Il Quinto Stadio - Volume III

di kannuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La soluzione al male ***
Capitolo 2: *** Il Quinto Stadio ***
Capitolo 3: *** Non dimenticarmi ***
Capitolo 4: *** Mistificazione ***
Capitolo 5: *** Il Sacro Dono ***
Capitolo 6: *** La via della Spada ***
Capitolo 7: *** Vittime e Carnefici ***
Capitolo 8: *** War Games ***
Capitolo 9: *** Freaks ***
Capitolo 10: *** Pedine ***
Capitolo 11: *** La Matta ***
Capitolo 12: *** La Variabile ***
Capitolo 13: *** Salta! ***
Capitolo 14: *** La Tana del Bianconiglio ***



Capitolo 1
*** La soluzione al male ***


Regola numero uno: ammazzali per primo... regola nuovo due: non attirare l'attenzione... quella che preferisco: tutto può essere usato come un'arma.

Claire biascicò le parole lentamente con lo sguardo ancora vitreo. Trasse un sospiro ed uscì dal mondo buio e doloroso che la possedeva. Si mise a sedere, avvertendo il lento scivolare di una goccia di sangue dalla tempia sinistra fino al maglione bianco che indossava. Di nuovo. Restò a fissare il vuoto escludendo tutti i rumori attorno a se. Un singhiozzo incredulo, poi un altro. Si confondeva con la risata isterica che sentiva prorompere della gola. Era viva. Perché l'aveva lasciata vivere?

(Resterai sempre con me?)

Non li vide quando si gettarono su di lei, non vide Noah che la scrollava, non udì le suppliche che pronunciava Meredith. Era successo di nuovo. Dondolava con gli occhi fissi in un punto lontano che non metteva a fuoco e non raggiungeva mai.

(Sei sleale)

Perché? Poi dolore, troppo, intenso. Come se le stessero stringendo le spalle.

Mi fai male...” sussurrò con un filo di voce “mi stai facendo male!” urlò dritta in faccia al padre che si fermò e la guardò sconcertato. La cappa di silenzio che l'avvolgeva esplose all'improvviso, e i suoni, come una lama affilata le trafissero le orecchie costringendola a portare le mani alla testa.

(Sei sleale)

State zitti!” gridò chiudendo gli occhi. Il sangue le imbrattò i palmi e Claire lo guardò impaurita muovendo appena le labbra. Si voltò alla ricerca di uno specchio o di una superficie riflettente e quando vide la linea sottile e rossa che le incideva la fronte perfettamente a metà, si aggrappò al tavolino tremando.

Tesoro...” Meredith la toccò e la vide scattare nervosa “cosa è successo? E' stato Gabriel?”

(Vuoi davvero che lo faccia?)

Non...” biascicò sentendo troppa saliva in bocca. La ingoiò e tossì per qualche istante.

Ma Sylar l'avrebbe uccisa, può essere stato solo lui” sussurrò la donna al padre che la guardava allibito. Le pizzicò il braccio e Claire scattò come se l'avessero punta.

Provi di nuovo dolore” mormorò osservando le sue reazioni.

(E' colpa tua, se non sento più nulla!)

(Potrebbe non piacerti)

Gliel'ho chiesto io...” sussurrò con un filo di voce. Si aggrappò alle braccia di Meredith e le appoggiò la testa contro.

E' tutto a posto, piccola...” mormorò accarezzandola “è tutto ok” disse ancora scoccando occhiate allibite verso l'uomo. La sua espressione era un enorme punto interrogativo a cui non sapeva dare risposta.

- - -

Il sangue si era raggrumato fra le dita e sotto le unghie. Non aveva neppure pensato di lavarlo via. Gli serviva a ricordare chi era. Lo convinceva d'aver fatto la cosa giusta.

(Fammi sentire normale, non un mostro privo di recettori del dolore)

Glielo doveva.

(Tu non hai idea di quello che ho provato)

Doveva farlo prima.

Non dovevi lasciarla avvicinare, pensò posando i gomiti sulle ginocchia e lasciando ciondolare le mani nel vuoto.

(Pensavo di poter essere me stessa, con te)

Prese un respiro e lo trattenne a lungo nei polmoni.

(Mi hai fatto sentire minuscola)

Finiscila, non ne vale mai la pena, si disse alzandosi dalla sponda del letto sul quale era seduto. Spostò lo sguardo a terra. Una macchia colorata. Lo prese con due dita e il sangue sporcò la superficie lucida del tubetto a forma di goccia. Conteneva un liquido denso e vischioso. Svitò il tappo e lo annusò. Odorava di ciliegia. Quell'affare che si metteva sulle labbra e che le portava via al primo bacio. Lo sguardo si incupì e lo fece volare nel cestino.

(Voglio stare con te)

Ma io non voglio stare con te, pensò indurendo il cuore.

(Io ti amavo)

Doveva fare un sacco di cose. Doveva avvertire Chuck e andare al funerale di Milla. Doveva trovare il suo doppio e infliggergli la pena peggiore che potesse concepire. Doveva trovare Arthur e toglierlo di mezzo. Doveva sgozzare Angela e farle ingoiare la sua maledetta premonizione. Doveva uccidere chiunque fosse lontanamente coinvolto nella sua 'caduta' personale.

(Io ti amavo)

La premonizione, pensò con un senso d'urgenza che gli bloccò il respiro. Come aveva fatto a dimenticare una cosa del genere?!

- - -

Angela chiuse la rivista con un gesto elegante, quando la parrucchiera personale finì di acconciarle i capelli. Sorrise per ringraziarla e bevve un sorso di te che le andò di traverso quando comparì nell'esatto istante in cui la donna usciva dalla stanza. La prima cosa che vide, fu il suo sguardo cupo e accigliato. La seconda, le mani sporche di sangue. Istintivamente raddrizzò la schiena e un brivido la percorse. “Adesso tocca a me?” domandò con un filo di voce.

Sylar la guardò soppesando la domanda. Poi alzò un sopracciglio e fece un mezzo ghigno che non riuscì a formarsi completamente. “La tentazione è forte” affermò sedendo rigido su una sedia di fronte alla sua. “Tu e la tua maledetta premonizione” soffiò stringendo la mascella.

Claire sta bene?” domandò con un brutto presentimento “voci ricorrenti affermano che andate d'amore e d'accordo.”

Sylar la guardò senza battere ciglio.

Una tazza di te?”

Con un gesto, fece volare a terra l'intero servizio. Angela lo guardò tesa, poi osservò la porcellana infranta “bastava dire no.”

Hai avuto altre premonizioni, mammina?”

Quel tono era orribile. Graffiava e la incuteva timore. “Di chi è quel sangue?”

Della tua adorata nipotina” affermò sorridendo “non siamo così legati come pensi.”

L'hai... uccisa?” sussurrò immobile “perchè...”

Disturbava il mio stile di vita” sibilò avvicinandosi a lei “che altro hai visto?”

Angela lo guardava e taceva e le lacrime si stavano formando fra le ciglia perfettamente truccate.

Parla!” gridò afferrandola per la camicetta e scrollandola “voglio sapere cosa hai visto!”

Nell'esatto momento in cui finì di sputarle in faccia le parole, Angela sentì il corpo gelarsi e la mente aprirsi. “Fra due anni...” balbettò nervosa “o mio dio...”

Gabriel la guardò nervoso “continua!”

Fra due anni morirai.”

La lasciò andare di scatto e Angela ricadde contro lo schienale morbido della poltroncina su cui sedeva.

Come?”

Il tono era secco e teso. La donna battè le palpebre per tornare in se “compirai un viaggio che ti porterà alla morte. Qualcuno più potente di te, ti ucciderà.”

Un viaggio?, si chiede sorpreso “fisico... o temporale?”

Angela spostò lo sguardo su di lui “fermati, finchè sei in tempo.”

Sylar la guardò e cominciò a ridere in modo folle. Un viaggio temporale. Il suo doppio. La realtà alternativa di un futuro alternativo. Gliel'aveva detto che era meglio rispedirlo a casa. “E' sempre un piacere parlare con te, vecchia strega!” esclamò divertito puntandole un dito alla fronte. Poi, un ricordo.

E che fine ha fatto, Angela?

Nella sua realtà è morta.

Le fortune sempre agli altri...

Dai!”

Hai ucciso Claire?” domandò artigliando i braccioli. Vide il braccio abbassarsi di qualche millimetro e il suo sguardo farsi meno duro. “L'hai uccisa perché non riuscivi a sopportare l'idea di amarla?”

Silenzio. Gabriel rimise la mano in tasca e scosse la testa impercettibilmente “pensi davvero che.. l'amore sia la soluzione ai mali del mondo... o a me?”

Vuoi la risposta che darei ai miei azionisti o quella che darei ai miei figli?”

L'uomo la fissò quasi divertito “ne abbiamo più di una...”

La verità è fatta di molte facce” affermò rilassandosi un poco “se fossi un mio cliente, ti parlerei di denaro e potere.”

Un concetto interessante che mi appassiona sempre” ghignò sforzandosi di essere freddo. Con un gesto veloce, si alzò dalla poltroncina “ci si vede, strega.”

Gabriel...”

Si fermò un pò stupito che l'avesse chiamato in quel modo.

Lavati le mani, tesoro. Sembri un barbone” sussurrò raccogliendo i cocci da terra.

Gabriel ghignò e le spalle si scossero per la ridata incredula che lo possedeva “s'è stravolto il mondo” borbottò scomparendo.

Angela guardò il vuoto che aveva preso il suo posto e gettò la porcellana a terra. Poi afferrò il cordless e chiamò Noah.

- - -

E Claire?”

In camera sua, doveva restare sola”. Meredith lo guardò inquieta con le mani sui fianchi “perché Gabe ha fatto una cosa del genere? Claire non vuole dirmelo!”

Noah la fissò pensieroso “ha rimesso a posto le cose. Lei soffriva per la sua... 'anormalità'.”

Lo stai giustificando? Le ha aperto il cranio un'altra volta!” esclamò abbassando subito la voce e guardando le scale che portavano alla stanza della ragazza.

Claire si appoggiò al muro restando in silenzio. Aveva i capelli ancora bagnati ma sapeva che avrebbero approfittato della sua assenza per commentare l'accaduto.

Depreco il suo modus operandi e lo trovo disgustoso, ma se l'ha fatto avrà avuto un motivo.”

Non fa mai niente per niente, pensò Claire abbassandosi un po' sulle gambe.

Non vuoi neppure sbatterlo in una cella detentiva per punizione?” la voce della madre era sorpresa e sconcertata.

Mi piacerebbe appenderlo per i testicoli” ammise scattando verso il cellulare che squillava impazzito.

Angela trattenne il respiro mentre rispondeva. “Claire sta bene?”

Angela!” esclamò alzando la voce e attirando l'attenzione di Meredith. Claire sbiancò. Poteva aver avuto una premonizione di qualche genere? Uscì dal suo nascondiglio e volò giù per le scale con l'espressione tesa.

Te la passo” mormorò veloce porgendole il telefono “penso sia molto importante.”

Nonna...”

Tesoro!” esclamò sospirando “stai bene?”

Più o meno” sussurrò sentendo la tensione salire “hai avuto una premonizione?”

Anche. Gray è stato qui e mi ha detto...”

Quale dei due?” domandò sbigottita “ti ha aggredito?”

No. Voleva uccidermi ma si è fermato” ammise scossa “Cosa è successo?”

Claire succhiò il labbro inferiore con aria nervosa “la premonizione?”

Un silenzio carico di tensione. “Claire, cosa è successo?”

Non ho tempo da perdere! Dimmi cosa diavolo hai visto!” eruttò perdendo la pazienza “parla!”

Ho visto come e quando morirà” confessò non capendo il suo impulso nervoso “non l'ha presa bene.”

Ero presente nella tua visione?”

No” mormorò concentrandosi per ricordare “ma non dimenticherò mai la sua espressione mentre quell'uomo lo uccideva...”

Impossibile, ha spostato il punto debole. Non è più dietro la nuca” mormorò battendo le palpebre. “Ti sarai confusa.”

Ragazza, se dico una cosa, è quella!” esclamò offesa “hai perso le buone maniere a stargli vicino?”

Ho perso la testa” borbottò succhiando un dito “letteralmente!” esclamò un po' divertita dal lato grottesco della faccenda “ti passo papà.”

Claire gli lanciò il telefono e salì in camera mentre Meredith le andava dietro. “Dove stai andando?”

Ad asciugarmi i capelli, ho freddo” borbottò afferrando il fon. “Ho capito tutto!”

Meno male, qualcuno sa ancora trovarsi il culo con le mani” sbottò sedendosi sul bordo del water e incrociando le gambe. “Avete litigato e siete passati alle maniere forti? Si va in galera per questo, è violenza domestica.”

Non siamo persone normali, non dimenticarlo” le ricordò stirando i capelli. Le mani le tremavano e ogni tanto perdeva la presa sulla spazzola. “Dov' è Adam?”

Non lo so e non mi interessa” esclamò dondolando una gamba “vuoi che ti aiuti?”

Sì, grazie” soffiò lasciandola fare “perchè non gli hai mai detto che tieni a lui?”

Meredith non rispose ma per un attimo di fermò. “Non ho una relazione con un uomo da tanti anni e non intendo cominciare ora. Guardami, sembro Due Facce.”

A lui piacciono entrambe” mormorò soffiando quando le tirò un capello. “Ahi!”

Scusa, tesoro...” lasciò cadere la spazzola e spense il fon “sicura di aver fatto la scelta giusta? Avresti potuto indossare tacchi altissimi e ballarci fino a crollare svenuta, senza aver mai avuto mal di piedi!”

Claire sorrise e si voltò verso di lei “non ci avevo pensato” ammise togliendole gli strumenti di mano.

Cosa è successo, piccola?”

La ragazza la guardò tesa e non rispose. “Ho bisogno che chiami Adam e mi aiuti a tendere una trappola a Sylar Due” disse invece “sono una sega a pianificare, ho bisogno di menti sveglie.”

E... Gabriel?”

Ha deciso che sono un intoppo alla sua vita” affermò stringendo il labbro inferiore fra i denti “sapevo che non poteva durare.”

Un intoppo? Ma se stravede per te!”

Claire la guardò con gli occhi lucidi. “Forse prima che...” si morse la lingua e strinse la labbra. “Non importa...”

Non importa? Ma se ti ha aperto la testa!”

Però ha rimesso tutto a posto” le fece notare con voce leggera. “Capito, Adam lo chiamo io...”

- - -

Ehi, bambolina... hai scopato?”

Claire lo guardò sgranando gli occhi e Meredith lasciò partire un ceffone diretto alla nuca dell'uomo. “Che modo di fare è questo?!” gridò sconcertata dalla mancanza di tatto e di educazione di Adam “tappati la bocca, abbiamo un problema serio da affrontare.”

Non gli si alza?” continuò abbassando la testa quando provò a colpirlo di nuovo. “Avete delle facce, volevo sdrammatizzare un pò...”

Claire lo guardò a lungo, raggomitolata nella poltrona di casa della madre. Era un casino e avrebbe avuto bisogno di una domestica fissa, visto che Meredith si rifiutava di fare i lavori più semplici che non fossero portare via la spazzatura e lavare i piatti.

Forse lui era l'esperto che le serviva. Aveva alle spalle diciotto matrimoni e innumerevoli amanti. Ma forse sarebbe riuscita a parlargli solo dopo moltissime birre. E la cosa non la allettava proprio.

Adam la fissò a sua volta. Era cambiata ed era chiaro come il sole che aveva assaggiato il frutto proibito. “E' stato una delusione e ti vuoi vendicare?”

Scosse la testa e spostò lo sguardo sulla madre “possiamo parlare da soli?”

Meredith la fissò un po' offesa “parli con lui e non con me?”

E' un uomo, mi serve un parere oggettivo.”

Non sono oggettiva?”

Sei mia madre e sei arrabbiata per quello che è successo” le fece notare tranquilla “per favore?”

Con un grugnito, Meredith si diresse fuori dell'abitazione. Claire sospirò e lo guardò “non va, eh?”

Adam scosse la testa e fissò la porta chiusa “è uno scoglio pericoloso, quella donna...”

Devi dirmi dove ho sbagliato” mormorò a bassa voce “penso di aver fatto un grosso errore.”

Se gli fai un pompino alla prima uscita, il vostro rapporto sarà basato tutto sul sesso” dichiarò divertito. Smise di sorridere quando si incupì. “Ok ok... non si può mai scherzare!”

Alla fine del racconto, Adam non parlava più. “Ma sei deficiente?! Non si racconta mai la verità. Soprattutto non a letto.”

Tu non lo conosci, quando agguanta l'osso non lo molla più!” esclamò offesa. “Non sono masochista, non giudicarmi!”

Ok!” sbottò alzando le mani per fermarla “ricapitoliamo per amore della logica. Vi correte appresso per settimane, finalmente decidete di fare sesso. Ora. Nessun uomo degno di questo nome, neppure quel cazzone moscio, ha interesse a far soffrire la donna che ama e che sta cercando di trombarsi da tempo. Noi siamo semplici e lineari. Sesso uguale piacere. E non affronto il tema delle perversioni per non turbare la tua casta mente.”

Ti prego” soffiò a disagio “moderati!”

Capisci meglio, se uso un linguaggio crudo. Zitta e ascolta lo zio Adam. Ripeto, nessun uomo vorrà sentir parlare di dolore. Se gli capiterà la sventura di incontrare una ragazza inesperta...”

Un singulto imbarazzato fu la sola risposta.

... prenderà tutte le misure necessarie per non farla pentire di essere andata a letto con lui. Nel tuo caso, metà del lavoro era fatto!” esclamò battendo le mani sulle cosce.

Dio, perchè te ho parlato...” borbottò affondando la faccia in un cuscino.

Lasciami finire. Gli hai tirato lo sgambetto facendo quel discorso. Ha capito le tue ragioni ma il gesto l'ha ripugnato.”

Ma quello ammazza gente da anni!” esclamò impacciata

Che vuol dire? Mica se li scopa!”

Claire lo guardò confusa cercando di trovare il filo. La sua espressione era tragicomica e Adam se la rideva di gusto. Come fai ad arrabbiarti con una così ingenua e candida? “Ascolta: una cosa è far secco un perfetto estraneo, un'altra è guardare la propria donna soffrire per causa tua nel momento più intimo che potete condividere” ripetè serio “e hai frignato! Un uomo non sopporta che lei frigni mentre sono a letto insieme!”

Erano lacrime di gioia, ero felice, mi sentivo di nuovo normale!”

Pensa tu! E gliel'hai detto?”

Non subito” ammise a mezza bocca. “Pensavo si capisse...”

Sei un caso perso” sospirò scuotendo la testa “ti conviene rimediare, bambolina.”

Claire lo guardò con una faccia da funerale “non è possibile...”

Oh, non vi sta mai bene niente..., troppo rude no, troppo dolce che palle, la via di mezzo è noiosa. Io t'avrei fatta volare dalla finestra!”

S'è limitato ad aprirmi il cranio” borbottò fra se.

Adam la guardò pensando fosse un modo di dire, poi vide la sua espressione e la fissò attentamente “è uno scherzo?”

No. Non so cosa ha fatto la dentro, ma sono di nuovo in grado di sentire dolore” affermò mordicchiando un'unghia.

Ti ha accontentato, qual è il problema?”

Ti ha accontentato. Claire lo guardò pensierosa. Aveva rifiutato anche solo di scansionarla mentalmente dopo il 'botto' che aveva liberato i suoi poteri latenti, per paura di combinare altri danni. Continuò a fissarlo senza vederlo. “Gli ho detto che non aveva il coraggio di farlo di nuovo. L'ho provocato per farlo esplodere e poi gli ho detto che non volevo più vederlo e che mi ero pentita di essere andata a letto con lui” mormorò con voce tenue.

Adam la guardò placido poi annuì “una rettoscopia è meno dolorosa. Guarda che ci vogliono due palle così, per fare quello che ha fatto.”

(Questo va ben oltre i miei limiti morali)

Claire sospirò, tormentando il bordo dei jeans. “Non si è mai fatto scrupoli ad infliggere dolore alla gente. Neppure a me...”

(Non posso acconsentire a tutte le tue richieste)

Ehi, ragazzina! Non avevamo fatto un patto noi due?”

Claire gli scoccò un'occhiata palesemente irritata “guarda che non siamo stupidi. Avevamo un sacco di potenti mezzi umani, per contrastare la maledizione che ci pende sulle teste...”

Eh, bravi...”

Basta ciance. Piano d'azione” soffiò incrociando le gambe “dobbiamo attirare Sylar in un luogo aperto e farlo secco. E' tempo di schioccare la frusta.”

- - -

E' questo il tuo meraviglioso piano d'azione? Un cimitero deserto di notte?”

Claire annuì stringendosi nei vestiti pesanti. “Fa molto Buffy l'Ammazzavampiri.”

Adam scosse la testa “sei tutta matta, ragazza...”

Vedremo se ho ragione” mormorò a bassa voce “vai, ora.”

L'uomo mugugnò qualcosa fra i denti e si alzò dalla panchina fredda sulla quale era seduto “non farti ammazzare.”

Come se fosse possibile...” ridacchiò. Aveva il suo coltello a serramanico e una pistola caricata ad 'acqua santa', come l'aveva definita Meredith. Gliel'aveva data Noah alcune ore prima, spiegandole il suo utilizzo.

Non è un pistola normale. Le pallottole contengono piccole dosi di inibitore liquido super concentrato.”

Geniale. Pensavo di dovergliela lanciare in testa.”

Se dovesse servire...”

Sogghignò e si concentrò il più possibile. Il modo migliore per attirarlo, era esplodere. Ma per esplodere aveva bisogno di essere particolarmente spaventata. E non sentiva paura, solo una fredda calma che la paralizzava. Perché non ti do mai retta?, si domandò cercando un ricordo opprimente da sfruttare. Sbuffò e alzò la testa verso la notte stellata. Non doveva essere per forza così estrema. Poteva semplicemente invitarlo a raggiungerla. Ma quale dei due avrebbe risposto?, si domandò massaggiando le tempie.

- - -

Sylar rizzò la testa come un cane a caccia che fiuta la preda per capire da che parte muoversi. Innestò la retromarcia e si diresse verso il punto da cui proveniva l'invito ad un tète a tète a chiaro di luna. Sghignazzò follemente e spinse sull'acceleratore. “Oh, happy day” ridacchiò fra i denti, pensando che fa lì a pochi minuti sarebbe stato davvero un lieto giorno, in quella realtà alternativa.

- - -

Gabriel la sentì e sbuffò divertito fra le labbra. Non si arrende mai!, pensò osservando il lavandino sporco di acqua rossa che colava giù per lo scarico. Sta bene, era da un po' che non mandavano in tilt un quartiere. Finì di asciugarsi le mani e gettò il telo nella cesta. Poi guardò le lenzuola e fece per strapparle via, ma qualcosa lo trattenne. Non era una sfida, era un invito. Stava provando a farsi ammazzare, quella stupida mocciosa viziata!

- - -

I'm your biggest fan I'll follow you until you love me...” canticchiava ad occhi chiusi e con i senti all'erta. “Promise i'll be kind, but i won't stop until that boy is mine... Baby you'll be...”

Un movimento laterale e Claire chiuse la bocca.

Ciao, stellina” soffiò allargando le braccia sullo schienale della panchina e guardandosi attorno “un po' macabro come appuntamento...”

Claire guizzò la vista e vide i guanti neri che indossava “poteva andarti peggio, poteva essere un centro commerciale.”

Sei troppo astiosa, splendore” commentò mettendole un braccio sulle spalle e tirandola a se “dove eravamo rimasti, l'ultima volta?”

Tu che provi a stuprarmi?” domandò abbassando la voce “non mi hai fatto ridere, bambolo.”

Hai urlato abbastanza da tirare giù Dio in persona, non mi sembrava ti dispiacesse” commentò volgendo lo sguardo su di lei che era rimasta immobile e aveva trattenuto il fiato. Va bene, non stava andando come pensava. Ignoralo. La stretta intorno alle sue spalle era fastidiosa.

Su, non fare l'arrabbiata.”

Un attimo dopo sentì il mento che veniva spostato alla sua destra. Lo guardò e strinse la labbra. Tu sei la fonte di tutte le mie disgrazie, qualunque sia la realtà da cui provieni! Sorrise, poi gli incollò le labbra sulla bocca e la sorpresa fu talmente forte da lasciarlo senza parole e gli impedì ogni mossa.

Ma cosa fa!” soffiò Meredith nascosta “deve ucciderlo, non pomiciarci!”

E' una tattica” disse sicuro che fosse tutt'altro. “Lascia avvicinare il nemico per coglierlo di sorpresa. Cerca di avere fid...” Adam si bloccò quando la vide sedergli a cavalcioni addosso

'orca troia... l'ha scambiati un'altra volta!”

Era la mossa più stupida ed intelligente che potesse fare, pensò stringendolo con ferocia, finchè non sentì che la sorpresa in lui scemava e si trasformava in passione. Quando cominciò ad accarezzarla lungo la schiena, infilò una mano nella tasca, fece scattare il coltello a serramanico e glielo ficcò nello stomaco. Dopo un lungo istante, lo estrasse per colpire dritto alla gola. “Mi dispiace” sussurrò stringendo le dita sul manico “non doveva andare così...” con un gesto secco spostò la lama verso destra e un fiotto di sangue la inondò. Veloce lo scavalcò lasciandolo cadere a terra con le mani alla gola.

Adam scattò nel momento in cui Sylar cadeva a terra ma fu violentemente bloccato da un muro invisibile.

Non è la tua battaglia” mormorò una voce dura alle sue spalle. Gabriel lo lasciò andare mentre osservava la scena. “E' una faccenda privata.”

Non vai ad aiutarla?”

Deve combattere la sua paura e vincerla.”

E se l'ammazza?”

Quando smetterà di respirare o di muoversi, interverrò.”

E tu la lasceresti crepare, perché ti chiede di sculacciarla?”

Lo sguardo che gli rivolse fu sorpreso e divenne subito duro. “Di cosa stai...”

Due spari e l'urlo di dolore di Claire fu così acuto da interrompere la sua domanda. Gabriel udì i colpi ripetuti e raggelò. C'era qualcosa di sbagliato. La scena a cui stava assistendo era sbagliata. Non doveva essere lei, quella stesa sul terreno a languire nel sangue.

Quando la giacca si era aperta e Sylar aveva intravisto l'arma sotto il braccio sinistro, l'aveva fatta volare fino a se con la telecinesi. Il ragionamento era stato logico e sequenziale.

Claire era impallidita. Se premeva il grilletto, l'inibitore liquido l'avrebbe resa inoffensiva e non sarebbe stata in grado di rigenerarsi. Non aveva avuto neppure il tempo di pensare ad altre eventuali conseguenze che Sylar le aveva sparato un colpo dietro l'altro. Ora giaceva sul terreno con le braccia perpendicolari al corpo e un buco all'altezza del cuore. Il dolore era atroce e la ferita non si richiudeva. Era senza poteri. E stava morendo. Dove non arrivava uno, ci pensava l'altro, si disse con una smorfia ridicola sul volto e la risata, triste ed isterica, che faceva sobbalzare il corpo e sputare sangue dalla bocca.

(Vuoi la guerra, splendore? Hai sempre perso)

Rassegnati. E' più forte di te. Qualunque sia la realtà.

(Sei la donna che amo, non la mia vittima)

Bugiardo...” balbettò a fior di labbra, la vista appannata dalla neve che aveva cominciato a cadere.



























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Capitolo 2
*** Il Quinto Stadio ***


L'ingresso nel quinto stadio di consapevolezza richiede l'abbandono di ciò che è il principio di moralità e cioè il sentimento del giusto e dello sbagliato. Richiede la sublimazione dei sentimenti. E' la sfida per andare oltre il giudicare. […] L'individuo comprende che egli non è né vittima né carnefice ma tutti e due. (Maud Nordwald Pollock)


Sylar guardò l'arma con una smorfia “inibitore, eh? Brava stupida” mormorò arrabbiato “sei sempre stata una sega a pianificare strategie...”

Claire non lo sentiva quasi più. Stava congelando sul terreno e il dolore le offuscava la ragione.

(Fossi in te venderei cara la pelle)

Ridacchiò in gola, ricordando quella frase lontana nel tempo. Che ironia! L'aveva portato lei, lì. Quando le avevano detto di non lasciarlo uscire di cella, non aveva dato ascolto a nessuno. Quando poteva ucciderlo, non l'aveva fatto. Spinse le braccia contro di lui che la guardò poco interessato. A malapena riusciva a toccarlo.

Ultimo desiderio?”

(Il segreto non è pensarci, ma fare in modo che non accada più)

Combattendo l'apatia che l'aveva aggredita, serpeggiò la mano sotto la giacca in cerca del suo coltello a serramanico. Ma non era lì... era caduto lontano, sull'erba gelata.

Stai cercando questo?” domandò mostrandole la lama. “Papà ti ha mai detto che gli oggetti taglienti sono pericolosi?” la prese in giro gettandolo da un lato.

Ecco, adesso era senza più munizioni. Il torace le faceva un male cane e il freddo la intorpidiva. Tossì e una fitta al cuore le strappò un gorgoglio di sangue dalla bocca.

Tutto qui, non c'è altro?” domandò un'altra volta sospirando “mi sto annoiando.”

Era estenuante, pensò sentendo una punta di fastidio solleticarle le sinapsi eccitate dall'adrenalina. Noah le aveva spiegato che l'inibitore agiva in due tempi: il rilascio veloce, che bloccava gran parte dei poteri, era seguito da uno lento che stordiva e rendeva inoffensivi. E lei non era inoffensiva, non ancora. Non aveva bisogno di armi, pensò posando la mano sulla ferita e gemendo fra i denti. Troppo sangue.

Guarda tu, avrò perso cinque litri di sangue!

Quanto pesi?

Cinquanta chilogrammi, più o meno... perché?

Ne devi perdere circa 4 litri per morire dissanguata.

Come fai a... lascia perdere! Dimentico di parlare con Dexter Morgan...

Chi?!

Ti piacerebbe, quel telefilm, fidati.”

Quelle maledette pallottole non si muovevano da lì. Perché non gli dava mai retta quando le diceva di allenare i suoi poteri? Perché era più divertente fare shopping, sogghignò divertita.

Beh, almeno morirai con un sorriso sulle labbra” le disse osservando le sue mosse. Le prese la mano che teneva posata sul seno, sotto la quale stava cercando di accumulare residui di telecinesi latente e la baciò galante.

Claire la vide apparire all'istante dietro di lui. Meredith era la vendetta fatta persona. Lo colpì senza esitazioni alla nuca mandandolo disteso da un lato. L'urto fu così forte che Sylar cadde a terra con un gemito stordito.

Non toccare mia figlia!” sibilò calciandolo allo stomaco e molto più in basso. “Ti ammazzerò a suon di calci, dovessi impiegarci mille anni!” lo minacciò mentre Claire respirava sempre più affannosamente e cercava di concentrarsi per estrarre quei maledetti proiettili prima che l'inibitore la rendesse del tutto inoffensiva.

Adam scattò verso la donna quando la vide furibonda, la spada stretta in mano e ben affilata. “Fermo!” lo bloccò Gabriel nervoso “è anche la sua vendetta!”

Fermo un cazzo, non sto a guardare il massacro della donna che amo” sibilò scansandolo “non sono mica come te!”

Ce la farà da sola!”

E se non ce la facesse?” gridò perdendo la pazienza “la lascerai morire e poi dirai 'ops, mi sono sbagliato'?”

Claire non può morire.”

Adam saettò lo sguardo su Meredith e storse la bocca “finora bastava bruciare un corpo o tagliare via una testa, per uccidere un immortale. Il tuo doppio ha trovato il terzo sistema” mormorò indicandolo con il mento “un paio di colpi al cuore con proiettili caricati ad inibitore liquido superconcentrato e addio bambolina, ci rivediamo in paradiso.”

Il viso del suo nemico si fece cinereo e Adam storse un'altra volta la bocca. “Fa come ti pare...”

Si doveva sbrigare, se non voleva che l'inibitore cancellasse anche quel residuo di telecinesi che le era rimasta. I proiettili si muovevano, ma facevano male e la costringevano ad urlare come se la stessero squartando. Non hai tempo, ne altro fiato da sprecare, si disse acuendo gli sforzi. Schizzarono verso l'alto e con un gemito strozzato, Claire prese un respiro che si spezzò più volte. Tossì e il sangue sprizzò fuori della ferita imbrattandole il maglione. La vista si annebbiò e la luce calò attorno a lei. Premi quella cazzo di ferita. L'hai visto fare su House. Il problema ora, era rimettersi in piedi. Era pesante come un macigno. Devi metterti a dieta, scherzò cercando di puntare le mani a terra. Esisteva un antidoto? Dov'era Meredith, cosa stava facendo? Udì le parole sarcastiche che Sylar rivolgeva a sua madre e grugni di dolore. Non la smetteva mai.

Carina” ridacchiò guardando la fasciatura. Quella presa in giro fece scattare un meccanismo nella sua testa. Un fuoco rosso divampò dalle mani contratte e una colonna di fuoco lo incendiò da capo a piedi.

Claire raccolse coltello e pistola e si avvicinò all'uomo. Più si muoveva e più perdeva sangue. Sbrigati, prima di arrivare al quarto litro. Dubitava di avere la forza di piantargli la lama nella nuca, ma poteva ancora premere il grilletto. Bisognava solo centrarlo. Prima doveva metterlo a fuoco. E prima ancora, doveva alzare quel braccio che sembrava incollato contro il fianco.

Spostati bambolina, non fa per te” mormorò la voce bassa di Adam che la afferrò per la vita e la scansò gentilmente da un lato.

Claire lo guardò attraverso una fitta nebbia rossastra, mentre Adam faceva scivolare la lama dentro di lui causandogli più dolore possibile. La estrasse con lentezza esasperante facendolo urlare e gliela puntò alla gola. “Se hai qualche preghiera, dilla in fretta” lo minacciò osservando come il metallo sembrava arrugginito dopo quell'azione.

Sylar cominciò a ridere e li fissò a turno “siete patetici! Tutti, dal primo all'ultimo!” rantolò cadendo in ginocchio. Puntò lo sguardo su Meredith che lacrimava di rabbia poi lo spostò su Claire che stava per cadere a terra “poteva essere diverso, amore mio...” disse perdendo improvvisamente la furia che provava.

Tu non sei niente per me...” sussurrò traballando sulle gambe. “Ti avrei aiutato, ti avrei fatto tornare nella tua realtà...”

O dio, sta zitta!” esclamò esausto “la tua voce angelica mi da sui nervi!”

Anche la tua!” sibilò una voce profonda dietro la testa di Claire. Gabriel la guardò e non mosse un muscolo per aiutarla, quando cadde improvvisamente a terra. Perdeva troppo sangue. Era pallida da fare spavento.

L'eroe che corre in soccorso!” sputò nella sua direzione “Ti ha raccontato quanto le è piaciuto il nostro piccolo incontro?”

Gabriel fissò lo sguardo sul suo doppio, poi si chinò a tastare la ferita che gli imbrattò le dita di sangue caldo e rosso vivo. I meccanismi si muovevano sempre più lentamente. Spinse sul cuore, praticandole una specie di massaggio cardiaco, ma un fiotto di sangue gli imbrattò la manica e lo convinse a desistere. Curioso. Sapeva tutto quello che c'era da sapere sul cervello, ma di quell'organo che si muoveva sotto le sue dita, non aveva mai capito un accidente.

Poteva liberarsi in qualsiasi momento, poteva usare i suoi poteri... ugh!” Sylar si bloccò e inclinò la testa da un lato cominciando a gemere. Poi la fronte cominciò a colare sangue. Guardò Gabriel sghignazzando, mentre la vista si offuscava e un dolore tremendo gli annullava la coscienza. “Non hai vinto...” rantolò un secondo prima che la calotta cranica schizzasse di lato.

Ma va al diavolo” borbottò disturbato dal suo chiacchiericcio. Il ticchettio si affievoliva sempre di più. Se fosse morta, la premonizione di Angela sarebbe andata in pezzi. Guardò il volto esanime e gli occhi chiusi. Poteva togliere quella mano da lì e lasciare che il cuore sputasse fuori altro sangue. Poteva liberarsi per sempre di lei. Poteva tornare alla sua vita normale. I ricordi si sommarono sovrapponendosi. Appostamenti notturni, serate passate con l'orecchio sempre teso a captare nemici in agguato. Solitudine, tristezza. Le dita si contrassero sulla ferita.

Claire aprì gli occhi e lo riconobbe a stento. Il suo sguardo era un misto di sorpresa, sollievo, dolore e quello che più lo colpiva, si stava chiedendo se l'avrebbe lasciata morire. “Non... dimenticarmi...” balbettò rendendosi conto di essere arrivata all'ultimo litro di sangue.

La porto in ospedale. Tienilo d'occhio, non è morto” gridò diretto ad Adam mente la prendeva in braccio. Comparì nei corridoio dell'ospedale dell'Impresa e urlò ordini verso il medico che detestava, quando lo riconobbe fra l'esigua folla che componeva il settore, a quell'ora notturna. “Le hanno sparato al cuore. Inibitore liquido” disse in fretta sdraiandola su una barella. L'espressione che aveva il dottore era cupa e frettolosa. Solo allora si accorse di essere imbrattato di sangue. Doveva essere una visione poco piacevole, pensò quando si voltarono a guardarlo mentre smanettava sul cellulare. “Vieni di corsa” borbottò appoggiandosi alla parete per un attimo “Claire sta morendo... ed io ho un lavoro da finire.” Il silenzio sbigottito che udì, lo costrinse a proseguire “non ho tempo di tenerle la manina, devo torturare quello stronzo!” sbottò attaccando. Ricomparve nella raduna, dove Adam pungolava Sylar a terra con la spada. Quando lo vide, si scansò. “Vuoi approfondire la conoscenza?”

Voglio parlare con lui.” Lo sguardo che gli rivolse lo fece allontanare in tutta fretta.

Non era morto, come non era morta Claire quando le aveva rubato il potere. Si sedette sul suo stomaco e lo fissò divertito “ora, che giochino mi suggerisci per occupare insieme le prossime dolorosissime ore?!”

- - -

Angela si costrinse a smettere di tormentare la collana di perle che indossava. Erano passate tre ore da quando Claire era entrata in sala operatoria. Meredith si era letteralmente svenata per la figlia e Noah non faceva che passeggiare su e giù nervoso. Chuck fumava alla finestra e attendeva che Claire uscisse dalla rianimazione, per amplificare il suo potere e aiutarla a rimettersi in piedi. “Dov'è Gray?” domandò all'improvviso rendendosi conto che mancava una persona fondamentale in quella faccenda. Noah scosse la testa e Chuck la fissò per un istante. Meredith la guardò stringendo il braccio su cui spiccava un livido vistoso “sta torturando il suo doppio... e se la sta prendendo comoda, da quello che mi ha appena scritto Adam.”

Angela la guardò tesa, poi spostò lo sguardo su Noah “tutto questo può tornare a nostro vantaggio.”

L'uomo smise di vagare per il corridoio e sospirò “e come?”

Facendo una telefonata” mormorò con sguardo tagliente “Arthur ha usato Sylar per cacciare Claire... possiamo fargli sapere che è riuscito nell'intento, ma ahimè, è spirato dopo averla uccisa.”

Vuoi fargli credere che Claire sia morta?”

Prendiamo tempo.”

Un cenno di assenso “va bene. Fallo.”

Con permesso.”

Una volta rimasta sola, Angela lasciò suonare il cellulare a lungo e quando rispose, dovette sforzarsi di sembrare disperata. “Il tuo meraviglioso piano ha funzionato. Stappa una bottiglia di champagne e celebra la morte di Claire” mormorò con voce tagliente.

Silenzio. Uno schiocco di lingua. “Mister Gray l'ha uccisa?”

Cosa pensavi fosse successo, spedendo uno squilibrato maniaco omicida sulle tracce di tua nipote?!” gridò lasciando uscire la rabbia che la divorava.

Di nuovo silenzio. “Non erano questi i miei ordini” ammise sospirando “il catalizzatore è perduto...”

Tua nipote, il tuo sangue e la tua carne, è morta! Riesci a pensare solo al catalizzatore?!”

Provvederò che Mister Gray si trovi presto a raggiungere cieli ben più ampi.”

Angela restò incredula. Ma cosa doveva aspettarsi dall'uomo che aveva provato ad uccidere suo figlio? “Ci ha pensato Sylar” sussurrò “guardati le spalle, Arthur... perchè verrà presto a cercarti” staccò la comunicazione con rabbia e quando marciò verso il corridoio in cui si trovava il gruppo, vide Noah barcollare di fronte al medico. “Come sta?!”

Ha perso troppo sangue, non riuscivamo a stabilizzare la pressione.”

E... ora?”

E' molto debole”

Charles.”

Il ragazzo la fissò e annuì “posso amplificare il suo potere di guarigione, non posso fare altro...”

La paziente non si rigenera. Ha assunto una dose eccessiva di inibitore liquido e non possiamo fare nulla, a parte pulire il sangue e aspettare che l'organismo lo elimini da se. Abbiamo dovuto indurre un coma farmaceutico per ridurre al minimo la sua attività cerebrale... stavano succedendo strane cose, durante l'operazione...”

Che tipo di cose?”

Il medico guardò Noah a disagio “gli oggetti... levitavano. Rilevavamo continui picchi di attività neurale, come se fosse immersa nella fase REM, sembrava che... qualcosa stesse per esplodere dalla paziente.”

Avete fatto bene.”

Il problema si è verificato in seguito. I barbiturici devono aver amplificato il potere inibente del siero che le è stato inoculato. E' in overdose, il fegato e i reni sono affaticati. E' già in dialisi ma è una corsa contro il tempo.”

Ho capito...”

Noah, posso essere franco? Se qualcuno di loro è in grado di fare un miracolo... è il momento giusto. Tua figlia è giovane e forte, ma sembra il suo organismo non abbia più voglia di vivere.”

Cosa siete stati a fare la dentro, tutto questo tempo?!”

Abbiamo impedito che morisse! La persone normali lo fanno, quando gli sparano al cuore” rispose trattenendo la reazione di Meredith. “Mi dispiace. Abbiamo fatto quello che era umanamente possibile.”

Angela barcollò quando la donna si piegò sulle gambe piangendo “smettila figliola, non è ancora morta!” esclamò indurendosi di colpo. La mente lavorava frenetica “non avevamo un guaritore fra le nostre file?” Ma Noah non la guardava e fissava il vuoto. “Scivolerai nel dolore più tardi, adesso accedi a quel maledetto schedario e trova qualcuno in grado di aiutarla!” gridò scrollandolo. L'uomo tornò in se di colpo e annuì. “Dobbiamo organizzare il suo funerale” disse gelida “non guardatemi così, non ho chiesto io tutto questo!” esclamò sentendosi improvvisamente responsabile “dov'è finito quel maledetto orologiaio?!”

- - -

M'ha rovinato la spada, quel figlio di puttana corrosivo.” Adam grattò la punta sui vestiti del suo doppione e lo indicò col mento “è morto morto o dobbiamo farlo morire di più?”

Tagliagli la testa” borbottò rimettendosi in piedi e guardandosi attorno. C'era giusto una fossa aperta da riempire. La lama fendette l'aria e la testa rotolò via. Gabriel la lanciò nella fossa e con un movimento della mano, la terra si compattò. Diede fuoco ai resti e restò a guardare le ceneri, grigie come il cielo.

Non vai da lei?”

Per fare cosa? Per vederla morire?”

Adam lo agguantò per la spalla e Sylar lo fissò duro. “Potresti darle una ragione per stringere i denti.”

E quale?! E' esausta, impaurita... la notte si sveglia piangendo” esclamò allontanandolo da se “ho fatto quello che potevo. L'ho aiutata ad aumentare i suoi poteri, ho fatto tutto quello che mi chiedeva. La morte sarà una liberazione!”

Adam lo guardò come si guarda un bambino ottuso. Poi sorrise. “Quando avevo 225 anni, ho incontrato la principessa Rekiko...”

La parabola della sera, pensò alzando gli occhi al cielo.

Era un vera principessa guerriera, dura come una roccia, tagliente come la lama della spada più affilata” ricordò con voce tenue. “Intelligente, bellissima... la sfidai a duello e lei mi battè. Non la lasciai vincere, nota bene, me le diede di santa ragione. Era rapida come una mangusta...”

Va al punto.”

Diventai il suo amante per qualche bizzarro capriccio del destino. Il giorno era la gelida Dama delle Nevi... ma di notte...” di nuovo sospirò “era tenera, deliziosa, innocente come una bambina... cercava in me la liberazione del dover interpretare la grigia guerriera che il suo popolo adorava. Capisci quel che intendo, oppure ho condiviso con te un ricordo bellissimo che potevo preservare per una migliore occasione?” domandò con la spada rinfoderata sulla spalla “le lacrime che asciugai in quelle notti non le numerai. Ma quando scivola via dal nostro giaciglio, alle prime luci dell'alba, scompariva quella bellissima creatura e tornava ad essere la fredda combattente che tutti rispettavano. Mi dissero che morì di notte, durante un'incursione nemica al suo villaggio. Dissero che morì col mio nome sulle labbra. E mi danni l'anima per anni, perché la notte prima dell'attacco, disdii il nostro convegno per ubriacarmi con un capitano di guardia che giocava malissimo a dadi...” sghignazzò con voce triste. “Per il vile denaro, persi la donna che amavo.”

Mi sto commuovendo.”

Adam lo guardò, ma non c'erano tracce di scherno nella sua voce “la compassione ti è sconosciuta, perché nessuno ne ha mai avuta con te.”

Gabriel aprì bocca per replicare seccamente ma ci ripensò. “Non mi conosci, non sai nulla di me.”

Senti, ragazzo...” mormorò avvicinandosi “il consiglio da uno che ne ha viste parecchie... il potere, da solo, non conta un cazzo.”

Conosco uno che direbbe l'esatto contrario” mormorò ripensando alle parole del padre, molto tempo prima “'l'amore è la più grande illusione del mondo, solo il potere conta.'

Eh” ribattè Adam “scommetto che è morto solo e i cani randagi ne hanno divorato i resti...”

Non so, non vado a trovare mio padre da un po'.”

L'uomo lo guardò con una smorfia sarcastica “se stai cercando di emularlo, sei sulla buona strada.”

(Se sei un pesce devi nuotare, se sei un uccello devi volare. Tu devi uccidere. E ti riesce piuttosto bene, vero?)

(Hai ucciso mia madre, voglio sapere il perché)

(Non lo ricordo... non me ne importava niente, allora. E ora anche meno)

Vuoi diventare come lui e passare il resto dei tuoi lunghissimi giorni a rimpiangere la perdita della piccola?”

Quello era un colpo basso. “No”

Ne ho visti tanti, perdere il bene più prezioso per stupidità, orgoglio, vanagloria... sono morti soli, rimpiangendo quello che avevano perduto. Non imitarli.”

(Sono morti soli)

Che devo fare?”

Se ti chiede di abbracciarla, tu lo fai. Se ti piange addosso dopo aver fatto l'amore, tu resti lì e le asciughi le lacrime. Non vuole altro da te” insistette ancora una volta “va da lei.”

Sta zitto, pensò a disagio, frastornato dalle sue parole. “Venderesti ghiaccio al Polo” mormorò perso. Tappò metaforicamente le orecchie alle parole dell'uomo e si inoltrò per la strada deserta di notte, col gelo della neve che non gli dava tregua.

(Non dimenticarmi)

- - -

Lo conosco” mormorò Chuck indicando la foto dell'archivio elettronico. “E' un mio amico...”

Non potevi dirlo prima?” esclamò Meredith frettolosa. “Andiamo a stanarlo, forza!”

Noah la fermò all'istante. “Abbiamo perso le sue tracce da tempo.”

Per forza. E' un hippy, sempre in viaggio su un furgone azzurro tutto scassato con la sua banda di amici fumati e votati all'amore di gruppo...” ne convenne il ragazzo, imperturbabile come al solito.

Stai scherzando?”

Lo sguardo che rivolse a Meredith fu sereno “lo so, è intrigante soprattutto l'ultima parte...”

Non me ne frega niente! Come si chiama?

Il nome di battesimo o il nome spirituale?”

Chuck, sto perdendo la pazienza...”

Felipe Juan Carlos Alvarez...”

Taglia!”

Si fa chiamare Aquila che Vola Alta nel Cielo. Aquila basta.”

Ultima dimora?”

Il ragazzo alzò le spalle.

