Yo sexy lady di palanmelen (/viewuser.php?uid=13089)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno – IT IS 'COS I’M COOL ***
Capitolo 2: *** Capitolo due - READY, STEADY, GO! ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre – ALEA IACTA EST ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro – SANTA MARIA, SEND ME GUIDANCE ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque – MY HUMPS ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei – GET WHAT YOU NEED ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette- LUCK BE A LADY TONIGHT I ***
Capitolo 8: *** Capitolo sette bis- Luck be a lady tonight II ***
Capitolo 9: *** Capitolo otto – I BELIEVE IN MIRACLES! ***
Capitolo 1 *** Capitolo uno – IT IS 'COS I’M COOL ***
Dedicata alla mia betissima Roh, che il
Cielo la benedica e la preservi. Ovviamente, non è betata (visto che è un
regalo, mica potevo fargliela vedere prima!) Lei mi ha suggerito la trama, ma
purtroppo o per fortuna, la storia ha deragliato come al solito ed è uscito
fuori qualcosa di un po' diverso dalle nostre idee prime. Con questa Fan
fiction inauguro la mia nuova tendenza per l'anno nuovo! Sarò
lisiana! E che gli dei ce la mandino buona!
Yo sexy
lady
Capitolo uno – IT IS 'COS I’M COOL (o “Il
capitolo degli “insomma” ”)
Aspirava rumorosamente le ultime gocce di succo
colla cannuccia. Ero sul punto di sbottare. Hermione neanche si accorgeva di
essere fastidiosa, persa com’era nelle sue paturnie. Mi schiarii la voce. Due
volte. Niente. Harry mi strinse comprensivo un ginocchio sotto il
tavolo. Già non ero contento di come mi aveva trascinato lì. Coll'inganno,
ovviamente. Harry approfitta ancora della sua faccia da bravo ragazzo per
cacciarmi nei guai. Insomma, lui ogni tanto esce con i suoi amici senza di
me, e grazie al cielo perché alcuni davvero non li sopporto. Mi aveva detto: "Ti
va di venire con me e Hermione a bere qualcosa?". Insomma, Hermione non è
proprio la mia preferita, ma devo ammettere che, trovandoci sullo stesso piano
culturale, conversare con lei mi è sempre piaciuto. Quindi, ok, sì, dove
andiamo e cosa mi devo mettere. Quel bastardo non mi aveva
detto che avremmo dovuto sorbirci una donna in crisi depressiva. Mi ha
portato per tenergli compagnia, insomma! Hermione è una cara ragazza, di
quelle a cui lasci il gatto quando vai in vacanza, certo di ritrovarlo pasciuto,
curato e addirittura più educato di prima. Ma quando parte con i suoi viaggi
mentali... non è brutto come quando si arrabbia, ma quasi. Insomma, avevo
accettato di uscire con loro. Sapevo che non saremmo andati in un posto dei
miei. Due contro uno, insomma. Ma quel bar. Minuscolo e pieno delle pretese
di essere un posto di classe. Addirittura, secondo me, faceva pagare troppo il
coperto, per quanto valeva. Spero, non gliel'ho mai chiesto e mi astengo dal
farlo, che non l'abbia scelto Harry. Insomma, stavamo insieme già da
parecchio, i miei gusti li conosceva. Un bar del genere in quel
quartiere. Che. Schifo. Spero, ripeto, che la scelta sia stata fatta solo per
comodità. Perché era vicino al parcheggio e alla facoltà di
Hermione. Comunque. Certo che non era l'unica cosa che mi infastidiva. A
parte lei che faceva rumore colla cannuccia. Hermione, come Harry e la
maggior parte dei loro amici, era il tipico esempio dell'inglese medio. Di
quelli che non sciacquano i piatti quando li lavano. Grazie al cielo per chi
ha inventato le lavatrici e gli elfi domestici! Stendiamo un pietoso velo sui
vestiti. Harry, povero, è giustificato dal terribile imprinting
infantile. Hermione davvero a mio parere era un caso di.spe.ra.to. Finché
andavamo a scuola, c'era la divisa, e lei era sempre ordinata (mai una volta che
Harry fosse completamente a posto, per inciso). Ma dopo il diploma... mi veniva
quasi il dubbio che lo facesse apposta. Ma no, è solo inglese. (Sì,
anch'io sono inglese, ma mi tengo strette le mie lontane origini continentali*.
Anche se neanche i francesi sono questi gran maestri di gusto... Dev'essere un
senso estetico innato, il mio, ecco.) Quel giorno lì, proprio, vedendola mi
erano cadute le braccia. Hermione è uno stecco, non c'è nulla da fare. Non
che sia un difetto (non posso certo dire che mi piacciano “Tits and ass”, visto
me e visto Harry...), ma ognuno dovrebbe imparare a portare il proprio fisico,
no?, a accentuare i pregi, a rendere gradevoli i difetti, quelle cose lì. E non
per una... chessò, fissazione estetica, solo perché... beh anche quelli che
dicono non gl'importi nulla, in realtà si guardano allo specchio. Sì, Harry a
parte. Ma lui ha me che lo guardo, non tutti sono così fortunati. Insomma,
non ti puoi infagottare tipo vaso imballato, se sei secca. O secco. Altrimenti
diventi cilindrico, un blocco rigido, qualcosa... insomma, poco gradevole. E poi
ti senti sgraziato. E ci credo. Come se io mi mettessi quegli orrendi
pantaloncini larghi - Harry dice che son comodi e non lo metto in dubbio,
però... insomma, lui colle ginocchia di fuori sembra un bambino delle elementari
(visto che spesso sono sbucciate proprio come le loro). Io che sono più sottile
di lui (anche se le mie ginocchia sono molto più eleganti)? Mi verrebbe da
citare anche l'indumento infagottante per eccellenza, i maglioni Weasley... ma
Molly li rende infagottanti in modo da farmi venire due spalle da portiere e...
insomma l'effetto è tutto il contrario di quello che stavo dicendo, e al massimo
quelli non li devono indossare le persone corpulente... tipo Ron, che non so
come abbia fatto a farsi venire quel fisico da contadino e già è un colosso di
suo, ci metti pure il maglione e sembra un culturista... Ma
insomma. Indossava quei jeans alla... “ho un sacco di ciccia” anche se non è
vero. Non ho capito come possano segnarle i fianchi, visto che non ne ha. Beh,
certo. È che sono troppo larghi. Poi le facevano quell'effetto quando si
sedeva... si sollevava la patta. Ecco, i jeans col pacco. Insomma, orrendi. E
le Clarks. Magari un modello femminile. Macché, gli scarponcini. Giallo.
Sporco. E il golfino. Sotto la giacca di stoffa da... bah. Il golfino tutto
sformato. Grigio. E la magliettina colla scollatura a “v”, cos'avrebbe dovuto
essere? Uno sfogo di femminilità repressa in mezzo alla desolazione
generale? Insomma, uno stato normale per l'inglese medio, uno stadio da
ricovero per me. Coatto. Nella mia cabina armadio, per due
mesi. (Quella volta che Harry ci è entrato e per fare lo scemo si è messo a
gridare -Aiuuutooo, c'è nessuuuno?-... Se l'è prese le sue pestate sui
piedi...) Dicevo, Hermione in crisi che succhiava l'aria, ormai,
colla sua cannuccia. Praticamente, cos'era successo: Harry e i suoi amici si
erano visti tipo... due o tre giorni prima per una festicciola, “festicciola” in
senso Grifondoro (Burrobirra e Whiskey incendiario), ed Hermione, come al
solitissimo, aveva litigato con Ron. Oddio, penso ancora che Ron non si rendesse
conto di “litigare” con Hermione, ma le donne sono coosì complicate, e Ron è
coosì grossolano... Ron l'ho sempre frequentato poco (e Iddio me ne scampi.
...Purtroppo prevedo che lo vedrò più spesso, se le cose tra me e Harry
continueranno su questa strada. E pazienza. Come si dice? Parigi val
bene una messa.). Harry fa Natale con Weasley (tutto il clan) e altre feste
comandate (più le vacanze) con me. Anche perché i miei, figlio degenere / filo
babbano (bah...) / ...pigliànculo ch'io sia, a Natale mi vogliono a casa a
tagliare il tacchino e a pregare per una razione in più di patate
comunque. Tanto il maglione mi arriva allo stesso. Insomma, Ron e io non
ci frequentiamo, ma c'è stato un periodo in cui me lo ritrovavo dappertutto...
cioè, ovunque non avrebbe dovuto esserci. Alle feste dei miei
amici. È stato il periodo in cui stava con Pansy. Che, diciamocelo, da
quando si è fatta sistemare il mento e il naso... è proprio una gran bella
...signorina. Dal collo in giù non ha mai avuto problemi, per carità. E
soprattutto, ha uno stile che non posso far altro che stringerle le mani. E
non posso far altro che stringere la mano a Weasley per il gusto che ha in fatto
di donne. Eh già, perché, anche se Hermione non se ne capacitava, erano
passati i tempi in cui Ron le sbavava dietro come un tontolone e le ubbidiva
come un cane con un ritardo mentale. Ron aveva (ha, per meglio dire)
ancora la faccia dura e impenetrabile da rustico (quella che non capisci se
indica un carattere forte o una grave deficienza), oltre al fisicaccio tipo
contadino del calendario promozionale della Svizzera (Io Ce L'Ho. L'ho nascosto
ad Harry, ma ce l'ho! Aww...), strappamiijeansdidosso et cetera. Ma è
anche allievo del corso di criminologia nell'Accademia Auror, e con profitto, mi
sembra di capire da quel che mi racconta Harry. (Non vorrei fare l'orrida
scoperta di Ron più intelligente del mio ragazzo... anche se mi ha battuto
abbastanza volte a scacchi da concederglielo. Non capisco come mai Harry invece
sia ancora una mezza sega in quello sport. Sono anni che ci gioca.
Misteri della psiche di un Potter – che impara in una sera un incantesimo
non-verbale e impiega secoli per delle stron... ma andiamo avanti!) Secondo
me, Hermione si era abituata ad averlo intorno, nella loro eterna danza di
corteggiamento non te la do / faccio finta di dartela, ma ovviamente
Ron alla fine si è rotto ed è andato con una che, dopo un lasso ragionevole di
tempo, gliel'ha data. Scusate, tra Pansy e Hermione... Va bene che il
cuore ha le sue ragioni... ma all'occhio non si comanda! Proviamo a
immaginare il subconscio di un uomo come Weasley, con una madre come
Molly. Molly, poverina, è sempre mezza disastrata perché ha un mucchio di
cose da fare e ancora non è riuscita a buttare fuori dal nido tutti i pargoli.
Ma l'altra metà è curata. Non te ne accorgi finché non le stai vicino, ma ha
sempre il profumo di messa in piega sui capelli, e le unghie, nonostante tenga
sempre le mani in movimento, sono curatissime. Insomma, Ron è abituato ad una
donna ordinata. Hermione andava in giro come una disastrata, nonostante sia una
vergine (oddio, non mi ricordo il giorno. Ma sì, non è bilancia) . Una donna che
si cura poco di sé, non dà certo l'idea di una che si possa curare di una casa e
di un marito. Che poi è il tipo di donna che Ron cercava. Non ricordo
perché tra lui e Pansy non ha funzionato, ma fa niente. Ah, già. Perché in fondo
Ron era ancora, sempre e comunque, innamorato di Hermione. Quando la vedeva,
sempre si illuminava come Harry davanti ad un modello nuovo di manico
di scopa. Però, appunto, ormai l'aveva classificata inconsciamente come “Alt!
Non è la donna per te”. Hermione, tutta felice per le attenzioni speciali che
lui le aveva sempre riservato, si arrabbiava come una vipera appena lo vedeva
correre appresso ad un'altra ragazza. Che lei classificava anche ad alta voce
come “... Poco di buono, parafrasiamo. Quello che era successo
anche durante quella festa. Oh, ma alla fine, non ce l'ho fatta,
sono sbottato. Quel rumore era davvero una cosa insostenibile! Piantai (un
po' teatralmente, ma che ci posso fare, è il mio carattere!) le mani sul tavolo
e dissi severamente: -Smettila di dare la colpa agli altri.- Silenzio.
Finalmente! Sbatté gli occhioni (era una linea mal tolta di matita
quella che vidi sulle sue palpebre? Orrore!). -Prego?- -Smettila di dirti che
è colpa di Weasley se va dietro ad altre ragazze, smettila di dire che è colpa
di quelle che si vestono da troiette se lui va con loro e non con te. Bella mia,
la colpa è tua.- Mi sporsi verso di lei. -Tua.- Rimase a bocca
aperta, colla cannuccia appiccicata al labbro. Harry mi chiamò con una voce
che sembrava un pigolio. Mi risistemai sulla sedia. Lei si rianimò
all'improvviso, arrossendo sugli zigomi. E pensai, cavolo, non era fortunata ad
avere un viso così bello? E non era una stupida a buttarlo via così? -Ma come
puoi dire una cosa del genere?!- -È la pura, irritante verità. Ti ricordi che
sacrifici ho fatto per acchiapparlo?- scossi la spalla di Harry. Lui se la
prese un po'. -Ehi, guarda che sono io che ti sono venuto dietro allo
sfinimento.- Schioccai la lingua. -È la stessa cosa.- Tornai a parlare con
Hermione. -Non puoi pretendere che ti trovi attraente solo perché siete stati
assieme a scuola. Che motivi ha per farlo? Non ti rendi neanche un minimo
attraente per lui. Cosa indossavi?- Boccheggiò. -Indossavi un
vestito?- -N...no...- -Cos'avevi? Ah... non dirmi i jeans colle
borchiette.- Arrossì. -Cos'hai contro i jeans colle borchiette?!- -Non ti
stanno bene i jeans colle borchiette! Ti fanno i fianchi a punta, lo sai! E che
maglia ti sei messa, eh?- -Beh... una!- -Una!- Sbatté le palpebre.
-Ma... ma... Ero truccata!- Harry, che ha la ghiaia nel cervello, quindi i
pensieri gli drenano in bocca, fece:- Ah sìii?- Hermione fece un gesto di
sconfitta colle mani, poi iniziò a massaggiarsi le tempie. -Beh, che devo fare?
Se non gli piaccio così come sono, vuol dire che...- -Vuol dire che devi
cambiare.- Mi fissò impietrita, scandalizzata. Mi fece venire da ridere.
-Noo.- -Eccerto.- Ehi, zittire Hermione... non c'è un premio da qualche
parte? Ma si riprese subito. -E allora? Vado a comprarmi una minigonna e
gliela sventolo in faccia?- -Mmh. Specifica meglio il complemento di
“sventolare”, scusa?- Si alzò in piedi, direi imbufalita. Quanto mi
piace quest'aggettivo. Tirò fuori il portamonete dalla borsa e lanciò dei
soldi sul tavolo. Il che mi fece abbastanza arrabbiare. -Niente sciocchezze,
non facciamo mica pagare le donne!- Strinse gli occhi. -Pago io. E anzi.-
Riaprì il borsellino. -Offro anche il tuo!- Mi venne una specie di sincope.
Scattai in piedi anch'io. -Riprenditi subito i soldi!- -Scordatelo!- Harry
s'intromise quando iniziammo a ringhiare. -Ehi, ehi, gente! Il conto l'ho pagato
io.- Pensando che l'avesse detto per farci smettere di litigare (e per non
far pagare Hermione), mi risedetti. Hermione lo guardò male, ma si riprese i
soldi. Si calcò il cappello in testa (quello non lo commento...) e disse ad
Harry: -Beh, ci vediamo!- Si girò con un movimento del mento che fu...
semplicemente troppo grazioso. Intravidi in lei già le possibilità di essere una
vera signora. Se ne andò con il portamento fiero di una leonessa. Brava la
mia ragazza. Poi scoprii che Harry aveva davvero pagato il conto, ma gliela
feci passare, visto che si sentiva in colpa per avermi trascinato
lì. *In realtà quasi tutti gli inglesi hanno origini continentali. E francesi. |
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Capitolo 2 *** Capitolo due - READY, STEADY, GO! ***
!!
Questo capitolo è un terzo degli altri (non del primo in
particolare, quindi è proprio un'eccezione). E in realtà non capisco il perché.
Insomma, è un capitolo di passaggio, tipo? Ho pensato se dovevo allungarlo
(ma poi si sarebbe "sentito"), se dovevo spostare la fine un po' più avanti
nell'inizio del capitolo 3 (ma poi ci sarebbe stata un'incongruenza
strutturale). Non so se supplirò postando prima il terzo, perché mi sono imposta
una certa tabella di marcia (e in più ho un esame da preparare). Boh, vedrò cosa
riusciranno a fare le mie manine sante.>
(PS: C'è una frase piena di incisi
esageratamente lunghi. Lo so. Ma mi piace troppo! Perdonatemi!!)
!!
Capitolo due - READY, STEADY, GO!
Hermione era furibonda con me. Anche se
l'unica cosa che era cambiata per me era che Harry non mi diceva più -Herm ti
saluta.- dopo aver parlato con lei al telefono. Ero certo che lei si stesse
facendo delle paranoie assurde per quel che le avevo detto. L'avevo fatto
apposta. Pensavo che Harry mi avrebbe tipo sgridato, ma non lo fece. Per i
motivi che gli avrei elencato se invece avesse osato aprir becco. 1. Era
stufo marcio peggio di me. 2. Mi aveva fatto sorbire Hermione me
nolente. 3. Poteva benissimo aspettarselo. Colpa sua. Comunque, alla fine
presi in mano la situazione. O Harry sarebbe uscito di testa. (Si sa, i
tira-e-molla tra fidanzati e amici hanno fatto a pezzi uomini più forti del mio.
E il mio ha fatto fuori Voldemort, cioè!) Ero a casa sua da solo (Harry era
alle sue lezioni e io ero rimasto lì dalla sera prima), così potei fare le cose
con calma, che io ho bisogno del mio tempo, con certi aggeggi babbani. Accesi
il suo computer (che poi è un po' anche mio, intendiamoci). Per avviarlo ci
vogliono quattro minuti. Harry smania peggio di quando mi chiudo in bagno e
siamo in ritardo. A me inizia a dare fastidio ora, ma all'epoca era il tempo
minimo per calmarmi davanti a tutti quei tastini e a quei bip. Che mi danno un
po' di angoscia, non sai mai se si sta accendendo o sta per esplodere
qualcosa. Presi la mia Golden Card (regaluccio di mamma per i venti,
probabilmente perché teme che senza, girando con Potter, io diventi uno
straccione), la schiacciai nella “macchinetta divertente numero 3” (la numero 1
sono le casse, la 2 la webcam... Anche se quella che avevamo all'ora ci
riprendeva a scatti), che era la stampante “mille cose in una” che Harry si era
regalato per Natale (come per la webcam, ora ne abbiamo una che è circa il 200%
più funzionale. Non fai a tempo a imparare come si usano che escono i modelli
nuovi), e la scansionai. Quanto mi piace questo verbo! Comunque,
la scansionai, la ritagliai (al computer, ovviamente!) e la salvai. Poi
la inviai via mail a Hermione. Ah, il nuovo secolo! Ah, il fidanzato
mezzosangue! Usai l'indirizzo di Harry, tanto lei avrebbe capito. Harry tempo
dopo tentò di crearne uno per me. Qualcosa tipo dracucciolotto@qualcosa. Lo fermai appena in tempo. Poi lo affatturai. Beh, allora
dovevo solo aspettare che Hermione tornasse a casa e leggesse la posta. Ero
sicuro che avrebbe capito. Sicurissimo.
