Star Trek Ardito - New Worlds - L'Imbarco

di lames76
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Appena sbarcato nei cantieri navali di Utopia Planitia, Deran si fece accompagnare nella stanzetta che lo avrebbe ospitato fino al suo imbarco sulla sua nuova nave. Appena fu solo si sedette di fronte al computer e richiamo’ i dati storici, dalla battaglia di Nerendra III fino alla data stellare attuale. La storia non era cambiata tranne che per alcune persone... che lui ben conosceva.

Sito Jaxa
La bajoriana era stata data per dispersa nella missione segreta affidatale dal capitano Picard, ma era stata salvata solo tre mesi dopo. Infatti, per una soffiata anonima (che Nos capi’ fosse nata da lui stesso... o almeno dal suo lui di quella linea temporale!) si era scoperta la sua detenzione in un campo di lavoro cardassiano. Tramite un lavoro diplomatico era riuscito a liberarla. Ora la bajoriana era ufficiale tattico sull’Enterprise-E con il grado di Tenente Comandante.

David Forrester
Essendo Sito, stata liberata tramite un’azione diplomatica, David Forrester non era morto. Ora era un tenente comandante addetto ad una sezione di cartografia stellare dell’Enterprise-E. Era attualmente fidanzato con la bajoriana.

Harrison Texton
Il "vecchio" capitano della Sutherland era tutt’ora al comando della sua nave. Grazie ad un’intuizione di Deran, allora sui primo ufficiale, era scampata ad un’imboscata del Dominio.

Melixa Haret
Era uno degli ingegneri della Sutherland. Prima di partire per il suo nuovo incarico, Nos aveva chiesto alla giovane di diventare il suo futuro ingegnere capo e lei aveva accettato.

Erika Zarton
Attualmente impegnata in una missione di pace su di un pianeta all’interno della Zona Neutrale Romulana. Aveva accettato di buon grado il trasferimento come consigliere a bordo dell’Ardito.

Renae O’Connor Dawson
Quando Deran lesse un secondo cognome dietro al primo, della sua fiamma, rimase stupito. La ragazza non gli aveva mai accennato al fatto di averlo! Ma poi, con incredulita’, lesse il suo CV . Renae O’Connor, la sua Renae, in quella linea temporale era sposata! Era sposata con un tale Ben Dawson, civile imbarcato a bordo della Sutherland.

Dopo aver riletto per piu’ di dieci volte, per essere sicuro di non sbagliare, il CV di Renae, Deran sprofondo’ nella sua poltrona. Aveva alterato completamente la sua linea temporale per poter salvare il suo amore dalla morte. Ci era riuscito ma solo per scoprire che non poteva piu’ averla.
Attivo’ una comunicazione con la USS Gorkor, la nave su cui prestava attualmente servizio Erika e la contatto’.
"Che piacere rivederti Nos!", lo saluto’ lei non appena lo vide, ma poi capi’ dall’espressione di lui che qualcosa non andava.
"Devi farmi un enorme favore", la sua voce era bassa e roca, "Dovresti completare la lista dei miei ufficiali superiori al posto mio..."
"Va bene, ma appena arrivo a bordo dobbiamo parlare", rispose la ragazza ed il bajoriano annui’, "Che ruoli ti mancano? "
"Faccio prima a dirti quelli che ho. Ingegnere capo, consigliere e capitano...", rispose lui con un amaro sorriso sulle labbra.
"Faro’ del mio meglio, Zarton chiudo", fini’ la comunicazione la ragazza.
Deran si lascio’ andare.
Ora non doveva fare altro che aspettare.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Passo’ una settimana e Deran riusci’ ad uscire dal suo torpore. Si convinse che era meglio cosi’, piuttosto che pensare a Renae morta, preferiva vederla felice con un altro uomo. Fece parecchi giri sulla sua nuova nave ed imparo’ a memoria tutti i corridoi e le sezioni. Si fece spiegare al meglio dagli ingegneri le migliorie ed i vari accorgimenti tecnici usati durante la costruzione.
Alla fine del settimo giorno ando’ a ricevere Erika e Melixa che erano appena arrivare con un Runabout al complesso residenziale di Utopia Planitia. Le accolse felicemente e poi le accompagno’ nel suo alloggio dove offri’ loro una cena. Al termine della quale inizio’ a raccontare la sua storia.
Aveva maturato la decisione di raccontare proprio tutto alle due donne perche’ sapeva di potersi fidare di loro. Racconto’ con calma, con atteggiamento quasi distaccato, ricordando tutti i particolari. Alla fine rimase in silenzio a guardare le due donne.
"Nos ti rendi conto di quello che ci hai appena confessato? ", gli chiese il consigliere stupita, "Se e’ tutto vero, tu hai infranto uno dei regolamenti piu’ importanti della Flotta Stellare, la Prima Direttiva temporale! "
"Lo so ma non me ne pento", risposte calmo il bajoriano.
"Ti capisco, sono stata innamorata anche io...", mormoro’ Erika, "...ma se tutto e’ andato come dici, perche’ tu ricordi tutto mentre noi no? "
"Questo non te lo so spiegare", scosse il capo senza una risposta.
Rimasero di nuovo in silenzio.
"Vuoi vedere le schede degli ufficiali? ", chiese il consigliere Zarton per rompere il ghiaccio.
"Sarete stanche per il viaggio...", fu la risposta del capitano.
"Io a dire il vero vorrei vedere l’Ardito", era stata la prima frase pronunciata da Melixa da quando era salita a bordo.
"Allora andiamo", il bajoriano si alzo’ ed accompagno’ fuori le ragazze.

