Il sigillo

di Vale11
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Mi segue da ore ormai, e da ore non mi sono nemmeno voltato per scambiarci due parole. Mai. Ogni tanto prova ad attaccare bottone, ma per ora non gli ho mai risposto anche se so che questo comportamento lo snerva.

Forse snerverebbe anche me, ma al momento non potrebbe interessarmi di meno.

Sion dev’essere impazzito: spedire due rinnegati, o ex rinnegati, o comunque due persone non proprio affidabilissime a cercare un altro rinnegato.

O meglio, io sono anche affidabile, è DeathMask che ogni tanto da di testa.

Comunque.

Orion della Gru, cavaliere d’argento che ha tradito il santuario e che quindi dev’essere portato dal gran sacerdote e punito.

E anche se siamo stati scelti per questa scampagnata fuori porta temo che mi interessi ancor meno dell’umore del mio migliore amico, che avanza bestemmiando contro ogni sasso in cui inciampa.

 

Non è normale, di solito non fa così. È logorroico come una segreteria inceppata e odia camminare così tanto, ma tant’è. Non si gira per parlare ne per rispondere alle tue domande, e anche questo non è normale, e lo sai.

Faccia quello che gli pare.

Anzi no.

Aphrodite muto è inquietante.

Scansi di pochi millimetri una mezza frana di massi.

“Ehi Aphrodite!” urli “Mi da l’idea che siamo arrivati!”

 

Orion della Gru, lo conosco.

Non so come, ma sono sicurissimo di conoscerlo: so chi sia anche se l’elmo dell’armatura gli copre completamente il viso. So chi è ma ho paura di esserne sicuro. Sento DeathMask che ringhia dietro di me mentre si trasforma nella belva che diventa durante i combattimenti, e vorrei intimargli di levarsi di torno perché Orion è mio. Lo so che è mio, che devo averci a che fare io.

Ma non lo faccio.

Sento che mi fissa da dietro l’elmo, per quanto sembri impossibile sento che sorride. Apre le braccia a croce ed attacca senza dire una parola.


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Se prima ti chiedevi perché sarebbero dovuti servire due cavalieri d’oro per sottometterne uno d’argento ora sai la risposta: questo tizio è forte. Non siete ancora riusciti ad avvicinarvi quanto basta per portare un attacco diretto e anche il tuo Seki shi ki mei kai ha da questa distanza non gli farebbe un graffio. Ha una difesa impenetrabile e da tempo sta usando un colpo solo, che Aphrodite ti ha intimato di evitare a tutti i costi perché potrebbe essere fatale.

E sia.

Ma così si fa notte!

Vedi Orion sparire e riapparire a pochi centimetri da Aphrodite, apre le braccia a croce.

Attacca.

Prendi di peso uno dei pochi amici che hai e lo togli dalla traiettoria del colpo, lo senti urlare un “No” mentre cerca di proteggerti a sua volta ma vieni investito da un’onda d’urto potentissima.

Incroci le braccia davanti al viso mentre ti senti letteralmente spazzare via.

La prima cosa che senti dopo nemmeno un secondo è la tua schiena e l’impatto non proprio morbido contro un considerevole cumulo di roccia.

 

Quell’emerito deficiente! Corro verso di lui mentre crolla a terra e lo aiuto a sedersi. Ghigna mentre mi guarda.

“Non preoccuparti, cosa vuoi che sia un botto del…” gli si spezza la voce, crolla di nuovo.

 

Erano anni che non provavi un dolore simile. Anni. Non urlerai, non vuoi dare al tizio mascherato questa soddisfazione, ma ti senti dividere in due.

Come se una parte di te fosse rimasta attaccata a quell’accidenti di spuntone di roccia contro cui hai sbattuto, e non parli di ferite fisiche: una parte di te stesso ti è stata strappata via, e ora senti solo freddo.

Un freddo inimmaginabile, che ti entra nelle ossa e si espande per tutto il corpo.

E dolore, come se qualche bestia ti stesse facendo a pezzi con le sue zanne.

Ma non urlerai.

Non lo fai mai.

Cerchi di puntellarti sulle braccia per tirarti su ma il braccio destro cede e ti ritrovi di nuovo a pochi centimetri dalla polvere, ci avresti sbattuto contro se Aphrodite non ti avesse preso al volo.

Hai un braccio rotto.

Ti mordi la lingua pur di non gridare.

Era una vita che non sentivi un dolore così forte per un braccio rotto. Hai combattuto con un braccio rotto. Qual è il problema ora?

Ti lasci scivolare a terra. Il dolore la fa ancora da padrone nella tua testa.

Ma non urlerai.

 

Guardo Orion che si avvicina tranquillamente, i capelli biondi che gli escono dall’elmo.

Io lo so chi sei Orion, anche se non lo voglio ammettere.

Quando si toglie l’elmo mi trovo a fissare due occhi così simili ai miei che potrebbero essere i miei, ma appartengono a qualcuno di nome Holger. Holger, non Orion.

“Era da un po’ che non ci vedevamo Dag” sorride tranquillo come se non fosse successo nulla “E’ successo qualcosa di interessante nel frattempo?”

Lo fisso come se fossi sicuro che si tratti di un’allucinazione.

Orion. Anzi, non Orion, Holger. Mio fratello minore.

Che io credevo morto durante l’addestramento in Svezia.

Ero sicuro che fosse morto.

Sento DeathMask tremare e stringere i denti, non sono nemmeno sicuro che riesca a sentire quello che stiamo dicendo.

E anche se potesse, come potrebbe capire? Stiamo parlando in svedese. Mi chino su di lui per proteggerlo mentre mio fratello si avvicina di nuovo, sorride mentre ci guarda.

“Chi l’avrebbe mai detto, Dag che si affeziona a qualcuno che non sia se stesso” si china davanti a me “Mi ricordo com’eri sai? Mai un po’ d’affetto per tuo fratello minore. Mi hai pure dato per morto.”

“Tutti ti avevano dato per morto” ringhio di rimando. Ride.

“No, tu mi avevi dato per morto. Ma perché poi a un cavaliere d’oro dovrebbe interessare la sorte di un cavaliere d’argento? Qualcuno di inferiore a lui?” sorride gelido “Lo so fratello, lo so… sei pure morto un paio di volte nel frattempo, avrai avuto da fare. Lo capisco. Però non mi sono scordato di com’eri, ne di come mi hai abbandonato quando ti hanno avviato all’addestramento per l’armatura d’oro. Io sono rimasto in Svezia in quell’orfanotrofio… te lo ricordi vero?”

E come potrei scordarmene? L’anticamera dell’inferno per quanto mi riguardava.

“Lo so che ti ricordi” sorride di nuovo. Ogni volta che lo fa mi vengono i brividi “Tu non hai idea di cosa ho dovuto subire li da solo, ma ne sono uscito vedi?” mi mostra fiero la sua armatura d’argento.

La gru.

“E non mi sono dimenticato del tuo abbandono, sono venuto a cercarti.” Mi guarda come per studiarmi “Sai fratello, credo di essere venuto fin qui solo per ucciderti.”

Lo fisso.

“Tu sei pazzo Holger. Ho sempre saputo che la tua materia grigia fosse guasta, ma non fino a questo punto. Io andai via dall’orfanotrofio perché mi portarono via, non ebbi scelta. E lo sai benissimo”

“Balle!” urla alzandosi in piedi. D’istinto porto DeathMask più vicino a me “Tu te ne sei andato perché non volevi che ti girassi intorno, ti vergognavi di me!”

Sbarro gli occhi “Non dire stupidaggini! Ti ho sempre protetto, fin da quando eravamo bambini. Devi essere impazzito Holger, e temo che non sia un mio problema.”

 

Parlano in svedese da tempo ormai, non ci capisci nulla. Tutto quello che sai è che il freddo sta aumentando, e nemmeno il dolore diminuisce. Ma non stai morendo, sei già morto un paio di volte, e sai che non è questo che si prova.

E non sai se ti dispiace o no.

Una scarica elettrica ti passa lungo la schiena, l’attacco finale della bestia che ti sta mangiando vivo, ti attacchi d’istinto al polso di Aphrodite con tutte le tue forze, salvo poi strozzarti quando una nuova ondata di agonia ti sommerge nel momento in cui muovi il braccio rotto. Stringi le palpebre, pregando quasi di svenire.

 

DeathMask si attacca al mio polso con le mani come se qualcosa di terribilmente doloroso fosse appena successo. Cerco di tirarlo su ma non me lo permette. Chiudo ancora di più le braccia su di lui. Holger si siede di nuovo davanti a me.

“Non ti affannare fratello, non posso fargli più male di quanto non gli abbia già fatto.” “Che sarebbe?” ringhio.

“L’ho separato dal suo cosmo”

“Tu!” gli salto addosso e lo tiro su prendendolo per il collo. Fratello o no, dovrà pagare.

“Calmati fratellino” ride “Se mi uccidi non potrà più tornare come prima” allento la presa quanto basta per lasciarlo respirare. Mi lascia intendere a gesti che parlerà solo se lo lascerò andare.

“Si da il caso” riprende quando i suoi piedi sono di nuovo a terra “Che quel colpo sia reversibile. E che io sia l’unico a poterlo fare. Il problema è questo” ghigna “Per riacquistare il suo cosmo dev’essere colpito di nuovo dal solito colpo. È come se lo avessi sigillato. Come credi che possa sopravvivere a una cosa del genere, ora che è solo un normale essere umano?” scuote la testa “E’ impossibile, o quasi”

Sono tentato di prenderlo di nuovo per il collo, ma questa variabile impazzita che un tempo era mio fratello minore è l’unica speranza di DeathMask di ritornare cavaliere d’oro. Non credo sia il caso farlo fuori ora.

“Porta il tuo amico al santuario Dag” sorride di nuovo “Stai sicuro, verrò a trovarti fra poco”

Sparisce.

Mio fratello è impazzito. Completamente impazzito. Ed è pericoloso.

E a farne le spese è stato il mio migliore amico.

Per proteggermi.

Per proteggere me, lui che non si cura nemmeno delle persone che fa fuori per sbaglio mentre combatte, si è fatto colpire per proteggere me.

Ma da tutto quello che sta succedendo non mi proteggerà nessuno.

 

Continui a sentirli parlare, Aphrodite non è più vicino a te ma non riesci a vedere cosa sta succedendo, non riesci a muovere la testa, vedi solamente i loro piedi.

Stanno litigando. Urlano.

E tu li senti sempre più lontani, sta diventando tutto buio.

Finalmente.

 


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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


L'insonnia mi rende prodduttiva. Sicuramente.

---

 

“Sion, tu lo sapevi?” chiedo al gran sacerdote avanzando verso di lui nella penombra della tredicesima casa del santuario. Sposta lo sguardo su di me dal soffitto che stava fissando e scuote la testa.

“No”

Respiro di sollievo, era quello che speravo.

“Lo sai che tutti avevano dato tuo fratello per morto, era sparito per anni…mi dispiace che tu l’abbia ritrovato in questo modo”

Anche a me.

“E’ completamente impazzito, mi odia perché secondo lui l’ho abbandonato mentre in realtà sono stato portato via dall’orfanotrofio con la forza. Voleva uccidere me ed ha colpito DeathMask che si era messo in mezzo per proteggermi…”

Penso al mio migliore amico che ancora non si è svegliato. Stringo i pugni così forte che le braccia iniziano a tremare.

“Abbiamo dovuto levargli l’armatura quasi con la forza, era come se avesse deciso di restare su di lui per proteggerlo. E non si sveglia. Sento il suo cosmo ma è sigillato, è come se avesse una forza incredibile appesa alla schiena, completamente inutilizzabile.”

Ed è stato mio fratello. Vorrei urlarlo ma mi trattengo.

Ed è stata colpa mia, DeathMask si è fatto colpire per salvare me.

Sion sembra leggere nel pensiero.

“Non è stata colpa tua” alzo la testa verso il gran sacerdote. Lo fisso. “E’ singolare che DeathMask si sia comportato così con una persona, lo sai. E se l’ha fatto significa che voleva farlo, che voleva proteggerti… per quanto possa suonare strano da parte sua”

“Se lo dice lei”

Mi volto ed esco dal tempio, il sole mi brucia gli occhi.

 

Fa freddo, anche se il dolore se ne sta andando il freddo rimane. Ti si è attaccato alle ossa e non vuole saperne di andarsene.

Non riesci ad aprire gli occhi.

O forse non vuoi aprire gli occhi, perché lo sai già: tu che basavi la tua sopravvivenza sulle tue sole forze ora ne sei stato privato.

Il tuo cosmo ti pesa sulla schiena come uno zaino pieno di sassi: magnifico, caldo e meraviglioso…pesante e inutile.

Non riesci a richiamarlo, è una forza inerte quanto il tuo corpo.

E poi senti dei rumori: qualcuno è entrato nella stanza, apre una finestra. Senti odore di aria nuova e il sole ti arriva dritto in faccia, d’istinto ti copri gli occhi con un braccio, o almeno ci provi. Lo senti pesante.

È ingessato.

“Sei sveglio?”

Aphrodite si siede accanto a te, la sua espressione è un ossimoro: non sa se sorridere o mettersi a piangere.

Non che tu sia da meno.

“Pare che sia sveglio, si” riesci a rispondere col tuo solito sarcasmo.

“Perché hai fatto una cosa del genere?” Aphrodite ti scava in testa con gli occhi, se non fosse che ti sembra di avere un trapano in testa ti verrebbe da ridere.

E ora che gli dici?

“Per sport” la faccia del tuo migliore amico cambia, è talmente scettico che ti sembra di leggergli in fronte “dilloaqualcunaltro” a caratteri cubitali. Prendi aria e ti fissi il braccio incastrato nel gesso. Già soffrivi il caldo prima, con questo coso poi sarà una tortura. Fortuna che la tua casa è una delle più fresche del santuario. Sarà mica la sua strana posizione, così vicina all’altro mondo.

“Ti senti bene?” Aphrodite ti osserva apprensivo mentre annuisci, ti guardi l’altro braccio coperto di graffi.

“Avevo anche questi?”

Non ti sembra di ricordartelo. Aphrodite scuote la testa.

“Quelli sono colpa mia. E di Shura” ti dev’essere passata negli occhi la scritta “eh?”, perché il tuo migliore amico si accomoda sulla sedia e comincia a spiegarti qualcosa.

“Quando ti ho riportato qui non riuscivo a toglierti l’armatura per sistemarti il braccio” lo indica con la testa “Era come se avesse deciso di restarti addosso per proteggerti, visto che probabilmente aveva avvertito il tuo calo di potenza e sentiva che eri..” ti guarda negli occhi senza il coraggio di finire la frase.

“Debole” finisci per lui. Annuisce fissando il pavimento.

“Io e Shura abbiamo dovuto togliertela quasi con la forza, e ti sono rimasti i segni addosso. Mi dispiace…” “Questi graffi fra poco spariranno, non ti preoccupare” cerchi di rassicurarlo con un ghigno dei tuoi, ma non ci riesci. Forse perché anche tu sei terrorizzato.

“Lo so. Infatti non è per quello che ti sto chiedendo scusa” alzi la testa di scatto, forse troppo veloce per il tuo mal di testa. Una stilettata ti passa da tempia a tempia, ti porti una mano sugli occhi.

“E per cosa allora?” rispondi fissando attraverso la mano il cavaliere dei pesci che ti guarda nuovamente preoccupato.

“Vuoi che chiuda le persiane? Ti da noia la luce? Hai preso una bella botta in testa prima” Allontani le sue domande con un gesto della mano, Aphrodite resta in silenzio in attesa che tu dica qualcosa.

Cosa si aspetta che ti esca di bocca? Ti fissa come se fossi una bestia rara.

Non credi di essere in grado di sopportare discorsi seri adesso. Ne di riuscire a levarti la mano dalla faccia. Ti appoggi con la schiena alla testiera del letto e lasci a lui l’onere e l’onore di far ripartire la conversazione.

“Mi dispiace”

Infatti eccolo.

“Dovevo spostarmi più veloce, non dovevo lasciarmi prendere di sorpresa. Scusami, se fossi meno scemo tu ora non saresti…” ti indica con un cenno della testa. Sbuffi.

“Non me l’hai chiesto tu di mettermi in mezzo mi pare” “No ma…” “Ecco, allora basta. Fine del discorso” Lo tagli ancor più violentemente di quanto vorresti, sbirci la sua reazione fra le dita della mano. Ti premi l’indice e il pollice sulle tempie.

