona, quella mentale invece era pessima. Il Dominio aveva conquistato il pianeta Betazed approfittando del fatto che la Decima Flotta che lo doveva proteggere era impegnata in un’esercitazione. E con il possesso di Betazed, anche gli altri pianeti piu’ importanti della Federazione, come Vulcano, Tellar, Alfa Centauri ed Andor ora erano in estremo pericolo.
Lei si sentiva particolarmente a disagio, avendo passato una grande quantita’ di tempo su Betazed quando era bambina. Amava quel pianeta come amava la Terra e forse di piu’. Se fosse andata a dormire con quei pensieri in testa non sarebbe riuscita a prendere sonno. Forse una capatina al Ponte Ologrammi l’avrebbe distesa un po', si disse ma poi scaccio’ quell’idea, non era quello di cui aveva bisogno.
"Forse devo solo sfogarmi con qualcuno", si disse mordendosi il labbro, "Ma si’, il Consigliere potra’ certamente aiutarmi", e con passo risoluto si diresse verso la stanza della ragazza.
Quando vi giunse di fronte tentenno’, non aveva mai fatto visita alla donna e si sentiva un po' imbarazzata. Scaccio’ quei pensieri con un sospiro e allungo’ la mano per premere il campanello della porta, ma appena si avvicino’ quest’ultima si apri’.
Lei attese che qualcuno uscisse, ma non successe.
La cosa la allarmo’.
Se il consigliere era in camera la porta non avrebbe dovuto aprirsi subito, ma dopo un ordine della ragazza, se non era in camera la porta sarebbe dovuta restare chiusa comunque.
Dopo un attimo di indecisione decise di entrare a vedere cosa succedeva.
"C’e’ nessuno?", chiese sporgendo il capo all’interno.
Le luci erano spente e regnava un silenzio innaturale.
"Computer luci", ordino’ l’infermiera, ma non accadde nulla.
Si arrischio’ a fare due o tre passi nel buio e poi inciampo’ su qualcosa che stava a terra. Riusci’ a mantenere l’equilibrio per miracolo e si giro’ per guardare che cosa era stato che per poco non la faceva cadere. Proprio in quel momento la nave cambio’ posizione e la luce di una stella entro’ ad illuminare l’ambiente e l’infermiera Sonya improvvisamente vide su cosa era inciampata.
Era in corpo senza vita del Consigliere Zarton.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Deran si sentiva la gola secca ed il suo cuore batteva all’impazzata. Si trovava nell’alloggio del consigliere e stava assistendo al lavoro della squadra medica che stava effettuando tutte le rilevazioni possibili sul corpo della ragazza, prima di poterla spostare. L’infermiera Sonya era seduta su di un divanetto ed in questo momento era interrogata sull’accaduto, da Sito. Finalmente il dottor Relok si alzo’ e diede ordine di portare il corpo in infermeria. Mentre gli passava accanto Deran lo blocco’.
"E’ stato un incidente?", la sua voce aveva un suono simile a quello della carta vetrata passata sul legno.
"Devo effettuare ancora delle rilevazioni", rispose il vulcaniano con una voce incredibilmente calma e rilassata, "Ma posso escluderlo. E’ stata uccisa"
A Nos sembro’ che quelle ultime parole rimbombassero all’interno di tutti i corridoi della nave, anche se il medico le aveva solo sussurrate.

