La sposa perfetta

di KillerQueen86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La donna misteriosa ***
Capitolo 2: *** Donna in pericolo ***
Capitolo 3: *** Scontro finale ***



Capitolo 1
*** La donna misteriosa ***


Note dell’autore: Questa è una mia personale versione dell’episodio 3X00 La sposa perfetta, con la presenza di Rose, e da un po’ che ho in mente di riscrivere la terza stagione con Rose, ma non so ancora se continuare … Comunque ho voluto cambiare il finale della seconda stagione, in modo che Rose, Mickey e Jackie non rimanessero bloccati nel “Mondo di Pete”. Ho riscritto alcune scene, le mie preferite, aggiungendo Rose. In più ho cambiato il finale. Spero vivamente che sia di vostro gradimento … non siate avari con le recensioni, mi piacerebbe sapere la vostra opinione.

Nulla è di mia proprietà …. Il mio è solo divertimento …..

 

La sposa perfetta

 

Capitolo 1

La donna misteriosa

 

“Rose!” chiamò a gran voce il Dottore dalla stanza della console, mente la ragazza era in camera sua a cambiarsi. Le aveva promesso qualcosa di speciale, unico, voleva sorprenderla ancora una volta.

La battaglia al Canary Warf, si era rivelata più difficile del previsto, Rose aveva preso la decisione di rinunciare alla sua famiglia, finalmente unita, per continuare a viaggiare con lui, sapendo fin troppo bene che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe rivisto suo padre. Jackie e Mickey l’avevano seguita subito dopo, passando per la breccia per poi richiudersi nel Tardis per sicurezza.

La decisione di Rose, aveva colpito non poco il Dottore, sapeva fin troppo bene quanto lei aveva desiderato poter vedere la sua famiglia finalmente unita, poter riveder la madre insieme a quel padre che lei aveva conosciuto poco. Ma per stare con lui, ci aveva rinunciato, solo per potergli stare accanto, per non lasciarlo solo. Sorrise nel ricordare l’abbraccio di lei, subito dopo aver chiuso la breccia.

 

“Non lasciarmi più indietro!” lo aveva pregato singhiozzando contro il suo petto, e lui aveva potuto solo stringerla e cercare di tranquillizzarla, accarezzandole i capelli. 

 

La voce di Rose alle sue spalle lo riportò al presente.

“Allora cos’è quest’urgenza?” chiese la ragazza arrivandogli alle spalle, il Dottore le sorrise prendendole la mano.

“Voglio mostrarti una cosa” disse conducendola verso le porte del Tardis.

“Dove siamo?” chiese la ragazza eccitata.

“Guarda tu stessa!” disse aprendole le porte, si mise da parte per farla guardare. Si trovavano nello spazio cosmico, il Dottore era soddisfatto dell’espressione meravigliata di Rose.

“Che cos’è?” chiese la ragazza meravigliata. Il Dottore si mise alle sue spalle circondandole la vita con le braccia. Amava sentire il suo corpo così vicino a lui, ogni volta che la abbracciava, si sentiva completo, parte di qualcosa di speciale, unico.

“Questa davanti a te è una supernova.” Iniziò a spiegarle quasi in un sussurro.

“In questo preciso momento, cara Rose Tyler, stai assistendo ad un sole che brucia.“ continuò la sua spiegazione senza nascondere il suo tipico entusiasmo.

“Meraviglioso!” le sentì dire,  soprafatta dall’emozione. Il Dottore sorrise ancora una volta e la strinse di più sé.

 

“Perfetto”

Pensò Rose in quel momento. Era assolutamente “Perfetto”, lei stretta al suo Dottore a condividere con lui, qualcosa di unico e di così bello da non riuscire a trovare le parole per descriverlo. Sapeva bene che non si sarebbe mai pentita della sua decisione di seguirlo. Voleva stare con lui per sempre.

Sentirsi stretta a lui, la faceva sentire amata come mai nella sua vita. Non riusciva neanche a pensare di smettere di viaggiare con lui, di separarsi da lui. Ne avevano passate tante insieme, pure troppe. Sorrise nel ricordare il loro primo incontro in quel magazzino, quando per la prima volta strinse la sua mano.

