Nella foresta

di May Des
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Epilogo ***
Capitolo 5: *** Ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


Capitolo 1

NELLA FORESTA

 

CAPITOLO 1

Stava correndo nel bosco da quelle che gli sembravano ore, schivando alberi e prendendo velocità con la discesa ma non poteva arrivare lontano. Le sue gambe erano troppo corte e un bambino di sette anni non poteva  fuggire a lungo da degli uomini grandi e grossi.

Come era prevedibile inciampò e cadde a terra.

Il pendio  gli fece prendere velocità ma un albero provvidenziale arrestò la sua corsa lasciandolo però stordito.

“Dove credevi di andare piccolo farabutto!” lo raggiunse una voce rabbiosa affannata dalla corsa “Pensavi di riuscire a sfuggirci? Illuso che non sei altro” delle mani lo afferrarono bruscamente e lo tirarono su a forza “ Maledetto moccioso, sei fortunato che ci servi vivo se no vedevi cosa ti facevo per questo bello scherzetto!” borbottò l’energumeno.

“Lasciami immediatamente.” ordinò il bambino “LURIDA FECCIA CHE NON SEI ALTRO COME OSI TOCCARMI, TU NON SAI CHI SONO IO, TI PENTIRAI DI ESSERTI MESSO CONTRO DRACO MALFOY!!!!” gli urlò contro con tutto il fiato che aveva il bambino.

“Ha ha ha. E io dovrei avere paura di un tappo come te? Ma non farmi ridere” lo schernì l’adulto sogghignando beffardo mentre il bambino continuava a strattonare il braccio cercando di liberarsi “E smettila di agitarsi tanto non serve a niente. Non rivedrai tanto presto mammina e papino” il piccolo, però, continuava a dimenarsi e l’uomo non trovò niente di meglio da fare che mollargli un ceffone che lo spedì dritto a terra. Gli occhi del bambino iniziarono a riempirsi di lacrime coraggiosamente però non si lamentò dell’offesa subita e orgogliosamente le trattenne.

La strana coppia proseguì il cammino fino ad arrivare a una baita dispersa sui monti. Il bambino storse il naso alla vista di quell’umile dimora ma non fece in tempo a dire niente che venne spinto dentro a forza e legato in un angolo con una catena imprigionata nella parete. Bloccato in quel modo Draco si sedette nell’unico posto possibile, un letto mezzo sfondato che sarebbe stato il suo giaciglio, attendendo tristemente che qualcuno venisse a liberarlo.

 

***

Erano passati alcuni giorni da quando lo avevano  rapito, giorni in cui era stato costretto a stare immobile, bloccato da catene e da un letto che gli era proibito lasciare.

Non c’era molto da fare a parte osservare in silenzio i suoi carcerieri che si ubriacavano, non provava neanche a lamentarsi perché aveva già imparato che a quei due non interessava che fosse un bambino gliele davano comunque, tanto valeva stare zitto e aspettare l’occasione giusta per fuggire.

Era il pomeriggio del terzo giorno e solo uno dei due uomini era rimasto a controllarlo. Dopo alcune ore di silenzio questo si alzò e uscì dalla stanza. Passarono pochi minuti e la porta si riaprì ma al posto dell’uomo, dalla soglia, spuntò un bambino. Era molto piccolo e magro, ciò veniva rafforzato dai suoi abbiti, troppo grandi per lui. Portava delle buffe lenti rotonde come occhiali  che venivano parzialmente nascoste da una zazzera di capelli neri.

Sorpreso Draco fu sul punto di domandargli qualcosa ma il moretto gli fece segno di restare in silenzio. Si avvicinò all’unico tavolo della stanza e prese il fiasco di vino versandoci una polvere. Fece appena in tempo a risistemare la bottiglia sul tavolo quando si sentirono rumore di passi. Il guardiano stava tornando.

Velocemente il bambino si nascose sotto il letto di Draco e se ne stette immobile.

La porta si aprì nuovamente e l’uomo rientrò.

Scoccata una rapida occhiata verso il prigioniero si sedette al tavolo e bevette avidamente un bicchiere di vino. Poco dopo si accasciò addormentato.

Solo allora il moretto uscì dal suo nascondiglio e avvicinatosi al dormiente gli prese le chiavi che usò per liberare Draco dalle catene.

Sempre in silenzio prese la mano del biondo e lo condusse fuori dalla capanna.

“Ora metti i piedi esattamente dove li metto io.” disse il moretto una volta fuori. Draco annuì prestano attenzione a percorso seguito dall’altro.

Dopo duecento metri il moro si rilassò “Va tutto bene?” chiese continuando a camminare nella foresta abbastanza rapidamente, trascinandosi Draco dietro.

“Se per tè tutto bene significa rimanere rinchiuso e incatenato al muro per giorni con la sola compagnia di due energumeni con un cervello più piccolo di una noce, allora va tutto bene!” rispose acido seguendolo arrancando per la fatica.