Come trovo un barbone errante?!”

Basta fare una telefonata” rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo “il furgone è una stazione radio. Trasmettono musica alternativa.”

Chiamalo” gli ordinò perdendo del tutto la pazienza “e nel frattempo, fai quello che sai fare meglio.”

Fumare?”

Aiuta Claire!”

Sta bene. Ma la innaffiamo di birra.”

Tutto quello che vuoi” sospirò grattando la testa nervosa. “Chiama il tuo amico mentre io preparo il furgone.”

Dieci minuti dopo, Meredith sentì le braccia che le cadevano. “Stanno trasmettendo... dalla Death Valley?! Come ci arrivo nella Valley in una notte?!”

Troviamo il nostro comune amico e ci facciamo trasportare” affermò tranquillo.

Lo sguardo di Meredith si fece astioso “non ha mosso un dito per aiutarla! E' rimasto a guardare finchè non è crollata!” sibilò attirando l'attenzione di Noah “non gli chiederò mai più nulla!”

Allora dovrai prendere una aereo come tutti i comuni mortali” borbottò il ragazzo un po' disturbato dalla veemenza dei suoi sentimenti.

Noah, prenotami un volo!” gridò già per strada “vado a preparare i bagagli.”

Chuck fu quasi costretto a correrle dietro. “Ci sono delle linee guida da seguire.”

Cosa?” domandò stupita frenando. “Di che stai parlando?”

Devi portare delle cose con te. Alcool, droga e donne” annunciò deciso “ti consiglio di fare la spesa, prima.”

Non c'è problema con l'alcool, ma non saprei dove prendere...”

Le droghe te le fornisco io” mormorò il ragazzo soffiando via il fumo della sigaretta “in quanto alle donne... dovrai sacrificarti.”

Non se ne parla, non pratico sesso di gruppo!” esclamò a disagio “ma stiamo scherzando, ho dimenticato anche le basi!”

Chuck alzò le spalle restando a fissarla “hai detto che faresti tutto per lei.”

La donna lo odiò per un lunghissimo istante. Guardò la camera della figlia, l'espressione sofferente di Noah e la sua evidente frustrazione, e fece un gesto brusco con la testa che parve un assenso. Prima di allontanarsi, gli gettò un'ultima occhiata astiosa. “Fa sapere al tuo amico la bella conseguenza del suo disinteresse” sibilò e le parole parvero pietre aguzze “fagli sapere che Claire sta morendo perché lui non ha mosso un dito per aiutarla!”

Non l'ho mai visto fare nulla per nulla” borbottò a sua difesa.

La reazione di Meredith fu violenta “sapeva che perdeva la ragione ogni volta che lo vedeva! Quell'animale diceva di amarla e l'ha lasciata crepare!”

Non è ancora morta” mormorò alzando le mani quando la ritrovò a pochi centimetri dalla sua faccia “stai solo perdendo tempo...”

Meredith lo guardò in quei placidi occhi azzurri e gli ringhiò contro. Poi si rivolse a Noah, sputando ancora veleno “invitalo al funerale e riprendilo. Voglio vedere un bel filmato della sua reazione!”

L'uomo la fissò interdetto, e una sottile inquietudine lo pervase. Organizzare il funerale di sua figlia, mentre era ancora viva. Aspettò che la donna si fosse allontanata e attirò l'attenzione del ragazzo. “Non possiamo ingannarlo su una cosa del genere.”

Chuck ne convenne con una semplice occhiata.

Ok...” sbottò prendendo un sospiro “ci penso io.”




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Capitolo 3
*** Non dimenticarmi ***


Doveva togliere di mezzo quelle candele. Doveva aprire quella maledetta finestra che non lasciava più entrare la luce del giorno, da quando lei se n'era andata. Guardò il soffitto, sdraiato sul letto disfatto. Non la sentiva. Per quanto la cercasse, non riusciva a stabilire un contatto con lei. Aveva paura che Noah gli dicesse che era morta. Quando il campanello suonò ripetutamente, lo ignorò. Ma potrebbe essere importante, pensò rimettendosi in piedi.

Telegramma, firmi qui!”

Troppo sottile per essere una bomba, pensò strappando la busta. Abbassò gli occhi sulla comunicazione all'interno e il cuore si fermò.

La mattina era gelida e grigia, come il suo volto. Strinse la mascella e tirò su col naso. Tutta la maledetta famiglia Petrelli al completo. Angela lo guardò attraverso gli occhiali neri. Nathan ebbe una brutta reazione a vederlo lì e Peter aggrottò la fronte. Noah non si accorse neanche di lui, preso com'era dal cercare di calmare Sandra che piangeva disperata e non riusciva quasi a stare in piedi. Gabriel li guardò per un istante e rimase in disparte. Era a disagio. Il cimitero era desolato e freddo ma la sua tomba era piena di fiori. Spazzolò la neve dal cappotto nero e un dolore lancinante all'altezza del cuore lo trafisse, impedendogli di respirare. Lo stavano guardando, sentiva i loro occhi addosso. Che avete da fissare?, si chiese nervoso scoccando occhiate in giro. Quello che provava non era quantificabile, ne esprimibile a parole. Come aveva fatto ad arrivare a quel punto? Il suo timore peggiore si era avverando. Quella maledetta rompicoglioni era entrata nella sua vita, l'aveva stravolta, l'aveva costretto a cambiare e ora si era permessa di morire. Strinse le dita attorno al mazzo di rose bianche e guardò la bara.

(Non dimenticarmi)

Quello era il motivo per cui non lasciava avvicinare nessuno, sebbene lo desiderasse con tutto se stesso. Prima o poi se ne vanno. E ti portano via qualcosa, pensò i presenti con occhio clinico. La vocina interna gli diceva di non fidarsi, di scoperchiare quella bara e ficcarci il muso dentro. Non poteva essere morta, non poteva morire!

Smettila di piagnucolare come una femminuccia” lo riprese Chuck a bassa voce, quando lo affiancò “ti prenderebbe per il culo se ti vedesse...”

Non sto...” la voce si spezzò e non riuscì ad ingoiare. Si stupì quando sentì le lacrime scorrere lungo le guance. Erano calde e salate e gocciavano oltre il mento, raffreddandosi nel lento cammino. Le asciugò con un gesto titubante.

Chuck lo guardò e restò immobile. Non si disturba un uomo in un momento di dolore. Si limitò ad accendere una sigaretta e soffiare il fumo lateralmente. Vide un'altra persona affiorare dalla disperazione della perdita. Vide Sylar, non più il suo amichevole compagno di bevute. Inquieto, tornò a fissare la terra. “Se hai un piano, voglio farne parte.”

Gabriel non disse nulla, fissò quella maledetta fotografia sorridente e lasciò andare il mazzo di rose bianche ai suoi piedi. Era cinereo e da come lo guardavano non riusciva a capire cosa pensavano. Ma loro non erano nulla. Solo lei contava davvero qualcosa. Perché ti ho lasciato fare di testa tua?

(Se ammazzi il cuoco, chi cucina?)

(Mi useresti come scudo umano? Che stronzo!)

Sorrise per un minuscolo istante e la sua espressione tornò subito cupa.

Manca ancora Arthur all'appello” mormorò la voce tenue e dura di Angela che lo affiancò silenziosa. “Uccidilo e ti darò ciò che vuoi.”

Tutto quello che voglio...” quella voce roca e stentata non era la sua. “Puoi farla tornare in vita?” Non la vedeva neanche più, tanto le lacrime gli offuscavano la vista. Non si accorse che la visuale era cambiata e che qualcuno gli parlava cercando di calmarlo, mentre infilava le dita nelle neve.

(Non dimenticarmi)

Noah spostò lo sguardo su di lui, quando Sandra smise di piangere e lo indicò con un mormorio indistinto. “Cristo...” sussurrò fra i denti staccandosi dal fianco della moglie. Quella era una scena che mai avrebbe pensato di vedere nella sua vita: Sylar in ginocchio che piangeva disperato sulla bara vuota del finto funerale di sua figlia. “Non gli hai detto niente?!” sbottò a bassa voce strattonando Angela lontano da lui.

Se Gray la crederà morta, ci libereremo di Arthur più velocemente!” sibilò “non t'azzardare a dirglielo!”

Non hai un cuore, donna?!”

Non farmi credere che sia il tuo migliore amico, Bennet!” bisbigliò fra i denti “fino a poco tempo fa lo volevi morto!”

Le cose cambiano! Amava Claire e avrebbe fatto tutto per lei!”

Allora lascialo fare” mormorò stringendosi nel cappotto.

Va al diavolo, Angela” Noah la lasciò andare con un gesto secco e gli occhiali le caddero nella neve. Si chinò a raccogliergli con un senso di pericolo. Poi volse la testa verso sinistra e vide la la limousine parcheggiata poco distante. Arthur, pensò muovendosi verso i due uomini. Aveva ricevuto il suo bel telegramma ed era corso ad assicurarsi che fosse morta davvero.

Noah lo scuoteva cercando di farlo tornare in se “ascoltami!” esclamò duro “apri bene le orecchie...”

Non toccarmi!” sibilò alzando la testa “non ho fatto niente per aiutarla, sono rimasto a guardare finchè non è caduta a terra sanguinante!” ringhiò in faccia all'uomo “è mor...” la fame dentro di lui si acuì, impedendogli di respirare. Non aveva mai sentito una fonte di potere simile, prima. Puntava dritto davanti a lui.

Vuoi la tua vendetta, accomodati!” sbottò Angela interrompendoli “Arthur è qui!”

Nathan la guardò sconcertato. Suo padre era morto da anni! “Papà...” sussurrò aggrappandosi alla spalla del fratello e indicando l'uomo davanti a loro. Peter lo fissò e distolse lo sguardo.

Quelle parole, bloccarono la disperazione che sentiva prorompere dal cuore. Alzò la testa verso la donna e quando visualizzò la figura dell'anziano che si avvicinava con mazzo di fiori in mano, scansò Noah con un gesto, superò il gruppo che lo seguì con lo sguardo e marciò dritto verso il suo nemico. Li percepì tutti attorno a se, i cecchini e gli scagnozzi che li tenevano sotto tiro. Non era venuto impreparato. Non era importante. Dieci o mille, li avrebbe uccisi tutti, uno ad uno. Le pallottole fischiarono, le fermò con una mano mentre un'accozzaglia di uomini in nero sbucava da tutte le parti. Li uccise uno ad uno, così velocemente e con una tale rabbia che non ebbero neanche il tempo di un ultimo pensiero. Alzò una mano verso Arthur e sentì una forza immensa che resistette al suo attacco. Un sorriso folle si allargava sul volto. Faceva paura e per un attimo, Chuck pensò che fosse impazzito di dolore. Gettò la sigaretta a terra e concentrò il suo potere su di lui.

L'uomo lo guardò tenendo le braccia lungo i fianchi. Stringeva un mazzo di fiori piuttosto sontuoso. Sorrideva pacifico. “La parte dell'eroe le sta a pennello, Mister Gray” lo prese in giro con un sorrisetto “ma l'assassino redento dall'amore di una ragazzina, è un vecchio cliché”.

Sylar sentì il malumore che lo colmava. Il cervello formicolava e d'improvviso i suoi poteri erano raddoppiati d'intensità. Chuck si dava particolarmente da fare, pensò in un lampo. Era la stessa sensazione che aveva provato quando gli aveva ceduto la prima volta, con un gemito di piacere così intenso da farlo rabbrividire fino alle ossa. Non poteva più fare l'amore con lei.

(Non dimenticarmi)

Gliel'aveva portata via.

(Non dimenticarmi)

Sorrise cattivo. “Non sono un eroe” disse scaricandogli contro una dose esagerata di elettricità che si disperse attorno all'uomo dopo qualche secondo. Che caz... Sylar lo vide, con la coda dell'occhio. Identico all'Haitiano. Un altro blocca-poteri. Ma ammazzarli da piccoli, no?! Abbassò le braccia, fumando dai vestiti “non importa, ne ho.. urgh!” rantolò sentendo la gola stringersi all'improvviso. Arthur torse il polso e lo sollevò a mezz'aria scaraventandolo contro le lapidi. Sentì distintamente due costole fratturarsi a livello dei polmoni e il dolore gli annebbiò la vista. L'anziano si avvicinò e scosse la testa “dov'è finito il suo leggendario sangue freddo, Mister Gray?” domandò un po' divertito “questi giovani...” sussurrò gettando i fiori a terra. “Mi aspettavo qualcosa di meglio, figliolo. E' stato piuttosto una delusione.”

- - -

Mi ha preso per il culo...” sibilò sputando sangue “è morto...”

Benvenuto in famiglia” borbottò Peter sopra di lui. “Ora fermo” gli ordinò sistemando l'articolazione della spalla. Il dolore lo fece urlare per un lungo attimo. “Non ho finito” disse mentre muoveva la spalla dolorante “fa un respiro.”

Non faccio... cazzo!” gemette sentendo la schiena trafitta da mille aghi acuminati. Smise di parlare e giacque a terra ansimando. Aveva perso Claire. L'aveva preso per il culo. Un detestabile infermiere con la faccia da bravo ragazzo gli stava rimettendo a posto le ossa. Poteva andare peggio?, si domandò affondando la guancia nella neve. Uno strepito lontano gli disse che c'era sempre qualcosa di peggio. Volse la testa verso la coppia che discuteva e sollevò gli occhi al cielo.

Nathan!”

Sta zitta!” urlò l'uomo fuori di se “Spiegami” sibilò investendolo di domande. “Cos'è questa storia, perché nessuno mi ha messo al corrente della cosa?!”

Il casino è partito tutto da tua madre” mormorò poco intenzionato a parlare e litigare mentre si rialzava tremando dal terreno gelido.

Non mi fido di lei” annunciò ad alta voce “sei un serpente, ma non menti. Dimmi la verità!”

Cosa vuoi sapere?” domandò alzando il mento “vuoi che cominci dall'inizio? Da quella bella premonizione che ha partorito dopo una cena troppo pesante?!” chiese spolverando i vestiti dalla neve.

Lo sguardo si fece dubbioso “premonizione? Io volevo sapere perché mio padre...”

Un morto che cammina. Parla con tuo fratello.”

Tu lo sapevi?” disse rivolgendosi a Peter che annuì più volte "La scelta per il bene superiore" recitò alzando gli occhi al cielo. “Sembra che papino abbia provato ad ucciderti e che la mamma non si sia fatta scrupoli a fargliela pagare.”

E cosa centra Claire... perché...” sussurrò e gli occhi si inumidirono. Passò una mano sul viso e ingoiò le lacrime. “Lei cosa centrava in tutto questo?!”

Sono sempre gli innocenti che pagano, non lo sai?” domandò con una nota sarcastica nella voce mentre infilava il cappotto e guardava la fossa riempita.

(Non dimenticarmi)

Si incupì e quello sguardo non passò inosservato.

Claire ti detestava” disse frastornato “perchè sei qui? Cosa significava quella scenetta patetica?!”

Gabriel lo guardò duro, poi si mosse verso le rose bianche che giacevano a terra e le depose ordinate sulla tomba. Si alzò e quando si voltò, Nathan era dietro di lui. “Cos'è, uno scherzo?”

Perché quella famiglia era così angosciante?, pensò rivolgendogli un'occhiataccia. “Mi vedi ridere?” domandò sarcastico ma con la voce incrinata “pensa, potevi ritrovarmi alla cena di Natale come invitato!” esclamò battendogli una mano sulla spalla con finta allegria. Voltò sui tacchi guardando la distesa di cadaveri che aveva lasciato attorno a se. Un secondo dopo presero fuoco e l'aria si scaldò. Passò di fronte ad Angela e si fermò disgustato. “Non avevi previsto la morte di… tua nipote?”

Non ho controllo sulle mie previs...” Angela si interruppe quando la afferrò per il suo bel cappotto elegante e nessuno mosse un dito per fermarlo

Te la faccio io, una bella previsione. Prevedo che morirai fra atroci tormenti. Ma non sarà oggi, ne domani. Prima o poi verrò, e te la farò pagare per quello che hai fatto” ringhiò arrivando quasi a sfiorarla. “Sta sempre attenta, Angela, non saprai mai quando un respiro sarà l'ultimo.”

La donna lo guardò tacendo e non abbassò mai lo sguardo “potresti pentirtene, Gray.”

Non mi pento mai di nulla” ringhiò scostandosi e intravedendo Sandra fra le persone che li guardavano. Sandra lo fissò stringendo le labbra. Lo toccò su un braccio e Gabriel pensò che era la cosa peggiore che potesse fare. Se l'avesse colpito, sarebbe stato meno penoso. Le diede le spalle per non cedere alla disperazione un'altra volta.

Dove vai?” Noah gli corse quasi dietro e quando lo fermò, Sylar lo fissò irrequieto. “Ho da fare, spostati.”

Vuoi cercare Arthur e fargliela pagare? Hanno un Haitiano anche loro, se l'hai dimenticato.”

Non dimentico niente” sibilò frustrato “la mia pazienza ha un limite, vecchio!”

Non vuoi vedere Claire?”

L'espressione di sorpresa e incredulità che si manifestò sul volto, fu più eloquente di mille parole. Si fermò e non riuscì più a muovere un muscolo.

Vieni con me.”

- - -

Cos'erano quei tubicini che si infilavano sotto le lenzuola? Gabriel la guardò saettando lo sguardo veloce sulle apparecchiature mediche e tornando a concentrarsi su di lei. Aveva gli occhi chiusi e le labbra semiaperte. Era pallida. Il tubo del respiratore era un tentacolo trasparente che spariva nella sua bocca. “Non riesco a sentirla.”

L'hanno messa in coma farmaceutico per ridurre al minimo la sua attività cerebrale. L'inibitore non blocca i poteri latenti, sono andati fuori controllo e i medici non riuscivano ad operarla.”

Sopravvivenza” mormorò fra se “le ho sempre detto di allenare i suoi poteri...” Gabriel scostò il lenzuolo e la pelle nuda spiccò abbagliandolo. Sollevò un lembo della medicazione e sbiancò. L'aveva operata un macellaio?! Se fosse stata una persona normale, le sarebbe rimasta la cicatrice per tutta la vita. “Perchè non si rigenera?”

Forse sono i barbiturici... o forse l'inibitore... o la soluzione di entrambi. I medici non sono certi.”

Non esiste un antidoto?”

Suresh ci sta lavorando, ma dubito nella riuscita. L'unica è aspettare” mormorò con le mani in tasca. Concentrò l'attenzione su Gabriel che sembrava stesse per crollare da un momento all'altro e gli accostò una sedia. Era palese che fosse sollevato e angosciato al tempo stesso.

E' stata tutta una messinscena per attirare Arthur.”

Perchè non me l'hai detto?” mormorò astioso “per vedermi frignare?!”

Ho incaricato Angela di farti avere il telegramma con una lettera di spiegazioni, mentre mi occupavo del resto.”

Ha dimenticato la lettera” rispose scoccandogli un'occhiata nervosa. “Mi ha usato di proposito!”

Se può consolarti, non ero d'accordo sul tenerti all'oscuro.”

Gabriel lo guardò dubbioso “non ti sono mai piaciuto, perché il voltafaccia?”

Noah lo fissò duro e spostò lo sguardo su Claire “non ti sta mai bene niente” disse in tono più leggero notando che aveva perso la sua attenzione del tutto. Uscì dalla stanza in silenzio.

Gabriel prese la mano che giaceva inerte sul letto e la portò alle labbra, con la mente in bianco. Era viva. Potevano ancora tirare giù intere civiltà, quando litigavano. Poteva ancora sentirla borbottare perché non aveva un fon dentro casa. Le accarezzò il viso. Aveva la pelle tiepida. Strofinò il dorso delle dita sulla guancia e sorrise. Si era rovinato salute e reputazione per quella cosettina indifesa. Come poteva avere così tanto potere su di lui?

Chi le ha dato il permesso di stare qui?”

Quando si voltò a guardare il medico che lo detestava, storse la bocca e lo mandò al diavolo dentro di se. “Ho la dispensa papale e il permesso della Sacra Famiglia.”

Deve uscire, devo fare dei controlli” borbottò fissando la cartella. Poi si mise a guardarlo e attese in silenzio.

Senza dire una parola, Gabriel si alzò e gli cedette il posto di malavoglia. “Guarirà?”

Non lo sappiamo. Sembra che non abbia molta voglia di tornare alle realtà” mormorò chinandosi su di lei “sa fare miracoli?”

Siamo attrezzati per tutto” disse muovendosi verso la porta “posso trovare qualcuno...”

Ma non erano già in viaggio?” domandò a mezza bocca mentre le misurava la pressione.

Non ho capito” disse facendo un passo verso di lui “la smetta di far finta di avere una laurea in medicina e mi dica cosa sta succedendo!”

Il dottore lo guardò appena, annoiato. “Ne parli con Bennet” rispose secco “ora si tolga dai piedi!”

Sylar lo fissò nervoso e lo mandò al diavolo. Poi marciò verso i corridoi scoccando occhiate a destra e sinistra finché non lo trovò. “Dov'è Meredith?” domandò circuendolo “non l'ho vista, ne qui, ne al funerale!”

Noah lo guardò sereno “è con Adam nella Death Valley.”

Sono in viaggio di nozze?” domandò sarcastico. “Ma che carini...”

Stanno cercando di raggiungere un guaritore amico di Chuck” disse osservando la sua repentina reazione.

E quando cazzo me lo dici?!” sibilò arrabbiato “non resto a tenerle la manina, quando potrei fare qualcosa di utile!”

L'uomo lo fissò soffiando fra i denti “questa è la mappa, questa la targa della macchina in cui stanno viaggiando e questa la foto del tipo che dovete portare qui. Va e divertiti!” sbottò accorgendosi di parlare al nulla. Non aveva fatto in tempo ad avvertirlo della furia di Meredith nei suoi confronti. Se ne accorgerà presto, pensò sospirando allegro. Sputare sangue gli sta facendo bene.

Il medico ripose la penna dopo aver scribacchiato sulla cartella e, quando sollevò una palpebra per controllare la contrazione della pupilla alla luce, una grossa lacrima scivolò lungo la tempia. Per essere una paziente in coma, era stranamente idratata, pensò stupito. Reazione alla terapia, scrisse fra i vari sintomi.

- - -

Il mio amico guaritore sa fare meraviglie.”

Ho bisogno delle sue meraviglie. Non sopporto più queste continue fitte di dolore...”

Mh, c'è una cosa che non è riportata in quel fascicolo” mormorò guardandosi attorno “è un attrattore. Di quelli con i contro... mi hai capito?”

Allora?”

Se te ne senti attratta, ti sta facendo un incantesimo.”

Premi su quel maledetto acceleratore!” esclamò irrequieta, gli stivali appoggiati sul cruscotto dell'auto a noleggio.

Sono già a 130” le fece notare calmo. Cominciava a pentirsi di averla accompagnata, ma qualcuno doveva pur tenerla d'occhio, mentre isterizzava per la figlia. “Sta tranquilla...”

Non dirmi di stare calma!” eruppe muovendosi nervosa “vorrei prenderlo per il collo e dagliene tante...”

Con chi ce l'hai, ora?”

Adam frenò bruscamente sentendo una voce alle sue spalle “cristo santo, Gray! Non farlo più!”

Gabriel li guardò a turno “mi piace arrivare alle spalle. Ho interrotto qualcosa?”

Cosa sei venuto a fare?” gridò Meredith voltandosi dalla sua parte “vattene via!”

Era la prima volta che gli urlava contro in quel modo. Girò lo sguardo su Adam che lo fissava dal specchietto. “Sei stato al funerale?” domandò vedendo il volto arrossato in prossimità delle gote e gli occhi lucidi e rossi.

Annuì senza una parola “Ho fatto amicizia con Arthur” annunciò mettendosi comodo “oh, ma non interrompete il tete a tete per me, continuate pure.”

Adam si voltò verso di lui, posando una mano sul sedile di Meredith che fissava un punto lontano e sembrava stesse per esplodere di rabbia. “L'hai ucciso?”

No, ci siamo scambiati i biglietti da visita” rispose spostando lo sguardo sulla donna. Adam sollevò gli occhi a cielo e gli fece cenno di ignorarla. “Siamo quasi arrivati” annunciò ad alta voce “il tipo ha chiesto alcool, droga e donne... se arriviamo in due, potrebbe prenderla a male.”

Gabriel la guardò con un sopracciglio alzato. “Il festino l'ho capito. Ogni essere umano ha diritto di sbronzarsi, nella sua vita. O di pestarsi di droga fino a morire. Ma non capisco cosa centrano le donne in tutto questo.”

Se provano a coinvolgermi in qualche orgia, posso sempre pestarli a sangue” annunciò Meredith nervosa “non sono brava a trattare con gli spostati drogati e sessuomani.”

Orgia?, pensò allibito. C'era anche quella possibilità? “E con lui come fai?” domandò alle sue spalle indicando Adam che soffiò divertito.

Non parlarmi, animale” sibilò voltando il collo “Claire sta morendo per colpa tua!”

Il senso di colpa lo invase un'altra volta. Inclinò la testa e guardò fuori del finestrino il paesaggio che scorreva. “Se vuoi una donna, fermati nel primo autogrill sulla strada.”

Hai intenzione di metterti a rimorchiare?” domandò sorpreso scoccandogli un'occhiata.

Mentre la donna che dici di amare giace in un letto d'ospedale...” sibilò Meredith davanti a lui. Gabriel la guardò di nuovo e non commentò. “Fa come ti ho detto.”

- - -

La brunetta dagli occhi scuri che sedeva sul sedile posteriore, era imbronciata e cupa. “Quanto ci vuole ancora?” domandò dondolando una gamba nervosa “mi annoio.”

Non seccarmi” sibilò Meredith guardandola male “quel potere è disgustoso.”

Ma utile” commentò tirando giù la gamba e assumendo la classica posizione da uomo.

Non parlarmi. E chiudi quelle gambe, sei una donna, ora!” lo rimproverò

Con molto fastidio, si sforzò di accavallarle. Toh, aveva un'articolazione in più. “Va bene?” domandò sarcastico.

E cerca di essere un po' femminile!”

C'è qualcosa di me che non ti urta?”

No!” disse chiudendo l'argomento “sta zitto e cerca quell'orso ballerino!”

Aquila. Aquila che Vola” la riprese Adam divertito dallo scambio di battute. Lanciò un'occhiata al corpo che aveva 'preso in prestito' dalla cameriera della tavola calda in cui si erano fermati e sorrise. “L'hai scelta bene!”

L'occhiataccia che gli arrivò fu nera.

Resta con quel corpo e potrei scordarmi chi sei... ma forse solo dopo una quantità smodata di alcool” affermò divertito mentre Meredith lo guardava di traverso “che c'è? Sono un uomo, ho i miei bisogni!”

Anche io ho i miei bisogni, ma a differenza tua, so controllarmi” rispose nervosa.

E fai male” risposero in coro.

Non mettertici anche tu” borbottò in direzione della brunetta. “Quelle tette sono esagerate!”

Gabriel sospirò di dolore “sono quelle della cameriera...”

No, sono più grosse”

Va bene” esclamò per farla stare zitta “sono più grosse!”

Fissato come tutti gli uomini...” sibilò a mezza bocca mentre superava un'altra volta il limite di velocità e accendeva la radio. “Non mi piace questa faccenda. Non provate a vendermi a quel tipo in cambio di aiuto!”

Adam la guardo e non rispose. Gabriel la fissò e sentì la sua agitazione inondarlo. “Proprio tu che professi la libertà dei costumi...” sparò per testare la sua reazione. Mancò poco che Meredith frenasse e lo prendesse per il collo “t'avverto, Gray! Se provi ad avvicinarti a qualche femmina lussuriosa, mentre Claire è in letto d'ospedale, fai la fine di Giovanna d'Arco!”

Gabriel la guardò nervoso. “Ti dispiace lasciarmi discutere con la signora?” mormorò in direzione di Adam che li fissava. Non aveva neanche finito di dirlo che era già smontato. La brunetta scavalcò il sedile posteriore e franò a sedere un'altra volta. “Perchè ce l'hai con me?”

Non puntarmi addosso quei meloni!” esclamò arrabbiata “le hai aperto la testa un'altra volta!”

Per un buon mo...”

Meredith gli mollò un ceffone che gli chiuse la bocca. La guardò allibito e si strofinò la guancia “ahio... mi hai fatto male...” cos'era quel miagolio?!

Mi hai fatto male!” gli fece il verso furiosa. “Lei si fidava di te e tu...”

Ci sono cose ...”

Claire rifiuta di parlarmi!” la voce si stava incrinando ed era sull'orlo delle lacrime. Era frustrata. “Torno a casa e la trovo sanguinante... ma tu non dovresti proteggerla? È la tua donna, cazzo! Non puoi farle del male a quel modo!” Meredith lo guardò sulla difensiva “tu non mi piaci” annunciò con sguardo di disprezzo. “Pensavo che fossi un bravo ragazzo, sotto quell'aria da duro tutto d'un pezzo con le manie di grandezza... invece sei un pezzo di merda come tutti gli altri.”

Non sai niente di me” rispose duro tornando sul sedile posteriore e bussando contro il vetro per attirare l'attenzione di Adam.

Beh, niente lotta nel fango?” domandò scherzando e la sua battuta cadde nel silenzio più assoluto.



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Capitolo 4
*** Mistificazione ***


C'erano poche cose al mondo che le toglievano le parole di bocca. Una specie di modello hippy che si fa chiamare Aquila che Vola Alta in Cielo, era una di quelle. Meredith pensò che non aveva mai visto un uomo così bello nella sua vita. Aveva i capelli castani schiariti dal sole in lunghe ciocche bionde, e il pizzetto che incorniciava un sorriso bianchissimo che si aprì facilmente, quando le vide avvicinarsi. Occhi verdi. Nell'insieme era uno schianto. Strimpellava una chitarra scordata in mezzo ad un gruppetto di persone che avranno avuto si e no la sua età, vestiti come i figli dei fiori. A sua volta indossava cotone bianco, come un vero santone.

Siamo tornati indietro nel tempo?” domandò Adam dopo una lunga occhiata.

Mi sa” commentò concentrandosi sul bellissimo essere che, anche da seduto, manifestava una ragguardevole altezza. Si schiarì la voce prima di avvicinarsi e quando lo fecero, una foresta di mani li salutarono festosi. “Beh, almeno sono amichevoli” borbottò in direzione dei due uomini che sorridevano stentati a loro volta. “Comportati bene e non farmi sfigurare. Non uccidere nessuno e non essere sgarbato. Quello è capace di schiacciarti con il pollice, se ne ha voglia” sibilò fermando la brunetta che era rimasta impassibile ad osservare il gruppo. Quando si avvide che l'uomo lo stava fissando, restò immobile.

Care amiche!” esclamò il gigante alzandosi in piedi. Gabriel dovette alzare la testa per guardarlo. Oscurava il sole. “Venite, sedetevi e dividete la vostra conoscenza con noi” esclamò indicando due posti liberi.

Condividere la conoscenza, sta per 'tira fuori la droga che hai portato'?” borbottò Meredith con la bocca storta

Chi puoi dirlo...” sussurrò restando in piedi e guardando direttamente l'uomo “Aquila, ho bisogno che faccia una cosa per me.”

Siediti, siediti” insistette ignorando le sue parole “c'è tempo, abbiamo tutto il tempo del mondo.”

Sì” borbottò fermo sulle gambe. Stava parlando con uno specialista e non lo sapeva. “Ma la mia donna sta morendo.”

Un coro di 'ohhh' dispiaciuto si levò attorno a lui.

Perfetto, fai la parte della lesbica!” borbottò Adam divertito “voglio vedere come va a finire...”

Aquila lo fissò sorridendo. “Beh amica mia...”

Gabriel lo guardò in attesa. Milla diceva che doveva essere gentile. Era stato gentile, per i suoi standard.

Sono cose che capitano” concluse sospirando “ora sedetevi con noi e dividete il nettare degli dei” esclamò alzando una bottiglia di whisky.

Meredith lo sentì fremere di incredulità e scambiò con lui uno sguardo basito. “Tutto qui?” domandò diretta all'uomo “mia figlia sta morendo e tu sai dire solo questo?”

Di nuovo, l'uomo alzò le spalle “non posso mica battermi il petto per la morte di una ragazzina che neanche conosco” commentò divertito “che hai fatto?”

La donna lo guardò e lo ignorò. Sedette a terra, afferrando un passante dei jeans del suo compagno e costringendolo a sedersi a sua volta. “Abbiamo la bumba” dichiarò posando il sacchetto che teneva fra le braccia in mezzo alla compagnia “e il resto” disse guardando Adam che la fissava e non parlava. Il sacchetto di iuta finì accanto ai piedi dell'uomo e lui li guardò a lungo, a turno, fissandosi un po' troppo sul corpo femminile che 'indossava' Gabriel. “Resterete qui, stanotte. Dividerete le vostre esperienze con noi e domattina verrò con voi.”

Un singulto doloroso. Meredith fissò la brunetta e fece una smorfia.

Perfetto” sghignazzò Adam entrando nella parte. Gli mollò una gomitata che lo fece gemere. “Vero?!”

Sta bene” mormorò Meredith allungando le gambe e puntellandosi sui gomiti “vero, Gabe?”

Annuì poco convinto e quando si porse per dirle sottovoce cosa ne pensava veramente, la donna lo fermò “ricordati di Claire!”

Non ho intenzione di drogarmi e sbronzarmi in mezzo a questi pazzoidi, ne di sprecare una notte inter ...”

Tu farai tutto quello che ti chiederanno” lo bloccò arrabbiata “se dovrai metterti a quattro zampe ad ululare alla luna, tu lo farai!”

E con quel corpicino... chissà cosa può succedere” lo prese in giro l'uomo “sarà una lunga notte!”

Ti pareva...” sibilò frustrato “t'avverto, sono monogamo e molto etero... e non ho intenzione di fare ammucchiate!”

Come se non l'avessi mai fatta una in vita tua!” borbottò nervosa “cosa credi, che sia felice di starmene qui, mentre mia figlia langue in un letto d'ospedale?”

Mi secca deluderti, ma le mie relazioni si contano sulle dita una mano!”

Non parlo di relazioni, parlo di sesso. Sesso a tre, sesso scacciapensieri, la botta e via. Ne hai mai fatto, al college?”

No. Le ragazze non mi hanno mai trovato interessante.”

Sei un perdente. Se trombassi di più, non saresti sempre di cattivo umore” borbottò Adam stirandosi “non capisco che ci trova quella bambolina in te...”

Non lo so nemmeno io” disse con un moto di stizza.

Meredith lo guardò e ammutolì. Non aveva mai visto nessuno così imbarazzato. Il gruppo li stava ascoltando e Aquila annuiva. “Questo è condividere” spiegò mentre Gabriel scuoteva la testa e guardava altrove “prendi un sorso, ragazza.”

Adesso lo uccido, pensò allungando la mano e buttando giù un po' di liquido. Aveva l'avversione a quella roba. Inoltre, il corpo che aveva preso in prestito era minuscolo rispetto al suo e non ci avrebbe messo niente ad ubriacarsi. Cominciava ad avere un po' troppo caldo.

La tua bellezza è pari alla tua forza, donna. Il tuo nome è altrettanto bello?” disse rivolto all'unica vera donna fra loro tre.

Meredith” mormorò poco propensa alla condivisione. Afferrò la bottiglia e ingoiò un lungo sorso. Prima o poi sarebbe morta di cirrosi epatica.

L'ostilità non vi renderà migliori, amiche mie” disse insinuante, fissandole negli occhi a turno. Meredith lo vide spostare l'attenzione su Gabriel e si morse un labbro. Soprattutto quando lo vide scostare dalle spalle la maglia che indossava.

Non abbiamo alcun motivo di essere allegri. Allegre” borbottò Gabriel dondolando furioso una gamba “stiamo perdendo solo tempo!”

E' per Claire, va bene?!” esclamò la donna alzando una mano “non l'aiuti per niente, facendo ostruzionismo!” Meredith esplose di rabbia che tratteneva da troppo tempo “tu sei la radice di tutti i mali e di tutti i problemi!” urlò per sovrastarlo “da quando sei entrato nella sua vita, le cose sono andate di male in peggio! E' colpa tua se sta morendo!”

Quell'accusa gli chiuse la bocca e andò a colpire un punto che teneva nascosto. Si chiuse in un silenzio ermetico e le diede ragione. Ma l'espressione che videro sul viso della brunetta, fu un broncetto irresistibile.

Scusa Gabe... non volevo essere così brutale.”

Starebbe molto meglio senza di me “ mormorò a bassa voce togliendole la bottiglia di mano.

Meredith lo guardò e si morse la lingua.

Qualcuno di voi fuma?” Aquila sorrideva e preparava una pipa ficcando all'interno il contenuto del sacchetto di iuta “ahh... sentite che aroma...”

Passa” borbottò Meredith allungando la mano “lei ti ama, dio solo sa il perchè...” Aveva colpito un po' troppo a fondo. L'espressione che aveva era incommentabile. E continuava a sventolarsi e scostare la maglietta dalla generosa scollatura. Forse doveva dirglielo. O forse no, pensò sogghignando.

Gabriel la guardò di sottecchi, perso nei pensieri. Quell'odore era strano, stimolava ricordi sepolti che preferiva non toccare. “Una volta mi ha detto 'ricordami perchè ti amo'... e io non ho saputo risponderle” mormorò a bassa voce. “E la risposta mi è ignota, tutt'ora...

Adam gli battè una mano sulle spalle e lo strinse “ti sta già salendo la sbronza?”

Sei un essere privo di sentimenti...” borbottò prendendo un altro sorso e allontanandolo da se con un gestaccio. “Ricordati chi sono!”

Fra poco, vedrò solo due tette che camminano” l'avvisò sorridendo sbilenco.

Fa un accidenti di caldo...”

Non fa caldo, ci sono diciotto gradi.”

Beh, mi sto letteralmente squagliando!”

Meredith li stava osservando e ogni tanto spostava lo sguardo su Aquila che non perdeva una mossa. Vide Gabriel alzare lo sguardo su di lui e restare a fissarlo con un'espressione dubbiosa. “Tesoro, mi accompagni al bagno?” sibilò rimettendosi in piedi “torniamo subito!”

Aquila le osservò allontanarsi e fece un cenno con la mano “dove stanno andando?”

A fare pipì” esclamò Adam distogliendo l'attenzione “le donne vanno sempre al bagno in due, non lo sai?”

Meredith si allontanò il più possibile e solo allora lasciò andare il braccio della brunetta che la guardò senza capire. “Ascoltami bene. Chuck mi ha detto che quel tipo è un attrattore. Ti ha puntato e ti sta mandando a fuoco.”

Mi ha puntato?”

Ti si vuole fare!” esclamò “e sorvolo il fatto che io sono la vera donna, qui!”

Gabriel la guardò un po' allibito “non scherziamo...”

Meredith allargò le braccia e posò le mani sui fianchi “scommetto che ti sei già bagnata tutta, vogliosa puttanella...” la prese in giro restando di stucco da come arrossiva. “Posso venderti a lui in cambio di aiuto.”

Non lo farai” sibilò a disagio.

E' ora di scoprire il tuo lato femminile, Gabe!” ridacchiò spingendolo verso il gruppetto. Meredith svoltò il furgone e trovò Aquila ad aspettarle. “Sono venuto a cercarvi, pensavo vi foste perse...” mormorò spostando lo sguardo dietro la donna “vi siete divertite?”

La mia amica preferisce la compagnia maschile stasera” esclamò tirandogliela fra le braccia “ricordati di Claire”

Brutta stronza, pensò stringendosi nelle spalle quando l'uomo la toccò. “Le piace scherzare” mormorò a disagio.

Non incontravo una donna così timida da tempo. Sei deliziosa” mormorò stringendola.

Non mi toccare” sibilò tenendo bassa la voce. Ma non erano le sue corde vocali. E quello che le era uscito di bocca era simile ad uno squittio. “Smettila...” ansimò per il caldo e lo scostò da se. Poi gli stimoli gli diedero alla testa e quando lo baciò, restò inerme. Lo sdegno raggiunse il culmine, quando sentì la lingua lambirlo. Con un gemito di indignazione, lo scagliò lontano da se e avvampò di indignazione. “Non farlo mai più!” esclamò con voce rotta strofinando una mano sulle labbra e pulendola con disgusto sui jeans che indossava “che schifo, mi sento violentato!”

Per così poco...” ridacchiò a sua volta “sono stato troppo frettoloso.”

Inopportuno” dichiarò aggirandolo “sono quelli come te che rovinano la categoria degli uomini!”

Quante storie per un bacetto” mormorò restando a guardarlo mentre si allontanava. Gabriel sentì di nuovo quella fastidiosa e disagevole sensazione allo stomaco e al ventre e si chiese come facessero le donne a sopravvivere, con tutti quei punti deboli sparsi ovunque.

Già fatto?!” ridacchiò Meredith un po' alticcia “sei sempre così veloce?”

Adam la guardò interrogativo “veloce a fare cosa?”

La donna lo indicò con la bottiglia di birra in mano “Aquila la sta puntando.”

Adam ridacchiò di gusto quando si accorse del disagio che provava “sono le tette, lasciatelo dire.”

Per ora, mi ha tastato il culo.”

Ora sai cosa si prova” mormorò la donna con aria perfida “Ti fa bene stare dall'altra parte” ridacchiò ancora spettinandolo con un gesto affettuoso “è tutta un'altra cosa, vero?”

Questa cosa mi perseguiterà per anni!”

Smettila di fare la donnicciola, ti ha solo baciato” lo prese in giro osservando le sue reazioni.

Solo?!” esclamò furibondo “dovrebbero dargli l'ergastolo e staccargli la lingua con un colpo secco!” abbassò la voce quando lo vide scrutarlo “sto per ucciderlo!”

Prima deve guarire Claire, poi farai quello che vuoi” sibilò la donna prendendolo quasi per i capelli “e ora fila a fare la gattina!”

Mi rifiuto!” sussurrò quando vide Aquila sopra di se. Gli scoccò un'occhiataccia, ma quando lo vide allungare la mano e lo guardò negli occhi, si accorse di stare seguendolo verso una tenda isolata.

Non ci credo” borbottò Adam basito “sono indeciso se lasciare andare la cosa e vedere come va a finire o intervenire per impedire un massacro.”

Meredith lo guardò alla stesso modo. “Sono io, la donna fra i due... e lui sceglie...” indicò la tenda ed emise un gemito “il mio fascino è in ribasso...”

Gliel'avevo detto che quelle tette erano troppo grosse” sospirò alzandosi “vado a fermarli prima che rotoli una te...”

Adam si interruppe quando una fiammata azzurra e un grido, esplosero poco lontani da loro. Con un balzo si diresse verso il punto, quando vide volare fuori dalla tenda, seguito da un Gabriel particolarmente infuriato a torso nudo. “Tu sei morto!” sibilò furioso prendendolo per il collo e inchiodandolo a terra.

Gabe, fermo!” esclamò Meredith allarmata aggrappandosi al suo braccio “non puoi ucciderlo!”

Posso fare tutto quello che voglio, donna!” sibilò continuando a stringere l'uomo sotto di se che aveva alzato le mani, indifeso.

Lascialo” insistette tirandolo indietro con tutta la forza che aveva “non poteva saperlo.”

Il suono dell'ukulele si era fermato. Li stavano guardando tutti.

Non me ne frega niente! Ho condiviso anche troppo” sibilò arrabbiato “adesso vieni con me!”

Gabriel ricomparì nella stanza di Claire in tempo per svegliare Chuck di colpo e far prendere un infarto a Noah che stava sonnecchiando accanto alla figlia.

Il ragazzo li guardò ad occhi sgranati, poi tornò serio “siete in anticipo.”

Siamo puntuali!” esclamò liberando l'uomo dalla stretta e spingendolo verso il letto “guariscila o la tua calotta cranica rotolerò molto lontano dalla Death Valley!” sibilò fuori di se.

Aquila si erse in tutta la sua statura e tossicchiò “mi rifiuto” disse semplicemente sorridendo. “Sono stato ingannato con un bieco trucco.”

Quale trucco?” Chuck li guardò a turno, notando l'assenza di qualche capo di abbigliamento e non commentò.

Ma che sta succedendo?” esclamò Noah alterato “che hai combinato, Gray?”

Mi ha fatto credere di essere una donna” mormorò Aquila sulle sue “mi ritrovo un bocconcino niente male fra le braccia...” lo indicò con un gesto della mano e grugnì di sdegno. “Questa è mistificazione!”

Ti mistifico io, pezzo di m..”

Ho seguito solo il mio istinto!” si difese alterato “due bocce del genere quando le ritrovi?!”

Il tuo istinto mi ha quasi violentato!”

Chuck guardò altrove sorridendo e le spalle si scossero per le risate “potete lasciarci soli?”

Gabriel grugnì di disappunto e Noah lo spinse fuori chiudendosi la porta alle spalle. Non commentò e non lo guardò. Si limitò a schiarire la voce divertito. “Mi sono sempre chiesto dove metti il DNA in eccesso...”

Nelle tette!” rispose immusonito “vuoi altri dettagli?!”

- - -

Il tuo amico ha un brutto carattere” commentò guardando la ragazza che giaceva nel letto “che ha fatto?”

Sta morendo. Perde la testa quando si tratta della piccola.”

Mh” commentò guardando Claire “carina. Un po' corta. Niente tette.”

Dai” lo sgomitò sorridendo “è questione di pochi minuti.”

Aquila sbuffò e risistemò i capelli con un gesto della mano. “Va bene” sospirò scroccando le dita “come si chiama?”

Claire.”

L'uomo la fissò a lungo, posando una mano sul petto della ragazza. “Voglia di vivere, zero. So riconoscere uno spirito forte da uno che non ha più voglia di combattere. Non penso sia la scelta giusta” disse sollevando la mano dal lenzuolo.

Chuck sollevò le sopracciglia rapido “mettiamola in un modo semplice da capire. O lo fai di tua spontanea volontà... o Sylar ti uccide.”

Sylar?” borbottò a bassa voce “quel tipo iracondo..”

Chuck annuì.

Ferma le danze” esclamò sollevandosi dal letto “mi stai dicendo che quel cane secco senza un briciolo di muscoli e che sa a malapena baciare - appuntatelo perché è maledettamente importante - è il grande Sylar, il più potente fra tutti? Ma uno se lo immagina...” fece una smorfia e cercò le parole adatte “come il replicante cattivo di Blade Runner. O il T – 1000.”

La realtà è sempre diversa da come ce l'aspettiamo” concluse diplomatico.

Che delusione...” sospirò comico “costei sarebbe la sua donna?” guardò Claire e la sua espressione si schiarì “piccina e insignificante.”

Non dovresti essere scevro dai giudizi?”

Aquila lo fissò stirando le labbra in un sorrisetto duro “la leggenda più succosa degli ultimi tre anni crollata in un batter d'occhio. Permettimi di essere alterato!”

La curerai?”

Non vuole essere curata” ripetè serio “non possiamo forzare la Natura, se ha deciso di intraprendere un altro cammino.”

Chuck lo guardò e sorrise “bene. Spiegaglielo.”

Le tue parole risuonano minacciose...”

Di nuovo, il ragazzo sorrise “credimi, non sei mai stato minacciato in tutta la tua vita, finchè non è lui ad averlo fatto.”

Gabriel si scostò dall'uscio quando il ragazzo apparve. “Scegli bene le parole, la sua guarigione dipende da come risponderai alle domande” disse pacato “mantieni la calma.”

Con un sospiro di frustrazione, Gabriel entrò nella stanza e lo fissò con aria cattiva. “Sarò gentile con te.”

Te ne sono grato. Prego, siediti” mormorò indicandogli la poltroncina dall'altra parte del letto “innanzitutto le tue scuse per l'inganno.”

Era a fin di bene” mormorò nervoso.

Non ti ho sentito pronunciare le giuste parole” insistette posando una mano sui capelli di Claire.

Scusa. E non toccarla.”

Farò finta di aver sentito solo la prima parte” sogghignò sedendosi accanto a lei e prendendole il polso. “Giravano delle voci, poco tempo fa...” mormorò sfiorandole le dita una ad una. “Si raccontava che l'assassino avesse perso la testa per una delle sue vittime. L'unica che non fosse riuscito ad uccidere. Una fanciulla dallo sguardo del colore del cielo e dall'animo così nobile da far sgorgare l'amore anche nel più duro dei cuori.”

Animo nobile” soffiò ridacchiando “è una gran rompicoglioni, se vuoi la verità. Viziata, capricciosa... fa sempre di testa sua” mormorò abbassando la voce “sempre...”