Quel loro momento di pace, fu disturbato dal Tardis che iniziò a ronzare, preoccupato il Dottore chiuse le porte e si avvicinò alla console. Rose lo segui capendo che qualcosa non andava.

“Cosa succede?” chiese avvicinandosi.

“Non lo so! E’ come se mi stesse avvertendo di qualcosa.” Le rispose guardando nel monitor, Rose si mise proprio accanto, cercando di capire anche lei.

“Non capisco!” disse il Dottore.

Rose alzò la testa e rimase allibita nel trovarsi, davanti a sé la figura di una donna, dai capelli rossi, in abito da sposa.

“Cosa?” sentì chiedere al Dottore, sorpreso quanto lei di quella presenza.

“Voi due chi siete?” chiese la donna più confusa di loro.

“Dove sono?” chiese ancora e mentre Rose non riusciva a spiccicare una parola sensata, il Dottore continuava a ripetere: “Cosa?”

“Che diavolo è questo posto?” chiese ancora la rossa sempre più nervosa.

“Non è possibile … siamo in volo ... è fisicamente impossibile.” Disse il Dottore guardando tra la console e la sposa.

“Dimmi dove mi trovo.” Disse la rossa sempre più arrabbiata, Rose notò che il Dottore era più confuso che mai, e di solito in queste situazioni non era il massimo nel trattare con le persone.

“Io, pretendo di sapere dove mi trovo.” Insistette la misteriosa donna. Prima che il Dottore potesse rispondere, Rose gli prese il braccio e si avvicinò a lui.

“Lascia fare a me, ti prego.” Disse sottovoce sorridendo. Si avvicinò con calma alla donna, mentre il Dottore iniziò a controllare il Tardis.

“Stai tranquilla non vogliamo farti del male.” Disse con calma.

“Voglio sapere dove diavolo sono.” Continuò la donna facendo uscire tutta la sua grinta.

“Sei sul Tardis.” Rispose Rose timidamente, sapendo fin troppo bene che sarebbe stato difficile da capire.

“Il COSA?” chiese ancora, sempre più infuriata.

“Si chiama il Tardis.” Disse Rose indietreggiando.

“Questa non è neanche una parola vera.” Continuò la donna sempre più arrabbiata.

“Come sei arrivata fino a qui?” chiese il Dottore, avvicinandosi alle due.

“Ma è ovvio mi avete rapito.” Disse la donna.

“Ascolta, noi non ti abbiamo ….” Cercò di spiegare Rose con calma, ma la donna la bloccò, accusandoli di essere d’accordo con una certa Nerris.

Doveva ammettere però che le piaceva, sapeva il fatto suo, sembrava un treno in corsa impossibile da fermare, le ricordava qualcuno di molto famigliare.

“Scusa, aspetta un momento, perché sei vestita così?” chiese il Dottore, Rose non riuscì a crederci, com’era possibile che non riusciva a cogliere le cose più ovvie.

“Stavo andando a giocare a Bowling. Che razza di domanda da scemo.” Disse ancora più arrabbiata, a Rose scappò una risatina, oh si, questa donna cominciava a piacerle.

Era divertita a vedere quei due che si beccavano a vicenda da non rendersi conto che Donna aveva adocchiato le porte del Tardis, la vide correre verso di esse.

“No, ferma.” Urlò all’ unisco con il Dottore.

Rimase a osservare mentre il Dottore spiegava alla sposa dove erano, per la prima volta la vedeva in difficoltà.

Poi vide il Dottore correre verso la console, seguito dalla sposa, Donna, così aveva detto di chiamarsi. Vide il Dottore iniziare a parlare a raffica e analizzare la nuova arrivata con strani aggeggi, Rose si gustò la scena in attesa dell’inevitabile. Ed ecco che Donna reagisce, dandogli un sonoro ceffone, facendolo allontanare.

“Perché lo hai fatto?” chiese innocentemente.

“Portami in quella chiesa.” Gli ordinò.

“Bene! anche perché io non ti voglio qui.” Disse il Dottore avvicinandosi ai comandi del Tardis.

“Dove si trova?” chiese.

“A San Mary's. Ever Road. Londra. Inghilterra. Terra. Sistema solare.” Specificò, Rose ne approfittò per avvicinarsi a lei.