Il moretto lo guardò corrucciato “Scusa tanto se ti ho chiesto qualcosa. Se eri così felice con quei due ti posso anche portare indietro” replicò.

Terrorizzato il biondino lo guardò esclamando con voce stridula “NON AZZARDARTI!” poi tacque.

I  due continuarono a camminare in silenzio per un buon tratto stando bene attenti a non fare troppo rumore e ad allontanarsi il più possibile dalla baita.

 

***

 

Era ormai sera.

Stanchi e affamati Harry e Draco trovarono rifugio in una grotta ben mimetizzata dalla vegetazione.

Entrarono.

Non era molto grande, quanto bastava per due bambini come loro.

In un attimo Harry si mise all’opera organizzando lo spazio per le loro necessità e accendendo il fuoco.

Seduto su un masso Draco guardava ammirato il coetaneo darsi da fare per riscaldare l’ambiente, lui in quella situazione non sarebbe stato in grado di sopravvivere da solo.

“Scusa il mio comportamento” disse interrompendo il silenzio che si era creato “Anche nelle più brutte situazioni non è giustificata la mancanza di buone maniere. Mi presento” disse continuando “Il mio nome è Draco Malfoy, figlio di Lucius e Narcisa Malfoy e ultimo erede di una delle più potenti famiglie purosangue Inglesi.” proferì fieramente il bambino.

“Piacere di conoscerti Draco” gli rispose semplicemente il moretto “ Io sono Harry”

“Il piacere è tutto mio” disse l’altro orgoglioso aver portato a termine le presentazioni.

Passò dell’altro tempo in cui nessuno dei due aprì bocca. Intanto i morsi della fame si fecero sentire ma i bambini non avevano cibo con loro.

Harry si alzò dirigendosi verso l’uscita. A quella azione Draco lo guardò preoccupato ma venne subito rassicurato dal sorriso di Harry “ Devo uscite un attimo” disse “ Non ti preoccupare torno subito. Tu intanto resta qui e controlla che il fuoco non si spenga.” Accennando un affermazione con la testa Draco lo guardò andarsene.

…..

Il tempo continuava a scorrere e Harry non tornava, Draco era sempre più preoccupato. Foschi pensieri nascevano nella sua mente ma vennero allontanati da un rumore improvviso.

Spaventato si nascose, raccogliendo un’arma di fortuna pronto a difendersi.

I rami che nascondevano l’entrata della grotta si spostarono e la luce del falò illuminò Harry.

Tirando un sospiro di sollievo Draco si rilassò e raggiunse il ragazzo notando per la prima volta che aveva le braccia cariche di cibo.

Velocemente gli diede una mano a poggiarle a terra prima di osservare il mucchietto con più attenzione. Era un’insieme di frutta secca, bacche e funghi.

A quella vista lo stomaco di Draco gorgogliò affamato.

“Mi spiace ma non ho trovato altro qui attorno” disse Harry.

Draco scosse la testa “ Va bene così” disse sorridendo, aveva troppa fame per mettersi a protestare.

Contento Harry si mise al lavoro e nel giro di un ora noci e nocciole erano sgusciate le bacche pulite e i funghi cotti.

Mangiarono avidamente e nonostante la semplicità del pasto niente sembrò loro più buono e dolce.

 

***

 

Finito di mangiare rimasero a fissare il fuoco stanchi della giornata trascorsa.

“Scusa la domanda” chiese ad un certo punto Harry “Ma cosa volevano da te quei due?”

Sentendoli nominare Draco si alterò “Ah, quei due! Quella lurida feccia! Hanno osato rapirmi per poter chiedere un riscatto ai miei nobili genitori! Vili che non sono altro. Vedranno cosa significa sfidare un Malfoy!” esclamò irato il bambino.

Una risata irruppe nella piccola caverna. Harry stava ridendo con le lacrime agli occhi.

Draco lo fulminò con lo sguardo scatenando ancor più l’ilarità dell’altro.

“Scusa ma sei troppo buffo.” chiese perdono.

“Per questa volta ti perdono” concesse magnanimo “Ma dimmi.” chiese “Come mai sei qui? E come hai fatto a trovarmi?”