Quella sera ero andato a “prendere” Harry
all'Accademia, così potevamo tornare a casa insieme. Robe da fidanzatini,
sì. E siamo orgogliosi di farle ancora. Eravamo per strada e guardavamo le
vetrine (io le guardavo. Ad Harry interessano solo computer e Quiddich,
quindi...), quando gli suonò il cellulare. Mi aggrappai al suo braccio e
dissi:- È per me!- Lui guardò lo schermo, guardò me e borbottò. - È
Hermione.- Gli sorrisi. Rispose. Corsi un po' avanti, dove c'è quel grande
negozio che vende solo cose da donna. Fissavo un manichino quando mi picchiò
sulla spalla e mi passò il cellulare. - È per te.- ammise. Lo presi.
-Ciao carissima.- - È un'offerta, Malfoy?- Sorrisi di più. -Un'offerta.
Un'offerta e una sfida.- -Uhn.- Ghignai. -Accetti?- Hermione sospirò.
Non era particolarmente convinta. Ma ha sempre saputo capire quando è il momento
di temporeggiare o meno. E l'amore è come la guerra, no? Nel caso, comunque,
glielo ricordai. -Non pensi sia il momento di attaccare, tesoro?- La sentii
schioccare la lingua. -È una sfida.- rispose. -Sì.- -D'accordo.
Accetto.- Sentii un'ondata di euforia drizzarmi i peli delle braccia. Il mio
riflesso nella vetrina mi sorrise malefico. Ma quanto ero figo? -Bene,
Granger. Che ne dici di questo sabato?- Dopo esserci messi d'accordo, quando
restituii il cellulare a Harry, lui mi guardò con un'espressione sospettosa.
-Che succede sabato?- Gli feci l'occhiolino e m'infilai di nuovo nel calore
del suo braccio. -La prima mossa verso lo scacco matto, amore. Ho la vittoria
in pugno.- Sapevo tuttavia, nel profondo del mio cuore, che sarebbe stata una
partita a base di sudore e sangue.
I DOMO!
Quanto mi mancano!
Grazie mille a (in ordine di
tempo!) tesar Rohchan (gioia
bella! ma in realtà ho messo una telecamera nel tuo armadio! E poi, questa
storia è per te, devo in qualche modo permetterti di identificarti, no ^_-?
Scherzo! In realtà ho esempi molto peggiori di come ho descritto Hermione di
trasandatezza... senza bisogno di microspie! E poi di te mi ricordo una
gonnellina rosa e un maglione nero che... una delizia!) Melchan (Mele ti arpiona e ti tringe al petto!
Dove sei finita, eh? Quei vampiracci coi brillantini ti hanno fagocitato?
Riguardo all'avvertimento... mmh. Metterò What if...? Perché è una "Post
settimo libro senza epilogo", non è proprio una AU.) Liuzza (Hermione lo sarà ancora per poco! Ehehehe
- la risata malefica di Draco è contagiosa! Draco etero?? Povere donne! E chi se
lo prende uno in perenne sindrome premestruale come lui? Se lo cucchi Harry,
senza rimpianti!) hele
Miss_Destiny (Mais Merci! Potremmo dire che Ron è un cane
che sa scegliersi bene la cuccia, no? Ha... fiuto. Mamma, questa era
brutta.)
|
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Capitolo 3 *** Capitolo tre – ALEA IACTA EST ***
ODDIOOOO! Sono fuori programma!
Il capitolo cinque non è finito, ma si sta dilungando come le chiacchiere di
Malfoy! E io domani mattina ho un esame. E non ho iniziato il sesto. E fra una
settimana ho un altro esame. Mi voglio sparare.
Capitolo tre – ALEA IACTA EST ( o “Il capitolo dei
“proprio” e dei “però” ”)
Già sabato mattina ero stufo. Proprio non avevo
voglia. Mi ero svegliato sbuffando. Ero pure a casa mia e a me svegliarmi
senza Harry (cioè rovistando* per mezzora colla mano dalla sua parte senza
trovare niente) mi fa girare i cinque minuti. Quando mi resi conto di dov'ero
e del perché lui non ci fosse, mi girai sulla schiena ed ebbi la rivelazione
grazie alla luce divina della sveglia incantata che mi proietta l'ora e la data
sul soffitto (come quelle babbane, ma senza pile!). La rivelazione che suonò
(nella mia testa, quindi in silenzio) più o meno: “cazzo.è.sabato.”. Non
potevo certo girarmi dall'altra parte (dove Harry non c'era, vorrei
sottolineare) e poi dirle: “Oh, cara, mi spiace ma non mi sono svegliato.”,
perché se dormo di più, anche se è sabato, poi perdo il ritmo, e questa cosa tra
l'altro Hermione la sapeva, non potevo neanche alzarmi e farmi gli affari
miei. Pazienza. Mi dissi: “vai a fare shopping, caro.”, ma il problema era la
compagnia. Però, vabbeh, avevo preso un impegno e ero deciso a mantenerlo.
Sfida o meno. Perché proprio in quel momento di sfide o altre cavolate del
genere non me ne fregava niente. Sì, quando mi sveglio da solo sono
abbastanza intrattabile. Poi Harry mi aveva già detto di arrangiarmi, che
erano affari miei e lui non voleva metterci becco. Credevo o speravo
che comunque ce l'avrebbe messo, perché altrimenti non osavo immaginare come
sarebbe finita la giornata. Mi vestii di nero, perché mi sentivo molto
lugubre. Hermione e io avevamo appuntamento al solito posto per le undici e
alle dieci e cinquantacinque mi smaterializzai, dopo aver controllato per una
quindicina di volte di avere carte, contanti e monetine a sufficienza per tutta
la giornata. Me la trovai davanti girata di schiena, ma quel giorno aveva i
capelli così gonfi che la riconobbi subito. E persi dieci anni pensando a
doverci girare assieme. Buon viso a cattivo gioco, però. Sono un Malfoy e un
Serpeverde. Mi avvicinai, la presi per la vita e le diedi un bacio sulla
guancia. -Bonjour, ma petite. Pronta per la giornata?- Lei si spaventò. Ma
anch'io. Cavolo, non sono un esperto di maquillage, ma per l'occasione mi ero
informato (Pansy) e solo nella City mi sembra che ci siano tipo 4 o 5 negozi
appena di MAC, senza contare Sephora, Benefit e tutte le altre che se ci penso
mi viene mal di testa. Ma cavolo, Hermione era messa peggio di me. Alla
faccia dell'acqua e sapone. (Mi spiace essere indelicato, ma si vedeva che
quella settimana era stata spesso sveglia fino a tardi a studiare.) Avevo
pensato che, anche solo per dimostrarmi qualcosa, si sarebbe messa un po' in
tiro. Ma no. Perché mai. Doveva aver letto qualcosa nel mio sorriso
cordiale, perché fece una smorfia. -Prontissima.- rispose acida e fredda come
una vecchia zitella. Poi alzò un sopracciglio, in quel modo. -E
tu?- Oh, sì, baby, volevo risponderle. Eccola lì sotto la mia meta.
Le diedi un altro bacio e iniziai a trascinarmela per la città.
-Qual'è la primissima cosa che indossi?- Fu una
domanda così stupida che dovette pensarci. -Le...
mutande.- -Esattamente.- Uscivamo dalla metro. La tenevo ancora stretta.
Sì, perché la metro mi terrorizza. -Secondo me, ma molti condividono la mia
opinione, il segreto di una serata, macché, di una vita riuscita, sono
le mutande. Nulla ti condiziona come loro. Anche nel senso di essere comode o
scomode, sì, ma io intendo più propriamente il loro valore estetico. Allora,
spero tu sappia che esistono varie fogge e vari colori, oltre al bianco e
nero.- -Ti scioccherò, Malfoy, ma ne ho anche di colorate. E sì, conosco le
varie tipologie di mutande femminili. Meglio di te. Spero.- Risi. Un po'
nervosamente. -Non preoccuparti, né io né Harry abbiamo tendenze del
genere.- Roteò gli occhi. -Fammi indovinare. Mi stai portando in un negozio
di intimo.- -Mais oui!- Avevo in mente una tabella di marcia massacrante.
Tanto che tra un negozio e l'altro programmavo di smaterializzarci. Non avevo
tenuto conto che con Hermione non si sarebbe trattato solo di vedi – prova –
acquista, ma di una vera e propria lotta. Hermione girava tra la
lingerie guardandosi intorno come se si trovasse a passare in mezzo al Masked
Ball di Eyes wide shut. Come se fosse una suora e stesse passando in
mezzo al Masked Ball. Ma non era niente di così eclatante, accidenti, non
dava fastidio neanche a me! Cercai di ignorare la sua espressione e di
concentrarmi sulle cose importanti. Nero classico, rosso lolita o blu sobrio ma
sexy? Il blu sarebbe stato proprio il suo colore, ma quasi quasi me la vedevo
anche in rosso. Quasi, perché a me immaginare donne in intimo mi fa venire la
pelle d'oca. Mi fermai a guardare due babydoll rosse. Una era liscia, anche
abbastanza accollata, tipo body suite con gonnellino (so che è un paragone
stupido, ma m'intendo più di balletti che di lingerie. Femminile.), ma era
semitrasparente e dietro... beh, non aveva un dietro, praticamente. Aveva
quattro o cinque laccetti. Hermione gridava “NO” da tutti i pori. L'altra
era in un altro negozio, era di tulle con gli orli di pizzo con un nastrino di
seta infilato dentro. Una robetta da bambina, insomma. Poi c'erano rosa,
azzurre, viola e fucsia, ma non mi sembravano proprio adatte a
Ron. Ovviamente non dissi a Hermione che cercavo di pensare all'effetto che
avrebbero fatto su di lui, per scegliere. Comunque, la buttai in un camerino
con la babydoll rossa di cui sopra e con il bra (“a balconcino”. Che
definizione!) di un completo blu che pensavo le sarebbe stato d'incanto. Non
sono sicuro se fosse un blu pavone molto scuro o un blu di prussia. Ero fuori
(ovviamente), ma ogni tanto le muovevo la tenda per metterle fretta. Col bra
iniziò a lamentarsi del pizzo che prudeva ancor prima di allacciarselo (lo so
perché me l'ha detto quando le ho suggerito di sistemarselo meglio). Ma alla
fine le andava bene. E penso che le piacesse pure. Modestamente. Coll'altra
si sfiorò la tragedia. Iniziò sbuffando. Sentivo lo strofinio della stoffa e
lei che soffiava, era persino divertente. Poi ad un certo punto, il silenzio
più completo. Mi venne un colpo. Battei discretamente sullo stipite.
-Ehi...? Tutto bene?- Nulla. Iniziai ad andare nel panico. -Hermione?- mi
attaccai alla tenda. E sentii il singhiozzo. Cielo! Dov'era Harry quando
serviva?! -Her...Hermione?! Tutto a posto?- Sì, era una domanda idiota, visto
che piangeva. Cosa dovevo fare? Di sicuro non cedere al panico. Avevo una
mezza idea o di scappare o di chiamare una commessa. Non credo che qualcuna
mi avesse scambiato per il suo fidanzato, ma io sono solo un povero ragazzo gay
e non sono capace di gestire una donna. Ma Harry può essere a ragione
orgoglioso di me, perché mi comportai da vero uomo. Mi infilai nel camerino
(vergognandomi come un ladro) e... oddio, che scena, una donna semi nuda in
babydoll... sudavo freddo. Era curva colla testa tra le braccia. Non sapevo
neanche perché piangeva, se era colpa mia o che cosa. Non avevo fatto
commenti, non avevo aperto bocca su niente, non avevo neanche guardato
a quelle cose che mi avrebbero fatto venire voglia di fare battute. Le avevo
solo indicato e portato i vestiti. Ero innocente! Iniziai a darle dei
colpettini sulla spalla, ma alla fine dovetti accettare che mi venisse a
piangere in petto, e grazie al Cielo che non era truccata, o mi avrebbe
combinato un macello col mascara! Gli chiesi che aveva, le accarezzai i
capelli (e a momenti ci lasciavo le dita! Ma i ricci sono tutti così?) Si
staccò un po' e mi chiese: -Guardami! Puoi vedermi con indosso una cosa del
genere?- -Beh...- sorrisi, cercai di fare un po' lo spiritoso. -Ti vedo
benissimo. Non sono cieco come Harry, sai?- Schioccò la lingua, si asciugò
gli occhi coi polsi prima che riuscissi ad offrirle un fazzoletto. -Sul
serio.- mormorò. Si guardò allo specchio. -Ti sembra che io sia la persona
adatta ad indossare una cosa del genere? Ti sembra che io sia... carina
abbastanza?- Mah, se voleva che le rispondessi “No”, poteva anche risparmiare
il fiato. Mi fece un po' girare le scatole, questa esplosione di
autocommiserazione. La presi per le spalle e la guardai tutta. Sì,
che sangue freddo. Le girai perfino attorno. E che cavolo, come poteva
piangere dopo che aveva fatto tutta quella fatica ad allacciarsi tutti i gancini
semi invisibili che aveva dietro?! Ma le donne sono proprio fuori di testa! E
poi secondo me le stava bene. Certo, mancavano le mutandine rosse della
babydoll, ma insomma, Hermione non si può dire che non abbia delle belle gambe,
o un bel sedere. O meglio, lo puoi dire quando indossa certi pantaloni che fosse
per me li brucerei all'istante, ma, insomma, era praticamente nuda, in quel
momento. Oddio, stavo guardando le gambe di una donna, ma ci rendiamo
conto?! Poi, vabbeh, il seno è quel che è, ma tanto va di moda così, ora.
Anche nel negozio, c'erano solo taglie piccole. Con un sacco di
imbottitura. A vederla vestita così, sembrava che avesse quasi una
terza. Agitai un po' le mani. Non riuscii proprio a tenerle ferme (lo
so che è sconveniente). -Senti. Lascia un momento perdere se sei carina
a prescindere. Prova a vedere se ti senti carina adesso, con
indosso questa cosa.- Cogli occhi che facevano pendant con la babydoll,
vabbeh... Si guardò. E dovette riconoscere, a malincuore, che avevo ragione.
Non me lo disse, ovviamente, ma lo vedevo dalla sua faccia. Poi arrossì. Mi
piegai al suo orecchio. -Eh? Non pensi di essere anche un po' sexy, con questa
cosina?- Spalancò gli occhi. Sì, era quello che aveva pensato. -Malfoy...
tu sei gay, giusto? Gay gay.- Mi tirai su. Un poco scioccato dalla
domanda. -Come una giunchiglia, cara.- Rise per come mi ero
inalberato. Beh, almeno avevo salvato il mondo dall'esondazione del fiume
di lacrime Granger. Per fortuna, anche se metà dei negozi erano saltati,
era quasi ora di pranzo. Lei pensava di andare dritta alla cassa, ma io feci
slalom tra i mucchi di biancheria e feci incetta di mutande di ogni genere, che
fossero solo un po' frou-frou, o che fossero tanga sega-chiappe. Con
reggiseni coordinati. Fumava di rabbia e di vergogna. -Questi,
tesoro, sono da indossare tutti i giorni.- le prescrissi dopo aver pagato. Mi
strappò la borsa collo sguardo di un alligatore. Di nascosto dai babbani, la
rimpicciolì e la infilò nello zaino. All'una e venticinque avevamo
appuntamento con Harry vicino all'uscita dell'Accademia. Hermione si
rabbuiava sempre più, pensandoci. C'erano alte possibilità di trovare anche
Ron.
*Noticina In originale era "ravanando"... ma forse era un registro un po' troppo basso, eh... ehm.
I DOMO!
Grazie mille a (sempre in ordine di
tempo!) Melchan
(Morta? Oh, beh... allora ora sei a posto per l'eternità? -- scusa se insisto, è
Malfoy che mi istiga... devo farmi una cura di pucciosità, urgentemente!) Rohchan (Una settimana,
sì. Non sono miracolosamente diventata Speedy, eh... speriamo che non perda il
ritmo, anche se la vedo dura ç_ç... Draco è troppo tranquillo? Mmmh... e Harry
ancora non c'è... diciamo che mi sto concentrando su Hermione e Draco. Voglio
impastarli bene. Vedremo! Ah, Draco dice che ogni occasione è buona per
sfoggiare delle belle gambe. Chi ha orecchi per intendere... -- comunque, per i
vestiti mi sono ispirata a persone decisamente peggiori di quanto tu
possa immaginare...) tesar
(Draco è fiacco. E pigro. Mi spiace, ma non ripeterò
l'esperimento che ho fatto in Venerdì Casual, con descrizioni e immagini...
primo, perché non so in che anno è ambientata la storia, poi perché sono cose
davvero poco reperibili, poi perché più che sui vestiti, mi voglio concentrare
su... altro. Però mi sarebbe piaciuto, accidenti.) Miss_Destiny (Oh, Harry caro ha le sue tattiche per
sopravvivere... non so come se la caverà Draco, in questo, ma comunque... ehm.
) _ki_ (Sìì,
per Hermione ho fatto un miscuglio di cose improponibili! Ma... sai che cosa
succede dopo, in realtà... non l'ho chiaro neanche io?
Ahiahi...!) Sklupin (Diciamo che alcune volte
mi sono mangiata le mani... ma appunto, lo stile deve essere colloquiale e
immediato, quindi la parola/frase/espressione migliore è spesso la prima che
viene alla bocca -- Pensa i vicini che mi sentono leggere a voce alta con
il tono di Malfoy, poveri... Nooo, ma davvero Ron e Hermione sono stereotipati?
...uhm. Eggià. Draco ha una visione un po' bidimensionale delle persone, a
volte... XD, come dire, chi è abituato a
giudicare...)
|
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Capitolo 4 *** Capitolo quattro – SANTA MARIA, SEND ME GUIDANCE ***
OK girls, diamo a Casare ciò che
è di Cesare e a Freddy ciò che è di Freddy! Cioè "(Sono gay) come una
giunchiglia!". Sinceramente non so dove l'ho sentita (presumo letta, in qualche
documento sui Queen), ma pensavo fosse una cosa abbastanza famosa. Tipo
"citazione colta". (Ho googleato, confermo che è di Freddy
Mercury)
Capitolo quattro – SANTA MARIA, SEND ME
GUIDANCE
E di fatti Ron c'era. Hermione si fermò a cento
metri da loro. Era quasi in panico. -Draco...- sussurrò. Già dal
“Draco” avevo capito che era in arrivo la seconda crisi del giorno. -Stiamo
facendo un'enorme pazzia.- Lo disse con un tono da eroina romantica di romanzo
d'appendice. -Non ha assolutamente senso. Io... io non... posso
iniziare di punto in bianco a sedurlo. Non è... nemmeno tatticamente
possibile!- Sbuffai a bocca aperta. -Permetti?! Parli con me. Io, Draco
Malfoy, tanto serpeverde da farvi pensare che fossi l'erede di Salazar, il
mangiamorte figlio di mangiamorte! E nonostante tutto ha accalappiato
Harry Potter. Permetti che sia io l'esperto in questo
campo?- Incrociai le braccia.- Tsk. Pensavo che fossi un po' più
coraggiosa.- Non funzionò con lei come funzionava con Harry. Ovviamente il
suo IQ è più alto. Scosse la testa. -A parte quello. Dimmi almeno cosa devo
fare. Cosa devo fare per non essere ridicola, adesso in questo momento
medesimo, rivolgendomi a Ron come se lo volessi sedurre.- Ron e Harry si
erano accorti di noi. Sembravano sul punto di venirci incontro. Feci segno ad
Hermione di rimettersi a camminare. -E tu non fare come se lo volessi sedurre.
