Il maestro di Arti Oscure

di Circe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non innamorarsi mai ***
Capitolo 2: *** Benvenuto all'inferno ***
Capitolo 3: *** Capricciosa ed egoista ***
Capitolo 4: *** Solo e unicamente tu ***
Capitolo 5: *** Liberi e violenti ***
Capitolo 6: *** Voi siete strano ***
Capitolo 7: *** Per sentirsi vivi ***
Capitolo 8: *** E io amo una ragazza così ***
Capitolo 9: *** Quella luce nello sguardo ***
Capitolo 10: *** Fatemela vedere nuda ***
Capitolo 11: *** Sottile e segreta tortura ***
Capitolo 12: *** Animali della notte ***
Capitolo 13: *** Rosso, quasi scarlatto ***
Capitolo 14: *** Vi ho reso orgoglioso, mio maestro? ***
Capitolo 15: *** Voi così vicino ***
Capitolo 16: *** Matrimonio di sangue ***
Capitolo 17: *** Notte di fuoco ***
Capitolo 18: *** Il segreto ***
Capitolo 19: *** Volevo essere come lui ***
Capitolo 20: *** Il maestro di Arti Oscure ***
Capitolo 21: *** La prova più dura ***
Capitolo 22: *** L' inizio della gelosia ***
Capitolo 23: *** La vendetta ***
Capitolo 24: *** Lestrange o Carrow ***
Capitolo 25: *** Famiglia Lestrange ***
Capitolo 26: *** Torture e piacere ***
Capitolo 27: *** Un altro migliore ***
Capitolo 28: *** Troppa intimità ***
Capitolo 29: *** Solo un marchio ***
Capitolo 30: *** Sapore dolciastro ***
Capitolo 31: *** Abbandonarsi al vento ***



Capitolo 1
*** Non innamorarsi mai ***


Dal grimorio di Bellatrix: “NON INNAMORARSI MAI”

“Dimentica tutto quello che ti hanno insegnato finora …

Dimentica tutto quello che hai imparato finora …

Dimentica quello che sei stata finora …

Ora tu sei mia, solo mia.

La mia allieva.

Ora entrerai nel mondo delle arti oscure, nel mio mondo, dove tutto è diverso, dove tutto cambierà e dove ogni cosa è resa possibile dai poteri occulti …

Nel tuo animo e nella tua psiche tutto si sconvolgerà.

Nel tuo fisico e nel tuo aspetto ti vedrai tutta diversa.

Qui la notte è buia, senza luci delle stelle …

Qui siamo tutti dannati, siamo potenti, rimarremo immacolati. Sfideremo tutto, anche la morte, e nemmeno quella ci sconfiggerà.”

Questo mi ha detto Lord Voldemort, il mio maestro, poco prima di iniziare a prendere lezioni da lui.

Non l’ho più scordato.

Parole pronunciate con la sua voce fredda, diretta, che ha un suono magico e inquietante, forte e tonante.

Parole pronunciate in una stanza dalle pareti antiche, dalle lavorazioni sul soffitto gotico, grande, buia, illuminata soltanto vicino a noi, da alcune candele nere, e altre rosso cupo.

Ferme nei candelabri d’argento, che emanavano quel tanto di calore e luce, sufficiente per guardarci negli occhi, per vedere le nostre tremule ombre nere, ondeggiare sulle pareti, per vedere il suo sorriso riempire la mia anima, e sentire il mio liberarsi sulle mie labbra, per sancire una fiducia cieca, totale, completa a lui.

Il mio maestro.

Potrei fare di tutto con lui, per lui, vicino a lui.

Con lui mi sento sicura e non ho paura di nulla. Quando gli sono vicina poi, mi sento incredibilmente forte e protetta, come mai mi era capitato prima d’ora.

Con quelle parole, mi ha fatto sentire felice, le adoravo e ne ero entusiasta.

Ero e sono la sua unica allieva, l’unica ad avere questo onore …

La più brava, la più potente di tutti …

L’unica che in questo mondo contaminato da influenze babbane, impara la magia con un maestro, come all’epoca d’oro della stregoneria.

Il suo mondo è particolare, diverso, un turbine, un tornado. Sconvolgente per ogni avvenimento e per ogni sentimento.

Per me è cambiato molto dal momento in cui sono diventata la sua allieva.

Credevo sarebbe stato più facile …

Credevo sarebbe stato più facile essere la sua strega più potente.

Imparare tutte le cose che vuole insegnarmi.

Resistere durante i suoi allenamenti duri ed estenuanti.

Imparare a vivere nel suo mondo: un mondo duro, spietato, crudele e minaccioso …

Credevo sarebbe stato più facile resistere al suo fascino.

Il suo fascino misterioso, ed enigmatico.

Al suo sguardo magnetico, vivo, diabolico.

Alla sua voce, dura e fredda come il ghiaccio, tagliente come il cristallo …

Credevo sarebbe stato più facile resistere a lui … lui … sfuggente come il vento gelido dell’inverno e avvolgente come la notte limpida di Beltane.

Avevo tre semplici regole da seguire. Per il resto voleva mi scatenassi come più mi piaceva.

Ma, nel momento in cui sono diventata la sua allieva, e lui il mio maestro di arti oscure, mi ha dato tre semplicissime regole a cui, mi ha detto, non avrei mai dovuto disubbidire, perché sono dettami fondamentali.

Uno: impegnarsi sempre fino in fondo, al limite delle proprie capacità, per imparare tutti gli insegnamenti delle arti oscure.

Due: non aver mai paura di oltrepassare, anzi, sbaragliare i limiti imposti alla magia normale.

Tre: non innamorarsi mai

Pensavo mi ci sarei attenuta perfettamente, senza avere il minimo cedimento. Ero orgogliosa di lui e lui lo era di me. Mi aveva dettato queste regole e io non avevo neanche mai pensato una volta di disubbidirgli.

Non mi rendevo neanche conto che, ogni volta che lo pensavo, tutto per me diventava meraviglioso. Facile, bello. Non mi rendevo conto minimamente del fatto che, mi ero presa una cotta esagerata per il mio maestro di arti oscure.

Una cotta, sì, ne sono certa. Solo una cotta … perché la terza regola a cui non posso disubbidire è “Non innamorarsi … mai.”

 

Bella

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Note varie sulla storia

Finalmente ci siamo, mi sono decisa a pubblicare il seguito di “La strega più potente” …

Sono in ritardo rispetto all’annuncio che avevo fatto, più che altro per permettermi di finire l’altra mia storia, così da concentrarmi su due ff alla volta (di più non riesco) in via di scrittura.

Chiamarlo "seguito" come avevo anticipato, non è proprio esatto, ci sono alcuni particolari incongruenti (per esempio: Bella non si è sposata con Rod subito dopo la scuola e nemmeno è diventata immediatamente l’allieva del Signore Oscuro). Ma, a parte alcuni particolari di questo genere, è strettamente connessa all’altra.

È comunque possibilissimo leggere questa storia, anche senza leggere l’altra ff “La strega più potente” credo che, man mano, sarà comprensibile benissimo. Se ci sono eventuali domande, a me fanno piacere, per cui, chiedete pure!

La forma sarà sempre la solita: pagine di grimorio (“diario” per i babbani …) scritte dunque in prima persona dalla protagonista.

Ma con una particolare aggiunta: le pagine del grimorio da cui si evolverà la storia, saranno anche quelle di Rabastan Lestrange (per ora non sono previste altri narratori) in ordine sparso.

Personaggio in aggiunta, come si è certamente notato da fuori … Lord Voldemort.

Ci saranno anche alcuni mangiamorte … ma vedrò strada facendo.

Ultima nota … gli aggiornamenti saranno meno veloci rispetto a quelli de “La strega più potente” (questo almeno fino all’inizio dell’estate) vedendo anche come andrà la storia, mi assesterò man mano.

Grazie a tutte (per aver letto fin qui) e al prossimo capitolo (spero …)

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Capitolo 2
*** Benvenuto all'inferno ***


Dal grimorio di Rabastan: “BENVENUTO ALL‘INFERNO”

Bellatrix … Bella … la signorina Black … la fidanzata di mio fratello … la mia Bella

Bellatrix …

Bellatrix …

Bellatrix …

Quella ragazza non riesco mai a togliermela dalla testa, mi ossessiona, mi disturba, riempie ogni secondo delle mie giornate.

Bella … come vorrei poterla chiamare anch’io così, sempre, come fa mio fratello.

Anni e anni a scuola cercando di farmi notare da lei.

Nulla, mai nulla se non qualche sorriso, quei suoi sorrisi che tolgono il fiato, non per il piacere, ma per il dolore, perchè sono troppo fulgidi, troppo inarrivabili.

Qualche parola, qualche risata, diverse bravate. Ma io restavo sempre in secondo piano per lei, Bellatrix, la mia regina, la mia dannazione. La ragazza che più volte ho immaginato nuda, ispirandomi masturbazioni pressoché perenni che hanno caratterizzato anni di adolescenza.

Non che ora sia cambiato poi molto.

Poi lui … maledetto fratello, sempre lui. Il migliore, il più spavaldo, il più scaltro, il più forte. Persino il più bello.

E con chi poteva mettersi il mio carissimo fratello Rodolphus Lestrange, primogenito di una delle più antiche famiglie di maghi francesi ? Con Bellatrix Black, primogenita della più antica e potente famiglia di maghi inglesi.

Lo odio.

E nemmeno che la loro sia un’unione solo di interessi. No, loro l’unione se la sono costruita da soli, loro sono uguali dentro, si piacciono, sono fatti per stare insieme. L’hanno capito e si sono messi insieme.

A breve si sposeranno.

Odio mio fratello.

Ho tentato di odiare anche lei, risultato: impresa impossibile.

Lei che ora mi parla, che ora mi considera, che ora passa svariato tempo con me, che tiene in considerazione le mie opinioni, che mi confida i suoi segreti.

Lei che fa la maliziosa, lei che gioca con me, in quel modo, lei che provoca. Me, solo me.

Non riesco ad odiarla.

La amo.

Farei di tutto per lei, ucciderei volentieri mio fratello, nonostante un po’ gli voglia bene, pur di avere lei, se sapessi che, morto lui, si interesserebbe a me.

Invece no, sarebbe inutile. Infatti è palese come i suoi occhi, neri come l’universo, e il suo animo, buio come la notte, si stiano inesorabilmente interessando, forse realmente innamorando, di un altro uomo. Un altro … ben diverso da mio fratello, ben più potente, bello, inarrivabile. Più freddo e spietato di mio fratello, terribile ed ineguagliabile.

Spiacente Rodolphus, la tua fidanzata punta in alto: si sta innamorando seriamente, si sta innamorando di Lord Voldemort.

Presto, io e l’altro Lestrange, saremo sulla stessa barca. Anche lui, saprà cosa significa essere l’eterno secondo.

Benvenuto all’inferno Rod. Ti aspetto.

Bellatrix è diventata l’allieva, l’unica e la sola, proprio dell’Oscuro Signore. Vuole riportare il mondo magico sotto il solo controllo dei maghi e delle streghe. Spero succederà davvero. Ma io la sto perdendo ancora di più.

Sempre affascinata dal pericolo, esaltata dalla sua magia oscura che lui le insegna come se fossero giochetti da bambini, Bellatrix scatena il suo potere ogni giorno di più. Io lo noto. E ogni giorno di più diventa brava, forte, potente. Distruttiva.

Le piace distruggere. Si diverte.

Esce la sua rabbia, la sua forza, la sua violenza.

Non vorrei amarla per questo, ma mi direi una bugia. Quando la vedo così, illuminata dalle fiamme che lei stessa fa divampare tutto attorno a sé, ma soprattutto dentro di sé, io la amo, mi piace. Sempre di più.

Anche se è cattiva.

Perché lo è, si vede, sempre di più.

Ora impara le arti oscure, è sempre con lui, il maestro di arti oscure, considera poco chiunque altro, è sempre più donna, sempre più bella e non c’ è tragedia che succeda nel mondo magico, alla quale lei non partecipi per distruggere e rovinare.

Eppure non odio Lord Voldemort, nemmeno quando la sento sempre parlare di lui, nominare lui e ubbidire solo a lui.

Nemmeno quando mi confida imbronciata: “C’ è un’altra donna nella sua cerchia, sai Rabastan?” io la guardo e sorrido, penso a quanto sia bambina, ancora, innocente in un certo senso, dopotutto. “Ah sì?” le rispondo “e che te ne importa, tu sei più bella, sei più brava …”

Allora appoggia la testa sulla mia spalla e, sospirando seria mi dice: “Sì, però lei è già una mangiamorte, lei ha già il marchio nero … io sono solo un’allieva, giovane, poco pratica. E per giunta lui mi rimprovera sempre.”

Io, mentre lei parla, mi abbandono al profumo di quei capelli così neri, così lisci, morbidi, nemmeno la sto a sentire.

Poi, dopo infiniti attimi passati così, la guardo negli occhi, per chiudere il discorso con una frase decisa: “Non puoi nemmeno immaginare, secondo me, quanto diventerai più potente, abile e capace di lei. Per questo Lord Voldemort ha scelto solo te come allieva. Nessun altro e nessun’altra.”

A lei non basta mai. Vorrebbe sentirsi dire queste parole migliaia di volte.

Io vorrei mi baciasse migliaia di volte. E altrettante che si spogliasse per me.

Vuole che diventi anch’io mangiamorte, vuole che entri a far parte del cerchio magico dei mangiamorte, dei fedelissimi del suo maestro.

Vuole legarmi, non solo a loro, anche a sé stessa. Egoista. Senza nemmeno darmi una contropartita …

A dire la verità, non so ancora come ho fatto a non cedere alle sue richieste.

R.

 

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Prima di tutto vi ringrazio di cuore per tutte le recensioni che mi avete mandato. È la prima volta che mi capita di pubblicare il primo capitolo di una storia e ricevere così tanti commenti, per cui GRAZIE davvero!

Con questo capitolo termino le introduzioni alla storia e alla situazione (ho voluto infatti dedicare una seconda parte introduttiva anche a Rab che è l’altro narratore! A proposito, la R. a fine capitolo, cioè fine pagina di grimorio, sta proprio per Rabastan). Poi partirò coi vari avvenimenti.

Direi che non ci sono particolari avvertimenti per cui passo subito a rispondere alle recensioni:

stellinagiocosa90: sono contenta di ritrovarti anche qui, è un grandissimo piacere sapere che ti piace, almeno per ora, anche questa storia! Riguardo quel che mi dicevi, credo che, in fondo, Voldie si sia ben reso conto che Bella per lui aveva un che di speciale, ma non sono cose che lui ammette facilmente … in ogni caso la vuole al suo fianco durante l’ultima battaglia ad Hogwarts, secondo me è una cosa piuttosto significativa

Julia Weasley: ti devo assolutamente ringraziare per le recensioni sull’altra storia e anche per questa! Mi hanno fatto, come avrai capito, enormemente piacere. Sono felice che tu abbia deciso di leggere anche questo seguito (che, a dire la verità, non è ancora ben definito nella mia mente … ma ci sto lavorando) vuol dire che lo giudichi bene e, finalmente, ti potrò rispondere anch’io volta per volta!!

Lady Greece: farò del mio meglio per non deludere le aspettative! Volevo dirti, a proposito della recensione sulla one shot, nessuna delusione, so che Bellatrix ha il significato latino di donna belligerante (combattiva, guerriera). Se ho nominato la stella, dipende dal fatto che, Gamma Orionis (ovvero Bellatrix) è una stella della costellazione di Orione, visibile nei cieli invernali (mi sono toccati alcuni esami di astronomia per cui lo so bene …). Dato che nella famiglia Black c’ è la tradizione di chiamare i componenti coi nomi di stelle, Bellatrix deriva proprio da quell‘astro.

maja89: sì mi sono decisa, storia pubblicata e ora aggiornata con l’altro narratore, cioè Rab (mi sa che tu avresti preferito Rod … ma non tarderà ad arrivare non appena inizierò a descrivere i fatti tranquilla). Che dirti … grazie per seguirmi, non sai che supporto e piacere! Spero di continuare bene

marik1989: sono felicissima che la storia ti piaccia (io non do davvero per scontato di essere interessante con quello che scrivo … a volte mi dico “Ma che è sta schifezza insulsa?”) credo di lasciare moltissimo spazio all’addestramento di Bella in questa ff, anche se devo pensare ancora a tante cose da far accadere, perché lei, quando l’ha detto nel 5 libro, mi pareva così entusiasta che glielo devo!

cinemalostdari: sì, questo è proprio il seguito de “La strega più potente” i personaggi hanno qualche anno in più, si apprestano a scegliere la loro strada, e, ovviamente, entra in gioco Voldie (col suo sguardo irresistibile … dopotutto è ancora giovane e bello) spero ti piacerà!

 

Ely79: sono felicissima di ritrovarti anche qui (tra l’altro ho visto che hai aggiornato per cui fra poco ci risentiamo), ecco qualcosa a proposito di Rabastan. Sia lui che Bella subiranno alcuni cambiamenti durante il corso della storia (d’altra parte, stanno crescendo … per poi diventare mangiamorte)! Grazie davvero per il commento (come per tutti gli altri)

blackitten88: credo che mi ritroverò a soffrire da ansia da prestazione prima o poi!!! Comunque, per ora, sono solo felice di scrivere cose che ti piacciono! E spero di continuare ancora così

Luciana Menditegui: che bellezza vedere un nome nuovo, una nuova lettrice! Grazie per il tuo commento! Spero di andare avanti bene! Per quanto riguarda la tua domanda, Regulus in questa storia, sarà ancora vivo e vegeto! Anche se non sarà fra i protagonisti della storia, ogni tanto spunterà fuori (per quanto riguarda la sua morte, e le vicende ad essa connesse, non ho ancora pensato quando trattarle …) davvero grazie ancora per il commento!

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Capitolo 3
*** Capricciosa ed egoista ***


Dal grimorio di Bellatrix: “CAPRICCIOSA ED EGOISTA”

Ieri sera, appena tornata a casa, sono subito sgattaiolata in camera mia. Non ce l’avrei mai fatta a fare conversazione coi miei famigliari, riuniti nella sala calda ed illuminata, a commentare qualche novità del mondo magico, o qualche nuovo avvenimento famigliare.

Io sono salita velocemente ed in segreto sulla scalinata buia, entrando subito nella mia stanza rischiarata soltanto da alcune candele, lasciate dagli elfi per accogliere il mio ritorno.

La testa mi faceva un male pazzesco, avevo i brividi per il forte dolore. Ho spento tutte le candele, sperando che il buio mi desse un po’ di sollievo, invece nulla è cambiato. Quel dolore forte restava. Impossibile da descrivere.

Anzi, ad ogni singolo minuto, quello aumentava sempre di più, rendendomi ogni azione quasi impensabile. Mi sono rannicchiata sotto le coperte, ancora vestita, tentando di dormire, ma senza risultato.

Mi veniva solo da piangere: “Se le sole lezioni di legilimanzia e l’occlumanzia, mi riducono in questo stato” mi domandavo “come farò a diventare una vera strega oscura?” e, dopo una pausa sofferente, mi martellava nella mente una domanda “Come farò a resistere a tutto l’allenamento vero e proprio, quello che verrà dopo?”

Tentavo di pensare, anche se non mi era per niente facile … Il mio maestro mi aveva dato la ricetta di due pozioni utili per alleviare questi effetti collaterali delle prime lezioni: foglie di carpino essiccate e essenza di fiori in grappolo di ulivo, entrambe disciolte in succo di corteccia di noce, il legno della mia bacchetta, perché rappresenta il mio potere.

Sapevo le diluizioni, le parti di uno e dell’altro, ma il solo pensiero di alzarmi e preparare il tutto, mi dava la nausea dal dolore.

Ovviamente non avevo seguito il suo consiglio di preparare il tutto antecedentemente alle lezioni.

Credevo di essere troppo brava per avere bisogno di rimedi che mi aiutassero. E, d’altra parte, non mi era mai capitato di stare così male, di averne così bisogno.

Sapevo già che, se solo glielo avessi detto, mi avrebbe guardata con ironia e un lieve cenno di sufficienza poi, con un sorriso un po’ crudele, di quelli che solo lui sa fare, avrebbe mormorato, in un sibilo “Non sei troppo brava, sei solo troppo sicura di te. Decisamente troppo.”

Mi domando sempre se abbia una cattiva opinione di me.

E di come io gliela possa far cambiare.

Dopo un ora passata a pensare a lui, mentre tentavo inutilmente di dormire, mi sono decisa a strisciare verso il camino, per mandare un messaggio a Rab tramite la cenere.

Non uso il normale metodo dei maghi, il mio maestro me ne ha insegnato un altro, basta soffiare sulla polvere, o sulla cenere, dando la forma alle parole tramite un piccolo incantesimo, così che, in qualsiasi luogo e momento, si possa comunicare con qualcuno in maniera segreta, sconosciuta a chiunque, a meno che non si tratti di un mago oscuro, o di un mangiamorte.

Io l’avevo insegnato anche a Rab, non so perché. Ma ora mi sarebbe tornato di certo utile.

Lui è affettivamente arrivato poco dopo. Direttamente nella mia stanza. Gli ho fatto cenno di tacere, perché non volevo ci sentissero, non volevo dare spiegazioni a nessuno che non fosse appunto lui.

Quindi gli ho illustrato la situazione, chiedendogli di aiutarmi con la pozione.

“Perché non hai chiamato il tuo fidanzato, Bellatrix?” mi ha domandato ironico.

Io non avevo nessuna voglia di fare polemica, così ho risposto la verità “Rod non è mai troppo contento quando mi vede fare cose al limite della sopportazione, durante le lezioni di arti oscure. Dice che non c’ è bisogno di fare la folle sconsiderata.” ho fatto una pausa e ho aggiunto “Lo dice in maniera nervosa e scontrosa. Quasi quasi è più contento quando sto con te. Cosa che prima sopportava a stento.”

Rab ha fatto un sorrisetto strano e, dopo poco, ha aggiunto “Curioso, contando il fatto che Rod è un mangiamorte, dovrebbe essere contento che anche tu, prima di tutto, segua così fedelmente e strenuamente gli insegnamenti del tuo maestro.”

Mentre diceva queste parole, si è procurato l’occorrente per la pozione e ha iniziato a prepararla per me.

Io, invece, mi sono di nuovo sdraiata sul letto, sempre più dolorante. Solo dopo un po’ sono riuscita a rispondere “Non so, a volte Rod è strano, quando si tratta del mio maestro poi …”

Dopo una breve pausa ho aggiunto “Ah, lui mi ha consigliato anche un impacco di petali di gelsomino pestati, per metterlo sulla fronte … sai … lui mi dice sempre tante cose utili.”

Rab ha sospirato “Sì signorina Black, certo … ai suoi ordini.” facendo il verso agli elfi domestici al mio servizio, e abbiamo riso entrambi … anche se ridere mi faceva stare ancora più male.

Mentre la preparazione della pozione continuava, Rab si è seduto vicino a me sul letto, scostandomi i capelli dalla fronte e appoggiando il panno imbevuto di gelsomino sulla fronte.

In quel momento, fra noi è sorto un silenzio strano.

Pieno di parole non dette e gesti incompiuti, un silenzio molto morbido e sensuale.

Non mi dispiaceva.

Stavo con gli occhi chiusi, ma sapevo che mi stava guardando, lì al buio, sdraiata sul letto, vicino a lui e in segreto. Mi guardava lento, attento, intensamente.

So a memoria come fa … prima i vestiti, neri, viziosi, provocanti. Poi il seno, le gambe, ma solo se porto la gonna e sono anche leggermente, o distrattamente, scoperte.

Ha un modo di guardarmi e desiderarmi vagamente simile a quello di Rod, ma decisamente più discreto.

Mi piace anche questo.

Sentivo solo i nostri respiri, tra una fitta e l’altra di quell’atroce mal di testa che mi riempiva la mente.

Quasi mi aspettavo mi baciasse a tradimento, quello non mi sarebbe piaciuto però.

Non l’ha fatto … dopo un tempo piuttosto lungo, invece, mi ha detto “Credo che mio fratello sia un po’ geloso del tuo amatissimo e affascinante maestro.”

Io, a quelle parole, sono scattata subito “Che ti viene in mente? Perché mai? Non è vero che il mio maestro è amatissimo, io amo Rod, sono fidanzata con lui. Non ha motivo di essere geloso.”

Ogni volta che si parla di amore, soprattutto se si parla di amore per il mio maestro, chiarisco sempre che non è assolutamente vero. Perché so che l’amore non esiste. Perché è la prima cosa che lui mi ha insegnato, non gli disubbidirei per nulla al mondo.

Io non lo amo affatto.

Rab prima ha taciuto, poi ha mormorato “Te l’ho sempre detto che mio fratello è un idiota e non capisce niente … non ha idea di cosa significhi stare insieme ad una tipa come te. Tanto meno, ha un idea di cosa significhi amare una tipa come te …”

A quel punto non seguivo più bene il suo discorso, forse per via del dolore alla testa. Ho tolto il piccolo panno dalla fronte, con un movimento involontariamente molto sinuoso e sofferente allo stesso tempo, poi l’ho guardato negli occhi in maniera vaga ed interrogativa.

Lui deve avere capito il mio dubbio, ma ci ha semplicemente scherzato su “Una tipa come te. Sei una ragazza capricciosa ed egoista. E non solo questo …” poi si è alzato di fretta ed è andato a versare in un’ampolla la pozione. Avrei voluto sapere cos’altro ero … ma mi ha porto la piccola bottiglietta, restando zitto e attento.

Ne ho prese alcune gocce, non appena si è raffreddata e, poco dopo, ho iniziato a stare leggermente meglio.

Mi sono seduta sul letto davanti a lui. Mi ha sorriso vedendomi riprendere un po’ di vitalità.

“Davvero non vuoi diventare un mangiamorte? Non vuoi essere uno di noi?” gli ho domandato seria, a bruciapelo. Non saprei dire perché.

A quelle parole però, improvvisamente, il suo sorriso è cambiato, è diventato nervoso, si è alzato in piedi dicendomi “Non mi interessa, almeno al momento. Non posso mica esaudire tutti i tuoi desideri, sempre. Sei abituata a dare ordini, che poi tutti eseguiamo. Sinceramente, mi sono stancato.”

Io mi sono rabbuiata molto. Non mi piace per niente essere criticata. Ma lui non ha ceduto.

Mi domando sempre più spesso da dove gli venga tutta questa sicurezza, questa sorta di rabbia.

“Ora devo andare” ha poi aggiunto, afferrando il mantello e mettendolo sulle spalle “dormi un po’ Bellatrix, altrimenti domani sarai comunque sofferente.” ha terminato facendomi un sorriso.

Quasi dolce.

Ma, in quel momento, io ero molto arrabbiata, oltre che sofferente, e non l‘ho certo ricambiato.

Poi ha aggiunto “Ricordati che alla fine di questa settimana, ci sarà il ballo. Ho sentito che sono tutti ansiosi di vedere, ancora insieme, la coppia di futuri sposi più famosa e attesa del mondo magico … pare che tutti pensino che siate, entrambi, davvero belli.”

Rab sa quanto, Rod ed io, ci annoiamo durante queste occasioni … era proprio in vena di prendermi in giro, o peggio, di farmi infuriare.

Ma non ne avevo la forza, stavo ancora male. Ho soltanto risposto “Mmmhh … sì, mi ricorderò” Prima di andare via, mi ha lanciato un ultimo sguardo profondo, misterioso, a cui ho risposto con uno imbronciato e arrabbiato. Poi è scomparso.

Mi sono addormentata assolutamente insoddisfatta. Lo sentivo lontano da me, come non mi piaceva che fosse.

Tuttora poi, pensandoci su, non capisco per quale motivo Rab, proprio Rab che è sempre stato gentile e disponibile, ultimamente, mi sfugga sempre e continuamente dalle mani.

Bella

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Eccomi qui ragazze. Ho un bel po’ di ringraziamenti da fare, prima di tutto per le recensioni, tante e belle. Subito dopo per coloro che hanno deciso di seguire la storia dandomi fiducia e per coloro che già l’hanno messa fra i preferiti.

Soprattutto, ci tenevo a ringraziare per tutte coloro che hanno iniziato a leggere, o rileggere, “La strega più potente” forse anche grazie alla pubblicazione di questa storia.

Mi ha fatto enormemente piacere. Leggete, commentate … io ne sarò entusiasta.

Come forse si nota (non lo so, ipotizzo), questa storia sarà leggermente più intrigata (anche perché i personaggi sono cresciuti e i sentimenti diventeranno più complicati), rispetto all’altra, ma non lo diventerà, nemmeno più avanti, in maniera molto eclatante.

Gli altri personaggi, li introdurrò man mano nei prossimi capitoli, abbiate pazienza.

Anche per oggi è tutto direi.

Rispondo subito alle recensioni e grazie davvero per il grande supporto che mi date (ormai siamo un gruppo affezionato, tutte seguite quasi tutte le mie storie, a me fa molto piacere questo. Vi devo molto, e non immaginate che sensazione bella sia vedere che continuano a piacervi) e il commento alla storia (sempre utilissimo a me che scrivo)

Hale Lover: ciao! Ben arrivata! Non preoccuparti di aver saltato un capitolo, non è assolutamente un problema. Ebbene sì, Rab è cresciuto (anche se rimane il più giovane della compagnia, sta cambiando anche lui, ma cambierà ancora molto), forse si nota anche da questo capitolo. Rod arriverà a breve, ma già vedi che qualche problemino di gelosia da eterno secondo, sta arrivando anche a lui.

L’altra donna fra i mangiamorte è la Carrow (ok, non la si può chiamare donna …) che probabilmente in questa ff avrà una sua rilevanza (sto ancora decidendo pian piano)

maja: (posso chiamarti solo maja?) anche tu hai notato che Rab sta crescendo, in effetti sono passati alcuni anni e forse per lui sono stati i più duri e sofferti, per cui è maturato (anche se cambierà ancora). Qui compare ancora lui, ma presto (dal prossimo capitolo mi pare, o fra due …) arriverà anche Rod tranquilla, solo che non penso di trarre le pagine del suo grimorio. Questa storia è più dal punto di vista di Rab … il quale, è vero, è felice che anche il fratello ora sia messo pian piano un po’ da parte proprio da Bella. C’è parecchia rivalità tra i due, su tutti i fronti, anche se in fondo si vogliono bene.

Dully: grazie davvero, mi segui sempre in tutte le mie ff e mi lasci anche tu sempre una recensione! e i tuoi commenti sono sempre preziosi. Sono felice che Rab ti piaccia, in realtà non pensavo venisse fuori tanto bene, ora starò attenta a non renderlo strano e assurdo. La cosa a cui cerco di fare più attenzione possibile è che i personaggi siano logici e credibili … L’amore represso di Rab per Bella compare anche in questo capitolo, ma lui cerca di metterci una pietra sopra (lei non è molto d’accordo con questa cosa però)

stellinagiocosa90: in pratica, sia Rod che Rab, me li devo inventare di sana pianta, perché la Rowling non li descrive. Da un lato questo mi facilita le cose (posso gestirli come voglio), dall’altro cercare di farli realistico e non sconclusionati, non è sempre facile … per cui grazie, mi fa piacere risultino prima di tutto credibili, poi mi fa piacere che ti piacciano anche!

Bella è gelosa di tutto e tutti, quando si tratta del suo lord … figuriamoci poi di una donna! Lui comunque l’ha presa come allieva perché è brava e potente, ma diciamo che anche l’occhio vuole la sua parte (amplierò questo concetto nella ff, tranquilla, è tutto in cantiere). Commenta pure quanto vuoi! A me fa piacere, e molte cose sono utilissime davvero!

blackitten88: non so se l’ho già scritto, ma io vedo Bella a tratti molto fragile (quando si tratta del suo lord più che altro) e in questa ff forse salterà fuori il suo lato più fragile e debole, proprio perché sarà la sua allieva, è ancora giovane, deve ancora fortificare il suo carattere, e si affaccia ad un mondo nuovo per lei. Sono contenta che si inizi già a notare questa cosa.

marik1989: Bella, come si nota in questo capitolo (si intuiva già nell’altra ff, quando ancora andavano a scuola) ha capito che Rab ha, come minimo, un debole per lei. A lei piace immensamente essere amata, o piacere, perché la cosa la fa sentire potente (lo spiega lei stessa sempre nell‘altra ff), e perché, come dice Rab stesso, è profondamente egoista. Ti ho riassunto un po’ le cose così hai più chiaro il tutto (spero di essermi spiegata al meglio). Per quanto riguarda i cattivi per eccellenza Rod arriverà probabilmente tra uno o due capitoli, per Voldie ci sarà da aspettare solo un po’ di più (porta pazienza, è che non riesco a scrivere capitoli molto lunghi, preferisco quelli brevi).

cinemalostdari: prima di tutto ti dico una cosa che mi sono dimenticata ma mi ero ripromessa di fare: la data del compleanno di Voldie è il 31 dicembre, è nato di notte (o comunque sera) ed è del segno del capricorno. Comunque trovi tutto nel libro 6! Praticamente, Rod e Rab non sono descritti dalla Rowling … per cui me li sto un po’ inventando a modo mio. Sono contenta che non siano poi tanto male!!!

Julia Weasley: credo di aver fatto Rab talmente dolce e buono e innamorato che ora vi state affezionando a lui … alla fine come farò a farlo diventare un crudele mangiamorte al pari di Rod e Bella, davvero non lo so!! Comunque è vero che tra i mangiamorte, non c’ è tanta possibilità di distrazione femminile, ho pensato anch’io la stessa cosa, deve essere per questo che mi è venuto in mente che anche Rab fosse innamorato di Bella, tanto da andare con lei e Rod ad Azkaban (ammetto di essere pazza e vedere amore persino tra i mangiamorte … Rod e Rab amano Bella e lei ama il suo Lord …)

Ely79: esattamente così! Rab è in totale periodo di evoluzione, anche se, in buona parte, sa già che non riuscirà a dimenticare il suo amore e ad allontanarsi da lei. Anche perché, da come si nota già in questo capitolo, è lei che, a sua volta, lo vuole legato a sé (Bella è molto egoista e possessiva nei confronti sia di Rod, sia di Rab).

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Capitolo 4
*** Solo e unicamente tu ***


Dal grimorio di Bellatrix: “SOLO E UNICAMENTE TU”

Quando sfoglia le pagine del libro sul quale mi fa le domande, i capelli gli vanno sempre davanti agli occhi. Anche se li allontana con un gesto della mano, quelli ritornano imperterriti al loro posto. Allora china la testa di lato, per farli scansare in maniera naturale, poi legge.

Succede sempre così.

Io lo trovo affascinante. A volte mi sento il cuore battere più veloce, altre mi sento le guance diventare più calde.

“Le sei facoltà magiche.” mi ha chiesto durante la lezione di oggi, a bruciapelo, dopo un’ora buona che provavamo l’occlumanzia. Dopo che mi aveva lanciato un’occhiata, per riportare la mia attenzione dove voleva che stesse.

Io ero comunque davvero stremata … ma il suo sguardo serio, concentrato, pretenzioso e penetrante, non mi lasciava spazio a dubbi: dovevo farmi forza e rispondere.

E rispondere bene.

“Dunque … visualizzazione, concentrazione, accrescimento energetico, carico dei poteri sulla bacchetta magica … e poi, se necessario, alterazione stato di coscienza, liberazione dell’energia in eccesso.” ho risposto ricambiando quello sguardo fierissimo, sfidando i suoi splendidi occhi neri, sui quali ricadevano quei capelli altrettanto neri, e anche piuttosto lunghi.

“Bene” ha detto imperturbabile, incalzandomi subito con un’altra domanda “Passiamo avanti: strumenti della terra”

Mi sentivo risollevatta, la domanda era già più semplice: “Gli strumenti devono esprimere l’essenza della terra, sono la sabbia, l’argilla, le pietre, i cristalli, i ceppi intagliati, il pentacolo, le radici delle piante …”

“A proposito di piante, per cosa utilizzi l’equiseto e la verbena?” mi ha interrotto.

“La verbena è antinfiammatoria e antifebbrile, l’equiseto è antiemorragico. Le uso nel caso di ferite dopo un duello, o a causa di un’infezione. Per la magia curativa quindi.”

“Brava, ora dimmi, quali sono le simbologie del sole?” non mi lasciava il tempo nemmeno di pensare, botta e risposta, botta e risposta, in continuazione, vuole sempre che ci arrivi d’istinto, immediatamente, vuole che sia perfetta.

A volte, quando sono pronta e preparata, stabiliamo una tale connessione mentale, dal punto di vista delle conoscenze della magia, più o meno di base, che mi pare quasi di sentirlo vicino, legato a me. Forse è una mia impressione, e non so perché mi fa così piacere questa sensazione, ma mi fa sentire quasi inebriata, ne vorrei sempre di più.

Credo sia anche per via di questa emozione tanto forte, che non mi stanco mai di studiare la magia oscura.

Almeno per ora non mi sono mai stancata.

“Rappresenta l'aspetto maschile della magia, influenza i riti magici quasi quanto la luna. La sua energia è potente, arrogante, dispotica e autoritaria.” ho risposto, tentando di accelerare i tempi di reazione alle domande.

“Possiamo controllare questo processo energetico coi nostri poteri?” ha chiesto.

Ho scosso la testa senza parlare.

“Per ora.” mi ha risposto lui, con un ghigno malvagio e complice.

Ho ricambiato quel sorriso stupendo, quel regalo di complicità che mi ha fatto, che sempre di più si lascia andare a farmi, ultimamente. “Per ora, maestro.” ho aggiunto sussurrando.

“Cos’ è l’aura Bellatrix?” ha ripreso subito dopo.

“Il campo di energia che circonda gli esseri viventi, penetrando l’aura con la nostra energia magica, possiamo iniziare a modificarne i comportamenti e creare scompensi, o diminuire l’energia dell‘organismo in questione, fino alla morte.” ho risposto veloce, su questo sono ferrata, è un argomento che mi piace molto. Ma lui pare leggermi sempre, davvero sempre, nella mente, e ha cambiato puntualmente la domanda.

Scava sempre nei miei punti deboli.

“Luna in gemelli.” ha mormorato.

Io mi sono domandata cosa legge nella mia mente … me lo domando sempre …

Cose di cui nemmeno io so l’esistenza? Segreti troppo segreti, che nemmeno ammetto a me stessa? Emozioni che nemmeno io so di me, e che non vorrei nessuno sapesse? E se lui le dovesse davvero capire?

E se lui capisse che … mi batte il cuore quando lo guardo, e quando lui mi ricambia?

Con tutti quei pensieri che mi martellavano il cervello, non ci ho più capito molto.

“Non mi ricordo bene …” ho tentennato.

“Luna in gemelli!!” mi ha sibilato con un tono forte, cupo, arrabbiato.

“Hem … versatile, imprevedibile …” non mi veniva davvero in mente altro.

“Mmh …” ha commentato, per nulla soddisfatto “I punti deboli?” ha aggiunto, pretendendo veramente tutto, i particolari, le sottili differenze. Mi sono morsa le labbra, non lo volevo deludere, non volevo un’altra sgridata.

Per fortuna ho avuto un lampo di genio “Superficiale, prende decisioni improvvise, lo si può indurre a fare ciò che si vuole se si agisce su di lui con rapidità, sfruttando le sue iniziative poco ponderate.” ho concluso sorridendo.

“Perfetto. Che strega sei?” mi ha domandato, ormai disteso e soddisfatto.

“Uff! non lo so maestro, come faccio a capirlo? Ditemelo per favore, non posso più vivere con questo dubbio.” ho risposto io, ansiosa di sapere, ma allegra e felice.

L’interrogazione, lo sapevo, era finita.

Lui era soddisfatto.

Quando il mio maestro è contento di me, di come mi sono preparata nella teoria, e di come reagisco alle sue pressioni, mi pone sempre questa come ultima domanda.

La domanda a cui non ho assolutamente risposta già da tempo.

Lui ha riso, con una risata splendida, improvvisa e rumorosa, mi prende in giro tutte le volte, perché non capisco che strega sono.

“Ditemi che mago siete voi, almeno questo, vi prego.” ho chiesto avvicinandomi un po’ a lui. Eravamo seduti, con miriadi di libri sul tavolo. A volte provo ad avvicinarmi a lui … mi piace quando sento il suo freddo profumo.

Non so se ha notato quanto mi piace stargli fisicamente vicino.

“Te lo dirò, ti ho detto, dopo che sapremo di te. Acqua, aria, terra, o fuoco? Dimmi ragazzina!”

Ancora non ha perso l’abitudine di chiamarmi, ogni tanto, “ragazzina”. Per fortuna, non lo fa poi tanto spesso come prima.

Io però mi innervosisco tutte le volte che lo sento dire così. E vorrei essere più grande, più adulta, ma non so come diventarlo, come fargli capire che, in qualche modo, lo sono.

“Non ci capisco davvero, ogni giorno cambio idea e opinione.” ho risposto. Poi l’ho guardato, preoccupata, imbronciata e ho aggiunto “Ma, Signore, voi l’avete capito di me? Lo sapete?”

Lui mi ha guardata, alzandosi poi in piedi, stiracchiandosi in maniera aggraziata.

Aveva quell’aria criptica, misteriosa, superiore, allegra in cuor suo, tipica di lui quando è a suo agio. E mi ha risposto “Certo, io so tutto di te, cose che nemmeno tu sai. Ma non è ancora tempo … non hai ancora capito il significato dei tuoi poteri, non sai tante cose, e devi comprenderne varie altre. Ora basta comunque, vieni, usciamo.”

Risponde sempre così. Non ho mai saputo come fare, per fargli cambiare idea.

Lui ama molto stare fuori, all’aria, e diventa ancora più bello quando il vento gli accarezza i capelli e gli sfiora la pelle.

Io lo guardo sempre ammaliata, silenziosa, sorridente. Sono orgogliosa di lui, non so spiegare il sentimento che provo in quei momenti … quando usciamo, soli, insieme e lo posso guardare, ammirare. Sarà che è il mio maestro, questo è un legame speciale.

Lo osservo così, ogni volta, finché lui stesso non abbassa lo sguardo, verso di me, e, in un misto di orgoglio e soddisfazione, mi distoglie dai miei sogni e dai miei pensieri.

Oggi il vento gli accarezzava così bene i capelli, che il seno ha preso a farmi come male … una sensazione strana di affanno e bisogno … Istantaneamente, gli ho rivolto la parola, domandando la prima cosa che mi è venuta in mente per distrarmi “Quando inizieremo coi duelli maestro?”

“Non appena avrai imparato a scatenare fino in fondo, tutta la tua energia.” ha risposto senza guardarmi.

“È troppa per non sfruttarla completamente, te l’ho già detto. Quello che hai imparato a scuola non basta.” poi ha fatto una pausa e mi ha domandato, questa volta fissandomi attento “Come vanno gli esercizi?”

Circa un mese fa, mi ha fornito di diversi piccoli rametti di legno di noce, uno più grande dell’altro, fino ad una dimensione circa della metà, di quella della mia bacchetta.

Tutti dello stesso legno, ma privi del nucleo interno.

Avrei dovuto allenarmi a scatenare talmente tanto potere, da dentro di me, da provocare l’esplosione, volta dopo volta, di tutti i legni, dal più corto fino ad arrivare al più lungo.

Mi era parso molto facile all‘inizio, invece, senza il nucleo, che in buona parte canalizza la magia, è un’impresa davvero ardua, e sono a malapena arrivata a far esplodere la metà dei legnetti.

“Sono circa a metà maestro, è sempre più difficile.” ho risposto. A volte, mentre sono di notte in camera ad allenarmi, penso addirittura di non avere sufficiente potere per fare ciò che lui mi richiede.

“Sei indietro vedi? Impegnati di più, dedica più tempo agli allenamenti! Devi metterci l’anima.” Non capisce mai che io, l’anima, l’amore, la passione, ce li metto tutti sempre, ma non sono così potente come lui.

“E con gli esercizi di controllo come va?” mi ha domandato, quasi rassegnato. Io non ho potuto che rispondere la verità “Un vero disastro.”

“Non hai controllo.” mi ha detto, poi è sceso il silenzio fra di noi … “Ma questo non è un grosso problema per me, il grosso problema è che tu impari presto a far fuoriuscire tutto il tuo potere, tutto Bellatrix. Mi è indispensabile, ti è indispensabile. Non voglio tu sia come quegli incapaci che escono da scuola, e non hanno idea di quali siano le loro reali e profonde capacità. Tu sei la mia allieva, la più dotata, la più potente. Solo ed unicamente tu. Sarai la mia creazione, ti voglio grandiosa. Ad un tuo cenno della bacchetta, gli altri maghi devono venire eclissati dalla faccia della terra. Intesi?” ha domandato, fissandomi serio e penetrante.

Questa sua affermazione mi ha intimorita, entusiasmata ed eccitata, tutto allo stesso tempo.

“Intesi maestro.”

Mi ha guardato e mi ha sorriso ancora una volta. Ero soddisfatta, ed eravamo pronti a conquistare il mondo, lui per sé, io per lui.

Quando capita un momento così, è sempre il più bello di tutta la lezione.

È uno dei momenti in cui non ho paura di niente, in cui mi sento capace di tutto, in cui so che di certo, io non lo deluderò.

“Ti voglio con gli altri mangiamorte durante queste nottate, con me, e con gli altri. Ci sono cose da fare, c‘è da divertirsi un po’ … ” ha aggiunto, ancora senza guardarmi, di nuovo assaporava il vento. “Credo sia ora.”

Ho sorriso “Certo maestro, non attendevo altro.”

Bella

 

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Avevo tutte le intenzioni di scrivere di Rod, non subito del maestro di arti oscure … ma la fantasia ha preso il sopravvento sulla trama e questo è il risultato.

Spero che vi sia piaciuto, e non sia risultato troppo lungo e noioso!

Grazie a tutte per le letture, e soprattutto per le recensioni che mi mandate (come mi piace quando mi analizzate i personaggi!! Rileggo le recensioni almeno 2 o 3 volte! Grazie infinite)!

Eccomi a rispondere:

Dully: noto man mano che Rab piace sempre di più. L’ho fatto maturare un po’ … penso che, se anche resta il più piccolo della compagnia, le sue pene e delusioni d’amore, lo abbiano reso più forte da una parte e più duro dall’altra. Stessa cosa vale per i problemi che ha col padre (che sono più traumatici anche di quelli di Rod). Mentre Bella, si noterà, è rimasta più immatura, forse la più bambina (anche rispetto a Rod) e questa, almeno per ora, sarà una caratteristica tipica di lei.

Maja: come sempre hai colto splendidamente il tutto! Bella è diventata più grande, ma non è maturata eccessivamente da quando era ancora una ragazzina. Si vedrà meglio anche più avanti. Rab e Rod (Rab soprattutto) invece cominciano a diventare adulti. Forse soprattutto a causa di lei, che li fa penare (chi più chi meno). Dopo che me l’hai scritto, ho notato anch’io l’analogia fra Rab qui e Rod di “L’amante del diavolo” sarà momentanea, per via degli sviluppi delle storie, ma c’è davvero! Sono troppo felice che mi leggi tanto attentamente! Grazie davvero.

Ely79: Rod doveva comparire in questo capitolo, anche se effettivamente, tutte le sue gelosie e insicurezze, verranno fuori man mano (lui poi fa molto il duro per nascondere tutto … lo scrivevo ne “La strega più potente” che è l’antefatto, ma lo ribadisco per praticità e comprensione). Bella, forse perché appoggiata da Rod e coccolata da Rab, o forse perché persa nel suo mondo di amore per Voldie, resta ancora piuttosto infantile, ostinata, egoista. Capace di “dare” praticamente solo al suo maestro. Sono contenta che Rab sia un buon personaggio.

marik1989: qui vengono ribaditi alcuni concetti che hai notato tu stessa in più, compare Voldie. Premetto che sarà diverso da quello delle atre due ff, visto in chiave un po’ particolare, meno distaccata (ma meno personale di quella di Sgath, dove è lui stesso a narrarsi). Rispondo subito alle tue domande … dunque, io invento molto il sisico e la psiche di Rab e Rod, però, nel libro, ho identificato Rod come il magro nervoso che sta di fianco a Bella (perché è nominato subito dopo o subito prima, non mi ricordo) e l’altro con Rab. Ma non so mica se è vero!!

P.S. la Carrow non sarà esattamente descritta come nel libro (molte cose resteranno uguali, ma alcune altre varieranno un po’)

cinemalostdari: eccoti Voldie! Spero ti piaccia (anche se devo ancora presentarlo per bene) comunque sì, vai tranquilla è nato il 31 dicembre ed è capricorno (mi piacciono gli oroscopi e l’ho subito tenuto in mente, non appena l’ho letto). Per quanto riguarda Bella, ha un carattere ostinato, egoista ecc … non vuole ammettere di amare Voldie, ma solo perché non vuole disubbidire a quello che lui le ha insegnato, cioè che l’amore non esiste.

blackitten88: Bella è una tipa tosta, non la lascerò cedere tanto facilmente a Rab. Anche perché sarà impegnata a tentare di far cedere il suo maestro, che a sua volta è un tipo molto tosto …

Ti ringrazio tantissimo e sono contenta che la storia ti piaccia, in questo capitolo è arrivato anche Voldie!

Julia Weasley: Hai visto giusto! Rab tenta (in maniera più o meno convinta) di allontanarsi da Bella. Lei sta percependo questo suo atteggiamento e, ovviamente, non le va giù per niente. Come dicevo nelle recensioni sopra, è rimasta piuttosto immatura, nel senso di egoista, egocentrica ecc … Però dovrà vedersela anche lei con l’amore per il suo maestro e, di certo, ne subirà gli effetti. (Per altro, nelle mie ff, a Bella Rod non è affatto indifferente, per cui sarà anche piuttosto in bilico fra realtà, e fantasia amorosa).

Sono contenta che i riferimenti magici ti piacciano, qui ne ho introdotti molti, per esigenze di copione (spero non siano troppi a dire il vero).

Ogni tanto penso a come far cambiare Rab … ma ancora nessuna idea … ti terrò aggiornata.

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Capitolo 5
*** Liberi e violenti ***


Dal grimorio di Bellatrix:

“NOI DUE INSIEME: LIBERI E VIOLENTI”

Appena finita la scuola, mi divertiva molto partecipare, con Rod e con gli altri amici, ai balli che tanto piacciono a noi purosangue.

Ora no, non mi interessa più molto, ho sempre altro per la mente.

Quella sera, mi sono immersa nell’acqua calda e nel profumo rilassante della vasca da bagno. Sono restata lì, fra la schiuma, per tanto tempo, ferma, tranquilla, a cullarmi con i dolci movimenti dell’acqua.

Ero stanca, stanca morta.

Non avevo chiuso occhio tutta la notte scorsa. Avevo preso lezioni tutto il pomeriggio.

Di arti oscure. Con lui. Mi aveva stremata, come quasi tutte le volte. Ma finché sono con lui, non sento nemmeno la fatica, solo dopo me ne accorgo.

Ho chiuso gli occhi, lentamente, beatamente. Mi sono addormentata anche, appena, per qualche istante, per poi risvegliarmi piano, e mi sono bagnata, con l’acqua calda, il viso e i capelli.

Mi riposavo, mi piaceva indugiare lì.

“Bellatrix, sei ancora chiusa nel bagno? Ti devi sbrigare se non vuoi arrivare in ritardo al ballo. Cosa stai facendo lì da così tanto tempo?” mi ha chiesto imperiosamente mia madre al di là della porta.

“Sì madre, faccio subito, non preoccuparti.” ho risposto tentando un tono gentile. Ma in realtà lei mi innervosiva, veniva a disturbarmi, a mettermi fretta, per uno stupido ballo.

“Ma lei che ne sa di cosa fa sua figlia?” mi domandavo.

“Cosa ne sa di quali cose più importanti ho da fare e a cui pensare?”

“Che ne sa di cosa abbiamo fatto ieri sera?” pensavo tra me. Io e i Mangiamorte, io e il mio maestro.

Nella foresta, in segreto.

Iniziamo dai cacciatori di streghe e maghi: sono Babbani e ci danno la caccia. Vogliamo finire poi, in futuro, quando saremo più forti, con gli auror: maghi anche loro, ma ci danno la caccia ugualmente.

Nella foresta, in segreto, li puniamo, li uccidiamo, li sacrifichiamo. E otteniamo sempre maggiore potenza magica.

Nessuno deve mai più dare la caccia alle streghe e ai maghi. Nessuno.

Poi, attorno ai fuochi, alle vittime, si fanno i riti.

Adoro queste nottate. Nottate di vendetta, di caccia e guerra, di magia sfrenata.

Di riti selvaggi.

Di danze folli, fin quasi all’alba. Di urla di morte dei senza bacchetta. E lui, il mio maestro, ormai mi ci fa partecipare spesso, dice che sono brava, che non ho pietà. Che ho talento.

“Rodolphus verrà a prenderti e tu lo farai aspettare come al solito. Muoviti Bellatrix.” ha poi ripreso ad insistere mia madre, tornata a nevrotizzarmi dopo alcuni minuti, e riportandomi quindi alla realtà.

Mi sono tolta la schiuma dai capelli, ho abbandonato quello stato di splendido torpore, che mi faceva tornare le energie, che mi risollevava dal fastidioso mal di testa che mi disturba fin dalla mattina.

È che si beve sempre tanto durante questi eventi. Nottate di questo tipo prevedono necessariamente il cessare delle inibizioni, la resa delle remore, l’innalzarsi degli istinti, delle voglie, della libertà. Per richiamare la magia, per eliminare il nemico, per godere appieno dell’energia, per sprigionare la vendetta, il piacere.