Il moretto sorrise “ Bhe, è facile.” disse “Io vivo con i miei zii, che mi odiano. Quest’anno sono venuti in un paese qui vicino a passare le vacanze e sono stati costretti a portare con loro. Sai la nostra vicina non poteva tenermi e visto che non mi volevano tra i piedi ho deciso di passare tutto il tempo tra i boschi e già che c’ero ho pensato di passarci anche la notte.” Gli spiegò con naturalezza “Per il cibo non è un problema, ci sono due vecchietti che mi hanno insegnato a cacciare e a distinguere le erbe buone da quelle cattive. Così sono sopravvissuto fino ad ora e sono ormai tre settimane che sto nei boschi.” Disse sorridente “Poi un giorno ho sentito cambiare l’aria. Lo so che ti sembrerà strano ma ad un tratto in una direzione ho sentito come un pizzicore e visto che  sono curioso sono andato a vedere. Li ho visto te che urlavi e l’uomo che ti trascinava, sai la sorpresa scoprire che eravate voi a causare quella vibrazione.” Harry stette in silenzio per un momento per poi riprendere a parlare “Ripensandoci erano due diverse vibrazioni, una prodotta dall’uomo e una da te. La sento anche adesso, ti rende inconfondibile. Comunque visto che non mi sembravi felice all’idea di andare con lui, vi ho seguiti fino alla strana capanna.”

“Strana capanna?” lo interruppe Draco incuriosito, lui non aveva notato niente di strano, era solo una vecchia baita alquanto malandata ma era anche vero che non avvertiva alcuna vibrazione attorno a se o al suo carceriere.

“Si” riprese Harry “Strana. Tu come la chiameresti una baracca mezza distrutta completamente circondata da una cupola rossa che ti impedisce di avvicinarti.” Disse serio “Ho impiegato due giorni a sciogliere i fili di quella cupola per poter passare e, una volta superati ho dovuto stare attento alle trappole!”

Draco guardava il suo salvatore ammirato. Non solo lo aveva portato via ma era stato persino in grado di vedere uno scudo e attraversarlo schivando poi anche le trappole che erano state messe per eventuali intrusi. Doveva essere un mago molto potente ma come poteva un mago tanto potente vivere con degli stupidi babbani che neanche lo consideravano anzi da quello che aveva raccontato il moro lo disprezzavano. Non poteva lasciare il suo salvatore in balia di una simile feccia.  Quando i miei genitori mi ritroveranno Harry verrà via con me. ’ Era a questo che pensava Draco mentre osservava il suo compagno che si alzava.

“Forse è meglio se dormiamo” disse Harry “ Domani dobbiamo partire presto se vogliamo evitare di essere trovati” e intanto preparava un giaciglio sulla nuda terra spostando i sassi che avrebbero potuto disturbare il sonno.

Draco guardò la terra storcendo il  naso ma decise di non commentare. Vide Harry stendersi e guardarlo “Draco” disse “Forse ti darà fastidio ma, è meglio se dormiamo vicini così riusciremo a scaldarci di più.”

Compresa la logica accennò affermativamente con la testa e lo raggiunse.

Steso per terra con la schiena rivolta verso il fuoco e il volto nascosto nel torace del piccolo Harry si sentiva bene protetto e al sicuro. I giorni che aveva passato solitario nella foresta avevano fatto acquisire al suo salvatore un piacevole profumo di pino che gli ricordava l’odore di suo padre. Con queste sensazioni si addormentò lasciandosi cullare dalla quiete del sonno.

 

***

 

La notte passò e il mattino giunse annunciato dall’alba che colorava i monti di morbidi colori aranciati.

Draco si rannicchiò nel suo giaciglio improvvisato infreddolito dall’aria frizzante della mattina e dall’assenza della calda coperta che quella notte lo aveva scaldato.

Piano piano aprì un occhio ancora insonnolito e sbirciò attorno a sé. La caverna era rischiarata dai pochi raggi che filtravano dall’entrata. Al centro un fuoco scoppiettante era stato acceso ma nessuno era nei paraggi.

Preoccupato Draco si guardò attorno ma a parte lui il luogo era deserto. Allora facendosi coraggio uscì dalla grotta e si mise a cercare Harry. Non fece che pochi passi quando una voce lo fermò.

“Ti sei svegliato”

Era Harry. Si voltò sorridendo come non gli era mai capitato e vide il moretto che spuntava da dietro una roccia con in mano delle della frutta selvatica. Avvicinandosi notò uno zaino che, era sicuro, prima non aveva ma decise di glissare sull’argomento.

“Buon giorno” salutò educatamente

“Buon giorno a te” rispose Harry “ Ho trovato qualcosa da mangiare dobbiamo essere in forze ci aspetta una lunga camminata” disse provocando un gemito del biondo non avvezzo a quel tipo di passeggiate.

Rientrarono nella grotta dove Harry spiegò l’itinerario della giornata. In quel mese aveva imparato a conoscere bene quelle montagne e sapeva di un paesino dove avrebbero potuto chiedere aiuto per contattare i genitori di Draco. Il problema era che il posto era parecchio distante e avrebbero dovuto impiegarci parecchie settimane.

Finito di mangiare il fuoco venne spento e i due si incamminarono.

Era ormai passata qualche ora e la sete iniziava a farsi sentire, fortunatamente non erano distanti dal torrente e, compiuta una piccola deviazione, poterono dissetarsi.

Il pomeriggio era ormai sopraggiunto e i due continuavano la loro camminata quando Harry si fermò di botto. Draco che non si era accorto di nulla andò a sbattere contro la sua schiena.