Stai rilassata, fai un po' la smorfiosa, e se ti capita di poter ridere per
qualcosa che dice, fallo. E ricordati che sei uno schianto.- -Non sono uno
schianto.- -La babydoll, Granger. Focalizza la babydoll.- Insistette. -Non
ce l'ho su, ora.- Mi faceva cadere le braccia! -Fai finta, Celeste Aida! Feel
the motion, cavolo. Dug right down to the bottom of your soul!- Tutto questo
glielo soffiai sorridendo come un cherubino e camminando allegramente verso i
nostri due cavalieri. Hermione era rigida come un soldatino di
piombo. Oddio, mi immagino Ron vestito da ballerina di carta.
Orrore! Bleah! Ma sono autolesionista?!
Viaviaviaviavia! Ouf. Hermione. Sì. Beh, se quella era la sua
interpretazione di “rilassata”... allora... “nothing”. No, dai, un po' si
sciolse, mentre ci avvicinavamo. Mi distrassi i cinque minuti necessari a
farmi fare le feste da Harry. Ron, ogni volta che io e Harry ci baciamo,
solleva una narice. È davvero un uomo assurdo. Hermione stava facendo la
smorfiosa. Quell'atteggiamento da “non ti saluto perché sei un porco
maleducato”. Probabilmente le usciva bene perché era naturale. Gli concesse
un “Ciao.” piccolissimo. Da come teneva dritta la schiena (non che in genere sia
storta!), sapevo che sentiva l'allacciatura della babydoll. Cioè, io me
lo immagino. E poi, a vista l'effetto è quello, tiene su bene il busto e spara
fuori l'artiglieria. Ehi, vabbeh che ho un certo talento per mettermi nei
panni degli altri... ma non letteralmente! Dicevo. Ron non sembrava tanto
colpito. Sì, l'espressione impenetrabile et cetera, ma penso fosse anche
l'abitudine a vedere sempre Hermione arrabbiata. Mmmh. La missione andava
complicandosi. Spesso avevo pensato a Ron semplicemente come un... “secondo”.
Non che Harry lo consideri così. A scacchi mostra il suo lato da ottimo
generale, ma non mi era mai capitato di vederglielo fare nella vita. Pensai
in quel momento che probabilmente lui aveva una certa attitudine al
comando. Considerando che Hermione ha un'attitudine alla ribellione... ecco,
la cosa mi fece distrarre addirittura da quello che Harry mi stava facendo
dietro l'orecchio. -Tutto ok?-, mi sussurrò. Mi riscossi. Il mio amore.
Brutto stronzo. Mi aveva abbandonato nel momento del bisogno. Hermione mi aveva
pianto sul petto, e lui non c'era! Eroe salvatore del cazzo! Ohuf.
Nessuno riesce come Harry a farmi parlare sporco. Però dovevo convincerlo a
venire con me il pomeriggio, quindi inner peace. Mi soffiò sulla
pelle per farmi il solletico, saltai via da lui ridacchiando. Mi fa fare sempre
certe figure! Lo sa che non riesco a trattenermi con certe cose! Ahrrf, che
pazienza. Ovviamente Ron ci guardava con quello che nella sua gamma
espressiva è il corrispondente dell'orrore disgustato. Hermione era un po'
scandalizzata. Penso più per il verso che avevo fatto (dopo che mi ero
atteggiato da macho per il massimo tempo tollerabile dalla mia muscolatura), più
che dalla scena in sé. Mi schiarii la voce e lasciai che Harry mi
abbracciasse di nuovo. E lo pizzicai. Forte. Sulla coscia. Non fece una
piega. Era il mio turno di salutare. -Allora, tutto bene ragazzi? Vi hanno
scuoiato come si deve, stamattina?- Ron mi rispose con una specie di verso
gutturale, mentre si avviava (e noi lo seguivamo) verso il tavolo del parco dove
avremmo dovuto mangiare. (Colle panche tutte scrostate e i miei jeans ancora
nuovi!) Poi tradusse. -Tutto a posto.- Harry rise. -Ron ha disarmato un
istruttore, poi ha buttato via la bacchetta e l'ha steso a pugni. Beh, la
consegna era il knock out.- -Quel maledetto coniglio. Penso che due o tre
degli incantesimi che mi ha lanciato fossero contro il regolamento. Scintille
blu e rosse, vero?- -Blu e rosse.- confermò Harry. Poi aggiunse, solo per me
e con un tono che non mi piacque affatto: -Avresti dovuto vedere la scena. Due
ragazzi in divisa, sudati, che si rotolano insieme.- Penso che riuscisse a
sentire la puzza di gelosia che emanavo. Non gli diedi la soddisfazione di
rispondere. -Blu e rosse.- ripeteva Weasley. -Questo pomeriggio controllerò.
Gli faccio sputare i gradi, a quello schifoso Serpeverde. Senza
offesa.- Ovviamente, dal suo tono si evinceva che di non offendermi (sul
piano scolastico, almeno) non gliene importava molto. Che gente. Hermione
si sedette ad un'estremità della panca, Ron dall'altra. Harry mi fece entrare in
quella di fronte prima di lui. Stavo ancora cercando il fegato di sedermi e
rovinarmi i jeans (oppure un incantesimo per salvarmi – letteralmente – il
culo), quando sbuffò e mi tirò sul suo ginocchio. Una seduta che proprio non mi
dispiace. Lo guardai, mi guardò e chiese come un bambino: -Mangiamo?!- E
dopo sono io il manipolatore! Se Harry avesse imparato prima ad usare quel tono,
probabilmente Voldemort l'avrebbe adottato. Tirai fuori dalla mia borsa il
pranzo mio e di Harry. Un cestino con tutti i crismi, preparato dal mio elfo
domestico di fiducia (quello a cui Hermione ha tentato di regalare una berretta,
l'inverno scorso). Ron tirò fuori un enorme sfilatino che... boh, doveva
essere tipo pancetta e uova... e cipolle... coi pomodori... Una cosa
veramente enorme...! Vederlo mentre se lo infilava in bocca mi fece orrore. E
ancora più orrore mi fece sentire Harry sussurrarmi: -Smettila di guardare
Ron...-, come se potessi trovare in qualche modo evocativa una scena del
genere! Oddiomivienedavomitare. Guardai Hermione in cerca di conforto. Lei
aveva una scatola di insalata (che cose strane si inventano i babbani...) e una
mela dentro un tovagliolo di carta con dei disegnini di elefanti su palloni
colorati. Beh, un pranzo un po' leggero, considerando il pomeriggio che
l'aspettava, ma migliore di quello di Weasley. Che interruppe il suo ruminare
per chiederle se le bastava quello che aveva. -Certo.- Sbatacchiò la scatola
e la aprì. Ron scosse la testa. -Non metterai mai su carne.- Hermione
sbuffò. -Non mi devi mica mangiare a Natale!- Aaargh! Il tono, il tono!!
Mancava solo il tono... Che tristezza... Ero talmente mogio che Harry mi
carezzò un po' la schiena per tirarmi su. Sospirai, presi il mio sandwich e
iniziai a mangiare.
Ronald stava sorseggiando dalla sua bottiglietta
(colla grazia di un ubriaco che tracanna vino, mancava che ruttasse), quando si
decise a fare la domanda. Sorso, bottiglia sul tavolo, mano che asciuga
le labbra. -Ma... tanto per curiosità. Cosa ci facevate in giro assieme, tu e
Hermione?- Hermione (brava la mia bimba) non si scompose. Ma ovviamente
cedette a me la strillettera bollente. Mi aggiustai i capelli dietro le
orecchie. -Oh, ma che c'è di strano. Stiamo benissimo assieme, io e lei. Non
trovi che siamo proprio una bella coppia?- Hermione si strozzò con una
risata, vanificando ogni pizzico di serietà che io possa aver messo in quella
frase. Ron grugnì di nuovo, con quel naso arricciato che gli tirerei un
pugno, tanto mi da fastidio. Harry mi fece cambiare gamba (per la terza
volta, lo stavo massacrando!), quindi non ebbi la prontezza di
rispondergli. Ovviamente Ron era rimasto solamente perché Harry gli aveva
detto che ci sarebbe stata Hermione, altrimenti ci lascia soli più che
volentieri, visto che non sopporta di vederci fare i piccioncini (e
ripensandoci, io e Harry dovevamo davvero essere disgustosi all'inizio... ma non
ce ne rendevamo conto). Era stato gentile a non farle fare il reggimoccolo, lo
ammetto. Insomma, può essere un uomo rude, ma non è insensibile come... una
ruspa. (Mi piacciono le ruspe. Harry me ne ha regalata una
che se la spingi si muove. Non è una cosa adorabile?) Ron sospirò a
lungo con il naso. Guardò l'orologio (lo tiene col quadrante all'interno del
braccio), mise via l'acqua e disse guardando Harry: -Io vado.- Sottinteso: “Devo
rimanere?” Harry gli fece un cenno. -Sì, ora vado anch'io.- mi diede una
pacca sul fianco per farmi alzare. -Lasciamo la coppietta al loro primo
appuntamento.- Io non mi mossi. -Come te ne vai?- Accidenti! A parte qualche
moina, non avevo neanche avuto l'occasione di chiedergli di rimanere!
Probabilmente ero stato distratto troppo dallo sfilatino di Ron. Ah, che orrore,
come può essere Harry così perverso da pensare che ci trovassi qualcosa di
sensuale? Mi guardò ricordandomi con un occhiataccia che quello era un
affar mio. Senza cuore! Poi mi sorrise. -Dai. Vieni da me, a cena. Ti
faccio lo sformato di patate col prosciutto.- Non mi si può tentare col
cibo! Guardai Hermione, che stava cercando di urlarmi qualcosa cogli
occhi. Qualcosa che, se non mi sbagliavo (e non mi sbagliavo), era: NO
HARRY CON NOI. Sul momento non capii perché, ma cedetti. Mi alzai da
Harry (la sua gamba era distrutta, ma anche io avevo il sedere arcuato, ormai) e
uscimmo dalla panca. Niente Harry. Per tutto il pomeriggio! E dovevo
anche rivedere la tabella di marcia, perché Harry prepara per le otto e quindi
dovevo essere a casa per le sei, sei e mezza al massimo! E erano quasi le
due! Che stress! Harry mi strinse la vita e mi diede un bacio sulla
guancia. -Allora? Vieni?- Sospirai. -Ovvio. Ma tu sei uno stronzo.- -E tu
sei il solito combina guai.- mi diede un pizzicotto. Stronzo due volte! Ci
baciammo e basta, perché avevamo pubblico. Avevo già una mezza idea di
vendicarmi, più tardi. Ron deve essersi chiesto perché lo salutai con quel
tono plumbeo. In fondo, stavo per passare tutto il pomeriggio con Hermione! Non
era una degli amici di Harry che preferivo di più? Poi io e lei rimanemmo
soli. Sospirai ancora e cercai di concentrarmi di nuovo sulla
missione.
Ah, prima di fare un'altra figura di
mancaza di conoscenze sulla cultura popolare... La canzone continuamente citata
in questo capitolo è "Nothing" da "A Chorus Line".
(E "Inner Peace" viene da Kung fu
Panda)
I DOMO!
Velocissimissimi perché sono di
fretta!!
Grazie mille a (sempre in ordine di
tempo!) Hele Melchan Liuzza _ki_ Miss_Destiny Rohchan (ehi! 8 €! La prossima volta ti
faccio solo uno squillo!) |
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Capitolo 5 *** Capitolo cinque – MY HUMPS ***
Se vi state chiedendo se questo
capitolo è più lungo del doppio rispetto al solito per quel motivo, la
risposta è sì. Oddio, spero in realtà di non rimanere affatto indietro col
postare, ma la prossima è un'altra settimana di fuoco (e come se non bastassero
gli esami, ci si mette pure la verifica di teoria! Cioè, vi rendete
conto, fare una verifica alla mia veneranda età! A crocette!!) e non solo non ho
terminato il settimo capitolo (che credo sarà lunghissssssimo), ma non ho ancora
trovato un titolo per il sesto e... bah. Ma mi sono impegnata a non scrivere altro finché non ho
terminato questa (e infatti mi sono già dimenticata due idee carinissime... ma
in realtà non avevo dietro carta, quindi non potevo segnarle...). Quindi la
finirò. Tranquilla, Roh!
Ah, a proposito (di nulla). Il
commento langue, eh, ragazze? Eh? (Sì, ok, colla quantità di commenti che io lascio non dovrei parlare...)
Capitolo cinque – MY HUMPS
Però ero di nuovo troppo giù. Volevo
Harry! Hermione si passò le mani sul viso. -Oh Cielo, per fortuna che se n'è
andato. Avevo veramente paura che rimanesse.- Ecco! -Ehm... lui... lui sa
di questa cosa?- Sospirai. Ancora. Che anima in pena. E lei se ne fregava!
Insensibile. -No. Cioè, sì, gli ho detto che saremmo andati a fare compere. E
mi sono persino beccato dell'”esaltato”. Io! E mi ha mollato subito!
Che stronzo. Come se la cosa lo... imbarazzasse! Feh!- Hermione si grattò la
punta del naso. -Beh... io sarei davvero imbarazzata se lui fosse qui.- -Eh?
Ma perché? Vi conoscete da una vita!- -Beh... proprio per quello! E poi, se
mi facessi dare dei consigli sui vestiti da Harry...- Mi calmai.
-Oh. Sì. Effettivamente sarebbe un po'... beh, insultante? Ma guarda che è
migliorato tantissimo. Cioè... si vede, no?- -Sì, sì, si vede... ma
rimane pur sempre Harry!- Ecco. Visto, quando dico che io non sono proprio
fatto per le donne? Non sono abbastanza sensibile. Harry, al posto mio,
l'avrebbe capito al volo (certo, se io fossi stato al posto di Harry, non ci
sarebbero stati problemi perché io sarei sempre stato ordinatissimo). Oddio,
spero che ciò non significhi che Harry è fatto per le donne. O spero che non
significhi che io sia una specie di... femminuccia. Ma nooo... Hermione si
schiarì la voce (continuavo a perdermi nei miei pensieri, che roba!). -Ehm...
gli hai anche accennato la questione... Ron?- -Ah...? No, quella no. Ma tanto
non ce n'era bisogno, è così ovvia...- -Già, è ovvia.- -Mhmh. Penso che
l'unico che non l'ha capito sia Ron medesimo.- -Già.- Un minuto di mesto
silenzio. Mamma mia come eravamo messi male. Cioè, io ero infinitamente messo
meglio di lei, ma quello è stato proprio un momento di empatia. Mi riscossi.
Non era il momento per le lagne! Avevamo un mucchio di cose da fare! Afferrai
la mano di Hermione. -Ma andiamo! Voglio dimostrarti una cosa!- -Oddio, è una
teoria come quella sulle mutande?- -Ah? Ehm... non so, giudica te!- Dio, ma
quella ragazza ti smonta subito! -Andiamo ai grandi magazzini!- -Sì? Non in
qualche posto estremamente costoso e raffinato?- -No, cara. Primo, perché
anche tu potresti permetterti certe cose, ma non ti piace spendere per i
vestiti. Secondo, perché voglio dimostrarti che non importa il luogo, il costo o
la firma, la bellezza è una questione personale!- La scioccai, non c'è che
dire. Ghignai come un gatto mentre ci smaterializzavamo.
Non è per snobismo che non vado nei grandi
supermercati. Andiamo, io riuscirei a vestirmi bene anche in un mercato
(anzi, i mercati spesso sono il paese dei balocchi, per me). È che io
odio i grandi magazzini. C'è troppa gente. C'è troppa ressa. C'è
l'aria condizionata riciclata. Ci sono bambini che urlano, che fanno i capricci
e che si perdono. Ci sono individui di tutti i tipi. Ci sono quelli che
ispezionano gli scaffali per trovare le cose che costano meno. Ci sono quelli
che starnutiscono sulla frutta (e dopo bisogna prenderla coi guanti! Che
nonsenso!). C'è un bordello esagerato. Io odio i grandi
magazzini. Quindi si può solo immaginare il sacrificio che ho fatto per
andare lì. Per fortuna che in genere i negozi di abiti che ci sono dentro
sono un po' messi meglio. Il reparto, no. Ma i negozi, sì. Erano le due e
qualcosa. Avevo fretta. Presi Hermione e la buttai nella ridda di gente
che frugava nei cesti di biancheria. -Qui spesa per tutti i giorni.
Sguinzaglia gli occhi. Ti do dieci minuti per... mh. Sarò buono. Tre
abbinamenti. Dieci punti a Grifondoro se ci abbini pure le mutande.- Hermione
boccheggiò. -Oddio...- La spinsi. -Vai! Tre parole d'ordine!- Barcollò, ma
si avviò. -C...cioè?- -Cuteness, comfort, coolness.- -Ah.- -Sbrigati!
Dieci minuti!- E intanto io mi sarei trovato un posticino un po'
tranquillo.
E invece mi persi via nella zona “uomo” a guardare
delle camicione a scacchi tipo... contadino svizzero. Harry non ha proprio un
fisicaccio tutto muscoli, anzi, è pittosto mingherlino, ma insomma... è comunque
in Accademia. Una burgundy e nero... con sopra un grembiule da lavoro (usato)
e poi nulla... Uhn... Mi arrivò alla spalle. -Draco?- Trasalì, ma non
gridai. Cavolo che spavento! Ridacchiava! Di me! -Sono passati i dieci
minuti, o sbaglio?- -Sì, sì.- Cavolo. Mi aveva agitato. E io che mi stavo
perdendo in fantasie così confortevoli... -Allora.- iniziò, pratica e
compiaciuta. -Voglio subito i miei punti. Dovrei aver azzeccato i colori. Anche
se non ho tirato fuori gli slip per controllare.- -Beh, grazie. Dai, fa
vedere.- Alzò il cestino. Calzini. -Calzini.- -Cuteness, comfort,
coolness. Non trovi che siano davvero adorabili? E quelli rossi corti sono al
2x1 con quelli lunghi.- -Dieci minuti per dei calzini, Granger?- -Ma hai
idea di quante paia di mutande mi hai preso? E se voglio proprio essere abbinata
al cento per cento, ora devo trovarmi una maglietta per ogni colore, ti rendi
conto? -Abbini le magliette ai calzini?- Alzò le spalle. -Se
riesco.- -Oh...! Anch'io!- Mi sarei quasi commosso. Ma lei liquidò la
scoperta con un'altra alzata di spalle. -Harry ha la M minimo,
comunque.- Beccato! Mi strinsi la camicia al petto, d'istinto. Ma ormai non
potevo nascondergliela. Guardai l'etichetta all'interno del colletto.
