Music, love & life di Kia85 (/viewuser.php?uid=3181)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Obsession ***
Capitolo 2: *** Bodyguard ***
Capitolo 3: *** Rockstar ***
Capitolo 4: *** Concert ***
Capitolo 5: *** Walk ***
Capitolo 6: *** Nightmare ***
Capitolo 7: *** Nocturne ***
Capitolo 8: *** Hold ***
Capitolo 9: *** Date ***
Capitolo 10: *** Gossip ***
Capitolo 11: *** Dedication ***
Capitolo 12: *** Music ***
Capitolo 13: *** Memories ***
Capitolo 14: *** Dreamcatcher ***
Capitolo 15: *** Jealousy ***
Capitolo 16: *** Wuthering heights ***
Capitolo 17: *** Friends ***
Capitolo 1 *** Obsession ***
“Music,
love and…life!”
Prologo:
“Obsession”
“Il
segreto del canto risiede tra la vibrazione della voce di chi canta
ed il
battito del cuore di chi ascolta.”
(Kahlil
Gibran)
Un temporale dei più
burrascosi si stava accanendo sulla città di Tokyo. Ma i
temerari che si avventuravano per le strade della metropoli
sembravano non curarsene più di tanto.
Uno di loro camminava
con passo sostenuto. Forse perchè non aveva l'ombrello e
voleva giungere al più presto a casa. O forse perchè
aveva qualcosa di urgente da fare. Camminava, ma in realtà
avrebbe voluto correre... Nessuno poteva accorgersi del ghigno di
impazienza che si era dipinto sul suo viso...
Finalmente l'uomo
giunse a casa: si tolse l'impermeabile e le scarpe e corse verso la
sua scrivania. Aveva il respiro affannato e il cuore batteva
rapidamente.
Avvicinò al
viso la rivista che aveva appena comprata e la estrasse
dall'involucro protettivo. In copertina c'era lei, vestita con un
delizioso abitino da gothic lolita, nero con pizzi bianchi e la
stampa di un pentagramma sulla gonna. Oh, era davvero bellissima,
lei, Sakura...la nuova promessa della musica j-pop.
Non sapeva dire cosa
gli piacesse di più di lei: i suoi occhi color smeraldo, il
suo sorriso dolce o la voce angelica...
Avrebbe fatto di tutto
per averla solo per sè, almeno per una notte, e sentirle
sospirare il suo nome...Koichi...
Ma lei non sarebbe mai
stata sua, non sapeva neanche della sua esistenza.
Koichi appoggiò
la rivista sulla scrivania e si avvicinò allo stereo: lo
accese e subito partì la sua canzone preferita di
Sakura...”Wish”. Desiderio, come il suo desiderio di
farsi conoscere da lei.
Ma forse c'era un
modo, sì, un modo già sperimentato una volta. Koichi
tornò alla scrivania e guardò la parete di fronte a sè:
era completamente tappezzata da articoli e foto di Sakura. Tranne un
piccolo angolino.
Lì vi era
ancora un articolo riguardante non Sakura, bensì la sua
precedente ossessione...Haiko. L'uomo staccò l'articolo e
lesse il titolo: “Tragedia nella notte: è morta
Haiko, la popolare cantante giapponese”.
Koichi sbuffò:
tragedia...ma quale tragedia? Se lo meritava, quella sgualdrinella!
“Sembra che
verso le tre di notte Haiko sia stata coinvolta in un incidente
stradale. In macchina con lei c'era solo il suo amante, sopravvissuto
senza ferite gravi. Nulla si sa della sua guardia del corpo. La causa
dell'incidente sembra sia stato l'inseguimento di un fanatico...”
Fanatico lui? In fondo
stava solo cercando risposte. Perchè stava tradendo il suo
compagno, lei, che sembrava la perfezione personificata? Come poteva
causare la sofferenza in un uomo che aveva la fortuna di amarla?
Non l'avrebbe mai
capito. Ma ormai non aveva importanza. Perciò gettò
l'articolo nella spazzatura e si sedette sulla sedia. Prese un paio
di forbici e cominciò a tagliare tutte le foto e gli articoli
riguardanti Sakura dalla nuova rivista. Infine cercò di
attaccarli alla parete, sebbene non ci fossero più spazi.
Quando ebbe finito si
fermò per qualche istante a rimirare la sua opera d'arte.
Sakura gli sorrideva da ogni angolo della parete e Koichi,
soddisfatto, scoppiò a ridere.
Ma sì, era
giunto il momento di farsi conoscere da lei...con una bellissima
lettera d'amore!
Prossimo
capitolo: “Bodyguard”
Eccomi con una
nuova fafiction! Spero vi piaccia. Non ci saranno le carte, né
Kerochan e Yue. Sakura è una cantante, mentre il ruolo degli
altri personaggi lo sveleremo a partire dal prossimo capitolo!!!
Ringrazio
paperella96 che mi ha spinto a pubblicarla!! ^^
A presto
kia85
|
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Capitolo 2 *** Bodyguard ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
1: “Bodyguard”
“Ecco
a te, Li! Mi raccomando, ricorda che domani l’appuntamento è
alle nove. All’hotel Sakura Ikebukuro!”
Syaoran
Li, un giovane uomo dai capelli castani e gli occhi color dell’ambra,
sbuffò, afferrando il dvd che gli porse il suo capo,
l’ispettore Tanemura.
“Ma
questa ragazzina è proprio sciocca. Vuole farsi trovare?
Perché allora non mette i cartelli in giro con le indicazioni
per raggiungerla?” commentò Syaoran, seccato.
L’ispettore
lo guardò, quasi a volerlo rimproverare solo con gli occhi:
“Li! Non è questo il modo di cominciare!”
Syaoran
scosse il capo, appoggiando una mano sulla fronte. Odiava se stesso
quando faceva certi commenti acidi, ma era più forte di lui.
“Sì,
mi scusi!! Le prometto che domani mi comporterò bene. Come una
guardia del corpo che incontra la sua nuova protetta!”
“Il
che non si discosta molto dalla realtà!”
Syaoran
annuì, non particolarmente entusiasta: “Appunto. Allora,
ci vediamo domani! Sono curioso di conoscere questa cantante di nome
Sakura!”
In
realtà, non gli importava poi molto di questa Sakura, ma
l’ispettore gli aveva affidato questo incarico, aveva avuto
fiducia in lui nonostante quello che era successo con la sua ultima
protetta. E Syaoran non voleva fallire, avrebbe protetto questa
ragazza anche a costo della vita.
Così,
una volta giunto nel suo appartamento, Syaoran inserì il dvd
nel lettore e, mentre questo si caricava, andò in cucina,
afferrando una birra dal frigorifero. La aprì e si lasciò
cadere sul divano, sbottonandosi i primi quattro bottoni della
camicia.
Il
video partì e sullo schermo cominciarono a scorrere immagini e
scene di una ragazza assai bella, con i capelli castano chiaro e
occhi verdi, di uno splendido verde giada.
Poi
si sentì una voce, sicuramente appartenente al tecnico addetto
ai filmati della polizia: “Sakura Kinomoto, cantante pop/rock
molto popolare da circa un anno, è nata a Tokyo il primo
aprile di ventitré anni fa. La madre, Nadeshiko Kinomoto, era
una modella e morì quando lei aveva appena tre anni. Così
Sakura ha vissuto nel piccolo paese di Tomoeda con il padre, Fujitaka
Kinomoto, docente di Archeologia presso l’Università di
Tokyo, e con il fratello maggiore Touya. Sakura ha debuttato come
cantante un anno fa grazie alla sua manager, Tomoyo Daidoji,
conosciuta sui banchi di scuola. Da circa dieci mesi frequenta Hiro
Setsu, cantante rock di una popolare band giapponese.”
Mentre
la voce narrante raccontava la storia di Sakura, si susseguivano
sullo schermo immagini della ragazza durante i suoi concerti o
insieme a quello che molto probabilmente era il suo ragazzo. E una
foto riuscì a colpire Syaoran, una foto in cui Sakura
sorrideva. Quel sorriso di una dolcezza e un calore infiniti gli
fecero trattenere il respiro per una frazione di secondo. Ma subito
Syaoran scosse il capo energeticamente e bevve dalla bottiglia di
birra.
“Sciocchezze!”
commentò fra sé.
La
voce narrante riprese: “Circa un anno fa, un fan di Sakura,
perse la testa per lei. Cominciò a molestarla con telefonate,
pedinamenti, lettere, regali. Sakura fu così costretta a
denunciarlo e questo lo fece imbestialire a tal punto da minacciarla
di morte. Perciò la cantante in questione ha ora bisogno di
una guardia del corpo!”
E
quella guardia del corpo sarebbe stata Syaoran.
*****
La
notte fu molto agitata per Syaoran e, come al solito, piena di
incubi. Incubi dove lei era viva, dove però Syaoran si sentiva
così impotente da non riuscire a salvarla dalla sua terribile
fine. La rivedeva sorridente, ma non più accanto a lui,
accanto a un altro uomo ed era così dannatamente difficile
saperli insieme. Se poi il suo incubo andava avanti, Syaoran poteva
vederli, tutti e due, in quella macchina che correva ad alta
velocità, in quella maledettissima curva…
No,
basta!
Non
voleva più vedere quella scena!
Syaoran
aprì gli occhi di colpo, accorgendosi di essere sudato sulla
fronte e sul petto che bruciava di dolore per quelle immagini. Il
giovane uomo ricadde indietro sul letto, con una mano sulla fronte e
un solo nome in testa…
Haiko…
Dopo
un breve sonno ristoratore, questa volta senza incubi, Syaoran si
svegliò, più tranquillo, e si preparò in breve
tempo. Per un impegno importante doveva vestirsi in modo elegante,
stile giacca e cravatta. Ma lui odiava le cravatte e infatti non la
indossò. Si vestì semplicemente con pantaloni e giacca
neri e camicia bianca.
Dopodiché
uscì di casa e con la sua decappottabile color grigio
metallizzato, raggiunse il Sakura Hotel Ikebukuro. Parcheggiò
l’auto ed entrò nell’albergo. Qui trovò
subito l’ispettore Tanemura.
“Buongiorno,
capo!” salutò Syaoran, con un inchino.
Tanemura
ricambiò l’inchino: “Buongiorno, Li! Vogliamo
andare?”
“Sì,
certamente!”
“Attualmente
la signorina Kinomoto abita nella suite dell’hotel, all’ultimo
piano.”
“Ho
capito!”
Fu
così che i due entrarono nell’ascensore e l’ispettore
premette il pulsante per l’ultimo piano.
“Ho
notato che non ci sono molte guardie all’entrata!” iniziò
a dire Syaoran.
“Esatto.
In compenso ci sono molte telecamere, sorvegliate 24h su 24. Se per
caso il nostro amico dovesse farsi vivo o ci fosse qualunque persona
sospetta i nostri uomini entrerebbero subito in azione.”
“Bene.”
esclamò Syaoran, incrociando le braccia sul petto.
“Hai
visto il filmato ieri sera?” domandò Tanemura.
“Sì.”
“C’è
una cosa che non rientra nel filmato. Riguarda il molestatore della
signorina Kinomoto.”
“Cosa
esattamente?”
“Ebbene,
è una cosa che volevo dirti di persona. Il nome del
molestatore è Koichi Mitsuno!”
Syaoran
si voltò immediatamente verso il capo. Quel nome maledetto
tornava nuovamente nella sua vita. All’improvviso si sentì
così impotente. Nonostante quello che sicuramente aveva fatto,
quell’uomo era ancora in libertà per mancanza di prove
contro di lui. O almeno questo disse il tribunale. Ma Syaoran non ci
aveva mai creduto: sapeva che Koichi era il figlio di un importante
uomo politico; per cui non potè fare a meno di sospettare che
la giuria fosse stata corrotta...con qualche generosa donazione. Beh,
adesso era diverso. Se avesse fatto un solo passo falso con Sakura,
Syaoran in persona l’avrebbe arrestato e gettato in prigione
per il resto della sua vita.
“Volevo
dirtelo io di persona per i motivi che ben conosci!”
“Comprendo
perfettamente!”
“Ho
pensato di affidare a te il caso perché sei il più
valente dei miei uomini, ma non vorrei che questa cosa ti turbasse
più del necessario. Se non te la senti puoi rinunciare!”
“No,
va bene così. Se solo si avvicina a Sakura, lo arresto!”
affermò convinto Syaoran.
“Ottimo!
È questo lo spirito giusto!”
L’ascensore
si fermò e, quando le porte si aprirono, i due uomini
uscirono. Subito Syaoran notò almeno quattro porte, nel lungo
corridoio elegantemente arredato in stile occidentale, con la
moquette bordeaux e le pareti color pesca.
“Queste
stanze sono occupate?” domandò Syaoran con interesse.
“No,
abbiamo consigliato all’hotel di non prenotarle a nessuno!”
“Certo!”
Quando
giunsero davanti alla stanza numero 131, l’ispettore bussò
alla porta. Dall’altra parte rispose una voce maschile.
“Chi
è?”
“Sono
l’ispettore Tanemura insieme all’agente scelto Li
Syaoran.”
Subito
dopo si udì lo scatto della serratura e la porta si aprì,
rivelando un giovane uomo dai capelli biondi, impomatati e irti come
spilli. Aveva occhi di uno strano colore grigio-azzurro ed era alto e
molto magro. Indossava una maglietta bianca stracciata in diversi
punti, pantaloni neri di pelle e un collare nero con borchie
appuntite. Aveva anche una specie di orecchino a forma di teschio
all’orecchio destro.
“Buongiorno,
signor Setsu!”
Sì,
era il fidanzato della cantante. Che gusti bizzarri che aveva la
ragazza!
“Buongiorno,
ispettore!” salutò lui con un inchino.
“Le
presento la nuova guardia del corpo della signorina Kinomoto. Si
chiama Li Syaoran!”
“Piacere
di conoscerla!”
“Il
piacere è mio!” affermò Syaoran, cercando di
apparire convinto.
“Prego,
entrate pure!”
Nonostante
l’aspetto, lo strano ragazzo conosceva almeno le buone maniere.
Hiro condusse i due ospiti nella grande sala che si affacciava su una
vista mozzafiato di Tokyo.
“Purtroppo
Sakura si sta ancora preparando. Ieri sera il concerto è
finito molto tardi!” spiegò Hiro.
“Non
si preoccupi!” disse Syaoran, avvicinandosi al balcone.
Sì,
erano davvero molto in alto. Poco male, non si sarebbe dovuto
preoccupare di spiacevoli visite provenienti dall’esterno.
“Vi
posso offrire una tazza di tè?” chiese Hiro.
“No,
grazie!” disse Syaoran.
“Per
me sì, invece, grazie!” esclamò l’ispettore.
“Gliela
servo subito!”
Hiro
sparì dietro una porta e Syaoran si guardò intorno. Per
essere la stanza di una rockstar era piuttosto ordinata. Non c’erano
vestiti o oggetti sparsi sul pavimento ed era tutto molto pulito.
Grazie al cielo, perchè lui non sopportava il disordine.
In
quell’istante una porta si spalancò e nella stanza entrò
una ragazza dall’aria trafelata.
“Perdonate
l’attesa!” disse con un inchino.
L’ispettore
si alzò, sorridendo: “Non si preoccupi, signorina. Non
abbiamo aspettato poi molto, vero, Li?”
A
quel nome Sakura alzò lo sguardo e nello stesso momento
Syaoran incrociò il suo. Dal vivo lo sguardo della ragazza era
di un verde ancor più brillante e il suo viso delicato era
incorniciato dai capelli chiari e leggermente umidi.
“No…non
abbiamo aspettato molto!” esclamò lui, schiarendosi poi
la voce.
Sakura
sorrise: “Meglio così. Sapete, ieri sera abbiamo finito
molto tardi e quindi questa mattina non abbiamo sentito la sveglia.
Sono andata a fare la doccia venti minuti fa!!”
L’ispettore
Tanemura ridacchiò, poi si avvicinò alla ragazza.
“Signorina,
le presento Li Syaoran, è un agente scelto, uno dei nostri
migliori agenti e sarà la sua guardia del corpo.”
“Mi
fa piacere conoscerla, signor Li!” disse lei, con un inchino.
Anche
Syaoran si inchinò: “Il piacere è mio!”
“Allora,
dovremmo passare un po’ di tempo insieme!” esclamò
Sakura, sedendosi sul divano.
“Direi
molto tempo!” la corresse Syaoran, andando a sedersi dalla
parte opposta.
Sakura
gli rivolse uno sguardo malizioso: “Oh…ha già le
idee molto chiare!”
“Infatti,
a questo proposito, pensavo che sarebbe meglio se mi trasferissi
nella stanza qui a fianco!”
Sakura
corrugò improvvisamente la fronte: “Per quale motivo?”
“Sono
la sua guardia del corpo, mi sembra naturale che non possa
proteggerla vivendo dall’altra parte della città!”
rispose lui, ridendo senza particolare divertimento.
“Mi
sembra un’ottima idea, Li. Vado subito a parlare con il
direttore dell’hotel!” affermò Tanemura,
entusiasta.
“Ah,
capo, vorrei anche che nella stanza dove alloggerò siano
installati televisori collegati a tutte le telecamere dell’hotel!”
“Vedrò
cosa posso fare. Vado dal direttore. Voi intanto approfondite la
vostra conoscenza!” esclamò Tanemura.
Non
appena l’ispettore uscì dalla stanza, Sakura tornò
a guardare Syaoran.
“Non
c’è alcun bisogno che si trasferisca qui di fianco!”
“Se
permette, sono io il poliziotto e so io cosa fare oppure no!”
“Ma…c’è
Hiro insieme a me. Non resta tutte le sere, d’accordo, ma
quando sono con lui non ci dovrebbe essere pericolo!” esclamò
lei, lievemente nervosa.
“Oh,
non sapevo che il suo ragazzo fosse un poliziotto!”
Sakura
balzò in piedi, rossa in viso: “Non lo è!”
“Appunto,
perché è un cantante, no? Allora si rassegni. Sarò
la sua ombra, non la perderò mai di vista fino a quando non
sarà al sicuro!” disse lui, tranquillissimo.
Syaoran
la guardò intensamente: era davvero arrabbiata. Probabilmente
era una di quei protetti a cui non piaceva essere controllati. Beh,
decisamente poco adatto alla professione che aveva scelto. Comunque,
doveva ammettere che litigare con lei al primo incontro era stato
molto stimolante.
“Cosa
sta succedendo?”
Hiro
li aveva raggiunti, portando in mano un vassoio con tazze per il tè
e la teiera.
“Niente,
un piccolo diverbio con la mia guardia del corpo!” rispose
Sakura, lo sguardo fisso su Syaoran.
“Essendo
io la sua guardia del corpo, ho deciso di trasferirmi qui accanto,
così da starle più vicino!” “Ah, mi
sembra fantastico! È un’idea splendida!” esclamò
il giovane, entusiasta.
Sakura,
sorpresa, guardò Hiro: “Eh?”
Hiro
appoggiò il vassoio sul tavolino.
“Ah,
l’ispettore è andato via!- disse, rivolgendosi poi a
Sakura- Tesoro, è giusto così. Se ti è vicino,
può proteggerti meglio! Lo so che a te non piace essere
controllata, sei un meraviglioso spirito libero, ma dobbiamo pensare
al tuo bene prima di tutto!”
Hiro
la abbracciò e la baciò sul capo. Sakura sembrò
rilassarsi tra le sue braccia, infatti sorrise.
“E’
proprio quello che intendevo dire!” intervenne Syaoran.
“Ah,
davvero?” esclamò Sakura, rivolgendogli uno sguardo
scettico.
Syaoran
arrossì lievemente: “Sì. Inoltre…conosco
questo signor Mitsuno. Dobbiamo stare molto attenti, quell’uomo
ha qualche problema di mente! È imprevedibile e pericoloso!”
Sakura
si sciolse dall’abbraccio, assumendo un’espressione
incuriosita.
“Lo
conosce? Come mai?”
Syaoran
chinò il capo, rattristandosi improvvisamente.
“Una
cosa accaduta tempo fa. Ma mi dovete perdonare: non ho alcuna voglia
di parlarne!” rispose lui, con fare sbrigativo.
“Ok,
scusi!”
“Non
importa!”
Sakura
andò a sedersi accanto a lui: “Allora…posso farle
una domanda?”
“Dipende
dalla domanda! Sentiamo!”
“Lei
ha mai ascoltato qualche mia canzone?”
Syaoran
scosse il capo appena: “Mi dispiace, no! Non avevo mai sentito
parlare di lei!”
Sakura
sorrise, divertita.
“Quindi,
che genere di musica ascolta?”
“Io
non ascolto musica!” rispose lui, secco.
“Per
quale motivo?”
“Io
odio la musica!”
Sakura
lo guardò, sorpresa: “Non ci credo. La musica piace a
tutti!”
“A
me no. E con questo chiudiamo l’argomento!”
Così
dicendo, Syaoran si alzò e si avviò verso la porta.
“Ah,
la prego!- esclamò Sakura, seguendolo- Non volevo farla
arrabbiare!”
Syaoran
si voltò a guardarla: sembrava sinceramente dispiaciuta. E
qualcosa in quell’espressione gli fece passare tutto il
nervosismo.
“D’accordo!”
“Senta,
dato che ho accettato che lei si trasferisca qui accanto, non sarebbe
meglio fare pace?” domandò lei, porgendogli la mano
destra.
Syaoran
esitò per pochi istanti: poi strinse la sua mano, scoprendo
che era esile e molto morbida. Sakura sorrise, serena.
“Potrei
proporle un’altra cosa?”
“Cosa?”
domandò Syaoran.
“Possiamo
darci del tu e chiamarci per nome? In fondo, dovremmo passare molto
tempo insieme…”
Syaoran
sospirò: “Mi sembra fattibile…Sakura!”
“Oh,
che bello!! Ti ringrazio molto, Syaoran!- esclamò Sakura, con
un saltello- E per festeggiare, voglio farti un regalo!”
Sakura
sparì in camera sua e Syaoran si concentrò sull’istante
in cui lei aveva pronunciato il suo nome. Era da tanto che non lo
sentiva pronunciare da persone esterne alla sua famiglia.
Dopo
pochi minuti, Sakura ritornò, portando qualcosa tra le mani.
“Ecco,
prendi!”
Sakura
gli porse un...cd!
“Cos’è?”
“Il
mio ultimo cd, “Dream catcher”!”
Syaoran
lo prese e lo guardò: in copertina c’era Sakura, seduta
un po’ scomposta, ma sempre con una certa grazia, con la
schiena appoggiata a una parete completamente bianca, le gambe
piegate e le ginocchia una conto l’altra. Indossava un vestito
bianco, con un’ampia gonna di raso e inserti di pizzo rosa; gli
occhi erano truccati appena con ombretto rosa e sui capelli c’era
una cuffietta dello stesso colore del vestito. Era davvero molto
bella, seppur strana.
“So
che forse non lo ascolterai mai, ma se ti venisse voglia di
farlo…beh, eccolo qui!”
“Mh…grazie!”
Detto
questo, Syaoran aprì la porta: “Ora vado a casa a
preparare le mie cose. Ti prego di restare qui, fino a quando non
sarò tornato. E se può restare anche il signor Setsu
sarebbe meglio!”
Hiro
annuì: “Sì, certo, non ci sono problemi!”
“Perfetto,
allora…a dopo!”
“Ciao!”
Syaoran
entrò subito nell’ascensore e premette il pulsante per
scendere al piano terra. Quella Sakura… che ragazza singolare!
Non sembrava una disposta a sottostare a ogni sua condizione, ma
questo, invece di preoccuparlo, lo divertiva. Sarebbe stato molto
esaltante farle la guardia.
Prossimo
capitolo: “Rockstar”
Hello!!!
Ecco a voi il nuovo capitolo!! Spero che vi sia piaciuto! Volevo fare
una precisazione: tutte le canzoni che saranno presenti nella
fanfiction sono di Olivia Lufkin, colei che canta le canzoni di Reira
nell'anime Nana.
Ringraziamenti...
mamogirl:grazie
per la recensione, cinz!!!sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso
capitolo...però continua a essere imparziale, ok?? ^^ non
avere pietà solo perchè sono io...
paperella96:
ciao, grazie per la recensione. Hai visto che syaoranuccio è
arrivato?! Spero che ti piaccia in versione bodyguard!!^_^
mysteryofthekey:
grazie per la recensione! Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto. Comunque, che bel nickname!! posso chiederti da cosa
deriva?
A
presto
kia85
|
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Capitolo 3 *** Rockstar ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
2: “Rockstar”
La
notte l’incubo fu meno angosciante per Syaoran. Il che era
sicuramente un bene per lui, tormentato ormai da troppo tempo da
quelle visioni che avrebbe voluto non rivivere più.
Così
la mattina si sentì decisamente meglio rispetto agli altri
giorni, aveva una sorta di...voglia di mettersi alla prova,
un'emozione decisamente eccitante. Si svegliò molto presto e
si guardò intorno: il giorno prima era riuscito a portare le
cose più importanti nella sua stanza d’albergo, accanto
a quella di Sakura, la sua nuova protetta.
A
proposito di Sakura...
Syaoran
vide il cd che lei gli aveva regalato, appoggiato sul tavolino della
sua stanza. Si alzò e lo prese con una mano, fissandolo per
qualche secondo: decise che non era pronto per ascoltarla, anche se
era sicuro che prima o poi sarebbe accaduto. Se non altro perché
avrebbe dovuto seguirla nei suoi concerti e non avrebbe certo potuto
tapparsi le orecchie pur di non sentire il più piccolo
accordo. Era vero che lui la odiava...la musica... ma questo
consisteva più che altro nel non ascoltare musica di sua
spontanea volontà. Altrimenti non sarebbe più potuto
uscire o ascoltare e vedere alcunché, perchè la musica
era dappertutto: nei negozi, in televisione, alla radio...nell'aria
primaverile, quando gli usignoli e i passerotti in amore cantavano
soavemente, quando la leggera brezza smuoveva i rami fioriti dei
ciliegi...
E
pensare che una volta adorava tutto questo! Ma quando ritornava a
quei momenti gli sembrava fosse passata un'eternità.
Dopo
essersi preparato, Syaoran fece colazione in camera e poi raggiunse
la porta della stanza di Sakura.
Bussò
due volte, poi Sakura venne ad aprire la porta.
“Regola
numero uno…-iniziò a dire Syaoran, sospirando e
appoggiandosi allo stipite della porta-…chiedere sempre chi è
prima di aprire la porta!”
Sakura
gli sorrise, divertita: “Buongiorno anche a te, Syaoran!”
Syaoran
entrò, per niente divertito.
“Non
sto scherzando, è una cosa seria! Si può capire molto
dalla voce che ti risponde, anche se è modulata!”
“Ok,
ho capito!” disse lei, annuendo come una bambina appena
rimproverata dalla madre.
“A
parte questo, buongiorno!” sbottò lui, ancora lievemente
nervoso.
Sakura
ridacchiò, andando a sedersi sul divano per fare colazione con
ciò che c’era sul tavolino: uova strapazzate, fette
biscottate, caffè, succo di frutta...
“Hai
già fatto colazione?”
“Sì,
grazie!”
“Adoro
la colazione internazionale! Tu no?”
“Sì,
abbastanza!- rispose Syaoran, guardandosi poi in giro- Non c’è
il tuo ragazzo?”
“Afefa
un imfeno!” esclamò lei, con una fetta biscottata tra i
denti.
“Eh?”
Sakura
prese la fetta tra le mani: “Scusa! Aveva un impegno ed è
uscito molto presto!”
“Capisco…”
disse lui, andando a sedersi di fronte a lei.
La
guardò quasi per studiarla. Indossava una maglietta bianca con
una stampa di un pentagramma e note colorate di diversa durata sparse
su tutta la maglietta e dei pantaloncini azzurri che le arrivavano a
metà coscia, scoprendo le gambe lisce e chiare.
“Tutto
a posto, Syaoran?” chiese lei, che a quanto pareva non si era
accorta del suo sguardo.
“Sì…benissimo!”
“Vuoi
una fetta biscottata? Te la preparo io. Preferisci la marmellata di
ciliegie o di albicocche?” chiese lei, premurosa.
Syaoran
scosse il capo: “No, grazie, sono a posto così!”
“Va
bene!- disse lei, bevendo poi un po’ di caffè- Tra poco
dovrebbe arrivare la mia amica Tomoyo!”
“Daidoji?”
“Sì,
esatto. È la mia migliore amica, nonché manager e mia
personale look stylist!”
“Ah
sì?” domandò lui, curioso.
Sakura
annuì vigorosamente: “E’ lei che sceglie e crea i
vestiti che uso per i concerti e i servizi fotografici!”
“Come
mai?”
Sakura
si appoggiò con la schiena al divano: “Non c’è
un motivo particolare. Le piace semplicemente creare i miei vestiti.
Ha una fantasia sconfinata in questo campo! Potrebbe essere una
grande stilista, ma lei preferisce starmi accanto e farmi da manager.
È una grande amica e una bellissima persona.”
“E
vi siete conosciute a scuola?”
“Sì,
alle elementari nel nostro paese! Eravamo vicine di banco e siamo
diventate subito amiche. E poi da lì abbiamo frequentato
insieme le medie e le superiori.”
“Come
sei arrivata a cantare?”
Sakura
sorrise a un ricordo lontano: “Quello che mi ha spinto a
cantare è stato il pensiero di mia madre.Non ricordo molto di
lei. Ma so che le piaceva la musica: era una modella, ma adorava
suonare il pianoforte e cantare. Mi ricordo di qualche ninna nanna
che mi canticchiava dolcemente per farmi addormentare. Aveva una voce
bellissima, che non dimenticherò mai. Insomma, alla fine delle
superiori Tomoyo mi propose di intraprendere la carriera di cantante:
e pensai che fosse un modo efficace per trasmettere le mie emozioni
non solo al mondo, ma anche al cielo e quindi a mia madre. Dopo
qualche tempo riuscì ad avere un contratto con la mia attuale
casa discografica. Adesso sono sicura che ogni volta che canto nei
miei concerti, mia madre da lassù possa sentirmi. E io in
qualche modo spero di renderla felice anche da quaggiù!
Penserai che sia un po' infantile come aspirazione...”
Syaoran
la guardò serio, accorgendosi di quanto sembrasse bella con
quell’espressione malinconica.
“No,
non è infantile, è sincera e sono sicuro che tua madre
sia molto felice di sentirti cantare!”
Sakura
gli sorrise di cuore: “Grazie!”
In
quel momento qualcuno bussò alla porta. Come se non avesse
appena ricordato qualcosa di triste, Sakura balzò in piedi con
un salto.
“Questa
dev’essere Tomoyo!-esclamò e corse verso la porta, ma si
fermò a metà strada, voltandosi verso Syaoran- Meglio
chiedere chi è prima, vero?”
Syaoran
annuì, sorpreso nel vederla così spensierata.
“Chi
è?”
“Tomoyo,
che domande!” rispose una voce decisamente femminile.
Sakura
aprì la porta, sorridendo all’amica: “Ne ero
certa, ma sono le nuove regole della mia guardia del corpo!”
A
quelle parole Tomoyo divenne eccitatissima!!
“Ah,
ti prego, fammela conoscere!!!” esclamò, prendendo le
mani di Sakura.
“Ma
certo, vieni!”
Sakura
fece avanzare Tomoyo nella stanza in modo da renderla visibile anche
a Syaoran, che si alzò in piedi.
“Tomoyo,
ti presento Li Syaoran, la mia guardia del corpo! Syaoran, ti
presento Tomoyo Daidoji, mia manager, nonché amica del cuore!”
Syaoran
si inchinò e anche Tomoyo fece lo stesso.
“Mi
fa molto piacere conoscere la persona a cui abbiamo affidato la
nostra preziosa Sakura!”
“Il
piacere è mio, signorina Daidoji!”
“E’
un vero gentiluomo!- commentò Tomoyo, divertita, guardando
Sakura- Ed è anche carino!”
Sakura
ridacchiò: “Tomoyo!”
Syaoran
arrossì e tornò a sedersi, imbarazzato. Non era
abituato a quei complimenti… Dopodichè Sakura spinse
Tomoyo a sedersi sulla poltrona e poi guardò Syaoran.
“Scusala,
Syaoran, dice sempre quello che pensa, ma non voleva metterti in
imbarazzo!”
“Tutto
a posto, Sakura, non preoccuparti!”
Gli
occhi di Tomoyo si illuminarono: “Ah, vi conoscete da appena un
giorno e già vi chiamate per nome? Questo sì che è
feeling!”
“Non
è come pensi tu, sciocchina!!” esclamò Sakura,
arrossendo anche lei.
Mentre
le due ragazze discutevano allegramente, Syaoran si soffermò a
studiare l’aspetto di Tomoyo: aveva occhi di un particolare
violetto, vivaci, ma che sapevano essere anche maturi e dolci, i
capelli erano corvini e lunghissimi, appena mossi verso il basso; era
alta più o meno quanto Sakura e indossava una camicia bianca a
maniche corte e degli eleganti pantaloni lunghi di colore grigio.
“Dunque,
Sakura, nella borsa all’ingresso c’è il vestito
che devi indossare per l’intervista per la rivista per
teenager!” disse Tomoyo, tornando seria.
“Perché
non posso andare vestita normalmente?”
“Hanno
pagato per farti anche qualche foto!”
“D’accordo,
vado a cambiarmi!” sospirò Sakura e si alzò per
raggiungere camera sua.
Quando
se ne andò, Syaoran si rivolse a Tomoyo.
“Avrei
bisogno di un favore…” iniziò lui, seriamente.
“Dica
pure!” esclamò lei con un sorriso gentile.
“Desidererei
avere tutti gli impegni di Sakura, con relativi spostamenti. Capisce
che, essendo la sua guardia del corpo, non posso certo andare insieme
a lei allo sbaraglio.”
Tomoyo
annuì: “Sì, ovviamente!”
“Ho
bisogno di sapere sempre dove dobbiamo andare. Pensa che si possa
fare?”
Tomoyo
afferrò la sua borsa e ne tirò fuori due congegni
elettronici di color grigio metallizzato. Erano di forma rettangolare
e avevano un display a colori con tanto di touch screen. Sul retro
c’era un’icona con una D particolarmente decorata.
Tomoyo
ne consegnò uno a Syaoran: “Tenga!”
“Cosa…sarebbe?”
domandò Syaoran, guardando l'oggetto tra le sue mani.
“E’
uno degli ultimi prodotti della ditta di mia madre, la Daidoji &
co. Si tratta di una specie di mini portatile: può tenere
un’agenda, una rubrica e tutto quello che offre un normale pc.
Ciò che lo rende particolare è che può
funzionare anche come un cellulare.”
“Quindi…è
per me?”
Tomoyo
annuì: “Certo. Credo che le sarà molto utile.
Inoltre, ero praticamente sicura che la guardia del corpo mi
chiedesse i suoi impegni, così ho già inserito tutto
anche nel suo dispositivo. Se si aggiungerà qualche altro
impegno o ci sarà qualche cambiamento glielo comunicherò
immediatamente e lei potrà visualizzarlo sul suo display!”
Syaoran
era allibito: non si aspettava tanta efficienza!
“La
ringrazio moltissimo!”
“Si
figuri, questo e altro per il bene della mia amica. Sono convinta che
con lei è in buone mani!”
Già,
erano in tanti a pensarlo e, a quanto pareva, lui era l'unico a non
crederci. Ma non poteva certo andare avanti così, altrimenti
avrebbe fallito nuovamente.
“Eccomiiiiiiiiiiiii!”
canticchiò Sakura, raggiungendoli.
Indossava
un abito che le arrivava appena sopra le ginocchia. Era di seta nera,
con una gonna ampia grazie agli strati di raso bianco che si
intravedevano da sotto l’orlo. Le maniche corte erano a
palloncino e sul davanti c’era un ampio inserto di pizzo bianco
con due nastrini neri che lo percorrevano paralleli a intervalli
regolari per tutta la lunghezza. Le gambe erano ricoperte da un paio
di calze nere che si fermavano appena sopra il ginocchio con due
specie di giarrettiere nere. E sui capelli c’era la cuffietta
coordinata al vestito.
Tomoyo
balzò in piedi, sembrava al settimo cielo: “Ti sta
benissimo! Ah, come sono contenta!!!”
“Grazie,
Tomoyo, come sempre!” le disse Sakura, sorridendo lievemente
imbarazzata.
Syaoran,
perplesso, si alzò in piedi: “Potrei fare una domanda?”
“Sì!”
risposero le due in coro.
“Perché
mai farle indossare questi vestiti così strani?”
“Ma
questa è la moda più in voga in Giappone negli ultimi
anni!!- esclamò Tomoyo- E’ il gothic lolita!”
“Ovvero?”
“Lo
stile Gothic Lolita o gothloli è basato sull’unione
della moda romantica/gotica del 19° secolo, insomma del periodo
vittoriano, e la moda Lolita, molto femminile, in cui vengono usati
nastri e pizzi!” spiegò prontamente Tomoyo.
“Mmhh…
ho capito. A me comunque sembra molto strana!”
Sakura
rise e Tomoyo sospirò: “Ah…si vede che non
capisce granchè di moda!”
“E’
vero, ma a dire la verità non mi interessa riuscire a capire
la moda d’oggi!”
“Ognuno
ha i suoi gusti!- esclamò Tomoyo, guardando poi l’orologio-
Sarà meglio andare ora! Siamo in ritardo!”
Così
i tre uscirono dall’hotel con Syaoran in testa che si guardava
intorno con circospezione, attento ad ogni più piccolo
movimento. Quando salirono sulla macchina di Tomoyo, Syaoran chiese
dove avrebbero dovuto incontrare la giornalista per l’intervista.
“Alla
sede della nostra casa discografica. Hanno una sala per le interviste
private e lo spazio per qualche foto!” rispose Tomoyo.
Il
viaggio non durò molto e quando arrivarono a destinazione,
Syaoran scese dalla macchina prima di Sakura per controllare se ci
fosse qualcuno di sospetto nei dintorni. Dopodiché diede a
Sakura il permesso di scendere.
“Però!
È esaltante avere una guardia del corpo!” commentò
Sakura, divertita, mentre entravano nell’edificio.
“Tra
qualche giorno sono sicuro che lo troverai insopportabile!- ribattè
Syaoran- Succede a tutti prima o poi!”
“No…a
me non accadrà. Lo pensavo all’inizio, ma adesso mi
piace! Mi fa sentire così al sicuro!”
Sakura
gli sorrise e Syaoran, imbarazzato, distolse lo sguardo. Quando
raggiunsero la sala, la giornalista era già arrivata, insieme
al fotografo.
“Buongiorno,
scusate il ritardo!” disse Tomoyo, con un inchino, mentre
Sakura la imitava.
“Non
si preoccupi. Siamo qui solo da un paio di minuti!” rispose la
giornalista, ricambiando poi l’inchino.
“Le
presento Sakura!” disse Tomoyo, indicando l’amica.
“Piacere
di conoscerla!”
“Il
piacere è mio! Mi chiamo Miyu Shizuka!- esclamò la
giornalista, sorridendo- Vogliamo cominciare?”
“Sì!”
*****
“Allora,
quale sarà il suo nuovo singolo?”
“Si
intitolerà “Dreamcatcher” ed uscirà tra
qualche settimana!”
“Dreamcatcher
vuol dire acchiappasogni. Lei quale sogno vorrebbe afferrare?”
Sakura
chinò il capo per un istante, per risollevarlo dopo pochi
istanti, sorridente.
“La
felicità!”
“Non
è felice?”
“Oh,
sì, lo sono. Vorrei solo che la mia felicità durasse
per sempre.”
“Che
cos’è la felicità per lei?”
“Beh,
per me è stare sempre con le persone che amo: la mia famiglia,
i miei amici e, naturalmente, il mio fidanzato!”
La
giornalista sorrise: “Ci sono molte ragazze che la invidiano
per aver trovato Hiro Setsu! Cosa può consigliare a queste
ragazze?”
“Di
essere sempre loro stesse. Solo così potranno trovare la
felicità!”
“Un’ultima
domanda a cui lei può anche non rispondere e che in ogni caso
le assicuro non finirà nell’articolo!- disse Miyu,
spegnendo il registratore- E’ vero che è stata
minacciata di morte?”
Sakura
divenne leggermente pallida in volto, ma rispose lo stesso.
“Sì!
Perciò mi hanno assegnato una guardia del corpo!”
“La
ringrazio, signorina Sakura, e le auguro ogni bene!” esclamò
Miyu, porgendole la mano.
Sakura
la strinse: “Grazie!”
“Potremmo
farle qualche foto?” chiese poi Miyu.
“Certamente!”
Mentre
Sakura era impegnata con il servizio, Tomoyo si avvicinò a
Syaoran.
“Non
trova che la nostra Sakura sia proprio deliziosa?”
“Cosa?”
esclamò Syaoran, colto alla sprovvista dalla domanda.
“E’
sempre così gentile con tutti e non dice mai di no a nessuno.”
“Si
riferisce all’ultima domanda dell'intervista?”
Tomoyo
annuì: “Lei cerca di non darlo a vedere per non farci
preoccupare, ma in realtà credo che sia molto spaventata da
queste maledette minacce di morte.”
“Non
si deve preoccupare. Io la proteggerò a tutti i costi, è
il mio lavoro!” disse Syaoran, convinto.
Tomoyo
lo guardò intensamente: “Lo so e so anche cosa le è
capitato l’anno scorso!”
Syaoran,
sorpreso e turbato insieme, evitò di guardarla e chinò
il capo.
“Non
si fida di me?”
“No,
al contrario. Proprio per ciò che le è accaduto, sono
sicura che farà del suo meglio per proteggere Sakura!”
esclamò Tomoyo, riportando lo sguardo sull’amica, che
ora sorrideva serenamente all’obiettivo della macchina
fotografica.
Syaoran
annuì: “Sì, ma lei...intendo...Sakura ne è
al corrente?”
“
No e non ho intenzione di
informarla. Il suo segreto è al sicuro.”
“Gliene
sono molto grato!”
Quando
l’incontro terminò i tre se ne andarono e raggiunsero
l’hotel. Ma Tomoyo non sarebbe salita insieme a loro.
“Ho
un appuntamento con Kimihiro!- spiegò a Sakura-Pranziamo
insieme.”
Sakura
sorrise maliziosa: “Aha…allora la cosa si fa seria!”
Tomoyo
le fece una smorfia.
“Smettila!!”
“Allora
ci vediamo domani!”
“Aspetta!
Ti ho portato una cosa!” esclamò Tomoyo, afferrando la
sua borsa.
Sakura,
eccitata e ansiosa, sorrise: “Un regalo?”
“Più
o meno…”
Tomoyo
prese dalla borsa un ciondolo con tanto di collanina. Sakura lo prese
e lo guardò: era rotondo e d’argento, con un piccolo
pulsante rosa nel centro che sembrava fatto di rodocrosite.
“Una
collana?”
“Non
è una collana qualsiasi. Se premi quel pulsante al centro, sul
portatile di Li arriva subito un segnale.”
“Ah,
ho capito! Se mi trovassi in difficoltà potrei chiamare
Syaoran con questo!”
“Proprio
così! Che ne pensi, Li?”
“Ah…sì,
mi sembra perfetto!!”
“Ok,
allora a domani!”
“Ciao,
Tomoyo!”
“Ciao,
Sakura! Li!”
“Sì,
ehm…ciao!”