“Ehi” esclamò “Stai più …” le parole gli morirono in bocca. Harry aveva una faccia corrucciata, come se stesse ascoltando con attenzione qualcosa che il biondo non riusciva a sentire.

“H-Harry…” lo chiamò Draco scotendolo per un braccio.

Il bambino si risvegliò dalla sua trance e veloce intimò Draco di seguirlo in silenzio.

Si nascosero tra rocce e cespugli rimanendo immobili.

Passarono minuti nei quali Draco si domandò dell’effettiva sanità mentale di Harry ma, poco dopo dovette ricredersi. Iniziarono a sentire delle voci, prima flebili, poi sempre più forti e chiare.

“Ma dove si è cacciato quel moccioso!” esclamò la prima

“E che vuoi che ne sappia io. Eri tu che dovevi fargli la guardia. Mi domando come diavolo sei riuscito a fartelo scappare. È un bambino. Un moccioso petulante  e viziato. Incatenato, in mezzo a un bosco buio e spaventoso in una casa circondata da trappole e protetta da uno scudo. E tu! Sei riuscito a fartelo scappare!” esclamo inviperita una seconda voce.

Non cerano dubbi. Erano i due rapitori che cercavano Draco ma non riuscivano a trovarlo.

“E dai fratello.” Esclamò il numero uno “Torniamo a casa. Cosa vuoi che sopravviva un bambino di sette anni in una foresta come questa. È praticamente impossibile!”

“Hai ragione” rispose il secondo “A quest’ora sarà gia morto. Torniamo indietro.”

“Però che peccato per tutti quei galeoni …”

Le voci si persero in lontananza e i bambini uscirono dal loro nascondiglio.

Harry squadro dalla testa ai piedi Draco e disse “Gia morto? Non mi pare proprio”

Draco sorrise e assieme ripresero il cammino.

 

FINE CAPITOLO 1

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

 

CAPITOLO 2

Passarono alcuni giorni che i due trascorsero viaggiando.

Il loro obbiettivo era un paesino ma essendo piccoli e sapendo solo approssimativamente dove si trovasse non vi erano ancora giunti.

Durante il pomeriggio della quarta giornata dopo la fuga decisero di fare una sosta.

Avevano raggiunto una radura vicino alla quale scorreva un torrente. Erano affamati, in quei giorni si erano nutriti sopra tutto di frutti di bosco, noci, funghi e non vedevano l’ora di cambiare la loro dieta.

Mentre Draco si guardava attorno Harry tirò fuori dalla tasca il suo inseparabile coltellino, un regalo di un anziano del villaggio, e con un ramo creò una lunga bacchetta primitiva.

Accortosi dei preparativi Draco lo guardò incuriosito.

“Che cos’è?” chiese il biondo.

Harry gli sorrise comprensivo. In quei giorni aveva imparato che il bambino sembrava non conoscere le cose più elementari e perciò si apprestò a spiegargli.

“È una canna da pesca”

A un sopraciglio alzato dell’altro continuò la spiegazione “Serve per catturare i pesci. Attaccata alla canna, come vedi, c’è un filo al quale è legato un amo con un’esca. Si getta nel fiume l’amo e quando senti strattonare tiri fuori il pesce che è rimasto impigliato.”

Draco annuì ma quando la canna gli venne passata tra le mani guardò agitato Harry “Ma..ma..” balbettò.

“Adesso pensa te a pescare io devo fare una cosa” gli disse il moretto allontanandosi “E mi raccomando, nella pesca bisogna avere molta pazienza”

Lasciato solo il bambino s’apprestò a seguire le indicazioni lasciategli. Non volendo deludere Harry iniziò a pescare e per la sera era riuscito a prendere un piccolo pesciolino. Era piccolo e viscido ma la sua cattura aveva richiesto molta fatica a Draco che, per non lasciarselo scappare era entrato anche nel torrente bagnandosi i pantaloni ormai sporchi e logori. Nonostante ciò era molto soddisfatto.

Facendo come gli era stato insegnato accese il fuoco e attese il ritorno di Harry.

 

***

 

Il fuoco scoppiettava ormai allegro e le ombre si facevano sempre più lunghe quando un fruscio richiamò l’attenzione di Draco.

Dalla boscaglia spuntò Harry.

Tutto sudato si avvicinò al focolare sedendosi su una pietra.

“Bentornato” lo salutò Draco “Come mai sei stato via così tanto? Mi stavo preoccupando”

“Scusa” rispose il moro “Volevo farti una sorpresa”

“Non importa” disse il biondo scotendo la testa e sorridendo dolcemente al compagno. Riscotendosi dal torpore mostrò il pesce che era riuscito a prendere “Guarda” disse orgoglioso “Sono riuscito a prenderne uno. Non è molto ma, neppure niente.”