“Tranquilla, vedrai che arriverai in tempo.” Cercò di tranquillizzarla. Donna la esaminò con attenzione, poi si voltò verso il Dottore e ritornò a guardare Rose.

“Anche tu … sei un alieno?” chiese.

“No.” Scattò Rose divertita.

“Sono terreste. Londra. Inghilterra. Terra.” Disse specificando anche lei.

“Mi chiamo Rose.” Si presentò.

“Che ci fai allora qui? Non mi dirai che avete un tresca o cose del genere.” Disse con un tono disgustato.

Rose si sentì in forte disagio a quella domanda, il Dottore aveva alzato lo sguardo verso di lei, incuriosito a quanto pare dalla sua risposta.

“No … ecco ... noi siamo solo amici … che viaggiano insieme.” Rispose sempre più imbarazzata distogliendo lo sguardo dalla sposa. Sperava vivamente che il Dottore non avesse fatto caso al fatto che era diventata rossa.

“Bene, Chiswick! Disse il Dottore tirando la leva del Tardis, evitando così altre domande imbarazzanti.

 

Fine

Capitolo III

 

 

Correzione: In attesa della quarta stagione, ho deciso di dare una controllata e sistemata a questi capitoli, certo ci saranno ancora errori e roba del genere, ma spero tanto che abbiate la pazienza di continuare a seguirmi, per chi vuole, ecco la pagina Facebook: http://www.facebook.com/pages/KillerQueen86/161552900568131?sk=wall

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Capitolo 2
*** Donna in pericolo ***


Note dell’autore: Eccovi il secondo capitolo dell’episodio 3XOO “La sposa perfetta con Rose. Spero che sia di vostro gradimento. Ringrazio BadWolfTimeLord per il suo sostegno, spero tanto di non deluderti. Per quanto riguarda la fan fiction a quattro mani, sono disponibile… quando vuoi.

Adesso divertitevi e recensite. Nulla è mio.

 

Capitolo 2

Donna in pericolo

 

Rose e il Dottore corsero verso il Tardis, sperando di recuperare Donna, prima che fosse troppo tardi.

“Come facciamo a trovarla?” chiese Rose tenendosi alla console, una volta in movimento.

“Sappiamo dove sono diretti.” Le rispose mentre si aggirava attorno alla console.

“Che hai in mente.?” Chiese Rose, il Dottore sorrise ampiamente nel notare sullo schermo un puntino rosso

“Sarà divertente.” Le disse sorridendo, Rose aggrappandosi alla console lo raggiunse, non capendo cosa intendeva.

“Rose ascolta con molta attenzione.”  Disse il Dottore tra gli scossoni del Tardis.

“Quando te lo dico devi tirare quella leva, ok?” chiese indicando la leva a destra della ragazza.

“Aspetta, siamo in movimento non puoi uscire!” gli urlò preoccupata, mentre lo vedeva avvicinarsi alle porte.

“Tieni quella leva.” Le rispose aprendo le porte. In quel momento Rose si rese conto che erano sull’autostrada, sentiva il Dottore che gridava contro Donna bloccata sul taxi nero.

“Rose adesso.” Lo sentì gridare mentre l’auto si allontanava. La ragazza obbedì, ma fu investita dalle scintille e dal fumo del Tardis, ritrovandosi a terra.

“Rose!” sentì il Dottore che la chiamava preoccupato.

“Sto bene.” Disse stordita, mentre cercava di rimettersi in piedi.

“Pensa a salvare Donna, invece.” Gli urlò contro.

 

I tre trovarono rifugio sul tetto di un palazzo, Donna fu la prima a uscire dalla cabina, Rose la segui subito dopo, rispondendo al telefono che suonava da un po’, il Dottore invece si doveva occupare del Tardis, che aveva riportato qualche danno.

Mentre Rose ascoltava la madre, guardava verso Donna, avvolta nel suo bel abito da sposa, si era subito dimostrata forte, ma adesso mentre la con lo sguardo perso nel vuoto, mostrava il suo vero carattere, non era abituata a tutto quello, si vedeva, nei suoi occhi  c‘era il gran desiderio di poter ricominciare quella giornata da capo, e concludere la sua camminata verso l’altare, verso l’uomo che amava. Vide il Dottore appoggiargli la sua giacca sulle spalle della sposa e sorrise, quando voleva i Dottore sapeva essere molto galante, si mise seduta accanto a lei, seduti entrambi sul cornicione. Salutò la madre e si avvicinò a loro.

