Oro e Argento

di ArcoeFreccia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kanon ***
Capitolo 2: *** II Introduzione - La perduta via del cavaliere di Scorpio ***
Capitolo 3: *** Capitolo I - Il Mare limpido delle Isole Greche ***
Capitolo 4: *** La missione di Kanon ***
Capitolo 5: *** Capitolo III - In giro per il Paese ***
Capitolo 6: *** Capitolo IV - L'incontro ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO V - L'Umiliazione ***
Capitolo 8: *** Capitolo VI - Curiosità ***
Capitolo 9: *** Capitolo VII - La Scommessa ***
Capitolo 10: *** Capitolo VIII - Chiarimenti ***
Capitolo 11: *** Capitolo IX - Una notte movimentata ***
Capitolo 12: *** Capitolo X - Un fratello protettivo ***
Capitolo 13: *** Capitolo XI - Au Calire de la Lune ***
Capitolo 14: *** Capitolo XII - La Dura Reazione ***
Capitolo 15: *** Capitolo XIII - Prima che la Notte Cali ***
Capitolo 16: *** Capitolo XIV - Un Confronto ad Armi Impari ***
Capitolo 17: *** Capitolo XV - Domani è un Altro Giorno ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVI - In Partenza ***



Capitolo 1
*** Kanon ***


I Introduzione

Kanon

 

Questa breve introduzione è stata scritta da sagitta72 che nell'arco della storia si occuperà dei capitoli riguardanti Kanon. Buona lettura

Eccomi di nuovo su questo promontorio…e' meraviglioso il tramonto visto da qui, dove il sole sembra sciogliersi nel mare. Quante volte l'ho guardato senza mai apprezzarne fino in fondo la sua bellezza. Certo, ero troppo preso dall'odio per Athena e per mio fratello ….lui che aveva tutto quello che avrei voluto anche io….l'armatura d'oro di Gemini, l'adulazione di coloro che ci circondavano ... lui che aveva un animo nobile come il suo il migliore amico Aiolos, anch'egli adorato e venerato come un semidio al Grande Tempio; Aiolos, morto per colpa della maledizione che ho inflitto a mio fratello ... ucciso per volontà del mio gemello e per mano di un ragazzino che ha portato dentro di se per ben 13 anni quel lutto che gli ha quasi distrutto l'anima, pur nella convinzione di avere agito per il bene di Athena.

Proprio quest'ultima e' stata la salvezza della mia di anima; e' vero ho fatto soffrire tante persone; per troppi anni, ho voluto paragonarmi a un Dio e dietro una finta identità ho spinto le persone all'odio e alla guerra, ma lei nonostante tutto mi ha perdonato, e con il suo amore ha convinto anche i cavalieri d'oro a fidarsi di me.

Ora, dopo la guerra di Hades, ci ha riportati in vita chiedendo a suo padre la possibilita' di farci tornare per mettere ordine e per vegliare ancora sulla terra, perche' a quanto pare l'odio ancora non si e' affievolito nei cuori della gente.

Da pochi giorni tornati in vita, ho solo avuto la possibilita' di guardare negli occhi Saga e di sorridergli brevemente; entrambi incapaci di dimostrare il nostro affetto, siamo riusciti solo a stringerci frettolosamente la mano. Devo ammetterlo, sentire il calore della sua pelle mi ha dato una forte emozione che mi ha spinto a tornare qui a Capo Sounion, per poter guardare finalmente il mondo da quassu', senza piu' quella brama di potere che mi invase 13 anni fa.

Sono fiero di me stesso, sono cambiato e sono contento di essere un servitore di Athena; non conosco ancora il ruolo che il destino mi assegnerà, ma di una cosa sono certo: lottero' sempre e solo per la pace sulla terra.

Forse e' meglio che torni indietro, magari avranno bisogno di me.

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Capitolo 2
*** II Introduzione - La perduta via del cavaliere di Scorpio ***


II Introduzione

II Introduzione

La perduta via del cavaliere di Scorpio

 

 

Questo capitolo è stato scritto da winnie343

 

 

Sono ore ormai che sono seduto sulla sabbia ad osservare il mare. Le onde che si infrangono sui miei piedi e che si allontanano, portando via la sabbia che li ricopre, mi impedisco con il loro rumore di pensare tranquillamente; ma forse è un bene non pensare. Da quando sono in quest'isola mi comporto come un naufrago che dopo mesi di tempesta, in balia degli eventi atmosferici, tenta inutilmente di riposare e di sopravvivere alla monotonia della tranquillità. Forse ho fatto male ad abbandonare così precipitosamente Atene e il Grande Tempio, ma sentivo il bisogno di fuggire e di allontanarmi da quelli che un tempo ho considerato essere miei compagni ed amici. Ho sentito il desiderio di abbandonare la mia vita alla ricerca di un'altra che mi potesse soddisfare di più. Che cosa vi accadrebbe se aveste una seconda possibilità? Cosa pensereste se un giorno, dopo aver passato la vostra esistenza avendo in mente una sola possibile via, arrivasse qualcuno che vi prospettasse la possibilità di scegliere fra cento altre vie possibili? Andreste in tilt! Ecco cosa vi accadrebbe ... ed è proprio quello che è successo a me. Tutti vorrebbero una seconda possibilità e tutti vorrebbero sfuggire all'oblio, ma fidatevi, sfuggire alla notte eterna non è poi così divertente. Grazie alla mia signora che ha voluto premiare la nostra fedeltà e il nostro sacrificio, ho abbandonato il sonno eterno e sono stato riportato in questo mondo, anima e corpo. Ma non sono io ad essere tornato ... o meglio ... sono io ... ma non riconosco più quello che un tempo sono stato.  "Diverso" ... questa è la parola che ha usato Camus prima di andarsene da qui ... diverso ... è vero ... sono diverso ... il vecchio Milo ha definitivamente abbandonato questo corpo per lasciare il posto al nuovo me stesso ... un Milo ancora difficile da comprendere per me e per i miei amici. Camus se ne è andato, promettendomi di ritornare quando avrò capito cosa vorrò essere; ho paura però che continuando di questo passo rischierò di non vedere più il mio amico. Quale è il problema? A saperlo ragazzi, a saperlo ... un'idea me la sono fatta  però. Vedete ... il fatto è che ho vissuto talmente tanto a lungo con il pensiero di dover morire un giorno, che nel momento in cui quel giorno è arrivato, tutto il mio mondo è andato fuori di squadra ... una volta ho letto da qualche parte che "nel fondo della notte inizia sempre qualche altro giorno" e posso assicurarvi che è tutto maledettamente vero. Io sono morto e nell'istante esatto in cui sono morto ho capito che la mia vita l'avevo sprecata ad aspettare quel momento di oblio ... ed è lì, in quel preciso istante, che ho ricominciato a vivere ... non nel momento in cui sono stato resuscitato, ma nell'attimo esatto in cui sono morto. E ora non ho più voglia di tornare alla mia vecchia vita. "Il mio bagaglio a mano è il mio cuore. Non è mai stato leggero. Mai lo sarà", così proseguiva la frase che ho letto un tempo ...il mio cuore è pesante perchè so che la giustizia e la speranza è tutto ciò che rende l'uomo migliore e so che io, paladino di Athena, avrei il compito di preservare tutto questo. Ma sono stanco, terribilmente stanco di dovermi portare questo peso continuamente. La morte mi ha liberato di tutto  .... e ora che sono nuovamente tornato in vita non ho voglia di portarmi dietro ancora questo bagaglio.

 

 

Un ringraziamento a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo, spero che anche il secondo vi abbia incuriosito.Una precisazione, le citazioni riportate in corsivo non sono mie, magari
L, ma di Gabriele Romagnoli. Le risposte alle recensioni lasciate sono di sagitta72, autrice della prima introduzione:

 

sakura2480: grazie mille per i complimentei che ci fai, sono contenta che tu sia rimasta colpita positivamente gia' solo leggendo quelle quattro righe di introduzione...ora di Milo che mi dici?...ti aspettavi un'evoluzione cosi' catastrofica?

makochan: grazie mille per i complimenti sulla descrizione, e' un vero piacere essere stata cosi' precisa. si e' vero e' molto bello vedere un Kanon cosi' maturo, di certo non sara' piu' assetato di potere......ma furioso chissa'....puo' darsi che lo sia ancora, in fondo il carattere si puo' modificare ma non del tutto cambiare!!! no?!...ora invece che te ne pare del ritorno di Milo?

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Capitolo 3
*** Capitolo I - Il Mare limpido delle Isole Greche ***


Capitolo I

Capitolo I

Il Mare limpido delle Isole Greche

 

 

Questo capitolo è stato scritto da winnie343

 

 

 

Un tempo sono stato un cavaliere ... è questo che continuo a ripetermi giorno dopo giorno ... un tempo sono stato un cavaliere ... continuo a ripeterlo come un mantra per cercare di sfuggire alle ombre del mio futuro. So che non voglio più esserlo, ma d'altra parte  non sono capace di fare altro. Sono tornato nell'isola in cui un tempo lontano sono stato bambino ... nel paese che mi ha visto trotterellare nei vicoli e intorno alle piazze. Tutti mi guardano come uno straniero ... ma é questo che sono ... straniero nella propria terra e estraneo alla propria vita ... senza memoria e senza futuro, passo le giornate in riva al mare ... solitario ... indifferente. É cosi che mi trova  Aioria, il compagno di tante battaglie, l'amico di un tempo, che ho tradito con il mio abbandono. So perché é qui e sinceramente vorrei che non fosse mai venuto, ma so anche che non se ne andra' finché non avra' fatto tutto ciò che é in suo potere per riportarmi indietro. Dopo esserci salutati con un cenno del capo, si siede accanto a me e con gli occhi rivolti verso lo splendido mare che indifferente continua le sue attivita', comincia ad accarezzare distrattamente la sabbia. Stanco del mio mutismo, dopo poco interrompe il silenzio fra noi, dichiarandomi di fatto guerra.

-        Hai un aspetto orribile

-        Grazie ... felice di sentirtelo dire... tu invece sei decisamente in forma ... evidentemente l'amore ti fa bene ... o forse sarà il sesso

Lo vedo arrossire alla mia battuta. Camus mi ha raccontato dell'avvicinamento fra lui e Marin ... dopo tanti anni di finta indifferenza anche loro si sono decisi al grande passo ... evidentemente la sua morte ha fatto bene ad entrambi. Aioria ignora la mia provocazione e va dritto per la sua strada

-        Mi dici che diavolo ti é successo? La barba incolta, i vestiti stropicciati, i capelli arruffati e l'aspetto trasandato non sono da te Milo ... e la tua fuga? Che ti sta passando per la testa?

-        Ma niente ... ho solo bisogno di riposo ... ho chiesto ed ottenuto da Atena un permesso per ricaricarmi … tutto qua

-        Tutto qua? A me la tua é sembrata una vera e propria fuga

-        Sinceramente trovo strano che tu dica questo

-        Perché?

-        Pensavo che fossi troppo preso da Marin e dal ritorno di tuo fratello per accorgerti dei miei movimenti

-        E' questo il problema? - la risposta piccata di Aioria non si fa attendere - il fatto che ho avuto altro a cui pensare?

-        Tranquillo ... non sei il centro del mio universo

-        Questo lo so ... e comunque non sono il solo che si é accorto del tuo cambiamento anche Mu é preoccupato ...e Aldebaran

-        Almeno loro hanno avuto la delicatezza di non venirmi a rompere le palle

-        Non c'e' bisogno che diventi cosi …

-        Senti Aioria ... che diavolo vuoi da me?

-        Io voglio semplicemente aiutarti   ... sono qui per capire che cosa ti sta succedendo … avanti Milo … puoi confidarti con me lo sai

-        Io ce l'ho già un amico a cui raccontare quello che mi succede

-        Non c'é bisogno di trattarmi cosi - Aioria rimane  male delle mie risposte - io sono solo preoccupato per te

Ecco un'altra cosa che non sopporto più ...il senso di colpa ...è tutta la vita che ne reggo il peso. Voglio dire ...voi non lo avreste se passaste le vostre giornate ad uccidere altri esseri umani? Certo ... Potreste dirmi che l'ho fatto per un alto ideale ...e io potrei giustificarmi con voi dicendovi che erano tutti cattivi, che meritavano di morire ... la verita' é che nessuno merita di morire ... Io so cosa significa ... E posso assicurarvi che nessuno  merita una punizione così … e comunque se qualcuno lo merita, che siano gli Dei  a togliergli la vita … io sono stanco di essere un assassino, e voglio liberarmi di tutti questi sensi di colpa che mi hanno accompagnato fino ad ora: non voglio più sentirmi in colpa, per nulla al mondo, neanche per Aioria a cui voglio bene quasi come un fratello ...e così perdonami amico mio se faccio lo stronzo.

-        Se non l'hai ancora capito Aioria voglio essere lasciato in pace. Vuoi sapere che cosa ho? Ho che mi sono rotto le palle di essere un cavaliere e di combattere per la salvezza del mondo … mettiamola così … mi licenzio!

-        Avanti Milo, non dire idiozie, non puoi licenziarti

-        E perchè no? Non si dice che la morte azzera tutto? Diciamo allora che anche io sono stato azzerato.

-        E se Atena ti richiamasse? Se ti chiedesse di indossare nuovamente l'armatura?

-        La ignorerei … che può farmi? Uccidermi? Che si accomodi pure!

Mentre mi alzo e, privandomi di tutti i vestiti, mi tuffo in acqua, con la coda dell'occhio vedo Aioria scuotere più volte il capo. So che è in ansia, ma non voglio più preoccuparmi di niente e di nessuno, decido pertanto di rimanere in acqua fino a sera, nuotando al largo e infischiandomene del mio amico; so che quando tornerò sarà ancora lì ad aspettarmi, ma ho deciso di fregarmene. Quando il sole sta tramontando decido di ritornare sulla spiaggia e lo ritrovo seduto al punto in cui l'avevo lasciato; ma non è da solo, con lui c'e' un vecchio che dall'aspetto dovrà avere almeno 200 anni: è ridotto perfino peggio di Doko quando giocava a fare il nonno. Sarà alto un metro e 20, ha un testone pieno di capelli, tutti rigorosamente bianchi e  tra le sue gambe potrebbe passarci un pallone per quanto sono storte; ma i suoi occhi sono vivi  e il sorriso è quello un bambino. Ha lo sguardo tipico dell'uomo che pensa di aver visto tutto nella vita … ma fidati nonno … io ho visto più di te … pensa … ho perfino conosciuto la donna con la falce e il mantello nero.

-        Beh … e ora questo dove lo hai raccattato?

-        Ciao Miloocchidelmare

Resto basito dal modo in cui l'uomo mi ha chiamato … erano anni che non lo sentivo … cerco di  rispolverare nella mia memoria quella faccia rugosa … ma nulla … il vuoto più assoluto … non riesco a riconoscere il vecchio che ho di fronte .. ma mentre sto per chiedergli chi diavolo sia, vengo colpito alla testa e voltandomi mi ritrovo davanti alla ragazza più brutta che abbia mai visto in vita mia. No! Vi giuro … mai visto nulla del genere. Tutto nel suo viso è fuori squadra; i capelli, oltre ad avere un colore anonimo, sono ricci e gretti e sembrano da come si appoggiano alle sue spalle che siano stati lasciati in balia di se stessi da millenni. I suoi occhi sono nascosti da due fondi di bottiglia incastonati in una montatura che avrà gli anni del vecchio; e che dire delle sopracciglia? Avete presente la pittrice Frida Kahlo? No? Beh se la conosceste vi posso assicurare che pensereste che le sue in confronto fossero invisibili … un mostro! Ve lo posso assicurare … e vogliamo parlare del suo abbigliamento? Con 40 gradi all'ombra riesce ad indossare con disinvoltura un paltò di lana , che porta con la grazia di un elefante mentre il resto dei suoi vestiti sembrano siano appartenuti al vecchio per quanto sono logori e smagliati. La ragazza continua a fissarmi con sguardo minaccioso e io comincio a domandarmi che diavolo possa volere da me … non penserà mica di chiedermi un appuntamento?

-        Senti bell'imbusto

-        Non credo che noi ci conosciamo – le sorrido amabilmente, non voglio offenderla poverina – il mio nome è Milo

-        E chi se ne frega ... non ti sembra il caso di rivestirti?

Solo alle sue parole mi rendo conto che uscendo dall'acqua non mi sono neanche degnato di indossare uno straccio di vestito. Continuando a sorriderle, cerco di spiegarle che tipicamente non vado in giro in quel modo, ma la ragazza dandomi un altro schiaffo in testa, mi fa nuovamente presente che a lei non frega nulla delle mie scuse, l'unica cosa che le interessa è che io mi ricomponga, visto che di lì a poco passeranno dei bambini e blah blah blah … ormai non la sto neanche più ad ascoltare … quanto sono noiose queste cose … il dover sempre rispettare le regole della buona educazione. Involontariamente accenno uno sbadiglio, rendendomi immediatamente conto di aver commesso un'imperdonabile leggerezza. La ragazza strappa di mano il bastone al vecchio e me lo da in testa urlandomi che sono un gran maleducato. E concludendo la scenata, dandomi del porco e del villano, mi tira in testa il suddetto bastone e se ne va senza permettermi di replicare. Voltandomi verso il vecchio gli chiedo chi mai sia quella pazza

-        Ah .. quella è la mia dolce nipotina … il suo nome è Melina ed è un vero angelo.

-        Ma voi siete pazzo! Quella un angelo? Del resto se avete una nipote pazza non potete che essere pazzo anche voi!

-        Mio caro Miloocchidelmare, ora devo andare, la mia vecchiaia non mi permette di rimanere fuori di casa quando si avvicina la notte, ma ti prego, sentiti libero di venirci a trovare quando vuoi. Stiamo ancora al negozio di fiori vicino alla stazione dei treni.

Le parole del vecchio aprono un varco nella nebbia dei miei ricordi … alla constatazione che nulla è perduto nella mia mente non riesco a non sorridere. L'uomo anziano è il vecchio Stavos, colui che possedeva un negozio di fiori, un mulo stanco e due bellissime nipoti … ma mi domando come sia possibile che una delle due si sia ridotta così. Ormai il nonnetto si è allontanato, senza permettermi di accettare l'invito, o di fargli capire quanto meno che mi ricordo di lui, e Aioria ormai solo ricomincia a stressarmi con la sua voglia di fare la crocerossina. Dopo un paio di prediche sull'importanza di essere responsabili, lo mando amabilmente a quel paese e gli dico di tornarsene da dove è venuto, perchè detto sinceramente, ne ho piene le palle di vederlo nella mia isola. Non aggiungo altro e mi rituffo nel mare gelato … questa volta so che al mio ritorno non lo troverò più, e la cosa non mi dispiace affatto.

 

 

 

Dopo le due introduzioni, ecco il primo capitolo in cui il cavaliere di Scorpio mostra tutta la sua insofferenza verso il suo passato, maltrattando verbalmente anche il prode cavaliere di Leo. Nel prossimo, seguendo l'alternanza della scrittura, tornerà Kanon e la scrittura di Sagitta72.

Ringrazio tutti coloro che hanno letto fino ad ora questa storia.

 

X makochan: E' comprensibile rimanere perplessi sull'atteggiamento di Milo, ma a pensarci bene che potrebbe condannarlo per questo cambiamento dopo aver conosciuto la morte? Vediamo se almeno Kanon riuscirà a riportarlo in carreggiata. Grazie per i complimenti sulla scrittura … mi fanno sempre molto piacere :-))

 

x sakura2480: credo che morire non sia piacevole … e magari sapendo di aver dato la morte a tanti tizi qualche rimorso ti viene … sul fatto che voglia abbandonare le vestigia dorate ...speriamo nell'intervento del prode Kanon, visto che Aioria ha fallito miseramente :-(.

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Capitolo 4
*** La missione di Kanon ***


La Missione di Kanon

Da quando siamo tornati al Santuario, passeggiando per Rodorio mi accorgo che la gente ci guarda con occhi diversi, all'inizio erano sorpresi di rivederci, quanto noi se non di piu' forse , ma ora ogni volta che camminiamo per le strade si voltano e sorridendoci ci salutano; qualcuno tenta anche un approccio più confidenziale che prima non osavano fare e quello che mi diverte di piu' e' vedere il loro stupore quando rispondiamo ai loro saluti. La cosa più divertente è osservare i bambini che, ai bordi delle strade giocano a fare i cavalieri: quando ci vedono passare fanno finta di nulla, abbassano il capo, prendono a calci un sasso oppure scappano a gambe levate. Ogni volta sorrido amaramente pensando che alla loro eta' invece di giocare mi allenavo realmente per diventare quello che loro sognano di essere; meglio cosi', almeno possono cercare di farsi una vita normale. Non che la nostra non sia abbastanza soddisfacente, tutt'altro, ma purtroppo ci lascia molto spesso con l'amaro in bocca e senza la certezza di poter procreare qualcosa da lasciare qui sulla terra…ma a cosa sto pensando?°!

Ah bene ecco il Santuario! Vediamo se trovo mio fratello per instaurare con lui un rapporto finalmente normale. Ma guarda, la casa dell' Ariete e' gia' sistemata, ma dov'e' Mu?

- Posso passare?

- …

- Mu posso passare?

- Si vai pure…ma sei sicuro che ha detto proprio cosi'?

- Dici a me?

- No Kanon, stavo parlando con Aioria

Vedo i due cavalieri farsi avanti e naturalmente Aioria mi lancia una delle sue occhiate astiose che io molto volentieri contraccambio dicendo:

- Non ti vado ancora a genio, eh?!...beh non posso biasimarti … anche se il problema è tutto tuo...

- Hai ragione! Non mi vai per niente a genio! Ma ora ci sono cose piu' importanti che devo discutere con Mu, per cui levati dai piedi …e magari forse un giorno farò due chiacchiere anche con te , sempre che tu non decida di sparire …come al tuo solito … si puo' sapere dove sei stato?

- Basta Aioria, non cominciare adesso…hai detto bene ci sono cose prioritarie di cui occuparci

- Scusami Mu

- Sono sopraggiunti dei problemi nel frattempo?

- Non sono affari tuoi!

- Avanti Aioria, anche lui ora fa parte del Santuario e penso che sia giusto coinvolgerlo

- Va bene Mu … come vuoi, anche se penso che sia inutile. Milo che e' partito un po’ di tempo fa per la sua isola non vuole piu' fare ritorno al santuario...pensa che persino Camus non e' riuscito a fargli cambiare idea. Sto tornando proprio ora da li' e ti posso assicurare che non l'ho mai visto cosi' prima d'ora. E soprattutto mai e poi mai si sarebbe permesso di rivolgermi la parola in quel modo….e' molto cambiato, trasandato, apatico….e' tutta un'altra persona…ha detto che non vuole piu' essere un cavaliere…lui che ha sempre svolto il suo compito al meglio...

Mentre ascolto tutta la vicenda comincio a pensare che io forse più di altri posso riportarlo indietro, riconducendolo alla ragione; sono sicuro che riuscirei a farlo tornare sui suoi passi, cosi' esclamo:

- Bene andro' io da lui, vedremo se sarà capace di mandare al diavolo anche me, come ha fatto con voi due

- Kanon mi stai facendo perdere sul serio la pazienza, cosa credi che siamo stati degli incapaci?...eh?!

- Non dico questo; e' solo che tu e Camus siete i suoi migliori amici e sa benissimo che vi puo' trattare come vuole, tanto voi gliele fate passare tutte…Camus ha sempre avuto troppa pazienza e tu non e' la prima e nemmeno l'ultima volta che hai un battibecco con lui, anche se magari questo è stato piu' violento del solito….ma con me sara' diverso…io non ho nessuna intenzione di stare ad ascoltare le scemenze che dice ne tanto meno ho intenzione di farmi trattare come un pupazzo da puntaspilli….per quello ho già dato…

- Gia' peccato pero' che il puntaspilli conteneva solo 14 buchi…

- Suvvia Aioria ammettilo, almeno quella volta, in fin dei conti, vi sono servito….

Mu vedendo che l'aria si sta surriscaldando troppo esclama:

- Ok Kanon vai pure, provaci anche tu e staremo a vedere che succedera'…spero che almeno a te dia ascolto.

- Ne dubito…

- Non contarci troppo Aioria…potresti rimanere deluso-poi rivolgendomi a Mu -di tu a mio fratello dove sono andato…vi saluto.

*******

Finalmente il porto di Adamas, era ora non ce la facevo piu' a stare su questo traghetto, certo avrei potuto muovermi alla velocita' della luce, arrivando in un lampo, ma per una volta ho voluto comportarmi come una persona normale. Mai piu'! Se non fosse che avessi voluto dare un po' di tempo a Milo per riprendersi dall'incotro con Aioria, a quest'ora sarei gia' da lui a insultarlo come si deve…mi domando che cosa gli passi per la mente? Possibile che si sia ridotto come me l'ha descritto il cavaliere di leo? Spero che Aioria abbia esagerato, magari col ritorno di suo fratello e l'amore ritrovato di Marin, può aver perso un po' di lucidità di giudizio.

Guardandomi intorno devo ammettere che quest'isola e' molto bella, ha un'acqua azzurra e cristallina e le casette bianche che vedo in lontananza ne risaltano ancora di più la limpidezza … a prima vista sembra anche molto tranquilla, il posto giusto per chi ha bisogno di calma per rilassarsi e riflettere un po'. Chissa' in quali di queste baie e insenature si sara' cacciato, ora devo anche setacciare tutta l'isola, potevo almeno chiedere al micione dove si trovasse

Forse tra quelle due enormi scogliere ci deve essere una caletta o una spiaggetta nascosta, probabilmente sara' li, quale posto migliore per nascondersi? Il mio intuito non mi tradisce neanche ora, infatti eccolo laggiu' ... ora inizia il bello.

- Oh finalmente ti ho trovato

- ….

- Sto molto bene grazie - mi siedo accanto a lui- e te come va?

- Kanon .. devo aver fatto proprio una brutta impressione ad Aioria se si è spinto a coinvolgere perfino te!

- Diciamo che mi sono offerto volontario per venirti a recuperare qui.

- Allora hai fatto un viaggio a vuoto … non ho nessuna voglia di tornare ad Atene….per cui se pensi che il tuo intervento serva a qualcosa, ti sbagli di grosso!

- Pero' effettivamente aveva ragione il gattino!

- Su cosa?

- Sei irriconoscibile: sciatto, trasandato,…un vero barbone…ma ti sei visto allo specchio?

- Non ho bisogno di specchi … e ti invito gentilmente ad andartene!

- E perche' mai dovrei andarmene? ….E' cosi' bella la tua isola! Un po' di riposo mi serve, pero' da solo mi annoierei, invece penso che in tua compagnia riuscirò a divertirmi un po' …ho visto che ci sono cose interessanti … potresti farmi da Cicerone….

- Evita di continuare a fare discorsi senza senso e ..

- Eh no caro! …mi dispiace tanto, ma qui chi fa i discorsi senza senso sei tu … non io…

- Non interrompermi quando sto parlando…

- Perche' avevi qualcosa di interessante da dire? - ha negli occhi lo stesso sguardo del nostro memorabile scontro alle Dodici Case.

- Te lo ripeto Kanon…io non ho nessuna intenzione di tornare ne tanto mento di stare qui a farti da accompagnatore per cui levati dai piedi ed evita di irritarmi più di quanto già non sono?

- Altrimenti? Non penserai che questa volta mi farei infilzare come un puntaspilli senza battere ciglio! E ricordati, io so cosa mi aspetterebbe, ma tu non hai idea di cosa potrei farti io! Comunque vedi che alla fine torni sempre ad essere quello che sei?

- Che vuoi dire?

- Un cavaliere di Athena….le tue reazioni non cambieranno mai …tu non puoi sfuggire a quello che sei…e sei questo …Milo, il cavaliere di Scorpio

- Gia', un cavaliere che nella sua vita non ha fatto altro che uccidere, vero?

- Non mi sembra che tu abbia mai ucciso qualcuno che non lo meritasse

- E chi lo dice? Tu? E come fai a dirlo? Tutti hanno diritto di vivere, o per lo meno io sento di avere il diritto di decidere questo.

- Forse hai ragione… pero' sono sicuro che se tu non li avessi uccisi….avrebbero continuato a fare del male ad altri innocenti…secondo te sarebbe stato meglio se li avessi lasciati uccidere chi non meritava di morire? …guardala da questo punto di vista…tu hai salvato delle persone in quel momento…

- Mpfnf ...lascio ben volentieri a qualcun' altro il compito di salvare il mondo

- Lo sai che cosi' tradisci la nostra Dea, vero?...sai che tradisci la sua fiducia….lei non vorrebbe mai vederti cosi' e sentire uscire dalla tua bocca parole simili…non lo merita…ci ha riportati in vita perche' secondo lei lo meritavamo…e se TU non lo meritavi...non lo avrebbe mai fatto

- Ma che belle parole …dette da te poi fanno un certo effetto

- Ahahaha…vero?..Se credi di offendermi sappi che non ci sei riuscito…anzi…ti dirò di piu', io sono contento di essere tornato …voglio migliorare e dimostrare che sono cambiato…tu parli tanto del tuo passato … ed io che dovrei dire? Eh!!...quello che ho fatto io e' molto peggio…non sai nemmeno che cosa significhi tornare in vita e cercare di iniziare una nuova vita in mezzo a coloro che hai cercato di eliminare …compreso tuo fratello…che odiavi solo perche' era quello che tu volevi essere…dovevo vivere nascosto perche' nessuno doveva conoscere la mia esistenza…nessuno capito! Nessuno! Dovevo nascondermi quando passavate voi, quando passava lui con Aiolos …il suo migliore amico…al quale sentivo che diceva "sei come un fratello per me "…ed io che cosa ero?....niente…non ero niente! Per questo mondo non esistevo…e l'odio cresceva in me, giorno dopo giorno, ed io non facevo nulla per evitarlo …anzi …ho gioito quando il famoso cavaliere di Gemini e' caduto per mano di Athena e dei suoi quattro scagnozzi…e poi tutto il resto…e' inutile che te lo stia a ricordare, no?...ne sei a conoscenza o te ne sei gia' dimenticato?

Milo continua a guardarmi con uno sguardo che non riesco a comprendere, non so se si stia convincendo a tornare sui suoi passi oppure se sta pensando a come farmi fuori.

- Beh sei rimasto senza parole?

- ….

- A quanto pare si …

- Kanon a me dispiace che tu abbia passato una brutta esistenza, e credimi, io sono dalla tua parte e so che riuscirai a far dimenticare il tuo passato, ma io non riesco a tornare quello che ero e forse non voglio neanche più …per cui tornatene pure a fare il paladino della giustizia, visto che ora sei fiero di quello che sei diventato e togliti dai piedi!

- Mi dispiace Milo … non lo faro'…due sono le cose …o vieni con me…o io rimango qui con te fino a quando non ti sarai convinto a seguirmi

Mi alzo immediatamente dopo Milo che nel frattempo si e' voltato ad osservare l'orizzonte. A seguito di un movimento alla mia destra mi volto e vedo un qualcosa arrivare verso di noi. Milo mi sente sussultare e voltandosi quasi rimane sconvolto dallo sguardo che gli restituisco

- Che ti succede Kanon?

- Cos'e'?

- Cosa?

- Quella roba che sta venendo verso di noi – Milo si gira e mugugna qualcosa di incompressibile – Che hai detto?

- E' quella dell'altro giorno!

- E che cos'e'?

- CHI è, vorrai dire

- E' un essere umano? Non è uno zombie?

- Ahahah…Kanon …ti spaventi per cosi' poco?

- Ma e' orribile!…dai scappiamo, torniamo ad Atene

- Non ci provare … non mi convincerai con così poco – sul suo volto compare il sorriso sornione che lo contraddistingue e che non vedevo da molto tempo, poi voltandosi osserva la persona che si sta avvicinando a noi - senti amico, forse e' meglio se ce ne andiamo … posso assicurarti che quella non conosce le buone maniere

- Quella? Vuoi dire che è una donna?

- Già … e posso assicurarti che non ha nulla della donna … forse hai ragione tu … è uno zombie … ed è venuto per catturare le nostre anime – nel pronunciare le parole mi fa l'occhiolino e comincio a sperare di ritrovare il vecchio Milo

- Eh allora ? Che problema c'e, la spedisco in un'altra dimensione …tanto nessuno se ne accorgerebbe…ahahaha

- Dai vieni con me, andiamocene…e' la nipote di una persona che conosco ... sai ... non vorrei patisse per la sua mancanza….

- mmh sai che perdita!!

Milo si lascia sfuggire un altro sorriso, si abbassa per riprendere la sua roba ed indossandola strada facendo mi porta a casa sua … un passo avanti l'ho fatto: sono riuscito a non farmi mandare a quel paese. Mi dispiace Aioria, uno a zero per me. Quanto mi piacerebbe vedere la sua faccia in questo momento se lo sapesse.

Bene siamo giunti alla fine del quarto capitolo, e’ gia’ un buon inizio il fatto che Milo lo accolga a casa sua, ma…per quanto potra’ durare questa convivenza? Mah staremo a vedere nei prossimi capitoli…passiamo ora ai ringraziamenti di winnie 343:

x makochan: bene, anche tu hai capito che non si può non biasimare il povero Milo, dopo tutto quello che ha visto mi sembra il minimo che voglia licenziarsi, ma non so se un saint può in effetti ignorare ciò che dovrebbe essere la sua natura

x sakura2480: innanzitutto grazieper i complimenti. Che Milo sia un pò matto direi ... cavoli ... per essere devoti ad una causa come lo sono loro non si può che essere matti, ma anche i matti a volte hanno dei dubbi ... basta pensare adAmleto (che forse matto non era;-)). Per il tuo dubbio rispondo che in realtà i saint anche se resuscitati restano comunque cavalieri di Athena, però in tempo di pace non sono tenuti a rimanere al Grande Tempio (nella serie classica infatti il Grande Sacerdote quando deve affrontare i cinque bronzini li richiama), per cui Milo se l'è datae a suo dire se venisse richiamato si ammutinerebbe:-))).

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Capitolo 5
*** Capitolo III - In giro per il Paese ***


Da quando Kanon é arrivato sull'isola la mia vita qui ha subito un cambiamento radicale

Capitolo III

In giro per il paese

 

 

Questo capitolo è stato scritto da winnie343

 

 

Da quando Kanon é arrivato sull'isola la mia vita qui ha subito un cambiamento radicale ... se prima passavo le giornate sulla spiaggia, incurante di tutto e di tutti, senza preoccuparmi di mangiare in orario, di cambiarmi i vestiti e di tutto ciò che richiede la cura della propria persona. Ora non solo mi devo sciroppare la sua presenza ingombrante, ma secondo lui dovrei sottostare alle sue regole in quella che é casa mia … certo … casa é un termine un forte per la baracca in cui dormo ... ma qui sono cresciuto e nulla mi smuoverà da questo posto. Come tutte le mattine, anche oggi il mio ospite si é alzato di buon ora e ha cominciato ad occuparsi delle faccende domestiche ... il nostro eroe si é messo in testa di trasformare questo tugurio nella casetta di Biancaneve e nulla riesce a distrarlo dal suo intento ... neanche il mio tentativo di ammutinamento; comunque vederlo rassettare e spolverare é uno spettacolo comico:  l'uomo che voleva conquistare il mondo ridotto a fare la copia sbiadita di cenerentola; sorrido pensando alla possibilità che possa trovare la sua principessa.

-         Perché sorridi?

-         Oh nulla ... mi domandavo semplicemente quando arriverà il principe azzurro in groppa al destriero bianco a portarti via e a salvarmi da te

-         Se non ti vai a lavare e non ti fai la barba sarai tu quello da salvare!