Che fastidio.

Aphrodite annuisce spostando lo sguardo in giro per la stanza.

“Sai di essere…cioè” si corregge “Sai che Holg…Orion ti ha separato dal tuo cosmo?” chiede torturandosi le mani. Potresti non saperlo? Annuisci.

“Chi è Holg…?” scuote la testa.

“Uno. Che credevo fosse morto.” “Vi ho sentiti parlare in svedese” annuisce “Lo conosci?” Aphrodite scoppia a ridere, ma non c’è allegria nella sua risata. È una risata gelida. Lo guardi perplesso.

“Direi di si. Si chiama Holger. Ed è mio fratello minore.”

Spadelli gli occhi.

“Ma non era morto?” Aphrodite fa di no con la testa. “A te è parso morto?” “Non proprio” ti levi la mano dal viso e ti sposti i capelli dagli occhi. Fa così caldo. “L’avevamo dato tutti per morto, ti ricordi? Era sparito e nessuno l’aveva più visto.” Si butta i capelli dietro le spalle “Invece non era morto per niente, è completamente sbarellato. È convinto che io sia venuto al santuario lasciandolo all’orfanotrofio perché lo odiavo, quindi ha deciso che il suo prossimo hobby sarà farmi fuori. Contorto come pochi.” Sorride sprezzante, ma le mani che stringono il legno della sedia tremano “Infatti quando mi hai spostato di peso stamani mi hai salvato la vita, un colpo del genere così da vicino mi avrebbe quasi sicuramente ucciso. Priva del cosmo all’istante e accusi tutti i suoi danni come un uomo normale. Per fortuna tu eri un po’ più indietro quando ti ha preso. Però…” sprofondi nel cuscino “Lo so, però il mio cosmo è qui appeso dietro di me. Non riesco ad arrivarci, non lo posso usare.” Fingi che non ti importi e nascondi le mani sotto al lenzuolo. Anzi, la mano, l’altra è imprigionata nel gesso. Non vuoi che Aphrodite veda che ora le mani che tremano sono le tue.

 

Può fingere quanto vuole, ma lo so come si sente. Non dico che sia un libro aperto per me, ma ci siamo quasi. Lui, che si fidava solo della sua forza, ne è stato privato. E dev’essere terribile sentirla con se e non potervi accedere. Nasconde la mano sotto il lenzuolo ma so che sta tremando. Fissa le iridi rosse sul muro.

“DeathMask ascoltami” si volta verso di me “Devi dirmi come stai. Non posso fare niente se continui a dirmi che stai bene e poi nascondi le mani per non farmi vedere che tremano”

Resto in attesta di un “Che minchia vuoi, sono affari miei” che però non arriva, si fissa la mano traditrice come se volesse tagliarsela, se la porta davanti al viso.

“Cosa vuoi che ti dica”

Non è una domanda, è la sua risposta. Cosa vuoi che ti dica. Continua a fissarsi il palmo della mano come se ci fosse scritta sopra la risposta a tutti i problemi del mondo.

“Non lo so” ammetto “Qualsiasi cosa. La prima che ti viene in mente a questo punto”

Si volta verso di me con un ghigno ironico.

“La prima che mi viene in mente è che vorrei una birra. Qui si ribolle.”

Alzo un sopracciglio.

“Sai che non stavo parlando di birra” sbuffa. Farebbe di tutto pur di evitare di rispondermi, ma sa che alla fine riesco sempre a cavargli le parole di bocca.

“Come credi che mi senta?” ringhia rabbioso “Inutile, ecco come mi sento. E mi girano anche. Come staresti tu se sentissi di avere una forza immensa che è tua, ti sei fatto un mazzo tanto per ottenerla, e non la puoi più usare perché qualche schizzato ha deciso di…” Non finisce la frase, si riporta la mano sugli occhi e respira profondamente per calmarsi. Si volta di nuovo verso di me, i suoi occhi rossi sono un concentrato di rabbia repressa. “Il tuo fratellino deve solo sperare che non mi ricapiti fra le mani” sibila fra i denti, poi distoglie lo sguardo “Se non fosse che mi farebbe fuori, conciato come sono. Non sono più un cavaliere, capisci? L’armatura se ne sta la e non risponde se la chiamo. Sento che c’è ancora un legame, ma è uno scherzo rispetto a quello che c’era prima. E combattere è tutto quello che so fare…ora non potrò più fare nemmeno quello”

Si accascia letteralmente contro il cuscino, fissa il soffitto stringendo le labbra. Non ho il coraggio di dirgli che un modo per tornare come prima c’è, si farebbe ammazzare. Mi ammazzerebbe lui se lo venisse a sapere, ma al momento non me la sento di raccontarglielo.

Mi sento male, terribilmente in colpa. Una delle persone più forti che conosco mi è appena crollata davanti, ed è bastata solo una spinta debolissima. Un “sai che non stavo parlando di birra”. Se stesse bene non sarebbe mai successo, a volte ci vogliono ore per ottenere anche una mezza sillaba.

“Perché l’hai fatto Angelo? Non è da te una cosa del genere” accoglie il suo nome di battesimo con una smorfia “Se ho un soprannome c’è un motivo” dice annoiato.

“Non mi hai risposto”

Gira la testa verso di me, esasperato. “Quante altre cose vuoi sapere?” “Ti ho chiesto due cose soltanto”

Biascica un “si, ma le domande più difficili le fai sempre tu” sottovoce, poi risponde “Perché sono un egoista” sospira “E non mi andava di restarmene da solo, e…” scuote la testa “Cosa dovevo fare, guardare mentre ti spalmava contro il muro? Avanti Aphrodite, da me puoi aspettarti un mucchio di assurdità, ma questa risparmiamela!” mi urla in faccia “Non mi sarei mai perdonato una cosa del genere” borbotta imbronciato.

Lo fisso con gli occhi sgranati.

“Ma dai, e tu avresti fatto una cosa del genere per chiunque?” “Chiunque?!” mi guarda quasi oltraggiato “Ma come chiunque, non ci penso nemmeno. Per te e per Shura sicuramente, gli altri chiunque possono andare a farsi fottere!”

Ecco, ora ci siamo.

“Siamo una bella coppia, uno col fratellino pazzo e l’altro con il cosmo sigillato” scuote la testa guardando le coperte che gli arrivano alla vita. Non posso che essere d’accordo. Si passa la mano che può muovere nei capelli buttandoli all’indietro.

“Qua dentro si muore di caldo mh?” chiede senza guardarmi “Sai la cosa assurda qual è? È che fuori ho caldo, ma dentro sto morendo di freddo” Si passa una mano sull’addome “E’ come se qualcosa di…gelido… mi si fosse attaccato alle ossa. Ho freddo da quando Hog…Hag…tuo fratello comesichiama mi ha colpito stamattina” continua guardandosi gli addominali. Parla più con se stesso che con me, si lascia scivolare di nuovo sul cuscino.

“Stai bene?” gli chiedo avvicinandomi, mi alzo dalla sedia. Si è appoggiato di nuovo la mano sugli occhi e respira leggero. Annuisce “Sto bene”. Lo dice sottovoce.

Gli scivola la mano dal viso e crolla nel giro di pochi secondi. Quello che ha subito non è uno scherzo, il fatto che si sia svegliato entro la giornata è indice di quanto sia forte, ma ha bisogno di riprendersi. Gli sposto il braccio cercando di non svegliarlo, gli tiro su le coperte e riprendo possesso della sedia, non mi sento di lasciarlo solo. Vado a chiudere la finestra quando lo vedo tremare.

 

Fino a cinque secondi prima parlavi tranquillamente con Aphrodite, nel giro di pochi istanti ti sei sentito cadere addosso una stanchezza senza pari, roba da non riuscire a stare seduto, e infatti sei crollato sul letto quasi senza la forza di respirare. Hai cercato di scacciare la luce mettendoti una mano sugli occhi ma ti è mancata la forza di fare anche quello, e pure la mano è finita sul lenzuolo. Ti senti soffocare per il caldo, ma dentro hai un freddo immortale. Senti Aphrodite chiudere la finestra sperando di aiutarti, ti ha già tirato su le coperte.

Ecco, ora si che il tuo orgoglio è andato a puttane.

Senti il tuo migliore amico che ti appoggia una mano sulla fronte, convinto che tu sia definitivamente crollato. Se sapesse che un po’ ancora ci sei non lo farebbe mai, sa che non ti piace essere toccato.

Se ci riuscissi vorresti dirgli una cosa del genere “Aphrodite non ho la febbre. Forse. Anche se però non sto bene. Ma so un accidente.”

Forse è una fortuna che tu non ci riesca. Senti Aphrodite riguadagnare la sedia.

“Sei freddo” dice più a se stesso che a te “Vuoi un'altra coperta?” parla a bassa voce, come se avesse paura di svegliare chi non si è mai addormentato sul serio. Scuoti la testa e riesci a sussurrare un “non servirebbe” prima di sprofondare definitivamente.

 

---

 

Duuuunque:

Gufo_Tave: Ti dirò, l'idea mi è venuta proprio dalla maschera dell'armatura. Mi sono immaginata un armatura maschile a volto coperto. Lo so, ho degli strani sbalzi di tensione nel cervello. Per il resto.. il background di Aphrodite... anche... perchè no, è un'idea!

 

Sakura: ti dico subito che non ho idea di quando il nostro granchio preferitò si riprenderà cosmo, poteri e compagnia bella...non so nemmeno cosa scrivere al prossimo giro! :D

Il fratellino di Aphrodite si rivelerà una bella piattola da portare avanti credo. Si vedrà (trallallà, trallallà)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quando Sion ci ha convocati tutti stamattina lui non c’era. L’ho lasciato addormentato ieri sera, e le guardie dovrebbero averlo svegliato in tempo per la convocazione, ma non è ancora arrivato. Guardo nervoso il suo posto vuoto chiedendomi se si sente bene o se gli è successo qualcosa mentre gli altri cavalieri d’oro riempiono la stanza del grande sacerdote.

Non arriva.

 

Sulla lapide c’è scritto “Manigoldo, cavaliere d’oro del Cancro”. La guardi divertito e ci appoggi accanto una bottiglia di birra, sicuro che gradirebbe.

“Lo so che una birra ti ci andrebbe ora, me l’hanno raccontato com’eri” sorridi alla pietra sgretolata “Probabilmente il caratteraccio si eredita con l’armatura, mh?” ti siedi sull’erba a gambe incrociate.

“Sei morto facendo fuori il dio della morte, e adesso io sono quello che ha più morti sulla coscienza di tutti, dimmi te se questa non è assurda” ghigni dimezzando la tua birra in un sorso solo, la avvicini alla lapide come per brindare. Fa uno strano rumore quando la fai battere sulla pietra.

“Italiano pure tu, e con un nome che è tutto un programma direi. Questo si che è un nome, io ho dovuto fabbricarmene uno nuovo” sbuffi “Figurati se mi tenevo quello vecchio, mi ci vedi?” per una volta sorridi invece di ghignare.

“Mi dispiace di non riuscire più a indossare l’armatura che era tua…ci vediamo” dici alzandoti e dirigendoti dove devi andare. Ti accendi una sigaretta mentre ti avvii.

 

Lo vedo entrare senza armatura, in jeans e maglietta. Nel caldo soffocante di Atene tiene su una giacca leggera, dev’essere il freddo di cui mi parlava ieri. Shura mi lancia un occhiata indicandomi Aiolia e Camus che osservano perplessi DeathMask. O meglio, Camus lo guarda perplesso, Aiolia sembra sul punto di dargli un pugno.

“Ti sembra l’ora di arrivare?” gli chiede fra i denti. Angelo non si scompone ne gli da troppa importanza, si stringe nelle spalle facendo dondolare il braccio ingessato.

“Ho avuto un contrattempo”

“E l’armatura dove l’hai lasciata?” “Dove credi che debba essere, gatto troppo cresciuto?” gli sibila contro DeathMask.

Vedo Camus continuare a fissarlo, poi spalanca gli occhi. Credo abbia capito che il suo cosmo è stato sigillato, mi guarda interrogativo e annuisco, gli faccio cenno che gli spiegherò qualcosa più tardi. Annuisce anche lui, poi torna a guardare il battibecco fra Aiolia e DeathMask. Milo li guarda con un sorriso divertito, Aldebaran invece sembra contrariato, ma come potrebbe esserlo un enorme papà. A volte è inquietante.

Shura prende Angelo per il braccio sano e se lo trascina accanto, nel posto vuoto che era rimasto, Aiolos fa lo stesso col fratello.

 

Sapevi che non saresti dovuto venire. Lo sapevi.

Ma una convocazione è pur sempre una convocazione, e non potevi esimerti…anche se l’avresti preferito. Cosa ci fai in jeans e maglietta in mezzo ad altre undici persone in armatura? E qui fa freddo, è ancora più freddo che nella tua casa. Ti infili la mano in tasca sperando di scaldartela e continui a fissare il gran sacerdote stringendo le labbra.

Sion ti guarda e ti fa capire che sa cosa ti è successo, e che non ci sono problemi per il ritardo, chini la testa in una specie di inchino rispettoso a modo tuo.

Un problema di meno.

Aiolia è ancora fumante al suo posto accanto al fratello maggiore, ma non è un problema: non siete mai andati d’accordo, e devi ammettere che nemmeno ci hai mai provato. Ne ti è mai interessato in effetti. Vade retro Aiolia.

 

Questa missione non è nulla di particolarmente impegnativo: una catastrofe naturale in Grecia, le gente da salvare. Mi verrebbe da dire ordinaria amministrazione se non avessi paura di suonare esageratamente cinico.

Ergo: tutti tranne io, Shura e DeathMask siamo inviati sul posto, io devo proteggere la sala del gran sacerdote, come al solito che non si sa mai, e Shura l’entrata del Santuario.

DeathMask non viene interpellato.

Usciamo tutti dal tempio pronti ad assumere le nostre posizioni, ma lui non si muove. Fissa il pavimento con una rabbia tale che potrebbe sfondarlo, la mandibola serrata. La mano che ha in tasca è chiusa in un pugno talmente stretto che si distinguono le nocche dal tessuto. Mi avvicino a Camus che mi aspetta fuori dal tempio, mentre lascio che sia Shura ad occuparsi di Angelo per il momento. Ci sono anche Aiolos, Aiolia, Shaka, Mu e Milo.

E Saga, Kanon,Doko e Aldebaran non sono distanti.

Oh beh, per lo meno non dovrò spiegare tutto più di una volta.

 

Non è possibile, questo è umiliante. Ti senti talmente inutile che vorresti sprofondare nel pavimento, qui ed ora. Non ti accorgi nemmeno che tutti sono usciti e che dentro l’ultimo tempio del Santuario siete rimasti solo tu, Shura e Sion.

Incassi la testa nelle spalle, le senti così rigide che quasi tremano, e serri la mascella così forte che senti quasi stridere i denti.

Non è possibile. Ti rimetti la mano sugli occhi quasi in automatico, forse per cancellare momentaneamente tutto quello che ti innervosisce, e respiri profondamente.

Va tutto bene, passerà.

Un corno.

Di nuovo ti stringi le tempie fra il pollice e l’indice. Fa sempre più freddo.

 

Mi avvicino a DeathMask il più silenziosamente possibile: quando è nervoso è come una belva, qualsiasi rumore imprevisto potrebbe farlo scattare…e anche senza cosmo sono sicuro che potrebbe essere pericoloso.

“Ehi” gli dico mettendogli una mano su una spalla “Non esci? Siamo già tutti fuori”

“E cosa esco a fare? Oggi ho la giornata libera pare” risponde fra i denti muovendo appena le labbra. Lo sento pieno di rabbia controllata, strappa bruscamente la spalla dalla mia presa.

Nessun problema, lo agguanto nuovamente. Mi fulmina attraverso le dita della mano. Devo ammettere che quelle iridi rosse a volte sanno far paura…ma non a me, e non adesso, lo so che non ce l’ha con me. Gli sorrido. Sbuffa.

Non può rifarsela con nessuno e non può risolvere il problema, ed è questo che lo stende; io e Aphrodite sappiamo quale potrebbe essere la soluzione, ma il cavaliere dei pesci mi ha pregato di non rivelargli niente finché non si sarà rimesso per scongiurare eventuali pazzie.