"La situazione e’ molto seria", la voce di Nos era tornata normale, ma la sua gola continuava a rimanere secca, "Quando siamo tornati dal passato ci siamo ritrovati vicino a Betazed ed abbiamo scoperto che il pianeta federale era stato catturato dalle forze del Dominio. Cosi’ ora ci troviamo dietro le linee del nemico su di una nave che ha bisogno di riparazioni"
"Meno male che l’occultamento funziona", mormoro’ Melixa.
"Ed ora ci ritroviamo anche a dover indagare su di un omicidio!", il bajoriano digrigno’ i denti, "Vorrei essere in prima linea nelle indagini…", sospiro’, "…ma i miei gradi me lo impediscono. Proprio ora che il nostro consigliere… non c’e’ piu’, devo essere completamente disponibile con tutti e non potrei esserlo se impiegato in queste indagini", un altro sospiro fermo’ il suo discorso, "Quindi affido a te Sito il compito di trovare il colpevole"
"Faro’ del mio meglio", rispose la bajoriana, "E ti assicuro che lo prendero’"
Pochi minuti dopo la riunione fu sciolta e tutti uscirono dalla sala tattica. Deran riusci’ a far rimanere con se’ Renae.
"Ho bisogno di un enorme favore", gli disse sotto voce, "Potresti indagare anche tu sul delitto? Non ufficialmente naturalmente!", la ragazza lo guardo’ incerta, "Non e’ che non mi fido di Sito, ma penso che quattro occhi vedano meglio di due"
La ragazza annui’ e poi usci’ anch’essa dalla stanza.

Il capitano entro’ in infermeria con passo rapido. Il dottore lo aveva convocato d’urgenza e lui si era precipitato preoccupato che fosse successo qualcosa d’altro di grave.
"Cosa e’ successo signor Relok?", chiese non appena vide il vulcaniano.
"Il tenente Hawiland e’ stato ricoverato qui pochi istanti fa", la calma del medico era irritante, "Come sa, ha continuato ad indossare la tuta da attivita’ EV per non influenzare le femmine dell’equipaggio", il bajoriano annui’, "Ebbene, questo non ha funzionato a dovere", tra le dita teneva un piccolo dispositivo elettronico, "Si e’ rotto ed ha inserito nella sua dose d’ossigeno una dose di un gas inodore ma letale. L’abbiamo salvato appena in tempo"
"Un altro tentato omicidio o un comune incidente?", si chiese Nos preoccupato, ma accantono’ i suoi dubbi per chiedere, "Come sta ora?"
"E’ proprio questo il motivo che mi ha indotto a chiamarla, guardi lei stesso", rispose sibillino Relok.
Nella sala isolata dell’infermeria il tenente Hawiland era seduto su di un lettino diagnostico assistito dall’infermiera Sonya.
"Mi sembra che stia bene", il bajoriano era sollevato nel constatarlo ma non capiva cosa avesse voluto dire il suo dottore.
Ma alla fine capi’. L’infermiera Sonya non aveva tute protettive e si stava comportando normalmente al cospetto di Richard.
L’effetto Hawiland era scomparso.
Il capitano si giro’ per chiedere spiegazioni, ma il vulcaniano lo anticipo’ scrollandosi le spalle come a dire che non ne sapeva di piu’.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