-         Caro Kanon, il fatto che sopporti la tua presenza qui non ti autorizza a darmi ordini

-         Qui non si tratta di ordini Milo - mentre risponde alle mie provocazioni, mi alza di peso e comincia a spingermi dentro l'unico bagno che condividiamo - si tratta di igiene ... igiene! Se tu non vuoi essere più un cavaliere va bene, ma non ti permetterò di trasformarti in un barbone sciatto e puzzolente

-         E va bene ... oggi sono particolarmente di buon umore e ho deciso di concederti qualcosa, per cui mi farò una doccia … ma la barba te la puoi scordare.

-         Mi accontenterò per oggi di non sentirti più puzzare - dandomi la spinta finale per entrare in bagno mi regala un sorriso a trentadue denti – ma domani ti farò togliere quel cespuglio dalla faccia.

Mentre mi sciacquo sotto l'acqua calda, mi rallegro pensando a quanto Kanon sia cambiato ... evidentemente a lui la morte ha fatto bene ... si vede che l'idea di poter riscattare tutti i suoi peccati con questa seconda vita lo ha reso più affabile e sereno e questo mi rende felice per lui; inoltre devo ammettere che la sua presenza non mi disturba: se ci fossero stati Camus o Aioria sarebbe stato diverso; sarei stato più irritabile e aggressivo, questo perchè probabilmente con i miei due più cari  amici non avrei potuto nascondere il mio male di vivere rattristandoli oltremodo e portandomi ad odiare me e loro per questo; ma con lui mi sento tranquillo, so che è preoccupato per me, ma so anche che non mi conosce così bene da poter comprendere quanto sia profondo il mio disagio … in ogni caso con lui mi sento sereno di poter rimanere silenzioso e taciturno come e quando mi aggrada. Uscendo dal bagno, noto che la tavola é apparecchiata per la colazione, e alla vista di tutto il cibo presente sulla tovaglia mi torna, dopo tanto, un certo appetito. Senza dire nulla mi siedo e comincio a mangiare, ignorando il commento di Kanon sulla possibilità di vedermi finalmente riacquistare qualcuno dei chili persi in questi mesi. In effetti, pur non guardandomi mai allo specchio, anche io stringendo la cinta dei pantaloni di più buchi rispetto a prima, mi son reso conto di aver perso molto peso, ma ovviamente neanche questo ha attirato la mia attenzione più di tanto. Il resto della colazione procede in religioso silenzio. Quando penso che anche il resto della giornata procederà tranquillamente, Kanon mi spiazza chiedendomi di accompagnarlo a fare un giro nel vicino paese. Mi rifiuto categoricamente, per oggi ho già concesso troppo al mio ospite, ma mentre mi alzo per recarmi come tutti i giorni alla spiaggia, il bastardo mi assesta un pugno sullo stomaco che mi fa perdere conoscenza. Quando riprendo i sensi mi rendo conto di essere seduto con le spalle appoggiate ad uno dei muri delle case di confine del paese e voltandomi, trovo comodamente seduto accanto a me anche Kanon

-         Finalmente bello addormentato ti sei svegliato …  certo che ti sei proprio rammollito - accenno un sorriso sarcastico

-         Come vedi ho cominciato a comportarmi come un comune mortale

-         Ma quale comune mortale ... la verità é che tu proprio non l'hai visto il mio pugno

-         Questo lo dici tu

-         Non lo dico io ... è la verità ... comunque non ha nessuna importanza ... visto che siamo qui che ne dici di fare un giro?

Seppur controvoglia, acconsento alla sua richiesta, ormai sono in ballo ed è giusto che balli. Il giro turistico consiste in una passeggiata di venti minuti tra i vicoli deserti del centro. É tutto cosi silenzioso, alienante e spoglio che non riconosco nulla intorno a me; mi domando dove siano finiti i vicoli allegri e i negozi colorati che caratterizzavano un tempo questo posto. Va bene che manco da tanti anni, ma come é possibile che un paese di saltimbanchi possa trasformarsi nella città degli zombie?

-         Wow che allegria! Ora capisco perche non volevi venire ... il posto più allegro qui sembra essere il cimitero.

-         Credimi Kanon ... qui c'é qualcosa di strano, questo non é il paese in cui sono nato

-         Voglio ben sperarlo, altrimenti avresti dovuto diventare un uomo peggiore di me.

-         Seguimi

-         Dove andiamo?-

-         Al negozio di fiori

-         No grazie .. va bene che ti stai innamorando di me ... ma non c’e’ bisogno che mi fai un regalo … oltretutto io odio i fiori

Non rispondo neanche alla sua battuta e vado dritto per le vie alla ricerca del negozietto in cui la mia infanzia é volata via. Una volta arrivati, entriamo senza indugiare e aprendo la porticina a vetri, al suono della campanellina e alla vista dell'interno, il mio cuore fa un tuffo nel passato. E' incredibile come tutto sia rimasto intatto, come il ricordo me lo rimanda. Al suono della campanella, dal retrobottega compare il vecchio che era sulla spiaggia con Aioria

-         Miloocchidelmare che bello vederti qui. Cominciavo a temere che nulla ti avrebbe staccato da quella spiaggia

-         Salute a te Stavos; lui é un mio amico ... Kanon - rispondo cosi alla sua domanda silenziosa

-         Sei un ragazzo veramente fortunato  ... è difficile trovare di questi tempi degli amici sinceri che si preoccupano per te ...ora lui, prima  il biondino e prima ancora il tuo amico francese

-         Come fai a sapere di Camus?- lo guardo sorpreso

-         E per chi altro poteva venire quell’uomo? Era talmente elegante e a modo da risultare quasi alieno in questo posto.

Sorrido al vecchio e comincio a gironzolare insieme a Kanon per il negozio. Vengo richiamato dallo sguardo del mio amico, che si sofferma ad osservare una foto in cui si vedono un bambino dai capelli biondi e dallo sguardo impertinente tra due graziose bambine che ridono divertite

-         Questo sei tu

-         Già, in un tempo in cui non sapevo cosa fosse uccidere

-         E le bambine?

-         Sono le mie due nipoti ... Melina e Aristea ... bellissime! So cosa stai pensando Milo, lo leggo dal tuo sguardo, ma posso assicurarti che anche  la mia Melina é bellissima … deve solo riuscire a liberarsi del suo passato per tornare ad essere il raggio di sole che un tempo era.

Il vecchio si allontana per servire un cliente e io rispondo allo sguardo enigmatico di Kanon

-         Melina é il mostro che ti ha spaventato tanto sulla spiaggia

Senza dire nulla, con una faccia sconvolta, Kanon si volta a guardare nuovamente la foto, come del resto faccio io, e confrontando la donna di oggi con la foto di ieri faccio veramente fatica a credere che stiamo parlando della stessa persona. Ad un certo punto nel negozio entra un moccioso di circa sei anni; se non avesse i capelli scuri, potrei tranquillamente scambiarlo per quell'impertinente di  Kiki. Il moccioso, ignorandoci completamente, urla a squarciagola al vecchio che una delle sue nipoti é in difficoltà ed ha bisogno di aiuto, con il risultato che l'anziano si volta a fissarmi.

-         Io sono fuori dai giochi … mi spiace vecchio … non compio più buone azioni

-         Andrò io

Mi volto a guardare il volto fiero di Kanon sospirando ... va pure amico mio ... va a salvare il mondo e la tua bella ... spero solo che ala fine non ti ritroverai con una manciata di polvere, la nipote brutta e un'amarezza orribile in gola. Kanon esce seguendo il bambino e io decido, senza ascoltare i rimproveri del vecchio, di recarmi alla fontana dei pazzi, che si trova ancora al centro della piazza principale del paese. E’ impressionante vederla deserta, quando un tempo era carica di bambini gioiosamente urlanti che scalciavano allegramente al suo interno. Osservo l'acqua che zampilla cercando di recuperare tutte le emozioni che un tempo mi assalivano quando correvo al suo interno a piedi nudi. Assorto come sono nei mie ricordi, non mi rendo conto di avere accanto qualcuno fin quando non lo sento parlare

- Che cosa ci fai qui? Sei venuto ad esibirti anche in questa fontana?

Voltandomi riesco a malapena a celare un urletto isterico ... lo scorfano della spiaggia é accanto a me e l’unica cosa che riesco a pensare è che tutte le fortune ultimamente vanno a Kanon ... A lui la bella da salvare e a me la brutta copia di Grimilde.

-         Non capisco a cosa tu ti riferisca

-         Al fatto che adori mostrare a tutti le tue nudità

-         Mia cara

-         Non chiamarmi mia cara

-         E’ un modo di dire … comunque … io non amo esibire le mie nudità, come dici tu, semplicemente nella spiaggia che frequento solo io non vedo perché non possa comportarmi come più mi piace

-         Semplicemente perché la spiaggia non è tua . Comunque sei sempre stato un'esibizionista. L`'altra volta esibivi la tua nudità ... da bambino esibivi la tua arroganza!

-         Cosa? – resto stupito dalle sue parole - sinceramente non mi sembra di essere mai stato arrogante ... gioviale e scapestrato si! Ma arrogante no!

Senza dire altro Melina si allontana, ed io incuriosito dalle sue parole, la seguo per farmi spiegare meglio. Tento di bloccarla, afferrandola per un braccio, ma rimango sorpreso dalla sua reazione: al contatto con la mia mano si blocca immediatamente e sento il suo corpo irrigidirsi; vedendola tremare come una foglia lascio immediatamente la presa. Riprendendosi dallo shock, si volta e comincia a fissarmi: i  suoi occhi sono vitrei e il suo sguardo é vuoto. Quando comincio a sentirmi quasi in colpa per la sua reazione, lei mi sorprende nuovamente. Ridestandosi comincia a picchiarmi con calci e pugni, accompagnando il tutto con una serie di epiteti irripetibili. I miei sensi di colpa svanisco rapidamente, lasciando il posto all'incredulità. Interrompo il suo sfogo bloccandole entrambe le mani

-         Ma sei impazzita?

-         Non osare più toccarmi ... Hai capito? - la mollo immediatamente

-         Non preoccuparti ... non accadrà più

-         Perfetto

Rimaniamo in silenzio ad osservarci ... mi domando come la graziosa bambina della foto possa essersi ridotta cosi

-         Beh! ... Che hai da guardare?

-         Nulla ... è solo che sono stato al negozio di tuo nonno e...

-         E?

-         Ho visto la foto in cui eravamo bambini

-         E quindi?

-         Niente ...  notavo semplicemente che sei cambiata

-         E allora? Anche tu sei cambiato ... e non in meglio devo constatare...

Resto basito dalla sua affermazione ... è incredibile come questa tizia riesca a rigirare le situazioni

-         Di un ... Che ti é successo per ridurti cosi?

-         Cosi come?  - sono sempre più perplesso

-         Così ... non lo vedi come sei?

-         Veramente no

-         Sara ... Almeno, se non altro, oggi non puzzi?

-         Che?

-         Puzzi!  Non lo sai che se non ti lavi puzzi?

-         Basta ... io ci rinuncio ... me ne torno sulla spiaggia

-         Si ecco,  bravo ... levati dai piedi

La nostra discussione viene interrotta dall'arrivo di un ragazzino barcollante e pieno di lividi. Melina mi molla li e corre a soccorrere il piccolo. Decido di seguirla, tanto non ho nulla da fare.

-         Che ti é successo Arcos?

-         Quei maledetti mi hanno picchiato

-         Chi? - entrambi ignorano la mia domanda

-         Bastardi!

-         Chi é stato e perché? - riprovo ad inserirmi nel dialogo con il risultato che Melina si gira e mi urla in faccia

-         Quelli non hanno bisogno di avere un motivo per picchiare ... vanno in giro con l'arroganza di poter fare il bello e il cattivo tempo

-         E' per colpa loro che nel paese é sparita l'allegria? - Melina per la prima volta mi guarda stupita ... o almeno a me sembra cosi ... con i fondi di bottiglia che indossa non é che si capisca molto

-         Si, è colpa loro ... la gente ha paura … si chiude in casa per non averci a che fare

-         Tu sei venuto per aiutarci? - il ragazzino mi guarda con occhi speranzosi

-         Spiacente ... io sono qui per riposare ... anzi ... se volete scusarmi

Mi alzo con l'intenzione di tornare alla mia spiaggia e al mio sole ... mi spiace per questa gente ... ma ho deciso di non voler più essere il paladino di nessuno e di riappropriarmi della mia vita, ma le parole che mi sputa addosso Melina mi costringono a voltarmi

-         Decisamente sei cambiato

-         Che vuoi dire?

-         Nulla .. Andiamo Arcos, ti curo le ferite.

Li vedo allontanarsi e per un attimo ho la tentazione di seguirla per avere altre spiegazioni ... ma poi cambio idea e riprendo la direzione della spiaggia ... Che vadano al diavolo!

 

 

 

 

 

Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo su Milo .. sempre intenzionato a non essere più cavaliere, ma sorpreso della trasformazione del suo villaggio natale. Nel prossimo capitolo Kanon avrà il suo da fare ad aiutare la seconda nipote del vecchio. Di seguito la risposta di sagitta72 alla recensione del capitolo precedente.

 

sakura2480:  innanzitutto ti ringrazio per i complimenti, fanno sempre mooooooooooolto piacere. per quanto riguarda Kanon hai ragione nel dire che non e' facile farsi accettare di punto in bianco dopo quello che ha fatto, ma sulla convivenza nell'isola....io direi che problemi di adattamento non ne avra'...a lui niente lo piega!!!anche se qualche colpo di scena per lui non manchera'.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo IV - L'incontro ***


CAPITOLO IV

CAPITOLO IV

L’Incontro

 

 

Questo capitolo è stato scritto da sagitta72.

 

 

 

 

Quando torno indietro giuro che affogherò Milo; quell'idiota pensa che comportandosi cosi' faccia bene a se stesso, ma ancora non ha capito che quando si riprendera' dallo stato di insofferenza in cui si e' volutamente tuffato, si trovera' a fare i conti con la sua coscienza.

Spero solo che la nipote del vecchio di cui ora mi devo occupare non sia quella terrificante ragazza della spiaggia, perche' altrimenti ce ne vorra' di coraggio per adempiere al mio compito. Pero' che cambiamento agghiacciante che ha fatto, chissa' che le e' capitato....boh, speriamo in bene perchè non ho nessuna voglia di stare a combattere pure con lei, visto e considerato che Milo mi ha detto che di buone maniere proprio non ne ha.

Sono gia' cinque minuti che sto seguendo il bambino tra le viuzze del paese, finalmente ne usciamo per  sbucare in un sentiero sterrato e pieno di erbacce: ne schivo qualcuna piu' alta evitando così di accecarmi un occhio. Il ragazzino si gira vedendomi gesticolare mi domanda:

-          Ehi ce la fai a starmi dietro?

-          Ti sembra che abbia qualche difficoltà?- ma guarda se devo pure stare ad sorbirmi le sparate di questo moccioso … metterò anche questo in conto a Milo – sei tu che sei un tappo e non hai a che fare con queste erbacce … piuttosto siamo arrivati o dobbiamo ancora fare kilometri prima di aiutare questa ragazzina?

-          No no, siamo arrivati, eccola laggiu' …. la vedi?         

-          Dove? - ammetto che ho un po' paura di cio' che potrei trovarmi davanti – Ah quella fanciulla li'?

-          Si, e' disperata …. penso che le sia caduto nel burrone qualcosa di molto prezioso, perche' ho sentito che ha lanciato un urlo e alla mia richiesta di spiegazioni mi ha detto solo di correre a chiamare suo nonno – poi rivolto a lei mentre ci avvicinavamo -  ecco Aristea ti ho portato qualcuno per aiutarti.

La ragazza che si trova accovacciata e guarda giu' dal burrone, si volta verso di me e mi punta addosso degli occhi azzurri come il mare di Grecia. Rimango a fissarla un po' notando che per essere una ragazzina non è niente male: ha una carnagione molto chiara, capelli  lunghi e lisci di un  colore castano, fermati da un cerchietto appena visibile. Il suo viso e' a forma di  cuore ed  ha gli zigomi pronunciati ed un nasino perfetto e sottile e la sua bocca socchiusa e' di un colore rosa pallido. Mi sento quasi ridicolo ad osservarla pensando che in effetti è molto carina … io che non mi sono mai soffermato ad osservare le donne che ho incontrato in tutta la mia caotica vita, ora mi ritrovo a rimanere imbambolato di fronte al classico stereotipo della fanciulla in difficoltà … se Milo mi vedesse in questo momento riderebbe come un pazzo … e se mi vedesse mio fratello rimarrebbe inorridito. Lei si alza e mi osserva incuriosita e allo stesso tempo un po' intimorita, non sapendo chi diamine io sia. Mi rendo conto che la sto squadrando, ma non posso farci nulla, continuo ad osservare il suo aspetto fisico compiacendomi di tutto ciò che noto: e' longilinea ed ha un fisico asciutto, non e' prorompente, ma piena nei punti giusti … mi sta mettendo in confusione, e' la prima volta che mi succede di essere attratto cosi' prepotentemente da  una ragazza … tutto cio'  mi fa uno strano effetto. Chissa' se devo aggiungere anche questo alla lezione da dare a  Milo, oppure se stavolta dovrò ringraziarlo.

Mi avvicino a lei chiedendole cosa sia successo e lei indietreggiando, incrocia le braccia al petto stringendosi su se stessa e  mi risponde con una voce bassa e carezzevole :

-          Mi e' caduta la  cosa piu' preziosa che ho  ....e' così importante per me... devo assolutamente riprenderla ...io..io ..non posso farne a meno –  i suoi occhi si velano di lacrime, ma vedo che inghiottisce faticosamente per  far si' che non ne esca nemmeno una, purtroppo pero' non riesce nel suo intento e con la sua mano delicata è costretta ad asciugarsi la guancia.

La guardo seriamente, mi volto verso lo strapiombo e le chiedo :

-          E' quella collanina  appesa al ramoscello che sporge?

-          Si...

-          Ehi tu...- mi rivolgo al bambino – vieni qui!

-          Che c'e'?

-          Dammi la mano

-          Perche'?

-          Perche' ti tengo e ti calo giu' così prenderai la collanina...

-          No no!! io ho paura...

-          Ma che paura! Non ti lascio mica cadere! Peserai si e no venti chili bagnato -   lo acchiappo per la manica, ma, dimenandosi mi da un morso e mi costringe a lasciarlo andare.

-          Senti mi dispiace ma io ho troppa paura...perdonami Aristea  -  scappa via senza voltarsi indietro e lasciandomi inebetito … ma tu guarda … io alla sua eta' facevo anche di peggio … ma pensandoci mi rendo conto che il paragone non può reggere … io e la mia infanzia non possiamo essere paragonate a nessun altro ragazzino.

Volto lo sguardo verso la ragazza, ma lei sta osservando sconsolata l'oggetto  che crede ormai perduto per sempre, infatti la vedo prendere la borsa, e passandomi vicino senza guardarmi, si incammina verso il sentiero. La trattengo per un braccio e le dico:

-        Scusa ...ma dove stai andando?

-        A casa...

-        ma non hai detto che hai bisogno di quell'oggetto li'?

-        E come faccio a riprendermelo? Hai sentito pure tu....non ha voluto aiutarci...

-        Mica ho bisogno  di lui! Ma per chi mi hai preso?? Posso anche cavarmela da solo ….era solo perche' non avevo voglia di rovinarmi il vestito...- e senza aspettare che dica qualcosa mi lancio giu' nel precipizio, prendo la collanina e con un salto torno su da lei che nel frattempo, con la mano davanti alla bocca, mi guarda spaventata..-  Stai bene?..che ti succede?

-        E' che ti ho visto precipitare giu' e mi sono spaventata … ma come hai fatto?

-        Giorni e giorni di allenamento …. Ho fatto un po’ di sport – certo non posso dirle che mi sono addestrato con  un cavaliere di Athena  raggiungendo la capacità di compiere qualunque azione; mentre mi tolgo dai pantaloni la polvere, vedo che lei e’ ancora li’ che guarda e poi mi dice:

-        Me la puoi dare ora?

-        Che cosa? -  poi, guardando la mano mi accorgo di avere ancora  la collana, che nel frattempo, si e’ aperta mostrandomi la foto di una donna molto bella che dolcemente sorride tenendo in braccio una bambina dai codini castani che ride, gliela porgo e lei mi ringrazia:

-        Figurati! Sei tu quella bimba?

-        Si …

-        Lei e’ tua madre?

-        Si ….- fa un sospiro

-        Scusami non sono affari miei

-        Ti ringrazio per avermela ripresa…e’ l’unica foto che ho di lei

-        Niente niente – ma perchè mi sento così impacciato con questa ragazzina?

-        Magari pensavi che dovevi salvarmi da chissa’ quale pericolo…invece era solo per questo che ti ho fatto scomodare…scusami

-        Nessun problema, tanto ero con il mio amico in un negozio di fiori…tra l’altro dovrebbe essere quello di tuo nonno

-        Il tuo amico conosce mio nonno?

-        Si

-        Come si chiama?

-        ….Beh … tuo nonno lo chiama Milocchidimare, o qualcosa del genere- sogghigno. – scusami ma mi fa ridere il modo come lo chiama…

-        Milo è tornato? –chiede sorridente

-        Si ma non so per quanto tempo ci fermeremo - non so perche’ ma  urta  la gioia che mostra nel parlare di lui

-        Beh! salutamelo appena lo vedi e digli che voglio assolutamente che mi venga a trovare…io sono ..

-        Si si lo so …ho sentito …Aristea – lo dico piuttosto con tono seccato, ma non riesco a non dimostrare quanto in realtà sia infastidito

-        Ah si il bambino…- abbassa lo sguardo e poi  guardandomi sottecchi mi dice  – non ti ringraziero’ mai abbastanza per quello che hai fatto….quale è il tuo nome?

-        Kanon – mi sta guardando intimidita e noto un piccolo rossore sulle gote, poi abbassa lo sguardo e riponendo la collanina nella borsetta continua

-        Bene  Kanon, e’ ora che io vada…mio padre sara’ in pensiero, non sono mai tornata cosi’ tardi…

-        Vuoi che ti accompagni?

-        No grazie….e’ meglio di no…ho gia’ tanti di quei problemi…

E senza aspettare nessuna risposta o domanda, mi volta le spalle e quasi correndo se ne va via, lasciandomi basito e incuriosito a domandarmi che problemi possa avere una fanciulla cosi’ graziosa … certo … è rimasta senza madre … magari oltre al padre avra’ anche fratelli a cui pensare ... la cucina, la casa….poverina dovrebbe godersi la giovinezza, invece ho letto un velo di tristezza nei suoi occhi, chissa’ se la rincontrero’….beh non e’ che sia tanto grande l’isola, potrebbe anche darsi che un’altra occasione per farci due chiacchiere l’avro’. Ma che idiota che sono … mi sto comportando come un adolescente alla sua prima cotta e non come un uomo fatto e formato di quasi trent'anni … oltretutto quella ragazzina non ha nulla che generalmente attirerebbe la mia attenzione … troppo semplice, manierata, fragile … sarà l'aria di quest'isola, o la compagnia di Milo … deve essere così …. anche perchè non ho altre spiegazioni da darmi per il comportamento assurdo che ho avuto fino ad ora. Basta! E' meglio non pensarci … oltretutto devo andare da quel fannullone del mio amico.

 

Tsz…di nuovo qui in spiaggia, in riva al mare a guardare l’orizzonte …  gli tiro un calcio sul polpaccio e lui mi guarda divertito:

       Allora super eroe l’hai salvata la fanciulla?

       Hai poco da sfottere, mio caro, credevi che sarei incappato nella tua nuova fiamma?

       So benissimo che  non era lei -  sul suo viso compare un ghigno divertito - …quella purtroppo ho avuto io la sfortuna di trovarmela di fronte.

       Ben di sta’…cosi’ impari a fare il menefreghista

       Hai voglia di ricominciare? Ti ho detto come la penso, no?

       Si ma prima o poi farai i conti con la tua coscienza, quando tornerai in te ti vergognerai di quello che sei ora….- sta per aprire bocca, ma io lo zittisco – comunque…io continuo a rimanere qui con te …

       Mmmmh … e lo fai per spirito d'altruismo?

       Certo

       E verso chi?

       Non capisco ….

       Come è Aristea, la nipote del vecchio?

       Perchè me lo domandi?

       Così … - il suo sguardo si fa più sornione del solito – mi domandavo semplicemente se è rimasta graziosa come la mia memoria si ricorda

       Si  … è passabile …. sicuramente non ha subito il tracollo del tuo nuovo amore

       Si si … sfotti pure …. mi sa che qui è qualcun'altro che ha trovato la ragazza...

       Ma di che diavolo stai parlando?

       Oh dai non fare l'offeso … le hai detto di conoscermi?

       Si … ha detto anche di salutarti…- lo guardo e lui mi sorride - …beh che hai da ridere

       Nulla….colpo di fulmine? Ma non mi dire!!! L'uomo più pericoloso del Santuario che cade come un tordo di fronte ad una ragazzina

       Assolutamente no…e’  carina lo ammetto, ma non è il mio tipo ... pero’ mi ha lasciato un po’ …come dire…incuriosito, e’ un po’ strana…

       E’ solo timida, lo e’ sempre stata….al contrario della cugina Melina.

Ci guardiamo seriamente negli occhi, dopo di che ce ne torniamo a casa a preparare la cena … o meglio io generalmente la preparo ... lui si limita solo a mangiarla. Però, questa volta, gli propongo di andare a cena fuori, almeno per una sera farò il turista come si deve, non la balia e la governante … quest'ultimo pensiero però lo tengo per me, perche’ in fondo la scelta e’ stata mia e sentirmi dire nuovamente che avevo solo d’andarmene, mi farebbe venire l'irresistibile impulso  di prenderlo a sberle. Faccio la proposta e lui  accetta, anzi mi porta in un locale tipico della zona. Prima di sedeci al nostro tavolo sogghigno pensando di aver ottenuto un nuovo punto a mio favore nella nostra guerra di posizione, riuscendo a portarlo fuori a cena,  A proposito di punteggio, in realtà oggi il mio score sale a due, visto che l’ho obbligato prima di uscire a farsi finalmente la barba, urlandogli che non volevo evitare la figuraccia di rimanere fuori dal locale per colpa del suo aspetto da barbone.

Siamo comodamente seduti in un ristorantino lungo le viuzze del paese e stiamo facendo due chiacchiere a proposito del vecchio e delle sue nipoti, quando finalmente ci portano la cena. Cominciamo a gustarcela e lui che dice?

       Oh finalmente una cena come si deve…

       Hai solo da cucinare tu se non ti piace come lo faccio io ….tse..pure da ridire hai, se fosse stato per te a quest’ora saresti la meta’ ed io me ne starei allegramente in panciolle al Santuario.

       D’accordo, perfetto da domani cucino io…ahahahaah

       Lo sapevo che avresti detto cosi’ – e rido di gusto insieme a lui … finalmente lo vedo un po’ piu’ sereno.

Ad un certo punto sentiamo delle urla provenire dal fondo della via, mi alzo in piedi per vedere che sta succedendo e vedo delle fiamme piuttosto alte provenire da una bancarella dove dei ragazzi che urlano vi stanno sbattono sopra bastoni incandescenti. Il padrone del locale esce fuori e parlando con noi ci spiega che come al solito quel gruppetto di ragazzi si sta divertendo a rovinare la vita al vecchio proprietario della bancarella, la cui unica colpa è quella di non voler pagare il pizzo che i giovani ogni volta vanno a chiedergli.

Guardo Milo che nel frattempo  continua a mangiare, gli tolgo il piatto da sotto il mento e gli dico:

       Ti sembra il caso di continuare a mangiare?

       Certo se ho fame …. Kanon ridammi il  piatto…

       No, ora tu vieni con me

       …..

       Muoviti

      

       ALZATI!!!

       Non e’ che urlando ottieni quello che vuoi…se non voglio venire non ci vengo …fine del discorso

       Tu vieni con me ad “aiutare” delle persone che ne hanno bisogno

       Non e’ malmenando quelli che aiutero’ qualcuno..

       Infatti a quelli ci penso io …. tu almeno aiuta il vecchio a spegnere il fuoco  e a salvare il salvabile…o neppure questo ti va di fare?

       Uff … - mi guarda molto seriamente  -  E va bene …ma non chiedermi aiuto perche’ a te non ne daro’…

Insieme iniziamo ci dirigiamo verso il fondo della via, Milo si ferma dal vecchio dell bancarella, io invece seguo i tre criminali che stanno scappando alla mia vista. Volto l’angolo e non vedo piu’ nessuno, ma all’improvviso vengo atterrato alle spalle da uno di loro, mi rialzo subito e lo afferro  per un braccio senza dargli il tempo di reagire, glielo giro dietro la schiena e lo faccio urlare dal dolore. Al suo grido compaiono anche gli altri due che tentano, invano, di sbloccare la situazione per il loro amico, ma non ci riescono perche’  ad uno con un calcio e all’altro con una testata, li atterro senza nessun problema. L’altro continua a urlare e cerca di strattonarmi, ma sempre senza alcun risultato. Gli altri due si rialzano in piedi e tirano fuori un coltellino cercando di intimorirmi, mentre io gli rido in faccia. Nel frattempo sopraggiunge Milo che si siede sul muretto di fronte a dove mi trovo io e mi osserva mentre continuo a darle a quei tizi. Ad un certo punto stufo del gioco spingo il ragazzo che tengo ancora bloccato verso di loro e li faccio cadere tutti e tre per terra, i quali si rialzano e si lanciano su di me. Mentre combatto con loro, mi rivolgo a Milo:

       Ti stai divertendo almeno?

       Hmm…cosi’ e cosi’… trovo che i tuoi avversari siano un po' scarsi …

       Vuoi favorire? – nel frattempo do una gomitata al petto a quello che voleva sorprendermi da dietro

       Assolutamente no…lascio a te il divertimento.. non far loro troppo male però

       Se ci sara’ mai una prossima volta te ne lancero’ uno dietro…. – stufo del continuo assalto ne prendo uno e lo sbatto verso il muretto dove e’ seduto Milo

       Che botto! - Milo lo osserva attentamente riverso a terra, poi mi rivolge un sorriso – fuori uno ..

       C’e’ posto dalla parte opposta?

       Tutto quello che vuoi…- dondolando le gambe

       Controlla anche questo…-  e lancio pure l’altro

       Ma che schifo! - sospira…- fuori due…poverino quando si svegliera’ avra’ un po’ di dolori cervicali…

Sto per agguantare il terzo, ma questo se la da a gambe levate ... lo lascio andare, tanto ormai anche lui se n’e’ prese abbastanza, e sicuramente stara’ andando da colui che li ha mandati a fare quel servizio, perche’ sicuramente dietro al comportamento di questi ragazzi poco piu’ che quindicenni, ci sara’ la mente di qualcuno ben organizzato. Milo mi raggiunge, mi cinge la spalle e con una espressione fintamente seria e professionale mi dice:

       Bel  lavoro …ragazzo…- 

       Milo cerca di essere serio - lo guardao infastidito, mi scrollo la mano – qui si tratta di una banda organizzata e non c’e’ da scherzare, hai visto tu stesso che hanno fatto al quel povero vecchio

       Si siamo riusciti a salvare ben poco…

       Quindi?

       Cosa?

       Non ti fa nessun effetto vedere come il paese dove sei cresciuto, dove hai scorazzato allegramente correndo per queste vie sia trattato?

       Lo so dove vuoi arrivare Kanon …

       Io proprio non ti capisco, almeno sforzati di capire che sta succedendo qui…te stesso hai ammesso che c’e’ qualcosa che non va...come fai a rimanere a guardare le persone che ti hanno visto crescere e che tu conosci da quando sei nato….farsi rovinare la vita in questo modo…e’ evidente che non c’e’ nessuno qui  che riesce a fermare questa condizione.

       …..

       Si si pensaci ancora…fino a quando del tuo caro e bel paesello non rimarra’ altro che catapecchie incendiate…se si limiteranno a prendersela solo con le cose materiali.

Giro i tacchi e me ne vado indignato, nemmeno stavolta riesce a far riemergere i sentimenti e l’orgoglio per la terra in cui e’ nato. Poco dopo sento i suoi passi seguirmi e raggiungermi, non ci parliamo e non diciamo nulla fino al ristorante dove stavano beatamente mangiando. Ormai la fame e’ passata a tutti e due, percio’ decidiamo di tornarcene a casa, dove una volta arrivati, io mi limito solo a prendere  un libro e sedermi fuori a leggere, mentre lui rimane appoggiato al muro guardando l’orizzonte pensieroso.

 

 

 

Di seguito la risposta di Winnie343 alla recensione del capitolo precedente

 


X Sakura2480: Grazie per i complimenti, fa piacere sapere che anche se il caro Milo in questa storia esce un pò dagli schemi tradizionali riesca comunque ad avere sempre il suo fascino. Kanon invece è sempre lui ... fantastico ;-)




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Capitolo 7
*** CAPITOLO V - L'Umiliazione ***


CAPITOLO V

L'umiliazione




Questo capitolo è stato scritto da winnie343



Osservo la luna in cielo, immobile, disinteressata ai nostri patimenti quotidiani, so che Kanon è arrabbiato con me, non tanto per il fatto che non l'ho aiutato contro quei teppistelli, quanto piuttosto per la mia apatia … forse anche io lo sarei al suo posto … quello che non capisci amico mio è che sono stanco della violenza … ho voglia di condurre una vita normale e se per farlo devo accettare situazioni come quella di stasera, allora questo è il fio che pagherò alla mia voglia di normalità. Ti sento sbuffare, sarà il libro che leggi che non ti piace o la mia presenza che ti infastidisce, nel dubbio decido comunque di alzare i tacchi e sparire. Mentre mi allontano sento la tua voce che mi urla dietro “si, bravo, scappa dal tuo destino!” e sorrido amaramente pensando che per quanto possa scappare quello mi ritroverà ovunque. Decido di fare una passeggiata sulla spiaggia, ma mente costeggio il bagnasciuga vedo dei fuochi in lontananza e sento delle urla; inizialmente decido di fregarmene, ma mentre sto per tuffarmi in acqua riconosco la voce di una delle persone e, seppur controvoglia, decido di andare a controllare. Una volta giunto nel luogo di provenienza delle urla trovo Melina circondata da quattro ragazzi con delle torce in mano, tra cui riconosco uno dei tre malmenati da Kanon. Interrompo il loro sbeffeggiamento nei confronti della ragazza:

  • Vedo che la lezione che ti ha dato il mio amico non ha sortito nessun effetto!

Ottengo il risultato sperato, perchè tutti si voltano a guardarmi: sono stupiti e la più stupita di tutti è proprio Melina. Osservando meglio la scena mi rendo conto che i ragazzi le hanno tolto il cappotto che di solito indossa e la stanno minacciando con dei coltelli. Uno di loro si avvicina puntandomi il coltello in faccia, ma io, ovviamente non indietreggio.

  • Attento ragazzino, potresti farti male con quell'oggettino.

  • Tzse. Io non ho paura di te … e neanche del tuo amico

  • Beh … di me non so … ma di lui dovresti averne … fidati.

I ragazzi mi guardano intimoriti. Accenno un passo per avvicinarmi a loro che presi dalla paura e probabilmente memori di quello che è successo con Kanon a loro volta ne fanno uno indietro. La situazione rimane in stallo per un po', visto che non ho nessuna intenzione di colpirli e visto che loro sono indecisi sul da farsi. Il tutto viene sbloccato da Melina che strappando di mano una delle torce ad uno dei teppisti li intima ad allontanarsi onde evitare che decida di dar loro fuoco. I ragazzi decidono di allontanarsi e io comincio a ridere come un matto pensando a quanto siano stupidi a volte gli adolescenti, ma smetto subito quando vengo colpito alla testa dal bastone infuocato.