"La USS Ardito, sara’ l’ultima nave di classe Galaxy prodotta dalla Federazione..."
"Vuoi dire che non ne costruiranno piu’ altre? ", strabuzzo’ gli occhi la giovane ingegnere.
"No... con la guerra contro il Dominio, le navi di classe Galaxy sono diventate troppo costose e troppo lente da costruire", inizio’ a spigare Deran, "Ora come ora tutte le classe Galaxy prodotte lasciano i cantieri appena hanno funzionanti gli armamenti e gli scudi. Non c’e’ piu’ tempo di montare i laboratori scientifici, i giardini botanici, i bar e gli alloggi. Sono in tutto e per tutto navi da battaglia", fece una pausa imboccando un corridoio, "L’Ardito sara’ invece una nave di classe Galaxy fornita di tutto"
"Come mai? ", chiese il consigliere.
"E’ stato deciso di dimostrare che la Federazione non ha perso i suoi principi solo perche’ costretta a combattere una guerra. L’Ardito sara’ il simbolo di tutto quello che la Federazione ha sempre fatto e sempre fara’, esplorare l’universo alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civilta’"
Finirono il giro arrivando sulla plancia della nave.
"Non vedo l’ora di iniziare a lavorare con questa meraviglia", sorrise felice Melixa.
"Ed io non vedo l’ora di iniziare a lavorare con i miei nuovi ufficiali", gli fece eco Deran.
"Bene allora e’ arrivato il momento che tu sappia chi sono", fini’ Erika passando al suo capitano un DiPAD.