L’attivarsi dell’allarme rosso scaccio’ ogni pensiero dalla testa di Deran. Si trovava a camminare lungo il corridoio che portava dall’infermeria verso il primo turbo ascensore e pochi istanti dopo che le luci rosse iniziarono a lampeggiare.
Lui si ritrovo’ a correre.
Meno di un minuto dopo entro’ in plancia e si sedette alla sua postazione.
"Abbiamo rilevato una distorsione di fase a meno di settecento chilometri da noi", anticipo’ la richiesta di rapporto Sela, "Cosi’ ho deciso di mettere la nave in stato di allerta"
"Una distorsione di questo genere...", Nos stava analizzando i dati dal suo computer, "...puo’ indicare la presenza di una nave occultata"
Come a rispondere a quelle sue parole sullo schermo la visuale cambio’. Lo spazio parve tremare ed uno sparviero klingon apparve dove prima non c’era nulla. La nave era visibilmente danneggiata e da parecchie falle, si vedeva sibilare fuori l’ossigeno. Inoltre non riusciva a rimanere l’assetto costante e, di conseguenza, pareva roteare su di un suo asse.
"Stanno per perdere il contenimento del nucleo di curvatura!", esclamo’ il guardiamarina Naxton, un benzina che stava sostituendo Renae alla sua postazione.
"Disattivare l’occultamento...", ordino’ il bajoriano.
"Ma capitano!", obietto’ la romulana, "Se lo facciamo potremmo essere facilmente rilevati!"
"...Deran a sala teletrasporto", continuo’ Nos come se non l’avesse sentita, "Preparatevi a portare a bordo l’equipaggio della nave klingon!"
Sela trattenne a stento un ringhio sordo.
"Non possiamo lasciarli morire senza fare nulla!", Deran gli parlo’ sotto voce ma con decisione.
"Tutti a bordo capitano", riferi’ l’addetto al teletrasporto.
"Bene occultiamoci e spostiamoci piu’ lontano", fini’ il bajoriano alzandosi e avviandosi verso l’uscita.
Pochi istanti dopo lo sparviero klingon esplose rilasciando, in un ultimo bagliore di gloria, mille lampi scintillanti.
Interludio
La figura sedeva di fronte al terminale del computer nella stanza dell’ex consigliere Zarton. Le sue dita si spostavano veloci sui comandi e stavano cercando informazioni che potessero portare nuova luce sulla sua morte.
Era arrivato a buon punto quando senti’ un rumore provenire da fuori della stanza. Con una calma invidiabile, spense lo schermo, si alzo’ e si sposto’ nel bagno, mettendosi poi ad ascoltare.
"Se non ci fossi stata tu con i codici non sarei mai riuscita ad entrare!", Renae era soddisfatta del lavoro della sua compagna, Sito. Entrarono nella stanza buia ed accesero le luci, poi la ragazza si sposto’ verso il computer, "Ed ora mettiamoci al lavoro!"
"Ho scoperto per caso che i diari personali del consigliere Zarton erano stati cancellati", spiego’ Sito mentre guardava, "Se riesci a recuperarli sei un genio!"
Renae si sedette di fronte al computer, lo accese, mentre Sito le restava alle spalle, e inizio’ a lavorarci. Dal bagno l’ombra sorrise, forse quella scocciatura gli avrebbe semplificato il lavoro, si disse. L’ufficiale scientifico impiego’ venti minuti per trovare cio’ che cercava. Riusci’ infatti a ripristinare gran parte dei file cancellati, che facevano parte di un diario personale e di lavoro di Erika, ma purtroppo non tutti.
"Beh, vediamo questi cosa ci dicono", sussurro’ iniziando a leggere.
"Diario personale del consigliere.
Sono felice di aver accettato questo incarico, finalmente riesco far parte di un vero tentativo di pace fra le due culture che hanno segnato la mia vita.
Ho iniziato a leggere i CV di tutti i membri dell’equipaggio e spero di non trovare nulla di strano.
Sono anche felice di poter lavorare con Nos. Chi l’avrebbe detto che quel timido cadetto che, ai tempi dell’Accademia si era preso una cotta per me, sarebbe arrivato cosi’ in alto."
"Ehi! Questo Deran non me l’aveva detto", penso’ ingelosita la ragazza, poi riprese a leggere.
C’erano diversi frammenti perduti fino ad un’annotazione importante.
"Sapevo che Loro non avrebbero tollerato questo tentativo di pace! Ah, ma io ora so chi e’ l’impostore e sono pronta a denunciarlo! Non permettero’ che questa Utopia venga distrutta dal volere di pochi folli!"
Da qui in poi tutte le parti del diario erano andate distrutte.
"Resta solo piu’ questa scritta che ho trovato nelle note, ma non penso sia importante", tocco alcuni comandi e fece apparire il testo.
"Resto e Loro ora capiscono... NB clingon sbagliato"
"Deve essere un errore...", mormoro’ Sito.
"Mi spiace Jaxa, non posso fare di piu’", disse sconsolata il tenente O’Connor.
"Hai gia’ fatto piu’ del necessario", la rincuoro’ la bajoriana, "Vedrai che con questi elementi troveremo il colpevole"
Pochi istanti dopo le due ragazze uscirono da quella che era stata la stanza del consigliere e l’ombra riprese il suo lavoro davanti al computer.
"Il tenente O’Connor ha fatto un buon lavoro", si disse mentre leggeva i diari, "Ma non e’ addestrata a leggere fra le righe come lo sono io..."