Così,
dopo che Tomoyo li lasciò, Syaoran condusse Sakura dentro
l’hotel e poi salirono all’ultimo piano con l’ascensore.
“Allora,
come ti è sembrata questa mattina?” domandò
Sakura, mentre Syaoran premeva il pulsante.
“In
che senso?” domandò lui, non riuscendo a capire la
domanda.
“Voglio
dire…ti sembrerà facile la vita di una rockstar!”
“No,
per niente.”
“Davvero?”
chiese Sakura, sorpresa.
“Sì,
anche questo è un lavoro. Ed è un lavoro pieno di
impegni e anche stressante in alcuni momenti. Quindi non penso che la
tua vita sia facile. Tutt’altro…”
Sakura
gli sorrise: “Grazie!”
Il
suo sorriso, così pieno di calore e gratitudine, gli fece
provare una strana sensazione all’altezza dello stomaco. Ma non
ne comprese il motivo. Forse aveva solo fame…
Quando
le porte dell’ascensore si aprirono, Sakura e Syaoran uscirono
e videro davanti alla porta di Sakura Hiro.
“Hiro!”
esclamò lei e corse più veloce che poteva tra le sue
braccia.
Sul
volto di Hiro comparve un gran sorriso e, quando Sakura finì
tra le sue braccia, la baciò appassionatamente sulle labbra.
Syaoran
cercò di non guardarli. Certe scene gli facevano venire la
nausea da quando…
…sì,
da quando era successo…
“Mi
sei mancata, sai, tesoro?” le disse lui, appoggiando la fronte
su quella di Sakura.
“Anche
tu, tantissimo!- esclamò lei- E come è andata la
mattina?”
Syaoran
notò un tremolio nello sguardo di Hiro.
“Abbastanza
bene!! La tua?” domandò lui, come se avesse fretta di
cambiare argomento.
“Pure.
Ho fatto un’intervista e posato per qualche foto.”
“Scusate…-
intervenne Syaoran- …io vado a pranzo. Voi restate in camera?”
“Sì,
credo di sì!” rispose Hiro.
“Allora
ci vediamo più tardi!” disse Syaoran, entrando subito
dopo in camera sua.
Quando
si chiuse la porta alle spalle, sospirò. Il suo sguardo vagò
distratto per la stanza e si soffermò poi sul tavolo al
centro. Si avvicinò e vide il cd di Sakura. Lo prese in mano,
senza alcuna intensione di ascoltarlo, e sotto scorse una foto. La
foto di Haiko…insieme a se stesso.
La
prese in mano e la guardò: com’era bella Haiko…i
capelli mossi, lunghi e neri, gli occhi azzurri come due zaffiri,
l’espressione sempre allegra, le labbra sottili e rosse così
attraenti...
Ricordava
Sakura in certi momenti…
Ma
Sakura non sarebbe mai stata importante come Haiko. Certo lui
l’avrebbe protetta, ma non sarebbe più accaduto quello
che era successo con Haiko.
Prossimo
capitolo: “Concert”
Buonasera!
Eccoci con il nuovo capitoluccio! Spero vi piaccia! Nel prossimo
finalmente assisteremo al primo concerto di Sakura!!
Ringraziamenti...
mamogirl:
holly&benij...mwahahaha! Secondo me la nostra fanfiction avrebbe
riscosso molto successo, talmente era assurda!! comunque, sono
contenta che ti piaccia la mia storia, anche se il pairing non è
uno dei tuoi soliti...
paperella96:
sono molto contenta che tu segua questa storia. Spero che continuerai
a farlo!!! ^_^ p.s: sì, avevo capito che ti piaceva
syaoran...ma a chi non piace??
esmeralda94:
grazie mille per la recensione. Spero che anche questo capitoluccio
ti sia piaciuto!!
A
presto
kia85
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Capitolo 4 *** Concert ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
3: “Concert”
Il
sole splendeva alto nel cielo e la temperatura era estremamente
gradevole. Syaoran si affacciò al balcone, godendosi il
panorama per qualche minuto: era davvero una magnifica giornata. Ma
era anche il giorno in cui avrebbe sentito cantare per la prima volta
Sakura: il primo concerto di Sakura a Tokyo. Durante la notte aveva
pensato molto a come avrebbe reagito. Lui d'altronde aveva passato un
periodo di vera e propria melafobia (ndA:
paura della musica),
subito dopo quel fattaccio. Se n'era accorto quando aveva cominciato
a tremare non appena sentiva un qualsiasi accordo o accenno di
musica: rabbrividiva e aveva l'istinto di scappare il più
lontano possibile da quella musica. Il suo medico, il fratello della
madre di Haiko, gli disse che era affetto da melafobia e che
l'origine di questa sua paura era associata al trauma appena subito:
in sostanza, tramite la musica lui rievocava quel terribile ricordo.
Perciò proprio la musica divenne l'oggetto della sua fobia.
Fortunatamente il periodo critico era passato. Adesso non aveva più
paura della musica, semplicemente non aveva più voglia di
ascoltarla perchè non gli trasmetteva più alcuna
emozione. Ma era pur sempre la guardia del corpo di una cantante e
non poteva sottrarsi al suo lavoro. Così, mentre aspettava
Sakura, seduto sul divano della sua stanza, Syaoran diede un’occhiata
al piccolo portatile che gli aveva regalato Tomoyo. Gli impegni di
Sakura per la giornata prevedevano:
-prova
costumi alla mattina
-pranzo
in camerino
-appuntamento
con la parrucchiera
-e
ovviamente il concerto alle 20
Syaoran
sospirò e si mise le mani tra i capelli. L'ultimo concerto a
cui aveva assistito era stato più di un anno fa e ovviamente
era stato il suo
concerto. Quella sera, come altre, Haiko non era serena e allegra
come suo solito, eppure Syaoran non l' aveva considerato poi così
importante. Era accecato da ciò che provava per lei. E se non
fosse stato così perdutamente innamorato di lei, forse avrebbe
potuto evitare quello che accadde in seguito.
“Vogliamo
andare?” chiese Sakura, raggiungendolo e riportandolo alla
realtà.
Syaoran
sollevò distrattamente lo sguardo: Sakura indossava un vestito
di seta rosa, senza maniche, con stampe a fiori bianchi verso l’orlo
inferiore. Per un momento la giovane cantante, così semplice,
con il viso acqua e sapone, con l’espressione ingenua, ma in
modo delizioso, era incredibilmente…irresistibile.
Syaoran
sbattè le palpebre per tornare in sé, dopo quel
pensiero decisamente sconveniente.
“Sì!”
Così
i due uscirono dalla stanza: Syaoran allerto come sempre e Sakura
spensierata.
“Dov’è
il signor Setsu?”
“Aveva
un altro impegno con la sua band!!”
“Ah,
capisco!” commentò lui, perplesso.
Syaoran
ripensò istintivamente a quel tremolio che aveva intravisto
negli occhi di Hiro. Aveva un che di familiare e poco convincente, ma
sembrava che Sakura non fosse preoccupata affatto. Infatti, in
ascensore Sakura si mise a canticchiare con la bocca chiusa. Syaoran
la guardò e lei, accorgendosi del suo sguardo, si fermò.
“Scusa!”
esclamò con aria colpevole.
“N-non
ti preoccupare. Va bene così!” la rassicurò lui.
Il
suo sguardo si posò sul collo di Sakura, scorgendo la
collanina che le aveva regalato Tomoyo.
“Vedo
che porti la collana che ti ha regalato Daidoji!”
Sakura
la prese tra le mani e la guardò: “Ah questa! Sì,
è utile, no?”
Syaoran
annuì, poi, titubante, le fece una domanda.
“Hai
paura?”
Sakura
lo guardò e, dopo un po’, sorrise: “Non
particolarmente. Ci sei tu a proteggermi.”
“Questo
significa che ti fidi ciecamente di me?” domandò
Syaoran, sorpreso.
“Sì,
direi di sì!”
“Ma
come puoi? Ci conosciamo solo da pochi giorni!”
Sakura
si portò un dito sulle labbra, pensierosa: “Non saprei.
C’è qualcosa nel tuo sguardo e nel tuo comportamento che
mi ispira molta fiducia. Forse può sembrare strano, ma è
la verità! Sei gentile e ti impegni molto per proteggermi!”
“E'
solo il mio lavoro!”
“Lo
so, però penso che potremmo diventare anche amici, non trovi?”
Improvvisamente
quelle parole gli sembrarono molto familiari, erano più o meno
le stesse che gli aveva rivolto Haiko…tanti anni fa, quando
lui era arrivato dalla Cina.
“Lo
so che stai soffrendo, ma non pensi che potremmo diventare amici?
Sai, gli amici si aiutano nei momenti difficili e io voglio
aiutarti!”
Era solo una bambina
quando gli aveva rivolto quelle parole e forse proprio per questo
l'aveva convinto a fare amicizia con lei e con...Kei.
“Syaoran?”
lo chiamò lei, dolcemente, appoggiando una mano sul suo
braccio.
Syaoran sussultò,
destato dai suoi pensieri.
“Non
credo che sia una buona idea…è…è meglio
considerare il nostro rapporto come un semplice rapporto di
lavoro, niente di più!”
Sakura
non sembrò prendere molto bene questa risposta e, sorridendo
imbarazzata, guardò altrove.
“Sì,
scusa.”
Il
suo tono dispiaciuto non potè passare inosservato e Syaoran si
maledisse per averla fatta rattristare.
“Quello
che voglio dire io è che…è meglio così
per adesso. Quando passerà il pericolo, potremmo anche
diventare amici!” cercò di spiegare lui, imbarazzato.
Poi
con la coda dell’occhio la vide sorridere fra sé e
Syaoran sentì una sorta di leggerezza nel cuore, una
sensazione decisamente piacevole.
Fuori
dall’albergo c’era Tomoyo che li aspettava nella sua
macchina.
“Buongiorno!”
la salutarono Sakura e Syaoran.
“Buongiorno
a voi!- esclamò lei, soffermando lo sguardo su Sakura- Vedo
con piacere che sei pimpante!”
Sakura,
ancora sorridente, le spiegò il motivo: “Syaoran ha
detto che quando il pericolo passerà, potremmo essere amici!”
“Ma
davvero?”
E
così dicendo lanciò un’occhiata maliziosa a
Syaoran, che non comprese il motivo di quello sguardo.
“Sì,
e non sai quanto mi abbia reso felice!”
“Posso
immaginarlo. Beh, sono contenta per voi!”
Detto
questo partirono in direzione del Fashion Theatre di Tokyo, che si
trovava nel dinamico quartiere di Shibuya. Syaoran guardò dai
finestrini l’ambiente circostante che gli scorreva davanti non
molto velocemente a causa del traffico: gli edifici erano pieni di
megaschermi e insegne coloratissime, c’erano molti negozi,
ristoranti e love hotel. Passarono anche davanti alla statua di
Hachiko, il cane protagonista di una storia molto toccante. Nel
quartiere girovagavano i personaggi più strani, dalle kogal
alle ganguro, tutte ragazzine fra i 15 e 20 anni, con un discutibile
stile d’abbigliamento. Sicuramente era un quartiere in cui uno
come Koichi poteva passare facilmente inosservato.
Arrivati
al teatro Sakura, Syaoran e Tomoyo entrarono dall’entrata
posteriore, dove ad attenderli c’era l’ispettore
Tanemura.
“Buongiorno
capo!”
“Buongiorno,
Li! Signorina Kinomoto, signorina Daidoji!” disse lui, con un
inchino rivolto alle due ragazze.
“Buongiorno,
ispettore!”
“Pronta
per il concerto?” domandò Tanemura, mentre si dirigevano
verso il camerino di Sakura.
“Ah,
sì, certamente!”
“Ci
saranno anche mia moglie e mia figlia. Sono sue accanite fan!”
Sakura
sorrise: “Davvero? Perché dopo il concerto non le porta
nel mio camerino? Mi farebbe piacere conoscerle!”
“Sarebbe
delizioso e certamente mi farebbe guadagnare dei punti sia come padre
che come marito!” commentò Tanemura, entusiasta.
Sakura
e Tomoyo ridacchiarono.
“Sì,
non ci sono dubbi!”
“Allora,
come si trova con il nostro Li?-domandò poi l’ispettore-
Vi ho lasciati che stavate quasi litigando…”
Sakura
rivolse un rapido sguardo a Syaoran.
“Oh,
benissimo! È stato solo un momento. L’idea di avere una
guardia del corpo mi spaventava. Ma adesso andiamo d’accordo!
Syaoran è molto gentile con me!”
“Sono
contento di sentirle dire questo! Li è il nostro migliore
agente!”
Fortunatamente
per Syaoran e il suo imbarazzo che stava aumentando vertiginosamente,
erano arrivati al camerino di Sakura. Syaoran entrò e
controllò ogni angolo del camerino. Quando accertò che
era sicuro, fece entrare Sakura e Tomoyo.
“Allora,
se mi prometti che resterai rinchiusa qui fino al mio ritorno, io mi
allontano un attimo per controllare i sistemi di sicurezza e tutto il
resto!”
Sakura,
sorridendo, gli prese le mani e Syaoran arrossì appena.
“Vai
pure tranquillo, Syaoran. C’è Tomoyo a proteggermi e,
visto che la prova costumi è…diciamo, segreta per tutti
gli altri, non faremo entrare nessuno!”
“D-d’accordo!-
balbettò Syaoran, percependo un lieve calore sulle dita, lì
dove si erano appoggiate quelle di Sakura- Allora…io vado.”
Appena
Sakura chiuse la porta del camerino, Syaoran cominciò a
incamminarsi verso la sala dei sistemi di sicurezza, con la mente
rivolta a quel calore sulle sue mani lasciato da Sakura. Fino a pochi
giorni prima pensava che persone come Haiko non esistessero, che lei
fosse unica al mondo: nessuna era così vitale, così
piena di calore umano, così disposta a cederlo al suo
prossimo...nessuna a parte, forse, Sakura?
“Sakura
è una ragazza molto carina!” disse l’ispettore al
suo fianco.
Essendo
soprappensiero, Syaoran fu riportato alla realtà un po’
bruscamente: “Eh?”
“Ho
detto che la ragazza è molto carina.”
“Ah,
davvero non saprei!”
L’ispettore
ridacchiò con l’aria di uno che la sapeva fin troppo
lunga. Ma Syaoran non ci fece caso. In quel momento l’unica
cosa a cui doveva pensare erano i sistemi di sicurezza: controllare
tutte le videocamere installate, sapere chi fossero i tecnici quella
sera, assicurarsi che all’entrata ci fossero controlli severi e
che nessuno entrasse con armi o altri strumenti pericolosi.
Sì,
perché era quello solo il suo lavoro.
*****
Alle
19 le porte si aprirono e gli spettatori paganti cominciarono ad
entrare e prendere posto. Syaoran supervisionò il controllo
dei biglietti e l’ingresso degli spettatori, insieme
all’ispettore.
Poi
decise di andare nel camerino di Sakura.
“Capo,
io vado. Se ci fosse qualche problema me lo comunichi immediatamente
con l’auricolare!” esclamò Syaoran indicando il
piccolo auricolare all' orecchio destro.
“Sì,
va’ pure, Li! Ci vediamo dopo il concerto!”
A
grandi passi, Syaoran si avviò verso la sua destinazione.
Giunto davanti la porta del camerino, bussò.
“Chi
è?” domandò la voce di Tomoyo.
Bene,
anche lei aveva imparato la regola!
“Syaoran!”
“Ah,
appena in tempo!” disse Tomoyo e lo lasciò entrare.
Sakura,
vedendolo arrivare, si alzò in piedi e si voltò verso
di lui.
“Allora,
come sto?” domandò, raggiante.
Per
una frazione di secondo, Syaoran si sentì mancare il respiro.
Per quanto vestita in modo strano, Sakura era davvero incantevole
quella sera.
Indossava
un abito formato da un corsetto color rosa antico, con nastrini sul
davanti di colore nero, bretelle di pizzo, lo stesso che ornava la
scollatura appena accennata. La gonna arrivava poco più sopra
del ginocchio: era dello stesso colore del corsetto ed era composta
da molti strati di raso che dondolavano al più piccolo
movimento. Ai piedi indossava degli stivali semplici di colore
marrone. I capelli erano diventati mossi e tra i riccioli si notava
un cerchietto nero con un fiocco di pizzo sul lato destro dello
stesso colore del vestito.
“Be…bene…-
iniziò a dire lui, schiarendosi la voce-…stai molto
bene…”
Tomoyo
sorrise con la stessa espressione dell’ispettore, mentre Sakura
sorrideva timidamente al complimento di Syaoran. Quest’ultimo
scosse il capo, imbarazzato, chiedendosi cosa gli stesse accadendo.
Probabilmente era solo nervoso perchè stava per cominciare il
concerto.
Sì,
era per quello!
“E’
quasi ora!” le avvisò poi con voce ferma.
“Sì,
andiamo!”
Tomoyo
e Sakura gli passarono davanti e Syaoran potè percepire il
profumo della sua protetta, un delicato profumo di muschio e
gelsomino, che gli solleticò piacevolmente la bocca dello
stomaco.
Concentrazione,
Syaoran…concentrazione…
continuava a ripetersi imperterrito.
“Syaoran?”
lo chiamò Sakura.
“Sì?”
“Per
caso hai visto Hiro?”
“No,
perché?” Sakura divenne preoccupata: “Aveva
detto che sarebbe venuto un’ora prima dell’inizio. Ma non
si è visto!”
Tomoyo
le mise una mano sulla spalla e le sorrise per tranquillizzarla.
“Vedrai
che avrà avuto solo un contrattempo! Arriverà fra
poco!” le disse l’amica.
“Sì,
è vero. Arriverà!”
Giunsero
dietro le quinte e Syaoran si sporse per vedere la platea: era
strapiena.
“Ah,
c’è il pienone stasera!” commentò.
“C’è
sempre il pienone!” ribattè Tomoyo.
“Non
lo sapevo, scusa!”
Sakura
rise, più rilassata.
“Vedo
che non sei per niente nervosa!” fece notare Syaoran.
“Solo
un po’. Quando canto cerco di non pensare a tutte le persone
presenti in sala! Penso a mia madre che mi sta guardando da lassù.
Se non facessi così...non potrei farcela...da sola.”
“Capisco.
Allora, in bocca al lupo!”
“Crepi!
Spero che, anche se non ti piace la musica, riuscirai almeno a
sopportare la mia!”
“Beh…potrei
anche cominciare a essere incuriosito dalla tua musica!”
Sakura
diventò sempre più raggiante: “Allora la prima
canzone la canterò per te!”
“Grazie!”
“Ci
vediamo più tardi!”
Le
luci nella sala si spensero e Sakura raggiunse il centro del palco,
mentre gli spettatori cominciarono a urlare di eccitazione e a
chiamare il suo nome.
Sì,
Syaoran stava diventando decisamente curioso di ascoltarla, il che
era piuttosto strano per lui.
E
finalmente Sakura cominciò a cantare, illuminata da un unico
faro e circondata di fumo.
“A
twinkle of light calls the wind,
A smile dissolves the
noise
The angel in your eye
whispers:
That everything is
starting now'”
La
sua voce, solista, senza alcun accompagnamento strumentale, inondò
la sala, che aveva espresso appieno il proprio apprezzamento subito
dopo aver riconosciuto la canzone. La voce di Sakura giunse anche a
Syaoran, così soave, così perfetta, così
toccante. Giunse direttamente al suo cuore, riempiendolo di una
sensazione stupenda, di pace e serenità, emozioni che non lo
toccavano più da tanto tempo. E tutto gli sembrava ancor più
sconvolgente, perché Syaoran non si sarebbe mai aspettato di
ascoltare una voce dolce come quella di Sakura.
Dopo
i primi versi, gli strumentisti attaccarono, accompagnando il canto
di Sakura, e il palco si riempì di luci colorate. E
anche grazie a questo Syaoran tornò alla realtà.
“Baby,
this world is different from yesterday's
I can't see anything
but you
Baby, my wish on a
wing
is to tear up the sky
with a single overflowing word”
Sakura
cantava sempre deliziosa, si muoveva con grazia sul palco, saltava,
girava su se stessa, con il microfono in mano.
“A
brilliant light reached my eyes, and without hesitation
I ran to you but
For my still heart I
took a break
As if I was on some
arduous journey”
Nonostante
tutte le luci del teatro, Sakura sembrava una stella che emanava luce
propria e che non stava mai ferma. Ogni suo movimento era una
calamita per gli occhi di Syaoran, che la seguivano senza perdere
neanche un dettaglio della sua esibizione: il modo in cui i capelli
svolazzavano dappertutto, le balze della gonna, le gambe che
sembravano muoversi indipendentemente da Sakura, la mano che teneva
il microfono, l’altra che volava in aria per incitare il
pubblico a cantare insieme a lei.
“E’
brava, non trova?” domandò Tomoyo al suo fianco.
“Sì…”
“Baby,
I don't need
The future or promises
any more
Just having you there
is enough for me
Baby, my wish on a
wing
Is for my voice to
soar up
And pierce through
that wavering star.”
Non
era solo brava, non c’erano parole per descriverla. Sul palco
dava tutta se stessa, non cantava tanto per farlo. Si percepiva la
passione che proveniva dal suo cuore. Syaoran ricordò quando
lei gli aveva detto di cantare per sua madre. Era per quello che si
impegnava con anima e corpo.
Gli
ricordava sempre di più Haiko… e anche quello che stava
provando in quel momento sembrava vagamente ciò che gli aveva
fatto provare anche Haiko…
Ma
non poteva rischiare di soffrire di nuovo. Le sue ferite non erano
ancora guarite e chissà se lo sarebbero mai state veramente.
*****
Il
concerto terminò verso le 22.30. Sakura doveva essere
stanchissima, dopo due ore e mezza di salti qua e là sul
palco. Mentre salutava il pubblico che continuava ad applaudire,
Syaoran venne affiancato da un trafelato Hiro.
“Ah,
è già finito!” commentò riprendendo fiato.
Syaoran
lo guardò, scettico: “Sì…”
“Peccato!”
sospirò Hiro, scrollando le spalle.
“Lei
ci teneva a vederla prima dell’inizio!” esclamò
Syaoran, guardandolo bene da capo a piedi.
“Sì,
la fa sentire più sicura!”
“Comunque
se l’è cavata bene anche senza di lei!”
Il
commento di Syaoran risultò essere molto acido, tanto che Hiro
lo guardò perplesso.
“Buon
per lei!”
Quando
Sakura li raggiunse, Hiro aveva ancora lo sguardo fisso su Syaoran.
“Hiro!”
esclamò lei, buttandogli le braccia al collo.
“Ciao,
piccola! Scusa se ho fatto tardi!” disse lui, dandole un rapido
bacio.
“Non
ti preoccupare. Sono sicura che tu sia stato trattenuto per un buon
motivo!” disse lei, ingenua.
Syaoran
scosse il capo: quella ragazza era l' ingenuità personificata!
Possibile che non si accorgesse di niente?
“Dai,
andiamo nel tuo camerino. Sarai stanca e io ho un regalino per te!”
disse Hiro, afferrandole un braccio.
Ma
Sakura si fermò subito e si voltò verso Syaoran.
“Aspetta,
Hiro!- disse, rivolgendosi poi alla sua guardia del corpo- Allora, ti
è piaciuto il concerto?”
Syaoran
incrociò le braccia, guardando verso il palco: “Sei
stata brava, devo ammetterlo!”
Sakura
scosse il capo, sorridendo.
“Non
voglio sapere se sono stata brava o meno, voglio sapere se a te sono
piaciute le mie canzoni!”
Syaoran
sbattè le palpebre, perplesso, ma si rese conto che c’era
una bella differenza. Perciò sospirò.
“Credo
di sì...”
“Molto
bene. Sono contenta!- disse lei, serenamente- E grazie per aver detto
che sono stata brava!”
Dopodiché
seguì Hiro verso il suo camerino, dicendogli che però
avrebbe dovuto incontrare la figlia e la moglie dell’ispettore.
“Li,
mi senti?” lo chiamò all'improvviso l’ispettore
dall’auricolare.
“Sì,
parli pure, capo!”
“Qui
è tutto tranquillo! Non ci sono stati problemi né
all’ingresso, né durante il concerto!”
“Ottimo!”
“Pensi
che l’invito della signorina Kinomoto sia ancora valido?”
domandò poi Tanemura.
“Sì,
certamente! Si sbrighi a portare la sua famiglia da Sakura, tra
qualche minuto dovremmo andarcene!”
“Ok,
grazie infinite, Li!”
“Di
niente!”
In
realtà, prima di poter tornare in hotel, Sakura avrebbe dovuto
cambiarsi. Quindi perché mai dire una bugia del genere
all’ispettore? Forse…per non concedere troppo tempo ai
due piccioncini?
Syaoran
allontanò quella domanda dalla sua mente, perché
portava a una conclusione tanto strana quanto improbabile.
Una
cosa era certa: la sua vita stava cambiando, seppur passo per passo.
Ma Syaoran doveva ancora capire se ciò fosse giusto o meno.
Prossimo
capitolo: “Walk”
Aggiornamento
a tempo di record, probabilmente non è mai capitato con le
altre storie...^_^ vabbè, l'ho fatto per la felicità di
mamogirl!!! mwahahahah!!! La canzone inserita nel capitolo è
“Wish” di Olivia Lufkin, bellissima song, la adoro!
Scrivendo questo
capitolo ho scoperto che la melafobia esiste davvero. Strano, eh...
Allora nel prossimo “Walk” è inteso come
passeggiata, ovviamente di Sakura e Syaoran!! eheheh... chissà
se Syaoran si scioglierà un pochino!!^_^
Ringraziamenti...
mamogirl: anche se
indovini non vinci niente!!! :-P però continua a dirmi le tue
ipotesi, mi divertono assai!!! mwahahahaha!! e recupera quella ff su
holly e benji, che mi voglio fare due risate! ^_^
paperella96: ehi,
grazie per la recensione!!! eh, ovviamente non a tutti può
piacere qualcuno. Si vede che le tue amiche hanno gusti diversi dai
tuoi. -.- Comunque, spero che il capitolo ti sia piaciuto!! ^.^
lakia: grazie per la
recensione. Spero anche io di non sospenderla. Per adesso un po' di
capitoli sono scritti, intanto penso alla fine! Allora, mi auguro che
il capitolo ti sia piaciuto!!
A presto
kia85
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Capitolo 5 *** Walk ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
4: “Walk”
La
mattina dopo Syaoran si svegliò un po’ tardi: aveva
addosso una sensazione di pesantezza, un piccolo ricordino del nuovo
incubo. Nuovo...insomma, era sempre lo stesso, sebbene non fosse
particolarmente angosciante da farlo svegliare nel cuore della notte,
sudato e spaventato. Fortunatamente una bella doccia rinfrescante lo
preparò ad affrontare la giornata nel migliore dei modi.
Decise
subito di controllare quali fossero gli impegni di Sakura e rimase
sorpreso constatando che non c’era assolutamente niente. Poi
Syaoran si ricordò della sera prima, quando Tomoyo,
accompagnandoli in hotel, aveva spiegato che il giorno dopo un
concerto Sakura era sempre libera, per riposarsi e svagarsi. E a quel
proposito Sakura aveva espresso il desiderio di uscire a fare un po’
di shopping…una cosa che lui odiava, profondamente. Ma,
essendo la sua guardia del corpo, non poteva farla uscire da sola,
con un maniaco in giro pronto ad ucciderla per i suoi folli piani.
Hiro non l’avrebbe accompagnata in quanto aveva le prove della
sua band.
Così
Syaoran si preparò con calma e, mentre si allacciava la
camicia, qualcuno bussò alla sua porta. Domandandosi chi mai
potesse essere, si diresse verso la porta e la aprì.
“Ah,
buongiorno!” disse, riconoscendo Sakura.
“Buongiorno!-rispose
lei, radiosa- Perché non hai chiesto 'chi è' ?”
“Beh…io
non sono in pericolo di vita!”
“Ma
dovresti darmi il buon esempio! Sei tu il poliziotto!”
Syaoran
riconobbe che non aveva tutti i torti e sospirò, rassegnato:
“D’accordo, comincerò a farlo anch’io!”
“Ottimo!
Sei pronto per lo shopping?”
“Quasi!”
“Allora,
posso entrare?” chiese lei, più seriamente.
“Ehm…certo…”
Detto
questo, Syaoran si fece da parte e la fece passare. Sakura entrò
timidamente, dando un’occhiata in giro. Sembrava
particolarmente incuriosita dalla stanza. Il suo sguardo passò
dalla scrivania dove erano appoggiati i televisori per controllare
ciò che riprendevano le telecamere dell’albergo, al
letto perfettamente rifatto, al cui fianco c’era un comodino
con i ripiani pieni di libri, fino a che non si soffermò sul
tavolino al centro, vicino a due divanetti.
“Che
bella stanza!-commentò- E com’è ordinata!”
“Sono
un poliziotto. Se io per primo non mantengo l'ordine in casa mia,
come faccio ad assicurarlo in società?”
Sakura
rise: “Hai ragione!”
Poi
il suo sguardo indagatore scorse il suo cd sul tavolino: perciò
lo raggiunse e, prendendolo fra le mani, si sedette sul divano.
“Ah,
vedo che non l’hai buttato!”
“No.
Perché avrei dovuto farlo? È un regalo. Inoltre, ieri
sera mi ha permesso di capire il titolo della prima canzone che hai
eseguito!”
Entusiasta
dell’interesse di Syaoran, Sakura sorrise: “Sì, si
chiama Wish! Allora…ti è piaciuta davvero!”
“Certo,
non mentivo ieri sera!” affermò, raccogliendo le proprie
cose dal comodino.
“Sono
davvero molto contenta…ah!”
L’esclamazione
di Sakura lo fece voltare subito e lui si accorse che la ragazza
aveva notato la foto con Haiko e l’aveva presa in mano.
“Wow,
che bella ragazza!- commentò Sakura- E questo sei tu! Che
carino sei!!”
Il
cuore di Syaoran impazzì e cominciò a battere a un
ritmo irregolare. Perciò, velocemente si avvicinò a
lei.
“E’
la tua ragazza? È molto bella, come si chiama?” domandò
lei, eccitata.
Ma
Syaoran le tolse con forza la foto dalle mani.
“Lascia
stare! Non sono cose che ti riguardano!” disse poi, con tono
brusco, riponendo la foto in uno dei suoi libri.
Sakura
non disse nulla, ma Syaoran si accorse che era rimasta ferita dal suo
comportamento: aveva lo sguardo chino e contratto dal dispiacere e
dall’imbarazzo.
“Scusa,
non volevo essere inopportuna!”
Syaoran
la guardò per qualche secondo, così sofferente, e
questo gli fece provare una stretta al cuore. Perciò si
avvicinò a lei e le si sedette accanto.
“No,
scusa tu.- disse più rilassato, appoggiando una mano sopra
quella di Sakura- Non avrei dovuto reagire in quel modo brusco. Mi
dispiace!”
Sakura
alzò il capo e lo guardò, gli occhi lucidi e
dispiaciuti: “Però sono stata un po’ invadente.
Non avrei dovuto. Il fatto è che sei così
misterioso...stimoli la mia curiosità in continuazione come
nessun altro. Vorrei sapere tutto su di te, ma so che non è
giusto!”
“Mi
fa piacere il tuo interesse per me, ma, sai, quella foto, anzi,
quella ragazza nella foto è un argomento che non voglio
trattare!”
“Allora,
non ti chiederò niente. Ma, se un giorno volessi confidarti
con me, sai dove trovarmi!” gli disse lei, sorridendo
tranquillamente.
“D’accordo!”
“Vogliamo
andare?”
“Sì,
ma…- disse lui, dandole una rapida occhiata-…esci
così?”
Sakura
indossava una maglietta in stile kimono, dei jeans bianchi e scarpe
basse rosse : la maglia era nera con una fantasia di fiorellini rossi
e bianchi, aveva lo scollo a v, con un top bianco sotto, e le mezze
maniche erano a pagoda. La banda intorno allo scollo era di colore
nero come quella che si trovava all’altezza del taglio sotto il
seno e che si annodava sul retro.
Sakura
si guardò incerta e poi si rivolse a Syaoran.
“Cosa
ho che non va?”
“Ah,
niente...- rispose lui, schiarendosi la voce-...solo che non indossi
uno dei vestiti cuciti da Daidoji!”
Sakura
rise, infilandosi gli occhiali da sole e un cappellino sul capo, e si
sistemò la borsa a tracolla.
“Se
andassi in giro con quei vestiti darei più nell’occhio e
potrebbero riconoscermi. Così dovrei passare inosservata,
sembreremo una coppia di fidanzatini!”
Syaoran
cercò di non pensare all’ultima affermazione e si alzò
in piedi.
“Va
bene, andiamo!”
Fu
così che i due uscirono e ad attenderli c’era il
posteggiatore dell’hotel con la macchina di Syaoran.
“Wow!”
esclamò Sakura, notando la bmw decappottabile.
“Già!”
Il
posteggiatore aprì la portiera per far entrare Sakura.
“Oh,
grazie!” esclamò lei, sorpresa.
“Mio
dovere. Buona giornata, signori!”
“Altrettanto!”
Detto
questo, Syaoran partì a tutto gas.
“Dove
andiamo?” le chiese.
“Non
saprei. –rispose lei, abbandonando il capo sullo schienale
dell’auto- Portami dove vuoi tu!”
“Sei
sicura che vuoi uscire? Voglio dire, non sei stanca dopo ieri sera?”
“No,
per niente. E comunque ho dormito bene stanotte. Se riesco a dormire
almeno otto ore mi riprendo da qualunque fatica!”
“Buon
per te!”
Dopo
diversi minuti Syaoran parcheggiò l’auto e i due
scesero: erano giunti nel quartiere Ginza.
“Ahhhh!!
Ginza, così chic, così elegante, colorata....mi piace
molto questo quartiere!- commentò Sakura - Oh, guarda,
Syaoran. Si vede il fiume!”
Syaoran
seguì l'indicazione di Sakura: in effetti si scorgeva l’acqua
del fiume Sumida, che scorreva lentamente, sotto i ponti. E, più
indietro, in mezzo ai grattacieli imponenti spiccava la fredda e
maestosa torre di Tokyo.
“E'
vero!” esclamò lui, notando poi quanta gente ci fosse in
giro.
Erano
più che altro turisti, carichi di borse provenienti dai negozi
delle grandi firme che si trovavano a Ginza.
“Sono
contenta che tu mi abbia portato qui. È una zona talmente
frenetica che non puoi fare altro che divertirti!”
Syaoran
la guardò perplesso e sospirò: solo lei poteva trovare
divertente
il caos e la frenesia. E proprio per questo forse Syaoran aveva
sbagliato destinazione. Rischiava di perderla di vista. Ma ormai il
danno era fatto: Sakura era già su di giri!
“Allora,
ci buttiamo nella mischia?”
Sakura
gli sorrise: “Sì, ma...che ne dici se prima facciamo una
passeggiata sul lungofiume?”
“D-d’accordo!”
rispose lui, piuttosto sorpreso.
Così
Sakura si avviò verso il ponte. E Syaoran la seguì,
immediatamente per non perderla d'occhio.
“Che
meraviglia!” commentò lei, guardando tutto il
lungofiume.
Il
viale che costeggiava il fiume era composto da moltissimi ciliegi in
fiore, che lasciavano cadere i loro petali con estrema grazia sul
suolo. Sakura si fermò sotto uno di questi e aprì la
mano per afferrarne uno.
“E’
bellissimo, non trovi?” chiese Sakura, entusiasta.
“Sì…davvero.”
“Sai,
vorrei farti una domanda, Syaoran!”
“Dimmi!”
“Quand’è
il tuo compleanno?”
“Il
13 luglio!”
“Ah,
in estate! Mi piace come data!” esclamò lei, voltandosi
in direzione del fiume.
“Grazie!
Invece il tuo è già passato, vero?"
Sakura
lo guardò, sorpresa: "In effetti è vero, è
il primo aprile. Ma come fai a saperlo?"
“Ho
ricevuto questa e altre informazioni su di te prima di diventare la
tua guardia del corpo.”
“Davvero?”
“Certo.
Sono tutte rinchiuse in un breve dvd!”
Sakura
scoppiò a ridere: “Non ci posso credere. Esiste un dvd
sulla mia vita?”
“Mm...sì,
qualcosa del genere! Facciamo le cose per bene, in polizia!”
“Non
c'è alcun dubbio! - affermò lei, divenendo
improvvisamente seria- Anche se avere un dvd del genere nell'archivio
della polizia...non è proprio la massima aspirazione di una
cantante agli inizi come me!”
Syaoran
notò lo sguardo abbattuto della giovane e capì che, in
fondo, Sakura aveva un animo fragile. Nonostante sorridesse sempre a
tutti quelli che la circondavano, nonostante il suo ottimismo
persistente, era proprio come un fiore di ciliegio: all'apparenza
meraviglioso, di una effimera bellezza, ma...basta un niente per
farlo tremare, cadere e morire. E Syaoran era colui il quale avrebbe
dovuto impedire questo.
Sakura
si sporse dal muretto verso il fiume e guardò in giù,
tenendosi il cappello. Syaoran la affiancò.
“Io
sono sicuro che quel video non rimarrà molto nel nostro
archivio. Anzi, sono sicuro che fra poco potremo toglierlo
definitivamente. E quando questo avverrà, potrai avere l'onore
di distruggerlo per sempre!”
Sakura
sorrise e tornò a guardarlo, con un velo di dolcezza negli
occhi.
“Sei
molto gentile, Syaoran, e ti ringrazio infinitamente per quello che
fai per me! Ma...”
“Ma
cosa?”
“Sarebbe
un peccato distruggere un dvd. - esclamò lei- Credi che possa
tenerlo io? In fondo, per quanto terribile come esperienza, è
proprio grazie a questa che ho conosciuto persone meravigliose come
l'ispettore e, naturalmente, te!”
Syaoran
si sentì arrossire lievemente e provò un desiderio
decisamente sconveniente di abbracciarla. Così chinò il
capo e si perse con lo sguarda nell'acqua non perfettamente limpida
del fiume.
Per
quale motivo si sentiva così a disagio con lei? L'ultima volta
che aveva provato qualcosa di simile aveva poi capito di essere
innamorato di Haiko, la donna della sua vita. E adesso non era
assolutamente concepibile che lui provasse la stessa cosa per Sakura.
Perchè lei apparteneva a Hiro...
No,
non per questo.
Perchè
Syaoran non si sarebbe mai più innamorato. Lo aveva promesso a
se stesso un anno prima e lui manteneva sempre le sue promesse.
“Ehi,
Syaoran, possiamo andare a vedere la torre di Tokyo?” esclamò
Sakura, riportandolo con i piedi per terra.
“Ah...sì,
direi di sì!”
“Ottimo!
Andiamo!”
Perciò
i due si avviarono verso la torre di Tokyo. Nel tragitto si fermarono
per entrare nei negozi d’abbigliamento dove a Sakura sembrava
piacere di tutto. Infatti provava ogni capo d’abbigliamento che
le veniva proposto dalle commesse, tutte estremamente gentili. Ma,
alla fine, non comprò nulla. D'altronde Tomoyo provvedeva
generosamente ai suoi vestiti!
Fu
così che passarono in rassegna per un paio di orette tutti i
negozi del quartiere. Poi, si diressero imperterriti verso la torre.
Arrivati al famoso incrocio pedonale di Ginza, lo sguardo di Syaoran
venne attirato dalle luminose e colorate insegne pubblicitarie dei
palazzi. C'era davvero di tutto sulle facciate di quei palazzi.
Ad
un certo punto, su una delle insegne più grandi apparve la
foto di una bellissima giovane donna: era la pubblicità per
una marca di abbigliamento intimo. Syaoran fissò meglio il
viso della ragazza e riconobbe Sakura, proprio la sua protetta. Dopo
l'iniziale stupore, si accorse di non riuscire a distogliere lo
sguardo da quella foto. Sakura che indossava solamente un completo
intimo era una vera meraviglia: era sdraiata su un divano, con il
braccio sinistro abbandonato sul ventre e l'altro piegato sotto la
testa. Il completino intimo era composto da un bustino di pizzo nero,
con sfondo rosa sulla parte frontale, che arrivava a metà tra
il seno e l’ombelico. Della stessa fantasia erano la culotte e
la sottoveste allacciata con un unico bottone sul petto. L’effetto
generale era davvero qualcosa di stupendo, proprio perché ad
indossarlo era Sakura, con quel suo corpo che sembrava perfetto, così
fine, con curve dolci e morbide…
Syaoran
si sentì pervadere da un’ondata incontrollabile di caldo
e quando Sakura si avvicinò a lui, sobbalzò.
“Ti
prego…- lo implorò lei, estremamente calma-…non
guardare più quella foto…”
Syaoran
distolse il suo sguardo e lo posò su di lei.
“Scusa!”
disse, vergognandosi un po' per come si era comportato davanti a lei.
Sakura
sorrise, leggermente rossa in viso: “Non devi scusarti. In
fondo quella foto è lì per essere guardata. Ma tu, per
favore, non la guardare più. Non ne sono molto orgogliosa!”
“Come
mai?”
“Andiamo
a parlarne da un’altra parte!” disse lei, guardandosi
intorno.
Sakura
e Syaoran camminarono in silenzio per qualche minuto, fino a quando
non entrarono nei giardini pi palazzo Hama. Erano giardini dalla
bellezza mozzafiato: verdeggianti, lussuriosi, con alberi
perfettamente curati sparsi qua e là. Al centro vi era un
laghetto su cui si affacciava una graziosa e tipica casa da tè.
“Qui
c'è sempre poca gente e in mezzo alla natura si riesce a
parlare meglio di qualunque cosa, non credi?” chiese Sakura.
“Sì,
hai ragione!”
I
due si avviarono verso il sentiero che costeggiava il laghetto.
“Devi
sapere che, quando ho fatto quella foto, ero all’inizio della
mia carriera. Tomoyo mi propose questo servizio, che però non
mi convinceva. Certo, volevo farmi conoscere, ma non in questo modo.”
“E'
proprio da te!”
“Grazie!
Comunque in quel periodo conobbi Hiro. Iniziammo a frequentarci e
dopo qualche sera lo invitai a cena a casa mia. Lui probabilmente
aveva frainteso lo scopo della serata e mi fece capire di voler
passare la notte con me. Ma io ero troppo spaventata e non mi sentivo
ancora pronta. Così lo respinsi e litigammo. Per qualche
giorno non parlammo più. Poi arrivò la proposta di
questa pubblicità. Come ho detto prima, non ero molto
convinta. Ma poi stupidamente pensai che potevo accettare per farmi
perdonare da Hiro. Ovviamente ero troppo innamorata per capire che
era una cosa di cui mi sarei pentita prima o poi...”
“E
lui ti ha perdonata?” domandò Syaoran, mentre dentro di
sé malediceva quell'idiota di Setsu.
“Sì,
certo. Disse anche che ero venuta molto bene nella foto!”
“Direi
di sì...”
Sakura
arrossì lievemente: “Grazie!”
Syaoran
comprese solo in quel momento cosa comportasse la sua risposta e
arrossì anche lui. Quel giorno non ne combinava una giusta!
Continuarono
a camminare in silenzio, poi Syaoran si schiarì la voce.
“Quindi...ecco...vuoi
dire che…tu e lui…non avete mai…”
Sakura
scosse il capo: “No, mai! Non sono pronta per questo!”
“Ho
capito!” disse lui, voltandosi a guardarla.