Fosse facile evitare di fargli fare cavolate, a questo qui.

“DeathMask” Sion lo chiama dal fondo della sala, vedo il mio amico alzare la testa e rimuovere la mano dagli occhi. Riesce a sibilare un “si” controllando disperatamente la voce. Il grande sacerdote gli si avvicina fino ad arrivargli di fronte, stringe le labbra anche lui.

“Mi dispiace, non me la sentivo di farti rischiare la vita… lo capisci vero?” Angelo abbassa la testa ed annuisce senza aprire bocca, poi fissa Sion negli occhi.

“Grande sacerdote, io non sono più un cavaliere, senza cosmo non posso esserlo. Quindi mi chiedevo se non fosse il caso di riconsegnare l’armatura ed andarmene, lasciandola a qualcuno che magari riesca ad indossarla”

Spalanco gli occhi. Lui, un concentrato di orgoglio, che dice una cosa simile…che si arrende. Non avrei mai voluto sentirgli dire una cosa così. Gli tremano le spalle. Guardo Sion, Sion guarda me quasi a bocca aperta, poi scuote la testa. Gli prende il mento fra le dita e porta gli occhi di DeathMask all’altezza dei suoi, visto che fino a quel momento l’aveva guardato dal basso verso l’alto.

“Sei sicuro di quello che dici?”

Angelo sfugge alla sua presa girandosi di lato “Non vedo alternative” Sion scuote la testa.

“Quell’armatura è sempre tua, non accetterebbe altri padroni” vedo il mio amico aggrottare le sopracciglia “Shura e Aphrodite hanno faticato moltissimo per togliertela di dosso ieri perché voleva proteggerti, anche se sentiva che il tuo cosmo era sigillato…perché credi che l’abbia fatto?”

DeathMask si morde il labbro inferiore e si stringe nelle spalle, sempre rifiutandosi di voltarsi verso di noi “Perché ti ha scelto come suo padrone, e ha sentito che ti sei lasciato colpire per salvare qualcun altro. Credi che potrebbe obbedire agli ordini di qualcuno che non sei tu? Non dire sciocchezze” si volta e si dirige di nuovo verso il fondo della sala “Quell’armatura sarà tua finché vivrai, vedi di farci l’abitudine…Shura, tu fai quello che credi sia giusto fare” aggiunge voltandosi verso di me. Annuisco.

Angelo lo guarda andarsene basito, poi sibila un “e cosa me ne faccio se non riesco ad usarla”. Sono tentato di rivelargli tutto, ma rischio di prendermi una rosa in fronte, e al momento i miei desideri sono altri.

Gli circondo le spalle con un braccio “Forza” gli dico trascinandomelo dietro “Vediamo di uscire di qui”.

Quando usciamo vedo nove cavalieri d’oro che lo guardano con un misto di apprensione e curiosità, l’ultima cosa di cui c’era bisogno. Aphrodite si tiene un po’ in disparte, Aiolia sembra persino più dispiaciuto degli altri.

“Mi dispiace per prima, non sapevo cosa ti fosse successo” DeathMask lo fissa mettendo su uno dei suoi sorrisi sghembi.

“Non è niente”

Lancia un’occhiata di saluto ad Aphrodite, mi stringe un polso, si volta e scende i gradini verso la sua casa…lascio che mi preceda di qualche rampa di scale e chiedo scusa agli altri.

“Raggiungo il mio posto” dico seguendolo.

 

Dovrebbero darti l’oscar, nemmeno a cercarlo troverebbero un attore come te, sai fingere benissimo.

Non sai come hai fatto a sorridere ad Aiolia, ne a non scappare di corsa quando te li sei visti tutti davanti che ti guardavano come fossero allo zoo. Ed erano preoccupati. Non ti sei mai sentito più…nudo…di così.

Shura ti raggiunge e ti ferma per un gomito a un passo dall’entrata della quarta casa “Forza” ti dice con un mezzo sorriso “Ti offro il pranzo a casa mia”

“Nemmeno per idea, tu fai tutta roba surgelata!” ti guarda spiazzato, tuo malgrado sorridi “Piuttosto vieni tu a mangiare da me, cucino molto meglio di te. E non affogo la cucina nell’olio” lo vedi sorriderti rassicurato.

“Pensavo che mi avresti detto di andarmene” “Lo pensavo pure io, fino a cinque secondi fa. Però ogni tanto ho bisogno di…” tronchi la frase prima di scoprirti troppo, Shura capisce e ti circonda di nuovo le spalle con un braccio.

“Non ti fa caldo con questa giacca?” “No…sento che fa caldo, ma da ieri muoio di freddo. Fa strano eh?” Shura ti guarda confuso mentre attraversate i corridoi di casa tua diretti in cucina, lanci un’occhiata di sfuggita all’armatura e ti volti di nuovo in avanti.

“Non pensarci ora, si aggiusterà anche questa” “Non ti sfugge niente” gli fai notare annoiato. Ti lancia un sorriso canzonatorio e ti indica i fornelli. “Quello è il tuo regno direi, ma con un braccio al collo voglio proprio vedere cosa ci combini”

Già, te ne eri quasi scordato. E si che ormai hai un mal di schiena infernale con quel coso che ti tira giù il collo. Ghigni.

“Oh beh” fai un gesto plateale col braccio che puoi usare “Vorrà dire che mi aiuterà qualcuno a caso” Shura ride e ti raggiunge “Bene maestro, dimmi cosa fare e vedrò di non bruciare niente…però prima fammi andare a togliere l’armatura, temo che in cucina possa essere scomoda”

Lo guardi sparire e riapparire nel giro di mezzo minuto. Sbuffi. Benedetta velocità della luce.

“Pasta?” gli chiedi alzando un sopracciglio. Si stringe nelle spalle. “Sei tu il cuoco” sorride “Cosa faccio?” “Per esempio apri il pacchetto degli spaghetti. Come credi che possa farcela con una mano sola?”

 

Forse è un’impressione, ma mi pare stia un po’ meglio…ci vuole poco comunque, stamattina nella sala del gran sacerdote era in uno stato allucinante. Per lo meno ora non sembra aver voglia di staccare la testa con un morso a chiunque.

Armeggio un po’ con il pacchetto di pasta e lo apro, lo appoggio appena in tempo per prendere al volo la pentola piena d’acqua che stava cercando di tirare su con una mano sola, ha rischiaro di farsi la doccia vestito. Borbotta qualcosa quando gli dico che ci penso io, ma mi lascia fare. Dev’essere pesante per lui non essere più completamente indipendente. Accende il fornello.

“Carbonara?” mi chiede senza guardarmi.

“Come vuoi capo” lo vedo infilare la testa nel frigo e uscirne fuori con qualche uovo, pancetta e parmigiano, fissa le uova come se volesse dividerle in due solo guardandole, si da una manata in fronte.

“Ti giuro, se trovo il fratello di Aphrodite per strada lo strangolo. Non posso nemmeno dividere la chiara dal rosso” mi viene da ridere e lo faccio per lui, prende una forchetta e comincia a sbattere le uova con una ferocia che non avevo mai visto usare su una cellula.

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Ramiza: grazie mille! Spero di aver aggiornato abbastanza presto ^^..grazie per aver aggiunto questa cosa fra i preferiti!

E grazie anche a Lenna, che l'ha messa fra le seguite!

 


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Sion mi ha spedito a controllare come sta Angelo, comincio a pensare che abbia fatto restare qua Shura e me con il chiaro intento di non lasciarlo solo. Arguto.

Gli altri ci sono rimasti di sasso quando è venuto fuori cosa era successo, soprattutto la parte “mi ha spostato e si è preso il colpo che doveva ammazzare me”. Non ho mai visto tante mandibole alle ginocchia come stamattina… anche se ammetto che nemmeno con una gran fantasia sia facile immaginarlo fare una cosa simile. Il problema è Holger, ha detto che tornerà al santuario per riuscire a farmi fuori… non che ci debbano essere problemi sul serio, la mia forza è comunque superiore alla sua. Ma non riesco a pensare di dover colpire mio fratello, l’idea non mi piace.

Spero solo che Angelo non si rimetta nel mezzo, rischierebbe la vita sul serio questa volta. Mi fermo nella mia casa per togliermi l’armatura e legarmi i capelli.

D’estate ti uccidono, ma tagliarli mai e poi mai.

Direi che adesso posso anche andare a vedere se è avanzato qualcosa da mangiare.

 

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“Shura, sei un danno!” sento DeathMask urlare qualcosa al cavaliere del capricorno, che intanto sta ridendo come un pazzo. Quando entro vedo Angelo bagnato fradicio dalla vita in giù e Shura che si rotola in terra con in mano uno scolapasta.

Chiudo gli occhi, magari me lo sono sognato.

Li riapro e sono ancora li.

Ok, sta succedendo davvero.

Angelo strappa lo scolapasta di mano a Shura e riesce a scolare gli spaghetti con una mano sola, anche se con qualche difficoltà, poi li butta nel sugo.

Da bravo svedese non ho idea di che razza di sugo si tratti, è roba gialla, ma decido di non farmi problemi: se c’è una cosa che Angelo sa fare bene è cucinare.

Da bravo italiano, in effetti.

Shura si asciuga le lacrime dagli occhi e si attacca alla mia spalla con una mano, tenendosi a debita distanza da Angelo che brandisce minacciosamente un mestolo

“Scusami scusami scusami” balbetta fra una risata e l’altra “Non è colpa mia se il tuo lavandino esplode quando lo apri!” “Non esplode quando lo apri, stupida capra! Esplode se apri tutta l’acqua in un botto solo! E usando un po’ del tuo gnegnero potevi anche capire da solo che puntandomelo addosso mi avresti fatto la doccia!” gli urla lanciandogli dietro il mestolo. Shura crolla in preda ad un altro attacco di risate tirando giù anche me, il mestolo gli passa sopra la testa e va a sbattere contro la porta. Angelo prende la zuppiera con gli spaghetti dalla cucina e la sbatte sul tavolo rischiando di spaccarla in due, ci guarda e ghigna.

“Il ristorante è aperto”.

 

Non so come faccia ad essere ancora vivo, ma vedere Angelo completamente fradicio è stata una delle cose più divertenti che mi sia capitata in vita mia. Non mi scorderò la sua faccia dovessi campare altri 200 anni. Spero.

E non è colpa mia se il suo lavandino è esplosivo! Nella mia casa non fa così! I lavandini normali non fanno così!

Devo dargli credito di una cosa però: fra tutti e tre è quello che cucina meglio. Anzi, forse fra tutti e dodici…anche se con Mu forse ci potrebbe essere una bella gara. Non voglio sapere come faccia Shaka ad azzeccare il fornello vagando per casa ad occhi chiusi.

Aphrodite fissa gli spaghetti perplesso, Angelo gli lancia un’occhiata interrogativa.

“C’è qualcosa che non ti torna?” il cavaliere dei pesci tira fuori la sua espressione più compunta, poi li indica con la forchetta.

“Sono gialli!” “E’ carbonara, razza di cretino!”

Basta per pietà, se ricomincio a ridere adesso mi strozzo. Cerco di buttare giù il boccone mentre Angelo spiega ad Aphrodite, fra uno “zuccone” e l’altro, che la carbonara si fa con le uova. E che quindi si, in effetti “sono gialli”. Gli altri non hanno idea di cosa si perdano a non venire mai a pranzo qui.

 

Loro non hanno idea di come ti stiano salvando la giornata, e volendo anche l’umore, ne tu hai la minima idea di dirglielo! Sorvolando sul fatto che sei bagnato fradicio grazie a un caprone che ora si sta strozzando con gli spaghetti, sentire Aphrodite dire “sono gialli!” puntando la forchetta contro gli spaghetti come se si trattasse di qualche residuato bellico è stato fantastico.

Anche vedere Shura che inizia a tossire come un pazzo mandandovi a quel paese è abbastanza divertente.

“Accidenti a voi e a quando mi fate ridere mentre mangio!”

Ghigni mentre riprende a respirare dopo mezzo minuto di convulsioni. Aphrodite pare ancora poco convinto degli spaghetti, ma dopo la prima forchettata si è deciso a spazzolarli. Un punto in più per la tua bravura culinaria.

“Angelo che è questa roba?” ti chiede infilzando un pezzo di pancetta.

“Carne di renna” gli rispondi sempre guardando Shura che annaspa. Aphrodite spadella gli occhi e guarda la forchetta come se ci fosse infilzato sopra un bambino, lui e il suo animo nordico. Ti viene da ridere.

“Sto scherzando, è pancetta” Shura si trozza di nuovo, Aphrodite pare soddisfatto. Non capisci che differenza faccia mangiare una renna o un maiale, sempre morti sono. Bah.

 

Dopo tutto il trambusto di mio fratello avevo bisogno di farmi due risate in santa pace, anche se lo scherzo della renna non mi è andato giù. Non si mangiano le renne, accidenti! Conscio che le mie convinzioni siano tutt’altro che razionali finisco di spolverare gli spaghetti e raccolgo i piatti per dargli una sciacquata. Mentre passo mollo una manata sul groppone a Shura, che stava ancora cercando disperatamente di respirare. Vediamo se dopo questa riesce ad inghiottire.

 

“Non vai ad aprire?” chiedo sorridendo a DeathMask. Vedo Angelo guardare la porta di cucina come se cercasse di capire se lo sto prendendo in giro o se qualcuno ha bussato.

Oddio.

La gaffe.

Appoggia il piatto pulito sul lavandino e si asciuga la mano sui jeans, Aphrodite mi fissa. Mi sembra di leggere “emerito cretino” in quegli occhi azzurri.

“Non l’ho sentito”

Angelo sembra aver perso tutta la voglia di ridere, esce dalla stanza e si avvia verso l’entrata del suo tempio per vedere chi gli sta chiedendo il permesso di passare.

“Shura, sei un emerito cretino” mi dice Aphrodite sottovoce.

Allora avevo letto bene. Cristo.

“Non ci avevo pensato, mi sembrava tutto talmente normale che mi ero dimenticato del suo cosmo” prendo aria agitato.

Non volevo. Mi reggo la testa col palmo della mano. “Ci mancherebbe!” sbuffa Aphrodite, quasi gli viene da ridere. Non so se sul serio o per il nervosismo, ma sentirlo meno arrabbiato mi rilassa un po’.

Per essere sinceri mi sento anch’io un emerito cretino, ma cercherò di conviverci.

 

Non sai se strozzare Shura o ringraziarlo per aver riportato fuori il discorso, anche se per sbaglio. Sai che hai bisogno di parlarne, anche se piuttosto che ammetterlo ti faresti tagliare una mano. Non hai sentito il cosmo di chi ti stava chiedendo di entrare, come puoi restare il custode della quarta casa? Sion può pensarla come vuole, ma è e sarà un macello se la situazione non si risolve.

E come cavolo si risolve?

Ma soprattutto: si risolve?

Hyoga guarda interrogativo il tuo braccio ingessato quando ti affacci fuori dal tempio schermandoti gli occhi con la mano che puoi usare, ma smette subito quando si sente i tuoi occhi addosso.

“Devi passare?” gli chiedi, cercando di mantenere un minimo di contegno. Hai una reputazione da mantenere in fondo. Il ragazzino russo si stringe nelle spalle. Ha dieci anni meno di te, più o meno.

Dieci.

Ogni volta che vedi lui e i suoi amici ti fanno sentire vecchio. Cosa gli davano da mangiare a questi in culla, pane e steroidi?

Hyoga annuisce e tu ti scansi di lato, lo guardi uscire dall’altra parte della tua casa gettandosi qualche occhiata alle spalle. Deve aver sentito che nel tuo cosmo c’è qualcosa che non va.

Bah.

 

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 Ramiza: Non lo dire a DeathMask che è dolcissimo, che potrebbe offendersi! :D A parte ciò, grazie mille!


Gufo_Tave: Le tue recensioni sono sempre circostanziate, devo ammettere le che attendo sempre con curiosità. Hai pienamente ragione! Nella seconda parte il mio essere toscanaccio ha preso il sopravvento sulla correttezza. Ci farò più caso!


