NELLA
FORESTA
CAPITOLO 1
Stava correndo nel bosco da
quelle che gli sembravano ore, schivando alberi e prendendo velocità con la
discesa ma non poteva arrivare lontano. Le sue gambe erano troppo corte e un
bambino di sette anni non poteva fuggire
a lungo da degli uomini grandi e grossi.
Come era
prevedibile inciampò e cadde a terra.
Il
pendio gli fece prendere velocità ma un
albero provvidenziale arrestò la sua corsa lasciandolo però stordito.
“Dove credevi di andare
piccolo farabutto!” lo raggiunse una voce rabbiosa affannata dalla corsa
“Pensavi di riuscire a sfuggirci? Illuso che non sei altro” delle mani lo
afferrarono bruscamente e lo tirarono su a forza “ Maledetto moccioso, sei
fortunato che ci servi vivo se no vedevi cosa ti facevo per questo bello
scherzetto!” borbottò l’energumeno.
“Lasciami
immediatamente.” ordinò il bambino “LURIDA FECCIA CHE NON SEI ALTRO COME OSI
TOCCARMI, TU NON SAI CHI SONO IO, TI PENTIRAI DI ESSERTI MESSO CONTRO DRACO
MALFOY!!!!” gli urlò contro con tutto il fiato che aveva il bambino.
“Ha ha ha. E
io dovrei avere paura di un tappo come te? Ma non farmi ridere” lo schernì
l’adulto sogghignando beffardo mentre il bambino continuava a strattonare il
braccio cercando di liberarsi “E smettila di agitarsi tanto non serve a niente.
Non rivedrai tanto presto mammina e papino” il piccolo, però, continuava a
dimenarsi e l’uomo non trovò niente di meglio da fare che mollargli un ceffone
che lo spedì dritto a terra. Gli occhi del bambino iniziarono a riempirsi di
lacrime coraggiosamente però non si lamentò dell’offesa subita e
orgogliosamente le trattenne.
La strana coppia proseguì il
cammino fino ad arrivare a una baita dispersa sui monti. Il bambino storse il
naso alla vista di quell’umile dimora ma non fece in tempo a dire niente che
venne spinto dentro a forza e legato in un angolo con una catena imprigionata
nella parete. Bloccato in quel modo Draco si sedette nell’unico posto
possibile, un letto mezzo sfondato che sarebbe stato il suo giaciglio,
attendendo tristemente che qualcuno venisse a liberarlo.
***
Erano passati alcuni giorni
da quando lo avevano rapito, giorni in
cui era stato costretto a stare immobile, bloccato da catene e da un letto che
gli era proibito lasciare.
Non c’era molto da fare a
parte osservare in silenzio i suoi carcerieri che si ubriacavano, non provava
neanche a lamentarsi perché aveva già imparato che a quei due non interessava
che fosse un bambino gliele davano comunque, tanto valeva stare zitto e
aspettare l’occasione giusta per fuggire.
Era il pomeriggio del terzo
giorno e solo uno dei due uomini era rimasto a controllarlo. Dopo alcune ore di
silenzio questo si alzò e uscì dalla stanza. Passarono pochi minuti e la porta
si riaprì ma al posto dell’uomo, dalla soglia, spuntò un bambino. Era molto
piccolo e magro, ciò veniva rafforzato dai suoi abbiti, troppo grandi per lui.
Portava delle buffe lenti rotonde come occhiali che venivano parzialmente nascoste da una zazzera di capelli
neri.
Sorpreso Draco fu sul punto
di domandargli qualcosa ma il moretto gli fece segno di restare in silenzio. Si
avvicinò all’unico tavolo della stanza e prese il fiasco di vino versandoci una
polvere. Fece appena in tempo a risistemare la bottiglia sul tavolo quando si
sentirono rumore di passi. Il guardiano stava tornando.
Velocemente il bambino si
nascose sotto il letto di Draco e se ne stette immobile.
La porta si aprì nuovamente e
l’uomo rientrò.
Scoccata una rapida occhiata
verso il prigioniero si sedette al tavolo e bevette avidamente un bicchiere di
vino. Poco dopo si accasciò addormentato.
Solo allora il moretto uscì
dal suo nascondiglio e avvicinatosi al dormiente gli prese le chiavi che usò
per liberare Draco dalle catene.
