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La prima cosa che feci
non appena mi alzai, fu dare un pugno alla sveglia.Perché diavolo aveva
suonato? Erano appena le otto, e, sopratutto, era sabato.
E allora perché?
Perché quella maledetta sveglia aveva suonato?
Un segno divino?
L'ennesimo scherzo crudele del mio fratello minore? O forse i miei
genitori avevano deciso che mi sarei dovuto svegliare senza il loro
amorevole “SVEGLIATEEEEEE!”, sostituito da gracchiare della
sveglia?
Misteri.
I miei manga mi
fissavano dall'alto della loro mensola con fare pretenzioso, come a
canzonarmi.
Ma probabilmente era
solo una mia impressione.
“Vabbè, la mattinata
non è iniziata nel migliore dei modi” mi dissi alzandomi “ma non
è detto che debba continuare altrettanto male...”
Andai in cucina, ma non
trovai mia madre pronta a prepararmi la colazione per poi obbligarmi
a fare i compiti.
Anzi, tutta la casa era
completamente deserta.
Deserta.
E questo significava
una sola cosa: Libertà Assoluta.
Cosa può fare un
giovane di 17 anni in libertà assoluta e con una casa a
disposizione?
Organizzare una festa,
una mega festa, a cui avrebbe invitato metà scuola? Portarci una
bella ragazza con la scusa di farle vedere la sua inesistente
collezione di farfalle?
Niente di tutto questo.
Significava, Manga.
Quindi, dopo
un'abbondante colazione a base di cereali e latte, mi diressi in
fumetteria alla ricerca delle ultime uscite.
La mia fumetteria di
fiducia, probabilmente, era precedente alla creazione del mondo, o
perlomeno, all'inizio del diluvio universale.
Tralasciando il fatto
che cadeva a pezzi, in quella fumetteria c'erano tante di quelle cose
che scommetto nessuno, tranne il commesso, si ricordava chi o cosa
fossero.
Il commesso e
contemporaneamente il proprietario della fumetteria era un arzillo
vecchietto di nome Gianni, che faceva a gara con i fumetti e il
negozio su chi fosse più vecchio.
Secondo me, la vittoria
è indiscutibilmente di Gianni.
Quel giorno stava al
bancone, con un registro di cassa che risaliva molto probabilmente al
diciannovesimo secolo e una macchina da scrivere, grossa come un
computer, forse addirittura più vecchia.
“Leonà!”mi salutò
Gianni, venendomi entrare.
“Ciao Già!” lo
risalutai io, con un cenno della mano “Uscito niente di nuovo?”
“Nada de Nada” mi
rispose lui, con perfetto accento spagnolo.
Una volta mi aveva
raccontato di esserci passato, in Spagna, dove aveva campato facendo
lavoretti.
Per scappare al
reclutamento, durante la prima grande guerra, mi aveva raccontato
Gianni, si era imbarcato per l'America, per poi continuare a girare
il mondo, prevalentemente a piedi.
Poi nel secondo
dopoguerra, con il boom economico italiano, Gianni era tornato in
Italia e aveva messo su questa fumetteria.
Avevo sempre sognato di
fare altrettanto, e una buona volta, finito il liceo, volevo
assolutamente farlo.
“Però”continuò
enigmatico Gianni “C'è una specie di rivista che è arrivata...una
specie di Jump”
“Jump?”pensai tra
me e me “Una specie di Shonen Jump, intendi?”
“Sì” mi rispose
“più o meno...”
Non so come feci, ma la
notai subito: era nell'angolo riviste, e ne aveva una sola copia...
“Ma che
diavolo...”dissi, prendendola in mano.
Da quanto ne sapevo,
dai tempi belli di Kappa Magazine non c'erano riviste italiane sui
manga, ma quella...
Sfogliandola, non
trovai altro che immagini a colori di moltissimi anime e manga del
passato e del presente, alcuni poco conosciuti e altri
straconosciuti...
Neanche una scritta:
che razza di rivista era, una senza scritte?
“Già, ma questo è
un Artbook o cosa? Non ci sono scritte, non può essere una rivista!”
“Ne sei sicuro?” mi
chiese, alzandosi “Mi pareva di averne vista una...”
“No guarda” gli
dissi “sono sicuro...toh, eccola”
Eppure ero certo che
prima non ci fosse...ma è sempre vero che sulla mia vista non ci si
può far affidamento...
La scritta era in
braille... come diavolo avevo fatto a non notarla?
Lessi:
“Se il mondo vuoi
salvare, e al tuo vuoi tornare, questo articolo devi
ritrovare...Gianni, che diavolo vuol dire?”
Ma quando mi girai per
interrogare il mio fumettaro preferito, quello non c'era più.
Anzi, a dirla tutta,
non c'era manco la fumetteria. E guardandosi bene intorno, dedussi di
non essere nemmeno a Roma.
Ma il mio primo
pensiero non si rivolse verso: il “Come sono arrivato qui?” o
simili, ma fu il seguente:
“Perché ho ancora
quel dannato Nokia 3330!?”
Tre persone, correvano
verso di me, tre cosplayer di Lupin. Ma i cosplayer più somigliati
che abbia mai visto: erano uguali spiccicati a quelli dell'anime.
“Devo assolutamente
fargli delle foto!”
Ma purtroppo il mio
cellulare era un vecchio 3330 (mi durava da 6 anni, da quando facevo
la prima media, e scommetto mi sarebbe durato per il resto della mia
vita) e non poteva fare foto...indi per cui...dovevo corrergli
dietro, visto che mi avevano appena superato!
“Lupiiiiiin!”gli
urlai “Fermati!”
Dannazione!
Mentre gli correvo
dietro, presi dalle mani di un malcapitato, appena uscito da un
negozio la sua macchina fotografica usa e getta.
“Scusi, vado di
fretta!” gli urlai mentre gettavo a terra gli ultimi dieci euro del
mese, come risarcimento.
Dietro di me, intanto,
sentivo qualcun altro urlare:
“LUPIIIIIIIIIN!
FERMATI IMMEDIATAMENTE! SEI IN ARRESTO!”
Era il cosplayer più
fedele a Zenigata che io abbia mai visto, uguale in tutto e per
tutto, e sbraitava “Lupiiiiin!” anche allo stesso modo.
Probabilmente ero
capitato nel bel mezzo di un Live Action...ma di un Live Action fatto
con i fiocchi e i controfiocchi!
Ma in fondo...chi se ne
fregava! L'importante era farsi la foto con quel Lupin!
Correvo a perdifiato,
ma Lupin proprio non riuscivo a raggiungerlo...quanto diavolo era
veloce?
Correvo urtando
persone, che mi bestemmiavano/insultavano dietro fino a che non
passai vicino ad un vicolo.
Non potevo sbagliarmi,
quella era una 500 color aragosta...e quante 500 color giallo chiaro
potevano esserci in giro, che non fossero quelle di Lupin?
Live Action o no, se mi
infilavo dentro quell'auto, prima o poi avrei incontrato quei tre
cosplayer.
Scivolai dal tettino
apribile dentro la 500, nei sedili posteriori.
Manco il tempo di
pensare, che Lupin, Goemon e Jigen, entrarono di corsa nell'auto.
Lupin e Jigen avanti e Goemon dietro, con me.
“Viaa!”Urlò Lupin,
mettendo in moto.
“Ehi, Lupin” disse
Jigen, prima che potessi aprire bocca, mentre l'auto sbucava su una
strada principale “Chi è questo, un tuo amico?”
“Mai visto” rispose
Lupin “pensavo fosse un tuo amico...”
“No..Goemon?”
“Niente da
dichiarare...”rispose il samurai, sedendo a gambe incrociate.
“Beh, io vorrei
semplicemente farvi una foto...”
“Sei capitato male
allora!” disse Jigen, mettendosi una sigaretta in bocca “Zazà ci
sta inseguendo...”
“LUPIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNN!”
Dietro, ancora
un'impiegabile Zenigata li stava seguendo, agitando le manette come
suo solito e intimando a Lupin di fermarsi.
E dietro di lui, mille
altre volanti della polizia...
“Jigen, ci pensi
tu?”chiese Lupin, mentre evitava un gruppo di persone e finiva
dentro un centro commerciale.
“Nessun
problema...”disse il pistolero “E tu, come ti chiami?”
“Leonardo...”
“Bene, Leonardo,
visto che sei qui, renditi utile: sai usare una di queste?”disse
lanciandomi una Magnum.
“No...”
“Bene, è giunto il
momento di imparare! E ricorda, mira alle gomme, non vogliamo
poliziotti innocenti sulla coscienza!”
Guardai prima Jigen,
poi Goemon, poi Lupin e infine la Magnum e pensai che probabilmente
era un sogno.
Chissà, forse mentre
stavo da Gianni mi era caduta in testo la raccolta dei numeri di
Detective Conan ed ero svenuto...
Quindi tanto valeva
godersi il sogno finché durava!
Presi la pistola, e mi
misi sul tettuccio accanto a Jigen.
Jigen era esattamente
come nel cartone: barbetta, cappello calato sugli occhi e mira
perfetta.
Ogni gomma scoppiava
puntualmente ad ogni suo sparo, seguito dal rumore di un auto che
sbandava e dall'imprecazione dei poliziotti che vi erano dentro...
“LUPIIIIIIIIN! SEI IN
ARRESTO!”
...ovviamente
intervallati dagli urli di Zenigata...
Provai anch'io a fare
la stessa cosa: dannazione, non avevo passato tutta l'infanzia in
sala giochi per niente!
Presi la mira, ma le
auto si muovevano, l'auto su cui stavo si muoveva, urti da tutte le
parti, e, inoltre, la magnum era bella pesante.
BANG!
Ovviamente non colpii
niente, e inoltre mi feci male a causa del rinculo del revolver...
“Tieni ben ferma la
pistola con due mani” mi disse Jigen “e quando spari, non
irrigidire le mani, ma rilassale, così da assorbire il rinculo...”
Ma non fece in tempo a
dirmi altro.
Sinceramente, non so
come feci, ma vidi un riflesso di luce, provenire dalla cima un
grattacielo...
“ATTENTO!”urlai a
Jigen, mentre lo spingevo verso il basso,
Una pallottola fischiò
sopra le nostre teste.
“Caspita! Zazà ci va
giù pesante!”Sghignazzò Lupin, inclinando l'auto per evitare un
palo della luce.
“Quello non era di
Zazà...”commentò Jigen “Quel proiettile mirava alla testa...e
Zazà non farebbe mai qualcosa del genere...”
“Già!”commentò
Lupin “e non ha dato certo l'ordine di farlo ai suoi uomini...”
“E i suoi uomini
preferirebbero tagliarsi una mano piuttosto che disobbedirgli...certo
che i poliziotti giapponesi sono davvero encomiabili...” commentò
Goemon, imperturbabile.
“E quindi” disse
Jigen togliendosi il cappello “qualcun altro sta cercando di farmi
la pelle...non si può certo dire che sia una novità”
Certo, il proiettile
era diretto a Jigen...ma allora perché avevo l'impressione che quel
proiettile fosse diretto a me?
“E vedo che se non
fosse stato per Leo, ci sarebbe riuscito...”disse il ladro
gentiluomo, accennando al proiettile che aveva trapassato il cappello
di Jigen.
“Un 7,62 × 51 mm,
direi...”disse Jigen prendendo in mano il proiettile “si può
utilizzare per i fucili di precisionEEEEEEEEEEEE....”continuò,
mentre cadevano da un cavalcavia, per ritrovarsi su una strada
sterrata.
“Penso li abbiamo
seminati...”disse Goemon, guardandosi indietro.
Ok, se quello che
succedeva era un sogno, era senz'altro il sogno più realistico che
abbia mai fatto.
E il più fico.
“E inizio a pensare
che non sia un sogno...”dissi, scuotendo la testa, toccandomi
ancora il polso, dolorante a causa del rinculo della pistola.
Ma se non lo fosse
stato, che significava tutto quello che mi stava accadendo? Come ero
arrivato qui? Sopratutto in compagnia di Lupin...
“Oh, eccoci a casa!”
fece Lupin, risalendo una collina, mentre in lontananza si vedeva una
solitaria e modesta casa in mattoni.
Sinceramente, non
sapevo cosa, pensare...era in compagnia di Lupin, e avevo appena
salvato la vita a Jigen, uno dei miei personaggi preferiti, tra
l'altro!
“Lupiiiiin!”
“Non so più quanto
volte l'ho sentito urlare, 'sto nome...”mormorai, più o meno
stanco.
Dalla casa in mattoni
uscì Fujiko.
Vedendola dal vero,
potevo forse riuscire ad intuire perché ogni volta, nonostante lei
la tradisse puntualmente, la tenesse fissa nella compagnia.
Era di un fascino
dirompente.
Lunghi capelli corvini
(anche se in alcuni OAV era bionda...) incorniciavano il viso, dai
grandi occhi marroni.
Ma vogliamo parlare del
suo petto? No, visto che non mi piacerebbe passare per un maniaco, ma
posso dire che l'anime non le rendeva pienamente giustizia...aveva
una quinta senza ombra di dubbio.
Fujiko abbracciò
Lupin:
“Allora, Lupin caro,
mi hai portato quel diamante, eh?”
“Ma certo,
cherì!”sghignazzò il ladro gentiluomo arrossendo, tirando
qualcosa di grosso fuori dalla giacca rossa.
“Oh, grazie, Lupin!”
esclamò Fujiko, facendo per prenderlo.
“Eh, no cherì!”
disse Lupin, rimettendoselo nella tasca interna della giacca “Avevi
promesso che avremmo passato una bella seratina insieme...”
Fujiko sospirò: “Hai
ragione...ma dobbiamo andare nel ristorante migliore della città!”
“Migliore della
città? Andremo in quello migliore del mondo!” rise Lupin, saltando
sulla 500 insieme a Fujiko verso chissà quale ristorante.
“E quella donna non
mi ha nemmeno visto...”pensai con amarezza.
È la storia della mia
vita, essere ignorato dalle donne...uff! Ma vabbè...
“A-ehm...che si
fa?”chiesi, come se facessi parte di quella banda da anni.
“Beh, io avrei un po'
di fame...” fece Jigen
“Allora...”dissi,
prima di venir interrotto da un violento brontolio di uno stomaco...
Quello di Goemon.
“... non mangio
niente da questa mattina...” si giustificò il samurai, arrossendo.
“Bene!” feci
scrocchiandomi le dita in stile molto Ken Shiro“Che ne dite allora
di una bella spaghettata come si fa dalle mie parti?”
“Dalle tue parti?
Perché di dove sei?” chiese Jigen, curioso
“Italiano” risposi,
con noncuranza
>
Erano passati pochi
minuti: per qualche miracolo, dentro la dispensa di quella casa
c'erano degli spaghetti che non fossero di soia, dell'olio, e una
pentola abbastanza profonda.
Decisi quindi per una
classica spaghettata aglio e olio (leggasi: oglio).
“Come mai sei venuto
qui in Giappone?” mi chiese Jigen, accendendosi una sigaretta.
I miei occhi si
spalancarono in un'espressione di stupore.
“Sono in Giappone?”
mi chiesi stupito “e come diavolo...è davvero tutto un sogno?”
Ma tutto quello che
stavo passando era così maledettamente reale...ma allora come era
possibile che fossi in compagnia di Goemon e Jigen a cucinare
spaghetti?
“Così, per turismo”
risposi vago, ma capii di non averli conviti: la mia espressione di
poco fa era inequivocabile.
Ma il problema
principale era un altro: loro erano davvero Jigen e Goemon?
“Vorrei farvi una
domanda”
I due stettero in
silenzio, segno che presi come un invito a proseguire.
“Voi siete davvero
Goemon Ishikawa e Jigen Daisuke?”
Un secondo dopo, Jigen,
tirò fuori la pistola e colpì per sei volte di fila un oggetto di
ferro molto piccolo posto dall'altra parte della stanza.
Cadendo, l'oggetto
passò davanti a Goemon, che sfoderando la spada e ne fece una
splendida statua del Buddha.
“Puoi giudicare tu
stesso” disse Jigen, dopo quella impareggiabile dimostrazione di
destrezza e abilità.
Ok, adesso si poteva
scartare l'ipotesi dei Cosplayer: quelli era sicuramente Jigen e
Goemon.
E si poteva anche
scartare l'ipotesi del sogno.
Quindi non rimaneva che
l'ipotesi del...
“Leo, l'acqua sta
bollendo” mi avvertì Goemon, sempre in tono serio, che però
lasciava ad intendere quanto fosse affamato.
“Oh, sì scusami”
Misi del sale dentro
l'acqua, per poi gettarci...
“Dite che una
porzione per tre basti?”chiesi
“Sì...”mi
risposero in coro Jigen e Goemon “Lupin non credo tornerà...”
“E se conosco bene
Lupin” feci senza riflettere “prima spenderà un patrimonio per
la cena con Fujiko, magari al chiaro di luna su un costosissimo
ristorante con vista...poi tornerà qui a casa per mettere in atto in
suoi propositi...e ZAC! Fujiko lo addormenta e gli prende il diamante
eppoi scappa...”
I due annuirono
solenni.
“E tu come fai a
saperlo?”mi chiese Jigen, curioso.
Dannazione! Non potevo
mica dirgli che lo sapevo perché avevo visto tutte le puntate
dell'anime di cui Lupin era protagonista!
“A-ehm...la sua fama
lo precede...”
“Ah ah ah!” rise
Jigen “Lupin sarà contento! La sua fama di miglior ladro del mondo
va a pari passo con quello di peggior corteggiatore! Ah ah ah!”
Goemon, intanto,
sorrideva sotto i baffi.
“Ed ecco, qua!”
dissi servendo i miei migliori spaghetti aglio e olio ai due.
Ci furono secondi di
tensione.
“Buoni!” fece Jigen
“era da un po' che mi ero stancato di mangiare quei Ramen
istantanei e non ne potevo più...”
Altri secondi di
tensione.
“La cucina italiana è
pari a quella giapponese...” disse Goemon, sempre serissimo.
“Evvai!”feci tra me
e me.
Sapevo benissimo che
fare piacere a Goemon roba non giapponese era un'impresa epica!
Mezz'ora dopo avevamo
finito di mangiare e, noi poveri scapoli, ci dividevamo i compiti
nello sparecchiare e nel lavare i piatti.
Si chiacchierava
amabilmente del più del meno, fino a quando non venne fuori il
discorso del nostro incontro.
“Cosa avevate fatto
per scappare così da Za...da quell'ispettore?”
“Come avrai capito
era per rubare quel diamante...”
“Ma...”feci io
“Ma?”
“Sì ma! Voi siete i
più abili ladri del mondo! Non credo andreste dietro ad un semplice
diamante!”
Jigen e Goemon si
scambiarono un'occhiata.
“Glielo diciamo?”
“Sì, ti ha salvato
la vita, e non credo che nessuna organizzazione si servirebbe di un
ragazzino...”
“Hai ragione...”fece
Jigen mettendosi una sigaretta in bocca “Allora, quel diamante
serve per aprire un tesoro nascosto...”
“Un
tesoro nascosto?”dissi con aria stupita... ma neanche troppo,
conoscendo Lupin e la sua banda.
“Esatto”
mi disse Jigen, continuando a tormentare la cicca di sigaretta che
gli era rimasta in bocca “Conosci Les
Peninsulas des Muertos?”
“No...mai
sentita...”dissi, preso alla sprovvista.
“Sarebbe
strano il contrario” disse Jigen “quest'isola non è segnata
sulle mappe convenzionali né nota al grande pubblico...”
“Perché?”
chiesi curioso.
“Ci
sto arrivando” rispose Jigen “Nel 1810, la Colombia e altre
colonie si rivoltarono contro la dominazione spagnola per ottenere
l'indipendenza, che come sai, alla fine ottennero...”
“In
realtà...” pensai con un tantino di disappunto “io di 'ste cose
non so quasi niente... protesterò con la mia prof di storia al più
presto...”
“Ma
quello che sicuramente non sai” continuò Jigen “è che furono
aiutati dalla Russia, e che la Colombia in cambio gli diede proprio
quella minuscola isola...”
I miei occhi si
spalancarono: “La Russia ha il possesso di un'isola così vicino
all'America?”
Jigen sorrise
compiaciuto: “Vedo che capisci la gravità della cosa” disse “Ma
l'isola non fu mai utilizzata dal governo russo se non a sorpresa nel
caso di una possibile guerra contro gli Usa... che non avvenne mai.
Leo, tu sai che cos'è lo START ?”
“Sì...
non è un accordo tra Russia e America che prevedeva la diminuzione
delle testate nucleari da entrambe le parti?”
“Esatto”
fece Jigen “Ma l'America al tempo era più potente della Russia
e... la Russia dovette dare qualcos'altro all'America... indovina
cosa?”
“La
posizione della Peninsulas des
Muertos?”
“Ancora
esatto” sentenziò Jigen “e una volta saputo, visto che
quell'isola non poteva cambiare nazionalità, fu utilizzata per dei
test nucleari e quindi si inabissò nell'oceano...”
“Che
finezza, questi americani... ma che c'entra tutto questo con il
diamante?”
“Beh,
conosci i Conquistadores, vero?”
“Beh,
certo”
“Quando
arrivarono nei pressi di un villaggio Maya particolarmente ricco,
quelli decisero di nascondere oro e gioielli che interessavano tanto
a quei diavoli bianchi...indovina dove?”
“Sulla
Peninsulas des Muertos?”
“Giusto...e
il diamante che abbiamo appena rubato è l'unico modo per aprire la
porta di quel favoloso tesoro...”
“Wow!”esclamai
stupefatto “Un tesoro degno di Lupin e i suoi compagni! Ma non
capisco cosa c'entri tutta quella storia dello spionaggio...”
“Beh,
Lupin ha rubato i documenti su questa faccenda alla CIA, quindi ci
stanno dietro anche loro...a noi e al tesoro probabilmente...e
probabilmente chi ha cercato di assassinarmi prima è stato proprio
una della CIA...”
“Già,
probabilmente hai ragione...”dissi cercando di convincermene io
stesso...perchè qualcuno dovrebbe uccidermi?
“Si
è fatto piuttosto tardi...”disse Goemon guardando l'orologio, che
stava quasi segnando la mezzanotte.
“In
effetti...”commentai serafico.
“Ci
sono tre stanze” disse Jigen “io e Goemon in quella di destra, tu
in quella centrale, e Lupin, se e quando tornerà, in quella a
sinistra...”
“Ma
non vorrei farvi dormire nella stessa stanza a causa mia...”
“Non
riesco a dormire sui letti occidentali...”fece Goemon “e quel
letto rimarrebbe comunque inutilizzato, quindi tanto vale che lo
utilizzi tu...”
Lo guardai con
commozione: “Grazie Goemon!”
“Di
niente...”mi rispose, sempre imperturbabile.
Così, ci demmo la
buonanotte e ci ritirammo nelle stanze.
Mi buttai sul letto con
la mia solita delicatezza...ed è stato un miracolo che non si
fossero rotte le assi del letto...
Ma vabbè...
C'era qualcosa di più
urgente su cui dovevo riflettere.