Human renamon: *imbarazzo mode on* ti ringrazio tantissimo, anche di aver messo questa storia fra i preferiti! *_*


Ayay: Oddio, che recensione! Non mi era mai capitato! Sono felicissima che ti sia piaciuta così tanto! Per quanto riguarda gli accenti si, sono un disastro. Ti giuro che ci provo, ma alle elementari a quanto pare li ho odiati così tanto che ora non riesco a metterne uno giusto nemmeno sotto tortura! E non ho niente da perdonarti, il tuo "poema" mi è piaciuto tantissimo! *_* Grazie di aver messo questa storia fra i seguiti!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Angelo rientra in cucina chiudendosi la porta alle spalle “Caffè?” chiede. Annuiamo tutti e due, Shura sembra ansioso di scusarsi, ma non so se sia un’idea pessima o peggiore. Devo decidere.

“Angelo, senti, mi dispiace per prima non ci avevo pensato. Forse non avevo pensato proprio, però non volevo” eccetera eccetera. Sta farfugliando. Fra poco comincerà a bestemmiare in spagnolo se continua.

Angelo si volta a guardarlo e scoppia a ridergli in faccia, appoggia il caffè sul bancone della cucina e si appoggia al frigorifero con la schiena.

Shura lo guarda come se avesse visto la Madonna. Non l’ho mai visto con gli occhi più spalancati di così.

“Shura, smettila se non vuoi farti prendere un infarto” scuote la testa e si volta di nuovo, carica la caffettiera.

Io e Shura ci scambiamo uno sguardo perplesso, il cavaliere del capricorno alza un sopracciglio, alzo lo sguardo fino a piantarlo sulla schiena di Angelo.

“Non importa che tu faccia così con noi” Angelo si blocca di scatto, un pezzo della caffettiera divisa in due ancora in mano.

“Qualcuno mi aiuta a riavvitarla?” chiede. Shura esegue, Angelo la appoggia sul fornello e accende il gas.

“Lo hai sentito, non fare finta di niente” Shura fa per avvicinarglisi ma abbassa il braccio prima di poterlo toccare.

Non si volta ne risponde, si passa una mano nei capelli bianchi.

“Come vi aspettate che mi comporti, cosa dovrei fare?” si volta verso di noi inchiodandoci alle sedie con quegli occhi rossi che si ritrova. Sento un brivido lungo la schiena. “Lamentarmi tutto il giorno?” sbuffa tornando a fissare la caffettiera, come se si aspettasse di farla esplodere solo guardandola “Sarei patetico. Non ci tengo. Non voglio intorno gente a cui fare pena, non vivo allo zoo. Non c’è niente di interessante da guardare qui.” A ogni parola stringe il pugno sempre di più, avrei voglia di alzarmi e fargli aprire la mano a forza prima che si pianti le unghie nella pelle ma so che non gradirebbe. È il mio migliore amico, ma credo di non averlo mai abbracciato. Non ama essere toccato.

Faccio per alzarmi ma Shura mi precede, lo prende per un braccio e lo costringe a sedersi con uno strattone, Angelo lo fulmina, ma Shura gli fa cenno di tacere prima che possa iniziare a parlare.

“Tu non ci fai pena, razza di cretino. Non sei il tipo che fa pena, sei il tipo da sbattere nel muro finchè non ti prende e ti sbatte nel muro lui. E a quel punto magari gli molli anche un ceffone, a seconda dei casi. Lo capisci questo?” gli dice fra i denti “Non ci hai mai fatto pena, mettitelo bene in testa.”

 

Boccheggi.

Dio, cosa gli rispondi adesso? Il primo istinto sarebbe quello di buttargli le braccia intorno al collo e bestemmiare fino a far cadere qualche santo, ma non è il tuo stile.

Tu che abbracci qualcuno, ma dai.

E poi con un braccio ingessato rischieresti di rompergli uno zigomo.

Bocciato il primo istinto.

Il secondo istinto sarebbe quello di scappare di corsa, ma loro possono correre alla velocità della luce e tu no.

Bocciato anche il secondo istinto.

E mentre stavi a pensare tutte queste cose hai boccheggiato per tutto il tempo senza sapere cosa rispondere, tanto che Shura ti guarda perplesso.

Probabilmente sta pensando che ti sia preso un ictus.

Sembri un pesce, stai affogando nell’aria.

“Angelo ti ricordo che il cavaliere dei pesci sono io, piantala di imitarmi!”

Ti volti verso Aphrodite così velocemente che temi che ti si sviti la testa. Come volevasi dimostrare. Sei praticamente nel panico.

 

Mi ha boccheggiato in faccia per venti secondi buoni, se non fosse che è diventato quasi una statua mi verrebbe da ridere. Soprattutto dopo l’uscita di Aphrodite.

Vada a farsi fottere lo spazio personale, io lo abbraccio.

 

Appena ha sentito che Shura lo stava abbracciando è diventato una tavola, mi ha fissato quasi terrorizzato e poi si è voltato verso Shura terrorizzato senza quasi. Il caffè ha iniziato a uscire.

 

Ti alzi di scatto e togli la caffettiera dal fuoco, lo versi, appoggi le tazze sul tavolo.

“Scusatemi”

Scappi fuori.

Appoggi la fronte a una colonna. Butta giù quel groppo in gola. Respira. Smettila di stringere il pugno in quel modo.

Così.

Respira.

 

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Peto veniam, capitolo più cordo a questo giro! Mi serviva per rendere l'idea dell'amicizia di questi 3. Vedrò di farmi perdonare al prossimo giro!

 

Ayay: Ti adotto volentieri come Beta! Ma come devo fare? Insegnami, che io con queste cose complicate (solo per me) sono assolutamente negata T_T

No, niente prof :D

Su Mu sono perfettamente d'accordo! Poveri DM e Aphrodite, a quanto pare non godevano della stima dei cosiddetti colleghi. Che cosa triste (sospiro professionale). Il trio malefico a pranzo! Avevo bisogno di descrivere quei 3 che si danno ad attività quantomeno produttive quanto guardare Shura che si strozza con gli spaghetti o Aphrodite che pensa alle renne felici e pascolanti. Dovevo farlo!

Sto rimuginando sull'infilare anche Hyoga da qualche parte, visto che è l'unico bronze che sopporto (forse anche Ikki. Gli altri no, decisamente).. qualche idea? :D

 

Sakura2480: Mi sono immedesimata in uno svedese che vede roba gialla e pensa "che è?"...povero Aphro, dev'essere stato uno shock! Più che altro avevo bisogno di alleggerire la storia. E distruggere la reputazione di persona seria che Shura porta in giro così orgogliosamente :D

 

Human Renamon: grazie mille *_* Si, Angelo bagnato fradicio colpito e affondato da un lavandino è una scena che avrei voluto vedere, se sapessi disegnare decentemente la butterei giù, ma quando provo a disegnare un pinguino esce un cammello. E viceversa

Tranquilla, non gli dico niente!:D

 

Ramiza: a parte il fatto che mi sto innamorando del tuo nick... si, la scena della pasta è stata una cosa totalmente folle e assurda...e mi piaceva l'idea di un uomo che cucina bene. Soprattutto di DM che cucina bene. Forse perchè il mio sogno è avere un ragazzo che cucini bene (e invece per ora.. :D )

 

Gufo_Tave: Si, oggettivamente hai ragione, sicuramente anche i gold non avevano una massa muscolare indifferente.. però credo che nel momento in cui ti trovi a 24 anni a vedere un ragazzino di 14 che ha una massa muscolare pari alla tua secondo me ti spaventi (io mi spaventerei) :D

Per il resto.. in effetti mi sto soffermando più sull'interiorità dei personaggi che sull'azione della storia, mi serviva per dare l'idea dell'amicizia fra questi 3. Ma fra poco riparto (se riesco a scrivere quello che ho in mente, il che non è necessariamente scontato!)

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Questo capitolo è stato betato da Ayay! Prostratevi e rendetele omaggio!

 

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Shura mi fissa dispiaciuto. “Colpa mia?” mi chiede indicando la porta dalla quale Angelo è uscito. No, non uscito: scappato.

Scuoto la testa “No, colpa mia” mi guarda aggrottando le sopracciglia, mi stringo nelle spalle.

“E’ mio fratello che l’ha sigillato, e se io non fossi rimasto imbambolato a guardarlo cercare di ammazzarmi lui non avrebbe dovuto farsi colpire.”

“Stai dicendo una serie di stupidaggini senza capo ne coda” Shura scuote la testa “Mi sbaglio o te l’ha detto anche lui che non è colpa tua? Ha deciso di testa sua, e ti ha detto lui stesso di non sentirti responsabile per quello che è successo. Mh?” mi guarda con un mezzo sorriso. Sembra che mi supplichi di non crollare anch’io. Annuisco.

“Vuoi sapere cosa mi fa impazzire?” mi guarda aspettando che continui “Che mio fratello sia così. È completamente fuori, si è fritto il cervello!” mi viene da ridere a pensare come eravamo da bambini, ghigno “Eravamo inseparabili da piccoli, peggio del vinavil, senza scherzi. Ci proteggevamo a vicenda, ma visto che io sono il più grande a me toccava più spesso proteggerlo. Era già… particolare… da piccolo. Un po’ strano. Ma non credevo che fosse così fragile da reagire così quando mi hanno portato via.”

 

Non so se parlare o stare zitto di nuovo aspettando che continui. Angelo è crollato, e se non torna fra poco sarà anche il caso di andare a cercarlo. Aphrodite sembra più stabile, ma non credo stia bene nemmeno lui. Ha rivisto il fratello dopo anni che tutti l’avevano dato per morto e ha scoperto che è completamente sbarellato e che, ciliegina sulla torta, vuole farlo fuori. E il suo migliore amico si è messo in mezzo per salvargli la vita uscendone conciato nel modo che conosciamo entrambi. Il cavalieri dei pesci disegna cerchi concentrici col dito sul tavolo della quarta casa, sbuffa.

“Spero solo che quando si rifarà vivo non mi tocchi ammazzarlo”

Quello sarà un problema.

Mi alzo dalla sedia e giro intorno al tavolo fino ad arrivargli davanti, gli mollo una pacca sulla spalla “Quella è una cosa che dovremo affrontare insieme, direi”. Aphrodite sorride e annuisce, infila tre birre in un sacchetto e si avvia verso la porta.

“Vediamo di scoprire dove si è cacciato DeathMask.”

 

Se sono usciti per cercarti non hanno dovuto sforzarsi più di tanto, ti hanno trovato subito con la testa ancora appoggiata a una colonna che respiravi come un asmatico.

Che figura di merda.

Respira, cribbio. L’hai fatto per 24 anni, puoi continuare a farlo. Chiudi gli occhi fingendo di non esserci. Ecco, sei una colonna, sei una colonna, sei una colonna.

“Guarda che quel pilastro sta su anche se non lo reggi con la testa”

Apri gli occhi. La tua trasformazione in colonna è andata male. Continui a fissare le crepe nel marmo rifiutandoti di voltarti. Non sai che faccia hai, non vuoi farla vedere a nessuno. E in tanto respira però. Ti senti un mattone in gola.

“Preso!”

Aphrodite ti si lancia addosso, le braccia intorno alle tue spalle.

Molli.

Ti accartocci, seduto a terra.

 

“Se avessi saputo che azzardarmi ad abbracciarti avrebbe avuto quest’effetto avrei evitato!” riempie e svuota i polmoni con un certo impegno, non spiccica parola. Mi chino con lui quando si lascia scivolare a terra.

Non so cosa fare, non l’ho mai visto così fragile. Gli metto le mani sulle spalle e lo attiro verso di me. Dopo praticamente un decennio che ci conosciamo ho abbracciato il mio migliore amico per la prima volta. Si aggrappa al mio polso con la mano libera e inghiotte aria, Shura si china davanti a lui e sorride. Visti da fuori dobbiamo essere particolarmente coreografici, ma è l’ultimo dei miei pensieri.

“Stai bene?” Angelo annuisce senza guardarmi. A pensarci bene ancora non l’ho visto in faccia da quando ha fatto la fuga prima; Shura lo guarda preoccupato quando si rende conto del suo respiro pesante.

 

Va tutto bene, respira. Non ti azzardare a piangere. Respira. Chiudi gli occhi. Respira.

“Così, fai piano” senti la voce di Shura che cerca di tranquillizzarti, non ti tocca. Forse perché ha paura di vederti crollare definitivamente. “Va tutto bene”.

Un corno. Scuoti la testa. Senti Shura sopprimere una mezza risata “Lo so” ti dice “Ma dicono tutti così di solito” conclude ghignando.

Ti viene da ridere, ma quello che ti esce è un suono strozzato. Le braccia di Aphrodite ti stringono di nuovo, di riflesso ti aggrappi al suo polso con ancora più convinzione.

Non respiri più.

 

Non ci voglio credere. Angelo… DeathMask, cavaliere d’oro del cancro, l’assassino più crudele in circolazione al santuario, si è nascosto fra le sue ginocchia. Le sue spalle sussultano ogni volta che cerca di prendere fiato.

Non piange, non lo fa mai, ma è come se avesse perso il controllo sui propri polmoni. Un attacco di panico? Non credo. Gli appoggio una mano su un ginocchio completando la catena umana che unisce me, lui ed Aphrodite, lo scuoto.

“Angelo, respira” mi spavento quando mi rendo conto che anche Aphrodite si sta preoccupando, lo scuoto di nuovo “Angelo, respira!” sto quasi urlando ma è come parlare con un muro. Questo è un attacco di panico in piena regola!

Gli tiro su la testa con le mani per farlo respirare meglio, tiene gli occhi serrati e le labbra semiaperte per farci passare l’aria. Aphrodite si sposta all’indietro e lascia che si appoggi a lui, lo fa sdraiare reggendogli la schiena, sta andando nel panico pure lui.

Aphrodite non ti azzardare, già Angelo in questo stato mi fa paura, non mettertici pure tu. Gli scocco un’occhiata che è più una minaccia che una supplica, recepisce e annuisce. Poco a poco Angelo smette di rantolare e il respiro torna regolare, continua a stringere il polso di Aphrodite, quando allenta un po’ la presa vedo che la sua mano ci ha lasciato il segno.

 

Potrei mettermi a piangere dal sollievo, ma eviterò. L’importante è che si sia calmato. E poi non ci tengo a piangergli in faccia. Sono tentato di controllargli il battito dal polso, ma evito pure questa. Non vorrei che si agitasse di nuovo.

“Angelo, ti senti meglio?”

 

Ti sei sbloccato, i polmoni hanno ricominciato a fare il loro e finalmente li senti pompare aria dentro e fuori. Respira. Aphrodite ti ha chiesto qualcosa di molto simile a un “ti senti meglio?” ma tutto quello che riesci a fare è annuire mentre ti godi la sensazione dell’aria che ti entra dentro. Respira. Stringi il polso di Aphrodite.

“Tua”

Lo vedi spalancare gli occhi “Mia cosa?”

“Prima è passato Hyoga, quello porta sfiga” riesci a sibilare. Shura scoppia a ridere, Aphrodite sorride.

“Razza di cretino, ti riporto in casa”

“No” scuoti la testa “Sto meglio. Andiamo a farci un giro visto che oggi ci hanno dato ferie.” Vedi Shura lanciare un’occhiata interrogativa ad Aphrodite, ma quando anche lui annuisce si decide a prenderti per il gomito sano e ad aiutarti a rimetterti in piedi.

Ti gira un po’ la testa.

Poco male.

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Sakura: Perchè recensioni stupide? Non sono stupide O_O

P.s. Il nostro granchio preferito è una bietola, e come tale reagisce. :D


Ayay: Anch'io, anch'io! Ma poi questo essere coi capelli bianchi ci stende temo. Il malefico trio sta guardando in alto perplesso in questo momento.. Shura prende i cuoricini volanti e li guarda, Aphro li prende con la linga credendo siano neve, DM li prende a morsi convinto siano caramelle gommose :D

Ave beta! :D


Ramiza: Ti ri-ri-ringrazio immensamente! *_* Altro capitolo, ora sarà un macello partorire il prossimo.

Aavanti tutta! :D


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo betato da Ayay! Mi raccomando mira, date un'occhiata alle sue storie: meritano!

 

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Il mare di notte diventa un suono: lo senti ma non lo vedi. Sai che c’è perché respira, fa rumore, lo senti vibrare attraverso le gambe stese sulla sabbia umida. Shura ha insistito come un dannato per trascinarvi fin qui, e ti scoccia ammettere che ne valeva la pena. Le vostre birre sono già finite, vi siete litigati per un po’ lo scoglio più comodo dove appoggiare il sedere e Aphrodite ha bestemmiato contro l’acqua salata che “fa venire le doppie punte”. Tutto nella norma.