Cosa sei disposto a fare per lei?”

C'è sempre la controindicazione, pensò inclinando la testa “falla breve, cosa vuoi che faccia?”

Rispondi” lo sollecitò con voce tenue. “Sei disposto a dare la vita per lei?”

A parte il fatto che non posso morire...” sospirò sorridendo “questa è una domanda a trabocchetto.” Il suo sguardo si fece duro e profondo. Abbassò la voce senza rendersene conto “sono disposto a molto.

Non a tutto?” lo stuzzicò giocando con i suoi capelli “ucciderai il drago e scalerai la torre, ma non berrai la coppa di veleno?”

Posso sterminare un intera razza di draghi e scalare tutte le torri di questo mondo, per lei!” sibilò fissandolo negli occhi “e posso portare l'Anello sul Monte Fato e tornare indietro fresco come una rosa di campo!”

Non è abbastanza” disse lasciandola andare “mentre noi parliamo, lei fluttua nell'oblio e insegue la morte. E' stanca, non ha nessuno a cui aggrapparsi.” Aquila sorrise comprensivo “il tuo animo è inquieto. Hai paura di perderla.”

Lo guardò e restò in silenzio.

Perchè lei? Perché fra tutte... più belle, più alte” ridacchiò senza malizia. “E' la sua giovane età, è la freschezza del suo corpo...”

Attento a come parli” sibilò perdendo la calma “se avessi la risposta....” abbassò la voce e sospirò “te la darei.”

Aquila continuò a fissarlo, implacabile. “Lo chiederò a lei, quando si sveglierà.”

La guarirai?”

Se non avessi visto del buono in te, non avrei mai acconsentito alla richiesta. Mi è bastato toccarla per capire che ha perso la voglia di vivere. Questa forzatura avrà delle conseguenze fra voi.”

Un colpo al cuore. Spostò lo guardo su Claire e si incupì. “Non posso perderla.”

L'egoismo degli uomini...” sospirò spostando una ciocca di capelli “esci dalla stanza, per favore.”

Con molto sforzo obbedì e quando Chuck lo guardò, capì che, per la prima volta, l'aveva 'tradita'. Aveva scelto per lei e non gliel'avrebbe perdonata.
- - -

Stava soffocando. Claire rantolò sentendo un corpo estraneo in gola. Lo tastò con la lingua e sentì che il dente era ricresciuto. Il panico salì violento e lo afferrò con una mano cercando di estrarlo.

Tiri indietro la testa.”

Conosceva quella voce, era il medico che detestavano. Era viva, era in ospedale. Il suo corpo era un concentrato di dolore. Cosa le avevano infilato sottopelle? Vide un ago piantato nella carne, sentì una sensazione di costrizione al petto, mille fitte le avvolgevano la vita. Cosa le avevano fatto?! Chi era quell'uomo biondo che l'aveva strappata dal suo mondo fatto di silenzio e assenza di sensazioni, per gettarla in quella trita realtà? Le lacrime cominciarono a colare lungo le tempie e si mosse debolmente sul letto.

Stia ferma...”

Tesoro, non ti muovere...”

C'era anche suo padre. Perché non l'aveva lasciata andare?

Tossì in preda alla nausea, quando il dottore estrasse il tubicino sottile. Una mano calda sulla fronte, parole sussurrate per tranquillizzarla che non sortivano l'effetto desiderato. Perché la toccavano, cosa aveva sul seno? Abbassò lo sguardo sull'enorme medicazione che le tirava la pelle e emise un gemito di sorpresa. Sylar. Le aveva sparato al cuore, due volte. L'aveva quasi uccisa. “Papà..” singhiozzò voltando la testa “papà...”

Sono qui, stai tranquilla. Adesso il medico ti...”

Dov'è?” piagnucolò aggrappandosi con le unghie al suo braccio.

E' tutto finito. Calmati, adesso.”

Dov'è?!”

E' morto. Ci ha pensato Gray.”

Gabriel. Il suo ultimo pensiero prima di svenire. Allora non l'aveva lasciata morire, l'aveva portata in ospedale. Perché non l'aveva lasciata andare?

Uscite tutti, devo occuparmi della paziente” esclamò il medico con voce autoritaria cacciandoli dalla stanza.

- - -

Come sta?”

Non dev'essere stato un bel risveglio.”

Gabriel lo guardò cupo, poi spostò lo sguardo sulla porta che si chiudeva. Fece appena in tempo ad intravederla. Sedette paziente fissando il vuoto. Non l'avrebbe perdonato.

Vestiti, non dare spettacolo” mormorò Noah gettandogli una maglietta bianca che prese con un moto di disgusto “non è il mio colore.”

Adeguati. La prossima volta evita di...” si interruppe con un risolino che non fece in tempo a mascherare.

Non c'è niente da ridere” sibilò fissando Aquila che discuteva poco lontano con Chuck. “Lo rispedisco a calci nel deserto...”

Aspettiamo, potrebbe tornarci utile” disse dopo un calcolo rapido. Smise di parlare quando la porta si aprì e il dottore li squadrò a turno “Uno alla volta e non più di cinque minuti” disse fissando soprattutto Gray che gli rimandò uno sguardo cattivo.

Vai.”

Incredulo, lo fissò in silenzio.

Darà la colpa a qualcuno. E io sono il padre...”

Ti pareva...” mormorò aggirandolo “ci godi a sentirla urlare contro di me.”

Moltissimo.”

- - -

Era rossa in volto e non sembrava tanto felice di essere di nuovo in piedi. Aveva gli occhi lucidi e lacrimosi. “Perchè non mi hai lasciato andare?”

Dovevo farlo?” domansò restando a distanza.

Chi sei tu, per decidere per me?!” esclamò con voce roca “non ti ho chiesto di salvarmi la vita!”

Gabriel la guardò innervosito. Aveva voglia di prenderla a schiaffi. “Nel contratto sta scritto che devo restarti incollato alle chiappe, non ti faccio crepare tanto facilmente!”

Claire lo fissò negli occhi e poi battè le palpebre. Aveva l'aria drogata e la barba lunga. Lei moriva e lui andava ai rave? “Il contratto si può annullare. Non posso tenerti legato a me per sempre...”

Non mi costa alcuna fatica.”

E il laboratorio? Scommetto che hai un sacco di lavoro accumulato” insistette “l'hai pagato, l'affitto?”

Sì” rispose pensando che presto l'avrebbero sfrattato per le continue dimenticanze.

Hai fatto il bucato selvaggio?” mormorò indicando la maglia che indossava “non è il tuo colore.”

La voglia di scherzare non le era passata. Si avvicinò a lei e sedette sul letto sfiorandole il viso con una mano. Quando si tirò indietro, capì che non sarebbe stato così facile come pensava. “Non ho mosso un dito per aiutarti. Era la tua vendetta, dovevi affrontare il mostro da sola” disse secco “Vuoi sapere se ti avrei lasciata morire? La risposta è sì.”

Claire lo guardò e aprì lievemente le labbra per la sorpresa.

Sei esausta. Ti alzi la mattina chiedendosi se sarà quella fatale, vai a dormire la sera con la luce accesa per paura dell'Uomo Nero. Non è così, Claire?” sussurrò avvicinandosi “non hai nessuno a cui aggrapparti, ti mentono, abusano della tua fiducia. Abusano di te” disse con un sguardo che conosceva bene. L'aveva visto troppe volte. Senza pensarci, strinse il lenzuolo addosso. “Hai dormito con me e ti ho sentita piangere in preda agli incubi. Pensi che la morte sia la soluzione... io dico che prendere a calci chi ti ha fatto del male, da molta più soddisfazione.”

Non faceva una piega. Eppure. “Perchè non mi hai lasciato...” si interruppe un'altra volta mordendo un labbro con forza. Era stanca. Aveva sognato, aveva visto mondi futuri e passati, aveva ricostruito la storia in tutte le sfumature. Aveva voltato angoli sbagliati e si era persa nei labirinti cupi. Lo guardò affranta. Lui era il punto nero dove annegare e la luce che tutto svela. Abbassò le spalle e si lasciò abbracciare. Doveva solo riequilibrare le sensazioni che provava. Doveva tornare indietro nel tempo e trovare la soluzione. Doveva vedere universi alternativi e scoprire la verità. Perché sentirsi così legati ad una persona non era umanamente concepibile. “Pensate di sapere quello che è bene per me, ma nessuno chiede mai il mio parere...”

L'ho mai fatto?”

Ti ho fatto credere che me ne importasse davvero qualcosa dei tuoi sentimenti... io non ti amo” mormorò lenta “ti ho preso in giro, ti ho usato come hanno fatto gli altri.”

Gabriel la fissò divertito “menti piuttosto male, splendore.”

Usa il tuo potere, scoprilo da te” disse improvvisamente stanca dandogli le spalle. “Vattene via, per favore...”



Note: ragazze, vi ringrazio tantissimo per i commenti. Questo è un capitolo di passaggio che si avvia alla conclusione (ce ne vorrà, eh...) Dopo la visione della nuova puntata (4x16) mi passa la voglia di scrivere... agh!

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Capitolo 5
*** Il Sacro Dono ***


E' un po' diversa dall'idea che mi ero fatto. Me la immaginavo un po' più...” mosse le mani davanti al torace in un gesto inequivocabile “capisci?”

Perfettamente.”

Ascolti le leggende e te la immagini tipo... che so... la principessa Leila!”

La legge del contrappasso assocerebbe un fenotipo alla Arwen, per contrastare e riequilibrare l'immagine dell'assassino” ribattè con cognizione di causa. “Ma se lo guardi bene, è un tipo normale. Acciocché si riconduce la scelta di una donzella di pari grado!”

Cosa state dicendo?” mormorò Noah allibito “esiste una leggenda su mia figlia?”

Aquila annuì deciso “le voci corrono veloci, nel nostro mondo.”

Ma chi mette i pettegolezzi in giro?” domandò pulendo gli occhiali da vista. La porta si aprì e un cupissimo Gray attraverso il gruppo senza degnarli di uno sguardo.

Il potente Sylar scaricato dalla donna, scompare nella notte col cuore infranto...” mormorò Aquila osservandolo allontanarsi “questa è la bomba della settimana.” Occhieggiò la stanza e entrò senza degnarsi di bussare. “Ciao, piccola.”

Non chiamarmi piccola” mormorò meccanicamente con aria triste. Lo riconobbe come l'uomo del sogno che l'aveva trascinata via dal suo mondo fatto di silenzio. “Chi sei?”

Quello che ti ha salvato la vita” disse accomodandosi vicino a lei “il tuo uomo mi ha minacciato.”

Lo fa con tutti” commentò a bassa voce “che cosa vuoi?”

Aquila la studiò a lungo prima di posarle una mano sui capelli “ho interrotto il tuo cammino, me ne scuso.”

Claire alzò le spalle che a dire che non aveva importanza “sono abituata alla gente che fa come vuole... e non chiede mai il mio permesso...”

Sei troppo giovane per aver accumulato così tanta amarezza e disillusione. Non ti fidi più di nessuno” le disse ignorando la sua apatia “il mio maestro diceva sempre che 'la roccia non poteva cambiare forma, se la pioggia non scorreva e il vento non soffiava'...” si avvicinò a lei e le posò l'incide sulla fronte, lasciandolo scivolare lungo il naso fino alle labbra. “Sii vento e acqua. Sii la roccia che si muove e muta d'aspetto.”

Claire lo guardò assente. Non aveva capito molto del suo discorso, ma aveva qualcosa che la toccava nel profondo e portava a galla la sua amarezza.

Ho guarito le ferite del corpo. Per quelle dell'animo, così profonde e radicate, non posso fare nulla” continuò notando i suoi occhi che si riempivano di lacrime. “Non perdere la speranza...” disse sorridendo e si avvicinò fino a posare le labbra sulle sue. Claire restò immobile, frastornata dal gesto, poi sentì una pesantezza dentro che svaniva. Era come se la stesse risucchiando via, pensò con la testa leggera. Quando la lasciò, il volto era un po' arrossato “scommetto che hai una vita sociale divertente...” sussurrò imbarazzata coprendosi il volto con una mano.

Lo faccio solo con le belle ragazze” scherzò rimettendosi in piedi “posso dire di aver baciato la donna di Sylar ed esserne uscito vivo.”

Al solo sentirlo nominare, Claire tornò cupa.

Per la cronaca. Baci molto bene. Meglio del tuo uomo.”

La ragazza fissò la porta con aria sgomenta e quando il padre entrò nella visuale era ancora troppo stupita per parlare. “Ma dove lo avete trovato?” domandò sedendosi sul letto.

Come ti senti?”

Claire sorrise appena e si lasciò abbracciare. “Meglio... quel tipo assurdo mi ha fatto qualcosa e ora mi sento una meraviglia.”

Arthur pensa che tu sia morta.”

Davvero?”

Abbiamo inscenato il tuo funerale.”

(Ti mentono, abusano della tua fiducia. Abusano di te)

A quelle parole, Claire sentì un pezzo di animo cedere alla disperazione “pensano tutti che sia morta? La mamma... Lyle...”

Era una messinscena per attirare Arthur in una trappola. Lo sapevano quasi tutti... tranne Gray... e Nathan. Ma questo è un altro discorso.”

Non gliel'avete detto...”

Angela ha usato Gray, sapeva che la disperazione l'avrebbe fatto agire più velocemente.”

E tu non gli hai detto nulla...” sussurrò scostandolo da se “papà...”

Non ho fatto in tempo!” sibilò a bassa voce “non sapevo che Angela gliel'avrebbe tenuto nascosto. Ho sbagliato, ero sconvolto e mi sono fidato di lei!”

Claire lo guardò a bocca aperta e dovette fare un serio sforzo, per non mostrare i suoi sentimenti. “Se mi credono morta... posso scomparire.. anche... per sempre” balbettò con gli occhi lucidi “bene” la voce era triste, il tono così depresso che Noah sentì il cuore stringersi di pena. “Pensavo di allontanarti un po' dalla città...”

(Pensate di sapere quello che è bene per me, ma nessuno chiede mai il mio parere)

Va bene” rispose annuendo “posso scegliere la destinazione?”

Certo.”

Perchè non gli hai impedito di portare qui il guaritore?”

Claire... non potevamo lasciarti morire” mormorò posandole un braccio sulle spalle “non potevo lasciarti andare. Sei la cosa più preziosa che ho. Sei mia figlia!”

(Dovevo lasciarti morire?!)

Fece un cenno con la testa, non fidandosi della voce. “Dove sono i miei vestiti?”

- - -

Questa è l'ultima cosa che ti aspetti di vedere, mentre sei ancora viva. Claire rabbrividì di fronte alla propria tomba. Era dura da mandare giù. Osservò i fiori sparsi a terra e l'erba calpestata intorno. Si abbassò sul terreno, piegando le gambe fino a posare una mano a terra. Se si concentrava abbastanza, riusciva a vedere il passato. Una scarica di immagini le soffocò la mente e restò col fiato sospeso finchè non interruppe il flusso. Era peggiore di quanto avesse immaginato. Non c'era limite alla crudeltà di quella gente. Tutti, compreso suo padre. Strinse meglio la sciarpa attorno al collo e si mosse verso l'uscita, scavalcandola agilmente così come era entrata. Noah l'aspettava in macchina, col riscaldamento acceso. Quando montò e chiuse lo sportello, Claire mantenne uno sguardo neutro, i lineamenti contratti dall'amarezza.

- - -

Un ticchettio. Gabriel aprì un occhio e lo richiuse, si sdraiò meglio sul divano e spense la TV che trasmetteva senza sonoro. Qualcuno bussava alla sua porta. Via, pensò ignorandoli. Poi il campanello suonò, si alzò imprecando a mezza bocca e quando aprì l'uscio e la trovò ad aspettare, con un cartone della pizza in mano e l'aria persa, come se avesse smarrito la strada, restò così sorpreso da un riuscire a dire una sola parola. Era vestita di nero da capo a piedi, il che era strano. Gli unici abiti scuri che le aveva visto indosso, erano i suoi.

Posso entrare?” domandò a bassa voce. Quel tono l'aveva sentito parecchie volte, precludeva un tracollo di nervi.

Nessuna risposta. Claire dondolò la pizza in mano “sei stato il mio funerale. Com'era?” domandò di punto in bianco.

Tragico. Un sacco di fiori in giro” le disse restando a studiarla. “Gente che si strappava i vestiti e i capelli dal dolore... le solite cose” mormorò restando immobile a braccia incrociate sulla porta.

Ti sei strappato i capelli anche tu?” domandò conoscendo bene la risposta.

Ho pianto lacrime di sangue” abbassò lo sguardo su quello che aveva in mano e tornò a fissarla “la cena alle tre di notte?”

Claire annuì ed evitò di guardarlo “sto partendo e sono venuta di persona ad avvisarti, non mi fido più di nessuno.”

Brava, l'hai capito. Quando vieni qui, è sempre per una ragione” mormorò sospettoso “cosa vuoi da me?”

Ringraziarti delle rose. Era stupende” mormorò abbassando le spalle “beh, addio.” Girò sui tacchi e quando la chiamò, si fermò di colpo. Lo guardò titubante e tornò indietro.

Quella puoi anche lasciarla” dichiarò togliendole la pizza di mano. La salutò con un sorrisetto e Claire restò a guardare la porta che si chiudeva. Poteva andare peggio, si disse infilando le mani in tasca. Le veniva da ridere. Non sarebbe tornata tanto presto. Non avrebbe più vissuto con i suoi. Si sarebbe allontanata da tutti loro.

Scherzavo, vieni dentro...” mormorò una voce accanto a lei. Mise piede nell'abitazione e un calore artificiale la avvolse. Slacciò il cappotto ma lo lasciò indosso. “Quando ho comprato questo completo, pensavo di metterlo per un colloquio di lavoro... ho scoperto che andava bene per visitare la propria tomba” disse con voce inesistente “appropriato all'occasione...”

La guardò un po' interrogativo, poi il suo sguardo si incupì. Quando parlava in quel modo, del tutto fuori dai ragionamenti logici, voleva dire che era sconvolta. “Non potevo lasciarti morire” mormorò avvicinandosi “chi mi avrebbe portato la cena?”

Non pensavo che ti avrebbero mentito anche su una cosa del genere. Non pensavo che avrebbero sfruttato la mia morte per i loro scopi” disse improvvisamente dura “mi dispiace averti coinvolto in tutto questo.”

Tanto non avevo niente di meglio da fare” rispose alzando le spalle. Poteva sentire il suo profumo da quella distanza “perchè sei qui?”

Perchè ti ho mentito. Non ho mai...”

Lo so” rispose fermandola “non sai mentire.”

Mi hanno detto che hai avuto un'esperienza mistica con Aquila...” rise d'un tratto “è vero che ti è saltato addosso?”

Questa cosa finirà in qualche blog...” sospirò alzando gli occhi al cielo “fame?”

Claire scosse la testa e fece un passo indietro “vado a casa, a preparare i bagagli. Ho il volo fra due ore...”

Destinazione?”

Era inquieto e sospettoso. Morse un labbro a disagio “preferisco che resti un segreto... non lo sa nessuno, neppure mio padre.”

Gabriel pensò che era un avvenimento da celebrare. Tenerlo all'oscuro delle sue intenzioni, significava dare un taglio secco al cordone ombelicale. “Non tornerai più, vero?”

Tornerò quando riuscirò a capire cosa c'è che non va in me” borbottò sempre più a disagio. “Ciao...” poteva sentire i suoi occhi addosso, mentre scendeva le scale e usciva all'aperto. Sapeva che la stava guardando dalla finestra, anche se la luce era spenta. Non aveva avuto il coraggio di avvicinarlo. Erano successe troppe cose e tutte spiacevoli. C'era un oceano fra loro.

Solo se lo vuoi, le disse una vocina interna. Torna da lui. Invece ingranò la marcia e si allontanò il più velocemente possibile.

Gabriel lasciò andare la tendina che oscurò il vetro, isolandolo dal mondo esterno e ascoltò il vuoto assordante di una casa senza mobili. Non tornerà più, pensò cercando di somatizzare la notizia. Una volta era più veloce. Una volta ci voleva poco a dimenticare, a lasciarsi tutto alle spalle. Hai ottenuto quello che volevi, mormorò insinuante la vocetta che parlava sempre nei momenti peggiori. Puoi tornare alla tua vita.

Non mi piace, la mia vita” disse fra se. Poteva restarci a rimuginare tutta la notte, non l'avrebbe riportata indietro. C'erano delle cose che neppure lui era in grado di fare. Guardò il cartone della pizza che giaceva sul tavolo ancora chiuso e quando lo aprì, un odore paradisiaco si levò dal contenitore. Da voltastomaco. Con un gesto violento la lanciò lontano da se. Poi qualcuno bussò alla porta e quando la aprì con un grugnito cattivo e l'aria poco raccomandabile, restò a guardarla. La fissò negli occhi, scese lungo le labbra, lungo il cappotto aperto che lasciava intravedere qualcosa del suo abbigliamento, risalì rapido e si concentrò sulla bocca che si aprì pronunciando il suo nome. La afferrò con una mano e la trascinò dentro, sentendola tremare per quell'esplosione di violenza che non riusciva a trattenere. Era rossa, tremava come una foglia e lo stava mordendo mentre la baciava. Poteva sentire il sangue che si mescolava alla saliva. Allentò la presa quando la sentì irrigidirsi. “Ricordati di me. Non dare retta ai tipacci, non fare accordi svantaggiosi, non giocare troppo da sola... e chiamami se stai per sfracellarti” mormorò guardandola negli occhi socchiusi, le labbra lucide e gonfie per quel bacio che si erano appena scambiati. Claire annuì meccanicamente e lo afferrò per il collo, inondandolo di desiderio che gli mozzò il respiro. La slealtà degli uomini. Così la costringeva a tornare da lui.

- - -

Claire si tolse gli occhiali da sole e li infilò nella tasca del cappotto. Faceva freddo, ma almeno non c'era la neve, pensò guardandosi attorno. Non capiva un accidenti di quella lingua ma il suo contatto parlava inglese. Fermò un taxi e diede l'indirizzo della residenza all'autista. Studiò la città frenetica che scorreva davanti ai finestrini e sospirò inquieta. Era sola, con un biglietto di sola andata e troppi soldi in tasca. Doveva cavarsela senza l'aiuto di nessuno. Hai fatto di peggio, si disse prendendo un respiro profondo. Strinse le gambe e infilò le mani dentro, stirando la schiena intorpidita come un gatto assonnato. Il jet lag su di lei non funzionava. Quando il taxi fermò di fronte al palazzo, Claire diede il suo nome alla bellissima donna giapponese della reception. Poi attese nell'atrio che il suo contatto venisse a prenderla. Gli uomini la guardavano, incuriositi. Per i capelli, pensò lisciando la chioma bionda. Per i suoi occhi azzurri truccati con attenzione. Era piacevole essere ammirata senza sentirsi minacciata. Per un attimo, intravide un riflesso, come il sorriso di uno stregatto particolarmente malizioso. Scosse la testa ridacchiando quando l'ascensore si aprì. L'uomo le fece cenno di accomodarsi e Claire mosse un passo all'interno, sorridendo serena. “Grazie dell'aiuto” disse inchinandosi all'uomo di fronte a lei. Più profondo è l'inchino, maggiore è il rispetto che dimostri alla persona, ricordò sperando che fosse abbastanza.

Dovere di eroe, miss Claire Bennet” rispose e il suo inchino fu simile.

Bene, pensò. La riteneva sua pari. “Claire” mormorò compita “ho bisogno dei suoi insegnamenti, mister Nakamura.”

L'erede dell'impero Nakamura, era un ragazzo piuttosto curioso la faccia tonda da luna piena e l'animo nobile dell'antico guerriero giapponese. Seguiva la via del Bushido, il rispetto dei valori come onestà, lealtà, giustizia, pietà, dovere e onore. Li avrebbe perseguiti fino alla morte.

- - -

Quell'abitazione avrebbe potuto contenere casa sua, compreso giardino e box auto, pensò guardandosi attorno. Ed era spoglia, sinonimo di lusso estremo per un giapponese. Sebbene avesse a sua disposizione moltissimo spazio, Hiro occupava la sua vecchia stanza da ragazzo, stracolma di fumetti e modellini delle serie televisive. Suo fratello sarebbe impazzito, la dentro.

La stanza che aveva scelto per lei era bellissima e molto femminile, pensò quando vide le delicate stampe alle pareti e l'enorme specchiera. Restò senza parole per la generosità dimostrata e si inchinò profondamente. “Non ho parole per dimostrarti la mia riconoscenza” disse a bassa voce. Comportati bene e sii educata, pensò ricordando gli insegnamenti della madre. Hiro la lasciò sola e lei tolse il cappotto che appese direttamente nell'armadio. Poi lisciò i pantaloni lungo i fianchi, con mani nervose, e studiò la stanza. Aveva fatto presente più volte che avrebbe soggiornato in un albergo, per tutta la durata del suo 'addestramento', ma Hiro non l'aveva capita. O aveva fatto finta di non capire. Sotto il suo sguardo limpido, la studiava interessato. Si avvicinò alla finestra, la vista era meravigliosa e toglieva il fiato. Il parco che circondava la dimora era tenuto con gran cura e avrebbe avuto l'invidia di sua madre. Per un breve momento, Claire si sentì bene, respirò la fragranza dell'erba fresca e chiuse gli occhi. Ma non era venuta lì a fare turismo, pensò chiudendo la finestra e isolando la stanza dal mondo esterno. Sistemò il suo essenziale bagaglio e guardò il letto. Lei non aveva bisogno di tutto quello spazio. Sbuffò, posò il laptop sulla consolle del trucco e cominciò a disfare i bagagli.

- - -

Non ci riesco, pensò seduta in terra, una settimana dopo. Sviluppare i riflessi e il sangue freddo. Questi erano i punti salienti che si era prefissata. I riflessi erano migliorati, ma per il resto, era sempre un disastro. Hiro le girava attorno e quando la vedeva distrarsi, la colpiva. Come nei cartoni animati, pensò sospirando. “Non so concentrarmi” ammise abbassando le spalle. Il suo insegnante era molto diverso dal precedente. Non la prendeva mai in giro, manteneva una calma olimpionica e non la defenestrava se sbagliava. Le lezioni con Sylar si erano sempre tenute in un clima di terrore che le stimolavano l'adrenalina e a costringevano ad agire d'impulso.

La tua mente sta vagando, cheerleader” mormorò sedendosi di fronte a lei “scopri la radice del problema ed eliminala. Non stai facendo alcun progresso. Il cammino è lungo e richiede tempo.”

Come se fosse facile, pensò posando i gomiti sulle ginocchia piegate “sono impulsiva, non riesco a mantenere la calma tanto facilmente. Sono più... da azione...” disse titubante. Doveva imparare a dominare la paura. Difficile farlo in un ambiente così tranquillo e pacifico senza minacce esterne. “Forse è meglio che ti racconti tutto.”

Mezz'ora dopo, Hiro era disturbato. Non alterato, non sorpreso. La guardava a bocca aperta, cosa che non rendeva la sua espressione molto intelligente. Si era permesso un respiro solo quando aveva parlato del catalizzatore. “Sei la fonte... come mia okasa, mia madre, prima di te” mormorò a bassa voce “vuol dire che ho il sacro dovere di proteggerti.”

Un altro, pensò esausta “ti ringrazio ma sono qui per imparare a cavarmela da sola!” puntualizzò “ho già una guardia del corpo che fa gli extra anche di notte.” Eh, proprio, ridacchiò fra se.

Il ragazzo la fissò battendo le palpebre, titubante “e dov'è?”

Claire mosse la mano come a significare che non era importante “guarda” mormorò sollevando un soprammobile a mezz'aria “ho acquisito molti poteri, ma non sono in grado di usarli correttamente. Quando cerco di reagire ad una situazione di pericolo, mi blocco.”

Hiro lasciò sfuggire un'esclamazione che Claire non capì. “Tre giorni fa, stavo morendo” continuò spostando la sua attenzione dal soprammobile alla sua persona. “Non sono immortale, Hiro. Posso morire, posso provare dolore. E ho paura di non riuscire a difendermi da chi cerca il catalizzatore.” Ora che l'aveva detto, si sentiva più leggera. Strano, ne aveva parlato anche... no, non gliel'aveva mai detto. Lui le diceva cosa provava e lei si limitava ad assentire. Ma non parlava mai così liberamente. Con nessuno di loro.

Il ragazzo la guardò a lungo. Claire capì che non trovava le parole per esprimere cosa provava. Sorrise incoraggiante “è molto peggio, quando ti trovi da questa parte” mormorò giocando con il lembo della maglia che indossava “tua madre era in grado di usare il suo potere?”

Lei guariva le mie colombe, quando loro erano malate” rispose perso nel ricordo “le volevo molto bene.”

Come posso liberarmene?”

Hiro la guardò come se avesse detto una bestemmia “il sacro dono non può essere passato con tanta leggerezza!”

Il sacro dono ha sconvolto la mia vita!” esclamò sentendo le lacrime salire “non hai idea di razza di gente mi insegue! Non riesco più a frequentare le lezioni e ho gli esami, quest'anno! Tu non hai idea di chi sia la mia guardia del corpo!” esclamò sorridendo isterica “ho una maledizione che mi pende sulla testa, ogni volta che mi avvicino a lui, e un vecchio pazzo che sta dandomi la caccia per appropriarsi di questo sacro dono!”

Mi dispiace, cheerleader. La trasmissione può avvenire solo in punto di morte” mormorò a bassa voce “quando mia madre è spirata, il dono è passato a te.”

In punto di morte, pensò infastidita. Sgranò gli occhi allarmata “tre giorni fa, una specie di guaritore hippy mi ha riportata in vita... potrebbe essere passato a lui?”

Hiro la guardò titubante “Il suo animo dovrebbe essere puro, incontaminato.”

Claire ripensò al discorso che le aveva fatto e alzò un sopracciglio in modo comico. “Sulla purezza ho i miei dubbi, ma professa l'amore in tutte le sue forme. Credo sia una persona a posto.”

Sapresti rintracciare costui?” domandò alzandosi in piedi. Claire lo seguì e notò una luce diversa sul suo volto. “Posso chiedere a mio padre” disse in fretta fermando i suoi passi. “Hiro, sono qui per un altro motivo, non lo chiederei se non fosse molto importante.”

Il giapponese annuì e quando Claire parlò, la sorpresa non lasciò spazio ad altri sentimenti. “Ti insegnerò a saltare. Ma ora torna alla meditazione. Il tuo animo è troppo inquieto.”

Claire sollevò gli occhi al cielo e si rimise a sedere. Sviluppa la pazienza, pensò prendendo un respiro. Se fosse stata con lui, l'avrebbe fatto volare dalla finestra. Dio, come le mancavano le vecchie risse!

- - -

Lo sentiva apparire e sparire attorno a se. Chiudi gli occhi e respira. Stava per colpirla, pensò quando sentì uno spostamento d'aria accanto al suo orecchio. Claire alzò la mano e afferrò al volo la spada di bambù, lo schiocco contro il palmo risuonò nella stanza silenziosa.

Molto bene” commentò tornando in posa. “ma sapresti farlo durante una battaglia?”

Non lo so” rispose sincera.

Non hai fiducia nelle tue capacità” mormorò “molto grave per un guerriero Jedi.”

Claire sorrise alla battuta “conosco qualcuno che sarebbe bel lieto di dare una mano.”

Andiamo a prenderlo.”

Claire lo guardò titubante. Portarlo lì, voleva dire interrompere il suo allenamento. Sarebbe stata distratta da troppe cose. Da troppe sensazioni. Un brivido lungo la schiena le ricordò che era passato troppo tempo dall'ultima volta che l'aveva toccato. Ma poteva sempre rivolgersi a qualcun altro.

Quella telefonata giungeva inaspettata e puzzava di marcio, pensò Adam pulendo la spada bene affilata. La rinfoderò e aspettò nel punto prestabilito. Quando Claire entrò nel suo campo visivo, sorrise. Ma quando vide l'uomo dietro di lei, si irrigidì.“Hiro Nakamura!” sibilò estraendo la spada “cosa ci fai qui?!”

Takezo Kensei” esclamò facendo altrettanto “come hai fatto a liberarti dalla tua prigione?”

Claire li fissò allibita: non solo si conoscevano, ma avevano anche qualche conto in sospeso. La spada vibrò il primo colpo e lei si ritirò istintivamente. Conoscendo un po' di psicologia maschile, se le sarebbero date fino a cadere a terra esausti, si sarebbero fatti una risata e una birra e sarebbero stati amici come prima.

Sono già passati venticinque minuti e ancora si guardano in cagnesco, pensò seccata adocchiando l'orologio. “Scusate, potreste rimandare il vostro scontro ad un altro momento?” domandò ad alta voce “siamo qui per un motivo serio!”

Come fai a conoscere questo tipo?” domandò Adam indicandolo con un gesto della testa “ehi, ma dove eri finita, bambolina?”

Sono in missione segreta. Puoi aiutarmi?”

Lo devo affettare?”

Uomini, pensò sospirando comica “vieni con noi” disse afferrandolo per la manica del giubbotto e porgendo l'altra a Hiro “per favore, è l'unico a cui posso chiedere una mano.”

E quel cane secco, dove l'hai lasciato?”

Claire gli scoccò un'occhiata che gli chiuse la bocca “non centra in questa storia” sussurrò. “Fa il bravo e staserà berrai sakè fino a svenire.”

Mi piace, sta bene” sorrise e rinfoderò la spada “per la mia bambolina questo e altro” disse e le mollò una pacca sul sedere che la fece trasalire.

- - -

Ho capito...” mormorò ingoiando altro sakè “eh, non è male come cosa. Se quel cazzone barbuto che piace tanto a tua madre ha il catalizzatore, io direi di lasciarglielo e tanti saluti al vecchio!”

Ma quello cerca me! E non può sapere che è finito in quel tipo assurdo!” esclamò alterata “e poi, tu vorresti che un vecchio barbogio si mettesse a fabbricare altri come noi? Siamo già in troppi e non tutti sono brave persone!”

Come quel cazzone moscio” singhiozzò “mi hanno detto che l'hai mollato.”

Non è vero, è una voce falsa e tendenziosa” riferì sporgendosi verso di lui “sa che sto facendo una cosa molto importante, ma non sa dove sono. Non lo sa nessuno, neppure mio padre.”

Fai bene. Bocca chiusa e occhi aperti, bambina!”

Claire lo fissò e annuì con forza. Si sentiva un po' ubriaca. “Perchè vi detestate?”

Vecchie ruggini” borbottò alzando le spalle “ehi, guarda che non lo reggi st'alcool.”

Non ho toccato un goccio” rispose singhiozzando “forse... oddio, non era acqua?”

No. Puro sakè al cento per cento. Sei ubriaca” disse togliendole il bicchierino di mano.

Un singhiozzo e Claire perse un po' di visione d'insieme “Meredith?”

L'uomo allargò le braccia “non la vedo da quando siamo tornati dalla comunità dell'amore. L'ha guarita, sai?” Un altro singulto e la vide appoggiarsi pesantemente alla mano che sosteneva il mento. “Ti porto a casa” decise alzandosi.

Grazie...” borbottò infilando il cappotto con difficoltà “sono stanca, stanca morta. Sono una sega, non riesco ad utilizzare più di un potere alla volta, non riesco a concentrarmi... e voglio fare sesso!” esclamò facendolo sorridere “come faccio a concentrarmi, in queste condizione?!”

Il tuo uomo non fa il suo dovere?”

Non ricordo neppure come è fatto” esclamò affranta “non ho avuto il coraggio di chiedergli nulla, quando sono andata a salutarlo.”

Perchè?”

Mi sembrava inappropriato” affermò con espressione tragicomica “avevo appena visitato la mia tomba... e ti assicuro, non è un bello spettacolo leggere il proprio nome su una fredda lastra di marmo!”

Una bella sferzata di vita era quello che ci voleva, credi a me!” esclamò divertito “quando avevo la tua età...”

Claire lo lasciò parlare senza mai interromperlo, finchè il taxi non li scaricò di fronte la lussuosa abitazione. Sonnecchiare ascoltando una voce così calma e profonda, la rilassava. La luce della stanza di Hiro era accesa. Stava leggendo fumetti o vedendo la tv fino a tardi?, si domandò scalciando le scarpe e abbassando di parecchio la sua statura. “Notte...” mugugnò infilandosi nella stanza e chiudendo a chiave per la prima volta da quando era lì.

Adam fissò la luce che proveniva dalla porta e poi bussò alla stanza del ragazzo.

Ti stavo aspettando, Takezo Kensei” disse quando aprì l'uscio. Non stava giocando o leggendo. Stava affilando la spada.


Note commenti: Attenzione spoiler!

Flori: è sempre un piacere averti come lettrice!

Doralice: a volte penso di buttarla troppo sui sentimenti a discapito della trama. Se piace, ben venga! Penso di non aver mai scritto una storia così complicata, spiegare cosa succede nel mondo e descrivere il rapporto odio - amore di sti due sta cominciando a diventare faticoso.

Jennifer + MalkContent: pensavo che la parte finale del I volume fosse più lenta... sarà destino, il II volume di Heroes era una schifezza (e grazie agli sceneggiatori per essere riusciti a rovinare anche questa serie che prometteva bene)

Nomad: la storia va avanti, ormai ci siamo e la finiamo. Penso di non aver mai visto una puntata più brutta di quella. Ma che problemi hanno col personaggio di Claire? Ha fatto la sua storia e si può anche togliere dalle balle insieme a Hiro redivivo e a PacMan, che non servono più a nulla!) Non fa che piagnucolare e fare la vittima in quattro serie. Il suo grado di rincoglionimento è così elevato da lasciarti senza parole. Chiunque la può raggirare come vuole. Ma insieme ai poteri hanno sviluppato anche la sfiga? Non ce n'è uno che non abbia problemi di 'cuore'.. sono tutte persone tristi e sole. All'inizio c'era Peter... erano carini insieme, ma non se pò fa, è parente. E vabbè. Poi c'era quello che volava. E neanche quello. Quello con le branchie (discretamente carino). E no, al papà non piace. L'unico rimasto era Sylar e... toh! E' lesbica! Tutto insieme! Uno pensa 'va che se la stropiccia' ... e niente! E' stato come vedere Brooke e Ridge che non si sposavano! Preferivo uno scontro millenario all'ultimo sangue, che una stronzata del genere! Per il resto sono riusciti a gettare 15 puntate nel cesso, facendo naufragare anche la buona idea iniziale. Se Sylar si fa togliere i poteri, giuro, non lo vedo più!!!!

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Capitolo 6
*** La via della Spada ***


L'aveva investita un autotreno, pensò quando si svegliò con la testa che scoppiava e una colata di cemento in bocca. La sensazione era simile: una volta si era fatta davvero investire da un mezzo pesante, per testare i suoi poteri. Dio, rimuginò arrancando fra le lenzuola con aria disfatta, non dovrebbe essere legale vendere quella roba. Il fattore rigenerativo gli faceva il solletico. Sospirò e strinse la testa fra le mani per calmare il picchio che aveva fatto il nido nel suo cervello. Quando Sylar agiva era meno doloroso, pensò gemendo fra i denti. Ficcò la testa sotto l'acqua, sedette davanti al laptop, infilò le cuffiette e lanciò Skype. I potenti mezzi tecnologici battono il teletrasporto, pensò sbadigliando. Ma che ore saranno in America?

Dov'era quel maledetto cellulare?, si chiese udendo un distinto ronzio poco lontano da se. Con un grugnito, lo fece volare in mano. “Mh...” borbottò sentendo una comunicazione disturbata.

Stavi dormendo?” mormorò con la faccia affondata sulle braccia.

Mh... sì” sospirò e si voltò sulla schiena “come va?”

Sono una sega” rispose alzando la testa e posando la fronte sulla mano sinistra per sorreggerla.

Dove sei?”

Claire ci pensò su con l'unico neurone che si era svegliato con lei e sospirò “Giappone.”

Terra di pervertiti...” mormorò sbadigliando “quando torni?”

Quando avrò imparato qualcosa” biascicò “non dire a nessuno dove sono.”

Ok...” mormorò sentendo la linea cadere. Chi c'era in Giappone che Claire conosceva?, si domandò aprendo un occhio. Nakamura. A cosa le serviva un tipo grassotello che sapeva trasportarsi, quando aveva lui? Il re dei cretini teneva in ostaggio la sua donna. Tzè, la starà seducendo con una raccolta di fumetti, pensò ficcando la testa sotto il cuscino. Nakamura. Quel tipo gli aveva predetto che sarebbe morto solo. Riemerse dalla coperte e ciondolò la testa da un lato. Sapeva trasportarsi. E viaggiare nel tempo, pensò stropicciando la faccia. Che doveva fare, a spasso per il tempo? Cambiare il passato o il futuro?

- - -

La sala era silenziosa. Si studiavano a vicenda analizzando i punti deboli dell'uno e dell'altro. Quando arrivò il primo colpo, Claire era impreparata e lo ricevette dritto alla schiena. Fece una smorfia e si rimise dritta.

Non sei concentrata!”

No, non riusciva a concentrarsi con quei due che le danzavano intorno silenziosi come ombre. Era così che l'aveva fregata Sylar, la prima volta. Non l'aveva sentito arrivare. Il secondo colpo la raggiunse allo stomaco, lo deviò e fu colpita ai polpacci. Cadde a terra con un gemito e si rialzò sbuffando. I suoi nemici facevano molto più rumore di loro, pensò tetra, il doppione di Gabriel si muoveva come un bufalo, eppure l'aveva sopraffatta contando sul fattore psicologico. Doveva dominare la sua paura. Doveva crederci, era una guerriera Jedi, no?! “Attaccatemi insieme” propose spavalda rimangiandosi le parole un attimo dopo. Pensa. Fra tutti i poteri che hai acquisito, cosa può tornare veramente utile in questo momento? Claire li guardò stringendo le palpebre. I lividi non si contavano, ma per fortuna guarivano da soli. Facevano male, però, rimuginò massaggiandone uno. Un sottile ringhio interno l'avvertì che c'era un pericolo in agguato. Abbassò istintivamente a testa e Adam la fissò “brava. Mi hai sentito arrivare?”

Diciamo di sì” mormorò senza riuscire a darsi una spiegazione. Ma certo! Che stupida! Lei capiva come funzionavano le cose, aveva il potere di Sylar, se si concentrava, sentiva chiaramente i loro muscoli muoversi come se fossero meccanismi. Parò un colpo e ne deviò un altro. Forse era così che lui la trovava sempre. No, era un questione di empatia, gliel'aveva spiegato più volte. Non distrarti, pensò quando un colpo si abbatté sulle spalle e la spostò di qualche metro in avanti. “Ci sono!” esclamò rimettendosi in piedi. “Sto cominciando a capire.”

Sta bene, bimba. Ma in guerra non puoi chiedere al nemico di aspettare” le fece notare Adam giocherellando con la spada di bambù. “Io dico di fare sul serio” posò la canna e prese la lama che balenò nella stanza. “Il pericolo mette il pepe al culo.”

Claire lo guardò un po' inquieta e annuì e stento.

Hai paura?”

Sì” ammise osservando Hiro fare la stessa cosa “e sto cominciando ad agitarmi.”

E cosa succede, se ti agiti?” domandò scherzoso puntandole la spada alla gola.

Esplodo, idiota!” sibilò scostandola da se con un dito. La lama la ferì sul braccio e il sangue spillò e si ritirò subito nella ferita. “Mi hai fatto male!”

Non piagnucolare e concentrati. Ehi, amico!” urlò in direzione del giapponese “stasera avremo roast – beef di cheerleader!”

Non sono più una cheerleader” gli fece notare un po' offesa. Smise di lamentarsi un secondo dopo, quando vide lo scintillare delle lame contro di lei. Cominciò a sudare freddo e si impose la calma. Non ci pensare!

Pausa?”

No!” gridò alterata “posso farcela!”

Adam alzò gli occhi al cielo e rinfoderò la spada.

Claire crollò seduta a terra e mugugnò arrabbiata. “Non riesco a concentrarmi per più di tre minuti d'orologio!”

Ricordo come perdevi la testa quando litigavi col cazzone moscio. Ci vorrebbe...”

No. Devo cavarmela da sola” ribattè guardando la maglietta tagliuzzata, così come i pantaloni della tuta che indossava. “Riproviamo!”

Claire li fissò uno alla volta acuendo le sue sensazioni. Adam era stanco, ma sarebbe andato avanti a lungo. Hiro aveva la testa da un'altra parte. Sentiva i loro pensieri, pensò stupita, sentiva quello che provavano. Adam stava per alzare la spada. L'avrebbe abbattuta su di lei dall'altro verso il basso, mentre Hiro da destra a sinistra, a livello dello stomaco. Poteva schivarli, pensò contenta, poteva lasciarli esaurire e poi colpire! Anche una volta sola sarebbe bastato. Con una piroetta, schivò il colpo del giapponese e fermò la lama di Adam alzando una mano.

Brava” commentò immobile. “Riproviamo.”

Il ginocchio sinistro di Hiro scricchiolò quando mosse un passo verso di lei, Claire sentì 'a livello fisico' l'articolazione flettersi. Lo schivò un'altra volta, afferrò la spada di bambù e lo colpì sul braccio,

Molto bene, miss Bennet” dichiarò massaggiando il punto “ma nella lotta, il nemico è sempre in agguato.”

Claire non capì le sue parole e quando un ruggito interno le scosse il sistema nervoso, trattenne il respiro, voltò come un fulmine su se stessa e bloccò una spada corta che volava contro la nuca. Claire trattenne il respiro e lo osservò emergere dal buio.

Bravissima” mormorò fermandosi a pochi passi da lei “non ti avevo detto di spostare il punto debole?”

Ma come... hai fatto...” balbettò abbassando le braccia e guardandolo stupita.

Non ti distrarre” mormorò guardando i due che erano con lei “migliora o dobbiamo bastonarla di più?”

La frusta funziona sempre” sghignazzò Adam indicandola “tu sarai l'azione di disturbo.”

Sta bene” disse tornando a guardarla “mh, sexy” ridacchiò osservando la mogliettina floscia per i vari tagli nel tessuto. Continuava a guardarlo come se non credesse che fosse lì.

Ricominciamo” Adam alzò la spada verso la sua gola e Claire spostò lo sguardo su di lui “non perdere la testa!”

Non riusciva a concentrarsi con quel rumore di sottofondo. Claire diede una craniata ottimale a terra quando scivolò sui propri piedi. Il rumore che intendeva, era dato dal ringhio basso e minaccioso che sentiva provenire da quel bastardo sputato dall'inferno che se ne stava seduto in disparte ad osservare. Raramente interveniva. Ma quando lo faceva, Claire finiva puntualmente gambe all'aria. Battè la nuca contro il pavimento e la massaggiò dal dolore. Si mise a sedere e lo guardò di traverso. “Pausa” mormorò affranta e infastidita.

Direi che può bastare per stasera” esclamò Adam in direzione di Hiro che annuì e continuò a guardare Sylar che lo salutò con un cenno della mano. “Ci si rivede, eh?”

Perché sei qui, Uomo dei Cervelli?” domandò ponendosi fra lui e Claire che lo guardò sorpresa. “Se cerchi lo scontro, questo non il luogo adatto” affermò sbarrandogli il passo. “Al rintocco della mezzanotte...”

Gabriel guardò l'orologio e sorrise “mezzanotte passata da un pezzo” annunciò divertito “magari un'altra volta.”

Non farai del male alla cheerleader!” esclamò “come eroe ho il sacro dovere di proteggerla e morire per lei!”

Adam mugugnò di dolore e scosse la testa “questo ha la mente bacata...”

Dalla sua reazione, era evidente che non gli aveva raccontato nulla della loro relazione. Claire si rimise in piedi con uno sbuffo “è tutto a posto, Hiro. Lui...”

Sono la guardia del corpo!” esclamò vedendo il suo impaccio “nonché unico signore e padrone...”

Claire lo fulminò con un'occhiata e Gabriel sentì la bocca sigillarsi da sola. Potè sentirlo sogghignare anche in quel modo. “Non è pericoloso. Basta sfamarlo ed evitare di bagnarlo dopo la mezzanotte” disse arrossendo e mordendosi un labbro quando lo udì chiaramente scoppiare a ridere. “Non c'è bisogno di trovargli una cuccia per la notte, ora se ne torna dritto da dove è venuto!” sibilò nella sua direzione.

Tranquilla, cheerleader” la prese in giro con sguardo altezzoso “sono qui per fare del turismo e i miei bagagli sono in albergo” si voltò verso Adam e gli fece un cenno con la testa “andiamo a fare il giro dei locali?”