Si usa l’idromele, bevanda tipica del nostro mondo. In pochi la usano, ancora di meno ne hanno le ricette più potenti. Solo chi ha poteri ereditari molto antichi.

Cioè quelli come me.

Ma poi, l’indomani, è difficile non apparire provati.

“Sono già quasi pronta.” ho mentito “non preoccuparti, preparati pure anche tu madre.”

In questo modo, ho tentato di liberarmi di lei. Appena ho sentito che si era allontanata, ho cercato di rinfrescarmi il viso e sono uscita dalla vasca.

Il bagno è pieno di specchi, io li adoro.

Nonostante la penombra della stanza, mi osservo sempre. Ogni volta.

Mi guardo, in silenzio, con calma, con eleganza e spregiudicatezza.

“Sei splendida, sensuale, mi ecciti. Da morire.” mi sono poi sentita dire improvvisamente, da una voce proveniente proprio dalla stanza che credevo deserta.

E quella voce la conoscevo bene, invece di spaventarmi, mi ha fatto nascere un sorriso cattivo e soddisfatto sulle labbra. Dalla parte più oscura della stanza da bagno, mi si è avvicinato lentamente Rod, che, da non so quanto tempo, se ne stava appoggiato alla parete, silenzioso, a guardarmi.

“Non mi sono accorta neanche che eri qui.” gli ho detto, guardandolo dritto negli occhi attraverso l’immagine riflessa nello specchio.

“Ti eri vagamente addormentata.” mi ha risposto “non mi andava certo di passare il tempo ad attenderti parlando in salotto con tuo padre” e poi ha terminato dicendo “meglio guardarti qui, nuda davanti a me. Lo sai, io ti sento, ti annuso, sapevo dov'eri e mi piace guardarti quando sei nuda e quando sei bagnata.”

Gli ho sorriso “Sei proprio un lupo, bestiale, furbo, bastardo.”

“Che ho di bastardo? Mi piace vederti così, nuda, bagnata, mentre esci dall’acqua, come Afrodite quando nasce. La dea della bellezza, dell’amore, della sessualità … è la mia divinità preferita, lo sai.” mi risponde Rod sfoderando uno sguardo famelico che poche volte gli ho visto nascere in volto.

“Tu utilizzi le venerazioni e i poteri delle divinità, solo quando più ti fa comodo.” gli ho risposto, ma in verità, mi piace quando mi dice così e mi sono avvicinata lentamente a lui.

Lo volevo, lo cercavo già.

Ci siamo guardati appassionatamente, ci siamo stretti e baciati con una particolare sensualità e sessualità che è nata da poco fra noi, ma che cresce di volta in volta, forse perché ci conosciamo sempre di più, in tutti i sensi.

Abbiamo continuato a guardarci, a mangiarci con gli occhi.

Rod è dimagrito molto ultimamente, da quando ha il marchio nero. È cambiato. È diverso. Più uomo, più riflessivo, più spietato, anche più affascinante. Certe caratteristiche non le ha perse però. E spero non le perderà mai. La sua intraprendenza, il suo entusiasmo, la sua irrequietezza. La sua spericolatezza che mi piace tanto.

La gelosia. Adoro quando è geloso, di quella crudele gelosia cattiva e spietata. Con tutti coloro che mi si avvicinano … tranne che con il mio maestro ovviamente.

Ci siamo baciati, ancora e ancora. Gli ho bagnato tutto il perfetto vestito per il ballo. Lui mi ha annusato la pelle umida, in certi punti ancora bagnata. Ha sussurrato che profumavo di fiore, un profumo dolce e velenoso, ma non sapeva riconoscere il tipo di fiore.

E siamo stati così per tanto tempo.

“Hai finito Bellatrix?” mi ha improvvisamente domandato di nuovo mia madre dalla porta.

“Certo madre” ho risposto tra le braccia di Rod “fra pochissimo esco, Rodolphus arriverà tra non più di una decina di minuti. Avviatevi pure al ballo voi, io verrò con lui.” sperando di chiudere così la conversazione.

“D’accordo, ma non tardate. Non sappiamo se ci sarà anche Lord Voldemort questa sera.”

Rod mi ha chiesto se ne sapevo qualcosa. E io ho risposto che lui stesso mi ha detto che non ci sarà, deve sistemare una questione insieme ai Mangiamorte. Ma mi guardo bene dal far notare a tutti come ormai lo conosco bene, per questo non ho detto nulla a nessuno.

Rod è sì un Mangiamorte, ma da relativamente poco tempo. E, per quanto goda già della fiducia del mio maestro, è sempre piuttosto giovane. Credo che molte cose se le debba ancora conquistare in quel mondo. Per questo non è con loro.

Per me è diverso: peggio da un lato, meglio dall’altro.

Io non sono ancora una Mangiamorte. Lord Voldemort vuole che prima impari da lui la magia oscura, con tutto ciò che ne consegue … poi, solo poi, tatuerà il suo marchio, a fuoco, sulla mia pelle, per sempre.

Da un lato odio non essere ancora Mangiamorte, come tutti gli altri. Dall’altro, essere la sua allieva, la sua unica allieva, è un onore che solo io, da sempre, ho potuto avere. E non cambierei questa condizione per nulla al mondo.

“Sono stanco dopo la notte scorsa. Non ricordo neanche cosa sia successo, solo fuoco, urla alla luna e maledetti cacciatori uccisi da noi.” mi ha detto Rod. Interrompendo molto piacevolmente i miei pensieri mentre, lentamente e delicatamente, mi sfiorava il seno e poi l’addome e li ammirava senza veli.

“Anch’io lo sono, stanca, provata, ma è stato splendido, stupendo. Di riti magici così, più ne faccio e più ne rifarei. Mi esaltano.” ho risposto guardandolo in viso per poi baciarlo lentamente sulle labbra.

Ci siamo baciati ancora e ancora, non avevamo nessuna fretta di arrivare al ballo, tanto il mio maestro non ci sarebbe stato. Balli, conversazioni, ricevimenti, serate innocenti, o innocue: non sono fatta per quelle cose, io cerco il brivido e l’esagerazione, la forza e la violenza. L’amore e la libertà. La magia e l’oscurità.

Quando io e Rod, per caso, abbiamo incrociato i nostri sguardi fra un bacio sempre più appassionato e l’altro, il messaggio è stato inequivocabile: fra di noi c’era ancora l’onda nera e oscura della scorsa notte, il fuoco della morte e della distruzione che ci eccita eternamente, il male, la perdizione, la lussuria, lo sconvolgimento e l’idromele ingurgitato in maniera spropositata.

Tutto si stampa, volta dopo volta, nelle nostre menti e nelle nostre anime, tutto ci trasporta in un vortice di sensi estremi, straripanti, liberi e violenti.

Ci siamo trascinati sul mio letto, lo abbiamo sgualcito, strappato e ci siamo amati fino a farci male.

Del ballo, nessuno dei due si è più ricordato.

Bella

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E anche questo aggiornamento è pronto.

In realtà il capitolo sarebbe stato molto più lungo, ho pensato di dividerlo in due parti altrimenti avrei pubblicato fra un altro secolo.

Alcuni punti (per esempio cosa comporti essere l’apprendista o allieva di un mago a cui Bella accenna qui) verranno spiegati più dettagliatamente nei capitoli futuri. Anche alcuni avvenimenti veri e propri, che qui sono solo appena descritti, verranno ripresi molto più ampiamente, più avanti. Qui non renderebbero i significati che vorrei dare loro. Ho la sensazione che verrà una storia un po’ lunga …

Finalmente ho introdotto Rod, è un po’ cambiato anche lui, ma mostrerà molti soliti lati già visti nella ff precedente.

P.S. non mi sono dimenticata di Rab! Credo che fra un paio di aggiornamenti tornerà proprio lui.

Dopo queste spiegazioni, vi lascio alle risposte alle vostre recensioni, per cui vi ringrazio come sempre tantissimo!!!

Hale Lover: sono felicissima che Voldie ti piaccia, le lezioni con Bella saranno descritte ancora, credo diventeranno un punto importante, anche se non cruciale, della ff. Per quanto riguarda la normalità di Voldie, lo renderò molto più normale, è vero, ipotizzo che l’esperienza di esser morto (…) lo abbia “disumanizzato” parecchio, ma che prima fosse diverso almeno in parte. Insomma, sarà una descrizione molto personale che darò di lui, ma spero piuttosto realistica (spero al di là del solito “cattivo serpentesco”). Mi dirai che ne pensi strada facendo.

Maja: ti rimando alla risposta a tua cugina per avere qualche informazione in più su come sarà Voldie! Per quanto riguarda la tua domanda … anche secondo me sarebbe logico insegnare a liberare i poteri anche senza la bacchetta, ma dato che nei libri questa opzione non c’è (almeno, non mi pare che Bella lo faccia mai), mi attengo a ciò che ha scritto la Rowling (con alcune variazioni mie). Ho solo accennato alle azioni di Bella con gli altri Mangiamorte, in seguito ne parlerò più approfonditamente

cinemalostdari: come dicevo anche in altre risposte, gli allenamenti, i discorsi e lo studio che compiono insieme i due, saranno molto presenti in questa ff, saranno significative per tanti avvenimenti e sentimenti. Per quanto riguarda invece i due personaggi di cui mi chiedi, Lucius comparirà (come anche Narcissa) come secondario, mentre per ora non ho in programma di parlare di Severus (già mi impegna molto in Sghat!!)

blackitten88: ti assicuro che parlerò molto di quanto Voldie è bello e bravo e di quanto il rapporto fra maestro e allieva sia profondo e magnetico. Anche perché è sempre descritto dagli occhi di Bella … lui però la vede come una semplice allieva, la sua apprendista di arti oscure. Almeno all’apparenza!

marik1989: (posso chiamarti marik e basta?) sono anch’io una strega! Mi chiamo Circe … a parte gli scherzi, sono felice che ti piacciano le lezioni e le informazioni su incantesimi e magia (sono un po’ romanzati), questa componente sarà parte integrante della ff anche in seguito, forse anche di più.

Bella ha una cotta spropositata per il suo maestro, ma per il rapporto che hanno, per l’età che hanno, il fascino che lui esercita su di lei, ha per forza una componente (almeno da parte di lei) di bimba che cerca protezione e sicurezza

Ely79: prima di tutto ti ringrazio per l’appunto (io non me la prendo, anzi, confermo che mi sono utilissimi per vedere dove sbaglio. Se trovassi qualsiasi altra cavolata, e la troverai, ti assicuro, fammi pure sapere). Ora ho corretto: su internet non ho trovato la sostituzione esatta purtroppo, così ho guardato su un mio libro una sostituzione plausibile (se e quando hai tempo, daresti un’occhiata se fila di più?). Tutte le informazioni che scrivo su cristalli piante incantesimi o riti, sono tutte cose reali, ma molto romanzate da me che, all’occorrenza, metto nelle ff

Julia Weasley: ecco, era questo il capitolo che avrei voluto pubblicare l’altra volta. Ho introdotto Rod finalmente (un po’ mi mancava). Per quanto riguarda le missioni coi Mangiamorte, per ora le ho appena accennate, perché mi serviranno in seguito. Per quanto riguarda l’argomento strega di fuoco, hai ragione, anche a me verrebbe in mente subito quell’elemento pensando a Bella. Devo però prima controllare alcuni significati specifici (e non mi ricordo più il libro dove l’avevo letto), tenendo conto anche di quel che sarà Voldie. Insomma, non è del tutto detto che sarà di fuoco, ma ci sono buone possibilità.

stellinagiocosa90: prima di tutto ti ringrazio ancora per le tante recensioni arretrate (ti ho contattata per mail per ringraziarti decentemente). Ed ecco qui l’entrata in scena di Rod, spero sia soddisfacente. Mi fa davvero piacere che anche Voldie ti sia piaciuto (nella prima risposta alle recensioni, ho scritto qualcosa di più in merito a come verrà rappresentato qui), ma una cosa giustamente hai notato che resta sempre quella: se lui non ha qualcuno o qualcosa da considerare “suo” non è contento e soddisfatto.

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Capitolo 6
*** Voi siete strano ***


Dal grimorio di Bellatrix: “VOI SIETE STRANO”

Dove sei stata ieri sera Bella? mi ha domandato mia madre, stamattina, non appena sono scesa per la colazione.

Ho sospirato, cercando di inventarmi una scusa qualsiasi, anche se non ne funzionano più molte ormai. Con Rodolphus, madre, abbiamo perso la cognizione del tempo …”

Inutile dire che, la mia vita a casa, non è esattamente tutta rose e fiori.

I miei non sanno nulla o quasi di me, nulla della magia oscura, nulla di quel che faccio ai mezzosangue, nulla del mio maestro, poco dei miei modi di vivere e passare il mio tempo.

Almeno così spero.

Ma, sembrare a tutti una brava, elegante e tranquilla rappresentante della casata dei Black, mentre, in verità, sono tutto meno che brava e tranquilla, si sta facendo sempre più arduo.

Non siete venuti al ballo, non vi ho visti, nessuno vi ha visti. Cerano molte persone importanti che voi dovreste conoscere e frequentare. Non siete più bambini, dovreste smettere di giocare. mi ha detto mentre mi sedevo a mangiare qualcosa.

Scusa madre, prometto che la prossima volta ci saremo.

Narcissa, poco dopo di me, è entrata nella sala, anche lei per fare colazione. Prima bacia sempre mio padre e poi, saluta mia madre. Infine si accomoda.

Io, per esempio, questo rito lo odio, non bacio mai mio padre e saluto a stento. La mattina poi, spesso sono ancora stanca e assonnata.

Mia sorella è a casa per le vacanze estive, le manca ancora un solo anno per poi finire la scuola. Sono felice che sia qui, perché, nonostante più diventiamo grandi più diventiamo diverse, vivere con lei, contare sul suo aiuto, poterle parlare e ridere con lei, è una delle cose che ancora amo di più. E che mi mancheranno quando mi sposerò.

Stamattina però mi ha guardata in maniera strana, fredda, sembrava volermi rimproverare.

Poi mi ha lanciato un occhiata chiara: aveva qualcosa per me. Più tardi lavrei dovuta raggiungere in camera per parlarne.

Ah madre ha iniziato poi Cissy il ballo è stato molto carino ieri sera, è piaciuto anche a Lucius, desidero partecipare anche al prossimo, credo non ci siano problemi vero?

Ovviamente mia madre ha detto di sì Cissy ha un modo sottile ed elegante di parlare, di chiedere, ma ottiene sempre ciò che vuole. Lucius le si adatta perfettamente, lho sempre pensato. Lui è uno di noi, esattamente come noi, ma appare un gentiluomo carino e beneducato.

Tutta questione di apparire, del modo giusto di porsi, di sembrare ciò che non si è.

Questa capacità penso di non averla proprio io sono una furia scatenata, e si nota praticamente subito.

Dopo la colazione ho raggiunto Cissy nella sua camera. È raffinata ed elegante, mi piace passare il tempo in quella stanza. Mi sono stesa sul letto scompostamente e stavo per chiederle come si evolvono le cose con Malfoy, ma lei mi ha interrotta piuttosto bruscamente Tieni, lho intercettata stamattina, prima che i nostri genitori la vedessero. ha detto, porgendomi una lettera unaltra lettera dal ministero.

Bella, è la seconda nel giro di un mese, perché non ti dai una calmata? mi ha ammonito non appena ha notao il mio sguardo arrabbiato alla vista della lettera.

Viene dal ministero, l’ho riconosciuta subito, è una convocazione a presentarmi per i fatti accaduti la scorsa notte.

Ci siamo dati una calmata, stavolta ci siamo solo divertiti, senza alcuna azione mirata. Era per passare una serata in allegria. ho detto sincera a Cissy sicuramente Lucius saprà togliermi dai guai, è per questo, dopotutto, che mantiene il lavoro al ministero …” l’ho guardata allusiva, per farla smettere di fare la santarellina, dato che il suo neo fidanzatino è anche lui un Mangiamorte.

Che avete fatto? mi ha domandato aprendo le imposte e accecandomi con i raggi del sole che entravano dalla finestra.

Mi sono stiracchiata sul suo letto, ancora assonnata, poi ho risposto vaga Nulla di importante, davvero.

Ci annoiavamo, abbiamo solo fatto un po’ di caos in giro.

Mentre raccontavo a Cissy della serata, lei si era seduta accanto a me, mi guardava sorridendo lievemente.

Tu e Rodolphus sembrate ancora bambini, vi divertite con queste cose infantili”. ha detto con aria di superiorità.

Non racconto mai a mia sorella delle altre serate, quelle coi Mangiamorte, penso che se disapprova anche semplicemente il modo che abbiamo di divertirci fra noi ragazzi, rimarrebbe seriamente sconvolta da quello che succede ai riti, alle spedizioni e ai sacrifici. Però continuo coi normali racconti, forse per scuoterla dalla sua eterea ed eterna grazia. ”Fossi stata in te, sarei venuta al ballo, è stato splendido, elegante, ero la più bella. ha detto Cissy infervorandosi a sua volta.

Non dubito tu fossi la più bella, lo sei sempre, ma non capisco come tu faccia a non annoiarti in quelle occasioni …” ma ancora prima che potessi finire lei mi ha interrotta Prometti che verrai al prossimo ballo io lho guardata con fare allucinato.

Per piacere Bella, solo per questa volta non vorrai farti conoscere in tutta la nostra comunità, solo e soltanto per quel modo folle e assurdo che hai di vivere, spero.

Io ho sorriso affermativamente. Ma quando Cissy mi ha piantato il muso, ho aggiunto Sai benissimo quanto so essere impegnata e brava quando voglio. Vedrai che importante Mangiamorte sarò.

Ma sei brava e impegnata solo quando si tratta dellapprendimento della magia, delle tue lezioni, del tuo maestro. poi mi ha guardato sospirando Hai tutto un mondo attorno a te che io nemmeno conosco, e sei cambiata tanto in questo anno in cui io sono stata a scuola …”

Quando mi dicono così, io divento sempre nervosa.

Tutti rimproverano il mio modo di vivere, di comportarmi, di essere ed esistere. Sono malvagia, sono troppo scombinata, non mi attengo a certe regole, sono troppo cocciuta ecc

Mi dicono che sono cambiata e lo dicono con disapprovazione. Io adoro cambiare, spero di cambiare ancora e sempre.

Di diventare una strega potente e bravissima, solo questo mi importa. E il mio mondo, il mondo di unapprendista, è quello classico della magia, e non me ne separerei mai.

Non mi separerei mai dal mio maestro.

Il quale, per altro, mi chiarisce sempre che devo fare quello che voglio, scatenarmi come voglio, creare caos e terrore attorno a me, fra Mezzosangue e Babbani, come più mi piace. Serve ad accrescere potere e carattere.

Stai troppo coi ragazzi …” mi ha detto Cissy distogliendomi dai miei pensieri per questo sei così ingestibile, né combini sempre una, sei maleducata, scomposta e piaci in maniera eccessiva, quasi sconveniente.

E, dopo una pausa ha aggiunto Fai troppi guai.

A quel punto le ho risposto arrabbiata Non mi rompere, io sono così e basta. Sto con chi mi piace stare, con chi diventerà, o è già Mangiamorte, come me, come voglio diventare io. lei ha sospiato rassegnata, e a quel punto ho aggiunto Quando sarò potente, quando vivremo liberamente della nostra magia grazie al mio maestro, allora la pianterai di rimproverarmi …”

Ci siamo guardate di nuovo, molto intensamente. È stata lei la prima a distogliere lo sguardo, a cedere alle mie ragioni. Allora? Insisterai con Lucius per la storia della lettera dal Ministero? Deve togliermi da questi stupidi guai. ho aggiunto dato che avevo vinto la discussione.

Per cosa? Per permetterti di fare ancora peggio, non è vero? mi ha chiesto alzandosi e allontanandosi, ma sapevo già che mi avrebbe detto di sì. Infatti non ho risposto e ho atteso. Non appena si è voltata verso di me, le ho fatto un sorriso disarmante.

Ho capito non so davvero come fermarti, né come farti ragionare. Tu non ragioni, agisci solo seguendo listinto e il tuo puro divertimento. Comunque, sì, parlerò io a Lucius, non preoccuparti.

Grazie Cissy.” ho detto “vedrai che un giorno la smetterai di fare tutte queste noiose chiacchiere e capirai che ho ragione io, magari ci penserà meglio Lucius a convincerti …” accennando al fatto che anche il suo fidanzatino è un Mangiamorte anche se so che a lei non piace molto questa storia, preferirebbe lui mantenesse impegni più normali per questo so che grazie a questo argomento, posso farla cedere e tacere. È ancora giovane e la convinco facilmente, la posso in un certo senso, manovrare come mi piace.

Il mio maestro manovra le menti altrui con una tale semplicità, intelligenza e prontezza a me piacerebbe essere brava quanto lui.

Al pensiero del mio maestro, mi sono rianimata subito Ora ho un impegno, devo andare scusami. ho detto velocemente e distrattamente a Cissy. È vero che avevo un impegno, dovevo vedere il mio maestro nel pomeriggio e ancora mi restava da imparare come creare i diversi gradi di protezione degli scudi difensivi e la teoria su come elaborare una difesa con risparmio di energia magica.

Lui mi sta insegnando qualche rudimento di arti guerriera già da ora, frammischiata alla magia nera.

Sono sempre impaziente di vederlo, e mi stavo allontanando velocemente.

Cissy però mi ha afferrata delicatamente per un braccio Vai da Lord Voldemort? ha sibilato sottovoce. Sa che i miei genitori non sanno nulla ed è meglio che continuino a non saperne nulla, per come si stanno mettendo le cose.

…” ho detto soltanto, mentre mi nasceva un sorriso strano sulle labbra. Anche lei mi ha sorriso vedendomelo. Ma non ha aggiunto nulla

 

*****

Non c’è volta in cui non ami andare dal mio maestro, guardarlo, ascoltarlo, parlargli e provare incantesimi con lui.

Anche quando tutto diventa troppo difficile, quando prendo aspri e duri rimproveri, o sento di non riuscire a combinare nulla di buono. Stare con lui, non so perché, è la cosa che preferisco in assoluto.

Tranne in un caso, allora mi sento stranamente inquieta, impaurita, piuttosto turbata. Questa volta è stato quel particolare caso.

Succede sempre quando lo sento suonare un’armonica. Allora significa che è nervoso … anzi no, cupo … o forse è meglio dire triste.

Non amo vederlo così. O forse, semplicemente, non ci sono abituata.

Suona una melodia che non conosco, non mi parla quasi, è distante, perso nei suoi pensieri, mille miglia lontano da me.

Solo.

E fa sentire sola anche me.

Mi sono seduta silenziosamente. Da quando l'ho fatto una volta, sfacciatamente e senza permesso, mi lascia sempre sedere vicina a lui, sul bracciolo del divano, anche quando ci sono gli altri Mangiamorte, e io mi sento particolarmente importante così. Stavolta però, nemmeno si è voltato a salutarmi.

Ho aspettato prima di chiedere qualcosa, l’ho guardato, il mio maestro, quanto è sempre bello. Anche abbandonato lì sul divano, con le dita pallide e sottili che si muovevano su quel maledetto arnese che lo rende sempre triste.

E quelle labbra … che quasi la mordevano, quell' armonica. Quel suono che le fa emettere, a me fa raggelare il sangue nelle vene, e ogni volta vorrei che smettesse subito, e che si comportasse come al solito con me.

L’armonica in sé è bella, un oggetto sicuramente confezionato ed elaborato da gnomi, di origini antiche, sicuramente un cimelio. Ma io la odio ugualmente.

“Maestro …” mi sono azzardata a sussurrare cercando la sua attenzione. Lui ha alzato lentamente lo sguardo verso di me, ma non mi ha risposto nulla, anzi, ha aspettato che fossi io a parlare.

Quei suoi occhi strani, con le pupille strette, quasi impercettibili, mi hanno fatto capire che oggi non sarebbe stato come tutte le altre volte “Nessuna lezione oggi vero?” ho detto, vedendo chiaramente che si concentrava su di me con fatica.

“No oggi nessuna lezione” ha risposto, appoggiando la testa sulla spalliera del divano. I capelli gli sono andati ancora una volta davanti agli occhi e si è voltato verso di me, stranamente mi ha detto “sei libera stavolta, contenta?” sembrava così tranquillo e calmo mentre mi parlava appena, eppure tra le mani rigirava qull’armonica incessantemente, ossessivamente. Stringendo con tale forza e con tale rabbia che le dita pallide e il palmo, si erano graffiati e fortemente arrossati. Mi domandavo se sentisse il dolore.

“Non sono mai felice se non posso imparare la magia nera da voi, se non posso stare con voi, maestro.” ho risposto convinta. Onestamente, speravo non mi mandasse via, che mi tenesse accanto a lui ancora e ancora.

“Non ho mai incontrato una ragazza come te.” mi ha detto osservandomi meglio. “In che senso, maestro?” ho subito chiesto emozionata.

“Una ragazza così volitiva, così dotata e legata alla magia oscura.”

Ero felice di quello che mi stava dicendo, non rispondevo nulla però, lo osservavo, vedevo come era in quei momenti. Così perso, così sconnesso, le sue parole, la sua voce, il suo sguardo: tutto sembrava venire da un mondo diverso, che poteva vivere solo lui.

”Strano solamente che non riesci a capire se sei una strega di aria, terra, acqua o fuoco …”

“Mi prendete in giro, maestro.” ho risposto imbarazzata. Lui ha spostato lo sguardo altrove e mi ha risposto “Sì un po‘.”

Non sapevo cosa rispondere, tacevo e lo guardavo solamente: era difficile rapportarsi a lui normalmente, ma quando stava così era in un certo senso ancora più complicato. Non si arrabbiava mai e questo era positivo, ma la sua calma era talmente forte, talmente profonda, che capivo benissimo fosse indotta. A volte era difficile parlargli, era troppo distante e lontano. Avrei voluto chiedere cosa prendesse, perché lo facesse, ma non ne avevo il coraggio. Sarebbe stato troppo intimo, troppo segreto, quel sapore dolciastro che percepivo era una cosa sua privata e io dovevo solo abituarmi a vederlo così.

Debole.

Avrei voluto avvicinarmi a lui, alle sue labbra, alla sua pelle. Avrei voluto avvicinarmi e abbracciarlo e chiedergli cos’era tutta quella sofferenza di quei momenti, da dove provenisse. Cercavo di ripetermi di non farlo, perché è il mio maestro. E perché l’amore non esiste. E perché non era pensabile una cosa simile con lui.

Ma la voglia era terribilmente grande. E lui non faceva nulla per allontanarmi.

È stato un momento breve ma intenso. Ogni volta che sono davanti a lui mi sento come una ragazzina ingenua e priva di esperienza, in preda ad un istinto che non capisco e non so controllare. Sto con Rod da anni, ormai dovrei essere abituata alle dinamiche di relazione fra un uomo e una donna. Ma col mio maestro tutto cambia …

Sarà che è molto più adulto di me …

Sarà che lui ha una personalità tanto particolare, magnetica, misteriosa …

“Se continui così, grazie al tuo talento e alla tua potenza, sarai iniziata come strega nera fra un annetto circa. Quando avrò finito di insegnarti ed addestrarti. Contenta?” ha detto poco dopo, allontanandosi lievemente da me e sospirando stancamente. Ho solo annuito con il capo. Ero davvero felice di aver saputo quando sarei stata iniziata, finalmente, e lo ero sul serio, ma l’intensità del momento precedente mi aveva lasciata del tutto svuotata e stanca. Come dopo un orgasmo, le sensazioni sono così forti e dirompenti prima, che la stanchezza arriva nel giro di pochi attimi.

E lui mi aveva soltanto fatto un complimento, eravamo soltanto stati leggermente più vicini del solito.

“Faremo una cerimonia particolare per l’iniziazione lo sai vero? È normale per una strega nera affrontare prove che la portano al limite della magia.” mi ha spiegato di nuovo. A quel punto però, mi sono animata parecchio anch’io “Certo, ne ho sentito parlare, maestro! Sono e sarò prontissima a qualsiasi cosa deciderete voi per me.”

Mi ha sorriso soddisfatto “Deciderò insieme ad alcuni altri Mangiamorte la prova. Ma ogni spiegazione e motivazione è rimandata a quel momento. Per ora dovrai solo studiare ed esercitarti di più.”

“Va bene maestro, ma oggi non mi volete allenare, ogni volta che suonate quell’arnese siete ….” in quel momento mi sono domandata perché non ha ancora imparato ad esser discreta con lui, ubbidiente e brava. Mi guardava con curiosità mista a cattiveria, e io non sapevo più come andare avanti.

“Siete … strano.” non ho trovato nulla di meglio da dire. Tanto l’errore l’avevo già fatto, ma non avevo intenzione di affermare esattamente la verità su come appariva e su come sentivo fortemente che stesse in quei momenti, già era difficile, molto difficile per me, dialogare con lui quando era così.

“Davvero?” mi ha domandato sibilante, e a me si è formato un gran groppo allo stomaco.

“Sì maestro, io sono la vostra allieva, per me è più facile percepire queste caratteristiche di voi.” ho risposto abbassando lo sguardo per paura di una qualsiasi punizione.

Lui non mi punisce mai con la magia. Di solito è solamente molto duro durante gli allenamenti. Ma certe sue parole, certe sue frasi che mi feriscono più di un athame conficcato nello stomaco.

Per fortuna, invece, è stato piuttosto gentile stavolta “Non sei una strega qualsiasi, hai forti poteri occulti di analisi. Non è da tutti insinuarsi così naturalmente negli animi altrui. Soprattutto per quanto riguarda la parte oscura. Ma dimmi, succedeva anche coi tuoi professori ad Hogwarts?”

Stupita dal suo discorso, ho alzato lo sguardo e ho risposto più rilassata “No, con voi è diverso. Voi siete il mio maestro, mi insegnate tutto, la vita quasi. E per me è più facile percepire qualcosa di voi.” non ho voluto aggiungere che sento sensazioni molto più profonde in lui, molto diverse rispetto a tutti. Sia perché presto più attenzione, sia perché ha un personalità fortemente più spiccata rispetto alla gente normale, sia perché i suoi cambiamenti di umore sono così forti e radicati, che sarebbe difficile non farci caso.

Non ho detto nemmeno che mi sembra lui percepisca ogni avvenimento ed emozione in maniera del tutto alterata ed estremizzata.

E che, sommando tutte queste cose, diventa una persona così particolare, insondabile e mistica, che mi toglie il fiato.

Che mi ha fatta innamorare, meglio che non lo dica, perché mi annienterebbe.

“Non è amore Bellatrix, piantala” mi ripeto nella mente “è una stupida cotta, solo quello.” deglutisco nervosa e alzo lo sguardo verso i suoi occhi. Sperando non mi abbia letto la mente.

Aggiornerò

Bella

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Nota:

per quanto riguarda l’athame, vi rimando al capitolo “Anime gemelle” della mia ff “La strega più potente” ma detto in poche parole è una sorta di pugnale.

Detto ciò, vi chiedo scusa se il capitolo è stato troppo lungo (fatemelo pure sapere nelle recensioni), avrei dovuto forse dividerlo ancora in due parti, come la volta scorsa, ma rischiavo davvero di perdere il filo (sono molto incasinata quando scrivo … e anche in tutto il resto a dire il vero), per cui ho postato tutto insieme.

Ora vi ringrazio sinceramente per seguire questa ff in via di realizzazione!! Mi scuso se è rimasto qualche errore in questo capitolo, ricontrollo entro breve tempo. _

Rispondo subito ai commenti:

Maja: ho dovuto abbandonare di nuovo Rod per introdurre Cissy e ritornare a Voldie. Ma è vero comunque, Bella con lui un po’ si placa, o forse è scatenato anche lui, per cui si eguagliano e lei non spicca! Ma anche con Voldie sa essere più tranquilla (dipende da cosa vuole lui). Rod è comunque il suo amore consistente per ora, l’altro sta ancora formandosi …

stellinagiocosa90: infatti qui ho presentato Cissy che al ballo c’è stata e le è piaciuto molto! Bella e Rod non sono i tipi, ma una qualche festa mondana o ricevimento è in programma anche per loro (visto da occhi diversi però!)

Dully: più avanti vedrai Rod e Bella partecipare ad un paio (o uno soltanto) di feste più mondane, ma non è da loro, per nulla. E si capirà meglio strada facendo.

Direi che il grosso dello studio è fatto durante l’anno, sì, puoi distrarti un po’ ormai (a parte per la seconda prova e per la terza dove il ripasso ci vuole.)

blackitten88: eccoti accontentata, è tornato Voldie! Sì so che è un po’ particolare, ma ripeto che lo sarà per tutta la ff, molto più normale, ma più complicato del solito (credo che nel periodo in cui faceva gli Horcrux e prima di subire la sconfitta da Harry fosse un po’ diverso da com’è poi). Però mi fa piacere che tu inizia ad apprezzare anche la coppia Rod e Bella leggendo qui! Spero esami tutto ok!

Ely79: cerco di descrivere tutto attraverso gli occhi di Bella, per cui mi sa che tante cose per le quali noi rimarremmo sconcertate e allucinate, per lei saranno giochi divertenti ed entusiasmanti … però mi fa piacere riuscire a descrivere le cose per bene.

Sono contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto, è nato scrivendosi da solo … questo invece l’ho partorito con maggior fatica (e maggiori assemblaggi), spero non sia malaccio

cinemalostdari: dunque, Bella e Rod non si sono allontanati, tranquilla, anzi fra poco leggerai che pensano al matrimonio. Anche se, comunque è palese che lei inizia a provare qualcosa di profondo per qualcun altro … e sappiamo chi è … Il ballo del capitolo scorso è andato perso, sarebbe stato una sorta di ricevimento, o festa formale per qualche importante occasione, ma tranquilla, come dice Cissy in questo capitolo, ne sta arrivando un altro.

marik: dunque, dei riti, tranquilla, parlerò ampiamente più avanti, perchè sono una parte importante che rappresenta le abitudini tipiche di Bella e company. Mentre, dato che i balli non rappresentano nulla di particolarmente importante per loro, credo salterà fuori, velocemente a breve.

Altra cosa, effettivamente Bella ho deciso di non farla ancora Mangiamorte per due motivi: mi piaceva raccontare il periodo in cui apprende dal maestro le arti oscure, e il periodo in cui sarà davvero mangiamorte lo descriverò nella terza storia (la serie “Eclissi di sole: l’ascesa delle tenebre” la completo in tre storie!)

Julia Weasley: come avevi ben capito tu, la più entusiasta del ballo è stata proprio Cissy (con Lucius) a Bella e Rod non può importar di meno. Ugualmente li farò cimentare, in alcune, rare, occasioni mondane … solo modificate nel loro modo. I loro interessi sono proprio altri. Ho dovuto rimettere da parte Rod in questo capitolo chilometrico, in questa ff va e viene perché divide il suo posto con il Lord.

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Capitolo 7
*** Per sentirsi vivi ***


Dal grimorio di Bellatrix: “PER SENTIRSI VIVI”

No, non mi aveva letto la mente. L’ho capito subito perché non si è mostrato arrabbiato con me. Anzi, continuava a parlarmi normalmente. Si è stropicciato leggermente gli occhi con aria stanca ed assente, poi ha guardato la sua armonica. “Davvero sono strano quando la suono?” ha chiesto con tono distaccato e pensieroso, piantandomi addosso uno sguardo indagatore.

“Sì maestro, ogni volta. Tanto che mi sono domandata se quello strumento non abbia particolari poteri magici.”

Lui ha sorriso, guardandomi esattamente come se fossi una sciocca ingenua. Poi ha risposto “No Bella, non ha nessun potere magico.. La uso soltanto non dimenticare. Ne avevo una tanto tempo fa, me l’ero conquistata, e mi hanno costretto a separarmene. E io odio che mi si tolgano le cose che mi conquisto, odio che mi si privi di qualcosa che per me ha importanza. Lo odiavo da bambino, e lo odio ora.”

Ha detto queste parole con un tono inquietante, quel tono inquietante che sa usare solo lui. È così pieno di rabbia, odio e rancore, che fa angosciare persino me. Ma istintivamente mi piace, come mi piace il suo sguardo in queste occasioni.

Ho voluto sapere altro su di lui, è così raro che si racconti, che non volevo perdere quell’occasione per nulla al mondo. “Quella è l’armonica che avevate tanto tempo fa? L’avete recuperata?” ho dunque domandato.

Lui ha risposto quasi schifato “No, non è affatto quella … quella era … non puoi capire. Da poveracci.” ha fatto una pausa, io non ho chiesto nulla, avevo paura di osare troppo. Col mio maestro non posso: e perché è il mio maestro, e lo devo rispettare sopra ogni cosa, e perché è terribile se si arrabbia davvero. Per fortuna ha continuato lui “Questo è un oggetto raro e antico, di certo lo sai bene anche tu. L’ho presa molto dopo, me la sono fatta regalare, è tutto facile così.”

Mentre diceva quelle parole, aveva ripreso a far girare l’armonica nervosamente tra le sue dita affusolate. Non so perché, ma quella frase, quel movimento, mi hanno fatto percepire una sensazione strana. Sospetto, dubbio e dolore mi pungevano lo stomaco a tratti.

Avrei fatto meglio a tacere, a non chiedere oltre, ora non starei a tormentarmi così. I miei sensi avevano percepito già tutto, ma io ho voluto farmi male da sola, avere la conferma da lui.

“Chi vi ha regalato una cosa tanto rara e costosa? Perché?” ho domandato con rabbia, a bruciapelo. Lui mi ha guardato quasi divertito “Perché? Forse non credi che io possa meritarmi un regalo così importante?” ha chiesto socchiudendo gli occhi e muovendo le labbra in un sorriso maligno.

“No … maestro, non intendevo quello, giuro, non oserei mai …” ho iniziato a dire, ma lui mi ha interrotto subito “Sì, lo so. So cosa intendevi. Me l’ha regalata una donna, una di quelle stupide oche che cadono ai miei piedi e farebbero di tutto per … sai da sola per cosa, sei abbastanza grande e smaliziata direi.” ha concluso guardandomi con palese provocazione, poi, dato che non dicevo nulla, ha lentamente abbassato lo sguardo verso l’armonica, riprendendo a suonarla.

Quel suono che lo porta lontano da me, già lo odiavo. In quel momento ancora di più, mi dava il voltastomaco. “Perché doveva fare così per avere in cambio dei regali?” mi urlava la mia mente mentre tentavo di restare impassibile vicino a lui.

“Perché, se io gli regalerei il mondo senza pretendere nulla in cambio?” più mi sorgevano queste domande, più mi veniva da piangere, ma non potevo e ho iniziato anch’io a giocherellare con il pendente che avevo al collo, fin ad arrossarmi le dita, come lui.

“Perché deve fare certi orrori, per sentire di poter possedere qualcosa? Per sentirsi vivo?” quando questo pensiero ha cominciato a martellarmi nella mente, devo essere diventata inquieta, non solo perché avrei voluto abbracciarlo e farmi baciare e dire che volevo stare solo io con lui, diventare donna e strega per lui, sempre più bella e potente … non solo per quello, giuro, ero tanto inquieta. Anche perché, la confusione dentro di me era tenta, la rabbia e il dolore si mischiavano con una gelosia ed un’invidia fuori totalmente dall’ordinario, che la mia energia magica era, come sempre, cresciuta troppo, e non riuscivo più a controllarla. L’aura doveva pulsare esageratamente verso gli spazi esterni. Lui è bravo … è il mio maestro e mi conosce bene, sa delle mie reazioni magiche. Deve aver percepito subito la situazione. Si è voltato verso di me e mi ha detto seriamente “Anche tu sei così. Tutti i Mangiamorte sono in un certo senso così, altrimenti non ci saremmo uniti in un cerchio magico, in un gruppo, o congrega, o che dir si voglia. I Mangiamorte sono la mia famiglia, e il marchio ci terrà uniti, fino alla morte. Lo imparerai presto, sei già molto perspicace ed intuitiva per la tua età. E gli orrori, Bella, li fai anche tu, come noi.”

Non mi aveva mai parlato in quel modo tanto serio e sincero, sono rimasta sorpresa, quasi mi sono sentita importante per lui. Quasi più importante delle donne da cui si fa regalare ciò che desidera.

Avevo capito quello che intendeva dire con quelle parole, mi era entrato dentro il suo discorso, anche se, effettivamente, non lo saprei spiegare tanto bene, ma lo sento. Anche se, non mi sento come lui, è così talmente particolare, diverso da tutti.

Lui è davvero speciale.

E mi sa sempre insegnare tutto, ma non soltanto gli incantesimi, le pozioni, l’arte guerriera ecc … no, lui mi parla, mi fa capire tanti argomenti, mi ascolta.

Mi fa essere felice o triste, a seconda del momento e del suo comportamento. Quello che mi trasmette è così forte, anche più forte di ciò che mi trasmette Rod.

Ho annuito lentamente alle sue parole, guardandolo negli occhi. Ci siamo scambiati uno sguardo lungo e attento, anche se mi è stato un po’ difficile con le sue le pupille, tanto strette da scomparire quasi.

Poi ha rotto quel momento di silenzio dicendomi “Oggi giornata libera, sei in vacanza. Puoi seguire il tuo fidanzato in un lavoretto divertente che deve svolgere a sud di Londra. Ti dirà tutto lui. Domani però, doppio allenamento, teoria prima e pratica poi.”

Io ho sorriso “Certo maestro, sarò prontissima.”

Si è alzato lentamente facendomi cenno di seguirlo “Inizieremo con qualche piccolo duello io e te, preparati.” l’armonica l’ha lasciata lì, sul divano, abbandonata come se non gli importasse nulla. È finita in mezzo ad ampolline e piccoli recipienti per erbe o pozioni. È inquietante vedere in quei momenti come tratta se stesso … ma, a me, in quell’istante, ha fatto solo battere il cuore più in fretta e più violentemente. E mi sono avvicinata a lui mentre mi parlava di domani e ci siamo allontanati insieme, e gli ho sorriso perché lo vedevo più vivo di prima, come sono abituata a vederlo, o quasi. “È solo una cotta, davvero, solo una stupida cotta.” mi sono ripetuta di nuovo, mentre lo guardavo in tutta la sua inquietante bellezza.

*****

Quando ho raggiunto Rod e gli ho detto che saremmo potuti andare insieme a sud di Londra per l’agguato organizzato nel covo dei cacciatori di maghi e streghe, lui è stato entusiasta. Era felice, lo so, di potermi mostrare quant’era bravo, ciò che faceva, e condividerlo con me, anche insegnarmi, se e quando c’era bisogno. Non gli importa mai che io sia sempre brava, che raramente debba aiutarmi,o consigliarmi. Semplicemente è orgoglioso e felice quando può farlo.

Ho guardato Rod e ci siamo subito sorrisi, complici e uniti come sempre, ci siamo presi la mano e avviati alla missione.

È bello e selvatico come nessuno, la sua mano ha una stretta forte ed è grande e calda. Il suo sguardo da predatore, non perde mai quel non so che di sbandato e pericoloso, nemmeno quando tenta di fare il degno primogenito di un’antichissima famiglia di maghi, altero e orgoglioso. E non che tenti di farlo molto spesso a dire il vero.

Non so come possa accadere, ma quando sto col mio maestro, penso raramente a Rod. Quando sto con Rod, non penso quasi mai seriamente al mio maestro …

“Bella …” mi ha detto a quel punto Rod con voce squillante ed entusiasta. Io ho alzato lo sguardo verso di lui per sentire cosa aveva da dirmi.

“Che ne dici di provare i tuoi primi rudimenti di arti guerriere? Potremmo combattere contro i cacciatori, anziché fare un semplice agguato. Che ne dici?” a me l’idea piaceva da morire. Non vedevo l’ora di mettere in pratica qualche nuovo insegnamento e distruggere quegli individui, facendogli ben capire di cosa eravamo capaci in battaglia e guerriglia, oltre che negli agguati. Nonostante ciò, esitavo leggermente “Non so Rod, non sono sicura che il mio maestro voglia che io prenda iniziative senza il suo permesso … anche se … potrebbe anche esserne contento no? Basterebbe fare un lavoro accurato, un attacco perfetto e una vittoria schiacciante.” ho risposto cercando di arrivare alle conclusioni a cui mi interessava arrivare.

Rod ha annuito convintissimo “Sarà orgoglioso di noi, non dubitare.”

Così siamo saltati sulla scopa di Rod in due, io lo stringevo forte perché aveva avuto una splendida idea. Lui ha dato una delle sue accelerate ineguagliabili e , a gran velocità, ci siamo subito diretti sul posto predefinito, felici e pronti a scatenare i nostri poteri e i nostri incantesimi.

La battaglia è stata splendida, mi sentivo il sangue scorrere più veloce e più caldo nelle vene, l’adrenalina mi faceva sentire invincibile e grandiosa, onnipotente. E il mio cervello non pensava a nulla, tranne all’idea che ero superiore a qualunque mago o strega lì presenti, e il mondo era in mano mia.

E la mia vita era splendida.

Combattere al fianco di Rod poi, è bello perché abbiamo un’intesa quasi perfetta (quasi …) e perché lui è più forte e abile di quanto pensassi.

Probabilmente, mentre io imparo dal mio maestro, lui impara sul campo.

Li abbiamo uccisi tutti e, appena rimasti soli, nel silenzio della morte, ci siamo baciati appassionatamente. Per sentirci vivi …

Esattamente come mi aveva detto il mio maestro ...

Bella

 

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Eccomi tornata con l’aggiornamento di questa ff (la prossima storia arriverà al più tardi la prossima settimana!)

Credo di dover dare un po’ di spiegazioni su questo capitolo che può sembrare strano … soprattutto per quanto riguarda l’Oscuro Signore.

Avrete notato che è diverso dal solito, credo di averlo caratterizzato così perché, secondo me, prima di “morire” per via di Harry e Lily, fosse più umano, più felice in un certo senso e capace di interagire meglio con chiunque. Questa è una mia idea.

Mentre, per quanto riguarda il fatto che lui consideri i Mangiamorte, la sua famiglia, l’ho letto nel libro 4, lo dice lui mentre è con Harry nel cimitero.

Ultima cosa, quando leggevo nei libri che Voldie otteneva tutti i favori delle donne, dalle più vecchie, alle più giovani, ai fantasmi, e che erano disposte a regalargli tutto, non ho mai pensato che lo facessero solo per il suo modo di fare … ho pensato proprio che lui se le portasse a letto in cambio di quel che voleva ottenere (che fosse importante o meno).

Credo di aver spiegato le cose più eclatanti

Per tutto il resto, risponderò ai commenti. Per i quali vi ringrazio sempre moltissimo!!

Il prossimo capitolo tornerà Rabastan!

E ora grazie per i commenti scorsi:

Luciana Menditegui: grazie per la recensione e per il complimento alla storia! Il libro di cui parlavo, purtroppo non l’ho comprato, ma solo consultato in una libreria di un paesino di mare dove vado spesso … per cui non riesco a darti il titolo subito, ma, prometto di appuntarmelo la prossima volta che torno là e poi scrivertelo! (sperando il libro ci sia ancora)

Lenobia: dopo la fine della scuola, ci vogliono parecchi giorno per disintossicarsi prima di poter svolgere una qualsiasi altra funzione vitale! Per questo ti capisco benissimo se non ce l’hai fatta a recensire! Sono davvero felice che Voldie ti piaccia, commentalo pure perchè ne sto dando una versione abbastanza personale per cui mi fa piacere sapere com’è.

Non ha voluto dare lezioni a Bella … perché non ne aveva voglia … sulle sue “giornate no” tornerò ancora, con spiegazioni ancora maggiori, non ti anticipo ancora nulla

Maja: Voldie suona l’armonica solo come simbolo (come sai lui è ossessionato dai simboli), per ricordare quella che aveva rubato da bambino e, fondamentalmente, per ricordare quanto soffriva a quell’età e quindi far crescere odio, rabbia e senso di vendetta. In oltre, anche secondo me, questa cosa rendeva un po’ più mistica e personale la vicenda e il personaggio (per me la Rowling non gli ha dato molti segni caratteristici, cosa che tenterò di fare in questa ff … e spero che vengano bene!)

stellinagiocosa90: sì, era molto malinconico il Signore Oscuro, passerà, ogni tanto, giornate o periodi di forte malinconia. Mentre per quanto riguarda la sua visione di Bellatrix, diciamo che non vede in lei proprio una bambina, ma una ragazza giovane … comunque sua allieva. Non sicuramente una donna. D’altra parte, ho spiegato qui come lui si serve delle donne (forse è meglio se Bella non la vede come tale!). Grazie infinite per le recensioni su La strega più potente! Le apprezzo moltissimo!

cinemalostdari: qui ho spiegato che l’armonica non è quella che aveva da bambino, ma simbolicamente è tutto legato. Ora, la suona solo per non dimenticare il passato, e dunque per aumentare il suo odio, dolore e sete di vendetta e rivalsa. Prima che Bella diventi una strega iniziata, succederanno varie cose. Verso la fine della ff però anche lei sarà una strega nera a tutti gli effetti. Per quanto riguarda il marchio nero invece, dovrai attendere un po’ di più, perché l’ho previsto nella terza ed ultima storia di questa serie (con la speranza di non rompere troppo e che mi seguirai!)

marik: tutti i guai che combina Bella (e che sono cose a parte rispetto a ciò che le fa fare Voldie) con Rod e amici vari (che però introdurrò poco più avanti) la porteranno ad avere qualche “piccolo” casino in famiglia (non ti anticipo nulla, ma non cose gravi … non è certo Andromeda) soprattutto una cosa che farà insieme a Rod …

Non ho mai letto Dylan Dog!!! Ora però mi hai incuriosito e mi devi dire qualcosa sul parallelismo! Per quanto riguarda cosa stava pensando, diciamo che l’armonica lo ha riportato ai ricordi del suo passato in orfanotrofio, e di lì ciò che di certo ne consegue per lui

Ely79: io non ho una sorella, per cui mi devo arrangiare a rendere il rapporto tra Bella e Cissy il meno scontato possibile, ma allo stesso tempo reale e realistico (non possono andare sempre d’accordo, sono comunque diverse, ma un legame profondo comunque resta), spero di farcela … per quanto riguarda Voldie, punto a farlo effettivamente più umano, sempre cattivo ecc, ma più uomo e meno mostro (o meno serpente …)

p.s. il risparmio energetico tornerà presto!!

Julia Weasley: il fatto che Lucius sia una via di mezzo tra Bella e Cissy, l’ho pensato anch’io! Questo infatti mi ha portato ad immaginare i mangiamorte divisi in due modalità: quelli nobili ed eleganti tipo Lucius e Nott per esempio e quelli più platealmente violenti e scatenati tipo Bella e compagnia. Per quanto riguarda l’armonica, come ho spiegato qui, non è quella che aveva da bambino, ma simbolicamente sono legate (sai che Voldie ama i simboli) e la suona per ricordare il passato, e per aumentare così il suo dolore, l’odio e dunque la sua sete di vendetta e rivalsa.

Ah, dimenticavo! Questa storia finirà circa nel momento in cui Bella diventerà una strega nera iniziata (con prove e tutto il resto. Allenamenti e studio non le andrà sempre bene come ora …) mentre la terza ed ultima storia della serie, sarà la parte in cui entrerà a far parte dei mangiamorte!

blackitten88: dato che il capitolo non era troppo lungo, se ne dovessero capitare ancora, non mi farò problemi! Per ora sto andando avanti normalmente! Sono felice comunque che il mio modo di scrivere non pesi, è un sollievo!! In questo capitolo, ho spiegato bene che c’è effettivamente un legame simbolico tra la sua armonica attuale e quella che aveva da bambino! In oltre, lui così malinconico si vedrà altre volte (a volte invece sarà più nervoso) … ma non posso fare a meno di aggiungere una nota romantica e personale: l’armonica la suona bene!!

RainbowFairy: ti ringrazio per avermi lasciato questa recensione (rispondo qui anche se è sul primo capitolo così spero tu possa leggere la mia risposta). Sono felice che ti piaccia il mio modo di scrivere e che assomigli ad un romanzo nero. È un bellissimo complimento. Sono anche felice che ti piaccia il rapporto di Bella con il suo maestro, certamente è molto speciale e lo resterà per sempre, soprattutto per Bellatrix che lo amerà al di sopra di ogni cosa. Anche i due fratelli Lestrange fanno parte della sua vita comunque, per cui ho costruito la storia anche attorno a loro. Ma se hai letto anche altre mie storie, credo tu sappia già tutto …

Grazie ancora!

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Capitolo 8
*** E io amo una ragazza così ***


Dal grimorio di Rabastan: “E io amo una ragazza così”

Tornavo a casa tranquillo di sera. Non pensavo a nulla di particolare ed ero sereno e abbastanza felice. La notte era calda e silenziosa a Diagon Alley e poi giù, verso le strade solitarie e circondate dalla campagna, camminavo lento e non avevo molta voglia di rientrare.

Sapevo però che mio fratello era fuori per una delle sue missioni misteriose, di cui preferisco comunque non sapere nulla, e questo mi faceva molto piacere dato che la sua irruenza è proverbiale, e la sua presenza si sente anche troppo, nonostante il castello sia veramente immenso.

Quando Rod si infila quel mantello nero e quella maschera, o cappuccio, prima delle missioni e delle riunioni, diventa anche più inquietante del solito.

Però, allo stesso tempo, acquista un fascino particolare, un carisma che tende ad avere soltanto quando si sente veramente se stesso, e veste i suoi panni. Per questo mi capita, forse in modo troppo intenso talvolta, di invidiarlo fortemente.