Sempre in silenzio prese la
mano del biondo e lo condusse fuori dalla capanna.
“Ora metti i piedi
esattamente dove li metto io.” disse il moretto una volta fuori. Draco annuì
prestano attenzione a percorso seguito dall’altro.
Dopo duecento metri il moro
si rilassò “Va tutto bene?” chiese continuando a camminare nella foresta
abbastanza rapidamente, trascinandosi Draco dietro.
“Se per tè tutto bene
significa rimanere rinchiuso e incatenato al muro per giorni con la sola
compagnia di due energumeni con un cervello più piccolo di una noce, allora va
tutto bene!” rispose acido seguendolo arrancando per la fatica.
Il moretto lo guardò
corrucciato “Scusa tanto se ti ho chiesto qualcosa. Se eri così felice con quei
due ti posso anche portare indietro” replicò.
Terrorizzato il biondino lo
guardò esclamando con voce stridula “NON AZZARDARTI!” poi tacque.
I due continuarono a camminare in silenzio per un buon tratto
stando bene attenti a non fare troppo rumore e ad allontanarsi il più possibile
dalla baita.
***
Era ormai sera.
Stanchi e affamati Harry e
Draco trovarono rifugio in una grotta ben mimetizzata dalla vegetazione.
Entrarono.
Non era molto grande, quanto
bastava per due bambini come loro.
In un attimo Harry si mise
all’opera organizzando lo spazio per le loro necessità e accendendo il fuoco.
Seduto su un masso Draco
guardava ammirato il coetaneo darsi da fare per riscaldare l’ambiente, lui in
quella situazione non sarebbe stato in grado di sopravvivere da solo.
“Scusa il mio comportamento”
disse interrompendo il silenzio che si era creato “Anche nelle più brutte
situazioni non è giustificata la mancanza di buone maniere. Mi presento” disse
continuando “Il mio nome è Draco Malfoy, figlio di Lucius e Narcisa Malfoy e
ultimo erede di una delle più potenti famiglie purosangue Inglesi.” proferì
fieramente il bambino.
“Piacere di conoscerti Draco”
gli rispose semplicemente il moretto “ Io sono Harry”
“Il piacere è tutto mio”
disse l’altro orgoglioso aver portato a termine le presentazioni.
Passò dell’altro tempo in cui
nessuno dei due aprì bocca. Intanto i morsi della fame si fecero sentire ma i
bambini non avevano cibo con loro.
Harry si alzò dirigendosi
verso l’uscita. A quella azione Draco lo guardò preoccupato ma venne subito
rassicurato dal sorriso di Harry “ Devo uscite un attimo” disse “ Non ti
preoccupare torno subito. Tu intanto resta qui e controlla che il fuoco non si
spenga.” Accennando un affermazione con la testa Draco lo guardò andarsene.
…..
Il tempo continuava a
scorrere e Harry non tornava, Draco era sempre più preoccupato. Foschi pensieri
nascevano nella sua mente ma vennero allontanati da un rumore improvviso.
Spaventato si nascose,
raccogliendo un’arma di fortuna pronto a difendersi.
I rami che nascondevano
l’entrata della grotta si spostarono e la luce del falò illuminò Harry.
Tirando un sospiro di
sollievo Draco si rilassò e raggiunse il ragazzo notando per la prima volta che
aveva le braccia cariche di cibo.
Velocemente gli diede una
mano a poggiarle a terra prima di osservare il mucchietto con più attenzione.
Era un’insieme di frutta secca, bacche e funghi.
A quella vista lo stomaco di
Draco gorgogliò affamato.
“Mi spiace ma non ho trovato
altro qui attorno” disse Harry.
Draco scosse la testa “ Va
bene così” disse sorridendo, aveva troppa fame per mettersi a protestare.
Contento Harry si mise al
lavoro e nel giro di un ora noci e nocciole erano sgusciate le bacche pulite e
i funghi cotti.
Mangiarono avidamente e
nonostante la semplicità del pasto niente sembrò loro più buono e dolce.
***
Finito di mangiare rimasero a
fissare il fuoco stanchi della giornata trascorsa.
“Scusa la domanda” chiese ad
un certo punto Harry “Ma cosa volevano da te quei due?”
