Ad un passo da te di semplicementeme (/viewuser.php?uid=13489)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX ***
Capitolo 11: *** Capitolo X ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI ***
Capitolo 13: *** Capitolo XII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 15: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XV ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVII ***
Capitolo 19: *** Capitolo XVIII ***
Capitolo 20: *** Capitolo XIX ***
Capitolo 21: *** Capitolo XX ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXI ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
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Prima
di passare alla pubblicazione di questo prologo è doveroso da parte mia fare
alcune precisazioni.
La
fanfic, strano ma vero, è a buon punto (ho scritto già sette capitoli e ne
mancherebbero, il condizionale è d’obbligo, altrettanti!) e la pubblicazione
sarà regolare. Una volta la settimana, quindi tra otto giorni come oggi,
troverete il primo vero capitolo della storia.
Si tratta di una AU e,
tenetevi forte, sarà una AU meno impegnativa delle altre. In assoluto credo che
sia la fic più leggera che abbia mai scritto. Non ho intenzione di toccare temi
particolarmente delicati ma non posso darvi l’assoluta certezza di ciò. È
ancora in stesura, ergo, potrei anche cambiare idea strada facendo, dipende
tutto dai miei due neuroni, Augusto e Mattia!
Dedico
questa fanfic a Tania.
La
mia Hatori sempre pronta a rincuorarmi e trasmettermi entusiasmo.
Doveva
essere il regalo del tuo compleanno
Ma
lo sai, non sono brava nel gestire a tempo a mia disposizione!
Sperando
che questa storia sia degna di te,
sperando
di regalarti qualche sorriso.
Prendendo
esempio da Ellephedre (semmai stessi leggendo, perdonami se non riesco più
a commentare!) le note sono tutte all’inizio del capitolo.
-
Kenpō: è un’arte marziale giapponese di origine cinese. Comunque per la
definizione più corretta cercate su Wikipedia, è da lì che ho preso le
informazioni.
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Ad
un passo da te
Prologo
-
Forse non parliamo la stessa lingua!
- Ti assicuro che ho capito, solo che non mi convinci!
-
Sei patetico! E di grazia, cosa dovrei fare per convincerti?
-
A dire il vero un modo ci sarebbe…
-
E quale sarebbe?
-
Che ne diresti di uscire con me?
-
Certo, come no! Dove e quando… anzi! Tu passa avanti ed io, poi, ti raggiungo!
Una
ciocca le era sfuggita dalla coda finendole davanti gli occhi, con rabbia
l’aveva ricacciata indietro. Mamoru aveva sorriso davanti a quel gesto
dettato, ne era sicuro, dalla frustrazione per quella situazione.
Erano
finiti a litigare, ancora, per un qualche motivo in quel momento dimenticato da
entrambi… accantonato da entrambi!
-
Parlo sul serio! Usciamo per un periodo di tempo e ti dimostrerò che sono
diverso da ciò che credi. Conoscerai un'altra persona!
-
Ma anche no!
-
Hai paura!
-
Cavolo mi hai scoperto!
-
E di cosa avresti paura?
-
Ho paura per te…
-
Per me? Non credo… tu hai paura di me…
-
Nella vita l’importante è crederci sempre e comunque!
-
Esci con me, per un mese… trenta giorni e poi vedremo se hai ragione o no!
- Forse non hai capito… io-non-uscirò-mai-con-te!
Aveva
scandito quelle singole parole fissando gli occhi scuri di lui. Le mani sui
fianchi la facevano assomigliare ad una teiera sbuffante.
-
Io non capisco cosa ti costa fare un tentativo…
-
Una fatica incredibile!
- Siamo qui che parliamo da più di mezz’ora ed ancora non ci siamo
lanciati coltelli… è un buon inizio, non credi?
-
No! Non sai la fatica che faccio per trattenermi dallo strozzarti con le mie
stesse mani… non userei mai dei coltelli per una cosa così piacevole!
-
Credi che per me sia facile restare qui? Non è mica colpa mia!
Un
sopracciglio biondo le si era inarcato, chiaro segno del suo nervosismo. Sbuffò
e la somiglianza con la teiera fu accentuata. Il piede martellava
insistentemente sul parquet di legno. Dopo aver contato fino a dieci, ed evitato
mille imprecazioni, aveva ripreso a parlare.
-
Penso di sì!
-
Accetti di uscire con me?
- MAI! Penso che lo hai
fatto di proposito a rimanere qui con me!
-
Certo e magari adesso ti salto addosso!
-
Non ti conviene neanche pensarlo!
-
Oh, adesso sì che mi stai facendo paura!
-
Ho preso lezioni di autodifesa, sei avvertito!
-
Sono un esperto di Kenpō!
-
Non avresti mai il coraggio di alzare un dito su di me! Il codice d’onore
delle arti marziali lo impedisce!
- Non mi occorrono le arti marziali per stenderti!
-
Sei maledettamente presuntuoso!
-
Accetta la mia proposta! Poi vedremo chi ha ragione…
-
Perché?
-
Tu accetta e poi te lo dirò!
-
Non compro a scatola chiusa!
-
Fidati! È un ottimo acquisto!
-
Non sei nelle condizioni per poter negoziare! Dimmi perché altrimenti non se ne
fa nulla!
-
È un sì?
-
È un forse che sta diventando un no se non ti decidi a rispondere!
Adesso
era il turno di Mamoru di fissare perplesso la figura minuta di Usagi. Lei
sorrideva soddisfatta perché sapeva che, ormai, aveva la vittoria in tasca:
Mamoru era costretto a dirle il perché di quella proposta altrimenti, lei, non
avrebbe acconsentito mai alla sua folle idea.
-
Mi piacerebbe conoscerti…
-
Il vero motivo! Se vuoi un sì devi essere sincero!
-
Sono sincero… sei tu che non vuoi capire!
- Ti assicuro che ho capito, solo che non mi convinci!
-
Non prendermi in giro!
-
IO prenderti in giro!? Sei tu quello che si sta prendendo gioco di me! Sputa il
rospo Chiba e cerca di essere convincente!
Usagi
aveva pronunciato il cognome con disgusto ed aveva calcato di proposito sulla
parole convincente e Mamoru, suo malgrado, si ritrovò a sorridere: adorava
battibeccare con lei; senza fare sparire l’ilarità dal suo viso, prese posto
sul divano e lasciando le braccia sulla spalliera, accavallò le gambe
mostrandole un sorriso ancora più ampio, forse in parte rassegnato.
-
Da quanti anni ci conosciamo?
-
Cosa?
Usagi
era visibilmente sorpresa dal cambio di tonalità nella voce del ragazzo, adesso
più garbato, senza contare l’imprevedibilità di quella domanda .
-
Sì Usagi, da quanti anni ci conosciamo? Dieci, quindici, quanti?
-
Io… bhè ci conosciamo da tanto. Forse da… venti?
-
Così tanti?
Il tono di Mamoru era
sorpreso ma ad Usagi era apparso arrabbiato – aggressivo era più corretto –
per questo aveva risposto alzando la voce.
-
Ehi! Hai fatto tu la domanda non prendertela con me! E comunque attendo
spiegazioni!
Mamoru
si sistemò meglio sul divano blu osservandola, era rimasta in piedi accanto al
camino scoppiettante.
-
Ci conosciamo da venti anni e siamo due perfetti estranei!
Stavolta
la voce di Mamoru era suonata nostalgica… triste.
-
Adesso non esagerare!
Ed
Usagi, senza accorgersene, aveva addolcito la sua regalando al ragazzo un
sorriso sereno, come quello che regalava ai suoi piccoli pazienti.
- Non esagerare? Usagi piantala! Conosco meglio tua madre che te!
-
Tu mia madre neanche la conosci!
Adesso
anche Usagi si era seduta sul divano al fianco di Mamoru, però non era del
tutto convinta del cambio di umore di lui che, al contrario, aveva abbandonata
l’aria contrita e delusa per lasciare spazio ad un sorriso ironico.
-
Vedi? Conosco meglio una persona che non conosco che te!
Usagi
scosse la testa e sorrise davanti quel gioco di parole! Quel ragazzo era davvero
divertente quando voleva!
-
Non è colpa mia se sei così… borioso!
Sentendo
Mamoru più rilassato si era lasciata trascinare dalla situazione ed aveva
risposto anche lei con un pizzico di ironia, sventolando la mano come ad
indicare un fatto ovvio.
-
Io non sono borioso! Semplicemente non sono un finto modesto! E poi questo cosa
ha a che fare con il non conoscerci?
-
Io non sono solita frequentare persone… come te! E fammi capire… vorresti
uscire per un mese intero con me per conoscermi?
-
Sorvolando sul fatto dell’essere borioso o meno… bhè sì! Adesso potresti
accettare?
Usagi
si portò l’indice destro al mento e fissò gli occhi azzurri al soffitto in
un atteggiamento simil-pensante! In realtà si tratteneva dallo scoppiare a
ridere. Mamoru doveva crederla una stupida se pensava di avergliela fatta. Lo
conosceva – molto più di quello che credeva lui – e sicuramente doveva
esserci sotto qualcos’altro, ma cosa? La voce del ragazzo la costrinse a
smettere con quella messinscena!
-
Accetti o no?
-
Certo! Sarà divertente!
Così
dicendo tese la mano a Mamoru con un sorriso sincero… finto sincero!
-
Piacere, Usagi Tsukino!
Mamoru
sorrise – forse anche lui con un sorriso-finto-sincero? – e prese la mano
che Usagi gli porgeva.
-
Mamoru Chiba! Enchanté!
A quelle parole seguì un
baciamano che fece arrossire Usagi…
Nessuno dei due sapeva, però, che con quel patto avevano dato
il via ad una battaglia senza esclusione di colpi!
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Capitolo 2 *** Capitolo I ***
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Note:
-
Il mercato degli alcolici in Giappone è dominato dalla birra e dai
superalcolici locali. Secondo una statistica del 2004, il consumo pro capite di
birra in Giappone era di 51.3 l, in Italia 31,1. (Fonte Wikipedia)
- Nagano è una città giapponese
capoluogo dell’omonima prefettura. Dal 7 al 22 febbraio 1998 ha ospitato i
XVIII Giochi Olimpici Invernali.
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo I
Erano seduti sul divano e parlavano amabilmente!
Erano
seduti sul divano e… stavano ridendo e scherzando!
Non
era possibile…
-
Oddio! È arrivata la fine del mondo!
Furono queste le parole di
Minako quando entrò nella baita e si ritrovò quella scena davanti gli occhi.
Mamoru
Chiba ed Usagi Tsukino che parlavano seduti sul divano… che parlavano
amichevolmente!
-
Oh, ben tornati! Come è andata?
Usagi
li aveva salutati con un sorriso, sollevando il bicchiere contente la birra che
stava bevendo con Mamoru in quel momento intento a ravvivare il fuoco del
camino. Le tute da sci erano state tolte ed i due ragazzi erano in abiti più
comodi e, da quello che gli amici avevano avuto modo di capire visto lo stato
dei cuscini, avevano passato gran parte della giornata proprio su quel divano.
-
Mamoru come hai potuto?!
Rei
si avventò come una belva inferocita contro il cugino che, sentitosi chiamato
in causa, la guardò dubbioso e si chiese cosa avesse fatto di così
sconvolgente.
-
L’hai fatta ubriacare, non è così? Oddio sei un mostro!
Minako
era sopraggiunta e sedendosi accanto ad Usagi, tenendole la mano e guardandola
preoccupata; a quella vista, la povera ubriaca era scoppiata a ridere
seguita a ruota da Mamoru.
Lo shock in Rei e Minako
aumentò. Non si trattava di alcool, no, Mamoru doveva aver drogato Usagi!
Il
resto della comitiva osservava la scena, chi incredulo e chi preoccupato, ma
tutti erano in attesa di chiarimenti.
-
Ragazze dovreste vedere le vostre facce! Oddio pensare che Mamoru mi abbia fatta
ubriacare per approfittare di me è… assurdo!
-
A me non occorrono questi trucchetti per sedurre una donna!
Minako
e Rei si scambiarono uno sguardo scettico osservando Usagi; erano sempre più
convinte che la ragazza fosse sotto l’effetto di qualche droga… l’alcool
non avrebbe mai ridotto la bionda in quelle condizioni: Usagi sapeva reggere la
birra ed i loro venerdì sera, a
base di pizza ed appunto birra, ne erano la prova lampante!
-
Coraggio, non fate quelle facce! Non ha approfittato di me ed io non sono
ubriaca!
Ami
poggiò lo zaino sul parquet e si fece avanti togliendosi la sciarpa che le
serviva a ripararsi dal freddo di Nagano, squadrò la scena e, più incredula
che shockata, si rivolse proprio ai due che avevano saltato quella prima
giornata sulle piste da sci.
-
Scusate ragazzi ma è insolito vedervi così… amici…
Anche
la tranquilla Ami, quindi, era rimasta sorpresa da quella vista: Mamoru ed Usagi
seduti su un divano a parlare civilmente…
-
Ami ti ci metti pure tu? Guarda che sono una neuropsichiatria infantile. Riesco
a comunicare con bambini con problematiche ben più gravi di un ego ipertrofico
come il suo, non credi?
Usagi
aveva risposto all’amica suscitando le risa di tutti i presenti, ed il sospiro
di sollievo di Minako e Rei – forse c’era ancora qualche speranza! –
l’unico che non si era unito alle risate era stato
Mamoru, forse offeso per quel paragone… o per l’ego ipertrofico…
-
Grazie Tsukino, sei sempre piena di complimenti per il sottoscritto!
A
quello scambio di battute sia Rei sia Minako tirarono un ulteriore sospiro di
sollievo: no, nulla era perduto! La fine del mondo non era prossima e,
soprattutto, Mamoru ed Usagi non erano del tutto impazziti… continuavano a
punzecchiarsi!
Usagi,
intanto, aveva ignorato il commento di Mamoru e si era seduta in ginocchio sul
divano così da essere totalmente girata verso gli amici ancora all’ingresso.
Zoicite aveva concluso, probabilmente, il pensiero della fidanzata… e non solo
di lei.
-
Bhè effettivamente Usagi non hai tutti i torti, solo che devi capirci è strano
vedervi così… in confidenza!
Il
resto della comitiva aveva annuito per dare manforte alle parole appena
pronunciate. Mamoru fissò gli occhi su tutti, poi si fermò a guardare Usagi e
lei sbuffando aveva fatto la domanda che ronzava in testa al moro.
-
Mamoru, ma i nostri amici che idea hanno di noi?
-
Non lo so, ma credo che non sia tanto buona!
*****
***** *****
- Fatemi capire! Avete passato tutta la mattina e parte del pomeriggio
seduti sul divano a… parlare?!
Minako
era la più loquace di tutti! Erano seduti attorno al tavolo della cucina
riuniti per la cena.
Dopo lo stupore iniziale Makoto, ancora turbata dalla vista di Usagi e
Mamoru insieme, era salita in camera per una doccia; Ami l’aveva imitata poco
dopo, giusto il tempo di capire se tutto era sottocontrollo. Zoicite e Nephrite
le avevano raggiunte dopo aver messo a posto l’attrezzatura per lo sci.
Nephrite però iniziava seriamente a preoccuparsi, infatti, Makoto da quando
aveva fatto la scoperta non era riuscita ad articolare parola ,
forse dopo avrebbe chiesto un consulto alla stessa Usagi per capire lo stato
psichico della fidanzata!
Più
difficile era stato convincere Minako e Rei riguardo la possibilità di lasciare
soli i due amici. Le ragazze, infatti, erano seriamente preoccupate. Un conto
era sorprendere Mamoru ed Usagi parlare senza insultarsi ogni trenta secondi –
infatti adesso si insultavano solo ogni cinque minuti – un altro era
lasciarli soli, ancora, e farli continuare a parlare. Alla fine, però, anche
loro, trascinate dai rispettivi fidanzati, erano salite in camera.
Gli
unici rimasti nel salone si guardarono in faccia ed alla fine decisero di
alzarsi per preparare la cena che, in quel momento, stavano consumando tutti
insieme.
- Usagi rispondi tu alla tua migliore amica…
Mamoru
aveva risposto con voce atona all’ennesima domanda, tra l’altro sempre la
stessa, di Minako.
-
Ignorala! Vedrai che alla fine si stancherà e ci lascerà in pace!
Gli
rispose lei continuando a mangiare e cercando, al contempo, di non sentire le
domande della bionda.
-
Tu dici che sarà sufficiente?
Mamoru
invece era stravolto. Era tremendamente fastidioso sentire la voce di Minako che
ripeteva, come un mantra, sempre la stessa domanda.
-
Chiedi a Kunzite… è lui che mi ha suggerito questa soluzione… ops!
Il
boccone le era rimasto in bocca, aveva detto troppo. Aveva alzato la testa dal
piatto ed era andata subito a cercare gli occhi di Kunzite che la fissava
inorridito.
-
Kunzite… amore… cosa hai detto ad Usagi?
Sulla
parola amore la voce di Minako aveva assunto una strana intonazione, simile al
sibilo di un serpente. Kunzite si era spostato sulla sedia in evidente
imbarazzo. Minako intanto, seduta accanto al proprio ragazzo – o forse ex? –
tamburellava le dita in attesa di una risposta.
-
Mina-chan…
-
Tu zitta!
Minako
aveva ringhiato contro Usagi.
-
Tesoro…
-
Dimmi amore…
Ancora
il sibilo inquietante. Tutti i commensali si erano fermati per osservare lo
scambio di battute tra Minako ed il povero Kunzite.
-
Mina-chan ti prego… non fare così, metti paura. Stavo scherzando, Kunzite non
mi ha mai dato un consiglio simile… era solo un modo per… ridere!
Era
evidente il tentativo di Usagi di rabbonire l’amica ma Minako non sembrava
credere alle sue parole, continuava ad osservare in modo furioso Kunzite.
-
Kunzite stasera dormirà sul divano!
Detto
questo si era alzata lasciando la cena a metà ed a passo di carica si era
diretta verso la sua stanza.
-
Questa me la paghi Usagi…
Con
quella minaccia Kunzite aveva lasciato la cucina e si era fiondato sulle scale
cercando di raggiungere la fidanzata e convincerla della sua innocenza.
-
Finalmente posso cenare in santa pace! Grazie Usagi!
Mamoru
aveva riacquistato il sorriso e si stava apprestando ad assaggiare la frittata
di patate che aveva ancora intatta nel piatto. Gli occhi di tutti erano puntati
su di lui che, incurante della simil-scenata tra Minako e Kunzite, aveva
iniziato a mangiare con appetito ritrovato. Quando si accorse del silenzio che
regnava nella stanza sollevò la testa dal proprio piatto e si ritrovò fissato
da otto paia di occhi.
-
Che avete tutti da guardare?
Si
era fermato con la forchetta a mezz’aria ed improvvisamente si era sentito a
disagio. Puntò gli occhi su quelli di Rei, ma lei aveva subito abbassato la
testa, poi era la stata la volta di Usagi che impettita aveva distolto lo
sguardo, infine aveva fissato gli occhi sul fratello che lo guardava serio, e
rassegnato aveva iniziato a parlare.
-
Mamoru ma ti rendi conto che… ah! Lasciamo perdere con te è inutile parlare!
Aveva
troncato la conversazione senza neanche averla iniziata, come se fosse inutile
continuare a dargli spiegazioni. Mamoru non aveva apprezzato la cosa per questo
si era sporto verso Seiya invitandolo a parlare.
-
No, adesso tu parli fratellino!
-
Ti ho detto mille volte di non chiamarmi così!
Seiya
aveva sbattuto la mano sul tavolo e si era alzato dalla sedia fissando gli occhi
blu del fratello maggiore… occhi blu molto simili ai suoi.
-
Perché? Sei o non sei il mio fratellino?
Mamoru
aveva continuato ad usare ancora il tono canzonatorio di pochi secondi prima e
stavolta Seiya chiuse gli occhi cercando di calmarsi.
-
Mamoru non sei divertente. Piantala!
Usagi
aveva parlato con voce ferma e fissava dritto negli occhi il ragazzo che in
risposta le offrì uno dei suoi soliti ghigni strafottenti.
-
Mi spiegate cosa avete tutti? Non ditemi che siete preoccupati per quei due?
Così
dicendo aveva fatto cenno con la testa alle scale dove erano spariti Kunzite e
Minako.
-
Sapete meglio di me come sono fatti! Litigheranno e poi per far pace finiranno a
rotolarsi tra le lenzuola… non crederete davvero che Minako si sia arrabbiata
sul serio?
-
Non è questo solo che… hai la sensibilità di un pachiderma!
Usagi
era esplosa. Alla fine non era riuscita a trattenersi ed i buoni propositi di
dimostrarsi carina e gentile con Mamoru erano finiti a farsi friggere. Era più
forte di lei, non riusciva ad andare d’accordo con quel ragazzo così
arrogante, presuntuoso e menefreghista!
-
Certo Miss, come dici tu!
Ed
ancora la sufficienza nella voce.
-
Ti ho detto di mettere da parte quell’aria di superiorità con la
sottoscritta!
Mamoru
continuava a mangiare ignorando Usagi e provocando, così, la rabbia della
bionda… bionda che esplose dopo pochi secondi sbattendo le mani sul tavolo e
andandosene a passo di carica.
-
Vedi! È inutile cercare di andare d’accordo con te, sei e resterai sempre un
pallone gonfiato!
Così
dicendo aveva abbandonato definitivamente anche lei la cucina.
Il
silenzio all’interno della stanza sembrò essere ancora più pesante e cupo.
Nessuno toccava cibo, neanche Mamoru che adesso osservava la sua frittata con
disgusto.
-
Meno male, ero così preoccupata! Adesso sì che tutto si metterà a posto!
Con
quelle parole, che ruppero il silenzio che regnava nella stanza, Makoto prese
un’abbondante dose di insalata ed iniziò a mangiare con gusto.
A
quella vista Nephrite tirò un sospiro di sollievo, almeno la sua fidanzata si
era ripresa dallo shock!
Quella prima giornata a Nagano si era conclusa… ma la querelle
Usagi-Mamoru era solo all’inizio…
Chiedo immensamente scusa
per il ritardo ma giuro, non è stata colpa mia! Ho avuto problemi con il pc,
anzi per essere corrette a causa di un abbassamento di tensione si è bruciato
il router rendendo impossibile la connessione internet! Stamattina quando
il problema è stato risolto mi sono fiondata sul capitolo ed ho aggiunto solo
le risposte alle recensioni dato che il capitolo era stato letto e corretto!
RINGRAZIAMENTI:
-
SPIDI988: se non sbaglio noi non ci conosciamo, benvenuta tra le lettrici
delle mie follie e spero di non averti delusa con questo primo capitolo! In
questo primo capitolo i battibecchi tra Mamoru ed Usagi non sono stati frequenti
però spero lo stesso di averti fatto sorridere!
-
NEPTUNE87: Spero che il primo capitolo sia interessante tanto quanto il
prologo! Non vorrei deludere i lettori di questa fanfic anche perché adesso sta
subentrando una sorte di timore nei vostri confronti e la domanda frequente è:
e se li dovessi deludere? Spero di non farlo mai! Alla prossima e grazie per la
recensione!
-
ROMANTICGIRL: mi sa che sto diventando ripetitiva… mi auguro di non
deludere né te né altre con il primo capitolo! Sperando di mantenere sempre lo
stesso ritmo con i battibecchi e di non renderli troppo noiosi o ripetitivi e
prevedibili!
-
MARYUSA: addirittura fantastico! Ma tu vuoi farmi arrossire fin sopra la
radice dei capelli! Allora mi auguro che il primo capitolo sia all’altezza
delle aspettative perché adesso subentra l’ansia da prestazione!
-
SHALYA: Oddio qui sto facendo davvero incetta di complimenti! Rischio
davvero di non voler proseguire nella storia per paura di deludervi! Vedo che
noi due la pensiamo alla stessa maniera! Anch’io adoro le fic dove loro non
stanno ancora insieme e sono nella fase ammazziamoci per evitare di saltarci
addosso (ad essere sincera adoro anche quelle dove stanno insieme e ci danno
dentro come ad esempio “Verso l’alba” tanto per intenderci!)… per
questo, probabilmente, la prima serie di Sailor Moon è la mia preferita! Il
fatto che tu dica che io scriva bene non può che rendermi felice anche perché
le tue one shot (Tabula Rasa e La chiave dell’anima) sono
due gioielli! Non mi resta, quindi, che rimboccarmi le maniche e sperare di non
deluderti!
-
ALE75: No, davvero! Ragazze rispondere alle vostre recensioni è davvero
difficile perché tutti questi complimenti credo proprio di non meritarli anche
perché non credo di aver scritto chissà cosa! Non potete che rendermi
strafelice ma allo stesso tempo caricarmi di responsabilità perché adesso
davvero non voglio e non devo deludervi in nessun modo! Comunque ti giuro che la
storia è a buon punto e che, problemi tecnici a parte, la storia è quasi
finita ed i capitoli mancanti sono scritti in modo chiaro almeno nella mia
mente! Per quel che riguarda Sailor Moon… questa fanfic è la mia spina
nel fianco. Tante volte ho provato ad aprire la pagina Word ma è rimasta bianca
per diverse ore! Appena sarò più libera ho intenzione di riprenderla dal primo
capitolo, rileggerla, correggerla e magari così l’ispirazione tornerà!
Adesso però vado dalle altre, rispondo alle recensioni e così potrò presto
pubblicare! Grazie per i complimenti a presto!
-
CHICHILINA: Grazie per l’entusiasmo dimostrato! Non mi resta che
sperare di non deluderti con gli altri capitoli!
-
HATORI: Tania cara non avrei mai potuto lasciare incompiuta una storia
dedicata a te! Se te ne ho parlato è proprio perché sapevo cosa sarebbe
successo e la trama è chiara, molto chiara, nella mia testa! Il tuo sicario
ormai è ospite fisso a casa mia, tanto che mio fratello ormai dorme sul divano
in cucina ed il tuo amico Sic, nome abbreviato di Sicario, in camera sua!
Quello che ho scritto lo penso e lo sai… comunque fai attenzione perché Sic
presto verrà a farti visita… il tempo di farmi finire la mia fic! Dice che ha
qualcosa da dirti riguardo alle tue fic! Stai attenta!
-
ELLEPHEDRE: Guarda non sai che rabbia non poterti recensire! È stato un
periodo pieno di intoppi! Giorno 31 ho avuto un esame tosto che mi ha portato
via due mesi ed adesso giorno 9 ne ho un altro! La mia unica speranza è, dopo
questi due treni che mi hanno investita in pieno, di avere tempo per poterti,
finalmente, recensire a dovere! Passando a me… che dire? La tua recensione mi
ha lasciato senza parole anche perché sono davvero lusingata! Non ho detto
nulla di Usagi e Mamoru perché speravo che fossero loro a farvi capire chi
fossero e devo dire che forse, sottolineo ed evidenzio il forse, ci sono
riuscita! Mamoru che vuole uscire con Usagi
e lei non se lo fila… diciamo che è così ma non solo! C’è tutta
una storia da scoprire e spero di non deluderti!
MICINA82:
mi spiace, sono passati esattamente 11 giorni e finalmente posso aggiornare ma
come ho avuto modo di spiegare, è da giorno 25 che la mia linea ADSL mi ha
abbandonato per tornare solo oggi! Spero potrai scusarmi con questo primo
capitolo!
Gente vi saluto e vi do appuntamento a sabato 10 aprile! Alla
prossima!
Nuova pagina 1
Nota
del 3 aprile 2010:
Mi
sa tanto che mi sto immedesimando un po’ troppo nel personaggio di Usagi e sto
diventando come lei! Ho dimenticato di farvi i miei più sinceri auguri di una
serena e Santa Pasqua!
|
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Capitolo 3 *** Capitolo II ***
Nuova pagina 1
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo II
Il sole iniziava a tingere di
indaco il cielo, l’alba era prossima ed una lieve foschia circondava lo chalet
dove alloggiavano.
Aveva
immaginato quel momento da subito, appena la proposta le era stata fatta!
Aveva
accettato l’idea della settimana bianca solo per assaporare quella fase della
giornata, quando la baita era ancora immersa nei suoni della natura e lei poteva
vivere appieno l’inizio di un nuovo giorno.
Aveva
programmato tutto: si sarebbe alzata dal letto quando tutti ancora dormivano, e
ci sarebbe riuscita a costo di prendersi a pugni da sola, subito dopo sarebbe
uscita per inspirare a pieni polmoni il profumo della neve, anche perché in
città non era così intenso come lì a Nagano e poi si sarebbe stiracchiata
aspettando che il sole la raggiungesse e le donasse il buongiorno migliore degli
ultimi anni.
Il
pile di microfibra ed i pantaloni della tuta erano il suo abbigliamento. Era
cosciente del fatto che era da folli uscire in quella tenuta ma non le
importava, voleva sentire il gelo sulla pelle per sentirsi viva.
Aveva
lasciato scivolare via i propri pensieri per rimanere sola con se stessa, con la
parte più intima di sé, quella che non aveva mai il tempo di ascoltare perché
troppo presa dalla frenesia della vita, della città… sarebbe rimasta lì fino
a che il freddo non le avesse intorpidito i sensi e solo allora sarebbe tornata
dentro per scaldarsi.
-
Non mi sembri molto normale! Uscire vestita così, con questo freddo! Sei
impazzita?
E la sua tranquillità fu
infranta!
-
Perché?
Quasi
piagnucolò nel pronunciare quella semplice parola. Si portò una ciocca dietro
l’orecchio e guardò arrabbiata Mamoru.
-
Come sarebbe a dire perché? Ma hai visto come sei vestita?
-
No! Perché vuoi rovinare la mia vacanza! Cosa ti ho fatto di male?
Dimmelo!
Dal
piagnucolare era passata all’isterismo, si tratteneva dall’alzare la voce
solo perché temeva di svegliare i suoi amici, ma se avesse potuto avrebbe
urlato fino a provocare una valanga.
Quello
era il suo momento magico – quello programmato da quando aveva saputo di quel
viaggio! – e lui lo aveva rovinato con la sua presenza.
-
Ma dico sei scema!? Io mi preoccupo per te e questo è il tuo modo di
ringraziarmi? Ma fammi il piacere!
-
Ma chi ti ha chiesto cosa?
-
A furia di stare con i matti ti sei ammattita pure tu!?
Lo
schiaffo arrivò con una violenza inaudita.
-
Non ti permettere più di parlare così dei miei pazienti!
Dopo
quelle parole rientrò in casa sbattendo la porta con violenza… addio quiete
mattutina!
*****
***** *****
Per il gruppo di Tokyo, la mattinata sulle piste passava lentamente.
Qualcosa era accaduto tra Mamoru ed Usagi ma nessuno capiva cosa. Né Minako né
Rei riuscivano a comprendere cosa potesse essere capitato ai due dato che adesso
erano più distanti che mai. Il resto del gruppo, come sempre, attendeva che le
due ragazze scoprissero qualcosa e che poi riferissero.
-
Pensi che abbiano litigato?
Minako
si avvicinò a Rei che si era fermata per osservare Usagi che scendeva con
difficoltà.
-
Credo di sì. Ieri sera, dopo che tu sei sparita con Kunzite, Usagi ha discusso
con Mamoru, ma non penso che sia questo il motivo di tanta tensione!
-
Ed allora cosa?
-
Ehi! Che avete da guardare?
La
voce di Jadeite le fece girare. Rei si avvicinò al proprio fidanzato e gli baciò
la guancia con dolcezza; adorava vederlo con il viso arrossato per colpa
dell’aria fredda.
-
Piccioni potreste piantarla con tutte queste smancerie? Rischio un’impennata
della glicemia e guarda caso, ho dimenticato l’insulina a casa!
La
voce di Minako interruppe lo scambio di sguardi tra Rei e Jadeite che le
sorrisero. La mora non perse tempo e punzecchiò l’amica.
-
Jad, mi sa che qui c’è qualcuno che sta rosicando di invidia… vero Minako?
-
Ma figurati! Non mi interessa un fico secco né di te né di Jadeite, né tanto
meno di quello stupido di Kunzite!
La
foga con cui aveva risposto aveva convinto sia Rei sia Jadeite che le cose tra
Minako e Kunzite non erano state risolte anche se il ragazzo, alla fine, non
aveva dormito sul divano come inizialmente era stato deciso dalla fidanzata.
-
Chi ha detto che parlavamo di te?
La
voce divertita di Rei ebbe l’effetto di calmare, almeno momentaneamente, la
furia di Minako che si ritrovò a sorridere rassegnata all’amica; poi le
rispose mantenendo sempre quell’aria offesa anche se era chiaro che era tutta
una finzione.
-
Certo, come no! Tanto lo so che sono sempre nei tuoi pensieri!
Ed
una linguaccia era spuntata sul viso di nuovo allegro di Minako.
-
A dire il vero in questo momento nei pensieri c’è un’altra bionda! Secondo
te cosa può essere successo a quei due?
La
domanda era stata rivolta a Jadeite che rideva vedendo il battibecco tra le due
ragazze. Sentendosi chiamare in causa, il ragazzo seguì lo sguardo di Rei che
si era fermato sulla figura di Usagi che scendeva a spazzaneve. Mamoru non era
presente ma era abbastanza esplicito il riferimento della ragazza al proprio
cugino.
-
Stamattina li ho sentiti discutere…
-
E…
Minako
era la più curiosa del gruppo e si era avvicinata al ragazzo salendo a
scaletta. Jadeite era imbarazzato, non era abituato a spettegolare sugli altri
ma era caduto in trappola: peggio di Rei e Minako c’era solo Usagi che in quel
momento era l’oggetto del pettegolezzo.
-
E… Mamoru è stato alquanto inopportuno!
-
Cosa ha fatto quell’imbecille di mio cugino?
La
voce melodrammatica di Rei era qualcosa di comico anche se per lei in quel
momento di divertente c’era davvero poco.
-
Non so se è giusto parlarne…
Lo
sguardo serio e imperscrutabile delle due ragazze non lasciò a Jadeite via
d’uscita.
-
Credo che abbia detto ad Usagi di essere più matta dei suoi pazienti!
-
Cosa?!!
L’esclamazione
di sorpresa era stata pronunciata contemporaneamente; le due ragazze si erano
voltate laddove pochi minuti prima stava Usagi che, adesso, era quasi arrivata
alla fine della pista.
-
Io… è impazzito.
-
No! È solo un deficiente! Come fa ad essere così insensibile io non lo
capisco!
Rei
era shockata dalle parole di Mamoru; Minako, al contrario, era arrabbiata per la
mancanza di tatto, e soprattutto di sensibilità, del ragazzo.
-
Io credo che non si renda conto di ciò che dice…
-
No, Jadeite! Non potete difenderlo ogni volta che ha qualche uscita infelice.
Quel ragazzo manca di tatto e sensibilità. È un iceberg… è…
Minako
parlava a ruota libera addossando a Mamoru tutti i difetti che le passavano per
la testa.
-
Minako non è semplice! Non conosci Mamoru, non puoi giudicarlo!
-
Rei non ti ci mettere anche tu! Non puoi difenderlo solo perché è tuo cugino!
Minako
aveva risposto a Rei alzando il tono della voce. Non poteva tollerare certi
atteggiamenti.
-
Minako non lo difendo perché è mio cugino! Ti sto solo dicendo che non puoi
giudicarlo senza conoscerlo!
-
Ma che si faccia conoscere allora! È sempre sulle sue! Non dà mai confidenza,
ride poco, non esce quasi mai con noi. Mi chiedo perché sia partito con noi,
per rovinarci la vacanza? E poi perché tutti siate sempre pronti a difenderlo!?
La
voce di Minako si era alzata ulteriormente e la ragazza aveva preso a
gesticolare animatamente tanto da attirare l’attenzione di diversi sciatori.
-
Ma si può sapere che hai da urlare tanto? Ti senti da un chilometro di
distanza!
Seiya
si era affiancato agli amici ed osservava curioso l’espressione imbronciata di
Minako, più che imbronciata era irata!
-
Cosa ho? Chiedilo a quel cretino di tuo fratello! E non difenderlo anche tu!
Così
dicendo diede un colpo di reni, piegò le ginocchia e con i bastoncini si diede
la spinta per riprendere la sua discesa lasciando lì gli amici.
-
Cosa è successo? Cosa ha combinata stavolta?
-
Lascia perdere. Conosci il tatto di Mamoru, no?
Seiya
senza attendere il resto del racconto seguì la direzione presa da Minako,
lasciando Rei e Jadeite ancora fermi. La ragazza, amareggiata, si rivolse al
fidanzato.
-
Perché fa così?
-
Lo sai, è inutile dispiacersi per questo! Sarà Mamoru a decidere quando farsi
conoscere!
-
Jad, sono diversi anni che Minako conosce Mamoru e… non ha tutti i torti!
Il
ragazzo diede un buffetto sulla guancia della fidanzata e le sorrise!
-
Signorina Hino, non vorrà rovinare la nostra vacanza, vero?
Rei
sorrise facendo di no con la testa. Era inutile pensare a Mamoru, a tempo debito
sarebbe stato lui stesso a farsi conoscere… certo se si fosse dato una mossa
sarebbe stato meglio!
*****
***** *****
Era arrabbiato! No, arrabbiato era un misero eufemismo per esprimere il
suo stato d’animo. Imbufalito! Ecco, imbufalito rendeva meglio l’idea.
Restava
un mistero da scoprire il perché Usagi gli avesse assestato quella sberla. La
sua era stata una semplice battuta. Forse un po’ pesante, era vero, ma era pur
sempre una battuta! Quella ragazza era troppo manesca per i suoi gusti.
E
poi quell’atteggiamento del cavolo: tu per me non esisti, anzi non
sei mai esistito! Ma chi si credeva di essere?
-
Datti una calmata!
Si
era girato verso Kunzite ed adesso lo osservava come se fosse stato un alieno.
- Non ti seguo!
Per
quale assurdo motivo doveva darsi una calmata? Non era certo lui che distribuiva
schiaffi come se fossero confetti. A darsi una calmata doveva essere quella
pazza ed isterica – e pure esagitata – di Usagi: era un pericolo per sé e
per i suoi pazienti!
-
Tu e la tua amica già ieri sera avete fatto danni. Cercate di non fare
il bis anche oggi!
-
Non siamo amici!
Era
meglio mettere le cose in chiaro, e subito.
-
Sbaglio, o sei stato tu a chiederle di essere amici?
Kunzite
da quando stava con Minako aveva perso di lucidità, non c’era altra
spiegazione. Come si poteva chiedere di essere amico di Usagi… amico poi…
-
Io le ho chiesto di conoscerla meglio, il che è diverso!
Il
sopracciglio dell’altro si era alzato impercettibilmente e le labbra sottili
si erano piegate in un sorriso ironico.
-
Conoscerla meglio?
-
Esattamente!
La
risata di Kunzite era esplosa in tutto il suo fragore.
-
Ti sei preso una cotta per lei!?
Ed
adesso quella fesseria da dove saltava fuori? Non aveva mica quindici anni che
si prendeva una cotta per l’amica di sua cugina. Aveva superato quell’età
da un pezzo… appunto da quindici anni!
-
Come si fa a prendersi una cotta per una così manesca?
-
Che è successo, sentiamo!
Erano
in fila per prendere il posto nella seggiovia che li avrebbe portati nuovamente
in cima alla pista, tanto valeva impiegare il tempo dell’attesa raccontando a
Kunzite cosa era accaduto quella mattina così, forse, avrebbe capito in cosa
aveva sbagliato!
-
… e mi ha mollato uno schiaffo andando via come se io avessi detto chissà
cosa. La mia era semplicemente una battuta! È ancora una ragazzina e deve
crescere!
-
Amico, qui l’unico che deve crescere sei tu!
Adesso
ci si metteva anche Kunzite con le prediche, non bastavano più Rei e Jadeite
che facevano la coppia perfetta. No, ci voleva pure il suo migliore amico! Ma
perché era sempre lui quello che sbagliava tutto?!
-
Sarei io?! Quella mi dà uno schiaffo solo perché non sa stare al gioco, ed io
sono quello che deve crescere?! Ma fammi il favore!
Tolse
gli sci per poi issarli in spalla, lasciando la fila e con essa Kunzite, per
dirigersi verso il bar vicino. Poteva accettare di tutto – anche del borioso
da una pazza isterica – ma nessuno si poteva permettere di dargli
dell’immaturo!
-
Lo vedi? Lo stai facendo ancora!
Quando
la voce di Kunzite lo raggiunse si fermò ed aspettò che l’amico
l’affiancasse. Era inutile tentare di fuggire, se Kunzite voleva parlargli lo
avrebbe fatto, anche se fosse stato costretto a raggiungerlo in capo al mondo!
-
Cosa starei facendo?
Kunzite lo affiancò e poggiò
la mano sulla sua spalla prima si sorridere e sospirare.
- Fuggire! Appena qualcuno
osa contraddirti tu scappi… altrimenti lo aggredisci!
Era ufficiale: Kunzite era fuori di testa!
-
Certo come no! Infatti io nella vita ho ricevuto solo conferme, vero? Per questo
non so accettare un’idea diversa dalla mia e fuggo come dici tu… ma
fammi il piacere!
-
Lo stai facendo ancora! Mi lasci qui impalato e te ne vai!
Mamoru
si era girato verso l’amico e lo guardava corrucciato. Ma perché non
riuscivano mai a capirlo? Neanche suo fratello riusciva a stargli dietro, e dire
che erano cresciuti insieme!
- Ti lascio lì impalato
perché stai dicendo un mucchio di idiozie! Mi spieghi da cosa fuggirei con
Usagi?
Sul
viso di Kunzite era tornato quel sorriso da sfottò che Mamoru stava iniziando
ad odiare.
-
Lei ti piace, e molto. Sa tenerti testa. Non ti lascia mai vincere. È testarda
ed è sempre sua l’ultima parola. E a te questo mette paura ma allo stesso
tempo ti incuriosisce… a tal punto da volerla conoscere veramente…
E
quel “veramente” era carico di sottointesi.
Ciò che Kunzite non sapeva, però, era che quel veramente aveva
acceso la miccia che da lì a poco avrebbe innescato una reazione a catena…
L'angolo
dell'autrice
Buongiorno gente! Come promesso
eccomi qui, puntuale ad aggiornare, anche perché il capitolo è pronto da un
pezzo!
Sono
sorpresa e commossa dal seguito riscosso da questa fanfic e spero, come detto,
di non deludere nessuno con questo nuovo capitolo!
Quello
che segue è il III capitolo ed ammetto che è un po’ corticello, ma state
tranquille che dal prossimo ci sarà molto di più da leggere, non temete!
La
scelta di rendere Rei cugina di Mamoru e di Seiya vedo che ha avuto un discreto
successo però vi avviso da ora che non si tratta di una lotta tra fratelli per
conquistare il cuore di Usagi che è una tosta e che prende fuoco facilmente,
anzi, come la definisce Mamoru è una “pazza, isterica, esagitata e pure
manesca” ma non è solo questo, è molto di più, almeno spero!
Passo
ai ringraziamenti di corsa!
RINGRAZIAMENTI:
-
MICINA82: come promesso sono stata puntuale, non puoi lamentarti! Avevo
detto sabato mattina e sabato mattina è stato! Benvenuta anche tu nel club
“Ma perché la prima serie si è conclusa senza fuochi d’artificio?” e poi
anch’io sono dell’idea: meno male che ci sono le fanfic… delle altre! A me
le mie non piacciono per niente! Adesso ti saluto e passo avanti con i
ringraziamenti!
-
MOREA: Mi spiace deluderti (o forse tirerai un sospiro di sollievo?) ma i
due fratellini non vanno d’amore e d’accordo è vero, ma non certo a causa
di Usagi! Niente lite fradicia se è questo che pensavi! Seiya stavolta sta al
posto suo!
-
SHALYA: ciao Alida (posso chiamarti per nome? Che tra l’altro hai
proprio un bel nome!) la storia la continuo non preoccuparti, al momento sono al
capitolo IX e mi sono un po’ bloccata ma è stata colpa della Pasqua e di un
esame, adesso conto di riprendere il ritmo e proseguire, senza ulteriori
intoppi! Allora io a volte vorrei prendere chi ha creato l’anime e pestarlo!
Ma come si può dico io ridimensionare la figura di Mamoru a questo modo? No,
dico ma siamo matti? Che poi il rapporto tra lui ed Usagi sembra quello
esistente tra due fratelli ed io che speravo in chissà cosa, a momenti Mamoru
sembrava più intimo con Chibiusa che con la stessa Usagi che tecnicamente
doveva essere la futura moglie e madre! A parte questo che posso dirti? Vorrei
riscrivere tutta la serie di Sailor Moon come è stata immaginata dalla
sottoscritta ma il tempo è tiranno ed io devo necessariamente studiare,
studiare, studiare ed ancora studiare! Adesso passiamo alla storia ed al momento
dedicato ai due futuri piccioni! La reazione di Minako e Rei la volevo rendere
più comica ma le mie capacità narrative purtroppo hanno dei limiti che sto
cercando di superare, non so come né quando, però ci riuscirò! La lite tra
Minako e Kunzite diciamo che è uscita da sola, mentre la battuta finale di
Makoto è stata costruita e per questo mi sembra la meno spontanea! I generali
nel ruolo di fidanzati si vedranno poco, o forse molto, dipende da come prosegue
la storia, al momento sono ferma al capitolo VIII e finora si sono comportati più
da amici che fidanzati, ma vedremo di lavorare su di loro per fare contente
tutte le lettrici! Seiya è il fratellino di Mamoru ma non è un rivale, ci
tengo a precisarlo fin da adesso (però con me non si sa mai, può anche darsi
che nel corso della storia il suo ruolo cambi!)! Come hai avuto modo di intuire,
Kunzite non ha dormito sul divano ma con Minako c’è ancora un po’ di
maretta che dovrà essere quanto prima calmata! Passando alle tue one shot non
ho scritto nulla di che, ho semplicemente espresso il mio parere e se devo
essere sincera sono stata ben contenta di candidare la tua serie tra le serie
scelte dal fandom, anzi mi chiedo come mai non ci abbiano pensato anche altre
lettrici! Per quel che riguarda i tuoi problemi spero che li risolverai presto
perché credimi, sono curiosa di sapere cosa accadrà nella terza one shot e
voglio vedere se Mamoru sarà disposto a lottare per riavere Usagi nella sua
vita! Saluto anche a te e spero, ancora una volta, di non deluderti!
-
MARYUSA: che bello non averti delusa, non sai che timore ogni volta! Mi
fate tanti di quei complimenti che riuscire ad andare avanti ogni volta è
difficile ed il timore di deludervi è sempre lì che mi fa mancare l’aria!
Povero Seiya nessuno (me compresa) lo apprezza, mi sa tanto che devo fare in
modo di farlo redimere! Vedremo di inventarci qualcosa! Grazie ancora per aver
trovato il tempo per commentare, alla prossima!
Grazie
alle 4 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
bunny65;
2.
girovaghi;
3.
Hatori;
4.
stella93mer;
Grazie
alle 12 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
akane_val;
2.
DeepDereck;
3.
Enza85;
4.
fasana;
5.
hoshi90;
6.
micina82;
7.
Morea;
8.
Neptune87;
9.
pulcinaele87;
10.
romanticgirl;
11.
shalya;
12.
_Maddy_;
Il prossimo capitolo, il III dovrebbe essere pubblicato giovedì 15
aprile, il prossimo fine settimana forse partirò, dovrei andare un paio di
giorni a Milano con il mio amore, tutto dipende dagli esami e dalle date… se
il prof gli mette l’esame lunedì 19 resta confermato l’aggiornamento per
sabato 17 (speriamo di no!) !
Alla
prossima e grazie per l’apprezzamento dimostrato nei confronti della mia fic!
|
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Capitolo 4 *** Capitolo III ***
Nuova pagina 1
Note:
tutto ciò che riguarda le tecniche di sci sono farina del sacco di altri,
amici che sono delle anime pie e che hanno trovato del tempo per spiegare, ad
una povera impedita come la sottoscritta, quali sono i fondamentali dello sci!
In ogni caso, non prendeteli per buoni perché io potrei averli appresi, e
quindi scritti, male!
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo
III
Era stata proprio una stupida!
Cosa
le era saltato in testa di voler scendere da sola senza l’aiuto di nessuno?
Aveva rischiato di rompersi l’osso del collo un paio di volte e, se non fosse
stato per la sua buona stella, si sarebbe ritrovata senza dubbio spiaccicata
contro le protezioni di qualche albero!
-
Usagi serve aiuto?
La
voce alle sue spalle la fece spaventare e, contemporaneamente, perdere
l’equilibrio ritrovandosi così seduta sulla neve. Provò a rialzarsi ma senza
successo.
-
Se gli sci li sistemi così, difficilmente riuscirai a rimetterti in piedi.
Metti lo sci parallelo alla montagna.
Perfetto!
Adesso era trattata come una bambina e per di più Seiya parlava una lingua a
lei sconosciuta! Sci paralleli alla montagna: che cavolo voleva dire! E
lui era ancora lì che le sorrideva cordialmente; magari ,se gli avesse dato
ascolto, non avrebbe passato tutta la mattinata in quella posizione.
Doveva
ammetterlo almeno a se stessa, non era per nulla portata per lo sci, aveva
sperato che l’unica settimana bianca, fatta circa venti anni prima, potesse
esserle utile, però si era sbagliata di brutto! Per questo era giunta ad una conclusione: era meglio seguire
i consigli di qualcuno che ne sapeva più di lei!
-
Seiya… ti dispiacerebbe darmi una mano?
Chiedere
aiuto era una cosa da adulti e lei lo era… ripensando alla sfuriata che quella
mattina aveva avuto con Mamoru non ne era poi così sicura. In fondo Mamoru era
stato gentile a preoccuparsi per lei… certo i modi, sicuramente poco
ortodossi, erano da rivedere ma quel che contava era stato il gesto!
-
Certo che ti aiuto! Metti gli sci paralleli alla montagna e poi datti una spinta
con il bacino e, contemporaneamente, fai forza con le braccia sui bastoncini.
Ed
eccole ancora quelle parole per lei misconosciute: sci paralleli alla
montagna…
-
Ehm… che vorresti dire?
Aveva
letto da qualche parte un aforisma di Socrate che faceva al caso suo: il vero
sapiente è colui che sa di non sapere. Perfetto, lei non sapeva, e sapeva
di non sapere, quindi chiedere aiuto non era un insulto alla sua conoscenza ma
una dimostrazione di saggezza!
-
Devi posizionare gli sci in modo che siano paralleli al fianco della montagna
così che non scivolino a valle!
Ok!
Doveva mettere gli sci paralleli al fianco della montagna… ma quale era il
fianco della montagna? Ma non era più logico se li toglieva e si rimetteva in
piedi? Magari, prima, doveva capire come si toglievano quegli affari dagli
scarponi!
-
Non è più semplice se tu mi tiri su?
-
Perché non provi invece come ti ho detto io?
Povero
Seiya! No! Povera lei! Se avesse capito solo una parola di ciò che aveva detto
Seiya si sarebbe ritrovata già in piedi ed a valle… no, a valle no, ma almeno
non era con il sedere in mezzo alla neve! Intanto lui, con i suoi bastoncini,
aveva tracciato una retta orizzontale spiegandole che era quello il fianco della
montagna! Bene, adesso sapeva dove mettere gli sci, era un inizio, o no?
-
Dai, prova adesso! Spingi con il bacino e poi fai forza sulle braccia, capito?
Certo
era facile a parlare! Per lei già era difficile fare tutte quelle cose
singolarmente, figurarsi tutte insieme! Forza e coraggio che la vita è di
passaggio! Ma quella era la mattina degli aforismi? Meglio sorvolare e
concentrarsi sulla sua impresa!
-
Ok, ci provo!
Con
gli sci paralleli alla montagna e le gambe piegate, si diede la spinta con il
bacino e poi con le braccia ma senza risultati. Si ritrovò seduta nuovamente
sulla neve ed il suo nervosismo aumentò ancora di più. Riprovò diverse volte
ma sempre con il medesimo risultato: dopo ogni tentativo finiva gambe all’aria
sulla neve!
-
Ah, non ci riuscirò mai! È impossibile!
-
Sei tu che non ti impegni! Coraggio, un’ultima volta!
Ormai
era stanca e nervosa e la voglia di lasciare tutto e strapparsi quei maledetti
sci dai piedi era tanta ma non poteva mollare, era una questione di orgoglio:
una lotta tra lei ed il fianco della montagna!
Per
l’ennesima volta si mise nuovamente in posizione, piegò sulle ginocchia, si
diede la spinta con il bacino, poi con le braccia e fece forza sui bastoncini
ben ancorati sulla neve… si sollevò e quasi raggiunse la posizione corretta
ma uno dei bastoncini alla fine cedette e si ritrovò nuovamente a terra!
-
No! Ma uffa! C’ero quasi! Questi cosi ce l’hanno con me!
Disse
buttando i bastoncini lontano da sé ed atteggiandosi a bambina capricciosa.
- Dai su, lascia perdere, ti aiuto io!
Così
dicendo Seiya si era piegato sulle ginocchia porgendole la mano guantata e lei,
sorridente, l’aveva afferrata senza perdere tempo.
-
Se la tiri su non imparerà mai!
La
voce dura di Mamoru era arrivata improvvisa dato che nessuno si era accorto
della sua presenza. Quella mattina i due
fratelli si erano messi d'accordo per farle venire un infarto, non c'era altra
spiegazione!
- Dai Mamoru è stanca! È da più di quindici minuti che prova ad
alzarsi ma non ci riesce, è un caso disperato!
-
Ehi! Modera i termini!
Si
era impettita per via del commento di Seiya ed adesso guardava torvamente il
ragazzo, mollando la mano che questi continuava, nonostante tutto, a porgerle.
-
Lascia ci penso io a lei, tu riprendi pure la tua discesa!
-
Mamoru non credo…
Adesso
lei iniziava davvero ad innervosirsi. Un conto era farsi aiutare da Seiya, un
altro era farsi aiutare da Mamoru, soprattutto dopo la lite di quel mattino.
L’unica soluzione era alzarsi da sola e riprendere la discesa ignorandoli, un po’
come loro stavano facendo con lei!
Allungando
il braccio riuscì a prendere il bastoncino che aveva lanciato poco distante da
sé infilandolo, anzi infilzandolo, nella neve facendo bene attenzione che fosse
messo in profondità. Adesso che era, per l’ennesima volta, nella posizione
indicatagli da Seiya, con le braccia era pronta a darsi la spinta necessaria,
doveva riuscire, ne andava del suo orgoglio!
-
Vai, non preoccuparti, resto io con lei!
-
Sicuro che non l’abbandoni da qualche parte?
I
due fratelli continuavano a parlare ignorandola ma lei non se ne curava, era
troppo concentrata nel suo tentativo di rimettersi in piedi. Doveva riuscirci
assolutamente! Era una questione di principio… c’era quasi, un ultimo
tentativo!
-
Non riuscirai mai se continui così!
Stava
per darsi lo slancio quando la voce di Mamoru la bloccò facendola sussultare e
cadere, ancora. Evviva! Meno male che era rimasto lì per darle una mano a
rialzarsi!
-
Grazie, la tua fiducia nei miei confronti è encomiabile! Magari se te ne
andassi io riuscirei a rimettermi in piedi!
Era
di nuovo sulla neve ed il viso era arrossato ma sicuramente non per la fatica.
La tracotanza di Mamoru era qualcosa che non riusciva a digerire! Ma perché
Seiya era andato via lasciandola lì con quella specie di… ah, meglio non
sprecare energie immaginando un soprannome adatto a quell’essere!
Essere che intanto, con gli sci ai piedi, si era ulteriormente avvicinato e
piegato sulle ginocchia fissandole il viso rosso con un sorriso strano, no,
tronfio! A quella vista era esplosa ancora una volta e non era riuscita a
trattenere la sua rabbia.
-
Smettila di gongolare come un idiota! La neve non è il mio elemento!
-
Ah certo! E sentiamo quale sarebbe il tuo elemento? Un centro commerciale forse?
Ignorando
la provocazione di Mamoru riprovò ancora, sempre con il medesimo risultato.
-
Dopo aver appurato che il metodo Kou non è alla tua portata, potresti affidarti
al metodo Chiba?
-
Manco morta!
-
Arrangiati!
-
Non preoccuparti!
- Infatti, non sono per nulla preoccupato!
Ignorarlo!
Era questa la soluzione a tutti i suoi problemi. Lei lo avrebbe ignorato e lui
sarebbe andato via lasciandola in pace! Convinta della sua idea, aveva ripreso
la posizione indicatele da Seiya ed aveva iniziato a spingere, per ritrovarsi
ancora con il sedere in terra!
-
Dannazione!
-
Serve un aiuto?
-
Sei ancora qui?
-
A quanto pare!
Ignoralo!
Ignoralo! Ignoralo! Era una mantra che si ripeteva da quando aveva deciso di
farcela da sola!
Ritentò,
ancora, ma senza successo. Dopo quelle che per lei erano state ore, ma che in
realtà erano solo pochi minuti, si mise seduta respirando affannosamente.
-
Hai finito con questo spettacolo pietoso?
-
Ok!
-
Perfetto! Adesso iniziamo a fare sul serio!
-
Aspetta un secondo! Sia chiaro: non sopporto le prese in giro!
-
Ti ho mai presa in giro?
Aveva
anche il coraggio di fare dell’ironia!
-
Ok! Sarò un maestro serissimo!
-
Lo spero…
-
Faccio finta di non averti sentito! Ascoltami, prima di spingere con il bacino
prova a piegare le ginocchia di quarantacinque gradi, poi ti dai la spinta e fai
forza sulle braccia. E fai in modo che gli sci siano ancorati sotto la neve. Ok?
Si
morse il labbro e si portò una ciocca dietro l’orecchio, lo faceva ogni volta
che era arrabbiata o imbarazzata, era una sorta di rito a cui non riusciva
sottrarsi, ed in quel momento era arrabbiata, imbarazzata, nervosa, triste… in
quel momento era un uragano di sentimenti!
Come
avrebbe fatto tutte quelle cose contemporaneamente? Certo! Quello era un modo
per renderla ancora più ridicola! Improvvisamente, però, le tornò in mente il
proverbio che sua nonna era solita ripeterle: “Tentar non nuoce!” e
se lo diceva la nonna doveva fidarsi: piegò le ginocchia come le era stato
suggerito e si diede la spinta necessaria. Il suo bacino si sollevò da terra
molto più dei tentativi precedenti ma, ugualmente, si ritrovò di nuovo in
mezzo la neve!
-
Dai c’eri quasi! Fai forza con le braccia!
Ok!
Aveva quasi raggiunto l’obiettivo, tra l’altro aveva fatto meno fatica delle
volte precedenti, forse, e sottolineava quel forse, l’essere aveva
ragione! Chiuse gli occhi, inspirò profondamente e poi si diede la spinta per
trovarsi, finalmente, in posizione eretta!
-
Ci sono riuscita! Mamoru ci sono riuscita!
Presa
dall’euforia si buttò tra le braccia del ragazzo che per poco non finì sulla
neve con lei addosso! La felicità per il successo appena ottenuto era stata
eccessiva… talmente eccessive da averle fatto dimenticare il diverbio di
quella stessa mattina…
-
Ehi, modera l’entusiasmo o rischiamo di cadere entrambi!
Nonostante
la risposta un po’ brusca, Mamoru sorrideva allegro per poi riprendere
tranquillamente a parlare.
-
Bene, ed adesso passiamo alla seconda lezione! Sei pronta?
-
Scusa?
Seconda
lezione? Ma era uno scherzo? Lei non aveva nessuna intenzione di prendere
lezioni da Mamoru, era già tanto che fosse riuscita ad alzarsi senza iniziare a
litigare con lui, figurarsi un’intera lezione…
-
Non vorrai scendere sempre a spazzaneve?
Certo
che poteva, eccome! Non aveva nessuna intenzione di cambiare stile: spazzaneve o
valanga a lei non interessava, l’importante era che scendesse senza farsi
male!
-
Non disturbarti! Non occorre!
Così
dicendo aveva ripreso a scendere come sapeva fare.
E
poi, se Mamoru credeva di poter sistemare tutto facendo il gentile ed aiutandola
a rimettersi in piedi era davvero fuori strada! Anche se pochi minuti prima
aveva dimostrato il contrario, lei non aveva dimenticato quello che era accaduto
quella stessa mattina. No! Era qualcosa che non poteva fargliela passare, anche
se si era dimostrato gentile… forse però… ok! Il suo cervello stava
entrando nella modalità buonismo e con l’essere, alias Mamoru Chiba, non
poteva permettersi certo una cosa simile!
-
Così non ti divertirai mai!
-
Non credo che la cosa ti riguardi!
Mamoru
le stava dietro sbuffando probabilmente a causa della sua cocciutaggine. La
superò e le si parò davanti e lei, sorpresa da quel movimento, gli finì
addosso. Fortunatamente per entrambi, Mamoru era pronto allo scontro e
così riuscì ad impedire la caduta rovinosa...
-
Ascoltami bene! Ho detto a Seiya che avrei pensato a te quindi, mettiti il cuore
in pace, oggi non ti mollerò neanche per un secondo!
-
No! Ascoltami tu! Io non ho intenzione di passare neanche un minuto di più con
una persona arrogante, presuntuosa, narcisista ed insensibile come te! Ed adesso
lasciami in pace!
Così
dicendo lo spinse per farlo spostare ma senza alcun risultato, il ragazzo
sembrava con gli sci piantati proprio davanti a lei!
-
Se non fosse stato per l’arrogante, presuntuoso ed insensibile qui presente
ancora staresti a terra tentando di rialzarti!
-
Hai dimenticato narcisista! E per la cronaca: se avessi voluto mi sarei alzata
subito! Bastava togliere gli sci ed il gioco era fatto!
-
Complimenti! Così è sicuro che non imparerai mai!
-
Ma chi ti ha detto che voglio imparare?
-
Un uccellino…
-
E sempre lo stesso uccellino, ti ha chiesto forse di aiutarmi?
-
No!
-
Allora fammi passare!
-
Sei qui per divertirti!
-
Infatti, mi sto divertendo!
-
Certo come no! Scommetto che hai le gambe che ti fanno male!
-
Non credo che la cosa ti riguardi!
-
Vedi che ho ragione io? Ascoltami e vedrai che a fine giornata sarai meno stanca
di adesso!
-
Ho detto di no! Spostati e fammi continuare la mia discesa, con il mio
stile!
-
Spostati tu dato che sei così brava da non aver bisogno di aiuto!
-
Ti hanno mai detto che sei insopportabile?
-
Un’infinità di volte!
-
Perfetto! Con questa sarà un’infinità più una!
-
Fatti aiutare!
-
No!
- Sì!
-
Neanche morta!
-
Allora moriremo qui!
-
No, perché io adesso me ne vado!
-
Non ci riuscirai!
-
Mai mettere alla prova una donna arrabbiata!
-
Non vedo nessuna donna nei paraggi. Solo una bambina capricciosa!
-
Stai attento Chiba!
-
Ribadisco: non mi fai paura!
-
Spostati!
-
No!
-
Sì!
-
No!
-
Sì! Spostati subito!
-
Non vedo perché debba essere io quello che deve spostarsi! Ripeto: se sei tanto
brava perché non vai per la tua strada e mi lasci qui a riposare?
-
Arrogante!
-
Sei ripetitiva!
-
Spaccone!
-
Non mi tange!
-
Ti odio!
-
A fine giornata mi ringrazierai!
-
Dimmi solo perché ci tieni tanto!
Era
esasperata dal suo comportamento! Non voleva litigarci ma era più forte
di lei. Il suo atteggiamento era davvero impossibile. Nonostante i trent’anni,
Mamoru rimaneva un borioso e saccente ragazzino pieno di sé!
-
Sarà che sono un’anima pia!
-
Guarda anima pia, siccome non voglio farti perdere tempo vai ad aiutare qualcun
altro! Io posso farcela benissimo da sola!
-
Signorina qualcosa non va? Quest’uomo la sta importunando?
Un
ragazzo si era fermato accanto a loro e si era rivolto a lei con quella domanda.
I due, sorpresi da quella interruzione, fissarono perplessi il giovane e Mamoru
fu il primo a riprendersi e rispondere mostrando un sorriso di circostanza.
-
Non si preoccupi, è tutto sotto controllo!
L’altro
ignorando Mamoru si rivolse nuovamente verso di lei.
-
Se vuole la scorto fino a valle…
-
Le ho già detto di farsi i fatti suoi!
Mamoru
aveva alzato la voce e si era parato davanti a lei a mo' di scudo lasciandola,
così, sempre più perplessa.
-
Ed io non sto parlando con lei!
Il
tizio non sembrava avere intenzione di mollare l’osso.
-
Perfetto! Allora sarò più chiaro: sto cercando di insegnare alla mia fidanzata
a sciare! Adesso le dispiacerebbe proseguire e farsi gli affari suoi!
-
Ehi…
Ma
Mamoru l’aveva urtata con il bastoncino sinistro per farle capire di tacere.
Poi aveva portato il braccio attorno alle sue spalle e l’aveva avvicinata a sé
per quanto fosse stato possibile.
-
Signorina?
Il
ragazzo era un tipo tosto. Mamoru le fece capire che era il caso che rispondesse
se non volevano restare lì per tutto il giorno!
-
Ehm… certo, è così! La ringrazio!
-
Sicura? Non mi sembra molto convinta?
Ok!
Il tipo non era tosto ma tonto! Cosa dovevano fare per farlo andare via? Forse
era necessaria una richiesta scritta alle autorità del posto?
Stop! Se la stava prendendo con la persona sbagliata, però era davvero
stanca per la discussione con Mamoru e tra l’altro, per quanto ne dicesse, era
meglio Mamoru che un perfetto estraneo!
-
Adesso è lei che ci sta importunando! Le ho detto che può andare… che vada
pure!
Mamoru aveva alzato la voce senza neanche accorgersene ed il tipo era
indietreggiato forse intimorito dallo scatto di lui.
-
Mamoru non fare così… il signore è stato solo gentile. Calmati…
La
sua mano si posò delicata sul braccio di Mamoru che posò lo sguardo proprio
sul punto del contatto. Era arrivato il momento di porre fine a quella
discussione prima che degenerasse! Ah! Ma quanto potevano essere tonti gli
uomini? Molto! Altri due minuti e sarebbe scoppiato un parapiglia, ne era certa!
-
La ringrazio per la sua cortesia ma davvero, va tutto bene… grazie ancora!
Aveva
accompagnato quelle parole con un inchino per rendere ancora più evidente la
sua riconoscenza… e per fare capire al tonto che era il caso di andare! Con un
cenno del capo l’altro riprese la sua discesa senza aggiungere altro, forse
non era poi così tonto!
Adesso,
però, doveva mettere in chiaro un punto con l’imbecille che aveva accanto!
Spostò i suoi occhi azzurri su Mamoru, che ancora fissava le spalle del tizio
appena andato via. Tolse la mano dal braccio del ragazzo e abbandonò il tono
dolce ed accondiscendente di pochi minuti prima, per essere più dura ed
incisiva.
-
Adesso ti spiacerebbe spiegarmi il perché di questa pagliacciata?
Mamoru
fu come strappato dalle sue riflessioni e la fissò non sapendo effettivamente
cosa rispondere. Quasi fu intenerita dallo sguardo spaesato di lui, ma durò
giusto un paio di secondi!
-
Tutta colpa di Kunzite e delle sue assurde idee…
-
E cosa c’entra Kunzite?
Non
si era accorto di aver espresso ad alta voce l’ultimo pensiero. Di bene in
meglio, Mamoru, oltre che imbecille era anche distratto!
-
Bhè sì! Vedi…
Adesso
cosa si sarebbe inventato? Era curiosa di sentirlo farfugliare scuse assurde!
-
Stamattina Kunzite mi ha fatto notare che sono stato indelicato e che dovevo
scusarmi. Dato che con te delle semplici scuse non sarebbero bastate, ho deciso
di dedicarti tutta la giornata ed insegnarti le basi dello sci!
-
Mi prendi per stupida? Questo cosa ha a che vedere con il fatto che io sia la
tua presunta fidanzata?
-
Quel tizio era un tipo ottuso e se non avessi detto così non ci avrebbe
lasciati in pace!
-
E quindi?
-
E quindi… dato che ho capito di essere stato un emerito cretino non mi andava
di saperti ancora arrabbiata con me per chissà quanto!
-
Ti ripeto: mi prendi per stupida?
-
No! ma perché non ti fidi mai di quello che ti dico?
-
Forse perché sei Mamoru Chiba?
- E con questo?
-
Il tuo nome è sinonimo di fregatura!
-
E questo chi lo dice?
-
Si dice il peccato ma non il peccatore! – doveva riconoscerlo, quella
era davvero la giornata degli aforismi!
- Begli amici che mi ritrovo!
-
Io non ho fatto riferimento ai tuoi amici!
-
So per certo che si tratta di loro!
- Sorvolando sul peccato e
sui peccatori… perché?
-
Cosa perché?
-
Lo sai perfettamente!
-
Ed io ti ho già risposto: sono stato un imbecille!
-
Tutto qui?
- Certo! Sono quei poveri bambini a dover essere compatiti… avere
un’isterica, e manesca, come te per psicologa non deve essere affatto
terapeutico!
-
Era troppo bello per essere vero! Non riesci mai ad essere gentile per più di
due minuti, vero? No, non rispondere, potresti peggiorare solo la situazione!
-
Così mi offendi!
-
Non sia mai! Perdonami! Comunque è già tanto che tu abbia riconosciuto la tua
insensibilità ed imbecillaggine!
-
Guarda che riconosco quando sbaglio!
- Certo!
-
Piantala!
- Certo Mister, come dice lei!
- Ok! Messaggio ricevuto!
Adesso possiamo riprendere le nostre lezioni?
-
Come?
-
Le lezioni… sai quelle dove io ti insegno come si scia e tu stai zitta e pendi
dalle mie labbra!
-
Ho accettato le tue scuse, è più che sufficiente! Non sia mai che tu perda il
tuo preziosissimo tempo con me!
-
Oh, ma per me è un piacere passare del tempo con te!
-
Non mi lasci via di fuga, vero?
-
Esattamente!
-
L'ho sempre detto: io sono troppo buona! Ok, hai vinto!
-
Io vinco sempre!
- Sì, sì, certo!
-
Cosa vorresti dire!
-
Niente di che!
-
Parla!
-
Datti una regolata! Con la sottoscritta, utilizzando questo tono non vai da
nessuna parte!
-
Per favore, potresti essere così gentile, e dirmi cosa volevi insinuare? Va
meglio così?
-
Decisamente!
-
Bene! Adesso, cortesemente, arriva al punto!
-
Ero convinta che dopo le scuse te ne saresti andato e mi avresti lasciato
respirare!
-
Io non mi rimangio mai la parola data… tu piuttosto, sei ancora convinta della
tua di promessa?
-
Mh?
-
Il patto di ieri sera…
-
Ah, il patto! Certo che sì… ma sei sicuro di riuscire a conoscermi in soli
trenta giorni? Sono una persona complessa ed imprevedibile e non credo che ci
voglia così poco per capire come sono fatta!
-
Facciamo due mesi? Inizio a pensare che non ti dispiaccia passare del tempo in
mia compagnia… oppure ti piace di più essere scambiata per la mia fidanzata?
-
Sai Mamoru, sei un pallone gonfiato e sarà divertente sgonfiarti!
-
E tu sei così sicura di avere a che fare con un pallone gonfiato che sarà
altrettanto divertente sorprenderti!
Quel
ragazzo era davvero pieno di sé! Era sicuro di ciò che diceva; adesso aveva
capito come mai era riuscito, a soli trent’anni, ad avere così credito nel
campo della chirurgia: Mamoru era sicuro di ciò che faceva e, soprattutto, era
sicuro delle proprie potenzialità. Era un bene per lui, ma non per lei, no!
-
Un mese è più che sufficiente Chiba, altrimenti finirebbe male… ci
ammazzeremmo al trentaduesimo giorno!
-
Allora che un mese sia! Al rientro da questa vacanza inizierà la nostra
conoscenza!
-
E sia! Un mese, dopotutto, passa in fretta!
Un mese non era un periodo particolarmente lungo, ma nessuno dei due
aveva idea che quel mese avrebbe rivoluzionato la loro vita… probabilmente per
sempre.
L'angolo
dell'autrice
Buongiorno! Purtroppo per me la partenza è saltata ma aggiorno comunque
di giovedì perché oggi è il compleanno di micina82, auguroni!
Per
quello che riguarda la parte tecnica del capitolo… ho cercato di scrivere il
capitolo interamente dal punto di vista di Usagi, spero solo di esserci riuscita
(a tal proposito mi rivolgo alla somma Ellephedre e chiedo il suo parere)! Ho
cercato di rendere il pensiero di Usagi in modo comico. Ripeto, la storia è
scritta per far sorridere e non ho intenzione di toccare temi tragici, in
quest’ultimo periodo ho bisogno di allegria!
Passando
alla trama… gente, questo capitolo è molto, ma molto, autobiografico! Vi dico
subito che la Usagi imbranata sugli sci sono io! Proprio così! Io e lei siamo,
in questo capitolo ma solo per quel che riguarda l’imbranataggine, la stessa
persona! Come detto sopra, quello che ho scritto sulle tecniche di sci, quel
po’ che ho scritto nel capitolo, derivano da informazioni personali, da ciò
che mi è stato suggerito e non so fino a che punto possa essere considerato
corretto quindi non prendete per buone queste informazioni, potrei aver scritto
un mucchio di cavolate (a quel punto andrei dalla persona che me le ha propinate
per fondamentali dello sci a fargli la festa!)… prima di dire altre
baggianate vi saluto e passo ai ringraziamenti dandovi appuntamento a sabato
prossimo, il 24 aprile!
RINGRAZIAMENTI:
-
MOREA: sono sincera, mi sento più cattiva io ad aver scritto una cosa
simile! Ho fatto dire una cattiveria, che più cattiveria non si può! Spero
solo che mi perdonate! Non prendetevela con Mamoru ma con l’autrice, sono
davvero perfida! Certo però non è che poi mi prendi alla lettera e vieni in
Sicilia per schiaffeggiarmi (e rubarmi il fidanzato!)! Non lo fai vero? Seiya
non può nulla contro il fratello maggiore, è bene che sia messo subito in
chiaro! Mamoru è… Mamoru, non occorrono aggettivi per definirlo, già nel suo
nome c’è la definizione di ciò che è! Ho deciso però di mettere anche il
personaggio di Seiya nella fic per dare, finalmente, una parvenza di famiglia al
povero Mamo-chan! Non credi anche tu? E passiamo a quello che non ha nulla a che
vedere con la fic! Ti dirò, inizialmente non avevo capito quell’avverto
poi però rileggendo è stato tutto chiaro! Ebbene sì! Il mio fidanzato, per
me, assomiglia tantissimo a Mamoru! Capelli neri, occhi penetranti (castani ma
non blu, anzi meglio per me così lo guardano un numero inferiore di ragazze),
alto, prestante, medico… cosa si vuole di più dalla vita? Il matrimonio, dopo
sette anni mi sembra il minimo, ma ci stiamo lavorando! Ops, lui questo però
non lo sa ancora! No, torno seria! Sì, il mio Gio assomiglia tantissimo a
Mamoru, soprattutto dal punto di vista caratteriale! A sto proposito, per farti
capire fino a che punto si somigliano, ti invito a leggere una fic (e vai con la
pubblicità per nulla occulta) dal titolo Lettera! È una one shot. Ho scritto
questa lettera pensando proprio al mio fidanzato, tanto per farti capire quanto
si somigliano… cupi e taciturni alla stessa maniera, ma pronti ad ammazzarsi
per la persona che amano (ma quanto mi sento fortunata, mi faccio invidia da
sola!)… ok, con l’angolo del diabete la finisco qui! Mi sa che come Minako
anch’io abbia dimenticato la glicemia a casa! Grazie per aver recensito, spero
che questo nuovo capitolo non ti abbia delusa! Alla prossima!
-
MICINA82: buongiorno! Piccola precisazione, aggiorno oggi anche se non
sono partita solo perché mi hai detto che è il tuo compleanno, spero che come
regalo sia gradito… ok, non lo leggerai oggi stesso, immagino che tu sia preda
dei festeggiamenti, ma spero però di farmi perdonare il ritardo dovuto ai
problemi di ADSL! Passando alla fic! No, Mamoru è tonto, molto tonto, e credimi
non capirà nulla per molto tempo ancora, oppure no? Sono perfida lo so, ma se
ti svelo la trama poi non leggeresti più! Grazie per la recensione ed ancora
auguri di buon compleanno, mi sembra di capire che siamo coetanee… 28enne,
vero, almeno l’82 del tuo nick mi fa pensare ciò! Adesso vado davvero! Alla
prossima!
-
MARYUSA: Maria cara (posso chiamarti Maria vero?), secondo te, tu che hai
letto e seguito tante delle mie fic, è mai possibile che Mamoru ed Usagi si
comportino come una normalissima coppia che fa un passo alla volta? Dai! È
impossibile, è nel contratto che li riguarda, prima di innamorarsi devono
percorrere Km e Km poi si incontrano a metà strada ed iniziano a capire,
comunque! Io non ho intenzione di far fare loro molti Km, stai serena! Cosa
nasconde Mamoru nel suo passato? Niente di così misterioso ma semplicemente
qualcosa di talmente comune che quando lo avrei capito probabilmente ne resterai
delusa (io spero di no, sto cercando di scrivere una storia quanto più
verisimile possibile, molto romanzata è vero, ma niente di tragico ed
inquietante!)… anzi ti dirò, il
mistero, che poi non è un mistero, è stato svelato proprio in questo capitolo!
Spero che anche questo capitolo rientri tra i tuoi gusti, grazie per la
recensione, e complimenti per i disegni! Sono curiosa e spulciando nel tuo
profilo sono entrata nel tuo blog e gli ho dato un’occhiata! Davvero belli,
soprattutto i ritratti! Alla prossima!
-
CHCHILINA: non preoccuparti, l’importante che la storia ti piaccia
ancora! Eh, neanche io ce lo vedo Mamoru a dire una cosa simile, infatti sono io
la colpevole! Guarda non so se questo Mamoru è effettivamente originale o meno,
io lo scrivo per come lo immagino intercalato in una situazione simile! Mi
lascio guidare dall’istinto con il rischio di farlo apparire anche
insensibile, ma ci può stare, non lo voglio troppo da principe azzurro sul
cavallo bianco forte, intraprendente e senza macchia! Cavolo anche Mamo-chan
dovrà avere qualche difetto, non credi? Usagi tosta… Usagi è semplicemente
quella del manga, meno pasticciona e più matura, dopotutto adesso è una
neuropsichiatria e non può fare la
piagnona! La settimana bianca… bhè, un piccolo spoiler te lo concedo: si
conclude qui l’avventura sulla neve, dal prossimo capitolo si torna in città!
Spero di non averti delusa, alla prossima!
-
ELLEPHEDRE: per te doppia risposta! Innanzitutto partiamo dal presupposto
che io, per mia e vostra sfortuna (vostra perché leggete i miei scleri
mentali), non sono una dea della scrittura come te
(che tradotto vuol dire, sii comprensiva con questa povera capra!)…
ti dirò, dopo ogni dialogo vado a capo per un semplice motivo: se non lo
facessi sarei sicura di combinare qualche macello! Per me è difficilissimo
continuare a mantenere lo stesso ritmo narrativo senza riuscire ad andare al
nuovo capoverso. È un mio limite, ne sono cosciente ed ogni tanto tento di
correggerlo, ma preferisco andare per gradi e non forzare troppo la mano,
rischierei davvero di combinare un pastrocchio! Effettivamente il capitolo è
diviso in due parti ma ti assicuro che non era nelle intenzioni dell’autrice,
cioè la sottoscritta (se inizio a parlare di me in terza persona è la fine, mi
sa che devo andare io dallo psichiatra, ho uno sdoppiamento della personalità
in corso!). Non chiedermi come mai sia stato diviso in due perché la risposta
è: non lo so! Più dialoghi avrebbe reso tutto più vivace vero, ma io sarei
morta appresso i pensieri di tutti loro! Ti comunico che i rapporti di parentela
si sono esauriti, avevo ipotizzato Minako e Usagi sorelle ma poi mi sono detta
che diventava una fic stile Beautiful ed ho preferito evitare! Passando alla
risposta al terzo capitolo (anche qui vale ciò che ho detto sopra: sii
comprensiva con questa povera capra!)… il coinvolgimento dei personaggi è
qualcosa voluto. Generalmente le mie fic sono incentrate su pochi personaggi,
stavolta voglio fare il botto! Vediamo come posso giostrarli tutti! Ti dirò, i
capitoli sono incentrati soprattutto su Mamoru ed Usagi però riesco a dare
spazio, quando la mia mente diventa collaborativa, anche agli altri! Se ho
deciso di non approfondire la parte dello schiaffo è perché credo a volte
lasciare agire di impulso possa essere sì naturale, ma allo stesso tempo
diventa qualcosa di stereotipato e non voglio cadere in qualcosa di letto, lei dà
uno schiaffo a lui, lui la ferma, litigano, si indispettiscono, si baciano… mi
conosco, e sapevo che con me sarebbe finita così! Tra i due c’è poca
interazione proprio perché hanno parlato poco! Non si è creata
quell’alchimia proprio perché non è, a mio modo di vedere, ancora il
momento, e poi… un conto è quando si parla a tu per tu, un altro è quando si
è circondati da altre sette persone! La mia intenzione sarebbe proprio quella
di descrivere il carattere dei due protagonisti dagli amici ma so che è quasi
impossibile per me (e qui ti ripeto, per la terza volta ciò che ho scritto
sopra… sii comprensiva con questa povera capra!)…
cercherò di mettere in pratica i tuoi suggerimenti (spero di averli
compresi) e vedremo cosa ne uscirà fuori! Grazie per il tempo perso, alla
prossima!
-
ROMANTICGIRL: mannaggia a me vorrai dire! Sono io che muovo le fila della
storia! Come ho avuto modo di dire a Maryusa non ti mettere a lambiccarti il
cervello per scoprire cosa possa nascondere Mamoru nel suo passato! È una
sciocchezza che forse ho ingigantito ma vi assicuro è una situazione assai
comune che ho già svelato, senza volerlo, proprio qui! Il veramente finale…
è il “Pronti! Partenza! Via!” della fic! Grazie per la recensione,
alla prossima!
Grazie
alle 6 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
bunny65;
2.
favola08;
3.
girovaghi;
4.
Hatori;
5.
lagadema;
6.
stella93mer;
Ed
a favola08 e lagadema le ultime ad aggiungere la fic tra le preferite!
Grazie
alle 19 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
akane_val;
2.
DeepDereck;
3.
Enza85;
4.
fasana;
5.
favola08;
6.
hoshi90;
7.
igniflia;
8.
kiss88;
9.
LittleSimo;
10.
MaryAngel;
11.
micina82;
12.
Minerva89;
13
. Morea;
14.
Neptune87;
15.
ponpon;
16.
Potter92;
17.
pulcinaele87;
18.
romanticgirl;
19.
shalya;
20.
Tappetta4;
21.
Truelove;
22.
_Maddy_;
Un grazie particolare a favola08, kiss88, igniflia, LittleSimo, MaryAngel,
Minerva89, ponpon, Potter92, Tappetta4 e Truelove le ultime arrivate!
|
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Capitolo 5 *** Capitolo IV ***
Nuova pagina 1
Note:
-
Jyōji
Shibue e Miyū Sawai:
sono i due attori che nel Live Action giapponese danno il volto,
rispettivamente, a Mamoru Chiba ed Usagi Tsukino, consideratelo un mio omaggio
al mondo di Sailor Moon!
-
Hashi: sono le bacchette tradizionali utilizzate dai Giapponesi
quotidianamente per mangiare. Fatte in legno, il loro costo dipende dal tipo di
legno utilizzato e dalle fine lavorazioni che presentano. Sono particolarmente
diffuse nei ristoranti e nei sushi-bar.
-
Zashiki: è la stanza pavimentata con i tatami, tipica della cultura
giapponese.
-
Tatami: tradizionale pavimentazione giapponese composta da pannelli
rettangolari affiancati, fatti con paglia di riso intrecciata e pressata. Sul
tatami è doveroso camminare senza suole ma solo con calze o a piedi nudi. La
calza tradizionale da usare sul tatami si chiama tabi, ha la particolarità di
essere di colore bianco e con infradito, così da consentire, usciti dalla
stanza, l'uso di sandali di tale foggia. (fonte Wikipedia)
-
Zafu e zabuton: Gli zafu e gli zabuton sono dei cuscini che un
tempo venivano usati al posto delle sedie, anche perché in passato si usavano
dei tavoli molto bassi intorno ai quali non era impossibile prendere posto se
non seduti su dei cuscini. Gli zabuton, in particolare nella meditazione zen, si
usa metterli sotto i cuscini zafu per appoggiare meglio le ginocchia e le
caviglie sono inoltre usati nel sumo e nel raguko. Gli zafu invece sono dei
cuscini rotondi abbastanza rigidi, un po' più piccoli degli zabuton, sono
composti cucendo insieme tre pezzi di stoffa pesante due di forma circolare che
costituiscono la parte superiore e uno rettangolare con si uniscono i due
scampoli circolari.
- Oshibori:
Quando si entra in un tipico ristorante giapponese, la prima cosa che arriva a
tavola sono l'acqua e Oshibori. L’oshibori è una salvietta umidificata di
carta o di tessuto, usata per pulire le mani prima di mangiare. D'estate
servono Oshibori freddo e l'inverno caldo.
-
Misoshiru: è
una zuppa tradizionale della cucina giapponese costitituita sostanzialmente da
brodo, in particolare dashi mescolata con pasta di miso.
Il misoshiru prende il nome dal
suo ingrediente principale, il miso appunto, una pasta di soia fermentata che ha
svariati usi in cucina, soprattutto nella cucina moderna giapponese, dove si
utilizza spesso per marinare o gratinare. Alla base della zuppa di miso c'è il
dashi fatto con scaglie di tonnetto essiccato (katsuobushi) e una grossa alga
chiamata konbu. Non serve l'aggiunta di sale, dato che il miso è già molto
salato per sua natura. In questo brodo si dissolve la pasta di miso per avere la
zuppa, a cui si possono aggiungere cubetti di tofu ed altre varietà di alga
(wakame, per esempio). In accordo con la tradizione giapponese, gli ingredienti
solidi della zuppa vengono scelti in modo da riflettere il variare delle
stagioni. (fonte: Wikipedia)
-
Itadakimasu: è un segno di ringraziamento, che in Giappone si pronuncia
prima di un pasto o prima di accettare l'offerta di una semplice tazza di the.
(fonte: “La cucina Giapponese - Tradizioni e Stagioni" di Nanako
Hamaguchi)
-
Hana Yori Dango: è un Live Action giapponese tratto dal manga omonimo,
andato in onda in Giappone dall’ottobre 2005 al dicembre 2005 (prima serie) e
dal gennaio 2007 al marzo 2007 (la seconda serie). Tsukushi Makino è la
protagonista femminile, Tsukasa Domyoji è il protagonista maschile (fonte
Wikipedia).
-
-chan: utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i
quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo
"piccolo/a" o ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino). Può però (ed
è diffusissimo in tal senso) essere utilizzato anche fra persone adolescenti o
adulte e in questi casi indica forte amicizia e confidenza, come per esempio fra
amiche di scuola, ma può indicare anche affettuosità e un certo grado di
intimità, come fra coppie o fra parenti più grandi verso parenti più piccoli
(es. la madre al figlio). Generalmente si utilizza più spesso e con
connotazioni meno strette fra ragazze, mentre fra ragazzo e ragazza non parenti
è più probabile che indichi che vi sia un rapporto particolare fra i due (es.
fidanzati o amici d'infanzia). Fra amici maschi è più raro e ha
prevalentemente sfumature scherzose o ironiche o deriva da una lunga amicizia.
Utilizzare -chan con persone adulte che si conosce appena può essere visto come
scortesia. Viene utilizzato anche per gli animali domestici. ( fonte Wikipedia)
-
-san: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come
un collega di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si
rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le
quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere
una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei
casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in
cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata
(per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno
dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile) ( fonte Wikipedia)
-
Baka: è una parola giapponese che significa idiota (fonte Wikipedia)
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo
IV
I giorno
Ore
12:35
-
29 giorni all’alba
- Dottoressa Tsukino, questi
sono per lei, li ha lasciati il suo fidanzato! Ha pure detto che l’aspetta per
le una al ristorante Nukomoto, quello vicino l’ospedale…
- Come scusi?!
Era sbigottita, no, incredula!
La segretaria del reparto in cui lavorava le aveva consegnato un mazzo di
rose… rosa – colore che lei odiava – e l’aveva avvertita che il suo fidanzato
l’aspettava per pranzare insieme… fidanzato? Era uno scherzo?!
- Il suo fidanzato
l’aspetta per pranzare insieme… ehm…
- Un attimo signora Kumiko… il
mio fidanzato ha lasciato detto qualcos’altro? – Certo che le
sembrava strano parlare del suo fidanzato, soprattutto perché lei non ne aveva
uno! Che diamine stava succedendo? Quando aveva perso le ultime puntate della
sua vita!?
- No dottoressa, non ha detto
altro!
- Capisco… e mi dica… - Non
poteva mica chiedere alla segreteria che faccia avesse il suo presunto
fidanzato… il suo fidanzato… no, non poteva essere! Si stava facendo strada
un sospetto, solo un vago sospetto, ma era più che sufficiente a metterla in
agitazione!
- Cosa dottoressa?! – A quel
punto li vide, gli occhi dell’impiegata si erano accesi della pericolosa luce
del pettegolezzo, proprio come capitava a Minako… ed era inutile negarlo, a
volte lei stessa aveva quello sguardo.
Contemporaneamente dentro la
sua testa si era accesa l’allarme anti fregature.
Ed un pensiero si era fatto strada
nel suo subconscio: semmai avesse avuto un fidanzato – vero – non lo avrebbe
mai e poi mai fatto venire in ospedale. Dove lavorava era un posto di
perdizione: troppe giovani donne con generose porzioni di pelle scoperta! No! Il
suo fidanzato – sempre quello vero, naturalmente – non avrebbe mai avuto
nulla a che vedere con il mondo della sanità!
Si diede della stupida per quei
pensieri e si riconcentrò sul presente: restava da chiarire il mistero riguardo
l’attuale, falso, fidanzato… e con suo dispiacere, si stava per ritrovare a
fare qualcosa che mai e poi mai aveva ipotizzato potesse accadere: stava per
prendersi gioco di una persona!
La signora Kumiko era la
segretaria più pettegola che esistesse nel reparto di psichiatria infantile –
no, era meglio correggersi, era la più pettegola dell’intero policlinico
universitario! – e quindi era una donna molto attenta ai particolari. Questo
giocava a suo favore perché il presunto fidanzato non era a conoscenza di
questo particolare, o forse sì? Non era il momento di porsi questi problemi,
quello era il tempo dell’azione, dell’investigazione!
- Che impressione le ha fatto?
- Bhè dottoressa sa che non
sono solita sbilanciarmi! - “Come no!” Già poteva immaginare come
tutti al reparto fossero a conoscenza del suo fidanzamento… tutti tranne lei
ovviamente!
- Non si preoccupi, le sto
chiedendo io un parere… sa che tengo molto in considerazione la sua opinione!
- Giuda, ecco cosa era! Si sentiva un mostro nel prendersi gioco
dell’impiegata ma non poteva fare diversamente. Aveva un sospetto ma non era
certa…
- Bhè che dire… - “Se
non lo sa lei che lo ha visto!”
Ma questo commento decise di tenerlo per sé!
-
Quegli occhi così penetranti devo ammettere che inizialmente mi hanno
messo un po’ di soggezione! - “Occhi penetranti…” iniziava ad
avere un sospetto meno vago… aveva capito che era necessaria qualche domanda
ben piazzata se voleva il nome!
- Però deve ammettere che sono
di un bel blu… - Buttato l’amo era necessario che il pesce abboccasse e se
conosceva il suo pesce… bingo!
- Assolutamente dottoressa! E
poi anche quella voce forte e decisa, devo ammettere che difficilmente
oggigiorno si incontrano dei ragazzi così maschi, non so se capisce
quello che voglio dire...
Eccome se capiva! Anche perché era inutile negarlo, il sospettato numero uno
era un gran bell'uomo! Doveva necessariamente continuare il suo piano: altra
esca altra attesa!
- Ha ragione, se poi si
considerano le spalle larghe!
- Ha proprio ragione! Comunque,
lo sa che io sono fissata con le mani?
Un sopracciglio biondo le si era
sollevato incuriosito! Ed adesso perché tirava in ballo proprio le mani?
-
Mi scusi mi sto lasciando trascinare… sa, parlando con lei sono tornata
indietro di tanti anni a quando anch’io avevo dei pretendenti belli come il
suo dottore!
Centro! Dottore… era il momento di affondare il colpo di grazia
ed iniziare a progettare una morte rapida per il suo fidanzato! Coraggio,
non era poi così difficile: lo faceva per se stessa e per il genere umano! Se
si fosse liberata di lui, la sua vita sarebbe stata molto più serena!
- Ma che dice! È ancora una così bella donna! - Ok! Era un essere
orribile! Non solo aveva approfittato della signora Kumiko, adesso inoltre le
stava mentendo spudoratamente! Che la Kumiko, nel suo metro e trenta e nei suoi
ottanta chili, fosse una bella donna era una balla grossa quanto un tempio
scintoista, ma lei non poteva fare diversamente... non in quel momento!
-
Lei è sempre così gentile dottoressa! Comunque, tornando al suo fidanzato, è
davvero un uomo fortunato ad averla accanto! Ma anche lei dottoressa! Si è
scelta proprio un bel ragazzo! Assomiglia tanto a quell’attore che va di voga
oggi tra le ragazzine… come si chiama… ah! Jyōji
Shibue… anche lui ha quell’aria da bravo ragazzo… sa
però… credo che sia un po’ timido…
-
Chi? Jyōji
Shibue? - si stava perdendo! Cosa c’entrava il suo attore preferito che, tra
l’altro, non era in voga solo tra le ragazzine?
-
Ma no dottoressa cosa dice! Parlo del dottor Chiba!
Brutto
farabutto, allora era davvero lui! Se solo lo avesse preso… ok! Stop! Era
necessario fermarsi e non commettere imprudenze! Doveva liberarsi della Kumiko e
poi fare un piano per sbarazzarsi, una volta per tutte, di Mamoru Chiba! Altro
che morte rapida, la sua sarebbe stata una morte lenta e dolorosa! Doveva fare
attenzione però, non voleva che qualcuno l’accusasse di omicidio!
-
Lei dice? Non credo che sia
timidezza la sua…
E
poi, se Mamoru somigliava solo minimamente a Jyōji
Shibue lei era la sorella
gemella di Miyū Sawai…
ma quale timido! Mamoru era tutto fuorché timido!
-
Mi creda il Dottor Chiba è davvero un ragazzo a modo e timido; prenda ad
esempio le rose… sono rosa… un innamorato generalmente regala delle rose
rosse alla propria fidanzata, non crede?
Guardò
le rose che teneva in mano, le annusò e poi si sforzò di sorridere prima di
rispondere.
-
Sa, stiamo insieme da poco, si vede che non vuole sbilanciarsi…
Così
dicendo salutò l’impiegata per andare nella sua stanza.
Erano trascorse meno di ventiquattro ore dal loro rientro da Nagano e non
credeva che Mamoru si facesse vivo così presto, anche se effettivamente
l’aveva avvertita… “Al rientro da questa vacanza inizierà la nostra
conoscenza”… ok, doveva riconoscerglielo, era stato di parola e non
aveva perso tempo!
Una
volta nella studio si accorse di non avere un vaso dove sistemare le rose e così
tornò indietro dalla signora Kumiko che continuava a tessere le lodi di Mamoru
– oddio! Se solo lo avesse conosciuto davvero! – liberatasi della donna tornò
in camera e sistemò l’omaggio floreale; tolse il camice e la casacca
rossa che indossava per rimettere il cardigan bianco sopra il dolcevita nero.
Alla meno peggio sistemò i capelli infilando, contemporaneamente, il cappotto
nero e prese al volo la borsa, poi di corsa fuori, perché era già in ritardo!
Si
maledisse perché proprio quel giorno aveva deciso di indossare le decolté
nuove con il tacco a spillo! Le scarpe erano scomode perché nuove e, per quanto
vicino potesse essere il ristorante, doveva fare un bel po’ di strada a piedi.
Raggiunse il ristorante Nukomoto con dieci minuti di ritardo e prima di
entrare si prese altri due secondi per regolarizzare il fiato e far passare il
rossore alle guance… e per far riposare i piedi distrutti dalla corsa. Solo
quando si sentì presentabile, entrò!
*****
***** *****
I
giorno
Ore
13:10
-29
giorni all’alba
Il ristorante in cui si
trovava decisamente non era il luogo in cui avrebbe dato appuntamento ad una
delle sue conquiste. Era un posto semplice senza sfarzi e, in un certo qual modo
lo faceva sentire a casa, per questo aveva optato per quel ristorante invece del
solito posto ad effetto: la sua intenzione era conoscere Usagi, non portarsela a
letto…
I tavoli erano apparecchiati con
tovaglie di cotone bianco. I servizi da tavola avevano delle forme geometriche
semplici e pulite che si adattavano all’ambiente circostante. I piattini
squadrati – leggermente concavi – e le ciotole basse – di diverse
dimensioni – erano di una porcellana sottile, certamente non pregiata, ma che
non facevano rimpiangere minimamente il lusso di altri ristoranti più alla moda
e chic… immancabili erano gli hashi posizionati alla sua destra.
La porta si aprì ed alzò la
testa sorridendo davanti la figura di Usagi intenta a cercarlo tra i tavoli del
locale ancora semivuoto. Si prese alcuni istanti per osservarla e capì dal
leggero rossore delle guance che aveva corso per arrivare fin lì.
Appena i suoi occhi incrociarono
quelli azzurri della sua fidanzata sorrise ancora di più e lei ricambiò
il gesto mostrandogli, però, una espressione ironica. La vide togliersi le
scarpe e raggiungerlo camminando leggera sullo zashiki ricoperto dai tatami.
- Buongiorno caro!
L’aggettivo caro era intriso
di ironia. Proprio come aveva immaginato, Usagi non doveva aver preso bene
l'idea di rendere ufficiale il loro fidanzamento, per questa ragione il
suo sorriso, se possibile si accentuò ancora di più!
- Buongiorno a te tesoro!
La vide sedersi sullo zabuton
piegando le gambe di lato e prendere l’oshibori che le veniva offerto
dalla cameriera. Ignorando la sua risposta riprese a parlare.
-Biscottino, volevo
ringraziarti per le rose, sono bellissime, non dovevi disturbarti!
Usagi aveva ripreso, ed accentuato, il tono ironico riuscendo
a far risuonare l’intera frase falsamente smielata mettendogli, così, i
brividi addosso. Se credeva di metterlo in crisi con qualche vezzeggiativo, tra
l’altro eccessivamente sdolcinato per i suoi gusti – e per i gusti di
qualsiasi altro individuo dotato di un minimo di buon senso – si trovava
davvero fuori strada.
-
Pasticcino, quelle rose non sono nulla se paragonate alla tua bellezza!
La
vide fare una faccia schifata quando sentì come l’appellò, così capì che
per lei quel pasticcino proprio non andava giù, era troppo amaro per i
suoi gusti!
-
Caro… potrei sapere da quanto tempo siamo fidanzati? Sai, la mia
memoria inizia a vacillare ed io non ricordo di aver ricevuto nessuna
dichiarazione da parte tua!
Era
divertente vederla lì, seduta educatamente, con espressione omicida negli
occhi… ancora più divertente era rispondere alle sue provocazioni.
Soprattutto ora che era tornata ad un più accettabile caro.
-
Tesoro… così mi spezzi il cuore! Non ricordi il giorno della nostra
prima lezione a Nagano?
La
vide mordersi il labbro superiore per cercare di trattenere la rispostaccia che
aveva pronta sulla punta della lingua.
-
Ti rendi conto che così tutti sono convinti che io sia la tua fidanzata?
-
Dovresti sentirti onorata di ciò… - La vide sorridere enigmatica e sistemarsi
meglio sullo zafu sovrastante lo zabuton.
-
Veramente a me hanno detto che quello fortunato sei tu!
- Davvero?
Non
aveva alzato gli occhi dal menu ed aveva posto quella domanda sicuro di non
ricevere nessuna risposta, e così fu. Era sicuro che la segretaria non le
avrebbe detto diversamente, dopotutto lavorava con Usagi tutti i giorni per
questo, una sorta di servilismo nei confronti della psichiatra, era
giustificabile.
Dopo
alcuni minuti, durante i quali erano completamente assorti nella lettura dei menù,
arrivò un cameriere per prendere le loro ordinazioni e lasciare il tè. Da
perfetto gentiluomo qual’era, riempì prima il bicchiere di Usagi e poi il suo
soffermandosi, a fissare gli occhi della ragazza che lo scrutavano attentamente.
Alla fine stanco di quell'atteggiamento decise di parlare.
-
Hai finito di psicanalizzarmi o ne hai ancora per molto?
-
Per adesso la finisco qui!
-
Sai… inizio a pensare che non ti dispiaccia essere qui con me!
-
Se lo speri…
-
Come mai hai preso solo del misoshiru? Ero convinto che fossi una buona
forchetta… forse non vuoi che ti classifichi come un’ingorda?
-
Mamoru… puoi classificarmi come meglio credi, non mi importa!
-
È questo che mi incuriosisce…
-
Cosa? Il fatto che non mi importa nulla della tua opinione o semplicemente il
fatto che io riesca a tenerti testa?
-
Entrambe… sono poche le persone che riescono a farlo…
-
Come ad esempio tuo padre?
Sicuramente
la sua postura, senza neanche rendersene conto, adesso era più rigida e meno
rilassata. Il cameriere intanto era arrivato lasciando sul tavolo le loro
ordinazioni ma nessuno dei due accennava a muoversi. Si fissavano in silenzio:
il viso di Usagi mostrava un sorriso sereno, il suo, probabilmente, era molto più
serio ed inespressivo.
-
Non capisco dove vuoi andare a parare!
Si
era ritrovato a rispondere dato che Usagi non sembrava per nulla turbata
dall’atmosfera improvvisamente seria. Non amava parlare della sua famiglia,
soprattutto non amava parlare di suo padre che, da sempre, lo aveva considerato
più come un successore e che come un figlio. Doveva stare attento, Usagi era
un’ottima osservatrice e non doveva mai lasciare scoperto il fianco o lei, ne
avrebbe approfittato per affondare quella lama affilata che era la sua lingua.
Innervosito
per quel colpo basso appena ricevuto, aveva preso gli hashi e li aveva
separati tra loro ignorando Usagi ed iniziando a servirsi da solo.
-
Itadakimasu!
Fu
la semplice risposta di lei a quel gesto.
Il pranzo continuò silenzioso fino alla fine. Come prevedeva il galateo,
si offrì di pagare anche per Usagi dato che era stato lui ad invitarla e la
ragazza accettò solo a patto che potesse ricambiare il gesto… appunto come
era prescritto nel galateo.
Quel
pranzo era stato troppo formale per i suoi gusti. Aveva scoperto poco di lei,
anzi, proprio nulla! Al contrario, era stato lui quello che aveva subito
maggiori perdite in quello scontro! Il risultato attuale era Tsukino 1 Chiba 0.
Adesso
si ritrovavano a camminare silenziosi diretti al policlinico e, quando furono
davanti all’ingresso dell’ospedale, si fermarono per scambiarsi un saluto
cordiale, da perfetti estranei quali erano. L’alchimia di Nagano era
sparita…
-
Ti ringrazio per il pranzo, sei stato gentile!
-
Di nulla, è stato un piacere.
Aveva
risposto atono e lei non mancò di notare la falsità di quella risposta.
-
Mamoru se vuoi conoscermi fai pure! Sappi, però, che io sono così: lavoro
sempre anche quando sono fuori. Ho la mania di psicanalizzare il comportamento
di tutti ed il tuo non fa eccezione.
Parlò
con calma e fissandolo mentre lui, al contrario, era interessato all’auto
rossa parcheggiata un paio di metri lontano da loro. Probabilmente interpretando
il suo silenzio come un saluto la vide girarsi sui tacchi ed imboccare il viale
di accesso per il policlinico.
Non
poteva farla andare via così, doveva trattenerla!
-
Come ci sei arrivata? - La vide girare leggermente il busto e guardarlo
sorridendo, era sicura di avere la vittoria in pugno e questo lo fece
innervosire di più!
-
È il mio lavoro.
-
Non mi piace… - La sua voce era suonata meno sicura.
-
Cosa? Il fatto di essere tu l’oggetto di analisi, oppure non ti piace parlare
di tuo padre? - Un altro colpo a segno per lei: Tsukino 2 Chiba 0.
- E se qualcuno lo facesse con te? -
Lei alzò le spalle con fare non curante.
-
Fai pure Mamoru…
-
Non ti darebbe fastidio? Non ti sentiresti privata della sua privacy? - La vide
concentrata su quelle parole e prendersi qualche minuto prima di rispondere,
come se stesse analizzando qualcosa di davvero complesso; alla fine, però,
rispose con un’altra domanda.
-
Mamoru cosa vuoi da me? - E quella domanda, ancora la stessa, gli suonò sicura
e decisa, non era lo stesso tono usato nel rifugio di Nagano. Adesso era
determinata e non avrebbe accettato una ridicola scusa come quella volta.
-
Vedere cosa nascondi sotto la maschera da ragazza felice e serena. E tu? Cosa
vuoi da me? - Ma si chiese se era davvero questo quello che voleva, non ne era
poi tanto sicuro…
-
Vedere cosa nascondi sotto la maschera da arrogante e presuntuoso.
Così
dicendo lo lasciò all’ingresso del policlinico per tornare nuovamente a
lavoro.
*****
***** *****
I
giorno
Ore
21:40
-
29 giorni all’alba
-
Potrei sapere cosa sta succedendo?
-
Mi sembra chiaro, no?
-
Per nulla!
-
Makino non sopporta più la prepotenza di Tsukasa e per questo gli dà un pugno
e lo stende… adesso vedrai come lui inizierà ad innamorarsi di lei ne sono
sicura… però mi chiedo cosa…
-
Ma cosa vuoi che mi importi di quei due! Io voglio sapere cosa sta succedendo
tra te e Chiba!
Fu
costretta a distogliere l’attenzione dalla puntata di Hana Yori Dango –
trasmesso come ogni lunedì sera alle ventuno e trenta – per guardare Minako
che si era messa proprio davanti alla televisione nascondendole la visuale.
-
Minako cosa vuoi che stia succedendo? - Fece quella domanda sinceramente stupita
dalla reazione dell’amica. Era stata ad un banale, ma buonissimo, pranzo con
Mamoru Chiba,
- Dimmelo tu! Oggi siete stati a pranzo insieme!
Appunto!
Lei non aveva fatto nessun cenno al suo pranzo con Mamoru, non perché volesse
nasconderlo all’amica ma, semplicemente, perché non lo reputava importante!
-
Sì, e con ciò?
-
E con ciò? Usagi tu e lui non siete mai stati in confidenza… invece…
invece adesso siete inseparabili. Prima a Nagano, dove avete passato tutta la
settimana praticamente assieme, ed adesso al rientro del viaggio, a meno di
ventiquattro ore
terrei a sottolineare, lui ti invita a pranzo! E tu mi chiedi “e con
ciò?” Cosa sta succedendo? Sono o non sono la tua migliore amica?
-
Certo che sei la mia migliore amica, ma non capisco cosa c’entri Mamoru in
tutto questo! Siamo stati a pranzo insieme tutto qui! Mentre a Nagano si
divertiva a stuzzicarmi come sempre! Cosa c’è di strano Mina?
-
Sono preoccupata per te!
Si
sentì in un certo qual modo intenerita dalle attenzioni di Minako ma non ne
comprendeva il perché. Decise di andare più a fondo alla questione, per
cercare di capire il perché l’amica non fosse tranquilla come invece avrebbe
dovuto.
-
E cosa ti preoccupa?
-
Usa… davvero hai messo tutto alle spalle?
- Non ti seguo, spiegati meglio! – A dire il vero la seguiva solo che
voleva esserne certa!
-
Parlo di… quando aveva sedici anni! Di quando tu… - Non le permise di finire
la frase perché aveva compreso la preoccupazione dell’amica.
-
Mina-chan! Solo tu puoi pensare che una persona rimanga legata ad
un’infatuazione vecchia quasi dieci anni…
-
Parlo sinceramente! Hai dimenticato o meno la tua cotta per Mamoru Chiba?
Sospirò
e guardò la televisione che continuava a trasmettere Hana Yori Dango come se
nulla fosse, poi ripresasi dallo stato apatico rispose all’amica
-
Minako, quella che all’epoca provavo per Mamoru era una banale infatuazione
adolescenziale, come quella che tu provavi per Kurudawa-san! Nulla di più!
-
Se però quel baka ti fa soffrire giuro che…
-
Non accadrà, stai tranquilla! Non è certo per iniziare una relazione che
stiamo iniziando a frequentarci!
Era
certa di ciò. Mamoru era stato chiaro in merito, aveva detto che voleva
frequentarla per sapere cosa nascondesse “sotto la maschera da
ragazza felice e serena”. Bhè, lei non aveva nessuna maschera: era
davvero come appariva! Mamoru sarebbe rimasto deluso nell’apprenderlo e
questo, non sapeva spiegarsi il perché, la rendeva felice.
Però,
era meglio non fare riferimento all’omaggio floreale di quella mattina.
Conosceva così bene l’amica da sapere che se avesse fatto cenno ai fiori –
strategicamente nascosti nella sua stanza al policlinico – ed al suo presunto fidanzamento,
sicuramente avrebbe tirato le conclusioni più disparate! No! Meglio di no!
-
E le rose? - Come non detto!
-
Come fai a sapere delle rose? - Era impossibile tenere qualcosa nascosto a
Minako!
-
Allora è vero! Lui ti ha regalato delle rose!
-
Mina ti prego! Non ti ho detto nulla perché non volevo farti fare i soliti voli
pindarici!
-
Di che colore erano?
-
Come?
-
Le rose! Di che colore erano?
-
Rosa! Ed io odio il rosa! Lo ha fatto di proposito, ne sono sicura!
-
Che tipo di rosa?
-
Era una rosa! Che vuoi che ne sappia io, per me sono tutte uguali, bellissime ma
piene di spine! – La vide alzare gli occhi al cielo e sbuffare! Forse aveva
dato la risposta sbagliata?
-
Che tonalità di rosa… rosa inteso come colore!
-
Ah… fammi pensare… mi sembra rosa pesco… - Per poco non la vide cadere dal
divano.
-
Ne sei sicura? - La voce di lei tremava leggermente e si preoccupò un po’,
sembrava sull’orlo di una crisi cardiaca tanto era pallida e sudata!
-
Minako sicura di sentirti bene? Sei pallida e stai sudando!
-
Rispondi per favore! Ne sei sicura?
-
Sì… credo…
-
Sì o credi?
- Ma che importanza ha?
- Dannazione! Tu rispondi!
- Ok! Minako calmati e dimmi che cosa ti prende! Sembri un’invasata! -
Adesso era davvero al limite! Minako sembrava davvero una pazza squilibrata, più
del solito per lo meno, ed era arrivato il momento di essere chiare e dire cosa
le stava passando per la testa!
- Usagi ti prego, rispondi: sei sicura che le rose fossero rosa pesco?
- Ancora? Adesso basta, Minako davvero…
- Usagi, tu rispondi e basta! È così difficile! Oddio sei proprio dura!
- Io sarei dura? E tu che continui con questa storia? Comunque sì, sono
sicura, quelle rose erano rosa pesco! Contenta adesso?
- Lo sapevo, l’ho sempre saputo!
- Ok! Adesso posso sapere cosa hai sempre saputo che io invece neanche
immagino?
- Usagi… rispondi senza interrompermi!
- Ancora? Ma…
- Usagi! Per favore!
- Sì, ok! Sentiamo…
Vide Minako chiudere gli occhi sfinita e poggiare la testa sulla
spalliera del divano cercando di respirare più regolarmente. Poi, quando li
riaprì, vide in quegli occhi una luce che non riuscì ad identificare ed iniziò
a preoccuparsi…
-
Sai cosa vuol dire nel linguaggio dei fiori regalare delle rose rosa pesco?
Minako
aveva parlato con voce pacata ma nei suoi occhi brillava ancora quella luce a
cui lei non riusciva a dare un nome – ed il suo allarme interno aveva ripreso
a suonare. Decise di rispondere all’amica, e coinquilina, e facendo di no con
la testa. Il
sorriso sulle labbra di Minako comparve nel giro di pochi millisecondi, poi
proferì le parole magiche…
-
Amore segreto!
Stavolta
riuscì a comprendere la luce che brillava negli occhi di Minako e ne ebbe
paura: quella era la luce della follia. Ma come aveva fatto a non capirlo prima?
E dire che lei era pure una psicologa…
Quello che Usagi ancora non sapeva è che quel pranzo decretò
l’inizio della fine…
L’angolo
dell’autrice
Buongiorno gente! O buon pomeriggio, dipende dal momento in cui leggete
questo capitolo! Sono trascorsi esattamente otto giorni dall’ultimo
aggiornamento ma questo lo sapevate già, giusto? Aggiorno con 24 ore di
anticipo perché non so se domani sarò a casa, dovrei andare da una collega a
ripetere e non so quando tornerò e, soprattutto, non so se avrò la forza per
aggiornare!
Passiamo
a questo quarto capitolo che mi fa storcere il naso perché non è che mi
piaccia parecchio! Dal punto di vista stilistico sto cercando di apportare delle
modifiche a quello che è il mio modo di scrivere e, soprattutto, di impostare,
dal punto di vista dell’impaginazione, i miei racconti in maniera diversa, più
adulta se mi concedete il termine. Sto evitando di andare
a capo con troppa frequenza ma temo che, così facendo, stia rallentando
di un bel po’ il ritmo narrativo. Infatti, il capitolo, mi sembra lento,
smorto! A parte questo… la storia in sé, per come è sviluppata in questa
parte, non mi rende particolarmente contenta… vedremo voi cosa ne pensate!
Il
capitolo ha raccontato due momenti diversi della giornata (se si esclude
l’incontro di Usagi e della Kumiko): il pranzo con Mamoru e la chiacchierata
con Minako! Allora altro piccolo tassello aggiunto per quel che riguarda il
mistero di Mamoru, mentre si scopre che Usagi, circa dieci anni prima, ha avuto
un’infatuazione (e non una cotta, ci tengo a sottolinearlo!) per
Mamoru. Vi dico già da subito che Usagi si è buttata la storia alle spalle,
tanto che negli anni ha avuto diverse relazioni, più o meno serie, quindi non
è rimasta legata all’infatuazione (e ci tengo a ri-sottolineare questo
particolare, perché per me la cotta è qualcosa di più sconvolgente, e per
certi versi serio, rispetto l’infatuazione)! Penso di avervi detto tutto! Vi
lascio al vostro angolo!
RINGRAZIAMENTI:
-
MARYUSA:
ciao! Spero che anche questo capitolo sia tra i tuoi preferiti. Per il fatto che
Usa sia prevenuta… dai, tutte le ragazze lo sia, probabilmente io sto solo
esaltando questo lato del suo carattere, non credi? Però non ho capito in che
senso consideri Mamoru prevenuto, proprio no! Sul fatto che sti due vadano un
po’ più d’accordo… ho i miei dubbi ed in questo capitolo è stato
evidente, molto… lo si vedrà ancora di più nei prossimi… i complimenti per
i tuoi disegni sono tutti meritati, davvero! Adesso ti saluto! Alla prossima!
-
MICINA82: wow, siamo coetanee ma con due vite differenti a quanto pare.
Io ancora sono cocca di casa e la mattina mi faccio svegliare da papino con il
latte e caffè, tu mi sa tanto che ti fai svegliare dal tuo maritino (che
invidia!)… prima di passare al commento vero e proprio ti chiedo, dato che io
oltre ad essere perfida sono pure curiosa, da quanti anni sei sposata (e qui
rosico ancora di più!)… adesso però torno ad essere una persona educata e
non ti assillo più con mille domande sulla tua vita privata, promesso! Allora
passo davvero alla fic! Sono felice che la fic ti stia prendendo molto,
effettivamente anche a me sta prendendo molto e poi… da quando ho
letteralmente cambiato il punto di vista, parlando sì in terza persona ma
restando comunque concentrata su un personaggio, mi prende ancora di più!
Mamoru nella scena del terzo incomodo era sì geloso, ma non perché sentiva che
il tipo ci stava provando con Usagi, ma questo lo spiegherò meglio più avanti!
Almeno spero di ricordarmi di farlo! E comunque con i capitoli sono arrivata al
numero nove e ti assicuro che qui baci non ce ne sono stati, neanche
ipotizzati… o sognati! Guarda, io sono perfida per autodefinizione (e
definizione di altri L),
però ti posso dire già da ora che il mistero, che ripeto non è poi un
mistero, di Mamoru riguarda proprio questo particolare da te notato! Sarà pure
troppo banale ma ti assicuro che sei sulla buona strada, ripeto: non è nulla di
impossibile, anche perché ho scritto questa fic attenendomi il più possibile
alla realtà di tutti i giorni! Nel caso in cui il tuo anniversario debba ancora
arrivato, o nel caso in cui sia già passato, io ti faccio lo stesso i miei più
sinceri auguri! Grazie per il tempo che dedichi alla mia fic! Alla prossima!
-
NEPTUNE87: ciao e grazie per il Brava!!! Sono felice che il capitolo ti
piaccia, spero che anche il resto della storia possa avere la tua approvazione!
Sono molto ipercritica e spesso mi butto a terra da sola, però, almeno voi
lettrici mi rendete davvero orgogliosa del mio lavoro! Essere in ritardo con le
recensioni è normalissimo, se commenti sono felicissima (sarebbe ipocrita dire
che le recensioni non mi interessano, anzi, è il contrario…) se non puoi
farlo pazienza, cercherò di sopravvivere! Dai scherzi a parte, commenta quando
puoi non sentirti obbligata a farlo! I personaggi si stanno evolvendo da soli e
questo non mi capitava da non so quanto tempo. Dopo tanto tempo sono loro a
decidere cosa dire e cosa fare… che bella sensazione! Mamoru ed Usagi sono
spettacolari, verissimo, ma spero di averti fatto sorridere anche con Minako ed
Usagi! Vedremo, nei prossimi capitoli (tanto per intenderci, mi riferisco al
capitolo VII) vedremo un altro momento comico con protagonista sempre Minako!
Adesso ti saluto, ancora grazie per la recensione! Alla prossima!
-
ELLEPHEDRE: buondì! A dire il vero molti capitoli, quasi tutti a dire il
vero, saranno UsagixMamoru centic! Altra cosa importantissima, ti devo
ringraziare davvero perché è solo grazie a te se, effettivamente, questa
storia sta venendo fuori come voglio! Ho seguito – anzi, credo di aver seguito
– alcuni tuoi suggerimenti e devo ammettere che i dialoghi botta e risposta
rendono la lettura frizzante e meno tediosa… spero solo di non far venire
fuori una sorta di copione teatrale! Ho deciso di farvi entrare nella testa di
Usagi ma anche di Mamoru come hai potuto notare in questo capitolo! Di volta in
volta cercherò di utilizzare “la testa” dei due protagonisti, cercando di
mantenere un punto di vista esterno solo quando mi concentrerò sugli amici,
almeno cercherò di utilizzare un punto di vista esterno, non assicuro nulla! La
frase a cui fai riferimento effettivamente fa notare un certo distacco ma questo
è dovuto al perché, non so come, mi è sfuggita al momento della revisione del
capitolo; capitolo rivisto interamente e così sarà anche per gli altri (a dire
il vero procedo man mano con i capitoli da pubblicare, gli altri li sto
scrivendo direttamente stando dentro la testa dei protagonisti!)… in poche
parole è come se li stessi riscrivendo dal principio! Per quel che riguarda il
signore intervenuto in aiuto di Usagi… questo è un altro episodio
autobiografico… mi è capitata più o meno la stessa cosa ma io ero con il mio
fidanzato vero… però sai… meglio stare con Mamoru piuttosto che scendere
con uno sconosciuto, o no? Per quel che riguarda il tuo essere una “dea della
scrittura” fidata è vero… per me, va bene se sostituisco capra con
agnellino? Grazie per la recensione, alla prossima!
-
SHALYA: Buongiorno Alida! Grazie per aver commentato anche il capitolo
precedente! Sei una ritardataria? Benvenuta nel club! Ti do un piccolo spoiler,
nel prossimo capitolo in una battuta Mamoru esprimerà il suo parere sulle
persone ritardatarie, parere da mio padre largamente approvato… però secondo
me non è che ci pigli molto Mamo-chan con questa sua idea… so già di averti
messo addosso tanta curiosità per nulla! Torno alla tua recensione che è
meglio! Al momento, posso comunicarti che per quel che riguarda
l’aggiornamento, sono coperta almeno sino al 5 giugno! Un record per la
sottoscritta. Generalmente scrivo alla giornata ma questa fanfic mi sta
prendendo parecchio! Che stia tornando l’ispirazione? Mamoru lo schiaffo,
troppo poco per i miei gusti, altro che meritarselo! In pratica ha pregato Usagi
per farselo affibbiare! Un po’ mi spiace che la seconda scena ti abbia
intristita, non è mia intenzione far piangere nessuno con questa fic, anzi!
Vorrei solo strappare risate, e qualche consenso! Vedrai, comunque, che il buon
umore ti tornerà e che il segreto di Mamoru non è poi un segreto così
segretoso… e nel frattempo ho coniato un neologismo! Le parole di Kunzite
saranno veritiere? E permettendomi di scomodare un grandissimo della letteratura
italiana, ti dico “ai posteri l’ardua sentenza!” ed io mi sento
talmente stupida perché mentre scrivo mi immagino Manzoni che si rigira nella
sua tomba ed inizia a battersi la testa, ormai ridotta ad un ammasso di ossa
rosicate, sul legno duro e pregiato! Guarda, Sailor Moon sta diventando
l’opera incompiuta! Più cerco ispirazione, più mi sento prendere
dall’ansia… mi sa che dovrò fare un po’ di ordine tra le fic incomplete e
poi potrò, finalmente, dedicarmi a lei! Passando alla recensione per il III
capitolo posso dirti che se sono riuscita io a stare diritta sugli sci puoi
farlo anche tu! Credimi! Non è così complicato come sembra, l’importante è
tenere gli snowboardisti lontani da me! Per quel che riguarda l’impegno di
Usagi, diciamo piuttosto che è una a cui non piace rimanere indietro su
qualcosa, vuole riuscire in tutto ciò che prova, un po’ come me! Quando mi
hanno messo gli sci ai piedi sono caduta tante di quelle volte che sono tornata
a casa che avevo le gambe e le braccia nere, ma alla fine ho vinto io! E da due
anni so sta sugli sci e scendo da sola, senza l’aiuto di nessuno, e tra
l’altro non cado più, quasi… la battuta di Mamoru sul centro commerciale mi
è nata spontanea, non so neanche io da dove sia saltata fuori, e per quel che
riguarda le risposte pungenti… cara, non temere, presto anche Usagi diventerà
irritante ma non rispondendo male, anzi! In questo capitolo poi ne hai la
dimostrazione! Diciamo che questa Usagi è diversa da quella vista a Nagano, è
più professional e meno infantile, ma solo quando è nei pressi
dell’ospedale, sarà una sorta di deformazione professionale! Per quel che
riguarda i battibecchi, anch’io inizio ad apprezzarli e la cosa importante è
che nascano spontaneamente, senza doversi soffermarsi più di tanto per
scriverli! Il tipo tonto alla fine se ne è andato con la coda tra le gambe a
causa di Mamoru ma non credo che la sua sia gelosia, affatto! Non vorrei creare
confusione, ma Mamoru non è cotto di Usagi e lei non è cotta di lui anche se
lei ha avuto un’infatuazione per Mamoru, ma ricordo che sono passati quasi
dieci anni e nessuno rimane fossilizzato su una storia che sa non avere futuro,
o no? In questi trenta giorni accadrà di tutto, ma non di più! Nel senso che
sarà normale, niente di assurdo ed impensabile! Forse un paio di situazioni
stile commedia americana, ma non credere chissà cosa! Seiya ancora non so di
preciso che ruolo possa avere, anche perché finora compare poco! Grazie per i
complimenti che mi hai fatto, rischio di montarmi la testa! Per quel che
riguarda l’università ancora ho un bel po’ di materie e due di queste, le
farmacologie, sono molto ma molto toste! Spero di poter finire presto perché
sono stanca! E poi spero di poter leggere presto un tuo nuovo capitolo perché
sono curiosa di sapere cosa si inventerà Mamoru per far tornare nella sua vita
Usagi, che poi mi chiedo se effettivamente ci riuscirà! Usagi mi sembra molto
presa da Demando! Adesso ti saluto e grazie per le due recensioni! Un bacio,
alla prossima!