Quella sera, comunque, sono giunto alla porta ed entrato in casa con calma, ho fatto accendere qualche luce in più in alcune stanze, e mi sono avviato nella mia sala preferita per rilassarmi un po’ da solo, godendomi, appunto, la calma della casa, senza mio fratello che vi si aggirava … speravo di poter passare la serata così, da solo.

E invece no.

Assolutamente no, perché, invece della completa e totale pace, vedo lei.

Sì lei, Bellatrix.

C’ è lei ed ecco che tutte le mie certezze crollano, i miei piani si sfaldano, la mia tranquillità interiore si dilegua, si scioglie come neve al sole.

Ogni volta che mi sento contento e soddisfatto, è una adorabile condanna, mi compare lei davanti, e tutto l’inferno ricomincia.

Ho sospirato e mi sono avvicinato a lei. Col cuore che, mio malgrado, mi batteva esageratamente forte nel petto, e avevo persino paura di svegliarla, tanto faceva rumore.

Sì, perché lei si era addormentata sul divano.

Ho sbuffato: ultimamente è già successo, dopo le lezioni col maestro di arti oscure, è stanca, viene da mio fratello e, mentre lo aspetta, si addormenta lì … come fosse casa sua.

E non è casa sua, è casa mia.

Dopo escono di nuovo, i due fidanzatini dell’anno, per compiere i loro orrori, le loro bravate, i loro passatempi.

Ma intanto lei era lì, e io l’avevo vicina, ed eravamo soli.

Mi sono avvicinato in silenzio, afferrando anche una sigaretta di Rod, lui le sparpaglia sempre ovunque. Non so perché l‘ho presa, dato che, fondamentalmente, ho iniziato ad odiarle tremendamente. “Magari” ho però pensato “è tutto lì il fascino di mio fratello … lui fuma, io no.” Non l’ho nemmeno accesa a dire il vero, mi sono invece seduto di fronte a Bellatrix e l‘ho guardata lungamente.

“Ma perché è dovuta nascere tanto affascinante?” mi sono chiesto con un sospiro triste.

Quei suoi capelli neri sinuosi, mi fanno impazzire, assomigliano alla notte che avvolge tutto con le sue spire. Le ciglia lunghe, nere, ammalianti, mi fanno inebetire. Quelle occhiaie che le sono spuntate ultimamente invece, me la fanno odiare. Sono il simbolo della sua oscurità crescente, di quello che fa ai raduni la notte, e agli allenamenti di magia oscura il giorno. E mi sono domandato “Se è così stanca, se si riduce a crollare qui, davanti a me, perché non la smette? Perché non può essere una ragazza normale? Come tutte?” ho pensato e ripensato. Sapendo benissimo, inconsciamente, che mi auguravo e mi auguro sempre che diventi una ragazza normale, così da non doverla amare più.

Perché, per com’è ora, crudele, terribile e oscura, mi fa morire d’amore.

“Non è affar tuo quello che fa” mi sono detto comunque, scacciando dalla mente quegli stupidi pensieri. Riprendendo però a guardarla.

Osservarla, tutta, sempre più lungamente, attentissimo a non svegliarla.

Bellatrix è ancora un’allieva, per cui non può portare le vesti da strega iniziata. Dovrà passare circa un anno a prendere lezioni di vario genere, poi ci sarà l’iniziazione, così mi pare di aver capito. Me lo ha detto una volta, entusiasta come al solito, piena di emozione e di sentimento. Intercalando mille volte i suoi discorsi con le parole “il mio maestro di arti oscure … il mio maestro di arti oscure …”

Con quella sua voce piena di vita, che mi arriva dritto sul sesso e nella mente. Non so nemmeno io come faccia.

Ricordo che le avrei voluto dire “Sì Bellatrix, lo sappiamo che ami il tuo maestro di arti oscure … smetti di nominarlo perché mi fai solo male.” ma non oserei mai farlo davvero.

Nonostante sia ancora una semplice allieva, già tenta di assomigliare alle streghe iniziate, quelle più oscure e potenti. I suoi abiti neri, da ragazza, da apprendista, per me le stanno splendidamente. Così, adagiata sul divano, le scorgevo benissimo una piccola parte di addome … dove l’avrei voluta toccare. La gonna le lasciava scoperte le gambe, che avrei voluto accarezzare tutte, migliaia di volte. Quando sarà una vera iniziata, una strega nera a tutti gli effetti, queste piccole accortezze non le potrò più godere, e sarà solo mio fratello, a vederle parti del corpo più intime e private. A vederla nuda. Ad averla migliaia di volte, e lo brucerei vivo per quanto lo odio.

A quel punto, non so perché, non ho più resistito, senza nemmeno accorgermene, istintivamente, sono andato a sedermi accanto a lei. Non so nemmeno a che scopo: forse mi aspettavo che non si sarebbe accorta di niente? O che mi avrebbe accolto con stupore innocente arrossendo per il mio gesto? Che stupido.

Non ho fatto in tempo a guardarla da vicino, né tanto meno a sfiorarla, che ha aperto gli occhi come un fulmine e, senza un minimo di distrazione, o sorpresa, mi ha sorriso maliziosamente e ha sibilato “Allontanati Rab, non sono la tua ragazza.”

Mi sono chiesto se per caso dorme davvero come noi umani, oppure, più probabile, come i felini, come le belve, con un occhio chiuso e uno aperto.

Come se non bastasse, quasi nello stesso istante, è entrato nella stanza anche Rod.

Mi sentivo accerchiato, come se mi avessero organizzato un agguato, attirandosi l’un l’altra col solo pensiero.

Mi mandano un messaggio, un avvertimento velato. Ma io non ho paura.

Come prima cosa, mio fratello, mi ha lanciato un occhiata fortemente simile a quella di Bellatrix, fulminante, ma meno maliziosa e molto più aggressiva. Questo mi ha fatto pensare di nuovo che avesse assistito a tutta la scena, che volesse studiare le mie mosse, vedere fin dove mi spingo con la sua futura consorte. Si fida di lei, ma non di me.

È diventato furbo Rod, si nasconde nel buio come i lupi, osserva la preda, e attacca azzannando veloce, per non dare nemmeno una possibilità di fuga.

Ogni volta che penso o rifletto su mio fratello e la sua dolce metà, mi vengono in mente solo bestie selvagge e feroci.

E io che mi sono anche innamorato …

Dopo una breve conversazione a tre, che mi ha distolto in parte dai miei pensieri, dopo esserci accordati per il ballo del fine settimana e ciò che seguirà, Rod ha domandato, guardando solo Bellatrix “Vieni con noi stasera? Ormai è ora di andare …”

Glielo chiede sempre, non lo dà per scontato perché, anche lui, in fondo, la vede stanca, è preoccupato, ne sono sicuro.

Al contrario di tutti, Bellatrix ha le giornate piene: prende lezioni durante quasi tutta la giornata, spesso fa allenamenti pratici di incantesimi, formule, pozioni e altre cose di cui non mi parla. Poi deve studiare le arti oscure, i rituali, gli effetti, le precauzioni e i potenziamenti. Tutto nei particolari e in maniera molto approfondita: il suo maestro, a quanto pare, è molto pretenzioso.

Prossimamente verranno anche aggiunti gli allenamenti di arti guerriere e lei non vede l’ora.

La notte poi, segue i Mangiamorte in questi incontri misteriosi, spedizioni, o riti strani … anche se non tutte le notti. Non ce la fa …

Ma quando lui la chiama, lei c’è sempre … e con la parola “lui” intendo il lui per eccellenza, ovvero il maestro di arti oscure, ovviamente.

Mentre Bellatrix ancora si sistemava, prima di dare una risposta a Rod, nonostante fossi già sicuro di quella che sarebbe stata questa risposta, ho sperato ardentemente dicesse di no. Che non lo seguisse anche quella sera, che rimanesse con me, o anche semplicemente che tornasse a casa, a riposarsi, a frenare la sua mente perennemente sottoposta ad immagini, suoni, grida e comportamenti folli, esagerati, al limite. Subisce solo ed esclusivamente l’influsso della magia oscura.

Il mio animo le gridava qualcosa come “Non andarci, dì di no, di che non ti va di andare in mezzo a tutti quegli omicidi, sacrifici, al fuoco, alle danze sfrenate, all’oscurità della notte e al sangue. Dì che non vuoi stare in mezzo a tutti quegli uomini, fra danze assurde, a farti sfiorare da tutti. A bere, a gridare incantesimi e riti oscuri. Dì semplicemente che non vuoi, che vuoi restare con me.”

La osservavo trepidante, volevo sentire quelle parole, anche solo un no.

Ma lei, ovviamente, non ha detto nulla di tutto ciò, anzi, si è alzata, sistemandosi un po’ i capelli, mi ha salutato come sempre e, prendendo la mano di Rod lo ha trascinato, entusiasta, verso l’uscita. Fino a che lui non l’ha afferrata, con possesso e prepotenza, con un braccio attorno ai fianchi. Stringendosela forte a sé, portandomela via.

Si sono poi scambiati uno sguardo complice, pieno di divertito sadismo.

E io la amo.

Amo una ragazza così … e mi taglierei le vene per questo.

R.

 

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Note varie:

Come potete vedere, finalmente è tornato Rab a narrare la vicenda. Credo che, dopo questo capitolo veloce, lo farò restare almeno un altro paio di capitoli più lunghi, per narrare gli avvenimenti seguenti.

Piccola anticipazione: nel prossimo capitolo, apparirà Alecto Carrow … vi dico subito che, per quanto riguarda lei, mi discosterò abbastanza dal canon (già lo faccio per tante cose, lo so, ma su di lei sarà piuttosto palese!). Più che per la trama in sé, il motivo per cui lo faccio, è perché non mi pare possibile che esista realmente una persona talmente assurda … brutta, gobba, stupida, incapace di parlare, inutile e poco coraggiosa.

Ho cercato e cercherò di renderla più umana a dire il vero. Più giovane donna come tante, anche se negativa. Mi pare che così le cose possano essere più interessanti, o comunque più veritiere!

In ogni caso ho voluto avvisarvi prima.

Altro annuncio (di nessuna utilità, ma ci tenevo a condividere la cosa) la one shot “Rosa rosso sangue” è diventata internazionale! Ovvero, un’autrice francese mi ha chiesto di tradurla e pubblicarla nella sua lingua! Presto altre one shot verranno tradotte (e così le mie assurde follie arriveranno anche in Francia … forse dovrei preoccuparmi!)

Ora rispondo alle recensioni per le quali vi ringrazio molto!

Luciana Menditegui: ti ringrazio per i complimenti e per seguirmi! Ti ho mandato una mail la settimana scorsa per titolo e autore del libro. Se non ti dovesse essere arrivata, fammi sapere. Grazie ancora

Maja: beata te che sei in vacanza!! Io spero di andarci ad agosto, non vedo l’ora! Torno alla realtà e ti dico che, per quanto riguarda Voldie, amo molto cercare di estrapolare il lato reale di lui (nel 7 non viene reso bene per me, pare quasi che la Rowling si sia stancata). Cerco anche di diversificarlo a seconda dei periodi della sua vita come hai notato tu (ovviamente sarà stato diverso … ma pur sempre la stessa persona …)

stellinagiocosa90: scrivere di Voldie da giovane, secondo me è bello, poi ci sono tanti spunti a cui pensare e tante cose da dire. Da adulto cambia ancora, e penso mi risulterà più difficile scrivere di lui nelle prossime storie, ma ci proverò ugualmente.

Il suo rapporto con Bella è diverso da quello che ha con le altre donne già da subito: lei è la sua allieva e la tiene in maggiore considerazione per questo e ciò lo porterà a comportarsi in maniera differente

Ely79: non so ancora se, in questa ff, renderò Bella già consapevole del fatto che non può pretendere molto dal suo maestro (in fatto di emotività e sentimenti), oppure sarà lui a farglielo capire strada facendo. Ci penserò man mano. Per quanto riguarda Rod, non ha neanche ancora preso in considerazione l’idea che lei si possa innamorare, sul serio, di qualcun altro che non sia lui. Mentre Rabastan l’ha già capito.

AliceRosy: ciao! Ben tornata! Sono felice che anche questa ff ti piaccia e della tua recensione. Avevo appunto in programma di far uscire qualche capitolo con Rabastan e sono contenta che ti piaccia come personaggio (in un certo senso ti ho dato il benvenuto!).

blackitten88: grazie per il complimento sono stata contenta di leggerlo, a volte le giornate più storte vengono proprio rivalutate grazie ad una qualche bella recensione! Voldie passerà un po’ in secondo piano per alcuni capitoli (ma mai del tutto), per poi tornare al suo fulgore (in questa storia tento di equilibrare le descrizioni su un po’ tutti i personaggi)

Julia Weasley: non crucciarti … adoro i tuoi poemi! Scrivi pure quanto vuoi! Ecco come vedi è tornato Rabastan, e resterà ancora per un po’ di capitoli a torturarsi di gelosia e altro. Sono felice che la coppia Bella Rod ti piaccia!! È stata troppo maltrattata come coppia nel fandom. Invece io li trovo perfetti insieme, fino all‘inizio del libro 7, combattono comunque fianco a fianco, li vedo molto uniti nonostante tutto (solo nell’ultima battaglia Bella è a fianco di Voldie).

Ho capito benissimo cosa intendi a proposito di Voldie nel passato e nel presente. Infatti non mi piace molto alla fine della saga (a volte penso che la Rowling si sia stancata di scrivere di lui in maniera approfondita e l’abbia reso troppo piatto). Sul punto che ti ho aperto il tuo lato oscuro, ti risponderò per bene su un’altra recensione che mi hai lasciato!!

marik: qui c’è infatti Rab, ma se hai voglia di leggere dei duelli fra Bella e il suo maestro, nel prossimo capitolo ne avrai subito un assaggio (l’ho già scritto, e un pezzo, anche se non molto lungo e approfondito, c’è). Allenamenti e significati degli allenamenti li descriverò meglio più avanti però. Stessa cosa per quanto riguarda altre lezioni di magia, per i prossimi capitoli leggerai più che altro episodi di vita e divertimenti dei ragazzi Mangiamorte e purosangue.

Per quanto riguarda Voldie giovane, sarà parecchio particolare come tipo, nel bene e nel male, ci saranno cose anche un po’ “scomode” a proposito del suo comportamento, però non ti anticipo molto perché sono in fase di elaborazione

cinemalostdari: il rapporto tra Bella e Voldie si stringerà man mano sotto diversi aspetti (essendo maestro e allieva, dal punto di vista magico, ciò è normale. Non so se hai visto la saga di Star Wars, ma il rapporto che si instaura tra un maestro jedi e il suo allievo è molto simile a quello fra un maestro mago e l’allieva.

Per quanto riguarda il modo che ha Bella di rapportarsi a Rod è molto diverso. Rod è il suo fidanzato, hanno la stessa età, un carattere e un’esperienza di vita molto simile, per cui ciò che lui le trasmette è molto. È solo diverso da ciò che le trasmette Voldie, tutto qui. Non temere, lei è legata ed entrambi.

RainbowFairy: sì, anche io penso che Bella non sia pazza, è cattiva, spietata ecc … ma non fuori di testa nel vero senso della parola (almeno, dai libri non ho mai rilevato ciò). Per questo io la descrivo in maniera diversa dai film, non mi pare di mettere mai nulla di folle. D’altra parte, l’ho sempre immaginata così, come i vari altri personaggi che prendo in considerazione.

Ho letto che sei in vacanza! A presto allora e buon divertimento!

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Capitolo 9
*** Quella luce nello sguardo ***


DAL GRIMORIO DI RABASTAN: “CON QUELLA LUCE NELLO SGUARDO”

Ennesimo ballo, ennesima festa. Sta cominciando ad essere davvero noioso tutto ciò.

Avevo promesso ad Alecto di andare a prenderla al quartier generale, anziché a casa, per poi accompagnarla alla festa.

Quando mi ha fatto questa strana richiesta, ho subito pensato che fosse dettata solo dal fatto che si volesse mostrare agli altri Mangiamorte: anche lei aveva un accompagnatore, anche lei poteva divertirsi, anche lei era una bella ragazza.

Non che nessuno abbia mai apertamente negato tutto ciò, in effetti.

Personalmente penso non sia brutta, ma nemmeno bellissima.

Alecto è alta circa quanto Bellatrix, ma è più grassottella, ha qualche anno in più rispetto a Bellatrix, ma normalmente non si nota.

Ha i capelli più chiari, più ondulati e più corti rispetto a Bellatrix e le fattezze meno sensuali, i modi meno esuberanti e provocanti, il carattere meno brillante. Bellatrix è molto istintiva, mentre Alecto è più ragionevole e ragionata, questo la fa spiccare soltanto in certi casi, o in certe occasioni.

Alecto ha occhi leggermente più chiari di quelli di Bellatrix, ma lo sguardo … quello è tutto diverso. Bellatrix sa penetrare con il suo modo di guardare chi le sta vicino, sa capovolgere la vita e i sentimenti, fino nel più profondo del proprio animo, fino nei desideri fisici di un uomo. Sa far del male con quegli occhi. Alecto no, Alecto guarda e basta.

So di paragonare ogni ragazza che conosco a Bellatrix, così che puntualmente tutte ci perdono … ma con Alecto il problema non è solo mio. No, sono sicuro che lei stessa non fa che paragonarsi alla mia Bella, e questo fa sgorgare giornalmente un’invidia celata, ma assolutamente fuori dall’ordinario.

A nulla serve il tentativo di vestirsi come Bellatrix, di comportarsi e di atteggiarsi come lei. Anche quasi di combattere come lei e fare le sue stesse magie. Ovviamente, come sarebbe per chiunque, ne viene fuori solo una pallida imitazione e, quando va male, una patetica figurina poco consona a ciò che tenta di fare. E questo un ragazzo lo nota, sempre.

Bella invece, lo so, la guarda e ride dall‘alto della sua spavalderia incurante. Salvo poi piagnucolare che però Alecto è più brava, è già una Mangiamorte ecc.

… Le donne … sono così strane …

Forse persino il fatto di farsi invitare da me al ballo è stato un modo per assomigliare a Bellatrix, che va con mio fratello. Non so.

In ogni caso, speravo di guadagnarci una notte divertente.

Quando sono arrivato al quartier generale, che poi è più un punto di ritrovo di gente strana, mi è venuta subito incontro Alecto. Non frequento molto quel luogo, ma con mio fratello che si è fatto tatuare il marchio a fuoco, e molti amici che hanno fatto la stessa cosa, anche se non lo dicono apertamente, ormai conosco molti Magniamorte e futuri tali.

Solo lui, il famoso maestro di arti oscure, mi mette inquietudine e soggezione e, quando posso, praticamente sempre, cerco di evitarlo.

“Rabastan … ciao.” mi ha salutato lei con un mezzo sorriso. L’ho guardata bene, tutta, si fa così prima di una serata insieme.

E l’ho trovata … normale.

Se fosse se stessa, naturale, sarebbe una ragazza carina e, a suo modo, interessante, ma la sua mania di tentare di vestirsi come Bellatrix, la rende più brutta.

Indossa vestiti neri che non la valorizzano, indossa ornamenti non nel suo genere, usa, in poche parole, uno stile non suo, che non la rende assolutamente bella come l’oggetto della sua invidia, anzi la peggiora. E quella sera non era diversa da tutte le altre volte.

“Ciao” le ho detto senza un minimo di passione, o entusiasmo “sei già pronta per andare?” e lei mi ha sorriso dicendo di sì.

Mentre mi si è affiancata e abbiamo iniziato a dirigerci verso l’uscita, ho sentito provenire, dal parco incolto fuori dallo stabile, dei rumori e diverse grida. Allora ho deviato leggermente e mi sono messo a guardare.

Per la prima volta vedevo la mia Bella allenarsi col suo maestro di arti oscure. Credo, da quanto potevo osservare, facessero allenamento di arti guerriere e duelli magici. Non saprei dire bene perché, ma quell’immagine mi ha incantato.

“Piace anche a te Bellatrix?” ha mormorato Alecto mentre seguiva il mio sguardo. L’ho zittita semplicemente con un cenno della mano. Volevo guardare in pace, anche solo per pochi attimi. La stavo vedendo come la vedeva lui, il maestro di arti oscure, ogni giorno, ogni momento.

Bella portava dei vestiti poco eleganti e molto pratici, che puntualmente venivano strisciati o sporcati cadendo a terra, oppure, tagliati da qualche incantesimo che la prendeva di striscio. Avevano però un che quei vestiti, qualcosa di vagamente ricercato, quella gonna che mostrava molto, forse più del dovuto, quella magliettina lavorata che si appoggiava perfetta sopra i fianchi e si apriva sull’addome ad ogni spostamento. E i capelli scompigliati che le fluttuavano dappertutto e che lei rimetteva a posto distrattamente e senza garbo, fra una pausa e l’altra. In contrasto, lei non era maliziosa e sensuale per nulla, in quel momento, era concentrata, impegnata e combattiva.

Ma splendida come non mai.

Lui … lui cercavo quasi di non guardarlo, mi faceva sentire troppo una nullità. Sentivo però ripetergli spesso “Tieni più altro quello scudo” “Usa meno energia, o non te ne rimarrà per gli attacchi” “Sii più veloce nella reazione” “Alzati in piedi”.

Odiavo che le potesse insegnare delle cose, e anche che le desse degli ordini. Odiavo quello sguardo felice e fiero nei loro occhi, era lo stesso che aveva mio fratello ogni volta che usciva in missione.

Non lo capisco quello sguardo.

Ma mi sento strano … sento che io, nel loro mondo, nemmeno esisto. E quello sguardo, io non lo possiedo.

“Allora? Ti ho chiesto se ti piace Bellatrix!” mi ha distratto di nuovo la Carrow.

“No” ho risposto “stavo guardando gli allenamenti … ero solo curioso”

“Capisco … lui non ha mai insegnato a nessuno. Persino Lord Voldemort la trova speciale. Effettivamente è brava non ti pare?” mi ha domandato Alecto che nel frattempo si era fermata di fianco a me ad osservare.

“A me non pare poi molto brava … passa più tempo a tirarsi su da terra, piuttosto che a combattere e mi pare che il movimento della bacchetta non sia affatto fluido, come invece è stato sempre.” ho risposto scettico.

“Sei un buon osservatore!” mi ha detto lei stupita “in ogni caso, il movimento è poco fluido perché si è fatta male al braccio destro, prima, quando l‘ha sforzato per mantenere lo scudo e parare un incantesimo più potente. Infatti l’Oscuro Signore punta sul lato destro per ogni attacco, vedi?” mi ha fatto notare subito lei. Persino Alecto, che effettivamente è una Mangiamorte da un po’, è molto più acuta di me, in queste cose.

“E tieni conto del fatto che non sta combattendo con uno qualsiasi, la sta allenando Lord Voldemort, ovvio che non sia ancora capace di rispondere come si deve. Ma hai notato quanto ha aumentato le capacità di difesa dello scudo?” ha aggiunto poi lei, facendomi sentire ancora più cretino di prima.

Ho preferito cambiare discorso “Verranno lei e Rod alla festa da ballo?”

“Sì” mi ha risposto sospirando “tuo fratello deve consegnare un messaggio a non so chi per una certa faccenda, per cui ci saranno di sicuro. Forse arriveranno poco più tardi.”

Ho lanciato l’ultimo sguardo a Bellatrix che si asciugava col braccio il sudore della fronte, poi come ultimo gesto, ho notato che il suo scudo rimandava indietro un incantesimo scagliato da Lord Voldemort e lui le sorrideva compiaciuto, ma senza dire una parola.

Dal sorriso di lei, si capiva chiaramente che sapeva la soddisfazione dimostrata dal suo maestro, e li ho veramente ammirati e invidiati allo stesso tempo.

Poi mi sono allontanato con la Carrow

 

*****

Non c’è che dire, stare con Alecto non è poi male, mi divertivo a ballare e chiacchierare con lei. Fino a quando non è arrivata Bellatrix con mio fratello.

Ogni volta che la vedo, che lei è presente, non c’è nulla da fare, il mio sguardo e la mia attenzione, vengono catturate immediatamente e totalmente. E addio a tutto il resto, per quanto divertente possa essere. Guardandoli mi sono domandato “Se al posto di Rod ci fossi io, lei sarebbe ugualmente così pazza scatenata? Riuscirei a renderla felice, elegante e sensuale come la rende mio fratello?” e mi sono sorpreso a pensare che, quei due, forse sono davvero fatti per stare insieme, per esaltarsi a vicenda.

E comunque, pensavo anche, non ho nessuna speranza di mettermi con lei, non l’ho mai avuta e mai l’avrò.

Già da subito, i due fidanzati dell’anno, che presto convoleranno a nozze suggellando il loro giuramento davanti a più di mezzo mondo magico inglese e francese, sono stati attorniati da invitati e parenti che volevano congratularsi per l’ennesima volta con loro.

“Perchè guardi sempre quei due?” mi ha domandato Alecto nel suo vestito a pallida imitazione di quello di Bellatrix.

“Nulla” ho risposto “guardavo mio fratello … sono sempre stato abituato a vederlo con qualche maglia poco carina, oppure a petto nudo. Selvaggio come lui, un tempo, non c’era nessuno. Ora deve coprire il marchio nero, per questo porta spesso vestiti mai indossati prima. Mi sembra strano, tutto qui.”

“Io lo trovo comunque affascinante, non poteva fare il selvaggio per sempre e mi pare che lo sia anche ora, fin troppo. Ma stavi guardando davvero solo lui?” mi ha domandato lei poco dopo.

È piuttosto acuta quando vuole. In realtà guardavo Bellatrix.

Nulla in lei tradisce il segreto di ciò che stava facendo fino a poco prima. Sembra una ragazza normale, una strega ereditaria come tante qui alla festa. Solo il vestito è nero di un cero particolare, il trucco è magnetico, oscuro … il tutto denota una strega un po’ fuori dall’ordinario, nessun particolare colorato.

Io, che so tutto però, noto i capelli non acconciati, lasciati sciolti, probabilmente per mancanza di tempo dopo gli allenamenti, e il braccio destro non lo muove molto. Forse le fa ancora male … “la mia Bella …” sospiro.

Poi mi volto “Certo, sono sicuro che guardavo mio fratello.” rispondo mentendo ancora più spudoratamente di prima. E, non appena vedo Rod allontanarsi, probabilmente per portare quel messaggio di cui mi aveva parlato prima la Carrow, le dico “Andiamoli a salutare, vieni.” trascinandola quasi, senza attendere risposta.

Bellatrix mi vede subito e si dirige decisa verso di me.

“Ciao Rab” saluta sorridente “Hai visto mia sorella con Lucius? Voglio avvertirla che, dopo la festa qui, andiamo tutti al castello sulla scogliera” mi ha chiesto raggiungendomi tutta eccitata.

“Nel castello della tua famiglia? L’ultima volta ne hai mandato a fuoco quasi mezza ala per provare un incantesimo e testare se sei o meno una strega di fuoco … tuo padre ci lascerà tornare?” ho domandato anch’io entusiasta di poter stare con lei di più, ma anche piuttosto scettico.

“Non gliel’ho certo detto, non sono stupida. Ho inventato una storia, dando la colpa agli elfi che hanno dovuto mantenere il segreto.” mi ha risposto. Poi ha aggiunto sadica “I miei genitori preferiscono non capire di avere una figlia degenere e pericolosa, cercano di vedermi più tranquilla e controllabile di quello che sono. Per cui è tutto a posto, sul serio, devo soltanto avvertire Cissy. Voi verrete vero?” ci ha chiesto rivolgendo uno sguardo anche alla Carrow, la quale sembra sempre imbarazzata davanti a Bellatrix, tanta è l’invidia e il senso di inferiorità che sente nei suoi confronti.

Abbiamo risposto di sì, e subito la Carrow si è offerta di cercare Cissy lasciandoci soli per alcuni momenti.

Ero felice. Dopo tanto tempo, e non so esattamente perché.

Mentre mi apprestavo a parlare con Bella da solo, cercando di intavolare un discorso interessante, lei si è servita un’abbondante bicchiere di acquaviola. Così mi è uscito solamente “Non dovresti bere, sei a stomaco vuoto.”

Lei mi ha guardato seriamente divertita, un sorriso altezzoso le è spuntato su quelle splendide labbra e io ho sospirato arreso al suo volere silenzioso, capriccioso e inesorabile. Ma la amo per questo.

Come volevasi dimostrare, ha bevuto tutto lentamente, senza darmi il benché minimo ascolto.

“Cos’hai intenzione di combinare? Anche se al ballo non ci sono i tuoi genitori, ci sono i tuoi zii, cugini, parenti …” ho detto mentre mi guardava con aria innocente.

“Non ho intenzione di fare nulla Rab! Solo non mi piace il tuo amato succo di zucca, tutto qui. Non sono stupida, so benissimo che siamo attorniati dall’intero, o quasi, mondo magico.” mi ha risposto mentre già stava arrivando il mio carissimo fratello.

“Che fate?” ha soltanto detto baciandomela, con passione, proprio davanti agli occhi.

“Rab mi stava rimproverando perché ho bevuto a stomaco vuoto …” ha detto Bellatrix col suo solito sorriso complice, nei confronti del mio stupido fratello.

“Provvediamo subito allora.” le ha risposto Rod, servendosi di una buona quantità di gelato in una elegante quanto gigante coppa di cristallo e spargendovi sopra una quantità troppo esagerata di whisky incendiario misto a caffé freddo.

“Va meglio così?” mi ha domandato stupidamente quell’idiota con un sorriso presuntuoso. “Vai al diavolo Rod.” ho risposto secco. Tramutando così un divertente battibecco con Bella, in uno dei soliti litigi fra noi fratelli, sempre iniziati e mai conclusi.

Infatti, dopo avermi dato appuntamento a più tardi, si sono allontanati, soli soletti, per raggiungere un punto appartato. Lì, li ho osservati un momento, sono stati per un bel pezzo a consumare baci, gelato, risate sommesse e alcol.

“No” mi sono risposto da solo “con te Rab, non sarebbe la ragazza splendida e scatenata che è quando sta con tuo fratello.”

E me ne sono andato a cercare di nuovo Alecto.

Aggiornerò

R.

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Note varie:

Non ho nulla di particolarmente importante da dire su questo capitolo ... se avete voi commenti di ogni genere, li aspetto! Grazie per i tanti di voi che mi seguono e per la vostra partecipazione alle storie e ai capitoli!! Ora rispondo ai commenti scorsi:

Maja: mi spiace sinceramente per le tue vacanze! Ma ancora c’è tutto agosto, hai il tempo di rifarti (spero). Qui c’è ancora Rab, non l’ho mai chiarito esattamente, ma in questa storia lui ha circa 19 anni, quindi un po’ immaturo e un po’ no. Rod è più affascinante, concordo con te, ma Rab è, forse, più riflessivo e profondo. Voldie sarà latitante per qualche capitolo (voglio descrivere qualcosa delle abitudini dei più giovani), ma è verissimo che mi piace descriverlo!

RainbowFairy: no tranquilla, non sei l’unica a non amare Rab! D’altra parte a me piace anche sentire da voi quali sono i personaggi preferiti e gli odiati. E devo dire che i gusti sono eterogenei. Rispondo alle tue domande: per quanto riguarda capitoli dal punto di vista di Voldie, purtroppo non sono previsti (per ora li sto scrivendo solo su “Sgath” mentre quando tornerò qui a parlare di Voldie, credo fra un paio di capitoli, ma non so dirti per certo. Per Alecto, non mi ispirerò al suo nome per caratterizzarla (anche se era veramente una bella idea la tu!)

stellinagiocosa90: Rab è seriamente molto innamorato di Bella, la osserva, capisce tutto di lei … Rod la ama, ma in maniera molto diversa, in più, essendo già fidanzato con lei, si sente più sicuro di sé, ed è preso da vari altri interessi (i Mangiamorte …). Per quanto riguarda la descrizione di Rod e Rab rimando anche te alla risposta sotto, perché volevo intendere cose molto simili.

Lenobia: come dicevo nella risposta sopra, le differenze fra Rod e Rab sono tante, dipendenti anche dal fatto che Rab la desidera senza poterla avere, per cui è attento a tutto di lei, si deve accontentare. Rod è attratto da Bella sinceramente, ma più perché ha un carattere passionale e lei è bella e purosangue e si trovano perfettamente insieme. Sono felicissima che Rab continui a piacerti, è più giovane di Rod e Bella e oscilla tra atteggiamenti un po’ infantili e a volte più maturi.

cinemalostdari: e brava che sei andata in vacanza!! Beata te, io spero di andarci ad agosto! Spero anche tu ti sia divertita molto. Sono anche contentissima che il capitolo ti sia piaciuto, direi che lo hai analizzato molto bene, compreso il fatto che Rab presto o tardi dovrà diventare Mangiamorte. Vedrai che piano piano ci arriverà …

Il fatto che Rab sia invidioso di Rod, ma che lo ammetta se stesso, lo rende umano e non completamente negativo. Qui invece spunta Alecto, che è invidiosa di Bella, ma, essendo una femmina, il tutto diventa più complesso.

AliceRosy: grazie, sono contenta che la trama generale ti piaccia. Alecto come vedi è comparsa, è l’ho variata rispetto al canon, caratterizzandola anche in maniera un po’ particolare nei confronti dell’altra unica ragazza del gruppo dei Mangiamorte, cioè Bella.

marik: spero che questo capitolo ti sia piaciuto un po’ di più nonostante la presenza di Rab! È un po’ più vario diciamo … in ogni caso, ancora un capitolo e tornerà Bella (almeno così penso di fare, perché devo ancora scrivere quello di Bella …)

Come dicevo sopra, i gusti su questi personaggi sono molto variegati, ma ti assicuro che mi interessa saperli tutti (secondo me, Rab assomiglia in un certo senso a Bella, alle prese con un amore per qualcuno che non lo caga molto … ma è un amore troppo intenso per passarci sopra). Qui ho introdotto anche Alecto ho descritto la sua normalità, ma anche le sue forti insicurezze davanti a Bella (la quale è a sua volta insicura perché Alecto è già Mangiamorte)

Ely79: grazie per i complimenti, secondo me è stato proprio il cognome Lestrange a portarmi fortuna per la traduzione!! Credo che, per ora, Rod e Bella si limitino a provocare Rab … un atteggiamento un po’ sadico fine a sé stesso diciamo, tanto per sentirsi forti. Ma in futuro non si sa mai cosa possano inventarsi!

Julia Weasley: prima di tutto grazie per i complimenti! Sono stata felicissima anch’io quando ho ricevuto la mail da questa ragazza francese (ultimamente mi stanno capitando un sacco di cose belle legate alle ff, tanto che temo la fortuna giri da un momento all’altro …). Ora vengo al capitolo! Sì anche il prossimo sarà descritto da Rab … mi andava di parlare un po’ della vita e dei divertimenti dei “giovani Mangiamorte e futuri Mangiamorte e compagnia purosangue” anche se, dal prossimo capitolo appunto, varierò molto rispetto a quello che ho letto finora nel fandom. Per ora Rab è anche il personaggio forse più “obiettivo” non troppo legato a Lord Voldemort, per cui mi permette di descrivere meglio il tutto, sono contenta che ti piaccia.

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Capitolo 10
*** Fatemela vedere nuda ***


DAL GRIMORIO DI RABASTAN: “FATEMELA VEDERE NUDA”

Aggiornamento

Ero appunto arrivato alla conclusione che, insieme a me, Bellatrix non sarebbe mai stata la ragazza fulgida e sfrontata che appare, e nemmeno la ragazza appassionata e vivace che è, quando, questa verità, mi si è palesata davanti con ancora maggiore realismo.

Stanco di ballare con Alecto, le ho proposto di cercare suo fratello per organizzare la gita al mare, nella grande villa dei Black. Mentre la mia momentanea compagna avvisava e si accordava con Amycus, Walden, e un paio di altri ragazzi di cui non ricordo il nome, io ho guardato la sala.

E ho guardato lei.

In mezzo ad occhiate indiscrete dei conoscenti, a volti lievemente scandalizzati dei parenti, a sorrisi maliziosi degli amici, e a sguardi maligni ed invidiosi dei nemici, c’erano mio fratello e Bellatrix. Ballavano in maniera piuttosto sconveniente per un ambito tanto raffinato come quello nel quale, nostro malgrado, ci trovavamo.

In maniera sconveniente sì, ma anche assolutamente appassionata e sensuale, anzi, oserei dire, sconcia e sessuale. Affascinanti, non c'è che dire.

Assolutamente a loro agio in mezzo agli sguardi, si divertivano frammischiando una risata spudorata e diversi sguardi ricchi di sottintesi e provocazioni.

No, io non sarei mai riuscito a fare ciò.

Mio fratello sì.

Ma avrei voluto riuscirci, essere come lui, e stare io là con lei. A ballare.

E renderla ancora più bella.

E la guardavo, la guardavo ininterrottamente.

Soltanto dopo diverso tempo, Alecto ha interrotto i miei pensieri “Andiamo a ballare anche noi? Ti vedo così preso da quella coppia …”

Stavolta ho risposto sincero “Direi che attirano l’attenzione, non ti pare?” ma lei non ha gradito molto questa mia esternazione e, probabilmente sentendosi inferiore anche più di quanto mi sentissi io, si è seduta impietrita, con un piatto di dolce al caramello in mano.

Silenziosamente, anch’io ho fatto la stessa cosa, sperando di introdurre un po’ di dolcezza nel mio corpo e contrastare così l’acidità della violenta gelosia che mi stava crescendo ogni ora di più.

Anzi, probabilmente cresceva ogni minuto.

Ho lanciato ancora un ultimo sguardo ai due, non riuscivo a trattenermi, dovevo sapere, vedere, capire … Erano più lontani ora, quasi leggermente appartati. Mischiavano, in un bicchiere di cristallo brillante, grandi quantità di acquaviola con un’ erba di un verde intenso, bevendo poi il tutto come fosse acqua fresca.

Non potevo proprio distogliere gli occhi da lei. Quando succhiava la sua bevanda ghiacciata con la cannuccia, con quello sguardo malizioso e voglioso, mi faceva letteralmente impazzire.

Ricordo come se fosse ieri che, quand’ero ragazzino e la guardavo fare così … poi dovevo andare nel bagno a placare i miei bollenti spiriti in solitudine. In quell’istante comunque, in quel momento, nel bagno ci sarei andato comunque volentieri, anche alla mia età. Perché non è mai cambiato nulla per me, non crescerò mai, né cambierò mai, è una condanna.

E lei è bella ed attraente.

E lui, con lei, lo è allo stesso modo, o quasi. Sono fulgidi e splendenti insieme, si esaltano reciprocamente con una spontaneità che fa rabbia e orrore. E non c’è null’altro da dire.

Hanno iniziato a baciarsi, sempre più intensamente, scambiandosi l’erba durante quei baci … fra la bocca di lei e quella di lui, sorridendosi e abbracciandosi, muovendo i corpi con la musica, ma soprattutto coi loro sensi.

Mi sono alzato per andare a parlare con loro. In realtà volevo davvero fermarli, separarli, non sopportavo più la vista di quei due pazzi insieme, sempre a divertirsi e amarsi. Litigare e affascinare.

Ero quasi al loro fianco, quando lo zio di Bellatrix mi ha preceduto. Ha interrotto entrambi con uno sguardo pieno di silenzioso rimprovero, apostrofandoli poi con un “Ragazzi, sarà il caso che vi diate una calmata, non pare anche a voi?”

I due si sono leggermente distaccati, smettendo subito di ridere felici. Non mi è sfuggito però come si siano intrecciati le dita della mano, fortemente, quasi a frenare il sangue che scorre nelle vene. In quel momento, invece di esaltarsi, parevano tentare di placarsi a vicenda.

Bellatrix ha chiaramente sfoderato un’occhiata piena di odio, rancore, rabbia, verso lo zio. Ma ha taciuto annuendo con la testa, in senso di accondiscendenza.

Quel suo sguardo è particolare, diverso da quello di chiunque direi, dà una brutta sensazione inquietante di pericolo imminente.

Rod, dal canto suo, ha inghiottito in fretta l’erba che aveva in bocca, in segreto, tentando di mantenere un espressione composta, nonostante la fatica di quel gesto.

Mi aspettavo prendesse a pugni l‘intruso … ma dato che era lo zio di Bellatrix, dato che era ad una festa elegante, il mio fratellone ha pensato, persino lui, di non reagire.

“Muori fratello.” ho inveito silenziosamente guardandolo. Ero geloso, geloso e non ce la facevo più a sopportare quella situazione. Tutto quel tempo a vederli sempre insieme.

E col passar delle ore, nel pieno della notte sulla scogliera, vicino al mare, la situazione non ha fatto che peggiorare.

*****

“Abbiamo presenziato fin troppo direi” ha detto Bellatrix ad un certo punto, dopo che tutti noi ragazzi ci eravamo ritrovati in un angolo del grande parco a parlare, ed erano passate un paio di ore scarse dall'inizio del ricevimento.

Eravamo ormai tutti riuniti assieme, impazienti di cambiare divertimento e, incredibilmente, proprio Cissy, la mondana, ha risposto alla sorella “Credo anch’io … ormai potremmo smaterializzarci tutti alla villa, o andare per via camino. Cosa ne pensate?”

Ancora prima che tutti potessero rispondere, Rod ha aggiunto “Per poi fare il bagno di notte nel mare …” lanciando a Bellatrix un’occhiata maliziosa ed eloquente.

Lucius ha afferrato Cissy per la vita sorridendo. Tutti abbiamo acconsentito di buon grado alle proposte.

Ognuno aveva chiaramente capito il riferimento ad una serata tipica, con un rito notturno sulla spiaggia deserta e un bagno purificatore di ogni energia negativa. Il bagno andava rigorosamente fatto completamente nudi, ovviamente.

L’unica altra femmina disponibile al momento era Alecto. Noi maschi eravamo almeno in quattro.

E l’unico mio pensiero era “Spiriti elementali, vi invoco, fatemela vedere nuda per tutta la notte. E che non stia sempre con mio fratello.”

Devo essere un mago piuttosto potente anch’io, perché lo spirito elementale dell’acqua mi ha subito ascoltato, facendo sì che, fin quasi da subito, Walden, Evan, Rod e i fratelli Carrow, decidessero di buttarsi in mare per primi.

Lucius e Cissy sono rimasti in spiaggia per lungo tempo, per spegnere il fuoco e propiziare il rito fino al momento giusto della notte. Siamo dunque restati soli, Bellatrix ed io, ad immergerci nel mare oscuro. Così nero, così misterioso in quel momento della notte, che mi ricordava tanto lei. E avrei voluto immergermi tra le sue grazie, piuttosto che nelle acque del mare.

La guardavo incessantemente, adoro il suo corpo, nuda è la più bella ragazza che mai abbia visto. Con la schiuma delle onde che la bagnavano ovunque, mentre entrava nell’acqua, era più bella di una dea della natura.

Ero così incantato, da seguirla a stento, senza riuscire a pensare a qualche parola da dirle.

“Dai Rab, entri anche tu nell’acqua? Muoviti!” ha quindi urlato lei, sempre vogliosa di fare qualcosa.

“L’acqua è bella ed è quasi calda, raggiungiamo gli altri.” ha aggiunto poi.

In tutta onestà, avrei voluto risponderle che l’acqua era bella e calda come lei, e che mai e poi mai avrei voluto raggiungere gli altri. Ma non l’ho fatto.

“Per te è calda perché hai bevuto fino ad ora, sarà l’whisky incendiario che ti fa sentire tutto questo calore. Vieni qui e aspettami.” ho detto furbescamente, volendo stare solo con lei il più possibile.

Non avevo pensato alle conseguenze. Non avevo pensato di essere un ragazzo in balia di una ragazza pazza scatenata, che fa solo e sempre quello che vuole. Che ottiene sempre tutto da me, con quel suo modo di fare sadico ed esagerato.

Improvvisamente, a quelle mie parole, è uscita dall’acqua per venire verso di me, per venire a prendermi e portarmi via con lei.

Quando mi è stata davanti, con l’acqua che le arrivava poco sopra le ginocchia, le onde che si infrangevano sulla nostra pelle, lei a pochi centimetri da me, che quasi poteva sfiorarmi con tutto il suo corpo nudo, mi ha preso delicatamente per un braccio, facendo segno con la testa di andare verso le profondità del mare.

Io però, da un'intera serata, lunga ed estenuante, l’avevo guardata e desiderata. L’avevo immaginata, cercata e voluta con tutto me steso. Avevo persino invocato gli spiriti elementali per poterla vedere così, vicinissima a me … tanto da poterla toccare. La logica conseguenza è stata un’ eccitazione improvvisa e direi quasi violenta. Che mai e poi mai sarebbe potuta passare inosservata.

Anzi, lo sarebbe passata agli occhi di tutti se Bellatrix fosse stata discreta, misteriosa e silenziosa, come spesso, quando le torna utile, sa essere. Ma era tutta esaltata dalla serata, era felice, era sfrontata e sfrenata e, quando è così, non c’è nulla che la possa frenare.

Ha iniziato a ridere forsennatamente e rumorosamente, guardando quasi con soddisfazione, il punto nevralgico della mia situazione.

Penso che si permetta tranquillamente di giocare come le pare con me, a volte anche con mio fratello, solo perché, in realtà, è innamorata di un altro. Un altro che non la fa giocare, che non le permette tutto, che non la vizia affatto come faccio io.

In fondo ammiro Lord Voldemort.

L’ho afferrata malamente per un braccio, trascinandola con forza verso l’acqua più alta. Lei continuava a ridere, se voleva attirare l’attenzione di Rod, ci stava riuscendo perfettamente. Quando sono arrivato ad immergermi fino alla vita nell’acqua, al riparo, almeno in parte, da sguardi indiscreti, l’ho attirata forte a me, quasi abbracciandola, anche se lei tentava di divincolarsi “Stai zitta! Smetti di ridere, ci godi tanto ad attirare su di me le ire di mio fratello?” a queste parole è stata buona, è diventata seria, quasi in segno di assenso.

“Davvero ti faccio questo effetto?” mi ha domandato più dolcemente.

“Chiunque me l’avrebbe fatto in quel momento e in quelle condizioni …” ho mentito spudoratamente. Ma lei ha annuito.

So benissimo che non mi ha creduto.

Poi Rod ci ha raggiunti, e per me il divertimento è finito nell’esatto istante in cui si è allontanata per baciare e farsi toccare da lui, fra l’acqua e le onde che le accarezzavano tutto il corpo e i capelli già un po’ bagnati.

E si è unita agli altri per giocare nel mare, per iniziare poi un altro rito in un cerchio d‘acqua, resa più calda da diversi incantesimi unificati. Dato che non ce la facevo più ad andare avanti in quell’assurda situazione, ho cercato Alecto.

“Ti va di fare qualcosa insieme? Qui, nell‘acqua è più bello.” ho domandato sperando fosse così disperata e invidiosa da accontentarsi di farlo in quel modo con me, tanto per calmare i miei bollenti spiriti.

Mi sono beccato anche un bel ceffone.

Ho dedotto quindi che, non solo Bellatrix aveva notato la scena che ha mostrato palesemente tutta la mia eccitazione nei suoi confronti.

R.

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Mi scuso subito per il ritardo con cui ho postato questo aggiornamento. Vero che ci sono state le vacanze di mezzo, ma purtroppo il problema è un altro: da quando mi sono trasferita devo usare la chiavetta per connettermi. Non solo è a tempo, il vero dramma per me, è che non prende praticamente MAI la linea!!! Sono dunque costretta a pubblicare ad orari assurdi e a recensire solo in quei cinque minuti di connessione che mi permette.

Scusatemi davvero … anche perché, di sicuro se la chiavetta continua così, ci saranno ritardi anche in futuro.

Dato che non riesco a rispondere alle recensioni ora (come minimo mi si disconnette tutto …) prometto di farlo nei prossimi giorni via mail, chiavetta permettendo …

Grazie a tutte per la pazienza e per le letture!

Grazie infinitamente per le recensioni che mi aiutano sempre tantissimo, sia a tirarmi su di morale, sia per la puntualizzazione di tante vicende o situazioni e sentimenti della ff stessa!

Spero di poter aggiornare rapidamente anche le altre storie, molto probabilmente ad ora tarda …

Per ora un saluto

Circe

P.S. gli spiriti elementali citati nella ff sono diversi e specifici per i quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco.

Ho citato quelli dell’acqua perché Rab va in mare (anche se da quel che so, gli spiriti non vivono principalmente in mare).

Comunque aggiungo qui le informazioni relative: si chiamano ondine o ninfee,vivono soprattutto in fiumi, laghi, sorgenti, negli stagni e nelle cascate. Possono avere l'aspetto della spuma delle onde o quello del colore dell’acqua (blu o verde). A volte assumono anche le sembianze umane e sono raffigurate come creature per metà donne e per metà pesce.
Amano essere sempre vicine al loro elemento naturale.

Il potere degli spiriti elementali dell'elemento acqua è doppio: può essere sia buono sia cattivo e dipende da ciò vogliamo chiedere loro.

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Capitolo 11
*** Sottile e segreta tortura ***


Dal grimorio di Bellatrix: “SOTTILE E SEGRETA TORTURA”

Le nottate che passiamo tutti insieme, fuori Londra, fra fuochi sulla roccia e bagni notturni, riti al chiaro di luna e feste sulla scogliera, le ricorderò fra gli avvenimenti più belli e divertenti di questo periodo.

Durante la serata dopo il ballo, terminato il bagno nel mare oscuro a tarda notte, con l’acqua resa leggermente più calda da una miriade di incantesimi unificati, avrei dovuto tornare, insieme ai bravi ragazzi, nella villa di famiglia, per riposare fino all’indomani.

Cissy era entusiasta di poter condividere, finalmente lontana da occhi indiscreti di genitori e parenti, la camera da letto insieme a Lucius.

“Noi torniamo alla villa Bella, è tardi e domani vorremmo essere un po’ riposati …” mi ha detto mia sorella ad un certo punto della notte, avvicinandosi a me, ma senza guardarmi negli occhi. Tipico atteggiamento di Cissy quando vuole solo accennarmi alcune sue intenzioni. Le ho sorriso complice, senza risponderle, fino a che lei si è rilassata mostrando una luce radiosa nei suoi occhi azzurri.

“Io non ho voglia di rientrare Cissy, resto fuori con Rod, Evan e Wilkes. Ci pensi tu a fare gli onori di casa a tutti gli altri che vogliono tornare con te e Lucius? Hai molto più talento di me per queste cose, in fondo.” ho risposto, e subito ha annuito ugualmente contenta.

“Va bene, ci vediamo domani mattina sulla terrazza per la colazione! Ti ricordi che ci riuniamo con le amiche vero?”

Me lo ricordavo purtroppo: le amiche di Cissy sono tutte un po’ noiose, mentre io di amiche non ne ho praticamente nemmeno una.

Comunque ho annuito con una smorfia, suscitando il suo rimprovero “Inutile che fai così Bella, non è colpa mia se non hai uno straccio di amica tua e stai sempre coi ragazzi, sei asociale e pensi sempre solo alla magia, a come diventare più brava e potente. E poi ti devo togliere io dai guai quando combini disastri più grandi di te! Ah, a proposito, per piacere, evita un’altra lettera di comparizione al ministero, Lucius non sa più cosa inventarsi per fartela passare liscia.”

“Certo, come vuoi tu sorella!” ho detto sbrigativa, per togliermi i rimproveri di torno. Cissy è talmente felice di potersi dedicare alla sua vita da perfetta ragazza purosangue, tra un ballo e l’altro, i fine settimana in villeggiatura, gli incontri mondani e privati con le amiche e le prime uscite ufficiali con Malfoy, che prende coraggio e vitalità tali da zittire persino me.

Ero comunque contenta ed elettrizzata di potermene restare in pace.

Per me la parte migliore della serata iniziava proprio in quel momento: tutto il resto della notte l’avremmo passato sulle scope, volando come fulmini in tutti i dintorni, a spargere incantesimi sconosciuti ai danni dei mezzosangue.

In queste occasioni, urliamo, li spaventiamo, li atterriamo. Tutte cose piuttosto divertenti, anche se ci piacerebbe fare molto di più e molto di peggio.

Ma a quanto pare non è ancora il momento adatto e ci accontentiamo.

I mezzosangue sono estremamente facili da riconoscere, anche ad alta velocità sulle scope, anche se l’whisky incendiario fa ancora effetto e nonostante il buio fitto e il vento sul viso. Si riconoscono facilmente dai rozzi vestiti che portano, sempre ordinari, comuni. Si riconoscono dal modo di fare e di comportarsi, troppo semplice, eccessivamente famigliare. Dai posti in cui li ritroviamo, poco ricercati, troppo brutti e privi di centri reali di energia magica. Tutte le cose di questo genere fanno si che ci sia immensamente facile riconoscerli e colpirli.

Non sbagliamo mai, perché siamo cresciuti in un mondo diverso, con leggi ed abitudini diverse. Ed è il nostro mondo che ci piace, che amiamo. In questo viviamo da sempre e questo vogliamo mantenere per sempre, senza volgari contaminazioni. Babbani e Mezzosangue, dovrebbero finire al rogo.

Mentre possiamo soltanto spaventarli, minacciarli, a volte ferirli.

Durante tutta la notte.

Non appena si inizia a vedere l’alba però, ci fermiamo e ci raggruppiamo, tutti insieme noi maghi guerrieri della notte, sugli scogli a picco sul mare.