  • Ma sei matta? Hai intenzione di darmi fuoco?

  • Vista la tua idiozia sarei tentata

  • Guarda che se non fosse stato per me le cose si sarebbero messe davvero male per te!

  • Cosa?? Vuoi dire che se non fosse stato per me le cose si sarebbero messe male per te! Sei rimasto li fermo come un palo … che pensavi di fare .. sedurli con i tuoi occhi languidi?

  • No! Figurati … tanto c'eri tu a terrorizzarli!

  • Idiota! - Melina mi lancia addosso la torcia che io schivo senza problemi – Vattene!

  • Spiacente … ho deciso di rimanere qui. - mentre si rimette addosso il cappotto, ho il tempo di notare che il suo corpo non ha nulla da invidiare a quello di una qualsiasi altra ragazza di queste terre – Perchè lo fai?

  • Cosa?

  • Perchè nascondi il tuo corpo sotto quel pesante paltò?

  • Ho freddo! - la vedo arrossire

  • Non dire stupidaggini, ci saranno almeno 38 gradi

  • Porco! Come ti permetti di guardarmi mentre mi rivesto?

  • Guarda che non eri nuda … e non cambiare argomento! Che ti è successo?

  • Che vuoi dire? - mentre risponde alla mia domanda contro voglia, comincia ad allontanarsi da me

  • Che io mi ricordi eri una bella bambina e ora invece …

  • Sono un mostro? E' questo che vuoi dire?

  • No … voglio dire che fai di tutto per sembrarlo. E anche il tuo carattere … prima eri così dolce … e ora

  • Sono cresciuta .. tutto qui!

  • Balle .. cosa ti è successo? - come nel pomeriggio la blocco afferrandole il braccio e lei si irrigidisce, anche se questa volta la sua reazione è meno violenta.

  • Lasciami o comincio ad urlare

  • Correggimi se sbaglio, ma ho avuto la netta impressione che in questo paese la regola principale sia far finta di nulla … per cui penso che se tu urlerai nessuno accorrerà – la sento arrendersi e lasciarsi andare come un sacco di patate.

  • Già … fai quello che vuoi e vattene – rimango stupito dalla sua affermazione

  • Ma di cosa stai parlando? - Mi sembra di vedere sotto i fondi di bottiglia che porta uno sguardo carico d'odio, così decido di toglierle gli occhiali per vederla meglio negli occhi , ritrovando così lo sguardo screziato di un tempo – Che vuoi dire?

  • Lo so che il mio aspetto non vi ferma dal soddisfare i vostri bassi istinti. - Quando capisco che cosa vuole dire comincio a ridere – che c'e' da ridere?

  • Tu pensi che io? …. Ah ahahah … Hai per caso voglia di scherzare? - la mia ilarità la fa arrabbiare e riacquistando la sua vigoria mi strattona liberandosi dalla mia presa – scusami Melina, ma posso assicurarti che se ho voglia di fare sesso non ho problemi a trovarmi una ragazza più carina e più disponibile di te.

  • Idiota! - mollandomi un ceffone si allontana di corsa, ma io divertito dalla sua reazione decido di seguirla

  • Ma come ti è venuto in mente una cosa del genere? E comunque sei bravissima ad eludere le mie domande.

  • Io non sto eludendo le tue domande e posso assicurarti che voi uomini siete tutti dei maiali –

I suoi occhi carichi di rabbia e di odio mi fanno venire un dubbio. Vorrei farle una domanda, ma purtroppo non ne ho il tempo perchè la nostra conversazione viene interrotta dal sopraggiungere dei quattro teppisti che questa volta sono accompagnati da un gruppo nutrito di loro amici, tra i quali risalta la presenza di un ragazzo della mia età che sembra essere a tutti gli effetti il loro capo. Mentre sento le unghie di Melina conficcarsi sul mio braccio sorrido divertito all'idea di essere riuscito perfino a scomodare il capo della banda. E' proprio lui che una volta giunto di fronte a noi mi rivolge la parola.

  • Che cosa hai da ridere?

  • Niente … non pensavo però di essere così importante da scomodare perfino il capo di questi balordi.

  • Non tu … lei!

  • Cosa? - mi volto ad osservare Melina e il suo sguardo terrorizzato e rabbioso al tempo stesso mi sorprende – lei?

  • Si, esatto, lei. Da quando in qua Melina te la fai con i ragazzi?

  • Io non me la faccio con nessuno – la sua voce è aggressiva, ma dal modo in cui continua a stringere il mio braccio capisco che ha paura di quest'uomo che ho di fronte – e tu vedi di lasciarmi in pace

  • Senti bell'imbusto. Ti consiglio vivamente di lasciar perdere Melina – io volto il mio sguardo verso il tizio che mi sta parlando e poi verso di lei domandandomi se sono finito in una specie di candid camera – lei mi appartiene.

  • Io non ti appartengo! Io non appartengo a nessuno, hai capito?

  • No, aspettate – interrompo la loro diatriba – qui deve esserci un errore. Io non so proprio chi tu sia .. e sinceramente neanche mi interessa, ma posso assicurarti che la qui presente ragazza non è proprio il mio tipo e francamente non ho nessun interesse nei suoi confronti.

  • Ridalle gli occhiali

  • Cosa?

  • I suoi occhiali .. ridaglieli. - osservo la mia mano e mi rendo conto di avere ancora i suoi fondi di bottiglia, così con un gesto veloce glieli porgo e torno a fissare il capo della banda - bravo. E ora dimmi … tu sei l'amico di quello che ha picchiato i miei ragazzi?

  • Si

  • Bene. Vorrà dire che in sua assenza daremo una lezione a te. A meno che non voglia scusarti per lui inginocchiandoti ai miei piedi e baciando le mie scarpe.

  • Nemmeno fra un milione di anni mio caro.

  • D'accordo. Spostatela!

Due dei ragazzi allontanano Melina da me, che tenta di fare resistenza con l'unico risultato di lasciare un profondo graffio sul mio braccio. Dopo di che i teppisti e il loro capo cominciano a picchiarmi senza che io faccia nulla per difendermi. Mentre sento i loro colpi su tutto il corpo e il mio sangue che comincia a colarmi sulla pelle, accetto passivamente e serenamente il fio della mia scelta. So benissimo che se solo alzassi un dito li spazzerei via come moscerini, ma la normalità ha un prezzo e io non ho paura di pagarlo. Dopo una decina di minuti di botte continue e di urla di Melina che tenta in tutti i modi di farli smettere, cado sulla sabbia con gli occhi pesti e la bocca sanguinante. Tutti i suoni intorno a me sono ovattati, ma riesco a sentire chiaramente il capo, che mentre strattona Melina le urla

  • Sono stanco di questo gioco con te. Ora ti farò quello che devo e se poi vorrai toglierti la vita accomodati pure.

Sento le sue urla e alzandomi riesco a vedere a mala pena che mentre gli strappa il cappotto la spinge a terra bloccandola con il peso del suo corpo. A questo punto un forte senso di nausea si impadronisce di me e rialzandomi gli intimo di fermarsi. Lui stupito comincia a fissarmi e lasciando libera la ragazza si alza.

  • Incredibile. Non pensavo che dopo il trattamento subito saresti riuscito a tirarti su da solo. I miei complimenti. E ora cosa diavolo vuoi? Non ti è bastata la lezione?

Osservo Melina, si è inginocchiata e mi sta osservando, ha una parte del vestito strappato che mostra alla luce della luna una delle sue spalle. Tutto quello che riesco a pensare è che ha una pelle talmente chiara da fare invidia alla luna stessa. Il capo dei teppisti continua a guardarmi e io decido di fare quello che il cavaliere di Scorpio non avrebbe mai fatto in tutta la sua vita. Inginocchiandomi di fronte a lui e inghiottendo amaramente il mio sangue mi abbasso e gli bacio la punta delle scarpe. Se Kanon mi vedesse in questo momento mi spedirebbe in un altra dimensione, ma questo è il prezzo della normalità. Il tizio comincia a ridere come un pazzo.

  • Vedete ragazzi che con le buone maniere si ottiene sempre ciò che si desidera?

  • Hai ottenuto le mie scuse. Ora lasciala in pace

  • Cosa?

  • Lasciala in pace - lo guardo con gli occhi del cavaliere di Scorpio … è il mio sguardo a spaventarlo … ed è quello che voglio … mi hai piegato amico, ma non sarai mai in grado di abbattere la mia anima, che è andata all'inferno ed è tornata – hai capito bene.

  • D'accordo, per oggi mi ritengo soddisfatto. Ringrazia il tuo amico Melina.

Prima di andarsene però, i ragazzi decidono di darmi un'ultima lezione e continuano a colpirmi finchè non cado nuovamente a terra. Una volta che si allontanano tutti, Melina si avvicina a me ed io, rimanendo sdraiato e mettendomi con la schiena sulla sabbia comincio a guardare il cielo stellato.

  • Milo … stai bene?

  • Mai stato meglio – sorrido – e tu?

  • Perchè lo hai fatto? Perchè ti sei umiliato così?

  • Umiliato?

  • Si … io non ti riconosco più … il ragazzino che conoscevo io non avrebbe mai chinato il capo come hai fatto tu.

  • Il ragazzino che conoscevi tu è cresciuto.

  • Ma …

Non riesco ad ascoltare il resto delle sue parole perchè, preso da una stanchezza improvvisa, chiudo gli occhi e mi addormento pesantemente. Quando li riapro mi ritrovo in una stanza che sicuramente non è la mia, il letto violetto e i pizzi alle tende non sono di mio gusto. Alzandomi comincio a guardarmi intorno per capire dove mi trovo, ma vengo interrotto dall'ennesima botta in testa che mi fa realizzare che seppur non so dove mi trovo so chi è la mia ospite.

  • Melina.

  • Vedo che ti sei svegliato e cosa fai come prima cosa? Gironzoli per la mia stanza.

  • La tua stanza? Ma perchè sono qui?

  • Sei svenuto sulla spiaggia e io sono corsa a chiamare il nonno e poi ho chiamato il tuo amico, che voleva riportarti a casa tua, ma il nonno ha detto che il medico non sarebbe mai venuto fino da voi per cui alla fine hanno pensato di portarti qui.

  • Con tua grande gioia vedo! - ricevo l'ennesima botta in testa.

  • Esatto! D'accordo, mi hai aiutato, ma cederti la mia stanza non era nei miei programmi. Comunque il dottore ha detto che devi riposarti se vuoi rimetterti. - spingendomi con decisione mi costringe a rimettermi a letto – e visto che io voglio che tu ti rimetta eseguirai i suoi ordini.

  • Non vedi l'ora di liberarti di me vero?

  • Bravo! Questa è la colazione – mentre sta posando il vassoio sul letto la blocco per un polso

  • Perchè quel tizio ce l'aveva tanto con te?

  • Quello ce l'ha con tutti – tenta di liberarsi dalla mia presa ma io non mollo.

  • Con te ce l'ha di più

  • E' una tua impressione.

  • Sarà … e perchè ha detto quelle cose?

  • Cosa?

  • Sul fatto che ti saresti tolta la vita

  • E' un'idiota – alla fine con uno strattone più forte riesce a liberarsi - e tu sei più idiota di lui se credi alle sue parole … e ora scusami

Esce dalla sua camera lasciandomi da solo con i miei pensieri, sarà come dice lei, ma sono sicuro che nasconde qualcosa e che i due siano legati da un passato a me sconosciuto. Dopo poco, stanco di riposare decido di scendere nel negozietto di di fiori, dove trovo seduti uno di fronte all'altro Kanon e il vecchio, mentre Melina è intenta a preparare una composizione floreale. Quando mi vede bofonchia fra se “peggio per te … volente o nolente fra un paio di giorni ti butto fuori da qui” e io le sorrido amabilmente, per quanto possa sorridere uno con la faccia gonfia e livida. Mi siedo accanto a Kanon il quale mi dice:

  • Milo, più passano i giorni e più il tuo aspetto peggiora. Non posso lasciarti solo neanche un momento che ti fai malmenare come un bambino qualunque.

  • Eh caro Kanon non tutti possono essere supereroi come te.

  • Ma neanche senza spina dorsale come te! - Melina interviene nella nostra discussione, mentre io mantengo il mio solito sorriso – ti sei lasciato malmenare senza neanche muovere un dito

  • Vedi il fatto è che Milo ha deciso di abbracciare il movimento pacifista.

  • Cosa? - Melina mi guarda stupefatta, mentre suo nonno comincia a sorridere divertito.

  • Si … avete di fronte a voi un redivivo figlio dei fiori che ha deciso di non fare male più a nessuno.

  • Idiota! Se pensi che non facendo nulla e che con il tuo sorriso beota le cose si sistemeranno da sole sei un idiota!

  • Forse sarebbe meglio indossare un pesante paltò e dei fondi di bottiglia e girare con il perenne broncio urlando a tutti?

  • TU NON SAI NULLA DI ME! - Melina mi tira addosso i fiori che ha in mano e poi mi lancia anche tutta la composizione che ha appena realizzato e la mia pazienza va a farsi benedire

  • SE E' PER QUESTO NEANCHE TU!

  • Cretino! - lanciandomi il vaso che ha vicino si volta ed esce dal negozio lasciandomi con la voglia di prenderla a sberle

  • Incredibile – sento Kanon affianco a me ridere di gusto e mi volto rabbioso

  • Cosa è incredibile?

  • Il fatto che lei riesca a farti assumere un aria più umana, quasi quasi la ingaggio per cercare di scrollarti di dosso la tua apatia.

  • Quella farebbe perdere la pazienza perfino ad un santo … ecco … perfino a Mu!

  • Melina un tempo non era così – il vecchio ci interrompe e con sguardo malinconico comincia a fissarmi – tu lo sai Milo che non era così

  • Comincio a dubitare seriamente dei miei ricordi

  • Non farlo occhidimare

  • Che cosa le è successo vecchio? – Kanon gli fa la domanda che anche a me frulla in testa da un paio di giorni – che cosa l'ha trasformata così?

  • Io non lo so, non me ne ha mai voluto parlare … un giorno era sorridente e radiosa, come tutte le adolescenti della sua età e poi … dopo essere sparita per un mese, in cui l'ho cercata ovunque pensando che le fosse successo qualcosa di brutto, è tornata cambiata. A tutte le mie domande non ha mai risposto, continua a volermi bene e ad occuparsi di me, anche dopo la morte di suo padre, mio figlio, ma la sua vita al di fuori di questo negozio è diventata inesistente.

  • Ma qualcosa ti avrà pure detto, possibile che tu non sappia nulla? - incredulo al suo racconto intervengo

  • Mi ha detto Melina che hai conosciuto Davos

  • Chi?

  • Il capo dei teppisti che mettono a ferro e fuoco questo paese.

  • Ah si, ma questo cosa c'entra?

  • C'entra … lui c'entra nel cambiamento di Melina, ne sono sicuro. Come sono sicuro che c'entri Aristea

  • Aristea? - Kanon si fa più attento e vigile

  • Si, l'altra mia nipote, la figlia della mia bellissima figlia. Credo che voi l'abbiate conosciuta ieri.

  • Si si. Ma cosa c'entra lei nel cambiamento di Melina?

  • Ah questo non lo so, neanche lei mi vuole dire nulla. Ma da quando Melina è tornata ha cominciato a trattare male Aristea, mentre prima le due cugine si adoravano. Perciò penso che anche lei possa entrare nel cambiamento di Melina.

  • Mi sembra strano che una ragazza come Aristea possa fare del male a qualcuno – sorrido all'affermazione di Kanon pensando a come il mio amico ormai stia andando allegramente verso la strada dell'innamoramento senza ritorno.

  • Ma certo che mia nipote non può fare male a qualcuno. Lei è un angelo! Come le viene in mente una cosa del genere?

  • Ma è lei che ha detto che Aristea c'entra nel cambiamento di Melina!

  • Certo che c'entra, ma non ho mai detto che le ha fatto del male.

  • E allora in che modo c'entra?

  • E' colpa di suo padre.

  • Suo padre? - io e Kanon cominciamo a perderci in questa sorta di telenovela familiare.

  • Si, il padre di Aristea, mio genero … quell'uomo porta il male con se. Qualunque cosa tocca muore … come la mia povera figliola.

  • Il padre di Aristea ha ucciso vostra figlia?

  • Ma chi l'ha detto?

  • Voi … ora …

  • Sentite giovanotto, voi non capite nulla – sorrido sempre più divertito all'assurda conversazione che Kanon sta avendo con il vecchio – non ho mica detto che mio genero ha ucciso mia figlia .. ho semplicemente detto che rovina tutto ciò che tocca.

  • Ah

  • Vedete … il padre di Aristea ha sempre voluto primeggiare, essere il migliore. Il più forte, il più ricco, il più potente. Per questo corteggiò mia figlia … la ragazza più bella del paese. Io l'avevo avvertita, ma lei non volle sentire ragioni … si innamorò di lui e lo sposò e nacque Aristea, ma lui spinto dalla sua voglia di potere decise di partire per la Grecia, disse di aver sentito parlare di un tempio dove era possibile diventare uomini forti e potenti e disse che sarebbe tornato solo dopo aver conquistato una preziosa armatura un'armatura .. conoscete la leggenda dei cavalieri che proteggono la Dea Athena?

  • No

  • Mai sentita! - io e Kanon neghiamo spudoratamente

  • Beh è proprio una stupidaggine, ma lui ci credette e partì a detta sua alla conquista del mondo, lasciando mia figlia con una bambina piccola da accudire. Torno dopo cinque o sei anni, ma era cambiato .. non mi era mai piaciuto, ma al suo ritorno era diventato un essere cattivo, crudele e senza scrupoli. Mia figlia tornò con lui, ma morì dopo poco di una malattia incurabile, sapevo che non era felice, ma non riuscii a portarla via da lui.

  • E Aristea?

  • Aristea è rimasta con suo padre. Lei non ha mai visto il male in lui, anzi lo adora e lo venera come il migliore dei padri.

  • Si ma tutto questo cosa c'entra con il cambiamento di Melina? - intervengo nuovamente perchè ho l'impressione che il vecchio divaghi un po' troppo

  • C'entra … io sono convinto che il padre di Aristea sia a capo di un'organizzazione malavitosa che sta prendendo il sopravvento in tutto il paese, servendosi di teppistelli e mezzi bulletti per terrorizzare i paeselli come il nostro.

  • Quindi pensi che dietro a quei ragazzi in realtà ci sia lui?

  • Ne sono sicuro, ma purtroppo non ho le prove e nessuno mi crede, perchè lui si comporta come un distinto uomo d'affari; e Melina non vuole aiutarmi, ne dirmi nulla di quello che sa. Io sono ancora vivo solo in virtù dell'affetto che Aristea nutre nei miei confronti. Lei sa come la penso, ma non vuole ascoltarmi e pensa che siano solo i vaneggiamenti di un povero vecchio. Oh … ora che vi ho raccontato tutto mi sento meglio … vado a dormire.

Il vecchio si alza e sale nelle camere superiori, lasciando me e Kanon letteralmente basiti.

  • Ma tu credi a quello che ha detto? - il primo a rompere il silenzio è il mio amico

  • Ah boh … da quando lo conoscevo io mi sembra che abbia subito un tracollo pazzesco.

  • Mmmh … e la storia del tempio in Grecia?

  • Già … è tutto molto strano. - mi alzo in piedi e mi dirigo verso le scale per tornare alla camera di Melina – beh … diciamo che avrai molto da fare.

  • Che vuoi dire?

  • Per scoprire se il padre della tua bella sia veramente un malavitoso e se effettivamente sia mai stato al Santuario

  • Tu non mi aiuti?

  • Ah no … come puoi vedere io sono convalescente e il medico mi ha ordinato il riposo.

  • E non ti interessa sapere cosa è successo a Melina? - mi volto a guardarlo intensamente, poi sorridendo comincio a salire le scale

  • Non particolarmente .. quella secondo me è scivolata e ha battuto la testa e quando si è risvegliata dal coma in cui è caduta per un mese ha subito un cambio di personalità.

Senza attendere la risposta del mio amico, entro nella camera di Melina richiudendomi la porta alle spalle e comincio a cercare fra i cassetti qualche indizio su quello che ha portato la proprietaria della stanza ha subire un così drastico cambiamento.





Ciao a tutti, ecco un nuovo capitolo tutto o quasi dedicato a Milo. Ringraziamo tutti coloro che continuano a leggere questa storia ed in particolare a Sakura2480 che con le sue recensioni ci illumina le giornate :-)

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Capitolo 8
*** Capitolo VI - Curiosità ***


Capitolo VI

Capitolo VI

Curiosità

 

 

Penso a ciò che mi ha appena detto Milo e concordo  sul fatto che debba scoprire cosa diamine sta succedendo in questo paese.  Non dubito del fatto che Aristea non sia in qualche modo  immischiata in questa brutta storia, e’ una ragazza  dolce e sensibile ed i suoi modi contrastano troppo con quelli dei ragazzi con cui mi sono scontrato l'altra sera. Ma se suo nonno ha ragione e il padre è coinvolto in loschi affari devo scoprire assolutamente che ruolo ha lei in tutta questa vicenda ... non so perché, ma sento di doverla proteggere da qualcosa di molto più grande di lei, che le potrebbe rovinare la vita così come  e’ accaduto a sua  madre.  Prima di cominciare le mie indagini però devo affrontare un’ultima volta Milo,  mi ha lasciato di nuovo con l’amaro in bocca e stavolta non sarò tenero con lui, non gliela farò passare liscia. Salgo immediatamente  in camera di Melina e spalancando la porta violentemente, lo trovo seduto sulla scrivania della ragazza. Sogghigno all'idea che nonostante il poco allenamento fatto i suoi riflessi siano ancora pronti ... so che al mio ingresso ha nascosto qualcosa nella tasca dei suoi pantaloni e il gelido sguardo del cavaliere di Scorpio me lo conferma.

  • Hei ma sei impazzito - il furbo sorride sornione - quasi mi facevi prendere un infarto
  • E perché mai …. hai la coscienza sporca per caso? -  inclino il capo per osservare meglio la tasca dove naconde dei fogli di carta  – che hai là dietro?
  • Dove?
  • Dietro ... nella tasca dei tuoi jeans
  • Nulla
  • E i fogli che vedo spuntare?
  • Niente che ti riguardi  .... ma sai che non ti credevo così cafone? Entrare così all'improvviso nella mia stanza!
  • Prima di tutto questa non e’ la "tua" stanza, secondo nessuno mi ha vietato di entrarci
  • Beh allora ... ti vieto di entrare nella stanza che ora occupo … esci di qui
  • Dimmi che cos’hai là dietro!
  • Ho detto che non ti riguarda! - Milo riesce a schivare tutti i miei tentativi di strappargli i fogli - Non hai altro da fare? Che so .. salvare dolci fanciulle in pericolo?
  • No! al momento sono a risposo ... avanti ... o mi fai vedere o te lo prendo con la forza
  • Ma se non riesci neanche ad avvicinarti a me! sono troppo veloce per te mio caro - con un balzo riesco ad atterrarlo
  • Forse un tempo - gli strappo i fogli dalla tasca - ora sei diventato troppo lento per impensierirmi
  • Uff ... dovrò fare più esercizio ... non voglio essere battuto in velocità da un bradipo come te! - Milo sorridendo dimostra tutta la rassegnazione dell'uomo appena sconfitto
  • Che diavolo sono questi fogli?
  • E io che ne so!
  • Ora basta Milo! Mi sono stufato
  • E va bene  ... non voglio che ti scoppino le coronarie .... credo che sia una specie di diario ... e credo che in questi fogli siano racchiusi alcuni dei pensieri di Melina
  • Bene, vedo che allora anche tu ti stai preoccupando della faccenda …. e cos’hai scoperto? C’e’ scritto qualcosa di interessante?
  • Ancora no ... sono talmente tanto pasticciati che non si capisce nulla ... mamma mia quanto scrive male! ... comunque non gioire troppo ... la mia è solo curiosità .... non ti aiuterò in nessun modo … anzi  ora li rimetto a posto, mi stai facendo perdere tempo e voglio evitare che entri trovandomi con la refurtiva in mano …
  • Si si …se vuoi farmi passare per fesso fallo pure, tanto so che appena esco da questa stanza li leggerai
  • Ok Kanon perchè ora non te ne vai?
  • Ho ancora qualcosa da dirti
  • Ah! Ma che ti è successo? Da quando sei tornato dall'Inferno sei diventato perfino più logorroico di Doko! - ignoro completamente il suo sarcasmo e proseguo per la mia strada
  • Dopo quello che ci ha raccontato il vecchio sei ancora convinto di continuare a farti gli affari tuoi? Il tuo spirito guerriero non si è ancora ridestato?
  • Spiacente amico ...il mio spirito guerriero è in letargo profondo    poi ora  sono anche  convalescente e non posso assolutamente fare sforzi - nel pronunciare le ultime parole mi fa pure l'occhiolino - inoltre quell'arpia di  Melina vuole che nel giro di  tre giorni me ne vada da qui, quindi mi attende il riposo assoluto.
  • Si si … tre giorni, e poi?...che farai ?...quelli torneranno da te, perché hanno visto che te le fai dare senza reagire. Io non so se riuscirò a starti accanto 24 ore su 24.
  • Ma io non ne ho bisogno, hai visto, no? Mi riprendo facilmente .. e poi magari riusciranno a cambiarmi i connotati rendendomi ancora più bello di quanto già sono.
  • Senti Milo, smettila di fare il buffone ...  il vecchio ha parlato di quest’uomo e del Grande Tempio … quindi è possibile che il genero sappia dell'esistenza del Santuario dei  cavalieri di Athena, ma soprattutto sappia della nostra Dea. Anche questo per te non significa nulla? Pensaci un attimo, amico mio, e’ tornato da quel luogo cambiato in peggio, quindi vuol dire che ha avuto qualche brutta esperienza. Neanche questo ti fa pensare?
  • No ….- ancora si ostina- a cosa dovrebbe farmi pensare?
  • PER TUTTI GLI DEI AD ATHENA!!!! – gli urlo in faccia ormai completamente spazientito-  Ma possibile che non ti entri in testa che lei stessa potrebbe essere in pericolo? E tu comportandoti così stavolta  non fai altro che dimostrare di essere  un traditore!!!  Per favore, Milo, cerca di pensare bene a quello che ti sto dicendo, non e’ uno scherzo, se non ci avesse parlato del Grande Tempio, avrei continuato per la mia strada senza romperti piu’ le scatole, ma ora che si parla di colei alla quale abbiamo giurato eterna fedelta’, ti chiedo di tornare in te e di aiutarmi a scoprire cosa c’e’ dietro tutta questa storia. Mi poteva star bene che tu non volessi piu’ usare violenza su nessuno, ma non mi va assolutamente che tu rimanga a guardare senza fare nulla ora che c'e' la possibilità che la nostra Dea rischi la vita…. questo non te lo perdonerò mai e poi mai, Milo ….

Detto ciò, gli giro le spalle senza aspettare  una risposta e me ne vado via furente, stavolta non voglio sentirglelo dire che ho ragione, ma voglio vederlo agire. Uscendo dal negozio incontro il vecchio che mi chiede dove sto andando, lo informo così che farò un giro del paese per vedere come procede la giornata e soprattutto per cercare di incontrare i bastardi che hanno ridotto Milo in quello stato. Dopo un  rapido controllo sulle spiagge mi inoltro nel mercatino che si trova in una delle viuzze centrali del paese. Mentre sto osservando una signora che parla animatamente, cercando di capire il motivo della sua agitazione, sento alle mie spalle  un botto ed una voce che dice:

  • Lo sapevo non dovevo caricarmi troppo … uff - mi volto lentamente riconoscendola
  • Ehi Aristea …
  • Kanon! … - arrossisce un po’ e  subito abbassa lo sguardo verso una busta colma di mele che si e’ rotta sotto il troppo peso – come al solito non ne combino una giusta!
  • Beh devo dire che ti trovo sempre nei momenti in cui ti cadono le cose … - le sorrido e chinandomi ad aiutarla – non hai un’altra busta dove metterle?
  • Purtroppo no, e queste sono già colme
  • Non c’e’ problema vado a chiederne una – me ne faccio dare una da un negoziante, dopodiché  aiutandola – mettile qui dentro, ci penso io a portartele
  • Ma no figurati , non c’e’ bisogno
  • Insisto – la guardando intensamente cercando di penetrargli l’anima con il mio sguardo che lei naturalmente non riesce a sostenere
  • Ti ringrazio, accetto volentieri, e’ meglio non rischiare di tornare a casa con la purea di mele..- ed accenna ad una risata cristallina
  • Dai a me – le prendo le borse dalle mani e la seguo verso casa, in questo modo cercherò di scoprire qualcosa in più di lei
  • L’altra sera sei corsa via quasi spaventata … non vorrei averti terrorizzato in qualche modo
  • Oh no ma figurati, e’ che mio padre non vuole che io stia fuori troppo a lungo e soprattutto di sera. Infatti quando sono arrivata era gia’in pensiero, gli ho spiegato cos’era successo e per fortuna non si è arrabbiato
  • E’ piuttosto suscettibile tuo padre?
  • No … è solo troppo premuroso … tutto qui … sai dopo la morte della mamma gli sono rimasta solo io … e gliela ricordo molto …  mi ha fatto un sacco di domande su di te, cioè su chi mi aveva aiutata, sai lui come tutti i papà è un po’ geloso ….- vedo che mi guarda di sfuggita – e Milo? … me l’hai salutato?
  • Certo … diciamo che ho fatto in tempo prima che una banda di teppisti lo riempisse di botte –  la guardo seriamente, lei spalanca gli occhi incredula
  • Come di botte …. hanno picchiato il nostro Milo?
  • Nostro? – non so perché ma di nuovo mi sento assalire da un moto di stizza
  • Si … beh nostro del paese … è conosciuto da tutti … e poi … eravamo molto amici da piccolini … anche con mia cugina Melina, l’hai conosciuta per caso?
  • Si …. è venuta lei  a chiamarmi dicendomi che lo avevano aggredito … si era messo in mezzo tra quei tizi e tua cugina, da quanto ho capito ha impedito che la molestassero … - vedo che abbassa lo sguardo tristemente – non  ti ha detto nulla tua cugina?
  • No … è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che l’ho vista … e anche se fosse, non mi avrebbe detto nulla …  ultimamente non abbiamo un buon rapporto
  • Strano, mi era sembrato il contrario …. - cercando di mantenere un tono vago e non troppo indagatore – sai ho visto la foto che tuo nonno ha in negozio … mi sembravate tutti molto uniti
  • E lo eravamo, almeno io e lei, fino a qualche anno fa …. poi è sparita per un po’ senza dire nulla a nessuno … non si sa dove sia andata, ma da quando e’ tornata non e’ più la stessa persona … e non parlo solo fisicamente … anche se ha fatto un cambiamento radicale
  • Ah …. non ti ha detto nulla? – possibile che sa quanto il vecchio? Non mi sta dicendo nulla di nuovo … speravo che almeno lei riuscisse a darmi qualche notizia in più
  • No …. Anzi mi tratta con freddezza … come se le avessi fatto qualcosa, ma  io non le farei mai del male … le voglio troppo bene
  • Magari se insisti un po’ … può darsi che … - mi interrompe bruscamente
  • Ma Scherzi!!!!...l’ultima volta che l’ho fatto a momenti mi prende a sberle … mi ha imposto di non farle più domande – guardandomi preoccupata – ti posso assicurare che mi ha fatto veramente paura ….

Continuiamo il nostro cammino rimanendo in silenzio, sinceramente non so più che dirle per non sembrare troppo ossessivo, in fondo la conosco da un giorno, non posso certo permettermi di farle un interrogatorio su tutta la sua vita, e’ la sua fiducia che mi devo conquistare. Cerco di osservarla senza farmene accorgere, ha uno sguardo così dolce … limpido … puro …, oddio Kanon .... ma che diavolo ti prende? Possibile che questa ragazzina ti stia entrando così prepotentemente nel cuore? Ma no, magari è solo la mia voglia di protezione, che frustrata dal compotamento indifferente di Milo si sfoga con Aristea ... comunque   non può essere che lei abbia a che fare con quei tizi, o almeno, non direttamente ... magari c’e’ di mezzo il padre ... magari lei non conosce i suoi veri affari. A rispondere ai miei dubbi, compaiono di fronte a noi i tre ragazzi a cui  il giorno prima ho dato una lezione, li guardo dritto negli occhi in maniera piuttosto minacciosa, se provano a toccarla giuro che li spedisco all’altro mondo, ma loro tranquillamente mi ricambiano lo sguardo e poi uno di loro si rivolge a lei.

Ehi Aristea … che ci fai in compagnia di questo tizio? - quindi li conosce … molto bene, ora vediamo che ruolo hanno nella sua vita

Alexios … - la sento piuttosto imbarazzata in loro presenza … - lui e’ il ragazzo che mi ha aiutato ieri … oggi di nuovo mi sono trovata in difficoltà.. sono senza speranza … ahaha  e mi stava aiutando a riportare a casa la spesa …

Beh ora ci siamo noi, non hai più bisogno di lui – poi rivolgendosi a me con fare arrogante - Ok bello, ora dai a me … ci pensiamo noi - tenta di togliermi le borse dalle mani, ma io le trattengo con forza, guardandolo dritto negli occhi mentre una mano si appoggia delicatamente sul mio braccio

Dagliele pure …. mi accompagneranno loro a casa … sei stato nuovamente gentile con me … grazie  – sorridendomi

Sei sicura?

Certo … -  scoppia a ridere – sono come dei fratelli per me …. li conosco da anni … sai, anche loro hanno perso la mamma molto giovani e mio padre se ne  prende cura, per lui sono come figli … diciamo i maschi che non ha potuto avere 

Ah si?! – lancio un’occhiata ai ragazzi poi guardo di nuovo lei e con aria severa le dico -  ed il tuo papà sa che i suoi bravi ragazzi vanno in giro a picchiare la gente?

Cosa? – il suo sguardo diventa incredulo – ma che dici?

E non solo, si divertono a dar fuoco anche ai negozi …. bancarelle …. a fare i teppisti.

Guarda che ti sbagli … loro non ne sarebbero capaci, li conosco troppo bene …

Ne sei certa? … chiedi loro come si sono divertiti a pestare Milo … insieme a quell’altro bell’imbusto che ora non c’è … dove lo avete lasciato? – la vedo rabbuiarsi e  allontanarsi da me.

Hai visto? Le tue menzogne non l’hanno convinta

Ma perché mi dici queste cose? Se fosse come dici tu … in paese già mi avrebbero messa in guardia..

Magari perchè sono minacciati … quelli che tu pensi di conoscere bene in realtà non sono che persone violente e senza scrupoli.

Sei tu che sei un persona violenta, ci hai assaliti senza una ragione

Bruciare il negozio di quel vecchio non e’ una ragione? – il mio sguardo passa da lui ad Aristea che mi sta osservando spaventata

Non credergli …. noi stavamo cercando di aiutarlo a spegnerlo … vai a chiederlo al diretto interessato e vedrai che ti darà la vera versione dei fatti …

Ah si?...e allora se avevate la coscienza pulita …  perché siete scappati quando sono arrivato?

Perché sei venuto verso di noi come una furia …. ci hai fatto paura, non volevi che adempissimo al nostro dovere di civili cittadini …

E’ vero quello che stanno dicendo?

Io ho visto ben altro, le loro mani impugnavano bastoni infuocati e non e’ di certo con quelli che si spengono gli incendi

Io voglio credere alla tua buona fede …. sono sicura che avrai capito male –  mi guarda tra lo deluso e lo sconcertato – forse loro volevano solo buttarli …. li avranno trovati li – poi rivolta a loro – non e’ vero?