Vedi? La vita sociale comincia a migliorare, se la smetti di ammazzare le persone!”

- - -

Claire trasalì sentendo un rumore infernale provenire dal corridoio. Qualcuno rideva un po' troppo forte alle tre di notte e sapendo benissimo di chi si trattava, saltò giù dal letto assonnata e infuriata. Una cosa era svegliare lei, un'altra il padron di casa che li ospitava e la mattina andava a lavorare! “Basta fare casino!” sibilò guardando i due ubriachi di sakè che sedevano a terra e continuavano a ridere “tu tornatene in albergo e tu vattene in camera tua” ordinò in tono perentorio. La guardarono e dopo un secondo scoppiarono a ridere stupidamente. Con uno sguardo, Claire gli paralizzò le corde vocali e il silenzio scese di nuovo nel corridoio. “Oh!” esclamò a bassa voce tornandosene nella sua stanza. Si infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi cercando di riprendere sonno. Le sembrò, mentre scivolava nel dormiveglia, che qualcuno la abbracciasse, ma non ne era sicura. E forse era solo un bel sogno. Arrancò con gli occhi chiusi e spense l'abat jour, godendosi l'oscurità. Non aveva più paura del buio. E quel letto era diventato improvvisamente comodissimo.

- - -

Gabriel si svegliò sentendo un piacevole solletico sotto il mento e un profumo paradisiaco che andava a colpire i centri del piacere. La strinse contro di se e spostò i capelli che gli facevano il solletico sulla gola. Era arrivato il momento di andarsene, pensò aprendo un occhio e trovandola accucciata contro di lui. Qualsiasi cosa stesse facendo, la stava facendo bene. Era più veloce, più decisa. Lo vedeva da come si muoveva per evitare un colpo e da come reagiva al pericolo imminente. Tornare a provare dolore aveva stimolato il suo istinto di sopravvivenza. Se non voleva soffrire, doveva muoversi in fretta. Era sempre stata una creatura fragile e timorosa che se la faceva sotto al minimo rumore. Aveva sempre avuto paura di portare a termine quello che cominciava. Non dormiva più con la luce accesa. Non aveva più paura dell'Uomo Nero. Aveva uno scopo nella vita. Non si muoveva a casaccio, sperando che la tirasse fuori dai guai, ma seguiva un pensiero preciso. Si scostò da lei e la guardò dormire. Se la fissava troppo a lungo, sentiva il suo istinto risvegliarsi e ordinargli di prenderla e di farla gridare finchè non avesse avuto più voce. Era sua. Gli apparteneva. Prese un respiro e passò i polpastrelli lungo il viso e la gola. Reagì scostando la testa di qualche centimetro e sorridendo appena. Aprì la bocca quando la sfiorò, e gli intrappolò il pollice fra le labbra morbide. Aveva la lingua calda. Il respiro accelerò quando lo lasciò scivolare lungo il mento e una scia umida le illuminò la pelle. Frastornato da quel gesto che l'aveva risvegliato del tutto, si chinò su di lei respirandole sulle guance, sfiorandola con il dorso delle dita. Qualche secondo dopo la sentì reagire al contatto, le sue mani toccarlo, le gambe muoversi. Restò sdraiato accanto a lei, la vide aprire gli occhi, assonnata e interrogativa. Lo riconobbe e per un lungo momento non disse nulla. Afferrò il lembo della maglia che indossava e la tirò via, lasciandola avvolta lungo le braccia, esponendo il seno che nella pallida luce lo abbagliava e cancellava parte della ragione. Scivolò lento lungo lo stomaco e fin sulla pelle delicata, mentre inarcava la schiena e chiedeva ancora, non a parole, ma con un movimento naturale che non sapeva di fare ma la rendeva una calamita vivente. Raramente si era soffermato a guardare così lungo una donna, quasi mai ne aveva ammirato le imperfezioni. Avrebbe potuto tracciare una mappa dei nei del suo corpo. Conosceva l'esatta ubicazione del tesoro, il più dolce che avesse mai gustato nella sua vita. La circondò con le braccia, tirandola verso di se. Era nuda, eccettuato quelle sottile mutandine quasi trasparenti dal tessuto così delicato che bastava guardarle, per farle cadere a pezzi. Le sollevò il viso mentre lei infilava le dita nei capelli e posava la fronte contro la sua. “Mi sei mancato...” sussurrò con un filo di voce.

La baciò una volta, gustandone le labbra, la seconda intrappolando la lingua che l'aspettava vibrante e morbida. Come la pelle che stringeva sotto le mani. Come il seno che gli schiacciava addosso, sul torace denudato mentre lo baciava. “Potrebbe essere diverso, ora...” mormorò nel suo orecchio sentendo il corpo tremare. Non gli rispose, si limitò a scivolare su di lui come acqua sul fondo del mare. “Strappale” bisbigliò prendendogli le mani e posandole sui fianchi. La guardò e poi fece come gli aveva chiesto. Sussultò quando il tessuto la graffiò, ma tenne lo sguardo incollato al suo. La pelle si arrossò e il respiro divenne affannoso, come se avesse corso per miglia senza mai fermarsi. Era quella lenta agonia a farla eccitare, pensò mentre gli slacciava i jeans e li tirava via. C'era sempre un gesto che abbatteva le sue difese. Non importava quale, bastava che applicasse un po' di forza e perdeva il controllo. Le dita scivolarono lungo le gambe incontrando il punto più delicato del suo corpo. Trattenne il respiro quando udì il gemito che emise. Cominciava a perdere la testa, lo vedeva da come si muoveva e da come vagava su di lui senza capire bene da che parte cominciare. Con un gesto delicato, si tirò a sedere premendole contro. Un altro gemito che stracciava la mente e faceva perdere il poco autocontrollo che era rimasto.

- - -

Claire si svegliò di soprassalto e strinse il lenzuolo sotto le unghie. Si guardò attorno non riconoscendo la stanza e per un momento andò nel panico. Aveva perso il controllo di se stessa, e la cosa l'aveva scossa a tal punto che non era riuscita a trattenere le lacrime. Si sentiva vulnerabile quando la toccava, la costringeva a tirare fuori una parte oscura che doveva restare chiusa a chiave dentro di lei. La rabbia che provava e che pensava fosse svanita durante l'addestramento, era rimasta nascosta per tutto il tempo. In agguato, pronta a colpirla quando aveva abbassato la guardia. Aveva voglia di fare del male, aveva voglia di torturare chi l'aveva fatta sempre soffrire. Aveva voglia di prendere quel vecchio malefico e ridurlo un cumulo di carne sanguinolenta. Voleva punire suo padre per le bugie che le aveva detto. Far soffrire Angela per tutto quello che le aveva fatto. Voltò lo sguardo verso il suo amante addormentato. Se non fosse stato per Angela, tutto questo non sarebbe mai successo, pensò rabbiosa, gli occhi che rilucevano disperati. Voleva punire lui per tutto il dolore che le aveva arrecato. Soffiò con forza dalle narici e cercò di calmarsi, il corpo scosso da brividi improvvisi. Se non fosse mai entrato nella sua vita, non avrebbe perso l'innocenza della sua anima. Sedette sul bordo del letto stringendo la testa fra le mani, mentre ricordi delle ore precedenti si sommavano a quelli di molto tempo prima. Come poteva essere così dolce con lei e dannatamente perfido, il resto del tempo? Cominciò a piangere, in piccoli singhiozzi che diventarono sempre più profondi e disperati. Cos'era giusto e cosa sbagliato? Chi la vittima, chi il carnefice, se si scambiavano così volentieri i ruoli quando si spogliavano delle vesti abituali? Come poteva dirle che la amava e trapassare senza ritegno alcuno la sua carne, costringendola a godere della sua corruzione?

Claire...”

Si avvicinò cauto e la toccò sulle spalle, lasciando scivolare le mani lungo le braccia. La tenne contro di se finchè non smise di piangere. Alla fine si quietò, stanca o arresa ad una testa più dura della sua. “Incubo?”

Un debole assenso. Poi una negazione. Con delicatezza le sollevò il viso e quando lo guardò, si accorse che c'era qualcosa che gli sfuggiva e non riusciva a mettere a fuoco. “Raccontamelo.”

Claire scosse la testa e tornò ad accucciarsi nelle sue braccia, ascoltando il battito del cuore. Il suo odore la risvegliò una seconda volta, ma il sentimento che la spingeva a toccarlo non centrava con la passione o il desiderio. Era pura disperazione. Con un gesto brusco che non si aspettava, lo sdraiò sotto di se affondando la bocca nella carne, mordendo fino a farlo gemere. Le afferrò i capelli alla nuca, costringendola a smettere. La guardò negli occhi e strinse più forte. C'era da perdersi in quelle pupille, era come fissare il centro dell'inferno. “Usami” sussurrò invitante “fammela pagare” continuò mentre le unghie gli entravano nella pelle “sfogati per tutto quello che ti ho fatto passare...” una smorfia di dolore quando lo graffiò a sangue “e poi fottimi... ”

- - -

Claire scrutò la stanza vuota e la luce che proveniva dalla finestra socchiusa. Non l'ho fatto davvero, pensò sentendo il corpo pesante e languido che giaceva sul letto sfatto. Era svuotata, senza forze. Posò un braccio sugli occhi e il buio calò immediato, regalandole un momento di incoscienza. Ma si può violentare un uomo?, si chiese con un mugolio distorto. Adesso si sentiva meglio, molto meglio. Dovevano farlo più spesso. Migliorava l'autostima, pensò guardando il posto vuoto. Se n'era andato. Morse un labbro e si tirò a sedere. Lo vide accanto a se, un biglietto ripiegato. Vi girò attorno come se potesse morderla. Lo aprì piano e restò titubante a guardarlo.

Claire si avvicinò alla porta della cucina e lo osservò trafficare con la colazione. Le gambe si mossero da sole e prima che se ne rendesse conto, gli aveva cinto la vita con le braccia e posato la guancia contro la schiena. Profumava di buono, di pulito.

Un sorriso gli si formò sulle labbra, quando lo abbracciò. Guardò dietro di se, notando solo una testolina di capelli biondi che rischiarava la maglia nera che indossava. Godette quella sensazione di intimità con piacere. Da che riuscisse a ricordare, non avevano mai avuto gesti d'affetto fra loro. O si picchiavano o si amavano senza troppi fronzoli. Forse era lì, l'errore.

Claire lo sentì torcere il busto, allargando un braccio per cingerla. Si staccò appena, scivolò fra le sue braccia e sorrise affondando contro di lui. C'era un motivo, allora, se i ragazzi li fabbricavano più alti, pensò sorridendo un po' svanita.

Era morbida e profumava come il più dolce dei peccati. Le baciò la fronte strofinando il mento sulla testa. “Ti va di fare la turista, oggi?” sussurrò vedendola alzare la testa. Sorrideva, era felice. Come la mattina dopo la loro prima volta. Le accarezza una guancia col dito. Lei continua a sorridere e annuisce. Si alza sulle punte per baciarlo. Gli cinge il collo con le braccia e posa le labbra sulle sue. Sono morbide e calde. Piega il collo approfondendo il bacio. E' tenero e affettuoso. Dovrebbero coccolarsi di più, pensa staccandosi con il batticuore. Da quando ne è innamorata? Quando ha imparato ad essere così dolce?, si domanda col cuore gonfio e le labbra socchiuse. La sta guardando, la accarezza lungo il viso. “Ti hanno scambiato nel sonno... tu non sei così...”

Sono proprio così” afferma infilando le dita fra i capelli “sono sempre stato così... ”

Mi piace... ti rende...”

Umano?”

Sexy.”

Claire lo baciò un'altra volta, poi afferrò a tazza di caffè poco distante e si mise a sedere al tavolo della cucina sorridendogli. “Mi stai preparando la colazione?”

Invece di risponderle, le diede le spalle. Claire lo osservò intenerita dal suo comportamento e quando vide svolazzare un fiorellino dalla finestra fino a lei, mugolò di felicità, rigirandolo fra le dita. “Posso scrivere sul mio blog quanto sei adorabile?”

Sì...”

Non ce l'ho, il blog” ridacchiò arrossando “grazie...”

Aprine uno.”

Il tempo si fermò all'istante. Hiro scongelò la ragazza e la sua voce risuonò stranamente acuta. “Cosa fa l'Uomo dei Cervelli nella mia cucina?”

Prepara la colazione” commentò un po' stranita da quell'invasione inaspettata “cosa pensi che faccia con un mestolo in mano? Vuoi un po' di caffè?”

Il giapponese lo guardò ancora e Claire attirò la sua attenzione “potresti ripristinare il tempo? E' la prima volta che mi cucina qualcosa e sto morendo di fame!”

Il ragazzo balbettò qualcosa a bassa voce e si sedette quando gli ordinò di farlo. “Non è pericoloso, non per noi” mormorò paziente “è la mia guardia del corpo, è... come Gollum!” esclamò sicura che avrebbe capito. Si interruppe e lo guardò. La sua espressione era assai perplessa. “Non fa più...” un gesto veloce e Hiro annuì, ancora scosso.

Anche il più malvagio degli uomini può trovare la sua strada, allora...” commentò osservandolo “le mie parole non sono state vane.”

Cosa?” lo fissò negli occhi ed ebbe uno strano brivido.

Ho visto il suo futuro. La brama di poteri lo porterà alla solitudine. Morirà solo e nessuno piangerà la sua morte.”

Claire battè le palpebre piano e girò la tazza fra le mani. Non era una cosa carina da dire... un tremendo dubbio la scosse e le impedì anche di respirare. E se la stesse usando per impedire l'avverarsi del suo futuro?! Restò congelata sulla sedia, mentre Hiro ripristinava il tempo.

Merda!” esclamò guardando la maglia che indossava “potresti evitare di farlo mentre cucino?” domandò gettando un'occhiata alla macchia che deturpava il tessuto e al volto sbigottito di Claire. Immediatamente perse il buonumore. Lo fissava come se avesse appena commesso un orrendo omicidio. Lasciò cadere il fiorellino sul tavolo, inghiottendo. E se si fosse sbagliata un'altra volta? “Mi stai usando?” sussurrò con le labbra che tremavano “hai paura di morire solo e... hai...”

Mi credi capace di una cosa del genere?” domandò con voce roca e lo sguardo cupo “è l'unico dolore che non infliggerei ad una persona...”

Scusa...” biascicò col batticuore allungando le braccia verso di lui “scusami...”

Gabriel l'abbracciò con cuore pesante. Sarebbe stato sempre così? Non si sarebbe mai fidata di lui? Dopo tutto quello che avevano passato, pensava davvero che avrebbe potuto ingannarla su una cosa del genere? “Non lo farò mai. Te lo prometto...” mormorò nel suo orecchio “mi credi, amore mio?”

Claire lo ascoltò raggelata. Il cuore smise di pompare sangue e riprese più forte di prima. “Sì... sì, ti credo” sussurrò stringendo più forte. Amore mio. Come erano arrivati a quel punto?

Gabriel spostò lo sguardo sul giapponese e si incupì. “Prova a dirle di nuovo una cosa del genere e i piccoli boy scout giapponesi ritroveranno le tue membra sparse sul monte Fujiama per i secoli in avvenire!” lo minacciò stringendo Claire a se “sono stato chiaro?”

Dio... ma come fai ad essere così lucido e così incazzato a quest'ora del mattino...” gracchiò la voce assonnatissima di Adam. Marciò davanti a tutti, sedette a sinistra di Hiro che teneva lo sguardo fisso sulla coppia. “Come il più anziano della casa, pretendo di sapere cosa sta succedendo...” farfugliò stropicciando la faccia “ce n'è anche per me?”, domandò indicando la tazza di caffè che gli spostò davanti senza un commento.

Le ha detto che la sto manipolando!”

E' quello che fai di solito, di che ti stupisci?” Adam sospirò e li guardò a turno “cristo santo... abbassa la voce!”

Il passato non si cambia, Uomo dei Cervelli!” esclamò il giapponese deciso. “Come eroe, ho il dovere di proteggere...”

Che palle...” sbottò Adam stringendo le tempie fra le dita “nessuno ti ha chiesto di proteggerla! E' la sua donna, ci pensa lui!” ribattè abbassando subito la voce. “Ma cosa hai nel cervello, polpette?”

Possiamo sempre aprirlo e controllare” sibilò lanciandogli un'occhiataccia malevola.

Claire lo fissò incupita e si morse le labbra. L'amore fa brutti scherzi, pensò deviando lo sguardo. Ti fa dimenticare chi sei, ti pone troppo domande e ti fa sentire deboli.

- - -

Non le avrebbe perdonato quel momento di incertezza, pensò mentre lo raggiungeva nella sua stanza. Fissava fuori della finestra e la sua espressione era dolorosa e arrabbiata. “Non sono un santo, ma non giocherei mai con i tuoi sentimenti. Credi davvero che ti stia usando?” domandò come la sentì avvicinarsi.

Claire si fermò sulla soglia della stanza e delicatamente chiuse la porta appoggiandosi contro. Le sue parole nascondevano un'amarezza che raramente gli aveva sentito nella voce. “L'hai già fatto...”

Si voltò verso di lei e annuì con una smorfia “sono colpevole fino alla fine dei miei giorni? Non merito un briciolo di fiducia?”

Non ho detto questo...” mormorò staccandosi dall'uscio “stanotte non piangevo per l' incubo... quello è stato la miccia” sedette ai piedi del letto e lo guardò “sto cercando di capire cosa c'è che non va in me...”

Non c'è niente che non va in te” borbottò avvicinandosi.

Mi dispiace...”

Come la rivolviamo, splendore?” domandò sedendo a gambe incrociate di fronte a lei “che devo fare?”

Non devi fare niente... tocca a me, stavolta.” Strinse i denti ed evitò il suo sguardo. Era così innocente e limpido che stentava a riconoscerlo. “Ho appena scoperto una cosa che potrebbe cambiare la situazione. Hiro afferma che la trasmissione del catalizzatore avviene in punto di morte. Aquila mi ha riportato in vita...”

E potrebbe essere finito dentro di lui.”

Meredith è rimasta nella comunità dell'amore. Da quando Aquila l'ha guarita, secondo Adam, è andata in botta per il tipo... potresti controllare, ho paura che si metta nei guai...”

Certo” rispose abbracciandola. “Continua ad allenarti e ricordati di spostare il punto debole. Stai migliorando.”

Davvero?!”

Gabriel la guardò interrogativo. Metteva il dubbio il suo amore, ma se faceva un complimento alla sua tecnica distruttiva, risplendeva come una stella. “Mi credi quando dico che ti amo?” domandò di punto in bianco facendola trasalire. Annuì, senza indecisioni. E' già qualcosa. Alzò una mano e le tirò indietro i capelli. “Pensi di non essere in grado di stare con me?” Di nuovo annuì e guardò altrove. A quello potevano lavorarci. “Pensi che questa felicità sia solo un inganno momentaneo?”

Claire spostò lo sguardo su di lui e annuì con molta difficoltà.

Mi detesti ancora?”

Un altro assenso. Stavolta doloroso.

Gabriel abbassò le spalle e morse l'interno della guancia. Eccolo lì, il problema.



Nota solo per chi vede la serie: se non recensite, vengo a casa vostra con Parkman e alzo un muro di mattoni!! x)

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Capitolo 7
*** Vittime e Carnefici ***


Non la smetti mai...”

Meredith chiuse lo specchietto che portava con se e sorrise. “Sto diventando vanitosa” ammise lisciando la guancia con la punta delle dita.

La vanità non ti appartiene, donna” mormorò con voce tenue. “Il tuo volto risplende di una luce segreta che non deriva dalla pura fisicità. Sei come le stelle, continuerai a brillare finché essa non si esaurirà... e questo avverrà fra molto, molto tempo.”

Meredith pensò che era un vero paroliere, ma era piacevole starsene sdraiata sul cofano della macchina a guardare il cielo mentre un uomo bellissimo le tubava nelle orecchie. Sospirò e sbadigliò chiedendosi dove fosse finita Claire. Lo sentì muoversi e per una volta non lo prese a calci, non lo scacciò e non fece del sarcasmo. Lo lasciò avvicinare finchè non sentì un profumo avvolgerla. Allora sollevò la testa e lo vide su di se che la osservava “non appartieni a questo posto, mia dolce stella della sera. Hai ancora molte battaglie da combattere” mormorò accarezzandola lungo la guancia “le ferite del corpo sono guarite, ma la tua anima ha bisogno di un balsamo speciale...”

Davvero?” domandò socchiudendo le palpebre al solletico che provava lungo il collo.

Il tuo cuore non crede che sarei in grado di aiutarti... e non lo credo neppure io” disse sorridente.

Meredith lo osservò allontanarsi e lasciò ricadere la testa sul parabrezza. Poi ficcò la mano in tasca alla ricerca del cellulare. Niente linea. Poteva essere un segno del destino. O forse solo una stupida coincidenza. Scivolò a terra, salutò l'uomo con un cenno del mento e si infilò nella vettura. La città più vicina distava solo un'ora e mezza. Poteva prenotare il primo volo e tornare a casa. Ma per fare cosa?, si domandò frenando in mezzo alla strada deserta. Per dire ad uno stupido babbeo che teneva a lui? Tornò indietro tenendo i giri bassi e quando Aquila la vide scendere dall'auto, capì che dovevano farne di strada prima della vera 'guarigione'.

Meredith sollevò la testa, quando udì il motore di quello che sembrava un elicottero. Strinse gli occhi, ma le luci dei fari l'accecarono. Istintivamente pensò che non avevano buone intenzioni. Non era un mezzo militare e puntava deciso verso l'accampamento hippy. Aquila restò a guardarlo, mentre i suoi seguaci facevano altrettanto. Un fruscio di corde e due secondi dopo si sentì sollevare verso l'alto da una presa d'acciaio che gli conficcava le dita nella carne. Urlò quando i piedi abbandonarono la terra, guardò le braccia che lo stringevano e voltò la testa verso l'uomo incappucciato “cosa volete da me?" gridò con quanto fiato aveva in gola per sovrastare il rumore delle pale dell'elicottero. Meredith restò inebetita a guardare l'azione. Non poteva fare nulla per fermarli, rischiava di mandare a fuoco tutti.

Una volta a bordo, Aquila si liberò della stretta con una gomitata furiosa.

Cerchi di stare calmo e nessuno le farà del male” gli suggerì una voce tenue e pacata.

Trasmettiamo da una stazione perfettamente legale” mormorò l'uomo non capendo cosa cercassero da lui quei tipi strani.

Oh, non siamo qui per ...” l'elicottero si inclinò pericolosamente sui lati e Aquila cadde fuori dal mezzo volante fluttuando a terra fino all'ultimi dieci centimetri. Gabriel lo lasciò andare e ascoltò deliziato le sue imprecazioni di dolore. “Ringraziami” ridacchiò muovendo il polso e indirizzando l'elicottero verso la montagna più vicina, dove esplose qualche secondo dopo.

Grazie” disse spolverando i pantaloni bianchi “amici tuoi?”

Gentaglia” commentò salutando Meredith con la mano. “Qualcuno ha tradito” disse rabbuiandosi “e penso proprio di sapere chi ha fatto la spia...”

- - -

Te lo chiedo un'altra volta...” sospirò lasciando volteggiare tutti i oggetti taglienti che aveva a disposizione.

Mi lasci andare, squilibrato!” sibilò mentre lo teneva inchiodato al muro sotto la minaccia di morte. “Mr Bennet sarà informato di questo!”

Cerca di farmi paura, secondo te?” domandò a Meredith che avvampava fuoco a tratti. La donna annuì e fece un sorriso al medico che detestavano.

Aquila la guardò titubante “non vi sembra una soluzione... estrema?”

Nah” ridacchiò piantando in bisturi a pochi centimetri dall'orecchio sinistro. L'uomo sudò e respirò affannoso per la paura.

Che state facendo?!” La voce alterata di Noah risuonò nel corridoio. Aquila lo guardò con un sorriso di scuse “hanno deciso che era la soluzione migliore per farlo parlare. Ho provato a fermarli...”

Silenzio!” gli intimò rivolgendosi ad una sola persona “Gray, mettilo a terra!”

Ha venduto Claire” mormorò duro “sapevi che il catalizzatore poteva essere trasmesso solo in punto di morte da un recipiente umano ad un altro?”

No...” sussurrò incredulo “e tu come fai a saperlo?”

Ho le mie fonti” disse enigmatico “te lo ripeto un'altra volta e poi ti pianto le forbici nei polmoni” lo minacciò cattivo “lavori per Arthur?”

L'uomo lo guardò e assentì dopo un lungo istante. La furia di Noah si manifestò all'improvviso “Ti affido quello che ho di più prezioso al mondo e tu mi tradisci?!” sbottò colpendolo allo stomaco “cosa gli hai dato?”

Sangue” rispose Sylar al posto suo “per cercare il catalizzatore. Peccato che non sia più dentro di lei” lasciò andare l'uomo che cadde a terra con un tonfo. Si rivolse ad Aquila che aveva capito tutto e aveva assunto un'aria nervosa. “Sapevo che era una cattiva idea, guarirla...”

Noah li guardò mentre gli agenti portavano via l'uomo “sai dove si trova Claire, al momento?”

E' al sicuro...”

Dove?”

Gray fece finta di non aver sentito e batté una mano sulla spalla del guaritore “gioisci, non è ancora arrivata la tua ora.”

C'era anche questa possibilità?” domandò un po' scosso.

Con un ghigno perfido, Sylar ridacchiò “quando sei nelle mie mani, è una garanzia!”

- - -

Adam la sgomitò per farla uscire dalla lieve apatia che l'aveva colta. Claire dondolò da un lato e tornò dritta. “La smetto” promise a bassa voce “pensa, non ho neppure voglia di fare shopping...”

Una tragedia.”

Eh si” mormorò adocchiando le vetrine “non so più distinguere fra il bene e il male...”

Adam si fermò accanto ad un negozio di animali e la guardò in attesa. Aveva una brutta espressione. Le brillavano gli occhi di rabbia e vendetta.

L'ho sempre detestato per quello che faceva... per quello che aveva fatto a me” mormorò con un lampo negli occhi “ora comincio a pensare che ci sia andato sempre troppo leggero, con quella gente! Vorrei prenderli uno ad uno e spellarli vivi” si interruppe e guardò altrove “sto sbagliando?”

Adam smise di masticare la gomma e la guardò senza rispondere.

Come si può amare una persona e detestarla al tempo stesso?”

Può succedere se cuore e mente non vanno di pari passo.”

Quando siamo insieme...” arrossì e ficcò le mani nel cappotto “lui è così...”

Incredibilmente dolce mentre ti sbatte come un animale?” la prese in giro vedendola sgranare gli occhi, impallidire e arrossire nel giro di un secondo “e te ne lamenti pure?”

Perchè sto parlando con te...” bisbigliò con un filo di voce a se stessa. “Il succo è quello, ma detto in modo meno trito” commentò imbarazzata.

Bambolina, un uomo non è fatto solo di bene o di male. Ci sono mille sfumature in mezzo che non potrà mai comprendere.”

Quando è con me, è come se il resto di lui non esistesse” commentò appoggiandosi al muro divisorio di due negozi. “E' destabilizzante. Sono sempre stata io, l'eroina della storia, la vittima dell''Uomo dei Cervelli'. Fra virgolette.”

Allora dovresti essere contenta. Quel lato, lo vedi solo tu” mormorò incoraggiante “a dirla tutta, sentirlo miagolare frasi d'amore mi farebbe venire la diarrea.”

Non miagola e non dice stronzate sull'amore” affermò seria “non dice proprio niente. Non ce n'è bisogno...” sussurrò un attimo dopo.

E' quello, il problema?”

Non lo so” mormorò titubante “chiedimi qual è il suo colore preferito.”

Il nero?”

Claire alzò le mani e le lasciò ricadere “grigio piombo. E sai come l'ho scoperto? Si lamenta di più quando il sangue non va via dalle maglie di quel colore.”

Ed è fondamentale, in una relazione...” la prese in giro divertito. “Ma chi se ne frega di che colore ha le mutande. L'importante è che non se le tolga con un'altra a parte te.”

Sei pessimo” disse seccata. “Non so niente di lui!”

Gli hai chiesto di raccontarti la sua vita?”

Sì. E mi ha risposto 'ero uno stupido nerd con gli occhiali e le ragazze non mi filavano'” esclamò “tutto qui!” Spostò lo sguardo sulla punta della scarpa e inclinò la testa “a volte vorrei tornare indietro nel tempo...” si interruppe e strinse i denti “vorrei che Angela non avesse mai avuto quella premonizione. Vorrei non essermi mai ubriacata.”

Mh?”

La sera in cui finimmo a letto per la prima volta, ero ubriaca fradicia” mormorò un pò stupita dalla sua assenza di reazione. “La mattina dopo tornai da lui per sapere se avevamo...”

Avevate?”

No” sussurrò stringendosi nel cappotto “mi aveva riportato a casa.”

Nobile” scherzò, ma Claire non rise “avevo la scusa perfetta. Ero alterata e non ricordavo quasi nulla. Potevo ancora guardarmi allo specchio... ma la mattina...”

Avete concluso il discorso?”

No...” confessò immergendo il viso nella sciarpa azzurra. Girò gli occhi su di lui e per una volta non si sentì giudicata “lui sapeva che ero... non ricordo se glielo dissi io, annebbiata dall'alcool, o se mi lesse nel pensiero... o se lo scoprì da solo...”

Non ci vuole molto” commentò preso dalla storia “sei scappata, eh?”

Un assenso imbarazzato e Adam sorrise non aspettandosi una risposta diversa.

Ho cominciato a capire che c'era qualcosa che non andava, in me. Non ero la stessa persona della mattina precedente. Avevo sentito qualcosa in lui... avevo visto... qualcosa che non riuscivo a mettere a fuoco... non t'azzardare a fare battutacce!” lo avvisò quando aprì bocca. La richiuse con un sogghigno.

Non potevo fermarmi ad analizzare, perché c'era sempre altro da fare, gente con cui parlare, persone da cui difendersi” continuò come un fiume in piena “la sensazione era rimasta lì. Per tutto il tempo. Non riuscivo a vedere oltre la maschera. Poi successe un fatto” mormorò incupita “mi invitò a cena. Sì, ho avuto anche io quell'espressione, per circa tre ore” disse indicando la sua faccia sorpresa “la verità venne a galla in sette minuti netti: stava dando la caccia ad un mutaforma e gli serviva una copertura.”

Non cambia mai...” disse sorridendo “va avanti.”

Poteva chiedermi il favore di fare da esca. Invece mi ha obbligato. Me ne sono andata, dopo avergli gettato un bicchiere d'acqua in faccia...”

Vino rosso. È terribile da smacchiare.”

... e il mutaforma mi ha aggredito in un vicolo” concluse cupa “...e lì è cambiato tutto...”

Ti ha aggredito? Perché?”

Claire alzò le spalle amara “perchè un uomo lo fa?”

Adam la guardò e non rispose.

Non l'avevo mai visto così arrabbiato. Il mutaforma aveva assunto i suoi lineamenti, pensavo fosse infuriato per quello... ma ha detto delle cose che mi sono rimaste impresse a fuoco nella mente. 'Una cosa è dire stronzate di dubbio gusto, e un'altra è fare davvero del male ad una donna'... e lì ho capito che non mi avrebbe mai...” Claire si morse un labbro ed evitò di guardarlo “mi tolse un bel peso di dosso. Era indignato per il mio errore. 'Come cazzo hai fatto a scambiarlo per me?'” borbottò impostando la voce “per la prima volta ho visto il suo aspetto umano. Ero sconvolta e cercavo di non darlo a vedere. Mi ha abbracciato, mi ha tenuto stretta finchè non siamo arrivati a casa di Angela. E poi è successo il casino... ha liberato i miei poteri latenti e all'improvviso potevo fare un sacco di cose, avevo premonizioni a rotta di collo, come toccavo un oggetto, ne leggevo la storia... potrei raccontare per tutta la notte...”

Fallo” mormorò porgendole il braccio “andiamo a cena e continua a raccontare.”

Non ti annoi?”

Stai scherzando?” domandò allegro “la conoscenza è potere. Tira fuori qualche altro pezzo come quello del bicchiere d'acqua, e potrò prenderlo per il culo a vita!”


Tu non eri presente quando comparve il suo doppione... era come se il mio peggiore incubo si fosse materializzato sotto i miei occhi” continuò smettendo di mangiare. Non che avesse toccato cibo, fino ad allora. “D'improvviso dovevo ricominciare tutto da capo. Mi ha mandato di traverso anche la serata più importante della mia vita.”

Si è auto invitato?”

No, ma l'effetto è stato identico. Penso che l'esasperazione mi abbia portato a fare quello che non avrei fatto, in altre circostanze” mormorò giocherellando con le bacchette e il cibo nel piatto “ero frustrata... e gli sono saltata addosso.”

Brava!”

Brava un corno” mormorò fra se “gli sono saltata addosso e mi sono fermata. Mi sono bloccata! Ha dovuto fare tutto lui...”

Credimi, la cosa non gli è dispiaciuta.”

Non importa, è dispiaciuto a me” insistette un po' imbarazzata “volevo essere più... seduttiva.”

Non c'è nulla di più seduttivo di una ragazza inesperta che scopre per la prima volta un uomo...”

Claire lo guardò sventolandosi con il tovagliolo “le cose che dici sono imbarazzanti. Dio, mi fai venire caldo!” ingoiò un sorso d'acqua mentre rideva sotto i baffi “a parte la magra figura...”

Non è stata magra!” insistette ridendo apertamente. “Sei molto dolce, bimba, capisco come possa aver perso la testa per te.”

Non sono sempre dolce” mormorò strofinando la mano sul collo nudo “sono viziata, testarda, egoista... e sono arrabbiata!” esclamò d'un tratto “ci hanno messo nella merda per i loro maledetti scopi! Non c'è più distinzione fra bene e male! Cosa è giusto, cosa è sbagliato? Chi è la vittima, chi è il carnefice?!”

Adam la fissò negli occhi e vide solo rabbia e dolore.

Tu non hai idea di cosa ho fatto, per cercare di capire dove fosse finito l'assassino che mi aveva infilato le dita nel cervello” mormorò vergognandosi di se stessa “non hai idea di quello che sono arrivata a chiedergli, pur di ricollocarlo nella casellina 'cattivo' un'altra volta...”

Hai presente il detto 'in amore e in guerra, è tutto concesso?' Scordatelo, è una cazzata. Ogni frase, ogni gesto, ha la sua conseguenza.”

Da vittima sono diventata carnefice. Per qualche istante, il tempo di ribaltare di nuovo i ruoli. Non dimenticherò mai la sua espressione...” con un sospiro portò le mani sulla fronte e nascose il viso “pensavo fosse disgustato... invece era solo preoccupato per me.”

Stanotte non ve ne siete stati con le mani in mano. Come è andata?”

Ci hai sentiti?” sussurrò imbarazzata.

Ti ho sentita piangere.”

Claire si adombrò e voltò lo sguardo sulla sala gremita di avventori “ho avuto un incubo... mi sono svegliata intontita, piena di rabbia, fuori di me. Mi sono chiesta lo scopo di tutto questo... e poi l'ho visto dormire con un'espressione così innocente, così fastidiosa… e mi sono detta che non era giusto... che ero io la vittima... perché dovevo stare di merda, quando lui, che non aveva fatto altro che far soffrire le persone nella sua vita, dormiva tranquillo, come se la coscienza non lo toccasse?!” esclamò con voce dolorosa “l'ho odiato... mi ha costretto a rivelare una parte di me che non conoscevo e che non volevo conoscere!”

Prima o poi sarebbe venuta fuori...”

E se non fosse mai accaduto?!”

Adam le scoccò un'occhiata perplessa “allora avresti vissuto una vita a metà, senza mai capire quel lato che ti rende quello che sei ora.”

E come sono ora?” sussurrò impaurita “dimmelo...”

Umana. Finisci il racconto” insistette cupo. “Intanto ordino il dolce.”

Non lo voglio” mormorò tormentando un'unghia “mi ha sentito piangere... si è avvicinato e mi ha abbracciato... e ho ricordato quello che mi aveva detto, molto tempo fa... lui non era così... è stato costretto dalle circostanze... mi sono sentita una stronza egoista senza cuore.” Claire lo guardò quando le toccò il braccio per attirare la sua attenzione.

Bambolina, la maschera la indossa contro il mondo. Quando ti abbraccia e ti asciuga le lacrime, quello è il suo vero io.”

Mi ha preparato la colazione...”

Visto?” esclamò alzando le mani “cosa vuoi di più?”

Di nuovo, Claire lo guardò cupa “a volte mi chiedo se non mi sono legata a lui per sopravvivere.”

E' una possibilità” ammise sovrappensiero “la femmina sceglie sempre il maschio più forte per generare la prole e difendere il nido.”

Un altro argomento che non voleva toccare tanto facilmente. Si scurì in volto e non parlò.

Ohi, mica mi sfornerete un piccolo immortale da un momento all'altro?” domandò facendola avvampare.

Ma sei scemo?!” sibilò arrossendo “quella premonizione è assurda! Hai visto 'Highlander'? Lui non poteva avere figli! Tu non ne hai avuti!”

Ti consiglio...” mormorò abbassando la voce per farla calmare “di pensarci bene prima di prendere qualsiasi decisione.”

Claire smise di parlare e lo guardò preoccupata.

Adam fece una smorfia mentre leggeva l'importo del conto “stia cercando scuse per lasciarlo, non c'è altro da dire.”

Uscirono nella notte affollata e fredda stringendosi nei cappotti. Dopo tanto parlare, Claire si sentiva finalmente svuotata da un peso che aveva portato dentro per troppo tempo.

Perchè sei venuta qui?” le domandò all'improvviso, fermandosi in mezzo alla strada. “Qual è il vero tuo scopo?”

Ho chiesto a Hiro di insegnarmi a saltare” mormorò “saltare significa viaggiare fra universi paralleli senza bisogno di esplodere.”

Adam la fissò inquieto “perché, che devi fare?”

Voglio vedere con i miei occhi se siamo davvero destinati a stare insieme” affermò tremando per uno spiffero freddo dietro il collo “ma c'è un problema.”

Questa è la cosa più stupida...”

Se salto, potrei non essere più in grado di tornare indietro” disse scossa “viaggiare nel tempo, a confronto, è una stupidaggine.”

Adam la guardò trattenendo il respiro e Claire lo fissò disperata “non dirglielo.”

Tu sei completamente pazza, ragazza!” esclamò costernato “ma non sei in grado di trasportarti!”

Oh, sì invece...” sussurrò infilando le mani nelle tasche del soprabito “ho assorbito il potere di Hiro. Il vero allenamento comincia ora.”

E se non riesci più a tornare indietro?” domandò preoccupato “Claire, non è una stronzata...”

E' un biglietto di sola andata ma non prenderò quel volo, non ora” lo rassicurò. “Prima voglio prendere a calci nel sedere quel vecchio barbogio.” Il suo sguardo si fece cupo, abbassò la testa e con un gesto affettuoso, Adam la abbracciò. Claire restò per un momento sospesa nel nulla e poi si lasciò coccolare da quel vecchio saggio che la metteva continuamente in imbarazzo.

- - -

Sei proprio sicuro che sia il posto giusto?”

Fidati, ho il GPS integrato!” ridacchiò lasciandola andare. “Nausea?”

Un pò” ammise prendendo un respiro quando un movimento catturò la sua attenzione. Gli diede una gomitata poco gentile e li indicò col dito che nascose subito sotto il braccio. Gabriel alzò un sopracciglio. Impossibile.

Prova dire 'non è come pensi, sono solo amici' e giuro, ti prendo a schiaffi” mormorò Meredith poco allegra. “Possiamo andarcene?”

No” disse muovendosi nella loro direzione “mi piace l'espressione che fanno quando compaio alle loro spalle.”

Claire lo lasciò andare con un gesto che stava a significare che era tutto a posto. L'uomo la colpì sulla spalla e la spinse verso la strada aperta. Meredith afferrò Gabriel per la giacca e lo nascose contro l'angolo posandogli una mano sulla bocca con poca grazia. Quello non era un gesto da amanti.

La tua idea è folle.”

Non siamo immortali davvero” mormorò Claire alzando gli occhi all'improvviso. “Siamo solo difficili da far fuori...”

Come dice il tuo uomo, 'è una figata'.”

E' davvero una figata?”

No, per questo ho lasciato perdere tua madre...”

Meredith sbiancò e per un attimo si irrigidì.

L'immobilità uccide...”

La gabbia uccide” la riprese sventolando un dito “ti chiedi perché non faccio la mia mossa. Beh, bimba. Ho avuto diciotto moglie e innumerevoli amanti. Le ho perse tutte. Perderei anche lei.”

Ma ne frattempo saresti felice...”

Trent'anni insieme e altri trenta di sofferenza. Non lo augurerei a nessuno. La vedrei appassire e poi morire.”

Meredith strinse le labbra e perse la presa sul suo compagno che ne stava osservando tutte le reazioni. Per la prima volta, Gabriel la vide scrollarsi di dosso la corazza dura che indossava e percepì i suoi sentimenti, restando abbagliato dalla profondità di essi. Era quasi imbarazzante penetrare così la psiche di una donna. Volse la testa altrove cercando di annullare il contatto. Si concentrò sui due e quando Meredith gli si appoggiò contro, la guardò titubante. “E' questo il motivo, vero?” domandò a bassa voce. La donna annuì e sospirò. “Sono ridotta male se mi faccio consolare da un ragazzino...” sibilò arrabbiata con se stessa.

Gabriel la guardò e non rispose a tono. Non era Claire, era una donna adulta. Non poteva scompigliarle i capelli e coccolarla come faceva con lei. Allungò lo stesso le braccia e la strinse a se, sentendola resistere per qualche secondo. Ecco da chi aveva preso, pensò quando gli si afflosciò addosso abbassando la testa. “Vuoi passare il resto della tua vita a chiederti come sarebbe stato?” le chiese osservando i due che parlavano.

Te l'hanno mai detto che sei un bravo ragazzo?”

Una volta, tanto tempo fa...” mormorò tenendola contro di se “togliti dai piedi, forza...” aprì le braccia e Meredith si staccò con un sospiro. “Stavo comoda. Avevo dimenticato quanto è piacevole stare...” si interruppe e lo guardò stringendo gli occhi “guai a te, se si viene a sapere che ho frignato” lo minacciò puntandogli un dito contro. “E ora sta zitto e lasciami origliare.”

Claire lo guardò in silenzio “è per quello che mi hai detto...”

Sei vuoi chiudere per le ragioni che mi hai detto, ripensaci. Non ce n'è una che stia in piedi.”

Gabriel restò congelato e si irrigidì e Meredith lo guardò a sua volta. L'errato pensiero iniziale di entrambi era stato cancellato da una verità che avrebbero preferito non sapere.

Sei troppo dura con lui. Guarda che non è davvero un supereroe.”

Non l'ho mai pensato.”

Allora perchè ti ostini ad etichettarlo come il cattivo della storia, quando sono gli altri, i veri mostri?”

Le aveva già sentite quelle parole. Claire lo guardò cupa, poi la sua ansia scemò e rilassò le spalle. “Hai ragione.” Alzò lo sguardo all'improvviso e fissò il vicolo nel quale erano nascosti. Si mosse verso di loro, ma quando svoltò l'angolo non c'era nessuno. Titubante restò a guardare la stradina vuota. Poi annusò l'aria. Quello era il profumo di sua madre. O forse solo una strana coincidenza, pensò guardinga.

- - -

Meredith non sapeva cosa dire. Non a lui, non quando aveva quell'espressione di incredula sofferenza. “Un dubbio viene a tutti.”

E' più di un dubbio...” rispose a bassa voce “Claire continua ad odiarmi e pensa che la stia usando per i miei scopi. L'unica volta che non ho uno scopo da perseguire.”

Te l'ha detto lei?” domandò schiacciando lo scheletro di una sigaretta morta ai suoi piedi. C'era un panorama fantastico da quel palazzo.

Gabriel annuì e fissò lo sguardo lontano. Pensava che la notte passata fosse stata sufficiente a lenire parte della sua rabbia. Lo detestava e non le sarebbe passata tanto facilmente. Lo amava e voleva stare con lui a dispetto del resto. Come poteva conciliare i due sentimenti senza impazzire? Forse doveva lasciarla andare.... forse doveva...

Ehi, smettila di pensarci!”

Gli leggeva nella mente?, pensò notando la sua espressione nervosa “non puntami addosso quei fanali, sono debole di cuore e sentimentalmente depresso, in questo momento” scherzò per deviare l'attenzione della sua tragedia personale.

Cretino” borbottò restando a guardarlo. “Fai un sacco di rumore e tutto quello che vuoi, è qualcuno che ti ami.”

Io non mi nascondo dietro un dito.”

Ma Claire è come te. Siete così simili...” sospirò e scosse la testa “... così immortali. Avete una pelle perfetta! Tutti e due!”

Pensi sia un vantaggio? Adam ha ragione. Vedremo appassire e morire tutti quello che ci circondano senza poter mai raggiungerli” mormorò serio. “Questo me lo sono meritato. Così imparo ad essere ingordo di poteri.”

Te lo dici anche da solo...”

Gabriel si voltò a guardarla, quando la sentì sogghignare. Era seduta nell'esatta posizione di Claire, la prima volta che l'aveva convocato per una riunione segreta. Arrampicata su un cornicione, con le gambe che dondolavano appena. Era inguainata in un paio di jeans così aderenti che sembravano dipinti addosso.

Che stai guardando?”

Te” rispose sincero insistendo a fissarla. “Sei una donna molto bella.”

Meredith lo fissò negli occhi e scosse la testa “è impazzito...” cantilenò balzando a terra.

Pensi che stia mentendo?” domandò ancora avvicinandosi e sbarrandole il passo. “Ci sarà mai qualcuno che crederà alle mie parole?!”

Meredith lo guardò e avvampò vicino alla sua faccia. “Ho già fatto flambè il tuo doppio...”

Smettila” sussurrò spostandole il braccio da un lato. Per lo stupore, la fiamma scomparve e la donna lo fissò incredula. “Gabe...”

Ti faccio paura?”

No” mormorò sincera “dovrei avere paura di un ragazzino col cuore a pezzi in cerca di risposte?”

La sua voce era dolce. Posò le mani sul cornicione, attorno alla vita della donna e abbassò la testa sospirando. “Già...” mormorò fra i denti. “Quello che faccio non è mai abbastanza. Oppure è sbagliato” sussurrò frustrato “voleva morire. L'abbiamo riportata in vita e si è risentita!”

Cosa ha fatto, quella scema?” domandò esterrefatta piegando la testa per guardarlo.

Hai capito bene” affermò alzando lo sguardo su di lei. Era duro e gli occhi luccicavano. “Pensavo che lasciarla sola fosse la soluzione migliore. Ma basta una parola a far crollare tutto. Non si fida di me, non l'ha mai fatto.”

Ma non verrebbe a letto con te se non...”

Brava, hai centrato il punto” sibilò frustrato “passa il tempo a detestarmi, ma non si fa scrupolo ad usarmi...” Sta zitto, gridò una voce dentro di lui. Stai parlando troppo. E con la persona sbagliata, pensò rendendosi conto di come lo guardava. Inspirò per calmarsi e il suo profumo gli riempì le narici. Quando aveva assunto quella posizione? La costringeva a piegarsi all'indietro per non stargli addosso. La guardò negli occhi e tirò indietro la testa di qualche centimetro. “Scusa...” borbottò scuotendo la testa “ho un po' di problemi, al momento.”

Meredith lo scrollò per i capelli tirandoli leggermente, come faceva con la figlia. “Capitano a tutti” concesse appoggiando la fronte contro la sua. Come faceva con Claire. Lo sentì inspirare per calmarsi e muovere il viso contro il suo. Era troppo tempo che non toccava un uomo. Le strofinò la guancia sul collo, spedendole brividi lungo la colonna vertebrale. Le sue mani si mossero da sole, la strinse a se infilando le dita fra i capelli. Aveva le labbra socchiuse, il respiro affannoso e la pelle morbida. “Profumi di buono...” sussurrò immergendo il viso fra le ciocche bionde, sollevandole il viso con delicatezza. Abbassò la testa e la baciò.