C’è un punto perfetto e bellissimo per osservare il sole di fuoco che sorge sul promontorio. Ci si può sedere con le gambe a penzoloni, per sentire la spuma del mare arrivare fin quasi alla pelle nuda, ci si può passare l’ultima bottiglia di whisky incendiario, litigandosi le ultime gocce di liquido rimasto dopo la notte brava e aspettare, zitti, che l’elemento fuoco ci pervada completamente.

In quei momenti, oltre al calore forte ed improvviso sulla pelle, percepisco il rumore del mare oscuro sotto di me, sotto la scogliera, che mi chiama, che mi parla con l‘energia delle sue onde, delle sue tempeste e della sua profondità che non lascia scampo a nessuno. In quei momenti, ogni volta, mi domando se davvero io sia una strega di fuoco e non d’acqua, quell’acqua tumultuosa e tempestosa che mi attrae tanto e, per alcuni attimi, mi sento confusa, quasi insicura di ogni cosa. Quelli sono i momenti in cui penso al mio maestro.

Solo quando Rod mi cinge la vita e mi bacia, trascinandomi con lui sulle pietre e la sabbia erosa dalla roccia, dimentico i tanti pensieri e resto lì a crogiolarmi al primo sole.

Non dormiamo praticamente mai.

Dopo serate del genere, la mattina sono sempre totalmente intontita, stanca, assonnata. So di dovere andare a fare colazione con mia sorella e le sue amiche, come una brava ragazza purosangue, lo faccio tutte le volte.

Si trovano spesso la mattina della domenica, nelle case di villeggiatura dell‘una o dell‘altra, si riuniscono e chiacchierano di pettegolezzi, ragazzi, vestiti e, a volte, di politica e magia. Così, senza aver dormito praticamente per niente, le raggiungo, sulle grandi terrazze davanti al mare, mentre prendono dolci e bevande raffinate e chiacchierano e ridono felici e spensierate. Loro sono riposate e pronte per la domenica in compagnia. Quando compaio io, mi guardano tutte parecchio interdette, inquiete, a volte persino spaventate, perché porto con me la notte, sia nell’aspetto, sia nei vestiti. Ancora con le occhiaie nere sul viso, i capelli lunghi scompigliati dal vento e le scarpe coi tacchi alti in mano, dopo averle indossate per l’intera nottata. Puntualmente, resto silenziosa al mio posto, senza raccontare nulla di come ho passato la serata, quasi addormentandomi sul tavolo imbandito. Soltanto dopo la torta di erbe delicate e un caffè con aggiunta di whisky incendiario, riesco a parlare quasi normalmente con le altre. Di loro, mai di me. A volte mi ritrovo a riflettere su questi fatti, sul mio comportamento e il mio essere … e mi pare di comprendere bene il motivo per il quale non ho nessun amica, ma soltanto compagni di scorribande notturne.

Non so esattamente come mi vedano gli altri, ma certe volte, ho la nettissima sensazione che abbiano timore di me, paura e terrore. Sento questo nell’aria, lo odoro e percepisco. Invece di rendermi triste o preoccupata, o darmi problemi, tutto ciò mi fa piacere. È come se misurassi questa paura, come se mi desse una sensazione di piacere un po’ sconvolgente, grazie ad essa comprendo dove arriva il mio potere, la mia oscurità e la mia crescente pericolosità.

È anche per questi motivi che, ancora, frequento le colazioni eleganti con le ragazze della mia età, che hanno paura di me.

E parlo con loro.

“Sei contenta di sposarti? Sei eccitata all’idea?” mi ha chiesto quella mattina la Parkinson, quando il piccolo raduno di noi ragazze si teneva proprio nella residenza estiva dei miei genitori. Il suo tono e il suo sguardo erano a metà fra l’entusiasmo e l’invidia. L’ho guardata studiandola meglio, prima di rispondere.

“Sarà il matrimonio dell’anno Bellatrix … per non dire che potrebbe essere addirittura il matrimonio del secolo!” ha aggiunto poi con insistenza “se ci si pensa bene, non è mai accaduto che due famiglie purosangue, così importanti e antiche entrambe, si unissero in questo modo. Siete primogeniti entrambi, e legate indissolubilmente un potente ramo britannico del mondo magico, con un potente ramo francese del mondo magico.”

Ho sorriso fieramente appoggiandomi allo schienale della sedia su cui ero seduta, sentendo l’odore del mare e il sapore della salsedine che veniva portata della spuma e dal vento. Sapevo che aveva ragione, io e Rod non avevamo minimamente mancato di notare questi particolari nel momento in cui ci siamo scelti, ancora ragazzini. Non siamo stupidi, né lo siamo mai stati.

A noi importa però soltanto il potere che avremmo potuto ottenere da ciò, non la mondanità, non le chiacchiere che ne sarebbero derivate.

“Molto probabilmente hai ragione. Sarà il matrimonio del secolo …” ho risposto “e io sono contenta di sposarmi, diventare la padrona di tutto, vivere come mi pare e piace, tutti i giorni e tutte le notti della mia vita.” ho terminato la frase che faceva riferimento alle notti, con un sorriso molto malizioso.

Molte hanno riso, ma senza aggiungere altro, senza chiedere nulla, non mi provocano praticamente mai, perché sanno che non ho particolare pudore con loro, che mi piace scandalizzarle raccontando, o facendo chiare allusioni, alle mia scorribande notturne, nel letto e fuori dal letto.

È una specie di tortura la mia, sottile e segreta: le scandalizzo, le rendo consapevoli della loro condizione di fronte alla mia, a quanto sono loro superiore. Diventano improvvisamente invidiose e insicure, si sentono umiliate per il loro scarso splendore di fronte a me e, silenziosamente, mi odiano. E soffrono.

E io sorrido quando vedo tutto ciò dipinto sul loro volto.

Mi diverto.

Mi godo i momenti di silenzio attorno a me.

“Ah sì?” sento improvvisamente dire da una voce forte, un po’ cupa e con una vena di dolcezza nel tono. Proveniva dalla grande vetrata a lato di dove mi ero seduta.

Sorrido divertita, solo perché so di chi si tratta. So chi osa iniziare a prendermi lievemente in giro. So che è mio cugino piccolo.

“Rendici partecipi dei tuoi oscuri segreti, cugina, sono arrivato nel momento giusto.” aggiunge avvicinandosi.

È così mio cugino: silenzioso, intelligente e solitario. Un cupo osservatore per lo più, quasi con una nota di tristezza nell’anima. Ma c’è qualcosa in lui di vivo e guizzante, che inaspettatamente nasce ed esplode, che lo rende fulgido, pronto a compiere e fare meraviglie.

Ha baciato mia sorella delicatamente sulla guancia e poi è avanzato mettendosi al mio fianco, in piedi, sorridendomi.

Anch’io gli ho sorriso. Andiamo d’accordo noi due. Nonostante sia più giovane di me e i nostri caratteri siano piuttosto diversi l‘uno dall‘altro.

Amo l’ammirazione che ha nei miei confronti, il suo parlarmi, cercarmi, confrontarsi e confidarsi con me. Mi piace anche che non dimostri troppa paura o soggezione nei miei confronti, come spesso succede a molti: lui è un mio pari e lo sa. Anzi, a ben pensarci, ha più sangue dei Black nelle vene, rispetto a me. È figlio di due Black, mentre io no.

Trovo bello anche il rapporto stretto che ha sviluppato con Cissy. Credo che la loro silenziosa alchimia fatta di sguardi e poche parole, sia davvero speciale. Quasi dolce. Capitava anche a me con Sirius, ma il nostro era odio puro, odio al primo sguardo. Quello fra Cissy e Regulus invece, è affetto puro.

Ormai siamo soli noi tre, ma ci bastiamo l’un l’altro.

Regulus è cresciuto ancora in questi mesi, sta diventando bello come tutti noi Black. Solo il suo sguardo è rimasto innocente come un tempo, ma si nota un coraggio e una risolutezza che di sicuro piaceranno al mio maestro.

È importante che gli piaccia, dato che mio cugino vuole essere Mangiamorte.

“Facciamo una passeggiata sulla spiaggia insieme? Le onde sono splendide questa mattina.” gli domando subito, approfittando del suo arrivo per iniziare conversazioni e azioni più private e più interessanti. “Volentieri” annuisce entusiasta.

Spesso, quando viene qui anche lui per passare la domenica, spendiamo alcune ore ad allenarci, insieme anche a Rodolphus. Fra un lungo bagno in mare ed un pranzo insieme, parlando anche del suo futuro e delle nostre azioni meno segrete, facciamo pomeriggio.

“Mi cambio subito e aspetto te e Rodolphus sul sentiero alberato davanti alla casa.” aggiunge pronto.

È più o meno così che iniziamo la domenica vera e propria.

Aggiornerò.

Bella

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Dedicato a Julia Weasley! Per le belle descrizioni di Tom, Bella e Rod.

Regulus è descritto come lo immagino io, spero ti sia piaciuto almeno un po’ anche se compare poco. E grazie per avermelo fatto amare!

Note:

Finalmente mi sono decisa ad aggiustare questo capitolo e aggiornare la ff! dato che è diviso in due parti, proverò a sbrigarmi ad aggiornare la seconda così da non farvi perdere il filo, ma non sono proprio sicura di farcela …

Ringrazio tanto per le recensioni che mi avete mandato nonostante vacanze e impegni vari, come promesso ho risposto a tutte via mail (già qualche settimana fa), per quanto riguarda le recensioni a questo capitolo, proverò a pubblicarle sull’aggiornamento, se la connessione fa danni, tornerò a rispondere via mail!!

Un grazie molto speciale a meissa_s che, oltre a condividere la mia visione di Rod come ragazzo e uomo di carattere (malvagio ma pur sempre carattere), mi sta lasciando bellissime recensioni nei capitoli arretrati! Grazie davvero!

Non mi pare di dover annotare nulla su questo capitolo, ma se avete commenti voi, sarò come sempre contentissima di leggerli!! Grazie a tutte e alla prossima

Circe

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Capitolo 12
*** Animali della notte ***


Dal grimorio di Bellatrix: “ANIMALI DELLA NOTTE”

Duello dopo duello, scontro dopo scontro, mi accorgo che mio cugino diventa sempre più abile con la bacchetta.

Mi piace osservare maghi e streghe alle prese con la magia. Li studio, cerco di captare quanto più posso delle loro arti magiche e capacità guerriere. Mi piacciono le fatture, il loro effetto, la loro violenza, la crudeltà negli occhi di chi le scaglia. Devono essere pensate, personali, giuste ed appropriate per colpire la propria vittima nel punto più debole. È questo il loro bello. Mi piacciono gli schiantesimi, la loro potenza, la loro furia distruttiva. E gli scudi di vario genere, la frustrazione del nemico quando uno scudo potente blocca un incantesimo. Mi fa ridere sempre vedere i miei nemici delusi.

Amo anche vedere i movimenti che accompagnano tutti gli incanti, imparare le tattiche più utili che permettono gli attacchi più efficaci. Adoro vedere come possono venire inferti i colpi finali, quelli che sconfiggono l’avversario.

So di essere potente e dotata, per questo cerco sempre di concentrarmi sulle abilità magiche oltre che sull‘energia sprigionata dagli incantesimi, così da unire le due capacità, e diventare imbattibile.

Inoltre, il mio maestro mi insegna già a sprigionare tutta la mia reale potenza magica, senza ingabbiarla, senza controllarla, come invece tendono ad insegnare ad Hogwarts e a me piace quando, per una qualsiasi cosa, posso affidarmi solo e completamente a lui.

Solo per lui sento questo.

Voglio migliorare sempre, per non deluderlo mai.

La mattina, quando iniziamo a fare magie, lacqua del mare è sempre molto fredda, ma a noi non importa, anzi, ci esalta segretamente: siamo e ci sentiamo i più impavidi e selvaggi fra i maghi e le streghe di tutto il mondo magico.

Ci alleniamo con gli incantesimi di attacco e difesa fino alle ore più calde, sulle spiagge più deserte, dove le onde si infrangono sulla ghiaia bianca, riempiendoci di schizzi fino alle ginocchia. Ci buttiamo definitivamente nel mare solo dopo ore. Quando siamo troppo stanchi e accaldati per continuare.

Certe volte indiciamo sfide a coppie ed è proprio in questi momenti, quando tocca a Regulus e Rod battersi, che io mi siedo sulla ghiaia, col sole in fronte e il vento fra i capelli, e li osservo combattere.

Mio cugino, di solito schivo e posato con tutti, diventa improvvisamente battagliero e intrepido quando combatte con Rodolphus, quasi come quando gioca a quiddich nella squadra di Slytherin. A volte credo sia perchè vuole fare una bella figura davanti al mio fidanzato. Perché siamo più grandi e potenti e, inevitabilmente affascinanti per un ragazzino come lui.

Rod è invece sempre Rod, anche quando combatte per gioco.

Arrogante, prepotente, entusiasta e crudele. Lui sembra non sentire mai il bisogno di piacere a nessuno. È lui che ride, che scherza e lancia le sfide. Che prova strani incantesimi e che si diverte lasciandosi cadere nellacqua freddissima.

Regulus a volte lo segue nelle sue folli assurdità, e allora mi unisco anchio a loro, a sconvolgere la situazione con qualche magia, o gioco eccessivamente pericoloso, o con qualche dimostrazione delle mie capacità, cosa che crea sempre danni di qualche genere.

Rod allora mi stringe forte la vita, avvinghiandomi a sé, portandomi a forza nel mare profondo e solo nel punto dove la forza delle onde crea un vortice irrefrenabile, mi lascia in balia di quella violenza sovrumana.

Sa che mi piace da impazzire. Anche se fingiamo entrambi che sia un dispetto.

Questo modo di passare il tempo, fra combattimenti e scherzi stupidi, può sembrare piuttosto inutile, troppo infantile e scherzoso. In realtà imparo molto.

Regulus, ho notato, è un atleta vero e proprio, ben allenato grazie al quiddich. Veloce, abile, scattante, ha molto da insegnare per quanto riguarda gli scatti, le reazioni, listintiva osservazione di coloro che gli stanno attorno, la scelta dei tempi di attacco o difesa.

Mentre Rod è tutto diverso, lui non ha avuto maestri e non ha speso un minuto del suo tempo per giocare a quiddich. Ma ha combattuto già diverse volte, ha esperienza, ha coraggio e sconsideratezza, ha la tattica nel sangue, come un istinto primordiale. Ha sete di vittoria e sa come confondere il nemico con svariati mezzi. Ed è forte.

Io guardo loro e imparo.

Loro guardano me, mi studiano e tacciono.

Non domando cosa pensino, ma forse lo farò.

Quando sarò più brava.

Oltre ciò, il legame forte che si stabilisce con gli elementi durante questi momenti è di grande aiuto per entrare in risonanza con essi. E utilizzare questo per accrescere i poteri poi, grazie ai riti più oscuri.

Solo all’ora di pranzo ci decidiamo a fare ritorno a casa, per pranzare con Cissy nella solita terrazza piena di sole, grazie al quale ci riscaldiamo dopo i bagni nell’acqua di mare.

Ho fatto preparare sulla terrazza, così vi riposate al sole, non riesco a comprendere come facciate a bagnarvi in quel gelo di mare. ci ha detto quel giorno Cissy al nostro arrivo.

In effetti inizia a rinfrescare parecchio ormai.” le ha risposto Regulus con uno dei suoi rari sorrisi.

“Grazie cugina, sei sempre gentile. Hai mollato finalmente le tue amiche? ha aggiunto subito dopo, facendola accomodare a fianco a lui.

Credo morissero dalla voglia di chiacchierare insieme quei due, ma, mentre Cissy è mondana, brillante, ama la compagnia giusta e la gente elegante, Regulus è più a suo agio con persone ampiamente conosciute e intime.

Ama molto la nostra famiglia. È nel suo carattere.

È anche il più giovane di tutti noi, con tante responsabilità sulle spalle, soprattutto ora che quellincapace di suo fratello ha deciso di andarsene, liberando tutti noi della sua scomoda presenza.

Regulus dunque, cerca un appoggio e punti fermi. E Cissy è bravissima in ciò, si intendono e si vogliono bene silenziosamente quei due, in maniera elegante, ma profonda.

Almeno credo.

È un qualcosa che io non so capire molto bene, me lo ha fatto però notare Rod, una volta che abbiamo parlato di Regulus io e lui insieme.

Rod ha iniziato a studiare le persone con grande acume, silenziosamente, ma impietosamente. Traiamo spesso le stesse conclusioni.

Nessuno di noi due è certo delle motivazioni che spingono mio cugino a diventare un Mangiamorte, per questo ci ritroviamo spesso a parlare di lui in solitudine.

Spesso, la notte, sibilando per non farci sentire dalla mia famiglia, discutiamo dei Mangiamorte, di ciò che sta succedendo nel mondo magico, di ciò che presto, di sicuro, saremo chiamati a fare.

Ne discutiamo nella mia camera, quando nessuno sa che siamo in due, quando Rod si materializza da me in segreto, a notte tarda, dopo una missione. Oppure nel parco di qualche ricca famiglia purosangue, durante una festa o un ricevimento, ci assentiamo da quelle noiosissime riunioni, per compiere le nostre, alternative, a due.

Private, nascoste, piene di macabri segreti e progetti forsennati.

Siamo entusiasti di ciò che facciamo.

Ma entrambi temiamo qualcosa di brutto per quanto riguarda mio cugino.

Nonostante i nostri dubbi, Regulus pare insistere davvero, mette molto impegno in ciò che fa, forse anche per farci comprendere che i suoi intenti sono reali per questo non dovremmo avere motivo di dubitare tanto.

Seguivo questi miei pensieri quando Rod mi ha domandato improvvisamente “A che pensi?” posando i suoi occhi indagatori nei miei.

Mi sono voltata a guardarlo, seduto a tavola al mio fianco, illuminato dal sole, con lievi ombre di piante che ondeggiavano su tutto il corpo, quasi nudo dopo il bagno.

Diventa ogni giorno di una bellezza leggermente inquietante e sempre crescente. Forse non bellezza vera e propria, probabilmente è solo il suo fascino oscuro che fa presa su di me.

Gli ho dato un bacio lento e ho assaporato le sue labbra fredde sulle mie Pensavo a mio cugino Regulus” gli ho sussurrato piano, per non farmi sentire dal diretto interessato, intento a parlare con mia sorella.

“Pensavo di nuovo al fatto che vuole diventare Mangiamorte e non vorrei che deludesse il mio maestro.” ho detto sempre più vicina al suo volto e alla sua pelle.

Infine ho fatto una piccola pausa e, non so bene nemmeno io il motivo, ho aggiunto a bruciapelo e pensavo a quando ci sposeremo io e te ho voglia.

A queste parole i suoi occhi castano intenso si sono illuminati istantaneamente. Era contento e sembrava volesse avermi, mangiarmi con quei suoi occhi. Mi ha passato una mano fra i capelli, dietro alla nuca e mi ha baciata ferocemente.

Non abbiamo più pensato a Regulus.

Andiamo a ballare nel pomeriggio? A nord, sul promontorio, ci sarà il solito rito. mi ha chiesto accarezzandomi distrattamente i capelli e guardandomi il seno poco coperto, mentre io annuivo. Certo.

Il rito della domenica sul promontorio è il modo migliore per chiudere le nostre frequenti incursioni nelle ville e nei castelli di villeggiatura.

Le melodie e le canzoni suonate con antichi strumenti magici le conosciamo tutte a memoria, Rod ed io. I momenti e le fasi dei riti non hanno più alcun segreto per noi, le danze sono frenetiche e ci trasportano sempre in stati di estasi e fuoco che durano ore.

Là, i maghi e le streghe ci conoscono ormai quasi tutti. Sanno che siamo una coppia e sanno che siamo un po’ folli entrambi, pronti a qualsiasi esagerazione.

Sanno che sappiamo essere pericolosi, se vogliamo.

Forse per omaggiare l’ennesima occasione di sfrenata e spensierata magia, amo vestirmi in maniera strana, eccentrica. Scarpe viola dai tacchi altissimi, e un vestito anch’esso viola, che lascia scoperte le spalle e si completa di pizzi e luminosi ricami sempre viola, sono alla base di come mi presento ogni volta. Con l’aggiunta, nelle giornate più fredde, di un indumento che amo particolarmente, ovvero un mantello nero.

Corto, particolare, diverso dai soliti mantelli lunghi di feltro. Il mio è di pelle, morbido, aderente. Di pelle di Babbano.

L’ho trovato durante un giro a Nocturne Alley, un giorno che ero sola. L’ho comprato. Ma non ho detto a nessuno della sua provenienza.

Solo a Rod.

Ha riso e mi ha baciata. Mi chiede sempre di indossarlo.

Ogni volta compariamo, a nord, sul promontorio dove fanno i riti magici, mano nella mano, camminando sicuri e sfacciati fra i fuochi dei cerchi magici, o dei sentieri che portano al cerchio più grande ed importante.

Quando diventa buio pesto e rimaniamo in pochi, ancora insieme, fra una danza e l’altra, allora il fuoco divampa maggiormente, grazie al vento che si alza nella notte, e spesso ci circonda.

Rod mi stringe forte la vita, fermando improvvisamente i nostri balli. La notte, il fuoco, il senso di calore e delirio generale lo eccita di sicuro.

Mi stringe e mi bacia, sempre più voglioso, man mano che il fuoco ci avvolge.

Eccita anche me.

E, quando insiste troppo, o ho bevuto tanto, finiamo per fare l’amore lì, fra gli arbusti, l’erba e il fuoco, senza curarci di nulla e di nessuno.

Solo degli animali della notte, che vengono fin vicino a noi, e li vedo guardarci, a volte, nel buio.

Mi domando se non ci scambino per qualcuno di loro.

E mi piace quest’idea. Mi fa impazzire.

Bella

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Scusate per l’enorme ritardo con cui aggiorno la ff …

Chiedo scusa soprattutto a meissa_s che era in astinenza da Rod (infatti ho pubblicato qui, subito dopo aver letto la tua recensione! Ora avrai un overdose …)

È passato talmente tanto tempo, che persino io avevo scordato dove ero rimasta e ho dovuto rileggere lo scorso capitolo. Ma ora eccomi qui.

Credo che per un po’ di tempo andrò a rilento con questa, perché vorrei finire di pubblicare “Sgath” o finirei per avere troppe ff in ballo e le idee mi svanirebbero per eccessiva confusione (mi capita sempre così)!

Ma credo si tratterà di un paio di settimane o poco più (tempo di correggere gli ultimi capitoli dell’altra ff).

Nulla di particolare da dire sul capitolo, totalmente di transizione e di approfondimento, tranne per un piccolo indizio su un prossimo avvenimento che sconvolgerà un po‘ la trama.

Per le fan di Voldie, portate pazienza perché tornerà presto, forse già nel prossimo capitolo!

Ah, una cosa! Perdonatemi il mantello di pelle Babbana … so che è una scemenza, ma odio che noi Babbani usiamo pelle vera di animale per giubbotti e pellicce, ho immaginato per una volta di vedere noi nei panni degli animali. Tutto qui.

Dato che ho già fatto aspettare molto, pubblico l’aggiornamento senza risposte alle recensioni, che comunque invierò direttamente per mail entro un paio di giorni (al massimo la prossima settimana!)

Grazie infinite a tutte se avrete la pazienza di riprendere a leggere nonostante il ritardo!!!

Circe

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Capitolo 13
*** Rosso, quasi scarlatto ***


Dal Grimorio di Bellatrix: “ROSSO, QUASI SCARLATTO”

Lui è così, fa succedere tutto in maniera improvvisa, inaspettata. Come le folate di vento che mi scompigliano improvvisamente i capelli e che profumano di freddo e pioggia.

Non ha un modo per chiamarmi personalmente, non possiamo ancora utilizzare il Marchio Nero come succede con tutti i Mangiamorte, io, purtroppo, sono diversa.

Non conosco l’intimità di quel bruciore forte, potente, e la conseguente emozione di un appuntamento subitaneo con lui. Di un incontro, uno scambio di sguardi, di ordini, di parole, la condivisione di certe emozioni … con lui.

Lui, il mio maestro.

Mi attengo dunque a ciò che stabilisce volta per volta, lezione dopo lezione: “voglio vederti domani, alla stessa ora” oppure “raggiungimi nel pomeriggio” o anche “ti farò chiamare io” e io, fra una lezione e l’altra, lo penso spesso.

Sempre …

Mi manca.

A volte mi manca persino fisicamente, mi sento male, il desiderio di stare con lui mi martella mente e pelle, muscoli e visceri.

Poi, improvvisamente, fa succedere cose grandiose. Tanto grandiose che il mio cuore comincia a battere per davvero, e i miei sensi finalmente vivono sul serio. Questa sensazione si protrae per giorni e giorni e solo lui ha questo potere su di me, solo lui mi fa sentire così.

Soltanto una stupida infatuazione, è normale, è il mio maestro. Tutto qui. Penso questo, e sorrido complice di me stessa, aspettando qualcosa di grandioso.

Quel pomeriggio in cui è successo tutto per la prima volta, non sentivo né percepivo nulla di strano coi miei sensi di strega ancora novizia (purtroppo), ma quando sono entrata al quartier generale, quasi sul far della sera, l’atmosfera era diversa dal solito.

C’era una relativa agitazione nell’aria, ma immersa in un silenzio inusuale e, tutto introno, il buio era quasi totale. Ugualmente, non ho impiegato molto per riconoscerlo, si distingue nettamente dagli altri Mangiamorte … lui è diverso.

La sua aurea di diabolica magia attrae la mia inesorabilmente, e la rende più oscura e cupa. La sensazione è forte e piacevole. Non solo, la mia aura di energia magica viene sempre scombussolata dal tocco con la sua, e invece di risentirne, questo mi esalta e scatena i miei poteri.

“Non credo ci sia molto tempo per le tue lezioni oggi.” mi ha sussurrato Alecto senza salutare, poco dopo la mia entrata, disturbando i miei pensieri privati.

“Per quale motivo?” ho domandato senza nemmeno guardarla in viso, restando con lo sguardo fermo sul mio maestro, ma fermandomi anche ad una certa distanza da lui.

Era appoggiato ad un tavolo vicino al fuoco, con le braccia conserte e sempre i capelli davanti agli occhi, anche se solo leggermente. Non mi guardava e non sapevo se si fosse accorto della mia presenza poco lontano da lui.

Parlava silenziosamente, quasi a monosillabi, con altri uomini vestiti di nero, già con le maschere sul viso. Rod non era fra loro.

Ho puntato i miei occhi su Alecto, non sopportavo assolutamente che tutti, lei compresa, sapessero cosa stesse succedendo. Tutti tranne me.

La ragazzina, l’allieva, la principiante.

Con una rabbia che conoscevo bene in me stessa, ma che da tanto tempo non veniva più fuori, ho ripetuto “Quale sarebbe il motivo, ti ho chiesto!”

Alecto faceva l’amica con me, da sempre. In effetti, è forse ciò che di più vicino ad un’amica io possa dire di avere.

È una ragazza come me, è giovane quasi quanto me, facciamo quasi le stesse esperienze ogni giorno. Ma lei è una Mangiamorte, io ancora no.

E questo quello di lei che non posso sopportare. Lei è vicina al mio maestro più di quanto io possa sopportare, più di quanto sia necessario. Lei è brava … più di me, è abile … più di me, sa quasi ogni avvenimento, o segreto, riguardante i Mangiamorte. Io nulla. Questo mi fa infuriare, mi fa male, mi tortura.

“Ci hanno quasi sfidati apertamente! Gli Auror hanno tentato l’improvvisa cattura di un paio di noi, ti parlo di poche ore fa. Ora sono sicura che andremo al contrattacco, non ci piace dargliela vinta. Ancora poco e avremo finito di organizzarci e saremo pronti per andare.” sembrava molto entusiasta dell’avvenimento, ma soprattutto, di quello che si sarebbe prospettato in seguito. Poi ha aggiunto “Ti racconterò tutto.” guardandomi di nuovo con entusiasmo.

Io mi sono impercettibilmente irritata, ma senza dire nulla ho spostato lo sguardo sulla figura alta e scura del mio maestro.

Continuava a non guardarmi; ma sapevo che sentiva che ero lì, percepiva la mia presenza, e attendeva. Cosa attendesse in quegli interminabili minuti, non lo so. Non so mai cosa pensi realmente e perché. Soprattutto quando riflette su di me, lo sento misterioso, sfuggente.

Poi, nel buio, ha alzato lo sguardo. Dritto nella mia direzione.

Ha indicato me ed Alcecto con un semplice cenno del capo, riferendosi ad un paio di altri Mangiamorte a fianco a lui.

Mi ha guardata e l’ho ricambiato, non so per quale motivo, le mie labbra si sono piegate in un sorriso complice che, non ero certa, ma mi pareva provenisse anche dalle sue. Forse era solo un’allucinazione la mia, data dal desiderio che ho di ricevere quel genere di sorriso da lui.

Ci siamo entrambe avvicinate lentamente, ero come ipnotizzata dalla sua figura, dalla sua presenza così violenta e potente, che in quel momento si percepiva in tutta la grande stanza.

Di fronte a tutti loro ho tolto il mantello nero, lentamente, lasciando ricadere i capelli di lato: avevo capito che quell’indumento, elegante ma poco pratico, di lì a poco, non mi sarebbe più servito.

Lui, lo percepivo, mi leggeva dentro. O semplicemente mi leggeva la mente. Sento sempre quando lo fa.

“Bellatrix sarà la quinta. Andrete voi.” ha poi pronunciato perentorio, quasi in tono di sfida col mondo.

A quelle parole, ma soprattutto udendo quel suo tono di voce, un sentimento strano di angoscia ed eccitazione, ha invaso lo stomaco ad ondate penetranti. Non mi aveva spiegato assolutamente nulla, eppure avevo capito quasi tutto. Sarei andata con gli altri quattro Mangiamorte, per quella sera e per quella notte, sarei stata davvero una di loro.

“Sì maestro, tutto quel che desiderate” ho infatti risposto semplicemente, d’istinto.

Gli altri erano stupiti, Alecto compresa. Forse anche un po’ contrariata: con quell’evento, stava infatti diminuendo l’incolmabile vantaggio che aveva su di me, e anche lei lo capiva benissimo, ora.

Quando il mio maestro, per qualche incomprensibile e meraviglioso motivo si è avvicinato a me, quasi sfiorandomi, tutto il mondo è scomparso improvvisamente in un istante.

Esisteva solo lui.

“Ci hanno sfidato, sanno chi siamo e cosa vogliamo. Ora fammi vedere come sai rispondere.” mi ha sibilato, sussurrando quelle parole con una vena di insana follia nel tono.

Così vicino da sentire il suo respiro strano, quasi inumano.

L’ho guardato negli occhi, per trasmettere la mia risposta al di là delle parole. Il suo sguardo rosso, quasi scarlatto, mi è penetrato così forte nella mente, che tutt’ora lo posso visualizzare, se mi concentro.

Mai l’avevo visto così. Mai mi ero sentita così eccitata. Per cosa esattamente non lo sapevo, se per la nuova missione, o per lui.

Sapevo cosa voleva da me, me l’avevano trasmesso i suoi occhi, il loro colore.

Non l’avrei mai deluso.

“Sì, mio maestro.”

Aggiornerò

Bella

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Note:

Dato che da secoli non pubblicavo più un aggiornamento, mi sono data una mossa con questo capitolo breve di cui posterò il seguito il più possibile a breve (si prospetta un periodo di studio e lavoro perenne … per cui farò del mio meglio, ma abbiate pazienza).

In questo ultimo periodo, ho modificato e tentato di migliorare alcune mie one shot molto vecchie (Datemi un bacio, Il migliore da sempre … per sempre, Non chiedermi baci, strega), senza però ripubblicarle perché il tema era sempre lo stesso. Chi comunque volesse dare un’occhiata, le troverà, spero, leggermente più corrette!

Questo capitolo lo posto in velocità, mi scuso di eventuali orrori che comunque correggerò meglio di sicuro in serata!

Le risposte alle scorse recensioni le invierò col nuovo metodo!

Grazie a tutte per l’affetto che mi mostrate e grazie per seguirmi!!

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Capitolo 14
*** Vi ho reso orgoglioso, mio maestro? ***


Dal grimorio di Bellatrix: “VI HO RESO ORGOGLIOSO, MIO MAESTRO?”

Non scorderò mai quella notte.

Eravamo Alecto, Amycus, Mcnair, Mulciber ed io.

Si era ormai fatta notte, anche se non inoltrata. Gli Auror erano nelle loro case, al caldo dei loro camini, all’asciutto e in mezzo all‘affetto delle loro famiglie, almeno la maggior parte.

Noi stavamo fuori, nascosti nella notte, alla pioggia che scendeva lenta, non forte, o forse era semplicemente la troppa nebbia, troppo fitta, che ci bagnava leggermente i mantelli e i volti.

Solamente io non portavo la maschera, non mi sentivo legittimata a farlo.

“Sei pazza” mi aveva detto Mulciber “se non te la metti e ti riconoscono, che cosa farai?” aveva poi aggiunto irato, aggressivo, forse parecchio sconvolto da questo mio atteggiamento.

Credeva di avere a che fare con una ragazzina troppo fuori di testa, troppo degenerata e sconsiderata per poter riuscire a ragionare ed agire logicamente, o addirittura prudentemente.

In fondo nessuno di loro mi conosceva bene, o aveva avuto a che fare veramente con me.

Io, invece, sapevo di non essere ancora una Mangiamorte, di non far parte di quel gruppo di maghi così vicini al mio maestro. Per questo non potevo permettermi di utilizzare certi simboli, certi accessori speciali, che rispettavo troppo e che ancora non mi appartenevano di diritto.

Li desideravo ardentemente, ma mai avrei osato profanarli, cioè utilizzarli in maniera illegittima.

Io sono solo Bella, non una Mangiamorte. Rispetto il mio maestro con tutto il mio cuore e la passione di cui sono capace, voglio far parte del suo gruppo, dei suoi uomini più fedeli, voglio portare il loro nome e conoscere i loro usi e modi di fare.

Porterò la maschera certo, ma solo quando sarò Mangimorte.

Ho guardato Muciber con sguardo cupo di sfida “Non la indosserò, mettitelo bene in testa. Andrò davanti a loro col viso scoperto.

Non temere, non mi riconosceranno.

E se lo faranno, non sarà un problema, io sono qui per distruggerli. E voglio che vedano il mio sorriso sulle labbra, soddisfatto e felice, mentre vendico il loro tentativo di arrestare i fedeli servitori del mio maestro.

Mentre eseguo i dettami, anzi, i desideri del mio maestro.”

Il gelo è calato attorno al gruppo mentre dicevo, calma, queste parole.

Forse nessuno se l’aspettava. Forse ha iniziato, da quel momento, a serpeggiare fra i miei futuri compagni, la consapevolezza, o il timore, di chi io sia veramente, quale sia la mia vera essenza davanti a loro.

Nessuno ha più fiatato per un po’ e, silenziosamente, abbiamo atteso ancora, e ancora, prima di scatenare l’inferno sulla terra.

Ad una certa ora, quando gli Auror non ancora rientrati nelle loro case hanno iniziato il loro controllo notturno, a caccia di ritrovi di maghi oscuri, o di Mangiamorte, o di smerci di qualsiasi sostanza o manufatto proibito, noi cinque abbiamo iniziato l’attacco.

Consisteva nel lanciare incantesimi contro di loro all’improvviso.

Il mio maestro mi ha sempre spiegato che questo genere di agguati deve essere breve ma intenso, immediato e spietato, inatteso e fulmineo.

Gli attacchi devono essere numerosissimi ed improvvisi, così da stabilizzare l’ordine e i metodi dei nemici.

“Resta indietro” mi ha intimato quasi subito Mulciber.

Ma non ce l’ho fatta ad ubbidire. Ho provato a farlo, solo perché ho pensato potesse essere un ordine indiretto del mio maestro.

Ma poi la battaglia mi ha presa anima e corpo. Lanciare incantesimi, misurare la mia forza sulla difficoltà di chi mi sta contro, scagliarsi sul nemico con tutta la forza e l’energia che avevo dentro, mi piaceva più di ogni altra cosa mai provata prima … o quasi.

Mi sentivo più forte ad ogni formula urlata, più potente ad ogni colpo inferto e ad ogni incantesimo andato a segno.

Piano piano, anche dalla parte opposta alla nostra, notavo che si stavano accorgendo da chi provenivano i colpi più destabilizzanti, e chi scagliava gli incantesimi più pericolosi e distruttivi. Hanno dunque iniziato a concentrarsi su di me.

Mi sentivo rinvigorita, piena di entusiasmo ed importanza.

Anche questo mi ha fatto un immenso piacere. Un piacere che sentivo chiaro nell’euforia del momento, un piacere fisico che mi riempiva la pelle e la carne.

Sulle prime riuscivo perfettamente a tenere testa alla situazione. Questo è durato per svariato tempo, ma poi le cose sono andate peggio.

Iniziavo a risentire della stanchezza, l’energia di ogni colpo tendeva a diminuire e lo sapevo. Lo vedevo chiaro davanti a me negli occhi e nelle mosse degli Auror che riprendevano entusiasmo.

Non ero più veloce come prima e qualche volta Alecto mi copriva le spalle.

“Ti avevo detto di stare indietro sciocca ragazzina” mi ha apostrofato Mulciber ad un certo punto “Ora non ci servi più a nulla e quei maledetti, di certo, hanno comunicato magicamente per avere i rinforzi.”

Mi guardava con molto disprezzo mentre mi diceva ciò, mantenendo lo scudo alto sugli incantesimi e frenando l’avanzata della parte avversa.

Mi sono fermata un attimo.

Palesemente era necessario fare qualcosa prima che tutto mi sfuggisse dalle mani, non era il momento di mettersi a piangere come quando gli elfi domestici avevano ricevuto l’ordine di non accontentare i miei desideri, e non era il caso di arretrare, di lasciar fare agli altri, come avevo pensato di fare più volte quando mi trovavo in difficoltà serie.

Qui si trattava di una questione più importante, del mio maestro.

Di farlo felice e renderlo orgoglioso di me.

Di compiere un compito che mi aveva assegnato, sul quale non avrebbe ammesso fallimenti.

Non so esattamente cosa significasse questo pensiero “non ammette fallimenti”. Credo dipenda semplicemente dalla sua forte personalità, dalla sua immensa volontà.

Se lui vuole, deve ottenere.

Se lui desidera, deve avere.

Non può andare diversamente. E io tengo tanto in conto l’opinione che ha di me, darei tutto e farei tutto piuttosto che scontentarlo, mi farei annientare se così fosse.

E lui mi annienterebbe, in qualche modo, è sicuro.

Dovevo combattere, ancora e sempre, non dovevo arrendermi, dovevo imparare a resistere fino alla fine.

Così pensando, ho guardato in alto il cielo scuro, ma quasi del tutto rischiarato dalla fitta nebbia. Ho pensato all’acqua e ho avuto un’idea.

Non ero certa di farcela. Non era un incantesimo oscuro semplice, nessun incantesimo oscuro è semplice. E non ero certa nemmeno che le condizioni fossero giuste per provarlo.

Ma ho preferito tentare.

Prendere l’iniziativa.

“Coprimi meglio dagli incantesimi ostili, e ti faccio vedere come eliminare questi quattro stupidi ometti babbanofili!“ ho detto a Mulciber ostentando una sicurezza e una forza, che ero ben lontana dal provare, aggiungendo poi “Se mi prendono di mira, è solo perché valgo più di tutti voi. Sai bene che l‘ho dimostrato solo poco fa. Ora te lo dimostrerò di nuovo.”

Ho detto queste parole con rabbia e rancore. Odiavo sentirmi inferiore, odiavo il fatto che mi facessero sentire tale.

“Fai quello che devi fare, se credi, ma sbrigati, e non metterci ulteriormente nei guai.” mi ha risposto con un tono misto di disprezzo e fiducia. Fra angoscia ed aspettativa.

In un lampo mi sono domandata se mai il mio maestro avesse parlato di me coi suoi fratelli, coi veri Mangiamorte. E cosa avesse detto loro di me.

Sapevo comunque di non poter perdere tempo a pensare, o fantasticare. Mi sono quindi leggermente allontanata e, in un momento di calma apparente creata dai miei compagni, ho stretto la bacchetta forte nella mano destra, all’altezza del mio volto, pronunciando la formula di rito.

Poi ho aggiunto la stretta anche della mano sinistra, pronunciando la seconda parte della formula e alzando la bacchetta davanti a me, verso il cielo pregno di nebbia pesante.

Cominciava a crearsi il vortice d’acqua vaporizzata.

Mi sono concentrata di più, pensando unicamente alla forza devastante dell’elemento.

Lo volevo sotto il mio controllo.

L’acqua iniziava a raccogliersi potente e splendente, tanto che il cielo attorno a me era tornato quasi limpido.

Ho sorriso.

Funzionava.

Nel momento esatto in cui ho aperto le braccia, tenendo la bacchetta con la sola mano destra, un’ondata di acqua quasi gelata, seguiva i miei movimenti alla perfezione.

Avevo il potere dell’acqua, controllavo l’elemento davvero, e fino in fondo.

Ho guardato fiera verso gli Auror poco lontani da me. Ho atteso qualche attimo prima di scagliare l’ondata al di sopra dei miei compagni, verso i nemici. Volevo godermi l’ammirazione, lo stupore, il terrore generale.

Poi ho gridato “Acqua eructo” con una violenza particolare, dirigendo l’incantesimo dritto conto i poveri, piccoli, inutili babbanofili.

Dopo qualche passo, lento e misurato, ho raggiunto i Mangiamorte. Ci siamo guardati tutti, finalmente anche loro si rendevano conto di cosa avevo imparato.

Di come ero potente.

Sapevano cosa mi ha insegnato il mio maestro, di cosa è capace Bellatrix.

Ho quindi di nuovo sorriso, voltando lo sguardo verso gli Auror, ancora alle prese con l’onda magica generata dalla mia magia nera.

Utilizzavano incantesimi testa bolla per poter respirare immersi in acqua, sarebbero stati presto pronti a reagire dopo lo stupore e lo smarrimento iniziale. Io li guardavo e attendevo ordini da Mulciber, ormai li avevamo in pugno.

Li guardavo e li riguardavo.

E sentivo silenzio attorno a me.

Il loro annaspare, i loro tentativi scomposti di reagire alla magia nera mi facevano uno strano effetto. Non quello adrenalinico, euforico e onnipotente della battaglia … no, molto più ipnotico, maligno, diabolico.

Misterioso e silenzioso.

Improvvisamente, una voce fredda e tagliente mi ha invaso i pensieri.

“Uccidi” mi ha detto solamente.

Non so da dove provenisse, se da lui, o da me stessa.

Ma non ho avuto esitazione alcuna. Com’è stata fulminea quella voce nella testa “uccidi”, è stata fulminea la mia reazione “saetta emitto”

Un lampo di luce argentea scattante, si è liberato dalla mia bacchetta, andando a terminare sulla prima stilla d’acqua dell’onda che avvolgeva i malcapitati. Da lì si è propagata una scarica di energia elettrica così potente da liberarsi anche nell’aria, facendo scansare persino noi per evitare le scintille.

Ho guardato gli Auror davanti a me contorcersi fino alla morte, fino quando la scarica elettrica da me creata e propagata, è cessata spontaneamente.

A quel punto è calato il silenzio e la calma si è posata tutt’intorno.

Ho sorriso di nuovo percependo quella sensazione, la pace, la vittoria, il potere.

Poi, alzando felice gli occhi verso la notte, ho mormorato dolcemente in un sospiro “Vi ho reso orgoglioso di me, mio maestro?”

Aggiornerò

Bella

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Sono riuscita ad aggiornare in tempi decenti!!

Ho fatto un po’ fatica perché questa settimana è stata davvero pesante, ma eccomi qui.

Il capitolo stava venendo particolarmente lungo, per cui ho deciso di interromperlo ora, mentre la reazione del maestro alla vendetta attuata da Bella, la descriverò nel prossimo aggiornamento.

La voce che lei sente poco prima di uccidere tutti gli Auror, non è detto sia realmente quella del suo maestro (come forse può sembrare). Già ne “La strega più potente“, era successa una cosa simile, quando Bella voleva uccidere il povero Ted Tonks. Per cui potrebbe essere che quella voce sia soltanto parte di se stessa (la parte omicida di lei che pian piano viene fuori).

Scegliete voi.

Anche per questo capitolo è tutto.

Le risposte alle scorse recensioni le invio in questi giorni direttamente sulla nuova casella! Vi ringrazio però da subito per i vostri commenti!!

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Capitolo 15
*** Voi così vicino ***


Dal grimorio di Bellatrix: VOI COSÌ VICINO”

Senza rendermene conto, mi ero quasi incantata, al pensiero del mio maestro, a quanto sarebbe stato orgoglioso di me dopo quello che avevo appena fatto.

Non riuscivo a distogliere la mia mente dal pensiero di lui, tanto che Alecto ha dovuto strattonarmi leggermente e ricordarmi di smaterializzarmi in fretta al quartier generale.

Quando mi sono ritrovata là però, stanca e un po’ confusa, lui non c’era.

È stata una vera doccia fredda.

Avevo desiderato tanto vederlo, avevo desiderato tanto che mi considerasse brava, non solo durante le lezioni, o gli allenamenti, ma anche davanti ai veri nemici, davanti al pericolo e alla lotta e ora lui non c’era nemmeno.

Decisamente stizzita e delusa, mi sono separata dagli altri, e sono entrata lentamente in una piccola stanza appartata lasciandomi cadere sulla poltrona polverosa con un profondo sospiro.

Iniziavo anche a sentirmi stanca, dopo la battaglia, dopo l’incantesimo, dopo tutta l’adrenalina spesa, la tensione che scendeva lentamente mi dava una sensazione di spossatezza.

A quel pensiero mi sono morsa le labbra improvvisamente allarmata.

Ricordavo di aver letto su un libro che, un mago, o una strega con poteri realmente forti, non perdevano vigore ed energia magica al termine di uno sforzo di tipo magico, anche se molto vigoroso ed intenso.

Mi era venuta quindi una gran paura di scoprire di non essere ciò che pensavo. In fondo al mio cuore avevo sempre saputo di avere una particolare attitudine a certe branche della magia, e avere una potenza di incantesimi particolarmente alta.

Ma forse, temevo, era solo la mia immaginazione di ragazzina ingenua, il mio desiderio, inconscio, di essere speciale.

Speciale per lui, il mio maestro.

Ora mi sentivo stremata e avevo una terribile paura di venire a conoscenza del fatto che, i miei poteri non erano più gli stessi, che erano diminuiti dopo lo sforzo, come succedeva ad una strega mediocre, debole. Inutile.

Ho sfilato lentamente il mantello dalle spalle, scuotendo appena i capelli che rimanevano impigliati.

Potevo fin sentire il mio respiro agitato nel silenzio della stanza. Dovevo capire, non potevo crogiolarmi nell’incertezza.

Dovevo togliermi il dubbio, farlo per lui.

Ho portato la mano destra alla bacchetta, sfilandola dal fodero morbido di seta della veste nera.

Tutta la mia eleganza, tutti quei particolari nell’abbigliamento, i pizzi, i drappi tipici del mio mondo a cui tengo tanto, l’attenzione a distinguermi nell’aspetto e nel modo di vivere tutto ciò che tanto era importante per una purosangue come me, tutta la mia perfezione, ero ben consapevole che non mi sarebbero mai serviti a nulla, se fossi venuta a conoscenza del fatto che non ero, per davvero, una strega potente e dotata.

Per la prima volta ero preoccupata, esitante. Ho afferrato la bacchetta con entrambe le mani, osservandola, rigirandola fra le dita, pregandola quasi di funzionare come aveva sempre fatto: con straordinaria potenza.

Dopo di che, mi sono alzata risoluta e mi sono avvicinata al camino spento. Sarebbe bastato un semplice incantesimo per capire tutto, ma esitavo, tremavo quasi.

Dovevo trovare il coraggio di sapere la verità.

Poi, improvvisamente, senza quasi riflettere, ho puntato la bacchetta sul fondo del camino e ho gridato “Incendio”.

La mia voce era ferma nonostante tutto.

Nel giro di pochi attimi, un’enorme fiammata rossa, gialla e azzurra è scaturita dal punto in cui avevo gettato l’incantesimo, accendendo il camino ed emanando un calore straordinario.

Appoggiandomi con una mano al marmo e con l’altra stringendo la bacchetta, ho sentito un sollievo mai provato prima e una felicità dirompente.

Ero davvero potente allora, non mi sbagliavo.

Lo ero per lui.

Provavo un tumulto di emozioni e pensieri indistinti, che sono stati interrotti improvvisamente da uno strano suono, come la voce di un serpente, ma più forte, più acuta e più penetrante.

Mi stavo per voltare, ma immediatamente quel suono è stato sostituito dalla voce del mio maestro che, comparendo all’istante alle mie spalle, senza che minimamente me ne fossi resa conto, mi ha sussurrato “Pensavi mi sbagliassi sul tuo conto?”

Era straordinariamente vicino al mio orecchio, quasi potevo percepire che sfiorasse i miei capelli col suo viso.

Mi sentivo quasi svenire da una sensazione sconosciuta di piacere e perdizione, non sapevo minimamente come mantenere il controllo.

Stringendo forte il marmo freddo con la mano, per evitare di cadere e cadere direttamente ai suoi piedi, mi sono voltata verso di lui.

Solo in quel momento mi sono accorta di quanto fosse veramente vicino a me, alto, bello, potente, affascinante.

Non potevo staccare i miei occhi dai suoi, che mi penetravano ancora la mente senza ritegno, senza sosta. Lasciavo fare, quasi quella sensazione iniziava a piacermi, mi sentivo scoperta, inondata, sondata da lui, dalla sua mente, da qualcuno così forte, così potente che non poteva che vincere su di me ed esercitare tutta la volontà che desiderava.

Sempre.

Ho socchiuso le labbra, prima di provare a rispondergli.

In quel momento mi ha sorriso in maniera strana, caparbia e diabolica. Poi, prima che io riuscissi a parlare, ha aggiunto “Ho saputo ciò che hai fatto durante l‘agguato agli Auror, sei stata brava.”

Improvvisamente ho incalzato “Siete orgoglioso di me?”

Lui ha sorriso di nuovo, con una vena di sufficienza stavolta.

“Mi aspetto grandi cose da te, sempre più grandi.”

Ho annuito obbediente, senza più aggiungere altro. Mantenendo i miei occhi nei suoi per diversi istanti, assaporando quel momento di debolezza davanti a lui e vittoria davanti al mondo.

“Vedo anche che hai subito testato i tuoi poteri, hai avuto paura?”

Continuava a guardarmi, a starmi così vicino che potevo quasi sfiorarlo. Mi confondeva questa sua vicinanza, mi pareva di non capire più nulla, di essere totalmente in balia sua. E continuavo a sentirmi bene, troppo bene, immersa completamente in questa sensazione.

“Sì maestro. Ho avuto paura. Mi sono ricordata improvvisamente del libro che mi avevate fatto studiare, quello sulla potenza e l’energia magica, e dato che mi sentivo sfinita, mi sono anche preoccupata. Così ho tentato.”

“A quanto vedo è andato tutto bene.” ha risposto osservando la fiamma vigorosa nel camino.

Io mi sono limitata ad annuire.

“Hai agito intelligentemente e coraggiosamente, quando hai fatto quest’ultima prova.” ha detto sfiorandomi appena la guancia destra con la sua mano destra.

Fredda e penetrante come il vento sferzante di gennaio, che colpisce improvvisamente il volto.

“Avrei fatto lo stesso anch’io.” ha aggiunto guardandomi serio ed indagatore.

Non sapevo che dire e che fare. Non sapevo a cosa stesse pensando e desideravo ardentemente solo capire qualcosa di lui, dei suoi pensieri e sensazioni, del suo animo e del suo essere.

“Che genere di mago siete? Così sfuggente e misterioso … potente ed insondabile .. Qual è il vostro elemento?” ho chiesto implorante, non so nemmeno io perché, appoggiandomi al marmo con le spalle, sconfitta da tutte quelle violente sensazioni che mi inondavano perennemente stando tanto vicina a lui.

Affatto stupito da quella domanda, si è di poco allontanato dicendo “Lo saprai un giorno, ma solo quando lo capirai di te stessa. Sei sempre solo un’allieva, non dimenticarlo.”

Io ho distolto lo sguardo, indirizzandolo sul fuoco, sperando che mi desse una risposta almeno quell’elemento, che tanto rispondeva bene ai miei comandi.

Invece nulla.

“Abbi pazienza” mi ha interrotto il mio maestro “la magia vera si svelerà a te quando vorrà. Allora la potrai davvero comandare completamente, piegare ai tuoi voleri, come una vera strega oscura sa fare, non prima” poi ha fatto una pausa e ha aggiunto “prima la devi capire e comprendere nella sua interezza, la devi sperimentare e sentire.”

Ho annuito di nuovo, anche se un po’ a malincuore.

“Ti voglio vedere lunedì, giorno della luna, nel momento in cui tramonterà la luna.” ha terminato prima di allontanarsi definitivamente. “Sì maestro.” ho fatto appena in tempo a rispondere, guardandolo mentre mi lasciava, pensando che speravo lunedì arrivasse subito.

Faticavo a seguire gli eventi che si stavano accavallando, fuggitivi, l’uno all’altro dopo un periodo di quasi calma piatta.

Avevo ucciso diverse persone, presto si sarebbe saputo tutto nel mondo magico, tranne la vera artefice dell’evento.

Oramai avevo una vera e propria doppia vita.