Ero nel mondo di Lupin!
Quelli erano davvero Jigen e Geomon ed ero capitato molto
probabilmente nel bel mezzo di un nuovo fantastico colpo!
Ma
come ci ero arrivato qui? L'ultima cosa che ricordavo era... quella
strana rivista sì! Se il mondo vuoi
salvare, e al tuo vuoi tornare, questo articolo devi ritrovare...
Dopo aver letto quella scritta ero stato trasportato in Giappone, nel
mondo di Lupin! Quindi... dovrò trovare quel biglietto per
tornarmene a casa?
“Che
diavolo...”contemporaneamente ad un rumore di una porta spalancata,
provai una sensazione mai sentita...
Mai.
Era indescrivibile e
non riuscivo ad identificarla con alcuna emozione che avevo provato
in precedenza.
Quella sensazione mi
diceva di andare con Jigen e Goemon a prendere quel tesoro.
Ma perché avrei dovuto
fare qualcosa del genere?...ma, prima di tutto, che diavolo era quel
rumore?
“Eccoci
a casuccia bella, Fujiko cara!”sentii, e poteva essere solo Lupin
“Così potremo terminare la serata come merita...”
Quindi i due
piccioncini erano tornati...e tra poco si consumerà la tragedia...
“Comunque
sia... non ho niente da fare qui, domani chiederò a Lupin, Jigen e
Goemon se posso in qualche modo aiutarli alla ricerca del
tesoro...quella sensazione di poco fa...è troppo forte per poter
essere ignorata...”
Quindi...quindi...stavo
per iniziare una nuova avventura! In compagnia di tre leggendari
personaggi sarei andato alla ricerca di un tesoro perduto da chissà
quanti anni! E probabilmente in quel tesoro avrei trovato quella
specie di rivista...e rileggendola sarei tornato a casa! Sì! Poteva
essere!
Guardai la stanza alla
tenue luce, troppo eccitato per dormire: come tutta la casa, era
spartana, un armadio e una scrivania ai piedi del letto, una porta
finestra che dava su un balcone e dalla parte diametralmente opposta
della porta che dava sul corridoio, che a sua volta dava sul salone
dove poco fa io e i membri della banda di Lupin parlavamo...
Mi misi seduto...era
tutto ancora troppo assurdo per essere ver...
Ma i miei pensieri
vennero interrotti da un caldo vento estivo.
La finestra era aperta,
ma non riuscii a vedere in che modo era successo...fino a quando, non
vidi un angelo.
Lo guardai per alcuni
secondi, prima di capire che in realtà si trattava di Fujiko, bella
come non mai...
I capelli corvini al
vento e una camicia da notte, quasi trasparente, che le arrivava
appena all'inguine.
Ero pietrificato.
Cercai di deglutire, ma trovai la gola secca.
Con le movenze di un
felino, si avvicinò verso di me.
Io continuai a
guardarla, ancora pietrificato. Cosa dovevo fare? Che ci faceva lì?
Fujiko mi lanciò uno
sguardo languitissimo e prese la mia mano nella sua.
Sgranai gli occhi:
“Fujiko, io...”
“Va
tutto bene...”mi disse lei, premendo la mia mano sul suo seno.
La mente era vuota, la
sensazione che provavo in quel momento annullava tutte le altre mie
sensazione fino a che...
Non vidi uno scintillio
nella notte e...
BANG!
BANG!
Due colpi di pistola
partirono dietro di me, seguiti dal rumore di qualcosa di metallico
che cadeva per terra.
Fujiko scappò in
direzione del balcone, ma Goemon era di fronte a lei, spada
sguainata.
“Fai
un altro passo, e non vedrai la prossima alba...” le disse con voce
glaciale.
La ragazza si guardò
intorno con aria smarrita, sentendosi probabilmente in trappola,
quindi fece un passo indietro, ma inciampò.
“Ma
che diavolo...”riuscii solo a dire.
Aprendo la porta alle
mie spalle entrò Jigen, con la pistola fumante in pugno.
Qualche secondo dopo
apparve Lupin, in boxer e canottiera, che accese la luce.
“I-io...”ballbettai”
Non ho fatto niente, è lei...”
“È
tutto a posto, Leo” mi fa Jigen “Ma lei ci dovrà dare delle
spiegazioni...” continuò indicando Fujiko, seduta in un angolo.
Mi guardai intorno, e
la prima cosa che vidi per terra fu un coltello.
“O
mio dio, o mio dio...”dissi sedendomi sul letto, sconvolto.
Era davvero successo?
Fujiko aveva tentato davvero di uccidermi?
E se non fosse stato
per Jigen...sarei morto! Ma perchè qualcuno mi avrebbe voluto
uccidere? Che motivo avrebbe avuto? Io in quel mondo ero
completamente estraneo!
“Avevo
sospettato che avresti fatto qualcosa...ma addirittura cercare di
uccidere Leonardo...Che schifo...” disse Jigen sputando ai suoi
piedi.
“E
ora...”disse Goemon “Parla, perché hai cercato di assassinare
Leonardo?”
“Fujiko...”
Lupin guardò la donna, con occhi sgranati, quasi senza parole.
Fujiko guardò Lupin
con occhi supplichevoli: “Lupin...”
Quest'ultimo guardò
prima Jigen, poi Goemon, e infine me, che non riuscii a rispondere
allo sguardo, a causa dello shock che avevo ricevuto.
“Nessun
Lupin,Fujiko...” commentò duro il ladro
gentiluomo.
Fujiko guardò con uno
sguardo allucinato da cane bastonato tutti i presenti, ma non le
restituirono che sguardi duri...in quanto a me, il mio sguardo era
vuoto, e fissavo con insistenza una mattonella sul pavimento.
“E
va bene, parlerò”disse facendosi improvvisamente sicura “Ho
ricevuto l'ordine di uccidere il ragazzo qualche giorno fa...”
“Quindi
tu sei Fujiko Mine?”
Un ragazzo sui
ventinque anni apparve di fronte a Fujiko, ma non un ragazzo normale.
Aveva
dei capelli argentati a caschetto, occhi viola, fisico asciutto, e
fatto non trascurabile, era bono da morire
“Sì”
rispose timidamente Fujiko“Sono io”
“Dall'anime
ti facevo più prosperosa... ma vabbè, allora, tra poco tempo
incontrerai un ragazzo di nome Leonardo, sui 17-18, anni... bene
dovrai ucciderlo”
“Uccidere
un ragazzino?No, non se ne parl...”
PUF!
Sul tavolo delle
trattativa il tizio dai capelli argentati mise una quantità
sproporzionata d’ oro.
“Questo
è l'anticipo, ne avrai il doppio una volta compiuto l'omicidio”
“Ma
perchè vuoi uccidere un ragazzino? Ti ha rubato la ragazza?”
“Niente
di tutto questo!” disse il ragazzo con i capelli argentati “Lui
non è di questo mondo! Interferisce con i nostri piani di conquista!
Ed è l'unico che può farlo...azz...il capo mi aveva detto di non
dirlo...mi aveva detto di non dirlo...no, non dovevo dirlo...”
Fujiko continuò a
guardarlo e gli si avvicinò con modi da cerbiatto, fino ad
avvolgergli con le mani il collo: “E nel pagamento c'è anche una
nottata con te?”
“No,
mi dispiace. Sono Gay, e mi piacciono solo gli uomini grandi, grossi
e pelosi, mi dispiace”
Fujiko si allontanò
da lui con sguardo allucinato, prese i soldi, e se ne andò...
“E
questo è tutto”concluse Fujiko, mentre io, Lupin, Goemon e Jigen
la guardavamo stupefatta.
Poi lo sguardo di tutti
si spostò su di me, poi di nuovo su Fujiko e...
“FUJIKO!
PERCHÈ OGNI VOLTA IO DEVO PREGARTI E INVECE A QUELLO GLIELO
CHIEDI?!” urlò Lupin.
“Non
è certamente quello l'importante...”fece Jigen serissimo “...Come
fa a un tizio del genere a piacergli solo uomini grandi grossi e
pelosi? Questo rompe ogni legge fisica...ai tizi così di solito
piacciono giovani uomini effeminati...”
“MA
SIETE TUTTI IMPAZZITI?”dissi guardandoli sbalorditi “HANNO APPENA
DETTO CHE SONO L'UNICO IN GRADO DI SALVARE IL MONDO DALLA LORO
CONQUISTA! E CHE MI VOGLIONO UCCIDERE! E CHE NON SONO DI QUESTO
MONDO!”
Secondi di silenzio.
“Un
samurai non dovrebbe mai urlare fuori dalla battaglia...”sentenziò
Goemon.
“Dai
Leo, scherzavo...”fece Jigen, mettendosi un'altra sigaretta in
bocca, sempre serissimo.
“Io
invece no!” urlò Lupin “Io rubo diamanti, io rischio la vita, io
giro il mondo, io faccio il gentiluomo...e questa qua la d...”
“LUPIN!”Lo
riprendemmo io e Jigen “Non essere volgare!”
Fu un attimo.
Non si sa da dove,
Fujiko prese una granata fumogena e la gettò a terra, creando una
densa cortina di fumo.
Tossimmo per diversi
minuti, al termine dei quali, Fujiko era fuggita.
“Ma
perchè... l'avete lasciata fuggire?” stavo per chiedere prima che
Lupin mi mostrasse una specie di Radar del Drago su cui luccicava un
punto bianco, che si muoveva a gran velocità...non ci misi molto a
capire che quel punto era Fujiko!
“Uh,
uh uh!”disse Lupin “la bella ha appena preso la sua moto e si sta
dirigendo chissà dove...”
“Probabilmente
da quel tizio con i capelli argentati...”disse Jigen “Ma la
domanda importante è un'altra...Lupin, perché sei in mutande?”
Il ladro gentiluomo
esitò un attimo ma poi parlò:
“Allora
eravamo appena tornati dal ristorante quando...”
Lupin si chiuse
dietro di sè la porta della sua camera: “Sherì (Ancora! Non fare
i francesismi, se poi li sbagli! XD), adesso è venuto il momento di
concludere come si deve!”
E in modo mai visto
da essere umano, salto fuori dai vestiti, trovandosi solo in boxer e
canottiera, buttandosi in modalità siluro su Fujiko solo per...
Per venir colpito da
un guantone da pugilato uscito da chissà dove...
“Il
solito insomma” disse Jigen “niente di nuovo...”
Ma Lupin sembrò
ignorarlo e continuare a guardare il Radar del Drago.
“No,
non può essere...”
Quindi, senza spiegare
niente a nessuno, partì a razzo verso la sua camera, dove c'era un
computer.
In un attimo collegò
il cavo USB dal Dragon Radar al pc, e presto sullo schermo si
visualizzò una mappa della città, su cui lampeggiava ancora il
segnale di prima.
Segnale, che ora si era
fermato.
“Era
quello che temevo...”disse Lupin scuotendo la testa “guardate
dov'è adesso...”
Il ladro cliccò due
volte sull'edifico su cui era ferma Fujiko e una scritta apparì
nitida:
“American
Embassy”
“Dannazione!”
disse Jigen “È all'ambasciata americana! È con la Cia e quelli
che hanno cercato di uccidermi...”
“A-ehm...”dissi
guardandolo “Jigen, ho sempre avuto l'impressione che quel
proiettile fosse destinato a me...e adesso ne abbiamo la conferma...”
“Intendi
quel ragazzo dai capelli d'argento? Beh, è una possibilità, ma non
certezza... e comunque quel proiettile è entrato nel mio cappello,
non nel tuo, Leo, come mai ne sei così sicuro?”
“A
parte che non ho un cappello...”risposi quasi sorridendo “Me lo
sento. Quando ti è arrivato quel proiettile ho avuto la netta
sensazione che fosse destinato a me...”
“Beh,
se hai ragione, allora quel tizio ha una pessima mira...”
E io, non so come feci,
ma ero sicuro che ad un ragazzo con il caschetto argentato
fischiassero le orecchie.
“Lupin...”fece
Goemon “Ma se Fujiko è andata lì vuol dire che ha il diamante...”
“Ih
ih ih!”rise il ladro dalla giacca rossa “Ovviamente è un falso!
Ed è lì dentro che è la trasmittente...o se ne sono accorti...”
Infatti, il segnale
sullo sconto si era spento.
“Bene
gente!” disse Lupin alzandosi “direi che la prima cosa da fare, è
andare ad indagare sul posto! Si va in Colombia!”
Per Killkenny: E non hai ancora visto niente...BWAHAHAHA!
Per prof: Essì, Gianni è un mito, spero di farlo ricomparire più tardi...una domanda, ma il nick a cosa è dovuto? Al mitico Prof di "Migliolo con Prof"(chissà, Leonardo potrebbe farci fare una capatina...) o al fatto che sei un "Prof dei Manga"? Contento che ti sia piaciuta, poi!
“Sono morto...”
riuscii a mormorare, una volta sceso da quel dannato aereo
Giappone-Colombia.
“Ma come!” mi disse
Lupin stirandosi “Non hai dormito? I sedili erano particolarmente
comodi...”
“Forse per voi...”
dissi, mentre l'irritazione cresceva in me... “che eravate tre fili
distanti da me... NON IO che ero vicino ad un ciccione che mi dormiva
addosso e che mi raccontava in continuazione barzellette idiote!”
“Su, su, Leo, non
fare così, neanche per Goemon è stato un viaggio facile...” mi
consolò Lupin.
Secondi di silenzio.
“Senza la mia spada
non posso nemmeno fare Harakiri!” disse quasi urlando Goemon.
Altri secondi di
silenzio.
“Non capisco perché
non l'abbia potuta portare con me...”
Io, Jigen e Lupin
sospirammo.
Chissà quante volte
gliel'avevamo spiegato che era vietato introdurre oggetti pericolosi
dentro un aereo...
Un ora dopo, eravamo
dentro un pullman che ci avrebbe condotto da Bogotà, la capitale
della Colombia, alla nostra meta, Rìohacha, un paesino sulla costa
colombiana.
Il viaggio non era dei
più corti, e neanche dei più confortanti, visto che Lupin aveva
prenotato per la classe economica, causa mancanza di fondi...
Tuttavia riuscii a
dormire, dopotutto avevo una notte di sonno da recuperare... e sognai
di nuovo il tizio dell'aereo che mi raccontava per 100 volte di
seguito quella dell'idraulico che con capiva un tubo, seguita da
quella con il falegname con la moglie scollata e per finire cercava
di sedurmi.
Mi ero svegliato di
soprassalto, osservando Goemon, nel sedile accanto al mio, con un
sorriso beato in volto, che dormiva attaccato in modo convulso alla
sua spada.
Sospirai.
Era bello e strano allo
stesso tempo trovarsi con Lupin e i suoi compagni, vivendo con loro
una delle loro avventure. Il tutto, a dire il vero, sembrava ancora
più vicino alla verità che al sogno.
Ma era tutto
dannatamente vero. Avevo già rischiato di morire, per di più
assassinato, per ben due volte in un solo giorno.
Quindi, mentre guardavo
senza davvero vedere il paesaggio oltre il finestrino del pullman,
pensavo a cosa significasse tutto questo.
C'era quindi questo
tizio dai capelli argentati e magari qualcun altro che cercava di
conquistare il mondo, e io, avendo letto quella specie di rivista ero
diventato una specie di “Chosen One”, il prescelto in grado di
salvarlo.
“Wow” mi dissi “il
sogno di ogni otaku, si può dire...”
Il problema era che
avevo rischiato di morire... la morte... l'oblio dopo la vita...
“Come si può pensare
che un povero ragazzo come me riesca a salvare il mondo?”
Boh, chi lo sapeva?
Dopotutto, che scelta
avevo?
“Magari ho qualche
potere superfico, o in realtà sono stato adottato e in realtà sono
figlio di chissà chi...” fantasticavo, sospirando.
Mi sembrava tutto come
in qualche film o libro...
Durante una sosta,
chiesi a Jigen di insegnarmi ad utilizzare la pistola. Dovevo
imparare a difendermi... almeno finché non fossi riuscito a
padroneggiare i miei poteri superfichi!
Stranamente, nessuno si
sorprese di vedere Jigen in possesso di un'arma, e anzi, molti lo
applaudirono quando colpì preciso le lattine che aveva messo per
farmi allenare.
Tuttavia, non mi
ridiede una Magnum per esercitarmi, ma un Revolver.
Presi la pistola tra le
mie mani, cercai di tenere i polsi fermi, nonostante mi tremassero
comunque, e sparai.
Mancato.
“Devi stare calmo”
mi disse Jigen “non devi avere fretta, non c'è nessuno che ti
corre dietro e anche nel caso ci fosse, dovresti avere la stessa
imperturbabilità di adesso”
Impugnai la pistola con
più determinazione e decisione, e guardai dritto il barattolo, posto
ad una ventina di metri di distanza.
Sparai.
Bang!
E questa volta riuscii
a colpirlo.
“Bravo!”mi disse
Jigen “ora andiamo che il pullman non aspetta certo noi...”
*Rumore di un grosso
mezzo che parte*
“Infatti non ci ha
aspettato...” dissi mentre vedevamo allontanarsi il pullman, dove
ero sicuro di vedere il ciccione dell'aereo che mi salutava....
“E adesso?” chiesi
guardando Jigen
“Beh” mi disse
Jigen guardandomi “Non credo abbiamo molta scelta...”
Cinque minuti dopo
eravamo sul ciglio della strada, camminando progressivamente verso
nord est, con il sole alle spalle.
“Non credo abbiamo
molta scelta...”aveva detto Jigen “ce la dobbiamo fare a
piedi...”
Dopo un momento di
sconcerto, arrivai alla conclusione che Jigen aveva ragione: chiedere
un passaggio a dei perfetti sconosciuti sarebbe stato un suicidio.
Così, incominciammo a
camminare, lasciandoci dietro barattoli bucati e depressioni varie...
a dire il vero sembravamo dei cowboy senza cavallo.
Era un'ora che
camminavamo, quando...
Una vecchissima Ferrari
con su scritto “taxi” sulla fiancata, si fermò di fianco a noi e
aprì la portiera:
“Ehi, cowboy, serve
un passaggio?”
Ad offrirci il
passaggio era uno dei tipi più curiosi che avevo mai visto. Occhiali
da sole, cappello da cowboy, un paio di folti baffoni fulvi, una
camicia a quadretti blu e una stella da sceriffo appuntata sopra.
Io stavo quasi per
piangere dalla commozione, avevamo trovato un passaggio!
Scambiai un'occhiata
con Jigen, dubbioso.
Lui mi sorrise appena,
e quindi risposi:
“Certamente!”
Salii sul retro, mentre
Jigen salì avanti, di fianco al baffone.
“IH, AH! DOVE
CAVALCHIAMO, MIEI GIOVANI COWBOY?”
Ebbi un attimo di
esitazione...quanta gente strana esisteva in questi mondi!?
“Verso Rìohacha,
sceriffo!”
“IH, AH! GIOVANE
COWBOY! MI PIACE IL TUO ENTUSIASMO! ESSIA! GALOPPIAMO VERSO
RÌOHACHA!”
Si vedeva subito che io
e quel cowboy eravamo entrati subito in sintonia.
Infatti cinque minuti
dopo...
“A
bolt of fear went through him as they thundered through the sky For
he saw the Riders coming hard and he heard their mournful cry!”
cantavamo io e lo sceriffo mentre la vecchia e sfasciata autoradio
trasmetteva Ghost Riders in The Sky,
cantata dai Blues Brothers, di cui io modestamente, ero un grande
fan.
“Yippie
yi Ohhhhh Yippie yi yaaaaay Ghost Riders in the sky!”
Intanto Jigen ci
guardava tra lo sbalordito e il divertito.
“Ehi, giovane cowboy!
Allora i giovani d'oggi non ascoltano tutte quelle musichette house
unz-unz! Mi piaci! IH, AH! A proposito, come vi chiamate? Io sono Dan
Woodstrike!”
“Leonardo!” mi
presentai entusiasta.
“Jigen...”disse
serioso.
“Bei nomi, cowboy! Vi
dispiace se facciamo una fermata a questo ranch?” disse Dan,
indicando una stazione di servizio.
“Nessun problema,
sceriffo Dan!” risposi ridendo.
Scendemmo dalla Ferrari
Taxi di Dan, e notammo che alla cinta aveva un cinturone con una
pistola.
Poi portava un paio di
jeans e degli stivali con degli speroni.
Quell'uomo era un mito!
“Che pistola è
quella?” chiese Jigen, guardando il cinturone di Dan.
Dan gliela porse.
“Un pezzo di
storia...”disse Jigen “ una Colt Single Action Army, spesso
abbreviato con S.A.A.... è detta Peacemaker perché lautilizzavano gli sceriffi del vecchio West... questo modello
dovrebbe essere del 1873, in finitura standard, con il telaio
cementato e il calcio in noce...” si mise in posizione di mira
“Davvero un'ottima arma...”
Premette il grilletto.
“Non ci sono
proiettili dentro quella pistola!”disse Dan.
“Come mai?” chiesi
“Una storia lunga...”
rispose lo sceriffo “ma piuttosto, ho visto che anche tu, Jigen,
hai una pistola...”
Jigen sorrise: “Come
l'hai capito?”
“La tua giacca,
cowboy, si capisce...”
E i due iniziarono un
lungo discorso sulle armi, da fuoco, su quelle che hanno fatto il
West, e di altre cose incomprensibili ai comuni mortali.
Una ventina di minuti
dopo eravamo di nuovo sul ferrari/taxi di Dan, che ci raccontava
della sua vita.
Aveva vinto la sua
ferrari una ventina di anni fa, e da allora viaggiava in giro per il
mondo, guadagnando i soldi facendo il tassista o qualche lavoretto.
Non sapevo perché ma
il suo modo di parlare mi ricordava in qualche modo quello di Gianni,
il mio fumettista.
“E mai una
sosta?”chiesi “Non hai una casa a cui tornare?”
“Cowboy” mi fece
Dan facendo serio “Non hai più il diritto di avere una casa se hai
fatto quello che ho fatto io!”
“Ma cosa...”
“IH, AH! Chi vuole un
po' di whisky? Me ne sono lasciato un po' per offrirlo ad una bella
donna, ma... lo darò a voi!”
Jigen mi lanciò una
strana occhiata.
“No, non vi
preoccupate, un vero cowboy non si mette in viaggio se ha bevuto un
Whisky di troppo!”
Qualche ora dopo
eravamo di giunti a destinazione, ovvero Rìohacha!
“Quanto ti
dobbiamo?”fece Jigen, accendendosi una sigaretta.
“Niente” disse lo
sceriffo “passare il tempo con dei giovani è stato così bello!
Ora riprenderò il mio viaggio verso Nord! IH, AH, COWBOY!” e con
una sgommata, partì verso orizzonte.
“Che strano
tipo...”disse Jigen
“Sì, abbastanza...ma
ne ho conosciuti di più strani... ” commentai con aria vissuta,
annuendo solennemente “Piuttosto... non dovremmo raggiungere Goemon
e Lupin?”
“Già” fece Jigen
“dovrebbero essere ad una locanda, l'Hombre de la Muerte...”