S. -Mmh. Ma non è un po' abbondante? Cioè, non vorrei che dopo gli stesse
troppo larga.- Hermione me la prese di mano e me la misurò sulle
spalle. Sulle mie! Poi la ripiegò sul braccio e la gettò nel
mucchio. -Se vuoi proprio andare sul sicuro, ti consiglio la L.- Che sulla
superficie non c'era. Mi buttai tipo pesce in mezzo alle camicie, sbracciando
via quelle che non mi interessavano. Ne trovai altre quattro burgundy. Mentre
controllavo le taglie, le chiesi: -Non hai pensato che potesse essere per
me?- -Rossa? No.- -Beh, non è proprio rosso. E poi, scusa, a me il rosso
non sta bene?- -Probabilmente sì, ma non ti vesti mai di rosso.- Non avevo
di che obbiettare. Nessuna L. Due M. Accidenti. Le ributtai nel mucchio, mi
appoggiai al cesto e mi rovesciai dentro. Non so se rendo l'idea. Vidi
Hermione colla coda dell'occhio mettere da parte una M. -E... ahuf... che
colore dici che andrebbe bene per me?- -Ehm... tipo quel blu... no,
verde...- -Ci sono sia blu che verdi. E col cavolo che ce n'è una rossa!-
Avevo tipo tre o quattro camicie sulla schiena. -Quel... blu verde acqua
scuro...- -Ehm. Verde petrolio. Un minuto, ho presente.- Riemersi dopo
aver acchiappato un'altra camicia. Che grazie a qualche divinità vestiaria di
cui non conosciamo il nome, era L. La porsi a Hermione, che la voleva. La
mise sotto la M e se le guardò un po'. -La L, la L.- decretò infine. Guardò
le maniche, i bottoni, il collo... se la rigirò tutta. Poi me la restituì.
-Sì, va bene.- La mia espressione la fece ridere. -Draco... sarai anche un
esperto di stile, ma a fare la spesa sono meglio le donne.- Scossi la testa.
-Siete tutte, tutte fuori. Fuori completamente.- Buttai la camicia
nel nostro cestino. All'inizio non avevo intenzione di prendergliela, ma dopo la
fatica che avevo fatto a tirarla fuori...! Sospirai. -Dai, fammi vedere
questo fatidico verde, e poi guardiamo per te.- Tirò fuori una camicia e me
la porse. -Ecco, signore, verde petrolio.- L'aprii. -Mmmh... sai
che forse è più un verde coccodrillo?- Tirò su le sopracciglia.
-Coccodrillo?- -O pino, se preferisci.- Era una cavolo di XXL. La indossai
sopra i vestiti. Mi stava comoda come un cappotto. -Allora? Come va?- Mi
guardò seria per un momento, poi le si arricciò la bocca. -Sembri un bambino
dentro la camicia di un adulto.- Me la tolsi scuotendo la testa. -Direi che
non è il mio tipo.- Ridacchiammo entrambi. Buttai via la camicia. -Dai.
Perché non hai preso altro oltre ai calzini?- Hermione si girò verso il
reparto donna. Seguii il suo sguardo. -Ah. Ugh.- C'erano robe che le
tre C non le vedevano neanche da lontano. Neanche una. -Pimkie. A meno che tu
non voglia passare a qualcosa di più costoso.- Sospirò. -Fa di me ciò che
vuoi.- Alzai un sopracciglio. -Non chiedo di meglio.-
Così, dopo aver litigato sulla qualità dei prodotti
della Pimkie, sul perché i leggins non debbano essere indossati neanche da
ragazze alte e filiformi come lei e essermi fatto prendere in giro per aver
candidamente confessato di aver preso lì un paio di pantaloni, dopo aver fatto
un saltino in un H&M smaterializzandoci da un camerino ad un bagno, essere
scappati dalle grinfie di una commessa con una maglia orribilmente orrenda di
Miss Sixty, e altri piccoli inconvenienti, ci ritrovammo all'aperto. Erano le
cinque, ci mancavano un sacco di negozi, ma avevo voglia di un tè e ero stanco
mortissimo. Stramazzai sulla sedia di un bar. Per fortuna che era imbottita.
Rimasi colla testa all'indietro finché arrivò la cameriera a prendere le
ordinazioni. Hermione si prese una cioccolata colla panna. Mi fece venire
l'acquolina, ma dovevo stare leggero, perché la cucina di Harry mi costringe
sempre a prendere mezza porzione in più di quanto dovrei effettivamente
mangiare. Earl Gray con una bustina di zucchero e uno spicchio di
limone. Mentre aspettavamo di rifocillarci, Hermione si arrotolava sulle dita
un fogliettino che le avevo dato, dove c'era scritto l'indirizzo di un negozio
un po' fuori mano che vende marche italiane e/o abbastanza... ehm.
Costose. Bigliettino consegnatole con grande solennità e le parole: -Lasciati
vestire. Dì di segnare sul mio conto.- Per le feste della sua combriccola, di
abiti adatti ne avevamo già un bordello, ma una signorina deve sempre avere da
parte qualcosa di davvero elegante, no? Pensavo all'ultimo negozio da vedere
prima di filare a casa a prepararmi per la serata. Uno di quelli che vendono
scarpe a prezzi da ridere, e chissene della qualità, perché tanto sono talmente
assurde che le porti una volta sola. Se una cosa avevo appurato parlando con
lei quel pomeriggio, era che sulle scarpe non aveva niente da imparare. Le
mancava solo una carta di credito. La mia. Lei iniziò il discorso dal nulla.
Caddi da dieci centimetri di tacco e sì, mi feci male*. -Pensi davvero che...
possa tornare con Ron?- Ecco. A questo punto, se il mio fidanzato non fosse
un sadico bastardo, sarebbe stato il momento giusto per intervenire. (Ma
ovviamente il mio ragazzo è un sadico bastardo, quindi...) Fortunatamente,
Hermione aveva iniziato uno di quei dialoghi/monologhi in cui non si pretende
realmente che la persona a cui parli risponda. Non avevo fatto in tempo a
riprendermi dalla botta che aveva ricominciato a parlare. -Cioè... siamo
stati insieme una volta ed è andata male. Di solito è inutile riprovarci. Come
si dice, è come mettere nell'acqua una pianta secca.- Mi suonò il
campanellino. -Ma... che è? Un modo di dire Grifondoro?- Quante volte Harry
l'aveva usato per sottolineare quanto qualcosa (di solito, io) fosse una
situazione disperata? Hermione si riscosse, mi guardò e sorrise.
-Neville.- -Ah.- Ecco, tra i Grifondoro, Longbottom è quello saggio. E ho
detto tutto. Scossi un momento la testa per riprendere il filo del discorso.
-Stavamo dicendo... Ron.- -Sì.- Arrossì. Di botto, dal collo alla fronte.
Cielo, Quella ragazza più che cotta era bruciacchiata. Non ero stato attento
alle loro schermaglie amorose, a scuola, anche se avrei di gran lunga preferito
che il mio problema fosse prendere in giro lei Weasel, piuttosto che quel che è
stato. Quindi non conosco bene tutti i come e i quando e i perché. Mi bastò
un'occhiata alla faccia che aveva in quel momento per capire davvero
come lei potesse esserci rimasta scottata. -Beh... ecco. È che... ogni tanto
mi viene da pensare che sia solo una mia... ossessione. Lui... lui è andato
avanti, ha avuto le sue ragazze e tutto il resto. Forse... forse sono io che mi
sono un po'...seduta nella mia rielaborazione del lutto.- Nella
mia rielaborazione del lutto. Quante persone esistono al mondo capaci di
usare espressioni del genere parlando tra amici? Ok, lo ammetto, io la ADORO. Ma
solo ogni tanto. Sospirai. -Hermione... Può benissimo darsi. Ma non dovresti
impedirti di provarci con lui per questo. Non so, hai paura di rimetterti
insieme a lui e poi capire di non amarlo? O hai paura che finisca di nuovo? O di
non riuscirci e di sentirti... peggio?- Si grattò la testa. Arrivarono le
ordinazioni. Aspettammo che la cameriera si allontanasse. -Non so neanch'io,
Draco. Ho sempre avuto un sacco di dubbi su questa cosa. Avevo dubbi quando l'ho
lasciato, avevo dubbi dopo... ma mi sembrava che lui fosse felice e... per un
po' di tempo sono stata felice anch'io, per questo. So che- sorrise – a te
questo sembrerà un'idiozia. Ma se lui trovava quello che cercava in
qualcun'altra...- -Aspetta. Tu hai lasciato Ron?- -Sì, l'ho lasciato
io.- -Ah. Beh... io non so come sono andate le cose e...- Sbatté la
bustina di zucchero, interessata alle cose che io avevo pensato su di loro.
-Cosa avevi immaginato?- -Beh, che vi eravate lasciati tipo... di comune
accordo. Per... incongruenze caratteriali. Insomma, non so quanto possano essere
profonde le conversazioni con uno come Ron...- Rise, quasi allegramente.
-Andiamo. Lo sai che non è uno stupido. Sa essere brillante anche lui, se ne ha
voglia.- Feci un verso poco convinto. Insomma, non tutte le persone
intelligenti sono dei mostri a scacchi, come non tutti mostri a scacchi sono
persone intelligenti. Non so ancora bene dove collocare Weasley. So che io tendo
a confondere (Harry mi ha rotto un sacco su questo) le persone “pratiche” (come
dice lui) con i sempliciotti. Certo che Ron non ha niente a che vedere con il
suo cognome**. (E qui, prima che il mio cervello iperattivo si metta a
cercare che cosa io abbia a che vedere con il mio... Harry direbbe appiccicosità
e dispettosità, ma lui è contro di me a priori, quindi non conta.) Insomma, a
quanto pareva, Hermione e Ron non si erano lasciati come mi ero immaginato. -E
allora cosa è successo?- Sospirò. -È successo che... non funzionava. Io
cercavo delle cose e lui delle altre. Adesso, non ridurre tutta la
questione al fatto di... farlo. Non è che lui non … volesse rispettare
i miei tempi. Solo che... - si strofinò la fronte. -Ecco, io non avevo
intenzione di concentrarmi sulla nostra storia quanto avrebbe voluto lui. E di
conseguenza, di... approfondirla a sufficienza per quello. Avevo bisogno di
capire cosa fare dopo la scuola, come sistemare le cose con i miei genitori e...
Ron è... è una persona su cui puoi sempre contare e averlo vicino era...
beh.- Si prese una pausa per un cucchiaino di cioccolata. Rimase per un po'
zitta a fissare il buco che aveva fatto nella panna. Nel frattempo io avevo
fatto raffreddare il mio tè ed ero quasi a metà. Che voglia di allungare il
cucchiaio e... -Io... cercavo di fare per lui quello che faceva per me. E non
potevo fare altrimenti, la guerra con la sua famiglia... beh, lo sai. Però...
Non riuscivo... neanche a capire cosa volesse. Non me lo chiedeva e io... era
infelice.- Sospirai. Avevo finito il tè, tra l'altro. -Ecco. Tipico delle
donne.- Mi sorrise. -Cosa, soffrire per rendere felice qualcuno? No,
scommetto che anche tu lo faresti, per Harry.- Mi lasciò un momento
interdetto. Lo farei, per Harry? In quel momento non ci volli pensare. Ma... non
so, sono così egoista, con lui... Non sarei proprio capace di
lasciarlo. -Ma... Ron non ha cercato di rimanere con te?- -No. Cioè... era
dispiaciuto, ma... la cosa si stava trascinando da un po' e in fondo... sapeva
che era meglio così.- Altra cucchiaiata di cioccolata, altro sospiro. Ma sarà
vero che il cacao sulle donne ha... quell'effetto? Picchiettai le
dita sul tavolo. -Ma ora... la situazione è diversa, no?- Scosse le spalle.
-Se intendi che io abbia più... come dire, la testa per mettermi in una storia,
può darsi. Ma anche Ron è cambiato. E... non so se basta una babydoll rossa per
farmi essere la donna che lui vuole. Né se sono disposta a diventare quella
donna.- -Ma Hermione...- che pazienza! -Tu non hai capito il fulcro della
questione. Io non ti ho detto di diventare qualcun'altra. Tutte le
donne sono seducenti. Se non fosse stato per quella piaga delle femministe, ve
lo ricordereste.- Rise. -Parli come un esperto!- -Ho avuto delle ottime
maestre. E poi sai che una volta ero fidanzato.- Annuì e ridacchiò. Non
capisco cosa la gente ci trovi di divertente. Per me era stata una quasi
tragedia. E anche per lei. E per i nostri genitori, ma solo quando ci siamo
lasciati (al ricevimento in cui dovevamo ufficializzare. Proprio a pelo,
insomma. No, a pelo sarebbe stato se uno di noi fosse scappato durante la
cerimonia. Ma eravamo troppo sodali per abbandonarci in un momento così
critico). -Mmh. Comunque, non puoi negare che io conosca gli uomini. Ho
sempre avuto amici etero, io.- Annuì ancora e sorseggiò la cioccolata. -Già.-
Si leccò le labbra colla punta della lingua. -E posso solo immaginare a che
risultati ti abbiano condotto il tuo grande interesse e il tuo acuto spirito di
osservazione.- Giuro che non era ironica. Accettai il complimento
scrollando le spalle. -In effetti. Lasciandomi da parte, anche se l'argomento mi
seduce...- Rise nella tazza. -Hai presente Pansy?- Wooo. Avevo sganciato
la bomba. Pausa. -Sì.- -Bene. Cosa ne pensi?- Pausa. -Non la
conosco.- Con quel tono, presto avrebbe congelato la cioccolata. -Ok. Cosa
pensi trovasse in lei Ron?- -Non so. Forse gli piaceva il suo
naso.- Che... gentilezza. -A parte quello?- -Non lo so. Spiegamelo
tu.- -Ok, te lo spiego io.- mi schioccai le dita. - Pansy è un
mostro, nel sedurre gli uomini. E lo è diventata proprio perché non era
bella. O meglio, non lo era quanto avrebbe voluto esserlo, ma voi ragazze non
siete mai contente... Comunque. Pansy gliel'ha sventolata sotto il naso come la
carota col mulo, sì. Sì, poi gliel'ha anche data. Ma sai quando?- Mi sporsi un
po' verso di lei. -Quando stavano insieme da un mese.- Sussultò. Mi
riaccomodai. -Come puoi capire, il segreto della vostra sensualità non sta nel
darla in sé, ma nel mostrarsi disponibile a farlo. D'altronde, chi più chi meno,
noi uomini diventiamo stupidi davanti alle persone che ci piacciono. Conoscevo
un ragazzo, che era al nostro anno, quindi lo conoscevi anche tu, che davanti
alle ragazze che gli piacevano diventava muto e rigido come un tocco di legno.
Il massimo che poteva fare era balbettare come un cavernicolo.- E non che io
con Harry fossi messo meglio, all'inizio. -Certo, poi la loro storia è durata
un anno per altri motivi. Però, se vuoi conquistare un uomo per le tue... virtù
morali o che altro... sei sulla cattiva strana. Agli uomini a cui piacciono le
donne, piacciono le donne. Se ti comporti come un uomo, se te ne
strafreghi di come sei, come fanno molti uomini, se non dai la giusta importanza
al sesso... che per noi è una cosa molto importante... Uno può trovarti anche la
persona più interessante del mondo, ma è a voi donne che interessano le
persone interessanti. A noi piacciono le persone seducenti. Ecco perché sono
cascato come un frutto maturo, con Harry, nonostante lui per la maggior parte
del tempo sia un disperato.- Mi bloccai. Quando parlo di cose del genere è
inevitabile che io finisca col pensare a lui. Ogni tanto mi sembra che il mio
mondo giri intorno a lui e questa cosa mi inquieta un poco. Comunque, non avevo
intenzione di parlare di noi. Cosa che Hermione non colse. -Ma... non eri
stato tu a conquistare lui?- Feci un cenno. Un po' infastidito, forse.
-Certo, io l'ho conquistato, perché era lui che piaceva a me, non il contrario.
Più o meno. Insomma, è una cosa complicata. Non divaghiamo, per
favore.- Annuì, poi sospirò. -Ok. Chiaro il concetto. È la pratica che mi
mette un po' in difficoltà...- -Beh, se hai dubbi, prova a immaginarti la
scena. O chiamami. O chiama Pansy, lei è una specie di enciclopedia, su
questo.- Storse il naso. -Non credo che questa sia una grande idea. Non... ci
siamo mai state molto simpatiche.- Risi. -Oh, lei non ti sopportava. Era
gelosa marcia di te. E lei è anche convinta che la sua storia con Ron sia finita
per colpa tua.- -Mia?!- -Aha. Non chiedermi spiegazioni, perché non le ho.
Non ho idea di cosa abbiate combinato tu e Ron per...- -Assolutamente
nulla!- Alzai le mani. In quella cosa non volevo metterci il
becco. Hermione era sbalordita. Posò la fronte sulla mano. Rimase così per un
po', prima di chiedere: -Beh... Non so se hai visto il rapporto che c'è ora tra
me e lui. Non è particolarmente caloroso. Anzi, a dirla tutta, è abbastanza...
insomma, siamo un po' a disagio, quando siamo insieme. Beh. Perché a me piace
ma... - sospirò. -Insomma, come punto di partenze è un po'
scadente.- Improvvisamente (e abbastanza spiacevolmente) mi tornò in mente un
flash di quando rimasi un'ora sul pavimento del bagno a piangere, la sera che io
e Harry ci eravamo rivisti per caso dopo anni che non ci incontravamo. La sera
in cui mi era scattato il colpo di fulmine. Non piangevo in quel modo da quando
mi era morto il gatto. Quando avevo nove anni. In quel momento, il “punto di
partenza più che scadente” mi era sembrato anche punto di arrivo. Un punto
fermo. Un punto morto. È che quando Harry ci si mette sa proprio essere uno
stronzo colossale. Scossi la testa. -Guarda, Hermione. Non credo ci sia mai
qualcosa di completamente irrecuperabile. È solo al primo appuntamento che puoi
iniziare a capire come andrà una storia.- Per fortuna. Ci doveva essere
qualcosa nel mio tono. Mi guardò all'improvviso e so che in quel momento mi
credette. Mi sorrise e io tentai di ricambiare, ma mi era quasi tornato il
magone. Mi passò la sua tazza, c'erano ancora un paio di cucchiai di
cioccolata. Beh. La finii senza tanti complimenti.
* Caddi da dieci centimetri di tacco e sì, mi feci male.
Non so nel vostro mondo, ma da me i bastardi dei miei amici, quando uno si
riscuote in maniera evidente dopo essersi distratto, gli si chiede: Ti sei fatto
male? Ovviamente la vittima domanda il perché, e allora gli si risponde: Sei
caduto dalle nuvole. Non è una bastardata? Geniale, semplicemente geniale.
Ecco, se non lo sapevate ora cercate di non
cascarci. **Certo che Ron non
ha niente a che vedere con il suo cognome, si mi riferisco al gioco di
parole Weasley - weasel (che in inglese sta alla nostra volpe). E poi Draco si
chiede che punti in comune lui possa avere con Malferret. Caratterialmente,
tantissimi, se ci pensi bene.
I DOMO!
Velocissimissimi perché i commenti sono
pochi!
Grazie mille a (sempre in ordine di
tempo!) Miss_Destiny (Oddio, non è
che alla fine Draco abbia fatto chissà che sforzi. Scommettiamo che le borse le
portava Hermione?) Ah, a proposito, voi
non avete idea di che cose si trovino in internet cercando "sfilatino"!! Non
fatelo se siete minorenni! Rohchan ( Sì, ho la Vodafone, ma erano comunque quasi 40 minuti...
Acidino, Harry-caro? beh, in qualche modo deve tenere a bada Malfoy - e
dimostrarci chi è che porta i pantaloni da uomo, in
casa...) Hele (L'uomo
rozzo è un bel sogno... ormai sono tutti metrosexual! Per fortuna
Ron-contadinotto svizzero si salva!) |
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Capitolo 6 *** Capitolo sei – GET WHAT YOU NEED ***
Yo sexy lady
Non ho finito il settimo. Aiuto.
