La
folla era in festa,
da lì a poche ore sarebbero partiti i valorosi soldati che
avrebbero
conquistato il pianeta Pekopon, tutti fremevano per questo avvenimento,
perché
sarebbe stato il più discusso in tutto l’universo.
Il
pianeta Pekopon era
un pianeta preistorico, con forme di vita poco evolute e dalla bizzarra
vegetazione, si dice che i suoi abitanti siano talmente regrediti da
distruggere
i loro stessi territori.
«Tsè,
sarà un gioco da
girini.» urlarono a gran voce i presenti in preda ai
festeggiamenti.
A
coordinare le azioni
dei suoi subordinati c’era il sergente Keroro, uno dei
più eccellenti sergenti
dell’esercito Keroniano, nonché figlio di uno dei
più potenti combattenti di
tutti i tempi. Il sergente Keroro non era conosciuto solo per la sua
crudeltà, ma
anche per i suoi
discutibili vizi, tra cui la pigrizia cronica.
«NON
ANDRAI MAI DA
NESSUNA PARTE!» queste erano le parole del padre che si
ripetevano nei ricordi
del giovanissimo Keroro ogni volta che partecipava alle prime missioni
come
soldato semplice, ma è grazie a quelle dure parole che
è diventato ciò che è
ora.
«Gunso-san!
Sono lieto
di fare la sua conoscenza desu!» Tamama era il più
giovane del gruppo, fin
dall’inizio dei preparativi aveva osservato a distanza i suoi
superiori, ma non
aveva mai osato avvicinarsi al sergente fino a quel momento.
«Tu
sei..?»
«Il
soldato semplice
Tamama desu!» il sergente non si degnò di
guardarlo negli occhi, ma il piccolo
Tamama tradusse il gesto come un atteggiamento “cool”.
Poco
più in là, seduto
sul suo sedile, il caporale Giroro lucidava il suo fucile, era
fermamente
convinto che la prima cosa da fare una volta a Pekopon sarebbe stato
far capire
fin da subito chi comanda. Non era un tipo molto allegro, soprattutto
dopo le
numerose battaglie vissute al limite della sopravvivenza e per la
perdita di
numerosi amici.
«Kukuku…»
«Mhm..?
Ma che ti
ridi?»
«Ci
sarà da divertirsi.
Kukuku.» borbottò il sergente maggiore Kururu
mentre si posizionava per la
partenza. Era un tipo bizzarro, sempre con uno strano ghigno stampato
sul
volto. Nessuno sapeva qualcosa sulla sua vita privata o sul suo
passato. Tutti
però sapevano che non era un tipo molto affidabile, se non
solo nelle missioni,
visto che nel tempo libero si divertiva ad architettare scherzi di
pessimo
gusto arrivando addirittura a rovinare la vita ad alcune delle sue
vittime.
Era
arrivato il
momento di partire, tutti erano nelle proprie postazioni di partenza,
la folla
continuava a festeggiare augurando al plotone “Grandi
Manovre” di tornare
vittoriosi. Loro, invece, si auguravano solamente di tornare il
più presto
possibile, sarebbe stato un gioco da girini, li avrebbero studiati e
dopo li
avrebbero soppressi, tutti. L’unico a non pensarla
così era il soldato scelto
Zeroro.
Zeroro
era seduto sul
suo sedile, pensava seriamente che non ce l’avrebbero fatta,
almeno non immediatamente.
Aveva brutti presentimenti e lui era un esperto nel sentirli. Non
è mai stato
sicuro di se, alla notizia che avrebbe partecipato alla missione
più importante
della sua vita si sentì mancare «Non
ci
credo! Insieme a Keroro-kun e a Giroro-kun, come ai vecchi
tempi!» pensò in
quel momento entusiasta, solo dopo pochi minuti che si videro si
accorse che
poi, in passato, la loro compagnia non era così presente. La
sua posizione era
all’estremità destra della parte anteriore della navicella, alla sua sinistra
il soldato
semplice Tamama, poi Giroro e infine Kururu. La postazione di Keroro,
invece,
si trovava su un piano molto più rialzato proprio dietro di
loro.
Azionarono
i motori. Finalmente
arrivò il momento di partire. Il plotone fremeva per
l’emozione, chi più e chi
meno, per affrontare un pianeta totalmente diverso da quelli visti fino
a quel
momento. Tutte le convinzioni per un attimo svanirono, per poi
ritornare più
presenti che mai.
«kerokerokero,
questo
è il momento che stavamo aspettando. Keroniani, è
il momento di tenere alta la
bandiera di Keron! Non voglio sconfitte, solo vittorie. Sergente
Maggiore Kururu,
una volta a Pekopon vorrei il suo aiuto per studiare i pekoponiani e le
altre
forme di vita presenti. Caporale Giroro, si tenga pronto per
organizzare le
armi a nostra disposizione, li tenga pronti per ogni
necessità. Soldati! Da voi
esigo il massimo impegno. Ke-kero!»