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Capitolo 8
*** War Games ***


C'era un motivo per cui era sempre scontrosa. Gli uomini i limitava a farli flambè, quando si allargavano troppo. L'unico che non era riuscito a sopraffare era stato il suo doppio, quando l'aveva aggredita dentro casa. Troppo stupita per reagire. Poi troppo impaurita. Gli ubriaconi e i molestatori sapeva affrontarli, ma non riusciva a muovere un muscolo quando la raggiravano in quel modo. Meredith assorbì il suo bacio impassibile. Sapeva riconoscere la disperazione nell'animo di un uomo, ma questo non lo avrebbe salvato da una strinata di pelo, appena si fosse staccato da lei. L'avrebbe preso a calci per tutto il tetto del palazzo! Tirò indietro il collo mentre la baciava lungo il mento e scendeva fino al seno. Il suo corpo reagì all'improvviso ordinandole di prenderlo a schiaffi. Invece restò immobile, le mani puntate sul bordo del cornicione dietro di lei. “Ok, basta... smettila!” sbottò con voce rotta spingendo contro di lui.

Sbilanciato dal gesto, Gabriel barcollò e riacquistò la lucidità. La sua espressione era indescrivibile, mentre la guardava.

Se sei triste, sbatti la testa al muro, parla con lei, stroncati di alcool ma non fare il coglione con me... e smettila di guardarmi in quel modo.”

Io non... mi dispiace” mormorò allontanandosi da lei.

Meredith lo fissò cattiva e dopo qualche minuto, scosse la testa con una smorfia. "Non fa niente" mugugnò dandogli le spalle "non è successo niente. Un momento di debolezza capita a tutti..."

"A me no" mormorò strofinando il viso con forza.

Smettila e guardati il panorama” borbottò costringendosi ad osservare la città sotto di se. “Non lo dirò a Claire, sta tranquillo. Avete già abbastanza problemi.”

Non ho paura che tu glielo dica” rispose duro “c'è qualcosa che non va in me! Io non sono così, non faccio queste cose!”

Adeguati, sei umano anche tu.”

Era così nervosa che si tratteneva dal tirarlo di sotto, pensò quando la vede dondolare una gamba istericamente. “Qual è il problema?” domandò facendole voltare appena la testa. Meredith lo fissò negli occhi con un certo disprezzo. “Non c'è problema.”

Non è vero.”

Che fastidio! “Ha ragione Claire, quando mordi l'osso non lo lasci più!” esclamò arrabbiata colpendo il cornicione con entrambe la mani “non vado a letto con un uomo da tre anni, mi stupisco di essere ancora viva e il primo che riesce ad arrivare a me, è il ragazzo di mia figlia! Due volte! Sono incazzata!”

Mi sono già scusato” mormorò restando lontano da lei “qual è il vero problema?”

Meredith girò la testa e appoggiò il mento sulle mani “il tuo doppio.”

Lo stupore fu talmente tanto che non riuscì a formulare un solo pensiero. “Cosa vuol dire 'due volte'?”

Credevi che mi avesse solo deturpato la faccia?” domandò ostile e un silenzio impaurito cadde fra loro. “Non potevo dirvelo. Non volevo che Claire lo sapesse...” sussurrò mordendosi le labbra “non è stata una bella esperienza e non volevo farvi preoccupare. E' andata, è morto, ha avuto la sua punizione” concluse drizzando la schiena. “Adesso arrivi tu, con la tua aria innocente da bambino che ha perso il giocattolo e mi fai ricordare cosa manca nella mia vita...”

Meredith...”

La donna si voltò a guardarlo e scrollò le spalle. "Tesoro, va tutto bene."

"Non va bene!"

"Te lo fai andare bene, d'accordo?" lo rimbeccò un pò seccata. “Portami a casa.”

- - -

Claire calcolò male la distanza e finì dritta contro la parete, cadendo a terra con un gemito.

Devi imparare a visualizzare esattamente il luogo, rischi di trasportarti all'interno di muro o di una persona.”

Rabbrividì al pensiero e si alzò in piedi. “Ma se non conosco il luogo, come faccio a visualizzarlo?”

Devi fidarti del tuo istinto.”

Che risposta del cavolo, pensò concentrandosi e osservando i due che le giravano intorno. Se chiudeva gli occhi continuava a 'vedere' i loro movimenti, come se qualcuno le suggerisse all'orecchio. Abbassò la testa, quando fu certa di sentire il rumore tagliente di una spada che lacerava l'aria. Alzò una mano e scaraventò Adam lontano da se. Ma non aveva calcolato Hiro alle sue spalle. Si voltò giusto in tempo per vederlo affondare e con un gemito scomparve e riapparve dietro di lui, immobilizzandolo.

Il giapponese si inchinò e tornò alla giusta distanza “ottima mossa, Portatrice.”

Claire” mormorò un po' stanca. “Possiamo fare una pausa? Non pensavo che trasportarsi succhiasse tutte queste energie...”

Saltare ti lascerà senza forze” l'avvertì rinfoderando la spada. “Avrai bisogno di una grande forza d'animo, Portatrice. Dovrai tenerti ancorata ad un pensiero per tornare a casa. Non dovrai mai dubitarne. Dovrà essere il tuo faro nella notte.”

Annuì abbassando le spalle e inchinandosi a terra per riprendere fiato. Sembrava che qualcuno le avesse risucchiato anche le scorte di emergenza. Le girava la testa e il corpo era diventato improvvisamente pesante. Ma anche così lo sentì arrivare. Fece appena in tempo a bloccare la spada che le arrivò a piena velocità contro la sua fronte. Si fermò a un centimetro e volteggiò su se stessa. Claire la guardò ad occhi sgranati e barcollò all'indietro, finendo a sedere mentre l'arma cadeva a terra con un rumore metallico. Strisciò verso la parete e appoggiò la schiena.

Non abbiamo finito” l'avvertì troneggiando su di lei “fammi vedere cosa sai fare.” Con un gesto brusco, Sylar l'afferrò per la maglia e la rimise in piedi sbattendola contro il muro. “Non abbassare la guardia” mormorò sollevandola a mezz'aria. Claire sentì il fresco del pavimento lasciare posto al calore del soffitto. Aveva lo stomaco sottosopra e la nausea non la faceva respirare. Un attimo dopo la lasciò cadere e quando fluttuò sopra la sua testa, lo vide ghignare. Era una mossa inconscia ma efficace, pensò notando solo allora il suo sguardo annebbiato. Non era arrabbiata e non era impaurita. Allungò le braccia e l'afferrò tirandola verso di se. Cedette di colpo e gli finì addosso. Non aveva neppure la forza di restare in piedi. Le alzò la testa e la guardò interrogativo. Gli rimandò uno sguardo esausto e supplichevole.

Forse è il caso di rimandare” mormorò Adam alle sue spalle “l'abbiamo torchiata troppo, stasera.”

Gabriel annuì e gli rivolse un'occhiata strana mentre la prendeva in braccio. “Penso che Meredith voglia parlarti.”

E' qui?” domandò rinfoderando la spada.

Uomo dei Cervelli. Aspetta.”

Ora lo strangolo, pensò voltandosi verso il giapponese. Il ragazzo si inchinò e lo fissò dritto negli occhi “non sapevo che tu fossi il Guardiano della Portatrice. Le mie scuse.”

Guardiano della Portatrice?, si domandò con una smorfia. “Mh... ok” disse facendo un passo laterale “ce l'ho, un nome...”

Il ragazzo lo guardò e non sapendo cosa fare, si inchinò una seconda volta.

Ahhh, lascia stare” sbottò scuotendo la testa. Era finito in una gabbia di matti. Guardiano suona meglio di babysitter, pensò adagiandola sul letto. Era come spostare un sacco di patate.

Claire lo guardò fra le ciglia e ci mise un po' a metterlo a fuoco “sei tornato...” sussurrò restando immobile.

Indovina chi è stato attaccato, qualche ora fa. Arthur aveva una spia all'Impresa. Tuo padre ha dato di matto.”

Chi era?” domandò issandosi suoi cuscini. Le restava lontano, era sulla difensiva. Ma c'era altro, dietro quell'espressione impenetrabile.

Il tuo medico. La prima impressione è sempre giusta.”

Claire lo guardò pensando che stesse scherzando, fece una smorfia e tirò indietro i capelli. “Eravate nel vicolo, avete ascoltato la nostra conversazione” disse notando che restava impassibile. Era bravissimo a mascherare i suoi sentimenti.

Quando avremo finito sparirò, potrai riprendere la vita di sempre, non mi vedrai mai più...” Il suo sguardo divenne cupo e la voce si abbassò di un tono. “Ti sei legata a me perché non potevi fare altrimenti” continuò ignorando l'espressione che aveva. “Dovevi sopravvivere in qualche modo.”

Un cavolo, non ti ho chiesto di… stare con me perché ero costretta dagli eventi!”

Quella è l'unica parte che non so spiegarmi.” Sorrise ma era un sorriso amaro. Le accarezzò il mento e la tirò verso di se. “Tu mi detesti ancora... sarà sempre così. Anche fra cento anni.”

No... non è vero, pensò magnetizzata dalla sua voce e dalla carezza lungo il viso che si interruppe quasi subito. “Ti odio perché mi hai costretto ad aprire gli occhi. Ho paura di perdermi, di diventare...”

Come me?”

Claire annuì e lo guardò “ma non per il motivo che credi tu” mormorò “sei così triste e amareggiato... io vorrei aiutarti. Non so aiutare me stessa, ma con gli altri riesce meglio.”

Un fremito di ciglia. “Anche tu non scherzi, splendore. Sei molto diversa da alcuni mesi fa...”

Invecchiando si peggiora” mormorò sorridendo un po' triste “devo solo imparare a scindere Gabriel da Sylar...”

A quelle parole, la guardò incupito “ma a te piacciono entrambi.”

Claire lo guardò e trattenne il fiato. Ecco una delle tante verità che non andavano dette ad alta voce. Annuì e abbassò la testa “sì, mi piacciono entrambi. Ma ti preferisco quando eviti...” indicò la fronte con una smorfia. “Raccontami come eri prima dell'eclissi.”

Un tipo assolutamente anonimo. Uno come tanti. Se mi avessi incontrato per strada, non ti saresti mai fermata a parlare con me” mormorò sdraiandosi sul letto con le braccia dietro la testa. “Se non ci fosse stata quella maledetta eclissi, non ti avrei mai trovata...” lasciò scivolare lo sguardo lungo il suo viso e si soffermò agli occhi. “Mi rendi una persona migliore.”

Io ti ho visto, la prima volta che sono venuta da te...” sussurrò avvicinandosi “quella mattina pioveva... ero terrorizzata, in preda al dubbio...”

Non ti avrei mai fatto del male...”

Ma non potevo saperlo” bisbigliò seguendo i suoi movimenti, mentre si rimetteva seduto e la guardava in attesa. “Mi hai preso in giro, mi ha fatto credere che avevamo...”

Volevi sentirti desiderata, volevi che ti guardassi come ti avevano guardato quegli uomini nel locale...” sussurrò accarezzandola lungo il braccio “all'improvviso non eri più la piccola Claire ubriaca che si diverte ad infrangere le regole di papà, ma una donna con delle necessità... mi hai chiesto di baciarti e io l'ho fatto. Mi hai chiesto di toccarti...” continuò vedendola avvampare e abbassare la testa “hai detto che nessuno...”

Ok, basta... me la ricordo un po', quella parte...” sbottò violacea sventolando le mani e alzando la testa quando le sollevò il mento.

Eri bellissima, indifesa... e la mattina dopo sei tornata da me. Tremavi così tanto che potevo sentire il tuo cuore battere dalla porta d'ingresso. Non potevo non prenderti in giro. Ti rilassava e rendeva tutto più facile” sorrise e Claire lo guardò timida. “Non potevo avvicinarmi, dovevi essere tu a decidere. Poi mi sei finita fra le braccia... e non potevo lasciarti scappare... eri così innocente e pura... tu non hai idea di cosa ho provato...”

Dimmelo” mormorò avvicinando incanta dalla sue parole.

Volevo corromperti, anima e corpo... volevo che fossi mia, solo mia” ansimò tirandola a se “volevo farti gridare il mio nome, volevo che mi implorassi di farti godere... c'era una parte che chiedeva 'ancora e ancora' e tutto il resto che mi lottava contro... come pensi mi sia sentito ad averti nuda nel letto?”

Non lo so...” biascicò con un filo di voce “dimmelo...”

Non cercare di entrare nella mente di un uomo, non potresti sopportarlo” mormorò nel suo orecchio insinuante, mentre la stringeva conficcandole le dita nella carne “volevi essere corrotta, da me, da chi ti aveva fatto del male... e cristo, l'avrei fatto volentieri se non mi avessi detto che eri vergine.”

Claire trattenne il respiro e non fiatò. “Ed è bastato... a fermarti?”

Non potevo farlo, avevi iniziato a fidarti. Anche se il resto del tempo eri terrorizzata da me, quello che sentivo quando mi abbracciavi, era sufficiente ad impedirmi di approfittare della tua ingenuità. Ho aspettato... il tempo non è mai stato un problema... e più aspettavo, più ti avvicinavi e ti aprivi. Mi cercavi, anche solo con lo sguardo. Non mi capitava da tempo, di sentire l'interesse di una donna. Un interesse puro, senza doppi fini. C'era una parte di te che non mi lasciava mai. Era bello... mi faceva sentire...”

Desiderato?” domandò imbarazzata “io ti volevo, volevo il ragazzo che mi sussurrava all'orecchio, che mi abbracciava quando ero triste, che mi rompeva le scatole quando si annoiava” mormorò guardandolo negli occhi “ma tu eri sempre così ambiguo... e certe volte... Gabriel spariva e restava solo Sylar... e io mi sentivo...”

... eccitata...” mormorò afferrandole i capelli alla nuca e scoprendo la gola “come adesso...”

Sì... e non sapevo fin dove potevo arrivare. Non avevo il coraggio di scoprirlo...”

Con un gesto brusco, la strinse di più “Claire, io sono entrambi. Posso essere l'uomo che ti asciuga le lacrime e l'assassino senza scrupoli” continuò abbassando la voce “sono Gabriel e sono Sylar... sarà sempre così.”

Lo so...”

Puoi accettarmi e andare avanti?”

Non lo so” confessò sentendo che la stretta si allentava. “Ti svegli mai, la notte, in preda al rimorso per quello che hai fatto?”

E' capitato...” mormorò non capendo dove voleva condurre il discorso.

E cosa hai fatto?”

All'inizio mi giravo nel letto e mi rimettevo a dormire... ma ora mi domando sempre più spesso se non c'era un altro modo. Di solito la risposta è 'sì'” concluse sciogliendo le dita dai suoi capelli.

Ho capito cosa c'è che non va in me. Non sono buona come credevo...” mormorò assente “sono arrabbiata, voglio vederli soffrire tutti, dal primo all'ultimo... e mi sento in colpa, perché non dovrei provare questi sentimenti.”

Perchè no, se hanno reso la tua vita un inferno?”

Non siamo gente normale e non abbiamo i problemi della gente normale” gli ricordò affranta “hai perso la tua anima dopo quell'eclissi... e io sto perdendo la mia, da quando Angela ha avuto la premonizione.” Il letto si inclinò da un lato e quando le abbracciò le spalle, chiuse gli occhi e si lasciò cullare. “Che diavolo faremo, quando questa storia sarà finita?”

La grande domanda, pensò guardando il vuoto. “Non pianificare la tua vita, Claire. Vivi alla giornata. Non puoi sapere quando la Nera Signora verrà a prenderti...”

... o te” rispose voltandosi con espressione divertita “me le togli di bocca, le battute...”

Confermo, se fossi rimasto un orologiaio sfigato del Queens, non mi avresti mai notato.”

Non sei sfigato” ribattè sorridendo “e sei piuttosto fico per essere un orologiaio... ehi!” esclamò quando la sdraiò sul letto con un sorriso malizioso. Lo guardò e perse la sua ilarità. “Stavamo parlan..”


Fra due giorni, io verrò trasportata qui da un'esplosione, ti porterò con me e nel mio tempo morirai!
Sono due gemelli...

Non me l'avevi detto

Non me l'avevi mai chiesto
Non fare di testa tua come al solito! E' ubriaca e indifesa, guai a te se ne approfitti!
Resta qui. Su questo angolo. Ho contato le righe, se ti muovi me ne accorgo!

Claire tornò in se con un respiro strozzato. Passò le mani sul corpo mentre Gabriel la guardava stupito. Era asciutta, al sicuro ed era più che certa di non essere incinta. Quella premonizione era confusa, non riusciva a capire bene come si collegavano tutte le scene sognate. Aveva la testa annebbiata e tremava da capo a piedi. Acqua. C'era molta acqua intorno a lei, sopra di lei. Sembrava stesse annegando. Per ora, qualcuno la stava scrollando delicatamente.

Hai avuto una visione?”

Claire annuì inghiottendo la saliva. Sono due gemelli. Inghiottì un'altra volta. Non era incinta.. ma nel futuro... Qual era lo spazio di tempo nel quale si avverava la premonizione? “Quanti figli hai detto che volevi?” domandò stentata, col viso arrossato e il fiato corto “due bastano?”

La sua espressione era tragica e comica al tempo stesso. “Direi di sì” rispose allibito “hai visto...”

Non lo so, cosa ho visto!” esclamò allarmata affrettandosi a mettere maggior distanza possibile fra loro. Gabriel la guardò interrogativo, e la sua espressione cambiò e divenne seducente. Sorrise malizioso e attese.

Scordatelo, stanotte ognuno per se!” ribattè cercando di ignorarlo. “Fare gli occhioni non mi convincerà...” Oh, al diavolo! “Sono stanca e non sono al meglio della forma... e domattina devo alzarmi presto per allenarmi con Hiro!”

E hai mal di testa. E il ciclo” concluse abbracciandola “lei hai finite?”

Le scuse? Sì...”

- - -

Ti aspettavo, Portatrice”. Hiro sollevò gli occhiali sul naso e la sua faccia da luna piena restò immutata. Prendeva il suo impegno sul serio, pensò arrotolando le maniche e sedendo di fronte a lui. Erano le sei dei mattino. Sbadigliò e chiese scusa. “Non ho dormito molto...”

Il male non dorme mai.”

Dorme, dorme, pensò ironica stirando la schiena. A quell'ora infame, anche il vecchio barbogio che voleva disossarla, era ancora immerso nel mondo dei sogni. “Quante sono le possibilità che possa perdermi nel Multiverso?”

Infinite.”

Perfetto” disse sospirando “cominciamo...”

- - -

Hai ascoltato le mie ragioni, voglio sapere la tua risposta” mormorò fermandosi ai piedi di un albero. In quel gigantesco parco che circondava la dimora di Nakamura, c'era spazio per tutto. Anche per un laghetto con i pesci. Meredith lo guardò incerta “non ho una relazione con un uomo da troppo tempo..”

Mai avuta una” scherzò strappandole un sorriso.

Senti...” borbottò fermandosi davanti a lui “eliminiamo le tragedie e concentriamoci su un unico punto.”

E' quello che dico sempre anche io” ridacchiò con le mani dietro la schiena.

Invecchierò e tu resterai per sempre giovane.”

E' vero.”

Un marito giovane fa scena, ai pranzi con le amiche. Sai come si dice, la carne fresca è la migliore...”

Concordo” disse avvicinandosi “ma potrebbe finire per mille altre cause. Non solo naturali.”

Meredith annuì suo malgrado e si strinse nel cappotto “sto congelando... perché restiamo fuori?”

C'è un panorama magnifico” disse stendendo il braccio “scommetto che il tuo santone ti tubava nelle orecchie romanticherie di ogni genere...”

Non tubava particolarmente” scherzò “la maggior parte del tempo non ascoltavo...”

Adam la guardò sorpreso.

Avevo bisogno di stare sola” confessò prendendolo sotto braccio “andiamo dentro.” Con passo incerto, la seguì e quando chiusero l'enorme porta finestra il caldo dell'abitazione li stordì. “Perchè Claire è venuta qui?” domandò d'un tratto “non mi dice più nulla, anche Noah cade delle nuvole e non conosce l'esatta ubicazione della figlia. Claire ha pagato il volo in contanti, in modo che l'estratto conto della carta di credito non riportasse ne la compagnia, ne il luogo prescelto. Non è mai stata così... pianificatrice!”

Allenamento” disse guardingo “e nessuna interferenza esterna.”

E tu perché sei qui?”

Faccio parte del programma addestramento ex cheerleaders” scherzò senza convincerla. Meredith lo fissò di traverso “cosa mi nascondi?”

Niente” disse tranquillo “se vuoi sapere cosa è in grado di fare, resta da queste parti...”

Mh...” bofonchiò colpevole. “Se ha bisogno di isolarsi, preferisco togliermi dai piedi.”

Non mi hai risposto.”

La donna sollevò gli occhi al cielo e sbuffò “ok ok. Basta che la finisci!”

Fortuna che tua figlia non ha preso da te” borbottò a bassa voce “nel medioevo, le donne le frustavano...”

Puoi sempre provarci” ridacchiò fiammeggiando dal palmo delle mani.

E le streghe le bruciavano! Non c'è bisogno di fare la spaccona” esclamò avvicinandosi a lei “metti via i fiammiferi, non ho intenzione di scottarmi, bimba.”

Meredith sorrise ficcò le mani in tasca. “Si può avere un caffè o devo accontentarmi di una colazione giapponese?”

Accomodati, la cucina è di la.”

Lo sapevo” sospirò passandogli davanti e facendo un saltino quando le sferrò una pacca sul sedere “non ti allargare troppo, ragazzino” sibilò tornando indietro “non ho ancora deciso che puoi prenderti tali lib...” Meredith s'interruppe quando sentì un frastuono assordante provenire dalla sala in cui facevano allenamento. Spalancò la porta, ma fu scansata brutalmente da una seminuda massa corporea maggiore delle sua.

Toglila, toglila!”

Gabriel la guardò sudando freddo. Qualsiasi cosa stessero facendo, avevano divelto la rastrelliera delle spade e Claire ci era finita dritta sopra, trapassandosi da parte a parte. Cosa ancora più strana, era bagnata dalla testa ai piedi.

Il dolore era lacerante e le toglieva il fiato, non riusciva a piangere e aveva smesso di gridare.

Tienila” disse ad Adam che osservava la scena raggelato. Girò lo sguardo su Hiro che era rimasto a sua volta sconvolto. “Come è successo?!”

Ho calcolato male le distanze” disse freddo “le avevo detto...”

Tu hai fatto anche troppo!”

Claire urlò pensando che sarebbe impazzita dal dolore, quando sentì distintamente la lama uscirle dalle carni con una violenza inaudita che le mozzò il fiato. Un attimo dopo svenne sul pavimento insanguinato e zuppo d'acqua.

Le hai insegnato a trasportarsi, vero?” la voce di Gray era una stilettata dura alle orecchie. “Per quello era esausta!”

Il ragazzo annuì e sollevò gli occhiali sul naso. Gabriel pensò che più di tanto non poteva arrabbiarsi con lui. Le sue lezioni erano state molto più distruttive.

Acqua di mare” mormorò Adam leccando la goccia che aveva raccolto col dito dalla guancia di Claire. “Questa non la capisco...”

Come Guardiano delle Portatrice, ti ordino di dirmi cosa sta succedendo!” esclamò pensando che così avrebbe avuto una risposta sincera e diretta. Non importava che fosse in boxer e maglietta, era il tono che contava!

Hiro lo fissò compito “sono legato da un giuramento lealtà e segretezza...”

Un mugolio di dolore da parte di Adam che lo guardò di traverso “nessuno ti sta chiedendo di rompere il patto, ma certe volte dobbiamo passare sopra...”

Ho dato la mia parola” esclamò duro “sono vincolato.”

E' vincolato” sussurrò Sylar con un mezzo sorrisetto, volgendo lo sguardo su Adam “eh!” Afferrò Hiro alla gola e lo tirò a se “posso sempre aprirti la testa e frugare fra i ricordi!”

Fe... fermo...”

Meredith si chinò sulla figlia. Era guarita, ma era scossa, come se avesse subito un brutto trauma psicologico. “Come ti senti, tesoro?”

Bagnata... e non è un battuta a doppio senso...” ridacchiò un po' fuori di se “comincio a dire stronzate come Adam...” sghignazzò e per un lungo istante pensarono che avesse perso la ragione. “Aiutami...”

Meredith la rimise in piedi e lo sguardo della ragazza si fissò sulla mano che teneva stretta la gola del giapponese “lascialo...”

Gabriel lo lasciò all'istante ma la guardò seccato. “Ricominciamo con i segreti? Che hai in mente, splendore?”

Per adesso, una doccia calda.”

C'era una discrepanza fra gli occhi e la voce. La osservò cercando di captarla nuovamente ma si arrese. “Va bene, fa come ti pare” sbottò allontanandosi da lei.

Claire si afflosciò a terra e ansimò cercando Hiro con lo sguardo “non so cosa hai visto... ma non morirà di solitudine” disse a bassa voce mentre il giapponese s'inchinava su di lei.

Non ho mai previsto la sua morte” rivelò con un sorrisetto “l'ho ingannato.”

Verrà privato dei suoi poteri e sarà ucciso” continuò “è ufficialmente estromesso dai WarGames” disse facendo forza sulle gambe. “Affilate le spade, stiamo per fare una visitina ad Arthur.”

E come pensi di scovarlo?!” Meredith la voltò verso di se con un gesto brusco “ non gettarti in pasto al nemico perché sei sconvolta!”

Non sono mai stata così lucida prima d'ora.”

Adam le guardò distrattamente. Era preso dalla contemplazione della spada. Estrasse la propria e la studiò. Erano perfettamente identiche. “Ehi, bambolina...”

Claire lo guardò e per un istante Adam vide qualcosa passare fra i lineamenti. “Scommetto la testa che questa proviene dal mio fodero...”

Annuì ed evitò ostinatamente l'occhiata allibita di Meredith.

Con una smorfia, Adam la lasciò cadere a terra “quando giunge la propria ora, c'è poco da fare” disse sfoderando un sorriso divertito alla donna che era impallidita “sembra che la nostra relazione finirà per cause naturali, amore mio. Prima di quanto tu creda.”

- - -

Essere ucciso non è una causa naturale!” esclamò arrabbiata andandogli dietro.

Come no!” ribattè divertito “ho vissuto anche troppo e francamente, mi sono rotto le scatole di essere sempre solo” mormorò voltando su se stesso “è ora di darci un taglio” ribattè indicando la gola “se devo morire, lo farò per una giusta causa.”

Non mi interessano queste stronzate da samurai!” gridò alzando la voce “non puoi lasciarmi adesso!”

Adam la guardò aggrottando la fronte e scosse la testa, voltando le spalle “egoista come tutte le donne...”

Sto parlando con...” Meredith lo afferrò per il braccio, ma fu troppo veloce e dopo un istante si ritrovò ad osservarlo molto da vicino “... te” concluse chiudendo a bocca.

Non è la morte a spaventarmi, amore mio” sussurrò sorridendo “è l'eternità. La grigia eternità senza nessuno con cui condividerla” la lasciò andare continuando a sorridere “andiamo, ti mostro le bellezze di Tokyo...”

Non me ne frega niente delle bellezze di To...”

Mamma.”

Meredith la guardò un po' seccata “scusa tesoro, non è..”

Claire l'afferrò per il polso e un momento dopo si ritrovarono in una cella del Settore Cinque. “Scusami, ma non puoi venire con noi” mormorò allontanandosi “non dopo quello che ho visto.”

Scomparve e Meredith si ritrovò a battere contro il vetro esterno. “Fatemi uscire di qui!”

- - -

Claire si avvicinò al laboratorio di Suresh e bussò discretamente. Era l'ultima persona che si permetteva di sorprendere, mentre lavorava con provette e chissà che altra diavoleria.

Ehi!” esclamò facendole segno di entrare “non ti vedo da un po'!”

Già” mormorò tenendo le mani in tasca “ho bisogno di alcun fiale di inibitore super concentrato” disse captando una sua occhiata inquieta “un bel po', a dire la verità.” Il suo sguardo limpido era difficile da sostenere e per qualche oscuro motivo si sentì in colpa.

Senza chiedere alcuna spiegazione, l'uomo le porse un contenitore medico. Claire l'apri e vide le fialette all'interno. “Mi serve anche una siringa. E un anestetico da elefanti” disse pacata “la cella di Sylar è ancora tarata sui livelli psichici dell'ex proprietario?”

Mohinder annuì ancora senza dire una parola.

Bene. Stai per ospitare qualcuno.”






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Capitolo 9
*** Freaks ***


Ciao a tutti! Come vedete gli aggiornamenti sono rapidi. Finalmente la storia è conclusa e posso postarla velocemente. Ringrazio tutti coloro che hanno seguito e commentato. Uff, non pensavo fosse 'sta faticaccia...

Ho già idee per la prossima storia (ho buttato giù qualche capitolo) che riguarderà - in parte - alcune vecchie conoscenze ma non sarà inserita nella serie di Heroes. Un Noir ambientato nel futuro con un personaggio particolarissimo e schizzato! Mi aspetto grandi cose da voi! =) Un bacione e buona lettura



Signore, c'è un ospite inatteso nella cella numero tre del Settore Cinque!”

Il tecnico indicò la telecamera di sorveglianza e Noah si piegò buffamente verso di essa. Meredith? “Fammi vedere la registrazione.” Spalancò gli occhi quando vide apparire e svanire la figlia e lasciò quasi cadere a terra i fogli che aveva in mano. “Sbaglio o il nostro concetto di sicurezza lascia un po' a desiderare?” domandò a bassa voce mentre pensava velocemente. “Ci penso io, ma bisogna fare qualcosa per questi maledetti trasportatori!” Marciò nel corridoio fino alle celle e quando Meredith lo vide, saltò in piedi. “Fammi uscire di qui! Tua figlia ha perso la testa!”

Avete litigato?”

A meno che Gray non abbia aperto la sua boccaccia un'altra volta, non c'è alcun motivo per rinchiudermi qui!”

Il che vuol dire?”

Meredith sventolò una mano sorvolando l'argomento “Claire ha imparato a viaggiare nel tempo ed è tornata indietro con una spada conficcata nel fegato! Ha visto qualcosa, ha previsto la morte di Adam...” d'un tratto si bloccò e smise di gridare “e forse anche la mia...”

Noah strinse le palpebre dietro gli occhiali di corno “dov'è Gray?”

Non ne ho la più pallida idea” mormorò sudando freddo “fammi uscire!”

Mettiti comoda. Ti faccio avere qualche rivista...” disse fingendo di non sentirla. Uscì sul corridoio con passo veloce e tornò in ufficio.

Claire alzò la testa colta sul fatto, quando la porta si aprì e suo padre la guardò sorpreso. “Cosa stai...” abbassò lo sguardo su quello che aveva in mano e si incupì “che sta succedendo? A cosa ti servono quei cicalini?”

Le ricetrasmittenti satellitari sono difficili da occultare” si giustificò infilandoli in tasca e chiudendo la zip. “Dov'è il guaritore, dove l'avete nascosto?”

E' al sicuro.” Noah incrociò le braccia e assunse quell'aria fastidiosa che Claire detestava. Stava per mettersi a fare il padre. “Ok, lo scopro da me.”

Dove sei stata e quando sei tornata?” la interrogò serio “perchè ti sei messa a viaggiare nel tempo?”

Ho una maledizione che mi pende sulla testa, voglio sapere come chiamerò i futuri figli” scherzò un po' agitata “dio mio... quando ci penso mi viene la nausea...”

Meglio, non mi piacerebbe avere Gray come genero” borbottò perdendo la sua posa da padre.

Figurati quanto mi piacerebbe averti sempre fra i piedi...” borbottò una voce sarcastica alle loro spalle. Teneva in mano il fascicolo stilato dai profiler e alzava le sopracciglia perplesso. “Non è vero... non mi piace... è completamente falso... ma chi ha scritto questa roba? Posso fare le correzioni?” domandò con una penna in mano. Si appoggiò alla scrivania dell'uomo e Claire lo guardò. Abbassò il foglio e la fissò a sua volta in attesa di spiegazioni.

Perfetto, pensò guardando i due uomini “mi avete accerchiata...” ficcò la mano in tasca come se fosse un gesto casuale e sentì uno sguardo cupo su di lei “Meredith è in pericolo di vita...”

Gabriel continuava a guardarla e ogni tanto saettava lo sguardo sulle sue mani. “E anche Adam...”

Capita” borbottò posando i fascicoli sulla scrivania e appoggiando i palmi al bordo “cosa vorresti fare da sola?”

Assolutamente niente” mormorò avvicinandosi e continuando a guardarlo negli occhi “ma tu sei stato estromesso dai WarGames. Hai avuto la pagliuzza più corta, mi dispiace..”

Vuoi farti disossare dal vecchio senza di me?”

Esatto!” esclamò colpendolo all'improvviso con la siringa. Non fece in tempo ad afferrarle il braccio. Era diventata veloce!, pensò sentendo le gambe piegarsi e la nausea sopraffarlo. Qualunque cosa gli avesse iniettato, lo mandò disteso nel giro di trenta secondi. Claire lo trattenne e lo lasciò scivolare delicatamente a terra. “Non posso permettere che tu muoia” disse a bassa voce “scusami, amore mio.”

- - -

Gabriel aprì un occhio e grugnì di disappunto. Le aveva insegnato troppo bene. Allora mi ascoltava quando pensavo di parlare al vuoto. Si rizzò a sedere con la testa che girava per l'anestetico ancora in circolo e quando vide Meredith poco lontano da se, si scambiarono un'occhiata allibita.

Siamo senza poteri” gli fece notare indicando l'aerazione che liberava inibitore gassoso nell'aria.

Un rumore di tacchi e Claire superò la porta guardandoli a turno.

Gabriel la fissò senza parlare. Si limitò a guardarla. La posa parlava da sola: quando sarebbe uscito da lì, i pilastri della terra avrebbero tremato. Superò la cella tenendogli gli occhi incollati addosso e si diresse dalla madre che non aveva un'espressione felice “scusami” mormorò un po' in colpa “non ho potuto fare altrimenti.”

La donna annuì poco convinta e si tenne a distanza “cerca di non farti ammazzare e sta attenta a quello scimunito.”

Certo” sorrise stentata. Se sopravvivo. Lo guardò appena quando gli passò davanti velocemente.

Pensi che questa gabbia per pulcini mi fermerà? Hai pensato bene ai pro e i contro? I tuoi piani fanno sempre acqua da tutte le parti.”

Ti ho iniettato l'inibitore super concentrato oltre all'anestetico” disse un po' in colpa “e sei rinchiuso nella cella di Sylar. Se non è uscito lui, non uscirai neppure tu.”

Non sfidarmi, splendore” sibilò appiccicando quasi la faccia al vetro “se vai a farti ammazzare, voglio godermela tutta!”

Suresh ha detto che il tuo doppio era molto più forte di te” insistette ignorandolo con difficoltà per come la guardava “sei inoffensivo, non ti fa infuriare?”

Gabriel la fissò senza parlare e poi fece una smorfia “non verrò al tuo secondo funerale.”

Non penso resterà qualcosa di me da seppellire” disse con voce tirata. Una scrollata di spalle e Claire sorrise baciando la parete separatrice e lasciandovi una traccia di rossetto sopra “sai una cosa? Sai un po' di vetro” lo prese in giro alzando una mano in cenno di saluto.

Stronza!”

Claire si chiuse la porta alle spalle e dovette fare uno sforzo per non tornare indietro a tirarlo fuori di lì. Meglio incazzato che polverizzato.

- - -

Nathan la vide apparire nel suo ufficio e trasalì con un gemito strozzato. “Diosanto, non farlo più!” Un tremito di ciglia, poi guardò i due con lei. Nakamura lo conosceva... e quello biondo l'aveva già visto. “Che sta succedendo?”

Tua figlia rediviva si è appena trasportata nel tuo ufficio e sai dire solo 'che sta succedendo'?” lo prese in giro un po' ironica “ma sei davvero mio padre?” scherzò abbracciandolo. Era come abbracciare una sequoia “sei un po' ingrassato...” disse a bassa voce. Le vennero in mentre tre o quattro battute degne di Sylar ma le tenne per se. “Puoi prestarmi il tuo potere?”

Cosa?!”

Con un sospiro, Claire alzò gli occhi al cielo “hai capito benissimo. Ma quante puntate hai perso?” domandò concentrandosi su di lui.

Una linea di dolore lo percorse dalla fronte al naso e Nathan si toccò la testa con una smorfia infastidita. “Tutte... quando hai imparato a farlo?”

Ad andare con lo zoppo...” sospirò sollevandosi in volo di qualche centimetro. Tornò seria quando lo vide restare a bocca aperta “so fare un sacco di cose, ma rischio di distruggere l'ufficio” l'avvisò. “Ehi, vuoi sapere chi ha fatto sesso su quella scrivania in tua assenza?” domandò d'un tratto sorridendo divertita “stai per avere un infarto?”

L'ho avuto al tuo funerale” mormorò toccandola sulle spalle per assicurarsi che fosse viva “insieme ad un ictus quando ho visto Sylar piangere disperato sulla tua bara.”

Se ne sta pentendo, in questo momento. Dio, non farmici pensare...” sospirò alzando gli occhi al cielo. “Sarà un bagno di sangue quando uscirà da lì...”

Che gli hai fatto?” La voce di Adam risuonò divertita fra le mura dell'ufficio governativo.

L'ho rinchiuso in una cella del settore cinque privo di poteri” mormorò mordendosi un labbro “non posso lasciarlo morire!”

Ma chi l'ammazza quello...” borbottò sbracandosi su una poltrona. Cominciò a ridere divertito e Nathan lo fissò interrogativo “tu chi sei?”

L'ex amante di tua madre” rispose secco “ahh... lascia stare, roba antica...”

Claire gli sventolò una mano davanti per attirare la sua attenzione “ignoralo, sporca ma non da fastidio. Adam è immortale e sembra che tantissimo tempo fa, uscisse con Angela...”

Prima che tuo padre mi desse la caccia per farmi la pelle!”

L'uomo li guardò a turno, sempre più incredulo. Si soffermò sulla figlia che attendeva con aria divertita. “Da capo. Prima devi spiegarmi perché un assassino efferato viene al tuo funerale e abbraccia tua madre.”

Ha carenze affettive” rispose allegra di fronte alla sua faccia esterrefatta “tranquillo, non lo porto alle cene di famiglia. Non sopporta Angela” scherzò quando lo vide impallidire. “Dove posso trovare Arthur?”

Nella tomba di famiglia, per quando ne so... sto cercando di assorbire tutte queste novità. Ho bisogno di un attimo...” mormorò spostando lo sguardo sui due samurai “la tua non è una visita di cortesia.”

Potrebbe diventarlo se inviti tua figlia a pranzo. Il teletrasporto toglie un mucchio di energie e devo essere in forma” disse prendendolo sottobraccio “hai un branco di stagisti, scaricagli un po' di lavoro sulle spalle” ridacchiò perfida.

Quando toccherà a te, signorina, capirai cosa vuol dire...” la rimbeccò infilando la giacca e conducendola fuori della stanza.

Claire si guardò attorno mentre sfilava col padre fra i business man in giacca e cravatta. Un tremito e si fermò scrutando l'ambiente. Un omino qualsiasi che faceva il suo lavoro e cercava senza successo di attirare l'attenzione di una bionda. Spostò lo sguardo su un altra persona e sorrise cattiva. “Quei due in fondo a sinistra, lavorano per te?”

Il padre annuì e Claire sorrise “li conosco. Sono spie di Arthur. L'omino insignificante che volteggia attorno alla biondona, ha provocato il disastro sul ponte di Brooklyn, due mesi fa e l'altro... è l'Uomo Nero” sospirò scroccando le dita “mi ha costretto a dormire con la luce accesa per mesi!”

L'Uomo Nero?”

Quello che esce dal buio e spaventa i bambini.”

Non sei più una bambina.”

Puoi scommetterci quello che vuoi” mormorò andandogli dritta incontro.

Dove vai?” le sussurrò andandole dietro “non puoi usare i tuoi poteri qui!”

Voglio solo farmi vedere” disse con un luccichio negli occhi “voglio mandare un messaggio ad Arthur.”

Claire oltrepassò la folla che si muoveva lenta fra le scrivanie, puntò verso i due, si fermò avanti a loro e sorrise. L'Uomo Nero la guardò impassibile e Claire sostenne il suo sguardo con un sorrisetto fastidioso che raramente Nathan le aveva visto. Poi anche l'omino spostò l'attenzione su di lei e una certa sorpresa passò fra i lineamenti.

Dite a quel vecchio barbogio che non sono morta. Se vuole il catalizzatore, si presenti di persona.”

- - -

Quella traccia di rossetto spiccava sul vetro e lo costringeva a guardarla. Era quasi ammirato per il modo in cui l'aveva fregato. Ehh, pensò divertito sdraiandosi sulla brandina con le braccia dietro la testa, sono uno stronzo sentimentale.

Gabe!”

Che vuoi?” domandò a bassa voce ”sto dormendo.”

Meredith sorrise suo malgrado “come fai a non perdere il buonumore?”

Chi ti ha detto che sono di buonumore?” domandò ad occhi chiusi “a che ora passa il rancio?”

Continui a scherzare” gli fece notare vagando per la cella. Da quell'angolazione riusciva a vederlo a malapena. “Siediti, devo dirti una cosa non molto piacevole...”

Spara.”

Claire ha viaggiato nel futuro...” disse facendogli aprire un occhio “ha detto che verrai privato dei poteri e ucciso.”

Tzè, come se fosse possibile” ridacchiò con poca voce. Alzò un sopracciglio e guardò la traccia di rossetto. Si rimise seduto, inquieto. Doveva uscire da li. Doveva solo aspettare che l'inibitore liquido cessasse il suo effetto e poi sarebbe... un lampo alla sua sinistra e il camice bianco di Suresh sventolò davanti alla porta della cella. Sbloccò la serratura a combinazione e fece la stessa cosa con Meredith che lo guardò sorpresa. “Prendete questi” mormorò veloce “è l'antidoto all'inibitore. Ci ho lavorato giorno e notte quando Claire è stata ferita.”

La cavalleria arriva sempre in ritardo” scherzò iniettando il composto. “Tempo di azione?”

Quasi immediato” disse frettoloso “Claire si trova negli uffici governativi di Nathan.”

E tu come fai a saperlo?”

Noah le ha attaccato una pulce addosso.”

Che papà premuroso” ridacchiò scaricando un po' di elettricità fra le dita “vabbè, ci si vede!”

Dove vai?!” esclamò Meredith stupita.

Tu non vieni.”

So difendermi” ribattè fiammeggiandogli vicino ai vestiti “per aiutare Claire questo e altro!”

Tu. Non. Vieni!”

Prova ad impedirmelo, ragazzino!”

- - -

Angela se li ritrovò davanti e per un momento chiuse gli occhi, pregando fra i denti. Li lasciò entrare aspettando la tempesta abbattersi sulle sua chioma perfettamente pettinata.

Questa volta sei andata oltre i limiti, mamma” mormorò arrabbiato con Claire alla sua destra che la fissava. Era dura sopportare quello sguardo, pensò tornando a rivolgersi al figlio.

Come stai, vecchia gallina?!”

Mio dio...” Angela sospirò palesemente “perchè sei qui?”

Per aiutare queste chiappette d'oro a fare a fettine tuo marito!” esclamò Adam divertito quando Nathan lo abbrancò per la spalla e lo portò a pochi centimetri dalla sua faccia “attento a come parli di mia figlia...”

La voce di Claire risuonò di punto in bianco facendoli voltare dalla sua parte. “Gli hai fatto credere che fossi morta! L'hai usato per arrivare ad Arthur!” gridò in direzione di Angela.

Sì e lo rifarei se dovesse servire a proteggerti!” esclamò un po' rossa sentendo che perdeva la stima della sua famiglia. “Dovresti ringraziarmi, signorina. Se non fosse stato per me, non avresti mai capito cosa provavi per...”

Dovrei ringraziarti per aver reso la mia vita un inferno?” gridò interrompendola “dovrei ringraziarti per avermi dato in pasto ad un assassino?”

Non fare la vittima. È passata molta acqua sotto i ponti da allora” mormorò guardandola fissa negli occhi “non è vero?”

Nathan la fissò sulle spine. Aveva capito vagamente che centrava Sylar in tutto quello, ma non collegava i tasselli. “Claire...”

La ragazza lo guardò nervosa e prima ancora che riuscisse ad aprire bocca, Angela rispose per lei. “Tua figlia ha una relazione con Gray. Non te l'ha detto?”

L'uomo la guardò un po' sconvolto, non riuscendo a somatizzare la notizia. “Ma sei...”

Una bambina?” concluse amara guardando la donna “non ero una bambina quando ha avuto la premonizione e mi ha gettato fra le sue braccia!”

E' la seconda volta che sento questa parola. Mamma, cosa hai visto?”

Claire alzò le mani e lo fermò “c'è un problema urgente da affrontare! Voglio sapere dove trovare Arthur per chiudere questa faccenda una volta per tutte!”

Non ho potere sulle premonizioni. A quanto pare, tua figlia è destinata a stare con quell'uomo” disse ostinata vedendo la ragazza avvampare di rabbia e imbarazzo. “E da come vanno le cose, farò in tempo a diventare bisnonna prima di morire.”

Claire avrebbe voluto che a terra si aprisse e la divorasse, quando si sentì gli occhi del padre addosso.

Claire... esci con quel tipo e sono l'ultimo a saperlo?”

Non è che usciamo...” sussurrò imbarazzata muovendosi a disagio “noi...”

Scopiamo e basta” rispose una voce profonda e divertita alle spalle di Nathan che trasalì “mi hai fatto prendere un infarto!”

Magari” sospirò alzando una mano in cenno di saluto. Si concentrò sulla ragazza, era il ritratto dello stupore.

Come hai fatto ad uscire?” gli domandò sorpresa e arrabbiata “anzi, chi ti ha fatto uscire?!”

Sono pieno di risorse” rispose quando fu distratto da un corpo massiccio che lo afferrò per i vestiti. “Cos'è questa storia che esci con mia figlia?”

Uscire è una parola grossa” ridacchiò divertito “non siamo intimi fino a quel punto!”

Ma Nathan non aveva alcuna voglia di scherzare “non mi piaci tu e non mi piace vederti ronzare attorno a mia figlia...” sibilò cambiando espressione quando lo vide incattivirsi.

Claire si avvicinò ancora a disagio “papà, è vero... smettila, dai. Lascialo...”

Come sarebbe a dire?” aveva i sudori freddi lungo la schiena “ma...”

E' troppo lunga da spiegare” esclamò imbarazzata “ti farò lo schemino appena avremo finito.”

E parla come te!” ribattè allibito “cosa le hai fatto?!”

E ti pareva, pensò sbuffando “l'ho portata nel mio antro e l'ho sedotta con la collezione di cervelli sotto formalina!”

Claire strangolò un risolino e abbassò la testa.

E mi ha fatto anche i complimenti per la tecnica!”

Le spalle le sobbalzavano dalle risate.

Credi di essere spiritoso?!”

Gabriel scrollò le spalle e lo fissò “è sempre un piacere prenderti per il culo...” ridacchiò battendogli una mano sulla spalla e scansandolo con un colpetto. “Allora, splendore! Cos'è sta storia che morirò?”

Claire smise di ridere e si fece tremendamente seria “te l'ha detto Meredith?”

Eggià” rispose incrociando le braccia. “Sei riuscita a fregarmi. Non ci riesce mai nessuno.”

Posso morire felice, allora” mormorò guardandolo. Aveva bisogno di un abbraccio. “Brucia?”

Le mie lezioni non sono state vane” rispose solamente “quindi ascoltavi, quando pensavo di gettare parole al vento.”

Ricordo ogni singolo momento passato vicino a te! Le tue lezioni si svolgevano sempre in un clima di terrore!” ribattè con le mani sui fianchi “grattacieli, recinzioni elettrificate... devo continuare?”

Tzè!” soffiò con un sorrisetto che Claire avrebbe cancellato volentieri eliminato a suon di schiaffoni. Si avvicinò fino ad arrivargli sui piedi. “Se finisci polverizzato, non prendertela con me...” sibilò spingendolo su un braccio.

Non arriverà neanche a toccarmi.”

Speriamo sia così” disse sventolandogli un dito in faccia. Le afferrò la mano e le torse il braccio dietro la schiena costringendola ad abbracciarlo. “Non sottovalutarmi, splendore...”

Claire si inclinò appena e lo guardò negli occhi. “Vedi di restare in vita...”

Gabriel la guardò con un sorrisetto fastidioso, infilò la mano fra i capelli tirandola verso di se. Per un istante, prima che la baciasse, Claire pensò che dopo quella scena avrebbe avuto un padre in meno a renderle l'esistenza fastidiosa. Poi si perse nel suo abbraccio e lo ricambiò con un'intensità che lo fece tremare.