Ma EEEEEEEEEEEEEEHI! Ho dato l'ultimo esame per questo semestre, YEH!! Ok,
smetto di esultare. Da domani mi metto di brutto a finire il
settimo. AAAAAAAAAAAAAH, domani ho una verifica, ma ci rendiamo
conto! Una verifica a crocette! Due ore per una ventina di domande! Ma
non lamentiamoci, meglio fare cose troppo facili che troppo difficili,
no?
PS:
ROCHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN!!
Capitolo sei – GET WHAT YOU NEED
Le ragazze sono gente insicura. Prima di
lasciarci avevo dovuto vezzeggiarla e coccolarla (verbalmente) per un'infinità
di tempo (ed ero pure di fretta). Le avevo detto di aprire l'armadio e
provarsi i vestiti. Che poi sembra una cosa stupida, ma è il
principio. Se neanche sai che cosa hai, come fai a vestirti? Eccerto, a
caso. Come lei, no? Provi i vestiti, li combini un po' a fantasia e ti
guardi. Non è che bisogna tutti vestirsi in una certa maniera, casual o elegante
o sportiva o quant'altro. Ognuno si veste come gli piace. Non nel senso “come
gli piace vestirsi”. Nel senso “come gli piace vedersi”. Quando ti puoi
permettere di “andare in giro come ti pare” è quando ti senti bene nella tua
pelle. Penso sempre a Snape, che andava in giro come un vampiro vecchio
stile, ma si sentiva nei suoi panni come si deve sentire un insetto nel suo
esoscheletro. Penso a Harry che in casa porta delle cose enormi o che gli
stanno comodissime, altrimenti sta mezzo nudo (è un ragazzo con un carattere
abbastanza netto, diciamo). Quando esce si cambia, sì. Lo fa perché “è
normale”, perché “sono i vestiti di casa”. Mi ha risposto così, quando gliel'ho
chiesto. Non se ne rende conto. -Se mi andasse di uscire coi pantaloni di
casa lo farei.- E perché non ti va? Scrolla le spalle e apre le mani.
Boh. Te lo dico io. Perché fuori casa non è l'Harry che sta tutto il giorno
coi pantaloncini che gli cadono sui fianchi perché hanno l'elastico molle e a
torso nudo. Ma è giusto così, è giusto essere diversi, fuori casa. Harry
risponde: -Ma perché? Non mi sento diverso.- No, ti senti diverso, ma non te ne
accorgi. Perché è normale. -Perché non dovrei uscire conciato come c'ho voglia?
Mi devo vergognare?- No, è che non ti piace che gli altri si facciano i fatti
tuoi. Certo, se vuoi andartene al Covent Garden a gridare i tuoi cazzi al mondo,
fallo, per carità. Ma come sei in uno spazio intimo tipo in casa... quando te ne
freghi, quando non ci fai caso, che rispetto hai per te stesso? Che rispetto hai
per la tua intimità? Ognuno qui in Inghilterra si fa i cavoli suoi e neanche
ci si guarda, fuori, e allora puoi anche pensare di strafregartene, di andare in
giro come un barbone. Ma in altri posti non è così. Anch'io ho le mie
“cattive abitudini” e sono capace di starmene tutto il giorno in pigiama o
girare in mutande. E so che le mie “cattive abitudini” gli piacciono, così
come gli piacciono i miei difetti, come a me piacciono i suoi. Ma non in
strada. In strada si sta in mezzo ad altra gente. In mezzo a estranei E poi
pensa che può sempre capitare l'occasione che ti serve di essere messo a
posto. Perché i vestiti di casa sono... come la faccia di uno al mattino,
sono cose da vedere quando si è già una coppia, quando ormai si è fregati,
ti amo e potresti puzzare di letame e uova marce e non me ne importerebbe
nulla. Pensa se io non ti conoscessi e t'incontrassi per caso. Cosa
credi che penserei di te? Credi che ti prenderei in considerazione? (Certo, a
vederti andare in giro a torso nudo, un pensierino ce lo farei). Non ti direi
niente, ma penserei di tutto. E non me ne vergogno assolutamente, perché è una
cosa che mi fa sentire a disagio. In strada non si va conciati come si sta
in casa. Harry dice che sono tremendamente paranoico. Ha iniziato quella che
siamo usciti insieme e io non avevo avuto materialmente (ma davvero) il tempo di
sistemarmi e lui mi aveva fatto anche fretta perché aveva tutto un suo
programma... e io non mi ero ancora fatto la doccia e erano quattro giorni
che non mi lavavo i capelli, giuro che ci stavo malissimo, e nelle zone babbane,
col tempo umido e l'inquinamento mi sembra che siano sempre umidicci e lui
continuava a dire che non sembravano affatto sporchi, ma continuavo a toccarmeli
e a tirarli indietro e più lo facevo più li sentivo unti. Alla fine i suoi
piani romantici sono saltati comunque, perché non riuscivo a farmi toccare,
anche solo a farmi abbracciare, tanto mi sentivo a disagio. Vabbeh, non solo per
i capelli, era proprio che non avevo avuto tutto il tempo che mi serviva per
sistemarmi. Per essere quella persona che volevo essere quando stavo con
Harry. Che non è che sia un finto me, è solo un me diverso,
un me che non ha nulla da sistemare, che è al massimo delle sue capacità, che dà
il meglio del meglio. Che non mi sembra proprio una cosa cattiva. Certo, poi
Harry ha comunque salvato la situazione, perché è un ragazzo fantastico e anche
se non capisce tutte le mie stranezze alla fine riesce a venirmi dietro. Abbiamo
fatto la doccia assieme e mi ha lavato lui e mezzora se l'è presa solo per
lavarmi i capelli ed è stata davvero la cosa più dolce e gentile che qualcuno
abbia fatto per me. E... boh. Non so se Hermione l'aveva capita, sta cosa.
È più sveglia, ma Harry sta con me da un sacco e non ci arriva ancora. Tutti
sono convinti che io sia semplicemente vanitoso. Cioè, sono terribilmente
vanitoso, ma non è solo quello. È più... profondo. Però insomma, l'importante
è farlo. Più che la mia fiducia, non sapevo che darle. Ah, certo, il mio
numero di cellulare. Proprio nel caso di gravissima crisi. Tipo un'altra
festa con Ron. Però io e il cellulare... cioè, a parte lei è Harry che ha il
mio numero. Perché è lui che me lo ha comprato, e effettivamente quando ti
abitui ad avere, come dire, la persona a cui vuoi parlare praticamente sempre a
disposizione... tornare ai gufi è un po' difficile (anche se molto meno
costoso). Harry usciva scemo all'inizio, perché gli veniva voglia di parlarmi
e non mi poteva chiamare. -Non hai un cellulare?!- Che
ridere...! Insomma, quando ho Harry a portata di mano, mi dimentico anche che
esiste, il telefonino. Di solito non ho neanche la suoneria e per trovarlo
dobbiamo spegnere le luci e sperare di vedere lo schermo illuminarsi mentre
suona. (Sì è un modo stupido, ma più divertente di un Accio!) Darle il numero
o dirle addio e abbandonarla a se stessa era praticamente uguale. Poi quel
giorno il cellulare di Harry era spento e sotto carica, e noi due eravamo stati
tutto il pomeriggio occupati con un lungo bagno ai sali (sì, molto, molto
lungo). Quando trovai le sue quattro chiamate perse erano le sei di
sera. Mancavano tre ore e mezza alla loro festa.
I DOMO!
Grazie mille a Melchan (è
un problema enorme, perché la storia di Draco e Harry prende tanto anche me, ma
non è quella che devo raccontare in questa fan fiction!
Accidenti!) Liuzza (Eheh...
giuro che non faccio uso di sostanze illecite! Sarà l'alito mortale della mia
gatta a darmi le
visioni?) cosmopolitan (Occielo, spero che i metrosexual non siano tutti gay...
altrimenti ci estingueremo!) Miss_Destiny (Come potrebbe mai Draco, col suo spirito avventuriero e la sua
sete di conoscenza, non amare il caso umano che è Hermione? Non è neanche il suo
primo, basta ricordare Snape, Crabbe, Goyle, HARRY... e... Draco fa tenerezza.
Ma non senti anche un po' di rabbia nei confronti di Harry? Accidenti, non mi è
uscito bene.)
|
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Capitolo 7 *** Capitolo sette- LUCK BE A LADY TONIGHT I ***
Non cerco di scusarmi. MA queste
settimane sono state un vero delirio. Tra i nuovi orari dell'università che mi
strozzano e si ingarbugliano con quelli del conservatorio e il... chiamiamolo
"virus all'apparato digerente"...
Cioè, sono ancora viva, non vi
basta?!
Questo capitolo non sarà il
massimo dello wit e della leggerezza... ma è lungo, scritto a pezzi e in
condizioni estreme... Mi scoccia dividerlo a metà, ma sta diventando un mostro
di capitolo. E io odio le cose lunghe. Ecco, il suo difetto è la lungaggine.
Pazienza, non potevo pretendere di più dalle mie meningi.
Capitolo sette- LUCK BE A LADY TONIGHT I
-Mi hai cercato, gioia?- -Draco.- Mmh. Ero
talmente tanto in aria che mi sentivo galleggiare (tra le ore in acqua, il
calore nel bagno da bollirci e... beh, l'attività fisica che io e Harry avevamo
fatto... già c'è da stupirsi che non fossi semi svenuto sul letto colla febbre).
Insomma, non ci stavo proprio colla testa. Zero totale, la mia puffola pigmea
era caduta dalla sua ruota. -Draco. Sei a casa?- -Mhmh...- E sorridevo! Al
muro, al vuoto. Al deserto dietro le mie meningi. -Ok. ok.- Quel tono ansioso
da “sta per scoppiare una bomba e non so quale filo tagliare” (e dopo centinaia
di film, non ho ancora capito. Blu o rosso?). E continuavo a sorridere. -Sei
libero, sei... presentabile? Vengo lì fra dieci minuti, mh? È urgente,
accidenti, maledettamente urgente. Io... ciao, arrivo.- E mise
giù. -Eh?- Guardai il telefono. Aveva attaccato davvero. Harry arrivò
dalla cucina pimpante come una cocorita. Con tanto di pantaloncini cascanti,
capelli a istrice e asciugamano umido sulle spalle nude. Il solito. Mi diede
un bacio sulla guancia. Avevo smesso di sorridere. -Che c'è?- -Mi ha
chiamato Hermione.- Harry mi diede una pacca sul sedere e si allontanò.
Cercava il rasoio nuovo. Gli avevo rotto le scatole perché pungeva. Insomma, sul
viso non si sente, peli contro peli... ma ci sono zone più sensibili dove la
pelle... comunque. -Mmh. Perché?- -Ha detto che viene qui.- Harry si
fermò col rasoio acceso a cinque centimetri dal collo. -Eh?- Mi girai. -Ha
detto che viene qui.- -Perché?- Alzai le spalle. Poi mi ricordai di essere
in mutande, che non è proprio il meglio per accogliere una signorina. Dieci
minuti. Già ci conosceva bene!
Dieci minuti dopo ero asciugato, vestito e
aspettavo che il caffè resuscitasse le mie cellule grigie. Grazie al cielo,
si era vestito anche Harry. Lui aveva una mezza intenzione di non andare alla
festa. Io ero tragicamente diviso tra il bisogno di avere qualcuno che spiasse
Ron e Hermione e la voglia di continuare in un posto più consono quello che
avevamo iniziato nel pomeriggio. Hermione suonò il campanello. Andammo ad
aprire insieme. Solita mise da sono uscita di casa in fretta e i capelli... i
ricci devono essere umorali, erano sparati da tutte le parti come se avesse
preso una scossa. Aveva con sé solo una borsetta, ma Harry fece
un'espressione strana, quando la vide. Entrò e mi fissò con uno sguardo
allucinato. -Draco. Puoi fare di me una donna?- Sentii un sommovimento nel
petto. L'abbracciai stretta. -Honey! I'm so happy!- -Sì, ok, ok...- Harry
mi staccò. Alt alt alt. Perché ero così felice? Prima di tutto perché
Hermione aveva citato uno dei miei film preferiti. Poi perché dopo il
discorsetto che avevamo fatto, “donna” dalle sue labbra possedeva tutta una
serie di significati che tra noi tre presenti solo due potevano capirne una
minima parte. Ad Harry, poi, in quel momento non poteva interessare per
niente. Mi aveva messo una mano sulla fronte, che magari mi era venuta davvero
la febbre. Perché ok aver sviluppato una certa espansività (frequentando
ambienti dove gli amici si salutano baciandosi sulla bocca...), ma abbracciare
Hermione. Io e lei ci ricomponemmo. Scrocchiai le dita e mi schiarii la
voce. -Bene. Allora, cosa abbiamo qui?- Hermione annuì e aprì la sua
borsettina. … E io che pensavo che fosse un modo di dire che le donne
riescono a farci stare di tutto! Iniziò a tirar fuori borsoni di cellophane,
scatole di scarpe, astucci non meglio identificabili... In dieci minuti il
salotto sembrava un magazzino. Sentii un “ouf”. Era Harry che si accasciava
contro il muro. Lei mi guardò e aprì le braccia. -Ecco tutto.- Sì, ma
tutto sul serio. -Ma... avevamo comprato tutta quella roba...?- -Oh, no.-
Si aggiustò un ricciolo. -Qualcosa l'ho aggiunto io. E poi, c'è anche quello che
mi hai spedito settimana scorsa.- -Aah.- Sì, perché ogni mese circa io e
Harry facciamo un giretto per i grandi centri commerciali europei (quelli dove
non ci sono bambini che piangono, ma che parlano al cellulare nel carrello della
spesa a forma di macchinina)... sì, ok, Harry lo mollo da Foot Locker e il giro
me lo faccio da solo. Ma che ci posso fare se al mio ragazzo interessano solo
computer, Quiddich e trainers? E, niente, quel mese avevo comprato anche
qualcosa per lei. -Quindi?- -...quindi? Sono nelle tue mani.- -Nelle
mie...- -Mani.- -...cioè, tu vuoi che io...- -Mmh, Malfoy...! Vestimi,
truccami, sistemami. Guarda che non abbiamo tutto il tempo del mondo.- Se
avessi avuto uno specchio...! Avrei potuto ammirare quel grande spettacolo che è
un Malfoy che gongola! Ci sono capitate così poche cose per farlo,
ultimamente... anche se ci accontentiamo di poco, in realtà. -Se continui a
sorridere così, me ne vado.- Sì, diciamo che non la stavo proprio mettendo a
suo agio. Cercai di tornare serio QB. -Hai ragione. Ti assicuro che farò del mio
meglio.- dissi compunto. Ma il mio entusiasmo era incontenibile!
Molleggiandomi al limite del saltello, la raggiunsi e le presi la mano. -Dai,
andiamo in camera!!- Lanciai un incantesimo alle sue cose, rischiando di
coinvolgere anche i copri divano e poltrone, e mi trascinai dietro lei e
loro. Harry ci seguì. Sentii che roteava gli occhi. -Sì, Herm. Chiamaci Uncle
Harry e Aunt Draco.- Mi girai e protestai. -Ehi! Sarò io Frank!- Harry mi
sorrise abbastanza falsamente. -Sì amore.- Lo chiusi fuori dalla
stanza.
In seguito, Harry paragonò il nostro confabulare (o
quello che del nostro confabulare si sentiva da fuori) al il litigio di due
scoiattoli per una ghianda. Ma in realtà non stavamo litigando. Anche lei lo
pensa. Eeh, si vede che il nostro rapporto è così particolare che gli altri non
ci possono capire. Dopo una ventina di minuti circa, misi la testa fuori
dalla porta. -Harry?- Arrivò dalla zona giorno con un cucchiaino (di Nutella,
presunsi) in bocca. -Mh?- Gli sorrisi con malcelata soddisfazione (E
perché mai dovrei nascondere di essere soddisfatto? Non sono quel che si dice
“una persona modesta”). -Sei pronto?- -Mmh...- si girò il cucchiaio in bocca.
Lo presi per un “sì”. -Ok...- Tornai dentro un secondo, poi uscii. Con una
mano sulla maniglia, mi schiarii la voce. -Allora. Il primo abbinamento di oggi
sarà: pantaloni a sigaretta di cotone blu pervinca con maglietta senza maniche
fucsia dell'Hard Rock Café. Quella che le hai regalato tu secoli fa, sì.- Le
sopracciglia di Harry erano scattate in alto come due atleti di salto con
l'asta. Io Hermione con quella maglia, fino a quel momento, non l'avevo mai
vista. Immagino nemmeno Harry. Le aprii la porta e lei usci intimidita e
imbarazzata, cogli zigomi appena rossi e un sorrisetto un poco vanitoso. Fece
la ruota come una bambina, poi si fermò di fronte ad Harry mordicchiandosi le
labbra. Harry le diede una lunghissima occhiata di apprezzamento.
Probabilmente anche felice di vederla finalmente indossare il suo
regalo. -Dai...- la esortai. -Fagli vedere il tocco di classe!- Hermione
alzò gli occhi e rise, poi allungò il piede (calzato dalle mie ciabatte di
scorta) e gli mostrò i calzini in tinta. Harry fece la faccia di uno che si è
rotto di sentirsi ripetere che scegliere i calzini a caso è un delitto. Non
che la sua faccia mi fermi dal ricordarglielo tutte le mattine. O dal preparagli
io stesso i calzini da indossare. A mali estremi... Mh. Forse questa cosa dei
calzini è un po' una fissa. E sì che non ho un particolare fetish per i
piedi. Ci penserò un'altra volta. Harry si tolse il cucchiaio di bocca.
-Bella. Esci così?- -Che fretta!- risposi io. -Abbiamo altre cose da farti
vedere.- Mi fissò. -Non tutte le altre cose, vero?- Scossi la testa.
-Certo, non tutte. Abbiamo già messo assieme i vestiti più interessanti.
Insomma, abbiamo solo tre ore, dobbiamo fare le cose un po' di fretta.- Harry
buttò indietro la testa e sospirò. -Draco... tu hai un'idea tutta tua del
tempo.- Mi guardai le unghie. -È relativo, Einstein.- Presi Hermione per il
braccio. -Su, ora, damoiselle! Andiamo a cambiarci!- Entrammo in camera e
Harry fece per seguirci, ma lo chiusi di nuovo fuori. Si appoggiò alla porta e
le chiese: -Herm, ti cambi solo sopra, vero?- -Non preoccuparti, Harry!- gli
risposi. -Mi giro dall'altra parte!- Seguirono dieci minuti di intenso
lavorio. E di “Ahiamistaitirandoicapelli /
porcocanemanonsiriesconoateneretuttidaunaparte” Buttai Hermione fuori dalla
stanza. Avevo il fiatone. Lei cercava di abbassare gli orli dei
pantaloncini. -Io con questi non ci esco!- avvisò. Peccato che non fosse
ancora pronta, per quelli, perché erano davvero una delizia! -Allora.-
iniziai quando ebbi fiato. Mi guardai il palmo della mano. -Ehm... top senza
maniche grigio satinato con... collo alto abbottonato e fascia elasticizzata
sotto...- Guardai Hermione, guardai (senza farmi accorgere, eh...!) la mano. Poi
le presi le spalle e la girai. -Eccoli qui. I bottoni del collo...- con i
capelli che erano rimasti impigliati. -E la fascia elasticizzata è questa qua
sui fianchi. Davanti è liscia e non si vede. Già che ci siamo, nota che effetto
CdM* fanno questi cosini qui. Se me li compro anch'io?- Harry fece un'acuta
osservazione. -Ci sono, da uomo?- -Ah. Giusto. Comunque.- sbirciai di nuovo
il palmo. -Top grigio... arsenico, direi... e... cetera, con shorts satiné neri
con cintura a nastro piena di paillettes...- Girai di nuovo Hermione. -Che fa
questo bel fiocco davanti. Ovviamente li ho scelti io.- Harry annuì. Hermione
era vagamente irritata e fremeva per cambiarsi. Harry si passò una mano tra i
capelli. -Scusa... ma ti sei scritto le cose?- -Beh! Come faccio a
ricordarmi tutto?!- Scossi la testa, allibito, e spinsi Hermione in
camera. Altri dieci minuti di lavorio. Quando uscii Harry aveva di nuovo
il cucchiaino in bocca. -Teh, lo sai che la Nutella ti fa
ingrassare.- -Piantala.- biascicò colla bocca piena. -Lo so che pensavi di
finirla da solo.- A questa insinuazione non replicai. Hermione aspettava
sulla soglia. -Ecco, ecco!- Saltellai. Una volta sola. Diciamo che fu un
fluido molleggiarsi delle mie ginocchia. Devo trovare una soluzione a queste
cose, stanno peggiorando col tempo. Invecchiando, invece di perdere continenza,
perdo contegno. Per sapere come descrivere quelle robe lì avevo torturato una
commessa. Col mio pessimo francese. Dovrei proprio riprendere in mano i libri.