Nell’infermeria, ora c’era un vero e proprio caos, anzi, sembrava di essere in un girone dell’inferno. Stipati nel poco spazio c’erano dieci klingon, tutti che mostravano chiaramente i segni di un combattimento corpo a corpo. Le ferite, le lacerazioni ed il sangue non si contavano.
Deran appena vi entro’ si diresse verso il dottor Relok.
"Com’e’ la situazione?", chiese sotto voce.
"Hanno patito sia per le ferite sia per la carenza di ossigeno", rispose il vulcaniano, "Ma se la caveranno"
Il bajoriano si fece anche dire se qualcuno poteva parlare ed il dottore gli indico’ la persona.
Kartok era il capitano dell’altra nave, la IKC HIv, che si era ritrovata, come l’Ardito, dietro le linee nemiche dopo la conquista di Betazed. Il klingon, seppur sofferente, non aveva voluto nessun antidolorifico per poter restare lucido e raccontare cio’ che avevano fatto.
"...tre caccia Jem’Hadar ci hanno rilevato, mentre cercavamo di tornare nello spazio della Federazione. Quei nuch hanno giocato al gatto col topo con noi!", digrigno’ i denti per la rabbia ma anche per il dolore delle ferite, "Ma li abbiamo fatti pentire...", il suo sorriso si trasformo’ in un ghigno e poi in una raggelante risata, "Li abbiamo attirati sulla nostra nave e li abbiamo eliminati uno ad uno...", la sua voce si smorzo’ e, soffocando un gemito di dolore, si porto’ la mano ad un fianco.
"Costola rotta, provvedo subito", riferi’ l’infermiera Sonya.
"E’ stata una battaglia gloriosa...", Deran gli appoggio’ una mano sulla spalla, "Sono onorato di averla qui a bordo"
Il klingon riusci’ a sorridergli a stento, "Ci ha privati della gloria della morte in battaglia...", mormoro’ rabbuiandosi di nuovo.
"Ma vi ho dato la possibilita’ di cantare le nostre gesta che altrimenti sarebbero state sconosciute", fu pronto a rispondergli Deran.
"Capitano, penso che sara’ divertente essere qui a bordo con lei!", ruggi’ mentre, con sincerita’, gli sorrideva.
Poi, il dolore fu troppo, ed il klingon svenne.

Interludio
La stanza era buia, c’era un’unica fonte luminosa e questa era fornita dallo schermo del computer acceso. La persona che gli sedeva di fronte era calmissimo. Con agilita’ sposto’ le dita sui tasti e riusci’ a collegare quella postazione direttamente al deflettore della nave, poi attivo’ una comunicazione criptata, mascherandola con delle emissioni subspaziali.
"Attivare la comunicazione", sussurro’ alla macchina.
La sua voce era distorta da un qualche strumento meccanico.
Il logo della Federazione lascio’ il posto ad un logo strano, contorto.
Poi ci fu un leggero lampo sullo schermo, era il segnale che aspettava, significava che poteva parlare perche’ il messaggio sarebbe stato trasmesso.
"Ammiraglio Dexter...", disse con una flemma impensata, "...sono stato costretto a comunicare nonostante il suo ordine di mantenere il silenzio radio", fece un’altra pausa teatrale, "So per certo che su questa nave c’e’ un ‘Elfo Scuro’"
Rimase ancora un istante in silenzio.
"Sono sicuro ora", disse con voce roca, "Questo significa che stanno facendo il doppio gioco", sorrise, "Agiro’ di conseguenza"
La persona rimase in silenzio di fronte al monito ormai spento.
Poi sospiro’ ed usci’ dalla stanza.
Fine Interludio