“Bravissimo” si congratulò Harry “Una volta cotto sarà ottimo. Comunque non ti preoccupare, anche io sono riuscito trovare qualcosa” disse prendendo il suo zaino e tirandone fuori un coniglio, delle erbe spontanee, le solite noci e un sacchetto con dentro qualcosa di giallo e spugnoso.

“Stasera ci abbufferemo fino a scoppiare!” aggiunse sorridendo.

Detto questo si affrettò a preparare da mangiare usando quel poco che aveva  a disposizione.

Draco lo guardava affascinato mentre si muoveva preparando il piano di cottura e la cena. Con il mento appoggiato sulle ginocchia e le braccia che  avvolgevano le gambe lo osservava ammirato. A ogni sua azione era sempre più stupito della sua capacità di adattamento e del coraggio che dimostrava, ogni respiro che faceva accresceva sempre più il desiderio di non separarsi mai da lui perché con lui si sentiva al sicuro.

Fu mentre era perso in questi pensieri che gli venne l’idea.

Tempo prima il padre gli aveva parlato di un rituale che eseguito legava due persone che si volevano bene. Incuriosito aveva chiesto di parlagliene e lui l’aveva accontentato. Era molto semplice tanto che era facilmente attuabile anche da un bambino come lui.

Attese che Harry mettesse sul fuoco il cibo e poi, facendosi coraggio iniziò a parlargli della sua idea.

“H-Harry” richiamò la sua attenzione.

“Umm..” rispose il moretto voltandosi, in quel momento di stava leccando il dito da una sostanza che sembrava miele. Senza sapere il perché Draco arrossì ancor di più e iniziò a balbettare il suo discorso.

“Emm” incominciò imbarazzato “Io vorrei chiederti una cosa.”

Il silenzio dell’altro lo indusse a continuare.

“Io in questi giorni qui con te mi sono trovato bene e… e non voglio perderti una volta trovati i miei genitori. Così mi era venuta un idea.” Disse seriamente, guardando Harry negli occhi “A te non piace stare con i tuoi zii e io voglio che tu stia con me per sempre ma, sai gli adulti a volte non capiscono queste cose e fanno di testa loro. Perciò mi sono tornate in mente le parole di mio padre. Mi ha raccontato di un rituale che legherebbe due persone tra di loro e nessuna legge le può separare.”

“Davvero esiste qualcosa del genere?” chiese Harry incuriosito.

“Si” rispose Draco eccitato “Io so come si fa. Quando mio padre me ne ha parlato mi sono incuriosito e ho cercato informazioni per poi impararlo di nascosto. Volevo chiederti se lo faresti con me” disse abbassando gli occhi sul terreno impacciato.

Al silenzio che seguì le sue parole Draco alzò lo sguardo preoccupato e vide Harry fissare il fuoco con aria pensosa.

“Non dovrò più tornare dai miei zii?” chiese.

“No” rispose certo Draco “Starai con me. Non permetterò che ti portino altrove”

“D’accordo” accettò Harry “Lo facciamo subito” chiese.

Draco sorrise “Certo, immediatamente!”

 

***

Il cibo cuoceva lentamente sul fuoco spandendo nell’aria un profumo di carne cotta e erbe.

Dinanzi, in un cerchio tracciato per l’occasione, i due bambini erano in ginocchio uno di fronte all’altro guardandosi negli occhi. Ignorando i brividi accentuati dalla momentanea assenza delle magliette.

Uno spicchio di luna svettava nel celo notturno. Il momento era solenne….

Draco prese il coltellino e procurò un piccolo taglio sulla sua mano, ripetendo l’operazione con quella di Harry. Tenendo i palmi verso l’alto e lasciando accumulare il sangue che usciva dalle ferite, incrociarono le mani.

Draco fu il primo a iniziare imitato contemporaneamente dal moro. Intinsero le dita nel loro sangue e con quello disegnò una runa sul petto del compagno pronunciando nel frattempo la formula rituale “ Il tuo cuore batte per me e il mio per te. Che io possa proteggerti da ogni male”

Subito dopo Draco accostò la e sue mani al volto di Harry e mentre lui beveva continuò la cantilena “Il mio sangue scorre in te e nessuno potrà mai lavarlo via”

Queste stesse azioni vennero ripetute un attimo dopo da Harry.

I due si guardarono negli occhi sicuri della loro scelta.

Un piccolo sorriso nacque dalle loro labbra ma fu solo un secondo poi entrambi parlarono siglando il loro contratto, sigillando la loro obbligazione.

“Che nessuno possa sciogliere il nostro vincolo. Ora e per sempre.”

Una luce gli avvolse e sul petto al posto della runa di sangue capeggiava una voglia a forma di luna, la stessa luna che li aveva guardati formare il loro legame.

Una volta suggellato l’accordo si rivestirono e banchettarono con pesce aromatizzato, coniglio al miele e biscotti con farina di nocciole.