Serve un'ambulanza, presto!” La voce scherzosa di Adam confermò la sua impressione iniziale. Si voltarono a guardarlo ancora abbracciati. Era bianco da morire. E Angela li guardava sbattendo le palpebre, compiaciuta. “Che ti avevo detto?” disse con voce morbida ed insinuate.

Con un moto di rabbia, Claire lo lasciò andare e le sputò in faccia tutto il suo disprezzo. “Tu sei l'unica che non dovrebbe giudicare gli altri! Cosa ne penserebbe tuo figlio se sapesse come hai giocato con noi? Cosa direbbe di sua madre che non si è fatta scrupolo alcuno, a lasciarmi vivere con un uomo che la prima volta che mi ha visto ha provato ad uccidermi?”

Nathan spostò lo sguardo dalla figlia alla madre, poi direttamente su Gray che la ascoltava con aria impenetrabile.

Hai fatto un piccolo errore” continuò stringendo le palpebre “non hai calcolato tutte le eventualità.”

Ho fatto solo quello...”

Non hai calcolato lui” disse indicandolo alle sue spalle “e se non fosse stato una brava persona?” la spronò avvicinandosi “se non avesse avuto un'anima e un cuore, cosa ne sarebbe stato di me?!”

Un'anima e un cuore!” esclamò drammatica “non attribuiamo qualità inesistenti al demone incarnato! Stai dimenticando il suo passato!” insistette alzando la voce.

No, ricordo perfettamente ogni singola e dannata virgola del passato!” esclamò arrabbiata “ma lui non ha mai giocato con i miei sentimenti e mi ha sempre detto la verità, anche quando era insopportabile! E' sicuramente migliore della donna che ha mentito ai suoi figli sulla morte del padre!”

Il ceffone di Angela arrivò forte e le fece voltare la testa. Claire girò il collo, un po' stupita, poi la fissò negli occhi.

Mamma, stai perdendo la ragione?”

Lascia stare, papà” mormorò risistemando i capelli “non mi aspettavo una reazione migliore.”

Abbassa il tono, nipote” la rimproverò perdendo terreno “quello che faccio è per il tuo bene!”

Tu non hai idea di cosa voglia dire, volere bene alle persone” rispose amara. Spostò lo sguardo su Nathan e si costrinse a sorridere, ma le uscì solo una smorfia.

Gabriel la vide attraversare vari stadi fino ad arrivare all'amarezza piena e alla disillusione. Claire inclinò la testa e sorrise, ma era un sorriso strano, che nessuno le aveva mai visto. Nathan sentì un brivido percorrerlo da capo a piedi. Poi Angela cominciò a gridare di dolore e una linea rossa si delineò lungo la fronte.

Gabriel la afferrò al volo, costringendola a smettere. “No” mormorò voltandola contro di se. Non lo ascoltava, persa nel suo mondo fatto di dolore. “Ehi!” esclamò catturando la sua attenzione “guardami.”

Obbedì, rassegnata o per pura reazione meccanica. Quello che provava lo sommergeva, lasciandolo senza respiro. Una volta non era così difficile scindere le sensazioni dentro di lei. Ora si accatastavano e si sommavano e avevano una profondità nuova, difficile da sopportare. Allentò la presa per qualche secondo, mentre la fissava. “Non ne vale la pena, non sporcarti le mani” mormorò infine non trovando le parole.

Claire lo ascoltò frastornata dalla rabbia. Aveva una gran voglia di piangere. Annuì con ferocia, ma il modo in cui si aggrappava ai suoi vestiti gli fece capire che era stata ferita troppo a fondo, perché bastassero due parole a consolarla.

L'hai fatta diventare un mostro come te!” esclamò Angela alterata e impaurita.

Mamma, adesso basta! Hai trasceso i limiti!”

Claire sussultò ascoltando quelle parole e si morse le labbra a sangue abbassando la testa. Gabriel la guardò inquieto aspettandosi un'esplosione di lacrime, invece lo lasciò e si voltò verso la donna “Se non fosse stato per lui, a quest'ora saresti morta” mormorò con voce rotta “il circo dei mostri toglie le tende. Dimmi dove possiamo trovare Arthur e non ci vedrai mai più.”

Se sapessi dove si trova, avrei già fatto la mia mossa. E' il presidente fantasma di una società di Biotecnologie.”

La conosco” mormorò Nathan fa se “so dov'è.”

Claire lo guardò di sottecchi “indirizzo?”

Non potete andare lì da soli” affermò duro “è pericoloso.... ah!” esclamò toccandosi la testa “cosa...”

Ho l'indirizzo” mormorò Gray con un sorrisetto stentato. L'aria era irrespirabile.

Non lasciarti toccare. E' in grado di assorbire i poteri” borbottò l'uomo massaggiando la fronte. “Mi dispiace” sussurrò abbassando la voce. “Ti chiedo scusa. Anche per mia madre.”

Sylar spostò lo sguardo su Angela e si indurì. Il modo in cui la fissò, le risultò insopportabile.

- - -

La finestra le rimandava un mondo piatto e grigio. La neve si stava sciogliendo ma il freddo che provava non l'avrebbe scacciato in nessun modo. Strinse un cuscino contro lo stomaco e continuò a guardare fuori, persa in qualche pensiero che nessuno di loro riusciva ad indovinare.

Perchè siete tutti qui?” domandò un po' alterato, continuando a gettare occhiate a Claire che si era appropriata del divano e l'aveva eletto a pensatoio.

Aspettiamo che il vecchio rompicoglioni si presenti e nel frattempo ti devastiamo casa” borbottò Adam divertito “non che ci sia molto da devastare... sai che il minimalismo non è più in voga?”

Hiro battè la punta della spada a terra e annuì “in Giappone, l'essenzialità è sinonimo di lusso.”

Gabriel lo guardò con una battuta sulla punta della lingua, poi spostò lo sguardo su Claire che continuava a tormentare una ciocca di capelli. “Fuori dai piedi!” esclamò di nuovo tornando a guardarli.

Andiamocene, sti due devono fare le cose sozze” lo prese in giro Adam con un mezzo ghigno che non riscontrò la sua approvazione “Meredith è in cella?”

No. Le ho vietato di intromettersi e ha giurato di farmela pagare.”

Lo standard” commentò pacato scomparendo insieme a Hiro.

Non volevo rovinare la giornata dei ragazzi” mormorò una voce debole lontano da lui “scusami..”

Li avrei sbattuti fuori comunque” disse sedendosi ai suoi piedi. “Non sono un tipo socievole.” La scrutò, ma Claire non resse il suo sguardo e abbassò la testa. “Non tormentarmi, non ho la forza di risponderti a tono.”

Non intendo farlo.”

E' una brutta stronza manipolatrice...”

Lo è sempre stata. Stavolta è toccata a te.”

Non tornerò a casa” disse di punto in bianco “non voglio più vedere nessuno di loro.”

E dove andrai?”

Claire sollevò le spalle e scosse la testa “troverò un posto dove stare... sono solo pochi mesi, poi andrò al college.” Tenne lo sguardo fisso fuori della finestra e sospirò “meglio per strada che vicino a quella gente!”

Faceva sul serio, pensò studiandola. “Resta qui.”

A sentire quelle parole, un fremito la percorse da capo a piedi. “Non posso vivere con te, mi sopporti poche ore al giorno...” si morse un labbro e lo guardò spaventata. Claire pensò che avesse parlato a sproposito o non avesse calcolato la sua reazione. “Dici sul serio?”

Sarebbe solo per pochi mesi, no?”

Claire annuì un po' scattosa e restò a fissarlo.

C'è una stanza in più e un sacco di spazio... senza mobili è tutto più grande” scherzò notando che aveva assunto una strana colorazione. “Non vomitare sul divano, è nuovo.”

Si riprese con uno scatto e scosse la testa per schiarirsela “non me l'aspettavo. Posso pensarci?”

Da quanto tempo non vedi Sandra?”

Troppo, pensò sentendosi in colpa. “Dovrei...”

Dovresti.”

La ragazza annuì e rimise i piedi a terra, afferrando gli stivaletti.

Claire...”

Lo guardò e restò in attesa. Se n'era già pentito?

Forse dovresti portare qui le tue cose” mormorò osservando le sue reazioni. Era raggelata.

Ok...” sussurrò schiarendosi la voce. Scomparve e Gabriel restò a guardare lo spazio vuoto. Cercò uno spigolo appuntito per sbatterci la testa contro e tornare in se, ma non ne trovò uno appropriato.

- - -

Meredith si lanciò sulla porta appena il campanello suonò. Era di malumore, oltre che frustrata per la piega che avevano preso gli eventi. Claire non si confidava più con lei e la allontanava nel momento di maggiore bisogno. Quando aprì la porta e si trovò Adam davanti, perse un battito e si incupì un secondo dopo “sei ancora vivo!” esclamò arrabbiata.

Dammi tempo, la sfida è stata appena lanciata!” ribattè un po' divertito “siamo in attesa di...”

si interruppe quando Meredith l'abbracciò e lo tirò dentro casa. Sorpreso, non mosse un muscolo. “E' una nuova mossa di judo che non conosco?”

Sì” sussurrò alzando la testa e baciandolo all'improvviso. Lo stupore gli impedì di ricambiarla, ma quando sentì la morbidezza del suo corpo addosso, la strinse contro di se e lasciò cadere la spada a terra.

- - -

Mamma...” Aveva una brutta espressione quando si voltò a guardarla. Claire si sentì in colpa per averla 'abbandonata'. “Sono venuta a salutati... sto andando via” mormorò aspettandosi una reazione di rabbia o di dolore. “Non posso più restare vicino a quelle persone.”

La donna si avvicinò e la abbracciò “Lo capisco. Sono stata al funerale. Tuo padre ha passato il segno” disse alterata “ho visto Gabriel disperato e ho sentito cosa ha detto quella donna perfida” continuò “resterai con lui?”

Ah...” perse la voce e la guardò stupita. Non si aspettava nulla del genere “sì, mi ha proposto di restare finchè non andrò al college...” mormorò mordendosi le labbra “mi ha messo una paura... è così sicuro che andrà tutto bene...”

Tesoro, gli uomini fingono. In questo momento starà sbattendo la testa al muro, in preda al terrore” ridacchiò notando la sua espressione “non sei la sola a lasciare questa casa.”

Claire la guardò a bocca aperta “te ne stai andando?”

Ho chiesto il divorzio” annunciò lasciandola senza parole “ho sopportato fin troppo le sue bugie, i suoi inganni. Seppellire la propria figlia per i loschi scopi di quella strega imbellettata e ingioiellata, è stata la goccia finale!”

E' stata un'idea di Angela” lo difese suo malgrado “papà era sconvolto...”

Le sue decisioni in merito al tuo bene, sono sempre state discutibili! Sono stanca di vivere con un uomo che passa gran parte del tempo a mentire.”

Come darle torto? Claire annuì e la guardò di sottecchi “devo fare i bagagli...”

Non sarò io a fermarti.”





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Capitolo 10
*** Pedine ***


La sera stava calando lentamente, Claire si fermò sul tetto del grattacielo ad ammirare il panorama. Due mesi prima stava per sfracellarsi e Sylar l'aveva salvata. Sedette sul cornicione lasciando dondolare le gambe nel vuoto. Il vento le sferzava il viso, graffiando la sua pelle perfetta. Il tramonto colorava il cielo di rosso offuscandole la vista. Quella notte sarebbe stata priva di stelle.

Le valige c'erano. E la proprietaria?, si domandò notando due bagagli ingombranti all'ingresso.

Ehi, Gray...” sussurrò sdraiata sul divano a guardare fuori della finestra. “Hai il frigo vuoto...”

Non più” rispose osservandola attentamente mentre rosicchiava un'unghia e lasciava pendere il braccio verso il pavimento. Sentiva il suo cuore battere irregolarmente. Posò la spesa sul tavolo della cucina e quando si voltò, la trovò dietro di se. Aveva gli occhi lucidi e le gote arrossate come se avesse pianto a lungo.

I miei stanno divorziando” borbottò sentendosi il suo sguardo addosso. Infilò la faccia in un sacchetto e rovistò fra le cibarie.

Quello non ci voleva, pensò osservandola riporre le cose meccanicamente. “Claire... dai, lascia stare” mormorò togliendole dalle mani i pacchettini. Li lasciò cadere come se si fosse scottata e posò i palmi sul tavolo, piegando la testa. Cominciò a piangere in piccoli singhiozzi. “La mamma... ha deciso lei... non sopportava più... le bugie... come me...”

La ascoltò e il suo viso era una maschera impenetrabile. Aveva perso la sua famiglia. Aveva perso tutti i punti di riferimento. Era completamente sola.

Non li ho persi... vivono solo in due case diverse” mormorò cercando di convincersi che tutto andava bene. “Ha detto... che sei invitato a pranzo tutte le volte che vuoi.”

Grazie” rispose assente “si sta squagliando il gelato.”

Siamo in inverno...”

Per quello era in offerta” mormorò rigirandolo fra le mani. Era l'ultima persona capace di dare consigli sulla famiglia.

Io... vado a fare un giro...” sussurrò asciugando la guancia sulla manica.

Claire... non è morto nessuno” le disse a bassa voce con la lingua legata “potrai vederli quando vorrai.”

Ma non è la stessa cosa...”

Almeno sono vivi” concluse incupito dandole le spalle.

- - -

Il chimico si è dato da fare per creare un arancione così intenso, pensò affondando lo sguardo nel bicchiere intonso davanti a lei. Non doveva berlo, le piaceva guardarlo. Era dello stesso colore del tramonto. Il barista la fissò a lungo, poi le sbattè davanti alla faccia un bicchiere d'acqua. “Non sembri una che affoga i dispiaceri nell'alcool.”

Non lo sono” mormorò strofinando la fronte con le dita “cos'è?”

Acqua.”

Grazie...”

Problemi col tuo ragazzo?”

Claire strusciò più forte le dita nell'esatto punto in cui le aveva aperto il cranio per ben due volte. “I miei genitori stanno divorziando...”

L'uomo fece una smorfia e posò i gomiti sul bancone “Vedi quello la?” le disse indicando un uomo solo che sedeva in disparte “la moglie l'ha lasciato dopo trent'anni di matrimonio. Non sopportava più che facesse gli straordinari tutte le sere.”

E' una cosa assurda” mormorò senza riflettere “cosa c'è di male...”

Si portava a letto la socia di dieci anni più vecchia di lei” bisbigliò sorridendole. L'uomo le indicò la ragazza sul fondo della sala. Claire fu costretta ad osservarla perché sebbene fosse una tipa del tutto anonima, sentiva una grande tristezza provenire da lei. Invece, quell'uomo abbandonato dalla moglie era... rassegnato, pensò riconoscendo i diversi stati d'animo.

Viene qui tutte le sere, da quando la sua compagna l'ha lasciata...”

Il tuo bar attira sono cuori infranti?” domandò un po' scherzosa gingillandosi col bicchiere vuoto. “Claire” mormorò allungando la mano che l'uomo strinse dopo un attimo di esitazione.

Kaine.”

Claire sentì una fitta alla spina dorsale e una scarica di immagini che l'accecavano. In fretta ritirò la mano e lo guardò stupita.

Beh, non capita tutti i giorni di incontrare un'altra come me...”

La fuori è pieno di gente come noi!” sussurrò sporgendosi verso di lui “cosa sei in grado di fare?”

Non lo so” mormorò frettoloso “mi sono svegliato una mattina e sentivo i pensieri della gente. Era come un brusio di sottofondo che aumentava, se la persona che si avvicinava stava soffrendo, in quel momento...”

Percepisci il dolore dell'anima.”

Qualunque cosa sia, è una dannazione” sibilò piegandosi su di lei “non hai idea di quanto dolore questa gente rechi con se. Io non so cosa fare... quando ti sei avvicinata ho capito subito di cosa avevi bisogno.”

Claire lo guardò con una certa paura “di cosa ho bisogno?”

Sostegno morale, affetto. Certezze. La tua vita ha subito uno scossone che ne ha disintegrato le fondamenta. Non ti fidi di nessuno... neppure di lui” continuò guardandola attentamente “hai paura di fare un altro errore.”

Detta così, era dura da somatizzare.

E di un bicchiere d'acqua” concluse sorridendo di traverso. Quando lo faceva, sembrava che la faccia si arricciasse. Era simpatico, pensò sorridendo a sua volta. “Scommetto che i suoi clienti lasciano sempre una buona mancia.”

Una volta lo facevano. Quando mi fermavo a parlare con loro. Ho smesso dopo qualche settimana. Non sopportavo...” Kaine spostò lo sguardo dietro di lei e Claire si voltò.

Il barista le fece un cenno di saluto e Claire rispose con una smorfia. “E' uno di noi...” disse quando sedette accanto a lei.

Porta guai. Non mi piace.”

Che novità” rispose amara spostando il bicchiere d'acqua e bevendo il suo cocktail “chiariamo un punto. Se vivere con te, vuol dire renderti conto di ogni mia mossa, me ne torno dritta da Noah” sbottò arrabbiata “non ti ho chiesto di venirmi a cercare, non farlo più!”

Tutta quella rabbia era inspiegabile e fuori luogo. Gabriel la guardò sorpreso, poi indurì i lineamenti, si scostò dal bancone e si allontanò in silenzio. Non centrava il divorzio dei suoi genitori. Neppure la sindrome premestruale, pensò alzando un sopracciglio.

Perchè l'hai aggredito?, si domandò frustrata. Il fastidio che aveva provato quando le aveva rivolto la parola, era difficile da spiegare.

Quel tipo è inquietante” mormorò il barista tornando da lei “E' il tuo ragazzo?”

Già...” rispose dura “e ha trasformato la mia vita in un inferno.”

C'è solo un modo per uscirne” borbottò senza guardarla. “Tu sai quale.”

E' proprio quello che farò, una volta fuori di qui” rispose lasciando i soldi sul bancone e marciando verso l'uscita.

Kaine la osservò allontanarsi e quando fu certo di non vederla più, si diresse verso la parte più buia della sala. “Il loro legame è appeso ad un filo” disse cercandolo con lo sguardo nell'ombra. “Sarà facile spezzarlo del tutto.”

Molto bene...”

Posso chiedere il perché di tutto questo?” domandò guardandosi attorno. La mazzetta di denaro finì ai suoi piedi dopo qualche attimo di silenzio.

No” rispose la voce nell'ombra “limitati a fare il tuo lavoro.”

- - -

Era notte fonda e la casa taceva. C'era troppo buio attorno a lei. Claire accese l'abat jour e si guardò attorno. Nessuno. Non era ancora rientrato e lei non riusciva a dormire. Inquieta, strinse le gambe contro il petto e fissò la porta e poi la finestra dalle tende tirate. Infilò la vestaglia ai piedi del letto e la strinse addosso sentendo un enorme vuoto dentro. Non le piaceva stare lì da sola. Non le piaceva litigare con lui. Il suo istinto all'erta captò la minuscola variazione della realtà attorno a se. Si mosse lungo il corridoio, guardando la luce della stanza filtrare da sotto la porta. Bussò piano e attese. Quando la serratura scattò e la porta si aprì, preparò mentalmente una scusa per il suo irritante comportamento.

Gabriel la guardò con il viso tirato dall'amarezza. “Non sono tuo padre, non mi devi alcuna spiegazione” mormorò mentre si spogliava dei vestiti pesanti.

Scusami” sussurrò strofinando le mani lungo i fianchi “non volevo aggredirti...”

Senza rispondere si lasciò cadere sul letto e le fece cenno di avvicinarsi. Quando fu davanti a lui, appoggiò la testa sullo stomaco e Claire si irrigidì per la sorpresa. Si aspettava tuoni e fulmini, non quella resa incondizionata, pensò infilando le dita fra i capelli e massaggiandogli la cute.

Non so aiutarti stavolta...” mormorò con la voce soffocata dal tessuto pesante “non ho tutte le risposte.”

Non fa niente” rispose abbassandosi sulle gambe catturando la sua attenzione. Con un gesto tenero, gli accarezzò la guancia e sorrise. “Posso dormire con te?”

- - -

Non siamo ancora aperti!” gridò una voce dall'interno, quando Sylar oltrepassò la soglia del bar.

Kaine stava pulendo il bancone e non alzò gli occhi su di lui. Lo vide quando fu troppo tardi.

Io dico che possiamo fare uno strappo alla regola” mormorò alzando una mano e stringendolo alla gola. “Cosa hai fatto a Claire?”

Niente!” rantolò terrorizzato “le ho solo servito da bere!”

Sylar sorrise e il suo ghigno era preludio ad un bagno di sangue. “E' da un po' di tempo che faccio il bravo ragazzo...” mormorò restando a guardarlo “la cosa comincia ad annoiarmi.” Con calma afferrò una sedia, la mise a terra e vi sedette sopra, le braccia posate sullo schienale. “Potrei cominciare dal basso. Potrei affettarti piano piano... scommetto che all'altezza della caviglia, staresti cantando come un uccellino...”

Mi hanno pagato, ok?”

Quella vecchia minaccia funzionava sempre, pensò sorridendo pacato. “Scommetto cento a uno che c'è il vecchio Petrelli, dietro tutto questo...”

Chi?” domandò sudando freddo “senti, non so neppure che faccia abbia quel tipo! Era avvolto dall'ombra!”

Claire sarebbe stata felice di sapere che l'Uomo Nero era ancora a piede libero. Si accomodò meglio e attese il resto della confessione.

Riesco a sentire la disperazione delle persone e quando è entrata da quella porta, sapevo benissimo che era lei che dovevo manipolare...”

Cosa le hai fatto?”

Le ho instillato il dubbio” bofonchiò impaurito “non c'è voluto molto. E' così spaventata e sola che...”

Sylar lo fece volare contro la parete vetrata e le schegge gli ferirono la pelle e lo fecero gemere di dolore.

Non ti ammazzo perché sei solo un'insulsa pedina, sulla scacchiera di questa storia malata” sibilò piegandosi su di lui “ma se provi a metterla contro di me, ti apro la testa e ti lobotomizzo davanti a tutti” lo minacciò lasciandolo andare di scatto.

Se tu sei Sylar, ho un messaggio per te” rantolò facendolo voltare su se stesso “mi hanno incaricato di dirti di stare attento, quando lasci incustoditi gli oggetti preziosi. Non so cosa vuol dire...”

Lo so io” mormorò scomparendo nel nulla.

- - -

Claire uscì dalla doccia drappeggiandosi l'asciugamano attorno al corpo. Cominciava a piacerle quell'idea della convivenza, anche se era terrorizzata dal futuro prossimo.

Un rumore improvviso.

Girò la testa verso a porta e si affacciò sul piccolo corridoio che collegava le stanze. C'era qualcuno. Qualcuno che non voleva farsi vedere in faccia. Strinse l'asciugamano sotto il braccio e si diresse in camera, chiudendosi dentro, mentre afferrava i vestiti al volo e li infilava impacciata. Era appena arrivata ad allacciare il reggiseno quando sentì una presenza oscura dietro le sue spalle. Le stava scoppiando il cuore dalla paura. Figlio di puttana, pensò voltandosi di scatto e trattenendolo a pochi centimetri da se.

Io sono ovunque” disse una voce tutto attorno a lei “non puoi fermarmi.”

Ma posso farti molto male!” esclamò sollevando le braccia e colpendolo con qualsiasi oggetto fosse in grado di arrecare danni al suo nemico. Quando giacque a terra, colpito alla testa da un soprammobile e trafitto dal torace da un tacco a spillo, Claire dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere. Gli aveva detto molte volte che gli stiletti avevano innumerevoli funzioni, ma di solito si trattava di uno scherzo. Muovendosi rapida, accese tutte le luci e lo legò su se stesso, con tutto l'intento di strappargli una confessione.

- - -

Te lo chiedo un'altra volta e poi ti pianto quello stiletto nel posto meno piacevole per un uomo” sibilò spingendogli la testa con un piede mentre finiva di vestirsi. “Perchè Arthurr manda te invece di venire di persona?”

Di nuovo l'Uomo Nero non rispose e Claire perdette la pazienza. Aggrottò la fronte e il tacco si piantò di più nel torace “ti avverto, sono molto nervosa!” esclamò non ottenendo alcuna reazione. “Non parli? Bene! Posso diventare sgradevole se mi ci metto!”

Gabriel comparve nell'abitazione udendo solo gemiti strozzati. Il sudore freddo gli corse lungo la schiena mentre spalancava la porta della stanza di Claire. “Bello” commentò dopo qualche minuto di silenzio. “Giocate al piccolo chirurgo?”

Leggi qui: 'il tranciare le viscere, partendo da sinistra verso destra, significa colpire il centro della vita dell’essere umano, la parte più intima, per distruggere il tutto.'” Claire lasciò cadere il libro e guardò l'uomo un po' sconvolta, continuando a leggere. “Il cibo introdotto e poi assorbito come energia o espulso è la sua linfa vitale. Ed è questa che bisogna colpire per eliminare l’Io alla radice” concluse seria “se ti sventro, non infrango nessuna legge universale!”

Vaffanculo” mormorò guardandola male.

Ehi, non rispondere male alla signora” borbottò fosco. “Bel libro, non ricordavo di averlo” commentò togliendoglielo dalle mani. “La Via del Samurai... e quando mai...”

Me l'ha prestato Adam” mormorò arrabbiata col prigioniero. “Non parla.”

Se non scorre un po' di sangue, non lo farà mai” rispose immergendosi nella lettura “mh... bella filosofia...”

Dove possiamo trovare Arthur?” domandò con un battito di ciglia che doveva essere seduttivo.

L'uomo la ignorò e tenne la bocca chiusa.

D'accordo” sibilò strappandogli dal torace il tacco piantato dentro “l'hai voluto tu.”

Claire... se sporchi, pulisci” l'avviso senza alzare gli occhi dal libro e mettendosi comodo.

- - -

Non parla!” esclamò imbufalita un'ora dopo.

Hai mai pensato di lasciar fare allo specialista?” domandò un po' distratto da un passaggio avvincente “vatti a fare un giro.”

Claire grugnì e gli lasciò campo libero. Uscì di casa frustrata, non le piaceva ricorrere alla violenza ingiustificata e se cercava di sondarlo mentalmente, gli alzava un muro contro che non riusciva ad abbattere. Le sue gambe la spedirono dritta nel bar di Kaine e quando si sedette al bancone, si chiese perché era diretta proprio lì. “Un bicchiere d'acqua, grazie” mormorò sulle sue. Aveva l'impressione di muoversi come una scheggia impazzita, senza che le sue azioni avessero un motivo di esistere.

Fammi vedere la patente.”

Vide subito i graffi e le ferite che gli correvano lungo il braccio e il sottile taglietto sullo zigomo sinistro. Con un gesto veloce, Kaine abbassò la manica e le sorrise “incidente con un tipo poco raccomandabile” scherzò voltando gli occhi presso la parete vetrata che era stata coperta da un sottile foglio di plexiglas. Se c'era una cosa che aveva imparato a fare, da quando girava con Sylar, era osservare. Confrontò l'altezza del barista con il punto di frattura del vetro e capì che l'angolazione non era quella giusta. Un metro abbondante sopra il notevole metro e ottanta dell'uomo. Si incupì e aggrottò la fronte. “E' stato lui” disse senza riferirsi a nessuno in particolare “ti ha minacciato?”

Più o meno” mormorò sporgendosi verso di lei “ma perchè resti con uno così?”

Me lo chiedo anche io” rispose provando di nuovo quel fastidio insopportabile alle sinapsi quando parlava di Gray. Si avvicinò alla parete chiedendosi se fosse sono un tragico caso di gelosia o ci fosse qualcosa in più. Non fa mai nulla per nulla, pensò distratta appoggiando la mano su un tavolino poco distante. Si irrigidì quando la visione d'insieme degli avvenimenti nella sala la travolse. Vide il passaggio di mano del denaro, vide Sylar scaraventarlo contro la parete e si rese conto che era stata manipolata. Una rabbia furiosa la invase all'istante. C'era una cospirazione per allontanarli l'uno dall'altro, pensò dirigendosi verso il bagno per sciacquare la faccia e rimettersi in sesto. Quando entrò, scambiò un sorrisetto con la ragazza che stava truccandosi davanti allo specchio. La serratura scattò stranamente quando la sconosciuta uscì e Claire la guardò pensò fosse difettosa. Poi l'acqua cominciò a fuoruscire violenta dai rubinetti e si guardò attorno un po' allarmata. Si diresse verso la finestra bloccata dall'esterno. L'uomo appoggiato contro di essa sobbalzò, quando spinse con tutte le sue forze. “Di qui non si esce” mormorò sorridendo “goditela, non si vorrà molto.”

Accidenti come somigliava a Renè, pensò per un breve istante. “Col cavolo” esclamò alzando la mano verso di lui e restando a guardare il suo sorriso divertito, quando provò a usare i poteri. Claire guardò il palmo della mano e grugnì “non vale usare trucchi!” L'acqua continuava a salire e lei non poteva fare nulla per fermarla. Non poteva trasportarsi e non poteva chiamarlo mentalmente. L'acqua giunse alla vita e le congelò le gambe. Rabbiosa cominciò a battere contro la porta chiudendo aiuto. Qualcuno sarebbe arrivato, un cameriere, una cliente che aveva bisogno della toilette!

La sconosciuta bloccò la porta principale che dava sulle toilette e applicò il cartello 'fuori servizio'. Gettò le chiavi nel primo cestino a portata di mano e tornò nella sala principale.

Claire annaspò, schiacciando la testa contro il soffitto, in cerca di aria. Il liquido la sommerse del tutto, il neon del soffitto si spense e la stanza calò nel buio.

- - -

Claire aprì gli occhi e li richiuse. La realtà faceva schifo. Voleva tornare a sognare. La realtà era una stanzetta asettica senza finestre. La realtà era lei che giaceva su un letto, al caldo, con una specie di divisa grigia che le stava malissimo. Odiava il grigio. Si era fatta fregare come una stupida. Mai abbassare la guardia, aveva ragione lui. Quando una luce si accese, alzò la testa di pochi centimetri. Guardò l'uomo anziano davanti a se e strizzò gli occhi, asciugandoli con una mano. Arthur, n'est pas?

Lo fissava con malcelata circospezione. Voleva apparire tranquilla ma il continuo ticchettare dei polpastrelli sul tavolo tradiva il suo nervosismo. L'uomo sorrise bonario e si sedette di fronte a lei. "Mi aspettavo una reazione, a dire il vero" confessò appoggiandosi allo schienale della sedia.

"Vuoi una reazione? Fammi uscire di qui!" gridò balzando in piedi furente.

"Per andare dove, Claire?" mormorò pacifico allargando le braccia "vuoi tornare da Noah... da Nathan... o da Gabriel?"

La ragazza lo fissò negli occhi e non rispose. L'uomo sorrise ancora. Le dava sui nervi. "Angela ha cercato di unirvi per creare una stirpe di immortali" spiegò restando a studiarla "ma non funziona proprio così. Nessuno dei nostri figli ha ereditato i nostri poteri. Non è un'eredità genetica come i capelli scuri o gli occhi azzurri."

"Che stronzata!" esclamò perdendo un pò di controllo.

"Piano, nipote. Non tollero parolacce in mia presenza" la rimproverò serio. Riprese a parlare più calmo, incrociando le dita fra loro "il catalizzatore è nel sangue, Claire."

Questo lo dici tu, pensò divertita. "Sono brava in biologia e ancora di più nel ragionamento logico" lo avvisò con una smorfia. "Sylar è in grado di rigenerarsi da quando ha rubato il mio potere, non mi ha mai estratto una pinta di sangue."

Non basta per generare un immortale. Gabriel ti ha protetto dall'attacco e le pallottole che hanno trafitto lui sono arrivate fino a te. Il vostro sangue si è mescolato."

"Beh, uno di noi due dovrebbe essere un donatore universale, visto che..." le parole le morirono in bocca. “Quindi... noi siamo perfetti" sussurrò inclinando la schiena come schiacciata da un peso enorme "il sangue... e il potere..."

"Ho mandato IO gli uomini a casa, quella sera. Ma non potevo prevedere che Gray avrebbe fatto l'eroe. Non era previsto che ti proteggesse. E' fuori dai suoi schemi comportamentali. Continua a stupirmi, quel ragazzo” sospirò e la guardò “è cambiato molto... solo per te.”

Non gli ho chiesto io di farlo” mugugnò a bassa voce.

Angela ha avuto la premonizione la notte stessa. Per quello ti ha affidato a lui. Sperava che un uomo e una donna soli, in una situazione di pericolo scatenassero i loro istinti più oscuri."

Chiamali oscuri, pensò sarcastica.

"Ti sei affezionata, da quello che vedo anche innamorata" sorrise comprensivo "voi siete simili. Tutti e due alla ricerca di affetto, comprensione, amore."

"Non mi piace essere usata!" urlò saltando in piedi, ma una forza invisibile la rimise a sedere all'istante.

"Tranquilla, nipote, non pretendo che ti capisca cosa ci spinge ad agire così."

"Il potere..." sussurrò "tu vuoi il potere, come Angela. Come Sylar..."

"Gray è un caso diverso. Pensa in piccolo, lo fa per una rivendicazione personale. Non ha mai avuto quello che hai avuto tu, un padre e una madre che lo amassero. Ha cercato le sue origini per avere risposte e ha trovato quel povero, vecchio patetico che ha cercato di ucciderlo...” continuò incrociando le braccia e sedendosi vicino a lei "era solo, disperato, malleabile e si è aggrappato a qualcuno che in quel momento aveva bisogno di lui."

"Non ho mai avuto bisogno di lui" borbottò sottovoce "l'ho usato anche io..."

Arthur sorrise ancora "dimenticavo quanto è difficile parlare ad una giovane donna... forse perché non ho mai avuto una figlia" specificò con un'alzata di spalle "hai fatto emergere i suoi lati più puri e protettivi. Non ti ha mai fatto del male in alcun modo.”

Lo dici tu, pensò grattando una tempia “ok. Mi hai preso. Ora cosa ci fai con me?” alzò gli occhi su di lui e si rese conto che la scrutava incuriosito. “Mi toglierai i poteri, ti prenderai il catalizzatore e comincerai a fabbricare supereroi... cosa?” domandò facendo una buffa smorfia.

Niente di tutto questo” affermò compito “il potere non va distribuito, ma concentrato.”

Claire lo guardò battendo appena le palpebre.

C'è gente disposta a pagare molto, forse anche troppo, per ottenere quello che vuole.”

E tu cosa vuoi?” domandò sporgendosi verso di lui “vendere l'immortalità e il potere al migliore offerente”

Arthur sorrise un po' beffardo “stai cominciando a capire.”

Claire tornò a sedere in silenzio. “Perchè quegli attacchi? Non potevi semplicemente... fare quello che hai fatto stasera?” domandò confusa “che senso ha avuto...”

All'inizio mi divertiva osservare le mosse di Angela. Il suo patetico tentativo di farvi avvicinare, quando la sola cosa che provavate l'uno per l'altro era indifferenza” sorrise e Claire restò di sasso “mi piaceva vederla in difficoltà mentre tentava disperatamente il tutto per tutto. Vi siete girati intorno, fiutati e alla fine avete deciso che non eravate una minaccia. Molto romantico.”

Pedine, siamo solo questo per voi” sibilò arrabbiata “non ho sputato sangue per ritrovarmi intrappolata in un cubo... con questo orrore addosso!” esclamò tirando un lembo della maglia. “Fammi tornare a casa!”

L'uomo alzò le mani per calmarla e Claire si allontanò con uno scatto.

Quando avremo finito, sarai libera di tornare dalla tua famiglia. E da Gray. Se ancora vorrà saperne qualcosa di te.”

Claire impallidì. Quanto tempo era passato?

Abbiamo fatto un piccolo raid nel suo appartamento, mentre era fuori a disfarsi del cadavere” rispose tranquillo. “Per lui, sei semplicemente andata via. Hai portato via le tue cose. E il suo cuore” mormorò abbassando la voce .“E' abituato ad essere abbandonato dalle persone che ama. Non gli ci vorrà molto a dimenticarti.”

Non hai mai voluto prenderlo... non ti è mai servito...”

Arthur scosse la testa e sorrise “l'ho fatto credere ad Angela. In realtà, la sola cosa mi interessa in questo momento, sei tu, nipote mia. La vicinanza con Mr Gray ha portato un cambiamento notevole in te. Ti ha trasformata.”

Farai esperimenti su di me?” mormorò scostandosi dal tavolo “mi aprirai da capo a piedi per cercare il catalizzatore?”

Che sciocchezza!” esclamò muovendosi verso di lei “scommetto che centra Angela. E' sempre stata portata per le tragedie...” alzò una mano verso di lei e Claire la fissò ansiosa. Qualche secondo dopo, Arthur la fissò stringendo le labbra “non è possibile...”

Allora era vero, pensò un po' sollevata. Il nuovo Portatore era quel tipo pazzo che girava nel suo furgone radio. “Brutte notizie?” disse un po' divertita. “Il catalizzatore non c'è più” sorrise e si avvicinò alla porta. “Se non avessi mandato l'altro Sylar a cacciarmi, a quest'ora avresti festeggiato...”

Cosa stai dicendo?” le domandò alterato “non può essere sparito nel nulla!”

Claire lo guardò sempre più allegra “se non fossi quasi morta, il catalizzatore sarebbe ancora dentro di me... e con tutte le visite che ho ricevuto...” sospirò e lo guardò battendo le ciglia “chissà dov'è finito! O in chi!”

Arthur la lasciò uscire e Claire corse per un corridoio strano e privo di riferimenti esterni. Quando uscì all'aperto, si arrestò sulle gambe guardandosi attorno. Dove diavolo... Udì il rumore dell'oceano e un ricordo la trafisse violento. Acqua di mare.

Sei del tutto priva dei tuoi poteri” le disse muovendosi piano sull'enorme piattaforma petrolifera “abbiamo migliorato l'inibitore liquido e la sua azione non è più concentrata in ore, ma in giorni.”

La ragazza lo guardò senza riuscire a credere alle sue orecchie. Si accasciò sulle gambe demoralizzata. “Poteva andare peggio...” sussurrò con il broncio.

E non sei in grado di rigenerarti” concluse restando accanto a lei.

Questo è il peggio...” borbottò malmostosa. Starnutì e tirò su col naso. “Perfetto!”



Commento alla 4x19 (per chi segue)

Arggggghhhhhhhhhhhhhh!!!!

Hanno ucciso Heroes!!!!


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Capitolo 11
*** La Matta ***


"Fi-iico....”

Se ci sono bene tre i, la cosa è seria.” Chuck accese la sigaretta e soffiò via il fumo. L'amico indicò lo schermo del pc e sorrise con tutto il volto. “Questo è fico!”

L'amplificatore si sporse a guardare e non mostrò alcun sentimento in merito. “E' un grattacielo...”

E' IL grattacielo! Porta rispetto, cristo” lo rimproverò leggendo i dati tecnici “ricordi cosa è successo quando ci siamo lanciati dal Taipei 101?”

Perfettamente” mormorò ricordando la folle fuga in auto prima che la polizia li prendesse e gli facesse passare la più brutta notte della loro vita.

Dobbiamo farlo!”

Non mi lancio da quel punteruolo arabo” affermò schiacciando a sigaretta a metà nel portacenere “non senza una buona ragione.”

Non l'ha mai fatto nessuno prima di noi.”

Chuck guardò l'amico a lungo e il suo volto non mostrò alcun sentimento. “Ma stavolta proviamo la wing-suit” disse solamente dopo una lunghissima pausa carica di attesa. “Calcola le correnti ascensionali.

- - -

Claire starnutì e gettò il fazzoletto di carta ormai inutilizzabile a terra. Rabbrividì sotto le coperte e si rannicchiò su se stessa. Quanto sarebbe dovuta rimanere sulla piattaforma petrolifera?, si chiese assonnata e frastornata dal raffreddore. Starnutì un'altra volta e rimpianse il suo potere rigenerante. Perché ti lamenti sempre? Hai ottenuto quello che volevi. Non sei più la ragazza indistruttibile del circo dei mostri, ma una normalissima diciannovenne inchiodata a letto dal raffreddore più devastante della tua vita. Arthur non aveva specificato quanti giorni durava l'effetto dell'inibitore, ma ne erano passati tre e ancora non riusciva a smuovere di una virgola il bicchiere appoggiato sul tavolino poco distante. Quell'uomo era stato estremamente diretto con lei. Le aveva spiegato i suoi piani nei minimi dettagli. L'aveva trattata come un'adulta e non come una ragazzina. Le aveva offerto la possibilità di andarsene, quando aveva scoperto che non portava più il catalizzatore dentro di se. Non aveva bisogno di altro sangue: il medico che detestavano l'aveva salassata durante la degenza in ospedale e ne avevano in quantità. Ma avrebbe rapito i suoi cari, dal primo all'ultimo, per cercare in ognuno di essi la sorgente di ogni potere. Non posso permettere che faccia loro del male, pensò tirando su col naso. Come se potessi fare qualcosa, le disse la vocina fastidiosa che parlava sempre nei momenti meno opportuni. Claire si alzò sui cuscini e allungò la mano verso il bicchiere. Niente. Era inchiodato. La frustrazione salì ancora. Cosa vorresti fare, tirarglielo in testa?

Va al diavolo” borbottò fra i denti. Poteva sperare che Gabriel non fosse così stupido da lasciarsi fregare dal vecchio barbogio. Non ci crederà mai! Un fremito di ciglia e gli occhi si inumidirono di più. Dove non arrivava la forza fisica, arrivava l'astuzia. Picchiare sodo sul lato sentimentale – per loro, così fragili e soli – equivaleva alla morte dell'individuo. Perché dovrebbe anche solo degnarsi di pensare a te?

Claire affondò il viso nel cuscino e sospirò, massaggiando lo stomaco contratto. Tre mesi prima l'aveva fatto lui, quando era tornata la mattina dopo la sbronza mortale. Il tuono che era scoppiato all'improvviso le aveva fatto chiudere gli occhi e incassare la testa nelle spalle, nello stesso momento in cui l'aveva abbracciata. Chissà perché, nella memoria erano rimasti scolpiti atti del genere. Il suo abbraccio, quel bacio lungo il collo mentre le mormorava di non avere paura di lui. Era terrorizzata, inibita ed eccitata come non lo era mai stata. Ricordava il suo odore e addirittura il colore delle lenzuola. Le aveva tolto i jeans bagnati di pioggia e la maglia senza parlare, e poi la sua mano era risalita lungo la coscia sinistra mentre con l'altra, le teneva la testa sollevata per baciarla meglio. Per non lasciarla scappare. Come se fosse riuscita a farlo. Si era insinuata fra le gambe, aveva premuto leggermente sul pube facendola gemere nella sua bocca e come se non fosse successo niente, le aveva massaggiato il ventre e lo stomaco contratto, sussurrandole cose carine all'orecchio che non ricordava assolutamente, la mente offuscata dal piacere che la rendeva sorda al mondo. All'improvviso non era più il suo nemico ma un ragazzo qualsiasi che la stava mandando fuori di testa. La consapevolezza era venuta dopo, insieme alla vergogna e all'imbarazzo. Ok, smettila di pensarci, si disse annegando nel ricordo di quelle sensazioni. La porta si stava aprendo. Avevano bussato?, si chiese alzando di poco la testa dal cuscino. “L'elicottero è venuto a prenderci” le annunciò l'uomo restando immobile. “Come va?”

Malissimo” mormorò col viso arrossato “quanto dura l'effetto...”

Preparati” le disse lasciandola un'altra volta sola.

Beh... non lo sapremo mai, decise infilando gli abiti pesanti che le aveva dato. Che cattivo gusto, pensò guardando il maglione con aria disgustata.

- - -

Il ragazzo gettò la penna sul foglio e indicò il grafico sul monitor “dai miei calcoli, il sette gennaio è il giorno più favorevole al lancio.”

Ne sei certo? Non troveremo mai un volo in tempo. Mancano due giorni.”

Ne sono certo? Ti sei scordato...” il ragazzo indicò la tempia e sorrise “la mia intelligenza superiore?”

Bryce, la tua intelligenza superiore sta dimenticando che non abbiamo abbastanza denaro per un volo fino a Dubai. Non conosco nessuno in grado di volare fin lì...” Chuck si interruppe e alzò le sopracciglia “ma ho un amico che mi deve un sacco di favori” sussurrò estraendo il cellulare.

Ha un aereo privato?”

Meglio” mormorò sentendo un clic dall'altro lato del telefono “ciao amico... ti va una birra stasera?”

- - -

Il tuo amico cosa è in grado di fare?”

Un sacco di cose” mormorò posando i piedi sulla sedia libera del locale irlandese che festeggiava San Patrizio molto in anticipo o molto in ritardo. “Ma lascia parlare me. E' un tipo pericoloso...”

Bryce fece una smorfia e si guardò intorno. “Andiamo bene...”

E' amichevole, se non gli pesti i piedi e non tenti di raggirarlo” continuò fumando come una ciminiera. Spostò lo sguardo sull'entrata e lo vide varcare la soglia con aria infastidita e la barba lunga di tre giorni. “Cazzo...” bofonchiò all'amico “sarà più dura del previsto.”

Da cosa lo capisci?”

Chuck non rispose, spostò la sedia verso di lui e quando Sylar si mise a sedere e lo fissò direttamente negli occhi, tirò indietro la testa di un paio di centimetri.

Lui è Bryce.”

Lo guardò e non mutò la sua espressione cupa.

E' un genio.”

Ciao genio” mormorò con poca voce, tornando a rivolgersi al ragazzo “sapevo che mi avresti presentato il conto, prima o poi...”

Chuck spostò la birra verso di lui e si avvicinò impercettibilmente “hai mai fatto base jump?”

No. Ma ho una certa esperienza con le altezze e le cadute” affermò secco, sollevando le sopracciglia quando finì di bere “è fantastica.”

C'è questo grattacielo vergine da deflorare. Ottocento e passa metri di vetro e cemento, con venti d'alta quota che sfiorano non so quanti chilometri orari...” mormorò pacato attirando la sua scarsa attenzione. “Ma non abbiamo i soldi per un viaggio fino a Dubai.”

Mi stai chiedendo un passaggio?” domandò perdendo un po' di nervosismo “tutto qui?”

No. Ti sto chiedendo di venire con noi, infilarti una wing-suit e lanciarti nel vuoto con un paracadute.”

Non mi serve il paracadute” commentò addossandosi allo schienale e fermando la cameriera per un altro giro.

Bryce alzò un angolo della bocca a sentire quelle parole “il problema non è il volo... è l'atterraggio” commentò un po' sulle sue.

Sylar gli scoccò un'occhiata secca e non commentò. Si limitò a sogghignare.

Andata?”

Andata” disse rilassandosi “Claire è scomparsa” mormorò all'improvviso. Chuck smise di arrotolare il tabacco e lo guardò.

Non riesco a trovarla.”

Chi è...”

La sua donna” rispose il ragazzo velocemente “è scomparsa o è stata rapita?” domandò con le sopracciglia aggrottate.

Questa è una buona domanda.” Sylar sospirò e si guardò attorno “non riesco a captarla. Succedeva la stessa cosa quando era priva di poteri.”

Bryce li guardò un'altra volta a turno “mi fate paura, voi due superfighi” disse alzandosi con cautela “vado al cesso.”

Restaci” commentò Chuck riprendendo il suo lavoro, ma mescolando il tabacco con altre sostanze. “Non mi piace.”

Penso sia inutile” disse indicando col dito la canna che stava elaborando. “La caccia è aperta. Devo solo trovare una pista iniziale. Quando è il lancio?”

Il sette gennaio.”

Dopodomani” commentò a bassa voce, guardandolo “all'inaugurazione del grattacielo.”

Vedo che leggi i giornali” ridacchiò “è una pura coincidenza, una fortunata interazione di venti ascensionali etc...”

Mi piacciono lo coincidenze” commentò posando il bicchiere vuoto. “Vabbè, stasera offro io.”

- - -

O mio dio, pensò alzando la testa sempre di più. Un altro po' e sarebbe caduta all'indietro. “O mio dio!” esclamò attirando l'attenzione di Arthur che sorrise. “E'... o mio dio!”

Non per merito di dio, ma dell'uomo” commentò aprendole il passaggio “cominci a capire a cosa porta, il potere e la ricchezza?”

Ad un grattacielo molto alto” sussurrò fra se “lavoro per centinaia di persone...”

Lustro. Nome ricordato nei secoli” rettificò indirizzandola verso un ascensore “favori.”