“Con questo anello, io ti bio-elimino.” Disse con ironia il Dottore mentre metteva un anello al dito di Donna.

“Nel bene e nel male.” Rispose lei con la stessa ironia, Rose sorrise e si mise seduta accanto al Dottore.

“Tutto bene?” le chiese il Dottore.

“Oh, si era solo mamma.” Gli risposi sapendo bene come avrebbe reagito.

“Oh, no!” rispose esasperato.

“Credevi che nessuno avrebbe notato un’enorme cabina blu che vola sull’autostrada?” disse Rose ridendo.

“Speravo che lei non la vedesse almeno.” Borbottò il Dottore, guadagnandosi una spallata scherzosa da parte di Rose.

“E ditemi i robot babbo Natale a cosa servono.” Chiese Donna interrompendo la discussione.

“Oh i classici Robot cacciatori.” Rispose il Dottore

“Pesci pilota.” Calzò Rose, ricordando il Natale precedente.

“La tenuta da Babbo Natale è solo un travestimento.”continuò a spiegare il Dottore.

“C’erano anche lo scorso Natale.” Spiegò Rose.

“Perché cosa è successo?” chiese Donna con naturalezza. Gli altri due si guardarono stupiti.

“Davvero non ti ricordi?” chiese Rose incredula.

“Un enorme astronave, che sorvola Londra. Impossibile non notarla.” Continuò il Dottore.

“Avevo un po’ bevuto.” Rispose lei alzando le spalle.

“Noi abbiamo passato il Natale al Powell Estate.” Spiegò il Dottore indicando con la testa verso la periferia della città.

“Il nostro primo Natale insieme.” Continuò il Dottore sorridendo, circondando le spalle di Rose con il braccio e stringendola.

“Già, e quando tutta questa storia sarà sistemata, mia madre ci aspetta.” Disse Rose tirando fuori la lingua in modo canzonato.

“Dobbiamo proprio?” supplicò il Dottore.

“Ehi vi dispiace tornare a concentrarvi sul robot babbo Natale che ha cercato di rapirmi?” intervenne Donna, portando l’attenzione dei due nuovamente su di lei.

 

Il Dottore era appoggiato al bancone del bar ad osservare divertito attorno a sé. Il suo sguardo cadde su Rose, che si stava divertendo a ballare con un amico degli sposi, sorrise nel ricordare l’unica volta in cui avevano ballato insieme, nel Tardis, subito dopo aver fermato i Nanogeni. Sospirò, rendendosi conto di quanto era legato a Rose, si era sempre imposto dei limiti con le sue compagne di viaggio, ma con Rose tutto si dissolveva, perfino la sua razionalità si perdeva. Proprio come in quel momento avrebbe tanto voluta stringerla tra le sue braccia e divertirsi con lei. Decise di concentrarsi su altro, si voltò verso un uomo che aveva in mano un telefonino, decise di fare una piccola ricerca sull’azienda in cui Donna lavorava.

 

Rose continuava a ballare, l’amico di Donna era simpatico, ma avrebbe tanto voluto ballare con il Dottore, proprio come quella volta in cui avevano conosciuto Jack, quando ancora considerava il Dottore solo un amico, un amico davvero speciale. Ma ormai doveva ammettere che era diventato qualcosa di più, qualcosa di più importante, ma forse lo era sempre stato.

Si voltò a guardare verso la sua direzione, lo vide usare un telefonino, vide il suo volto irrigidirsi improvvisamente, qualcosa non andava, qualcosa lo stava preoccupando. Si scusò con il suo cavaliere e raggiunse il Dottore.

“Qualcosa non va?” gli chiese una volta vicina, il Dottore si voltò nascondendo il telefono.

“Ehi, come mai qui? Hai già finito di ballare?” scherzò il Dottore, ma Rose sapeva bene che qualcosa non andava.

“Beh, ti ho visto preoccupato … Dottore qualcosa non va?” continuò a chiedere.

“No, tutto bene.” Le rispose sorridendole. Rose sapeva bene che stava mettendo, riusciva a leggere la sua preoccupazione negli occhi. Le prese la mano.