Avevo avuto il mio maestro così vicino … vicino come non mai, ma restava così in alto per me, così irraggiungibile e misterioso, tanto da far male.

E ancora non avevo idea di quello che sarebbe successo quella sera.

Quella stessa sera in cui Rod, correndomi letteralmente in contro nel corridoio del quartier generale, mi ha domandato felice “Andiamo a festeggiare la tua prima grande missione?” e io, ritrovato non so come, improvvisamente, tutto l’entusiasmo che non avevo provato fino a quel momento, ho risposto di sì, abbracciandolo e baciandolo. Come se tutto il resto fosse quasi dimenticato.

Aggiornerò

Bella

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Oggi mi paleso con un aggiornamento veloce. Dato che avevo il capitolo pronto, ho pensato di pubblicarlo subito.

Forse tornerò presto anche con il prossimo.

Direi che non c’è molto da dire questa volta, solo, tengo a precisare che l’idea secondo la quale, un mago o una strega potenti, dopo uno sforzo magico ingente, restano comunque con lo stesso grado di energia magica, nonostante la fatica accumulata, non è un’idea mia, ma l’ho letta su un libro. Da qui l’ispirazione per questa fase dell’apprendimento di Bella.

Ho iniziato a rispondere alle recensioni dello scorso capitolo, andrò avanti man mano oggi. Mentre per la risposta alle recensioni su questo, vi do appuntamento ai prossimi giorni!!

Grazie a tutte fin da ora, inutile dire che mi aiutate tutte e apprezzo tantissimo i vostri commenti

A presto

Circe

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Capitolo 16
*** Matrimonio di sangue ***


Dal Grimorio di Bellatrix: “MATRIMONIO DI SANGUE”

La mattina mi sono rigirata sorridente un paio di volte nel letto, prima di svegliarmi meglio. Prima di capire che ero comodamente sdraiata fra le mie lenzuola, nella mia stanza e fra le mie morbide coperte.

Mi sono svegliata lentamente, con l’odore dolce dell’olio di girasoli sul cuscino, quello che avevo usato la sera prima per profumare i capelli.

È stata una sensazione strana fin da subito. Una sensazione dolce, ma eccitante, emozionante ma anche pazzesca, mi piaceva, ma la trovavo anche assurda.

Ma non per la dolcezza dell’olio di girasoli … almeno, non solo per quello.

È un vecchio preparato, mi sono messa a pensare vagamente, una ricetta antica di noi streghe ereditarie, sui capelli dà luminosità, li rende vellutati e morbidi, ma solo quelli lisci, quelli come i miei, che sono tipici solo delle vere streghe.

Utilizzo questo speciale preparato non molto spesso, non ci sono abituata … magari dunque, è colpa di questa ricetta floreale, se mi sento così, ho pensato.

Colpa del profumo dolce. Del potere del sole e della luce.

Solo dopo molto, mi sono voltata aprendo gli occhi lentamente, sorridendo appena.

Mi sono rigirata fra le lenzuola ancora una volta, di poco più vigile e meno sognante. Avevo le membra tutte indolenzite e la mente assonnata … ho socchiuso lievemente gli occhi di nuovo.

Ero piacevolmente stanca e mi facevano male i muscoli dell’inguine, delle gambe … ho sorriso furbescamente tra me e me. Abbiamo fatto l’amore diverse volte, io e Rod, durante tutta la notte, era per festeggiare.

Ma non ho potuto fare a meno di sentire che, dentro di me, c’era una consapevolezza e un’emozione strana, ancora più forte, che non voleva aspettare per rivelarsi a me, irrompere, violenta ma gioiosa, fra i ricordi nebulosissimi di quella folle serata.

Qualcosa che mi faceva e mi fa tuttora sentire diversa, cambiata. E che mi fa battere il cuore.

Allora mi sono voltata verso la finestra, da cui penetravano i raggi del sole ormai alto e ho alzato lentamente il palmo della mano verso me.

La pelle era morbida, solo leggermente più rosea rispetto al solito, i raggi polverosi di sole illuminavano dritti verso i miei polpastrelli, lasciando una tenue oscurità tutto intorno. Lì, come per magia, ho visto il piccolo taglietto, ancora leggermente rosso vivo, sul dito.

Lo sapevo, non era immaginazione la mia.

Anche se era un taglio davvero piccolo, anche se, piuttosto che sul dito sarebbe stato meglio farlo sulla mano, anche se mi ricordavo davvero poco di quel momento che avrebbe dovuto essere tra i più importanti della mia vita, quella piccola cicatrice stava lì, illuminata dal sole, a dimostrare tutto, e rendermi orgogliosa di tutto.

Ho sorriso a me stessa: mi sono davvero sposata con Rod.

Ero legata a lui ora. Come non mai.

Un matrimonio vero e proprio, un matrimonio di sangue. Per sempre.

Ho avvicinato il dito alle labbra, volevo baciarlo, ma mi sono ritrovata a morderlo poco dopo, e succhiarlo delicatamente.

Non c’era nulla di romantico in me. Solo passione, solo desideri e rabbia, tutto mescolato insieme. Desideravo Rod, volevo sposarlo e l‘ho sposato, ma l’immagine del mio maestro tornava così spesso nella mia mente che, immediatamente dopo, provavo rabbia per essermi legata con qualcuno che non fosse lui, e il morso è venuto di conseguenza.

Ho sospirato lungamente.

Poi di nuovo mi sono rilassata, scoprendo appena le lenzuola. Per fortuna, avevo avuto la buona idea di tornare a casa, di non dormire fuori tutta la notte.

Ero comunque stanca, non riuscivo a scendere a fare una normale colazione, sembrando sveglia, elegante e attiva, facendo come se nulla fosse accaduto, cosa che tutti i miei famigliari apprezzavano in maniera pretenziosa.

Ho sospirato, indecisa sul da farsi, ritornando involontariamente con la mente a quei momenti.

Avevo ricordi davvero confusi, eravamo incredibilmente ubriachi entrambi, volevamo festeggiare un evento, quello che avevo compiuto io, c’erano i falò nelle radure, c’era la luna alta nel cielo, c’erano i fuochi fatui in lontananza, che annunciano che la stagione autunnale è ormai ampiamente giunta, c’erano suoni e canti magici dappertutto.

E abbiamo voluto sposarci. Subito. Quella sera. Noi due insieme, noi due da soli.

Le uniche anime gemelle di questo mondo magico.

Questo abbiamo pensato, credo, durante la notte.

Ora era giorno però, e non sapevo nemmeno dove fosse finito Rodolphus.

Il mio legittimo consorte.

Ma sapevo che mia madre mi avrebbe ammazzata.

Mio padre mi avrebbe disconosciuta.

Come avrei mai potuto dirgli che la cerimonia per il matrimonio più importante di tutto il mondo magico, sarebbe andata a monte? Proprio la cerimonia di quel matrimonio che loro preparano da mesi, e solo e soltanto perché, i due sposi in questione, si erano già sposati, da soli, in segreto, durante una notte di follie ed esagerazioni.

Ed eravamo, sia io che Rod, felicissimi così. Con un matrimonio perfetto per due come noi.

Una notte, poco fuori Nocturne Alley, con gente sconosciuta, malvagia e oscura a testimoniare la nostra unione, un’unione sancita con il rito più forte e cruento che esista. Il patto di sangue, il mescolare l‘essenza, lo scambio della magia.

Però, come avrei fatto a dire, sempre ai miei genitori, che questo è successo solo ed esclusivamente perché, sempre i suddetti due sposi, passano notti brave e sregolate ogni volta che va loro? E quella notte era particolare, era per festeggiare la prima battaglia di una dei due, i primi assassini efferati dei nemici?

Non avevo idea di come dire tutto ciò, anzi, a dire il vero, non avevo idea di come evitare di dire tutto ciò.

Mentalmente ho ripassato i momenti salienti, per vedere se fosse davvero tutto valido.

Ho ripensato, sforzandomi decisamente di ricordare, ai quattro elementi, acqua aria terra fuoco, all’invocazione dello spirito, alla promessa di restare uniti per la vita, seguita poi dallo scambio di sangue, e dal richiamo dell’energia magica, la presenza di testimoni al rito … Sì, c’era tutto.

Eravamo stati bravissimi.

Avevamo anche consumato la nostra unione più e più volte quella notte, poco lontano dal fuoco, stesi sulla nuda terra, a respirare l’aria pungente, ormai ricca di umidità. Era un vero inno alla passione e all’amore il nostro, un inno feroce ed appassionato al nostro legame. Un legame fra anime gemelle.

Eravamo sposati, così, come due folli, come non si conviene a gente purosangue come noi.

Ma mi sentivo e mi sento felice. Man mano che i ricordi riaffioravano, seppur vagamente, alla mia mente, mi sentivo vicina a Rod, e serena.

Pensavo e ripensavo a queste cose, con ancora la mente annebbiata da sonno, alcol e spossatezza, fino a che non mi sono riaddormentata tutta felice.

Al resto, mi sono detta, avrei pensato meglio più avanti.

*****

Ho tenuto segreta la storia del matrimonio per diversi giorni. Ho cercato di comportarmi come se nulla fosse successo, concordando con Rod di pensare bene a come gestire la situazione, prima di annunciarlo al mondo.

Per lui le previsioni non sono brutte quanto le mie, a suo padre è sempre importato poco di come gestisce la sua vita il figlio.

Resterà deluso per il ricevimento mancato e poco altro.

E Rod non vede l’ora di stare con me.

Per quanto mi riguarda, è tutto diverso. Voglio stare con lui, vivere libera ed indipendente insieme al lui, ma, onestamente, il pensiero di affrontare tutta la mia famiglia per raccontare quello che ho fatto, non mi alletta per nulla.

Ho continuato a tacere con tutti, fino a quel pomeriggio.

Spesso in autunno, occupavo il grande gazebo di erbologia, situato nel cortile interno della casa, riparato da sguardi indiscreti di Babbani e lontano dalla casa, in un punto piuttosto isolato del parco. È situato là perché inutilizzato per la maggior parte del tempo. Nessuno della mia famiglia ne fa grande uso, troppo impegnati in qualche attività semplicisticamente mondana per occuparsi di magia e stregoneria, esperimenti sulle piante magiche ed affini.

A me invece piace.

Posso studiare tutti i libri di magia oscura, fare prove ed esperimenti, tentare incantesimi semplici o più complicati.

Dato il freddo, invece che stare in casa, uso un antico mantello di feltro e passo là parte delle mie giornate libere. Quel pomeriggio però, ero più agitata del solito e fumavo in solitudine. I libri sparsi un po’ ovunque, così che all’occorrenza potessi trovarli facilmente, ma mi prendevo spesso una pausa fra un infuso e una pozione, o fra una formula e un ingrediente sconosciuto da trovare, bruciando fra le labbra quelle sigarette dai vari sapori, diversi ogni giorno, a seconda del mio umore.

Lavanda, timo, tiglio, menta … e avanti così.

Era uno dei passatempi di Rod, crearmi ogni volta un sapore diverso, pensava mi facesse pensare a lui. “Che assurdità” gli dicevo ogni volta, ma sapevo che aveva ragione, mi ricordavo di lui ogni singola volta che fumavo.

Stavo appunto così sola, quando, improvvisamente, il nostro cane Aengus, un cane grande, grosso e nero, mi è venuto in contro, di corsa, bloccandosi a poca distanza da me, portando dietro di sé una folata di aria fredda, proveniente dall‘esterno.

Mi sono subito messa all’erta, era strano che qualcuno venisse in quel luogo.

Ho guardato Aengus dritto negli occhi, anche lui mi guardava fissamente. Poi è corso da me dolce e amichevole a farsi accarezzare.

Poco dopo è giunta mia sorella trafelata.

Per quanto Cissy possa essere trafelata, dato che lei non si scompone mai, nemmeno dopo una corsa.

Aveva solo il fiatone e qualche ciocchetta di capelli biondissimi fuori posto, che ha subito rimesso in ordine con grazia.

“Quel cane ubbidisce solo a te Bella! È cattivo e con un carattere troppo forte, non riesco a gestirlo minimamente. L’ho inseguito fino qui!” mi ha detto Cissy guardando il cane con grosso disappunto.

L’ho guardata divertita “Basta solo saperci fare, bisogna entrare nella mente degli animali, capirli, farsi capire. Ordinare. È facile, basta solo un po’ di pratica.” le ho detto accarezzando felice il nostro cane.

Lei si è dunque avvicinata a me guardandomi in maniera cupa “Cosa direbbero i nostri genitori se sapessero che impari la magia oscura? E la usi così tranquillamente, sempre, in casa nostra e fuori?” ha domandato, riferendosi certamente a quello che facevo con gli animali di casa.

Pareva preoccupata sul serio. “Non hai paura Bella? È una magia molto pericolosa, può fare del male anche a te!”

Non avevo voglia di discutere su questa cosa, sapevo benissimo che strada intraprendere e l’avevo più volte ripetuto anche a mia sorella.

“Mmmhh …” ho risposto dunque “… e cosa direbbero se sapessero che sei di nuovo qui a casa, invece che a scuola, semplicemente per vedere il tuo fidanzatino più grande?”

Lei mi ha guardato inviperita, rossa … non so se di rabbia, o per la vergogna di essere stata subito scoperta.

“Ho ottenuto il permesso da Lumacorno! Per il matrimonio dei Parkinson, a cui tu non hai partecipato per non ben chiari motivi.”

Ho alzato le spalle sorridendole, ma lei ha continuato, anche se ormai simpaticamente, elencando le mie pecche.

“E che direbbero di te che ci vieni a fumare qui ogni giorno di nascosto. Fra uno dei tuoi pericolosi incantesimi e l‘altro?” poi ha fatto una pausa, mi ha guardata dritta negli occhi e ha aggiunto “e che hai un debole molto spiccato per il tuo maestro di arti oscure? Nonostante tu sia fidanzata con Rodolphus Lestrange?”

In quel momento sono stata io a guardarla male.

Ma non riusciamo mai a litigare per molto io e Cissy.

Per cui, non rendendomene quasi conto, ho esclamato con enfasi “Non fidanzata, Cissy … sposata …”

Cissy ha taciuto all’istante, ha sgranato gli occhi nella direzione dei miei come raramente l‘ho vista fare, perdendo persino parte della sua proverbiale eleganza, poi ha quasi urlato “Sposata? Vi siete sposati? Mi prendi in giro?”

Le ho intimato di abbassare la voce, poi ho spento la sigaretta e le ho risposto calma “No, siamo davvero marito e moglie, un rito magico vero, tutto splendidamente mistico, forse solo un po’ esagerato, sfrenato, ma bello.”

Cissy è stata zitta per qualche istante a guardarmi stupita, assorta, quasi come se cercasse di capire qualcosa di me che le sfuggiva, che trovava ancora sconosciuto. “Non stai scherzando sorella, l’avete fatto davvero.”

Ho annuito ulteriormente.

Lei allora mi ha sorriso, sforzandosi di ricacciare la sua indignazione, o alla delusione, che poi ha evidentemente lasciato il posto alla curiosità, mi ha detto “Raccontami.”

“Del matrimonio? Com’è stato?” ho chiesto.

“Sì Bella, ti prego” ha asserito decisa “raccontami tutto, avrei voluto esserci anch‘io.”

Aggiornerò

Bella

……………………………....................................................................................................................

Note:

Bentornate!

Così Bella e Rod si sono sposati!!

So di aver descritto questo avvenimento in maniera particolare, ma personalmente non ho mai amato i matrimoni dei maghi descritti identici a quelli babbani. Nel prossimo capitolo descriverò l’avvenimento più nei particolari (grazie al racconto che Bella farà a Cissy), cercando di dargli una nota del tutto diversa.

Per quanto riguarda il “come” si sono sposati i due … capitemi, pensando ai tipi, una tranquilla e normale cerimonia non mi sembrava per nulla azzeccata!

Spero di non avervi troppo deluso.

Altra nota importante: ho letto da qualche parte che “comandare” la mente degli animali è una dote e un’arte oscura, per cui ho approfittato di questo particolare per far capire che Bella ormai usa la sua magia in varie occasioni.

Aengus è il nome di un dio dei Celti, per la precisione il dio dell’amore non corrisposto. Molto affascinante e di grande personalità. Ho immaginato che il nome al cane l’avesse dato Bella … pensando a voi sapete chi!!!

Direi che per questo capitolo ho detto tutto.

Alla prossima e grazie come sempre! Sia delle letture che delle recensioni.

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Capitolo 17
*** Notte di fuoco ***


Dal Grimorio di Bellatrix: “NOTTE DI FUOCO”

Avevo percepito fin dall’inizio che quella sarebbe stata una serata particolare.

Ma non immaginavo che sarebbe stata così particolare, così emozionante e unica.

Quello stesso pomeriggio, Rod mi aveva raccontato di aver saputo di un raduno di maghi e streghe molto interessante e diverso dal solito.

Si sarebbe svolto sulle sponde del Tamigi, fuori Londra, nel pieno della campagna circostante, e vi avrebbero partecipato giovani maghi piuttosto famosi nel nostro ambiente, provenienti dall’Europa del nord, ci avrebbero di sicuro fatto rivivere atmosfere antiche, richiami di magia celtica e oscura.

Sapevo benissimo che Rod era stato informato di ciò dal mio maestro in persona, il quale aveva da poco iniziato a concedere al mio fidanzato una gran quantità di missioni importanti e interessanti che richiedevano un’attenzione particolare.

Io ero orgogliosa di lui … e anche un po’ invidiosa.

Volevo essere io la migliore per il mio maestro, la migliore in ogni senso ed in ogni campo, invece capivo benissimo che Rod stava velocemente diventando il suo servo e Mangiamorte più capace e fedele, e si stava guadagnando la fiducia di Lord Voldemort.

Quella fiducia tanto difficile da ottenere …

Amo Rod, ma non mi lascerò superare così ancora per molto tempo, diventerò Mangiamorte e sarò io la migliore, questa è una promessa che mi faccio da sempre, e non ci rinuncerò.

Per quanto riguardava l’evento della giornata, non avevo idea se gli ordini per lui consistessero semplicemente nell’osservare e imparare, o se dovesse anche fare qualcosa di specifico e importante, tipo cercare contatti esterni, o reclutare qualche mago potente per la causa, o per unirsi ai Mangiamorte stessi.

Non capivo nemmeno bene come facesse Rod, che si divertiva sempre in modo spropositato durante questi eventi, a rimanere concentrato nei momenti necessari e giusti, in modo da portare a termine le sue missioni e i compiti che gli venivano assegnati.

Forse è vero che è speciale. Dopo tutto, mai mi sarei potuta innamorare di un tipo ordinario, di un incapace e debole ragazzo.

Pensando questo, sono andata allo specchio e, guardandomi, ho sorriso.

In quel momento, in tutti i momenti in cui lo pensavo, mi sentivo così unita e simile a lui, da volerlo e desiderarlo follemente. Capivo benissimo di non poter stare senza Rod. Mi esalta sempre, mi sprona, mi sfida e non mi lascia quasi mai sola.

A parte quando si arrabbia e diventa violento, allora si scatenano liti furibonde fra noi, che sembrano non avere né fine né risoluzione.

In quei momenti sì che mi fa sentire sola. Allo stesso tempo, le liti ci esaltano, il dolore ci fa godere, entrambi, tantissimo.

Questo è il nostro modo di vivere e amare.

Ho sospirato lungamente, spostando l’attenzione dai miei pensieri su Rod, alla mia persona allo specchio.

Fin da ragazzina, ho sempre avuto l’abitudine di fermarmi davanti ad esso e guardarmi attentamente, studiarmi e osservarmi. Da tanto tempo, ormai, non lo facevo più: gli studi tanto impegnativi col mio maestro, gli allenamenti estenuanti diventati quasi giornalieri, gli impegni mondani, e il tempo passato insieme a Rod, mi avevano impedito di riuscire a concentrarmi così tanto su me stessa, come invece facevo in passato. Era diventato tutto più frenetico e, allo stesso tempo, esaltante.

In quel momento però, sentivo proprio il bisogno di guardarmi ancora una volta, di pensare e vedere com’ero diventata più donna, più bella, più oscura.

Riflettere su come desideravo essere più indipendente, libera e forte, come lo era già Rod. Su come volevo crescere ancora e fare ogni cosa desiderassi, per esempio essere la padrona.

Di tutto.

Intimamente, ecco che mi preparavo a qualcosa, qualche cambiamento, che ancora non sapevo dove mi avrebbe portato, ma sentivo che fosse giunto il momento di farlo.

Lentamente, sempre davanti all’enorme specchio incorniciato d’oro e pietre magiche, mi sono spogliata, accarezzandomi la pelle e lasciando cadere i lunghi capelli morbidi sulle spalle. Mi sono liberata dei miei vestiti per indossare qualcosa di appropriato alla serata.

È sempre importante cosa si indossa durante un rito.

Ho scelto un vestito nero, leggero, lungo e fluttuante, che desse la sensazione di perdizione nell’oscurità. Morbido e avvolgente, scollato e provocante. Poi ho aggiunto un pendente argentato, con pietre nere incastonate a rappresentare il pentacolo, il simbolo della stregoneria. Non lo portavo ancora rovesciato, perché non ero ancora una strega oscura a tutti gli effetti.

Ho pettinato un po’ i capelli lisci e morbidi, lasciandoli liberi sulle spalle, come sempre: non amo e non amano essere legati in acconciature, nemmeno le più semplici.

Dovendo partecipare a riti magici, non ho esitato a restare nuda sotto al vestito, perché così la magia fluisce più fortemente e liberamente. Non avevo minimamente l’idea, ancora, che quello sarebbe diventato il mio vestito da sposa.

Stavo ancora sistemando i capelli che, attraverso lo specchio, ho visto Rod comparire dal camino spento di camera mia, quello che tengo libero dal fuoco per le sue visite segrete a tarda notte. Ci siamo soltanto sorrisi guardandoci nel riflesso dello specchio: i classici saluti tra innamorati, per noi sono assolutamente superflui.

Si è avvicinato dietro di me, abbracciandomi e stringendomi le spalle. I suoi occhi, che nei primi anni in cui ci frequentavamo erano di un marrone quasi ambrato, in questi ultimi mesi avevano come preso un colore più scuro, non più bello, ma più inquietante, capace di nascondere più segreti nell’anima.

Mentre i capelli erano sempre i soliti, mossi e scompigliati, ancora uguali a quelli di un ragazzino agitato e inquieto.

Quando però mi abbracciava così, da dietro, sentivo i suoi muscoli sempre più forti, il suo corpo che mi cingeva tutta e mi faceva sentire unita a lui da sempre. Quasi intrappolata: era una sensazione piacevolissima, ma a tratti soffocante, perché subivo fortemente la sua forza e la sua personalità dominante. E io non sono tipo da farmi dominare.

Siamo restati così, fermi per alcuni istanti, poi ha spostato delicatamente la mano verso il mio seno, accarezzandomi lungamente e languidamente.

Ho socchiuso gli occhi, lasciandolo fare, abbandonandomi di più fra le sue braccia

Sospiravo, mi piaceva, sentivo la sua voglia e il suo desiderio crescere velocemente. Percepivo ancora una volta, che sarebbe potuta diventare una notte speciale, una notte di fuoco.

Ho appoggiato la mia mano sulla sua, per incoraggiarlo a continuare.

Mi faceva sentire vere e proprie ondate di piacere anche solo con un tocco, tante volte ripetuto, tante volte solo accennato.

“Non porti nulla sotto.” ha sussurrato “Adoro, quando fai così. Sento il tuo odore a distanza, libero di serpeggiare nell’aria. Desidero sentire il tuo sapore fra le mie labbra e i miei denti, come un lupo fa con la sua preda.”

Mentre morbidamente pronunciava queste parole, ha allungato anche l’altra mano, giù verso il mio ventre, per poi finire sull’inguine, seguendo le pieghe morbide del vestito. Sentivo la sua mano fresca molto chiaramente, contro la mia pelle già calda, questo contrasto mi eccitava, tanto che il vestito leggero si era già lievemente bagnato per l’eccitazione che sentivo chiara, nella mente e nel corpo.

Mi sono voltata per baciarlo a lungo, toccando il suo petto col mio seno e intrecciando appena le mie gambe con le sue. Sentivo i suoi sospiri aumentare di profondità.

“Facciamo qualcosa di speciale stasera?” mi ha chiesto estasiato. Io ho annuito subito, senza nemmeno parlare, non aspettavo altro.

Ho quindi chiuso la porta della mia stanza con un paio di incantesimi. Rod ha fatto bruciare una mistura di erbe che, nel giro di pochi minuti, ha creato un fumo denso e profumato che ha invaso tutta la stanza.

Ci riempivamo i polmoni e la mente con quell’aroma speciale, attimo dopo attimo, mentre facevamo l’amore sulle lenzuola fresche di seta nera, fra i ricami e gli stemmi della famiglia Black.

Insieme non facevamo che ansimare e godere appieno del nostro piacere e del piacere che ci dava il fumo che respiravamo in quantità enormi, esaltando le sensazioni che venivano da un amplesso sempre più appassionato.

La notte di fuoco era appena iniziata.

Quella notte avrebbe davvero, in parte, cambiato la mia vita.

E anche la sua.

Crogiolandoci lungamente nel calore dell’amore, siamo poi arrivati al luogo del rito a ora tarda, quando il buio era ormai fitto e affascinante. Siamo giunti mano nella mano, come ragazzini, respirando l’aria fresca che odorava di terra, natura e umidità.

Osservavamo estasiati i fuochi sulle rive del fiume e la magia di cui era pregna l’aria che ci avvolgeva. Era magia molto potente, così oscura e percepibile, che ci faceva sin male ai sensi.

Eravamo totalmente fatti e felici, ci guardavamo incessantemente, senza bisogno di parlare. Lo volevo ancora, lo desideravo già di nuovo, e per lui, valeva lo stesso.

Però non ha fatto né detto nulla a tal proposito.

“Vieni con me, Bella. Avrai la possibilità di tentare incantesimi oscuri, e capire nodi irrisolti del tuo essere.” mi ha invece detto dopo poco, avvicinandosi ad un cerchio magico dei più grandi.

Ero stupita, ma l’ho seguito senza esitare.

Capivo vagamente che, in quel momento, stava facendo per me qualcosa di importante, non sapevo se fosse una sua personale iniziativa, o agisse sotto consiglio del mio maestro.

Ho annuito seguendolo, e siamo entrati in quello che era il cerchio più grande di tutto il raduno. Abbiamo eseguito i riti e pronunciato parole in gaelico antico, di cui non conoscevo nemmeno il significato.

Le pronunciavo in continuazione, sempre e ossessivamente. Non sapevo perché, ma mi davano un piacere ed una sensazione di crescente potere. Non capivo se fosse la magia oscura che mi possedeva sempre di più, se fosse la droga che mi trascinava nel suo mondo perfetto, o se fossero entrambe, che potenziavano insieme i loro effetti.

Sentivo un gran numero di brividi potenti ogni volta che mi avvicinavo di più al fuoco.

“Vieni” mi ha detto Rod prendendomi le mani “Avvicinati al fuoco, lasciati pervadere, l’ho fatto anch’io.” credevo stesse impazzendo, non potevamo certo buttarci nel fuoco. Eppure lo guardavo, sembrava tutt’uno con le fiamme, sembrava essere al massimo della sua potenza.

Sembrava quasi che se non mi fossi unita a loro in quel momento, non sarei mai potuta stare più bene in vita mia, non avrei potuto più esprimere i miei poteri. Era una sensazione che si faceva strada in me prepotentemente, senza lasciare più spazio a pensieri razionali.

Ho sfiorato il fuoco, non bruciava, dava solo piacere. L’ho toccato a lungo, guardato e ammirato, l’ho baciato sentendo il suo ardore e me ne sono impossessata.

O almeno questo ho pensato stessi facendo. In realtà, lo stavo semplicemente comandando.

Avevo imparato a farlo in maniera assolutamente normale e istintiva. È stato diverso rispetto a tutti gli altri elementi che il mio maestro mi ha insegnato a padroneggiare.

Non solo: il pentacolo che portavo nel ciondolo, si è riscaldato fortemente, lo percepivo dal bruciore vago sul mio petto poi, improvvisamente, illuminandosi, si è capovolto.

L’ho osservato velocemente in tutto quell’alternarsi di emozioni e sensazioni pazzesche: indicava che avevo imparato a comandare gli elementi, infatti ora simboleggiava la magia oscura.

“Sei una strega di fuoco, Bella, lo sapevo. Lo sei anche tu.” mi ha detto Rod guardandomi, sembrava molto più lucido di me in quel momento.

“Credo di sì …” ho risposto incerta, cercando di capire cosa stesse succedendo.

“Ne parlerai al Signore Oscuro a tempo debito. Lui sapeva già tutto di certo, e ti chiarirà tutto alla prossima lezione che farete insieme.” ha risposto Rod entusiasta, ma in maniera sbrigativa, come se già fosse pronto per fare altro.

“Siamo due maghi di fuoco allora?” mi sono rivolta a lui per saperne di più.

“Sì! E credo sia il caso di celebrare l’evento. Siamo uguali tu ed io, inseparabili anche nella magia.”

Mi sentivo forte, più potente di prima.

Ho baciato di nuovo Rod, mentre terminava di dire quella frase, mi era piaciuta e mi piaceva lui, sentivo tutte le fiamme dell’inferno ardermi la pelle, mentre le mie labbra toccavano le sue, il mio fuoco si mischiava e si moltiplicava unendosi al suo.

Eravamo potenti, invincibili. Tutto avveniva in maniera vorticosa ed incessante, ma non mi spaventava, volevo essere sopraffatta, volevo essere inondata dal potere e dalla notte, per poi svegliarmi diversa, più forte, più potente ancora.

Sempre più potente, non potevo fermarmi, non mi sarei mai fermata.

Mai.

Sempre mano nella mano, sempre camminando fra un falò e l’altro, fra canti, incantesimi e rune marchiate sulla pelle dei nuovi adepti di cerchi magici e sette, ci siamo diretti a bere.

Volevamo bere entrambi, perché lentamente l’effetto delle droghe se ne stava andando, ma la magia e la notte erano ancora lì per essere vissuti.

Volevamo di più, ancora di più, l’esagerazione, il brivido assoluto.

Abbiamo bevuto acquaviola e idromele, e tanto. Per poi iniziare le danze sul fiume.

Immersi nel colore rosso e arancione dei falò attorno a noi, tanto vicini da poter sentire, nel rumore del luogo, ogni singolo crepitio delle fiamme.

Sentivo caldo, sempre più caldo, avevo la sensazione che il calore fosse ovunque, e sembrava che la stessa cosa valesse anche per Rod, che non aveva mantenuto nemmeno un briciolo di lucidità, come se si fosse lasciato andare totalmente, come se nulla più gli interessasse compiere, se non stare completamente con me.

Allora ho capito che prima aveva compiuto la sua missione, la missione assegnatagli dal mio maestro per me.

Mi piaceva così, mi affascinava molto, mi sono stretta a lui abbracciandolo forte, era un vero Mangiamorte, ed era mio.

Mi ha baciata a lungo e appassionatamente.

“Rod …” gli ho sussurrato, parlando vicino alle sue labbra “Ci sposiamo?”

Non ha esitato nemmeno un istante, non è sembrato nemmeno stupito della mia proposta, forse solo leggermente.

“Non potrei chiedere di meglio.” ha risposto baciandomi di nuovo con un sorriso maligno e malizioso, buttandomi sul prato per fare, di nuovo, l’amore con me.

Ridevo e lasciavo fare, mi lasciavo toccare scompostamente le spalle, le braccia e il seno. Era pur sempre il mio mago di fuoco, io la sua strega di fuoco, era ovvio che fossimo entrambi passionali ed impulsivi, sconsiderati e senza vergogna.

Ho smesso di ridere e ho iniziato a sospirare forte solo quando mi ha afferrato forte le cosce, scostando la veste e divaricandole lentamente, per poi insinuarsi dentro di me, con una voglia che lasciava poco spazio alla fantasia, al tempo e alle carezze.

Rod mi voleva, era così appassionato e violento come solo un Mangiamorte poteva essere ai miei occhi. Questo pensiero mi eccitava talmente, che l’intensità dell’orgasmo è stata ancora più forte del primo della serata.

Non importava la condizione, la situazione, la gente e i riti attorno. Mi sentivo così potente da non dovermi preoccupare di nulla e di nessuno.

Il mondo apparteneva a me e a lui soltanto.

Ci siamo sposati poco dopo, grazie ad uno stregone straniero, vestito con manti viola e rossi, con un bastone al posto della bacchetta.

Era un potente mago del nord Europa, che non parlava nemmeno bene la nostra lingua, ma conosceva perfettamente come unire due anime malate e maledette come le nostre. Ricordo questo caldo continuo e terribile fuori e dentro di me, che stando al fianco di Rod, si moltiplicava ancora di più, probabilmente perché provava la stessa sensazione.

Per fortuna, l’aria della notte, la lieve brezza proveniente dal fiume e dal profondo dei boschi circostanti, riusciva a riportarci leggermente alla normalità, quel tanto che è bastato, almeno, per celebrare la breve cerimonia.

Lo stregone era imponente, con una lunga barba brizzolata che ricadeva sul petto e sulla veste, ha parlato in parte in gaelico e in parte nella sua lingua, e ha pronunciato le formule di rito: per l’amore, la fiducia, la fedeltà.

Mentre ascoltavo quelle parole, la brezza continuava ad accarezzarmi i capelli e li scompigliava, sembrava quasi che il vento non mi lasciasse concentrare sul momento focale del matrimonio. Era uno strano gioco che, a dire il vero, non mi disturbava del tutto.

Poi è venuto il momento dell’unione vera e propria, mi sono scossa, e non ho dato più importanza ad altro.

Per la promessa lo stregone ha voluto uno scambio di sangue.

“Usa l’athame, Bella e fallo per prima tu.” mi ha detto Rod guardandomi e stringendo poi le labbra fra i denti.

Da quelle parole, ho capito che aveva un desiderio ossessivo di godere ancora con me. Non si stancava mai, e in quel momento cruciale, cercava di placare questo desiderio con il piacere che prova quando viene ferito, o ferisce qualcuno. Aspettava dunque il taglio con una grande eccitazione, io non l‘avrei certo deluso, ho sempre amato fare del male.

Ho richiamato l’oggetto magico che, non appena è giunto a me, ha brillato alla luce della luna, come se stesse accondiscendendo all’uso che ne volevo fare.

Ho preso dunque la sua mano fra le mie, l’ho voltata lentamente, perché mi porgesse il palmo. Ho leggermente accarezzato la pelle con la punta della lama, con grazia ed eleganza, facendo passare il tempo, dilungandomi sui preliminari. Assaporavo la sua frenesia che era palpabile nell’aria, il battito del suo cuore e il tremore dei suoi nervi.

Mi piaceva portarlo al limite estremo.

Poi, improvvisamente, ho tagliato decisa la carne, incidendo lungo buona parte del palmo. Rod non ha fatto un solo cenno di dolore, ma ho sentito che si è rilassato completamente, esattamente come poco dopo un orgasmo. Ho sorriso soddisfatta e silenziosa.

Pochi istanti dopo, un rivolo di sangue caldo e scuro ha bagnato le mie dita, era la prima volta che ferivo il mio uomo: lo trovavo davvero affascinante.

Lui ha impiegato poco tempo, prima di fare la stessa cosa con me, piegando il mio polso verso l’alto e tagliando lungo il palmo, veloce, senza la minima esitazione.

Ho sentito un intenso dolore bruciante, placato subito dopo dal sangue, che fuoriusciva lento dalla ferita.

Solo dopo aver osservato a lungo il nostro sangue, come ipnotizzati da quel rito unico, abbiamo unito le mani al chiarore della luna, all’unisono, mischiando la nostra essenza ancora una volta e siamo stati uniti per sempre.

Eravamo entrambi fermi in quel momento. Tutta la frenesia era concentrata fra le mani.

Il calore del fuoco giungeva fino alle ferite, per farle bruciare ancora più di prima, non riuscivo a staccarmi da lui, dal suo sangue e dai suoi occhi fiammeggianti, invasati, folli, sballati.

Gli stessi occhi che forse lui vedeva in me.

Due maghi di fuoco.

Con il taglio la cerimonia era giunta al termine, siamo dunque rimasti soli.

Rod ha fatto un gesto strano, particolarmente affettuoso per lui: mi ha stretto i fianchi, sollevandomi leggermente, per farmi stare più in alto di lui e mi ha guardata sorridendo.

“Bellatrix, fai ancora l‘amore con me?”

“Certo.” ho risposto sorniona “Ora siamo marito e moglie, dobbiamo suggellare il nostro legame.”

Sapevamo di aver fatto qualcosa di particolare, di importante, e sapevamo di averlo fatto in modo del tutto folle, sconsiderato, ma eravamo felici entrambi, ci sentivamo ancora più uniti. Questo lo sentivo dentro di me e lo vedevo chiaramente negli occhi di Rod.

Abbiamo quindi camminato fino al fitto del bosco, lontano da tutti, dove solo la tenue luce dei falò giungeva a illuminarci vagamente gli sguardi, il volto, la pelle.

Il lento scorrere del fiume non molto lontano, alternato al fruscio del vento fra le foglie degli alberi, faceva da sottofondo ai nostri sospiri, alle nostre grida e ai piccoli sconci sussurri che scambiavamo. Sentivo l’erba sotto di me, l’umidità della terra e i rami che pungevano o graffiavano la schiena e le gambe, tutto.

Non mi importava.

Il piacere di stare con Rod, amarlo e farmi amare, sentirlo mio per sempre, suggellare quel legame stando a contatto con tutti gli elementi, era tutto ciò che più desideravo in quel momento e potevo estraniarmi da tutto il resto.

Ero stata felice di conoscere il mio elemento.

Ero stata entusiasta di sapere che sono come lui, che siamo solo fuoco. Soltanto un pensiero mi distraeva, vagamente, da tutto questo.

“Il mio maestro che genere di mago sarà?” mi domandavo. Ora che sapevo di me, avrei potuto sapere anche di lui, me lo aveva promesso.

Il solo pensiero di conoscerlo anche sotto questo punto di vista, mi distoglieva dalla situazione che stavo vivendo. Come il vento che continuava ad insinuarsi fra i miei capelli durante la cerimonia, come la brezza che in quel momento così intimo e caldo, mi frusciava sulla pelle, rendendola più fredda del normale.

Poi però questa idea si dileguava, per istanti sempre più lunghi, lasciano spazio a sensazioni di immenso piacere e ondate di perdizione improvvisa e intensa.

Rod era il fuoco, era vero, bastava sentire come faceva l’amore.

Quando ha deciso di sfiorarmi tutto il corpo con le dita, di scendere lentamente con le sue labbra lungo il mio ventre, per arrivare fino al punto più nascosto e sensibile, fra peli e calore della carne; mi ha quasi tolto il fiato dai polmoni, facendomi sospirare, quasi sibilare, per quelle sensazioni splendide, forti, ed inattese.

La sua lingua calda e avvolgente ha liberato in me una serie istantanea ed infinita di fiammate di intenso piacere, che si sono susseguite al ritmo del suo volere per un tempo che mi è sembrato fin troppo poco, perché avrei voluto non terminasse più.

Invece ha terminato, unendosi a me di nuovo, mentre lo avvinghiavo stretto fra le mie gambe per averlo fino in fondo, fino nel profondo, per godere insieme quell’ultimo momento di piacere.

Quello che fa sin male.

Quando tutto è finito, sono restata accanto a lui, senza tanto fiato per parlare, piuttosto stremata da tutta quella serata incredibile e quasi delirante, da tutto quel fuoco e quella passione che era scaturita da noi, irrefrenabile ed interminabile.

Nemmeno Rod ha parlato, teneva la testa poggiata su arbusti umidi e lasciava che i capelli gli ricadessero a coprire leggermente gli occhi. Era stremato, ma sembrava felice.

Poco dopo ci siamo stancamente rivestiti.

Mentre indossavo lentamente il manto nero leggero, notavo che tutto il calore che ci aveva pervasi, stava lentamente scomparendo, lasciando il posto ad una totale spossatezza e il freddo del finire della notte iniziava a penetrare nelle membra.

Ci siamo stretti entrambi sotto al mantello di Rod, per poi dirigerci di nuovo nella radura: ogni rito era terminato e tutti maghi e streghe rimasti, prendevano stancamente la strada di casa.

“Voglio dormire con te.” ho detto a Rod guardandolo improvvisamente incerta, tornando quasi del tutto alla realtà.

Non volevo più separarmi da lui, ma sembrava pensieroso e indeciso.

“I tuoi genitori ti ammazzerebbero, Bella. Ti sei sposata in segreto, ci siamo sposati come folli senza ragione. Non certo come due purosangue di antichissime e importanti casate. Forse sarebbe meglio, prima, pensare a come poter fare per dare questa notizia a loro, e all’intero mondo magico.”

Ero delusa, infuriata, ma ho annuito: sapevo che aveva ragione, anche se la situazione mi faceva rabbia, una rabbia estrema, avrei voluto fare a modo mio.

Avevamo quasi vent’anni, c’eravamo sposati e volevo stare con lui. Non mi piaceva il fatto di dover rendere conto a qualcuno di ciò che voglio e di ciò che faccio.

Ci siamo comunque materializzati entrambi nella mia camera da letto, dove regnavano la pace, il silenzio, il calore di mura accoglienti, siamo giunti lì, rovinando letteralmente sul letto, per lo stato in cui versavamo, di nuovo su quelle coperte tra le quali era iniziato tutto, quelle con disegnati gli stemmi di famiglia.

Restando così, ancora avvinghiati, Rod mi ha detto “Baciami ancora.”

L’ho baciato a lungo, prima di addormentarmi sul letto tranquilla e beata, prima di sognare di nuovo quella serata pazzesca e stupenda, prima di rendermi conto, la mattina dopo, col sorgere del sole, sola nel mio letto, che ero diventata una donna, una strega oscura, una strega di fuoco.

E che non ero più la signorina Black, ma la signora Lestrange, sicuramente un’adulta a tutti gli effetti.

Bella

……………………………....................................................................................................................

 

Note:

Ed eccolo qui l’atteso matrimonio!! So che è strano, so che è diverso da quanto si legge di solito, so che non a tutti piacerà, ma questa è la mia visione dell’evento e così ho voluto descriverla.

È lunghissimo, per cui vi ringrazio se siete riuscite ad arrivare fin qui. L’ho scritto anche abbastanza in fretta, e lo correggerò meglio in serata (ora devo proprio iniziare a studiare) e mi scuso se nel frattempo qualcuno di voi troverà qualche orrore!

Ci sono ovviamente vari collegamenti alla storia portante “Il maestro di Arti Oscure” e qualcuno, più velato, alla storia ancora precedente “La strega più potente”

Ho preferito svelare gli elementi sia di Bella che di Rod insieme, perché come vedete sono gli stessi, mentre resterà incognito ancora per qualche capitolo (con vari indizi) quello del maestro.

Avviserò della pubblicazione anche ne Il maestro di Arti Oscure (dato che avevo promesso un preavviso, ma poi, come sempre, la mia indisciplinata ispirazione sfasa tutti i miei piani)

E veniamo alle dediche … non posso che dedicare questo capitolo a due persone a me molto care:

meissa_s e Julia Weasley

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Capitolo 18
*** Il segreto ***


DAL GRIMORIO DI RABASTAN: “Il segreto”

La grande novità di mio fratello e della sua dolce metà non è stata poi così male per me.

Dopo tutto, ho pensato mentre lo venivo a sapere da Rod, sarebbe dovuto accadere prima o poi, e io mi sono anche potuto risparmiare di assistere alla cerimonia, e tutti gli aspetti inerenti alla faccenda.

Mi domando solo se, in futuro, l’oscura coppia, ci abituerà a questi continui colpi di testa, o deciderà di darsi una calmata.

Siamo talmente in pochi a sapere della notizia comunque, che ancora non è cambiato assolutamente nulla nella nostra vita. Presumo Bellatrix stia prendendo tempo per evitare di tramortire i suoi genitori con questa notizia sconvolgente presentandogliela così, a bruciapelo.

Prima o poi, comunque, si dovrà decidere. Chissà se allora i due sposini novelli avranno ancora quel sorriso diabolico da facce da schiaffi stampato sulle labbra.

Intanto, dicevo, la vita continua più o meno tranquilla.

Sempre più spesso passo le mie giornate al quartier generale dei Mangiamorte, non saprei cos’altro fare altrimenti.

Presumo che Lord Voldemort sopporti la mia presenza pressoché giornaliera per uno scopo ben preciso, a me ancora sconosciuto. Lo sento da come mi guarda, da come discute con altri non togliendomi gli occhi di dosso.

Il suo sguardo è inquietante, supponente, altero. Sembra sempre nascondermi qualcosa.

Credo comunque lo scopo sia il suo desiderio di allargare le fila dei suoi ligi servitori. Io, lo sa, potrei diventare uno di loro: purosangue, forte, influente, giovane.

Ma non sa che non sono pronto a tutto per lui. Non mi interessa essere un Mangiamorte.

A me interessa Bellatrix. E a volte anche gli altri amici, persino mio fratello.

Mi sto abituando sempre di più a vederlo interagire con Bella, vederli insieme è molto diverso dal vedere insieme lei e Rod.

Loro insieme si esaltano, fanno rumore, ridono, si baciano e litigano. Loro insieme bruciano.

Mentre col maestro di arti oscure è tutto diverso. Bellatrix è diversa.

Alecto spesso mi parla, li osserva anche lei insieme a me. A volte persino di nascosto. Asserisce che è un onore poterlo vedere all’opera, mentre insegna alla sua prediletta, così può imparare qualcosa anche lei di rimando, accontentandosi di guardare.

Strano come tutto, misteriosamente, inconsapevolmente e impalpabilmente, ruoti attorno al maestro di arti oscure, alla sua persona e al suo essere.

A volte fa sentire ipnotizzato, intento ad osservarlo, persino me.

Quella sua aura oscura, quel suo manto nero, o i suoi vestiti neri, sembra quasi che l’oscurità che fa parte di lui, si espanda tutto attorno, creando un’onda di nero mistero capace di travolgere tutto e tutti. O di avvolgerci senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

E continuiamo a guardarlo, a seguirlo, o ad imitarlo. Anche se nessuno ci riesce davvero.

E io osservo anche Bellatrix, sempre più a fondo, sempre più ossessivamente.

Gli allenamenti, i duelli e le arti guerriere, non sono mai facili, diventano di volta in volta più ardui, faticosi, persino cruenti o violenti. Lei sembra sempre uscirne più forte, felice e soddisfatta, non le importa più, dopo, di ciò che è accaduto prima.

Le lezioni di magia oscura invece, sono completamente interdette a chiunque di estraneo a maestro e allieva. Bella ha mai osato parlare di esse. Sono totalmente avvolte nel mistero più completo.

Bellatrix è davvero brava, i suoi incantesimi divengono man mano più potenti, i raggi di luce che scaturiscono con forza dalla bacchetta, diventano ogni giorno più luminosi, più spessi e avvolgenti.

So che il maestro le aveva insegnato un modo per allenarsi a far fuoriuscire tutto il potere che era in lei, senza controllo, senza dosarlo. Semplicemente lasciandolo sprigionare nella sua interezza.

Penso abbia fatto progressi, perché i risultati sono palesemente visibili.

Non solo dal punto di vista della magia. Certamente il maestro non le avrà detto che le conseguenze si svelano anche nella personalità, nel comportamento, nel carattere.

Bella sta cambiando.

Io lo noto.

Come cambiano i suoi poteri, come non argina più la sua potenza e magia, allo stesso modo mi pare di capire non abbia più la volontà, o meglio, la capacità, di arginare la sua personalità, i suoi eccessi, la sua violenza.

Incontrollabile, o quasi, in ogni cosa che fa, o pensa.

Non noto più alcun freno. La coscienza, la consapevolezza di cosa sia giusto o sbagliato, pare essersene andata insieme coi suoi incantesimi più morigerati, più controllati e prefetti.

Il maestro le ha fatto distruggere e sbaragliare i canoni della magia, ma insieme a quelli, sapeva se ne sarebbe andato molto altro di lei.

Gliel’avrà detto? L’avrà avvisata? Non so … in caso a lei non è importato.

Ha fatto nascere la vera Bellatrix?

O l’ha trasformata a sua immagine e somiglianza?

Non lo saprò mai.

L’unica cosa che so è che lui è il suo maestro, e lei è felice così. Farebbe tutto per lui.

Lo ama e ora ne sono più che certo.

Me lo ha detto.

Nonostante ne fossi consapevole anche da solo, sentirlo dire dalla sua voce, dalle sue parole, è stato un colpo.

È stato uno di quei giorni in cui la sono andata a prendere dopo una lezione col maestro di arti oscure, uno di quei giorni in cui, mentre aspettiamo Rod, andiamo, insieme, a mangiare a Diagon Alley e la posso avere tutta per me.

Uno di quei giorni in cui, prima di andarsene, resta vicina al maestro di arti oscure, e parlano a lungo, da soli, lui le riserva quei suoi sorrisi enigmatici di cui io sento semplicemente parlare, ma che mai ho avuto l’onore di scorgere. Dopo quei momenti, è strana più che mai, per tutto il resto del tempo in cui la vedo e restiamo insieme.

Uno di quei giorni in cui, ridendo, mi chiede di andare a Nocturne Alley e non a Diagon Alley, ma io non ci voglio mai andare.

Uno di quei giorni in cui capisco che ha voglia di fare disastri.

Lo vedo dal suo atteggiamento esagerato. La conosco meglio di chiunque.

Ancora prima di iniziare a mangiare, Bella ha iniziato a bere. Tanto, spropositatamente, come avrà certo imparato a fare insieme agli altri Mangiamorte.

Frequenta tutti ragazzi, anzi, tutti uomini.

Non sapevo bene come prenderla, il suo fascino faceva presa su di me anche in quelle condizioni e non riuscivo ad avere una reazione reale.

La guardavo perso. Non posso contrastarla nemmeno quando è giusto farlo.

Solo quando ha iniziato a ridere troppo, davvero troppo forte, ad urlare volgarità senza alcun senso, mi sono deciso ad alzarmi per accompagnarla fuori e tornare a casa mia. Non ho pensato nemmeno un attimo di riaccompagnarla a casa sua ridotta così.

Era cambiata, era abituata a lasciare il segno ormai, senza curarsi di nulla e nessuno, alzandosi ha buttato per terra tutto, piatti, bicchieri, tavolo.

E come rideva, le sue grida mi lasciavano incantato.

Avrei dovuto odiarla, ma non potevo.

Disturbando e molestando mezza popolazione presente a Diagon Alley in quel momento, camminando e sbattendo contro vetrine di negozi e portoni di case, siamo riusciti a tornare a casa.

“Vuoi aspettare Rod? O troviamo il modo di farti tornare in silenzio a casa?” le ho domandato abbracciandola con forza, per costringerla a sedersi accanto a me, buona, sul primo divano a disposizione.

“Voglio aspettare Rod.” ha biascicato in risposta guardandomi negli occhi.

Nessuno può capire quanto avrei voluto approfittare di lei in quel momento. Nemmeno io sapevo se sarei davvero riuscito a trattenermi.

L’ho avvicinata a me e lei ha lasciato fare.

Anzi, ha chiuso gli occhi, abbandonandosi totalmente fra le mie braccia, con la testa malamente appoggiata sulla mia spalla.

L’ho guardata a lungo, prima di decidermi a sfiorarle i fianchi delicatamente. Non ha fatto una piega.

“Rabastan” mi sono detto fra me e me “nemmeno si è accorta di quello che stai facendo.”

Allora sono diventato più ardito, ho infilato con grazia le dita sotto la sua veste, fra tutti gli strati di pizzo, seta, raso … fino ad arrivare alla sua pelle.

Il sogno.

Mentre risalivo, ha sorriso appena, tenendo gli occhi chiusi.

Nel buio e nel silenzio di quel momento, mi sentivo protetto. Lei nemmeno si rendeva conto di quello che stava succedendo. Potevo permettermi di approfittarne almeno un po’.

Sarei stato il primo ad approfittarsi di Bella Black … anzi no, ho sbagliato, Bella Lestrange.

Vaffanculo fratello.

Pensando questo, con un sorriso soddisfatto, ho fatto risalire la mia mano fino sul suo seno.

Il paradiso.

Questa volta ha emesso un sospiro più che soddisfatto.

E io la guardavo incessantemente, mentre tornavo ad accarezzarle i capezzoli che sentivo molto più duri sotto al mio tocco.

È stata lei, ad un certo punto, a muoversi leggermente, per farsi accarezzare più volte entrambi i seni.

Mai ero stato preso da una sensazione così forte, violenta e piacevole in vita mia.

Ho continuato come desiderava lei, fino a che non mi ha interrotto, almeno vagamente, dicendo “No … lasciami stare, sto male.”

Allora sì che l’ho odiata davvero.

Ho provato rancore contro di lei, perché mi prendeva in giro anche in quelle condizioni, anche senza volerlo, probabilmente.

Forse era una scusa per non andare oltre, forse era la verità, non l’ho capito. Comunque ha vomitato davvero, per tornare poi a buttarsi letteralmente sul divano.

“Stai bene?” le ho domandato non appena la rabbia si è dileguata, avvicinandomi di nuovo a lei per farla appoggiare a me.

Ha annuito semplicemente, mettendosi più comoda.

“Posso dirti una cosa Rab?” mi ha detto ancora dopo, improvvisamente, dal nulla.