-
ROMANTICGIRL: Dai su, Mamo-chan non è freddo, un po’ st***zo, ma non
freddo… e poi il discorso è che ci sono persone che si fanno conoscere e
persone che invece sono più riservate… tutto qui! Minako pretende troppo da
Mamoru è questa la verità! Se Mamo-chan non vuole scoprirsi troppo non è
colpa sua! Però sul fatto che Mamoru sia meglio di Seiya… non ci sono dubbi!
E per i battibecchi tra Mamoru ed Usagi… ringrazia Ellephedre è lei che in
una sua recensione mi ha fatto accendere la lampadina facendomi notare che rendo
di più quando li faccio “scannare”… sono felice che la storia ti piaccia
sempre più anche perché dopo tanto tempo mi sta capitando qualcosa di magico,
la storia si scrive da sola, senza bisogno del mio aiuto! Quello che succederà
una volta che torneranno da Nagano… un anticipo lo hai avuto in questo
capitolo… adesso chiudo però! Grazie per aver trovato il tempo per recensire,
alla prossima!
Grazie
alle 7 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
bunny65;
2.
favola08;
3.
girovaghi;
4.
Hatori;
5.
lagadema;
6.
LAS;
7.
stella93mer;
Ed
a LAS le ultime ad aggiungere la
fic tra le preferite!
Grazie
alle 27 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
akane_val;
2.
aquizziana;
3.
brescy;
4.
DeepDereck;
5.
Enza85;
6.
fasana;
6.
favola08;
8.
GioRock;
9.
hoshi90;
10.
igniflia;
11.
kiss88;
12.
LittleSimo;
13.
MaryAngel;
14.
micina82;
15.
Minerva89;
15
. Morea;
17.
Neptune87;
18.
ponpon;
19.
Potter92;
20.
pulcinaele87;
21.
romanticgirl;
22.
shalya;
23.
Tappetta4;
24.
Truelove;
25.
usachan;
26.
_Maddy_;
27.
_Sofia_;
Un grazie particolare ad aquizziana, brescy, GioRock, usachan, _Sofia_
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Capitolo 6 *** Capitolo V ***
Note:
- Zashiki:
è la stanza pavimentata con i tatami, tipica della cultura giapponese.
(fonte Wikipedia)
- Tatami:
tradizionale pavimentazione giapponese composta da pannelli rettangolari
affiancati, fatti con paglia di riso intrecciata e pressata. Sul tatami è
doveroso camminare senza suole ma solo con calze o a piedi nudi. La calza
tradizionale da usare sul tatami si chiama tabi, ha la particolarità di essere
di colore bianco e con infradito, così da consentire, usciti dalla stanza,
l'uso di sandali di tale foggia. (fonte Wikipedia)
- Zafu
e zabuton: Gli zafu e gli zabuton sono dei cuscini che un tempo venivano
usati al posto delle sedie, anche perché in passato si usavano dei tavoli molto
bassi intorno ai quali non era impossibile prendere posto se non seduti su dei
cuscini. Gli zabuton, in particolare nella meditazione zen, si usa metterli
sotto i cuscini zafu per appoggiare meglio le ginocchia e le caviglie sono
inoltre usati nel sumo e nel raguko. Gli zafu invece sono dei cuscini rotondi
abbastanza rigidi, un po' più piccoli degli zabuton, sono composti cucendo
insieme tre pezzi di stoffa pesante due di forma circolare che costituiscono la
parte superiore e uno rettangolare con si uniscono i due scampoli circolari.
- Oshibori: Quando si entra in
un tipico ristorante giapponese, la prima cosa che arriva a tavola sono l'acqua
e Oshibori. L’oshibori è una salvietta umidificata di carta o di tessuto,
usata per pulire le mani prima di mangiare. D'estate servono Oshibori
freddo e l'inverno caldo.
- Sashimi:
è una delicatezza della cucina giapponese che consiste principalmente in pesce
o molluschi freschissimi, tagliati in fettine sottilissime e serviti solo con
una salsa in cui intingerli (per esempio salsa di soia con wasabi o salsa ponzu
) e un semplice abbellimento (come radici di daikon tagliata in filamenti).
Spesso il sashimi è la prima portata del pranzo giapponese formale;
altrettanto comunemente può costituirne la portata principale. Viene portato
insieme a riso, o zuppa miso, o altre pietanze in ciotole separate. Molti
ritengono che il sashimi, considerato il piatto più raffinato e delicato della
cucina giapponese, debba essere mangiato prima che altri sapori più forti
influenzino il palato. Il sashimi rappresenta, a livello culinario, l'amore
della cultura giapponese per l'arguzia. Il
pesce, tagliato a fette sottili, è solitamente adagiato su una guarnizione:
quella più tradizionale è formata dal daikon, una radice asiatica bianca che
viene tagliata in lunghe strisce sottili, e da una foglia verde di perilla per
ogni fetta di pesce. Alcune
semplici salse sono servite con il sashimi, come ad esempio la salsa di soia e
il wasabi. I giapponesi spesso mescolano il wasabi direttamente nella
salsa di soia, preparando così un condimento in cui intingere il sashimi,
mentre questo non viene generalmente fatto quando si mangia il sushi; comunque
molti tradizionalisti deprecano questa pratica, dato che il sapore della soia
diluisce quello acuto e forte del wasabi. Un modo più corretto di
insaporire la salsa di soia è sciogliere la massa del wasabi dentro la scodella
della salsa di soia, al momento della consumazione. Oltre
a motivazioni legate al gusto e ai sapori, una ragione per cui il sashimi si
serve con il wasabi (e anche con il gari, cioè con lo zenzero) è l'uccisione
di batteri e parassiti pericolosi che potrebbero essere presenti nel pesce
crudo. Infatti alcuni ingredienti, come il polpo, sono di solito serviti cotti,
ma la maggior parte, come il tonno o altri pesci, sono serviti crudi. Varianti
meno comuni sono i sashimi di cibi vegetariani come lo yuba o di carni rosse
crude di manzo o cavallo. In Giappane, il sashimi di pollo (leggermente brasato
all'esterno) è una delicatezza. Il
sashimi viene a volte servito con il sushi. (fonte Wikipedia)
- Ramen:
è un tipico piatto
giapponese (ma di origini cinesi) a base di pasta giapponese nel formato di
tagliatelle o spaghetti serviti in brodo di carne e/o pesce. Nel brodo sono
messi gli spaghetti, insieme a uova e pezzi di carne di pollo o maiale e
molluschi, accompagnati da vari tipi di verdure cotte o crude. Ogni regione ha
una propria ricetta per cucinare questo piatto tipico. Il
ramen può essere variamente decorato, spesso si utilizza a tale scopo il naruto.
Il ramen di solito si mangia bollente e non è necessario evitare di fare rumore
risucchiandolo, in quanto non è ritenuto maleducazione. (fonte Wikipedia)
- Tempura:
è un piatto della cucina giapponese a base di verdure e pesce, impastellati
separatamente e fritti. (fonte Wikipedia)
- Daifuku:
è un dolce giapponese composto da un piccolo mochi (dolce di riso glutinoso)
farcito di ripieno dolce, di solito "anko”, pasta di fagioli rossi
dolcificata a base di fagioli rossi azuki. Il Daifuku esiste in varie forme. La
più comune è il mochi (pasta di riso dolce) bianco, verde pallido o rosa
pallido farcito di anko (pasta dolce di fagioli rossi). Si trovano comunemente
in due formati, uno del diametro di circa 3 cm, l’altro grande quanto il palmo
di una mano. Alcune versioni contengono pezzi di frutta interi, misture di
frutta e anko o pasta di melone. Quasi tutti i Daifuku sono coperti da un
sottile strato di amido di mais o taro per impedire che si attacchino fra loro o
alle dita. Alcuni sono ricoperti di zucchero a velo. Il Sakura mochi è una
varietà di mochi colorato di rosa e avvolto con una foglie salata di ciliegio
giapponese (sakura). Lo
Tsubaki mochi è simile al sakura mochi ma viene utilizzata una foglia di
camelia (tsubaki) anziché di ciliegio. Lo
Yomogi daifuku è una varietà conosciuta anche col nome di Kusa mochi, è un
mochi all’aroma di artemisia (yomogi) il quale gli conferisce il
caratteristico colore verde (infatti kusa significa erba). Lo Ichigo
daifuku è una varietà inventata negli anni '80 recente che contiene fragola (Ichigo)
e ripieno dolce, di solito anko in un piccolo mochi rotondo. A volte per il
ripieno si usano anche creme dolci. Dato che è a base di fragola, questo mochi
solitamente viene mangiato in primavera. Molte pasticcerie affermano di aver
inventato per prime questa variante, quindi la sua origine è piuttosto vaga.
Lo Yukimi Daifuku è una marca di gelato
di mochi prodotto dall'azienda Lotte. (fonte Wikipedia)
Disclaimer: i personaggi di Sailor
Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko
Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo V
V giorno
Ore 12:25
- 25 giorni all’alba
“Stesso posto stessa
ora.”
Si
rigirava quel biglietto tra le mani, lo guardava ma non sapeva cosa fare.
Erano
trascorsi esattamente tre giorni dal pranzo finito male; quello era il quarto
giorno, venerdì, e Mamoru, fino a quel momento, non si era più fatto vivo ed
ormai era certa che avesse abbandonato l’idea di conoscerla... ed invece no!
Quell’invito, se così poteva definire quel pezzo di carta che la signora Kumiko
le aveva consegnato – consegna che era avvenuta con un sorriso che era a dir
poco abbagliante! – diceva tutt’altro!
Andare o
non andare?
Se fosse
andata, avrebbero continuato quell’assurda idea del conoscersi… ed a
quel punto Minako sarebbe diventata ingestibile a causa del moltiplicarsi delle
teorie strampalate che da tre giorni a quella parte le propinava: l’ultima, in
ordine di tempo, era l’idea impossibile di un Mamoru intenzionato a sedurla ed
abbandonarla, assurdo, davvero assurdo!
Di
contro, se non
fosse andata, Mamoru avrebbe pensato che si ritirava per paura… paura di cosa
poi?! Certamente, non si trattava di una prova di coraggio e neanche di
resistenza… no, forse quella era davvero una prova di resistenza! A volte, ci voleva una
grande resistenza e forza interiore per impedire al proprio istinto di prendere
e gonfiare la faccia di Chiba, soprattutto quando aveva delle uscite davvero
infelici…
Meglio non
addentrarsi in certi ragionamenti, rischiava di fondere il cervello! Il quesito
restava: andare o non andare?
Era
assurdo crearsi tanti problemi per un banale invito a pranzo! Lei era
libera di fare ciò che voleva e poi, poteva anche avere qualche impegno e
quindi poteva non essere più tanto libera… che confusione e quanti giri di
parole per dire che era combattuta: era una di quelle volte, rarissime volte a
dire il vero, in cui non sapeva cosa fare!
Il suo
raziocinio le diceva di andare perché così avrebbe avuto modo di comprendere
meglio il carattere di Mamoru e forse, sarebbe riuscita a capire il perché
dei suoi atteggiamenti così boriosi… borioso era il termine più corretto per dare
una descrizione completa
– e perfetta – di Mamoru Chiba. Già, Mamoru era il classico tipo pieno
di sé ma non solo questo… lei vedeva qualcos’altro oltre quell’atteggiamento e
non riusciva a capire cosa fosse e questo la portava ad indagare! Maledetta
deformazione professionale che non le faceva provare una semplice antipatia
a pelle, no! Per lei dietro ad ogni comportamento si nascondeva un disagio
ed adesso si era messa in testa di scoprire quale potesse essere stato il
trauma di Mamoru Chiba! Era in momenti come quelli che odiava il suo lavoro… santa
pazienza…
Ma non
c’era solo il raziocinio, c’era pure un però… nella sua vita c’era sempre un
però… la sua vita era costellata di però… mai che tutto filasse liscio come
l’olio! Nossignore! In quel momento il suo orgoglio le urlava di non andare… ed
era risaputo quanto lei fosse orgogliosa, tremendamente orgogliosa, e questo probabilmente
era uno dei suoi limiti, forse il più grande. Non era solita farsi prendere
dall’istinto, era razionale – tranne con Mamoru e non si spiegava il perché – e
meditava a lungo prima di prendere una decisione ma se si metteva di mezzo
l’orgoglio era la fine. Addio al raziocinio… ed appunto l'orgoglio si era
messo in mezzo mandando in frantumi il raziocinio… aveva deciso: al diavolo Mamoru Chiba e le sue imposizioni!
Non
sarebbe andata!
Al diavolo
Minako e le sue assurde teorie!
Al diavolo
Mamoru e il suo “conosciamoci meglio!”
Al diavolo
la sua agenda!
Al diavolo
tutto e tutti!
Erano le
tredici e quaranta e si trovava davanti l’ingresso del ristorante Noburo, lo
stesso del primo incontro… del primo pranzo. Inspirò ed alla fine decise di
entrare… dopo una strenua battaglia, durata più o meno trenta minuti, il
raziocinio aveva battuto l'orgoglio mandandolo al diavolo…
Ma era
davvero così? Aveva davvero dato retta al raziocinio? Era sicura che quel
raziocinio in realtà non fosse solo… orgoglio? Già, perché lei sapeva – temeva
– che se non fosse andata, Mamoru avrebbe preso la palla al balzo e le avrebbe
dato della codarda! E qui si ritornava al punto di partenza: ma la codardia, o paura che dir si voglia, cosa c’entrava nella loro situazione?
Ah, quanti
problemi! Perché le voci nella sua testa non si mettevano a tacere una volta
per tutte?
Lei era lì
perché aveva preso un impegno! Era lì perché era una che manteneva fede alla
parola data! Sì, era per questo: manteneva sempre fede agli impegni presi,
Mamoru Chiba o meno!
Come la
prima volta tolse le scarpe ed entrò scalza camminando sullo zashiki
ricoperto dai tatami.
Lo vide
seduto allo stesso tavolo intento a leggere una rivista. Inspirò prima di
sedersi sullo zabuton.
- Sei
in ritardo di quaranta minuti. - O che bel benvenuto!
- Buongiorno anche a te Mamoru!
- Sei in ritardo!
-
Avevo altri impegni!
Mamoru chiuse
la rivista e la guardò per la prima volta da quando era arrivata. Lei aveva
riconsegnato l’oshibori alla cameriera ringraziandola con un inchino del
solo capo, poi lo guardò negli occhi aspettando la sua risposta.
- Non
mi piacciono i ritardatari.
-
Io non devo piacerti, e comunque, dovrai abituarti. Io sono perennemente in ritardo! - Che si arrangiasse! Non
era stata lei a fare la proposta del conoscersi meglio!
-
Essere in ritardo è sinonimo di maleducazione!
-
Dici? Non l’avevo mai vista sotto questo punto di vista!
- E
sotto quale punto di vista l’avresti vista?
- Non
so se ti farebbe piacere scoprirlo!
- Tu
provaci tesoro…
- Non
saprei caro…
- Sono
curioso…
- E va
bene… le persone importanti si fanno attendere, sempre… - Mai motivazione le
sembrò più infantile! Per questo si diede mentalmente dell’idiota!
- Non
funziona così. - Certo che non funzionava a quella maniera! Stava facendo la
figura della stupida! La voce di Mamoru
era suonata chiara e decisa. Non aveva dato nessuna intonazione particolare ma
lei sapeva che era nervoso ed arrabbiato, anche se aveva tentato di
nasconderlo… lo capiva dagli occhi che non si fermavano mai sulla sua figura ma
che, al contrario, sfuggivano sempre al contatto diretto. Lo capiva dalle mani,
poggiate sul tavolo, che si aprivano e chiudevano senza un perché. Lo capiva dalla
contrazione involontaria dei muscoli della guancia… lo capiva dalla gestualità
del corpo di lui.
- E
come funziona? - Aveva fatto quella domanda per continuare a studiarlo senza
farlo innervosire ulteriormente. Il mento poggiato sulle mani intrecciate, ed i
gomiti piegati sul tavolo, la facevano sembrare semplicemente curiosa
- Non
puoi permetterti di arrivare tardi ad una seduta. Sei tu che dovresti dare
l’esempio.
- Seduta?
Credevo che non ti piacesse essere psicanalizzato. E la tua privacy?
- La
mia privacy sarà tutelata non preoccuparti!
- Chi
ti dice che io sia disposta a psicanalizzarti? Ti ricordo che la mia branca è
la psichiatria infantile.
-
Sbaglio o sei qui?
- Touchè!
- Mamoru non era uno sprovveduto e sapeva cosa dire e cosa fare, doveva
ricordarsene per le prossime volte… prossime volte… sorrise apertamente: aveva
ragione lui, aveva già deciso! Lo avrebbe studiato; psicanalizzare era un termine
troppo importante da attribuire a quegli incontri. Non si trattava di
psicanalisi anche perché mancavano i presupposti per definirla tale.
-
Allora posso considerarti la mia… strizzacervelli preferita?
- Sai
che non si tratterà di vera psicoterapia, vero?
- Tu
non hai le basi per poterlo fare. Mi conosci ed hai una tua opinione sul
sottoscritto… opinione discutibile, ma questa è un’altra storia! Questi sono
tutti elementi che vanno a svantaggio del tuo lavoro. Lo so perfettamente.
Dimenticava
troppo spesso con chi aveva a che fare. Certe puntualizzazioni poteva anche
evitarle ma ormai era radicata in sé l’abitudine di mettere in chiaro la
questione sin dal principio.
- Perfetto! E per curiosità…
quante altre strizzacervelli hai?
- Solo te, perché?
- Adesso mi è chiaro perché sono la
preferita!
- Gelosia?
- Curiosità!
- A quanto pare sei gelosa!
- O sì! Tremendamente! Adesso però
basta con i giochi, ribadisco il concetto: per la terza ed ultima volta, cosa
vuoi da me?
- Non
lo so.
Ed era
stato sincero, di questo ne era sicura. Il tono di voce usato ed anche la
gestualità che aveva accompagnato quella risposta la facevano protendere per la
sincerità di quelle parole. La voce di Mamoru era suona decisa ma priva di
tonalità particolari, gli occhi blu la fissavano senza timore perché effettivamente non
aveva nulla da nascondere. Aveva capito che dietro quei gesti vi era
l’ammissione di una verità per lui sconvolgente: non riusciva a spiegarsi il perché
volesse conoscerla e questo destabilizzava, in parte, anche lei: i tipi come
Mamoru Chiba, generalmente, sapevano sempre ciò che volevano dagli altri.
Amore
segreto…
Le parole
di Minako le suonarono in testa e la fecero sorridere. No, quella di Mamoru non
era una dichiarazione d’amore, al contrario, quella era una richiesta di aiuto... ancora però non capiva di che genere di aiuto si trattasse.
***** ***** *****
V giorno
Ore 13:45
- 25 giorni all’alba
- Va
bene, ti credo.
Non
credeva alle sue orecchie. Non era possibile… lei gli credeva. Le aveva detto
che non sapeva spiegarsi il perché volesse conoscerla e lei gli aveva creduto,
assurdo!
- Mi
sorprendi…
-
Aggiungilo tra le cose che conosci di me! Vediamo un po’: sono isterica,
manesca, non mi interessa la tua opinione per quel che concerne la mia vita, so
tenerti testa, mi piace psicanalizzare la gente con cui parlo, te compreso… e
per quel che mi riguarda mi reputo una ragazza felice e serena, ed adesso
aggiungi anche il fatto che sono piena di sorprese! Visto quante cose hai scoperto
sul mio conto! – L’aveva vista numerare tutte quelle caratteristiche sulla
punta delle dita come se stesse facendo la lista delle cose da comprare la
supermercato. Era sorprendente come riuscisse ad essere sempre pronta a trovare una risposta per tutto,
ma era sicuro che Usagi non era solo una ragazza con la risposta pronta, no, c’era qualcos'atro sotto, non poteva essere sempre così… vivace!
- Hai dimenticato gelosa!
- Io non sono gelosa, non di te per
lo meno!
- Faccio finta di crederti, però mi chiedevo… quando sei
sola, come sei? - Era inutile insistere su un punto sul quale sembrava sicura, rischiava di dare il via ad una discussione che non avrebbe portato a nulla di fatto e lui, quel giorno, era intenzionato a riequilibrare le sorti della partita... voleva riscattare la pessima prestazione del pranzo precendete!
-
Mamoru, non sei un attento osservatore… - Fu la sua semplice risposta, senza
nessuna particolare inclinazione, solo un banale sorriso. Ma lei non lo conosceva
abbastanza se credeva di averlo messo a posto con quella semplicissima
risposta…
- Ti
sbagli. Sono un attento osservatore ma non amo ficcare il naso in faccende che
non mi riguardano.
-
Tipo? - Tipico di lei non riuscire a trattenere la propria curiosità. Sorrise
davanti a quella nuova scoperta e si appuntò mentalmente di aggiungere la
curiosità tra le caratteristiche di Usagi.
- Tipo
a Nagano! Quella mattina, eri immersa nei tuoi pensieri e non sarebbe stato
gentile da parte mia rimanere lì ad osservarti... eri un libro
aperto. – Non era necessario dire a quale mattina si stesse riferendo, sapeva
che Usagi avrebbe compreso senza difficoltà.
-
Allora ti devo delle scuse. Non credevo fossi così attento ai bisogni di chi ti
sta attorno.
La vide
sistemarsi meglio sullo zabuton, poi portare una ciocca bionda
dietro l’orecchio ed in quel momento ricordò che non era la prima volta che
la vedeva compiere quel gesto. Decise comunque di darle corda, magari, lasciandola parlare
avrebbe carpito qualche altra informazione…
-
Significa che anch’io ti sorprendo?
-
Significa che ci sono aspetti del tuo carattere che non conosco. - Dannazione! Iniziava davvero a non poterne più, quella
risposta sempre pronta era qualcosa che davvero non sopportava! Si chiedeva da dove provenisse
tutta la sua sicurezza e se, effettivamente, esistesse un modo per metterla a
disagio. Iniziava a non sopportare la situazione, generalmente era lui che
teneva in mano le redini del gioco e non il contrario.
- E
cosa saresti disposta a fare per conoscerli? - Se non si fosse sentita a
disagio neanche con i doppi sensi non aveva idea di che pesci pigliare per
imbarazzarla almeno un po’!
- Io?
Nulla! Sarai tu a farti conoscere!
- Sei
incredibile…
-
Aggiungilo all’elenco! - Lo avrebbe aggiunto eccome! Il cameriere intanto era
giunto per prendere le loro ordinazioni e stavolta Usagi non si era trattenuta.
- Con
tutto quello che hai preso rischierai di non riuscire a lavorare!
- No,
tranquillo! Oggi pomeriggio sono libera... dopo pranzo mi concederò un
pisolino!
- E
non hai paura di ingrassare?
- Non
credo che sia un problema tuo!
- Io
te lo sto dicendo in qualità di medico!
- Ti
ringrazio collega, ma credo di sapere cosa posso e non posso mangiare!
- Tesoro,
io mi preoccupo per la tua salute!
- Caro,
fatti gli affaracci tuoi! - Sorprendente! Usagi era sorprendente. Dalla
professionista seria e rigorosa di pochi minuti prima - dalla psicologa che non lascia mai trasparire disagio e non ti fornisce mai la risposta alle tue domande ma solo un suggerimetno su come agire - adesso si era trasformata nella
ragazzina di un tempo, golosa e pasticciona. La rivedeva alla gelateria del
Crown divorare gelati su gelati.
-
Adesso si può sapere cosa suscita tanta ilarità? - Non si era accorto del
sorriso affiorato sulle sue labbra se non quando Usagi glielo fece notare.
Guardò gli occhi azzurri della ragazza e capì che, infondo, l’adolescente
pasticciona era sempre lì, non era mai andata via.
-
Sashimi, ramen, tempura, daifuku… mi chiedo se riuscirai a finire
tutto!
- Non
preoccuparti ci riuscirò senza problemi… - Se lo
sentiva, sarebbe stato un pranzo diverso dal precedente: adesso era più
rilassato ed a proprio agio.
***** ***** *****
V giorno
Ore
14:45
- 25 giorni all’alba
Il pranzo
passò velocemente, e piacevolmente, ma questo preferì non sottolinearlo neanche
a se stessa. Come la volta precedente, al momento del saldo del conto, ci
furono problemi su chi doveva pagare...e per chi… ed anche quella volta vinse
Mamoru.
- La
prossima volta non verrò! Non posso essere per ben due volte tua ospite! Mi fai
sentire un’approfittatrice!
- In
fondo è ciò che sei… - Dimenticava troppo spesso di avere a che fare con Mamoru, con lui la rispostaccia era sempre dietro
l’angolo!
-
Gentilezza è il tuo secondo nome, vero?
-
Permalosa… altra cosa da aggiungere all’elenco. Fammi pensare ci eravamo
fermati a sorprendente, giusto? - Le venne naturale sorridere e fare di no con la testa.
- Se
non ricordo male l’ultimo aggettivo era incredibile!
- Hai
ragione! Hai un foglio di carta?
La
richiesta di Mamoru le era suonata alquanto strana ma senza chiedere
spiegazioni cercò nella sua borsa un figlio bianco del ricettario. Lo staccò
dal blocco originario e glielo diede aspettando una spiegazione. Quando si
accorse che il ragazzo non la degnava di attenzioni diede voce alla sua
curiosità.
-
Potrei sapere cosa stai facendo?
-
Punto dodici: curiosa.
Il foglio
che Mamoru le porgeva era un elenco… un elenco particolare in cui erano
riportati tutti i suoi pregi e difetti, almeno quelli elencati fino a quel momento.
- Ehi
io non sono cocciuta!
- Sì
che lo sei! L’ultima parola deve essere sempre la tua, dimmi tu se questo non è
essere cocciuti! - Sbuffò e ridiede l’elenco a Mamoru che lo mise in tasca con
espressione soddisfatta.
-
Adesso è meglio che vada! Allora grazie ancora per il pranzo. Sei sicuro di non
voler fare un salto in caffetteria, almeno mi sentirei meno approfittatrice!
- No,
io sono già pieno e mi chiedo come abbia fatto tu a mangiare tutto quello che
avevi davanti!
- Ma
non era tanto!
- Stai
scherzando vero? Hai visto la faccia del cameriere quando è tornato con la
seconda porzione di tempura?
- Ma
se la prima l’hai mangiata tutta tu?
- Io?
Ma scherzi? Io ho assaggiato appena!
- Hai
uno strano concetto dell’assaggiare i cibi! Con un singolo assaggio hai fatto
fuori più di metà piatto!
- La
solita esagerata!
- Se
ci permetti sei tu quello che si è divorato la mia porzione di tempura e di daifuku!
- L’ho
fatto per te! Così non ingrasserai eccessivamente!
-
Ripeto: non preoccuparti per la mia linea!
- Sei
la mia fidanzata, è normale che mi preoccupi di te!
- Pasticcino,
io non sono la tua fidanzata!
- Biscottino,
sai che sei adorabile quando ti arrabbi!?
- Mi
fai ridere!
- E
perché?
- Non
lo so, però mi fai ridere!
- Lo
prendo per un complimento!
-
Certo, in fondo lo è! Semmai dovesse andarti male come chirurgo potresti darti
al cabaret!
-
Grazie per il consiglio, lo terrò a mente!
-
Figurati Mamoru! Comunque, io vado, grazie ancora per il pranzo, la prossima
volta pago io! Chiaro?! - Non era una domanda, ma un ordine per questo non
attese neanche la risposta, girò sui tacchi a spillo e fece per
allontanarsi…
-
Usagi, aspetta! - Non aveva fatto che un paio di passi quando il suo richiamo
la fece fermare.
-
Dimmi?!
- Ti
andrebbe di farmi compagnia?
-
Compagnia? - Cosa voleva dire?
-
Dovrei sbrigare una commissione ed ho bisogno di un parere femminile… -
Dopotutto non era una proposta malvagia, poteva anche fargli compagnia, infondo aveva il
pomeriggio libero.
- Va
bene!
- Non
vuoi sapere dove?
- No,
non ha importanza! - Ed effettivamente era così! Era un bel pomeriggio di metà
marzo e non le andava di andarsi a rinchiudere in casa. Quando lo vide
sorridere, però, si sentì costretta a smorzare il suo entusiasmo.
-
Scendi dal tuo iperuranio! “Non ha importanza” non vuol dire "che
bello passerò altro tempo con Mamoru"!
- Ah
no?! E cosa vuol dire?! - Fu il suo turno di sorridere e di rispondere con la
solita aria professionale…
-
Come sei noioso! La traduzione corretta è: qualsiasi luogo non fa differenza perché così potrò
continuare, in ogni caso, la mia psicanalisi!
Lo vide
alzare le mani in segno di resa e cederle il passo, sorridendole ancora di più.
… e quel
sorriso li avvicinò molto più di qualsiasi altro gesto.
L’angolo
dell’autrice
Buonasera
a tutti! Inizio a pensare di spostare il giorno dell’aggiornamento al venerdì…
effettivamente ogni volta il sabato ho tanti impegni e non ho mai la certezza di
poter aggiornare!
Comunque
bando alle ciance, o ciance al bando dipende dai punti di vista!
Questo
capitolo è stato stravolto ed il risultato finale è insoddisfacente, al
massimo! È lento e noioso, non succede nulla di nulla… il prossimo, prometto,
sarà molto più movimentato! Passo direttamente ai ringraziamenti perché
voglio aggiornare per stasera!
RINGRAZIAMENTI
-
AINECHAN: Benvenuta e grazie per il complimento! Mi fa piacere sapere che
la storia sia di tuo gradimento! Mamoru è un tipo strano sai… io ancora non
so se è cotto di Usagi, una cosa è certa: gli piace fare il galletto! La verità
è che gli piace stare al centro dell’attenzione e quando c’è qualcuno che
può oscurare la sua stella inizia a tirare fuori il peggio di sé! Le rose…
vedrai vedrai che significato hanno quelle rose, mi viene già da ridere al
pensiero! Per rispondere alla tua domanda, Mamoru ha trent’anni ed Usagi sto
ancora cercando di decidermi se ventisei o ventisette! Per adesso accontentati
di questo capitolo, il prossimo arriverà venerdì prossimo! A presto!
-
CHICHILINA: come sta la tua Ellephedrite? La mia sta andando a
gonfie vele… sono davvero felice! Aspetto ed aspetto vedremo quando aggiornerà
l’autrice! Spero che nell’attesa tu possa far passare la noia con questa
misera operetta che è nulla se paragonata alla saga dell’Autrice! Sono
lieta che il capitolo scorso ti sia piaciuto, mi auguro che anche questo riesca
ad avere lo stesso successo… ti lascio, vado a ringraziare le altre lettrici!
Un bacio!
-
MARYUSA: buonasera, o buongiorno! Pensi che Mamoru sia prevenuto? E perché
mai? Sai che a questo non ci avevo mai pensato? Come mai questo pensiero? Usagi
è la classica tipa: attacco per non essere attaccata! Povera ragazza la
capisco, anch’io sono come lei! Guarda è semplice nulla di che! Tutte da
ragazzine (almeno io credo che tutte da ragazzine) siamo state infatuate di un
ragazzo più grande di noi, magari del rappresentate di istituto o no? Parlo
della banalissima cottarella liceale, quella dove arrossivi se il ragazzo in
questione ti sorrideva o ti rivolgeva una parola! Niente amore o lacrime, nulla
di tutto ciò quindi non fare particolarmente attenzione a questo particolare
perché non ha significato! Mi spiace aver deluso le tue aspettative, non c’è
stato un poi e neanche una dichiarazione, si è concluso tutto con una bolla di
sapone! Ahah! Adesso ti lascio, passo alle altre, grazie per l’attenzione che
dedichi alla mia fic! Un bacio ed ancora grazie!
-
ROMANTICGIRL: ragazze, che posso dirvi, sarete voi che siete troppo
buone, a me il capitolo non è piaciuto molto, forse l’unica parte dove ho
sorriso è stata proprio quella di Pasticcino e Biscottino…
effettivamente lì sono stata davvero sadica! Nomignoli assurdi! Amore
segreto… ma mi sa tanto che non si tratta di amore… Ahah! Vado ci sentiamo e
grazie per la recensione!
-
ELLEPHEDRE: mi concentro e cerco di rispondere come si deve! È sempre un
onore ricevere una tua recensione… ed ogni volta che mi fai dei complimenti ho
paura di non meritarli e di combinare un macello nel capitolo successivo… e
questa volta non sarà diversa dalle altre quindi abbi pietà di me! Guarda, io
direi che Usagi ragiona da sé e spesso gabba pure me… e senza volere ho
creato una pseudorima! Sono felice che la descrizione del ristorante sia stata
di tuo gradimento! Ammetto che è stata difficile anche perché non sono mai
stata in un ristorante giapponese ed anche se ci fossi stata dubito possa essere
tale e quale a quelli originali! Così ho preso spunto da forum ed alla fine è
venuta fuori quella descrizione che, francamente, è piaciuta anche a me! Minako
è un’altra tosta che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, neanche
da me! È lei a decidere come e quando parlare e nei prossimi capitoli te ne
accorgerai… sappi che ho le lacrime agli occhi per la commozione, i tuoi
complimenti sono sempre graditissimi e mi riempiono di orgoglio (in questo
momento ho le endorfine a mille anche se ancora non hai aggiornato!)… per quel
che riguarda la tua perplessità credo di aver risposto, almeno in parte, in
questo capitolo! Usagi vuole conoscere Mamoru perché è convinta che quello che
lei conosce non è il vero Mamoru Chiba, è sicura che dietro il suo
atteggiamento ci sia qualcos’altro ed in questo capitolo lo dichiara
apertamente. Mamoru… bhè lui poverino è ancora confuso, non sa cosa lo porta
verso Usagi ma sa che vuole conoscerla perché le piace stuzzicarla e farla
arrabbiare! Non credo che sia amore, ma neanche cattiveria… è semplice
curiosità… non capita mai di voler conoscere qualcuno perché lo si reputi
interessante? No, le rose sono delle semplici e banali rose, anche se… il
prossimo capitolo sarà in parte rivelatore in parte no. Sapremo però perché
Mamoru ha scelto proprio quel colore! Adesso non mi resta che aspettare il
verdetto e sperare che questo capitolo non sia inferiore al precedente! Grazie
per la recensione, alla prossima!
Grazie
a chi legge solamente, anche se… un commentino mi farebbe piacere!
Grazie
alle 8 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
bunny65;
2.
ertila
3.
favola08;
4.
girovaghi;
5.
Hatori;
6.
lagadema;
7.
LAS;
8.
stella93mer;
Ed
a ertila l’ultima ad aggiungere la fic tra le preferite!
Grazie
alle 30 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
akane_val;
2. Allen_Anne_Black;
3.
aquizziana;
4.bellacullen889;
5.brescy;
6.
DeepDereck;
7.
Enza85;
8.
fasana;
9.
favola08;
10.
GioRock;
11.
hoshi90;
12.
igniflia;
13.kiss88;
14.LittleSimo;
15.MaryAngel;
16.micina82;
17.
Miky 483;
18.Minerva89;
19.
Morea;
20.
Neptune87;
21.
ponpon;
22.
Potter92;
23.
pulcinaele87;
24.
romanticgirl;
25.
shalya;
26.
Tappetta4;
27.
Truelove;
28.
usachan;
29.
_Maddy_;
30.
_Sofia_;
Un grazie particolare
ad Allen_Anne_Black, bellacullen889 e Miky 483 le ultime in ordine alfabetico ad
essersi aggregate a questa avventura!
Adesso
vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 7 maggio
2010
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Capitolo 7 *** Capitolo VI ***
Nuova pagina 2
Note:
-
Forrest Gump è un film statunitense del 1994 con il grande Tom
Hanks, che tra l’altro è uno dei miei attori preferiti, vincitore di ben sei
premi Oscar (tra cui miglior film, regia ed attore protagonista, ditemi voi se
questo film non è un capolavoro!). Effettivamente non so se il film è stato
esportato anche in Giappone quindi concedetemi, nel caso il film fosse
sconosciuto ai Nipponici, questa piccola licenza poetica!
(fonte Wikipedia)
-
Shibuya: è uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo. Nel 2008 la
popolazione stimata era di 208 371 persone per una densità di 12 960
abitanti per km². Shibuya è senza dubbio una delle zone più dinamiche della
città. Il quartiere è illuminato da megaschermi, presenti su tutti i palazzi
della zona, e vi si trova una grande varietà di negozi (soprattutto
d'abbigliamento e musica) e ristoranti e love hotel. Intorno al 1920 il
professore Hidesamuroh Ueno, docente all'università di Tokyo aveva un cane di
razza Akita, che si chiamava Hachiko (vero nome Hachi, il suffisso
"ko" è un termine affettivo), il quale ogni mattina lo accompagnava
alla stazione di Shibuya, ed ogni sera lo attendeva per tornare a casa. Un
giorno, mentre si trovava all'università, il Professore fu colpito da infarto,
e morì. Hachiko, inconsapevole della morte del padrone, continuò a recarsi
ogni sera alla stazione per aspettare il suo ritorno per dieci anni, fino al
giorno della sua morte. Ben presto la storia del fedelissimo Hachiko si diffuse
in tutto il Giappone, e per ricordare la sua fedeltà, nel 1934, l'artista Toru
Ando costruì una statua, esattamente nel punto in cui Hachiko aveva atteso per
tanto tempo il suo padrone. La statua che si trova a Shibuya ora, non è
l'originale (perduta a causa del secondo conflitto mondiale), ma una copia
creata dal figlio dell'artista, Takeshi. (fonte Wikipedia) Nel 2009 è stato
tratto un film dalla storia di questo cane, il cui titolo è Hachiko, il tuo
migliore amico e il Professore Hidesamuroh Ueno, nella trasposizione
americana, prende il nome di Parker Wilson ed è interpretato da Richard Gere!
(fonte Wikipedia)
-
Takuma Sato: è stato un pilota di Formula 1 dal 2002 al 2008. Ha
gareggiato con diverse scuderie quali, Jordan, Bar e Super Aguri. Il miglior
piazzamento in assoluto è un terzo posto nel GP degli Stati Uniti nel 2004.
(fonte Wikipedia)
-
Tanaka Kikinzoku:
è un gioielliere davvero esistente. Famoso perché nel 2007 ha creato un
costume composto in oro 17oz (se qualcuno me lo volesse regalare fate pure, non
mi offendo! Nell’agosto del 2009 è stato il creatore anche di un ventaglio in
oro puro.
-
-san: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come
un collega di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si
rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le
quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere
una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei
casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in
cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata
(per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno
dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile) ( fonte Wikipedia)
-
kun: uno dei suffissi più diffusi, utilizzato tra ragazzi e amici per
indicare una certa forma di rispetto, o da un adulto verso una persona molto più
giovane come segno di confidenza. Può essere rivolto da un ragazzo anche alle
ragazze ma questo caso è più raro. È utilizzato anche in ambito lavorativo.
(fonte Wikipedia)
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo VI
V
giorno
Ore
15:10
-25
giorni all’alba
- E se ti stessi portando a
casa mia?
-
Non è possibile! Hai detto che dovevi sbrigare una commissione!
-
Bhè magari potrebbe essere un trucco per portarti da me!
-
Dici? No, tu non usi questi mezzucci! Tu fai parte della categoria degli uomini
che non chiedono mai… o no?
-
A quanto pare mi tieni in gran considerazione, ne sono lusingato!
-
Oddio! Ti stai montando come la panna…
-
Tutto merito tuo…
-
Certo come no! Devo imparare a dosare le parole o rischio di combinare disastri!
-
Allora fammi capire, non ti dispiacerebbe fare un salto a casa mia?
-
Affatto! Anzi, sarebbe interessante!
-
In che senso?
-
Avrei modo di capire qualcosa in più di te!
-
Per la serie: dimmi che casa hai e ti dirò chi sei?
- Sì, più o meno! - Aveva risposto con la solita naturalezza. Il
sorriso sulle labbra e gli occhi fissi sulla strada davanti a sé. Era seduta
sul sedile anteriore della macchina di Mamoru ed il ragazzo, da circa dieci
minuti, le sciorinava un elenco di luoghi possibili, come se fosse stato lui
quello all’oscuro della meta.
-
Non sei minimamente curiosa di sapere dove ti sto portando?
Rise
a quella domanda e si girò verso Mamoru che teneva gli occhi fissi sulla strada
e sul traffico congesto di Tokyo.
-
Mamoru, io sono la curiosità fatta persona ma so per certo che, se te lo
chiedessi, non mi risponderesti quindi perché darti questa piccola
soddisfazione?
-
Ricordami di aggiungere come tredicesimo punto l’aggettivo diabolica!
La
risata di Mamoru riempì l’abitacolo dell’autovettura mentre lei restò
perplessa su quelle parole: era davvero tanto diabolica?
-
Se ci vedessero Rei e Minako cosa credi penserebbero?- Alla fine, non sapeva
bene neanche il perché, si era ritrovata a porre, e porsi, il quesito tra una
risata e l’altra.
-
Non saprei. Forse Rei cercherebbe un esorcismo mentre Minako inizierebbe a
maledirmi in tutte le lingue del mondo… effettivamente non capisco perché
sono sempre io quello a sbagliare!
-
Colpa del tuo atteggiamento. Allontani la gente senza dar modo agli altri di
conoscerti.
-
Non ti sopporto quando usi quel tono così accondiscendente! Mi fai sentire uno
stupido!
-
Stupido è chi lo stupido fa recitava Forrest Gump!
-
Adesso parli pure per citazioni cinematografiche?
-
A quanto pare! Ma ci vuole ancora molto per Shibuya? - Mamoru si era
girato verso di lei dimentico della strada.
-
Come hai fatto a capire che ci stavamo dirigendo proprio lì?
-
Senti Sato, cerca di concentrarti sulla strada e non distrarti!
-
Ti intendi anche di Formula 1?
-
Te lo ripeto: sono una persona piena di sorprese!
-
Me ne sono accorto! Ancora però non ho capito come hai fatto a capire quale
fosse la nostra meta…
-
Le segnaletiche stradali a cosa servono?
-
Ho fatto di tutto per distrarti!
-
Me ne sono accorta! Tu fai sempre di tutto per distrarre gli altri…
-
Cosa vuoi insinuare?
-
Hai fatto di tutto per non parlarmi di te. Hai redatto una lista con i miei
pregi e difetti ma io potrei farne un’altra con tutte le tue tecniche di
distrazione! Mamoru credi davvero di potermi sopraffare nel mio lavoro?
-
Ci speravo!
-
Speranze vane le tue!
Imboccarono
lo svincolo per Shibuya ed il traffico intenso del quartiere più
dinamico di Tokyo lì investì con tutta la sua intensità.
-
Dannazione! Così non arriveremo mai!
Mamoru
tamburellava nervosamente le dita sul volante della sua auto ed osservava le
macchine perfettamente accodate. Usagi si limitava ad osservare fuori dal
finestrino meditabonda, portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e si
girò verso Mamoru quando comprese che il ragazzo la fissava interessato.
-
Cosa c’è, perché mi fissi così?
-
Sei infastidita!
*****
***** *****
V
giorno
Ore
15:15
-
25 giorni all’alba
Finalmente aveva capito il perché di quel gesto! Lo faceva ogni
qualvolta si sentiva infastidita da una situazione.
Lo
aveva fatto quando erano rimasti bloccati alla baita.
Ed
ancora la famosa mattina dello schiaffo.
E
poi sulla pista quando non riusciva ad alzarsi e nei giorni seguenti quando non
era ancora sicura sugli sci.
Erano
tutte situazioni di stress a cui era sottoposta e, tutte le volte, si era
portata una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Forse anche Usagi Tsukino non
era poi cosa tutta d’un pezzo!
-
Perché dovrei essere infastidita?
-
Ah non lo so, dimmelo tu! - Era il suo turno di giocare. Finalmente, avrebbe
avuto le redini del gioco in mano, come piaceva a lui.
-
Odio il traffico, mi dà ai nervi!
-
Non mentirmi! Si vede lontano un miglio che c’è qualcos’altro! Se fosse
stata colpa del traffico saresti nervosa da molto prima! - Era un ottimo
osservatore e, per quello che ne dicesse, Usagi avrebbe dovuto dargliene atto.
- A Shibuya ci sono le
ragazze!
Non comprese il perché del
suo nervosismo. Shibuya era un quartiere immenso e difficilmente si sarebbero
incontrati.
-
Ed allora? Non vedo dove stia il problema!
-
Non hai idea di ciò che dici!
Usagi
alzò il tono della voce per poi tornare a guardare fuori dal finestrino; lui
aveva compreso che c’era dell’altro che la ragazza non voleva aggiungere per
questo decise di indagare.
-
In che senso? - Guardava la strada davanti a sé ed ogni tanto spostava gli
occhi sul volto di Usagi che, adesso, sembrava assorta in qualche suo pensiero
contorto e complicato.
-
Usagi, parlo con te!
-
Sì, ho capito! Scusa!
-
Mi spieghi che ti prende?
-
Nulla! Lascia perdere!
-
Certo come no! Per caso sei in piena sindrome premestruale?
- Ehi, ma come ti permetti? Chi ti ha dato tanta confidenza?
-
La mia è una domanda legittimissima!
-
Come scusa?
-
Hai degli sbalzi di umore pericolosi!
-
Sarà colpa della compagnia!
-
Tipico di voi donne: scaricate sempre la colpa su noi uomini!
-
Meglio tacere!
- Taci perché ho ragione!
-
No, taccio perché è inutile cercare di far ragionare un uomo! I vostri neuroni
funzionano a fasi alterne… e quando sono spenti è inutile provare ad
accenderli!
-
Come mai tanta acidità? Il daifuku ti è andato di traverso?
-
No, il mio daifuku lo ha finito qualcun altro!
-
Se mi dici cosa hai, ti compro un gelato. Contenta?
-
Grazie papino ma non mi compri con così poco!
-
Mi dici qual è il problema se incontriamo le ragazze a Shibuya?
-
Oddio Mamoru, sai che sei petulante?
-
Sì certo che lo so! Allora rispondi o no?
-
No!
-
Pasticcino… dai rispondi… - Era testarda ma lui ancora di più!
-
Non ti sopporto quando fai così!
-
E dai Usagi non farti pregare!
-
Ma tu non eri un paladino della privacy?
-
Certo, ma della mia privacy, non certo di quella degli altri!
-
Sei esasperante!
-
Potrai offendermi ad oltranza ma non fa nulla. Voglio sapere dove sta il
problema se a Shibuya incontriamo le ragazze!
-
Sei un bambino capriccioso!
-
Sulle ragazze ha il suo fascino!
-
Ti assicuro che su di me non ha nessun fascino!
-
Meno male!
-
Vedo che ci troviamo d’accordo su qualcosa!
-
Sì ma non provare a cambiare discorso, con me non attacca!
-
Ed io che ci speravo!
-
Spiacente… adesso possiamo finire con questo teatrino?
-
Certo! Smettila di impicciarti dei fatti miei!
-
Non mi sto impicciando dei fatti tuoi… sono anch’io coinvolto nella vicenda
visto che se ci incontreremo saremo insieme!
-
Ti ho già detto che sei petulante?
-
Sì meno di cinque minuti fa! Dovresti rispolverare il tuo dizionario…
-
Decisamente…
-
Allora? Non ti sei stancata?
-
Sei impossibile! Non sono andata a pranzo con le ragazze e poi in giro per
negozio perché ho detto loro che avevo da lavorare nel pomeriggio! Contento
adesso?
-
E così nel tuo cuore ho già preso il posto delle tue amiche! Cavolo! Devo
averti proprio conquistato!
-
Ti ho mai detto quanto non ti sopporto?
-
Credo di sì! Ma se vuoi puoi ripetermelo, mi piace quando sei così affettuosa!
-
Ma perché?
-
Cosa perché?
-
Perché sono qui con te?
-
Perché mi trovi follemente affascinante e senza di me non sai più stare? Ti
basta come motivazione? - Era stranamente appagante fare saltare i nervi ad
Usagi. Era qualcosa di unico, non sapeva neanche spiegarsi il perché di quella
magica sensazione di beatitudine…
-
Mamoru, tu conosci il linguaggio dei fiori?
Tra
tutte le risposte che aveva immaginato, quella domanda lo aveva colto alla
sprovvista!
-
Ma che razza di domanda è? - Aveva alzato il tono di voce ma era riuscito a
mantenere l’attenzione sulla strada che adesso era leggermente più sgombra.
-
Che ti costa rispondere?
-
Mi costa che non trovo il nesso tra quello che ho detto e quello che mi hai
chiesto!
-
Il nesso c’è credimi! Tu rispondi e basta!
-
Che vuoi che ne sappia del linguaggio dei fiori?
-
Ed allora perché mi hai regalato delle rose?
- Donne… andate in tilt per un mazzo di fiori! È stato Kunzite a
suggerirmi le rose! Contenta adesso?
Usagi
lo fulminò con lo sguardo ma non si diede per vinta e continuò con le sue
domande, secondo lui, non pertinenti.
-
Ed anche il colore?
Ma
era ammattita? Tutte quelle storie per dei fiori? E poi perché se ne usciva
proprio in quel momento con tutte quelle domande?
-
No, quello l’ho scelto io! - Gli sembrò di vederla irrigidirsi sul sedile e
si chiese il perché di quella reazione. Stava per parlare quando lei lo aveva
anticipato di poco.
-
Mi spiegheresti perché proprio rosa pesco?
Spiegarle
il perché? No, non lo avrebbe fatto mai, non poteva dirle…
-
Non inventarti scuse!
Ecco,
come non detto! Il tono autoritario di lei lo sorprese non poco, era raro
vederla dare ordini, perché quello era proprio un ordine!
-
Usi un bagnoschiuma alla pesca, almeno è questo il profumo che aveva la tua
pelle ogni volta che a Nagano uscivi dal bagno…
-
Oh…
Oh?
Era questo tutto quello che aveva da rispondergli? Un attimo! Era riuscito a
zittire Usagi Tsukino? La stessa Usagi Tsukino che aveva sempre la risposta
pronta? No, non era vero, non poteva essere così eppure… adesso lei lo
fissava a bocca aperta senza riuscire a parlare.
-
Incredibile… ti ho zittita! - Lei aveva annuito distratta per poi tornare a
guardare fuori dal finestrino. Non aveva aperto bocca e la cosa a Mamoru
preoccupava, non voleva shockarla.
-
Sicura di sentirti bene? Mi sembri impallidita…
-
Sei riuscito a… stupirmi…
E
lei stessa gli sembrava stupita dalla parole appena pronunciate.
-
Ne sono felice!
-
Io no!
Si
era voltato verso di lei e la guardava in attesa di una spiegazione ma Usagi
sembrò chiudersi ancora di più in sé…
-
Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?
-
No, no… va tutto bene solo che… non mi piacciono le sorprese!
Alzò
un sopracciglio perplesso ma non fece domande, fondamentalmente neanche a lui
piacevano le sorprese.
-
Neanche a me… - Non si era accorto di aver espresso ad alta voce quel pensiero
ed Usagi sorrise in sua direzione riprendendo a parlare più serena e rilassata.
-
E perché non ti piacciono le sorprese?
- Perché sono imprevedibili, ed io odio gli imprevisti… e poi
difficilmente qualcuno riesce a farmi
una sorpresa che mi piaccia davvero. Neanche mia madre è mai riuscita…
-
Allora abbiamo qualcosa in comune!
-
Bhè direi almeno due!
-
E cos’altro?
-
Una laurea in medicina! - Usagi ricominciò a ridere e lui si sentì felice di
ciò; mentre lei riprendeva a parlare con ancora la voce allegra per le risate
appena cessate, si stupì della sensazione di benessere provata in compagnia
della ragazza: non stava bene con lei solo quando la prendeva in giro ma anche
quando la vedeva allegra, forse doveva iniziare a preoccuparsi per la sua sanità
mentale!
-
Se è per questo abbiamo anche due mani, due piedi, due braccia, due gambe, due
occhi, un naso ed una bocca!
-
Hai dimenticato le orecchie ed il cervello!
-
Hai ragione Biscottino…
-
Pasticcino ti prego, chiamami in qualsiasi modo ma non Biscottino!
-
Lo stesso vale per te!
Ed
erano scoppiati entrambi a ridere.
*****
***** *****
V
giorno
Ore
16:20
-
25 giorni all’alba
- Perché ti sei fermata?
-
Io… niente, credo di aver visto male!
Makoto
richiamò Ami che si era fermata perché attirata da una coppia che le era
sembrata… impossibile, si disse!
-
Ehi voi due! Muovetevi!
-
Ma perché vi fermate ogni due secondi?
Rei
e Minako raggiunsero le due amiche, Ami sembrava turbata da qualcosa che aveva
visto.
-
Ami, qualcosa non va?
-
Io… no, nulla Rei, andiamo pure!
Avevano
ripreso a camminare quando fu il turno di Minako di arrestarsi!
-
Oddio! Non ci credo… Rei vieni subito qui!
-
Ehi! Cosa urli!
Rei
si era avvicinata a Minako rimasta immobile con gli occhi fissi sul marciapiede
opposto al loro. L’indice sollevato ad indicare due ragazzi che camminavano
accanto sorridendosi vicendevolmente.
-
Non ci posso credere…
Rei
era bloccata accanto all’amica e guardava Usagi e Mamoru camminare ridendo e
scherzando come una normale coppia di fidanzati.
-
Lo sapevo! Lo sapevo!
La
voce di Minako era concitata, Ami e Makoto le raggiunsero non capendo il perché
di quella nuova sosta.
-
Guardate là!
Ed
indicò la coppia dal lato opposto al loro.
-
Allora erano proprio loro!
Minako
si avvicinò a Ami ed iniziò a parlare senza accorgersi di stare urlando.
-
Ami! Perché non ci hai detto niente!
La
ragazza fu assalita dall’irruenza dell’amica e si ritrovò ad indietreggiare
spaventata.
-
Io… io non… ero sicura che fossero loro!
-
Non ci posso credere! - Queste erano state le uniche parole di Makoto.
-
Ehi! Stanno entrando in una… gioielleria…
Sull’ultima
parola la voce di Rei si era spenta e la sua mandibola quasi toccò terra.
-
Seguiamoli!
Quella
era stata la proposta di Minako che sembrava la prima ad essersi ripresa dallo
shock!
-
Non credo che sia una buona idea…
-
Credo che Ami abbia ragione…
Makoto
ed Ami sembravano le più razionali e le meno propense a quell’azione da
agenti segreti.
-
State scherzando vero? Oggi Usagi non è venuta a pranzo con noi perché aveva
un impegno di lavoro… bell’impegno di lavoro!
Minako
sembrava la più determinata a scoprire cosa ci facessero lì l’amica insieme
a Mamoru.
-
Rei sei con me o contro di me?
-
Minako non esagerare. Magari stasera potremmo chiedere delle spiegazioni, che ne
dici? - Rei era tentata di seguire l’amica in quella folle impresa ma si
rendeva conto di non poter fare una cosa simile. Era appunto una pazzia, non
erano più un gruppo di adolescenti preda degli ormoni. Ormai erano tutte delle
professioniste e non potevano più permettersi di giocare come un tempo, anche
perché ne andava della loro immagine…
-
Perfetto! Andrò da sola e sappiate che quando scoprirò qualcosa non ne farò
parola con nessuno! Vigliacche!
Così
dicendo si era incamminata a passo di marcia verso le strisce pedonali.
-
Credete che… dovremmo seguirla?
-
Credo di sì… temo che se la lasciassimo da sola si ficcherebbe in qualche
guaio.
Gli
occhi di Rei e Makoto adesso erano fissi sulla figura di Ami che era arrossita
leggermente per la situazione: odiava ficcanasare nelle questioni private, se
Usagi avesse voluto informarle lo avrebbe fatto tempo prima… ma restava il
fatto che Minako era una mina vagante che non poteva essere lasciata libera di
muoversi.
-
Va bene…
E
con quella flebile risposta le tre ragazze raggiunsero Minako.
*****
***** *****
V
giorno
Ore
16: 25
-
25 giorni all’alba
- Buonasera! In cosa posso esservi d’aiuto?
Una
commessa in tailleur scuro li aveva accolti nell’esatto momento in cui erano
entrati.
-
Buonasera! Starei cercando un regalo per mia madre.
-
Certamente! E mi dica, ha qualche idea in particolare?
Lui
odiava fare regali… ancora di più odiava fare regali per delle donne, sua
madre compresa, non aveva mai idea di cosa potesse andare bene ed ecco perché
aveva portato Usagi con sé, lei, in quanto donna, avrebbe potuto aiutarlo nello
scegliere.
-
Veramente non saprei. Cerco qualcosa di semplice e poco appariscente.
-
Capisco, allora seguitemi, prego da questa parte.
La
donna li aveva condotti in un’altra zona del grande negozio. Un’area più
appartata dove troneggiava un enorme tavolo in legno con dei piedi leonini ed il
ripiano in vetro trasparente. Le pareti erano ricoperte da quadri di antica
fattura, probabilmente dei veri capolavori. L’impiegata fece cenno di
accomodarsi e li pregò di aspettare lì dicendo che sarebbe tornata quanto
prima.
-
Mamoru sei sicuro che per tua madre vada bene un gioiello?
-
Perché scusa, cosa dovrei regalarle?
Usagi
si strinse nelle spalle e gli fece capire che non credeva che un gioiello
potesse far a caso suo.
-
Non so… ma non credo che sia indicato…
-
Devo aggiungere alla lista che non ti piacciono i gioielli?
-
Non dire sciocchezze, tutte le ragazze adoriamo i gioielli solo che… a mia
madre non lo regalerei…
La
commessa era tornata con in mano diverse sacche in velluto contenenti
probabilmente i preziosi e così Usagi fu costretta ad interrompersi.
L’impiegata
iniziò a uscire i diversi bracciali, collane, anelli ed orecchini. Lui
osservava attentamente ogni pezzo e quando qualcosa lo colpiva particolarmente
chiedeva consiglio ad Usagi ma lei non sembrava mai particolarmente convinta.
Dopo che la commessa ebbe terminato di mostrare la propria merce, e dopo i
diversi no di Usagi, si vide costretto a buttare giù la spugna.
-
La ringrazio ma non credo di aver trovato qualcosa che faccia al caso mio.
-
La sua fidanzata aveva in mente qualcosa in particolare? Forse vuole provare per
un orologio?
Il
sopracciglio sollevato di Usagi gli fece intendere che l’orologio era
assolutamente da scartare… o forse era stato lo scambiarla, ancora, per la sua
fidanzata?
-
Io non…
-
No, la ringrazio. Arrivederci!
Aveva
interrotto Usagi perché aveva intuito che la ragazza era pronta ad inveire
contro la povera commessa, meglio risparmiare la povera donna dalla sua furia
della bionda. Si era alzato di scatto come se dalla sedia, improvvisamente,
fossero spuntati degli aghi pronti ad infilzargli il didietro, e subito aveva
preso per mano Usagi costringendola ad alzarsi ed afferrare al volo la borsa.
Una
volta fuori fu investito da Usagi.
-
Mi spieghi perché non mi hai lasciato precisare che non sono la tua fidanzata?
-
Perché avresti ridotto in cenere la povera commessa! E poi sono un cliente
fisso, non volevo scenate, sai l’imbarazzo la prossima volta?
Usagi
aveva sbuffato ed incrociato le braccia sotto al seno.
-
Inizio a sospettare che ti piaccia farmi passare per la tua fidanzata!
Sorvolò sull’ultima affermazione di Usagi e chiese direttamente cosa
non andasse nei gioielli visti in gioielleria.
-
Nulla! Erano tutti bellissimi ma poco indicati al caso tuo! So io dove portarti!
Così
dicendo prese il suo polso e lo trascinò, nel vero senso della parola, verso il
corso principale di Shibuya.
*****
***** *****
V
giorno
Ore 16:33
-
25 giorni all’alba
- Minako andiamo!
La
voce di un’imbarazzatissima Ami era rivolta ad una Minako per nulla
intenzionata a lasciare la sua postazione davanti la vetrina della gioielleria
Tanaka Kikinzoku.
- Nessuno vi costringe a rimanere!
Questa
era stata la risposta data dalla bionda che osservava ciò che accadeva
all’interno dell’atelier di preziosi.
- Come sarebbe a dire? Minako vieni immediatamente via! Ci stanno
guardando tutti!
Makoto
si era unita al richiamo di Ami ed adesso tirava per un braccio la bionda che
sembrava non avere nessuna intenzione di lasciare il posto!
-
Ragazze potremmo rimanere giusto un altro po’ per vedere cosa stanno
comprando!
Rei
era riuscita a sorprendere sia Ami sia Makoto con quell’ultima affermazione,
Minako aveva sorriso vittoriosa alle altre due.
-
Scherzi?!
Makoto
era stata la prima a riprendersi dallo smarrimento iniziale!
-
Ma perché scusa? Non sembra anche a te strano il fatto che Usagi e Mamoru si
trovino, insieme, all’interno di una gioielleria?
Minako era riuscita a
soggiogare anche Rei!
-
Ragionate un attimo! Non è logico se le chiediamo spiegazioni stasera a cena?
Dopotutto è venerdì ed abbiamo appuntamento al solito posto!
-
Ami ha perfettamente ragione! Coraggio andiamo!
Rei
guardò perplessa le due ragazze, poi puntò lo sguardo sul viso di Minako e gli
occhi dell’amica la imploravano di restare, un’altra occhiata all’interno
della gioielleria e vide Mamoru parlare accanto all’orecchio di Usagi e
l’amica scuotere energicamente la testa per dissentire! Che doveva fare? Lei
voleva scoprire cosa stavano facendo suo cugino e la sua migliore amica,
insieme, in una gioielleria, ma si rendeva conto che pedinarli era sbagliato.
-
Magari Mamoru deve comprare un regalo ed ha chiesto ad Usagi un consiglio!
Ami,
ancora una volta, cercava di far ragionare le due che sembravano non aver
intenzione di lasciare la vetrina del negozio!
-
Ami sei un genio!
La
reazione improvvisa di Minako fece sussultare le amiche che adesso guardavano
Minako in attesa di una spiegazione.
-
Mamoru sta facendo scegliere ad Usagi il regalo che ha intenzione di farle!
-
Come?!
Rei
adesso guardava Minako come se le fossero spuntate delle antenne sulla testa.
-
Sì! È così, ve lo dico io!
- Minako ragiona! Se davvero Mamoru avesse voluto fare un regalo ad Usagi
perché portarsela dietro?
Makoto
stava cercando di far ragionare l’amica, ma naturalmente era un’impresa
impossibile.
-
Perché lui non conosce i suoi gusti!
-
E perché non ha chiesto a Rei?
Ami
cercava di dare man forte a Makoto grata del fatto che qualcun’altro, oltre a
lei, avesse un minimo di giudizio.
-
Tutti sappiamo che i gusti di Rei sono discutibili!
-
Ehi!
Ma
il tentativo da parte di Rei di strangolare Minako fu interrotto dal tossire di
un uomo proprio alle spalle delle quattro ragazze!
-
Avete qualche problema?
Due poliziotti con il manganello al fianco erano davanti alle quattro
ragazze e le guardavano come delle possibili criminali.
-
Ehm…
-
Genio dì qualcosa!
Rei
e Minako riuscirono a far innervosire ancora di più i due uomini.
-
Allora?!
Makoto,
Rei e Minako fecero un passo indietro lasciando avanti la povera Ami che adesso
era arrossita.
-
Noi… stavamo aspettando degli amici, ma visto che sono in ritardo andiamo!
Arrivederci!
E
dopo un inchino frettoloso le quattro ragazze scapparono senza farsi vedere da
Mamoru ed Usagi appena usciti dalla
gioielleria.
*****
***** *****
V
giorno
Ore
16:48
-
25 giorni all’alba
- Eccoci arrivati!
Si
erano fermati davanti un piccolo edificio diverso da tutti i grandi negozi che
erano presenti lungo le vie di Shibuya. Somigliava ad un piccolo magazzino ma
entrando dovette ricredersi.
Le
pareti azzurre rendevano l’interno luminoso, effetto aumentato dal pavimento
di marmo bianco. Il soffitto era di un azzurro ancora più tenue, quasi bianco,
con lampadari in cristallo che creavano giochi di luce.
-
E questo posto?
-
È una galleria d’arte! Il proprietario è un mio amico…
Si
guardava attorno chiedendosi come Usagi potesse conoscere il proprietario di una
galleria d’arte.
-
Splendore sei tu?
La
voce di un uomo attirò la sua attenzione e quando tornò al presente vide Usagi
abbracciare affettuosamente un ragazzo probabilmente suo coetaneo. Era rimasto
in disparte in attesa che i due, o meglio Usagi, si ricordassero della sua
presenza e quando capì che era inutile restare lì perché la ragazza era
immersa in una fitta conversazione, decise di palesare la propria presenza con
un leggero colpo di tosse…
-
Oh, che sbadata! Ryu ti presento Mamoru Chiba. Mamoru, lui è Ryu Mokitawa, il
proprietario della galleria d’arte.
Strinse
con presa salda e sicura la mano che l’altro gli porgeva. Quel nome gli era
familiare però non ricordava dove lo avesse sentito. I loro sguardi si
incrociarono per un attimo e questo bastò ad entrambi per capire che non si
piacevano vicendevolmente. Quel momento di tensione fu spezzato,
intenzionalmente o casualmente questo non era dato saperlo, da Usagi che adesso
aveva preso sottobraccio Ryu ed insieme si erano addentrati all’interno della
galleria lasciandolo indietro.
-
Usagi…
La
chiamò la prima volta senza risultato, era completamente assorbita nella
conversazione con l’artista.
-
Usagi…
Ancora
nulla, iniziava ad innervosirsi…
-
Usagi!
Stavolta
aveva urlato il nome di lei che, sorpresa da quella reazione, si era fermata con
Ryu ed adesso lo osservava interdetta.
-
Dimmi Mamoru…
-
Volevo sapere perché siamo qui!
Il
tono usato era stato duro, si sentiva messo da parte, dimenticato, e lui odiava
quella sensazione. Odiava non essere considerato dalle persone che aveva
attorno.
-
Per il regalo di tua madre mi sembra ovvio!
-
E secondo te qui troveremo ciò che mi serve?
-
Sì certo!
Iniziava
davvero ad innervosirsi, Usagi sembrava ignorarlo volontariamente e quel Ryu,
che lo guardava beffardo, non lo aiutava certamente. Cosa aveva da ridere poi…
-
Il tuo fidanzato non mi sembra molto contento di trovarsi qui!
-
Mamoru non è il mio fidanzato… è un semplice conoscente!
Perfetto!
Adesso era pure un semplice conoscente! Ma a lui poi cosa
interessava non sapeva proprio spiegarselo!
-
Allora se una di queste sere ti invitassi per una cena non rischio in una
risposta negativa, vero Usagi?
Intanto
l’artista era andato all’attacco ed Usagi ci stava pure! Ma si poteva
essere più idioti? Non lo capiva che se la voleva solo portare a letto? Ma poi
a lui cosa interessava? Ok! Adesso basta! Quei due potevano tubare in qualsiasi
altro momento, ma non con lui davanti!
-
Se volete io esco così potete continuare con tranquillità! Non vorrei
disturbare!
Usagi
si era girata verso di lui fulminandolo solo con lo sguardo, poi sorridente si
era scusata con quel Ryu Moki-qualcosa del comportamento “da bambino
capriccioso del suo accompagnatore” ripetendo, quindi, il perché
della loro presenza nella galleria. Però, sentitosi ancora messo da parte,
aveva avuto il bisogno di palesare il proprio disappunto sulla scelta di quel
genere di regalo.
-
E non credi che un quadro sia troppo personale ?
-
Mamoru sbaglio o si tratta di tua madre?
-
E con questo?
-
Come sarebbe a dire “e con questo”? Puoi permetterti di regalarle
quello che vuoi… naturalmente qualcosa che abbia un minimo di gusto, sia
chiaro!
Adesso
iniziava ad innervosirsi. Usagi aveva ripreso il tono della maestrina alle prese
con il bambino che non capiva la lezione e lui non la sopportava quando faceva
così, soprattutto se erano presenti altre persone.
-
Io non conosco i gusti di mia madre!
-
Per tua fortuna li conosciamo sia io che Ryu!
Quel
tipo conosceva sua madre? Come era possibile!
-
Conosci mia madre?
Si
era rivolto all’altro con un tono sorpreso e Ryu aveva risposto allargando
ancora di più il suo sorriso beffardo.
-
A quanto pare! Usagi di chi è figlio il tuo conoscente?
Ok!
Quello voleva guai! Un altro commento così idiota e lo avrebbe steso con un
solo pugno!
-
Scusa hai ragione non ti ho detto che Mamoru è figlio di Midori Kou!
-
Ah! Ho capito. Effettivamente adesso che me lo hai detto noto una certa
somiglianza nei colori. Midori-san viene spesso qui a comprare i suoi quadri. Se
non sbaglio ne dovresti avere uno anche tu! Te lo ha regalato quando ti sei
trasferito alla casa nuova!
A
parte che il cognome di sua madre era Howazuki, non si spiegava il perché
Usagi avesse dovuto utilizzare il cognome di Akahito-kun! Ma poi quello
come si permetteva di prendersi tanta confidenza con sua madre? Vedeva una certa
somiglianza nei loro colori? Ma chi si credeva di essere quel
Ryu-faccia-da-stupido-Mokitawa! Almeno adesso aveva capito dove avesse sentito
già il nome di quel povero mentecatto! Il quadro che aveva nel soggiorno di
casa, il tramonto visto dalla baita di Tokyo era suo… però, mentecatto o
meno, sapeva il fatto suo! Quella tela era la sua preferita, doveva dargliene
atto… anche se a malincuore! Neanche sotto tortura però, questo pensiero
sarebbe stato espresso ad alta voce! Ma perché aveva chiesto ad Usagi un
consiglio per un regalo per sua madre… e tra l’altro non aveva alcun motivo
per comprarle un regalo visto che il suo regalo era solo il mese prossimo!
-
Capisco!
Non
aveva aggiunto altro e si era rabbuiato.
-
Ryu perché non ci fai vedere qualcosa? Magari sì con colori caldi ma che non
sia un tramonto…
-
Certo! Aspettatemi qui!
Così
dicendo era sparito dietro una porta lasciando i due da soli.
-
C’eri anche tu quando mia madre ha comprato quel quadro? - Era logico che ci
fosse anche lei altrimenti sarebbe stato inutile il riferimento al tramonto…
-
Ci siamo incontrate casualmente e le ho fatto compagnia. Voleva sapere cosa
poteva regalarti ed io le ho detto di Ryu.
-
Si sono conosciuti così?
-
Sì.
La
risposta di Usagi gli suonò dura e così distolse l’attenzione dalla tela che
stava guardando senza realmente vederla. Gli occhi di lei lo colpirono, erano
seri, mai visti così seri. Sembrava arrabbiata, ma non capiva cosa avesse fatto
per meritarsi tanto astio.
Quello
era il colmo! Usagi era arrabbiata con lui! Si erano invertiti i ruoli: doveva
essere lui quello innervosito per quel damerino mentecatto e non lei! Le
assurdità della vita! Perfetto! Era arrabbiata? Tanto valeva rincarare la dose!
-
E tu come hai conosciuto il pittore? - Non capiva perché quel ragazzo
gli facesse tanta antipatia… anzi lo sapeva, ma preferiva fare lo gnorri.
-
È il fratello di una mia collega.
La
risposta non lo aveva soddisfatto minimante.
-
E per quanto siete stati assieme?
-
Un paio di mesi ma poi non ha funzionato!
Gli
aveva risposto senza remore, come se lei non avesse nulla da nascondere.
-
E perché non ha funzionato?
-
Lui è un artista ed il concetto di monogamia non fa parte del suo
vocabolario… come per te d’altronde. Invece di attaccarlo dovresti
conoscerlo meglio… diventereste grandissimi amici! Ed adesso che abbiamo
finito con il terzo grado, tra l’altro fuori luogo dato che io non ti devo
nessuna spiegazione, puoi tornare ad essere una persona civile o ti chiedo
troppo?
Non
gli era piaciuto l’accostamento di Usagi e poi lei cosa ne sapeva di lui? Non
era un traditore e quando iniziava una relazione era sempre stato monogamo; se
poi le sue relazioni duravano al massimo un paio di mesi non era certo a causa
del suo essere uno spirito libero ed emancipato! E comunque no, lui non aveva
finito con le domande!
-
Però vedo che avete ancora molta sintonia…
-
Eccomi!
L’arrivo
di Ryu aveva impedito ad Usagi di rispondere e lui si ritrovò infastidito da ciò
anche se non aveva capito, ancora una volta, il perché.
-
Questi sono i quadri che secondo me potrebbero fare al caso vostro!
Erano
tre quadri tutti con tinte calde che trasmettevano comunque sensazioni
positive… tra tutti però uno attirava la sua attenzione. Un vaso di girasoli
su un tavolo… un quadro semplice ma che a lui piaceva senza sapere
effettivamente il perché.
-
Prendo questo!
Aveva
deciso senza esitazioni e convinto della propria scelta. L’autore annuì
soddisfatto e mise la tela da parte.
-
Usagi volevo farti vedere un quadro…
Usagi
allora si era girata verso di lui e con tono glaciale gli aveva intimato di
restare lì ad aspettarla.
- No, vieni pure tu Chiba-kun, voglio un parere anche
maschile per questo quadro.
Sorvolò
sul fatto che quello aveva pronunciato il suo cognome come se si trattasse di un
insulto e si era avvicinato ad Usagi. Tutti e tre avevano attraversato la stessa
porta dietro la quale, pochi minuti prima, era sparito Ryu. Il retrobottega era
un luogo non troppo piccolo, almeno meno di ciò che aveva immaginato, con alle
pareti diversi quadri. Il giovane li condusse verso una parete con un’unica
tela. E lì la vide.
Riconobbe
gli occhi azzurri, grandi e luminosi persi in un mondo lontano, poi fu il viso
ovale circondato da una cascata color grano, le labbra carnose piegate in un
sorriso rivolto a chi solo lei poteva saperlo. Era un angelo… Usagi, in quella
tela, era un angelo…
-
È semplicemente…
-
Magnifico…
Aveva
concluso la frase di Usagi senza neanche rendersene conto.
Quel pomeriggio Mamoru aveva scoperto qualcosa di sorprendente…
qualcosa che lo avrebbe perseguitato per diverse notti a venire…
L’angolo
dell’autrice
Buongiorno
gente! Eccomi qui puntuale con il capitolo VI!
Allora
cosa ne pensate? Al solito, non so se sia o meno gradevole. Ci sono parti che mi
piacciono parecchio, parti che mi lasciano perplessa (tipo le scene dove sono
protagoniste Minako&Co. non so se effettivamente riesco a mantenere un punto
di vista unico!). La scena alla galleria d’arte… quella di Mamoru può
sembrare gelosia ma non è solo questa! Badate che ad ogni gesto c’è
un perché non dimenticatelo! Magari nel mio immaginario ho ingigantito una
situazione, ma se la descrivo è perché, effettivamente, conosco persone che si
comportano come ho ipotizzato nella mia mente! Adesso vi saluto e spero di non
avervi deluso troppo.
RINGRAZIAMENTI:
-
PINGUI79: ma benvenuta Kià (mi permetto di usare il nome con cui ti sei
firmata alla fine della recensione, spero non ti offenda!) non posso che essere
felice di trovare un altro parere a quelli che già conosco, e poi, dato che
pure tu, come me sei affetta da quel morbo che corrisponde al nome di Ellephedrite,
non posso che essere ancora più felice (vuol dire che non mi segui solo nella
mia folle ricerca medica!)! Spero che la tua ricerca di coraggio per recensire
non sia dovuta alla bruttezza della mia fic, lo so che non sono brava come la
Divina, ma abbi pietà di me! La mia Usagi ha prontezza di spirito? Dici? A me
sembra una che non vuole mai restare un passo indietro e che sarebbe capace
anche di tagliarsi un braccio per dimostrare di avere ragione! Mi ricorda
qualcuno che conosco… meglio sorvolare, la prontezza di spirito è importante,
ma ancora più importante è che non diventi arroganza! Per quel che concerne
Mamoru… mi sa che l’ultimo esemplare rimasto me lo sono accalappiato io! Però
se vuoi sono rimasti in giro tanti Seiya… se ti interessano cercherò di
provvedere. Spero che la tua attesa sia stata ripagata con questo nuovo
capitolo! Alla prossima!
-
MOREA: sono felice che la storia ti piaccia, mi auguro di non aver deluso
le tue aspettative con questo capitolo… alla prossima!
-
MARYUSA: buongiorno! Sono felice che il pranzo sia venuto bene, anche
perché quando l’ho scritto anch’io ero più in sintonia con me stessa! Le
battute tra I due piccioni sono estrapolati dalla vita quotidiana, almeno In
parte! Mi ispiro a quello che accade e che sento, a volte prendo spunto dal
rapporto con il mio fidanzato e spero di rendere I dialoghi veri e non
stereotipati! Mi sa che per quel che riguarda Mamoru prevenuto ci siamo
fraintese ma non è un problema! Come hai potuto notare Mamoru, alla fine, ha
portato Usagi a Shibuya per comprare un regalo per la sua mamma, spero che come
idea sia plausibile, adesso ti devo salutare, ma mi raccomando, dimmi cosa pensi
di quest’altro capitolo! Alla prossima!
-
ROMANTICGIRL: studi psicologia? Allora se avessi qualche dubbio posso
romperti le scatole e chiedere un tuo illustrissimo parere? Sai non è che da
noi il corso di psicologia sia poi così approfondito, non vorrei scrivere
qualche papalata! Comunque il “Non lo so” secondo me è la risposta
di chi non vuole sbilanciarsi troppo o di chi, come Mamoru, davvero non sa cosa
vuole dalla vita! Io la vedo in questa maniera, magari tu, dall’alto della tua
preparazione puoi smentirmi! E comunque è la risposta preferita dagli uomini,
non si prendono responsabilità e lasciano a noi il lavoro sporco, non credi che
sia così? Come vedi alla fine il posto in cui l’ha portata Mamoru non è che
sia chissà cosa, è la zona commerciale della città di Tokyo, spero di non
averti deluso con la mia scelta! Alla prossima!
-
SHALYA: Doppia risposta per te (e tanti complimenti per la tua ultima fic
che conclude la tua serie! Se non l’avessi capito, mi hai preso molto con
questa serie!)! Per quel che mi riguarda puoi recensire come e quando vuoi, mi
fa sempre piacere leggere le tue idee riguardo la storia, anzi! Mi lasci ogni
volta di stucco perché o la pensiamo alla stessa maniera o proprio in maniera
opposta! Ma andiamo per ordine! Perché la pensiamo diversamente? Perché sono
un orologio svizzero, ed il mio ragazzo è un ritardatario cronico! Non sopporto
stare a casa pronta ed agghindata ad aspettare lui che arriva, puntualmente,
con almeno mezz’ora di ritardo (naturalmente quando va bene, altrimenti
arriviamo anche ad un’ora!) e non stiamo neanche distanti, cinque minuti di
macchina! Quindi cerca di capirmi (e da qui ti spieghi anche perché Mamoru ha
detto ad Usagi che “Essere
in ritardo è sintomo di maleducazione!”
queste sono le parole che volta per volta ripeto al mio ragazzo nella speranza
che lui si senta colpevole, ma nulla! Dalle nostre parti si dice unni ci
chiovi ci sciddica! Che tradotto in italiano vuol dire dove gli piove gli
scivola! Ma veniamo, come hai detto tu, alla storia! Alida cara, ma secondo te,
ti faccio lo spoiler della storia e ti dico se qualcuno ha una cotta per
l’altro? Certo che no, altrimenti poi che ti leggi?! Adesso però cara hai
scoperto perché Mamoru abbia scelto delle rose rosa pesco… e no, non conosce
il linguaggio dei fiori perché se lo avesse conosciuto dubito che avesse
comprato rose di quel colore! Comunque I fiori torneranno presto protagonisti
della nostra fic! Neanche a me è piaciuto scrivere di questa Usagi ma vedi,
come tu hai ben capito, lei è sulla difensiva e comunque non riesce ad
abbandonare troppo a lungo il suo lato medico se così possiamo definirlo, come
lei stessa ha avuto modo di dire non riesce a provare un’antipatia a pelle
(capitolo V)! A nessuno piacerebbe essere psicanalizzato ma ci sono reazioni e
reazioni e quelle di Mamoru a me sembrano esagerate per te no? Per quel che
riguarda il voler segnare un punto, non è proprio così! Semplicemente è
successo in questo capitolo, nei prossimi si affronteranno come due
persone comuni, come due amici quasi… a dire il vero non so se si metteranno
assieme u.u… fortunatamente per me ho dovuto aspettare solo due giorni per
sapere come sarebbe stata la tua fic (ma dal mio commento si sarà capito che mi
è piaciuta?) e credimi, adesso mi hai messo la pulce nell’orecchio e sono
curiosa di scoprire come sarebbe andata a finire se Usagi avesse scelto
Demando… ma passo alla seconda recensione che mi hai lasciato! Allora
probabilmente nel capitolo V Usagi ti appare confusa perché ho voluto
focalizzare l’attenzione sulla sua di confusione, ma ti assicuro che Mamoru
non è messo meglio e come hai avuto modo di vedere in questo capitolo è stato
molto… strano, soprattutto con Ryu… la sua non è gelosia dettata dal fatto
che sia innamorato o infatuato di Usagi! Il suo comportamento si deve
ricollegare ad altro… che per il momento rimane nascosto, lo scopriremo più
avanti (intorno al capitolo XI)… secondo me ha fatto bene a mangiare
l’impossibile, tu pensa, dopo una massacrante giornata di lavoro, e dopo una
lotta interiore per decidere se andare o meno, non era necessario riprendere le
forze con un bel pranzetto? Per quel che riguarda la frase di Mamoru credo di
aver risposto… ripeto è brutto per chi aspetta stare a casa senza fare nulla,
soprattutto quando I genitori non fanno altro che chiederti perché non sei
ancora uscita se sei pronta da più di un’ora (mai che si facessero I fatti
propri!)… comunque se nel capitolo passato Mamoru ti è sembrato antipatico,
in questo come lo hai trovato? Io non sono riuscita a capirlo… a volte mi
faceva antipatia perché si sentiva troppo al centro del mondo (odio
l’egocentrismo), altre mi ha fatto sorridere perché si sentiva messo da parte
(vedi Usagi e Ryu!)… alla fine comunque non è che sono andati chissà dove,
Mamoru voleva fare un regalo alla madre ed ha chiesto un consiglio femminile ad
Usagi tutto qui! Grazie per I complimenti relativi ai dialoghi, diciamo che
adoro I botta e risposta e Mamoru ed Usagi sono terreno fertile per la mia
creatività! Adesso ti saluto, un bacio! Alla prossima!
-
ELLEPHEDRE: Prima di tutto non scusarti per il ritardo perché non c’è
alcun bisogno di farlo, ognuno ha i propri impegni (e poi tu sei giustificata,
devi fare quagliare Makoto e Gen e ci vuole tanta concentrazione per
creare il momento adatto!)… e poi scusa, non solo trovi il tempo per recensire
devo anche pretendere che tu lo faccia nei tempi giusti? È già tanto se perdi
cinque minuti con questa operetta! A parte questo io sto gongolando! Già
proprio così, i complimenti della Divina mi fanno gongolare come un’idiota!
Un attimo che cerco di riprendermi… inspiro ed espiro, training autogeno, ci
vuole dopo i complimenti! Effettivamente la parte dove parlo del raziocinio è
ripetuta più volte ma se devo essere sincera è una cosa voluta non per
sottolineare il pensiero ma semplicemente perché volevo evidenziare la
confusione di Usagi, ma mi sa che non ci ho preso molto, generalmente io per
convincermi di qualcosa mi metto davanti allo specchio e mi ripeto il concetto
alla nausea… e pensa che faccio lo stesso con le materie universitarie, mia
madre più di una volta mi ha chiesto se non volessi essere ricoverata alla
neuro per via di questo mio comportamento! La parte dove lui rimprovera lei
perché ha preso troppo da mangiare è estrapolata dalla mia vita quotidiana
solo che non ho vissuto questa esaltante esperienza con il mio ragazzo ma
con il mio migliore amico e le cose sono andate proprio così… solo che il mio
amico lo faceva per la linea della sua sorellina… (sì certo lui crede ancora
che io ci sia cascata!)… Sono felice che le motivazioni di Usagi ti abbiano
convinto, si tratta di una deformazione professionale che, a mio modo di vedere,
può davvero capitare nella vita di tutti i giorni… (non per parlare di me, ma
ormai a me capita di fermarmi a fissare la gente per capire, in base alla facies
ed all’habitus quale possa essere la malattia di cui sono affetti!); le
motivazioni di lui sono ancora avvolte da una fitta nebbia, però ti assicuro
che lo stesso Mamoru mi ha assicurato che presto mi renderà partecipe delle sue
idee, lo spero per lui, davvero! Per quel che riguarda i consigli di stile
cercherò di seguirli e speriamo che ci azzecchi qualcosa con quello che intendi
dire tu! Incrocia le dita per me e speriamo che questo capitolo sia
all’altezza degli altri anche se, come ho già detto, non mi convincono due
parti: quelle dove ci sono le ragazze protagoniste e poi quando Mamoru ed Usagi
sono alla galleria d’arte… vediamo cosa mi consiglierà la Divina
Ellephedre! Grazie per la recensione, sempre graditissima! Alla prossima o mia
Divina!
Grazie
alle 10 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
bunny65;
2.
ertila
3.
favola08;
4.
GioRock;
5.
girovaghi;
6.
Hatori;
7.
lagadema;
8.
LAS;
9.
miki90;
10.
stella93mer;
Ed
a GioRock e miki90 le ultime ad aggiungere le fic tra le preferite!
Grazie
alle 32 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
akane_val;
2.
Allen_Anne_Black;
3.
aquizziana;
4.
bellacullen889;
5.
brescy;
6.
DeepDereck;
7.
Enza85;
8.
fasana;
9.
favola08;
10.
GioRock;
11.
hoshi90;
12.
igniflia;
13.kiss88;
14.LittleSimo;
15.MaryAngel;
16.micina82;
17.
Miky 483;
18.Minerva89;
19.
Moons Tear;
20.
Morea;
21.
Neptune87;
22.
ponpon;
23.
Potter92;
24.
pulcinaele87;
25.
romanticgirl;
26.
shalya;
27.
Tappetta4;
28.
Toru85;
29.
Truelove;
30.
usachan;
31.
_Maddy_;
32.
_Sofia_;
Un grazie particolare a Moons Tear, Toru85 per essersi aggregata a questa
avventura!
Sono felicissima perché il numero di letture è abbastanza alto, una
media di 300 lettori a capitolo, mi fa davvero piacere ad essere sincera! Grazie
a tutti a chi legge, chi recensisce e chi storce il naso perché la storia non
la convince (o lo convince, potrebbero esserci anche dei maschietti!) se
qualcosa non va vi pregherei di rendermi partecipe dei vostri dubbi!
Adesso
vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 14 maggio
2010
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Capitolo 8 *** Capitolo VII ***
Nuova pagina 1
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo VII
V
giorno
Ore 21:05
-25
giorni all’alba
- Adesso mi spieghi cosa ci facevi
oggi pomeriggio in gioielleria con lui!
Ecco lo sapeva! Sapeva che
andare a Shibuya non sarebbe stata una mossa intelligente! Lei se lo sentiva e
dire che generalmente le sue sensazioni erano sempre corrette e faceva di tutto
per non andare loro contro! E di fatti, come volevasi dimostrare, quello appena
ricevuto era stato il benvenuto di Minako!
Il più delle volte, la sua
coinquilina era l’ultima ad arrivare all’appuntamento del venerdì ma quella
sera, stranamente, era già presente e conoscendola, era lì già prima
che le altre arrivassero. Era tipico di Minako comportarsi così, quando c’era
qualcosa che voleva sapere – in tal caso era più corretto dire doveva
– lei non sapeva aspettare… e, tanto per confermare la sua teoria, già la
stava mettendo sotto torchio. Non l’aveva fatta neanche sedere al tavolo e
subito l’aveva assalita con la prima domanda, la prima di una lunga serie ne
era certa, e se non avesse risposto entro due secondi sarebbe stata subissata di
altre domande e poi… poi sarebbe stata la fine!
-
Dovevo aiutarlo a scegliere un regalo per sua madre!
Era
inutile fare domande, era chiaro che Minako si riferisse a Mamoru! In quel
momento un’altra delle sue percezione extrasensoriali, come si divertiva a
definirle Makoto, la stava mettendo all’erta ancora una volta: non andare
contro Minako, non mentirle e raccontale tutta la verità, forse così ti
salverai dalla sua ira! Ma quel
forse era da tenere poco in considerazione!
Le aveva trovate sedute al solito tavolino, nel solito locale. Erano tutte
e cinque, come ogni venerdì, pizza e birra… era il loro giorno, tutte
lasciavano i fidanzati a casa e si incontravano solo loro, le ragazze, ed ogni
volta era come tornare semplici liceali, o quasi.
E
lei adorava quei venerdì perché, finalmente, tornava ad essere di nuovo Usagi!
Nessuna dottoressa Tsukino e neanche l’amica zitella! Inutile negarlo, un
po’ soffriva per la precarietà della sua situazione sentimentale! Erano
trascorsi ormai diversi mesi dall’ultima relazione stabile… stabile era dire
troppo! Con l’ultimo ragazzo, Akito, aveva resistito tre settimane poi, come
le capitava sempre più di frequente, l’interesse era scemato e si era accorta
che quello che prima credeva di vedere nel giovane uomo d’affari non era per
nulla vero. Si era illusa ancora una volta, l’ennesima.
Era tornata al presente perché, improvvisamente, si era sentita spiata
da quattro paia di occhi: Minako era furente, Rei preoccupata, Makoto curiosa,
Ami colpevole. Quattro paia di occhi, quattro sentimenti diversi, quattro
caratteri diversi erano queste le sue amiche.
-
E perché ci hai mentito?
Ok,
si era distratta ed aveva perso di vista Minako che adesso le aveva fatto la
seconda domanda. Questa volta però non poteva dirle la verità, andava contro
la deontologia... però era anche vero che quelle con Mamoru non erano vere
sedute ma solo incontri per parlarsi e conoscersi – iniziava ad odiare il
verbo conoscere, se non fosse stato per quell’insulso verbo non si sarebbe
trovata in quella situazione – ma era anche vero che Mamoru si era fidato di
lei e si stava iniziando ad aprire, almeno lo sperava. Era meglio una mezza
verità, così non avrebbe fatto male a nessuno.
-
Perché altrimenti avresti fatto il solito sfacelo immaginando chissà cosa…
-
E quando ti ho vista entrare in gioielleria, LA gioielleria, con lui cosa
avrei dovuto pensare?
Aveva
dimenticato che la Gioielleria Tanaka Kikinzoku per Minako era LA
gioielleria, soprattutto dopo la creazione di improbabili costumi da bagno in
maglie di oro. Ma perché si era andata a ficcare in quella situazione?
-
Non so cosa avresti dovuto pensare ma so cosa hai pensato!
Guardava
Minako trattenendosi dal riderle in faccia, quando voleva la sua amica sapeva
essere davvero comica e quella era una di quelle volte. Era rossa in viso ed i
capelli erano in disordine, cosa assurda per Minako dato che era sempre attentissima
alla sua folta e brillante chioma!
-
Sentiamo, cosa avrei pensato!
-
Sei sicura di volerlo sentire?
Ami,
Rei e Makoto erano rimaste spettatrici di quello scambio di battute, ma tutte
sapevano cosa aveva pensato Minako nel momento in cui l'aveva vista entrare in
gioielleria, non era difficile infondo…
-
Sono tutta orecchi!
L’unica
a non sapere era Minako! Si fermò a guardare Ami, la più tranquilla del
gruppo, che abbassò il capo arrossendo, si chiese come mai quella reazione.
-
Che Mamoru mi stesse comprando un anello di fidanzamento!
La
bocca di Minako restò aperta ma nessun suono ne uscì fuori. Makoto iniziò a
ridacchiare, subito seguita da Rei, Ami era la più discreta, aveva portato una
mano davanti le labbra per nasconderle... lei... bhè lei era rimasta a guardare
l’amica in attesa della sua risposta.
-
Bhè, certo! Cosa avrei dovuto pensare? Sembravate così… affiatati…
Ok,
lo smarrimento di Minako era durato solo alcuni secondi…
-
Mina-chan adesso non ti sembra di esagerare?
-
Ha ragione Makoto… io non ho visto tutto questo affiatamento…
Come
sempre, Makoto e Rei stavano cercando di mitigare la versione di Minako che
spesso si lasciava prendere troppo dall’entusiasmo.
-
Eh no! Anche voi eravate shockate! Adesso non tiratevi indietro! Ami dì
qualcosa…
E
come sempre Minako cercava una spalla in Ami.
-
Veramente a me non è sembrato…
-
Ribadisco, siete solo delle vigliacche!
Così
dicendo incrociò le braccia sotto il seno e sbuffò rumorosamente.
-
Dai Minako non prendertela…
-
Ha ragione Ami… non prendertela, ti giuro che un giorno, quando troverò
l’uomo della mia vita, sarai la prima a conoscerlo!
Minako
sbuffò ancora e poi iniziò a parlare con il tono di chi la sapeva lunga.
-
Tu hai già trovato l’uomo della tua vita e quelle rose ne sono la prova!
-
Quali rose?
L’attenzione
di Rei fu captata dalla parola “rose” e si girò curiosa a fissare prima
Minako e poi lei che si sentì lievemente imbarazzata, raramente aveva ricevuto
delle rose ed ogni volta era stato sempre un presunto corteggiatore, ma stavolta
era diverso.
-
Quelle che tuo cugino ha mandato alla tua futura cuginetta!
Minako
al solito suo aveva tratto le conclusioni sbagliate! E Rei e Makoto stavano
cascando come lei nell’inghippo!
-
Davvero Usagi?
-
Ehi! Forse Minako non ha tutti i torti!
-
Certo che no! Io ho sempre ragione!
-
Parla!
-
Subito!
L’unica
in silenzio era Ami ma era chiaro che anche lei stava nutrendo una certa
curiosità! Stavolta fu lei a sospirare e nascondere tra le mani il viso per
trattenere le risate che già le stavano sconquassando il torace… ed i
commenti delle sue amiche, ignare di tutto, non riuscivano certo a placare
l’attacco di risa cui era vittima in quel preciso momento.
-
Oddio, si è commossa!
-
Su Usagi, non fare così!
-
Ehi, ci fai preoccupare cosa è successo?
-
Ragazze io credo che…
Ma
Ami non ebbe modo di finire il suo commento perché ormai era sfinita e non
riuscì più a trattenere le risate! L’unica che non si sorprese di tale
reazione fu proprio Ami che era arrossita dato che tutti gli avventori erano
rivolti verso il loro tavolo. Lei intanto cercava di trattenersi dal ridere ma
con scarsi risultati. Ogni volta che fissava il volto di una delle sue amiche
ripartiva peggio di prima. All’ennesimo tentativo si impose di fermarsi e
sembrò riuscirci.
-
Scusate-scusate! Adesso mi riprendo!
Dopo
aver inspirato profondamente sembrò più calma. Gli occhi lucidi però erano
chiaro segno che l’ilarità di pochi minuti prima non l’aveva ancora
abbandonata.
-
Ci spiegheresti cosa diamine ti è preso!
Rei
aveva perso la pazienza, probabilmente si sentiva presa in giro e doveva essersi
accorta che il loro tavolo era al centro di una fitta rete di pettegolezzi!
-
Le famigerate rose di cui parla Minako, bhè sono state un’idea di Kunzite e
tu – e qui il suo indice era puntato verso Minako – dovresti saperlo dato
che è stato proprio lui a dirtelo!
Minako
aveva increspato le labbra in un atteggiamento deluso.
-
No, a me Kunzite non ha detto nulla! È stata la signora Kumiko ad informarmi
del gentile pensiero di Mamoru. Ero passata per chiederti le chiavi che
avevo dimenticato a casa e lei mi ha detto delle rose, aggiungendo qualcosa che
non ho sentito perché troppo shockata! E tornando alla questione di fondo,
Mamoru ha scelto delle rose rosa pesco, questo è un segno!
Usagi
ringraziò tutte le divinità conosciute, dal Buddha Siddharta a Maometto,
passando per il Dio dei Cristiani e tutti i Kami da lei conosciuti! Minako non
aveva sentito il riferimento che la signora Kumiko, sicuramente, aveva fatto
riguardo al suo presunto fidanzamento con Mamoru… allora quello era il
suo giorno fortunato! Sì, adesso Minako poteva anche investirla con tutte le
sue teorie strampalate, tanto il peggio era passato!
E poi conoscendo Minako sapeva che era ben intenzionata a difendere a spada
tratta la sua idea, quella secondo cui Mamoru era innamorato di lei e presto o
tardi si sarebbe resa conto di contraccambiare i suoi sentimenti!
-
No, Minako! Te lo ripeto per l’ultima volta: è stata una banale coincidenza!
Aveva
risposto cercando di sembrare calma, e con sforzo incredibile nascondeva la
gioia per averla scampata, ancora una volta, alla fantasiose teorie della
coinquilina, e si stava sforzando di far tornare nella dimensione della normalità
Minako, anche se sapeva che era parecchio difficile: la designer di interni,
quando si metteva in testa qualcosa, diventava irremovibile!
-
Bhè perché quel colore? Poteva sceglierne uno qualsiasi ma perché proprio
rosa pesco?
E
questa era una di quelle volte! Era arrivato il momento di mentire! Non poteva
dire la verità, stavolta sarebbe stato impossibile far ragionare Minako e con
lei tutte le altre.
-
Che altro colore poteva scegliere? Tutti sanno che le rose rosse si regalano
alla persona amata. Le rose bianche rappresentano purezza. Le rose gialle
gelosia. Rimaneva quella rosa e quindi è stato costretto a scegliere quel
colore! E poi non tutti conoscono il linguaggio dei fiori come te!
-
No! Esistono un’infinità di sfumature di rosa, lui ha scelto un rosa pesco
che ha un significato ben preciso: un amore segreto. Poteva regalarti una
qualsiasi rosa rosa che sta a significare amicizia ma non è stato così!
-
Forse il fioraio aveva solo rose color pesca e Mamoru le ha scelte per questo,
non credi Minako?
Makoto
stava cercando di far ragionare Minako ma sapeva che era difficile. Quando la
bionda si metteva in testa un’idea era impossibile dissuaderla.
-
Conosco Kunzite e se è stato davvero lui a suggerire le rose lo avrà mandato
sicuramente dal suo fioraio di fiducia.
-
E quindi?
L’ingenuità
di Ami a volte era disarmate…
-
E quindi, il fioraio di fiducia di Kunzite è fornitissimo, probabilmente è il
più fornito di Shibuya, Shinjuku e Ginza.
-
E tu come fai a saperlo?
La
domanda di Rei aveva fatto arrossire Minako che adesso straziava il tovagliolo
che teneva in mano.
-
Sono stata io a suggerirlo a Kunzite la prima volta che mi ha detto che voleva
regalarmi dei fiori…
Osservò
perplessa i visi delle amiche, anche loro non sembravano molto convinte della
risposta di Minako! Era arrivato il momento di sferrare l’assalto, sperava con
tutto il cuore decisivo, per imbarazzare una volta per tutte Minako...
augurandosi così di azzittirla.
-
Sei stata tu a suggerirglielo? Minako non sarebbe più corretto dire ad imporglielo?
-
Bhè… forse sì, no… cioè non credo… oh, cavolo sì! Ma il punto è un
altro: Mamoru ti ha regalato delle rose rosa pesco!
Si
era sbagliata, Minako non si sarebbe mai azzittita! Ultima possibilità:
ritirata! E così neanche il tempo di pianificare la sua ritirata che già era
scattata.
-
Scusate! Il cellulare!
Facendo
finta di cercare il cellulare in borsa, si alzò dal tavolo e corse verso
l’ingresso senza dare il tempo alle amiche di fermarla!
Una
volta fuori respirò l’aria fresca della sera e cercò di trovare il modo più
convincente per mettere a tacere Minako ma era assai difficile.
-
A meno che tu non sia dotata di un super udito, ma ne dubito fortemente, nessuna
di noi ha sentito squillare il tuo cellulare!
La
voce divertita di Rei la fece sussultare.
-
Ho la modalità vibrazione.
-
Non sai dirle le bugie!
Sorrise
di rimando a Rei ed attese che la mora le facesse la sua domanda.
-
Usagi… sei la mia più cara amica… ci conosciamo da sempre, forse da ancor
prima di nascere, ti chiedo solo di fare attenzione! Mio cugino è…
-
Rei tra me e Mamoru non c’è nulla, te lo assicuro! Non dirmi che ti sei fatta
trascinare dalla follia di Minako?
-
No, solo che… stai… state attenti! Promettilo!
-
Non preoccuparti…
-
Ok, ti credo, ti voglio credere! Adesso però rientriamo e cerchiamo di tappare
quella ciabatta che Minako si ritrova al posto della bocca!
Si sorrisero per poi rientrare insieme nel locale, mettendo da parte quel
dialogo che era loro, solo loro.
Il suo pensiero però andò a quelle rose rosa pesco che erano nel suo ufficio
ed erano quasi appassite. Sorrise dolcemente ma si sentì stranamente turbata.
Mamoru le aveva detto che le aveva regalato delle rose di quel colore perché le
ricordavano il suo bagnoschiuma... una cosa romantica, intima. Non credeva che
lui fosse capace di simili slanci, ne era rimasta sorpresa, positivamente
sorpresa! Mai nessuno aveva mostrato tanta attenzione ai particolari... chiuse
gli occhi ed inspirò un'ultima volta una boccata di aria fresca, quei pensieri
dovevano essere messi da parte, almeno per il momento!
***** ***** *****
V
giorno
Ore
21:00
-
25 giorni all’alba
Non riusciva a capire perché ogni volta si lasciasse trascinare in
quella assurda idea del ritrovo del venerdì. Era inconcepibile! Odiava quei
riti, gli sembravano sciocchezze, roba da ragazzini e loro ormai non lo erano più
da un pezzo!
-
E dai Mamoru! Non puoi rompere ogni volta con questo atteggiamento del cavolo!
Se non ti va di venire nessuno ti costringe!
Nephrite
era al solito quello che meno di tutti tollerava il suo essere scettico riguardo
le partite di biliardo del venerdì.
-
Nephrite non iniziare!
Mentre
Jadeite era il paciere della
situazione.
-
No! Davvero! Io non capisco perché dobbiamo incontrarci per forza solo il
venerdì!
Sapeva essere irritante soprattutto quando iniziava a stuzzicare gli
amici per quel che riguardava la vita di coppia, ma era più forte di lui, si
divertiva nel vederli dare di matto quando si toccavano le fidanzate!
-
Le ragazze oggi si incontrano tra loro e noi facciamo altrettanto!
Jadeite
gli aveva risposto prima di apprestarsi a giocare. Erano, come ogni venerdì
sera, alla sala giochi gestita da Motoki e si stavano divertendo giocando a
carambola… meglio correggere: gli altri si stavano divertendo lui, al solito,
stava sbuffando.
-
Vi hanno messo nel sacco!
-
Noi tutti aspettiamo il giorno in cui sarai tu ad essere messo nel sacco!
A
parlare stavolta era stato Zoicite che lo guadava con un sorriso per nulla
rassicurante.
-
Mio caro Zoicite, non dovremo aspettare ancora per molto… il nostro Mamoru è
già nel sacco solo che ancora non se ne è reso conto!
La
risata di Kunzite fu raggiunta da quella di Nephrite che era il solo ad aver
capito le parole dell’amico. Gli altri tre, lui compreso, li guardavano poco
convinti cercando di capire cosa avessero da ridere, il primo a comprendere fu
Jadeite che come gli altri due - deficienti - inziò a ridere.
-
Adesso potreste fare ridere anche noi due?
La
sua voce irritata fece aumentare le risate ed alla fine, un Jadeite sofferente a
causa del troppo ridere, riuscì a tirare fuori il fiato per rispondergli.
-
Non credo che rideresti!
-
Fai decidere a me cosa può o non può suscitare la mia ilarità!
Stava
iniziando a perdere la pazienza! Non sopportava le prese in giro, soprattutto
quando queste provenivano dagli amici!
-
Quando fai così diventi insopportabile!
Nephrite
era di nuovo partito all’attacco… e Zoicite, che parlava sempre nel momento
meno adatto, rincarava la dose!
-
Povera la donna che ti sposerà!
Stavano
continuando a deriderlo e lui stava perdendo ancora di più la pazienza!
- Allora puoi benissimo dire povera Usagi!
-
Già, hai ragione!
Ma erano impazziti? Adesso avevano tirato in ballo pure Usagi, assurdo!
Nephrite e Kunzite quando volevano sapevano diventare davvero insopportabili!
-
Credo di aver capito…
Ed
anche Zoicite sembrava aver capito il motivo di tanta ilarità e si era unito
alle risate degli altri tre. Magnifico! Era rimasto il solo a non comprendere il
perché si stessero burlando di lui.
-
Perfetto! Visto che vi divertite tanto potete continuare pure senza di me!
-
Dai Mamoru! È toccato a tutti, adesso è semplicemente il tuo turno!
Jadeite, quello che aveva un briciolo di buon senso in più rispetto a
tutti loro, cercava come al solito di rabbonirlo!
-
Jadeite, non mi piacciono le prese in giro! O parlate chiaro o arrivederci e
grazie!
-
Veramente dovresti essere tu a dirci cosa ci facevi oggi pomeriggio a Shibuya
con Usagi… e per di più in una gioielleria!
Kunzite
era riuscito a calamitare l’attenzione di tutti su di sé ed adesso lo
osservava con un ghigno, chiaro segno di quanto si stesse divertendo a sfotterlo.
-
Tu come lo sai?
L’occhiata
indirizzò a Kunzite avrebbe fatto impallidire chiunque tranne, naturalmente,
Kunzite abituato ai suoi scatti.
-
Minako vi ha visti… e non solo lei!
-
Capisco!
Usagi
glielo aveva detto che le ragazze erano lì e lui aveva risposto che non era un
problema… bhè si sbagliava di grosso… quelle, soprattutto Minako, erano
capaci di mettere su un teatrino per nulla!
-
Non mi sembri sorpreso!
Kunzite
adesso lo fissava perplesso e per questo si sentì in parte soddisfatto, stava
conservando un po’ della sua immagine da uomo tutto di un pezzo.
-
Usagi mi aveva avvertito della possibilità di incontrare le vostre gentili
consorti!
Aveva
risposto mascherando la soddisfazione provata.
-
Sì, ma non mi interessa questo! Perché eravate da Kikinzoku?
Nephrite,
anche lui a conoscenza della sua passeggiata a Shibuya, sembrava quello
più interessato alla questione e lui non mancò di incenerirlo con lo sguardo.
-
Niente! Le ho chiesto un consiglio per un regalo!
-
Un regalo? E per chi?
Oddio,
ma i suoi amici erano diventati più pettegoli delle fidanzate!
-
Per l’imperatore!
-
Mamoru piantala! Per chi è questo regalo?
Nephrite
era sbottato mentre Kunzite restava in silenzio a fissarlo. Sapeva che lo stava
osservando in attesa di un passo falso e, alla prima falla nel suo discorso,
Kunzite sarebbe intervenuto ed avrebbe attaccato proprio lì, doveva era più
vulnerabile, d’altronde da un avvocato era più che lecito attendersi una
mossa simile.
-
Ma davvero! Devo comprare un regalo per l’imperatore!
-
Ma quanto sei spiritoso… vuoi vedere che hai portato Usagi per farle scegliere
il suo regalo, magari un bell’anello di fidanzamento!
Ma
quanto potevano essere idioti i suoi amici? Se lo chiedeva ogni volta che li
sentiva fare quei discorsi!
-
Certo! E quindi se dovessi comprare un anello di fidanzamento alla mia presunta
fidanzata porterei proprio lei a sceglierlo! Davvero intelligente come
ragionamento, degno di te Nephrite!
-
Da te dobbiamo aspettarci questo ed altro Chiba!
Ecco,
adesso la situazione si stava mettendo male! Nephrite era passato al cognome e
questo non era mai un buon segno.
-
Non è aria… è meglio che vada!
Così
dicendo prese la giacca di pelle e la indossò senza salutare nessuno e con la
faccia scura. Le risatine dei suoi amici, si chiedeva se poteva considerarli
effettivamente tali, erano davvero fastidiose. Non vedeva l’ora di essere
fuori e tornarsene a casa, l’arrivo di Motoki però lo costrinse a fermarsi!
-
Cosa avete tutti e cinque da ridere tanto?
-
Io non sto affatto ridendo! Chiedilo a questi quattro deficienti cosa hanno da
ridere!
Era
davvero furioso, anche perché ormai era chiaro il motivo di tanta ilarità e
questo lo faceva innervosire ancora di più perché non era vero!
-
Motoki stavamo parlando della donna che ha rubato il cuore di Mamoru!
-
E chi sarebbe la fortunata? La conosco?
Era
meglio che andava, non voleva restare un minuto di più!
-
Certo che la conosci la sfortunata! Per un periodo siete pure usciti
insieme!
Questa
gli mancava! Usagi e Motoki per un periodo di tempo erano usciti insieme? E lui
perché non lo sapeva? Interessante! Avrebbe trovato un modo per prendere in
giro la dottoressa Tsukino!
-
E chi è?!
Motoki
si era voltato in sua direzione ed era in attesa di una risposta, ma lui era
troppo impegnato a guardare di traverso tutti i suoi amici che si facevano beffa
di lui.
-
Lasciali perdere Motoki! Non sanno altro che dire un mucchio di cazzate! Scusate
ma la mia pazienza ha raggiunto il limite. È stato un piacere, ci vediamo
quando sarete cresciuti!
Così
dicendo andò via salutando tutti con una mano!
Una
volta fuori prese dalla tasca interna della giacca di pelle il pacco di
sigarette. Ne prese una ma, neanche il tempo di metterla tra le labbra
dischiuse, una voce lo bloccò!
-
Non avevi smesso di fumare?
-
E tu non eri dentro a divertirti alle mie spalle con il resto della comitiva?
Kunzite
si avvicinò e gli fece cenno di passargli una sigaretta.
-
È più divertente sfotterti quando sei presente altrimenti è fiato sprecato…
-
Capisco!
-
Dammi l’accendino!
Alzò
gli occhi al cielo sbuffando! Tipico di Kunzite, scroccare sempre!
-
Non ho l’accendino!
-
Ma allora che tieni a fare le sigarette nel giubbotto!?
-
In momenti di stress tendo ad aver bisogno di una sigaretta e così, per evitare
di fumare, ne prendo una e la tengo spenta tra le labbra…
Kunzite
sorrise e conservò la sigaretta nella tasca interna del bomber che indossava.
Mise le mani nelle tasche posteriori dei jeans scuri e guardò il suo amico.
-
Si tratta di un consiglio di qualche psicologa di nostra conoscenza?
-
No! Nessuna psicologa di tua conoscenza! Ed adesso piantala!
-
Certo… certo…
Ma
era chiaro lo sforzo dal trattenersi dallo scoppiargli a ridere in faccia! Infastidito
dall’ennesima presa in giro strinse con forza la sigaretta tra le labbra, alzò
il colletto del giubbotto e se ne andò senza degnare Kunzite di uno sguardo.
L’avvocato di contro scosse la testa e, senza togliere le mani dalle tasche,
si affiancò a lui.
-
Cosa vuoi?
-
Fare due chiacchiere…
-
Mi sembra che abbiamo già parlato!
Intanto
avevano raggiunto la sua macchina ed aveva disinserito l’allarme con il
telecomando. Aveva aperto lo sportello ed attendeva Kunzite che arrivasse al
punto.
-
Non farle del male.
Il
tono canzonatorio era stato messo da parte e Kunzite adesso appariva serio, come
poche volte aveva avuto modo di vedere.
-
Di chi parli?
Sapeva
benissimo a chi si riferiva Kunzite, ma voleva prendere tempo e capire il perché
di quella raccomandazione.
-
Non prenderla in giro.
Ancora
il tono fermo e deciso. Ancora quello sguardo ammonitore.
-
Non è come credi. Non voglio portarmela a letto.
-
Io ti sto avvisando.
Stava
iniziando ad arrabbiarsi. Perché tutti dovevano sempre essere pronti a
giudicarlo senza conoscere i fatti? Sperava che almeno i suoi amici, almeno
Kunzite, si astenessero dal farlo ma non era così.
-
Te lo ha chiesto Minako?
-
No! Voglio bene ad Usagi come ad una sorella e tu sei il mio migliore amico. Non
voglio perdere nessuno dei due.
-
Non sono così bastardo come credi!
Adesso
si stava andando sul personale e stava iniziando a perdere la pazienza. Perché
– periodo ipotetico dell’irrealtà – se lui ed Usagi avessero iniziato una
relazione, sarebbe stata colpa sua la fine della stessa?
-
Lo so, ma preferisco essere sincero, non voglio che tu la faccia soffrire.
Kunzite
continuava a mantenere quel suo tono neutrale.
-
Ammetto che mi stuzzica, ma non in quel senso. Non credo che rientri nei miei
canoni di bellezza.
Kunzite
alzò un sopracciglio perplesso.
-
Allora è peggio di ciò che temevo. Mamoru fa attenzione, non ti chiedo altro.
Usagi non è come le altre!
-
Ed io non sono un’idiota! Ho capito! Stai tranquillo, non la sfiorerò neanche
con un fiore! A proposito di fiori… grazie per il suggerimento! Le rose hanno
fatto il loro effetto!
-
Quali rose?!
-
A non te l’ho detto? Che sbadato! Ho regalato ad Usagi delle rose dicendo che
eri stato tu a suggerirmi l’idea!
-
Cosa? E perché mai?
-
Ti sembro il tipo che regala rose ad una donna?
Così
dicendo era entrato in auto e messo in moto, per poi sparire una volta svoltato
l’angolo.
-
Temo che sia peggio di ciò che credevo!
Ma quelle parole lui non
poteva averle sentite dato che già era partito!
Avevano promesso, entrambi. Lei sarebbe stata attenta, lui non
l’avrebbe fatta soffrire…
L’angolo
dell’autrice
Buongiorno
carissime lettrici e pazienti affette da Ellephedrite… ecco qui il nuovo
capitolo! Come ho avuto modo di leggere tutte siete rimaste piacevolmente
colpite dal perché Mamoru abbia comprato delle rose rosa pesco, ne sono felice!
E finalmente il famigerato interrogatorio c’è stato, da una parte Minako è
stata la più cattiva… tanto da non lasciare il tempo ad Usagi il tempo di
replicare alle sue domande tanto che la nostra amica si è dovuta inventare una
telefonata inesistente! Nella seconda metà invece c’è stato l’incontro con
la controparte maschile, ma vi aspettavate anche questa parte del racconto?
Spero di no e di avervi strappato un sorriso anche grazie a loro!
Per
quel che riguarda lo stile non sono poi così convinta – sai che novità! –
aspetto voi per sapere cosa ne pensate voi!
RINGRAZIAMENTI:
-
MOREA: Buondì! Mi spiace averti fatto aspettare tanto però tutta colpa
dell’ultima rilettura mattutina prima della pubblicazione! Stamattina se la
pubblicazione è ancora più tarda è colpa delle pulizie che devo farle da sola
dato che la mia mamma non c’è!
Vedremo se potrai godere anche di questo nuovo capitolo, oggi che è il
tuo giorno libero! Mamoru è semplicemente favoloso, forse un po’ finto ma che
vuoi farci! A me piace immaginare che Mamoru, nonostante l’aria da cattivo,
sia un romanticone… sono molto più tranquilla riguardo l’incontro con le
altre ragazze, è andata bene a quanto pare! Effettivamente ho cercato di
rimanere fedele ai personaggi senza discostarmi più di tanto da loro e sapere
di esserci riuscita utilizzando solo pochi aggettivi mi rende felice! La scena
di Ryu è quella che continua a non convincermi, però il fatto che Mamoru inizi
a bollire come una teiera, non per gelosia, è vero! Qualcuno ci ha preso sul
perché di tanta antipatia nei confronti del pittore! Per quel che
riguarda la tua confusione, presente in molte ma che non ho mai spiegato, presto
detto: Mamoru e Seiya sono fratellastri, stessa madre ma padri diversi ed ecco
perché il cognome diverso, per quel che riguarda il doppio cognome è un mio
errore personale, a cui ho rimediato! Spero che questo capitolo ti possa piacere
come gli altri, mi scuso io con te se fino adesso non avevo commentato la tua
fic ma non l’avevo proprio vista! Alla prossima e buon fine settimana!
-
PINGUI79: ciao Kià! Effettivamente noi affette da Ellephedrite siamo una
grandissima famiglia! Davvero secondo te Usagi ha la lingua lunga? No, perché a
me non è sembrato, assolutamente, anzi al contrario! Mamoru era quello che
avrei strozzato volentieri con le sue battutine al vetriolo ed I capricci perché
Ryu fa il cascamorto con Usagi (che poi a Mamo-chan cosa può interessargli!)…
per quel che riguarda le ragazze versione 007, inizialmente avevo pensato di
farle incontrare faccia a faccia con Usagi e Mamoru solo che poi non avevo idea
di come continuare il racconto e poi non mi sembrava carino lasciare Mamoru in
balia di altre quattro donzelle ed una di queste agguerrita al massimo, no, ho
provato pena per lui! Pasticcino e Biscottino in questo capitolo non sono stati
insieme e spero che questo non ti abbia delusa, ma ogni tanto sono necessari
capitolo in cui I due si trovino ai poli opposti della città altrimenti poi
sembra che vivano in simbiosi! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Grazie per la recensione, alla prossima!
-
QUEENSERENITY83: ciao Ida! Davvero aspettavi con tanta ansia il nuovo
capitolo? Ti ho messo così tanta curiosità? Non me lo aspettavo! Sono felice
di sapere che la mia fic ti piaccia e soprattutto che tu la stia seguendo.
Questa era nata come una sciocchezzuola e prosegue come tale, sia chiaro, solo
che non credevo di avere tanto seguito! Me commossa! I due personaggi credo che
a furia di psicanalizzarsi reciprocamente finiranno in ospedale e non capiranno
più un tubo! Magari imparassero a vivere più sereni, non sarebbe meglio? Sarà
che forse sono io ad essere crudele come autrice? Mamoru che fa la lista dei
pregi e difetti diciamo che è molto autobiografica dato che, tutti i santissimi
giorni, il mio ragazzo fa la lista dei miei pregi e difetti, quest’ultimi non
so perché sono in continua ascesa… la motivazione del rosa pesca è dolce e
romantica ma non vorrei essere stata troppo mielosa, è un mio grandissimo
timore! Il pittore difficilmente si potrà digerire anche perché l’ho creato
così di proposito… sono sadica, lo so! Per quel che riguarda il qualcosa
che lo perseguiterà per le notti a venire… non credere che sia chissà
cosa… ancora una volta sono semplici e banali situazioni quelle che voglio
descrivere! Adesso ti saluto e passo alle altre recensioni, grazie per aver
perso cinque minuti per me, alla prossima!
-
MICINA82: Giovanna cara, che piacere rileggerti! Mi fa piacere che almeno
due scene ti siano piaciute mi riempie di orgoglio… per quel che riguarda
Mamoru che ammette di aver scelto le rose color pesco ti assicuro che sotto non
c’è nient’altro quindi non ti arrovellare il cervello perché ci rimarresti
delusa! Nessun mistero da scoprire, solo la semplice realtà di tutti i giorni!
Usagi come si sente nello scoprire che Mamoru abbia notato qualcosa di così
intimo? Lo hai scoperto in questo capitolo, o no? Nella scena della galleria ci
hai preso in pieno, quella di Mamoru non è una vera e propria scenata di
gelosia. Potrebbe essere sì gelosia, ma diversa rispetto quella che un
innamorato prova per la sua amata, come hai detto tu, Mamoru si è sentito messo
da parte, sostituito in un certo senso e questo ancora non è dato sapere se
Usagi lo abbia capito o no (per meglio dire, io lo so, ma voi no!)… Usagi per
Mamoru rappresenta non tanto una ragazza da conquistare sul piano sentimentale,
ma una persona da conoscere, apprezzare, con cui condividere pensieri e tormenti
ecco perché le ha chiesto di uscire per conoscersi… adesso cara devo scappare
dalle altre altrimenti finisce che non riesco più ad aggiornare, un bacio ed
alla prossima!
-
MARYUSA: buongiorno! Il tragitto in macchina era nato molto meno
divertente, l’ho reso tale non so neanche io come! A volte inizio a scrivere e
le battute si susseguono senza neanche rendermene conto! Ti dirò, temo che ci
sia troppo spazio per i dialoghi e poco per le riflessioni e da questo punto di
vista sto provando a migliorarmi! Comunque la battuta su Sato, il pilota di
Formula 1, è stata riadattata, al mio ragazzo di solito lo chiamo Schumacher
quando lo vedo distratto al volante! Sei la seconda persona che mi dice che
Usagi è troppo linguacciuta, mi spiegheresti perché? Cosa c’è che non va
nel suo rispondere alle provocazioni di Mamoru? Sono curiosa di sapere in cosa
consiste questa tua affermazione, non mi sto arrabbiando solo che mi sto
incuriosendo… Mamoru non è geloso, come ho preciso alla fine del secondo
curioso, o per lo meno, non è gelosia come la intendi tu! Leggi oltre le
righe… e ti sarà tutto più chiaro! Cosa accadrà lo hai già scoperto un
faccia a faccia con gli amici, spero di essere riuscita a renderti ancora più
contenta adesso che hai visto come Mamoru ed Usagi sono con i loro rispettivi
amici! Spero di poter leggere un commento anche a questo capitolo, grazie per il
tempo che mi dedichi, alla prossima!
-
ROMANTICGIRL: ciao Roxy (ma sta per Rossella o Rossana?) prima di tutto
grazie per esserti offerta volontaria (come no, ma se te l’ho chiesto io!), in
secondo luogo, ci tengo particolarmente al tuo parere anche perché qui si
tratta di psicologia che è il tuo campo! Come ho detto a Maryusa la scena della
macchina era nata molto più calma, poi rileggendolo prima della pubblicazione
ho aggiunto battute su battute ed è venuto fuori quello che hai letto! Comunque
per un po’ non userò più questi due teneri appellativi, mi fanno
venire la nausea! Per quel che riguarda le ragazze invece ho lasciato tutto
intonso, quella scena come è nata è stata pubblicata, senza nessuna modifica!
Per quel che riguarda la galleria, ci hai preso in pieno, Midori, la madre di
Mamoru, si è risposata con un altro uomo e da questa unione è nato Seiya,
quindi lui e Mamoru sono fratelli per parte materna! Dopotutto da una psicologa
cosa dove aspettarmi? Spero che la cenetta con le ragazze da una parte, e la
pseudopartita a biliardo dei ragazzi dei ragazzi dall’altra, ti sia piaciuta!
Grazie per le recensioni che arrivano sempre puntualmente, alla prossima!
-
SHALYA: ciao Alida! Guarda credo che il mio ragazzo lo abbia proprio nel
sangue, e la cosa assurda sai qual è? Che quando si accorge di essere in
ritardo neanche si affretta per tentare di ridurre questo maledetto ritardo, la
sua filosofia di vita è: sei in ritardo? Perché ammazzarsi la vita per
ridurlo? Mica cambia qualcosa se arrivi due minuti prima… perso per perso non
mi ammazzo la vita! Qualche volta lo ammazzo io! Sono contenta che la
motivazione della scelta del colore delle rose vi sia piaciuta, a me dopo aver
scritto è sembrata stupida, ma non riuscivo a trovare alternativa migliore! Per
quel che riguarda Ryu… sono felice che risulti tanto antipatico anche perché
l’ho descritto sperando di riuscire a suscitare anche la vostra antipatia e
non solo quella di Mamoru… per quel che riguarda il fatto che sia polipone…
hai ragionissima! Ma lo stesso non si può dire per ciò che riguarda i suoi
rapporti con Midori e Seiya, forse quest’ultimo neanche lo conosce!
Effettivamente nella parte iniziale Usagi e Mamoru erano molto più rilassati,
mentre alla galleria… addio tranquillità! Le ragazze, soprattutto Minako –
o forse è meglio dire solo Minako? – hanno messo sotto torchio la povera
Usagi che non invidio proprio… a me è successo con una mia amica e lei era da
sola… figurarsi con quattro! Però anche i ragazzi si sono divertiti a
punzecchiare Mamoru, non lo credi pure tu? Soprattutto Nephrite e Kunzite!