Tranquilla piccola,  e’ proprio come hai detto tu - uno dei ragazzi le si avvicina e le accarezza la guancia – e poi ci conosci, sai che siamo dei bravi ragazzi, se fosse come dice lui tuo padre non si fiderebbe mai a lasciarti con noi … ti pare?

E la storia di Milo? E' vero che lo avete picchiato?

Non lo abbiamo picchiato …. lui ha attaccato briga contro Davos che stava cercando di evitare le continue malmenate di tua cugina … quella e’ una pazza … hai visto anche tu che ormai e’ uscita fuori di senno … vai a capire pure a quella che le ha preso …. evidentemente il suo amico avrà  pensato che la picchiasse e così Davos si e’ dovuto  difendere …. ma qualche pugno non ha mai ucciso nessuno!

Interessante, picchiare a sangue per te equivale dunque a dare qualche pugno – sto facendo un grande sforzo per rimanere fermo e sembrare tranquillo, quando invece vorrei prendere questi tre e farli volare via, ma un comportamento aggressivo mi farebbe perdere la fiducia di Aristea …. anche se penso che ormai io non abbia più tanta credibilità ai suoi occhi.

Ahahahaha ….. certo che tu ed il tuo amico siete proprio esagerati …. dai vieni Aristea, non perdiamo altro tempo, tuo padre ti aspetta, ci aveva mandato a cercarti … sa che si sono certi elementi in giro e non vuole che ti accada nulla

Sicuro … con voi invece e’ in buone mani, vero?!- è Melina che sopraggiungendo alle mie spalle, si insinua nella conversazione

Ecco che arriva la matta! La matta che è andata fuori di testa! Quando ti deciderai a far sparire la tua brutta faccia da questo paese tranquillo?

Smettetela di prenderla in giro - Aristea prende le difese della cugina – sono contenta di vederti …. e’ passato cosìtanto tempo dall'ultima volta, stai bene?-

Io sto sempre al solito posto ... se il tempo è passato senza che noi ci vedessimo è colpa tua

Sai che papà non vuole che venga al negozio del nonno

E ovviamente tu da brava bimba obbedisci e fai tutto quello che ti chiede ... dando un dolore perfino atuo nonno che ti adora ... non te ne importa nulla di lui e di me, quindi non fare la recita.

Certo che m’importa!!! E Non riesco ancora a capire  perché continui a comportarti così con me …. lo sai che ti voglio bene … e te ne ho sempre voluto

E come al solito sei sempre troppo mielosa ….quando la smetterai di sbattere i tuoi occhioni da cerbiatta e ti darai una svegliata? – poi rivolgendosi a me -  ed il tuo amico ?

Sta riposando in camera tua

Ma bene …. ora anche con i malviventi se la fanno tua cugina e tuo nonno ….. se solo tuo padre sapesse di questa storia! E’ meglio andarcene ...dai vieni -  uno dei teppisti tira per un braccio Aristea trascinandola con se.

Si si … vai … non si sa mai che ti potremmo finalmente aprire gli occhi! – Melina le rivolge un’occhiata piena di disprezzo e di tristezza.

Mentre stanno andando via, la ragazza si gira piu’ volte a guardarci, sembra che voglia tornare indietro ma  quell’Alexios continua a tenersela stretta e non la lascia andare nemmeno per un istante. Ad un certo punto voltano per la via e scompaiono alla nostra vista, mi giro verso Melina, che mi sta osservando dubbiosa.

Beh che hai da guardare?

Cercavo di capire quanto potessi essere diverso da Milo

Che vuoi dire?

Lui sembra totalmente disinteressato a quello che gli accade intorno. E tu? Mi sembra di aver capito che mia cugina ti interessa.

Ti sbagli - il suo commento mi disturba - è solo che mi sembra una brava ragazza e sinceramente non capisco perchè frequenti certe compagnie.

Quelli non sono i suoi compagni. sono le sue guardi del corpo, che fanno in modo che mia cugina continui a vivere sotto la campana di vetro che mio zio ha creato appositamente per lei.

Quindi lei non sa nulla di ciò che succede in questo paese.

Tzsè ... assolutamente nulla. E' una stupida - in lei noto un tono amaro nella voce - e io sono più stupida di lei.

Che vuoi dire? - forse questa volta riuscirò a scoprire qualcosa in più

Nulla ... non sono affari tuoi.

E con passo veloce si dirige verso casa, naturalmente  le vado subito dietro, magari riesco ad intrattenerla un po’ parlando di lei e della cugina, almeno così riesco a capire qualcosa in più si spera e soprattutto do’ altro tempo a Milo per scoprire qualcosa, di sicuro starà leggendo quel diario e se non la fermo ora, il mio amico potrebbe non avere più occasione di farlo. 

 

 

Ecco il nuovo capitolo, scritto da sagitta72, con un Kanon più battagliero che mai e con un Milo forse sulla via della “redenzione”. Di seguito le risposte di winnie343

 

x sakura2480: intanto grazie mille per i complimenti, ma dire che siamo più brave di te è impossibile :-). In ogni caso sono veramente contenta che la parte introduttiva del capitolo ti sia piaciuta, se non altro perchè mi dimostra che sono riuscita a far trasparire la sofferenza di Milo e delle sue scelte. Con Melina un rapporto speciale? Sicuramente si, per quanto lei possa essere scontrosa e burbera il nostro eroe ha intuito che qualcosa di doloroso la perseguita :-). Vediamo come si evolverà e se Milo riuscirà ad ottenere qualcosa.

X JackoSaint94: ma grazie per tutte le recensioni lasciate. Ci fa veramente piacere che questa storia ti abbia presa molto e che ti piaccia la coppia di personaggi che abbiamo scelto. Non riesco a rispondere a tutte le recensioni, ma ti assicuro che mi hanno fatto veramente piacere. Per quanto riguarda quella del capitolo precedente, posso dirti che mentre Kanon sta probabilmente sprofondando in un nuovo sentimento a lui sconosciuto, Milo forse ha trovato un motivo per destarsi dal suo torpore .. almeno speriamo :-(.

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Capitolo 9
*** Capitolo VII - La Scommessa ***


Capitolo VII

Capitolo VII

La Scommessa

 

questo capitolo è stato scritto da winnie343

 

 

 

Sono seduto fuori dal negozio di fiori quando vedo arrivare Kanon e Melina ... tutti e due con passo sostenuto e tutti e due scuri in volto. Ammetto di provare un certo divertimento a vederli così. Melina entra in negozio ignorandomi completamente, mentre Kanon si siede accanto a me.

-        Allora scoperto qualcosa?

-         Qualcosa? su cosa?

-        Su Melina

-        E cosa dovrei scoprire?

-        Milo .. sei sicuro che quei tizi non ti abbiano ucciso i neuroni che hai nel cervello?

-        Kanon non sono interessato alle tue battaglie, te l'ho già detto

-        Questo l'ho capito, ma mi era sembrato di capire anche che provavi un certo interesse per ciò che poteva essere accaduto alla tua amica.

-        E' vero, ma ho capito che alla fin fine non me ne frega nulla. Mi manca la mia spiaggia e voglio tornare ad oziare sotto il sole

-        Non hai scoperto nulla vero? - un ghigno canzonatorio compare sul volto del mio amico

-        Esatto ... nulla di nulla.

-        Maledizione! - Kanon alzandosi sferra un pugno sul muro

-        Perchè ti scaldi tanto?

-        Niente

-        Ah ... e come mai tutti e due siete entrati scuri in volto?

-        ...

-        Mmmh ... ehi Melina! MELINA!

-        Ma che ti urli deficiente – Melina esce dal negozio furibonda – mica sono sorda

-        Scusa, ma non rispondevi

-        Che diavolo vuoi? - ma possibile che questa ragazza non abbia il minimo di grazia?

-        Come mai tu e Kanon siete di cattivo umore?

-        E tu mi hai chiamato per questo? - sta per darmi uno dei suoi soliti schiaffi in testa, ma agilmente mi alzo e lo evito – ah, vedo che ora stai meglio, quindi potresti andartene anche subito!

-        Eh no ... mi hai concesso tre giorni e tre giorni avrò!

La nostra diatriba viene interrotta dal sopraggiungere di Aristea ... wow ... ora capisco l'inebetimento di Kanon ... mi ricordavo il suo dolce volto, ma ora è diventata veramente carina ... certo ... non è proprio il mio tipo, se è per questo neanche il tipo di Kanon, ma carina è carina. Mentre lei rimane un pò sulla soglia indecisa sul da farsi, Melina e Kanon si irrigidiscono, io invece decido di sbloccare la situazione e sorridendole amabilemente la saluto. Lei per tutta risposta corre ad abbracciarmi, scoppiando a piangere. Io, il mio amico e la strega ci guardiamo un pò sorpresi. Kanon infastidito forse dalla scena prende la parola

-        Aristea, tutto bene? - Lei si discosta da me asciugandosi le lacrime

-        Oh si Kanon .. è solo che dopo tanto tempo che non ci vediamo, vedere Milo ridotto così ... mi dispiace

-        Ah ma figurati mia cara – le do una pacca sulla spalla che la sposta in avanti – questo non è nulla ... tu piuttosto ... ma quanto sei diventata carina!

-        Oh Milo smettila – la vedo arrossire,mentre Kanon sbuffa e Melina mi fulmina

-        Ma dico seriamente ... voglio dire ... nell'infanzia siamo tutti bei bambini .. crescendo poi c'e' chi migliora e c'e' chi peggiora e tu sei decisamente migliorata – alla conclusione della frase ricevo un calcio da Melina seguito da un epiteto irripetibile e non riesco a rispondere perche vengo abbandonato dalla suddetta su due piedi

-        Sei incorreggibile Milo – Kanon mi guarda di traverso

-        Beh! Ma che ho fatto? - pensando alla mia ultima frase realizzo – porca miseria ... scusatemi io ... voi continuate pure per conto vostro ... io devo andare!

Senza sentire la loro risposta corro dietro a Melina per scusarmi delle mie parole. La raggiungo poco prima che esca dalla piazza principale e la blocco prendendola per il braccio ... ancora una volta ottengo come reazione il suo irrigidimento, ma diversamente dall'altra volta, si riprende immediatamente e voltandosi mi da uno schiaffo. Le sorrido

-        Questa volta me lo merito – sta per andarsene, ma la fermo ancora – perdonami ... io non mi riferivo a te, credimi.

-        Non ha importanza – tenta di liberarsi da me, ma io la blocco ancora

-        Si che lo ha, non voglio che tu pensi male di me – la sento agitarsi e cominciare a tremare

-        Lasciami

-        Io voglio farti capire che non volevo ...

-        LASCIAMI!! - il suo urlo mi spinge a mollare la presa, ha il fiatone e l'agitazione tipica delle persone che sono sotto shock. Decido di aspettare che si calmi

-        Sei calma ora?

-        Ma che cosa vuoi da me Milo? Perchè non mi lasci in pace?

-        Voglio sapere che cosa ti è successo e cosa ti ha portato a diventare così

-        L'hai detto tu no? C'e' chi migliora come Aristea e chi peggiora come me... tutto qui .. sono diventata brutta e diventando brutta mi sono sentita umiliata e mi sono chiusa in me stessa

-        Non credo neanche ad una parola di quello che mi stai dicendo

-        Problema tuo – Melina  mi guarda furiosa, ma questa volta non tenta di scappare e continua a fissarmi

-        Vuoi scommettere?

-        Scommettere?

-        Si ... facciamo una scommessa ... come quando eravamo piccoli ti ricordi?

-        Io ....

-        Mi dicevi sempre che non sarei mai riuscito a fare quello o quell'altro ... e alla fine scommettevamo sempre – lei accenna un sorriso

-        Già .. e la maggior parte delle volte tu perdevi

-        Solo perchè le tue scommesse erano assurde. - le sorrido di rimando

-        E su cosa vorresti scommettere? Sentiamo

-        Non mi interessa .. la scommessa falla tu ... sono sicuro di vincere in ogni caso ... ciò che mi interessa è il premio che riceverò in cambio

-        Ah si? E quale sarebbe?

-        Una serata con te

-        COSA?

-        Si, una serata con te alle mie condizioni

-        Scordatelo – Melina tenta di fuggire nuovamente, ma io le blocco la fuga

-        Cos'è? Hai paura di perdere?

-        Io non ho paura

-        E allora accetta ... in fin dei conti puoi decidere tu la scommessa .. cosa hai da perdere?

-        Cosa ho da guadagnare vorrai dire!

-        Ah ... se perdo potrai obbligarmi a fare quello che vuoi

-        Mmmh ... anche sparire?

-        Anche sparire ....

-        No ... non accetto!

-        Avanti! - la guarda di sbieco – se non accetti sarò costretto a girare per tutto il paese in cerca di informazioni sul tuo conto e posso assicurarti che alla fine scoprirò il tuo segreto

-        Io non ho segreti!

-        Tutti li hanno

-        Anche tu? - La sua è una domanda spontanea

-        Anche io – non riesco a non essere onesto con lei in questo momento

-        Mmmh – la vedo pensare – e va bene ... allora se vinco io tu mi racconterai i tuoi segreti e poi sparirai

-        Affare fatto! - la guardo divertito – allora su cosa scommettiamo?

-        Seguimi

Senza darmi il tempo di replicare si allontana quasi correndo e io la seguo incuriosito da ciò che potrà partorire la sua testa. Si ferma di fronte ad una vecchia casa che un tempo fu dimora di persone altolocate. I ricordi mi assalgono e fanno emergere nella mia mente giornate sotto il sole passate all'esterno di questi cancelli in attesa dell'arrivo dei proprietari ... ore e ore ad aspettare solo per vedere l'unica automobile presente in tutta l'isola. Melina mi strattona per ridestarmi dai miei ricordi.

-        Oh .. che ti sei inbambolato?

-        No .. pensavo semplicemente a quanto tempo ho sprecato di fronte a questi cancelli. Certo che la casa è ridotta male. Ma che è successo hai proprietari?

-        Rovinati. Completamente e irrimediabilmente

-        Ma come è possibile? - sono sicuro che il loro patrimonio era di gran lunga superiore perfino a quello di Alman di Tule

-        Cattive compagnie ... diciamo che hanno avuto l'infelice idea di accettare un accordo con il mio caro zietto

-        Capisco – un pensiero scuro si manifesta nella mia mente, ma il nuovo Milo decide di scacciarlo – e allora perchè mi hai portato qui?

-        Il proprietario, dopo aver perso tutto, si è suicidato e la moglie per non dover vivere di stenti se ne è andata al seguito di un turista americano facoltoso. L'unica ad essere rimasta e l'anziana mamma di lui. Non ha più un soldo da anni, quasi non ci vede più e non accetta la visita di nessuno.

-        E come fa a vivere?

-        La gente del paese l'aiuta. Non le fanno mancare nulla e in questo modo continuano a darle l'illusione di potersi permettere una vita agiata. Per questo non vuole vedere nessuno ... solo persone di un certo rango e di una certa classe che possiedo eleganza nei modi e nel comportamento.

-        Ho capito – la guardo dubbioso – ma questo cosa c'entra con me e la nostra scommessa?

-        E' questa la scommessa

-        Non capisco – la guardo sempre più perplesso

-        Vedi ... l'anziana non si separa mai da una collana di zaffiri .. io voglio che tu te la faccia dare

-        Tutto qui?

-        Si .. tutto qui ... ma attenzione ... deve essere lei a dartela ... di sua spontanea volontà ... non devi minacciarla, vessarla o derubarla

-        Ehi – la guardo inorridito, ma poi le sorrido amabilmente – ma per chi mi hai preso?

-        Bravo bravo .. ridi ora ... voglio vedere quando tornerai da me strisciando senza collana, cosa farai?

-        Non accadrà mai – le sorrido nuovamente - quando posso cominciare?

-        Anche ora ... ma bada ... hai tempo fino a domani mattina ... entro le sette dovrai portarmi la collana .. se no avrò vinto io.

Senza aggiungere altro se ne va lasciandomi di fronte alla casa fatiscente. Sorrido all'idea di quanto  possa essere ingenua Melina ... veramente pensa di mettermi in difficoltà? Tutte le donne, giovani, anziane, ricche, povere, belle o brutte, sono cadute irrimediabilmente ai miei piedi ... e così sarà per questa anziana signora. In questo modo, vinta la scommessa, obbligherò Melina a raccontarmi il suo passato, con la scusa della serata. Entro nella casa dopo aver inutilmente bussato più volte e dopo un lungo gironzolare, trovo la donna nel tinello. E' seduta su una sedia e sta guardando fuori; è sola, vecchia, piegata dagli anni e dal dolore; quasi provo compassione e tenerezza. Ma in un lampo questi sentimenti spariscono di fronte alla reazione dell'anziana donna. Vedendomi di fronte a lei, dopo aver urlato "Al ladro!", prende un bastone vicino alla sedia e tenta di darmelo in testa, fallendo miseramente il bersaglio. La violenza con cui tenta di colpirmi le fa perdere l'equilibrio e la porta a ricadere come un sacco di patate sulla sedia dove prima era seduta. Apparentemente svenuta, si rianima dopo poco e tenta nuovamente di colpirmi, questa volta al grido di "Aiuto! Mi vuole violentare!", al che trattenendo a stento una risata tento di calmarla spiegandole che sono lì per una visita di cortesia, ma onde evitare azioni pericolose, nel frattempo le sottraggo il bastone. La donna per tutta risposta prende un ombrello che è posizionato sull'altro lato della sedia e dopo aver provato a colpirmi ancora, urla disperata "zotico! Maiale! Ladruncolo! Cafone da quattro soldi!" . Ovviamente tutti i suoi colpi vanno a vuoto e dopo poco stramazza sulla sedia, sfinita e distrutta. Quando credo che abbia esalato l'ultimo respiro, quella si rianima nuovamente e ricomponendosi, dopo essersi data una pettinata con le mani, mi guarda in  modo solenne. Ammetto di rimanere stupito del cambiamento che la donna ha; da vecchietta impaurita e fuori di testa si trasforma in anziana ereditiera, fiera e altera.

-        Giovanotto, io non parlo con tipi rozzi e volgari come voi

-        Vedete, voi non mi conoscete

-        E non intendo conoscervi. Andatevene!

-        Signora io ...

-        ANDATEVENE!

-        Ma lasciatemi spiegare

-        Giovanotto per caso siete sordo? A-N-D-A-T-E-V-E-N-E ... o sarò costretta a chiamare la polizia

Il suo tono autoritario e la sua risolutezza mi spingono, mio malgrado a sgomberare il campo. Decido di battere in ritirata per darle il tempo di riprendersi. Aspetto per un pò fuori dalla casa e dopo un'oretta tento una nuova sortita. Il risultato è simile se non peggiore ... e così vado avanti per tutta la giornata. La vecchiaccia, impermeabile ad ogni mia richiesta, puntualmente mi spedisce fuori dalla casa. Indeciso tra lanciargli un colpo mortale, mandando all'aria tutti i miei buoni propositi di non belligeranza, e andare da Melina e prenderla a calci per avermi organizzato questo speciale inferno pomeridiano, opto per la terza soluzione ... andare a casa a schiarirmi le idee e a riposarmi. Purtroppo quando giungo a destinazione, mi rendo conto di avere degli ospiti. Seduto fuori il portico, con le braccia incrociate trovo ad aspettarmi la mia personale croce e delizia .. il mio amico Camus ... l'unico uomo sulla faccia della terra che con uno sguardo riesce a penetrare il profondo della mia anima ... proprio quello che mi ci voleva dopo un pomeriggio infernale ... una serata da incubo! E purtroppo non è solo ... il maledetto ha pensato bene di farsi accompagnare dall'incubo personale di Kanon ... il suo gemello Saga .... fantastico ... doppio confronto ... si prospetta una serata indimenticabile. Però il saluto cerimonioso e le movenze eleganti del mio amico mi fanno balenare un'idea brillante ... mio caro Camus tu sarai il mio personale cavallo di Troia che mi porterà a vincere la scommessa con quell'arpia.

 

 

Eccovi il nuovo capitolo con un Milo leggermente più battagliero, anche se il suo fascino sembra aver perso decisamente colpi. E Camus e Saga come entreranno in questa storia? Di seguito le risposte di sagitta72 alle recensioni:

 

Charme_strange:    innanzitutto grazie per i compimenti sulla costanza, ma sai io e la mia collega amiamo molto leggere e aspettare poco, pertanto ci mettiamo nei panni di chi come noi adora andare avanti e vedere come si evolvono i fatti. quindi da come vedi siamo gia' qui con l'altro capitolo. in effetti per me il dopo Hades vede un Kanon proprio cosi' come lo descrivo e mi fa piacere che non sono l'unica a pensarla cosi'. Milo arrendevole? si e' vero...ma chissa' per quanto...un cavaliere abituato a combattere non so quanto possa resistere a non essere quello che realmente e'...giusto?!  spero continui a piacerti ogni capitolo di piu' e grazie mille per seguirla.

Anzy:   che onore te che leggi una storia scritta anche da me!!! (winnie e' abituata a vederti io e' la prima volta )...vogliamo prenderlo a sberle in due Milo? anche a me fa questo effetto ogni volta, pero' dai poverino, a tutti capita di avere crisi esistenziali nella vita, no?! ... chissa' se Kanon riuscira' a farlo tornare sulla retta via...oppure ci vorra' qualche altro miracolo!! ...Aristea troppo ingenua?...beh si  e' vero, pero' e' anche vero che e' cresciuta solo col padre...non puo' mica credere al primo venuto che si permette oltretutto di parlarne male di lui!!!.grazie tanto per seguirla...e mi raccomando ...non sparire piu' cosi' tanto da Efp!!! sono stata chiara!!

JackoSaint94:  effettivamente anche a me fa ridere Milo in fase di redenzione....con Kanon dall'altra parte per farlo redimere...ma guarda si fanno i favori a vicenda!!!  Sara' che Milo vuole diventare piu' bello di quanto lo e' gia'? Kanon innamorato di Aristea!!!...ma scherzate!! ve lo immaginate voi con moglie e marmocchi intorno?...io proprio no. cmq continuate cosi'..leggete...leggete...e divertitevi, spero!!

Sakura2480:   niente scuse abbiamo tutti i nosti problemi ed impegni...diciamo pero' che hai fatto in tempo a commentare...visto che stiamo aggiornanando e posso risponderti..si e' vero un cavaliere di Athena sa fare solo il cavaliere e basta, ma mi sembra che Milo si stia impegnando molto a non farlo...e ci sta riuscendo alla grande!! Kanon invece e' proprio un vero cavaliere....freddo ...implacabile...letale...ma pur sempre galante..non credi?...peccato pero' che le stia vicino solo per indagare...vabbe' si sa, ha altri interessi. un bacione a te e grazie di essere sempre presente...

 

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Capitolo 10
*** Capitolo VIII - Chiarimenti ***


Capitolo VIII

Chiarimenti


Questo capitolo è stato scritto da Sagitta72


Seguo Milo fino alla porta e gli urlo dietro che spero che quando raggiungerà Melina, questa gliele dia di santa ragione, stavolta ha esagerato veramente. Prima di parlare a volte e’ meglio connetterlo il cervello, si eviterebbero tanti fastidi e soprattutto offese gratuite. Quando mi giro per tornare dentro, mi trovo Aristea che mi guarda ancora con gli occhi umidi, carichi di quella commozione che si e’ impadronita di lei alla vista di Milo ed io non posso fare a meno di sentirmi nuovamente infastidito. Vorrei addirittura che se ne andasse via ... quasi quasi la invito ad uscire, ma non posso nemmeno permettermi di farlo, in fondo non sono a casa mia e se dovesse arrivare il vecchio almeno rivedrebbe sua nipote dopo tanto tempo … ora devo pure farmi i problemi su come comportarmi ... ma si, che rimanga pure, io vado a prendermi qualcosa da bere. Le passo accanto senza dirle nulla e vedo con la coda dell’occhio che lei osserva le mie mosse; mi lascia passare e si gira per vedere dove sto andando. Dalla cucina le chiedo freddamente se anche lei vuole qualcosa e alla sua risposta negativa, mi limito a soddisfare solo il mio desiderio di sete. La vedo che gira per il negozio in cerca di qualcosa che subito trova: la foto che tanto ha sconvolto sia me che Milo! Dopo averla fissata per un po’, sospira e girandosi verso di me:

  • Certo che qui e’ tutta un’altra persona..

  • Già ...

  • Vorrei tanto sapere che le e’ successo

  • Bisognerà torturarla per farla parlare

  • Come scusa? – guardandomi sconvolta

  • si … sotto tortura parlano tutti … conosco molti metodi, sai?

  • Ma che dici?

  • Niente di insensato … ci sono ancora paesi che ne fanno uso... – e piano piano mi avvicino a lei che stranamente rimane immobile, chissà’ perché avrei pensato che si sarebbe allontana

  • Perché mi tratti così?

  • Così come.?

  • Come se stessi cercando di mettermi paura

  • Non ne hai?

  • No ..

  • Strano, mi era sembrato il contrario qualche ora fa …

  • Ce l’hai con me vero?

  • Perché dovrei?

  • Puoi per favore semplicemente dire si o no?

  • Ah ma riesci anche ad importi ogni tanto

  • Ho capito, tu pensi che io sia soggiogata dai miei amici …

  • Ma non erano fratelli per te?

  • E’ come se lo fossero, ma non li chiamo tali, non lo sono …

  • Ma per tuo padre sono i figli mancanti

  • Ho capito che forse e’ meglio che me ne vada … riesco a decifrare dal tuo tono che sei abbastanza arrabbiato da non volermi fra i piedi … sai sarò forse ingenua, ma non stupida … - una volta giunta sulla porta rimane a fissarmi per un istante e poi abbassando lo sguardo e con voce bassa che fatico quasi ad udire – io volevo che mi aiutassi a capire realmente le cose….

  • E come vuoi che ti aiuti se non ti fidi di me … - le vado incontro e le alzo il volto con l’indice per farmi guardare- e poi che cos’é che vuoi capire?

  • Vorrei che mi accompagnassi per il paese e mi facessi parlare con le persone che hanno avuto problemi con loro …

  • E perché non lo chiedo a Milo?

  • Vorrei che venissi tu … -

  • Che onore … - alzo un sopracciglio e le lascio il viso

  • Smettila per favore di prendermi in giro … se non vuoi venire non importa, andrò da sola … anche se speravo nel tuo aiuto.

  • Non ti fidi di me però vorresti che ti aiutassi … ahahah… non credi che ti stai contraddicendo?

  • Non ho mai detto che non mi fido di te

  • Non a parole …

  • Ero solo un po’ confusa prima

  • Toglimi solo una curiosità – e incrociando le braccia al petto la sfido con lo sguardo – che hai detto a tuo padre per venire qui?

  • Nulla … non c’era in casa … dopo che mi hanno accompagnato se ne sono andati subito e ho riflettuto su tutto quello che era accaduto, così ho approfittato del fatto che non ci fosse per uscire di nuovo

  • Mhmmm

  • Però non posso perdere troppo tempo Kanon … ti prego, possiamo andare?

  • E va bene … giusto perché non mi va che giri da sola … non si sa mai.

  • Bravo ragazzo – mi volto e vedo che a parlare e’ il vecchio

  • Nonno!!

  • Aristea … angelo mio , finalmente ti rivedo dopo tanto .. – e stringe a se l’adorata nipote

  • Hai ragione scusami, non sono più’ passata ma sai ho tante cose da fare e poi papà ultimamente ha molte pretese ...

  • Mia cara … cerca di dipendere meno da lui … ma dimmi dove state andando?

Aristea a questo punto si sente in dovere di spiegare al nonno la visita al negozio, le racconta l’incontro avvenuto tra me e quei ragazzi e la ragione che l’ha spinta a voler cercare delle spiegazioni in merito, soprattutto dopo aver visto lo stato in cui ha trovato Milo. E certo altrimenti mica si sarebbe posta tante domane! Dopo esserci congedati dal vecchio, ci incamminiamo per il paese silenziosamente; ho accettato di accompagnarla a fare la detective, ma con ben poco entusiasmo, tanto non crederebbe nemmeno se li vedesse all’opera. E poi oggi e’ stata una giornata davvero pesante, Milo che, nonostante il trattamento subito, continua a fare il menefreghista, quei tre a cui avrei voluto ridare una bella lezione, ma purtroppo con lei presente non ho potuto che trattenere la mia ira, tutta la sua impazienza di vedere Milo, l’abbraccio, i piagnistei, non le sopporto tutte queste smancerie. Facciamo velocemente quello che la signorina desidera e poi l’accompagno a casa, per oggi ne ho davvero abbastanza. Mentre camminiamo lungo le vie del paese noto come le persone si fermino ad osservarci al nostro passaggio,naturalmente nei miei confronti, non conoscendomi, lanciano occhiate curiose, ma quando guardano lei sorridono debolmente salutandola e si scuriscono in volto. E a tutto ciò lei non fa caso, e’ talmente convinta dell’innocenza che regna a casa sua che non si accorge di come le gente resti molto distaccata, nonostante le rivolgano il saluto e la parola. Mentre la guardo scuoto la testa e le dico:

  • Ma non ti accorgi di nulla?

  • Dovrei?

  • Si …

  • Veramente non riesco ancora a notare nulla di strano …

  • Nemmeno nelle persone che incontri?

  • no … mi sta sfuggendo qualcosa?

  • Purtroppo a te sfugge tutto … - e mi volto continuando a guardare dinanzi a me, lei si blocca e trattenendomi per il braccio

  • Senti Kanon … ti pregherei di essere meno vago e di darmi qualche spiegazione in più e soprattutto evita di continuare a trattarmi così freddamente… te l’ho detto e te lo ripeto tutt’ora … - le si blocca la voce – se non ti va puoi anche … andartene – ma non lo dice molto convinta … oh al diavolo, basta, mi sto facendo condizionare dalla mia gelosia assurda, lo ammetto.

  • D’accordo scusami, purtroppo a volte non riesco a controllare il mio disappunto e divento intrattabile …

  • Perfetto, ora mi puoi dire che accade intorno a me di cosi’ preoccupante da non accorgermene? Tutte le persone che ho incontrato fin’ora hanno ricambiato i miei saluti senza nessun problema.

  • Certo … ma i loro sguardi non erano sereni …

  • Ho capito ti riferisci al loro modo di interagire con me … ma vedi da quando ho perso mia madre da piccola, hanno sempre avuto questo genere di comportamento nei miei riguardi, si e’ vero e’ fastidioso sentirsi continuamente compatita, ma che devo fare? … a quanto ho capito questo e’ il modo che hanno di esternare la loro solidarietà

  • E tu sei convinta che questa sia l’unica ragione?

  • Evidentemente non e’ così per te

  • No, mi dispiace io la vedo diversamente … scusami se te lo dico ma tu sei troppo ingenua … sei condizionata da tuo padre e da tutto ciò che ti dice …

  • Non e’ che per caso sei tu che ti fai condizionare dai racconti di mia cugina e di mio nonno?

  • Ah si … bene vieni con me allora..

L’afferro per la mano e senza nessuna delicatezza la trascino con me in mezzo alla folla, andando dritto alla meta che mi ero già prefissato dal momento che mi aveva chiesto di accompagnarla. La sento che non riesce a stare al mio passo, ma non mi importa, ho troppa fretta di farle aprire gli occhi, non posso permettere che viva una vita inconsapevole di quello che la circonda e soprattutto priva di amore e di giustizia, mi sembra che abbia già abbastanza sofferto nella sua vita, e’ ora che si prenda le sue rivincite. La sento che ogni tanto mi strattona per farmi rallentare, ma sono talmente furioso che non mi rendo conto che potrei effettivamente farla cadere o inciampare. Arriviamo davanti al negozio del vecchio di cui le ho parlato e la lasciandola in disparte, intimandole di non farsi vedere per permettere all’uomo di poter parlare liberamente, mi avvicino al vecchio e chiedo come stanno andando le cose. Lo vedo spaventato e riconoscendomi nell’inseguitore e giustiziere di quel giorno, mi dice che i ragazzi sono tornati proprio quel pomeriggio a minacciarlo di non raccontare nulla in giro perché altrimenti la prossima volta non si sarebbero limitati a rovinargli la sola attività, ma anche la propria residenza. A quelle parole mi ribollisce il sangue e lancio uno sguardo di sbieco ad Aristea, che nel frattempo e’ impallidita e ha messo una mano sulla bocca per evitare di farsi sentire. Mi rivolto immediatamente verso il negoziante e lo assicuro che non gli succederà nulla di tutto quello e che, se avesse bisogno di qualcosa, potrebbe venire a cercarmi tramite il negozio di fiori del nonno di Melina. Naturalmente lui si sente un po’ più sicuro e ringraziandomi mi regala un piccolo foulard da donna; lo guardo perplesso , ma lui mi spiega che vendendo solo accessori femminili non può darmi di più e mi augura di trovare una donna che meriti tutta la mia onestà e bontà d’animo. Peccato che non mi ha conosciuto prima, non so se mi avrebbe detto la stessa cosa. Lo prendo solo per non offenderlo e spiegazzandolo in malo modo me lo infilo in tasca, lo saluto e me ne vado trascinando velocemente lontano da lì Aristea , che nel frattempo ha cominciato silenziosamente a piangere. Arrivati fuori dal paese le lascio andare la mano e ci fermiamo: lei comincia a singhiozzare ininterrottamente. Non so davvero come comportarmi, mi dispiace vederla in quello stato, vorrei poterla consolare in qualche modo ma sinceramente da che parte incominciare non saprei … uff … ho affrontato situazioni peggiori di questa, possibile che mi lascio intimidire da due fiumi di lacrime!! Mi avvicino dietro di lei e appoggio le mani sulle sue spalle:

  • Basta piangere…

  • Non ..non riesco … - vedo che si sta asciugando il viso con le mani, allora prendo il foulard e glielo porgo

  • Ma questo …non devi … hai sentito che ti ha detto quell’uomo …

  • Figurati … e poi non sono per queste cose .. ora serve a te …

  • Grazie .. – asciuga le lacrime e voltandosi verso di me – non posso crederci …

  • Lo so, ma e’ così

  • Secondo te ora che dovrei fare?

  • Non dire nulla ne’ a loro ne’ a tuo padre, per il momento fai finta di niente

  • Ma non riesco a mentire .. mi si leggerebbe in faccia … soprattutto a mio padre che non sfugge nulla

  • Digli che hai litigato con Melina .. tanto dovrebbe esserci abituato no?!

  • Va bene farò così … mi accompagni a casa?

Accenno un si e ci dirigiamo verso la sua abitazione, quando arriviamo la lascio sulla soglia del cancello, mi appoggio con la mano alla ringhiera mentre aspetto che lei apra; una volta spalancato il cancello, prima di entrare mi rivolge un caldo sorriso che prontamente ricambio molto soddisfatto, peccato che quell’unico bel momento che si stava creando fra di noi venga interrotto da una voce tuonante e carica di rabbia:

  • Che storia e’ mai questa!!!

  • Papà!! – mi volto dalla sua parte e l’uomo in questione spalanca gli occhi

  • E tu che ci fai qui …

  • Papà lui mi ha solo accompagnato a casa …

  • Vai dentro …

  • Ma …

  • Ho detto vai dentro e non discutere … muoviti – naturalmente lei obbedisce e senza nemmeno salutarmi entra in casa.