“Certo Bellatrix, tutto quello che vuoi …”

“Ma è un segreto” ha continuato con quel tono da bambina capricciosa che assume spesso quando è ubriaca.

“Manterrò il segreto allora.”

Ha piegato la testa guardandomi e avvicinandosi, forse per farsi toccare ancora. “Davvero?” ha insistito, mentre io le accarezzavo le gambe da sopra la gonna, arrivando delicato ma veloce alle cosce, verso l’inguine.

Lei ha leggermente divaricato le gambe sospirando per sussurrarmi incerta “Ti ammazzo se non mantieni la parola.”

Ho ghignato … con tutta probabilità, nemmeno si sarebbe ricordata un solo istante di quella serata, figuriamoci del segreto di cui voleva parlare “Non preoccuparti, dimmi tutto quello che vuoi, io manterrò il segreto.” l’ho rassicurata insinuandomi intanto con la mano dove la sua pelle diventava sempre più calda.

Ha riso leggermente, sempre più ubriaca, a volte in quei momenti mi domandavo se si rendesse conto con chi fosse veramente, o seguisse i suoi sogni e fantasie.

Se per caso non immaginasse di stare col suo maestro.

Poi lei ha guardato quasi seria e ha detto chiaro “Amo il mio maestro di arti oscure.”

Il silenzio è calato fra noi.

Sapevo che era la pura verità, l’avevo già ampiamente capito.

Ma avevo come una speranza, un dubbio. Invece ora l’avevo sentito chiaro dalle sue parole. Nonostante le condizioni in cui versava, anzi, forse proprio per quelle, mi aveva detto la pura verità, il suo segreto più grande, che non riusciva ad ammettere nemmeno a sé stessa. Non so perché.

Era vero e se ne rendeva finalmente lentamente conto: amava il maestro di arti oscure.

Ho tolto le mani vogliose e l’ho guardata negli occhi, non penso si rendesse pienamente conto di ciò che aveva confessato, improvvisamente mi è quasi crollata addosso e mi ha detto dolcemente “Andiamo da lui?”

Mi è scesa addosso un’infinita tristezza. Ho provato a farmi forza, a non farci caso e ho scherzato

“Se ti vedesse in questo stato, immagini come s’incazzerebbe?”

“Allora dov’è Rod? Voglio stare con lui.” mi ha chiesto subito, scatenando di nuovo la mia rabbia appena sedata.

Ancora Rodolphus! Maledetto fratello. Quanto avrei voluto che avesse sentito le parole di Bellatrix di poco prima, come ne sarei stato felice!

Invece abbiamo dovuto attendere ancora del tempo, prima di vederlo comparire dal camino.

Aggiornerò

R.

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Finalmente riesco ad aggiornare anche questa ff!! Spero non ci siano errori, l’ho ricontrollata in tutta fretta …

Avrete notato che ho saltato il racconto del matrimonio di Bella e Rod, ma non lo voglio eliminare, anzi, lo scriverò presto! Solo mi serviva separare i piani temporali fra i due racconti: Rabastan è leggermente più avanti rispetto a Bella!

Mi auguro il tutto risulti comunque chiaro.

Chiedo umilmente scusa ma sono in ritardo con le risposte alle recensioni! Risponderò doppio entro alcuni giorni, promesso. Fatto è che ho veramente poco tempo e ho preferito aggiornare per non farvi aspettare ulteriormente (con questa ff ero davvero indietro …)

Nel prossimo capitolo ricomparirà anche Rod finalmente …

A presto e grazie a tutte voi!

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Capitolo 19
*** Volevo essere come lui ***


DAL GRIMORIO DI RABASTAN: “Volevo essere come lui”

Sì, è chiaro come il sole: mio fratello ha tutto un altro stile rispetto a me.

Continuo ad averne riprove fastidiose e dolorose. Continue.

Entrato nella stanza dove lo stavamo aspettandolo da tempo, ha guardato subito Bellatrix per pochi istanti e, in seguito, me. Poi, senza proferire parola, capendo tutto in un istante, si è avvicinato e le ha porto la mano, portandogliela vicina al viso, in modo che la potesse vedere chiaramente.

Quando lei gliel’ha stretta appena, Rod l’ha letteralmente alzata di peso dal divano, stringendola a sé, stringendo forte le sue braccia attorno ai fianchi di lei.

Bellatrix si è scossa appena, portandogli le braccia al collo, sussurrandogli all’orecchio che la riportasse lui a casa.

Mi dava le spalle e io guardavo la scena imperterrito, Rod l’ha abbracciata più forte, toccandole anche i capelli, in maniera quasi dolce.

Improvvisamente, in quell‘istante in cui pareva così calmo ed affettuoso, mi ha lanciato, da sopra le spalle di lei, uno sguardo inferocito.

Chiaro e rabbioso sotto i capelli spettinati.

“Non andiamo a casa tua Bella.” le ha poi detto dolcemente e sensualmente, annusando il profumo dei suoi capelli.

“Resti con me stanotte, stiamo insieme io e te.” ha aggiunto sfiorando il collo di lei con le labbra socchiuse.

L’avrei ucciso: Bellatrix non era assolutamente in grado di dire sì o no, la stava soltanto sfruttando, approfittava di lei senza nemmeno averne bisogno, dato che facevano l’amore ogni volta che entrambi lo desideravano.

Avevamo avuto la stessa idea io e Rod, in fondo siamo fratelli, ma io mi ero trattenuto, non avevo fatto nulla realmente. Lui è diverso, appunto.

Non l’amava fino in fondo come me. Ecco chi davvero si approfittava di Bella Black, anzi no, Bella Lestrange, non ero io, né nessun altro. Il vero vincente era Rodolphus Lestrange.

E chi se no?

Lei era persa nei suoi sogni e nel suo amore impossibile per il suo maestro. E il mio onnipresente fratello intanto se la portava a letto. Quando e come gli pareva.

Mentre la portava via con sé, di sicuro in camera da letto, li ho guardati allontanarsi, lui la provocava, la baciava e l’accarezzava dappertutto e lei, poco dopo, ha iniziato a ricambiare quelle attenzioni. Esagerando le sue, come al solito.

In quello stato, mi immaginavo, gli avrebbe concesso tutto ciò che lui desiderava. Qualsiasi richiesta sarebbe stata accettata e ampiamente esaudita. Proprio tutto.

Ed io ero geloso, gelosissimo.

Tanto geloso che ho atteso per parecchio tempo mio fratello quella notte. Non ho potuto fare a meno di aspettarlo, di vederlo … dopo. Sapevo sarebbe tornato a fare i conti con me, lo conoscevo troppo bene.

Difatti, nonostante la notte tarda, nonostante la sicura fatica della nottata, è sceso silenziosamente, nel buio, nella sala dove io lo attendevo.

Quell’atmosfera tanto oscura gli si addiceva perfettamente, sembrava quasi un uomo, mio fratello, non più un ragazzo. Era attorniato dall’oscurità, arrabbiato, soddisfatto, ampiamente soddisfatto, glielo leggevo in volto. Ugualmente, chissà perché, era geloso.

“Cos’è successo qui prima?” ha domandato cupamente, senza perdere molto tempo.

“Nulla.” ho detto candidamente, e in fondo ero sincero: tra me e Bellatrix non era successo nulla di irreparabile. Stupido me.

Rod mi ha guardato di sbieco, incerto, indagatore.

“Io e Bella siamo sposati, credo sia ora di smettere di giocare all’innamorato incompreso Rab.”

Mi ha effettivamente colpito sul vivo con questa frase, a volte dimentico che lui sa, ha capito di me e dei miei sentimenti.

Mi resta sempre da giocare la mia nuova carta: avrà capito che Bella ama il maestro come ha capito che io amo Bella?

Non credo proprio … mentre io so.

So tutto.

Ma non mi giocherò la carta vincente. Non ora almeno.

“Non mi andava di lasciarla in giro in quelle condizioni. Avrei dovuto forse?”

Rod ha distolto lo sguardo, mormorando un no appena percettibile.

Dunque ho aggiunto “Potresti smettere per qualche istante di fingerti il figo che non sei, e dirmi come mai lei si comporti in maniera tanto scombinata?”

Mio fratello mi ha guardato di nuovo negli occhi, con forte disgusto stavolta. Poi ha quasi gridato “Siamo tutti sotto pressione, tutti, non uno escluso. E Bella in questo momento lo è più di chiunque altro. Non stiamo giocando fratello, noi non siamo come te! Stiamo facendo qualcosa. È il volere di lui, e lui ora vuole ancora di più. Forse ora più che mai.

E sai Bella com’è fatta, ha bisogno di fare tutto all‘estremo, di dimostrare che è al di sopra di chiunque … in ogni tipo di faccenda.”

Lo guardavo adirato, odiavo quando mi faceva sentire un inutile nullafacente, quando mi parlava del fatto che, invece, lui e Bellatrix sapevano bene che direzione prendere, dove spendere tutte le loro energie e i loro progetti.

D’altra parte però, sapevo che aveva perfettamente ragione e non potevo controbattere. Sospettavo anche da tempo che, Bellatrix, volesse diventare la migliore fra i Mangiamorte, che fosse pronta a qualsiasi sforzo, impegno, fatica e a sottoporsi a qualsiasi allenamento e preparazione. Aveva in mente fin da subito di diventare la più potente, la più forte. Lo vuole e lo farà, anche se, per il momento, è solo l’allieva.

L’allieva del maestro.

L’ha sempre avuto in testa, è ambiziosa per natura, figuriamoci quando si tratta di Lord Voldemort poi.

Lord Voldemort: colui di cui si è innamorata.

Sta diventando una donna ormai. Ed è davvero evidente, vuole essere la migliore e inizia dalle basi, dallo stile di vita.

“Sfidare e vincere la morte” è uno stile di vita, quello dei Mangiamorte. L’ha capito e lo sta mettendo perfettamente in pratica. E non si fermerà.

Un modo di vivere all’estremo, al di sopra di tutto e tutti, un modo di vivere oltre il limite consentito.

Il modo di vivere inventato, creato, e messo a punto da lui: il maestro di arti oscure.

“Come mai sei geloso fratello?” ho esordito improvvisamente rompendo il silenzio, cambiando bruscamente discorso.

Rod mi ha guardato prima stupito, poi pieno di rancore. Ecco che rispuntava fuori mio fratello adolescente, sempre pronto a far del male, a picchiare e fare a botte.

Mi mancava a dire il vero.

Lo potevo provocare e ferire con grande facilità.

“Non sono geloso, è che non mi fido di te.” ha risposto avvicinandosi minaccioso.

Entrambi sapevamo perfettamente che si stava scatenando una lite violenta, c’eravamo abituati ormai. Ma lui, mio fratello, non sapeva, non sapeva del segreto che io invece conoscevo molto bene, quel segreto che lo potrebbe tramortire, ferire così profondamente da lasciare la sua anima dolorante per sempre. Colei che amava, che scopava, con cui condivideva tutto, l’unica a stargli accanto sempre e comunque, lei, bellissima col sangue più puro di tutti, sua moglie … era innamorata di un altro.

Del suo padrone.

“Mi pare che non ti fidi di lei … dopotutto, fai bene sai?” ho sibilato.

Non mi ero ancora deciso sul da farsi, certo, avevo una gran voglia di gridarglielo quel segreto, gridarglielo in faccia e farlo star male.

Almeno quanto stavo male io.

“Tu la devi lasciare stare Rab, lei è mia, è mia moglie! Nessuno me la porterà via! Le sei stato dietro da quando eravamo ragazzini, le sei stato dietro solo perché mi piaceva e, in seguito, era diventata la mia ragazza.”

Vedevo la sua rabbia schizzare fuori da tutte le parti, tremava quasi. Quando si tratta di Bellatrix, mio fratello impazzisce del tutto.

La ama sì, ma il suo amore è solo fatto di possesso, è semplicemente un grande egoista

L‘ho aggredito con un gran pugno, tanto per fare. Tanto perché, pensavo, Bellatrix era innamorata del suo maestro e io ero nervoso, mi dovevo sfogare.

Chi meglio di mio fratello per questo?

Ha subito ricambiato l’aggressione, e ce le siamo date di santa ragione.

“Tu la vuoi solo perché è mia! Sei pazzo, sei fuori di testa.” mi gridava ogni volta che riusciva, a stento, a darmi un paio di pugni, uno di seguito all’altro.

Ero indubbiamente io il più forte, colui che, fisicamente, lo sovrastava di parecchio.

Mio fratello, il mingherlino, lui che assomigliava tanto a mia madre e mio padre. Che aveva avuto tutto, sempre e comunque.

Io invece ero diverso, più forte, più alto e muscoloso. Avevo ucciso mia madre durante il parto, tanto ero forte. Gli ho assestato un calcio ben piazzato, tanto da rivoltarlo per terra, facendolo strisciare vicino al fuoco.

“Io non la voglio fratello, non la voglio più, tanto non mi amerà mai.” ho detto mentre ero in piedi, guardandolo dolorante e steso a terra.

Aggiungendo pochi attimi dopo “Ma non credere che ami te davvero.”

Rod ha spalancato gli occhi, tentando di reagire di nuovo. Ma perdeva sangue dalla bocca e si teneva lo stomaco soffrendo palesemente.

Ha provato a picchiarmi, ad agire come suo solito, senza pensare, non ha nemmeno tentato di capire il senso delle mie parole, il significato che potevano avere.

Ho deciso dunque di non svelargli nulla … per ora.

“Uno come te non vale nulla, io ti odio.” ho aggiunto sprezzante per chiudere il litigio.

Lui però ha risposto.

“Tu non sei nulla fratello, tu che quasi non sei considerato un Lestrange, che non hai il coraggio né la forza di schierarti da nessuna parte. Bella è molto diversa da te, la si può sentire fortemente, lascia il segno dove passa. E mi vuole perché sono come lei.”

Questa frase mi ha ferito profondamente. Rod non mi aveva mai detto nulla di simile: nonostante il nostro rapporto così violento e litigioso, mi aveva sempre considerato molto, mi aveva sempre tenuto in grande importanza, proprio davanti a nostro padre, che mi odia per avergli ucciso la moglie. Mia madre.

Durante la nascita. Maledetto me.

Rod mi considerava suo fratello, non solo l’assassino di sua madre. Questo per me era tanto, tutto.

Ora, per colpa di un’altra donna, mi diceva questa cattiveria.

Qualcosa dentro di me si è smosso improvvisamente. Volevo essere davvero come lui, come mio fratello Rodolphus Lestrange. L’ho sempre desiderato, senza mai rendermene conto davvero.

Ma ora no, non volevo più, ora volevo essere meglio di lui.

“Vedrai fratello, diventerò Mangiamorte, diventerò più bravo e potente di te. Ti pentirai di avermi sottovalutato.” ho detto di getto, senza nemmeno pensare a cosa stavo dicendo, senza nemmeno pensare alle effettive conseguenze del mio gesto rabbioso.

Rod, che mi guardava ancora con tutta la sua ira, alle mie ultime parole, ha cambiato improvvisamente espressione.

Mi sarei aspettato sgomento, paura, rabbia e frustrazione. Lui, invece, ha semplicemente aspettato che terminassi la frase prima di sfoderare uno dei sorrisi più diabolici che mai gli avessi visto comparire sulle labbra.

Dicendo infine “Era ora fratello.”

R.

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Note:

Eccomi qui, veloce aggiornamento prima del fine settimana!

A dire il vero non era in programma, ma dato che ho inaspettatamente finito il capitolo, ho anche pensato di postarlo subito.

Devo chiarire due punti: il primo, quando Rab “scrive” a proposito di chi sfrutta Bellatrix, fa riferimento al capitolo scorso, in cui aveva immaginato di essere lui ad avere l’onore di approfittare di una ragazza tanto cattiva e risultare dunque più cattivo di lei.

L’altro punto è quello in cui Rab parla della sua situazione famigliare, questo fa riferimento alla ff “La strega più potente” in cui ne ho parlato ampiamente. In poche parole: Rab è orfano di madre e il padre non lo tiene in grande conto. L’unico a considerarlo è il fratello Rod.

Mi pare di aver detto tutto.

Stavolta ho risposto per tempo alle recensioni delle mie lettrici affezionate! Grazie tantissimo ancora una volta.

Spero che il capitolo non risulti troppo noioso …

Buon week end a tutte

Circe

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Capitolo 20
*** Il maestro di Arti Oscure ***


DAL GRIMORIO DI RABASTAN: “IL MAESTRO DI ARTI OSCURE”

Sono tornato sulla decisione di entrare a far parte dei Mangiamorte, almeno un migliaio di volte.

Non sono affatto convinto di ciò che ho pensato di fare, sono certo al cento per cento di aver preso questa decisione in un impeto di rabbia, gelosia, invidia e odio nei confronti del mio eterno rivale e fratello Rodolphus Lestrange. Ora che questo sentimento violento è passato, o comunque si è affievolito, non vedo più questo forte bisogno di dimostrargli di essere migliore.

Dentro di me so bene che non è questo il punto che mi fa stare male.

Nonostante le mie sagge riflessioni, temo di essermi imbarcato in un’avventura senza via di fuga. Non solo perché perderei la faccia davanti a Rod ritirandomi all’ultimo momento, non solo perché, non appena l’ha saputo, Bella ha fatto un sorriso tanto soddisfatto e allegro, da farmi sciogliere il cuore. E non potrei mai deludere la mia Bellatrix.

Non solo perché, a guardare bene il comportamento di mio fratello, ho avuto quasi il presentimento che fosse in qualche modo tutto preordinato, tutto voluto e stabilito.

Soprattutto, non posso più tornare indietro perché, dopo che la notizia della mia decisione è giunta a Lord Voldemort, ho avuto la netta sensazione, anzi, ferma sicurezza che, giunti a quel punto, non si potesse più tornare indietro. Il punto di non ritorno: o lui o la morte.

Credo sceglierò lui … metterò da parte le esitazioni.

Ormai gli ingranaggi di una macchina più grande di me, che non posso controllare, hanno iniziato a muoversi, trasportandomi quasi inconsapevolmente verso un mondo oscuro, estraneo e sconosciuto, del quale dovrò far parte e nel quale dovrò farmi strada.

È il mondo di mio fratello, di Bellatrix, dei Mangiamorte.

Ma è soprattutto il suo mondo, quello del maestro di Arti Oscure.

È terrificante e triste allo stesso tempo. E lui ne è il dominatore incontrastato.

Ho avuto il piacere angosciante di conoscere il Signore Oscuro in persona, ora che ho deciso di entrare a far parte della sua cerchia, ho avuto l’onore di poterlo incontrare diverse volte.

Ho avuto accesso a lui finalmente: il maestro di Arti Oscure.

Il padrone dell’amore di Bellatrix.

Credo lei sia folle a provare un tale sentimento per una persona come Lord Voldemort, credo davvero abbia seri problemi, se riesce ad amare e desiderare il più diabolico e perverso fra le persone di questo mondo.

E io con lei, perché innamorato di lei.

L’Oscuro Signore mi ha ricevuto, quel giorno, in una grande stanza appartata di quello che chiamano il quartier generale. Era piena mattina, lo ricordo molto bene, e non ho scorto nessun Mangiamorte in giro, solo mio fratello che mi ha accolto per un po’ di tempo, prima di vedere, in completa solitudine, il maestro.

La stanza dove sono entrato era poco illuminata, scura direi, nonostante il sole ormai alto. Dell’arredamento a cui sono abituato io in casa mia, un arredamento ricco, sfarzoso, ridondante, non c’era traccia, tutto era molto spoglio, direi quasi essenziale. Nulla colpiva particolarmente il mio gusto da purosangue, forse solamente le candele perennemente accese, nonostante fosse giorno, e lasciate dondolare con un qualche incantesimo ad ogni altezza, poggiate sull’aria. E i libri anche. Tomi antichi e moderni di ogni tipo, tutti sparsi distrattamente su mobili, tavoli, poltrone. Mentre un’infinità di altri libri, probabilmente ormai conclusi, erano ordinati in una libreria antica che prendeva quasi due intere pareti della stanza.

Continuavo a guardarmi intorno.

La magia oscura pervadeva tutte le mura, l’aria e l’atmosfera di quel luogo. Era fortemente percepibile la pesante magia nera che gravava lì dentro. Ricordo di aver pensato che deve aver compiuto molti incantesimi oscuri in quella camera, per farla espandere tanto da renderla così percepibile.

Altre cose però sono riuscite a colpire fortemente i miei sensi: il freddo improvviso che si percepiva entrando, nonostante il fuoco nel camino fosse acceso, anche se con poca legna, e un odore pungente e dolciastro che si percepiva in maniera piuttosto intensa nella stanza.

Mi sono guardato intorno, silenzioso, quasi impaurito da quello che avevo notato, volevo sapere, e allo stesso tempo non sapere.

Improvvisamente mi ha pervaso una sensazione intensa di angoscia, di presentimento nefasto. Avevo timore vago, di dover dipendere, d’ora in poi, da un mago oscuro potente, forte, pronto a compiere qualsiasi tipo di magia pericolosa, incontrollabile, sia su se stesso che sugli altri.

Avevo paura di dover essere dipendente da un mago che non aveva nessun vero controllo di sé, e che usava buone quantità di laudano per anestetizzare i suoi dolori e i suoi pensieri. Sentivo quell’odore nella stanza e sapevo che era laudano.

Avevo paura che, durante quelle cruente guerriglie di cui tanto si parlava, a cui di certo io stesso avrei dovuto partecipare, lui usasse altre pozioni e sostanze per esaltarsi.

Non volevo essere come lui, in nessun modo, non volevo sperimentare su di me la magia, né le pozioni, né le sostanze, non volevo esaltarmi per uccidere chiunque, per fare stragi.

Mi domandavo se mio fratello conoscesse tutto questo di lui, se lo sapesse Bellatrix, che gli stava sempre tanto vicina.

Io non sapevo nulla di lui. E avevo paura di sapere.

È stato proprio in quel mio momento di assoluto panico che è entrato lui, in tutta la sua altezza e oscurità. Proprio alle mie spalle ho notato un‘ombra avvicinarsi, sapevo che non poteva essere che lui.

Mi sono voltato, salutandolo educatamente, per la prima volta davvero da vicino, per la prima volta avevo questo onore. Lo consideravo e lo considero ancora tale, un onore, nonostante quello che stavo pensando e penso di lui.

Avendolo davanti, osservandolo mentre mi diceva, lentamente, poche cose a proposito della mia fedeltà, della mai purezza di sangue che avrebbe dovuto dimostrare anche grandi poteri magici, ho potuto notare tante caratteristiche della sua persona, del suo volto, dei suoi atteggiamenti, tutti a conferma dei miei sospetti.

In nome “Signore” Oscuro, non si addiceva del tutto al suo aspetto, il quale lo faceva assomigliare più ad un giovane uomo, non ad un “signore” forse è per questo che spesso sentivo rivolgersi a lui con il suo pseudonimo.

Nonostante ciò, nonostante la sua età, erano chiari i tratti del viso ormai sciupati, la magrezza eccessiva, patita, noncurante, l’espressione fosca tipica di un carattere contorto, cupo. I vestiti, tanto contraddittori, a metà fra la perfezione e la spregiudicatezza. Ogni particolare era nero come la notte.

Come faceva mio fratello a fidarsi? Era chiaro come distruggeva e si distruggeva, in nome del potere, della magia più potente.

A me non dava nessuna sensazione di protezione.

E Bellatrix? Lei lo ama, come può amarlo?

Mi ha detto che il suo maestro aveva splendidi occhi neri, che certe volte si tingevano di rosso scurissimo.

Io, di quegli occhi neri, notavo solo le pupille strette ed inquietanti, non capivo se dipendessero dal laudano, o dalla loro straordinaria somiglianza con qualche animale selvatico e predatore. Forse mescolava in sé entrambe le cose.

Mi lasciavano addosso, quegli occhi, una sensazione di freddo, un brivido dissacrante, quasi una dissociazione dalla vita che conoscevo.

Mi domandavo come facesse lei, Bella, a perdersi in essi, senza vedere cosa nascondessero. O, peggio, vedendo esattamente cosa volessero esprimere, e amandoli proprio per questo.

Ero talmente perso in questi miei pensieri, che solo pochi secondi dopo, mi sono accorto del ghigno soddisfatto che è nato, lentamente, sulle labbra di Lord Voldemort … del mio Signore.

Poi ho capito: ero infatti eccessivamente perso nei miei pensieri, era come se loro guidassero la mia mente, come se sorgessero spontanei dalla mia coscienza. Sembrava che non fossi io il padrone di essi, ma che qualcuno li scovasse nel profondo, li sondasse, uno ad uno, senza sosta, con voracità.

Mi leggeva la mente.

Stava scoprendo tutto di me, sfruttando la mia ingenuità, la mia debolezza, la mia totale ignoranza. Mi sentivo scoperto, pensavo mi avrebbe ucciso per ciò che aveva saputo di me.

Invece mi ha osservato attento, occhi negli occhi.

In seguito ha mormorato “Bellatrix” tenendo fisso lo sguardo su di me.

Aveva capito davvero tutto, aveva capito di chi ero innamorato. E sapeva già di Bellatrix, sapeva di chi era innamorata.

Aveva capito quanto io dipendessi da Rod, in segreto, quanto mi fidassi di lui e avessi bisogno della sua protezione, della sua opinione e del suo affetto. Assorbiva i punti deboli, li rinchiudeva nella sua memoria per sfruttarli a suo vantaggio poi. Era questo che aveva fatto con me. E non gli importava cosa pensassi realmente di lui. Aveva chiaramente bisogno di un alleato e, al di là di tutto, pretendeva fedeltà. Se la sarebbe presa con la forza nel caso fosse venuta a mancare. Sfruttando i punti deboli. I sentimenti.

Ma come poteva non averne lui? Di sentimenti, di punti deboli, come poteva essere?

“Entrerai a far parte del nostro cerchio. Sarai un Mangiamorte.” ha detto improvvisamente, alzando molto la voce “la tua richiesta è stata portata al nostro giudizio da Rodolphus, e i tuoi compagni l’hanno accettata. E anch’io l’ho accettata.”

“Sì, mio Signore.” ho risposto guardandolo, sentendomi improvvisamente, immensamente e inesorabilmente più fragile e debole di lui.

“Dovrai superare il rito di iniziazione, è per tutti molto diverso, molto particolare.” ha detto in un soffio, mentre accostava il suo volto ad una candela, e io potevo vederlo in tutto il suo sadismo.

Temevo ovviamente ciò che avrebbero preparato per me, ciò che lui avrebbe voluto per me. Ugualmente lo ammiravo “Sarò pronto, mio Signore.” ho risposto.

Non ha distolto lo sguardo per diverso tempo, senza dire una parola, poi ha sussurrato di nuovo “Bellatrix …” e fra noi è calato un silenzio pieno di tensione.

“Bellatrix non è una strega come le altre” ha aggiunto piano, ma con voce fredda e chiara. “Lei è una figlia del diavolo.”

Ho sgranato gli occhi e ho continuato a guardarlo attonito, in attesa che continuasse.

“Lei è mia.” ha soltanto detto, perentorio, puntandomi gli occhi addosso.

Lì, in quel momento, ho scorto davvero quella nota di rosso di cui mi parlava proprio Bellatrix. È vera, esiste davvero, è terribilmente intensa anche. Sembra una fiammata di possesso, di forza e violenza.

“Certo, mio Signore.” ho sussurrato mesto, prima di congedarmi da lui.

Anche dopo svariati minuti, mi sentivo il suo potere ancora addosso, ero il suo servo, capace di obbedire soltanto a lui.

Non capivo quali fossero i suoi poteri su tutti noi, ma erano davvero palesi. Mi domandavo anche di Bellatrix, la sua strega. L’aveva nominata la figlia del diavolo.

Si diceva così, ricordo, nei tempi antichi, per indicare le streghe davvero potenti, quelle più pericolose e crudeli.

Mi faceva quasi paura: davvero Bellatrix era così? Ma ero certo, in fondo, che il Signore Oscuro non si sarebbe sbagliato su una faccenda simile.

E Rod? Lui era a conoscenza di questo fatto? Sapeva che il suo padrone considerava sua moglie di sua totale proprietà?

Quante domande senza risposta mi venivano alla mente.

Ma alla fine di tutto, avevo la netta sensazione che, il maestro di Arti Oscure, ci manovrasse, segretamente e silenziosamente tutti, dall’alto, e grazie solo ai suoi illimitati e oscuri poteri.

R.

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Note:

Sono un po’ di fretta per cui ridurrò le note al minimo, ma ci tenevo ad aggiornare anche questa ff! Ed ecco che Rab pare avere preso la sua decisione, fra un tentennamento e l’altro, e inizia a subire proprio su di sé, dopo averlo notato su altri, il fascino del Signore Oscuro.

Come ho descritto Lord Voldemort da giovane, è un’invenzione mia personale, non mi andava di raccontare di lui come cattivo e basta, mi piace dargli qualche particolarità, qualche risvolto psicologico in più. Nei capitoli successivi questi particolari abbonderanno parecchio temo, se saranno particolarmente pesanti avviserò, o aumenterò il rating della storia (anche se di solito mi impegno a descrivere le cose in maniera più delicata possibile).

Credo di aver detto tutto, come sempre, se ci sono ulteriori domande, io sono qui!

Grazie a tutti coloro che seguono, e un grazie come sempre speciale a coloro che commentano.

A presto

Circe

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Capitolo 21
*** La prova più dura ***


Dal Grimorio di Bellatrix: “IL MIO MAESTRO DI ARTI OSCURE”

Sono andata da lui nonostante la debolezza e la fatica.

Il giorno prima mi ha fatto allenare con tre Mangiamorte tutti insieme, tutti contro di me. Dovevo tener testa a questo gruppetto per almeno trenta minuti. Non so come ho fatto, ma ci sono riuscita per circa quaranta minuti.

Nemmeno io avrei mai pensato di poter sfoderare una tale forza, sia di potenza magica, sia di volontà, invece, quando l’allenamento è diventato più intenso, difficile da sostenere, e gli altri Mangiamorte hanno iniziato a scatenare tutta la loro rabbia su di me, io non ho ceduto.

Anche se avrei voluto farlo, soprattutto all’inizio, avrei voluto piangere disperatamente dicendo che non ce l’avrei mai fatta, che non ero pronta e che avrei rinunciato. Mi sbattevano per terra con i loro incantesimi e io non potevo nemmeno mantenere altro lo scudo per più di pochi secondi. Raramente mi sono sentita così fragile, indifesa e non protetta. Mi sono sentita debole e poco dotata. Poi, improvvisamente, ho sentito una rabbia terribile esplodere in me, una forza mista a smania di vittoria e disperazione, qualcosa di realmente devastante che scorreva in tutto il mio corpo a velocità inaudita. Le ho lasciato spazio a questa forza, l’ho lasciata pervadere tutta me stessa, completamente.

Era una sensazione splendida. Come un’ondata di marea improvvisa che annienta tutto il resto, come il piacere di un orgasmo da tanto desiderato che arriva e sconvolge tutto il corpo, come quando sale, veloce e prepotente, l’effetto della belladonna, o dell’erba del diavolo, e tutto il tuo mondo interiore cambia e si capovolge improvvisamente.

Mi sono rialzata da terra con sguardo di sicuro indiavolato.

Ho attaccato senza mai fermarmi, difendendomi dai loro incanti con insistenza e tenacia. Mi sentivo forte, potente come non mai.

Sono riuscita a sprigionare, finalmente, tutta la potenza che avevo in me e che era racchiusa nella bacchetta. Le ferite, il dolore di quando cadevo a terra e mi dovevo rialzare veloce, non lo sentivo nemmeno.

Il mio maestro ha lasciato passare abbondantemente il tempo previsto, prima di fermare l’allenamento, io avrei potuto continuare all’infinito, ma non gliel’ho detto. Ero felice di vederlo soddisfatto, ero felice di sentire le sue parole, quando mi spiegava che avrei dovuto continuare a sprigionare potere in eguale maniera, senza preoccuparmi che la bacchetta non potesse sostenere tutta quella forza.

“E non preoccupare di distruggerti, se sprigioni tutto quel potere insieme, è devastante, è vero, ma tu devi essere forte, devi servirmi, lo devi fare per sempre.”

Con queste parole mi ha resa felice. Non avrò paura, so che il troppo potere può destabilizzare la mente, il fisico, i sentimenti, ma io lo voglio, mi piace, mi sta bene così.

Sono la strega più potente e presto tutto il mondo magico se ne accorgerà.

Mi esalto a combattere, mi fa sentire forte, ormai ho capito che durante le battaglie, o gli allenamenti, quando la situazione volge al peggio per me, mi abbatto fortemente. Sarò più forte allora, sarò una guerriera nella magia e nell’animo.

Per lui.

La stanchezza vera, però, si è fatta sentire dopo, quando sono quasi crollata durante la cena di gala a casa mia.

Il periodo più freddo dell’anno è ormai alle porte, i ricevimenti noiosi e le feste mondane sono più frequenti, sempre meno pregni di atmosfera magica.

La magia, i nostri usi e le nostre tradizioni si stanno disperdendo in maniera visibile, e io non lo sopporto. Vedere e partecipare a questi avvenimenti mi rende piuttosto nervosa, a volte irascibile.

Rod non era presente quella sera, troppo impegnato ad accordarsi per le azioni di guerriglia all’interno di Londra. I Mangiamorte sono gli unici a resistere allo sfacelo del mondo magico. Noi non ci fermeremo mai.

Non ho bevuto senza di lui, ho mangiato poco e mi sono congedata piuttosto presto, fra le chiacchiere della gente e le occhiatacce di mia madre.

Io non sono come loro. Non lo sarò mai. Quando saremo al potere, grazie al mio maestro, si pentiranno anche questi purosangue del loro atteggiamento, del loro modo di vivere e della scarsa importanza che danno alla magia, si comportano come se nessuno la stesse minacciando dall’esterno, come se, realmente, non esistessero i sangue sporco.

Parlano tanto, ma non agiscono, e io li disprezzo.

La mattina, nonostante la stanchezza, sono andata da lui, pronta a qualsiasi cosa, anche ad un altro allenamento.

Invece mi ha sorpreso “Vieni con me fuori Londra, dobbiamo fare delle prove.” ha detto guardandomi negli occhi, era uno sguardo tranquillo, più che mai raro per lui, mi è piaciuto e ho annuito subito alle sue parole, senza nemmeno pensarci.

Ci siamo materializzati dove desiderava lui, in una spiaggia.

Era fredda e deserta. Il mare grigio ululava in vicinanza e il suo colore si mischiava a quello nebbioso del cielo. Il vento sferzante muoveva i nostri capelli all’unisono, mi sono stretta nel mio mantello nero e l’ho seguito fin quasi a bagnarci della schiuma delle onde del mare.

Sembrava incantato da quello spettacolo, era come se lo conoscesse, come se l’avesse vissuto in profondità diverse volte.

Gli scogli, sui quali rumoreggiava tutt’attorno il mare, erano lugubri, la sconfinata libertà e solitudine di quel luoghi metteva inquietudine, quasi paura.

Io però mi sentivo protetta.

Da lui. Con lui, lo sapevo, nessuno avrebbe mai potuto farmi del male. L’avrei seguito in capo al mondo il mio maestro.

E mentre lo guardavo, una sensazione prepotente di desiderio, si è accesa nella mia mente e nelle mie membra.

Non solo desiderio, ma anche un bacio, una stretta forte, parole d’amore …

Mi venivano le vertigini a pensare questo di lui.

Non avrei mai dovuto: l’amore non esiste, lui è il mio maestro; ma le vertigini continuavano prepotenti, e non sapevo se erano date dal troppo desiderio, o dal troppo terrore di provare un sentimento tanto forte, e provarlo per lui.

“Preparati.” mi ha detto improvvisamente, rompendo quel silenzio che mi stava sconvolgendo ogni secondo di più.

“Per cosa maestro?” ho domandato imbarazzata.

“Voglio tu impari a controllare il vento, ed in seguito il mare, l’acqua. Ormai è giunto il momento.”

Mi sono voltata a guardare il mare, cercando di scacciare quei pensieri dal cuore. Era un grande onore per me imparare a comandare la natura, stavo facendo un grande passo avanti con la magia oscura. Non ho pensato più ad altro, solo a concentrarmi sui miei poteri.

***

“Voi, maestro, avete una padronanza di quegli elementi davvero straordinaria.” gli ho detto una volta tornati al quartier generale, soli, insieme.

“Per me è sempre stato naturale, fin da bambino.” mi ha svelato, alzando le spalle con noncuranza, forse finta noncuranza, mentre iniziavo ad osservarlo rapita.

Amo quando mi racconta di sé, rimpiango solo che lo faccia terribilmente di rado.

“Davvero, maestro? Come ve ne siete accorto?” ho insistito entusiasta.

Mi ha sorriso compiaciuto, ho la sensazione che gli piaccia quando mi mostro interessata a lui, ai suoi poteri, e a suoi pensieri.

“Giocando. Me ne sono accorto giocando. Ero sempre solo, amavo la solitudine e amavo conoscere posti nuovi, nascosti, pieni di forza mistica e naturale. Pieni di spaventosa potenza. Mi piaceva osservare le forze distruttive della natura. Poi ho scoperto che amavo controllarle, per quanto riuscivo a fare all‘inizio, usavo il potere della mia mente, non avevo la bacchetta magica allora.”

Mi ha guardato soddisfatto, mostrando un ghigno malefico sulle labbra.

“Ho nascosto molti tesori, ho inventato e sperimentato diverse magie in quel luoghi impervi, inavvicinabili, selvaggi. Poi disegnavo il posto sulla carta, o prendevo con me oggetti simbolo di quei luoghi e li conservavo gelosamente come trofei.” mentre parlava, il suo sguardo diventava indecifrabile, sempre più sfuggente; finché la sua voce non si spegneva, e tutto calava in un mistero inarrivabile.

Parlare della sua infanzia non dev’essere piacevole per lui, non ne parla mai infatti, o molto raramente.

Qualcosa dentro di me si è però mosso. Non ho distolto lo sguardo dai suoi occhi, la mia volontà in quel momento era così forte, volevo così tanto sapere, che non ho controllato le mie azioni razionalmente, ho usato i miei poteri inspiegabilmente, e ho tentato un Legilimens con lui, senza quasi rendermene conto.

Tante immagini sbiadite mi si sono presentate alla mente, e tante altre più chiare e nette, alternate alle prime, tutte con una velocità incredibile.

Ritornava spesso l’immagine di un luogo triste, angusto, buio, freddo. Un luogo babbano pieno di pianti, urla, grida.

C’era un bambino, potrà aver avuto otto, o nove anni, coi capelli scuri, lo sguardo freddo, crudo, quasi violento. Stringeva sempre fra le mani un qualche libro, come se quelle pagine lo portassero altrove, come se lo potessero salvare.

Faceva tante magie grandiose, improvvisi voli a pelo d’acqua, folate di vento che trasportano pioggia fredda e vorticosa, oggetti in movimento istantaneo e velocissimo, scambi di idee e parole con animali, soprattutto coi serpenti.

E compiva tante cattiverie con questa magia, braccia e gambe rotte, spezzate, bambini caduti a terra, piatti rovesciati, incubi indotti, piccole e grandi vendette, oggetti rubati.

Poi ancora più indietro, sembrava sempre lui, lo stesso bambino, ma ancora più piccolo, più cupo, più arrabbiato.

Urla, ancora urla di altri bambini, di notte, in quel luogo di babbani. Sensazioni forti di solitudine, abbandono, paura, violenza.

A quel punto mi ha fermata. Improvvisamente. Invece di lasciarmi leggere la sua mente, mi ha parlato direttamente, con voce e tono indifferente, per nulla risentito dal mio atto.

“La prima volta che mi sono accorto di avere poteri magici? Questo vuoi sapere? Se è successo qualcosa di grandioso?”

Ero stupita, ero rimasta basita per ciò che avevo fatto. Ho solo annuito con la testa.

“In quel luogo, succedevano svariate cose. Soprattutto la notte, ma non soltanto. Cose che nessuno diceva, cose che non si vogliono subire, mai. Ogni volta che sento piangere qualcuno, ricordo perché là, in quel luogo, si piangeva. Odio sentir piangere la gente, chi piange è debole, piange perché subisce e non può difendersi. Io ho potuto difendermi, non ero un debole, ero e sono un mago.”

Io tacevo, volevo solo ascoltarlo, sapere di lui.

“Quando di notte, gli inservienti si sono avvicinati a me le prime volte, ho capito subito i loro scopi, ero un bambino ma non ero stupido, vedevo cosa accadeva attorno agli altri, e ne traevo le giuste conclusioni.” ha continuato accennando una breve smorfia di odio e disgusto.

“Volevo difendermi e potevo farlo. Grosse, enormi quantità di energia divampavano continuamente e improvvisamente contro chiunque si avvicinasse a me, per volontà mia, era la mia magia. Fino a che nessuno poteva più tentare di farlo, avevano paura di me, dicevano che ero strano. Ma non potevano più farmi del male, non provavano nemmeno più a picchiarmi.”

Terminata quella frase, mi ha guardato con un ghigno di puro piacere, era soddisfatto dei suoi poteri, era legato alla sua magia come nessun altro. Lui, la sua vita, la sua magia erano una cosa sola.

Non ho saputo come rispondere. Mi sentivo solo strana, mi sentivo solo innamorata.

Non mi ha punito per avergli letto la mente, mi ha solo detto che sto migliorando la tecnica, ho avuto l’impressione che, in parte, mi avesse lasciato fare.

Non so per quale motivo.

Tornata a casa mi sono lasciata cadere sul letto esausta.

“Lo amo.” ho sussurrato a me stessa con un misto di euforia, disperazione, felicità e terrore.

Amo il suo potere, la sua magia, i suoi segreti, i suoi incubi e i suoi dolori. Amo la sua crudeltà, la spietatezza, la vendetta, amo la sua oscurità.

Ultimamente sento questo sentimento sempre più potente in me, sempre più reale. Ma quasi non oso dirlo ad alta voce, né a me stessa, né tanto meno a nessun altro.

Io sono la sua allieva, lui il mio maestro, e non posso dimenticare le sue regole, non posso ribellarmi ad esse proprio io. “Non innamorarsi mai.” lui mi ha insegnato questo.

Non avrei davvero mai pensato che, fra tutte le difficoltà di diventare una vera strega oscura, una guerriera forte e potente e una donna vera, non una ragazzina, questa sarebbe stata la prova più dura da superare.

Iniziavo davvero a domandarmi, se mai l’avrei potuta attuare davvero.

Bella

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Note:

Dati due giorni imprevisti di vacanza, sono già pronta con l’aggiornamento!

Spiego alcuni particolari della storia: l’ultimo capitolo era incentrato sulla visione di Rabastan del maestro, ora il punto di vista è di Bellatrix che, essendone innamorata, lo vede in maniera tutta diversa …

Altra nota: vi starete chiedendo che fine abbia fatto il matrimonio di Bella e Rod. Il fatto è che la storia, andando avanti, ha preso una via diversa da quella che volevo darle fino a pochi giorni fa, di conseguenza il matrimonio è rimasto tagliato fuori. Non pensavo comunque di eliminarlo del tutto, ma di dargli uno spazio esterno tramite uno spin off, non so esattamente fra quanto lo pubblicherò, ma avviserò su questa storia quando sarà pronto.

Altra nota: Bella parla spesso di scoppiare a piangere, in questa come in altre storie. Questa sua caratteristica può sembrare strana, ma nei libri, le capita spesso di piangere (esempio quando fallisce al ministero, o quando si commuove per le parole del suo signore), credo mi sia rimasta impressa questa sua immagine di piagnona!

Non ho finito con le note: i ricordi che l’Oscuro Signore descrive sulla sua infanzia, fanno riferimento alle svariate violenze che, in passato, avvenivano in orfanotrofi o anche ospedali psichiatrici. Data la sua permanenza in orfanotrofio, ho pensato avesse avuto a che fare con esperienze tanto comuni in luoghi così derelitti per la società di allora (ma anche di oggi) e ho cercato di spiegare la sua avversione pei i pianti (di cui parla, mi pare, nel 7 libro), e uno dei motivi per cui è così legato alla sua magia. Lo fa sentire speciale, ma lo ha anche salvato in situazioni brutte.

Infine: la regola “non innamorarsi mai” fa riferimento al capitolo 1 della storia

Ora vi lascio, questo è un vero papiro, sia per le note che per il capitolo! Spero di non avervi ammorbato!!

COME SEMPRE sono in ritardo con le risposte!

Farò del mio meglio per recuperare in poco tempo

Grazie per la pazienza!

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Capitolo 22
*** L' inizio della gelosia ***


Dal Grimorio di Rodolphus: “IL SUO MAESTRO DI ARTI OSCURE”

“Mio Signore” ho salutato accennando un inchino non appena sono giunto al suo cospetto.

Poi ho atteso.

Lui è l’unico al mondo che riesco a considerare migliore di me, più forte, più intelligente, più abile.

Altrimenti non potrei mai comportarmi così nei suoi confronti, non riuscirei mai a servirlo in maniera tanto devota.

Ho relazionato ogni piccola sfumatura dell’ultimo attacco compiuto in pieno giorno, poche ore prima, ai danni di una piccola comunità di soli sangue sporco. Ho condotto io quell’attacco di chiaro stampo terroristico.

Lascio il segno quando agisco, mi piace, sono più violento e crudo negli attacchi, rispetto a tutti gli altri Mangiamorte e più furbo e veloce nelle ritirate subitanee che ne seguono.

Lo scopo è spargere paura e terrore, angoscia e orrore al massimo grado. In mezzo a quegli usurpatori del nome di mago e strega, non deve rimanere nemmeno un briciolo di coraggio, devono scappare come agnelli davanti al lupo.

Dobbiamo allontanarli, conquistare i luoghi ove si nascondono. Debellarli dal nostro mondo di magia pura e potente.

Questo è quello che farò

Sembrava soddisfatto, il mio Signore, ho sempre avuto uno speciale talento naturale per le aggressioni, e quindi per renderlo contento delle mie azioni.

Poco dopo il racconto dettagliato, il silenzio è calato di nuovo fra di noi. Sapevo dunque che doveva aggiungere qualcosa alla conversazione, sentivo ormai che mi trattava come un adulto, un abile e dotato Mangiamorte.

Non mi trattava più come il ragazzo da poco entrato a far parte dei suoi adepti, il più giovane e inesperto. Ho imparato presto come fare, e non mi sentivo più tale io stesso.

Ha introdotto un altro argomento, parlando con voce fredda, ma suadente.

“Ho visto tuo fratello Rabastan finalmente.”

Ho atteso attento e silenzioso che continuasse.

Mi spiaceva ancora, almeno un po’, aver quasi ingannato mio fratello, averlo quasi spinto, sfruttando i suoi complessi, verso i Mangiamorte. Non sono certo che ne fosse convinto, anzi, probabilmente la mia tattica ha funzionato, e lui lo ha fatto solo per reagire alle mie provocazioni.

Sì, mi spiace un po’, è pur sempre il mio fratellino … ma gli ho sempre detto di darsi una mossa, di svegliarsi, di piantarla con la sua stupida ed inutile ingenuità, ora, quantomeno, imparerà a diventare forte.

“Devo dire che è più acuto di quanto pensassi, e più volitivo di quanto appare.” ha continuato pensieroso “ma va bene per noi, tante ragioni lo legano indissolubilmente al nostro cerchio.” ha aggiunto guardandomi con un sorriso d’intesa.

Sono l’unico a cui concede certi sorrisi, certe intese. Non lo fa nemmeno con i suoi compagni più stretti, quelli che, con lui, hanno condiviso i viaggi nelle antiche lande dell’est, nei paesi nascosti e dimenticati dove vivono anziani maghi e sono ancora in voga antiche usanze, i compagni con cui ha imparato i primi rudimenti di magia nera, con cui ha fondato il primo gruppo di fedeli Mangiamorte.

Mi considera molto di più, sono certo: il migliore nella sua cerchia.

Me lo merito: nessuno è al pari mio, e io questo lo so bene. E posso godermi la mia gloria e i miei primati, almeno fino a che non entrerà Bella, di diritto, come effettiva Mangiamorte. Lei sì, già lo so, mi darà parecchio filo da torcere.

Siamo uguali io e Bella, non permetterà a nessuno, nemmeno a me, di starle avanti, come io non lo permetterò a lei.

“A cosa vi riferite, Signore?” ho domandato scacciando i miei pensieri, tanto per sondare meglio i suoi e le sue riflessioni.

“Credo tu abbia capito il sentimento che tuo fratello prova per colei che è ormai tua moglie …” mi ha risposto ironico “questo lo lega indissolubilmente a me.”

L’ho guardato, in certi casi, non so mai se ammirarlo, o odiarlo. Con quella frase ha voluto dirmi, non solo che mio fratello è in mano sua, ma che questo dipende dal fatto che mia moglie è, per prima, totalmente e completamente dipendente da lui, è di sua totale e completa proprietà.

E quanto lo sapevo, quanto era vero, e quanto non lo sopportavo.

Ho annuito per non fargli sentire la mia voce tremante e fremente di rabbia, o gelosia. E lui ha sorriso, capendo tutto.

“Avrai anche dedotto la fiducia di Rabastan in te, il legame che sente nei tuoi confronti. Sarebbe perso senza suo fratello maggiore.” ha aggiunto laconico, senza aggiungere altro.

Anche questo lo legava indissolubilmente a noi, anzi a Lord Voldemort, ho pensato io, dentro di me.

Perché anch’io sono dipendente dal mio Signore.

Non so perché gravitiamo tutti attorno al suo essere, al suo potere. La sua personalità attrae noi Mangiamorte come il sole attrae i pianeti che gravitano attorno ad esso.

I più fedeli, sono dipendenti dalla sua personalità, dai suoi atti e pensieri, quelli meno fedeli, gli stupidi, pensano di avvicinarsi a lui piuttosto per interesse, per sete di comando. Come se potessero evitare di venire letteralmente risucchiati dalla sua forte personalità, dalla sua volontà dal suo potere magico devastante.

Non capiscono come lui in realtà li usi e basta. Senza dar loro tornaconti utili.

Solo noi, i più vicini davvero, abbiamo l’onore di condividere qualcosa con lui. Anzi, condividere qualcosa di lui, con lui.

Il resto, quasi tutto ciò che lo riguarda, è nascosto nel più oscuro ed insondabile mistero. Tutto ciò che lo circonda e che gli appartiene, sembra pregno di un manto di energia e magia nera, intoccabile, mefitico, malefico.

Terribilmente bello e attraente.

Pensavo tutte queste cose di lui, quando mi ha interrotto improvvisamente.

“Sarà Mangiamorte presto, entrerà nel cerchio durante il prossimo esbat e tu estrarrai la prova, Rodolphus.”

“Io, mio Signore?” ho chiesto un po’ a disagio.

Non volevo essere io colui che avrebbe dovuto scegliere, magicamente e inconsapevolmente, l’esperienza più straniante, profonda ed emotivamente pericolosa, che avrebbe dovuto vivere mio fratello per diventare uno di noi.

“Consideralo un onore per Rabastan, vuol dire che vedo forza e grande energia magica in lui. Che può affrontare grandi prove.”

Di solito, più il mago che sceglie la prova è vicino a chi la deve subire, più la prova risulta potente, profonda, capace di sondare i meandri più nascosti e orribili della sua psiche. Non volevo mio fratello ne uscisse completamente cambiato, o peggio, impazzito.

È una prova tremenda.

Avevo paura, ma l’ho repressa con tanta fatica, e ho annuito.

Sperando che Rabastan fosse davvero forte abbastanza.

“Se la caverà bene, come te la sei cavata tu. Siete fratelli, no?” ha detto, chiudendo la conversazione.

Poco prima che mi congedassi da lui, quando ormai stava iniziando a far buio, mi ha lanciato un’occhiata indifferente “Sarai dei nostri stasera?” ha chiesto con sguardo curioso.

Si riferiva, avevo capito, all’uscita insieme ad altri Mangiamorte, quelli a lui più vicini. Sapevo che mi stava facendo un grande onore con quell’invito.

Eppure … ho esitato a lungo.

Ero certo sarebbero andati con streghe di dubbia moralità, quello era lo scopo di quell’uscita per svago.

Non era facile capire i comportamenti del mio Signore, soprattutto da quel lato così privato. Mi era più che chiaro, lo avevo capito agendo più volte per lui, o parlando coi suoi più vicini Mangiamorte, che non possedeva il benché minimo senso della sessualità legata ai sentimenti.

Ogni volta che c’erano di mezzo streghe altolocate, la conquista diventava per lui unicamente un vanto, una vittoria, un piegare chiunque alla sua volontà. Adorava vederle strisciare ai suoi piedi, pronte a tutto per lui.

Non era mai diretto nel suo modo di fare, ma le conquistava e circuiva senza difficoltà. Bastava la sua bellezza, il suo fascino, qualche gentilezza particolarmente studiata, e otteneva tutto ciò che voleva.

Mi era chiarissimo che utilizzava il suo fascino per sottometterle inconsapevolmente, ottenere i loro favori e sfruttare ciò che era in loro possesso a cui lui aspirava. Fossero essi oggetti preziosi, o soldi, o favori, e tanto altro.

Non provava nemmeno a conquistare tutto ciò in maniera differente, per lui era più che naturale, quando si trattava di femmine, usare se stesso per ottenere ciò che desiderava, poteva benissimo trattarsi anche di un semplice ed inutile capriccio.

Altrimenti, come oggi, c’era semplicemente lo svago di una sera, con un altro genere di streghe. A loro però non si vendeva e pareva provarci meno gusto.