Grazie per i complimenti e per l’attesa con cui attendi i capitoli! Per quel
che riguarda le altre fic al momento sono in pausa di riflessione! Sto cercando
di trovare la strada che mi porterà a mettere la parola fine a quelle due! Per
il momento mi godo questa fic che si sta scrivendo da sola e che mi sta
regalando parecchie soddisfazioni come non mi capitava da tempo! Per quel che
riguarda la tua ultima one shot credimi, i complimenti sono tutti meritati, non
solo perché sei riuscita a trascinarci nel vortice della disperazione di Usagi
prima e Mamoru dopo, ma anche perché, come hai detto tu stessa, sei riuscita a
farci volere bene quello che era il rovina coppia della situazione… guarda,
quasi quasi, Mamoru è stato il vero rovina coppia! Però devo anche dire che se
non fosse stato per lui forse, questo non possiamo saperlo, il matrimonio tra
Usagi e Demando forse sarebbe naufragato dato che Usagi non era realmente
innamorata di lui! Sono proprio curiosa di sapere come sarà la fic con il
finale alternativo! Per quel che riguarda le responsabilità credo di
averlo intuito perché una volta ho affrontato un discorso simile con il mio
ragazzo, non c’era nessun rischio di gravidanza era solo una chiacchierata ma
ti assicuro che quella maledettissima parola ha suscitato tanti dubbi e
strascichi per diverse settimane… un bambino quando si ama, anche se inatteso,
non dovrebbe essere mai una responsabilità… o per lo meno la responsabilità
non è la prima cosa che mi salta in testa! Ma sarà che sono io troppo tenera e
romantica, o semplicemente che noi donne e viviamo la famiglia in modo diverso
rispetto il sesso maschile! Ryu ci sarà più in là ma non è un personaggio di
spessore, Midori vedremo… ancora non lo so! Adesso ti saluto e ti ringrazio
per la recensione, stavolta puntuale (visto che quando ti impegni riesci ad
essere puntuale! ahah)… un bacio alla prossima!
Grazie
alle 10 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
bunny65;
2.
ertila
3.
favola08;
4.
GioRock;
5.
girovaghi;
6.
Hatori;
7.
lagadema;
8.
LAS;
9.
miki90;
10.
stella93mer;
Grazie
alle 34 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
akane_val;
2.
Allen_Anne_Black;
3.
aquizziana;
4.
bellacullen889;
5.
brescy;
6.
DeepDereck;
7.
Enza85;
8.
Fantasy_Mary88;
9.
fasana;
10.
favola08;
11.
GioRock;
12.
hoshi90;
13.
igniflia;
14.
kiss88;
15.
LittleSimo;
16.
MaryAngel;
17.
micina82;
18.
Miky 483;
19.
Minerva89;
20.
Moons Tear;
21.
Morea;
22.
Neptune87;
23.
ponpon;
24.
Potter92;
25.
pulcinaele87;
26.
romanticgirl;
27.
sailorm;
28.
shalya;
29.
Tappetta4;
30.
Toru85;
31.
Truelove;
32.
usachan;
33.
_Maddy_;
34.
_Sofia_;
Un grazie particolare a Fantasy_Mary88 e sailorm per essersi aggregate a
questa avventura!
Adesso
vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 21 maggio
2010!
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Capitolo 9 *** Capitolo VIII ***
Nuova pagina 1
Capitolo VIII
X giorno
Ore
13:00
-20
giorni all’alba
Erano
trascorsi esattamente dieci giorni dal ritorno da Nagano.
In
dieci giorni solo due incontri.
Due
pranzi, semplici e banali... ed il pomeriggio a Shibuya, che non era stato per
nulla banale.
Ok,
era tutta una balla! Non si era trattato di pranzi semplici e banali, no. Lui si
era scoperto parecchio, lei… per nulla.
Quello
sarebbe stato il terzo pranzo, stavolta era necessario scoprire qualcosa che
riguardasse più da vicino Usagi. Non poteva accontentarsi di quella stupida
lista che conteneva ben tredici punti. Già, tredici punti, perché, alla fine
di quel venerdì si era ritrovato costretto ad aggiungere un tredicesimo punto,
dopo il diabolica… Usagi era piacevole: una persona incredibilmente piacevole.
Tirò
fuori dalla giacca la famosa lista ed iniziò a leggerla.
Al
primo posto svettava l’aggettivo isterica ed era vero: Usagi riusciva a
passare da un estremo all’altro come aveva dimostrato a Nagano. L’attimo
prima era allegra l’attimo dopo era capace di assalirti con veemenza, se non
era questo isterismo…
Subito
dopo isterica si arrivava manesca e qui non occorreva nessuna spiegazione: il
ceffone di Nagano – sempre in quella maledetta baita dove tutto era iniziato
– era una spiegazione più che sufficiente.
Poi
era la volta di menefreghista perché Usagi non poteva essere definita
diversamente, una a cui non interessava il suo parere non poteva essere
considerata altro che menefreghista. Se non lo fosse stata avrebbe fatto molta
più attenzione ai suoi consigli. Ok, forse quella era una considerazione troppo
audace, dopo tutto lui chi era per avere voce in capitolo in quella che era la
vita di Usagi? Nessuno! Però la dottoressa Tsukino doveva capire che il parere
di un uomo - si proprio uomo - come Mamoru Chiba poteva esserle utile. No,
decisamente, doveva ridimensionarsi: a volte anche lui rimaneva shockato per le
sue manie di onnipotenza!
Era
meglio passare al punto successivo: cocciuta. E qui non c'era nulla da ridire,
se non era cocciuta Usagi allora nessuno lo sarebbe stato! Quella ragazza era più
testarda di un mulo, se si convinceva di una cosa nessuno poteva farla
desistere. E poi quel maledettissimo vizio di avere sempre l’ultima parola…
oddio era qualcosa di insopportabile!
E
poi come dimenticare quel piccolo particolare, alquanto fastidioso, di voler
psicanalizzare tutti ventiquattro ore su ventiquattro? Se non era questo essere
stacanovista…
Ed
ancora permalosa… la facilità con cui si arrabbiava era la stessa con cui
cambiava lo smalto delle unghie, e da quello che aveva avuto modo di vedere –
perché lui era un attento osservatore – Usagi cambiava spesso il colore delle
unghie. A Nagano – e sempre lì cascava l’asino! – aveva visto
nell’ordine rosso, viola, mattone, nero, bianco, ed erano rimasti lì solo per
otto giorni…
Settimo
punto: diabolica. Questa era la caratteristica che più lo terrorizzava! Perché
Usagi come tutte le donne era diabolica, ma in più, rispetto alle altre donne
aveva il cervello. Ok! Lui non era misogino, no. Semplicemente non nutriva
particolare stima per il sesso femminile, lo reputava troppo volubile e
facilmente soggetto alle variazioni ormonali,
ma tornando ad Usagi... lei era un’attenta osservatrice ed era una
psicologa! Le due cose aggiunte al piccolo particolare di essere donna, la
rendevano alquanto pericolosa… e diabolica appunto. Sapeva dove e quando
colpire, tesseva pazientemente la sua tela, sotto certi punti di vista le
ricordava Kunzite. Come l’amico lei rimaneva in attesa ed al primo nervo
scoperto, zach, colpiva! Come la battutina carina su suo padre!
E
poi in quanto donna, era pure gelosa! Perché anche se lei non lo voleva
ammettere era gelosa, maledettamente gelosa. Della sua privacy prima di tutto -
ed almeno su questo si trovavano d'accordo - ma anche delle persone a lei care,
o forse quello era lui? Oddio, era tutto complicato quando si trattava di Usagi!
A dire il vero, in quella galleria quello che era sembrato geloso era stato lui
ma non era quello il punto. Si era sentito messo da parte, accantonato come un
oggetto vecchio e per un attimo si era sentito come quando aveva avuto sette
anni e sua madre si era risposata con il padre di Seiya... e poi era arrivato
suo fratello. Stop! Stava entrando in un terreno minato, meglio ritirarsi.
Meglio
passare alla parte meno pericolosa della lista, iniziando con l’aggettivo
felice. Ok, Usagi era felice, ed adesso che ci pensava, doveva aggiungere un
quattordicesimo punto: vivace! Già Usagi era l’icona della felicità e della
vivacità! Il sorriso sempre sulle labbra e quell’espressione rilassata –
eccetto quando litigavano, lì si trasformava, diventava più… ok, censura,
era meglio non continuare. – la potevano far diventare l’inno alla vita! Già
una giornata con lei ed il mondo diventava rosa, colore che tra l’altro lui
odiava.
Altro
pregio era la serenità che riusciva a trasmettere! Guardare in quegli occhi
voleva dire dimenticare tutti i problemi della giornata. Ci si perdeva in
quell’azzurro così intenso ma allo stesso tempo così surreale. Restare in
silenzio con lei non era mai imbarazzante, quasi mai! Lei ti lasciava i tuoi
spazi senza invaderli, o quasi! Stare in sua compagnia, per quanto fosse
diabolica, voleva dire abbassare la guardia e stare… appunto sereno!
Ok!
Poi era capace di essere sorprendete ed incredibile! Riusciva a cambiare aspetto
in meno di due secondi. Dalla donna calma e posata, dalla professionista seria e
scrupolosa, si trasformava e diventa l’adolescente goffa che era ai tempi del
liceo. Si chiedeva come fosse possibile, lui era sempre stato… calmo, preciso
e scrupoloso, da sempre sin da quando aveva memoria, ma Usagi no: lei un
continuo divenire!
E
curiosa? Come poteva dimenticare quel piccolo particolare che la rendeva tanto
simile ad una bambina? Già perché Usagi, per sua stessa ammissione, era la
curiosità fatta persona! Ti lasciava i tuoi spazi, era vero, ma poi doveva
sapere assolutamente, e qui si ritornava al suo essere cocciuta!
Per
finire con l’ultima caratteristica che più lo mandava in confusione, Usagi
Tsukino era una persona incredibilmente piacevole! Perché quel potpourri di
caratteristicherisultava essere piacevole! In sua compagnia il tempo volava e
senza neanche rendersene conto si arrivava a fine giornata, o a fine pranzo,
come era stato nel loro caso… e da lì il bisogno di altro tempo da dedicarle,
anzi no, da rubarle! Dannazione ma da quando lui desiderava passare del tempo
con una donna fuori dal letto? Si stava rincitrullendo, non c’era altra
spiegazione possibile… non poteva - voleva - esistere altra spiegazione!
Strano però, aveva ricontato i punti e si era reso conto che spuntavano due
aggettivi in più! Che li avesse aggiunti senza neanche rendersene conto?
-
Signore…
La
voce della cameriera del ristorante lo portò al presente.
-
Dica pure.
-
Una telefonata per lei, prego.
Ed
adesso chi lo chiamava direttamente al ristorante? I suoi colleghi aveva il
numero del suo cellulare e poi nessuno sapeva che era lì.
-
Pronto?
-
Mamoru ciao, sono io.
Nessuno,
a parte Usagi naturalmente.
-
Come mai non mi hai chiamato al cellulare?
Un
sospiro ed un colpo di tosse… adesso cosa le prendeva?
-
Forse perché non ho il tuo numero di cellulare?
Ovvio
e banale, era proprio uno stupido.
-
Ho capito! Stai chiamando per avvisarmi del tuo ritardo? L’ennesimo terrei a
sottolineare!
-
No, sto chiamando per avvisarti che non verrò.
Ah!
A questo non era pronto. Era sicuro che lei non sarebbe mai mancata ai loro
incontri!
-
Sai ho avuto un imprevisto di lavoro. Possiamo fare domani?
Perché
adesso gli sembrava che si stesse giustificando?
-
No! Domani sono impegnato io!
E
perché lui si stava innervosendo? Che senso aveva essere così brusco e
maleducato?
-
Capisco! Allora sarà per la prossima volta! Buon pomeriggio!
Perfetto!
Lei gli aveva sbattuto il telefono in faccia senza neanche farlo parlare! Che si
fosse arrabbiata? Certo che sì, era stato davvero un idiota a risponderle così
male.
*****
***** *****
X
giorno
Ore
13:05
-20
giorni all’alba
Ma che cavolo! Adesso faceva pure l’offeso? La invitava a pranzo solo
con un paio di minuti di preavviso e poi si arrabbiava se lei non poteva andare!
Il mondo non ruotava attorno alla sua persona, era arrivato il momento per
Mamoru Chiba di ficcarselo bene in testa!
Si alzò dalla poltrona e guardò
fuori dalla finestra.
Inspirò ed espirò un paio di
volte prima di voltarsi ed uscire. Che Chiba si arrangiasse ed imparasse che non
era il solo essere vivente al mondo!
*****
***** *****
X
giorno
Ore
14:40
-
20 giorni all’alba
Quando
arrivò alla casa famiglia in cui prestava servizio di volontariato la prima ad
accoglierla fu la piccola Miki. La piccola appena la vide le sorrise e le corse
incontro, aspettando scendesse dalla sua auto.
-
Ehi piccola, cosa c’è? Perché questi occhi rossi?
La
bambina, di poco più di cinque anni, le strinse le gambe in un abbraccio
disperato e si nascose alla sua vista. Intenerita da quel gesto, iniziò ad
accarezzare la testa scura. Quando comprese che la bambina non le avrebbe detto
nulla decise di separarsi da lei per inginocchiarsi e poterla finalmente
guardare in viso.
-
Miki, ti va di dirmi cosa è successo?
La
bambina annuì trattenendo un singhiozzo, finalmente guardandola in faccia.
Prese un profondo respiro ed iniziò a parlare.
-
Hyde-chan… mi ha detto che… nessuno mi vuole bene… ed è per questo che
sono qui…
A
sentire le parole di Miki le si strinse il cuore, povera piccola. Chiuse gli
occhi e cercò di reprimere la voglia di spaccare la faccia ad un quindicenne di
sua conoscenza. Perché gli uomini dovevano essere tutti così immaturi?
- Ed io? Io non ti voglio bene?
La
bambina annuì strofinandosi gli occhi con la mano paffuta, poi riprese a
parlare!
-
Io l’ho detto ad Hyde-chan… gli ho detto che tu mi vuoi tanto tanto bene e
lui…
La
vivacità aveva nuovamente abbandonato la piccola Miki che adesso la guardava
nuovamente con gli occhi pieni di lacrime. Un suo sorriso fece capire alla
bambina che doveva finire il suo pensiero.
-
Lui ha detto che… tu vieni solo perché… ti danno i soldi… e che… non ti
interessa niente di noi! È così?
Abbracciò
di slancio la bambina. Sapeva che non doveva legarsi ai suoi pazienti ma era più
forte di lei… era il suo limite dal punto di vista professionale. Un conto era
curare i bambini che riceveva in ospedale, tutt’altro paio di maniche era
prendersi cura dei bambini di quella casa famiglia, abbandonati e soli. Infatti,
i primi erano cullati e confortati dal calore dei genitori e di tutta la
famiglia mentre per Miki e gli altri bambini della “Casa del sorriso” era
diverso. Loro erano stati abbandonati al loro triste destino e non c’era
nessuna madre e nessun padre, se non casi eccezionali, a prendersi cura di loro.
-
Ehi! Io ti voglio bene, te ne voglio tanto, tantissimo! E tu? Tu mi vuoi bene?
La
bambina asciugò ancora una volta gli occhi e le sorrise.
-
Io sì! Ti voglio bene quanto il cielo e le stelle, il sole e la luna, quanto la
terra ed il mare, ti voglio un bene grande così!
Ed
allargando le braccia cercò di inglobare quanto più le fosse possibile.
Abbracciò Miki e le lasciò un bacio tra i capelli che profumavano di pesca,
come il suo bagnoschiuma... Mamoru Chiba, per un attimo le era tornato in mente
Mamoru. Era meglio mettere da parte certi pensieri, adesso era il momento di
occuparsi della piccola Miki.
-
Adesso vai dentro e chiama anche Masu ed Akiko, aspettatemi in cucina, oggi
prepariamo una torta! Ti va?
-
Sì, una torta buona!
-
Benissimo! Allora vai!
La
bambina corse verso l’interno della casa famiglia lasciandola nel parcheggio.
Prima di entrare all'interno dell'orfanotrofio, Miki si girò e la salutò con
una mano, per poi sparire all’interno della struttura.
Rimasta
sola, si assicurò di aver chiuso la sua auto e poi si diresse verso la “Casa
del sorriso”.
-
Buonasera dottoressa Tsukino!
La
responsabile della struttura l’accolse all’ingresso non appena mise piede
all’interno della casa.
-
Buonasera signora Sato.
Al
saluto accompagnò un lieve inchino del capo.
-
Miki le ha raccontato…
Annuì
senza far finire alla direttrice la frase. Poi riprese a parlare.
-
A grandi linee mi ha detto di Hideyoshi… dove posso trovarlo?
-
In camera sua.
Si
congedò per dirigersi verso la camera di Hideyoshi Azuki.
Bussò
una sola volta e poi entrò senza neanche aspettare il permesso che sapeva non
le sarebbe stato concesso.
-
Potevo essere nudo!
-
Oh, tranquillo non sei il mio uomo ideale… troppo piccolo, senza offesa
naturalmente!
Si
mise seduta sul letto di fronte a quello occupato da Hideyoshi e fissò il
giovane in attesa che questi uscisse dal suo stato di indifferenza. Lei non
aveva fretta, sapeva aspettare, a costo di metterci un’eternità, le spiaceva
solo che Miki e gli altri bambini dovessero attenderla, ma lei era
principalmente un medico, ed in quel momento il suo paziente era lì davanti.
-
Mi dà fastidio!
-
A me no!
Il
ragazzo si mise a sedere sul letto e la guardò negli occhi. Le iridi castane
erano fredde e gli occhi erano contornati da profonde occhiaie violacee che
facevano intuire il malessere del ragazzo.
-
Per favore fa in fretta!
-
Io non ho nulla da dirti. Sei tu quello che ha manifestato un problema.
Calma
e rilassata all’esterno, dentro di sé ribolliva a causa della rabbia. Non
contro Hideyoshi che era solo una vittima della situazione. Era arrabbiata con i
genitori di lui che lo avevano abbandonato lì, all’età di otto anni per non
fare più ritorno, spariti nel nulla. Come si poteva abbandonare un figlio?
-
Io non ho nessun problema. Ho detto solo la verità! A te non importa un cazzo
di noi, lo fai solo perché è il tuo lavoro!
-
Mi spiace deluderti ma io non sono pagata, sono solo una volontaria.
Il
sorriso spento di Hideyoshi le provocò una stretta al cuore, quel ragazzo -
quel bambino - aveva bisogno di aiuto, più di chiunque altro.
-
Allora la tua è solo bontà d’animo? Oppure il tuo volontariato servirà ad
aumentare il prestigio del tuo curriculum? Dimmi dottoressa, ho ragione?
-
A me non interessa ciò che pensi. So solo che sono una persona buona,
buonissima. Talmente buona che il mio primo pensiero appena entrata qui dentro
è stato quello di prenderti a schiaffi!
Aveva
parlato mantenendo la calma ma comunque era riuscita a dire ciò che aveva
pensato.
-
Con me non attacca, dovresti saperlo! Non ho cinque anni e non puoi
rincoglionirmi con quattro moine, ficcatelo bene in testa!
Così
dicendo Hideyoshi era uscito sbattendo la porta.
Usagi
si alzò e stirò le pieghe del letto sul quale era stata seduta, poi sistemò
anche l’altro ed allora la vide, una fotografia nascosta tra il materasso e la
rete del letto. Una famiglia in cui erano raffigurate tre persone, un uomo, una
donna ed un bambino di poco più di sei anni: la famiglia di Hideyoshi. Rimise
la foto dove l’aveva trovata ed uscì dalla camera. Non poteva aiutare
Hideyoshi se non fosse stato lui il primo a chiedere aiuto.
*****
***** *****
X
giorno
Ore
22:00
-
20 giorni all’alba
Aveva trascorso tutto il pomeriggio alla casa famiglia ed era passata da
poco l’ora di cena quando decise di tornare a casa. Miki le sembrava
leggermente più calma mentre Hideyoshi era sempre più scontroso. Lei aveva
dato la sua disponibilità adesso era il ragazzo a dover fare il passo
successivo: fidarsi di lei.
In
quel momento era ferma davanti al portone di un palazzo nella prefettura di
Ginza. Si chiedeva se effettivamente era stata una buona idea arrivare fino a lì.
No. Decisamente non lo era stata. Soprattutto quando vide andarle incontro
Mamoru, mano nella mano, con una ragazza alta il doppio di lei.
Come
un meccanismo riflesso, si nascose nel vicolo accanto al palazzo. Restò lì
nascosta per un po’, aveva visto come la stangona si era approcciata a Mamoru
ed un coniato di vomito la colpì improvvisamente. Come era possibile che una
persona intelligente come Mamoru poteva accompagnarsi a bambole gonfiabili come
quella? L'assurdità degli uomini!
*****
***** *****
X
giorno
Ore
22:00
-20
giorni all’alba
Era da un po’ di tempo che non gli capitava di invitare una ragazza a
casa sua però quella sera non gli andava di rimanere solo e la tipa non era
niente male.
Alta, molto alta, quasi quanto
lui.
Mora, con due enormi occhi
castani.
Provocante, soprattutto grazie
alle bocce messe in mostra dal reggiseno nero che svettava sotto il top
striminzito che a mala pena, ne era certo, la faceva respirare.
Però era silenziosa,
pesantemente silenziosa, e si cadeva in quel silenzio imbarazzante che non sai
mai come riempire.
Non aveva aperto bocca da quando
erano entrati in macchina solo qualche sorriso ogni tanto. Ma perché le aveva
chiesto di andare in un “posto un po’ più tranquillo”? Non poteva
starsene zitto e fare finta di niente? Dopotutto in quel locale si stava bene,
la musica a palla gli impediva di parlare e magari avrebbe potuto approfittarne
per avvicinarsi e tentare un approccio un po’ più diretto per poi portarla
direttamente a letto.
Quando il portone di casa era
ormai visibile per un attimo si bloccò. Gli era parso di vedere una figura
famigliare. Una ragazzina con due buffi odango biondi ed una divisa da liceale.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando li riaprì, davanti al portone del
palazzo in cui abitava, non c’era più nessuno. Si fermò per un attimo e la
tipa, Kinuyo o Kinuko proprio non ricordava il nome, lo guardò perplessa.
- Scusa, un moscerino
nell’occhio!
Ma che razza di scusa aveva
trovato? Si sentiva come un ragazzino alla prima esperienza e dire che lui era
tutto, tranne che un ragazzino alla prima esperienza!
- Fai vedere, magari posso
aiutarti!
E con voce da gatta morta lei si
era fatta più vicina mostrando parte del seno scoperto. Il suo primo impulso
era stato quello di affondare una mano, casualmente, in quel bendiddio, ma poi
si era fermato. Erano ancora in mezzo alla strada e non è che avesse molta
voglia di immergersi in tutto quel silicone, quasi lo disgustava, quasi perché
era pur sempre un uomo ed in quanto tale anche per lui valeva il concetto
relativo alla debolezza della carne.
- No, grazie! È tutto passato!
Saliamo?
Ok! C’era qualcosa che non
andava. Non era da lui rifiutare le avance di una donna, soprattutto quelle di
una donna come… ah, non ricordava il nome! Comunque il punto era che si stava
comportando da imbecille, anzi no, da coglione imbecille. Entrò nel portone ma
si fermò quando ormai era dentro, si girò verso la ragazza e sorridendo iniziò
a parlare. Aveva il cinquanta percento di possibilità di errore, avrebbe
pregato che la sua fortuna fosse tale da permettergli di indovinare il nome di
lei.
- Kinu… ko, ti spiacerebbe
aspettarmi qui? Ho dimenticato il telefono in macchina!
- Il mio nome è Kiyomi ma fa
niente! Senti se ci hai ripensato non è un problema, l’importante è che mi
riporti al locale!
Perfetto non aveva idea di come
si chiamasse la ragazza con cui era e per di più lei lo stava elegantemente,
molto elegantemente, scaricando, anche se… il passo avanti verso di lui ed
un’altra messa in mostra della carozzeria ed una mano che, casualmente,
era scivolata fino alla toppa dei suoi pantaloni, gli facevano intendere il
contrario, specie quando lei si morse il labbro inferiore fingendo
un’espressione da bimba scocciata.
Perfetto!
Aveva a disposizione un’assatanata e lui che faceva? Nulla, anzi era
infastidito da tanta audacia… sì audacia, come no! Quella, per essere
gentili, era una Geisha di alto borgo, tanto per non dire altro, tipo… no, non
lo avrebbe detto! E non ci sarebbe andato, non era il genere di donna con cui
amava passare la serata: no, quando era con una donna era lui quello che
prendeva la situazione in mano, odiava essere preso di sorpresa... come
faceva… stop! Niente pensieri contorti tipici di ragazzine allupate ed in
calore…
- Vedi è che domani io dovrei
avere un intervento importante e non me la sento…
- Tesoro hai fatto tutto tu!
La ragazza si era avvicinata
ancora di più ed aveva accarezzato in modo lento e sensuale il suo torace,
lasciandogli un piccolo bacio proprio tra il collo ed il lobo dell’orecchio.
Senza contare la mano che iniziava a giocherellare con il cavallo dei suoi
pantaloni! Grandioso! Aveva trovato la tipa assatanata e ninfomane, combinazione
fatale ma da evitare come la peste perché poi si attacca come una cozza, e
vuole continuare fino a quando non la si butta fuori da casa! Va bene che era un
uomo, ma non era una macchina per il sesso come credevano i suoi amici. Lui era
anche uno che badava all’altra parte del rapporto, il dialogo, ma con quella
era difficile, dubitava di riuscire a parlare di cose sensate. Ma dove erano
finite le ragazze che amano il corteggiamento? Le ragazze che amano parlare e
parlare e parlare? Le ragazze che arrossivano con un solo semplice bacio?
Semplice: non esistevano più e lui era rimasto l’unico esemplare di sesso
maschile a cercare una donna simile! Era meglio finirla lì, prima di peggiorare
le cose… anche se l’idea di essere violentato non gli dispiaceva poi più di
tanto. Va bene che era un romantico – anche se questo non lo avrebbe mai detto
davanti ai suoi amici – ma era pur sempre maschio e come tale aveva anche lui
degli stinti, molto bassi, ma pur sempre istinti!
No,
non era il caso, se ne sarebbe pentito, lo sapeva; era meglio scaricare Ki…
– dannato nome, non lo avrebbe ricordato mai! – era meglio scaricare quella
e starsene tranquillo a casa e cercare di capire cosa c’era che non andava nel
suo amico dei piani alti… il suo cervello!
- Ti ringrazio infinitamente
Kinuyo! Sei un angelo… ma…
- Kiyomi… il mio nome è
Kiyomi! Senti facciamo una cosa, io chiamo un taxi e me ne vado! Mi hai proprio
rotto…
Così dicendo la mora tettona si
allontanò da lui e prese il cellulare per chiamare un taxi. Non riuscì che a
rilassarsi per la piega che aveva preso la serata, e soprattutto non si scompose
minimamente per il ben servito di lei, anzi, attese che il taxi arrivasse per
prenderla. Quando fu certo di essersi liberatosi di lei tirò un sospiro di
sollievo e si diresse verso il portone di casa.
*****
***** *****
X giorno
Ore
22:10
-
20 giorni all’alba
Stava per uscire dal suo nascondiglio, quando dovette tornare indietro.
Mamoru e la bambolina gonfiabile erano tornati indietro e… che schifo…
quella si stava strusciando addosso Mamoru come una gatta in calore! Ma come si
poteva cadere così in basso? Come poteva una donna perdere tutta la propria
dignità per un uomo? Era davvero troppo, doveva andarsene da lì!
- Kinu… ko, ti spiacerebbe
aspettarmi qui? Ho dimenticato il telefono in macchina!
- Il mio nome è Kiyomi ma fa
niente! Senti se ci hai ripensato non è un problema, l’importante è che mi
riporti al locale!
Cosa?
Cioè si portava una a casa e non si ricordava neanche il suo nome? Ma era
assurdo! Non si poteva, no!
- Vedi è che domani io dovrei
avere un intervento importante e non me la sento…
- Tesoro hai fatto tutto tu!
Veramente
era lei quella con i tentacoli, no, mani, sull’inquilino dei piani bassi di
Mamoru. Doveva andarsene di lì. Era troppo nauseante quello che stava avvenendo
a pochi metri di distanza da dove si era nascosta. Non voleva guardare! Ci
mancava poco e quella lo avrebbe violentato lì in mezzo alla strada. Doveva
forse intervenire? No! Che si arrangiasse e poi dubitava del fatto che lui
volesse essere salvato.
- Ti ringrazio infinitamente
Kinuyo! Sei un angelo… ma…
- Kiyomi… il mio nome è
Kiyomi! Senti facciamo una cosa, io chiamo un taxi e me ne vado! Mi hai proprio
rotto…
Ma
Mamoru era stupido o sordo? Oppure semplicemente distratto dalle mani di quella
prostituta – perché quella Kiyomi non era altro che una prostituta – che
naufragavano libere sul suo corpo?!
E
poi non capiva cosa impediva a Mamoru di andare fino in fondo; anche perché le
sembrava strano che uno come lui – con un curriculum vitae davvero niente
male, come non avevano mancato di farle sapere i suoi, loro, amici – si
rifiutasse di approfittare di una simile occasione: del sano sesso senza
complicazioni, cosa si voleva di più dalla vita? Evidentemente per Mamoru non
era così.
Neanche
se ne era accorta, ma era arrivato un taxi e la gentile donzella stava salendo
su questo senza degnare Mamoru di uno sguardo! Aveva tirato un sospiro di
sollievo ma non se ne spiegava il motivo, a lei cosa interessava di ciò che
faceva Mamoru?
Una
volta assicuratasi di avere via libera, decise di poter finalmente uscire dal
suo nascondiglio improvvisato.
-
Che poi non capisco per quale motivo mi sono nascosta!
E
con quel dubbio amletico si era diretta verso la sua macchina decisa,
finalmente, a tornare a casa.
Due rette parallele erano destinate ad incontrarsi all’infinito, ma
loro non camminavano su due strade parallele e mai lo avevano fatto...
L'angolo
dell'autrice
Buongiorno gente!
Sono di corsa, vi dirò, avevo pure dimenticato che oggi era venerdì, è stato
un flash che ho avuto stamattina, appena ho aperto gli occhi e mi sono detta: oh
cavolo! Oggi devo aggiornare! Il problema è che ho un esame martedì e non
ci sto più con la testa.
Pubblico senza mettere i ringraziamenti, lo farò venerdì prossimo. Prometto
che metterò i ringraziamenti per questo capitolo ed il precedente.
Passando a questo capitolo! E' un capitolo di transizione - che alla
sottoscritta non piace per nulla - dove non succede proprio niente ma mi
serviva, anche per dare una visuale di quella che è la vita dei due ragazzi
quando non stanno insieme. Certo, non crediate che Mamoru passi tutte le sue
serate con bambole gonfiabili, questo no, ma capita molto spesso!
Sono di corsa davvero! Devo fermarmi qui. Non posso andare oltre. Vi prego di
scusarmi davvero.
Grazie
alle 10 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
Angelica82;
2.
bunny65;
3.
chichilina;
4.
ertila
5.
favola08;
6.
GioRock;
7.
girovaghi;
8.
Hatori;
9.
lagadema;
10.
LAS;
11.
miki90;
12.
stella93mer;
13.
Tappetta4;
Soprattutto ad Angelica82,
chichilina e Tappetta4, le ultime arrivate.
Grazie
alle 37 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
akane_val;
2.
Allen_Anne_Black;
3.
aquizziana;
4.
bellacullen889;
5.
brescy;
6.
chichilina;
7.
DeepDereck;
8.
Enza85;
9.
Fantasy_Mary88;
10.
fasana;
11.
favola08;
12.
GioRock;
13.
hoshi90;
14.
igniflia;
15.
kiss88;
16.
LittleSimo;
17.
micina82;
18.
Miky 483;
19.
Minerva89;
20.
Moons Tear;
21.
Morea;
22.
Neptune87;
23.
ponpon;
24.
Potter92;
25.
pulcinaele87;
26.
romanticgirl;
27.
sailorm;
28.
shalya;
29.
simo87;
30.
SweetCherry;
31.
Tappetta4;
32.
Toru85;
33.
Truelove;
34.
usachan;
35.
vale_129;
36.
_Maddy_;
37.
_Sofia_;
Un grazie particolare a chichilina, Fantasy_Mary88, Littlesimo, sailorm, simo87,
SweetCherry e vale_129 per essersi aggregate a questa avventura! Mi spiace aver
perso Mary_Angel.
Adesso
vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 28 maggio
2010!
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Capitolo 10 *** Capitolo IX ***
Note:
- Per quel
che riguarda il linguaggio dei fiori ho attinto dai seguenti indirizzi: http://www.intrage.it/intrattenimento/oroscopo/linguaggio_dei_fiori.shtml
e http://www.frasidamore.org/fiori/index.php?id=14&fiore=Rosa%20color%20pesca.
- The
Hojicha: costituito dalle foglie più grosse dell'arbusto lievemente tostate (va
lasciato in infusione per 4-5 minuti), presenta un retrogusto alla nocciola.
(fonte Wikipedia)
- the
Genmaicha: derivato dal Bancha o dal Sencha, misto a riso o grano soffiato;
alcuni produttori aggiungono anche un pizzico di Matcha. È povero in caffeina e
ha un aroma lievemente di orzo tostato; ottimo abbinato al cioccolato.
Disclaimer: i personaggi di Sailor
Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko
Takeuchi e della Toei Animation
Capitolo IX
XI giorno
Ore 09:05
- 19 giorni all’alba
Quel
giovedì mattina era iniziato decisamente male!
La telefonata
di sua madre l’aveva messa di pessimo umore! Perché la sua genitrice non si
limitava a lasciarla nel suo cheto vivere senza stressarla e considerarla? Lo
faceva, puntualmente, trecentosessantaquattro giorni l’anno, perché allora
doveva importunarla proprio per quel giorno? L’unico giorno in cui era
necessaria tutta la famiglia Tsukino, manco fosse stato lo Shōgatsu!
Ma i suoi
genitori non avevano avuto niente da fare quel lontano giorno di circa quarant'anni prima?
Perché
erano andati a quella festa?
Perché si
erano conosciuti?
Perché si
erano trovati accettabili?
Perché
avevano deciso di sposarsi giusto due anni dopo?
Perché
avevano deciso di concepire un figlio? Fermi un attimo! Su quel punto la scelta
non era stata del tutto sbagliata, anzi! Il concepirla era stata la sola cosa
buona che avessero fatto i coniugi Tsukino. Non perché lei si sentisse una
superdonna, ma semplicemente perché la sua vita era stata meravigliosa…
nonostante due genitori come i suoi.
Quella
mattina, la telefonata di Ikuko Tsukino l’aveva messa di pessimo umore. Doveva
trovare la forza per rimanere calma e serena altrimenti sarebbe stata la fine.
Fortunatamente per quel giorno non aveva molto lavoro, solo il giro di visite
in corsia e poi si sarebbe dedicata alla ricerca che stava effettuando. Sì, un
po’ di sano lavoro l’avrebbe rimessa in sesto.
-
Dottoressa Tsukino buongiorno… finalmente è arrivata!
Usagi si
fermò perplessa davanti al sorriso a trentadue denti della signora Kumiko. No.
Non quella mattina, non era pronta per sentire ancora storie riguardo lei e
Mamoru. La donna, da quando credeva che lei avesse una relazione, era diventata
ancora più pressante del solito.
-
Buongiorno a lei.
Era
inutile essere sgarbate, dopotutto la segretaria non aveva colpe se sua madre
aveva deciso di sconvolgere i suoi piani. Guardò ancora la donna e contò
mentalmente fino a tre e poi…
-
Questi sono per lei!
Lo sapeva
che c’era qualcosa sotto e l’enorme mazzo di fiori ne era la dimostrazione.
- Sono
da parte del suo fidanzato!
Come se
fosse necessario precisarlo. Era stampato a caratteri cubitali sulla faccia
della donna che quei fiori erano stati inviati dal Dottor Mamoru Chiba.
- Sì,
lo avevo immaginato…
Aveva
parlato con un tono di voce un po’ spento, si chiedeva come mai, in effetti,
non avesse ancora detto che tra lei e Mamoru era tutto finito…
-
Dottoressa io mi sarei permessa di chiedere al fattorino il nome dei fiori…
tanto per sapere cosa vogliano dire…
Ma perché
erano tutti fissati con il linguaggio dei fiori? Era forse la moda del momento?
Un ragazzo non poteva decidere deliberatamente di regalare dei fiori ad una
ragazza senza un perché? Dietro doveva starci per forza qualcos’altro?
Tutta
colpa di Minako, ne era certa. Tutta colpa di quel maledetto giorno in cui
tutto era cominciato, no Nagano, no, undici giorni prima, tutto era iniziato
quando Mamoru le aveva mandato le rose. Minako quel giorno doveva essersi messa
a parlare con la signora Kumiko sulla sua recente passione, e sull’ultimo libro
che aveva comprato: Il linguaggio dei fiori. Mai soldi erano stati
sperperati in modo peggiore.
E poi,
tanto per la cronaca, ok, non conosceva il linguaggio dei fiori ma riusciva a
riconoscere un giacinto da una margherita, non ci voleva certo una laurea per
questo!
- Sono
dei giacinti, no?
- Sì dottoressa! Sono dei giacinti
porpora e…
-
Grazie, ma il resto vorrei scoprirlo da sola!
- Ma
dottoressa io…
Ok! Adesso
si stava facendo davvero insistente e la sua pazienza l’aveva consumata tutta
per sua madre!
- La
prego, si è fatto tardi, devo scappare!
Così era
scappata prendendo il mazzo di giacinti porpora e quasi correndo direttamente
nella sua stanza.
Entrata in
camera, aveva posato i fiori sopra la scrivania, velocemente aveva cercato
all’interno del mobile accanto la porta il vaso che, più o meno una settimana
prima, le era stato prestato per le rose e, con tutta calma, si era diretta nel
bagno di fronte alla sua stanza per riempirlo di acqua e sistemare così i
giacinti. Assicuratasi che i giacinti stessero bene, si era tolta la giacca
marrone e messo il camice. Accendere il pc era stato il passo successivo e
subito dopo mise a posto la borsa che aveva lasciato appesa esternamente al
pomello della porta. La prima cosa che fece non appena il pc fu connesso alla
rete ADSL fu entrare nel motore di ricerca e digitare tre semplici parole: giacinto
porpora, significato. La ricerca durò giusto un battito di ciglia e poi le
comparvero circa dieci mila voci rispondenti alle sue esigenze. Aprì la prima e
si apprestò a leggere.
- Dillo
con i fiori. I fiori, si sa, hanno molti significati, regalare un fiore è anche
un modo per mandare un messaggio preciso… ok Usagi salta questa parte che
non ti interessa e vai subito al sodo! Dai su… ma quanti cavoli di colori ha il
giacinto? Ah, eccolo! Il giacinto porpora: perdonami…
Si prese un
paio di secondi per comprendere cosa effettivamente dovesse perdonare a Mamoru
visto che il giorno prima non si erano visti… cioè tecnicamente non si erano
visti, ma lei lo aveva visto con quella piovra vivente! Meglio fermarsi e non
pensare! Era meglio desistere anche perché, grazie a sua madre, era ancora
troppo nervosa per ragionare lucidamente.
-
Visto che ci siamo, controlliamo anche il significato delle rose color pesca…
E si
rimise davanti al pc alla ricerca della sezione dedicata alla rosa.
- La
rosa meriterebbe un dizionario a parte. Ogni colore porta con sé un messaggio
diverso. Importante però è conoscere il significato che le accomuna tutte. La
rosa è il simbolo del segreto , delle cose da rivelare con delicatezza. La rosa
il cui bocciolo è ben nascosto dai petali incarna anche la castità femminile
mentre la rosa sbocciata rappresenta bellezza della gioventù… wow… non
credevo che la rosa potesse significare tanto, adesso però vediamo cosa dice
riguardo la rosa color pesca… Colore particolare per una rosa non molto
diffusa che significa semplicemente "Amore Segreto". Si regala ad una
donna che si ama ma non si vuole che si sappia. Il colore è particolare e il
suo significato pochi lo sanno. Si può regalarla alla propria amata senza
sapere che quel colore vuol dire "Ti Amo. Ma è meglio che non si
sappia". Consigliato per gli Amanti… quella pazza di Minako aveva
ragione!
Non era
riuscita a nascondere il sorriso che le era affiorato sulle labbra, anche
perché non capiva il motivo di quella risata. Scotendo la testa e dandosi
mentalmente dell’idiota, era uscita dalla pagina internet e si era messa seduta
più comoda sulla sua poltrona in finta pelle nera. Aveva chiuso gli occhi per
un paio di secondi e quando li aveva riaperti, aveva alzato con uno un unico
scatto il busto dalla poltrona, preso la cornetta del telefono e digitato il
numero del centralino.
- Sì,
buongiorno! Sono la dottoressa Tsukino di psichiatria, chiamo dall’interno
435-187. Mi servirebbe il numero della stanza del dottor Chiba Mamoru di
chirurgia… si aspetto in linea.
Aveva
iniziato ad attorcigliarsi il filo del telefono attorno all’indice. Odiava
aspettare, quando la voce della centralinista era tornata udibile si era messa
seduta più comodamente sulla sedia, prese carta e penna e scrisse il numero.
- Ha
detto 436-931? Perfetto! Scusi, è ancora in linea? Potrebbe dirmi anche il
padiglione dove posso trovarlo… bene! Padiglione 4 terzo piano, stanza 15.
Grazie, è stata gentilissima, buona giornata!
Adesso
nasceva un nuovo dilemma… chiamare o andare?
Andare!
Ma quella
sarebbe stata l’ultima volta, non poteva comportarsi in quella maniera assurda!
***** ***** *****
XI giorno
Ore 09: 40
- 19 giorni all’alba
- Ho
capito! Non occorre ripeterlo!
Odiava
stare al telefono, soprattutto quando aveva una marea di cose da fare! Suo
padre non lo chiamava mai, perché proprio quel giovedì mattina aveva deciso di
rovinare la sua giornata? E soprattutto perché doveva necessariamente rompere
con la storia di come si stesse rovinando la carriera in quell’ospedale?
- No!
Non ho nessuna intenzione di lasciare il mio posto qui in ospedale per andarmi
a rinchiudere in una clinica e farti da sguattero a vita! Ho detto di no!
Ecco! Il
momento temuto per tutta una vita alla fine era arrivato. Suo padre si stava
intromettendo nella sua vita lavorativa.
- Non
ti permetto… no! Cosa? Te lo puoi scordare! Pronto! Pronto! Ma vaffanculo!
Suo padre
gli aveva chiuso il telefono in faccia senza ascoltarlo! Chiuse il cellulare e
lo lanciò in malo modo sulla scrivania! Si lasciò cadere mollemente sulla sedia
su cui era seduto reclinando la testa indietro e sospirando pesantemente. In
quella posizione il sangue difficilmente affluiva alla testa e già avvertiva un
leggero formicolio alla base del collo. Il lieve bussare alla porta lo
costrinse a lasciare quella posizione e mettersi in una più composta!
-
Avanti!
Era di
pessimo umore e se per caso qualcuno era lì per rompere lo avrebbe incenerito
solo con lo sguardo. La testa era bassa su di una cartella clinica e fingeva di
leggerla: voleva far capire che non aveva tempo da perdere e che se il rompic…
scatole aveva qualcosa da dire doveva farlo in fretta.
-
Ciao!
Quando si
sentì salutare in quella maniera alzò di scatto la testa e se la ritrovò
davanti con il camice e l’espressione di chi è indeciso se andare o restare.
- E tu
che ci fai qui?
Era partito
male, malissimo! Non poteva certo rivolgersi così alle persone, non con lei
soprattutto visto il suo carattere ed il suo essere leggermente permalosa…
ah, ecco questo non lo aveva aggiunto alla lista, doveva farlo quanto prima!
- Se
ho scelto il momento sbagliato posso andare… ti si sentiva urlare per tutto il
corridoio…
Benissimo,
adesso tutti sapevano che aveva litigato con suo padre. Che magnifico modo per
iniziare la giornata ed erano solo le dieci del mattino!
-
Lascia perdere! Vuoi sederti?
Era di
pessimo umore ma le buone maniere le ricordava perfettamente. E poi Usagi non
sembrava offesa per il modo in cui l’aveva accolta.
- No,
grazie. Ero qui di passaggio, comunque ti capisco. Brutta cosa litigare con i
genitori!
La guardò
ma non rispose subito. Che poteva saperne lei cosa voleva dire essere figlio di
Masao Chiba? Non era certo costretta a portare avanti il nome della prestigiosa
famiglia Chiba e, soprattutto, non era costretta a dare il meglio, sempre e
comunque.
-
Usagi per favore! Non è giornata, evita di psicanalizzarmi e dimmi cosa vuoi
così, tu torni dai tuoi pazienti, ed io dai miei.
Era stato
brusco, lo sapeva, ma non poteva farci nulla. Suo padre lo aveva messo di
cattivo umore. Lei rimase imperturbabile e non facendogli comprendere se c’era
rimasta male per quella cattiva risposta.
-
Volevo solo dirti che non occorre regalare dei fiori per chiedere scusa.
Ecco, lo
sapeva. Aveva usato quel tono atono che usava sempre tutte le volte in cui
voleva essere fredda e distaccata. Se questo non voleva dire esserci rimasta
male. Dannazione!
- Ho
chiesto al fioraio e lui mi ha consigliato i giacinti porpora. Sembra che nel
linguaggio dei fiori rappresenti una richiesta di perdono, e mi sembra di aver
capito che tu sia fissata con queste cose…
Aveva
sbagliato di nuovo. Ma si poteva essere più stupidi? Dire che una persona era
“fissata” su qualcosa non era proprio un complimento, sperava solo che Usagi
non avesse male interpretato le sue parole.
- Non
sono io quella fissata con il linguaggio dei fiori, quella è Minako.
Ed ancora
quella voce atona, ma con una lieve inflessione aspra sulla parola incriminata.
La guardava cercando di capire cosa effettivamente stesse pensando, ma non riusciva
mai ad andare al di là dei suoi occhi azzurri. Non riusciva mai a vedere ciò
che Usagi pensava davvero.
-
Adesso vado. Buona giornata.
Cavolo no,
non poteva andarsene in quel modo. Ma che diamine gli prendeva al suo cervello?
Perché non faceva qualcosa di sensato una volta tanto?
- Ok,
ok! Ho sbagliato tutto! Ti chiedo scusa! Non dovrei prendermela con te ma con
mio padre!
Sperava
che con l’ammissione di colpa avrebbe smussato leggermente l’irritazione di
Usagi.
- Non
devi sentirti costretto a chiedermi scusa, adesso vado. Buona giornata!
Cosa c’era
che non andava adesso? Quando manteneva quel tono distaccato non riusciva a
sopportarla, l’avrebbe strozzata più che volentieri.
- Io
non mi sento costretto a chiederti scusa. Lo sto facendo di mia spontanea
volontà. Ho capito che ho sbagliato e quindi sto cercando di rimediare. Ti è
chiaro il concetto?
Non così!
La stava assalendo ancora una volta. Ma perché con lei non riusciva ad avere un
rapporto civile?
- Ed io dovrei crederti?
Certo che
doveva crederle. Cosa doveva fare per convincerla della sua sincerità?
-
Senti, sono stanco! Se vuoi credermi mi credi, altrimenti quella è la porta,
arrivederci e grazie!
Sicuramente per convincerla, prima di tutto, doveva evitare di
risponderle a quella maniera ma si rendeva conto che con Usagi era impossibile!
Non le stava mai bene nulla di quello che diceva o faceva; aveva sempre da
ridire e non era mai capace di essere garbata e posata!
“ Lei
ti piace, e molto. ”
Le parole
di Kunzite gli vorticarono improvvisamente in testa e si chiese come potesse
avere un migliore amico talmente imbecille! Usagi non gli piaceva e mai le
sarebbe piaciuta!
Era
cocciuta, pedante, insopportabile, voleva avere sempre l’ultima parola,
orgogliosa, violenta, maleducata, menefreghista e ritardataria cronica. Con una
persona del genere non aveva nulla a che spartire! Assolutamente!
La porta
sbattuta della sua stanza lo riportò al presente. Se ne era andata! Definitivamente.
-
Dannazione! Giuro che è l’ultima volta che mi comporto in un modo talmente
idiota!
Così
dicendo uscì dalla stanza correndole dietro.
***** ***** *****
XI giorno
Ore 09:55
-19 giorni all’alba
Le porte
dell’ascensore si stavano per chiudere quando un piede messo in mezzo lo
impedì.
Alzò la testa
per vedere chi aveva osato interrompere la sua ritirata strategica, ma non
certamente dovuta timore che le incuteva Mamoru. No assolutamente, voleva
evitare di commettere un omicidio: aveva solo venticinque anni ed era troppo
giovane per passare il resto della sua vita chiusa in una cella di massima sicurezza.
Presto però,
comprese che quello era davvero un giorno pessimo!
- Mi dai un
passaggio?
Il volto
sorridente della presunta vittima le si parò davanti. Chiuse gli occhi per
evitare di dare in escandescenza. La cosa grave era che quel mentecatto di
Mamoru aveva anche il coraggio di fare il brillante!
-
Prego.
Silenzio.
Era arrivato il momento del training autogeno. Inspirare ed espirare.
Meditazione zen. Yoga. Stava cercando di attingere a tutto ciò che conosceva
per mantenere la calma!
- Che
piano?
Ok! Lei ci
stava mettendo tutti i mezzi, lui pure! Mamoru Chiba aveva deciso di morire
quel giorno, non c’era altra spiegazione.
-
Zero.
E si era
portata la solita ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-
Nervosetta!
Il
sopracciglio biondo scattò in alto: training autogeno!
- Colpa
della compagnia, non è delle migliori!
Adesso
perché l’ascensore aveva iniziato a salire? Loro… lei doveva scendere!
-
Devono averci chiamato da qualche piano in alto!
- Ma
va! Non lo avevo capito!
L’acidità
era tale che i vasi del suo corpo si stavano corrodendo da soli. Doveva
calmarsi, ma Mamoru non le dava una mano. Perché con lui finiva sempre in
quella maniera? Era impossibile per loro parlare senza scannarsi, ormai ne era
certa.
- Se
ti va, andiamo al bar e prendiamo una camomilla!
- No,
grazie! Mi basta starti lontano! Poi torna tutto alla normalità! Deve essere
una sorta di reazione allergica, non so se mi capisci!
Sarcasmo.
Il sarcasmo e l’acidità erano la sua arma.
Amore
segreto!
Quella
sera avrebbe fatto un discorsetto a Minako e le avrebbe spiegato che quello di
Mamoru era un amore tossico che presto o tardi l’avrebbe condotta allo
sfacelo!
-
Siamo leggermente di cattivo umore oggi!
- No,
assolutamente!
Le porte
dell’ascensore si erano fermate al settimo piano ma non vi entrò nessuno, colpa
di Mamoru che aveva premuto immediatamente lo zero.
- Se
c’era qualcuno lo hai lasciato a piedi!
-
Volevo un po’ di intimità…
Usagi lo
guardò dritto negli occhi ed un sorrisetto sadico le si formò sulle labbra
lucide di lucidalabbra.
-
Togliti dal viso l’espressione da bello ed impossibile, con me non attacca!
- Sei
insensibile al mio fascino?!
Alzò le
spalle per fargli capire che su di lei le sue parole, ed i suoi sguardi
ammiccanti, non avevano alcun effetto.
- Ti
chiedo scusa, per tutto! Per la mia reazione di ieri, per oggi, per adesso! Per
favore, accetta le mie scuse.
Ok! Mamoru
ancora non aveva capito che a lei non bastavano quattro moine. Non era certo
una di quelle sciacquette che era solito rimorchiare.
- Mi
hai stancato! Smettila di fare il deficiente!
-
Croce sul cuore e che io possa morire all’istante se non sono sincero!
Lo guardò
negli occhi e poi tornò a squadrare le porte chiuse dell’ascensore.
- Non
puoi morire per così poco!
Avrebbe
voluto aggiungere un purtroppo, ma preferì non farlo. Meglio una tacita
e momentanea tregua piuttosto che continuare con quello strazio di
conversazione. Dopo quella constatazione le porte dell’ascensore si aprirono
sul piano zero ed Usagi uscì seguita subito dopo da Mamoru.
- Io
adesso vado! Tu è meglio se torni sopra.
-
L’invito al bar è sempre valido!
L’occhiataccia di Usagi lo convinse a completare la frase.
-
Niente camomilla per te, sei più dolce del miele oggi!
Aveva
alzato gli occhi al cielo in cerca di un aiuto: perché Mamoru doveva essere
così insopportabile? Perché non capiva mai quando fermarsi?
-
Accetto a due condizioni!
Lo guardò
ed attese un segnale da parte sua, tanto per capire se era disposto a
continuare ad ascoltarla! Quando lo vide acconsentire con il capo, iniziò a
parlare.
-
Offro io e mi dici cosa avevi tanto da urlare poco fa!
Mamoru si
era fatto serio in viso ed era concentrato come se stesse soppesando le sue
parole, si era fatto più pensieroso per un attimo per poi tornare sorridente
quello successivo. Quel ragazzo era affetto da disturbi di personalità, non
c’era altra spiegazione.
-
Affare fatto!
E con
quella risposta aveva confermato la sua teoria. Dieci minuti prima l’aveva
letteralmente, anzi praticamente, cacciata dal suo studio, adesso tutto
sorridente l’accompagnava al bar. Uomini, chi li capiva era brava, e poi erano
loro donne quelle complesse! Comunque anche lei non scherzava in quanto ad
assurdità! Perché si trovava in quella hall a parlare con Mamoru invece di
averlo mandato definitivamente a fare… a quel paese?
***** ***** *****
XI giorno
Ore 10:03
-19 giorni all’alba
Usagi si
era calmata. Non che ci volesse molto per far calmare una donna, quattro moine
e tutte erano stese.
- Cosa
prendi?
E con quella
domanda e lo sguardo sorridente di lei, la sua teoria era confermata.
- Un the Hojicha!
- Io prendo un the Genmaicha… e per favore aggiunga
anche dei dolci al cioccolato a suo piacere!
La
cameriera si era fermata per lanciargli uno sguardo languido e la cosa non era
sfuggita ad Usagi che adesso sorrideva divertita.
- Mi
sa che ti sto rovinando la piazza! Forse dovrei mettermi in quel tavolo laggiù!
Sorrise
per la battuta e si avvicinò ancora di più ad Usagi, facendole capire, con il
movimento delle dita, che anche lei doveva avvicinarsi a lui!
- La
cosa è reciproca! C’è un tizio che mi sta fulminando da quando siamo entrati e
ci siamo seduti allo stesso tavolo!
-
Dove?
La
curiosità di Usagi lo fece sorridere. Si avvicinò maggiormente a lei
scostandole i capelli dall’orecchio. In quello stesso istante la fragranza del
profumo alla pesca gli solleticò le narici; per alcuni attimi gli sembrò di
perdere il contatto con la realtà ma tornò subito cosciente di sé.
- Alla
tua destra, ore tre! Ma non girarti subito!
- Ok
capo!
Usagi
tornò al suo posto e si mise comodamente seduta facendo finta di nulla. Con un
movimento impercettibile del gomito, fece cadere la penna che aveva uscito dal
taschino con molta nonchalance e così si era chinata per raccoglierla.
La vide sollevare impercettibilmente lo sguardo ed accorgersi del tipo che la
fissava, poi si alzò lentamente per tornare a sedersi in modo composto.
-
Cazzo!
Quella esclamazione lo sorprese, non era da
Usagi lasciarsi andare ad un linguaggio tanto colorito; spostò gli occhi e vide
il ragazzo, soggetto delle loro risate, alzarsi dal tavolo e dirigersi
verso di loro.
- Il
tizio si sta avvicinando.
Informò
Usagi degli spostamenti di mister X e contemporaneamente la vide farsi
pallida in viso e stringere con forza il porta tovaglioli che era posto sul
tavolo. Poi la voce dell’altro li raggiunse.
-
Buongiorno Usagi!
La vide
chiudere per un attimo gli occhi e mordersi il labbro inferiore, poi cercare di
stamparsi in viso un sorriso, di circostanza, e rivolgersi al tipo che l’aveva
salutata con tranquillità, o un qualcosa di simile.
-
Buongiorno a te Umino!
Infatti, la
voce di Usagi era suonata stridula, gracchiante; non la conosceva benissimo ma
aveva capito che si stava sforzando di apparire naturale. Aveva capito che era
imbarazzata ma non aveva compreso il perché. Quel tipo non era certo
bellissimo, anzi, non lo era per nulla. Bassino. Mingherlino. Sgraziato.
Scapigliato. E per finire, un paio di occhiali che erano due fondi di bottiglia.
- Come
mai non hai risposto alle mie chiamate!
Però
doveva ammettere che mister X – Umino era il suo nome - sapeva il fatto
suo, era arrivato subito al punto ignorando deliberatamente la sua presenza.
Spostò la sua attenzione su Usagi e vide il suo viso deformarsi in
un’espressione di disgusto.
- Ho
avuto molto da fare. Sai il lavoro, alcune ricerche…
-
Certo, ho capito! E dimmi, per sabato prossimo, andiamo insieme?
Vide
perfettamente il momento in cui Usagi fu sul punto di morire.
- Bhè!
Vedi Umino io…
Gli occhi
di lei andarono in cerca di una via di fuga ed alla fine si fermò sulla sua
figura. Perché lo stava guardando così?
-
Andrei con Mamoru… il mio fidanzato.
Aveva
strabuzzato gli occhi! E quasi si soffocò con la sua stessa saliva quando Usagi
gli prese la mano e gli sorrise in modo languido.
-
Oddio che maleducata! Mi sono dimenticata a presentarvi! Mamo-chan, lui
è Umino Gurio, un amico di infanzia. Umino, lui è Mamoru Chiba, il mio
fidanzato.
Quando le
mani si sfiorarono, il cuore perse un battito, poi tutto tornò alla normalità…
Attenzione:
ho modificato la parte finale del capitolo VIII. Il capitolo finisce come
sapete, ma ho solo aggiunto determinati particolari che forse vi fanno meglio
comprendere il perché Mamoru non si senta attratto da Kiyomi.
L’angolo
dell’autrice
Buonasera
lettrici carissime (ed il mio ego si gonfia e rischia di diventare ipertrofico
come quello di Mamoru!)… che ne dite di questo capitoletto arrivato un giorno
prima del previsto? Niente di trascendentale lo ammetto ma stavolta è stata
Usagi a far passare Mamoru come fidanzato!
Il
perché dell’aggiornamento è semplice: domani mattina non ci sono, sono
all’università e non mi sembrava carino lasciarvi per tutta la metà della
giornata in attesa del capitolo visto che già è bello e pronto!
Ammetto
che per molte di voi la scelta di Umino come presunto antagonista di Mamoru
possa sembrare assurda ma a tutto c’è un suo perché, vi fidate della
sottoscritta? No, e fate bene…
Il
capitolo è, a mio modo di vedere, un po’ ripetitivo, ma vi assicuro che è
voluto. Sia Usagi sia Mamoru hanno ricevuto una telefonata da parte dei
genitori, telefonata poco gradita a quanto pare.
Il
mistero di Usagi è semplice e presto, nel prossimo capitolo per intenderci, sarà
svelato; per Mamoru… dovrete aspettare ancora due capitoli!
Adesso
chiudo e passo a ringraziare tutte voi, per le recensioni ai due capitoli
passati!
Quasi
dimenticavo: l’esame è andato alla grande, grazie a chi si è interessato per
la questione ed a chi ha incrociato le dita per me!
RINGRAZIAMENTI
PER LE RECENSIONI DEL CAPITOLO VII:
-
MARYUSA: Buongiorno Mary, ad essere sincera tu sei stata la prima a
recensire sia il capitolo VII che l’VIII! Caspita che celerità! Partendo
subito devo dire che lo scontro con gli amici impiccioni era una delle prime
scene che mi sono comparse in testa, come un flash, anche se la descrizione non
è che mi abbia soddisfatta tanto! Perché tante premure da parte di Rei? Forse
qui mi sono lasciata trascinare un po’ dal mio essere sempre una mammina che
fa le raccomandazioni… sempre per tutto, anche quando si deve andare a
comprare il latte! Poi se ci sono di mezzo le questioni amorose divento pedante,
noiosa! Ed inizio con le raccomandazioni sullo stare attenta, non mettersi
troppo in gioco, aspettare che sia lui a fare un passo, non esporsi troppo e così
via… ed ho fatto lo stesso con Usagi e Rei, mi sono calata in quest’ultima e
questi sono stati I risultati! Per quel che riguarda Kunzite… diciamo che
Mamoru non neanche uno stinco di santo e ha avuto le sue storielle come si avrà
modo di capire dai prossimi capitoli! Non ci sono misteri, su questo sono
sicurissima quindi non pensate chissà cosa, quella di Kunzite è una
raccomandazione ben fondata perché con un amico Casanova, ed un’amica che si
considera al pari di una sorella, in mezzo è giusto mettere le cose in chiaro,
o no? Per quel che riguarda Usagi… lei è troppo concentrata su Mamoru per una
sua scelta personale, ha capito cosa c’è che non va in lui e vorrebbe
aiutarlo, diciamo poi che non ha molte intenzioni di addentrarsi in un rapporto
simil-sentimentale perché non ha una buonissima idea sul suo modo di
comportarsi, quindi si tiene alla larga ed attacca per non pensare ad altro! Per
i saluti ci vediamo sotto!
-
ROMANTICGIRL: buongiorno Roxy-Rossana! Grazie per l’in bocca al lupo e
sono lieta di informarti che l’esame è andato benissimo, per mia somma
felicità! Passo subito a rispondere alla recensione per il Capitolo VII: sono
felice di leggere che ti sia piaciuto, soprattutto la parte relativa ad Usagi ed
alle altre! Per quel che riguarda Minako… diciamo che mi sto rendendo conto di
mettere molto di me in alcuni di questi personaggi, infatti, per
l’interrogatorio a cui ha sottoposto Usagi mi sono ispirata ad una scena
simile che ha visto come protagoniste me ed una mia amica, dove io ero tale e
quale a Minako… sono pessima lo so! Come ho detto poi a Maryusa, lo “state
attenti” di Rei non si riferisce a qualcosa in particolare ma al fatto
che trattandosi di due persone importanti, è normale preoccuparsi per
un’amica che si conosce “ancor prima di nascere” e per un cugino,
specie quando si crede che per loro possa esserci un qualcosa…
per quel che riguarda I ragazzi, guarda, sono più pettegoli delle
ragazze, specie quando stanno in gruppo, diventano come delle vecchie comari
zitelle! A dopo, ci vediamo giù!
-
MOREA: Buondì Giulia! Oddio, ma che ha il tuo ginocchio “malefico”?
Non lo sapevo! Mi spiace! Comunque tornata da meno da dieci minuti e subito a
vedere se c’era un aggiornamento? Oh per Bacco! Cosa ho fatto per meritare
tanta attenzione? Sono commossa! Meglio partire subito con I ringraziamenti,
doverosi! Per quel che riguarda il Capitolo VII che vuoi che ti dica? Il
confronto era inevitabile, anche perché è giusto dare spazio agli altri e
vedere come si rapportano I due piccioni con il mondo che li circonda… non
posso incentrare la storia solo sui loro sfoghi e lasciare tutto il resto fuori!
Mamoru qui mi è sembrato molto ma molto infantile, fino a che si scherza sugli
altri ok, ci sta, ma appena diventa lui l’oggetto di scherno… apriti cielo!
Comunque noto con piacere che sei un’attenta lettrice… ahah, esatto hanno
promesso agli amici ma mica hanno detto che non sarebbero usciti insieme, ma non
è detto che io li faccia uscire per un appuntamento! Per quel che riguarda I
punti esclamativi… diciamo che effettivamente mi sono accorta di averne
abusato, anche troppo, infatti, se hai fatto caso sto cercando di limitarne
l’uso! Ci provo, ma non assicuro nulla a nessuno, ok? Per quel che riguarda la
recensione che ti ho lasciato credo che sia il minimo, e non la lascio, a mia
volta, perché mi sento obbligata nei tuoi confronti o perché spero in un favore
in cambio. Ho letto con piacere la tua fic e quello che ho scritto lo penso
davvero, a volte però, mi sfuggono le fic nuove perché da quando su EFP ci
sono le opzioni sulla pagina personale per mettere in un elenco le storie che si
seguono difficilmente mi accorgo delle fic nuove perché vado subito al link
delle storie seguite! Per quel che riguarda la riabilitazione al tuo ginocchio
spero che finisca presto! Un abbraccio alla prossima! Per i saluti sotto anche
con te!
-
QUEENSERENITY83: ciao Ida! Mi spiace non aver risposto prima alla tua
recensione al capitolo VII ma la settimana scorsa ero immersa nello studio e non
ho potuto davvero! Minako non è una brava pettegola, no, è una grandissima
detective che però non sa tenere a freno la lingua e che mette ai quattro venti
tutte le sue ipotesi, da questo punto di vista deve migliorare! Si lascia
prendere troppo dall’entusiasmo e questo dà un vantaggio ad Usagi che appena
può scappa senza rispondere alle sue domande! Mamoru è un bambino viziato che
si diverte a prendersi gioco degli altri ma quando lui è l’oggetto
dello scherno collettivo si imbufalisce e va via! Guarda i due migliori amici
hanno dato dei consigli per un semplice motivo: tengono ad entrambi e percependo
una leggera attrazione tra i due temono che se la cosa non dovesse andare, di
doversi schierare… e questo non vogliono proprio farlo! Quindi nulla di
trascendentale solo della sana prevenzione! Per quel che riguarda la mia fic in
sospeso suppongo che sia “Sailor Moon” bhè… quella resterà così
per un altro po’, anzi, a dire il vero avevo in mente un restauro di tutta la
storia, un lifting vero e proprio! Spero che tu abbia apprezzato anche questo
nono capitolo, un bacio alla prossima!
-
ELLEPHEDRE:
mi inchino alla tua somma saggezza o divina Elle… sono lieta di ritrovarti qui
e ti chiedo umilmente perdono se ancora non ho recensito il tuo ultimo capitolo,
sappi però che l’ho letto tutto ed anch’io ho fatto la prova a non pulire
bene ed a sperare di tagliarmi con qualche coccio per essere medicata da Gen, ma
niente da fare! Ho ricevuto un rimprovero da mamma per aver rotto il
portafotografie che odiavo io ma amava lei! Pazienza! Cercherò di impegnarmi
maggiormente per il futuro, comunque, te lo dico da ora, prima di giorno otto mi
sarà impossibile commentare, ti prego – striscia miseramente ai tuoi piedi
con le mani congiunte in preghiera sopra la testa – di perdonare la mia
inettitudine! Se poi leggo che mi fai pure i complimenti inizio a sentirmi
davvero uno schifo! Ma davvero ti è piaciuto il colpo di scena finale? E la
scelta del perché il colore pesca? Davvero davvero? Ma come sono contenta! Ti
faccio un piccolo spoiler… il bagnoschiuma non è il solo motivo per la scelta
del colore e Mamoru non conosce il significato dei fiori… ma torniamo a questo
settimo capitolo! Nessun suggerimento da parte di Kunzite ma tutta farina del
suo sacco, effettivamente spiegare il perché del gesto sarà difficile ma non
tanto! Le interruzioni purtroppo ci sono ma non so come ridurle ci sto lavorando
ma credo che sia più logico, come hai consigliato tu, non andare a capo ma far
capire, tramite una proposizione indiretta chi parla! Vedremo di lavorarci!
Francamente non ricordo dove ho letto uno stile simile e ti assicuro che a casa
sto guardando in tutti i libri che ho ma ancora non sono riuscita a capire dove
cercare, ormai mi mancano quelli delle elementari e quelli dell’università
(in quest’ultimi dubito che il prof di cardiologia usi i dialoghi, vuoi vedere
che sono davvero i libri delle elementari? O___o ) ci vediamo sotto per
ringraziarti adeguatamente per ciò che riguarda l’attenzione che presti a
questa mia frivola fanfic!
-
AINECHAN: guarda come ho avuto modi di dire diverse volte, per scrivere
questa fic attingo moltissimo da quella che è la mia vita, e ti posso
assicurare che in questo caso, la scusa della telefonata credo che sia
internazionale, soprattutto quando ti ritrovi davanti delle amiche che vogliono
pettegolezzi inesistenti visto che tu con quella persona ci hai preso solo un
semplicissimo caffè! Ahah! La situazione sta evolvendosi, lentamente, ma va
avanti. Grazie per la recensione! Alla prossima!
RINGRAZIAMENTI
PER LE RECENSIONI AL CAPITOLO VIII:
-
MARYUSA: e
rieccoci anche qui sotto! Per quel che riguarda lo scorso capitolo, sono felice
di sapere che anche questo ti piace! Comunque Mamoru non è andato con la
stangona ma questo Usagi lo sa dato che è uscita solo dopo che ha visto
andarsene solo soletto a casa! Per quel che riguarda la lista con pregi e
difetti… eh! Quella è farina del sacco del mio ragazzo, diciamo che ho
attinto dai tanti “complimenti” che è solito farmi (che bella cosa
l’amore!)… come puoi vedere la storia è andata avanti di un solo giorno però
cavolo! Usagi ha fatto passare Mamo-chan per il suo fidanzato… vedremo
cosa accadrà in seguito! Grazie per essere sempre presente tra le recensitici,
non manchi mai e questo non può che rendermi felice!
-
MOREA: Anche con te ci becchiamo due volte, grazie davvero! Non so da
dove sia uscita scena di Mamoru e Kiyomi, è nata da sola, tranne che per la
ricerca del nome, lì ho cercato tra I nomi femminili giapponesi quelli che si
somigliano maggiormente e sono usciti questi!ahah! La parte finale del capitolo
l’ho modifica anche perché, presa dall’ansia dell’esame, non mi ero
accorta della porcheria che era uscita fuori. Adesso si capisce che Usagi rimane
nascosta ed assiste a tutto il sipario tra Mamoru e la Geisha di alto borgo! E
da qui si capisce che Usagi è sì acida con Mamoru ma non per colpa di quello
che è accaduto la sera prima ma per altro!
-
SWEETCHERRY: ciao Jessica, posso chiamarti per nome, vero? Benvenuta tra
le mie lettrici e grazie per i complimenti relativi alla mia fic non possono che
rendermi felice, ma da qui a dire che la mia fic è scritta divinamente… ti
dirò, mi hai fatto fare i salti di gioia ed un giro completo della mia stanza
con le braccia aperte come se fossero le ali di un aereo! Il nuovo capitolo è
arrivato, ed il prossimo è già bello che pronto e sarà pubblicato venerdì
prossimo! Spero con questo nono di non averti deluso, grazie per esserti fermata
a leggere, alla prossima!
-
ROMANTICGIRL: anche con te Roxy ci vediamo sotto! Per quel che riguarda
questo capitolo non so che dire, ho notato che ha riscosso molto apprezzamento e
dire che io non ne ero per nulla convinta (forse sarò troppo autocritica?)…
la parte relativa alla casa famiglia è frutto della mia fantasia, però mi sono
detta che era abbastanza plausibile che una psicologa infantile prestasse
servizio in una casa-famiglia, anche come semplice volontaria. Per quel che
riguarda Mamoru, effettivamente non so neanche io perché sia uscito con quella
Kumi… non ricordo manco io il nome! Ahah! Per quel che riguarda I pregi e
difetti di Usagi, anche questa fa parte della mia quotidianità! Quando hai un
fidanzato affettuoso come il mio è il minimo! Grazie per la doppia
recensione spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento, alla
prossima!
-
PINGUI79: Mamoru non ha combinato nulla con la nostra cara Geisha di alto
borgo e per fortuna tua non sei dovuta divenire afona per il troppo urlare! Tu
sei gelosa, ok? Ma Usagi secondo te è gelosa? Io non credo, anche perché non
credo che ne abbia dato motivo per crederlo, mi sembra, al contrario che stia
sempre sulle sue e che non si lasci trasportare troppo dalla situazione ed in
questo capitolo, quando la cameriera fa la radiografia a Mamoru lei sembrava
parecchio divertita dalla cosa, non credi? La scena relativa alla casa famiglia
è nata per caso e sono felice che ti sia piaciuta! Per quel che riguarda lo
scornarsi, mi sembra che ci sia stato anche se, al solito, è Usagi quella che
bolle di più tra i due! Spero che ti sia piaciuto il capitolo, grazie per la
recensione, alla prossima!
-
CHICHILINA: esimia collega AnnaMaria,
ti prego di non scusarti più, non è il caso, anche perché io sono nella tua
medesima situazione e sono più ladra di te, dato che, in pratica, non ho
recensito manco il primo capitolo di una tua fic! Quindi metti da parte la
vergogna e permetti a me, di chiederti perdono! Come vedi la mia follia arriva
fino a qui e la storia sta prendendo strani percorsi dove Mamoru sembra
interessato ed Usagi tranquilla e serena e se ne infischia del bel chirurgo!
Sono felice di sapere che i venerdì stai al pc a controllare, non puoi capire
quanto! Questo è un grandissimo attestato di stima, davvero! Mi auguro che
anche questo capitolo sia di vostro gradimento e che mi possiate scusare per la
mia mancanza! Un bacio ed alla prossima!
-
SIMO87: ciao Simona, giusto? Spero che non ti dispiaccia se uso il tuo
nome ma io sono solita prendermi certe confidenze con le mie lettrici per
sentirle in un certo senso più vicine! Prima di tutto ti do il benvenuto tra le
tante anime pie che perdono il loro tempo a leggere le castronerie che mi
diletto a scrivere! Sono felice che il capitolo sia stato di tuo gradimento, e
mi auguro che lo stesso si possa dire di quest’altro, dove i due personaggi,
finalmente, tornano ad interagire direttamente tra loro! Grazie per la
recensione, alla prossima!
-
HATORI: Tania adesso non esagerare tesoro, capisco che la fic l’ho
scritta per te ma da qui a dire che ti perdi nella profondità delle mie
parole… io resto sconvolta! Ma che dici! Mi vuoi far piangere forse? No, perché
se è così io prendo i fazzolettini e li tengo vicinivicini! Per l’originalità
della storia devi ringraziare il mio neurone malato, è tutto merito suo, è da
lì che è partita la fic! Anche se non sei puntuale so che mi segui quindi non
preoccuparti se non recensisci regolarmente! Un bacio ed alla prossima! Mi
raccomando però, non studiare troppo!
-
ELLEPHEDRE: e rieccoci qua sotto anche con te! Ma non sai come mi sento
fiera del fatto che tu legga la mia fic! Stiamo parlando di Ellephedre,
l’autrice della sesta serie di Sailor Moon e mica una BaubauMiciMicio
qualsiasi! E poi ti interessi anche di quella che è la mia vita privata, no, mi
metto a piangere sul serio, sarà colpa degli ormoni – sono in piena sindrome
premestruale – ma mi hai chiesto per il mio esame che è andato bene! Peccato
che non si tratti del prof di Radiologia, no, per quello ho ancora bisogno forse
della spada di Haruka… ho deciso che lo faccio a fettine! Ma tutti i capitoli
che io trovo inutili voi li rivalutate in questa maniera? Ma grazie davvero!
Allora la panoramica di Mamoru su Usagi, francamente, mi sembrava una
ripetizione ma a quanto pare non è stato così! Ripetizione per ripetizione, ti
confesso che però mi sono divertita a scriverla! Il fatto che poi rifiuti la
bambolina di plastica… diciamo che Mamoru odia le donne troppo intraprendenti,
per lui perdono subito di interesse. Il fatto è che io per descrivere Mamoru mi
sto ispirando al mio ragazzo ma credo di avere un fidanzato atipico. Uno di
quelli che odia le donne troppo svestite e che si mettono troppo in mostra perché
per lui perdono di interesse. Sto con un ragazzo che ama la donna che lo prenda
intellettualmente parlando (ed ancora mi chiedo, dopo sette anni, come io lo
possa aver conquistato… credo che sia un miracolo!) e non quelle che si
buttano via da subito. Quelle per lui sono involucri vuoti dove non c’è nulla
da prendere neanche per una notte! Il fatto che Hideyoshi abbia una sua
caratterizzazione diciamo che è stato un tentativo, ci ho provato, non ero
sicura del risultato né di come gestirlo ma alla fine mi sono convinta, ho
aperto la finestra di casa ed ho cercato di vedere come parlano i ragazzi ed
alla fine… Hideyoshi è nato! Per quel che riguarda Usagi sul lavoro… ho
descritto l’atteggiamento che avrei affrontato io con un ragazzo del genere,
non so se è giusto o sbagliato, mi auguro solo di non aver esagerato! Per la
parte finale hai perfettissimamente ragione tanto che l’ho modificata e
ripubblicata, mi auguro solo di non aver commesso ulteriori scempiaggini.
Rileggendola mi sono resa conto di non aver staccato la spina ma, erroneamente,
ho continuato ad essere Usagi! Francamente, se dovessi utilizzare il linguaggio
forbito dei miei amici, per indicare il seno di una ragazza non credo,
effettivamente, che rientri il termine decoltè, forse loro neanche sanno cosa
sia! Ho cercato di modificare ed evitare esclamazioni tipo “balcone fiorito”
anche quelle troppo femminili, però sulla Geisha non mi sono trattenuta, Mamoru
è un uomo, mica uno scaricatore di porto… per quello c’è Usagi che non si
è creata tanti problemi ed ha affibbiato alla povera donzella l’epiteto di
prostituta, ma poi perché mai, cosa avrà fatto la poveretta di così
sbagliato? Per quel che riguarda il mancato quagliamento credo di essermi
spiegata meglio dopo, o no? Se così non fosse tu parla che io correggo! Grazie
per il tempo che ogni volta mi dedichi, mi rendi immensamente felice! Alla
prossima! E grazie alla miliardesima potenza!
Grazie
alle 13 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
Angelica82;
2.
bunny65;
3.
chichilina
4.
ertila;
5.
favola08;
6.
GioRock;
7.
girovaghi;
8.
Hatori;
9.
lagadema;
10.
LAS;
11.
miki90;
12.
stella93mer;
13.
Tappetta4;
Grazie
alle 37 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
Allen_Anne_Black;
2.
aquizziana;
3.
ashar;
4.
bellacullen889;
5.
brescy;
6.
DeepDereck;
7.
Enza85;
8.
Fantasy_Mary88;
9.
fasana;
10.
favola08;
11.
GioRock;
12.
hoshi90;
13.
igniflia;
14.
kiss88;
15.
LittleSimo;
16.
micina82;
17.
Miky 483;
18.
Minerva89;
19.
Moons Tear;
20.
Morea;
21.
Neptune87;
22.
Poisonivy;
23.
ponpon;
24.
Potter92;
25.
pulcinaele87;
26.
romanticgirl;
27.
sailorm;
28.
shalya;
29.
simo87;
30.
SweetCherry;
31.
Tappetta4;
32.
Toru85;
33.
Truelove;
34.
usachan;
35.
vale_129;
36.
_Maddy_;
37.
_Sofia_;
Un grazie particolare ad ashar e poisonivy per essersi aggregate a questa avventura! Mi spiace aver
perso Akane_val
Adesso
vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 4 giugno
2010!
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Capitolo 11 *** Capitolo X ***
Nuova pagina 1
Note:
- kun:
uno dei suffissi più diffusi, utilizzato tra ragazzi e amici per indicare una
certa forma di rispetto, o da un adulto verso una persona molto più giovane
come segno di confidenza. Può essere rivolto da un ragazzo anche alle ragazze
ma questo caso è più raro. È utilizzato anche in ambito lavorativo. (fonte
Wikipedia)
-chan:
utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i quali nel
linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo "piccolo/a" o
ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino). Può però (ed è diffusissimo in tal
senso) essere utilizzato anche fra persone adolescenti o adulte e in questi casi
indica forte amicizia e confidenza, come per esempio fra amiche di scuola, ma può
indicare anche affettuosità e un certo grado di intimità, come fra coppie o
fra parenti più grandi verso parenti più piccoli (es. la madre al figlio).
Generalmente si utilizza più spesso e con connotazioni meno strette fra
ragazze, mentre fra ragazzo e ragazza non parenti è più probabile che indichi
che vi sia un rapporto particolare fra i due (es. fidanzati o amici d'infanzia).
Fra amici maschi è più raro e ha prevalentemente sfumature scherzose o
ironiche o deriva da una lunga amicizia. Utilizzare -chan con persone adulte che
si conosce appena può essere visto come scortesia. Viene utilizzato anche per
gli animali domestici. ( fonte Wikipedia)
- coiffeur:
in francese vuol dire parrucchiere, la pronuncia dovrebbe essere cuaffer;
- chauffeur:
in francese vuol dire autista, la pronuncia dovrebbe essere scoffer, dovrebbe...
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo X
XII giorno
Ore
07:15
-
18 giorni all’alba
- Hai invitato Mamoru
all’anniversario dei tuoi?
- No Minako, non l’ho
invitato. L’ho fatto credere ad Umino, il che è diverso, molto diverso!
Erano seduti a fare colazione, lei,
Minako e Kunzite. La sera prima non aveva potuto raccontare nulla perché Minako
era impegnata con una cena di lavoro e quando era rientrata, accompagnata dal
fidanzato, era ormai notte fonda… il fatto che Kunzite fosse rimasto a dormire
da loro, invece, era la normalità.
- E Mamoru?
- “E Mamoru” cosa?
Kunzite non metterti anche tu con queste storie assurde! - Aveva risposto e
subito dopo aveva addentato il suo cornetto caldo. Da quando non viveva più in
casa con i genitori, aveva preso l’abitudine di fare colazione
all’occidentale con caffè, latte e cornetti… quella mattina, poi, Kunzite
era stato così gentile da uscire ed andarli a comprare direttamente in
pasticceria e quello era stato il buongiorno più dolce degli ultimi mesi...
oltre che un vero e proprio idillio per le sue papille gustative!
- Voglio dire, che ha detto quando si è sentito presentare come il tuo
fidanzato! - La voce di Kunzite in quel momento era solo un sussurro tanto era
immersa nella degustazione della sua colazione, gli occhi erano chiusi ed il
sapore della marmellata di albicocche le inebriavi i sensi. Non c’era proprio
spazio per nessuno, se non per il cornetto.
- Che goduria!
- Usagi adesso basta! - Minako
le aveva letteralmente strappato il croissant dalle mani e la guardava
arrabbiata attendendo una spiegazione.
- Ragazzi siete impossibili! Non
ha detto nulla! Appena Umino è andato via mi sono limitata a spiegare come
stavano le cose, tutto qui!
- E lui?
- Oddio, ma avete una fissazione
voi due! Se siete così curiosi, perché non chiedete direttamente a lui…oh
cavolo! È tardissimo, io scappo!
- Ehi aspetta! - Ehi aspetta
un corno! Era in ritardo, come non le capitava più da anni, forse secoli.
- Cosa Minako? È tardissimo!
- Ricordi stasera, vero? - Si
era fermata in mezzo alla cucina e fissava ora l’uno ora l’altra con uno
sguardo perplesso: cosa c’era da fare quella sera? Era venerdì quindi…
- Sì, ci vediamo in pizzeria…
o no? - Se Minako le aveva fatto quella domanda probabilmente il programma era
cambiato!
- Lo sapevo, lo hai dimenticato!
- Cosa ho dimenticato? Muoviti
però che senno faccio davvero tardi!
- Oggi è il compleanno di
Jadeite! Rei ha organizzato una festicciola a sorpresa a casa sua!
- Casa sua, di chi?
- A casa di Rei! Usagi è da più
di una settimana che ne parliamo!
- E va bhè, non occorre
innervosirsi così!
- Non occorre innervosirsi
così? Kunzite ma tu l’hai sentita? - E quando tirava in ballo Kunzite
voleva dire che lei poteva anche svignarsela senza problemi. Kunzite non amava
molto essere messo in mezzo e, puntualmente, la coppia finiva a discutere
amabilmente dimentica di tutto il resto! Che bella cosa che era l’amore!
- Sì, l’ho sentita!
- E non le dici niente?
- Scusa, che vuoi che le dica?
- Ehm, ragazzi… - Voleva
lasciarli alle loro tenere beghe d’amore ma doveva necessariamente
sapere a che ora era l’appuntamento, tanto per trovare un regalo al volo per
Jadeite. Peccato che erano troppo attenti alla loro dolce discussione per
curarsi di lei!
- Non occorre alzare la voce!
- Sei stata tu la prima ad
averla alzata!
- Io non alzo mai la voce!
- Ed adesso che stai facendo?
- Ragazzi… per favore… -
Semmai si fosse innamorata, avrebbe fatto in modo di non comunicare così passionalmente
con il proprio compagno… era in momenti come quelli che invidiava sua nonna
che viveva ad Hakone ad appena un’ora da Tokyo. Perché anche lei non imparava
ad amare la pace e la quiete della campagna?
- Sei stato tu a costringermi a
farlo!
- Certo! Sono io! Sono sempre
io! Sono sempre io il cattivo della situazione e tu sei solo la povera vittima
dell’orco cattivo!
- Ma fammi il favore…
- Me ne vado, è inutile parlare
con te!
- Già, bravo vai!
- RAGAZZI! - Fortunatamente per
lei, e per i vicini, era riuscita a zittirli! Minako e Kunzite quando iniziavano
a litigare diventavano ingestibili e le urla si avvertivano per isolati ed
isolati…
- Adesso che ho la vostra
attenzione, posso sapere a che ora è la festa?
- Alle sette… - Le aveva
risposto una Minako alquanto nera, era meglio defilarsi il prima possibile!
- Perfetto! Io vado, voi
continuate pure ad azzannarvi amorevolmente! Buona giornata!
Era scappata sbattendo la
porta di casa! Era in un ritardo indicibile e se non si fosse data una mossa
avrebbe perso la metropolitana e da lì tutte le coincidenze che l’avrebbero
portata a lavoro.
Kunzite e Minako,
fortunatamente, avevano la capacità di smettere di litigare appena venivano
interrotti, anche per quello aveva urlato per attirare la loro attenzione. Era
uno strano rapporto il loro però doveva ammettere che insieme formavano una
bella coppia. A dire il vero tutte le sue più care amiche formavano coppie
invidiabili con i rispettivi compagni e lei, a volte quando si ritrovavano tutti
assieme, si sentiva sempre un po’ fuori luogo, come una vecchia zitella. Molte
volte si dava della stupida per quei pensieri, aveva solo venticinque anni ed
un’intera vita d’avanti, avrebbe trovato la persona adatta a lei, quella
capace di capirla solo con uno sguardo, solo da un gesto, sì, l’avrebbe
trovata, o no?
Si stava addentrando in anfratti
troppo pericolosi, forse era meglio chiudere lì il cassettino delle riflessioni
e continuare come se nulla fosse quella giornata, in fin dei conti ancora non
erano neanche le otto del mattino.
*****
***** *****
XII giorno
Ore
19:10
-18
giorni all’alba
- Finalmente sei
arrivato! Mancavi solo tu, muoviti! A momenti Rei e Jadeite saranno qui! - Ok,
era in ritardo, ma Kunzite che motivo aveva per spintonarlo dentro a quella
maniera? Lavorare in chirurgia voleva dire non avere orari perché, il più
delle volte, poteva capitare che un intervento durasse più del previsto.
- Sta calmo, così me lo rompi
il braccio!
- Ti rimane
sempre l’altro!
- Per operare mi servono
entrambi!
- Piantatela voi due ed entrate!
Non vorrete rovinare la sorpresa!
- Ciao anche a te Minako!
- Buonasera Chiba! Io e te
dobbiamo parlare! - Da quando Minako Aino perdeva il suo prezioso tempo a
discutere con lui?
- Come mai…
- Minako puoi venire un attimo?
- Arrivo! - Stava per sparire
dentro la cucina ma era tornata indietro, si era fermata, ed adesso lo fissava
corrucciata.
- Con te non ho ancora finito!
Ricordati che noi due dobbiamo fare un discorsetto!
- Dove e quando vuoi! - Tipa
strana la ragazza, di questo ne era sicuro, solo un pazzo come Kunzite poteva
starci.
- La tua ragazza oggi mi sembra
più folle del solito. Avete litigato?
- Quello sempre! Non sai
che le liti servono a rinsaldare il rapporto?
- Certo, se lo dici tu! Spero di
non trovarmi mai nella tua stessa situazione!
- Non saprei, non è che tu e lei
siate così calmi!
- Ancora con questa storia? Ma
vuoi piantarla!
- Amico mio, negare non servirà
a nulla! Sei cotto di lei!
- Come no, vado a salutare gli
altri…
- Occhio alle sorprese!
Ma non fece caso alle parole di
Kunzite. Una volta dentro si era diretto subito in camera di Rei. Per lui, che
da bambino passava la stragrande maggioranza dei suoi pomeriggi in casa della
cugina, era normale muoversi per gli innumerevoli corridoi come se nulla fosse.
Come sempre, senza bussare, era entrato nella stanza di Rei.
- Prima di entrare si bussa, non
te lo hanno mai insegnato? - No, non poteva essere!
- Che diavolo ci fai qui?!
- Stavo cercando le sigarette!
- Sfotti?
- Ho risposto ad una tua domanda
Chiba-kun. - Non lo sopportava, assolutamente. Chi diamine credeva di essere per
usare quel tono così accondiscendete nei suoi confronti? Ma soprattutto, chi lo
aveva invitato?
- Ryu mi cercavi? Hai finito con
le sigarette? - L’arrivo di Usagi aveva interrotto il silenzio che era calato
tra i due. La testa bionda di lei era sbucata dalla porta socchiusa e si era
rivolta verso l’altro, lui non era neanche stato notato.
- Sì splendore. Stavo
parlando con il tuo amico.
Solo così si era accorta della
sua presenza, evviva!
- Oh,
ciao Mamoru, non sapevo fossi arrivato!
- Se vuoi vado via!
- Ryu andiamo, Mamoru non è
molto in vena oggi!
Ignorandolo, stavolta
volontariamente, aveva preso la mano di quello, era uscita dalla stanza,
richiudendo la porta.
Ma che diavolo gli era preso?
*****
***** *****
XII giorno
Ore
19:15
-18
giorni all’alba
- Chiba-kun è sempre così?
-
No Ryu, di solito è peggio!
-
Forse è geloso…
-
Come?
-
Sì, geloso di… - No, anche Ryu no! Tutto tranne questo, era già difficile
sopportare le teorie di Minako, a volte poi ci si metteva anche Rei a darle
manforte… ma anche Ryu non lo avrebbe retto!
-
Ryu, credimi, Mamoru non è geloso di me!
-
Tu credi? A me non sembra.
- Fidati, Mamoru ha altro
genere di problemi.
-
Quali?
-
Non credo che sia giusto parlarne con te. Non offenderti.
- Ci aveva pensato a lungo ed alla fine credeva di aver capito quale
potesse essere il problema di Mamoru.
-
Assolutamente, non mi importa di Chiba-kun.
-
Usagi puoi raggiungerci un attimo? Abbiamo bisogno di te!
-
Scusami, il dovere mi chiama! Tu intanto perché non vai di là, ci sono anche
gli altri!
-
No, magari vado fuori a fumare.
-
Va bene, io vedo cosa è successo e ti raggiungo. - Non era colpa sua se Ryu si
trovava a disagio con i suoi amici, infondo, c’era anche da capirlo, era la
prima volta che li incontrava. Lei non lo aveva invitato, era tutta opera di
Minako che appena lo aveva intravisto si era fiondata al suo braccio invitandolo
a restare con loro… ed aveva un vago sospetto sul perché di quell’invito
improvviso.
-
Cosa è successo?
-
Allora?
-
Allora cosa Minako?
-
Ryu e Mamoru… chi ha vinto il primo round? - Ecco!
-
Di cosa stai parlando?
-
Lascia perdere Usagi, è da quando è arrivato Mamoru che Minako non fa altro
che dire assurdità!
-
Ami non è vero! Anche Makoto la pensa come me!
-
Posso sapere di cosa parlate oppure tiro ad indovinare?
-
Non è così difficile…
-
Lo so Ami, con Minako ultimamente non si può parlare d’altro. È diventata
monotematica!
-
Ehi! Non è vero! Cerco solo di farti aprire gli occhi! Lui è cotto al punto
giusto ed anche tu!
-
Ragazze io torno di là non ce la faccio a sentire tutto il giorno certe
cretinate! - Quando Minako era in modalità paladina dell’amore era
impossibile resistere per più di tre minuti; per lei era ancora più difficile
visto che ci divideva pure la casa, per questa ragione la sua pazienza era
ridotta ai minimi termini!
-
Usagi…
-
Dimmi Mako-chan!
-
Ma si sono picchiati? – No, era solo un incubo! Minako non poteva aver
soggiogato tutti con quei suoi assurdi discorsi. Training autogeno: inspirare ed
espirare. Sì, sarebbe sopravvissuta a quella serata.
-
Lasciale perdere! Andiamo… - Meno male che le era rimasta Ami, almeno lei era
l’unica che non si era lasciata trascinare da quella assurda idea.
-
Ami, tu che sei sempre stata la mente del gruppo, sapresti spiegarmi perché si
sono messe in testa questa storia assurda di me e Mamoru?
-
Non saprei! Forse perché tu e Mamoru sembrate compatibili…
-
Ti ci metti anche tu?! - Si era immobilizzata al centro del corridoio per quella
scoperta.
-
No! Cioè… tu e Mamoru siete gli unici single del gruppo, ci piacerebbe se
magari…
-
Anche Seiya non mi sembra stia in compagnia!
-
Veramente stasera non è solo…
-
Cosa!? Anche Seiya ha trovato un’anima pia capace di tollerare il suo
infantilismo? Perché io non riesco a trovare uno straccio di maschio, sai
dirmelo? E poi non capisco perché proprio Mamoru, non ci sono altri uomini
sulla faccia della terra? E comunque, se non ricordo male, fino a poco tempo fa
Minako non lo sopportava!
-
Sai come è fatta Minako! Cambia idea facilmente!
-
Tra me e Mamoru non c’è e non ci sarà mai nulla! Questo è bene che ve lo
mettiate in testa, tutti! Non potrei stare con lui neanche se fosse l’ultimo
esemplare di maschio sulla faccia della Terra!! - Era assurdo, tutti si erano
incaponiti in quella idea inconcepibile, ma poi cosa poteva esserci tra lei e
Mamoru? Nulla! Esattamente, il nulla!
Erano
diametralmente opposti.
Il
giorno e la notte.
Bianco
e nero.
Destra
e sinistra.
Ragione
ed istinto.
Sole
e Luna.
Quasi
quasi erano pure bene e male!
Ipotizzare
una storia tra loro era fuori discussione anche perché lei non aveva nessuna
intenzione di diventare una paziente del reparto per cui lavorava,
assolutamente.
-
Usagi…
-
Cosa ancora!
Si
era girata come una iena senza riconoscere nemmeno chi la chiamava e quando si
ritrovò davanti il viso perplesso di Ryu era diventata rossa a causa
dell’imbarazzo.
- Oh, scusami Ryu! Ero convinta fossi qualcun altro…
-
Non vorrei trovarmi nei panni dell’altro!
-
Neanch’io credimi! - Perché i suoi amici non potevano vederla con un ragazzo
carino e simpatico come Ryu? Ah, vero! Lo aveva dimenticato… Ryu aveva quel piccolo
problema… con una donna davanti, non riusciva a tenere le braghe alzate...
neanche se era impegnato.
-
Ti va qualcosa da bere?
-
Bhè si grazie! - Ma neanche il tempo di entrare nel salone che ecco Minako
pronta a placcare, la sua era una marcatura ad uomo!
-
Usagi, quando arriveranno Rei e Jadeite? Dovevano essere qui da un po’… - Ok,
adesso si stava esagerando. Davvero!
-
Sbaglio, o sei tu quella che si è sentita con Rei per l’ultima volta?
-
Sì però magari tu ne sapevi qualcosa di più…
-
No Minako! Non ne so nulla… Ryu ti dispiace un attimo? Devo dire una cosina
alla mia coinquilina! - Oh, le avrebbe detto tutto, ma proprio tutto!
Erano
tornate in cucina dove adesso erano sole. Minako si guardava in torno facendo
finta di nulla ma lei sapeva che aveva intuito il perché di quella
conversazione privata.
- Guardami! - Bene, la ignorava
adesso! - Minako, ho detto guardami!
-
Non occorre urlare, ti sento! - Oh Kami! Che qualcuno le impedisse di commettere
un omicidio!
-
Ti rendi conto che così facendo non fai altro che aumentare la mia antipatia
nei confronti di Mamoru?
-
Io non sto facendo nulla e poi cosa c’entra Mamoru adesso?
-
No cara! Non giocare al gatto col topo con me perché tanto non attacca!
-
Io non sto giocando! Sei tu che hai tirato in ballo Mamoru dal nulla, come mai?
-
Mi credi scema? Ti sembra che non mi sia accorta che stai facendo di tutto per
non farmi stare da sola con Ryu? Che fai di tutto per mettere Mamoru Chiba sulla
mia strada? Che poi non capisco, se non vuoi che Ryu mi stia così vicino,
allora perché lo hai invitato a rimanere?
-
Io? Io non ho fatto nulla! Sei ingiusta con me! Ho invitato quel povero ragazzo
perché non era giusto che ti facesse da coiffeur, era il minimo che potessi
fare!
- Si dice chauffeur! Il coiffeur è il parrucchiere!
- Parrucchiere o autista che cambia? Il fatto è che quel poveretto era lì
dietro di te e voleva essere invitato!
-
Minako! Non insultare la mia intelligenza! Tu stai complottando alle mie spalle!
-
Io non sto insultando un bel nulla! Sei tu che vedi complotti ovunque! - Quanto
poteva essere finta la sua amica? Doveva riconoscerglielo: era una grandissima
attrice. Se non l’avesse conosciuta bene sarebbe potuta cascarci in quella
commediola da quattro soldi che aveva messo su in un battibaleno.
-
Con me non attacca! Che motivo avevi di invitare Ryu a questa festa? Non conosce
nessuno poverino! E tu non fai altro che chiamarmi e costringerlo a rimanere da
solo! E poi per quale assurdo motivo mi hai mandato nella camera di Rei sapendo
che Ryu non aveva bisogno di me?
-
Ryu era lì da un po’!
-
Ryu era lì da due minuti e non mi aveva chiamato!
-
Davvero? Vuoi vedere che devo decidermi a fare una visita dall’otorino? Inizio
a pensare che forse ho veramente problemi di udito!
Probabilmente
aveva trovato qualcuno che le facesse saltare la pazienza solo come Mamoru Chiba
era capace! Oh, cavolo, adesso basta! Non poteva tirare in ballo Mamoru quando
non c’entrava nulla!
-
Minako ti avviso: un’altra sparata delle tue e sei una donna morta!
-
Ma Usagi…
- Niente ma! - Ed il suo indice
puntato verso l’amica la faceva sentire tanto mammina pronta a sgridare la
figlioletta cattiva! Ma con Minako occorreva il polso di ferro, anzi meglio di
granito! La vide mettere il broncio e darle le spalle e partire a passo di
carica.
Adesso che era rimasta sola in cucina poteva anche rilassarsi, Minako se
ne era tornata nel salone dove tutti aspettavano l’arrivo del festeggiato e di
Rei. Le dispiaceva essere stata così aggressiva ma non poteva fare
diversamente; la sua amica, quando ci si metteva, diventava davvero una bambina,
il mattino seguente si sarebbe scusata con lei per l’eccessiva aggressività.
- Dimmi tutto!- No! Il mattino
seguente l’avrebbe sgozzata, ma anche prima…
-
Nulla Mamoru! Minako deve aver capito fischi per fiaschi!
-
Capisco… - Mamoru le sembrava titubante…
-
Mamoru, tutto bene?
-
Sì! Per caso, ti stai rivedendo con quello? - Voleva picchiarsi la testa
nel muro! Sì che lo voleva! Ma mai nessuno che si facesse gli affaracci suoi?
Mai?!
-
Che ti importa? - Era riuscita a non apparire particolarmente acida, era già un
passo avanti!
-
Nulla! Però scusami ma non ci riesco! - Bene, allora era vero che Mamoru
soffriva di disturbi di personalità: un attimo prima calmo e dimesso, quello
successivo diventava un invasato isterico!
- Prego? - In quel caso era
meglio assecondare per vedere dove sarebbe andata a finire la discussione.
-
Quello vuole solo portarti a letto! - Oddio! No, anche Mamoru no!
-
Ma tu guarda! Ed io che ero convinta che invece volesse invitarmi ad ammirare la
sua collezione di farfalle!
-
Non fare l’ironica!
-
Perché è solo una tua prerogativa?
-
Non ti dà fastidio essere considerata un oggetto sessuale? - Se le dava
fastidio? No… sì! Ma a Mamoru non doveva interessare!
-
Mamoru, ascoltami: non sei mio padre. Non sei mio fratello. Non sei il mio
ragazzo! Ti è chiaro il concetto?
-
Sono tuo amico!
-
No Mamoru, non sei neanche un mio amico! - Ok, era stata rude, molto rude, ma
non poteva fare diversamente. Mamoru doveva capire che loro due non erano nulla,
assolutamente nulla, solo due sconosciuti che frequentavano persone comuni e che
si erano incontrati due volte per pranzare insieme e nulla di più!
-
Perfetto! Allora permettimi, da illustre sconosciuto, di informarti che il tipo
vuole solo scoparti e nulla di più!
- Grazie per l’informazione ne
terrò nota!
- Vado, non sia mai che il tuo
amico possa sospettare qualcosa di noi!
- Non c’è nessun noi!
- Per fortuna!
- Aspetta!
- Cosa vuoi ancora? Non vuoi
tornare da Ryu?
- Tu un paio di giorni fa mi hai
detto che non era così che funzionava, adesso sono io che te lo ripeto: non
funziona così! Io non sono tua proprietà!
- So perfettamente che non sei
una mia proprietà!
- È questo il punto: ti
comporti come se lo fossi!
- Non capisco perché le donne
siete convinte del fatto che, se un individuo di sesso maschile si preoccupi per
voi, per causa di forza maggiore, deve essere per forza innamorato!
- Qui non si sta parlando di amore!
- No, strano, sono sicurissimo che tu abbia interpretato le mie parole come una
dichiarazione d'amore!
- Non ho detto o pensato nulla
di ciò! Non si tratta di sentimenti, o meglio sì, ma non come li intendi tu!
Mamoru è complicato, questo non credo che sia il luogo adatto per affrontare
determinati argomenti, torniamo di là! - Farlo innervosire non era il caso, a
quel punto far comprendere le sue motivazioni sarebbe diventato impossibile.
Gli passò accanto senza
aggiungere una parola ma la presa di Mamoru sul suo polso non le permise di
muoversi.
- Usagi non trattarmi come un
bambino! Ho avuto già modo di spiegarti che con questo atteggiamento con me non
vai da nessuna parte! Parla!
-
No! Non puoi ordinare agli altri di fare ciò che vuoi, impara a rispettare il
prossimo! - Perché gli uomini si comportavano come tanti bambini?
-
Siete tutti convinti di fare e dire sempre la cosa giusta, non è così? -
Perfetto! Adesso entrava nella fase di vittimismo.
-
No, io non sono convinta di nulla! Ti sto solo dicendo che non puoi pretendere
l’esclusiva sulle persone. Tutti abbiamo una vita che prescinde da te, è bene
che tu te lo metta in testa! - Era stata dura, eccessivamente. La stretta di
Mamoru era più lenta ma ancora era lì. Lui non si decideva a muoversi e lei
iniziava a sentirsi in colpa per come gli aveva parlato.
-
Usagi…
-
Mamoru sono stata brusca, ti chiedo scusa. Sono nervosa per problemi miei
personali e probabilmente me la sono presa con te, inutilmente. Andiamo di là,
poi, domani con calma parleremo, va bene? - Era nervosa per colpa di tutta
quella situazione. Per colpa di Minako che iniziava ad esagerare con le sue
teorie e per colpa di Mamoru che la trattava come se fosse un oggetto…
-
Hai ragione, sono io il problema…
-
Non si tratta di essere o meno un problema…
-
Ragazzi sono arrivata Jadeite e Rei… ehm… scusate, ho interrotto qualcosa?
-
No Nephrite, non hai interrotto nulla.
Con
quelle parole Mamoru aveva lasciato il suo polso e si era diretto verso il
salone.
*****
***** *****
XII
giorno
Ore
21:30
-18
giorni all’alba
Aveva
sbagliato tutto ed era stato uno stupido!
Come gli era saltato in mente di
fare quella pseudo scenata ad Usagi? Ma cosa credeva di fare? Davvero era
convinto che lei non si fosse accorta degli sguardi che quello le
lanciava?
Davvero credeva che lei non si
fosse accorta di come, ogni volta che quello le era vicino, cercava un
contatto fisico? Una volta era una mano, un’altra una ciocca di capelli
davanti gli occhi, poi era la volta di una carezza!
Ma poi perché l’aveva messa
in guardia? Usagi era libera di fare ciò che voleva, perché lui si era messo
in mezzo, a che pro?
- Tutto bene? Non credi di aver
bevuto abbastanza?
Alzati gli occhi dalla bottiglia
di birra che teneva in mano, aveva incrociato lo sguardo preoccupato di Seiya.
- Sono lucido non preoccuparti!
- Non è per questo! Sembri
stare male, posso fare qualcosa per te? - Se poteva fare qualcosa per lui? Sì,
poteva spiegargli perché era stato tanto stupido con Usagi. Poteva spiegargli
perché si era sentito infastidito nel vederla così vicina all’altro. Poteva
spiegargli perché due ore prima si era comportato da perfetto idiota.
- Ti ringrazio Seiya, ma sto
bene. Ho solo bisogno di bere un po’!
- Sei mio fratello, è normale
che mi preoccupi per te! Hai una faccia da funerale, cosa è successo?
- Niente che ti possa
riguardare!
- Ok, si tratta di Usagi…
- Mi spiegate per quale
fottutissimo motivo, nell’ultimo periodo, ogni volta che sono nervoso è colpa
di quella pazza sclerata?
- Non ogni volta… la
stragrande maggioranza delle volte.
- Lasciami in pace, dentro c’è
la tua ragazza che ti aspetta!
- No! Sei mio fratello! Santo
cielo, Mamoru non puoi pretendere che non mi preoccupi per te vedendoti qui, da
solo, mentre dentro tutti festeggiamo!
- Perfetto! Non vuoi vedermi?
Entra!
- Mamoru…
- No! Meglio ancora, vado via
io! Salutami Jadeite ed inventati qualcosa con Rei, anzi, dille che ho ricevuto
una chiamata dall’ospedale e che sono andato via!
- Mamoru aspetta! Non puoi
scappare in questo modo!
- Non sto scappando, stasera non
sono di compagnia e non mi va di rovinarvi la festa!
- Perché fai così?
- Ma così come?
- Dille che ti piace e risolvi
il problema!
- Sicuro di non aver esagerato
tu con la birra?
- Il solo fatto che tu abbia
capito a chi mi riferivo mi fa intuire che il tuo interesse va al di là di una
semplice scopata!
-
Certo Seiya! Per tornare a casa chiama un taxi, non è prudente che ti metta
alla guida in queste condizioni! Ci vediamo! - Suo fratello, quando voleva,
sapeva essere davvero divertente… tutti si erano accorti del suo
presunto interesse per Usagi, tutti tranne lui, e lei! E poi c'era da aggiungere
che da parte di Usagi non aveva ricevuto nessun segnale che gli facesse intuire
anche il più piccolo interesse per un qualcosa di più di una semplice
conoscenza… conoscenza pretesa da lui tra l’altro. Il fatto era che,
fondamentalmente, neanche lui sapeva cosa volere da quel rapporto: gli piaceva
stare in compagnia di quella bionda psicolabile, ci stava bene. Si parlava, si
rideva, si sentiva se stesso senza dover indossare la maschera da duro come
capitava con tutte le altre, ma a parte questo, non provava altro. Quello che lo
mandava in bestia era non capire cosa lei pensasse del loro rapporto. Usagi era
ermetica e non lasciava trasparire nessuna emozione, niente di niente. Stava
bene, male, si annoiava… lui non lo sapeva.
Nulla di nulla… zero assoluto.
In ogni caso era inutile negare
l’evidenza: se lei gli avesse fatto intuire qualcosa magari un pensierino
glielo avrebbe fatto, ma qualcosa senza troppe implicazioni sentimentali, del
tipo una botta e via! Certo, dopo avrebbe dovuto fare i conti con Kunzite e la
sindrome del fratello geloso, ma era certo di riuscire a gestire la situazione,
nulla di impossibile!
- Vai via?
L’oggetto del suo malessere lo
aveva sorpreso con quella domanda improvvisa, anche perché non l’aveva
sentita arrivare, ma in tutto ciò, Seiya dove diamine era finito?
- Sì. Hai visto dove si è andato a cacciare Seiya?
- Gli ho detto di entrare, sai
Kyoko è rimasta troppo tempo da sola con Minako, non vorrei che rimanesse
shockata… senti, ti dispiacerebbe darmi un passaggio fino a casa?
- Ed il tuo amico?
- Andato…
- Sicura di voler tornare a casa? La
festa è appena iniziata.
- Vuoi darmi un passaggio sì o
no?
- Francamente no…
- Va bene, allora fa niente,
chiamo un taxi. Grazie lo stesso.
La odiava! Sì la odiava dal più
profondo del cuore. Con il suo fare sempre così compito e preciso, con il suo
non arrabbiarsi mai per un rifiuto, come aveva fatto adesso. Lui le aveva negato
il passaggio e lei, come se fosse stata la cosa più normale del mondo, aveva
detto che non era un problema e che si sarebbe fatta riaccompagnare a casa da un
taxi… la cosa più assurda? Adesso lui si sentiva in colpa per la risposta
appena data.
-
Ehi, stavo scherzando!
- Anch’io! Muoviti che sono
stanca!
- Cosa? Vuoi vedere che ti
lascio davvero qui? - Perché era lei a gestire il loro rapporto? Era lei che
dettava i tempi del dialogo, delle liti, dello scontro: era lei ad avere in mano
le redini della situazione, e questa non era la prima volta.
- Ne saresti capace lo so, però
ti prego portami via o commetto un omicidio! Minako è insopportabile!
- Ma come, non è la tua
coinquilina?
- Sì, ed è già difficile
tollerarla a casa… qui è ancora peggio!
- Come mai?
- Scusa, ma tra i due chi era
quella curiosa?
- Dimmelo!
- Accompagnami a casa e saprai
tutto!
- Prendi la giacca e la
borsa, io mi faccio prestare il casco da Rei. - In vita sua non era mai stato
così curioso, ma quando c’era Usagi Tsukino nel mezzo, il divertimento era
assicurato.
- Sei in moto?
L’aveva vista irrigidirsi
improvvisamente, che avesse paura delle moto?
- Paura?
- No… ma non sono patita delle
due ruote.
- Farò il bravo, te lo
prometto!
- Mi posso fidare?
- Devi!
- E sia! Prendo la giacca e la
borsa, due minuti ed arrivo!
- Ti aspetto qui…
La strada davanti a loro era libera, il problema era la velocità:
accelerare o rallentare?
L’angolo
dell’autrice
Buon
pomeriggio cari lettrici (l’ego ipertrofico ormai è una condizione cronica
del mio essere!), sono puntuale anzi no, in anticipo dato che aggiorno
nuovamente di giovedì (domattina sono fuori e non volevo farvi aspettare tutta
la mattinata per il nuovo capitolo!). Ma, soprattutto credo, ancora non sono
sicura, di poter dire che so come si concluderà la fanfic, non so ancora quanti
capitoli ci saranno, io attualmente sono al XIII, e non so come si evolverà un
punto preciso della storia, ma spero che questo capitolo non vi abbia deluso!
Dal
punto di vista della trama si intuisce un interesse un po’ più profondo da
parte di Mamoru, certo la delicatezza di Usagi è simile a quella di un
elefante, ma non possiamo farci nulla! La ragazza è fatta così.
Il
capitolo, a dire il vero, non mi lascia totalmente soddisfatta sia sotto il
punto di vista della trama, credo che Mamoru sia alquanto psicopatico dato che
cambia idea con molta rapidità, sia per quel che riguarda lo stile – come
avrete notato ho cambiato in corso d’opera, per l’ennesima volta, il modo di
presentare i dialoghi, mi auguro solo che così siano più comprensibili e si
senta meno la presenza della sottoscritta. Ancora devo migliorare parecchio e vi
prego di farmi notare ciò che non vi convince non solo a livello della trama ma
anche, soprattutto, a livello stilistico. Sono pronta a tutto!
Passando
ai ringraziamenti, prima di tutto vorrei dirvi che, non so come ma le letture si
sono raddoppiate, da una media di 150 lettori per capitolo, lo scorso capitolo
ha ricevuto la visita di ben 331 persone, grazie davvero a tutti!
RINGRAZIAMENTI
-
MOREA: Ciao Giulia! Prima di tutto in bocca al lupo per la tua
riabilitazione, spero che il tuo percorso non particolarmente lungo e tortuoso,
anzi, mi auguro che sia una passeggiata di salute! Per quel che riguarda
l’università, consolati: io ho deciso di non dare nulla a giugno per
preparare due esami tosti – cardiologia e respiratorio – per luglio, spero
che ne valga la pena (io il mio Mamoru Chiba in carne ed ossa, più carne che
ossa nell’ultimo periodo, l’ho trovato sette anni fa ma al momento anche lui
è nella mia stessa situazione e mi sa che la passione me la posso solo
sognare… povera me!). Non avrei mai permesso che tu perdessi due ore di studio
attendendo un mio aggiornamento, quando posso (raramente) cerco di aggiornare
subito di mattina, già alle 9 così da lasciarvi poi tutto il giorno serene e
libere di fare ciò che più vi aggrada! Mamoru che corre dietro ad Usagi è
meglio di Mamoru che afferra il polso di Usagi? E se poi sapessi cosa accadrà
nel prossimo capitolo (niente baci, non voglio illuderti!)… per quel che
riguarda la telefonata di Ikuko mi sembra che sia stata svelata già nella prima
battuta del capitolo. La signora Tsukino ha chiamato la figlia per ricordarle
dell’anniversario di matrimonio e della festa che ci sarà… nulla di
particolarmente misterioso quindi! Per quel che riguarda Masao Chiba… ho fatto
male i conti, il mistero sarà svelato nel capitolo XIII, abbi fede, anche in
questo caso non si tratta di niente di particolare, anzi, volendo il mistero
neanche sussiste visto che Mamoru ha già detto di cosa si tratta! Adesso non mi
resta che chiederti, se ti è possibile, un parere anche su quest’altro
capitolo… in bocca al lupo per la fisioterapia, alla prossima!
-
HATORI: Tanya coccolatrice a distanza ciao! Mi dovrai dire il
perché del post che ti ho commentato (quello relativo alle coccole, io credevo
che le regalassi solo a me le tue coccole!L)
passo alla recensione che è meglio! Tu mi fai piangere con tutte le tue
recensioni perché sei la mia Taniuzza bedda, non ci posso fare nulla! Sono
felicissima di farti ridere ed immagino che con la domanda che mi accingo a
farti ti farò ridere ancora di più, ma devo… che vuol dire che Mamoru si è
fatto la serra in casa? Non riesco a trovare il nesso… comunque non dire ad
Usagi che lei e Mamoru sono fidanzati altrimenti finisce che lei lascia tutto e
parte per la Polinesia e poi sono costretta a dividermi tra Mamoru e Giovanni e
la cosa si complica! Tu dici che la finta porterà a qualcosa, non saprei (in
realtà io lo so ma non te lo dico!)… per quel che riguarda le miei giornate,
sono tutte uguali, università, studio, studio, studio, studio, università,
studio, studio, studio… vuoi che continui? Meglio di no! Spero che questo
capitolo ti piaccia tanto quanto il precedente un mega bacio coccolatrice, alla
prossima!
-
CHICHILINA: Oh cavolo! Annamaria, mi spiace se la tua giornata sia
iniziata peggio di quella dei nostri due piccioni scoppiati! Spero però che non
si tratti di nulla di grave! Grazie per i complimenti riguardo il capitolo,
spero di non deluderti con questo! Per quel che riguarda tutte le mie recensioni
mancanti ti prometto che appena sarà passato il mese di luglio, mi metterò in
pari con tutte le storie… migliorarsi è difficile perché purtroppo noi non
abbiamo mai la percezione esatta di ciò che scriviamo perché sappiamo cosa
vogliono fare i nostri personaggi e non ci accorgiamo se, effettivamente,
l’azione è descritta a dovere, però le recensioni ci sono anche per questo
quindi, se avessi qualche errore da farmi notare, non esitare. So che non è mai
piacevole ricevere recensioni negative ma servono tantissimo… io non aspetterò
che sia tu a dirmi quando potrò leggere una tua fic, le leggerò tutte per il
solo piacere di farlo! Adesso ti saluto, spero che questo capitolo sia di tuo
gradimento, alla prossima!
-
MARYUSA: Mary buon pomeriggio anche a te! Sono contenta di leggere che il
capitolo passato sia stato di tuo gradimento, mi chiedo cosa penserai di questo
in cui Mamoru fa il gelosone ed Usagi la donna di ghiaccio dicendogli
chiaramente che loro sono due perfetti sconosciuti! Dì la verità, la
prenderesti a calci nel sedere… Umino sarà il jolly della situazione, ma non
solo lui, come vedi tra Ryu – di cui volontariamente non do nessuna
descrizione fisica, immaginatelo come volete – ed Umino il nostro Mamoru ha
proprio di che stare attento… la reazione di Mamoru, anche questa volutamente,
non è stata descritta perché dopotutto che senso ha fare delle storie se è
stato lui il primo a spacciare Usagi per fidanzata? Diciamo che Usagi ne ha
approfittato ben sapendo che Mamoru dove stare zitto… mi spiace averti fatto
aspettare tanto, spero solo che l’attesa sia valsa a qualcosa. Adesso vado,
alla prossima!
-
PINGUI79: Ciao Chiara! Io francamente non amo particolarmente il linguaggio
dei fiori, preferisco il linguaggio parlato ma questi sono gusti personali,
certo che se il mio ragazzo mi spunta con un bellissimo mazzo di rose non è che
mi arrabbio, anzi, sì che mi arrabbio perché vuol dire che si deve fare
perdonare qualcosa… meglio sorvolare! Allora se il capitolo scorso era
intrigante, questo come lo definisci? Vedo che Umino ha fatto il suo effetto su
tutte voi… e non potete immaginare cosa ho in mente per lui (a dire il vero
un’altra scena ma importante!)… vedrete, spero solo di non creare troppa
aspettativa per una storia che forse, alla fine, vi deluderà! Mamoru al
contrattacco è ancora presto, mancano esattamente tre capitoli, poi vedrai…
vedremo… ancora grazie per i complimenti che credo di non meritare, alla
prossima!
-
ROMANTICGIRL: ma buon pomeriggio Roxy, grazie per i complimenti per
l’esame! Sono felice che Usagi e Mamoru ti piacciano sempre più ma credo che,
in questo capitolo, Usagi abbia toccato gli indici più bassi di gradimento con
ciò che ha detto a Mamoru, sbaglio? È stata brutale però non mi sento di
condannarla, dopotutto ha ragione, cosa vuole Mamoru da lei? Mica hanno tutta
questa confidenza! Si piacciono? Non lo so, Mamoru però lo ha detto, lui non si
crea tanti problemi per una botta e via… maschi! I soliti insensibili…
comunque per quel che riguarda Umino… Usagi si è scelta proprio un gran bel
pezzo di… ragazzo, per liberarsi dell’ingombro, o no! Chiamala scema! Dimmi
cosa ne pensi di questo capitolo, mi raccomando, alla prossima!
-
SWEETCHERRY: ciao Jessica, sono felice di sapere che anche questo
capitolo è di tuo gradimento. Effettivamente vedere litigare Usagi e Mamoru
credo che sia qualcosa di unico e divertentissimo, ma non per come li faccio
litigare io, non sono così presuntuosa, no! Sono proprio loro che prendono vita
e decidono di fare, e dire, ciò che vogliono! Io sono solo un mezzo per farli
esprimere, nulla di più! Mamoru secondo te è cotto (pure secondo me) ma Usagi,
dopo questo capitolo, come ti sembra (a me una st***za)? Grazie per i
complimenti fanno sempre piacere, la mia storia dici che è ben scritta, bhè
grazie, anche se io tutta questa bravura non la vedo proprio però mi fido!
Adesso ti lascio e passo alle altre recensioni, alla prossima!
-
SIMO87: Ciao Simona! Adori i loro battibecchi… vediamo se adorerai
anche le loro liti… comunque in questo capitolo Mamoru è stato un po’
troppo OCC ma si rifarà nel prossimo, lo prometto! Un bacio alla prossima!
-
ELLEPHEDRE: o somma e divina Elle, mi chiedo cosa voglia dire che sei
costretta a rivalutare anche questo capitolo… rivalutare in bene o in male?
Sono felice di sapere che alcuni battibecchi non sono inutili e che i silenzi,
carichi di significati più di mille parole messe insieme, siano stati da te
apprezzati. Certo Usagi e Mamoru non fanno discorso seri come nel caso di Aiko e
Akira ma tranquilla, dai loro del tempo e poi vedrai che ci arriveremo, almeno
ci proverò! Come hai notato ho aggiunto un qualcosa in più nell’introduzione
e questo lo faccio perché il povero Mamoru in questo capitolo è stato un
pochetto bastonato e quindi era giusto farlo riprendere nel successivo, o no? Il
prossimo capitolo sarà, nonostante il tema trattato, abbastanza umoristico,
almeno lo spero. Per quel che riguarda Umino come spasimante diciamo che mi sono
ricollegata all’anime e quindi non è stato difficile immaginarmi la scena di
Usagi che vuole fuggirgli e per farlo, essere disposta a tutto, anche spacciare
Mamoru per fidanzato… per quel che riguarda lo stile inizio già a tremare.
Come hai potuto notare, in corso d’opera, ho mutato ancora l’impostazione
dei dialoghi, cerco di migliorarmi ma il risultato non è totalmente di mio
gradimento. Ho pubblicato non tanto per la foga di farlo ma solo perché attendo
un tuo, vostro, giudizio così magari da potermi migliorare nei capitoli
successivi. Le correzioni al capitolo VIII erano doverose, ma non ho capito se
le bocce ti sono sembrate fuori luogo o meno… chiudo e ringrazio io a
te per le bellissime recensioni che mi lasci, il tempo l’ho trovato perché ho
deciso di sacrificare giugno per poter dare due materie belle toste
a luglio, speriamo bene! In attesa della tua recensione, naturalmente
sempre se tu puoi, ti lascio ed aspetto con ansia il tuo aggiornamento! Alla
prossima!
-
MIKI90: ciao Gaia, ma come faccio a dimenticarmi di te? Sono felice di
saperti studentessa universitaria, in cosa ti sei iscritta? Sono molto curiosa
di scoprirlo! Sono lusingata del fatto di essere ancora, dopo tanto tempo, una
delle tue autrici preferite e questo non può che spingermi a fare di più per
migliorarmi! So che l’università toglie via tanto tempo per questo non devi
preoccuparti se non riesci a leggere e commentare come vorresti, hai tutto il
mio sostegno! Grazie ancora per i complimenti, io ti faccio il mio in bocca al
lupo (CREPI! J)
per l’università, sperando che sia presto, ti do appuntamento alla prossima!
Grazie
alle 13 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
Angelica82;
2.
bunny65;
3.
chichilina
4.
ertila;
5.
favola08;
6.
GioRock;
7.
girovaghi;
8.
Hatori;
9.
lagadema;
10.
LAS;
11.
miki90;
12.
stella93mer;
13.
Tappetta4;
Grazie
alle 38 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
Allen_Anne_Black;
2.
Antalya;
3.
aquizziana;
4.
ashar;
5.
bellacullen889;
6.
brescy;
7.
Chichilina;
8.
DeepDereck;
9.
Ellephedre;
10.
Enza85;
11.
Fantasy_Mary88;
12.
fasana;
13.
favola08;
14.
hoshi90;
15.
igniflia;
16.
kiss88;
17.
LittleSimo;
18.
micina82;
19.
Miky 483;
20.
Minerva89;
21.
Moons Tear;
22.
Morea;
23.
Neptune87;
24.
Poisonivy;
25.
ponpon;
26.
Potter92;
27.
pulcinaele87;
28.
romanticgirl;
29.
sailorm;
30.
shalya;
31.
simo87;
32.
SweetCherry;
33.
Tappetta4;
34.
Toru85;
35.
Truelove;
36.
usachan;
37.
vale_129;
38.
_Maddy_;
39.