  • Ti ho chiesto come mai sei qui

  • Gliel’ha spiegato già sua figlia

  • Evita questi convenevoli con me

  • Non capisco quello che vuole dire

  • Dico semplicemente che dopo il tempo che abbiamo passato insieme non c'e' bisogno di queste inutili formalità …

  • Credo che mi stia confondendo con qualcun altro – gli rispondo molto tranquillo

  • Io invece credo che tu stia fingendo di non conoscermi … e non ne capisco il motivo … visto e considerato che sei diventato quello che sei solo grazie a me … e al mio stupido orgoglio che non ha fatto altro che indebolire le mie capacità …

  • Mi dispiace … ma continuo a non capire … io e lei non ci siamo mai visti prima d'ora … e le assicuro che non mi scordo facilmente delle persone che incontro … le ripeto … mi sta scambiando per qualcun altro …

  • Se vuoi farmi credere questo fai pure … il tempo come ha cambiato te …. ha cambiato me … e ti posso assicurare che ora che sei qui non ti lascerò via di scampo … e soprattutto stai lontano da mia figlia, lei non devi toccarla...sono stato chiaro!!!

Si avvicina e mi sfida guardandomi dritto negli occhi: nel suo sguardo posso leggervi tutto l'odio che ripone nei miei confronti; ho intuito perfettamente il perché di questo comportamento: e’ convinto che io sia mio fratello, l’uomo anzi il bambino contro il quale ha perso il combattimento che avrebbe dato al vincitore l’investitura di cavaliere di Gemini. Lui però non può conoscermi, come nessuno mi conosceva all’epoca del resto, ed io non ho nessuna intenzione almeno per il momento di uscire allo scoperto. Mi limito solo a contraccambiare lo sguardo facendogli capire che le sue minacce non mi intimoriscono affatto, gli do le spalle e me ne vado convinto che lo scontro tra noi due non mancherà di arrivare. Mi avvio verso casa deciso a parlare con Milo di quanto accaduto, sperando che sia sopravvissuto all'attacco di Melina. Mi viene da ridere al pensiero di trovarlo mezzo moribondo per le percosse prese da quel fenomeno di ragazza. Mentre mi avvicino vedo una persona accanto a Milo, allungo il passo cercando di capire di chi si tratta e soprattutto per evitare, visto che è in piedi, che il tizio che gli e' accanto lo stenda per terra, ma quando sono qualche passo da loro riconosco Camus che mi saluta:

    • hai visto come lo fa bello il tuo amico la vacanza?

    • si devo dire che nelle tue mani Kanon sapevo che sarebbe stato al sicuro

    • guarda giusto perchè sei te Cam te la faccio passare questa battuta … come mai da queste parti?

    • Siamo venuti per vedere che combinavate

    • Siamo..?

    • Ciao Kanon – riconoscendo la voce mi volto sorpreso dalla sua parte

    • Saga!

Rimango ad osservare mio fratello mentre si alza dalla scalinata e viene verso di me. Noto un certo imbarazzo anche in lui e una volta vicino mi allunga una mano che prontamente stringo. Ma questa volta non e’ come il primo giorno che ci siamo rivisti, dove fugacemente ci siamo scambiati lo stesso saluto, ora siamo lì a guardarci dritto negli occhi prolungando quel contatto che mancava da poco più di tredici anni. So che Milo e Camus dicendo qualcosa stanno rientrando, ma sinceramente non ho sentito nulla, anche se sono sicuro che il loro volere e’ quello di lasciarci da soli per chiarire una situazione che ancora non si e’ sbloccata del tutto. Saga ad un certo punto mentre mi lascia la mano abbassa lo sguardo e volta il viso verso il mare, mi sembra imbarazzato quanto me, vorrei iniziare la conversazione, ma non so da che parte cominciare, meno male che ci pensa lui a rompere questo imbarazzante silenzio:

  • Sorpreso di vedermi qui?

  • Si … sinceramente non ti aspettavo

  • E sinceramente nemmeno io pensavo di venire…

  • E … come mai poi hai cambiato idea?

  • Ho incontrato Camus che stava partendo per venire a trovare Milo … così mi ha chiesto di accompagnarlo … dicendomi che sicuramente mi avrebbe fatto bene venire qui – leggo una leggera malinconia nel suo sguardo – spero che abbia avuto ragione ….

  • Già …. Secondo me hai fatto bene … si sta abbastanza tranquilli … e’ un’isola insolita un po’ strana , si capisce ora perché Milo e’ così …ahahaah … - noto volentieri che scappa anche a lui un sorriso alla mia battuta, poi torna di una serietà che mi incute timore su quello che starà per dire … sento in lui uno stato di confusione quanto il mio

  • Kanon ….

  • Dimmi

  • Ti da fastidio che io sia qui?

  • No

  • ….

  • ….

  • Non so da che parte cominciare …

  • Beh comincia dall’inizio .. – gli dico

  • Dipende quale inizio intendi ….

  • L’inizio della fine … - ci guardiamo intensamente negli occhi e mio fratello con un velo lucido mi riesce solo a dire

  • Mi dispiace ….

  • Sono io che dovrei chiedere scusa a te … - mi sento in dovere di rispondere

  • Si ma io … avrei dovuto cercare di aiutarti, anzichè liberarmi di te … in quel momento pensavo che fosse la cosa giusta da fare ….

  • Non che non lo meritassi … - entrambi parliamo guardando l’orizzonte del mare

  • Si ma eri pur sempre mio fratello … e non era quello il comportamento da adottare nei tuo confronti …

  • Se tu non l’avessi fatto io avrei comunque agito nel male … era nella mia indole in quel momento e non mi avresti destato per nessuna ragione al mondo … anzi … avremmo compiuto atti ancora più indegni … e sono sicuro che ora nemmeno Athena sarebbe tra noi …

  • Forse hai ragione tu

  • Si che ce l’ho … anzi, sono io che ti devo chiedere scusa per tutto quello che ti ho fatto fare … potrai mai perdonarmi per averti spinto ad uccidere il tuo migliore amico … che consideravi un fratello? - non so perché ma sento una morsa allo stomaco pronunciando l’ultima parola e non riesco più a proseguire, lui punta i suoi occhi nei miei e con tono deciso

  • Tu sei mio fratello … per quanto bene gli volessi non avrebbe mai preso il tuo posto … e comunque le mie azioni sono dipese solo da me, come cavaliere d’oro avrei potuto combattere molto di più contro il lato oscuro … non dimenticare che la forza di volontà è sempre stata alla base degli insegnamenti impartitici.

  • Già … - poi dopo un lungo silenzio che sembra un’ eternità – fa un caldo tremendo oggi … dai vieni entriamo dentro, ho qualcosa di molto importante di cui parlarti …

  • Si tratta del motivo per cui sei rimasto?

  • Non proprio, ma ora diventa importante la presenza su quest’isola e …. Forse anche la tua.

Mentre entriamo dentro abbraccio mio fratello per le spalle e lui fa altrettanto, mi guarda di sbieco e mi sorride scuotendo la testa per poi dirmi:

  • Allora come va la convivenza?

  • Saga … per favore … parliamo d’altro …

  • Si dai parliamo d’altro … -sorride sornione Milo – ci sono argomenti molto più interessanti … quali … ad esempio …. tuo fratello alle prese con l’innamoramento …

  • Ma di che diavolo stai parlando stupido artropode? - esplodo io

  • Eh dai su … non mi dire che il fascino di Aristea non ti ha colpito … e poi lo hai detto anche tu che e’ carina …

  • Appunto ho detto carina … non affascinante … - poi gli sorrido malevolo - piuttosto parliamo del tuo incontro di poco fa con la dolce Melina … fatti un po’ guardare … .mmmh, non vedo abrasioni in più rispetto a quelle che già hai … e’ stata magnanima oggi?

  • Mah! Direi che oggi è stata rimpiazzata da quella che potrebbe essere lei tra 50 anni … un incubo … comunque Camus andiamo che ho bisogno di parlarti

  • Cos'è, hai bisogno del suo aiuto per fare colpo sul fenomeno da battaglia??

  • Piantala Kanon dai … piuttosto anche tu mi dovevi parlare di qualcosa o sbaglio?- mi dice mio fratello

  • Eh? ah si …

  • Come ti compatisco Saga … mi raccomando abbi pietà di lui, in fondo non e’ colpa sua se non sa come sono i primi approcci tra innamorati


E Milo uscendo, trascinato da un Camus sorridente, mi fa l’occhiolino mentre io lo fulmino con lo sguardo.



E ora, come se la sbroglierà il povero Kanon, che dovrà raccontare tutto al fratello appena ritrovato. E Milo riuscirà a coinvolgere Camus nel suo piano per vincere la scommessa? Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti coloro che stanno leggendo questa storia, soprattutto quelli che lo fanno con tanto entusiasmo :-DDD.

Di seguito le risposte di winnie343 alle recensioni lasciate

x charm_strange: nel prossimo capitolo potrai scoprire se e come Milo otterrà l'aiuto di Camus, ma non scherziamo il nostro Camus è talmente magnanimo che non vorrebbe mai nulla in cambio, il problema semmai è se riusciranno nell'impresa :-). Kanon invece avrà ancora un po' da fare con il caro fratello, ma per quello ci vorrà più tempo.

X JackoSaint94: innanzitutto grazie per i complimenti, ma veramente grazie, tu ci lusinghi e anche troppo. Per quanto riguarda Milo, ma sai che il suo fascino è quasi irresistibile, peccato che per la vecchia invece servirà l'aiuto di Camus, soprattutto peccato per noi che dovremo sacrificarlo e soprattutto peccato per lui … poverino chissà che dovrà fare :-((.

x anzy: eh si diciamo che Melina in questo momento sarebbe disposta a tutto per liberarsi di quell'invadente di Milo. Ma lui non demorde, tanto con la vecchia chiederà a Camus di sacrificarsi, bella forza! Sulle motivazione per cui Melina è così, ma chissà se avrai ragione, ma sul fatto che Milo farà di tutto per aiutarla questo è certo. Alla prossima cara

x sakura2480: beh se prima Melina non lo polverizzerà o se Milo non gli romperà la testa forse qualcosa potrebbe accadere tra i due. Tanto alla vecchia ora ci penserà Camus. Ti giuro quando hai scritto di Milo e della sua insistenza mi hai fatto morire. Su Kanon hai perfettamente ragione, quelli di Hades ci avrebbero dovuto pensare prima e reclutare tante belle gnocche, forse avrebbe vinto ;-)).

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Capitolo 11
*** Capitolo IX - Una notte movimentata ***


Capitolo IX

Una notte movimentata



questo capitolo è stato scritto da winnie343




Dopo aver lasciato soli i due gemelli trascino Camus sulla mia amata spiaggia e lo invito a farsi un bagno; al suo diniego mi spoglio velocemente e mi tuffo in acqua; ho bisogno di lasciarlo un po' sulle spine, prima di affrontare ciò che più mi preme in questo momento e il bagno mi sembra una buona scusa per farlo attendere. Il bastardo però, che deve conoscermi quasi quanto me, decide nonostante il suo rifiuto iniziale, di seguirmi e togliendosi solo le scarpe mi raggiunge in acqua. Nuotiamo in silenzio per un po' … ammiro il suo modo elegante di nuotare e i suoi capelli rossi illuminati dalla luce bianca della luna … ora è il momento … non posso indugiare oltre … so che ha già mangiato la foglia

  • Sai Camus, solo ora mi rendo conto di quanto i tue modi siano così eleganti e raffinati. Pensa … in tutti questi anni di amicizia fraterna non me ne ero mai accorto. Sarà perchè sei francese, sarà perchè domini le energie fredde, ma tu ora ai miei occhi sei veramente il principe dei ghiacci.

  • Cosa vuoi Milo?

  • Che intendi dire? - faccio finta di fare il finto tonto e il mio amico, più sornione di me, accenna un sorriso

  • E va bene, giocherò al tuo gioco.

  • Cosi' mi offendi Camus – assume l'espressione più contrariata che so di possedere

  • Per così poco? - anche lui assume un espressione contrariata – Che non sia mai che il piccolo Milo si offenda! Avanti cosa vuoi da me?

  • Ah … la mia croce e delizia, ecco cosa sei per me – Camus sorride nuovamente alle mie parole – e va bene. Ho bisogno che tu recuperi un oggetto per me

  • Un oggetto? Io dovrei recuperare un oggetto per te? Hai deciso per caso di diventare l'uomo più pigro del mondo? Non sei in grado da solo di recuperare quest'oggetto?

  • Se fossi in grado di farlo non te lo chiederei … ah sei tanto bello quanto stupido! - Sul mio volto faccio comparire il mio sorriso canzonatorio.

  • Usciamo … mi sono stancato di stare ammollo.

Usciti dal mare, Mi butto sulla sabbia, mentre Camus si siede accanto a me e comincia a fissare la luna. Osservando i suoi lineamenti perfetti mi commuovo al pensiero che dopo tutto il ritorno alla vita mi ha restituito anche il mio migliore amico. Nella mia precedente esistenza, ciò che più mi aveva addolorato era stata la sua morte; non fraintendetemi, sapevo, come del resto sanno tutti i guerrieri di Athena, che la morte è sempre in agguato … che si può morire … soprattutto se si decide di difendere la giustizia … ma certo nella mia mente ingenua non avevo mai pensato che Camus potesse morire veramente … io ero lo scapestrato … io ero colui che danzava continuamente con la Signora con la Falce … eppure alla fine quello a morire per primo è stato lui.

  • Posso farti una domanda? - Camus mi guarda con occhio severo

  • Non centra nulla con la richiesta di prima vero?

  • No

  • Ti ascolto

  • Perchè?

  • Perchè cosa?

  • Avanti … lo sai … - il mio amico sorride

  • Ho giocato le mie carte e ho perso .. tutto qui

  • Non dire stupidaggini Camus – mi faccio serio – tu, meglio di chiunque altro, conoscevi il valore di Hyoga e sapevi chi era in realtà il Grande Sacerdote … ne sono sicuro …

  • Non sapevo chi fosse il Grande Sacerdote

  • Ma sapevi comunque che loro agivano in nome della giustizia – il suo silenzio conferma i miei sospetti, facendomi salire la rabbia in corpo – e allora per amor del cielo, perchè hai deciso di scontrarti comunque con lui?

  • Perchè nessuno a parte me lo avrebbe potuto far uscire dal torpore nel quale il suo cuore era impantanato.

  • Cosa? Mi stai dicendo che ti sei fatto uccidere da Hyoga per permettergli di diventare un vero Saint e di raggiungere il settimo senso? - mi alzo in ginocchio fronteggiando Camus

  • Non ho detto questo – il mio amico non fugge il mio sguardo – non mi sono fatto uccidere Milo e ho combattuto con lui per offrirgli la possibilità di raggiungere il massimo della sua potenzialità

  • Balle – mi alzo di scatto, ancora furente – le tue sono tutte balle! Sapevi che non saresti mai riuscito ad ucciderlo

  • Ne sei convinto? - Camus si alza in modo che i nostri sguardi possano incrociarsi di nuovo

  • Si .. tu non sei capace di uccidere le persone a cui vuoi bene … come custode delle energie fredde fai schifo – il mio amico sorride

  • Viva la sincerità.

  • Si … la sincerità … è questo che ti chiedo … di essere sincero con me. Ammettilo Camus! Ammetti di esserti fatto uccidere da Hyoga

  • Pensi veramente che io avessi così poco a cuore la mia vita?

  • Penso che tu abbia sempre avuto più amore per la morte che per la vita.

  • E questa da dove ti viene?

  • Dai fatti, amico mio, dai fatti. Altrimenti non saprei spiegarmi come tu possa aver perso contro Hyoga – Camus accenna un sorriso

  • Forse perchè il mio allievo era più forte di me?

  • Ah .. lasciamo perdere …

  • D'accordo. Sarò onesto con te …. se tu lo sarai con me.

  • Cosa vuoi dire?

  • Perchè sei qui?

  • Come perchè … lo sai perchè

  • Non credo ad una sola parola di tutto ciò che hai detto fino ad oggi. E' arrivato il tuo turno di fare delle ammissioni

  • Cosa devo ammettere?

  • Che hai paura

  • Paura?

  • Si .. paura

  • Paura di cosa?

  • Paura della vita! Paura di vivere Milo. Paura di doverti assumere le tue responsabilità. Paura di affrontare fino in fondo il tuo destino.

  • Che sciocchezze! Non ho forse già affrontato il mio destino?

  • Si … e hai perso … e ora che ti è stata offerta una seconda possibilità hai paura di perdere nuovamente … per questo fuggi il tuo destino

  • Non è così …

  • Si invece …

  • Anche tu hai avuto paura?

  • Paura? … forse .. in un certo senso … - il mio sguardo enigmatico lo spinge a darmi una spiegazione più precisa – io penso che ognuno di noi per dare un senso alla propria esistenza deve lasciare un segno tangibile su questa terra … e sinceramente non volevo essere ricordato per colui che aveva servito fedelmente un impostore.

  • Capisco … e per cosa volevi essere ricordato?

  • Per aver contribuito a creare un uomo migliore di me - Le parole di Camus sono come un pugno nello stomaco. Semplici. Lineari. Crudeli

  • Io non ho contribuito a creare nulla. Consolante vero? Ho solo distrutto

  • Non è così e lo sai bene … tu hai aiutato Athena a creare un mondo migliore … non è una cosa magnifica?

  • ….

  • Evidentemente non sei ancora pronto.

  • Senti Camus … non ho voglia di affrontare questo discorso ora …. io …. sono contento di parlare nuovamente con te … io … sono contento di riavere il mio amico … ma

  • Ma come al solito dovrai sbatterci la testa personalmente …

  • ….

  • E va bene … io sono qui Milo … cosa devo fare per te?

  • Ti racconterò tutto strada facendo … non abbiamo molto tempo

Mentre ci dirigiamo verso la villa racconto a Camus gli avvenimenti degli ultimi giorni … gli parlo del vecchio, del mio passato, della tristezza che ossessiona il mio paese e del cambiamento di Melina. Gli racconto della scommessa e dell'obbiettivo che voglio raggiungere. Giunti di fronte la casa, il mio amico con sguardo pensieroso comincia ad osservare la facciata di fronte a noi

  • Capisco … perchè vuoi vincere questa scommessa?

  • Te l'ho detto … voglio scoprire il passato di Melina e questo mi sembra un buon modo per farlo …

  • Ma lei non vuole dirtelo …

  • Si … è vero … ma lei ha bisogno di aiuto …

  • … che strano

  • Cosa?

  • Mi sembra di sentir parlare me – il sorriso sarcastico di Camus mi fa comprendere quanto io alla fine sia bravo a predicare ma non altrettanto a rispettare

  • Hai ragione .. forse dovrei farmi gli affari miei

  • No … per carità … proprio ora che sembri interessarti a qualcosa di diverso dalla tua spiaggia non mollare proprio ora ...ti aiuterò …

  • Veramente? E pensi che sia giusto?

  • Penso che al momento opportuno tu saprai cosa è giusto

  • ...ah … Camus … il solito Camus … troppa fiducia riponi in me.

Il mio amico risponde al mio sorriso con uno sbuffo e dopo avermi congedato platealmente entra nella villa con l'obiettivo di sedurre l'anziana proprietaria: il fine ultimo è farsi dare la collana. Non dubito della buona riuscita della missione, Camus è nato per stupire ed incantare: lui è un uomo di classe e con le donne d'altri tempi questo è sempre ottimo strumento di conquista. Il tempo passa, però e il mio amico non si vede. Comincio a pensare che la vecchia pazza, in un improvviso attacco di follia lo abbia ucciso con il suo maledetto bastone da passeggio. Quando credo di aver perso ormai ogni speranza, lo vedo uscire dalla villa. Mi avvicino a lui domandandogli se ha la collana.

  • Avevi qualche dubbio? - sorrido maliziosamente

  • Beh, no. L'unica cosa che mi preoccupa però è cosa sarai stato costretto a fare per fartela dare! - Camus risponde al mio sorriso con un'espressione indifferente

  • Assolutamente nulla.

  • Nulla?

  • Esatto. Sono andato da lei, mi sono presentato. Le ho chiesto la collana, le ho spiegato perchè mi serviva e lei me l'ha data.

  • No! Non ci credo!

  • E' la verità

  • Non l'hai dovuta sedurre, non hai dovuto accettare nessun ricatto. Non sei stato preso ad ombrellate?

  • Nulla di tutto ciò

  • Come hai fatto? - sono sinceramente stupito

  • Milo gli ho raccontato la verità. Sai … a volte è la cosa migliore. Comunque si è raccomandata di riportargliela.

  • Certo.

  • E poi …

  • Ecco appunto, cosa vuole in cambio? Sarò io a dovermi prostituire? - Camus mi sorride

  • mi ha detto di dirti che spera sinceramente che riuscirai a far riemergere la vera Melina – rimano stupefatto – la tua virtù è salva mio caro.

Senza dire nulla ci avviamo verso il negozio di fiori; non riesco a rimuginare sulle parole di Camus; spero sinceramente di riuscire ad aiutare la mia vecchia amica, forse se lei riuscirà ad uscire dal suo incubo, forse … riuscirò anche io a liberarmi da questa pesantezza che mi porto addosso. Arrivati sotto la sua finestra, benchè siano appena le 6 di mattina, comincio ad urlare il suo nome. In questo modo riesco ad ottenere la sua attenzione, oltre a quella dei suoi vicini. Melina si scapicolla per le scale nel tentativo di evitare che le persone che vivono accanto mi possano tirare qualche vaso in testa e poi possano prendere lei a male parole, con il risultato che esce di casa in camicia da notte di flanella, in ciabatte e con i rolli in testa; a questa visione Camus quasi collassa … il mio amico è molto bravo a dissimulare i suoi sentimenti, ma conoscendolo sono sicuro che anche lui, sempre così pacato e lucido abbia avuto un sincero moto di terrore alla vista di Melina. Lei dopo aver squadrato dalla testa ai piedi il mio amico, puntandomi il dito addosso, comincia a sibillare

  • Di ma sei impazzito?

  • E perchè mai scusa?

  • Ti sembra questa l'ora di arrivare urlando?

  • No, questa mi sembra l'ora per farti vedere la collana che ho appena conquistato – alla vista del gioiello della vecchia, Melina quasi cade come un pupazzo di pezza, se non ci fosse Camus a sorreggerla franerebbe al suolo

  • Come hai fatto?

  • Non è affar tuo come ci sono riuscito. Tu devi solo andarti a sistemare perchè questa sera uscirai con me.

  • Scordatelo – fa per andarsene, ma la trattengo per un braccio.

  • E' no mia cara, una scommessa è una scommessa e tu devi rispettarla.

  • Io … no .. tu hai barato … - Melina comincia ad osservare Camus e dopo poco emette un suono gutturale facendomi rabbrividire – ma certo, questo damerino dai capelli tinti ti ha aiutato

  • Innanzitutto i suoi capelli sono naturali e seconda cosa … si mi ha aiutato .. ma questo non invalida la scommessa.

  • Ma … si invece che la invalida

  • No … tu non mi hai detto di non farmi aiutare -Melina rimane indecisa sul da farsi, quando dal negozio spunta suo nonno

  • Mia cara … sai che devi rispettare la promessa fatta … o ti ho insegnato a rispettare gli accordi e tu non puoi deludermi

  • Ma nonno … io … non …

  • Avanti … - le sorrido amabilmente – che sarà mai! Devi solo uscire con me questa sera!

  • E va bene - Melina sospira pesantemente - .. ma non andiamo in posti affollati .. niente cena … niente cinema .. niente …

  • Se continui così non ci rimarrà nulla da fare – sbuffo divertito

  • … e soprattutto … non sarà un appuntamento galante -

  • D'accordo – sorride soddisfatta, ma al mio sorriso il suo le muore in bocca – però dovrai darti una sistemata … anzi … ti manderò qualcuna per darti una sistemata … non voglio andare in giro con un sacco di patate infagottato

Le sue proteste e rimostranze non servono a nulla. La costringo a salire in camera sua ordinandole di farsi per cominciare un bel bagno. Dopo chiedo ad uno dei ragazzini che aiutano il vecchio di andare a cercare Aristea e quando quest'ultima arriva trafelata e preoccupata la supplico di andare ad aiutare Melina a rendersi più presentabile

  • Tu hai voglia di scherzare Milo! Non mi permetterà mai di fare quello che mi chiedi

  • Oh si invece! Fidati … lo farà … deve farlo

Anche se poco convinta, Aristea acconsente alla mia richiesta e raggiunge la cugina in camera sua. Mettendomi seduto sulle scalette del negozio sorrido a Camus

  • Avanti amico mio, mettiti seduto … ci vorrà molto tempo per fare il miracolo, sempre se sia possibile fare qualcosa

  • No Milo

  • Pensi che non si possa fare nulla per sistemarla? Vuoi dire che mi toccherà uscire con la donna barbuta?

  • Non volevo dire questo. Io torno al Santuario.

  • Perchè? - le sue parole sono una doccia fredda

  • Volevo vedere come stavi. Ti ho visto. Ora me ne rivado.

  • Capisco – rimango un po' deluso e Camus se ne accorge

  • Avanti Milo … la mia presenza qui non riuscirebbe ad aiutarti

  • Si … lo so … solo che mi dispiace che tu te ne vada. - il mio amico sorride, ma non riesce a rispondere perchè viene interrotto dall'arrivo di Saga e Kanon

  • Eccoti qui Camus.

  • Si … eccomi qui.

  • Io sto per andarmene. Tu che fai?

  • Vengo con te. Immagino invece che Kanon si fermerà ancora un po'

  • Qualcuno deve pure occuparsi di questo zingaro di amico che ti ritrovi, altrimenti rischierà di ritrovarsi a fare l'elemosina in men che non si dica.

  • Si, può darsi. Carina la cugina della tua amica Milo. Quasi quasi potremmo organizzare un'uscita a quattro – sul volto di Kanon si dipinge un'espressione furiosa, mentre Saga comincia a ridere divertito

  • Oh Camus piantala, non vorrai liberarmi prima del dovuto della presenza di Kanon vero? Ho ancora bisogno di lui … deve finire di rassettare la casa.

  • Vai al diavolo Milo! E anche tu Camus! Siete degni l'uno dell'altro. E sai cosa ti dico francese bastardo? Restaci tu con il tuo amico.

Kanon se ne va a sbollentire la rabbia da un'altra parte. A volte Camus sa essere veramente un bastardo. Mentre Saga sta per dire qualcosa, veniamo interrotti da Aristea che alla vista di quest'ultimo rimane sorpresa, ma decide di rivolgersi prima a me.

  • Melina è pronta, fra poco arriva.

  • Già è pronta? O santi numi, questo significa che i miracoli non avvengono.

  • No no … è molto cambiata, posso assicurartelo – Aristea ignorandomi si gira verso Saga - Ciao Kanon, come mai non mi saluti?

  • Io non sono Kanon – Aristea rimane visibilmente scossa dalle parole si Saga – sono il suo fratello gemello

  • Gemello?

  • Come al solito quel testone si è dimenticato volontariamente di parlare di me. Comunque il mio nome è Saga. Tu dovresti essere Aristea.

  • Si – la mia amica è sempre più perplessa – come fai a conoscere il mio nome?

  • Ora non ha importanza. Posso parlarti in privato?

  • Io …

  • E' importante –

Il sorriso rassicurante di Saga tranquillizza un po' Aristea che acconsente alla sua richiesta. I due si allontanano per parlare senza che nessuno possa origliare. Mentre sto cercando di capire di cosa diavolo Saga voglia dire ad Aristea, vengo interrotto da Camus

  • Io me ne vado amico mio

  • Ehi aspetta. Non vuoi vedere con quale bellezza esco questa sera?

  • No … quello che ho visto mi è già bastato – comincio a ridere

  • Sei proprio bastardo!

  • Non volevo dire che la tua amica è brutta. Tutt'altro. Sono sicuro che sotto lo strato di orrore che si è costruita addosso, Melina sia una ragazza molto carina.

  • Dici? - Camus mi sorride

  • Spero che riuscirai ad ottenere quello che vuoi e a trovare quello che cerchi. Di a Saga che lo e aspetto al porto. Addieu mon ami … cerca di tornare presto al Santuario .. non vorrei dover sentire la tua mancanza

Lascio andare Camus senza dire nulla. Non voglio dovergli dire che non mi vedrà più tornare al Santuario. Che quel mondo non mi appartiene più. Sarai sempre mio amico, Camus, ma io non sarò più un tuo compagno d'armi. Un rumore alle mie spalle mi fa voltare, lasciandomi senza parole.



Ecco il nuovo capitolo in cui Milo riesce alla fine a vincere la sua scommessa. Ora lo attende una serata con Melina. Che accadrà? Nel prossimo toccherà nuovamente a Kanon. Un ringraziamento a tutti quelli che seguono la storia. Di seguito le risposte di sagitta72 alle recensione


JackoSaint94: innanzitutto grazie per essere sempre in prima linea a leggere i nostri capitoli. poi sono molto contenta che ti sia piaciuto il confronto tra i gemelli, io lo vedevo d'obbligo dopo la rinascita del dopo Hades. in fondo quando alla terza casa hanno combattuto l'uno contro l'altro, mi e' sembrato che Saga avesse questo desiderio di rivedere il fratello finalmente libero dal male che lo ha oppresso per molti anni, no?! per Milo...beh in questo capitolo avrai capito se ci e' riuscito oppure no. ah, grazie per aver ricambiato.

anzy: si e' vero li hai fatto odiare tu i fratelli, ma ancora bisogna vedere se continueranno per questa linea d'onda o se anche tu poi ci allieterai con un colpo di scena...chissa'! se sia completamente finita bene ancora non si sa, la storia ancora deve finire e loro ancora saranno protagonisti in qualche capitolo. Aristea povera piccola deve ancora scoprire il peggio, ma secondo me ci sara' qualcuno che avra' le spalle larghe per consolarla. chissa'...magari sara' Kanon? boh! grazie per i complimenti, fanno molto molto piacere.

charme_strange: sbaglio o ti piace Kanon?! dai non essere troppo gelosa, mica tra loro c'e' una storia!! diciamo che ora a lui riesce bene salvare le fanciulle indifese, e mi sembra che Aristea non possa fare a meno delle sue attenzioni, visto la sua ingenuita'. certo tutto il contrario di Melina che e' una donna forte e decisa, povero Milo quante ne deve sopportare da lei. mi fa piacere che ti abbia colpito il dialogo tra i fratelli, ed e' proprio cosi' che lo volevo fare apparire, a cuore aperto, con affetto tra i due, ma senza essere troppo mielosi, proprio perche' non e' nel loro carattere, soprattutto in quello di Kanon che a mio avviso trovo sia piu' scontroso di Saga...poi sai ognuno ha le sue vedute. continua a seguirci...ciao

Sakura2480: ma ciaooooooooo... com'e' bello vedere anche le tue recensioni e soprattutto sapere che capitolo per capitolo ti piaccia sempre di piu'. comunque sto cominciando a pensare pure io che a Kanon piaccia Ariste, mah ...sara' ...ma io non ce li vedo bene insieme, comunque contenti loro!!!! grazie mille per i complimenti. e spero che la storia continui sempre a piacerti e ad interessarti, perche' sai stiamo andando verso l'azione...un bacio.

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Capitolo 12
*** Capitolo X - Un fratello protettivo ***


Capitolo X

Un fratello protettivo



questo capitolo è stato scritto da sagitta72





Mi volto verso mio fratello che ride di gusto dopo l’ultimo battibecco con Milo, poi beve un sorso e appoggiando il bicchiere mi chiede:

  • Ma siete tutti i giorni cosi’?

  • Si …. Più o meno, quello che s’incazza sono sempre io … lui l’hai visto, no? Vivi e lascia vivere …

  • Davvero Kanon ti sei innamorato?

  • Che?....- lo guardo sconvolto

  • Hai capito benissimo … Sarei contento per te! – Saga ammicca con lo sguardo e mi sorride sornione.

  • Non crederai mica a quell’idiota?

  • E perchè no? quando parlate di questa … Aristea? … - al mio accenno del capo – non so perché ma hai delle strane reazioni …

  • Mi da fastidio che prenda in giro su cose serie …

  • Ah allora vedi che è seria?

  • Ti prego Saga, non scherzare … di serio che riguarda lei c’è una cosa molto importante …. Si tratta di Atene … Santuario

  • Che vorresti dire ?- subito mio fratello si fa cupo

  • Parlo di suo padre … si chiama Damian … ti dice nulla questo nome?

  • In passato ho conosciuto una sola persona con quel nome … l’uomo contro il quale mi sono battuto per l’armatura di Gemini.

  • E’ lui …

  • Come fai a saperlo?

  • Oggi ho accompagnato sua figlia a casa – e brevemente gli racconto il motivo per il quale lei era con me – e così arrivati davanti casa sua ho incontrato lui … io l’ho riconosciuto, ma lui mi ha preso per te … naturalmente!!!

  • E … ti ha dato fastidio?

  • Assolutamente no … - e gli sorrido malignamente – anzi … mi sono molto divertito … perché lui e’ convinto che sia te, ma allo stesso tempo io ho detto la verità … e cioè che non lo sono … e’ diventato paonazzo … penso che se non ci fosse stata la figlia in casa … a quest’ora o io o lui eravamo sotto un cumulo di terra

Saga si alza dalla sedia e va verso la finestra, si ferma ad osservare un punto fermo, ma so che non guarda nulla in particolare. Sta solo pensando a qualcosa che ora mi sfugge, poi volta il viso verso di me che stravaccato sulla sedia mi bevo la mia bibita fresca, mi sorride per come mi ha trovato ed io contraccambio, so che non apprezza molto i miei modi, in fondo tra i due quello più elegante nel portamento e’ sempre stato lui, ma si sa, nonostante siamo gemelli, siamo comunque diversi, ed io ne sono fiero, perché lui e’ bello così com’e’, ed io sono fiero di essere così come sono, nonostante il cambiamento interiore.

  • Non cambi mai … - si limita solo a dire

  • Lo sai che mi piace stare comodo …

  • Se questo lo chiami stare comodo … cos’e’ … ti stai rilassando perché non c’è Milo ? – e scoppia in una sonora risata che contagia anche me

  • Non nominare quell’idiota patentato … non si sa mai senta il richiamo … dai siediti e raccontami qualcosa su questo tizio, che ha combinato?

  • Ma a dire il vero non ha combinato nulla, si e’ limitato solo a fare il suo addestramento, ogni tanto ci scontravamo ma solo ed esclusivamente per allenamento, fino al fatidico giorno dell’investitura … li’ ha avuto un comportamento esagerato, non tollerava il fatto di essere stato sconfitto da un bambino!!

  • E poi che cosa ha fatto … se n’e’ andato subito oppure e’ rimasto?

  • No … non e’ voluto rimanere, gli avevano proposto di combattere per un altra ’armatura ma lui ha rifiutato … dicendo che si sentiva preso in giro, lui non sapeva che avrebbe dovuto combattere con i “mocciosi” a suo dire, ma pensava di doversi battere con un suo simile … le capacità le aveva, ma io, sarà perché ero più piccolo e quindi più agile, sono stato molto veloce e sono riuscito a prevalere … per cui Kanon mi raccomando, fai attenzione, perché non e’ da meno … - Saga mi guarda seriamente per un istante – ha lasciato il Santuario giurando vendetta, ma non pensavo ormai dopo tanti anni che ancora avesse dell’astio nei nostri confronti.

  • Tze … lo sai che non mi ferma nessuno, non mi sono lasciato intimorire da Nettuno e da Hades, figurati se ci riesce lui … anzi e’ lui che deve fare molta attenzione, non conosce le mie di capacità … - mio fratello mi guarda ironico – non volevo essere offensivo nei tuoi confronti!!

  • Si, si … ora vuoi arrampicarti sugli specchi …. – Saga fa un ghigno – effettivamente tu sei sempre stato più cattivo!!!