Fu un banchetto degno dell’incantesimo appena compiuto.

Mentre mangiavano Draco guardava Harry felice e desideroso di mostragli tutto il suo affetto decise di fargli un regalo.

Rosso dall’imbarazzo allungo la sua mano e depose in quella di Harry una catenina “Quando si formano questi legami è tradizione fare un dono” spiegò a un confuso bambino “Questa catenina mi è stata donata alla nascita e vorrei che la tenesti tu.”

“È bellissima” disse Harry osservandola.

“Lo so mi fa piacere che tu l’abbia”

“Grazie” disse il moro. Dopo un istante, però, prese il suo zaino e si mise a cercare qualcosa.

Incuriosito Draco si avvicinò. Un momento dopo Harry gli tendeva un piccolo oggetto con la mano.

“Non è preziosa come il ciondolo che mi hai dato ma, per me ha un grande valore affettivo.” Spiegò dandogli quello che era un piccolo gufo intagliato nel legno “Me lo aveva dato la coppia che mi ha insegnato a sopravvivere nella foresta e adesso è tuo spero che ti porti fortuna. A me ne ha portata molta”

Prese il piccolo gufo con timore reverenziale, era davvero ben fatto. “Sarà il mio tesoro più prezioso” disse e per ringraziarlo si sporse donandogli un leggiero bacio a fior di labbra.

Sorpreso Harry si toccò la nuca imbarazzato “Non c’è di che” rispose.

Rimasero ancora per un po’ davanti al fuoco ma, quando la stanchezza li colse si addormentarono abbracciati e con il sorriso sulle labbra.

 

FINE CAPITOLO 2

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

Era passata più di una settimana dalla sera  del rituale e poco era cambiato camminavano tutto il giorno e la sera dormivano abbracciati davanti al falò. I loro vestiti erano tutti rovinati e spesso Draco se ne lamentava facendo sorridere Harry con i suoi modi di fare. Fortunatamente riuscirono a trovare delle sorgenti calde e a farsi un bagno togliendo tutta la sporcizia accumulata durante quel viaggio.

Quel giorno stavano camminando ormai da qualche ora quando Harry si bloccò.

Draco incuriosito dal suo comportamento gli domandò “Hei, che cosa c’è”

“Niente” rispose scotendo la testa “Solo una sensazione” disse riprendendo il cammino.

Passò ancora del tempo quando Harry si voltò improvvisamente in una direzione e cambiando percorso perse a camminare più speditamente.

“Rallenta” gli ordinò Draco arrancandogli dietro “Cosa ti prende oggi?”

“Ti ricordi quando ti ho raccontato di come ti ho trovato?” chiese il moro senza fermarsi.

“Si certo. Avevi sentito una strana sensazione, come un pizzicore ”

“Esattamente” confermò “Ti ho spiegato che la sensazione che mi procuravi tu era diversa da quella del tuo rapitore, ma non ti ho detto che confrontando quelle dei due uomini che ti tenevano le trovavo simili tra di loro.  Poco fa ho avuto la medesima sensazione, solo che assomigliava alla tua”

“Alla mia!?” mormorò “Questo vuol dire che possono essere i miei genitori” domandò ansioso.

“Si” rispose il moro “È per questo che stiamo andando da questa parte. Prima però dobbiamo accertarci che sia qualcuno che non ti voglia fare del male” spigò.

Draco annuì e i due continuarono la loro strada.

 

***

 

Camminarono per più di mezzora quando Harry impose a Draco di rimanere nascosto in un punto. Preoccupato il biondino obbedì rimanendo nascosto tra alcuni cespugli in attesa del ritorno di Harry.

Erano passati poco più di quindici minuti quando il bambino comparve.

“Sono quattro uomini” disse “Uno con dei capelli castani corti, due li avevano neri mentre l’ultimo li ha biondi e li porta lunghi. Assomigliano molto ai tuoi…” bisbigliò.

“Capelli lunghi e biondi…. Mio padre li porta così” disse eccitato. Mio padre era a poco distante presto tornerò a casa! Pensò felice non notando gli occhi tristi di Harry.

“Mi puoi accompagnare da loro? Voglio vedere se è lui” chiese Draco.

“Certamente” rispose Harry che alzandosi gli fece cenno di seguirlo.

In poco tempo vistarono il gruppo di uomini e da una posizione sopraelevata nascosta li osservarono.

Draco sorrise felice, aveva riconosciuto due della comitiva.

“Sono mio padre e il mio padrino” disse indicando il biondo e un moro che portava i capelli lunghi fino alle spalle.

Harry annuì “Raggiungiamoli”

Iniziarono la discesa che li avrebbe condotti dal gruppo quando Harry si accorse che qualcosa non andava. Scrutando tra la vegetazione scorse delle fronde in movimento e fece accelerare il passo.