“Mamma mia che
allegria...” feci, avvicinandomi ad un passante.
“Scusi sa dov'è la
loncanda dell'Hombre della Muerte?”
“Io nuddha saccio!
Nuddha vitti! Nuddha ascutai!”
E si allontanò di gran
passo.
“Sbaglio o quello era
siciliano?” mi fece Jigen
“Era siciliano...”
Facendo alcune domande
in giro, scoprimmo che la locanda in cui Lupin ci aveva fatto
alloggiare non aveva affatto una buona fama, ma riuscimmo, seppur con
riluttanza dei nostri interlocutori, ad ottenere le indicazione per
arrivarci.
Giunti fin lì,
trovammo al bancone il tizio più losco che abbia mai visto.
La faccia coperta di
cicatrici, barbuto, una benda sull'occhio e un'aria arcigna che non
vi dico.
“I vostri amici” ci
disse con una voce gutturale “sono nella stanza 56, si cena alle 8
e se non ci siete, peggio per voi!”
E se ne andò.
“Buonasera anche a
te...”sussurrai, salendo le scale mentre Jigen sorrideva.
“Oh, ben
arrivati!”disse Lupin mentre entravamo “Come siete arrivati?”
“Un simpatico
tassista ci ha dato un passaggio gratis...”risposi.
“Beh, allora è
andata meglio che a voi che a noi...”disse Lupin “un grassone ha
fatto fondere il motore”
“LO SAPEVO! IL
GRASSONE! SEMPRE COLPA SUA! STA RENDENDO LA MIA VITA E QUELLA DI CHI
MI VIVE ATTORNO UN INFERNO!”
“Leo...che ti
prende?”
“Niente, niente...”
“Comunque... Ho preso
le tute da sommozzatore, domani ci daremmo da fare per esplorare i
fondali marini in cui dovrebbe essere affondata l'isola...”
La mattina dopo iniziò
subito male.
Entrai nell'angolo
ristorante di quella specie di locanda e trovai i miei tre compagni
che facevano già colazione.
“Buongiorno...” mi
fecero.
“Buongiorno un
cazzo!”feci “Dove sono i miei fottuti cereali?”
“I tuoi cosa?” mi
fecero in coro.
“I MIEI FOTTUTI
CEREALI AL CIOCCOLATO!” urlai, facendo girare tutti quelli intorno
a me “IO NON FACCIO COLAZIONE SENZA I MIEI CEREALI AL CIOCCOLATO!”
I tre mi guardarono
allibiti.
“IERI PASSI PERCHÈ
ERAVAMO SULL'AEREO MA IO PRETENDO I MIEI CEREALI E IL MIO LATTE!”
“Beh...”mi disse
ancora allibito Lupin “Valli a comprare no?”
“OH!” dissi
“FINALMENTE QUALCUNO CHE HA UNA FOTTUTA IDEA!”
E me ne andai sbattendo
la porta, diretto verso il supermercato più vicino.
Ma... quali certezze
c'erano che in Colombia ci fossero gli stessi fottuti cereali che
c'erano in ital...
“Toh, eccoli...”
feci, prendendoli in mano “e sono colombiani...”
Tornai alla locanda con
un pacco di cereali e due litri di latte della centrale di Roma (non
chiedetemi come ci sia arrivato lì, perché non lo...), pagando il
tutto un euro (e la ragazza alla cassa mi voleva anche dare il
resto... il cambio doveva essere spaventoso!).
Sedendomi al tavolo,
presi il latte, lo ficcai in una tazza, ci infilai mezza scatola di
cereali, e iniziai a trangugiare.
Lupin, Jigen e Goemon
mi guardavano allibiti.
“Leo...”mi fece
Lupin “ma hai mangiato ieri sera?”
Continuai a mangiare
senza rispondere.
Cinque minuti dopo
avevo finito...
“Ah...” feci
massaggiandomi la pancia “Scusate per prima, ragazzi, quando non
trovo i miei cereali divento un tantino nervoso...”
“Ce ne siamo
accorti...” dissero i tre ladri, in coro, ma con toni nettamente
diversi.
“Comunque sia...”
dissi “adesso sono pronto a tutto, dove sono le nostre tute da
sommozzatore?”
Ok, Finito il terzo
capitolo! Può sembrare un po' corto...ma vabbè, spero di rifarmi
con il prossimo dove spero ci dovrebbe essere il gran finale...
Ghost Riders in the
sky, presente nel film Blues Brothers 2000...(lo ammetto il film è
orrendo e non ha niente a che vedere con il primo, ma la canzone è
carina!)
Per Ghen(vedi stavolta
l'ho scritto bene il nome...gne gne gne!XD): Lieto che ti sia
piaciuto il capitolo! E, beh, pensavo che i personaggi potessero
sembrare OOC perché Fujiko tenta di ucciderlo...io da un certo punto
di vista l'ho sempre vista come quella che tradisce sempre ma che
alla fine vuole bene a Lupin. Ma vabbè! Per la faccenda di Russia e
America...beh...sarebbe venuto in mente anche a te se avessi finito
ieri per la 10° volta Metal Gear Solid...XD
Per Lady Blue: Con “Che
spreco”...intendi il tizio dai capelli argentati gay?XD Beh, sì,
può darsi, a molte ragazze sarebbe piaciuto...ma è quello che è
comunque!XD Lieto che ti siano piaciuti questi capitoli...ah, non ho
letto l'ultima parte del tuo commento...ho smesso da
“scrivi-scrivi-scriviii!”XD
L'ispettore Zenigata
era di fronte ad una scrivania, sull'attenti.
“Riposo,
ispettore” disse l'uomo dietro la scrivania.
Era di colore e
completamente calvo. Aveva un fisico asciutto di chi certamente si
era guadagnato il proprio pane sputando sangue ed indossava un paio
di occhiali da sole rotondi.
Zenigata si rilassò.
“Grazie
per essere venuto, ispettore Zenigata” gli disse “Sa perché
l'abbiamo chiamata, vero?”
“Signorsì,
per catturare Lupin!”
“Certo,
ispettore... ma si sieda e si rilassi”
“Grazie,
signore!” disse l'ispettore sedendosi.
“Sa
i particolari della missione?”
“No”
rispose Zenigata “Ma sono al corrente che Lupin è diretto verso un
territorio militare americano”
“Esatto,
ma la faccenda è più complicata, ispettore”
“Più
complicata?”
L'uomo di colore si
alzò in piedi: “Sì, perché sfocia in informazioni Top Secret di
livello rosso, livello a cui io solo io e il Presidente abbiamo
accesso, mi capisce?”
“Capisco,
signore”
“Quindi
quello che le sto per dire è strettamente confidenziale e dovrà
restare tra di noi, intesi?”
“Certamente,
signore”
***
“Dovrebbe
essere quella lì” fece Lupin indicando una barca.
La
nostra destinazione, la Peninsulas
dos Muertos,
era un'isola e per arrivare fin là, avevamo bisogno di una barca.
Lupin, allora, aveva
deciso di affittarne una direttamente sulle coste colombiane, e
quindi si era messo d'accordo via telefono con qualcuno.
Il qualcuno che
doveva affittarci la barca era un arcigno omaccione con la faccia
piena di cicatrici e una benda sull'occhio: il padrone della locanda!
“Ebbene,
cosa dovete fare con la mia barca?” ci chiese appena arrivammo, con
espressione arcigna, guardandoci con quel suo singolo occhio.
“Ehm...”
esitò Lupin “andiamo al largo a esplorare le bellezze del mare...”
“Certo
le bellezze del mare...” l'occhio dell'uomo si illuminò “Eh, i
bei tempi in cui andavo in giro per le Maldive facendo il pirata ...
alleggerendo di gioielli e soldi quegli sciocchi turisti!”
Ci guardò un attimo
con aria sognante, come se per magia potessimo diventare la sua nuova
ciurma e andare all'arrembaggio... ma subito dopo si ricompose e
tossicchiò leggermente.
“Comunque,
io sono Sam , voi?”
“Lupin...”
“Jigen
”
“Goemon
”
“Leonardo...”
“Piacere
di conoscervi... e scusate se ogni tanto sono un po' burbero...”
“Oh,
non si preoccupi!” feci io, sorridendo.
“Allora,
la bagnarola è questa” disse Sam indicando una nave in buone
condizioni “un solo consiglio: a nord ovest c'è un'isola, e appena
qualcuno si avvicina, sparano senza preavvisi di sorta”
“E
il governo non fa niente?”
“Ah,
il governo! Buona questa!” esclamò Sam, mostrandoci una smorfia
“lì dentro ci saranno campi di marijuana e spacciatori a non
finire... e terranno a bada chi di dovere con chissà quante
bustarelle!”
“Va
bene, non ci avvicineremo” fece Lupin “in fondo ci teniamo a
vivere!”
“E
fate bene!” disse Sam ridendo “La vita è strana! Non sai mai
cosa ti può riservare! A dopo!”disse andandosene.
Cinque minuti dopo,
avevamo mollato gli ormeggi e levato l'ancora ed eravamo in mare
aperto.
Tutti e quattro
eravamo nella cabina di comando, io seduto per terra, Goemon al
timone (Goemon sapeva guidare le barche? Non ci credo!), Lupin
appoggiato alla parete e Jigen intento a fumarsi una sigaretta.
“Bene!”
disse Lupin “È il momento di mettervi al corrente di tutta la
storia, cioè di come sono entrato in possesso di tutte le
informazioni...”
“Beh,
Jigen mi ha detto praticamente tutto...” dissi, annuendo.
“No!
Quello che ho riferito a tutti era un mero riassunto!”
Silenzio.
“Beh,
allora racconta” fece Jigen, spegnendo la sigaretta.
“Ih
ih ih!” ridacchiò Lupin “Era un giorno come un altro e girando
per città mi era accorto di quanto la nostra casa fosse squallida, e
quindi avevo deciso di comprare un'anfora da un rigattiere... ma fui
fortunato, perché dentro c'era questo!” esclamò Lupin estraendo
dalla giacca rossa un foglio piuttosto malmesso “Leo, leggi tu?”
“Certo”
dissi prendendolo “allora...
Anno Domini 1538
Il
nostro glorioso comandante, Nicolás de Federmann, ci condusse in una
ricca cittadina abitata da rozzi pagani. Questi avevano tanto oro da
far sembrare El Dorado una squallida leggenda. Li attaccammo, ma loro
seppero difendersi, e anche se noi avevamo i fucili, loro erano molti
di più.
Quindi
il comandante mise a punto un ingegnoso piano, uno di noi doveva
fingersi traditore per poi recuperare più oro possibile e ammazzarli
tutti. Il volontario di questa missione avrebbe potuto scegliere le
donne e i gioielli più belli, e quindi io mi offrii volontario.
Sapevo anche la loro lingua, quindi non mi fu difficile guadagnarmi
la loro fiducia, sopratutto dopo aver salvato il loro capo da un
attento fasullo ideato da noi. Gli dissi che altri uomini con il
fucile, milioni di altri uomini con il fucile, sarebbero giunti fin
qui per prendersi le loro donne e il loro oro, e che quindi sarebbe
stato meglio arrendersi subito. Loro mi credettero, ma non mi
ascoltarono. Secondo una loro antica leggenda, nei momenti di
difficoltà si dovevano recare in un'isola lì vicina per fare
Shater, la preghiera definitiva. Sull'isola si portarono tutte le
proprie ricchezze ed entrammo tutti in un enorme grotta, dopo aver
percorso una tortuosa via. E allora capii che cos'era Shater. Tutti,
uomini, donne bambini, si uccisero bevendo un veleno. Io ero l'unico
sopravvissuto ed ero rinchiuso in una caverna con i cadaveri di 500
persone e oro sopra ogni più rosea immaginazione. Sigillo quindi
questa anfora, in cui una volta erano rinchiuse le ceneri del mio
povero padre, e la butto attraverso un buco nel soffitto, sperando
che finisca in mare. Allego quindi una mappa affinché chiunque
trovi questa mappa possa trovare questo favoloso tesoro adesso in mio
possesso. Oh, quanto vorrei che tutto questo oro potesse diventare
pane, anche quello più miserabile!
Che
chiunque trovi questa mia utilizzi il suo contenuto per vendicarmi!
Che questi miserabili che mi hanno condotto qui soffrano anche dopo
morti! Che siano maledetti!
E che Iddio abbia
in pietà la mia anima!
Fernando de
Lorena, Pio e Sacro servitore di Dio.
E questo è
tutto...”
Guardai prima Jigen,
poi Goemon, che mi rivolgeva la schiena, essendo ancora al timone,
eppoi a Lupin, che mi sorrise.“È stato abbastanza facile arrivare
alle conclusioni a questo punto: questo Nicolás de Federmann voleva
l'oro di questo villaggio e noi sappiamo che arrivò anche in
Colombia... e questi indigeni, credendo alle bugie di Fernando, si
credettero perduti e decisero di fare Shater, preghiera di cui
Fernando non sapeva nulla... e questa preghiera prevedeva quindi il
sigillamento dei beni terreni e il suicidio di tutta la popolazione
tramite un veleno. Ma...”
“Ma?”
facemmo in coro.
“Ma
nei pressi della Colombia non c'era alcuna isola del genere, quindi
non poteva che esserci di mezzo qualche segreto militare...”
“E
quindi sei andato a rubare quelle cose alla CIA, capisco...” disse
Jigen “ e da lì tutta la storia di Russia e Usa... e quindi
l'isola è affondata...”
Io, intanto ero
ancora pensante: “Una sola cosa non mi è chiara...”
“Cosa?”
mi chiese Lupin.
“Se
il diamante che avete appena rubato è l'unico modo per entrare nella
grotta, come ha fatto ad arrivare fino a Tokyo?”
“Ottima
domanda, Leo. Fu un soldato russo a trovare per sbaglio quel
diamante, centinaia d'anni dopo e a rivenderlo una volta tornato in
patria... e da allora è passato da mano in mano fino ad arrivare in
Giappone... non sapete che fatica che ho fatto ad avere queste
informazioni...”
“E
l'anfora?”
“L'anfora
fu trovata pochi mesi fa da un pescatore di queste parti... e di
nuovo, passando di mano in mano, arrivò sul tavolo di
quell'antiquario da cui io l'ho comprata...”
***
“Signori,
gradite qualcosa da bere?” chiese una bella hostess ai passeggeri
della prima classe di Tokyo-Bogotà.
“No,
grazie” rispose un ragazzo sui 25 anni, abbassandosi chi occhi per
poterla fissare con i suoi splendidi occhi azzurri.
“Se
avesse bisogno di qualsiasi cosa non esiti a chiamarmi...” rispose
la hostess, arrossendo.
“La
vuoi smettere di fare il filo a quella hostess?” disse una ragazza
al suo fianco.
“Perché,
sei gelosa?” chiese il ragazzo, con un sorriso sornione.
“Io?
Figuriamoci!”
Il
ragazzo era alto, moro, occhiali da sole, giaccone in pelle in
perfetto stile Fonzie.
La ragazza era poco
più bassa del ragazzo, lunghi capelli biondi e un corpo dalle curve
mozzafiato.
Indossava dei jeans
e una camicetta bianco neve.
“La
smettete, piccioncini?” gli disse Fujiko, a fianco di lei,
evidentemente seccata.
“Tu
non ti impicciare!” gli urlarono i due contemporaneamente “Sono
problemi di miei e di Lea/David, non tuoi!”continuarono i due
contemporaneamente.
“Questo
sarà un viaggio molto lungo...” sussurò Fujiko guardando fuori
dal finestrino.
***
“Questo
posto è davvero molto strano...” disse Lupin “ho preso questo
aggeggio, che dovrebbe rivelare le radiazioni residue di una bomba
nucleare ma...”
“Fammi
indovinare, non capta niente?” chiese Jigen “Ma sei sicuro che
funzioni?”
“Sicurissimo,
l'ho provato ad Hiroshima personalmente...”
“Forse...”
azzardai “hanno utilizzato qualche strano aggeggio per assorbire le
radiazioni che non vogliono far vedere al mondo...”
“È
possibile” disse Lupin “ma...”
“Lupin,
siamo arrivati” disse Goemon
“Ok,
adesso dovremmo immergerci...”
“Non
indosserò mai quella roba tecnologica...” sentenziò Goemon
solenne “andrò sott'acqua come ci andavano i miei antenati...”
“Leo...”
mi disse Lupin “Tu sai fare immersioni?”
Lo fissai per lunghi
secondi:
“Lupin,
io ho fatto 8 anni di nuoto e 4 di immersione con bombole... a
momenti mi trovo più a mio agio in acqua che fuori...”
“Sei
meglio te...” mi fece Lupin con perfetto accento romano, mentre si
immergeva.
“Lupin!
Come fai a sapere il romano! Lupin!” dissi, mentre cercavo in modo
più o meno goffo di mettermi la muta.
Intanto Jigen e
Goemon si buttarono in acqua.
“Ok,
sono pronto” mi dissi in perfetto stile sommozzatore, due minuti
dopo, sedendo sul bordo della nave “A tra poco, nave!”
E mi buttai.
...
Devo davvero dirlo?
Sono finito dentro una delle scialuppe di salvataggio.
Altri due minuti
dopo, ero in acqua con le pinne, il fucile e gli occhiali, intento a
mugugnare l'omonima canzone.
Osservavo ammirato i
fondali della Colombia, completamente diversi da quelli che avevo
visto nelle mie precedenti escursioni subacquee in Italia.
Ma la cosa strana è
che... anche per un profano come me era più che lampante che lì non
c'era mai stata nessuna isola.
Neanche in tempi
lontani... sapevo benissimo che anche con il miglior bombardamento
del mondo non si poteva distruggere completamente un'isola....
Ma sopratutto...QUEL
POSTO BRULICAVA DI VITA!
Fauna e flora di
ogni forma e colori... decisamente non un posto Post Apocalittico.
“Cosa
significa tutto ciò?”
Risalii in fretta
verso la superficie, trovando la nave già piena.
Goemon era in un
lato, con indosso solo il fundoshi, il costume da bagno tipicamente
giapponese, mentre meditava, Jigen si fumava una sigaretta in un
angolo, mentre Lupin era intento a ricontrollare delle carte, molto
probabilmente quelle che aveva rubato alla CIA.
“Oh,
ben tornato Leo!”
“Che
succede, Lupin? Non c'è una minima traccia di isole, qui attorno!”
“Hai
ragione, ce ne siamo accorti anche noi...”disse Jigen, alitando
fumo.
“Ma
le carte sono giuste, non c'è la minima possibilità che io mi sia
sbagliato!” fece Lupin “Questo vuol dire...”
“Vuol
dire che la cartina che hai rubato era un falso...”sentenziò Jigen
“Ma...”
Jigen scambiò con
Lupin un'occhiata complice, per poi guardare me, ancora perplesso, e
un sorridente Goemon.
Poi capii tutto.
“Ma
certo!” esclamai “L'isola dei Trafficanti! Probabilmente quella è
quello la vera Peninsulas dos Moertues!”
“Esatto!”disse
Lupin “e quindi questo cambia un po' la storia... sicuramente
Americani e Russi si sono messi d'accordo e stanno combinando chissà
che cosa in quell'isola!”
“E
quindi?”
“Quindi
adesso andremo in quella isola, cercheremo l'entrata per la grotta
che conduce al tesoro e lo ruberemo e che cavolo!”
“Adesso?”
feci titubante “Ma con adesso intendi adesso adesso, o adesso
dopo?”
“ADESSO
ADESSO!” urlò euforico Lupin, saltando in sala comandi e
armeggiando con dei pulsanti che uscivano da chissà dove “AVEVO
PREVISTO QUALCOSA DEL GENERE!”
Lupin, spinse un
bottone, e la nave si impennò schizzando verso l'isola.
“AAAAAAAAAAAH!”
urlai, mentre il vento mi colpiva la faccia fino a farmi male ed ero
sicuro di star sentendo il theme di Lupin...
“LupenLUPEEEEEN...papparappaaà,
pa pa pàà”
sentivo aleggiare, fino a quando non mi accorsi che Lupin aveva
acceso una radio.
“Santo
iddio...” feci sorridendo
“LEO!
Ti ricordi quello che ti ho insegnato ieri?” mi urlò Jigen, mentre
vedevo l'isola avvicinarsi a velocità spaventosa.
“SÌ!”
“Bene!
È il momento di metterlo in pratica!”
Neanche
il tempo di finire la frase che dall'isola partì un missile che ci
stava dirigendo verso di noi!
“O
CAZZO CAZZO CAZZO!!!” urlavo in preda al panico, mentre di
sottofondo c'era ancora il theme di Lupin.
“Rilassati
Leo! Sei in compagnia di gente che ne ha viste di peggiori!”
Il
missile, intanto, si avvicinava sempre di più,
“Goemon?”
“Ci
penso io”
Il
missile si stava dirigendo verso di noi, più veloce che mai, ma
ormai mi ero rassicurato.
Non
ero in compagnia dei primi venuti, ma della leggendaria banda di
Lupin!
Con
grazia ed eleganza, Goemon fece un salto, e in un attimo tagliò il
missile in due metà perfette, che andarono a schiantarsi ai lati
della nave.
“La
mia spada ha colpito di nuovo una di quelle diavolerie
tecnologiche...” disse Goemon, rinfoderando Zantetsu-ken.
Mentre
ci avvicinavamo all'isola dall'acqua spuntarono dei mitragliatori,
che iniziarono a spararci.
“Spara
Leo!” mi disse Jigen “Io penso a quelli di sinistra, tu a quelli
di destra!”
Presi
il mio Revolver, e trovai in qualche modo una posizione di
equilibrio, con la nave che si muoveva a velocità vertiginosa.
Vedevo
Jigen che fino a quel momento si stava occupando lui di tutti e due i
lati, con un po' di difficoltà, mentre Goemon continuava a tagliare
missili...
Presi
un attimo la mira e BANG! Il mitragliatore scoppiò con fragore.
“Continua
così!” mi urlò Jigen, mentre con una mano si teneva il cappello e
con l'altra sparava.
Continuai
a sparare ai mitragliatori, facendo centro il 90% delle volte e a
quel dieci per cento che mancavo, sopperiva Jigen.
Continuavamo
ad andare avanti, ed eravamo quasi arrivati!
“LUPIN!”
urlò Jigen “scogli a dritta!”
“LI
HO VISTI!” urlò Lupin, evidentemente emozionato, mentre continuava
ad andare avanti.
“MA
SE ANDIAMO AVANTI COSÌ, CI SCHIANTEREMO!” urlai
“IH
IH IH!” fu l'unica cosa che sentii rispondermi...
“O
MIO DIO!” urlai mentre la nave era a due centimetri dagli scogli
“MORIREMO TUTTI!”
Ma
non morimmo, la nave, in qualche modo, usò gli scogli come rampa di
lancio.
“AAAAAAAAAAAAAAAAH!”
In
quel momento vidi la mia vita passarmi davanti, quando mia madre mi
insegnò a scrivere, quando mio padre mi insegnò come tirare di
esterno, ricordai ad una ad una le stupide litigate che avevo fatto
mio fratello...