_Sofia_;
Un grazie particolare
ad Antalya, ashar, Ellephedre (somma e divina) e poisonivy
per essersi aggregate a questa avventura! Mi spiace aver perso Akane_val
Grazie
anche a chiara84 per aver inserito la fic tra quelle da ricordare.
Adesso
vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, l’11
giugno 2010!
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Capitolo 12 *** Capitolo XI ***
Nuova pagina 1
Note:
-
Transfert e controtransfert: In psicoanalisi, processo mediante il
quale il paziente proietta (trasferisce) sul terapeuta le reazioni emotive e
affettive sperimentate nell'infanzia e indirizzate ad altre figure significative
della sua vita (di solito il padre e la madre). Il paziente si comporta con il
suo analista allo stesso modo in cui si comportava con i genitori: il transfert
fa riemergere dall'inconscio comportamenti improntati a seduzione, ricatti
affettivi ecc., e la sua analisi è oggi riconosciuta come il più prezioso
strumento d'interpretazione psicoanalitica. Si definisce controtransfert,
invece, l'insieme delle risposte inconsce dell'analista nei confronti del
paziente. (Fonte: Dizionario medico De Agostini)
- Sindrome
dell’abbandono: Sindrome
determinata da abbandono reale o da carenze affettive. Le conseguenze
psicologiche sono più o meno rilevanti secondo l'età del soggetto. I bambini
che soffrono di tale sindrome possono presentare ritardi psicomotori, facilità
ad ammalarsi, abulia (incapacità di prendere una decisione, di iniziare o
portare a termine un'azione in rapporto a eventi anche banali.), periodiche
crisi di ansia, gelosia e aggressività. Le cause determinanti sono la morte di
uno dei genitori, litigi familiari, mancanza di cure, freddezza della madre,
nascita di un fratello. Nell'adulto la sindrome di abbandono si manifesta con
stati di depressione grave che possono portare al suicidio, oppure con stati di
aggressività accompagnati da collera, talora sino al delirio. Possono soffrire
di tale sindrome gli anziani abbandonati a se stessi, le ragazze-madri, le
persone tradite nei loro affetti. In tutti i casi è indicata una psicoterapia.
(Fonte: Dizionario medico De Agostini)
- In
Giappone la maggiore età si raggiunge a venti anni.
-
Periodo Edo: Il periodo Tokugawa (1603 - 1867) indica quella parte
della storia del Giappone in cui la famiglia Tokugawa detenne, con lo shogunato
il massimo potere politico e militare nel paese. L'epoca Tokugawa è meglio nota
come periodo Edo, dal nome della capitale shogunale, Edo appunto, ribattezzata
Tokyo nel 1869, mentre lo shogunato è anche noto con il termine bakufu.
(Fonte: Wikipedia)
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo XI
XII giorno
Ore
22:43
-
18 giorni all’alba
-
Sei un pazzo!
-
Perché che ho fatto?
-
Che hai fatto? Ma io ti ammazzo!
-
Non starnazzare che è tardi.
-
Io non starnazzo!
-
Hai ragione, gracchi.
-
Io… sei impossibile!
-
Ma che ho fatto?!
-
Mamoru, piantala con quel sorriso beota!
-
Tutte queste storie solo perché ho semplicemente spinto un po’
sull’acceleratore…
-
Un po’? Hai fatto 130 in una strada il cui limite massimo era 80!
-
Non esagerare, erano 120… e comunque, eravamo in massima sicurezza, non avrei
mai messo a rischio la tua incolumità…
-
Ti ignoro! Tu non sei qui! Non ci sei!
-
Ma quanto la fai lunga… è meglio che vada o rischio di finire in ospedale, ci
si sente!
-
Non entri?
-
Come? - Prima lo minacciava e poi lo invitava ad entrare? C’era da
preoccuparsi, ne era sicuro.
-
Ti offro una birra, anzi no, meglio un caffè! Con quella moto devi essere
lucido al massimo.
-
Credo che sia meglio un’altra volta…
-
Il mio non è un invito…
-
Fammi capire, tu non ami che la gente ti imponga di… fare determinate cose, e
poi ordini a me di entrare a casa tua? - Usagi era davvero pazza se credeva che
si sarebbe abbassato ad accettare la sua imposizione.
-
Il mio non è un ordine.
-
Usagi…
-
Giuro che non ti picchio, così va meglio?
-
Di te non mi fido…
-
Guarda, dopo il giro in moto sarò io a non fidarmi più di te; adesso però
muoviti ad entrare che ancora siamo a marzo e fuori fa leggermente freddino!
-
Usagi davvero…
-
Ho detto muoviti! Ti apro il garage così la bambina sta buona e nessuno
te la ruba!
Ed alla fine, non sapeva
come, ma si ritrova nella cucina di Usagi. Una cucina femminile, e colorata…
tutto l’opposto della sua, in acciaio e grigia. Che poi doveva capire come era
una cucina femminile…
Ripensando
alla scenata di pochi minuti prima non poteva che ridere divertito ricordando
l’espressione di lei, tutta rossa in viso e con le mani che brandivano il
casco come se fosse stato un’arma di offesa, invece che di difesa. In
tangenziale, effettivamente, aveva superato di un bel po’ il limite massimo
consentito, ma lo aveva fatto davvero in massima sicurezza. Adorava correre con
la sua moto, ma se quella volta aveva tirato un po’ di più era perché gli
piaceva stuzzicare la sua passeggera ed era sicuro che con quella mossa la
rabbia di Usagi sarebbe stata talmente tanta che lui si sarebbe divertito
parecchio.
-
Minako ascoltami! Se vuoi rimanere a dormire da Kunzite sei liberissima di
farlo, ma non dire che lo fai per me perché allora puoi benissimo tornare a
casa e dormire nel tuo letto!
Ed
aveva chiuso il telefono. Che caratterino…
-
Scusami! Preparo subito il caffè! - Dopo aver mandato a quel paese la sua
amica-coinquilina era tornata in cucina con in viso un’espressione davvero
arrabbiata.
-
Preferisco una birra, sempre se ne hai…
-
Qui la birra non manca mai! - Quella era una belva, non certo una ragazza.
Che cosa aveva detto di male per ricevere una risposta tanto brusca?
-
Se hai problemi io vado…
-
Non muoverti da quella sedia! Sono stanca di tutta questa situazione! - Ma
quella chi era, la gemella cattiva di Usagi? Ma dove diavolo era finito? In un
universo parallelo dove Usagi era una despota?
-
Sicura di stare bene? - Forse era meglio una camomilla, niente caffè e niente
birra, Usagi doveva essere necessariamente messa accuccia!
-
Sì scusami, è colpa di Minako…
-
Che ha fatto?
-
Esiste, già è più che sufficiente, non credi?
-
Sbaglio, o è la tua migliore amica?
- Una delle mie migliori amiche.
-
Sei pignola!
-
Lo so, è un difetto di famiglia!
-
Ancora non mi hai detto cosa ha fatto una delle tue migliori amiche per
farti arrabbiare tanto.
-
Lo sai già!
-
Sì, ma è bello sentirlo dire da te! - Era inutile continuare con quella finta,
lo sapevano entrambi che si ritrovavano degli amici stupidi, lei forse più di
lui ma questi erano dettagli.
Sicuramente Minako era partita con la stessa identica tiritera di Kunzite, sul
come loro due fossero perfetti per stare insieme… iniziava anche lui ad essere
stanco di quella storia.
-
Sei simpatico, lo sai?
-
Non sono solo simpatico, ho molte altre qualità…
-
Cerchi di sedurmi?
-
Ti dispiacerebbe? - A che gioco stavano giocando? Stava davvero flirtando con
Usagi?
-
Un po’…
-
E perché mai?
-
Ti perderei come paziente.
-
Questo cosa sarebbe, un transfert?
-
Semmai un controtransfert visto che sono io l’analista.
- Non hai risposto alla domanda di prima: che ha fatto la tua amica?
-
Forse non ho risposto, perché non voglio rispondere?
-
Perché non vuoi rispondere? - Mai che lei si abbassasse a rispondere ad una sua
domanda, mai. Fuggiva sempre dallo scontro diretto, o meglio, se era lui a
cercare uno scontro diretto lei si ritirava. Perché si comportava in questa
materia?
-
La birra la vuoi nella bottiglia o preferisci un bicchiere?
-
La bottiglia va benissimo. Ripeto: perché?
-
Mi sembra ovvio: le domande le faccio io.
-
Ma tu non mi hai posto nessuna domanda.
-
Perché non occorre fare domande. Il tuo atteggiamento parla da solo.
-
E cosa ti dice?
-
Dice che hai paura.
-
Paura? - Quella era un’affermazione che non si aspettava.
-
Sindrome dell’abbandono, nel tuo caso siamo di fronte ad un quadro clinico un
po’ anomalo, ma credo che sia questo il nocciolo della questione.
-
Come scusa? - Era assurdo, lui affetto da sindrome dell’abbandono, il solo
pensiero lo faceva sorridere, anzi ridere.
-
Non fare il finto tonto, sai di cosa parlo.
-
Scusa ma ti sembro un disadattato?
-
Non più di tanto.
-
Usagi, non iniziare a parlare con mezze frasi!
-
Tu hai un problema.
-
Ho sentito abbastanza, me ne vado! - Chi si credeva di essere per parlargli in
quella maniera? Per sputare sentenze a quel modo? Fino a che si scherzare poteva
anche starci, ma adesso che lei era seria, adesso che lei era tornata ad essere
la dottoressa Tsukino, non ci stava a farsi dire cose assurde, come l’essere
definito un disadattato sociale. No!
-
Stai scappando da te stesso.
-
No, non sto scappando. Semplicemente non voglio sentire altre cazzate!
-
Tu non ti muovi da quella sedia!
-
Cosa? Chi ti credi di essere per impormi di restare qui a farmi insultare da te!
Non sono un tuo paziente né una delle tue migliori amiche, sei stata tu stessa
a dirmi che noi non siamo niente, ed adesso pretendi che io esegua i tuoi
ordini? Sei fuori strada!
-
Io non ti sto ordinando un bel niente né ti sto insultando. Adesso tu prendi
posto su questa sedia e riprendiamo la nostra chiacchierata… anche perché non
puoi andare da nessuna parte senza le chiavi della tua moto… - Il mazzo di
chiavi era stretto nel suo pugno e sembrava tutto fuorché disposta a
lasciargliele prendere.
-
Dai Mamoru, che ti costa ascoltarmi per cinque minuti? - Il suo tono adesso si
era addolcito così come l’espressione del viso. Gli occhi azzurri non erano
più accigliati come pochi minuti prima e le labbra erano distese in un sorriso
speranzoso.
-
Questo si chiama sequestro di persona!
-
Chiamalo come vuoi, non mi importa, vuoi ascoltarmi oppure vuoi dormire sul
divano? - Il cambiamento era durato giusto due secondi, adesso era di nuovo il
sergente di ferro, chi poteva comprendere cosa passasse per la testa folle di
quella bionda?
-
Sbrigati, così posso tornarmene a casa prima!
-
Io davvero non capisco cosa c’è di così terribile nell’ammettere di avere
un problema?
-
Nulla, solo che io non ho un problema!
-
Finiscila, tutti abbiamo dei problemi, tu non sei certo l’eccezione!
-
Ah, sì? Allora tu che problema avresti?
-
Non riesco a legarmi ad un uomo.
-
Come? - Si era aspettato la solita risposta, non parliamo di me, ma
stavolta lei aveva risposto candidamente, quasi senza timore.
- Non riesco ad innamorarmi, così forse è più chiaro il concetto. Non
c’è un uomo che riesca ad attirare la mia attenzione per più di una
settimana, appena inizio a conoscerlo l’interesse scema di colpo.
-
Perché lo dici proprio a me? - Che cosa voleva da lui con quella confessione? Confessargli
che non lo vedeva come un uomo interessante? Ma che andava a pensare, non
avevano nessuna relazione, né l’intenzione di intraprenderne una in seguito.
Perché era stata così sincera?
-
Per dimostrarti che non è così difficile ammettere l’esistenza di un
problema.
-
Quindi, io adesso dovrei accettare l’esistenza del mio problema?
-
Esattamente. Prima accetti l’idea di avere un problema, prima potrai
risolverlo.
-
Sei folle. E tu hai accettato l’idea di avere un problema?
- Sì, ma anticipo la
risposta alla domanda che ancora non hai formulato: non ho risolto un bel nulla.
-
E quindi? - Aveva già finito la prima birra ed adesso stava per aprire la
seconda. Aveva bisogno di bere per restare calmo… o per dimenticare quella
conversazione insensata.
-
Quindi nulla!
-
Come fai a vivere?
-
Tiro avanti, sopravvivo.
-
Vuol dire che sei ancora vergine?!
-
Cosa!? - Era evidente lo sconcerto nel viso di Usagi e le sue guance leggermente
imporporate erano divertenti. Quella domanda effettivamente non aveva nessun
nesso con il problema di lei ma non riusciva a capire come e perché
gliel’avesse fatta. Aveva agito di impulso, come faceva ogni volta che era in
sua compagnia.
-
Bhè si, sei ancora vergine?
-
Mamoru piantala con queste domande personali!
Era arrossita più di prima.
Era diventata più rossa di un pomodoro maturo mentre la sua voce era diventata
stridula. Era davvero divertente vederla così imbarazzata, ma ancora non aveva
risposto alla sua domanda. Anche lei aveva finito la prima birra e stava
iniziando a bere la seconda, in viso un’adorabile espressione omicida.
-
Non mi hai risposto: sei o non sei vergine?
-
No!!
-
No, che non sei vergine?
-
No che non ti rispondo! Ma come ti è saltato in testa di farmi una domanda
simile?
-
Semplice curiosità! Che c’è di male?
-
Semplice curiosità? Tu sei un maniaco, ecco cosa sei!
-
Mamma mia come la fai tragica! Ti ho solo fatto una domanda un po’ più
personale! - Non capiva perché dovesse essere così imbarazzante parlare della
propria vita sessuale. Lui non aveva avuto mai nessun tipo di problema a
riguardo, forse perché era un ragazzo oppure perché era disinibito… o
semplicemente perché con lei avrebbe parlato di tutto.
- Facciamo così, io
rispondo a questa tua domanda, solo questa, se tu rispondi a tre mie domande! -
Il porpora era passato ad un rosso più accettabile del primo ma l’imbarazzo
persisteva ed era evidente soprattutto nella voce ancora stridula e nella ciocca
di capelli appena riportata dietro l’orecchio.
-
Ti sembro scemo? Tre a tre o non se ne fa niente! - Ma credeva davvero di
poterlo fregare in quella maniera? Per avere quella risposta non si sarebbe mai
abbassato a rispondere a tre sue domande…
-Niente
da fare! Rispondo solo a questa domanda, nulla di più.
-
Come vuoi!
-
Perfetto.
-
Non insisti?
-
Perché dovrei? - E giù con un altro sorso di birra. Di sto passo si sarebbero
ubriacati.
-
Per farmi le tue domande!
-
Non sono domande importanti!
-
Sei perfida, lo sai?
-
Sì, già me lo avevi detto!
-
Due domande!
-
Tre o non se ne fa niente!
-
Stronza! - Vinceva sempre lei… meno male che non si sarebbe mai abbassato a
tanto. La verità era che aveva perso su tutta la linea.
-
Benissimo! Dammi la tua parola che risponderai sinceramente!
- Anche questa? Ok! -
Era diventata una questione di principio, a costo di umiliarsi, l'avrebbe
costretta a rispondere alla sua domanda!
-
Quanto ti è pesata la separazione dei tuoi?
-
No! Non mi avevi detto che sarebbero state questo genere di domande! - Ed
effettivamente non credeva che sarebbe andata direttamente a colpire al centro
del bersaglio. Credeva, sperava, che prendesse la cosa alla larga per poi andare
a parare laddove il dente doleva ma si era sbagliato.
-
Tu non mi hai chiesto di che genere di domande si trattava!
-
Mi rifiuto di rispondere!
- Va bene! Ho capito. No,
non sono vergine! Adesso possiamo continuare? - Ed aveva bevuto ancora dalla
bottiglia. Per un attimo si era chiesto se lei avesse bevuto per la sete o solo
per trovare la forza per fare quella confessione.
-
Cosa?!
-
Sì, hai capito perfettamente. Non sono vergine. Ho perso la mia verginità
nell’estate del 2002. Adesso che hai ottenuto la risposta che volevi, possiamo
iniziare? - No, dalla tranquillità con cui aveva parlato era convinto che il
sorso di poco prima era dovuto ad un bisogno effettivo di ingerire liquidi.
-
Non ci credo… tu… credevi almeno di esserne innamorata? - Adesso anche lui
aveva la necessità di ingerire liquidi perché iniziava a sentire davvero
caldo.
-
Non puoi farmi altre domande, ricordi?
-
Eddai Usagi! Mi fai una confessione simile e non posso neanche farti altre
domande? È un’ingiustizia! - Non ci credeva. Non poteva essere vero. Cioè…
tutto si sarebbe aspettato tranne quella risposta. A dire il vero, era certo che
non avrebbe risposto, ed invece… ma le ragazze non erano quelle che donavano
la fatidica prima volta al ragazzo che amavano? Perché lei gli aveva
appena detto che non riusciva ad innamorarsi di un uomo e questo voleva dire
solo una cosa: lei aveva donato la sua verginità ad uno di cui non le importava
nulla.
-
Credo piuttosto che sia ingiusto il fatto che tu, ancora, non abbia risposto
alla mia domanda.
-
Ho bisogno di un’altra birra. - E quella sarebbe stata la terza. Il suo fegato
avrebbe retto? In quel momento, il fegato non era un problema, la priorità era
un’altra: mettere a tacere il suo cervello che lo subissava di domande. Perché
il fatto che Usagi avesse già fatto sesso lo metteva così in agitazione? Cosa
credeva? Lei aveva venticinque anni ed era impensabile credere che fosse ancora
vergine, o no? Davvero non aveva mai preso in considerazione l’idea che lei
potesse… no, non voleva usare quella parola… sesso. No! Le ragazze non
facevano sesso, loro facevano l’amore…
-
Quanto la fai tragica. Fammi capire: per un uomo è normale andare a destra e
manca con qualsiasi essere di sesso femminile, comprese bamboline di silicone,
però è impensabile che una donna possa perdere la verginità con un tizio che
le piace ma di cui non è innamorata?
Quando
la sua gola secca fu nuovamente bagnata dalla birra si sentì come rinato. Forse
sarebbe stato meglio se Usagi avesse preparato il famoso caffè così da
eliminare il retrogusto amaro che sentiva in bocca. Non sapeva se quel sapore,
effettivamente, fosse dovuto alle birre di troppo bevute fino a quel momento, o
alla semplice constatazione di quanto poco conoscesse l’universo femminile.
-
Non dire altro, rischierei di morire!
-
Mamoru, mi spiace informarti che il Periodo Edo è finito da un pezzo! Se non te
ne fossi accorto, al giorno d’oggi, esiste la parità tra uomini e donne!
-
Non fare del sarcasmo in un momento del genere!
-
Sì certo! Perché nel frattempo non ci raccogliamo in preghiera per la mia
verginità perduta!
-
Chi è? - Cazzo! Usagi non poteva bere dalla bottiglia e guardarlo a quel modo!
Quella ragazza stava superando i limiti della decenza. Odiava il suo sarcasmo.
Odiava ancora di più la sua calma, era come se stessero parlando della meta
delle prossime vacanze estive e non della sua via sessuale. Ma dove era finita
la ragazzina timida ed impacciata che conosceva?
-
Non puoi fare domande, ricordi?
-
Voglio sapere chi è!
-
Mi sembra di averti già detto che non sei mio padre né mio fratello! Non sei
il mio fidanzato né tanto meno un mio amico!
-
Motoki! È lui vero? - Ecco perché i suoi amici avevano fatto quella battuta
venerdì scorso.
-
Cosa c’entra Motoki in tutto questo?
-
È lui! - Ed il glissare di Usagi non faceva che aumentare le sue certezze.
-
No, non è lui, e non ti dirò mai il suo nome!
-
Allora è il tizio di ieri! - No, non ci credeva neanche lui ad una cosa simile,
se era così disperata poteva benissimo rivolgersi a lui, si sarebbe sacrificato
volentieri!
-
Cosa? Ma sei impazzito? Guarda che non ero così disperata! - Meno male…
-
Non ci posso credere… è la caduta di un mito…
-
Io sarei il tuo mito? Wow, grazie per la considerazione!
-
Il mito della prima volta, me lo hai fatto crollare!
-
Povero Mamoru! Su dai, cerca di riprenderti! - I colpetti amichevoli che batteva
sulla sua mano lasciata cadere sul tavolo non lo aiutavano a farlo stare meglio,
al contrario, rendevano tutto più reale. Il contatto fisico con la mano calda
di lei gli faceva capire che era tutto vero e non stava sognando nulla!
-
Non è per nulla divertente, cosa credi? Io ho basato la mia esistenza su questo
concetto! - Si era sempre rifiutato di andare con una vergine, era troppo alto
il rischio che questa prendesse fischi per fiaschi e si attaccasse come una
cozza allo scoglio… e lui non era né la cozza né lo scoglio. Adesso però,
con la dichiarazione di Usagi si aprivano nuovi orizzonti e la possibilità di
andare anche con una vergine… ma quante occasioni si era fatto sfuggire? Era
stato un idiota, ecco, un idiota con troppi sentimentalismi e scrupoli. Le
ragazze moderne non facevano più caso alla verginità, e dire che i suoi amici
glielo dicevano sempre. Le ragazze moderne facevano sesso, Usagi faceva… no,
ancora gli risultava impossibile pensare che anche Usagi potesse fare quello.
-
Allora fammi capire, tra i due, sei tu quello vergine?
-
Cosa? Ma che hai capito! Certo che no! Io non ho perso la mia verginità come te
a… diciassette anni! Avevi diciassette anni!
-
Se la matematica non è un’opinione, sì, avevo diciassette anni!
- Non eri neanche
maggiorenne!
-
Davvero? Non lo sapevo!
-
Eri ancora una bambina!
-
Mamoru, ti stai rendendo ridicolo.
-
E lui? - Usagi doveva piantarla di bere in quel modo maledettamente sensuale.
Non sapeva che non doveva mai istigare un uomo mezzo ubriaco? Soprattutto se il
discorso che si stava affrontando verteva sul sesso? No! Usagi e sesso dovevano
essere due concetti che non dovevano stare nella stessa frase, assolutamente.
Non quella sera almeno.
-
Lui cosa?
-
Quanti anni aveva?
-
Oddio Mamoru, stai diventando noioso! Ho risposto ad almeno tre domande!
-
Non è vero! Io ho fatto solo una domanda, le altre erano tutte constatazioni
che tu hai smentito…
-
Certo, va bene! Adesso però, dopo aver disquisito sulla mia vita sessuale,
torniamo alla domanda che ti ho posto: quanto ti è pesata la separazione dei
tuoi? E questa volta rispondimi!
-
Non mi va, preferivo continuare la disquisizione sulla tua vita sessuale! - Si
stava comportando come un bambino che faceva i capricci, ne era cosciente, ma
non poteva credere che l’irreprensibile dottoressa Usagi Tsukino potesse aver
fatto l’amore, perché lei non faceva sesso, con un ragazzo di cui non era
innamorata. Questo se lo sarebbe aspettato da sua cugina Rei, che era sempre
stata un animo passionale, ma non da Usagi. L’aveva sempre vista come la
ragazza romantica con la stanza tutta rosa e piena di cuoricini… quanto poco
la conosceva?
-
Magari se fai il bravo bambino posso dirti il nome di lui…
-
Dimmi solo che non è quel pittore da strapazzo!
-
Ryu? Ma scherzi? Fossi matta!
-
Allora non sei completamente perduta…
-
Grazie per la tua magnanimità, ma adesso rispondi! Inizio ad essere stanca di
questo gioco!
-
Devo proprio? - Ma l’occhiataccia di lei gli fece capire che non era il caso
di tirare ancora la corda che stava per spezzarsi. - Ok, ok! Avevo tre anni
quando i miei genitori si sono separati, per questo credo che non mi abbia
destabilizzato molto, ero ancora troppo piccolo per capire. E poi mio padre lo
vedevo già poco e niente, era sempre troppo impegnato con il suo lavoro, e
questo probabilmente mi ha aiutato a non percepire il cambiamento effettivo
che era avvenuto nella mia
famiglia. Lui non c’era mai, quindi era lo stesso per me e mia madre.
Parlare
di quel periodo della sua vita non gli creava particolari disagi, probabilmente
perché era ancora un poppante e non ricordava davvero cosa fosse accaduto. Suo
padre stava fuori dalla mattina alla sera, andava via quando lui ancora dormiva
e tornava solo alla sera, quando era già addormentato. La domenica non faceva
differenza perché se non era a lavoro, Masao era rinchiuso nel suo studio a
revisionare qualche cartella clinica. La separazione era stata inevitabile perché
sua madre, dopo sei anni di matrimonio e la nascita di un figlio, era stanca di
vivere da sola.
-
E che ricordo hai di tuo padre?
-
Nessuno in particolare! Non è mai stato un padre modello. Credo che non sappia
neanche quale sia il giorno del mio compleanno. L’unico ricordo che ho di lui
risale a quando avevo sette anni. Dovevo essere operato di appendicectomia e lui
era il mio chirurgo: ricordo che mi ha trattato peggio di come trattasse gli
altri bambini. Dopo l’intervento non mi chiese nulla, né come stessi, né se
avessi avuto paura. Nulla di nulla. Dopo ci fu una lite tra lui e mia madre,
uscirono dalla stanza per non farmi assistere alla discussione ma ricordo
benissimo che quando mia madre tornò dentro aveva gli occhi rossi,
probabilmente a causa del pianto. Se vuoi proprio saperlo, Masao Chiba è un
gran bastardo a cui sta a cuore solo una cosa: la sua carriera. - Alla fine
aveva la gola più arida del Sahara e bere era strettamente necessario, vitale
quasi. Gli faceva un effetto strano parlare di suo padre con qualcuno,
difficilmente lo faceva, era restio a riguardo non ne parlava neanche con sua
madre, ma con Usagi era diverso. Si era creata quella sorta di complicità che
non aveva avuto mai con nessuno, forse solo con Kunzite ma non era certo neanche
di ciò. Kunzite era l’amico di una vita, quello che c’era sempre stato,
mentre Usagi, anche se la conosceva da anni, era appena entrata nella sua vita e
si chiedeva da cosa potesse dipendere tutta quella complicità, anche se un
sospetto lo aveva: il fatto che lei gli avesse confidato qualcosa di così
personale, più di qualcosa a dire il vero, li aveva avvicinati ed aveva disteso
un po’ della tensione che l’argomento Masao Chiba portava sempre seco.
-
Non hai una grande considerazione per lui.
-
No. Per nulla. Un domani mi auguro di essere un padre migliore del mio. - Perché
Masao era la pagina più dolorosa della sua vita.
-
E di tua madre?
-
Con questa sono quattro domande!
-
No, questa è la terza, quella di prima era una considerazione che tu hai
semplicemente commentato. - Adesso gli faceva pure il verso, era assurdo tutto
ciò. Per quale ragione gli stava parlando della sua famiglia? Perché lo stava
facendo con tanta semplicità? Il dubbio più atroce però riguardava Usagi: per
lei si trattava di lavoro o lo faceva perché era davvero interessata a lui? O
forse era l’alcool in circolo a rendere tutto così assurdo, surreale?
-
Tu cadi sempre in piedi come i gatti, vero?
-
Sempre…
-
Cosa vuoi che ti dica su mia madre? Lei mi ha cresciuto e per un certo periodo
della mia vita mi ha fatto sia da madre che da padre. È una donna forte e
determinata, credo che difficilmente qualcosa riesca ad abbatterla, non c’è
riuscito Masao né la sua malattia. Affronta la vita a viso aperto e nonostante
la sfortuna di aver incontrato sul suo cammino un uomo rude come mio padre, non
si è mai pentita delle sue scelte. - Ricordare il periodo in cui sua madre era
stata malata gli faceva male, terribilmente. Aveva quindici anni, Seiya sette.
Era stato tutto improvviso, prima il sospetto, poi la diagnosi, poi
l’intervento, infine la chemioterapia. Era stato l’anno più sconvolgente
della sua esistenza. Suo padre si era visto solo di sfuggita, il giorno
dell’intervento, ed anche lì non aveva evitato di mostrare il suo scetticismo
rispetto alla scelta della ex moglie di farsi operare in una struttura pubblica
invece che privata. Come se la bravura di un chirurgo dipendesse dall’ospedale
in cui prestava le proprie cure. Ricordava la paura di quel giorno, del giorno
dell’intervento, temeva che sua madre non ce la facesse e sperava con tutto il
cuore che suo padre, l’uomo che gli aveva donato la vita, gli infondesse un
po’ di coraggio ma così non era stato. Masao si era limitato a guardarlo e a
dirgli di non piangere ed a concentrarsi sullo studio senza farsi distrarre da
altro. Se doveva essere sincero era quello il ricordo più vero che aveva di suo
padre, non lo aveva confessato ad Usagi solo perché quello era qualcosa di suo,
intimo e personale, che non avrebbe mai condiviso con nessuno, neanche con sua
madre.
-
Adesso è tutto chiaro.
-
Potresti illuminare anche me? - Era difficile sembrare calmo dopo che i ricordi
lo avevano investito con tutta la loro potenza, ma non poteva fare diversamente,
non riusciva ad essere completamente spontaneo, non ci riusciva proprio.
-
Non c’è molto da dire, mi sembra chiaro, o no?
-
Ho paura di chiederti delucidazioni, ma ti prego di farlo!
-
Tu sai cosa ti rispondo. - Oh, eccome se lo sapeva ma non era vero, nulla di
tutto quello che lei aveva creduto di comprendere era vero.
-
Sei fuori strada. Io non sono morbosamente legato a mia madre, né tanto meno
sono geloso di Seiya o di Akahito-sun. Loro, in fondo, mi hanno dato quella che
è la cosa più simile ad una famiglia, quindi, togliti dalla testa la tua
insana idea della mia gelosia nei loro confronti. Mia madre resta tale
nonostante la loro esistenza!
-
Hai fatto tutto da solo, io non ho detto nulla di ciò.
-
Ma lo hai pensato!
-
Non lo nego.
-
Perché ti è venuta in mente questa assurda idea?
-
Non c’è molto da dire, Mamoru. Sei abilissimo ed altrettanto affidabile sotto
il profilo professionale ma non si può dire altrettanto della tua vita privata.
Cambi ragazze con la stessa facilità con cui cambi i calzini, e questa non è
una frase fatta ma la pura e semplice verità. Ti frequenti con ragazze che
hanno davvero poco a spartire con te, tutte bamboline fatte di silicone che a
malapena riescono a respirare nei loro top striminziti. Hai il coraggio di
negare? Non è forse vero? Quando è stata l’ultima volta che sei uscito con
una ragazza per il piacere di passare del tempo con lei? Perché era
interessante, piacevole?
*****
***** *****
XII
giorno
Ore
23:20
-
18 giorni all’alba
- Bhè, non credo che ti interessi quello che è la mia vita privata!
-
No, hai ragione, però non negare l’evidenza dei fatti. Esci con
tizie improponibili, con cui non hai nulla in comune, oche giulive alle
quali interessa solo mettersi in mostra e mettere in mostra. Tipe che senza
troppi problemi ti saltano addosso sotto il portone di casa come se fosse la
cosa più normale del mondo, non puoi dirmi che sei soddisfatto di questa vita
perché non ci credo neanche se dovessi giurarlo!
- Tu che ne sai con chi
esco? - Già, lei che ne sapeva? Cosa doveva rispondere?
- Bhè…
Kunzite è il ragazzo di Minako, lo hai dimenticato?
- Usagi, ieri sera dove eri?
- Dove volevi che fossi? A
casa! - Maledetta lingua! Perché non riusciva mai a fermare il flusso delle sue
parole? Perché ogni volta si faceva trascinare dalla foga e non si rendeva
conto dei disastri che combinava? Forse sarebbe stato meglio limitare il consumo
di alcool, soprattutto da Rei. Lì aveva esagerato un po’e la dimostrazione
della sua mancanza di lucidità era stato l’accettare il passaggio in moto di
Mamoru. Lei che non aveva mai messo piede neanche su un motorino perché non
amava l’instabilità delle due ruote.
-
Sicura?
-
Mamoru perché stai tentando di cambiare discorso? - La migliore difesa era
l’attacco, o in questo caso la dissimulazione. Spostare l’attenzione su
altro era l’unica soluzione per battere in ritirata, almeno sperava. Per
quella sera aveva bevuto abbastanza e
non era certa di poter reggere ancora per molto.
-
Nulla, solo che… lasciamo perdere!
-
Ok… - Già, meglio far cadere il discorso che rischiare una pessima figura.
-
Però pensavo… detta così, anche tu potresti essere affetta da sindrome
dell’abbandono. Anche tu non mi sembri stare meglio di me, sentimentalmente
parlando. Dove è finito il tuo accompagnatore?
-
Ti riferisci a Ryu? Probabilmente
si sarà reso conto che stasera sarebbe andato in bianco e così ha deciso di
mollarmi a casa di Rei ed andare da qualcun’altra!
-
E sarebbe andato in bianco?
-
Ovvio e banale direi!
-
Strano…
-
Mamoru per chi mi hai presa?!
-
Ehi non ti arrabbiare, era una osservazione la mia!
- Vedi di tenerle per
te le tue stupide osservazioni! Ecco perché non volevo rispondere a quella
domanda! - Lo sapeva, era stato un errore madornale dare fiducia a Mamoru. Si
era aperta troppo con lui ed adesso si erano invertiti i ruoli: Mamoru
controllava la situazione e lei ne era succube. Maledette birre! L’unica
speranza per portare lo scontro nuovamente alla pari, con lei che faceva domande
e lui che rispondeva, stava in Mamoru, doveva pregare affinché non si fosse
reso conto della nuova situazione. Giocando su questo, poteva sperare di
ribaltare la situazione a suo favore… una flebile speranza, ma meglio di
nulla.
-
Io non ti sto giudicando!
-
No, ma credi che vada con il primo che capiti! Bhè, mi spiace deluderti ma non
è così!
-
Io non credo un bel niente! Ho semplicemente fatto una domanda! Domandare è
lecito, o no?
-
Non cambiare le carte in tavola! - Birra, ancora birra. Aveva bisogno di bere o
sarebbe esplosa e poi sarebbe stata la fine. Sua e di Mamoru…
-
Non puoi pretendere di sapere quello che mi passa per la testa!
-
Io non pretendo nulla, guardo semplicemente ai fatti!!
-
E cosa ti dicono i fatti?
-
Che tu ti sei fatto un’idea completamente sbagliata della sottoscritta! -
Stavano urlando entrambi e probabilmente il loro vociare si sentiva sin
dall’inizio della via, ma a lei non interessava. Doveva mettere in chiaro con
Mamoru che non era una facile… anche se ritrovarselo ad un soffio dal viso non
era facile come situazione. Ma quando si era alzato ed aveva fatto il giro del
tavolo? La birra le aveva fatto perdere il contatto con la realtà. Doveva
imparare a limitarsi. Forse aveva un nuovo problema: non saper resistere alle
birre!
-
Pretendi sempre di sapere tutto, non è così?
-
Io non pretendo nulla. - Già, lei non aveva mai preteso nulla, a parte una vita
sentimentale soddisfacente, ma non era quello il momento per fare certi
ragionamenti.
-
Sicura? Io non credo.
-
Non mi conosci e non puoi sputare sentenze a tuo piacere! - Ed adesso doveva
fare un passo indietro ed allontanarsi da lui altrimenti sarebbe stato difficile
mantenere il controllo della situazione. Le distanze erano importanti, vitali in
quel caso.
-
Se è per questo neanche tu mi conosci però mi sembra che questo non ti abbia
impedito di interpretare determinati miei comportamenti!
-
Non ti è passato per la testa che questo è il mio lavoro? - Perché per ogni
passo indietro fatto da lei ci doveva essere un passo avanti di lui?
-
E a te non è passato per la testa che la gente non vuole essere psicanalizzata
ventiquattro ore su ventiquattro?
Non sbandiero ai quattro venti quello che penso! Ti è chiaro il concetto? -
Almeno stavolta era lei ad aver fatto il passo avanti, peccato che Mamoru fosse
rimasto fermo nella sua posizione a fronteggiarla, come nelle migliori commedie
americane, face to face: uno scontro all’ultimo sangue.
-
Non me ne frega un cazzo se lo sbandieri o meno!
-
Con la sottoscritta modera i termini, non sono una delle sciacquette con cui sei
solito accompagnarti!
-
La tua mi sembra tanto una di scenata di gelosia!
-
Scusa?!
-
Già! Perché non parli chiaramente: ti rode il fatto che tu non rientri nei
miei canoni di bellezza! Daresti un braccio per essere tra una di quelle sciacquette!
- Oddio, la tua presunzione
non ha limiti! - E per evitare di sbuffargli a ridere in faccia gli aveva dato
le spalle.
-
La mia presunzione? Andiamo Usagi! Hai il coraggio di negare il fatto che ieri
sera eri sotto il portone di casa mia?
-
Io… - Errore grave: mai dare le spalle al nemico! La logica le diceva di
negare fino alla fine altrimenti non sarebbe riuscita a guardare in faccia
Mamoru. Ma il suo orgoglio le imponeva di essere determinata e di far capire a
Mamoru che non le importava nulla del suo giudizio. Meglio negare o dire la
verità? No, no ed ancora no! Era meglio dire la verità, in fondo cosa aveva da
perdere a parte la faccia? Nulla. E sia, lo avrebbe affrontato, dalla bassezza
del suo metro e sessanta, ma lo avrebbe affrontato.
-
Allora? Vuoi negare?
-
No. È vero, ieri sera ero sotto casa tua solo che poi, visto che eri in dolce
compagnia, ho preferito non farmi vedere. - Era sorprendente come nonostante la
birra, che nelle sue vene ormai aveva in buona parte sostituito il sangue, era
riuscita a mantenere un tono di voce sicuro ma ironico. L’ironia, in ogni
situazione, era la sua arma migliore.
-
E perché poco fa hai negato? - Cosa doveva dire? Perché aveva negato? No, lei
non aveva negato, per nulla.
-
Io non ho negato un bel niente! Dopo averti visto in compagnia me ne sono
tornata a casa, vuoi forse chiamare Minako per avere una conferma delle mie
parole? - Porgendogli il cellulare sperava con tutto il cuore che non accettasse
la sua provocazione perché Minako era tornata a notte inoltrata e non poteva
certamente confermare le sue parole.
-
Cosa volevi da me?
-
Chiederti scusa per come ti ho aggredito al telefono. È un periodo difficile e
perdo le staffe facilmente… io… - Ma io cosa? Se a lavoro era un periodo
tranquillissimo, a parte la signora Kumiko che la stressava con la storia del
suo fidanzamento, ma per il resto non si poteva lamentare di nulla. La verità
era che Mamoru le faceva perdere le staffe!
-
Effettivamente anch’io potevo evitare di avvertirti all’ultimo, non penso
mai che si possano avere altri impegni, oltre a me si intende.
-
Mamoru, tu non sei un impegno… - Ok, si sentiva come la protagonista di uno
dei manga che era solita leggere da ragazza, quando i personaggi passavano da
liti furiose a scene romantiche, il fatto che poi entrambi si trovassero in
piedi al centro della cucina come due stoccafissi non era certo d’aiuto per
farle cambiare idea. Quella sera, decisamente, c’era qualcosa che non andava
in lei. Probabilmente aveva bevuto un po’ troppo, era arrivato il momento di
disintossicarsi.
-
E tu non sei una di quelle sciacquette…
-
Non ci posso credere… - Però, neanche Mamoru le dava una mano con i
atteggiamenti, soprattutto se la guardava con quel sorriso malandrino. Alt!
Doveva piantarla, aveva venticinque anni, non era più l’Odango di dieci anni
prima.
- A cosa non puoi credere? -
Perché la voce di Mamoru era così… carezzevole?
-
Ho ricevuto un complimento dal grande seduttore Mamoru Chiba…
-
Non è l’unico che ti ho fatto…
-
Nella famosa lista io ricordo solo difetti…
-
Ti sbagli c’erano anche diversi pregi…
-
Io non ricordo. - Perché adesso si era avvicinato ulteriormente? Aveva bisogno
del suo spazio vitale, necessariamente. Quello sguardo, cavolo, doveva finire di
usare quello sguardo con lei. Aveva l’autorizzazione per usare quello sguardo?
Non era necessaria un porto d’armi? Con quegli occhi stava uccidendo gli unici
tre neuroni che si erano salvati dal party a base di birra ed ormoni che era in
corso nel suo cervello! Non andava per nulla bene, quella situazione era
pericolosa. Perché il cellulare non suonava mai quando occorreva?
-
Sei una persona felice, allegra, sei capace di trasmettere serenità e poi… è
piacevole trascorrere del tempo in tua compagnia.
-
A patto che io non inizi a psicanalizzarti, giusto? - Prendere tempo.
-
Giusto.
Ok,
era arrivato il momento di mandare Mamoru a dormire. La situazione che si era
venuta a creare era diventata troppo pesante. C’era qualcosa che non andava in
loro: non trovava altra spiegazione per quell’improvvisa perdita di lucidità,
se non dare colpa alla birra.
-
Quante birre hai bevuto? - Tra tutte le domande che aveva in testa, quella che
aveva appena formulato era la più stupida di tutte.
-
Non saprei. E tu?
-
Tante… - E per una domanda stupida che aveva posto, dava una risposta
altrettanto stupida per la domanda, comunque idiota, di Mamoru.
-
Vuoi andare a letto?
-
Sì, sono molto stanca. - Cavolo, ma perché adesso stava usando quel tono da
gatta morta proprio con Mamoru Chiba? No, decisamente, c’era qualcosa che non
andava.
-
Allora io vado… - No… sì, era meglio così. Avrebbe evitato la birra per un
lungo periodo di tempo. Le stava facendo un effetto strano, molto pericoloso.
-
Forse non è prudente farti andare via con tutto quello che hai
bevuto…-Idiota, prima faceva di tutto per buttarlo fuori di casa e meno di un
minuto dopo lo invitava a dormire da lei? Ma si era rimbecillita di botto?
-
Credimi, è meglio che vada.
-
Allora ti accompagno. Il garage… - Almeno uno dei due ragionava, le dava
fastidio ammettere che fosse proprio Mamoru quello più lucido, ma era meglio
così. Si sarebbe liberata dalla sua presenza opprimente, ma piacevole.
-
Lo apro io dall’interno, non preoccuparti… sai cosa pensavo?
-
Cosa? - Si era accorto anche lui della strana tensione che si respirava in
quella casa?
-
Che dovremmo fare uno scherzo ai nostri amici… magari potremmo fingere di
stare davvero insieme.
- Non credo che sia
una buona idea. Già adesso è difficile far ragionare Minako, figurarsi dopo
uno scherzo simile… - O Mamoru era impazzito, o si divertiva a stuzzicarla
anche da mezzo ubriaco…
-
Allora potremmo…
-
Si è fatto tardi… - No, Mamoru non era per nulla lucido.
-
Ok, vado.
-
Mamoru?
-
Sì?
-
Riprenderemo il discorso, quello riguardo il tuo problema…
-
Ok.
-
Stasera non è il caso, c’è una strana aria…
-
Tensione sessuale…
-
Come?
-
Tensione sessuale, è questo il suo nome.
-
No, io credo che sia colpa della birra. Adesso vai.
-
Forse...
-
Senza il forse.
-
Allora buonanotte Odango…
-
Buonanotte Baka…
Forse, entrambi, non si
erano resi conto della tacita promessa che si erano scambiati quella sera di
fine marzo…
L’angolo
dell’autrice
Buon
pomeriggio gente! Come va? Io sono abbastanza soddisfatta perché la fic procede
per il meglio, ho già finito il capitolo XII e sono a buon punto con il XIII…
ammettetelo
che alla fine di questo X capitolo tutte volevate uccidermi per non aver
concluso come speravate, vero?
Per
tutta la settimana è stato divertente leggere i vostri commenti ed immaginare
le vostre reazioni quando avreste appreso che del giro in moto non si sarebbe
letto nulla, tranne l’arrivo a casa di Usagi… mi sa tanto che sto diventando
un po’ sadica…
Questo
capitolo ho cercato di renderlo divertente, almeno un po’ umoristico, spero
solo di esserci riuscita. È un periodo un po’ così a causa di brutte notizie
che perseguitano la mia famiglia da dicembre, scrivendo cerco di essere un po’
ironica per scaricare il malessere che in questo periodo non mi dà tregua.
Adesso
però basta con la tristezza, lascio lo spazio alle risposte alle vostre
meravigliose recensioni.
RINGRAZIAMENTI
-
MOREA: Ciao Giulia! Senti un po’, se nel capitolo IX volevi strozzarmi
perché avevo finito il capitolo sul più bello, in questo X cosa vuoi farmi?
Mandarmi alla ghigliottina? No, dai altrimenti come fai poi a leggere la fine
della fic? Su, un po’ di pietà per me povera autrice, per favore! Il giro in
moto non l’ho descritto, mi sono limitata a dare solo una vaghissima
descrizione di ciò che poteva essere accaduto, ma ciò non toglie che nei
prossimi capitoli ci sia qualche altro giretto, magari descritto… chissà! A
parte questo, sono felice che la parte relativa al discorso con le amiche
fissate ti sia piaciuto, la voglia di strozzare Minako doveva essere suscitata
in voi perché il tutto era raccontato dal punto di vista di Usagi e quindi io
speravo di farvela odiare la povera Mina-chan! Per quel che riguarda
l’accelerare… Mamoru ti ha preso in parola a quanto pare! Povera Usagi, il
suo primo giro in moto non è stato proprio tranquillo! Rinnovo l’in bocca al
lupo (CREPI!!) per il tuo esame di Analisi 2 mi raccomando, quando recensirai,
se lo farai, fammi sapere qualcosa sull’esame anche se i risultati dello
scritto immagino non siano immediati! Alla prossima!
-
SIMO87: Ciao Simona! Per quel che riguarda il carattere di Mamoru ed
Usagi… diciamo che le persone che ho usato come base, effettivamente, quando
parlano stanno con il coltello tra i denti, ma in fondo si amano alla follia
(altrimenti non starebbero assieme da quasi 8 anni, ed ogni riferimento a
persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale!)! Una cosa è
sicura, i nostri due piccioni non se le mandano a dire le cose, se le dicono
direttamente in faccia! L’altra volta mi sono interrotta sul più bello,
stavolta ho portato fino alla fine la scena, solo che non si è conclusa come
speravate… sono sadica lo so! Alla prossima!
-
PINGUI79: Ciao Kià! Bentornata! Tu dici che Mamoru è cotto a puntino?
Ed Usagi è cotta o orba? Questo non è dato saperlo, forse fanno entrambi gli
gnorri, non credi? È più facile nascondere la testa sotto la sabbia come gli
struzzi che affrontare situazioni potenzialmente pericolose! In questo X
capitolo ho cercato di scavare maggiormente in ciò che è la psiche di Mamoru
lasciando parlare solo lui e facendo fare ad Usagi solo la spettatrice, tanto
che alla fine è lo stesso Mamoru ad aver tratto le conclusioni di quella
discussione. Conclusioni che saranno evidenti sì in questo XI ma soprattutto
nel XII. Almeno spero che sia così. Usagi resta della sua idea riguardo Mamoru
perché, fondamentalmente, per quel che riguarda i sentimenti nessuno può dirci
cosa è giusto e cosa è sbagliato, siamo noi a decidere per noi stessi e quando
ascoltiamo terzi allora rischiamo di fare solo sfaceli, non lo credi anche tu?
Adesso ti saluto! Alla prossima!
-
AINECHAN: ciao cara, ho cercato nel tuo account il tuo nome senza trovarlo
così ti chiedo, qualora fosse di tuo gradimento di renderlo noto così, semmai
la prossima volta lasci una nuova recensione posso chiamarti con il tuo nome e
rendere questa conoscenza virtuale un po’ meno virtuale ed un po’ più
conoscenza! Passiamo alla fic! Mamoru è cotto o non è cotto? Ed Usagi ha le
fette di mortadella o di salame (io preferisco il salame, mi piace di più!)? Io
credo che dopo la confessione di Usagi sia più facile comprenderla, o no?
Minako vuole bene all’amica e sa qualcosa che le altre ignorano (nulla di
eclatante, tanto per intenderci, mi riferisco a ciò che è raccontato nel IV
capitolo) e quindi da un lato spinge per far sì che l’amica si faccia avanti
con Mamoru, dall’altro spera tanto che proprio Mamoru non faccia soffrire
Usagi ed ecco il perché del discorsetto mancato! Ancora Minako non ha avuto la
possibilità di parlare a quattr’occhi con il malcapitato! Il giro in moto
c’è stato ma non è stato descritto, però la smossa c’era quasi stata
peccato che la birra non era poi tanta in circolo! Sono molto sadica lo so ma se
li facevo concludere subito che gusto c’era? Ti ringrazio per i complimenti,
alla prossima!
-
ROMANTICGIRL: Roxy, carissima psicologa di fiducia! Giusto a te pensavo
mentre scrivevo questo capitolo! Ti prego dimmi che sono stata professionale e
non sono andata fuori tema. Dimmi che ciò che ho scritto esiste (di esistere
esiste, anche perché mi sono documentata però non so se sono riuscita ad
esporlo nella maniera corretta!) altrimenti finisce che mi metto a piangere! Per
quel che riguarda Usagi… va bhè che è una psicologa ma è anche una persona
e Mamoru non è un suo paziente e quindi con lui può anche dimenticare il suo
aplomb inglese, o no? E poi non è che Usagi sia stata proprio acida… diciamo
un po’ cattiva ma giusto un po’, Mamoru deve capire di non essere il Sole
attorno a cui girano i pianeti (è giusto, vero, non è che ho scritto una
papalata? Non era per questo che Galileo è stato costretto ad abiurare le sue
teorie?). La gente vive anche senza la sua presenza e questo deve iniziare a
capirlo! Minako è molto di più di quello che appare, lei è una mente sotto
tutti i punti di vista e vedrete che presto vi lascerà a bocca aperta, hai
presente il discorso che Rei ha fatto a Gen in Verso l’alba, ecco qualcosa di
simile! Ma molto più doloroso! Come hai potuto leggere alla fine la situazione
si è invertita ed Usagi ha fatto la fatidica domanda a Mamoru e lui è rimasto
shockato! Ahah! Scambiare Mamoru per un vergine… mi viene da ridere da sola, e
dire che sono stata io a scriverlo! Psicologa, mi raccomando! Sii dura ma non
troppo, abbi pietà di me! Alla prossima!
-
MARYUSA: Per te quattro volte grazie, per aver recensito nell’ordine
temporale: Ad un passo da te: allora come avrai notato, questa volta non
ho interrotto il capitolo sul più bello perché ho lasciato che la scena si
concludesse, ma non come speravi scommetto! Dai mica potevo fare accadere tutto
così in fretta, non credi? Poi si perdeva il bello della lettura! Il giro in
moto non c’è stato, ma come ho detto a Giulia è probabile che in futuro i
due si possano divertire ancora con la moto ed allora stai sicura che
descriverò il tutto! Con la violenza non si risolve molto, io scommetto che se
gli amici tacessero, sti due andrebbero a concludere molto prima. A te non è
mai capitato di negare qualcosa solo per non dare soddisfazione agli altri? A me
sì, tante volte, e sto facendo fare la medesima cosa ai due protagonisti! Per
quel che riguarda Usagi e Ryu come hai potuto notare ti sei sbagliata, la nostra
eroina aveva perfettamente recepito il messaggio ed ha fatto capire al pittore
che non c’è trippa per i gatti! Attenzione però, questo non vuol dire che
Ryu non comparirà più, anzi! Potrebbe decidere di mettere la testa a posto
proprio per Usagi (ma sarà vero?)… grazie per i complimenti ed adesso passo a
rispondere alle altre tre recensioni! Lettera:
fic vecchiotta e soprattutto davvero sentita. L’ho scritta in un momento in
cui io ero davvero Usagi perché riuscivo perfettamente a
capire il suo smarrimento e la sua rabbia, perché in questa fic c’è anche
tanta rabbi,a verso se stessa per non saper stare accanto a Mamoru! Diciamo che
in quel momento non era tanto Mamoru il destinatario della fic che avevo
scritto, ma per fortuna il periodo è passato! Comunque effettivamente le basi
per una long ci sono, è il tempo che manca, purtroppo aggiungo. Grazie per aver
recensito, sei stata gentilissima. No sense: girovagando tra le mie fic
troverai anche degli obbrobri di questo ci tengo ad avvisarti, tipo le song fic,
non so perché ma per un periodo di tempo sono stata fissata con queste! Non le
cancello solo perché sarebbe brutto nei confronti di chi le ha lette e
commentate, però ormai non sento più mie le song, preferisco scrivere one-shot
senza essere necessariamente legata al testo di una canzone! Ma passiamo a No
sense, mi credi se ti dico che questa fic mi è piaciuta solo dopo parecchi
mesi? Inizialmente la trovava orrenda e priva di significato e da qui il perché
del titolo! Grazie per esserti soffermata anche su questa, passo all’ultima
fic! Sii felice amore mio: per quello che riguarda questa drabble c’è
un particolare che nessuno ha colto quindi devo essere stata io a non essere
stata chiara: dopo la partenza di Mamoru, Usagi è morta di dolore, la frase Il
mio spirito ti accompagnerà per sempre vegliando su di te e su di lei doveva
rendere l’idea, anche questa dovrebbe essere rivista ma mi sembra un peccato
cancellare qualcosa a cui tanta gente ha prestato attenzione! La basi per la
long qui non ci sono proprio dato che Usagi è morta, a meno che non racconti di
come il suo spirito resti al fianco di Mamoru, ma non credo proprio. Adesso ti
saluto ed ancora grazie, alla prossima!
-
MIKI90: Gaia carissima, Usagi non solo tiene Mamoru sulle spine ma non
gli fa capire un bel niente. Nega il suo interesse nei confronti del moro e lo
tiene a debita distanza, tanto per fargli capire che non deve farsi illusioni
con lei! Il qualcosa di importante c’è stato, ma non si tratta della tensione
sessuale a cui fa riferimento Mamoru, quella potrebbe essere dovuta davvero
alla birra, non credi? La confessione di Mamoru riguardo il suo passato è
quello che più conta, adesso forse si può capire un po’ di più del suo
carattere schivo, non credi? Spero che il tuo esame sia andato bene e che presto
io possa leggere una tua storia, quando questo avverrà ti prego di contattarmi
immediatamente, sono proprio curiosa di leggere la tua opera, adesso ti saluto e
ti do appuntamento, sempre se puoi, alla prossima!
-
ELLEPHEDRE: o somma e divina Capa, per me è sempre un attacco cardiaco
ogni volta che leggo una tua recensione! Non sai l’ansia, non in senso
negativo per carità, solo che ho paura di leggere di averti delusa o altro!
Guarda sei libera di essere cattiva quanto e come vuoi, l’importante è che tu
non mi uccida nel sonno altrimenti è la fine (che detta in parole povere, non
essere cattivissimissima, cattiva sì ma non tanto! Ahah!)… allora, senza aver
ancora letto la tua recensione io avevo scritto il capitolo XI limitando, per
quanto mi era possibile, l’uso del corsivo – per intenderci, lo uso solo per
far ripetere ai personaggi quelle che sono le parole dell’interlocutore. In
questo capitolo spero di essere riuscita a rendere Mamoru meno psicolabile,
senza volerlo però lui da solo si definisce disadattato sociale (se lo
dice lui non mi sento di contraddirlo!) quindi non so, mi sa che anche lì si è
sentita la mia presenza di autrice! Il fatto che Mamoru non si riconosca in ciò
che fa e dice è un qualcosa che mi tormenta però, mi rendo conto che se mi
metto lì a creare la situazione che voglio è la fine, la mia presenza
all’interno del capitolo diventa opprimente, per questo preferisco lasciargli
spazio e farlo agire come vuole. Lo so sembra quasi che Mamoru abbia preso forma
e vita per ciò che adesso sto scrivendo, ma ti assicuro che dentro la mia testa
lui dialoga di continuo con la sottoscritta e non ti dico quando si mette a
litigare con Usagi… peggio di un concerto rock! Per quel che riguarda il punto
di svolta credo che sia arrivato già in questo capitolo e nel prossimo, si
capirà meglio, spero. I fiori hanno un significato nascosto anche a lui per il
momento, lo fa per il piacere di farlo ma non per altro. Vuole sorprendere
Usagi, almeno ci prova. Dal capitolo XIII in poi sto cercando di farli parlare
meno e farli agire di più, ma non come credi. Diciamo che ci saranno più
silenzi e meno chiacchiere, sempre se i diretti interessati sono d’accordo!
Grazie per il tempo che mi dedichi, davvero, non so come farei senza i tuoi
preziosi consigli! Alla prossima!
Grazie alle 14 persone
che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
Angelica82;
2.
bunny65;
3.
chichilina
4.
ertila;
5.
favola08;
6.
GioRock;
7.
girovaghi;
8.
Hatori;
9.
lagadema;
10.
LAS;
11.
maryusa;
12.
miki90;
13.
stella93mer;
14.
Tappetta4;
Soprattutto
a Maryusa, l’ultima arrivata che oltre questa tra le preferite ha inserito
altre due mie one shot datate…
Grazie
alle 42 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
Allen_Anne_Black;
2.
Angelica82;
3.
Antalya;
4.
aquizziana;
5.
ashar;
6.
bellacullen889;
7.
brescy;
8.
Chichilina;
9.
DeepDereck;
10.
Ellephedre;
11.
Enza85;
12.
Fantasy_Mary88;
13.
fasana;
14.
favola08;
15.
hoshi90;
16.
igniflia;
17.
kiss88;
18.
LittleSimo;
19.
micina82;
20.
Miky 483;
21.
Minerva89;
22.
Moons Tear;
23.
Morea;
24.
Neptune87;
25.
Pera 11
26.
Poisonivy;
27.
ponpon;
28.
Potter92;
29.
pulcinaele87;
30.
romanticgirl;
31.
sailorm;
32.
seasons_girl;
33.
shalya;
34.
simo87;
35.
SweetCherry;
36.
Tappetta4;
37.
Toru85;
38.
Truelove;
39.
usachan;
40.
vale_129;
41.
_Maddy_;
42.
_Sofia_;
Un grazie
particolare ad Angelica82, Pera 11, seasons_girl per essersi aggregate a questa avventura!
Grazie
anche a chiara84 per aver inserito la fic tra quelle da ricordare.
Adesso
vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il
18 giugno 2010!
P.S.
Non
sono solita farmi pubblicità, ma questa volta lo faccio e vado oltre a quelli
che sono i miei principi. C'è una fic che ho scritto la bellezza di due anni fa
a cui sono molto legata. E' a Rating rosso e potrebbe partecipare al nuovo
concorso indetto da EFP. Fa parte della sezione Harry Potter e si intitola
"Passione". Questo è il link della fic:
Passione
Se
vi va di leggerla e se magari suscita il vostro interesse... magari un voticino
potreste anche spenderlo per me, o no? Vi chiedo scusa se vi ho tolto del tempo
prezioso, ma ci tenevo a dare questo avviso. Grazie per l'attenzione.
|
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Capitolo 13 *** Capitolo XII ***
Nuova pagina 1
Note:
-
Dir en Grey: Gruppo rock giapponese (Fonte: Wikipedia)
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo XII
XIII giorno
Ore 7:00
-
17 giorni all’alba
Che
la sua coinquilina non fosse normale lo sapeva già.
Che
Rei si lasciasse trascinare dalla suddetta coinquilina lo aveva intuito tempo
addietro.
Che
Makoto fosse uno spirito romantico e per questo le due compari ne
approfittavano, era un dato di fatto.
Quello
che non avrebbe mai immaginato quella mattina era che anche la timida,
riservata, diligente Ami si lasciasse trascinare in quella folle, assurda,
ridicola situazione.
No,
non era possibile.
-
Allora, mi spieghi perché ancora non hai aperto bocca? Parla, voglio i
dettagli, anche quelli più insignificanti! - Col cavolo che avrebbe parlato!
Non dopo il modo in cui era stata svegliata!
Si
sentiva accerchiata dalle amiche sedute al tavolo della cucina come se si
trovasse ad un processo e lei era l’unica imputata. Aveva gli occhi di tutte
puntati addosso e si sentiva terribilmente a disagio. Ancora indossava il
pigiama, si sentiva gli occhi gonfi come due palle da baseball, la bocca
impastata e terribilmente amara e per finire aveva un terribile mal di testa,
gentile omaggio della birra della sera prima. Tutti questi erano particolari che
avevano reso quel risveglio traumatico.
Perfetto,
quello era davvero un meraviglioso sabato mattina!
Per
rendere ancora più speciale quel risveglio, le sue amiche si erano decise a
farle una sorpresa e venire a trovarla alle sei e trenta del mattino,
fantastico, davvero fantastico.
Minako
era entrata nella sua stanza come una furia, aveva spalancato le imposte ed
aperto le finestre, poi era stata la volta delle coperte che erano finite ai
piedi del letto e lei si era ritrovata, improvvisamente, privata del tepore che
fino a pochi istanti prima l’aveva cullata nel mondo dei sogni. Come se non
bastasse, la sua pazza amica aveva acceso la radio al massimo ed aveva iniziato
a chiamarla a gran voce: ma era impazzita? Non pensava ai vicini?
-
Forse è meglio lasciarla in pace, non è stata una piacevole sveglia quella che
le abbiamo riservato. - Se Ami sperava di farsi perdonare con quelle parole
dette in sua difesa si sbagliava, quello era un piccolo tentativo per
discolparsi, e per di più era davvero misero.
-
Non lasciarti prendere dal rimorso. Era necessaria un’azione di forza o
avrebbe dormito fino all’ora di pranzo! - Ed anche se fosse stato vero, che
male c’era? Era il suo sabato libero e poteva passarlo come più preferiva,
anche se stare a letto tutto il giorno non rientrava nei suoi piani.
-
Minako, Ami non ha tutti i torti, vorrei vedere se avessimo fatto questo a te.
-
Sciocchezze Makoto! Con me non sareste arrivate a tanto perché io non avrei mai
tenuto nascosto un bel nulla alle mie migliori amiche, io! - Il mal di testa
continuava e la cosa assurda era che il martellare insistente non si stava
placando per nulla, peggio di un martello pneumatico, anzi no, peggio della
musica rock dei Dir en Grey tanto amata da Hideyoshi. Urgeva una doccia gelata.
-
Dove vai? - Chiuse gli occhi per evitare improperi. Odiava Minako quando
diventava così insopportabile!
-
In bagno! Vuoi seguirmi anche lì? - E nello stesso istante in cui aveva posto
quella domanda se ne pentì, Minako era davvero capace di seguirla fin dentro al
bagno.
-
Usagi facciamo così, mentre tu vai in bagno io preparo la colazione mentre
Minako riordina la tua stanza. Ok? - Certo, le sue amiche sapevano come
prenderla; prima Ami che andava in suo aiuto, poi Makoto che si offriva di
prepararle la colazione, la prossima sarebbe stata Rei che l’avrebbe
sicuramente difesa dalle continue domande di Minako.
-
Non saranno quattro frittelle che cambieranno il mio umore nero! - Sbuffando e
legandosi i capelli in una coda alta era uscita dalla cucina con gli occhi delle
amiche puntati sulle sue spalle dritte e fiere.
L’immagine
che le aveva rimandato lo specchio non era delle migliori, assolutamente. Due
profondi solchi violacei incorniciavano i suoi occhi gonfi a causa del poco
sonno, la pelle sembrava secca e screpolata, soprattutto attorno alle labbra, i
capelli poi erano improponibili anche se erano legati in quella coda di sbieco.
In bocca il sapore amaro dell’alcool la nauseava come non mai.
Aveva
lasciato andare Mamoru solo perché lo aveva visto lucido: la dimostrazione
della sua prontezza di riflessi era stata la presa salda e sicura quando gli
aveva lanciato le chiavi della moto. Se solo avesse avuto il minimo dubbio sulla
sua capacità di mettersi alla guida, lo avrebbe costretto a dormire sul divano.
Poi,
dopo che era andato via, era rimasta alzata per almeno un’altra ora a pensare
a quello che era successo. Con una disinvoltura che non la caratterizzava aveva
parlato della propria vita sessuale con lui, cosa impensabile fino ad un paio di
settimane prima. Quello era un particolare che non avrebbe confessato mai alle
sue amiche, soprattutto a Minako. Se quest’ultima avesse saputo cosa era
effettivamente successo nella sera precedente sarebbe stata la fine per sé e
per la sua tranquillità e questo era da evitare.
Parlare
con Mamoru era nei suoi piani, ma non avrebbe mai immaginato che la
conversazione alla fine si sarebbe trasformata in una chiacchierata così
intima.
L’acqua
fredda la investì in pieno ed a stento riuscì a bloccare l’urlo che le era
nato in gola. Una doccia fredda sì, ma non congelata. Dopo aver regolato la
temperatura dell’acqua, aveva immerso timorosa una mano sotto il getto adesso
tiepido, solo così si decise a rientrare dentro la doccia.
Con
l’acqua decisamente più calda era più facile ragionare e rendersi conto
degli errori commessi. Con Mamoru stava sbagliando parecchio, si era esposta
troppo offrendo più di una volta il fianco. Fortunatamente lui non si era
accorto della cosa altrimenti parare e poi attaccare sarebbe diventato
difficile. La soluzione era interrompere quegli incontri e tornare a mantenere
un rapporto più formale.
L’idea
non le piaceva per nulla, specie adesso che avevano fatto quella prima
conquista, ma non poteva fare diversamente. Si stava lasciando trasportare
troppo sul piano personale e questo non poteva permetterselo, soprattutto con
lui.
-
Usagi mi senti? La colazione è pronta!
Il
richiamo di Ami l’aiutò a tornare alla realtà ed evitare di immergersi oltre
nei suoi pensieri, nonostante la sveglia per nulla delicata quello restava il
suo sabato mattina libero e non lo avrebbe sprecato dietro inutili ragionamenti.
-
Arrivo, voi iniziate pure senza di me!
Era
uscita dalla doccia avvolgendosi subito nell’accappatoio e sistemando un
asciugamano in testa a mo’ di turbante, con la mano aveva cercato di spannare
lo specchio per vedere se almeno il gonfiore degli occhi fosse diminuito ma
rimase delusa quando si accorse che la situazione non era praticamente cambiata
di una sola virgola.
In
camera tutto era in ordine, Minako aveva messo ogni cosa al proprio posto sicuramente sotto
l’occhio vigile di Rei. Prese al volo un paio di jeans ed un maglione e li
indossò. Il tempo di spazzolare i capelli e li riavvolse nuovamente nel telo da
bagno, li avrebbe asciugati subito dopo colazione.
Entrata
in cucina quello che la colpì maggiormente fu il silenzio improvviso che
l’accolse. Il lieve mormorio che aveva sentito mano a mano che si avvicinava
era cessato con il suo ingresso, trovando le amiche tutte intente ad osservare
la colazione come se fosse stata la risposta a tutte le loro domande.
Anche
lei iniziò a mangiare in silenzio, prendendo un po’ di marmellata alle
albicocche e spalmandola sulle fette biscottate. Si versò un po’ di caffè
nella tazza dove precedentemente aveva versato del latte caldo e, senza
aggiungere neanche lo zucchero, iniziò a sorseggiare il caffelatte.
I
dieci minuti che seguirono furono i più pesanti che ricordava di aver mai
passato con le ragazze. Erano tutte in attesa di un suo segnale, segnale che non
aveva intenzione di mandare, anche perché non è che ci fosse poi molto da dire
sulla serata trascorsa in compagnia di Mamoru, ma questo loro non potevano – e
non dovevano – saperlo.
Quello
che le dava maggiormente fastidio ero lo sguardo di Minako, seduta proprio di
fronte a lei, che non l’aveva lasciata neanche per un secondo. A dispetto
delle altre, la coinquilina non si preoccupava di nascondere la voglia che aveva
di sapere cosa fosse successo in quella cucina.
-
Ne hai ancora per molto?
-
Dipende da te, quando ti deciderai a scucirti la bocca!
Benissimo,
Minako era seriamente intenzionata a scoprire cosa fosse successo la sera prima
tra lei e Mamoru, sarebbe stato divertente accontentarla.
-
L’abbiamo fatto su quella sedia, quella dove è seduta adesso Makoto. - Con un
cenno del capo indicò la sedia alla sua sinistra. I movimenti agitati che
seguirono furono quelli di Makoto che si era alzata come se improvvisamente, sul
sedile della sedia, fossero spuntati degli spilli acuminati.
-
Davvero? - La voce di Minako era così annoiata che era chiaro quanto poco
credesse a quello che era stato appena raccontato.
-
Sì. - Il suo tono fermo strideva con quello che voleva far credere: quale donna
avrebbe mai raccontato una focosa notte come se stesse confessando di aver
commesso un omicidio?
-
Usagi… - Gli occhi saettarono veloci sulla figura di Makoto che restava ancora
in piedi con le mani poggiate sullo schienale della sedia incriminata.
-
Dimmi Makoto.
-
Davvero tu e Mamoru… dico… proprio su questa sedia? - Era davvero
impressionante l’imbarazzo mostrato da Makoto, peccato che anche lei non si
era risparmiata dalla piacevole sveglia di quel mattino: nessuna pietà.
-
Sì Makoto. Io e Mamoru l’abbiamo fatto su quella sedia anche se…
effettivamente, abbiamo iniziato sul bancone della cucina. - Si stava lasciando
guidare dalla fantasia, probabilmente al momento l’unica a credere a quelle
parole era Makoto, la più sensibile dal punto di vista sentimentale.
-
Oh. - Ed infatti la reazione era quella che si era aspettata da parte di lei.
Nascondere il sorriso di scherno che era nato sulle sue labbra era davvero
difficile ma ne valeva la pena, soprattutto perché ancora aveva intenzione di
coinvolgere tutte le amiche in quella che era la sua vendetta. Adesso avrebbe
preso di mira Ami, dopo sarebbe stata Rei, per finire con Minako, la più tosta
tra tutte.
-
Non so di preciso come sia successo. Un attimo prima stavamo parlando del suo
carattere impossibile bevendo della birra. Gli stavo dicendo che deve darsi una
regolata perché la gente non è sempre ai suoi piedi e disposta a fare ciò che
vuole, che c’è una vita che prescinde da lui e da quelle che sono le sue
convinzioni… poi… l’attimo dopo ci stavamo baciando. - Ok, non era andata
proprio così. Lei effettivamente aveva detto quelle cose, ma a casa di Rei;
questo loro non potevano saperlo perché erano tutte dentro a festeggiare
Jadeite, ma rimaneva il fatto che tutto era vero, almeno quello.
-
Quindi, da che litigavate… lui ti ha baciata? - Ami era evidentemente a
disagio, non era nel suo carattere fare domande così personale, ma non era nel
suo carattere neanche fare irruzione nella sua stanza, ma stranamente quella
mattina lo aveva fatto.
-
Bhè… sì. - Imbarazzo, fingere di essere imbarazzata. Era difficile dato che
la voglia di ridere era tantissima, soprattutto adesso che vedeva Rei partecipe
e non distaccata come pochi minuti prima.
-
Io non lo so. Credo che sia stata l’adrenalina del giro in moto mischiata alle
birre di troppo e delle discussioni che con Mamoru non mancano mai, non lo se.
Rei, ti prego, non arrabbiarti con me… io non volevo… ma è successo…- Era
una grande, grandissima attrice, la migliore in assoluto. Lo capiva dai volti
esterrefatti di Ami e Makoto e dalla perplessità nello sguardo di Rei, era
combattuta, crederle o no? Mancava ancora l’atto finale e quella ridicola
commedia sarebbe finita.
-
Io… è come se… oddio, non so spiegarlo. È come se all’improvviso… non
ricordavo chi fossi, dove mi trovassi, sapevo solo che quel bacio non finisse
mai. Era quello che volevo, che desideravo. Mi sentivo completa. È stato come
se non aspettassi altro da tutta la vita… io, non riesco a pentirmene… - E
via con l’espressione imbronciata ed imbarazzata messe assieme. Oddio, se non
era certa di essersi inventata tutto, avrebbe creduto anche lei alle sue stesse
parole, quando voleva sapeva essere proprio convincente.
-
Il resto non so come sia successo. Un attimo prima eravamo al centro della
stanza a parlare, a gridarci contro due pazzi, l’attimo dopo eravamo
insieme… a baciarci… e poi… poi bhè… è tutto mio… - Decisamente era
meglio fermarsi altrimenti rischiava di far sospettare qualcosa alle amiche
anche perché lei non era solita andare in giro a raccontare le proprie
esperienze, neanche a loro che erano come sorelle.
-
Quindi non è vero che lo avete fatto sul bancone della cucina o sulla sedia…
- Questa era stata Makoto che adesso la guardava con il suo solito sguardo
materno. Si sentiva un po’ in colpa nei confronti dell’amica ma non poteva
certo far passare liscio lo scherzetto poco carino. Facendo di no con la testa
si era fermata a guardare il viso delle altre, evitando accuratamente di puntare
gli occhi su Minako, lei era la più pericolosa e quella che, probabilmente, le
aveva creduto meno, o affatto.
-
Io credo che Usagi abbia ragione, noi non dovremmo neanche essere qui… - Con
quelle parole, Ami le aveva dissipato gli ultimi dubbi: anche lei le credeva.
Rimanevano le due più ostiche: Rei e Minako. Quest’ultima era quella che le
dava più da pensare ed il suo silenzio non era d’aiuto.
-
Usagi solo… Mamoru… lui… - Perfetto, anche Rei aveva abboccato!
-
Rei… guardami… - Ed aveva sorriso in quel modo raggiante che solo il
pensiero delle persone amate poteva regalarle. Forse quella era stata l’unica
cosa sincera in tutto quel discorso.
-
Commovente, davvero commovente. Degno dei migliori manga della Takeuchi! Ma
dico, mi prendi per scema! Puoi fregare loro ma non me! Tu… sei peggio di…
baka! Ecco! Ma io dico, hai casa libera, la giusta atmosfera, la birra, il giro
in moto e tutto… e che fai? Ci parli solamente? Ma io dico, cosa ti ho
insegnato in tutti questi anni? Cosa?! Sei un caso senza speranze! - E la testa
di Minako era finita piegata di lato a guardarla in modo furioso.
-
Cosa… - La voce stupita di Rei l’aveva convinta a ribattere alle accuse
dell’amica.
-
Bhè, che credevate che doveva succedere? Siete delle pazze e nulla di più! Ma
in quale lingua devo dirvelo che tra me e Mamoru non c’è niente? Arrivate qui
alle sei di mattina e fate un macello, mi buttate giù dal letto per sapere cosa
è successo? Niente, non è successo niente di niente! Ci siamo seduti a tavola
ed abbiamo iniziato a parlare bevendo birra! Volete sapere di cosa abbiamo
parlato? Spiacenti ma non vi dirò un bel niente, non è mia abitudine dire i
fatti degli altri a terzi! Ed adesso se non vi dispiace io me ne andrei a fare
un giro, per oggi mi avete rovinato abbastanza la giornata!
-
No! Tu… ci hai mentito… come hai potuto farci una cosa simile? - Ecco,
adesso Minako partiva con la solita storia della sincerità tra amiche, bhè non
si sarebbe fatta infinocchiare, non stavolta.
-
E no! Mi spiace ma non è vero! Io vi ho solo raccontato ciò che voi volevate
sentire! Vi siete così convinte che tra me e Mamoru debba necessariamente
esserci qualcosa che siete diventate impossibili! Perfino tu Ami, ti sei
lasciata convincere! È assurdo, ma cosa vi è preso a tutte? Siete diventate
pazze? - Non era riuscita a trattenere oltre la rabbia per quell’atteggiamento
che le sue amiche avevano dimostrato nei suoi confronti da quando quella storia
era iniziata.
-
Scusaci tanto se vogliamo vederti felice!
-
Rei! Non è cercandomi un fidanzato che mi renderete felice! Non vi è mai
passato per la testa che posso stare bene anche così? Sola con la mia libertà.
Non è un uomo che determina la felicità di una donna, ricordatelo! Mi stupisce
il fatto che sia proprio tu a dirmi che per vedermi felice ho bisogno di un
uomo!
-
Non è questo solo che…
-
Cosa Rei? Forse mi reputate una di quelle donne che per essere felice necessitano
di un uomo accanto? Mi credete così? - Era davvero delusa. Non credeva che le
sue amiche potessero avere una così bassa considerazione di lei. Osservò la
tazza ancora piena a metà e la scostò da sé, la sola vista del latte le dava
la nausea. Si alzò dalla sedia e se ne andò. Il silenzio che era seguito alle
sue parole, era stato ancora più doloroso.
*****
***** *****
XIII
giorno
Ore
8:40
-
17 giorni all’alba
Chi poteva essere a quell’ora?
Chi
poteva essere così folle?
Chi
poteva osare tanto?
Era
sabato mattino, ed erano solo le otto e trenta.
Peggio,
erano le otto e trenta del suo sabato libero.
Chi
si era appeso come un forsennato al campanello senza smettere neanche per un
secondo di strimpellare su quell’aggeggio infernale?
-
Arrivo! Ho detto che arrivo! Basta!
Ancora
frastornato per la sveglia poco carina, e soprattutto fuori programma, si era
alzato dal letto infilando alla meno peggio i pantaloni della tuta. Odiava
dormire con il pigiama, si sentiva soffocare, preferiva la sua classica tenuta
notturna: solo ed esclusivamente i boxer da uomo, così era molto più comodo.
Grattandosi la testa, e sperando così di mettere in moto il cervello, si
diresse verso la porta di ingresso. Dagli avvolgibili ancora serrati non si
capiva che tempo facesse, ma questo non era certo un problema, se avesse piovuto
sarebbe rimasto a casa a leggere un buon libro, altrimenti sarebbe uscito.
Reprimendo uno sbadiglio, e cercando di far scricchiolare i muscoli del collo
ancora intorpiditi dal sonno, guardò lo spioncino e per un attimo valutò se
aprire o tornarsene a dormire.
-
Aprimi, lo so che sei dietro la porta.
Alla
fine, lei lo aveva tolto dall’imbarazzo.
-
Buongiorno tesoro!
-
Ciao…
-
Ti ho forse svegliato?
-
Tu che dici?
-
Scusa, non volevo. Ti ho portato la colazione così mi faccio perdonare!
-
Perché non usi mai le chiavi che ti ho dato?
-
Non volevo sembrare invadente. Magari non eri solo… - Certo, lei lo sperava
sempre, ma non aveva ancora capito che lui non avrebbe mai fatto dormire nessuna
ragazza nel suo letto. Farlo significava farsi mettere il guinzaglio al collo e
per lui era presto, decisamente.
-
È sabato mattina, non hai altro da fare? - Strizzando gli occhi, poco abituati
alla luce proveniente dalla scala, si era spostato da parte lasciandola entrare.
-
Che modi sono questi Mamo-chan? Chiedi immediatamente scusa a tua madre e dalle
un bacio visto che ancora non mi hai neanche salutata!
Con
Midori Howazuki era inutile arrabbiarsi perché tanto, alla fine, la spuntava
sempre lei, un po’ come con una bionda di sua conoscenza… ma poi cosa
c’entrava il paragone con Usagi? Sicuramente era colpa del sonno, ecco perché
faceva quei paragoni strampalati e faticava ad ingranare la marcia.
-
Scusami, hai ragione. - Un bacio schioccato sulla guancia morbida e vellutata di
sua madre era quello che ci voleva per iniziare bene quella giornata.
-
Così va molto meglio. Certo che hai proprio una brutta cera, che hai fatto ieri
sera? – Che aveva fatto la sera prima? Dopo essere andato via da casa di Usagi
aveva girato con la moto per un’altra ora e poi era rientrato. Aveva bisogno
di aria fresca per liberarsi la testa dagli stupidi pensieri che
l’affollavano, e soprattutto per smaltire l’alcool. Se fosse andato
direttamente a dormire era certo di svegliarsi con un cerchio alla testa, e la
cosa non gli avrebbe garbato poi molto.
-
Sono stato da Rei, alla festa di compleanno di Jadeite. - In cucina aprì lo
sportello dove teneva il bollitore dell’acqua e lo riempì, preparando subito
dopo le tazze per il the.
-
Ah, capisco. - Era strana, sua madre era parecchio strana.
-
E tu, come mai da queste parti?
-
Una madre non può avere voglia di venire a trovare il proprio figlio?
- Certo. - Era stata troppo precipitosa nel rispondergli, altro fatto che
accentuava la sua stranezza.
-
Ed allora cosa c’è di strano se mi trovo qui?
-
Generalmente eviti le improvvisate.
-
Avevo voglia di vederti. Devo forse chiederti il permesso per poterlo fare?
-
No, assolutamente, ma mi avresti visto domani visto che dobbiamo pranzare
insieme.
-
Mamoru, sei impossibile te lo hanno mai detto?
-
Mi sembra di sì… - Giusto la sera prima, Usagi aveva detto la stessa identica
cosa.
-
Non hai nulla di nuovo da raccontarmi?
-
Cosa vuoi sapere di preciso? - Lo sapeva che non era venuta fin lì senza un
valido motivo. Non che sua madre non lo andasse a trovare, anzi, veniva almeno
una volta a settimana ma per quella aveva già dato, era venuta solo quattro
giorni prima… e poi rimaneva il fatto che il giorno dopo avrebbero dovuto
pranzare tutti insieme, quindi perché questo bisogno impellente di vederlo?
-
Ho ricevuto una telefonata… - Specificare il soggetto della telefonata era
superfluo, sapeva di chi si parlava.
-
Dopo quanto? Cinque anni?
-
Sette… dal giorno in cui ha scoperto in quale ospedale avresti frequentato la
scuola di specializzazione.
-
Che ti ha detto?
-
Che sono una madre snaturata che non si interessa del futuro di suo figlio.
-
Non è che sia diverso da ciò che ti ha detto sette anni fa.
-
Per nulla, le stesse identiche parola con una piccola differenza: sette anni fa
sapevo perché fossi snaturata, oggi invece lo ignoro.
-
Stiamo parlando di Masao Chiba, non è che ci voglia un genio per comprendere
cosa voglia per me.
-
Mamoru stiamo parlando di tuo padre, non dimenticarlo. - Nonostante i rapporti
tesi esistenti con l’ex marito, sua madre non gli permetteva mai di mancare di
rispetto all’uomo che gli aveva donato metà del suo patrimonio genetico.
Donato, come no, quello che sua madre si ostinava a chiare padre non gli aveva
donato un bel niente, era stato costretto a partecipare, se avesse potuto
avrebbe evitato volentieri, ne era praticamente sicuro.
-
Vuole che lasci il mio posto di lavoro in ospedale e lo raggiunga alla sua
clinica.
-
Capisco. E tu?
-
Mamma io cosa? Sai perfettamente che se finissi nella clinica di Masao posso
dire addio alla mia carriera ed alla mia indipendenza! - Lo sguardo accigliato
di sua madre non lo fece pentire del modo in cui aveva chiamato suo padre.
-
Mamoru tu sai che non mi sono mai intromessa in quello che è il rapporto tra te
e tuo padre, ma forse dovresti dargli retta, almeno per questa volta.
-
Stai scherzando, vero? - Non poteva credere che proprio lei gli consigliasse di
seguire le orme del padre in quello che poteva essere il suo futuro
professionale.
-
Chi meglio di lui potrebbe insegnarti?
-
Non se ne parla. Io non voglio avere nulla a che fare con lui, nulla.
-
Mamoru, sul fatto che tuo padre abbia commesso degli errori con te non si
discute, ma qui si parla di quella che per te potrebbe essere una grande
occasione lavorativa, pensaci…
-
Lui non ha sbagliato solo con me. Ha sbagliato anche con te, non puoi difenderlo
sempre!
-
Non si tratta di difendere nessuno! Qui si sta parlando del tuo futuro e di
quello che può insegnarti tuo padre, né più né meno.
-
Mio padre? Mio padre non conosce neanche il giorno del mio compleanno! Mio padre
non sa dove abito! Mio padre non sa nulla di nulla di me! E tu continui a
definirlo padre…
-
Tuo padre con te ha sbagliato su tutta la linea, ma non fare altrettanto tu!
-
Infatti, non farò altrettanto perché non ho intenzione di seguirlo nella sua
clinica.
-
Ti stai rovinando con le tue stesse mani!
- Mamma, ti prego. Non
voglio litigare con te. Mi hai sempre lasciato libero di sbagliare, fallo anche
adesso! - Non aveva mai alzato la voce con lei, mai prima di allora. Gli
sembrava assurdo, impossibile, surreale, eppure stava accadendo. Stava litigando
con la donna più importante della sua vita a causa di quello che era obbligato
a chiamare padre.
-
Ormai sei un uomo ed è giusto che tu faccia le tue scelte da solo, ma
permettimi di dissentire.
-
Grazie per i consigli, ma preferisco continuare come ho fatto fino adesso.
-
Credo che sia inutile insistere, sei più testardo di un mulo!
Era
calato un silenzio quasi innaturale. Non era abituato a discutere con sua madre,
forse perché lei, effettivamente, lo aveva lasciato sempre libero di fare ciò
che riteneva più giusto. Perché stavolta doveva essere diverso?
-
Mamma ti prego, non arrabbiarti. So che vuoi solo il mio bene ma io non riesco.
Non riesco a fare finta di nulla. Non può pretendere di fare il padre adesso
che ho trent’anni. Doveva pensarci prima. - Ed era vero, Masao non poteva
credere di arrivare dall’oggi al domani nella sua vita e sconvolgergliela come
se nulla fosse. Non era stato l’assegno mensile che aveva spedito per quasi
vent’anni ad averlo reso suo padre. Ad essere sincero rispettava di più la
figura di Akahito-kun che quella di Masao, perché? Per il semplice fatto che,
nonostante nelle loro vene non scorresse lo stesso sangue, Akahito era stato un
padre. Rimproverandolo quando era stato necessario e sostenendolo nel momento più
brutto della sua vita, quando si era sentito perso a causa della malattia della
madre. Akahito era stato sempre presente nella sua vita e come sua madre, non
era mai intervenuto per influenzarla. Non aveva mai fatto distinzioni tra lui e
Seiya amando entrambi come dei figli suoi anche se lui non lo era.
-
Ti chiedo solo di pensarci, tutto qui. Prometti che non cestini l’offerta come
hai sempre fatto con qualsiasi proposta di lavoro che in passato ti ha offerto.
-
Ti prometto che vaglierò la sua proposta, ma non ti assicuro nulla. - Era
inutile, non riusciva mai a dirle di no.
-
Bravo il mio Mamo-chan ed adesso mangiamo prima che i cornetti si freddino!
-
Effettivamente l’odore è buono ed io avrei una certa fame. - Sua madre era
una donna discreta ma determinata che sapeva comprendere quando non dover
insistere per farsi ascoltare. Ecco perché rare volte aveva discusso davvero
con lei. Sapeva come prenderlo e quando contraddirlo ma non usava mai la forza,
no quella mai.
-
Come mai tutta questa fame? Ieri sera Rei ti ha lasciato a digiuno? -
Effettivamente la sera prima aveva bevuto più che mangiato, ma era meglio non
dirlo. Anche se aveva trent’anni sua madre non lesinava mai rimproveri,
soprattutto quando a suo avviso eccedeva nell’alcool.
- Ho mangiato ma non tanto. Non ero molto in vena, sono andato via quasi
subito. - Lo sguardo di sua madre non aveva lasciato neanche per un attimo la
sua figura, sicuramente stava macchinando qualcos’altro.
-
Sai, pensavo che questa casa ha bisogno di un tocco femminile, è così cupa e
triste… non so come faccia la tua ragazza a venirti a trovare, è così
impersonale! - La sua ragazza? E questa novità da dove saltava fuori?
-
Non c’è nessuna ragazza che viene a trovarmi, mi spiace deluderti.
-
Però presto ci sarà, o no?
- No, non ci sarà nessuna!
Sono ancora troppo giovane per pensare di mettere su famiglia! Ho solo
trent’anni!
-
Tesoro, quando ho sposato Masao avevo poco più di venticinque anni, tuo padre
quasi trenta, quindi non parlare più del dovuto.
-
Ecco perché tra voi non ha funzionato! Eravate entrambi troppo giovani.
-
Ascolta la tua mamma: presto ci sarà qualcun altro che ti chiamerà Mamo-chan.
Mi auguro solo che sia una persona speciale come lo sei tu.
-
La persona speciale è già qui con me, non ho bisogno di altro!
-
Bambino mio, sarà divertente vederti innamorato. Vedremo poi se ti ricorderai
ancora di tua madre!
-
Sarai sempre la persona più importante della mia vita. - Era imbarazzante fare
quei discorsi con sua madre, non ne comprendeva il motivo ma non si sentiva
totalmente a proprio agio. Era come se lei, con quegli occhi blu uguale ai suoi,
stesse cercando di sondare la sua anima e questo lo metteva a disagio.
-
A parte la chiamata di tuo padre, non ci sono novità nella tua vita? Sotto il
profilo sentimentale ad esempio?
-
Ancora con questa storia? Mamma non c’è nessuna ragazza nella mia vita.
-
Strano…
- Mamma? - Se sua madre lo guardava in quel modo voleva dire solo guai. O
situazioni ridicole…
-
Seiya mi ha detto che ultimamente ti vedi abbastanza spesso con qualcuna. Non ha
voluto dirmi nulla, ha solo detto che questa è quella giusta! - Suo fratello
aveva bisogno urgentemente di una visita psichiatrica, magari avrebbe chiesto ad
Usagi stessa un consulto. Era certo che lei non si sarebbe tirata indietro visto
che la cosa la riguardava abbastanza da vicino.
-
Mamma, Seiya si riferisce ad Usagi…
-
Usagi?
-
Sì, Usagi. L’amica di Rei.
-
Oh… ma è stupendo! Usagi è così una gran brava ragazza…
-
Mamma, frena! Non è come pensi. Io non sto uscendo con Usagi! È una storia che
hanno montato i ragazzi. Seiya ti sta prendendo in giro!
-
Non farebbe mai una cosa simile sei tu che, come al solito, preferisci non confidarti
con me!
-
Senti, invece di Kyoko cosa ne pensi? - L’unico modo di troncare la
conversazione era spostare l’attenzione su altro, lo aveva imparato giusto la
sera prima da Usagi.
-
Sembra una brava ragazza, di più non saprei dirti. - Si manteneva sul vago, ciò
voleva dire solo una cosa: aveva altro da aggiungere.
-
Non tenerti tutto dentro… - Aveva bisogno solo di una piccola spintarella e
poi avrebbe vuotato il sacco nel giro di trenta secondi.
-
Sei terribile… sai sempre come rigirarmi, e dire che la madre sono io! - Aveva
imparato da lei a raggirarla, a dire il vero ci riusciva con tutti, tranne che
con... era meglio darci un taglio, Usagi stava diventando troppo insistente.
-
Sono il tuo preferito ecco perché cedi sempre!
-
Non dire sciocchezze! Amo te e tuo fratello alla stessa maniera!
-
Dai, era tanto per scherzare… comunque, io ieri l’ho vista, ci ho scambiato
quattro chiacchiere e non è poi così male. Forse è un po’ troppo
silenziosa!
-
Non lo so. Non mi sembra spontanea, è troppo misurata. Non saprei, magari con
me si è comportata diversamente solo perché sono la madre del suo ragazzo…
-
Ma che dici? Se quando usciamo, ti scambiano per la mia ragazza tanto sei
giovane, bella e brillante. Non ti ci vedo a fare la suocera cattiva!
-
Allora immagino che Usagi sia molto contenta della cosa…
-
Ancora con questa storia? Mamma basta! È da più di tre settimane che tutti
hanno la fissazione che tra me e Miss Simpatia debba esserci qualcosa, ma vi
assicuro che non c’è nulla di nulla! Assolutamente!
-
E come mai ti scaldi tanto? - Con le labbra che soffiavano sul the caldo, lo
guardava sorridendo aspettando una risposta a quella domanda posta solo per
vedere il suo grado di imbarazzo, di questo ne era sicuro.
-
Dovresti vedere come si scalda lei! È uno spettacolo vederla arrabbiarsi!
-
Però peccato che non ci sia nulla tra voi…
-
Niente di niente…
-
Bhè io ricordo però che per un certo periodo Usagi non ti è stata del tutto
indifferente… - Ecco, questa era una di quelle cose che i suoi amici non
avrebbero mai dovuto sapere. Mai.
- Ma che dici... forse mi stai confondendo con Seiya! - Ma poi come
faceva sua madre a sapere di quel periodo? Aveva fatto di tutto per tenere
nascosto l’interesse che Usagi aveva suscitato in lui, soprattutto perché da
lì a pochi mesi sarebbe partito per gli Stati Uniti e non aveva intenzione di
legarsi a nessuno con il rischio di soffrirne poi la distanza.
-
Ti ricordo che sono tua madre, a me non puoi nascondere nulla…
-
Mamma, stai prendendo un granchio, a me Usagi non è mai interessata! - Il morso
che aveva dato al croissant doveva nascondere la risata nervosa che era
sopraggiunta all’improvviso.
-
Quanto fervore nelle tue parole… per essere qualcuno che non ha nulla da
nascondere mi sembra che tu prenda troppo a cuore questa storia!
-
Vorrei vedere te! Immagina se qualcuno ogni giorno, giorno per giorno, viene a
dirti che ti piace una con cui, a stento, riesci a scambiare quattro parole
senza finire a litigare, tu come ti sentiresti?
-
Mi arrabbierei da morire, litigherei con tutti, e poi alla fine sposerei la
fonte della mia disperazione, un po’ come è successo con Akahito! – Ecco,
questa era una di quelle cose che non aveva considerato!
-
Mi spiace informarti che non stiamo parlando di te ma di me!
-
Lo so tesoro, non preoccuparti, ma rimane il fatto che sono tua madre e, a meno
che non ci sia un’altra donna nella tua vita, non ti ho mai visto così
loquace come oggi!
-
E questo cosa c’entra?
-
Sei sempre misurato e controllato, tranne quando si toccano questioni che per te
sono importanti, tipo il tuo futuro professionale o la tua vita privata…
-
Appunto! Qui vi state intromettendo tutti in questioni che non vi competono, ci
credo che mi innervosisco! - Era stato un ottimo diversivo alzarsi e posare la
tazza vuota nel lavabo, almeno sua madre non aveva visto la sua faccia farsi
pallida e poi subito dopo rossa.
-
Mamoru… non puoi nascondermi nulla: ti ho tenuto dentro di me per nove mesi,
ti ho cresciuto, coccolato, educato, ti ho lasciato fare le tue esperienze ed i
tuoi errori. Ti sono sempre stata accanto e so quando sei sincero e quando vuoi
nascondermi qualcosa. Il fatto è che ancora non ho capito se stai nascondendo
anche a te stesso il tuo reale interesse nei confronti di Usagi.
-
Mamma dai…
-
No, ascoltami. Non sei come tuo padre, per quanto tutti dicano che hai ereditato
il suo carattere, non è così. Tu sai amare altrimenti non avresti mai scelto
di fare il medico. Sai cosa è il sacrificio e lo dico perché non tutti, a
sette anni, sarebbero stati capaci di accettare il matrimonio della propria
madre, ma tu lo hai fatto perché sapevi che Akahito mi rendeva felice. Sei
sempre stato più maturo della tua età, hai sempre protetto Seiya facendogli da
secondo padre, nonostante tu sia più grande di lui di solo otto anni. Mamoru questi sono
esempi di quanto tu sia generoso e capace di amare, quindi togliti da quella
testaccia l’idea di non essere in grado di amare, siamo intesi?
-
Grazie mamma…- Midori Howazuki era una madre speciale perché con poche e
semplici parole sapeva toccarti il cuore e farti sentire una persona migliore,
anche se fossi stato il più
crudele dei killer.
L’abbraccio
che seguì a quelle parole era stato spontaneo e per nulla obbligato.
Mamoru,come quando era ancora bambino, aveva cercato tra le braccia della madre
quella sicurezza che non sentiva di avere ancora acquisito.
-
Se ti dicessi che lei mi reputa un disadattato sociale cosa mi risponderesti?
-
Che sei sulla buona strada per conquistarla. Io credevo che Akahito fosse
l’origine di tutti i mali esistenti sulla faccia della Terra!
-
Hai un buon profumo, mamma…
-
E questo cosa c’entra? - Lo sapeva lui cosa c’entrava. Era lo stesso profumo
che sentiva ogni volta che stava accanto a lei… e con lei non si riferiva a
sua madre.
Le loro strade si erano incrociate, avevano raggiunto l'infinto ed adesso non
restava che attendere la prossima fermata per scoprire se continuare o
fermarsi...
L’angolo
dell’autrice
Buongiorno
gente, o buon pomeriggio dipende dal momento in cui leggerete questo nuovo
capitolo!
Cosa
mi dite? Avete letto il dolce risveglio di Odango? E quello di Mamoru? Vi dirò
non sono molto convinta, né dell’uno né dell’altro. Il modo in cui è
svegliata Usagi può anche starci è tutto ciò che viene dopo a convincermi
poco, mentre per quel che riguarda Mamoru non sono molto convinta del dialogo
con Midori, mi sembra poco naturale, sarà che io quando parlo con mia madre ci
litigo e basta (rapporto di amore-odio, che volete farci, con due segni di fuoco
è impossibile un dialogo calmo, tendiamo sempre a prendere fuoco facilmente!)
ma non volevo che lo stesso avvenisse, da subito, con Mamoru e Midori, quindi
aspetto le vostre critiche, perché sono sicura che ne arriveranno!
Purtroppo
ho poco tempo, stavolta non sono riuscita a scrivere i ringraziamenti con il
solito anticipo e quindi mi devo apprestare a rispondere tutto in mattinata!
Vi
saluto e vi ringrazio per le recensioni che vorrete lasciare…
RINGRAZIAMENTI
-
_MADDY_: ciao e grazie per aver trovato il tempo per recensire. Se non
ricordo male, sei stata una delle prime ad aggiungere la fic tra le seguite e
per questo ti ringrazio anche se l’ho fatto in pratica capitolo per capitolo,
ma visto che ci sono te lo dico personalmente, se così possiamo dire.
Grazie per i complimenti, non so francamente se sono davvero meritati, io mi
diletto a scrivere, lo faccio perché mi piace, ma non so se effettivamente sono
brava, mi lascio giudicare da voi che leggete, e lo faccio volentieri, davvero!
Come avrai modo di leggere nel prossimo capitolo, Usagi non ha donato la sua
verginità a Mamoru, assolutamente. Nessun mistero o robe simili, solo una
storia normale, con protagonisti normali e
forse anche banali… adesso ti saluto e grazie ancora per il tempo dedicato a
questa fic. Alla prossima!
-
MICINA82: Giovi ciao! Allora le stai preparando le valigie per la tua
vacanza sicula? Ma andiamo alla mia fic. Lo avevo detto da subito che il trauma
di Mamoru era qualcosa di normale, una realtà che purtroppo colpisce molte
persone che sono costrette ad assistere alla separazione dei genitori. Quello di
cui soffre Mamoru però non è tanto la separazione dei genitori ma la mancanza
effettiva di una figura paterna, per quanto Akahito lo abbia amato davvero come
un figlio, in un certo senso il nostro protagonista si è sentito rifiutato da
quello che è il suo genitore. E comunque non necessariamente una famiglia
allargata è un esempio negativo di famiglia, Mamoru vuole davvero bene a Seiya
ed Akahito, li sente come parte della famiglia e mai potrà vederli diversamente
da ciò che sono un patrigno amorevole ed un fratello a cui voler bene. Lo
sapevo che avrei rischiato il linciaggio con questo capitolo, me lo sono detta
dal primo momento ma ho voluto rischiare… non ho voluto far concludere i due
perché altrimenti sarebbe stata, come hai fatto notare, la solita storia e poi
via con i rimorsi del giorno dopo ed io ti assicuro che non ho intenzione di far
venire rimorsi a nessuno dei due (forse…) Comunque Mamoru non è roso dalla
rabbia perché non è stato lui il primo, questo no, è solo sorpreso perché
Usagi gli ha detto di non essere mai stata innamorata ed al contempo però non
si è certo chiusa in convento, anzi. Lui è davvero sicuro di ciò che ha
detto, crede davvero che Usagi sia una persona romantica che quando sta con
qualcuno lo fa per amore e non per sesso… nel prossimo capitolo si capirà
meglio il comportamento di Usagi, non temere non l’ho resa una mangiatrice di
uomini, almeno questo glielo ho risparmiato! Per tutte le domande finali dovrai
aspettare, ti ho già detto abbastanza. Un bacio. Alla prossima!
-
MARYUSA: ma mia cara Mari sei sicura di non star togliendo troppo tempo
al tuo lavoro recensendo tutte le mie fic? Comunque a me non può che fare
piacere! parto da subito con questa attuale e ti dico che sono felicissima che
il capitolo ti sia piaciuto così tanto. Usagi si è confidata con Mamoru non
per un bisogno effettivo, ma solo per conquistarsi la fiducia di lui, proprio
perché voleva conquistare la sua fiducia ha detto la verità dalla prima
all’ultima parola… o quasi. Aveva effettivamente diciassette anni ed era
minorenne quindi fai tu, vuoi flasharti, accomodati, io non ti dico nulla! Sono
perfida ma mi piace leggere le vostre ipotesi. Per quel che riguarda il
comportamento di Usagi, il negare per non dare soddisfazione agli altri, a
quanto pare siamo uguali io, te ed Usagi: J
Faccio una piccola precisazione, che avevo già inserito nel capitolo prima che
tutte voi me lo faceste notare, Mamoru non è ubriaco, è leggermente euforico,
ma nulla di più, per questo Usagi lo lascia andare senza problemi. Adesso però
passo a recensire le altre fic: Come saprei come ti avevo detto tempo
addietro ormai le song fic non le sento più mie ed infatti non le scrivo da un
bel po’, ma non credo che sia giusto cancellarle; per quel che riguarda questa
bhè l’ho scritta perché ho sempre immaginato questa canzone come
dichiarazione di una donna verso il proprio uomo, uomo che però non fida
totalmente degli altri, ed allora chi meglio di Mamoru come protagonista
maschile? Comunque, ti ringrazio tanto per i complimenti, vado avanti con i
ringraziamenti. Vorrei l’idea di fondo era quella di mantenere ambigua
la destinataria delle parole di Mamoru e sono felice che solo alla fine tu abbia
compreso che la diretta interessata era proprio Chibiusa, credo che questa sia
la sola fic che ho scritto con Chibiusa presente, questa ed Elementi, li le ho
dedicato una drabble. Vorrei poterti amare alla luce del sole è stato un
esperimento e devo dire che è riuscito bene. Questa fic è stata scritta
durante la stesura de La prima volta ed era un periodo in cui il povero
Seiya era tartassato per la sua – mia – crudeltà e così mi sono detta di
mettere insieme e far amare i due protagonisti maschili e ne è uscita fuori
questa one shot. Non credo che sia male, dopotutto non è il sesso degli
innamorati che conta, ma i sentimenti che sono espressi, almeno questo è il mio
pensiero. Come inizio non c’è male e La prima volta: queste due
fic le unifico e ti dico da subito che quando avrò un po’ di tempo, circa tra
un migliaio di anni, le cancellerò e le riscriverò perché rileggendole mi
sono venuti i brividi per il modo in cui sono scritte e soprattutto per i
comportamenti dei personaggi, comportamenti irrazionali. Quando le ho scritte
ero soddisfatta del mio operato, ad essere sincera miravo molto alle recensioni
mi piaceva – e mi piace tutt’ora – ricevere parecchie recensioni solo che
dopo 4 anni credo di essere migliorata e maturata come autrice ed è giusto che
anche i primi lavori mutino con me. Grazie comunque per le recensioni, alla
prossima!
-
AINECHAN: Ciao Margherita, lieta di conoscerti io sono Carmen ed ho qualche
annetto più di te! Comunque se ti ho chiesto il nome è solo perché preferisco
mantenere un rapporto più umano con voi che dedicate del tempo alle mie fic e
mi piace conoscere non solo i vostri pensieri ma anche voi come persone. Anche a
te rispondo come ho risposto a Micina82/Giovanna per quel che riguarda la pseudo
gelosia di Mamoru. Non si tratta del voler essere il primo per Usagi, come avete
letto lui non è solito andare con chi è ancora vergine perché,
fondamentalmente, è un animo romantico e crede che le ragazze diano
un’importanza maggiore al concetto di verginità, si stupisce di come Usagi,
che per lui è il Romanticismo – non inteso come movimento letterario sia
chiaro – possa essere andata a letto con qualcuno che non amava, ecco il perché
di questa reazione per molti sproporzionata. Io credo che Usagi se avesse ceduto
all’alcool il giorno dopo sarebbe partita per lasciare Tokyo non perché
pentita ma solo per i sensi di colpa verso Mamoru perché lei davvero vuole
aiutarlo, almeno è questo quello che credo, ancora non è chiaro cosa accadrà
non tutto per lo meno… oppure lo dico per mettere su una falsa pista voi
lettrici? Chi lo sa! Quanti capitoli prevede la storia non lo so ancora con
precisione, ma penso più di 20 ma meno di 30, vedremo. Adesso ti saluto e
grazie per la recensione. Alla prossima!
-
ROMANTICGIRL: ciao Roxy, mia psicologa. Uno di questi giorni ti contatterò
per un consulto personale, sono sull’orlo di una crisi di nervi, un altro paio
di mesi così ed esplodo! Ma passiamo a noi. Ero terrorizzata per quel che
riguardava questo capitolo che poi è il capitolo principale per comprendere
meglio l’atteggiamento di Mamoru. Temevo di essere troppo libresca e poco
realistica ma allo stesso tempo temevo di essere troppo fantasiosa e così non
sai quante fisime mentali prima, durante, e dopo la pubblicazione, ma a quanto
pare tu hai dato il tuo beneplacito ed io ho riacquistato i 20 anni di salute
che avevo perso. Per quel che riguarda Usagi io credo che lei non risponderà
mai e poi mai ad una domanda diretta, neanche sotto tortura. Per questo aspetto
del suo carattere mi sono rifatta non a me ma al mio ragazzo: per parlare con
lui, per fargli tirare fuori i propri stati d’animo si devono fare gli
indovinelli o i tranelli per farlo cadere e farlo parlare. Io credo che dipenda
in parte dall’immaturità del nostro rapporto – e questo mi fa soffrire
perché dopo 8 anni vorrei un po’ più di fiducia, non per finta modestia, ma
la merito! – ed un po’ dipenda dalla sua stessa immaturità – 30 anni
all’anagrafe ma se poi scaviamo sotto sotto ne avrà sì e no 20 – per Usagi
è tutta un’altra situazione che si capirà nel prossimo capitolo, spero. Per
quel che riguarda il maschio fico d’india e la femmina buona donna ho espresso
il mio pensiero. Non sono una libertina, assolutamente, ma non tollero queste
disparità, assolutamente. Per quel che riguarda il ragazzo della prima volta si
scoprirà di più su di lui nel prossimo capitolo, per adesso non dico nulla.
Minako… hai visto la sua reazione… reazione che sarà conclusa venerdì
prossimo, prometto! La parte finale non è uscita fuori come avrei sperato ma
non sono ancora così brava. Ti do appuntamento, se ci sarai, venerdì prossimo
un bacio! Alla prossima!
-
QUEESERENITY83: Ida ciao, come stai? Non devi assolutamente scusarti se
non riesci a recensire con costanza, ognuno ha i propri impegni ti capisco
benissimo! Per quel che riguarda la famiglia di Usagi, la tua recensione cade a
fagiolo proprio perché nel prossimo capitolo si scoprirà qualcosa di più su
Ikuko e Kenji e sono curiosa di sapere cosa ne penserete in molti… ti chiedo,
nel caso in cui la tua idea sia diversa da ciò che leggerai, di farmi sapere
cosa avevi pensato della famiglia Tsukino, sono molto curiosa! Il fatto che
siano stati abbastanza lucidi io credo che sia stato un bene perché poi sia
l’uno che l’altra sarebbero partiti con i soliti film mentali ed io
francamente ne ho abbastanza. Li farò capitolare quando saranno pronti e non
potranno più nascondersi… almeno credo… adesso ti saluto e grazie per la
recensione, grazie per i complimenti ed un bacio! Alla prossima!
-
MOREA: Ciao Giulia, matematica del mio corazon… come ti senti adesso
che hai superato lo scoglio dello scritto? Meglio? Vedrai che la spacchi quella
vecchia decrepita della tua prof (non so perché, forse me lo hai detto tu o
forse ricordo male, ma immagino che l’insegnante di analisi sia donna, mi
sbaglio? Leggendo più avanti la tua recensione mi sono accorta che me lo hai
detto tu! XD)… andiamo alla fic! Gli sguardi languidi e le ammiccatine sono il
mio forte, dopo anni li uso ancora con il mio ragazzo ed ogni volta mi diverto a
prenderlo in giro per come cade come un pero cotto (uso di proposito il
maschile…) e gli scontri sugosi sono il nostro forte, li adoriamo e poi si
sposano bene con la birra! J
Vedremo cosa ne penserai di questo nuovo capitolo e del prossimo… adesso ti
saluto, mi spiace averti fatto aspettare tanto, un bacio e figurati per
l’interessamento, è il minimo con la mia fic sottraggo del tempo prezioso al
tuo studio! Alla prossima!
-
ELLEPHEDRE: Capa prima di tutto grazie per la bellissima risposta alla
recensione, sono letteralmente arrossita, e poi detto tra noi, anch’io ho
rischiato di fare l’alba per scrivere la recensione… ma passiamo a me! Ogni
volta che leggo una tua recensione ho il cuore che batte a mille e rischio
davvero un arresto cardiaco. Ho paura di deludere le aspettative di tutte, ma il
tuo giudizio (non me ne vogliano le altre recensitrici – questo è un
neologismo by Carmen – e lettrici) è importante perché ti stimo parecchio
come autrice. Dopo aver letto il primo rigo della recensione ho fatto il
balletto del Waka Waka tanto ero contenta… dopo la seconda frase sono passata
alla Macarena… due frasi solo di complimenti per me sono troppe, non ci sono
abituata. Nel terzo pensiero sono passata ad una più semplice tarantella
siciliana anche perché sono tornata al mio solito livello letterario, ci devono
essere sempre delle imperfezioni, è inutile non mi smentisco mai… e con
l’ultima frase, con quel bel passo in avanti ho sentito suonare le
trombe celestiali ed intonarsi l’Alleluia… grazie capa, grazie di tutto…
adesso spero di confermarmi in quest’altro capitolo! Alla prossima!
- SIMO87: ciao
Simo, temevo il linciaggio di massa per come ho fatto concludere il capitolo, ma
sono felice che non ci sia stato nulla di simile! Sarebbe stato difficile
riuscire a pubblicare con entrambe le braccia ingessate! Il loro dirsi le cose
in faccia credo che sia la base di qualsiasi rapporto, non solo sentimentale ma
anche di amicizia, ed ho cercato di farlo trapelare anche nella conversazione
che Usagi ha avuto con le sue amiche, spero almeno di esserci riuscita. Il
capitolo era pronto ma ho deciso di pubblicare regolarmente di venerdì per dare
la possibilità a chi legge di essere a passo con i capitoli. Per quel che
riguarda il mio periodo nero cerco di non pensarci ma è davvero difficile,
grazie per il pensiero. Alla prossima!
- BRESCY: ciao
anche a te (se magari dovesse ricapitarti di recensirmi, se ti va, potresti
lasciarmi il tuo nome così almeno uso quello per essere meno formale!)… non
vorrei farti rimproverare dal capo, o dalla capa, per il fatto di essere
scoperta a leggere la mia fic invece che lavorare, non voglio creare problemi a
nessuno, giuro che non me lo perdonerei mai! Arrossisco per tutti questi
complimenti e mi chiedo se effettivamente li merito. I dialoghi si scrivono da
soli e per quel che riguarda i personaggi mi baso su quello che sono gli
originali cercando di renderli più adulti rispetto l’età del manga, solo
Minako è quella che è rimasta più simile al manga ma lei l’adoro così,
frizzante e catastrofica, peggio di Usagi… dai non esageriamo, quasi peggio di
Usagi. Ho deciso di lasciare tutto in sospeso perché non tanto per aumentare
l’attesa ma solo perché quello non era il momento, si trattava di un gioco e
nulla di più… se qualcosa succederà dovrà essere in un contesto ben
determinato quando entrambi hanno chiaro cosa vogliono dall’altro, in questo
momento tutte dite che Mamoru è cotto di Usagi e viceversa, ma fino a prova
contraria non lo hanno ammesso neanche a se stessi (ok, Mamoru fa comprendere a
Midori di essere interessato ad Usagi ma non ha detto in che termini…). Il
giorno dopo non si sono incontrati, né sembrano sconvolti da ciò che è
accaduto. Sono coscienti dell’essersi esposti, ma attribuiscono,
intelligentemente aggiungerei, la cosa all’alcool. Gli amici non sono
insopportabili, sono solo amici e basta. Tengono a loro e vorrebbero vederli
assieme perché secondo loro starebbero bene come coppia, dipende se Usagi non
li uccide prima o non se ne va per Timbuctu… e poi la nostra Odango non è
antipatica, è esasperata questo sì – prova tu a convivere con una come
Minako e la signora Kumiko poi vediamo se non si diventa isteriche :D – ma non
si comporta così perché si sente superiore. Cerca solo di mantenersi sul vago
e non sul piano personale. Lei è lì perché vuole aiutare Mamoru e se si
facesse trascinare dai sentimenti concluderebbe poco, deve rimanere vigile ed
attenta. Per quel che riguarda la prima volta sarà tutto svelato nel prossimo
capitolo, e vedrai che poi non è che c’è molto da capire, ricordo che questa
è una storia basata sulla normalità quindi non credo che ci si debba stupire
di determinati comportamenti. L’attrazione fisica è palese? Non lo so,
probabilmente. Il perché dei comportamenti di Usagi saranno chiari nel prossimo
capitolo, forse così sarà meno antipatica e più chiaro il perché sia
diventata così razionale… un bacio anche a te e grazie soprattutto perché
hai trovato il tempo di recensire. Alla prossima!
- CHICHILINA:
Ciao Anna Maria, ti giuro che con questo caldo lasciarti con un senso di sete è
l’ultimo dei miei intenti. Quando scrivo lascio che loro si dicano sempre
tutto, o quasi… cerco di dare slancio ai dialoghi, facendo attenzione alla
punteggiatura che è quella, credo, che mi aiuta a rendere i dialoghi così vivi…
per quel che riguarda essere il tuo esempio… cara collega cercatene un’altra
di esempio, magari l’esimia Capa Elle, lei si che è un esempio per tutte
noi… ma adesso che mi dici così sto facendo ruotare la mia coda da pavone…
ahahah, grazie carissima per tutti questi complimenti! Alla prossima!
- ANGELICA82:
Ciao, grazie per essere andata direttamente al sodo :D, ma scherzi a parte,
grazie davvero per apprezzare così tanto questa fic che per me è nata come un
passatempo da dedicare ad un’amica ma che mi sta ridando la voglia di
scrivere, voglia al momento ferma solo a Mamoru ed Usagi ma poi chissà! Come
dicevano i latini in vino veritas, in questo caso noi rielaboriamo il
proverbio e diciamo, in birra veritas! Credo che la risposta alla tua domanda te
l’abbia data la stessa Usagi, Mamoru era un po’ alticcio ma non
completamente ubriaco. Prima di mandarlo via Usagi ha cercato di capire se
effettivamente lui potesse reggere la guida della sua moto, altrimenti non lo
avrebbe di certo mandato… lo avrebbe fatto dormire sul divano, al massimo nel
letto di Minako, ma non insieme! Ahaha! Adesso ti saluto, ti ringrazio per la
recensione e per l’entusiasmo dimostratomi, grazie di cuore. Alla prossima!
Grazie alle 18 persone
che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
Angelica82;
2.
bellacullen889;
3.
bunny65;
4.
chichilina
5.
ertila;,
6.
favola08;
7.
GioRock;
8.
girovaghi;
9.
Hatori;
10.
lagadema;
11.
LAS;
12.
lutrien;
13.
maryusa;
14.
miki90;
15.
QueenSerenity83;
16.
roby1150;
17.
stella93mer;
18.
Tappetta4;
Soprattutto
a bellacullen889, lutrien, roby1150 e QueenSerenity83 le ultime arrivate.
Grazie
alle 44 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
Allen_Anne_Black;
2.
Angelica82;
3.
Antalya;
4.
aquizziana;
5.
ashar;
6.
brescy;
7.
Chichilina;
8.
DeepDereck;
9.
Ellephedre;
10.
Enza85;
11.
Fantasy_Mary88;
12.
fasana;
13.
favola08;
14.
hoshi90;
15.
igniflia;
16.
kiss88;
17.
LAS;
18.
LittleSimo;
19.
micina82;
20.
Miky 483;
21.
Minerva89;
22.
Moons Tear;
23.
Morea;
24.
Neptune87;
25.
panuela;
26.
Pera 11
27.
Poisonivy;
28.
ponpon;
29.
Potter92;
30.
pulcinaele87;
31.
romanticgirl;
32.
sailorm;
33.
seasons_girl;
34.
shalya;
35.
simo87;
36.
Strega_Mogana;
37.
SweetCherry;
38.
Tappetta4;
39.
Toru85;
40.
Truelove;
41.
usachan;
42.
vale_129;
43.
_Maddy_;
44.
_Sofia_;
Un grazie particolare a LAS, panuela e Strega_Mogana (che bello rivederti!)
e mi spiace aver perso bellacullen889.
Grazie
anche a chiara84 per aver inserito la fic tra quelle da ricordare.
Adesso
vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 25 giugno
2010!
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Capitolo 14 *** Capitolo XIII ***
Nuova pagina 1
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo XIII
XIII giorno
Ore
11:40
-
17 giorni all’alba
Una
volta aperti gli occhi la prima cosa che mise a fuoco fu l’ora segnata dalla
sveglia di Sailor Moon, un vecchio regalo delle sue amiche da cui non riusciva a
separarsi nonostante gli anni passati.
La
testa le doleva ancora, ora peggio di prima, da un concerto rock si era passati
ad un’esplosione nucleare, di male in peggio. Si mise a sedere sul bordo del
letto e, con movimenti circolari degli indici, iniziò a massaggiarsi le tempie.
Aveva dormito per quasi tre ore. Teoricamente doveva sentirsi meglio ma così
non era: il suo era stato un sonno agitato e per nulla rilassante.
Aveva
litigato con le sue amiche per colpa di un uomo.
No,
peggio. Aveva litigato con le sue amiche per colpa dell’uomo, Mamoru
Chiba.
E
dire che aveva fatto di tutto nel corso degli anni per mantenere segreta la sua
vecchia – morta e sepolta c’era da aggiungere – cotta per lui, ed adesso
cosa succedeva? Le sue amiche si mettevano in testa di combinarle una relazione
con lui che era stato la causa della sua sofferta adolescenza! Quello era
assurdo, non poteva essere vero.
Così
venivano meno gli sforzi fatti nel corso degli anni per allontanarsi dalla
figura di Mamoru. Aveva impiegato tutte le sue energie per dimenticarlo, per
toglierselo dalla testa, per non paragonare ogni uomo che le passava davanti a
lui, ma le sue amiche tutto questo non lo sapevano, tutte eccetto una, Minako.
Lei sapeva, ma non capiva perché la stava spingendo proprio verso le braccia di
Mamoru. Perché distruggere così i suoi sforzi? Perché ricondurla nel tunnel
dell’agonia e della sofferenza? No. Stavolta non sarebbe tornata indietro. Non
era più un’adolescente, era una donna ed avrebbe fatto in modo di non
soffrire più come allora, avrebbe fatto in modo di non soffrire affatto. Non si
sarebbe comportata come l’adolescente con la testa piena di fronzoli e
merletti.
Non
sarebbe stata la stessa Usagi. Non sarebbe stata la ragazza che all’età di
diciassette anni aveva dato la sua verginità ad un altro sperando così di
poter attirare l’attenzione di quello che era il ragazzo dei suoi sogni.
Era
stata talmente stupida da essere andata a letto con un compagno di studi di
Mamoru, Isei.
Baka
ed ingenua ragazzina che non era altro. Aveva creduto che compiendo il grande
passo il suo corpo subisse qualche mutazione così da apparire più
donna, più sensuale, più femme fatale; lo aveva letto in una rivista di Minako
e come un’allocca ci aveva creduto. Aveva sperato che in quel modo Mamoru si
accorgesse di lei, ma nulla era andato secondo i piani.
Aveva
sofferto come un cane, era stata paralizzata dalla paura nonostante le
attenzioni e rassicurazioni del suo partner – di quel partner che non era
quello giusto – ed alla fine aveva rovinato la sua prima volta ricordandola
per sempre come l’esperienza più imbarazzante della sua vita… soprattutto
il dopo, quando Isei le aveva detto che era stato bene ma che lui non era
Mamoru… già, durante l’amplesso lei aveva mormorato il nome del ragazzo
sbagliato. Ricordava ancora l’agitazione dopo quelle parole e il modo in cui
era scoppiata a piangere proprio come una bambina. Isei si era ritrovato a
doverla consolare per tutta la notte. Davanti il portone di casa, poi, non aveva
avuto il coraggio di guardarlo in faccia tanto si sentiva ridicola, ma ancora
una volta lui l’aveva sorpresa baciandole la fronte ed augurandole buona
fortuna. Perché non si era innamorata di un ragazzo dolce come Isei? Se lo
chiedeva ancora adesso che erano passati otto anni.
Ma
no, lei era Usagi Tsukino e le cose semplici non erano il suo forte. Lei doveva
perdere sette anni della sua vita dietro al suo amore segreto altrimenti che
gusto ci sarebbe stato nel vivere la sua adolescenza?
Solo
quando Mamoru era partito per gli Stati Uniti aveva capito che doveva mettersi
il cuore in pace se voleva provare ad avere una vita normale. Non vederlo più
significava non doverlo pensare, non necessariamente almeno.
Appena
ricevuta la notizia della sua partenza si era sentita persa, era stato un
fulmine a ciel sereno ed era scoppiata a piangere davanti ad una Rei anche lei,
per fortuna sua, piangente; era riuscita a spiegare il perché delle sue lacrime
come una sorta di empatia con l’amica, solo Minako l’aveva guardata ed aveva
scosso il capo avvilita.
Per
lei era stato come un lutto e come tale doveva elaborarlo. Aveva saltato le
prime tre fasi, quelle della negazione, della rabbia e del patteggiamento per
giungere direttamente alla fase della depressione. Dopo la a partenza di Mamoru,
era caduta in una sorta di sconforto che difficilmente aveva mascherato agli
occhi degli altri. Quel periodo, per lei così doloroso, era stato giustificato
come stress in preparazione all’esame di ammissione all’università di
Tokyo. Alla fine, dopo mesi trascorsi in una sorta di vivo e non vivo, aveva
capito di non poter continuare in quella maniera e da lì la decisione di
costruirsi quella normalità tanto agognata, ma i primi tempi erano stati
davvero difficili e dolorosi. Non tutto era andato come aveva pianificato. Era
stato difficile andare avanti, non solo per la distanza, ma soprattutto
l’assenza. Ogni volta che era in compagnia degli altri, si accorgeva di come
si avvertisse la sua mancanza, era come se non avesse aria tanto si sentiva
schiacciata dall’assenza di lui.
Una canzone, un libro, una parola, tutto le ricordava lui. Poi, pian
piano, era riuscita a mettere da parte il suo ricordo e provare a vivere, a
sopravvivere.
E così la canzone non faceva più tanto male, forse un po’ meno, ma
non era come prima.
Il
libro poteva leggerlo senza immaginare quali sarebbero stati i suoi commenti.
Quella
parola, Odango, non le sembrava più così personale, tanto da diventare, alla
fine, un soprannome come gli altri.
Superata
la fase della depressione e della convivenza con il suo ricordo, era subentrata
la fase dell’accettazione. Aveva compreso che era inutile cercare di opporsi
al destino, rassegnandosi al fatto che per lei e Mamoru non era previsto un
futuro insieme. Da qui la sua decisione, più che altro necessità, di conoscere
gente nuova.
Aveva
iniziato ad uscire con ragazzi diversi perché aveva perso troppo tempo dietro
un’illusione, dietro di lui. Sette anni erano tanti e lei doveva recuperare la
sua adolescenza e
conoscere l’ebbrezza di un amore puro ed innocente, o per meglio dire,
aveva conosciuto quelle sensazioni ma senza viverle come era giusto che fosse,
anzi, senza viverle affatto.