Un paio di giorni dopo giunsero sulla nave i nuovi ufficiali e Deran si presento’ in sala teletrasporto a riceverli.
"Il Comandante Tashen e’ in attesa dell’imbarco", l’addetto al teletrasporto lo guardo’ sorridendo.
"Energia", ordino’ Deran.
Dopo lo sfavillio delle luci apparve sulla pedana del teletrasporto il primo ufficiale della nave, una ragazza alta, snella, capelli neri corti che le coprivano le orecchie. Guardo’ il suo capitano e scese i due scalini che la separavano da lui. Le sue movenze erano estremamente eleganti.
"Benvenuta a bordo", esordi’ Nos porgendole la mano.
Phoebe esito’ solo un istante prima di prenderla e stringerla, "Sono contenta di conoscerla capitano. Il suo Curriculum e’ veramente ottimo"
Il bajoriano sorrise amaro pensando che la sua carriera "sfavillante" era dovuta al fatto che sapeva in anticipo cosa sarebbe successo.
Deran poi guardo’ la sua seconda. Noto’ che i suoi occhi, che a prima vista gli erano sembrati neri, avevano dei riflessi verdi e lo stavano osservando con viva curiosita’. Sorrise, "Anche il suo Comandante"
Phoebe continuava a fissarlo negli occhi "Se non ha ancora bisogno di me, penso che andro’ nella mia cabina", il capitano fece per parlare ma lei lo fermo’, "Non si disturbi, conosco la strada", gli si avvicino’ come per sussurrargli un segreto, "Ho imparato a memoria la planimetria della nave"
Dopo aver salutato il suo superiore usci’ dalla sala portandosi dietro il suo bagaglio. Deran rimase qualche secondo a fissare la porta della sala teletrasporto che si era ormai richiusa, dopo il passaggio della ragazza. Poi scosse la testa come a fugare i suoi pensieri e si rivolse di nuovo alla pedana.
"Capitano, il Tenente Comandante Giuliani e G’Ratok sono pronti al trasporto", disse improvvisamente l’addetto al trasporto e Deran fece segno di procedere.
Stavolta sulla piattaforma apparvero due figure maschili, una piu’ imponente dell’altra.
Il primo era un umano, molto alto e decisamente robusto con stampato sul viso un sorriso gioviale. Si scosto’ una ciocca dei suoi capelli castano dorati da davanti agli occhi verdi e porse la mano al suo superiore.
"Capitano e’ un piacere conoscerla", la sua stretta era vigorosa e la voce simpatica.
"E’ un piacere averla a bordo, secondo il suo curriculum lei e’ uno dei migliori scienziati della Federazione...", inizio’ Nos.
"E’ vero capitano... almeno, questo e’ quello che dicono di me, io sono troppo modesto per ammetterlo!", rispose l’ufficiale strizzando l’occhio al bajoriano, "Penso che durante la nostra missione avro’ modo di dimostrarglielo", saluto’ ancora il suo nuovo capitano e si avvio’ per i corridoi.
L’altro nuovo arrivato che si avvicino’ con passo pesante a lui, era un klingon con qualche capello bianco di troppo per essere considerato ancora nel fiore degli anni. Indossava la divisa dell’Impero ed il simbolo della sezione medica gli adornava il petto.
"Benvenuto a bordo", saluto’ Deran, "Sono contento di averla come medico sulla mia nave. Ho sentito racconti incredibili su di lei e..."
"Capitano bando ai convenevoli", rispose il klingon con il suo vocione, "La serviro’ con onore come e’ giusto che sia e sara’ poi lei a giudicare il mio operato. Non so cosa abbia sentito sul mio conto ma le posso assicurare di conoscere i metodi della Federazione per quanto riguarda la medicina. Non posso dire di condividerli in pieno, ma non avra’ di che lamentarsi"
"Apprezzo la sua sincerita’ dottore", gli sorrise Deran salutandolo. Era ancora un po’ perplesso al fatto di avere come medico capo un klingon, ma si rassicuro’ ripetendosi che se era stato scelto per una delle navi ammiraglie della Federazione, non era certo lui che poteva avere qualcosa da ridire. Dopotutto, il programma di scambio medico era appena stato reintrodotto dopo quasi 150 anni, e tutti gli alti papaveri si auguravano che funzionasse, quindi...
"Capitano il Tenente Dos Santos e’ pronto al trasporto", li interruppe l’addetto.
"Bene capitano se mi dovesse cercare mi trovera’ in infermeria", saluto’ G’Ratok uscendo dalla sala.
Mentre il klingon usciva, sulla piattaforma del teletrasporto apparve la sagoma dell’ufficiale tattico.
Era un uomo di chiare origini sudamericane, carnagione olivastra, occhi scuri ed altezza non troppo elevata. A prima vista sembrava anche gracile ma secondo il suo Curriculum era uno dei piu’ grandi esperti di combattimento corpo a corpo ed un ottimo tattico.
"Benvenuto", Deran iniziava a stancarsi di ripetere quella frase.
L’altro gli fece un cenno con il capo e la sua bocca si increspo’ in un leggero sorriso.
"Di poche parole il ragazzo", penso’ divertito il bajoriano, "D’altronde ha appena sposato una vulcaniana e questa dovrebbe essere un indizio sufficiente a farmi capire che tipo e’..."
"La accompagno al suo alloggio", si offri’.
"La ringrazio ma non e’ necessario", rispose lui, "Conosco la strada"
Saluto’ con un cenno del capo il suo ufficiale comandante ed usci’ dalla sala.
Deran aggrotto’ la fronte, "Bene, sembra proprio che nessuno abbia bisogno di me, allora! ".
Poi sospiro’, "Per oggi sono finite le presentazioni"
Fece per uscire dalla sala ma l’addetto al teletrasporto lo fermo’, "Mi scusi capitano c’e’ ancora qualcuno che desidera salire a bordo"
Nos lo guardo’ confuso, non gli era stato detto niente di altri imbarchi per quel giorno. Fece un segno d’assenso al tenente e pochi istanti dopo un uomo sulla quarantina che indossava sopra la divisa un camice bianco, apparve sulla piattaforma.
"Noto dalla sua espressione che non e’ ancora stato informato", il nuovo venuto nascondeva a stento un sorriso, "Sono il Dottor Bruce Maddox"
Deran riconobbe subito il nome di una delle migliori menti della Federazione per quanto riguardava la ricerca in robotica. Il Dottor Maddox era l’uomo che aveva cercato di "smantellare" il tenente comandante Data per riuscire a capirne il funzionamento, ma era anche lo scienziato che piu’ era andato vicino a riottenere i risultati del dottor Soong.
"Sono qui per istruirla sulla novita’ che avra’ a bordo", gli fece un altro sorriso compiaciuto, "Se mi vuole far strada fino alla stiva di carico uno, le faro’ vedere"
Si avviarono per i corridoi ed il dottore ricomincio’ a parlare.
"Come sapra’ io sono sempre stato affascinato dai risultati ottenuti dal dottor Soong ma i miei sforzi sono sempre stati frustrati dal fatto che non riuscivo ad ottenere una matrice positronica stabile", fece una pausa mentre entravano nella cabina del turboascensore ed il capitano ordinava di essere portati al ponte della stiva, "Poi mi sono capitati sottomano gli studi di una dottoressa che, involontariamente, aveva creato una forma di vita artificiale chiamata Exocomp"
Il bajoriano lo guardo’ incuriosito, non aveva mai sentito parlare di quegli automi.
"Questi Exocomp erano stati progettati per essere una specie di meccanico automatizzato ed avevano la possibilita’ di replicarsi dei percorsi di memoria per poter "imparare"", il dottor Maddox sorrise, "Ed e’ qui che mi e’ venuta l’idea"
La porta della stiva si apri’ ed il dottore condusse il capitano davanti ad un grande contenitore. Premette alcuni pulsanti su una specie di interfaccia ed il contenitore si apri’. All’interno era presente quello che Deran identifico’ come un missile. La forma era quella tipica dei vecchi missili terrestri, compreso il colore grigio scuro.
"Ho integrato i sistemi dei due automi, matrice positronica e replicazione di circuiti ed ho creato BMP-27", il dottore apri’ uno sportellino presente nella parte anteriore dell’ogiva del missile e schiaccio’ un pulsante. Il missile si animo’.
Dalla parte inferiore sbucarono fuori due lunghe gambe sorrette da quattro rigide dita. Dal "torso", composto da due cilindri, sbucarono quattro lunghi arti simili a braccia, i primi due, quelli superiori, terminanti con mani umanoidi a cinque dita, le altre due terminanti, una con una mano priva di dita, l’altro senza addirittura la mano.
L’ogiva superiore si illumino’ di una luce azzurrognola.
"BMP-27 in attesa di istruzioni", gracchio’ una voce metallica proveniente dall’automa.
"Il mio problema e’ che cercavo di mettere a punto un androide capace di fare tutto. Il segreto e’ la specializzazione! Questo mio risultato e’ specializzato nelle riparazioni, come i suoi cugini Exocomp, ma ha molte piu’ potenzialita’. E’ capace di imparare dai suoi errori e puo’ interagire con l’equipaggio piu’ facilmente"
"E’ senziente?", chiese Deran.
La domanda prese di sorpresa il dottore.
"Assolutamente no", si affretto’ a rispondere, "Non e’ progettato per quello. In piu’ e’ programmato solo per essere un riparatore"
Il capitano si astenne dal commentare, "Come mai e’ stato assegnato a questa nave?", si limito’ a chiedere.
Il dottor Maddox si acciglio’.
"Il consiglio scientifico vuole dei risultati", mormoro’ come se non fosse convinto di cio’ che diceva, "Ed ha deciso di testare la mia creatura sul campo per capirne l’utilita’", sospiro’ un secondo poi riprese il suo cipiglio sorridente, "Comunque BMP-27 le sara’ d’aiuto. Anzi, sara’ soprattutto d’aiuto al suo ingegnere capo..."
Il comunicatore del bajoriano trillo’ interrompendo le dissertazioni del dottore, la voce del primo ufficiale gli comunico’ che erano iniziate le procedure finali di imbarco. Deran chiuse la comunicazione dicendo che sarebbe arrivato in plancia al piu’ presto.
"Bene dottore", disse a Maddox, "Sarebbe cosi’ gentile da ripetere tutte le spiegazioni che mi ha dato all’ingegnere Haret?", non attese risposta e si volto’, "Le comunichi tutto, sono certo che capira’"
Detto questo usci’ dalla sala.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Deran osservo’ i suoi ufficiali sbirciandola dietro l’angolo. Li aveva invitati tutti nel suo alloggio per una cena e la cosa gli dava un senso di Deja-vu visto che lo aveva gia’ fatto... in un altro tempo e su un’altra nave.
Prima di entrare nella stanza osservo’ uno ad uno i suoi uomini.
Thomas Giuliani ed Erika Zarton erano l’anima della serata, stavano continuamente a parlare ed a cercare di far sentire a loro agio gli altri. Il dottor G’Ratok, con il suo vocione da klingon, si stava rivelando un vero compagnone. Aveva portato una bottiglia di Vino di Sangue Klingon, ma solo Giuliani aveva accettato di berlo, suscitando l’ammirazione del medico. Melixa e Paco erano un po’ in disparte. Il capo ingegnere era l’ufficiale piu’ giovane presente nella stanza e si sentiva un po’ in imbarazzo, mentre dos Santos sembrava avere un carattere piu’ chiuso. "O per lo meno molto riflessivo", penso’ Nos. Phoebe Tashen era anch’essa leggermente distaccata ma sorrideva alle battute e piu’ volte era intervenuta nei discorsi piazzando qualche frase divertente.
Il capitano fece il suo ingresso nella stanza portando le cibarie e suscito’ un mormorio di approvazione.
La serata scivolo’ via divertente e velocemente. Dopo averla un po’ spronata, Melixa riusci’ anche a lanciarsi in qualche discorso, e riusci’ a far ridere tutti quando disse che aveva deciso di chiamare BMP-27 "Clarissa". La sua motivazione era che "Bruce Maddox Prototipe Numero 27 " non gli suonava bene e che Clarissa era stato il nome della sua prima bambola.... Quindi gli era parso naturale chiamarlo, pardon chiamarla, cosi’.
La serata termino’ tranquillamente e quando Nos si sdraio’ sul suo letto non pote’ non fare a meno di sorridere felicemente.