La
nave sorvolò tutto il complesso militare che c'era su quell'isola
per atterrare al centro dell'isola, nel bel mezzo della giungla.
STRUNG!
SBANG! TRABABANG! TUNF!
BANG!
La
nave si schiantò nella giungla in modo teatrale, quasi
hollywoodiano, andando prima addosso a due/tre alberi, per poi
fermarsi sul ciglio di un burrone.
Miracolosamente,
alla fine di quel processo, ero ancora tutto d'un pezzo e persino
vivo, anche se ero finito dalla parte opposta della nave ed ero in
una posizione innaturale.
Mi
tastai per accertarmene.
“Wè,
gente, tutto bene?” chiesi titubante.
“Visto
che ho la mia spada, sì” rispose Goemon.
“Più
o meno...”disse Jigen.
“Con
qualche livido...” mi disse Lupin “Ragazzi, non muovetevi...”
“Perch...”
dissi io, tentando di rimettermi in una posizione dignitosa, mentre
la nave dondolava pericolosamente verso il burrone “Ah, ecco...”
“Va
bene...” disse Lupin “cerchiamo di scendere dalla nave...niente
movimenti bruschi e....”
“LUPPPPPPPINNNNNNNN!”
L'inconfondibile
voce dell'ispettore Zenigata risuonò nella giungla colombiana,
rompendone il silenzio.
“AAAAAAAAAAAAAH!
Paparino! Come sei arrivato qui!?”
La
barca traballò.
“Lupin
la barca!”
Zenigata
comparve d'improvviso di fronte a noi, facendo volare un gruppo di
uccelli.
“Ovunque
ci sarà Lupin, ci sarà anche Zenigata!” sentenziò l'ispettore,
agitando ancora una volta, le manette.
“Zazà,
non so se te ne sei accorto, ma saremmo in una situazione alquanto
precar...”
“LUPPIIIIIIIIIINNNNNN!”
urlò l'ispettore, saltando sulla nave.
Che
ondeggiò.
“LUPIIIIIIIIIIN!”
Che
continuò ad ondeggiare.
Zenigata
gli tirò le manette...
Quello
fu il colpo di grazia, la nave rovinò verso il precipizio,
cominciando a scivolare lungo il burrone.
“Per
fortuna...”
Presi
una pietra in faccia
“Che...”
Mi
arrivò un ramo in bocca.
“Il
buttone...” dissi, masticando un paio di foglie.
Polvere
in faccia...
“NON
ERA A 90° GRADIIIIII!!!AAAAAAAAAAH!”
“HAI
RAGIONEEEEEEEEEE!”mi rispose Lupin.
“LUPPPPPPPPPIN!
TI PRENDERÒ!”
“PERCHÈ
TUTTE A MEEEEE!
“Un
vero samurai non si scompone mai...”
E
giù verso l'ignoto...
Brang!
La
nave miracolosamente si fermò, ed ero ancora vivo.
Mi
guardai intorno: da una parte il burrone, dall'altra la giungla.
“Ragazzi...tutto
bene?” ripetei, per la seconda volta in quella giornata.
Trach!
Il
terreno sotto di noi sprofondò di nuovo.
“MA
PORCA PUTTANAAAAAAAAAAA” mi lasciai sfuggire, mentre cadevo di
nuovo nel vuoto, questa volta, quello più assoluto.
Ok,
questo doveva essere l'ultimo capitolo di Lupin ma...una cosa tira
l'altra e ho paura che andrà avanti almeno per altri 2 capitoli!O_O
Mio
dio!
Ma
alla fine siete stati fortunati, se mettevo in pratica quello che
avevo in mente(che vi dirò nel prossimo capitolo) la parte con Lupin
non sarebbe davvero finita più....XD
Poi
ho paura di quello che verrà dopo! Io pensavo di riesumare per un
capitoletto(se sarà un capitoletto!) Mighty Max, di cui recentemente
ho fatto anche il cosplay...XD
Ah,
la canzone che cita Leo è “Con le Pinne il Fucile e gli Occhiali”
di Vianello.È del 62, quindi è normale che non la conosciate!XD
Berlinene:
Lieto di averti rallegrato e grazie per i complimenti! Proprio quello
che ogni autore vorrebbe sentirsi dire! Beh, per lo sceriffo non ti
preoccupare, l'ho invento io ti sana pianta, così come quelli di
Lea, David (a dire il vero questi ultimi sono ispirati al tipico
rapporto Ranma/Akane...XD) e Sam...XD Nel caso ci fossero altri
personaggi non appartenenti al mondo a cui Leo fa visita, te lo dirò!
Suikotsu:
Essì, essere il prescelto è sempre dura...poi quando sei stato
prescelto oltre che dal fato, anche dalla sfiga, come nel caso di
Leo, lo è ancora di più!XD Beh, sì spero di farlo finire in tanti
altri mondi...ci ho già fatto un pensierino per quello di Saint
Seiya...ma trovo improbabile in anime come Kyashan o Kenshiro, penso
morirei di tristezza... sopratutto perché lì Leo sarebbe fuori
luogo!XD Però mai dire mai!XD
Ghen:
Già! Me la cavo nei così detti Stelth(quelli di infiltraggio), ma
adoro anche i picchiaduro!(Street Fighter in particolare) Beh, Leo è
un pazzo furioso oltre che uno sfigato cronico...insomma non proprio
un Gary Stu!XD Poi vabbè che ho disatteso tutte le previsioni, ma
vabbè!XD
Prof:
Speriamo che non sia davvero troppo per Leo!XD Dai, è un prescelto
sfigato, ma pur sempre un prescelto, quindi qualcosa dovrà pur fare!
Qui inizia l'avventura, nel prossimo capitolo dovrebbe avere a che
fare con il tesoro e trappole mortali alla Indiana Jones! Beh, con le
cospirazioni mondiali...XD
Il dolore che sentivo alla
gamba sembrò rispondermi di sì.
Accertato quindi di essere in
uno stato ottimale, incominciai a guardarmi attorno.
Ero in una caverna,
profondato chissà di quanti chilometri sotto il livello del mare e l'unica
uscita sembrava anche l'entrata, ovvero qualche
chilometro sopra le nostre teste e ovviamente non era possibile raggiungerla.
L'unica luce era quella che
veniva proprio da quel buco sul soffitto, flebile e soffusa.
Lupin, Jigen
e Goemon erano davanti a quella che sembrava una...
una porta?
“Ma...diavolo!”
urlai “La nave! Sam ci ucciderà tutti!”
La nave, infatti, non si
poteva più chiamare tale.
Ormai era solo un ammasso di
rottami, inutilizzabile.
Il trio mi guardò, e Lupin
sogghignò:
“Beh, se troviamo il tesoro,
potremo ripagarlo!”
“TESORO? TESORO? Siamo
intrappolati in una dannata grotta e tra poco gli americ...i rus...CHIUNQUE CI SIA in questa maledetta base verrà a cercarci! E VOI CHE
FATE? STATE DAVANTI A QUESTA PORT...CHE DIAVOLO CI FA UNA PORTA QUI?”
“Calmati Leo, o ti verrà un
infarto!” mi suggerì Lupin “E osserva meglio la porta...”
“Ho diciassette anni ed è
impossibile che mi venga un infar...”
Magari non mi venne un
infarto, ma mi mancò il fiato. Sulla porta c'era un buco, un buco
che poteva essere colmato solo con un diamante! Il diamante che Lupin che aveva
trovato! L'entrata del tesoro!
“Che fortuna...”dissi guardando la porta, ancora sgomento “Ma...dov'è
papà Zenigat...l'ispettore Zazà....insomma
il signor ispettore Zenigat...”
“LUPIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNN!”
Dai rottami della nave,
spuntò, più pimpante che mai, KoichiZenigata, urlando quello che urlava
di solito.
“AH, Zazà
si è svegliato!”
Lupin tirò fuori dalla giacca
il diamante e lo ficcò dentro il buco apposito nella
porta.
La terrà cominciò a tremare,
e il soffitto iniziò a franare.
“Perchè
è tutto così maledettamente banale!” urlai, un po'
preso dal panico.
“Lupin!” continuava ad urlare Zenigata, agitando le
manette, come suo solito.
La porta si aprì di scatto,
accompagnata da un fragore infernale.
Io, Jigen
e Goemon ci si infilammo
dentro senza esitazioni, seguiti da un urlante Zazà.
Dentro non si vedeva niente,
tanto era fitta la polvere che si era alzata.
“Lupiiiiiiiiin,
non mi sfuggirai”
“Paparino, cambia disco!” gli
consigliò Lupin.
Zak!
Fu uno scintillio
nell'oscurità, e sentii qualcosa di metallico aggrapparsi ad
un mio polso.
“Ah-ah!
Ti ho preso Lupin!”
Il polverone infine si diradò
e vidi un corridoio che in lontananza si biforcava.
Ed io e Zenigata eravamo legati con
le manette.
“Paparino, mi sa che hai
sbagliato mira...”
“Già...”
Tunf!
“Un classico...”pensai “la parete che cala tra gli eroi per
dividerli...”
“Leo, Zazà,
state bene?”ci chiese Lupin, che insieme al resto della banda era rimasto
dall'altra parte della parete.
“Tutto bene!”urlai
“LUPIIIN!TI PRENDERÒ!”urlò Zazà, ancora legato a me.
“E anche Zazà
sta bene...”disse il ladro gentiluomo, mente molto
probabilmente sorrideva “Ok, ci dividiamo! Voi andate avanti! Probabilmente
tutte e due le strade portano al tesoro!”
“D'accordo!”dissi “Ci vediamo
dopo!”
“Lupin!”
“Ispettore Zenigata, ci
conviene andare.”
Zenigata mi guardò con intensità:
“E tu chi sei?”
Sembrò che mi passasse
davanti una balla di fieno.
Zenigata fino a quel momento non mi aveva neanche notato!
“Sono Leonardo, e mi sono
unito recentemente alla banda di Lupin...”
“Male, male” mi ammonì Zenigata “Così
giovane e già sulla via del crimine! Sopratutto considerando cosa stai
per rubare!”
“Perchè
cosa sto per rubare?”
“L'arma batteriologica che
russi e americani stanno sviluppando segretamente da più di 50
anni!”
“Arma batteriologica?”Guardai
l'ispettore Zenigata perplesso “io e Lupin siamo qui per recuperare il tesoro
nascosto di una tribù Maya!”
“Ah, sì?”Gli occhi
dell'ispettore Zenigata si illuminarono “però un furto rimane sempre un furto! Lupin deve essere arrestato!”
“Ecco perchèZazà era così su di giri!”realizzai tra me e me
“Pensava che Lupin volesse rubare quell'arma!”
“Leonardo, giusto?”
“Sì...”
“Temo di avere una brutta
notizia...non trovo più le chiavi delle manette....”
“O dannaz...
e adesso?”
“Beh, andremo avanti legati...”
Sospirai: Niente da fare, era
destino che succedesse.
Mi guardai intorno: la parete
che mi aveva diviso dagli altri mi lasciava un unica
via, dritta e lunga, che conduceva a chissà quali pericoli.
Tremai.
Quante volte ancora avrei dovuto rischiare la vita?
“Andiamo!” dissi al mio
compagno, trascinandolo per le manette.
Il corridoio era fiocamente
illuminato da della luce che filtrava attraverso alcuni buchi che erano sul
soffitto.
Io mi muovevo cautamente, di
soppiatto, un po' come faceva Buggs Bunny quando si
muoveva in punta di piedi.
Zenigata mi seguiva esitante.
“Ispettore Zenigata...”
“Sì?”
“La prego di fare piano, un
piede in un posto sbagliato potrebbe far accadere la più terribile delle cose...”
Zenigata deglutì: “V-va bene...”
Dopotutto era logico che io
fossi esperto di caverne e trappole in generale...quante
ore avevo passato, dentro anguste caverne, schivando trappole e combattendo
contro terribili mostri in agguato nell'oscurità?
Beh, forse non ero
propriamente io ad aver fatto quelle cose, ma il mio alter ego di Doungens & Dragon, Karth...
comunque restava il fatto che ero io ad impersonificarlo...
Ebbi come un flash, e rividi
il mio gruppo di amici intenti nella nostra attività preferita: il cazzeggio.
Cazzeggio che nell'80% delle volte sfociava durante una partita di
D&D.
Marco, il nostro Master severo e bastardo...
Laura, la nostra chierica
tira mazzate...
Mauro, il nostro guerriero
sclerotico...
Gabriele, il mago saccente e
sentenzioso... e infine io, Leonardo, il paladino rompicoglioni del gruppo, che
blaterava sempre qualcosa sulla giustizia e sulla morale...
Eravamo davvero un bel
gruppo. Chissà se mai uscirò vivo da tutto ciò, potrò tornare a giocare con
loro...
E ora qui, insieme a Zazà in un Dougen pieno di
trappole che proteggeva un tesoro inestimabile... insomma il mio Master non
avrebbe potuto inventare di meglio.
Neanche il tempo di
fantasticare un attimo che sentii mancarmi il terreno sotto i piedi.
“LEO!”
Zenigata riuscì a salvarmi solo perchè
eravamo legati con le manette, altrimenti sarei diventato un puntaspilli.
Infatti, sotto di me, si
aperto il pavimento, e sotto c'erano tanti bei
spuntoni pronti pronti a infilzarmi.
Zenigata mi tirò sù con un po' di
fatica.
“Questa caverna è troppo
stereotipata...”dicevo a Zenigata,
mentre, superato il buco faidiventareunpuntaspillileo,
camminavamo avanti “prima il terremoto quando apriamo la porta, poi il muro che
ci separa e ancora la trappola del puntaspilli...insomma manca solo il masso
rotolante e chiamo Indiana Jon...”
Click
Sentii di aver calpestato
qualcosa che non dovevo calpestare, ma sembrò non
succedere niente.
Rimanemmo qualche secondo in
silenzio, fino a quando in lontananza non sentimmo una specie di rombo, come un
tuono.
“Ma che...”
Zenigata non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che lo
costrinsi a correre, trascinandolo per le manette.
Poco dopo, neanche a farlo a
posta, dal mio 3030 incominciò a partire la suoneria
del theme di Indina Jones.
“Un masso rotolante ci sta
venendo addossooo!” urlai mentre un masso gigante si
avvicinava pericolosamente a noi “E PERCHÈ DIAVOLO È PARTITA LA SUONERIA DI INDIANA JONES PROPRIO ADESSO! AAAAAAAAAAAAAAAH!”
Correvo come riusciva a fare
solo Nebeshin in Exel Saga,
mentre Zenigata mi seguiva a due passi di distanza.
“SI STA AVVICINANDO, SI STA
AVVICINANDOSISTAAVVICINANDO!!!”urlai, un po' (?)in
preda al panico.
“Oh mio dio!” pensai “la
trappola di prima!”
“Leo!” urlò Zenigata
“saltiamo!”
“Il buco è piuttosto lungo
non so se riuscirei a AAAAAAAAAAAAAAAAAH!”
Zenigata saltò, e così feci anch'io...e
ci appendemmo al bordo della trappola, mentre il masso si sfracellava dietro di
noi, nella trappola.
“Ce la siamo vista brutta,
eh, Leo?”
“Non ti preoccupare, ormai ci
sono abituato...”
E pensare che fino a poco
tempo fa ero il più normare
dei ragazzi...
Sospirò.
“Ok, Ispettore, andiamo!”
Superammo di nuovo la buca, e
procedemmo lentamente lungo il tortuoso tunnel.
Quali altri pericoli avremmo dovuto affrontare?
Io e Zenigata camminammo in silenzio
per vari minuti, nella speranza che nessun gruppo di indigeni con archi e
frecce avvelenati avrebbe tentato di ucciderli, magari mentre cercavamo di
raggiungere un aereo...
Il tunnel finalmente si aprì
in uno spazio più ampio, dove c'erano due porte, con
accanto due statue, fedeli riproduzioni di due aztechi armati di lancia.
Al centro c'era una scritta
composta da caratteri che non avevo mai visto...
eppure... sapevo di saperli leggere...
“Com'è possibile?” Chiesi con
voce spezzata, più a me stesso che a Zenigata “So leggere questi caratteri...”
Ma, aspetta! Lupin avrebbero
dovuto parlare giapponese! E gli abitanti della Colombia una
specie di spagnolo!
Come diavolo avevo fatto a non pensarci prima? Come era
possibile?
“E allora cosa c'è scritto?”
mi chiese Zenigata, probabilmente senza aver notato il mio conflitto
interiore.
“Due porte, una conduce alla tesoro, una alla morte. Due guardiani. Uno ha fatto
voto di retta parola, l'altro di non farlo mai. Una sola domanda ti è concessa,
o viandante, ad uno dei due guardiani.” lessi.
“Quindi...”
disse Zazà grattandosi la testa “Queste due statue...
sarebbero i guardiani... e uno dei due dice solo la verità e l'altro solo
bugie... e una conduce al tesoro... e l'altra... a morte certa?”
“Esattamente..” dissi, con aria solenne “Ma dubito che questi pezzi di
roccia sappiano parlare...” dissi, dando un calcio ad una statua.
“!!!!”
Gli occhi della statua si
erano illuminati di rosso! E...
Non so grazie a quali miei poteri nascosti, ma riuscii a schivare la
lancia... per un soffio.
“Promemoria per me: mai
prendere a calci dei guardiani sacri...”
“S-si
è mossa!” balbettò Zenigata “Che strano...Ragazzo, riflettiamoci un attimo sopra, ok?
Dopo aver visto la statua muoversi tutta questa faccenda dell'indovinello mi
sembra anche troppo reale...”
Zenigata aveva ragione... ma...
Come si era mossa quella
statua? Magia Azteca?
…
…
“Boh...”
come al solito era l'unica risposta che mi sapevo dare.
Tanto valeva concentrarsi
sull'indovinello...
...Ma
aspetta, ho già sentito qualcosa del genere...
Il mio Master...
C'ha fatto lo stesso indovinello, una volta!
Ma chi l'aveva risolto...
Mmm...
“Bisogna fare una domanda
pertinente alla strada da prendere... e che ci dica la direzione in cui
andare... sia che lo chiediamo al guardiamo sincero,
che a quello bugiardo...” disse Zenigata,
sorprendendomi con le sue abilità deduttive.
Ma dopotutto era nell'Interpool per un motivo, no?
Poi
Un flash.
Quasi di una vita passata.
E probabilmente era la
soluzione....
Mi alzai deciso, e mi diressi
verso il guardiano a sinistra. Chiesi quindi con voce tuonante e chiara:
“"Secondo te, qual è la porta che consiglierebbe l'altro
guardiano?"
La guardia rimase ferma
immobile, senza darmi risposta.
Poi, lentamente, girò la sua
lancia in direzione della porta a destra.
“Ok, la porta giusta è quella
a sinistra” dissi deciso.
“E come fai
ad esserne tanto sicuro?” chiese, quel bonaccione di Zenigata,
che neanche si era arrabbiato del fatto che non l'avevo consultato prima di
fare la domanda...
“Seguimi
nel ragionamento: Se l'avessi chiesto al guardiano bugiardo
avrebbe indicato quello che porta alla morte, perchè
è bugiardo, e la guardia che dice la verità mi avrebbe indicato quella della
salvezza, no?”
“Certo” disse “ti seguo... ma
se lo avessi chiesto alla statua sincera?”
“E' lo stesso....anche
se fosse stato il guardiano sincero, avrebbe indicato quello che porta
alla morte, perchè così gli avrebbe consigliato il
guardiano bugiardo...”
“Ma certo!” disse Zenigata
battendo il pugno su una parete “Geniale! Quindi visto
che la guardia ha indicato la destra, noi dobbiamo andare a sinistra! Certo!”
Andammo verso la porta di
sinistra, e ci ritrovammo in un altro tortuoso tunnel, che dopo qualche minuto
sbucò...
In un salone. Enorme.
Grandioso... e
raccapricciante allo stesso tempo.
Oro, gioielli, vasi
preziosi... ce n'erano fino alla nausea... accanto
ad... un mare di ossa.
Cadaveri che erano lì da più
di 400 anni, che attendevano solo il loro arrivo.
E in un lato, l'unico che
aveva ancora i vestiti... anche se comunque cadavere.
Probabilmente era quel Conquistadores traditore...
Zenigata ed io rimanemmo qualche minuto a contemplare quella
macabra bellezza che avevamo di fronte.
“Bene, bene, bene... che cosa
abbiamo qui?”
Fu una voce sconosciuta a
parlare.
E veniva da dietro di noi...
Era uno dei tizi più strani
che avessi mai visto.
Occhiali che sembravano un
visore notturno, un gilè bianco su una camicia bianca
e un paio di pantaloncini corti che avevano tutta l'aria di essere mutande.
“Proprio come pensavo, un trio di trasgressori!”
A parte che eravamo in due...
a parte che quella era una palese citazione...
Dai boxer (!!?)
tirò fuori una pistola, che ci puntò addosso.
“Il tesoro... e in particolare...
questo...” disse prendendo un vaso.
“IN NOME DELLA LEGGE TI
ORDINO DI...”
Partì un proiettile dalla
pistola dell'uomo, che colpì la gamba di Zenigata.
Riuscii appena a sostenerlo
prima che cadesse a terra.
“ Povero piccolo ispettore...” disse quel bastardo, con voce compassionevole “Se fossi
stato zitto e fermo non sarebbe successo”
“Bastardo...”
sussurrai a mezzabocca
“Cosa, cosa
cosa? Mio giovane e sconosciuto amico, hai
detto qualcosa?”
Avrei voluto saltargli
addosso e prenderlo a botte per quello che aveva fatto a Zenigata... ma... lui aveva
una pistola...
Mi toccava fare buon viso e
cattivo gioco.
“Non ho detto niente, sconosciuto signore”
“Ah, già, già, già! Non mi
sono ancora presentato! Che maleducato! Sono KirtPoler, piacere di conoscervi!”
“Oh!” fece dopo un attimo
“Suppongo che uno sparo non sia il miglior biglietto da visita del mondo...ihihih! Ma
che ci volete fare! Non ci sono più le buone maniere di una volta!”
Rise della sua stessa battuta
per qualche secondo.
“Comunque! Io ero tornato qui
per prendere...QUESTO!”
Lasciò cadere il vaso che
conteneva... cosa?
Un oggetto verde di fattura e
forma indefinita.... Mai visto niente del genere...
Non credevo a quello che
vedevo...
Non era stato costruito da mani umani... il mio sguardo e quello di Zenigata
venivano catturati dal verde brillare di quel diamante, senza poter
distoglierlo.
“Che diavolo...” riuscii solo a dire, mentre quel tizio lo prendeva in
mano
“Eccolo, ispettore e ragazzo
sconosciuto! L'ho cercato a lungo... molto a lungo! Il segreto della prosperità
dei Maya! La Sacra Pietra del Tempo! E ora è miaaaaaaa!”
E incominciò a ridere
convulsamente.
“Ora... nessuno... nessuno,
potrà fermarmi!”
Poi, un terremoto. Forte
violento, pieno di quella forza che solo madre natura sapeva avere.
E poi... una macchina sbucò
dal soffitto.