Tu però lo ringrazi, il vento maledetto da Aphrodite, quello che prende al volo le onde e te le sbatte in faccia, perché ti fa sentire più tranquillo e… vivo.

Ammettilo: da quando ti ritrovi senza cosmo hai paura. Hai paura di perdere, e la ragione sta dalla parte del più forte no? Le tue convinzioni già vacillano, per la tua testa sarebbe la fine.

Non pensarci ora, annusa il mare.

Incassi la testa nelle spalle aspettando le domande, che sei sicuro arriveranno.

 

“Che ti è preso prima?” chiedo ad Angelo cercando di buttarla li nel modo più semplice possibile.

 

Infatti eccole, le domande.

“Prima quando?” abbozzi, cercando di suonare naturale. La classica tattica del finto tonto. Non ci cadranno mai.

 

Lo fisso come se mi trovassi davanti la sua caricatura versione deficiente.

“Come sarebbe a dire prima quando?” grugnisco “Prima quando non ne volevi sapere di respirare e volevi piantare la faccia in una colonna per esempio” Aphrodite si volta verso di noi, interessato al discorso.

 

Ti fissi i piedi mezzi sepolti dalla sabbia umida, se riesci a scavare abbastanza la senti calda fra le dita. È una bella sensazione. Sbuffi.

“L’ultima volta che mi hanno abbracciato è stata…” guardi per aria facendo due conti “Venti anni fa. Avevo quattro anni. Mio padre era morto da un po’, vivevo con mia madre” scalci la sabbia nervoso.

“Casa nostra prese fuoco”

Faceva caldo. Talmente caldo che quasi inizi a sudare sotto la felpa di cotone. Eppure il vento è fresco, te lo senti sbattere addosso.

“Si buttò di me per proteggermi, e io mi ricordo solo una cosa.”

 

Fissa la sabbia come se fosse sicuro di trovarci qualcosa di straordinariamente prezioso sepolto sotto.

“Cosa?” gli chiedo, quando vedo che non sembra intenzionato ad andare avanti senza spinte.

“Che quando mi sono ripreso era giorno. Ero vivo.” Ghigna. Mi fa venire i brividi. “C’era un gran puzzo di bruciato, e un altro odore...”

 

Te lo senti ancora nelle narici quell’odore. Ti viene quasi da vomitare. Ghigni per non darlo a vedere.

Era l’odore di tua madre. Della carne di tua madre, che ti aveva protetto. Un odore dolciastro, commestibile, nauseabondo. Di quelli che ti entrano in gola e te la bloccano. Deglutisci a vuoto mentre ficchi di nuovo la mano nel sacchetto sperando di trovarci un’altra birra, qualcosa che possa cancellarti quell’odore dalla bocca.

Niente, sacchetto vuoto.

 

Infila la mano nel sacchetto, la plastica scricchiola mentre cerca di capire se c’è ancora qualcosa da bere. Gli passo la mia bottiglia. Beve avido.

“Quando mi sono svegliato lei era sopra di me” spiega mettendosi la mano sul petto “E mi abbracciava, non riuscivo a liberarmi. Avevo una paura dannata”

 

Ghigna di nuovo, riesce quasi a spaventarmi.

 

“Tutto quello che capivo è che un morto mi stava toccando. Avevo paura che aprisse gli occhi e mi dicesse che ero morto pure io. Non riuscivo a capire che era mia madre, per me era un morto che mi stringeva. Ed era così rigida che non riuscivo a liberarmi” ti passi una mano sulla nuca, la chiudi a pugno sui capelli che ti sfiorano il collo.

“Che era mia madre l’ho capito dopo, ma da quel giorno li non riesco più a farmi toccare, mettetela così” concludi stringendoti nelle spalle, fingendo che non ti importi. Sono i primi esseri umani con cui ne parli.

Ti guardano a bocca aperta, come se fossi una bestia rara. Ti passi il pollice sulle labbra.

“A volte mi convinco di essermelo dimenticato... ma poi o lo sogno, o mi torna in mente come prima. Non è una gran sensazione. Sei tranquillo e a un certo punto... bam!”

 

Allarga il braccio sano improvvisamente, mima un’esplosione.

“Mi torna in mente di botto. Di solito fingo meglio” finisce di spiegare sorridendoci, apparentemente tranquillo. Voglio fidarmi. Non voglio vederlo crollare di nuovo. Se mi convinco che va tutto bene magari succede.

O magari no.

O meglio: no.

Non succede, ma mi piacerebbe pensarlo. Come mi piacerebbe pensare che Babbo Natale esista, ma per volare in quel modo in tutto il mondo dovrebbe avere un concorde, altro che slitta. Ed essere un grossista di giocattoli.

Comunque.

Tutto ciò per dire che se le cose possono andare male lo faranno.

“Ma non è stato solo questo a mandarmi in crisi”

Angelo ha ripreso a parlare, lo fisso. Ho paura del seguito.

 

“E’ che mi sono reso conto che non ho più la mia forza, non riuscirei a difendermi nemmeno se mi attaccasse un bronze di infima categoria” ringhi “Non so come fare a tornare come prima”

“Promettimi che non mi ammazzi” il tuo migliore amico fa di tutto pur di non guardarti negli occhi, sembra rimpicciolire a vista d’occhio. Poi si volta di scatto e ti fissa, occhi negli occhi. Guardi quei pozzi azzurri e annuisci.

“Il modo per sbloccare il tuo cosmo c’è, me l’ha detto mio fratello”

Senti le orecchie iniziare a ronzare, il battito cardiaco rischia di impazzire.

 

Lo vedo fissare Aphrodite come un affamato guarderebbe un piatto di pasta, pende dalle sue labbra, beve ogni mezza sillaba.

 

“Devi farti colpire di nuovo dallo stesso colpo” continuo guardandolo mutare espressione da un momento all’altro “Ma una cosa simile potrebbe essere mortale. Potresti rimanerci!” Angelo mi fissa con quegli assurdi occhi rossi che si ritrova mi sento attraversato da uno sguardo che vale una pugnalata.

“Perché accidenti non me l’hai detto?” Sibila.

 

Com’è che Aphrodite si degna di informarti di sta roba solo ora?

 

“Perché avevo paura che ti saresti fatto ammazzare” non riesco a sostenere il suo sguardo. Lo fisso sul mare. Angelo si alza e mi si accovaccia davanti, mi obbliga a guardarlo.

 

Sono pronto a buttarmi nel mezzo in caso di rissa. Con questi due non si sa mai.

 

Le orecchie ti ronzano a tal punto che il mare è diventato un brusio indistinto alle tue spalle, afferri il colletto della maglia di Aphrodite con l’unica mano che puoi usare. Avresti voglia di urlare.

“Avevo bisogno di saperlo” ringhi a pochi centimetri dalla sua faccia. Sei arrabbiato. Non lo odi, ma sei tentato di regalargli un pugno.

Aphrodite ti prende il polso.

 

Strappo la maglia dalla sua presa, mi guarda stupito per pochi istanti prima di ricordarsi che io ho ancora la forza di un cavaliere d’oro.

Lui no.

Ed è per questo che è arrabbiato. Sospiro.

“Ti saresti fatto ammazzare, e non volevo. Tutto qui. Chi mi offre da mangiare se tu muori?” concludo sorridendo. O per lo meno ci provo. Lo vedo rabbuiarsi.

 

Ha ragione. Lo sai che ha ragione, che il tuo cervello si accende sempre dopo che hai fatto la cazzata e che... sì, forse ti saresti fatto ammazzare. Ti senti gli addominali così tesi che potresti usarli come incudine. Quasi non respiri dal nervoso.

“Fanculo” biascichi alzandoti, vai a sederti di nuovo dov’eri prima, affondi i piedi nella sabbia cercando di nuovo lo strato di calore.

 

Aphrodite lo guarda alzarsi, ferito, poi capisce che il “fanculo” non era per lui. Prende un pugno di sabbia e lo fa scorrere fra le dita finché la mano non è di nuovo vuota. Mi sembra di essere lo spettatore di un film drammatico al cinema.

“Birra?” chiedo tirando fuori un nuovo sacchetto da dietro la schiena. Sdrammatizziamo! Dite annuisce assorto, Angelo, biascica un sì e stappa la bottiglia coi denti. Gli regalo un “che schifo” di cuore.

Mi restituisce un “avevi a portare un cavatappi, capra”.

Una folata di vento ci riempie di sabbia e acqua salmastra, Aphrodite bestemmia qualcosa di molto simile a un “i miei capelli! Dovrò lavarli quando rientriamo!”

 

Vedo Angelo sorridere, mi godo quel poco di pace che ci siamo riconquistati.

 

Dite che coccola i suoi capelli ti riporta alla realtà. Puoi tornare come prima, puoi farcela. C’è il modo.

Basterà sopravvivere.

 

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Beat: DM ci ha provato, ma è dura sembrare colonne. A volte ci provo anch'io ma mi beccano sempre. Sono felice che la storia ti piaccia di più ora ^^

 

Ayay: Si, Dite deve aver fatto qualche torto al dio della sfiga, e quando quello si incazza sono cavoli. E fa un sacco di cerchiettini, l'ho visto io! :D  Per il judo dev'essere una cosa dei maestri sadici, io tornavo a casa e mi sentivo una polpetta.

Hyoga è simpatico, ma porta sfiga XD...e outlook non mi fa mandare le mail! te ne avevo spedita una ieri alle una -di notte- e non fa altro che rimbalzarmi indietro! Pfff -sbuffo-

 

Human renamon: Mi sento responsabile di attacchi d'asma virtuali! :D Brutta roba l'asma, ce l'ho da quando sono piccina, dio benedica il ventolin :D Non posso far morire DM, altrimenti mi tolgo il divertimento! Ora gli riferisco che l'hai chiamato angioletto e sento che mi risponde..

 

Ramiza: Grazie mille! Il parto di questo capitolo è stato più difficile in effetti.. ammetto di averlo scritto dopo un compleanno, quindi ero un po' alticcia. Magari si vede :D



 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Betato da Ayay! Ave beta! :D

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“Che accidenti stai facendo?”

Angelo si volta a guardarmi, seccato dall’interruzione “Tu che accidenti stai facendo, questa è casa mia” ribatte piccato continuando ad asciugarsi i capelli con un asciugamano. Gironzola come un gatto troppo cresciuto in una gabbia troppo piccola, mi sta facendo venire il nervoso. Bilancia il braccio rotto in su e in giù. L’ha infilato in un sacchetto di plastica per non bagnarselo sotto la doccia.

“Piantala di correre avanti e indietro, finisce che qui ci scavi un sentiero! E mi stai facendo cedere i nervi!” gli urlo dietro quando riprende il rodaggio delle gambe, reggo il turbante di asciugamani che ho in testa causa dopo-doccia per evitare che si afflosci irrimediabilmente a terra.

Si volta a guardarmi e si ferma sbuffando, ricominciando a strofinarsi l’asciugamano sul cesto di capelli grigi che madre natura, in un impeto fantasioso, gli ha ficcato in testa.

“Ti devo delle scuse” gli dico prendendo fiato e incrociando le braccia sul petto. Mi ha tirato i nervi talmente tanto che lo dico con una punta di stizza.

Mi guarda di nuovo, perplesso, prima di sparire in bagno. Biascica un “Non me ne faccio di niente” con lo spazzolino da denti piantato in bocca. Più che capire cos’ha detto l’ho dovuto dedurre. E poi dicono che quando parlo svedese non si capisce nulla. Dovreste sentire Angelo quando parla con lo spazzolino incastrato fra i denti.

Resto interdetto a guardarlo.

 

“Tu giurami che non ti metterai nel mezzo se il tuo fratellino rimetterà piede qui, e io ti giuro che non vorrò scuse di nessun genere”

Ti guarda a occhi sgranati “Ma dico, sei diventato scemo? Cos’è una missione suicida?” Aphrodite sta fumando! Ti viene da ridere, è troppo divertente vederlo così.

 

“Ho paura che abbia ragione Angelo”

Vedo Aphrodite fare un salto di mezzo metro. Non si era accorto che gli ero arrivato alle spalle? Si vede che era preso dalla conversazione.

“E tu zitta, capra, questo ha appena detto che vuole suicidarsi e tu gli dai ragione!”

Appunto.

Dite versione ragazzina mestruata è abbastanza interessante da vedere, psicologicamente parlando. Angelo si sta divertendo un mondo, lo vedo ghignare dall’altra parte della stanza.

O no?

 

Da quando Dite ti ha detto che potevi riavere la tua forza ti senti rinato, ti si è ridipinto sulla faccia quel ghigno cattivo che ormai è il tuo marchio di fabbrica. Erano giorni che non ti sentivi così.

“Ascoltami bene Aphrodite” dici voltandoti verso il tuo migliore amico che prende a calci il turbante di asciugamani, crollato nell’ultimo scoppio d’ira.

“Ho visto la morte tante di quelle volte per avere la mia potenza che ormai non mi fa più nessun effetto. E poi lo sai, io sono la morte. Ormai ci vado parecchio d’accordo” il tuo sorriso sghembo si allarga sempre di più. Aphrodite ti ascolta con le braccia distese lungo i fianchi. Ha dato requie al mucchio di asciugamani umidi finalmente.

Prendi fiato, cosciente che quello che stai per dire lo manderà su tutte le furie.

“Se ho rischiato di morire per acquistare la mia forza, rischierò di morire di nuovo per riprendermela”

 

Non ci voglio credere.

Cioè.

Si.

Lo so, questo è tipico di Angelo. Quando si fissa su qualcosa diventa ragionevole come il granito. E conoscendolo posso capirlo, lo so come si sente. Forse è il modo in cui reagirei pure io.

Ma non posso accettare che parli della sua morte con così tanta leggerezza. Non è solo e non è su un pianeta di sassi. Quel cretino.

Prendo il mio cumulo di asciugamani ed esco da casa sua, cercando di non perderne nessuno per strada durante il tragitto.

 

“Fossi in te lo rincorrerei prima che ti arrivi una rosa in fronte dalla dodicesima casa” suggerisco ad Angelo stringendomi nelle spalle. Appoggia lo spazzolino su una mensola e mi guarda dubbioso.

“Dici che servirebbe? Io resterei della mia idea e lui della sua. Finiremmo per litigare di nuovo… e a quest’ora gli altri saranno tornati dalla missione, non ho voglia di dare spettacolo” conclude con una smorfia.

Sbuffo.

“Tu sei il primo che va in giro a litigare urlando come una bestia, mi perdonerai se ai tuoi scrupoli ci credo poco” mi scocca un’occhiata che vale quanto un cazzotto dritto in un occhio. Incasso tranquillamente e sostengo lo guardo.

“Dio, che noia!” lancia l’asciugamano che teneva sulle spalle nel bagno, si gratta una tempia. Sospira.

“Va bene, ok, non me ne frega niente se mi sentono urlare fino a Creta. Chissenefrega. Ma non mi sento di…”

Scuote la testa e sparisce di nuovo in bagno, lo sento armeggiare con qualcosa, quando mi affaccio lo vedo rimettere l’asciugamano al suo posto con una violenza tale che rischia di far cadere a terra la mensola.

“Beh?” mi ringhia contro quando mi vede sbucare sulla soglia “Non posso farmi i fatti miei nemmeno in bagno?”

Mi viene da ridere. È talmente infantile quando fa così. “Hai lasciato un discorso in sospeso, ero curioso di sentire la fine”

“Shura, sei una gran rottura di palle”

“Colpa tua che lasci le cose a metà” Sono tentato di mostrargli la lingua, ma ho paura che me la taglierebbe.

“Se lascio le cose a metà è perché magari non ho voglia di dirle!” mi si avvicina, mi spinge fuori dal bagno e mi sbatte la porta in faccia.

E ora?

 

Giri per il bagno come una belva ingabbiata, senti Shura che ti chiama ma non hai voglia di rispondergli. O per lo meno non adesso. Ora no.

Appoggi la mano al lavandino e ti fissi nello specchio: occhi rossi e capelli grigi. Ci sono state persone che rischiavano di morire di paura solo guardandoti. L’unica nota stonata è questo maledetto braccio ingessato.

Occhi rossi.

E ne sei sempre andato fiero. La paura che infondi nei tuoi nemici è conseguenza diretta della tua superiorità rispetto a loro.

Allora per quale accidente di motivo hai paura di affrontare Aphrodite?

