Arianna.

di Un_Pesquito_Please
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** o1 ***
Capitolo 2: *** o2 ***
Capitolo 3: *** o3 ***



Capitolo 1
*** o1 ***






Questa non è una FanFiction come le altre. Questa volta volevo arrivare a scrivere qualcosa di piu concreto. Non sara la solita storia di amore, di probblemi adolescienziali. Cerchero di mettere in questa FanFiction tutto quello che, i miei modesti 18Anni, mi hanno portato a vedere.

Solo un avvertimento: CI SARANNO DEI CONTENUTI MOLTO FORTI.


Buona lettura.






Guardo fuori dalla finestra. Lo sguardo vitreo indugia sul paesaggio primaverile, e una brezza leggere mi scompiglia i morbidi capelli neri che , ormai, mi arrivano alla vita.
Mi sento stupida e insignificante; infondo è passata solo una settimana dalla morte di mia madre, da quando la corea di huntington se l'è portata via.

Mi alzo dal letto, accendo una sigaretta e accendo lo stereo: Antonello Venditti, Dalla pelle al cuore. La musica riecheggia per tutta la casa, che ora sembra cosi vuota, triste, quasi spettrale. L'ultimo mese è stato il piu infernale e il piu intesnto della mia vita. Infondo non è da tutte le ventiquatrenni ospitare in casa propia la madre in fin di vita, in quelle condizione pressoche disumane, e prendersene cura come avevo fatto io.

Mio padre ancora non ha telefonato ma infondo cosa potevo aspettarmi da quel figlio di puttana? Da quando tre anni fa è scappato con quella brasiliana di ben 10 anni piu giovane di lui, non posso fare altro che odiarlo. Avrei preferito ci fosse stato lui al posto di mamma. Lui avrebbe meritato la morte. Ma ormai non si puo piu fare nulla.

Ora il mio pensiero è fisso su una cosa. Un pensiero che mi tormenta da quando mamma ha tirato l'ultimo respiro e l'ultimo grido di dolore: La corea di huntington, questa malattia orribile che ti consuma fino alla morte , è GENETICA. Questo vuol dire che ho il 50%delle possibilita di esserne affetta. Mi hanno consigliato di fare il test, perchè si, c'è un modo per sapere se anche io dovrò affrontare lo stesso destino di mia madre.
Ma voglio davvero saperlo? Infondo che senso ha predirre la mia morte? E passare il resto della vita circondata da psicologi, da gente che pretende di prepararmi a una lenta agonia? Non sarebbe forse peggio?
Ma dall'altra parte. Penso che se mamma avesse saputo prima cosa l'aspettava sarebbe stato diverso. Almeno non sarebbe impazzita.

Tante domande, poche risposte; e la recente morte di mia madre di certo non mi aiuta.

Mi accorgo che la canzone finisce e io spengo lo stereo. Mi rialzo, faccio l'ultimo tiro dalla sigaretta e questa volta scendo nella cucina vuota. Sono solo le sei del mattino. Mi sento stordita e debole. Ho perso il conto ormai di quante sono le notti che non dormo, o perlomeno che , quelle poche volte che riesco a prender sonno, non faccio un incubo.

Mi preparo un caffe forte e lo butto giu di colpo. Troppo poco, decido di farmene un altro. Questa volta pero voglio berlo con calma. Mi siedo sul divano chiudo gli occhi e senza accorgermene cado in un sonno tormentato. Un incubo:

MIa madre, una settimana prima. Nella mia camera da letto. Sento un urlo e corro su da lei.

Sta urlando, urla frasi senza senso, urla il suo desiderio di morire. Vuole che tutto questo finisca. Ormai nemmeno la morfina riesce a placare i dolori. Io sono nauseata. Mi fa male, male vederla cosi.

Mi avvicino, le appoggio una mano sulla fronte e cerco di calmarla, vedo che vorrebbe stringere la mia mano ma ha tutti gli arti paralizzati, cosi sono io a stringere la sua.