Era
chiaramente in imbarazzo ed era ancora rossa in viso. Ora aveva
capito il motivo di quella foto.
“Senti,
Hiro è il tuo compagno. Non dovrebbe aver bisogno di una foto
come quella ricavare un po’ di piacere!”
“Cosa
vuoi dire?”
“Tu
sei una ragazza molto bella, ma oltre a questo possiedi anche
qualcosa che ti rende speciale. Sarà la dolcezza del tuo animo
o il tuo costante buonumore. Ma tu riesci ad essere sensuale in ogni
piccolo movimento che compi: quando ridi, quando canti e balli sul
palco, quando ti preoccupi per chiunque ti sta accanto. Non hai
bisogno di svestirti un po' per lui. Se Hiro è un uomo
intelligente, aspetterà il momento in cui tu sarai pronta per
lui, senza metterti fretta né pretendere questi piccoli
favori.”
Sakura
lo guardò in silenzio per un po’ e il rossore sulle sue
guance divenne sempre più visibile. Anche per Syaoran, che si
accorse di aver aumentato il suo imbarazzo.
“Scusa,
non volevo causarti disagio!”
Sakura
rise: era deliziosa con il sorriso sulle labbra e le guance
arrossate.
“Non
preoccuparti. Se è quello che pensi, va bene!”
“Sì,
in effetti lo è!”
“Allora,
grazie!” disse lei e gli appoggiò una mano sul braccio.
Tutta
quella combinazione di eventi causarono in Syaoran un piccolo
sorriso. E quando Sakura se ne accorse, il suo viso si illuminò.
“Syaoran,
tu hai sorriso!”
“Beh,
ogni tanto lo faccio anch’io!”
“Veramente
io non ti avevo ancora visto. Ma sono contenta che tu mi abbia
sorriso!”
Già,
la stessa cosa che gli aveva detto Haiko, la prima volta che lui le
aveva sorriso: sembrava fossero trascorsi secoli da quel giorno.
“Ho
detto qualcosa di sbagliato?” domandò Sakura,
preoccupata.
“No,
affatto.”
“Mi
era sembrato che ti avessi fatto rattristare!”
Syaoran
scosse il capo energicamente: “Tranquilla, non è niente!
Dai, andiamo alla torre di Tokyo. Si sta facendo tardi!”
“D'accordo!”
*****
“Ah!!
È stato bellissimo!!!” commentò Sakura, una volta
usciti dalla torre.
“Sì!”
Il
panorama dalla torre di Tokyo era spettacolare. La giornata era
perfetta e il cielo limpido permise la visione in lontananza della
sagoma del monte Fuji. Quando il sole cominciò a tramontare,
la città assunse una bellezza singolare. Di giorno la
tecnologica città era sempre così frenetica, ma non
appena il sole tramontava ecco che veniva avvolta da un'atmosfera di
quiete e pace. E poi le luci della città si accendevano e
iniziava la movimentata vita notturna. Quel breve attimo di apparente
calma era il momento preferito di Syaoran. Infatti il ricordo più
bello di Haiko avvenne proprio al tramonto...
“Il
panorama era davvero mozzafiato! Tu c’eri già stato,
Syaoran?”
“Sì,
una volta sola!”
Al
primo appuntamento con Haiko, loro due da soli al tramonto. La luce
calda del sole che si ritirava rendeva così bella la sua
Haiko. In quell'istante non desiderava altro che baciarla. Ma non ne
aveva il coraggio. Fu lei a prendere l’iniziativa ed era stato
perfetto, anche meglio di come se l’era immaginato Syaoran.
Uno
sbadiglio di Sakura lo riportò alla realtà.
“Sei
stanca?”
“Un
po’!”
“Sarà
meglio tornare in albergo. Domani se non sbaglio hai un servizio
fotografico!”
“Sì,
è vero!”
Detto
questo i due si avviarono verso la macchina di Syaoran. Sakura stava
dicendo che avrebbe raccontato quella giornata a Tomoyo nei minimi
particolare, quando Syaoran notò nel marciapiede più
avanti Hiro Setsu in compagnia di una ragazza molto carina, con
capelli lunghi e rossi. Ma la cosa peggiore era il suo braccio
attorno alle spalle della giovane e i suoi sorrisi maliziosi per lei.
Istintivamente
appoggiò le mani sulle spalle di Sakura e la voltò
nella direzione opposta, fermandosi al semaforo pedonale.
“Che
fai?” chiese lei, sorpresa.
“Da
questa parte arriviamo prima!”
“Ah
sì? Non lo sapevo!” esclamò lei, ingenuamente.
Syaoran
si voltò indietro e vide Hiro entrare insieme alla ragazza in
un love hotel. Se avesse potuto l’avrebbe rincorso e sbattuto
contro il muro: ma come poteva far una cosa talmente ignobile a
Sakura? Non sapeva che lei avrebbe sofferto molto se lo avesse
scoperto? Non capiva quanto fosse fortunato ad avere ancora una
ragazza come Sakura?
Quando
salirono in macchina, Sakura gli rivolse uno sguardo perplesso.
“Stai
bene, Syaoran? Da quando siamo usciti dalla torre sei così
silenzioso e pensieroso!”
“Non
è niente!”
Così
accese il motore dell’auto e partirono in direzione
dell’albergo. Sì, era vero, era pensieroso. Si chiedeva
se non fosse il caso di dirlo a Sakura oppure di parlare prima con
Hiro per capire cosa stesse combinando con quella sua testa bacata!
Giunti
all’hotel, lasciarono la macchina al posteggiatore ed
entrarono. Il receptionist chiamò immediatamente Sakura.
“Signorina
Kinomoto, una messaggio per lei!”
Sakura
si avvicinò, con un sorriso: “Da parte di chi?”
“Del
signor Setsu!”
“Ah,
grazie mille!”
Sull’ascensore
Sakura aprì il biglietto, lo lesse, dopodiché sospirò,
rassegnata.
“Brutte
notizie?” domandò Syaoran.
“Hiro
dice che le prove durano un po’ più del previsto.
Passerà più tardi portandomi la cena per farsi
perdonare!” Syaoran la guardò: “Non mi sembri
sorpresa!”
Sakura
ridacchiò, ma senza un vero divertimento.
“Me
l’aspettavo, in un certo senso. Ultimamente lo vedo poco perché
è sempre impegnato con la sua band. Immagino che sia perché
tra qualche settimana inizia il loro tour!” rispose lei,
accartocciando il biglietto fra le mani.
Se
Syaoran avesse avuto ancora una ragazza, avrebbe fatto di tutto per
stare con lei. Invece Hiro stava buttando al vento la sua fortuna...
Quando
arrivarono di fronte alla porta di Sakura, Sakura lo ringraziò
per la bella giornata trascorsa insieme.
“Mi
sono divertita moltissimo!”
“Anch’io!”
“Mi
fa piacere! Allora…buonanotte!” disse lei, aprendo la
porta.
Ma
Syaoran la trattenne, quasi involontariamente, afferrandola per un
braccio: “Se…dovessi avere bisogno di me…sai dove
trovarmi.”
Sakura
annuì e gli sorrise: “Grazie!”
“Buonanotte!”
Dopo
essersi assicurato che Sakura avesse chiuso bene la porta, entrò
nella sua camera. Sospirò e si lasciò cadere sul
divano. Si sentiva così strano ultimamente…da quando
aveva conosciuto Sakura…ma per quale motivo?
La
sua parte inconscia, più irrazionale lo sapeva benissimo qual
era il motivo. Ma Syaoran non poteva ammetterlo. Non era
possibile…lui d’altronde pensava ancora ad Haiko.
Prossimo
capitolo: “Nightmare”
Buonasera!!
Il nuovo capitolo è online. Spero di tornare presto con il
prossimo...Nightmare, incubo...Chissà che accadrà!! ^_^
Ringraziamenti...
mamogirl:
ehehe, anch'io spero di non sospenderla. Per adesso sono pronti
almeno altri dieci capitoli. Poi magari appena finisco gli esami mi
rimetto all'opera...^_^ comunque sono contenta che ti piaccia
davvero!!
lakia:
ahah, il nostro nome è bellissimo!!! Chiara!! *.* non conosco
il manga che hai citato, ma mi fido di quello che dici!! spero che ti
sia piaciuto questo capitolo!
Emilissa15:
beh, non posso dirti se le tue supposizioni sono giuste o meno, non
voglio spoilerare nessuno!! ^^ comunque, hai ragione, tomoyo era più
portata a fare la cantante. Ma tanto questa è solo una
fanfiction!! e sto pensando di inserire anche un piccolo cammeo di
kero-chan! Non può mancare!! ahaha
laurettachan96:
beh, direi che il capitolo ha risposto alla tua domanda su hiro!! ^^
questa la aggiorno più velocemente perchè ho diversi
capitoli già pronti. L'altra l'avevp scritta su un quaderno,
quindi devo trascriverla a computer e ci vuole un po' di più!!
spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!!!
A
presto
kia85
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Capitolo 6 *** Nightmare ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
5: “Nightmare”
“Syaoran…”
La
ragazza che mormorava il suo nome, la ragazza che lui stava
baciando…oh sì, la conosceva molto bene…
riconosceva la sua voce, il suo tocco caldo, il suo sapore…Quanto
gli era mancata!
Haiko…
Ma
poi d’improvviso lui gliela portava via, Kei, il suo migliore
amico…
La
sua ragazza, il suo migliore amico…insieme…era troppo
da sopportare!
Haiko,
non lasciarmi!
Ma
Haiko era lontana, con Kei, non poteva sentire il suo desiderio, non
voleva sentirlo!
Poi
l’incidente, la corsa in ospedale, scoprire la loro relazione…
E Syaoran che rimaneva da solo, in balia dell'oscurità, che lo
avvolgeva e straziava…
No,
torna qui. Io...non sono niente senza di te…
Tutto
ad un tratto…una voce giunse alle sue orecchie: stava cantando
una canzone. Ma a chi apparteneva? Le parole della canzone erano poco
comprensibili, però la melodia aveva un che di familiare. E la
voce era così dolce che di colpo Syaoran non era più
solo. L'oscurità apparve improvvisamente meno buia e anche le
ferite del suo cuore sembravano rimarginarsi.
Chi
sei?
Ma
Syaoran
non fece in tempo a capire a chi appartenesse quella voce perchè
aprì gli occhi e si ritrovò nel suo letto. Era stato un
sogno o un incubo? Che strano, era da tanto che non viveva incubi
così strazianti…l’ultimo lo aveva avuto la prima
notte in cui aveva dormito nell’hotel, ossia il giorno in cui
aveva conosciuto Sakura.
Ma
davvero lei aveva a che fare con la sparizione dei suoi incubi?
Assolutamente no, altrimenti non avrebbe avuto un altro incubo quella
notte. Un incubo che però si era trasformato in una speranza.
Dunque quel sogno cosa voleva dirgli? Forse che per poter guarire il
suo cuore ferito...aveva bisogno della vicinanza di Sakura?
“Ah,
che mal di testa!” disse, prendendosi la testa fra le mani.
Syaoran
decise di non pensarci più. Così si preparò e,
quando raggiunse la porta di Sakura, fece per bussare. Ma la porta si
aprì prima che la mano di Syaoran la sfiorasse.
“Buongiorno,
Syaoran!”
Syaoran
la guardò sorpreso: “B-buongiorno! Come hai...?”
“Ho
sentito che uscivi e ti ho anticipato!”
“Ah,
bene, sei pronta?”
“Sì!”
Sakura
uscì e si chiuse la porta alle spalle: “Tomoyo ci sta
aspettando giù!”
“Ok!”
Entrati
in ascensore, Syaoran subito si accorse che gli occhi di Sakura erano
lievemente arrossati.
“Non
hai dormito bene?” le chiese, preoccupato.
Sakura
rise nervosamente: “No, che dici? Ho dormito perfettamente!”
Non
convinto dal tono della ragazza, Syaoran insistette.
“Allora,
perché hai gli occhi arrossati?”
Sakura
, rassegnata, sospirò e chinò il capo.
“Hai
ragione, non ho dormito molto!”
“Per
quale motivo?” domandò lui, preoccupato.
“Ieri
sera, quando è venuto Hiro, abbiamo litigato! Gli ho detto che
avrei voluto passare più tempo con lui, ma Hiro si è
arrabbiato e ha cominciato a urlare che lui era impegnato con la
band, che non dovevo essere egoista e cose di questo genere. Mi ha
sorpresa, non mi aspettavo che reagisse in questo modo. È
sempre stato un tipo molto calmo! Invece ieri si è arrabbiato
per niente e poi se n'è andato, ancora arrabbiato!”
Sarà
stato le stress del traditore! Syaoran sapeva bene che, quando si
tradisce qualcuno, inventando scuse su scuse, si è sottoposti
a uno stress notevole. Evidentemente Hiro non era abbastanza forte da
sopportarlo!
“Mi
spiace!”
“Non
preoccuparti. Dopotutto, questo litigio mi ha fatto pensare!”
“Riguardo
cosa?”
“Il
tempo che passo insieme a Hiro. Ci sono giorni in cui non riusciamo
proprio a vederci, a causa dei nostri impegni. Allora mi sento sola e
desidero vivamente che lui abbandonasse tutto e corresse da me. Ma
poi mi accorgo che il mio desiderio, come ha detto ieri Hiro, è
molto egoista perchè non sono l'unica ad avere una carriera.
Anche lui lavora e l’inizio del loro tour è così
imminente. Perciò probabilmente ieri ho sbagliato a dirgli che
volevo passare più tempo con lui!”
Syaoran
non ne poteva più di ascoltarla, mentre si addossava una colpa
che non era sua, ma al contrario apparteneva proprio a un vile
codardo quale era Hiro.
“No,
non è vero. Non sei affatto egoista! Anzi, il tuo desiderio è
assolutamente normale! Hai tutto il diritto di stare più tempo
con lui e lui dovrebbe accontentarti se ti ama davvero! Non occorre
sacrificare la propria carriera, per stare con la persona che si ama.
Si possono tranquillamente avere entrambe le cose.”
L'ascensore
si fermò al piano terra e Sakura gli sorrise, gli occhi un po’
lucidi, e gli sfiorò un braccio: “Grazie, Syaoran!”
Detto
questo uscì dall'ascensore e Syaoran la seguì,
toccandosi il braccio, nel punto in cui si era appoggiata la mano di
Sakura. Un dolce tepore cominciò a spandersi nel suo corpo da
quel punto, incantandolo per qualche secondo. Era la stessa
sensazione provata nel suo ultimo sogno.
“Hiro!”
esclamò la voce di Sakura.
L'
esclamazione della sua protetta lo fece tornare alla realtà.
Hiro era nella hall dell’hotel, in attesa di Sakura, con un
esagerato mazzo di rose rosse tra le braccia. Vi erano almeno una
trentina di rose.
“Ciao,
Sakura!” la salutò lui.
“Ciao!
-esclamò lei, sorridendo un po' forzatamente- Cosa ci fai
qui?”
Con
aria colpevole, Hiro le porse le rose: “Tieni, sono per te!”
“Grazie!”
rispose lei, afferrando il mazzo.
Sakura
odorò le rose e Syaoran sapeva che con quel gesto Hiro avrebbe
ottenuto da lei il perdono che non meritava.
“Ieri
sera sono stato uno stupido, non volevo risponderti male!” si
scusò lui, grattandosi la testa, chiaro segnale della sua
insicurezza.
“Lo
so! Era lo stress per il tour!”
Sakura
si allontanò un attimo da Hiro e appoggiò le rose sul
banco della reception: “Potreste metterle in un vaso con
l’acqua e portarle nella mia stanza?”
“Certamente,
signorina!” rispose il receptionist.
Dopo
aver affidato le rose alla reception, Sakura tornò da Hiro.
“Dicevamo?”
“Beh…stavo
cercando di chiederti scusa per ieri!- esclamò lui, sembrando
sinceramente dispiaciuto- Perdonami, se puoi, Sakura!”
Sakura
riflettè per un po’, poi sorrise e lo abbracciò.
“Scuse
accettate!”
“Ti
ringrazio, piccola!”
Detto
questo la baciò e Syaoran istintivamente si voltò
dall’altra parte. Com’è che d’un tratto gli
dava fastidio quel bacio? Non era certo la prima volta che assisteva
alle loro effusioni da piccioncini.
“Senti,
Hiro, vuoi venire con noi? Devo fare un servizio fotografico!”
“Ah,
mi piacerebbe tanto, tesoro. Ma sono stanchissimo da ieri. Che ne
diresti se ti aspetto in camera tua?”
“Mi
sembra un’ottima idea!” rispose lei, gli occhi brillanti
di gioia.
E,
dopo un ultimo bacio, si salutarono. Quando Syaoran passò
davanti a Hiro, gli lanciò un’occhiata fulminante che lo
lasciò perplesso. Era decisamente un vile codardo e lui non
l’avrebbe mai perdonato se Sakura avesse sofferto per causa
sua.
*****
Erano
in macchina già da mezz’ora e sembrava che le case della
città si stessero diradando sempre di più.
“Ma
dov’è che dobbiamo andare?” domandò
Syaoran, con tono decisamente scontroso.
“Ah,
allora parla ancora!” commentò Tomoyo, sarcastica.
“Effettivamente,
Syaoran, non hai parlato da quando siamo partiti!” fece notare
Sakura, preoccupata.
“Ah…sì?”
“Sì!”
“Allora,
vi chiedo perdono.” disse lui, cercando di rilassarsi un po'.
In
effetti era pieno di nervosismo, dopo la scena idilliaca a cui aveva
assistito pochi minuti prima. L'ingenuità di Sakura e il suo
amore per Hiro la accecavano e le inibivano il raziocinio. Era questo
un lato negativo dell'essere innamorati e lui stesso ne era stato
vittima.
Tomoyo
scoppiò a ridere: “Non ho mai visto qualcuno scusarsi
solo per essere rimasto un po' in silenzio!”
“Perchè
Syaoran è ben educato, a differenza di te!!” commentò
Sakura, rivolgendole una simpatica smorfia.
“Vedo
che sei più allegra del solito, Sakura. Si può sapere
che è successo?”
“Certo,
ho fatto pace con Hiro!”
Tomoyo
annuì, sorridendo: “Questo spiega i tuoi occhi
brillanti!”
“Sì,
è stato molto dolce! Mi ha anche regalato un mazzo di rose!”
“Wow,
l'aveva combinata proprio grossa allora!!”
Stanco
di quei discorsi, Syaoran decise di porvi fine e intromettersi.
“Non
avete risposto alla mia domanda!”
“Ah,
già! Siccome è una bellissima giornata, faremo il
servizio fotografico all’aperto, in piena campagna!”
rispose Tomoyo.
“Ora
si spiega questo lungo peregrinare!- esclamò Syaoran,
provocando le risate di Tomoyo e Sakura - Piuttosto, di che servizio
si tratta?”
“Un
servizio per una fotografa molto rinomata nel campo della moda. Si
tratta di Misaki Miyamoto. Sakura poserà per lei insieme a
Hideki Tonami, un altro giovane cantante esordiente.”
“Sì,
e proprio ieri sera in televisione hanno trasmesso un'intervista di
Tonami!” affermò Sakura.
“E
che cosa ha detto?” domandò Syaoran, turbato.
“Beh,
ha detto che è molto orgoglioso di posare insieme a me per una
fotografa così famosa e poi ha detto che è entusiasta
che il servizio si svolgerà in campagna, visto che lui è
nato e cresciuto lì!”
Syaoran
divenne più preoccupato: “Ha rivelato il luogo del set?”
“No,
non con precisione. È un problema?” domandò
Sakura.
“Certo
che è un problema! Se il tuo persecutore lo venisse a sapere,
sarebbe assai pericoloso! Non va per niente bene. Dovrò
informare l'ispettore e farmi mandare una sorta di scorta!”
Sakura
rimase sorpresa dalle parole di Syaoran: “Non avevo pensato a
questa possibilità!”
“Vedi
di pensarci più spesso! Che tu sia al settimo cielo solo per
aver fatto pace con Setsu non esclude la minaccia di morte a cui sei
sottoposta!”
Sakura
arrossì violentemente e rimase delusa e amareggiata dal tono
usato da Syaoran. Al momento lui non ci badò. Pensò
piuttosto a informare l'ispettore Tanemura, che si disse subito
pronto a mandargli un paio di volanti con quattro agenti di polizia.
“Bene,
sono partiti. Arriveranno tra pochi minuti!”
“Perfetto,
noi intanto siamo arrivati!” affermò Tomoyo, spegnendo
la macchina.
“Era
ora! - sospirò Sakura- L'aria qui dentro è diventata
irrespirabile!”
Detto
questo, Sakura fece per aprire la portiera e scendere, ma Syaoran le
afferrò la mano, trattenendola nell'auto.
“Aspetta!”
“Che
vuoi?” sbottò lei, stizzita.
Già,
cosa voleva Syaoran?
Chiederle
scusa: le aveva risposto male solo perchè era nervoso e
preoccupato insieme. E quando Syaoran si sentiva così, non
riusciva a controllare le sue azioni.
“Io...
ecco...scusa per poco fa...non volevo risponderti in quel modo.
Questa preoccupazione improvvisa mi ha decisamente colto alla
sprovvista.”
Lo
sguardo di Sakura abbandonò l'espressione offesa e le fibre
del suo corpo si rilassarono.
“Sei
la mia protetta...- continuò lui -...e devi ricordarti che il
pericolo è sempre imminente!!!”
“In
effetti...forse Hiro mi ha un po' distratta. Scusami anche tu,
Syaoran!” esclamò poi, stringendogli la mano.
“Allora,
è tutto chiarito?”
“Sì!
Dai, usciamo. Ci stanno aspettando!”
Quando
scesero dall'auto Syaoran si guardò intorno: si trovavano in
un campo di grano abbandonato, con bellissime querce poco più
in là e betulle e faggi dalle verdi fronde. Ai margini del
campo c’erano diverse roulotte e dappertutto gente che andava e
veniva.
“Sono
arrivati!” esclamò una voce.
“Ah,
benissimo!”
Una
giovane donna si avvicinò a loro: aveva i capelli castani
raccolti in una coda e indossava una semplice maglietta e dei jeans
scuri.
“Salve,
sono Misaki Miyamoto!- disse con un inchino- Sono la vostra
fotografa!”
“Piacere
di conoscerla! – esclamò Tomoyo, inchinandosi insieme a
Sakura e Syaoran- Mi chiamo Tomoyo Daidoji e loro sono Sakura
Kinomoto e Syaoran Li, la sua guardia del corpo!”
“Buongiorno!”
la salutarono Sakura e Syaoran.
“Bene,
sono davvero contenta che la signorina Sakura abbia accettato questo
servizio. Sono una sua grande fan!”
“Grazie!
Anche io sono una sua fan! - esclamò Sakura, entusiasta- Adoro
i suoi servizi! Sono davvero belli e originali!”
“Mi
fa piacere! Allora se vuole andare a prepararsi, tra poco cominciamo.
Dobbiamo ancora aspettare il signor Tonami!”
“D'accordo!”
Perciò
Sakura andò a prepararsi nella roulotte, mentre Syaoran rimase
fuori, in attesa delle volanti della polizia. In quel momento squillò
il cellulare della signorina Miyamoto. Syaoran la vide rispondere,
anche se non riusciva a capire chiaramente cosa stesse dicendo. Ma a
un certo punto la sua espressione si incupì e divenne
estremamente preoccupata. Ciò rese la conversazione ancora più
interessante per Syaoran, che continuò a tenere lo sguardo
fisso sulla fotografa. Alla fine, la conversazione terminò.
Misaki ripose il cellulare e sospirò piuttosto delusa.
“Tutto
a posto, Misaki?” le chiese una giovane ragazza, probabilmente
la sua assistente.
“No,
per niente. Tonami è stato coinvolto in un incidente!”
Ora
che le due si stavano avvicinando alla roulotte di Sakura, Syaoran
drizzò le orecchie più che poteva.
“Per
tutti gli dei! Come è successo?”
“Non
si sa ancora. Erano sulla superstrada e a un certo punto la macchina
è sbandata! Ma lui e il suo manager sono sani e salvi. Tonami
ha riportato una frattura alla tibia e un leggero trauma cranico. Il
manager se l'è cavata con una frattura al braccio!”
“Oh,
poverini!”
Syaoran
divenne pensieroso. Quell'incidente era davvero una brutta storia.
Fortunatamente non era successo niente di grave, però gli dava
comunque diversi grattacapi. Era troppo strano: il giorno prima
Tonami rilasciava quell'intervista e adesso l'incidente. Poteva
essere solo una coincidenza?
“Adesso
come faremo, Misaki?”
“Non
lo so. È un bel problema! La rivista compra il servizio solo
se i modelli sono un ragazzo e una ragazza. Sai come sono queste
riviste per giovani…”
“Appunto.
Quindi cosa facciamo?”
“Dobbiamo
cercare un sostituto il più rapidamente possibile!”
Syaoran
aveva ancora lo sguardo fisso su di loro, quando all'improvviso le
due ragazze si voltarono verso di lui. Subito il giovane arrossì
e si voltò da un'altra parte. Ma le signore, dopo essersi
scambiate dei sussurri, si avvicinarono a lui.
“Signor
Li, giusto?” disse Misaki.
Syaoran,
con le spalle al muro, riportò lo sguardo su di loro: “Sì?”
“Avrei
un favore da chiederle.”
“D-dica!”
esclamò lui, mentre un bruttissimo presentimento si formava
nella mente.
“Ecco,
il signor Tonami ha avuto un incidente...”
“Sì,
non volendo ho sentito!”
“Ok,
allora sa che siamo senza modello per il servizio!”
Un
tremolio si impossessò delle sue mani e gambe: “L'avevo
intuito!”
“Penso
che lei vada molto bene per il mio servizio! Ha i lineamenti e il
fisico che sto cercando.”
Nonostante
fosse mentalmente preparato, Syaoran rimase allo stesso modo turbato:
“Io?”
“Sì,
che ne dici, Arina?”
L'assistente
della fotografa lo guardò attentamente: “Per me va bene,
ma l'esperta non sono io, lo sai!”
“Ehi,
Akira, vieni un attimo!” esclamò a gran voce Misaki.
Un
giovane uomo che passava di lì con occhiali da sole e capelli
a spazzola biondissimi li raggiunse.
“Sì,
Misa-chan?”
“Tonami
non può venire e dobbiamo trovare un sostituto. Che ne dici di
lui?” chiese Misaki e indicò Syaoran, il quale si
sentiva sempre più a disagio.
L’uomo
di nome Akira si avvicinò a lui, si abbassò gli
occhiali da sole e cominciò a ispezionarlo da vicino: lo
guardò negli occhi, di profilo, gli ravviò i capelli,
studiò le linee dell’avambraccio e del collo.
“Sì,
potrebbe andare. Sembra un vero modello!”
“Ehi,
no, un attimo. Io non sono d’accordo!” si intromise
Syaoran.
“Oh,
la prego, signor Li!- lo implorò Misaki- E’ la nostra
unica speranza! Abbiamo una scadenza da rispettare!”
Syaoran
non sapeva cosa fare, certo avrebbe voluto aiutarli, ma si sentiva
tremendamente in imbarazzo.
“Ma...non
sappiamo se Sakura sia d'accordo o meno!”
“Sarà
sicuramente entusiasta. Ormai vi conoscete e potrete sentirvi a
vostro agio l'uno con l'altra!”
Misaki
sembrava molto sicura di ciò che diceva, Syaoran un po'
meno...anzi, era convinto che sarebbe stato molto, ma molto
difficile. Ormai era in trappola: erano tutti e tre uniti contro di
lui. Come diamine si era ritrovato in quella situazione?
Perciò
sospirò: “D’accordo!”
E
a quella parola Misaki, Arina e Akira festeggiarono.
“Ma
a una condizione!” continuò subito Syaoran.
“Tutto
quello che vuole!” esclamò Misaki, raggiante.
“Non
deve comparire assolutamente il mio nome né nessun altra
informazione su di me.”
“Ne
è sicuro?” domandò Misaki.
“Sì!”
“Ok,
ha la mia parola! Allora, tutti a prepararsi!”
Syaoran
si sentì spingere verso la roulotte accanto quella di Sakura.
“Venga
con me!” disse Akira.
Syaoran
venne perciò preparato per il servizio: lo pettinarono,
sollevando un po’ i capelli con il gel, gli fecero indossare un
jeans stracciato in diversi punti, scarpe nere e una camicia nera con
le maniche arrotolate perfettamente fin sopra il gomito, leggermente
aderente al torace.
“Aha,
noto un accenno di barba qui ai lati del viso…” disse
Akira, che a quanto pareva era il truccatore/costumista maschile.
E
così dicendo gli toccò la mandibola, studiandolo con
attenzione.
“Sì...-
rispose Syaoran, imbarazzato-...stamattina mi sono dimenticato di
radermi!”
“No,
invece, va bene così. Da un tocco perfetto al tuo look e
all'idea che ha in mente Misaki!”
“E
che idea sarebbe?”
Akira
ridacchiò: “Beh, ve lo spiegherà lei fra poco!”
Syaoran
sospirò.
“Dai,
sei pronto! Andiamo!”
Finita
la tortura, iniziò l'incubo vero e proprio. Syaoran uscì
dalla roulotte e raggiunse la fotografa. Si sentì gli occhi di
tutti i presenti addosso. Ed effettivamente non aveva tutti i torti:
uomini e donne lo guardavano soddisfatti e ammirati. Erano arrivati
anche i suoi colleghi poliziotti.
“Per
tutti gli dei! È perfetto!” commentò Misaki.
Syaoran
arrossì lievemente: “Sì, mi scusi un attimo!”
Così
dicendo, Syaoran raggiunse i poliziotti schierati più in là.
“Ehi,
come siamo eleganti, Li!” esclamò Kamui.
“Sta'
zitto, lasciamo perdere!”
“Abbiamo
sentito che dovrai posare con la tua protetta!” continuò
Subaru.
“Già,
avete notizie dell'incidente in cui è stato coinvolto il
signor Tonami?”
“Sì!
- rispose Subaru- L'ispettore Tanemura è sul luogo, stanno
cercando di capire la causa effettiva dell'incidente!”
“Ok,
allora fatemi sapere immediatamente appena avrete notizie!”
“Sì,
tranquillo!” assicurò Kamui.
“Chi
avete portato con voi?”
“Kurogane
e Fujimoto! Sono in perlustrazione.”
“Ottimo!”
“Miseriaccia,
Li, la tua protetta è uno schianto!” esclamò
all'improvviso Kamui, guardando in un punto dietro Syaoran.
Syaoran
si voltò verso la roulotte in cui era entrata la sua protetta:
lei scendeva le scale, più bella che mai.
Aveva
un vestitino aderente nero di pizzo, con bretelle sottili, e scarpe
da ginnastica di tela blu. Il vestito le arrivava a metà
coscia, lasciando scoperte gambe sottili e bianche. Il respiro di
Syaoran aumentò il ritmo di poco, quel tanto che bastava per
mandarlo in confusione. La seguì con lo sguardo, mentre Misaki
si avvicinava a lei e iniziava a parlarle: dalle espressioni
molteplici che si susseguivano sul volto di Sakura, Syaoran capì
che Misaki le stava spiegando la situazione.
Poi
Sakura si voltò verso di lui, gli sorrise, un po’
sorpresa forse di vederlo conciato in quel modo.
“Già...io
vado...” disse Syaoran, ritrovandosi improvvisamente in gola un
magone difficile da mandar via.
Così
la raggiunse: lei continuava a sorridere, mentre Tomoyo ridacchiava
divertita.
“Syaoran,
sei…- iniziò a dire lei-…stai benissimo!”
E
lei era perfetta e bellissima!
“G-grazie…anche
tu…stai bene…”
“Coraggio,
iniziamo prima che la luce giusta sparisca!”
*****
Prima
di cominciare, Misaki spiegò l'idea di base del suo servizio.
“E'
piuttosto semplice. Si tratta di due giovani, un uomo e una donna
ovviamente. Lui è pazzo di lei, farebbe di tutto solo per
amore suo. Lei, all'inizio, non si accorge dell'effetto che ha su di
lui. Perciò tutto il servizio è incentrato su di lui
che cerca di farle capire il suo amore, di sedurla in qualche modo.
Il signor Li quindi dovrà trasmettere con lo sguardo i
sentimenti per lei. Mentre Sakura sarà sfuggente, ma ad ogni
foto dovrai cercare di mostrare piano piano il vostro avvicinamento.
È tutto chiaro?”
“Tutto
chiaro!” ripetè Sakura, entusiasta, mentre Syaoran annuì
titubante.
Fu
così che gli operai allestirono il set per la prima foto: un
tappeto e dei cuscini dai colori caldi. Syaoran si accorse di essere
troppo emozionato. Sicuramente avrebbe fatto una brutta figura.
“Syaoran?”
lo chiamò Sakura, al suo fianco.
“Dimmi!”
“Sai,
non ti ho ancora detto che sono molto contenta di posare con te.
Certo, sono dispiaciuta per ciò che è successo a
Tonami, ma ho questa occasione e ne sono molto entusiasta!”
“Perchè?”
“Beh,
una volta mi hai detto che non potevamo essere amici per il momento.
Ma adesso che hai accettato di fare questo servizio insieme a me, ho
la certezza che siamo diventati davvero amici!”
“Amici?”
“Non
dire che non è vero, perchè so che è così.
Lo sento da come ti comporti verso di me. Ti preoccupi se soffro e
cerchi di confortarmi! Questo significa essere amici!”
Syaoran
annuì: si era ripromesso di non lasciarsi coinvolgere troppo
da quella giovane cantante, ma alla fine era caduto nella sua
meravigliosa trappola. In fondo, non era poi così male.
Peccato che lei non si accorgesse dell'effetto che aveva su di lui.
“Hai
ragione!” affermò dunque con un sorriso.
Finalmente
Misaki li esortò a posizionarsi sul set. Nella prima foto li
fecero sdraiare uno accanto all’altra, in mezzo ad alcune
betulle; il braccio di Syaoran era steso sotto la testa di Sakura,
mentre le braccia di Sakura erano abbandonate una sul ventre, l'altra
accanto al capo.
“D'accordo,
signor Li, guardi verso di lei. Sakura, vorrei che tu guardassi
direttamente nell'obiettivo!” disse Misaki.
Quelli
furono i primi scatti. Syaoran aveva potuto guardare da vicino la sua
protetta, sentire il suo respiro per niente agitato, ammirare la sua
espressione tranquillla... E questo, in qualche modo, lo aiutò
a rilassarsi. Probabilmente i suoi timori erano esagerati.
La
seconda foto li vedeva entrambi in piedi su un’altalena, appesa
a un robusto ramo di quercia. Syaoran salì per primo e poi
aiutò Sakura a salire di fronte a lui. Sakura rise, mentre
cercavano di stabilizzare l'altalena.
“Se
continui a ridere, non riusciremo mai a fermarci!” le fece
notare Syaoran.
“Hai
ragione!”
Alla
fine ci riuscirono e Misaki cercò il punto migliore per
scattare le foto: la luce che filtrava dalle fronde rigogliose degli
alberi era calda e rendeva l'atmosfera intensa, ma nello stesso tempo
serena.
“Bene!
- disse Misaki, posizionandosi- Adesso voglio che Sakura guardi in
basso, con un’espressione timida, ma non esageratamente, e Li
cerchi la sua attenzione con lo sguardo.”
Sakura
chinò il capo e Syaoran la guardò, mettendo il dito
indice sotto il mento della ragazza, come se stesse per sollevarlo
verso di lui. La pelle del suo viso era morbida e delicata, più
di quanto lui stesso se l'era immaginata.
“Ottimo,
davvero perfetto, Li! Bene anche tu, Sakura!”
Sakura
lo guardò, sfuggendo al suo tocco e gli sorrise: “Ah,
così hai un talento nascosto. Sei un vero modello, Syaoran!”
“Faccio
solo quello che mi dice lei.” esclamò lui, scendendo
dall'altalena e aiutando poi anche lei.
“Sì,
ma lo fai molto bene!”
“Grazie!”
Seguirono
altre foto, che rendevano perfettamente l'avvicinamento fra i due
protagonisti del servizio.
A
un certo punto si spostarono all'aperto, in una zona lontana dagli
alberi. Misaki fece sedere Syaoran a terra, con le gambe incrociate,
e Sakura, accovacciata dietro di lui, doveva abbandonarsi totalmente
sulla sua schiena.
“Li,
porti una mano alla fronte e rivolga indietro lo sguardo verso di
lei. Sakura, appoggia le mani sulle sue spalle. Devi appoggiarti a
lui totalmente!”
Syaoran
si sentì mancare un battito quando la mano di Sakura raggiunse
leggera la sua spalla, quando aprì appena le gambe per far
aderire completamente i loro corpi, quando percepì il suo viso
appoggiato alla sua schiena. Il giovane uomo si accorse che in verità
i suoi timori iniziali erano più che fondati. Cercò di
pensare ad altro, sperando che la fotografa finisse più in
fretta che poteva il servizio. Ma la realtà era che lui non
voleva separarsi da lei, sarebbe potuto rimanere per sempre con lei
in quella posizione. E sapeva che prima di quella sera avrebbe
finalmente capito cosa provava per lei.
Dopo
quella foto, finalmente giunsero all’ultimo scatto.
“In
questa arriviamo alla fine del processo di seduzione. Sakura, Li ti
ha cercato per tutto il servizio, adesso finalmente cedi ed entrambi
sapete di appartenere l’una all’altro.”
Le
premesse non erano delle migliori. Misaki fece sedere Syaoran sulle
ginocchia e poi disse a Sakura di sedersi su di lui a cavalcioni,
abbracciandolo.
Syaoran
non riusciva più a respirare regolarmente. D’accordo, lo
volevano vedere morto!
Quando
Sakura si sedette su di lui, con le gambe che circondavano le sue, il
suo corpo così aderente al suo, Syaoran credette davvero di
morire: le sue mani, appoggiate sulla schiena, lo stringevano a sé,
il suo petto appena sotto il viso di Syaoran, le sue labbra gli
sfioravano la fronte…
“Sakura
è a posto, ma Li…vorrei vederla più coinvolto.
Potrebbe appoggiare almeno una mano sul suo fondoschiena?”
“Ah…non
so se…” disse a lui, guardando Sakura.
Lei
gli sorrise per tranquillizzarlo: “Va bene così. Fai
come ti dice, così finiamo prima!”
Aggiunse
le ultime parole mormorandole appena. Così Syaoran fece
scivolare una mano sul suo fondoschiena, attirandola ancor di più
a sé.
“Bene,
così. Adesso guardate verso di me! Voglio uno sguardo che
lasci trasparire quanto apparteniate l’un l’altra!- disse
Misaki, facendo un paio di scatti- Davvero perfetti! E ora guardatevi
negli occhi!”
Gli
occhi color ambra di Syaoran si incrociarono con quelli verde giada
di Sakura e in quel momento il mondo si fermò. Non esistevano
altri che loro due. Syaoran era come intrappolato in quel mare verde,
così stretto a lei, il battito del suo cuore in sintonia con
quello di Sakura.
Ok,
aveva vinto lei, Syaoran si stava innamorando di Sakura…
*****
Durante
il viaggio di ritorno, Syaoran non disse una parola. Era ancora
troppo preso da ciò che aveva compreso nell’ultima posa
con Sakura. Ma come poteva essersi innamorato di lei? Non poteva…
Primo,
perché lei apparteneva a un altro uomo.
Secondo,
perché una parte di Syaoran, chissà quanto importante,
era ancora legata ad Haiko. I pensieri che aveva su Sakura…era
come se stesse tradendo colei che era stata il primo grande amore di
Syaoran. E come poteva tradire proprio la ragazza che gli aveva
insegnato ad amare?
Chissà,
forse la cosa giusta da fare era cercare di far scomparire quei
sentimenti per Sakura? Ma come poteva farlo, se era sempre accanto a
lei?
“Misaki
era entusiasta di come è andato il servizio!” commentò
Tomoyo, a un certo punto.
“E'
vero! Si è complimentata con me e anche con Syaoran! Vero?”
domandò Sakura, voltandosi verso di lui.
“Ah,
sì!” rispose lui, evitando di guardarla.
“In
effetti siete stati bravi, perfino Li. Non c'è da dire,
sembrava completamente a suo agio nella parte!”
Syaoran
lanciò uno sguardo fulminante alla ragazza manager. Poteva
forse essere che lei avesse ormai capito in che razza di situazione
si era cacciato?
“E'
vero. Ha un talento nascosto il nostro Syaoran!”
“Chissà
quante altre sorprese ci riserva...” esclamò divertita
Tomoyo.
Sakura
rise, mentre Syaoran sospirò: ne aveva fin troppe di sorprese
per Sakura e sicuramente lei non era pronta per conoscerle tutte.
“Comunque,
al concerto di domani sera ho invitato Nanami Tanaka!” affermò
Tomoyo.
“E
chi è?” domandò Sakura perplessa.
“La
direttrice del negozio di musica dove dovrai esibirti fra un paio di
giorni! Vorrebbe conoscerti prima di quel giorno!”
“Oh,
perfetto! Anch'io sono curiosa di conoscerla!”
Syaoran
prese l'agenda elettronica e controllò l'appuntamento di cui
stavano parlando le due ragazze: Sakura aveva un incontro con i fans
due giorni dopo, in un negozio di dischi nel quartiere di Ikebukuro,
non molto lontano, quindi, dal loro hotel.
In
quel momento il cellulare di Syaoran squillò e lui mise da
parte l'agenda e rispose prontamente.
“Sì,
pronto?”
“Li,
sono Tanemura!”
“Ah,
buonasera ispettore!”
“Tutto
a posto?”
“Sì,
stiamo tornando in hotel!”
“Ah,
già. Mi hanno detto che hai posato in un servizio con la
nostra Sakura!”
Syaoran maledisse
mentalmente quegli spioni dei suoi colleghi: sicuramente era opera di
Kamui.
“Ho
dovuto farlo per cause di forza maggiore! E comunque ho detto di non
scrivere assolutamente il mio nome!”
“Molto
bene, Li! A proposito, abbiamo notizie dell'incidente!”
“Mi
dica!”
“Dunque,
l'incidente sembra sia stato causato da freni non funzionanti. Il
manager del signor Tonami ci ha assicurato che fino alla sera
precedente l'auto funzionava perfettamente. Quindi abbiamo dedotto
che la causa dell'incidente sia di natura dolosa. Probabilmente c'è
stata una manomissione dei freni.”
“Koichi
ovviamente!”
A quel nome, Sakura si
voltò verso di lui intimorita e Syaoran per tranquillizzarla
le appoggiò una mano sopra la sua.
“Sì,
d'accordo. Ma per adesso non abbiamo prove. Indagheremo e ti terrò
aggiornato. Tu pensa solo a fare il tuo lavoro!”
“Certo,
lo farò. La ringrazio, capo!”
“Arrivederci,
Li. Porgi i miei saluti alle due signorine!”
“Sicuramente!”
Così dicendo,
Syaoran terminò la chiamata e ripose il cellulare.
“Era
l'ispettore?” domandò Sakura, tremante.
“Sì.
Mi ha dato informazioni sull'incidente di Tonami!”
Sakura chinò il
capo: “E'...è stato...lui?”
“Sembrerebbe
di sì, ma stanno ancora indagando!”
“Allora
sapeva che dovevamo lavorare insieme!”
“Direi
di sì!”
“Ma
perchè non ha colpito direttamente me?” domandò
lei, cominciando a diventare ansiosa.