Perché ti ha dimostrato che tiene a te, e non sai come reagire.

E perché hai sbattuto Shura fuori dalla porta?

Idem, vedi sopra.

Ok, ora che ci sei lasci andare il lavandino e ti volti verso la porta, la apri mugugnando qualche scusa che Shura sicuramente non distinguerà.

 

Apre la porta incazzato come una belva, mugugna qualcosa che nel suo linguaggio momentaneo potrebbero essere scuse e resta a guardarmi come a dire “E ora che consigli mi dai?”

Prendo fiato cercando le parole giuste per far capire qualcosa all’invasato che ho di fronte.

“Hai ragione, te l’ho detto prima. Ti conosco e so quanto conti per te il tuo cosmo e compagnia bella. Lo so. E Aphrodite deve capire che per te riottenere quella forza è fondamentale. Ma tu” gli pianto l’indice sulla maglietta “Devi capire che non è facile per noi sentirti parlare di morire così alla leggera. Che ti piaccia o no siamo amici tuoi, e se io reagisco facendoti le paternali, Aphrodite reagisce urlandoti in faccia. Lo sai che è leggermente isterico.”

 

Shura continua a premerti il dito sul petto, lo guardi confuso. Era un po’ che non lo vedevi così serio.

“Lo so”

Biascichi senza guardarlo negli occhi.

“E’ per questo che non mi sento di andare a rincorrere Aphrodite. Senza contare che ormai sarà arrivato e sicuramente mi lancerà dietro una pianta carnivora se metto piede in casa sua”

Lo vedi alzare gli occhi al soffitto biascicando un “zuccone”.

Assottigli lo sguardo. Se ha voglia di litigare sfonda una porta aperta.

“Vallo a rincorrere prima che ti ci mandi io a calci” ti sibila fra i denti “Io non sono Aphrodite, non so cosa gli passa per il cervello. E non sono te, non so cosa ti passa per il cervello… e mi va anche meglio così. Ma se tu non ti muovi a uscire da questa so cosa ti passerà sulla schiena: il mio piede.”

Ti leva il dito di dosso e ti guarda un po’ più tranquillo.

“Io non lo so cosa ti sia successo per farti parlare della tua morte in un modo così ovvio…te l’ho detto, non ci sono nella tua testa. Sono nella mia però, e non mi è piaciuto per niente. Quindi visto che io e te ci siamo spiegati perché non vai a parlare anche col tizio con la chioma azzurra che hai appena fatto scappare da casa tua? Direi che è il caso.”

 

Annuisce poco convinto, mi supera e si dirige verso l’uscita. Prima di sparire si volta a guardarmi, fa per dire qualcosa. Poi tira dritto.

 

“Che cosa vuoi?” ti blocca ancora prima che tu possa mettere piede in casa sua. Non è un buon inizio, ma sicuramente non potevi pretendere chissà cosa.

Sospiri e ti volti verso il punto da cui veniva la voce, Aphrodite è seduto sui gradini della dodicesima casa e ti fissa come se guardasse un puntaspilli.

“Parlare” gli rispondi cercando di non far trasparire l’esasperazione. Odi queste cose, odi dover “parlare”. E non ti piace che Aphrodite ce l’abbia con te.

Vediamo di risolvere.

Ti siedi accanto a lui, ma prima di poter aprire bocca ti anticipa.

“Tu non hai idea di cosa vuol dire vivere col pensiero fisso di dover ammazzare tuo fratello” sputa fra i denti, poi si volta verso di te “Lo so che rivuoi la tua forza, ne hai tutte le ragioni. Ma non dire mai più che rischieresti di morire volentieri per qualsiasi cosa, capito? Anche per la tua forza, per me, per Shura, per cosa accidenti ti pare. Chiaro?”

Deglutisci a vuoto e annuisci, ti senti come un bambino sgridato dal padre. Ci fosse qualcun altro accanto a te lo appiccicheresti al muro, ma con Aphrodite non puoi farlo.

 

Sospiro, mi sono tranquillizzato un po’. Il solo fatto che DeathMask si sia arrampicato fin qui per parlare mi fa immaginare che capisca quello che cerco di dirgli. Anche se sicuramente ce l’ha spedito Shura a calci nel didietro. Gli do una pacca sulla schiena.

“Vai a dormire, il mare distrugge. Tanto fra poco vado a letto pure io” mi risponde con un ghigno che gelerebbe il sangue a chiunque, ma non a me. Ormai lo conosco, è il suo modo per dire che è più tranquillo.

“Solo una cosa” dico alla sua schiena “Holger è mio. Se deve morire, lo devo ammazzare io”

Si volta verso di me e mi fissa.

“Sei sicuro?”

“Si” annuisco.

“Come vuoi”

Riprende a scendere le scale verso casa sua.

 

---

 

Ayay: Il mare in Grecia? Dipende dove si va, noi si finì in una spiaggia con una fabbrica a due passi dal mare, che pareva una discarica galleggiante. A parte ciò, non ci si lamentò per niente. Di notte poi Atene è splendida *_*

Sono lusingata per il discorso della canon *_*

DM legato a un letto? Guarda che poi penso male :D

 

Human renamon: Il ventolin è dio e come tale va santificato. Dite chiede se hai uno shampoo alle fragole :D

 

Beat: Anch'io amo le truculenze! Truculenze for life! DM riferisce che un abbraccio può sopportarlo, ma non per troppo tempo. Rischierebbe la pietrificazione.

 

Sakura: Si che sopravvive, non voglio uccidere DM, poi mi deprimerei! Dite è un fissato dei capelli, voleva partecipare al concorso Pantene ma l'hanno rimandato a casa quando hanno scoperto che è un uomo.

Non è deprimente la tua recensione! :D

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Betato dalla mitica Ayay! Yeah!


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La sua schiena sparisce dalla mia vista. Mi odierà sicuramente, so che lo farà. Ma era l’unico modo per salvargli la vita.

“Vieni pure, fratellino” biascico fra i denti, mentre sento il cosmo di Holger farsi sempre più vicino.

 

Solo pochi gradini e ti passa accanto Shura correndo come un pazzo. “Che cavolo ci fai lì impalato?” ti urla contro mentre sale i gradini quattro a quattro.

Che sta succedendo qui?

Ti volti verso la dodicesima casa. Shura corre in quella direzione.

Aphrodite.

Ti ha mentito.

Cominci a correre dietro al cavaliere del Capricorno, se ti bastasse il fiato urleresti fino a seccarti la gola.

 

Holger mi appare davanti come un fantasma… com’è che gli è toccata un’armatura d’argento? È molto più forte. Non per niente è mio fratello. Sopprimo la punta di orgoglio che sento nascere e mi concentro: non è più mio fratello, è un pazzo schizzato che ha quasi ammazzato Angelo. Il mio migliore amico. Devo tenerglielo il più lontano possibile finché ci riuscirò.

“Dag” Holger sorride e china il capo in una specie di inchino. Mantengo fermo lo sguardo e cerco di convincermi ad odiarlo.

Devo riuscirci, è l’unico modo che ho per riuscire a ucciderlo. Mi preparo a difendermi quando lo vedo avanzare.

 

Orion è davanti ad Aphrodite: non ha la bellezza leggiadra del fratello, ma sicuramente non sfigura. Sembrano due statue greche che hanno preso vita ed hanno deciso che non avevano niente di meglio da fare che riempirsi di botte. Temo di non avere il diritto di intervenire, mi allontano per non morire avvelenato mentre sento il profumo delle rose di Aphrodite che comincia ad espandersi nell’aria.

 

Sei quasi in cima, ancora poco. Ci sei quasi. Corri. Respira e corri.

Ci sei.

 

Angelo appare dietro Shura come una furia, gli occhi rossi puntati su di me come due mirini infuocati. Non riesco a sostenerne lo sguardo, a questo punto preferisco quello di mio fratello. Shura prende il cavaliere del Cancro per un braccio, vedo Angelo divincolarsi per riuscire a liberarsi dalla sua presa.

Holger avanza verso di me mettendosi l’elmo “Dag, non crederai di farmi fuori con un po’ di profumo”

Sarà assurdo, ma lo vedo sorridere sotto la maschera. La sua voce sorride. Ed è spaventoso. Un pazzo fatto e finito.

“A cosa mi servirebbe l’elmo se non mi difendesse dai tuoi fiorellini?”

Possibilità uno accantonata: speravo di stordirlo e farlo svegliare in qualche landa desolata. In Jamir per esempio, a fare da babysitter a Kiki per tutta la vita. Ma Mur me l’avrebbe rispedito sicuramente indietro: “Aphrodite, non mandarmi pazzi in casa. Mi bastate voi undici li al santuario”.

No, decisamente no.

Sbuffo indispettito e mi rendo conto di quanto tutto questo sia assurdo: sto immaginando cose assolutamente ridicole mentre mio fratello cerca di farmi fuori. Smettila di uscire con Angelo, Dite, ti fa male alla salute.

 

Ti divincoli come se fosse un caso di vita o di morte. Ed è un caso di vita o di morte: non vuoi vedere morire il tuo migliore amico. Non vuoi vederlo assolutamente. Sai che non riuscirà ad uccidere suo fratello. Shura ti trattiene, non riesci a liberarti.

Il mondo può bruciare, può andare a farsi fottere. Non te ne frega niente, potrebbe benissimo non esistere. Che muoia, che muoiano tutti. Ma non il tuo migliore amico, uno dei due esseri umani con cui riesci a parlare senza aver voglia di infilare la testa sotto uno schiacciasassi. L’altro ti sta trattenendo disperatamente, ti stringe le braccia sul petto.

“Angelo fermati! Ti farai ammazzare!”

Implori mentalmente Shura di lasciarti morire. Fammi ammazzare, Shura, lasciami almeno provare a tornare com’ero. E a salvare quel bastardo bugiardo del mio migliore amico.

 

Orion e Aphrodite combattono da un po’, sono spaventosamente silenziosi. Niente urla, niente botti, niente lampi di luce. Sembrano esseri superiori, intoccabili per gli esseri umani. Angelo invece lo tocco eccome, lo stringo fino a fargli male temo, ma non posso permettermi di lasciarlo andare.

Non posso assolutamente.

 

Senti le costole scricchiolare: Shura ha deciso di non lasciarti andare sul serio.

 

Lo sapevo. Lo so. Non posso ucciderlo, ne ho la forza e la possibilità, sarebbe uno scherzo se lo volessi fare. Ma non posso farlo, non ci riesco.

Respingo l’ultimo attacco di Holger e lo guardo arretrare di qualche passo. Di nuovo sento che ghigna sotto la maschera, la rabbia mi arriva al cervello.

“Vuoi attaccarmi, fratellino?” gli chiedo allargando le braccia “Usa il tuo colpo migliore. Sappi che se sopravvivrò la mia faccia sarà l’ultima cosa che vedrai.”

Annuisce sorridendo, gli brillano gli occhi. Apre le braccia a croce.

 

“No!” Angelo si divincola ancora più selvaggiamente, lo reggo a stento.

 

Molli una gomitata a Shura, in piena mandibola.

Mollami. Mollami. Aphrodite che cazzo stai facendo, che cazzo stai facendo!

 

La gomitata di Angelo mi prende di sorpresa, sento il sangue in bocca e il colpo mi fa allentare la presa per un millesimo di secondo.

Basta e avanza perché questo pazzo coi capelli grigi si liberi di me e si tuffi in avanti. Mi butto verso di lui cercando di fermarlo ma non ci riesco: lo vedo praticamente materializzarsi sulla traiettoria del colpo nel momento esatto in cui Orion chiude le braccia. Le sue mani si toccano.

 

“No!” spalanco gli occhi mentre mi rendo conto che davanti a me si è materializzata la schiena di Angelo. Poi non vedo più niente. Non sento più niente. Buio.

 

Angelo vola via, portando con se Aphrodite quando gli sbatte addosso. Finiscono insieme contro il muro della dodicesima casa. Mi lancio su Orion.

Per toccarli dovrà passare su di me.


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Suspance! Chiedo scusa.

Anzi no.


Sakura: DM che esce dalla doccia asciugandosi i capelli? Sarebbe da scrivere una ff solo su questa bella scena. Decisamente. Per quanto riguarda la psiche contorta di questo bel tipo direi che è così complicata -e mai affrontata nel manga, in effetti- che mi permette di divertirmici parecchio! Credo che nel suo cervello ci siano cose ben più importanti della sua vita.. tipo.. che campo a fare se non posso più aggiungere maschere alla mia collezione? E' come interrompere un album di figurine quando te ne mancano... tipo... due! XD

Ramiza: Grazie mille! *_* Anch'io sono curiosa di sapere come finirà, scommetto che alla prossima Guinness che mi bevo mi verrà in mente :D


Ayay: Dite quando si incazza è troppo ragazzina mestruata. E' lui, non ci sono storie. Adorabile XD. E nel prossimo capitolo scopriremo se Mask si riprenderà il suo cosmo o no! (il mistero s'infittisce!). Aphro ha sfondato il muro di casa sua, immagino che quando si riprenderà gli gireranno parecchio. Odia le agenzie immobiliari! E DM versione umana è decisamente tenero. Peccato non esista (e... si, nel manga è fuori come un balcone, ma lo adoro per questo) XD

Il mare in Puglia? Me ne hanno parlato sia bene che disastrosamente. Urge sopralluogo onde verificare. Quando tolgo le ragnatele dal portafoglio ci farò un salto :D


Human Renamon: Dite profuma di fragola da lontano, ti giuro che se ti avvicini svieni! Ringrazia per lo shampoo in compenso. Deathy si è imbarazzato ed è andato a far fuori qualcuno per rilassarsi: ognuno ha i suoi hobby. Immagino si sia allontanato anche per sfuggire alle scettrate :D Me ringrazia e si inQUIna ^^

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo betato da Ayay! Fatele un applausone! E aspettatevi da noi tante Harley Davidson. Oh si.


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Forse sono rimasto incosciente per qualche minuto, o forse per qualche secondo. Forse mezz’ora. Non ne ho la più pallida idea. So solo che quando mi sveglio c’è rumore.

Odio le battaglie rumorose, non hanno stile.

E poi mi arriva un’incudine nel cervello che mi ricorda perché cavolo ho sfondato il muro di casa mia con la schiena. E che mi ricorda perché sento ancora il mio cosmo libero ed accessibile.

Mi tiro su a sedere di scatto, Angelo non è vicino a me. Dove diavolo…

Dei.

 

Vedo Aphrodite svegliarsi ma mi mancano le forze per raggiungerlo, ho attaccato frontalmente suo fratello talmente tante volte che ormai sono sfiancato. Ma vuoi mettere la soddisfazione di veder sanguinare quel visino da Barbie.

Quasi quasi un altro giro di cazzotti me lo sarei fatto.

Certo.

Come no.

Devo ringraziare l’arrivo di Mur e di Shaka se non gli sono entrato in salotto passando per la porta d’ingresso. Chiusa. Anche se in linea d’aria il tragitto sarebbe stato sicuramente più breve.

Mur sta mantenendo il suo Crystal Wall fra noi cavalieri d’oro, i guerrieri più forti del Santuario, e Orion, Silver saint che al momento ci ha fatto un culo così. Non credo sia qualcosa da registrare negli annali di questo ammasso di templi.

Sento l’odore del sangue e il sapore del sangue: se sopravvivo temo che mi ritroverò a mangiare banane frullate per un bel pezzo dopo tutte le botte di stasera… gomitata di Angelo compresa.

Angelo.

 

Ditemi che devo ancora riprendermi. Magari ho battuto la testa così forte che mi sembra di essere sveglio, ma in realtà sono ancora beatamente rintronato. Se Angelo fosse sveglio mi direbbe “Ma tu sei sempre rintronato, qual è la novità?” e ghignerebbe come sa fare lui.

Se.

Fosse.

Sveglio.

E’ sdraiato poco lontano da me, Shaka è inginocchiato vicino a lui e fa quello che può per rimetterlo in sesto.

E quello che gli sta inzuppando i capelli grigi è sangue.

 

Vedo Aphrodite alzarsi e barcollare fino al cavaliere della Vergine, vorrei avvicinarmi anch’io, ma voglio aiutare Mur… anche se Orion adesso è fermo immobile, gli occhi fissi sul cavaliere del Cancro che ha steso poco tempo fa.