Smette di urlare, chiude gli occhi e gli riapre di scatto, sono opachi, hanno perso lucentezza. Comincia a dire cose senza senso, sta delirando.

Di colpo mi dice di spostarmi, eseguo gli ordini e lei comincia a vomitare sangue, con foga. Tra un conato e l'altro è un urlo di dolore e io non so che fare. Le sorreggo la testa calva finche vomita, e il tapetto si macchia di rosso.

Finisce di vomitare, prendo un asciugamano la pulisco, la risistemo sul letto e ricomincia a delirare. Io esco da quella camera che ormai è diventato l'inferno.

E la sento, sento le sue grida anche in cucina, grida di dolore, grida che sanno di morte. Non sapevo infatti che di li a qualche ora, l'avrei trovata morta, in un bagno di sangue.

Mi sveglio di colpo, sudata con le lacrime agli occhi e rovescio la tazza di caffe. Un altro incubo. Un altra volta ho rivissuto quel giorno. ho rivissuto il giorno della morte di mia madre.

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Capitolo 2
*** o2 ***





Ancora sconvolta vado in bagno. Mi guardo allo specchio e vedo un altra persona. Quella non sono io.
Pallida, occhi vitrei, notevolmente dimagrita, e con due solchi neri sotto gli occhi. Rabbrividisco alla vista della mia immagine riflessa nello specchio.

Mi infilo sotto il getto di acqua bollente, che ustiona la mia pelle. Ma il dolore non è nulla paragonato al vuoto che porto dentro. Forse sono ridicola. Piu che altro mi sento una bestia.
Quello che mi fa star male non è in se la morte di mia madre, per la quale certo sono addolorata. Quello che mi fa male, che mi tormenta piu che altro sono i ricordi degli ultimi mesi. Infernali. Disumani. Invivibili.
Forse non posso nemmeno parlare di dolore; ma allora che cos'è quello che provo?
Tormento. Agonia. Solitudine. Angoscia. Sentimenti portati da ricordi che mi invadono completamente, cancellando ogni altra emozione. Cancellando la cognizione del tempo.

Faccio un sospiro e spengo l'acqua. Mi appoggio al muro della doccia e il contrasto del muro feddro con la mia pelle bollente mi provoca un brivido. Imporvvisamente mi risveglio dai miei pensieri ed esco. Mi asciugo e metto le prime cose che mi sono capitate, tanto oggi, come al solito, non ho intenzione di uscire di casa.

MI sono licenziata dal lavoro, ancora tre mesi fa, quando mamma è venuta a stare qui. E anche se di soldi per il momento ne ho, non dureranno in eterno. Un altra dimostrazione che mi porta a capire che, prima o poi, dovrò tornare ad affrontare il mondo. Meglio poi che prima dico io.

Mi siedo davanti al pc e lo accendo. Accendo anche la conessione ad internet e accendo msn. Poi vado alla pagina principale di google.

Non so nemmeno io perchè. Cosa sto cercando? Lo so benissimo. Clicco "corea di huntington". NOn cerco informazioni sulla sindrome in se, visto che prendendomi cura della mamma, ho imparato cose che nemmeno alcuni medici esperti sanno.
Quello che cerco sono informazioni sul test. Mi si aprono tantissimi siti ma non ho il coraggio di aprirne nemmeno uno. Sono una codarda. Con gli occhi lucidi spengo il computer. Lo fisso per dieci minuti e lo riaccendo. Torno alla pagina di google e clicco di nuovo. Apro uno dei siti che sono usciti come risultato:

"Corea di Huntington: test genetico presintomatico

Che cos'è - Pro e contro
Che cos'è

Su un prelievo di sangue di un individuo a rischio per MH ma ancora del tutto privo di qualunque sintomo di malattia è possibile effettuare un'analisi genetica che consente di accertare la presenza o l'assenza della mutazione nel gene IT-15. La decisione di sottoporsi al test è una scelta molto personale che non può essere presa con leggerezza perché il risultato del test non limita i suoi effetti al singolo individuo: il coniuge, i figli, i fratelli e le sorelle dell'individuo a rischio saranno infatti, in diverso modo, tutti coinvolti.