La mattina dopo fece il suo ingresso in plancia una decina di minuti prima della partenza. Sullo schermo era proiettata l’immagine dell’Ammiraglio Nakamura e di altri papaveri della Flotta Stellare che stavano tenendo un discorso su di loro e su come la Federazione oggi dava prova del fatto che la sua filosofia di ricerca e di esplorazione continuava, nonostante tutto.
Deran fece una smorfia ed ordino’ di chiudere il canale, non gli andava di sentire tutte quelle parole, lui era ansioso di iniziare quella nuova avventura.
Intanto i preparativi per la partenza oramai erano terminati.
"Tutti gli ormeggi sono stati tolti", riferi’ Thomas Giuliani, "Tutti i cavi ombelicali sono stati ritirati, siamo pronti alla partenza"
Il capitano si volto’ verso la sua seconda e gli mormoro’ sorridendo, "A lei l’onore dell’ordine"
La donna si alzo’ in piedi, "Guardiamarina, motori avanti ad un quarto di impulso"
L’enorme nave inizio’ a spostarsi ed, a poco a poco, lascio’ la culla sicura del bacino d’attracco e si mosse nello spazio. Intorno all’Ardito erano state posizionate diverse altre navi federali che stavano emettendo delle innocue scariche di plasma dai banchi phaser, facendo risplendere lo spazio di mille luci simili a fuochi d’artificio. La nave di classe Galaxy si allontano’ dal pianeta Marte e si addentro’ nello spazio aperto.
"Timoniere imposti una rotta per El Adrel, curvatura 8", ordino’ Deran.
Pochi istanti dopo la nave si lanciava verso la sua prima missione.