I suoi occhi divennero
lentamente lucidi e il suo corpo cominciò a tremare.
“Perchè
è folle, ma astuto. Vuole metterti paura, ma non devi
preoccuparti, io...”
“Sì,
ci penserai tu a proteggermi. - lo anticipò Sakura- Ma
Tonami...lui non aveva niente a che fare con questa storia! Perchè
ha dovuto fargli del male?”
Le lacrime cominciarono a
scivolare sulle guance pallide di Sakura e Syaoran non sapeva cosa
rispondere. Sakura si sentiva in colpa per ciò che era
accaduto al ragazzo e sembrava soffrirne parecchio. Ma Syaoran non
poteva vederla in quello stato, doveva farla reagire in qualche modo.
“Vuole
solo spaventarti e ricordarti che lui è sempre vigile e pronto
a colpirti. - le spiegò, convinto- Non devi lasciarti
abbattere, perchè altrimenti farai il suo gioco e lui crederà
di poterti colpire facilmente. Ma non è così. Perchè
tu sei forte, sei più forte e astuta di lui.”
Sakura si passò
una mano sugli occhi per asciugarsi le lacrime : evidentemente le
parole e il tono usato da Syaoran riuscirono a calmare quell'attacco
di panico. Infatti gli sorrise.
“Grazie,
Syaoran!”
Syaoran annuì:
“Non ci pensare per adesso, ok?”
“Però,
vorrei mandare qualcosa a Tonami e al suo manager!”
“Ci
penso io, Sakura. Sta' tranquilla. Gli farò avere dei fiori e
dei cesti pieni di delizie!” esclamò Tomoyo
allegramente.
“Ottima
idea. Grazie anche a te, Tomoyo! Come farei senza di voi?”
sospirò Sakura.
Poi si abbandonò
sul sedile posteriore e Syaoran la vide chiudere gli occhi, più
rilassata. Aveva decisamente affrontato troppe emozioni quel giorno e
adesso era esausta. In effetti anche Syaoran si sentiva stanco; così
imitò Sakura e chiuse gli occhi, aspettando di arrivare in
hotel.
Dopo
una decina di minuti finalmente giunsero a casa.
Syaoran fece scendere Sakura e, dopo aver salutato Tomoyo, entrarono
entrambi nell’edificio.
“Mi
pare che abbiamo finito più in fretta del previsto, nonostante
l'incidente!” commentò Sakura, guardando l’orologio,
mentre entravano nell’ascensore.
“E’
vero!”
“Beh,
credo sia normale quando si hanno due modelli perfetti come noi!”
scherzò lei, ridendo.
La
sua ritrovata allegria fece compiere una piacevole capriola al cuore
di Syaoran, che si ritrovò in seria difficoltà. Anche
se avesse voluto disinnamorarsi di lei, come poteva farlo, se lei lo
attirava con una semplice risata?
“Comunque…-
continuò lei, tornando improvvisamente seria-…sono
davvero molto felice di aver fatto il servizio insieme a te!”
“Ah…sì…”
disse lui, chinando il capo.
“Probabilmente
se ci fosse stato Tonami, avrei avuto qualche difficoltà a
mostrare le emozioni richieste dalla fotografa. Ma insieme a te mi
sento sempre più a mio agio. Anche se effettivamente non ci
conosciamo da tanto tempo, sento di conoscerti da una vita. Perciò
è stato facile fingere di amarti alla follia!”
Già…fingere…era
proprio quello il problema. Quel servizio fotografico era stato
difficile solo per lui: aveva compreso che si stava innamorando
lentamente di lei e ora doveva affrontare quella nuova scoperta e
tutti i problemi che comportava. Sakura, invece, non si era trovata
neanche per un secondo a disagio e, nonostante tutte le sue belle
parole, lui per lei non era altro che la sua guardia del corpo e un
semplice amico.
Quando
uscirono dall’ascensore, Sakura corse verso la sua porta:
“Chissà cosa sta facendo Hiro?”
“Ti
starà aspettando!” disse lui, portandosi una mano sulla
fronte.
Sentirle
pronunciare il nome di Hiro con così tanto entusiasmo gli
causò un improvviso mal di testa e Sakura si accorse della sua
espressione sofferente.
“Cos’hai?
Non ti senti bene?” domandò, preoccupata, appoggiando
una mano sul suo braccio.
Syaoran
si sottrasse al tocco e indietreggiò di un passo.
“Mm…sarà
un colpo di sole!”
“Stenditi
un po’ sul letto, allora.”
“Dopo!
Adesso devo assicurarmi che sarai al sicuro in camera tua!”
“Certo,
c'è Hiro!”
Sakura
aprì la porta e Syaoran la seguì. La luce era accesa e
Sakura si guardò in giro, ansiosa.
“Hiro?
Dove sei?” domandò Sakura, a gran voce.
Mentre
Sakura chiamava il suo ragazzo, l'attenzione di Syaoran fu richiamata
da indumenti abbandonati per terra, accanto al divano: alcuni
appartenevano sicuramente a Hiro, altri sembravano molto femminili,
ma molto poco in stile Sakura.
“S-sakura?!”
esclamò Hiro, raggiungendoli.
Indossava
solo un paio di boxer e lo sguardo tradiva un'agitazione fin troppo
evidente. Syaoran capì che era in guai molto seri e lui non
aveva alcuna intenzione di aiutarlo.
“Ciao!-
disse Sakura, correndo ad abbracciarlo- Cosa stavi facendo?”
“Un
bagno!” rispose lui, con voce tremante.
“Bravo!”
rispose Sakura, ridacchiando.
Syaoran
desiderò che quella ragazza non fosse così ingenua, ma
evidentemente era chiedere troppo. Così decise di intervenire
lui personalmente, per il bene di Sakura. Doveva sapere la verità,
non meritava di essere presa in giro in quel modo.
“E
c'era bisogno di svestirsi qui?” esclamò Syaoran,
indicando gli indumenti vicino al divano.
Sakura,
a quel punto, guardò verso la direzione indicata da Syaoran.
Si avvicinò al divano e guardò i vestiti per terra. Sul
suo volto si dipinse un'espressione di panico, simile a quella
provata pochi minuti prima in macchina.
“Ma...questi...di
chi sono?” dimandò Sakura, con voce tremante.
“Aspetta,
Sakura, lascia che ti spieghi...” iniziò a dire Hiro.
Ma
Sakura non lo stette ad ascoltare e si diresse verso la sua camera da
letto.
Prossimo
capitolo: “Cry”
Nuovo
capitolo, nuovi avvenimenti!!! Chissà cosa o chi troverà
Sakura in camera sua, eh? ^^
Questo
capitolo è stato un po' difficile da scrivere, ma alla fine è
andata! Lo dedico a mamogirl perchè mi ha consigliato e
aiutato!!! grazie, cinzia!!! ^^
Gli
scatti del servizio fotografico sono ispirati ad alcune foto dei
protagonisti Twilight, ma solo perchè mi piaceva come
servizio, altrimenti io detesto tutta 'sta saga!!! -.-
Infine
per gli amanti delle opere delle Clamp, ho inserito 4 personaggi
provenienti da altrettante opere: Kamui da X1999, Subaru da Tokyo
Babylon, il mitico Kurogane-san da Tsubasa Chronicle e l'adorabile
Fujimoto-san da Kobato!!! ^^
Passiamo
ai ringraziamenti...
mamogirl:
grazie grazie grazie!!! meno male che ci sei tu ad aiutarmi!!! bene,
so già cosa pensi di questo capitolo, quindi adesso dovrai
aspettare il prossimo...ma magari te lo faccio pure leggere in
anticipo...chissà ^^
laurettachan:
grazie per la recensione! Insomma, si dovrà aspettare ancora
un po' per i momenti più belli fra i due!! intanto, spero che
questo ti sia piaciuto!! ^^
emilissa15:
grazie per la recensione. E come inserirò kero-chan? Beh, non
deve essere per forza come nel manga, vivo e magico...^^ comunque,
spero che lo sviluppo del triangolo ti stia piacendo!!! fammi sapere!
A
presto
kia85
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Capitolo 7 *** Nocturne ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
6: “Nocturne”
Sakura
entrò nella sua camera da letto seguita da Hiro, mentre
Syaoran rimase nel salottino: sapeva già cosa avrebbe trovato.
Forse non era giusto che lui restasse lì, ad assistere alla
scena. Ma non avrebbe abbandonato Sakura perchè sicuramente
avrebbe avuto bisogno del suo sostegno.
Da
un momento all'altro Syaoran si aspettava un urlo, una qualsiasi
imprecazione da parte della sua protetta. Ma questo non arrivò.
Anzi, Sakura tornò velocemente sui suoi passi: aveva una mano
sulla bocca, il viso arrossato e l'espressione disgustata. Hiro la
seguì nuovamente.
“Sakura,
lascia che ti spieghi, per favore…”
“Cosa
devi spiegarmi? Che non è ciò che penso? Non credo che
fosse una situazione ambigua. Era perfettamente chiaro quello che
stavi facendo con lei! Credi forse sia stupida?”
Sakura
raccolse i vestiti per terra e iniziò a scaraventarli contro
il ragazzo, uno per uno, compresi quelli dell'amante. Syaoran si
chiese se fosse il caso di intervenire e fermare Sakura; ma,
dopotutto, i vestiti non avrebbero fatto alcun male fisico né
a Hiro né alla sua amante che li aveva raggiunti. Perciò
rimase a guardare, ansioso non tanto per la scenata in sé,
quanto per Sakura, che era sì molto agitata e arrabbiata, ma
sul suo volto tardava a comparire la benchè minima traccia di
lacrime.
Hiro
raccolse i suoi vestiti e cominciò ad indossarli, mentre la
ragazza, la giovane dai capelli rossi con cui Syaoran l'aveva
intravisto a Ginza, recuperò le sue cose e scappò via
da quella stanza la cui temperatura cominciava a salire
vertiginosamente.
“Sakura,
so...lo so di aver sbagliato. Però…ecco, io sono pur
sempre un uomo con dei bisogni…”
“Oh,
sì, tu e i tuoi bisogni lussuriosi! Sono talmente
irrefrenabili che non puoi fare altro di soddisfarli con la prima che
passa per la strada, invece di aspettare la tua fidanzata.”
“Non
è una qualunque. L'ho conosciuta prima di te!”
“Ah,
questo sì che cambia tutto! Bravo, complimenti. Io mi fidavo
di te, ciecamente. Sei stato il mio primo vero amore, avrei fatto
qualunque cosa per te. E tu mi hai tradito. Perciò adesso non
posso dirti altro se non continua così, Hiro, ma ti prego,
fammi il favore di uscire dalla mia vita per sempre!”
Detto
questo, Sakura si avvicinò al vaso con le rose regalate da
Hiro e lo gettò a terra. Con un suono assordante il vaso si
frantumò in mille pezzi, facendo sobbalzare Hiro. La sua
espressione divenne piuttosto preoccupata. Possibile che finalmente
si fosse reso conto di quanto era stato idiota?
“Sakura,
aspetta, parliamone. - esclamò con voce tremante- Posso
cambiare, dammi un'altra possibilità!”
“No,
non cambierai e lo sai anche tu!” affermò lei,
mestamente.
Hiro
cercò di avvicinarsi a lei e di prenderle un braccio, ma
Sakura si sottrasse.
“Vattene!”
gli ripetè, guardandolo direttamente negli occhi.
Il
giovane però sembrava non volersene andare. E tentò
nuovamente di afferrarle la mano. Così Syaoran fu costretto ad
intervenire.
“Se
non sbaglio ti ha detto di andare via!” disse con la massima
calma.
“Cosa
c’entri tu? Fatti gli affari tuoi!” sbraitò Hiro,
voltandosi verso di lui.
Syaoran
si avvicinò a Sakura, parandosi davanti a lei.
“C’entro
eccome! La stai importunando adesso. E come sua guardia del corpo la
devo proteggere. Quindi, per l’ultima volta, vattene o chiamo i
rinforzi!”
Hiro,
seppur contrariato, sembrò convincersi ad andarsene. Così
raccolse le sue cose e uscì dalla stanza.
Syaoran
restò fermo in quella posizione per qualche secondo e lo
stesso fece Sakura. Era sicuro che da un momento all’altro
l’avrebbe sentita piangere. Invece, ancora una volta, non ci fu
nessun singhiozzo.
Sentì
solo la mano di Sakura afferrargli la camicia sulla schiena.
“Grazie…”
“Era
mio dovere!”
“Grazie
lo stesso.”
Syaoran
si voltò verso di lei: aveva il capo chino e non sembrava
avere intenzione di guardarlo negli occhi. Peccato, perché lui
avrebbe voluto incrociare nuovamente il suo sguardo e dirle che Hiro
era il più grande idiota dell’universo per aver gettato
al vento quella sua immensa fortuna, di nome Sakura.
“Stai
bene?” domandò lui, anche se era la domanda più
banale che potesse rivolgerle in un momento come quello.
“No…ma
non fa niente!”
“Devo
chiamare Tomoyo?”
“La
chiamo io più tardi, ma stasera vorrei restare un po’ da
sola.”
Syaoran
annuì e si allontanò.
“Per
qualunque cosa, sai dove trovarmi!”
“Sì,
grazie!”
Syaoran
chiuse la porta della sua camera. Avrebbe tanto voluto rimanerle
accanto, però lei lo aveva allontanato. In fondo non poteva
biasimarla, conosceva perfettamente la sensazione che stava provando
in quel momento. Ma una volta ritrovatosi solo, in camera sua, si
maledisse. Forse se si fosse comportato meglio con lei, Sakura gli
avrebbe permesso di starle vicino quella sera. Ma non era andata così
e ora lui detestava se stesso. Sakura soffriva e lui non poteva
aiutarla in nessun modo. Era per lei una presenza del tutto futile.
*****
La
campagna…delle querce più in là…una
foresta rigogliosa…
Quello
era certamente il set del servizio fotografico, ma non c’era
nessuno in giro a parte…
…Syaoran…e
sotto di lui…Sakura…
Syaoran
la stava baciando appassionatamente, mentre le sue mani le
sollevavano il vestito nero di pizzo, scoprendole le gambe. Le
rivolse uno sguardo adorante e le accarezzò le gambe
delicatamente…
Le
sue gambe bianche lo avevano accolto e lo stringevano a lei…
Le
sue mani gli accarezzavano la schiena…
Le
sue labbra erano calde e morbide sotto quelle di Syaoran…
E
lui si sentiva impazzire, ma adorava quella sensazione che riusciva a
trasmettergli Sakura. Lo faceva sentire di nuovo così vivo.
Sempre
più ansioso, Syaoran scese a baciarle il collo, assaporando
quel sapore dolce della sua pelle bianca come la neve. Sakura inarcò
la schiena, come per sentirsi più vicina a lui. Poi le sue
mani scesero sulla sua schiena e afferrarono i lembi della maglietta
di Syaoran. Lui si fermò per un istante e la aiutò,
mentre lei, sorridendo, gli sfilava la maglietta.
Oh,
sì, anche lei lo desiderava!
Syaoran,
impaziente, tornò a baciarla sullo sterno, abbassando il
vestito che le copriva il seno, e intanto con una mano le accarezzava
l’addome piatto.
Poi
tutto ad un tratto, i colori della campagna svanirono, lasciando il
posto a un nero tetro. Anche Sakura scomparve.
Pensi
davvero che potrai essere felice con lei?
Chi
aveva parlato? Syaoran alzò lo sguardo e vide Haiko, i capelli
neri che ricadevano sulle spalle esili, gli occhi azzurri e le labbra
sottili che gli rivolgevano uno strano ghigno… Non era Haiko,
lei non lo avrebbe mai guardato così…
“Perché
no?”
Perché
sarebbe una felicità momentanea…perderesti anche lei,
come è successo con me…
“Tu
non sei Haiko!” ribattè
Syaoran, convinto.
Sì,
io…sono colei che è morta per colpa tua…
“No,
non è stata colpa mia!”
La
visione di Haiko si inginocchiò di fronte a lui, sollevandogli
il viso con una mano fredda come il ghiaccio sotto il mento.
Sì,
è stata colpa tua. E tu lo sai benissimo. È questo che
ti tormenta da quando sono morta, vero?
Syaoran
non rispose: Haiko aveva ragione. Era colpa sua, solo colpa sua.
Non
sei stato in grado di proteggermi adeguatamente. Hai fallito la tua
missione perché non eri concentrato.
“No...no…”
ripetè Syaoran, le mani
fra i capelli.
Sì,
è così…ed è per questo che non puoi stare
con Sakura. Perderesti anche lei. Morirebbe per colpa tua e tu
rimarrai di nuovo solo e soffrirai…
“Perché
mi dici questo?”
Per
ricordarti il tuo passato. Syaoran, mi hai già dimenticata?
Non conto più niente per te?
Syaoran
scosse il capo: “Non ti ho dimenticata…ma…tu
non ci sei più…”
Haiko
appoggiò una mano sul cuore di Syaoran.
No,
io sono qui, nel tuo cuore. Resterò per sempre dentro di te e
non potrai più cancellare il ricordo di me.
Mai
più...
Syaoran
si svegliò tutto d’un tratto, sudato. Si tocco la maglia
del pigiama, accorgendosi di quanto fosse fradicia; ma all'altezza
del cuore la pelle era gelida, proprio lì, dove l'aveva
toccato Haiko.
Dopo
l’incubo appena avuto era più che naturale essere
sconvolti e fradici. Prima l’eccitazione di essere con Sakura,
baciarla e toccarla così intimamente. Poi i fantasmi del suo
passato che tornavano a fargli visita, rammentando cosa era successo
e perché.
Haiko
aveva ragione. Era colpa sua se lei era morta e non poteva lasciare
che anche Sakura morisse per lo stesso motivo. Quindi, d’ora in
poi, l’avrebbe protetta con tutte le sue forze, ma avrebbe
ignorato i sentimenti che provava per lei, sperando che un giorno,
non lontano, svanissero completamente.
Mentre
era sotto la doccia (rigorosamente fredda!), Syaoran si ricordò
che quel giorno Sakura aveva un altro concerto. Perciò si
chiese se lei fosse nella condizione psicologica adatta per esibirsi.
Quando, pochi minuti più tardi, la vide uscire da camera sua,
notò che aveva solo gli occhi un po’ arrossati. Forse
aveva pianto o forse non aveva dormito.
“Buongiorno!”
la salutò Syaoran.
“Buongiorno!”
Sakura
gli sorrise e Syaoran si chiese subito dove fosse andata la vera
Sakura: il suo sorriso era spento, gli occhi vuoti, il viso aveva
perso il suo normale colorito. Non era più lei.
“Tutto
a posto?” le domandò preoccupato.
“Sì,
grazie!”
“Sei
sicura di voler fare il concerto stasera?”
“Certo!
Perchè non dovrei farlo?- rispose lei, ma non aspettò
la risposta di Syaoran- Dai, andiamo. Tomoyo ci sta aspettando!”
Syaoran,
poco convinto che lei stesse davvero bene, la seguì fino
all’uscita dell’hotel. Quando uscirono dall'ascensore,
trovarono Tomoyo ad attenderli e anche lei rimase piuttosto turbata,
accorgendosi di quanto fosse strana Sakura. Ma probabilmente sul
momento non ci badò più di tanto. Pensò
piuttosto a correre verso di lei per abbracciarla.
“Sakura!!!”
esclamò Tomoyo, stringendola con affetto.
Evidentemente
Sakura le aveva detto ciò che era successo.
“Ciao,
Tomoyo!”
“Come
stai?”
Sakura
ridacchiò: “Sto bene, davvero!”
“Sei
sicura?- chiese lei, prendendole il viso tra le mani e guardandola da
vicino- Se vuoi, possiamo rinviare il concerto!”
“Rinviare?!”
“Sì,
faccio qualche telefonata e comunico che hai preso la varicella o il
morbillo!”
“Ma
sarebbe mentire!” protestò Sakura.
“Lo
farei per il tuo bene!”
“Non
dovete preoccuparvi! Io sto bene e stasera posso fare il concerto!!!
D’altronde, come si dice…The show must go on…”
Peccato
che Syaoran non credeva a una sola parola di ciò che aveva
detto!
*****
Sì,
Sakura stava anche bene, ma non era più se stessa. Cantava e
ballava, ma non metteva più in ogni canzone la passione che
provava per la musica. Era apatica, senza vita e, come Syaoran e
Tomoyo, anche il pubblico se ne accorse: la applaudiva, certo, ma non
con lo stesso entusiasmo delle sere precedenti. Le parole delle
canzoni le scivolavano addosso come acqua sull’impermeabile, le
emozioni che trasmetteva con la sua voce stupenda non erano più
le stesse…
La
scaletta dei concerti cambiava ogni volta, a seconda di ciò
che provava Sakura in quel preciso giorno. Così
Sakura lasciò “Wish” come penultima canzone
quella sera e quando terminò il pubblico la applaudì.
“Vi
ringrazio di cuore.- disse poi lei, sedendosi al pianoforte- Ora,
prima di salutarci, vorrei cantare per voi una canzone inedita che ho
composto questa notte! Si intitola Shadow of love. Spero vi piaccia!”
Dietro
le quinte, Tomoyo assunse un'espressione stupita e guardò
Syaoran.
“Tu
sapevi qualcosa di questa storia?”
Syaoran
scosse il capo, altrettanto sorpreso: “No, per nulla!”
La
ragazza sospirò con un misto di rassegnazione e
preoccupazione.
“Per
questa volta passi, ormai non posso salire sul palco e fermarla!”
“Già!”
Le
dita sottili di Sakura cominciarono a muoversi sulla tastiera del
piano, producendo note malinconiche come la sua voce che iniziò
a cantare.
“The
rings we vowed on,
the
red string that binds us
I
can't see them now,
not
that we made any promises, but
Please
don't let go of my hand,
the
truth only holds sadness,
at
this rate...”
Era
chiaro qual’era stata l’ispirazione per quella canzone:
quell’idiota di Hiro. Non la meritava affatto una canzone.
Sakura cercava disperatamente di mettere tutta se stessa in quella
canzone, ma non ci riusciva.
“Trust
in me
even
if we were to become untied
our
memories and our bond won't fade.
Will
you trust in me?
the
star we reached for with our fingertips - you can see it can't you?”
Ma
Hiro non aveva creduto in lei, non aveva saputo aspettarla né
rispettarla. Perciò da vile codardo qual’era, la tradì
con una qualunque, che non valeva neanche la metà di Sakura. E
ora lei era ridotta in quello stato.
“We
always tried to hide,
for
the first time, let's tell them.
The
person reflected in my eyes
is
you.
You
just have to believe that
we
can surpass this critical world,
if
we're together”
“Ah…non
ha dato il meglio di sé, stasera!” commentò
Tomoyo.
“Non
l’ha fatto apposta.- la giustificò Syaoran-Non è
riuscita per colpa di quell’idiota!”
Tomoyo
lo guardò, sorridendo soddisfatta: “Già!”
Quando
Sakura terminò, il pubblico chiese il bis e lei lo concesse
volentieri.
“Spero
che si riprenda presto!” disse Syaoran, lo sguardo fisso su
Sakura.
“Anche
io. Non può certo continuare in questo modo per sempre. Deve
riprendersi!”
“Hai
provato a parlarle?” domandò Syaoran.
“Ma
certo. Ieri sera quando mi ha chiamata. Io le ho detto che sarei
rimasta volentieri con lei, ma Sakura ha detto che preferiva rimanere
da sola. E ora capisco per quale motivo. Certamente scrivere quella
canzone le sarà stato anche d'aiuto. Ma non è ciò
che le serve!”
Syaoran,
ansioso, chiese: “Allora, di cosa ha bisogno?”
“Ha
bisogno di qualcuno che riesca a farle accettare ciò che le è
successo. Lei ha un animo gentile e ha sempre pensato che ci fosse
del buono in ogni persona a questo mondo. È ingenua, ma è
più forte di lei non credere che ci sono persone fuori di qui
capaci di farle del male. Li, io non posso aiutarla, perchè la
conosco troppo bene e neanche io riesco ad accettare che qualcuno la
possa far soffrire o, addirittura, la voglia uccidere. Sakura è
la mia migliore amica e farei di tutto per lei. Ma questo proprio non
posso farlo!”
Syaoran
rimase piuttosto sorpreso di vedere Tomoyo così turbata: aveva
gli occhi lucidi ed era sinceramente dispiaciuta per ciò che
stava accadendo a Sakura. Era davvero strano vederla in quello stato
perchè fino ad allora Tomoyo era sempre stata allegra e
divertente. Adesso sembrava fragile almeno quanto Sakura.
Syaoran
capì cosa gli stava implicitamente chiedendo la ragazza:
“Vuoi...vuoi che le parli io?”
“Sì,
te lo chiedo come favore personale. Tu sei l'unico tra le persone
vicine a Sakura consapevole dei rischi che corre e sei l'unico che
glieli può far accettare!”
Syaoran,
pensieroso, chinò il capo. Lui le avrebbe anche parlato, ma se
Sakura lo avesse allontanato ancora una volta?
“Non
saprei, Daidoji. Ieri sera non ha voluto neanche me al suo fianco.
Cosa ti fa credere che vorrà ascoltarmi?”
“Ieri
sera la ferita era troppo fresca! Sono sicura che prima o poi
arriverà il momento in cui ti permetterà di starle
vicino!”
Syaoran
sospirò: “D'accordo, ci proverò!”
“Grazie!
Sai...- continuò Tomoyo, risollevata-...sono contenta che ti
preoccupi per Sakura. Significa che non sei indifferente a lei!”
Ah,
se Tomoyo avesse saputo quanto lui non fosse per niente indifferente
a Sakura, probabilmente sarebbe stato il bersaglio delle sue
occhiatine divertite per tutta la vita.
“E’
la mia protetta, è chiaro che non mi sia indifferente!”
“No,
non è più solo un rapporto di lavoro e lo sai
perfettamente anche tu!” esclamò lei, puntandogli un
dito sul petto, all'altezza del cuore.
Syaoran
la guardò diffidente: quella ragazza, o almeno il suo intuito,
faceva davvero paura. Sembrava che sapesse leggere nella mente delle
persone; ovviamente non era possibile, ma aveva ragione. Non era più
un semplice rapporto di lavoro, né per lui, né per lei.
“Tomoyo!!”
Una
voce femminile chiamò la ragazza, che si voltò. Anche
Syaoran cercò con lo sguardo chi si stava avvicinando. Si
trattava di una giovane donna, alta, snella, con capelli rossi,
lunghi e ondulati e due occhi azzurri come il ghiaccio.
“Ah,
Nanami!”
Le
due giovani donne si salutarono con un inchino.
“Sono
molto contenta che sia riuscita a venire!” disse Tomoyo.
“Anch'io!
Il concerto è stato stupendo. Ma non mi sembrava che Sakura
stesse bene. Ha qualche problema?”
“Oh...niente
di grave! Tranquilla! Domani starà alla grande!”
“Lo
spero. Prevediamo che arrivino molte persone domani pomeriggio!”
“Bene,
ottimo! - disse Tomoyo, evidentemente a disagio- Ah, Nanami, scusa.
Ti presento la guardia del corpo di Sakura. Li Syaoran!”
Lo
sguardo freddo di Nanami si posò su Syaoran e si illuminò
improvvisamente.
“Piacere
di conoscerla, signor Li!”
“Il
piacere è mio, signorina...”
“Tanaka,
Nanami Tanaka!”
“Signorina
Tanaka!” terminò lui, con un inchino.
Nanami
si portò un dito sulle labbra, pensierosa: “Mi dica,
signor Li, il suo nome non mi sembra giapponese!”
“No,
infatti, la mia famiglia è di origini cinesi!”
“Molto
interessante. Di dove esattamente?”
“Hong
Kong!”
“Splendida
metropoli. Ci sono stata un paio di anni fa ed è stata
un'esperienza bellissima che ripeterei subito, se potessi!”
“Io
non ricordo molto di Hong Kong, ero piccolo quando ci siamo
trasferiti!”
“Posso
chiedere il motivo?”
“No,
vorrei mantenere quell'alone di mistero tipico delle guardie del
corpo!”
Nanami
scoppiò a ridere, mentre Tomoyo lo guardò con un
espressione scettica e un sopracciglio alzato.
“Lei
è molto divertente, signor Li. Sakura è davvero una
ragazza molto fortunata ad averla trovata!”
“Grazie,
anche se sarebbe stato meglio in circostanze diverse.”
Nanami
annuì, tornando seria: “Oh, certamente. È
terribile quello che sta passando!”
“Già!-
rispose Tomoyo, con fare sbrigativo- Allora, Nanami, ci vediamo
domani, ok?”
“Volevo
salutare Sakura prima di andare!” ribattè la donna.
“Sai,
Sakura oggi non è proprio in forma, come hai notato anche tu!
Quindi vorrei portarla a casa, per farla riposare meglio!”
“Sì,
mi sembra giusto, non ci avevo pensato!- commentò Nanami-
Allora, ci vediamo domani, Tomoyo!”
“Sì,
a domani!”
“Spero
di rivedere anche lei, signor Li!”
Syaoran
annuì: “Certo, ci sarò sicuramente!”
“Meraviglioso!
Buonanotte!”
Tomoyo
la salutò con la mano e, non appena Nanami fu piuttosto
lontana, si voltò verso Syaoran.
“Allora?”
esclamò con tono brusco.
Syaoran
le rivolse uno sguardo perplesso: “Allora cosa?”
“Stava
civettando con te!” gli fece notare Tomoyo.
Syaoran
sbuffò, divertito: “Ma che stai dicendo?”
“Oh,
Hong Kong è stata un'esperienza bellissima che ripeterei
subito se potessi!” ripetè
Tomoyo, imitando il tono usato da Nanami.
In
effetti, sembrava davvero un tono da flirt. Perciò,
preoccupato, Syaoran si portò una mano sulla bocca.
“Oh,
no!”
“Invece
sì! Credo che ti abbia messo gli occhi addosso!”
“No,
non è possibile!”
“Senti,
Li, ti stava mangiando con gli occhi. Senza alcun pudore! E non te ne
sei accorto. Anzi, sembrava che anche tu stessi facendo la stessa
cosa!”
“No,
davvero, non volevo assecondarla!” protestò Syaoran.
“Allora,
stai molto attento domani!”
Lui
sospirò: “D'accordo, però non dirlo a Sakura,
ok?”
“Cosa?!”
Sakura
li raggiunse e li guardò curiosamente. Syaoran arrossì
e si volto verso Tomoyo, implorandola per essere aiutato.
“Oh,
mannaggia, Sakura! - esclamò Tomoyo- Ci hai preso in
flagrante!”
“Perchè?
Stavate sparlando di me?” domandò lei, avviandosi verso
il camerino.
Gli
altri due la seguirono.
“Beh,
in un certo senso...”
“Sentiamo,
cosa stavate dicendo?”
“Stasera
non eri brillante come le altre volte!”
Sakura
entrò nel camerino: “Tutto qui? Me ne sono accorta anche
io!”
“Quindi?”
domandò Tomoyo.
“Quindi,
stai tranquilla, Tomoyo. Domani andrà meglio, mi riprenderò!”
Tomoyo
annuì: “Ne sono sicura!! Prima è venuta la
direttrice del negozio. Voleva parlarti, ma le ho detto che non stavi
bene e dovevi andare subito a casa.”
“Ah,
brava, grazie. Non me la sarei proprio sentita di incontrarla.”
“Allora,
cambiati, così ce ne andiamo!”
Sakura
annuì e chiuse la porta dietro di sé. Tomoyo e Syaoran
si scambiarono un'occhiata.
“Almeno
se n'è resa conto anche lei!” commentò Tomoyo.
“Già,
è un bel passo avanti!”
“Perciò
ricordati di quello di cui stavamo parlando prima!”
“Sì,
rilassati!!” la calmò Syaoran.
*****
Quando
Sakura fu pronta i tre partirono alla volta dell'hotel.
“Domani
pomeriggio ci vediamo direttamente al negozio, allora!” esclamò
Tomoyo.
“Come
mai, non vieni tu a prenderci?” domandò Sakura.
“Andiamo
con una macchina della polizia! - rispose Syaoran- Per scoraggiare un
eventuale attacco di Koichi!”
“Ah,
certo!” disse Sakura, volgendo lo sguardo malinconico fuori dal
finestrino.
“Non
ci sarà nessun pericolo, Sakura. Domani controllerò
tutti i sistemi di sicurezza del negozio. Andrà tutto bene!”
“Sì,
lo so...” mormorò lei.
Arrivati
all’hotel, Sakura e Syaoran salutarono Tomoyo e salirono in
camera di Sakura. Syaoran le aprì la porta e la fece entrare.
“Allora…buonanotte!”
le disse.
Ma
lei lo guardò, titubante, sostando sulla soglia della porta.
“Ecco,
Syaoran, forse ti sembrerà un po’ strano ma…ti
andrebbe di restare un po’ con me, stanotte?”
Syaoran
arrossì, ma continuò a guardarla: era una bellissima
tentazione a cui lui non sapeva se cedere oppure resistere.
“Ah…ehm…io…non
so…se…”
“Solo
per farmi compagnia per un po’. Non voglio restare da sola!”
esclamò lei, afferrandogli la camicia.
Gli
occhi di Sakura lo stavano praticamente implorando. Così
Syaoran annuì e si lasciò trascinare da Sakura dentro
la stanza.
“Vuoi
qualcosa da bere?” gli chiese lei.
“No,
grazie!” rispose lui, notando che Sakura non si era ricordata
di accendere la luce.
La
stanza non era totalmente al buio: c’era il pallido e argenteo
riflesso della luna piena che penetrava dalle grandi finestre e
illuminava la stanza, conferendole un aspetto malinconico.
“Riesci
a vedere al buio? Vuoi che accenda la luce?” domandò
lui, cercando l'interruttore.
“No!-
esclamò Sakura- Ti prego, non accendere la luce!”
“Ma…così
non si vede molto…”
“Non
è vero. La luce della luna è più che sufficiente
stanotte!” commentò lei, dirigendosi verso il suo
piccolo stereo.
Rassegnato
ad adattare i suoi occhi al buio, Syaoran decise di sedersi sul
divano.
“Ti
dispiace se metto un po’ di musica?” domandò
Sakura, evitando di guardarlo e aprendo la custodia di un cd.
“N-no…”
Sakura
inserì il cd nello stereo e ne avviò la riproduzione.
“Sai,
è un cd di musica classica. - spiegò poi lei- Ti
piace?”
“Sì,
mi piaceva molto...prima...”
“Prima
di cosa?”
Syaoran
guardò fuoi dalla finestra. Non era ancora giunto il momento
di informarla sul suo passato, non era pronto né lui né
lei, tantomeno in una serata come quella.
Ovviamente
il prima si riferiva a prima dell'ultimo anno trascorso. Certo che
amava quel genere di musica. Era la preferita di Haiko. Quando lei,
da ragazzina, tornava dalle sue lezioni di pianoforte, aveva sempre
un nuovo brano da far ascoltare a Syaoran e Kei, i suoi due migliori
amici. Perciò si esibiva unicamente per loro: e una volta era
lo struggente Chiaro di luna di Beethoven, la volta dopo un' allegra
sonata di Mozart, e ancora le sonate appassionate del romantico
Schumann, per cui lei impazziva. Lo adorava: era un incompreso, ma la
sua musica era passionale e piena di sentimenti dolci, sensuali e
intimi, come l'animo di Haiko. E fu proprio mentre Haiko suonava una
sua sonata che Syaoran si accorse di esserne innamorato. Era nella
sua camera con Haiko e Kei e lei stava suonando nuovamente per loro.
Quando Syaoran la vide così presa dalla musica che produceva
dal semplice tocco dei tasti d'avorio del pianoforte, capì che
la loro amicizia si era evoluta in qualcosa di puro e più
profondo.
“Syaoran?”
lo richiamò Sakura.
Syaoran
scosse appena il capo per tornare in sé e guardò
Sakura: “Scusa, un giorno te lo dirò!”
“D'accordo!”
La
musica che si diffondeva nella stanza era dolce e malinconica,
delicata e triste. Syaoran aveva già sentito quel brano, ma
non ricordava cosa fosse né chi fosse l’autore. Sakura
si sedette, accanto a lui, rannicchiandosi e circondando le gambe con
le braccia.
“Non
ricordo, che brano è?” domandò Syaoran.
“E’
uno dei notturni più famosi di Chopin!- spiegò lei- E’
la musica adatta per una notte come questa. Ogni volta che mi sento
triste e sola, questo brano mi fa compagnia, riesce a commuovermi sia
con le sue frasi dolci e sognanti, sia con quelle più
nostalgiche e struggenti. È davvero il mio brano preferito!”
“L'hai
ascoltato anche ieri sera?”
Sakura
sorrise vagamente.
“No,
ieri sera l'ho suonato prima di comporre la mia canzone!”
“Allora,
perchè non me lo fai sentire suonato da te?” domandò
Syaoran.
Non
seppe neppure lui il motivo di quella richiesta. Forse era
semplicemente perchè quel brano riusciva a farla star bene.
Allora, qualunque cosa in quel momento la rincuorasse e
tranquillizzasse era ben accetta. Anche la musica...
Sakura
lo guardò perplessa: “Parli sul serio?”
“Certo.
Sempre che sia possibile assistere a un tuo concerto privato!”
Gli
occhi di Sakura si illuminarono per un breve istante e Syaoran non
dovette ripeterglielo due volte. Sakura spense lo stereo; poi si
avvicinò a lui e lo prese per mano, conducendolo con sé
nella sua camera da letto.
La
sua camera era ampia: nel centro vi erano un letto a due piazze con
un copriletto bianco panna, accanto un comodino di faggio e di fronte
un armadio dello stesso legno. Vicino alle grandi finestre che si
affacciavano sulla visione notturna di Tokyo, illuminato dalla luce
riflessa della luna, c'era un pianoforte a muro di mogano. Lo stile
era moderno e semplice, con una raffinata decorazione dorata sulla
parte anteriore.
“E'
il tuo pianoforte?” domandò Syaoran.
“Sì!
In realtà apparteneva a mia madre, poi ho iniziato a suonarlo
e mio padre me lo ha regalato. Adesso lo porto sempre con me, anche
se è un po' scomodo da trasportare!”
“Ci
credo! Ma è un bel ricordo, perciò è giusto
così! Posso aprirlo?”
“Certo!”
Syaoran
scoprì la tastiera, rivelando i lucenti tasti d'avorio bianco
intervallati da quelli neri. La sua mano destra, quasi d'istinto, si
mosse verso la tastiera e riprodusse un accordo di Do maggiore, il
ricordo della sua prima lezione di pianoforte con Haiko. Dopo che si
era reso conto dei suoi sentimenti per lei, le aveva chiesto se
poteva insegnargli a suonare il pianoforte e lei aveva accettato
entusiasta. Alla sua prima lezione gli insegnò a suonare la
scala di Do maggiore.
“E'
quella più facile, Syaoran, anch'io ho iniziato così.
Vedi, il suo accordo è formato da Do-Mi-Sol. Devi premere
questi tasti con il pollice, il medio e il mignolo!”
E
così dicendo gli aveva corretto la posizione della mano sui
tasti. Ma lui era sempre troppo distratto per ricordarsi tutto quello
che le diceva, perchè la sua sola vicinanza lo mandava in
confusione.
“Sai
suonare qualcosa, Syaoran?”
Syaoran
allontanò velocemente la mano dal pianoforte: “No, una
volta, qualcosa sapevo fare. Ma non ricordo più niente!”
“Capisco!
Allora, sei proprio sicuro di volermi sentire, Syaoran?”
chiese poi lei, sedendosi sulla panca.
“Sì!
- rispose lui, sinceramente- Desidero sentirti suonare!”
“D'accordo.
Siediti pure sul letto, se vuoi!”
Syaoran
obbedì, mentre Sakura posizionò le mani sui tasti
d'avorio. La sua esibizione cominciò e Syaoran ne fu subito
rapito. Non era neanche lontanamente paragonabile al brano riprodotto
dal cd. La musica di Sakura era più calda e malinconica,
adesso era davvero la musica adatta a quella notte; forse non era
perfetta, ma Sakura stava mettendo tutta se stessa in
quell'esibizione, a differenza del concerto di pochi minuti prima.
Syaoran respirava piano, quasi non volesse disturbare Sakura, il suo
cuore batteva regolare, ma con intensità, e il suo sguardo era
fisso su di lei: circondata dalla luce argentea che entrava dalla
finestra era una visione celestiale, la cosa più bella che lui
avesse mai visto. Era brava almeno quanto Haiko, ma in quel momento
era come se non riuscisse più a pensare a lei. C'era solo
Sakura nei suoi occhi, nella sua mente e nel suo cuore.
La
melodia divenne più struggente e Sakura chiuse gli occhi.
Ma,
in fondo, era giusto aver sostituito la sua Haiko con Sakura? Forse
lei in quel momento stava davvero soffrendo per questo e anche
l'incubo della notte prima era stato piuttosto chiaro. Haiko non
voleva che lui si dimenticasse di lei.
Dopo
un po' la musica si interruppe e Syaoran, preoccupato, sembrò
risvegliarsi da un sogno. Sakura aveva smesso di suonare e non si
muoveva; cominciò, invece, a piangere, le mani ancora ferme
sui tasti del pianoforte. Syaoran non seppe come comportarsi: in quel
momento sembrava estremamente piccola e fragile. Era come un fiore in
balia del vento impetuoso. Sarebbe crollato da un momento all'altro,
se qualcuno non l'avesse sostenuto.
Perciò
Syaoran si alzò e fece per avvicinarsi.
“No,
non ti muovere!” lo pregò Sakura.
“Perchè?”
“Perchè...ti
prego, scusami…- disse tra i singhiozzi Sakura-…non
volevo piangere davanti a te…”
Lei
si coprì il viso con le mani e Syaoran, incurante della sua
richiesta, le fu subito accanto.
“Non
c’è nulla di sbagliato nel pianto, anzi, non può
fare altro che bene in questo momento!”
Così
dicendo, Syaoran le porse il suo fazzoletto e quando lei lo prese,
alzò lo sguardo verso di lui.
“Allora,
grazie!”
“Di...niente.”
Sakura
si asciugò gli occhi, mentre i singhiozzi via via diventavano
meno frequenti. Ma come poteva Syaoran restarle indifferente se tutto
ciò che faceva era una calamita per i suoi occhi e un fremito
per il suo cuore?
“Mi
dispiace che tu abbia assistito a…quella scena, ieri sera…”
Syaoran
sospirò: “E a me dispiace che Setsu ti abbia tradito con
un’altra!”
Sakura
gli sorrise e si alzò in piedi, avvicinandosi alla finestra.
“Sai,
io ero veramente innamorata di Hiro. – cominciò a dire
lei, guardando in basso- Lo sono sempre stata. E’ stato un vero
e proprio colpo di fulmine. Ci siamo incontrati a una festa della
nostra casa discografica. C’era qualcosa nel suo sorriso furbo
che mi ha attirato subito. Quella sera lui riuscì a strapparmi
un appuntamento. Fu così che a un primo appuntamento ne seguì
un secondo e via dicendo. Ero molto felice quando mi disse che si era
innamorato di me, ero al settimo cielo. Poi, a un certo punto, lui
cominciò a volere molto di più da me. Ma non me ne
accorsi subito, perchè come avrai notato, sono un po' tonta
per queste cose. Tomoyo me lo dice sempre, ma non ci posso fare
niente, sono fatta così.”