Beh, comunque per fortuna che mi informo, di solito, quando compro cose di cui
non so il nome. Insomma, non mi piace spiegarmi a gesti (“è così, tipo cade di
qua, fa così...”), usare i termini appropriati è sempre très chic. Poi non è che
me li ero trascritti, ma per fortuna Harry ha un pensatoio in camera. Hermione
si veste da sola, non ha mica bisogno che le infili le cose. Oddio, qualcuna sì.
Ma alcuni vestiti da donna sono pratici come delle tende da
salotto. Ovviamente le avevo fatto promettere di non dire a Harry come usavo
il suo pensatoio. Ha già abbastanza motivi per ridere di me. Tornando al
nuovo abbinamento. Hermione non era così a disagio come coi pantaloncini, ma
quasi. -Gonna di jeans...- -Minigonna.- mi corresse. -No, è una
gonna.- -Una minigonna.- -No. È troppo lunga.- -È troppo
corta.- -Non è troppo corta!- -Harry? È troppo corta?- Lo fissammo. Non
fece una piega. Potevamo competere con draghi e basilischi? Modestamente, io sì,
ma non in quel particolare momento. -È una gonna. Ed è corta.- Io e
Hermione ci guardammo male. -Ok, gonna corta in jeans, nulla di particolare
se non che... è troppo lunga per essere una minigonna, cavolo.- Hermione
stava per rispondermi, ma Harry sbuffò teatralmente aprendo le braccia (col
cucchiaino in mano che rovinava un po' la scena). -Andate avanti? Altrimenti vi
pianto qua e scegliete da soli.- Era una minaccia un po' infantile, ma bastò
a calmarci gli animi. Sospirai, diedi un'occhiata ai miei appunti, e continuai.
-E... maglietta a mezze maniche... senti qua: a kimono. Ti rendi
conto?- Hermione alzò le braccia e ci fece vedere come erano fatte le maniche
a kimono. Ecco, se uno non sa “maniche a kimono”, come le
descrive? -Forte, eh? Comunque, con “base ristretta ed elastica” e
conseguente effetto drapé! Cioè cade la stoffa sull'orlo e tu non lo vedi. È
architettura, questa.- Hermione dondolò la testa. -Adesso non
esagerare.- -Dai, fai un giro.- Hermione piroettò. Harry le fissava le
gambe. Mi schiarì la voce. Harry continuava a guardarle le gambe! Cos'è, gli
mancava la pelle depilata?! Ma insomma, in mia presenza! -Su, in
camera!- Fissai Harry con astio, ma lui fece finta di niente. Hermione
vide che ero un po' nervoso e si cambiò in silenzio. Per fortuna che ora si
metteva dei pantaloni lunghi. Ma insomma! Va bene che io non sono la
mascolinità incarnata, ma non si può mica pretendere che io mi depili. Non ne ho
motivo alcuno (tra l'altro, è lui lo sportivo, in casa!). E in più ho i peli
biondi! Mi da fastidio che Harry guardi le ragazze, OK? Lo ammetto senza
vergogna. Persino Hermione. Insomma, lui è stato molto più seriamente
etero di me. E c'erano tutte quelle voci su loro due a scuola... Non che io
ci abbia mai minimamente creduto. E... non è che io dubiti di Harry o che
altro (è troppo Grifondoro), ma... insomma! Le gambe di Hermione le doveva
guardare Ron, non lui! -Draco?- Hermione mi toccò la spalla, leggerissima
come sanno fare solo le ragazze. Beh, non ce l'avevo con lei. E non aveva
senso neanche avercela con Harry, in realtà. Se insinuassi per un momento che
lui possa nutrire sentimenti più bassi dell'amicizia nei confronti di una donna
(o di Hermione), mi scoppierebbe a ridere in faccia. Ed è una cosa abbastanza
spiacevole. Anche rassicurante, ma soprattutto spiacevole. Sospirai e tornai
formalmente allegro come poco prima. Pochissimo prima, perché lei si era
cambiata velocemente e io non mi ero preparato alcun discorso (che era la parte
più lunga di tutto l'affare). Vabbeh, avrei improvvisato. Le aprii la porta.
Uscì con passo fiero. Ciabattando, navigando nel mio 10½, ma fa niente. Insomma,
sotto aveva un completo rosso cupo (sì, avevo insistito che indossasse anche
l'intimo adeguato. Oh, altrimenti l'effetto si dimezza, e la scelta si
condiziona.), ovviamenrte per la mia “teoria delle mutande”. Mi chiusi la
porta dietro le spalle e mi godetti l'espressione da leonessa di Hermione e
quella un po' perplessa di Harry. Non parlai. Indossava dei jeans neri
dilavati, quelli tanto di moda all'epoca, con un top nero abbastanza normale, a
parte forse il taglio dell'orlo e le applicazioni. Che poi erano delle... boh,
catenelle, lisce o con delle pietre nere, che un po' alla lontana richiamavano
quelle che erano attaccate alla tasca dei jeans, anche se era un'accoppiata
fortuita. E sopra aveva una giacca di jeans nera. Era un miscuglio di femminile
e maschile che... non so, mi piaceva abbastanza, ma era anche abbastanza forte.
Poi, io me la immaginavo anche truccata e... la mia vena artistica è abbastanza
fervida, e so benissimo che un trucco scuro Hermione avrebbe graffiato prima di
convincersi a portarlo. Harry incrociò le braccia e piegò la testa. -Guarda,
sei una bomba. Ma...- Hermione si guardò e sospirò brevemente. -Sì, forse è
un po' troppo...- -Sì.- Guardò lui e guardò me. Sorrise. -Beh, adesso
proviamo l'ultimo. Poi decidiamo.- Mi scostai dalla porta e la lasciai
entrare. Harry mi si avvicinò, corrucciato, ma non mi chiese nulla. Mi scostò un
ciuffo di capelli dalla fronte, con quel pollice ruvido che mi fa
rabbrividire. Mi diede un bacio. Chiusi gli occhi e stetti a sentire le sue
labbra che tiravano il mio, per un momento, prima di appoggiarsi alla mia bocca
e premere appena. Fu breve, ma sufficiente. Ci guardammo, dopo. Per un
momento rimase serio, con quell'espressione che mi fa sentire come se mi stesse
ammirando, poi sorrise. Un sorriso per niente semplice o dolce. Aggressivo,
pieno di quelle parole che si sussurrano nell'orecchio durante il
sesso. Rimasi un secondo stupito, poi scoppiai a ridere. Harry mi appoggiò la
fronte sulla spalla e si strofinò sul mio collo, poi lo baciò. Gli accarezzai
la nuca. Poi ricordai che Hermione aveva bisogno di me. -Su.- bisbigliai.
Harry si staccò e mi sfiorò ancora una volta le labbra colle sue. Mi
aggrappai alla maniglia e aprii di poco la porta. Sorridendo, scivolai
dentro. Chiusi e aspettai a voltarmi, perché proprio non avevo voglia di
vedere Hermione nuda o in mutande. Lei mi chiese: -Mi dai una mano sì o no?-
e allora mi girai. Cosa ho detto riguardo alla praticità dei vestiti
femminili? Hermione si teneva con una mano o capelli, coll'altra il vestito
attaccato al petto. Ovviamente, o teneva i capelli o tirava la cerniera. Ma
per fortuna c'era l'addetto allacciature, no problem.
-Wow.- Poi non disse più niente. Cioè,
neanch'io avevo niente da dire, perché era così meravigliosamente semplice che
si commentava da sé. Era Hermione che non era convinta. Aveva incrociato
le braccia sul seno, come se lo volesse nascondere (e – sì, sono maligno – come
se ci fosse tanto da nascondere. Anche se, con quel famoso bra blu che avevamo
comprato...) Harry mi guardò. -Ma non potevate tirarlo fuori per primo e
risparmiarci tempo?- Alzai le spalle. -Secondo te è colpa mia?- Fissammo
entrambi Hermione. Lei si strinse le spalle e sciolse le braccia. -Beh? A me
sembra un po' eccessivo per una cena tra amici.- -E chissenefrega.- Ecco,
Harry chiude i discorsi così. Cosa può uno rispondergli? Hermione alzò le
braccia e le riabbassò, sospirando. Il capo aveva deciso. Harry si grattò un
momento il mento. -Ma... le spalline?- -Oh!- Mi avventai con grazia su
Hermione. -Sono quasi sicuro che si possano togliere. Dammi una mano.- Io da
una parte, Harry dall'altra, Hermione in mezzo che si teneva le mani al
petto. -Guarda che non ti cade niente.- -Ragazzi, mi mettete un po'
paura...- -Ma piantala. Non saremo mica noi ad attentare alla tua
virtù.- Harry ridacchiò e finalmente ebbe la meglio sui gancetti delle
spalline. Prima di me, che affronto! Poi ci riuscii anch'io. -Ecco, così è
meglio.- Hermione sfuggì dalle nostre grinfie. -Davvero, Hermione.- la
rassicurai. -Non ti cade niente.- Lentamente, lasciò la presa. Non cadde
niente. Poi si toccò le spalle. -Oddio. Mi sento nuda.- Feci roteare la
spallina del reggiseno. -Andiamo. Così è molto più elegante.- Io e Harry ci
avvicinammo. Giuro che non successe apposta, ma capitò che ci muovessimo
assieme. Hermione fece un passo indietro. Noi un passo avanti. Lei uno
indietro. Harry la guardò da sopra gli occhiali. -Allora?- Aveva ancora le
mani sulle spalle. Insomma, non proprio una posa signorile. -Beh... beh...
è... è un po' corto...- Ah, ma quello era proprio un signor abitino, proprio
da signorina... cavolo. Ecco, vorrei avere una ragazza per poterla vestire
così. Harry strinse le spalle. -E allora? Se hai freddo, metti le
calze.- Lo fulminai collo sguardo. -Ma che dici?!- Alzò le mani. -Non ho
detto “collant”. Non avete un paio di autoreggenti?- Ci riflettei. Poi vidi
lei che ci fissava colla bocca spalancata. -Harry!- lo chiamò
sbalordita. -Che c'è?! Non le sai portare?- -Non ho intenzione di mettermi
una cosa del genere!- -Oh, andiamo.- Intervenni io. -L'hai detto per un
mucchio di cose che poi hai indossato.- Hermione scosse la testa e non
replicò. Tirò fuori la bacchetta da... dal bustino, è possibile? E quando ce
l'aveva messa? Insomma, così mi era sembrato. E incantò una parete del nostro
corridoio per specchiarsi. Ho già detto che era una meraviglia? Non era
cortissimo, ma la gonna era voluminosa, bombata. Tipo... beh, tutù, ma non così
esagerata. E poi il colore. Era un blu... blu... blu che non so, ed è una gran
cosa. Elettrico alla luce e navy all'ombra, diciamo? E con tutte le piegoline
che faceva... Sì, puro sintetico, ma chissene. Insomma, brillava e sembrava
scivoloso come il vinile. Ma non so, devo essere una specie di dio del senso
estetico. Sono troppo forte. Semplicemente troppo. Il bustino era tagliato
dritto, poi, e anche se dentro non c'era molto contenuto, faceva quell'effetto
“settecento” così carino... Insomma, una meraviglia! Io e Harry aspettammo
dieci minuti, il tempo che Hermione finisse di guardarsi e si convincesse che
avevamo ragione. Ritrasformò lo specchio in muro e si girò verso di
noi. -Ok. Ma niente autoreggenti.- Harry alzò le mani. -Niente
autoreggenti.- Hermione annuì. Scosse la testa per scostarsi i capelli dal
viso. -Bene. E ora?- -E ora- risposi ghignando. -Arriva la parte
divertente.-
Ecco, io le foto di questi
abiti non li ho, perché non so se esistono, al contrario di quelli di Venerdì
Casual. O meglio, la maglietta dell'Hard Rock Cafe esiste, l'aveva comprata una
mia amica a Londra... ma non la trovo!! Forse non la tengono più... C'è il
disegno di una ragazza che canta, non do se qualcuno l'ha presente. Beh.
Pazienza.
*!! "CdM" è una "parola in codice" di Harry e
Draco, una cosa che Draco non potrebbe dire ad Hermione senza evitare uno
schiaffo. Ci vuole tanto ad immaginare che significhi qualcosa tipo "Culo da
Mordere"?
Poi. Indovinate voi di che
film si parla!! Dai, dai!!
I
DOMO!
Grazie mille a cosmopolitan (RICKYMARTINVILLE?!?!
Occielo...) Liuzza (Mi
perdoni di più se ti dico che in uno ho preso
28?) hele (-Mele si
sistema i capelli specchiandosi in un cucchiaio.- Mmmh, sì, modestamente... -
Aiuto, qui c'è un caso di Drachite acuta! Chiamate
un'ambulanza!) Somma
Roh(Ti giuro che le mie intenzioni sono
puramente letterarie. Domenica vado a fare compere, ti va di prendere un treno,
viaggiare per tre ore e alla fine annegare in un centro commerciale con me? Ehm.
... Come perdo pezzi di frasi? Occielo, dove? ...Sai che sono orba! Weh, qui le
latitanze si sprecano! Comunque questa storia è e rimarrà
tua.) |
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Capitolo 8 *** Capitolo sette bis- Luck be a lady tonight II ***
L'ho trovato già pronto in un
uovo di Pasqua. Macché, ci ho buttato sudore, sange e neuroni! E ho di nuovo
la bronchite, alè!
Capitolo sette bis- Luck be a lady
tonight II
-Giuro che non avevamo intenzione di
farle nulla di male. Solo che lei iniziò ad urlare e noi... Tentammo di essere
gentili, signor giudice, ma lei non ci dava retta. Fummo costretti alle maniere
forti.- -Draco, smettila di parlare da solo.- Uffi... che rompiscatole.
Non posso neanche scherzare un poco. ...non pensavo che in camera si
sentisse... forse usavo un tono un po' troppo enfatico. E comunque non parlo
da solo, ma con quel bellissimo uomo biondo che sta nello specchio. Guarda che
sorriso seducente, che profilo elegante, che... AAARGH!, un brufolo! Lo
sapevo! Adesso strozzo Harry, lo sapevo che la torta mi avrebbe fatto
male! -Draco! Si può sapere cosa stai bofonchiando?- -Nulla,
tesoro!- Che rompiscatole! Sono un incompreso. Solo la mia immagine mi
capisce. I grifondoro sono solo gelosi, perché loro hanno un brutto rapporto
con il loro riflesso. (Certo, comprensibile, non sono fortunati come me.) (O
non ce l'hanno proprio. Il rapporto. Non il riflesso.) Tipo. Harry passa
ovviamente davanti alla specchiera mentre esce dalla camera, la mattina. Neanche
uno sguardo. Cinque passi in corridoio e torna indietro. Si passa una mano tra i
capelli, controlla i denti e, se sono ancora a letto, mi fa l'occhiolino allo
specchio. E se ne va. E la cosa per me ha dell'incredibile e dello
sconcertante assieme. A parte la sua fissa di controllarsi i denti (e dopo mi
rompe perché mi sistemo spesso i capelli!). Ma io mi chiedo. O ho beccato la
generazione sbagliata di Grifondoro... o boh. Che roba. E non parliamo di
Hermione...! Perché Hermione... ...Ok, parliamone. -Oh, agente, è stato
terribile! Erano in due, uno molto bello e uno molto... bruno!- -Draco? Ma è
tutto a posto?- Mmmh! -Sì, Harry.- Ooh, che seccatura. Cosa mi stavo
dicendo? Ah, già. Il rapporto tra Hermione e gli specchi. Sono ormai quasi
sicuro che siano le ragazze in generale ad avere problemi cogli specchi. Che,
poveri, non fanno mica niente di male. Hermione si specchia e si specchiava.
Ma siccome che era convinta che alcune cose andassero bene com'erano o che non
potesse far nulla per cambiarle... semplicemente non le vedeva. Le eliminava
inconsciamente dal proprio riflesso. Che è una cosa contortamente geniale,
che solo una mente vivace e forte come la sua potrebbe riuscire a
fare. Quindi era ovvio che, indossato il vestito, pensasse di essere ben
oltre la metà dell'opera. La spaventammo davvero. Non lo facevamo apposta, ma
si vede che quella sera io e Harry avevamo i movimenti coordinati, visto che
continuavamo a muoverci nello stesso momento. Che devo dire? Ad un certo
punto in una relazione si raggiunge una totale comunanza d'intenti? Comunque,
io non avrei trovato per niente spaventoso vedere due bei ragazzi avvicinarsi a
me. Ma visti i gusti di quella povera ragazza... Fece: -Draco, Harry...?
Harry, Draco...?- -Che c'è? Dai vieni in bagno.- le disse lui. -Senza fare
troppe storie, carina.- aggiunsi io. Scena: lei contro il muro, io e Harry a
pochi passi colle mani tese verso di lei. Lei aprì le mani davanti al petto e
prese un respiro profondo. -Ok. A cuccia tutti e due. Fatemi passare.- Ci
scostammo. Lei raggiunse il bagno. Prima di entrare, si girò. -Ricordatevi che
sono armata.- Io guardai Harry e lui guardò me. Improvvisamente preoccupati
di aver lasciato in giro qualcosa di compromettente. Poi sentimmo Hermione
scoppiare a ridere. Per fortuna, era solo la camicia a scacchi che avevo
comprato ad Harry.
Harry aveva portato in bagno la sedia
del suo studio, che ha le rotelle. Che è una meraviglia gestionale.
Scrivania-cassetti-porta-computer-stampante. Wow. Ma sto
divagando. Vabbeh. Aveva portato la sedia in bagno, incastrandola tra il
lavandino e la vasca, proprio sotto al faretto rivela-brufoli a luce radente.