La sala riunioni dell’Ardito era piu’ grande di quella dell’altra nave con lo stesso nome che Deran aveva comandato. Il grande tavolo ovale al centro era occupato solo per meta’, nonostante tutti gli ufficiali superiori fossero presenti.
"Gli ordini della Flotta Stellare sono semplici", esordi’ il bajoriano, "Dobbiamo viaggiare lungo la Zona Neutrale Romulana fino ad El Adrel dove ci incontreremo con una nave Tamariana con cui esploreremo una zona di spazio sconosciuta"
"Il Comando di Flotta pensa che rafforzare la nostra amicizia con i Figli di Tama ci aiutera’ ad affrontare meglio la guerra... ", la sua voce assunse un tono amaro, "... o forse sperano che loro scendano in campo al nostro fianco"
Rimasero per un lungo istante in silenzio.
"Consigliere, comandante avro’ bisogno del vostro aiuto per imparare al piu’ presto la lingua dei Figli di Tama"
Detto questo la riunione fu sciolta.

Viaggiavano oramai da tre giorni ed ormai il capitano, aiutato dal consigliere aveva imparato i rudimenti del linguaggio "a metafore" dei Tamariani.
"Ed infine, per dire di andare via...", inizio’ Erika.
"Mira’h, le sue vele spiegate", la anticipo’ Deran.
"Beh sembra che ora ne sappia piu’ di noi due messe assieme", fu il commento della ragazza indicando il DiPAD che conteneva le lezioni sul linguaggio.
"Capitano in plancia", la voce del comandante Tashen blocco’ il sorriso del bajoriano che si affretto’ a raggiungere il ponte di comando seguito a ruota dal consigliere.
"Stiamo ricevendo un segnale di SOS proveniente dalla Zona Neutrale", li informo’ subito Phoebe, "Sembra provenire da un Falco da Guerra in avaria"
"I sensori a lungo raggio cosa dicono?", chiese Nos rivolto all’ufficiale scientifico.
"Sembra che abbiano subito un totale collasso dell’impianto energetico", rispose Giuliani, "Ma non posso dire di piu’ da questa distanza"
"Timoniere imposti una rotta di intercettazione", ordino’ Deran sedendosi sulla sua poltrona, "Massima curvatura"
"Capitano...", gli sussurro’ Tashen, "... non le devo ricordare che entrando nella Zona Neutrale commettiamo un’infrazione..."
"No, non deve", gli rispose lapidario il bajoriano.
La nave federale giunse nella zona di soccorso qualche minuto dopo. Sullo schermo apparve l’immagine di quello che rimaneva di un Falco da Guerra Romulano. La parte di scafo inferiore era stata staccata di netto da quella superiore e la nave andava alla deriva nello spazio lasciando dietro di se una scia di plasma e fumo.
"Rapporto", ordino’ Deran balzando in piedi.
"La nave e’ completamene priva di energia, non e’ presente ne’ la gravita’ artificiale, ne’ il supporto vitale...", Thomas Giuliani armeggio’ con i comandi, "Rilevo 17 forme di vita a bordo, tutte molto deboli"
"Quella nave dovrebbe contenerne almeno mille volte tanti!", esclamo’ il consigliere inorridita.
"Capitano a sale teletrasporto", chiamo’ il bajoriano sfiorando il comunicatore, "Trasportate direttamente in infermeria i sopravvissuti della nave", prima che qualcuno potesse protestare si volto’ verso il suo secondo, "Comandante prenda una squadra della sicurezza e si assicuri che tutto vada per il verso giusto"
Senza nemmeno un tentennamento Phoebe chiamo’ a se’ il tenente dos Santos ed entro’ nel turbo ascensore uno.
Il capitano si avvicino’ alla postazione delle Operazioni. Il tenente comandate Giuliani fini’ di armeggiare sulla sua consolle ed anticipo’ la richiesta di Deran di fornirgli un rapporto.
"Controllando le bruciature e lo schema di attacco, posso dire che il Falco da Guerra ha subito pesanti danni da parte di siluri e raggi polaronici", non c’era bisogno di aggiungere che l’unico utilizzatore di tale tecnologia era il Dominio, "Secondo la scia di detriti che si e’ lasciata dietro sembra che la nave stia viaggiando, alla deriva, da parecchi giorni", fece una pausa poi esclamo’, "Questo e’ strano!", non attese che il suo ufficiale superiore gli chiedesse cosa, ma prosegui’ prontamente, "Secondo le letture dei sensori pare che proprio ieri un’altra nave romulana sia transitata nella zona... per poi andarsene"
"Li hanno lasciati a morire", peso’ sconcertato Nos.
In quel momento trillo’ il suo comunicatore, "Tashen a Deran, il comandante dei superstiti desidera parlarle"
"Gli dica che arrivo subito", rispose il bajoriano lasciando la plancia.