 

Perde sangue da una ferita su una tempia. Perde tantissimo sangue, eppure quella ferita è così piccola…il gesso del braccio è in pezzi. Respira a scatti, quasi come se si fosse inceppato qualcosa. Shaka mi trascina a sedere quando si rende conto che sto in piedi per miracolo. In me si è inceppato qualcosa sicuramente.

Dei.

“E’ vivo” dice cercando di rassicurarmi.

Sono rassicurato.

Rassicuratissimo.

DeathMask versione umana si è preso in pieno il colpo che volevo prendere io. Per la seconda volta. E per la seconda volta si è ritrovato ad essere più morto che vivo.

Solo che ora è realmente più morto che vivo.

Certo che sono rassicurato. Avrei voglia di rispondere a Shaka di aprire quegli accidenti di occhi e vedere cosa sta succedendo, così magari si rende conto di qualcosa. Ma so che sta cercando di aiutare il pazzo coi capelli grigi che si è messo in mezzo fra me e una probabile morte poco simpatica, quindi mi mordo la lingua.

“Credi che un essere umano possa sopportare un colpo del genere? È difficile, quasi impossibile” la voce odiosa di Holger mi rimbalza in testa. Prendo il polso di Angelo in automatico. C’è un battito.

Lento e debole, ma c’è un battito.

“Starà meglio” Shaka alza il viso verso di me e mi sento attraversato da due occhi azzurri che non posso vedere. Farebbe fortuna come santone, ma anche come cavaliere non se la cava male.

”Questo cretino” sputo fra i denti, ho quasi voglia di piangere. Riesco a lasciargli il polso dopo un training autogeno disumano. Ho paura che se lo lascio il battito che ho sentito prima non ci sia più.

Dei.

Scatto in piedi così velocemente che non me ne rendo quasi conto, mi avvento contro il Crystal Wall di Mur con così tanta violenza che per poco non ci rimbalzo.

“Holger, questa me la paghi!” gli urlo. Avrei voglia di strozzarlo, e non lo dico per scherzo. Quell’essere non è mio fratello.

Non più.

Mur mi guarda spiazzato, mi immagino il suo secondo bigliettino “Testa turchese, sto cercando di salvarti la vita. Evita di andare a sbattere contro il muro di tua spontanea volontà… per lo meno dammi il tempo di fartici finire contro io se proprio ci tieni”.

 

Temo che Aphrodite non si sta rendendo conto di una cosa. Ma Orion sì. Fissa Angelo quasi terrorizzato.

 

Mi avvento di nuovo contro il Crystal Wall “Me la paghi, bastardo, mi senti? Guardami quando parlo con te!”

Gli occhi di Holger sono fissi sul cavaliere del cancro steso a terra, quando gli urlo di guardarmi si volta verso di me e lo capisco.

Ha paura.

Ma perché dovrebbe aver paura di un ragazzo ferito adesso?

“Figlio di puttana, questa me la paghi!”

Sento ridere dietro di me. Una risata roca.

 

“Dite, ti rendi conto di quello che dici?” biascichi cercando di alzarti. Shaka ti fa segno di fare attenzione. Ringrazi con un cenno il tuo collega biondo. Non sai mai se ci faccia caso o no. Come si fa a comunicare a gesti con uno che tiene gli occhi chiusi?

 

Tipico di Angelo: si sveglia quasi per miracolo e la prima cosa che fa è prendere per i fondelli.

Ma anche Aphrodite... ci avrà fatto caso di essersi dato di figlio di puttana per proprietà transitiva? Senza rendermene conto mi metto a ridere.

 

Non c’è niente di più inquietante di una risata in un campo di battaglia. Ghigni. Ti piace. Il braccio rotto fa un male d’inferno, ma ci penserai dopo.

Sei vivo.

Hai salvato la vita di Aphrodite e lui ha salvato la tua. Se non ci fosse stato lui fra te e la dodicesima casa saresti morto sicuramente. E se non ci fosse stata l’armatura fra il muro e il cavaliere dei Pesci anche lui ora sarebbe da raccogliere in un vasetto. E se non ci fossi stato tu fra lui ed Holger ora sareste senza cosmo in due.

Se.

E poi dicono che il caso non esiste.

Ti passi la lingua sulle labbra e senti il sapore metallico del sangue. Ti passi una mano sul viso.

Rossa.

Sei coperto di sangue. Del tuo sangue.

Ghigni di nuovo. Ti piace. È l’ora di dare una svegliata a questo zaino che non hai utilizzato per un bel po’ di giorni: lasci il tuo cosmo libero di espandersi fino al limite.

Ti viene da ridere. Com’è che faceva quella canzone del tuo conterraneo… “Sono io la morte e porto corona, io son di tutti voi signora e padrona”. Una danza macabra.

La canticchi sottovoce finché non ti viene da ridere.

Sei vivo. Grondi sangue. Stai ringhiando come una bestia.

E ti piace.

Sei sicuramente bellissimo. E ora che la tua armatura ti ha raggiunto lo sei ancora di più. Leggi il disorientamento negli occhi di Orion.

Adori questa sensazione.

 

 ----

 

 Ramiza: Scontro finaleh! Come vedi non dovevi stare a preoccuparti per DeathMask, più sangue si trova addosso più è felice. Ci sguazza. Letteralmente! :D

Sakura: Grazie mille *_* Ogni tanto DeathMask si imbietolisce e diventa umano...mai perdersi uno dei suoi sprazzi di umanità! Sono cose più uniche che rare :D

Human Renamon: Suspance! :D (2, la vendetta) sto ancora rimuginando su cosa far succedere a Holger. Potrei farlo trasformare in renna e spedirlo in Svezia, ma temo sarebbe fuori tema. Aiuto.

Ayay: Shura dice che quando Mu li picchiava lui era in bagno e non se n''è accorto. Gli dispiace e chiede venia, ma non può farci nulla. E' una capra distratta. Le agenzie immobiliari ateniesi sono scandalose, non ci si rigira. Dite sta cercando un monolocare in affitto ma ancora non è soddisfatto...lo sai che ha dei gusti un po' difficili. Anche il mio umore dipende dalla cioccolata! Mmm.. altro che ormoni!

P.S. Harley Davidson. Oh si. E la cosa della carbonara la sto prendendo seriamente in considerazione!

Beat: Grazie mille! :D Se tu fossi stata li a seguire la scena sarebbe stato pericoloso e non te l'avrei consigliato. Poi Dite quando si incazza diventa poco razionale. No, non era proprio il momento giusto :D

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Ayay è la mia beta! Augh! Rendetele omaggio, mi sopporta pure quando scrivo i capitoli in evidente stato di ebrezza!

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L’aria puzza di morte, ma è sicuramente un’impressione. Non ci sono morti qui. Eppure l’aria puzza di morte.

 

Ti godi la sensazione del potere che fluisce nelle vene, ti lasci scappare un ghigno dei tuoi. Tieni gli occhi chiusi.

 

Il cosmo di DeathMask si espande come non l’avevo mai sentito prima. Mi fa quasi paura. No. Non quasi. Angelo riesce a farmi paura ora. Come le bestie ferite che sono molto più pericolose. Ma Angelo non è una bestia ferita ora, è il cavaliere che custodisce la bocca dell’Ade in cerca di vendetta. Se non fossi quasi terrorizzato mi verrebbe da ridere a pensare a quanto possa essere patetica un’immagine simile, eppure a vederlo la voglia di ridere sparisce completamente. Fermo immobile, le braccia lungo i fianchi e gli occhi chiusi. Coperto dal suo sangue. E centinaia di luci che gli girano intorno. Quel ghigno maledetto che gli storce la bocca. Un dio della morte con qualche idea pericolosa nel cervello, ecco cos’è. Un dio della morte che sta facendo qualcosa che non mi aspettavo.

 

Strano, ha mandato a casa tutte le sue animelle volanti e ha calmato il suo cosmo. A vederlo ora potrebbe fare concorrenza a qualche manichino, se non fosse per due occhi rossi che trapassano Orion passando indenni dal Crystal Wall di Mur. La prima similitudine che mi viene in mente è quella con un autovelox umano, ma me la tengo per me. Non voglio che mi divida in due.

 

Fissi Holger come se avessi davanti qualcosa che non merita di esistere, prendi fiato. “Tu credi che il tuo colpo sia potente, vero?” Sputi le parole come fossero veleno “Vuoi la mia? Non lo è, il tuo è solo un colpo da vigliacchi. Sai come funziona la corrida?” Gli chiedi ghignando, mentre lo vedi struggersi cercando di capire cos’hai in mente. Troppo facile piccoletto, ne hai di strada da fare per imparare la cattiveria.

 

La corrida? Cos’ha in testa questo? Dite chiama un’ambulanza, mi sa che ha sbattuto la testa troppo forte.

 

Ti togli il sangue dal viso di nuovo, sarà il caso finire questa battaglia velocemente se non vuoi tinteggiare di rosso il cortile di Aphrodite. Anche se scommetti che a lui non dispiacerebbe, sarebbe sicuramente meno banale di questi pietroni grigi. Niente a che vedere con le tue maschere, ovvio. Quella è arte, questa è… una ritinteggiatura.

“Nella corrida” spieghi ostentando una certa eleganza che non hai mai avuto “Il toro è già sfiancato quando entra il torero. Prima di lui altri hanno già provveduto a sfinirlo. E il torero ha vita facile: cosa ci vuole a finire un nemico che qualcun altro ha già distrutto?” Ti stringi nelle spalle ignorando le fitte che ti lancia il braccio rotto “Il tuo colpo è la stessa cosa. Tu elimini il cosmo del tuo avversario e poi lo fai fuori. Non combatti: colpisci e scappi. E questo” Lo indichi con un cenno della testa “E’ da vigliacchi” Sorridi avanzando verso il Crystal Wall. Nessuno ti batte quando decidi di giocare con la tua preda. Ne quando decidi che è il caso di cominciare a distruggerla.

“Mur, fammi un favore. Leva di mezzo questo muro” gli chiedi amabile.

Il cavaliere dell’Ariete ti fissa, poi alza gli occhi al cielo.

Terzo biglietto di Mur: “Di tutti i pazzi che girano per il santuario proprio quello con le tendenze omicide dovevano mettermi come collega”.

Il muro sparisce.

Divertiamoci.

 

Angelo sta facendo come il gatto col topo, è la cosa che lo soddisfa di più. Terrorizzare prima e uccidere dopo: le maschere gli vengono male altrimenti. Seconda definizione del mio migliore amico: caso clinico disperato. Ma lo adoro anche per questo.

 

Il fratellino di Aphrodite non si aspettava che gli scomparissi davanti agli occhi per poi riapparire davanti a lui.

Con una mano stretta sulla sua gola.

“Sai” gli dici sorridendogli mellifluo “Mi hai fatto passare alcuni fra i giorni peggiori della mia vita. Certo” aggiungi come se stessi conversando con qualcuno in ascensore “Ce ne sono stati molto di peggiori. Ma ti assicuro che non mi sono divertito ultimamente” Lo sollevi da terra, il suo elmo si spezza. Cade a terra spaccato in due. Poi ti viene un dubbio.

Ha tenuto testa a Shura fin’ora, com’è che adesso non reagisce? L’effetto sorpresa dovrebbe essere finito, nonostante la tua meravigliosa entrata in scena.

Holger non batte ciglio, stringe il polso sul braccio che gli sta togliendo l’aria e rilascia una scarica elettrica. Quando si rende conto che la tua presa si è indebolita ti molla un calcio nello stomaco.

Bestemmi in siciliano stretto mentre vieni spinto indietro di qualche passo. Il bastardo non è da sottovalutare, si merita il tuoi colpi migliori. Il tuo indice destro comincia a illuminarsi, l’aria intorno a te sa nuovamente di morte. È un odore che senti sulla lingua. Attacchi con la Separazione dell’anima e lo vedi cadere.

No.

Lo vedi rialzarsi, anche se malconcio.

Una maledetta barriera.

Stai per attaccare di nuovo quando una rosa si pianta a pochi millimetri dai tuoi piedi, ti sbilanci per fermarti e Aphrodite ti prende al volo.

“Ti avevo detto” ti sibila “Che Holger è mio” stringe la presa sul tuo polso sano, lo ringrazi mentalmente per questo. Conoscendolo avrebbe potuto benissimo stritolarti quel che resta delle ossa del braccio rotto. Che gentile.

“E tu mi avevi detto che mi avresti lasciato combattere, invece mi hai mentito” ringhi di rimando. Lo fissi negli occhi per un po’.

 

E’ lui il primo a distogliere lo sguardo, ma non ad abbassarlo. Non lo farebbe mai. Lo sposta su Holger.

“Angelo, è mio fratello. È mio dovere fermarlo, capisci? Lui è mio” rispondo separando le parole come fossero macigni. Vedo il mio migliore amico annuire.

 

Angelo arretra lasciando il campo libero ad Aphrodite, lo raggiungo insieme a Shaka e Mur. Quando gli chiedo se va tutto bene grugnisce un “non preoccuparti” piuttosto strascicato.

Lo trascino via quando mi rendo conto che il profumo delle rose di Aphrodite si sta facendo sempre più forte.

 

Circondo Holger con le mie rose velenose “Come te la cavi senza elmo fratellino?” gli chiedo senza smettere di fissarlo negli occhi. Mi risponde con una smorfia rabbiosa, ma sento già il suo respiro farsi più pesante. Non voglio ucciderlo. Oh, no. Voglio che soffra quanto ha fatto soffrire Angelo e me.

Penserò dopo a quello che sto facendo. Voglio solo farla finita.

“Non ti farò fuori se è quello che stai pensando. Non sono così buono.” Gli sorrido “E’ che a Cape Sunion si è appena liberata una stanza sai, col fatto che Kanon non ci vive più. Mi chiedevo se la zona potesse interessarti.”

 

Ecco cosa adori di Aphrodite: in quanto a cattiveria da lui hai tutto da imparare. Ghigni soddisfatto mentre senti la testa che inizia a girare. Saranno i litri di sangue che stai lasciando in giro?

 

Le rose di Aphrodite aumentano sempre di più, tutti e quattro ci copriamo bocca e naso come possiamo. Angelo deve soffrirne particolarmente con tutto il sangue che ha perso, ma tutto quello che gli cavo di bocca è solo “Gliel’ho sempre detto che i suoi fiori puzzano”. Reprimo a stento una risata.

“Qualcuno mi faccia il favore di dire al Gran Sacerdote che il traditore che cercava è bloccato qui. Temo non sarebbe prudente portarglielo in casa”

La voce di Aphrodite si fa strada nella mia testa. Glaciale. Annuisco e faccio per avviarmi.

 

Holger richiama improvvisamente il suo cosmo, lo brucia fino al limite, e le rose di Aphrodite bruciano con lui. Tuo malgrado sorridi ammirato: il ragazzino se la caverebbe bene. Ci faresti quasi amicizia volentieri, non fosse che per colpa sua ti sei ritrovato senza cosmo e con un braccio al collo. E puoi fingere quanto vuoi, ma non è un discorso di giustizia: è solo un discorso di posizioni. Se non ti avesse fatto niente né avesse cercato di uccidere Aphrodite non te ne potrebbe fregare di meno, lo lasceresti libero quasi volentieri.

Se.

Lo vedi puntare gli occhi su Shura che gli da le spalle, poi ti fissa e sorride.

“Vediamo se il mio colpo da vigliacchi funziona” ti dice accennando ad un mezzo inchino ironico. Aphrodite si lancia contro di lui, ma non riesce a fermarlo, ti butti su Shura e lo atterri appena prima che il colpo lo travolga.

A questo giro siete salvi in due.

Quando ti volti di nuovo verso i due fratelli sul petto di Orion è apparsa una rosa bianca, che resterà bianca per poco.

 

Ho come l’impressione che questa storia sia chiusa. E che dopo aver sbattuto il muso in terra per l’ennesima volta dovrò nutrirmi di banane frullate sul serio, e per un bel po’ di tempo.

 

----

 

Scusate il ritardo, dovevo andare a cercare le banane per Shura. Detto ciò.


Sakura: Smerigliato? Macchè smerigliato, hai perfettamente ragione! Il mio cervello non l'aveva connesso fin'ora! Me lo devo appuntare, altrimenti rifaccio lo stesso errore :D Shaka ti rivela come ha fatto a rimettere insieme DeathMask: fil di ferro. Ma non dirlo in giro.