Syaoran
la affiancò e lei si voltò verso di lui.
“Sì,
l'ho notato. Ma non puoi continuare così. C'è troppa
gente malintenzionata, pronta ad approfittarsi delle persone
innocenti e sincere come te, a prenderle in giro e fare loro del
male. Non puoi pensare che siano tutti buoni e gentili.”
“Hai
ragione, Syaoran. Ma io non posso farcela da sola!” esclamò
Sakura, con voce tremante, mentre una lacrima ribelle le scappò
dagli occhi.
Syaoran
sorrise e le asciugò la guancia con una mano. Era morbida e
calda e lui avrebbe volentieri lasciato la mano in quella posizione
per sempre.
“D'accordo,
ti aiuterò io! Ma adesso devi dormire un po'. Hai promesso a
Daidoji che domani saresti stata in forma!”
“Sì,
solo che...posso chiederti un altro favore?”
“Tutto
quello che desideri!”
Sakura
andò a sedersi sul suo letto e Syaoran la seguì,
restando in piedi di fronte a lei.
“Hiro
si è portato una ragazza nel mio letto. Mi ha dato molto
fastidio perchè mi ha tradito proprio lì dove abbiamo
dormito insieme qualche volta, quando non volevo restare da sola e
lui mi faceva compagnia. Ieri sera mentre cercavo di dormire,
continuavo a immaginarli insieme, nel mio letto e non sono riuscita a
dormire. Perciò mi chiedevo se...volessi dormire qui...solo
per stasera, si capisce...”
Sakura
glielo chiese timidamente e Syaoran si sentì arrossire, in
preda a una violenta agitazione.
Ma
come poteva sottrarsi a quella meravigliosa tentazione? Sapeva che se
avesse accettato, Haiko sarebbe tornata a fargli visita in uno dei
suoi incubi. Ma Sakura stava chiedendo il suo aiuto e se c’era
anche la più piccola cosa che lui poteva fare per farla stare
meglio, allora lui l’avrebbe accontentata. E Haiko…che
tornasse pure a ricordargli il suo passato… In quel momento
Sakura aveva bisogno di lui.
Perciò
annuì, convinto: “Va bene!”
Sakura
si spostò dall'altra parte del letto, lasciando il posto a
Syaoran, che si sedette e poi si sdraiò, con Sakura accanto a
lui. C'era fin troppo silenzio per i suoi gusti, correva il rischio
che Sakura si accorgesse della tempesta che infuriava dentro il suo
petto. Ma Syaoran non riusciva a controllare il suo cuore.
“Syaoran?”
lo chiamò Sakura.
Syaoran
si voltò sul fianco sinistro, accorgendosi che lei lo stava
guardando seriamente.
“Sì?”
“Forse
sono un po' ripetitiva, ma ti ringrazio moltissimo per quello che sta
facendo per me!” gli disse lei, appoggiando una mano sopra la
sua.
Syaoran
sentì il proprio cuore mancare un battito o forse addirittura
due, tre… Ma quella era davvero la più piacevole delle
sensazioni: si sentì arrossire vistosamente e ringraziò
gli dei che Sakura non potesse vederlo in faccia a causa del buio.
“E'
un piacere...”
Sakura
sorrise e poi chiuse gli occhi: “Buonanotte!”
Si
dimenticò di allontanare la sua mano, ma a Syaoran non importò
molto. La sua mano piccola, calda e profumata era perfetta per stare
lì dove stava, sopra la sua.
“Buonanotte,
Sakura!”
Restarono
così per un tempo infinito. Poi Syaoran si accorse che Sakura
si era addormentata: il suo respiro era rallentato ed era più
profondo. Syaoran la guardò dormire e sorrise.
D’accordo,
Haiko, vieni pure nei miei incubi e mettimi in guardia. Ma per adesso
lasciami godere di questo momento…
E
poi si addormentò.
Prossimo
capitolo: “Hold”
Eccoci
di nuovo. Allora, rispetto a quanto detto nel precedente capitolo, il
titolo di questo è cambiato, proprio all'ultimo. Ma è
molto meglio questo. Perchè alcune scene mi sono venute in
mente ascoltando I brani citati. A proposito, per chi è
interessato, il notturno di Chopin in questione è l'op.9
numero 2. *.*
Ora
tutti saranno contenti per Hiro, ma a me fa un po' pena, perchè
in verità è debole... ultimamente mi stanno piacendo I
cattivi...chissà perchè...-.-
Nel
prossimo capitolo vedremo cosa accadrà nel negozio di
cd...mah!! ^^
Ringraziamenti...
mamogirl:
grazie ancora per I tuoi preziosi consigli. Sono molto felice che mi
stia aiutando in questa ff. Ma non
fare recensioni troppo divertenti, altrimenti non smetto di
ridere...ahahahah ^^'
paperella96:
ciao, grazie per la recensione. Sono contenta che ti sia piaciuto il
capitolo precedente e spero che ti sia piaciuto anche questo, in
particolare il modo in cui Sakura ha reagito al tradimento.
Laurettachan:
grazie per la recensione e la domanda che mi hai fatto. In verità
scrivere è solo un passatempo, non credo di avere la serietà
di fare la scrittrice di romanzi...ahahaha -.-'
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Capitolo 8 *** Hold ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
7: “Hold”
Quando
Syaoran apri gli occhi non riuscì a capire dove si trovasse.
Non era il suo letto, né la sua camera. Cosi si mise a sedere,
mentre i ricordi della sera prima cominciarono a diventare più
chiari: Sakura che suonava per lui e gli chiedeva di dormire accanto
a lei, lui che accettava, il tocco della sua mano calda, lei che si
addormentava…
Ricordava
tutto alla perfezione. Sospirando, Syaoran si passò una mano
fra i capelli: percepiva ancora il calore del corpo di Sakura accanto
al suo. Chissà se fosse stato proprio questo a proteggerlo
dai suoi incubi…In effetti non aveva avuto problemi, aveva
dormito tranquillo, senza sogni sconvolgenti e incubi terrificanti.
Un gran bel passo avanti per lui...
“Buongiorno!”
lo salutò Sakura, raggiungendolo con una tazza di tè in
mano.
“B-buongiorno!”
disse lui, guardandola.
Era
radiosa e allegra, quasi come suo solito. Che fosse davvero stato
merito di Syaoran?
“Ho
fatto portare la colazione in camera. Hai fame?” chiese lei.
“No,
grazie!”
“Sai…mi
dispiace per ieri sera. Ma avevo paura a restare da sola!”
disse lei, sedendosi accanto a lui.
Syaoran
scosse il capo: “Non ti preoccupare! Non mi ha dato fastidio.
Spero solo di esserti stato d'aiuto!”
Sakura
emise un sospiro di sollievo e si sedette sul letto.
“Oh,
sì, moltissimo! Mi sono sentita bene con te al mio fianco. Ero
al sicuro…e con questa sensazione, sono riuscita a superare la
mia paura. Se non fosse stato così, conoscendomi, d'ora in poi
avrei dormito sempre sul divano!”
E,
così dicendo, Sakura rise. Syaoran non disse niente, ma si
accorse che le sue guance erano diventate appena appena più
colorite. Sì, stava decisamente meglio.
“Bene,
sono contento. Credo che adesso sia il caso di tornare in camera mia
a cambiarmi…” disse lui, cambiando argomento e alzandosi
in piedi.
“D’accordo!
Ti accompagno?”
“No,
grazie, conosco la strada. Resta pure qui, tranquilla!”
“Ok!”
“Ci
vediamo dopo!” disse Syaoran.
“A
dopo!”
Non
appena Syaoran si rifugiò in camera sua, si lasciò
cadere sul suo letto. In confronto a quello dove aveva appena dormito
era freddo e poco confortevole. Tutta la camera era poco accogliente
e rassicurante. Era proprio lì che aveva sognato gli incubi
più inquietanti, incubi che non avevano osato tormentarlo
quella notte insieme a Sakura. Incredibile come la sola presenza di
una persona potesse tranquillizzarlo e aiutarlo tanto. Se avesse
potuto non avrebbe più fatto a meno di lei.
Syaoran
sospirò nuovamente: tutti quei pensieri e la convinzione di
non poterla avere lo stavano facendo ricadere in una nuova crisi. E
invece lui voleva che quella meravigliosa sensazione di pace lo
accompagnasse per tutta la giornata. Decise perciò di
distrarre la sua mente cominciando a prepararsi. Quel giorno Sakura
aveva l'incontro con i suoi fan nel negozio di dischi della signorina
Tanaka. E, a proposito di questa signorina, Syaoran si ricordò
di ciò che gli aveva detto Daidoji la sera prima. Doveva stare
attento a non assecondare i suoi flirt. Lei non era certo il suo
tipo!
Quando
sia lui che Sakura furono pronti, scesero con l’ascensore e
uscirono: ad attenderli, come già annunciato, non c’era
Tomoyo, bensì l’ispettore Tanemura insieme a un agente
con un'auto della polizia. Speravano, in questo modo, di scoraggiare
un eventuale attacco di Koichi, cosa molto probabile considerata la
confusione che si sarebbe creata nel negozio.
“Buongiorno,
ispettore!” lo salutarono Sakura e Syaoran, inchinandosi.
“Buongiorno
a voi!- esclamò Tanemura – Siete pronti per andare?”
“Assolutamente
sì, ispettore!” esclamò Sakura.
“Allora
andiamo!”
Il
gruppetto si avviò verso l'uscita e Syaoran si accorse che
Sakura era eccitatissima.
“Andremo
davvero con una macchina della polizia?” esclamò Sakura.
“Sì,
certo!”
“Wow!
Sarà un’esperienza nuova per me. Non ci sono mai
salita!”
“Buon
per lei, signorina Kinomoto!” commentò l’ispettore,
divertito.
Sakura
gli rivolse un gran sorriso, dei più luminosi: “Ah, la
prego, mi chiami Sakura! Non sono abituata a sentirmi chiamare per
cognome!”
L'ispettore
arrossì lievemente e la ringraziò.
“Sarebbe
un onore!”
Perplesso,
Syaoran guardò l’ispettore di sottecchi. Era possibile
che l’ispettore Tanemura si fosse invaghito di Sakura? Lei così
giovane, bella e vivace, e lui, ormai cinquantenne, brizzolato, non
più giovane come una volta. Sì, forse era anche così,
ma l’ispettore era un padre di famiglia, fedele e serio. Non
c’era bisogno di preoccuparsi. Sicuramente gli sarebbe passata.
“Ma,
Syaoran, ispettore…- disse Sakura, diventando pensierosa tutto
d’un tratto-…arrivare con la macchina della polizia non
è come confessare apertamente a tutti che sono sotto scorta?”
“Ovviamente
l’auto si fermerà all’ingresso posteriore del
negozio.- rispose Syaoran-Così nessuno dovrebbe vederci
entrare insieme!”
“Oh,
allora è tutto a posto!”
Sakura
entrò nell’auto, sedendosi sul sedile posteriore,
seguita da Syaoran. Durante il tragitto Syaoran tenne lo sguardo
fisso fuori dal finestrino oscurato. I cartelloni di tutta la città
mostravano foto di Sakura e riportavano la pubblicità
dell’evento di quella giornata. Sicuramente ci sarebbe stata
molta gente e Syaoran aveva un brutto presentimento. Lo stesso che
aveva percepito quando Haiko ebbe l’incidente con Kei. Solo che
allora non ci aveva fatto caso perchè aveva la testa fra le
nuvole…Ma non avrebbe commesso lo stesso errore! Non questa
volta!
Quando
arrivarono dietro l’edificio, Syaoran si voltò verso
Sakura, seriamente.
“Sakura!”
disse Syaoran, prima di scendere.
“Sì!”
esclamò lei, attenta.
“Dovrebbero
aver organizzato controlli accurati in tutto il negozio, perciò
ti terrò sempre sott’occhio. Ma anche tu devi stare
attenta! Se vedi qualcosa di sospetto chiamami subito!! Siamo
intesi?”
“Intesi!”
“Ok,
andiamo!”
Così
Syaoran scese dalla macchina e si guardò intorno con
circospezione per vedere se ci fosse qualcuno di sospetto. Dopodiché
aiutò Sakura a scendere e, una volta che lei mise piede a
terra, Syaoran la scortò fin dentro l'edificio. Quando
entrarono videro subito Tomoyo tutta intenta a parlare con quella che
Syaoran riconobbe essere la signorina Tanaka.
“Ah,
Sakura, Li!!”
Le
due donne si voltarono verso di loro e Syaoran seguì Sakura,
facendosi coraggio.
“Bene,
siete arrivati!” commentò Nanami, entusiasta.
“Sakura,
ti presento la signorina Nanami Tanaka, la dirigente del negozio!
Nanami, ti presento la nostra Sakura!”
“Piacere
di conoscerla!” disse Sakura, con un inchino.
Nanami
Tanaka ricambiò l’inchino: “Il piacere è
mio!”
“Signorina
Tanaka, le prometto che mi impegnerò al massimo oggi. Non la
deluderò!” assicurò Sakura.
“Certo
che no! Sono sicura che andrà benissimo!– disse lei,
sorridendo e volgendo poi lo sguardo verso Syaoran- Piacere di
rivederla, signor Li!”
“Buongiorno!”
salutò lui, freddo.
Sakura,
curiosa, guardò prima lui e poi la signorina Tanaka: “Vi
conoscete già?”
“Veramente
sì. Ci siamo conosciuti ieri sera!” rispose lei.
“Davvero?”
“Quando
sono venuta al suo concerto!”
“Ah,
sì, capisco!”
A
quel punto, Syaoran si intromise, schiarendosi la voce.
“Se
mi permette, signorina Tanaka, volevo chiederle se i sistemi di
sicurezza sono tutti attivati.”
Nanami
posò lo sguardo su di lui: “Sì, certamente. Ma se
vuole assicurarsi di persona del loro funzionamento, posso
accompagnarla io!”
Syaoran,
titubante, guardò Sakura. Non voleva allontanarsi da lei, lo
sgradevole presentimento era ancora vivo in lui.
“Non
preoccuparti per me, Syaoran. Vai pure! Io devo andare a prepararmi
con Tomoyo!” lo rassicurò Sakura, toccandogli il braccio
con una mano.
Il
suo sguardo rassicurante lo calmò davvero, così decise
di andare.
“Ok,
vado un attimo, allora!”
“Venga,
signor Li, mi segua!” disse Nanami, incamminandosi.
Syaoran
ricevette un sorriso tranquillo da Sakura e uno sguardo perplesso da
Tomoyo e poi seguì Nanami.
Girando
per il negozio, si accorse subito che c’era davvero moltissima
gente: ragazzi e ragazze che indossavano magliette con foto di
Sakura, adulti e bambini, tutti con in mano il suo cd, tutti che
invocavano il suo nome, sperando si vederla al più presto…
C’era troppa gente per i suoi gusti.
“Mi
dica, signor Li, dev’essere faticoso stare dietro a una
cantante famosa come Sakura!” disse lei, guardandolo di
sottecchi.
Syaoran
scrollò le spalle, evitando di rivolgere lo sguardo verso
Nanami.
“Mm…non
direi, ormai credo di essermi abituato a questi ritmi!”
“Già,
è abituato. In fondo, non era forse lei era la guardia del
corpo di Haiko-chan?”
Syaoran
si fermò immediatamente, voltandosi a guardarla. Quel nome
riportò subito a galla i ricordi terribili che si era
ripromesso di allontanare, almeno per quella giornata.
“Come
ha detto, scusi?”
“Ha
capito benissimo. So perfettamente cosa le è successo in
passato! Ho diverse conoscenze in questo campo e non è stato
difficile scoprire la sua relazione con la nuova promessa del pop
giapponese e la sua tragica fine.”
“Allora...-
iniziò lui, con voce tremante-...capirà facilmente che
non è un argomento di cui parlo volentieri!”
“Infatti
non è questo che mi interessa. Vorrei chiederle una cosa: lei
crede che si ripeterà la stessa storia anche con Sakura?”
Syaoran,
turbato, molto turbato, non riuscì più a guardarla
negli occhi. Ora tremava ogni singola fibra del suo corpo e, a
stento, riusciva a controllarsi. Avrebbe voluto urlare e mandarla a
quel paese. Ma non era da lui, non poteva farlo davanti a tutte
quelle persone.
“Se
per caso lei si innamorasse di Sakura, non la metterebbe in
pericolo?” continuò Nanami, infierendo sulle sue ferite
che bruciavano nuovamente dopo un periodo di assopimento.
Syaoran
non rispose e fece per andarsene, ma Nanami lo seguì.
“Vedo
che non risponde! Allora, forse,è già successo? È
già innamorato?”
Syaoran
la ignorò e continuò a camminare. Ma era così
difficile distrarsi da ciò che gli stava dicendo Nanami. Non
riusciva neanche a capire dove stava andando.
“Ah,
dunque non conferma, ma neanche smentisce! Interessante!”
Esasperato
da quella situazione, Syaoran si fermò di colpo e Nanami,
dietro di lui, andò a sbattergli contro.
“Oh,
che schiena forte e ampia!” commentò lei, ammirata.
“Senta,
si può sapere cosa vuole da me?” sbottò
infastidito.
Nanami
si portò un dito sulle labbra pensierosa; poi lo guardò
maliziosa e Syaoran capì che non era affatto un buon segno.
“Che
ne dice di uscire con me?”
Il
giovane sbattè le palpebre perplesso. Non riusciva a credera a
ciò che aveva appena sentito!
“Eh?”
“Le
sto chiedendo un appuntamento, signor Li.”
“Un
appuntamento? Per quale motivo?”
“Perché
la trovo affascinante e interessante! Per quale altro motivo?”
esclamò lei, ridendo.
Syaoran
ci riflettè su un momento. Non poteva accettare, per nessun
motivo. Ma Nanami sembrò leggergli nella mente.
“So
che non volete far sapere che Sakura è stata minacciata di
morte. Ma, se lei dovesse rifiutare la mia offerta, annuncerò
a tutti questa terribile notizia!”
Syaoran
la guardò, spaventato: “Non lo farebbe mai!”
“Sì,
lo farei eccome! - rispose lei, incrociando le braccia- Sa, in quanto
direttrice di uno dei più famosi negozi di musica di Tokyo, io
conosco molti cantanti. So molti particolari delle loro vite e le mie
informazioni sono ritenute sempre molto attendibili. Quindi qualsiasi
giornale scandalistico sarebbe ben felice di ascoltare e pubblicare
ciò che ho da dire riguardo lei e Sakura! So anche che fra una
settimana circa verrà pubblicato il vostro servizio
fotografico. Secondo lei non sarebbe interessante rivelare a tutti
che quel modello altri non era che la guardia del corpo di Sakura?”
Syaoran
era combattuto: non poteva accettare! Quello era un ricatto bello e
buono. Ma era anche vero che se lei avesse rivelato ciò che
aveva scoperto, Sakura avrebbe avuto ancor più problemi. E in
quel periodo stava già soffrendo a causa delle minacce di
morte e di Hiro.
“Non
posso allontanarmi da Sakura. È la mia protetta!”
“Beh…cosa
sarà mai una sera di libertà? Sono sicura che farà
la cosa migliore per se stesso e per Sakura, ovviamente! So che ha
appena subito una delusione d’amore! Poverina, dopo le minacce,
il tradimento del signor Setsu.”
Perché
doveva essere così crudele? Cosa la spingeva a comportarsi a
quel modo? Era davvero una donna terribile con cui Syaoran non voleva
avere niente a che fare. Ma doveva proteggere Sakura, in qualunque
modo e da qualunque cosa le arrecasse dolore. Perciò sospirò.
“D'accordo,
ha vinto lei!”
Nanami
sorrise vittoriosa: “Una saggia decisione, signor Li, davvero.
Mi complimento con lei! Allora passi da me lunedì sera per le
20. Le preparerò una cena con i fiocchi! Tenga, questo è
il mio indirizzo!”
Nanami
gli porse un biglietto da visita e Syaoran lo afferrò con poco
garbo, rassegnato e per nulla entusiasta.
In
che guaio si era cacciato?
Dannato
lui e la sua incapacità a nascondere i suoi sentimenti!
*****
Sakura
cantò un paio di canzoni, di cui una era Wish. La cantò
come la prima volta che Syaoran l’aveva ascoltata: piena di
gioia e vitalità, con tutta la passione che aveva per la
musica. Il pubblico rimase come al solito affascinato, e anche
Syaoran rimase colpito. Sakura era davvero incredibile! Fino alla
sera prima piangeva disperata e soffriva fortemente per colpa di
Hiro; in quel momento invece sembrava non aver mai avuto alcuna
difficoltà. Aveva una grande capacità di ripresa…una
cosa che lui le invidiava molto.
“Grazie, Li!”
disse Tomoyo, affiancandolo.
Syaoran
le rivolse uno sguardo, sorpreso: “Per cosa?”
“Per
averla consolata!”
“Non
ho fatto poi molto!”
“Come
no! Prima Sakura mi ha raccontato che ieri sera le sei stato accanto,
mentre lei piangeva e si sfogava!”
“Sì,
ma…non ho fatto altro che starle accanto e ascoltarla!”
“Non
è vero, l'hai consolata e aperto gli occhi. So che per te può
sembrare una cosa da nulla, ma è stato così importante
quello che hai fatto. Sai, Sakura non è una ragazza che ha
bisogno di grandi gesti! Anche solo un abbraccio o un sorriso per lei
contano molto. Basta questo per farla stare meglio!”
“Così
pare...”
Syaoran
tornò a guardare Sakura, che ora sorrideva, firmando autografi
e posando insieme ai suoi fan
per delle foto ricordo.
Il suo cuore compì una nuova e piacevola capriola e lui si
sentì come in trappola. Era stata Sakura a costruire
lentamente quella trappola intorno a lui…la più dolce
delle trappole, a cui Syaoran non voleva sottrarsi. Non c’era
via d’uscita, era sempre più innamorato di lei! E anche
se ci fosse stata una via d’uscita, lui non se ne sarebbe
servito. Voleva continuare a vivere quel sentimento, quell’emozione
perfetta e unica, che si prova solo una o due volte nella vita. Non
voleva disinnamorarsi di lei, ma non poteva neanche confessarle i
suoi sentimenti. Sakura sarebbe stata in pericolo di vita insieme a
lui.
In
quel momento fu riportato bruscamente alla realtà dall’arrivo
di Nanami.
“Allora,
mi sembra che sia andato tutto bene!”
“Sì,
è così!” commentò Tomoyo.
“Io
ora devo andare, ho un impegno urgente. Mi raccomando, signor Li, non
si dimentichi del nostro appuntamento di lunedì!”
Syaoran
annuì, precipitando da un paradiso di purezza e perfezione a
un inferno di crudeltà e cupidigia.
Allora
non se l’era solo immaginato: aveva davvero un appuntamento con
quella donna. Un appuntamento che aveva un qualcosa di deprimente,
soprattutto perché aveva dovuto accettare in seguito a un
ricatto.
Quando
Nanami sparì dalla loro vista, Tomoyo gli rivolse uno sguardo
letteralmente sconvolto.
“Hai
un appuntamento con Nanami Tanaka?” esclamò lei.
“Non
è stata una mia idea!!”
“Sì,
va bene, ma io credevo che…”
Tomoyo
si interruppe e Syaoran la guardò, chiedendosi cosa credesse
Daidoji di lui.
“Cosa?”
“Beh,
non ti arrabbiare, ma pensavo che...fossi innamorato di Sakura…”
Improvvisamente
Syaoran si sentì più sollevato. Ora sapeva di
condividere il suo segreto con un’altra persona e ciò
rendeva tutto più leggero. Perciò sorrise vagamente.
Non aveva alcuna intenzione di negare.
“Sei
brava a leggere dentro le persone, eh?”
Tomoyo
tenne lo sguardo fisso su di lui: “Che ci posso fare? È
la mia dote naturale. Tutti ne abbiamo almeno una!”
“Già!
Allora...non hai detto nulla a Sakura, vero?”
“No,
figurati. Non sa nulla! Non riuscirebbe a capirlo neanche da sola!”
“Bene.
Ti prego di non dirle niente!”
“Come
mai?”
“Semplicemente...non
è il momento giusto...”
“Ok,
farò come desideri! Ma perchè tu hai accettato questo
appuntamento?”
“Non
posso dirtelo. Promettimi solo che quella sera resterai in camera con
lei per tutta la notte!”
Tomoyo
lo guardò, dispiaciuta, e annuì: “Sì, non
preoccuparti! Ci penso io a lei!”
“Grazie!”
In
quel momento Syaoran si accorse che Sakura era stata circondata ed
era stata sottratta alla sua vista da una calca di fan, più
impazienti di tutti gli altri.
“Che
succede?” domandò Tomoyo, preoccupata.
“Non
lo so, ma non va bene!”
E,
così dicendo, Syaoran cominciò a correre verso la calca
: riuscì subito a intravedere i due agenti in borghese accanto
a Sakura che cercavano di allontanarla. Ma qualcosa, anzi qualcuno,
la trattenne per un braccio con forza. Era un giovane ragazzo
piuttosto gracilino, ma aveva un paio di forbici ben appuntite in
mano.
“Syaoran!”
Sakura
urlò il suo nome a gran voce e Syaoran, con tutte le sue
forze, riuscì ad arrivare al centro della calca. L’uomo
che stava trattenendo con la forza Sakura non era Koichi,
fortunatamente. Ma non si stava comportando bene. Da ciò che
farneticava il fanatico, Syaoran intuì che desiderava a tutti
i costi una ciocca di capelli di Sakura come ricordo e ovviamente lei
non aveva gradito la richiesta. Così aveva cominciato a dare
di matto, trattenendola con forza e sbraitando che non se ne sarebbe
andato senza una sua ciocca di capelli.
Syaoran
lo afferrò subito per la collottola, riuscendo a fargli
allentare la presa su Sakura e sul pericoloso paio di forbici, che
gli cadde di mano. Poi lo gettò a terra e raggiunse subito la
sua protetta, circondandole le spalle con un braccio e attirandola a
sè.
“Voi
occupatevi di lui!” ordinò Syaoran ai due agenti,
indicando l’uomo a terra.
Detto
questo, trascinò Sakura lontano dai suoi fan, che, nel
frattempo, avevano cominciato a protestare sonoramente.
“Stai
bene?” le chiese lui, continuando a camminare.
“Sì!
Però…mi sono un po’ spaventata, non me
l'aspettavo...”
“Essendo
una cantante cosi di successo, dovresti sapere dell’esistenza
di certi fanatici che farebbero di tutto per vederti o averti…”
“Fino
ad adesso nessuno mi aveva chiesto una ciocca di capelli come
cimelio. Neanche fossi morta!” commentò Sakura.
“Oh,
per carità, Sakura. Non dirlo neanche per sogno!”
esclamò lui, decisamente contrariato.
“Hai
ragione, scusa. È stata una battuta di cattivo gusto!”
Quando
raggiunsero Tomoyo, la ragazza emise un sospiro di sollievo e la
abbracciò.
“Sakura,
per fortuna! Che spavento mi hai fatto prendere!”
Sakura
le rivolse uno sguardo offesa: “Io non ho fatto proprio nulla!!
E' stato quel ragazzo!! Voleva prendersi una ciocca dei miei
capelli!”
“Davvero?”
“Sì,
si era portato anche le forbici! Possibile che esistano ammiratori
così fanatici?”
“E'
possibile! Te l'ho detto anche ieri sera!” intervenne Syaoran.
“Mah,
chissà cosa gli è saltato in testa...pretendere una
ciocca di capelli!”
“I
capelli sono assai importanti.- esclamò Tomoyo- Baciarli o
portarne con sé una ciocca è segno di adorazione!”
“Adorazione?”
ripetè Sakura, perplessa.
“Sì,
esatto! Evidentemente quel ragazzo era sì un fanatico assai
pericoloso, ma ti adorava come una dea!”
“Non
so se questa sia una cosa positiva!”
“Beh,
lo sarebbe stato se anche tu avessi ricambiato i suoi sentimenti.
Nell'Ottocento era piuttosto comune per un uomo portare con sé
una ciocca di capelli della propria amata. Solitamente l'uomo
chiedeva il permesso di poterli tagliare e la donna acconsentiva se
ricambiava l'affetto! Alcuni lo considerano un comportamento da
feticisti, ma quando è fatto davvero con amore allora non ci
vedo nulla di sbagliato!”
“Sì,
hai ragione. Hiro non mi ha mai chiesto qualcosa del genere!”
disse lei, pensierosa.
“Hiro
non ti amava veramente!” commentò Tomoyo.
Sakura
annuì, con un velo di nostalgia nello sguardo. Syaoran decise
perciò di cambiare argomento.
“Scusate,
ritengo pericoloso sostare ulteriormente in questo negozio. Vogliamo
andare?”
“Certamente!”
Si
avviarono verso il camerino di Sakura. Syaoran la guardò
camminare davanti a lui e il suo sguardo si soffermò sui suoi
capelli, mentre ripensava alle parole di Tomoyo. Probabilmente
portare sempre con sé qualcosa che appartenesse a Sakura, lo
avrebbe aiutato definitivamente con il problema degli incubi.
A
quel pensiero, però, Syaoran arrossì. Non avrebbe mai
avuto il coraggio di chiederle una cosa simile. Per quanto ingenua,
sicuramente Sakura avrebbe capito ciò che aveva cominciato a
provare per lei e, magari, ne sarebbe rimasta turbata, tanto da
allontanarlo.
Eppure...
Syaoran non potè fare a meno di chiedersi se Sakura avrebbe
mai potuto ricambiare i suoi sentimenti, anche solo in parte. Non che
poi avrebbero potuto vivere tranquillamente la loro storia come una
normale coppia. Ma sapere solo che lei era disposta a provare un
piccolo sentimento d'amore per lui, sarebbe stato appagante. Sì,
gli sarebbe bastato solo quello per andare avanti
Prossimo
capitolo:
“Date”
Bene,
nuovo capitolo! Allora, credo che per almeno una settimana non potrò
più aggiornare...impegni universitari...-.- sigh Chissà
cosa combinerà nel prossimo capitolo Syaoran, eh?? ^_^
Ringraziamenti...
mamogirl:
grazie per la recensione “seria”...ahaha ^o^ sono
contenta che sia riuscita a capire quello che volevo dire nello
scorso capitolo! In fondo anche per me la musica, il mio
clarinetto, è un bellissimo sfogo di cui non farei mai a
meno! *.* comunque, alla prossima recensione...ihihihih
laurettachan:
grazie mille per la gentile recensione! Certo, il bacio ci stava
bene, ma non è ancora il momento, non credi? ^_^ magari prima
o poi arriverà, chissà!!! ehehe!! com'è che odi
la povera Haiko? A me piace molto come personaggio, ma forse perchè
so già la sua storia!! ^_^ intanto, spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto!!
paperella96:grazie
per la recensione. Che ne dici, il signore ha già illuminato
Sakura? Mmm...ho i miei dubbi!! vedremo se rinsavisce nel prossimo,
eh? Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
A
presto
kia85
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Capitolo 9 *** Date ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
8: “Date”
La
settimana passò anche troppo velocemente, almeno per Syaoran.
Il lunedì mattina cominciò a sentirsi agitato per
l’appuntamento della sera con Nanami Tanaka. Non tanto per
l’appuntamento in sè, quanto per quello che avrebbe
dovuto dire a Sakura per giustificare la sua assenza. Doveva dirle la
verità oppure mentirle? Non voleva mentirle perchè non
era capace di farlo: glielo si leggeva negli occhi quando mentiva.
Haiko glielo diceva sempre: “Non
è nella tua natura mentire, Syaoran...sei troppo onesto per
farlo...”
Ma,
d'altra parte, Syaoran aveva anche paura di informare Sakura
dell'appuntamento. Come avrebbe reagito? Ne sarebbe stata felice?
Oppure sarebbe stata contraria? O ancora…gelosa?
Ma
no! Che andava pensando? Sakura non sarebbe mai stata gelosa di lui,
perchè per lei era solo un amico, come gli aveva detto tante
volte.
Invece
lui…Sakura non lo sapeva e forse non l’avrebbe mai
saputo, ma lui era già suo… anima e corpo...
E,
probabilmente, proprio per quanto importante fosse lei per Syaoran,
il giovane decise di dirle solo la verità.
Quella
mattina Sakura aveva deciso di passare l’intera giornata in
camera sua a riposarsi. La sera prima Sakura aveva donato tutta se
stessa sul palco, durante il concerto. Era piena di vitalità e
passione e aveva dato l'impressione di volersi riscattare per la
performance non brillante dello scorso concerto. Infatti quando il
concerto terminò e Sakura lo raggiunse, era talmente esausta
da sembrare proprio sul punto di svenire. E Syaoran la sostenne fino
in camera sua. Quindi quella mattina Sakura sarebbe stata da sola e
tranquilla. Quale momento migliore per comunicarle la notizia?
Perciò
Syaoran recuperò tutto il suo coraggio e uscì dalla sua
camera. Bussò per due volte alla porta di Sakura. La giovane
rockstar impiegò qualche minuto ad aprire la porta.
“Oh,
buongiorno, Syaoran!” disse lei, lievemente assonnata.
Syaoran
le rivolse uno sguardo preoccupato:“Buongiorno. Stai bene?”
“Si…-
disse lei, sbadigliando-…scusa!”
“Stavi
dormendo per caso?”
Sakura
annuì, stroppicciandosi un occhio: in effetti i capelli non
erano perfettamente pettinati e lei indossava ancora il pigiama.
“Mi
dispiace di averti svegliata!”
“Non
ti preoccupare! Sono quasi le dieci. Era anche ora che mi
svegliassi!” esclamò Sakura, con un sorriso sincero, ma
assonnato.
“Facciamo
così: passo più tardi!”
Syaoran
fece per andarsene, ma la mano esile di Sakura trattenne la sua e
quando lui si voltò, vide sul suo volto un lieve rossore e
un’espressione sorpresa, come se fosse stato un gesto
involontario.
“Aspetta…-
gli disse lei, in un sussurro-…dai, vieni. Entra.”
Syaoran
esitò un istante, fissando le loro mani unite: era una visione
da batticuore, la sua mano in quella di Sakura. Erano perfettamente
combacianti, come se fossero state create per stare insieme. Poi
Syaoran si accorse di essersi incantato e, per destarsi dai suoi
pensieri, annuì vigorosamente. Cosi Sakura lo trascinò
dentro la sua camera. Syaoran si accomodò sul divano e Sakura
si sedette accanto a lui.
“Allora,
hai dormito bene?” le chiese Syaoran.
“Si,
molto!” rispose lei, stiracchiandosi.
“Ottimo.
Ieri sera eri molto esausta. Mi hai fatto preoccupare!”
Sakura
lo guardò e Syaoran sentì una stretta alla bocca dello
stomaco. Quei suoi occhi verde giada avevano uno strano effetto su di
lui. Lo mandavano in confusione, lo trascinavano in un’altra
dimensione, gli facevano dimenticare quello che stava dicendo.
“Non
devi preoccuparti, ora sto bene. Ti ringrazio, Syaoran. Sei il mio
angelo custode!” gli disse lei, con un sorriso.
“Di…niente!”
“Allora,
Syaoran, hai la faccia di uno che deve dirmi qualcosa di importante!”
esclamò lei, appoggiando la schiena al divano.
“Effettivamente…do-dovrei
dirti una cosa…” disse lui, balbettando improvvisamente.
“Cosa?”
Syaoran
chinò il capo e le guardò le mani appoggiate sulle
ginocchia. Appoggiò cosi le sue mani sopra quelle di Sakura.
“Devi
promettermi che stasera rimarrai chiusa in camera con Tomoyo!”
Sakura
lo guardò perplessa e divertita: “Perchè?”
“Beh…devo
allontanarmi da te per poche ore…”
Le
parole di Syaoran ebbero uno strano effetto su Sakura: divenne
quasi…ansiosa…
“Come?
Cosa devi fare?”
“Ho
un appuntamento!”
L’espressione
di Sakura non poteva essere più sorpresa: “Con chi?”
“Con
Nanami Tanaka!”
“La
direttrice del negozio di dischi?!”
Syaoran
annuì e Sakura scattò in piedi, lasciando le mani di
Syaoran.
“Ma,
ma perché?- continuò lei, iniziando a camminare avanti
e indietro nervosamente- Voglio dire…ti piace?”
Syaoran
fece spallucce: “Non saprei…”
La
sua risposta sembrò innervosire ancora di più Sakura.
“Come
non lo sai? No, non è normale! Non puoi uscire con una ragazza
e non sapere se ti piace oppure no! Insomma, fino a prova contraria,
quando si esce con una persona dobbiamo essere sicuri che quella
persona almeno ci piaccia!”
Sakura
continuava a straparlare e Syaoran la fissava sbalordito. Non
riusciva a capire cosa le stesse accadendo. Perché reagiva a
quel modo? Cosa aveva determinato quel suo scatto improvviso?
Perciò
Syaoran si alzò subito in piedi e le si avvicinò. Poi,
di colpo, le afferrò un polso, costringendola a fermarsi.
Sakura lo guardò sorpresa e smise di parlare, continuando ad
ansimare.
“Perché
stai reagendo così?” le chiese, fissandola negli occhi
con serietà.
Lei
chinò il capo, imbarazzata: “N-non…saprei…io
ho reagito così…d’istinto… Non ho mai
pensato a te sotto questo punto di vista e...inoltre, pensavo fossi
fidanzato...”
“Per
quale motivo?”
“Beh,
per la foto che ho visto l'altro giorno in camera tua, quella in cui
eri insieme a quella bella ragazza!”
Ricordando
il giorno in cui Sakura aveva visto la foto di Haiko, Syaoran si
incupì tutto ad un tratto e lasciò la presa del suo
polso.
“Lei...non
è più la mia fidanzata...”
“Ah...scusa...non
lo sapevo...”
“Appunto,
non lo sapevi. Non devi preoccuparti per me!” esclamò
lui, voltandosi di lato.
Ma
Sakura corse a posizionarsi di nuovo davanti a lui, guardandolo
ansiosa.
“Perchè
non devo preoccuparmi per te? Siamo amici, è normale e,
ultimamente, è più forte di me!”
Syaoran
non disse nulla e lo sguardo smeraldino di Sakura si posò sul
suo petto, così come l’altra mano di Sakura. E nel punto
in cui lei lo stava toccando per Syaoran fu come se fosse divampato
un incendio.
“Vorrei
che tu fossi felice, Syaoran…perché sento che qui
dentro c’è molta tristezza da troppo tempo. Non so cosa
l' abbia provocata e spero che un giorno vorrai condividere le tue
sofferenze insieme a me. Ma non potrai essere felice con lei…non
è adatta a te…”
Syaoran
si accorse di avere il respiro corto e cercò di calmarsi.
“Allora,
chi sarebbe la ragazza adatta a me?” domandò poi,
curioso.
Sakura
arrossì e guardò da un’altra parte: “Non
so, una più dolce, che abbia davvero bisogno di te. Nanami non
mi da questa impressione!”
Syaoran
sospirò e sorrise quasi divertito: probabilmente la sua
ingenuità cominciava a diminuire.
“Facciamo
così: io stasera esco lo stesso e tu, semmai dovessi trovare
una ragazza adatta a me, potresti presentarmela!”
Sakura
annuì poco convinta. Chissà se era davvero gelosa di
lui, anche solo un pochino…
Per
Syaoran sarebbe stato davvero stupendo.
*****
Alle
20 precise Syaoran era davanti al cancello dell’abitazione di
Nanami Tanaka. La zona era piuttosto raffinata: le ville erano grandi
e molto belle, in stile occidentale. I viali erano costeggiati da
bellissimi ciliegi, alcuni dei quali ancora in fiore. Di fronte alla
casa di Nanami c'era un bellissimo parco verdeggiante con aiuole
fiorite.
Syaoran
guardò il cielo che volgeva al tramonto: non prometteva niente
di buono, nubi nere incombevano pericolosamente. Sospirando, il
giovane si esortò a suonare il campanello: prima faceva questa
cosa, prima era libero di tornare a casa, da Sakura. Quando pochi
minuti prima Syaoran era andato in camera sua per controllare che ci
fosse Tomoyo, Sakura lo guardò come se volesse implorarlo di
non andare da Nanami. Ma lei non sapeva che lui era costretto ad
andare.Così avvicinò il dito al pulsante del citofono e
suonò.
Pochi
istanti dopo si ritrovò nella casa di Nanami.
“Sono
contenta che tu sia venuto. È stata sicuramente la scelta
migliore!” gli disse lei.
Indossava
un abito nero semplice che le arrivava al ginocchio, con un
coprispalle leggero, i capelli erano boccolosi e particolarmente
lucenti. Sì, era carina, ma non sarebbe mai stata il suo tipo.
“Preferirei
non parlare delle modalità di questo appuntamento!”
“Sì,
non è stato molto romantico, lo so...”
“Romantico
non è proprio la parola adatta! Credo che...sì, ricatto
sia molto più adeguato!”
Nanami
ridacchiò divertita: “Oh, suvvia. Diciamo che abbiamo
negoziato e con qualche difficoltà siamo arrivati a una
soluzione!”
“Che
ne dici di smettere di parlare di questa cosa e passare ad altro?”
“Bene,
allora...- esclamò lei, ammirata-…vuoi passare subito
al dunque, eh?”
“Vorrei
almeno far finta che sia una serata normale!”
“Sì,
certo! Vieni pure di qua! Ho preparato una cena con i fiocchi!”
Per
quanto odiasse stare lì, Syaoran cercò per tutta la
sera di essere se stesso, di essere gentile e cordiale, sebbene
quella donna non avesse alcun effetto su di lui. E tutto sommato lei
gradì la sua compagnia e Syaoran mangiò pietanze molto
buone: salmone affumicato con alghe, ravioli giapponesi e tempura di
pesce.
“Complimenti
per l'ottima cena!” esclamò Syaoran.
Nanami
gli sorrise: “Grazie!”
“Hai
cucinato tutto tu?”
“Sì,
modestamente me la cavo. Mi piace, lo trovo rilassante!”
“Sono
d'accordo, anche a me piace cucinare!”
“Io
ho imparato da mio padre, lui era un cuoco eccellente e la sua
specialità era la tempura di gamberi!”
“Davvero
deliziosa...” commentò Syaoran.
“Esatto.
Ne vuoi ancora?”
Syaoran
scosse il capo: “Oh, no, grazie...sono arrivato al limite!”
“Beh,
mi dispiace, ma dovresti ritagliarti un piccolo spazio per il
dessert!”
“Direi
che si può fare, per il dessert questo e altro!”
Nanami
rise, poi si alzò e sparì in cucina. Syaoran sospirò
e guardò l'orologio: erano già le 22. Fuori, in
lontananza, si vedevano lampi accecanti, seguiti da tuoni che
annunciavano un violento temporale.
“Eccoci
qui!”
Il
dessert consisteva ne...i classici sakura mochi!! Graziose polpettine
rosate di riso, avvolte in foglie di ciliegio, ripiene di pasta di
fagioli rossi. Il che riportò velocemente i suoi pensieri
alla sua giovane protetta: chissà cosa stava combinando
Sakura, se era tutto a posto, se stava bene...
Syaoran
sentiva la sua mancanza e non gradì particolarmente la scelta
di Nanami: la trovava inappropriata. Lei, probabilmente, se ne
accorse.
“Il
dessert non è di tuo gradimento?” domandò Nanami,
sorpresa.
Syaoran
appoggiò le bacchette sul tavolo e la guardò: “Cosa
significa questo?”