Si
era ritrovata ad uscire con ragazzi diversi. Prima compagni di liceo, poi, una
volta iscrittasi all’università aveva deciso di spiccare il salto di qualità
ed uscire con uomini veri, quelli con la u maiuscola, ma anche quello era stato
un disastro. Era uscita con esemplari diversi di maschi tutti – o
quasi se si escludeva Ennosuke – molto qualificati sotto il punto di
vista professionale, così da non far venire un infarto a suo padre, ma carenti
dal punto di vista emotivo. Uomini in carriera che accanto a lei non sfiguravano
mai.
Un
avvocato, Hiroshi. Tanto intelligente, carino, educato, troppo educato, talmente
educato da risultare seccante.
Subito
dopo un ingegnere, Takanibu. Dotato di una dialettica invidiabile, il classico
tipo che trasudava arroganza da tutti i pori, in una parola odioso.
La
scelta più discutibile, un meccanico, Ennosuke. Effettivamente non c’era
molto da dire, era stata la più disastrosa di tutte considerando, soprattutto,
le pulsioni sessuali del tipo.
Poi
era stata la volta di un musicista, Sadao. Brillante anima poliedrica,
l’essenza dell’artista, perfetto, troppo perfetto.
Dall’irrazionalità
dell’arte alla logica della matematica, concentrata nella persona di Nobu, un
commercialista. Talmente meticoloso da riuscire, sicuramente, nella quadratura
del cerchio, l’essenza della noia.
Ed
infine il suo fiore all’occhiello, un pittore, Ryu. L’ultimo di una lunga
seria. Come era stato con Sadao, con Ryu c’era stato subito feeling grazie
alla sua anima artistica ma, a differenza del musicista, il pittore aveva una
piccola imperfezione, per nulla trascurabile, era un infedele cronico.
Quelli
da lei frequentati erano tutti uomini all’apparenza perfetti, all’apparenza
infatti. In lei erano capaci di suscitare un interesse che durava non più di un
paio di settimane; nel caso di Sadao aveva battuto il suo record personale, era
riuscita a mantenere viva l’attenzione per il musicista per oltre due mesi: un
vero primato per i suoi standard, ma poi tutto era scemato proprio come era
accaduto con gli altri.
Effettivamente
non sapeva spiegarselo neanche lei ma, improvvisamente, quegli uomini pieni di
fascino diventavano comuni mortali.
Uomini
noiosi, pomposi, arroganti.
Uomini
che non la sapevano ascoltare, che la vedevano come un trofeo da vincere, un
soprammobile da mostrare, in alcuni casi una tacca in più sulla cintura delle
conquiste, ma nulla di più.
In
definitiva nessuno di loro sapeva chi era e cosa valeva Usagi Tsukino perché a
loro interessava poco di lei.
Esasperata
da tutto ciò, aveva provato a psicanalizzarsi da sola ma con scarsi risultati.
Aveva chiesto aiuto anche ad una collega ma questa le aveva detto che era
inutile la psicanalisi perché il suo era un problema non di testa ma di
cuore… cuore… probabilmente allora lei non era capace di innamorarsi.
Dopo
poche riflessioni era riuscita a capire da cosa dipendeva il suo blocco: era
tutto merito della sua favolosa famiglia. Dall’esempio avuto nel corso della
sua infanzia.
Merito
di sua madre che aveva fiuto per lo shopping ma non istinto materno.
Merito
di suo padre che era sempre presente ai meeting di lavoro ma non a quelli di
famiglia.
Merito
di suo fratello che, per accontentare i genitori, aveva messo da parte le sue
aspirazioni ed aveva intrapreso la carriera di avvocato, come loro padre, senza
schierarsi mai apertamente su quelli che erano i suoi sogni.
Si
era soliti dire che i figli sono lo specchio dei genitori, concretamente lei ne
era l’esempio lampante: non riusciva ad avere una vita sentimentale
soddisfacente perché, in effetti, non sapeva cosa volesse dire avere una
famiglia vera.
A
pensarci bene, Mamoru non aveva poi tanto torto. Anche lei poteva essere affetta
da sindrome dell’abbandono… già, abbandonata alla tenere età di quattro
anni alle cure di una tata a cui importava molto di più compiacere sempre la
signora che dare ascolto alla bambina che le era stata affidata.
Ricordava
la sua infanzia come un periodo terribile, divisa tra le lezioni di piano, di
tennis e di portamento.
Già,
nella sua follia, sua madre era riuscita ad iscriverla ad un corso di
portamento, ridicolo! Ma neanche se fosse stata la promessa sposa del futuro
imperatore! Fortunatamente in famiglia non era completamente sola e poteva
contare su sua nonna Sakura. Già, la nonna paterna era stata la sua ancora di
salvezza, aveva parlato con il figlio facendogli comprendere come potesse essere
noioso, per una bambina di neanche cinque anni, dover seguire delle lezioni che
le insegnassero come camminare e stare sedute in tavola; come dovesse essere
difficile imparare a suonare il pianoforte se ancora non si sapeva neanche
scrivere e di come potesse essere controproducente costringerla a praticare uno
sport che le avrebbe, quasi certamente, rovinato le articolazioni; Kenji
Tsukino, per quanto potesse essere spietato nelle aule di tribunale, aveva un
rispetto per la madre che andava oltre ogni umana comprensione. In casa la
parola di sua nonna non era legge ma quasi, per questo Kenji aveva parlato con
la moglie consigliandole – o imponendole? – di far cessare quelle ridicole
lezioni a cui sottoponevano la loro secondogenita.
L’intrusione
di Sakura in quella che era l’educazione dei figli, avrebbe potuto creare
delle tensioni con la nuora, ma sua madre era abbastanza intelligente da capire
che non era il caso di inimicarsi la matriarca e per questo le lasciava
giostrare il marito come più voleva, in fin dei conti, alla morta della suocera
sarebbe stata lei l’unica e sola signora Tsukino.
Non
c’era che dire, il suo era un nucleo familiare complesso, parecchio complesso.
Se non fosse stato per sua nonna e per suo fratello Shingo, che nonostante tutto
stravedeva per lei, non avrebbe mai conosciuto il calore di una famiglia.
Era
meglio fermarsi lì con i ricordi legati alla sua amorevole famiglia,
anche perché pensando e ricordando si era fatto mezzogiorno.
Quel
sabato mattina era decisamente da dimenticare.
Sveglia
orrenda.
Litigata
coi fiocchi.
Risveglio
peggiore del primo.
Era
meglio rialzarsi, resettare il cronometro e ricominciare.
Quando
entrò in cucina trovò tutto in ordine e silenzioso. Perfetto, non c’era
nessuno in casa. Almeno avrebbe evitato di incrociare Minako.
-
Ti sei alzata.
Cosa
aveva pensato?
- Hn… - Non dare soddisfazione, sotto nessun punto di vista, questa era
la regola.
-
Sappi che non mi pento di nulla. Sono convinta di ciò che ho detto.
E
lei avrebbe continuato ad ignorarla, vita natural durante se non la smetteva con
quelle assurdità.
-
Avrò sbagliato modi e tempi, ma ho detto qualcosa di giusto.
Era
ancora lì che parlava? Peggio per lei, si sarebbe stancata di parlare con un
muro.
-
Ignorarmi non potrà farmi cambiare idea. Tu e Mamoru siete fatti per stare
insieme.
Illusa,
non avrebbe mai cambiato idea.
-
Sono stata in silenzio per tutti questi anni solo perché non vedevo un
interesse di Mamoru, ma adesso basta! È evidentissimo che voi due vi cercate
continuamente con gli occhi, e non solo con quelli, ma siete due citrulli…
siete due stupidi che per orgoglio non si decidono a fare la prima mossa!
Se
prima aveva sbagliato i modi, adesso cosa aveva sbagliato? Errare era umano,
perseverare diabolico… perdonare divino. Ma lei era divina fino a tal punto?
Era capace di perdonare l’invadenza di Minako?
-
Usagi… io non ti capisco… da sempre hai cercato uomini che, in un modo o
nell’altro, assomigliassero a Mamoru, credi che non me ne sia mai accorta?
L’avvocato noioso che tutte le mamme sognano per le loro bambine, noioso come
Chiba! Per non parlare di quel Nobu il cui ego ipertrofico batte cento a zero
quello di Mamoru… poi c’è stato il musicista, forse quello che assomigliava
di più a lui, alto, moro, occhi blu, intelligente, di compagnia, arrogante,
presuntuoso, andava d’accordo con i ragazzi… in pratica la sua fotocopia
sputata.
A
dire il vero lei non aveva mai fatto caso alle presunte somiglianze esistenti
tra i suoi ex e Mamoru, e francamente neanche ne vedeva, erano le solite fisime
mentali che Minako le propinava, non c’era altra spiegazione.
-
Ma credi davvero che non mi sia accorta di ciò? Mi credi così cieca? Credi che
non mi sia accorta di tutte le volte che, dopo la partenza dell’idrocefalo, ti
ammutolivi perché sentivi una canzone che in qualche modo, nella tua mente
bacata, era legata a lui… o quando qualcuno ti chiamava Odango, credi che non
vedevo i tuoi occhi farsi lucidi per colpa di quel verme che era partito per gli
Stati Uniti senza rendersi conto della rosa che aveva lasciato qui, a struggersi
d’amore per lui?
Ok,
Minako poteva essere insopportabile, ma era come una sorella per lei e sapeva,
sempre, come farla sentire uno schifo e soprattutto trovava davvero nomi
singolari da affibbiare a Mamoru; non c’era che dire, era impossibile trovare
un’amica pazza e sclerata come lei. Ed era inammissibile non perdonarla.
-
Minako… - Addio politica del silenzio, con un’amica come lei era
impossibile. L’abbraccio che la travolse fu il segno lampante di come,
entrambe, avevano sofferto per l’incomprensione di quella mattina.
-
Quello che voglio è vederti felice, non chiedo altro.
-
Un giorno lo sarò, ma non è detto che debba esserlo con Mamoru… - Ok, adesso
stavano scendendo molto nel melenso ma era più forte di loro, non riuscivano a
litigare a non fare pace subito, o quasi.
-
Ma che razza di idiozia stai dicendo? Conosci qualcuno in grado di tollerare i
tuoi sbalzi di umore meglio di Mamoru?
Ecco
l’indelicatezza di Minako era unica e sola e, probabilmente, lei le voleva
bene anche per questo: era raro trovare un’amica che ti dicesse tutto senza
molti peli sulla lingua…
-
Certo, tu altrimenti perché esisti?
-
Sei sicura che in questi mesi di astinenza non ti sia buttata sull’altra
sfonda? No, sai, io non ho nulla contro gli omosessuali però preferisco gli
uomini…
-
Oddio, mi hai scoperta… adesso sai perché tra me e Mamoru non può
funzionare! - Ed era difficilissimo restare serie per più di trenta secondi,
impossibile, loro due insieme erano una coppia comica, la più comica che era
mai stata conosciuta.
-
Usagi, ascoltami. Sei come una sorella per me però io non posso davvero, amo
Kunzite.
Essere
amiche di Minako Aino, voleva dire divertirsi nonostante le lacrime di quella
mattina. La drammaticità dell’espressione di lei era qualcosa di esilarante
se paragonata alla situazione. Se qualcuno fosse entrato in quel momento le
avrebbe trovate abbracciate ed concentrate a guardarsi intensamente, con gli
occhi lucidi… oh, sì, stare con Minako era la sua terapia alla depressione!
-
Non preoccuparti per me, cercherò di farmene una ragione… però ti prego…
almeno la tua amicizia…
-
Oh, certo Usagi!
Ed
un nuovo abbraccio che durò circa dieci secondi perché un lieve tossicchiare
le distrasse.
-
Kunzite il tuo tempismo è impressionante! Stavo per concupire la tua fidanzata,
altri due minuti e lei ti avrebbe lasciato per me!
-
Bhè se volete io non ho problemi per una storia a tre!
-
Cosa?!
L’urlo
di Minako si era propagato per tutta la casa e le aveva rotto il timpano visto
che erano ancora molto vicine.
-
Bhè amore, pensaci! Almeno così non dovresti dividerti tra me e lei.
-
Dai Mina-chan… l’idea di Kunzite non è per nulla da scartare… e poi io
ancora non sono sicura, non so se mi piacciono gli uomini o le donne… magari
così posso schiarirmi un po’ le idee… - Ancheggiando sensualmente si stava
avvicinando a Kunzite e girandogli attorno guardava con occhio clinico
la merce messa in mostra dall’avvocato.
-
Ehi bionda, tieni le tue zampaccie da gatta morta in tasca! Quello è il mio
uomo e la recita è stata propinata stamattina alle tre povere sciocche che non
si accorgono di niente e credono a tutto ciò che si racconta loro! E tu,
tesoro, cerca di non gonfiarti come un tacchino! Ritorna al tuo posto.
Immediatamente.
Minako
non indovinava quasi mai un modo di dire, tranne quando era arrabbiata, ed in
quel momento doveva essere abbastanza arrabbiata per questo Kunzite,
sgonfiandosi, si era avvicinato alla sua ragazza scompigliandole i capelli.
-
Bene… io vado!
-
E dove?
-
Non so, è il mio sabato libero, certamente non starò a casa ad annoiarmi.
-
Potresti telefonare a Mamoru…
-
Minako!
-
Ok, non dico nulla!
Alzando
le mani in segno di resa, Minako aveva fatto un passo indietro nascondendosi
dietro le spalle larghe del proprio fidanzato.
Era
uscita dalla cucina per tornare in camera sua. Guardando il pastrocchio che
aveva in testa valutò se uscire o meno. No, quello era il suo sabato mattina
libero, libero dopo un mese intero, non poteva trascorrerlo a casa,
assolutamente. Demoralizzata iniziò a spazzolare i capelli per poi acconciarli
in una treccia. Quella sera stessa avrebbe rifatto lo shampoo e stavolta avrebbe
asciugato per bene la sua zazzera bionda senza lasciare nulla al caso.
Era
riuscita a chiarire con Minako, adesso non restava che farlo con le altre.
Aveva
preso la giacca di pelle indossandola con un movimento fluido, poi era stato il
turno della borsa messa a tracolla ed era scesa di corsa prendendo le chiavi in
mano dal mobile basso posto all’ingresso.
-
Usagi… ci tenevo a dirti una cosa.
Quando
Minako era così seria c’era poco da stare allegri.
-
Dimmi…
-
Io so… di essere insopportabile, a volte intendo. So che posso essere
esasperante, soprattutto in questo ultimo periodo, con la storia di Mamoru
intendo. - Si era fermata ed adesso la guardava in faccia aspettando un suo
accenno per continuare. Consenso che era arrivato immediatamente. - Però non ho
mai creduto che tu sia una di quelle donne che per essere felici hanno bisogno
di un uomo. Mai.
Come
si poteva avere un’amica così?
-
Mina… se fossi stata uomo ti avrei sposata…
-
Non ho capito. Chi delle due deve essere l’uomo?
*****
***** *****
XIII
giorno
Ore
12:45
-
17 giorni all’alba
Era
uscito da casa una mezz’ora dopo sua madre. Non aveva una meta ben precisa ma
non gli andava di stare a casa.
Dopo
un giro in centro ed un salto da Motoki, alla fine, era andato al parco per
godere del sole di fine marzo; sedendosi su una delle panchine aveva impiegato
parte del suo tempo guardando la gente passeggiare.
La
colazione era andata bene, ma era impensabile il contrario. Con sua madre si
sentiva libero di essere se stesso, il silenzio che a volte riempiva i loro
incontri non era mai pesante o fastidioso perché faceva parte del loro
dialogare. Mai con nessuno aveva trovato la stessa sintonia e probabilmente ciò
dipendeva dal fatto che mai a nessuno aveva permesso di avvicinarsi tanto al suo
vero io.
“Ti
frequenti con ragazze che hanno davvero poco a spartire con te, tutte bamboline
fatte di silicone che a malapena riescono a respirare nei loro top striminziti.”
Le
parole di Usagi non erano poi così lontane dalla realtà, anzi, rappresentavano
la sua normalità. Ripensando alle sue ex non è che la sua psicologa
avesse tanti torti, anzi, non ne aveva affatto. Era cosciente di essere uscito
con ragazze immagine, né più né meno. Ragazze a cui interessava solo apparire
e che avevano davvero poco in comune con quelle che erano le sue passioni.
Per
lo più si trattava di ragazze i cui problemi esistenziali erano quale rossetto
abbinare allo smalto o quale smalto si intonasse meglio al loro incarnato, o
vestito dipendeva dall’occasione.
In
realtà lui neanche le voleva le bamboline siliconate! Era qualcosa di
destabilizzante toccare quei seni di plastica, erano innaturali, contro natura.
Certo era elettrizzante farsi vedere accanto ad una bella ragazza, una diversa
ogni sera, il suo io maschile ne traeva beneficio; era invidiato dagli altri
uomini che volevano trovarsi al suo posto, anche quando si trovavano in
compagnia delle loro ragazze ed a lui, era inutile negarlo, piaceva tutto ciò.
Se poi si aggiungeva il particolare che erano le ragazze che, il più delle
volte, lo andavano a cercare si spiegava il perché non gli dispiacesse poi
tanto tutta quella storia. Quale uomo, con un po’ di cervello, rinunciava ad
una sana scopata? E poi, inutile negarlo, quel modo di comportarsi era qualcosa
che rientrava nel suo personaggio.
Un
personaggio costruitogli da altri nel corso degli anni ma che, in fin dei conti,
gli faceva comodo, dopotutto in quel modo lui doveva solo apparire e non dover
essere. Chi voleva conoscerlo davvero doveva scavare per capire dove finiva la
maschera ed iniziava il suo vero io. In un certo senso, chi lo voleva nella sua
vita, doveva conquistarsi la sua fiducia.
“Quando
è stata l’ultima volta che sei uscito con una ragazza per il piacere di
passare del tempo con lei? Perché era interessante, piacevole?”
Quando?
Esattamente tutte le volte che si trovava in sua compagnia, ma questo non poteva
confessarlo, non a lei.
Teoricamente
non c’era nulla di male nel confessarle che con lei stava bene. Che non
c’entrava nulla quella idea assurda della psicanalisi ma che era tutta una
montatura per uscire con lei, da soli. Teoricamente appunto.
Praticamente
era impossibile. Se solo avesse osato dirle la metà di ciò che aveva pensato
si sarebbe giocato la sua amicizia. Già la vedeva diventare seria ed acquistare
il cipiglio caratteristico della maestrina e lui, magicamente, tornava ad essere
uno scolaretto di sei anni. Chiudendo gli occhi poteva immaginarla portarsi una
ciocca di capelli dietro l’orecchio, sorridergli mestamente e dirgli che
probabilmente il suo era un transfert. Che riversava in lei le sue emozioni
positive, che si credeva innamorato quando in realtà la sua era solo una
trasposizione dei sentimenti che provava e che non era mai riuscito ad offrire a
nessun altro.
Ed
avrebbero finito con il litigare, perché Usagi non capiva e non sapeva.
Non
capiva che non sempre ciò che si imparava dai libri poteva essere applicato
alla realtà quotidiana e non sapeva che un paio di anni prima lui aveva avuto
una cotta per lei.
Al
diavolo, non avrebbe mai detto una cosa simile perché ne andava del suo
orgoglio!
Perché
Usagi non gli avrebbe mai creduto e, soprattutto, perché lei non avrebbe mai
contraccambiato i suoi sentimenti. Mai.
Si
sentiva ridicolo e fallito. A trent’anni inventarsi la storia di una scommessa
per passare del tempo con quella che, anni addietro, era stata la ragazza dei
suoi sogni! Ridicolo ed immaturo.
Se
qualcuno avesse saputo di quella storia, della sua cotta passata e
dell’attuale scommessa, avrebbe perso la faccia davanti agli amici. Aveva
assicurato a Kunzite di non fare lo stronzo come era solito fare ma iniziava a
temere di non riuscire a tenere fede alla promessa fatta.
Quando
Usagi gli era davanti non capiva più nulla. Gli era capitato più di una volta
di soffermarsi ad osservare il suo fisico e non certo in maniera casta e pura.
Dentro di lui era forte il desiderio di contraddirla per farla arrabbiare e
vederla sbuffare e dirgli che era un saccente presuntuoso e null’altro. Certo,
lei con i complimenti non ci andava giù leggera, per nulla, ma gli stava bene
anche così. Probabilmente anche lui con il suo atteggiamento da spocchioso
arrogante non le dava una mano ma non poteva fare diversamente, così era più
facile mantenerla distante…
Mantenerla
distante perché lui non era capace di stare con un’altra persona. Non era
portato per le relazioni, non era abituato. Voleva molto da un rapporto ma dava
davvero poco perché, per quanto ne dicesse sua madre, lui non era in grado di
abbassare la guardia ed aprire il proprio cuore… e se si vuole dare è
inevitabile permettere agli altri di toccare le corde di quel muscolo che nel
suo petto serviva solo a pompare il sangue ai diversi organi e null’altro.
Neanche
con i suoi amici era del tutto sincero, nascondendo parte di
sé e non permettendo loro di arrivare nella profondità del proprio
animo. Si faceva vedere sempre allegro, pronto a divertirsi ed a far baldoria.
Era lo scansafatiche del gruppo; quello che aveva avuto, nonostante la
separazione dei genitori, la vita facile. Era questo che credevano loro, perché
era questo che lui aveva dato a capire. Ma nessuno sapeva dei sacrifici fatti
per arrivare sino a dove si trovava adesso. Le notti in bianco a studiare e le
mattine in ospedale sempre pronto. Non sapevano di come era difficile dimostrare
di essere il migliore non perché si era il figlio di Masao Chiba ma perché lui
era Mamoru Chiba e di suo padre aveva solo il cognome. Loro non sapevano di come
era difficile andare in reparto ed essere guardato dai colleghi come il
raccomandato che non aveva fatto gavetta e si era ritrovato lì perché il
paparino aveva alzato la cornetta ed aveva fatto una telefonata. I suoi amici
non sapevano tutto questo e mai lo avrebbero saputo.
Chiuse
gli occhi e lasciò che i raggi del sole tiepido di marzo lo investissero in
pieno. Quando drizzò la testa e li riaprì, si fermò ad osservare la ragazza
che con passo lento stava percorrendo il vialetto del parco.
Doveva
restare fermo dov’era
e farla andare via, senza fermarla, senza chiamarla. Doveva lasciarla
andare per la sua strada, era questo che gli suggeriva il buon senso. Perché già
la sera prima era stato sul punto di mandare tutto a puttane e baciarla per
tapparle quella boccaccia da dove non uscivano altro che assurdità. Perché era
questo che aveva desiderato fare da quando lei gli aveva urlato che loro non
erano niente, ed in quel momento non aveva bevuto nulla, era completamente
sobrio, ma l’impulso era stato chiaro: voleva baciarla fino a toglierle
l’uso della ragione.
Oh
sì, quando lei gli aveva urlato che tra loro non c’era nulla, la voglia di
zittirla in quella maniera lo aveva preso all’improvviso ma, grazie a qualche
divinità, era riuscito a frenarsi; se avesse ceduto all’irrazionalità
l’avrebbe costretta a seguirlo in qualche stanza buia e poi sarebbe finita
male, malissimo.
Doveva
resistere.
Chiuse
gli occhi iniziando a canticchiare il motivo sentito poco prima da Motoki. Si
concentrò sulle parole della canzone e quando riaprì gli occhi la vide ancora
lì, ferma a bere ad una fontana.
Sorrise
e, stiracchiandosi i muscoli un po’ intorpiditi per la posizione assunta, si
era alzato affrettandosi a raggiungerla mettendo le mani in tasca nel tipico
atteggiamento di chi si sente il padrone del mondo, nel tipico atteggiamento
odiato da lei. Lui aveva provato a resistere alla voglia di raggiungerla e
parlarle, ci aveva provato sul serio, ma era stata lei che lo aveva richiamato a
sé, e lui non si era tirato indietro perché, dopotutto, tormentarla era un
vero piacere.
-
Ah quanto pare ci si rivede! - L’aveva avvicinata senza fiatare e poi quando
ormai le era alle spalle l’aveva chiamata con il chiaro intento di
spaventarla.
-
Mamoru! Mi hai fatto prendere un colpo! Ma sei pazzo spuntare alle spalle in
questa maniera?
-
Scusami, ma non so quante volte ti ho chiamata ma non mi hai sentita! - Se, come
no!
-
Come mai da queste parti?
-
È una bella giornata ed oggi è il mio giorno libero, non mi andava di restare
chiuso in casa.
-
Ah. Comunque ci vediamo, io vado.
E
dopo un sorriso di circostanza aveva ripreso come se nulla fosse. Non poteva
farla andare via così.
-
Un caffè?
-
No Mamoru, davvero. Ho da fare. Comunque grazie.
Formale.
Distante. Fredda. Si era tornati indietro, ai loro primi incontri.
-
Cosa è successo da ieri ad oggi? - Si era messo davanti senza lasciarle
possibilità di proseguire nel suo cammino.
-
Nulla. Cosa sarebbe dovuto accadere?
Ecco
si era innervosita. Bastava davvero così poco per farla arrabbiare?
-
Dimmelo tu! Mi stai evitando.
-
Mamoru non ti sto evitando, ho semplicemente un altro impegno.
-
Potevo anche crederti se non avessi tenuto per tutto il tempo gli occhi puntati
altrove.
-
Oddio ma sentilo.
Con
un movimento veloce della mano aveva portato una ciocca di capelli dietro
l’orecchio e lo aveva guardato dritto in faccia.
-
Ho un appuntamento con Rei e sono già in ritardo. Ti dispiace adesso lasciarmi
andare?
Ok.
Si era ricoperto di ridicolo.
-
Scusa, è che dopo ieri sera…
-
Ieri sera eravamo un po’ brilli, capita!
Poteva
anche essere vero, peccato che lui certe sensazioni le aveva avvertite da
sobrio.
-
A me sembra che tu sia imbarazzata. - A dire il vero era la personificazione
della tranquillità e questa cosa lo infastidiva. Voleva vederla arrabbiata,
diventata sensuale quando le si accendevano gli occhi a causa della collera.
- A me non sembra, ed adesso se non ti dispiace io dovrei andare.
Con
un movimento della mano aveva provato a scostarlo ma con scarsi risultati.
-
Stamattina ti sei alzata dal letto con il piede sbagliato? - Buttare benzina sul
fuoco.
-
No! Era stata una splendida mattinata fino a che non ti ho incontrato!
-
Allora come mai tanta dolcezza?
-
Non so, sarà merito tuo!
-
Così mi lusinghi!
-
Mamoru… stamattina non voglio discutere con te, ti dispiacerebbe farti da
parte e lasciarmi raggiungere tua cugina?!
-
Che dovete fare tu e l’altra pazza?
-
Mi sembra che la privacy sia un concetto a te caro, mi sbaglio?
-
Non c’è nulla di male nel dirmi cosa dovete fare!
-
Se mi faccio offrire questo maledetto caffè poi mi lasci andare?
Si
sentiva il padrone del mondo quando la vedeva arrendersi in quella maniera.
-
Credo di sì…
-
Perfetto, andiamo al chiosco, Rei può anche aspettare un paio di minuti…
-
Mi chiedo se le velocità con cui cambi idea sia uguale a quella con cui cambi i
tuoi uomini…
Ok,
questa battuta era stata eccessivamente pesante e poteva anche evitarla visto
che il sorriso di Usagi si era spento all’improvviso ed il suo viso aveva
assunto un’espressione delusa.
-
Sei uno stupido, lo sai vero?
-
Credo che stavolta io sia stato… imperdonabile, hai ragione.
-
Bene… senti…
No.
Non si sarebbe fatto scaricare.
-
Ti chiedo scusa, davvero. È stata una battuta stupida né più né meno. Non è
cambiata l’opinione che ho di te se è questo che stai pensando. Per me sarei
sempre una ragazzina romantica che aspetta ancora il suo principe azzurro…
-
Mamoru, non sono più una ragazzina e non aspetto nessun principe azzurro.
-
Almeno romantica lo sei?
-
Almeno quello…
-
Perfetto! Mi concede una cena a lume di candele?
-
Lo farei, ma è mezzogiorno passato.
-
Allora un pranzo!
-
Ho un appuntamento con tua cugina.
-
Rei può anche aspettare, io mi devo fare perdonare.
-
Mamoru, lascia perdere, il fatto che tu ti sia dato dello stupido da solo vale
più di mille cene e pranzi.
-
Ti piace l’Europa?
-
Questo cosa c’entra? Vuoi forse offrirmi un viaggio in Europa?
-
Sarebbe un’idea, allora l’Europa ti piace?
-
Sì, ma che c’entra?
-
Ti andrebbe di provare una novità importata direttamente dal mondo Occidentale?
-
Ti ricordo che le sorprese non mi piacciono…
-
Trattasi di una sorpresa culinaria. - Doveva necessariamente puntare sul palato
se voleva convincerla a bidonare Rei.
-
Hanno aperto un ristorante italiano?
-
No. Accetti sì o no? Stavolta sono io a tenere il coltello dalla parte del
manico!
-
Sei vendicativo.
-
Mai come voi donne.
-
Non morirò avvelenata, vero?
-
Lo prendo per un sì.
-
Ancora non ho detto che ci sto.
-
Fidarsi mai, vero?
-
Dopo ieri sera? Scherzi vero? Quel giro in moto mi ha quasi uccisa!
-
Sei esagerata.
-
Era il mio primissimo giro in moto!
-
Potevi avvisarmi.
-
Non me ne hai dato il tempo, sei partito come un razzo!
-
Però tu hai imparato subito. Ti sei avvinghiata con forza.
-
Era l’unico appiglio sicuro! Non avevo neanche delle maniglie laterali come
quelle della moto di Jadeite.
-
Fammi capire, tu vorresti paragonare la mia bambina al rottame di Jadeite? Stai
scherzando!
- Assolutamente! Per me sono tutte uguali!
-
Sei blasfema!
-
Mi spiegheresti come siamo finiti a parlare di religione, moto e quant’altro?
-
Non ne ho la minima idea! Allora andiamo? - Però con lei era semplice parlare
di tutto.
-
Magari facciamo un’altra volta. Si è fatto tardi e devo andare da Rei.
-
Fino a trenta secondi fa andava bene, perché adesso no?
-
Non ne ho voglia, non ti offendere. Ho un leggero mal di testa e non mi va di
rinchiudermi da qualche parte con un mucchio di gente che parla e parla ed
ancora parla.
-
Non ho detto che è un posto al chiuso.
-
Mamoru ti prego, facciamo un’altra volta.
-
Bhè non insisto.
-
Grazie lo stesso.
-
Di nulla… magari se mi dai il numero di cellulare posso evitare di disturbare
la segretaria del tuo reparto ogni volta che voglio invitarti da qualche parte.
-
Non credo che sia il caso.
-
Come?
-
Questa storia… mi sta sfuggendo di mano e non credo che sia il caso complicare
ulteriormente la situazione.
-
Quale storia?
-
Sai benissimo a cosa mi riferisco!
-
No. - Lei era arrossita e riusciva a percepire benissimo il suo disagio.
-
Ed invece sì.
-
Dimmelo tu a cosa ti riferisci perché io davvero non capisco.
-
Le ragazze stanno diventando insopportabili ed io non le tollero più.
-
E questo cosa c’entra con il tuo cellulare?
-
Se ti dessi il mio numero di cellulare sarebbe peggio!
-
Scusa, ma loro come farebbero a saperlo?
-
Non lo so, ma lo scoprirebbero lo stesso!
-
Le tue amiche sono delle svitate…
-
Questo senza dubbio!
-
E tu lo sei più di loro visto che preferisci interrompere la nostra amicizia senza un
motivo valido!
-
Mamoru senti…
-
Io sto bene in tua compagnia. Mi trovo a mio agio, perfettamente. Mi fai stare
bene e mi fai sentire me stesso. Non mi sento perennemente sotto esame, per
nulla… ed è raro che ciò accada, e non mi va che tu… che tu voglia
privarmi di ciò.
-
Mamoru io…
Un
fastidio improvviso alla gamba lo costrinse ad aprire velocemente gli occhi e
mettersi a sedere di scatto sulla panchina che stava occupando. Guardò la gamba
destra da dove era partita la causa del suo repentino risveglio e si accorse di
avere un pallone ai propri piedi. Più in la un ragazzino lo invitava con larghi
cenni delle braccia a rilanciargli il suddetto pallone.
Sorrise
stupidamente, adesso si ritrovava pure ad immaginare conversazioni che non
sarebbero mai avvenute. Era proprio ridotto male.
Si
alzò, prese il pallone e con un destro ben preciso lo lanciò in direzione del
ragazzino che fermò la sfera con entrambe le mani, quello gli sorrise per
tornare a giocare dagli altri amici che lo aspettavano poco più in là.
Lui
invece tornò a sedersi sulla panchina continuando a sorridere senza una ragione
ben precisa, anzi no, sapeva perché rideva, eccome se lo sapeva. Se qualcuno
avesse saputo che razza di conversazioni immaginava aveva avuto, e soprattutto
con chi, un viaggio a psichiatria non glielo avrebbe tolto nessuno.
Tra
ricordi e conversazioni immaginarie si cercavano non solo con gli occhi ma anche
con il pensiero... adesso era necessario comprendere dove finiva il sogno e
cominciava la realtà.
L’angolo
dell’autrice
Mi
prostro ai vostri piedi e mi cospargo il capo di cenere. È colpa mia. Scusatemi
ma non sono riuscita ad aggiornare come da programma. Tra la partita
dell’Italia, leggasi come un pomeriggio preso e buttato, ed alcuni problemi
personali non sono riuscita a mettermi a scrivere. Se poi considerate che Mamoru
ha deciso di fare le bizze credo che possiate capire il mio nervoso!
Il
capitolo, soprattutto la parte relativa a Mamoru,
ha risentito maggiormente dei miei problemi personali. Credo di aver
subito un’involuzione e la cosa mi dispiace parecchio. Non sono soddisfatta ma
meglio di così, al momento, non posso fare. Perché pubblicare? Perché se non
lo avessi fatto mi sarei arenata senza andare avanti chissà per quanto.
Scusate…
un secondo che mi riprendo. Odio la Spagna – intesa come squadra di calcio –
ma qui è necessario alzarsi e fare un applauso a David Villa, ragazze ha fatto
un gol spettacolare…
Ok,
torno alla fic. La prima parte del capitolo è dedicata interamente ad Usagi ed
a quella che è stata la sua storia ed il perché di determinati comportamenti,
come il voler allontanare Mamoru ad ogni costo. Per lui ha già sofferto
abbastanza e non vuole certo tornare a farlo.
Per
quel che riguarda Mamoru… è stato un parto, vi giuro. Dopo aver scritto tutta
la parte a lui dedicata ero pronta a cancellare perché era qualcosa di
improponibile solo che un messaggio di posta elettronica ricevuto da Facebook mi
ha fatto cambiare idea… era un messaggio di un gruppo: Immaginare
conversazioni che non avverranno mai… conversazioni come quella immaginata da
Mamoru. Ero indecisa se lasciare o cambiare, non vorrei essere accusata di
plagio dall’Opera della Divina Capa. Forse sarebbe stato più corretto
contattare la Capa ma questo voleva dire perdere altro tempo visto che la parte
è stata scritta oggi (25 giugno) e nell’attesa di una sua risposta avrei
dovuto posticipare ancora di più l’aggiornamento ma posso assicurarvi che se
dovessero esserci problemi io sono pronta a cancellare il capitolo e
riscriverlo.
Adesso
però bando alle ciance, passo ai ringraziamenti!
RINGRAZIAMENTI
-
QUEENSERENITY83: ciao Ida, i maxi capitoli lasciali a chi ne è capace e
non a me che ultimamente non riesco neanche a fare la “O” con il bicchiere
come si dice dalle mie parti. Il risveglio di Usagi è stato qualcosa di
imprevisto ma che è uscito fuori davvero bene, almeno spero. Le amiche sono le
sue e lei non è stata capace di “educarle” quindi che ne pianga le
conseguenze! Midori mi ha messo tanta tensione addosso perché non ero sicura di
aver lavorato bene sul suo personaggio, francamente non ne sono ancora sicura.
Il viaggio negli USA di Mamoru ne avevo fatto cenno, così tanto per, ma non
credevo che potesse tornarmi utile, non sino a questo punto. Adesso che ti ho
presentato, a grandi linee, la famiglia Tsukino morirò di curiosità aspettando
che tu mi dica come invece la immaginavi tu (non so perché, ma credo che non ci
siano grosse differenze tra la mia e la tua famiglia Tsukino!).
Guarda è possibilissimo che ci siano concordanze verbali sballate, quando le
noti segnale e poi mi fai sapere, però è anche possibile che io stessa,
accortami di ciò abbia già modificato il tutto. Adesso chiudo, ti chiedo scusa
per il ritardo, alla prossima!
-
ROMANTICGIRL: psicologa Roxy c’è ancora lavoro per te! Come ti è
sembrata l’elaborazione del lutto di Usagi? Abbastanza convincente? Comunque
andiamo con ordine altrimenti impazzisco! Sono felice di sapere di non essere
rimasta l’unica femminista in Italia (dopo lo schifo che fanno alla
televisione tra “La pupa ed il secchione” ed il programma sui mondiali della
Rai dove c’è quella tizia di cui non ricordo il nome che fa la cretina ho
iniziato a pensare che la donna stia subendo una involuzione culturale!)! Per
quel che riguarda la parola pulla… in italiano è tradotto come
prostituta quindi non so se fa ancora al caso vostro. Usagi ha molta fantasia e
si diverte a prendere in giro le amiche, diciamo che è la sua rivincita per la
sveglia poco carina a cui l’hanno sottoposta! Il fatto che una donna può
essere felice anche senza un uomo è quello che cerco di far capire ad una mia
amica che al momento è sola e sembra cercare disperatamente un maschio, ma mi
sa che questa è una battaglia persa, lei non si smuove dalle sue convinzioni.
Per quel che riguarda il non parlare volentieri si può anche comprendere, ma
non lo condivido molto. Midori mi fa tremare, ancora. Mi sembra una madre troppo
perfetta non mi convince molto, sarà che sono abituata con la mia con cui
litigo ma da cui non riesco a separarmi, la mamma è sempre la mamma come si
suol dire ed anche se ci si litiga non si può restare arrabbiate per molto,
sbaglio? Per quel che riguarda i dialoghi li avverto ancora molto costruiti, non
sono spontanei, e poi in questo capitolo lo sono ancora di più, soprattutto
nella parte dedicata a Mamoru. Adesso ti saluto e passo alle altre, scusa per il
ritardo, alla prossima!
-
MOREA: Giulia, come è andato l’esame? Io ho aggiornato con un giorno
di ritardo per problemi miei ma non mi sono scordata del tuo esame! Hai spaccato
la vecchia strega? Dimmi di sì! Quello che non mi convince del rapporto
Midori-Mamoru è il modo in cui nasce il loro rapporto, il modo perfetto in cui
interagiscono, come si capiscono, molto lontano da quello che ho sempre visto
come un possibile rapporto madre-figlio, ecco perché non sono molto convinta,
ma finora non ho ritrovato pareri che confutino la mia teoria (guarda un po’
che linguaggio matematico ti inserisco nella risposta!) quindi al momento
diciamo che al momento do per buono questo rapporto. Midori è una BIG come dici
tu perché è stata, in un certo senso, una ragazza madre ed io credo che tutte
le ragazze madri, ma in genere tutte le madri, siano delle big! Adesso ti saluto
e passo alle altre, scusa ancora per il ritardo, alla prossima!
-
SIMO87: buonasera Simo! Diciamo che Usagi sa essere cattivella alle volte e
sa come vendicarsi degli scherzi poco divertenti e le ragazze ne hanno avuto una
dimostrazione! Per quel che riguarda Mamoru e Midori ho descritto quello che
spero che sia il rapporto con i miei figli, per carità mia madre è una SANTA,
scritto a caratteri cubitali ed in grassetto. Non è facile avere a che fare con
una figlia come me, abbiamo entrambe due caratteri forti e per questo
litighiamo, ma è la donna più importante della mia vita e non la cambierei con
nessun’altra, neanche con una madre sempre pronta a darmi ragione. Adesso
chiudo e passo alle altre, scusa per il ritardo, alla prossima!
-
ANGELICA82: Buonasera anche a lei Miss Angelica… Usagi è un’anima
pia per sua stessa ammissione e quindi ha deciso di far felici le sue amiche
e ha raccontato loro quello che si aspettavano, né più né meno… e poi un
po’ di colpa è anche sua che non è riuscita ad educarle come era giusto che
fosse… le amiche invadenti devono essere arginate altrimenti finisce la
propria privacy, lo so per esperienza personale. Molto più tranquillo il
risveglio di Mamoru a base di cornetti e coccole di mamma! Effettivamente lei sa
come prendere Mamoru e non si crea problemi a fargli notare i suoi errori anche
se lo fa con un atteggiamento per nulla da dura, al contrario di Usagi che
invece punta il dito proprio lì, dove lui sbaglia. Tra l’altro, qui, ho
cercato di spiegare il perché della durezza di Mamoru, ho dato solo alcune
linee guida ma ho intenzione di delineare meglio questi suoi atteggiamenti. Per
il tuo dilungarti troppo per me non è un problema, sei liberissima di farlo,
anzi se lo fai io sono proprio contenta, mi piace conoscere i vostri pensieri.
Adesso chiudo, scusa per il ritardo, alla prossima!
-
PINGUI79: Chiara buonasera anche a te! Non ti scusare se non riesci a
recensire tutti i capitoli, capita, io poi ormai ci ho fatto l’abitudine!
Usagi ha preferito agire di astuzia e le ha illuse per poi riportarle al
presente e farle passare per delle impiccione, vecchie zitelle… quando in
realtà l’unica zitella è proprio lei. Per quel che riguarda Mamoru sì, era
mia intenzione lasciare tutto avvolto nella nebbia almeno per le prime dieci
righe. Adesso ti devo salutare compagna di Ellephedrite, scusa per il ritardo,
alla prossima!
-
MARYUSA: ciao Mary! Grazie per i complimenti è bello sapere di essere
migliorata nel corso degli anni. Non faccio la finta modesta, so di essere
migliorata ma sentirselo dire da altre (anche se in questo caso sarebbe più
corretto dire: leggerlo scritto da altre) acquista più valore! Sono felice di
sapere di non sottrarre tempo al tuo lavoro visto che in questo periodo state
attraversando quello che nella pesca si chiama fermo biologico, un po’ di
relax ci vuole, no? Per quel che riguarda le ragazze non siate troppo dure con
loro, è stata Usagi a dar loro la possibilità di comportarsi così quindi loro
fanno ciò che ritengono normale… per quel che riguarda Midori non credo che
sia tanto invadente, in fondo lei aveva le chiavi ma ha preferito suonare per
non violare la privacy del figlio, quante altre madri lo avrebbero fatto? In
questo capitolo Usagi e Mamoru si sono incontrati solo nelle conversazioni
immaginari di quest’ultimo anche per questa ragione Mamoru sembrava così
propenso a parlare, sapeva che nulla era vero! Adesso ti saluto dandoti
appuntamento a venerdì e scusandomi per il ritardo, alla prossima!
-
VIVIANAROSSA: ti do il benvenuto Viviana, immagino sia questo il tuo
nome. Grazie per i complimenti e per l’entusiasmo mostrato. Gli aggiornamenti
saranno ogni venerdì, salvo imprevisti come questa settimana, mi spiace tanto
averti costretta ad aspettare un altro giorno, alla prossima!
-
MICINA82: Giovi ciao! Tu mi sa che sei stata quella che ha sofferto
maggiormente per questo mancato aggiornamento! Anche perché le due recensioni
che mi hai lasciato credo che valgano più di mille parole, grazie! Passiamo a
rispondere per benino a questa dissezione del capitolo. Come ti avevo detto in
privato, il ragazzo con cui è stata Usagi si chiama Isei mentre Hideyoshi è il
ragazzo che sta nella comunità dove la nostra eroina presta volontariato. Per
quel che riguarda la vendetta di Usagi è nata per scherzo, giuro che poi è
stata lei che ha fatto tutto da sola, io mi sono limitata a seguire i suoi
suggerimenti. Per quel che riguarda l’episodio a cui fai riferimento,
effettivamente ricordo la puntata, mi sembra che fosse la seconda serie quando
Mamoru e Usagi sono ancora separati, ma non ricordo Makoto che saltella per
salvare Usagi, proprio no. Mi sa che andrò a rivedermi l’episodio in
streaming se lo trovo! Guarda per quel che riguarda Usagi, non so se
effettivamente è tutto inventato o si tratta del suo subconscio a parlare, però
mi sa tanto che ad un certo punto è facile perdere il contatto con la realtà,
non credi? Per quel che riguarda Mamoru… sai che non ho capito come mai trovi
un comportamento simile più adatto a Seiya e non a Mamoru, sarei curiosa di
saperlo. A parte questo, ti assicuro che Midori è andata da Mamoru proprio per
la questione di Masao, Usagi è stata solo la scusa per smorzare la tensione che
si era venuta a creare, però ti posso confermare che lei adora Usagi e sì la
vede bene come la compagna perfetta per quel figlio troppo “per bene”. Per
quel che riguarda l’interesse di Mamoru per Usagi… diciamo che quando è
tornato dagli Stati Uniti non se l’è sentita di farsi avanti perché, come si
suol dire, si deve battere il ferro finché è caldo e quindi il suo momento era
passato ed era giusto passare avanti. Ci tengo a sottolineare che Mamoru non
aspetta Usagi e non è per questo che cambia spesso ragazze. Si comporta così
perché proprio non riesce a trovare una ragazza che lo interessa, oppure
perché non vuole proprio trovarla visto che la cerca sempre tra ragazze che
hanno poco a spartire con lui. La chiosa sul profumo si sa che sei la sola ad
averla colta e comunque uno dei motivi per cui Mamoru regala le rose color pesca
ad Usagi è proprio per questo… il profumo alla pesca è lo stesso che usano
Usagi e Midori! Per quel che riguarda il confessare prima i sentimenti
reciproci… io credo che, a prescindere dal fatto che sia io l’autrice della
fic, sia stato un bene che Mamoru ed Usagi non si siano incontrati prima. Come
potevano sperare di portare avanti una relazione appena nata vivendo in due
continenti diversi? Non lo credi pure tu che sia alquanto difficile, se non
impossibile? Per quel che riguarda il tuo scetticismo in riferimento al modo in
cui Mamoru vede Usagi temevo di ricevere una recensione simile dopo il capitolo
precedente ma ero pronta a dare la risposta quindi non mi hai colta di sorpresa.
Come ho avuto modo di dire nella risposta alla recensione di Angelica82, a
differenza di Midori, Usagi non si crea problemi a puntare il dito contro
Mamoru, anzi al contrario della signora Kou (ex Chiba), lei non si fa mai da
parte e lo affronta sempre a viso aperto non lesinando lo scontro (magari in
futuro potrebbe esserci anche uno scontro fisico…) cosa che Midori non ha mai
fatto. Nei prossimi capitoli sarà chiaro cosa vuole Mamoru da Usagi e ti
assicuro che lui non vuole l’affetto materno, se così possiamo dire. Non
cerca Usagi per sostituirla con la figura materna, forse Usagi si convincerà di
ciò e lo allontanerà per questo come Mamoru ha ipotizzato in questo capitolo,
ma posso assicurarti che se ciò dovesse accadere, Mamoru saprà come
riprendersi la sua Odango, quindi stai tranquilla all’orizzonte non ci sarà
nessun bellimbusto. Adesso ti saluto e scusami per il ritardo, un bacio alla
prossima!
- ELLEPHEDRE:
Divina Capa buonasera! Prima di tutto ci tengo a sottolineare che in nessun modo
ho voluto copiare la tua fic per quel che riguarda le conversazioni immaginarie
(mi riferisco a Verso l’alba, parte 20 quando Alexander immagina una possibile
conversazione con Ami) che ho descritto qui. Se in qualche modo la cosa dovesse
darti fastidio sono pronta a cancellare e riscrivere il capitolo, non ho nessun
problema davvero. Passando alla fic inspiro ed espiro. Ogni volta che leggo una
tua recensione ho il patema… per quel che riguarda la prima parte è andata
(sospiro di sollievo), effettivamente ho cercato di caratterizzare i diversi
personaggi con pochi aggettivi o determinati gesti evitando di spendere righe e
righe inutilmente, mi auguro di essere riuscita in questa mia intenzione! Dopo
la sindrome dell’abbandono in questa fic subentra la sindrome
dell’incompreso, sindrome di cui è affetta la stessa autrice, me miserrima!
Ebbene si, anch’io sono afflitta, come dicono mia madre ed il mio ragazzo,
dalla sindrome dell’incompresa (mia madre) o della vittima sacrificale (il mio
ragazzo). Probabilmente questo è un limite che mi trascinerò per sempre perché
nei miei personaggi (che poi sono di Naoko Takeuki) metto molto di me. La
fic effettivamente perde di profondità ed io inizio a perdere fiducia nelle mie
capacità perché cerco di essere obiettiva ma non ci riesco e mi demoralizzo e
succedono pastrocchi come in questo capitolo dove non c’è nulla che mi
convince (tranne la parte relativa a Usagi, ma non il dialogo con Minako ma
quella dove si descrive la sua vita dopo la partenza di Mamoru.). Guarda il
fatto che siano testardi, da me sì dice che hanno a testa chiù dura do
puppu (“Hanno la testa più dura del polpo”, ed il polpo è risaputo che
ha una testa alquanto resistente come si evince da una famosa pubblicità di
profumi, Acqua di Giò… mi fermo qui o inizio a sbavare…). Per quel che
riguarda il rapporto di Mamoru e Midori è stata dura descriverlo perché non ho
scritto qualcosa che conosco, come ho detto quello che ho con mia madre è un
rapporto conflittuale e quindi non so come gestire un rapporto più complice ed
intimo, mi sono sentita parecchio limitata ma non volevo che Midori fosse una
madre opprimente, assolutamente. Grazie per i complimenti riferiti allo stile,
in questo capitolo puoi anche riprenderteli perché credo di essermi parecchio
involuta, mi spiace. Come avrai notato ho cercato di seguire il tuo consiglio e
dopo il dialogo di un personaggio ho inserito in basso i pensieri del
protagonista del POV. Adesso chiudo, mi scuso anche con te per il ritardo, e ti
do appuntamento alla prossima!
Grazie alle 23 persone
che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
Angelica82;
2.
bunny65;
3.
chichilina;
4.
dancemylife;
5.
ertila;,
6.
favola08;
7.
Gaia;
8.
GioRock;
9.
girovaghi;
10.
Hatori;
11.
lagadema;
12.
LAS;
13.
lutrien;
14.
maryusa;
15.
miki90;
16.
pulcinaele87;
17.
QueenSerenity83;
18.
roby1150;
19.
roby2285;
20.
stella93mer;
21.
sweet_ebe;
22.
Tappetta4;
23.
VivianaRossa;
Soprattutto
a Gaia, lutrien, pulcinaele87, roby2285, sweet_ebe e VivianaRossa le ultime
arrivate. Mi spiace aver perso bellacullen889.
Grazie
alle 47 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
Allen_Anne_Black;
2.
Angelica82;
3.
Antalya;
4.
aquizziana;
5.
artemis5;
6.
ashar;
7.
brescy;
8.
Chichilina;
9.
DeepDereck;
10.
Ellephedre;
11.
elo1401;
12.
Enza85;
13.
Fantasy_Mary88;
14.
fasana;
15.
favola08;
16.
hoshi90;
17.
igniflia;
18.
kiss88;
19.
laplop;
20.
LAS;
21.
LittleSimo;
22.
micina82;
23.
Miky 483;
24.
Minerva89;
25.
Moons Tear;
26.
Morea;
27.
Neptune87;
28.
panuela;
29.
Pera 11
30.
Poisonivy;
31.
Potter92;
32.
pulcinaele87;
33.
romanticgirl;
34.
sailorm;
35.
seasons_girl;
36.
shalya;
37.
simo87;
38.
sortilegio;
39.
Strega_Mogana;
40.
SweetCherry;
41.
Tappetta4;
42.
Toru85;
43.
Truelove;
44.
usachan;
45.
vale_129;
46.
_Maddy_;
47.
_Sofia_;
Un grazie particolare a artemis5, elo1401, laplop sortilegio per essersi
aggregate a questa avventura. Mi spiace aver perso ponpon.
Grazie
alle 2 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate:
1.
chiara84;
2.
pulcinaele87;
Adesso vi saluto ed a
questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 2 luglio 2010!
Nuova pagina 1
AVVISO
Mi
ero ripromessa che non sarebbe più successo ma purtroppo mi sono sbagliata.
Non
c’è molto da dire e francamente non so come dirvelo… vado subito al sodo.
A
causa di un lutto improvviso, che giusto ieri ha colpito la mia famiglia,
l’aggiornamento settimanale salterà.
Non
credo che sia necessario spiegare il mio stato d’animo, e credo che per voi
sarà facile capire il perché di questa mia scelta.
Cercherò,
quanto prima, di tornare a scrivere ma per questa settimana mi è umanamente
impossibile.
Appena
il capitolo XIV sarà pubblicato questo messaggio sarà cancellato, sperando così
di poter fare lo stesso con il senso di impotenza che sento dentro.
Grazie.
|
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Capitolo 15 *** Capitolo XIV ***
Nuova pagina 1
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo
XIV
XIX
giorno
Ore
11:15
-
11 giorni all’alba
Controllava per l’ennesima volta il contenuto della valigia. Valigia
che aveva iniziato a preparare già due giorni prima.
-
Sai che sei ossessiva, vero?
-
Minako, non sono ossessiva, la mia è semplice prevenzione.
-
Scusa, dimenticavo… prevenire è meglio che curare.
-
Non tutte prepariamo la valigia due minuti prima di partire!
-
Cara, sei tu che non comprendi. Preparando la valigia due minuti prima di
partire, ho la probabilità di dimenticare qualcosa di indispensabile a casa,
ergo, la giustificazione per fare shopping nel luogo in cui sono diretta.
-
Cara, a te non serve una giustificazione per fare shopping. Tu fai sempre
shopping, ovunque. In ogni caso, dubito che a Nikko possa esserci qualche
negozio che faccia al caso mio! - Minako era shopping-dipendente. Più di una
volta, tra l’altro senza successo, aveva suggerito all’amica di entrare in
terapia perché la sua era una vera e propria ossessione ma lei si era rifiutata
categoricamente. Kunzite spesso scherzava sulla possibilità,
in previsione di un futuro matrimonio, della divisione dei beni… era sempre più
convinta che quella non era poi una possibilità tanto remota. Minako era
davvero una compratrice accanita…
-
Bhè questo è vero, forse anch’io avrei qualche difficoltà a Nikko, è così…
fuori moda. Comunque credo che sia meglio darti una mano… non si sa mai,
potresti dimenticare qualcosa di importante.
-
Grazie… - Ma non era certa dell’aiuto che l’amica le avrebbe offerto…
soprattutto, non aveva voglia di preparare le valigie. Non per andare a
festeggiare l’anniversario di matrimonio dei suoi genitori.
-
Scusa Usagi, ma hai intenzione di mettere questo per dormire?
-
Cosa c’è che non va nel mio pigiama felpato?
-
È antisessuale al massimo!
-
Minako ti sfugge un piccolo particolare. Sto andando a casa dei miei, da sola.
Cosa vuoi che me ne faccia di un babydoll da combattimento?
-
Mai dire mai… potresti trovare l’uomo della tua vita…
-
Oh, sicuramente! Potrei scoprirmi pazzamente innamorata di Umino, non ci avevo
pensato! Fammi un favore, piantala!
-
Usagi?
-
Cosa c’e adesso?! - Minako era davvero insopportabile quando si trattava di
preparare le valigie… o era lei ad essere particolarmente suscettibile quella
mattina?
-
Calmati tesoro! Volevo dirti che mancano le scarpe!
No,
non sarebbe riuscita ad andare, era troppo per lei. Si era buttata a peso morto
sul letto lasciando che le spalle cadessero pesanti sul materasso. Una mano coprì
gli occhi azzurri mentre iniziava a picchiare il copriletto con un pugno chiuso.
-
E se chiamassi e dicessi di aver avuto un’emergenza improvvisa?-
L’illuminazione era arrivata improvvisa e per questo le sembrava
particolarmente geniale.
-
Usagi…
-
Anzi no! Minako chiama tu e dì che mi sono rotta una gamba. No, meglio
entrambe, sì entrambe! - Sua madre non le avrebbe mai permesso di presenziare
al suo anniversario in modo poco consono. Meglio essere assenti piuttosto che
esserci ma in modo disdicevole… come se poi alla sua genitrice importasse
davvero della sua presenza. La festa di anniversario era solo un modo per
ostentare, se ancora non fosse stato abbastanza chiaro, il lusso in cui viveva e
per sottolineare l’ovvio, cioè che Ikuko Tsukino era una delle donne più
ammirate di Tokyo perché sposata con uno dei penalisti più in gamba
dell’intera nazione.
-
Usagi calmati! Si tratta dell’anniversario di matrimonio dei tuoi. Tua madre
sarà così impegnata a farsi vanto con le amiche dell’ultimo regalo che le ha
fatto tuo padre da non ricordarsi minimamente di te. Mentre tuo padre sarà
talmente occupato a farsi nuovi clienti da non degnarti di uno sguardo. Coraggio
tesoro!
-
Accompagnami tu! Non ce la faccio… mi distruggeranno, lo sento. - Minako non
aveva torto, ma l’idea di andare in quel covo di vipere, soprattutto vista
l’assenza quasi certa di sua nonna e di Shingo, le metteva i brividi. Sarebbe
stata da sola in mezzo a tutto quel finto lustro.
-
Usagi Tsukino piantala immediatamente!
Era
raro vederla in quello stato di prostrazione fisica e mentale ma l’idea di
dover affrontare la sua famiglia la distruggeva.
Non
era tanto il dover stare quasi per tre giorni in compagnia dei suoi genitori
anche perché, ne era certa, li avrebbe incontrati al massimo al momento dei
pasti, se la sua buona stella aveva deciso di abbandonarla, altrimenti se li
sarebbe ritrovati davanti il sabato sera giusto per la festa... e proprio lì
stava il suo problema. Il giorno del ricevimento quando tutti, parenti ed amici
di famiglia, si sarebbero presentati a casa Tsukino per festeggiare quel
matrimonio felice. A quel punto sarebbe stato impossibile fuggire alle mille
domande relative alla sua vita privata ed al perché, nonostante fosse una così
bella ragazza, fosse ancora sola. Come se il suo valore di donna dipendesse
dall’essersi già accasata.
-
Hai ragione… però io non ci riesco… - Ed aveva tirato fuori gli occhi da
cucciolo indifeso, cosa che non le capitava più da anni.
-
Lo so perfettamente, ma la tua fortuna è che hai un’amica come me!
-
Hai trovato il modo di non farmi andare all’anniversario?
-
No, molto meglio!
-
Hai convinto mia madre a non festeggiare?
-
Sei fuori strada!
-
Così mi stai innervosendo ancora di più! Cosa dovrebbe spingermi a farti
vincere il premio come Miglior Amica dell’anno?
-
Ti ho trovato un accompagnatore per questo fine settimana!
Per
un attimo si era sentita come quella balla di fieno che scorrazzava sola per il
Far West, come si vedeva nei vecchi film americani. Un brivido le percorse in
tutta la lunghezza la schiena e quasi le sembrò di non sentire più il
pavimento sotto i piedi. No! Doveva essere tutto frutto della sua immaginazione.
Minako non poteva aver detto davvero quello che le sue orecchie avevano appena
sentito, assolutamente.
-
Co… cosa hai detto?
-
Oh, coraggio amica mia, non occorre ringraziarmi, lo sai che per te farei questo
ed altro!
Ringraziare
Minako era l’ultimo dei suoi pensieri.
-
Io ti ammazzo!
Era
balzata a sedere sul letto per poi lanciarsi con uno scatto repentino in
direzione della bionda che si era spostata giusto in tempo.
- Ehi…
Minako
era veloce, così veloce da riuscire a sfuggirle dalle mani fin troppe volte…
questa volta non avrebbe avuto pietà: l’avrebbe uccisa con le sue stesse
mani, per poi fare appello all’infermità mentale per sperare in una riduzione
della pena, semmai avessero ritrovato il suo cadavere e fossero riusciti a
risalire a lei.
-
Tu sei pazza! Ma come ti è saltato in mente!
-
Sei tu che ogni anno ripeti di non voler andare da sola all’anniversario dei
tuoi e così ho deciso di darti una mano!
L’amica
aveva urlato quelle parole mentre correva per il soggiorno cercando di fuggire
da un’Usagi alquanto arrabbiata.
-
Come hai potuto rivolgerti ad una di quelle squallide agenzie per trovarmi un
uomo! Ti sembro così disperata?
-
Usagi… ascoltami…
-
No, stavolta ti ammazzo con le mie stesse mani!
-
Aspetta, lascia che ti spieghi!
-
Minako! Tu adesso chiami all’agenzia ed annulli tutto e subito prima che io ti
uccida tra…
Il
campanello della porta non le permise di finire la minaccia rivolta alla sua
coinquilina. Guardò Minako e sperò con tutto il cuore che i suoi occhi, quel
giorno, avessero la capacità di ridurre in cenere tutto ciò che incontravano
nella loro visuale… purtroppo non fu così.
-
Spera che non sia lui…
-
Usagi, se tu mi lasciassi spiegare…
-
Taci!
Con
passo marziale si diresse alla porta pronta a scaricare il tipo che si sarebbe
trovata davanti. Era sicura di ritrovarsi davanti ad uno di quei tizi
ipermuscolosi e con il cervello totalmente sfatto a causa degli anabolizzanti.
Respirò a fondo prima di aprire la porta e cercò di stamparsi in faccia un
sorriso di circostanza. Quando si ritrovò davanti il suo presunto
accompagnatore il sorriso sicuro di pochi istanti prima sparì all’istante per
lasciare il posto ad un’espressione sorpresa.
-
Mamoru?
-
Aspettavi qualcun altro?
-
Io… veramente sì.
Non
voleva essere scortese ma non era pronta per affrontare Mamoru, né tanto meno
voleva che lui assistesse alla scena che da lì ad un paio di minuti si sarebbe
svolta.
-
Scusa ma non dovevo passare a prenderti alle undici e trenta?
-
Come?!
Il
tossicchiare di Minako le ricordò della sua presenza, si voltò verso l’amica
osservandola come se, d’improvviso, tutto le fosse stato chiaro. Di contro
Minako annuì vigorosamente con un sorriso da ebete stampato sulla sua faccia da
schiaffi.
-
Con te faccio i conti dopo! - Perché aveva immaginato di tutto tranne quello
che Minako aveva fatto. Odiava la gente che si impicciava della vita degli
altri, in quel momento odiava Minako che doveva complicare la sua vita che di
per sé era già abbastanza confusa.
-
Io completo la valigia! Mamoru dieci minuti e potrete partire!
-
Aspetta… - Troppo tardi, Minako era già volata via. Perfetto, adesso doveva
liberarsi di Mamoru ed allo stesso tempo liberare lui da quella situazione poco
gradevole.
-
Mamoru… ti ringrazio per essere venuto ma puoi tornatene a casa… non occorre
sacrificare il tuo fine settimana per me! Minako è la solita, ha organizzato
tutto senza dirmi nulla, mi spiace da morire!
-
Non preoccuparti, non occorre. Per me non è affatto un problema, anzi sono
curioso di conoscere tua madre e tuo padre, dopotutto è normale conoscere i
futuri suoceri, o no?
-
Io… - Perché doveva recitare sempre il personaggio della strega cattiva che
deve rovinare i piani altrui? Mamoru non aveva compreso il suo invito: doveva
andarsene e lasciarla uccidere in santa pace la sua ex migliore amica.
-
Oramai il danno è fatto e poi Mamoru ha comprato anche un regalo per i tuoi,
non vorrai farlo tornare a casa dopo la spesa che ha fatto?
Minako…
che ci faceva ancora lì all’ingresso? Non era andata a finire di preparare la
valigia? E poi perché parlava sempre nel momento sbagliato? Maledetta la sua
lingua biforcuta! Necessitava trovare subito una morte lenta e dolorosa per
quella maledette serpe che aveva allevato in seno.
-
Minako, tu-stai-zitta. - Dopo quell’ordine perentorio la bionda aveva deciso,
intelligentemente, di defilarsi. Adesso arrivava la parte difficile, convincere
Mamoru a desistere. - Mamoru…
-
È da più di una settimana che ti cerco senza trovarti e non capisco il perché.
Non dovresti sparire nel nulla senza lasciare un recapito visto che sei la mia
psicologa…
-
Io non sono la tua psicologa…
-
Vuoi tornare ancora su questo punto?
-
Mamoru, sorvoliamo su questo punto e torniamo al nocciolo della questione: non
voglio assolutamente costringerti a fare qualcosa che non vuoi. Sentiti libero
di rifiutare! - Almeno lei avrebbe avuto uno stress in meno quel fine settimana.
Ma poi perché lui aveva tutta quella voglia di accompagnarla?
-
Per me è un onore poterti fare da cavaliere…
-
Piantala con queste battutine stupide, con me non attacca! Mi spiegheresti perché
ti interessa tanto accompagnarmi a questo anniversario? - E perché doveva
prendere tutto come una burla?
-
Minako mi ha assicurato che si mangerà benissimo!
-
Sto parlando seriamente!
-
Devo confutare una mia ipotesi.
-
E per questo è necessario che tu venga alla festa di anniversario dei miei
genitori?
-
A quanto pare… a meno che tu non voglia arrivare da sola e passare il fine
settimana con quel tizio del bar…
Il
pensiero di Umino la fece vacillare, non era certo il massimo arrivare alla
festa da sola e dover passare tre giorni con Umino attaccato alle costole. Ma la
compagnia di Mamoru era forse migliore?
-
Bhè, non saprei… mia madre sapeva che sarei andata da sola…
-
Ma che dici Usagi! Se l’ho avvertita personalmente del tuo arrivo con Mamoru,
tranquilla! Sa già tutto ed è felicissima di conoscere il suo futuro genero!
Ed
ecco che Minako arrivava sempre nel momento sbagliato, il suo proverbiale,
maledettissimo, tempismo! Lingua biforcuta e cervello poco più grande di una
noce, ecco era questo il parere che aveva su Minako. Negli ultimi venti anni di
vita aveva sopravvalutato di troppo le doti dell’amica, era arrivato il
momento di rimediare.
-
Le valige sono pronte. Le scarpe le ho messe qui, nel borsone. Mamoru questo è
l’abito di Usagi, potresti metterlo in auto, sai non vorrei che si rovinasse.
-
Certo dai a me… porto anche le valige. Ci vediamo, ciao Minako!
Ormai
non poteva più impedire che quell’orribile fine settimana avesse inizio, i
giochi erano stati fatti e a lei non rimaneva che accettare il verdetto… non
prima di riprendersi una piccola vendetta, proprio adesso che erano rimaste
sole. Ed il sapore della vittoria era ancora più dolce adesso che Minako la
guardava con il viso sorridente e lei, al contrario, aveva una faccia da
funerale.
-
Passa questi tre giorni con Kunzite.
-
E perché?
-
Perché saranno gli ultimi della tua vita. - E detto questo uscì da casa
sbattendo la porta. Perfetto, non gli restava che trascorrere tre giorni con
Mamoru Chiba. Di male in peggio, sarebbe riuscita a sopravvivere a quel fine
settimana?
*****
***** *****
XIX
giorno
Ore
13:10
-
11 giorni all’alba
- Ti va se ci fermiamo al prossimo autogrill?
-
Va bene.
Decisamente,
c’era qualcosa che non andava. Da quando erano saliti in macchina, Usagi non
aveva aperto bocca se non quando chiamata direttamente in causa, ed anche in
quel caso si era limitata ad usare dei monosillabi, eccetto nell’ultimo
caso… aveva tirato fuori una frase contenente ben tre sillabe, va-be-ne. Era
forse un inizio?
-
Qualcosa non va?
-
No.
Nessun
inizio, Usagi era tornata in modalità monosillabo.
-
Senti, non è questa l’idea che mi ero fatto per questo fine settimana!
-
Come?
-
Bhè sì. Credevo che non sarebbe stato un problema avermi tra i piedi per
questi due giorni ma visto che non è così… ti accompagno dai tuoi e poi me
ne torno a casa! - Non voleva certamente imporre la sua presenza a nessuno.
-
Ok…
Ok?
Era davvero così fastidiosa la sua presenza?
-
Ah. Scusami tanto, cercherò di non disturbare più la tua quiete, non sia mai!
-
Non mi hai fatto finire di parlare! Ok, è arrivato il momento di smetterla con
lo sciopero della parola, era questo quello che volevo dire. Non è il fatto che
tu mi stia accompagnando a darmi fastidio. È solo che… non voglio importi la
mia presenza. - Adesso cosa faceva? Gli leggeva anche nel pensiero?
-
Per questo mi hai trattato malissimo fino adesso?
-
Mi spiace. A dire il vero pensavo al modo in cui ti accoglierà mio padre.
-
Devo forse preoccuparmi? È uno di quei padri gelosi pronti a uccidere il
fidanzato delle figlie?
-
Assolutamente no, anzi non vede l’ora di vedermi sposata e madre di una
nidiata di bambini! Quello che mi preoccupa è il fatto che tu non sia preparato
a dovere. Se avessi saputo della tua presenza in qualità di mio
fidanzato, ti avrei chiesto di portare con te la dichiarazione dei redditi. Sai,
mio padre è uno che ci tiene al buon nome della famiglia…
-
Fammi capire, tutto questo è veramente opera di Minako?
-
Esatto.
-
E tu non sapevi davvero che io sarei venuto a farti da accompagnatore.
-
Già.
-
Usagi?
-
Mh?
-
Potresti evitare questo genere di risposte?
-
Quali?
-
Evitare di rispondere per monosillabi. Non hai fatto altro da quando sei entrata
in macchina! - E francamente era stufo di cercare di tirargli fuori le parole!
-
Certo!
-
Usagi?!
-
Cosa?
-
Lo stai facendo ancora!
-
Ti sbagli! Cosa è una parola formata da due sillabe.
-
Con te ci rinuncio!
-
Eddai!
-
Ho detto basta! - Non ci riusciva, lui ci metteva i mezzi, si sforzava di essere
gentile ma lei faceva di tutto per farlo desistere dai suoi obiettivi.
-
Perché?
-
Lo trovi così divertente?
-
Sì!
-
Io no, per nulla!
-
Scusa…
-
Spiritosa!
-
Guarda, l’autogrill! Metti la freccia!
Finalmente aveva abbandonato quelle
maledette parole misurate, per onorarlo di una frase che contasse più di una
parola e di due sillabe! Quale divinità doveva ringraziare?
-
Ed i monosillabi?
-
Erano bisillabi!
-
Certo!
-
Esatto!
-
Sembriamo due idioti.
-
Parla per te!
-
Come siamo suscettibili!
-
Sei antipatico Mamo-chan!
-
E questo nomignolo da dove salta fuori?
-
Lo utilizzerò in qualità di tua fidanzata.
-
Non ti sembra abbastanza ridicolo?
-
Assolutamente! È dolcissimo! Effettivamente su di te non rende, ma cercheremo
di soprassedere, ok?
-
Ti ringrazio Usako… - Certo che Usako suonava davvero… intimo.
-
Usako…
Sembrava
riflettere sul nomignolo che lui le aveva dato. L’indice sulle labbra
socchiuse e gli occhi rivolti verso destra, la facevano sembrare una bambina che
cercava la soluzione ad un qualche indovinello!
-
Come mai quella faccia?
-
Il tuo vezzeggiativo… è più carino del mio.
-
Lo devo prendere per un complimento? - Quella sua espressione imbronciata era tenera.
Da quando in qua pensava che l’espressione di una ragazza potesse essere
tenera? Era diventato così deficiente tutto in una volta? Ma che gli stava
succedendo?
-
Fai tu! Comunque devo trovarne un altro, necessariamente…
-
E perché?
-
Mamo-chan è… non saprei…
-
Ad essere sinceri mi piace, mia madre mi chiama così?
-
Davvero?
Gli
occhi azzurri di lei erano sgranati per la sorpresa e si era sentito imbarazzato
a doverle fare quella piccola confessione. “Ascolta la tua mamma: presto ci
sarà qualcun altro che ti chiamerà Mamo-chan.” Ed adesso perché gli
erano tornate in mente le parole dette da sua madre giusto una settimana prima?
-
Bhè sì… adesso però scendiamo che ho fame!
-
Sì… ehm, Mamoru…
Se
avesse osato prenderlo in giro per quel nomignolo l’avrebbe chiusa in macchina
e sarebbe andato da solo a pranzare.
-
Piantala!
-
Ehi! Non ti innervosire! Volevo solo dirti che se ti dà fastidio il fatto che
io usi il vezzeggiativo di tua madre posso benissimo farne a meno! Baka che non
sei altro!… ecco baka si adatterebbe benissimo al personaggio rozzo che sei!
Ed
era scesa dal Suv sbattendo la portiera e andando verso l’autogrill
ignorandolo. Effettivamente lui era partito in quarta aggredendola ma Usagi non
ci aveva impiegato poi così tanto a trovare la risposta giusta e farlo sentire
un imbecille. Non c’era proprio nulla da dire, quello era un magnifico inizio!
*****
***** *****
XIX
giorno
Ore
13:20
-11
giorni all’alba
Cosa aveva fatto nelle sue vite passate per essere costretta a patire così
tanto a causa di Mamoru Chiba?
Se
lo chiedeva mentre si guardava allo specchio del bagno dell’autogrill. Ma poi
da dove le era venuto quel pensiero assurdo? Era impazzita, non c’era altra
spiegazione. Prima di scendere dall’auto stava per dire la stupidaggine più
grossa degli ultimi secoli. Stava per rivelare a Mamoru che forse - e doveva
essere posta massima attenzione su quel forse - non era stata una cattiva idea
essere lì con lui.
Stava
per darsi la zappa sui piedi, da sola, da perfetta cretina quale era.
Cosa
si era fumata prima di partire? Perché non c’era altra spiegazione: era sotto
l’effetto di sostanze stupefacenti per questo motivo aveva formulato un
pensiero così blasfemo… sì blasfemo. Essere felice di essere lì, con
Mamoru, assurdo.
-
Hai finito con lo specchio?
Una
voce poco garbata la strappò alle sue importantissime riflessioni.
Ecco
perché odiava i bagni degli autogrill. Erano piccoli, sporchi, maleodoranti…
e frequentati da soggetti poco piacevoli. Dopo aver lavato le mani, si fece da
parte senza neanche rispondere alla ragazza maleducata. Asciugò le mani con le
salviette che erano poste nell’apposito contenitore ed uscì da quello pseudo
bagno.
Frugò
nella borsa in cerca del suo igienizzante per le mani e senza batter ciglio lo
spruzzò iniziando a contare mentalmente fino a trenta mentre strofinava il
liquido biancastro. Puzzava di candeggina ma almeno così era certa di debellare
parte dei microrganismi patogeni che aveva contratto in quel bugigattolo di
bagno.
Si
diresse verso l’auto di Mamoru intenzionata a mantenere la calma e fare finta
che non fosse successo nulla. Era inutile alimentare il fuoco dello scontro e
poi in parte era anche colpa sua. Era nervosa a causa dei suoi genitori, senza
contare la situazione imbarazzante creata da Minako, ed era inutile prendersela
con Mamoru, inutile e per nulla corretto. In fin dei conti lui era stato
carino ad accettare la proposta fatta da Minako.
Quando
era ormai davanti al fuoristrada nero di lui cercò di placare il suo animo
guerriero, Mamoru era poggiato alla portiera dell’auto con le braccia
incrociate e gli occhiali scuri e sembrava non guardare nella sua direzione.
Paga della distrazione di lui si prese alcuni istanti per guardarlo. Non c’era
nulla da dire, era davvero un bel ragazzo: occhi penetranti, labbra carnose,
capelli neri, spalle larghe, braccia robuste, e poi doveva riconoscerlo, aveva
un sedere da urlo. Per quel che riguardava il resto era un buon medico,
intelligente - ed ammetterlo era abbastanza faticoso - divertente, ironico in
poche parole: Mamoru Chiba era il fidanzato ideale…
-
Hai finito di radiografarmi?
Il
fidanzato ideale se avesse tenuto il becco chiuso!
-
Credo che per oggi sia sufficiente. Stavo controllando che tu non mi facessi
sfigurare con i miei genitori.
Era
meglio mettere a tacere l’ego iper-ipertrofico di lui.
-
Io sono sempre impeccabile anche se stanotte non ho chiuso occhio!
-
Notte di bagordi?
-
Oh sapessi… un maxi tamponamento. Un codice rosso e tre gialli, senza contare
tutte le medicazioni da fare. Sono tornato alle nove giusto in tempo per una
doccia e vedere se avessi dimenticato qualcosa da mettere in valigia.
La
prima risposta che le passò per la testa era alquanto acida e si sentì in
colpa per aver formulato un simile pensiero. Non era carino rispondere “Chi
ti ha chiesto di accompagnarmi?” e per questo, alla fine, aveva optato per
un più banale “Capisco.” Però si sentiva altrettanto stupida per
aver dato quella risposta. Entrati nell’autogrill consumarono un pasto veloce
senza punzecchiarsi ulteriormente. Solo una volta seduti uno di fronte
all’altra, aveva notato le occhiaie che cerchiavano gli occhi di Mamoru e
l’espressione stanca del suo viso. Dopo il solito scontro su chi dovesse
pagare il pranzo, con l’ennesima vittoria di Mamoru, tornarono al parcheggio
pronti per ripartire.
-
Lascia guidare me, almeno ti riposi un po’.
-
Certo come no!
-
Parlo sul serio. Sei stanco e non puoi negarlo. Per tutto il pranzo non hai
fatto altro che sbadigliare!
-
Posso farcela benissimo, dai sali!
-
Rischiamo di andare a schiantarci contro il gard-rayll!
-
Se non ce la facessi te lo direi!
-
Mamoru stai crollando dal sonno!
-
Fammi capire, l’altra sera quando ci eravamo scolati litri e litri di birra
non era rischioso mandarmi a casa in moto?
-
L’altra sera eri più lucido di adesso. - Quella era una balla colossale ma
aveva preferito mandarlo a casa piuttosto che rischiare di creare casini… a
base di sesso.
-
Oppure l’altra sera non ti preoccupavi così tanto solo perché ero da solo in
moto?
-
Mi credi davvero così cinica?
-
E cosa dovrei pensare?
-
Lascia perdere! Sali e sta buono! - Così dicendo aveva pigiato sul tasto
dell’allarme a distanza aprendo la macchina e dirigendosi verso questa.
-
Quando mi hai rubato le chiavi?
-
Quando hai fatto finta di andare in bagno per pagare il conto! Dal giubbotto le
hai tirate fuori per cercare il portafogli e poi le hai dimenticate sul
tavolo…
-
Tu eri in bagno, come hai fatto a vedere tutto?
-
Segreto. Adesso andiamo su che è tardi!
Così
dicendo aveva spinto Mamoru verso il lato passeggero e lo aveva aiutato ad
accomodarsi all’interno dell’auto, poi aveva fatto il giro e si era seduta
nel posto di guida. Aveva regolato il sedile e lo specchietto retrovisore, poi
era stata la volta di quelli laterali. Messa la cintura di sicurezza aveva
sorriso a Mamoru e girato le chiavi per accendere il motore. Era la prima volta
che guidava un Suv e la cosa la elettrizzava… stare al posto di guida in
un’auto così alta la faceva sentire potente… molto potente.
-
Sono emozionata. È la prima volta che guido un gioiello simile!
-
Avrei gradito un altro tipo di prima volta… che ne dici se fai guidare me?
Perché
Mamoru doveva essere così maledettamente malizioso? Ogni occasione poteva
essere buona per alludere al sesso!
-
Maniaco!
-
Io non ho detto nulla, sei tu ad aver tratto le conclusioni sbagliate.
-
Come no! Adesso piantala di guardarmi così! So guidare ed ho fatto questa
strada migliaia di volte!
Messa
la freccia uscì dal parcheggio mentre Mamoru si sistemava meglio nel suo
sedile.
-
Forse farei meglio a non mettere la cintura, sai per essere pronto nel caso in
cui tu abbia bisogno di me…
-
Mamoru rilassati e dormi!
Parlando
aveva spostato gli occhi dalla strada al viso di lui.
-
Tu però tieni gli occhi fissi sulla strada!
Era
inutile ribattere, Mamoru era un uomo ed in quanto tale rientrava nella
categoria dei deficienti!
*****
***** *****
XIX
giorno
Ore
15:45
-
11 giorni all’alba
- Ehi Mamoru… Mamoru… apri gli occhi, siamo quasi arrivati.
Era
da anni che in auto non stava al posto del passeggero, non era più abituato ma,
stranamente, alla fine aveva ceduto e si era rilassato, troppo. Non aveva
resistito e si era addormentato, sopraffatto dalla stanchezza. Adesso Usagi lo
chiamava sottovoce cercando di svegliarlo nel modo meno brusco possibile, e
questo lo apprezzava, odiava i risvegli traumatici.
Aprendo
gli occhi si era accorto di essere fermo ai margini della strada ed il
ticchettio delle quattro frecce gli risultò abbastanza fastidioso per le sue
orecchie ancora abituate al silenzioso sonno in cui era caduto.
-
Buongiorno! Dormito bene?
-
‘pomeriggio.
Usagi
aveva alzato gli occhi al cielo ed aveva spostato di nuovo la sua attenzione
sulla strada scotendo la testa e sbuffando arrabbiata!
-
Tanto per curiosità, ma appena sveglio sei sempre così acido?
-
No, solo quando dormo male!
-
Spiritoso!
-
Non era riferito a te. Sono così stanco che dormirei per altri due giorni di
fila!
-
Senti Mamoru… lasciami davanti casa e poi tornatene indietro… non è
necessario che ti sorbisca due giorni con me e la mia famiglia. Apprezzo il
gesto davvero, ma non voglio assolutamente coinvolgerti…
-
Mi spieghi perché non mi vuoi a questa festa?
-
E tu perché vuoi esserci ad ogni costo? Se analizziamo i fatti, sei tu quello
che ha il comportamento più strano e non io!
-
Minako mi ha detto che se ti fossi presentata da sola ti avrebbero distrutto.
-
Cosa ha detto Minako?
-
Bhè…
-
Ma io l’ammazzo con le mie stesse mani quella stupida… giuro che appena la
prendo la stritolo, la faccio in mille pezzi…
-
Usagi…
-
La do in pasto agli squali…
-
Ascolta…
-
E tu? Tu che le dai retta? Ma che vi siete messi in testa? Che io non riesca a
difendermi dai miei genitori? Siete folli!
-
Adesso non prendertela con me!
-
E con chi dovrei prendermela sentiamo?!
-
Io sono qui come supporto.
-
Non voglio il tuo supporto!
-
Usagi ascoltami…
-
Non voglio sentire nulla!
Ed
era scesa dalla macchina sbattendo lo sportello. Se avesse continuato a
scaricare la sua rabbia contro il Suv sarebbero tornati a Tokyo in taxi! Per
quanto l’auto fosse resistente a tutto c’era un limite ed Usagi lo stava per
superare!
Però,
pensandoci bene, anche lui al posto di Usagi avrebbe perso la testa se qualcuno
lo avesse accompagnato ad un incontro con la sua famiglia solo perché era
ritenuto incapace di affrontare i suoi genitori, non poteva darle torto, ma la
realtà - almeno per lui - era un’altra. Usagi non aveva mai parlato dei suoi
e, per quello che ricordava, neanche Rei aveva mai menzionato i genitori
dell’amica, quindi era curioso di conoscere coloro che l’avevano
cresciuta… la richiesta di Minako, poi, non aveva fatto altro che accentuare
la sua curiosità.
Scese
dalla macchina evitando di sbattere lo sportello, almeno lui ci teneva al suo
Suv, anche perché ancora ne stava pagando le rate.
-
Usako…
-
Piantala!
-
Eddai…
-
Eddai un corno! Non sono una ragazzina che ha bisogno della tua protezione! Non
ne ho avuto bisogno quando ero al liceo figurarsi adesso!
-
Non sono qui per fare il tuo cavalier servante!
-
Ed allora perché sei qui?
-
Sono solo curioso di conoscere la tua famiglia… non ne parli mai e questo
fatto mi ha incuriosito, tutto qui.
-
Potresti chiedere a Minako, tu e lei siete molto affiatati.
-
Non so perché, ma la tua mi sembra un’altra scenata di gelosia.
-
Mamoru ficcatelo bene in testa perché te lo dirò una volta sola e non lo
ripeterò più: io-non-sono-gelosa. Ti è chiaro il concetto?
-
Ed allora che ci facevi un paio di settimane fa sotto casa mia?
-
Ancora con questa storia?
-
Tu rispondimi!
-
Ma non ero io!
-
Non ti credo…
-
Fa come vuoi!
-
Ammettilo, sei gelosa marcia del sottoscritto!
-
Come tu lo sei di Ryu, o no?
-
Quello vuole solo una cosa da te! - E poi perché lei doveva sempre girare la
frittata a suo piacere?
-
E a te chi te lo dice che a me non stia bene così?
-
Non sei il tipo di ragazza.
-
Che ne sai tu di che ragazza sono? Magari ho ricevuto tante di quelle delusioni
ed alla fine ho capito che l’amore non fa per me.
-
Hai detto che non riesci ad innamorarti di un uomo, ma questo non vuol dire che
sei una facile.
-
Perché ogni volta con te si deve finire sempre per parlare della mia vita
sessuale?
-
A me non dispiace.
-
A me sì! Non potremmo parlare di altro? Del tempo. Del buco nell’ozono. Della
meta delle prossime vacanze?
-
Sono argomento troppo comuni.
-
Bhè allora perché non parliamo della tua vita sessuale?
- Non è così interessante come la tua! -
Anche perché nell’ultimo periodo non aveva trovato il tempo da dedicare alla
sua vita sessuale, ma questo era meglio tenerlo per sé.
-
Ma per favore! Sei poco credibile!
-
Io non mi lamento della mia vita sessuale. È regolare ed appagante.
-
Mamoru era tanto per dire! Non mi interessa sapere con chi vai a letto e cosa ci
fai! Quelli sono affari tuoi!
-
Io però non capisco perché tu ti scandalizzi tanto a parlare di sesso con il
sottoscritto.
-
Esiste un sentimento chiamato pudore, sai di cosa si tratta?
-
So cosa è il pudore, ma non stiamo dicendo chissà cosa! Vorrei solo capire
perché continui ad uscire con quel tizio che vuole solo scoparti!
-
Sei volgare!
-
Tu rispondimi!
-
Mi fa divertire e non vuole solo quello!
-
Quello si chiama sesso… e lui vuole fare sesso con te… aspira solo al
sesso…
-
Ho capito, grazie, so cosa è il sesso!
-
Non si sa mai con te. Allora, adesso rispondi?
-
Se lo faccio non prenderemo più questo argomento, promesso?
-
Promesso!
-
Mi fa ridere.
-
Adesso sei tu quella poco credibile!
-
Oddio Mamoru, adesso basta! Ho risposto alla tua domanda, reputati soddisfatto!
- Tu hai tentato di tapparmi la bocca ma con me non attacca.
-
Proviamo con il silicone? Forse ottengo risultati migliori.
-
Tu sai perché vado a letto ogni sera con una ragazza diversa?
-
Non lo so e non mi interessa, ma immagino che adesso tu mi illustrerai il perché
di questa tua scelta di vita.
-
Mi chiedo se anche sotto le coperte tu sia così…
-
Così come?
-
Acida!
-
Perfetto! Se sei così curioso di scoprirlo, perché non lo chiedi a Ryu. Giusto
ieri sera ci siamo incontrati… e non mi sembra di ricordare che tra gli
aggettivi con cui mi ha descritta ci sia stato pure acida!
-
Perché quell’imbianchino da quattro soldi sì ed io no? - Cazzo!
Questa poteva anche risparmiarsela! Ma cosa aveva fumato prima di partire?
Oppure stava ancora sognando?
Il
suono di un claxon spostò l’attenzione di entrambi dalla conversazione
compromettente che era stata intavolata. Da una Yaris grigio metallizzato era
sceso un ragazzo non molto più alto di lui.
-
Siete sempre così focosi quando litigate?
-
Oddio…
Ed
Usagi si era letteralmente fiondata tra le braccia del ragazzo abbracciandolo
come se non lo vedesse da una vita. Ed adesso chi era questo? Un altro ex del
suo passato? Anche perché l’approccio era molto più focoso di quello avuto
con il pittore sfigato.
-
Credevo che fossi a Toronto! Quando sei tornato? Non ci posso credere… è
stupendo!
-
Tesoro credo che ci sia qualcuno che devi farmi conoscere.
Almeno
questo sembrava più sveglio dell’altro. Si era accorto prima della sua
presenza.
-
Piacere, sono Mamoru Chiba, il fidanzato di Usagi.
La
stretta di mano che era seguita era stata alquanto possente, almeno da parte
sua, l’altro sembrava sorpreso ed imbarazzato allo stesso tempo.
-
Capisco, comunque non occorre che mi stritoli la mano in questa maniera, sono
Shingo Tsukino, il fratello di Usagi, il piacere è tutto mio!
Era
un idiota, un perfetto idiota.
A volte le idiozie sono le cose più sensate che possano esistere… e
questo lo avrebbero scoperto molto presto.
A
volte ritornano, come è nel mio caso.
Chiedo
umilmente perdono a tutti per questa lunga assenza ma è stata necessaria,
almeno per me. È stata un’estate un po’ così, niente di particolare. Sono
rimasta in città a godermi la mia famiglia ma è stata bellissima comunque.
Riconosco che il capitolo non è venuto affatto bene ma è stato necessario
pubblicarlo perché se avessi aspettato ancora non so neanche se per l'anno
nuovo avrei tirato fuori qualcosa di decente. Mi sono detta che magari scrivendo
qualcosa sarei riuscita a superare questo momento no ed alla fine tra ieri ed
oggi ho scritto questo capitoletto di transizione.
Nella mia testa i fatti erano totalmente diversi, ma la vita è imprevedibile e
le mie storie lo sono altrettanto.
I ringraziamenti saranno pubblicati quanto prima, inoltre ho deciso di lasciare
on line l'avviso perché i messaggi che mi avete lasciato sono stupendi, grazie
a tutte per la vicinanza che avete dimostrato sia pubblicamente sia in privato.
Siete un pubblico meraviglioso. Grazie di cuore.
|
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Capitolo 16 *** Capitolo XV ***
Nuova pagina 1
Note:
-
san:
utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega
di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in
maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si
ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura
di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei casi è
analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in cui una
tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata (per
esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno
dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile). (Fonte Wikipedia)
-
kun:
uno dei suffissi più diffusi, utilizzato tra ragazzi e amici per indicare una
certa forma di rispetto, o da un adulto verso una persona molto più giovane
come segno di confidenza. Può essere rivolto da un ragazzo anche alle ragazze
ma questo caso è più raro. È utilizzato anche in ambito lavorativo. (Fonte
Wikipedia)
- Obaasan:
nonna, impiegato in ambito familiare. (Fonte Wikipedia)
- Oneechan:
sorellina, impiegato in ambito familiare. (Fonte
Wikipedia)
- Sama:
utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno che riveste un titolo importante o ha uno status particolarmente elevato, per esempio un primo ministro o un sacerdote. Nelle traduzioni italiane è spesso tradotto con aggettivi come "onorevole", oppure "venerabile" o "rispettabile", ma a seconda dei casi potrebbe essere reso con svariati appellativi, da un "maestà" per un re ad ancora "signore" per un politico, a seconda del contesto.
(Fonte Wikipedia)
-
Yakuza:
è la mafia giapponese.
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo XV
XIX
giorno
Ore
16:30
-
11 giorni all’alba
- Mi spieghi perché non mi hai detto subito che quello era tuo fratello?
-
Non mi sembra che tu me ne abbia dato il tempo!
-
Non è colpa mia se ti attacchi come una cozza allo scoglio ogni volta che un
individuo di sesso maschile incrocia la tua strada!
-
Tutti eccetto uno…
-
Per mia fortuna!
-
Una volta tanto concordo pienamente! - Anche se poi non era così convinta delle
parole di Mamoru visto ciò che pochi minuti prima lui stesso aveva detto. “Perché
quell’imbianchino da quattro soldi sì ed io no?” A dire il vero neanche
lei lo sapeva di preciso perché non trovava così allettante l’idea di darsi
alla pazza gioia con Mamoru, anzi lo sapeva, eccome. Paura. Di soffrire… come
le era già successo in passato… e poi non è che avesse tutta questa voglia
di mettersi nei casini con Rei. Perché? Semplice, sapeva che un’eventuale
tresca con Mamoru sarebbe finita male, malissimo, per tutti… per lei in
primis, quindi, meglio evitare.
-
Ti fidi tanto di tuo fratello?
-
In che senso?
-
Gli hai detto subito che io non ero il tuo fidanzato… non credi che spiffererà
tutto ai tuoi?
-
Scherzi? Shingo non mi tradirebbe mai!
-
Dici?
-
Seiya lo farebbe?
-
Per noi è diverso. Siamo maschi…
Oh!
Loro erano maschi…
-
E cosa ci sarebbe di così diverso? A parte il corredo cromosomico,
naturalmente.
-
Per noi esiste un codice non scritto…
Interessante.
Finalmente stava iniziando ad
entrare nella psiche di Mamoru e comprendeva il perché di tante cose, come la
stupidità che lo caratterizzava in certi momenti: era maschio, ergo, essere
stupido era scritto nel suo DNA. Lo scappellotto che gli elargì con
tanto affettò fu la degna conclusione del suo pensiero.
-
Ahia! Ma sei scema?
-
Lo scemo sei tu! Da dove saltano fuori tutte queste idiozie?
-
Senti è così e basta!
-
Oh è così perché ha parlato il grande uomo, vero?
-
Ma io dico chi me lo ha fatto fare a venire con te?
-
Ma guarda! Me lo sto a chiedere anch’io!
Litigando
non si erano accorti di essere arrivati davanti al portone della villa di Nikko.
Il picchiettare al finestrino dal lato del guidatore li distrasse dalla loro
piacevole conversazione, Mamoru abbassò il finestrino aspettando di capire cosa
Shingo avesse da dire.
-
Siamo arrivati! Che intenzioni avete voi due? Continuate ad azzannarvi qui o
proseguite nel salotto di casa?
Shingo
se la rideva vedendo la loro espressione urtata, beato lui.
-
Voglio tornarmene a casa…
-
Smettila, ci siamo io e Mamoru a proteggerti!
-
Non usare il verbo proteggere con tua sorella… è pericoloso.
-
Tu stai zitto! - Perché Mamoru aveva la capacità di dire la cosa sbagliata al
momento sbagliato?
-
Usagi adesso basta!
-
Ma Shingo…
-
Dovresti ringraziare Mamoru, ti ha accompagnato fino a qui e tu non fai altro
che assalirlo, dovresti vergognarti!
-
Visto? Esiste un codice non scritto…
-
Baka!
Stupidi
maschi che non erano altro. Avevano la capacità di coalizzarsi senza neanche
conoscersi! Iniziava a credere che anche il suo amatissimo fratello facesse
parte della schiera dei maschi-testosteronati-stupidi-egocentrici. Anzi, ne era
sicura, dopotutto, nonostante il suo orientamento sessuale, i suoi cromosomi
sessuali erano XY e questo doveva avere un qualche significato, o no?
-
Shingo, visto che tu e… il mio fidanzato andate così d’accordo te lo
affido da qui ai prossimi due giorni.
Così
dicendo era scesa dal Suv sbattendo lo sportello, ancora una volta.
-
Se continui così, a casa torneremo in taxi! Di questo passo ti rimarrà lo
sportello in mano, e per tua informazione, ancora sto pagando le rate!
-
Sono problemi tuoi!
Ma
perché doveva essere sempre così maledettamente faticoso interagire con
Mamoru?
*****
***** *****
XIX giorno
Ore
16:50
-
11 giorni all’alba
-
Ti do un consiglio: non farla mai arrabbiare.
-
E perché?
-
Sarebbe capace di cavarti gli occhi con le dita.
Rincuorante,
davvero rincuorante.
Scoprire
che la propria fidanzata era una psicopatica era qualcosa di shockante.
Ancora
più shockante era scoprire di pensare ad una pazza come la propria fidanzata.
Direttamente
da ricovero era scambiare una farsa per la realtà: adesso identificava Usagi
come la propria fidanzata.
Alla
fine di quel fine settimana, e si ritrovava pure a fare i giochi di parole,
avrebbe avuto bisogno di un supporto psicologico, ma non avrebbe chiesto ad
Usagi.
Doveva
disintossicarsi da lei.
*****
***** *****
XIX giorno
Ore
16:53
-
11 giorni all’alba
Era assurdo, tutto.
Cosa
le era saltato in mente di arrivare fino a lì con Mamoru e farlo passare per il
suo fidanzato? Sua madre avrebbe scoperto il trucco nel giro di pochi minuti, ne
era certa. Loro due erano una coppia improbabile ed improponibile. Erano opposti
come il giorno e la notte e chiunque le avesse detto che gli opposti si
attraggono... bhè lei avrebbe risposto che loro erano l’eccezione che
confermava la regola…
-
Chi arriva per primo?
-
Vai tu, io devo parlare un attimo con il tuo amico. - E poi ci si metteva suo
fratello che la rimproverava come quando aveva cinque anni! Davvero una
grandissima giornata, da ricordare nei secoli dei secoli.
-
Usagi…
-
Non preoccuparti, non gli faccio male!
-
Mi spieghi perché sei così aggressiva con lui?
- Non sono aggressiva solo
che non lo tollero! - E dire che non lo tollerava era solo una minima parte di
ciò che provava realmente per quel maledettissimo esemplare di homo sapiens
sapiens che si era portata dietro!
-
A me sembra un bravo ragazzo…
-
Prenditelo tu allora!
-
Se potessi volentieri, ma sai che se facessi una cosa del genere papà mi
ripudierebbe e mamma farebbe finta di non avermi mai generato… e poi dubito
che Mamoru possa essere interessato, credo che abbia altri gusti!
Aveva
spostato lo sguardo verso Mamoru, poggiato al cofano del Suv; era rimasto in
disparte per farli parlare tranquillamente, da quella distanza non sentiva
proprio nulla.
-
Shingo è difficile per me.
-
Cosa? Essere gentile con il ragazzo che ti ha fatto soffrire per tanti anni o
parlare con tuo fratello della sua omosessualità?
-
Tu che ne sai? - Era curiosa di sapere come il fratello fosse venuto a
conoscenza del fatto che lei, un tempo ormai passato, avesse avuto una cotta per
quello. Ricordava perfettamente di aver fatto il possibile per nascondere
al mondo intero, quella sua improbabile - e tornava ancora una volta quell’aggettivo,
l’aggettivo per eccellenza - cotta per uno dei ragazzi che meno la
consideravano.
-
Che sono omosessuale?
- Sai che questo particolare non mi interessa! Parlo della prima parte
della tua frase. - Perché suo fratello doveva tirare fuori le caratteristiche
del maschio bastardo nei momenti meno opportuni?
-
Bhè, se non ricordo male, non ero io a decantare a squarcia gola le
innumerevoli qualità di “quel grandissimo figo del cugino di Rei”!
Voleva
morire, o sì, voleva morire tra le più atroci delle torture. Lei non si
ricordava di aver mai parlato di Mamoru in termini di “grandissimo figo”. Nelle
sue dissertazioni filosofiche sul suo “sogno proibito”, aveva utilizzato
sempre termini più sobri. Come poteva essersi resa talmente ridicola agli occhi
del fratello? Fratello che, per tutti quegli anni, si era tenuto per sé quel
segreto orripilante. Perché Shingo non l’aveva uccisa a tempo debito?
-
Dimmi che stai scherzando… dimmi che dalla mia bocca non è mai uscita una
frase tanto…
-
No, effettivamente non sei stata tu a dire la frase incriminata. Queste erano le
parole di Minako, tu ti limitavi a sospirare e sbattere le ciglia ogni qualvolta
sentivi parlare di lui!
-
Basta! Non aggiungere altro. Odio ricoprirmi di ridicolo! Tu… vai, io e Mamoru
arriviamo tra dieci minuti. Se mamma dovesse chiederti di noi… inventati
qualcosa!
Perfetto!
Adesso doveva ritrovare la propria autostima e rimettere tutto insieme…
autostima, faccia, coraggio! Facile a dirsi ma impossibile a farsi… comunque,
il fatto che non fosse stata lei
quella sbroccata nel parlare
di Mamoru era già un punto a suo favore. Odiava le adolescenti moderne che
quando parlavano di un ragazzo si soffermavano a decantarne solo gli attributi
fisici – e quando parlava di attributi fisici, lei era parecchio soft
rispetto alla corrente del momento.
Shingo
era andato avanti, adesso toccava a lei. Dare le ultime dritte a Mamoru e
metterlo in guardia da ciò che lo attendeva da lì ai prossimi due giorni.
Ok,
la sua famiglia non era proprio l’allegra famigliola che si leggeva sui manga
della Takeuki, no, purtroppo.
Suo
padre non era un giornalista ipergeloso della figlia e non piangeva e si
disperava all’idea di vederla sposata con il fusto del manga, no; lui non
l’avrebbe mai accompagnata ad una festa vestita da principessa, né tanto meno
si sarebbe mai abbassato a farle capire che stravedeva per lei. Mai. Suo padre
era un avvocato penalista, arrivista, senza scrupoli, che avrebbe pianto –
prima di diseredarla, ovvio – se la figlia avesse sposato un poveraccio senza
arte ne parte.
Per
quel che riguardava sua madre, non era la cara mammina casalinga sempre presente
e pronta ad aiutare, con i suoi saggi consigli, la figlia in difficoltà per
problemi di cuore; non le era mai stata dietro durante gli anni di scuola e non
l’aveva mai rimproverata se, per caso, prendeva qualche insufficienza, no, mai
fatto. Sua madre era la classica donna borghese dell’alta società che aveva
l’agenda piena di impegni. Parrucchiere, estetista, massaggiatore, manicure…
curatore di immagine. Il consiglio più importante che le aveva dato sua madre?
Era stato il giorno in cui era diventata una signorina; le parole
pronunciate le rimasero impresse nella mente, scritte col sangue…
“Adesso che sei una donna, tesoro, dovrai imparare a curare il tuo corpo e
fare in modo che siano gli uomini a cadere ai tuoi piedi e non il contrario.”
E quella fu la prima ed ultima volta che Ikuko l’aveva chiamata tesoro.
Shingo… bhè Shingo era l’unico membro della sua famiglia che non avrebbe
sostituito per nulla al mondo. Soprattutto con l’odioso fratellino della
protagonista del suo manga preferito “Sailor Moon”. Oh, suo fratello era
perfetto così come era. Non c’erano parole per descrivere il rapporto che li
legava. Sapeva di potersi fidare nonostante ciò che ne pensava Mamoru. Shingo
era un padre, una madre ed un fratello… e tutto questo non solo perché tra
loro intercorrevano dieci anni di differenza. Era tutto ciò che le serviva per
vivere nella sua famiglia, nella sua casa. Una casa, per l’appunto, divisa tra
lei ed il fratello – visto che i genitori preferivano vivere nel clima più
temperato di Okinawa lasciando i figli a Tokyo – fino a che non era partito
per Montreal su ordine del padre. Ricordava ancora il giorno in cui si era
ritrovata improvvisamente sola nella grande casa che avevano diviso fino ad
allora. Era stato terribile vederlo andar via, si era sentita incredibilmente
sola. Da lì a dividere con Minako un nuovo appartamento – più piccolo e più
a dimensione d’uomo rispetto la casa, con dieci stanze, in cui viveva prima
– il passo era stato breve; adesso, da quasi cinque anni, la sua migliore
amica era diventata anche sua coinquilina… e tutto questo grazie ai soldi di
papà, padre che le aveva comprato un appartamentino nei pressi di Shinagawa…
ok, non aveva un rapporto idilliaco con la sua famiglia, ma se erano ricchi
perché non sfruttare il fatto a proprio vantaggio?
E poi c'era sua nonna, ma non era il momento di parlare di lei visto che
doveva tornare all’ovile con il proprio fidanzato… guardando Mamoru
si rese conto che il ragazzo era rimasto nella stessa identica posizione in cui
lo aveva lasciato. Forza e coraggio. Spalle dritte e petto in fuori. Mamoru era
poca cosa in confronto alla sua famiglia…
-
Finito di parlare con il fratellino?
-
Il mio fratellino non ti ha detto che non ti conviene farmi arrabbiare? - Oh, si
che glielo aveva detto, ne era sicura. Era l’unico consiglio che dava ai
ragazzi con cui usciva.
- Mi ha accennato
qualcosa… pronta per andare a salutare mammina e papino?
-
Alcune precisazioni…
-
Devo prendere appunti?
-
Piantala e stammi ad ascoltare! Punto primo: se non si fosse capito, la mia
voglia di essere qui è pari a zero. Questo è già noto ai miei genitori quindi
non enfatizzare troppo sulla questione. Punto secondo: odio le smancerie in
pubblico, questo significa che non dovrai azzardarti a baciarmi, accarezzarmi o
guardarmi con occhi adoranti…
-
Ok, forse ho capito perché non riesci ad avere una relazione stabile…
-
Mamoru Chiba, se tu pensi di poterti prendere certe confidenze con la
sottoscritta solo perché la gente crede che noi siamo fidanzati, te lo puoi
togliere dalla testa. I vezzeggiativi che abbiamo deciso in macchina non
dovranno essere usati a sproposito ma con il contagocce. Per quel che concerne
il contatto fisico, ti sarà concesso abbracciarmi, sempre entro i limiti del
decoro, e tenermi la mano, sono stata chiara?
-
Se non sapessi che non lo sei, penserei che sei ancora vergine!
-
Ancora con questa storia? Vuoi piantarla? Sto parlando seriamente! I miei
genitori mi conoscono e sanno come sono. Si stupirebbero se spuntassi con un
ragazzo che è diverso dal mio solito target. Cerca di attenerti a ciò che ti
ho detto, chiaro? - Che poi non era per nulla vero che i suoi genitori la
conoscevano. Non sapevano un bel niente di lei, né di Shingo ovviamente, ma
questo Mamoru non lo sapeva e lei poteva approfittarne tanto per tenerlo
lontano, fisicamente parlando…
-
Cristallino!
- Benissimo! Passiamo
avanti: terzo punto, mio padre adora mettere in difficoltà il prossimo, è
probabile che cercherà in tutti i modi di imbarazzarti, l’unico modo per
sopravvivere: non rispondere mai alle sue provocazioni. Va bene?
-
Non ti sembra di esagerare?
-
No, fidati. Alla fine di questi due giorni mi dirai se è così o no. Passiamo a
mia madre. Con lei puoi stare rilassato, l’importante è che ogni tanto tu le
rivolga un sorriso a trentadue denti ed ammiri la bellezza della sua casa... e
naturalmente dovrai fare lo stesso con la sua persona. Ricorda, se vuoi andare
d’accordo con Ikuko Tsukino dovrai sempre adularla cosa che però devi evitare
con mio padre, chiaro?
-
Adulare mamma, ma mai papà. Recepito!
-
Benissimo. Hai domande da fare?
-
Nossignore!
-
Allora riposo soldato. Un’ultima raccomandazione: non rimanere mai da solo con
uno dei miei genitori, o peggio con entrambi. Sarebbero capaci di farti firmare
un contratto pre-matrimoniale.
Mamoru
la guardava scettico ma lei, adesso, era più tranquilla. Sarebbero stati due
giorni infernali, ma con un po’ di pazienza sarebbero volati in fretta,
soprattutto grazie alla presenza di Shingo.
-
Adesso siamo pronti Usako?
-
Sì Mamo-chan, ma ricordati…
-
Usare i vezzeggiativi con il contagocce.
-
Bravo bambino!
-
Non merito neanche un bacino per aver dato la risposta corretta?
Perché
Mamoru doveva perdere tutto il suo savoir
faire nel momento del bisogno?
-
Se fai il bravo bambino, a fine serata avrai il tuo bacino…
Ma non riuscì a finire la
sua promessa perché una voce, li interruppe.
- Usagi, cara, finalmente
siete arrivati!
Ok! quello era solo un incubo!
Sicuramente.
Sua
madre non era davanti il cancello.
Sua
madre non era davanti il cancello e non aveva ascoltato ciò che si erano detti
lei e Mamoru.
Sua
madre non era davanti il cancello, non aveva ascoltato ciò che si erano detti
lei e Mamoru e non rideva in modo accondiscendente.
Sua madre non era davanti il
cancello, non aveva ascoltato ciò che si erano detti lei e Mamoru, non rideva
in modo accondiscendente e non stava andando loro incontro.
No. Si sbagliava. Purtroppo
era tutto vero.
Sua madre era davanti il
cancello, aveva ascoltato ciò che si erano detti lei e Mamoru, rideva in modo
accondiscendente e stava andando loro incontro.
Perché quando serviva un
meteorite non era mai a portata di mano?
-
Mam… mamma!
-
Usagi, potevi anche avvertirmi che saresti arrivata nel primo pomeriggio!
-
Io veramente…
-
Non devi presentarmi nessuno?
Oddio
no! Non stava accadendo veramente! Lei non era ancora pronta! Rispetto al suo
programma, quell’incontro era stato anticipato di ben dieci minuti…
-
Io…
-
Piacere signora, sono Mamoru Chiba, il fidanzato di Usagi.
-
Piacere mio, caro.
-
Mi permetta di dirle che è una donna incantevole, potrebbe passare
tranquillamente per la sorella di Usagi.
Oddio,
Mamoru era davvero… fenomenale! Per quella volta era stato l’uomo giusto al
momento giusto ed in più era riuscito ad accalappiare sua madre con un sorriso
ed un complimento!
-
Oh, ma la prego Chiba-kun… lei così mi fa arrossire!
-
Adesso ho capito da chi ha ereditato la propria bellezza Usagi…
Ok!
Adesso però doveva darsi una regolata! Stava iniziando a strafare e meno male
che gli aveva raccomandato di non sbilanciarsi troppo!
-
Mamoru adesso basta… metti in imbarazzo me e mia madre se continui così… -
Leggasi come: o la pianti o la pianti!
-
Usagi ha ragione… avremo modo di parlare stasera, mia figlia mi ha così tanto
parlato di lei che mi sembra di conoscerla da sempre. Adesso però io devo
scappare, ho un appuntamento urgente. Vi spiacerebbe…
Oh.
Ecco perché sua madre era spuntata così all’improvviso, aveva un
appuntamento urgente… questo, nella classe delle priorità, corrispondeva ad
un appuntamento con l’estetista.
-
Certamente, mi scusi Tsukino-san.
Era
sconvolgente vedere con quanta solerzia Mamoru stesse spostando il Suv che era
parcheggiato davanti al cancello della villa. Una volta che la macchina di sua
madre poté uscire, Ikuko Tsukino accostò, scese dall’auto e salutò figlia e
genero, promettendo una lunga chiacchierata durante il corso della cena.
*****
***** *****
XIX giorno
Ore
17:12
-11
all’alba
- Quella non è mia madre… è impossibile che sia lei…
Mamoru
guardava Usagi e si sforzava di non scoppiarle a ridere in faccia. Era sorpresa
e continuava a ripetere che quella non poteva essere sua madre, impossibile
visto il modo in cui li aveva accolti. Era in quello stato da quando erano
rientrati in macchina ed avevano parcheggiato all’interno del parco della
villa di lei. Villa che dire stupenda era dire poco, almeno per quello che aveva
visto sino a quel momento.
-
Perché? A me non è sembrata così strana…
-
Tu non la conosci… e poi non hai sentito cosa ha detto? “Mia figlia mi ha
così tanto parlato di lei” quando avrei dovuto parlarle di te se neanche
stiamo insieme?
-
Bhè magari, davvero parli ai tuoi di me…
-
Oh, sì sapessi…
Era
davvero tesa, peggio del solito. Le raccomandazione che gli aveva fatto prima
gli erano sembrate esagerate, eccessivamente. Ma davvero Usagi aveva così tanto
terrore dei suoi? A dire il vero non poteva neanche definirlo terrore, sembrava
quasi risentimento, astio, ma non era sicuro. Non voleva rischiare di dire
qualcosa che avrebbe fatto saltare la precaria tregua che avevano stipulato.
Con un po’ di sforzo riusciva a comprendere le prime due
raccomandazioni. Neanche lui sarebbe stato entusiasta all’idea di festeggiare
l’anniversario di matrimonio dei suoi genitori in mezzo a gente che, quasi
certamente, avrebbe ficcato il naso su quella che era la sua vita, privata e
pubblica. Ma per fortuna quello era un problema che non si sarebbe mai posto:
sua madre e suo padre erano separati. Mentre, per quel che riguardava la nuova
vita matrimoniale di Midori, lei ed Akahito-kun avevano il buon gusto, e
l’intelligenza, di festeggiare da soli il loro anniversario di nozze. Al più,
si organizzava una cenetta in famiglia - sotto richiesta esplicita di sua madre.
Cenetta alla quale nessuno dei due figli poteva sottrarsi, pena, un muso lungo
che durava almeno tre mesi. Insomma, non era nulla di penoso ed in fin dei
conti, ogni tanto, poteva anche festeggiare con la sua famiglia allargata, era
piacevole.
Per
quel che riguardava le limitazioni che aveva posto relativamente ai loro
contatti fisici, bhè potevano essere interpretate come dei paletti da mettere
perché, dopo la battuta infelice di poco prima, era ormai chiaro che esisteva
almeno da parte sua, sua di lui, una certa attrazione fisica nei confronti di
lei… e poi c’era sempre il rischio di risultare eccessivamente allupati
e questo non era certo l’idea che voleva dare di sé!
Il
terzo punto, però, era quello che lo aveva sorpreso maggiormente ma, in verità,
era quello che lo preoccupava meno. Dopotutto, avere a che fare con Masao Chiba
si era rivelato utile nel corso degli anni. Grazie all’esperienza accumulata,
era riuscito ad acquisire una pazienza sorprendente e, soprattutto, era capace
di trattare con chiunque, anche con i soggetti arroganti e presuntuosi. Perché
classificava il padre di Usagi come un individuo arrogante e presuntuoso? Lo si
capiva da come Usagi, adesso che erano davanti la porta di ingresso, avesse
arpionato il suo braccio e lo stringesse con tutta la forza che aveva in corpo.
Ci mancava poco che iniziasse a piangere e tremare.
-
Ehi, sta calma, ci sono io con te.
-
Non lasciarmi la mano.
-
Non eri stata tu ad ordinare contatti fisici limitati?
-
Mamoru, non adesso… per favore…
Ed
il modo in cui pronunciò quel per favore, fu più che sufficiente
per far sciogliere i ghiacci della Siberia… e lui si sentì un perfetto
coglione perché non si era mai fatto mettere al tappeto da due occhi azzurri…
-
Ok, ma tu rilassati, per lo meno provaci…
E
vederla annuire come una scolaretta di fronte all’insegnante, per un attimo,
lo ripagò di tutte le volte in cui era stato il contrario, di tutte le volte in
cui era stato lui quello trattato come un bambino. Stranamente non si sentì
contento per quella piccola rivincita, no, si sentì bene ma non per il motivo
che aveva immaginato. Si sentiva bene perché si era reso utile per lei. Questa
consapevolezza, in un certo qual modo, lo atterrì. Cosa diavolo stava
accadendo? Si stava rimbecillendo tutto in una volta? Prima gli occhioni dolci,
ed ora la soddisfazione di vederla sorridere… no! Urgeva una rapida
disintossicazione da Usagi, necessariamente. Ne andava della sua stessa sanità
mentale!
Dal
momento in cui suonarono a quando gli fu aperta la porta, passarono giusto pochi
minuti. Ed ad aprire fu una donna anziana, vestita con un kimono tradizionale.
-
Oh, Usa-chan sono così felice di rivederti! Ogni volta sei sempre più bella!
- Obaasan!
Ed aveva visto Usagi
fiondarsi tra le braccia della donna stringendola come non gli aveva mai visto
fare con nessuno, prima di allora.
Ed
improvvisamente, non capì perché, ma si sentiva di troppo. Si sentiva
spettatore sgradito di un momento di intimità che non gli apparteneva. Voleva
sparire, magari poteva andare in macchina a prendere le valigie ma temeva che,
così facendo, rischiasse di attirare su di sé l’attenzione interrompendo
quel ricongiungimento. Usagi sembrava serena, felice, come non gli era mai
capitato di vederla da quando erano insieme.
-
Sono così felice… non ci posso credere… prima Shingo, adesso tu…
-
Oneechan, piaciuta la sorpresa?
-
Tu lo sapevi!?
-
Certamente, altrimenti che sorpresa sarebbe stata?
-
Sei… insopportabile! Ecco…
-
Sì, con i complimenti continuerai dopo, adesso che ne dite di entrare? Mamoru
non mi sembra che abbia molta voglia di rimanere tutto il giorno davanti la
porta! O sbaglio?
-
Bhè, veramente io…
-
Ah, e così tu sei il finto fidanzato di Usagi!
Cosa
aveva detto Usagi riguardo il fidarsi o meno di Shingo? Spostare gli occhi e
guardarla come a voler dire “Te lo avevo detto” fu la reazione più
immediata che gli passò per la testa. Di contro Usagi rideva di gusto…
capirla si rivelava sempre più complicato!
-
Dai Mamoru, mia nonna è un tipo a posto. Se non lo avesse fatto Shingo, sarei
stata io a dirle tutto!
Allora
perché tutta quella messa in scena del finto fidanzamento se, in pratica, due
su quattro già sapevano che loro non erano una coppia?
-
Però cara, devo fare i complimenti a Minako! Ti ha scelto un finto fidanzato
davvero niente male!
No,
non era possibile. Sicuramente la nonna di Usagi si stava prendendo gioco di lui
e non stava ammiccando, o no?
-
Nonna! Vuoi smetterla altrimenti Mamoru penserà male!
-
Ma che sciocchezze! Non mi dica Chiba-kun, che davvero pensa che io possa
provarci con lei?
No,
effettivamente era qualcosa di insensato visto che quella donna poteva essere
benissimo anche sua nonna!
-
Assolutamente…
-
Oh, che maleducata! Non mi sono neanche presentata! Io, come avrà capito, sono
la nonna di Usagi, il mio nome è Sakura Tsukino, lieta di conoscerla.
Shingo
doveva avergli già detto il suo nome.
-
Il piacere è tutto mio, Tsukino-sama.
-
Entrate, immagino che avrete molto di cui parlare. Io e Mamoru intanto prendiamo
le valigie…
Usagi
lo guardò come a cercare il suo permesso per lasciarlo lì, da solo con il
fratello; come se lui fosse davvero il suo fidanzato. Il sorridere ed annuire
era stato un gesto automatico… da perfetto imbecille patentato! Si stava
ridicolizzando senza possibilità di appello!
Quando
rimasero soli, lui e Shingo, si avviarono verso il Suv. Era ancora con la testa
immersa nella sua lenta ed inesorabile disfatta e per questo la voce di Shingo
lo sorprese.
-
Bhè, senti mi spiace se ho detto a mia nonna che tu e Usagi, insomma hai
capito, no?
-
Non preoccuparti, tua sorella aveva comunque intenzione di dirglielo, hai
sentito anche tu!
Era
inutile creare tensioni e dare a Shingo la colpa di un qualcosa che,
inevitabilmente, Usagi aveva intenzione di dire… e poi gli serviva un appoggio
maschile visto che il padre di Usagi era da scartare dato che lui, per l’uomo,
era il fidanzato della figlia e, quindi, un potenziale avversario da studiare
per poi attaccare… vda ciò che aveva detto Usagi.
-
Perfetto!
-
Avrei una domanda da porti! - Forse parlando con Shingo avrebbe capito il perché
della tensione di Usagi.
-
Dimmi tutto!
-
Ho come la sensazione che Usagi, non so come spiegartelo… è come se… -
Diamine! Perché non trovava le parole per definire il comportamento bislacco di
lei?
-
Ti sembra che Usagi sia più strana del solito?
-
Più o meno. - Dire strana, o bislacca, non era particolarmente corretto. Usagi
più che altro sembrata schizzata. Era esagitata. Arrabbiata. Tesa. Era una
bomba pronta ad esplodere, o per lo meno, era questa la sensazione che aveva
avuto lui, da quando erano in macchina.
-
Usagi ha paura.
-
Scusa? Potresti ripetere. - Usagi paura? Era completamente fuori strada. Usagi
non aveva paura di nulla, almeno era questa l’idea che aveva di lei.
-
La vedi fare la dura ma fa così quando qualcuno, o qualche situazione, la
spaventa... Mamoru… hai potuto notare lo sfarzo che è ostentato in questo
giardino. Rapporta tutto questo ai miei genitori e moltiplicalo per mille. Solo
così potrai capire quello che voglio dire. Essere uno Tsukino non è per nulla
facile. Soprattutto per Usagi che non ha mai accettato le tradizioni della
nostra famiglia.
Shingo
lo stava prendendo in giro, non c’era altra spiegazione. Usagi che tirava
fuori le unghie solo quando aveva paura di qualcuno o qualcosa… quindi, visto
che con lui Usagi era sempre con le unghie pronte a graffiare, si comportava così
solo perché la terrorizzava? Ridicolo, ed impossibile… e poi il resto “Essere
uno Tsukino non è per nulla facile”! Ma chi voleva prendere in giro!
Neanche se si fossero trovati ancora nel periodo Edo!
-
Scusami, ma faccio fatica a crederti! Tua madre, per quanto ne dica Usagi, mi è
sembrata una persona normalissima… e tuo padre
-
Non lasciarti trarre in inganno da ciò che hai visto… mia madre non è la
genitrice amorevole che ti ha fatto vedere e mio padre… bhè, mio padre avrai
modo di conoscerlo…
-
Tutta questa segretezza sulla vostra famiglia mi sembra esagerata… sicuri che
non siete affiliati a qualche clan della yakuza…
La
risata di Shingo riempì il silenzio che si era venuto a creare dopo ciò che
aveva detto.
-
Potrebbe anche essere… non sono a conoscenza degli affari che mio padre ha qui
in Giappone, ma non mi sorprenderei se conoscesse alcuni personaggi poco
raccomandabili, e con il lavoro che fa, tutto è possibile…
Ma
in che razza di guaio si stava andando a cacciare?
-
Comunque, rimane il fatto che per Usagi, essere qui, non è facile… al
ricevimento avrai modo di capire il perché…
-
Così non è valido… prima mi metti la pulce nell’orecchio e poi ti stai
zitto, è scorretto da parte tua!
-
Sarà Usagi a parlarti, se vorrà, del rapporto che ha con nostro padre. Io non
posso, mi spiace…
Ah,
però andare a dire alla nonnina che lui non era il vero fidanzato di Usagi,
quello poteva farlo…
-
Un solo avvertimento: fai del male a mia sorella e rimpiangerai di essere
nato…
-
Allora dovrai metterti in fila… c’è già qualcun altro che mi ha promesso
di farmela pagare se avessi fatto del male a tua sorella…
-
Oh, credimi Mamoru, quello che ti ha promesso Kunzite è poca cosa in confronto
a quello che sarei capace di farti io. Non ti conviene scoprirlo…
-
Tieni sottocontrollo tua sorella tramite Kunzite? E lei cosa ne pensa di ciò?
-
Io direi che questo può essere un segreto tra noi, che ne pensi?
Perfetto! Usagi aveva un fratello che
la teneva costantemente sottocontrollo e non ne sapeva nulla… come si sarebbe
comportata se, casualmente, avesse scoperto qualcosa? In quel caso non
voleva essere presente, di questo ne era sicuro. Poteva solo immaginare di cosa
era capace Usagi quando era al top dell’indignazione, e lui ne era certo, se
lei avesse scoperto che il suo adorato fratellino la faceva spiare da quello che
era il fidanzato della sua migliore amica, sarebbe esplosa… investendo con la
sua furia prima Shingo e poi Kunzite… bhè, lui era amico di Kunzite, lo
considerava quasi un fratello, forse era meglio tenere il becco chiuso, almeno
per il suo amico.
-
Cosa sarebbero tutti questi segreti tra maschi?
Ed
eccola spuntare dal nulla! Gli occhi azzurri adesso erano meno tormentati ed il
sorriso era più disteso di quello che aveva avuto prima dell’incontro con la
nonna.
-
Nulla che ti possa interessare…
-
Cose da uomini…
Avevano
risposto contemporaneamente e questo era stato più che sufficiente per far
accendere in lei il dubbio, lo leggeva dell’espressione perplessa che aveva il
suo viso… e poi guardava il fratello in modo strano.
-
Non me la date a bere. Voglio sapere di questo segreto. Parlate!
Shingo
stava sudando freddo, e lui non era da meno. Quando Usagi assumeva
quell’espressione c’era davvero poco di cui stare allegri.