  • Ah .. Ah .. Ah .. divertente … - anche se la cosa mi diverte sul serio – visto che ormai è mattina direi di andare a cercare quel lavativo di Milo, non vorrei che avesse coinvolto Camus in una delle sue avventure assurde.



Usciamo da casa e cominciando a girovagare per il paese racconto a Saga tutto quanto successo proprio nei posti dove io e Milo abbiamo avuto le nostre avventure. Non so perché ma ero sicuro di trovare quest’ultimo al negozio di fiori, infatti e’ lì seduto sui gradini che sta parlando con Camus. Al nostro arrivo il francese chiede a mio fratello se e’ pronto per ripartire; la cosa mi dispiace molto, anche perché mi faceva piacere passare un po’ di tempo con lui. Ma subito una battuta su Aristea buttata giù all’improvviso tra i due damerini da strapazzo mi fa cambiare umore, anzi lo peggiora del tutto e senza pensarci due volte li mando a quel paese e me ne vado. Sento, mentre mi allontano mio fratello ridere; ma certo fai pure, ed io che ero anche dispiaciuto del fatto che non riuscissi a passare un po’ di tempo con te. Ma che se ne tornino pure al Santuario, che me ne faccio di loro qui, già c’è quell’orso di Milo da sopportare, ci mancherebbero pure loro due. Decido di farmi una bella nuotata per rilassarmi i nervi, quando ci si mettono sanno proprio come farmi uscire fuori di senno, meno male che il mio autocontrollo e’ migliorato, altrimenti li avevo già spediti in qualche angolo oscuro dell’universo. Vabbè forse anche io me la prendo troppo … dannazione, ogni volta che parlano di lei mi ritrovo a reagire così, non è che hanno ragione loro? Si devo ammetterlo, provo un’attrazione particolare per quella ragazza, ma ancora non riesco a distinguere se e’ solo per protezione o se c’entra anche … ma no no, e’ sicuramente per quello, vorrei aiutarla ad uscire dal mondo oscuro dove la sta facendo vivere il padre. Niente di più. Forse e’ meglio che torno indietro, dopo così tanto tempo che non ho visto mio fratello, non mi piace l’idea di lasciarlo andare senza salutarlo. Velocemente esco dall’acqua e faccio ritorno al negozio, ma prima di girare l’angolo sento le voci di mio fratello e di Aristea. La cosa mi blocca all’istante e so che non e’ corretto origliare, ma qualcosa mi dice di farlo, mi appoggio al muro e :

  • Così tu sei Aristea … è un piacere conoscerti – le stringe la mano, che lei titubante accetta per poi esclamare

  • Davvero sei il gemello di Kanon? Non e’ che ti stai prendendo gioco di me e sei proprio tu? L’ultima volta ti sei divertito molto a prendermi in giro!!

  • Nessuna presa in giro, io sono proprio il gemello Saga … sono venuto a vedere come se la passavano

  • Beh, a dire il vero per quanto siate uguali, ora che ti osservo più attentamente, hai qualcosa nello sguardo di diverso da lui … sì è proprio quello che vi caratterizza

  • Si è vero … è l’unico dettaglio del nostro aspetto che ci rende differenti … e poi c’e’ da dire che io non ti guardo con i suoi occhi!!

  • Scusa ma non capisco che cosa vuoi dire

  • Che per quanto tu sia carina, lui ti guarda con tutt’altro interesse rispetto a me

  • Ah! … scusami ma ancora non riesco a capire …

  • Secondo me hai paura di capire, di conoscere la verità … in lui, come in tuo padre

  • Ed ora che c’entra mio padre?

  • L’ho conosciuto molto tempo fa … quando ero un bambino e lui era venuto ad Atene.

  • Quindi tu sai cosa mio padre era andato a fare ad Atene?

  • Si …

  • A me non l’ha mai voluto dire, me lo diresti tu?

  • Preferirei di no … non sono la persona più adeguata … visto che e’ più tempo che conosci Kanon e lui e’ a conoscenza di tutta la storia, forse e’ meglio che te lo spieghi lui.

  • Quindi tuo fratello conosce mio padre?

  • No … a dire il vero io conoscevo tuo padre quando eravamo ad Atene. Sono accaduti degli avvenimenti che hanno portato tuo padre ad odiarmi e ad odiare l’umanita’ intera … a lui piace il potere … io ne so qualcosa e sono riuscito ad uscirne .. ma lui evidentemente no, da quello che mi ha raccontato mio fratello … ed ora che ha visto Kanon ancora di più cerchera’ la sua rivincita nei miei confronti … non sapeva della sua esistenza cosi’ crede che sia io capisci che voglio dire, no? … fai attenzione Aristea … mio fratello non e’ stato mai uno stinco di santo in passato, ha avuto anche lui i suoi momenti bui che lo hanno portato a compiere azioni poco lodevoli, però ha già pagato per tutto quello che e’ accaduto in passato ed ora che ha ritrovato la retta via da seguire, io non voglio che debba soffrire ancora … credo che lo abbia già fatto abbastanza e vorrei vederlo sereno e felice adesso … ma con tuo padre nelle vicinanze non lo sarà mai … così come non lo sarai nemmeno tu se non dai ascolto a coloro che cercano di metterti in guardia da lui.

  • Io non posso credere a quello che dici … stai insinuando che la mia felicità, quella di tuo fratello e di tutti quanti ci circondano qui in paese siano legate a mio padre?

  • Dico solo di non fidarti troppo di lui, lo so che e’ tuo padre, ma credimi non è la persona buona e onesta che pensi … purtroppo non sempre i nostri cari sono quello che crediamo .. . fidati … ci sono già passato … so cosa vuol dire … per favore … - e prendendola per le spalle delicatamente e guardandola attentamente negli occhi – fidati meno di lui .. e più di Kanon …vedrai che … - ma Aristea non gli lascia finire il discorso perché si scrolla le mani e allontanandosi un po’ da lui

  • Ma come ti permetti di parlarmi così .. non ti permetto di insinuare sciocchezze simili … sono sua figlia e non mi farebbe mai del male volutamente

  • Sei sicura? … sbaglio o non ha gradito la compagnia di mio fratello e lo ha minacciato?

  • No … ma non c’entra nulla con questo

  • Ah no ? .. perché ti vuole allontanare da lui allora? Così come da tuo nonno e da tua cugina … lo fa forse per il tuo bene?

  • Basta non ho più voglia di ascoltarti … tanto non mi convinci … io non crederò mai ne a te .. ne a Kanon .. ne a Melina … ne al nonno … a nessuno , non ci credo che mio padre che mi ha allevato da solo sin da quando ero in fasce voglia rovinarmi la vita … e’ assurdo … inaudito …

Vedo gli occhi di Aristea riempirsi di lacrime e andarsene di corsa verso la strada che porta a casa sua. Mi sento il sangue ribollire nelle vene, aspetto qualche secondo respirando a fondo perché l’istinto in quel momento e’ di prendere a pugni mio fratello, ma prima devo capire il motivo di quel gesto… mi piazzo alle sue spalle ed esordisco:

  • Bene .. ed ora mi spieghi che ti è preso … che ti è saltato in mente eh?! ..

  • Kanon calmati per favore .. lasciami spiegare – si volta dalla mia parte … - e’ giusto che lei sappia la verità…

  • Detto in quel modo?

  • Infatti non le ho detto nulla … lo farai tu … a te crederà più che a me, non credi?

  • Tu gli dici di non fidarsi del padre … ma di uno sconosciuto come me !! ... già solo con questo non accetterà mai nemmeno di ascoltarmi .. e poi non ti rendi conto di come l’hai messa sotto pressione?

  • A me non sembra e poi, anche se fosse così, di cosa ti preoccupi Kanon? …. Di averle recato offesa parlandole male del padre … oppure … che io l’abbia potuta allontanare da te?

  • Ma che dici, sei pazzo? … allontanarla da me? …ma che mi interessa … anzi le hai fatto credere pure che ci sia qualcosa da parte mia nei suoi confronti … dico … io non ho bisogno della balia … non ne ho mai avuto … sono sempre cresciuto da solo …. – mi blocco sotto lo sguardo severo di mio fratello che mi fa capire che con queste mie parole lo sto accusando di nuovo del nostro passato, respiro a fondo e cerco di calmarmi – senti Saga … non voglio che tu pensi male, pero ‘ …

  • No ascoltami tu Kanon …. Ricordati che siamo gemelli pertanto sento molto il tuo stato d’animo, sei preoccupato per lei, ti sta molto a cuore ed io non voglio che torni a soffrire per colpa di una persona che di nuovo non pensa al male che potrebbe infliggerti … io solo di questo ho paura, vorrei partire e tornarmene al Santuario sapendo che tu qui davvero non abbia bisogno di me … se affrontare suo padre può recarti infelicità sappi che rimarrò qui e ci penserò io stesso

  • No, Saga ormai sono troppo coinvolto e posso dimostrare a me stesso e ad Aristea che riuscirò a gestire al meglio la situazione … non ti fidi di me?

  • Io si .. sei tu che ancora non ti fidi di me … perche’ pensi che abbia parlato in quel modo!

  • Saga?... – al suo accenno del capo - …scusami

  • Non ce n’e’ bisogno … dimmi solo se posso andarmene tranquillo …

  • Si … fidati .. ti do la mia parola … non commetterò errori irreparabili …

  • Bene .. allora io vado … ti aspetto al Santuario? … oppure mi toccherà tornare qui per vederti? – e mi strizza l’occhio

  • Questo non sono ancora in grado di dirtelo - e sbuffando gli sorrido, gli vado incontro e lo abbraccio forte – grazie .. per la fiducia

  • Non farmi solo pentire … - mi stringe forte per un istante e poi allontanandosi mi fa un cenno con la mano – a presto fratello …

Lo guardo mentre se ne va e sorrido al pensiero che mi mancherà molto; non c’è niente da fare, non riusciamo a stare insieme più di un giorno, ma arriverà il momento anche per noi. Ora mi preme solo correre da lei, devo trovarla prima che commetta qualche imprudenza.



Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo, con protagonista Kanon che ha il suo da fare non solo con Aristea e suo padre, ma anche con il fratello gemello apprensivo :-). Un ringraziamento doveroso a tutti quelli che continuano a leggere la storia. Di seguito le risposte di winnie343 alle recensioni del precedente capitolo:


x JackoSaint94: innanzitutto grazie per i complimenti sul confronto tra Milo e Camus, ma con due personaggi così viene tutto facile :-). Per quanto riguarda la scommessa, si forse la verità paga sempre, ma vuoi mettere? Ti si presenta uno come Camus tu che faresti? Io personalmente gli regalerei pure tutto il mobilio :-)). Su Melina e Milo … ahhah .. povero Milo :-((( … su cosa si sono detti Kanon e Saga, come vedi, per questa volta, facendo un'eccezione, sagitta72 è tornata indietro e vi ha raccontato il confronto ;-). E infine sui capelli di Camus … concordo perfettamente!!!!


x charm_strange: Beh, ma Camus non può dire di no a Milo … nessuno può farlo penso :-DD. Sulle motivazioni che da sullo scontro con Hyoga e sui tuoi dubbi, ti dirò che per certi versi sono anche i miei. Io l'ho sempre pensata così: Camus non sarebbe mai riuscito a sconfiggere Hyoga perchè in lui vi è sempre la parte del maestro che prevale e lo frena, ma sicuramente almeno per un momento Hyoga lo ha superato, ma la differenza tra un cavaliere d'oro e i bronzini è che questi ultimi riesco ad essere ad un livello superiore per un momento, gli altri lo sono a pieno regime. Vabbè dopo questa digressione che altro dire? Su Aristea non mi pronuncio, io non sono tipo da amare le ragazze come lei, ma secondo me è più facile che un tipo come Kanon cada come un tordo con una come lei piuttosto che con una tipo Melina ;-).


x sakura2480: eh su cosa sono Milo e Camus non mi pronuncio, ho già detto in altre sedi, quello che voglio dire è semplicemente che a volte l'amicizia può essere più forte e intima dell'amore. Detto questo … eh … mi sa che per sapere cosa ha shockato Milo bisognerà aspettare il prossimo capitolo, in questo però hai potuto godere di un Kanon molto beligerante che secondo me non è male ;-).

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Capitolo 13
*** Capitolo XI - Au Calire de la Lune ***


Capitolo XI

Capitolo XI

Au claire del la Lune

 

 

questo capitolo è stato scritto da winnie343.

 

 

-        Che hai da guardarmi così?

-        ….

-        Beh!

-        …..

-        Insomma! Smettila di fissarmi!

-        Scusami … è solo che …

-        Uffa! Vogliamo andare? Non vedo l'ora di finire questa pantomima!

-        D'accordo, andiamo

Senza aggiungere altro mi incammino verso la spiaggia, con Melina che mi segue a debita distanza, evidentemente ha deciso di rendermi difficile la serata, ma un risultato l'ho già ottenuto. Costretta a dismettere i suoi abiti logori, compreso il pesante paltò, ha dovuto indossare un vestito a fiorellini color blu notte, che pur non mostrando apertamente il suo corpo – in effetti, l'abito è molto accollato per la calda estate che stiamo vivendo – fa intuire chiaramente le curve morbide, ma proporzionate del suo corpo. Arrivati a destinazione, rimane stupita nel trovare una coperta adagiata sulla sabbia nella quale sono state collocate delle vettovaglie per due persone. Mentre osserva il capolavoro realizzato dai garzoni del vecchio che ho istruito a dovere, ho tutto il tempo di ammirare il cambiamento che le mani esperte di Aristea sono riuscite ad ottenere: il viso di Melina non più nascosto dai fondi di bottiglia, risulta molto lineare e delicato, gli occhi privati dalle folte sopracciglia sono neri come il carbone e le donano uno sguardo sensuale e i capelli non più arruffati, ma domati da più di cento colpi di spazzola, concludono l'opera. Di fronte a me ritrovo la fanciulla carina con cui trascorrevo i miei pomeriggi spensierati. Sentendosi osservata Melina fa una smorfia

-        La smetti di fissarmi?

-        Scusami, ma è un tale miracolo che non riesco a toglierti gli occhi di dosso

-        Smettila Milo o me ne vado! - Gli occhi di Melina non mentono

-        Va bene va bene … vuoi accomodarti?

-        L'hai preparato tu?

-        Non proprio .. diciamo che ho sfruttato i ragazzini che aiutano tuo nonno in negozio. Visto che non volevi andare in posti frequentati ho pensato che qui ti sarebbe piaciuto, ma certo non potevamo rimanere a digiuno per tutta la sera, altrimenti che appuntamento sarebbe?

-        Il nostro non è un appuntamento. Ho solo perso una scommessa.

-        Si che è un appuntamento.

-        Se lo fosse stato ti saresti dovuto presentare in maniera più consona

-        Che vuoi dire?

-        Che hai la barba lunga e puzzi! - Comincio ad annusarmi ridendo

-        Sulla barba hai ragione, ma mi spiace contraddirti: io non puzzo … almeno non più – riesco a strapparle un sorriso

-        E il tuo amico?

-        Camus?

-        Non so come si chiama, quello che ti ha aiutato con la scommessa

-        Ti brucia ancora vero? - al sua smorfia mi fa intuire di si – comunque se ne è andato

-        Siete molto amici? - la sua espressione curiosa mi sorprende

-        Si, molto

-        E dove vi siete conosciuti? - il mio sguardo sfuggente la spinge ad una curiosità nuova per lei – perchè non vuoi dirmelo?

-        Diciamo che fa parte di un passato che voglio dimenticare – la sua espressione mi spinge a continuare – non la sua amicizia ovviamente, Camus rimarrà il mio migliore amico per l'eternità, ma la vita che conducevo prima non voglio che mi appartenga più

-        A volte non possiamo scegliere ciò che vogliamo – il suo sguardo si fa triste

-        Non vuoi proprio dirmi quello che ti è successo?

-        No!

Il suo sguardo si sposta ad osservare il mare, nella speranza che io rinunci nel mio intento. Sorrido amaramente al pensiero che sono diventato per lei quello che i miei compagni sono stati per me: un rompiscatole invadente senza la minima creanza nel rispettare i sentimenti altrui. Non vorrei insistere, non voglio violentare la sua anima, non lo vuole il nuovo Milo e non lo vorrebbe neanche quello vecchio, ma sento che per liberarsi del suo fardello e per poter andare avanti Melina ha bisogno di un carnefice che la risvegli dal suo torpore e se proprio deve essere, che quel carnefice sia io: l'unico in grado di sopportare il peso del suo dolore, l'unico capace di digerire qualsiasi confessione, perchè sono morto e risorto e nel morire ho sublimato il mio  dolore in modo da poter affrontare, dopo la mia resurrezione, qualsiasi prova mi si pari davanti. Mi accosto a lei e quando mi rendo conto che due calde lacrime stanno solcando la sua pelle immacolata, un moto di commozione mi invade. Osservandola noto tra i suoi capelli una ciocca argentata, probabile simbolo di sofferenza: ho letto da qualche parte un tempo che ogni singolo capello bianco è un dolore provato, taciuto, che esplode e sgorga dalla nostra testa sofferente. Mi sembra un'assurdità, certo, se fosse così io ne avrei milioni, ma al tempo stesso non riesco a distogliere lo sguardo dalla ciocca argentata della mia compagna di serata. Come ipnotizzato, dopo averla presa tra le dita, comincio a giocarci delicatamente, rigirandola su se stessa. Questo mio gesto ottiene il risultato di interrompere le sue lacrime e al tempo stesso la spinge a voltarsi verso di me. I nostri sguardi, entrambi dolenti, si incrociano e dopo un'iniziale voglia di fuga si piantano l'uno addosso all'altro. Mi avvicino a lei e con il pollice le asciugo i rigoli sulle guance; la sua pelle è morbida e bianca, immune al sole greco che tutto brucia, immacolata e pura come la neve d'inverno. Avvolgendo la sua testa con la mia mano la avvicino  ancora di più: dai suoi occhi traspare puro terrore, ma si lascia guidare, si arrende al mio volere, concedendomi un bacio da me fortemente voluto. Se all'inizio mi offre una resistenza passiva, dopo poco, conquistata dalla mia delicatezza, si lascia avvolgere dalle mie effusioni, concedendomi il gesto più coinvolgente che abbia provato in entrambe le mie vite. Privi di fiato ci separiamo controvoglia; continuando ad accarezzarle la guancia decido da grande stratega di arrendermi a lei, raccontandole il mio dolore, nella speranza che lei sentendosi vincitrice, mi racconti il suo:

-        Sono un cavaliere di Athena – il suo sguardo stupito mi fa sorridere

-        Un? Cosa?

-        Un cavaliere di Athena – la sua espressione vacua mi fa comprendere che non sa, non conosce – d'accordo …. da secoli è tradizione che la Dea Athena rinasca in questo mondo per portare la pace e la giustizia. Per fare questo si circonda di uomini che pur non utilizzando armi o cose simili, dispongono di una forza sovrumana che permette loro di aiutare la Dea nel suo intento

-        E tu?

-        Io sarei uno di quei cavalieri – cerco di offrirle il sorriso più serafico di cui dispongono

-        E vuoi veramente che io creda ad una storia così ridicola?

-        Si

-        Ah aha ha ah ah! Ti giuro Milo, questa è la cosa più divertente che io abbia mai sentito – fa per alzarsi, ma io la trattengo per un braccio. Il suo sguardo infuocato mi fa mollare la presa – scusami, vorrei però che tu mi permettessi di raccontare.

-        D'accordo

-        Da piccolo sono sparito, lo sai, dal giorno alla notte, dileguato, niente più Milo.

-        Si – il suo sguardo severo lascia il posto ad uno malinconico – ti ho cercato tanto per molto tempo

-        Ero stato portato via … ad Atene … al Santuario … un luogo nascosto ai più .. un luogo in cui si diventa cavalieri … questo sono diventato … cavaliere di Athena … uno dei più importanti … un cavaliere d'oro

-        D'oro … d'oro – Melina continua a ripetere la parola come se il solo farlo le permettesse di credere alla mia assurda storia

-        Mi credi?

-        No … come potrei farlo?

-        Hai ragione … come potresti? Te lo mostrerò

-        Come?

Senza permetterle di aggiungere altro, mi alzo e dopo essere entrato in mare, evocando tutta la sopita potenza del mio cosmo, spingo il mio pugno verso le onde, con il risultato di far alzare l'acqua, portandola a cambiare il suo corso naturale. In un gesto di sorpresa e paura al tempo stesso, Melina si alza di scatto raggiungendomi in acqua. Si aggrappa a me, indecisa se salvarmi o essere salvata. Le sorrido e dopo averla stretta a me, sollevandola, la riporto sulla battigia.

-        Ora mi credi? - muove la testa annuendo – Una persona normale non potrebbe cambiare il corso dell'acqua, questo la sai vero? - annuisce nuovamente

-        Ma perchè? Come è possibile? E perchè mi racconti queste cose?

-        Sul perchè, credo di essere un predestinato, forse nella mia vita è l'unica cosa che potrei fare … ho deciso di raccontarti tutto perchè di te mi fido e sento che tu puoi capire

-        Capire cosa?

-        Lo strazio del mio cuore e le lacerazioni della mia anima.

-        Lacerazioni. Perchè? Cosa può mai lacerare un uomo così potente e forte che non ha bisogno di niente  perchè sa difendersi da tutto? Cosa?

-        La sofferenza che ho arrecato. Il dolore … la morte.

-        Tutti dobbiamo morire – nella sua risposta ritrovo la sua durezza.

-        Già … tutti dobbiamo … io sono morto, sai? – il suo sguardo si fa nuovamente stupito

-        Sei morto? Non capisco – le sorrido amaramente

-        Si … ma ora sono qui … vivo .. con una seconda possibilità … una seconda vita in cui ho deciso di non voler più far male a nessuno

-        E' per questo che ti sei lasciato trattare come una pezza da piedi da quegli idioti? - al mio cenno di conferma il suo volto si infervora e la sua voce si fa metallica – e tu pensi che così il mondo diventerà migliore?

-        No … ma io starò meglio

-        Ipocrita!

-        Come?

-        Sei un ipocrita, un codardo, un vigliacco e non sei diverso da loro. Quei bastardi se ne vanno in giro, spavaldi e pieni di boria, perchè uomini come te non hanno il coraggio di contrastarli.

-        Io non ho paura di loro

-        E' ancora più grave allora! La tua inerzia, il tuo vivi e lascia vivere, permette loro di fare del male ad altri che non sanno, non possono difendersi. Picchiano, incendiano, terrorizzano, violentano

-        E' questo quello che è successo a te? - La mia domanda a brucia pelo la spaventa.

-        No! - Tenta di fuggire, ma io le blocco la strada

-        Non questa volta … questa volta mi dirai tutto

Melina tenta di liberarsi la strada, ma io l'afferro per le braccia bloccandola. Nel tentativo di sciogliere la mia presa, si agita talmente tanto che il suo vestito si strappa scoprendole il decoltè, dal quale intravedo una profonda cicatrice che  solcandole la pelle arriva fino al seno. Nella sorpresa mollo la presa, mentre lei tenta di coprirsi con le mani. I suoi occhi rabbiosi mi inceneriscono.

-        Sei contento?

-        Io … non volevo .. perdonami – avvicinandomi a lei e scostandole le mani delicatamente, osservo più attentamente lo sfregio che attraversa il suo corpo

-        Smettila di guardarla – il suo imbarazzo, sotto il mio tocco, si fa più evidente

-        Sono stati loro? - annuisce silenziosamente – Perchè?

-        Nella mia infanzia avevo una cotta spaventosa per te – il suo sorriso e le sue parole mi spiazzano – te ne sei mai accorto? No che non te ne sei accorto .. eri un ragazzino immaturo che aveva occhi solo per Aristea, come tutti del resto. Ma non fraintendermi, non ero gelosa di lei, le volevo bene. E tu mi piacevi molto

-        Anche tu mi piacevi – le sorrido malinconico – facevo finta di interessarmi a tua cugina solo per ingelosirti – alle mie parole sorride spontaneamente

-        Ti ho cercato tanto … veramente … tanto. Nessuno, nessuno mi piaceva come mi piacevi tu. Per tanti anni ho aspettato il tuo ritorno. Avevo tanti ragazzi che mi giravano intorno, ma io avevo solo pensieri per te.

-        Io … se avessi saputo … - la sue dita mi chiudono la bocca

-        Ognuno ha il proprio destino. Nessun ragazzo mi interessava … almeno fino a quando non è comparso Davos.

-        Il capo di quei balordi?

-        Si … la sua dolcezza mi ha conquistato lentamente. All'inizio lo evitavo, oppure lo trattavo male, ma lui ha continuato a venirmi dietro fino a quando non ho ceduto alla sua dolcezza. Ormai sentivo che tu non saresti più tornato e mi innamorai di lui. Purtroppo però non compresi quanto lui fosse ambizioso. Mentre ci frequentavamo, conobbe mio zio, che vedendo in lui se stesso, decise di renderlo il capo della sua cricca nonché suo futuro successore. Nei suoi piani lui sarebbe stato il futuro marito di Aristea. Io ero un problema e come tale dovevo essere risolto.

-        Che cosa accadde? - la rabbia di guerriero, ormai sopita da tanto, mi sale piano piano riconquistando ogni singolo muscolo del mio corpo

-        Una sera ci invitò nella sua villa. Durante tutta la cena, pur essendo affabile e gentile, non fece altro che dire a Davos quanto le donne potessero rappresentare un limite alla conquista del successo. Si vantò di come lui, incurante dell'amore di mia zia, non si pose il minimo scrupolo ad abbandonarla per seguire i suoi sogni di gloria. Io li guardavo sempre più interdetta e confusa. Vedevo Davos rapito da quell'uomo e dalle sue parole. Alla mia esortazione ad andare via di lì, mi disse che sarebbe stato maleducato e irriverente nei confronti di un uomo così eccezionale. Alla fine della serata, tutto l'amore che quel ragazzo aveva provato per me era ormai sparito, cancellato. Riaccompagnandomi a casa, senza mezzi termini mi diede il ben servito.

-        Questo non spiega la cicatrice e il tuo comportamento – come il funambolo sul filo attendo con trepidazione il momento in cui cadrò nel vuoto. Sento che il racconto che sto per sentire mi farà precipitare nell'abisso e in religioso silenzioso decido di affrontare il mio destino

-        Già .. questo non spiega la mia cicatrice – Melina distoglie lo sguardo dai miei occhi e comincia ad osservare il mare – il fatto è che mio zio decise che Davos doveva dimostrare di essere degno della sua fiducia, e quale miglior prova poteva avere se non me? Una sera venni invitata dal mio ex ragazzo ed accettai, convinta che fosse rinsavito e avesse capito quanto mio zio fosse malvagio. Stupida! Fui veramente una stupida.

-        Vai avanti – la mia mascella si fa rigida e i miei denti si serrano

-        Mi portò in un casolare abbandonato, senza rispondere ad una sola delle mie domande mi spinse al suo interno. Erano presenti tutti gli scagnozzi di mio zio. Aspettavano noi … me … aspettavano me – i miei pugni si stringono sempre di più e le mie unghie si incidono sulla mia carne.

-        Continua – vorrei asciugarle le lacrime che escono impietosamente dai suoi occhi, ma il mio corpo è pietrificato.

-        La prova da superare consisteva semplicemente nell'abusare di me e nel permettere ai suoi compari di fare altrettanto. Ero pietrificata, non solo dalla paura che ovviamente mi stava assalendo, ma anche dalla rabbia e dall'incredulità. Come avevo potuto innamorarmi di quel mostro? Ero talmente sconvolta che permisi a quei mostri di spogliarmi senza accennare ad alcuna reazione. Rimasi in piedi, di fronte a lui, completamente nuda, con tutti i suoi amici che lo incitavano. Lui ad un certo punto, non so, forse si è sentito in colpa, forse ha avuto un momento di pietà, fatto sta che ha chiesto ed ottenuto di essere lasciati soli. Non volevano, i suoi compari non erano sicuri, ma alla fine li convinse che dopo aver abusato di me avrebbe permesso loro di divertirsi un po'. Lasciati soli, ricevetti da lui la richiesta più assurda: mi pregò di fare l'amore con lui. Capisci? Dopo tutto quello a cui avevo assistito, mi chiese di concedermi volontariamente a lui. Non potevo crederci, ero inorridita. Mi disse che quello era l'unico modo per convincerlo ad aiutarmi.

-        E tu cosa hai fatto? - i miei nervi sono corde di violino che suonano una melodia sghemba.

-        Ho rifiutato. L'unica cosa che seppe dirmi fu che era un vero peccato che si fosse innamorato di me, che il mio bellissimo seno e i miei occhi da cerbiatta , così li chiamò, erano la mia sfortuna, perchè se non li avessi posseduti questo non sarebbe mai accaduto. Mi si avventò contro. Mentre resistevo con tutte le mie forze, involontariamente mi ritrovai ad impugnare il suo coltello, quello che si porta sempre dietro. Tentai di colpirlo, fallendo. Lui discostandosi da me cominciò a ridere, invitandomi a farlo nuovamente. Mi disse che gli piacevano le donne combattive … ma io non ero una donna … ero una ragazzina terrorizzata ... non facevo altro che ripensare alle sue parole … e così feci la cosa più stupida che potessi pensare … presi il coltello e dirigendolo su di me mi procurai volontariamente la cicatrice.

-        Cosa? - i miei pugni si aprono d'improvviso e i miei muscoli, liberandosi della tensione accumulata, mi fanno scattare per la sorpresa

-        Si … non riuscivo a non pensare che il mio seno era la causa del mio dolore e così decisi che distruggendolo avrei estirpato il mio dolore. Anche lui, come te in questo momento, rimase sorpreso, spiazzato, e quando vide che stavo per colpire i miei “occhi da cerbiatta” mi bloccò privandomi dell'arma. Ero sconvolta, senza ragionare molto, mi alzai e comincia a correre … ero convinta che non sarei mai riuscita a fuggire, ma mi sbagliavo .. nessuno mi seguì … corsi … corsi per chilometri e chilometri fino a che non crollai esausta … ma nessuno mi seguì … nessuno. - i suoi singhiozzi si fanno sempre più forti ed insistenti, ma io completamente bloccato non riesco a darle il minimo conforto. Il suo sguardo si posa sui miei occhi – mi addormentai su una spiaggia … mi addormentai … esausta … pensando a te …. quella fu l'ultima volta che lo feci … pensare a te.

-        Perchè? - le sue ultime parole mi ridestano dal torpore in cui sono caduto.

-        Perchè dopo quella sera la Melina che tu conoscevi è morta, sepolta per sempre. La mattina successiva fui soccorsa da una vecchia  … scoprii che ero arrivata correndo dalla parte opposta dell'isola e li, da quella vecchia che mi accolse con amore, mi rifugiai per un mese.

-        Perchè non sei tornata subito? Perchè non li hai denunciati?

-        Ahahahah! Quanto sei ingenuo – la sua risata mi disturba, mi ferisce, o forse è il fatto di averla lasciata sola in balia di quei bastardi che mi umilia – qui tutto appartiene a mio zio ... anche la polizia. Mi sono rimessa in sesto e sono tornata per accudire mio nonno, anche se io ero morta non volevo che lui soffrisse.

-        E pensi che vedendoti tornare così cambiata non lo abbia fatto soffrire?

-        Certo che ha sofferto, ma di più non avrei potuto fare. - il suo sguardo dolorante acuisce il mio senso di colpa

-        Che cosa è successo dopo?

-        Dopo?

-        ...con Davos e gli altri … che cosa è successo

-        Nulla  – sorride sarcasticamente – diciamo che probabilmente non è portato per questo tipo di lavoro. La sua prova è fallita e mio zio non lo ha nominato suo erede universale.

-        E con te?

-        Vuoi sapere cosa è successo tra me e Davos?

-        Da quello che ho potuto vedere l'altra sera lui ti considera una sua proprietà.

-        Voi uomini siete talmente stupidi da pensare che noi donne vi saremo fedeli per tutta la vita, nonostante tutto. Si, lui mi considera una sua proprietà e si comporta di conseguenza

-        E tu?

-        Io … non appartengo a nessuno, neanche a me stessa – tento di avvicinarmi a lei, ma si discosta bruscamente – non appartengo neanche a te Milo. Ho smesso di amarti anni fa e quel bacio di prima è stato solo un momento di debolezza, di malinconia. Tutto qui.

Sto per risponderle che non le credo, che non si può baciare una persona come ha fatto lei per malinconia; sto per dirle che la vita non può e non deve essere morte, sto per confessarle che la sua morte è la mia vera rinascita, ma vengo interrotto dal sopraggiungere di una banda di balordi. Voltandomi verso di loro, mi ritrovo a fissare il volto rabbioso di Davos. I suoi occhi sono puntati su Melina e la sua mano si muove rabbiosamente sul suo coltello.

-        Che ci fai qui con questo idiota?

-        Non sono affari tuoi – Melina ostenta sicurezza, ma la sua voce tremante tradisce la sua paura. La sento avvicinarsi a me e avvolgersi nervosamente al mio braccio – lasciateci in pace

-        Non ci penso proprio! Perchè ti sei vestita così? Per lui? Guardati! Sei tornata a conciarti come una sgualdrina solo per farti ammirare da lui! Non ti permetterò di concederti a lui .. tu mi appartieni.

-        Io non appartengo a nessuno!

Mentre i suoi compari mi accerchiano, Davos tenta di strappare dal mio braccio Melina, ma con un gesto fulmineo lo blocco. Lui, se inizialmente rimane stupito dal mio gesto, ricomponendosi, comincia a ridere. Ma il sorriso gli muore sulle labbra nell'istante in cui incontra il mio sguardo. Il pacifico Milo ha lasciato il campo al cavaliere di Scorpio, pronto a chiudere tutti i conti con i fantasmi del suo passato.

 

 

 

Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo dove un po' di nodi cominciano ad arrivare al pettine. E ora cosa farà il nostro Milo? Risveglierà il suo animo guerriero? Un ringraziamento a tutti quelli che leggono la storia. Di seguito le risposte di sagitta72 alle recensioni dello scorso capitolo:

 

charm_strange: invece di nuovo il confronto tra fratelli, altrimenti a che serve la suspance se gia' facevamo vuotare il sacco a Melina? diciamo che dovevamo accennare qualcosa su cosa potesse legare Kanon al padre di Aristea. quest'ultima in effetti e' mooooolto ottusa ed ingenua, pero' dobbiamo pur far perdere la pazienza a Kanon prima o poi no?! spero che oggi sarai stata accontentata

JackoSaint94: sono contenta del tuo anormale enusiasmo, entusiasma anche me. Molto onorata per il complimento fattomi..il mio stile che somiglia a quello di winnie...una delle piu' brave scrittrici del forum...penso sia troppo, non sono nemmeno a meta' strada per somigliarle, ma mi impegnero'!!! Beh diciamo che nemmeno Kanon sa che cosa prova per questa ragazza, io pero' credo di averlo capito. su Milo invece non ha dubbi, se potesse lo torturerebbe da mattino a sera...povero Milo!!! stava cosi' tanto bene!!!!