Pochi istanti dopo faceva il suo ingresso nell’infermeria. Tutti i lettini diagnostici erano occupati da dei romulani feriti, alcuni in modo molto grave.
Deran, vide immediatamente la sua seconda, con al fianco dos Santos, vicino ad un lettino. Un romulano era seduto su di esso e gli dava le spalle. Il bajoriano si affretto’ a raggiungerli e, quando si trovo’ faccia a faccia con l’ufficiale che voleva parlargli, dovette trattenere a forza un sussulto di sorpresa.
Il romulano era Sela.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Deran si accorse subito che quella non era la Sela che conosceva. E non solo perche’ era piena di escoriazioni ed aveva un braccio ed una gamba bloccati da un’imbracatura, quella romulana era come svuotata da tutta la sua passione e determinazione... e quando senti’ la sua storia capi’ perche’.
Quando i romulani avevano deciso di firmare il trattato di non aggressione con il Dominio lei non si era opposta, ma aveva chiesto che il governo autorizzasse la Tal Shiar a "lavorare" in territorio Cardassiano. Purtroppo le era stato detto che non era possibile. Le sue insistenze l’avevano "portata", con la sua nave il Falco da Guerra Goraxus, a dover pattugliare una zona di spazio insignificante.
Durante uno dei giri di routine aveva notato un’insolita attivita’ del Dominio proprio al confine con il loro spazio. Contravvenendo a degli ordini aveva portato la sua nave occultata in territorio nemico ed aveva scoperto che li’ si stava costruendo un deposito per il Ketrechel Bianco. Infuriata, visto che faceva parte del trattato una clausola che diceva che non si potevano effettuare costruzioni di basi o simili vicino ai due confini, si era rivolta al comando imperiale... e gli era stato detto di non impicciarsi in quelle faccende.
Lei aveva perso il controllo.
Aveva convinto un altro capitano di vascello suo amico ad intervenire lo stesso.
E l’avevano fatto.
Con un ardito attacco a sorpresa avevano distrutto la base in costruzione... ma erano stati scoperti dai rinforzi Jem’Hadar. La nave dell’altro romulano era stata distrutta, mentre la sua, terribilmente danneggiata, era andata alla deriva. Quasi subito avevano perso il supporto vitale.
Quando, il giorno prima, una Falco da Guerra li aveva raggiunti loro erano rimasti in 20 ancora in vita. Erano pero’ scoppiati di gioia alla vista di quella nave... salvo poi cadere nel piu’ totale sconforto quando il Capitano del vascello li aveva informati che non li avrebbe salvati. Loro erano considerati dei traditori e dovevano morire, cosi’ l’Impero Romulano avrebbe potuto mantenere in vigore il trattato con il Dominio.
Dopo aver raccontato tutto, Sela si chiuse in un rigido silenzio.
"Ha visto la cosa a cui credeva di piu’, il suo Impero, tradirla e questo l’ha abbattuta...", penso’ Deran, "...ma forse il fatto che sia stata una nave dell’odiata Federazione a salvarli, l’ha distrutta del tutto"
Mentre il bajoriano era ancora immerso in quei suoi pensieri si attivo’ l’allarme rosso.