«Si!»
risposero in
coro.
***
Dopo
giorni e giorni
finalmente il plotone avvistò il Pianeta Pekopon. La gioia
dei presenti era
grande, non gli importava dove potessero atterrare, infondo i
pekoponiani erano
tutti uguali, no?
«Gunso-san,
stiamo per
far contatto con l’atmosfera pekoponiana, desu.»
disse Tamama emozionato.
«A
quanto pare l’atmosfera
pekoponiana è molto diversa da quella alla quale siamo
abituati, potremmo
recare guasti ai motori e non solo. Kukuku!!» il sergente
maggiore lo trovava
dannatamente divertente.
«Bene,
prendiamo le
giuste precauzioni ed il gioco è fatto.»
commentò Keroro infilando un dito nel
naso con nonchalance.
La
navicella iniziò a
tremare esageratamente, la pressione e la temperatura stavano
aumentando sempre
di più facendo perdere la stabilità
all’astronave. Anche la condizione del
plotone stava peggiorando, infatti i Keroniani non riescono a
sopportare una
temperatura così alta, per non parlare della forza di
gravità aumentata almeno
per due volte.
Nonostante
la
navicella fosse costruita con materiali altamente tecnologici, a quanto
pare
gli ingegneri non avevano fatto i conti con l’ambiente di
Pekopon
sottovalutando qualsiasi aspetto del pianeta.
Il
sergente maggiore
Kururu, con molta tranquillità(e fatica) si alzò
dalla sua postazione per
entrare nella cabina del motore centrale, dopo pochi istanti la
navicella
ricominciò a prendere stabilità.
«Cos’è
successo?!»
domandò il sergente Keroro in preda al panico.
«Kukuku…
niente di
grave, c’era qualche piccolo intoppo nel motore
centrale.»
Il
plotone fece un
sospiro di sollievo, in lontananza avvistarono un isola, decisero che
quello
sarebbe stato il luogo perfetto per iniziare l’invasione,
attivarono l’Anti
Barrier diventando invisibili.
***
Dalla
finestra il
cielo era così tranquillo e limpido che la scuola prendeva
sempre più una forma
di prigione nella mente di tutti gli studenti. La primavera era da poco
arrivata e con lei anche il nuovo anno scolastico. Fuyuki
sospirò serenamente, non
vedeva l’ora di dichiarare aperto il suo club
dell’occulto di cui era preside e
unico iscritto.
«Non sarebbe fantastico parlare con un
fantasma?» pensò mentre fantasticava
di visitare luoghi sconosciuti, case stregate, templi
maledetti…
Purtroppo lo stesso
entusiasmo non lo
condivideva Natsumi, che annoiata ascoltava la lezione fissando gli
scarabocchi
sul suo blocco appunti. I suoi pensieri erano confusi, disegnava
spirali fino a
consumare la punta della matita, che prontamente temperava per
continuare a
torturare il povero foglio. Pensava a ciò che avrebbe fatto
una volta a casa,
pensava che al suo arrivo non avrebbe trovato altro che il fratello e i
compiti
per casa. Per un attimo si pentì di aver abbandonato le
lezioni di judo.
Le
vennero i brividi
lungo la schiena, trattenne un gemito di spavento. Che
cos’era quella strana
sensazione? Alzò la mano e chiese al professore di inglese
il permesso per
uscire fuori dall’aula.
***
«Kerokerokero!»
il
sergente emise una risata «abbiamo aspettato a lungo e adesso
è giunta l’ora
per l’invasione!» esclamò balzando dal
sedile.
«Gunsou-san…
non per disturbarla, ma… c’è
un problema ai motori…»
«Kero..?
KEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEROOOOOOOO???!!!»
La
navicella cominciò
a perdere quota.
«Sergente
Maggiore! Avevate
detto che era un piccolo inconveniente!»
«Kukuku,
mi sarò
sbagliato, dazeee!» esclamò soddisfatto.
Il
plotone cercò di
prendere tutto quello che si poteva salvare, decisero in
unanimità di abbandonare
la navicella e cercare materia prima per ripristinarla. «Sarà
un gioco da girini.» dissero alla partenza, ma ora
quella
frase era come scomparsa dalle loro menti.
L’equipaggio
si
preparò a salire su delle piccole navicelle per abbandonare
l’astronave, ma ad
un tratto il sergente Keroro emise un gridolino di terrore.
«Kero!
La Kero-ball!!»
scese dalla “pseudo scialuppa” e prese una sfera
posta sul sedile.
In
quel momento furono
costretti ad uscire dall’astronave appena un attimo prima
dello schianto al
suolo.
L’onda
d’urto fu
talmente potente da provocare una crepa al suolo facendo sollevare una
vistosa
nube di polvere.
Il
plotone fu spazzato
via.
Ringrazio tutti coloro che
hanno
letto la mia storia, ma soprattutto Pikachu4ever per la recensione,
sono molto
contenta e spero di non deludere.
Al prossimo capitolo!
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