“Niente!”
“Oh,
per favore! Non fare finta di non capire!”
“D'accordo,
d'accordo! Rilassati! Sapendo che eri venuto qui controvoglia, ho
pensato di fare qualcosa che ti ricordasse lei. Magari ti avrebbe
aiutato a lasciarti andare!”
“Non
ci contare. Io ho sempre il controllo della situazione!”
Nanami
gli sorrise, maliziosa. Poi si alzò e si avvicinò a
lui.
“Sei
sicuro?”
“Certo!”
Nanami
gli scompigliò i capelli, accarezzandogli il collo.
“Io
penso invece, che qui sia io ad avere il controllo della situazione.
In fondo ti ho convinto ad accettare il mio invito. E ora che sei
qui, non te ne andrai finchè non te lo dirò io!”
Syaoran,
stufo di quella situazione, scattò in piedi. Non sarebbe
rimasto un solo secondo in più in quella casa.
“Hai
per caso intenzione di sequestrarmi? Lo sai che è illegale?”
“No,
ma tu sai bene che se non resti qui stanotte, sarò costretta a
spifferare a tutti cosa sei veramente per Sakura e quale grande
pericolo la minaccia!”
“Sei
proprio senza cuore! Non resterò qui stanotte!”
Syaoran
fece per andarsene, ma Nanami lo trattenne.
“Non
hai sentito quello che ho detto? Se adesso te ne vai, la prima cosa
che farò sarà telefonare a un mio caro amico che lavora
per un noto quotidiano...Sono sicura che faranno di tutto per
pubblicare questa cosa già domani!”
Syaoran
le rivolse uno sguardo disgustato e si liberò dalla presa di
Nanami.
“Bene,
fai pure! Non importa!”
“Non
pensi che in questo modo Sakura avrà più problemi?”
“Sì,
ma io la proteggerò, a qualunque costo. Soffrirebbe se sapesse
che mi sono venduto per mantenere il segreto su di lei e non voglio
che soffra. Vorrei vedere sempre il sorriso sul suo viso. È la
cosa più bella che abbia mai visto! Perciò dillo pure a
chi vuoi! Non importa, affronterò insieme a lei le difficoltà
che seguiranno la rivelazione!”
Nanami
lo guardò attentamente: sembrava parecchio infastidita. Così
si avvicinò a lui e la sua mano si appoggiò sul petto
di Syaoran proprio dove l’aveva toccato Sakura.
“Nessuno
mi ha mai detto di no. Ma ti do un'ultima occasione!”
Syaoran
appoggiò una mano sopra quella della donna. Era incredibile
come il tocco di Nanami fosse così differente da quello di
Sakura: la mano della sua protetta era più delicata, l’aveva
solo sfiorato, ma gli aveva fatto provare un’emozione così
travolgente che a confronto il gesto di Nanami era come inesistente.
Perciò afferrò la mano di Nanami e la allontanò.
“Bene!
Addio!”
Syaoran
le voltò le spalle e si avviò verso la porta.
“Aspetta!
Torna indietro, Li! Non puoi lasciarmi così!”
Ma
Syaoran non la ascoltò e uscì dalla casa. Diluviava e
la pioggia fitta rendeva difficile la visione per strada. Voleva
tornare il più presto possibile da Sakura, dal suo sguardo
gentile, dal suo sorriso dolce. Voleva tornare a casa. Quando
raggiunse l'auto prese le chiavi e aprì la portiera. E in quel
preciso istante uno strano rumore richiamò la sua attenzione.
Era come un pianto debole, ma acuto. Incuriosito, Syaoran si guardò
intorno, ma non vide nulla di strano, non c'era nessuno. Poi
finalmente scorse una macchia nera sotto un lampione. Sempre più
curioso, Syaoran si avvicinò cercando di non fare movimenti
bruschi. Quando giunse accanto al lampione, guardò per terra:
lì, giaceva un bellissimo gatto nero, dal pelo lucido e ormai
zuppo d'acqua. Era evidentemente morto e Syaoran si inginocchiò
per accertarsene. Così facendo, scoprì, sotto una delle
zampe anteriori, la presenza di un altro micio nero, vivo: era
denutrito, fradicio, aveva due occhi azzurri come il cielo, mentre la
coda mancava totalmente, consisteva solo in un piccolo abbozzo. Era
un vero splendore! Probabilmente era il figlio della gatta morta.
Così avvicinò lentamente una mano al piccino, che non
si ritrasse, e lo prese tra le braccia, accorgendosi di un ciuffetto
bianco sulla punta della coda e uno appena sopra il nasino. Tremava
in modo incontrollabile e il suo cuoricino batteva troppo
velocemente. Nonostante anche Syaoran fosse fradicio, il giovane aprì
la sua giacca e coprì il micio, cercando di scaldarlo con il
corpo. Non sapeva cosa fare, ma certamente non poteva lasciare quella
povera creatura lì. Aveva perso la figura più
importante della sua vita e non se ne voleva separare. Era rimasto
accanto a lei, cercando ancora le sue cure e il suo calore. Ma lei
non poteva più donargli ciò di cui aveva bisogno perchè
se n'era andata. In un certo senso, quel gattino debole e spaventato
era come Syaoran dopo la morte di Haiko. E quel pensiero lo aiutò
a capire a chi affidare il micio.
“Non
preoccuparti...ti porto da qualcuno che ti darà tutto ciò
di cui hai bisogno, una casa e il suo amore!”
Si
tolse definitivamente la giacca e la avvolse attorno al gattino. Poi
lo portò in macchina, sistemandolo sul sedile posteriore. Ma
prima di andare via, portò la madre del micio nel boschetto
vicino e la coprì con foglie e tutto ciò che riuscì
a trovare.
Tranquilla,
il tuo piccolo sarà in buone mani...
Tornato
in auto, la mise in moto e partì. Prima di tornare in albergo,
decise che era necessario fermarsi in un supermercato notturno per
poter comprare qualcosa di utile al nuovo ospite dell'albergo. Il
micio sembrava essersi calmato, non piangeva più, ma non si
era addormentato. Probabilmente era ancora piuttosto agitato per la
morte della madre, come era comprensibile. Per distrarlo un po'
decise di accendere la radio e abbassò il volume al minimo. Il
deejay disse che erano quasi le 23. Aveva passato quasi tre ore con
quell’arpia che voleva mettere le sue grinfie su di lui. Ma lui
l'aveva rifiutata, ben conscio delle conseguenze che quel rifiuto
avrebbe causato. E non aveva alcun rimpianto perchè sapeva che
aveva fatto la cosa più giusta, per lui e per Sakura. Non
aveva paura di ciò che sarebbe successo il giorno dopo, lo
avrebbe affrontato insieme a Sakura. Ora era lei la sua unica e
meravigliosa forza.
La
voce del deejay alla radio catturò la sua attenzione: nel suo
programma gli ascoltatori potevano chiamare e chiedere una canzone.
“Bene!
Passiamo alla prossima telefonata! Pronto? Chi parla?”
“Buonasera,
Mick, mi chiamo Keiko!”
“Ciao,
Keiko! Quanti anni hai e da dove chiami?”
“Ho
25 anni e chiamo da Osaka!”
“Allora,
dimmi, qual è la canzone che vorresti ascoltare?”
“Bleeding
heart di Sakura!”
“Ah,
la dolce Sakura. Posso chiederti il motivo?”
“Sono
stata al suo concerto ieri sera e quando ha cantato questa
canzone…non so, mi sono commossa. È stata bravissima! E
poi il testo mi ha molto colpita. Sai, sto uscendo da una relazione
importante…”
“Mi
dispiace, Keiko. Allora cercheremo di curare il tuo cuore sanguinante
con la voce di Sakura. Buon ascolto!”
Syaoran
alzò di poco il volume: voleva che la voce di Sakura riempisse
l’abitacolo dell’auto, per fargli compagnia durante il
viaggio, oltre al micio ovviamente.
“Quietly
close your eyes Turn the lock with an unseen hand In your
dreams there's nothing you can't do Light falls the same on
desert and city”
Tutto d'un tratto,
Syaoran capì che non odiava più la musica, anzi, adesso
amava ascoltare la voce di Sakura che cantava così dolcemente
e piena di sentimento. Sorrise: aveva anche alzato il volume! Era
davvero guarito dalla sua melofobia.
“Bleeding
heart You don't know anything Petals so bright they bring
tears to your eyes Are always waiting Somewhere your heart
can't reach Love that strong and innocent loneliness Your
bleeding heart Just head for the sky Until you bloom”
Chissà se Sakura
avesse potuto guarire il suo cuore ferito, con i suoi sorrisi, i suoi
sguardi, le sue risate… Sicuramente sarebbe riuscita a farlo
stare meglio…sì… Era così piena di vita e
calore che avrebbe contagiato pure lui. E lui voleva esserne
contagiato più di qualunque altra cosa!
“The
only meaning of those words
you were able to string
together Will someday change Like an anagram the world You
awaken to tomorrow Will be filled with light”
Se solo lui avesse avuto
il coraggio di aprirle il suo cuore. Ma sapeva che non sarebbe mai
successo, non avrebbe mai compiuto lui per primo quel passo, perché
così facendo Sakura sarebbe stata ancor più in pericolo
di vita. Invece il suo compito primario era la sua protezione!
“Bleeding
heart There's nothing to fear The color of sorrow is still
the same The petals are waiting in your heart For the signal
to begin you're the only one who will recognize that sign Your
bleeding heart Just smiling Until you bloom”
Eppure quella canzone e
la voce melodiosa di Sakura riuscivano a infondergli in quel momento
di sconforto una speranza, piccola ma pur sempre presente dentro di
lui. Magari un giorno, chissà quanto lontano, Syaoran avrebbe
ricominciato davvero a vivere insieme a Sakura.
*****
Prima di entrare in
albergo, Syaoran avvolse bene il micio nella sua giacca, riuscendo in
qualche modo a nasconderlo senza per forza soffocarlo. Ancora non
sapeva se i dirigenti dell'albergo avrebbero permesso la presenza di
un gattino. Per fortuna il piccolo felino era talmente tranquillo che
nessuno si sarebbe accorto della sua presenza.
Infatti, Syaoran entrò
nella hall dell'albergo: in un braccio aveva il micio, con l'altra
mano teneva la busta contenente cibo, lettiera e sabbia per il
piccolo felino. Salutò frettolosamente il receptionist,
augurandogli la buonanotte, e filò dritto verso l'ascensore.
Non appena arrivarono all'ultimo piano, Syaoran sospirò.
“Allora,
ce l'abbiamo fatta, eh, piccolino?” chiese, accarezzandogli la
testolina con un dito.
Il micio sembrò
gradire e alzò il capo, per avvicinarsi al suo dito. Syaoran
sorrise e poi raggiunse la porta della stanza di Sakura, bussando
lievemente. Probabilmente Sakura e Tomoyo stavano già
dormendo.
Non dovette aspettare
molto, perchè udì subito dei passi affrettati e la
porta si spalancò.
“Syaoran!”
esclamò Sakura, abbracciandolo all'improvviso.
Syaoran non se
l'aspettava, ma gradì quell'abbraccio. Lui era zuppo d'acqua e
quel gesto sembrò riscaldarlo con dolcezza.
Sakura, che si rese conto
solo in seguito del suo gesto, si allontanò immediatamente da
lui e chinò il capo, arrossendo.
“Scusa....Syaoran...non
capisco cosa mi sia preso...”
Syaoran sorrise,
vedendola così imbarazzata: “Non fa niente, non
preoccuparti!”
“Ero
un po' preoccupata per te. Fuori diluviava e avevo paura che ti
succedesse qualcosa di brutto!”
“Come
vedi, sto bene!”
Sakura alzò lo
sguardo verso di lui e notò che era tutto bagnato.
“Sì,
ma...sei tutto fradicio! Dai, entra, ti do un'asciugamano!”
Syaoran non se lo fece
ripetere due volte e la seguì. Lei sparì nel bagno e
lui si sedette sul divano, tenendo il micio sulle gambe. Sakura era
così preoccupata per lui, che non si era ancora accorta del
gattino.
La ragazza tornò
subito con una grande asciugamano e si inginocchiò davanti a
lui: gli coprì il capo con il telo e iniziò ad
asciugargli i capelli.
“Oh,
sei proprio zuppo!” esclamò lei, ridacchiando.
“Non
avevo l'ombrello!”
“E
come è andata la cena?” domandò Sakura, provando
a celare la sua immensa curiosità.
“Avevi
ragione. Non è adatta a me!”
Sakura si fermò e
lo guardò negli occhi: “Davvero?”
“Sì!”
“Mi...mi
dispiace!”
“Beh,
non fa niente, non ci tenevo particolarmente. Ho solo provato!”
“Allora,
meglio così!”
Syaoran le sorrise e in
quel momento il gattino miagolò, quasi volesse catturare la
sua attenzione.
“Cos'è
stato?” domandò Sakura.
“Ah,
già, ti ho portato una sorpresa!”
Syaoran tolse il micio
dalla giacca e lo porse a Sakura, i cui occhi si illuminarono di
gioia e di sorpresa.
“Oh,
che amore!”
Sakura lo prese tra le
braccia, guardandolo teneramente.
“L'ho
trovato vicino all'auto. La madre è morta, probabilmente
investita da qualcuno, e lui era accanto a lei, miagolando per
chiedere aiuto. Era talmente piccolo e indifeso che non potevo
abbandonarlo a se stesso!”
“Hai
fatto bene. Ma guardalo, è anche lui bagnato come un pulcino.
Dammi l'asciugamano!”
Syaoran, divertito, le
passò l'asciugamano: era passato in secondo piano tra le sue
attenzioni, ma era giusto così. Il gattino era piccolo e
denutrito, mentre lui era grande e forte. Così guardò
interessato Sakura, mentre asciugava il piccolo e lo stringeva tra le
braccia, per scaldarlo con il suo corpo.
“Ma
non ha la coda!- esclamò Sakura, all'improvviso- Se la sarà
tagliata in un incidente?”
“Non
credo, anche la madre era così. Credo sia proprio un bobtail
giapponese!”(ndA:
razza giapponese la cui caratteristica principale è proprio la
mancanza della coda. Esistono diverse colorazioni di pelo.)
“E'
vero, potrebbe davvero essere un bobtail. Un meraviglioso Maneki Neko
in carne e ossa. nero come il carbone!” (ndA:
il maneki neko è la famosa statuetta di gattino con la
zampetta alzata, simbolo di fortuna. Il classico maneki neko
rappresenta proprio un bobtail giapponese bianco con chiazze
marroncine e nere)
“Senti,
gli ho preso anche qualcosa per stasera!” affermò
Syaoran, mostrandole il contenuto della busta.
“Che
premuroso, Syaoran!! Sono contenta che ti sia affezionato a questo
gattino. Lo terrai?”
Syaoran ridacchiò:
“Ma, Sakura, io avevo intenzione di darlo a te. Sei la più
adatta per dargli ciò di cui ha bisogno!”
Sakura fu piuttosto
sorpresa dalle sue parole: “Volevi darlo a me?”
“Certo.
Lui ha bisogno non solo di un posto dove stare, ma anche di qualcuno
che sappia dargli l'amore necessario. E tu ne hai così tanto
che saresti perfetta per prenderti cura di lui!”
Sakura arrossì
lievemente e guardò il micio, accarezzandolo sulla testa:
“Grazie, Syaoran, per quello che pensi di me e per avermi
portato questo amore di gattino! Mi farà bene la sua
compagnia!”
“Sì,
ti farà sentire meno sola!”
Sakura gli sorrise e poi
sollevò il micio con le mani: “Lo chiamerò
Neko-chan!”
“Neko-chan...mi
sembra perfetto!”
“Ha
un suono dolce come lui!”
Detto questo Sakura
appoggiò il gatto per terra e questo, rinfrancato dal calore
della sua nuova padroncina, cominciò a camminare per la
stanza, in perlustrazione. Era un tipetto curioso, ma doveva essere
anche piuttosto affamato. Perciò Sakura gli versò un
po' di latte in una scodella e gliela avvicinò. Neko-chan
annussò il contenuto della scodella, ma non aveva intenzione
di mangiare.
“Ehi,
cosa ti prende?” domandò Sakura, prendendolo in braccio.
“Probabilmente
è ancora troppo piccolo per mangiare da solo. Penso che la
madre lo stesse ancora allattando!” esclamò Syaoran.
“Cosa
facciamo? Se non mangia si ammalerà certamente...”
“Beh...proviamo
così...”
Syaoran si inginocchiò
accanto a Sakura e bagnò il dito mignolo nel latte. Poi lo
avvicinò al musetto di Neko-chan, il quale lo annusò e
poi lo leccò, mostrando chiaramente di essere affamato.
“Wow!
Ci sei riuscito, Syaoran! Sei un genio!”
“L'ho
visto fare in un documentario, provaci anche tu!”
Sakura, entusiasta, imitò
subito il gesto di Syaoran e il micio sembrò godere di quel
pasto: la zampina si appoggiava sempre sulla mano di Sakura, quasi
volesse trattenerla vicino a sé. A interrompere quel delizioso
quadretto ci pensò Syaoran, con un improvviso starnuto.
“Salute!!-
esclamò Sakura- Syaoran, ti conviene andare a cambiarti e
metterti sotto le coperte. Altrimenti ti prenderai un bel
raffreddore!”
“Hai
ragione! Sarà meglio che vada in camera mia! Posso lasciarti
da sola con il gattino?”
“Ma
sì, non preoccuparti. Poi in camera mia c'è Tomoyo, che
sta dormendo. Eventualmente sveglio lei, una volta aveva un gatto,
quindi sa cosa fare!”
“D'accordo!!
Allora, vado!” esclamò Syaoran, alzandosi in piedi.
“Mi
raccomando, fai come ti ho detto!”
Syaoran si avvicinò
alla porta e guardò indietro un'ultima volta verso Sakura. Era
decisamente più allegra ed era merito suo. Finalmente aveva
fatto qualcosa per lei, qualcosa di utile che le aveva risollevato il
morale. E d era certo che quel pensiero lo avrebbe aiutato a dormire
tranquillamente, allontanando i suoi incubi peggiori.
“Buonanotte,
Sakura!”
Sakura gli sorrise:
“Buonanotte, Syaoran!”
Prossimo
capitolo: “Gossip”
Finalmente
ce l'abbiamo fatta ad aggiornare!! Spero che il capitolo sia
piaciuto. Nel prossimo scopriremo se l'arpia avrà fatto la
spia oppure no, si accettano scommesse!! XD
Ringraziamenti..
mamogirl:
te con il tuo sadismo mi preoccupi, sei peggio delle clamp, che hanno
graziato almeno sakura e syaoran in ccs!! grazie per il tuo sostegno,
ormai sei anche tu una betareader!! ^^
paperella96:
ahaha, divertente la tua recensione! Ti ringrazio. Spero che ti sia
piaciuto anche questo capitolo!!! ^_^
laurettachan:
grazie per la recensione! Beh, dai, l'arpia ti assicuro che non si
farà più vedere...^^ Spero che anche questo capitolo ti
sia piaciuto!
hermy95:
allora nel capitolo due dico che sakura ha 23 anni. Syaoran non l'ho
detto, ma ha all'incirca la sua stessa età! Non so se
preciserò durante la storia, voglio mantenere un alone di
mistero intorno a Syaoran, anche se a un certo punto si scoprirà
la sua storia...vabbè! Sono contenta ti sia piaciuta la mia
storia e mi piace il tuo nivk, immagino tu sia una potteriana come
me...^^
A
presto
kia85
|
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Capitolo 10 *** Gossip ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
9: “Gossip”
La
mattina Syaoran si svegliò decisamente ristorato dal sonno
notturno. La sera prima era tornato a casa leggermente innervosito
dal comportamento della signorina Tanaka e bagnato fino al midollo a
causa del violento temporale che si era abbattuto su Tokyo. Ma,
nonostante tutto, era riuscito a rasserenarsi un po', grazie al
pensiero di aver contribuito, anche solo in minima parte, alla
felicità di Sakura, portandole quel grazioso gattino trovato
per strada. Era stato solo un piccolo pensiero, eppure gli aveva
fatto dimenticare le preoccupazioni dovute all'appuntamento con
Nanami.
Ora
si sentiva perfettamente in grado di affrontare qualunque cosa fosse
accaduta quel giorno. Perciò si preparò in fretta e
decise di andare a controllare cosa stessero combinando Sakura e
Tomoyo con il nuovo piccolo ospite.
Ma
non appena aprì la porta della sua camera, si ritrovò
di fronte proprio le due ragazze.
“Oh,
buongiorno, Syaoran!” esclamò Sakura, sorpresa
piacevolmente.
“Buongiorno!”
“Possiamo
entrare un secondo?” domandò Tomoyo, diretta.
“Ehm...certo,
prego!”
Syaoran
si fece da parte e le fece passare, dopodichè chiuse la porta:
notò che Tomoyo era già vestita perfettamente, mentre
Sakura indossava ancora il suo pigiama.
“Cosa...?”
iniziò a dire lui, ma venne interrotto da Tomoyo.
“Allora,
Li, non hai qualche…confessione da fare a Sakura?”
esclamò divertita.
Syaoran
non riuscì a capire cosa intendesse dire e le guardò
perplesso. Sakura, invece, era arrossita e rimproverò l'amica.
“Tomoyo,
dai, non scherzare!”
“Si
può sapere di cosa state parlando?” domandò
Syaoran, ben consapevole della risposta che avrebbe ottenuto.
Tomoyo
si avvicinò al suo televisore: “Posso?”
“Certo!”
Tomoyo
accese il televisore e, dopo aver smanettato con il telecomando,
esclamò: “Eccolo qui!”
La
ragazza aveva sintonizzato un canale musicale molto famoso in tutto
il mondo: il programma che stava andando in onda sembrava una specie
di telegiornale condotto da due presentatori, un uomo e una donna. I
cartellini davanti alle loro postazioni riportavano i loro nomi:
Ryusei e Hana.
“Da
fonti attendibili siamo venuti a conoscenza di una notizia
sconvolgente riguardante la popolare cantante Sakura! -iniziò
a dire Hana- La
news ha lasciato tutti piuttosto sconcertati, ma sembra che sia
purtroppo confermata. A
quanto pare, la giovane cantante è stata minacciata di morte
da un fanatico. Per questo motivo è ora sotto la protezione di
una guardia del corpo, assegnatale dalla polizia di Tokyo!”
“Sembra
che la notizia sia giunta alla redazione di un famoso quotidiano e da
qui sia rimbalzata su tutti i giornali che sono riusciti a
pubblicarla in tempo per oggi.” proseguì
Ryusei.
E,
mentre i due presentatori parlavano, sullo schermo alle loro spalle
scorrevano immagini di Sakura.
“Nulla
si sa sull'identità del fanatico, ma siamo riusciti a
identificare la guardia del corpo in questo giovane ragazzo!”
continuò
l'uomo.
Detto
questo, sullo schermo comparve proprio una sua foto, una
foto di Li Syaoran, insieme a Sakura mentre la scortava dentro il
negozio di dischi della signorina Tanaka. Syaoran ripensò a
quella donna con rabbia: aveva proprio organizzato la sua vendetta
nei minimi dettagli.
“Questo
giovane agente di polizia si chiama Li Syaoran ed è la guardia
del corpo di Sakura. Ma non è tutto!”
Syaoran
si preoccupò ulteriormente: cos’altro avevano saputo?
“Hai
ragione, Ryusei. Infatti sembra che tra i due sia nata una storia
d’amore! Evidentemente Sakura è un tipo di ragazza che
supera facilmente le delusioni d’amore, visto che la sua
relazione con il cantante Hiro Setsu è terminata da poco
tempo. Proprio oggi, inoltre, è uscito un servizio su una
popolare rivista per teenager, che li ritrae insieme.”
disse Hana, mentre la regia mandava in onda le foto di Sakura e
Syaoran.
“Il
ragazzo è chiaramente lui, la sua guardia del corpo! -
esclamò Ryusei-
E notate come si legga perfettamente il
coinvolgimento sui loro visi! Evidentemente stare così vicini
avrà fatto scoppiare la scintilla, non credi, Hana-chan?”
“Sono
assolutamente d'accordo con te. È anche possibile che Sakura
abbia lasciato Hiro Setsu per la sua guardia del corpo. Non è
la prima volta che acc...”
Sakura
afferrò il telecomando dalle mani di Tomoyo e spense il
televisore.
“Basta
con queste sciocchezze!” esclamò particolarmente
contrariata e ancora rossa in viso.
Tomoyo
sospirò: “D'accordo, ma, scusate, dobbiamo prendere
questa cosa alla leggera. Non c’è nulla di cui
preoccuparsi!”
“Sì,
ma hanno scoperto che ho una guardia del corpo! Syaoran non voleva
che si sapesse!” esclamò Sakura, preoccupata.
Effettivamente
sarebbe stato meglio che la notizia non fosse trapelata. Koichi
avrebbe potuto riconoscerlo e forse si sarebbe sentito più
eccitato nella sua caccia a Sakura, visti i loro trascorsi. Ma ora
che la notizia era stata scoperta, Syaoran non poteva fare altro che
impegnarsi di più nel proteggere Sakura.
“Ormai
il danno è fatto e non possiamo farci niente. – disse
Syaoran- Anzi, aumenteremo i sistemi di sicurezza!”
“E
per la questione della presunta storia d’amore?” domandò
Tomoyo.
“Possiamo
smentire oppure lasciar correre! Non importa!”
“Lasciar
correre?!” ripeterono in coro Tomoyo e Sakura.
“Sì,
non c’è problema per me! Certo, fossi nei panni di
Sakura mi affretterei a smentire, precisando che la rottura con Setsu
è unicamente dovuta al suo essere fedigrafo!”
Sakura
gli sorrise gentilmente: “Syaoran, forse hai ragione. Ma so
quanto Hiro si sia impegnato con la sua band e adesso che sta
cominciando il loro tour non ho intenzione di rovinare la sua
reputazione!”
“In
questo modo, però, ti faranno apparire come una sciocca
civetta capricciosa quando, al contrario, sei una persona matura,
coraggiosa, che pensa sempre al bene degli altri prima che a se
stessa.”
“Ti
ringrazio. Ma tu sai la verità, come tutte le persone a me
care e questo è l'importante!!”
Syaoran
cominciò a pentirsi della scelta della sera precedente. Non
avrebbe mai pensato che la reputazione di Sakura si potesse guastare
in quel modo assurdo.
“Mi
dispiace solo che tutto questo sia successo per colpa mia.”
ammise, pentito.
Sakura
lo guardò preoccupata: “Ma che stai dicendo, Syaoran?
Perchè dovrebbe essere colpa tua?”
“Vedi…l’appuntamento
con Nanami di ieri sera aveva lo scopo di evitare tutto ciò.”
“In
che senso?” domandò Tomoyo, sorpresa, ma mai quanto
Sakura.
“Quando
hai cantato nel suo negozio, lei mi ha detto che avrebbe rivelato ai
giornali scandalistici tutta questa storia se io non avessi cenato
con lei!”
Le
parole di Syaoran sconvolsero Sakura, mentre Tomoyo aveva assunto la
stessa espressione di chi finalmente ha trovato il tassello mancante
del puzzle.
“Ma
che persona ignobile!” commentò Sakura.
Tomoyo
sospirò: “Non pensavo che potesse arrivare a tanto!”
“Neanch’io!”
“Però…-
continuò Tomoyo, tornando a essere perplessa-…i conti
non tornano. Ieri sera avete cenato insieme!”
“Ah…io…ecco,
è successo che…”
La
sua voce cominciò a tremare e il suo viso divenne più
rosso che mai: di sicuro lo avevano notato anche le due ragazze, che
adesso pendevano letteralmente dalle sue labbra.
“Che?”
incalzò Tomoyo.
“Non
le bastava solo cenare con me…lei voleva anche…sì,
insomma…”
Non
riusciva a continuare la frase, si sentiva troppo in imbarazzo,
soprattutto davanti a Sakura.
“Venire
a letto con te?” concluse Tomoyo, tranquillamente.
Syaoran
annuì, con lo sguardo basso. E Sakura si portò le mani
sulla bocca, sempre più sbalordita.
“E’
terribile!”
“Ma
se le notizie sono trapelate, significa che Li si è
rifiutato!- fece notare Tomoyo- Non è così?”
“Sì,
infatti! Me ne sono andato prima!”
Sakura
tirò un sospiro di sollievo. Poi, si avvicinò a Syaoran
e gli prese una mano.
“Ti
ringrazio per quello che hai fatto, Syaoran. Ma non c’è
bisogno che mi protegga anche dai pettegolezzi. Lascia che dicano
quello che vogliono su di me. Non importa.”
“Sì,
ora lo so!”
“Bene!
Perciò, la prossima volta parlane prima con me. Affronteremo
insieme tutto ciò che diranno di noi! Sei d’accordo?”
Syaoran
annuì: non poteva essere più d'accordo, considerato il
fatto che anche lui la sera prima aveva pensato la stessa cosa.
Certo, Nanami era stata terribile, ma se non altro non aveva rivelato
ulteriori notizie su di lui: come il suo passato o i suoi sentimenti
per Sakura. Almeno di questo doveva esserle grato.
“Perfetto.
Adesso che è tutto chiarito, possiamo andare? Sakura ed io
abbiamo una riunione straordinaria alla casa discografica! So già
cosa vorranno dirci!”
“Sì,
va bene, Tomoyo. Però prima vado in camera mia. Devo cambiarmi
e preparare Neko-chan!”
“Io,
invece, andrò alla reception a chiedere se puoi tenerlo...il
nuovo ospite felino...”
“Lo
sai, Syaoran, ha mangiato tanto ieri sera! E poi l'ho portato sul mio
letto per dormire!”
“E
si è addormentato?”
“Oh
sì! Ma stamattina si è svegliato presto e ha fatto
svegliare presto anche noi, vero Tomoyo?”
“Già!!
Con i miagolii e le leccatine.”
“Dai,
è piccolino. Ha bisogno del nostro affetto.”
“Ne
sono convinta!”
Sakura,
divertita, aprì la porta: “Syaoran, vuoi venire a vedere
come sta Neko-chan?”
“Ah....certo!”
“Bene,
però mi raccomando, Sakura, preparati in fretta!”
“Sì,
sì, va bene!”
Fu
così che Sakura e Syaoran raggiunsero la camera di Sakura,
mentre Tomoyo scese al piano terra. Non appena i due entrarono in
camera, Neko-chan corse verso di loro, con le sue zampette corte ed
esili.
“Eccomi,
Neko-chan! Hai visto che sono tornata?”
Sakura
si accovacciò per terra e accarezzò la testa del micio.
Syaoran la imitò.
“Sembra
stare molto meglio rispetto a ieri! sera”
“Sì,
vero?- esclamò Sakura, entusiasta- È bastato un letto
caldo e un po' di latte! Senti come è morbido il pelo.”
Seguendo
il suo invito, Syaoran avvicinò una mano e sfiorò
quella di Sakura che si stava allontanando dal gatto. Quel semplice
tocco lo avrebbe mandato subito in confusione, se Sakura, con un
movimento brusco che non passò inosservato, non si fosse
alzata in piedi tutto ad un tratto.
“Ehi,
che succ...?” iniziò a dire lui.
Ma
Sakura lo interruppe e, evitando di guardarlo, gli domandò:
“Stai un po' con lui, mentre vado a cambiarmi?”
“S-sì...certo!”
rispose Syaoran, balbettando incredulo per la reazione strana di
Sakura.
Dopodichè
la guardò entrare in camera sua frettolosamente. Non capì
il motivo di quel cambiamento improvviso d'umore e, sicuramente, se
ci avesse riflettuto sopra, non avrebbe trovato alcuna spiegazione
accettabile. Anzi, ne avrebbe ricavato solo un gran mal di testa.
Perchè ultimamente Sakura era un vero mistero per lui, certi
sguardi, certe azioni...non li capiva più. Perciò
Syaoran si dedicò al gatto. Lo accarezzò, constatando
che il pelo era davvero morbido come la seta, e poi lo prese in
braccio per andare a sedersi sul divano.
“Lo
sai che è un maschietto?”
La
domanda proveniva dalla camera di Sakura e il tono sembrava essere il
solito, sereno e spensierato. Questo non fece che confermare i dubbi
di Syaoran.
“Davvero?”
esclamò Syaoran, andando subito a esaminare il micio.
In
effetti, sì, era un bel maschietto, Neko-chan.
“Sì.
Ieri sera ho fatto anche qualche ricerca su internet sulla sua razza
e ho scoperto che sono gatti molto sani e perfetti come animali da
compagnia.”
“Ottimo!”
“Sono
sicura che andremo molto d'accordo io e lui...”
“Lo
credo anche io!”
Syaoran
chinò il capo verso il micio, che lo stava guardando con i
suoi meravigliosi occhi azzurri. Da come le era corso incontro pochi
istanti prima, Syaoran pensò che, probabilmente, anche lui era
già pazzo di Sakura.
“Allora,
come sto?” esclamò Sakura, raggiungendolo.
Syaoran
alzò lo sguardo: Sakura indossava un abito rosa antico,
allacciato dietro al collo, che le arrivava appena sopra le ginocchia
e terminava con una serie di piccole balze. A livello del taglio
sotto il seno vi era un nastro bianco di seta che si annodava sulla
schiena e ricadeva lungo il vestito. Era incredibile come potesse
passare velocemente dalla tenera ragazza che indossava ancora il
pigiama a una bellissima elegante giovane donna.
“Bene...molto
bene...” riuscì a dire lui, senza nascondere la sua
ammirazione.
Evidentemente
Sakura se ne accorse, perchè arrossì lievemente:
“Grazie!”
“Allora...ehm...lui
cosa fa, rimane qui?” domandò Syaoran, indicando il
micio.
Sakura
ridacchiò e si avvicinò, prendendo Neko-chan in
braccio: “Ma certo che no. Neko-chan viene con noi! Devo solo
trovare un modo per portarlo!”
“Potremmo
fermarci un attimo a comprare una gabbietta per trasportare i gatti!”
“Ottima
idea! Faremo proprio così!”
E
così fecero. Tomoyo non ne fu particolarmente entusiasta, ma
Sakura aveva insistito, eccitata dalle notizie riportate dall'amica:
la reception dell'hotel aveva acconsentito affinchè lei si
occupasse di quel gatto. Ovviamente era assolutamente vietato
lasciare il gattino libero di girare per i corridoi dell'hotel.
I
tre ragazzi trovarono un negozio di animali e Sakura comprò
una gabbietta piuttosto ampia per Neko-chan, che sembrò
gradire il suo alloggio momentaneo.
Una
volta giunti, finalmente, alla casa discografica, Sakura e Tomoyo si
chiusero dentro una stanza insieme al produttore e al dirigente della
casa, non prima di aver affidato Neko-chan alle cura di Syaoran, che
si trovava, invece, in una stanza adiacente: sembrava una specie di
archivio. Le pareti erano coperte interamente da scaffali su cui
erano riposti decine e decine di raccoglitori, tutti colorati. Su
ogni raccoglitore c’era scritto un nome. Sicuramente erano i
nomi dei cantanti appartenenti a quella casa discografica.
Incuriosito,
Syaoran si mise a sbirciare tra i raccoglitori, alla ricerca di
quello che riportava il nome di Sakura. Fortunatamente erano in
ordine alfabetico.
Sachi…Saeko…Sakiko…Sakura!
La
sua mano destra scattò e afferrò il raccoglitore color
cremisi. Syaoran, impaziente, andò a sedersi su una
poltroncina e lo aprì. Era il book fotografico di Sakura.
Nelle
prime pagine c’erano foto di un servizio per il suo primo cd.
Sakura indossava un vestito completamente bianco: le maniche corte
terminavano con orli di pizzo arricciato color rosa antico, il quale
si ritrovava anche all’altezza della scollatura da dove partiva
verso il basso per terminare all’inizio della gonna, ornata
anch’essa di diverse strisce di pizzo. Le gambe erano coperte
da calzamaglia bianca e gli stivali anch’essi bianchi erano
semplici, arrivavano al ginocchio ed erano decorati da nastrini dello
stesso colore del pizzo e si intrecciavano per tutta la lunghezza. I
suoi capelli erano leggermente arricciati e le guance lievemente
truccate di rosa. Nella copertina del cd, Sakura era distesa su un
pavimento ricoperto da fiori di ciliegio ed era rannicchiata,
appoggiata sul fianco sinistro, con gli occhi chiusi, come se stesse
dormendo. Tra i capelli e sul vestito erano posati i petali dei
fiori….sembrava lei stessa un fiore: un piccolo, delicato
fiore che Syaoran doveva proteggere a tutti i costi.
E
il raccoglitore era pieno di foto di Sakura, in alcune sorrideva, in
altre aveva uno sguardo serio e così intenso da far aumentare
i battiti del cuore di Syaoran in una frazione di secondo. Era
stupenda e, nonostante i suoi vestiti strani, pieni di pizzi e
merletti, era così sensuale, eppure lei sembrava non
accorgersene. Ma ancor più eccitante era la ragazza che aveva
avuto il coraggio di piangere davanti a lui, che si presentava con un
semplice pigiama, l'aria assonnata o, ancora, con i capelli umidi
dopo aver fatto la doccia. Era forse lei la preferita di Syaoran,
semplice e straordinariamente sensuale...irresistibile per lui!
Syaoran
sospirò: doveva essere proprio masochista per guardare le foto
della ragazza che amava, ma che non poteva avere. Perciò
chiuse il raccoglitore e lo rimise al suo posto, proprio pochi
secondi prima che Tomoyo e Sakura lo raggiungessero.
“Syaoran,
che stavi facendo?” chiese Sakura, notando quanto fosse vicino
agli scaffali.
Syaoran,
imbarazzato, arrossì lievemente: “Io?
Niente...curiosavo!”
Tomoyo
rise divertita e Sakura sorrise: “Stavi guardando il mio book?”
“Beh…io…ecco…sì…-
ammise Syaoran, chinando il capo sempre più a disagio- Non
sapevo cosa fare e ho dato un'occhiata in giro!”
“Non
fa niente, Syaoran. Anzi, mi fa piacere se ti interessi a me. È
normale tra nuovi amici, no?”
Sakura
gli sorrise e Syaoran percepì la solita piacevole stretta alla
bocca dello stomaco. Insomma, non è che lui provasse solo
dell’amicizia per lei…era qualcosa di molto più
travolgente. Ma, ovviamente, lei non lo sapeva.
“Sì!”
*****
Prima
di tornare in hotel, Sakura espresse il desiderio di fare una
passeggiata con Tomoyo e Syaoran. Decisero, perciò, di andare
a Shibuya, dove anche una cantante famosa come Sakura sarebbe passata
del tutto inosservata in mezzo alla fiumana di gente che occupava le
strade di quel quartiere. Nessuno avrebbe fatto caso a loro con tutte
le ragazze e i ragazzi vestiti con gli stili più improbabili.
I
tre ragazzi fecero una lunga passeggiata, visitarono la statua del
cagnolino Hachiko, sempre circondata da turisti, e, a ora di pranzo,
decisero che era il momento di fermarsi a cercare ristoro. Così
entrarono in un delizioso sushi bar e pranzarono. Anche Neko-chan
riuscì a mangiare un po' di pesce e sembrò gradirlo,
nonostante fosse ancora così piccolo. Una volta recuperate le
forze raggiunsero il centro commerciale più famoso di Shibuya:
conteneva centinaia di negozi di abbigliamento e accessori, rivolti
soprattutto a una clientela femminili. Gli uomini che si riuscivano a
contare all'interno del centro commerciale erano davvero pochissimi,
il che non rese Syaoran particolarmente entusiasta. Ma, se non
contava Neko-chan, era in netta minoranza, rispetto alle due giovani
donne che erano con lui. Perciò le seguì.
Tomoyo
era eccitatissima: riusciva a trovare i vestiti più strani da
far provare a Sakura e lei l'accontentava, ma era più che
evidente che non avrebbe mai comprato neanche uno di quegli abiti.
Mentre Tomoyo e Sakura si dedicavano a questa attività,
Syaoran, cui era stata afffidata la gabbietta di Neko-chan, si
guardava intorno. Dovunque guardasse riusciva a scorgere le cosidette
“gals”, ultra-accessoriate, truccate perfettamente e
vestite all'ultima moda. Syaoran le fissava insistentemente, non
tanto perchè fosse attratto da loro, quanto per il loro
aspetto davvero insolito. E si meravigliava di constatare che quelle
ragazze non avevano neanche 16 anni. Syaoran era così assorto
nei suoi pensieri che non si accorse di due ragazze che si erano
chinate di fronte a lui per osservare il piccolo Neko-chan nella sua
gabbietta.
“Che
grazioso! Come si chiama?”
La
domanda di una delle due ragazze lo riportò con i piedi per
terra e Syaoran guardò verso il basso: erano proprio due gals!
“Scusa?”
“Ho
chiesto come si chiama il tuo gattino?” ripetè la
ragazza.
Indossava
un abitino leopardato un po' troppo corto e stivali neri lunghi fino
alle ginocchia; i capelli ramati erano arricciati, le braccia erano
piene di braccialetti e le unghie colorate e lunghissime. La sua
amica, invece, portava una canottiera che le scopriva l'ombelico e
dei pantaloncini che non arrivavano neanche a metà coscia; i
suoi capelli erano lisci e neri, ma si intravedevano ciocche azzurre
qua e là. Per il resto era accessoriata come la sua compagna
e, sicuramente, arrivavano a malapena ai sedici anni d'età.
“Ehm...Neko-chan.”
rispose Syaoran.
“Oh,
che nome carino! È davvero un bel micio!”
“Grazie!”
Le
due ragazze si scambiarono uno sguardo divertito, poi la rossa gli
chiese: “E tu, invece, come ti chiami?”
Syaoran,
ricordandosi che adesso il suo nome era associato a quello di Sakura
su tutti i giornali, decise che era meglio inventarsi un altro nome.
E il primo che gli venne in mente fu quello del ragazzo che una volta
era il suo migliore amico.
“Ah...Kei!”
“Kei!
Si scrive con l'ideogramma di lucciola?”
“Sì!”
“Bene,
Kei!- esclamò la rossa- Io sono Aya, mentre lei è la
mia amica Machi!”
Syaoran
si rese improvvisamente conto che appartenere al genere maschile e
girare in un luogo come quello, pullulante di giovani ragazze, con un
gattino grazioso era un chiaro invito a essere abbordati: e così
imprecò nella sua mente.
“Piacere
di conoscervi!”
Le
due ragazze risero.
“Allora,
Kei, sei qui da solo oppure puoi accompagnarci nella nostra
passeggiata?” domandò Aya.
“In
realtà, non sono da solo.”
“E'
un vero peccato! Certo che lasciarti qui da solo...è
pericoloso, sei talmente carino che qualcuno potrebbe rapirti solo
per passare un pomeriggio con te...”
Aya
gli rivolse uno sguardo particolarmente malizioso e gli accarezzò
il viso con un dito sottile. Syaoran indietreggiò e cominciò
a chiedersi che fine avessero fatto le due ragazze che erano con lui.
“Non
avrai paura di noi, vero?”
“Neanche
per sogno, ma vi prego di lasciarmi in pace.”
Aya
sospirò rassegnata: “D'accordo, come vuoi!”
Detto
questo afferrò una piccola agenda dalla sua borsa, scrisse
qualcosa e strappò un piccolo pezzo di carta.