Human Renamon: Mi inchino commossa. Io una volta ho preso le porte della Coop, devo ammettere che erano lavate bene. Phro non deve rompere il muro di cristallo, altrimenti Mur lo rincorre con un badile...secondo te è come con gli specchi? Cioè, tipo... porta sfiga rompere un muro di cristallo?

Beat: DeathMask ghignante e infame è una delle immagini più belle che il mio cervello potrebbe produrre, bando a tutti questi buoni sentimenti e facciamo scorrere un po' di sangue! :D

Gufo_Tave: Hai perfettamente ragione! Il cuoio capelluto è molto irrorato, e anche un taglio minuscolo può dipingerti di rosso. Da piccola aprii un tavolino di vetro con la testa e ne ho le prove. E hai ragione anche su Morfeo, uno dei miei personaggi preferiti, e su Branduardi. Quel violino all'inizio mette i brividi!

Ramiza: Si, DeathMask è un pelino irritato, ma Dite lo placca sul più bello (ho visto Invictus ieri sera). Holger si è dopato, l'hanno beccato alla Lega Cavalieri e ora lo butteranno fuori. Forse :D

Ayay: Mia beta, internet è una belva infame! Mi sono ritrovata a dover rifare un lavoro anche 3 volte perchè mi si impallava anche l'anima. Cattivo PC, cattivo T_T. A parte ciò: Shura è un gentiluomo e non sarebbe mai passato dalla porta chiusa, piuttosto dalla finestra aperta...arrampicandosi sui capelli di Dite come farebbe con Raperonzolo (oddio). Chiede se avresti un po' di banane da mandargli, che la mascella gli da qualche problema :D

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Siamo alla fine, ultimo capitolo! Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa storia, scusatemi se vi ho fatto perdere il capo. E ringrazio soprattutto Ayay, la mia beta che ha betato anche questo capitolo! *ringrazia e strizza*


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Apri gli occhi e ti trovi la faccia di Shura a due centimetri dal naso. “Ti sei svegliato finalmente” ghigna “Ultimamente sei più spesso in posizione orizzontale che in posizione verticale”.

Sbatti le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco, hai la nausea. Hai mal di testa. Hai… che hai in testa?

 

“Stai attento, ci ho messo un bel po’ a ricucirti quella zucca dura” gli dico quando vedo che si passa la mano sui punti sotto la benda “Ringrazia che hai la testa piena di sassi, dev’essere per quello che sei ancora vivo.”

 

Punti. Li odi, i punti. Tirano, danno fastidio, pizzicano. “Shura, sei simpatico come una grattugiata su una guancia” biascichi con la bocca impastata. Ti tiri a sedere un po’ incerto “Che è successo?”

“Se la pianti di provare ad alzarti te lo racconto” il cavaliere del Capricorno ti spinge di nuovo contro il cuscino. Gli faresti notare che ti eri semplicemente seduto ma non ne hai voglia. E Shura sembra pure arrabbiato con te. Sbuffi versandoti un po’ d’acqua da una bottiglia sul comodino, dopo il primo bicchiere la nausea sembra diminuire un po’.

“Allora?” chiedi impaziente.

Shura ti fulmina e si accomoda sulla sedia “Allora sei svenuto. Ti sei reso conto di quanto sangue hai perso ieri notte o no? Avresti potuto aprirci una tintoria con tutta quella roba rossa che ti è uscita dalla testa” indica le bende con un cenno.

“E prima?”

“Prima mi hai atterrato e il colpo di Orion ci è passato a tanto così dalla testa” assottiglia lo sguardo avvicinando pollice e indice della mano destra. Non lo capisci. Cos’ha da essere così nervoso?

“Capra, sei mestruata?”

Shura ti guarda incredulo, poi sembra afflosciarsi sulla sedia. Si piazza una mano sulla faccia. “Non sono mestruato, grazie per l’interessamento” alza il viso su di te. Mai vista una capra così seria, fa quasi paura “Ho avuto paura, testa di legno” sibila fra i denti “Ti ho visto partire come un missile verso quel pazzo di Orion e metterti in mezzo di nuovo…senza armatura!” Chissà se si rende conto che il volume della sua voce si sta alzando considerevolmente “Come ti è venuto in mente? Potevamo trovare un altro modo per farti tornare come… come sei ora! Hai rischiato di ammazzarti!”

 

Mi fissa come se vedesse davvero parlare una capra: ha gli occhi a forma di padella.

Mi viene voglia di strozzarlo quando, per tutta risposta, si limita a chiedermi di

abbassare la voce: “Per piacere, piantala, ho la testa che mi scoppia” dice

mettendosi la mano sinistra sugli occhi. Il braccio destro è di nuovo ingessato.

“Magari perché è mezza aperta!” ribatto rabbioso. A questo giro è lui a fulminarmi

attraverso le dita della mano.

“Piantala” ringhia “Sono vivo, sto bene. Stiamo tutti bene. Dov’è il problema?”

Mi limito a fissarlo. Temo non ci arriverà mai.

 

“Il problema è che hai rischiato di farti ammazzare davanti ai miei occhi, cretino! Come credi che starei se tu ci fossi rimasto perché io non ero riuscito a trattenerti? Tu e le tue maledette gomitate!” si passa una mano sulla mascella: in effetti è gonfia. Senti una punta di senso di colpa fartisi strada nel cervello.

“Shura, cosa vorresti che ti dicessi?” Si stringe nelle spalle rifiutandosi di guardarti “Non ti posso dire che non lo rifarò, perché mentirei. Certo, se ti fa piacere posso farlo, ma non servirebbe a molto” concludi tentando un sorriso sghembo.

“Ne faccio volentieri a meno” risponde acido.

Shura arrabbiato è insopportabile: ti ripiazzi la mano sugli occhi.

“Capra, hai mica un’aspirina?”

“Non posso darti un’Aspirina, Angelo, è un anticoagulante” Lo guardi perplesso.

“Che è?”

“Un anticoagulante: vuol dire che impedisce al sangue di coagulare. Di piantarla di uscirti dalla fronte. Ci sei?”

“Oh” annuisci. Forse Shura nel tempo libero si dedica alla lettura dell’enciclopedia medica. “E non posso fare niente per il mal di testa?”

Niente, se non tenertelo” replica piccato.

Ok. Calmiamoci.

“Shura se vuoi litigare con me rimandiamo a domani. Al momento non sarei in grado di dare il meglio di me.”

 

Sospiro “Non voglio litigare con te, voglio soltanto che tu capisca che hai rischiato la vita, e che se tu ci fossi rimasto, anch’io… insomma… diciamo che non mi avrebbe fatto piacere” lo guardo bilanciare il braccio ingessato appeso al collo, lo fissa infastidito.

“Senti me” biascica stringendo gli occhi “Di che hai paura? Siamo cavalieri, è normale per noi rischiare la vita. Sapevo quello che facevo e quello che rischiavo. E sapevo che avrei preso una botta tremenda, ma mi fidavo di voi… mi fido di voi. Lo sapevo che sarei finito al tappeto…e confidavo nel fatto che mi avreste…” deglutisce a vuoto. Deve fare una fatica impressionante a dire tutte queste cose. Aspetto che riprenda a parlare “Mi avreste aiutato”

Sorrido. “Aiutato? Io direi protetto”

Mi lancia uno sguardo omicida che gli ho visto riservare solo ai nemici peggiori “Quel che è” sibila. “Dove si è cacciato Aphrodite?”

 

Shura si rabbuia e indica verso l’alto col pollice “Rintanato in casa sua da ieri notte, non esce. Ha ucciso suo fratello, non deve essere una passeggiata”

Già.

“Andiamo da lui, mh?” Fai per alzarti ma Shura ti blocca di nuovo.

“Tu non vai da nessuna parte! Non voglio vederti finire in terra di nuovo” ringhia. Gli regali un sorriso candido e ti alzi sulle gambe, non esattamente stabile. Ma tant’è.

“Ma guarda, ancora non ci sono finito, in terra” dici falsamente entusiasta. Il cavaliere del Capricorno alza gli occhi al soffitto esasperato.

“Per lo meno evita di correre, testaccia”

“Con questo coso al collo potrebbe risultarmi scomodo, caprone”

 

 ---

 

Arriviamo davanti alla dodicesima casa dopo una decina di minuti, Angelo sembra risentire della scalinata e del caldo, ma decido di non dirgli niente.

“Cosa proponi ora, granchio? Bussiamo?”

 

Lanci a Shura un’occhiata che vale una pugnalata. Non avevi contato le scale, non avevi contato il caldo. La testa ti scoppia e hai voglia di vomitare. Se questo caprone continua a rompere potresti svuotarti lo stomaco sulle sue scarpe.

“Perché, tu cosa faresti?” gli rispondi acido avvicinandoti al tempio dei Pesci “Sfonderesti la porta?”. Lasci il tuo cosmo libero di annunciarti al padrone di casa.

 

Sapevo che sarebbero arrivati. Sbuffo e lancio un’occhiata allo specchio.

Sono spettinato.

Io.

Sono spettinato.

So che quei rompiscatole mi entreranno in casa anche senza permesso. Tanto vale darsi una sistemata.

 

La porta della zona abitabile del dodicesimo tempio è rimasta chiusa, Angelo si avvicina e bussa.

Niente.

Bussa più forte.

Niente.

 

“Aphrodite apri! Vuoi che non sappia che sei la dentro?”

 

Lancio un’occhiata infastidita al corridoio.

 

Angelo non è mai stato un tipo paziente. Ormai saranno cinque minuti buoni che aspettiamo, e Aphrodite non ha nemmeno risposto.

 

Prendi fiato.

“Fata turchina, vuoi muoverti ad aprire questa porta o la devo buttare giù io?”

 

Infatti.

 

Dite spalanca la porta di scatto e ti prende per il collo “Spero tu abbia un buon motivo per essere salito fin quassù a rompermi l’anima”  sibila scrutandoti torvo.

Dopo Shura anche questa. Non è decisamente giornata. Gli sorridi maligno.

“Io sono un buon motivo. Visto che non scendevi tu mi sono premurato di assicurarti che sto bene.”

 

Mollo la presa. Già. In effetti potevo anche degnarmi di scendere a vedere come stava… ma a vederlo ora non mi pare morto. Un po’ pallido si, forse, ma morto no. Vedo Shura guardare per aria, sembra un padre che si vergogna del figlio.

“Entrate, rompiscatole”

 

La dodicesima casa è nello stato in cui è il suo custode: un casino dalla porta d’ingresso alla stanza più lontana. Dite sembra perfino meno curato del solito. “Come stai Aphro?” azzardo.

Mi trafigge con uno sguardo di un azzurro gelido “Al momento in piedi. Grazie”

Mi aspettavo di peggio.

 

Li guido fino in cucina, Angelo arriva pochi secondi più tardi. Non lo vedo bene, probabilmente si è incaponito e si è lanciato in una scalata del santuario appena svegliato. Questo zuccone. Gli metto davanti un bicchiere d’acqua e zucchero prima che possa dire qualcosa. Mi guarda senza spiccicare parola, la sua espressione è un misto fra riconoscenza, curiosità e la faccia di uno che sta per vomitare. Mi siedo a capotavola, in mezzo fra i miei ospiti.

“Allora, a cosa devo il piacere?”

 

“Il piacere? Ma se mi hai quasi strozzato prima” sbotti finendo l’acqua zuccherata che Aphrodite ti aveva messo davanti. Va quasi meglio. Prendi aria… è una domanda che fai talmente di rado che il suono delle parole sembra diverso da quello che esce dalle bocche degli altri.

“Dite, come stai?”

 

Aphrodite lo guarda incredulo, forse sta pensando che lo prenda in giro. Angelo che rompe il suo riserbo e chiede qualcuno come sta senza alcun imbarazzo apparente. Eppure è tremendamente serio.

Il cavaliere dei Pesci abbassa la testa fissando il tavolo.

“Potrei stare peggio”

Angelo si lascia scappare un sorriso storto dei suoi “Sibillino come sempre.”

 

“Come vuoi che stia? Ho ammazzato mio fratello, l’ho fatto morire dissanguato! E non ho fatto niente per impedirlo. Potevo levargli di dosso quella rosa, ma non l’ho fatto. L’ho lasciata dov’era” fisso il tavolo come se potessi entrarci dentro.

 

“Lui voleva ammazzare te” gli ricordo senza tanti giri di parole.

Annuisce. “Lo so”

 

Li fissi perplesso senza aprire bocca. Il tuo cervello sta andando per conto suo. Vuoi un’aspirina, ma Shura dice che poi il buco che hai in testa non si tappa. Che fastidio.

Eppure sei su una linea di pensiero totalmente diversa.

“Dite, mi hai salvato la vita… ci hai salvato la vita fermando Holger. Ti sembra di aver sbagliato?” scuoti la testa. “So di essere un amico terribile. Inadeguato. Pessimo. Ma ti prego di non giudicare negativamente quello che hai fatto, significherebbe condannarti per avermi salvato. Potrebbe farmi stare peggio.”

Abbozzi un sorriso, uno di quelli veri: per una volta ti permetti di alzare tutti e due gli angoli della bocca.

 

Non ci posso credere. L’ha detto sul serio.

Non l’avrei avuto nemmeno io il coraggio di dire una cosa così. Di mostrarmi così apertamente.

Si vede che ha sbattuto la testa.

 

Lo prendo per il colletto della maglia fregandomene del dolore che gli devo provocare al braccio rotto. Lo scuoto. Non si lascia scappare nient’altro che una leggera smorfia di dolore.

Mi dispiace, ma me ne frego.

“Non devi nemmeno pensarla una cosa simile, chiaro?” Mi fissa senza battere ciglio “Non potrei mai pentirmi di avervi salvato la vita”

“Ma è quello che hai appena detto” risponde a mezza voce.

No. Io non ho detto questo. Ho detto che ho dovuto ammazzare mio fratello.

Però… se non l’avessi fatto avrei un fratello pazzo vivo e i miei migliori amici morti. Seguire Angelo nei suoi ragionamenti può essere pericoloso: non si capisce mai se è pazzo lui o se impazzisci te a stargli dietro. Da un certo punto di vista ha pure ragione. Sbuffo. Seppelliamo l’ascia di guerra. Lo mollo.

 

“Spero che nessuno di voi abbia altri fratelli” Mi scappa di bocca appena Aphrodite lascia la maglia di Angelo. Mi fissano.

 

“I miei sono morti prima di poter fabbricare qualcun altro” rispondi.

 

“E io sono ufficialmente figlio unico da ieri”.

 

E io sono il signore delle gaffe. Li guardo a occhi spalancati finché Angelo non mi scoppia a ridere in faccia. Dite lo segue a ruota.

 

Mi sento meglio. So che dovrò convivere con l’idea di aver ammazzato mio fratello, che ci metterò un po’ a farmela passare, ma mi sento meglio. Mi alzo dalla sedia.

“Volete qualcosa per pranzo?” Angelo scuote la testa schifato “Se mangio adesso ti vomito in casa”

 

“Una banana. Frullata. Grazie” biascico massaggiandomi la mascella.

 

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Precisazione: la parola "ritinteggiatura" è stata messa da Ayay. Io avevo scritto "pittura" lei ha trovato la parola perfetta. Ave beta *_*

Ayay: Mu-Raperonzolo *_* e se Shaka tentando di arrampicarsi sui suoi capelli inciampa nelle sue chiome e vola di sotto? Meglio perfezionare le tecniche di salita. XD E il nostro ariete si sta perfezionando nei bigliettini, pensa di scrivere un libro! -Shura apprezza le banane. Tante banane per Shura-

 

Human Renamon: Shira accetta volentieri le banane! Ringrazia sentitamente. Si, in effetti un bel secchio di vernice potrebbe essere meglio, ma vuoi mettere la soddisfazione! :D

 

Sakura: No, Kratos no... che mi inquieta U_U. Il nostro granchio è bello sempre, ma quando tende a dipingersi di rosso da solo è decisamente interessante. Oh si. U_U

 

Gufo_Tave: Hai ragione, la narrazione è piuttosto lenta... soprattutto perchè sono un disastro nel descrivere le battaglie (e giustamente scrivo FF su serie dove ci sono combattimenti ogni 3 per 2). Quando ho letto del gesto atletico di cancer e delle paraolimpiadi ho iniziato a ridere da sola come una scema, recensione catartica :D

 

Ringrazio anche Tritone per la recensione, grazie mille! ^^

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