Sentendoli nominare Draco si
alterò “Ah, quei due! Quella lurida feccia! Hanno osato rapirmi per poter
chiedere un riscatto ai miei nobili genitori! Vili che non sono altro. Vedranno
cosa significa sfidare un Malfoy!” esclamò irato il bambino.
Una risata irruppe nella
piccola caverna. Harry stava ridendo con le lacrime agli occhi.
Draco lo fulminò con lo
sguardo scatenando ancor più l’ilarità dell’altro.
“Scusa ma sei troppo buffo.”
chiese perdono.
“Per questa volta ti perdono”
concesse magnanimo “Ma dimmi.” chiese “Come mai sei qui? E come hai fatto a
trovarmi?”
Il moretto sorrise “ Bhe, è
facile.” disse “Io vivo con i miei zii, che mi odiano. Quest’anno sono venuti
in un paese qui vicino a passare le vacanze e sono stati costretti a portare
con loro. Sai la nostra vicina non poteva tenermi e visto che non mi volevano
tra i piedi ho deciso di passare tutto il tempo tra i boschi e già che c’ero ho
pensato di passarci anche la notte.” Gli spiegò con naturalezza “Per il cibo
non è un problema, ci sono due vecchietti che mi hanno insegnato a cacciare e a
distinguere le erbe buone da quelle cattive. Così sono sopravvissuto fino ad
ora e sono ormai tre settimane che sto nei boschi.” Disse sorridente “Poi un
giorno ho sentito cambiare l’aria. Lo so che ti sembrerà strano ma ad un tratto
in una direzione ho sentito come un pizzicore e visto che sono curioso sono andato a vedere. Li ho
visto te che urlavi e l’uomo che ti trascinava, sai la sorpresa scoprire che
eravate voi a causare quella vibrazione.” Harry stette in silenzio per un
momento per poi riprendere a parlare “Ripensandoci erano due diverse
vibrazioni, una prodotta dall’uomo e una da te. La sento anche adesso, ti rende
inconfondibile. Comunque visto che non mi sembravi felice all’idea di andare
con lui, vi ho seguiti fino alla strana capanna.”
“Strana capanna?” lo
interruppe Draco incuriosito, lui non aveva notato niente di strano, era solo
una vecchia baita alquanto malandata ma era anche vero che non avvertiva alcuna
vibrazione attorno a se o al suo carceriere.
“Si” riprese Harry “Strana.
Tu come la chiameresti una baracca mezza distrutta completamente circondata da
una cupola rossa che ti impedisce di avvicinarti.” Disse serio “Ho impiegato
due giorni a sciogliere i fili di quella cupola per poter passare e, una volta
superati ho dovuto stare attento alle trappole!”
Draco guardava il suo
salvatore ammirato. Non solo lo aveva portato via ma era stato persino in grado
di vedere uno scudo e attraversarlo schivando poi anche le trappole che erano
state messe per eventuali intrusi. Doveva essere un mago molto potente ma come
poteva un mago tanto potente vivere con degli stupidi babbani che neanche lo
consideravano anzi da quello che aveva raccontato il moro lo disprezzavano. Non
poteva lasciare il suo salvatore in balia di una simile feccia. ‘Quando i miei genitori mi ritroveranno
Harry verrà via con me. ’ Era a questo che pensava Draco mentre osservava
il suo compagno che si alzava.
“Forse è meglio se dormiamo”
disse Harry “ Domani dobbiamo partire presto se vogliamo evitare di essere
trovati” e intanto preparava un giaciglio sulla nuda terra spostando i sassi
che avrebbero potuto disturbare il sonno.
Draco guardò la terra
storcendo il naso ma decise di non
commentare. Vide Harry stendersi e guardarlo “Draco” disse “Forse ti darà
fastidio ma, è meglio se dormiamo vicini così riusciremo a scaldarci di più.”
Compresa la logica accennò
affermativamente con la testa e lo raggiunse.
Steso per terra con la
schiena rivolta verso il fuoco e il volto nascosto nel torace del piccolo Harry
si sentiva bene protetto e al sicuro. I giorni che aveva passato solitario
nella foresta avevano fatto acquisire al suo salvatore un piacevole profumo di
pino che gli ricordava l’odore di suo padre. Con queste sensazioni si
addormentò lasciandosi cullare dalla quiete del sonno.