Calcò su quell'ultima parola e Claire lo guardò. Do ut des. Aveva giocato anche a lei a quel gioco, ma in piccolo. Starnutì e il ragazzo dell'ascensore la guardò per un istante. Non era chic avere il raffreddore, la dentro?, si domandò un po' intimorita dal lusso che la circondava.

L'inaugurazione è domani” le annunciò una volta all'interno di una stanza che lasciava a bocca aperta. Si sforzò di restare neutrale, ma non poteva evitare di guardarsi attorno. La residenza Nakamura in confronto era una topaia.

Immagino che tu non abbia nulla, adatto all'occasione.”

Claire lo guardò incredula. “Vuoi che partecipi? Perché?”

Perchè è un evento irripetibile nella vita. Perché devi cominciare a capire e a pensare in grande” mormorò pacato “non sei costretta a farlo. Puoi restare qui, a pensare alla tua vita passata, a struggerti per Mr Gray fino a consumare il cuscino di lacrime.”

Non fai ridere” mormorò a bassissima voce “non so intrattenere rapporti internazionali con gli Emirati Arabi.”

La tua presenza, mi dispiace dirlo così francamente, è puramente decorativa. Per ora.”

Grazie tante...”

Nipote, non pretendo tu capisca. Hai ancora molto da vedere e da sperimentare. Questo non è un gioco. È la vita.”

Non intendo partecipare al party di un paese in cui la tratta delle bianche è molto di moda.”

Arthur rise di gola “conosco uomini che pagherebbero fior di milioni per un ragazza come te.”

Claire lo fissò e battè le palpebre una volta sola “vuoi vendermi al miglior offerente?” domandò stentando a trattenere la rabbia “stai scherzando?!”

La tua giovane bellezza attira molti sguardi, nipote mia. Non te ne sei accorta?”

No, non me ne sono accorta, pensò imbarazzata. “Sono vestita come una stracciona, per forza....”

Mi stupisco che Mr Gray non te l'abbia mai fatto notare.”

Non affondiamo il dito nella piaga. “Passavamo molto tempo a massacrarci l'un l'altro. Era più divertente. Cosa vuol dire 'per ora'?” Claire lo guardò un po' preoccupava. Aveva anche lui un piano per il suo futuro?

L'uomo sospirò dentro di se “la gestione di due figli maschi è stata più semplice. Mi risulta che la tua famiglia si sia scissa...”

Un fremito di ciglia. Annuì suo malgrado.

Se resti con me, potrai frequentare le migliori scuole, sviluppare le tue capacità e un giorno, passare alla guida dell'azienda.”

Claire lo guardò ad occhi sgranati e non riuscì ad articolare una sola parola.

Pensa in grande. Pensa a cosa potrai fare, con i tuoi poteri. Avresti i migliori consulenti dalla tua parte e potere di vita e di morte. Vivere per sempre ha indubbi vantaggi...”

Ma io...” faceva sul serio? Credeva davvero che sarebbe stata in grado di portare avanti un impero? “E i tuoi figli?”

Si sono rivelati entrambi una delusione.”

Claire lo guardò sulla difensiva “non è vero! Peter è adorabile e Nathan... beh... penso sarebbe stato un buon padre se… l'avesse fatto” sussurrò con un filo di voce. “Come loro genitore, avevi il dover di aiutarli a migliorare se stessi.”

Con una moglie come Angela?”

Era dura non ridere. Claire sogghignò ma tornò subito seria “per Angela, il mondo è una scacchiera e noi siamo le pedine da muovere a piacimento...”

Ho sempre preferito i giochi con le carte” le disse muovendosi verso l'uscita “e tu, Claire?”

Non mi piace giocare” affermò un po' scura. “Non so bluffare...”

(Non sai mentire)

Peccato. La matta è sempre una buona carta” disse enigmatico. “Claire, non vivrò per sempre. I miei poteri stanno svanendo...” l'occhiata allibita lo fece sorridere “non lo sapevi? L'ho scoperto con il tempo. Hai conosciuto Samson Gray. Era il più forte di tutti noi, il più spietato. La sua brama di poteri l'ha portato ad abbandonare il figlio e uccidere la moglie. Non mi stupisco che Gabriel abbia calpestato le sue orme...”

No, non è così!” sbottò arrabbiata “non lo conosci, non sai niente di lui!”

Quella foga inaspettata lo fece sorridere. “Troverai le tue valige in camera da letto. Pensa alla mia proposta.”

Appena la porta si chiuse, Claire inghiottì lo sconcerto. Si guardò un'altra volta intorno e posò le mani sui fianchi. Quella faccenda stava andando in una direzione del tutto inaspettata. Si aspettava uno scontro sanguinoso... non fragole e champagne, pensò guardando la bottiglia nel cestello del ghiaccio e il coppetta di frutta coperta da un delicato tovagliolo di lino. Questa gente fa sul serio, pensò voltando su se stessa. Allungò la mano verso un soprammobile casuale e si concentrò. Niente. No hay poteri, mugugnò sbuffando e tormentando i capelli. Bleah, avevano bisogno di una bella lavata. Cosa troverò nel bagno? Una piscina? Spalancò la porta e allargò gli occhi: quella era LA vasca da bagno! La più stupenda e meravigliosa vasca da bagno che avesse mai visto in tutta la sua vita. Lucida, incassata nel pavimento, di un colore avorio che rischiarava la stanza. E c'era l'idromassaggio! “Dio ti ama, ragazza” sussurrò facendo scorrere l'acqua. Guardò le valige e si chiese se le avevano aperte e passate allo scanner. Tirò la zip rivelando il contenuto. Il suo disordine sarebbe stato sufficiente a scoraggiare chiunque. Tastò un paio di jeans e ci infilò la mano entro. Le boccette urtarono fra loro con un rumore di vetro. L'inibitore che le aveva dato Mohinder in laboratorio. Potevano tornare utili, in qualche modo. Saltò a piè pari la giacca sulla quale Noah aveva attaccato la pulce. Il segnale era ancora forte e pulsava a sua insaputa.

- - -

L'espressione cupa e la barba lunga confermavano i suoi sospetti. Non l'aveva ancora trovata. “Sicuro che non vuoi...”

No” affermò secco. Si sentiva impotente e frustrato. “Cos'è questa?”

La wing-suit” mormorò occhieggiandolo “provatela.”

Mi va bene” sbottò rimettendola insieme alle altre. Di nuovo sospirò frustrato e Bryce lo guardò “non so come ti chiami, ma il genio qui presente ha molte...” Sylar lo fulminò con lo sguardo e il ragazzo abbassò la voce “... frecce al suo arco. Dove l'hai... persa?”

Nel bagno del ristorante ***” mormorò cercando di riacquistare la calma. “Cinque giorni fa.”

Mh...” mugolò pestando velocemente i tasti del pc. “Mh!”

Cosa?” esclamò avvicinandosi. Il ragazzo indicò lo schermo “c'è stato uno strano fenomeno di alta marea.”

Nel bagno di un ristorante?!”

Una cliente ha cercato di aprire la porta, ma era chiusa dall'interno e quando sono riusciti a forzare la serratura, sono stati investiti da sette metri cubi d'acqua.”

Chuck lo fissò arrotolando i dreadlock su di se “uno di noi.”

Cognome della tua ragazza?”

Bennet. A cosa serve?”

A scovare una sua fotografia recente. Carina!” esclamò quando apparve la foto insieme a molti dati personali “vediamo... prima o poi, tutti vengono ripresi, nella loro vita” affermò con un filo di voce. “Il computer sta cercando la sua faccia fra i database internazionali. Fotografie, video... tutto fa...” si interruppe e sgranò gli occhi “... brodo! Eh, è questa la tua ragazza?”

Gabriel girò il video verso di se e annuì.

Che diavolo ci fa la tua ragazza a Dubai?!” domandò con una smorfia “ti ha lasciato per un emiro impaccato di soldi?”

Sta zitto” sbottò Chuck colpendolo alla nuca con uno scappellotto “a quando risale la registrazione?”

Bryce pigiò sui tasti rendendosi conto che l'amico cupo di Chuck era rimasto raggelato. “Calcolando il fuso orario, a questa mattina. E' scesa da un elicottero su una pista privata e una limousine l'ha trasportata fino al Burj Khalifa.”

Fermo così” lo interruppe il ragazzo “zooma sull'uomo accanto a lei...” sollevò un sopracciglio su Sylar che lo fissò a sua volta “non penso che Claire sia lì per una visita di piacere.”

Potrebbe averla privata dei suoi poteri” mormorò inquieto “devo andare a riprenderla...”

Calma!” Chuck alzò le mani fermandolo “domani c'è la festa inaugurale. La nostra azione non passerà inosservata. Ci serve un piano di azione.”

Sylar lo fissò in silenzio e mosse appena a testa “sono un drago a pianificare.” Di solito, pensò muovendosi nervoso per la stanza. “Grazie...” borbottò in direzione di Bryce che lo guardava di sottecchi “voi due superfighi e testosteronici avete pensato che potrebbe essere lì di sua spontanea volontà?” l'occhiataccia che arrivò da entrambi lo fece tacere per qualche istante “insomma... non ha provato a scappare neppure una volta” mormorò indicando i video che riprendevano la sua discesa dalla limousine e l'entrata nell'albergo. “Ha una camera registrata a suo nome e nessuna guardia alla porta.”

Riesci a vedere anche quello?” domandò un po' sorpreso.

Telecamere. Ascensore e corridoio” rispose a sua discolpa. “Ha persino sorriso al fattorino. Nessun rapito...”

Ho capito” sbottò frustrato “ma non possiamo saperlo con certezza!” Gabriel li guardò scuotendo la testa. Perché no? Poteva aver scelto di passare al lato oscuro della forza, dopo tutto quello che era successo. Lui aveva fatto molte scelte discutibili nella sua vita. Perché Claire non avrebbe dovuto?

Non ci credo” mormorò Chuck pacato “dico di recarci lì di persona e vedere con i nostri occhi.

Bryce sollevò gli occhialini dal naso e guardò l'amico un po' preoccupato “sai che c'è la pena di morte, in quel paese? Se ci prendono, prima ci frustano a sangue e poi ci ammazzano.”

Quella parte è affar mio” mormorò Sylar sempre più nervoso. Aveva l'espressione acuta e concentrata e continuava a guardare lo schermo. “Luogo d'appuntamento e orario” mormorò nella sua direzione. “Devo pianificare.”

- - -

Quella casa era tremendamente vuota senza la sua famiglia. C'era solo la tv a far rumore e a spezzare il silenzio. Sandra era andata e Claire non voleva più avere niente a che fare con lui. Non rispondeva alle sua chiamate.

Ehi...”

Noah trasalì e spostò i piedi al tavolino guardando dietro di se “ma non bussi mai?”

Hai attaccato una pulce alla giacca di Claire” mormorò facendo il giro della poltrona “dov'è il rilevatore?”

L'uomo lo guardò senza capire “il rilevatore?”

La pulce fa bip e da qualche parte il segnale finirà, no?!” domandò sarcastico “Claire è stata rapita!” sbottò per farlo muovere. Un secondo dopo Noah schizzava sul portatile pigiando una serie di tasti. “Non posso crederci...”

E' a Dubai, vero?”

E tu come fai... no, non rispondere” sbottò guardando la schermata del satellite. “Per quello non rispondeva alle mie telefonate...” si voltò verso di lui ma era giù sparito.

- - -

Ehi... guarda che così affoghi!”

Claire sentì un mormorio indistinto accanto al suo orecchio, sobbalzò e schizzò acqua da tutte le parti. La ragazza dietro di lei rise divertita e quando si voltò a guardarla, la riconobbe come la sconosciuta che aveva incontrato nella toilette del ristorante.

Scusa, non volevo spaventarti” disse restando seduta sulle ginocchia, con le mani puntate a terra vicino all'idromassaggio “ti ho portato il vestito per la festa.”

Chi sei?” domandò sputando acqua dalla bocca. Le passò un asciugamano e Claire la guardò di traverso. “La fatina buona?”

La ragazza rise nuovamente. Aveva un fisico minuto, corti e ricci capelli castani e grandi occhi nocciola che sorridevano con lei. Le labbra rosse, di quel tipo che non ha bisogno di rossetto. La detestò per un breve stante.

Il topolino operoso” rispose sedendo a terra a gambe incrociate. Indossava un paio di jeans scuri infilati in una paio di stivali di pelle nera che aveva visto su un catalogo di moda e costavano come l'affitto di casa sua. Anche la giacca di pelle grigia da motociclista era l'ultimo grido. “Io sono Katrina. Chiamami Kat. Scusa per lo scherzo nel bagno.”

Claire la guardò malmostosa e pigiando tasti a caso, spense l'idromassaggio. “Sei la mia carceriera?”

La ragazza sollevò le spalle “per ora, sono quella che ti ha portato il vestito.”

Arthur ti paga per questo?”

Mi paga per un sacco di lavori.”

Svenalo” borbottò asciugando il viso “sei una Elementare, come mia madre.”

Kat sembrò interessata. “Cosa fa, tua madre?”

A parte molto rumore... controlla il Fuoco.”

La mia nemesi” scherzò strappandole un sorriso “no, sul serio. Questo è un postaccio e non puoi andartene in giro come...”

Lo sapevo, dovrò infilarmi in un burqa” borbottò nervosa interrompendola “se avessi i miei poteri, potrei difendermi da sola!”

Kat sollevò le spalle sorridendo “niente di così estremo. Sei sempre la nipote di un dei più potenti uomini d'affari residenti in questo grattacielo” affermò “sei intoccabile.”

La cosa cominciava a darle sui nervi. “Potresti...” fece un cenno col dito invitandola a voltarsi.

Oh, scusa” esclamò rigirandosi “tu cosa sai fare?”

Un sacco di cose. Per la maggior parte del tempo mi rigenero.”

In che senso?” domandò dondolando su se stessa.

Se mi taglio un dito, ricresce... se vengo ferita, guarisco” sussurrò “non posso ammalarmi, non sento il jet lag... ma non so perché, riesco ad ubriacarmi.”

Forte!”

Già.” Claire pensò che non averne mai sentito così fortemente la mancanza. Prima era indistruttibile. Ora, solo umana. “Muovo gli oggetti, leggo il futuro, il passato... e un altre cose”

Stavolta, Kat la guardò basita “e come è possibile?”

E' una storia lunga” mormorò “e non voglio parlarne.”

La ragazza dondolò una gamba e la guardò col broncio “scusa. Volevo fare amicizia...”

Claire si sentì in colpa per qualche secondo “sono poco incline alle amicizie di questi tempi” disse drappeggiando l'asciugamano addosso. “Lui mi trova sempre!” esclamò con gli occhi pieni di lacrime “mi ha dato la caccia per tre anni! Ogni volta che succedeva qualcosa, potevo stare certa che entro ventiquattro l'avrei visto piombare su di me come un falco sulla preda... invece sono passati cinque giorni...”

Ho un'idea” mormorò abbassando la voce vicino al suo orecchio “c'è una sala conferenze al ventisettesimo piano. Con un mucchio di telefoni e connessioni ad internet a disposizione...” alzò le sopracciglia e sorrise furba ma Claire la scostò da se “non ti conosco, non mi fido di te” ribatté nervosa “chi mi dice che non è una trappola per attirarlo qui, privarlo dei suoi poteri ed ucciderlo?”

Kat si allontanò di poco ma assunse un'aria infastidita “lavorare per tuo nonno non vuol dire accettare le sue decisioni. Non sapevo neppure che il tuo ragazzo fosse uno di noi!”

Sembrava sincera. Claire la guardò interrogativa “Davvero tu non sai ...”

La ragazza scosse la testa e la guardò dritta negli occhi. “Se vuoi rivederlo, o per lo meno sentirlo, devi fidarti di me.”

- - -

Kat occhieggiò la stanza e si diresse verso il telefono più lontano di tutti. Sedette davanti al pc con fare noncurante e appoggiò il pezzetto di carta col numero di cellulare vicino alla tastiera. Squillava ma non rispondeva nessuno. Insistette, continuando a mantenere lo sguardo neutro. La voce che rispose era nervosa e le provocò un brivido di paura lungo la schiena. “Ascoltami e non mettere giù il telefono” sussurrò veloce “ti chiamo da parte di Claire.”

Chuck lo vide irrigidirsi e tendere i muscoli pronto a scattare. “Dov'è?”

Burj Khalifa, Dubai, Hotel Armani, stanza sette A” mormorò aprendo una pagina di internet a caso.

E chi mi dice che non si tratta di una trappola?” domandò duro piegandosi sul telefono “tu chi sei?”

Kat abbassò le spalle scoraggiata. Ma che avevano quei due?! “Claire ha detto che il suo superfichissimo ragazzo sa individuare le bugie quando le sente. Forse dovresti sbrigarti a venire qui” disse rapida “E' confusa, preoccupata e senza poteri.”

Sylar fissò lo sguardo sul ragazzo e mosse appena la mascella “a tempo debito” mormorò staccando la comunicazione.

Kat restò raggelata dal gesto e posò piano la cornetta. Non era quella la risposta che si aspettava.

Chuck lo osservò dondolare il cellulare con aria concentrata “beh?”

E' stata molto brava” mormorò serio “non ha risposto alla mia domanda e si è limitata all'indispensabile.”

Cosa hai intenzione di fare?”

Un'azione al di fuori dei soliti schemi” rispose accorgendosi un attimo dopo di come lo guardava. Inclinò la testa e grattò un angolo della barba, sovrappensiero. Indicò la tuta che giaceva ripiegata insieme alle altre e ficcò il cellulare in tasca. “Trovamene una nera. Il rosso non è il mio colore.” Le dita toccarono qualcosa di vetroso che tintinnò delicatamente. Estrasse le fialette dalla tasca e le guardò. L'antidoto all'inibitore che gli aveva dato Suresh. Sogghignò dentro di se. Il destino ha un bizzarro senso dell'umorismo.


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Capitolo 12
*** La Variabile ***


Non posso prestarti un aereo!”

Non posso non è mai stata una frase accettabile, nel lessico di Sylar. Puntò i pugni sulla scrivania di Nathan e lo fissò rabbioso. “Perchè no?”

Non possiamo scatenare un conflitto con gli Emirati Arabi, invadendo il loro territorio con un aereo d'attacco americano!” spiegò alzando appena la voce “questa è politica, non una scaramuccia nel cortile della scuola!”

E' tenuta prigioniera contro la sua volontà! Americana in terra straniera! Pubbliche relazioni, diplomatici, ambasciate! Questo è il tuo pane quotidiano, non il mio!” ribattè sollevando il busto.

Nathan alzò le mani per calmarlo “perchè non ti teletrasporti lì e la finisci?!”

Hanno un Haitiano anche loro” sibilò sarcastico “credi che non ci abbia già pensato?!”

L'uomo inclinò la testa e sollevò appena un sopracciglio “abbiamo qualcosa che testimoni il suo rapimento?”

Gabriel ripensò alle immagini scaricate da Bryce e si incupì. “No.”

Nathan allargò le braccia senza controbattere “solo tu sai che è stata rapita. Per i comuni mortali, sono nonno e nipote in vacanza nel grattacielo più alto del mondo!”

Una penna nell'occhio è meno fastidiosa di quel rifiuto, pensò girovagando per la stanza come una tigre rabbiosa.

Ci tieni davvero a lei. Non è uno scherzo.”

Mi vedi ridere?” domandò crollando a sedere su una poltroncina. Tutti i piani che avevano elaborato finivano negativamente. Aveva bisogno di una variabile.

Va bene... daremo la colpa a qualcun altro, come al solito” mormorò prendendo il telefono. “Il terrorismo è sempre una buona scusa.”

- - -

Accetto la tua proposta.”

Arthur la guardò un po' sorpreso “non mi aspettavo una risposta così rapida.”

Neppure lei se l'aspettava, ma aveva fatto due più due. Era zeppa di poteri e, cosa non indifferente, era immortale. Avrebbe potuto guidare quella società di Biotecnologie verso una giusta causa, per tutto il tempo che le era concesso di vivere. Il suo sangue poteva essere analizzato e utilizzato per guarire numerose malattie. Non cercava il potere e la gloria. Non puntava alla ricchezza. Era una stupida sentimentale come Peter. Voleva aiutare le altre persone. Incredibile, come i discorsi di Noah, di Mohinder e di Angela, le tornassero in mente un po' alla volta, incastrandosi fra loro come i pezzi di un puzzle. Li ascoltare e li incamerava senza rendersene conto. Abbassò un attimo gli occhi a terra e si morse un labbro “ma c'è una condizione.” Do ut des, pensò rapida.

(Non fare accordi svantaggiosi per te)

Voglio che lasci in pace i miei amici e i miei genitori” mormorò stentata.

(Tira fuori le palle!)

Raschiò la gola e riprese più decisa. “So dove è finito il catalizzatore. Se vuoi che te lo dica, dovrai accettare la mia proposta.”

Il vecchio uomo aveva ascoltato in silenzio per tutto il tempo. Al momento, la guardava un po' divertito. “Ora vedo la lunga ombra di Mr Gray su di te.”

I miei genitori staranno in pensiero. Devo avvisarli... che va tutto alla perfezione.” Lo guardò negli occhi e si irrigidì “devo fare un po' di telefonate.”

Fa pure” borbottò adocchiando l'orologio da tasca “non mi ha più dato problemi da quando ci ha messo le mani.” Sorrise, Claire non raccolse e prese il cordless. “Quanto dura l'effetto dell'inibitore?” Nessuna risposta. “Non è il modo migliore per fidarmi di te” gli fece notare alterata.

Non ne ho la più pallida idea!” rispose tranquillo “ho perso l'appunto del mio ricercatore.”

Sta scherzando?, si domandò all'istante. “Ok... ho capito” sbottò saltando giù dalla poltrona.

Si cena presto, in questo Paese.”

Non ho fame” esclamò sbattendo la porta alle spalle. Marciò fino alla sua stanza e chiuse la porta con forza. Poi infilò le mani nei capelli e sentì la frustrazione salire di parecchi gradi. Calciò tutto quello che le venne a tiro e sentì una rabbia profonda pervaderla.

(L'immobilità uccide)

Il dubbio uccide” mormorò immobile al centro della stanza con il telefono in mano.

- - -

I cicalini suonarono in contemporanea. Hiro lo fissò e strinse la spada nel pugno. Adam rovistò nella tasca dei pantaloni sbuffando. Si voltò a guardare Meredith un'ultima volta e le accarezzò il viso disturbando il suo sonno. “Dove vai?” domandò mentre si rivestiva.

Tempo di guerra” decretò gettandole un'occhiata “su, non darmi per spacciato.”

La donna non disse nulla ma distolse lo sguardo “vedi di non morire inutilmente...”

- - -

L'ONU ci farà un culo così” sbottò allacciando le cinture di sicurezza.

Così impari a farti eleggere con elezioni truccate...” lo prese in giro guardando fuori dell'aereo.

Perchè loro vengono con noi?” domandò indicando la combriccola poco distante.

Chuck alzò una mano e lo salutò, stravaccato con Bryce che teneva il portatile sulle ginocchia. “Grazie del passaggio, amico.”

Dovresti spegnerlo, stiamo per decollare” lo rimproverò sorvolando capelli e abbigliamento “amici tuoi?” domandò rivoltò a Gray che lo guardò appena.

Così si dice” mormorò tornando a guardare il cielo scuro. Il vecchio barbogio non sapeva cosa gli piombava addosso, pensò raddrizzando la schiena inquieto.

- - -

Claire picchiettò le dita sul bicchiere sentendosi tremendamente a disagio. Quel vestito era fantastico e le dava un'aria esotica. Ma mai come allora, avrebbe preferito indossare Converse e jeans. La stavano guardando tutti. Si chiedevano cosa ci facesse una ragazzina in mezzo agli 'adulti' che governavano il mondo... o quanti soldi avrebbero fatto al mercato della carne bianca? Il problema era mascherare i capelli biondi e gli occhi azzurri, in una sala dove il più pallido aveva il colore dell'uva matura. Nervosa, si avvicinò ad una finestra e guardò di sotto. Il panorama era mozzafiato. Tutta quell'acqua di mare. Si chiese quando ci sarebbe finita dentro, con una spada conficcata nel fegato.

Ti stai ambientando?”

No” mormorò voltandosi verso Arthur “preferirei tornare in camera mia”.

Vieni cara, ti faccio conoscere coloro che un giorno avrai sotto i tuoi eleganti piedini ben calzati.”

Non faccio amicizia con quella gente!” esclamò ritraendosi su se stessa. “Non trascinarmi la in mezzo!”

Arthur la guardò divertito “hai paura di questo branco di idioti?”

Sì. Da morire” affermò nervosa “mi guardano tutti!”

Per forza, pensò osservandola. Era di una bellezza abbagliante. “Kat, tesoro, puoi restare con Claire e aiutarla a relazionarsi con i nostri invitati?”

Certamente” esclamò una voce divertita alla sinistra della ragazza. Claire la guardò e rimpianse di non essere più alta. Era molto bella e sembrava completamente a suo agio. Ed era vestita di rosso. Quel colore non avrebbe mai potuto indossarlo. “Allora?” domandò quando l'uomo si fu allontanato “l'hai trovato?”

Sì. Malfidato anche lui” mormorò con una smorfietta “non penso mi abbia creduto...”

Claire la guardò e le sembrò sincera. Annuì un po' triste. “Gli hai detto che sono senza poteri?”

Sì e non ha fatto una piega. Cerca di sorridere, ti prego, o tuo nonno mi licenzia.”

Non aveva nulla da sorridere, pensò triste. I muscoli erano saldamente inchiodati al loro posto.

Ho bisogno... vado un attimo alla toilette.”

Ti accompagno”

No, resta...”

Devo accompagnarti” sussurrò prendendola per il braccio “è il mio lavoro!”

Claire sospirò e si liberò della presa. Doveva essersi abituata alla gente che faceva come voleva e che non chiedeva mai il suo permesso. Gettò un'occhiata al buffet e ai bicchieri colmi di champagne e dopo poco ne vide ribaltarsi uno. Il cameriere lo sostituì in fretta. Un sottilissimo ringhio le offuscò la mente e capì che l'inibitore stava perdendo il suo potere. Ma forse sbagliava, quello che captava era... assurdo! Guardò le persone nella stanza e pensò che qualcuno di loro era uno 'speciale'.

Kat la fissò senza capire. Era cementata sulle gambe e aveva una strana espressione negli occhi. Come... se fosse affamata, pensò scostandosi da lei.

Tutti quei poteri... non c'era singola persona la dentro, che non avesse qualcosa da prendere per se. La copia di Renè era la macchia nera che offuscava la visione.

Claire?”

Cosa c'è?!” domandò con voce cupa. Perché la distraeva mentre si inebriava del nettare degli dei? Se ci fosse stato lui, sarebbe impazzito di felicità. Perché no?, si domandò seria. Perché non poteva regnare su quella gente, con lui accanto? Avrebbero avuto il mondo sotto i piedi. Per sempre insieme. Immortali.

Non dovevi andare alla toilette?”

No” mormorò persa nella contemplazione della sala. I poteri si intrecciavano come colori di un arcobaleno. Doveva solo eliminare quella macchia scura.

Cominci a farmi paura...” sussurrò la voce tenue della ragazza.

Claire voltò il capo verso di lei e Kat alzò un sopracciglio. Quella non era la stessa ragazzina spaventata che non voleva dare la mano al primo ministro iraniano.

Devi averne” concluse mentre la bestia ruggiva impazzita. Uccidili tutti, pensò staccandosi dal fianco della sua guardia del corpo e camminando verso la copia dell'Haitiano che le dava le spalle.

- - -

Sylar sobbalzò svegliandosi di colpo. La poteva fiutare a distanza, non aveva mai sentito una manifestazione così potente. Strinse i braccioli mentre Nathan lo scuoteva. “Forza, l'elicottero ci aspetta.”

Claire” mormorò aggrottando la fronte. “E' andata in berserker...”

Che significa?”

Sta per fare un massacro.”

- - -

Claire infilò la mano nella scollatura e con un gesto veloce, spezzò la fialetta di inibitore liquido e pugnalò il collo dell'uomo, lasciando che penetrasse in circolo. Un rantolo e il sangue spillò sulla giacca elegante inzuppando la camicia bianca. La macchia nera non c'era più. Adesso avevano un buon motivo per guardarla!

Alzò lo sguardo su Arthur, pronta a scattare “mi chiedevo quanto ci avresti messo a tornare in auge” mormorò fissando l'uomo a terra “mostra loro cosa sai fare. Avanti, nipote. Fagli capire con chi hanno a che fare.”

Claire non lo sentiva, offuscata dalla fame che non la lasciava quasi respirare.

(Ammazzali per primo)

Con un gesto secco li scaraventò tutti lontano da se, mandandoli a sbattere contro le vetrate che si infransero in mille pezzi.

(Colpisci duro e forte)

Un uomo del colore del vino la aggredì alle spalle scaricandole addosso elettricità. Come quella puttana di Elle, pensò incattivita, urlando per il dolore e allontanandolo da se con la telecinesi.

(Nessuna pietà e nessuna indecisione)

Lo cristallizzò contro la parete e il lungo gemito di morte che accompagnò la sua dipartita fu un incentivo a continuare. La vetrata si frantumò del tutto contro un corpo vi fu lanciato contro e Chuck indicò col dito il punto “mi sa che c'è una battaglia in corso, la dentro” mormorò mentre Gabriel si sporgeva a guardare dall'elicottero. “Sta cadendo gente di sotto... e sono un sacco di piani.”

Le ho insegnato bene” disse indossando la tuta da uomo ragno col paracadute incorporato.

E se non fosse lei?” domandò Nathan sudando freddo “come fai ad essere così sereno?”

Tua figlia ha le palle quadrate” rispose avvicinandosi al portellone spalancato. Guardò i due ragazzi e fece una smorfia “dove vi porto?”

Sulla cima, grazie.”


Kat arretrò contro l'uscita. Claire sembrava impazzita e rimanere lì equivaleva al suicidio. Il vento spirava forte a quell'altezza, il vestito rosso e lungo che indossava sventolò sbilanciandola contro la finestra. Kat scivolò sui vetri e finì fuori come tutti gli altri, urlando a pieni polmoni, quando la caduta rallentò e due mani l'afferrarono al volo. Chiunque fosse, avrebbe avuto la sua riconoscenza per il resto della vita! Si aggrappò all'uomo con tutta la forza che aveva e quando fu all'interno della sala, l'adrenalina le impedì di sciogliere le dita dalla tuta ruvida.

Ti conviene prendere le scale” l'avvertì una voce frettolosa e profonda mentre sganciava l'imbracatura che lo collegava all'elicottero e toglieva il cappuccio che indossava.

Claire è impazzita, li sta uccidendo tutti!” urlò in preda ad una crisi di nervi “devo aiutarla ma non so...”

Ci penso io” sospirò staccandola da se a forza. “Sei quella che mi ha telefonato?”

La ragazza lo guardò cercando di calmarsi. Annuì ripetutamente “sei Gabriel?”

Eggià...”

Io sono Kat” mormorò tirando su col naso “ha detto che sei uno di noi.”

Tzè, sono meglio” ridacchiò scoccandole un sorriso divertito “vabbè, vediamo di mettere a posto sto casino...” sbuffando la rimise in piedi e la guardò attentamente. “Dov'è il vecchio?”

Kat indicò la sala un po' nervosa “vuole che Claire diriga la baracca” mormorò bloccandone i passi. Di fronte al suo sguardo interrogativo, la ragazza abbassò la voce a mo di scusa “ho origliato..”

Continua.”

Quando le ha iniettato l'inibitore, Arthur sapeva che l'effetto sarebbe cessato durante la giornata. Hanno aggiunto un composto che amplifica i poteri, per quello è impazzita. Penso che la stia usando per mostrare ai suoi 'nemici' di cosa è capace” continuò spostando lo sguardo dietro di lui “Arthur ha un sacco di vecchie ruggini con quella gente. Se Claire erediterà il suo impero, la Petrelli Enterprise continuerà il suo dominio sotterraneo sul mondo fino alla fine dei tempi.”

E perché lo stai raccontando a me?” domandò sulla difensiva, lo sguardo indagatore.

Kat lo guardò di traverso “perchè sono una romantica” borbottò imbarazzata lisciando il vestito sui fianchi. “Non si dividono due innamorati...”

Gabriel la guardò senza parole.

Claire ha accettato!” sbottò per distrarre l'attenzione dal suo imbarazzo. Subito, lo vide incupirsi “hanno fatto uno scambio alla pari. Lei farà quel che chiede e lui lascerà perdere la sua famiglia. E hanno parlato di un catalizzatore, ma non ho capito molto”

Le ho detto di non fare accordi con i tipacci...” ringhiò a mezza bocca “non mi da mai retta!”

Non penso avesse molta scelta. Claire ha perso la sua famiglia, è sola e lui le ha proposto un piano per il futuro che nessuno avrebbe rifiutato. Migliori scuole, migliori insegnanti, completa autonomia alla sua morte...” continuò abbassando la voce.

Non è sola, c'è molta gente che le vuole bene.”

Un'occhiata dubbiosa. “Il problema sei tu” mormorò scostandosi un po' “poichè non sei venuto a cercarla, crede che tu non voglia avere niente a che fare con lei...”

La sua espressione si ammorbidì e un sorrisetto derisorio comparve sul viso. Kat lo fissò con una smorfia “hai mai pensato che potresti darle una mano?”

Sono venuto per questo.”

Non ha capito, pensò schiarendosi la voce “una mano... nella gestione...”

Gabriel la fissò e non rispose.

Era un'idea...” si difese con tono da bambina “scusa!”

Vattene, va” borbottò marciando verso la sala “ma resta nei paraggi, il tuo potere potrebbe far comodo”

Che ne sai...”

Io so sempre tutto!” ridacchiò scavalcando un paio di corpi con una lunga falcata. Guarda che casino! “Splendore, dacci un taglio!” gridò nella sua direzione quando la vide. “Ingorda” sibilò frustrato. Non gliene aveva lasciato neanche uno! La guardò mentre gettava a terra un altro corpo morente. Una lenta nebbia si sollevò dalla sua mano e Claire fece una smorfia soddisfatta.

Utile nelle feste a tema” scherzò facendole voltare la testa. Era lorda di sangue. Lo fissava ma non lo riconosceva. “Prova a saltarmi addosso e ti...” la fermò al volo mentre si scagliava verso di lui. Con un gesto violento la mandò a terra. Un gemito strozzato e Claire rantolò senza ossigeno. La faccia premeva sul pavimento e la guancia era piena di sangue. Si chinò su di lei prendendola per i capelli “hai finito?”

La ragazza annuì con la testa ottenebrata. Il cervello stava scoppiando dal dolore. Troppi poteri, non riusciva a controllarli. Il suo corpo emetteva elettricità e avvampava a tratti.

Hai esagerato” mormorò spostando le mani prima di prendere la scossa. Frugò fra le tasche in cerca della pistola a pressione piena di inibitore liquido, ma una potente manifestazione di potere lo fece voltare di scatto.

Questo è un party in smoking” lo prese in giro l'anziano uomo sorridendo pacifico. “Spero ne abbia uno, sotto quella tuta.”

Che simpatico, pensò sarcastico “l'ho lasciato sotto la muta da sub” ridacchiò lanciando un'occhiata al corpo di Claire che scattava e sobbalzava a tratti. “Era proprio necessario usarla in questo modo?”

Una smorfia e un cenno col capo “questa organizzazione segreta esiste da più di cinquant'anni e non ha mai avuto una donna al comando. I metodi si sono... imbarbariti, col passare del tempo” spiegò guardando la nipote che singhiozzava “Claire potrebbe essere la domanda a tutte le risposte. Ha accettato la mia proposta, studierà per amministrare...”

Non penso proprio” mormorò toccandola su una spalla nuda “lei vuole una vita normale, non...”

Mr Gray, quello che dice e quello che vuole sono due cose diverse e lei dovrebbe averlo capito da tempo” lo rimproverò serio “Claire vuole fare la differenza. Bene, lasciamoglielo fare.”

Gabriel lo guardò incupito. Non mentiva, ma i suoi scopi non erano puri come voleva far credere “non ha più il catalizzatore dentro di se” borbottò “a cosa ti serve?”

Sto morendo, Mr Gray, i miei poteri stanno svanendo. Ogni giorno nuove minacce si profilano all'orizzonte e persone come lei compaiono dal nulla” continuò “preferisco averle come amici che come nemici, non me ne voglia...”

Claire si alzò sui gomiti, sentendo quel parlottare confuso. “Gabriel...” l'aveva visto, non se l'era sognato. L'aveva trovata.

Sto contrattando con tuo nonno” mormorò lanciandole un'occhiata “come va?”

Mi viene a vomitare” sussurrò sedendosi pesantemente a terra “abbiamo fatto un patto...”

Cosa ti è saltato in mente?!” sibilò voltandosi verso di lei. Era l'immagine della fragilità. Poteva essere zeppa di poteri, ma era debole come un gattino.

Ascoltami... per una volta” sussurrò guardandosi le mani sporche di sangue. Scosse la testa per non pensarci “se non avessi accettato, le cose non sarebbero mai cambiate. Non ho nulla da perdere, ormai.”

La tua vita normale, la tua umanità” elencò veloce “i discorsi che abbiamo fatto, li hai già dimenticati?”

Potrei fare del bene alla gente” sibilò sporgendosi verso di lui “io non sono come te, non inseguo la gloria e il potere. Non me ne frega niente della ricchezza! Voglio solo essere felice e fare felice la gente attorno a me!”

Claire, questa è una cosa grossa. Non è un passatempo” la rimbeccò agitato. “Questa è la vita vera ed è piena di grosse sorprese!”

Vuoi lavorare insieme a me?” domandò d'un tratto “hai sempre voluto essere qualcosa in più. Hai sempre voluto essere altro! Arthur vuole rendere il potere accessibile a pochi. Vuole venderlo al migliore offerente. Possiamo lasciarglielo fare finché non passeremo alla guida... poi potremmo fare quello che ci pare.”

L'ascolti, Mr Gray. Mia nipote ha vagliato bene tutte le possibilità, in questi giorni.”

Gabriel lo incenerì con un'occhiata e tornò a guardarla. “La paura ti rende reattiva, come il dolore ti ha insegnato ad essere più veloce per evitarlo” continuò attirando la sua attenzione “se vuoi cambiare le cose, devi farti venire il pelo sullo stomaco e...”

Vedi?” domandò con voce tenue “faccio la domanda e tu hai la risposta. Frigno e tu mi consoli... succederà mai il contrario?”

Non ho tutte le risposte” ribattè serio “c'è stato un periodo in cui l'unico pensiero alla mattina era 'che potere ruberò oggi?' Ora mi sveglio e mi chiedo cosa succederà appena messo piede fuori casa.”

Prima era più semplice...”

... e più noioso” concluse fermandosi. La guardava negli occhi e cercava qualcosa che non riusciva a trovare. “Devo pensarci. Non è una cosa da niente.”

Tu cosa vorresti? Per il tuo futuro?”

Non lo so, non ci ho mai pensato” ammise “condurre una vita normale... come tutti gli altri.”

Non ho mai pensato di poter svolgere una vita normale. Lo crede solo Noah! Quante volte mi hai detto di darmi una svegliata?”

E se ad un certo punto capissi che non fa per te?” domandò duro “non potresti lasciare perdere tutto! Se assecondi il progetto di tuo nonno, dovrai vedere e fare cose che non ti sembreranno giuste.””

Lo so...”

Non sarà una passeggiata” continuò facendola ragionare “guardati attorno e dimmi come ti senti”

Claire voltò rapidamente gli occhi sulla sala. “Non l'ho fatto consciamente...”

Brava, la scusa che ho utilizzato dopo il primo omicidio” mormorò bloccandole il respiro. “Cosa sei in grado di fare, quanti poteri hai assorbito per ridurti in questo modo?”

Troppi...” Sussurrò raccogliendo il vestito attorno a se “mi formicola la pelle come se avessi preso la scossa...”

Eccheccavolo!”

Gabriel si voltò quando sentì la voce di Adam “non si può fare affidamento su di voi!”

E' già finita la festa?”

Non penso, amico mio.”

Adam fu lesto ad alzare la spada che volò via dopo un istante. Merda, pensò restando immobile. “Mica te la sarai presa per Angela? Non c'è stato niente... quattro bacetti...”

La lama fendette l'aria e roteò su se stessa, puntò dritto contro il torace dell'uomo e prima che Adam riuscisse a muovere un solo passo, si conficcò nel fianco di Claire, apparsa dal nulla. Gridò di dolore e barcollò sulle gambe. Gabriel restò a guardarla allibito. Claire si mosse all'indietro, sbilanciata dal dolore e cadde fuori della finestra.

Troppo stupiti per muovere un solo muscolo, restarono a guardare tutti - compreso Arthur - la scena incredibile che si era appena manifestata ai loro occhi. La variabile, pensò alzando una mano e staccando di netto la testa di Arthur che rotolò ai piedi del giapponese. Il corpo si afflosciò a terra e Adam ansimò per lo scampato pericolo. “Porca puttana... ” cadde seduto a terra e restò a guardare la finestra. “Quella bambolina mi ha salvato la vita!”

Un buon momento per saltare” mormorò Hiro compito.

Saltare?!” gridò Gabriel guardandolo “cosa vuol dire che vuole saltare?!”

Vuol dire che viaggerà fra universi paralleli...” sibilò Adam mettendosi in piedi “vuol dire che se non imbrocca quello giusto, non la rivedremo più!”

Ma lei è...” si voltò verso il punto in cui sedeva Claire e lo scoprì vuoto. Un brivido feroce gli percorse la colonna vertebrale e lo stupore gli tolse le parole di bocca. Scattò sulle gambe e si affacciò alla finestra. La vide cadere a corpo morto da settecento metri d'altezza. Sarebbe stata una caduta interminabile, pensò voltando lo sguardo su uno svolazzate tessuto rosso.

Così si ammazzerà!” urlò Kat sbiancando di paura “l'acqua è troppo bassa!”

Hai un'idea?”

Si si si! Reggimi!” sbottò affacciandosi dalla finestra. Il mare si sollevò come un'immensa colonna d'acqua e i primi centro piani del grattacielo furono travolti.

- - -

L'aria era fredda e le strappava gemiti che si perdevano nel vento che le trapassava la pelle disperdendo il calore corporeo. Stava volando. No, pensò quando le piscine sottostanti si fecero più vicine. Stava cadendo.

Una tremenda sensazione la strappò dalla sua atarassia ormai protratta nel tempo. Claire guardò l'acqua farsi sempre più vicina, sempre di più, finchè non la colpì in pieno e la calma superficie esplose verso l'alto, chiudendosi su di lei dopo un istante. Piombò a velocità folle nell'acqua ghiacciata e la botta di freddo le trapassò il corpo, bloccandole i polmoni.

Silenzio.

Claire pensò la morte aveva quell'aspetto lì. Fredda e soffocante. Cercava di tornare a galla, ma l'acqua la tirava a fondo, i vestiti pesavano come macigni e stava cominciando a respirare il liquido gelato. Non li avrebbe più rivisti, nessuno di loro... mamma... papà... Lyle.. pensò sentendo un torpore sconosciuto aggredirle le membra... non poteva morire, ma poteva restare per sempre lì... nell'acqua gelida... La tomba liquida era accogliente e smorzava i suoni della superficie. Le trapassava le orecchie cullandola, quando l'aria cominciò a mancarle e il panico si impossessò di lei. Claire aprì gli occhi, ma l'acqua la rendeva cieca. Sentiva il calore delle lacrime che le orlavano le ciglia e il freddo che le faceva tremare i muscoli.

(Tieni la mente fissa su un pensiero, sarà il tuo faro nella notte)

Mosse le braccia cercando di ricordare le sensazione di essere stretta al suo corpo, ma era passato troppo tempo e le corde del cuore avevano scordato la melodia che suonavano, quando sfiorava gli accordi giusti e le strappava una sinfonia che risuonava nell'universo. La pelle pulsò, e la sensazione di tiepida malinconia venne cacciata da una nostalgia atroce che non la faceva respirare.

Gabriel osservò la superficie incresparsi ritmicamente, ondate circolari che si allargavano sempre di più, sempre più numerose. Un maremoto, pensò innervosito. E' esplosa e sta provocando un maremoto che colpirà la costa! Il corpo di Kat si fece pesante e gli scivolò contro. Era svenuta per lo sforzo e non c'era nessuno a controllare la massa liquida.

L'onda si innalzò maestosa e per un istante, Claire sentì la pelle riscaldarsi e il corpo che rovinava dolorosamente contro le rocce del fondo oceanico. “Oddio...” sussurrò guardandosi attorno, credendo di trovarsi in un incubo o in un film con effetti speciali piuttosto realistici. Il riflusso fu così violento che la frustò sulla pelle scoperta e la costrinse a raggomitolarsi su se stessa, mentre ingoiava acqua e lo tsunami che aveva provocato si dirigeva a pieno regime verso il porto. L'oceano si richiuse sulla sua testa e la spinta la portò verso l'alto mentre annaspava per trovare ossigeno. Salta, cazzo! Salta!

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Capitolo 13
*** Salta! ***


Un altro Universo, un'altra Terra

Fra due anni.

Claire ricomparve ai piedi della maestosa abitazione di Angela e come aveva sempre fatto, suonò il campanello. Una voce maschile, profonda e nervosa, gridò qualcosa all'interno e Claire fece un passo indietro tremando.

Sylar la fissò da capo a piedi e tirò indietro la testa “non eri uscita a fare shopping?” Aveva i capelli più lunghi e l'espressione più dura e cattiva. Le vennero i brividi lungo la schiena. “In che giorno siamo?” sussurrò stringendosi nei vestiti bagnati.

Sei impazzita?” borbottò cambiando radicalmente espressione quando vide che non aveva il pancione.

Il rumore di una macchina che frenava poco distante le fece voltare la testa verso la figuretta bionda che trafficava con i pacchetti nel portabagagli.

Sylar la guardò, seguì la sua occhiata e sbiancò “18 novembre 2011” sussurrò facendo un passo avanti “ma tu chi sei?”

Fra due giorni a partire da oggi, Claire sarà in ritardo come al solito e tu uscirai a cercarla” mormorò osservando le manovre della sua sosia. “Non devi andare al cimitero!” esclamò attirando la sua attenzione “resta a casa, non uscire!”

Ma tu chi cavolo sei?” ripetè facendo un altro passo verso di lei “è uno scherzo?!”

Non è uno scherzo!” urlò spingendolo via “fra due giorni, io verrò trasportata qui da un'esplosione, ti porterò con me e nel mio tempo morirai!” gli gridò contro “impazzirai e verrai ucciso!”

Sylar la fissò a lungo con espressione sconvolta “la premonizione di Angela...” mormorò sconvolto “allora è vero... qualcuno più potente di me...”

Il te stesso di un'altra dimensione” affermò guardando l'altra Claire che si avvicinava e aveva alzato la testa verso di lei. Claire si voltò in fretta “diglielo che la ami...”

L'uomo la fissò e divenne cinereo “come fai...”

Me lo dirai tu” sussurrò occhieggiando alle sue spalle “dimmi la verità: quando le hai rubato il potere, l'hai...”

No!” esclamò con espressione orribile “ma tu come fai...”

Ti ha cercato lei? Ti ha sedotto?”

Sylar la guardava e non parlava “è venuta da me. Ha trovato il mio indirizzo sui documenti di Noah, ha letto il mio profilo. Era ossessionata dalla vendetta e voleva farmela pagare” spiegò lentamente sempre studiandola, sulla difensiva. “Qualcosa cambiò... tornai di notte... la trovai addormentata sullo zerbino ad aspettarmi.”

O mio dio, pensò tremando per il freddo.

Non le importava delle conseguenze, mi voleva e basta, era fuori controllo... non ero dell'umore migliore e la cacciai, ma lei tornò... tornava sempre, finchè un giorno non acconsentii alla sua richiesta e la presi. Mi chiese lei di farlo!” esclamò abbassando la voce “e da quel momento in poi è stata la rovina... per entrambi.”

Noah l'ha cacciata di casa?”

Annuì e il suo sguardo si fece meno duro “vuoi un asciugamano?”

Claire scosse la testa lentamente. “Dille che l'ami, accompagnala a fare shopping anche se ti annoi... ma resta a casa, ti prego!” esclamò sentendola alle sue spalle. Udì il rumore di un sacchetto che cadeva per la sorpresa.

Ma chi... sei tu?”