Erano ancora piuttosto in alto ma Draco eccitato, alla vista della comitiva richiamò la loro attenzione.

“PAPÁ!!! ZIO SEV!!!” urlò agli uomini che si voltarono.

“DRACO” gridò il biondo voltandosi nella loro direzione e individuandoli.

I due gruppi presero ad avvicinarsi velocemente quando Harry bloccò Draco tirandolo indietro.

Il bambino lo guardò stupito e furente ma questi sentimenti si trasformarono in orrore quando vide nel punto in cui stava passando un enorme lupo grigio in posizione d’attacco.

Trascinandosi dietro Draco Harry prese a correre nella boscaglia inseguito dal lupo e dalle grida degli adulti che iniziarono a seguirli preoccupati.

Correvano senza mai fermarsi mano nella mano fino a quando la foresta non li divise.

Il lupo continuò a cacciare Draco lasciando perdere l’altro. Il bambino scappava sentendo il fiato dell’inseguitore sul collo.

Improvvisamente la sua fuga fu interrotta. Uno strapiombo gli bloccava la strada. Non fece in tempo a trovare un altro percorso il suo inseguitore gli piombò davanti impedendogli qualsiasi tentativo di fuga.

Sentiva la voce di suo padre che si stava avvicinando ma non sarebbe mai arrivato in tempo.

In posizione il lupo si preparò a balzargli addosso, prese lo slancio e gli si lanciò contro. Fu un attimo e qualcuno lo spinse via.

Alzo lo sguardo per scoprire il volto del suo salvatore e ….

Con orrore vide il lupo aggredire Harry, che prontamente era apparso e l’aveva scostato salvandolo.

Harry si dimenava cercando di evitare le fauci del lupo venendo però ferito dai suoi artigli…

Erano così vicini all’orlo dello strapiombo.  Il terreno fragile cedette facendo precipitare sia il bambino che il lupo nel vuoto.

“NOOO!” urlò Draco con disperazione affacciandosi al burrone e guardando il fiume che vi scorreva sotto nella speranza di vederlo riaffiorare.

Due braccia lo cinsero da dietro allontanandolo dal bordo del precipizio.

Draco si dimenò “NO,NO, NO” urlava “NON PUÓ ESSERE MORTO!!!”

Sembrava indemoniato. Scalciava si dibatteva senza sosta e gli adulti faticavano a trattenerlo.

Il padre si posizionò di fronte a lui e guardandolo negli occhi gli disse “Tranquillo, è tutto finito”

“È caduto” disse Draco calmandosi un attimo “Lo ha fatto per salvarmi”

 

“Chi è caduto” gli chiese il padre.

“Harry” rispose “Il lupo mi stava per attaccare e lui mi ha spinto via. Poi il terreno è franato e lui è caduto”

Severius si avvicinò allo strapiombo e guardò giù scotendo la testa.

Lucius strinse il figlio tra le braccia cercando di tranquillizzarlo “Lo faremo cercare, lo troveremo…” mormorò cullandolo. Draco però si era addormentato.

 

FINE CAPITOLO 3

 

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Capitolo 4
*** Epilogo ***


EPILOGO

EPILOGO

Lucius Malfoy era sempre stato un uomo di parola.

Da giovane aveva promesso che sarebbe riuscito a conquistare il cuore della bella Narcisa Black e un anno dopo i due erano fidanzati.

Aveva detto che il suo primo figlio sarebbe stato un maschio e si sarebbe chiamato Draco e così era stato.

Dopo il rapimento di Draco aveva giurato che lo avrebbe ritrovato riportandolo a casa facendola pagare amaramente ai suoi rapitori. Questo si era avverato.

Ora non riusciva a mantenere la sua ultima promessa. La più importante, fatta a suo figlio. Non era riuscito a ritrovare il bambino che aveva liberato il suo Draco e che lo aveva aiutato durante la sua fuga proteggendolo anche da un lupo.

Stava guardando il giornale. Un articolo sul ritrovamento dell’erede dei Malfoy era in prima pagina e lui non sapeva come comunicare al figlio che non era riuscito a mantenere la sua parola. A volte quanto era duro essere un padre.

Si alzò andando a cercare Draco lasciando il giornale sulla sua scrivania.

Non sarà facile era questo il pensiero di Lucius.

Pensare che sarebbe bastato un leggero interesse al modo babbano per scoprire che un bambino dai capelli neri era stato ritrovato in stato confusionale nella foresta

… completamente bagnato, con i vestiti laceri e una ferita causata da artigli di lupo sulla spalla è così che due escursionisti hanno ritrovato il giovane Harry Potter subito riconsegnato alle amorevoli cure dei suoi zii. Il piccolo non ricordava niente di quello che gli era successo. La polizia ipotizza che….

Era questo che diceva il giornale ma, ahimè Lucius non avrebbe mai letto queste parole.