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


"Per ora tutto e’ un fallimento", la voce di Renae era sconsolata.
Lei ed il capitano stavano prendendosi un drink al bar della nave ed intanto, la ragazza usava quel tempo per aggiornare il bajoriano dei suoi progressi nelle indagini.
"L’assassino non solo si e’ dimostrato un vero asso del computer, ma e’ anche stato bravissimo a non lasciar nessuna prova... non ho niente su cui indagare", sprofondo’ la testa tra le braccia che teneva sul tavolo.
Deran la abbraccio’ per un lungo istante, "Non fa nulla.", cerco’ di rincuorarla lui, "Neanche Sito sta facendo progressi"
Mentre parlavano Deran si accorse di una cosa strana. Nel bar, in quel momento, s’erano molte persone ed addirittura tutti gli ufficiali superiori della nave. Improvvisamente il convulso vociare di tutta quella folla si fermo’, si fermo’ a causa di un rumore improvviso. Un centurione romulano aveva lasciato cadere a terra il suo bicchiere che era andato in mille pezzi. Ma non era questa la cosa strana ma il fatto che, dopo aver lanciato una lunga occhiata alla sala si affretto’ ad uscire.
"...ma ti prometto che cerchero’ di trovare qualcosa", le parole di O’Connor lo fecero ridestare dai suoi pensieri.
"Ne sono certo", riusci’ solo a dire.

"Non posso credere che quel maledetto assassino sia qui a bordo!", il centurione Manik riusci’ a stento a calmarsi. Aveva riconosciuto senza ombra di dubbio il suo incubo peggiore. La persona che aveva contribuito piu’ di tutte a far arrestare e poi uccidere, i suoi genitori. Lui si era salvato solo perche’ un vicino aveva detto che era suo figlio e non il loro.
Il cuore gli batteva a mille per la rabbia, "Se l’avessi smascherato davanti a tutti sarebbe stato un trionfo... ma la paura mi ha bloccato! Maledizione!"
Entro’ nel suo alloggio con passo sicuro e riusci’, finalmente a riprendere il controllo dei suoi pensieri.
La porta sibilo’ e si apri’. Sulla soglia stava una figura che lui ben conosceva.
Non vi rimase per molto, infatti subito entro’ nella stanza.
"So perfettamente chi sei!", sibilo’ il centurione Manik rivolto al nuovo venuto.
L’altro gli lancio’ uno sguardo carico d’odio ma non si scompose piu’ di tanto, faceva quello sporco lavoro da cosi’ tanto tempo che nulla poteva scalfirlo. Certo, essere stato riconosciuto durante una missione che richiedeva l’anonimato era estremamente seccante, ma lui era consapevole che non tutte le missioni potevano scorrere lisce come l’olio. Guardando Manik si accorse che questi era spaventato, cosa del tutto normale se davvero lo conosceva, ma era anche sicuro di se’.
"Il tuo camuffamento e’ buono, ma fin dall’inizio hai avuto un’aria famigliare", anche se sapeva che doveva essere l’altro ad avere paura, il romulano tratteneva a stento i tremiti, "Ci ho messo un po' a ricordarmi dove ti avevo visto ma alla fine ci sono riuscito. Non ti ricordi di me, ma ci siamo gia’ incontrati", si fermo’ a respirare.
Si, nonostante la paura quel romulano sapeva di avere il coltello dalla parte del manico... almeno per ora. Aspettando il momento migliore per agire, si alzo’ ed inizio’ a guardare, con noncuranza i vari ninnoli che adornavano la cabina.
"E so anche cio’ che hai fatto...", mormoro’ il romulano sogghignando, "E diro’ tutto se ne saro’ costretto", la sua voce era tutt’altro che calma.
Il suo compagno di conversazione sorrise e poi inizio’ a scuotere il capo. Infine si sposto’ e gli si avvicino’ come per sussurrargli qualcosa in un’orecchia.
"Questa cosa non dovevi dirla", la sua voce era poco piu’ che un sibilo, "Ora saro’ costretto a prendere provvedimenti"