Erano le volte più rare infatti, ma probabilmente più divertenti, per gli altri che vi prendevano parte.

Io continuavo a tentennare sull‘invito: trovavo tutto eccitante, è vero … ma c’era Bellatrix.

Io avevo Bellatrix.

Ci eravamo appena sposati e non osavo farle questo affronto, se non altro perché mi avrebbe torturato fino alla morte.

Ma, in fondo lo sapevo, anche perché mi sentivo davvero innamorato di lei, e la desideravo ogni momento, none ero cambiato, in questo, da quando avevo diciassette anni.

“Mi dispiace mio Signore …” ho iniziato a dire esitante, ma lui mi ha interrotto bruscamente.

“Bellatrix è così brava?” ha domandato stupito, nervoso, aggressivo. Era decisamente contrariato dalla mia risposta negativa ed inaspettata.

Non so per quale motivo non volevo dire nulla. Mi sentivo nervoso anch’io, improvvisamente insicuro e contrariato.

Sapevo che Bella aveva un debole per lui, per il suo maestro di Arti Oscure, lo capirebbe anche un cieco, figuriamoci se non è chiaro a me, che sono suo marito. Comunicare proprio a lui quanto lei mi piacesse e fosse speciale a letto, mi avrebbe reso ancora più fragile e debole nei suoi confronti.

“Rispondi.” ha insistito, e il suo sguardo è improvvisamente cambiato: da ironico e distaccato, è divenuto cupo e minaccioso.

“Sì.” ho asserito mantenendo lo sguardo alto e fiero.

Ha solo sfoggiato un ghigno d’intesa, ma non è andato via subito, come mi aspettavo.

È rimasto fermo, pensieroso.

“Anche Bellatrix, come tuo fratello, entro poco entrerà nel cerchio come Mangiamorte, ha quasi terminato il periodo di apprendimento.”

“Davvero mio Signore?” ho chiesto pieno di entusiasmo.

“Mancano alcuni importanti incantesimi di Magia Oscura che deve necessariamente apprendere, ma è forte, la magia è davvero potente in quella strega. Impiegherà poco per farlo.”

Dopo qualche attimo di silenzio ha aggiunto “Affronterà la prova prima di quanto immaginassi.”

Ero teso, sospettoso, ho chiesto con circospezione “Chi sceglierà la prova a cui sottoporre Bellatrix?”

Sapevo che non sarei stato io, lo sentivo ancor prima di domandarlo, avevo davvero una brutta sensazione.

“Io stesso.” ha risposto lasciandomi solo subito dopo.

Una risposta che non ammetteva repliche, o commenti.

Per la prima volta in vita mia, ho provato un lieve rancore nei suoi confronti, una gelosia strisciante che non percepivo del tutto, ma che incoscientemente mi dava fastidio.

Si considerava più legato a lei di chiunque. Era chiaro da quella risposta e dal suo progetto per la prova.

Non mi piaceva questo legame anche da parte sua. Era incontrollabile, era il suo maestro di Arti Oscure. Il Signore Oscuro.

Ma non potevo fare nulla, per cui ho scacciato la sensazione, restando però molto nervoso.

Inoltre, ho dovuto rinunciare ad una serata di grandi divertimenti, in nome di un matrimonio che nessuno sa nemmeno esistere.

Con la ragazza più bella del mondo magico, la quale, a dire il vero, mi fa scordare qualsiasi inutile e dispersiva scorribanda.

Ormai è mia, ma mi sono veramente stancato di attendere l’annuncio delle nozze avvenute di nascosto, non mi importa della reazione dei Black, la voglio mia, a casa mia, ogni giorno della nostra vita.

Rodolphus

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NOTE:

Non ne potete più dei miei continui aggiornamenti solo di questa storia vero? Non so perché, ma la mia mante si è concentrata qui, anzi, si è fissata e non varia più!

Durante la settimana comunque, proverò ad aggiornare anche le altre!

Su questo capitolo ho poco da dire, è una pagina del grimorio di Rod al quale ho voluto dare spazio dato che, mentre nella ff precedente era il co-protagonista incontrastato, in questa è rimasto molto nell’ombra!

La prossima pagina di grimorio, presumo, sarà quella di Alecto. Poi tornerò ai due soliti narratori.

Tutti hanno un loro modo di vedere e dipendere dal maestro di Arti Oscure e tutti ne scoprono particolari diversi del carattere e della personalità.

Grazie a tutte per le letture e grazie soprattutto a chi manda un commento (ormai ci avviciniamo lentamente al termine anche di questa storia).

Risponderò durante il pomeriggio ai commenti sullo scorso aggiornamento!

Grazie ancora e a presto

Circe

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Capitolo 23
*** La vendetta ***


Dal grimorio di Alecto: “LA VENDETTA”

Fin da quando ha messo piede al quartier generale, l’ho sempre osservata, l’ho sempre seguita con grande interesse e passione, avrei voluto che diventassimo amiche per davvero.

Bellatrix è arrivata ancora giovanissima, da poco aveva terminato la scuola e aveva ancora l’aria della studentessa intelligente, dotata e svogliata.

Quella che io non ero mai stata. Ero molto intelligente certo, brava a scuola, ma mi impegnavo tanto, non avevo altro oltre le materie scolastiche e non ero particolarmente dotata nella pratica.

Pensavo che, l’insieme delle tante qualità di Bellatrix, avrebbero fatto di lei, fin da subito, una brava Mangiamorte.

Così, infatti, era successo per il suo fidanzato Rodolphus, un ragazzo straordinariamente arrogante, litigioso e capace, che era giunto con lei tra le fila di noi maghi del cerchio dell’Oscuro Signore.

Invece mi sbagliavo.

Lord Volemort deve aver visto qualcosa in quella ragazza tanto oscura e inquietante. Fedeltà, spregiudicatezza, impulsività e di certo una spropositata adorazione per lui.

Così è diventata speciale: la sua allieva. L’unica.

Con grande sorpresa e sgomento da parte di tutti, quando ancora qualcuno provava a dire che era semplicemente una ragazzina ingenua e mai e poi mai sarebbe diventata una di noi.

Ma Bellatrix piaceva, attirava l’attenzione, era magnetica e, a lungo andare, chi la conosceva non poteva far altro che notarla.

E notare le sue doti.

Indubbiamente era capace di piacere, sapeva come farlo e lo faceva, a volte, persino inconsapevolmente.

Anche a me attraeva molto Bellatrix, ma il solo fatto che lei fosse tanto vicina, tanto legata all’Oscuro Signore, la poneva ai miei occhi troppo in alto, troppo irraggiungibile, troppo bella anche.

Il mio desiderio di esserle amica, di condividere con lei l’esperienza di essere Mangiamorte, donna fra tanti uomini, abile guerriera e abile strega, stava già da subito iniziando ad incrinarsi e scomparire per lasciar posto all‘inviadia nei suoi confronti.

In seguito è stato sempre peggio.

L’Oscuro Signore, nonostante non lo desse a vedere, faceva davvero molto per lei, per avere la strega più abile che il mondo magico potesse conoscere, per possedere e controllare i poteri più grandi che avessimo mai visto fino a quel momento (eccetto quelli del Signore Oscuro stesso, ovviamente).

Passavano svariato tempo insieme quei due, dentro e fuori dal quartier generale.

Non solo le insegnava le tecniche dei duelli, ma combatteva con lei, la allenava di persona, la correggeva, la spronava, la ammazzava letteralmente di fatica, lavoro, attacchi, difese e scatti.

Non pensavo che sarebbe sopravvissuta a tanto, che sarebbe arrivata fino in fondo.

Credevo avrebbe rinunciato. Invece ha tentennato, ha pianto, ha gridato, ha sbagliato varie volte, ma non si è fermata mai una volta, non ha rinunciato per nessuna ragione.

E l’ho invidiata prepotentemente: dove trovava tutta quella forza? Dove trovava tutto quel coraggio?

Avrei voluto essere come lei.

E lui insisteva, continuava, a costo di farle perdere il controllo stesso dei suoi poteri, a costo di rovinarla a causa della sua stessa energia magica, a costo di perderla definitivamente per liberare tutto il potere che era in lei, lui non si è accontentato.

Noi Mangiamorte vedevamo e capivamo il suo operato, conoscevamo perfettamente il rischio a cui andava incontro Bellatrix, e guardavamo, osservavamo curiosi il susseguirsi degli eventi, la spietatezza con cui il nostro padrone portava avanti i suoi propositi su di lei.

La figlia del diavolo.

Ora era diventata anche questo agli occhi di lui … e sarebbe diventata una strega oscura, proprio come Lord Voldemort stesso. Per volere di lui.

D’altra parte la sua oscurità era palese anche nell’aspetto.

In questo anno in cui l’ho osservata, giorno dopo giorno, è diventata ancora più bella, più adulta. Nonostante i comportamenti infantili che spesso manifesta apertamente, il suo aspetto dimostra quasi tutti i suoi anni, nonostante quel suo sguardo tanto sprezzante e crudele, certe volte spietato, molti cadono ai suoi piedi come foglie spostate dal vento d‘autunno.

Rabastan è uno fra quelli, nonostante la palese presa in giro di lei in molte occasioni, nonostante lo sfrutti quando le pare, nonostante sfrontatamente dimostri il suo amore e la sua passione per il fidanzato Rodolphus, per altro fratello di Rabastan, lui continua stupidamente ad amarla.

Sciocchi, uomini stupidi, e io non ho nessuno.

Non ho nemmeno più la considerazione del mio Signore. Me l’ha portata via per prima lei, e ora anche Rodolphus, che sta salendo nelle preferenze di Lord Voldemort, in maniera quasi esponenziale. Come io non ho mai fatto.

In certi momenti li odio entrambi. Sì, entrambi.

Li invidio troppo. Loro, i due pupilli, i migliori in assoluto, sempre sulla cresta dell’onda, nonostante tutto ciò che faccio per cercare di star loro pari, Rodolphus e Bellatrix Lestrange sono già anni luce davanti a tutti noi Mangiamorte.

Lei, non ancora strega oscura iniziata, lui, giovane mago appena giunto dall’anonimato.

“Rodolphus e Bellatrix Lestrange.” mi ripetevo silenziosamente in quell’occasione, mentre osservavo Cygnus Black, il padre di Bellatrix, impegnato in una discussione animata, ma silenziosa con Orion Black.

Eravamo nel bel mezzo di una elegante festa di celebrazione primaverile.

Il momento più adatto …

“Se tu sapessi cos’ha fatto la tua diletta figlia in gran segreto, insieme al suo fidanzato, durante una sera molto particolare di magia nera e bagordi vari. Bagordi che tu non oseresti nemmeno mai pensare collegati a lei …”

Lo guardavo, lo osservavo attentamente e, nello stesso momento, mi ripetevo quasi ossessivamente quella frase nella mente: “Se tu sapessi … se tu sapessi …”

Mi sembrava quasi di essere entrata in trance.

Ero certa che Bellatrix non avesse ancora comunicato nulla alla sua nobile e antichissima famiglia del matrimonio con Rodolphus. Non sapeva come introdurre l’argomento, come evitare di incappare nelle ire della potente casata a cui apparteneva, dato il suo comportamento così poco consono in quella circostanza.

Eravamo davvero in pochi a sapere cosa fosse successo fra i due, solo coloro che facevano parte della loro cerchia ristretta e solo coloro che erano a conoscenza del fatto che, per ordine del Signore Oscuro, Rodolphus doveva far scoprire a Bellatrix l’essenza dei suoi poteri.

Nessun altro sapeva. Questo mi dava potere.

Ero certa di una sola questione: se avessi “per caso” comunicato a Cygnus Black l’accaduto, sarei riuscita a rovinare la splendida e oscura strega Bellatrix Black, ora Lestrange.

Un’idea diabolica ha iniziato a farsi palesemente strada nella mia mente.

Ho fatto un cenno ad Amycus, che si trovava più vicino ai due Black in questione.

“Di che argomento stanno parlando i cognati Black? Per caso hai sentito qualcosa?” ho domandato a mio fratello in maniera sbrigativa non appena l‘ho avuto a fianco.

“Perché me lo chiedi? Da quando ti interessano le conversazioni altrui?”

Spazientita ho fatto cenno di abbassare la voce “Da quando ho trovato un modo per diminuire l’influenza di Bellatrix e Rodolphus agli occhi del nostro padrone.”

Amycus mi ha guardata poco soddisfatto, sospettoso e per nulla convinto dei miei intenti.

“Ho sentito il nome del figlio maggiore, di Sirius Black, ma non ho percepito molto in proposito.”

“Non importa,” ho risposto io sempre più convinta, incauta “seguimi, dobbiamo salutare Cygnus Black, i nostri genitori sarebbero di certo contenti.”

Amycus era ancora incerto. Aveva capito che avevo in mente qualcosa e si è fatto trascinare da me in quella folle impresa.

“Buonasera signor Black,” mi sono sentita dire, la mia voce come estranea, quasi al di fuori del mio stesso corpo “la interrompo solo pochi istanti, volevo porgerle le mie congratulazioni e quelle di mio fratello per l’ultimo evento di famiglia.”

Lui, com’era ovvio immaginare, mi ha guardata torvo, dubbioso, non aveva la minima idea di ciò a cui mi stessi riferendo, me era troppo educato per rivolgersi a me in maniera scontrosa.

Infatti si è mostrato gentile e disponibile.

“La ringrazio molto signorina Carrow … anche se, devo domandarle a quale evento si riferisce esattamente.”

In quell’istante ho avuto un attimo di trionfo, sentivo il potere nelle mie mani, la vittoria, la vendetta contro colei che era tanto migliore di me e me lo sbatteva davanti ogni giorno di più. Senza sosta.

Volevo metterla nei guai, ce l’avrei fatta senza alcun dubbio e mi sono sentita onnipotente.

“Il matrimonio di sua figlia maggiore ovviamente,” ho risposto con un sorriso vittorioso dipinto sul volto “il suo matrimonio con Rodolphus Lestrange.”

Quell’uomo, colui che aveva la disgrazia di ritrovarsi padre di Bellatrix, è impallidito improvvisamente, sgranando gli occhi e cercando il sostegno del fratello, anche lui in evidente difficoltà.

Amycus assisteva alla scena e rincarava la dose, aveva capito perfettamente il mio tipo di attacco.

Non avevamo idea, né io né lui, del disastro che ne sarebbe scaturito in seguito.

Non potevamo sapere.

Avevamo dichiarato guerra ai coniugi Lestrange, e avevamo firmato, in questo modo, la nostra condanna a morte.

Una morte lenta e implacabile.

 

Alecto

……………………………..............

Note:

Nuovo capitolo con nuovo narratore. Qui e nel prossimo infatti, troveremo le pagine di grimorio di Alecto … solo più avanti torneranno i soliti narratori.

Sto tirando le somme di questa ff e ho tolto alcuni avvenimenti (che entreranno a far parte della terza storia della trilogia, ed introducendone altri …). All’inizio pensavo di non accennare minimamente a Sirius, ma ora ho deciso di introdurre cenni della sua storia (mi sono utili tutto qui …)

Ho scritto uno spin off riguardante il matrimonio di Bellatrix e Rodolphus (Notte di fuoco), in questo capitolo faccio qualche cenno proprio a quella parte della ff.

Vorrei attaccarla alla storia intera (farlo diventare capitolo e non storia a parte), ma senza perdere le recensioni (per cui, evitando di cancellarlo e ripubblicarlo), qualcuno di voi sa se si può fare e come? Grazie …

Per il resto direi che non ho molto da spiegare. Solo una cosa: Bellatrix ha 19 anni circa, quindi ho pensato che fosse ancora timorosa, almeno in piccola parte, del giudizio e della reazione famigliare ad un evento importante quale il matrimonio, per questo nasce tutta la questione di cui parla poi la stessa Alecto.

Grazie a tutte le lettrici e grazie infinitamente per i commenti che mi fanno sempre piacere!

Circe

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Capitolo 24
*** Lestrange o Carrow ***


Dal Grimorio di Rodolphus: “LESTRANGE O CARROW”

Bellatrix ha iniziato a essere davvero cattiva in questo periodo.

Forse sperimenta inconsciamente la sua potenza, forse è pressata dai tanti obblighi e impegni a cui la sottopone il maestro, o sarà la magia oscura incontrollata che ha iniziato a scorrerle nelle vene, fatto è che la forza del suo carattere è nettamente aumentata, rasentando livelli mai raggiunti.

Quando qualcosa non va per il verso giusto, ovvero il verso che desidera lei, qualcosa di spietato e rabbioso esce dai suoi occhi e dalla sua aura energetica ed è impossibile frenarla, o calmarla, o semplicemente parlarle.

Non che io desideri frenarla in un qualsiasi modo, anzi, questo suo lato mi affascina quasi quanto il suo modo di fare l’amore con me. È come veder crescere la sua passione, la sua foga e il suo desiderio sessuale, quando poi penso che è lei la strega più potente del mondo magico, o quasi, ed è mia, mi eccito proprio.

Perché è mia. Assolutamente.

Rabastan dice che ci assomigliamo, che m’infuoco anch’io, che sono violento e irrefrenabile, che sono capace di distruggere tutto ciò che mi sta di fronte, ma a mio parere, lei è un po’ diversa.

È più esaltata, molto di più, e questa esaltazione cresce di pari passo con i suoi poteri oscuri.

Io non ho studiato la magia oscura, un giorno, se dovessimo trovarci in contrasto noi due, non sarebbe facile fermarla.

Per nulla facile.

Bella, dicevo, era infuriata in quei giorni, letteralmente infuriata: Alecto Carrow aveva infatti raccontato a suo padre che eravamo diventati marito e moglie. Aveva osato troppo, questo era chiaro come il sole, sia nei confronti di Bella che nei miei, io ridevo prima di tutto, la prendevo in giro, non m’importava più nulla di Cygnus Black, della nobilissima e antichissima casata dei Black e di ciò che avrebbero potuto pensare di me e Bella i suoi parenti.

Per un matrimonio clandestino poi … quale problema c’era? Era stato divertente ed eccitante. E poi noi siamo i padroni, liberi di fare ciò che più ci aggrada, siamo Mangiamorte, entrambi praticamente.

All’inizio, è vero, ero stato io a dirle di tacere, di prendere tempo, ma lei tentennava ancora, per la prima volta la vedevo incerta, fin troppo per i miei gusti.

La strega più potente, la forte e sapiente, in fondo aveva solo vent’anni, e si faceva influenzare dal giudizio della sua famiglia.

Certe cose non le concepisco, ho vent’anni anch’io, ma non ho famiglia, eccetto, se vogliamo, mio fratello. A mio padre non era importato nulla del mio matrimonio segreto, quando gli avevo scritto per annunciarglielo, lui era stato semplicemente contento che avessi sposato “quella splendida ragazza” che era Bellatrix Black.

Se Bella fosse stata più brutta, si sarebbe di certo infuriato.

Per questo, la stupida sparata di Alecto mi è stata più che altro comoda, per questo le litigate in famiglia di Bellatrix non mi fanno né caldo né freddo. Tra l’altro, penso, Bella avrebbe presto dovuto chiarire la sua posizione nei confronti dell’Oscuro Signore, anche senza esplicitare palesemente che sarebbe diventata una Mangiamorte, ed io, per tutto ciò, ho in mente un piano perfetto.

È stata una folgorazione improvvisa: me ne stavo sdraiato sul mio letto, tranquillo, ero poggiato sulle lenzuola nere, pulite di giornata, le devo far cambiare spesso dagli elfi, perché portano le tracce delle nottate di passione con Bella. Ero vestito, stanco, con ancora la maschera da Mangiamorte fra le dita, e guardavo pensieroso il soffitto. Non sono solito prendermi momenti di pausa io, ma in quel momento qualcosa di indistinto mi frullava nel cervello.

Avevo saputo, per caso, del fatto che, probabilmente, il rampollo dei Black, Sirius, aveva ricevuto dei galeoni, molti galeoni, da uno zio.

Questa notizia mi giungeva strana.

Ero lì sul letto e mi domandavo a cosa servissero tutti quei soldi. Bella mi aveva sempre detto che, dopo la fuga di sua sorella, anche Sirius aveva alzato il tono delle sue ribellioni, le litigate in casa e le minacce diventavano continuamente più pesanti.

Il distacco era quasi totale, anche perché il cugino restava praticamente sempre fuori casa. Bella stessa, parlava di essere rimasta sola, sola, insieme a Cissy e Regulus.

Mi pareva sempre più palese che i soldi di quel parente servissero a Sirius Black per una fuga definitiva e un allontanamento dalla casata.

Ciò avrebbe portato grande scompiglio, nonostante fosse una rottura ormai annunciata. Senza contare che un parente gli stava probabilmente dando la possibilità di farsi una sua vita e io sapevo di chi si trattava.

Forse avevo capito come togliere Bella dai guai e, in un prossimo futuro, annunciare il nostro legame con l‘Oscuro Signore e magari anche coi Mangiamorte, che stanno ormai diventando un gruppo potente e forte nel mondo magico, forse saremmo potuti uscire presto dalla clandestinità. Di sicuro, non avremmo avuto più problemi, evitando di farci trattare come ragazzini, nemmeno dalla nobile casata dei Black.

Mi sono alzato a sedere sul letto e lentamente mi sono diretto verso il camino. Lascio sempre della cenere sparsa sotto la legna, per mandare dei messaggi utili e segreti.

“Ci vediamo alla “Grotta di serpente” tra un’ora. Rod.”

Ho scritto la frase sulla polvere nera, sperando che Bella fosse a studiare arti oscure nella sua stanza, dove avevo diretto il messaggio magico, e non dal suo maestro al quartier generale, altrimenti avrei fatto molta più fatica a contattarla.

Poco dopo ho notato, su quella stessa cenere, comparire la risposta:

“A fra poco.”

Ho sorriso soddisfatto e ho indossato il mantello nero per avviarmi subito al punto d’incontro.

Alla “Grotta di serpente” mi conoscono tutti e conoscono bene anche Bella, siamo di casa in molti luoghi di Nocturne Alley ormai e Bella è sempre più in tema con quel quartiere, la guardano tutti, me ne rendo perfettamente conto, è una delle poche ragazze a frequentare quei posti, e io ne sono orgoglioso, sembra fatta per essere oscura.

I capelli neri, lisci e lucenti, le ciglia nere e lunghe, che le donano un’aura di mistero allo sguardo, il mantello nero decorato, ricco, sinuoso come il suo corpo … ogni volta che la vedo entrare così, con quel suo avanzare verso di me sicura e spavalda, splendida, sento un’irrefrenabile voglia di spogliarla e amarla seduta stante. Anche più e più volte.

E quella volta non ha fatto eccezione, ho impiegato diversi istanti per placare le mie voglie pulsanti, poi, con fatica, mi sono limitato a rispondere al suo sorriso provocante.

“Perché mi hai disturbato, Rod?” ha domandato con voce quasi innocente e capricciosa.

Ho fatto una pausa allusiva, e solo dopo aver attratto per bene la sua attenzione sfuggente, ho iniziato a spiegarmi.

“Ho saputo qualcosa d’importante, almeno secondo me.” silenzio.

“Tuo zio, non ricordo il nome, ha fatto un grosso movimento di denaro, dalla sua camera blindata alla Gringott a un’altra camera blindata, creata da poco, di cui è rimasto incognito il nome del proprietario.”

“Dunque?” mi ha interrotto per arrivare al punto.

“Dunque, dolcezza, ho il dubbio che sia per il tuo caro cugino. Sirius, garantito, ha intenzione di abbandonare la famiglia Black, questo penso sia ormai palese, e tuo zio gli sta spianando la strada.”

Bella mi ha guardato tacendo, ancora intenta a capire dove volessi andare a parare. A nessuno di noi sono mai interessate questo genere di cose, siamo sempre stati troppo impegnati con altri interessi per occuparci di ciò e, giustamente, Bella trovava strano che ora gliene parlassi in maniera così attenta.

“Non m’importa che fa mio cugino, per me è meglio che si allontani definitivamente, mi dà il voltastomaco ogni volta lo vedo ormai.”

“Sì, lo so, ma tu al momento non sei vista proprio bene dai tuoi genitori e parenti, non sei certo nelle possibilità di fare la schizzinosa, o l‘altezzosa, devi riprendere credibilità dato che ti vedo così impaurita dal loro giudizio.”

Bella ha iniziato a controbattere, ma l’ho interrotta immediatamente:

“Senza contare il fatto che ormai siamo sposati, ed io voglio stare con te, non vederti ogni tanto, come fossimo ancora ragazzini fidanzati.”

È tornata zitta e buona, pronta a starmi a sentire.

“Nel momento in cui Sirius avrà lasciato casa sua, annuncerai che sei legata al Lord Voldemort, che hai potere e che grazie a questo lo riporterai a casa, o lo punirai per avere disonorato il suo stato di sangue. Farai comunque in modo che i Black non perdano prestigio davanti al mondo magico. L‘attenzione verrà di certo spostata da te a tuo cugino, tu diventerai la brava nobile primogenita e tornerai in auge, sarai quella che risistemerà le sorti della famiglia, e porterai potere, essendo legata a chi ne possiede, attualmente, di più. Lord Voldemort ovviamente.”

Bella osservava i miei occhi, critica, ma attenta, poi ha puntualizzato:

“Ovviamente non ho nessuna intenzione di riportare Sirius a casa, o corrergli dietro, se mai se ne dovesse andare sul serio …”

“Se ne andrà vedrai, ne sei certa anche tu. Comunque sia, solo io e te sappiamo che non hai nessuna intenzione reale di riportarlo a casa. Basterà fingere davanti a tutti per arrivare ai propri scopi.”

Lei ha sorriso, iniziava a prendere in considerazione questo piano per aggirare il problema che ci si era parato davanti.

Pian piano si è avvicinata a me, strofinandomi le braccia al collo, lentamente e sinuosamente.

“Va bene, faremo come dici tu.” ha concluso sussurrandomi le parole lentamente. Sapevo che non era contenta però, qualcosa le bruciava ancora e non la lasciava tranquilla.

“Rod,” mi ha detto infatti dopo pochi istanti, con voce da bambina.

“Sì …?”

“Dobbiamo vendicarci anche dei Carrow, lo sai vero?”

Ho sorriso sentendo questa frase, l’ho allontanata da me per guardarla negli occhi e godermi il suo sguardo diabolico.

“Non aspettavo altro, Bella, dimmi cos’hai in mente. Nei dettagli.”

Sapevo benissimo che mi aspettava la parte più divertente: la vendetta contro quei due incapaci, quei due che avevano osato sfidarci apertamente.

Dovevamo mostrare qual’era la coppia migliore finalmente. E che fosse chiaro a tutti, soprattutto al Signore Oscuro in persona.

Lestrange o Carrow …

 

Rodolphus

…………………………….

Note:

Ciao a tutte, ho ripreso ad aggiornare dopo un bel po‘ di tempo. Durante le vacanze di Pasqua ho cazzeggiato parecchio, lo ammetto, ma ora sono di nuovo qui. È stato un capitolo inaspettato, non era in programma Rod … ma dato che ho avuto quest’ispirazione, ho preferito aggiungerla.

Anche su questo capitolo ho poco da dire: i riferimenti fatti da Rod sulla sua famiglia, fanno a loro volta riferimento alla mia ff precedente “La strega più potente”

Per quanto riguarda il lascito di zio Alphard, forse mi sono discostata dal canon presentando così la faccenda, però mi sembrava possibile che i fatti si fossero potuti svolgere anche così, per cui l’ho usata in questo modo dato che mi poteva tornare utile per la trama. Mi scuso con i puristi del canon, come mio solito …

Bella ha i capelli lisci perché nel libro è descritta così e me la immagino sempre in questo modo, l’ho detto tante volte, ma dato che nel film è molto diversa, lo aggiungo sempre alle note per scrupolo.

Direi che è tutto. Conto di aggiornare anche le altre ff in tempi ragionevoli …

Grazie per i commenti ragazze, mi aiutano sempre, ho risposto già a tutte nel pome!

Buona serata a tutte e a presto.

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Capitolo 25
*** Famiglia Lestrange ***


Dal Grimorio di Bellatrix: “FAMIGLIA LESTRANGE”

Abbiamo lasciato passare parecchio tempo, è stato d’obbligo, ma alla fine la vendetta contro i due Carrow è stata esattamente come la volevamo, o comunque, ci siamo avvicinati molto ai nostri intenti.

Ne è anche scaturita una strana reazione a catena che ha portato a vari sviluppi all’interno del gruppo dei Mangiamorte.

Alla luce di tutti gli eventi accaduti, posso dire che Rod ed io abbiamo innaugurato come si deve la nostra nuova dimora, fra urla, torture e sangue versato.

Sangue puro ma malato, quello di coloro che hanno osato sfidarci.

Si dice che la vendetta va gustata fredda, ma a noi piace gustarla quando ancora il sangue bolle nelle vene per la rabbia e la sete di urla di dolore è ancora calda e vibrante nella mente.

Il castello in cui abbiamo deciso di abitare, risale a più di trecento anni fa, è oscuro e sontuoso a prima vista, poi, osservandolo per bene, si nota quanto all’esterno sia gotico e cadente, in alcuni punti quasi diroccato.

Guglie, doccioni e colonne si alternano in tutte le facciate esterne, grandi balconi con vetrate illuminate da candele, si scorgono ovunque dal giardino.

All‘interno è ricco e grandioso. Mura spesse con soffitti alti e decorati ci accolgono ogni volta che mettiamo piede nelle varie stanze, camini grandi e piccoli ospitano i tanti fuochi che servono a tener caldo quell’enorme spazio che costituisce tutto l’abitato.

I pavimenti sono di marmo freddo e opaco e i grandi lampadari pieni di candele danno un po’ di luce nelle stanze.

Sculture di animali notturni e oscuri sono poste sui balconi, lungo i corridoi, e nelle entrate principali. Non ho fatto mettere tende alle finestre, per lasciare entrare la luce della luna durante la notte.

A Rod e me piace vederla quando illumina i muri della stanza e le lenzuola nere, piace guardare come gioca a rischiarare i nostri corpi nudi, a mostrare luci ed ombre mentre facciamo l’amore.

Arazzi e quadri antichi sono posti su alcune pareti, ma non tutte, non nelle stanze adibite ad incantesimi, preparazione di pozioni e riti oscuri. Lì i muri sono ingombri di pergamene, disegni, e simboli magici, i tavoli e gli altari da lavoro, sono pieni di oggetti indispensabili per compiere ogni genere di magia, ampolle, formule, ingredienti e libri.

Infine l‘esterno, il parco. È contornato da grandi piante, che nascondono l’abitazione dalla vista di chiunque.

Nessun tipo di illuminazione è stata messa nel parco, la natura è rimasta incontaminata, di giorno restiamo all’ombra dei grandi alberi e il buio regna invece sovrano durante la notte.

È un luogo eccentrico anche per i maghi più antichi, che non sono più soliti abitare posti simili.

In molti non erano d’accordo sulla mia decisione di fare, di quel luogo, l‘abitazione principale della nuova famiglia Lestrange.

Mia madre, mia sorella e persino mia zia, lei che abita in un’oscura e stretta dimora piena di cianfrusaglie, desideravano, ovvero pretendevano, che scegliessi un’abitazione più elegante, funzionale e moderna.

Io non ero affatto convinta di seguire i loro consigli, ma d’altra parte, non ero nemmeno certa di poterle contraddire e deludere spudoratamente, ancora una volta, dopo la notizia delle mie nozze clandestine.

Le frasi più in uso che, in quelle settimane, avevano seguito la notizia del matrimonio erano: “Bellatrix, perché ti sei comportata in questo modo tanto offensivo e scriteriato?”

Oppure: “Bellatrix, figlia mia, perché mai ha pensato di fare un atto tanto ignominioso?”

Infine: “Bellatrix, ti sei comportata in modo assurdo, disonorevole! Hai deciso di seguire la strada di tua sorella, o tuo cugino?”

Non hanno ovviamente capito nulla di me.

L’ultima mia intenzione è proprio quella di assomigliare, o comportarmi, come i miei parenti traditori di sangue.

Anzi, le mie intenzioni sono proprio quelle opposte.

“No,” rispondevo il più educatamente possibile “voglio semplicemente mantenere le tradizioni magiche, voglio vivere secondo ciò che mi ha insegnato la nostra tradizione di magica antica. Quel matrimonio è stato davvero perfetto come rito, e quel castello è il posto giusto dove vivere per me e mio marito.”

Mi guardavano offesi, o meravigliati, o scandalizzati.

Io penso siano loro ad essere troppo morbidi coi traditori di sangue, coi nati Babbani ecc … penso che la mia stessa famiglia di nobili tradizioni, si stia eccessivamente discostando da ciò che è la vera vita dei maghi e delle streghe.

Non ammetto debolezze, incertezze, non accetto atteggiamenti troppo morbidi.

Le ammetterò ancora meno nel momento in cui diventerò una vera Mangiamorte.

Molti purosangue si stanno facendo trasportare da una sottile influenza Babbana, anche senza rendersene conto.

Ci contaminano inconsapevolmente ma inesorabilmente e in maniera assolutamente subdola, senza rendersene conto, ma io sono troppo intelligente perché possano riuscirci anche con me.

Alla fine i miei famigliari hanno dovuto piegarsi al mio volere.

Il piano di Rod per ristabilire alcuni equilibri è stato fondamentale, ma dovevo andare cauta su diversi argomenti e decisioni.

La fuga di Sirius, di poco successiva alla notizia del ricevimento per il matrimonio dell’anno andato in frantumi, ha indisposto ancora di più la mia famiglia, in maniera platealmente pesante.

Dopo aver ventilato la possibilità di pensare ad una soluzione per la situazione ormai degenerata, vedendo di apparire ai loro occhi come l’unica in grado di affrontare di petto la questione, ho accampato sempre più convinta e pretenziosa la mia richiesta, ponendola come una decisione non ancora presa, anche se si trattava ovviamente di tutt’altro.

Giorno dopo giorno ho ottenuto il loro assenso e, insieme ad esso, la libertà di fare ciò che più mi aggradava.

La situazione mi pareva favorevole, ho dunque deciso di fare una piccola prova.

Penetravo la loro mente in silenzio e di nascosto, lo facevo appena e per poco tempo, senza che nessuno si accorgesse di niente, influenzavo i loro pensieri con i miei, osservavo le loro reazioni e sondavo i miei poteri oscuri.

Era divertente vederli cambiare a mio piacimento.

Non mi limitavo a cose di relativa importanza per loro, come poteva essere la mia futura dimora, lo facevo anche con questioni di primaria importanza, come gli affetti, le persone, i rapporti.

Il primo gioco che ho fatto sulla loro mente, è stato a proposito proprio di Sirius.

Dovevano aver capito che, la mia soluzione per quel ragazzo e la sua fuga sarebbe stata estrema: o sarebbe tornato a casa, o l‘avrei destinato a morte certa.

Amavano Sirius, sia i miei genitori sia i miei zii a maggior ragione, ma il loro orgoglio impediva loro qualsiasi azione di avvicinamento. Non avrebbero comunque accettato la mia soluzione di ucciderlo, se io non avessi giocato con le loro menti, confondendo idee e sentimenti, mischiando orgoglio, odio e dolore.

Non mi ero mai divertita tanto a dire il vero e sono diventata proprio brava nel manipolare le menti altrui con la magia nera.

La mia condizione di figlia sciagurata, è stata quindi dimenticata col tempo e la magia.

Per tutti i miei desideri di nuova moglie di Rodolphus Lestrange invece, ho ottenuto l’approvazione di tutti, mischiando, ancora una volta e sapientemente, il controllo della loro mente, con la vaga promessa che mi sarei un giorno occupata della questione Sirius Black.

Effettivamente, doveva star loro molto a cuore: era il primogenito maschio.

Molto più a cuore di Cissy ed io messe assieme. Forse Regulus detiene ancora lo status di preferito, ma solamente perché si fa in quattro per sostituire il fratello in maniera più che mai degna.

Sono stata piuttosto contenta di allontanarmi dalla mia famiglia in quel momento così particolare e noioso ai miei occhi.

Cissy ha sofferto molto di questo mio distacco improvviso e della decisione tanto repentina di sposarmi immediatamente.

Mi rimprovera ancora spesso del matrimonio avvenuto in maniera tanto nascosta e oscura, lei è l’unica che, forse, teneva veramente alla mia presenza in casa.

A me non importa molto: amo vivere con Rod, sto attraversando uno di quei momenti in cui il solo fatto di stare con lui, riesce a farmi dimenticare tutto il resto, compreso l’amore per il mio maestro.

Con me è diventato più tranquillo, meno rabbioso e aggressivo, mentre non ho un’idea precisa di come si comporti durante la sua attività di Mangiamorte.

Solo in certi casi si arrabbia ancora molto, soprattutto quando la mattina, a letto, invece di stare fra le sue braccia, afferro libri, pergamene e piume, e inizio a studiare, copiare e inventare incantesimi.

“Non fai che pensare alla magia, sei stancante lo sai?” mi dice spesso alzandosi bruscamente dal letto.

“Devo ancora diventare una strega iniziata, che pretendi che faccia? Sai quanta bravura richiede il mio maestro, no?” rispondo senza quasi guardarlo in viso.

“Il tuo maestro … il tuo maestro … si dà il caso che il tuo maestro sia anche il mio padrone, eppure io non sono così incapace da non riuscire a dedicarti tempo. Al contrario tu sei sempre impegnata per lui!”

Colgo sempre più gelosia man mano che passano i mesi e man mano che si avvicina il momento in cui sarò una strega iniziata.

Ormai manca veramente poco.

“Sei geloso?”

“Non dire sciocchezze. Sei tu che ultimamente ti sei parecchio rammollita.”

Detto questo esce sempre a fumare in terrazza, senza aggiungere una parola, o uno sguardo.

La mia reazione è varia. A volte lancio dietro di lui uno dei miei libri, rompendo spesso le vetrate che ci separano: si scatenano così i litigi peggiori.

Ultimamente però, man mano che si avvicina il termine del mio anno da apprendista, evito qualsiasi tipo di reazione, questo perché mi sento realmente insicura e rammollita come dice lui e il dubbio di deludere il mio maestro è forte.

Rod lo sa e mi tortura. È fatto così.

Nonostante i nostri caratteri troppo forti e litigiosi, toppo maghi di fuoco, siamo una grande forza quando restiamo uniti.

“Sei contento di aver sposato la più bella e potente strega di questo mondo?” gli domando tutta entusiasta qualche volta, mentre siamo insieme, prima o dopo aver fatto l‘amore.

Lui tace e risponde solo con un ghigno nella direzione dei miei occhi.

“Ti ho sposato perché sei una purosangue come me … e perché hai un bel culo, tutto qui.” risponde deciso, poi mi prende e mi bacia sulle labbra per pochi istanti, scendendo subito verso il collo e il seno e lasciandomi nuda fra le lenzuola di quei letti enormi che abbiamo scelto per le stanze da letto.

Quel luogo, il castello, sembra fatto su misura per noi, Rod stesso ne è stato certo fin dall’inizio e ha insistito con me per acquistarlo immediatamente.

“Quando ci dovremo nascondere, quando dovremo fare magie proibite quando vorremo unirci in maniera diabolica e depravata, questo posto sarà di gran lunga il migliore.”

Questa sua frase ha eccitato i miei sensi e le mie fantasie fin dall‘inizio.

Spesso ci ripenso, soprattutto quando lo vedo tornare, pieno di orgoglio e aggressività, avvolto nel suo mantello nero e bagnato di pioggia, dopo un’aggressione, o un agguato. Rod sembra divenire un tutt’uno con quell’atmosfera cupa e misteriosa che avvolge il castello, e mi fa venire voglia di fare l’amore con lui ogni sera.

I suoi muscoli forti, il profumo della sua pelle, a volte misto a quello della pioggia, o del sudore, i suoi baci leggermente volgari e il suo modo irriverente di insinuarsi forte tra le mie gambe, tutto questo mi fa impazzire ogni volta e lo desidero tanto, fino a sentire le vertigini.

“Tu non fai l’amore come una purosangue, Bella.” ha detto lui una volta, riprendendo fiato, e accarezzandomi il ventre e i fianchi lentamente e attentamente.

“Che ne sai di come lo fanno le altre purosangue.” ho chiesto immediatamente, in maniera realmente indispettita.

Ha sorriso.

Silenzio.

“Ho soltanto parlato con altri purosangue … sposati, o fidanzati con esponenti delle più antiche famiglie che conosciamo.”

Allora ho sorriso io “Come lo farei rispetto alle altre, dunque?”

“Sei … meno seria e posata … meno pudica …”

“Sono una vera strega.” ho risposto poco dopo con voce sensuale, per poi allontanarmi, questa volta per prima, a fumare sulla terrazza.

Siamo felici insieme, forse un po’ folli come dicono in molti, ma intrepidi e scatenati, e sicuramente maghi potenti.

L’unico esponente adulto che invece ha gradito particolarmente il nostro improvviso matrimonio e l’aspetto della nostra antica dimora, è stato proprio il signore Lestrange, il padre di Rod.

È già arrivato a Londra da Parigi per ben due volte, per farci visita e portarci svariati regali in onore delle nostre nozze.

Rod è sempre nervoso quando il padre compare sulla soglia di casa, la maggior parte delle volte si eclissa in breve tempo, in compagnia del fratello, in qualche locale malfamato delle vicinanze. Né con lui né con Rab non ho mai parlato di quello che fanno insieme in quei momenti, indubbiamente diventano molto uniti e complici quando si presenta il loro padre nelle vicinanze.

Si forma tra loro una strana sinergia che mi è particolarmente difficile sondare nonostante i miei poteri.

Rab, soprattutto, si oscura e incupisce anche più del solito e strappargli una parola diventa un’impresa quasi impossibile anche per me.

Al contrario, io adoro la compagnia del padre dei due, e passo volentieri del tempo con lui,quando ci onora delle sue brevi visite riempiendomi di regali sontuosi e sensuali.

A volte penso che venga solo per vedere e salutare me.

Questo mi affascina e mi fa sentire donna.

Rod non ci fa caso, troppo impegnato a litigare con lui quando si incontrano, mentre Rab, se lo conosco bene come penso, la vede esattamente come me, e odia il padre ancora di più.

Ora però veniamo agli ultimi ospiti della nostra nuova e oscura dimora: ovvero i Carrow.

Li abbiamo invitati per una cena, non appena è stato possibile sistemarci come si deve, e li abbiamo voluti quasi fossimo due coppie che condividevano un’allegra serata fra amici.

Rod ed io avevamo già preordinato tutto, durante le chiacchierate a letto, al chiaro di luna, ne abbiamo parlato svariate volte, e stavamo semplicemente pregustando il momento dell’attacco.

Aspettavamo i due ospiti come belve pronte a ricevere la preda, nel nostro castello buio e tentacolare, in una stanza piena di candelabri e candele nere, in una tavolata enorme con piatti e bicchieri di pietre preziose, argento e oro lavorato dai folletti.

Le nostre vittime potevano, se non altro, essere contente di ciò che avevamo organizzato per loro.

Avevo riempito un’ampolla di una pozione velenosa preparata per l’occasione, ma non ero assolutamente sicura di usarla.

Era solo ferma in tavola, lasciata al caso.

Il caso ha voluto diversamente … o meglio, Rodolphus ha agito diversamente.

La cena si è svolta nel migliore dei modi possibili, con chiacchiere e discussioni interessanti sui Mangiamorte, sui nuovi movimenti contro il ministero e gli attacchi ai nati Babbani.

Sembrava quasi che i due avessero pensato li avessimo invitati per piacere, non per vendetta, che ci fossimo dimenticati il loro affronto e che ci stessimo abbassando a cercare la loro compagnia.

Solo nel momento in cui si sono alzati per fare ritorno alla loro casa, Rod ha parlato con voce dura e sibilante.

“Restate pure, il nostro incontro non è ancora terminato, dobbiamo dirci un paio di parole ancora …”

Da quel momento è iniziato l’inferno dei Carrow.

 

Aggiornerò

Bella

…………………………….......

Note:

Finalmente ho finito il capitolo … non la piantavo più di scrivere e poi non ne potevo più di correggere!!

È venuto più lungo e descrittivo del solito, ma mi sono messa a scrivere sull’inizio della vita coniugale di Rod e Bella e ci ho preso gusto.

Originariamente doveva essere il capitolo dedicato alla vendetta contro i Carrow, ma per non esagerare con la lunghezza (non sarebbe da me), ho pensato di dividerlo.

Non mi pare ci siano particolari note da aggiungere, anche perché non succede molto e la maggior parte delle questioni resta comunque in sospeso.

Per cui vi do appuntamento ai prossimi capitoli (spero …) e grazie a tutte per le letture.

E grazie a giurama, fri rapace e Julia per le recensioni!

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Capitolo 26
*** Torture e piacere ***


Dal Grimorio di Bellatrix: “Torture e piacere”

Aggiornamento

Dopo che Rodolphus ha esordito con quelle parole minacciose, non ha lasciato passare molto tempo e molti discorsi prima di iniziare a dare una lezione ai Carrow.

Inizialmente, con un incantesimo di bloccaggio, ha fermato Amycus a pochi metri dal luogo di attacco, incatenandolo con un magico metallo verde smeraldo ad una delle alte pareti della stanza, quella più illuminata.

C’era un momentaneo silenzio attorno, e ho visto Rod guardarlo dritto negli occhi, con folle aria di sfida, con sdegno e rabbia, tenendo sempre la bacchetta puntata su Alecto e mantenendo i sensi all’erta.

Di certo, riflettevo, l’ha fatto per due motivi: non dover combattere contemporaneamente con due Mangiamorte, e mostrare per bene cosa avrebbe fatto della sorella, e cosa sarebbe toccato, in seguito, ad Amycus.

Dal canto mio, morivo letteralmente dalla voglia di unirmi a lui.

Avevo però imparato a essere furba, a prendere ogni azione con un minimo di analisi, come mi aveva insegnato il mio maestro più volte.

Più e più volte perché il freddo calcolo non fa proprio per me.

In quel momento ho comunque riflettuto con furbizia: sapevo che sarei diventata Mangiamorte, prima o poi, e ovviamente una strega oscura, di lì a poco.

Ho deciso quindi di farmi forza e restare semplicemente a guardare, per un momento, come si comportava Rod, come attuava un attacco un vero Mangiamorte, come gestiva ogni azione di fronte ad un atto di vendetta.

Non ha esitato a lungo prima di iniziare, è sempre stato un ragazzo impulsivo e aggressivo, non è mai cambiato questo suo lato del carattere, nonostante gli anni passati, la maturità acquisita e le tecniche imparate.

Con un potente schiantassimo, ha gettato Alecto sul pavimento, facendola scivolare per un breve tratto a causa della violenza della caduta.

Lo scudo di lei era poco potente inoltre, le tremavano troppo le mani e le braccia per riuscire a creare una difesa efficace.

Aveva molta paura di mio marito, perché ora è mio marito, anche se fa strano dirlo. Questa paura significava di sicuro che lui, fra i Mangiamorte, non solo era già diventato abile e bravo, ma probabilmente era fra i più temuti dal gruppo stesso.

Rod, chiaramente, puntava su questa paura, io lo capivo: il suo sguardo, il suo incedere verso di lei con la bacchetta puntata, il suo sorriso sicuro, tutto lasciava presagire che non le avrebbe risparmiato nulla.

In pochi istanti l’ho visto evocare la magia verso la bacchetta pronunciando la formula della maledizione Cruciatus, lo ha fatto con un urlo di rabbia, quasi l’ululato di un lupo.

Era famelico di vendetta quanto un lupo lo è della sua preda quando è affamato.

Era bello.

Ho sorriso godendomi la scena alla sola luce dell’incantesimo che illuminava tutto intorno. Non avevo mai visto delle vere e proprie torture prima d’ora.

A guardarla così, da fuori, era impressionante.

Non sapevo bene che fare, non sapevo quando partecipare e quando no. Senza nemmeno rendermene conto, ho abbassato la bacchetta lungo la gonna nera e mi sono bloccata a guardare insistentemente la scena, osservando Rodolphus in tutto il suo fascino così oscuro.

A volte quegli occhi castani così profondi, si velavano di un’espressione tanto crudele e spietata da farmi venire brividi di paura e piacere. Quello era uno di quei momenti, quelli che mi legavano alla mia anima gemella sempre di più.

Mordendomi leggermente le unghie di una mano con i denti, trattenendo il respiro alle volte, osservavo senza sosta tutto ciò che mi accadeva intorno, azioni e reazioni, magie e poteri.

Alecto stava soffrendo le pene dell’inferno, urlava, scalciava, si muoveva contorcendosi e rilasciando improvvisamente i muscoli. Era rossa in viso, poi pallida e poi ancora.

A volte sbatteva tanto forte sul pavimento che pensavo si ferisse. Rod, dal canto suo, continuava senza sosta. Spostavo lo sguardo da lui a lei e osservavo i movimenti sicuri e fermi della sua bacchetta.

Non aveva il più piccolo cedimento. Amycus urlava disperato, invocando il nome di sua sorella, pareva quasi stesse piangendo per lei, ma non potrei dirlo, era buio intorno. Tutto ciò creava un’atmosfera ancora più cruenta e macabra che non faceva altro, io che lo conoscevo, lo sapevo bene, che esaltare Rodolphus ad aumentare la sua forza e scatenarla contro i due traditori.

Stavo pensando questo quando, improvvisamente, ha allungato la mano verso di me.

È un segnale, lo facciamo sempre quando vogliamo unirci e unire le forze, o la passione.

Senza quasi pensarci, lentamente, ho mosso qualche passo verso di lui e ho stretto le mie dita fra le sue.

Era freddo, la sua pelle era leggermente gelata, nonostante l‘esaltazione.

L’ho stretta più forte e mi sono avvicinata definitivamente anch’io, a pochi passi da Alecto.

Non c’era bisogno che ci parlassimo Rod ed io, sapevamo entrambi che era giunto il momento.

Ho puntato la bacchetta contro la mia nemica, Rod ha lasciato per un attimo il campo libero, pronto per andare a occuparsi di Amycus.

In quel momento, Alecto mi ha guardato dritta negli occhi, per pochi istanti che sono sembrati attimi veri e propri. Non saprei dire con che sguardo m’implorasse di non fare ciò che mi apprestavo a compiere.

Non saprei dire se fosse più disperata, stupita, pentita, dolorante, o spaventata.

Sempre guardandola, ho richiamato l’energia da tutto il mio sangue verso un singolo punto: la mano proiettiva.

Conoscevo l’incantesimo, sapevo come farlo e avevo una grande voglia di farlo.

Qualcosa di irrefrenabile cresceva di attimo in attimo nella mia mente e nel mio corpo, ed ecco che l’incantesimo è uscito dalla bacchetta con forza inaudita.

La tortura era ricominciata, un piacere strano e insopportabilmente piacevole stava espandendosi fra le mie membra.

Il tempo passava ed io insistevo, e più lo facevo, più le scosse del suo corpo diventavano violente, le grida acute e disperate.

Presto anche quelle di Amycus si sono unite a quelle della sorella e questo momento così cruento e infernale, mi ha fatto crescere il fuoco dentro.

Mi sentivo bruciare, la pelle ardere e la forza crescere incessantemente. Alecto sbatteva in continuazione ovunque, il suo corpo, la schiena, il viso, le mani, tutto si deformava sotto i miei incantesimi di tortura. Perdeva sangue dalle tempie e dalla bocca, ma io non potevo fermarmi.

Solo dopo aver continuato per molto in quel modo, qualcosa è successo dentro di me: l’ho osservata, riversa al suolo, viva e lucida, ma devastata in ogni punto del suo fisico. Ho iniziato a sentirmi male allo stomaco.

Ho appoggiato il dorso della mano alle labbra, ma non sono riuscita per molto a trattenere quella sensazione strana: sono andata in bagno a vomitare per cinque minuti buoni.

Mi sentivo male, non ne potevo più di torturare ed ero stanca, ma ugualmente, stranamente, l’adrenalina girava prepotente nelle mie vene e mi dava una sensazione di esaltazione potente, non sapevo più come fare, come placarla del tutto.

Sono restata diversi minuti ne bagno per cercare di calmarmi.

Sentivo ancora le urla di Amycus che veniva torturato da Rodolphus, il silenzio di Alecto che doveva essere a pochi passi da loro. Osservavo il buio dalle finestre e il lontano rumore degli animali della notte.

Non appena ho respirato l’aria buia e fresca che entrava leggermente dalle finestre sul grande eparco, il mio stomaco ha smesso di darmi fastidio e, dopo essermi risistemata completamente, sono tornata indietro.

Ho osservato la scena di sfuggita, mentre avanzavo verso Rod.

Lui era fermo in mezzo alla stanza, sembrava riflettere su qualcosa, pareva essere già da un’altra parte con la sua mente galoppante, i due malcapitati, invece, erano riversi sul pavimento.

Lui non li osservava, io sì.

Avevano qualcosa di scombinato e di scomposto nel modo in cui stavano sdraiati, come se li avessimo davvero deformati dal dolore, ma non m’importava più ormai, avevo quest’eccitazione dilagante e volevo fare qualcosa.

“Che occhi che hai.” mi ha sussurrato Rod dopo essersi avvicinato e avermi guardata intensamente..

Non capivo cosa intendesse, non vedevo altro che il suo corpo e le sue labbra, il suo profumo così intrigante. Lo volevo, lo desideravo tantissimo in quel momento.

L’ho baciato stringendolo forte a me, muovendomi sinuosamente con le mie membra fa le sue. I vestiti facevano un rumore esaltante mentre sfregavano sempre più velocemente gli uni sugli altri e gli uni fra gli altri.