-
Odango, quando imparerai a farti gli affari tuoi?
-
Mi sembra di averti detto che questo nomignolo non mi piace!
- Bhè, a me invece sì… Odango!
-
Ah, Mamoru sei…
-
Insopportabile, presuntuoso, arrogante… sei ripetitiva.
-
Ma sentilo! Io… ah… me ne vado! Shingo sappi che scoprirò di cosa stavate
parlando!
E
così come era arrivata era andata via! Si ritrovò a sorridere scotendo la
testa, con lei era sempre così. Litigavano, litigavano e litigavano, ma poi
tornava tutto come prima… per fortuna.
-
Ti sono debitore. Mi hai salvato da una fine orrenda…
-
A suo tempo verrò da te per ricevere la mia ricompensa.
In
fin dei conti, il fratello di Usagi non era poi così male. Le assomigliava, non
tanto fisicamente, ma caratterialmente. Allegro e solare, proprio come lei.
-
Intanto però dovremo trovare una scusa plausibile…
-
Quella non è un problema. Potremo sempre dire che ci stavamo confrontando sulle
tecniche di rimorchio.
La
faccia che aveva fatto Shingo, gli aveva fatto capire di aver detto la cosa meno
credibile.
-
Non credo che Usagi ci crederebbe!
Infatti…
-
E perché mai?
-
A suo tempo lo scoprirai, non preoccuparti!
E
dandogli una pacca sulla spalla tirò fuori dalla macchina la valigia della
sorella, dirigendosi verso l’interno della villa in stile occidentale.
La commedia era appena all’inizio… al calare del sipario mancavano
ancora tre atti. La cena. Il ricevimento. Il ritorno alla normalità.
L’angolo
dell’autrice
Buon
pomeriggio a tutti! Ecco qui il capitolo XIV!
Ci
sono parti di cui sono soddisfatta. Parti che mi lasciano un po’ perplessa. Mi
riferisco soprattutto alla scena finale, quella descritta dal punto di vista di
Mamoru. A non convincermi per nulla sono i dialoghi tra i diversi personaggi, li
sento poco veri. Magari voi sarete in grado di darmi una mano e spiegarmi cosa
manca in questo capitolo.
Finalmente
eccoci arrivati a villa Tsukino… ed abbiamo fatto la conoscenza di Ikuko e
Sakura Tsukino. Se al momento ho omesso le descrizioni delle stesse, così come
quelle di Shingo, o dei paesaggi è perché ho cercato di concentrarmi
maggiormente su quello che è l’aspetto caratteriale dei personaggi, spero
solo di esserci riuscita. Al momento, magari, Ikuko vi sembrerà una donna
superficiale, e lo è, e la mia descrizione non vi soddisferà, ma nei prossimi
capitoli cercherò di rendere al meglio il suo personaggio, così come quello
degli altri.
Spero
solo che abbiate la decenza di perdonare questo capitolo che non è
all’altezza delle aspettative, ma scrivere questa fanfic si sta rivelando più
difficile del previsto!
Piccola
precisazione. Ho apportato una piccola modifica nel capitolo IX, nulla di
eclatante, e non spaventatevi, non dovrete andare a rileggere il capitolo.
Semplicemente ho modificato il periodo relativo alla vita coniugale dei signori
Tsukino… diciamo che ho aggiunto una decina di anni al loro rapporto, ergo.
Questo perché ho reso il personaggio di Shingo 10 anni più grande di Usagi e 5
rispetto a Mamoru… i signori Tsukino, per chi se lo stesso chiedendo
festeggiano 37 anni di matrimonio.
RINGRAZIAMENTI
-
MOREA:
Giulia ciao! Spero che queste vacanze siano state vissute nel migliore die modi
e che tu ti sia potuta riposare a dovere. Io sono rimasta a Catania, nulla di
particolare, e poi qui ho il mare a dieci minuti di macchina, che si può volere
di più dalla vita. Sono rimasta a casa, come si è soliti dire, a leccarmi le
ferite e cercando di rimettermi sui binari, forse ci sono riuscita, chissà.
Adesso, oltre l’aggiornamento della fic, ho ripreso pure a studiare e questo
mi scoccia un po’ ma pazienza! Non si può avere tutto dalla vita! Rispondendo
alla tua recensione non so che dirti riguardo il mio Mamoru perché negli ultimi
due mesi, nonostante i suoi problemi legati a tesi e specializzazioni, mi è
stato accanto e questo è bastato a cancellare tutte le incomprensioni del
passato, e francamente non ricordo davvero cosa sia successo per avermi portato
a scrivere ciò che ho scritto... a volte il dolore unisce probabilmente più di
una vacanza. Come hai potuto vedere il chiarimento tra Usagi e Minako non ha
portato a nulla di nuovo dato che quest’ultima ha fatto ancora una volta di
testa sua organizzando questo fine settimana ad insaputa di Usagi! Passando al
capitolo relativo all’AVVISO volevo ringraziare te per la delicatezza che hai
dimostrato in quel momento per me così difficile. Pensare a voi lettori è
stato un modo per tirare avanti, non fossilizzarmi nel mio dolore e poi non era
giusto lasciarvi senza la storia. Mi sono presa i miei tempi e sono tornata più
agguerrita di prima. Questo lutto è capitato in un momento particolare dove ero
già debilitata, scusa il termine medico ma sarà una questione di deformazione
professionale, a causa dello stress relativo allo studio ed alla scelta della
specializzazione. Adesso però basta, volto pagina e riscrivo tutto dal
principio. Per quel che concerne la mia scelta di farli andare insieme
all’anniversario dei genitori di lei… è un’idea vista e rivista, trita e
ritrita, verissimo. Ma io sono dell’idea che quando una cosa è sviluppata
bene, e scritta in italiano, può andare bene, sempre e comunque. Nella mia
testa il solito cliché è sviluppato bene, e di scriverla… bhè spero di
averla scritta in italiano, credo, o no? In definitiva, l’idea vecchia può
essere sempre utilizzata, a patto che si riesca a essere originali e per nulla
pesanti. Io ci sto provando! Suppongo che anche in questo capitolo troverai
qualche frase, relativa al genere uomo, che dal tuo - e nostro - punto di vista
sia degna di nota, e forse so già quale/i può/possono essere… per quel che
riguarda l’aggiornamento, tasto dolente. Cercherò di aggiornare ogni 10
giorni, sperando di farlo anche prima! Ma bene o male il periodo è quello.
Stavolta ho fatto passare più giorni perché il capitolo non ne voleva di
essere scritto ma i prossimi sono già chiari nella mia mente e non dovrebbero
esserci grossi problemi! Grazie ancora di tutto! Alla prossima!
-
SAILORM: sono contenta per l’entusiasmo mostrato da te mostrato per il
mio ritorno. Il capitolo non mi soddisfa perché lo trovavo troppo dialogato, un
po’ come questo. Ci sono troppi scambi di battute e mi viene il dubbio che il
tutto non possa essere rapportato un po’ ad un copione teatrale… e la cosa
mi deluderebbe parecchio! Ma se a te, ed altri piace, forse sono io a farmi
troppi problemi. Passando al capitolo! Cerco di rendere le scene veritiere, così
come le ambientazioni ed i personaggi. Mamoru non può ammettere dall’oggi al
domani di essere innamorato di Usagi, e lei, di contro, non può fare lo
stesso… ecco perché i nostri personaggi fanno un po’ come i gamberi, un
passo avanti e tre indietro… ma tranquilla, anche andando indietro riusciranno
ad incontrarsi e quando questo accadrà… bhè lo leggerai e mi dirai! Adesso
ti lascio e passo a rispondere alle altre recensioni, grazie ancora per i
complimenti! Alla prossima!
-
STELLA93MER: Buon pomeriggio anche a te! Il periodo no è alle spalle,
almeno spero, o per lo meno, in questo momento è alle spalle ed io provo a
rimettermi in carreggiata… barcollo ma non mollo, questo è certo! Per quel
che riguarda il capitolo… cerco di attenermi molto all’anime, anche perché
è il solo che ho visto, ma non essergli fedele al 100%. È poco probabile
vedere Usagi che fa una linguaccia a Mamoru dato che adesso ha 25 anni ed è un
medico, non credi? Diciamo che cerco di mantenere la solita aria goliardica ma
renderla, al contempo, leggermente più matura. Per quel che riguarda la
tregua… come hai visto lo stesso Mamoru ammette di averne bisogno quindi,
rilassati, dai prossimi capitoli li vedrai andare d’amore e d’accordo, o
quasi! Adesso ti saluto! Alla prossima!
-
PINGUI79: ciao Kià! Sono tornata per tua somma disperazione con questa
fanfic! Rispondo ad entrambe le recensioni, prima mi dedicherò al capitolo XIII,
dopo al XIV. Capitolo XIII: la conversazione immaginaria era nata come una
situazione reale solo che poi mi sono resa conto che era poco credibile e
quindi, dopo aver scritto non so quante pagine, non mi andava di cancellare
tutto e così ho adattato ciò che aveva scritto e l’ho fatto passare come un
flash di Mamoru, sono felice che l’idea vi sia piaciuta! I due sono cotti a
puntino ma sono ancora un po’ sapidi… io direi di lasciarli a bollire un
altro po’, ed intanto rispondo alla recensione lasciata al capitolo XIV! Dove
lo trovo uno come Mamoru? Bella domanda, me lo chiedo pure io! Io dopo otto anni
devo minacciare il mio ragazzo per venire a festeggiare a casa mia il mio
compleanno… mi sa tanto che in questo Mamoru sto concentrando il mio ideale di
maschio, ahahaha! Mentre per quel che riguarda lo scambio tra i due futuri
piccioncini… bhè come hai visto cerco, capitolo dopo capitolo, di far cadere
parte della loro corazza, sperando di riuscire a metterli a nudo (almeno Mamoru!
:p)…
-
ELLEPHEDRE: o Divina e Suprema Elle… sono felice di sapere che trovi
ancora un po’ di tempo per leggere la mia fic, la cosa mi onora parecchio. Mi
scuso se in questo ultimo periodo sono stata un po’ lontana ma sai cosa mi è
successo, ed ho bisogno di tempo per recuperare il tutto! Andando con ordine,
rispondo alla recensione del capitolo XIII: allora il capitolo, adesso, non
ricordo bene perché non mi rendeva particolarmente soddisfatta, ma da quello
che leggo, credo che stia diventando un’abitudine essere sempre poco contenta
dei miei scritti! Per quel che riguarda la parte di Mamoru… bhè come ho già
spiegato a Chiara (Pingui79), quella parte era nata come una scena di vita reale
solo che poi, mi sono resa conto che era poco veritiera come situazione, e come
dialoghi, ed ho cercato di rimediare ma con scarsi risultati a quanto pare! Per
quel che riguarda Usagi… bhè avevo già scritto della sua cotta per Mamoru,
ma l’avevo lasciata senza approfondire (Capitolo IV), lasciando intuire che si
trattasse di una semplice cotta adolescenziale perché ancora non ero sicura di
come descrivere la cosa, quando ho capito come si sarebbero svolti i fatti
allora ho atteso il momento giusto per descrivere il tutto! Per quel che
riguarda la storia a tre… si tratta di una battuta che è nata da sola, opera
dei personaggi che hanno preso vita da soli, io non ho nessun merito a riguardo!
La punteggiatura… imparerò mai ad usarla? Passando al capitolo XIV… ecco
cosa non mi convinceva… il ripetersi dei litigi, temo di cadere nel banale e
questo mi terrorizza, non poco! La minaccia di Usagi ai danni di Minako… è
stata un’altra delle battute nate dalla stessa Usagi quindi niente complimenti
per la sottoscritta… mentre per la gelosia di Mamoru… mi ha detto Mamoru che
lui è tanto meglio del Mamoru da te descritto in Gelosia! Lui la fa sentire
desiderata la sua Usako! Per quel che riguarda la battuta infelice di Mamoru…
avrà delle ripercussioni. Per il momento Usagi fa la donna, conserva l’asso e
lo nasconde nella manica, al momento giusto ci sarà da divertirsi, per noi, per
Mamoru un po’ meno! E lui, bhè sì, è proprio esasperato e tutto questo per
colpa di Usagi… mancano 11 giorni all’alba, è vero, ma mancheranno anche 11
giorni alla fine della fic? Questo non posso ancora dirlo perché al momento
Usagi e Mamoru si sono presi una vacanza e
non hanno intenzione di tornare… quindi non so proprio nulla! Adesso ti lascio
e ti ringrazio per aver detto che la mia fic è bella, mi sono commossa. Grazie!
Alla prossima!
-
MARYUSA: ciao Mary! Figurati che ritardo e ritardo nel commentare, si
commenta solo se si ha tempo e se piace la fic, altrimenti non si è tenuti a
farli, mica è un obbligo! Passo subito a rispondere alla recensione al capitolo
XIII: quei due sono troppo cocciuti per capire che hanno bisogno uno
dell’altra e non lo ammetteranno mai a se stessi, fidati! Mamoru… è un uomo
sull’orlo di una crisi di nervi, poverino ed Usagi non lo aiuta per nulla,
anzi, peggiora solo la situazione. Per quel che riguarda Usagi… ha perso la
verginità non tanto per un errore ma per una ripicca e credo che questo sia ben
più grave… non lo trovi anche tu? E passando al capitolo XIV sono felice di
averti soddisfatta e averli messi addirittura nella stessa macchina per passare
insieme due giorni e mezzo! Contenta!? Per quel che riguarda Minako… bhè
questa è la teoria della mia amica, prepara davvero le valige giusto mezz’ora
prima della partenza, il resto lo compra sul posto! Per quel che riguarda la
famiglia di Usagi… hai avuto una piccola visione di quello che aspetterà ai
nostri protagonisti, ma ancora questo è niente! Adesso vado. Alla prossima!
- M00NLIGHT:
ciao e benvenuta tra le mie lettrici! Sono felice che la fic ti sia piaciuta
tanto da leggerla tutta in una volta (sei un tipo coraggioso, non c’è che
dire!)… vedo che la frase infelice di Mamoru ha attirato l’attenzione di
molti, proprio come speravo e come era inevitabile! Mamoru ormai è proprio
sfinito e parla a sproposito, ma magari nei prossimi capitoli sarà più
accorto, non credi? Per quel che riguarda l’aggiornamento rapido scusa se hai
dovuto aspettare tanto, ma il capitolo non ne voleva di essere scritto… mentre
per quel che riguarda la vita… non so che dirti! La vita è una sfida,
l’importante è imparare da tutto, dalle cose belle e da quelle brutte. La
cosa essenziale è non lasciarsi mai abbattere perché altrimenti è la fine. Io
ci sto provando, non so se ci sono riuscita, ma l’impegno c’è… e questo
è già tanto. Ho pianto, mi sono presa il mio tempo, ho sofferto… ma adesso
basta! Si va avanti. Si volta pagina e si torna a scrivere! Giusto? Adesso ti
lascio, devo dedicarmi anche alle altre! Grazie per le tue parole, davvero
grazie. Alla prossima!
- POISONIVY:
ciao e benvenuta anche a te! Mi sto riprendendo ma se non aggiorno
settimanalmente è perché sono immersa nello studio e sarà così fino al 30
settembre dopo, forse, riuscirò ad essere più libera! Mi auguro che questo
capitolo non ti abbia deluso, adesso vado. Alla prossima!
- ROMANTICGIRL:
ciao Rox! Come va? Sono tornata, ma tu è da un po’ che non ti fai viva, tutto
bene? Allora leggendo la tua recensione sai che ti devo dire che anche per me
Tiziano Ferro è stato terapeutico? Sì, ricordo che era l’estate del 2002 e
mi ero lasciata con quello che era stato il mio primo ragazzo ( dopo di quello,
da otto anni a questa parte, c’è stato solo l’attuale! Sono una ragazza
seria io! U.U) e la prima uscita che ho fatto è stata ad un concerto di Tiziano
Ferro, quando ancora era mister Nessuno… da lì mi sono ripresa alla grande…
senza Tiziano chissà come sarebbe stato! La famiglia di Usagi sarà presente da
qui ai prossimi due capitoli di sicuro, forse anche il terzo, non ne sono ancora
sicura. Per quel che riguarda Sakura… lei si scoprirà pian piano… abbi
fede… e Mamoru… bhè lui è l’uomo quasi perfetto… ma già il suo essere
uomo lo rende in parte imperfetto, non lo credi anche tu? Per quel che riguarda
la conversazione immaginaria… io ne faccio almeno una al giorno… sarò forse
pazza? Adesso scappo. Alla prossima!
- SIMO87: ciao
Simo, la verità viene sempre a galla… e Mamoru ha una fervida immaginazione
visto che è arrivato ad immaginare una conversazione che non è mai avvenuta,
non credi? Adesso ti lascio, passo alle altre! Alla prossima!
- MICINA82:
Giovanna ciao! Mi spiace se ti ho costretta a leggere a rate il capitolo scorso,
non volevo, giuro! Però adesso mettiti comoda tu che ti rispondo! Allora mi
spiace deluderti ma in questo capitolo –almeno in questo – non c’è, per
mia fortuna, nulla di autobiografico… diciamo che ci sono quelle che sono le
paure per quel che riguarda una possibile partenza del mio lui, cosa al momento
molto probabile, ma non ho mai provato nulla di simile, ripeto fortunatamente
fino a questo momento. Figurati che non ho neanche la sveglia di Sailor Moon!
Per quel che riguarda l’invadenza delle suocere… anch’io sono contraria ma
in questo caso credo che sia stata necessaria, quasi vitale! Minako è
un’amica e in quanto tale ha l’obbligo morale di far notare ad Usagi in cosa
sbaglia… e con Mamoru sbaglia parecchio, non credi? Per quel che riguarda
Mamoru… questo capitolo si può mettere, come fatica, allo stesso livello di
quello da te recensito… due parti in così poco tempo sono ingestibili per la
sottoscritta! Allora, per quel che riguarda la datazione… quando ho detto
circa dieci anni fa intendevo un periodo generale, infatti c’era il circa.
Era scritto di proposito, per non essere precisa e dare l’idea di una Usagi
che conta gli anni che passano tra la fine di una storia ipotetica e la sua vita
attuale. Per quel che riguarda il test di ammissione all’università… bhè
in Giappone non è a 19-20 anni come da noi, ma a 18 anni… quindi qui togli
due anni al tuo ragionamento. In definitiva un anno dopo la storia di Isei e
sette anni dopo rispetto al presente. Nel capitolo, quando ho detto che Mamoru
un paio di anni prima aveva avuto una cotta per Usagi, era stato detto sempre
per dire, per non essere troppo precisa. Tu quando ragioni dici, “quattro
giorni fa sono stata al mercato”, oppure dici “un paio di giorni fa sono
stata al mercato”? Comprendo che nella lingua italiana, un paio indica un
numero uguale a due, ma se rapporti tutto questo al ragionamento o al parlato,
non credi che abbia un significato più ampio? Spero che adesso la questione
temporale sia stata diramata. A fondo pagina faccio un piccolo riassuntino,
tanto per farti capire un po’ la situazione. Per quel che riguarda Mamoru…
cosa gli dà la certezza che Usagi non lo ricambi? Nulla di nulla… solo che è
sempre stato abituato ad avere le ragazze ai propri piedi e visto che in Usagi
non coglie nessun segno pensa che lei non sia interessata a lui… un
ragionamento normalissimo direi! Per quel che riguarda lo stile del capitolo,
probabilmente avrai ragione. Quando la fic sarà finita passerò alla revisione
completa! Adesso scappo. Alla prossima!
- BRESCI: ciao
Paola, mi spiace averti fatto attendere tanto per ricevere una risposta ma sono
stata leggermente ko come hai avuto modo di leggere! Sono felice di
sapere che la mia Minako vi piaccia, mi auguro che sia IC perché è il mio
personaggio preferito! Per quel che riguarda Midori… effettivamente è molto
simile ad Usagi, ma è anche molto diversa da lei… probabilmente più avanti
tornerò anche sul suo personaggio! Per quel che riguarda Usagi… si difende da
Mamoru perché, inconsciamente, se ne sente profondamente attratta ma, visto il
genere di donne che è solito frequentare lui, bamboline siliconate, non prende
neanche in considerazione l’idea di una eventuale relazione. Spero di essere
stata abbastanza soddisfacente almeno in questi capitoli. Scappo. Alla prossima!
- FLORENCE: ciao
e benvenuta! Grazie per i tuoi complimenti, mi fanno arrossire, gongolare e
ridere da sola davanti al pc! Per quel che riguarda la fic… io adoro le AU su
Sailor Moon (mi piacciono anche le storie che restano fedeli all’ambientazione
originale, vedi Verso l’alba di Ellephedre o Una minaccia dal futuro
1 e 2 di Kirby) e spero solo di essere davvero riuscita a rimanere fedele ad
Usa&Co! Per quel che riguarda rende reale un fantasy… è uno sforzo
sovraumano perché mi sto documentando e sto cercando di mantenermi il più
possibile attinente alla realtà del Giappone… per quel che riguarda la UST (Unresolved
Sexual Tension – termine che hai mutuato da X-Files ) vedrai che aumenterà di
capitolo in capitolo, almeno ci provo… per quel che riguarda il fatto che sia
leggera… lo è davvero, perché vorrei raccontare quella che è una storia
normale dove due caproni testardi si scontrano prima di dichiarasi amore
eterno… per quel che riguarda il proverbio può essere che Minako lo dirà, ma
come posso sfaciare il “chi disprezza compra”?… qualche aiutino? Alla
prossima!
Per adesso
è tutto. Di sotto c’è un piccolo schemino con la cronologia dei fatti. Spero
che vi sia utile per raccapezzarvi.
- Usagi: nel
momento in cui inizia la storia ha 25 anni. Nel corso della sua adolescenza ha
una cotta per Mamoru; cotta che dura circa sette anni… questo periodo può
essere compreso tra i suoi 12/13 e 19/20 anni… perde la verginità a 17 anni
con Isei un compagno di corso di Mamoru. All’età di 18 anni entra
all’università di Tokyo ma continua a soffrire a causa della sua cotta per
Mamoru.
- Mamoru: nel
momento in cui inizia la storia ha 30 anni. All’età di 22 anni lascia il
Giappone per partire per gli USA. In quel periodo si scopre attratto da Usagi,
lui addirittura afferma di aver avuto una cotta per lei, ma non dice nulla perché
deve lasciare il suo paese.
Grazie alle 33 persone
che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
Ainechan;
2.
Angelica82;
3.
bells7791;
4.
bunny65;
5.
Catan;
6.
chichilina;
7.
dancemylife;
8.
ertila;,
9.
favola08;
10.
Florence;
11.
Gaia;
12.
GioRock;
13.
giovywanda;
14.
girovaghi;
15.
lagadema;
16.
LAS;
17.
lutrien;
18.
m00nlight ;
19.
Martina van der woodsen;
20.
maryusa;
21.
miki90;
22.
polgara ;
23.
pulcinaele87;
24.
Pulcinomi;
25.
QueenSerenity83;
26.
roby1150;
27.
roby2285;
28.
stella93mer;
29.
sweet_ebe;
30.
Tappetta4;
31.
Thaila;
32.
verdi88;
33.
VivianaRossa;
Soprattutto
a Ainechan, bells7791, Catan, Florence, giovywanda, m00nlight, Martina van der
woodsen, polgara, Pulcinomi, Thaila e verdi88 le ultime arrivate.
Grazie
alle 69 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
Allen_Anne_Black;
2.
Angelica82;
3.
Antalya;
4.
aquizziana;
5.
artemis5;
6.
ashar;
7.
baby_bunny;
8.
birillo;
9.
brescy;
10.
Chichilina;
11.
Cipychan87;
12.
cupidina 4ever;
13.
DeepDereck;
14.
elie84;
15.
Ellephedre;
16.
elo1401;
17.
Enza85;
18.
Fairfax;
19.
fantasy75;
20.
Fantasy_Mary88;
21.
fasana;
22.
favola08;
23.
Frogvale91;
24.
Gaia;
25.
hoshi90;
26.
igniflia;
27.
ilary;
28.
kikka8882;
29.
kiss88;
30.
laplop;
31.
LAS;
32.
Lisanechan;
33.
LittleSimo;
34.
lyn81;
35.
micina82;
36.
Miky 483;
37.
Minerva89;
38.
Moons Tear;
39.
Morea;
40.
muryhana;
41.
Neptune87;
42.
panuela;
43.
Pera 11;
44.
Pluto90;
45.
Poisonivy;
46.
Potter92;
47.
pulcinaele87;
48.
Ro90;
49.
romanticgirl;
50.
sailorm;
51.
shalya;
52.
Shia;
53.
Sho Ryu Ken;
54.
simo87;
55.
sortilegio;
56.
Stefania881;
57.
Strega_Mogana;
58.
SweetCherry;
59.
Tappetta4;
60.
Toru85;
61.
Truelove;
62.
Unique;
63.
usachan;
64.
vale_129;
65.
VaMpIrA89 ;
66.
verdi88;
67.
_Maddy_;
68.
_Sofia_;
69.
_sakura_;
Un
grazie particolare a baby_bunny, cipychan87, cupidina 4ever, elie84, Fairfax,
Frogvale91, Gaia, ilary, Lisanechan, lyn81, muryhana, Pluto90, Ro90, Sho Ryu
Ken, Stefania881, Unique VaMpIrA89 e _sakura_ le ultime ad essersi aggiunte a
questa avventura.
Mi spiace aver perso
seasons_girl.
Grazie
alle 3 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate:
1.
Alebluerose91;
2.
chiara84;
3.
pulcinaele87;
Adesso vi saluto e vi do appuntamento al 2 ottobre! Precedentemente avevo detto il 20 settembre ma avevo fatto i conti senza l'oste, il mio esame è stato posticipato, ergo, cambiano i miei programmi! Scusatemi!
P.S. Una
piccolo favore: ragazze vi dispiacerebbe firmare le vostre recensioni con il
nome, almeno così quando vi rispondo posso mettere un nome e sentirvi meno
distanti! Grazie!
|
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Capitolo 17 *** Capitolo XVI ***
Nuova pagina 1
Note:
-
san:
utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega
di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in
maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si
ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura
di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei casi è
analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in cui una
tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata (per
esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno
dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile) (Fonte Wikipedia);
-
sama: utilizzato per
indicare il rispetto nei confronti di qualcuno che riveste un titolo importante
o ha uno status particolarmente elevato, per esempio un primo ministro o un
sacerdote. Nelle traduzioni italiane è spesso tradotto con aggettivi come
"onorevole", oppure "venerabile" o "rispettabile",
ma a seconda dei casi potrebbe essere reso con svariati appellativi, da un
"maestà" per un re ad ancora "signore" per un politico, a
seconda del contesto; (Fonte Wikipedia);
-
chan: utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i
quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo
"piccolo/a" o ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino). Può però (ed
è diffusissimo in tal senso) essere utilizzato anche fra persone adolescenti o
adulte e in questi casi indica forte amicizia e confidenza, come per esempio fra
amiche di scuola, ma può indicare anche affettuosità e un certo grado di
intimità, come fra coppie o fra parenti più grandi verso parenti più piccoli
(es. la madre al figlio). Generalmente si utilizza più spesso e con
connotazioni meno strette fra ragazze, mentre fra ragazzo e ragazza non parenti
è più probabile che indichi che vi sia un rapporto particolare fra i due (es.
fidanzati o amici d'infanzia). Fra amici maschi è più raro e ha
prevalentemente sfumature scherzose o ironiche o deriva da una lunga amicizia.
Utilizzare -chan con persone adulte che si conosce appena può essere visto come
scortesia.
Viene utilizzato anche per gli animali domestici; (Fonte Wikipedia);
-
chibi: in giapponese ha un doppio significato: da una parte vuol dire
"piccolo", e dall'altra si usa per indicare "qualcosa che accadrà
alla fine". (Fonte Wikipedia)
-
obaasan:
Il significato è di nonna. (Fonte Wikipedia)
-
Kami: è la parola giapponese indicante gli oggetti di venerazione nella
fede shintoista. Sebbene la parola sia talvolta tradotta con "dio" o
"divinità", i teologi shintoisti specificano che tale tipo di
traduzione può causare un grave fraintendimento del termine. In alcune
circostanze, come Izanagi e Izanami, i kami sono identificati come vere e
proprie divinità, simili agli dei dell'antica Grecia o dell'antica Roma. In
altri casi invece, come il fenomeno della crescita, gli oggetti naturali, gli
spiriti che dimorano negli alberi, o forze della natura, tradurre kami
con "dio" o "divinità" sarebbe una cattiva interpretazione.
(Fonte Wikipedia)
-
samurai: era un militare del Giappone feudale, appartenente ad una delle
due caste aristocratiche giapponesi, quella dei guerrieri. Il nome deriva
sicuramente da un verbo, saburau, che significa servire o tenersi
a lato e letteralmente significa colui che serve. Un termine più
appropriato sarebbe bushi (letteralmente: guerriero), che risale al
periodo Edo. Attualmente il termine viene usato per indicare proprio la nobiltà
guerriera (non, ad esempio, gli ashigaru o i fanti, né i kuge o
aristocratici di corte). I samurai che non servivano un daimyō perché
era morto o perché ne avevano perso il favore, erano chiamati rōnin. I
samurai costituivano una casta colta, che oltre alle arti marziali, direttamente
connesse con la loro professione, praticava arti zen come il cha no yu o lo shodō.
Durante l'era Tokugawa persero gradualmente la loro funzione militare divenendo
dei semplici Rōnin che spesso si abbandonavano a saccheggi e barbarie.
Verso la fine del periodo Edo, i samurai erano essenzialmente designati come i
burocrati al servizio dello shōgun o di un daimyo, e la loro
spada veniva usata soltanto per scopi cerimoniali, per sottolineare la loro
appartenenza di casta. Con il Rinnovamento Meiji (tardo XIX secolo) la classe
dei samurai fu abolita in favore di un esercito nazionale in stile occidentale.
Ciò nonostante il bushidō, rigido codice d'onore dei samurai, è
sopravvissuto ed è ancora, nella società giapponese odierna, un nucleo di
principi morali e di comportamento simile al ruolo svolto dai principi etici
religiosi nelle società occidentali attuali. (Fonte Wikipedia)
-
geisha: La geisha o gheiscia è una tradizionale artista e
intrattenitrice giapponese le cui abilità includono varie arti, quali la
musica, il canto e la danza. Le geisha erano molto comuni tra il XVIII e il XIX
secolo, ed esistono tutt'oggi, benché il loro numero stia man mano diminuendo.
"Geisha", pronunciato è un termine giapponese (come tutti i nomi di
questa lingua, non presenta distinzioni tra la forma singolare e quella plurale)
composto da due kanji, (gei) che significano "arte" e (sha)
che vuol dire "persona"; la traduzione letterale, quindi, del
termine geisha in italiano potrebbe essere "artista", o "persona
d'arte".
Un altro termine usato in
Giappone per indicare le geisha è geiko,
geiko,
tipico del dialetto di Kyōto. Inoltre la parola "geiko" è
utilizzata nella regione del Kansai per distinguere le geisha di antica
tradizione dalle onsen geisha (le "geisha delle terme",
assimilate dai giapponesi alle prostitute perché si esibiscono in alberghi o
comunque di fronte ad un vasto pubblico). L'apprendista geisha è chiamata
maiko; la parola è composta anche in questo caso da due kanji, (mai),
che significano "danzante", e (ko), col significato di "fanciulla".
È la maiko che, con le sue complicate pettinature, il trucco elaborato e gli
sgargianti kimono, è diventata, più che la geisha vera e propria, lo
stereotipo che in occidente si ha di queste donne. Nel distretto di Kyoto il
significato della parola "maiko" viene spesso allargata ad indicare le
geisha in generale. esiste oggi molta confusione, specialmente fuori dal
Giappone, riguardo la natura della professione della geisha; nella cultura
popolare occidentale, le geisha sono frequentemente scambiate con prostitute di
lusso. L'equivoco, che ha cominciato a diffondersi dal periodo dell'occupazione
americana del Giappone, nella cultura cinese è, se possibile, ancor più
marcato; in cinese, infatti, la parola geisha è tradotta con il termine yì
jì, dove jì ha il significato, appunto, di "prostituta".
Le geisha sono state spesso
confuse con le cortigiane di lusso, chiamate oiran. Come le geisha,
queste portano elaborate acconciature e tingono il viso di bianco; ma un
semplice modo per distinguerle è che le oiran, portano l'obi (la cintura a
fiocco legata in vita nel kimono) sul davanti, mentre le geisha lo portano a
contatto con la schiena. La differenza, probabilmente, è dovuta al fatto che
per le prime, dovendosi svestire spesso, l'obi risulterebbe in una posizione
meno difficoltosa da rifare una volta finita la prestazione. (Fonte Wikipedia)
-
yen: valuta utilizzata in Giappone. Uno yen (in Giapponese si pronuncia en)
vale circa 0,0088 euro. 72mila yen sono circa 635 euro, costo effettivo di una
borsa Louis Vuitton, il modello da me considerato è il Delightfull MM. (Fonti
miste: Wikipedia e sito ufficiale Louis Vuitton).
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo XVI
XIX
giorno
Ore
17:30
-
11 giorni all’alba
- E così sei un medico!
Affascinante professione la vostra, anche se la medicina personalmente la
considero più un’arte.
Mamoru
era riuscito a conquistare sua nonna, anche se, a dire il vero, Sakura Tsukino
si lasciava incantare da tutto ciò che riguardava l’arte
medica, come era solita definirla lei, quindi
era logico che rimanesse ammaliata dalla figura di lui.
-
Nonna, non iniziare, ti prego.
-
Bhè, ma perché chibi-chan, cosa sto dicendo di sbagliato?
-
Nulla, solo che se inizi a parlare di medicina non la finisci più e Mamoru è
stanco. Ieri ha fatto il turno di notte e stamattina non ha riposato visto che
siamo partiti prima di pranzo.
La passione di sua nonna per
la medicina era qualcosa di antico, quasi atavico. Un amore che era riuscita a
trasmettere anche a lei tanto da spingerla a prendere quella strada che Sakura
non aveva potuto intraprendere perché, ai suoi tempi, era impensabile per una
giovane di buona famiglia studiare qualcosa che non fossero le buone maniere. La
famiglia di sua nonna, al pari di quella di suo nonno, era una famiglia antica
ed importante, molto legata alle tradizioni. Il matrimonio tra Sakura Watanabe e
Shingo Tsukino era stato deciso ancor prima che la stessa Sakura nascesse.
Quello celebrato tra i due, in definitiva, non era stato un vero matrimonio ma
una sorta di alleanza tra potenze. La famiglia di Sakura era molto vicina a
quella imperiale, mentre quella di Shingo era nota per essere una delle più
importanti famiglie nel campo forense, oltre che diretta discendente di Yamahoka
Tesshu uno dei più famosi samurai vissuti nel periodo del Rinnovamento Meiji.
La fortuna dei due giovani rampolli fu quella di innamorarsi e trasformare quel
matrimonio di convenienza in uno d’amore. A Sakura, però, restò la delusione
per non aver condotto i propri studi come più desiderava e questo la portava
sempre a esaltare qualsiasi figura medica che le capitasse di conoscere davvero,
come appunto era la nipote ed il finto fidanzato di lei.
-
Ah, benedetta ragazza! Potevi anche dirmelo prima! Mamoru-san ti prego di
scusarmi, vai pure a riposare, avremo modo di parlare a cena.
-
Tsukino-sama, non si preoccupi. Usagi sta esagerando, ho già avuto modo
di dormire in macchina mentre venivamo qui. Sua nipote è stata così gentile da
obbligarmi a riposare mentre lei guidava quindi, se vuole, possiamo
continuare tranquillamente la nostra conversazione, non sono per nulla stanco.
- Oh, ma smettila con tutta questa formalità! Chiamami pure nonna! Non
siamo più ai tempi della pietra… e poi se non sbaglio teoricamente dovresti
essere il mio futuro nipote, o no?
-
Obaasan! Come te lo devo dire di smetterla! Metti a disagio le persone se
fai così! Mamoru ti prego di scusarla, mia nonna troppo spesso dimentica
l’uso delle buone maniere! - Sua nonna era davvero incorreggibile. Con la sua
naturalezza e la sua cordialità sapeva mettere a proprio agio tutti, ma a volte
poteva creare situazioni imbarazzanti, come quella. Anche se a dire il vero
l’adorava per la sua spontaneità; suo padre spesso le diceva che avevano lo
stesso carattere e lei ne andava orgogliosa, adorava sua nonna più di chiunque
altro… non proprio più di chiunque altro, ma quasi.
-
Io… veramente…
-
Usagi perché non accompagni Mamoru in camera? Anche se hai dormito in macchina
immagino che non ti sia riposato abbastanza. Credimi, avrai tempo e modo per
parlare con la mia amatissima nonna, non credo che ti lascerà andare via così
facilmente…
Shingo
aveva preso in pieno. Sakura non avrebbe dato pace a Mamoru; lo avrebbe
costretto, ne era sicura, a parlare di tutto ciò che riguardava il suo lavoro
come faceva con lei tutte le volte che si sentivano telefonicamente o che andava
a trovarla per qualche visita lampo.
-
Shingo ha perfettamente ragione, staremo qui per due giorni, adesso andiamo
prima che ci ripensi e ci tenga inchiodati qui per le prossime ventiquattro ore!
- Ed era sicura che se ci avesse ripensato, Sakura li avrebbe tenuti su quelle
comode poltrone, concilianti il sonno a dirla tutta, per almeno tutta la notte.
-
Usagi, ti ho detto che non occorre…
- Mamoru, occorre, fidati.
Nonna, qual è la camera di Mamoru? - Quel ragazzo era davvero masochista, perché
non capiva mai quando era il momento di tacere?
-
Quella accanto alla tua, cara.
Ah.
Perfetto, idilliaco. Quella casa contava ben otto camere da letto, quattro erano
state da sempre occupate da lei e dalla sua famiglia, e ne restavano altre
quattro vuote, completamente a disposizione degli ospiti. Adesso si chiedeva
perché avevano scelto proprio quella che era… alt! Era meglio non pensarci!
Anzi, doveva ringraziare tutti i Kami conosciuti e non, viste le idee
moderne di sua madre. Ikuko sarebbe stata capace di metterli a dormire anche
nella stessa stanza, ma questo fortunatamente non era accaduto, o quasi…
- Bene… - No, a dire il
vero nulla andava bene ma non poteva certo farne una colpa a sua nonna, lei non
aveva nessuna responsabilità, e stavolta neanche sua madre poteva essere
accusata di qualcosa. Infondo Ikuko, magari, era convinta di farle un favore…
-
Ci sono problemi?
Un’infinità.
Lo aveva pensato ma non lo aveva detto.
-
Nulla che con delle semplici regole di convivenza non si possa sistemare. Nonna,
accompagno Mamoru in camera e torno in un lampo. - Si era chinata su di lei per
darle un bacio e subito si era diretta alla porta, seguita da un Mamoru alquanto
confuso… era inutile farne un dramma, dopotutto già a Nagano avevano
condiviso un bagno e le cose non erano andate poi così male: non si era mai
ritrovata ad essere nuda davanti a nessuno dei suoi amici quindi si poteva fare.
-
Senti Usagi, mi sono perso, qual è il problema?
-
Le nostre camere hanno un bagno in comune e… sono comunicanti. - Ed è
proprio dove dormirai tu che io ed Isei… ma, anche questo, aveva preferito
ometterlo.
-
Non è così male, basta bussare e chiedere il permesso prima di entrare o,
ancora meglio, ci si chiude a chiave dentro, non credi?
Visto
da quella prospettiva, il suo ragionamento non faceva una grinza e lei passava
per la stupida tardona.
-
Già, hai proprio ragione… ehi! Dammi la mia valigia, non occorre che ti porti
dietro pure questa! - Si erano diretti all’ingresso dove erano state lasciate
le valigie e Mamoru si era fatto carico di entrambe.
-
Lascia fare a me, con quei due stuzzicadenti che ti ritrovi al posto delle
braccia dubito che tu riesca solo a sollevarla. A proposito, ma cosa hai messo
dentro, mattoni?
-
Mi chiedo dove sia finito Bunzo-san, generalmente è lui ad occuparsi
delle valigie…
-
E chi sarebbe questo Bunzo-san? Un altro spasimante?
-
Oh, no! Non essere ridicolo, si tratta del nostro maggiordomo! Sicuramente mia
madre lo avrà mandato a fare qualche commissione importantissima per
questo non si è fatto ancora vivo.
-
Avete anche un maggiordomo?
-
Se è per questo anche una cuoca, due cameriere, un giardiniere ed un autista
per mio padre. - Era questo che non sopportava della sua famiglia. Lo sfarzo
eccessivo, alle volte le pareva persino volgare.
-
Ah però! Fidanzandomi con te ho fatto il colpo della mia vita! E chi se lo
immaginava!
-
Guarda, non lo avrei mai detto che anche tu fossi così materialista… - In fin
dei conti, uno dei motivi per cui non riusciva a legarsi a qualcuno era proprio
quello. La paura che la gente conoscendo l’importanza della sua famiglia si
avvicinasse a lei solo per interesse personale.
-
Dai che sto scherzando… secondo te potrei sopportare il tuo caratteraccio solo
per una questione di soldi?
-
Io non ho un caratteraccio!
-
Assolutamente Usako…
-
Non ci casco…
Un
passo rapido li costrinse ad interrompere lo scambio di battute. Di fronte le
scale stava una ragazza, forse coetanea di Mamoru, con la divisa da cameriera.
-
Tsukino-san non sapevo del vostro arrivo. Bentornata!
-
Ari-chan, sei proprio tu! Che bello rivederti! - Con l’allegria che la
caratterizzava, si era letteralmente fiondata a salutare la mora. - Rilassati, i
miei genitori non ci sono!
-
Sono felice di vederti anch’io Usa-chan! Stai benissimo!
-
Grazie, anche tu stai molto bene. Ed Aki-chan? Ormai sarà un ometto,
quanti anni ha? Tre, o quattro? - L’interrogatorio era partito. Come accadeva
sempre, dai saluti era passata alla sfilza di domande, e tutto nel giro di un
nano secondo.
-
Saranno quattro anni a luglio, ormai è proprio un ometto…
-
Promettimi che domenica lo porterai così potrò vederlo,
tipregotipregotiprego…
-
Farò il possibile, te lo prometto!
-
Ci conto! Quasi dimenticavo! Permettimi di presentarti Mamoru Chiba… ehm… il
mio fidanzato… - Sulla parola fidanzato la sua voce aveva assunto una tonalità
più bassa come se dire ad alta voce il ruolo di Mamoru potesse rendere reale il
tutto. Aveva deciso che nessun'altro doveva sapere della finta relazione tra lei ed il
ragazzo, meno gente era a conoscenza di quella piccola farsa, più era sicura di riuscire
nel suo scopo.
-
Piacere di conoscerla Chiba-sama. Per qualsiasi cosa può chiedere a me.
Sa, conosco Usagi da quando era poco più che una bambina e la considero un
po’ come una sorella più piccola, quindi non si preoccupi, sarà un piacere
aiutarla, in qualsiasi cosa!
-
Non preoccuparti per lui Arisa, se Mamoru avrà bisogno di qualcosa potrà
chiedere direttamente a me… immagino che voi siate oberati di lavoro. A che
punto siete? - Non aveva certo intenzione di pesare sul personale della villa,
anche perché poteva immaginare a quale stress li stesse sottoponendo sua madre.
-
A buon punto direi… abbiamo iniziato due settimane fa. Ormai si tratta solo di
sistemare la disposizione dei tavoli e le decorazioni, ma per domani sera
dovrebbe essere tutto pronto… e poi quest’anno la signora ha deciso che
saranno due chef francesi a preparare la cena, quindi Nori è molto più libera
ed anche lei quando può ci dà una mano!
-
A proposito di mia madre, quanto è nervosa?
-
Puoi immaginarlo, no?
-
Posso, posso… Arisa, tu vai, ci penso io a Mamoru… non vorrei che mia madre
se la prendesse con te se qualcosa non dovesse andare bene… - E sua madre,
molto facilmente, se la prendeva con il prossimo se qualcosa non era
impeccabile.
-
E le valigie? Anche questo è il mio lavoro, sai?
-
Lo so, ma faccio io! Un’ultima curiosità… e Bunzo-san?
-
Sta controllando con un operaio la piscina… se vuoi vado a chiamarlo…
-
Non occorre… ero solo per sapere, sai non l’ho visto! Comunque, adesso vai,
non voglio togliere altro tempo al tuo lavoro… ci vediamo dopo in cucina.
Ancora devo salutare Risa-chan e Nori-san!
-
Come vuoi… allora io vado… Chiba-sama, per qualsiasi cosa…
-
Chiederò ad Usagi, mi sembra di aver capito che siete molto impegnata!
-
Non sarà un problema, davvero…
-
Vai Arisa, non preoccuparti di niente e nessuno! E poi cosa credi, saranno anni
che non metto piede in questa casa ma ancora ricordo la disposizione delle
stanze! Forza, vai, su...
-
Va bene… allora io vado…
E
dopo un inchino formale era andata via.
-
Il mistero attorno ai tuoi genitori si infittisce…
-
Se fossi al tuo posto, non avrei tutta questa curiosità…
-
Se fossi al mio posto, staresti morendo di curiosità ed avresti seguito mia
madre pur di stare a parlare con lei!
-
Certamente! Midori-san è una donna stupenda, mi chiedo come abbia fatto
ad avere un figlio come te!
-
Che vuoi che ti dica! Si vede che ho ereditato i geni della cattiveria per parte
paterna!
-
Ma io non dico affatto che sei cattivo, un po’ acido, questo sì! - Spesso
dimenticava del piccolo particolare riguardo Mamoru: la paura di essere
paragonato al padre. Lui non glielo aveva detto apertamente, ma era chiaro che
temesse un paragone con il genitore, sicuramente non era necessaria una
specializzazione in psichiatria infantile per capirlo. - Adesso dammi la valigia
e poi ti accompagno in camera.
-
Guarda che è troppo pesante, non riuscirai mai a portarla, soprattutto se devi
salire delle scale!
Maschi!
Erano perennemente intenti a lamentarsi del contenuto delle valigie delle donne.
O troppo piene, o troppo grandi, o troppo colorate. Ogni scusa era buona per
criticare.
-
In valigia ho solo lo stretto ed indispensabile per restare due giorni fuori.
Ed adesso dammi questa valigia e non essere esagerato! - E nel prenderla per poco non
finiva con il sedere a terra, convinta di sollevare un peso relativamente
pesante. Che Mamoru, stranamente, avesse ragione?
-
Lascia stare, la porto io!
Oddio
ma perché doveva essere così arrogantemente gentile?
-
Ti ringrazio, ma posso farcela benissimo, ed adesso seguimi!
Con
la valigia, stramaledettamente pesante, iniziarono a salire le scale di marmo
bianco che li avrebbero condotti al piano di sopra dove si trovavano le camere
da letto. Doveva ammetterlo, salire con quel macigno in mano le stava
togliendo cinque anni di vita, ma avrebbe sofferto in silenzio, non avrebbe mai
dato soddisfazione a Mamoru. Giunti in cima tirò un sospiro di sollievo, erano
vicini alla meta. Dei due corridoi che avevano davanti, aveva imboccato quello
alla sua destra trascinandosi dietro il trolley, giunta alla quarta porta si
fermò aprendola e facendosi da parte per permettere a Mamoru di entrare.
-
Questa è la tua stanza, spero che sia di tuo gradimento.
-
La stanza è di mio gradimento, solo che…
Perché
Mamoru si era fermato a guardarla in quel modo così… mamoruresco?
Aveva forse le guance rosse? Si vedeva che era sfinita per quella maledetta
scalinata?
-
Qualcosa non va? - No, era sicura di non essere rossa in viso e non aveva
neanche il fiatone, dopotutto le pulsazione le sembravano regolari. E poi era
impossibile che qualcosa non andasse nella stanza. Senza dubbi, quella era la
stanza più bella della casa, la sua preferita, tanto che per un po’ di tempo
aveva pensato di cambiarla con la sua solo che poi, per pigrizia, aveva deciso
di rimanere dove si trovava… se alla sua pigrizia si aggiungeva anche ciò che
era accaduto proprio lì dentro con Isei… bhè esistevano diverse ragioni per
non volere quella stanza come la propria!
-
Nulla, stavo pensando.
La
voce di Mamoru la strappò ai ricordi ed all’imbarazzo che ancora provava
quando ricordava il modo in cui era scoppiata a piangere tra le braccia di quel
ragazzo che non amava, ma a cui aveva donato qualcosa di speciale, importante.
-
Sia lodato il Cielo, anche tu sei capace di pensare! - Cercare di scherzare era
abbastanza difficile visto i pensieri che le vorticavano in testa.
-
Ah-ah-ah. Davvero divertente Usagi, degno di una ragazzina della tua età!
-
Mi scusi uomo maturo e vissuto, non era mia intenzione annoiarla. Ma mi dica,
nobile samurai, a cosa è dovuto tutto questo suo pensare? Come ha avuto
modo di sentire poco fa, è compito mio prendermi cura di lei. - Era davvero
ridicolo parlare in quel modo così pomposo ma era più forte di lei non
riuscire a prendersi gioco di lui, e poi questo le impediva di pensare, o
ricordare.
-
Mi chiedevo, o mia dolce geisha, se potrò chiedere a voi per i miei
bisogni… diciamo più intimi…
-
Nobile samurai, il sonno la fa sragionare… dorma che è meglio! - Era
il solito stupido che metteva tutto sul piano dello scherzo, e del sesso. Doveva
piantarla e capire che a tutto c’era un limite, per questo era decisa ad
andare e lasciarlo lì, come un allocco, ma quando stava per uscire, la mano di
lui si era chiusa attorno al suo polso.
-
Andate via così presto?
-
Avete bisogno di riposo, la stanchezza vi fa straparlare e potreste pentirvi di
ciò che direte…
-
Vi preoccupate per me?
-
Sì, nobile Chiba… adesso è meglio che vada… - Quel gioco stava diventando
pericoloso, la presa sul suo polso adesso era diventata una lenta carezza che
creava un formicolio che si irradiava a tutto il braccio.
-
Fatemi compagnia, almeno fino a quando non mi sarò addormentato…
-
Non sono vostra madre… - Ecco, si era arrivati a quel punto di rottura, quello
che raggiungevano ogni volta.
-
Non voglio una madre…
-
Ok, meglio fermarsi qui. Sei così stanco da iniziare a dire solo stupidaggini.
Adesso io vado e tu fai un riposino, va bene?
-
Come vai via? Eravamo quasi arrivati alla parte divertente della sceneggiata!
-
Mamoru, non mi sto divertendo…
-
Il tuo problema è che non sai divertiti!
-
Ed il tuo è che stai sempre con la testa concentrata sempre su di un unico
punto! - Sessosessosessosesso… era questo il pensiero fisso di Mamoru?
-
Sto solo cercando di creare un po’ di intimità!
-
E per essere intimi dobbiamo finire a letto insieme? - Perché doveva essere
sempre così maledettamente snervante comunicare con Mamoru Chiba? E poi lei non
avrebbe fatto nulla in quel letto, dove era finita per colpa proprio dello
stesso ragazzo che adesso la teneva per mano! Ma adesso perché si fermava ad
ipotizzare di finire a letto con lui? Stava impazzendo, doveva andarsene e
lasciarlo, immediatamente!
-
Pensaci, se i tuoi genitori ci vedessero troppo freddi, non credi che si
insospettirebbero?
-
Mamoru, mi sembra di averti già spiegato quale dovrà essere il nostro
comportamento.
-
Non rientra nelle mie corde essere così freddo con le mie donne…
-
Allora vedi, per stavolta, di farlo rientrare! Ed adesso se non ti dispiace,
rivorrei il mio polso indietro. - Anche perché quelle carezze la stavano
mandando in confusione.
-
Si può sapere cosa ti ho fatto?
-
Nulla, perché? - Cavolo, ma perché non la lasciava andare!?
-
Mi maltratti! Con il sottoscritto sei sempre aggressiva ed umorale…
-
Non è vero!
-
Si che è vero!
-
Scusami tanto, non ti credevo così sensibile! - Era una situazione surreale.
Mamoru sembrava una donna in preda ad una crisi isterica.
-
Io sono molto sensibile!
-
Bhè, allora ti chiedo ancora una volta scusa, d’ora in poi cercherò di
essere meno brusca. Adesso posso andare?
-
No!
-
Cosa c’è ancora? - Perché non la lasciava scappare in santa pace?
-
Come devo comportarmi con tua nonna?
-
Civilmente ed educatamente? - Adesso perché tirava in ballo sua nonna?
-
Sto parlando seriamente. Mi hai dato informazioni riguardo tuo padre e tua
madre, ma su tua nonna non so nulla… quella donna mi inquieta ad essere
sincero…
-
A mia nonna stai molto simpatico quindi rilassati. - Forse Mamoru si era accorto
di come sua nonna avesse una certa simpatia nei suoi confronti…
simpatia che non si spiegava da dove potesse essere nata visto che era la prima
volta che si incontravano.
-
Peccato che non possa dire lo stesso della nipote!
-
Non è vero… io credo che tu le stia simpatico! - Quando tieni la bocca
chiusa, questo era un altro di quei pensieri che non aveva concluso.
-
Allora è lei ad avere un modo strano per manifestare la propria simpatia!
- Non ti è mai passato per
la testa che forse sei tu a porti nella maniera sbagliata? - No, così tanto per
dire, magari erano i suoi atteggiamenti a risultare antipatici?
-
E perché mai?
-
Magari l’essere arrogante e presuntuoso non è il modo migliore per risultare
simpatico…
-
Io non sono arrogante e presuntuoso.
-
…e poi c’è quel comportamento da bello ed impossibile. Sai, ti svelerò un
segreto, non piace a tutte!
-
Non è colpa mia se effettivamente sono bello ed impossibile…
-
Ed arrogante e presuntuoso. - Oltre che odioso…
-
Non è vero! Non puoi certo negare il fatto che io sia un bel ragazzo!
-
Oh, ma tu sei molto più che bello… - Ed ammetterlo era difficile, quindi era
meglio buttarla sullo scherzo.
-
Sfotti, sfotti, ma tu hai il classico comportamento della ragazza innamorata…
-
E quale sarebbe il classico comportamento della ragazza innamorata?
-
Il tuo: aggredire il lui in questione per paura che non si accorga di te…
-
E questa idiozia da dove salta fuori? - Nella sua breve convivenza con Minako,
era sicura di aver sentito tutte le più assurde stupidaggini esistenti al
mondo, ma ciò che aveva detto Mamoru le batteva tutte! Lei, innamorata di lui?
-
Perle di saggezza, cara.
-
Bene, e dopo aver dispensato le tue perle di saggezza, posso riavere indietro il
mio polso ed andarmene? - Effettivamente Mamoru, ancora non le aveva lasciato il
polso anche se aveva smesso con le carezze, ma la sensazione di formicolio
adesso si stava pian piano diffondendo al resto del suo corpo. Era preoccupante?
-
Non mi hai risposto. Perché mi aggredisci ogni volta che apro bocca.
-
Non lo faccio di proposito, ma il tuo atteggiamento alle volte mi manda in
bestia… sei così sicuro di te… borioso… saccente. Non lo so è che… -
La verità era che ogni volta che apriva bocca il primo impulso era quella di
tappagliela, con un pugno dritto tra i denti.
-
Per te è un difetto essere sicuri di se stessi?
-
No, non dico questo solo che… tu esageri. Prendi adesso, stai parlando come se
fossi sicuro del fatto che io sia innamorata di te… - Cosa impossibile visto
che era tutto passato, da secoli teneva a sottolineare.
-
Non è colpa mia se sei così donna!
-
Adesso credo di essermi persa io. Cosa vuol dire che sono così donna? Se
non te ne fossi mai accorto io sono una donna! Mi credevi forse un uomo,
razza di deficiente che non sei altro?
-
Non è questo… so perfettamente che sei una donna, una gran bella donna
aggiungerei…
-
È unitile adularmi, ormai il danno è stato fatto! Spiegati. Subito. - Anche
perché la sua pazienza era ai minimi storici.
-
Come ho avuto modo di dirti diverse volte, tu mi mandi in confusione. Mi lanci
segnali contrastanti… prima sembra quasi che tu stia flirtando, l’attimo
dopo diventi la regina delle Amazzoni, rigida e frigida!
-
Chiba… cerca di moderare i termini! - Anche perché il suo pugno adesso era
pericolosamente chiuso.
-
Ok, magari frigida no… ma rigida lo diventi!
-
Sto cercando di non perdere la pazienza e diventare violenta, oltre che rigida e
frigida…
-
Ti ho chiesto scusa, non essere irascibile!
-
Se ti dicessero che sei impotente come risponderesti? - Dannazione si era
fregata con le sue stesse mani! Il sorrisino da sfottò sulle labbra di Mamoru
non era per nulla rassicurante, certamente stava preparando qualche risposta ad
effetto.
-
Potrei dimostrarti che ti stai sbagliando sul mio conto!
Ecco!
Lo sapeva che avrebbe risposto in questa maniera, ci avrebbe scommesso lo
stipendio di dieci anni!
-
Sei parecchio prevedibile, la tua risposta non mi ha per nulla sorpresa…
-
Mi stai dicendo che devo passare ai fatti e mettere da parte le parole?
-
No, ti sto dicendo che per me sei un libro aperto e che ormai riesco ad
anticipare tutte le tue mosse… e se stai pensando a ciò che ho in mente…
provaci e ti ritroverai ad avere una nuova identità sessuale, sono stata
chiara? - Lo leggeva nei suoi occhi, per un attimo le era parso di vederlo
pronto a baciarla ed in quel caso… sarebbe finito in ospedale, direttamente in
rianimazione.
-
Non hai idea di cosa ti stai perdendo…
-
Non hai idea di quanto io ne sia felice…
-
Rimpiangerai queste tue parole, ne sono certo.
-
Avresti rimpianto il gesto… ti avrei ucciso con le mie stesse mani.
-
Come ho avuto modo di dirti un paio di sere fa, ci sono ragazze che darebbero un
braccio per essere così vicine a me…
-
E tu non saresti arrogante e presuntuoso? - Oltre che dannatamente… doveva
censurare i suoi pensieri! Dove era finita la lucidità mentale?
-
Per questa volta ti restituisco il polso, ma solo per questa volta! Però sono
sempre più sicuro che dovremmo provarci.
-
Provare cosa? - Oddio ma perché cambiava atteggiamento così rapidamente?
Ancora aveva il cuore che batteva a mille e lui adesso si allontanava così…
c’era rimasta male? No, non poteva essere vero!
-
Ad essere una coppia vera… sarebbe divertente, non credi?
-
Buonanotte Mamoru… - No, Mamoru non aveva detto nulla e le sue orecchie non
aveva sentito niente… ed il suo cuore non aveva ballato la disco-dance quando
aveva ascoltato quelle parole, quella proposta. Adesso ne era certa: Mamoru non
era abituato a straparlare solo da brillo, straparlare era scritto nel suo DNA.
-
Ogni volta finisce così, con te che mi mandi a quel paese…
-
Non ti sto mandando a quel paese… per stavolta ti mando nel mondo dei sogni…
- Ma che qualcuno la fermasse, non poteva avere quel comportamento civettuolo con
Mamoru, assolutamente. Ma cosa le era saltato in testa? Che fine avevano fatto i
suoi neuroni? Erano entrati tutti in sciopero? Contemporaneamente?
-
Lo sai che lo stai facendo di nuovo?
-
Cosa? - Lo sapeva dannazione, e se ne era accorto pure Mamoru. Ci mancava solo
che iniziasse a sbattere le ciglia come una bambina impaurita ed avrebbe toccato
il fondo!
-
Stai flirtando con il sottoscritto, a te piace provocarmi…
-
Non posso negarlo, è piacevole vederti credere di avermi in pugno per poi
riportarti sulla terra… dà soddisfazioni ridimensionare il tuo ego. - Forza
Usagi, sì, questa risposta era giustissima. Sicura, determinata, tranquilla. In
una parola: perfetta!
-
Stai attenta, questo gioco potrebbe ritorcerti contro…
-
Lo stesso potrebbe accadere a te: potresti scoprirti innamorato di me… - Come
minimo dopo questa risposta aveva conquistato più di mille punti… Usagi
mille, Mamoru zero.
-
Perché, tu sei già innamorata di me?
Cazzo,
no! In un colpo solo era diventata volgare ed aveva perso il vantaggio
accumulato. Adesso la situazione si era ribaltata a favore di Mamoru che
conduceva il gioco per duemila a zero… perché non capiva mai quando doveva
andarsene? E dire che sua nonna glielo ripeteva sempre: la migliore risposta
è quella che non si dà… anche se poi c’era il risvolto della medaglia:
chi tace acconsente… e no, lei non era più innamorata di Mamoru!
Assolutamente, ne era certa… o forse era meglio dire che lo sperava?
-
Non mi importa ciò che pensi… io so come stanno le cose tra di noi. - Doveva
cercare di conservare la propria dignità, almeno quella. Era l’ultima
possibilità per poter camminare ancora a testa alta e per potersi specchiare
senza sentirsi una perfetta idiota. Dannata ciocca, perché non voleva stare al
suo posto?
-
Tu sai che tra di noi c’è qualcosa, vero? Esiste un’attrazione reciproca,
non puoi negarla… la stai sentendo anche in questo preciso momento…
-
È meglio che vada… - Anche perché la conversazione era diventata
insostenibile, almeno per lei… e le mani di Mamoru sui suoi fianchi non le
permettevano di rimanere lucida… anche se… non voleva andarsene… ed anche
se… la carezza che le aveva fatto, casualmente, mentre le rimetteva a
posto la ciocca incriminata, le aveva mozzato il fiato.
-
Stai scappando.
-
Non mi piace la piega che sta prendendo la conversazione. - Sì dannazione,
stava scappando e con questo? La fuga alle volte non era segno di vigliaccheria
ma di intelligenza. Non sempre si poteva vincere ed imparare a perdere era un
segno importante di maturità… e lei quello scontro lo stava perdendo, su
tutta la linea.
-
Hai paura.
-
Buonanotte Mamoru. - Ed era uscita richiudendo la porta dietro di sé… e
lasciando la valigia in camera di lui… aveva lasciato quella camera con le
lacrime agli occhi ed il cuore a pezzi.
*****
***** *****
XIX giorno
Ore
17:45
-
11 giorni all’alba
- Mamoru Chiba, sei un perfetto coglione! - Non c’era altro modo per
definirsi.
Rimasto
da solo nella stanza, era stato quello il primo pensiero formulato davanti la
porta chiusa, anzi, chiusagli in faccia. Con quel gesto, Usagi lo aveva chiuso
fuori anche dal resto. Il primo istinto era stato quello di rincorrerla e
chiederle umilmente scusa, anzi no, direttamente perdono, ma il suo istinto gli
diceva che in quel momento Usagi doveva rimanere sola a sbollire… anche perché
ricordava cosa voleva dire avere a che fare con una la sua parte arrabbiata…
dopo Nagano si era ripromesso di non farla infuriare mai più, ma i suoi erano
tentativi inutili visto che riusciva a farla irritare solo guardandola…
Dopo
tutto ciò che era accaduto nel giro di un paio di minuti, si era reso conto che
sarebbe stato impossibile convivere civilmente per i prossimi due giorni. Aveva
mandato tutto all’aria. Aveva tirato troppo la proverbiale corda, spezzandola.
Usagi
non era come le altre ragazze… lei aveva un cervello ed un orgoglio che
insieme creavano un mix esplosivo che gli piaceva, dannazione se gli piaceva!
Quel cocktail lo mandava in tilt, ma allo stesso tempo gli incendiava il sangue
nelle vene.
Definirsi
innamorato era eccessivo. Non la conosceva davvero, non del tutto almeno… la
cotta che aveva avuto in passato era qualcosa di infantile, adolescenziale,
questo lo sapeva benissimo. A quei tempi gli piaceva una ragazza con un bel
sorriso, un bel corpo - perché Usagi già da allora aveva le curve giuste al
posto giusto - e tanta allegria, ma a quale ragazzo non sarebbe piaciuto avere
accanto una ragazza simile?
Usagi
era bella, di quella bellezza non eccessiva ma naturale… era una bellezza non
da cartellone pubblicitario, ma non perché non ne fosse all’altezza, no. Lei
non era da cartellone pubblicitario perché era bella, naturalmente bella, senza
bisogno di photoshop… era bella così…
Stop! Da più di cinque minuti ripeteva come una mezzacalzetta che Usagi
era bella, doveva riacquistare il suo contegno, immediatamente.
Usagi
oltre ad essere ciò che era - non avrebbe utilizzato mai più quell’aggettivo
qualificativo riferito alla persona di lei - aveva anche un cervello che
funzionava a pieno regime e questo andava un po’ a cozzare con tutto ciò che
lui sapeva riguardo le donne.
Ok,
non era un maschilista misogino, no, assolutamente. Solo che non era mai stato
fortunato con l’altro sesso… o forse aveva ragione Usagi: si presentava in
modo sbagliato…
La
sua storia più lunga in assoluto? Meno di un anno, con una ragazza conosciuta
per caso una sera in un fast food quando si trovava
a Boston… dopo poco meno di due settimane erano finiti a letto insieme
e quella storia iniziata per gioco era durata per dieci mesi. Ma con Alyssa non
c’era mai stato un vero coinvolgimento, tanto che si erano lasciati
vicendevolmente conservando, comunque, un buon rapporto; tuttora erano in
contatto con qualche e-mail ogni due, tre mesi. Con lei ricordava di stare bene,
rideva, scherzava, faceva sesso - sanissimo sesso - ma non parlavano mai dei
rispettivi progetti per il futuro o delle proprie ambizioni: in definitiva, non
c’era dialogo. Forse perché entrambi sapevano che la loro era una storia a
termine? Erano grandi abbastanza per essere coscienti dell’impossibilità di
continuare quella relazione con diverse migliaia di chilometri a separarli… e
per questo che, probabilmente, alla fine avevano deciso di troncare la loro
storia… adesso Alyssa stava con un altro, Nodin se non ricordava male, e
presto si sarebbero sposati.
E lui? Bhè lui da quando era rientrato in Giappone non aveva avuto una
felicissima vita sentimentale, anzi, al contrario. Il massimo che si era
concesso era stata una relazione di un mese con Raku, conosciuta in palestra,
una storia che non avrebbe dimenticato facilmente. Raku era carina, dolce,
appiccicosa… terribilmente appiccicosa. In quel mese di relazione più di una
volta se l’era ritrovata nella sua stanza, in ospedale. La prima volta poteva
essere una sorpresa carina, la seconda volta un diversivo piacevole, la terza
diventava alquanto fastidioso, soprattutto dopo un intervento chirurgico durato
più di sei ore… e tutto questo nell’arco della stessa settimana, non mese,
ma settimana, in otto giorni se l’era ritrovata tre volte di fila, seminuda,
nella sua stanza. E se si rapportava il tutto a trenta giorni… in un mese
aveva subito i suoi appostamenti per quasi una ventina di volte, un assedio.
Quella era una vera ninfomane… Per lasciarla era stato costretto a chiedere
l’aiuto di Rei visto che lei non aveva nessuna intenzione di mollarlo, e dire
che era stato chiaro dicendogli che aveva capito che la loro relazione non
poteva avere futuro visto l’invadenza eccessiva di lei, risultato: Raku
gli aveva risposto che era solo spaventato della grandezza del sentimento che
stava nascendo tra loro. Ma le svitate, ninfomani, le trovava solo lui? A quel
punto era stato inevitabile chiedere alla cugina di fingersi sua moglie e Rei
aveva accettato più che volentieri visto che amava le scene madri come quella
che ne era venuta fuori. Alla fine della farsa grottesca, con tanto di Rei
urlante in casa, Raku era scappata in lacrime, naturalmente dopo avergli dato un
ceffone che gli aveva lasciato un segno violaceo sulla guancia offesa, e la
mogliettina tradita… rideva a crepapelle e lo rimproverava per la sua mancanza
di buon senso nello scegliersi una fidanzata degna di tale titolo. Senza contare
il costo del suo silenzio… sua cugina aveva un vero fiuto per gli affari,
doveva riconoscerglielo! Era riuscita a farsi comprare una borsa Louis Vuitton
alla modica cifra di quasi settantaduemila yen… ne avrebbe spesi pure
il doppio pur di seppellire quella storia nel silenzio più assoluto. Se
qualcosa fosse giunto alle orecchie di Kunzite, o peggio di Nephrite, avrebbe
fatto meglio a cambiare direttamente continente.
E
comunque, la faceva facile Rei, lei aveva Jadeite… sant’uomo… solo lui
poteva sopportare gli sbalzi di umore di lei…
Usagi
probabilmente aveva ragione: era lui a porsi nel modo sbagliato con le donne.
Attirava solo le psicopatiche ninfomani… si comportava davvero da arrogante,
presuntuoso bello ed impossibile? No. Lui era naturale, quello era il suo modo
di fare. Vedeva una ragazza che gli piaceva, la puntava, aspettava un segnale da
parte di lei e poi andava all’attacco. Una battutina, un complimento, una
frase lasciata in sospeso e poi il resto veniva da sé.
Una battutina… Sfotti, sfotti, ma tu hai il
classico comportamento della ragazza innamorata…
Un complimento… so perfettamente che sei una
donna, una gran bella donna aggiungerei…
Una frase lasciata in sospeso… Non hai idea di
cosa ti stai perdendo.
Era
sdraiato sul letto con le mani a coprirgli il viso, davvero ci stava
spudoratamente provando con lei? Non poteva essere vero, no. Quel gioco stava
diventando pericoloso.
“…sono
sempre più sicuro che dovremmo provarci...”
Ma
dove gli era finito il cervello? In mezzo alle gambe? Ma davvero le aveva
proposto di avere una storia? Davvero era arrivato a quel punto? In vita sua,
mai a nessuna aveva fatto una proposta simile, generalmente le storie iniziavano
senza nessuna dichiarazione… si finiva a letto insieme e si continuava a
vedersi senza definire il proprio rapporto, anche con Alyssa era andata così…
mentre adesso con Usagi, adesso lui le aveva proposto di iniziare una relazione.
Ma che cosa diavolo gli era saltato in testa?
La
sua unica fortuna? Usagi aveva cervello e non aveva preso con serietà le sue
parole… doveva darsi una regolata e piantarla con quell’atteggiamento
altrimenti sarebbe finita male, per entrambi. Usagi non era come le altre, non
perché lei fosse intoccabile… Usagi non meritava di essere trattata alla
stregua delle altre perché era lei, ne più ne meno. Anche perché non temeva
tanto la reazione di Shingo o di Kunzite, ciò che lo terrorizzava di più era
la reazione di Rei e di tutte altre… ciò che lo terrorizzava di più era
ferire Usagi… con questi pensieri non si era accorto di essere finito in una
stato di dormiveglia che presto lo avrebbe condotto direttamente tra le braccia
di Morfeo.
Attrazione… passione… confusione… avrebbero resistito ancora a
lungo al richiamo dell’istinto?
Nuova pagina 1
L’angolo
dell’autrice
Buongiorno
o buonasera, dipende dal momento in cui leggerete!
So
di avervi fatto penare parecchio per questo capitolo ma vi prego di perdonarmi.
Ho avuto un esame giusto venerdì e prima di riprendermi ho impiegato due
giorni, dopo di che ho letto ciò che avevo scritto trovandolo piatto (e tuttora
trovo il capitolo parecchio lento) e così ho deciso di riscrivere ed aggiungere
dialoghi…
Tra
l’altro la curiosità che ho suscitato verso i genitori di Usagi mi preoccupa
un po’… credo di aver creato troppa attesa riguardo questi due personaggi,
spero di non deludervi. Per quel che riguarda il personaggio di Yamahoka
Tesshu è un samurai realmente esistito, sto cercando in tutti i modi di
rendere il più realistico possibile questa fic, anche se l’idea di far vivere
i genitori di Usagi in una villa stile occidente non mi sembra poi così
probabile, ma tempo fa avevo letto che in Giappone era di moda, se non ricordo
male subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, costruire per i ricchi ville che
richiamavano quelle dell’Europa, da sempre considerata la culla della cultura
classica.
Altra
piccola noticina, non potete crederci ma sono rimasta un’ora intera ferma su
un dubbio amletico: come si scrive qual è? Dopo aver perso del tempo
importantissimo, mi sono accorta della correzione automatica di Word, questo per
farvi capire il mio livello di stress!
Altra
cosa bizzarra… per scrivere le note di inizio capitolo ho impiegato più di
due pagine di Word (grandezza del carattere 13), mi sa di non possedere la
capacità di sintesi…
Ho
dato anche una visione di insieme di quella che è stata la vita sentimentale di
Mamoru, tanto per renderlo più reale e non farlo sembrare troppo misogino…
RINGRAZIAMENTI:
- SAILORM: ciao
Patty! Grazie per la recensione e mi spiace averti fatto aspettare più di un
mese per questo capitolo. Non metterò più date di riferimento così non vi darò
l’illusione di un aggiornamento in tempi brevi. È finito il tempo in cui
potevo organizzarmi la giornata, adesso mi divido tra casa ed ospedale ed il
tempo per scrivere si è ridotto drasticamente! Ma prometto che non farò più
passare un mese intero, almeno ci proverò! Per quel che riguarda i
litigi-dichiarazioni tra i due piccioni non so come, ma si scrivono da soli. Ad
esempio, la parte centrale del capitolo, quella più dialogata, è nata dalla
seconda revisione del capitolo ed è stata scritta in dieci minuti… che dire,
‘sti due hanno preso in mano la situazione e si stanno scrivendo da soli le
battute! Spero, quindi, di non averti deluso con questo nuovo capitolo, adesso
vado, alla prossima!
- PINGUI79: ciao
Kià, sono felice che lo scorso capitolone ti sia piaciuto, e da quello che ho
avuto modo di leggere nella recensione che mi hai già lasciato vedo che hai
apprezzato molto anche questo… per quel che riguarda la parte dedicata alla
madre di Usagi che va incontro ai due… è stato un colpo di genio. Avevo
intenzione di far vivere il tutto a rallentatore e non sapevo come fare a farlo
capire a chi legge e così alla fine mi è venuta questa idea… riprendere
dall’ultima frase ed aggiungere ogni volta qualcosa di diverso. È un
espediente narrativo (se così si può chiamare) nuovo per la sottoscritta,
spero solo di averlo utilizzato nel modo giusto e nel momento giusto! Per quel
che riguarda i genitori di Usagi, come detto, temo di aver creato un clima di
attesa un po’ troppo… non saprei… diciamo che è eccessivo, spero solo di
non deludervi. Comunque, nel prossimo capitolo saprete meglio di Kenji ed Ikuko
Tsukino, e naturalmente di nonna Sakura e Shingo! Adesso vado dalle altre,
grazie per la bellissima recensione. Alla prossima!
- MOREA: Ciao
anche a te Giulia! Prima di tutto scusa se ancora non sono riuscita a commentare
quel popò di donna che è la De Torres, ma mi rifarò, parola d’onore e croce
sul cuore! Il personaggio di Shingo è nato così per pura casualità, a dire il
vero non ero poi così sicura di renderlo omosessuale, non volevo ledere la
sensibilità di nessuno, non per l’omosessualità in sé, ma per paura di non
riuscire a trattare bene, e senza pregiudizi, questa realtà… alla fine mi
sono detta che era stupido da parte mia avere tutte queste remore perché, così
facendo, ero la prima ad avere pregiudizi… cioè, alla fine un omosessuale
(sia uomo sia donna) è una persona normale con gusti sessuali diversi, quindi
era facile scrivere di Shingo, non dovevo fare nulla di trascendentale. Per quel
che riguarda la lunga recensione ad un capitolo passato… sappi che ce ne
saranno presto, almeno spero, altre ancora quindi cara non ti libererai così
facilmente della sottoscritta! Adoro Barby e Candy ormai sono i
miei personaggi preferiti… soprattutto Candy… e grazie anche per le belle
parole rivolte alla mia umile persona, anche se non so se effettivamente le
merito tutte, ma dai, io me li tengo stretti i complimenti! Adesso vado, alla
prossima!
- BRESCY: Ciao!
Sono felice anch’io per aver ripreso in mano non solo la storia ma anche le
redini della mia vita. Mi sono lasciata andare un po’ troppo, ho perso del
tempo prezioso ed adesso devo correre per cercare di non restare ancora più
indietro, recuperare il tempo perduto credo che sia un’utopia, il tempo passa
e non torna indietro, l’unica cosa da fare è cercare di non perdere altro
terreno! Sono felice che lo scorso capitolo sia stato di tuo gradimento, spero
che lo stesso valga anche per questo. Effettivamente il perché Usagi si
comporta così con Mamoru era abbastanza chiaro, era stato detto già nel
capitolo XIII, subito dopo il litigio con le amiche… però adesso sappiamo un
po’ di più su Mamoru e quindi possiamo mettere insieme i pezzi… le litigate
tra i due sono passionali perché ho deciso di rendere loro passionali… io non
ho letto il manga (ma vorrei rifarmi, infatti il 4 novembre dovrebbe ripartire
la pubblicazione in Italia) ed ho visto solo l’anime e ti dirò, anche lì mi
sembrano troppo piatti, sarà che all’epoca avevo 12 anni ed oggi ne ho più
del doppio… ma non vedo la scintilla ed io ho deciso di ricrearla nelle mie
fic, spero solo di esserci riuscita. Per quel che riguarda i signori Tsukino…
sono terrorizzata, mi sa che ho creato troppa aspettativa, vedremo! Adesso ti
lascio, grazie per i commenti, alla prossima!
- QUEENSERENITY83:
ciao Ida, sì sono tornata, a pieno regime - quasi - e più determinata di
prima! Non devi scusarti di nulla, anzi, mi scuso io per non essermi informata
sul come proseguiva il tuo recupero, a dire il vero non sapevo neanche che fossi
in infortunio, spero nulla di grave! Per quel che riguarda lo scorso capitolo…
che dire di Usagi… diciamo che soffre di sbalzi di umore anch’io a volte
fatico ad identificarla come una persona vera però è lei che sta scrivendo la
storia io faccio solo da scribacchina, e lo stesso si può dire di Mamoru. I due
personaggi hanno preso il pieno controllo della situazione e sono loro a
suggerirmi idee su idee… per Mamoru… diciamo che qui si capisce che si è
arreso su tutta la linea visto che si autodefinisce una mezzacalzetta per come
si è fermato a decantare la bellezza di Usagi… però diciamo che il suo
personaggio non credo che sia così facile alla resa, ci saranno momenti in cui
drizzerà le spalle e farà valere l’uomo che è in lui… quindi non ti
affezionare troppo a questo personaggio semi-addomesticato… è un po’ come
la Volpe del Piccolo Principe, sembra addomesticato ma in realtà è ancora uno
spirito libero! Per quel che riguarda Shingo e le manie da segugio ho ancora un
qualche dubbio sul come impostare la cosa, scoprirai di più quando avrò
anch’io le idee chiare. Per quel che riguarda l’aggiornamento ultramega
ritardato chiedo scusa anche a te, e per la festa credo che il XVII capitolo non
la tratterà, sarà spostato tutto al XIVIII... lì si ballerà… per i
signori Tsukino, bhè per loro spero di non aver creato troppa attesa. Adesso ti
saluto, alla prossima!
- MARYUSA: ciao
Mary! Sono felice che il capitolo scorso sia stato di tuo gradimento, mi auguro
che lo stesso valga anche per questo! Per quel che riguarda la scena comica
Shingo-Usagi-Mamoru diciamo che Usagi non è che l’abbia trovata così comica,
al contrario! Per quel che riguarda Usagi e Mamoru… bhè si sono talmente
avvicinati da essersi scottati e ritirati, almeno Usagi, di gran corsa, vedremo
cosa accadrà nel prossimo capitolo che fortunatamente è ben scritto nella mia
mente quindi non dovrebbe essere impossibile come è stato questo capitolozzo!
Ikuko ancora non sei riuscita ad inquadrarla perché ha fatto una comparsata, ma
nel prossimo capitolo, il XVII ci sarà spazio anche per lei, per nonna Sakura,
anche lei ha fatto una comparsata, e per papà Kenji… però, cavolo, ho
attirato parecchia curiosità sui signori Tsukino, e se vi dovessi deludere? Bhè
io non ho inventato nulla di trascendentale, ha detto tutto Usagi e Shingo, ed
in parte anche la storia di Sakura può farvi capire cosa ci sia di così strano
nei genitori di Usagi… quindi non aspettarti chissà cosa, sono persone
normalissime, o quasi. Shingo sì ha 10 anni più di Usagi, e 5 in meno di
Mamoru. Per quel che riguarda il paragone che ho fatto con la famiglia
originale… diciamo che mi sono soffermata sul gioco degli opposti, spero di
esserci riuscita! Adesso ti saluto e do spazio alle altre recensioni, alla
prossima!
- STELLA93MER:
Ciao Stella, ti chiamo così in attesa di scoprire qual è il tuo vero nome!
Sono felice anch’io di essere tornata, all’85% ma ci sono, presto sarò di
nuovo operativa al massimo, l’ho promesso a voi ed a tante altre persone! Per
quel che riguarda i miei capitoli… io non sono mai contenta di ciò che
scrivo, mi sembra sempre tutto molto banale e scialbo, ma non perché voglio dei
complimenti da parte di voi che leggete e commentate ma semplicemente perché
sono ipercritica nei miei confronti, e questo aspetto della mia vita è
collegato anche allo studio, alla fine di ogni esame non sono mai soddisfatta di
me (tranne all’ultimo esame che è stato perfetto, e non l’ho detto io ma il
prof!)… ma torniamo alla fanfic. Sono felice che, almeno tu, abbia notato dei
miglioramenti nel mio stile, anch’io mi accorgo che volta per volta faccio un
piccolo passettino avanti ma ti ripeto, non è mai abbastanza! Per quel che
riguarda i personaggi principali, Usagi e Mamoru, si stanno scoprendo e si
stanno facendo conoscere da voi è vero, ma anche dalla controparte… almeno
così siete tutti contenti, o no? Per vedere Usagi e Mamoru andare d’amore e
d’accordo ci sarà un po’ da aspettare, però dai, nel capitolo XVII avrai
un assaggino di quello che potrebbero essere… i “nuovi” genitori di
Usagi non sono nulla di che, sono normalissimi, o quasi. Ho detto già tutto, se
mettete a posto i diversi indizi capirete perché per Usagi e Shingo sono così
particolari (ma a questo punto credo che siano particolari per tutti!)… il
soggiorno conterà di 4 al massimo 5 capitoli (in pratica dal dovrebbe essere
dal XVIesimo capitolo al XXesimo, massimo appunto XXIesimo)… e poi si torna
alla vita di tutti i giorni… adesso ti saluto e ti do appuntamento alla
prossima!
-
SHO RYU KEN: ciao Irene! Bhè
che vuoi che ti dica, sono contentissima di non aver perso una lettrice, ogni
volta è un dispiacere, mi chiedo in cosa possa aver sbagliato per chi ha deciso
di non seguire più la storia di Usagi e Mamoru… per quel che riguarda il tuo
cambio di nick, io credo che il bisogno di rinnovamento sia insito in ogni uomo,
non è bello fossilizzarsi su qualcosa, è giusto cambiare per crescere, o no?
Comunque, torniamo a questa fanfic che sta diventando stile Centovetrine, o
peggio, Beautiful! Per quel che riguarda il tuo dilemma riguardo il commentare o
meno i capitoli passati, per me sei liberissima di farlo anche perché ogni
parola da voi scritta è un motivo di gioia ma soprattutto di arricchimento
personale. Dietro ogni affermazione trovo soddisfazione (inutile negarlo),
stimolo per andare avanti, a volte pure ispirazione… e nella maggior parte dei
casi intuisco quando far capitare il colpo di scena per riaccendere
l’attenzione che, naturalmente, può anche scemare! Quindi, se vuoi recensisci
tutto quello che vuoi, sia positivamente che negativamente, non c’è nessun
problema! Per quel che riguarda i personaggi credo che interessino tanto perché
sto cercando di rendere un mix tra quella che è la cultura occidentale e quella
orientale, ti spiego subito: i personaggi sono Giapponesi, si comportano come
tali, ma hanno anche tanto di noi Occidentali e per questo sono così vicini. I
luoghi invece… bhè per quelli faccio un lavoraccio di ricerca per non
lasciare nulla al caso, mi documento e cerco di descrivere luoghi davvero
esistenti… come cercherò di fare per la villa di Nikko… speriamo di
riuscirci, quindi sì, posso dirti che non lascio nulla al caso… spero solo di
riuscire al meglio. Adesso ti saluto, ti ringrazio per questa recensione e ti do
appuntamento alla prossima!
- ANTALYA: ciao
ad un’altra Irene, e benvenuta, o quasi! Ti chiedo umilmente perdono per
questi tempi di aggiornamento così lunghi, e per tale motivo mi cospargo il
capo di cenere e striscio umilmente fino ai tuoi piedi! Il perché di questi
ritardi l’ho spiegato, ho avuto dei gravi problemi personali che mi hanno
allontanato dalla scrittura e solo adesso sto venendo fuori dal periodo no…
sempre a causa di questo buco nero in cui ero/sono precipitata lo studio è
stato messo da parte e devo necessariamente recuperare ed ecco perché hai
dovuto attendere tanto per questo XVIesimo capitolo, quindi perdonami! Ma
passiamo alla storia almeno così mi farò perdonare, spero! Sei la prima in
assoluta che mi dice che se qualcosa scritto da me fosse un libro lo avrebbe
comprato e letto, mi commuovo… grazie un bilione di biliardi di volte!
Continuerò e ti farò divertire, almeno spero… guarda se tu ti reputi pazza,
io credo di essere matta quindi ci comprendiamo benissimo, adesso ti saluto e ti
do appuntamento alla prossima!
- ROMANTICGIRL:
Ciao Rox, mia psicologa personale! Figurati, recensire è la minore delle cose,
l’importante è che la storia non ti deluda man mano che va avanti! Per quel
che riguarda Usagi… bhè, la ragazza è un po’ ottusa, ha bisogno di tempo e
poi diciamo che il comportamento da don Giovanni di Mamoru non è che la
rassicuri tanto, se consideri tutto quello che la poveretta ha dovuto subire a
causa sua nel corso della sua adolescenza! Ok! sapevo di trovare il tuo appoggio
quando ho scritto questo pezzo perché, francamente, per quanto io possa voler
bene a mio padre e mio fratello, per quanto io possa amare il mio Giovanni, ti
assicuro che i maschi non capiscono mai un tubo! Mai! Sono sempre così
concentrati sull’essere pratici che lasciano poco spazio all’istinto ed ai
sentimenti, diciamo che sono troppo incravattati, ma che siano un po’ più
sciolti cavolo, carpe diem, no? Per quel che riguarda Shingo&Family…
diciamo che ho giocato sugli opposti ed è venuto fuori ciò che hai letto… la
parte del per favore è nata senza essere preventivata, lo ripeto questi
personaggi si scrivono da soli le battute e le scene, io sono solo una miserrima
scribacchina! Per quel che riguarda il mistero di Shingo e Mamoru, si scoprirà,
al momento giusto però! La storia va avanti, studio e tirocini permettendo! La
parte centrale è scritta nella mia testa, manca solo la parte finale, ma
vedremo come farla proseguire… magari ne viene fuori qualcosa tipo Il
Diario di Usagi Tsukino, parodia del più famoso Il Diario di Bridget
Jones ahahah! Studiare, studiare, studiare, ma possibile che la nostra
esistenza non è fatta da altro, cribbio! Ma a parte questo dai, vedrai che
presto ci realizzeremo e saremo felice e questo noioso trantran magari lo
rimpiangeremo, chissà! Per quel che riguarda Sakura, qualcosina si è capita già
da adesso, diciamo che avrà molto di Luna (E quel “Benedetta ragazza”
è molto esaustivo… e poi sarà molto ma molto nonna con saggi consigli e
l’occhio lungo!)… Mamoru anche se ha 30 anni deve ancora crescere e magari
Usagi lo aiuterà in questo… e lei potrebbe fare lo stesso, chissà! Come ho
detto nella recensione precedente io sono matta e le conversazioni immaginarie
sono il mio pane quotidiano, se poi ti dicessi che immagino nella mia mente le
conversazioni tra Usagi e Mamoru, cosa mi risponderesti? Che sono da ricovero,
giusto!? Non preoccuparti se non riesci a recensire, ti capisco benissimo,
adesso ti saluto e ti do appuntamento alla prossima! (P.S. Scusa l’ignoranza,
ma chi è tizy?)
- ELLEPHEDRE: ho
le traveggole, perché non è possibile che la Divina Capa (che abbiamo scoperto
essere figlia segreta di Silvio) si scusi con me per il ritardo nel recensire,
con me, capite? Io che ho impiegato 4 mesi per recensire tre capitoli, no, è
impossibile! Per quel che riguarda la fic, torno ad essere pseudoseria, non ti
assicuro nulla però! Sono supermega onoratissima di sapere che la mia fic ti
diverta tanto, per me è importante strappare un sorriso a chi legge, per questo
ho deciso per un tema tanto leggero… per quel che riguarda i dialoghi, sì,
sono il punto di forza di questa fanfic. Era un mio sogno scrivere un qualcosa
che fosse incentrato sul dialogo solamente ma senza rendere il tutto simile ad
un copione teatrale, spero solo di riuscire in questa mia epica impresa, io ci
sto mettendo tutti i mezzi. Non mi limito solo sui dialoghi, per carità, do
spazio ai luoghi ed ai sentimenti, ma i personaggi preferisco farli interagire
con le parole, farli avvicinare e scoprire e poi farli ritirare con la coda tra
le gambe! Sono sadica, lo so! Allora per quel che riguarda la frase da te citata
ti dico subito che è nata sentendo la pubblicità di una carta di credito (
posso dire che è la Master Card o rischio di fare pubblicità occulta, ops!
Ormai l’ho detto!)… non chiedermi che relazione possa esserci tra questa
pubblicità e ciò che ho scritto, perché tanto io non saprei risponderti. So
solo che l’ho sentita e poi è saltato fuori questo pensiero di Mamoru… si
vede che deve essere scattata qualche sinapsi del tipo genialoide, non so che
pensare! Il risultato che volevo ottenere con quella frase era proprio quello
intuito da te: una (inconscia) realizzazione comica e naturale di quel
che prova lui. Per quel che riguarda Shingo ed Usagi ed il ricordo di
Mamoru, ma secondo te non potevo non mettere Minako nel mezzo? In fondo se
‘sti due si sposano (al momento mi sembra proprio impossibile!) è merito di
Minako, il minimo che possano fare è sceglierla come testimone di nozze e farle
battezzare il primo figlio! Per quel che riguarda i coniugi Tsukino loro sono
particolari perché sono diversi da come li immaginate voi, e da come sono Usagi
e Shingo. Credo che in realtà non ci sia nessun mistero attorno alla loro
figura, semplicemente perché è stato detto già tutto dai due figli ed in
parte anche da Sakura, quindi niente di spettacolare, spero solo di non
deludervi… per quel che riguarda Shingo è un normale fratello che si
preoccupa della sua sorellina, alla fine è questa la linea che ho deciso di
adottare! Per quel che riguarda Shingo mi ha detto che tra Nakanishi ed Alex
preferirebbe Alex ma io l’ho già informato che a riguardo è impossibile
perché Golden Boy potrebbe essere un padre di famiglia… solo adesso ho
notato che la mia fic potrebbe non finire con il sopraggiungere dell’alba…
mentre il tuo capolavoro sancisce l’inizio di una nuova alba/era! Non so perché
ho fatto questa analogia, non chiedere troppo ai miei neuroni che al momento
sono in ferie… ah, comunque la mossa ci sarà a breve, tra… 4 al massimo 5
capitoli, come ho detto… Nikko fu galeotta per Usagi… doppiamente galeotta!
Per quel che riguarda il mio Mamoru non credo che faccia sentire desiderata
Usagi perché è lei che vuole ciò, però cavolo! Capa, visto che non sono
ancora ai tuoi livelli ti dispiacerebbe farmi leggere dei momenti in cui Mamoru
si esprime al meglio, almeno così riesco a trarre ispirazione! Adesso ti saluto
e ti do appuntamento alla prossima!
- M00NLIGHT:
ciao Ale, grazie per aver recensito! Io non mi reputo geniale perché sono
Mamoru ed Usagi a decidere quando e cosa dire! Per quel che riguarda il tuo
capitolo preferito… anche l’XIesimo è il mio preferito e subito dopo c’è
questo XVIesimo… dove i due sono di nuovo a stretto contatto! Per quel che
riguarda la tensione sessuale, credo che sarà presente anche nei prossimi
capitoli, perché Mamoru forse ha deciso che è stanco di giocare e vuole
passare all’azione, o forse no? Comunque, abbi fede, presto si daranno una
mossa! Adesso ti saluto, grazie ancora per i complimenti, alla prossima!
- LAGADEMA:
bentornata cara! Sono felice che la mia storia ti stia divertendo, definirla
commedia mi sembra un po’ eccessivo perché, in realtà, non ambisco a tanto!
È una storiella per voi lettrici che amate questa storia, nulla di
spettacolare, la scrivo perché mentre lo faccio rido sia perché quel che
scrivo (evviva le ripetizioni!) è divertente anche per me, ma soprattutto perché
immagino le vostre espressioni… per quel che riguarda il contattarmi
privatamente sei liberissima di farlo, non mi infastidisce affatto, al contrario
non può che farmi felice perché si vede che qualcosina di buono l’ho
seminato! Per quel che riguarda Sailor Moon, certo che lo rivedo! Ormai
la mia povera mamma ha perso le speranze, ha capito di avere una figlia che non
è per nulla normale, ma Sailor Moon è Sailor Moon e non si tocca. Adesso ti
saluto, passo all’ultima recensione, grazie per le tue parole, alla prossima!
-
AINECHAN: ciao Aine! Grazie
per i complimenti, spero che i tuoi problemi con il pc si siano risolti ma se
non riesci a leggere o commentare non è assolutamente un problema! Spero che
anche questo capitolo ti sia piaciuto, adesso ti saluto e ti do appuntamento
alla prossima!
Per adesso è tutto. Di sotto c’è un piccolo schemino con la
cronologia dei fatti. Spero che vi sia utile per raccapezzarvi.
- Usagi: nel
momento in cui inizia la storia ha 25 anni. Nel corso della sua adolescenza ha
una cotta per Mamoru; cotta che dura circa sette anni… questo periodo può
essere compreso tra i suoi 12/13 ed i 19/20 anni… perde la verginità a 17
anni con Isei un compagno di corso di Mamoru. All’età di 18 anni entra
all’università di Tokyo ma continua a soffrire a causa della sua cotta per
Mamoru.
- Mamoru: nel
momento in cui inizia la storia ha 30 anni. All’età di 22 anni lascia il
Giappone per partire per gli USA, Boston. In quel periodo si scopre attratto da
Usagi, lui addirittura afferma di aver avuto una cotta per lei, ma non dice
nulla perché deve lasciare il suo paese.
Grazie alle 42 persone
che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
Ainechan;
2.
Angelica82;
3.
bells7791;
4.
brescy;
5.
bunny65;
6.
Catan
7.
chichilina;
8.
dancemylife;
9.
ertila;,
10.
Failenn;
11.
favola08;
12.
Florence;
13.
Gaia;
14.
GioRock;
15.
giovywanda;
16.
girovaghi;
17.
giulyangel;
18.
hoshi90;
19.
lagadema;
20.
LAS;
21.
lutrien;
22.
m00nlight ;
23.
marta86;
24.
Martina van der woodsen;
25.
maryusa;
26.
miki90;
27.
Morea_91;
28.
pinfrose;
29.
polgara ;
30.
pulcinaele87;
31.
Pulcinomi;
32.
QueenSerenity83;
33.
roby1150;
34.
roby2285;
35.
Rox;
36.
stella93mer;
37.
sweet_ebe;
38.
Tappetta4;
39.
Thaila;
40.
vanny 3;
41.
verdi88;
42.
VivianaRossa;
Soprattutto
a brescy, Failenn, giulyangel, hoshi90, marta86, Morea_91, pinfrose, Rox, vanny
9 le ultime arrivate. (mi spiace aver perso mosis)
Grazie
alle 80 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
AironeSolitario;
2.
Allen_Anne_Black;
3.
Angelica82;
4.
angle;
5.
Antalya;
6.
aquizziana;
7.
artemis5;
8.
ashar;
9.
bells7791;
10.
birillo;
11.
bren;
12.
bunny1987;
13.
carmy_88;
14.
Chichilina;
15.
Cipychan87;
16.
cupidina 4ever;
17.
DeepDereck;
18.
elie84;
19.
Ellephedre;
20.
elo1401;
21.
Enza85;
22.
Failenn;
23.
Fairfax;
24.
fantasy75;
25.
Fantasy_Mary88;
26.
fasana;
27.
favola08;
28.
Frogvale91;
29.
Gaia;
30.
Gigettina;
31.
hoshi90;
32.
hypatia_of_alexandria;
33.
igniflia;
34.
ilary;
35.
kikka8882;
36.
kiss88;
37.
laplop;
38.
LAS;
39.
Lisanechan;
40.
LittleSimo;
41.
lyn81;
42.
micina82;
43.
Miky 483;
44.
Minerva89;
45.
Moons Tear;
46.
Morea;
47.
Morea_91;
48.
Mudvayne;
49.
muryhana;
50.
Neptune87;
51.
panuela;
52.
Pera 11;
53.
pirilla88;
54.
Pluto90;
55.
Poisonivy;
56.
Potter92;
57.
pulcinaele87;
58.
Ro90;
59.
romanticgirl;
60.
sailorm;
61.
shalya;
62.
Shia;
63.
Sho Ryu Ken;
64.
simo87;
65.
sortilegio;
66.
Stefania881;
67.
Strega_Mogana;
68.
SweetCherry;
69.
Tappetta4;
70.
Toru85;
71.
Truelove;
72.
Unique;
73.
usachan;
74.
vale_129;
75.
VaMpIrA89 ;
76.
verdi88;
77.
VioletPrincess;
78.
_Maddy_;
79.
_Sofia_;
80.
_sakura_;
Un grazie particolare a AironeSolitario, bren, bunny1987, carmy_88 (sarai
una mia omonima?), Failenn, hypatia_of_alexandria, Gigettina, Morea_91,
Mudvayne, pirilla88 (Vale ma sei proprio tu? *_*), VioletPrincess le ultime ad
essersi aggiunte a questa avventura.
Mi spiace aver perso
baby_bunny, Baghera8690 e _lisa_.
Grazie
alle 4 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate:
1.
Alebluerose91;
2.
chiara84;
3.
Morea_91;
4.
pulcinaele87;
P.S. Una
piccolo favore: ragazze vi dispiacerebbe firmare le vostre recensioni con il
nome, almeno così quando vi rispondo posso mettere un nome e sentirvi meno
distanti! Grazie!
P.S.2. Dopo aver
scritto le note lunghe due pagine, per rispondere alle vostre recensioni ho
utilizzato altre dieci pagine… se considerate che il capitolo consta solo
di 11 pagine Word (grandezza del carattere 13) ho occupato più spazio per le
note e recensione che per altro, ma voi, cari lettori vi meritate questo ed
altro! Adesso chiudo davvero! Alla prossima!
|
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Capitolo 18 *** Capitolo XVII ***
Nuova pagina 1
Note:
-
san: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come
un collega di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si
rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le
quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere
una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei
casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in
cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata
(per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno
dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile) (Fonte Wikipedia);
-
kun:
uno dei suffissi più diffusi, utilizzato tra ragazzi e amici per indicare una
certa forma di rispetto, o da un adulto verso una persona molto più giovane
come segno di confidenza. Può essere rivolto da un ragazzo anche alle ragazze
ma questo caso è più raro. È utilizzato anche in ambito lavorativo. (Fonte
Wikipedia)
-
chan: utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i
quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo
"piccolo/a" o ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino). Può però (ed
è diffusissimo in tal senso) essere utilizzato anche fra persone adolescenti o
adulte e in questi casi indica forte amicizia e confidenza, come per esempio fra
amiche di scuola, ma può indicare anche affettuosità e un certo grado di
intimità, come fra coppie o fra parenti più grandi verso parenti più piccoli
(es. la madre al figlio). Generalmente si utilizza più spesso e con
connotazioni meno strette fra ragazze, mentre fra ragazzo e ragazza non parenti
è più probabile che indichi che vi sia un rapporto particolare fra i due (es.
fidanzati o amici d'infanzia). Fra amici maschi è più raro e ha
prevalentemente sfumature scherzose o ironiche o deriva da una lunga amicizia.
Utilizzare -chan con persone adulte che si conosce appena può essere visto come
scortesia. Viene utilizzato anche per gli animali domestici; (Fonte Wikipedia);
-
obaasan:
nonna, in ambito familiare. (Fonte Wikipedia)
-
oneechan: sorellina, in ambito familiare. (Fonte Wikipedia)
-
dorama: sono i drama giapponesi. La maggior parte dei canali giapponesi
producono dorama di ogni genere. I dorama possono essere adattamenti di manga e
anime, come i live action di Great Teacher Onizuka, oppure storie
originali, come Atashinchi no danshi. I dorama possono essere di durata
variabile, sia in formato di serie televisiva, film o special. Normalmente in
Giappone danno una puntata alla settimana, una seria dura per circa 3 mesi. Se
comincia una volta la serie, l'orario rimane fisso. (Fonte Wikipedia)
-
hetakuso: imbranato, impedito.
-
bento: è una sorta di vassoio contenitore con coperchio di varie forme e
materiali contenente un pasto, in singola porzione, impacchettato in casa o
comprato fuori, comune nella cucina giapponese. (Fonte Wikipedia)
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo
XVII
IXI giorno
Ore
19:20
-
11 giorni all’alba
-
Usagi, credo che sia meglio andare a svegliare il tuo fidanzato,
papà sarà qui tra poco.
Dopo
la discussione avuta con Mamoru, non era andata neanche in camera vista la
vicinanza di questa con quella del suo presunto ragazzo.
Nei
momenti che seguivano ad una discussione, con chiunque non solo con Mamoru,
aveva bisogno di stare il più lontano possibile dalla fonte di stress se voleva
tornare ad essere padrona della situazione. Per questa ragione aveva deciso di
scendere nuovamente nel salone e passare il resto del pomeriggio con il fratello
e la nonna; era stato difficile stare con loro e fare finta di nulla, anzi era
certa di non esserci riuscita, ma la cosa che apprezzava maggiormente di Shingo
e sua nonna era la naturalezza con cui decifravano i suoi atteggiamenti: la
conoscevano talmente bene da sapere che in quel momento l’unica cosa di cui
necessitava era rimanere sola e sbollire la rabbia, contro Mamoru sì, ma
soprattutto contro se stessa, ecco perché non l’avevano chiamata in causa più
di tanto nel corso delle loro conversazioni.
-
Shingo, per favore, potresti andare tu? - Non aveva proprio voglia di vedere
Mamoru-sonofigoemenevanto-Chiba. Non aveva idea di come comportarsi e come poter
giustificare la sua fuga; anche perché quella di poco prima, inutile negarlo,
era stata una fuga vera e propria. Certo, poteva farla passare per una ritirata
strategica, ma in tal caso significava dargliela vinta e la cosa non la
entusiasmava per nulla. E poi, altro motivo di nervosismo era l’arrivo
imminente di suo padre.
Già,
l’idea di incontrare Kenji Tsukino non la entusiasmava per nulla, anzi, la
rendeva ancora più nervosa e scontrosa e sapeva che, se fosse salita a chiamare
Mamoru, sarebbe finita male, malissimo…
-
Non credi che sia meglio salire e sistemare le cose prima del ritorno di papà?
Perché
Shingo doveva essere sempre così razionale? Non poteva, una volta tanto, farla
contenta ed andare a svegliare Mamoru come gli aveva chiesto? E poi cavolo, che
la lasciasse riflettere in pace!
-
Non c’è nulla di sistemare…
- Quindi vi siete già lasciati?
-
Ma di cosa stai parlando?
Ok,
era chiaro come il giorno che lei e Mamoru avevano discusso, ma suo fratello non
poteva farsi i fattacci suoi? Fino a poco tempo prima lo aveva considerato un
fratello modello ma adesso… prima si metteva a fare comunella con Mamoru, dopo
non la lasciava mugugnare in pace. Ma che fine aveva fatto il suo adorato
fratello?
-
Del fatto che tu, ed il tuo fidanzato, avete discusso. Sei stata
taciturna per tutto il pomeriggio ed io e nonna siamo stati costretti più di
una volta a riportarti sulla Terra per evitare di farti affogare nei tuoi stessi
pensieri!
-
Tesoro, Shingo ha ragione. Cosa è successo con Mamoru?
Ma
perché si stavano impicciando tutti a quella maniera? Prima Shingo, che
rischiava di morire se si fosse riferito ancora una volta a Mamoru come suo
fidanzato, poi ci si metteva anche sua nonna con il suo voler sapere cosa fosse
successo. Ok, era arrabbiata, no, di più, era imbestialita ma questo non poteva
certo autorizzare la sua famiglia a parlarle come se… come si parla ad una
bambina delle elementari che ha litigato con un compagno di scuola, no. E non
era solo colpa di Mamoru, c’era anche quel piccolo particolare che
corrispondeva al nome di Kenji Tsukino, perché sembrava che tutti se ne fossero
dimenticati?
-
Nulla di che nonna, stai tranquilla! Si tratta dei nostri soliti battibecchi,
ormai ci ho fatto l’abitudine! E poi non è solo Mamoru, è che tra un po’
arriva papà ed io sono nervosa… tutto qui. - Anche se in quel
momento era più nervosa per la lite con Mamoru che per l’arrivo di suo padre.
In
ogni caso non avrebbe mai detto il perché del loro litigio, era qualcosa di
imbarazzante e privato… e poi era vero, si era trattato di uno dei soliti
battibecchi a sfondo sessuale… le bastava poco e si sarebbe ripresa come se
nulla fosse. Di solito, dopo i primi attimi di smarrimento si ritrovava a
metabolizzare il tutto abbastanza rapidamente, a dire il vero troppo rapidamente
per i suoi standard. Anche se poi… bhè poi rimaneva quel retrogusto amaro
della sconfitta che la pervadeva per delle ore, a volte anche per intere
giornate.
Non
sapeva spiegarsi neanche lei come fosse possibile, ma era come se si sentisse in
parte responsabile delle liti con l’Imbecille, anche quando lei non
aveva nessuna colpa; il più delle volte, era lui quello ad iniziare e lei si
limitava a difendersi, nulla di più. Ah, ma che andassero tutti al diavolo!
-
Sali e chiaritevi prima che papà scopra il vostro scherzetto!
-
Che scopra tutto, ormai non mi interessa più nulla! - Ed era vero. Era entrata
in quella sorta di apatia post-scontro che le lasciava addosso un senso di vuoto
all’altezza del cuore e non riusciva proprio a spiegarsi il perché di quelle
sensazioni che, in quel momento, la rendevano priva di forze. In fondo non era
la prima volta che litigavano…
- Per questa volta ti restituisco il polso, ma solo per questa volta! Però
sono sempre più sicuro che dovremmo provarci.
- Provare
cosa?
- Ad essere una
coppia vera… sarebbe divertente, non credi?
Era stato quello scambio di battute ad averla ferita maggiormente. Non
erano state le parole in sé a farle male, no. Era stato il tono beffardo con
cui erano state pronunciate, come se per loro due avere una relazione fosse solo
uno scherzo. Come se al massimo potessero permettersi un rapporto poco
impegnativo basato solo sul sesso.
Come se lei fosse solo una
bambolina buona solo a farlo distrarre... come se lei fosse uguale a tutte le
altre.
Era certa del fatto che le
sue fossero solo fisime mentali, solo suoi voli pindarici.
Era certa che Mamoru avesse
fatto solo una battuta infelice da lei male interpretata.
Era certa che lui non
intendesse nulla di ciò che lei aveva letto tra le righe, ma l’amaro in bocca
restava: Mamoru la considerava alla pari di un passatempo, né più né meno.
-
… neanche di passare tutto il fine settimana con Umino?
Le
parole di Shingo, ancora una volta, la riportarono al presente.
Ormai
era una certezza la presenza di Umino già a partire da quella stessa sera. Era
sempre stato così sin da quando suo padre aveva espresso la volontà di vederla
sposata a quel ragazzo occhialuto che conosceva da che aveva memoria. Naturalmene, la
famiglia Gurio non si era opposta a quella eventualità visto che
quell’unione poteva rappresentare un’ulteriore cementificazione dei rapporti
tra i due studi legali più importanti di Tokyo, e magari da quel matrimonio
poteva nascere anche un nuovo studio associato, possibilità che faceva comodo
ad entrambi i patriarchi della famiglia. La cosa assurda era che in quella
situazione, la felicità dei loro figli non aveva voce in capitolo. Tra
l’altro Umino, da subito, sembrava aver apprezzato l’idea di un loro
matrimonio, mentre per lei… per lei la sola idea la faceva stare male, ma
doveva ammettere che in quel momento avrebbe barattato Umino con Mamoru tanto si
sentiva avvilita.
-
Shingo! Che modi sono! Non prenderti gioco di chi non c’è. Non è colpa di
Umino-san se tuo padre ha deciso che Usagi debba sposarlo!
Sua
nonna sapeva sempre come toccare i tasti giusti. Prima ricordandole
dell’arrivo del suo amatissimo genitore e poi accennando alla piacevolissima
condizione a cui l’aveva confinata il suddetto padre: un contratto
prematrimoniale pronto per essere firmato da Kenji stesso, e dal padre di Umino,
se entro il compimento del suo ventottesimo anno di età non avesse trovato
marito. Splendido davvero! Ma poi perché tutta quell’insistenza con lei e non
con Shingo? Dopotutto suo fratello aveva trentacinque anni e l’età per il
matrimonio l’aveva superata da un pezzo. Sospettava che suo padre sapesse
dell’orientamento sessuale del figlio e per questo aveva spostato tutte le sue
aspettative su di lei. Se fosse stato davvero così, difficilmente avrebbe evitato il suo
matrimonio con Umino… ed effettivamente, a ben pensarci, non è che si
risolvesse poi molto con quel finto fidanzamento, ma era pur sempre un passo
avanti. Almeno per quel fine settimana suo padre non le avrebbe fatto pressioni
di alcun tipo e si sarebbe limitato ad osservarla, studiarla e poi attaccarla
quando avrebbe ritenuto il momento adatto per ferirla.
Ma
perché era nata in una famiglia così maledettamente tradizionalista?
-
Ok, mi avete convinta! Vado a svegliarlo!
E
poi Mamoru le chiedeva perché temeva tanto l’incontro con suo padre! Era
logico che lo temesse. Rischiava da un momento all’altro che Kenji la
obbligasse a sposare Umino senza tener fede alla parola data. Ma cosa poteva
saperne lui che era libero di fare ciò che più gli piaceva. Se Mamoru si fosse
ritrovato ad essere figlio di Kenji Tsukino cosa avrebbe fatto?
-
Mi ricordate tanto me e tuo nonno, anche noi all’inizio non potevamo
sopportarci!
Per
la prima volta in vita sua, Usagi, si ritrovò a dover dare ragione alla madre:
sua nonna ormai iniziava a dare numeri. Adesso Sakura Tsukino paragonava la sua
vita a quella della nipote, davvero assurdo!
-
Non è vero che io e Mamoru non ci sopportiamo; semplicemente non abbiamo molto
in comune e questo ci porta a litigare… e comunque tra me e lui non c’è
nulla di quello che c’era tra te e nonno, ok?
Era
meglio mettere le cose in chiaro o sua nonna si sarebbe illusa costruendo castelli, o per meglio dire grattacieli, in aria.
-
Usa-chan, ricorda che chi disprezza compra, e compra a caro prezzo!
-
Obaasan, io non disprezzo Mamoru, dico solo che noi non riusciamo ad
andare d’accordo, ma per il resto lo reputo un ragazzo normalissimo!
-
Come vuoi bambina, ma sappi che non c’è peggior sordo di chi non vuol
sentire…
Sua
nonna adorava i proverbi, di questo ne era sempre stata a conoscenza, ma adesso
stava esagerando. Perché non era chiara una volta per tutte?
-
E questo cosa c’entra?
-
Oneechan, davvero non ci arrivi?
Che
Shingo e la nonna avessero parlato di qualcosa che la riguardava mentre lei era
con la testa in un’altra dimensione?
-
Bhè, tu non vuoi ascoltare la voce del tuo cuore…
Ed
in quel momento non voleva ascoltare neanche la voce della sua amatissima nonna
ecco perché troncò la conversazione ancor prima che questa giungesse al clou.
-
Ed è molto meglio così perché credimi, se l’avessi ascoltata, già da un
pezzo saresti costretta a venirmi a trovare in un carcere di massima sicurezza
se ti venisse voglia di vedermi!
-
Sai che anch’io avevo progettato di uccidere tuo nonno?
-
Nonna, mi hai convita del tutto… vado a svegliare Mamoru! - Era meglio
interrompere lì quell’assurda discussione… anche perché oltre a Mamoru
avrebbe dovuto uccidere pure Shingo che si stava sbellicando dalle risate.
Mentre saliva le scale si decise a pensare ad un problema per volta: era
meglio chiarire subito con Mamoru e poi pensare a suo padre.
Adesso
il problema era come affrontare Mamoru, non voleva riprendere il discorso né
tanto meno voleva che lui comprendesse parte del suo turbamento, ma non poteva
fare finta di nulla, giusto? Non poteva nascondere la testa sotto la sabbia come
facevano gli struzzi… non rientrava nel suo carattere. Lei era una che
affrontava i problemi di petto ed avrebbe fatto così anche questa volta.
Avrebbe detto a Mamoru di piantarla con quelle battute a sfondo sessuale perché
lei non era come le altre e non sarebbe mai caduta nella sua rete.
O
almeno lo sperava.
Senza neanche rendersene
conto si era ritrovata davanti alla porta della camera di lui ed aveva bussato.
Una
volta, due, tre… possibile che avesse il sonno così pesante da non sentirla?
-
Pure sordo! - Non solo era un imbecille borioso, ma era anche un imbecille
borioso con il sonno pesante!
Lentamente
aveva aperto la porta mettendo la testa dentro la stanza per vedere se
effettivamente stesse dormendo, ma il letto era vuoto e dentro non c’era anima
viva, a quel punto entrare era inevitabile. Il cigolio della porta alla sua
sinistra la costrinse a girare la testa e quello che vide fu… sconvolgente.
Mamoru,
con solo un asciugamano in vita ed un altro telo più piccolo con cui si
frizionava i capelli, era appena uscito dal bagno che aveva in comune con la sua
camera da letto. Perfetto, se si fosse trovata in uno dei manga che era solita
leggere da bambina, bhè a dire il vero ogni tanto le capitava ancora di
leggerli, comunque, se si fosse trovata in uno di quei manga, la sua mandibola
avrebbe toccato terra. Per sua fortuna, era nella realtà e la prima reazione
del suo corpo fu quella di azzerare la salivazione, subito dopo le sue guance si
tinsero di un rosso pomodoro che ben si abbinava al biondo dei suoi capelli.
Mamoru,
solo dopo aver tolto l’asciugamano dal capo, si era accorto della sua
presenza.
-
U… Usagi…
Oh.
Anche lui sembrava imbarazzato. Era una fortuna, no?
-
Ehm sì… - Doveva necessariamente ritrovare il controllo del suo corpo. Per
quel giorno aveva già dato abbastanza in fatto di figuracce, era necessario
uscire con un minimo di dignità da quella situazione.
-
Aspetta un attimo…
Per
fortuna era stato lui a toglierla dall’imbarazzo e dopo quelle parole, era
sparito dentro il bagno con dei pantaloni che solo in quel momento aveva notato
sistemati sul letto…
-
Ed i boxer? - Ok! Era ufficiale: il suo cervello era andato! Era riuscita a
superare un attimo di imbarazzo per crearne un altro nel giro di quanto? Due
millesimi di secondi? Ma come le era saltato in mente di fare una domanda
simile? Era impazzita?
Respirare,
inspirare. Respirare ed inspirare.
Doveva
tornare subito padrona di se stessa, in fondo non era nulla di che. Aveva visto
Mamoru Chiba mezzo nudo, cose da tutti i giorni!
Dopo alcuni minuti, in cui stoicamente era riuscita a ripristinare la
salivazione ed a far sparire il rossore, era seriamente preoccupata. Era
impossibile che ci volesse così tanto per mettere un paio di pantaloni, Mamoru
ancora non si faceva vivo ed iniziava a chiedersi che fine potesse aver fatto,
che fosse scivolato dentro il bagno? Si
mise a sedere sul bordo del letto con gli occhi fissi sulla porta; se non fosse
uscito entro i prossimi due minuti sarebbe entrata in bagno. Fortunatamente
questa evenienza fu presto messa da parte, Mamoru era finalmente riemerso dal
suo rifugio improvvisato, con indosso solo i pantaloni.
Peccato.
-
Tutto bene? - Era stata la prima cosa che le era passata per la testa.
-
Non ti hanno insegnato a bussare prima di entrare nella camera di un uomo?
Ah
bene! Adesso l’aggrediva…
-
A dire il vero mi hanno insegnato a bussare sempre e comunque, anche quando si
entra nella camera di una donna. E comunque, io ho bussato, sei tu a non aver
sentito niente! - Se voleva buttarla sullo scontro verbale non era il caso.
Anche se aveva bisogno di scaricare l’adrenalina che si era accumulata nel
corso di quel pomeriggio, pomeriggio dannatamente sbagliato teneva a
sottolineare, non voleva perdere tempo in un’altra lite.
-
E non ti hanno detto che si deve aspettare il permesso prima di entrare?
Cosa
diceva sempre sua nonna? La parola è d’argento, il silenzio è d’oro.
Perfetto, non avrebbe parlato e non gli avrebbe dato motivo di attaccarla.
Negli ultimi cinque minuti era riuscita a rimanere seduta sul bordo del
letto guardandolo in faccia senza aprir bocca. Sapeva che si sarebbe infuriato
ancora di più ma cavoli suoi, così imparava ad essere acido!
Solo
quando Mamoru aveva indossato una camicia tirata fuori dalla sua valigia, almeno
così i suoi pensieri poco casti erano stati messi a tacere, aveva deciso che
era arrivato il momento di parlare, anche perché lui sembrava intenzionato ad
ignorarla da lì all’eternità.
-
Ero salita per svegliarti. A momenti mio padre sarà qui e volevo avvertirti. -
Ok, era riuscita a non far capire se era turbata, arrabbiata o altro. Era un
passo avanti, no?
-
Allora la farsa sta per iniziare…
Perché
le era sembrato che avesse utilizzato un tono di attesa?
-
Se sei pronto, direi di sì…
-
E la tua valigia? Se vuoi te la porto in camera.
La
sua valigia? Facendo mente locale aveva ricordato di averla letteralmente
abbandonata in quella stanza dopo la divergenza di opinione di quasi due
ore prima, indi per cui doveva essere ancora lì.
-
Hai ragione! Lascia stare, dopo ci penso io.
-
Insisto.
Così
dicendo l’aveva presa, come se si trattasse di un peso piuma e non di una
valigia dal peso di almeno quindici chili, ed era uscito lasciando la porta della
stanza aperta.
-
Se non sbaglio camera tua è questa qui accanto, giusto?
Dal
corridoio era arrivata la sua voce e questo ebbe il potere di farla alzare
dal letto su cui era seduta.
Cosa diavolo
stava facendo?
-
Mamoru ti ho detto che non occorreva, potevo pensarci io! Sai, non sono una
povera invalida!
Quando
era ormai nel corridoio, Mamoru aveva aperto la porta della sua camera ed era
entrato per uscirne subito dopo, a mani vuote.
-
Missione compiuta, possiamo andare.
Sorridendo
le aveva fatto cenno di scendere.
-
Tutto bene? - No, perché era parecchio strano il suo comportamento. Forse anche
lui, come suo padre, aspettava il momento giusto per attaccare? Impossibile,
Mamoru affondava senza fare caso al tempo, al luogo o al modo.
-
Sì. Sono pronto… se vuoi possiamo scendere.
-
Sicuro sicuro di sentirti bene? Mi sembri strano. - Forse era ancora arrabbiato
per come era entrata nella sua stanza?
-
No, sto bene, grazie. Allora andiamo?
C’era
puzza di bruciato. Mamoru stava tramando qualcosa, ne era certa.
-
Non devi dirmi niente? Magari vorresti rimproverarmi qualcosa?
-
No, assolutamente. Dovrei rimproverarti qualcosa?
Ok.
Doveva preoccuparsi.
-
Fermati! Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Mamoru Chiba? - Era praticamente
impossibile che quello che aveva davanti fosse il vero Mamoru.
-
Sei sicura di non essere tu a stare male?
-
Non dire sciocchezze! Mi spiegheresti che ti è preso? - Perché era inutile,
anche se la guardava con lo sguardo innocente come quello di un bambino, lei era
sicura che stesse nascondendo qualcosa!
-
A me nulla, sei tu quella che è strana!
-
Io non sono strana!
-
Allora mi spiegheresti il perché siamo ancora qui?
-
Sei stranamente gentile e remissivo.
-
Come scusa?
-
Ripeto: sei stranamente gentile…
-
Ho capito, ma ti rendi conto che mi sta accusando di essere gentile?!
-
So benissimo di cosa ti sto accusando, ma ti ricordo che non è normale che tu
sia gentile con me senza un secondo fine!
-
Non capisco perché tu abbia sempre da ridire sul mio comportamento?
-
Mamoru, andiamo… dimmi una volta in cui sei stato gentile con la sottoscritta
solo per il piacere di esserlo!
-
Usagi, non ti sembra di renderti ridicola da sola? Vuoi che sia un perfetto
cafone?
Lei
non voleva certo questo, ma non si spiegava il perché fosse così… umano?
Gentile? Educato?
-
Certo che no, solo che… non sembri nemmeno tu!
-
Sto cercando di essere gentile perché poco fa sono stato uno stupido, ok? Sto
cercando di farmi perdonare. Va bene adesso?
Oh. Carino da parte sua.
Adesso
capiva il perché di tutto quel pudore e gentilezza… era un gesto gentile,
cortese. Però no. No che non andava bene. Lei non sapeva come comportarsi con
un Mamoru gentile… aveva sempre avuto a che fare con la parte spigolosa di
lui, quella strafottente e sempre pronta a buttare tutto sullo scherzo, mentre
questo nuovo Mamoru… era nuovo. Sconosciuto.
Piacevole…
-
Ok! Resettiamo tutto e facciamo finta che non sia successo niente… adesso non
ho il tempo per andare dietro ai tuoi sbalzi di umore, ma sappi che… ne
riparleremo. Riparleremo anche di questo. - Più che altro adesso era lei ad
avere gli sbalzi di umore, ma non poteva soffermarsi su questo, non con
l’arrivo imminente di suo padre.
-
A quanto pare ne abbiamo di cose di cui parlare noi due…
Ed
era vero. Dovevano parlare di molte cose, due su tutte. Il rapporto di Mamoru
con il padre ed il loro rapporto. Già, dovevano parlare anche di quel loro
che non esisteva ma che faceva di
tutto per nascere. No. Basta! Doveva piantarla di pensare a lei e Mamoru come un
noi… loro erano due entità separate, e basta.
-
Non ora però. Affrontiamo un problema per volta, questo è il momento di
affrontare il mio tormento personale…
-
Non ero io il tuo tormento personale?
Ed
eccolo tornare il Mamoru con cui aveva maggiormente a che fare, quello che
conosceva meglio.
-
Oh, ma tu non sei un tormento… tu sei… peggio dell’emicrania… non sai
quando arriva, non sai quanto dura e non sai quando andrà via…
-
Non so se sentirmi lusingato o offeso…
A
dire il vero non lo sapeva neanche lei ma il paragone le era venuto naturale.
Mamoru arrivava all’improvviso, senza preavviso e le scombussolava i programmi
della giornata; rimaneva con lei fino a che ne aveva voglia e poi, così come
era arrivato, andava via. Lasciandola sola.
Vuota.
-
Però hai un primato che è unico…
-
E sarebbe?
Ok,
non stava flirtando, giusto? Lei non stava facendo la gatta morta, stava
solamente dicendo quello che le passava per la testa. In questo non c’era
nulla di male, vero?
-
Come riesci tu a non farmi pensare ai miei genitori, non ci riesce nessuno.
Grazie… - Ed in fin dei conti quello era un complimento, un signor
complimento. Voleva dire che Mamoru era capace di catalizzare tutta
l’attenzione sulla sua persona, impedendole di concentrarsi su altro…
-
Si tratta di un pregio o di un difetto?
-
In questo caso è un grandissimo pregio!
-
Se lo dici tu… ma adesso che ne dici di scendere mia dolce fidanzata?