"Dopo lo scoppio della IKC HIv...", stava dicendo Sela, "Diverse navi Jem’Hadar hanno iniziato a scansionare il sistema con i loro raggi"
"Controllano se ci sono altre navi occulatate", mormoro’ in rispose Deran.
Erano nella sua saletta tattica ed il capitano si stava facendo aggiornare sulla situazione esterna.
"Si, ma noi ci stiamo movendo sempre dietro le loro pattuglie in modo da essere sempre alle loro spalle e mai davanti ai loro raggi", la romulana era raggiante per la sua condotta.
Prima che Nos potesse complimentarsi con lei il suo comunicatore trillo’.
"Capitano presto deve venire al bar!", urlo’ la voce di un addetto, "E porti la sicurezza!"
Con estrema velocita’ e molto nervosismo, il bajoriano usci’ dalla sua sala e si diresse verso il bar. Subito Sito ed una squadra della sicurezza gli si fecero dietro.
Giunti nel locale di ricreazione scoprirono che il motivo di quell’emergenza erano i klingon. Infatti l’equipaggio alieno stava combattendo a suon di pugni con alcuni romulani del suo equipaggio.
"Adesso basta!", penso’ Deran. Con passo veloce raggiunse il capitano Kartok che stava pacificamente bevendo da un boccale come se nulla stesse succedendo.
"Richiami i suoi uomini!", gli ruggi’ contro.
"Oh capitano Deran si unisca a me a bere un buon boccale di vino di sangue klingon", gli rispose invece l’altro.
"Ho detto richiami i suoi uomini!", stavolta il suo tono era maggiormente intimidatorio.
"Ma stanno solo divertendosi un po'...", il klingon assunse l’espressione di un bambino che e’ appena stato richiamato dal genitore.
"E va bene, l’ha voluto lei!", ruggi’ fuori di se il bajoriano, "Computer attivare il Campo di Contenimento Sommosse settato sulla fisiologia klingon! Codice Deran Ro-Omicron-Beta-Sette!"
Alla fine di quelle parole un lampo di luce istantaneo fece chiudere gli occhi a tutti. Alla loro riapertura i klingon erano tutti a terra svenuti. Sito lancio’ un’occhiata interrogativa a Nos.
"Regalo della Flotta Stellare", spiego’ lui, "Visto che all’inizio c’era la possibilita’ di un ammutinamento da parte dei romulani mi hanno messo questo... asso nella manica"
Si fermo’ a guardare le sagome dei guerrieri distesi a terra mentre i romulani si alzavano e cercavano di ricomporsi.
"Porta tutti questi piantagrane...", disse indicando i klingon, "...alle celle detentive"
Detto questo si giro’ ed usci’ dalla sala.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Renae, dopo giorni di tensione pura, aveva sul volto un sorriso. La bajoriana che la stava guardando sorrise a sua volta vedendola, sicuramente stava portandogli buone notizie.
"Questo potrebbe esserti d’aiuto", disse O’Connor a Sito.
"Che cos’e’?", chiese in riposta l’altra.
"La lista degli ultimi appuntamenti del consigliere", spiego’ la ragazza, "Sono finalmente riuscita a decancellarla"
"Bene ora forse abbiamo qualcosa su cui lavorare", sospiro’ la bajoriana.
Si diressero verso l’infermeria dove il dottor Relok stava finendo di medicare i romulani che erano stati feriti dalla rissa con i klingon. La bajoriana parlo’ con il vulcaniano e poi, insieme a Renae che li seguiva, entrarono nella saletta del dottore della nave.
"Ora confronteremo i rilevamenti effettuati nella stanza del consigliere e li confronteremo con la lista degli ultimi appuntamenti", spiego’ Relok.
"L’equipe del dottore ha scansionato tutta la stanza di Erika prima che entrassero le mie squadre, cosi’ abbiamo il DNA di tutte le persone che sono state nella sua stanza", Sito aveva una espressione sicura negli occhi, "Fino ad ora non sarebbe servita, chiunque avrebbe potuto difendersi dicendo che era passato da lei per un colloquio, ma ora...", sorridendo, batte’ alcuni colpetti sul DiPAD che gli aveva dato la ragazza.
"Ecco fatto", disse il dottore una volta finito di richiamare i dati che aveva raccolto, "Vi lascio al vostro lavoro"
Una volta che Relok fu uscito dalla stanza la bajoriana inseri’ i suoi dati e fece il confronto. Il computer impiego’ pochi secondi a dare il suo responso.
"Ecco qui il nostro uomo!", esulto’ Jaxa indicando con un dito il nominativo, "Centurione Manik"