“Andiamo.” Le disse improvvisante. Rose era davvero confusa.

“Andiamo dove?” chiese la ragazza.

“A ballare, siamo ad una festa no?” le rispose con naturalezza trascinandola sulla pista da ballo. Rose sapeva che era un modo per non farla preoccupare, ma non avrebbe mica protestato, in fondo era questo che voleva, ballare ancora con lui, farsi stringere.

 

Fine

Capitolo II

 

 

Correzione: Ed eccovi la correzione del secondo capitolo, ho aggiunto anche qualche battuta in più.

 

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Capitolo 3
*** Scontro finale ***


Note dell’autore: Con un po’ di ritardo eccovi il terzo capitolo, della mia storia, purtroppo ho i computer fuori uso, quindi non so quando potrò collegarmi di nuovo. Spero vivamente che vi stia piacendo. Ringrazio ancora una volta BadWolfTimeLord, per il suo sostegno, spero tanto di non deluderti con questo capitolo.

 

Capitolo 3

Scontro finale

 

Entrarono di corsa nell’istituto dell’H.C.Clements, senza perdere tempo il Dottore si mise a cercare su un computer.

“Cosa stai cercando?” chiese Rose

“Per i dipendenti la H.C.Clements è solo un fabbro, ma ventitre anni fa, la società è stata comprata dall’istituto Torchwood.” Spiegò il Dottore, la ragazza si sentì mancare il terreno sotto i piedi, l’istituto Torchwood, ancora loro, continuavano a rovinare la vita delle persone.

“Che cos’è?” chiese Donna, il Dottore la guardò sorpreso.

“Era dietro alla battaglia di Canary Warf.” Spiegò Rose digrignando il denti.

“L’invasione dei Cyber uomini, i cieli di Londra pieni di Daleks?” spiegò ancora il Dottore, mentre Donna continuava a non capire.

“Io ero in Spagna!” rispose Donna con tranquillità.

“C’erano Cyber uomini anche in Spagna.” Disse il Dottore sorpreso.

“Credevo l’avevamo distrutto.” Intervenne Rose, con la rabbia che cresceva, il Dottore si voltò verso di lei.

“Si, infatti. Ma la H.C.Clements è rimasta in affari, ci sarà qualcun altro.” Spiegò cambiando il computer.

“Forse non gli è bastato quello che successo al Canary Warf.” Continuò con rabbia Rose.

“Rose.” Disse il Dottore avvicinandosi a lei.

“Vedrai che stavolta riusciremo a fermarli.” Le disse prendendola per le spalle.

“Guardami. Stai tranquilla, non perderemo nessun’altro.” La tranquillizzò con un sorriso. Riusciva sempre a calmarla, le bastava guardarlo, dritto negli occhi per sentirsi serena e al sicuro, anche nelle situazioni più drammatiche.

“Dottore?” chiamò Donna rompendo il loro momento.

“Perché questi ce l’hanno tanto con me?” chiese la rossa speranzosa.

“Non lo so, ma lo scopriremo.” Rispose sincero il Dottore.

 

Acqua e fuoco li stavano circondando, le urla dell’imperatrice le intonavano nella testa, guardò in basso e vide Donna che guardava l’acqua che stava allagando il tunnel. Si voltò verso il Dottore accanto a sé, e nei suoi occhi vide la tempesta. Le sue mani ancora impegnate a usare il joystick. Guardò ancora verso l’imperatrice e le si spezzò il cuore.

“Dottore, Rose!” sentì la voce di Donna che li chiamava. Guardò ancora verso il Dottore e ne ebbe quasi paura, l’oscurità dei suoi occhi la stava terrorizzando. Aveva già visto quello sguardo, l’espressione che aveva sul volto.

“Dottore.” Lo chiamò toccandogli il braccio, l’uomo si voltò verso di lei incrociando il suo sguardo.

“Adesso puoi fermarti, ti prego.” Disse quasi in un sussurro, guardandolo dritto negli occhi, in profondità, nella sua anima. Lo vide reagire al suo sguardo.

“E’ ora di riportarvi fuori di qui.” Disse  risvegliandosi completamente.