“Se
cambi idea, chiamami, ok?” esclamò, facendogli
l'occhiolino e infilandogli il biglietto nel tasca della giacca.
Le
due ragazze se ne andarono e Syaoran, incuriosito, prese il biglietto
della ragazzina: vi era riportato un numero di cellulare e il suo
nome “Aya” accompagnato da un cuoricino.
“Quindi,
hai fatto conquiste?”
La
domanda proveniva da una voce fin troppo familiare. Così
Syaoran si voltò e vide Sakura e Tomoyo: la prima era
piuttosto rossa in viso e sembrava nervosa, mentre la seconda aveva
un'espressione ammirata.
“Io
veramente non ho fatto nulla, sono state loro ad avvicinarsi!”
“Sì,
l'avevamo intuito, vero, Sakura?”
Sakura,
che fino ad allora non gli aveva tolto gli occhi di dosso, annuì
vagamente.
“Andiamo
adesso. Torniamo in hotel!” esclamò lei, camminando
svelta e passando proprio davanti a lui.
Syaoran
la seguì con lo sguardo, poi si voltò verso Tomoyo:
“Che cosa le prende?”
Tomoyo
scosse la testa e sospirò.
“Ah,
uomini, bisogna dirvi sempre tutto!” commentò lei, poi
seguì l'amica.
Syaoran,
non riuscendo a capire la sua affermazione, si rispose che
probabilmente Sakura era stanca e aveva solo bisogno di riposarsi.
Oltre alla fatica fisica accumulata, c'era anche da contare un
notevole stress psicologico dovuto alle rivelazioni uscite sui
giornali. Per cui seguì le due ragazze, non prima di aver
buttato il biglietto nel cestino.
Durante
il viaggio verso l'hotel, Sakura non parlò più.
Syaoran, invece, si rese conto che ancora non aveva chiesto nulla
sulla riunione alla casa discografica.
“Ehm...dunque...che
cosa vi hanno detto stamattina alla riunione?”
“Come
immaginavo, volevano discutere su quanto è trapelato oggi in
tv!- rispose Tomoyo- Ci hanno chiesto cosa avevamo intenzione di
fare!”
“E
cosa avete risposto?”
“Beh,
abbiamo detto che non è nostra intenzione smentire né
le minacce di morte né la vostra presunta storia!”
affermò Tomoyo.
“Hanno
approvato?”
“Certamente.
Secondo loro è la cosa migliore da fare. Affrettarsi a
smentire è come ammettere che tutto ciò sia vero. Per
cui lasceremo correre e, se per caso dovessero rivolgerle delle
domande a riguardo, nelle interviste, allora, solo in quel momento
Sakura dirà la verità sia per quanto riguarda il suo
persecutore, sia per quanto riguarda i pettegolezzi su voi due...”
“Mi
sembra l'unica soluzione possibile!” commentò Syaoran.
“E
sì, è la cosa migliore per tutti, vero Sakura?”
Ma
Sakura sembrava non stesse partecipando alla conversazione. Aveva lo
sguardo perso fuori dal finestrino e con una mano accarezzava
distrattamente la testolina di Neko-chan, che ronfava sul suo grembo.
Era completamente assorta nei suoi pensieri, tanto che non si accorse
dei richiami di Tomoyo.
“Sakura?
Sakura, ci sei?”
Syaoran,
preoccupato e fissandola attentamente, avvicinò una mano e la
appoggiò sopra quella di lei, che sobbalzò spaventata.
“Ehi,
tutto a posto?” le domandò Syaoran.
“Sì...-
si affrettò a rispondere lei-...sì, sto bene...”
“Sembravi
soprappensiero. C'è qualcosa che ti preoccupa?”
“Oh,
no, no...va tutto bene, Syaoran. Tranquillo!” lo rassicurò
lei, arrossendo e sorridendo non convinta.
“Allora,
ci sei, Sakura?” esclamò Tomoyo.
“Sì,
scusa, Tomoyo. Stavo solo osservando il paesaggio!”
“Capisco,
stavo informando Li di ciò che ci hanno detto alla riunione!”
“Ah,
bene...Sono stati molto gentili!”
“Sì,
è vero!”
Poi,
notando che erano giunti all'hotel, Sakura ripose il piccolo micio
nella gabbietta, facendo attenzione a non svegliarlo.
“Bene,
siete arrivati!” esclamò Tomoyo.
“Grazie
del passaggio!” disse Syaoran.
Tomoyo
sorrise: “Figurati! Ci vediamo domani, ragazzi!! Fate i bravi!”
“Sbaglio,
o noto un po' di fretta nello sbarazzarti di noi?” commentò
Sakura, tornando a essere se stessa e facendo ridere l'amica.
“Scusatemi,
ho una cena con Kimihiro e i suoi genitori!”
“Wow!
Sei emozionata?”
“Un
po', è la prima volta che li incontro!”
“Allora,
in bocca al lupo, Tomoyo. Sono sicura che gli piacerai moltissimo!”
“Grazie!
Buona serata!”
“Altrettanto
a te!”
Sakura
e Syaoran scesero dalla macchina e, dopo essere entrati in hotel, si
avviarono verso l'ascensore.
“Ah!
- sospirò Sakura, appoggiandosi alla parete dell'ascensore-
Com'è fortunata Tomoyo!”
“Per
quale motivo?”
“Perchè
ha trovato l'uomo della sua vita. Kimihiro è un bravissimo
ragazzo. L'ho incontrato solo due volte, ma mi ha dato l'impressione
di essere un giovane gentile e molto innamorato di Tomoyo!”
Syaoran
guardò la sua espressione sognante, trovandola incantevole:
“Anche tu lo troverai, un giorno...ne sono convinto!”
Sakura
incrociò il suo sguardo, con un'espressione seria, e restò
di fronte a lui. Syaoran si accorse che era molto difficile sostenere
quel tipo di sguardo: era raro che lei lo guardasse in quel modo,
così piena di sentimento, era bellissimo e Syaoran non era in
grado di distogliere i suoi occhi da lei. Aveva paura che riuscisse a
capire l'immenso sentimento che provava per Sakura, eppure non voleva
interrompere quel contatto, perchè era un momento perfetto.
In
quell'istante si aprirono le porte dell'ascensore e Sakura si
sciolse in un sorriso: “Grazie.”
“P-prego...”
Quando
giunsero di fronte alla porta della camera di Sakura, lei la aprì
ed entrò, liberando subito dopo Neko-chan dalla sua gabbietta.
Il micio cominciò a correre vivacemente per tutta la stanza,
sotto lo sguardo divertito di Sakura.
“Allora…-
esclamò lui, sostando sulla soglia della porta-…ci…ci
vediamo domani!”
Sakura
si voltò verso di lui e aprì la bocca per dire
qualcosa. Ma la richiuse subito dopo, chinando il capo.
“D'accordo!”
“Buonanotte!”
“Buonanotte...Syaoran!”
Syaoran
uscì e si chiuse la porta alle spalle. Restò
pensieroso con le spalle contro la porta di Sakura. La sua giovane
protetta era stata particolarmente strana in quella giornata: i suoi
continui sbalzi d'umore non erano normali, prima era allegra, poi
sfuggente e dopo ancora distratta; per non parlare della sua strana
reazione al centro commerciale e di quegli sguardi particolari. Cosa
le stava accadendo?
La
sua attenzione, all’improvviso, fu catturata da un uomo appena
uscito dall’ascensore. Era Hiro e si stava dirigendo verso di
lui con passo affrettato. In mano aveva una rivista dai colori
sgargianti e Syaoran non ci mise molto a capire il motivo della sua
visita. Perciò si diresse rapidamente verso di lui.
“Vattene!”
gli intimò.
“Sparisci,
lurido verme!” sbottò Hiro, cercando di toglierselo dai
piedi.
Ma
Syaoran riuscì a trattenerlo per il torace.
“Se
non sbaglio Sakura non ti vuole più vedere!”
“Ah,
sì? E perché? Sta con te?” esclamò Hiro,
scocciato.
“No,
perché tu sei solo un idiota e un vigliacco!”
Le
parole di Syaoran lo fecero infuriare e Hiro lo afferrò per il
colletto della camicia e lo fece sbattere contro una parete.
“Sta’
zitto! Mi hai rovinato la vita. Me l’hai portata via!”
“Non
te l’ho portata via io! Tu l’hai tradita e le hai
spezzato il cuore. Non hai neanche il coraggio di ammetterlo! Che
razza di uomo sei? L’hai fatta soffrire molto e per colpa tua
non ha dato il massimo la sera dopo, al concerto. Ma si è
sfogata con me e adesso sta molto meglio. Non ti permetterò di
turbare l’equilibrio che ha raggiunto!”
Hiro
lo guardò ancor più intensamente negli occhi e poi
rise, ma senza un reale divertimento: “Non ci posso credere. È
vero allora. Ti sei innamorato di lei…Avevo ragione a dire che
sei stato tu a portarmela via!”
“Adesso
basta!” esclamò Syaoran, cominciando ad irritarsi.
Così
riuscì a liberarsi dalla sua presa, sospingendolo con un
calcio dall’altra parte del corridoio.
“Vattene
via, te lo ripeto per l’ultima volta!”
“No!
Voglio delle spiegazioni! Sakura non può essersi innamorata di
uno smidollato come te!”
E,
più veloce di Syaoran, raggiunse la porta di Sakura, bussando
con foga. Sakura aprì la porta, con un gran sorriso, ma,
trovandosi di fronte Hiro, si spaventò e indietreggiò
istintivamente.
“Hiro..che
ci fai qui?” domandò incredula.
Hiro
le mostrò la rivista: “Voglio sapere se questo vero!
Stai insieme a Li?”
Sakura
aggrottò le sopracciglia e lo guardò indispettita.
“Non
sono affari che ti riguardano!”
“Sì,
invece. Sono il tuo ex ragazzo!”
“Hai
detto bene. Ex! Non sono fatti tuoi!” esclamò lei,
incrociando le braccia.
Questo
sembrò far infuriare ancor di più Hiro che la afferrò
con forza per le spalle.
“Dimmelo!
Devo saperlo!” ripeteva lui, scrollandola senza riguardo.
Ma
quel gesto fece scattare Syaoran, che si gettò su di lui e lo
afferrò per le braccia, allontanandolo da Sakura. Hiro però
non si arrese così facilmente e lo colpì in viso con un
pugno.
“Syaoran!”
Syaoran
cadde a terra e Sakura lo raggiunse.
“Sta’
lontana da lui, Sakura. È un approfittatore succhiasangue!”
“Sta’
lontano tu da me, Hiro! Vattene via da qui!” gli disse Sakura
per l'ennesima volta, mentre le lacrime cominciavano ad annebbiarle
la vista.
Hiro
sembrò calmarsi di fronte alla determinazione di Sakura.
“Sakura…”
“Ti
ho detto che devi sparire dalla mia vita. Non riesci a capirlo? Non
voglio più vederti. Sei stato importante per me, ma mi hai
fatto troppo male e non potrei mai perdonarti. Perciò
vattene!”
Ma
Hiro, sebbene fosse più tranquillo, sembrava non aver alcuna
intenzione di andarsene da quella stanza.
“Fai
come ti ho detto. Altrimenti chiamo la polizia e ti denuncio!”
“Sei
proprio una sciocca, Sakura!”
Detto
questo, Hiro se ne andò e Sakura guardò Syaoran
preoccupata.
“Stai
bene?” le chiese lui.
Sakura
rise divertita, asciugandosi con una mano le lacrime: “Veramente,
dovrei essere io a chiedertelo. Hai un occhio che si sta gonfiando!”
“Oh…beh,
non è poi così doloroso!”
“Riesci
ad alzarti?”
Syaoran
annuì e Sakura lo aiutò prima ad alzarsi, poi a sedersi
sul divano della sua stanza.
“Vado
a prendere un po’ di ghiaccio!”
Syaoran
appoggiò il capo all’indietro sul divano, riflettendo:
pensò che non era riuscito a proteggere completamente Sakura
da Hiro. Se al posto di Hiro, ci fosse stato Koichi in quegli istanti
insieme a lei avrebbe potuto ucciderla facilmente. Tutto per colpa
dei riflessi rallentati di Syaoran. Non poteva più permettersi
certi errori. Perdere una protetta era già terribile, ma
perdere una protetta di cui si è innamorati era ancor peggio.
Lui aveva provato quell’esperienza già una volta. Non
voleva si ripetesse, soprattutto a una ragazza meravigliosa come
Sakura.
A
interrompere il flusso dei suoi pensieri arrivò Neko-chan che
saltò prima sul divano e poi avanzò verso di lui:
raggiunse le sue gambe e si accoccolò, chiudendo gli occhi.
Syaoran sorrise fra sé e gli accarezzò la testolina.
Subito dopo, Sakura lo raggiunse e in mano teneva una borsa del
ghiaccio.
“La
valigetta del pronto soccorso ogni tanto serve!”
“Sì,
ma è meglio non doverla usare!!”
“Hai
ragione!”
Così
dicendo, Sakura si inginocchiò sul divano, accanto a dove lui
era seduto. Il braccio di Syaoran sfiorava la sua gamba, facendogli
provare tanti piccoli brividi di piacere in tutto il corpo.
Probabilmente stava anche arrossendo, ma sperò che Sakura non
se ne accorgesse.
“Oh,
sta diventando proprio nero!” commentò Sakura e appoggiò
la borsa del ghiaccio sull’occhio di Syaoran.
“Ah-
esclamò lui, sobbalzando- E’ freddo!”
“E’
ghiaccio! L’intento è proprio quello!” disse lei,
ridacchiando.
Restarono
qualche secondo in silenzio e Syaoran godette della sua vicinanza:
era una bella sensazione di pace e amore. Era l’emozione
perfetta.
“Neko-chan
ti vuole proprio bene!” commentò lei, osservando il
gattino sulle sue gambe.
“Oh...beh...sembra
di sì.”
“Ma
sì, è normale. Sei il suo salvatore!”
“Già...ogni
tanto riesco a salvare davvero qualcuno!” commentò
amaramente Syaoran.
Ma
lo disse quasi in un sussurro e Sakura non udì la sua
affermazione.
“Cosa
hai detto?”
Syaoran
inspirò profondamente: “Ho detto che mi dispiace che lui
sia riuscito ad avvicinarsi a te!”
“Suvvia,
non è stato così grave!”
“Neanche
per sogno! Se fosse stato Koichi…avrebbe potuto uc…”
“Basta
adesso! – disse lei tranquilla- Non ci pensare più, è
andato tutto bene…a parte il tuo occhio!”
“Io...Sakura,
io ti prometto che d’ora in poi starò più
attento…”
Ma
Sakura sembrava non ascoltarlo più: aveva appoggiato una mano
sulla sua guancia, mentre con l’altra gli tamponava l’occhio
nero con la borsa del ghiaccio. E lo guardava come pochi minuti prima
in ascensore.
“Sai...non
mi ero mai resa conto di quanto fossero belli i tuoi occhi, Syaoran!”
“Eh?”
disse lui.
Ma
la voce gli uscì con un tono da perfetto imbecille e subito
dopo Syaoran si diede mentalmente dello stupido.
“Sì,
sono davvero belli! Hanno il color dell’ ambra, ma guardandoli
da così vicino si possono intravedere delle pagliuzze dorate
tutto attorno. Sono veramente incantevoli…”
Syaoran
non sapeva cosa rispondere e si sentì arrossire. Anche gli
occhi di Sakura erano splendidi da vicino. Vedere se stesso riflesso
nei suoi occhi…era così emozionante. Avrebbe voluto
vedere sempre e solo se stesso in quegli occhi meravigliosi.
Poi
Sakura si chinò su di lui e gli baciò la guancia e
Syaoran pensò di essere in paradiso. Eppure le labbra di
Sakura così sottili e morbide avevano veramente toccato la sua
pelle, lasciando in quel punto un piccolo incendio che probabilmente
non sarebbe mai passato e che Syaoran non voleva passasse.
“Grazie
di tutto, Syaoran!”
Il
sorriso di Sakura in quel momento gli sembrò diverso, più
caldo, più dolce, più sicuro…
E
Syaoran non potè fare a meno di chiedersi…come mai?
Prossimo
capitolo: “Dedication”
Bene,
bene, bene... allora il segreto è stato rivelato. Nanami è
stata cattiva, ma neanche più di tanto. ^_^ Poteva mettere
davvero nei guai il nostro Syaoran!!
Dunque,
tenetevi forte perchè il prossimo capitolo diventa davvero
interessante...ehehe...chi farà la dedica a chi? È
perchè? Ihihih! Spero di aggiornare prima di partire!! Ma sì,
ce la farò sicuramente!!!
Ringraziamenti...
mamogirl:
sempre grazie per il sostegno! Sono contenta che ti sia piaciuto
questo capitolo!!! peccato che per un giorno non abbiamo aggiornato
di nuovo insieme! Ehhhh!!
paperella96:
grazie per la recensione. Ehehe, carina l'idea di Syaoran vestito da
gattino per farsi coccolare...chissà...magari non dovrà
aspettare così tanto...^_^ in fondo già qui ha ricevuto
una bella dose di attenzioni!!
laurettachan:
grazie per la recensione! Dici che sakura ci metterà più
tempo...mah, chissà...mai dire mai...ci potrebbe sorprendere
la signorinella!!! ^.^ comunque diciamo che neko-chan è il
sostituto vivente di kero-chan...ma magari prima o poi arriverà
un vero e proprio cameo del nostro peluche preferito!! ^^
hermy95:
grazie per la recensione, spero ti sia piaciuto anche questo
capitolo. Scusa, ma quando si parla di harry potter mi sciolgo...^^
sebbene non abbia apprezzato certe scelte dell'ultimo libro, tra cui
una che riguarda hermione, è stata una saga che ha segnato la
mia vita!! *_*
A
presto
kia85
|
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Capitolo 11 *** Dedication ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
10: “Dedication”
Un
paesaggio di ciliegi in fiore…il periodo dell’hanami…
C’era
molta gente nel parco: le persone mangiavano, chiacchieravano
allegramente, i bambini giocavano…Erano tutti così
spensierati e Syaoran era fra loro, sotto il più bel ciliegio
di tutto il paesaggio. Ma sapeva che non era reale, era solo un
sogno. Un sogno oppure...un incubo?
Syaoran
guardò verso l’alto: i petali dei fiori cadevano con
grazia verso di lui, si posavano tra i suoi capelli, sui suoi
vestiti…Il loro profumo era inebriante.
Syaoran
allungò una mano, il palmo rivolto verso l’alto. E
subito un fiore di ciliegio si posò sulla sua mano. Fu come se
quel fiore stesse cercando un riparo dalla caduta inevitabile tra le
mani sicure di Syaoran. Come se quel fiore fosse…
“Sakura?”
Le
dita della mano di Syaoran si chiusero delicatamente attorno al
fiore. Ma dalle dita di quella stessa mano fuoriuscì un
liquido rosso vivo…era…sangue!
Inorridito,
Syaoran aprì la mano e se la ritrovò sporca di sangue.
Ma del fiore non c’era più alcuna traccia. Sempre più
spaventato, Syaoran si guardò attorno: le persone erano
sparite, tutto il paesaggio era svanito nel nulla.
L’oscurità
lo aveva avvolto e Syaoran era rimasto solo, sotto quell’immenso
ciliegio. La sue fronde erano ancora di uno stupendo colore rosato,
ma quando i petali, cadendo, andavano a posarsi di lui si
trasformavano in gocce di sangue.
Perché?
Perché toccandolo i fiori di ciliegio diventano sangue?
Tu
sai perché…
Syaoran
guardò davanti a sé e vide di nuovo Haiko, pallida, con
indosso una veste candida e leggera.
“Significa
che Sakura con me è in pericolo?”
Haiko
annuì e afferrò un fiore con la sua mano piccola, di un
bianco cadaverico: E’
così, Syaoran. Hai visto cosa è successo con il suo ex
ragazzo?
“Ma
è andato tutto bene. Non le è successo niente!”
Sei
stato fortunato, Syaoran, ma di questo passo la metterai seriamente
in pericolo!
E
così dicendo Haiko appoggiò il fiore sulla mano di
Syaoran e questo puntualmente si sciolse in un liquido rosso vivo.
“NO!”
Syaoran
si svegliò nel suo letto, grondante di sudore, con il fiato
corto e il cuore che batteva quasi fosse impazzito. L'urlo emesso nel
sogno sembrò rimbombare ancora nella stanza. Si mise seduto,
con le gambe incrociate e le mani sulla faccia. Era spaventato come
poche volte prima d'allora. La paura di perdere Sakura era aumentata
vertiginosamente in una sola notte.
Ma
perché aveva ancora quei sogni? Perché Haiko lo
tormentava in quel modo?
Perché...
Sì,
era colpa sua se lei non c’era più, era solo colpa di
Syaoran. Il giovane uomo guardò la sua mano, la stessa che nel
sogno aveva stretto il piccolo fiore e l’aveva trasformato in
sangue. Stava tremando, impercettibilmente, ma lui lo sentiva.
Tremava ogni fibra del suo corpo, tremava per lei...
Se
lui fosse rimasto accanto a Sakura, prima o poi lei avrebbe subito la
stessa sorte di Haiko. E Syaoran non avrebbe potuto sopportarlo, non
ora che lei era diventata così importante. Il suo cuore aveva
a malapena retto quel primo grande dolore, non avrebbe affrontato la
stessa sofferenza una seconda volta. Sakura era importante per lui
almeno quanto lo era stata Haiko...o forse lo era ancor di più,
perchè in poco tempo era riuscita ad abbattere quel muro di
indifferenza che lui aveva eretto nei confronti del mondo esterno. E
si era impossessata del suo cuore con immensa tenerezza.
Per
questo motivo doveva salvarla a qualunque costo e forse un modo
esisteva: certo, era una soluzione che non dava felicità a
nessuno dei due, ma era davvero l'unica cosa da fare.
Il
problema era…come dirlo a Sakura?
Quando,
pochi minuti dopo, nella sua stanza, Sakura gli diede il buongiorno,
gli rivolse un sorriso meraviglioso, di quelli che gli mozzavano il
respiro. E lui non riuscì proprio a iniziare quel discorso. Ma
quando l’avesse fatto, Syaoran sapeva sicuramente che lei non
l’avrebbe presa molto bene.
Si
accorse, poi, che Sakura aveva l'aria stanca e gli occhi arrossati e
si preoccupò immediatamente.
“Hai
gli occhi rossi, non hai dormito bene?” domandò.
“Sì,
in effetti, ho dormito poco!”
“Come
mai? Eri ancora spaventata per colpa di Setsu?”
“No,
no, Hiro non ha nulla a che fare con questo. Avevo solo un po' di
pensieri per la testa!”
Syaoran
divenne sempre più curioso: “Che genere di pensieri?”
“Niente
di rilevante. Ma qui non sono certo io la malata. Piuttosto, tu, come
va con l' occhio nero?” domandò Sakura, scrutandolo da
vicino.
“Oh,
bene...sì, direi bene.”
In
effetti non era poi tanto livido: il che significava che o Hiro non
aveva un gran destro, oppure le cure di Sakura avevano avuto i
risultati sperati.
“Sono
contenta! Significa che sono stata una brava infermiera, Syaoran?”
domandò lei, entusiasta.
“Un'ottima
infermiera!!”
Sakura
rise, soddisfatta. Sebbene avesse l'aria assonnata, sembrava stare
bene. E Syaoran si chiese con che cuore avrebbe mai potuto infrangere
la sua serenità, comunicandole la sua scelta. Sakura gli aveva
assicurato che Hiro non aveva nulla a che fare con la sua insonnia,
ma era evidente che stava mentendo. Hiro era riuscito a turbarla e
spaventarla, tanto da non farla dormire... Syaoran non poteva
aggiungere ulteriori preoccupazioni.
“Syaoran?”
Sakura
lo destò dai suoi pensieri appoggiando una mano sul suo
braccio sinistro: gli stava rivolgendo due occhi verdi pieni d'ansia
che gli fecero provare la solita stretta al cuore.
“Scusa!”
“Avevi
uno sguardo così preoccupato in questi istanti. Hai qualche
problema?”
“N-no...nessun
problema!” rispose lui, con fare sbrigativo.
Mannaggia
a lei e a quello sguardo magnetico! Riusciva sempre, in qualunque
modo, ad averlo in pugno, senza neanche rendersene conto. Perciò
Syaoran diede una veloce occhiata all'orologio. Tra qualche istante
sarebbe arrivata Tomoyo a prenderli e portarli al teatro dove Sakura
avrebbe cantato quella sera.
“E'
ora di andare. Sei pronta?”
“Sì,
devo solo sistemare Neko-chan nella sua gabbietta!”
“Ha
già mangiato?”
“Certo!”
Syaoran
la seguì con lo sguardo mentre prendeva in braccio il gattino
e, distraendolo con le grattatine sotto il mento, lo infilava nella
gabbietta.
“Lo
sai, quando sarà più grandicello, vorrei comprargli un
collare con una medaglietta e fargli incidere il suo nome!”
“Ottima
idea!”
“Dici?”
“Certo!
Ci starebbe bene anche un campanellino!”
Sakura
sorrise: “Hai ragione! D'altronde anche i Maneki Neko hanno il
campanellino. E lui sarebbe perfetto, è un vero gatto
portafortuna!”
“E'
con te da pochi giorni e ti ha già portato fortuna?”
domandò lui, incuriosito.
Sakura
si avviò verso la porta e si fermò un istante, dandogli
le spalle e chinando il capo: “Oh, sì...mi ha portato
una grande fortuna!”
“Quale?”
incalzò Syaoran.
Sakura
si voltò verso di lui e gli sorrise, le gote lievemente
arrossate: “Te lo dirò senz'altro, ma non adesso,
d'accordo?”
“Ok!”
Syaoran
annuì, perplesso: certo che Sakura, quando voleva, sapeva
essere proprio enigmatica, un vero mistero per lui. Chissà
cosa le passava in testa negli ultimi giorni...
Una
volta arrivati al teatro, Syaoran scortò Sakura dentro
l'edificio, fino al camerino. Qui la lasciò sola con Tomoyo e,
subito dopo, andò in perlustrazione, assicurandosi che tutti i
sistemi di sicurezza funzionassero al meglio. Controllò che
ogni agente inviatogli dall'ispettore fosse al proprio posto e che
non ci fosse nulla di sospetto nelle tribune. Era un lavoro lungo, ma
era il suo lavoro. Doveva farlo per il bene di Sakura. Si era
ripromesso che, fin quando fosse stato al suo fianco, l'avrebbe
protetta nel migliore dei modi.
A
pochi minuti dall’inizio del concerto Syaoran, terminati i suoi
controlli accurati, tornò nel camerino di Sakura. Tomoyo gli
aprì la porta, facendolo entrare.
“E’…è
ora…” disse lui, ma la voce gli morì in gola non
appena vide Sakura.
Indossava
un abito nuovo, color rosa antico: le bretelle erano arricciate, il
corpetto rigido e ricamato le fasciava perfettamente il petto e la
gonna a balze arrivava a metà coscia . Al collo era legato un
fiocchettino nero di raso e tutto il vestito era decorato da nastrini
dello stesso colore. Era incantevole e perfetta.
E
non poteva essere sua!
“Allora,
come sto?” gli domandò lei, facendo una giravolta.
Ma
in quel modo fu come se la giravolta l’avesse fatta lui. Solo
dopo pochi secondi, Syaoran riuscì a sbiascicare una risposta.
“Ah..
sei…ehm…stai molto bene…” disse con voce
tremante.
Sakura
sorrise timidamente e arrossì per il complimento. Ormai anche
un'ingenua come lei si sarebbe accorta dell'effetto che gli
provocava. E se l'avesse davvero intuito? Forse lo strano
comportamento di Sakura di quei giorni era dovuto al fatto che ormai
aveva intuito anche lei che Syaoran si era innamorato. Questo
spiegava i suoi momenti di imbarazzo con Syaoran, i suoi attimi di
distrazione, i suoi sorrisi enigmatici.
Oh,
era davvero nei guai fino al collo! Doveva assolutamente porre
rimedio a quella situazione spiacevole. Così improvvisamente
Syaoran trovò il coraggio di comunicarle la sua decisione.
“Ecco…forse
non è il momento giusto per dirtelo, ma devo farlo, prima o
poi. “
“Cosa?”
domandò lei, guardandolo fiduciosa.
“Io...sto
seriamente pensando di affidare la tua protezione a un altro agente!”
Sì,
ce l'aveva fatta. L'aveva detto tutto d'un fiato, ma c'era riuscito!
Tomoyo
e Sakura rimasero sbalordite, con la bocca leggermente aperta e
totalmente incredule.
“Co....come
scusa?”
“Non
posso più essere la tua guardia del corpo!”
La
voce di Sakura tremava in modo appena percettibile, così come
la meravigliosa luce dei suoi occhi verdi. Sembrava stesse per avere
un altro scatto nervoso come il giorno in cui lui le comunicò
l'appuntamento con la signorina Tanaka.
“Pe-perché?
Ho fatto qualcosa di sbagliato? Se sono troppo invadente, ti prometto
che starò al mio posto, non ti darò alcun fastidio!”
esclamò lei, una domanda dietro l'altra.
Sakura
lo guardava con occhi lucidi e imploranti e Syaoran, turbato dalla
sua reazione, si avvicinò e la afferrò per le spalle.
“No,
non è per te! - le spiegò con calma- Non sono più
adatto a questo tipo di lavoro! Preferisco affidarti a un agente
migliore di me!”
Le
mani di Sakura scattarono sul suo petto, afferrandogli con forza la
sua camicia: mai e poi mai Syaoran si sarebbe aspettato una tale
forza in quelle piccole mani.
“No,
non c'è nessuno meglio di te...nessuno più adatto a
me...Syaoran, ti prego, resta con me! Non potrei mai avere
questo…rapporto con un’altra persona!”
Sakura
scoppiò a piangere e lo abbracciò con foga. Syaoran,
sorpreso dal suo gesto improvviso e bellissimo, si accorse di averla
fatta agitare proprio poco prima del concerto e si maledisse. Doveva
farla calmare. C’era riuscito una volta, poteva farcela anche
quella volta.
“Non
ti trovi bene, con me?” disse lei, il viso premuto contro il
suo petto.
Gli
stava inondando la camicia con le sue lacrime copiose e amare.
Syaoran non sapendo esattamente cosa rispondere, la abbracciò,
senza troppa foga. Ma...che sensazione meravigliosa! Come poteva
essere tanto stupido da privarsene?
“Ascolta,
Sakura…ci sto solo pensando, non è ancora sicuro. Non
ne ho neanche parlato con l’ispettore!”
“Davvero?”
chiese lei, guardandolo negli occhi.
Syaoran
si perse nel mare verde del suo sguardo dolce che, in quel momento,
così tremolante e pieno di lacrime, aveva riacquistato un
lieve barlume di speranza.
“Sì!
È solo una mia idea!”
Sakura,
rincuorata dalle parole di Syaoran, si allontanò da
quell'abbraccio e, con il capo chino, si asciugò le lacrime.
“Allora…spero
che quest’idea svanirà nel nulla. Resta con me, non sai
quanto abbia bisogno di te!” esclamò lei, sollevando poi
la testa per guardarlo negli occhi.
Syaoran
notò che il suo viso era parecchio arrossato e umido per le
lacrime versate, ma, se non altro, era un po’ più
rilassato. Perciò annuì e Sakura gli sorrise.
“Ora
che avete chiarito, andiamo? È ora di cominciare!” disse
Tomoyo.
Sakura
annuì e uscì dal camerino. Tomoyo la seguì, non
prima di aver lanciato uno sguardo di rimprovero a Syaoran.
Evidentemente neanche lei era d’accordo con la sua idea. Lei
che sapeva probabilmente il perché di quella decisione.
*****
Dopo
due ore di concerto, Syaoran aveva già perso il conto di
quante volte aveva fatto il giro del teatro. Ma non poteva
soffermarsi neanche per un secondo a guardarla. Il suo cuore non
avrebbe retto l’emozione: perché dentro di lui si erano
create due personalità. La prima che desiderava Sakura,
incondizionatamente, senza pensare alle conseguenze; la seconda che
la amava, ma che sapeva anche di non poter stare insieme a lei, per
non metterla in pericolo. Perché tutto quello che Syaoran
toccava, si disintegrava.
Poi
la voce di Sakura giunse alle sue orecchie e gli fece dimenticare
quei pensieri tristi.
“Vorrei
dedicare la prossima canzone a una persona speciale, una persona che
mi è vicino e con cui passo molto tempo. Prima del
concerto...mi ha comunicato una notizia spiacevole, che davvero non
mi aspettavo. Ora so che in questo momento mi sta guardando, qui, da
qualche parte nel teatro e vorrei dirgli solo…ti prego,
ascolta bene la prossima canzone, perché è solo per
te!”
Syaoran
si accorse che aveva trattenuto il respiro: le parole di Sakura lo
avevano confuso. Si riferiva proprio a lui? Forse prestando
attenzione alla sua canzone, avrebbe potuto capire la risposta a
quella domanda. Perciò si fermò a guardarla, in fondo
al teatro.
La
melodia della canzone invase tutto l'ambiente. Era struggente già
dall’inizio. E la voce di Sakura era più suadente che
mai.
“Travel
to the mooon
While
you sleep, a dream untangles.
There's
no one else here, while we play with the starlight
The
two of us together can definitely get back
the
smile we forgot and become strong again.”
La
voce era dolce sì, ma era anche tremante. E proprio per questo
la performance prometteva di essere tra le migliori. Syaoran sentì
il proprio cuore battere lentamente e con una tale intensità,
che era sicuro lo sentisse anche Sakura dal palco.
“Please
realize
I'm
here waiting for you
even
if the future awaiting us is unlike today
I'm
here waiting for you
and
I keep on screaming
I'm
sure my heart is tugging on the string that binds us,
so
that the me back then will open her eyes
No
need to cry.”
Cosa
voleva dirgli, Sakura? Perché gli stava dedicando quella
canzone dalle parole e melodia struggenti? Perchè
la sua voce tremava mentre cantava?
“Travel
in silence
I'm
sure I could touch you if I reached out
but
you are far away so that must be in my head.
I
can hear your voice, if I close my eyes
even
this little pain is dear to me”
Forse
aveva paura di perderlo? Ma perderlo solo come guardia del corpo?
Come amico? Oppure come qualcos’altro? Sakura era…innamorata
di lui? Quell’ipotesi gli fece mancare un battito. Sarebbe
stato meraviglioso, se solo lui avesse potuto ricambiarla
apertamente.
Poi,
in quel momento, Sakura sembrò accorgersi di dove si trovasse
lui. E da quel momento i suoi occhi non si allontanarono più
da lui.
“Please
look at me
I'm
here waiting for you
even
if I'm lost alone, blown upon the wind
I'm
here waiting for you
gazing
up at the sky
My
heart will always open my hands to protect you,
until
the you back then will turn and look at me
No
need to cry”
La
canzone volgeva al termine, ma Sakura non distoglieva gli occhi da
Syaoran e neanche lui riusciva a guardare altrove. Si sentiva
intrappolato nel suo sguardo intenso e così pieno di quello
che non poteva essere altro che...amore.
In
quel momento era come se non ci fosse nessun altro nel teatro, solo
Sakura e Syaoran e lei cantava unicamente per lui.
Sakura
terminò la sua canzone e il pubblico applaudì con foga:
aveva riconosciuto con quanto sentimento aveva cantato quella
canzone. E con quella canzone il concerto terminò. Sakura
iniziò a salutare il suo pubblico, mentre Syaoran corse
rapidamente dietro le quinte.
Non
sapeva cosa avrebbe fatto, l’unica cosa di cui era certo era
che voleva delle spiegazioni in qualche maniera e le voleva da
Sakura. Dietro le quinte, Syaoran incrociò Tomoyo: aveva lo
sguardo preoccupato e fissava Sakura. Quando Syaoran la raggiunse,
così turbato, Tomoyo si voltò verso di lui.
“Gran
finale, eh?” domandò Tomoyo.
“Già!”
“Cosa
farai adesso?”
Syaoran,
pensieroso, guardò verso Sakura: “Io...non lo so...ma
prima devo parlare con lei!”
“Perché?-
esclamò Tomoyo, incrociando le braccia- Non hai capito cosa
voleva dirti?”
“Voglio
che me lo dica apertamente!”
“E
poi? Che farai? La abbandonerai lo stesso?”
Syaoran,
preso in contropiede, chinò il capo: “Non…non lo
so…”
“Se
la farai soffrire, questa volta sarà diverso!”
Syaoran
stava per dirle che non avrebbe mai voluto farla soffrire, perché
per lui era importante che lei stesse bene e fosse felice. Ma Sakura
giunse fra loro e quando si accorse di Syaoran, arrossì
lievemente.
“Brava,
Sakura! Sei stata perfetta!” le disse Tomoyo, cercando di
sorriderle in modo sincero.
“Grazie!”
Syaoran
stava diventando impaziente. Se avesse potuto, l'avrebbe afferrata
per un polso e portata via con sé, per poterle parlare da
solo. Ma, prima di tornare in hotel, Sakura doveva cambiarsi e
recuperare Neko-chan.
Quei
minuti passati fuori dal suo camerino sembrarono lunghissimi e
interminabili. Quanto ci impiegava a cambiarsi? L'ansia lo stava
consumando dall'interno: il cuore non accennava a rallentare i suoi
battiti, il respiro era corto, le mani tremavano. Syaoran stava
perdendo il controllo di sé e non poteva permetterselo.
Poi,
inaspettatamente, la porta del camerino di Sakura si aprì e
lei uscì insieme a Tomoyo.
“Vogliamo
andare?” gli domandò lei, tranquillamente.
Syaoran
annuì. Così intrapresero il viaggio di ritorno: Tomoyo
guidava l'auto, mentre Sakura era seduta dietro accanto a Syaoran.
Solo la gabbietta di Neko-chan li divideva. Nei primi minuti di
viaggio nessuno parlò. Nell'abitacolo era calato un silenzio
carico di tensione e misto a sentimenti fra loro contrastanti:
l'angoscia di un cuore che sapeva di esser corrisposto, ma che non
poteva assecondare quell'amore; l'animo sereno di una giovane che
finalmente aveva chiarito i suoi sentimenti e aveva avuto il coraggio
di esporsi; e, infine, la sincera preoccupazione di un'amica per il
futuro di quella stessa ragazza.
“Allora...-
iniziò a dire Tomoyo, dopo essersi schiarita la voce-...anche
se il teatro era piccolo, c'era moltissima gente!”
“Sì!”
“Domani
hai la partecipazione in quel programma televisivo, ti ricordi,
Sakura?”
“Ah...sì,
certo. È in diretta vero?”
“Sì.
Ti faranno sicuramente qualche domanda sulle indiscrezioni uscite
ieri. Tu dì solo la verità e non innervosirti, ok?”
“Non
preoccuparti, Tomoyo. Andrà tutto bene!”
“Lo
so...”
La
strada verso l'hotel sembrava non finire più. Ma finalmente
quell’attesa snervante terminò. Tomoyo fermò
l'auto davanti all'entrata principale.
“Allora,
buonanotte, ragazzi!”
“Buonanotte!”
risposero i due all'unisono.
Syaoran
scese dalla macchina e, prima che Sakura lo seguisse, la ragazza fu
trattenuta dall'amica.
“Mi
raccomando, Sakura, cerca di riposare, d'accordo?”
“Sì,
Tomoyo. Ci vediamo domani mattina!”
“A
domani!”
Sparita
Tomoyo, tornò il silenzio. Sakura rimase ferma, guardando la
macchina dell'amica allontanarsi lentamente e immergersi nel mare di
luci notturne di Tokyo. Nonostante fosse l'inizio di giugno, quella
sera l'aria era particolarmente fresca e soffiava un venticello
pungente. Syaoran notò che l'abbigliamento di Sakura era
piuttosto leggero: indossava una camicia di seta viola con maniche
corte e drappeggiate e un fiocco sotto il colletto. I pantaloncini
neri non arrivavano neanche al ginocchio. Sicuramente si sarebbe
raffreddata se non fosse entrata subito in hotel.
Così
Syaoran le fu subito accanto e le sfiorò la mano: “Sakura,
non senti che vento freddo? Entriamo, rischi di ammalarti!”
“Hai
ragione, Syaoran!” disse lei, con un sorriso.
Finalmente
entrarono e, tramite l'ascensore, giunsero all'ultimo piano. Il
silenzio non li aveva mai abbandonati, era come una presenza fissa
dalla fine del concerto. E cosa assai strana, Syaoran sembrava
l'unico a essere preoccupato e ansioso: Sakura, al contrario, era il
ritratto della pace interiore.
Arrivati
davanti alla porta di Sakura, Syaoran si convinse che doveva
assolutamente parlarle.
“Posso
entrare solo un istante?”
Sakura
annuì, quasi si aspettasse una richiesta del genere. Perciò
aprì la porta e fece entrare Syaoran. Dopodichè liberò
Neko-chan e il micio corse nella camera da letto di Sakura.
“Syaoran,
so che sei preoccupato per colpa mia. Perciò perchè non
mi chiedi subito quello che vuoi sapere?” domandò lei,
senza troppi giri di parole.
Syaoran
cercò di calmare la tempesta che si stava abbattendo dentro il
suo petto e prese un respiro profondo.
“Cosa…cosa
voleva dire…quella canzone?”
Sakura
continuò a fissarlo con la sua espressione seria e serena:
“Non hai capito?”
“Io…vorrei
sentirlo dire da te…”
Riuscì
a dirglielo senza distogliere i suoi occhi da quelli di Sakura. Era
di nuovo intrappolato! Sakura non rispose subito e si avvicinò
a lui.
“In
questi giorni mi sono comportata in modo strano, lo so. Ho capito che
eri preoccupato per me e non volevo darti pensieri. Eppure era più
forte di me. Dalla sera in cui sei andato a cena con la signorina
Tanaka ho compreso che qualcosa era cambiato in me. Sei stato tu a
provocare questo cambiamento. Perciò, all'improvviso, stare
vicino a te era diventato il momento più dolce della giornata
e pensare a te era l'unica cosa che potessi fare, perchè
sentivo che questo sentimento è l'unico che io possa provare
nei tuoi confronti. Non voglio essere solo il tuo lavoro, né
una semplice amica, perchè, Syaoran, io sono innamorata di
te.”
Sakura
glielo disse sorridendo beatamente e poi appoggiò la fronte
sul petto di Syaoran, stringendo la sua camicia fra le mani.
“Per
questo motivo non voglio che tu te ne vada. Quando sei con me, sto
bene e mi sento al sicuro. La tua sola vicinanza tira fuori il meglio
di me!”
Era
bellissimo ciò che Sakura gli stava dicendo e lui avrebbe
volentieri ascoltato per sempre la sua voce mentre gli confessava il
suo amore. Ma le mani di Syaoran, tremando, si appoggiarono quasi
istintivamente sulle spalle di Sakura. Così facendo, Syaoran
si accorse che dalle sue mani sulle spalle di Sakura cominciò
a sgorgare del sangue. Sorpreso e spaventato, Syaoran scosse il capo
e capì che era solo un’illusione, non c’era alcuna
traccia di sangue sul corpo di Sakura, lì dove si erano
appoggiate le sue mani.
Però
l’incubo della notte precedente, la paura che aveva provato,
tornarono a tormentarlo. E c’era solo una cosa da fare per
salvare Sakura dalla sua sciagurata persona.
Così
le mani di Syaoran la allontanarono da sé e sul volto di
Sakura si dipinse un’espressione spaventata.