***
La notte passò e il mattino
giunse annunciato dall’alba che colorava i monti di morbidi colori aranciati.
Draco si rannicchiò nel suo
giaciglio improvvisato infreddolito dall’aria frizzante della mattina e
dall’assenza della calda coperta che quella notte lo aveva scaldato.
Piano piano aprì un occhio
ancora insonnolito e sbirciò attorno a sé. La caverna era rischiarata dai pochi
raggi che filtravano dall’entrata. Al centro un fuoco scoppiettante era stato
acceso ma nessuno era nei paraggi.
Preoccupato Draco si guardò
attorno ma a parte lui il luogo era deserto. Allora facendosi coraggio uscì
dalla grotta e si mise a cercare Harry. Non fece che pochi passi quando una
voce lo fermò.
“Ti sei svegliato”
Era Harry. Si voltò
sorridendo come non gli era mai capitato e vide il moretto che spuntava da
dietro una roccia con in mano delle della frutta selvatica. Avvicinandosi notò
uno zaino che, era sicuro, prima non aveva ma decise di glissare
sull’argomento.
“Buon giorno” salutò
educatamente
“Buon giorno a te” rispose
Harry “ Ho trovato qualcosa da mangiare dobbiamo essere in forze ci aspetta una
lunga camminata” disse provocando un gemito del biondo non avvezzo a quel tipo
di passeggiate.
Rientrarono nella grotta dove
Harry spiegò l’itinerario della giornata. In quel mese aveva imparato a
conoscere bene quelle montagne e sapeva di un paesino dove avrebbero potuto
chiedere aiuto per contattare i genitori di Draco. Il problema era che il posto
era parecchio distante e avrebbero dovuto impiegarci parecchie settimane.
Finito di mangiare il fuoco
venne spento e i due si incamminarono.
Era ormai passata qualche ora
e la sete iniziava a farsi sentire, fortunatamente non erano distanti dal
torrente e, compiuta una piccola deviazione, poterono dissetarsi.
Il pomeriggio era ormai
sopraggiunto e i due continuavano la loro camminata quando Harry si fermò di
botto. Draco che non si era accorto di nulla andò a sbattere contro la sua
schiena.
“Ehi” esclamò “Stai più …” le
parole gli morirono in bocca. Harry aveva una faccia corrucciata, come se
stesse ascoltando con attenzione qualcosa che il biondo non riusciva a sentire.
“H-Harry…” lo chiamò Draco
scotendolo per un braccio.
Il bambino si risvegliò dalla
sua trance e veloce intimò Draco di seguirlo in silenzio.
Si nascosero tra rocce e
cespugli rimanendo immobili.
Passarono minuti nei quali
Draco si domandò dell’effettiva sanità mentale di Harry ma, poco dopo dovette
ricredersi. Iniziarono a sentire delle voci, prima flebili, poi sempre più
forti e chiare.
“Ma dove si è cacciato quel
moccioso!” esclamò la prima
“E che vuoi che ne sappia io.
Eri tu che dovevi fargli la guardia. Mi domando come diavolo sei riuscito a
fartelo scappare. È un bambino. Un moccioso petulante e viziato. Incatenato, in mezzo a un bosco buio e spaventoso in
una casa circondata da trappole e protetta da uno scudo. E tu! Sei riuscito a
fartelo scappare!” esclamo inviperita una seconda voce.
Non cerano dubbi. Erano i due
rapitori che cercavano Draco ma non riuscivano a trovarlo.
“E dai fratello.” Esclamò il
numero uno “Torniamo a casa. Cosa vuoi che sopravviva un bambino di sette anni
in una foresta come questa. È praticamente impossibile!”
“Hai ragione” rispose il
secondo “A quest’ora sarà gia morto. Torniamo indietro.”
“Però che peccato per tutti
quei galeoni …”
Le voci si persero in
lontananza e i bambini uscirono dal loro nascondiglio.
Harry squadro dalla testa ai
piedi Draco e disse “Gia morto? Non mi pare proprio”
Draco sorrise e assieme
ripresero il cammino.
FINE CAPITOLO 1