È perciò consigliabile fare riferimento a centri di ricerca che dispongono di professionisti idonei. Non ci sono scelte "giuste" o "sbagliate", la cosa davvero importante è che ci siano scelte libere e consapevoli. Nessuno può imporre ad un altro di sottoporsi al test e chi decide di farlo deve potersi avvalere di una esauriente consulenza genetica, di un counseling psicologico per un'accurata valutazione dei pro e contro dei possibili risultati del test, di una visita neurologica e di laboratori competenti nell'effettuare il test.

Data l'attuale impossibilità di prevenire la malattia non vengono effettuati test sui minori. L'età minima richiesta per sottoporsi al test è 18 anni.

In considerazione dei problemi psicologici, medici, etici e legali connessi al test presintomatico per la MH, in tutti i centri del mondo dove si effettua il test devono essere rispettate le Linee-Guida Internazionali emanate nel 1990 e poi ancora nel 1994 da una commissione congiunta di scienziati (Research group on HD della World Federation of Neurology) e familiari (International Huntington Association) a tutela delle persone a rischio.
Pro e contro

Se sono giovani, lo stato di incertezza può determinare una situazione di stallo che impedisce scelte di vita importanti come la scelta degli studi (vale la pena impegnarsi all'università se poi?), del lavoro (quale lavoro sarebbe meglio nel caso che?), della vita affettiva (è giusto sposarsi e far gravare tutto sul partner in caso di?) e riproduttiva (è giusto mettere al mondo dei figli con il rischio che?). Alcuni arrivano perciò alla decisione di sottoporsi al test per raggiungere una situazione di certezza, quale che sia.

Se sono persone più grandi, con figli in età di scelte matrimoniali e familiari, può farsi pressante il senso di responsabilità verso le nuove generazioni e quindi il desiderio di chiarire il proprio stato in modo da fornire ai figli dati certi perché possano, a loro volta, fare le proprie scelte consapevolmente.

In altri casi (la maggior parte), tuttavia, la persona a rischio raggiunge uno stato di equilibrio con il suo 50% e sceglie di non sottoporsi al test principalmente in considerazione di due elementi: la mancanza di una terapia preventiva e il fatto che il test, in caso di risultato positivo, può solo preannunciare la presenza della MH in futuro ma non dire quando ciò avverrà esattamente."

Nulla di nuovo rispetto a cio che gia sapevo. Mi sento ancora piu demoralizzata di prima. Ma poi, chi me lo dice che il mio test risulti positivo? mi comporto come se fossi destinata a morirne di questa malattia. Di questo passo, anche se non dovessi esserne affetta, mi ucciderà lo stesso. Devo darmi una calmata e riflettere.
Penso che il test potrei farlo. Poi il risultato posso scegliere dopo se saperlo o meno, intanto il mio prelievo ( nell'eventualita che fosse positivo ) puo essere uno strumento di ricerca scientifica. E, se mai un giorno decidero di essere pronta a leggere il risultato, potro farlo, ma nel frattempo posso tranquillamente sciegliere di tenerlo siggilato nel cassetto.

Decido di chiamare il mio medico prima di cambiare idea. L'appuntamento è fissato a domani, ore 15.00 per una "chiaccherata", e poi vedremo cosa fare.

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Capitolo 3
*** o3 ***





Sono nella sala d'attesa del medico. Mi contorgo le mani, mi torturo le dita per alleviare l'ansia; come se servisse a qualcosa.
Devo stare tranquilla, non mi fa nulla. E' solo una seduta di consultazione, sono solo quattro chiacchere con il mio medico.
Sono le tre meno cinque e i minuti sembrano scorrere lentamente, anzi sembrano non passare propio.
Ho lo sguardo perso nel vuoto, la testa che ciondola avanti e indietro, le gambe che si muovono nervosamente e tra poco mi uscira il sangue dal labbro se non la smetto di morderlo.