 

La neve, quanto amava la neve, soprattutto per Natale. Anche se quella non era vera neve, l’amava ugualmente. Vide Donna guardare su nel cielo eccitata. Aveva passato un giorno tremendo, eppure adesso era davanti a lui e rideva. Rose le era accanto, anche lei felice e più tranquilla.

“Buona Natale.” Le disse Rose abbracciandola.

“Buon Natale anche a te.” Le rispose ricambiando l’abbraccio.

“Allora, adesso cosa farai?” chiese il Dottore che era rimasto appoggiato alle porte del Tardis.

“Non mi sposo, per prima cosa. E non farò più un lavoro precario. Ah non lo so, credo che viaggerò, vedrò il mondo, camminerò nella polvere.” Rispose sorridendo, Rose si avvicinò al Dottore.

“Perché, non vieni con noi?” chiese Rose.

“No. Non posso. Non riuscirei mai a farcela. Tutto quello che abbiamo fatto oggi.” Le rispose, poi si voltò verso il Dottore.

“Vivete la vostra vita in questo modo?” chiese guardandolo.

“Non sempre.” Gli mentì facendosi serio.

“Io penso di si, e non potrei.” Continuò lei.

“Ma hai visto li fuori, è bellissimo.” Disse Rose, sperando di convincerla.

“Ed è terribile.” Si voltò di nuovo verso il Dottore.

“Quelle creature, stavano morendo, e tu … se non ci sarebbe stata Rose, cosa avresti fatto?” chiese Donna, il Dottore non rispose, rimase in silenzio a guardarla negli occhi, sapendo che aveva ragione.

“Penso sia un bene che ti rimanga accanto.” disse Donna, ma facendo riflettere il Dottore che guardò verso la bionda che gli era accanto.

“Buona fortuna!” disse salutandoli.

“Anche a te.” Rispose il Dottore intrecciando la sua mano con quella di Rose.

 I due entrarono nel Tardis, silenziosamente, le parole di Donna lo avevano colpito. Rose si mise seduta mentre lui avviava il Tardis verso il Powell Estate, dove Jackie e Mickey li attendevano.

Sapeva che Donna aveva ragione, l’unico motivo per cui si era fermato, era stato proprio per lei. Rose, era il suo freno, la luce che lo risvegliava dalle tenebre, si avvicinò a lei.

“Tutto bene?” le sentì chiedere, annuì con la testa lasciando lo sguardo nel vuoto, poi si voltò verso di lei.

“Mi dispiace per questo Natale.” Le rispose evitando la domanda.

“Abbiamo ancora tempo.” Rispose lei sorridendogli.

“Andiamo, mia mamma ci starà aspettando.” Disse notando che il Tardis si era fermato.

“Aspetta!” disse il Dottore prendendole la mano e facendola voltare dalla sua parte. Da una tasca interna della giacca tirò fuori un pacchettino.

“Buon Natale Rose.” Disse consegnandole il suo regalo.

Mi… tu mi hai fatto un regalo?” chiese sorpresa, prendendo il pacchettino.

“E’ una tradizione, giusto?” chiese scherzando. La ragazza aprì trovandoci una collana con una pietra come ciondolo.

“Oh mio Dio è bellissima.” Disse abbracciandolo.

“E’ una pietra venusiana, lavorata artigianalmente. C’è questo piccolo pianeta, con un nome davvero impronunciabile,  dove gli abitanti sono degli artigianali fantastici, peccato che però non siano molto socievoli.” Spiegò felice di essere riuscito a farle tornare il sorriso.

“E’ un posto bellissimo. Qualche giorno ti ci porterò.” Disse ricordando quel pianeta, la vide in difficoltà nel mettersi la collana.

“Aspetta ti aiuto.” Prese la collana e si mise alle sue spalle, le spostò i capelli e chiuse il laccetto.

In quel momento l’avrebbe potuta baciare, stringerla e condividere con lei qualcosa di più di un semplice abbraccio, sembrava che ogni fibra del suo corpo e i suoi due cuori glielo chiedessero quasi disperatamente. Deglutì riprendendo il controllo di se.

“Jackie ci sta aspettando.” Gli ricordò sorridendole, lei lo abbracciò ancora una volta.

“Allons-y.” Disse infine, prendendole la mano e conducendola fuori dal Tardis.

 

Fine

 

 

Revisione 2011

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