Per essere precisi era una
vecchia Ferrari...
Che mi era famigliare...
Una vecchia
Ferrari rosso fiammante...
“...SCERIFFO
DAN!”
Urlai con tutto il fiato che
avevo in gola
“Ancora tu?” disse Kilt
guardandolo stupito
“Sì, ancora io,
bracalone!”urlò Dan, con forza.
“Bracalone? Come osi!” disse
con voce stridula “tu... non capisci la mia arte!”
“Sarà...ma
non lo capisce l'intero mondo...”
“Ihih...
fai tutte le battute che vuoi...ma sei troppo tardi,
il Cristallo è mio!”
“Non credo proprio!” urlò
Dan, estraendo in un attimo la pistola, colpendo il cristallo con un
proiettile.
“IIIIIIIIIIIIIIIIIIIH! Il cristallo! Brutto stronzo!”
urlò, sempre con voce strozzata, mentre si gettava a terra per prenderlo.
Un attimo dopo Dan aveva la
suaColt puntata alla tempia di Kilt.
“Fai una mossa e sei morto...”
“Ma non mi serve, fare una
mossa...”
E scomparve nel nulla,
lasciando Dan con un palmo di naso.
“DANNAZIONE!” urlò “MI E' FUGGIATO ANCORA!”
Quindi, senza degnare di
un'occhiata, né me, né Zenigata, Dan risalì sulla sua Ferrari.
“Leo, sono certo che ci
rivedremo, e allora... ti spiegherò!”
Mise in moto.
“Oh, giusto...”
Un vento caldo colpì me e Zenigata, un
vento che sapeva di deserto...
“Ok, ci rivedremo,
prescelto!”
E lui e la sua macchina
scomparirono.
“Ma che diavolo...” riuscii a dire
Zenigata mi rispose con un'alzata di spalle.
E la sua gamba... anche se
era intrisa ancora del suo sangue... era guarita!
“Ma che diavol..” tentai di dire “Zazà?”
Zenigata scosse la testa.
“Questo mondo è più
misterioso di quanto non sembri...”
Passi in lontananza.
“Comunque” disse una voce in
lontananza che assomigliava troppo a quella di Lupin “è stato
fin troppo facile arrivare fin qui... insomma, quel masso rotolante, quelle
trappole, le frecce che escono dal terreno... insomma... chi fatto questo
sotterraneo non aveva un minimo di fantasia o si era visto troppo film di
Indiana Jones...”
“Beh, Lupin” disse Jigen “dubito che all'epoca avessero già creato i film di
Indiana Jones”
“Anche tu hai ragione...”
“Toh, eccovi” feci a Jigen, Goemon e Lupin, che si
avvicinavano “Ve la siete presa comoda...”
Lupin si sfegò
la mano sulla nuca:
“Hai ragione scusaci! Ma
sapendo che con te c'era Zazà...”
Poi notò il sangue sulla
gamba di Zazà:
“Ma che è successo qu...”
Pareva che fosse destino.
Oggi nessuno riusciva a completare le frasi che intendeva dire.
Dal soffitto apparvero due
persone... anzi tre...
Poi, apparvero i loro
paracadute.
Ma... che diavolo? Era finito nella giornata dei
personaggi a sorpresa?
Perchè nessuno gliel'aveva detto?
Il prima persona delle tre....e la riconobbi, mio
malgrado, dalla grandezza del seno. Era senz'altro Fujiko
Mine.
Gli altri due... mai visti.
Erano una ragazza e un
ragazzo, vestiti elegantemente, ed tutti e tre
atterrarono impeccabilmente sull'accidentato terreno di quella grotta.
Fino a quando lui non
inciampò e fine con la faccia tra le tette della ragazza.
“...”
disse Fujiko
“...”
disse la ragazza
“...”
disse il ragazzo
“...”
disse Geomon
“...”
disse Jigen
“...”
disse Lupin
“...”
disse Zenigata
“...”
dissi io
Minuti di silenzio.
Il ragazzo e la ragazza erano
entrambi rossi.
“Quanto
ancora hai intezione di tenere la faccia lì?”
dicemmo tutti contemporaneamente al ragazzo.
“Finchè
lei noi mi dice niente...” rispose, prima di essere
colpito da un calcio della ragazza.
Proprio lì in mezzo.
Tutti i maschi presenti, si misero le mani lì per solidarietà maschile.
“CHE MAAAAAAAAAAAAAAAAAALE!” Urlò
il ragazzo, cadendo in terra in preda a convulsioni degne di un epilettico.
“Non ti sembra di aver
esagerato?” feci alla ragazza, affabile
“Vuoi essere tu il prossimo?”
mi rispose rabbiosa.
“N-no...
non ci tengo, grazie... magari quando avrò avuto una salda progenie, va bene? Eh, eh, eh...”
E mi nascosi dietro Zenigata.
“Comuqnue!”
Fece la ragazza “ Fbi! Voi tutti siete accusati di intrusione
in territorio militare di due nazioni! Siete in arresto!”
Ma ovviamente, nessuno se la cagava.
Lupin stava riempendo un sacco con tutti i tesori, Fujiko
faceva lo stesso.
Jigen aiutando Lupin, mentre Goemon
stava lucidando la sua spada.
Zenigata, dimentico per tutta quella successiva serie di
entrate in scena, sconcertanti e trionfali allo stesso tempo, della cattura di
Lupin, mi stava aiutando a cercare quel misterioso foglietto che mi avrebbe
dovuto riportare – o almeno lo speravo - a casa.
“QUALCUNO MI
STA ASCOLTANDO?”
“Credo di no...” fece il ragazzo, ancora stesso a terra, sofferente.
E la ragazza gli tirò un
altro calcio.
“Ah, eccolo!” dissi, alzando
un foglio in aria, trionfalmente
Era completamente bianco, non
v'era scritto niente.... ma la sua consistenza era la
stessa di un A4... e a quanto ne sapeva, gli A4, in quel periodo, non c'erano
ancora.
BANG!
Mi volò il biglietto dalla
mano. Era la giornata degli spari, oltre quella dei
personaggi a sorpresa, oggi?
Mi guardai intorno, non vidi
nessuno con una pistola.
“TUTTI A TERRA!”
Un altro colpo,
passò proprio dove cinque millesimi di secondi prima c'era la mia testa.
Se non fosse stato per l'urlo
di Lupin, la mia testa avrebbe un buco in più.
E, forse la cosa sorprenderà
qualcuno, quando dico che quel buco non sarebbe stato affatto
utile.
“Un cecchino!” urlò il
ragazzo di cui non sapevo ancora il nome.
Un altro colpo che anche
questa volta che andò a finire nel vuoto.
Poi ancora spari.
“Mirano a me!” urlai “E' lo
stesso che ha bucato il cappello di Jigen!”
“Ma...”
fece Fujiko con voce tramante “Se è lui... perchè sta mirando anche me...”
“Oh, cazz....” urlò la ragazza “Da dove spara?”
“Non ne ho idea!” urlai, ma
poi... poi vidi un puntino rosso.
Sembrava una di quelle luci
che utilizzavano i miei compagni di classe per accecarmi o per prendere in giro
il professore.
Un momento dopo ero in ginocchio, pistola in mano, sparando nella direzione
opposta dal dove veniva la luce rossa.
Quattro, no cinque e
assordanti Bang si udirono contemporaneamente in quella buia caverna.
Senza che me ne accorgessi,
al mio fianco c'erano Jigen, Lupin e Zenigata, tutti
con in mano una pistola fumante.
Aspetta... e allora di chi
era il quinto sparo?
La risposti la ebbi quando vidi Goemon
davanti a pochi metri da noi, con in mano la sua fedele spada e un proiettile
tagliato a metà.
Poi... un rumore di passi,
che corrono.
“Oh, merda, sta fuggendo!”
Noi quattro, io, Jigen, Zenigata e Lupin ci lanciammo in un rocambolesco inseguimento,
seguendo l'ombra del cecchino... che credevo essere il tipo dal caschetto
argentato!
Corremmo per le tortuose vie
della caverna, fino a quando ad una curva
particolarmente stretta...
BANG!
“Cazzo, un agguato!” Non ebbi
neanche il tempo di pensarlo, che vidi un proiettile
che si dirigeva verso di me.
No! Verso di Jigen!
Vedevo tutto a rallentatore.
Sapevo che succedeva solo nelle situazioni in cui sta per succedere qualcosa di
estremamente BRUTTO. Il proiettile che si avvicinava
verso il cuore di Jigen. E sicuramente, io non volevo
che questo accadesse.
“No, Jigen!”
Mi buttai a lato, colpendolo con una spallata e buttandolo di lato.
Sentii una fitta alla spalla, maJigen, anche se a
terra, era vivo.
“Dannazione!” urlò una voce a
noi sconosciuta “Non mi resta che far esplodere questo posto!”
Ci fu un botto. Un grosso
botto. Come se una bomba fosse esplosa. Una bomba messa al punto giusto per far
esplodere tutto.
E probabilmente, era proprio
così.
BOOOOOOOOOOOOOOOM!
Una violenta
esplosione. Un terremoto.
Inizia a crollare tutto.
“NO, NON DI
NUOVO!” Urlai nella disperazione, mentre con una mano mi tenevo la spalla, da cui
continuava ad uscire del sangue.
Mi trascinai dietro Zenigata (sì,
eravamo ancora legati dalle manette) verso qualche parte non meglio
identificata, mentre Lupin e Jigen...
Booom!
Un secondo Boom? O era il
terzo? Al diavolo! Alcuni pezzi di roccia mi caddero addosso.
In più ci fu
un assordante rumore, oltre quello della caverna che crollava... che
sembrava... quelle delle pale di un elicottero!!
Una scaletta si materializzò
davanti agli sguardi neanche tanto stupiti di Jigen e
Lupin, scaletta che scendeva da un elicottero sopra le nostre teste.
Peccato che io e Zenigata
stessimo un po' lontani.
“Merda!” pensai, correndo
verso di loro
Guardai il buco del soffitto
da cui si era scesa la scaletta.
C'era la ragazza di cui non
sapevo il nome con un Bazooka in mano e intanto, Goemon
teneva la scaletta.
Corsi, con tutto il fiato che
mi permetteva il mio corpo, tenendomi la ferita dolorante, tenendomi i ripetuti
shock, tenendomi dentro l'incredulità di trovarmi insieme a Zenigata...
Rallentai, non ce la facevo.
La ferita faceva troppo male. Non ce la facevo.
Jigen e Lupin avevano afferrato la scaletta, mentre
l'elicottero si innalzava nell'aria.
“LEOOOOOOOOOO!”urlò Jigen,
dell'elicottero.
“Mi dispiace” mormorai “Non
ce la faccio... Mi dispiace Zenigata...”
Caddi a terra.
“NO!” urlò Jigen.
Scese dalle scalette, scendendo fino all'ultimo gradino, poi diede la mano a
Lupin, rimanendo sospeso del vuoto.
Zenigata non aveva ancora demorso.
Prese la mano di Jigen...
“SU, SU!” Urlò Lupin
all'elicottero
Mi sentii sballottato in
aria, tirato verso su, verso l'elicottero...
Sbattei varie volte addosso ad una roccia... ma poi...
Passai attraverso il buco sul
soffitto, mentre tutta la caverna crollava su se stessa.
Poi, quello che vidi da
lassù, mentre ero sospeso per aria, con i piedi sul nulla, aggrappato nulla più
che alle manette di Zenigata, che era aggrappato a Jigen, che
era aggrappato a Lupin...
Le esplosioni continuavano,
rumori assordati che venivano ad basso.
Era una visione, di quelle
che si stampano nella testa come fotografie e non se ne vanno più.
Un’isola tropicale vista
dall'alto. Esplosioni sul lato est dell'isola, grandi esplosioni...
Sul lato ovest, nascosto da
una fittaboschiglia, c'era
la base americana-russa, poi il tutto era circondato da un limpidissimo mare
azzurro.
Rimanei lì, per qualche secondo, a bocca aperta, a guardare
il paesaggio, mentre volavamo verso la riva.
La riva della Colombia.
Qualche minuto dopo atterrai sulla solida roccia, anzi sul solido asfalto.
“Ma
che diavolo... è successo?” chiesi.
“Qualcuno ha fatto saltare
l'isola...” disse Lupin, scendendo anche lui dalla
scaletta “Americano? Russo? Di altri servizi segreti? Era un mandante di quelli
che hanno cercato di uccidere anche Leo? Penso che non lo
sapremo mai”
“Lupin ha ragione...” disse Jigen “Ma...”
“E anche questa volta non
abbiamo guadagnato niente!”
Fu Fujiko
a parlare, ovviamente, questa volta, scendendo dall'elicottero con un agile
salto, che fece fare vari boingboing alle sue amiche colline.
Ah, ci tengo a farlo sapere,
non sono un maniaco!
“Ma
come!” dissi “E quei sacchi con i tesori?”
“Erano troppo pesanti! Non ci
saremmo stati tutti! Quei due” disse riferendosi ai due del FBI “mi hanno
costretto a buttare tutto! Loro e le storie sul valore della vita... Sarebbe
stato meglio buttare Lupin di sotto...”
“MaFujiko cara, che costa stai dicendo?”
“Que...” ma prima che il cuore di Lupin potesse essere colpito
ancora una volta dalle fredde parole di Fujiko,
arrivò....
“Sam!” urlai, spaventato.
“Ah,
eravate voi con quell'elicottero!
Avrei dovuto immaginarlo!”si guardò intorno.
“DOV'E' LA MIA NAVE?”
Il tono era il più spaventevole mai sentito... e non sono neanche certo che
spaventevole esista, come parola.
Ricordai dov'è che l'avevamo
lasciata. All'entrata di quella caverna, rotta... e adesso
molto probabilmente sotterrata da un mucchio di sassi.
“Speravo di poterci pagare
alcuni debiti...” disse Jigen,
estraendo dalla tasca un diamante di discrete dimensioni “Ecco”
“Questo mi farà comprare una
nuova nave di zecca! L'era della pirateria in Colombia è riaper...a-ehm... eravate voi con tutte quelle esplosioni?”
“Diciamo di sì...” disse Lupin “E...”
“Non voglio sapere altro”
disse Sam “mi basta sapere che siete andati su
quell'isola e siete tornati per non voler sapere niente!”
Intanto Zazà
mi venne vicino.
“Leo, che cos'è quella
carta?”
“Dovrebbe farmi tornare nel
mio mondo...”
“Eh?”
In breve gli spiegai tutta la
storia della mia vita degli ultimi due giorni, anche se a me erano sembrati due
secoli...
“Ah... ” disse infine “E quel
foglietto...”
“Esatto, spero che mi faccia tornare a casa... ma non ho idea di come
utilizzarlo!”
Lo tirai fuori dalla tasca in
cui l'avevo infilato.
Era tutto spiegazzato, e
sopra...
“C'è scritto qualcosa!”
“Eh?”
Tutti mi attorniarono per
leggere il foglietto.
Vidi chiaramente che la
pagina proveniva proprio da quella rivista.
“Cosa
c'è scritto?” chiesero in coro, tutti.
Se a casa vuoi tornare,
tra male e foreste ti
dovrai imbarcare
e se da solo non vorrai stare, un amico ti potrai
portare”
Ci furono attimi di silenzio.
Ovviamente, la domanda che
normalmente verrebbe in mente ad un gruppo di normali
persone coinvolte in un mistero sarebbe: “E cosa vuol dire?”
Ma... a quanto pare...
“CHI
DIAVOLO HA SCRITTO QUESTA ORRENDI VERSI?”
...noi
non eravamo normali.
“Non è questo il punto!”
urlai “Che cosa vuol dire?”
“Giovanotto?” disse Sam a
bassa voce “Sai di cosa stanno parlando?”
“No” rispose il ragazzo di
cui ancora non sapevo il nome, facendo spallucce.
La ragazza, che finalmente si
decise a dirmi il suo nome, Lea, e del suo ragazzo, David, fece lo stesso e
continuò ad ascoltare.
“Beh, mi pare chiaro” disse
Lupin “Che se a casa tua te ne vuoi andare, dovrai andare tra il male e le
foreste, e se vorrai, un amico ti porterai...”
“Grazzzzie
Lupin... il tuo intuito non smetta mai di stupirmi...”
“Guarda sul retro!” mi
consigliò Zenigata“Magari c'è scritto
qualcos'altro...”
Girai il biglietto e...
“Spiegazioni per impediti e
per gli animi per niente poetici” lessi ad alta voce “Se vuoi andare a casa, ti
tocca sgobbare, quindi prima passi per un altro mondo, e visto
che non voglio che ci resti secco, puoi portarti un compagno. Quando lo
vorrai toccare questo biglietto di nuovo...”
“Quelli non erano versi Haiko...” mormorò Goemon nel silenziò che seguì la mia lettura.
“Beh, ragazzi” disse guardandoli “Mi sa che questa storia del prescelto è
più complicata di quanto possa sembrare...”
“Già” disse Jigen “E io vengo con te”
Nuovo silenzio di tomba.
“COOOOOOOOOSA?!”
L'urlo era il mio.
“Beh, quel foglio dice che
qualcuno può venire con te, vero? Eccomi qui”
“M-m-m-ma...” ero incredulo “e Lupin? E la tua vita
qui?”
“Lupin ha già la sua vita qui
e può farcela anche senza di me... tu ne hai più bisogno. Cosa
succederebbe se ti dovesse capitare qualcosa come quella di poco fa?”
“Ma comunque, no non è possibile...”
“E poi ti devo ancora la vita
per quando eravamo nella caverna...”
“Per tutte le volte che l'hai
salvata tu a me la vita...”
Allora, prima di tutto...
scusate il ritardo ovviamente. Ma... sono accadute tipo due/tre cosucce che mi
hanno rallentato....
Tipo... il fatto che ho
dovuto trasferirmi per due volte... e poi il fatto che si è cancellata la prima
versione di questo capitolo....
Infatti è cambiata anche di un bel po'... in teoria il
“bracalone” doveva prendere in ostaggio Leo e poi Dan doveva liberarlo...
E avevo pensato ad un passato così lacrimoso per Dan che non ve lo sto manco
a narrare.
E come è
uscita fuori questa storia del gioiello del tempo.... la Ferrari...?
Boh! Forse per
il fatto che mi sono rivisto di recente Ritorno al Futuro!
Grande Giove!
Silenzio.
Un palco vuoto. Tende rosso accarezzate dal caldo
vento del deserto.
Passi. Passi.
Urla stridule. Due assordanti BANG!
Un soffio. E sul palco apparve un uomo.
Aveva un cappello da cowboy, un paio di occhiali da
sole, una bandana giapponese ed era vestito con un paio di jeans, un giacca con sotto solo
una canottiera.
L'uomo rinfoderò la Single ActionArmy che aveva in mano e fissò la platea.
“Salve, gente. Ho appena finito qualche bimbominkia, lì, fuori... ma ce
sono sempre troppi” con un dito si alzò la visiera del cappello, fissando la
platea attraverso i suoi occhiali la sole. La bandana sventolava. “Sono qui per
porvi una domanda. Lo vedete Leo, quel giovincello? Ebbene, l'autore ha in
mente di mettergli al fianco una gentil donzella di qualche Anime o Manga. Il
problema... è che non deve essere impegnata nel Canon e che deve avere le
palle. E sopratutto, deve saper combattere. Quindi
nessuna Sana (é impegnata e non sa combattere), nessuna fottuta Linalee (si piange troppo addosso) e nessuna Lina Invese o Akane. Ci siamo capiti?
Quindi l'autore al momento a pensato a “Temari” di Naruto”. Lo so, mi
stare dicendo, ma Temari è impegnata con Shikamaru o (mettere nome a caso di personaggio maschile). E io vi dirò... questo è Fanon,
non Canon. E se non sapete cosa vogliono dire, andate
su Wikipedia, addio”
MMm... mi perdonate, se per questa
volta non vi rispondo singolarmente?T_T Comunque...
avrete il vostro capitolo su un vecchio anime... e
sarà il prossimo! E vi pentirete di averlo chiesto!BWAHAHAAHHA!
No,
davvero. E non c'entra il fatto di essere in una fatiscente casa,
probabilmente disabitata da secoli.
No,
davvero.
E non
c'entra nemmeno il fatto che dovrei essere in compagnia di Jigen.
Ben detto.
Dovrei.
Perchè
lì non si vedeva. E non era nemmeno in giro.
E non
c'entrava il fatto che ero giunto qui leggendo un fogliettino, anzi,
pardon, una pagina di una rivista trovata dentro un'isola tenuta
segreta dai militari americani e russi.
E vi
giuro, ve lo giuro su chi vi pare, non c'entrava il fatto che negli
ultimi due giorni avessi rischiato la vita un numero incalcolabile di
volte.
E starete
pensando: “Oh, in compagnia di Jigen in una casa disabitata!
Come minimo devi essere una specie di super eroe!”
Non vi
potreste sbagliare di più.
Io sono...
o meglio, ero (dubito che dopo quello che mi sta accadendo mi si
possa ancora definire) normale. Un normale essere umano.
Nessun
talento speciale, ero nella media sia a studiare che nelle attività
fisica (anche se continuavano a dire le solite frasi: “Potrebbe
fare di più ma non si impegna!)... insomma non capisco
proprio.
E quindi
non avrei dovuto essere una specie di “Prescelto”... ma
invece lo ero.
Torniamo
quindi all'inizio, alla cosa che non capito.
Perchè
ero stato scelto proprio io come Prescelto?
Perchè?
E dove
erano i miei poteri superfighi? Eh? Dove? La mia Kamehameah! Il mio
Hadouken! La mia Hikari no Ken (Spada di luce)! La mia bacchetta con
una piuma di fenice! La mia Rave! La mia spada laser!
Dove?
Perchè non avevo niente del genere? Perchè tutti i
prescelti degli libri, dei manga che leggevo... a proposito di Manga!
Sono costretto a viaggiare tra un mondo di manga e anime all'altro
per salvare il mondo... e per quello che ho rischiato di morire!
Cioè... uno dei motivi...
Ma forse
non era il momento di farsi prendere da una crisi di mezza
adolescenza. Forse era meglio capire dove ero e se Jigen era da
qualche parte.
“JIGEN!”
urlai
Rumori
vari, scricchiolii.
Incominciai
ad impensierirmi... e impaurirmi!
“JIGEN!
E' SPETTRALE QUI DENTRO! Non sto giocando ai quattro cantoni,
bada...”
Continuai
a guardarmi intorno. Il paesaggio sembrava uscito da qualche film
dell'orrore... davvero, era tutto così... diroccato... a...
pezzi... e polveroso... mia madre sarebbe morta lì dentro...
Il cuore
mi saltò in gola! Non era Jigen! Era Frankenstain!
E non
Frankenstain Junior! Non era per niente Junior! Era grosso! Alto 2
metri!
“AAAAAAAAAH!”
Corsi nella direzione opposta a Frankeistain, urlando come un pazzo,
spaventato a morte.
Magari
starete ridendo di me. “Ah, ti spaventi solo per Frankestain!
Come sei banale!” Ma vorrei vedere voi!