La stiva di carico tre era stata riadattata a cella di detenzione per permettere l’arresto di tutti e dieci i klingon. Il capitano Deran ora si trovava di fronte al campo di forza che lo separava dal capitano della nave klingon.
"Ci faccia subito uscire di qui!", gli ruggi’ contro Kartok con rabbia.
"Ho salvato la vita a lei ed ai suoi uomini, le ho curato le ferite e lei, come ringraziamento, mi distrugge la sala ricreativa per una rissa... e ora mi dice che io dovrei lasciarla uscire?", il bajoriano lascio’ che dalla sua voce trasparisse tutta la rabbia repressa negli ultimi giorni.
"Capitano le posso parlare in privato?", il klingon sembrava piu’ calmo ora.
Nos fece un cenno ad un addetto alla sicurezza che spense il campo di prigionia per il tempo di poter lasciar uscire il klingon. Poi i due si avviarono per i corridoi della nave fino a ritrovarsi in uno spazio vuoto.
"Cosa voleva dirmi?", chiese non nascondendo la scocciataggine, il bajoriano.
"E’ una cosa strana...", mormoro’ Kartok, ogni sua parola gli costava tantissimo dirla, "...ma da quando siamo sulla sua nave i miei uomini si comportano in modo strano. Sono piu’ violenti del solito, mente io sono piu’ permissivo"
"Ammetto che, detto da un klingon, e’ veramente una cosa strana", il bajoriano non riusci’ a nascondere il sarcasmo.
"Non mi sono spiegato", si corresse il klingon, "Ora si comportano piu’ brutalmente e senza onore, ma le posso giurare che prima erano un ottimo equipaggio"
"E cosa mi consiglia di fare?", adesso Nos era piu’ interessato.
"Non lo so, ma sono sicuro che non e’ colpa nostra, forse e’ a causa della nostra impotenza qui o...", Kartok sembrava stranamente stanco.
"Ho capito capitano", rispose Deran, "Ma per ora e’ meglio che resti con i suoi uomini e li faccia calmare, cercheremo insieme una soluzione"
Detto questo riporto’ in cella il klingon e poi torno’ in plancia.

La porta dell’alloggio del centurione Manik si aprirono con un sibilo. Sito, seguito da tre addetti alla sicurezza fece irruzione nell’ambiente impugnando le armi. All’interno c’era il buio.
"Computer luci!", ordino’ la bajoriana.
Appena l’illuminazione si accese la ragazza pote’ vedere che le sue paure non avevano motivo di esistere. Manik non sarebbe fuggito, ora non poteva piu’ farlo.
Infatti, il romulano si era impiccato al centro del suo alloggio.

"Abbiamo trovato questo DiPAD sulla scrivania del romulano", continuo’ a spiegare Sito, "Contiene una confessione dell’omicidio del consigliere Zarton. Dice che l’ha uccisa in preda ad un raptus ed alla fine non e’ piu’ riuscito a vivere con quella colpa sulle spalle. Per questo si e’ ucciso"
Tutti gli ufficiali superiori erano riuniti nella sala riunioni della nave federale/romulana. A poco a poco che il racconto delle indagini del capo della sicurezza veniva spiegato, sul loro volto la tensione accumulata in quei giorni lasciava il posto alla tranquillita’.
"Allora possiamo archiviare il caso come risolto", ipotizzo’ il dottor Relok.
"Per quanto mi riguarda si", la bajoriana sorrise soddisfatta, poi lancio’ un’occhiata a Deran.
Il bajoriano sospiro’ e guardo’ negli occhi tutti i presenti, poi annui’ a sua volta.
"Il caso e’ chiuso", la sua voce riempi’ il silenzio che c’era nella stanza, "La riunione e’ tolta, potente andare"
Uno ad uno tutti abbandonarono la sala.