Che quando vai in bagno di notte è una cosa crudele, da tortura di guerra (penso
sia vietato da qualche protocollo). Ma è comodo quando ti devi pulire il
viso. Ah, a proposito. Hermione, quella stronza, non ha brufoli. E io
sì! Che mondo ingiusto. No, dev'essere colpa di Harry che mi fa mangiare
come un porco. Che ragazzo ingiusto. Mica va a dirle che deve mettere su
peso, a lei! Mmh. Forse perché ci pensa Ron. Comunque. C'eravamo io,
Harry e lei accomodata su quella benedetta sedia. Stavo aprendo tutti i
meravigliosi astucci che aveva portato. Un mondo di colori! Favoloso! -E
questi dove li hai presi?- -Beh. Li avevo. Non li usavo, ma li
avevo.- -Cioè, tutto questo ben di Dio e... esci con la matita e
basta?!- Alzò le spalle. Cioè! C'erano dentro cose... cose da un sacco di
soldi! Hermione vide che ci stavo sbavando sopra (robe di Dior e Chanel!) e
confessò: -Alcune me le sono fatta prestare.- -Da chi?- -Da
Pansy.- Colpito e affondato. Ma che tipa! Harry teneva in mano la spazzola
e la bacchetta. Hermione lo vide allo specchio e si girò. -E tu.- -Io
mi occupo dei capelli.- Hermione lo fisso e poi fissò me,
sconvolta. -Hermione, convivo da una vita coi miei capelli. Sono diventato un
esperto.- Controvoglia, visto che sfatavo un mito, dovetti ammetterlo. -È
vero. Harry si è applicato molto in questi anni. Però non si possono contrastare
le forze della natura.- Per un momento tutti e tre rimanemmo assorti in
contemplazione dell'essere vivente e senziente che abita sulla testa di
Harry. Poi lui si riscosse. -Avanti. Come li facciamo questi capelli?
Raccolti? Sciolti? Ricci? Lisci? Chiedi e io esaudirò.- Non le lasciai il
tempo di rispondere. -Ricci, naturalmente! Cosa vuoi lisciare?!- Le mise le
dita nei capelli. Che coraggio. -Vediamo. Li lascio sciolti e spettinati... ma
li tiro indietro così?- Li appiattì ai lati della testa, scoprendo il viso e
il collo. Se Hermione pensava che l'avremmo interpellata, si sbagliava. Diedi
il mio consenso, e Harry iniziò a lavorare. Lei non sembrava molto felice di
essere ignorata. Ma non mi importava. Le accarezzai il viso con un dito,
studiando i suoi lineamenti. -Qualcosa di particolare?-, chiesi. -Qualcosa
di semplice.-, mi intimò. Come no. Illusa. Iniziai a cercare i colori che
mi potevano servire. Il vestito era blu. Mi sembrava ovvio che anche il
trucco lo fosse. Blu e cosa? Bianco? Oro? Qualcos'altro? -Draco, davvero.
Qualcosa di sobrio.- Ecco. Quello era il modo migliore per farmi venire
voglia di fare qualcosa di vivace. Ma prima di ritrovarmi affatturato (e
Hermione ha la mano pesante)... Persi cinque minuti a cercare un qualcosa da
usare come base che non fosse il correttore o il fondotinta (ne aveva una marea,
per inciso). E ovviamente alla fine ripiegai sul correttore. Classico. Che
fantasia. Vabbeh. Qualcosa di sobrio. Optai per il “blu e bianco”. Aveva
una palettina tutta di blu, tra l'altro. Un segno divino. Però... boh.
Insomma, non mi sembrava di aver esagerato con i colori, ma era tipo un effetto
“faro”... Eh, non mi piaceva. Pulii l'occhio senza che né lei né Harry se
ne accorgessero. Figuriamoci! Quando Harry ti mette le mani nei capelli... Io
odio che mi venga toccata la testa, ma lui è irresistibile, una goduria
pazzesca. La stava solo pettinando, ma era già partita, ciao ciao! Le
riordinai le sopracciglia, che avevo spettinato col dischetto di cotone. -Te
le sistemo un attimo?- -Non ci provare. Poi vanno di moda così,
quest'anno.- Sì vabbeh. Però non è che la moda sia sempre una gran
cosa. Lascia stare. Trovai tra le matite una color oro e una blu. Che tra
l'altro era kajal, quindi potevo farmela andare più che bene come base.
Ricominciai a disegnare. E poi passai l'ombretto. Ed era una cosa
meravigliosa. Un po' ardita, ma meravigliosa. Feci anche l'altro occhio. -Le
voilà!-, dissi, e mi spostai dallo specchio. Ammirarono la mia opera. Ma non
ne erano tanto convinti. Harry parlò prima che Hermione potesse aprire bocca.
-Draco, è molto bello.- Ma? Lei:- Ma... ecco, è un po'...
mmmh.- -Ehi!-, mi difesi. - E' elagante! È blu e oro!- -Sì, sì, certo, hai
ragione.- Mise una mano sulla mia. -Ma... non riesci a farlo un po' più...
contenuto?- -Contenuto?- -Sì. Ecco, senza far arrivare il colore alle
sopracciglia.- -Ma è l'angolo esterno!- -Ok. Ma... ci puoi
provare?- Guardai Harry. Che stava dalla sua parte!
Traditore! -Uffa.- Mi strinse la mano. -Ma è bello! Davvero. È che... non
è una cena elegante... e già il vestito... Non so. Qualcosa di un po' meno
elaborato.- -Mmh.- Beh? Che potevo fare? Mi rimisi all'opera. Voleva
qualcosa di meno elegante. Voleva qualcosa di più “contenuto”. Meno
elaborato. Ok, glielo avrei dato. Distratta da Harry e con gli occhi
chiusi, non si accorse con quale spettacolare ghigno malefico mischiai una base
nera al kajal blu. Grande genio del Male. Il mio piano rischiò di
naufragare quando Harry finì di pettinarla. Ma non mi mossi da davanti allo
specchio e lei non insistette, visto che stavo ancora (fintamente!) tenendole il
broncio. Per lo stesso motivo, cedette a farsi mettere la matita anche sulla
palpebra inferiore. Che onore! -Ora posso guardarmi?- -Certo che no. Manca
la base.- -Che base?- -Beh... tutto il resto del viso.- E godetti un
mondo ad allungare la stesura del fondotinta, pregustandomi la sua reazione alla
mia arte. Ma ovviamente non potevo tenere fermo anche Harry, che spiò e non
solo! Fece anche una faccia strana! Grrrrrr!! Hermione si allarmò subito.
-Che c'è?- -Nulla!- Urlai. Ecco, potevo evitare. Accidenti! -Draco. Fammi
vedere.- -La cipria!- -Dopo. *Fammi
vedere.- Lo disse con un tono da ultimo avvertimento. E siccome ho testato
sulla mia povera pelle (la mia povera e delicata pelle del viso...!) le maniere
forti di Hermione, mi spostai. Pronto a difendere le mie posizioni,
però! Harry non parlava. Lei non parlava. Cielo che ansia da
interrogazione! (“Signor Malfoy, ci parli della teoria dei
colori.”) Hermione si sporse per guardarsi meglio. Poi si guardò i
capelli. Poi si riappoggiò allo schienale. Mi guardò. -A posto
così?- Wooooooooo... -Beh...- balbettai. -Manca il rossetto.- Fece una
smorfia. -Devo per forza?- -Eh sì.- Sbuffò. -D'accordo. Cosa mi
metti?- Li cercai nel loro astuccio e me ne provai tre o quattro sulla mano.
Ne scelsi uno della Dior. -Non è troppo scuro?- -Ma no. È praticamente un
lucidalabbra.- la rassicurai. Glielo misi. -Guarda. Le fa un po' più rosse, ma
non le copre, e ha anche i brillantini. Non ti
piace?- -Mmmh...- -Dai.- Rise. -Sì, mi piace! ...Ma... La
cipria? -La cipria!- Harry ci guardava con orrore.
La cosa che rimaneva da fare (e
mancava poco più di un'ora all'inizio della festa!) era far stare Hermione sui
tacchi. -Avevi detto che ti eri allenata.-, mi lamentai. -Ma l'ho fatto...
A casa non mi sembravano così alte!- Scossi la testa. -Su! Culo stretto,
schiena dritta e peso dietro.- -Ma sembro una papera!- -Occielo, i tacchi
sono fatti apposta per ancheggiare! Lascia che facciano il loro
lavoro!- Harry picchiò la punta del naso contro il mio orecchio. -T'ho visto,
che le hai alzate, farabutto.-, sussurrò. Ghignai. -Mi ami per
questo.- Tentai di godermi un po' delle sue coccole (i baci sul collo e il
solletico sui fianchi), ma Hermione che si aggrappava ai mobili come un bambino
di dieci mesi era uno spettacolo degradante. Sbuffai e l'affiancai.
-Hermione. Muovi quel cazzo di culo. Hai un bacino, sfruttalo! Metti in mostra
l'incubatrice! Gli uomini devono desiderare di ingravidarti, è chiaro
questo?!- -Ma Draco!- -”Ma Draco” un paio di testicoli! Dammi retta! Tu
sei la loro chiave per l'immortalità! È ciò che ogni uomo desidera,
dagliela!- Come tutte le volte che io cerco di fare un discorso serio, Harry
deve intervenire per fare il deficiente. Ovvio. -Draco è incinto, sai,
Herm?- Gli saltai addosso. Ma non in maniera gradevole. Per poco non rischiai
di ammazzarlo buttandolo per terra (una testata contro il granito e me lo
toglievo dai piedi), ma Harry è basso e molto stabile. -Smettila di prendermi
in giroooooo!!- Ondeggiammo per la sala per qualche minuto, lui con me
avvinghiato sulla schiena che si lamentava del fatto che gli stessi tirando i
capelli. Hermione si erse in tutta la sua aumentata altezza e stese la
bacchetta. -Allora?!- Fine dei giochi. Incrociai le braccia sulla sua
testa. -È colpa sua.-, specificai. -Potete smetterla un momento di fare i
piccioncini e finire di aiutarmi? Ooh!- sbuffò. -Guarda che ore sono!- Se ne
andò in camera a recuperare la borsetta con un passo degno di una
modella.
Nove e dieci. Harry aveva preparato sandwich al tonno per
tutti. Avrei dovuto rimettere il rossetto ad Hermione, ma pazienza. Visto che
le avevo vietato di mangiare alla festa (ma scherziamo? Non è elegante. Ed è
pericoloso. Metti che ti rimane qualcosa tra i denti), era meglio che non
rimanesse a stomaco vuoto. Prima di ubriacarsi e... insomma. Si sa che le
persone come Hermione sono le più pericolose, da sbronze. Comunque,
sorseggiavamo minerale con il piatto sulle ginocchia appollaiati sul tavolo
della sala. Cioè, il mio piatto era impilato su quello di Harry, perché io
stavo riempiendo la borsetta di Hermione. Colle mani pulite, eh! È un compito
di grande responsabilità. Anche perché, per quanto possa essere gay, un uomo non
può sapere quante e quali cose siano necessarie a una ragazza. Io ero
avvantaggiato, perché avevo da metterci dentro già le cose che lei tiene in
tasca: i fazzoletti di carta, le chiavi, le gomme da masticare, i cerotti (
conoscendo i trascorsi di lei, Harry e Ron, i cerotti sono il minimo. Un bezoar,
un unguento per le ustioni, una fialetta di lacrime di fenice?) e
l'agendina. Poi il cellulare, ovviamente (per chiamare me nel bisogno – le
avevo promesso che questa volta avrei tenuto il mio vicino). Un paio di
forcine di scorta. I cuscinetti per le vesciche (prima volta sui
tacchi...). Un analgesico (non si sa mai) Le caramelle al caffè contro un
improvviso calo di zuccheri (al caffè perché erano quelle che c'erano in
casa). E poi l'astuccio dei ritocchi! Con: specchietto doppio, correttore
stick, la cipria, la matita lilla (che le avevo messo in metà rima... e
preferivo a quella blu, perché avrebbe potuto provocare solo un danno limitato),
il blush con il suo pennello e il rossetto che stavo aspettando di
rimetterle. Speravo che bastasse. Ero un poco nervoso. Accarezzavo il
velluto della borsa (era nera con i nastri di raso, uguali a quelli delle
scarpe!), mentre Hermione si lavava i denti. (Con uno spazzolino evocato, non
con uno dei nostri...) Ero anche emozionato. Hermione, la mia creatura si
affacciava sul mondo! Avrei voluto rendere partecipe Harry dei miei
sentimenti, ma aveva ancora metà sandwich in bocca e... beh, mi faceva perdere
tutta la poesia. Lei era... bellissima. Nel rimetterle il rossetto quasi mi
tremava la mano. La mia opera d'arte! Magari qualcuno non ci avrebbe creduto.
Io ci avevo scommesso e avevo vinto! La bellezza trionferà e salverà il
mondo! Senza contare che così avevo saldato il mio debito colla società
occidentale, spedendo una ragazza in piena salute in mano al figlio di una delle
famiglie più prolifiche d'Inghilterra. Aumenterà la popolazione di fototipo zero
(che poi non è che tutti noi biondi siamo fototipo uno, ma grazie al cielo non
ho le lentiggini!), ok, ma saranno comunque nuovi cittadini Inglesi. God save
the Queen! Ehm. Hermione invece aveva quel tipico atteggiamento grifondoro
da “O la va o la spacca”. E in fede mia (niente battute, please... pure da
solo mi viene da prendermi in giro. Colpa di Harry.), Hermione quella sera
spaccava di brutto. Le sistemai le pieghe della gonna. -Allora?- Le
sorrisi con il mio migliore sorriso seducente. -Guapa!- Harry, con panino in
bocca:- Eh?!- Ma perché lui? Con tutti i gay che ci sono al mondo? Lo
ignorammo. Ci tenevamo le mani. -Cosa sei?-, le chiesi. -Un'incubatrice.-,
rispose. -L'incubatrice più bella del mondo.- Sorridevo, ma tornai subito
serio. -Non dargliela, neh!- Roteò gli occhi. -Oh, Draco, non ho intenzione
di dargliela. Per ora.- Mi fece l'occhiolino. -L'importante è che lui pensi che
io possa volerlo fare.- -Esattamente. Va avanti, deliziami!- -Stasera sarò
per lui la più bella ragazza al mondo.- -E per gli altri?- -Anche per
loro, così che lui si senta più orgoglioso di avere le mie attenzioni.- -Aha!
Tecniche di approccio.- -Non parlo. Lo guardo, distolgo lo sguardo. Lo
guardo, distolgo lo sguardo. Lo guardo, distolgo lo sguardo. Lo guardo,
gli sorrido, distolgo lo sguardo.- -Aha. Poi?- -Quando mi parla, sorrido.
Così.- Abbassò la testa, inclinò il collo, spalancò gli occhi e batté le
palpebre. -E, se dice qualcosa che presume essere divertente, rido
sottovoce.- -Poi?- -Se vuole intavolare una conversazione per farmi
piacere, gli chiederò di parlarmi di lui. Se insiste su di me, la mia vita non
ha alcun problema e sono la donna più felice del mondo da quando è entrato nel
mi campo visivo/olfattivo.- -Poi?- -Gli sistemerò i vestiti e
occasionalmente i capelli.- -Poi?- -Ehm... Accetterò da bere e non
berrò. -Poi?- -Poi... Oh, insomma, Draco. Lascerò che il mio istinto da
seduttrice abbia la meglio sul mio conscio razionale e che faccia strage di
cuori.- Strinsi le spalle. -Mh, OK, risposta soddisfacente.- -Ora mi
lascia andare?- -Sì... Ah, e ricordati...!- -Sì, di girargli attorno ma
lasciare che sia lui ad avvicinarsi.- -E nel caso...- -Che non si sbrighi
a faro, imbattermi casualmente in lui. Sono preparata, hai sentito?- -Sì,
sì.- Sentivo che mi si inumidivano gli occhi. Poi Harry scese pesantemente
dal tavolo e andò a mettere rumorosamente i piatti in
lavastoviglie. Cavernicolo tecnologico babbanofilo che non è altro. Scesi
anch'io dal tavolo, ma con molta più grazia e un “patunf” quasi
inudibile. -Ok, allora. Ciancio alle bande e vai, donna. Sei già in elegante
ritardo.- -Oh. Hai ragione. Ciao. E ciao, Harry.- -'ao.- La fermai un
momento prima che si smaterializzasse. -E poi raccontami tutto.- Poi, lo
scoppio. E io e Harry rimanemmo da soli. Me lo ritrovai a dieci centimetri
dalla nuca. -Hai creato un mostro.- Rabbrividii fino alle dita dei piedi.
-Ho creato Pandora.- -Mhmh.- Mi strinse i fianchi tra le dita. -Sai, non
mi ricordo che tu fossi così esperto, quando corteggiavi me.- -Cielo, Potter,
non sono una donna.- -Ah, lo so bene. Senti, che ne dici se... ci laviamo i
denti, ci infiliamo il pigiama e ci tuffiamo nel letto?- Piegai un paio di
volte il collo. -Oh, sì, sono stanco morto. È stata un pomeriggio tremendo. Me
lo fai un massaggio?- Sentì Harry sbuffare e borbottare dove me lo voleva
fare, il massaggio. Non che io avessi particolari obiezioni alla sua
idea.
Hermione mi chiamò la mattina dopo.
Per decenza, alle undici. -Mi ha accompagnato a casa.- -Mmmh. Ma non
gliel'hai data, giusto?-
*Una foto questa volta ve
l'ho messa!! Sono stata brava? (Sì, ammetto di aver aggiunto le ciglia finte. Ma
come resistere? ^^)
I DOMO!
Grazie mille a samara89 (Se conosci qualcuno della TV a cui presentarmi. Io non mi
formalizzo davanti ad alcun
favoritismo.) Liuzza (Trucco
e parrucco, esattamente!) Melchan (E HAI INDOVINATO!! Abbracciamoci,
compagna!) hele (*.*
La maglietta...! MIAAAAA!!) Somma Roh
(Ormai ti conosco troppo, eh? ^_-! Segnati
tutte le tattiche, eh! E mettile in
pratica!) |
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Capitolo 9 *** Capitolo otto – I BELIEVE IN MIRACLES! ***
Non voglio guarire. E' l'unica
spiegazione. I miei meati sono foderati di catarro. Ok, la
smetto.
Capitolo otto – I BELIEVE IN
MIRACLES! (Contate quanti “me” e quanti “io” ci sono in questo capitolo. Se ne
avete il coraggio...)
Eh, insomma. È bello ricordare certe
cose. Che poi, oh!, è stata la mia prima buona azione gratuita. O no? E
straordinariamente ha portato vantaggi anche alla mia vita privata (e avevo
sempre pensato che fare del bene fosse una fregatura). Nel senso che Harry è
stato contentissimo del fatto che una delle mie “pazzie” abbia avuto successo,
quindi di non doversi più trovare nel gelo polare che i suoi amici si creavano
intorno. E quando Harry è felice per qualsiasi cosa in cui c'entro anch'io...
beh, è molto caloroso nelle sue dimostrazioni di gratitudine. (Ovviamente le
mie “pazzie” sono gli exploit del mio genio superiore... e la mia “pazzia” più
grossa che abbia mai avuto successo è proprio la mia storia con Harry, anche se
non posso dire che se lo dimentica... Né io mi scordo facilmente le sue
dimostrazioni di gratitudine riguardo a questo...) Non che abbia imparato ad
accordarmi maggior fiducia, ma pazienza. Insomma, in fondo dorme al mio
fianco (o meglio, contro la mia schiena) ogni notte senza paura che io gli
scagli una maledizione. È sufficiente. ... Oddio, detto così fa un po'
pena. Ma, insomma... è difficile da spiegare. Non è che superare quello che
abbiamo passato sia solo una questione di buona volontà. Cioé, ci puntiamo le
bacchette contro con una spensieratezza che se ci pensassi tutte le
volte... Ci tocchiamo e non abbiamo paura di ricevere del male. Non è che
ci siamo dimenticati di quel che ci siamo fatti. È che... Lui è Harry. È
qui, addormentato dietro di me e se mi giro... ecco. Cogli stessi capelli di
sempre. E posso accarezzarli e sentirmeli tra le dita come sono freschi e lisci.