Sbattei
contro qualcosa. Qualcosa di duro che credo non ci sarebbe dovuto
essere.
Ecco,
quello era il momento in cui...
alzai
lentamente lo sguardo
...sarebbe
dovuto giungere il mio salvatore...
ERA
IL CONTE DRACULA!
Mi
fissò malignamente, quindi scappai, in una direzione
imprecisata.
MA
DOVE DIAVOLO ERO ANDATO A FINIRE?
Continuai
a correre urlando, come nemmeno Leone il cane fifone, finchè...
non mi impigliai in alcune bende...
“Dio
mio” sussurrai “ se è quello che penso...”
Erano
bende logore... logore e...
“Tenga
signora Mummia, le se è slegata la benda della sua
gamba...MUMMIA! AAAAAAAAAAAAAAAAAH!”
E
incominciai a scappare di nuovo.
Ma dove
ero finito? In una puntata de “Ai confini della Realtà”?
Oppure ad una riunione di mostri?
“Takomi!
Siamo stati battuti ancora! Questa volta dobbiamo escogitare un piano
che mostri a tutti la nostra potenza!”
La voce
veniva da una stanza veniva da poco lontano dal luogo in cui mi ero
nascosto.
Takomi...
quel nome... e quella voce io li avevo sentiti! Ma tanto tempo fa!
Ma dove? E
Quando? In quale anime ero finito?
Ma più
importante ancora... chiunque fossero avrebbero potuto salvarmi da...
“AAAAAAAAAAAAAAAAH!”
...quei
tre che ora mi stavano inseguendo!
Entrai
nella stanza da cui provenivano quelle voci.
Ok, mi
correggo. Non ero né in una puntata di “Ai confini della
realtà” (anche perchè non era un anime) né
ad una riunione di mostri.
Ero in una
puntata di Muteking! E quelli di fronte a me erano i fratelli Piovra!
Erano
tutti e quattro lì, in quella stanza, esattamente come li
ricordavo.
Alla
poltrona, a braccia conserte, con i piedi (o meglio di tentacoli) su
una enorme scrivania di legno massello c'era il capo del fratelli
piovra. Dall'altro parte della scrivania c'erano i suoi due fratelli
e la sua unica sorella. Assomigliavano tutti a delle piovre, ma erano
completamente nere, e si distinguevano le une dalle altre a causa di
vari particolari.
“Ma
che diavolo...”
Ma non era
quello l'importante! Prima di tutto dovevo salvarmi da quei tre
mostri!
Entrai di
corsa e mi rifugiai dietro la sedia del capo... quello con la faccia
un po' rossa... com'è che si chiamava? Takokiki?
Evidentemente
la mia apparizione aveva causato alquanto scompiglio, considerato
che i quattro fratelli piovra mi guardavano con sguardo allucinato.
“Mmm...
Salve!” disse, guardandoli, alquanto imbarazzato “Sono
Leonardo, un terrestre come potete vedere! Eheheh!” risi
scoccamente, cercando di rompere la tensione “Ehm, apprezzo
veramente il lavoro che fate... e sono capitato qui per caso... sono
inseguito dai vostri amici Mostri... e temo vogliano farmi del
male... potete darmi una mano?”
Ci fu un
silenzio che neanche in un cimitero a mezzanotte.
“CATTURATE
L'INTRUSO!” urlò Takokiki
In men che
non si dica, venni avvolto da alcune corde, apparse da chissà
dove.
“Allora
terrestre, come e perchè sei qui?”
“Signor
Takokiki...”
“Come
fai a conoscere il MIO NOME!”
“Ma
io vi conosco tutti!” dissi raggiante “Voi siete i
Fratelli Piovra, provenienti dal pianeta Tako!”
“Eh?
Ma come fai a conoscerci?”
“Come?
Dalle mie parte siete famosissimi! Tu sei Takokichi, il carismatico
capo delle Piovre Nere, contraddistinto da una bandana rossa! Tu
invece sei Takomaro, il membro più intelligente dei fratelli
piovra! Poi c'è il buon Takosaku, il membro con il maggior
buon senso! E infine, Takomi, l'unica ragazza, perla tra le perle, la
più bella piovra mai vista!”
Ok, forse
stavo esagerando con le lodi... l'avrebbero sicuramente capito che
stavo spudoratamente amplificando la loro fama per farmi liberare
ma... erano tutti e quattro nel pallone, paonazzi, assorti totalmente
dalle lodi che avevo fatto loro...
“Il
carismatico capo... eh eh eh...”
Takokiki
si contraddistingueva per la sua faccia, che era in parte rossa...
ricordiamo che il rosso è il colore del capo!
“Il
più intelligente...”
Takomaro
era il più alto, e più che ad una piovra assomigliava
ad un calamaro... aveva un fucile laser a tracolla che portava sempre
con sé.
“Quello
con più buon senso...”
Takosaku
era il membro più basso del fratelli piovra e come loro
indossava un mantello di un discutibile verde.
“La
più bella piovra mai vista, perla tra le perle... certo che sa
come colpire il cuore di una donna...”
Takomi si
poteva riconoscere immediatamente perché aveva una specie di
reggiseno rosa.
“EH
EH EH EH!” Risero pazzamente
Ok, il più
era fatto non restava che dare il colpo di grazia.
“Sentite!
Se mi slegate vi prometto che vi aiuterò nei vostri piani di
conquista di San Francisco!”
“Fratelli!”
disse Takokiki, il capo “che ne dite! Possiamo liberarlo e far
sì che partecipi al nostro prossimo e malefico piano?”
“Beh”disse
Takomaro “se Takosaku è d'accordo...”
“Se
Takomi è d'accordo...” fece Takosaku
“Se
Takokiki è d'accordo....” fece Takomi
“Ebbene
visto che siamo tutti d'accordo...”
Venni
quindi liberato.
“Allora...
grazie per avermi liberat-AAAAAAAAAAAAAAAAH!”
Sulla
soglia della stanza in cui io e fratelli piovra stavamo, c'erano di
nuovo i Frankenstain, il conte Dracula, la Mummia... e anche il Lupo
Mannaro!
“Oh!
Siete voi!” fece Takomaru, avvicinandosi ai mostri.
Intanto io
mi ero nascosto dietro a Takomi.
I mostri
dissero qualcosa di incomprensibile...
“Ah,
ah” faceva Takomaru, sfogliando un un dizionario
Mostrese/Takoniano, Takoniano/Mostrese “Capisco...”
“Ehi,
ragazzo!” disse, guardando nella mia direzione, mentre Takumi
mi guardava con sguardo sognante. Che avessi risvegliato in lei gli
istinti materni?
“Che
c'è?”
“I
mostri dicono che grazie a te hanno riguadagnato fiducia in loro
stessi come Mostri! Pensavano che con tutti questi nuovi film moderni
non facessero più paura a nessuno, ma grazie a te adesso non
lo pensano più!”
I mostri
mi guardarono e mi sorrisero.
Io li
salutai con un sorriso ebete sul volto.
“Eh,
eh, eh! Lieto di essere stato utile!”
“Ah!
E l'uomo lupo si dispiace di non averti potuto incontrare! E ti prega
di farti spaventare da lui, se passi di nuovo da queste parti!”
“Eh,
eh, eh! Non mancherò!” dissi ancora con la stessa
espressione
E
salutando, i mostri se ne andarono.
“Caspita
ragazzo!” fece Takosaku “non avevo mai visto i mostri di
così buon umore!”
Se basta
spaventarsi per farli stare di buon'umore...
“Comunque!”
disse Takokiki “Ragazzo...”
“Ho
un nome...”
“E
quale sarebbe, mio dolce cucciolottone alla panna?” disse
Takomi
Mio
dolce... cucciolottone... alla panna?
Il mio tik
all'occhio, che si presentava solo quando ero irritato, continuò
a farsi sentire.
“Ve
l'ho già detto, mi chiamo Leonardo...”
“Oh!”
fece Takomi “Leonardo come Leonardo Di Caprio...”
Sapevo che
prima o poi qualcuno avrebbe detto... mi metterei a piangere...
Paragonato a quell'attore...
“No”
fece Takomaru “Leonardo come Leonardo Da Vinci, il famoso
inventore...”
“Più
giusta la seconda della prima!” dissi “ Visto che sono
italiano come Leonardo da Vinci!”
“Oooooooh...”
fecero tutti in coro
“Ma
sono onorato che tu mi abbia paragonato in bellezza a Leonardo da
Vinci, dolcezza...” dissi a bassa voce, e quella arrossì.
Ah, che
gran rubacuori che sono! E cosa non dicevo per far piacere ad una
ragazza!
“E...
Leonardo, hai già in mente un piano?”
“Ah,
per chi mi prendete, certo che ho in mente un piano!”
In realtà
non ne avevo in mente nessuno, ma non potevo certo sfigurare adesso!
“Allora...”
e mentre dicevo quell'allora mi passò in mente un'immagine.
Eravamo io
e i miei quattro amici, Marco, Mauro, Laura e Gabriele.
Era
Estate, in pieno Agosto.
“Regà”
feci “Partitina a D&D?”
“No...”
mi fece Marco “Troppo caldo...”
E lì
fu l'illuminazione.
Le mie
labbra si inclinarono in un sorriso spavaldo come neanche Phoenix
Wrigth, dopo che aveva individuato una Contraddizione in una
testimonianza, sapeva fare.
“Il
caldo” dissi “Quando c'è caldo agli essere umani
non va di fare niente! Se riusciamo a rendere calda San Fancisco,
nessuno potrà fare più niente per fermare la nostra
avanzata!”
“Viva
i fratelli Piovra!” urlammo tutti insieme “Conquisteremo
il mondo!”
“Bleah!
Bleah! Bleah!” e facendo una smorfia che sarebbe la loro
equivalente di una risata malvagia, incominciammo a cantare la
canzone dei fratelli piovra.
Quindi si
trasformarono in forma umana, i tre fratelli erano praticamente
uguali, cambiavano solo d'altezza o larghezza. Erano uomini vestiti
di verde, con la pelle violacea e con un bel paio di bei baffoni. La
sorella invece era decisamente più carina. Era vestita
anch'ella di verde, con una strana maschera dello stesso coloro e
degli assurdi quanto belli capelli biondi.
“Ok!
Si dia inizia al piano!” urlò Tokakiki “Ehm...
come facciamo ad...”
FIUUUUUUUU....
Davanti a
noi passò un caldo vento del ovest, trascinando con sé
una balla di fieno.
Se quello
era un cartone animato per bambini, allora bastava uscirsene con
un'idea assurda!
“Ehm...
potremmo mettere una lente d'ingrandimento gigante davanti al sole
per amplificare la luce solare...”
Secondi di
silenzio.
Lo sapevo,
l'avevo sparata troppo grossa! Anche se quello era un cartone per
bambini non avrei certo dovuto uscirmene con un'idea così
idiot...
“Sai,
dovresti stare attento Takomaro, altrimenti Leonardo prenderà
il tuo posto nei fratelli piovra...”
“Hai
ragione...”
“Ma
dai!” dissi “Non è assolutamente possibile! Io non
avrei la minima idea di come incominciare a costruire una lente
d'ingrandimento gigante! Eh eh eh...”
E di nuovo
mi esibii nella mia migliore risata ebete.
“Oh,
oltre ad essere intelligente è anche modesto... sento che mi
sto innamorando...” disse Takumi arrossendo.
E,
credetemi, vedendola dal vero, sopratutto in forma umana, era molto
carina!
Sentii tre
mani che mi toccarono le mie spalle.
“Hai
la nostra benedizione...” fecero i tre fratelli piovra, con uno
sguardo conciliante.
Non sapevo
se essere contento o meno.
“Ehm...
sono onorato... ma sapete... io sono un essere umano... lei un'aliena
del pianeta Tako... non so se...urgh!”
Mi
ritrovai di fronte alle loro facce imbronciate.
“Vuoi
dire che non ti sei innamorato della nostra sorellina?”
“Mmm...
non è quello che volevo dire... eh... intendo...”
“Allora
è fatta!” fece Tokakiki dandomi una poderosa manata che
mi fece fare qualche metro “tutto per fargli dimenticare quel
cialtrone di Muteking!”
Allora era
quello il vostro scopo, fin dall'inizio!
Ma forse
no, in fondo non penso che siano così intelligenti...
“Ok,
ragazzi, vi dispiace se vado un attimo in giro?”
“Cosa?”
“Beh,
in pratica... c'è un mio amico insieme a me... ma.. beh... ci
siamo persi di vista... e così... vorrei ritrovarlo...”
“D'accordo!”
disse Takokiki “Ma non conosci la città, c'è
bisogno che qualcuno ti accompagni..”
Il suo
sguardo passò di fronte ai tutti i suoi fratelli, squadrandoli
da destra a sinistra.
Poi da
sinistra a destra... poi puntò il dito in una direzione
specifica.
Per quando
le ore passate a giocare a Phoenix Wright mi avessero debilitato in
mente e corpo, non pensavo che avrei mai immaginato Takokiki intento
ad urlare una prorompente... “OBIEZIONE!”
Infatti
non successe:
“Takumi!
Ci andrai tu! Noi tre dobbiamo costruire la lente d'ingrandimento!”
“Oh,
un appuntamento con Leo! Il mio primo appuntamento! Che emozione!”
Ok,
diciamo che sapevo far innamorare le aliene... me la cavassi allo
stesso modo con le terrestri! E invece non avevo uno straccio di
ragazza...
“Chissà
cosa mi metto...”
E sparì
in un'altra stanza.
Maledette
le donne e la loro mania dei vestiti! Chissà quanto tempo ci
avrebbe messo! Maledizione! E io dovevo trovare Jigen in fretta!
Mal...
Davanti a
me si presentò la più bella ragazza che avessi mai
visto.
Mah, forse
non superava Laura quando si era messa in ghingheri ma...
Era
davvero bella.
Ma...
'spetta 'spetta 'spetta... io quei vestiti li avevo già
visti...
La
lampadina si accese.
Erano gli
stessi che indossa Tifa in Final Fantasy VII!
“Che
importa!” mi disse Takumi, allegramente “Andiamo a fare
il nostro appuntamento!”
E mi
trascinò fuori, quasi di peso.
“In
teoria dovremmo cercare Jigen...”
“La
nostra sorellina sta crescendo...” fecero i fratelli Piovra,
con le lacrime agli occhi.
Ok, ok,
gente! Non vi preoccupate! Non ho intenzione di mettere il nostro
amato Leo con Takumi!
E' solo
una cotta passeggera... per il momento... cioè per fargli
capire che cos'è l'amore!
Avete
visto? Ho aggiornato presto questa volta! è_é
Che bravo!
Per
Suikotsu: Beh, come hai visto è questo l'anime in questione...
spero di non aver deluso le aspettative! Ma non ti preoccupare, c'è
la possibilità che, quando sia più esperto, Leo vada in
uno dei mondi da te menzionati! Beh, diciamo che le guerriere sailor
sono state tra i miei primi pensieri, ma ancora non so! Diciamo che
qualcuna, come Ipputer o Mars avrebbero i requisiti necessari ma...
sono troppo galline! Invece avevo anch'io pensato di farlo finire nel
mondo di Exel Saga... ma.... si sa, Exel ha occhi solo per sua
eccellenza Ilpalazzo, quindi non si cacherebbe mai Leonardo... Poi ci
sarebbe... no, lei è troppo anoressica...XD
Per Anonimo 9987465: Hai visto? Ho aggiornato entro
l'anno!XD Comunque, sì l'idea di mandarlo nel mondo di Keroro
mi è anche passato di mente.... ma... Natsumi ha Saburo-
Senpai! Più che altro di quel manga ci starebbe bene cosa...
Alisa Southcross, ma anche lei ha il suo innamorato... vedremo
quindi! E speriamo che a Leo non gliene capitino molte...
Allora, a quanto pare sono l'unico qui ad aver sprecato
l'infanzia davanti ai cartoni animati...XD E che la sta sprecando ancora!XD
Comunque, Muteking è stato uno dei cartoni che hanno di più caratterizzato la
mia infanzia... ed è della Tatsunoko.
Il nome vi dice qualcosa? Perchè è una famosa casa
produttrice giapponese famosa negli anni 70/80/90... (a scanso di equivoci...
sono dell'89!). Molti anime di quegli anni, tipo Kyashan, Polimar, Yattaman, I
predatori del tempo e tutte le altre time bokan sono opera loro. E hanno fatto
anche Muteking.
Muteking non si discosta molto da Yattaman o I predatori,
alla fine... in pratica, i cattivi, i fratelli Piovra, alieni del pianeta Tako.
che come consuetudine sono sempre più amati dei buoni, tentano di conquistare
la terra. Sono però inseguiti dal vice sceriffo Takoro che viene accolto nella
casa di Lin, un ragazzino americano come tanti.
Takoro è un maniaco (con una passione per le belle
terrestri) e piuttosto pasticcione, ma grazie ad un suo potere speciale può trasformare
Lin in Muteking, un eroe mascherato che sventa in ogni puntata le ambizioni dei
fratelli piovra.
Il resto è storia, in ogni puntata i fratelli Piovra
organizzano un piano malvagio per conquistare la terra, e ogni volta Muteking e
Takolo glielo impediscono... le puntate seguono tutte lo stesso canovaccio, in
cui vengono sempre ripetute le stesse fasi...
Detto questo... buona lettura!
Ah, dimenticavo! I fratelli piovra hanno l'abilità di
trasformarsi in umani! E la sorellina può cambiare sovente i vestiti,
mettendosi quello che più le piace!
Andare in giro con Takumi era una cosa strana. Non strana
perchè stavo uscendo con un personaggio dei cartoni animati della mia infanzia,
sia chiaro, eh! E neanche per il fatto che la sua vera forma fosse quella di
una piovra...
Era strano uscire con una ragazza. Era strano andare per
negozi a provare vestiti (ma a che le servivano, visto che poteva averli
gratis?) che non potevamo comprare perchè nessuno aveva il becco di un
quattrino.
L'unica relazione con il mondo femminile che avevo era
quella con la mia compagna di ruolate Laura... e penso che si sarebbe suicidata
piuttosto che fare quello che stava facendo Takumi.
Se mai saremmo usciti insieme (cosa improbabile, visto che
stava avendo un flirt più o meno palese con il nostro DM, Marco) mi avrebbe
portato in un negozio di videogiochi o di elettronica...
Insomma, l'esatto contrario di Takumi.
Io mi facevo stancamente trascinare dalla ragazza, perdendo
per chissà per quale motivo tutte le energie che fino a quella mattina erano al
massimo.
Ecco, in realtà mi ero anche scordato il motivo originario
per cui ero dovuto uscire... sono certo che non c'entrava il fare shopping, ma
sono sicuro che c'entrava un tizio con la pistola...
Eravamo seduti ad un tavolino di un bar, io e Takumi, mentre
prendevamo un caffè.
Oh, dannazione!
La grassa e scorbutica cameriera del ristorante mi stava
portando due tazze alte almeno quattro volte tanto quello che avevo bevevo di
solito... in parole semplici... mi aveva portato caffè americano... diavolo, mi
ero scordato che eravamo in America!
“Ah, proposito...” dissi a Takumi mentre sorseggiavo la mia
acqua sporc...il mio caffè “Chi paga? Io non che qualche euro dietro... e siamo
negli anni '90, qui gli euro non sanno manco cosa sono...”
“Bella domanda...” mi rispose Takumi, sorseggiando anche lei
la sua acqua... il suo caffè “Beh...scappiamo prima di pagare?”
“SCAPPARE?”urlai, sconcertato
Tutti, nel locale si voltarono a guardarmi.
“Mai e poi mai!” Continuai con voce più moderata “io,
Leonardo Silvestri in 17 anni di onorata carriera di essere umano non ho mai
rubato niente a nessuno e non intendo certo cominciare adesso!”
“Ma... cucciolottone alla panna...” mi disse Takumi, con
occhi sbrillucicanti “questo caffè non è neanche buono...”
“Non è una buona ragione...” guardai il menù di sfuggita
“PFFFFFFFFFFU!” sputai tutto il caffè che avevo in bocca “Quattro dollari per
un caff... per dell'acqua sporca? Questo è un furto!”
Mi guardai in torno... La via era libera. Beh, se fossi
fuggito senza pagare il conto non avrei fatto proprio un furto visto che quel
caffè non era quello che c'era scritto sul menù...
Ma poi notai
qualcuno...
Era ai tavolini esterni al locale, stava bevendo un thè, il
capello era calato sugli occhi, la barbetta incolta era quella e il vestito di
nero era inequivocabile.
Jigen!
“Aaaaah” feci tra me e me “Ecco perchè ero uscito!”
Ma... non era da solo! Accanto a lui c'era... una bella
donna. Una bella donna matura, dall'aria vissuta.
Proprio il tipo di ragazze che sarebbero piaciute a Jigen.
Aveva i capelli rossi ed era vestiti in uniforme da... PFFFFFFFFFFU! Da
poliziotta!
Ma... dannazione! Io quella la conoscevo! Era la madre del
protagonista, Lin! Ed era una poliziotta! Ed in ogni puntata voleva arrestare i
fratelli Piovra, i miei nuovi amici!
E che ci faceva Jigen con lei?
Ma sopratutto... perchè ci stava provando con una donna
sposata?
Ma forse non sapeva che era sposat...
“Il conto!” mi disse in modo sborbutico la cameriera,
guardandoci con aria truce.
“Ma... noi...” disse Takumi con gli occhioni sbrillucicanti
“Noi non credevamo... eppoi il caffè era così cattivo...”
“FILATE SUBITO IN CUCINA!”
“Jigen!” tentai di urlare, mentre venivo preso per la collo
e trascinato in cucina.
Il mio amico si girò, pensando di aver udito un urlo, si
guardò intorno perplesso, poi con un'alzata di spalle, lasciò il tavolo insieme
alla madre di Lin.
“Maledizione!”urlai, mente mi trovavo davanti una montagna
di piatti da lavare... almeno avevo Takumi che mi avrebbe aiutato... come non
detto...
Takumi si era trasformata in un gatto e se ne stava andando,
dopo avermi fatto l'occhiolino...
“Ah!” disse la cameriera rientrando in cucina “Hai fatto
fuggire la tua fidanzata, eh?”
Forse era meglio non dirle che in realtà non era andata
così...
“Che gesto galante...Ma dovrai lavorare anche per lei!” e mi
sorrise in maniera maligna “il locale chiude alle 7 quindi vedi un po' cosa
riesci a fare!”
“Oh, mio dio...” sussurrai.
Beh, non avevo molta scelta, erano le cinque, due ore di
lavaggio piatti non mi avrebbero ucciso...
Mi correggo.
Erano passate due ore, e finalmente il bar stava chiudendo,
e due ore a lavare i piatti mi avevano ucciso.
Cioè. Forse non proprio ucciso, ma ci eravamo andati vicini,
visto che adesso arrancavo per le vie di San Francisco, senza meta alcuna e
senza sapere bene dove fossi.
Povero me.
Ad un certo punto, però, mi sembrò riconoscere una casa.