Gufo_Tave: innanzitutto ti ringrazio per la critica, non puo' fare altro che aiutare a crescere e migliorare. Mi chiedo solo una cosa...allora gli altri capitoli ti sono piaciuti, pero', se hai recensito solo questo? Hai ragione a dire che sono due personaggi tormentati, ma e' anche vero che li abbiamo fatti rinascere a "nuova " vita e Kanon si sta impegnando di essere un uomo migliore. abbiamo visto anche in Hades che sia Saga che Kanon hanno dimostrato l'uno verso l'altro di provare molto affetto....almeno e' quello che io ho percepito dall'anime. in questa storia abbiamo anche voluto far correre un po' la fantasia, permettimelo, e hai te stesso citato Seiya e Cassios...io direi che Cassios dimostra almeno un decina d'anni in piu' del ronzino, pertanto ho pensato che una piccola fantasia su come si  sia guadagnato l'armatura Saga potevo mettercela...l'eta' di Damian? diciamo che avesse anche una ventina d'anni e non di piu'...dai anche Kurumada stesso ha esagerato un po' con la sua di fantasia... puo' un ragazzino di 7 anni indossare un'armatura che poi indossera' a vent'anni? in teoria Shura quando ha combattuto contro Aiolos aveva 10 anni...assurdo, no!!! comunque tutto cio' che ho scritto in queste righe non volevano essere per polemica, ma per spiegare dove mi ero appoggiata per trovare una piccola logica nella trama su Damian. spero continui a leggere fino all'ultimo capitolo, e di sapere che ne pensi dei prossimi che pubblicheremo

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Capitolo 14
*** Capitolo XII - La Dura Reazione ***


Capitolo XII

La dura reazione



Questo capitolo è stato scritto da sagitta72



Cerco di raggiungere il più velocemente possibile Aristea, voglio parlarle prima che vada a casa, non mi piace l'idea che abbia un confronto col padre senza aver sentito prima la mia versione. Sono molto preoccupato per lei, so che prima o poi verra' a conoscenza di tutta la verità che circonda la sua vita e non la vedo pronta a sopportare tutto il dolore che le causerà. Ancora non capisco il perché mi debba far venire certe preoccupazioni , in fondo e' una semplice ragazzina di paese che sa solo farsi comandare e rinuncia con facilità a vivere una vita sua e imposta da altri. Mi fa venire una rabbia incontrollata, la prenderei a sberle pur di farla svegliare. Eccola finalmente, sarà meglio che mi calmi un po' altrimenti potrei come al solito essere troppo arrogante e crudele, quando sono arrabbiato non mi controllo. Ma a placare la mia ira ci pensa lei, dopo averla chiamata, si volta a fissarmi con uno sguardo battagliero che mai prima d'ora le avevo visto .....e' così bella che non posso fare a meno di inebetirmi per un istante. Meno male che ho un certo autocontrollo, altrimenti rischierei di fare la figura dell'idiota. Mi avvicino a lei che nel frattempo continua fissarmi profondamente arrabbiata, mi apostrofa :


  • Beh? Allora cosa vuoi anche tu?

  • Parlarti

  • Ora non ho tempo scusami – e si gira per andarsene, ma velocemente la blocco per il braccio

  • Eh no … tu invece mi stai ad ascoltare..

  • Lasciami – si libera dalla mia presa

  • Solo se mi fai parlare, non ti rubo molto tempo

  • Devi infierire anche tu su mio padre?

  • Voglio solo chiarire delle cose che ti ha detto mio fratello

  • Avanti, sentiamo … sono proprio curiosa ora .. ma sbrigati perché ho cose più importanti da fare

  • Mamma mia non ti facevo così combattiva

  • Sempre pronto a prendermi in giro, vero? Ti diverte così tanto?

  • Io non ti ho mai preso in giro … anzi mi sembra di averti aiutato in tutte le circostanze che lo hanno richiesto … e soprattutto quando me lo hai chiesto tu .. o sbaglio?

  • Perché non mi hai parlato di tuo fratello?

  • E perché avrei dovuto farlo?

  • Perché non avresti dovuto?

  • Mi sembra che non abbiamo mai avuto tempo per poter approfondire la nostra conoscenza al punto di doverti raccontare della mia vita .. le uniche volte che avremmo potuto parlare più liberamente di noi è sempre comparso qualcuno ad interromperci … e tutti, nessuno escluso, pronti ad allontanarti da me! – allargo le braccia e la guardo con strafottenza – come la mettiamo?

  • E allora .. – fa lei con stizza – perché non fai quello che dicono e mi lasci in pace?

  • Perché io prima di tutto non prendo ordini da nessuno … e secondo perché avrei dovuto farlo se mi piaceva la tua compagnia?

  • Cosa?

  • Beh .. ecco … io … apprezzo la tua compagnia …

  • A me sembra più che altro che il tuo interesse sia sempre stato per mio padre … e il discorso di tuo fratello, anche se poco chiaro , mi ha convinto ancora di più di questa cosa.

  • E quando mai … -sbuffo alla sua esclamazione

  • Ma lo sai che sei proprio strafottente !!!

  • E tu lo sai che sei proprio ottusa!!!


Rimaniamo a fissarci qualche istante, i nostri occhi continuano ad essere incollati gli uni agli altri, faccio un passo verso di lei, che rimane ferma nonostante il suo respiro si stia facendo più agitato; non so, forse l’ho fatta infuriare ancora di più con le mie parole oppure sarà la vicinanza dei nostri corpi che quasi si sfiorano. Per la prima volta da quando la conosco ho un’irrefrenabile voglia di stringerla fra le mie braccia e di assaporare quelle adorabili labbra, che in questo momento si sta mordendo: magari mio sguardo fisso su di esse la imbarazza.

Sospira per un istante dopodiché con un tono un po’ più calmo e quasi sussurrato mi dice:


  • Allora? Cosa mi dovevi dire?

  • Pensi ancora che io sia interessato più a tuo padre che a te?

  • Non lo so cosa pensare, però ammetto che con me sei sempre stato gentile, per cui sono disposta ad ascoltarti

  • D'accordo. Vorrei sapere che intenzione hai con tuo padre … vuoi continuare a vivere così sotto la sua campana di vetro, mentre il mondo fuori ti aspetta ?

  • Continuo a non capire il perché ti stia tanto a cuore il fatto che io sappia a tutti i costi la tua verità e quella di tuo fratello

  • Noi sappiamo chi è tuo padre … tu no, vorrei tanto dirti cosa successe ad Atene quando lui andò lasciando te e tua madre qui

  • E allora dimmelo!

  • È troppo complicato, vedi ci vuole tempo per spiegarti e non posso farlo in cinque minuti. Dovrei raccontarti la mia infanzia, quella di mio fratello e quanto tuo padre abbia di fatto influito sulle nostre esistenze.

  • Da come ne parli sembra che non sia un passato molto felice

  • Infatti .. tutt’altro … posso dire che tuo padre ed io non abbiamo vissuto in maniera molto differente, solo che io ho saputo tornare sui miei passi ed imparare dai miei sbagli, lui invece continua imperterrito senza preoccuparsi minimamente di quello che potrebbe succederti … e a me questa cosa non va giù

  • E perché?

  • Ora non c’è tempo per questo

  • Allora farò trovare il tempo a lui .. voglio che mi dica una volta per tutte cosa e’ successo … ora, stasera stessa, e se non lo vorrà fare lui, tormenterò te. Sono stanca di vivere all'oscuro … voglio sapere … ho il diritto di sapere

  • Ascolta, non fare idiozie – appoggio le mani sulle sue spalle - ti spiegherò tutto io al momento opportuno, non mi va che affronti il discorso con lui, ho paura delle sue reazioni, non si sa mai come può reagire.

  • Non mi farebbe mai del male

  • Non e’ di quello che mi preoccupo

  • E di cosa?

  • Ci sono tanti modi per fare del male alle persone, senza dover ricorrere alla violenza

  • Mi dispiace ma sono decisa … tutti mi volete mettere in guardia, ma nessuno mi spiega nulla … non c’e’ persona migliore di lui per dirmi come sono andate le cose.

  • Inutile continuare a dirti di non farlo …

  • Si … non mi convinci

  • E va bene, ma io verrò con te, aspetterò fuori, non si sa mai

  • Assolutamente no … vai a casa … ci vedremo domani e ti racconterò tutto … - naturalmente io non sono molto convinto ma fingo di esserlo

  • D’accordo ci vediamo, ma se avessi bisogno vieni anche stasera stessa … sai dove trovarmi



E così mi allontano da lei che nel frattempo controlla i miei movimenti; girato l’angolo, attendo qualche istante prima di tornare indietro; non sono così stupido come crede, non la lascio sola in un momento delicato come questo. Non si può mai sapere come reagirà quell'uomo, almeno da quello che mi ha raccontato Saga la delusione per aver perso l'armatura dei Gemelli gli ha fatto perdere la retta via. Magari vorrà veramente bene alla figlia e non le farà mai del male, ma continuo a pensare che lui stia usando l’ingenuità di Aristea per tenerla all'oscuro dei suoi intrallazzi. Arrivo a casa sua e mi metto ad attendere pazientemente poco lontano senza essere visto; se dovessi sentire urla non esiterò ad entrare, se invece sento che c’è abbastanza tranquillità me ne ritornerò a casa da Milo, sempre che sia tornato dal suo appuntamento galante. Comincio a fantasticare un po’ sulla serata di quest’ultimo; chissà che gli e’ saltato in testa, portare Melina fuori a cena, ma e’ impazzito? Ma sa a cosa potrebbe andare incontro? Quella e’ una bisbetica indomita, lo potrebbe atterrare con un colpo. Sorrido all’immagine di Milo steso sulla spiaggia mentre lei trionfante col bastone in mano se ne torna tranquillamente a casa…mpf, che tipa. Ad un certo punto sento delle voci provenire dalla casa, mi volto immediatamente per vedere che sta succedendo ed il sangue comincia a ribollirmi nelle vene. Damian sta trascinando con la forza Aristea, tenendo in una mano una valigia; ancora non riesco a comprendere cosa si stiano dicendo, ma avvicinandomi un po’ di più sento lei che grida:


  • No papà non voglio andarmene

  • Invece ti allontanerò via di qua, subito!

  • Ma perché … ti ho solo chiesto di conoscere qualcosa del tuo passato

  • Io non ho nulla da dirti … ti stai facendo condizionare da quel ragazzo che vuole allontanarti da me … si e’ vero lo conosco, non e’ una brava persona e visto e considerato che ne tu ne lui volete darmi ascolto .. ci penserò io a spedirti via per un po’, almeno fino a quando non sistemerò le cose.

  • Quali cose?

  • Non ti riguarda – poi aprendo la portiera dell’auto – forza sali!!!

  • Non voglio - e la vedo che tenta di liberarsi dalla presa del padre – lasciami … non salirò in auto

  • Non sfidarmi ragazzina ... SALI!

  • NO! – sta tentando con tutte le forze di liberarsi dalla presa del padre, ma è troppo debole per impensierirlo. A questo punto decido di intervenire

  • Lasciala – quasi sibilo tra i denti

  • Ma bene … ci si rivede … - poi rivolto alla figlia - il tuo principe azzurro e’ venuto in tuo soccorso, glielo hai detto tu di aspettare fuori? Evidentemente ti fidi più di lui che di me – e la scrolla violentemente. Aristea rimane stupita dal gesto del padre che fino ad ora era sempre stato comprensivo con lei

  • Mi dispiace deluderti ma sono venuto di mia spontanea volontà … ora lasciala

  • Chi sei tu per dirmi cosa devo fare di mia figlia?? …

  • Nessuno, ma lei non vuole e tu devi rispettare la sua volontà

  • Quello che e’ giusto per lei lo so solo io

  • E la mia parola non conta, papa’?

  • Stai zitta e sali in macchina …

  • Se non vuoi non farlo Aristea … nessuno ti obbliga - e nel dirlo afferro il polso dell’uomo e violentemente glielo tolgo dal suo braccio facendola barcollare, ma prontamente l’afferro e la porto di fianco a me – vai da tuo nonno

  • Cosa?

  • Vai e aspettami lì

  • No, io rimango qui … non me ne vado da nessuna parte … ne da nonno ne tanto meno via da questo paese.

  • Hai sentito Saga? Nemmeno a te vuol dare ascolto

  • Io non sono Saga … ti ho già detto che non mi conosci …

  • Ma a chi vuoi prendere in giro? Riconoscerei quel tuo odioso viso ovunque – Soggnigno alle sue parole

  • Evidentemente hai perso la vista …

  • Cosa? Smettila di prendermi in giro

  • Non ti sta prendendo in giro papà, lui non è Saga, è il suo gemello Kanon.

  • Gemelli? Che mi venga un colpo

Non faccio in tempo a rispondere nulla, perchè veniamo interrotti dai suoi scagnozzi che premurandosi di sapere da lui se è tutto a posto, ad un suo cenno di assenso, si scagliano contro di me. Ci metto pochi istanti a liberarmi di loro. Mentre Damian sorride divertito, vedo con la coda dell'occhio Aristea spalancare la bocca sorpresa.

  • Devo ammettere che pur non essendo Saga, ma solo il suo gemello, la sua forza non è da meno. Toglimi una curiosità: immagino che tu sia il più piccolo dei due, e in quanto tale tu non abbia mai concorso alla carica di guardiano della Terza Casa.

  • Che cosa stai dicendo papà? Che cosa è la Terza Casa … io non capisco

  • Non ti deve interessare Aristea … fai silenzio

  • E' vero – ignoro il tono con cui riprende la figlia e cerco di concentrarmi su di lui – non ho mai avuto la possibilità di lottare per ottenere l'armatura dei Gemelli

  • E questa cosa non ti disturba?

  • Affatto, mio fratello è molto più forte di me – sogghigno divertito – ma questo non significa che anche tu lo sia

Le mie parole gli fanno perdere le staffe e senza rendermene conto vengo travolto da un colpo lanciatomi alla velocità della luce. L'unica cosa che riesco a vedere prima di essere colpito dalla violenza dell'impatto è il volto terrorizzato di Aristea.





Ciao a tutti, un po' in ritardo sui tempi ecco il nuovo capitolo, in cui il nostro Kanon inizia il suo scontro con il padre di Aristea. Chissà come finirà? Nel prossimo capitolo invece torneremo da Milo.


Le risposte alla recensioni sono di winnie343:


x sakura2480: ma figurati .. di questi tempi è un miracolo se uno il lavoro ce l'ha … non ce la prendiamo dunque per le recensioni mancate ;-) … l'importante è che la storia continui a piacerti. Sulla bellezza di Melina non è che è diventata di colpo Claudia Shiffer, però insomma chi meglio di noi può sapere cosa possa fare un po di trucco e parrucco? Milo in realtà è affascinato dal suo carattere .. evidentemente le piacciono le tipe toste con problemi annessi.


X gufo_tave: intanto ho perso per colpa tua la scommessa con la mia amica sagitta .. avevo pronosticato che non avresti più recensito questa storia :-). In ogni caso giuro che quando l'ho letta mi è venuto da ridere, mi sono ritornate in mente certe osservazioni che facevo ogni volta che vedevo un film al cinema ... hai ragione sul fatto che le tematiche del capitolo sono banali … del resto il personaggio è quello; non voglio dire che Milo sia banale, per carità, ma non si può pensare che resti in eterno a dormire sulla spiaggia senza fare nulla per aiutare i suoi amici, non sarebbe da lui.


X jackosaint94: felice che ti sia piaciuto il capitolo e soprattutto il ritorno di Milo. Per metterti al posto di Melina per poter baciare Milo ho paura che dovrai prima liberarti di lei e non so se ti conviene :-)

x charm_strange: ammettiamolo .. il pacifismo in Milo non è molto nelle sue corde. Però onore al fatto che per un po' ha resistito.

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Capitolo 15
*** Capitolo XIII - Prima che la Notte Cali ***


Capitolo XV

Prima che la notte cali




Questo capitolo è stato scritto da winnie343




Con un rapido gesto allontano Melina da quello che sta per diventare il campo di battaglia. Vengo accerchiato dai teppisti capeggiati da Davos. Tutti impugnano delle armi da taglio e la cosa mi fa sorridere:

  • Il fatto che stai per morire ti diverte?

  • Mmmh … interessante … sai … una volta sono morto - le mie parole li lasciano stupiti – ma qualcuno mi ha richiamato dall'inferno … evidentemente avevo un lavoro da concludere

I miei occhi si incendiano per la rabbia provata, ma sul mio volto rimane il sorriso canzonatorio del cavaliere di Scorpio. Davos, senza indugiare oltre, si avventa con il suo coltello, ma io rimango fermo, immobile, per nulla intimorito. Come potrebbe il guerriero di Athena che risiede in me avere paura di questi balordi? Con la mano destra blocco il braccio di Davos e con la sinistra gli tolgo il coltello polverizzandolo. Alla sua richiesta di avanzare, i suoi scagnozzi, all'inizio titubanti si lanciano addosso a me. Mantenendo la mia posizione li faccio volare in aria facendoli poi ricadere in acqua. Nei loro volti vedo chiaramente dipingersi del puro terrore, ma il vendicatore dentro di me non è soddisfatto, non lo sarà mai. Con l'immagine di una Melina sofferente negli occhi decido di utilizzare contro questi insulsi combattenti il mio colpo più potente, e al diavolo la superiorità e tutte queste menate. Ditemi voi, non fareste altrettanto per la donna che vi sta rapendo il cuore? Lancio il mio Scarlett Needle e gli uomini intorno a me cominciano a patire le pene dell'inferno: basteranno 2 o 3 colpi per farli impazzire, ne sono certo; ma mentre mi preparo a sferrare il mio secondo attacco una voce echeggia nella mia testa “i tuoi colpi sono fatti per difendere, non per offendere”, è Athena, ne sono certo, il suono melodioso e la dolcezza della sua voce mi fanno comprendere che, dopo aver aspettato pazientemente il mio risveglio, ora è pronta a guidarmi verso il ritorno a casa. Rimango a fissare i balordi intorno a me, che intanto continuano a strillare come maiali, indeciso sul da farsi. Alla fine prevale il saggio Milo e con un gesto teatrale della mano li incito a levarsi dai piedi. Tutti, benchè a fatica si alzano, increduli del fatto che sto risparmiando loro la vita. Il più incredulo di tutti è Davos, che con occhi carichi di odio, comincia a fissarmi:

  • E ci lasci andare così? Non concludi la tua opera, demonio?

  • Demonio? Io non sono un demonio, sono un uomo di giustizia e come tale agisco. Andatevene liberi e cercate di comportarvi bene. Per voi questa è l'ultima possibilità che avete. Se la getterete via vi ritrovò e vi farò soffrire le pene dell'inferno con le mie stesse mani, ad uno ad uno: posso assicurarvi che mi implorerete di uccidervi immediatamente.

Mentre i ragazzi stanno per andarsene, Davos rimane a fissarmi, non convinto del tutto dalle mie parole. Con la coda dell'occhio vedo Melina afferrare uno dei coltelli caduti e dirigersi correndo nella mia direzione: vuole scavalcarmi per colpire il suo vecchio fidanzato, ma io bloccandola le faccio cadere l'arma stringendo il suo corpo al mio. La immobilizzo, nonostante il fatto che continui a lottare come una leonessa in gabbia. Intimo nuovamente ai mentecatti di andarsene e di portarsi via il loro capo. Senza indugiare oltre se ne vanno tutti, trascinando con loro un recalcitrante Davos. Continuo a stringere a me Melina, nella speranza di calmare la sua rabbia, ma dopo poco la ragazza si discosta con furia e nel suo sguardo intravedo odio e un pizzico di follia. Afferrando nuovamente il coltello me lo punta addosso:

  • Perchè li hai lasciati andare?

  • Non potevo ucciderli

  • PERCHE'?

  • Il divario fra me e loro era troppo evidente. Sono sicuro che non si comporteranno più male, fidati.

  • Non mi interessa quello che faranno, ma quello che hanno fatto. Devono pagare! Tu non capisci, vieni qui, bello e serafico con i tuoi bei discorsi di pace e amore, ma non comprendi l'orrore che abbiamo dovuto passare in tutti questi anni.

  • Comprendo benissimo. Fidati! - i miei occhi fermi e severi colpiscono nel segno. Melina fa cadere il coltello e si allontana da me dandomi le spalle

  • Forse il desiderio di vendetta non è una cosa bella, ma …

  • E' umana, naturale. Ma io non posso e non voglio assecondarlo. Le mie virtù combattive devono essere dedicate alla giustizia.

  • Capisco … felice di sapere che sei tornato ad essere una persona sensata. Almeno potrai tornartene nel tuo mondo tranquillo e sereno.

Mi avvicino a lei, continua a darmi le spalle mentre fissa il mare. Cerco, titubante, un contatto con il suo corpo, timidamente le appoggio una mano sulla spalla che lei non scansa.

  • Non sono felice, per nulla. Se avessi potuto li avrei uccisi con le mie mani facendo passare loro le pene dell'inferno. Sono furioso, accecato dalla rabbia per quello che ti hanno fatto.

  • Per quello che hanno fatto all'intero paese.

  • Non mi importa nulla del paese – le mie parole la costringono a voltarsi

  • Ma hai appena detto che sei un uomo di giustizia?

  • Essere e desiderare sono due cose diverse. E' vero, sono un uomo di giustizia e come tale mi sforzo di comportarmi, ma i miei desideri sono tutt'altra cosa. Questa è la dualità che mi ha dilaniato fino ad ora. Desiderare una vita normale, benchè io di normale non abbia nulla.

  • Milo … - i suoi occhi si fanno meno severi

  • Non ha importanza. Non più. Ho capito chi sono e cosa devo fare. Quello che mi preme ora è aiutare te.

  • Aiutare me? Io non ho bisogno di aiuto!

  • Si invece – le sfioro il braccio nudo con le dita e, come immaginato, sento il suo corpo irrigidirsi – questa ne è la dimostrazione

  • Ah capisco – sul suo volto compare un sorriso crudele – capisco, vuoi aiutarmi a superare il mio blocco, diciamo così, sentimentale. E come pensi di farlo? Non dirmelo … chiedendomi di fare l'amore con te

  • Chiedendoti di lasciarti amare da me – il mio sguardo serio fa scomparire dalle sue labbra il sorriso – non di venire a letto con te

  • E' tardi

  • Tardi? – sul mio volto compare un sorriso spontaneo - Come può essere tardi per una ragazza di 20 anni? Per vivere la vita non può mai essere tardi.

  • Come si fa a vivere se si è morti dentro? - la sua è una domanda sincera, vuole veramente una risposta da me e capisco che questa sarà la mia unica possibilità per salvarla

  • Ricominciando.

La avvicino a me e con tutta la dolcezza di cui dispongo comincio a baciarla, prima sulle guance e poi sulla bocca. Lei seppur agitata si lascia toccare. Dopo poco il nostro bacio diventa coinvolgente per entrambi. I miei sentimenti, sopiti per tanti anni, riaffiorano impetuosamente. Mi ritorna alla mente la mia infanzia, l'unico periodo della mia vita veramente sereno, allegro ... e nella mia infanzia un posto speciale era occupato da Melina. Mi domando come ho fatto a tenere nascoste queste emozioni per tutti questi anni. Sento di desiderarla come mai ho desiderato qualcuno. Ma sarebbe un suicidio per entrambi. Melina ha bisogno di tempo, per comprendere, per capire, per rinascere. Pertanto, seppur a malincuore, mi separo da lei.

  • Forse è meglio che andiamo

  • Perchè? - i suoi occhi neri come la notte mi fissano in una sorta di Inquisizione

  • Beh – decido di essere onesto – perchè se continuiamo a rimanere qui non risponderò delle mie azioni

Tra di noi cala il silenzio, il buio della notte ormai sopraggiunta, è rischiarato solo dalla luce della luna. Non comprendo cosa stia passando per la sua testa, ma intuisco che in lei sta imperversando una battaglia furiosa. Le sue parole, improvvise, calde, insperate, mi fanno trasalire

  • Se qualcuno deve essere, che sia tu. Se questo è l'unico modo per ricominciare a vivere, allora che tu sia il mio carnefice

Non aggiungo altro alle sue parole. I suoi occhi decisi mi fanno comprendere la risolutezza della decisione presa. Cercando di usare tutta la dolcezza di cui dispongo la accompagno in quella che è la sua prima esperienza nel campo del sesso. Ma il nostro non è un atto fine a se stesso. Nei nostri movimenti sentiamo chiaramente il fluire di sentimenti d'amore, che rendono ogni singola azione non un movimento volgare ma un passo verso la nostra rinascita. Mentre facciamo l'amore i nostri occhi non si separano mai gli uni dagli altri. Come se i nostri sguardi fossero l'uno per l'altro un porto sicuro dove approdare dopo il lungo naufragio che è stata la nostra vita. Stanca e priva di energie, Melina dopo il rapporto si addormenta sulla mia spalle ed io ho tutto il tempo per osservarla. La cicatrice che violenta il suo corpo mi disturba e mi infastidisce, ma non per l'aspetto estetico, ma per il significato che racchiude. Il dolore ad essa legata non potrà mai essere cancellato. Ho semplicemente la speranza che la mia presenza le dia la possibilità di riappropriarsi della sua gioventù, accantonando in un angolo lontano del suo cuore il dolore e la rabbia accumulati in questi anni. La vedo svegliarsi lentamente, stropicciandosi gli occhi e un sorriso divertito compare sul mio volto. Lei socchiudendo gli occhi mette un broncio che trovo terribilmente sexy

  • Perchè mi stai fissando?

  • Perchè mi piaci

  • Stavi osservando la mia cicatrice, non negarlo – il suo sguardo si fa malinconico

  • Si è vero, ma non perchè mi disturba, perchè semplicemente è una parte di te

  • Già – la malinconia la pervade ed io accarezzandole il volto cerco di far sparire la tensione

  • Come stai?

  • Bene

  • Veramente? – la osservo in maniera apprensiva cercando di carpire ogni singola emozione

  • Si, veramente – abbassa lo sguardo e il tono della sua voce – non pensavo che fosse così

  • Ah ah ah, vedrai che con il tempo migliorerà

  • Non hai capito – la guardo sorpreso – non pensavo che fosse così bello stare con te … non è vero.

  • Cosa?

  • Che ho smesso di pensarti

  • Lo so – il mio sorriso la incoraggia ad abbracciarmi

  • E ora?

  • Ora? - la guardo assorto – vuoi sapere cosa succederà?

  • So già quello che succederà. Te ne tornerai al tuo Tempio

  • Santuario

  • Fa lo stesso

  • Si .. tornerò al Santuario – sul suo volto compare la delusione – e tu verrai con me

  • Cosa?

  • Si … verrai con me …. sai ci sono tanti baldi giovani da malmenare

  • Ci sarà anche il tuo amico? - la guardo stupito – sai è talmente carino

  • Stai scherzando vero?

  • Certo, Milo occhidelmare – il sorriso che le compare sul volto rasserena il mio

  • Nessuno è più bello di me. Nessuno. E tu sei fortunata

  • Ah si – la sua risata mi travolge – e perchè?

  • Perchè mi sto innamorando di te – il sorriso le muore sulle labbra – e non permetterò a nessuno di farti del male, non più … e se tu non verrai, rimarrò io

Senza dire nulla Melina si avvicina a me coinvolgendomi in un bacio appassionato. Ma quando stiamo per lasciarci andare nuovamente, la mia attenzione viene catturata dall'esplosione di un cosmo

  • Kanon!



Ecco un nuovo capitolo, definiamolo la quiete prima della tempesta, in cui Milo e Melina hanno avuto modo di esprimere finalmente i loro sentimenti. Nel prossimo capitolo vedremo cosa accadrà a Kanon. Come avrete intuito la storia sta volgendo al termine, ma ci sono ancora 3 capitoli prima di mettere la parola fine. Di seguito le risposte di sagitta72 alle recensioni:


Charme_Strange:  ebbene si', anche se attratto da lei, e' piuttosto obiettivo, sara' anche carina ma se e' ottusa, bisogna farglielo sapere e non mi sembra che Kanon sia uno che te le mandi a dire!!! crocerossino no, dai, magari e' solo un po' protettivo, in fondo al fascino femminile non si resiste. Kanon atterrato, ma solo per poco, sai non si aspettava così tanta forza da Damian. ma non ti preoccupare che si sapra' riscattare bene...o almeno spero!!! vabbe' tanto ci sei tu che lo vigili, no?!  ti ringrazio per le tue recensioni, non mancano mai e fanno tanto piacere. ciao
Anzy: ritardi o meno a noi fa piacere che continui a seguirla. si' e' vero Melina ha dovuto subire non poche disgrazie, ma e' una ragazza molto forte e sicuramente riuscira' a superare il suo passato. beh eccoti soddisfatta ora hai visto che cosa e' successo tra Milo, Davos e Melina. ero quello che ti aspettavi? sai non vorremmo mai deludere le vostre aspettative. Saga ormai ha fatto la sua comparsa, non abbiamo piu' bisogno di lui. un bacione anche a te. ciao
JackoSaints94: allora sto computer che fa i capricci lo abbiamo sostituito? come scritto sulla mail che mi hai inviato ora vuoi Kanon, ma non era Milo che ti piaceva? allora deciditi, possiamo farne fuori una (come mi ha detto tu che voi eliminare Melina per Miluccio), ma non tutte e due. vabbe' dai mettiti il cuore in pace, purtroppo sono gia' impegnati, hanno il loro da fare. un bacione a te.ciao

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Capitolo 16
*** Capitolo XIV - Un Confronto ad Armi Impari ***


Capitolo XIV

Un confronto ad Armi Impari




Questo capitolo è stato scritto da sagitta72



Mi rialzo barcollando. L'impatto del colpo lanciatomi dal padre di Aristea è stato forte e mi dolgo del fatto che la mia arroganza abbia prevalso come al solito: in fin dei conti ha lottato per l'armatura di mio fratello. Mentalmente mi riprometto di non abbassare più la guardia. Nel frattempo Damian ha afferrato la figlia. La ragazza tenta in tutti i modi di liberarsi dalla sua presa, ma inutilmente. Ad un certo punto fa una cosa per lei veramente inusuale: morde la mano di suo padre, che più per la sorpresa che per il dolore molla la presa. Aristea corre verso di me per sincerarsi delle mie condizioni

  • Kanon stai bene? Ma come ha fatto mio padre a colpirti e che cosa erano quei discorsi sulla Terza Casa?

  • Lascia perdere non è il momento … vattene

  • Non ci penso proprio

  • E' così allora che stanno le cose Aristea? - Damian si avvicina sprezzante a noi.

  • Che vuoi dire papà?

  • Scegli di stare con lui piuttosto che con tuo padre? E pensare che in questi anni mi sono prodigato così tanto per te!

  • Tu mi hai tenuta segregata!

  • Cosa? Ah ah ha … ma cosa stai dicendo? Eri libera come l'aria di andare dove volevi

  • Si ma mi hai ingannata su di te … io pensavo che fossi una persona giusta … ma il modo in cui hai colpito Kanon mi aperto definitivamente gli occhi … ha ragione il nonno, e Melina … tu sei cattivo

  • Tzsè …. non pensavo che anche tu un giorno ti saresti rivoltata contro di me … proprio tu … l'oggetto del mio amore … l'unica persona che ho cercato di proteggere e di amare

  • E la mamma? - vedo il volto di Aristea sbiancare alle parole del padre – a lei non volevi bene?

  • Si … forse … all'inizio … ma sai a 17 anni si è molto stupidi ...ero convinto che fosse il gioiello più prezioso che possedessi … la ragazza più bella del paese … ma dopo la tua nascita è cambiata … da ragazza dolce e spensierata è diventata ossessiva e morbosa

  • O forse Damian sei tu che sei cambiato … non pensi? - Aristea e suo padre mi guardano

  • Cambiato? Forse hai ragione … ma tu lo dovresti comprendere meglio di me, Kanon …. quando assapori il potere, la potenza che può scaturire dall'esplosione del tuo cosmo … il resto diventa ridicolo

  • I sentimenti d'amore non sono mai ridicoli … fidati … te lo dice uno che ha scoperto questo a caro prezzo .. e le persone che ci amano vanno protette sopra ogni cosa.

  • Parole … solo parole senza significato … questo mondo è dei forti … e tua madre Aristea non lo era … per questo è morta

  • Che .. cosa? – la voce della ragazza trema e il suo volto diventa sempre più bianco – di cosa stai parlando?

  • Sei sicura di volerlo sapere?

  • Anche se ho paura di quello che stai per dire … si, ormai non voglio più segreti, che siano piacevoli o meno

  • Oh no piccola mia, non ti piacerà affatto quello che ti dirò.

  • Parla!

  • E' vero … io e tua madre ci siamo amati dal primo momento che ci siamo conosciuti, ma tu, mia cara, sei stato un incidente di percorso e purtroppo sei capitata proprio nel periodo in cui dovevo partire per Atene. A 17 anni non avevo certo voglia di stare a fare il buon padre di famiglia e quando me ne sono andato, ho lasciato tua madre in condizioni piuttosto critiche. Al mio ritorno, l’ho trovata molto indebolita, probabilmente dopo la tua nascita non si e’ più ripresa, lei, come te era molto delicata di salute.

  • E tu? Non hai fatto nulla per lei? L’hai lasciata morire?

  • Tesoro, il mio ritorno purtroppo, secondo i miei calcoli, non era previsto, anzi ero convinto che mi avreste raggiunto voi, ma non andò cosi'. Ero talmente arrabbiato che le cose non fossero andate come volevo, che non mi interessai a null'altro se non alla sete di vendetta per la presa in giro che avevo dovuto subire. Sia tu che tua madre eravate un impiccio, un problema … non avevo tempo per seguirvi… dovevo riscattarmi dalle umiliazioni che avevo subito … e per farlo dovevo diventare l'uomo più temuto di queste isole.

  • Vuoi dire che l'hai lasciata morire?

  • Ho lasciato semplicemente che la natura facesse il suo corso .. te l'ho detto .. solo i più forti hanno diritto di vivere ...

  • COSA? – velocemente corre verso di lui e gli urla in faccia – ma come hai potuto lasciare morire così la donna che amavi?

  • Amavo? Si e' vero una volta l'amavo, ma al mio ritorno l’amore non e’ più stato un sentimento fatto per me … lei è voluta rimanere al mio fianco …. e io l'ho lasciata fare … avrebbe potuto tornare da tuo nonno, ma quella stupida ha deciso di morire pur di rimanere con me.

  • Ed io allora? Perchè mi hai tenuto con te? Se dici che in te non c'e' più amore … perchè mi hai cresciuta?

  • Perchè sei sangue del mio sangue

  • Io non ci posso credere – le lacrime cominciano a sgorgare tra i suoi bellissimi occhi – e cosa provi per me? Almeno una volta nella mia vita mi hai mai amato?

  • Non è questo il punto … ti ho dato tutto quello che volevi, non ti è mancato nulla … ed è così che mi ringrazi … facendo la sciocca con il fratello del mio peggior nemico?

  • Non mi toccare – con un gesto deciso col dorso della mano scansa quella del padre, poi indietreggia – sei un mostro …

  • Non permetterti mai più un gesto simile verso di me


Damian l’afferra per le spalle scuotendola e spingendola via al punto da farla cadere per terra.

A quella vista mi si annebbia il cervello e non posso fare a meno di intervenire. Afferro Aristea e rialzandola l’allontano da noi, dopodiché mi precipito da lui e con un pugno ben assestato lo atterro. Prontamente si rialza e cerca di fare altrettanto con me, senza alcun risultato, perchè riesco a schivarlo con facilità. Tutto ciò lo innervosisce, ed io, da gran bastardo che sono, glielo faccio notare, sottolineandogli che e' proprio questa sua mancanza di capacità nel concentrarsi ad averlo reso succube di mio fratello e che al momento lo rende inferiore a me.

Probabilmente questa mia affermazione lo fa calmare, cosi' lo vedo rialzarsi e prepararsi nella posizione tipica per lanciare l' Esplosione Galattica. Inizialmente rimango stupito nel vederlo utilizzare il mio colpo, ma mi riprendo immediatamente. Lo osservo attentamente e seguo ogni suo movimento fino al congiungimento delle mani che preparano la spinta che dovrebbe colpirmi e farmi esplodere come un'intera galassia. Il colpo non tarda ad arrivare, chiudo gli occhi e mi concentro alzando lentamente il braccio e bloccando il colpo con la forza della mia mano.