 

***

 

Cinque anni dopo

 

Il giovane Draco si stava provando la sua prima divisa per Hogwarts. Madama McClain gli girava attorno sistemando l’uniforme dove necessitava.

La porta del negozio si aprì e un bambino dai disordinatissimi capelli neri apparve sulla soglia guardandosi attorno.

“Vieni pure caro, sono subito da te” disse la sarta.

Il bambino s’avvicinò e Draco poté osservarlo con più attenzione. Indossava abiti orrendi, dieci volte più grandi di lui e portava dei buffi occhiali rotondi ma guardando attentamente poté vedere due stupendi occhi verdi che lo ammagliarono.

Quel bambino gli ricordava qualcuno ma, non sapeva chi.

Non importa, mi verrà in mente pensò.

Guardò il coetaneo salire sullo sgabello mentre Madama prendeva le misure. Sorrise interiormente e decise che quel bambino sarebbe diventato suo amico, sicuro. Certo come era certo che lui fosse un Malfoy.

E i Malfoy ottengono sempre ciò che vogliono.

 

 

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Capitolo 5
*** Ringraziamenti ***


Ringraziamenti finali …

Ringraziamenti:

 

Siamo giunti al termine della storia e come una brava scrittrice deve fare è arrivato il momento dei ringraziamenti e delle spiegazioni.

Per tutti quelli che si sono domandati “Perché è finita così?!” bene, ecco a voi i chiarimenti; innanzitutto volevo dire che tutto il racconto è nato con la precisa idea di una conclusione simile.

A dire la verità l’inizio e la fine erano gli unici punti fermi della vicenda tutto il testo era in costruzione.

L’idea era quella di creare un breve flash dell’infanzia di Harry e Draco, dove s’incontravano e si conoscevano al di fuori dei vincoli imposti dalla società magica e dalle maschere imposte di Eroe e Magniamorte in erba. Gli eventi narrati poi si sarebbero dovuti ricongiungere con i fatti narrati dalla Rowling nel primo libro della serie. Per questo motivo Harry  non mantiene i ricordi in seguito all’incidente e  per la medesima ragione Draco scorda i giorni del suo rapimento. In questo caso però, ciò è dovuto un po’ a causa dello shock, un po’ perché con il tempo inizia a credere che tutto ciò che gli è successo in quei giorni sia frutto di un sogno. Ciò non toglie che al momento del suo incontro con Harry da Madame McClain si senta attratto da lui e voglia, inconsciamente, ricreare quel legame che si era spezzato bruscamente anni prima.

Un ulteriore appunto deve essere fatto sul mondo degli adulti. Questi pur sapendo che Draco è stato salvato da un ragazzo di nome Harry non conoscono altri dettagli che lo riguardino. Ne riguardo il suo aspetto fisico ne sul fatto che sia un mago. Non sanno come hanno passato i giorni durante la fuga e, cosa più importante, non sanno che tra i due hanno stretto un “legame” che nella loro innocenza di bambini l’ hanno visto come unico mezzo per rimanere con l’amico. In origine questo “legame” non era altro che un voto matrimoniale usato dalle coppie innamorate la cui unione era osteggiata dalle famiglie.

Insomma, l’epilogo lascia aperte numerose strade per la continuazione della storia. Probabilmente più avanti scriverò un seguito ma non sarà tanto presto.

A dire la verità durante la stesura di questo racconto avevo già in mente qualche possibile continuo ma nessuno mi soddisfaceva molto. Così mi sono chiesta “Chissà come continuerebbero la storia altre persone?” da lì l’idea …

Perché non chiedere ai lettori a fare un sequel di questo racconto (se avranno voglia). Sono curiosa di leggere le vostre idee e vedere come lavorano le vostre menti.

Per finire e non annoiarvi più con i miei sproloqui volevo passare ai ringraziamenti.

Volevo ringraziare morganasiny, GinnyPotter93, SnapEly che hanno commentato questa storia, mi ha fatto piacere sapere che il racconto è stato apprezzato.

Un ringraziamento va anche a chi ha messo questo racconto tra i preferiti:

 

1 - GinnyPotter93

2 - gino64

3 - ponyboy                     

 

e a chi l’ha messa nelle seguite:

1 - alexiell

2 - eneri

3 - illyria93

4 - jadina94

5 - Kira90

6 - Larapret88

7 - lumamo64

8 - Natsume

9 - piccolababi

10 - pikkolarii

11 - rutix2003

12 - Scorpioncina

13 - sguby89

14 - skitty1

15 - snapEly

16 - TullyDomy

17 - _ile_

 

Ancora grazie anche a chi ha semplicemente letto. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che il racconto vi sia piaciuto, se non è così… pazienza non tutti abbiamo gli stessi gusti.

In ogni caso vi ringrazio ancora di tutto il vostro sostegno. Senza voi lettori noi scrittori non saremmo nulla.

Grazie mille!!!!

May Des  

 

 

  

 

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