“Fai l’amore con me.” gli ho detto quasi subito, come se quella condizione avesse creato una certa eccitazione in me, forse in entrambi.

Ha atteso più del solito, prima di rispondermi di sì, allontanandosi per un attimo verso il camino, forse per riavviare il fuoco.

Quando è tornato da me, non abbiamo avuto scrupoli di farlo lì, non lontano dai due corpi che avevamo torturato, che restavano svenuti, o semi svenuti, sullo stesso pavimento freddo.

Andavamo avanti sfrenatamente mischiandoci i sospiri, gli odori, gli sguardi, e la carne. Non badavo a nulla attorno a me, solo al suo petto sopra al mio, alle sue mani sul mio seno e le labbra, la lingua, la pelle.

Era eccitato almeno quanto me, e questo mi esaltava anche di più. Non abbiamo impiegato molto a venire entrambi, urlando dal piacere esploso tanto all’improvviso e tanto violento per entrambi.

Per poi continuare, incessantemente, a spingerci l’uno dentro l’altra, per non perdere nemmeno una stilla del piacere che si era sprigionato in quell’occasione.

Soltanto negli ultimi momenti di piacere ho ritrovato un po‘ di attenzione per ciò che mi circondava, ho sospirato e sono a malapena tornata alla realtà.

Guardandomi intorno per un momento, ho visto Rab vicino al camino, immobile, come pietrificato.

Stava là come per osservarci, come se fosse capitato non per caso.

Non capivo.

Non capivo che ci facesse lì, come fosse arrivato e il perché di quel momento, di quel tempismo poco consono. Mi sono distratta per alcuni attimi.

“Continua.” mi sono dunque sentita dire da Rod che, sfiorandomi la guancia, ha riportato la mia attenzione su di sé. Era stranamente perentorio e duro, come se lui sapesse tutto, come se fosse padrone di tutta quella situazione; tanto padrone che mi è piaciuto ancora di più, la mia attenzione è tornata totalmente e magicamente su di lui. Continuava a farmi provare piacere.

Non ho voluto sapere oltre, non m’importava, al momento, di sapere altro. Ero felice, euforica, soddisfatta e piacevolmente stanca, era una sensazione che mi volevo godere fino in fondo, fino all’ultima stilla.

Al resto, avrei pensato più avanti.

Bella

 

……………………………...............

Note:

Ed ecco finalmente la vendetta dei due sposini. Vi ho fatto aspettare un po’ ma finalmente è arrivata!

Sul finale mi aggancio ad un altro evento che svilupperò in seguito (già dal prossimo capitolo), ma che per ora non ho voluto trattare (già il capitolo è fin troppo lungo per i miei standard!!).

Ho corretto un po’ di fretta il capitolo perché devo uscire, spero di non aver lasciato troppi errori.

Per quanto riguarda le recensioni, ringrazio moltissimo chi ancora recensisce e segue questa storia, che spero continui a piacervi.

Scusate se non rispondo subito, entro un paio di giorni dovrei recuperare però tutte le vecchie e le nuove eventuali risposte!

Vi ringrazio già da ora.

A presto

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Capitolo 27
*** Un altro migliore ***


DAL GRIMORIO DI RABASTAN: “UN ALTRO MIGLIORE”

Quando sono arrivato nella loro nuova dimora, e ho visto quella scena, un’infinita quantità di pensieri ed emozioni sono esplosi violentemente nel mio corpo e nella mia mente.

Così potenti e così sconvolgenti da farmi male fisicamente, o quasi.

Rabbia, la rabbia era di certo la sensazione più forte che sentivo: rabbia perché mio fratello mi aveva chiamato lì, rabbia perché lui di certo sapeva tutto, aveva pensato a tutto, rabbia perché Bellatrix stava con lui, così, sfacciatamente davanti ai miei occhi, e io non avevo mai avuto nulla da lei, se non qualche moina, qualche sorrisino dei suoi: belli e crudeli.

Provavo, nello stesso tempo, anche una forte invidia un’impotenza e una frustrazione nauseante, per averli sempre davanti, sempre così vicini, sempre innamorati da far schifo.

Ora più che mai, ora me lo sbattevano pure in faccia quanto erano complici, quanto erano simili l’un l’altro, quanto erano uniti nella loro follia. Capivo quanto io fossi fuori dal loro mondo di fuoco, di assurdità.

Chi si sarebbe mai eccitato in quel modo e in una condizione di quel genere?

Nessuno.

Il problema, era che io avrei voluto essere come loro, forse sarei riuscito a separarli, a farmi volere da Bellatrix.

Mi domandavo anche come mai nemmeno il Signore Oscuro fosse una ragione per allontanare quei due, per disgregare il loro malefico rapporto. Avevo pensato, in un primo momento, che l’amore di lei per il suo maestro, l’avrebbe allontanata da mio fratello, invece non stava succedendo nulla di tutto ciò e temevo che non sarebbe mai nemmeno successo.

Avrei voluto dire a Rod che lei amava un altro, gliel’avrei volentieri gridato in quel momento, che me l’aveva confidato Bellatrix stessa, che lui era solo.

Solo esattamente come me.

Siamo sempre stati soli noi due fratelli.

In pochi secondi, la mente è tornata alla nostra infanzia, a quel maledetto padre che padre non è né lo è mai stato.

C’erano solo le risate di mio fratello e le mie, i suoi dispetti e i miei pianti, le sue chiacchierate, e i nostri giochi fino a sera inoltrata.

Le sue risse continue con altri bambini e ragazzini e io che osservavo gli elfi riempirlo di unguenti sulle ginocchia, mani e labbra. Era divertente vederlo sanguinare.

Eravamo noi due.

Ora è tutto diverso.

In pochi secondi, mentre mi ostinavo ad osservare la scena davanti ai miei occhi, sentivo scosse potenti di cattiveria, di voglia di distruzione di tutto e tutti.

Non mi era mai capitato prima, mai in maniera tanto violenta.

I pensieri che mi si affollavano nella mente non erano meno cupi, né meno schifati.

Rodolphus si era trovato in una situazione ottimale, quasi per caso, e l’aveva sfruttata a suo vantaggio subito, con il suo tipico istinto da lupo selvaggio: è mio fratello e lo conosco da sempre … so com’è e so come agisce.

Gli si presenta l’occasione tra capo e collo e la sfrutta nel migliore dei modi possibili, a scapito di coloro che gli stanno intorno, contro chi deve colpire,e sempre e solo a suo favore.

Bellatrix … e lei invece? Perché diavolo stava al suo gioco? Perché si faceva usare così?

Nei primi istanti non la capivo, poi, man mano, un pensiero mi si è intrufolato nella mente, piano, lento e inesorabile come un serpente, iniettando il veleno mortale: mi era sempre più ovvio perché lei stava al suo gioco, ovvio perché lei si divertiva, ovvio anche perché non si fosse infuriata contro Rod.

È ovvio perché lei è esattamente come lui, si assomigliano e si accendono in continuazione.

Bella, con ogni probabilità, si stava divertendo un mondo alle mie spalle, sapendo quello che provo per lei, quello che Rod prova per lei e quello che lei prova per il maestro.

Si sarà sentita potente come non mai, quella piccola serpe, ad avere annientato i nemici, a manipolare gli amici, e a godersela col suo innamorato.

Lei è peggio di tutti noi messi insieme.

Tutti questi sentimenti e pensieri frullavano nella mia testa a velocità altissima. La rabbia era talmente forte che mi impediva di fare qualcosa, la sentivo ancora crescere dentro di me e la lasciavo crescere.

Sapevo di non potermela prendere con mio fratello. Era mio fratello, lo amavo e lo odiavo; avevamo litigato, ci eravamo picchiati, e fronteggiati tante volte, ma non era mai cambiato nulla fra di noi, ci volevamo bene, anche se un bene molto strano.

Poi c’era lei.

Lei no … lei non l’avrei mai toccata.

Non per bene, non per amore … solo perché è troppo forte per me, se mi ribellassi al suo potere misterioso, sensuale, mistico, mi annienterebbe.

Mi annienterebbe anche con un solo sguardo, prima dell’incantesimo mortale.

No, non la toccherei mai … almeno, non per farle del male.

Chi restava in quella scena assurda?

C’erano i Carrow lì, distrutti, inutili, capaci solo di fare scatenare la rabbia di Rodolphus e Bellatrix e, con essa, la loro passione incontrollabile.

Stupidi idioti, non hanno capito niente di niente, e alla fin fine quello che ci rimette a causa loro sono io.

A quel pensiero, mi sono avvicinato lentamente ai Carrow.

Guardavo quei due con la coda dell‘occhio, col cuore che mi piangeva dentro. Non si erano fermati al mio arrivo, non si erano fermati nemmeno mentre ho preso ad avvicinarmi: non volevano fermarsi.

Pensavo al perché mio fratello mi avesse fatto questo: per quanto mi voglia male, o bene, a modo suo, non avrei mai immaginato avrebbe fatto tutto questo, pur di mostrarmi che Bella è sua, pur di tenermi lontano da lei nel modo più crudele e sofferente che potesse scegliere, che si possa conoscere o immaginare.

Ero quasi vicino ai Carrow, ma guardavo lei …

Mai l’avevo vista tanto bella, mai.

La osservavo a tratti, fra la rabbia che sentivo e quella condizione assurda che mi distraeva, che me la rendeva odiosa … ma era bella.

Splendida.

Aveva le guancie lievemente arrossate e la pelle un po’ dorata dal sudore.

A tratti, forse quasi vulnerabile, si capiva vagamente dallo sguardo, da quello che potevo scorgere di esso.

I capelli la coprivano appena, potevo vedere tutto, scivolavano solo sulle spalle scomposti, lasciando libera la visuale della schiena, dei glutei, delle gambe.

Del seno.

Non ho mai odiato e amato così tanto una persona in vita mia. Tutto nello stesso istante.

Mio fratello, lo evitavo accuratamente in ogni modo.

Mi rendeva nervoso, ed è anche capibile il perché.

Vedevo solo lei, fino a che non mi sono trovato davanti i Carrow.

Due corpi senza posa che chiedevano pietà e aiuto: non ho potuto fare a meno di liberare tutto ciò che avevo in corpo in quel momento.

Avrei volentieri voluto annientarli.

Annientare la loro intelligenza, emotività, capacità di giudizio e azione. Per tutto quello che stupidamente avevano architettato e che aveva provocato solo guai. Come avevano potuto pensare di mettersi contro, o anche semplicemente in gara, con Bella e Rod?

Di intelligenza e raziocinio comunque non ne possedevano molto.

Volevo annientarli per questo, mi avevano provocato solo male. Forse poi, annientando loro, annientando i pensieri e i sentimenti, la stupidità e la presunzione, avrei potuto fare lo stesso coi miei, e smettere di provare tutto quel dolore, misto a rabbia, misto a delusione, misto ad invidia.

Li ho torturati anch’io, come avevano di certo fatto Bella e Rod prima di me, senza sosta, per lungo tempo.

Dovevo sfogarmi, dovevo distrarmi, far passare il tempo e far sì che quei due, quelli che stavano vicini a fare l’amore insieme, la smettessero e si rivestissero subito.

Volevo che tutto fosse cancellato e tornasse come prima, meglio di prima.

Ciò che era accaduto era colpa dei Carrow, loro e solo loro. Li dovevo distruggere.

Dopo lungo tempo, non so nemmeno io quanto, mi sono reso conto della presenza di mio fratello, alle spalle, che mi osservava silenzioso.

Non è però accaduto nulla.

È stata sorprendentemente Bellatrix a fermarmi.

Mi ha afferrato dolcemente per le spalle e poi è scesa verso i fianchi, dietro di me, facendomi sorgere brividi di piacere lungo tutto il corpo.

Mi sono scosso e fermato, guardando la scena quasi inebetito.

“Smettila, basta così,” ha detto calma “sono Mangiamorte, non voglio che il mio maestro resti contrariato dalle nostre azioni.”

Mi sono voltato verso di lei ancora più nervoso: non sa davvero pensare ad altro.

Aveva i vestiti neri un po’ scomposti e i capelli leggermente scompigliati, e aveva uno sguardo così splendido … non riuscivo a restare arrabbiato con lei quando la guardavo così vicina.

“Non preoccuparti, dovevamo sacrificare qualcuno in nome di qualcun altro migliore. Lui lo sa.”

Stavolta sia io che Bellatrix ci siamo voltati verso Rod, restando però in silenzio.

Nessuno parlava, ma io sapevo.

Avevo capito.

Rod è l’unico Mangiamorte fra di noi, probabilmente l’unico ad avere una visione quasi totale della situazione, ha sfruttato gli eventi favorevoli a suo favore, ovvio, ma aveva ricevuto ordini precisi dall’alto. Qualcosa di cui non siamo a conoscenza, probabilmente nemmeno Bellatrix ha idea di nulla.

Rod, ora mi pare chiaro tutto, riceve ordini da lui, il maestro in persona.

Non tutto mi è chiaro però, anzi, tanti punti restano oscuri.

“Qualcun altro di migliore?” mi sorprendo a chiedere.

Ho sentito la mia stessa voce uscire dalle labbra senza quasi ubbidire alla mia mente. Istintiva e ansiosa, vogliosa di conoscere una risposta, che credevo, o speravo, di aver già intuito. Agognavo con tutto me stesso che avesse sacrificato i Carrow in nome mio, per avere qualcuno di migliore.

Fin dai tempi in cui mio fratello si batteva coi ragazzini più grandi, per ottenere qualcosa che gli piaceva, anche solo una bacchetta magica quando ancora non poteva usarla, e veniva a farmi vedere la sua conquista tutto orgoglioso, con gli occhi pesti e i capelli impolverati dalla terra, o pieni di erba, ho segretamente desideroso di essere anch’io come lui.

Solo che lui era il maggiore, mi toglieva sempre la scena.

“Sacrificare qualcuno per un altro migliore.” quelle parole mi risuonavano nella mente … le aveva dette proprio Rod, mio fratello maggiore, e sapeva che il suo Signore sarebbe stato d’accordo.

Sentivo che dovevo avere subito quella risposta, guardavo Rod con passione, ansia, rabbia anche, dato che prendeva tempo, mi provocava di proposito.

Avevo dunque così bisogno di sentirmi dire che valevo qualcosa?

Di sentirmelo dire, sinceramente, da mio fratello maggiore? Il migliore?

E di sentirmelo dire, oltre che da Rod, da colui che tutti sapevano essere la persona con più carattere e carisma di tutto il mondo magico attuale.

Faceva male ammetterlo, ma era così.

“Qualcuno di migliore, certo, sei mio fratello,” ha detto Rod improvvisamente interrompendo tutte le mie elucubrazioni mentali “ti stupisci?”

Non era esattamente la risposta che avrei desiderato, ma era comunque una conferma.

Ho sorriso, mi sentivo felice come non mai, ero passato dall’incubo più totale, alla felicità più totale.

Non c’erano mezze misure e non ci sarebbero più state.

Ormai, lo sapevo, sarei diventato un Mangiamorte.

 

R.

 

…………………………….............

Note:

E anche il capitolo di Rab è finito!

Sto aggiornando più spesso questa ff rispetto alle altre perché ormai non manca molto al finale, per cui la vorrei chiudere entro l’estate! Spero anche prima ma dipende da quanti eventi farò succedere qui e quanti nella successiva.

Nel prossimo capitolo, avrete qualche spiegazione in più sugli eventi accaduti in questo, anche se direi ho spiegato già abbastanza da capire qualcosa.

Grazie come sempre per le recensioni!! Stavolta ho risposto a tutte anticipatamente (caso strano per me!!) mi fa piacere sapere le vostre opinioni!

Nota per le streghe: notate come mi sono trattenuta per la scena semi erotica!! Non sarà sempre così però …!!

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Capitolo 28
*** Troppa intimità ***


Dal grimorio di Rodolphus: “TROPPA INTIMITÀ

Eravamo seduti su un grande divano di pelle scura a raccontare gli ultimi avvenimenti.

“Hai avuto una gran fortuna come al solito, Rodolphus Lestrange!” ha subito commentato Wilkes, al termine del mio racconto.

Dovevo parlare al Signore Oscuro di come si erano aggiustati i fatti a proposito dell’entrata di mio fratello Rabastan fra i Mangiamorte e, intanto, avevo approfittato per gloriarmene con i compagni, fermo restando che, in quel momento, solo Wilkes era presente per ascoltarmi …

Ho alzato le spalle innervosito al suo stupido commento.

“La fortuna bisogna saperla costruire e poi sfruttare, e non tutti ne sono capaci …”

“Certo, non si può dire che tu non sia furbo quando si tratta di certi argomenti, poi purtroppo, cadi miseramente su altri …” mi ha risposto in tono vagamente allusivo.

Ho alzato gli occhi verso di lui, ero stranamente insospettito dal suo strano tono, indubbiamente i miei compagni erano tutti invidiosi della rapidità con cui avevo ottenuto la fiducia e la stima del Signore Oscuro, per cui erano tutti pronti e intenti a colpirmi su ogni lato, a questo avevo ormai fatto l’abitudine, ma volevo ben capire a cosa si stesse riferendo Wilkes in questo caso.

“Ovvero? Dimmi bene a cosa ti riferisci! Parla chiaro insomma, altrimenti potrei pensare che la tua sia tutta invidia nei miei confronti.” l’ho incalzato con sguardo di sfida.

Attendevamo l’arrivo del Signore Oscuro ancora seduti, l’atmosfera era cupa e man mano stava diventando anche piuttosto tesa, Wilkes aveva capito che non stavo scherzando e io avevo percepito chiaramente che, dietro alla sua probabile invidia, si nascondeva qualcosa di vero o che poteva essere realistico e che intendeva dirmi forse da tempo.

Si è sistemato comodo al suo posto, poi mi ha guardato con espressione che poteva essere a metà fra la serietà e la presa in giro.

“Avrai notato, immagino, che la tua sposa pende dalle labbra del suo maestro,” ha iniziato cauto “mi pare ogni giorno più visibile e palese.”

L’ho guardato stupito, come effettivamente ero.

“Per forza, è appunto il suo maestro.” ho risposto d’istinto, senza rabbia.

“E nient’altro? Lei non ci vede altro?” ha incalzato Wilkes avvicinandosi leggermente a me con le spalle e scrutando il mio viso.

Non sapevo cosa rispondere. Dopo tutto, lo sapevo bene, ero sempre stato geloso di lei quand’ero ragazzino, di lei e del suo amore sconfinato per Lord Voldemort, ma ora mi era passata e non ci pensavo più da tempo, erano cambiate tante cose era tutto diverso da allora.

Forse però, non proprio tutto come immaginavo io …

Passavano i secondi e Wilkes mi guardava attento, per dire poi:

“Non ne sei sicuro nemmeno tu.”

Il silenzio è calato ancora, solo in seguito mi sono scosso:

“No, lei non ci vede altro, e se anche fosse, mi importerebbe relativamente, ormai è mia e nessuno me la porterà via.”

Sentivo che stavo diventando nervoso, avrei volentieri preso a pugni Wilkes, che invece, per nulla spaventato, ha aggiunto:

“Sei certo? Nemmeno LUI? Non ti pare abbia una certa preferenza per lei? Non la guarda in maniera particolare?” stava per chiedere altre cose, ma l’ho subito interrotto:

“Lui? Ti pare che Lord Voldemort, il Signore Oscuro, guardi in maniera particolare un’allieva che è poco più di una ragazzina? Ti pare forse che sia interessato a certe stronzate quando il suo scopo al momento è ben altro?”

Wilkes si è placato.

“Stai forse scherzando mi auguro, se il diretto interessato venisse a sapere ciò che stai dicendo, o pensando di lui, non sarebbe affatto contento.”

Ho lasciato cadere il silenzio immediato, facendo sì che le ultime parole risuonassero per bene intorno, Wilkes in fondo, sapeva di dover temere l’eventuale ira del Signore Oscuro a tutte quelle insinuazioni da parte sua.

In seguito ho continuato:

“Dato che presumo che tu stia facendo questo discorso per invidia nei miei confronti, per crearmi problemi con lui, e non solo con Bellatrix, stai ben attento che potrei essere molto pericoloso per te, come lo sono sempre stato per tutti.”

Ci siamo guardati dritto in volto, alla fine ha ceduto e ha taciuto annuendo appena.

Avevo vinto.

Il discorso era chiuso fra noi.

Ho dovuto aspettare però un po’ di tempo prima di darmi una calmata però, per poi avere accesso alla stanza del mio padrone e, quando sono entrato, salutando educatamente, mi sono soffermato ad osservarlo bene per la prima volta,.Non saprei dire perché proprio in quel momento, ma ho notato i particolari, i significati, l‘essenza di qualcosa a cui non avevo mai prestato attenzione.

Era alto, leggermente più alto rispetto alla media, e già questo gli donava un’aura di superiorità innata rispetto alla massa, di attrattiva silenziosa.

Non solo, era magro, era piuttosto evidente, e ciò gli dava quell’aria sciupata che tanto piace alle donne, perché loro, in quell’aria sciupata, vedono vita vissuta, sapienza, potenza, fascino.

I capelli gli ricadevano continuamente sugli occhi, nascondendoli in parte. Occhi inquietanti, sguardo enigmatico: ebbene sì, emanava enigmaticità da tutti i pori, come dice il suo stesso nome, quello che sappiamo non dover mai pronunciare, per nulla al mondo, pena la tortura, la morte; ma non c’è che dire, è enigmatico in ogni suo gesto.

Altra caratteristica che, indubbiamente, piace alle donne.

La sua serietà, il suo carisma, la sua straordinaria capacità di leggere nella mente altrui, di raggirare chiunque a suo piacimento, senza che la vittima se ne renda nemmeno conto, il tutto, mischiato al terrore che spesso si percepisce quando si è davanti a lui, nei momenti in cui la rabbia lo coglie improvvisamente, tutto bastava a farmi sentire piuttosto inquieto, come insicuro, era la prima volta nella mia vita che percepivo ciò tanto chiaramente in me.

Ho sospirato prima di iniziare a parlare, lui invece ha sorriso compiaciuto da qualcosa che, onestamente, non ho compreso, poi, ha interagito per primo.

“Tuo fratello sarà uno di noi? Sei venuto a dirmi questo, vero?”

“Sì, mio Signore. Ho avuto pieno successo con lui.”

“Bene,” ha soltanto detto, voltandosi verso l’oscurità della stanza “entro pochi giorni preparerò la cerimonia di iniziazione.”

Era stranamente attento alla situazione, di certo Rab è un elemento valido per i Mangiamorte, ma sembrava che l’Oscuro Signore avesse già altri scopi, qualcosa di più importante e potente a cui pensare.

“Bene, mio Signore, devo fare altro?” ero un po’ scontento che non mi avesse domandato, nemmeno accennato, a come fossi stato tanto abile da aver sistemato la questione “Rabastan Lestrange” in così breve tempo e in maniera così perfetta, ma d’altra parte, sarei stato costretto a confidare il mio gran colpo di fortuna.

Ho convenuto con me stesso che preferivo sperare che Lord Voldemort pensasse fossi stato solamente molto bravo e non certo molto fortunato.

“Sì, puoi fare altro, Rodolphus.” ha detto voltandosi lentamente verso di me e interrompendo i miei pensieri.

L’ho guardato smanioso di azione, ma ha precisato:

“Puoi organizzare i festeggiamenti seguenti l’iniziazione.”

A queste parole sono rimasto basito, oltre che deluso.

“Festeggiamenti, mio Signore? Non ci sono mai stati … e poi, perché io?” dopo tutte quelle domande inopportune, mi sono morso la lingua, mi aspettavo qualche sua brutta reazione, invece mi ha guardato distrattamente, chinando il capo da un lato e ha aggiunto:

“Mi servono. Tu sei la persona più adatta perché conosci i gusti di tua moglie.”

Era la prima volta che si riferiva a Bella in quel modo, e lo trovavo strano.

Mi è passato un brivido fra i denti, l’ho guardato in maniera interrogativa.

“Manca solo lei, è ora che diventi una Mangiamorte.”

Quella spiegazione mi ha inquietato molto, ma molto più del discorso di Wilkes e, nello stesso tempo, me l’ha riportato stranamente alla mente.

Doveva trattarsi della prova, lo capivo perché restava misterioso, non voleva sbilanciarsi, forse l’aveva già in mente.

Non mi piaceva davvero fosse lui a farla per Bella, quella famosa prova, mi faceva realmente paura questo fatto, ma soprattutto mi innervosiva.

Troppa intimità, mi diceva il mio cuore e la rabbia cresceva in me pari al dolore che sentivo vagamente.

Ugualmente, ormai non potevo più fare altrimenti:

“Come volete, mio Signore.” ho risposto mentre mi accomiatavo lentamente, ma mai una risposta è stata detta con minore entusiasmo.

Soprattutto da parte mia nei confronti di Lord Voldemort.

Rodolphus

……………………………....

Note:

Dopo tanto tempo eccomi con l’aggiornamento!

Ormai la storia sta arrivando alla fine, non credo aggiungerò ancora molti capitoli. Dopo di che entrerò in pausa (lunga) prima di postare l’ultima storia della trilogia. Di questa storia nuova so già il titolo:

IL MARCHIO NERO (almeno penso resterà questo).

Ma torniamo a questa …

Qui Rod per la prima volta si rende conto di come è essere all’inferno (come aveva pensato Rab in uno dei primi capitoli) perché sta diventando l’eterno secondo nel cuore di Bella (lo era anche prima, ma in un modo più infantile da parte di lei), anche se la storia si evolverà ulteriormente.

Vi ringrazio per le recensioni, come sempre, in un paio di giorni risponderò!

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Capitolo 29
*** Solo un marchio ***


 

Dal grimorio di Rabastan: “SOLO UN MARCHIO”

Per ognuno di noi la cerimonia di iniziazione è leggermente diversa. Non tutti i Mangiamorte vi partecipano, ma solo i pochi fidati, nessuno di noi deve comunque conoscere la totalità dei compagni.

Della mia di cerimonia ricordo ben poco, tanto è stato il dolore e la devastazione interiore dei preliminari, tanto che il marchio a fuoco sul braccio, fatto sul finale, non mi ha dato grande effetto.

È solo un marchio, un tatuaggio.

In un paio di giorni mi sono comunque ripreso, e ora, poco prima dei festeggiamenti, posso realizzare veramente quanto è successo.

“Mi fai vedere di nuovo la maschera? La posso toccare?”

Le ho sorriso dolcemente …

Bella era seduta di fianco a me sulla grande scalinata del castello dei Lestrange, la grandiosa dimora che è rimasta solo mia, da quando mio fratello si è sposato. È lei la più entusiasta dei due per la novità, come sempre.

Quella sera era bellissima, con un vestito di raso leggero, arabescato col velluto, nero anch’esso, lunghissimo e sensuale come i vestiti che portano le streghe iniziate, perché ormai lei lo è quasi, questione di giorni, questione di momenti.

Si sa, è nell’aria.

Gli occhi scuri, le ciglia scure, quel suo sguardo tanto infuocato che diventa ogni giorno più distaccato e perso nell’oscurità. In un certo senso il maestro l’ha resa più bella, più donna, più misteriosa … ma qualcosa si sta perdendo per sempre in lei, quel qualcosa che esprime solo con me.

“Dai Rab, l’ultima volta!”

“Sì, scusa, mi ero distratto.” le ho risposto immediatamente.

“Tieni pure la maschera, prendi anche il mantello se vuoi.” ho aggiunto contento: che tocchi pure tutto, che sfiori ogni singolo pezzo di stoffa, che lasci il suo sapore … vorrei assaporare il suo profumo durante gli attacchi, vorrei sentire il suo odore durante i duelli.

Nel momento in cui sono diventato un Mangiamorte, mi è stata donata la maschera d’argento con simboli magici decorati sopra. Ho potuto riconoscere la runa della trasformazione decorata sulla parte alta e alcuni disegni che Bella sta imparando a memoria per poi ritrovarli sui suoi libri. Lei è felicissima di poterne studiare i significati, per confrontarli così coi suoi futuri, deve aver fatto la stessa cosa con i simboli disegnati sulla maschera di mio fratello.

Rod, a proposito, ho sbirciato, ha una maschera differente, per cui ho dedotto che sia elettiva, diversa per ogni Mangiamorte.

Mi piace guardare come le dita di lei seguire lente e pensierose i segni impressi sull’argento, è così delicata con i simboli che in un certo senso sono legati al suo maestro … sembra quasi il tocco di una fata.

Poi vedo il contrasto dello smalto nero come la pece sull’argento trasparente e penso che di fata non ha nulla, vedo i lividi e i graffi e le bruciature sulla pelle, sui polsi e sulle braccia, segno delle nuove pozioni che studia, che prova, che sbaglia, segno dei continui duelli, degli incantesimi potenti e distruttivi … e penso che ha un’anima oscura, diabolica, e nient‘altro.

Non ho più paura né timore però di tutto questo, non me la fanno più sentire lontana come un tempo, ora anch’io faccio parte del suo mondo.

Finalmente.

“Hai visto che festeggiamenti grandiosi ti hanno preparato?” mi ha domandato poi, riponendo il mantello sulle sue ginocchia e la maschera sopra esso.

In effetti non me l’ero aspettato, buona parte, quella più nascosta ed impenetrabile di Nocturne Alley, era addobbata e pronta per celebrare la mia unione ai Mangiamorte, ma quasi nessuno sapeva chi si era unito e quando.

Le piccole piazzole e i vicoli brulicavano, fin dal tardo pomeriggio, di maghi sconosciuti al luogo, incappucciati, sporchi, con cicatrici che li rendevano spesso irriconoscibili, le strade erano stipate di banchetti con pozioni, unguenti e preparati oscuri e misteriosi, che mandavano odori di ogni genere e si percepivano da lontano nell‘aria.

C’erano poi famosi venditori di erbe e veleni, di bevande sconosciute e conosciute fin troppo bene e di oggetti per gli altari votivi.

Tanti viandanti si aggiravano furtivi e non, con bacchette di ogni genere, ben riparate sotto ai grandi mantelli, per tutti gli usi e per tutti gli incantesimi, per terra si trovavano miriadi di oggetti magici potenti e la musica aleggiava nell‘aria, insieme a danze, riti propiziatori e urla di ilarità.

Taverne, ritrovi, banconi abusivi erano tutti aperti sulle strade.

Una vera e propria festa antica, come quando la magia, i maghi e le streghe, erano alla loro apoteosi.

C’erano fuochi dappertutto ad illuminare vagamente le vie, questi facevano un effetto magico, quasi macabro, nel buio che iniziava a calare nel quartiere.

Bella era eccitatissima all‘idea, si trova perfettamente a suo agio in quei luoghi e in quei momenti. Avrebbero dovuto organizzare ciò per festeggiare la sua entrata nei Mangiamorte, più che la mia.

“Dobbiamo proprio aspettare i comodi di Rod prima di iniziare ad andare?” mi ha infatti chiesto poco dopo aver smesso di ammirare i miei nuovi oggetti.

“Sì, ha detto che non ci dobbiamo muovere di qui. Dopo tutto, credo che sia anche merito suo se si è organizzato tutto questo, no?”

Bella ha convenuto con lo sguardo che era esattamente così, poi però si è alzata dai gradini porgendomi la mano per alzarmi. Non mi è sfuggito che mi ha porto la mano destra avvicinandola a me per afferrarmi quella sinistra, dove, ancora dovevo farci l’abitudine, capeggiava il Marchio Nero.

L’ho afferrata e subito il suo sguardo, le sue mani e le sue dita sono finite sul disegno nero.

Non sapeva davvero pensare ad altro, sembrava ipnotizzata da quel simbolo, persa in ogni particolare che riguardasse, anche da lontano, il suo maestro.

Quel tocco di lei sul mio braccio e la sensazione che donava ai miei muscoli, alla mia carne, mi era tutto meno che indifferente.

Improvvisamente l’ho afferrata per la mano, avvicinandola a me fino a farle male.

“Lasciami stare.” ha detto arrabbiata.

“Faccio come mi pare, sei tu che mi provochi.”

“Stavo solo guardando il Marchio Nero, volevo vedere come cambia, come si diversifica da persona a persona.”

Mi ha spazientito ancora di più con le sue fissazioni.

“Lo so che sei innamorata di lui, daresti l’anima solo per sfiorare con le labbra il simbolo disegnato da lui sulla mia pelle.”

Bella era furiosa, non sapeva come contrattaccare era chiaro, ma era furiosa come una belva.

Io ovviamente non l’ho risparmiata:

“Ti ho osservata in questo anno in cui sei stata la sua allieva, e te ne sei innamorata da morire. Prima era solo un amore innocente, da ragazzina infatuata del maestro forte, abile, potente, affascinante, adulto …” ho fatto una pausa, perché lei iniziava a guardarmi interdetta, quasi spaventata, volevo godermi quella sua espressione, e solo dopo parecchi istanti ho continuato.

“Ora invece te ne sei innamorata davvero. Lo vuoi, lo desideri, lo cerchi. Sei ossessionata da tutto ciò che lo riguarda … il tuo maestro di arti oscure …”

Improvvisamente mi è arrivato un ceffone dolorosissimo e veloce, non capivo ancora se avesse aggiunto le unghie o meno.

Nonostante ciò, ho continuato tranquillo:

“Sei una donna ormai … e te ne sei innamorata.”

“Non provare a dire un’altra volta una frase simile, l’amore non esiste.” mi ha risposto urlando.

Ho sorriso a queste rimostranze così infuriate e allo stesso tempo tanto disperate, era ancora così infantile a volte.

“Me lo hai detto tu, non ricordi?” ho accennato, facendo riferimento alla sua confessione che, sapevo, non avrebbe mai potuto ricordare date le condizioni in cui era …

Ha taciuto confusa, arrabbiata, ma impotente.

Nello stesso momento, durante quel silenzio pieno di crescente tensione, dal portone enorme sono entrate due figure.

Era strano che qualcuno usasse il portone per accedere al castello, per questo motivo io e Bella ci siamo voltati all’unisono, tenendo il fiato sospeso.

Erano due figure alte, slanciate, oscure, vestite di nero coi mantelli fino ai piedi: Lord Voledemort che sorrideva appena, come soddisfatto intimamente di qualcosa, come se sapesse sempre tutto ciò che stava succedendo, e felice perché le marionette attorno a lui si comportavano esattamente secondo i suoi desideri, piani, manovre. Poi c’era mio fratello al suo fianco, spavaldo e sicuro di sé.

Per un istante però l’ho visto cambiare, lo sguardo nei suoi occhi è variato per pochi attimi. Aveva incrociato forse gli occhi scuri di Bella che puntavano dritti verso il suo maestro prima che su chiunque altro?

Aveva notato come il respiro le si era accelerato e l’emozione le aveva donato quel sorriso tanto femminile e sensuale?

Lo sapevo fin dall’inizio fratello … l’avevo pensato, intuito, ne ero certo …

Benvenuto all’inferno!

R.

……………………………...

Note:

Finalmente ho finito la storia!!

Per festeggiare inizio subito a pubblicare i capitoli conclusivi!

Questo fa riferimento al primo capitolo di questa ff dedicato al grimorio di Rabastan, e alla fine anche Rod ha capito di non avere più le attenzioni di Bella tutte per sé.

Ormai manca solo la prova di Bella che arriverà ovviamente alla fine di tutto.

Mi pare di aver detto più o meno ogni cosa, per cui vi do appuntamento prossimamente e grazie a tutte le affezionate che recensiscono ancora, il supporto finale è fondamentale!!!!

Grazie

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Capitolo 30
*** Sapore dolciastro ***


Dal grimorio di Bellatrix: “SAPORE DOLCIASTRO”

Quella sera il mio maestro era più bello del solito, più misterioso ed inquietante che mai, sentivo il suo fascino in me così profondamente da non respirare quasi, da sentire le vertigini sconvolgermi e diramarsi nel mio corpo a pochi istanti l‘una dall‘altra.

Da vicino emanava come un magnetismo sovrannaturale che incuteva timore e perdizione e, proprio in quella sera, mi stava spesso vicino, molto più del solito, in modo che io sentissi quel magnetismo e non riuscissi nemmeno lontanamente a reagire ad esso distogliendomene.

Non che volessi farlo realmente.

Nel buio oscuro di quella notte, fra le vie e fra gli spazi aperti, guardavo i suoi occhi scuri, erano strani, persi, con le pupille invisibili, sentivo quel profumo dolciastro che gli impregnava, ogni tanto, la pelle del viso, forse proprio delle labbra.

Le sue labbra …

Sembrava comandare tutto attorno con una strana aura di potere sconosciuto anche a me, strano e illimitato, non so da dove gli potesse provenire o come lo potesse originare perennemente.

Mi toglieva il fiato, la ragione, i pensieri, per questo ho provato a concentrarmi su altro attorno a noi.

Sui festeggiamenti, i rumori, la magia.

Il fuoco dei tanti falò disseminati nelle vie di Nocturne Alley si ingrandiva e muoveva col vento, le candele sui davanzali dei negozi, dei locali e delle case tremolavano ad ogni piccola folata rischiando di spegnersi, in vari momenti lasciavano buio totale e un’atmosfera di travolgente eccitazione per l’oscurità.

I miei capelli non stavano un attimo fermi, si liberavano spesso dal cappuccio del mantello e seguivano sempre lui, il vento. Nulla era comunque fastidioso, ma solo in movimento perenne ed inquietante.

Solo il io maestro sembrava calmo, solo i suoi capelli che di solito si muovevano spettinandosi davanti agli occhi, erano tranquilli e al loro posto, come se tutto quello scompiglio derivasse da qualcosa di particolare e lui fosse semplicemente nell’occhio del ciclone, a comandare il tormento intorno.

Poteva muoversi poco ormai soprattutto per le vie frequentate da tutti, già era abbastanza conosciuto come mago oscuro e pericoloso, ma pochi sapevano quale fosse realmente il suo volto, quali fossero le sue sembianze sotto al mantello nero, e per Nocturne Alley il regno dell’oscurità e dei maghi neri, era considerato più un mito che un pericolo.

In quel luogo dunque, nel buio, ci muovevamo molto bene.

“Bella …” mi ha chiesto ad un certo momento con tono strano, facendo poi subito una pausa.

Ho alzato lo sguardo languidamente verso di lui per accennare che mi dicesse il suo volere, ma presto ho capito che non voleva ordinare, soltanto parlare.

“Ti piace questa atmosfera? Questo tipo di festa?” ha accennato vago e senza guardarmi. “È questo che piace ai purosangue?”

Era una domanda particolare, di quelle domande che fa sempre in quello stato e che mi fanno sentire come una stretta allo stomaco.

In quei momenti non so se percepisco in lui forza o debolezza e mi pare di provare una sensazione mai provata prima, o meglio, che è cresciuta talmente tanto da farmi stare quasi male in sua presenza.

“Non so se piace a tutti i purosangue, maestro, però a me di sicuro piace più di ogni altro ricevimento, festeggiamento, o ballo. E io, si sa, ho il sangue fra i più puri di tutto il mondo magico ...”

A quelle parole ha abbassato lo sguardo verso di me, sorridendo appena, sempre in maniera lontana. Come se lui fosse in alto, lontano nel cielo buio e io a terra distante più di sempre.

“Allontanati dagli altri, vieni con me.” ha detto poco dopo, improvvisamente in modo deciso.

L’ho seguito dunque per le vie più buie, nei vicoli più freddi e oscuri, restavo leggermente arretrata, ma quasi al suo fianco, tanto che il lungo mantello nero sfiorava spesso il mio vestito mosso dal vento, restavamo silenzio e solo le musiche dei riti accompagnavano quel momento.

“Dove andiamo, maestro?” ho chiesto dopo lungo tempo.

“A rendere la tua bacchetta adatta ad una vera strega oscura.” ha risposto lento.

“All’inizio, se ricordi, ti ho fatta esercitare molto per sprigionare tutta l’energia che potevi creare verso la tua bacchetta. Ora che sei arrivata circa alla potenza massima è però necessario un piccolo accorgimento che Olivander non può aggiungere alle sua creazioni, perché è vietato.”

Ho sorriso eccitata.

Iniziavo a sentirmi davvero a mio agio, potente e protetta da lui.

Potevo toccare il fuoco ogni qual volta incontravamo qualche falò, era tornato forte il mio potere derivante da quell’elemento, sembrava oscillare di potenza a seconda del mio umore.

Potevo scegliere le pietre coi poteri maggiori da tutti i venditori per le strade, il mio maestro si soffermava, ogni tanto, ad insegnarmi o indicarmi ciò che era più adatto se notava un tentennamento, altre volte lasciava fare a me, mi metteva alla prova.

Potevo bere l’idromele più magico e assistere ai duelli più cruenti fra i maghi più capaci.

Lord Voldemort era ben diverso dal solito quella sera, si comportava con me nel modo che avevo sempre desiderato, mi faceva sentire speciale, una donna, e mi teneva al suo fianco.

Ero la sua strega, non solo un’allieva.

Mi guardava come mai aveva fatto prima.

Sembrava che tutto fosse organizzato per me e non per Rabastan che era diventato un Mangiamorte, o almeno, non solo per lui.

Mentre pensavo tutto questo, il maestro si è fermato davanti ad una bottega apparentemente chiusa, e io mi sono affiancata a lui.

Ho percepito di nuovo quell’odore dolciastro e ho chiuso gli occhi assaporandolo, odore di laudano, odore di morte e felicità. Cominciava a piacermi davvero questo di lui, o forse ero troppo felice perché qualcosa che mi colpisse tanto non mi piacesse.

Ha pronunciato parole nella lingua dei serpenti, socchiudendo leggermente gli occhi e sospirando, come se fosse piacevolmente stanco.

La porta si è aperta e, nel buio dell’entrata, è apparso un uomo alto e vestito di scuro, aveva una voce possente, anche lui forse, parlava o capiva quella lingua.

“Dammi la tua bacchetta Bella.” mi ha detto improvvisamente il mio maestro, porgendomi la mano magra.

Gli ho passato con cura e lentezza la cosa più preziosa che avevo, che è poi finita nelle mani del terzo uomo.

Non avevo idea dei loro accordi, ma lui è scomparso nel retrobottega tornando solo diverso tempo più tardi, con la mia bacchetta avvolta in un panno di velluto nero.

Lord Voldemort l’ha afferrata nel suo panno, senza guardarla e si è diretto all’uscita con un cenno di saluto, senza dire una singola parola.

L’uomo mi ha guardata attento poco prima che uscissi, poi ha fatto una sorta di inchino soddisfatto e io ho risposto con un altro cenno seguendo infine il mio maestro fuori, nella notte.

“Manca l’ultimo rito e la bacchetta sarà pronta.” ha detto, poi, girandosi ha aggiunto: “La devi bruciare.”

Non mi sono stupita delle sue parole, non ho fatto la benché minima rimostranza, anche se quella frase poteva apparire strana.

Ero sicura di lui e certa che ogni sua frase per me, era la sola verità esistente, infatti già al primo falò incontrato, ci siamo fermati.

Era grande, protetto da un piccolo muretto di pietre, piuttosto lontano dal centro del quartiere, posto in una piccola piazzola con alcuni personaggi strani posti in gruppi tutto attorno.

Ho aperto il velluto con cura e accostato la bacchetta al fuoco, per poi immergerla del tutto e guardarla lì, come in trance, spinta da una forza potentissima che sentivo completamente mia, forse era l’eccitazione del momento, o forse il potere del fuoco, non so.

Una folata improvvisa e forte di vento l’ha risucchiata completamente nel fuoco che si era immediatamente accresciuto, facendomi scostare lentamente.

Solo dopo pochi attimi, il mio maestro ha richiamato a sé la bacchetta.

Era perfettamente intatta e straordinariamente calda quando me l’ha restituita. L’ho afferrata forte e, stringendola, ha istantaneamente brillato un pentacolo rovesciato del colore delle braci: era posizionato alla base della bacchetta, vicino al’impugnatura... un pentacolo grande e profondo segnato nel legno, coi bordi sfaccettati.

“Ti considero pienamente una strega iniziata ora, una strega oscura.” mi ha detto lentamente lui nel silenzio di quel momento, fra il crepitio del fuoco.

Lo guardavo rapita.

“Non ti esaltare, non hai ancora finito, di cose da imparare ne restano.”

“Va bene, mio maestro.” ho risposto trasognata, pronta a fare domande nuove, ma lui mi ha interrotto subito avvicinandosi.

Avvicinandosi molto.

Mi sovrastava di parecchio, ma era tanto vicino da sfiorarmi tutta, mi faceva sentire debole, fragile, in balia del vento attorno.

“Voi siete un mago del vento, maestro?” ho domandato mentre mi abbandonavo alla brezza fredda che mi raggiungeva a tratti.

“Non sono più il tuo maestro ora, sono il tuo Signore.” ha sussurrato avvicinando il suo volto al mio, accostandosi alla mia sinistra, lentamente, muovendo i miei capelli col suo respiro, sempre più vicino.

Sentivo la sua pelle vicina, ne percepivo il fresco e lieve contatto, quasi impalpabile.

Ho scostato lo sguardo di lato, senza muovermi troppo, persa in tutto il suo fare, il suo mormorare, il suo avvolgermi col vento attorno.

E io lo desideravo. Lo bramavo. Mi sentivo bruciare.

Lui aveva un sorriso appena accennato, strano, tentatore, superiore.

Nel momento in cui ho sussurrato a stento per l’emozione le parole “Sì, mio Signore.” lui ha afferrato le mie labbra fra le sue, veloce, spietato, improvviso come il morso di un serpente, morboso, seducente, forte … tanto da farmi perdere completamente, da far eccitare i punti più delicati del mio corpo, da farmi sentire male per il piacere.

Un bacio che, in quell’istante iniziale, sapeva terribilmente di quel sapore dolciastro e amaro che tante volte avevo sentito durante quella serata insieme a lui. Quel sapore che dalle sue labbra è passato alle mie e che ho assaporato continuamente non appena ho trovato l’ardire di ribaciarlo a mia volta, con una frenesia e un abbandono che mai avevo provato in vita mia.

Stavo baciando lui, il mio maestro, il mio Signore.

Lord Voldemort.

 

…………………………….......

Note:

Ho alcuni punti da spiegare di questo capitolo:

Prima di tutto di certo il bacio (che ha un suo perché che verrà fuori nell’ultimo capitolo che non sarà altro che un epilogo), all’inizio non avevo alcuna intenzione di mettere questo bacio, ma poi si è scritto da sé, più che altro per il fatto che mi sono detta … “Com’è possibile che Bella sia tanto innamorata del Signore Oscuro se mai lui le ha dato una qualche futile speranza?” … mi sembrava una cosa tanto strana e quasi innaturale che ho deciso di mettergliela io questa speranza!!

Altra cosa: lui è un mago del vento, finalmente è venuto fuori. Sono sempre stata indecisa sui loro elementi, ma alla fine ho scelto questi. Bella si adattava bene al fuoco, inoltre il fuoco è animato dal vento come lei è animata dal suo signore. Per quanto riguarda lui, oltre al legame che ho detto prima, ho semplicemente pensato al nome che si è scelto: volo di morte … volo, aria, vento! Questo è stato il collegamento (tra l’altro ha un umore vario che sembra cambiare come cambia il vento).

Ne “La camera dei segreti” viene detto che parlare serpentese è una priorità di pochi maghi oscuri, non solo di Lord Voldemort, per cui in questo capitolo ne ho introdotto un altro che lo parla che poi è colui che aggiunge il simbolo del pentacolo rovesciato sulla bacchetta di Bella. Questo simbolo è quello della magia oscura.

Direi che ho finito con le note. Se riesco rispondo subito alle scorse recensioni, scusate eventuali ritardi, ma sto passando un brutto periodo e l’umore va ad alti e bassi.

Approfitto per dire (metterò vari annunci) che ho aperto un gruppo proprio sulle mie ff assieme ad un’altra fan writer, se volete saperne di più, guardate sul mio profilo dove ho aggiunto le spiegazioni.

Credo di aver detto tutto, vi do appuntamento presto con l’epilogo della storia, grazie a chi mi ha seguito fino a qui.

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Capitolo 31
*** Abbandonarsi al vento ***


 

Dal grimorio di Bellatrix: “ABBANDONARSI AL VENTO”

(Epilogo)

 

Impegnarsi sempre fino in fondo, al limite delle proprie capacità, per imparare tutti gli insegnamenti delle arti oscure.

La prima regola che mi aveva insegnato: mi vagava lenta nella mente giusto in quel momento.

Non aver mai paura di oltrepassare, anzi, sbaragliare i limiti imposti alla magia normale.

La seconda: stessa sensazione, stessa vaghezza della prima.

Non innamorarsi mai …

Eccola … la terza. Penetrava nel mio cervello e mi faceva battere il cuore, scuotendo tutte le membra e dandomi una sensazione di perenne vertigine.

Come potevo non innamorarmi? Come potevo, se già era successo?

E questo amore, durante quel momento, non faceva che esplodere prepotente dentro tutta me stessa, mentre lui, il mio maestro, il mio Signore, continuava la sua splendida tortura.

Mi toccava delicatamente il collo mentre mi scostava i capelli all‘indietro, sfiorandolo poi con sue fredde labbra, facendomi accendere tutto il corpo di incostanti scariche di desiderio puro.

Poi tornava a salire con le sue labbra verso le mie, che tenevo socchiuse per il piacere e per la voglia.

Le mie labbra che smaniavano i suoi baci.

E quel vento che mi accarezzava tutta. Continuamente, sensualmente.

Non innamorarsi mai …

Come potevo non innamorarmi perdutamente, se lui era l’uomo che avevo sempre agognato da quando ero solo una ragazzina, e in quel momento mi stava facendo sentire in tutto una donna, la donna più desiderosa e desiderata fra tutte?

Così bello, affascinante, potente.

Così forte.

E non si fermava, non si placava nemmeno per un secondo, mi sfiorava il seno, guardando ogni mia reazione al suo tocco, sorridendo e scostandomi il vestito, per farmi sentire il paradiso.

Poi le sue mani sottili, morbide e fredde tornavano sul mio viso, per dirigere le mie labbra sulle sue, e baciarmi in modo feroce, audace, sublime.

E il vento mi accarezzava il seno seminudo. Ancora il vento.

Era tutto tremendamente inebriante.

Non innamorarsi mai …

Come potevo, dopo i suoi sguardi languidi e vogliosi e allo stesso tempo distaccati, provocanti e provocatori?

Fra ogni bacio e ogni carezza fremevo. I suoi occhi nei miei, e la sua lingua, i suoi denti e il suo sapore mi facevano impazzire.

Quelle mani sfuggenti sul mio seno, sulla mia pelle: mi toccavano appena, e sprigionavano così in me più voglia e desiderio che se mi avessero afferrata completamente.

Come potevo non amarlo? E desiderarlo … molto più di prima?

Nella penombra della notte continuava a baciarmi così, lungamente e appassionatamente. Se si allontanava appena, io lo stringevo di nuovo, e lo riavvicinavo a me, ribaciandolo con fuoco e stravolgimento.

Non mi rendevo conto del tempo che passava, di nulla di ciò che mi circondava.

Fino a che, improvvisamente, si è scostato leggermente dalle mia labbra, rimanendo col viso a sfiorare il mio e senza guardarmi direttamente, ma con ogni senso attento al mio essere.

“Ti sei innamorata di me, Bella?” mi ha sussurrato suadente, per poi posare il suo sguardo nel mio.

Quegli occhi … i suoi occhi.

Prima così lontani, persi, scuri, ora sembravano diventati rossi come il sangue. Selvaggi e pericolosi come la morte.

Erano magici, eppure sembravano così reali, così attenti.

Mi hanno fatto battere il cuore ancora di più, e hanno fatto nascere in me una strana sensazione di panico e angoscia pura.

Non innamorarsi mai.

Era la terza regola, la più importante: tutto era iniziato da lì, e io lo sapevo molto bene da sempre.

In quel momento però, durante quella notte, dopo quel bacio e tutte quelle sensazioni che continuavano perenni, avrei voluto solo abbandonarmi al vento che mi accarezzava i capelli, la pelle, le labbra e il seno semi nudo.

Abbandonarmi a lui e chiedere ancora baci e anche di più. Scordarmi che l’amore non esiste.

E ora me lo domandava, aspettava una mia parola …

E io, per la prima volta davanti a lui, non sapevo davvero cosa rispondere.

 

……………………………..

E siamo arrivate anche alla fine di questa storia.

Sono contenta perché è sempre bello concluderne una, ma è anche vero che mi mancherà …!

Comunque, come notate, è praticamente lasciata in sospeso, pronta per l’ultimissima parte della trilogia che ricomincerà, più o meno, da questo momento, o comunque si ricollegherà a questo.

La prova di Bella non è finita: in pratica il maestro la mette alla prova sulla terza regola che le aveva insegnato (vedere primo capitolo di questa stessa storia), ovvero sull’amore.

Non penso che sia stupido, anzi, penso che lui avesse capito bene i sentimenti della sua allieva che poi in seguito diventerà Mangiamorte.

A seconda della risposta di lei, farò proseguire la storia in un modo o in un altro, anche se l’idea c’ è già, in parte.

Ora passo ai ringraziamenti, non vorrei dimenticare nessuno perché siete tutte importanti!

Grazie ei lettori e a chi ha seguito la storia anche saltuariamente, sono contenta che vi abbia interessato almeno in parte!

Grazie infinitamente a chi è rimasto con me fino alla fine, partecipando e commentando le mie varie peripezie e quelle dei personaggi. Grazie a chi a scoperto la storia già iniziata e ha deciso di seguirla con entusiasmo, dandone molto anche a me.

Circe

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