Incredulo, mi punta gli occhi contro ed io di rimando gli sorrido e gli dico beffardo:


• Pensavi davvero che saresti riuscito a sconfiggermi con i miei stessi colpi? … Sei solo un povero illuso, Damian.

• Non credere che mi arrenda così facilmente

  • Spero di no, infatti … mi toglieresti tutto il divertimento.

  • Sempre pronto al sarcasmo … fossi in te non mi sentirei cosi' sicuro, sai quelli che credi possano essere inferiori talvolta potrebbero stupirti

  • Sono qui – e incrocio le braccia al petto chiudendo gli occhi e ghignando – dai stupiscimi

  • Sei un gran bastardo Kanon .. proprio come tuo fratello

  • Eh no … non offendiamo … io sono peggio – apro gli occhi puntandoglieli contro e proseguendo con astio – non hai mai conosciuto la mia vera cattiveria .. e spera di non doverla conoscere ora

  • sapessi che paura che mi fai


Devo ammettere che di coraggio ne ha, lo vedo correre velocemente verso di me e cominciamo a lottare corpo a corpo, e’ forte ma sento che non riuscirà mai a prevalere. Ormai sono sicuro di averlo in pugno. Andiamo avanti per un bel po’, fino a quando vedo che lentamente porta la lotta verso Aristea; il furbo vuole farsi scudo della figlia, o meglio, vuole avvicinarsi a lei in modo da impedirmi di effettuare colpi che potrebbero raggiungerla. Bene allora se la metti così, mio caro Damian, è arrivato il tuo momento, stavolta lo preparo io il mio colpo preferito e senza che se lo aspetti, lo colpisco duramente con la Galaxian Explosion. Lo slancio e’ tremendo e l’urto contro il muro di cinta della casa e’ molto violento. Lo vedo cadere a terra e rimanere immobile, mi avvicino lentamente pronto ad una sua reazione, che però non arriva. Aristea corre verso di lui piangendo ed io mi avvicino toccandogli la giugulare:


  • Non ti preoccupare … e’ vivo

  • Ma che cosa gli hai fatto, cos’era quello?

  • Ti spiegherò dopo … va in casa e chiama l’ambulanza … e la polizia

  • Lo vuoi consegnare a loro?

  • E' meglio che se ne occupi la polizia, se no dovrei farlo io … ma per il bene tuo preferisco la prima opzione; dai muoviti, vai

  • Grazie … - con occhi umidi mi appoggia la mano sul braccio, dopodiche’ si alza e corre dentro a fare ciò che le ho ordinato


Il mio colpo non poteva passare inosservato, tant’e’ vero che da lontano vedo sopraggiungere Milo con Melina; mi alzo andando loro incontro, ma mentre si avvicinano, vedo il mio amico indurire lo sguardo e puntare la sua unghia rossa verso di me, mi blocco istintivamente urlandogli se per caso si e’ impazzito, ma la sua Cuspide Scarlatta mi sfiora velocemente per poi colpire dietro me. Mi volto di scatto e vedo riverso per terra senza vita il corpo di Damian. Il bastardo voleva colpirmi alle spalle e stavolta sarebbe riuscito nel suo intento, visto che, essendo distratto, non avrei evitato il colpo. Devo ammettere che non sono affatto dispiaciuto della sua morte, se non per l’effetto che questa potra' avere su Aristea. Alzando gli occhi la vedo uscire di corsa di casa e bloccarsi improvvisamente con lo sguardo terrorizzato, ora si che avro' il mio bel da fare per farle capire come sono andate le cose.

Confusa guarda prima Milo e poi il corpo del padre, dopodiche' si lascia accogliere nel mio abbraccio consolatorio. La stringo più forte che posso per farla sentire protetta e al sicuro, sussurrandole all'orecchio che le risposte alle sue domande gliele darò non appena sarà calma ed in grado di poter comprendere ciò che e’ accaduto.

Mi chiede di spiegargli almeno il perché è dovuto finire così e per tutta risposta le dico solo che Milo ha preso la decisione di salvare un uomo, dovendo purtroppo porre fine alla vita di suo padre.

Sono sicuro che gia’ Milo avra’ spiegato alcune cose a Melina, perche’, dopo tutto quello che e’ accaduto, lei e’ rimasta impassibile come se la cosa non la turbasse minimamente, anzi nei suoi occhi e nel suo animo riesco a leggere finalmente la liberazione da tutto il male che ha dovuto subire; mi pare di intravedere perfino un leggero sorriso di trionfo nella piega delle sue labbra. Spero che dopo tutto quello che è accaduto finalmente le due cugine possano ritrovarsi e vivere insieme, serene come una volta. Ma chissà perché accarezzando i capelli di Aristea che si sta lentamente calmando, ho come la sensazione che ancora non e’ del tutto chiusa questa brutta faccenda … ed infatti ciò che temo non tarda ad arrivare.



Eccovi il nuovo capitolo in cui Kanon chiude i conti con il padre di Aristea. Nel prossimo sapremo cosa altro accadrà. Un ringraziamento va a tutti quelli che stanno leggendo questa storia, in particolare volevo ringraziare Federica che continua a leggere questa storia e non potendo recensirla online ce la recensisce via mail ;-)).

x Gufo_Tave: eh come nella miglior tradizione di Saint Seiya, Atena sceglie sempre il momento meno … ops .. più opportuno per intervenire. E come nelle migliori tradizioni il protagonista ottiene i favori della sua bella (scontatissimo ...ma sempre efficace credo :-))


x charm_strange: Come hai potuto notare con Kanon, Atena non è intervenuta, però lo ha fatto Milo … con risultati diversi ovviamente. Per quanto riguarda la tua critica è un'ottima osservazione e forse hai ragione, io partivo semplicemente dal presupposto che ormai erano tanti capitoli che i due si fronteggiavano più o meno chiaramente su questi due temi … i motivi per cui Milo era così e quelli per cui lo era Melina. Sul fatto che lei sia stata troppo arrendevole, mettici che era molto stanca di essere così combattiva. Sul fatto che abbia una reazione fredda con Milo, considera che lei è un tipo poco romantico :-D.




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Capitolo 17
*** Capitolo XV - Domani è un Altro Giorno ***


Capitolo XV

Domani è un Altro Giorno



Questo capitolo è stato scritto da winnie343



Ho ucciso un uomo. Il nuovo Milo non lo aveva mai fatto. Non ero più abituato all'adrenalina che ti invade nel momento esatto in cui uccidi. E' qualcosa di cui farei volentieri a meno, ma non avevo altra scelta, se non lo avessi fatto a morire sarebbe stato Kanon. E il Kanon di questa vita non merita una sorte simile. Ho fatto giustizia e non me ne pento, segno evidente che il nuovo Milo è tornato ad essere quello vecchio, ma non del tutto. Mi volto ad osservare Melina che ha assistito a tutta la scena; vedo nei suoi occhi il turbamento per quanto appena accaduto, ma al tempo stesso, vedo in lei comparire un sorriso, dedicato a me, solo a me; una donna che riesca a comprendere che non uccido per divertimento, ma che lo faccio perchè questo sono, non chiedo altro. Melina si avvicina a me, probabilmente per confortarmi, o semplicemente per abbracciarmi. Ma in un istante sul suo volto sorridente vedo addensarsi delle nubi di terrore e osservo la sua bocca ridente trasformarsi in un ghigno paura. Mi volto nella direzione in cui stanno guardando i suoi occhi per trovarmi ad osservare Davos, lo scagnozzo dell'uomo che ho appena ucciso, che con un coltello si sta lanciando verso di me. Inspiegabilmente rimango immobile, fermo, affascinato dal gesto che sta compiendo. Osservo i suoi occhi e percepisco che anche il suo corpo si sta riempiendo di adrenalina. E' come vedersi allo specchio, in un certo senso. Davos ormai vicino affonda il colpo, ma stranamente non percepisco alcun dolore. Abbasso lo sguardo e comprendo l'orrore che si è appena compiuto. Melina, facendomi scudo, si è presa la mia coltellata, il colpo destinato a me. Resto immobile, incredulo. La ragazza si adagia come una coperta sgualcita sulle mie braccia ed io non riesco a muovere neanche un muscolo del mio corpo per soccorrerla. Kanon atterra Davos, mentre Aristea comincia ad urlare. L'unica cosa che riesco a vedere è il sorriso che Melina faticosamente continua a rivolgermi; dopo qualche istante, riuscendo a riprendere un po' di controllo, la adagio sul pavimento e le incomincio ad accarezzare i capelli:

  • Resisti, adesso Kanon chiamerà un ambulanza. Anzi no, ti porto io in ospedale, faremo prima – sto per alzarmi, ma le sue parole mi bloccano

  • No, non ce la faccio Milo, sono stanca, molto stanca - la sua voce è un sussurro impercettibile.

  • Non dire stupidaggini, tu sei una combattente, devi resistere.

  • Non ci riesco … mi mancano le energie per farlo … perchè stai tremando?

  • Sto tremando? … non me ne rendo conto

  • Non essere triste Milo ... la tristezza non si addice ai tuoi occhi del mare.

  • Io … perchè lo hai fatto … perchè? Quella coltellata non mi avrebbe fatto nulla.

  • Non ho pensato al fatto che sei un super eroe .. ho solo istintivamente cercato di proteggere ciò che per me era prezioso.

  • Non hai pensato a me.

  • Continuamente ho pensato a te.

  • Stupida.

  • Si … sono una stupida … prometti … non piangere amore mio … non voglio che tu pianga.

  • Non puoi chiedermi questo.

  • Lo so.

Non aggiunge altro, la sento rilassarsi tra le mie braccia. So che è morta, dilaniata dal colpo inflittole da colui che le ha rovinato la vita. Colmo di rabbia, mi avvento sul suo assassino e comincio a picchiarlo a sangue. Violentemente con tutta la furia e la rabbia che possiedo, so che lo sto uccidendo con le mie mani nude; il sangue che esce dalle mie nocche dimostra tutta la violenza dei miei colpi. Nel tentativo di fermare la mia furia, Kanon cerca di allontanarmi da Davos, ma io rivoltandomi lo colpisco in pieno viso facendolo cadere. Ritorno a colpire l'assassino della donna che avrebbe potuto rendere la mia vita migliore, senza tregua, fino a quando le delicate mani di Aristea non si posano sulle mie insanguinate. I nostri sguardi si incrociano e la dolce malinconia dei suoi occhi mi fa rinsavire. Mi alzo controvoglia e dopo aver dato un ultima occhiata al corpo straziato di Melina mi allontano, senza ascoltare nessuno. Mi rifugio nella mia spiaggia, ancora una volta, come all'inizio del mio soggiorno, non per riflettere, ma per tentare di domare il dolore che mi assale. Resto li, da solo, per giorni. Perfino l'impavido e cocciuto Kanon rinuncia a farmi visita, conscio del fatto che nulla e nessuno potrebbe alleviare la mia pena. Intere giornate e nottate, sdraiato sulla sabbia, perso nei pochi ricordi che mi hanno legato a lei. Cercando di sentire, di percepire ancora il suo odore, imponendomi di ricordare ogni singolo gesto, ogni singolo istante passato insieme. Possibile che una persona in così poco tempo possa radicarsi così rte in un cuore? Forse è stata tutta colpa del mio forzato digiuno di sentimenti … no … non farebbe onore al suo ricordo pensare una simile banalità …. la verità è che ci sono persone che sono parte della nostra vita da sempre, anche prima di conoscerle. Sento avvicinarsi qualcuno, non mi volto a guardare, non ne ho bisogno, riconoscerei i suoi passi ovunque. La mia croce e delizia. Proprio di te avevo bisogno, unico uomo in grado di consolarmi, testimone del mio dolore. Ti siedi accanto a me, come già fatto in una notte da cui sembra passata un'eternità, e cominci ad accarezzare la sabbia distrattamente. Percepisco i tuoi pensieri, il tuo turbamento. Vorresti che il mio dolore fosse il tuo. Sempre magnanimo Camus, convinto che le tue spalle siano più forti delle mie e sappiano affrontare meglio le situazioni spiacevoli. Forse hai ragione, io non sono fatto per il dolore, ma se te lo cedessi, dovrei donarti anche i ricordi belli … e sinceramente non posso pensare di vivere senza il ricordo dell'unica notte trascorsa con la donna della mia vita. Un pensiero si fissa sui tuoi occhi. Il tuo sguardo è rivolto verso di me, mi chiedi di guardarti, ma io non ci riesco … non ora … non ancora. Senza aggiungere nulla, ti alzi silenziosamente e privandoti di quasi tutti i vestiti ti immergi nelle bellissimi acque del mare della mia terra, invitandomi silenziosamente a seguirti. Accettando il tuo consiglio mi tuffo tra le onde, dove riesco finalmente a sentirmi, almeno per pochi istanti, di nuovo libero. Nuotiamo in silenzio, non abbiamo bisogno di dirci nulla … ho solo bisogno che tu sia qui … che sia presente e vigile, pronto a raccogliere tutti i pezzi che potrei perdere della mia anima. Solo questo ti chiedo amico mio, niente sermoni, niente pacche fraterne … devi solo guardarmi le spalle … come hai sempre fatto … finchè hai potuto. Usciti dall'acqua ci rivestiamo e solo dopo mi decido finalmente a parlare:

  • I funerali sono stati fatti?

  • Si, un paio di giorni fa. Volevano chiamarti. Kanon li ha fatti desistere.

  • In fondo Kanon mi conosce abbastanza.

  • Credo che ti conosca più che abbastanza ... e' lui che mi ha chiamato. - sorrido alle parole di Camus, constatando che è bello non essere soli

  • Dove l'hanno sepolta?

  • Vicino al mare, almeno credo, non conosco la zona

  • Quando parti?

  • Stasera … con te – annuisco alle sue parole, semplici dirette … la mia personale ancora di salvezza nella deriva di questo dolore ingovernabile

  • Ho bisogno di vederla un'ultima volta … devo dirle una cosa.

  • D'accordo. Ma dovrai chiedere a Kanon, io non so dove si trova.

So che sta mentendo, ma annuisco lo stesso alla sua affermazione; non vorrei, ma devo onorare colui che ha vegliato su di me per tutto questo tempo. Ci rechiamo nel negozio di fiori del vecchio, dove, come prima cosa, finisco tra le braccia di Aristea. Ha gli occhi lucidi e rossi per le tante lacrime versate. Vorrebbe parlarmi, dirmi qualcosa, ma le parole sono superflue, pertanto la allontano da me dolcemente, ma con fermezza, e vado incontro al nonno stringendogli semplicemente la mano e chiedendogli dove si trova il mio amico. Il vecchio mi indica il retro bottega ed io come un automa mi dirigo li. Mi ritrovo ad osservare Kanon in duplice copia: evidentemente Camus si è divertito talmente tanto l'altra volta che ha chiesto nuovamente a Saga di farsi accompagnare. Quest'ultimo senza dire nulla guadagna l'uscita, lasciandomi solo con il fratello.

  • Ciao Milo … hai un aspetto orribile

  • Tu invece sei in splendida forma

  • Come al solito … d'altronde lo sai che sono sempre stato più bello di te – sorrido alla sua affermazione e alla sua irriverenza. - Parti?

  • Si … questa sera

  • Cosa fari?

  • Quello che so fare meglio … il cavaliere … non era per questo che eri venuto?

  • Già

  • Dove si trova la sua tomba?

  • Sul colle oltre questo paese. Guarda il mare – mi volto per andarmene, ma sulla porta senza girarmi gli parlo un'ultima volta

  • Io non sono bravo con le parole, non lo sono mai stato

  • Strano … a me è sempre parso il contrario – mi volto a guardarlo

  • Insomma .. volevo dirti che

  • Figurati … non c'e' di che – entrambi sorridiamo, non abbiamo bisogno di aggiungere altro, ma mentre sto per andarmene la sua voce mi costringe a voltarmi nuovamente - comunque … io non sono venuto per farti ritornare ad essere cavaliere … volevo semplicemente aiutarti a ritrovare te stesso.

  • Già

Prima di andarmene definitivamente da quel negozio raggiungo Aristea nella stanza di Melina e dopo aver dato un'occhiata alla camera la stringo forte a me, la mia voce è un sussurro:

  • Non so se ci rivedremo ancora. Cerca di fare di tutto per essere felice, veramente felice. Non accontentarti di vivere una vita al di sotto delle tue possibilità e pretendi sempre di ottenere il meglio. Non fare come hai fatto fino ad ora … non sopravvivere … vivi.

Gli occhi di Aristea si fanno nuovamente lucidi, ed io senza aggiungere altro me ne vado, lasciandola al suo dolore. Se fossi più forte resterei per consolarla, ma non sono in grado di sopportare anche il dolore degli altri. Mi incammino verso il posto indicatomi da Kanon, con la mia personale guardia del corpo alle calcagna. Bravo amico mio, continua a guardarmi le spalle, è di questo che ho bisogno. Quando arriviamo di fronte alla croce dove è sepolta Melina, Camus mi porge un mazzo di fiori ed io sorrido pensando a quanto io sia insensibile e rozzo. Il mio amico fa un passo indietro, lasciandomi questo ultimo momento di intimità con quella che avrebbe potuto essere la donna della mia vita. Non so, magari se avessimo trascorso i futuri anni insieme dopo poco ci saremmo scannati, traditi, odiati, ma il tempo ... e la morte fissano i momenti e in questo attimo, per me eterno, lei rimarrà la donna amata. Mi inginocchio sulla sua tomba posando i fiori sulla terra ancora fresca e le parlo un ultima volta:

  • Sinceramente avevo immaginato che la nostra storia sarebbe finita in tutt'altro modo … non so … magari mi avresti ucciso dandomi una bastonata in testa, giusto perchè non mi sopportavi più. Oppure magari saresti scappata con il mio migliore amico che ti avrebbe gettato in un fiume ghiacciato dopo poco, o magari, se fossimo stati fortunati, sarei morto in uno dei miei combattimenti, così non avresti dovuto pensarci tu, o forse saremmo invecchiati insieme. Purtroppo non potrò scoprirlo. Quello che mi preme farti sapere ora però è che ti amo, che ti prometto che farò di tutto per comportarmi bene e che sarò buono abbastanza da farmi mandare dove sei ora.

Il sorriso mi muore sulle labbra e le lacrime cominciano ad uscire copiosamente dai miei occhi. Mi alzo di scatto, vorrei urlare, distruggere tutto ciò che ho intorno, ma le braccia sapienti di Camus mi avvolgono in un abbraccio consolatorio, pronto a raccogliere i pezzi della mia anima. Sopravviverò anche a questo, come ho sempre fatto del resto, ma il dolore non si cancella, si affievolisce, certo, ma non si cancella.




Ciao a tutti, ecco l’ultimo capitolo riguardante Milo … eh … lo so … non ve lo aspettavate ... sono stata indecisa fino all’ultimo, lo ammetto, perché Melina in fondo mi piace … nei giorni che dovevo scrivere questo capitolo mi sono imbattuta in un articolo di giornale scritto da Gabriele Romagnoli (sempre lui ) in cui raccontava di un tizio che, dopo aver perso la moglie nell’attentato delle Torre Gemelle, ha lasciato un video messaggio in cui gli diceva che si sarebbe comportato bene per fare in modo di raggiungerla dove ora lei si trovava … non ho resistito, mi è sembrata una cosa così romantica e commovente da dire … quelle sono le parole che Milo dice alla fine (e che dunque non mi appartengono); volevo segnalarvi anche che le frasi “la verità è che ci sono persone che sono parte della nostra vita da sempre, anche prima di conoscerle” e “non sopravvivere … vivi” esprimono dei concetti che ho sentito altrove: la prima è del libro “Non ti muovere” di Margaret Mazzantini dove il protagonista, se non sbaglio, dice ad un certo punto “Chi ti ama c'è sempre, c'è prima di conoscerti”, il secondo invece fa riferimento al film “La finestra di Fronte” in cui Massimo Girotti dice a Giovanna Mezzogiorno “Non si accontenti di sopravvivere, lei deve pretendere di vivere in un mondo migliore non soltanto sognarlo”. Per il resto volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto questa storia. Il prossimo sarà l’ultimo capitolo e riguarderà Kanon.


Di seguito le risposte di sagitta72 alle recensioni dello scorso capitolo:


charme_strange: prima di tutto e' di dovere ringraziarti per come segui appassionatamente la nostra storia. il fatto che sia una delle tue storie preferite, mi lusinga molto. Hai ragione che non si puo' non essere romantici con Milo, putroppo pero' ho paura che le due chiacchiere con Melina non le potrai piu' fare, da come si sono svolti  i fatti in questo capitolo.  sono sicura che avresti preferito che ci lasciasse le pene Aristea, ma ti e' cosi' antipatica oppure sei gelosa perche' vorresti essere al posto suo...con il tuo piccolo Kanon!!!!!

JackoSaint:  oh finalmente possiamo rivedervi!!!! non avevo dubbi sulla vostra furbizia!!! Beh a dire il vero poteva anche starci che Milo desse una lezione a Kanon, pensando che lui avesse ucciso il padre di Aristea, sa Milo in fondo no vuole piu' essere un violento, ma quando si tratta di difendere le persone a lui care, torna ad essere il grande combattente di un tempo. ora che mi dici invece di questo capitolo? sono moooolto curiosa

Milo

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Capitolo 18
*** Capitolo XVI - In Partenza ***


Capitolo XVI

In partenza





Questo capitolo è stato scritto da sagitta72





Ancora non riesco a capacitarmi di quanto accaduto: non posso credere che due giorni fa abbiano avuto luogo i funerali di Melina; non ho provato nemmeno a chiamare Milo, sapevo benissimo dove si trovava, ma sapevo anche che non avrebbe voluto. Certo, non immaginavo che sarebbe finita cosi', tutto mi sarei aspettato, ma non di assistere alla sepoltura di questa ragazza, che aveva già sofferto molto nella sua breve vita. Ho atteso che passassero questi giorni per parlare con Aristea di quanto successo: le volevo dare il tempo di assorbire la perdita di suo padre e di sua cugina prima di affrontare con lei un discorso su quanto accaduto. Nell’isola sono arrivati nuovamente mio fratello e Camus; ho chiamato quest’ultimo perchè sapevo che sarebbe riuscito a ridestare Milo dal suo torpore; ma la loro venuta mi spinge a chiarire la situazione con Aristea e a non indugiare oltre: prima di partire devo e voglio parlare con lei. Prima di incontrarla decido di fare due passi per quest’isola bellissima in cui la nostra esistenza – quella mia e di Milo è cambiata.

Ripercorro le strade del paese, ricordando ogni piccolo momento e avventura che abbiamo trascorso, siano essi stati momenti divertenti o catastrofici. Pensando a tutto quanto accaduto non mi sono accorto che sono arrivato proprio sul promontorio dove ho incontrato per la prima volta Aristea; sembra cosi’ lontano quel giorno, invece saranno passati un paio di mesi, non di piu’.

E' proprio pensando a quest'ultima e a come spiegarle gli avvenimenti che, assorto nei miei pensieri non mi accorgo che mi ha raggiunto. Sento un sospiro, mi volto e mi ritrovo di fronte l’essere più bello e dolce che io abbia mai conosciuto:



  • E’ qui che ci siamo conosciuti la prima volta, ricordi? – mi dice lei

  • Certo, come potrei dimenticarlo … - mi avvicino e le tocco la collanina – perdesti il ricordo piu’ prezioso che avevi.

  • Ora ne ho perso un altro, con la differenza che non tornera’ piu’

  • Mi dispiace- non riesco a dirle altro, non sono mai stato bravo a consolare

  • Purtroppo il destino ha voluto così. Ora mi rimane mio nonno di cui prendermi cura e me stessa.

  • Si, devi riprenderti in mano la tua vita e sei solo tu la sua padrona. Ricordatelo.

  • Me ne ricordero', ma … Sbaglio o abbiamo un discorso in sospeso?

  • No, non sbagli

  • Allora avanti, dimmi quello che devi senza timore.. da qui non scappo … non scappero’ mai piu’ … ho voglia solo di sapere...

  • Non e’ semplice da capire, vedi … tuo padre venne ad Atene perché sentì parlare di giovani ragazzi e uomini che venivano preparati per diventare dei cavalieri … cavalieri di Athena

  • Athena? … ma e’ una leggenda

  • No Aristea, non lo e’ .. la nostra Dea rinasce ogni 250 anni in un corpo di fanciulla quando nel mondo si stanno per verificare eventi catastrofici che possono occultare la terra e la sua popolazione. In previsione di tale evento, che accadde 13 anni fa, anni prima mio fratello e tanti altri fanciulli e ragazzi, orfani soprattutto, vennero presi in ogni parte del mondo per essere preparati a questo. Tuo padre si allenò per diventare un cavaliere d’oro … e indossare le vestigia dell’armatura dei Gemelli, padrona appunto della Terza Casa.

  • E questo non accadde, giusto?

  • Gia’

  • Per colpa di tuo fratello

  • Si

  • E tu?

  • Di me nessuno sapeva l’esistenza al Santuario, era stato scelto lui perche' piu' grande di me e lo portarono via. Ma io li seguii lo stesso, non volevo dividermi da lui e lui mi tenne con se a patto che non mi facessi vedere da nessuno.

  • Cosa?

  • Strano, vero? Però doveva essere così … ho vissuto al Santuario nascosto, lontano dagli altri, per non far sapere della mia esistenza. Tutto cio’ mi fece incattivire molto, in fondo chi ero io? Nessuno … nemmeno Saga si interessava su come potessi sentirmi, troppo preso dalla sua vita di cavaliere, perfetto e amato da tutti. Forse la gelosia per mio fratello mi acceco’ al punto da maledirlo, o forse la mia innata sete di potere, oggi non saprei più spiegarti che cosa nel mio animo mi rese così crudele e folle … mi sentivo in un certo senso inutile, o magari invincibile …. Fatto sta che tentai di corrompere mio fratello per arrivare al potere.



A questo punto deve sapere in realta’ chi sono stato, così proseguo raccontandogli tutto quanto accadde, da Capo Sounion, alla notte degli inganni, alla guerra contro Nettuno, per poi finire con Hades. Le spiego della nostra missione davanti al muro del lamento e di come Athena ci abbia rifatto tornare in vita. Le parlo con franchezza della mia caduta all’inferno e della mia resurrezione. Le apro il mio cuore, come mai prima d’ora con nessun’altro, confessandole tutti i sentimenti contrastanti che ho provato nel corso dei miei anni bui e le confido anche la gioia di riscoprire la voglia di essere un uomo migliore.

Per tutto il tempo che ho parlato lei e' rimasta in silenzio ad ascoltare, senza alcuna reazione, mi aspettavo che mi guardasse con disprezzo, con paura, con sbigottimento, con rabbia, con delusione, invece no, il suo sguardo mi sta penetrando l'anima, ma non mostra tentennamenti o indecisioni … ciò che più mi inquieta è il non riuscire a percepire il suo pensiero. Per tutta risposta, finito il mio racconto, mi si avvicina, distoglie lo sguardo e lo posa sulla sua mano che nel frattempo ha preso ad accarezzare il mio braccio, poi mi guarda nuovamente e quasi sussurrando mi dice:



  • queste braccia avrebbero fatto cosi' tanto male in passato?

  • Si - il suo sguardo torna nei miei occhi

  • Ora però non più … sei cambiato … sei un uomo …nuovo

  • Non e' quello che hai visto però … almeno dal modo in cui mi sono comportato con tuo padre

  • Sei stato costretto – poi avvicinando il suo viso al mio – non potevi fare altro

  • Forse no. Hai paura di me dopo quello che ti ho raccontato?

  • Non ho paura … e non ti giudico.

  • Sicura? - e avvicino il mio viso al suo – in fondo non hai conosciuto molto di Kanon

  • Io invece credo di si – e mi circonda il collo con le sue braccia – molto piu' di quanto tu creda.



Con sommo stupore del sottoscritto, prende l'iniziativa e comincia a baciarmi. Non che la cosa mi dispiaccia, tutt’altro, ma trattandosi di lei rimango un po’ perplesso perche’ questo gesto da parte sua e’ inaspettato e cio’ mi fa impiegare qualche secondo prima di reagire. Ripresomi dal mio stupore, le circondo la vita e la stringo a me, assaporando le sue dolci labbra. Il bacio diventa sempre più coinvolgente e le mie mani cominciano ad accarezzare la sua schiena, i suoi capelli, per poi proseguire lungo le linee del suo corpo. Aristea, a questo contatto, sento che ha un fremito, la mia mano volutamente si appoggia al seno sinistro e sento i battiti del suo cuore accelerare, inutile dire che questo momento lo aspettavamo da quando ci incontrammo proprio qui, su questo promontorio. Continuo a stringerla con un braccio in vita e con l’altra mano salgo su ad accarezzarle il collo, stacco le mie labbra per poi appoggiarle su di esso e assaporare la sua pelle. Lei mi sussurra all’orecchio “e’ tanto tempo che aspettavo questo momento e..” ma non la lascio terminare perche’ il desiderio di riappropriarmi della sua bocca e’ troppo grande e ricominciamo a baciarci più appassionatamente di prima.

Le nostre bocche sembrano incollate e non volersi piu’ dividere e le nostre mani si scambiano carezze sempre più audaci. Con uno sforzo immane ci stacchiamo per riprendere fiato, rimanendo con le fronti appoggiate e le labbra che si sfiorano.



  • Voglio che tu sappia che io mi fido di te …

  • Davvero? – le rispondo sfiorandole le labbra con un bacio

  • Si … vorrei … mi piacerebbe tanto che tu rimanessi

  • Non e’ posto per me questo, ma tu puoi venire con me se vuoi

  • No, non verro’ … non ora

  • Già tuo nonno

  • Non e’ per lui … e’ per te

  • Che vuoi dire? – nel frattempo le accarezzo una guancia, e’ cosi’ bella che non riesco a fare a meno di toccarla, anche se rimango visibilmente stupito dalle sue parole

  • Che tu meriti una persona migliore

  • Tu vai benissimo così come sei!

  • Non è vero …. Tu devi avere al tuo fianco una persona forte e che sappia reagire di fronte alle difficolta’ … ha ragione Milo …. Devo cominciare a vivere e non devo accontentarmi ..

  • E questo che c’entra con me? Puoi ricominciare anche da noi al Santuario

  • No, devo farlo da sola … vorrei tornare da te migliore … non sono ancora degna di te

  • Non e’ vero – la stringo a me aspirando il profumo dei suoi capelli – tu sei fantastica cosi’ come sei

  • No … non è così … e lo dimostra quello che è accaduto … non voglio essere il tuo peso - e accarezzandomi il viso – e alla lunga anche tu ti stancheresti, credimi … - poi sorridendomi divertita – mi viene da pensare che … - poi abbassa lo sguardo come al suo solito quando si intimidisce e guardandomi di sottecchi - che … non ti vuoi dividere da me?

  • Hai colto nel segno – e riprendo a baciarla e a stringerla ancora più forte – questo ti farebbe cambiare idea?

  • No … mi costa fatica … non vorrei mai separarmi da te … ma non posso venire

  • Se restassi io qui?

  • Sarebbe la stessa cosa … ti prego non rendere le cose piu’ difficili, per me e’ già abbastanza doloroso sapere che non ti vedro’ più per tanto tempo

  • Beh questo dipende solo da te …

  • Ti prometto che mi impegnero’ e non ti faro’ attendere molto … beh .. certo non sei obbligato ad aspettarmi … non ti chiedo questo … ma io nel momento in cui so di essere pronta e di meritarti verrò da te …. E se tu mi vorrai ancora …

  • Io sarò li ad aspettarti …



Ci rendiamo conto che il tempo che ci dividerà non sarà breve, così torniamo a baciarci come se quella fosse l’ultima volta che lo potremo fare. Non ci accorgiamo del tempo che passa fino a quando odo l’eco dei passi avvicinarsi, mi distacco da lei e vedo poco lontano da noi mio fratello che imbarazzato mi dice solo:



  • Noi cominciamo ad andare … ti aspettiamo al porto … - poi sorridendo ad Aristea – spero di rivederti un giorno

  • Anche io Saga

  • Sto arrivando – e mio fratello mi fa cenno di si’ col capo e torna sui suoi passi, mentre io scrutando il volto di lei – bene, e’ ora che io vada

  • Mi raccomando sta vicino a Milo

  • Lo farò, se non altro mi sento in dovere nei confronti di Melina

  • - abbassa il viso e le sue lacrime solcano le guance, al che io le alzo il volto con l’indice

  • Eh no … se fai così cominci male … le lacrime sono sintomo di debolezza

  • Dipende per quale ragione

  • Sono di felicità?

  • No ..

  • Allora ho ragione io – a quel punto pero’ mi blocco per paura di aver frainteso – a meno che non erano per Melina, in tal caso … scusami … ritiro quello che ho detto .

  • Per tutti e due … per lei e per te che te ne vai … la lezione la comincerò da domani, oggi lasciami ancora quella che sono.



Senza dirci più una parola ci stringiamo forte, attendo che i suoi singhiozzi si calmino per poi scambiarci l’ultimo bacio. Come prima, nessuno dei due ha intenzione di fermarsi e proseguiamo almeno fino a quando il respiro ci permette di farlo, dopodiché ansanti ci dividiamo, ci guardiamo profondamente ancora un’ultima volta, le accarezzo il volto, glielo trattengo tra le mani e lo avvicino a me per darle un bacio in fronte. Le sussurro “ ti aspetto”, poi senza più voltarmi indietro mi dirigo verso il porto, dove mi stanno aspettando mio fratello, col quale spero di poter finalmente instaurare un rapporto duraturo e più amichevole e Camus, con il quale dovrò condividere il sostegno di Milo; quest’ultimo è appoggiato al parapetto della nave e sta guardando verso il colle dove e’ sepolta la donna che ama e di cui la tomba guarda proprio verso la spiaggia dove trovai un Milo irriconoscibile. Non che ora stia meglio di allora, ma almeno ha ritrovato la sua via, sperando che questa lo aiuti a sopportare il dolore che lo sta dilaniando. Sto per imbarcarmi, lui sposta lo sguardo verso di me, mi sorride ed io lo imito, amico mio stiamo tornando al nostro dovere, in fondo come mi hai detto proprio tu e’ quello che sappiamo fare meglio. Li raggiungo sul ponte e mi avvicino a lui, gli appoggio la mano sulla spalla e gliela stringo, lo sai non sono bravo con le parole, tu comprendi e assecondi il mio gesto appoggiando la tua mano sulla mia, sai che puoi contare su un amico come me.





Sagitta72: con questo capitolo si conclude la mia prima avventura da scrittrice su efp. Ringrazio principalmente la mia collega Winnie343 che ha avuto il coraggio di intraprendere una collaborazione con me ad occhi chiusi e soprattutto per avermi sostenuto e aiutato durante le pubblicazioni dei miei capitoli. Mi sono divertita molto a scrivere e soprattutto a leggere i vostri commenti. Vi ringrazio tutti, da coloro che hanno sempre lasciato le recensioni a coloro che hanno anche solo letto. Ammetto che mi dispiace che sia gia' finita, ma come sappiamo, anche le cose belle hanno una loro fine. Spero solo che vi abbia divertito e appassionato. Ciao a tutti. Grazie





winnie343: anche io colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno perso del tempo a leggere questa storia e a volte anche a commentarla :-). E' stato divertente scriverla a quattro mani, anche perchè l'altra scrittrice ha saputo creare un Kanon che si è adattato perfettamente al Milo da me delineato :-)) e per questo la ringrazio e spero che continuerà a raccontarci le sue storie. ciaociao

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