La porta dello studio del dottore si apre e io faccio un impercettibile salto sulla sedia. Mi guarda e senza dire una parola entro.
Mi siedo difronte a lui, nella poltroncina della sua mnuscola scrivania.
Sto seduta sul bordo della poltroncina, non usufrisco della comoditaà, quasi in un atteggiamento di fuga.
Allungo un occhio verso la porta e la sento troppo distante. Sto diventando matta, non devo fuggire. O forse si.

Ho l'istinto di alzarmi urlare e correre fuori, ma un po di buon senso mi è rimasto e non faccio altro che non sia mettermi ancora di piu sul bordo della poltrona. Il mio medico, Thomas ( non è tom kaulitz XD ), sorride in maniera affabile e non dice nulla.

C'è un silenzio fortissimo nell'aria, tangibile, quasi afferabile. Tossisco e finalmente thomas decide di parlare.

TOM: Mi dispiace per la morte di tua madre.
IO: Pure a me.

Ma quanto sono idiota? che cazzo ho detto? ma si, che importa.

TOM: Il test.
IO: Il test.
TOM: dovresti farlo.
IO: SI, è quello che mi hanno detto in molti.
TOM: potrebbe aiutarti?
IO: AIUTARMI? nel fare cosa?! nel predirmi una morte atroce come quella di mia madre? non sarebbe forse PEGGIO? come mi vivrei gli anni di buona salute sapendo cio che mi aspetta?!?

Lo dico tutto di un colpo, con rabbia e le lacrime agli occhi. Thomas mi guarda, sia alza e si mette sulla scrivania di fronte a me. Appoggia una mano sulle mie gambe accavalate.

TOM: ce una sperimentazioone.. non ti ho voluto dire nulla fino ad ora ma, se presa in tempo, ci sarebbero dei farmaci che, dicono, possono aiutare se non curare.
IO: Sperimentazione.
TOM: si, sperimentazione. E' in fase di sperimentazione. Quindi, come ben hai capito, non è sicuro che funzionino e possono portare degli effetti collaterali.
IO: Parliamo come se gia sapessimo il risultato del test, e di certo non è buono.
TOM: ti sto solo ponendo davanti delle alternative, vie di uscita se vuoi chioamarle cosi.
IO: mi stai solo incoraggiando a fare il test Thomas.
TOM: Arianna, io tengo a te. Sono il tuo medico da quando eri piccola, ho seguito tua madre e voglio aiutarti.
IO: NOn capisci.
TOM: Sono un medico quindi credo di..
IO: Esatto cazzo. Un medico. Vedete sempre e solo l'aspetto clinico della faccenda! e non quello umano.
TOM: Non sai quello che dici. ma comunque non siamo qui per parlare dell'ordine dei medici e delle loro emozioni.

La sua voce si è fatta fredda.

IO: scusa.

Non sono convinta delle mie scuse, ma le faccio ugualmente.

TOM: Prima di fare il test, non so se lo sai, ci sono dei cosidetti " Test attitdinali"
IO: Ovvero?
TOM: alcuni psicologi ed esperti ti fanno un altro tipo di test, che non serve per la diagnosi della malattia, ma per capire se sei idonea ad affrontare un eventuale...diagnosi positiva.
IO: è una cavolata.
TOM: si, l'ho sempre sostenuto anche io.
IO: Se fosse positiva prima o poi ..
TOM: Penso lo facciano per cercare di tenere un buono standard di vita alle persone che risultano positive ma ancora devono entrare in fase di degenza.
IO: La mia idea non cambia.
TOM: no, nemmeno la mia.
IO: POsso fare il test, ma non saperne il risultato? o comunque tenerlo siggillato da qualche parte finche non mi sentiro pronta?
TOM: Si, ma la vedo una cosa idiota.
IO: devo farlo io, non tu.
TOM: Quindi hai deciso di farlo?
IO: gli psicologi dovro vederli anche dopo?
TOM: solo se il risultato sara...Positivo. Allora lo fai?
IO: Ho paura.
TOM : rispondi Arianna.
IO: SI. Chiama gli psicologi prima che io cambi idea.


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