Era una specie di cupola impiantata sul terreno... o
diavolo... quella era la casa dei buoni! Di Lin, dei genitori di Lin, la
poliziotta di prima e uno scienziato pazzo, del fratello di Lin, Sonny, un
poliziotto vanesio e nullafacente e di vari ed eventuali... ovvero, Takoro, il
vicesceriffo del pianeta Tako con il compito di arrestare i fratelli piovra,
poi la cuginetta Lin di cui non ricordo il nome e un cane con il dono della
parola e con un bel paio di folti baffi blu... e neanche di lui mi ricordavo il
nome.
E se Jigen...
Mi avvinai di soppiatto alle finestre, per spiare quello che
stava succedendo. Fortunatamente era aperta una finestra e riuscii a sentire
quello che si dicevano.
Tutti, al gran completo, erano nell'enorme salotto di casa
di Lin... e c'era anche Jigen!
“Ragazzi, vi presento Jigen” disse la madre di Lin, con voce
atona, presentandolo alla casa “E' qui in città in vacanza con un amico che ha
perso di vista... e che non riesce a trovare. Ha già sporto denuncia, ma al
momento non ha un posto dove stare, quindi rimarrà per qualche tempo con
noi...”
“Oooh...”fece l'allegra brigata, guardandolo.
“E cercate di fare i bravi con lui... considerate che ha
steso due furfanti che avevano rubato una borsetta ad una vecchietta...”
“Ooooh!”
“L'avrei preso comunque...” fece Sonny, corrucciato,
guardando male Jigen
“Senza considerare” continuò la madre “Che è abilissimo con
la pistola...”
“A sovrapporre tre colpi in un millimetro di spazio son
buoni tutti...” continuò a borbottare Sonny
“WOW!” finì esclamando Lin guardandolo con occhi pieni di
ammirazione “Su facci vedere!”
“Sì, facci vedere!” continuò Takoro, con quella sua strana
voce “Ho bisogno di allenamento per diventare sceriffo!”
Jigen non batté ciglio di fronte ad un alieno rosa e un cane
parlante, ma sorrise sprezzante, guardando tutti da sotto il suo leggendario
cappello.
“Andiamo in giardino che vi mostro come si fa...”
“Oh, diavolo!” sussurrai, mentre correvo sulla strada,
facendo finta di niente.
Era il crepuscolo, il sole ci donava i suoi ultimi raggi
giornalieri, prima di continuare il suo lavoro dall'altra parte del mondo,
lasciando spazio all'amica luna.
Ero pure un poeta... diavolo quante altre buone qualità
avevo?
Osservai da dietro il classico giornale (che era del giorno
prima) con dei buchi per vederci attraverso... peccato che non avessi
l'impermeabile, magari quello di Zenigata...
Jigen stava sparando a dei barattoli poco
lontani...esattamente quello che aveva fatto con me! Ma cos'era quella storia?
Beh, in effetti anche nei film Western succedeva sempre la stessa cosa...
Mi allontanai di soppiatto, mentre mi rendevo conto di avere
avere nessuna indicazione di come arrivare alla fatiscente casa dei fratelli
Piovra...
“Miaomiaolotone alla panna!”
“?” Mi guardai alle spalle, dove prima c'era un gatto, ora
c'era Takumi
“Ti ho trovato, allora!”
“Ah, ma io non volevo certo trovare te! Mi hai abbandonato!
Mi hai fatto sgobbare due maledette ore davanti a quei dannati piatti! Ed erano
anche incrostati! Senza parlare della ruggine nelle pentole! Ti rendi conto?”
“Ma cucciolottone... io ero andato a chiedere ai fratelloni
se avevano qualche soldo da prestarci...” iniziò a singhiozzare “ma poi quando
ero ritornata...Sing! Tu non c'eri! E... sob! Adesso mi tratti così!
BUUUUUUUUU!”
Si lasciò andare sulle ginocchia e iniziò a piangere a
fontana.
“Ma, no, no non ti preoccupare, piccina...” feci a Takumi “ Mi
ero sbagliato... dai... ero stato troppo con Fujiko su dai... fai silenzio...
eppoi ci scoprono... dai...”
“Mi perdoni, vero?”
“Ma sì che ti perdono, non ti preoccupare...”
“Grazie!” E si gettò al mio collo, dandomi un bacio sulla
guancia.
“Bene, vedo che ci diamo da fare..” Era Jigen, poco distante
da noi, che ci guardava.
Mi alzai in piedi.
“Beh, nemmeno tu scherzi, eh?” dissi scoccando un'occhiata
incerta alla madre di Lin, mentre con un colpo magistrale buttava giù un
barattolo particolarmente distante.
“Beh” disse, mettendosi una sigaretta in bocca “è capitato,
non sto certo a rifiutare se mi invitano”
“Sì, eh? Andiamocene Takumi!”
Girai i tacchi e incomincia a camminare altezzosamente,
mentre Takumi da dietro gli faceva la linguaccia.
Vidi che a Jigen cadde la sigaretta per sconcerto.
Ma perchè me ne ero andato, in questo modo, offeso? In
effetti... non ne avevo motivo...
Davvero, avevo fatto tutto istintivamente... e senza
motivo....
Bah! Ma tanto valeva ballare finchè era in ballo...
Tornammo dopo un po' in quella fatiscente casa... passai per
le finestre ed entrai direttamente nella sala da pranzo.
A quanto pare,come
dissero i fratelli Piovra mentre mangiavamo un po' di Ramen precotto, avevano
finito i preparativi per la lente d'ingrandimento gigante.
Domani, durante l'alba, sarebbe entrata in attività... e
diavolo... avrebbe fatto un caldo che neanche all'inferno!
Ridemmo tutti sadicamente.
La mattina dopo mi svegliai dal letto di età vittoriana in
cui mi avevano collocato... perchè avevo caldo... e che cald...UUUUUUUUUUUUH!
Accanto a me, tutta bagnata di sudore c'era Takumi, ed era
anche in vestaglia da notte!
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! Cosa ho combinato questa
notte?!” feci sconvolto, battendo la testa contro il muro.
“Non hai fatto niente... sono io che mi sentivo sola e sono
venuta perchè mi sentivo sola...”
Ok... fiu... matrimonio riparatore scampato...
Il fiatone mi passò.
Fu solo allora che notai davvero il caldo.
“Che caldo...uh!”
Cercai di distogliere lo sguardo da Takumi, il vestito era
così sudato che si vedeva tutto...
“Quindi... il piano dei fratelli Piovra sta procedendo!
Bwhahahah!”
“BWAHAHAHHA!”
Eridemmo tutti e due
come degli scemi.
Il giorno stesso come evincemmo dai telegiornali, condotti
da una sudata presentatrice, che la città era paralizzata.
Il caldo era così afoso e così... caldo che alla gente non
andava di far niente.
Tutti restavano a casa a cercare refrigerio nei loro
ventilatori. E l'uso dell'energia elettrica andava aumentando.
Tutto secondo i miei piani!
“Ma...” chiesi a Takosako “come mai non fa così caldo anche
qui da noi?”
“Beh, noi Piovre Nere sentiamo diversamente il caldo da voi
umani... ma non mi spiego come tu sia ancora così pimpante!”
“Ahahahah! Voi non sapete con chi state parlando! Io sono
Leonardo Silvestri! Colui che indossa i giacconi d'estate e va in giro in
canottiera d'inverno e non sente niente! BWAAHAHAH!”
“Quindi è il momento giusto per attuare il nostro piano!
Andiamo a rapinare delle banche, sì!”
“D'accordo!”disse alzando un pugno al cielo “Viva il caldo!
Viva i Fratelli Piovra!”
E facemmo tutti insieme una boccaccia.
Le rapine erano troppo facili da fare e io mi sentivo un
vero Ganster degli anni 30.
Entravamo nelle banche deserte a mitra spianato.
“Signorina” dicevo alla commessa puntandole la pistola
regalatemi da Jigen addosso “ci può dare tutti i soldi che avete?”
“... Basta che non mi fate alzare... il cavò sta lì
dentro... la combinazione è 1043432328... che caldo...”
“Grazie!”
E così continuammo perquattro o cinque banche fino a che...
“Fermi! Siete in arresto!”
“Lo sapevo! Dietro a tutto questo c'erano i Fratelli
Piovra!”
“Mascalzoni altolà!”
Erano il vicesceriffo Takoro, la madre di Lin e Sonny...
“Fratelli Piovra, scappiamo! Via!”
E cominciammo a scappare.
E intanto mi chiedevo se la mia vocazione fosse essere un
malvivente, visto che prima ero stato con Lupin a trovare un tesoro e ora con i
Fratelli Piovra a rapinare banche...
“Fratelli Piovra dove pensate di andare!”
Un rumore assordante.
Eravamo appena usciti dalla banca che venimmo buttati a
terra da un mezzo volante che assomigliava ad una libellula!
“Pirati della strada!” urlò Takokiki “Non si investono degli
onesti ladri!”
“Già... pirati che investono ladri... se non c'è più
solidarietà tra noi furfanti dove andremo a finire?”
“No, non sono pirati della strada! E' quel moccioso di Lin!”
“Ho capito...” disse Takomaru “è giunto il momento della...
trasformazione! Ma io non mi trasformo questa volta!”
I fratelli piovra mi guardavano con gli occhi che
brillavano.
“Leonardo sei davvero un bravo ragazzo!”
“Se lo dite voi...”
“Ok, adesso ti trasformiamo, pensa intensamente in cosa
trasformarti...”
Mi premetti le meningi.
Poi vidi tutto nero.
E, neanche il tempo di pensarlo, era una versione gigante di
me stesso, vestiti con gli stessi abiti di Ryu di Street Fighter.
“Oh, forma umanoide! Bella idea!” sentii la voce di uno dei
fratelli Piovra che mi parlava direttamente nel cervello.
“Ma dove diavolo siet...”
“Non hai tempo per pensarci! Attento!”
La libellula robot, o meglio, la zanzara, da come la
chiamerò d'ora in poi, stava venendo verso di me ad una velocità elevata.
Un mio schiaffo e finì K.O.
“Yohoooooo!” Sentii dentro la mia testa “Bravo!” “Continua
cosa!” “Cucciolottone alla panna sei il migliore!” “Pugno debole avanti e giù!
Dai!”
Ma non c'era da gioire quello non era che l'inizio... se mi
ricordavo bene a questo punto... arrivava...
“Niente da fare, questa volta i fratelli Piovra vi hanno
sconfitto!”
Dal cielo discese Disco Hotoke, un robot che aiutava sempre
Takoro ma che a me aveva sempre ricordato una palla con paio di piedi e di
occhi.
Stava parlando con Lin, che era dentro la libellula, e
Takoro che era accorso a soccorrere l'amico.
“Vai Tokagettel!”
Dal suo piede uscì una specie di robot dalla forme
lucertoloidi.
“Robot dentro altri robot...”disse una voce dentro la mia
testa “Ma dove andremo a finire?”
“Ah!” ebbi un flash “Io mi ricordo di te!” dissi puntando il
mio enorme ditone verso la lucertola “Tu sei nella parte comica nella serie!
Servivi solo a far guadagnare tempo a Lin e Takoro, ma non servivi a niente!”
“Oggi faccio sciopero e non esco! Non si tratta così una
signora!” e Tokagettel, rientrò come se n'era uscita, evidentemente
irritatissima.
“Non, fa niente, non vi preoccupate!” Allora mi ricordavo
bene! “Sfera di Sirio! Azione!”
Da un buco sul petto del Disco Hotoke uscì una enorme sfera
che espose nel fumo.
L'ambiante circostante cambiò radicalmente, diventando un
quadro astratto... questa volta assomigliava tanto a quelli di Picasso.
Una dolce musica si diffuse nell'aria, una musica classica.
E mentre tutto quello succedeva, sapevo che nella nebbia
Takoro aveva mandato addosso a Lin una strana sostanza che lo avrebbe
trasformato in...
“MUTEKING!”
Un ragazzo, con un paio di Rollerblade, vestito di rosso con
un casco a visiera uscì dal nulla.
“Oh mio Mutek...”stava per dire Takomi, guardando con
sguardo sognante Muteking
“Sorellina che ti prende?”
“Non so decidere! Muteking o Leonardo? AAAAAAAAH! Non posso
decidere!”
Mi sembrava di sentire parlare Kuno Tatewaki di Ranma ½..
“Quindi...” e si diede una martellata addosso per svenire.
“Leonardo” fece Takosako “Quello è Muteking, il nostro
nemico di sempre... sa fare solo due cose, cantare e combattere... e quando non
canta sa esprimersi solo con versi monofrasali quali: “Muteking!”, “Muteking
colpisce!”, “Adesso vi faccio vedere!” o “Bastone allungati!”.
“Lo so chi è!” urlai “e la pagherà per aver fatto male a
Takumi! ARGGGGGH!”
Mentre noi parlavamo, Muteking stava cantando una bella
canzone:
Muteking si precipitò verso di me pattinando, mentre una
musichetta incalzante echeggiava nell'aria.
Venne verso di me, ma acchiapparlo era difficile quanto
farlo con una mosca.
“Muteking colpisce!” urlò l'eroe, dandomi una gran bastonata
in testa
“AHI! AHI! AHI!”urlai, massaggiandomi la testa.
“Che
diavolo fai, Leo!”
“Don't
fight with your power but with your soul. Remerber this... even you fight with
THAT man”
Ricordai quella frase. Me l'avevano detta una volta, prima
di combattere contro quel dittatore Thailandese.
Nota: Nessuno ha mai detto qualcosa del genere a Leo, e lui
non ha mai combattuto contro un dittatore Thailandese, tutto questo sta
accadendo solo nella sua mente contorta per aver giocato troppo a Street
Fighter Alpha 3.
Sì, lo ricordavo.
Forse anche lui era come That Man... doveva essere
combattuto con l'anima, non con il potere!
Non bastava combattere menando a casaccio colpi, doveva
controllare il suo potere e utilizzarlo al meglio... doveva ricordare... quello
che gli diceva il suo maestro, Ryu.
Nota: Adesso non so più neanch'io cosa sta elaborando la
mente bacata di Leo, vi preghiamo di non far caso ad eventuali nonsense,
grazie.
“Ricorda” mi diceva “il potere è dentro di te!
Concentrarlo... per fare l'Hadouken!”
Concentrare il potere dentro di me? Sì, sentivo il potere
che mi scorreva dentro. Potevo farcela.
“Hadouken!”
Con sorpresa di tutti (anche mia!) dalle mani mi uscì una
sfera di energia che colpì in pieno il Rolling Hero, ma quello incassò il colpo
e con un abile capriola volò a bordo del robò Zanzara guidato da Takoro.
Lo vidi sofferente.
Bene! Stavo mettendo in difficoltà il mitico Mutek...
“Urgh!”
Manco il tempo di esultare che mi era arrivata una bastonata
sul naso, facendo anche sanguinare.
Ma dovevo rimanere calmo. Così mi aveva insegnato Ryu.
Quello che successe dopo fu difficile da narrare. Io e
Muteking ci scambiammo vari colpi, tentando tutte le strategie ed esaurendo
ogni trucco ed energia.
Ma alla fine, nello scontro finale alla luce della
luna,vinse lui, e noi scoppiammo come
fuochi d'artificio... letteralmente.
Era destino che i cattivi perdano sempre? Non era giusto!
Sopratutto quando tra i cattivi c'ero anch'io!
“I fratelli Piovra se ne vanno alla velocità della luceeee!”
dissi in una splendida imitazione del Team Rocket.
Atterrammo sul caldo asfalto di San Frascisco... appunto
caldo! Anche se Muteking ci aveva sconfitto non poteva certo sconfiggere il
caldo!
“Aahaha! Guardate Fratelli!” disse Takomaro riferendosi
anche a me, indicando un gruppo di poliziotti in boxer e canottiera (in realtà
portavano anche il berretto ma vabbè) che sparavano verso la lente
d'ingrandimento gigante “Che sforzi inutili! La lente è indistruttibile...
l'unico punto vulnerabile è il centro esatto che non potranno mai colpire da questa
distanza! AHAH!”
Poi lo vidi.
Jigen.
Con la sua Magnum prese la mira e sparò...
E senza neanche dirlo colpì il centro esatto della lente,
quello virtualmente irraggiungibile...
“Ma come diavolo faceva a sapere che il centro... era
l'unico punto vulnerabile?” chiese uno sbigottito Takosaku
“Non lo sapeva...” dissi sconsolato “lui mira sempre al
centro... è fatto così...”
Neanche il tempo di terminare la frase che l'amichetta
(e andatavi a vedere Frankestain Junior se non vi dice niente) di Jigen e suo
figlio, Sonny, erano lì, pistole puntate.
“Ah! Eccoli i pericolosi terroristi noti come i fratelli
Piovra! Tutti in prigione!”disse Sonny e degli agenti ci scortarono dentro un
furgoncino blindato “Mamma, hai visto come sono stato bravo?” disse con un
sorriso sciocco.
“Sul lavoro sono il tuo capo, non tua madre!” disse la rossa
“E poi tu non hai fatto niente! Come al solito è stato tutto merito di
Muteking... ma aspetta... sbaglio o c'è un membro in più?”
“Sì” dissi “io sarei il nuovo membro de...MMM MMM!!!”
I fratelli Piovra mi tapparono la bocca.
“Ma sei scemo! Almeno tu ti puoi salvare!” disse Takokiki
“Già! Te lo meriti!” disse Takomaro “non è da tutti riuscire
a vivere con noi un piano di conquista del mondo!”
“Abbiamo un debito con te!” disse Takosaku
“Vai cucciolottone alla panna!” disse Takumi asciugandosi
delle lacrime
Li guardai tutti commosso.
“Grazie, ragazzi non lo dimenticherò!”
“Questo ragazzo non c'entra niente con noi!” disse Takokiki
con veemenza
“Già!” ribadì Takosaku “è solo uno che passava qui per
caso!”
“Esatto!” fece Takomaro “Mai visto prima di allora!”
Mi accorsi che avevano tutti le lacrime agli ogni mentre lo
dicevano.
Volevo troppo bene a quel gruppo di Piovre!
“Io non conosco... nessun cucciolottone alla panna! Neanche
questo qui!” e si mise a piangere anche lei.
Ah, Takumi! Che gentile donzella! Che ragazza!
“Mamm...Capo, che facciamo?”chiese Sonny.
“Beh, non possiamo certo fidarci della parola di qualche
furfante...”
“La mia può bastare?”
Era Jigen. Avanzava nelle calda città di San Francisco, tra
le polveri e i fogli di giornali come un vero Cowboy.
Aveva la sigaretta come al solito... anzi una cicca di
sigaretta.
“Era lui il tuo amico, Jigen?”
“Sì, Koaru” le rispose Jigen (allora era così che si chiamava
la madre di Lin!)
“Direi di sì”disse “Bene, lasciate andare il ragazzo!”
E fui fuori, mentre i miei amici erano dentro.
“Bene, tutti via! Andiamo a portare questi furfanti dove
meritano!”
E i poliziotti saltarono sulle loro volanti e li allontanarono
fino a scomparire dalla mia vista.
“Grazie Jigen” gli dissi.
“Di niente” rispose, imperturbabile come sempre “E adesso
vai a liberare i tuoi amici! Non vorrai forse farli marcire a lungo dentro
quella prigione...”
I miei occhi brillarono di ammirazione. Ah, il caro vecchio
Jigen! Mi dimenticavo sempre che di professione lui era un ladro.
“Grazie di nuovo, Jigen, grazie!”
Jigen mi rispose abbassandosi ulteriormente il suo cappello
efacendo un timido sorriso.
E quindi corsi.
Poi tornai indietro.
“Jigen, mica sai dov'è la prigione, vero?”
Poco ci mancò che Jigen non scivolasse dallo sconforto. (Sì,
si può scivolare dallo sconforto, non vi è mai successo?)
Qualche ora dopo ero davanti alla stanza dove erano stati
imprigionati i fratelli piovra.
Fortunatamente il caldo non se n'era ancora andato del
tutto... ed era stato relativamente semplice intrufolarsi e rubare le chiavi
alla guardia.
“Ragazzi! Ragazzi!” li chiamai
“Leo!” urlarono in coro “Che ci fai qui?”
“Come che ci faccio qui? Sono venuto qui a salvare i miei
fratelli!”
Li vidi commossi.
Aprii quindi la porta e scappammo via, riuscendo ad arrivare
alla loro scalcinata casa.
“Leo...” mi dissero “non sappiamo come ringraziarti...”
“Non vi preoccupate, fratelli... se non ci aiutiamo fra noi,
chi ci aiuta?”
Mi sorrisero.
“Però qualcosa te lo vogliamo dare”
Mi porsero un foglio bianco. Diavolo, era un altro ritaglio
del giornale!
C'era scritto:
“Da consegnare a Leonardo Silvestri”
“L'abbiamo analizzato” fece Takomaro “sappiamo che una volta
letto il suo vero contenuto ti porterà in un'altra dimensione e sappiamo
benissimo che non puoi restare con noi...”
Li guardai “Ragazzi, non so ce dire...”
“Non dire niente, cucciolottone alla panna” disse Takumi
“Sapevamo che non potevi restare per sempre con noi...”
“Però vogliamo darti questo”disse Takokoki, prendendo con
aria solenne una spilla da una scatolina “è una spilla molto speciale” disse
“Con questo tu sei ufficialmente un membro onorario e permanente dei fratelli
Piovra!”
E me l'appuntò addosso.
“Grazie ragazzi, non so che dire...”
“Poi...” disse Takosaku “Questo è un regalo da parte mio e
Takomaro”
E mi porse un zaino monospalla, con il simbolo dei fratelli
piovra inciso sopra.
“E' uno zaino speciale” disse Takomaro “Dentro c'è spazio
per vari metri, ma lo zaino peserà sempre così... Ci abbiamo messo tutta la tua
roba dentro. E abbiamo anche fatto sì che i tuoi cereali non finiscano mai...”
“Del disegno me ne sono occupato io” disse Takosaku “mi è
venuto bene, vero?
“Ti è venuto benissimo...Grazie ragazzi... non so che dire,
davvero...”
Ormai piangevo di gioia.
Che piovre!
“Beh, adesso vai” disse Takokiki “non possiamo mica stare a
piangere tutto il giorno!”
“Aspettate aspettate!” dissi “Prima una foto! Una foto
ricordo!”
L'avevo presa appena entrato nel mondo di Lupin, ricordate?
Il mio primo pensiero vedendo Lupin e compagnia fu di fargli una foto...
E alla fine gliela feci.
Inizio Flashback di Leo
Fine Flashback di Leo
“Ok, mettetevi tutti posa! Preferite in forma umana o in
forma polipo? In forma umana dite? Così me ne potrò vantare con gli amici? Se
va bene a voi!”
Appoggia la macchinetta su una roccia e lascia partire il
timer.
Eravamo tutti sorridenti. Ma piangevamo. Era una foto
incredibilmente triste e allegra al momento stesso.
Io e quattro fratelli piovra venimmo immortalati nella mia
macchinetta usa e getta da dieci euro...
“E' ora di andare, Leo!”
Era ancora lui, Jigen. Mi guardava da qualche metro di
distanza mentre con una mano si teneva il suo leggendario cappello che
altrimenti sarebbe volato via a causa del forte vento.