Quando entro’ in plancia, seguito a ruota da Phoebe e dos Santos la prima cosa che noto’ fu che Erika, che in quel momento era al comando, era ancora seduta sulla sua poltrona e non su quella del capitano, sintomo che non c’era un pericolo immediato e questo lo rassicuro’.
La seconda cosa che noto’ fu il Falco da Guerra romulano che incombeva sul visore principale. Questo lo rassicuro’ meno.
In un attimo si posiziono’ al centro della plancia.
"Si sono disoccultati di fronte a noi ed ora ci stanno chiamando", si affretto’ a spiegare il consigliere.
"Aprire un canale e metterlo sullo schermo", ordino’ il bajoriano.
Sul visore apparve il volto di un romulano di colore.
"Sono il capitano Sirol, cosa ci fa una nave della Federazione all’interno della Zona Neutrale?", chiese senza mezzi termini.
"Potremo porle la stessa domanda noi...", rispose Deran e poi si affretto’ a continuare, "...ma se lo facessimo arriveremmo ad una empasse. Noi abbiamo risposto al segnale di SOS che quella nave stava trasmettendo..."
"Anche noi... ed adesso che siamo qui ci prenderemo cura dei nostri soldati", lo blocco’ il romulano.
L’immagine spari’ dallo schermo e Nos rimase per un attimo sconcertato dalla cosa, poi il tenente comandante Giuliani si volto’ verso il capitano.
"Sono stato io ad interrompere la comunicazione", disse, "Dalle letture dei sensori questo e’ lo stesso Falco da Guerra che e’ stato qui ieri..."
Deran sembro’ ponderare per un attimo quelle parole, poi fece cenno all’ufficiale delle operazioni di ripristinare la comunicazione.
"Sirol, parliamoci chiaro, noi sappiamo tutto", disse seccamente al romulano, "Portare a bordo della vostra nave i superstiti significherebbe condannarli a morte"
"Ma che cosa sta dicendo...", cerco’ di difendersi, con poca convinzione, l’altro.
"La sua nave e’ arrivata qui ieri, ha avvertito l’equipaggio della Goraxus che non li avrebbe aiutati e poi non se ne e’ andato, e’ rimasto in occultamente per poter essere certo che tutti morissero", fece una smorfia di disgusto, "Anche se credo che sarebbe stato piu’ "umano" distruggerli", mormoro’, "Ma poi siamo apparsi noi. Probabilmente aveva in mente, una volta che fossimo giunti in vicinanza della nave, mentre pensavamo come agire, di disoccultarsi ed avvertirci di non immischiarci nella faccenda. Ma l’ho sorpresa, portando immediatamente a bordo i superstiti... e costringendola, prima ad inventare e poi a recitare questa squallida commedia"
Il romulano si mise ad applaudirlo in modo molto teatrale sorridendo, "E bravo capitano, ha capito tutto", il suo volto torno’ serio, "Ed ora si prepari a trasportare a bordo della mia nave quei traditori"
"Mi spiace, ma dal momento in cui li ho portati qui sono sotto la mia protezione, e ci resteranno", rispose risoluto il bajoriano.
"Non mi costringa ad intervenire!", ruggi’ Sirol ora visibilmente alterato.
"L’unico modo che ha per riaverli e’ aprire il fuoco contro la mia nave", la voce di Deran sembrava provenire da lontano, molto lontano, "Ma ci pensi bene", fece una pausa, "La vita di 17 traditori vale la realizzazione di un atto di guerra?"
Il bajoriano fece segno di chiudere le comunicazioni.
"Timoniere volti la nave e prepari una rotta che ci riporti in territorio federale", si sedette sulla sua poltrona, "E non lo faccia troppo velocemente, non voglio che credano che stiamo scappando"
"Stai rischiando grosso Nos", gli sussurro’ il consigliere Zarton.
"E sta infrangendo non so quanti regolamenti", gli fece eco il comandante Tashen.
"Avete qualche obiezione?", chiese con aria innocente il bajoriano.
Le due donne rimasero per un istante in silenzio fissandosi l’un l’altra, poi scrollarono il capo.
"Nave girata e rotta tracciata", fece sapere il timoniere.
"Attivare", ordino’ Deran.
L’Ardito si lancio’ a velocita’ curvatura abbandonando il relitto in fiamme della Goraxus.
La nave romulana, rimasta da sola, attese qualche istante prima di tornare nello spazio romulano rioccultandosi.