Claire si voltò e la guardò. Quel pancione era inquietante “trattalo bene. Si strapperebbe un braccio per te” mormorò con le lacrime agli occhi “non lasciarlo uscire di casa, il venti novembre, o quel bimbo resterà orfano...”

Sono due gemelli...” sussurrò suo malgrado, bianca come un cencio.

Non me l'avevi detto” rispose una voce tenue e sorpresa alle sue spalle.

Non me l'avevi mai chiesto” rispose l'altra Claire saettando lo sguardo da uno all'altro. Nel momento in cui guardò verso Claire, la vide scomparire, lasciò cadere un altro sacchetto e si portò una mano alla bocca. Poi, un tocco delicato sulla spalla “stai bene, piccola?”

Non chiamarmi piccola” mormorò meccanicamente “ma era... era... me!”

E' pieno di mutaforma al giorno d'oggi” scherzò dirigendola nell'abitazione “insomma, di che colore le dobbiamo dipingere, le pareti?”

Claire lo guardò titubante “quale ti piacerebbe?”

Chiedi il mio parere, ora?” domandò frugando fra le buste. Sorrise tirando fuori un sonaglino con un fiocco rosa. “Capito...” poi ne tirò fuori un altro, azzurro. E sogghignò apertamente. “Distruggeranno il mondo quei due...” sospirò sedendosi di schianto su una poltrona. “Perchè non te l'ho mai fatta pagare, per quello che mi avevi fatto?”

Perchè mi ami alla follia!” ridacchiò guardandola di traverso.

Senti chi parla...”

Oggi

Angela si svegliò di soprassalto. Si era addormentata a teatro, il più imperdonabile dei peccati. La donna accanto a lei la guardò con riprovazione e Angela si schiarì la voce. Non c'era più nulla. Il futuro era stato cambiato, Gray non sarebbe morto. Era stata Claire, l'aveva vista in cima all'onda, poi era scomparsa... come se non fosse mai esistita.

Altrove.

Che hanno le tue amiche da guardare?”

Claire lo guardò di sottecchi, poi ghignò soddisfatta “mah... chissà...” commentò a mezza bocca aggiustando il tocco “come sto?”

Come una che si diploma” rispose rimediando una gomitata “sono fiero di te.”

Parli come mio padre. Vatti a sedere e non attirare l'attenzione.”

Non attiro mai l'attenzione” mormorò sentendo la nuca trafitte da mille occhiatine “ma continuo a sentirmi osservato...”

Sei paranoico” rispose a mezza bocca staccandosi dal suo fianco quando il Preside li chiamò “fa il bravo! E ricordami che devo dirti una cosa molto importante!”

Faccio il bravo” sospirò voltandosi verso le amiche di Claire e salutandole con un cenno della mano. Sghignazzò quando le sentì ridere. “Questo non capitava, quando avevo la sua età.”

Bei tempi” ne convenne Noah quando si sedette accanto a lui “ora che non hai più uno scopo cosa farai?”

Posso sempre tormentare te” ghignò allargando un sorriso divertito e incrociando le braccia. Fissò lo sguardo su Claire che lo stava guardando e le strizzò l'occhio. Poi smise di sorridere e si voltò verso il fondo della sala. C'era qualcuno come loro. Saettò rapido in tutti gli angoli e la vide. Rabbrividì e pensò di aver visto male. Poi si alzò e si mosse verso la porta.

Claire lo vide venirle incontro e si mosse rapida verso l'uscita. Gabriel la bloccò e lei ringhiò di frustrazione “avevamo detto niente poteri”

Chi sei?” sibilò portandola via “perchè...” Gabriel la guardò attentamente e sgranò gli occhi.

Qualunque sia la realtà, siamo destinati a stare insieme...” sussurrò sorridendo amara “ricordati il preservativo!” esclamò saltando un'altra volta.

Altrove.

Claire si stirò languida sulla sabbia e lasciò che il sole la inondasse completamente. Il cane continuava ad abbaiare e ne aveva fin sopra la cima dei capelli “Gray! Lascia stare quel povero animale!”

Stiamo solo giocando!” esclamò lanciando la palla lontana, quasi in mezzo all'acqua “ti detesto quando mi chiami così...”

Non è vero, mi ami alla follia” mormorò sorridendo pacifica “come fai ad essere così abbronzato?” esclamò notando la colorazione forte che aveva assunto “siamo qui solo da due giorni!”

Gabriel sghignazzò e osservò l'oceano con aria rilassata. Il cane cominciò ad abbaiare sempre più forte e lo guardò male “ora gli blocco le corde vocali...”

Magari!” esclamò tappandosi l'orecchio con un dito e guardando nella direzione dei latrati “ma che ha da isterizzare così?” con un movimento veloce, Claire si alzò e si diresse verso il bastardino che avevano adottato durante la vacanza “smettila, cane...” borbottò guardando la ragazza bionda riversa sulla sabbia. Troppi festini fanno male, pensò scrollandola con decisione “ehi, stai bene?” la voltò sulla schiena e rantolò per la sorpresa. Era identica a lei!

Claire rinvenne, tossendo e sputando sabbia e la guardò con le ciglia socchiuse “bel bikini...”

Grazie” mormorò meccanicamente “ma tu sei... uguale a me?”

Un'altra dimensione” rispose togliendo la sabbia dai capelli. Poi alzò la testa verso l'uomo dietro di lei e mugugnò di dolore “state insieme?”

Ehm, si...” rispose l'altra Claire titubante “che vuol dire, un'altra dimensione?”

Allora devo tornare all'inizio” borbottò fra se “Oh, preservativo!” esclamò saltando di nuovo.

Cosa ha detto?!”

Claire lo guardò storcendo la bocca “ehm... mi ha ricordato una cosuccia... ma è meglio che ti metti seduto...”

Prima.

Che puzza, pensò aprendo gli occhi su un vicolo umido e freddo, in mezzo alla sporcizia. Sapeva che una volta fatto il salto, sarebbe stato difficile tornare indietro. Sperò di aver imbroccato l'universo giusto. Hiro le aveva dato un sacco di informazioni utili. Si tirò a sedere posando la mano su un topo che squittì lontano da lei. La allontanò con un senso di disgusto. Poi un rumore di passi che si fermarono e Claire guardò un paio di jeans scuri che conosceva bene.

Che ci fai in mezzo ai rifiuti, ragazzina?” le domandò una voce dura e senza alcuna traccia di calore. Una mano forte la rimise in piedi e Claire lo guardò nervosa prima di essere inchiodata contro il muro. “Esperimento scientifico.”

Il che vuol dire?” domandò tenendola ferma.

Lo conosceva bene, quel ghigno sarcastico. Un gruppo di cheerleaders passò rasente il muro, urlando e agitando i pon pon, Sylar fissò lo sguardo sulla Claire di quella realtà che si fermò ad allacciare una scarpa e corse via, dietro le amiche. Si volse a guardarla con aria interrogativa.

Era ancora in tempo per cambiare il destino. “Se prenderai il suo potere, la tua vita cambierà” mormorò immobile. “Te la farà pagare, verrà da te e...” la stretta si acuì intorno alla gola e le impedì di continuare.

E' un avvertimento, splendore?” la interruppe alterato dalla confusione che provava.

Chiamalo come ti pare” mormorò svanendo.

Sylar grattò la fronte sotto il berretto che indossava, si guardò attorno stringendo la mascella. Si avviò sorridendo dietro il gruppo di cheerleaders. C'è sempre un buon motivo per alzarsi, la mattina.

Novembre.
"Ti dice male, sono un bravo ragazzo che non si approfitta delle fanciulle ubriache" mormorò perdendo la voce per un istante quando arrivò alla cintura. "Claire, smettila... non sei in te..."

"Tu non sei un bravo ragazzo... i cattivi non sono mai... bravi ragazzi..." Claire sentì il calore del suo respiro e mosse la testa stringendo la presa su di lui. Poi la baciò e fu come se si spegnesse un interruttore, mandandole in blackout il cervello.

Aveva le labbra piene e gonfie ed era troppo tempo che non stava con una donna. Non importava chi fosse, quella che stringeva contro di se. Il suo seno gli premeva addosso e la schiena si inarcava seducente. Una mano lo afferrò alla spalla e Sylar si voltò di scatto.

Non farlo” mormorò Claire rabbrividendo quando vide la scena “se passerai la notte con lei, non potrai più tornare indietro. Non portartela a letto! Ricorda la premonizione!”

Indietro per cosa?” domandò nascondendo la ragazza contro di se. “Quale premonizione, ma chi sei?!”

Claire vide quel movimento e sospirò. Non poteva più fermarlo. “Non fare di testa tua come al solito! E' ubriaca e indifesa, guai a te se ne approfitti!” esclamò arrossendo “riportala a casa!”

Non approfitterei mai di una svenuta!” ribattè a disagio “neanche mi piace!”

Bugiardo” sussurrò divertita svanendo un'altra volta.

Sylar si guardò attorno restando in allerta. Abbassò lo sguardo sulla ragazza quasi addormentata e aprì la porta con un gesto.


Oggi.

Sei mesi dopo.


Gabriel lanciò un sassolino nell'acqua e restò a guardarlo rimbalzare. Erano passati più di sei mesi da quando Claire era scomparsa in mare. Non erano riusciti a trovarla. Non riusciva a captarla da nessun angolo del globo. E non era un modo di dire. Si era trasportato in ogni singolo centimetro del pianeta. Guardò il cielo di luglio e capì che sarebbe stata una lunghissima giornata senza sole, deprimenti come le altre, umida e appiccicosa. Seduto sulla spiaggia, osservò la gente attorno a se. Molto poca. Coppiette che si tenevano per mano. Loro non l'avevano mai fatto. Lanciò un altro sassolino che finì a piombo nell'acqua. Un cane trotterellò fino a lui, lo annusò, lo aggirò e corse via quando il padrone lo chiamò. Il mare si stava ingrossando. Era nero come il cielo. Era piuttosto strano, pensò rimettendosi in piedi e scuotendo i jeans dalla sabbia. Alzò la testa sentendo una goccia d'acqua colpirlo sulla guancia e sul collo. Iniziò a piovere a catinelle e Gabriel fece una smorfia. Come nelle migliori sit-com, pensò rassegnandosi a inzupparsi del tutto. Poteva trasportarsi a casa. Ma da quando Claire era scomparsa, usava pochissimo i suoi poteri. Non servivano a nulla. Non avevano importanza. Ma è stupido restare a bagnarsi. Stava per trasportarsi quando un lampo l'accecò e un tuono esplose molto vicino. Gli si rizzarono i peli delle braccia e una sensazione di paura primordiale lo colpì al cervelletto. Stava cambiando qualcosa, in quella realtà. Restò a guardare il mare che si ingrossava, sempre di più, finché l'onda non gli fece alzare la testa allibito.

Claire piombò nell'acqua gelida e la botta di freddo le strappò un urlo. Immediatamente il liquido le entrò in bocca e soffocò le sue grida di paura. Sentiva l'onda alzarsi e quando fu un cima, guardò la città con gli occhi pieni di lacrime. Sentiva di essere a casa, non sbagliava! Quella sensazione di nostalgia non tradiva il suo istinto. Se saltava un'altra volta, poteva non tornare più. Non doveva rischiare, ora che aveva imbroccato l'universo giusto. E sia, pensò immergendosi nell'onda come se nuotasse. Ci aveva provato ad cambiare le cose, ma forse il suo destino non poteva cambiare, pensò quando l'onda la lanciò verso la costa.

C'era qualcuno la sopra. “Claire...” sussurrò vedendo un lampo di capelli biondi e una maglia bianca “Claire!!”

Due braccia dure la afferrarono alla vita quando ormai avevano superato la spiaggia. Claire gli si strinse contro con tutta la forza che aveva. Rotolò per molti metri, in mezzo alle corsie delle macchine, sentendo la presa allentarsi e farsi di nuovo ferrea, udendo i suoi grugniti di dolore quando strusciò con la spalla sull'asfalto asciutto e la pelle si bruciò per l'attrito. Vide l'enorme bisarca carica di macchine correre verso di loro ma Gabriel alzò una mano per fermarla. Le aveva protetto la testa con una mano mentre rimbalzavano a terra e il dorso era completamente insanguinato. Ci avrebbe messo poco a guarire, pensò quando le gomme stridettero e tagliarono l'aria, riempiendola di un odore spaventoso che le fece venire il voltastomaco.

Ma siete pazzi?!” urlò la voce altera del conducente, mentre Claire sputava acqua e sentiva il cervello ingombro dai pesci che si erano infilati nelle orecchie. Aveva travolto qualche poveraccio nel suo lunghissimo volo. “Grazie... chiunque tu sia...” singhiozzò tossendo altra acqua.

Claire...”

La sua voce era sorpresa e le fece alzare la faccia da terra. “Gabriel...” sussurrò incredula. Ripeté il suo nome più volte, toccandolo per sentire se era vero “ho preso l'universo giusto?!” domandò affannata “non c'è un'altra me stessa con giro?!”

Dove sei stata in questi mesi?” domandò sconvolto “sono passati sei mesi da quando sei saltata!”

Sei mesi!?” ansimò stordita. Stava esplodendo il dramma attorno a loro. Non capitava tutti i giorni un fenomeno del genere! Gabriel la afferrò e dopo qualche istante, il rumore del traffico impazzito e delle urla svanì, e restò solo il tiepido silenzio di un'abitazione che non riconosceva.

Claire aprì gli occhi impaurita. Cominciava ad averne abbastanza del teletrasporto. Il tessuto che artigliava sotto le dita era ancora lì. Lo guardò titubante, poi l'abbracciò di slancio. Scattò come se avesse messo piede in una trappola per conigli e la stritolò contro di se. “Questa è stata un'idea pessima, splendore” mormorò con una nostalgia nel cuore che non lo faceva respirare. “Non dovevi farmelo...”

Ho dovuto” sussurrò lasciandolo andare per un istante e tornando subito a stringerlo. “Ho visto cose che voi umani...” recitò scherzando per alleggerire l'atmosfera. Lo scapaccione che le arrivò diretto sul sedere, la fece trasalire e le strappò un urletto. “Ehi!” sbottò allontanandolo da se. Era stato un riflesso condizionato di quello che provava, pensò notando la sua espressione. “Ok, penso di meritarmelo, stavolta...” concesse con una smorfietta.

Sei scomparsa sei mesi! Ti ho cercata in ogni dannatissimo angolo del globo, i tuoi padri hanno sguinzagliato i servizi segreti per trovarti, c'è mancato poco che comparisse la tua faccia sul cartone del latte!” esclamò furioso. “Vaglielo a spiegare che la figlia adorata si è messa a vagare fra le dimensioni!”

Ho dovuto, volevo vedere...”

Sta zitta o te ne do un altro!” l'avvertì fremendo di rabbia e altro che si frapponeva fra lui e un giusto omicidio. “Non mi hai detto nulla...” mormorò abbassando la voce “sei mesi senza di te, sono stati sei anni...”

Claire lo guardò dispiaciuta. E in colpa. Ma per lei erano passati solo pochi minuti. Lo abbracciò di nuovo tenendolo contro di se. “Mi dispiace... mi dispiace tantissimo! Non volevo farvi preoccupare!”

Deve dispiacerti! Stavolta la mia vendetta sarà...” Gabriel sentì quel corpicino addosso, caldo e morbido, e perse tutta la rabbia che provava “stai sgocciolando sul tappeto nuovo...” mormorò guardando il tessuto bagnato.

Hai arredato” commentò guardando la stanza al di sopra della sua spalla “è molto carino...”

Avevo un sacco di tempo libero...”

- - -

Posso allontanarmi cinque minuti per una doccia, o hai intenzione di svanire un'altra volta?”

Ti aspetterò qui” mormorò guardandolo negli occhi. Aveva voglia di baciarlo, le era mancato terribilmente. Aveva voglia di fare l'amore con lui. Non avrebbe dovuto provare nostalgia, in fin dei conti, in ogni singolo universo l'aveva incontrato.

Lo guardava così, tanto tempo fa. Alzò una mano per accarezzarla ma si bloccò quando la vide socchiudere le labbra. Se la toccava, non sarebbe riuscito a fermarsi. “Resta qui. Su questo angolo. Ho contato le righe, se ti muovi me ne accorgo.”

Resto” promise incrociando le gambe sul letto e allacciando tre bottoni della camicia scura mentre asciugava i capelli. Con il fon. Quel gesto scoprì il collo e la clavicola attirando il suo sguardo.

"I tuoi rapitori hanno dimenticato qualche vestito. Sono la dentro.” mormorò indicando col pollice un cassetto che si aprì all'istante.

Grazie...” sussurrò a mezza bocca. Alzò la testa e lo vide che la osservava “resto qui!” ripetè spostando la gamba di una riga “non ti fidi di me!”

Neanche un pò!”

Rimasta sola, Claire sentì la stanchezza pervaderla. Hiro l'aveva avvertita che i troppi salti temporali l'avrebbero spossata. Aveva bisogno di dormire. E tanto, pensò sbadigliando. Si chinò a frugare nel cassetto e scoprì un mucchio di roba che non ricordava neppure di avere. Infilò le mutandine ma restò con la sua camicia addosso. Le piaceva e le dava un senso di appartenenza. E aveva il suo profumo, pensò stringendo un cucino contro la pancia. Si addormentò di colpo mentre il suo compagno non riusciva a capacitarsi che fosse tornata a casa.

Almeno era rimasta, pensò trovandola addormentata nel suo letto. Si chinò su di lei e la accarezzò sul viso e per un istante la vide sorridere. Non aveva intenzione di infastidirla mentre dormiva. Ma era passato troppo tempo e quella vocetta nella testa era difficile da zittire, se se ne stava mezza nuda fra le lenzuola con quell'aria innocente sul viso che gli faceva deviare dai buoni propositi. La carezza scese verso la gola e la spalla scoperta e si fermò quando la sentì mugolare. Si avvicinò di qualche centimetro e risalì verso il viso. Gli intenti sono sempre nobili. Si sdraiò accanto a lei circondandole la vita con il braccio. E la guardò dormire per paura che se avesse chiuso gli occhi, sarebbe scomparsa un'altra volta.

- - -

Quella letargia cominciava a diventare preoccupante, pensò picchiettando un dito sul braccio. Stava dormendo da più di quattordici ore. Doveva chiamare il reparto rianimazione? Proprio in quel momento la vide muoversi, sollevare la testa e ricadere sdraiata con un sospiro. “Che ore sono?”

Le dieci del mattino” mormorò sedendosi accanto a lei “hai dormito parecchio.”

Sto morendo di fame” disse sollevandosi sui gomito “non hai idea delle cose che devo raccontarti...”

Me le racconti durante la colazione.”

Spero che il tuo frigo possa supportare il mio assalto...” borbottò mettendosi a sedere. Aveva l'aria sfatta, come se non avesse dormito. La barba un po' lunga che ombreggiava il viso. Gattonò fino a lui e lo abbracciò mentre le infilava il viso fra i capelli. La camicia cadde oltre le spalle e la pelle spiccò bianchissima e profumata. Il desiderio bloccò ogni pensiero, divenne solo istinto ma la scostò da se con forza. Lo sguardo che gli rivolse non fu dei più felici, anzi, era piuttosto sorpreso. “Devi avvertire i tuoi che sei tornata” mormorò sfiorandola con i polpastrelli e provocandole la pelle d'oca in tutto il corpo. “Ah, Meredith...”

Cosa?” domandò improvvisamente nervosa “che le è successo?”

E' scomparsa quando ha scoperto...” Gabriel la guardò mordendo un lato della guancia “è un po'... incinta...”

Cosa?!” esclamò ad alta voce “e di chi?”

E' quello il problema” borbottò strusciando un lato del mento “non lo sa.”

Claire lo guardò sgranando gli occhi. Non riusciva quasi a respirare. “Adam?” suggerì speranzosa.

O il mio doppio” sussurrò a voce così bassa che Claire intuì le sue parole, più che capirle. “Ho sentito male, vero?” domandò alterata “non è successo quello che penso!”

Gabriel annuì a disagio.

Cazzo!” urlò stupendolo “maledetto imbecille, sono stata da lui, gli ho detto di restarsene a casa, di badare a Claire e ai bambini... e lui.. cazzo!” urlò un'altra volta colpendo il letto con i pugni.

Bambini?” domandò d'un tratto. “Quanti?”

Due. Gemelli. Rassegnati” borbottò frustrata “in ogni singola realtà avremo due figli, un maschio e una femmina.”

Quando?”

Claire alzò le spalle come se non avesse importanza. “Più in la.”

Quanto 'in là'?” ripetè improvvisamente teso.

Non ha importanza! Adam ha detto che non ha mai avuto figli e con diciotto mogli e innumerevoli amanti, un bimbo ci sarà scappato!” gridò fuori di se “quel testa di cazzo! Come si è permesso di toccare Meredith?!”

Quand'è stata l'ultima volta che hai avuto il ciclo?” domandò inchiodato al pensiero iniziale.

La ragazza lo guardò di traverso “sei mesi fa!” scherzò sapendo di uccidere un morente.

Non dirlo neanche per scherzo” la riprese nervoso. Stava letteralmente sudando.

Sei pallido...” sussurrò vedendolo sbiancare “ehi... guarda che non sono incinta.”

E' stato il pensiero di tuo padre perennemente fra i piedi a debilitarmi” mormorò prendendo un respiro. “Chiama... i tuoi genitori... io vado... a fare un giro” borbottò mettendosi in piedi rigido.

Claire lo guardò un po' stupita e un po' delusa. Ma non aveva tempo per preoccuparsi delle sue crisi da paternità immaginaria. Gettò un'occhiata al calendario. Era sfasata dagli avvenimenti. Si sentiva un po' debole, anche se aveva dormito parecchio. Si vestì con quello che aveva a disposizione e uscì in strada. Taxi. Fanculo al teletrasporto! C'era un sole fantastico e faceva caldo. Inclinò il collo e sorrise. Poi perse ogni traccia di piacere sul viso. Il ciclo. Cazzo!

- - -

La porta della stanza di Claire sbattè violenta e Noah alzò la testa allarmato. Teneva in mano la penna con cui avrebbe vergato la fine del suoi matrimonio. La lasciò cadere delicatamente sul documento e allungò l'altra a prendere la pistola. La strinse, poi allargò le dita. Una corrente d'aria, pensò sospirando. In sei mesi era invecchiato di dieci anni. Claire, pensò strusciando la testa con le dita. Come gli mancava, la sua orsetta...

Papà...”

Gli mancava anche quell'idiota che appariva dentro casa senza mai bussare...

Papà-à...” cantilenò una vocetta scuotendolo per un braccio.

Tesoro, non è...” Noah si interruppe col sangue gelato. Si voltò a guardarla e impallidì come se avesse visto un fantasma.

Quando la strinse, Claire alzò gli occhi al cielo. Non c'è niente di meglio che essere stritolati mentre si è in preda ai dolori mensili. Troppi viaggi l'avevano esaurita e il fisico non aveva retto. Per la sua agenda era in anticipo. Per il resto del mondo, aveva un ritardo spaventoso. Amore, ho un ritardo di sei mesi, ma tranquillo non sono incinta!, ridacchiò fra se ricordando la faccia sconvolta e in preda al dubbio di Gray. Non si avvicinerà per i prossimi dieci anni! “Mi dispiace, non pensavo ci avrei messo tanto. Per me il tempo non scorreva...” spiegò a bassa voce ricambiando il suo abbraccio “come sta la mamma?”

Bene. Esce con un tipo. Me l'ha presentato.”

La figlia lo guardò a bocca aperta. “Ma che sta succedendo?! Meredith è incinta, la mamma esce con un altro! Lyle va ancora a scuola o è entrato nella legione straniera?”

Si è fatto un piercing” sospirò alzando le spalle “ha detto che tu avevi un tatuaggio, quindi non potevo sgridarlo.”

Altre rivelazioni scandalose?” domandò con le mani sui fianchi “Peter è gay?!”

Noah la guardò titubante.

Non dirmi che davvero...”

No” mormorò rimettendosi a sedere e prendendola sulle ginocchia come quando era piccola. “Non li vedo da sei mesi. Ma è arrivata questa, ieri” mormorò indicandole una busta “da parte di un ufficio notarile.”

Angela è schiattata e queste sono le ultime volontà?” sogghignò cattiva strappando la busta. Lesse il foglio all'interno e restò raggelata. Aprì la bocca per parlare ma ne uscirono solo suoni confusi.

E c'è altro” continuò implacabile “Samson Gray è morto.”

Come fai...”

L'abbiamo sempre tenuto d'occhio. È morto solo, nella sua baracca nel Nord. Quando siamo arrivati... beh, non è stato un bello spettacolo.”

Gabriel lo sa?”

Noah scosse la testa e la guardò “non ho contatti con lui da più di quattro mesi. Ha collaborato alle ricerche per un po', poi ha deciso che eravamo un peso morto e si è messo in testa di fare da solo.”

Claire annuì e cercò di assorbire la notizia. Tutte le notizie, soprattutto quella che teneva in mano. “Papà, mi serve la Carta Oro” mormorò con aria di scuse “i miei vestiti sono rimasti a Dubai.”

Fra tutte le scuse per fare shopping...” la prese in giro infilando la mani nel portafogli “... questa è la più originale!”



Penultimo capitolo, lo strazio giunge alla fine.

E'la prima volta che pubblico una storia che è partita bene e ho finito per detestare, incredibile...







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Capitolo 14
*** La Tana del Bianconiglio ***


Non possiamo procedere alla lettura del testamento senza la signorina Bennet.”

Il notaio era inflessibile e la sua rigidità disturbava Angela. “Mia nipote è scomparsa da sei mesi” spiegò compita un'altra volta. “Stiamo rimandando la lettura del testamento già da tre!”

Senza un certificato che ne attesti la morte...” Una bussata leggera interruppe l'uomo la sua reprimenda “avanti.”

Claire fece capitolino nello studio con aria tirata “scusate il ritardo.”

La scomparsa signorina Bennet?”

Già...” sussurrò chiudendosi la porta alle spalle. C'erano proprio tutti. E la guardavano come se fosse un fantasma. “Le spiegazioni più avanti” mormorò mettendosi seduta accanto a Peter che la guardò con un sorriso che stentava a nascere. “Ma dove sei stata?”

A spasso nel Multiverso” sussurrò sostenendo con odio lo sguardo allibito di Angela. “Noi fenomeni da baraccone facciamo un sacco di cose strane.” Guardò Nathan con aria di scuse “mi dispiace d'avervi fatto preoccupare...”

Me lo racconterai dopo, ora... sentiamo le ultime volontà di nostro padre. Un'altra volta” ironizzò distendendo di poco la muscolatura. Le afferrò la mano e la strinse “sei stata inclusa nel testamento di Arthur.”

Che bellezza...” sussurrò fra i denti. Angela la guardava ancora. Claire la fissò con astio e si appoggiò alla poltroncina. Stava per succedere qualcosa di inaspettato.


Era assurdo, pensò dieci minuti dopo aggrappandosi ai braccioli e sporgendo il busto verso il notaio “può rileggere... la parte dell'erede universale... non l'ho capita.”

Ha capito benissimo. Il signor Petrelli le ha lasciato tutto il suo patrimonio.”

Ma...” indicò i due uomini attorno a lei e fece una smorfia “ma loro sono...”

E' stata disposta una quota più che adeguata per i figli… ma niente per l'ex moglie..” sussurrò scorrendo una nota. “Strano.”

Ma io non ne so niente di questa roba! Sono una ragazzina, non so gestire patrimoni, non so governare un impero! Devo ancora andare al college!” Quel figlio di puttana l'aveva fregata!

Può fare una rinuncia, è nei suoi diritti. In questo caso l'intera eredità passerebbe ai figli e ai discendenti...”

No” esclamarono i due uomini in coro. Claire li guardò allarmata “perche no?!”

Io sono un infermiere” mormorò Peter rilassato “mi piace il mio lavoro e non intendo cambiarlo.”

Idem per me. Studierai, avrai i migliori insegnanti e consulenti al tuo fianco. Farai un ottimo lavoro. Nessuno si aspetta che tu sappia gestire una società dall'oggi al domani. Pensi che capisca ogni singola manovra governativa?”

Claire si aggrappò ai braccioli e scosse la testa “ma io...”

Oh... manca una persona. Scusatemi” mormorò prendendo il telefono.

Claire voltò la testa verso il notaio e lo guardò sorpresa. “Un altro parente? Qualcuno che sappia come si gestisce un'azienda?”

Eppure la raccomandata è stata consegnata...” disse una volta messo giù la cornetta. “Anche il signor Gray è scomparso come la signorina Bennet?”

Quella era l'ultima goccia. Si guardarono l'un l'altro senza riuscire a dire una parola. Claire sentì la rabbia montarle dentro. Un'altra partita a scacchi! “Non è scomparso, è...”

La porta si aprì silenziosamente e uno sfattissimo Gabriel in jeans laceri e maglietta irruppe all'interno della stanza. Li guardò interrogativo, poi abbassò lo sguardo su Claire e girò gli occhi sul notaio “non sapevo ci volesse l'abito da sera.”

Gabriel Gray?”

Vuoi vedere la carta d'identità?” sibilò sarcastico.

Si sieda, giovanotto!” eruppe rimediando un'occhiata feroce. Gabriel piombò a sedere accanto ad Angela e fece un sorriso smagliante “come va, strega?”

Il tuo fetore appesta l'aria della stanza” sibilò arricciando il naso. “Spostati, mi dai la nausea!”

Il notaio si schiarì la voce per attirare la sua attenzione “lei è stato incluso nel testamento del signor Petrelli come consulente della signorina Bennet.”

Che bello... adesso mi pagano per fare il babysitter...” sibilò intrecciando le dita dietro la testa e stravaccandosi meglio.

Ti piaceva di più Guardiano?” domandò a bassa voce l'interessata. “Lui ne sa meno di me di come si muove una baracca di questa portata” disse diretta al notaio infastidito dalle continue interruzioni.

Il signor Petrelli ritiene che lei sia l'unico in grado di indirizzare le scelte della signorina Bennet nella giusta direzione.”

Gabriel lasciò scivolare le mani avanti e scompigliò le ciocche che fino a quel momento erano state impeccabili. “Non ho capito bene. Cosa diavolo volete da me?”

Volente o nolente, Arthur ci ha fregato” mormorò Claire voltandosi dalla sua parte. “Mi ha nominato erede universale..”

L'uomo fece una smorfia e sorrise “così la smetterai di brasare la carta di Noah...”

... ma sembra che tu, dovrai darmi una mano...”

E se non volessi partecipare al carosello?”

In tal caso, il beneficio decadrebbe e la gestione dell'azienda passerebbe ad Angela Petrelli.”

Gabriel guardò il notaio e l'espressione perplessa di Claire. Poi si voltò verso la donna che sembrava aver ingoiato un limone. “Dove metto la firma?”

Le sopracciglia di Angela fremettero e quando lo guardò negli occhi, Gabriel lesse solo disprezzo. E la cosa gli piacque tantissimo. Sogghignò e con la coda dell'occhio vide Claire rabbuiarsi. “Non puoi mettere nei guai me per fare un dispetto ad Angela!”

E tutto il discorsetto che mi hai fatto sei mesi fa? Te lo sei dimenticato?”

La ragazza scosse la testa e si appoggiò alla poltroncina “no. La penso tutt'ora in quel modo...”

mordicchiò un labbro strofinandolo lentamente con le dita. Era un gesto nuovo che non le aveva mai visto fare. Anche la postura era diversa.“E allora...” sospirò tamburellando le dita sullo stomaco. “Posso andarmene?”

Non abbiamo finito. Il signor Petrelli ha disposto che la signorina Bennet entri a far parte dell'amministrazione al compimento del ventitreesimo anno di età.”

Mi sembra saggio” commentò Nathan guardando la figlia “così avrai tutto il tempo per studiare ed entrare nel meccanismo.”

Se lo dici tu” commentò pacata “che altro? Devo anche sformare un marmocchio?”

Entro il venticinquesimo anno di età” confermò facendola sbiancare. Claire rise una volta, poi sogghignò, infine la sua voce si fece isterica e si mise in piedi, appoggiando le mani sulla scrivania dell'uomo “mi lasci indovinare chi dovrebbe essere il padre...”

Il temine esatto è 'marito'” corresse stupito dalla sua reazione. Claire rise un'altra volta e piombò a sedere “voi siete pazzi... e tu non dire niente, mi raccomando!”

Sono raggelato” ammise immobile quando la furia di Claire si abbatté sulle sue spalle “la premonizione mi ha fatto meno paura.”

In caso contrario, cosa succederebbe?” domandò stentando a trattenere l'ira.

Il notaio si fece serio e sventolò una lettera chiusa. “La risposta è qua dentro” le porse la lettera che Claire strappò con attenzione. I suoi occhi volarono fra le righe e si inchiodarono su un punto che la lasciò a bocca aperta. “Ci sono riusciti...”

Cosa c'è?” Peter si piegò verso di lei e occhieggiò il documento. Claire si alzò, afferrò Gabriel per la maglietta trascinandolo sulle rotelline della sedia e quando furono fuori, la guardò divertito. “Leggi!” sbottò mettendogli la lettera a pochi centimetri dalla faccia. Crollò a sedere sulle sue gambe mentre parlottava a bassa voce. “Qui!”

Togli il dito...”

Più giù!!”

L'uomo sollevò la testa e la guardò allibito “come hanno fatto?!”

Claire sollevò le braccia e le lasciò ricadere. “Non lo so ma io non ci sputerei sopra...”

E già...” mormorò abbracciandola e allargando un po' le gambe per farla stare più comoda. “Posso sacrificarmi per una cosa del genere.”

Idem. Chi potrebbe sopportarti per tutta l'eternità?”

Gabriel la fissò con aria cupa “e se fosse una trappola?”

Lo scopriremo fra qualche anno” sbottò togliendogli la lettera di mano. Si piegò da un lato e fece una smorfia “maledetto ciclo, mi sento uno schifo.”

La guardò e per un attimo Claire vide passare qualcosa che sembrava delusione “te l'avevo detto!” La smorfia che fece la rabbuiò “tu saresti capace di sposarmi e mettermi incinta domani stesso per avere la cura all'immortalità!”

La sua reazione non fu quella che si aspettava. La fissò e basta senza dire una parola.

C'è una cosa che devi sapere. Noah mi ha detto che tuo padre è morto pochi giorni fa.” Forse doveva smetterla. Non respirava e non batteva nemmeno le palpebre.

Dovrei esserne contento” mormorò d'un tratto “ma non me ne frega niente.”

Mentiva e anche male. Gli appoggiò una mano sulla spalla e quando la prese e la baciò, Claire capì che stava per congedarsi. “Ci gettiamo nella tana del Bianconiglio?”

Non abbiamo niente da perdere” mormorò rimettendola in piedi. “Quella è meglio tenerla segreta.”

La cassaforte a tempo si aprirà fra sei anni, il giorno del mio compleanno” borbottò scorrendo le righe della lettera. “Pensi che riusciremo ad aprila prima con qualche trucchetto?”

Non ho alcuna fretta.”

Claire lo guardò. Sembrava stranamente assente. Aveva bisogno di isolarsi. “Torno dentro a reclamare il patrimonio. Spero che i loro consulenti siano dannatamente bravi come dicono...”

Tuo padre sa dove è stato seppellito quel bastardo?” domandò distraendola dalle sue elucubrazioni.

Sicuramente” rispose restando a guardarlo “posso accompagnarti?”

Vuoi rovinarti la giornata?”

Sono stata nella stessa stanza con Angela per venti minuti. Un cimitero sarà più divertente!”

- - -

Pensavo peggio” mormorò guardando una tomba simile a tante altre. “Vabbè, è andata!” sospirò allegro strappandole un mezzo gemito di sorpresa. “Andiamo a mangiare, ereditiera?”

Non chiamarmi così” borbottò abbracciandolo alla vita. “Vuoi vedere una cosa carina?”

Certo.”

In tutti gli universi in cui sono stata, questo è quello che mi è piaciuto di più” mormorò indicando la testa “assorbi e preparati al botto!”

Un bisonte impazzito avrebbe fatto meno rumore, pensò alzando la testa dal rettangolo di tessuto nero sul quale era posato un meccanismo piuttosto semplice da riparare “che vuoi?”

Claire sta per partorire” esclamò fermandosi di fronte al tavolo. La sorpresa che gli lesse sul volto fu sufficiente a fargli capire che non ne sapeva nulla. “Vieni o resti a giocherellare con gli orologi?”

Gabriel lo guardò ammutolito e non mosse un muscolo.

Non mi importa se avete litigato, non lascerai quel bambino crescere da solo” sbottò cattivo “tu non sei come tuo padre.”

Su tesoro, non fare quella faccia” mormorò Sandra stringendogli un braccio “e non svenire.”

Non svengo” borbottò lasciandosi condurre verso una serie di poltroncine “non ancora... io non ne sapevo nulla” disse a sua difesa quando Noah lo incenerì con un'occhiata “non mi ha detto niente!”

Avrei dovuto ammazzarti quando ne avevo la possibilità!” sibilò tappandogli la bocca.

Noah, sta buono” lo redarguì la ex moglie “non siamo qui per litigare.”

Salve!” La donna sobbalzò quando l'infermiera arrivò presso di loro “chi è il padre?!” Li guardò a turno e si concentrò su Gabriel che era sbiancato. Padre. Lui. Alla sua età.

Complimenti! Sono due gemelli!” esclamò stringendogli la mano con forza.

Sono bellissimi, li vuole vedere? Mai avuto bimbi così belli in tutto il reparto!” L'infermiera continuava a parlare incessante e Gabriel quasi non l'ascoltava “e... Claire...”

Sta benissimo, mai avuto una paziente così forte. Ha giurato di ucciderla la prossima volta che si sarebbe avvicinato a lei, ma sono cose che le partorienti dicono normalmente!” scherzò scambiando un'occhiata con Sandra che annuiva. Gli mise una mano sulla spalla e lo scrollò. Era rigido come il marmo. “Noi andiamo da Claire, tu vai a vedere quelle due meraviglie e fa amicizia con loro.”

Gabriel annuì basito e seguì la donna fino a reparto. Lui. Padre. Alla sua età. E non gli aveva detto niente. Scoccò un'occhiata al di la del vetro e vide due esserini minuscoli con gli occhi chiusi e i pugnetti stretti che dormivano placidi nelle loro culle.

Sono un maschio e una femmina! Così non abbiamo scontentato nessuno!” ridacchiò la donna prendendone uno fra le braccia. “La madre sta ancora decidendo i nomi, lei ha qualche suggerimento?”

Nomi. Bambini. Due. Aveva due figli. La guardò con la stessa espressione che ha una mucca che osserva i fari della macchina che si avvicina. “No” mormorò concentrandosi su quell'esserino che si era svegliato e sorrideva. Sorrideva a lui. Il fagottino mugolò qualcosa di incomprensibile.

Non facciamo distinzioni, eh” borbottò mettendogli in braccio anche l'altro. “E' la mia preferita. Non dovrei dirlo perché sono adorabili entrambi... ma guardi che carina! Così piccola...” mugugnò mentre Gabriel la fissava come se fosse impazzita. Le donne, sospirò osservando la piccola. Era minuscola, gli scatenava un terribile senso di protezione. “Virginia” mormorò senza pensarci “come mia madre.”

E' un bellissimo nome!” ribattè infermiera “però deve stare attento a lei, quando piange... beh fa piuttosto rumore.”

Cosa?” domandò senza capire.

Onde sonore piuttosto alte. E' il suo potere” mormorò accarezzando la testa della piccola. “E si rigenerano entrambi” concluse con un sorriso smagliante “che c'è? Non è contento?”

Annuì meccanicamente e glieli rimise in braccio. “Forse devo parlare con la madre...”

'Non lo farei, fossi in te...'

Chi ha parlato?”

'Il figlio senza nome... cominciamo già a fare distinzioni?' Domandò una vocina infantile nella sua testa. 'Chiamami Noah e facciamola finita.'

Noah è un bel nome!” esclamò l'infermiera annuendo.

Gabriel li guardò a turno, poi si concentrò sul piccolo che aveva aperto gli occhi. Erano grigi e assonnati. Aveva i capelli neri. 'La mamma è arrabbiata. Ha detto che l'hai abbandonata quando più aveva bisogno di te e ha giurato di fartela pagare appena finita la gestazione.'

Questo non è carino” mormorò l'infermiera restando appoggiata alla culla 'non essere crudele con tuo padre.'

'Sei davvero mio padre?' Gabriel annuì e lo guardò. Il piccolo sorrise. 'La mamma ha detto che sai fare un sacco di cose, oltre a farla impazzire di rabbia.'

Eggià” sospirò allungando un dito che afferrò saldamente fra le manine.

'La mamma ti ama ancora.'

'E io amo lei' gli sorrise e sentì una specie di risolino nella testa. 'Sei il più sveglio fra i due, quindi dovrai badare a tua sorella' lo avvisò preventivamente. 'Vado a vedere come sta... tu... fai quello che fanno i bambini appena nati.'

'Sarebbe?'

Non lo so. Piangi. Fa la cacca. Dormi...” propose un po' divertito da quella follia.

'Sono un genio e sono dotato di una lunga memoria. Ricomincia!' esclamò quando la sorella si mise a piangere. Gabriel dovette tapparsi le orecchie, sentendo il cervello esplodere di dolore. “Zitta!” urlò nella sua direzione. La bimba smise di piangere all'istante e l'infermiera lo guardò ammirato. “Mano ferma, bravissimo! Ha già capito come si allevano i figli!”

'Papà...'

Che c'è?” borbottò in direzione di Noah 'dio, mi ha sfondato un timpano!'

'Mi prendi un braccio un'altra volta?'

La sua vocina era esitante. Sorrise, arreso a quella tenerezza che lo invadeva. 'Certo.'

'L'imprinting dice che devo assorbire gli odori dei miei genitori' spiegò facendolo ridere 'quindi scordati che ti richieda di rifarlo tanto presto.”

Quando avrai il pannolino sporco, lo cambierai da solo, va bene?”

Quando sarà sporco, te ne accorgerai. Adesso mettimi giù, ho incamerato le informazioni che mi servivano' ordinò con voce ironica. 'La scimmietta antropomorfa ne ha bisogno più di me. E' un'empatica e ha sofferto tanto, quando la mamma piangeva perché le mancavi. Mi ha angosciato per mesi! Non sai cosa significa stare in uno spazio tanto stretto con una piagnucolona attaccata alle chiappe.'

'Non s'è mai degnata di cercarmi' borbottò a sua difesa abbracciando la bambina che frignava 'non sapevo fosse incinta.' Il corpicino della bimba gli si adagiò addosso lasciandolo senza parole. Si limitò ad accarezzarle la testina coperta di capelli neri.

'Virginia dice che ti vuole bene. Nella sua mente minore non ha idea di cosa significhi. Ma non stiamo a polemizzare.'

"Tu fai un pò troppo il superiore, ragazzo" lo sgridò con voce tenera. Era minuscola, era nata per ultima. Avrebbe dovuto proteggerla dal mondo esterno. Cominciava a capire le parole di Noah. Le accarezzò la schiena e la bimba frignò contro di lui. Gabriel la guardò, sembrava gli chiedesse qualcosa. “Che c'è, piccola?” Virginia mosse le braccine contro di lui e gli agguantò un dito portandolo alla bocca. Lo ricoprì di saliva e la cosa lo fece sorridere.

'Santo cielo... è amore a prima vista' sospirò il bimbo 'sarà una lunghissima infanzia...'

Sei troppo ironico per uno appena nato.”

'Passa tu attraverso un'esperienza del genere! O svieni o sviluppi subito senso dell'umorismo!'

Strangolando una risata, camminò lentamente fino alla stanza di Claire con i due piccini in braccio e quando Sandra lo vide ululò di gioia, mentre Noah restò raggelato. Non quanto Claire che sbiancò, come se avesse visto un fantasma. “Non farli cadere!” esclamò come prima cosa “che diavolo ci fa qui?”

Secondo te?” domandò ironico sentendo un risolino infantile nella testa.

Claire lo guardò e non rispose “mi hanno detto che si rigenerano...”

Fosse solo quello!” scherzò accarezzando la schiena della piccola che passò delicatamente a Sandra che uggiolava di felicità. “Lui è un genio e abbiamo appena fatto un discorso niente male. Si è anche scelto il nome” ridacchiò passando il piccolo Noah al 'nonno'. “E si chiama come te!” esclamò dandogli il colpo di grazia. “Virginia spacca le vetrate e i timpani quando piange... ed è empatica!”

Scegli i nomi senza consultarmi?” domandò seccata e nervosa “mi piace Virginia...”

Mia madre” mormorò sedendosi accanto a lei “perchè non me l'hai detto?”

Ero arrabbiata con te.”

Come va la conduzione dell'impero?”

E' difficile” ammise stringendosi nelle spalle “studio cose che non capisco... ma migliora ogni giorno...”

Bene” mormorò guardandola. Allungò una mano e le accarezzò il viso. Subito la vide chiudere gli occhi con piacere “potreste...” si voltò ma i due erano già spariti. Chiuse la porta con un gesto. “Claire se sei arrabbiata con me, va bene, ma lasciami vedere quelle due meraviglie.”

Non te lo impedirei mai” lo rassicurò con voce debole. “Mi sei mancato tanto...”

Anche tu” sussurrò baciandola sulle labbra un po' screpolate “io ti amo ancora...”

Claire lo guardò e non rispose. Nei suoi occhi c'era un interrogativo.

C'è.... un uomo nella tua vita?” non aveva calcolato quella possibilità.

Una negazione. “Anche io ti amo. E ho bisogno di te. So che non vuoi essere intromesso nella faccenda, ma potresti... fare il padre mentre conduco l'impero?”

Certo...” le sorrise e Claire si illuminò e gli gettò le braccia al collo.

Scusate, penso che questa piccolina abbia bisogno della mamma...” mormorò Sandra rientrando discretamente nella stanza.

Claire allungò le braccia e la strinse a se. Gabriel le passò un dito sulla testolina e il piccolo Noah sospirò ironico 'cominciamo col complesso di Elettra!' esclamò agitandosi in braccio al nonno 'è passata dal volerti bene all'essere innamorata di te.'

'E' giusto' ridacchiò prendendolo in braccio “cosa ne sai tu del complesso di Elettra?” domandò diretto al bimbo.

'Sono un genio, so tutto. Non chiedermi come faccio, ma posso dirti anche quanti peli hai nella barba.'

Sentiamo.”

'Tremilasettecentocinquantasette. Sulla guancia destra' affermò compito.

Tuo figlio mi fa paura” mormorò diretta a Claire che li aveva guardati per tutto il tempo con una strana espressione di dolcezza che non le aveva mai visto.

'Non l'ho chiesto io, sono nato così!' ribattè aprendo la bocca e gorgogliando saliva 'dio, odio quando succede!'

Cambio” borbottò la ragazza “sta dormendo, sta attento...”

Ho mai lasciato cadere te?”

No” mormorò stampandogli un bacio sulle labbra.

'Ci sono dei minori qui!'

Sta zitto” borbottò “fa l'infante.”

Amore, stai parlando con un bimbo che ha poche ore di vita... non è normale” gli fece notare preoccupata “sicuro che la paternità non ti ha dato alla testa?”

Gabriel si staccò con un gemito mentre Claire si massaggiava la testa. “Ma un metodo indolore non l'hai ancora trovato?” lo guardò di sottecchi e ammutolì. Era commosso? Ma lui voltò la testa e le spalle e si incamminò per il cimitero da solo. Preoccupata, gli andò dietro in fretta e quando lo afferrò alla vita, la strinse contro di se. Gli fremevano i muscoli. “E' la cosa più bella che abbia mai visto...”

E' solo uno dei futuri ipotetici, ce n'erano altri meno strappacuore e molto più realistici...”

Mi piace questo” mormorò con gli occhi lucidi. “Voglio questo!”

Sembrava un bambino impunito. “Non cominciamo con le pretese! Ho pianto come una fontana quanto ti ho visto con la bimba” mugugnò a sua volta. “Sarai un padre schifosamente bravo e premuroso ed io una madre lavoratrice e stressata che dimentica il compleanno dei figli...”

Avrai una segretaria che te lo ricorderà.”

Piuttosto mi sparo un colpo alla nuca.”

Non ti avevo detto di spostare il punto debole?”

Ma dove lo metto?!” esclamò fermandosi in mezzo alla strada. “Ma quando muti forma...” Claire lo guardò con un sorrisetto malizioso e attese.

Sei pessima...”


Squillino le trombe! È finita! Deo gracias! Grazie a tutti coloro che hanno seguito e recensito. Ci si vede alla prossima!

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