Guardai il foglietto e presi per il polso Jigen.
“Una piccola pausa c'è stata” lessi sul foglietto “ma adesso
tra il vero male e il vero deserto ti dovrai imbarcare....”
Takumi si avvicinò a noi in forma umana.
“Takokiki ti ha dato la spilla.... Takomaru e Takosako ti
hanno dato lo zaino... e ti volevo dare anch'io qualcosa...”
E mi diede un casto bacio sulle labbra.
Fu il mio primo bacio. E fu molto bagnato perchè stava ancora
piangendo.
E poco dopo, mentre ancora li salutavo, scomparii nel nulla.
Ero in un deserto, da solo, e davanti a me c'era un
cavaliere senza volto.
______
Ok! E così finisce anche la saga di Muteking! E siamo a
secondo anime che Leo conosce!
Il prossimo mondo... beh, penso lo conosciate tutti, non
fatevi ingannare dal deserto e dal cavaliere senza volto!
Poi ci sarà anche una Special Gust nel prossimo capitolo che
neanche immaginate... Uhuhuh!
Per Prof: Essì, Leo è uno sfigato, non c’è niente da fare!
Ma più che sfigato dire che… è solo un normale essere umano in un mondo di
esseri fuori dal comuni!XD Purtroppo per gli errori cerco di fare tutto il
possibile, rileggo ogni capitolo almeno due volte prima di postarlo, ma ogni
volta mi sfugge qualcosa! Senza contare che non sento più il mio correttore di
bozze… quindi peggio mi sento! Contento che tu approvi Temari e contento che tu
conosca Code Geass, sono un grande fan della serie (Un poster in camera con
Lulouch, Karen, C.C., Viletta e (ahimè!) Rolo…) anche se penso che sia troppo
commerciale. Beh, sì, Karen andrebbe anche bene, ma…
Spoiler nel caso non abbiate visto la fine di Code Geass
Se l’ambiento dopo Code Geass dovrei fargli prima superare
la morte di Lulu (anche se sono tra quelli che pensano sia vivo grazie al Code
U_U) e se l’ambientassi a metà serie dovrei fargli superare la cotta per Lulu…
e sarebbe troppo complicato! Beh, alla fine Karen e Lolouch si baciano, anche
se personalmente lo vedo meglio con C.C. !
Potete leggere!
Sono anche contento che ti sia piaciuta la canzone! Pensa!
L’ho caricata personalmente su Youtube solo per inserirlo nella vostra fic! Poi
dite che non vi penso!XD
Ah, ti ringrazio per la recensione sulla mia fic su naruto,
l’ho apprezzata davvero molto! ^_^
Per Suikotsu: Beh, Venus… ovvio che non fosse tra la lista
delle candidate! Ma chi si crede? Insomma, Artemis a parte, è un personaggio
abbastanza odioso… troppo… insomma considera troppo l’aspetto esteriore (però è
la dea della bellezza, non è colpa sua!) e nella quarta serie mi ricordo un
episodio in cui cercò di uscire con due ragazzi contemporaneamente! Ma neanche
Jhonny!XD Comunque, ci terrei a precisare che Leo non sono io, per quanto ci
sia una buona parte di me dentro di lui. Tanto per dire, io sono molto più
maniaco di lui!XD
Ah, beh, ho visto che hai letto “Alla ricerca della Pietra
Docroston” e mi sono sentito male per te!^^ Cioè quanti errori, quanta
inesperienza! Urgh! Contento che ti abbia fatto ridere anche questa, però!^^
Per Sarhita: Contento che ti sia piaciuta e che la trovi
scritta bene…(anche se gli errori grammaticali… urgh!)
Per Anonimo9987465: Ovvio che so chi è Keroro! Io amo le
citazioni, e non potrebbe non piacermi Keroro! Ma parliamo di Koyuki… beh,
andrebbe pure bene… solo che la vedo un po’… sull’altra sponda!XD Eppoi anche
se ama un’altra donna sempre impegnata è!XD
Deserto e Male, diceva il foglio del giornale. Deserto e
Male avrei dovuto affrontare se volevo tornare a casa mia...
Ma non mi aspettavo certo di finire
lì.
Lì dove, tra parentesi? Non c'era niente e non udivo
niente...Cioè, la
cosa che più assomigliava a quel luogo in cui mi trovavo era la Stanza dello
Spirito e del Tempo di Dragon Ball... ma...
Di certo non lo era. Aveva qualcosa di diverso.
E soprattuttoin Dragon Ball non c'era nessun
cavaliere senza volto.
Era di fronte a me, imponente sul suo cavallo, rivestito di
un'armatura completamente bianca, così come lo era
il suo immenso cavallo e... anche il cielo in quel posto.
Non aveva occhi, ma sapevo che mi stava fissando.
Poi sorrise, ma non aveva bocca con cui farlo. Però io sapevo che l'aveva appena fatto.
Scese quindi da quel cavallo, continuando a fissarmi.
Anche sceso era imponente, alto almeno due
metri e largo di spalle: una perfetta macchina da combattimento.
Però, stranamente, nonostante questo suo aspetto, non mi incuteva timore né terrore; solo molto rispetto.
Poi parlò, pur non avendo la bocca e disse:
“Dunque sei tu il Prescelto delle
Entità di questo secolo, eh?”
Prescelto... delle Entità?
“Bene, sbrigati, non so quanto tempo abbiamo, ma è comunque
meglio fare il più possibile.”
“Fare... cosa?” dissi, trovando il coraggio di parlare.
“Allenarci, ovviamente!” disse il cavaliere “Che altro
vorresti fare? Non penserai che le Entità tiabbiano mandato così allo sbaraglio, vero?”
“Le... Entità?”
“Sì, le Entità! Chi credi ti permetta di viaggiare tra un
mondo e l'altro?”
“Pensavo...” dissi, scoprendo che mi mancava il fiato “qualche mia abilità
innata...”
“Ahahaha!”rise “Sei divertente,
ragazzino! Ma che ti insegnano a scuola al giorno d'oggi?”
Sorrise di nuovo.
Cosa diavolo pensava che insegnassero a scuola?
“Ok, in pratica io sono il tuo Maestro. D'ora in poi ti
rivolgerai a me chiamandomi così e farai tutto quello che ti dirò.”
“Ehi, aspett...”
“Le spiegazioni a dopo, adesso a terra e fammi 50 flessioni”
“COSA?”
“Sdraiati e sbrigati!”
Non potei che ubbidire. La voce era carica di una tale...
decisione e forza... forza proveniente dai millenni... una forza a cui era
impossibile opporsi...
E mi sdraiai e incominciai a fare flessioni.
“Bene” diceva mentre facevo la prima flessione “ti spiego un
po' come funziona.”
Seconda flessione.
“Ogni secolo Eris, la dea della
discordia, si risveglia dal suo lungo sonno.”
Feci la terza flessione.
“E, ogni secolo, le Entità scelgono un Prescelto che ha il
compito di viaggiare tra i mondi e recuperare qualcosa, che cambia da persona a
persona. Attraverso questi viaggi il Prescelto matura e si rafforza fino a
raggiungere un grado di forza necessario per sconfiggere Eris.
Ma la dea non se ne sta certo con le mani in mano, o no! Ovviamente non può
intervenire direttamente, per cui manda qualcuno che uccida il Prescelto quando
non è ancora forte;forse ti sarà già
capitato... ragazzo? Ragazzo?”
Ero arrivato, sforzandomi grandemente, a trediciflessioni. Ma
poi non c'è l'avevo più fatta, ero crollato a terra, esausto.
“Tredici flessioni?” fece il cavaliere “Che rammollito! Eh,
spero davvero che, dopo quaranta vittorie consecutive, il mondo non si trovi
nuovamente nel chaos! Sarebbe anche un peccato per me
interromperne la serie...”
“Esatto! Chi credi abbia fatto vincere voi Prescelti negli
ultimi quattromilaanni? Prima non c'era nessun
allenatore e arrivavano completamente impreparati di fronte a Eris.”
Non riuscivo a rispondere, avevo ancora il fiatone.
“Strano...” dissi quando finalmente riuscii a parlare “Nel
mio mondo riuscivo a farne almeno una trentina prima di cadere in questo
stato...”
“E' normale” rispose il cavaliere “Qui l'aria è più
rarefatta e la gravità un tantino maggiore; il posto perfetto per allenarti!”
“Ma scusa...”
Ricevetti un'occhiataccia che mi fece subito correggere la
frase.
“Mi scusi maestro... ma come sono arrivato qui? Dov'è Jigen?”
“Ah, per quello non preoccuparti!” disse “Questo è il Mondo
di Mezzo, un mondo che è e che non è... Il centro si può dire. Il Prescelto
arriva qui quando ha raggiunto una forza necessaria a sostenere l'allenamento.
Anche se, non saprei... solo tredici flessioni... il precedente ne fece
cinquanta senza alcuno sforzo.”
“Cinquanta?!”Strabuzzai gli occhi “Ma chi era il precedente
Prescelto, Achille?”
“No, Achille è stato uno dei Prescelti nel... non ricordo
più, comunque almeno dieci prescelti fa, credo.” mi rispose il maestro.
Si grattò la testa.
“Ma non è importante adesso, al lavoro!”
Forse non è il caso che vi racconti a quali e a quanti
massacranti allenamenti fui sottoposto.
Davvero non è il caso.
Posso solo dirvi che in confronto quelli di “Kenichi: Il Discepolo Più Forte della Storia” non erano che
bazzecole.
E posso elencarvi gli allenamenti che fece: sollevamenti con
manichini progressivamente più grandi, flessioni con castagne bollenti sotto
gli addominali e corsa con gomme di macchina appese al busto, trasportando il
maestro stesso che lo frustrava, nel frattempo.
E il mio maestro, l'esimio Cavaliere Senzavolto,
sembrava conoscere alla perfezione tutti questi tipi di allenamenti, visto che
fui sottoposto ad ognuno di essi…
Senza contare... senza contare...
Sigh!
Che questi erano tra quelli più umani!
Certo, perché avevo ragione, visto che ero il Prescelto
avevo dei poteri superfighi da utilizzare... Peccato
che per utilizzarli dovessi sottopormi ad allenamenti disumani.
Senza contare che voleva... assolutamente... senza alcuna
possibilità di rifiuto, insegnarmi ad utilizzare il mio Ki.
No, non sono un bimbominkia che
mette “K” al posto del “ch”... con il Ki intendo
l'energia interna. Avete presente la Kamehameha di
Dragon Ball, Hadouken di Street Fighter? Ecco quelle
sono manifestazioni del Ki, dell'Energia Interna.
Sarei riuscito anch'io a lanciare una Kamehameha
o un Hadouken?
Il Maestro mi rispose di No... ci voleva un allenamento
costante per esternare il proprio Ki.
Il massimo che poteva fare con me era farmi imparare ad
utilizzarlo... e a farlo scorrere dentro il corpo in modo da rendermi un po'
più resistente del normale.
Per essere offensivo avrei utilizzato la magia elementare il
cui uso era concesso al solo Prescelto, ovvero io.
La magia elementare era quella basata sui quattro elementi,
terra, acqua, fuoco, e aria.
***
Ero in alto, troppo in alto.
Sotto di me c'era solo una
foresta e, se non mi fossi fermato subito, mi sarei fatto mooooolto
male!
Provai ad armeggiare, a biascicare
qualche parola strana per fermarmi ma... riuscii a rallentare solo di poco la
mia caduta. Di molto poco.
L'aria mi sferzava addosso, colpendomi quasi fino a farmi
male. Vedevo la foresta vicinissima.
Sentii il mio nuovo cappotto sventolare nell'aria.
Le orecchie percepivano solo uno strano ronzio, unito ad un
altrettanto strano fischio.
Tuttavia, per quanto fossi preoccupato di schiantarmi
addosso ad una foresta, non potevo che godermi quella caduta da paracadutista.
Paracadutista senza paracadute, mi
ricordò una vocina interiore.
“O merda o merda o merda!” urlai, continuando ad agitare le
mani per cercare di fermarmi.
La mia voce si perse nel fragore del vento.
“O dannaz...”
Beccai un primo ramo, dritto in faccia, sotto l'occhio, che
si spezzò sotto il mio peso.
Poi sempre più giù, rompendonealtri con tutti gli
arti che possedevo, graffiandomi in ogni punto umanamente possibile, pregando
di fermarmi, finché non...
“Aaaaaah...”
La mia voce andò affievolendosi sempre di più; un ramo,
bello grosso tra l'altro, aveva colpito proprio la mia parte più delicata...
Probabilmente distruggendo tutta la mia futura progenie...
Non che questo servì a fermarmi. Continuai a cadere
precipitosamente. Chiusi gli occhi per aspettare l'impatto che sapevo non mi
avrebbe ucciso ma che sicuramente mi avrebbe fatto davvero molto male, ma...
Non avvenne mai. A circa 20 metri dal suolo i miei improperi
e i miei movimenti erano serviti a qualcosa e mi ero fermato di botto.
Per poi cadere di nuovo.
“NOOOOOOOOOOOOOO!”
Caddi sul terreno... anzi, no quello non era il terreno,
cioè sarebbe stato troppo morbido. Poi ero sicuro di aver urtato contro
qualcosa o qualcuno... ma era strano perché da qualche metro in giù non
avrebbero più dovuto esserci rami....
Era qualcuno.
Lo capì visto che avevo la mano su qualcosa di
incredibilmente caldo. E morbido.
Molto morbido.
Non avevo mai sentito niente del genere.
Ma avevo l'impressione di sapere che fosse.
Continuai a tastare per accertarmene. Essì,
pensai proprio che fosse una tett...
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”
Mi alzai di botto, mettendomi con la schiena attaccata ad un
albero, in preda al panico.
Se fossimo stati nel mondo reale avrei potuto spiegare... e
al massimo me la sarei cavata con uno schiaffo e invece...
E invece... ero in un anime o un manga (ma in quale?) e se
la ragazza era violenta...
Potevano succedermi varie cose tra cui la terminazione
completa della mia progenie o, nel minore dei casi, pugni, schiaffi e
quant'altro che mi avrebbe mandato in orbita come solo il Team Rocket sapeva fare.
La ragazza in effetti non aveva preso bene il mio palpeggio
selvaggio, perché di palpeggio selvaggio si trattava, e mi guardava da terra
con espressione arcigna.
Ok, ok, sarò sincero. Non era arcigna. Era arrabbiata...
cioè, no, non era proprio arrabbiata... era incazzata nera... cioè... eheheh, in realtà aveva in volto un'espressione omicida, e
dire omicida era dire poco.
Il suo sguardo mi perforava e guardava oltre, come se già
non esistessi più. Certo, perché non avevo il minimo dubbio che volesse usare
la mia pelle, opportunamente svuotata degli organi interni, amo' di scendiletto,
per poi mettermi davanti al camino mentre avrebbe sorseggiato un buon thé verde.
Poi magari, caduto il rancore e trovatomi fuori moda, sarei
stato sbattuto in soffitta e non avrei mai più rivisto la luce del sole... Se
non mille anni dopo, quando i discendenti
della ragazza mi avrebbero trovato e venduto a qualche museo.
Ma che la mia pelle, in un tempo remoto e alquanto
improbabile, divenisse un oggetto da museo non era certo il mio problema principale.
In effetti, se davvero non volevo diventare uno scendiletto,
mi sarei dovuto difendere da quella ragazza che adesso si stava alzando da
terra, sempre con quello sguardo omicida.
Beh, sguardo arcigno a parte, non si poteva certo dire che
non fosse una bella ragazza.
Era poco più bassa di me,
con una coda di cavallo e due ciocche di capelli che le scendevano davanti le
orecchie. Ed era senz'altro una ninja, quello era certo. Aveva una spada sul
fianco un po' più lunga del normale, che mi avrebbe messo volentieri in posti
innominabili. Anche questo era certo.
E io ne avevo paura.
Le sorrisi nervosamente e mi allontanai lentamente, facendo
dei passi indietro, mantenendo lo sguardo fisso su di lei.
…
Esatto, la stavo trattando come un animale pericoloso.
“Allontanati, Leo, allontanati...” mi dicevo “Abbastanza,
almeno perché non ti affetti con un colpo...”
Almeno un po' dignitosamente volevo difendermi! Morire al
primo colpo dopo tutti gli allenamenti passati? Troppa fatica sprecata!
Continuai ad indietreggiare, lentamente... poi... mi girai e
incominciai a scappare a gambe levate.
“Dove credi di andare maledetto maniaco?!”
Mi girai un attimo.
Diavolo! Stava sfoderando la sua spada! E... o porc...!
A parte che la spada era lunga due volte il suo fodero.... a
parte che mi stava arrivando una strana cosa tagliente verde che aveva appena
dilaniato un albero...
Ma quale a parte! Era quello l'importante!
Mi gettai su un lato per cercare di evitarlo... MA MANCO PER
scherzo!
Quel coso mi inseguiva! Sì, mi stava maledettamente
inseguendo!
Forse avrei potuto attuare il classico scherzetto “Alla
Freezer”, ma certo quella ragazza non si meritava di fare la stessa fine di
quel megalomane asessuato. Insomma, per quanto avesse reagito male.... alla fine
la colpa era la mia... credo...
“Però” pensavo, mentre la sua lama di vento mi faceva le
basette “Non voglio certo morire io!”
E in più quella ragazza mi stava davvero sul cazzo.
Scusate la scurrilità, ma è vero.
Guardala, lì lontana! A ridere di me, non intervenendo
nemmeno! Certo! Ovvio! A lei non serviva intervenire! Ci pensavano le sue Lame
di Vento! Leonardo Silvestri non era abbastanza per farla scomodare
personalmente.
Diavolo.
No.
Cazzo.
Era ora di toglierle quel ghigno dalla faccia con una di
quelle mosse che avevo imparato quasi a costo della vita.
Misi le mani quasi come uno scudo... “E come fai a far
mettere le mani come uno scudo?” Vi starete chiedendo; ebbene, non lo so
neanche io, anche perché non è un vero scudo cioè…
volevo essere un po' epico... insomma... Ok, avete presente “Specchio riflesso
bacia il cesso?” che facevamo quando avevamo sei anni in risposta agli insulti,
insieme a l'onnipresente, “Chi lo dice lo è”? Ecco, la posizione era quella.
L’incantesimo funzionò alla perfezione! Dopotutto ci avevo
sputato sangue! Ecchecavolo!
Praticamente, la lama di vento si fermò precisamente davanti
al mio “Scudo”, per poi ritornare indietro sotto forma di “Palla d’energia
fatta di vento”.
Il principio era semplice: convertivo l’energia elementare
che mi si mandava contro in quella che solo io, il Prescelto del blablabla
e del blablabla, poteva utilizzare.
Evidentemente la ragazza non se l’aspettava per niente,
perché non ebbe che il tempo di stramazzare al suolo.
“O cazz…”
Dannazione a me e al mio spirito di cavaliere! Perché mi
dovevo preoccupare di una ragazza che non avevo mai visto?
Forse avrei fatto la stessa cosa con un uomo? No,
maledizione! Non l’avrei fatto! Però ero preoccupato ugualmente per lei,
nonostante mi avesse tirato addosso “lame del vento non meglio specificate”,
che probabilmente avevano tutta l’intenzione di dare (anche loro) un deciso
taglio alla mia futura progenie.
Quindi corsi verso di lei e mi assicurai sucome stesse. Respirava e il suo cuore batteva; forse
avrebbe avuto un po’ di mal di testa quando si sarebbe svegliata…mavabbè…
Essì, era davvero carina ed era
sdraiata scompostamente sul terreno ricoperto di varie foglie, arancioni,
rosse, verdi…
I tipici colori autunnali. Che in quel mondo fosse autunno?
E soprattutto in quale mondo di anime o manga ero finito?
Cioè, l’unica persona che avevo incontrato era questa
ragazza... E non avevo idea di chi fosse o da quale anime venisse.
Era possibile? NAAAAAAA, non credo, sono troppo Nerd…pardon, Otaku,
per non conoscerla nemmeno di vista… Almeno che non
fosse qualche personaggio ultra secon…
La ragazza emise un gemito e lentamente riaprì gli occhi.
Diavolo! Non avevo preventivato che si sarebbe svegliata
così presto! E non volevo certo essere lì quando questo sarebbe successo! Ho capito… dovrò dire davvero addio al mio Generale e ai suoi
due Colonnelli…
O forse potevo fare del mio meglio perché questo non accadesse…
“Salve” dissi “scusa per prim..”
“Scusa per avermi palpato le tette?” disse, sempre rimanendo
per terra, con lo sguardo più truce che potesse mandarmi.
“Beh, sì” dissi incerto “Non l’ho fatto certo apposta. Sai
praticamente sono caduto…”
“Caduto da dove?” continuò la ragazza, più truce che mai
“C’ero io sopra gli alberi…”
“Ehm…beh…”
A questo punto mi venne un dubbio. A che punto era arrivata
la tecnologia di questo mondo? No, perché se le dicevo che ero caduto dal cielo
in un mondo in cui la mongolfiera non era stata ancora inventata... Nella
migliore ipotesi mi dava del bugiardo e nella peggiore…
avrebbe tentato di uccidermi!(Di nuovo!)
“In sostanza… sono inciampato
mentre camminavo su un albero più alto di quello su cui camminavi tu!”
Mi sorpresi di me stesso e della mia capacità di inventare
balle credibili (E quella era una balla credibile? In quale universo
parallelo?) in un così breve lasso di tempo.
“Beh… sembra credibile…”
disse la ragazza guardandomi sottecchi, quasi imbarazzata “E anche io ho
reagito violentemente senza neanche darti il tempo di dare spiegazioni…”
Alleluia! La ragazza l’aveva detto! Aveva riconosciuto di
essere in torto! Lei sì che avrebbe avuto un futuro! Un piccolo passo per le
ragazze violente dei manga… e un grande passo per me!
“Meglio così.” le dissi con un sorriso “Vuoi una mano?”
E, da perfetto gentiluomo qual ero, le porsi la mano per rialzarsi… mano che venne sdegnosamente ignorata, visto che
si rialzò da sola. Probabilmente ce l’aveva ancora con me.
“Ehm…”ripresi guardandola negli
occhi “Volevo sapere…ehm…
Dove siamo di preciso?”
Ecco, le feci la domanda che mi premeva di più senza pensare
alle conseguenze! Davvero geniale, Prescelto dei miei stivali!
“E tu…senza…
nemmeno sapere dove sei… Sali sugli alberi…”
“Beh, cercavo di capire dov’ero salendo in cima all’albero
più alto…”
Ancora una volta mi sorpresi della mia abilità di
contaballe: che anni di scuola mi avessero dato queste capacità soprannaturali?
“Ehm… sì, hai ragione…”disse
un po’ imbarazzata, grattandosi la folta chioma nera con nonchalant.
“Praticamente siamo nella foresta che conduce al villaggio
di Konoha.”
“CHE COOOOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAA?”
E quasi contemporaneamente al mio urlo, uno stormo di
uccelli si alzò in cielo, cinguettando e gracchiando.