Posso anche baciarlo. Non si è neanche svegliato. Posso abbracciarlo e
addormentarmi contro di lui. È Harry. E mi ricordo che mi ha quasi ucciso.
Che se avesse voluto farlo, e non avesse reagito solo per difendersi, sarei
morto senza neanche un tentativo pallido di “probabilmente”. Ma lo amo. E non ho
paura. Come lui di me. Anche se ho ancora il segno del marchio sul braccio e
mio padre mi spedisce (a casa di Harry, tanto per essere più chiaro sulla sua
disposizione nei suoi confronti) continuamente ingredienti per pozioni
velenose. Dio, abbiamo fatto l'amore appena dieci minuti fa, lo sento ancora.
Non dovrebbe essere possibile. Non capisco se è incoscienza. L'unica cosa
di cui ho paura è che mi lasci, e quello si che mi farebbe male. Io sono
geloso del nostro passato. È come se io abbia potuto vedere tutto
Harry. Qualsiasi sfaccettatura, dalla più dolce alla più terribile. Harry mi
appartiene completamente. E se avessimo avuto un passato diverso, non sarebbe
così. Ecco. Si sveglia. Macché. Ora mi acchiappa... si avvinghia... si
strofina contro il mio collo... sospira... E dorme. Devo fare
l'orsacchiotto, di mestiere. Fosse sempre così semplice. (Semplice... Mi ha
fatto sudare sangue.) C'è gente che si intestardisce sul passato. Beh. Non
devo convivere con loro. Grazie al cielo. Oddio, che schifo. Non oserei
condividere neanche... neanche... il divano con Weasley. Infatti di solito mi
fanno sedere tra Harry e Ginny. Che ha la strana perversione di abbinare
l'arancione al viola, e lei ha i capelli rossi, cioè!, e tutto
l'insieme diventa in una qualche maniera... affascinante,
filosoficamente affascinante, direi... Ma almeno non grugnisce. Parla poco,
eh. Ma, poverina, non è che ci siano conversazioni significative da fare con i
suoi fratelli. Mah. Insomma. Oddio. Mi toccherà condividerlo, il
divano, prima o poi. Poi lui, per quello strano senso di giustizia
grifondoro, sta pure cercando di diventare amichevole... devo trovare
il tempo per dirgli che il civile mi basta e avanza. E su una cosa
almeno saremo d'accordo. Anche perché poi dovrei ricambiare. Lui non se lo
aspetta, ma Harry e Hermione sì. Aargh, è colpa sua! La strozzerei. No,
vabbeh... mi ha fatto piacere. Ma la strozzerei lo stesso! E poi il modo
in cui glielo ha fatto sapere! No, ok. Mi ha fatto piacere. Ah! Sono
confuso. Tutta la cosa mi confonde. E mi lusinga. Cioè! Non me lo
aspettavo assolutamente. E figurati Weasley. Avrei voluto esserci. Chissà
come glielo ha detto. Qualcosa tipo:- Sai, se avremo una bambina, voglio che
Draco sia il suo padrino.- ? Per “buon auspicio”!! Cioè, che cresca
affascinante, intelligente e... stellare come me! ME! Me
medesimo. Io! La mia pulcherrima persona! A quel punto, immagino che
Weasley si sia quasi strozzato colla saliva. E dopo un po' di “cosa” e
“perché” sputacchiati (non molto diverso dal normale), lei gli abbia confidato
che fui IO l'artefice della loro love story. Io, tutto merito mio! La
coppia tra le coppie non sarebbe nata se non per merito mio! Il mio karma è a
posto per le prossime novecentonovantanove vite. L'universo mi ama. Harry mi
porta in palmo di mano. Che poi sono la stessa cosa. Aaaaaaaaaaaaaah! Sì,
Ronnie-caro, sono stato io! Io ho scelto le tue mutande preferite!
Io gliele ho fatte indossare! Hai ceduto al suo fascino in una sola
sera, ma sono io che l'ha tirato fuori dal bozzo! Io sono
l'artefice della tua gioia (e dei tuoi futuri dolori coniugali...), mi dovresti
venerare come un dio! Il dio quale io sono! (inserire risata
malefica a scelta) -Draco... smettila di agitarti. Mi hai dato una
gomitata.- -Scuuusa...- Ops... Mi sono lasciato prendere
dall'esaltazione. ...Dorme? Dorme. Povero. Torna a casa morto da quando
ha ripreso ad allenarsi a quiddich per le selezioni... Certo che quelli
dell'accademia sono dei deficienti patentati... Se il punteggio di Ron era più
alto di quello di Harry, era ovvio che Harry non avrebbe accettato di avere un
bonus in più. Già odia i favoritismi, se poi glieli fanno a discapito del suo
migliore amico... Decidere di abbandonare su due piedi... tipica avventatezza
grifondoro. Gli piaceva così tanto... Beh, forse non così tanto,
altrimenti avrebbe piantato un casino ma sarebbe rimasto. Mi fa venire mal di
testa! Ma non ne vuole parlare. Per ora. Bisogna imparare ad avere pazienza, con
lui... Forse non dovrei gongolare così tanto, mentre lui sta un po'
così. Però... siccome se io sono felice, lui è felice... No? Almeno non
si preoccupa di farmi preoccupare. Che poi mi preoccupo lo stesso, ma non
glielo faccio vedere. Perché i suoi guai sono i suoi e se li risolve da
solo! E ok, che dovrei fare, stressarlo perché non me ne parla? Hermione
ha gli stessi problemi, almeno siamo in due. Anche a Ron la cosa ha dato
parecchio fastidio, ovviamente. Sia per i bonus, sia perché Harry se n'è
andato. Anche perché un po' si sente in colpa, anche se non ne ha alcun motivo.
Per una volta. Le ho detto: sta buona, che non dobbiamo impicciarci. Per
quanto sia strano che adesso non si parlino e sembrino sempre sul punto di
litigare. Comprati un completino sexy, anche se ancora non gliela dai, e
fallo rilassare un po'. Anche se non ho capito come mai si sia scandalizzata
così tanto a sentirmi parlare di sesso orale. Anch'io ero scettico prima di
provare, ma ho provato prima di esprimere un giudizio definitivo. Ah, le
donne. Che poi, a pensarci, sono... qua...no. Sei mesi che stanno insieme.
Però per un po' non la dovevamo considerare una cosa seria, perché si vedevano
come amici, e tutte quelle balle lì. Cavolo. Già sei mesi. È un sacco. Al
sesto mese, già avevo riempito mezzo armadio di Harry. Eh, ma loro sono più
all'antica. Sìii, certo. Secondo me Ron sta solo aspettando il momento
giusto. In fondo è una vita che l'aspetta. Come quando l'ha baciata. Terzo
appuntamento, Fatidica Festa a parte, Hermione colla mano sulla maniglia della
portiera che sta per dire “allora ci vediamo”. Imboscataaa! Ron è uno
stratega coi controfiocchi. (Invece Harry ti lascia sempre un margine di
fuga. Totalmente inutile, perché Harry è tipo Kaa del Libro della Giungla. La
versione Disney, chiaramente. Guarda me, solo me... Però i suoi
malefici piani vanno sempre a buon fine. Come al solito. Come a scuola.
Grrr...) Oh cavolo. Sono le due di notte. OK, ragazzo mio, parliamoci
seriamente. Tu ora dormi. Tu ora dormi. Tu ora dormi. Tu ora
dormi. Tu ora dormi. (Mmmh, come si fa a resistermi?) Tu ora
dormi. Tu ora dormi. Tu ora dormi. Tu ora dormi. …
Ma io non capisco perché bisogna tirare in piedi tutto questo
casino. Insomma, ok, Harry ha passato le prime selezioni. Ma sono in cento
per il solo ruolo di cercatore. Non mi sembra proprio il caso di fare una festa
adesso. Che poi, detto tra noi (noi...? Me, me, e me.), Ci sarebbe stato
qualcosa da dire se non fosse passato. Questa è la normalità, invece! Non ci si
poteva aspettare di meno. Eeeh. Almeno ha fatto pace con Ron. Comunque non
capisco tutta questa agitazione! Sta mattina eravamo così calmi e pacifici
finché è arrivato il gufo... Che palle. -Draco? Sei qui?- Uhn? È lei? È
in controluce e mi da pure fastidio agli occhi. -Ehi, perché ti rintani in
camera?- È lei. Spero che non accenda la luce. Entra e chiude la porta. Si
siede sul letto, dalla mia parte. Trova il mio braccio. -Perché sei
giù?- Mmmh... perché il mio ragazzo sta saltando per tutto il salotto ubriaco
urlando “Perché Weasley è il nostro Re”, che primo: non c'entra, secondo: dovrei
averne il copyright? Ridacchia. -Dai... che c'è, non sei
contento?- Sbuffo. -No, Hermione. Sono geloso del fatto che Harry si sia
dimostrato ancora una volta uno dei migliori cercatori d'Inghilterra, mentre io
sono un nullafacente e non combinerò mai niente di buono nella mia
vita.- -Nh. No, dai, sul serio. Cosa c'è?- Sbuffo. Mi giro a pancia in
giù. Hermione non demorde e inizia a grattarmi con un dito la nuca. Maledetta!
Mi fa il solletico! Mi agito. -Non mi piacciono le feste grifondoro. Lo
sapete.- -Ma questa non è una festa grifondoro. È una festa...
Harry.- -Beh, questo non cambia che la casa sia piena di
grifondoro!- -Andiamo! Harry vuole attorno le persone a cui vuole bene. Vieni
di là.- -Harry sa benissimo che non mi piace. Poteva evitare di farla a casa
sua quando io sono qui.- -Draco, non essere egoista...- -Io sono
egoista. Sono un cazzo di serpeverde. Lasciami stare.- Rotolo dalla parte di
Harry. C'è un po' del suo odore sul cuscino. - Non è che animerei molto la
festa.- Ride. -Lasciami dissentire! Tu sei un animatore nato!- -Certo,
come Groviera con quelli di Scat Cat.- -Draco. Smettila di essere così acido.
Ti assicuro che nessuno di là ti crede un egoista. Nessuno ti crede niente di
meno che una persona speciale. Non solo Harry, e non solo io e Harry. Sappiamo
che sei un serpeverde e forse è proprio per questo che Harry sta così bene con
te. Siamo tutti felici che tu sia nella sua vita. E non ci dispiacerebbe affatto
condividerti con lui. Noi grifondoro siamo generosi, no? E le persone generose
fanno conoscere a tutti le cose belle.- No, non mi sento lusingato. -Sono una
cosa bella?- Beh, forse un pochino. -Sì.- Uhn... Beh, ma queste cose
dovrebbe dirmele Harry, non Hermione! -Allora, vieni? Harry si starà
rovinando la serata chiedendosi se deve venirti a cercare o se invece preferisci
rimanere da solo, o se è il caso di mandarci via tutti e rinunciare alla sua
festa prima di combinare un danno con te. Sai che non puoi pretendere che lui
capisca al volo cosa c'è bisogno di fare. Non è te. E non è una donna.- Ah,
non dovrei ridere di questo... Cavolo, sembra quasi che Hermione mi abbia dato
della donna. Ma è divertente vedere come legge Harry. Sono sicuro che ha
ragione. Ma... -Mmmh... penso che lo lascerò nel suo brodo ancora un po'. Per
dispetto.- Sospira. La sento sdraiarsi sul letto. Spero non mi lasci capelli
sul cuscino. -E sia. Che vuoi fare nel frattempo?- -Nh? Non so. Parlami
ancora un po' di me.- -Ma sei proprio senza vergogna.- -Sì. A che
serve?- Ride. -OK. Vediamo... Perché c'è bisogno di Draco Malfoy alle nostre
feste.- Come inizio mi piace. -Mmmh... Innanzi tutto, potresti darci un
sacco di consigli utili per sbloccare le situazioni difficili che non siamo
capaci di far evolvere. In cinque minuti saresti circondato da persone che
aspettano il loro turno per parlarti.- Mmmh!! -Probabile.- -Poi, le nostre
feste sono troppo corrette. Ci vuole qualcuno che metta un po' di pepe.- -Oh,
sì, quello lo saprei sicuramente fare! E poi?- Sospira. -Poi... Harry ti
avrebbe finalmente a portata di bocca e non passerebbe tutta la serata a
romperci le scatole parlandoci di te.- Uhn. -Questo non sembra un
complimento.- -Sì che lo è.- -Se lo dici tu...- Silenzio. -Sai a
cosa stavo pensando, ieri sera?- -Nh? No...- -Stavo pensando a...- A?
-Beh. A te.- -Oh, che onore! Perché? Ah, non me lo dire. La storia della
bambina?- -Sì!!- Mi viene un dubbio. -Non stavi scherzando, neh?- -Eh?
No. Cioè, mi è uscita un po' per caso. Ma ci stavo pensando davvero. Dubito che
per l'erede, Ron permetterebbe una cosa del genere. Ma per una femmina,
sceglierei io.- -Eheh... Oddio, chi sceglierebbe, per
l'erede?- -Eeh, sarà un bel problema. Troppi fratelli. E Harry ha
già un figlioccio. Uhn. Teddy. L'uomo con cui dovrò sempre dividere Harry. E
quello che fa coi capelli!! Degno figlio di sua madre... Non pensiamoci
ora... (e poi, avrò tutto il tempo per educarlo come si deve! Creta nelle mie
mani! Se non ci mette lo zampino Harry...) -Perché è saltato fuori il
discorso dei figli?- -Mah, così. Stavamo parlando con Molly. Ogni tanto
sembra che ci consideri già sposati. Ci ha chiesto quanti ne volevamo... cose
così.- -E quanti ne volete?- -Oddio, non lo so! Abbiamo detto due, ma era
un numero un po' così... Insomma!- -Beh. Due per voi. Uno per me, uno per
Harry...- -Eeh?! Che storia è?- -Beh, noi non possiamo fare figli. Quindi
li dovete fare voi al nostro posto.- -E io dovrei avere quattro
figli?!- -Eh, se ne vengono di più, pazienza.- Ouhf. Un cuscino in
faccia. -Ma pensa un po' questo che idee... Sta attento, sai! Guarda che
conosco un paio di pozioni molto interessanti!- Inizio a rotolarmi. La mia
disperazione è diventata molto più raffinata da quando la facevo a
scuola. -Nooo! I miei fianchi non sono adatti a portare una
gravidanza!- Hermione non risponde alla mia provocazione. Che starà
pensando? -Sai che tutte le volte che si fanno discorsi del genere, sia tu
che Harry mettete te al posto della mamma?- Accidenti. Ha ragione.
-La cosa è del tutto casuale, mia cara.- Peccato che ci sia buio e non possa
vedere la mia espressione di aristocratico distacco. -...Sarà. Allora, che
facciamo? Ci alziamo?- -Uhn... OK. Harry sarà pronto a ricevermi, ormai.-
Woah. Altro che pronto a ricevermi. Ci starebbe un ghigno, se non avessi la
sua lingua in bocca. Mmmh. Ma c'è silenzio o mi si sono tappate le
orecchie? Non dirmi che ci stanno guardando tutti. Oh, beh. Meritiamo. Siamo
bellissimi. Oh, la mia schiena ringrazia, si stacca! Ma doveva farmi fare
un casqué, per baciarmi? Com'è plateale. E se lo dico io... -Allora,
dov'eri?!- -Ero in camera a fare porcate con Hermione, caro.- E ridono.
Mmmh, che rabbia! E se fosse vero? -Vai a controllare! C'è il letto in
disordine. E forse troverai qualche suo capello!- Harry mi afferra le chiappe
e mi stringe. Che eleganza. -Sì, tesoro. Dopo andiamo a vedere e mi aiuti a
cercarli, mh?- Oh, ma com'è fine, coi sottintesi sessuali, sta sera. Su,
via! Fammi vedere questa massa di grifondoro senza charme e tatto! C'è bisogno
del mio lavoro qui. Oh... guada Hermione!! Oh... ma quello non gliel'ho
insegnato io... ehehe... che fanciulla intraprendente. -Guardone!- WAAH!
Ma perché il mio ragazzo si diverte così tanto a farmi spaventare? Il suo
mento che mi buca la spalla. Poggiatesta oltre che orsacchiotto. Ridacchia.
-Guarda che faccia ha Ron!- Eh, beh. La faccia di uno con una bella ragazza
seduta sulle gambe. Ride. -Pensa a quando mi prendeva in giro per le facce
che facevo con te!- “Che facevo”, ma tu pensa! Scrollo la spalla. Non si
sposta. Perseverante! -Che facevi, eh? Non le fai più.- Mugugna. -Sìi, le
faccio ancora.- Mi morsica! -Harry!- -Che c'è?- Aaaaah!!
-Niente.- Mi abbraccia. Colle mani... un po' troppo in basso. Oddio, quando
beve è così maniaco! -Draco... Sono così contento che stiamo
insieme...- Eheh... che dicevo ieri? Dimostrazioni di gratitudine! Oh, ma
dove vuole infilarsi! In mezzo a tutta questa gente! -Guarda che sei il
festeggiato! Non puoi metterti a pomiciare con me!- -E chi l'ha detto? Dai...
ci hanno lasciato il divano libero apposta.- Ah!
Complotto! Uhn... Uhmmm... Beh... Vuol dire che se qualcuno ha bisogno
di me... aspetterà!
I DOMO!
(and speech)
Grazie mille a cosmopolitan (Non lo so, non li trovo neanch'io! Mi sono ridotta a cercare di
diventarlo! Per
l'appuntamento...) hele (Un'altra che voleva l'appuntamento!) SummerRain (Uh! Grazie
XP! Mi farai sapere anche se ti è piaciuto il resto, vero?) Melchan (Facciamo a
gara su chi stritola meglio? Oh, ma la cosa dell'incubatrice era detta in
buonissima fede! Chiaro che Draco ci tiene tantissimo a questa cosa della
continuità della specie. Anche tu volevi
l'appuntamento?!)
OK, Ragazze, precisazione!! Io non avevo alcuna intenzione di
descrivere l'appuntamento. Cioè: sarebbe stato il ricordo di Draco di quello che
Hermione gli aveva raccontato di aver vissuto. Cioè, da parte mia: 1a cosa,
descrivere gli avvenimenti; 2a cosa, riscriverli dal punto di vista di
Hermione; 3a cosa, capire cosa Hermione avrebbe detto a Draco e con quali
sentimenti; 4a cosa: riscrivere il tutto filtrato dalle orecchie di Draco,
condito dai suoi commenti silenziosi e espressi, sia quelli fatti all'epoca
della telefonata, sia quelli fatti nel momento del ricordo della
telefonata. Chiedete cose che sono al di là della mia disponibilità
temporale, gente.
Ci penserò su. Magari non in prima persona. In terza, onniscente
o limitato (a Hermione). Certo sarebbe interessante inserirci anche un
po' di Ron, per vedere cosa si cela dietro al suo viso inespressivo. MAAAH. Non
sono mica un maschio. Che mi viene in mente?! Posso pensarci dopo Maggio
(visto che sto preparando tipo tutti gli esami di francese (5) PIU' quello
di canto)?
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