Renae si mise al fianco di Nos che, come al solito, stava osservando dal suo oblo’ il baluginio delle stelle. Quello che voleva dire al suo superiore era una cosa terribile e non sapeva come fare. Ma lui doveva saperlo, non solo perche’ era il capitano di quella nave, ma anche e soprattutto, perche’ lo amava.
Cosi’ si schiari’ la voce e parlo’.
"Nos io...", le parole gli morirono in gola ma lei si sforzo’ di continuare, "...devo dirti una cosa"
Lui, dopo un lunghissimo istante, si volto’ a guardarla negli occhi.
"Abbiamo passato tanto di quel tempo sul Ponte Ologrammi ad impersonare le avventure di Marlowe, che penso di aver sviluppato una specie di ‘istinto’ in faccende come questa", si fermo’ per prendere un grande respiro, la cosa che gli voleva dire veniva subito dopo, "Credo che ci siamo sbagliati. Credo che l’autore l’assassinio non sia il centurione Manik"
Ancora un lunghissimo istante passo’ tra i due, poi Deran rispose.
"Lo so", le sue parole rimasero come sospese tra di loro.
"Ma allora...", Renae balbetto’ la sua sorpresa.
"Tutte le prove portavano a Manik", rispose calmo il bajoriano continuando a guardare negli occhi la ragazza, "Ed il modo in cui Sito ha condotto le indagini e’ stato esemplare"
"Ma se anche tu credi che non sia lui dovevi fare qualcosa...", le sue obiezioni erano ostacolate dalla sorpresa.
"Qualcuno si e’ dato parecchio da fare per farlo incolpare", continuo’ a dire il capitano, "Qualcuno dannatamente in gamba e soprattutto senza scrupoli "
"Ma perche’ non l’hai detto?", non riusciva proprio a capire il ragionamento di Nos.
"Uno come quello non si sarebbe fatto scoprire", cerco’ di spiegargli lui, "Sarebbe riuscito a mescolare le carte tanto bene che non saremmo mai riusciti a scoprirlo", sospiro’ stringendo i pungi, "Ma ora si sente sicuro"
"E quindi non si preoccupera’ piu’ tanto e quindi potrebbe fare degli errori", finalmente il ragionamento del bajoriano non suonava piu’ cosi’ astruso, ma per lei c’era ancora qualcosa che non andava bene, "Ma cosi’ lo hai lascito libero di agire ancora!"
"E’ per questo che dovremo stare attenti", gli rispose lui cercando le sue mani, "Ma ti giuro che lo catturero’", le strinse con amore tra le sue, "Si, te lo giuro"

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Capitolo 6
*** Epilogo ***


"Trovata una corrispondenza", trillo’ all’improvviso il computer.
Deran si sollevo’ di scatto dalla sua poltrona e percorse il breve tratto che lo separava dall’oggetto. Quando lo raggiunse controllo’ di non essersi sbagliato e scopri’ che non l’aveva fatto. Appena saputo dell’omicidio aveva attivato un vecchio programma che non aveva piu’ usato da quando era uscito dal servizio segreto. Questo semplice ed a prima vista innocuo algoritmo, monitorava tutti i sistemi della nave e cercava corrispondenze con i codici di cripatatura conosciuti. Ora sembrava che ne avesse effettivamente trovato una. Nos si sedette comodamente sulla sua sedia ed inizio’ a decrittare il segnale. Impiego’ piu’ di dieci minuti ma alla fine ci riusci’ e fece partire la registrazione.
Sullo schermo apparve un logo che lui conosceva bene. Era quello del servizio segreto della Flotta.
"Ammiraglio Dexter...", disse una voce calmissima, purtroppo contraffatta da qualche macchinario che impediva di riconoscerla, "...sono stato costretto a comunicare nonostante il suo ordine di mantenere il silenzio radio", fece un’altra pausa teatrale, "So per certo che su questa nave c’e’ un ‘Elfo Scuro’"
A quella notizia Deran si blocco’. Sapeva bene che con il termine ‘Elfo Scuro’ il servizio segreto indicava un romulano. Non aveva senso, sulla sua nave ce n’erano decine! "A meno che...", mormoro’ fra se e se, "A meno che non intenda un membro della Tal Shiar..."
"Sono sicuro ora", disse con voce roca, "Questo significa che stanno facendo il doppio gioco", sorrise, "Agiro’ di conseguenza"
La comunicazione fini’ bruscamente.
"Ma cosa diavolo sta succedendo!", penso’ il bajoriano intimorito, "Servizio Segreto Federale, Tal Shiar ... doppio giochi, omicidi..."
Si prese la testa fra le mani frustrato.


Continua...

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