-
Ruffiano! - Era inutile, Mamoru non riusciva ad essere gentile per più di dieci
minuti.
*****
***** *****
XIX
giorno
Ore
21:23
-
11 giorni all’alba
- Di cosa voleva parlarmi Tsukino-san?
Finalmente
l’incontro con il misterioso padre di Usagi aveva avuto luogo. A dire il vero,
era rimasto un po’ deluso nel momento in cui aveva fatto la conoscenza di
Tsukino Kenji.
Si
era aspettato un uomo totalmente diverso: più alto, vista la statura del
primogenito, ed anche ben piazzato fisicamente invece… invece si era ritrovato
davanti un uomo normale, non eccessivamente alto, forse addirittura più basso
della media, e corporatura magra; leggermente stempiato e con qualche filo
d’argento tra i capelli neri; gli occhiali neri dalla montatura rettangolare
coprivano degli occhi piccoli e castani che non avevano nulla di paragonabile a
quelli azzurri di Usagi così simili a quelli della nonna paterna, e di questo
particolare se ne accorgeva solo adesso che si ritrovava nello studio privato di
quello che era il padre della sua presunta fidanzata.
-
Vorrei sapere che intenzioni hai con mia figlia.
Quella che doveva essere una domanda, gli era suonata più che altro come un ordine. Non c'era nulla da ridire su Tsukino Kenji, andava dritto al sodo.
Subito
dopo le presentazioni ufficiali, gli aveva chiesto di incontrarsi e parlare
privatamente nello studio appena conclusasi la cena che sarebbe iniziata da lì
a poco, dopodiché non gli aveva più rivolto parola. Usagi era sbiancata non
appena aveva sentito quella richiesta e subito era corsa a stringergli la mano,
come per cercare una presa sicura per non cadere.
-
Credo che sia prematuro parlare di progetti a lungo termine, in fin dei conti io
ed Usagi stiamo insieme solo da un paio di mesi. - Fortunatamente, prima di
scendere per cenare, avevano concordato gli ultimi dettagli, quelli più
importanti che per qualche assurda ragione avevano trascurato. Dettagli riguardo
il come si erano incontrati e la durata della loro relazione; se ripensava al
corso della cena ed alle domande che la madre di Usagi gli aveva rivolto, era
stato da folli non averci pensato già prima, magari in macchina mentre erano
diretti a Nikko.
-
Ragazzo, ti sarei grato se non mi facessi perdere del tempo.
- Non capisco dove vuole andare a parare Tsukino-kun. - Perfetto,
se il padre di Usagi aveva deciso di trattarlo come un ragazzino lui avrebbe
fatto di conseguenza prendendosi quella confidenza che non gli era stata
concessa passando da un più rispettoso -san ad un più confidenziale -kun.
Non aveva avuto modo di parlare con Usagi ed ipotizzare insieme il tema del loro
incontro riservato, ma non era difficile immaginare di cosa si potesse trattare.
Durante la cena si era chiesto più e più volte cosa potesse riguardare
quell’incontro e l’unica possibile ragione era discutere di lui e di Usagi,
ma non immaginava arrivasse subito al punto.
-
Voglio solo sapere se mia figlia è un diversivo o hai delle intenzioni serie.
Adesso, mi sembra di essere stato abbastanza chiaro.
Oh,
era stato molto più che chiaro solo che non comprendeva come si potesse parlare
in questi termini della propria figlia.
-
Vede, quello che c’è tra me e sua figlia credo che debba interessare solo ed
esclusivamente noi due.
-
Dimmi, per caso sai che è già promessa Gurio
Umino?
No.
Non ne sapeva nulla e poteva immaginare perché Usagi avesse deciso di omettere
quel piccolo particolare. Adesso capiva anche perché lo stoccafisso
era stato invitato a trascorrere due giorni con loro in villa. Quella sera a
cena, poi, non capiva perché ma quel tizio gli era sembrato più imbranato di
quello che era stato la mattina in cui si erano incontrati per la prima volta al
bar. Forse era stato lui a metterlo a disagio non togliendogli quasi mai gli
occhi di dosso?
-
Io credo che debba essere Usagi a decidere con chi voler costruire il proprio
futuro. - Anche perché era impensabile che lei, con il suo carattere,
accettasse quell’imposizione senza batter ciglio.
-
Forse per gli altri è così, ma non per mia figlia. Lei è una Tsukino e deve
seguire le tradizioni della nostra famiglia.
Il
modo in cui parlava era assurdo, antico, irritante. Per tutto il tempo della
conversazione, ad essere sinceri erano solo cinque minuti scarsi, non aveva mai
chiamato Usagi con il suo nome, come se non si parlasse del sangue del suo
sangue, e non aveva mai tenuto in considerazioni quelli che potevano essere i sentimenti
della sua stessa figlia.
-
Mi permetta di dissentire. Anche la figlia del nostro imperatore ha potuto
scegliere chi sposare.
-
A che prezzo? Ha dovuto rinunciare al titolo imperiale.
-
Non credo che sia il caso di Usagi!
-
Ragazzo, vedi di non intrometterti in questioni che non ti riguardano. Stiamo
parlando di mia figlia e so io cosa è meglio per lei!
-
Il meglio per Usagi o per le sue finanze? - Ecco, alla fine aveva ceduto ed
aveva lasciato il posto a quello che era l’istinto ed aveva detto ciò che
pensava davvero mandando a fanculo la diplomazia.
-
Entrambe.
-
Le ricordo che Usagi è una donna intelligente ed indipendente e non accetterà
mai un matrimonio combinato!
-
Usagi è mia figlia ed è stata educata ad obbedire al volere dei suoi genitori.
-
Prima di tutto Usagi è sua figlia…
-
Ragazzo, non ci siamo capiti… tu la vuoi o no?
Come
si poteva essere così materialisti? Non riusciva a comprenderlo. Adesso capiva
perché Usagi non era stata così felice all’idea di tornare a casa per quel
fine settimana, chi lo sarebbe stato con un padre che ti organizzava un
matrimonio con un perfetto coglione ed una madre il cui unico pensiero è di
portare la figlia con sé dall’estetista perché altrimenti l’avrebbe fatta
sfigurare la sera successiva al ricevimento… era assurdo, gli sembrava di
essere finito in uno di quei dorama per adolescenti dove tutto era
ridotto solo ed esclusivamente all’apparenza.
-
Il punto non è se io voglio Usagi, il punto è se Usagi vuole me! - Era questo
il centro della questione. Non si trattava di contrattare il prezzo per una
macchina, si trattava del futuro di una persona, della sua vita. Con
quell’ultima affermazione aveva lasciato lo studio di Tsukino con un senso di
angoscia che non si spiegava.
E
se Usagi fosse stata costretta a sposare quel tale? Lui cosa avrebbe fatto?
-
Come è andata con mio padre?
-
Uno schifo. Secondo te come dovrebbe essere andata? - Quella domanda gli sembra
decisamente fuori luogo. Non era sufficiente guardarlo in faccia per capire che
era stato uno sfacelo su tutti i fronti?
-
Come hai detto tu, uno schifo.
Bene,
allora perché era lì? Per innervosirlo ancora di più?
-
Volevo solo ringraziarti per ciò che stai facendo. Non è semplice avere a che
fare con mio padre.
-
Non dovresti ringraziarmi tu… comunque, per evitare il matrimonio quell’ hetakuso,
sono disposto a prendermela io!
-
E sarebbe un sacrificio?
-
Consoci tua sorella, quindi puoi risponderti da solo!
*****
***** *****
XIX giorno
Ore
22:50
-
10 giorni all’alba
Tocchi
lievi, semplici carezze.
Paura
di toccarsi e di scoprirsi.
Paura
di sbagliare, di spingersi oltre.
Paura
di aprire gli occhi e vedere che non era lui.
Paura,
semplicemente paura.
-
Sei bellissima…
Stava
tremando, e non era certo per il freddo. Cosa le era preso? Perché fino a pochi
minuti prima era tutto perfetto ed adesso no? Cosa era cambiato nel giro di
pochi secondi? Perché erano solo secondi quelli che erano passati da quel bacio
alle carezze che adesso le stava regalando. Non era cambiato nulla, eppure
adesso non era più così convinta... anche se tirarsi indietro era fuori
questione.
Lente
carezze, sempre più audaci ed il cuore che batteva a più non posso, sarebbe
morta da lì a pochi minuti, se lo sentiva, e dire che aspettava quel momento da
tanto… da tutta una vita.
-
Usagi…
Gli
occhi erano chiusi e non aveva nessuna intenzione di aprirli, se lo avesse fatto
era certa che si sarebbe bloccata dalla paura.
-
Usagi, ti prego, apri gli occhi…
Perché?
Per quale motivo… si stava così bene con gli occhi chiusi e poi quelle
carezze lungo la schiena erano qualcosa di sublime…
-
Odango per favore…
Odango?
Da quando Isei la chiamava così?
E
tutto fu chiaro…
Aprì
gli occhi improvvisamente e con uno scatto si mise a sedere sul letto. Il dolore
arrivò improvviso. Si portò la mano in corrispondenza della tempia sinistra
iniziando a massaggiare.
-
Ohi che botta!
-
Ohi che botta? Ma cosa hai al posto della testa? Mi hai distrutto il
naso, dannazione!
Spostò
di poco il capo ed i suoi dubbi trovarono conferma. Mamoru si teneva il naso con
le mani e la guardava in modo torvo.
Si
era addormentata ed aveva iniziato a sognare la sua prima volta, con Isei, su
quello stesso letto.
-
Sono stata io a farti quello?
-
No, cosa dici! Mi piace ricevere testate sul naso dalle persone che dormono
senza permesso sul mio letto… non sia mai che riesca a farmi venire un naso più
bello!
Ok,
era stata lei a fargli male. Voleva ridere della situazione ma preferì
mantenere un minimo di decoro.
-
Non l’ho fatto di proposito, scusa.
-
Ci mancava anche la volontarietà, tu sei capace di malmenarmi anche mentre
dormi!
Perché
doveva essere così infantile?
-
Ti ho chiesto scusa, piuttosto fammi vedere cosa ti sei fatto!
Si
era alzata per avvicinarsi ma Mamoru era già entrato dentro il bagno,
probabilmente alla ricerca di uno specchio.
-
Assurdo, la prossima volta sei pregata di addormentarti nel tuo letto!
Era
meglio sorvolare sull’isterismo di lui, anche perché stavolta aveva ragione.
-
Mettiti seduto e fammi vedere che ti sei fatto.
-
Se ci permetti il medico sono io!
-
Se ci permetti il medico sono io, e tu sei il paziente! Siediti! - E con
una spinta lo aveva messo a sedere sul bordo della vasca da bagno.
-
Cerca almeno di essere un po’ più delicata con il mio povero naso…
-
Sai che mi sembri una di quelle donnicciole che entrano in stato confusionale
solo per un’unghia spezzata? - Si era posizionata tra le sue gambe e osservava
attentamente la parte lesa; a parte l’arrossamento dovuto al richiamo di
sangue nella zona colpita non vedeva altro.
-
Ti assicuro che una botta al naso fa molto più male di un’unghia spezzata!
-
Questo non lo metto in dubbio, ma io qui non vedo nulla, la radice del naso è
arrossata e forse è un po’ gonfia.
-
Spostati, fa vedere a me.
Si
era alzato costringendola a fare un passo indietro, imprigionandola tra il suo
corpo ed il lavabo per le mani. Mamoru fissava attentamente il suo riflesso
nello specchio, concentrandosi sul naso in particolar modo e lei si ritrovò
ancora più schiacciata contro il suo torace.
Quella
posizione era imbarazzante, terribilmente imbarazzante. Tossicchiò per attirare
l’attenzione di Mamoru.
-
Cosa c’è adesso?
Era
tonto o cosa?
-
Potresti spostarti? Mi stai schiacciando! - Il passo indietro di lui le permise
di tornare a respirare, non si era neanche accorta di aver trattenuto il fiato
fino a quel momento.
-
Ti senti bene? Sei tutta rossa!
-
Si sto bene, non preoccuparti! Adesso siedi…
Senza
protestare, Mamoru si era messo nuovamente seduto.
-
Alzeresti un po’ la testa, solo un po’. - Toccarlo era fuori discussione,
soprattutto dopo il sogno di poco prima.
La
sua prima volta con Isei. Non le capitava di ripensare a quel ragazzo da tanto
tempo ed improvvisamente puff! Prima ne parlava con lo stesso Mamoru,
naturalmente omettendo la sua reale identità, e poi lo sognava pure. A dire il
vero non ricordava di aver sognato proprio Isei, più che altro aveva sognato
quella stanza, una se stessa ancora diciassettenne ed un corpo sopra il suo…
ma che quel corpo appartenesse ad Isei non era certa visto che il ragazzo sopra
di lei era moro mentre Isei era biondo.
-
Mi fai male così…
-
Sei peggio di Ken! - In fin dei conti, con una salvietta bagnata stava solo
rinfrescando la parte arrossata.
-
E chi sarebbe questo Ken, un nuovo spasimante? - Effettivamente non è
che si sbagliava di molto.
-
Più o meno… giusto un paio di giorni fa mi ha proposto di diventare sua
moglie!
-
E perché ci sono io qui?
- Oh, aspetto che diventi grande abbastanza per presentarlo a papà… -
Era divertente prendersi gioco di Mamoru, dava quel senso di benessere come
quando si andava a scuola e si prendeva un bel voto dopo aver studiato davvero
tanto.
-
Odango, grande quanto? - E qui veniva la parte divertente.
-
Grande abbastanza per potermi sposare… credo intorno i venticinque anni, no?
-
E quanti anni dovresti aspettare?
-
Venti… - Il momento di smarrimento di Mamoru era durato giusto un attimo, poi
aveva sorriso alla sua maniera, ovvero un mezzo ghigno.
-
Bhè, meglio questo Ken che lo stoccafisso no?
-
Chi scusa?
-
Il tuo promesso sposo.
Bene,
suo padre non aveva perso tempo ed aveva messo subito le cose in chiaro. Se
sperava di avere un po’ più di libertà con Mamoru accanto si sbagliava di
grosso, suo padre stava pressando più di prima.
-
E cos’altro ti ha detto? - Si era girata non tanto per bagnare di nuovo la
salviettina, ma per evitare di guardare in faccia Mamoru. Si sentiva a
disagio… si vergognava come una ladra.
-
Mi ha chiesto che ho intenzione di fare del nostro rapporto.
-
Assurdo! Mi spiace Mamoru io…
-
Ahio! Fai piano! Se te la vuoi prendere con qualcuno, fallo con tuo padre e non
con il mio povero naso!
Mamoru
aveva ragione, tanto era presa dai suoi pensieri che aveva iniziato a passare la
salviettina con più forza del dovuto.
-
Scusami, per tutto.
-
Tutto cosa?
-
Tutto, tutto. Per essere qui questa sera. Per mio padre. Per il tuo naso. Per
averti coinvolto in questa assurda pagliacciata. Adesso scendo e spiego tutto
così potrai andare e passare il fine settimana come più preferisci! - Oddio,
ma perché si era lasciata coinvolgere in quella situazione? Tutta colpa di
Minako… al suo ritorno l’avrebbe uccisa non aveva dubbi.
-
In fin dei conti non è così male. Ho potuto approfittare di un’ottima cena
con tutti i miei piatti preferiti e di questo suppongo debba ringraziare te. Ho
una stanza che è una favola. Una finta suocera che mi adora. Una finta nonna
che mi ha raccontato la sua vita amorosa trovando parecchie analogie con la
nostra finta relazione. Un finto cognato che mi ha dato tutto il suo appoggio
per tutto o quasi… ed infine ho una finta fidanzata che ama picchiarmi per poi
prendersi cura di me.
Si
era seduta sul bordo della vasca, accanto a lui, guardandosi le mani che
stringevano ancora la salvietta con cui poco prima gli aveva tamponato il viso.
-
E del finto suocero che mi dici?
-
Riguardo al mio finto suocero preferisco non esprimermi… credo che esista
un’antipatia reciproca.
-
Di cos’altro avete parlato? - Stavolta si era girata per formulare quella
domanda che le faceva paura, sapeva comunque che era inutile. Immaginava di cosa avessero potuto parlare.
-
Di te.
Illuminante.
Questo lo sapeva già, con un gesto della testa gli chiese di proseguire.
-
Mi sembra di avertelo detto: mi ha chiesto che intenzione ho con te… ed io ho
risposto che era un po’ troppo presto per fare dei progetti…
C’era
dell’altro, lo intuiva. Conosceva suo padre e sapeva che non si sarebbe mai
fermato ad una singola domanda.
-
Ed avete parlato fino a poco fa?
-
No, dopo sono andato in giardino a fare un giro. Sai, avevo bisogno di prendere un
po’ d’aria… per caso il tuo è un interrogatorio da finta fidanzata
gelosa?
Come
al solito iniziava a fare battute deficienti.
-
Non dire sciocchezze! Volevo solo sapere di cosa avevate parlato!
-
Perché non mi hai detto del tuo fidanzamento?
Perché
se ne vergognava. Vivevano nel XXI secolo e suo padre aveva intenzione di
costringerla a sposare un ragazzo che conosceva da sempre ma che non amava
minimamente e che non avrebbe mai amato… la cosa assurda? Non aveva il
coraggio di opporsi al volere del genitore.
-
Me ne vergognavo…
-
Effettivamente il promesso sposo non è un granché!
-
Non è solo questo… io… non potrei mai amare Umino. Ci conosciamo da sempre
ma non riesco a considerarlo neanche un amico. Per me è un perfetto
sconosciuto. Non voglio essere cattiva ma è goffo, non riesce ad intavolare una
conversazione se non per più di due minuti, non ha nulla di quello che cerco in
un uomo e poi in sua compagnia mi annoio da morire.
-
Hai dimenticato qualcosa?
-
No.
-
Io credo di sì, coraggio, dillo.
-
Non devo dire un bel niente! - Anche perché non voleva essere più cattiva del
dovuto.
-
Saresti un’ipocrita se non dicessi tutta la verità.
-
Sarei ipocrita se dicessi che è importante solo quello!
-
Certo che è importante quello! Tutte le storie nascono anche grazie ad
un’attrazione fisica.
-
Ma io non mi limito a guardare solo all’aspetto esteriore. - Anche se, doveva
ammetterlo, il ragionamento di Mamoru non faceva una piega.
-
Vorresti dirmi che ti piace fisicamente?
-
No, non mi piace fisicamente! Contento adesso!? - Ma perché doveva metterla
sempre con le spalle al muro?
-
Tuo padre mi ha chiesto se ti voglio o no.
Mamoru
aveva la capacità di spiazzarla, sempre. E poi suo padre era davvero amorevole,
non c’era che dire!
-
E…
-
Ed io ho fatto la figura del fesso dicendo che dipende da te.
-
Come scusa?
-
Ti basta sapere quello che ho detto!
Come se gli avesse detto chissà cosa. A volte Mamoru erigeva un muro
invalicabile per chiunque… e lei non faceva certo eccezione. Era arrivato il
momento di mettere la parola fine a quella assurda giornata. Era stanca e non
vedeva l’ora di andare a dormire.
-
Non potevo sperare in un finto fidanzato migliore. Grazie. - Gli sorrise
alzandosi e dirigendosi verso la porta che l’avrebbe condotta in camera sua.
-
Vai via senza esserti assicurata dello stato di salute del tuo malato? Sei poco
professionale dottoressa Tsukino.
-
Sbaglio o il medico sei tu?
-
Tu hai un tocco più delicato del mio…
-
Il tuo naso è più bello di prima non preoccuparti!
-
Allora buonanotte.
-
Bhè sì, buonanotte… - Non voleva interrompere quella conversazione ma era
stanca, il pomeriggio trascorso con sua nonna e Shingo era stato piacevole,
anche se era stata poco presente, ma la tensione a causa dell’incontro che da
lì a breve si sarebbe svolto con la sua famiglia l’aveva sfinita. Suo padre
non aveva fatto brutti scherzi, a parte la richiesta di un incontro privato con
Mamoru; incontro che tra l’altro doveva essere finito in parità visto che
Mamoru non sembrava particolarmente turbato. Sua madre… sua madre era stata
semplicemente se stessa: aveva criticato il suo taglio di capelli e la poca
attenzione che prestava nell’abbinare i colori del suo abbigliamento, normale
amministrazione insomma. In fin dei conti non si era trattata di una cena
disastrosa, non più delle altre. Rimaneva solo una cosa da fare…
-
Niente bacio della buonanotte?
Ed
eccolo tornato il solito Mamoru, quello sempre pronto a fare allusioni.
-
No, nessun bacio… non te lo meriti!
-
Perché, che ho fatto?
-
Non mi hai detto di cosa hai parlato con mio padre…
-
Questa casa ha troppi occhi e troppe orecchie, quando saremo al sicuro te ne
parlerò, promesso!
Era
divertente sentir parlare Mamoru con tutta quella circospezione, era come se
davvero credesse che qualcuno li stesse spiando e lei, tanto per non lasciarlo
deluso, stava al gioco.
-
Allora facciamo così, domattina ci vediamo nel giardino qui dietro, alle sette
e trenta in punto e metti qualcosa di comodo, ci aspetta una bella scarpinata!
-
Ed il trattamento intensivo con tua madre?
Sua
madre aveva deciso di dedicarle una mattinata intera per rimetterla in sesto,
illusa! Non avrebbe mai sprecato una mattinata chiusa in un centro estetico, non
quando si trovava a Nikko e poteva passeggiare tra la campagna come non faceva
ormai da anni.
-
Tu non preoccuparti per lei, ci penserà la nonna a tenerla buona!
-
Basta che non se la prenda con me!
-
Scherzi? Dopo il modo in cui l’hai corteggiata tutta la sera? Impossibile!
Semmai darà la colpa a me dicendo che ti ho costretto a fare questa assurda
fuga e passerò per la cattiva di turno! - Infondo era sempre stato così. Anche
quando sua nonna Sakura aveva chiesto al figlio di interrompere gli assurdi
corsi di portamento sua madre le aveva dato la colpa di tutto accusando proprio lei, una bambina di poco meno di cinque anni, di
aver costretto la suocera ad interferire nel suo modo di educarla.
-
Non mi va di farti litigare con tua madre…
-
Mamoru, forse non ci siamo capiti… con te o senza di te, io questa gita la
faccio! - Non aveva certo ideato tutto così su due piedi. Aveva già avvertito
Nori-san di preparare un pranzo a sacco, e conoscendo la cuoca, era certa
che ciò che avrebbe trovato nel bento sarebbe stato sufficiente a
sfamare almeno tre persone.
-
Se insisti a farmi gli occhi da cerbiatta mi vedo costretto ad accettare, non
posso certo spezzare il tuo cuore innamorato.
Idiota.
-
Grazie Mamo-chan e buonanotte.
-
‘Notte Usako.
Aveva chiuso la porta del
bagno ritrovandosi sola nella sua stanza. Era assurda quella situazione, ma in
fin dei conti si stava divertendo più del previsto. Forse Minako poteva essere
salvata.
Era forse quella la quieta che precedeva la tempesta?
L’angolo
dell’autrice
Buongiorno o buonasera, dipende dal momento in cui leggerete questo
capitolo!
Sono
tornata e dovete ammettere che stavolta sono stata molto più rapida, non vi ho
fatto aspettare un mese come la volta precedente (sì, infatti ho fatto
attendere solo 26 giorni!).
Il
problema è che, in questo momento, all’Università è in atto una sorta di
insurrezione ad opera dei professori che si stanno rifiutando di fare esami
nelle date concordate e questo, oltre che causare nervosismo crea anche un bel
po’ di disagi perché, effettivamente, non so come organizzarmi e quali esami
sostenere. So che questa non è una buona giustificazione ma vi prego di
perdonarmi, non posso farci nulla, se non ho la mente serena non riesco a
scrivere.
A
questo aggiungete che la mia dolce metà è stata via una settimana e senza i
nostri litigi quotidiani non sapevo come andare avanti potete capire in che
stato di profonda apatia ero precipitata.
Infine
considerate che il capitolo di per sé è stato ostico, tutta colpa di Mamoru, a
questo punto potete anche capirmi. La prima parte è nata da sola, scrivendo, la
seconda è stata davvero un inferno tanto che è stata riscritta per ben tre
volte cambiando di volta in volta contenuto e stile…
Vorrei
fare alcune precisazioni, ad inizio capitolo quando Usagi è ancora con nonna
Sakura e Shingo, lei stessa afferma che Mamoru la consideri alla stregua di un passatempo…
ci terrei a sottolineare che questo pezzo è stato scritto in tempi non
sospetti, cioè il 14 ottobre, il giorno dopo la pubblicazione del capitolo XVI,
quando ancora la Divina Capa (per chi non lo sapesse mi riferisco ad Ellephedre)
non aveva aggiornato Verso l’alba con la parte relativa a Makoto e Gen.
Dico ciò a scanso di equivoci! Altra strana analogia che colgo con Verso
l’alba, magari sono solo miei fisime mentali ma è giusto dirlo, riguarda allo
scambio di battute tra Mamoru e Kenji nella mia fic, ed un pensiero che Gen
formula riguardo alla maniera calorosa con cui Makoto si riferisce ad Alexander.
Anche questo pezzo è stato scritto in tempi non sospetti, e la strana analogia
è stata già fatta presente alla stessa Ellephedre nella mia recensione al suo
ultimo capitolo.
Chiudo
qui la parte relativa alle analogie e passo all’analisi del capitolo.
Tutti
vi aspettavate di vedere e conoscere i genitori di Usagi ma così non è stato.
Non ci saranno altre presentazioni ufficiali a voi lettori, no. La storia era
nata così e così proseguirà. I signori Tsukino dovevano essere presentati in
questa maniera ed avranno lo spazio che ho stabilito all’inizio della fic e
questo non perché io non voglio dedicare loro del tempo ma solo perché la loro
presenza fisica effettiva non rientra nella trama della storia. Non vorrei
sembrarvi supponente o altro con questa dichiarazione ma è necessario mettere
le cose in chiaro, almeno per non deludervi.
Altro
tema è quello del matrimonio combinato, in Giappone chiamato omiai kekkon,
pratica
comune fino a non molti anni fa e non è scomparsa neppure oggi. Semmai è
cambiata motivazione e forma. In origine l'obiettivo era quello di legare
famiglie di pari status socio-economico, adesso a ricorrervi sono per esempio
manager tanto impegnati nel lavoro da non avere il tempo di conoscere ragazze.
Queste informazioni sono tratta dal sito Anime & Manga. Per quel che
riguarda Usagi, il matrimonio con Umino è stato stabilito da suo padre per
aumentare il prestigio della famiglia Tsukino.
Quello
che dice Mamoru, riferito alla figlia dell’Imperatore è vero. Sayako Kuroda,
figlia dell’Imperatore Akihito e dell’imperatrice Michiko, il 5 novembre
2005 sposando il non nobile Yoshiki Kuroda (di cui prese il cognome), perse il
titolo imperiale ed abbandonò, di conseguenza, la dinastia imperiale, come
richiesto dalla legge. (Fonte Wikipedia)
Con
questa ultima precisazione chiudo il capitolo sperando di avervi fatto sorridere
(soprattutto quando Mamoru esce mezzo nudo!) e non avervi deluso. Adesso passo a
ringraziare singolarmente quelle 15 fanciulle che hanno trovato il tempo per
dedicarmi qualche riga.
RINGRAZIAMENTI:
- ROMANTICGIRL:
Ciao Roxy! Adesso che il mio Lui è a Catania con me va più che bene! Sono
felice che nonna Sakura ti piaccia e sì, quel “benedetta ragazza!”
è ripreso proprio da Luna ed era giusto dare un po’ di spazio anche alla
nostra micia preferita, o no? Lo sguardo mamuresco ha fatto breccia solo
nel cuore tuo e di Sho Ryu Ken, le altre hanno sorvolato sul particolare… e
per quel loro battibeccare, che vuoi farci non sanno comunicare in altra maniera
questi due! Secondo me se gli facciamo “sbattere” le teste si sente l’eco
tanto sono vuote! Sono due zucconi e non vogliono capire nulla, ma per fortuna
c’è Mamma-Carmen che risolve tutto, coi suoi tempi ma lo farà! Per quel che
riguarda il contatto ravvicinato ti posso dire che ci sarà, quando? Segreto…
adesso però scappo dalle altre, un grosso bacio ed ancora complimenti per la
torta bellissima per gli occhi e buonissima per le papille gustative! Un
abbraccio, alla prossima!
- PINGUI79: Ciao
Kià! Allora, adesso in me si è scatenata la crisi… ma se lo scorso capitolo
era così bello, questo come le sembrerà? Rispondo io per te: uno schifo, un
po’ come Mamoru ha risposto a Shingo! Quello che sto cercando di fare è di
scrivere in parallelo quello che sono i pensieri di Usagi e Mamoru, per farlo,
però, mi serve tempo e soprattutto devo capire cosa vogliono i due personaggi.
Un errore che commettevo in passato in qualità di autrice era scrivere quello
che si aspettavano i lettori, oggi non è più così. Oggi scrivo ciò che
vogliono, a volte pretendono, i personaggi che utilizzo. Lo so che sembra
assurdo ma si crea una vera e propria interazione tra me e Mamoru (e no, non gli
faccio proposte hentai!) e tra me ed Usagi, li lascio parlare e poi scrivo tutto
nero su bianco. Per rimarcare il concetto espresso ti porto ad esempio i
genitori di Usagi. Se avessi agito come in passato avrei dedicato un capitolo
intero alla cena mentre così non è stato. I signori Tsukino sono nati come
personaggi di contorno e tali resteranno. La cena è stata presentata solo con
brevi battute, immagino che qualcuno sarà deluso da ciò ma non potevo fare
diversamente. La storia non richiede di sapere per filo e per segno cosa si
dicono i commensali a tavola ed aggiungerlo avrebbe appesantito e rovinato il
tutto. Grazie per i complimenti riguardo le battute, credo che lo scambio
diretto tra i due sia quello che mi riesce meglio, esalta pure me quando lo
scrivo. Adesso ti saluto e spero che a Vicenza le cose siano migliorate, un
abbraccio, alla prossima!
- MICINA82: Ciao
Giovanna! Ma io non voglio ucciderti, lo giuro! Solo che la mia vita purtroppo
è imprevedibile e l’assenza di una settimana del mio fidanzato partito per
Milano è coincisa con l’assenza di ispirazione (sarà che mancava il mio
adone?), strane coincidenze della vita. Se poi consideri che il mio lui si è
fatto venire l’influenza giusto al suo rientro a Catania ed io ho fatto da
crocerossina (preferita) per un’intera giornata, puoi capire perché i tempi
di aggiornamento si sono allungati ulteriormente! Ora però, ‘uaglioncella
mia, tutti questi complimenti mi fanno girare la testa! La tua arte
nell'affrescare i personaggi e modellarli e pennellare ogni minimo particolare
psicologico è stupefacente… Giovannina ma sei sicura di parlare di me?
No, perché io non credo davvero di essere così brava, sto attenta a ciò che
scrivo e come e quando lo faccio scrivere, ma ancora ne devo fare di strada per
essere definita con aggettivi (stupendi) che hai utilizzato tu! Per quel che
riguarda la valigia… ahaha… hai visto che senza conoscerti fisicamente ho
fatto riferimento alla tua vita? Povero tuo marito, lui voleva fare il macho e
conquistarti mettendo in mostra i suoi muscoli e tu lo hai ridimensionato con
una sola parola! Bravissima! Poi ti racconto la prima volta che Gio mi ha
rivolto la parola, vedi che anch’io non sono stata diversa da te. Per quel che
riguarda l’entrare nella testa dei personaggi… credo che ciò avvenga perché
sto cercando di descrivere qualcosa di realisticamente possibile ed è facile
immedesimarsi in quello che accade loro. Per quel che riguarda il dilatare i
tempi della storia non credo che si corra il rischio. Quando si dichiareranno? E
secondo te lo vengo a dire a te che poi non segui più e non leggi più? Sono
perfida per tua stessa ammissione! Ma sta tranquilla, si dichiarano e per farti
felice aggiungerò qualche scena di vita di coppia, almeno così vedrai come sarà
stare insieme… e ti assicuro, i battibecchi ci saranno… quelli sono il
condimento della vita! Adesso chiudo anch’io, se hai bisogno sai dove
trovarmi, adesso scappo alle altre recensioni, un bacio a sentirci presto…
-
M00NLIGHT: Ciao Ale! Grazie,
ma tutti questi complimenti rischiano di farmi montare la testa! Seriamente, io
non merito tutto questo gran parlare, sto migliorando questo sì, me ne accorgo
anch’io ma non sono arrivata a livelli da… urlo! Ho provato a non farti
aspettare un mese, spero di esserci riuscita, mi sono impegnata ma, come ho
detto, la parte dedicata a Mamoru è stata davvero ostica, tanto da essere stata
riscritta, di sana pianta, per ben tre volte. Spero solo che Kenji non ti abbia
deluso! Alla prossima!
- SAILORM: Ciao
Patrizia! Ma che ripetitiva, come ho avuto modo di dire i complimenti fanno
sempre piacere, molto piacere… e poi sono anch’io ripetitiva dicendo che
tutto questo clamore per la mia fic mi sembra eccessivo, non è che è tutto
‘sto grandissimo capolavoro! I loro diverbi sono il sale della mia vita,
almeno per il momento che mi trovo il fidanzato un po’ fuori fase per la sua
tesi e che quindi non può essere disturbato con questo genere di battibecchi
tra innamorati! Finalmente si è conosciuto Kenji, mi auguro solo di non averti
delusa… adesso ti saluto, alla prossima!
- SHO RYU KEN:
Ciao Irene! Allora, il fatto che tu possa recensire anche i capitoli precedenti
mi riempie di gioia (tanto che ho iniziato a ballare la Samba!), ma non devi
sentirti obbligata a farlo, sia chiaro. Non parliamo di statura, ti prego, io
come mi ha fatto notare un’utente di EFP (Pingui/Kià, sei forse tu?)
non sono bassa, sono solo diversamente alta e da quando ho scoperto
questo particolare, ogni volta che mi fanno notare la mia bassezza li
metto a tacere con questa risposta, fidanzato compreso! Per quel che riguarda il
miscelare l’orientale e l’occidentale è un lavoro un po’ lungo e
difficile che mi porta via un po’ di tempo e per questo gli aggiornamenti sono
così lunghi. In poche parole non voglio stravolgere i personaggi (eccetto
Mamoru che è così spregiudicato perché ha vissuto per un periodo di tempo
negli USA ed ha fatto propri determinati atteggiamenti occidentali che saranno
meglio espressi nel prossimo capitolo) ma voglio renderli più sciolti e meno
legati a stereotipi, spero di riuscirci davvero. Per quel che riguarda la villa
di Nikko nel prossimo capitolo, quello della festa, si dovrebbe capire meglio,
ho intenzione di descrivere il tutto per bene, senza però essere prolissa e
noiosa. Per quel che riguarda il personaggio di Arisa ha fatto una comparsata e
credo che un’altra la farà anche nel prossimo capitolo mentre per lo sguardo mamuresco,
non so perché ma solo tu e Romanticgirl lo avete colto! Si vede che le altre
erano concentrate su altro (ripetizione noiosa ma necessaria!). Per quel che
riguarda Raku mi sono divertita a scrivere di lei perché ho preso spunto da un
episodio capitato ad un amico mio, solo che quella era una paziente e non una
fidanzata e lui è dovuto andare dal primario del reparto (psichiatria) a
denunciare il fatto altrimenti avrebbe rischiato di perdere il posto. Per quel
che riguarda Mamoru, lui ci prova a rimediare ma la sua indole è quella di
corteggiatore quindi mi sa che ci saranno ancora altri momenti di tensione e
liti (vedi prossimo capitolo). Grazie per questa bella recensione, magari se hai
tempo potresti recensire anche questo capitolo qui, no? Grazie ancora ed alla
prossima!
- STELLA93MER:
Ciao Lia! Grazie per avermi rassicurato riguardo il capitolo precedente.
Effettivamente, ogni volta che scrivo un nuovo capitolo, ho il terrore di
deludere le lettrici perché io ho la storia impostata in una determinata
maniera e spesso le richieste fatte da chi legge non coincidono con la mia
visione della storia e da qui partono tutti i miei trip mentali! Conoscere la
situazione sentimentale, passata e presente, di Mamoru era inevitabile a mio
avviso perché così si delinea anche il suo personaggio. Altro problema sono i
genitori di Usagi. Nel mio immaginario il loro ruolo era quello che ho lasciato
anche in questo capitolo, mi sono detta che era inutile aggiungere altro perché
la storia non lo richiedeva. I signori Tsukino compariranno nel prossimo
capitolo, ed anche in quello successivo per poi fare i bagagli e sparire. Forse
resteranno per un po’ Shingo e la nonna ma non ne sono sicura. La storia è
stata concepita in tale maniera e non voglio cambiarla. Per quel che riguarda il
concetto di autocritica ti posso dire che hai perfettamente ragione però, se
sei come che poi ti adagi sugli allori, allora è meglio lesinare gli autocomplimenti
ed abbondare con le autocritiche! Adesso ho finito, grazie per il
sostegno, alla prossima!
- PIRILLA88:
Ciao Vale! Che bello, una delle due nane mi viene a trovare, magari cerca di
portarti anche l’altra, quella partenopea, sarei curiosa di leggere una delle
vostre recensioni congiunte solo per me… sarebbe come vincere un Nobel per la
Letteratura (i pomodori me li lancio da sola, non temere!)! Mio Dio, hai letto i
miei primi obbrobri, che vergogna! No, a parte gli scherzi, quelle storie
meritano una messa a nuovo sia dal punto di vista stilistico sia dal punto di
vista ortografico (soprattutto). Sono felice che questa storia ti piaccia, mi
rende felice sapere che questo lavoro stia riscotendo davvero tanto successo…
fic da leggere? Se vai nella mia pagina autore ci sono tra le mie preferite
molte storie su Sailor Moon, dai un’occhiata. Ma visto che leggi Verso
l’alba ti consiglio di leggere tutta la produzione di Ellephedre, conosciuta
anche come Divina Capa! Adesso chiudo, ti aspetto con la mia aretina, ok?
Un bacio, alla prossima!
- PERA11: Ciao
Sara! Prima di tutto mi spiace per la tua grave perdita; posso immaginare, ma
non posso comprendere a pieno, il tuo stato d’animo perché, come hai detto tu
stessa, ahimè, anch’io ci sono passata. Mi auguro solo che tu adesso stia
trovando la forza per andare avanti e tirarti fuori da questo momento no. Credo,
a questo punto, che sia meglio passare a temi meno pesanti e più futili: la mia
fanfiction! Grazie per l’apprezzamento riservato alla mia fanfic, non può che
rendermi felice, soprattutto per quel che riguarda il carattere dei personaggi.
Sto provando, giuro mi sto impegnando tantissimo, a mantenere quelli originali
ma contemporaneamente sto cercando di trasformarli e renderli più maturi ed
anche più adatti al contesto in cui vivono perché un conto erano gli anni
’90, quando andava in onda Sailor Moon ma anche il periodo storico in cui era
collocato temporaneamente l’anime, un conto è ambientare una fanfiction 20
anni dopo… e poi Mamoru viene da un’esperienza all’estero dove ha avuto
modo di conoscere usi e costumi di altri paesi ecco perché sembra più
spregiudicato di altri personaggi. Per quel che riguarda il concetto di
amicizia, vedo che la pensiamo alla stessa maniera. Un amico è tale perché sa
passare sopra a tutto, anche alle litigate più feroci, l’importante è non
tradire mai la sua fiducia. Allora, ti do un piccolissimo spoiler, il prossimo
capitolo dovrebbe avere come tema la perdita della verginità di Usagi e
la reazione annessa di Mamoru, ma non dico altro. Il loro punzecchiarsi è
tratto dalla mia vita quotidiana ecco perché lo scambio di battute sembra così
reale. Adesso chiudo anch’io e spero, studio e pigrizia permettendo, di
leggere un’altra tua recensione, alla prossima!
- AINECHAN: Ciao
Margherita! Ti ringrazio per questi complimenti davvero poco meritati. Lo scorso
capitolo è stato molto più semplice di questo, lo ammetto, ma non credo che
sia tutto questo capolavoro, è stato piacevole, ma i capolavori sono altri, ed
io sono ancora lontana dal riuscire a scriverne, e credimi, la mia non è falsa
modestia. Effettivamente i due già in passato hanno provato qualcosa l’uno
per l’altra, un qualcosa che oggi sta germogliando nuovamente per questo
stretto contatto voluto, preteso, da Mamoru, ma vedremo come andrà a finire!
Sakura Tsukino non subire nessuna evoluzione di sorta, rimarrà quella che avete
conosciuto, non ho eclatanti rivelazioni per lei altrimenti rischierei di
trasformare questa fanfiction da un qualcosa di realistico in un qualcosa tipo Beautiful!
Per quel che riguarda i genitori di Usagi, come hai potuto leggere nelle note
finali del capitolo, ho deciso di seguire l’idea originale della storia e non
trasformare ulteriormente i loro personaggi, non appesantirli, per una volta
sono rimasta fedele alla mia idea, spero solo di non avervi deluso. La cena è
stata descritta a tratti da Mamoru ed Usagi, ho preferito fare così piuttosto
che descrivere passo per passo quello che si erano detti e cosa avevano fatto!
Usako e Mamo-chan al momento sono ancora ai nastri di partenza e credo che non
abbiano nessuna intenzione di partire, almeno per il momento! Mi auguro che
anche questo nuovo capitolo sia stato di tuo gradimento… alla prossima!
- MARYUSA: Ciao
Mary! Come va? Adoro quella Sailor Moon fatta all’uncinetto, mi sembra di
avertelo già detto, ma lo ribadisco: sei bravissima! Non preoccuparti se non
ricordi di recensire, non sei obbligata a farlo, ma non nego che le recensioni
mi dispiacciano, al contrario, ogni volta che ne ricevo una sono al settimo,
forse ottavo, cielo! Grazie per i complimenti, ma di sto passo rischio di
montarmi la testa, davvero. Posso dirti da subito che nonna Sakura non nasconde
nulla, è proprio così, magari può sembrare un po’ svampita ma è solo
apparenza. Mamoru, nello scorso capitolo, ha lasciato libero sfogo ai suoi
ormoni ed ha rischiato di dormire fuori all’agghiaccio, meno male che Usagi è
rimasta da sola a sbollire anche se il suo caro fratello e la sua amatissima
nonna hanno cercato di farle saltare i nervi… adesso però chiudo, passo alle
altre! Grazie per i complimenti, mi fa davvero piacere sapere che la storia, ed
i personaggi, ti piacciano tanto. Alla prossima!
- LUCIAEKAITO:
Ciao Federica! Innanzitutto benvenuta e grazie per aver lasciato sia il nome che
una recensione… passando alle tue domande… bhè… non so quando aggiornerò
perché al momento cerco di conciliare studio e scrittura e per il numero di
capitoli… non saprei proprio la storia è ben delineata nella mia mente ma al
momento la parte finale è un po’ nebulosa e non so come andrà a finire…
adesso ti saluto. Alla prossima!
- HEARTRACING:
Ciao Alice e benvenuta anche a te! Ti ringrazio per i complimenti, fanno sempre
piacere (molto piacere!) ma ti assicuro che non sono così brava, c’è gente
che è molto più dotata di me… magari posso considerarmi brava perché riesco
ad andare incontro ai gusti dei lettori, ma dai, non sono un fenomeno nello
scrivere! Finalmente il capitolo nuovo è arrivato, adesso ti saluto! Alla
prossima!
- MINERVA_89:
Benvenuta tra chi commenta questa fanfiction, so che segui la mia fic da tempo e
sono felice che tu abbia deciso di lasciare anche una traccia più consistente
del tuo passaggio! Grazie di cuore! Le cose si fanno sempre più interessanti,
è vero, e per me si fanno più complicate perché non vorrei cadere nel banale
ecco perché a volte i tempi di aggiornamento si allungano ulteriormente. Con il
tempo, mica tanto, vedrai che si avvicineranno! Grazie per questa recensione,
spero di poter leggere ancora tue recensioni! Alla prossima!
- STAR86: Ciao e
benvenuta! Grazie per i complimenti ma non credo di meritarli, non ho scritto
nulla di trascendentale. Per quel che riguarda i battibecchi tra Mamoru ed Usagi
sono così frizzanti perché parte di questi sono presi dalla mia vita
quotidiana con la mia dolce metà… credo che sia questo il motivo di tanta
briosità, si tratta di qualcosa vero e per nulla costruito. Grazie per questi
complimenti, davvero. Adesso ti saluto, alla prossima!
Per adesso è tutto. Di sotto c’è un piccolo schemino con la
cronologia dei fatti. Spero che vi sia utile per raccapezzarvi.
- Usagi: nel
momento in cui inizia la storia ha 25 anni. Nel corso della sua adolescenza ha
una cotta per Mamoru; cotta che dura circa sette anni… questo periodo può
essere compreso tra i suoi 12/13 ed i 19/20 anni… perde la verginità a 17
anni con Isei un compagno di corso di Mamoru. All’età di 18 anni entra
all’università di Tokyo ma continua a soffrire a causa della sua cotta per
Mamoru.
- Mamoru: nel
momento in cui inizia la storia ha 30 anni. All’età di 22 anni lascia il
Giappone per partire per gli USA, Boston. In quel periodo si scopre attratto da
Usagi, lui addirittura afferma di aver avuto una cotta per lei, ma non dice
nulla perché deve lasciare il suo paese.
Grazie alle 45 persone
che hanno inserito la fic tra le preferite:
1.
Ainechan;
2.
Angelica82;
3.
bells7791;
4.
brescy;
5.
bunny65;
6.
Catan
7.
chichilina;
8.
dancemylife;
9.
e1994
10.
ertila;,
11.
Failenn;
12.
favola08;
13.
Florence;
14.
Gaia;
15.
GioRock;
16.
girovaghi;
17.
hoshi90;
18.
lagadema;
19.
LAS;
20.
luna88;
21.
lutrien;
22.
m00nlight ;
23.
marta86;
24.
Martina van der woodsen;
25.
maryusa;
26.
miki90;
27.
Morea_91;
28.
pinfrose;
29.
polgara ;
30.
pulcinaele87;
31.
Pulcinomi;
32.
QueenSerenity83;
33.
roby1150;
34.
roby2285;
35.
Rox;
36.
Sho Ryu Ken;
37.
stella93mer;
38.
sweet_ebe;
39.
Tappetta4;
40.
Thaila;
41.
vanny 3;
42.
verdi88;
43.
VivianaRossa;
44.
_gIuLiNa_;
45.
_sakura_;
Soprattutto
a e1994, luna88 e Sho Ryu Ken e _gIuLiNa_ le ultime arrivate. (mi spiace aver
perso giulyangel, giovywanda)
Grazie
alle 84 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:
1.
AironeSolitario;
2.
Allen_Anne_Black;
3.
Angelica82;
4.
angle;
5.
Antalya;
6.
aquizziana;
7.
artemis5;
8.
ashar;
9.
bells7791;
10.
birillo;
11.
bren;
12.
bunny1987;
13.
carmy_88;
14.
Chichilina;
15.
Cipychan87;
16.
cupidina 4ever;
17.
DeepDereck;
18.
elie84;
19.
Ellephedre;
20.
elo1401;
21.
Enza85;
22.
Failenn;
23.
Fairfax;
24.
fantasy75;
25.
Fantasy_Mary88;
26.
fasana;
27.
favola08;
28.
Frogvale91;
29.
Gaia;
30.
Gigettina;
31.
giovywanda;
32.
hoshi90;
33.
hypatia_of_alexandria;
34.
igniflia;
35.
ilary;
36.
kikka8882;
37.
kiss88;
38.
laplop;
39.
LAS;
40.
Lisanechan;
41.
LittleSimo;
42.
luciaekaito;
43.
lyn81;
44.
micina82;
45.
Miky 483;
46.
Minerva_89;
47.
Moons Tear;
48.
Morea;
49.
Morea_91;
50.
Mudvayne;
51.
muryhana;
52.
Neptune87;
53.
panuela;
54.
Pera 11;
55.
pirilla88;
56.
Pluto90;
57.
Poisonivy;
58.
PolvereDiLuna;
59.
Potter92;
60.
pulcinaele87;
61.
Ro90;
62.
romanticgirl;
63.
sailorm;
64.
sasamy;
65.
shalya;
66.
Shia;
67.
simo87;
68.
sortilegio;
69.
star86;
70.
Stefania881;
71.
Strega_Mogana;
72.
SweetCherry;
73.
Tappetta4;
74.
Toru85;
75.
Truelove;
76.
Unique;
77.
usachan;
78.
vale_129;
79.
VaMpIrA89 ;
80.
verdi88;
81.
VioletPrincess;
82.
_Maddy_;
83.
_Sofia_;
84.
_gIuLiNa_;
Un grazie
particolare a giovywanda, PolvereDiLuna, sasamy, star86 e _gIuLiNa_ le ultime
arrivate.
Grazie
alle 8 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate:
1.
Alebluerose91;
2.
chiara84;
3.
miss moonlight;
4.
Mia_Sev;
5.
Morea_91;
6.
pulcinaele87;
7.
rosy83;
8.
star86;
P.S. Una
piccolo favore: ragazze vi dispiacerebbe firmare le vostre recensioni con il
nome, almeno così quando vi rispondo posso mettere un nome e sentirvi meno
distanti! Grazie!
|
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Capitolo 19 *** Capitolo XVIII ***
Nuova pagina 1
Note:
- Chuzenji-ko:
Il lago Chuzenji (Chuzenjiko) è un bellissimo lago con rive boscose, ai piedi
del vulcano sacro del Monte Nantai ad Okunikko. Il lago è stato formato dai
flussi di lava provenienti dal vulcano, spento ormai diverse migliaia di anni
fa. Fa parte del Nikko National Park.
-
Nikko: letteralmente "luce del sole") è una città che si
trova nella regione montuosa della prefettura di Tochigi, in Giappone, circa 140
chilometri a nord di Tokyo. La città è una popolare meta turistica, in quanto
contiene numerosi monumenti storici (alcuni molto antichi) che le sono valsi
l'inserimento nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Secondo una
stima del maggio 2006 la città ospita 93.568 abitanti su di un'area di 1.450
chilometri quadrati, con una densità di 64,53 abitanti per chilometro quadrato
I monumenti più importanti della città sono il Tempio di Nikko, dedicato allo
shogun Tokugawa Ieyasu di cui è il mausoleo, il tempio dedicato a suo nipote
Tokugawa Iemitsu e il tempio di Futarasan, risalente al 767. Nella regione
circostante vi sono inoltre numerose sorgenti termali (onsen), mentre nelle
montagne a ovest della città si trova il parco nazionale di Nikko, con alcune
cascate e percorsi altamente spettacolari. Il 20 marzo 2006 la vecchia città di
Nikko si è fusa con la città di Imaichi e le municipalità di Ashio, Fujihara
e Kuiyama, dando come risultato la nuova città di Nikko. Il municipio
della nuova città si trova nell'edificio che ospitava il vecchio municipio di
Imaichi. A Nikko è nato Masaru Ibuka, co-fondatore della Sony. (Fonte
Wikipedia)
-
Mizaru, Kikazaru e Iwazaru: sono le tre scimmie
sagge che si tappano con le mani rispettivamente gli occhi, le orecchie e la
bocca,sono rappresentate in una cornice di legno nel santuario di Toshogu a
Nikko. Le parole composte “mizaru”, “kikazaru” e “iwazaru” (i nomi
delle tre scimmie) significano rispettivamente “non vedo”, “non sento” e
“non parlo”. Le tre scimmie erano le tre guardiane simboliche del mausoleo
dello Shogun Tokugawa Ieyasu a Nikko. Erano incaricate di evitare che il
chiacchiericcio dei visitatori alla tomba interrompesse il sonno dello Shogun.
Tokugawa era un uomo saggio che parlava solo di cose che conosceva oppure
preferiva semplicemente guardare lo scorrere del fiume. (Fonte Wikipedia)
-
Tifoni: in Giappone i tifoni sono numerati e non hanno nessun nome
proprio come invece potrebbe accadere negli USA.
-
Drama: in Giappone vuole dire serie televisiva, un tipo di telefilm che
dura circa 11, 12 puntate. Normalmente in Giappone danno una puntata alla
settimana, una seria dura per circa 3 mesi. Se comincia una volta la serie,
l'orario rimane fisso.
-
Parco Ichinohashi: esiste davvero e si trova nei pressi del quartiere
Azabu-Juuban dove è ambientato l'anime Sailor Moon.
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo XVIII
XX
giorno
Ore
00:54
-
10 giorni all’alba
Chiudere gli occhi e non pensare a nulla.
Chiudere
gli occhi ed immaginare un corpo invece di un altro.
Chiudere
la mente, il cuore, la ragione e lasciarsi trascinare dalle emozioni del
momento.
Aprire
gli occhi e tornare alla realtà.
Aprire
gli occhi e specchiarsi in delle pozze scure che non sono quelle desiderate.
Aprire
gli occhi, la mente, il cuore e sentirsi delle stupide perché Saitou Isei non
è Lui.
Si
dice che la prima volta sia sempre…
Aveva chiuso il diario con un gesto secco sdraiandosi sul letto. Non
voleva leggere altro. Non era giusto per i protagonisti di quelle pagine, per ciò
che c’era scritto… non era giusto per sé.
*****
***** *****
XX giorno
Ore
6:34
-
10 giorni all’alba
Quella
mattina si era svegliata piena di energie e buoni propositi; bhè a dire il vero
aveva un unico obiettivo per quella giornata: non litigare con Mamoru.
Obbligatoriamente.
Era
scesa in cucina che non erano neanche le sette ed aveva trovato Nori-san
che preparava il bento che avrebbe portato con sé; convincere la cuoca
che quello che aveva già cucinato era sufficiente per due persone – volendo,
anche per quattro – era stata un’impresa titanica ma alla fine aveva vinto
lei.
Risalita
in camera - con il bento stretto al petto come se potesse scapparle via da un
momento all’altro - aveva tirato fuori dall’armadio lo zaino che anni prima
utilizzava per le sue escursioni e, sempre dall’armadio delle meraviglie,
aveva preso anche una coperta sulla quale stendersi per consumare il pranzo.
Per
un attimo si era chiesta se non si stesse facendo prendere troppo
dall’entusiasmo: in fondo si trattava di una gita di mezza giornata, con
Mamoru tra l’altro; ragionandoci era giunta alla conclusione che no, non stava
esagerando nel prestare attenzione anche ai dettagli: era nella sua natura
essere perfezionista.
Certamente…
Aveva
sistemato tutto dentro la sacca da viaggio guardandosi attorno, come se stesse
dimenticando qualcosa di importante. Era da quando aveva aperto gli occhi che
aveva questa fastidiosa sensazione, ma non riusciva a comprendere cosa potesse
essere. Aveva controllato per ben tre volte il contenuto del suo zaino ed era
certa di non aver dimenticato nulla, era tutto lì dentro: il bento, il termos
con il the, i fazzolettini, la coperta, c’era tutto, per fino una felpa in più
nel caso avesse sentito freddo. Non aveva dimenticato nulla di nulla. Dandosi
della stupida per tutte quelle paranoie, di corsa era uscita dalla stanza, come
quando era bambina e non aveva pensieri per la testa.
Si
sentiva elettrizzata all’idea di quella giornata in campagna: era inutile
negarlo, era euforica come non le capitava da anni e comunque, tutto
quell’entusiasmo, non era certo da attribuire alla presenza di Mamoru Chiba.
No,
affatto.
La verità era che voleva
rilassarsi e fare incetta d’aria pura visto ciò che l’aspettava quella
stessa sera: la festa d’anniversario dei suoi, indi per cui, la fiera della
falsità.
Odiava le feste in
famiglia… famiglia poi era una parolona visto che i suoi genitori erano figli
unici. Non si poteva neanche contare sulla presenza dei nonni materni visto che
erano morti e sepolti da più di venti anni; lo stesso valeva per il padre di
suo padre, scomparso ancora prima degli altri. No, quella non era per nulla una
festa in famiglia.
Assolutamente.
Quella
sera ci sarebbe stata la crème della crème di tutta Tokyo, o forse del
Giappone. Non si sarebbe stupita di trovarsi a discutere con qualche deputato,
oppure un ministro, non era la prima volta che le capitava.
Suo
padre era solito circondarsi di uomini di potere e sua madre, da perfetta
compagna, pensava ad ingraziarsi le mogli, fidanzate, accompagnatrici di quei
loschi individui. Che poi, poveracci, non erano proprio loschi individui,
semplicemente lei non riusciva a tollerare gli uomini di potere e per questo li
catalogava tutti come, appunto, persone poco raccomandabili. Le davano la nausea
visto che, il più delle volte, dimenticavano che prima di essere politici erano
uomini e come tali avevano pregi e difetti, nel loro caso, poi, erano più i
difetti che i pregi. La logica del potere - o forse era la logica dei Tsukino? -
avrebbe voluto che anche lei e Shingo si comportassero alla stessa maniera ma,
fortunatamente, Kenji e Ikuko non erano riusciti a trasmettere il gene
dell’ipocrisia a nessuno dei due figli che passavano quelle serate con sorrisi
di plastica stampati in faccia, sorrisi che il più delle volte provocavano
dolori ai muscoli facciali per almeno una settimana.
Alla
luce dei fatti, quella mattina in libertà, era di vitale importanza come
l’acqua nel deserto.
Necessariamente.
In
quella prima parte di giornata, unica nota negativa sarebbe stata l’assenza
del fratello e della nonna.
Il
primo perché impegnato con il padre: dovevano discutere dello studio legale di
Montreal; come se Kenji non sapesse già tutto, compreso il numero di particelle
di polvere presenti all’interno del grattacielo di vetro e cemento dove
avevano sede gli uffici presso cui lavorava il primogenito.
Sua
nonna, invece, non si era potuta aggregare perché ormai, vista l’età, non
riusciva più a camminare per molto tempo in strade normali, figurarsi per le
stradine sterrate come quelle che portavano al lago di Chuzenji-ko, meta di
quella gita.
Solo
quando era scesa in giardino, era riuscita ad accorgersi della presenza dei
primi operai che sistemavano le decorazioni floreali negli angoli più
suggestivi del giardino, altri giravano per casa cambiando la disposizione dei
mobili e sistemando le diverse composizioni; dalla cucina si sentiva Nori-san
agitarsi ed alzare la voce contro “quegli invasori dalla erre moscia”.
Quella
si prospettava davvero come una giornata infernale, meno male che stava per
scappare!
Dalla tasca della felpa
aveva tirato fuori una mela, subito dopo il primo morso Mamoru aveva fatto la
comparsa con in viso l’espressione meno adatta ad una gita all’aria aperta.
Era evidente come il suo umore non fosse al massimo, anzi, le era apparso più
nero del solito ma aveva deciso di non darci peso. Quella mattina aveva
intenzione di rilassarsi…
E basta.
- Tutto bene? - Era pur
sempre un medico e non poteva certo far finta di nulla quando si accorgeva che
qualcuno stava male.
- Sì, grazie.
- Hai una faccia! Dormito
male?
- Sì, se l’interrogatorio
è finito possiamo andare?
Ed ecco che Mamoru lo
scorbutico, o Mamoru lo zotico come preferiva chiamarlo Rei, era tornato a farsi
vivo.
Aveva preferito tacere e far
finta di nulla, dopotutto quella mattina doveva essere rilassante, solo ed
esclusivamente rilassante. Ecco perché aveva alzato gli occhi al cielo,
sbuffato un paio di volte, cercato di contare fino a cento per poi stamparsi un
finto sorriso, come quelli che avrebbe elargito agli ospiti della festa di
quella sera, e sistemato lo zaino sulle spalle per iniziare ad incamminarsi
ignorando totalmente la pseudoconversazione appena avvenuta.
Usagi fai buon viso a
cattivo gioco, ricorda: non vuoi litigare con Mamoru e se lui sta in silenzio ciò
sarà possibile. Senza le sue battute infelici, vedrai che sarà più facile
godersi la giornata in santa pace.
E subito dopo quel pensiero
si era rimessa in marcia con l’animo un po’ più leggero e sperando nel
miglioramento dell’umore di lui nel corso della mattinata.
Dopo
quasi due ore di camminata si era dovuta ricredere: Mamoru probabilmente, per
quel giorno, aveva indetto lo sciopero della parola. Per quale ragione non era
dato saperlo, ma alla fine meglio così. Avrebbero evitato di litigare, o disquisire
animatamente come le aveva detto sua nonna giusto la sera prima.
Vista
la scarsa voglia di conversare da parte del suo compagno di avventura, aveva
iniziato a camminare ignorando totalmente il bradipo silente che
l’accompagnava in quella scarpinata. Bradipo silente che, da quando erano
partiti per quella escursione, aveva parlato solo per rispondere con pochi
monosillabi alle sue domande e sempre troncando sul nascere possibili spunti di
conversazione.
Al
diavolo Mamoru Chiba, era capace di rovinare ogni cosa anche restando in
silenzio! No, non si sarebbe fatta rovinare il suo momento di fuga dalla realtà
per colpa di un egoista, musone, insopportabile! Lei quella mattina si sarebbe
rilassata e divertita, e tutto alla faccia sua!
E
poi a Nikko - che letteralmente significava “luce del sole”, probabilmente
grazie anche giornate come quella -
era impossibile non rilassarsi. Soprattutto in quella mattina in cui il sole
tiepido della primavera scaldava la campagna circostante, illuminando e
colorando la natura che si risvegliava dal freddo sonno dell’inverno. La città
dal 1999, grazie al gran numero di monumenti storici ed ai templi, era stata
inserita tra i patrimoni dell’UNESCO e casa sua, casualmente, sorgeva proprio
nei pressi del santuario di Toshogu.
Il
perché suo padre, con le sue manie di grandezza, non fosse riuscito a far
trasferire Mizaru, Kikazaru e Iwazaru all’interno della
loro proprietà, era uno dei quesiti che si poneva da che aveva memoria.
Presumibilmente, l’unica ragione era che le tre scimmiette, essendo delle
statue, non potevano muoversi a loro piacimento anzi, a piacimento di Kenji
stesso.
Si era persa nella
contemplazione della vegetazione circostante e forse, anzi sicuramente,
l’assenza di una compagnia con cui parlare le faceva fare quei ragionamenti
assurdi. Immersa com’era nelle sue riflessioni circa la possibilità di
spostare o meno le famose tre scimmiette, non si era accorta di essere ormai in
cima alla collina che annunciava la fine della scarpinata, davanti ai suoi occhi
si presentava il Lago di Chuzenji-ko immenso come lo ricordava. Anche se non era
maggio, il paesaggio era stupendo con le foglie iniziavano a germogliare e gli
alberi non più spogli come nei mesi invernali. Il vulcano Nantai sorgeva
maestoso ed abbracciava, con i suoi fianchi larghi, l’intero paesaggio, il
lago era nato diverse migliaia di anni prima proprio in seguito ad una sua
eruzione ed adesso dormiva placido senza voler dare segno, fortunatamente, di un
nuovo risveglio.
Il sole ormai alto giocava
riflettendo i suoi raggi sulle acque placide che erano davanti ai loro occhi,
lei osservava meravigliata quei giochi di luci che rendevano quella superficie
quasi dorata. Sorrise ancora di più respirando l’aria tiepida della primavera
e, sorridendo ancora di più, si girò verso Mamoru.
- Non trovi anche tu che sia
stupendo? - Oh, era davvero magnifico, in quel paradiso niente e nessuno le
avrebbe rovinato l’umore, finalmente sereno.
- Mh.
Nessuno
eccetto Mamoru che aveva delle occhiaie da fare invidia ad un vampiro.
-
Mamoru, sicuro di stare bene?
-
Posso farti una domanda?
Non
sperava di ricevere una risposta ecco perché si era sorpresa per quella
domanda. Forse era meglio
sfruttare quel momento di normalità di Mamoru e cercare di stuzzicarlo per
farlo reagire.
-
Hai deciso di degnarmi nuovamente della parola?
Ma,
a quella sua pungente battuta, lui si era limitato ad inarcare un sopracciglio
sorpreso, o per lo meno lei aveva interpretato così quel gesto così
caratteristico di Mamoru; poi, come se nulla fosse il bradipo silente, che
miracolosamente aveva deciso di riacquistare l’uso della parola, le aveva
posto la domanda con il tono di voce più normale di questo mondo, come se le
stesse chiedendo dove era solita andare a fare la spesa.
-
Mi chiedevo solo come è stata la tua prima volta con Saitou Isei.
Ed
il suo mondo crollò portando via con sé tutta la magia data dal lago di
Chuzenji-ko.
-
Come…
- Ti ho chiesto…
-
Ho capito perfettamente! Tu cosa ne sai di questa storia?! - E si rese conto
cosa era successo… ed aveva ricordato cosa aveva dimenticato… e capì che le
sue non erano solo paranoie, assolutamente. - Il mio diario…
-
Non è colpa mia se lo hai lasciato in bella mostra sul letto della mia stanza!
-
E questo naturalmente ti ha autorizzato a leggerlo, giusto? - Era infuriata. Si
stava mordendo l’interno della guancia per evitare di parlare, di dire
troppo… soprattutto, cercava di rimanere lucida per ricordare semmai avesse
fatto il suo nome tra quelle pagine maledette.
-
Se si fosse trattato di qualcosa di davvero importante non l’avresti
dimenticato, non credi?
- Adesso quindi è colpa mia?!
Lo
guardava senza in realtà volerlo fare. Ripensava al suo diario abbandonato sul
letto e si dava della stupida per averlo dimenticato in quel modo banale.
Subito
dopo cena, mentre Mamoru era impegnato a discutere con suo padre, si era
ricordata di quel diario che giaceva nascosto in qualche parte della sua camera.
Lo aveva ricordato così, per caso, mentre cercava qualcosa da leggere in attesa
del suo ritorno. Aveva cercato ovunque quel suo vecchio amico silenzioso che
racchiudeva tutti i suoi pensieri leciti e non: nella libreria della sua stanza,
poi nei cassetti della scrivania, in fondo all’armadio ma niente di niente!
Era sparito nel nulla; peccato, voleva tornare in possesso di quel pezzo del suo
passato, magari voleva darsi della stupida per ciò che aveva provato, o creduto
di provare.
Solo
a diciassette anni si poteva credere di amare qualcuno che non si conosceva, e
lei, doveva ammetterlo Mamoru Chiba non sapeva chi fosse, né allora, né
adesso. Non ci aveva mai parlato davvero, non sapeva quali fossero i suoi sogni,
le sue ambizioni. Non sapeva nulla di lui e negli ultimi otto anni non era poi
cambiato chissà cosa.
Per
questo si era rassegnata a leggere un libro di Grisham quando all’improvviso
arrivò l’illuminazione e pum! Era scattata a sedere sul letto come se
avesse ricevuto una scossa elettrica; finalmente sapeva dove cercare quel
quaderno dalla copertina bianca rigida con una falce di luna disegnata sopra.
Aveva ricordato di averlo nascosto nella camera accanto perché… perché come
una stupida, di getto, aveva scritto tutto quello che sentiva dentro dopo quella
sua fatidica prima volta.
Aveva
scritto la paura, l’ansia, il senso di vuoto… aveva scritto mentre Isei era
in bagno.
Aveva
scritto come un fiume in piena dei suoi sogni infranti e delle sue aspettative
per il futuro… mentre Isei si faceva una doccia.
Aveva
scritto di Mamoru, di ciò che provava per lui, della voglia di rivelargli
tutto, della paura di essere rifiutata perché era solo una ragazzina… dopo
che Isei le aveva regalato la sua prima volta.
Aveva
scritto anche del senso di colpa nei confronti di Isei stesso perché le
sembrava di averlo usato, perché si sentiva meschina per aver dato voce a
quella vocina che le sussurrava nella mente che se fosse stata più donna
Mamoru, probabilmente, si sarebbe accorto di lei.
Era
stata una stupida, ingenua, sciocca e frivola ragazzina… ed aveva scritto
tutto ciò nelle pagine di quel diario; avrebbe scritto molto altro ancora se
non avesse sentito il cessare dello scroscio dell’acqua; in fretta e furia
aveva infilato il diario nel cassettone del letto.
Era
sicura di quel posto, la servitù non rimaneva mai in casa quando loro erano via
e la casa di Nikko non era particolarmente amata dai suoi genitori che la
utilizzavano solo per delle feste occasionali. Sarebbe tornata a prenderlo
successivamente, con più calma. Ma era risaputo, la vita non andava mai come la
si pianificava: due giorni dopo, era venuta a conoscenza della partenza di
Mamoru per Boston ed il mondo aveva smesso di girare… ed il diario aveva
smesso di esistere. Almeno sino a quella sera di otto anni dopo quando,
improvvisamente, aveva ricordato che la causa di tutti i suoi mali era in quella
casa ed avrebbe dormito in quello stesso letto in cui lei e Isei avevano fatto
sesso.
Si
era fiondata subito in camera di Mamoru ed aveva cercato quel diario
disperatamente, era sciocco da parte sua tutta quell’ansia perché era davvero
impossibile che Mamoru si passasse il tempo ad aprire i cassettoni del letto, ma
lei non voleva rischiare, assolutamente. Appena lo aveva trovato se l’era
stretto al petto come se si trattasse di un tesoro, aveva riacquistato fiato e
trenta anni di salute e stava per uscire quando però un bigliettino scivolò
via da quelle pagine.
Mi
sarebbe piaciuto essere il tuo Mamoru.
E se prima tutta la sua ansia le era sembrata
eccessiva, dopo aver letto quel biglietto si era resa conto di non essere
affatto esagerata ma che al contrario era stata parecchio perspicace. Aveva
letto e riletto quelle parole ed alla fine aveva messo il biglietto nella tasca
dei suoi jeans al sicuro da occhi indiscreti.
Si era presa alcuni minuti
per riordinare le idee, e per riordinare il letto di Mamoru che dopo la sua
intrusione era fuori posto. Poi, fregandosene del lavoro fatto per mettere di
nuovo tutto in ordine, si era seduta ed aveva iniziato a leggere quelle pagine
scritte quando era ancora una ragazzina piena di sogni e speranze… senza
capire come, si era sdraiata sul letto ed aveva continuato a leggere dei suoi
ricordi, dei suoi dolori, dei suoi perché.
Si
era ritrovata improvvisamente diciassettenne e con il cuore che batteva a mille
solo a restare nella stanza di Mamoru.
Si era ritrovata
improvvisamente addormentata in quel letto dove aveva ceduto la sua verginità
ad un ragazzo che non amava e che non sarebbe mai riuscita ad amare.
Adesso,
dopo otto anni, si ritrovava ad avere venticinque anni con il cuore che batteva
a mille solo perché Mamoru aveva saputo di Isei.
Adesso
si ritrovava a dover spiegare il perché delle sue azioni a qualcuno che era la
causa di tutto.
-
Non credi?
-
Come scusa? - Si era lasciata andare ai suoi ragionamenti infinitamente
infantili ed aveva perso il filo del discorso.
-
Lasciamo perdere, con te è tutto
inutile! Ma vaffanculo…
-
Tu non dici vaffanculo a me, ci siamo capiti? - Perché ogni secondo che passava
la situazione precipitava senza possibilità di salvezza? Perché sentiva il
bisogno impellente di sparire e non sentire nulla di nulla? Perché voleva far
morire Minako di una morte lenta e dolorosa? Perché la sua vita era un continuo
perché?
-
Non era indirizzato a te ma, a ben pensarci, potrebbe anche esserlo!
-
Mamoru piantala! Non sei nessuno per parlarmi in questa maniera! Ci siamo
capiti?!
-
Certo che la pianto! Non sia mai che Sua Maestà si senta minacciata da qualcuno
che usa il cervello!
Lo
odiava. Lo odiava talmente tanto da… non sapeva neanche lei come esprimere
tutta la sua rabbia.
L’unica
fortuna era che quel diario si fermava a quella notte.
L’unica
fortuna era aver ricordato che in quel diario l’unico nome fatto era quello di
Isei. Mamoru… bhè Mamoru era indicato come Lui.
-
Stai zitto… io… - Odiava restare a corto di parole. Ci mancava poco che si
mettesse le mani tra i capelli e poi sarebbe stata il ritratto
dell’irritazione, o della disperazione a seconda dei punti di vista.
-
Ti rendi conto che avevi solo diciassette anni?
-
Mi sembrava di aver già discusso su questo! Il punto è che…
-
NO! Tu avevi diciassette anni e lui ne aveva ventidue. Poteva essere denunciato
per pedofilia!
-
Ma finiscila! Ti rendi conto delle assurdità che stai dicendo? Avevo
diciassette anni e non sette! Ero sicura di ciò che stavo facendo! - Sì, era
talmente sicura d’aver chiamato Isei con un altro nome. - E questi, comunque,
non sono affari tuoi! Il punto è che…
-
Il punto è che tu sei stata un’incosciente!
-
Non hai nessun diritto…
-
Se eri così disperata potevi benissimo chiedere a me!
Improbabile.
Impossibile.
Incredibile.
Quelli
erano sinonimi per qualificare quella conversazione che sicuramente non stava
avendo luogo. Non nella sua realtà, sicuramente era finita in qualche mondo
parallelo.
-
È questo che non sopporto di te e che non sopporterò mai, dannazione!
-
Cosa? Il fatto che io ragioni con una testa, mentre tu non sai neanche cosa
significhi ragionare?
-
Ma chi diavolo ti credi di essere per parlarmi in questa maniera!? Cosa ne sai
di me? Cosa ti fa credere di potermi dire quello che vuoi?!
Ed
alla fine era esplosa, anche se non del tutto… e non c’era cosa peggiore del
trattenersi.
-
Sto solo cercando di non farti commettere i miei stessi errori, scusa tanto se
mi preoccupo per te! Ma che ti parlo a fare? È inutile, qualsiasi cosa io dica
o faccia è sempre sbagliata giusto?
- No, non ci provare! Non
devi neanche provarci! Non girare la frittata! Sei stato tu a sbagliare! Sei
stato tu a leggere il mio diario!
Sei stato tu ad essere un vero stronzo, non darmi colpe che non ho, ci siamo
capiti?
Il dito puntato sul petto di
Mamoru premeva talmente tanto da aver creato una specie di voragine al centro
del maglione che lui indossava, e lei sperava che quel crepaccio si aprisse
ancora di più inghiottendo Mamoru, e magari se stessa. Se avessero continuato
di quel passo si sarebbero scannati a vicenda perché, diversamente dal solito,
anche Mamoru pareva parecchio arrabbiato, come se a subire il torto fosse stato
lui, assurdo.
-
Vuoi che ti chieda scusa perché ho letto il tuo diario? Ok, mi spiace, non
dovevo. Ma non dirmi che ho sbagliato nel giudicarti come una stupida
incosciente perché non te lo dirò mai!
-
Mi spieghi qual è il tuo problema? Sono stata a letto con un tuo compagno di
studi, ed allora? Forse avrei dovuto scegliere te? Magari è questo il tuo
problema, il fatto di non essere stato al centro del mio mondo?
Balla,
ballissima.
Mamoru era sempre stato il centro del suo mondo. Ma questi erano solo dettagli.
Mamoru era stato al centro dei suoi pensieri per troppi anni per questo aveva
scelto Isei. Ma il punto non era certo quello, il punto era che adesso si stava
andando al di là dell’essere giusto o sbagliato. Adesso si trattava di
giudizio, perché si maledizione! Mamoru la stava giudicando per qualcosa che
lei aveva fatto e questo non era giusto! No, anche perché se c’era un
colpevole quello era Mamoru Chiba. Se lei quasi quindici anni prima non si fosse
innamorata di lui, a quest’ora non sarebbe andata a letto con Isei, e di
questo ne era ben conscia.
-
Può essere che non ci arrivi da sola?
-
No, non ci arrivo! Illuminami grand’uomo! - Perché adesso era stanca di
essere additata come una ragazzina senza cervello, voleva necessariamente capire
cosa ci fosse che non andava nella testa dell’emerito Imbecille che aveva
davanti. Anche se una parte della sua ragione le suggeriva che, in quella
situazione, gli Imbecilli erano due: un uomo ed una donna.
-
Per lui non sei stata niente di niente, se non una tacca in più sulla sua
cintura dei trofei! Adesso ti è chiaro il concetto?
-
E chi ti ha detto che per me non sia stato lo stesso? Perché dovevo provare
amore per Isei? Per quale assurdo motivo?! Non potevo semplicemente desiderare
fare sesso anch’io! Cosa…
-
Basta! Ho capito che volevi scoprire i piaceri del sesso, so perfettamente che
non eri innamorata di Isei, so tutto di tutto! Mi chiedo solo perché se eri
innamorata non sei andata direttamente dall’altro invece che…
-
Non credo che rivangare il passato possa servire a qualcosa! - Anche perché
l’altro era proprio lì, davanti a lei, ed il tono irrisorio usato da Mamoru
le aveva fatto male, molto più delle parole pronunciate.
-
Forse può servire a me per capire cosa ti passava per la testa!
-
Mamoru il passato è passato e non si può cambiare! Ti è chiaro il concetto? A
me non è chiaro il tuo voler capire!
-
Dimmi semplicemente chi era, Motoki forse? Kunzite? Chi poteva essere così…
-
Basta! Dannazione vuoi capirlo che non voglio parlare di questa storia!
-
Tu stai ancora male per lui, non è così? Tu lo pensi ancora è per questo che
non riesci ad innamorarti!
-
Stai dicendo un mucchio di cazzate! Io sarei ancora innamorata di qualcuno che
non vedo da anni? - Negare, negare, negare… mentire se fosse stato necessario.
Tutto fino alla morte. Mamoru si stava addentrando su un territorio minato e lei
non aveva nessuna intenzione di seguirlo; anche perché era assurdo, lei non era
più innamorata di lui, anzi non lo era mai stata. Cosa si faceva in quei casi?
Attaccare
per difendersi? No, non era abbastanza lucida per attaccare e piazzare bene i
suoi colpi.
Allora
avrebbe potuto darsela a gambe levate! No, non lo avrebbe mai fatto, mai
indietreggiare davanti al nemico.
Unica
soluzione era distrarre Mamoru dall’obiettivo principale, ma come? Ed intanto
era meglio rispondere se non voleva dargli ragione.
-
Probabilmente è così, ma allora spiegami perché!
-
Non mi va. - Improvvisamente si era sentita svuotata di tutte le energie ed il
suo tono di voce si era fatto basso, quasi sofferente. Fissava la punta delle
scarpe da ginnastica ma non le vedeva. Non capiva a cosa era dovuto il suo
sentirsi svuotata, priva di vita.
-
Io credo…
-
Per te è così difficile accettare un no? Non voglio parlarne con te. Non ne ho
parlato mai con nessuno di questa storia. Nessuno sa chi è e dovrei venirlo a
dire a te? Perché? -Perché era così interessato al suo passato? - Sai che ti
dico? Qui dentro c’è il nostro pranzo! Tienilo con te, io me ne torno a casa!
Con
tutta la forza che aveva, gli aveva lanciato lo zaino che aveva portato con sé
fino a quel momento. Sperava di colpirlo e magari fargli male, ma non c’era
riuscita, Mamoru aveva evitato il suo lancio con estrema facilità e lei si era
infuriata ancora di più: neanche la soddisfazione di procurargli sofferenza
fisica! Ormai imbestialita gli aveva dato le spalle dicendo addio alla sua gita
al lago. Peggio di così non poteva andare.
*****
***** *****
XX
giorno
Ore
09:45
-10
giorni all’alba
Ed eccolo lì, da solo, a godersi lo spettacolo del lago di Chuzenji-ko:
peccato che l’umore non fosse quello più adatto! Al contrario, la quiete in
cui era immerso sembrava farsi beffa del suo stato d’animo, in quel momento
preda di una vera e propria tempesta, altro che tifone 11 che nel settembre
dello scorso anno aveva colpito Tokyo.
-
Il vincitore del primo premio, come miglior coglione dell’anno è… rullo di
tamburo… Chiba Mamoru! - Ed iniziò a farsi un applauso da solo; smise quasi
subito, sentendosi ancora più idiota per quella scena patetica.
Prese
lo zaino che Usagi gli aveva lanciato, se lo mise in spalla trovandolo
particolarmente pesante… o forse era la sua coscienza sporca che iniziava a
pesare? Si incamminò verso la strada di ritorno senza perdere di vista la testa
bionda che marciava come un carro-armato un centinaio di metri avanti
rispetto a lui.
Non
aveva intenzione di raggiungerla, sapeva che Usagi aveva bisogno di sbollire la
rabbia, da sola. Fondamentalmente, anche lui doveva far sparire quella specie di
irritazione di cui era caduto vittima quando aveva iniziato a leggere quel
maledettissimo diario.
Ripensandoci,
non riusciva a capire come fosse finito a leggere quelle pagine piene di…
quelle pagine piene di sentimentalismi tipici dell’età adolescenziale.
La sera prima si era
sorpreso quando, rientrando nella sua stanza, aveva trovato Usagi che dormiva
placidamente sul suo letto. Quel diario, la fonte di tutti i suoi mali adesso lo
sapeva, neanche lo aveva notato concentrato com’era ad osservare lei che…
era meglio non ripensare a quello che il suo cervello aveva ideato per
risvegliarla, era qualcosa di vietato ai minori di quattordici anni e con Usagi
certi pensieri non poteva permetterseli perché lei era off limits, per tutta
una serie di motivi che in quel momento non ricordava, ma che la sera prima
erano stati bene impressi nella sua mente tanto da riuscire a fermarlo lì, a
pochi centimetri dalle labbra di lei. Poi, quando si era accorto che stava
iniziando ad agitarsi nel sonno, probabilmente per il freddo, si era avvicinato
per svegliarla. La sua intenzione era semplicemente chiamarla ma, dopo due
minuti buoni spesi nel vano tentativo di farla uscire dal suo mondo fatato,
aveva capito che la sua psicologa preferita aveva il sonno pesante, quindi era
passato alle maniere forti iniziando a scuoterla per una spalla.
Si
era avvicinato un po’ di più perché bisbigliava nel sonno e voleva capire
cosa stesse farfugliando l’aveva chiamata un po’ più forte con il risultato
di farla svegliare di botto colpendo lui al naso con una testata ben precisa.
Dopo
l’interludio in bagno era tornato in camera dove il diario aveva,
finalmente, attirato la sua attenzione. Si era seduto sul letto e lo aveva
sfogliato, dapprima incuriosito chiedendosi cosa potesse essere, ma dopo, quando
aveva capito di cosa si trattava si era fermato, dicendosi che era sbagliato
frugare tra i pensieri di Usagi, anche se erano passati anni e probabilmente lei
stessa non ricordava più l’esistenza di quella specie di diario.
Oggi è stata una giornata infernale, peggio delle altre. Adesso ne sono
convinta: per Lui non esisto, sono solo una stupida ragazzina di sedici anni. Me
lo ha fatto capire chiaramente, con il suo modo di fare così… suo. Forse ha
ragione Lui, solo una sciocca scriverebbe ancora sulle pagine di un diario, ma
non so con chi altri sfogare l’angoscia per questa situazione così assurda...
Aveva interrotto la lettura chiudendo con un gesto secco il diario,
chiedendosi come fosse finito sul letto della sua camera; aveva decido di non
dare più peso alla cosa e lo aveva lasciato sul ripiano del comodino
andandosene in bagno per rinfrescarsi.
Una
volta faccia a faccia con il suo naso si era lasciato andare ad una risata
bassa, per evitare di farsi sentire da Usagi che probabilmente riposava già.
Alla fine aveva esagerato di proposito, gli piaceva vederla così concentrata su
qualcosa, raramente gli era capitato osservarla con quello sguardo attento…
raramente le aveva visto quello sguardo rivolto a lui.
Era
lo stesso sguardo che aveva avuto in montagna, quando si era messa di impegno
per imparare a sciare, dopo quell’abbraccio precipitoso - in cui per la prima
volta, anche attraverso lo spessore di strati e strati di vestiti, aveva
percepito la morbidezza delle sue forme - finalmente Usagi, aveva capito che era
meglio fidarsi di lui e dei suoi consigli se non voleva passare quella vacanza
da sola in baita.
Era
lo stesso sguardo che aveva avuto quando, dopo la festa a sorpresa di Jadeite,
si erano ritrovati a casa di lei che si era fermata a sentire il suo racconto
circa la sua infanzia, le sue lamentele riguardo al rapporto con Masao, la sua
incapacità di legarsi a qualcuno in modo stabile, sorrideva Usagi, ma i suoi
occhi erano attenti pronti a cogliere il possibile significato di un suo gesto o
delle sue parole, lo ascoltava come non aveva fatto mai nessuno.
Era
lo stesso sguardo che aveva avuto quello stesso pomeriggio, quando era alla
guida del Suv; li aveva visti quegli occhi attenti sulla strada, aveva finto di
dormire, almeno inizialmente, ogni tanto buttava l’occhio su di lei per
vederla sempre attenta, ma con il sorriso sulle labbra. Bella.
Ed
infine, quello era lo stesso sguardo mentre quella sera si occupava del suo
naso, chiusi dentro un bagno. Per un attimo, la sua anima da maschio
conquistatore si era rifatta viva, si era detto di mettere da parte i buoni
propositi e passare all’azione. Quando se l’era vista così vicina aveva
creduto di perdere lucidità ed il suo amico si era pericolosamente risvegliato;
a dire il vero lo stesso era accaduto quando se l’era ritrovata davanti appena
uscito dalla doccia. Era corso in bagno chiudendosi a doppia mandata, non perché
temesse che lei gli saltasse addosso - quello lo escludeva a priori visto
l’espressione imbarazzata che aveva letto sul suo viso - ma perché temeva il
contrario: temeva di prenderla e buttarla su quel letto ed assaporare le sue
labbra e… e questo perché si era detto di lasciar perdere i suoi stupidi
giochetti con Usagi!
Aveva indossato il pigiama - e lui odiava i pigiami, li trovava
ingombranti per il loro annodarsi attorno le gambe, preferiva di gran lunga i
boxer ed al più una maglietta, ma per quei due giorni si doveva mettere il
cuore in pace, non era a casa da solo e non poteva fare come più gli piaceva -
ributtandosi sul letto ed infilandosi sotto le coperte. Le braccia dietro la
testa e fissava il soffitto, due minuti dopo la sua testa era girata verso il
comodino su cui riposava il diario. Si sentiva calamitato da quel quadernetto
vecchio e malridotto. Se ne se sentiva attratto come gli orsi con il miele. Lo
prese in mano dicendosi che non stava facendo nulla di male, in fondo, se si
fosse trattato di qualcosa di davvero importante, Usagi non lo avrebbe
dimenticato.
Aveva
sfogliato diverse pagine per poi fermarsi su di una in particolare.
Minako sospetta qualcosa, lo so, lo sento.
Mi
guarda di continuo, mi spia. È assurdo, mi sto nascondendo come una ladra, come
se stessi commettendo chissà quale reato! Alla fine sono semplicemente
innamorata dell’unico uomo che non mi calcola neanche di striscio. Oh sì
uomo, perché Lui è un uomo!
Oggi
guardavo le sue mani e le ho viste grandi, le immagino calde e delicate… lo
sono per forza perché lui è grande e grosso e può sembrare anche distante
dagli altri ma è solo apparenza, in realtà è la persona più dolce di questo
mondo, non può essere altrimenti. Lo capisco dai suoi occhi, dal suo sorriso,
dalla fossetta che si forma sul mento quando sorride, sorridesse a me ogni tanto
ed invece niente. Mi ignora, come se io non esistessi.
Non
so cosa darei per sentirlo raccontarmi dei suoi sogni, di cosa desidera, di cosa
vuole… se è felice oppure no. A volte, quando nessuno dà peso alla mia
presenza, mi fermo ad osservarlo ed allora lo vedo, quel velo di tristezza che
annebbia il suo sguardo. Ha paura anche lui, lo sento, ma cosa può temere uno
come lui?
Ha
tutto, è bello, intelligente…
Aveva interrotto lì la sua lettura chiedendosi chi
potesse essere quest’essere così perfetto! Era assurdo, Usagi doveva essere
proprio infatuata di uno così… sicuramente si trattava di un tipo con la
puzza sotto al naso troppo preso da sé per accorgersi che non era lui il centro
del mondo.
Odiava
questo genere di persone così arroganti e presuntuose, si credevano i padroni
del mondo solo perché avevano i soldi, un individuo simile come aveva potuto
fare breccia nel cuore di Usagi?
Aveva
girato altre pagine e si era fermato a leggere ancora.
Ciao Runa,
oh
sì, ti ho dato un nome, sei la mia unica confidente, è giusto che tu abbia un
nome non credi? È lo stesso che la protagonista del manga Sailor Moon aveva
dato al suo gatto! Non prendermi per stupida, è carino come nome e poi anche tu
hai una falce di Luna sulla tua copertina quindi il nome ti calza a pennello!
Comunque, non è per questo che ti scrivo!
Oggi
sono stata al Crown, sai quella sala giochi di cui tutte ne parlano, perfino Ami
vuole passarci i suoi pomeriggi, lo fa per vedere Zoicite, ne sono certa. Quei
due sono perfetti per stare insieme, due cervelloni! Immagina che conversazioni
faranno se finissero a fare coppia fissa, ma che importa, è così bello essere
innamorate!
Ma
ti dicevo, oggi finalmente sono stata al Crown e l’ho visto! Non potevo
crederci, anche lui è lì, e ti dirò, quando ho capito che serviva ai
tavoli… non ci potevo credere! Ti rendi conto, studia e lavora! Dimmi tu se
non è un ragazzo d’oro!
Ad
un certo punto però sono dovuta scappare, non sono riuscita a rimanere. Si è
avvicinato ad una ragazza e questa ha iniziato a civettare, sapessi che nervoso.
Lei era bella e poi aveva dei lunghi capelli castani, lucenti che erano la fine
del mondo, ed i miei? Sono ridicola con questi due codini! Forse dovrei cambiare
anch’io il mio aspetto per piacergli, non credi?
Era meglio fermarsi lì. Non poteva continuare a leggere tutte quelle
assurdità. Davvero Usagi credeva che per piacere a quel broccolo doveva
cambiare il proprio aspetto? Era impossibile, come poteva pensare una cosa
simile? Lei doveva piacere per ciò che era, per ciò che trasmetteva. Il suo
sorriso le illuminava il viso e questo era più di lunghi capelli castani,
lucenti.
Runa,
sono
distrutta. Perché? Cosa ho fatto di male? Mi sento vuota, sola. Mi sembra quasi
di… non so. Oggi compio diciassette anni e… lui neanche si è fermato a
farmi gli auguri. Erano tutti lì a stringermi ed abbracciarmi, a farmi i loro
più sinceri auguri mentre lui ha sorriso, mi ha fatto cenno con il capo e poi
si è messo da parte, come se io non esistessi.
Lo
odio, oggi poteva comportarsi diversamente. Avevo aspettato questo
maledettissimo 30 giugno 2002 per non so quanto tempo. Mi ero detta che, visto
che adesso siamo un po’ più in confidenza, forse mi avrebbe dato un bacio,
uno stupido bacio sulla guancia ed invece… niente! Mi ha ignorato. Di brutto.
Perché è un essere così abietto? Inizio a pensare che Minako non si sbagli
poi tanto su di lui: è un essere senza cuore.
E dire che per un po’ mi
ero illusa sai… mi era sembrato che si accorgesse di me. Avevo avuto
l’impressione che si fermasse a guardarmi, ad osservarmi. Diverse volte,
alzando gli occhi dal libro che leggevo o dal frappè che bevevo, mi era
sembrato di vederlo spostare lo sguardo rapidamente, come se temesse di essere
stato beccato mentre mi guardava, mi ero costruita castelli in aria, stupida che
non sono altro.
Nel giugno del 2002 la sua vita era
incasinata. Aveva ricevuto la proposta della borsa di studio a Boston ed era
indeciso sul partire o meno. Temeva che ci fosse lo zampino di Masao e quindi,
prima di accettare, voleva essere certo. Era proprio in quel periodo che si era
accorto di provare qualcosa per Odango, non era più una ragazzina. Era…
diversa. Attirava gli sguardi di diversi ragazzi al Crown anche se indossava
quella semplice divisa scolastica. In quel periodo aveva messo da parte i codini
ed i capelli era solita portarli liberi sulle spalle, come faceva sua cugina
Rei, e lui generalmente non era solito notare i cambiamenti delle ragazze, ma
con Usagi era stato diverso. Se ne era accorto immediatamente appena era
entrata. Con il senno di poi, sapendo il perché del suo cambiamento, non sapeva
che pensare.
Aveva
sfogliato altre pagine per poi fermarsi su di una in particolare, c’era un
nome che era ripetuto con una certa frequenza, Saitou Isei.
Sai Runa,
Saitou Isei non sarà
come Lui ma è un ragazzo dolce. Oggi mi ha portato al parco, abbiamo
passeggiato come quelle coppie che si vedono nei drama. Non era imbarazzata, per
nulla, questo credo che sia abbastanza esemplificativo del sentimento che non
provo nei suoi riguardi. Ma perché? Perché non posso innamorarmi di uno come
Isei? È carino, è pieno di attenzioni nei miei confronti. Io davvero non lo
so. L’ho conosciuto al Crown, ormai è l’unico locale che frequento, era con
Lui e bhè ci ha presentati… c’erano anche gli altri è chiaro, ma Isei mi
ha trattato subito come se fossi davvero una ragazza, una bella ragazza. Ogni
volta che ci vediamo mi fa un complimento, anche se indosso quell’orribile
divisa scolastica. Dice che mi dona parecchio, mi rende fintamente ingenua… ti
rendi conto, secondo lui sono una ragazza con alte capacità seduttive!! Conosco
i tipi come Isei, sono tali e quali a Lui, tendono a rimorchiare le ragazze, ma
che c’è di male? L’importante è non finire nella tana del lupo, no? Magari
riesco a liberarmi dalla mia ossessione per Lui, o no?
Saitou Isei, si ricordava di lui. Avevano studiato
insieme per i primi anni di università, poi, quando lui aveva deciso di
accettare la borsa di studio per Boston, i loro rapporti si erano interrotti,
senza nessuna spiegazione. Si era chiesto come mai Isei, non rispondesse mai
alle sue mail o alle sue telefonate, ma poi il lavoro lo aveva assorbito a tal
punto da non chiedersi più che fine avesse fatto Isei.
Runa,
forse ha ragione
Minako, se fossi più donna Lui si accorgerebbe di me… e per essere più donna
si deve compiere il grande passo, o almeno è così che si dice. In una delle
riviste di Mina, ho letto che una ragazza dopo aver fatto sesso diventa più
bella, più sensuale… magari è vero? Magari Lui si accorge di me, non credi?
Ho un po’ paura, non so se sono pronta. Cioè io lo voglio, ma vorrei che
fosse Lui il primo e non uno qualsiasi, ma so che se aspettassi i suoi comodi,
bhè rimarrei vergine per il resto dei miei giorni, non si accorgerà mai della
mia esistenza.
E poi mi sto
comportando davvero male con Isei, accetto la sua corte, usciamo insieme,
parliamo tutte le sere al telefono, ci vediamo quasi tutti i giorni, ogni tanto
lui mi bacia, sì mi bacia sulle labbra, ed io non mi sottraggo mai a questo
contatto, dopotutto anch’io ho bisogno di sentirmi veramente amata, non posso
continuare ad andare dietro ad un amore platonico, non credi? Però, sì lo so,
sono meschina con Isei, forse dovrei parlargli.
Non aveva mai immaginato che tra Usagi ed Isei potesse
esserci un rapporto così speciale. Non lo aveva mai sospettato. Che razza di
idiota era stato!! Cieco per di più. Usagi ed Isei avevano una sorta di tresca
e lui non se ne era accorto! Perché? Perché con tutti i ragazzi esistenti,
perché proprio Saitou Isei? Usagi, non lo sapeva che Isei era un bastardo
approfittatore che si divertiva a cambiare ragazze ogni settimana?
Oggi mi sono resa davvero ridicola.
L’ho
seguito. Uscito dal Crown l’ho seguito per conoscerlo un po’ meglio, almeno
così speravo. Fuori faceva un caldo terribile, Lui non ha fatto altro che
vagare per la città,
come se non sentisse l’afa che toglieva il fiato. Alla fine è entrato al
parco Ichinohashi e si è seduto su di una panchina sotto un albero. Era
l’occasione perfetta per andare da Lui, per passare casualmente e fermarmi a
parlare, soli, finalmente soli, ed invece no. Sono rimasta come una stupida
dietro una siepe ad osservarlo, con il sole a picco sulla testa. Aveva gli
occhiali in testa e le braccia poggiate sulle ginocchia, sembrava molto
concentrato e no, non me la sono sentita di andare a disturbarlo. Chi sono io
per piombare così nella sua vita? Che cosa sono io per Lui? Niente! La verità
è che io non lo conosco, non davvero. Mi limito a fare delle congetture su cosa
possa pensare, su cosa possa desiderare dalla vita… ma non so altro. Mi chiedo
se il mio sia un sentimento sano o no… cioè, come posso amare un ragazzo che
neanche conosco? Come posso amare un ragazzo con il quale sì e no ho scambiato
solo qualche battuta? Eppure non lo so Runa, sono davvero così disperata da
amare un ragazzo da quasi cinque anni senza in realtà sapere niente di lui?
Sono davvero messa male, non c’è che dire! Eppure non potrò mai dimenticare
il giorno in cui l’ho visto per la prima volta, il giorno in cui il mio cuore
ha iniziato a rallentare i battiti perché ero sorpresa. Oddio è vero,
generalmente quando si vede un ragazzo bello il cuore inizia a battere molto più
veloce ma il mio no; il mio ha iniziato a rallentare, quasi si è fermato, ero
totalmente rapita da quel sorriso sincero, da quell’aria un po’ misteriosa,
credo che sia stato nell’esatto minuti in cui mi ha detto “Ciao!” lì, è
iniziata la mia fine.
Secondo
te, tutto questo può essere considerato Amore?
Non sapeva se quello poteva essere considerato Amore, con la A maiuscola
come aveva scritto lei, ma sapeva che era un sintomo importante circa
l’ossessione che questo tizio era diventato per Usagi. Come si poteva essere
attratte da qualcuno che non si conosceva? Aveva continuato a sfogliare le
pagine del diario fino a quando non si era fermato su una pagina dove il primo
pensiero era seguito da un’infinità di punti esclamativi.
Runa ho deciso!!!!!!!!!!
Sì. Stasera uscirò
con Isei, come se fossimo una coppia. Mi ha invitato a cena fuori ed io ho
accettato. Andremo non so dove, è stato misterioso riguardo ciò, dopo, ho
deciso, che andremo a Nikko, da me. Sono stanca di aspettare. Non so come, ma
gli farò capire cosa voglio, dopotutto non credo che gli dispiacerà, o no?
Anche se… ho paura, tanta paura. E se non dovesse andare come spero? Io non lo
so…
Non poteva proseguire, non poteva aver letto quello che c’era scritto.
Lei non poteva aver deciso di… assurdo, non poteva essere. Non con Isei, no.
Cosa le era saltato in testa? Cosa? Perché aveva deciso di andare con Isei,
cosa poteva averla spinta ad andare proprio con lui. Perché aveva quel bisogno
di perdere la propria verginità?
Aveva
chiuso con un gesto secco il diario e lo aveva buttato in malo modo sul letto,
proprio accanto a sé. Aveva scostato la leggera coperta ed era andato in bagno
per sciacquarsi il viso. Aveva caldo. Bagnò il viso diverse volte e lo stesso
trattamento riservò anche ai capelli immergendo la testa sotto il getto
dell’acqua. Poi prese un telo ed iniziò a frizionarsi i capelli. Non voleva
pensare. Voleva svuotare la testa e dimenticare ciò che aveva letto. Voleva
dimenticare ciò che aveva pensato… voleva dimenticare… e basta. Inspirò
profondamente e guardò, un’ultima volta, il suo riflesso scotendo la testa
come a dirsi che non poteva essere. Lanciò l’asciugamano nel cesto vicino al
lavandino e tornò in camera. Si avvicinò alla portafinestra e tirò la tenda
per vedere il cielo trapuntato di stelle. La luna quella sera non si vedeva ma
il cielo era comunque spettacolare. Inspirò ancora una volta profondamente, si
girò e guardò quel diario come a volerlo incenerire con lo sguardo. Si fece
forza e tornò sotto le lenzuola. Fissò ancora la ragione del suo turbamento e
poi, alla fine, lo prese in mano. Sfogliò le pagine fino a che non arrivò
all’ultima ed iniziò a leggere. La data era sempre uguale a quella della
pagina precedente, cambiava solo l’ora. Segnava le 00:54, ironia della sorte,
il display del suo cellulare, a distanza di otto anni, rimandava lo stesso
orario, sorrise ironicamente poi aveva ripreso a leggere.
Chiudere gli occhi e non pensare a nulla.
Chiudere
gli occhi ed immaginare un corpo invece di un altro.
Chiudere
la mente, il cuore, la ragione e lasciarsi trascinare dalle emozioni del
momento.
Aprire
gli occhi e tornare alla realtà.
Aprire
gli occhi e specchiarsi in delle pozze scure che non sono quelle desiderate.
Aprire
gli occhi, la mente, il cuore e sentirsi delle stupide perché Saitou Isei non
è Lui.
Si
dice che la prima volta sia sempre…
Aveva chiuso il diario con un gesto secco sdraiandosi sul letto. Non
voleva leggere altro. Non era giusto per i protagonisti di quelle pagine, per ciò
che c’era scritto… non era giusto per sé.
Non
era giusto per i protagonisti di quelle pagine: Usagi soprattutto. Non poteva
leggere ancora i suoi pensieri. Non poteva leggere di lei che si vendeva ad un
tizio che neanche aveva un nome. Non poteva aver… non poteva aver fatto sesso
con Isei. Non con lui.
Non
era giusto per ciò che c’era scritto: per quei sogni infranti, per
quell’amore mai dichiarato. Non era giusto per quella giovane ragazza che
aveva vissuto con l’illusione di amare qualcuno che in realtà non conosceva.
Non
era giusto per sé… perché aveva scoperto di aver provato qualcosa di più di
una semplice cotta per la ragazza che dormiva a pochi metri da lui. Non era
giusto per sé che dopo otto anni sentiva ancora di provare qualcosa per lei…
qualcosa che era diventato di più di una semplice cotta.
Non era riuscito a riaddormentarsi, se non alle prime luci dell’alba.
Si era alzato intenzionato a mantenere il più totale silenzio riguardo il
diario, era meglio ignorare quello che aveva scoperto. Non voleva litigare con
Usagi, non ne aveva la forza, si sentiva svuotato… peccato che i suoi buoni
propositi si erano disciolti come neve al sole appena l’aveva vista nel
giardino della villa. La rabbia era esplosa ed era stato difficile tenere a
freno la lingua. Era stato stressante stare due ore accanto a lei e non fiatare,
se non perché costretto. Alla fine però, quando aveva visto la sua espressione
felice non era riuscito a trattenersi oltre ed aveva attaccato. Ed era stato
cattivo. Perché voleva ferirla.
Adesso sapeva perché
l’aveva attaccata a quella maniera. Era arrabbiato, furioso. Stava soffrendo a
causa di Usagi, voleva che lei capisse cosa voleva dire avere interesse per
qualcuno e non essere ricambiato… perché lui era attratto da Usagi ma lei non
sembrava interessata alla possibilità di costruire qualcosa insieme, la sera
prima glielo aveva fatto capire benissimo. Era furioso, geloso, sofferente… ed
Usagi doveva provare i suoi stessi sentimenti, per un altro che non era lui, e
per questo doveva soffrire. Era un comportamento infantile forse, ma a lui non
interessava. Non in quel momento. Non adesso che la vedeva filare come un treno
a vapore pronta a sradicare anche una foresta pur di allontanarsi da lui… e
lui non l’avrebbe lasciata andare. No. Era arrivato il momento di mettersi in
gioco, ma stavolta veramente.
Per entrambi era il momento di fare pace con la propria coscienza.
Lei doveva cancellare il passato… lui doveva accettarlo.
L’angolo
dell’autrice
Anche
se con un giorno di ritardo ecco il mio regalo di Natale!
Buon
Natale a tutti!
Ecco
finalmente il capitolo tanto atteso. Mi ha fatto un po’ penare e se non fosse
stato per Giovanna/Micina82 vi assicuro che io non sarei riuscita ad
andare avanti, quindi dite grazie a lei che mi ha aiutata leggendo in anteprima
le scene, le ha commentate e senza volerlo mi ha dato qualche idea! Se poi
aggiungete anche le minacce ed i sensi di colpa che ha suscitato nei confronti
della sottoscritta… bhè avete capito perché sono riuscita ad aggiornare!
Alcune precisazioni… il diario letto da Mamoru… non prendete per oro
colato quello che c’è scritto e quello che pensa Mamoru, vi ricordo che
quando si scrive un diario lo si fa sotto la spinta dei sentimenti provati… e
Mamoru ha interpretato quelle righe dal suo punto di vista. Non credo che si
debba aggiungere altro, risponderò al resto delle recensioni con la nuova
modalità data in dotazione da EFP! Bene, ancora buon Natale se non dovessimo
sentirci (come spero visto che teoricamente il 29 parto, teoricamente perché il
mio ragazzo ha ben pensato di farsi venire - giusto oggi - la febbre) buon Anno!
- Usagi: nel
momento in cui inizia la storia ha 25 anni. Nel corso della sua adolescenza ha
una cotta per Mamoru; cotta che dura circa sette anni… questo periodo può
essere compreso tra i suoi 12/13 ed i 19/20 anni… perde la verginità a 17
anni con Isei un compagno di corso di Mamoru. All’età di 18 anni entra
all’università di Tokyo ma continua a soffrire a causa della sua cotta per
Mamoru. Usagi vive nella prefettura di Shinagawa.
- Mamoru: nel
momento in cui inizia la storia ha 30 anni. All’età di 22 anni lascia il
Giappone per partire per gli USA, Boston. In quel periodo si scopre attratto da
Usagi, lui addirittura afferma di aver avuto una cotta per lei, ma non dice
nulla perché deve lasciare il suo paese. Mamoru vive nella prefettura di Ginza.
Grazie alle 54
persone che hanno inserito la fic tra le preferite:
soprattutto ad agnese94,
bimbastupenda, cri88, LaurenVandernoot, micia247, serenity82, Un NuOvO MoNdO MiO
E Tuo (un nome un po’ complesso a primo impatto!), vera1982 e xsemprenoi (la
mia aretina! È arrivata pure lei! *__*) le
ultime arrivate. (mi spiace aver perso giulyangel, giovywanda, micina247)
Grazie
alle 100 persone che hanno inserito la fic tra le seguite: un
grazie particolare ad ambree, bimbastupenda, daffyna, Garth Herzog, giugiu_4eve,
Isilya, JaneYumi, kishal, lilie162, pattycenfola, perrypotter, prettyvitto,
princesss, Sailor Jupiter, SidRevo, stefyna, sweetPotterina, vera1982 e _
Principessa di cristallo _ le ultime arrivate, mi spiace aver perso giovywanda e
_gIuLiNa_ e VaMpiRa89.
Grazie
alle 7 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate,
mi spiace aver
perso star86.
P.S. Una
piccolo favore: ragazze vi dispiacerebbe firmare le vostre recensioni con il
nome, almeno così quando vi rispondo posso mettere un nome e sentirvi meno
distanti! Grazie!
|
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Capitolo 20 *** Capitolo XIX ***
Nuova pagina 1
Note:
-
Legge di Murphy: è
un insieme di detti popolari nella cultura occidentale, a carattere ironico e
caricaturale. Si possono idealmente riassumere nel primo assioma, che è in
realtà la "Legge di Murphy" vera e propria, che ha dato il titolo a
tutto il pensiero "murphologico": Se
qualcosa può andar male, lo farà. Il
fortunato autore e stilatore della summa sulla "murphologia" è Arthur
Bloch. Si tratta di un compendio di frasi umoristiche il cui intento è
essenzialmente quello di deridere ogni negatività che il quotidiano propone. Il
meccanismo è ogni volta lo stesso: immagini e scenette frustranti, nelle quali
è facile per molti ritrovarsi, vengono descritte da Bloch con frasi
didascaliche, confezionate spesso e volentieri in forma statistico-matematica,
così da liberare il vissuto dal contingente, dal personale, e donargli un adito
di "validità universale", nei fatti tuttavia inesistente. (Fonte
Wikipedia)
- Oniichan:
Fratellino, impiegato in modo familiare, come una sorta di vezzeggiativo. (Fonte
Wikipedia)
- Oneechan:
Sorellina, impiegato in modo familiare, come una sorta di vezzeggiativo. (Fonte
Wikipedia)
-
Ayakashi Sisters:
in Italia conosciute come “Le quattro sorelle persecutrici” e non a caso ho
scelto proprio loro… Usagi si sentirà letteralmente perseguitata, ma non dico
altro o faccio spoiler. (nda = Nota Dell’Autore) Sono le dirette
sottoposte di Rubeus. Sono molto forti, ma i loro poteri sono limitati rispetto
a quelli dei nemici che prenderanno il loro posto. Nel manga riescono a rapire
Sailor Mercury, Sailor Mars e Sailor Jupiter, venendo però di volta in volta
eliminate da Sailor Moon. Soltanto Calaveras non riesce a rapire Sailor Venus.
Nessuno della Luna Nera sembra preoccuparsi molto della loro fine. Nell'anime
invece il loro ruolo è molto più ampio. Alla fine della serie tutte e quattro
vengono purificate dal cristallo d'argento, e finiscono per condurre una
vita normale come abitanti della Terra gestendo un negozio di profumi.
Nell'anime
il loro compito è, anche, quello di contaminare col Potere Nero del Cristallo
Corvino i punti su cui sorgerà la futura Crystal Tokyo, i Crystal Point (in
Italia Punte di Cristallo), in modo da impedirne la fondazione. (Fonte
Wikipedia)
- Gals!:
è uno Shōjo manga di Mihona Fujii che è stato pubblicato sulla rivista
Ribon dalla casa editrice Shūeisha dal 1999 al 2002. Dal manga è è stata
tratta anche una fortunata serie anime omonima (intitolata in Italia Supergals!
Tre ragazze alla moda). In Italia il manga è
stato pubblicato dalla Dynamic Italia in 10 volumi, fra il 2003 e il 2004.
L'opera è nota per essere uno spaccato di vita delle sub-culture urbane che
popolano i quartieri di Tokyo, riportandone i modi, i costumi, le ritualità ed
il linguaggio: Gals! si trova quindi costantemente a metà fra il fumetto comico
(quale è) ed il saggio sociologico (quale risulta essere). Protagonista della
storia è Ran Kotobuki, sedicenne
autoproclamatasi «la più grande gal del mondo». Ran è del tutto determinata
a vivere la propria intera esistenza seguendo i dettami etici ed estetici delle
kogal, ed anche per tale ragione ha ottenuto la reputazione della più
rispettata gal di Shibuya, dedicando la sua vita al divertimento. Tuttavia, Ran
proviene da una famiglia di poliziotti da generazioni, infatti anche i genitori
ed il fratello maggiore Yamato sono in polizia, mentre sua sorella minore, già
da bambina, sogna di intraprendere la tradizione di famiglia; Ran invece ha
altri obiettivi per il proprio futuro, benché abbia ereditato il senso della
giustizia della famiglia.
La serie ruota attorno alla vita quotidiana di Ran e delle sue due amiche Miyu
ed Aya; tramite questi due personaggi secondari la serie affronta temi piuttosto
delicati come i rapporti familiari, i problemi della crescita, le questioni
legate all'adolescenza e fenomeni sociali come l'enjo kōsai. (Fonte
Wikipedia)
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Capitolo XIX
XX
giorno
Ore
16:34
-
10 giorni all’alba
Se fosse stata di buon umore si sarebbe accorta dello splendido tramonto
che stava salutando il giorno giunto ormai al termine.
Se
fosse stata serena avrebbe sentito il cinguettio degli uccellini farle
compagnia.
Se
fosse stata felice si sarebbe fermata a respirare l’aria della primavera.
Ma
non era di buon umore, anzi, era decisamente arrabbiata e lo splendido tramonto
che si stava per lasciare alle spalle neanche lo vedeva; al contrario, davanti
ai suoi occhi non vedeva altro che un cielo plumbeo carico di pioggia.
Non
era nemmeno serena, al contrario, era tormentata e si sentiva in balia delle
onde del mare; anzi, il cinguettio degli uccelli non esisteva proprio e sentiva
solo il rombo dei tuoni… si sentiva una naufraga, al centro di una bufera,
sopra una zattera mezza sgangherata pronta ad affondare da un momento
all’altro, senza lasciarle possibilità di salvezza.
Soprattutto,
non era felice e non sentiva altro che un odore fetido di carogna in
putrefazione; considerando il fatto che qualcuno, in quell’esatto
momento, ai suoi occhi era la copia sputata di una carogna, si spiegava il perché
di quel fetore. Solo un essere abietto avrebbe potuto approfittare dei ricordi
di una adolescente, prendersi gioco della sofferenza e dei dolori di lei e poi
colpirla a tradimento e farla soffrire, di nuovo. Se si aggiungeva che
l’adolescente in questione era lei… si capiva il perché di tanto astio.
Ma
cosa ne sapeva Chiba Mamoru di lei?
Cosa
ne sapeva Chiba Mamoru del dolore che, nel corso della sua adolescenza, le aveva
causato ogni volta che le loro strade si erano incrociate?
Cosa
poteva capire quel caprone dell’amore non ricambiato di una adolescente?
Se eri così disperata potevi benissimo chiedere a me!
Idiota di un bradipo che purtroppo non era più silente! Ma se era
iniziato tutto per colpa sua! Sì dannazione, era stata tutta colpa sua! Se non
si fosse infatuata dell’essere più spocchioso esistente sul pianeta Terra
probabilmente avrebbe avuto un’adolescenza felice.
Fe-li-ce.
Ed
invece… invece aveva sofferto come un cane. No! No, ed ancora no! Non si
sarebbe rinchiusa in camera sua a piangersi addosso per colpa di un deficiente
qualsiasi! Non aveva più diciassette anni e lui non era più il ragazzo dei
suoi sogni! Probabilmente non lo sarebbe mai stato se lo avesse conosciuto
meglio.
Però
era in camera sua, si stava piangendo addosso ed aveva saltato il pranzo e non
voleva saperne di scendere per consumare qualcosa. Era dalla sera prima che non
toccava cibo, se si escludeva la mela che aveva mangiato a colazione. Doveva
necessariamente riacquistare un minimo di buon senso… e mettere qualcosa sotto
i denti prima della meravigliosa festa a cui avrebbe dovuto prendere
parte.
Basta
con le paturnie da sciocca adolescente, adesso era una donna e doveva affrontare
la vita a testa alta.
Si
era stiracchiata per abbandonare quella sorta di torpore di cui si cade vittima
quando si sta troppo tempo a letto, si era alzata intenzionata ad andare a
consumare uno spuntino fugace, tanto per non rischiare di svenire nel corso
della serata.
Sperava
solo di non incontrare Mamoru, anzi, a dire il vero, sperava proprio che lui se
ne fosse andato… ci avrebbe pensato dopo a cosa inventarsi con i suoi.
Ottimista,
forse troppo, era uscita dalla sua stanza per scendere in cucina e supplicare
Nori-san di prepararle uno spuntino veloce, nulla di complicato. Passando
davanti la camera della carogna, si impose di ignorare quella porta socchiusa.
Si stava complimentando con se stessa per la sua grandissima prova di
autocontrollo quando la voce di lui la bloccò, mandando in frantumi il
buonumore appena ritrovato.
-
Posso parlarti?
No.
Questa era stata la prima risposta che le era saltata in testa, ma era stata
subito messa da parte da un’altra idea ancora più geniale: ignoralo. E
così fece. Proseguì senza neanche guardarlo. Come se lui non fosse lì con
lei. Come se lui non le avesse parlato. Era arrivata alle scale quando il torace
di Mamoru si materializzò davanti al suo naso. Gli aveva sbarrato la strada,
perfetto.
-
Hai intenzione di ignorarmi per il resto della tua vita?
Sì.
Stavolta era stata questa la prima risposta formulata dalla sua mente ma, ancora
una volta, decise di ignorarlo. Girò e fece per tornare nella sua camera,
pazienza, avrebbe saltato lo spuntino fugace. A mali estremi estremi rimedi,
e purtroppo non poteva fare diversamente. Un passo, due passi, la porta della
sua stanza, il torace di Mamoru. Aveva deciso di farla impazzire? Prima
l’aveva umiliata, adesso si prendeva gioco di lei…
-
Devo necessariamente parlarti. Se vuoi possiamo fare così tutto il giorno, per
me non è un problema.
-
Perché non te ne sei tornato a casa, qui non hai più nulla da fare!
Ed
addio alla tattica dell’ignorare la carogna che puzza. Ma dopo tutto era stato
lui a portarla a quella reazione. Era stata dura? Forse, ma non le interessava,
la rabbia covata nei suoi confronti non era scemata in quelle ore, per nulla. Ed
alla fine era esplosa mandando a quel paese il proposito di ignorarlo. Peccato
che lui sembrava essere del tutto integro nonostante l’esplosione. Non ne
poteva più della sua presenza asfissiante.
-
Ascolta Usagi…
Ascolta
Usagi? Ma era impazzito? Cosa gli faceva credere che lei sarebbe rimasta lì,
ferma e buona ad ascoltarlo? Fin troppe volte gli aveva dato la possibilità di
spiegare i suoi atteggiamenti rozzi e da cavernicolo, ma adesso basta! Non gli
avrebbe permesso di prendersi gioco ancora di lei!
-
No! Ascoltami tu razza di deficiente, rozza canaglia che non sei altro! Non ho
nessuna intenzione di passare un solo minuto in tua compagnia, cerca di starmi
alla larga, hai capito?
-
E cosa dirai a tuo padre?
-
Non sono affari tuoi!
-
Dannazione Usagi ho sbagliato, hai ragione! Non avrei dovuto leggere il tuo
diario, ma non puoi…
-
Non posso cosa? Ma ti rendi conto delle assurdità che dici? Cosa hai in quella
testa cosa?
Credeva
davvero che dandole ragione lei si sarebbe messa il cuore in pace ed avrebbe
dimenticato tutto? Credeva davvero che avrebbe dimenticato il modo in cui
l’aveva guardata? Come l’aveva giudicata senza sapere la verità dei fatti?
Senza sapere se lei era stata felice di quella scelta oppure no? Cosa voleva
saperne Chiba Mamoru dell’inferno che le aveva fatto vivere durante la sua
adolescenza; cosa ne sapeva lui dei pomeriggi trascorsi in camera a piangere
perché lui non l’aveva degnata di un misero sguardo… cosa ne poteva sapere
lui dei sogni di una ragazzina infranti davanti ad un muro di indifferenza?
-
Ascoltami, io… andiamo a questa festa, ne riparleremo dopo, ok?
-
No, ascoltami tu! Non esiste nessuna relazione, nes-su-na, quindi non occorre la
tua presenza a nessuna feste e le tue spiegazioni puoi benissimo riservarle ad
un’altra, sono stata chiara!?
No,
non era stata chiara visto che la carogna l’aveva presa per un braccio
costringendola ad entrare in camera sua. Era tutto dannatamente sbagliato e lei
si stava piegando, di nuovo, alle richieste di lui. Non poteva permetterlo!
-
Ignorami! Insultami! Picchiami! Ma lasciami parlare!
-
No! Dannazione, non voglio sentire…
E
più cercava di allontanarsi da lui e più indietreggiava. Si sentiva in
trappola.
-
Stai zitta!
-
IO NON STO ZITTA!
-
VUOI LASCIARMI SPIEGARE, DANNAZIONE!
-
TI È SALTATO IN TESTA CHE IO NON VOGLIO LE TUE DANNATE SPIEGAZIONI?
La
gola le bruciava a causa delle urla. Si sentiva le guance in fiamme e sapeva di
sembrare una donna isterica, ma non le importava. Era cosciente del fatto che se
avessero continuato ad urlare così tanto, probabilmente, si sarebbe radunata
una gran folla dietro la porta della sua camera ma, a dire il vero, non le
interessava minimamente. In quel momento la cosa che più le premeva era che
Mamoru uscisse dalla sua stanza e che la lasciasse finalmente libera dalla sua
insopportabile presenza.
Riportò
una ciocca dietro l’orecchio e questo gesto fece sorridere Mamoru e quel
sorriso la fece imbestialire ancora di più. Doveva mettere fine a quella
stupida pagliacciata altrimenti sarebbe finita ricoverata in qualche istituto di
igiene mentale.
-
Non mi importa se non vuoi sentirmi, tu adesso ti siedi e mi ascolti ugualmente!
E
con un gesto secco, Mamoru l’aveva costretta a sedere sul letto.
Prima
reazione a quell’imposizione era stato il lancio, verso la figura di Mamoru,
di un maglione abbandonato sul letto. Se c’era una cosa che si doveva evitare,
necessariamente, era dare ordini ad Usagi Tsukino perché, così facendo, si
otteneva solo di scatenare ancora
di più la sua ira.
-
Vattene via, adesso!
E
già, il fatto che lei non urlasse più doveva mettere in allerta Mamoru, ma si
sapeva, gli uomini erano definiti tali perché lenti di comprendonio e così la
carogna continuava ad imporre le sue scelte.
-
No, fino a che non mi ascolterai!
Seconda
reazione a quella nuova imposizione il diario, stranamente di nuovo in suo
possesso, diretto alla fronte di Mamoru. Peccato che lui avesse schivato il
colpo.
-
Continua pure ad usarmi come bersaglio, ma di qui non mi muovo!
-
Fermati e lasciati colpire!
Non
era stata una cosa intelligente da dire, ma era quello che pensava realmente.
Peccato che Mamoru non volesse essere per nulla collaborativo. Ad ogni lancio,
un libro, una lampada, un pupazzo, un portapenne, lui si avvicinava sempre più,
fino a che non se lo ritrovò davanti, a bloccarle i polsi senza nessuna
difficoltà schiacciandole la schiena sul materasso… con il torace di lui a
contatto con il seno di lei.
-
Adesso ti calmi e mi ascolti.
La
prima reazione a quella posizione sconveniente era stata quella di rimanere
immobile, imbarazzata, con le gote che si tingevano di rosso per un improvviso
aumento dell’afflusso di sangue al viso. Per un attimo, solo uno, guardò le
labbra di lui, ma poi il tono derisorio della mattina tornò vivo nelle sue
orecchie… lo stesso tono che aveva usato pochi secondi prima. Mamoru le aveva
parlato come… come si parla ad una bambina capricciosa che non vuole prendere
la medicina e no! No! Lei non era una bambina capricciosa e Mamoru non era la
medicina.
-
Toglimi le mani di dosso o inizio ad urlare.
Mamoru
sorrise e lei si infuriò ancora di più. Era logico no, lei lo minacciava e lui
se la rideva. Lui si schiacciò ancora un po’ su di lei che riuscì a sentire
il fiato caldo solleticarle il collo. Per un solo istante chiuse gli occhi
deglutendo per ciò che aveva immaginato… il respiro era corto ed il caldo
aumentava. Poi, come se nulla fosse, ritrovando il lume della ragione parlò di
nuovo, con voce per nulla decisa, al contrario, sembrava una liceale impaurita,
e per questo si maledisse per l’ennesima volta.
-
Te lo ripeto: toglimi le mani di dosso o inizio ad urlare.
-
Ed io troverei un modo per zittirti.
Ed
il guizzo che lesse negli occhi di lui non le piacque per nulla.
-
Lasciami andare.
Stava
attingendo a tutta la sua pazienza, scorta compresa, per rimanere calma e non
prenderlo a schiaffi, sempre se fosse riuscita a liberare le mani. Ma forse
sarebbe riuscita a non pestarlo a sangue visto che Mamoru aveva lasciato i suoi polsi e si era alzato dal letto
permettendole così di respirare normalmente.
-
Posso parlare?
Sì,
decisamente era stata premiata. Mamoru aveva messo da parte i suoi modi
arroganti e le stava parlando con più… delicatezza? Era meglio però non
farsi stupide illusioni, la carogna che era in lui era sempre pronta a tornare a
galla, da un momento all’altro.
-
Hai esattamente cinque minuti.
-
Facciamo dieci?
No,
si era sbagliata. I modi arroganti, Mamoru non sapeva metterli da parte e la
carogna era parte integrante del suo essere. Così come il sorriso da pesce
lesso che le stava mostrando in quel momento.
-
I minuti a tua disposizione sono diventati due.
-
Ok… ok. Allora… ho sbagliato a leggere il tuo diario.
-
Questo già lo hai detto.
-
Ok…
-
Hai detto pure questo.