Mentre viaggiavano riprendendo il loro percorso verso El Adrel, Deran scopri’ quanto gli mancasse la sorella. Aveva rischiato di scatenare una guerra per salvare 17 ribelli, aveva infranto la Prima Direttiva e non era neppure certo che i romulani che aveva a bordo gli fossero riconoscenti, d’altronde loro vedevano lui e la sua nave come "il male". Lui era perso nei suoi pensieri, non riuscendo a capire se aveva agito bene.
Solitamente in quei frangenti c’era sempre Sito al suo fianco.
Jaxa era sempre pronta a parlare con lui francamente, pronta a tirargli le orecchie in caso di un suo errore o di incoraggiarlo se pensava avesse agito nel modo giusto... ma soprattutto lei lo conosceva meglio di se stessa, sapeva perfettamente leggergli dentro e spesso lui non aveva neppure bisogno di parlare per farsi capire da lei.
Ora tutto questo gli mancava terribilmente.
Piu’ volte accarezzo’ l’idea di contattarla sull’Enterprise per chiederle consiglio, ma non lo fece. Lei aveva la sua vita ora, era un’ufficiale superiore dell’ammiraglia della Federazione. Non poteva disturbarla solo perche’ aveva dei dubbi.
"Anzi, un capitano non dovrebbe mai avere dei dubbi", si riprese, "Non se lo puo’ permettere!".
Il campanello del suo studio trillo’ vivacemente e quando lui diede l’avanti entro’ Sela, scortata da dos Santos.
"Ha chiesto di vederla", spiego’ il capo della sicurezza.
Deran fece accomodare la romulana sulla sedia di fronte alla sua scrivania e poi lascio’ uscire Paco, che riluttante lo fece. Infine si ando’ a sedere al suo posto fissando negli occhi la donna.
"Capitano perche’ l’ha fatto", mormoro’ con voce roca la donna.
"Non voglio sentirle dire che avrebbe preferito morire piuttosto...", inizio’ a parlare il bajoriano ma fu interrotto da lei.
"A nome mio e dei miei uomini la ringrazio", disse semplicemente.
Per un istante Nos non credette alle sue orecchie.
"Io...", le parole uscivano dalla bocca di Sela a fatica, "...io sono stata addestrata e cresciuta pensando che la Federazione... e gli umani... fossero delle bestie pronte a sbranarci... ed ora mi accorgo che le bestie eravamo noi..."
"Non lo deve neppure pensare!", Deran fece sbattere la sua mano sul tavolo rumorosamente, quando capi’ di avere tutta l’attenzione della donna, prosegui’, "Nella mia carriera mi e’ capitato, una volta, di lavorare con dei romulani", fece una paura, "Non mi chieda come e quando, perche’ non posso risponderle", "Sarebbe troppo complicato", penso’, "E le posso assicurare che non siete bestie. Siete un popolo molto duro e disciplinato, a volte anche irritante ma le posso assicurare che non ho mai lavorato con persone migliori. Ed il sub-comandante con cui operavo mi ha insegnato tante cose ed alla fine posso assicurarle, con orgoglio, che lo potevo considerare un vero amico"
"Non sapevo che potesse succedere", la romulana lo fisso’ incuriosita cercando di capire se le stava dicendo la verita’ e quando capi’ che lo aveva fatto nei suoi occhi riapparve una luce che Deran ben conosceva.
"Ora pero’ ho bisogno del suo aiuto", il bajoriano era certo che la donna lo stava ascoltando, "Dobbiamo decidere come agire", sorrise, "Il Comando di Flotta ha accettato di ospitare i suoi uomini su di una colonia, fino a quando le acque si saranno calmate", inizio’ a spiegare lui, "Per lei e’ diverso", si blocco’ un attimo, "Vorrebbero che lei collaborasse con il Servizio Segreto Federale", prima che Sela potesse intervenire continuo’, "Ma io ho rifiutato dicendo che era ferita troppo gravemente per poterla trasportare... pero’ non potro’ oppormi per sempre"
"E cosa succedera’ allora?", chiese la donna accigliata.
"Beh, io avrei escogitato una soluzione", gli rispose lui sorridendo enigmaticamente, "Ma e’ necessario che lei muoia..."

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Capitolo 5
*** Epilogo ***


Il giorno prima che l’Ardito raggiungesse i tamariani ad El Adrel fu intercettata dalla Hood. I sedici romulani superstiti furono trasferiti sulla nave di classe Excelsior e iniziarono il loro viaggio verso la colonia che li avrebbe ospitati. Tutti affermarono che il loro ufficiale superiore, Sela, era deceduta a causa della gravita’ delle sue ferite e cosi’ affermarono anche gli ufficiali superiori della nave stellare che li aveva tratti in salvo.
Appena la Hood si fu allontanata il capitano fece visita ad un nuovo membro del suo equipaggio. Era una donna dai capelli biondi che le ricadevano a coprire accuratamente le orecchie a punta.
"Spero che non sia pentita della nostra decisione", ruppe il ghiaccio il bajoriano.
"Assolutamente no, era la cosa migliore", rispose Sela, "Basta che mi dia qualcosa da fare..."
Deran sorrise, lo sguardo della romulana era tornato vivo ora, "Cerchero’ di trovare qualcosa di suo gusto"
"Spero che lo faccia al piu’ presto", gli sorrise cordialmente, "Altrimenti potrei diventare veramente insopportabile"
"Lo so", penso’ tra se e se Nos trattenendo a stento un sorriso, "Lo so bene"

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