Era
odiosa? Sì, ma non le importava. Il suo unico scopo era esasperarlo. Infantile
come comportamento? Probabile, ma Mamoru era stato più maturo di lei leggendo
il suo diario? No, per nulla. Quindi meritava la sua vendetta. Non gli avrebbe
reso le cose semplici, per nulla.
-
Mi fai parlare oppure no?
-
Finora non hai detto nulla di nuovo!
-
Secondo te è facile parlare quando il tuo interlocutore ti guarda come se fossi
l’essere più schifoso del pianeta?
-
Non è colpa mia se sei l’essere più schifoso del pianeta!
E
si era trattenuta dall’identificarlo come una carogna. Doveva ammettere che
stava facendo dei progressi impressionanti. Se quell’incontro si fosse svolto
solo un’ora prima, probabilmente, di Mamoru non ne sarebbe rimasto nulla tanto
era furiosa.
-
Usagi dannazione ho sbagliato a leggere il tuo diario, ma tu come avresti
reagito a leggere quello che… quello che c’era scritto!
-
Non lo so come avrei reagito, ma posso assicurarti che io non avrei mai letto il
diario di un’altra persona!
-
Vedi! È inutile parlare con te, pretendi di avere ragione su tutto, non è così?
Ok,
c’era qualcosa che non andava. Pretendeva di avere ragione su tutto? Ma era
un’assurdità bella e buona! In quel caso lei aveva ragionissima! Era stato
lui ad essere nel torto più marcio che poteva esistere, non poteva pensare
davvero di poter risolvere il tutto con un semplice “Mi dispiace, non avrei
dovuto.”
C’era
qualcosa che le sfuggiva. Le mancava un passaggio. Era come se davanti ai suoi
occhi si trovassero infiniti tasselli di un puzzle ma non sapeva da dove
iniziare. Vedeva che tutti si incastravano tra loro alla perfezione, ma non
erano la perfezione. Doveva tornare a ragionare a mente lucida ed evitare di
farsi prendere dalle emozioni. Era chiaro come il sole che Mamoru stava provando
a dirle qualcosa, anche se i modi erano alquanto discutibili. Ma doveva capire
dove voleva andare a parare il cervello bacato di quell’idiota.
-
Dimmi perché hai letto il mio diario.
Se
con il dialogo non si arrivava ad un punto, tanto valeva passare
all’interrogatorio. E tanto valeva tornare ad essere una donna matura e
responsabile e rimettere l’Usagi adolescente nell’andito più remoto della
sua mente. Non aveva bisogno di comportarsi con una ragazzina, soprattutto
adesso che si trovava di fronte a Mamoru.
-
Sono stato spinto dalla curiosità.
Poteva
essere una risposta accettabile, se non fosse che quello che aveva davanti era
Chiba Mamoru e lui non dava mai risposte accettabili, anzi, per correttezza, non
dava mai risposte. Cercava di deviare i discorsi su altri lidi, ma non era
stupida, e soprattutto aveva ripreso ad essere padrona della situazione, del
dialogo.
-
Dimmi perché hai letto il mio diario.
Non
lasciarsi prendere dalla rabbia e trattare Mamoru come faceva con i proprio
pazienti. Dopotutto, le prime volte, era riuscita a comunicare con lui… perché
nell’ultimo periodo aveva dimenticato di essere una psicologa?
Perché con Mamoru sei semplicemente Usagi.
-
Per conoscerti.
Era preparata a tutto,
tranne alla verità.
Nonostante
la sorpresa, però, riuscì a rimanere lucida e a non far trapelare nessuna
emozione. Era una maschera. Era una psicologa. Era una donna.
-
Stiamo già provando a conoscerci, leggendo il mio diario hai solamente perso la
mia fiducia.
-
Io non ho mai avuto la tua fiducia.
La
parte razionale, quella legata al suo lavoro, le suggeriva di non controbattere
a ciò che era stato detto, al contrario, il suggerimento era di dare corda a
Mamoru e farlo parlare, farlo aprire ulteriormente così da comprendere cosa
volesse dire davvero. Ma, la parte istintiva, la vera Usagi, ruggiva quasi a
sentire quelle parole: lui la stava accusando di… di aver recitato una parte,
quando in realtà lei aveva fatto di tutto per… non lasciarsi travolgere dai
ricordi del passato.
-
La fiducia è un sentimento che va conquistato… e comunque, per ottenere la
fiducia di qualcuno ci vuole tempo.
Ed
era davvero così. Mamoru non poteva pretendere che in venti giorni lei si
fidasse completamente, ciecamente, di lui. Era qualcosa di impensabile,
inconcepibile. La fiducia era come una pianta: si piantava il piccolo seme, lo
si innaffiava e si attendeva che germogliasse. Mamoru non aveva piantato nessun
seme e non si era mai preso briga di volerlo fare.
-
Tu hai mai provato davvero a darmi fiducia?
E
quella domanda le aveva troncato definitivamente le gambe.
No.
Non aveva mai provato. Era difficile da ammettere, ma non aveva mai provato.
Dare fiducia era… mettere nelle mani di qualcuno una parte di sé e lei non
aveva nessuna intenzione di mettere nelle mani di Mamoru se stessa, neanche una
misera parte. Probabilmente era prevenuta, era malfidata, ma a causa di Chiba
Mamoru aveva sofferto tantissimo e no, non aveva mai preso in considerazione
l’idea di potersi fidare di lui.
-
Perché dici così?
-
Perché è la verità. Con me non sei mai stata Usagi.
Perché
con Mamoru sei semplicemente Usagi.
Con me non sei mai stata Usagi.
C’era un abisso tra quello
che pensava lei e quello che pensava lui. Ma, in fin dei conti, poteva dargli
torto? Non era forse vero? Non aveva ragione Mamoru? Con lui era sempre stata
una psicologa. Una ragazzina viziata. Una bambina… ma non era mai stata Usagi.
Mai.
Perché con Mamoru sei semplicemente Usagi.
No,
con Mamoru era semplicemente una bugiarda.
-
Cosa hai scoperto leggendo il mio diario.
-
Che Usagi è una romantica sognatrice… e qualcuno le ha spezzato il cuore.
Assurdo!
No, era assurdo, inverosimile, quasi tragicomico se non si fosse trattata della
sua vita. Lui che cercava di capire chi lei fosse… lui che si chiedeva chi
potesse averle spezzato il cuore… lui… lui che sembrava in pena per lei.
Assurdo.
Impossibile.
Inconcepibile.
Inaccettabile.
Doloroso.
Perché con Mamoru sei semplicemente Usagi.
Con
Mamoru non sarebbe mai stata semplicemente Usagi perché non voleva soffrire
ancora a causa sua.
-
Sei fuori strada. Assolutamente. Nessuno mi ha spezzato il cuore per il semplice
motivo che il diretto interessato non mi ha mai rifiutata.
Perché
specificargli tutto? Perché doveva iniziare proprio da lì ad essere sincera?
-
E perché?
-
Perché non ha mai saputo niente. Mamoru, quello che hai letto riguarda il
passato, avevo diciassette anni e la testa piena di sciocche frivolezze.
Sciocche
frivolezze che lo vedevano come protagonista indiscusso dei suoi sogni più
intimi, ma questo adesso non lo riguardava.
-
Amare per te è una sciocca frivolezza?
-
Non si può amare una persona che non si conosce, non credi?
E
lei non sapeva nulla di quel Chiba Mamoru e, in fondo in fondo, non sapeva
niente neanche di quello presente.
-
È quello che mi sono detto anch’io solo che… perché ti sei arrabbiata
tanto?
Perché
si era arrabbiata tanto? Perché non ricordava se c’era scritto il suo nome in
quelle pagine e perché…
-
Mi sono sentita violata. Forse per te è una sciocchezza ma è la verità. Come
ti sentiresti se qualcuno entrasse nei tuoi pensieri e ci sguazzasse senza
nessun ritegno?
-
Io non ho sguazzato senza nessun ritegno tra i tuoi pensieri.
-
Oh certo! Perché non hai riso quando hai letto di come mi sono comportata per
uno stupido ragazzo che non vedeva al di là del proprio ego. Non hai riso
quando hai letto di come mi struggevo d’amore per lui. Non ti sei divertito ad
immaginarmi vittima di pene d’amore. Andiamo Mamoru! Ti ho servito su di un
piatto d’argento un modo in più per prenderti gioco della sottoscritta, per
sfottermi.
-
Mi sembra di non aver fatto nulla di tutto ciò!
-
Ne sei sicuro? Sbaglio o sei stato tu a dirmi che sono stata una stupida a
fidarmi di Isei!
-
E ne sono tuttora convinto! Isei ti ha solo sfruttato. Si è fatto una bella
scopata e via!
-
Non parleresti così se sapessi come è finita!
Dannata
lei e la sua lingua. Mai che riuscisse a mettersi un cerotto in bocca! Ma che
qualcuno le spari un colpo in testa quando le salta in mente di parlare! Doveva
contare fino a dieci prima di parlare!
-
E come è finita? Vi siete giurati amore eterno?
-
Ecco! È questo il tuo problema! Perché devi essere sempre così maledettamente
velenoso?!
-
Io non sono velenoso…
-
Ah no? Ed allora dimmi perché devi disprezzare Isei? Sbaglio o è tuo amico?
-
Io ed Isei non ci parliamo da quando sono partito per Boston!
Questo
lo ignorava.
-
Chissà perché!
-
Non esiste un perché! Dall’oggi al domani è sparito dalla mia vita… a
questo punto so a chi devo dire grazie!
Ed
a quel punto aveva taciuto perché si sentiva veramente responsabile, anche se
non capiva il perché…
Mi
sarebbe piaciuto essere il tuo Mamoru.
Ecco il perché. Quel bigliettino stava a significare
che per Isei non si era trattato di una botta e via… ma questo non poteva
dirlo a Mamoru.
-
Mi dispiace ma non capisco in che modo io possa essere responsabile del vostro
allontanamento.
E
quelle parole avevano tutto un altro significato.
-
Esisteva una specie di regola. Mai andare con le amiche di Rei. Si sarebbero
creati troppi casini.
-
Cioè, fammi capire… esisteva un codice segreto? Ma eravate scemi o cosa?
Credevate che fossimo carne da macello?
-
Proprio per evitare che foste carne da macello avevamo stipulato questa regola!
Per non azzannarci come animali nel caso in cui uno ci avesse provato con una
del gruppo e l’avesse fatta stare male.
-
Davvero misericordioso da parte vostra. Grazie!
-
Senti, è inutile parlarne. Ok?
-
Mi dispiace per Isei, io non credevo…
-
Non hai nulla di cui dispiacerti. Non è stata colpa tua se ci siamo persi di
vista e poi, dopotutto, non eravamo amici eravamo solo due conoscenti, sì dei
conoscenti.
Sul non sentirsi
in colpa visto il biglietto che aveva in valigia – sì in valigia, stavolta
era stata previdente e lo aveva nascosto subito – aveva i suoi dubbi anche se
i torni non le tornavano. La questione della regola… la trovava assurda. Ma
non voleva parlarne, non in quel momento. Le interessava chiarire altro.
-
Non capisco però… perché hai reagito così male quando hai saputo di Isei…
Era
stata assurda la reazione di Mamoru, non riusciva a spiegarsela, era come se…
era come se si fosse sentito offeso in qualche modo, ma lei non aveva fatto
nulla di male, o no?
-
Dobbiamo parlarne proprio adesso?
No, perché adesso, potremmo
aspettare la fine dell’anno oppure fare finta di niente.
Gli uomini! Erano capaci di perdersi in un bicchier d’acqua.
-
Mamoru, i due minuti sono scaduti da almeno un quarto d’ora! Muoviti a
parlare!
Quel
ragazzo era capace di farle perdere il lume della ragione, se continuava così
l’avrebbe mandata in terapia, se lo sentiva!
Un
tocco deciso alla porta la innervosì ancora di più. Era come nei film, sul più
bello accadeva qualcosa, o la puntata finiva o c’era la pubblicità. Cavolo,
ma quella era la vita vera, non ci potevano essere delle interruzioni senza
senso, non ci potevano essere interruzioni e basta.
-
Avanti!
La
persona che stava per entrare doveva avere un valido motivo per andarla a
disturbare, altrimenti avrebbe pagato cara quella interruzione fuori
programma… per lei era già difficile mantenere la calma, diventava
impossibile se la interrompevano proprio sul più bello.
-
Disturbo?
-
Sì!
-
No!
Da
quando parlava contemporaneamente a Mamoru? E da quando Mamoru e Shingo erano
così amici, visto il sorriso a tuttotondo con cui il primo aveva accolto il
secondo?
-
Ho interrotto qualcosa?
-
Sì!
-
No!
Ancora?
Ma era una presa in giro? Mamoru parlava solo per contraddirla? Certo che Shingo
disturbava, lo si capiva da come gli aveva risposto quando aveva bussato! E
certo che aveva interrotto qualcosa, lo si intuiva da come lo stava fulminando
con gli occhi! E dannazione, adesso mi metteva ad urlare anche nella sua mente,
non sarebbe uscita viva dalla sua stanza, se lo sentiva.
-
Siete sicuri di sentirvi bene?
-
No, che non sto bene!
-
Stiamo benissimo!
Basta!
La sua pazienza era stata ampiamente esaurita, anzi, aveva terminato le scorte
anche per il mese successivo e quello dopo ancora. Era arrivato il momento di
prendere in mano la situazione o non ne sarebbero usciti vivi, anzi, non ne
sarebbe uscita.
-
Tu taci. - E con un gesto secco, come quello che aveva subito pochi minuti
prima, aveva costretto Mamoru a sedere. - Tu dimmi cosa c’è, e fallo in
fretta. Ho da fare con lui. - E con il pollice aveva indicato lo stesso Mamoru
che la fissava basito.
-
Ti cerca mamma. È urgente.
Niente va mai così male che
non possa andar peggio. Ecco, questo era uno di
quei proverbi - che poi non era un vero proverbio - che cadeva a fagiolo. Era
una interpretazione diversa - ma adatta alla situazione - della legge di Murphy.
Per concludere in bellezza quella magnifica giornata, ci voleva solo sua madre.
Ed ancora c’era tutta la serata, cos’altro sarebbe accaduto?
No.
Non poteva essere vero. Quello era solo un brutto sogno, tra pochissimo si
sarebbe svegliata e si sarebbe ritrovata nella sua stanza a Tokyo. Doveva essere
necessariamente così.
-
Dille che tra dieci minuti sono da lei.
-
Non credo che sia una buona idea. Sta dando di matto. Dice che dopo lo scherzo
che le hai fatto stamattina rischia un infarto.
Un
infarto solo perché aveva evitato una giornata, infernale, in sua compagnia in
un centro di bellezza? Assurdo.
-
Ho capito. Tu aspettami qui. - E con il solito fare autoritario si era rivolta a
Mamoru. - Shingo tu vieni con me.
Era
ormai fuori dalla stanza quando aveva deciso di far capire a Mamoru che non
stava scherzando.
-
Ti conviene farti trovare esattamente come ti sto lasciando se non vuoi morire!
Sono stata chiara!?
Non
gli aveva dato modo di ribattere. Aveva visto solo il suo pomo d’Adamo alzarsi
verso l’alto, poi verso il basso. Questo era stato più che sufficiente, le
sue minacce erano servite allo scopo: intimidirlo.
-
Mi sono perso qualche puntata?
-
Oh, anch’io mi sono persa qualche puntata, vero oniichan?
Era
il momento di mettere in chiaro anche con Shingo. Cosa si erano detti lui e
Mamoru? Poteva contare ancora su suo fratello oppure anche lui, come sua nonna,
era caduto vittima del fascino da camice bianco?
-
Di preciso, a cosa ti riferisci?
-
All’incontro sotto la luna di ieri sera tra te e Chiba Mamoru, ad esempio.
Oppure al mega sorriso con cui Mamoru ti ha accolto quando sei entrato… per
caso c’è qualcosa che io dovrei sapere?
Se
suo fratello le avesse confessato di un’eventuale omosessualità di Mamoru
sarebbe stata certamente colpita da un ictus; non poteva aver perso la sua
adolescenza dietro un ragazzo che non la considerava semplicemente perché non
gli piacevano le ragazze.
-
Innanzitutto non c’è stato nessun incontro sotto la Luna, io e Mamoru ci
siamo incrociati fuori dallo studio di papà… e secondo, non ho mai visto un
maschio più etero di lui, te lo posso assicurare. Tu piuttosto, ho percepito
una strana elettricità in quella stanza. Ho interrotto qualcosa?
Aveva
interrotto qualcosa? Sì, aveva interrotto il momento di pathos che si era
venuto a creare. Era riuscita ad entrare in comunicazione con quella parte di
Mamoru che non conosceva o, più correttamente, era stato Mamoru a privarla
della maschera ed a farla parlare.
-
Stavamo cercando di chiarire una questione… spinosa. Tutto qui.
Non
poteva certo dire che stava cercando di estorcere, anche con la forza se fosse
stato necessario, il perché degli atteggiamenti di Mamoru.
-
Ho capito, non vuoi scucirti più di tanto. Va bene, ma state attenti stasera.
Avrete gli occhi di tutti puntati addosso, cercate di essere una bellissima
coppia di fidanzati innamorati e pronti al matrimonio. Ci siamo capiti oneechan?
-
Non preoccuparti non gli salterò al collo, né tenterò di evirarlo se è
questo che temi! Saremo una coppia di fidanzati modello…
Almeno spero.
La parte finale della risposta, però, la tenne per sé.
-
Però sai, non so quanto dovrete recitare, prima mi sembravate parecchio
affidati.
Parecchio
affiatati loro? Non era scoppiata a ridergli in faccia solo per non offenderlo.
Erano più affiatati i coniugi Tsukino che loro due, povero Shingo!
L’astinenza gli provocava brutti scherzi. Aveva fatto finto di nulla, non le
andava di parlare ancora della questione anche perché era un po’ arrabbiata
con Shingo che aveva spezzato la tensione emotiva che si era venuta a creare e
ne era certa, vista la sua esperienza nel campo, Mamoru non si sarebbe lasciato
sopraffare da lei una seconda volta.
-
Certo! Come dici tu! Lasciami andare da mamma che starà diventando matta…
Era
davanti la porta della camera da letto dei suoi genitori e stava per entrare
quando Shingo le bloccò la mano, sorridendo imbarazzato.
-
Mi dispiace.
Due
semplici parole per farle capire che la legge di Murphy non sbagliava mai… se
qualcosa può andare male, lo farà.
*****
***** *****
XX
giorno
Ore
18:13
-
10 giorni all’alba
Aveva
aspettato per un’ora intera il suo ritorno, ma inutilmente. Di lei neanche
l’ombra ed alla fine, un po’ sfiduciato ed un po’ rincuorato, era tornato
in camera cercando di riposare in vista della festa a cui avrebbe dovuto
prendere parte.
Il
sonno tardava ad arrivare… il pensiero fisso di lei non lo lasciava andare.
Ancora
una volta, stavolta con meno strati di vestiti rispetto all’esperienza di
Nikko, aveva potuto saggiare la morbidezza dei suoi seni e questo aveva
risvegliato i suoi istinti… animali. Si era alzato dal suo corpo cercando di
mantenere la calma, facendo finta di nulla, ma aveva notato l’espressione
imbarazzata di Usagi. Aveva visto come si era soffermata a fissare le sue labbra
e l’aveva vista deglutire… come a scacciare un pensiero poco casto, o forse
era lui a farsi tutte quelle illusioni. A parte quel lampo di malizia, non aveva
ricevuto altre reazioni da lei, se non l’imbarazzo.
Tsukino
Usagi lo avrebbe portato alla follia, di questo ne era certo.
Sentiva
ancora addosso il profumo della sua pelle: fragola e vaniglia, come se si
trattasse di un gelato… ed Usagi era proprio come un gelato… fredda ma
dolce. Di una dolcezza che aveva intravisto solo attraverso le pagine di quel
diario, di una freddezza che aveva visto rivolta solo verso se stesso; ma perché
doveva essere lui lo sfogo di lei? Che poi se si voleva sfogare proprio con lui,
bhè!, poteva farlo benissimo ma in un altro modo, molto più piacevole, molto
più passionale. Sì, perché era stanco, stanchissimo, dei giochi di lei.
Quella
maledetta ragazza sapeva benissimo che tra loro esisteva una strana alchimia.
Esisteva
una forza misteriosa che li spingeva uno verso l’altra.
Esisteva
una forza magnetica che li portava a scontrarsi ed a creare delle vere e proprie
scintille… scintille che accendevano i loro animi.
Se
avesse avuto la possibilità l’avrebbe azzittita a suon di baci… e lei lo
aveva capito quel pomeriggio. Lo aveva capito perché non era riuscito a
trattenere le reazioni del suo corpo.
Voleva
prenderla per i fianchi e saggiare quelle labbra rosse, gonfie, piene ed
invitanti. Voleva saggiarne la consistenza, voleva scoprire se erano dolci come
sembravano; ma tanto lo sapeva, lei era uno zuccherino per gli altri, non per
lui. Se solo avesse provato a sfiorarla, se solo avesse provato a baciarla, se
solo l’avesse baciata… gli avrebbe staccato le labbra con un morso, ma
avrebbe rischiato tanto, sì per sentire il calore di lei avrebbe rischiato
questo e molto altro ancora.
Avrebbe
rischiato la sua incolumità fisica, sua e del suo amico, per saggiare il sapore
della sua pelle… l’odore era afrodisiaco. L’odore della sua pelle, non il
profumo. Perché l’odore della pelle di una persona era qualcosa di naturale,
incontaminato. Era qualcosa che accompagnava ogni singolo individuo sin dalla
nascita, qualcosa capace di renderlo unico… e l’odore della pelle di Usagi
era… dolce ma acre allo stesso tempo. Forte, deciso, ma non fastidioso, un
misto tra l’esuberanza e la sensualità perché - diavolo! - lui riusciva a
dare un aroma a tutto, anche al carattere… ed Usagi era proprio così
esuberante e sensuale… soprattutto quando si arrabbiava. In quei momenti,
quando la vedeva preda della collera, per lui diventava difficile controllare le
proprie azioni. Il suo corpo si incendiava e diventava pregno di desiderio per
lei.
Le
labbra di Usagi diventavano invitanti così come la linea del collo, non sottile
come le ragazze che aveva avuto in passato, ma neanche così decisa perché lei
era unica. Era donna ma ancora ragazzina… era un qualcosa che mandava in
orbita i suoi ormoni ed i suoi pensieri più casti.
Il
collo, le labbra, il seno e le gambe? Quelle maledette gambe che nascondeva
sempre dentro a quei maledetti pantaloni. Maledetti-benedetti: maledetti perché
non gli permettevano di bearsi della vista di quella meraviglia, forti e toniche
cosce che si intravedevano sotto il tessuto elasticizzato dei jeans; benedetti
perché, almeno così, non era costretto a far ricorso a continuo docce fredde
per calmare il bollore che accendeva in lui ogni volta che il suo sguardo, casualmente,
si soffermava su quella porzione di lei.
E vaffanculo a tutto! Aveva
necessariamente bisogno di una doccia fredda!
Maledetta,
maledettissima Tsukino Usagi che non lo lasciava riposare in pace!
*****
***** *****
XX
giorno
Ore
19: 03
-
10 giorni all’alba
Aveva
trascorso le due ore più terribili della sua vita. Chiusa in camera con sua
madre… e tre estetiste, anzi no, look-maker come avevano preteso di
essere chiamate. Curatrici di immagine, come se stesse per prendere parte ad un
gran galà.
La
cosa più carina che le era stata detta in tutto quel tempo, era che aveva un
viso tondo come una luna piena… e si era fatta violenza da sola per cercare di
trasformare quelle parole in un complimento.
Lecchina
numero uno si era occupata dei suoi capelli, lavandoli e stressandoli per più
di un’ora. Alla fine, come colpo di grazia, le aveva infilzato la testa con un
numero imprecisato di forcine ed i suoi capelli erano stati sistemati in
un’elaborata acconciatura che metteva in mostra il suo viso pieno… ma se il
suo volto era davvero così tondo, non era meglio lasciare i capelli sciolti
sulle spalle? I misteri della vita.
Lecchina
numero due si era occupata del suo corpo, delle tortura da applicare ad esso.
Odiava la ceretta, era dolorosa e soprattutto danneggiava i capillari
superficiali, ma a quella torturatrice legalizzata sembrava non importare nulla.
Si era occupata, nell’ordine, delle sue ascelle, delle sue braccia,
dell’inguine e pure delle gambe. Era riuscita a non farsi depilare anche il
viso, anche perché, onestamente, non è che il suo viso presentasse una qualche
traccia di peluria, per fortuna. Alla fine di tutto, però, il suo martirio era
stato ripagato con un bagno caldo, troppo breve a dire il vero, seguito da un
massaggio rigenerante ed il suo corpo era stato cosparso di olio di mandorle…
forse, era pronta per essere fritta?
A
lecchina numero tre era toccato il maquillage di viso, mani e piedi… perché
si, anche le unghie di mani e piedi dovevano essere coccolate e vezzeggiate. Assurdità
su assurdità ! Quello
sarebbe stato il pomeriggio ideale per Minako e Rei, ma non certo il suo! La
pinzetta era stata dolorosissima e le sue sopracciglia erano state sfoltite di
niente ma, stranamente, agli occhi delle presenti adesso sembravano più arcuate
e definite… ma lei continuava a non notare differenze. Il suo viso era stato
impiastricciato con strati e strati di cremine che servivano a fissare
nell’ordine fondotinta, correttore, cipria, fard ed ombretti. Le sue labbra
erano state violentate nel vero senso della parole; un rossetto, dal colore
imprecisato, ne aveva rimodellato il contorno donandole l’aria di una vera e
propria prostituta.
Cosa
assurda? Sua madre approvava tutto ciò, ma dove era finita? In un film horror?
Una
volta fuggita dalle grinfie delle Ayakashi Sisters, con sua madre quarto
membro del trio a questo punto diventato quartetto, si era ritrovata in camera
sua ad ammirare l’opera d’arte… e si era sentita una perfetta idiota.
Non
era possibile!
Quella
non era lei. Era assurdo. Ma quelle tre cosa avevano fatto? Era… stupenda. Oh
sì. Era meravigliosa. I capelli erano stati raccolti in un’elaborata
acconciatura che lasciava cadere qualche ciocca al lato del viso regalandole un
aspetto aristocratico, ma elegante. Il suo viso era stato… stravolto.
L’azzurro dei suoi occhi sembrava più vivo, più intenso, più luminoso. Gli
zigomi sembravano di porcellana, lisci e brillanti, sfumati di rosa e le sue
labbra… le sue labbra sembrano due soffici nuvole di zucchero filato!
-
Questa non sono io!
Doveva
scusarmi immediatamente con lecchina uno, due e tre! Avevano fatto un lavoro
egregio… e forse doveva trovare loro un nuovo soprannome, più consono alla
loro bravura. Magari avrebbe attinto alla fantasia di Miky, come si chiamava il
nuovo cartone che guardava tutti i pomeriggi alla tv? Gals!, vero? Quelle
erano tre ragazze alla moda che sapevano come rendere lei una principessa.
Doveva
ringraziare anche sua madre. Il vestito che l’aveva costretta ad indossare era
magnifico! Il grigio perla risaltava la sua carnagione chiara ed il taglio stile
impero le strizzava il seno, regalandole una terza abbondante, anche se in realtà
portava una misera seconda. L’abito cadeva morbido lungo i fianchi fermandosi
poco più in alto del ginocchio facendola sembrare una ninfa greca.
Che
sua madre avesse gusto non lo aveva mai messo in dubbio, ma adesso! Adesso le
doveva fare una statua, era necessario!
Le
scarpe - in tinta con l’abito - erano l’unica nota negativa, non perché
fossero brutte. Semplicemente le andavano un po’ strette, questo era l’unico
inconveniente dell’indossare qualcosa che non si era mai provato. Alte, molto
più alte delle decoltè nere che aveva portato per il tubino nero castigato che
personalmente aveva scelto per l’occasione, le slanciavano le gambe scoperte.
Era
meravigliosa, ma questo lo aveva detto, vero?
Si
guardava allo specchio e sorrideva come una stupida, si sentiva una vera
principessa. Era una sensazione strana e lontana, le sembrava di essere tornata
indietro negli anni… era qualcosa di bello! Era il momento di aggiungere gli
ultimi dettagli. Gli orecchini di perle e la collana in oro bianco ed era
perfetta, come non lo era mai stata in vita sua.
La
porta della sua stanza si era aperta improvvisamente, senza che lei avesse il
tempo di comprendere ciò che stava accadendo.
-
Usagi ti dispiacerebbe aiutarmi con il nodo di questa stupida cravatta? Non mi
riesce bene stasera!
- Magari la prossima volta
impara a bussare, che ne dici?
-
Oneechan, da quando devo bussare per entrare in camera tua?
-
Da sempre Shingo! Da sempre!
-
Accidenti, ma sai che adesso che ti guardo bene devo proprio farti i miei
complimenti, sei davvero bellissima!
Sorrise
felice iniziando a girare su se stessa per farsi ammirare.
-
Allora che ne dici?
-
Che se non lo stendi stasera, inizierò a provarci io spudoratamente!
-
Scusa, ma chi dovrei stendere?
-
Mamoru, mi sembra ovvio!
-
State parlando di me?
E
nell’esatto momento in cui Shingo si era girato verso la fonte della voce lei
era rimasta pietrificata.
Bello.
Bellissimo.
Doveva
smetterla di comportarsi come un’adolescente! Ok! Davanti gli occhi si
ritrovava un bellissimo esemplare di homo sapiens sapiens, ma questo non era
tutto nella vita, no? Nel completo nero che indossava, Mamoru sembrava… non
trovava neanche lei le parole per descriverlo. Non avrebbe più utilizzato
l’aggettivo qualificativo bello, e neanche il relativo superlativo, era troppo
poco per descriverlo in quel momento.
Mamoru
emanava un’aura di fascino, eleganza, mascolinità che superava di gran lunga
quella a cui era sempre stata abituata. La camicia bianca, sotto la giacca nera,
era il perfetto connubio tra eleganza e sobrietà. Doveva necessariamente
prendere una boccata d’aria o sarebbe entrata in iperventilazione da lì ai
prossimi trenta secondi.
-
Sì, effettivamente stavamo parlando di te! Ci chiedevamo se fossi pronto… io
adesso vado, ci vediamo di sotto…
- Shingo… - Suo fratello non
poteva lasciarla lì, sola. Non in quel momento. - e la cravatta? - Giusto, la
cravatta. Dopotutto lui era lì per quella cravatta.
-
Chiedo alla nonna! Oh, come si è fatto tardi, devo proprio andare…
Ed
era andato via, chiudendosi la porta alle spalle.
-
Sei pronta?
No.
Non era pronta, non era pronta per ritrovarselo così… così e punto.
-
Quasi, devo solo mettere questa stupida collana che ha uno stupido gancio che
non ne vuole sapere di stare aperto.
Forse
non era il gancio ad essere stupido, e forse neanche la collana. Forse era colpa
delle sue mani che avevano iniziato a sudare nello stesso istante in cui lui
aveva fatto ingresso nella sua camera.
-
Lascia fare a me.
E
con delicatezza le aveva tolto dalle mani la collana e l’aveva fatta spostare
permettendole di stare davanti allo specchio ed osservare le loro immagini
riflesse. E visti così erano davvero belli. Mamoru la sovrastava, ma non la
soggiogava. Sembrava quasi che si piegasse sulla sua figura per difenderla dal
mondo esterno. Solo per un attimo i loro sguardi si erano incrociati, poi lei
aveva abbassato gli occhi, iniziando a giocherellare con l’anello che portava
all’anulare destro.
-
Sei molto bella stasera.
Quelle
parole sussurrate al suo orecchio ebbero il potere di farla arrossire. Non alzò
il capo, non incrociò il suo sguardo, rimase immobile. Le dita di Mamoru sul
suo collo erano leggere e delicate, calde. Per un attimo spero di sentire quel
tocco delicato anche sulle spalle ma durò giusto un attimo.
-
Hai un buon profumo.
Ancora
parole sussurrate all’orecchio.
Ancora
il rossore diffuso alle sue guance.
Ancora
la voglia di lasciarsi andare in un suo abbraccio.
Ancora
la forza di restare immobile e non lasciarsi andare.
Doveva
finire tutto, in fretta.
Il
passo avanti che fece le permise di tornare a guardare lucidamente la
situazione. Lei e Mamoru soli in camera sua. Con lui che aveva un atteggiamento
ambiguo. Doveva andarsene subito.
-
Scendiamo? I primi ospiti saranno arrivati.
Era riuscita a
mantenere un tono di voce fermo e naturale. Le gambe però le tremavano
terribilmente. Mamoru le aveva aperto la porta facendola uscire e poi subito si
era affiancato porgendole il braccio.
-
Stasera mi farai impazzire.
-
Prego?
-
Gli uomini presenti non ti toglieranno gli occhi di dosso ed io sarò costretto
a vigilare su di te da buon fidanzato.
Quelle
parole ebbero il potere di farle perdere l’equilibrio, sarebbe pure finita con
il viso spiattellato sul pavimento se Mamoru non l’avesse afferrata per la
vita stringendosela addosso.
Iperafflusso
di sangue al viso.
Tachicardia.
Tachipnea.
Vertigini.
Nell’ordine,
queste furono le reazioni del suo corpo.
-
Gra… grazie.
Salivazione
azzerata. Questa le mancava.
- Ed ecco qui il primo imbecille da mettere al proprio posto!
Seguendo
gli occhi di lui, alla base delle scale aveva incontrato la figura di Umino,
elegante anche lui in un completo blu.
Non
sapeva se era stata la vista del suo futuro marito, o il tono di voce di Mamoru,
ma riuscì a risvegliarsi da quella specie di demenza adolescenziale in cui era
caduta.
-
Fino a prova contraria, Umino è il mio futuro fidanzato.
-
Fino a prova contraria, stasera, sono io il tuo fidanzato.
Le
sue orecchie avevano sentito male, non c’era nessun’altra spiegazione
plausibile. Oppure… oppure Chiba Mamoru aveva deciso di prendersi gioco di
lei, e questa alternativa le sembrava la più esatta, conoscendo il soggetto.
-
Piantala con questo gioco, mi sembra di aver già chiarito il punto.
-
Tu non mi hai lasciato la possibilità di parlare…
-
Io non ti avrei lasciato la possibilità di parlare? Ma…
-
Non credo che sia questo il momento più adatto per chiarire le nostre
divergenze di opinione. Tuo padre ci sta guardando.
Così
dicendo, con il dorso della mano le aveva spostato una ciocca che le ricadeva
proprio davanti gli occhi accarezzandole, distrattamente,
la guancia.
Ad
occhi esterni, quello poteva essere scambiato per un gesto intimo tra due
innamorati.
Ad
occhi esterni, infatti.
A
lei quella era sembrata una provocazione bella e buona. Un modo per prendersi
certe libertà senza rischiare la vita.
-
Riprovaci, e ti stacco la mano con un morso.
Il
sorriso di lui non preannunciava nulla di nuovo. La stretta ai suoi fianchi, ed
il conseguente avvicinarsi al torace di Mamoru, ne furono la conferma.
-
Sei ancora più bella quando ti arrabbi.
Ok.
Lei non sapeva come rispondere. Non conosceva questo gioco. Non conosceva le
regole. Era con le spalle al muro.
*****
***** *****
XX
giorno
Ore
21:30
-
10 giorni all’alba.
-
Mi fanno male le guance a furia di sorridere.
-
E tu non sorridere più.
-
Voglio scendere da queste scarpe.
-
Ti stai lamentando da oltre mezz’ora.
Dopo
lo scambio di battute in cima alle scale, Usagi si era limitata a stargli
accanto senza mai rivolgergli direttamente la parola, se non in quell’ultima
mezz’ora, e tutto quello che era riuscita a dire si riassumeva in un’unica
parola: lamentela.
-
Vieni, andiamo a ballare.
E
senza darle il tempo di ribattere, le aveva preso il polso sottile e l’aveva
condotta al centro del salone dove avevano iniziato a ballare sulle note di non
sapeva bene cosa. Era musica, quindi si poteva danzare. Sembrava un lento…
anche se non ne era certo. Però era un modo per farla stare in silenzio ed
attaccarsela addosso.
-
Mamoru io… andiamo, mi sento a disagio.
Non
era riuscito a zittirla, ma poteva stringerla ancora un po’, tanto per
punirla. Per questo le aveva passato il braccio destro dietro la schiena ed
aveva afferrato, sì proprio afferrato non voleva correre il rischio di vederla
andar via, con la sinistra la destra di lei e subito dopo aveva iniziato a
muoversi… avvicinando ancora di più i loro corpi.
-
Sembri un manico di scopa, ti prego rilassati.
Ed
era vero, era rigida e non sembrava per nulla a proprio agio.
-
Magari se togliessi quella mano dal mio sedere…
-
La mia mano non è sul tuo sedere… sicura di aver dato anatomia?
Aveva
avvicinato ancora di più i loro bacini che adesso, ad ogni movimento, si
sfioravano impercettibilmente, mandandolo in una piacevole confusione. La sua
mano, intanto, silenziosa ed indisturbata, si era spostata lungo il fianco di
lei, ed il pollice l’accarezzava libero ed indisturbato.
Le
guance arrossate di Usagi erano una piacevole visione.
-
A che gioco stai giocando? Fino a ieri ti eri scusato per il tuo comportamento,
ed oggi ci risiamo?
- Ieri sera mi sono scusato con te per il mio essere cafone. Stasera sto
provando a comportarmi da perfetto fidanzato. E sorridi un po’ di più, sembri
una condannata a morte piuttosto che una fidanzata felice.
E
dicendo questo si era chinato ancora di più verso il suo viso… voleva
baciarla. Voleva saggiare le sue labbra rosa, gonfie, ma non l’avrebbe fatto.
Non davanti a tutte quelle persone. Non l’avrebbe fatto perché… perché se
solo ci avesse provato lei si sarebbe infuriata e l’avrebbe persa per sempre.
Come se l’avesse mai avuta.
Per
questo non baciò le sue labbra piene; per questo si accontentò di un casto
bacio proprio lì, su quella guancia vellutata come una pesca, rosa come un
fiore di ciliegio e morbida come i suoi seni.
La
sentì irrigidirsi ancora di più.
Percepì
il respiro di lei mozzarsi.
Vide
le palpebre celare l’azzurro dei suoi occhi.
Aveva
sentito le mani di lei arpionarsi alle sue spalle… e sognò di prenderla e
portarla via… e baciarla, baciarla… fino a morire.
Ma
non fu così perché Usagi si liberò della sua presa e scappò letteralmente
via. Stava andando via anche lui, per fermarla, per spiegarsi, ma Sakura pensò
bene di bloccarlo.
-
Lasciala andare, ha bisogno di prendere aria.
Quello
in realtà gli era sembrato un ordine mascherato da consiglio. Osservò la donna
che gli sorrideva e decise di darle retta.
-
Ti va di fare ballare una vecchia signora come me?
E
così si era ritrovato a tenere tra le braccia quella donna incredibilmente
audace… per i suoi anni. Sicuramente, in gioventù, Tsukino Sakura doveva
essere stata una donna molto spregiudicata.
-
Usagi mi ricorda molto me stessa alla sua età.
Ecco
la conferma alle sue supposizioni.
-
Anch’io, come lei, difficilmente sottostavo al volere di mio padre. Volevo
studiare, conoscere il mondo, diventare medico…
-
Ma alla fine ha fatto ciò che era stato scelto per lei.
-
Esatto… e mi sono ripromessa di non far commettere ad Usagi il mio stesso
errore… io ho amato mio marito, ma non gli ho mai perdonato il suo volermi
controllare su tutto… anche sull’educazione di mio figlio. Vedi Mamoru, mia
nipote è una creatura complessa. È cresciuta in un ambiente tradizionalista
come ben sai, ma è cresciuta in modo diverso da come sono cresciuta io, da come
sono cresciuti i suoi genitori. Usagi, a differenza di suo fratello Shingo, ha
sempre mantenuto le distanze da questo mondo. Ha sempre cercato di essere
indipendente dai genitori, da Kenji. Non ha mai seguito il volere di suo padre.
Ed adesso… adesso si ritrova con le spalle al muro. Divisa tra due universi:
quello tradizionalista del Giappone e quello moderno che apre le porte a nuove
opportunità. Usagi ancora non ha ben capito qual è il suo posto, o meglio, sa
che non vuole stare da questa parte della barricata ma ha paura di perdere la
sua famiglia… e mio figlio fa leva su questo suo punto debole. Sa che Usagi, a
modo suo, lo ama, lo stima, lo rispetta, e farà gioco su questo per obbligarla
a sposare Gurio-san, anche se sa perfettamente che non è adatto a lei.
-
Ed io che ruolo ho in tutto questo?
-
Oh, non essere sciocco! Tu sai benissimo qual è il tuo ruolo! Ed adesso che sei
stato messo in guardia, e che sai cosa fare, vai da Usagi. Vedrai che adesso non
ti aggredirà.
Con
una risata sottile, lo aveva accompagnato verso la terrazza, laddove era sparita
Usagi. Quella donna era davvero incredibile. Riusciva a trasmettere serenità,
ma quegli occhi nascondevano anche una profonda forza di volontà. Tsukino
Sakura, in gioventù, doveva essere una donna davvero affascinante… selvaggia
ed affascinante.
Come
la nipote, che stava discorrendo animatamente al telefono con qualcuno, ma non
capiva chi.
-
… sì. Calmati adesso.
Aveva
alzato gli occhi al cielo spostandosi una ciocca da davanti agli occhi. Era
nervosa.
- Ho capito, ma è inutile che
fai così. Rilassati, ok?
L’aveva
visto ma gli aveva dato le spalle, come a nascondersi… come a fuggirgli.
-
Parto adesso… no! Minako è inutile che vieni subito! Prima fammi capire cosa
è successo!
Si
era girata nuovamente dalla sua parte ed aveva morso il labbro inferiore, come a
trattenere una rispostaccia.
-
Passami Kunzite… ho detto passami Kunzite!
Quest’ultimo
ordine era stato praticamente urlato a quella che, da ciò che aveva compreso,
doveva essere Minako.
-
Kunzite… sì. Ma si può sapere cosa è successo?
L’aveva
vista ascoltare in silenzio, con la schiena poggiata alla balaustra del
terrazzo. Si guardava la punta delle scarpe ed era ad occhi chiusi, come se si
sentisse improvvisamente stanca… o almeno, lui aveva percepito così quel suo
abbandonarsi alla ringhiera.
-
Ho capito… facciamo così. Io vado a controllare, appena so qualcosa vi
chiamo, ok? Passami Minako, prima l’ho trattata male.
I
suoi tratti si erano distesi, ma la tensione era ancora palpabile dal come
muoveva gli occhi in cerca di un punto di riferimento. Era rimasto lì accanto a
lei, senza intromettersi, cercando di capire cosa potesse essere accaduto. Era
rimasto lì sorpreso di come fosse capace, ormai, di interpretare ogni suo
semplice gesto.
-
Ascolta Mina-chan! Non c’è bisogno che piangi, ok? Non è successo nulla. A
casa non c’era nessuno, ok? Stiamo tutti bene è questo che conta. Respira
su… mettiti un po’ a letto… ti chiamo appena so qualcosa, sì stai
tranquilla.
Solo
quando la cameriera aveva preso il telefono che Usagi le porgeva, si era accorto
anche della sua presenza.
-
È successo qualcosa di grave Usa-chan?
- Io… devo andare. Akiko, sai
dove posso trovare mia madre?!
E
per un attimo aveva visto negli occhi di lei l’ombra della paura.
-
Usako cosa è successo?
Non
si era neanche reso conto di aver impiegato il nomignolo che avevano programmato
di usare come vezzeggiativo… e la stessa Usagi sembrava non aver colto nulla.
-
Niente di grave… almeno spero.
-
Akiko-san,
per favore, può andare a chiamare Ikuko-san?
-
Certo!
La
cameriera stava per andare via quando la richiamò indietro.
-
Prima portami un bicchiere d’acqua, Usagi sembra non sentirsi tanto bene.
-
Che cosa è successo?
La
sorreggeva per la vita anche se, probabilmente, non occorreva. E solo dopo che
la cameriera era andata via aveva porto la domanda.
-
Una nostra vicina di casa ha chiamato Minako dicendole che… che c’erano i
vigili del fuoco nel nostro appartamento. Sembra che ci sia stato un incendio.
-
Ecco l’acqua.
Akiko
era tornata con in mano un bicchiere pieno di acqua.
-
Grazie, Aki-chan…
potresti andare a chiamare mia madre come ti ha chiesto Mamoru?
-
Certo, ma tu stai bene adesso, vero?
Usagi
si era limitata ad annuire riprendendo a bere.
-
Ascoltami, tu vai in camera ed inizia a preparare le tue cose, parlo io con tua
madre, va bene? Ce la fai a salire da sola o vuoi che ti accompagni?
-
No… parlo io con mia madre… non occorre che tu mi accompagni…
Quella
ragazza era impossibile. Sarebbe riuscita a discutere anche se moribonda.
-
Vuoi lasciarmi nella tana del lupo da solo? Vai in camera tua ed inizia a
prepararti. Tra meno di mezz’ora si torna a casa, ok?
Ed
alla fine era riuscito a farla cedere.
*****
***** *****
XX
Giorno
Ore
23:50
-
10 giorni all’alba
Era
quasi mezzanotte e Mamoru aveva impiegato solo due ore per tornare a Shinagawa,
invece delle tre piene che si impiegavano di solito. Aveva praticamente volato
sull’asfalto cercando di fare il prima possibile… ed adesso, che si trovava
a pochi isolati da casa sua, aveva un po’ paura.
Non
avevano praticamente più parlato da quando lei era stata spedita in camera
sua… ma non si stava male in quel silenzio, era rassicurante. Era come se
Mamoru le lasciasse il tempo per riflettere e metabolizzare tutto ciò che stava
accadendo.
-
Siamo arrivati.
Con
quelle parole l’aveva strappata dal suo mondo di silenzio e tranquillità.
Le
transenne sbarravano il passaggio già un isolato prima di casa sua. Scese dalla
macchina e si strinse nel suo cappotto, anche se era aprile inoltrato continuava
a fare freddo, soprattutto alla sera.
Le
frecce del Suv si accesero, segno che l’allarme era stato inserito.
-
Andiamo?
Aveva
annuito impercettibilmente, ma non si era mossa. Aveva paura. Una maledettissima
paura di scoprire cosa fosse successo alla sua casa.
-
Dammi la mano.
Mamoru
le porgeva la mano e lei non sapeva cosa fare. Alla fine decise di seguire la
ragione ed afferrarla, aveva bisogno del supporto di qualcuno, non c’era nulla
di male in ciò.
Il
contatto con la mano calda, e grande, di lui ebbe il potere di farla
rabbrividire ancora di più.
-
Andiamo.
Nonostante
la voce le tremasse, Mamoru sembrava non essersi accorto di nulla, avanzava come
se nulla fosse. Appena arrivati davanti le transenne, però, un poliziotto li
fece fermare chiedendo loro di tornare indietro.
-
Sono Usagi Tsukino. Una vicina mi ha chiamato informandomi di un incendio
scoppiato proprio a casa mia.
L’uomo
la squadrò da capo a piedi per poi chiedere, tramite la ricetrasmittente che
aveva con sé, conferma ad un collega.
-
Prego, passate pure.
Senza
perdere altro tempo, ed accelerando il passo, erano arrivati proprio davanti la
sua abitazione e fu invasa dal terrore.
Le
autobotti dei vigili del fuoco erano due. Le gazzelle della polizia tre. Le luci
blu dei lampeggianti della polizia le avevano fatto venire immediatamente il mal
di testa. Tutto attorno una folla di curiosi ed un brusio di sottofondo che non
riusciva a tollerare. Si sentiva osservata, per certi versi additata. Era come
un animale da circo messo in mostra e questo non lo sopportava.
Era
casa sua ad essere andata a fuoco, non c’era nessuno spettacolo a cui
assistere, perché non se ne tornavano alle proprie case visto che loro ne
avevano ancora una?
Facendosi largo tra la gente, era riuscita ad arrivare proprio
all’ingresso della sua abitazione e senza aspettare oltre stava per entrare
quando la voce di uno sconosciuto la bloccò, mentre una mano si strinse attorno
al suo polso.
I
suoi occhi risalirono al proprietario della mano e quasi si sorprese di trovarsi
Mamoru accanto, aveva completamente dimenticato la sua presenza.
-
Mi scusi, ma dove ha intenzione di andare?
Un
agente della polizia sulla cinquantina, alto e di media corporatura, le stava
davanti. Il cappello era tenuto in mano mentre con un fazzoletto si asciugava il
sudore che gli imperlava la fronte.
-
Io… io…
Le
parole non ne volevano sapere di uscire, si sentiva la gola arsa mentre
l’odore acre del fumo le arrivava alle narici. Solo adesso percepiva il calore
provenire da dentro l’abitazione.
-
È Tsukino Usagi, la proprietaria dell’abitazione. Io sono Chiba Mamoru.
Anche
quest’uomo, come il precedente, li aveva squadrati da testa a piedi per poi
schiarirsi la voce ed iniziare a parlare.
-
Bhè, mi spiace, ma al momento non potete entrare.
Sembrava che non
gli importasse di nulla, e probabilmente era così. Per quell’uomo si trattava
solo di lavoro ma per lei… era la sua casa. Lì aveva i suoi ricordi, i suoi
oggetti, aveva il suo mondo.
-
Quella è casa mia!
E
senza aspettare una risposta aveva preso di nuovo a marciare verso casa.
-
Usagi aspetta!
La
presa di Mamoru, stavolta, era stata sulle sue spalle ed era stata così
improvvisa, e forse così violenta, da farla sbilanciare indietro, tanto da
farle toccare il torace di lui con le spalle.
-
Adesso non è possibile entrare, stanno facendo dei sopralluoghi. Vedrai, appena
i vigili del fuoco daranno il loro ok noi entreremo. Adesso però aspettiamo
qui. Va bene?
Mamoru
non le aveva lasciato le spalle e le parlava cercando di schiarire le parole.
-
Usagi-san!
Finalmente sei arrivata!
-
Kichida-san!
Quando è successo?
-
Verso le nove. Ho provato a chiamare te e Minako-san
ma non rispondevate. I vigili del fuoco sono arrivati poco dopo ma non so in che
condizioni è la casa, mi spiace. Ma noi due ci conosciamo?
L’ultima
domanda era stata posta a Mamoru che era rimasto in silenzio alle sue spalle.
Kichida Tara era la pettegola del quartiere. Le sue giornate le trascorreva
appostata alla finestra ad osservare la vita degli altri. Minako la odiava. Più
di una volta, l’aveva vista spiare lei e Kunzite per poi bisbigliare con
Shimizu-san,
sua degna alleata nell’arte del
cortile.
-
Ma da dove è partito l’incendio? Almeno questo sa dirmelo?
Aveva
necessariamente bisogno di particolari. Di dettagli che l’aiutassero a farsi
un quadro della situazione.
-
Gato-san,
noi abbiamo finito!
Quel
“noi abbiamo finito!” ebbe il potere di farla girare immediatamente. Di
fronte aveva un vigile del fuoco. Non sapeva se era il capo, non le interessava.
Di fronte aveva un uomo che poteva darle informazioni utili circa la sua
abitazione.
-
Sono Tsukino Usagi, la proprietaria dell’appartamento. Può dirmi in che
condizioni si trova casa mia?
Il
ragazzo – perché quello che aveva davanti non era altri che un ragazzo, forse
poco più grande di lei – aveva tolto il sopra della tuta ignifuga e si stava
sciacquando il viso per togliere le tracce di cenere e sporco. Finite quelle
operazioni, le diede la dovuta attenzione.
-
Direi che il pian terreno è andato… sopra non ho controllato personalmente ma
l’incendio non si propagato oltre quello che doveva essere il soggiorno.
-
Gra… grazie.
Perfetto.
Casa sua era andata. Il pian terreno, cucina e soggiorno non esistevano più.
Cucina e soggiorno dove lei e Minako trascorrevano la maggior parte del loro
tempo insieme. Dove mangiavano, parlavano, ridevano, litigavano… il soggiorno
dove con le altre avevano organizzato il loro ultimo pigiama-party per
inaugurare la casa nuova… la cucina dove si divertivano ad impiastricciare
cibi diversi… non esistevano più.
-
Possiamo entrare?
Mamoru
l’aveva anticipata sul tempo.
-
Se aspettate, vi accompagno io. Il tempo di prendere due mascherine.
Aveva
annuito anche se non aveva capito cosa le era stato detto. Aveva perso casa,
sapeva solo questo.
-
Usako, vuoi un po’ d’acqua?
-
No, sto bene… mi sento solo un po’ strana… è come se fossi nuda davanti a
tutti.
Ed
era così. Si sentiva nuda al centro di una piazza gremita di gente. Era come in
quei sogni… quando si esce di casa e si ritrova ad andare in giro solo con
l’intimo indosso… ecco, l’imbarazzo, la sensazione di disagio, era la
medesima.
-
Tranquilla, ci sono io.
C’era
Mamoru. Stranamente questo la rassicurava.
-
Eccomi. Tenete, mettetele e seguitemi, per favore non allontanatevi. È messo
tutto in sicurezza, ma non voglio correre rischi. È la prima volta che mi trovo
a guidare una squadra tutta mia e non voglio certo dei problemi.
Kondo
M., così c’era scritto sulla targhetta ricamata sopra la tuta ignifuga che
era tornato ad indossare, aveva dato un casco di protezione ed una mascherina in
plastica ciascuno. Aveva infilato prima la maschera, poi quella sorta di
elmetto, sistemandosi i capelli sulle spalle. Ma quando li aveva sciolti? Non lo
ricordava più.
Aveva
chiuso gli occhi e cercato subito la mano di Mamoru, inconsciamente. Un respiro
profondo e poi via. Non sapeva, però, quello che avrebbe trovato.
Il fato, il destino, la sorte… non si sapeva che nome dare a ciò che
era accaduto. Non sapevano che nome dare a ciò che li aveva avvicinati più di
mille parole.
L’angolo
dell’autrice
Buongiorno
o buonasera, dipende dal momento in cui aprirete la pagina con il mio
aggiornamento.
Prima le note liete. Come avete potuto vedere Mamoru, finalmente, ha
iniziato il suo gioco di seduzione nei confronti di Usagi (che ho scoperto
leggersi Usaghi, ma per me resterà sempre e comunque Usagi, come la scrivo la
leggo!). Quanto resisterà la nostra psicologa (io lo so! Io lo so!)?
Per quel che riguarda l’incendio… fortunatamente non ho mai provato
direttamente una sventura del genere, io no, i miei zii sì. È stato basandomi
sui loro racconti e su ciò che ho visto io quella sera, che ho scritto ciò che
è accaduto. Una piccola precisazione, quando è scoppiato l’incendio in casa
dei miei zii era notte e loro dormivano… non so chi abbia chiamato i vigili
del fuoco. Vi dico questo perché… perché non so se effettivamente è
plausibile essere avvisati da una vicina in un caso simile.
Passando alle note meno liete: prima di tutto le recensioni. So che devo
rispondere ad almeno un migliaio di recensioni (esagero, saranno solo una
trentina, ma sono tante), lo farò pian pianino (almeno questo posso farlo).
Passiamo alle note pessime: questo sarà l’ultimo aggiornamento sino a
metà marzo. Questo mese è particolare, dovrò dare un mattone di dimensione
imprecisate e subito dopo ci sarà un altro mattoncino, di dimensione ridotte ma
sempre mattone è!
Ancora una volta ringraziate Micina82, alias Giovanna, per questo
aggiornamento. Se non fosse stato per lei… se ne sarebbe parlato direttamente
a metà marzo. Questa donna ha la capacità di farmi sentire un verme, o una
carogna fate voi. Comunque, Giovanna, mettiti l’anima in pace: fino a metà
marzo non ci sarà nulla di nuovo. Davvero.
-
Usagi: nel momento in cui inizia la storia ha 25 anni. Nel corso della
sua adolescenza ha una cotta per Mamoru; cotta che dura circa sette anni…
questo periodo può essere compreso tra i suoi 12/13 ed i 19/20 anni… perde la
verginità a 17 anni con Isei un compagno di corso di Mamoru. All’età di 18
anni entra all’università di Tokyo ma continua a soffrire a causa della sua
cotta per Mamoru. Usagi vive nella prefettura di Shinagawa.
-
Mamoru: nel momento in cui inizia la storia ha 30 anni. All’età di 22
anni lascia il Giappone per partire per gli USA, Boston. In quel periodo si
scopre attratto da Usagi, lui addirittura afferma di aver avuto una cotta per
lei, ma non dice nulla perché deve lasciare il suo paese. Mamoru vive nella
prefettura di Ginza.
Grazie
alle 65 persone che hanno inserito la fic tra le preferite. Soprattutto a
katia22, micia247, miss moonlight, perrypotter, selenemoon, SerenityEndimion,
ShessomaruJunior, SiOuXsIe, star86, StarFighter, stefyna, sun86m e Tsuki No
Hokuri gli ultimi arrivati. (mi spiace aver perso bimbastupenda ed Un NuOvO
MoNdO MiO E TuO)
Grazie
alle 108 persone che hanno inserito la fic tra le seguite. In special modo
angel24, cibina, Crystal Radke, Demy84, maby90, Proca_, Sailor crystal,
ShessomaruJunior, SiOuXsIe, yuuki_love, zipitina gli ultimi arrivati. (mi spiace
aver perso Cipychan87 Isilya, Mudvayne).
Grazie alle 11 persone
che hanno inserito la fic tra le ricordate. Ed anche a hoshi90,
nicolettaambrosino, ShessomaruJunior e SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate, gli ultimi
arrivati.
P.S.
Una
piccolo favore: ragazze vi dispiacerebbe firmare le vostre recensioni con il
nome, almeno così quando vi rispondo posso mettere un nome e sentirvi meno
distanti! Grazie!
P.P.S.
Ho scritto una piccola one-shot. È una AU che si inserisce un paio di anni dopo
la conclusione di “Ad un passo da te”. Si intitola
Il trasloco contiene spoiler e chi non volesse saperne nulla può
benissimo non leggerla. Adesso vado davvero. Grazie ancora per l’attenzione!
Nuova pagina 1
P.P.P.S (Non
esiste, ma voi datemelo per buono!) Volevo ringraziare Maryusa. Se questa
fanfiction è stata inserita tra le storie scelte, lo devo ad una sua
segnalazione. Ora credo di aver detto tutto. Sì, vi siete liberati di me!
|
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Capitolo 21 *** Capitolo XX ***
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Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
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Capitolo
XX
XXI giorno
Ore 02:30
- 9 giorni all'alba
- Ehi...
- Sì... dimmi.
- Siamo arrivati,
dovremmo scendere...
- Non occorreva mi
portassi qui, potevo andare benissimo in un albergo.
- Certo, adesso però
scendi!
Aveva ragione Mamoru,
non era il caso che rimanesse in un albergo, non per quella sera almeno.
Quello che aveva
trovato, entrando in quello che restava di casa sua, non lo avrebbe dimenticato
per il resto della sua esistenza.
Tutto nero e ricoperto
di fuliggine e poi c'era il caldo, tantissimo caldo. Un caldo soffocante che ti
toglieva anche il respiro. Era stato come entrare dentro un forno. La gola era
diventata subito arida, come se si trovasse in un deserto. I vestiti li aveva
sentiti aderire addosso come nelle giornate di caldo umido.
Ricordava Kondo-sama,
il vigile del fuoco che li guidava, parlare con Mamoru, ma lei non li ascoltava.
Lei fissava quella stanza senza riconoscerla. Dove prima c'era il divano, adesso
non restava altro che un ammasso informe nero. Le poltrone e tutti gli altri
arredi spariti... polverizzati. Rivedeva i momenti passati con Minako ad
ipotizzare su come sarebbe finita la puntata del loro drama preferito. Rivedeva
se stessa che rileggeva gli appunti presi sui suoi pazienti. Risentiva le
risate, le litigate... e poi c'era il nero lasciato dal fuoco.
- Va tutto bene?
- No, per nulla.
Ed era vero, nulla
andava bene. Si sentiva una terremotata. Senza una casa. Senza un tetto. Senza
vestiti. Solo con quella misera valigia sistemata sul sedile posteriore del Suv
di Mamoru.
- Appena saliamo fili
dritta in bagno, ti fai una doccia e poi a letto, va bene?
Un bagno caldo era
quello che occorreva per togliere dalla pelle l'odore acre del fumo. Lo sentiva
nelle narici che pizzicavano, negli occhi che ancora lacrimavano - ma forse
quelle erano proprio lacrime salate e non una reazione del suo organismo
all'insulto esterno -, quel puzzo di fumo lo sentiva ovunque, anche tra i
capelli.
- Posso lavare anche i
capelli?
Era stata una domanda
sciocca ma necessaria per interrompere il flusso dei ricordi, delle percezioni.
- Tutto quello che
vuoi.
Se non ci fosse stato
Mamoru... se non ci fosse stato Mamoru sarebbe stata persa. In una parola: sola.
Sola ad affrontare
quella catastrofe, con suo fratello bloccato al ricevimento, così come sua
nonna.
Sola a vedere la sua
casa ridotta in un completo disastro,con sua madre infuriata perché andava via
nel bel mezzo dei festeggiamenti.
Sola a contare i danni
a cercare di salvare il salvabile con suo padre... con suo padre indifferente
come sempre.
E le ragazze via, a
vivere la loro vita.
*****
***** *****
XXI giorno
Ore 02:40
- 9 giorni all'alba
- Ti avviso, potresti trovare un
po' di disordine, prima di andare non ho avuto il tempo neanche di rifare il
letto!
- Scusa, dicevi? Ero soprappensiero.
Non poteva continuare
così. Da quando aveva ricevuto la telefonata di Minako, Usagi si era chiusa in
una sorta di guscio. Era lì con il corpo ma non con la mente. I suoi occhi
erano distanti, distratti. Di sicuro fissi sul ricordo dell'appartamento
incendiato.
- Ascolta, una casa
incendiata la si può recuperare. L'importante è che nessuno si sia fatto male,
non credi?
Cercava di spingerla a
reagire, di farla uscire allo scoperto, era chiaro che stava male ma sembrava
non voler condividere con nessuno i propri pensieri.
- Già, è come dici tu
solo che devo metabolizzare questa cosa e... non è per nulla facile.
Non era facile forse
perché lui non era quello più adatto in questa situazione. Doveva fare
qualcosa per scuoterla da quello stato di abbandono in cui si era rifugiata.
- Quindi è più grave
di quel che temessi!
- Cosa...
- Mi stai dando
ragione!
Forse stuzzicandola,
comportandosi nella maniera più naturale possibile, forse così ci sarebbe
riuscito. Forse.
- Sì, ma non farci
l'abitudine: dammi il tempo di riprendermi!
- Allora c'è ancora
qualcuno lì dentro!
L'aveva vista alzare
gli occhi al cielo e scuotere la testa, non tutto era perduto. Usagi era ancora
lì, nascosta dietro cumuli e cumuli di macerie, ma c'era.
- Pronta? Guarda che
sarai la prima donna a dormire nel mio appartamento, prima di oggi non era mai
successo!
- Apri quella porta e
taci altrimenti chiamo un taxi e me ne vado!
- Eccola la mia
ragazza!
- Ehi...
La suoneria del
cellulare aveva interrotto quello scambio di battute portando Usagi a frugare
tra le tasche della borsa fino a trovare quell'aggeggio infernale che diffondeva
La cavalcata delle valchirie quasi alle tre di notte; erano ancora fermi
davanti la porta di casa, sul pianerottolo accanto all'appartamento del vicino
dal sonno ultra leggero. Perché non si muoveva e rispondeva così da far
tornare di nuovo il silenzio?
- Minako! Che succede?!
Erano entrati dentro
l'appartamento ancora al buio, e del vicino nessuna traccia. Che l'avessero
scampata?
- Ascoltami baka-chan!
Calmati! Non piangere! Non piangere ho detto! Va tutto bene, stiamo entrambe
bene e la casa... bhé qualcuno mi ha detto che una
casa incendiata la si può recuperare!
Lo stupore di sentir
ripetute le sue stesse parole sembrò ridare il sorriso ad Usagi.
- Vai a dormire e
domattina ne riparliamo... sì, ti aspetto direttamente a casa... Stasera?!...
Stasera dormo da Mamoru... No! Mina piantala! Ah! Buonanotte!
Chiusa la chiamata
aveva direttamente gettato il cellulare in fondo alla borsa.
- Non le hai detto del
cortocircuito?
- Se lo avessi fatto si
sarebbe data la colpa di tutto... e si sarebbe ridotta ad una larva peggio di me
ed avrei dovuto trascorrere i prossimi mille anni a consolarla... e credimi, in
questo momento ho bisogno solo di due cose: una doccia ed una discreta dormita!
L'incendio era partito
da un cortocircuito generato, con molta probabilità, dal portafotografie
digitale, almeno era questa la conclusione a cui era giunta Usagi dopo la
spiegazione del vigile del fuoco. Portafotografie lasciato acceso da Minako che
era stata l'ultima ad uscire da casa.
- Ecco il mio regno!
Non fare caso alle calze lasciate sul divano...
- E neanche a questi,
suppongo...
Così dicendo, Usagi
metteva in mostra un paio di boxer neri che aveva recuperato proprio davanti ai
suoi piedi. Oltre ai boxer incriminati, faceva mostra di un sorrisetto
divertito, forse stava tornando troppo rapidamente.
- Esattamente! Non
farmi pentire dell'invito, chiaro!?
- Come siamo
permalosi... comunque, grazie. Per tutto. Io...
- Non ripeterlo più,
è stato... naturale!?
Erano tornati in una
situazione di stallo, quelle in cui si ritrovavano molto frequentemente
dall'inizio di quel fine settimana. Un passo avanti, due indietro e poi altri
due avanti ed uno indietro... e si ritrovavano ancora lì, come se fossero
all'inizio di tutto.
- Vuoi che ti faccia
vedere il bagno? Così fai la doccia, che ne dici?
*****
***** *****
XXI giorno
ore 02:50
- 9 giorni all'alba
- Dormi?
- No, non ancora.
- Io... io volevo
ringraziarti...
Ritrovarsi Mamoru di
fronte non era stato calcolato.
A dire il vero non era
stato calcolato neanche dividere il letto con Mamoru ma le alternative erano
due: o dormiva lei sul divano o lui. Nessuno dei due, però, voleva privare
l'altro di un comodo letto e così avevano deciso di dividerlo quel giaciglio,
in fin dei conti si trattava pur sempre di un letto a due piazze ed erano due
individui maturi ed intelligenti. Non c'era nulla di imbarazzante nel dividere
un letto dove Mamoru, di sicuro, aveva fatto sesso con molte altre ragazze.
No, quel pensiero non
era coerente.
- Ancora?! Usagi sarà
la millesima volta che mi ringrazi, adesso basta! Tra meno di cinque ore tuo
fratello sarà qui ed io vorrei dormire!
- Sì, scusa...
- E piantala pure di
scusarti, stai diventando pesante!
- Di solito la gente
educata ringrazia sempre quando è aiutata!
- Di solito un 'grazie'
è più che sufficiente. Tu è da circa un'ora che non fai altro che ripetere 'Grazie.'
'Scusa.' Vorrei dormire, ok?
- Allora dormi e
buonanotte!
E girandosi non aveva
calcolato di trovarsi già a bordo letto finendo, così, con la faccia sul
pavimento. Il trambusto generato dalla caduta aveva fatto sporgere Mamoru dalla
parte del letto che lei aveva occupato sino a pochi secondi prima. Non era
ancora riuscita a rialzarsi, ma le risate di Mamoru erano arrivate ancor prima
di capire cosa fosse davvero successo. Una volta realizzata la figura pietosa
che aveva fatto non le restava che ridere, almeno avrebbe conservato una
parvenza di dignità.
Con fatica era riuscita
a mettersi a sedere sul letto.
- Fa vedere se occorre
un medico...
Ma Mamoru non aveva
finito la frase perché, forse, si era accorto delle lacrime che rigavano il suo
viso. Lacrime che, dapprima, erano uscite frammiste alla risate ma che adesso
avevano preso il sopravvento e non riusciva più a trattenerle. Avevano sfondato
gli argini ed era inutile cercare di trattenersi.
- Ehi! Ti fa male da
qualche parte? Hai forse il naso rotto, guardami su, fammi vedere se c'è
sangue...
- No... no... sto solo
metabolizzando.
- Vieni qui...
E senza darle il tempo
per replicare si era ritrovata stretta tra le sue braccia, sdraiata su di un
letto che profumava di buono.
*****
***** *****
XXI giorno
ore 4:30
- 9 giorni all'alba
Si era addormentata
dopo aver pianto.
Si era addormentata tra
le sue braccia, come una bambina.
Si era addormentata da
non sapeva più quanto, ma alla fine si era addormentata.
Poteva provare anche
lui a fare la stessa identica cosa.
Necessitava anche lui
di una sana dormita, eppure non ci riusciva. La guardava dormire. Semplicemente
la guardava dormire.
*****
***** *****
XXI giorno
ore 7:54
- 9 giorni all'alba
- Caffé...
- Sì, ne vuoi?
- Caffé... caffé...
caffé...
- Ecco, fai attenzione
è caldo.
Lo aveva letteralmente
ingurgidato, ma ipotizzava fosse raro che qualcuno gli preparasse la colazione.
A pensarci bene, era probabile che non fosse mai capitato.
Già lo immaginava dopo
aver consumato un po' di sana ginnastica da letto riaccompagnare la donzella di
turno nella propria casa. Non era il caso di essere da subito così intimo; no,
per Mamoru non era il caso di diventare intimi.
E quello era il secondo
pensiero sconclusionato a cui era giunta da quando era in quella casa, non
andava per nulla bene.
Non aveva dormito poi
molto, ma quelle poche ore erano state sufficienti per farle ricaricare le
batterie e farla sentire un po' meno sola e meno terremotata.
Aveva ragione Mamoru
quando diceva che una casa bruciata la si poteva recuperare, nulla era andato
perso e i ricordi potevano restare... e si poteva lavorare per costruirne altri,
magari ancora più importanti.
Aveva ragione lui, ma
questo era meglio non farglielo sapere, soprattutto adesso che sembrava tornato
padrone delle proprie funzioni mentali.
- Va meglio?
- Direi di sì.
- La mattina sei sempre
così di poche parole?
Aveva annuito e si era
lasciato andare sul tavolo, con un braccio a sorreggergli la testa.
- E tu? Hai finito di
metabolizzare?
- Direi di sì,
ho dormito magnificamente. Hai un futuro come cuscino.
- Io non ho chiuso
occhio... mi sarò addormentato intorno le cinque.
- Sarà che non sei
abituato a dormire con una donna tra le braccia...
- E tu, invece? Sei
abituata a dormire tra le braccia di un uomo?
- Era da un po' che non
mi capitava.
- Oh, ma sentila la
donna vissuta...
- Il tuo continuo
alludere alla mia condizione di donna mi fa ipotizzare o che tu sia attratto da
me o... che tu sia fortemente maschilista.
- Potrei dire lo stesso
di te, anche tu hai alluso diverse volte alla mia condizione di uomo.
- Potresti, ma non lo
hai detto.
- L'ho appena
insinuato...
- Mi hai scoperta...
sono una femminista convinta!
- A dire il vero
intendevo altro.
- Ho superato da un
pezzo l'età delle cotte solo per un bel viso e un corpo ben messo.
Cioè, non che bel viso
ed il corpo ben messo di Mamoru - che quella mattina aveva avuto modo di
ammirare, ma su questo preferiva sorvolare! - la lasciassero del tutto
indifferente però, sì, aveva superato da un pezzo il batticuore per un sorriso
o uno sguardo indirizzatole da un uomo... attraente.
- Quindi ho un bel viso
ed un corpo ben messo?
- Non si può negare la
verità.
- Ti ringrazio per il
complimento.
- Prego.
- E dimmi un po', oggi
che sei una donna matura e vissuta, cosa deve fare un uomo per attirare la tua
attenzione?
L'aveva percepita
perfettamente la nota ironica nella voce di Mamoru ma aveva preferito ignorarla.
Dopotutto era pur sempre un ospite.
- Per attrarrmi un uomo
deve avere molto di più di quello che vedo. Fammi pensare, un uomo dovrebbe...
sapermi sorprendere per sperare di avere una qualche possibilità!
- Io sarei capace di
stupirti, altro che sorprenderti!
- I tuoi metodi, Chiba-san,
li conosco sin troppo bene ed un bacio non mi stupirebbe per nulla. Come vedi,
sei prevedibile.
- Bacio?! Chi ha
parlato di un bacio?
La situazione era
surreale. Si trovavano, di primo mattino, in cucina e flirtavano come se nulla
fosse, come se la casa di lei non fosse andata in parte distrutta; come se lei
non si ritrovasse in mezzo ad una strada, o quasi... c'era sempre l'appartamento
poco distante da lì che suo padre le aveva comprato quando aveva poco più di
quindici anni.
Un leggero tossicchiare
le aveva ricordato di non essere da sola.
- Sei tornata sul
pianeta Terra?
- Mi ero distratta,
dicevi?
- Ti eri distratta
osservando le mie labbra?
Come? Che effetto
devastante aveva il caffé sulla mente di Mamoru?
- A dire il vero,
riflettevo sul come siamo giunti a questo punto della conversazione.
- Che vuoi che ti
dica... sono un uomo pieno di sorprese io.
- E dimmi un po'... tu
cosa faresti per sorprendermi? Anzi no, per stupirmi?!
Lo aveva visto il
cambio di espressione sul viso di lui; era durato giusto una frazione di secondo
ma aveva visto il distendersi in alto dell'angolo sinitro delle labbra - carnose
-; aveva visto il sopracciglio omolaterale distendersi appena e la fronte poi
era tornata ad appianarsi come se... come se si preparasse a scagliare il colpo
vincente, quello del K.O.
Tutto era durato giusto
il battito di un ciglio, ma lei aveva visto tutti quei cambiamenti, li avevi
visti ma non aveva compreso che quel mutamento era l'inizio della fine.
- Quando te la spassavi
con Isei avevo una cotta per te.
Il suono del citofono
non era stato percepito da nessuno dei due se non al terzo tentativo.
- Sarà tuo fratello,
vado ad aprirgli.
E l'aveva lasciata lì,
da sola, sola con quella frase che le rimbombava ancora in testa.
Quando te la
spassavi con Isei avevo una cotta per te.
Con quel sorriso
beffardo sulle labbra che l'aveva fatta sentire come una falena che si avvicina
troppo al fuoco, perduta.
Quando te la
spassavi con Isei avevo una cotta per te.
Con quel tono di voce
incolore, nessuna infrazione nella voce. Se avesse detto 'Oggi splende il sole.'
forse avrebbe trasmesso più calore.
Quando te la
spassavi con Isei avevo una cotta per te.
Con quella luce negli
occhi che le faceva rabbrividire sino alle ossa - ma le ossa potevano
rabbrividire? -.
Cosa c'era nel caffè
di Mamoru? Qualche nuovo allucinogeno? Una nuova molecola ancora sconosciuta al
mercato? No, impossibile. Lei era lucida e padrona del suo corpo ed aveva bevuto
lo stesso caffè di lui, oppure... certo! Stava ancora dormendo e quello era
solo uno stupido sogno generato dalla sua mente devastata dall'esperienza della
sera notte precedente. Si sarebbe data un pizzicotto e si sarebbe accorta di non
provare alcun dolore e così avrebbe confermato la teoria del sogno.
Shingo e Mamoru la
trovarono così, con le lacrime agli occhi e la mano sinistra arrossata.
- Tutto bene Usagi?
- No, per nulla.
E si era buttata tra le
braccia del fratello a piangere disperata, un po' per la casa semidistrutta, un
po' perché... perché era colpa di Mamoru che, in un modo o nell'altro,
riusciva sempre a farle male, anche dopo più di dieci anni.
*****
***** *****
XXI giorno
Ore 21:06
- 9 giorni all'alba
Era fermo davanti
quella porta da più di un quarto d'ora, non aveva il coraggio di pigiare il
campanello. Ma per quale assurdo motivo era lì?
Voleva solo
assicurarsi che stesse bene.
Per lei non doveva
essere stato facile entrare in casa e preparare le valigie. Inagibile per almeno
due mesi, era stato questo il responso dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco.
Si era offerto di
ospitarla in sua casa, almeno fino a che non avesse trovato un nuovo equilibrio
dopo il disastro della sera prima ma Usagi era stata irreprensibile: sarebbe
andata ad abitare nella casa in cui era cresciuta insieme a Shingo.
Ed adesso si trovava
davanti il cancelletto della villetta a due piani sita nel suo stesso quartiere.
A due isolati dal suo condominio nella parte residenziale di Tokyo.
Senza sapere come,
aveva dato al suo braccio l'ordine di sollevarsi e citofonare. Per fortuna, il
take away era ancora caldo.
Il video-citofono si
illuminò per un istante, subito dopo il viso di Usagi riempì il monitor.
- Mamoru!?
Aveva alzato il braccio
e mostrato la busta dalla quale usciva, ancora, un buon profumino.
- Servizio a
domicilio...
Sperava, almeno così,
di sembrare meno idiota.
*****
***** *****
XXI giorno
Ore 21:10
- 9 giorni all'alba
Vederlo lì, nel salone
di quella casa non lo aveva mai immaginato, eppure eccolo. In piedi, davanti a
lei, con in mano una busta piena di cibo da asporto.
- Mamoru, io... come
facevi a sapere che non ho ancora cenato?
- Mi ha chiamato
Kunzite e mi ha chiesto di portarti la cena.
- Quella busta sarebbe la mia cena?
- Nostra. Ho pensato
che non sarebbe stato carino farti cenare da sola.
Una cena
tête-à-tête era proprio quello che ci voleva dopo la confessione di quel
mattino. Ancora lo ricordava quel maledetto brivido che aveva provato dopo le
sue parole.
Doveva fare qualcosa -
qualsiasi cosa! - per liberarsi di lui.
- Non occorre Mamoru,
grazie davvero... immagino tu abbia da fare stasera. Avrai preso degli impegni e
non voglio, ancora, far saltare i tuoi programmi. Sei stato sin troppo
gentile...
- Nessun impegno. Sarò
ancora il tuo fidanzato per le prossime tre ore, o poco meno.
Meraviglioso! Non
voleva saperne di andarsene.
- Mamoru, davvero! Vai
e non preoccuparti per me! Non ho subito nessuna aggressione e posso benissimo
restare da sola in casa!
- Mi stai cacciando
via?
- No!
In realtà era un 'Sì, diamine!' ma meglio non dirlo.
- Allora perché non
posso restare? Dopotutto non mi sono pesati questi due giorni in tua compagnia.
Non poteva essere
sempre quella antipatica.
No, non poteva esserlo
anche se lui si meritava la sua antipatia e molto altro ancora.
- Dammi qui o saresti
capace di dire che ti ho lasciato sulla porta per non so quante ore! Accomodati
pure che io metto tutto nei piatti. Ti va bene se ceniamo da questa parte?
La cucina era un posto
troppo intimo, o troppo doloroso. Ricordava perfettamente i pomeriggi piegata
sul grande tavolo a riempire pagine e pagine di quel diario che celava tutti i
suoi segreti.
- Se vuoi ti posso
dare una mano...
- Sono io quella in
debito. Tu già portato la cena, anche perché dubito che se ti chiedessi di
dividere la spesa tu accetteresti... indovinato?
Il sorriso di rimando
le aveva confermato le sue supposizioni.
Sashimi,
ramen, tempura e daifuku... erano tutti i suoi piatti
preferiti. Non poteva essere una coincidenza, no, non poteva. Ma perché mai
avrebbe dovuto avere un'attenzione simile nei suoi confronti?
Aveva cenato con un
unico pensiero: capire cosa frullava nella testa di Chiba Mamoru. Ne andava
della sua sanità mentale.
Era stata una cena
tranquilla, i silenzi imbarazzanti erano stati diversi ma entrambi avevano fatto
finta di nulla troppo presi nel cercare di essere pronti per quando l'altro
avrebbe attaccato.
Alla fine, la prima ad
interrompere il silenzio, che si protraeva ormai da diversi minuti, era stata
lei.
- Mamoru, a che gioco
stiamo giocando?
Il timbro della sua
voce era risultato più duro del voluto.
- Non capisco...
- Andiamo! Ti sei
prodigato in mille attenzioni. Ti sei offerto di ospitarmi a casa tua! La tua
disponibilità come imbianchino e per finire ti sei anche improvvisato
fattorino! Ed hai portato una cena con tutti i miei piatti preferiti!
- Continuo a non
capire...
- Cosa. Vuoi. Da. Me.
Adesso è più comprensibile?
- Esserti utile. Sei
rimasta senza una casa e mi sembrava gentile offrirti la mia visto che questa è
rimasta chiusa non so per quanti anni! Ci saranno spese di migliaia e migliaia
di yen e farti risparmiare era un'altra gentilezza... e la cena, bhé la cena
era perché non mi andava di lasciarti completamente da sola dopo oggi!
- Dopo oggi? Scusa
perché oggi cosa sarebbe successo?
Se sperava che fosse in
piena crisi depressiva per le rivelazioni di quel mattino si sbagliava di
grosso!
- Mi chiedo perché tu
debba essere sempre così maledettamente controllata! Ho visto la tua faccia
quando il funzionario ti ha detto che saresti stata fuori da casa tua per almeno
due mesi!
Ah. Lui si riferiva a
quello...
- Io... mi spiace...
credevo...
- Lascia perdere sono
io lo stupido. Inizialmente ero convinto che il tuo essere così indisponente
nei miei confronti fosse dovuto a qualche mio atteggiamento e così ho cercato
di modificarli ed essere più accomodante. Dopo aver conosciuto tuo padre, ho
creduto che fosse lui la causa del tuo tenermi alla larga. Con un padre così,
quale ragazza non odierebbe il genere maschile... ma sai! Sono giunto ad una
conclusione: il problema sono io! Potrei fare di tutto per esserti simpatico ma
sarebbe tutto inutile. Ti sto sulle palle! Perfetto, ci vediamo se capita
senno... senno vaffanculo!
Era stata una stupida.
Una stupida colossale. E quel vaffanculo se lo meritava tutto.
- Mamoru aspetta, io...
mi dispiace.
Ma il suo 'mi dispiace'
era stato detto ad una porta che era stata sbattuta in faccia a lei e forse
anche ai suoi sentimenti.
Alcune
volte tacere e dare ragione il cuore è la cosa migliore si possa fare.
L'angolo
dell'autrice
Chi non muore si rivede. E' un
po' macabra come battuta visto come si sono risolti i miei problemi personali ma
purtroppo è la verità.
Sono trascorsi 20 mesi, o quasi,
dall'ultima volta che ho aperto una pagina word ed ho scritto un capitolo di
questa fanfiction. Oddio, è stato difficilissimo. Sono meno di 30 kb e mi
sembra di aver fatto chissà cosa! Ero indecisa se continuare o meno la storia,
o per meglio dire, ero indecisa se concludere il tutto in un capitolo e
togliermi il pensiero o meno... alla fine mi sono detta che se avessi seguito la
mia mente contorta avrei rovinato la storia di Mamoru ed Usagi e avrei deluso
voi che avete aspettato pazientemente e così ecco il capitolo XX. Più povero
rispetto gli altri. Consideratelo una sorta di... ripresa. Il prossimo credo che
sarà l'ultimo, l'epilogo. Credo, perché potrei anche sbagliarmi.
Per chi notasse qualche
somiglianza con la fanfiction di Fallsofarc 'Accidente d'amore'
posso assicurarvi che non è così e che l'autrice è stata da me stessa
avvisata prima che pubblicassi questo stesso capitolo.
Quanto prima, tra le altre cose,
rimuoverò il capitolo che precede questo come è richiesto dal regolamento.
Grazie quindi per aver atteso e
so che sono molto al di sotto dei soliti canoni ma... un po' di pietà.
Grazie a tutti anche per i
vostri messaggi privati, quanto prima cercherò di rispondere a tutti come
meritate. Adesso vado.
Ah! Non so quando arriverà il
XXI.
Alla prossima!
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Capitolo 22 *** Capitolo XXI ***
Nuova pagina 1
Capitolo
XXI
XXII giorno
ore 12:15
- 8 giorni all'alba
Era stata pessima.
Era stata pessima e
meschina.
Era stata pessima,
meschina e crudele.
Meritava quel vaffanculo,
eccome se lo meritava!
E se lui, anche oggi,
le avesse sbattuto la porta in faccia lo avrebbe meritato, ancora.
Intanto, fino a quel
momento, le uniche porte che si erano aperte - e poi richiuse - erano state
quelle dell'ascensore; che poi queste, per i suoi gusti, si fossero aperte
troppo presto, visto che ancora non aveva finito di fare a pugni con la propria
coscienza, era solo un dettaglio.
Aveva passato la notte
in bianco.
La seconda notte in
bianco.
La seconda notte di
fila, in bianco.
E per questo, ne era
certa, le occhiaie dovevano arrivarle sin sotto le ginocchia.
Il mal di testa
dilagava e era stata costretta ad assumere un triptano per evitare di dare di
matto.
Aveva preso una
settimana di ferie, non poteva concedersene di più, per mettere in ordine
vestiti, libri e oggetti vari.
Una settimana per rimettere
ordine nella sua vita. Splendido!
Ed adesso si trovava
davanti le porte spalancate dell'ascensore. Era arrivata al suo piano.
Padiglione quattro.
Terzo piano. Stanza quindici.
Come un deja-vu, aveva
sentito le urla appena imboccato il corridoio stretto e lungo. Più si
avvicinava e più queste aumentavano di intensità riuscendo a distinguere senza
difficoltà la voce di Mamoru ma, stavolta, lui non era da solo nella stanza,
sentiva in modo chiaro anche una seconda voce. Questo secondo interlocutore, al
contrario del ragazzo però, manteneva un tono basso ma deciso, come se non gli
importasse nulla della conversazione; o come se non gli importasse nulla
dell'opinione di Mamoru stesso. Che fosse
più egocentrico di Mamoru?
Davanti quell'anonima
porta, con la targa uguale alle altre e con su scritto il nome Chiba Mamoru, si
era fermata indecisa se bussare o meno. Fu tolta di impiccio perché questa si
era aperta senza preavviso ed ebbe appena il tempo di fare un passo indietro
quando si ritrovò davanti un uomo, poco più basso di Mamoru, con i capelli
striati di grigio, le spalle larghe e il fisico asciutto. Poteva avere al
massino senssantanni, se fossero stati di più se li portava davvero bene. Gli
occhi grandi e blu la guardavano come se non si aspettasse di trovarsela lì
davanti e lei nel suo tubino nero si sentì una perfetta stupida.
- Prego, stavo andando
via.
Un passo di lato e
l'uomo le aveva lasciato libero il passaggio.
- Non abbiamo ancora
finito!
Mamoru si era
affiancato ma non l'aveva degnata di uno sguardo, troppo concentrato ad urlare
dietro il suo interlocutore.
- La questione è
chiusa, non abbiamo altri punti da chiarire.
Senza neanche voltarsi,
aveva risposto così a Mamoru e, senza degnarla di un saluto, si era incamminato
nella stessa direzione da cui era arrivata una manciata di minuti prima.
Egocentrico e
maleducato.
Mamoru continuava ad
ignorarla, come se davvero non avesse realizzato la sua presenza e lei iniziava
a sentirsi stupida, più di quello che era.
- Forse è meglio che
tu vada. Non ho abbastanza pazienza per reggere una discussione anche con te.
Allora l'aveva vista ma
aveva preferito ignorarla!
- Ero qui solo per
chiederti scusa per ieri. Sono stata pessima e meschina... e crudele. Tu sei
stato gentile mentre io...
- Perfetto, scuse
accettate adesso vai.
Se la meritava quella
rispostaccia, se la meritava e doveva tacere. Testa alta, sguardo sicuro e
spalle dritte. Non doveva fargli capire che c'era rimasta male. Salutò con un
'ciao' sibiltante e anche lei, così come lo sconosciuto di poco prima, tornò
sui suoi passi. Mantenendo comunque la sua maschera di indifferenza.
Un passo.
Stupida! Si era
recata sino a lì convinta che tutto si potesse rimettere a posto.
Due passi.
Imbecille! Credeva
davvero che Mamoru non gliel'avrebbe fatta pagare?
Tre passi.
Una presa delicata,
quasi una carezza, e bloccarle il polso.
- Scusami. Non è stata
proprio una bella giornata e non è giusto che me la prenda con te.
- Fa niente.
Gambe di gelatina e
voce strozzata. Oddio, ricominciava la sindrome dell'adolescente innamorata.
Doveva finirla di essere così sciocca. Era una donna, e soprattutto non era
più un'adolescente.
- Ho bisogno di
parlare.
Poteva chiamare uno dei
suoi amici, perché proprio lei? Forse perché... tirava ancora in ballo la
scusa della psicoterapia?
- Mamoru, ti ho già
spiegato un migliaio di volte che io non sono la tua psicoterapeuta e...
- Ho bisogno di parlare
con un'amica, per favore.
No. No. No. Non poteva
guardarla in quel modo. No. Perché riuscivano sempre a fregarla?
- Tecnicamente non
sarei neanche tua amica.
- Ho bisogno di te.
Oh. Questo era un colpo
basso.
- Hai bisogno di me in
qualità di cosa?
- Sei un'ottima
ascoltatrice e la sola a portata di mano.
- Come scusa?!
- Be' sì! Con i tuoi
sorrisi e i tuoi occhioni da cerbiatta metti a proprio agio le persone!
- Prima o poi, la mia
parcella ti arriverà direttamente a casa!
- E prima o poi
renderò pubblico il contenuto del tuo diario...
- Non lo faresti mai...
- Tu dici...
- Sai che questo è
giocare sporco, vero?
- No, semplicemente
salvaguardo le mie finanze!
- Mi spieghi perché se
fino a cinque minuti fa urlavi come un indemoniato adesso sei qui tutto sorrisi?
- Sei tu a trasmettermi
il buon umore!
- Ah! Ecco dove era
finito il mio! Sai è da circa due giorni che non riesco a trovarlo! Ti
dispiacerebbe restituirmelo?
- Come hai dormito
stanotte?
- Non ho chiuso occhio,
non lo intuisci dalla mia faccia? - Il repentino cambio di argomento l'aveva
sorpresa.
- Mi chiedo perché tu
ti sia intestardita ad andare da Shingo e non restavi da me!
Perché dopo ciò che
le aveva confessato non sarebbe riuscita a dividere, ancora, un letto con lui.
Ma questo era un segreto.
- Perché non volevo
abusare troppo della tua ospitalità. Shingo aveva casa vuota ed era il minimo
che andassi da lui.
- Non è che per
qualche assurdo motivo hai pensato che ci stessi provando con te, vero?
A dire il vero il
pensiero non l'aveva neanche sfiorata...
- Avrei dovuto?
- Certo che no!
- Già, che stupida! Io
non sono il tuo ideale di donna!
- E quale sarebbe il
mio ideale di donna?
Perché gliele serviva
su un piatto d'argento?
- Quelle da una botta e
via, ovvio!
La faccia di Mamoru le
fece scappare un sorriso, o meglio, un ghigno.
- Mia piccola Usako,
tu non sai un bel niente di me... in ogni modo, mi ascolterai oppure no?
Ancora! Ancora cambiava
argomento e ribaltava la situazione a suo piacere, ah gli uomini! Erano i
migliori nella sottile arte dell'arrampicarsi sugli specchi.
- E cosa ti fa pensare
che io sia ben disposta nei tuoi riguardi?
- Il fatto che tu sia
qui... e poi faccio leva sul tuo carattere da crocerossina!
- Sono troppo buona, è
questa la verità.
- Dovrei assaggiarti
per dirlo...
No. Non era possibile.
Mamoru non stava flirtando, la sua era stata una stupidissima battuta e nulla di
più.
- Vuoi parlare qui, in
questo squallidissimo corridoio, oppure mi inviti ad entrare?
Un passo di lato, un
mezzo inchino. Lo odiava quando era così cerimonioso.
- Allora, di cosa vuoi
parlare?
- Sai chi è l'uomo che
è uscito da quella porta?
Il diniego era arrivato
immediato.
- Masao-kun.
Doveva aver compreso l'espressione confusa sul viso perché subito si era
impremurato a precisare.
- Chiba Masao, mio
padre. L'uomo che, secondo la tua analisi, è alla base di tutte le mie
sciagure.
- Ah!
- Ah!? E' tutto qui
quello che hai da dirmi?
Era quasi oltraggiato
dalla sua risposta. Era tutto lì quello che aveva da dirgli? No, certo che no,
ma cosa si aspettava? Che saltasse dalla sedia? Che la sua mandibola toccasse il
pavimento? O che gli prendesse la mano tra le sue iniziando ad accarezzargliela?
Lei era una professionista nell'ascoltare gli altri, aveva i suoi tempi, le sue
pause e le sue battute al vetriolo.
- Adesso ho capito da
chi hai ereditato il tuo egocentrismo!
Battute al vetriolo che
con Mamoru si rivelavano sempre una mossa sbagliata perché, anche se per un
attimo, aveva visto benissimo le sopracciglia di lui inarcarsi ed i suoi occhi
sbarrarsi. Forse era il caso di rimediare.
- Non fare quella
faccia! E' normale ereditare tratti caratteriali dei propri genitori: è
genetica. Tu prendi me! Ho ereditato la cocciutaggine di mio padre e la mania
per l'accostamento dei colori di mia madre. Non sono certo due qualità eppure
ci convivo pacificamente.
- Se è per questo hai
ereditato anche le gambe di tua madre!
- L'unica cosa decente!
Ma tu spiegami cosa ne sai delle gambe di mia madre!?
- Lunga storia...
- Ti prego! Il solo
pensiero che tu e mia madre... ho la nausea.
- Mi vuoi tutto per
te?!
- No grazie, ma
torniamo al punto della questione: cosa voleva tuo padre?
- Manipolarmi, come fa
sempre!
Troppo arrendevole,
aveva risposto alla sua domanda senza perdere tempo come se non aspettasse altro
che poter parlare, confidarsi. Non aveva avuto modo di analizzare oltre il
comportamento di Mamoru perché aveva ripreso a parlare.
- Hai presente Boston?!
Aveva presente Boston?
Certo che sì, lo ricordava benissimo quel dolore immenso, era stato come se le
fossero state strappate le braccia così di netto. Quello era il dolore della
separazione, del dover far finta di nulla anche se dentro moriva giorno dopo
giorno.
- Vagamente. - E lei
era diventata una perfetta attrice dopo quel periodo allucinante, e doloroso.
- Sono partito perché
Masao-kun aveva organizzato tutto, senza neanche chiedere un mio parere.
Non avrei accettato se non fossi stato certo che l'esperienza sarebbe stata
utile per il mio curriculum.
- Ma lo aveva fatto per
il tuo bene, per assicurarti un'ottima preparazione.
- Vuoi fare la
psicologa o no?
- Tu hai detto che
avevi bisogno di me in qualità di amica!
- E tu mi hai risposto
che non sei una mia amica!
- Sei esasperante, lo
sai vero? Comunque, vuoi o non vuoi il mio parere? Da psicologa, da amica e pure
da donna, se ci tieni tanto! Tuo padre fa quel che fa semplicemente perché
cerca di assicurarti il meglio per il futuro...
- Quindi fammi capire:
tuo padre ti impone il matrimonio con quell'ameba semplicemente perché è il
meglio per te?
- Non stiamo parlando
di me e comunque non mi hai fatto finire il discorso!
- Perché non ti
ribelli?
- Vedo che non occorre
un mio parere quindi tolgo il disturbo. Scusa ancora per ieri, è stato un
piacere, a mai più rivederci!
- Scappi!
- No, ti salvo la vita
perché credimi, mi stai portando all'esasperazione e rischierei di farti
davvero male!
Ed era vero, non
tollerava quel suo 'volare di fiore in fiore'. Si parlava di lui, del suo
rapporto con il padre e basta...
- Ti invito a pranzo
così forse a stomaco pieno riesco ad essere meno esasperante.
- Non è il caso, ho
molto da fare. Adesso vado...
- Per quanto tu abbia
da fare dovrai pur mangiare, o no?
- Non ho fame!
- Ok, sono un cretino
che ti fa perdere di continuo la pazienza, ti chiedo immensamente scusa ma ti
prego, non farmi pranzare da solo...
Lo meritava quel pranzo
da solo, lo merita solo per la libertà che si era preso: come aveva osato
poggiare le sue mani grandi, calde, perfettamente modellate tanto da sembrare
scolpite dallo stesso Buonarroti, sulle sue di spalle così esili e tremanti?
- Giuro che è l'ultima
volta: poi scordati altre seconde opportunità, chiaro!?
- Cristallino!
E mentre rispondeva con
un sorriso da schiaffi aveva già tolto il camice e l'accompagnava alla porta.
- E' stato merito del
mio fascino, vero?
- Perché mi sto
pentendo di aver accettato questo ennesimo pranzo?
La mano di Mamoru nella
regione lombare della sua schiena le aveva procurato un piccolo, impercettibile,
brivido. Si era scansata facendo finta di nulla mentre percorrevano quella
decina di metri che li avrebbe condotti agli ascensori e, strano ma vero, ne
avevano trovato uno in attesa.
- Perché non si può
mai scherzare con te? Sei in un perenne stato di crisi pre-mestruale?
- Al momento sì, sono
in crisi pre-mestruale!
- Secondo me dovresti
cercare una volva di sfogo, sei troppo stressata!
- E secondo te, con una
casa in fiamme non dovrei essere leggermente stressata?
- Sarà questione di
una paio di settimane e tutto tornerà come prima, ti darò una mano io... se ti
va.
Sorridergli era stato
inevitabile. Quando aveva questi slanci di altruismo Mamoru diventava... dolce.
Le porte dell'ascensore
si erano aperte al piano terra dell'edificio.
- Accidenti! Devo
salire un attimo, ho dimenticato il cellulare in stanza, aspettami qui e non
scappare, ok?!
- Muoviti prima che
cambi idea!
- Vado e torno!
Era stato nuovamente
inghiottito dall'ascensore e si era ritrovata a sorridere come una sciocca.
Doveva darsi una regolata o sarebbe impazzita dietro gli sbalzi di umore di
Mamoru... ma anche lei non scherzava con i suoi alti e bassi. Doveva parlare con
qualcuno che l'avrebbe ascoltata senza giudicarla e che non avrebbe tratto
conclusioni affrettate.
Perfetto, Minako era da
evitare.
Il vibrare del suo di
cellulare la fece quasi spaventare...
*****
***** *****
XXII giorno
Ore 12:53
- 8 giorni all'alba
La visita di suo padre
lo aveva innervosito; ancora di più, lo avevano innervosito le sue pretese.
Prima la proposta di
lasciare il suo impiego in ospedale e seguirlo in clinica ed adesso un master
negli USA per affinare le sue capacità operatorie. Ma cosa credeva? Che si
ritrovasse ad avere ancora a che fare con un ragazzino di vent'anni? Era un uomo
dannazione, era un uomo e voleva prendere le sue decisioni per conto proprio!
" ... Tuo padre
fa quel che fa semplicemente perché cerca di assicurarti il meglio per il
futuro... "
Usagi si sbagliava di
grosso, suo padre era solo un manipolatore! Era sempre stato così, sin dalla
sua infanzia. Sua madre finché aveva potuto, lo aveva tutelato in qualsiasi
modo; scegliendo medicina, però, si era dato la famigerata zappa sui piedi. Si
era buttato in pasto al lupo, da solo.
Scegliere una strada
così simile a quella del padre, per certi versi identica, era stato forse
l'unico errore della sua esistenza ma era un errore del quale non si era mai
pentito.
In sala operatoria, con
i bisturi in mano, sentiva di essere nel posto giusto. Il trasferimento a Boston
era stato importantissimo, era inutile negarlo. Tra le altre cose lo aveva
accettato anche di buon grado perché così si sarebbe scrollato di dosso l'aria
da raccomandato e perché era stato merito delle sue capacità, anche se Masao
aveva dato la giusta spinta affinché fosse stato proprio il figlio a vincere
qualla borsa di studio. Era tornato con un bagaglio culturale che difficilmente
avrebbe potuto apprendere se fosse rimasto a Tokyo. Era riuscito a sbaragliare
la concorrenza con il suo curriculum, ma per i suoi colleghi questo non era
abbastanza. A trent'anni si ritrova ad avere l'esperienza di un collega con
almeno quindici anni più di lui ma, agli occhi degli altri, restava comunque il
figlio raccomandato di Chiba Masao. E questa cosa non gli andava per nulla bene.
Aveva lottato per
potersi affermare nel mondo della medicina, per essere solo Chiba Mamoru. Per
essere un chirurgo bravo, se non il migliore. Aveva studiato giorno e notte e
mentre i suoi coetanei erano fuori a divertirsi, lui restava a casa a studiare,
a preparare un esame o approfondire un qualche argomento che lo affascinava.
Ancora oggi, ormai specializzato, passava gran parte delle sue serete nel suo
appartamento, a studiare, anche quando i suoi amici si convincevano che, in
realtà, fosse fuori con qualche ragazza.
Gli piaceva apparire
sicuro, determinato, anche strafottente, ma in realtà la sua era solo una
maschera. Una maschera dietro la quale nascondersi perché non gli andava che
gli altri lo vedessero per ciò che era realmente: un trentenne solo.
Solo.
Stare troppo tempo da
solo gli faceva male.
Con il cellulare in
tasca, e cercando di tornare sereno aveva raggiunto Usagi che parlava in modo
alquanto animato al suo telefonino.
- ...ti raggiungo
subito, no. Ti prego!
- Problemi?!
Il modo in cui Usagi
era saltata in aria appena avvertita la sua voce gli fece comprendere che, quasi
di sicuro, non si era neanche accorta del suo ritorno.
- Un imprevisto di
lavoro. Devo andare... il nostro pranzo lo trasformiamo in una cena. Stasera da
me, ok? Io vado, ci vediamo alle venti! Scusami ancora, ma è urgente!
*****
***** *****
XXII giorno
Ore 17:19
- 8 giorni all'alba
- Allora?
La bottiglia di
plastica contenente acqua, il suo pranzo di quel giorno, era stata maltrattata a
sufficienza nel corso di quell'attesa.
- Allora c'è che
stavolta non ti basterà un invito a cena! Per fortuna, sono riuscito a
convincere il giudice!
Il sospiro di sollievo
era seguito immediato, così come l'abbraccio stritolatore per Jadeite.
- Sei... sei... mi
mancano le parole!
- Certo, certo.
Comunque, dovrebbe uscire a momenti, sta finendo di firmare la documentazione e
con lui c'è la direttrice dell'istituto.
- Quale documentazione?
Hideyoshi è ancora minorenne!
- Lo so ma vedi... è
decaduta l'accusa di offesa a pubblico ufficiale ma non quella per atti
vandalici. Dovrà scontare una pena di trenta giorni. Trenta giorni di lavori
socialmente utili, mi dispiace.
Trenta giorni di lavori
socialmente utili. Era davvero misera cosa se raffrontato alla gravità
dell'accaduto.
- Non fa nulla. Merita
comunque una punizione!
- Usagi, questo
ragazzino ha bisogno di attenzioni, di affetto.
Lo sapeva, lo sapeva
benissimo. Hideyoshi era un ragazzino problematico era vero, ma era stato il
passato a renderlo tale. L'abbandono da parte della famiglia.
- Affetto Jadeite, non
pietà.
*****
***** *****
XXII giorno
Ore 17:19
- 8 giorni all'alba
Era
fermo in macchina da quasi tre ore. Iniziava a sentire i crampi alle gambe e la
gente lo aveva guardato in modo strano, come se fosse un poco di buono. Ma quale
delinquente restava fermo di vedetta davanti la stazione di polizia? Solo un
imbecille.
Usagi aveva fatto
avanti ed indietro per tutto il tempo consumando la suola delle scarpe, ne era
sicuro. Si era assentata giusto un paio di minuti per poi tornare dove si
trovava adesso e dove stava abbracciando, con troppo affetto, Jadeite.
Erano stati raggiunti
da una donna anziana e da un ragazzino che non poteva avere più di quindici,
sedici anni al massimo.
Jadeite era andato via
ed adesso restavano i tre che si dirigevano dalla parte opposta rispetto
l'amico. Non restava che aspettare Usagi passare con la sua macchina e poi
seguirla. Moriva dalla curiosità di sapere cosa stava succedendo.
*****
***** *****
XXII giorno
Ore 19:38
- 8 giorni all'alba
- Miki-chan! Che
succede, perché piangi!?
Aveva tentato un
contatto con Hideyoshi cercando di capire davvero cosa fosse successo in quel
parco cittadino, ma il ragazzo non ne aveva voluto sapere di parlare. Si era
trincerato dietro al silenzio e lei, non volendo rischiare di incrinare ancora
di più i rapporti tra loro, aveva deciso di desistere, almeno per il momento.
Cercando di capire come
instaurare un dialogo con Hideyoshi, non aveva badato all'arrivo di Miki che
correva a testa china e con le spalle tremanti a causa dei singhiozzi che non
riusciva a trattenere, ed alla fine ne era stata investita in pieno. Gli occhi
colmi di lacrime e dolore la fecero sentire ancora più frustrata di come era.
- Sei una bugiarda! Sei
cattiva!
Ed era scoppiata a
piangere ancora più forte. I lacrimoni sgorgavano dai suoi occhi castani e lei
non sapeva cosa fosse successo e non aveva idea di come calmarla.
Come sempre, aveva
fatto affidamento sul suo istinto e si era abbassata all'altezza della piccola,
accarezzandole i capelli bisbigliandole parole di conforto nel tentativo di
calmarla ma, al contrario, l'effetto sortito era opposto aumentando ancora di
più i singhiozzi della bambina.
Sato-san le
aveva trovate sedute sul pavimento di pietra bianca, con Miki che si guardava
insistentemente le punte delle scarpe, i singhiozzi placati ma le lacrime che
continuavano a scendere irrefrenabili. Non aveva più aperto bocca dopo averla
assalita poco prima.
Davanti quella scena la
direttrice dell'orfanotrofio non aveva potuto fare altro che chiedere
spiegazioni; tra l'altro il mutismo della piccola era qualcosa di inusuale,
almeno per il suo modo di essere.
- Non saprei. Adesso io
e Miki-chan parliamo un po' e poi le faremo sapere, va bene?
Aveva cercato di far
apparire Miki padrona della questione. Come se le scelte dell'adulto
dipendessero da quelle della piccola; forse c'era riuscita visto che, con la
coda dell'occhio, aveva notato la bambina girarsi in sua direzione per poi
tornare subito a fissarsi le scarpe non appena lei aveva smesso di parlare con
la direttrice.
Rimaste sole aveva
fatto un profondo respiro e poi aveva chiesto alla bamina cosa fosse successo.
Miki non aveva risposto
subito ed aveva messo su un broncio che le aveva fatto sciogliere il cuore. In
tutto ciò, con suo grande sollievo, le lacrime si erano arrestate.
- Tu sei una bugiarda,
e sei pure cattiva!
- Questo già me lo hai
detto. Ma sentiamo, quale bugia ti ho detto?
La bambina aveva posato
i suoi occhi rossi su di lei e la guardava come a valutare la possibilità di
parlare.
- Mi avevi detto che
saresti rimasta con me...
- Ed infatti sono qui,
con te.
A quelle parole la
bambina aveva alzato gli occhi e l'aveva guardata indecisa: crederlo o no?
- Resterai con me?
- Fino a che non
troverai una mamma ed un papà che ti vogliano bene come io ne voglio a te!
- E tu... tu non vuoi
essere la mia mamma?
Aveva bisbigliato
quelle parole come se avesse avuto paura della risposta.
La storia di Miki era
simile a quella di molti altri bambini che si trovavano nell'orfanotrofio ma,
per qualche strano motivo, Usagi le si era affezionata in modo quasi viscerale.
Forse era merito della fervida immaginazione della piccola, o semplicemente si
era legata a lei per mera simpatia, non lo sapeva ma era certa che quella
bambina occupava un posto speciale nel suo cuore, un posto riservato solo a lei.
Ancora non era stata
adottata. Miki aveva tutto ciò che un genitore potesse desiderare. Era dolce,
ubbidiente, calma... aveva solo un piccolo difetto, la sua età le impediva di
essere una bambina 'adatta'. I suoi cinque anni, in un modo che ancora le era
difficile comprendere, la rendevano inadatta al ruolo di figlia. Troppo 'grande'
agli occhi di presunti genitori. Troppo indipendente. Troppo per ciò che
cercavano loro.
Adesso, tra le altre
cose, si ritrovava costretta a sbatterle in faccia un'altra triste verità.
- Non posso essere la
tua mamma.
- Perché?
Perché?
Perché le voleva un gran bene ma non poteva adottarla, non bastava l'affetto
per adottare un bambino: la legge lo impediva. Era una donna sola, senza un
compagno... e non era pronta per fare la madre.
La verità era che non
si sentiva pronta ad essere madre.
Perché aveva solo
venticinque anni e non era pronta ad una vita di rinuncie perché aveva già
rinunciato a tanto, a troppo nell'arco della sua vita.
Perché era cresciuta
senza i genitori - anche se lei i genitori li aveva! -
troppo impegnati per seguire la sua trasformazione da crisalide a farfalla.
Perché non voleva lo
stesso per i suoi figli, per loro desiderava l'affetto di un padre e la carezza
di una madre. Immaginava serate insieme, giocando, ridendo. Immaginava
quell'infanzia che non aveva avuto mai, per loro desiderava il meglio, anche se
ancora non erano qui.
Adesso il difficile era
spiegarlo a Miki.
Si odiò per quel
dolore che stava procurando a quella bambina, ancora di più odiò la propria
immaturità.
- Non avresti un papà
e tu non vuoi una mamma senza un papà, no?
Quella piccola bugia le
era sembrata il suo faro nella notte, la via d'uscita da un intrigato labirinto
ed il sorriso di Miki le aveva dato un minimo di fiducia, forse aveva toccato le
corde giuste...
- Un papà...
- Sì, un papà. Serve
anche un papà per formare una famiglia.
- Io conosco un
papà... e lo conosci pure tu!
No, non aveva toccato
le corde giuste.
*****
***** *****
XXII giorno
- 8 all'alba
ore 20:40
- Finalmente! Riesci ad
essere in ritardo anche quando inviti la gente a casa tua!
L'aveva vista
trasalire, la borsa caduta sul pavimento ne era la dimostrazione.
Sapeva di terrorizzarla
se avesse parlato senza palesare prima la sua presenza, ma era stato più forte
di lui, era da quando aveva saluto Arisa-kun che sognava quel momento:
spaventarla.
- Chi diavolo ti ha
fatto entrare! Sei un imbecille, per poco non ci restavo secca! Ma dico sei
scemo o cosa? Mi hai fatto saltare le coronarie razza di deficiente che non sei
altro...
Si era versata un
bicchiere d'acqua e lo aveva buttato giù in una sola volta. Lo sbattere, poi,
del povero bicchiere sul piano in marmo della cucina gli aveva fatto capire che
la sua sfuriata non era ancora finita.
- Tu... - L'indice
puntato contro il suo viso era come la canna di un mitra pronto a fare fuoco. -
Tu, piccolo uomo senza un briciolo di cervello, che ragiona con le palle invece
di usare la testa. Tu, razza di idiota che quando parla lo fa solo per dare aria
alla bocca. Tu, sei la mia rovina!
- Non ti sembra di
esagerare, era solo uno stupido scherzo!
- Uno stupido scherzo,
dici?! Per te si riduce tutto ad uno stupido scherzo, è così?! È così?!?
C'era qualcosa che non
andava perché quella non poteva essere la reazione ad uno scherzo, stupido sì,
ma pur sempre una innocua presa in giro.
- Usagi, di cosa stai
parlando?
Lo sguardo tagliente di
lei, gli fece capire che no, quella reazione, non era dovuta al suo innocuo
scherzetto.
- Miky Masaki, cinque
anni. Abbandonata in ospedale subito dopo la nascita, è ospite della 'Casa del
sorriso' da tutta la vita ormai! Ho impiegato due anni, dico due!, per
instaurare un rapporto con lei ed ottenere la sua fiducia e poi arrivi tu e
butti tutto alle ortiche in meno di cinque minuti! In questi due anni mi sono
dedicata anima e corpo a quella bambina. Le sono stata accanto quando stava male
perché gli altri bambini veniva adottati e lei scartata perché o troppo calma,
o troppo vivace o troppo silenziosa. Ho asciugato le sue lacrime, ho raccolto i
suoi singhiozzi, ho medicato le ferite del suo animo... e poi, poi arrivi tu e
rovini tutto! Ho perso la fiducia di quella bambina per un tuo stupido
capriccio. Adesso dimmi cosa volevi e perché mi hai seguita sino
all'orfanotrofio!
D'un tratto, gli era
passata la voglia di scherzare, si sentiva uno stupido e non era poi così
contento di trovarsi lì con lei. Non valeva la pena restare lì se doveva
vederla così abbattuta.
- Io... mi spiace, è
meglio che vada...
- No! Dannazione no!
Ogni maledettissima volta che abbiamo una discussione uno dei due batte in
ritirata, e sai una cosa: odio questo atteggiamento così... idiota! Adesso
dimmi una volta per tutte cosa vuoi da me perché io ho esaurito la pazienza!
Cosa voleva?
- Te.
Lo aveva detto, ad alta
voce. E dopo quella confessione imprevista e spontanea, quel male che lo stava
divorando dall'interno alla fine aveva trovato la via ed era emerso, lasciandolo
piacevolmente rilassato.
- Cosa vuoi dire?
Era ovvio cosa volesse
dire, cosa c'era di poco chiaro? Guardandola direttamente negli occhi aveva
ripetuto quella confessione in modo calmo ma deciso.
- Ho detto che voglio
te.
- Me? Io non sono un
trofeo di caccia! Io non sono un nome da aggiungere alla lista delle tue
conquiste. Io sono una persona!
In qualche assurda
maniera, Usagi traeva sempre il lato negativo in ciò che lui le diceva.
- So perfettamente chi
sei! È per questo che ti voglio! Perché nonostante il tuo carattere di merda,
nonostante i tuoi sbalzi di umore, nonostante i tuoi difetti, nonostante tutto
io voglio te perché so che non mi giudichi nonostante il tuo lavoro. Non mi
costringeresti a fare qualcosa contro la mia volontà. Perché sai ascoltarmi!
- È questo che vuoi?
Una psicanalista?
O forse, preferiva non
capire.
- Voglio te,
dannazione! Voglio Tsukino Usagi! Voglio la ragazza che quando è stanca gonfia
le guance come fosse ancora una bambina. Voglio la ragazza che per non prendermi
a pugni litiga di continuo con i suoi capelli. Voglio la donna che quando
cammina per strada fa girare tutti gli uomini nel raggio di un chilometro.
Voglio la donna che la notte scorsa non mi ha fatto chiudere occhio
semplicemente perché riposava tra le mie braccia. Ti basta o vuoi che continui?
Era stato quasi
catartico riuscire a dirle tutto quello che gli era passato per la mente in quel
mese... in quegli anni. Era come quando una ferita infetta trovava da sola la
via per drenarsi. Ok, non era il massimo come esempio, non era poetico o
romantico ma rendeva al meglio l'idea. Il peso che gli gravava sul cuore era
improvvisamente svanito e lui era tornato a respirare, dopo tanto tempo era
tornato a percepire i colori e sentire gli odori.
L'aveva guardata e non
aveva potuto fare a meno di intenerirsi di fronte alla sua espressione sorpresa,
intimorita per certi versi.
- E ti prego, smettila
di morderti il labbro perché, forse non te l'ho detto, ma lo trovo estremamente
erotico.
A quel punto lei aveva
indietreggiato come scottata, come se la portata di quella rivelazione le
giungesse solo in quell'istante. Aveva portato una mano ai capelli ed era quasi
certo che si stesse per tirare la solita ciocca dietro l'orecchio, ma a metà
del gesto si era bloccata ricordando, forse, ciò che le aveva confessato pochi
istanti prima.
*****
***** *****
XXII giorno
ore 21:00
- 8 giorni all'alba
- È uno scherzo? Certo
come ho fatto a non capirlo prima! È uno scherzo organizzato da te e Minako!
Benissimo, scherzo riuscito ed adesso esci fuori Mina-chan! Non ho tempo
da perdere! Coraggio, dove sei?!
Non poteva essere che
uno scherzo, uno stupido scherzo. Non c'era altra spiegazione alle parole di
Mamoru. Non poteva essere diversamente, Mamoru non poteva davvero pensare quelle
cose di lei, non poteva sentirsi attratto da lei.
È ancora attratto,
le diceva una vocina interiore, ma lei non voleva neanche ascoltarla, era fuori
questione. Lei e Mamoru erano due amici, no: lei e Mamoru erano due semplici
conoscenti, e basta.
- Non è uno scherzo.
La voce sicura di lui
le aveva tolto il fiato e giusto per un secondo l'aveva costretta a interrompere
la ricerca dell'amica.
Non è uno scherzo.
Quattro parole che decretavano la fine di un'illusione.
- Ok, è meglio che
vada.
Era stato naturale
cercare la via di uscita, non riusciva a rimanere lì con lui un secondo di
più. Pochi minuti prima aveva bloccato la ritirata di Mamoru, ed adesso era lei
quella che scappava perché non voleva affrontarlo. Convinta di poter andare, di
poter scappare, non aveva fatto i conti con la presenza - oppressiva! - di
Mamoru.
Come quella mattina, la
mano calda di lui le aveva avvolto il polso in una morsa stavolta, però, non
riusciva a comprendere se fosse piacevole o meno.
Lo aveva guardato in
viso e le era sembrato di scorgere un sorrisetto ironico, come da presa in giro.
- Usagi, siamo a casa
tua.
- Ah.
Perfetta idiota.
È questo che si ripeteva da quando Mamoru le aveva fatto notare che sarebbe
stato da imbecilli uscire dalla propria abitazione per fuggire da lui. Avrebbe
voluto prenderlo a pugni per quel suo sorriso divertito. Aveva ripreso a parlare
cercando di trattenere l'iralità che però rimaneva lamapante nell'espressione
dei suoi occhi e nei muscoli contratti del suo viso.
- Non è uno scherzo,
perché non provi a credermi?
Provare a crederlo? A
che pro?
- Non è neanche una
scommessa con uno dei ragazzi, vero?
Al diniego con la testa
di Mamoru, non le era restato che chiudere gli occhi sconfitta.
- Come fai a dire di
amarmi se neanche mi conosci?
- Non ho detto di
amarti, solo che...
A quel punto lei non ci
aveva visto più ed era esplosa.
- No! Io non sono una
di quelle... ragazze! Non sono il giochino erotico di una notte e via! Ti è
chiaro il concetto!
E solo in quell'impeto
di rabbia si era liberata dalla stretta di lui.
- Io non ho parlato di
giochi erotici... e sì, sono attratto da te, mi piaci, ma non ho parlato di
amore.
- Sei bravo con le
parole...
- E non solo con
quelle.
Il suo sopracciglio si
era sollevato ed adesso lo guardava con espressione irritata.
- E dimmi, questa non
è forse un'allusione sessuale?
- Non lo nego.
- È assurdo! Tu ti
stai prendendo gioco di me! Non puoi...
Ma non era riuscita a
finire il discorso perché... lui l'aveva baciata.
Come nei suoi sogni di
adolescente spensierata, lui aveva fermato sul nascere le sue proteste
baciandola.
Come nei romanzetti
rosa da quattro soldi, lui aveva bloccato la sua invettiva baciandola.
Come non doveva fare,
stava ricambiando quel bacio che aveva desirato da tanto, troppo tempo.
Era persa in delle
stupide riflessioni rischiando di perdersi il bacio che aspettava da
tutta una vita.
Quel bacio che aveva
desiderato da sempre era arrivato e lei non poteva ancora crederci.
Per un qualche assurdo
mistero della fisica, le sue mani erano finite tra i capelli scuri di Mamoru e
adesso li accarezzavano in modo delicato come se il tutto - come se lui! -
potesse sfuggirle da sotto il naso.
Le labbra di lui,
morbide e vellutate, erano leggere come ali di farfalla e ciò nonostante le
lasciavano scie infuocate perché, la dove si fermavano, lei bruciava. Il loro
sapore poi...
Era ancora intenta a
metabolizzare quel bacio - ad assaporarlo! - ed ecco che Mamoru lo
interrompeva.
Riaprire gli occhi era
stato imbarazzante perché si era ritrovata il suo viso ancora a portata di
baci.
- Adesso può essere
vero?
- Tu... usi il
burrocacao...
Tra tutte le cose che
poteva dire dopo quel bacio, aveva detto l'unica che avrebbe distrutto la
virilità di qualsiasi uomo. Qualsiasi uomo tranne Mamoru.
- È forse un problema?
- Perché mi hai
baciata?
Si sentiva una stupida
a porre quell'unica domanda che era riuscita a formulare nella sua mente.
- Perché mi piaci.
Oh.
- E baci tutte quelle
che ti piacciono?
- Se posso, sì.
Sbruffone!
- Assurdo!
- Andiamo Usagi, non mi
sembra che a te sia dispiaciuto!
No, dannazione!
Non le era per niente dispiaciuto.
- E questo che vuol
dire?
- Perché devi
complicare sempre tutto? Ti prego di non fare la vergine del santuario depredata
della sua castità!
- Ma come ti permetti?!
- Ma perché una volta
tanto non ammetti quello che ti dice il tuo corpo? Io ti ho baciato e tu hai
risposto senza perdere tempo! Tremavi tra le mie braccia e le tue mani erano
completamente senza controllo! Vuoi forse negarlo?
- Vedi? Stiamo
litigando anche dopo avermi baciato! Dimmi come potrebbe funzionare tra di noi!?
- Per un attimo
potresti concentrarti sul bacio che ti ho appena rubato e dirmi cosa hai
provato?
Dirgli cosa aveva
provato? Mostrare il fianco con il rischio di essere ferita? Ne valeva la pena?
No, non poteva rischiare, non ancora.
- Non posso, mi
dispiace!
- Perché?
Bella domanda! La
verità è che non lo sapeva neanche lei cosa aveva provato. Era ancora in piena
metabolizzazione e le gambe le tremavano ed era pure difficile stare in piedi e
non sapeva come riusciva ancora respirare.
- È qualcosa di
personale, non voglio condividerlo con te... io...
Non aveva finito la
frase perché aveva visto l'espressione mortificata negli occhi di Mamoru.
Inconsciamente si era morsa il labbro inferiore e lui, a quel suo gesto, aveva
risposto chiudendo gli occhi - quasi strizzandoli tra loro - ed inspirando
rumorosamente, per poi allontanarsi di un paio di passi.
- Come preferisci... ti
do una settimana. Otto giorni e tornerò qui e ti chiederò di dirmi cosa hai
provato. Adesso è meglio che vada.
Senza dire altro se ne
era andato. Si era diretto alla porta ed era uscito. Senza sbatterla.
Minako, una quantità
imprecisata di tempo dopo, l'aveva trovata ancora ferma in mezzo la cucina;
aveva posato sul ripiano di marmo la copia di chiavi che aveva avuto quella
mattina tramite Shingo, e si era avvicinata ad Usagi in modo sospetto.
- Usa-chan che
è successo?
Come risvegliatasi da
un sonno millenario, Usagi aveva fissato il viso di Minako e in un soffio aveva
risposto.
- Mi ha baciata. Mamoru
mi ha baciata.
Una settimana. Otto
giorni per mettere ordine nel suo cuore e capire quale sarebbe stata la strada
da seguire.
L'angolo
dell'autrice
Ok!
Ditelo che non ci speravate in questo capitolo! Lo so, avevo detto che avrei
aggiornato presto ed invece ho fatto passare un altro anno, perdonatemi!
Questo
è il penultimo, il prossimo sarà l'epilogo... forse.
Non ho
molto da dire. Preciso da subito che la situazione di Miki sarà ripresa nel
prossimo capitolo e che anche la questione 'bacio' sarà approfondita più
avanti.
Alla
fine ho rispolverato la soluzione 'interrompo il litigio con un bacio', scontata
e forse superata, ma se mi sforzavo di trovare un'alternativa valida passavano
altri dodici mesi e poi, scusatemi, ma mi sembra molto una reazione alla Mamoru!
Usagi, in questo ultimo paragrafo vi sembrerà un po' svampita ma cercate di
capirla! Si è ritrovata a ricevere una pseudo-dichiarazione da quello che è
stato il suo sogno per tutta la adolescenza, abbiate pietà per lei!
Ho
cercato di entrare nella mente dei personaggi e di smussare le mie carenze,
spero di esserci riuscita, adesso non mi resta che darvi appuntamento al
prossimo capitolo che arriverà nonsoquando e che sarà l'ultimo!
Grazie
ancora per la vostra infinita pazienza e...
Alla
prossima!
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