“Non
dovresti provare queste cose per me!” le disse, con tono
freddo.
“Syaoran,
che stai dicendo?” domandò lei, perplessa.
“Devi
superare questa cotta perchè è del tutto sconveniente!”
Sakura
lo fissava con un'espressione del tutto incredula e scosse il capo
energicamente, tutta rossa in viso.
“Ma
Syaoran, non è certo una cosa che posso controllare. È
capitato e sono felice di stare provando questo sentimento proprio
per te. E ciò che provo non è una semplice cotta! Io
sono innamorata. Quello che provo per te è diverso da
qualunque altro sentimento, diverso e più intenso perfino di
ciò che provavo per Hiro. Quando mi guardi, il mio cuore batte
più forte e quando la tua mano mi sfiora…- disse lei,
appoggiando le mani sul petto di Syaoran-…non riesco più
a respirare. Vado in confusione, ma in qualche modo è una
confusione delle più piacevoli!”
Perché
stava rendendo tutto più difficile? Perché doveva
essere così maledettamente…perfetta per lui?
“Sakura,
sei l’unica a provare questo sentimento! Io non provo niente
più di una semplice amicizia per te!”
Stranamente
quella grande bugia risultò estremamente credibile, almeno per
Sakura. I suoi occhi si riempirono di lacrime, che poi scesero sul
suo viso divenuto improvvisamente pallido. Ma lei non scoppiò
a piangere. Continuò dignitosamente a guardarlo in silenzio.
“Syaoran..-
disse lei in un sussurro-... c’è qualcosa che ci lega.
Qualcosa di molto speciale, come è possibile che non lo senta
anche tu?”
Syaoran
la fissava, con una voglia indescrivibile di prenderla fra le braccia
e dirle che lo sentiva…quel legame, era vivo dentro di lui. E
confessarle che anche lui era innamorato era la cosa più dolce
che potesse fare per lei in quel momento: ma con la dolcezza non si
salvavano le vite umane. Syaoran aveva bisogno di coraggio per
rinunciare alla sua felicità e garantire la sicurezza di
Sakura. Un giorno anche lei lo avrebbe capito.
“No!
Non sento niente di tutto questo!”
Dopodichè,
Syaoran le diede le spalle e si avvicinò alla porta: doveva
allontanarsi da lei prima di perdere la poca convinzione che gli era
rimasta.
“Forse…ora
è meglio che tu sia affidata davvero a un’altra guardia
del corpo. - aggiunse lui, con tono decisamente apatico- Così
mi dimenticherai più in fretta!”
“No,
non potrei mai dimenticarti. E non mi interessa quello che pensi o
ciò che farai. Dovunque tu vada, sarai sempre legato a me e io
ti aspetterò per sempre!”
Più
in fretta che poteva, Syaoran uscì dalla sua camera e si
chiuse la porta alle spalle.
Stupida,
Sakura!
Perché
non voleva accettare il suo rifiuto? Perché aveva la capacità
di tenere legato a sé il cuore di Syaoran, di farlo innamorare
ogni giorno di più? Ora come poteva abbandonarla?
Forse
pensando che lo faceva solo per il suo bene ci sarebbe riuscito.
Syaoran portava solo guai alle sue protette, Haiko era l’esempio
più triste. E Sakura ben presto avrebbe avuto la stessa sorte
se lui non si fosse allontanato da lei il più presto
possibile.
Prossimo
capitolo:
“Music”
Olè,
rieccomi di nuovo. I prossimi due aggiornamenti saranno piuttosto
rapidi se riesco. Sicuramente dovrei farcela prima di sabato 24.
Allora
Sakura si è dichiarata ed è stata respinta. Mah,
vedremo cosa capiterà nel prossimo... La canzone di questo
capitolo è molto bella e si intitola “A little pain”.
Ce ne sarà una anche nel prossimo, altrimenti perchè si
intitolerebbe Music!! Mwahahah! Seh...vabbè, passiamo ai
ringraziamenti che è meglio, vah!
Mamogirl:
grazie per la pre-opinione!! ehehe!! comunque, dai, non è che
nello scorso capitolo syao sia stato salvato da sakurina. In fondo il
pugno se l'è preso lui...povero ciccio!! ^^
laurettachan:
grazie per la recensione. Come vedi, sakura ha risparmiato tempo e
glielo ha detto chiaro e tondo. Altrimenti ora ci arrivava syaoran!!
ehehe ^^
hermy95:
grazie per la recensione. Non ti preoccupare, Hiro non tornerà
più!! riguardi il potter...insomma non mi è piaciuta la
lista nera dei morti alla fine. Capisco che ce n'era bisogno per
renderla più realistica, ma alcuni perchè? Tipo colin
canon...e Hermione che sceglie Ron? Banale e assolutamente poco
adatto a lei. Ma ormai quel che è fatto è fatto!
Paperella96:grazie
per la recensione. Dici sakura confessa? E lei ha confessato!!
eheh!!! spero ti sia piaciuto!!!
Un
ringraziamento anche a LisaAngius per la sua mail!!! ^_^
A
presto
kia85
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Capitolo 12 *** Music ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
11: “Music”
“Sei
sicuro della tua decisione, Li?”
Syaoran
era al telefono con l’ispettore Tanemura. Appena sveglio,
quella mattina, dopo aver dormito appena un paio di ore, aveva
chiamato subito il suo capo con l'intenzione di comunicargli la sua
decisione di abbandonare il suo compito di guardia del corpo di
Sakura. L'ispettore non aveva preso bene la notizia, piuttosto non se
la aspettava proprio. Ma Syaoran era ormai determinato ad andare
avanti.
“Sì,
sono sicuro!”
“Come
mai? C’è qualcosa che non va?” gli
chiese l'ispettore, seriamente preoccupato.
“No,
va tutto bene!”
“Trovo
piuttosto strana questa decisione. Sembravate andare molto d'accordo,
ormai. Avete per caso litigato?”
“No,
non…proprio…”
La
risposta dell’ispettore tardò ad arrivare, come se
stesse riflettendo profondamente sulle parole di Syaoran.
“D’accordo,
Li. Vedrò cosa posso fare! Potrei rivolgermi al tuo collega
Subaru!”
“Grazie
mille, capo! Subaru sarebbe perfetto!” disse lui.
“Però,
pensaci ancora un po’, ok? Spero che chiamerai al più
presto per comunicarmi di aver cambiato idea. Sai perfettamente di
essere il più adatto a questo lavoro!”
Syaoran
sospirò e salutò l'ispettore con fare sbrigativo: “A
presto, capo!”
“Arrivederci,
Li!”
Syaoran
chiuse la connessione e ripose il cellulare in tasca. Ormai era
fatta! Il tempo di avvisare il suo sostituto e poi avrebbe detto
addio a Sakura.
Oh,
tutta la notte aveva trascorso pensando come si sarebbe svolto quel
momento! Ma proprio non riusciva neanche a immaginare di dirle addio.
Non poteva credere che non avrebbe più rivisto il suo sorriso,
né il suo sguardo magnetico verde giada, né l’avrebbe
più sfiorata.
Syaoran
si portò una mano sulla fronte. Quella notte non aveva dormito
molto bene. Le parole di Sakura continuarono ad aleggiare nella sua
mente per tutta la notte. Saperla innamorata di lui era stupendo, ma
ovviamente inopportuno. Il modo in cui glielo aveva detto, così
diretta e spontanea, l'aveva turbato ulteriormente. Sembrava non
avesse paura dei suoi sentimenti, al contrario di Syaoran, come se
lui fosse la cosa più giusta per lei.
Ma
non era la cosa più giusta per lei! Tutt'altro! Era il
peggiore sbaglio che potesse fare, accettare Syaoran nella sua vita.
Syaoran
si alzò dal letto e il suo sguardo cadde sul comodino accanto
al letto, dove giaceva il cd di Sakura, la foto di Haiko insieme a
lui e accanto...quel libro...
Cime
tempestose...
Glielo
aveva regalato Haiko al suo ultimo compleanno passato insieme a lei.
Gli disse che era un libro che aveva appena letto anche lei e l'
aveva talmente scossa che voleva condividere con lui quell'emozione.
Solo in seguito aveva compreso il motivo per cui lei si era così
affezionata a quel libro. Semplicemente perchè rispecchiava la
loro situazione. A un occhio esterno alla vicenda, probabilmente
Syaoran corrispondeva al personaggio di Mr.Linton. Ma, in verità,
dentro di lui si celava l'animo passionale e vendicativo di
Heathcliff. Quante volte, dopo la morte di Haiko, aveva avuto
l'istinto di correre da Kei e fargliela pagare per averla sottratta a
lui quella notte? Poi il suo rancore si affievoliva, pensando che
Haiko ne avrebbe sofferto e lui non voleva causarle ulteriori
sofferenze, anche se ovviamente lei non era più con lui.
Syaoran
prese il libro in mano e notò il segnalibro inserito sempre
nello stesso punto, nel punto esatto in cui Syaoran aveva smesso di
leggere. Appena prima che Cathy morisse...perchè era sicuro
che lei sarebbe morta. Non poteva continuare a leggere di quei
momenti che troppo rimandavano il suo pensiero a quella maledetta
notte.
Sospirando,
Syaoran lo ripose nuovamente sul comodino. Chissà se un giorno
sarebbe riuscito a terminarlo, quel libro. Sì, sicuramente ci
sarebbe riuscito. Il suo amore per Sakura aveva fatto miracoli dentro
di lui. Gli aveva fatto ritrovare il sorriso, aveva allontanato la
sua paura per la musica e aveva riportato nel suo cuore i palpiti
d'amore che Syaoran pensava non avrebbe mai più provato.
Ora
Haiko era per lui un dolce ricordo, il più dolce che avesse,
sebbene fosse macchiato di sangue. Per questo motivo Syaoran doveva
allontanarsi da Sakura: voleva ricordarla con la stessa dolcezza e
custodirla teneramente nel suo cuore. Ma senza alcuna oscurità,
perchè lei era ancora viva!
Certamente
stava facendo la cosa giusta, glielo avrebbe detto anche Kei...
Quando Syaoran correva da lui a chiedergli consigli per questo o quel
motivo, Kei ascoltava sempre i suoi dubbi e ciò che lui aveva
intenzione di scegliere. E ogni volta gli assicurava che la sua
scelta era sempre quella giusta. La mano di Syaoran afferrò
nuovamente il cellulare e cercò d'istinto il numero di Kei
nella rubrica. Chissà dove si trovava in quel momento o cosa
stava facendo... Capì di provare nostalgia per quell'unico
amico rimasto. E anche se avrebbe tanto voluto nuovamente un suo
consiglio, non era ancora pronto per incontrarlo! Non l'aveva ancora
perdonato. E prima di perdonare Kei, Syaoran doveva perdonare se
stesso.
Lasciando
i pensieri più importanti della sua vita lì sul
comodino, Syaoran si preparò più in fretta che poteva.
Sapeva che Sakura non aveva preso bene il suo rifiuto e la sua idea
di abbandonarla, perciò Syaoran voleva assicurarsi che lei
stesse bene. Anche se probabilmente lei non aveva alcuna intenzione
di incontrarlo. Beh, doveva resistere solo ancora un po'. Tra qualche
giorno Subaru avrebbe preso il suo posto.
Ignorando
il moto di gelosia che gli strinse il cuore, Syaoran terminò
la preparazione. E aveva appena finito di abbottonarsi la camicia,
quando vide dai monitor in camera sua, un'agitatissima Tomoyo
Daidoji, dirigersi con passo affrettato verso la sua stanza.
Infattì
due secondi dopo bussò alla porta: Syaoran andò ad
aprire la porta e si ritrovò davanti Tomoyo e i suoi occhi
color indaco furenti più che mai.
“Ebbene...-
esordì lei-...sono andata a portare Neko-chan in un gattile
qui vicino, almeno per oggi, quando mi sono detta: perchè non
vai a vedere cosa combina l'uomo che sta facendo soffrire la mia
amica?”
“Ah…Daidoji…”
“Sì
può sapere cosa ti è preso?” esclamò lei,
senza lasciargli il tempo di spiegarsi.
Tomoyo
lo spinse dentro la stanza e chiuse la porta con una notevole forza.
“Ehm...io
non volevo farla soffrire!” spiegò lui, cogliendo
quell'attimo di silenzio.
“Non
fare il santarellino con me! Tu non ti rendi conto di quello che le
hai fatto! - sbottò Tomoyo, sempre più agitata- Quando
Sakura mi ha detto cosa è successo ieri sera, ho pensato: ma
perché se lui ne è innamorato, la respinge e
addirittura la vuole abbandonare?”
“Perché
non…posso stare con lei…” disse Syaoran, con voce
sofferente.
Tomoyo
sembrò calmarsi lievemente: “Per quello che è
successo nel tuo passato?”
Syaoran
la guardò e, dopo un istante di esitazione, annuì.
Tomoyo sospirò e si avvicinò a lui, guardandolo con gli
occhi socchiusi a due piccole fessure.
“Tu
non ti rendi conto di quanto sia importante per lei. La conosco da
una vita e so che quello che prova per te è un sentimento
unico. Non è paragonabile neanche a ciò che provava per
Hiro, e lui è stato il suo primo grande amore. Si è
innamorata di te lentamente, dal primo giorno e non se n'è
neanche resa conto. Mi ha confessato di averlo capito la sera in cui
sono rimasta con lei. La luce che brillava nei suoi occhi, mentre mi
parlava, non l'avevo mai vista prima d'allora. E ieri, quando mi ha
detto che avrebbe voluto confessarti i suoi sentimenti, era piena di
gioia come una bambina. Poi sei arrivato tu, con quella notizia
assurda e sei riuscito a sconvolgerla. E rifiutandola, le hai
spezzato il cuore più di quanto non avesse già fatto
Hiro. Non le basterà piangere per riprendersi questa volta. E
io non ti perdonerò mai se lei non dovesse più
ritrovare il sorriso!”
“Io…non
posso farci niente…è più forte di me!”
ribattè lui.
Seguì
un momento di religioso silenzio, in cui Syaoran non riuscì a
guardarla negli occhi, perchè, in fondo, sapeva che Tomoyo
aveva ragione a essere arrabbiata con lui. E lei, d'altro canto, lo
fissava e il suo nervosismo sembrò scemare sempre più.
Infatti, l'espressione di Tomoyo,
decisamente più calma,
si addolcì.
“Li,
so che tieni a lei e che non vorresti farla soffrire, ma…forse
per una volta dovresti pensare un po’ di più a te
stesso.”
“A
me stesso?”
“Sì,
sei una persona gentile e altruista. Faresti di tutto per Sakura. Ma
ogni tanto essere egoisti non è sbagliato, perchè
potrebbe rendere felice la persona che si ama!”
Syaoran
non riuscì a capire le parole di Tomoyo e la guardò
avvicinarsi alla porta.
“Andiamo,
dai…lei non ti mangerà!”
“No?”
esclamò lui, scettico.
“No,
certo non sta bene, ma a meno che non sia tu a provocarla, non ti
farà scenate.”
“Cosa
significa che non sta bene?”
“Beh...-
sospirò Tomoyo-...credo che abbia preso un po' di freddo, è
pallida e la fronte è calda, non in modo preoccupante, però
non è nelle migliori condizioni!”
“E'
colpa mia vero? Oh non avrei mai dovuto accettare questo incarico, lo
sapevo che non ero adatto. Sakura dovrebbe odiarmi, non amarmi. Sono
il primo a detestarmi!”
Tomoyo,
esasperata, si portò le mani sui fianchi e lo guardò
deicsamente contrariata: “Smettila per una volta di piangerti
addosso! E smettila anche di pensare che il tuo passato debba
influenzare il resto della tua vita. Buttati tutto alle spalle e
cerca di ricominciare finalmente da capo. Sai perfettamente anche tu
che sei l'unico adatto per proteggere Sakura, perciò pensa
solo a questo. E se vuoi amarla, allora fallo, perchè in fondo
lei non ti chiede altro!”
Le
parole di Tomoyo sembrarono rincuorarlo un po'. Aveva certamente
ragione, lei. E Syaoran avrebbe fatto qualunque cosa, in quel
momento, per far avverare tutto ciò che gli aveva appena
detto. Ma ogni volta che pensava di farcela, gli tornava in mente il
viso di Haiko, delicato e bellissimo, macchiato di sangue, gli occhi
azzurri pieni di terrore, le mani esili tremanti e ricoperte di
graffi...e lui assisteva inerte, senza porte fare nulla per salvarla.
E la paura che quel viso appartenesse a Sakura, che quegli occhi
azzurri spaventati fossero sostituiti da altri color verde giada,
sovrastava qualunque altro sentimento, anche il più forte e
ingombrante dell'amore per lei.
“Scusa...-
disse poi Syaoran-...mi sono lasciato prendere dal panico. Non
accadrà più!”
“Non
importa. In fondo la tua reazione è un chiaro segnale di
quanto lei conti per te, no?”
Tomoyo
sorrise fiduciosa e Syaoran, con il morale sollevato, annuì.
“Andiamo!”
Fu
così che entrambi uscirono dalla stanza di Syaoran. E nello
stesso momento in cui lui chiuse la porta, quella di Sakura si aprì
e lei uscì. Nonostante la sua espressione apatica e il viso
pallido, era deliziosa: indossava un abito nero con le maniche a
palloncino; in un angolo della scollatura era appuntato un fiocchetto
e la gonna era molto vaporosa. La stoffa nera che ricopriva la gonna
si sollevava da un lato, arrivando fino al fianco, ed era appuntata
con un fiocco e sotto la gonna c’erano diverse balze di colore
bianco che arrivavano al ginocchio. L'incontro non sembrò
causarle alcun tipo di emozione, almeno apparentemente. Al contrario,
Syaoran, era tutto un fremito.
“Buongiorno,
Sakura!” la salutò, cercando di essere cordiale.
Sakura
gli rivolse uno sguardo completamente spento e gli passò
davanti, lasciandosi dietro una scia di profumo delicato, una
fragranza floreale ed inebriante, che gli solletico piacevolmente
tutti i sensi. Bene, perfetto! Sarebbe stata una giornata molto
difficile!
Infatti
per tutto il viaggio verso gli studi televisivi, anche se erano
seduti vicini, Sakura non lo guardò né gli rivolse la
parola. Era così frustrante essere ignorato proprio da lei,
mentre lui non faceva che pensare a lei, ogni giorno da quando aveva
capito di esserne innamorato. L'indifferenza era il peggior
sentimento che si potesse subire, ancor peggio dell'odio. Perlomeno
nell'essere odiati c'era una notevole parte di considerazione.
L'indifferenza no, era proprio non esser considerati. E Sakura non
era tipo da provare un tale sentimento, soprattutto nei suoi
confronti.
Quando
arrivarono agli studi Syaoran aiutò Sakura a scendere
dall’auto, prendendole la mano. Ma, non appena la ragazza fu a
terra, si sottrasse alla sua presa, con un gesto brusco. Quella
reazione fece infuriare Syaoran, che la afferrò nuovamente con
un po’ troppa foga.
“Ehi!
Aspetta!”
Sakura
si voltò verso di lui e lo guardò, indispettita: “Che
vuoi?”
“Non
puoi ignorarmi per sempre!”
Sakura
inarcò un sopracciglio ed esitò a rispondere,
fissandolo con lo stesso sguardo di sfida.
“Ah,
tu credi? Perché non dovrei ignorare l’uomo che mi sta
facendo soffrire?”
“Non
era mia intenzione, lo sai!”
“Ad
ogni modo, è quello che hai fatto, che lo volessi o meno.
Adesso, se tu puoi decidere di abbandonarmi anche come guardia del
corpo, non posso fare altro che cercare di ignorarti, piuttosto che
affrontare la tristezza che mi stringe il cuore. Può darsi che
in questo modo riesca a uscire da questa situazione. Anche se l’unico
che possa aiutarmi questa volta sei solo tu…”
L’espressione
malinconica di Sakura gli provocò un dolore al petto...lo
stesso che probabilmente provava Sakura. Perciò la lasciò
andare dentro gli studi insieme a Tomoyo.
*****
“Allora,
Sakura, arriviamo alla domanda che tutti i nostri telespettatori
vorrebbero chiederti!”
Sakura
era incredibile: nonostante il suo stato, la delusione appena subita
proprio da Syaoran, la sua sfuriata prima di entrare, sembrava essere
sempre la solita. Aveva imparato a nascondere il suo dolore molto
bene. Come se, varcata la soglia che divideva la vita privata da
quella pubblica, qualunque pensiero negativo fosse lasciato indietro.
Sakura rispondeva alle domande della presentatrice e del pubblico
presente in sala, tutte giovani ragazze, con tranquillità,
anche alle più personali.
“Sentiamo!”
disse con un sorriso.
“E’
vero che tu e Hiro Setsu vi siete lasciati?”
Il
sorriso di Sakura si incupì e lei si passò una mano fra
i capelli: “Sì, è vero, ma non posso dire altro a
riguardo!”
“E
che mi dici delle voci sulla tua presunta relazione con la tua
guardia del corpo, Li Syaoran?”
Syaoran
si irrigidì e fissò attentamente Sakura sul grande
schermo. La sua espressione non era più rilassata, anche lei
era diventata un po’ più tesa. Chissà che tipo di
pensiero gli stava rivolgendo: dolce o pieno di rancore? Sicuramente
non gli era più indifferente... il suo viso tradiva la sua
preoccupazione...
“Non
c’è alcuna relazione. Anzi è molto probabile che
presto la mia guardia del corpo verrà sostituita!”
rispose lei, con tono deciso, dopo un momento di esitazione.
Syaoran
rimase sorpreso dalla convinzione con cui lei affermò quella
verità amara.
“Quindi,
al momento sei single…”
“Esatto!”
“Allora,
che ne dici di regalarci una canzone dal vivo?”
Sakura
si rallegrò nuovamente: “Mi sembra un’ottima
idea!”
La
presentatrice si alzò in piedi e la accompagnò al
pianoforte.
“Cosa
ci fai ascoltare?”
Sakura
si sedette sul panchetto del pianoforte, sistemandone l’altezza
con le rotelle ai lati.
“Winter
sleep!”
“Allora,
ragazze e ragazzi, a voi, Sakura!”
Il
pubblico in sala applaudì, in trepidante attesa, e Sakura
ritrovò la calma interiore prima di cominciare a suonare. Le
sue dita si appoggiarono sui tasti d’avorio del pianoforte e li
premettero con delicatezza. E la sua voce era più celestiale
che mai…
“It
keeps coming back to me
I remember this pain
It spreads across my eyes
Everything is dull
Everyone's smiling,
they're smiling
It pushes me far far away
I can't understand
Everything is blue
Can you hear me out
there?”
Sakura
suonava e cantava. I suoi occhi erano chiusi, segno che la sua
concentrazione era al massimo. Oppure semplicemente stava cercando di
immaginarsi qualcuno nella sua mente, mentre cantava. E
con molte probabilità quel qualcuno era Syaoran.
“Will
you hold me now Hold me now My frozen heart?
I'm gazing from the
distance and
I feel everything pass
through me
I can't be alone right
now
Will you hold me now Hold
me now My frozen heart?
I'm lost in a deep winter
sleep
I can't seem to find my
way out alone
Can
you wake me?”
Oh,
quella canzone struggente era una disperata richiesta di aiuto.
Sakura chiedeva l’aiuto di Syaoran.
Le
sue mani tra i tasti bianchi e neri, le sue dita scivolavano e il
suono si diffondeva nello studio, avvolgendo gli ascoltatori, ma
coinvolgendo solo Syaoran. Come poteva sottrarsi a quella
meravigliosa richiesta di aiuto?
“I
know when I let it in
It hides love from this
moment
So I guard it close
I watch the moves it
makes
But it gets me, but it
gets me
I wish I could understand
how I
Could make it disappear,
make it disappear
Anyone out there hear me
now?”
Syaoran
guardò meglio nello schermo, perchè la voce di Sakura
fu attraversata da un fremito e suscitò la sua curiosità,
e intravide gli angoli dei suoi occhi luccicare...
...Sakura
stava piangendo...
Chinando
il capo, Syaoran strinse i pugni con forza.
“Will
you hold me now Hold me now My frozen heart?
Kiss my lips and maybe
you can take me to your world for now
I can't be alone right
now
Will you hold me now Hold
me now My frozen heart?
Please make it all go
away
Am I ever gonna feel
myself again?
I
hope I will”
Sì,
Sakura stava davvero piangendo. Le lacrime le scesero lungo le guance
e quel pianto silenzioso era stato causato da Syaoran, proprio lui
che era l’unico a poterla aiutare. E la tentazione di cedere
era sempre più forte e più dolce.
In
quel momento Syaoran capì il significato delle parole di
Tomoyo: essere egoista significava permettere a se stesso di amare
Sakura liberamente, senza paura. E questo certamente avrebbe reso
Sakura felice, perché in fondo lei non gli chiedeva altro che
essere amata. Perchè se la musica gli aveva tolto Haiko,
adesso gli aveva generosamente donato Sakura.
Ma
prima di confessarle che anche lui la amava, con infinita tenerezza,
doveva affrontare il suo passato. Sakura doveva sapere cosa era
accaduto a lui e ad Haiko. Poi sarebbe stata libera di decidere se
accettarlo anche con quelle colpe che si trascinava dietro da circa
un anno o respingerlo.
*****
Quando
l’intervista terminò, Tomoyo riaccompagnò Sakura
e Syaoran in hotel. Prima però, passarono a prendere Neko-chan
al gattile che si trovava nel quartiere dell'hotel. Era pimpante e
pieno di energie, per cui doveva aver passato una bella giornata
insieme agli altri gatti. Quando Sakura lo ebbe nuovamente fra le
braccia, se lo strinse al petto, con la malinconia nello sguardo.
“Stai
bene, Sakura?- domandò Tomoyo, guardandola preoccupata dallo
specchietto retrovisore- Mi sembri così pallida…”
“Sì,
sto bene, non ti preoccupare!”
Tomoyo
fermò l'auto davanti all'hotel: “No, non mi convinci per
niente!”
Perciò
scese dall'auto, così come Sakura e Syaoran, e Tomoyo
raggiunse l'amica: appoggiò una mano sul suo braccio e una
sulla sua fronte.
“Oh,
Sakura...hai ancora la fronte calda. Credo ti stia venendo la
febbre!”
“No,
sono solo un po’ accaldata. Forse mi ha un po' presa
l'intervento nel programma televisivo. Hai sentito che domande mi ha
fatto? E poi tutti questi sbalzi di temperatura, fuori caldo, dentro
freddo, un po’ di stress…”
“Sì,
sì, d'accordo! Adesso però voglio che vai in camera tua
e ti infili nel letto! E se hai bisogno di qualunque cosa non esitare
a chiamarmi!”
Sakura
sorrise, come se avesse appena ricevuto un ordine dalla mamma: “Va
bene!”
“Li,
la affido a te!” esclamò Tomoyo, rivolgendo il suo
sguardo verso di Syaoran.
Syaoran,
chiamato in causa, annuì prontamente, mentre Sakura chinò
il capo, arrossendo. Infine, si congedarono da Tomoyo e Syaoran la
guardò anche lui preoccupato.
“Sicura
di stare bene, forse Daidoji ha ragione…”
Sakura
evitò di guardarlo negli occhi e gli rispose con un tono
decisamente freddo.
“Sto
bene!”
Detto
questo entrò in hotel, e Syaoran, infastidito da quel suo
atteggiamento scostante nei suoi confronti, la seguì. Poi,
senza che lei se lo aspettasse, la sorresse con una mano.
Sakura
lo guardò, sorpresa, ma dagli occhi di Syaoran, così
pieni di determinazione, capì che non poteva sottrarsi alla
sua presa. E si lasciò condurre docilmente nella sua stanza.
Una
volta arrivati davanti alle loro porte, Sakura si liberò con
gentilezza dalla sua presa e aprì la porta della sua camera.
Syaoran sapeva che lei stava male, ma voleva in qualche modo
risollervarle l'animo.
“Io...ecco...”
Sakura
si voltò a guardarlo, in attesa.
“Mi...mi
dispiace di averti fatto del male…” le disse lui.
Sakura,
presa in contropiede, non sappe cosa dire; per cui rimase lì,
di fronte a Syaoran, senza fiatare.
“Io
credo di sapere come posso rimediare. Perciò ti chiedo, vuoi
ascoltarmi?”
Syaoran
le porse una mano e Sakura esitò. Guardò prima Syaoran,
poi la mano rivolta verso di lei. Infine, chiuse la porta e la sua
esile mano si appoggiò su quella forte di lui. Syaoran la
strinse e la condusse in camera sua. La fece accomodare sul divano e
si avvicinò al comodino, afferrando la foto di Haiko.
“C'è
una cosa che devi sapere su di me!” esclamò, guardando
Haiko bella e sorridente nella foto.
Sakura
trattenne il respiro per un secondo: “Cosa?”
“Una
cosa che riguarda il mio passato. Vuoi?”
Sakura
annuì: “Sì!”
“Allora
guarda! Per parlare del mio passato…- disse Syaoran,
porgendole la foto-…devo parlarti di lei!”
Sakura
la prese e la osservò attentamente.
“Lei
è Haiko!” continuò lui.
“Ah,
sì. Ora mi ricordo di lei. Era una cantante molto brava e
popolare!”
“Sì!
Hai detto bene... era!”
Come
se una rivelazione le fosse comparsa nella mente all'improvviso,
Sakura spalancò gli occhi, guardandolo spaventata.
“Lei…Haiko
è…”
“Morta,
sì! E io ero la sua guardia del corpo!”
Sakura
si portò una mano, sulla bocca, estremamente turbata.
“Io
ero suo e lei era mia, o almeno così credevo…”
Prossimo
capitolo: “Memories”
Fiuùù!!!
Eccolo qui!! sono sicura che mi odierete per aver interrotto proprio
sul più bello, ma tanto dovrei aggiornare venerdì,
quindi ci risentiremo presto!!! Allora, Syaoran è rinsavito
dal suo essere baka!! e nel prossimo racconterà finalmente la
sua storia!!
Ringraziamenti...
Mamogirl:
ehi, hai visto, il povero Syaoran è rinsavito!! ^^ bene, il
tuo parere lo so già, ma grazie lo stesso... *me
si inchina*
Laurettachan:
grazie per la recensione. Come vedi, non li sto facendo soffrire più
di tanto, non ne avrei il cuore, poverini!! spero ti sia piaciuto
anche questo capitolo.
Hermy95:grazie
per la recensione. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!! non
disperare per Syaoran, è tornato in sé!! ^^ ah, ecco,
la morte di fred...gran brutta faccenda, sono rimasta sconvolta, con
che cuore lo ha potuto far morire??? su ron e hermy, meglio che non
mi esprima...li odio insieme, separati no!! hermy doveva stare con
harry...>.<
Paperella96:
grazie per la recensione. Beh, dai, il momento di crisi di syaoran è
passato. Ora fa il bravo, altrimenti sono guai!! ahaha! Spero ti sia
piaciuto il capitolo!! ^^
Ringraziamento anche
per lisaangius!!! grazie per le mail!! ^_^
A presto
kia85
|
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Capitolo 13 *** Memories ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
12: “Memories”
“Non
so da dove cominciare…”
Syaoran
si trovava seduto sul divano di camera sua, con il capo. Accanto a
lui c'era Sakura, in trepidante attesa.
“Comincia
dall’inizio!” gli consigliò lei, appoggiando una
mano sulla sua.
Il
suo tocco gentile lo aiutò a iniziare il suo racconto.
“Sono
nato a Hong Kong, come ultimo di cinque figli della famiglia Li. Mio
padre era un procuratore antimafia, mia mamma una casalinga: oltre a
me, hanno avuto altre quattro figlie, tutte più grandi di me!”
“Quindi
eri l’unico figlio maschio.”
Syaoran
annuì: “Sì. Le mie sorelle sono sempre state
molto premurose con me, così come mia madre. Dopo 8 anni dalla
mia nascita, mio padre raccolse importanti indizi che incastravano il
boss della mafia cinese. Ricevette per questo delle minacce di morte,
ma il governo non gli assegnò la scorta. E così, il
giorno prima dell'inizio del processo, mio padre fu ucciso mentre
andava a lavoro.”
“E’
terribile!” commentò Sakura, mentre la sua mano
stringeva delicatamente quella di Syaoran.
E
quel semplice gesto lo rincuorava per tutte le sofferenze che stava
per affrontare.
“Già.
Io ero troppo piccolo per capire cosa stesse accadendo realmente
intorno a me. Ma sapevo che mio padre era stato ucciso, per questo
decisi che sarei diventato un poliziotto e avrei protetto tutti
quelli in pericolo di vita come mio padre. Mia madre, preoccupata per
la nostra incolumità, decise di trasferirsi in Giappone, in un
paese fuori Tokyo, dove aveva dei parenti. Fu così che
acquistammo una casa e ci trasferimmo in Giappone. La morte di mio
padre fu un grande shock per me. Diventai un bambino incapace di
divertirsi con i suoi coetanei. Ma, in quel periodo oscuro, fui
salvato da due persone della mia stessa età. Una era Haiko e
l’altra il suo amico Kei. Erano entrambi miei vicini di casa e
loro si conoscevano fin dalla più tenera età. Quando
arrivai nel loro quartiere, furono subito molto gentili con me. Mi
cercavano sempre per giocare insieme e per andare a scuola. Haiko era
così solare e piena di vita che, ben presto, mi contagiò
con la sua personalità vivace. Fu grazie a lei che cominciai a
vivere di nuovo e a sorridere.”
“Allora
era proprio speciale!”
“Sì,
lo era davvero. Haiko, Kei ed io diventammo praticamente
inseparabili. Eravamo sempre insieme, a scuola e fuori. Ma più
tardi accadde l'inevitabile. Crescendo, cominciai a capire che ciò
che provavo per lei non era solo amicizia, ma era qualcosa di più
dolce. Io mi ero innamorato di lei. Per paura di rovinare la nostra
amicizia, sentivo di non avere il coraggio di confessarle i miei
sentimenti, così prima ne parlai con Kei, che, nel frattempo,
faceva strage di cuori. Tutte le ragazze al liceo erano innamorate di
lui: era bello, abile in tutti gli sport ed era tra i più
bravi a scuola!”
“E
tu com’eri? Avevi successo con le ragazze?” chiese lei,
timidamente, ma estremamente curiosa.
Syaoran
arrossì: “Sì, anch’io me la cavavo a
scuola, avevo sempre ottimi voti, come Kei, ed ero il capitano della
squadra di basket. Haiko mi diceva sempre che le sue amiche la
invidiavano perché il semplice fatto che era mia amica, ma a
me interessava solo lei, non mi accorgevo delle altre.”
“Quindi,
ne parlasti con Kei?”
“Esatto.
Senza esitazione, lui mi incoraggiò e mi consigliò di
dichiararmi, perché era sicuro che anche lei provava la stessa
cosa per me.”
“E
tu l’hai fatto?”
“Sì,
l’ultimo anno del liceo. Ricordo che iniziai il mio discorso
mentre eravamo sulla terrazza della scuola. Ma Haiko mi interruppe,
abbracciandomi e dicendomi che era innamorata di me!”
“Così
iniziò la vostra storia!”
Sakura
sorrise e Syaoran annuì, malinconico.
“Iniziò
quello che allora per me era il periodo più bello della mia
vita! Quando finimmo il liceo, ognuno di noi aveva le idee ben chiare
su cosa fare: io iniziai l’addestramento per diventare
poliziotto, Kei voleva diventare giornalista e si iscrisse
all’università, mentre Haiko, che aveva sempre sognato
di diventare cantante, riuscì a ottenere un contratto con una
piccola casa discografica. Suonava il pianoforte divinamente e quando
cantava per me e Kei pensavo che nessuno possedesse una voce più
angelica della sua. Così fece il suo debutto e fu un grande
successo. Divenne in poco tempo una cantante popolare e brillante. Il
suo talento venne riconosciuto subito da milioni di fans. Nel
frattempo, io terminai il mio addestramento e diventai un poliziotto
a tutti gli effetti. Anche la mia storia con Haiko diventava sempre
più perfetta: quando stavo con lei, mi sentivo felice e
talmente euforico che non riuscivo a vedere cosa stava accadendo
intorno a me!”
“Cosa
stava accadendo?” domandò Sakura.
“Kei,
l’amico d’infanzia di Haiko, il mio migliore amico, si
stava allontanando da noi. Cominciò a trovare scuse assurde
per evitare di incontrarci. Fino ad arrivare al punto di partire:
decise di fare uno stage in America, a Los Angeles. E da quel
momento, anche Haiko cominciò a cambiare. Divenne più
distratta, era più pensierosa e, anche quando facevamo
l’amore, non era più come prima. La sentivo tanto
lontana da me. Solo che, allora, non ci feci molto caso!”
“Perchè?”
“Oltre
a essere follemente innamorato di lei, mi preoccupava la situazione
che si stava creando intorno ad Haiko, in quanto personaggio
pubblico. In quel momento Haiko era all’apice del successo. I
suoi fans aumentavano sempre di più, così come i
fanatici. Accadde che una sera, durante uno dei suoi concerti, Haiko
non diede il meglio di sé e i suoi fans se ne accorsero,
infatti arrivò anche qualche fischio. Quando le chiesi cosa le
stesse accadendo, lei non mi rispose. Ma, a quel punto, cominciai a
preoccuparmi davvero. E mi chiesi cosa stava accadendo a quella
giovane donna che tempo prima era ridente e piena di voglia di
vivere. Il problema era che, se solo accennavo a quella situazione,
Haiko cominciava a scaldarsi e innervosirsi. Eravamo costantemente
sulla soglia del litigio e siccome nessuno dei due voleva litigare,
lei trovava sempre il modo di farmi dimenticare le mie
preoccupazioni. Sapeva essere estremamente convincente certi giorni.
Fu così che, dopo un altro concerto disastroso, Haiko
ricevette una minaccia di morte da un suo ammiratore fanatico.”
“Oh,
anche lei ha ricevuto minacce di morte?”
“Sì,
e le ha ricevute anche lei da Koichi Mitsuno!”
Detto
ciò, Syaoran la sentì trattenere il fiato e si voltò
a guardarla. Sembrava sorpresa dalla rivelazione e spaventata dalla
conseguenza che sicuramente non aveva dimenticato.
“E'...lo
stesso...vero?”
“Sì!”
Sakura
chinò il capo, riprendendo a respirare. Lo sguardo di Syaoran
si corrucciò: era già preoccupata...sicuramente non lo
avrebbe voluto più nella sua vita, dopo aver saputo la verità.
“Continua,
ti prego!”
Syaoran
sospirò e si alzò in piedi, avvicinandosi al balcone
per guardare il cielo che volgeva lentamente al tramonto, con
splendide tonalità calde.
“Bene!
La questione della minaccia di morte non sembrò turbare Haiko
più di tanto, ma io ero terrorizzato e mi offrii come sua
guardia del corpo. Lei accettò, senza particolare entusiasmo.
Ritenni che fosse dovuto alla minaccia del fanatico. Così
chiamai Kei, pensando che in quanto amico di entrambi dovesse essere
informato su ciò che stava accadendo. Lui, preoccupato per
Haiko, si precipitò subito in Giappone. E quando Haiko lo
rivide, tornò subito a essere la ragazza spensierata di prima,
tranne che con il sottoscritto. Mi convinsi che probabilmente per lei
era difficile essere sia la mia protetta che la mia ragazza. Così
una sera glielo dissi. Questa volta lei si arrabbiò molto e
litigammo.”
Il
ricordo di quel litigio lo costrinse a fermarsi per qualche secondo:
non aveva mai litigato così furiosamente con Haiko.
“Quella
sera la ricorderò per tutta la vita. Volarono parole grosse:
io le feci notare che non era più la ragazza di cui mi ero
innamorato e lei mi chiese perchè non la lasciassi. Restammo a
casa sua per tutta la sera, senza scambiarci più una parola.
Nell'aria c'era una tensione altissima: se qualcuno di noi avesse
ripreso il discorso, probabilmente sarebbe stata la fine della nostra
storia. Fu così che andammo a letto presto e io mi addormentai
in poco tempo. Ricordo che fui svegliato più tardi dallo
squillo del telefono. Mi alzai per rispondere e mi accorsi che Haiko
non era né al mio fianco né da nessun’altra parte
della casa. Così, preoccupato, risposi al telefono, pensando
che fosse lei. Invece era l’ispettore Tanemura. Mi disse che
Haiko aveva avuto un incidente con l’auto e che era stata
ferita gravemente! Così mi precipitai in ospedale. Arrivai
giusto in tempo per vederla entrare in sala operatoria stesa sulla
barella. Era coperta di sangue in più punti del corpo e pensai
che non potesse essere possibile: non avrei mai immaginato di
vederla, un giorno, con tutto quel sangue, il suo sangue, sul corpo.
Capii subito che le sue condizioni erano serie e, certamente, lo
sapeva anche lei, perchè quando mi vide, i suoi occhi si
illuminarono e mi volle a tutti i costi al suo fianco: mi prese la
mano, dicendomi che le dispiaceva, e poi mi chiese di perdonarla. Io
non riuscii a dirle niente, ero troppo sconvolto. Così mentre
veniva operata, chiesi i dettagli dell’incidente all’ispettore.
Mi disse che Haiko si trovava in auto con Kei ed erano stati
inseguiti da Koichi, che si era appostato sotto casa sua. Haiko e Kei
si erano accorti di essere inseguiti e, pensando fossero paparazzi,
accelerarono con l'intenzione di seminarli. L’inseguimento
terminò con l’auto di Kei che perse il controllo e andò
a schiantarsi contro il guard rail a una velocità di 100km/h.
Anche Kei era rimasto ferito più lievemente, ma in quel
momento non avevo alcuna intenzione di vederlo. Lo interrogai solo il
giorno dopo sui particolari dell’incidente, ma non volli sapere
nulla sua relazione con Haiko. In seguito, seppi che si vedevano di
nascosto, quando mi dovevo allontanare da Haiko o durante la notte.
L’inseguitore era sparito subito dopo aver causato l’incidente.
E, sebbene fosse stato identificato, al processo non venne condannato
per mancanza di prove. Ma io so che fu lui a causare l'incidente.”
“Come
è possibile che non lo condannarono?” domandò
Sakura, interessata.
“Ho
avuto il sospetto che la giuria fosse stata corrotta dal padre di
Koichi. Il signor Mitsuno è un importante politico, per cui
sicuramente avrà fatto di tutto per non rovinare la sua
immagine pubblica.”
“Capisco...
Haiko, invece...morì...”
“Sì.
Dopo un paio di ore sotto ai ferri, Haiko morì. Il chirurgo
che l’aveva operata disse che aveva fatto di tutto, ma le
ferite erano troppo gravi. Non mi ricordo cosa pensai quando mi
comunicò la notizia. Ricordo solo che dentro di me c’erano
emozioni intense, di vario tipo: mi sentivo tradito dal mio migliore
amico e dalla mia ragazza, odiavo l’uomo che aveva causato la
morte di Haiko, odiavo anche il chirurgo che l’aveva operata e
più di tutti odiavo me stesso!”
Syaoran
si portò una mano sulla fronte.
“Perché?”
domandò Sakura, con un sussurro.
“Perché
non avevo saputo proteggere la donna che amavo. Sì, è
vero, lei mi aveva tradito, ma io non me ne sono mai accorto. Forse
se l’avessi saputo prima, avremmo potuto risolvere in qualche
modo. È da quando è successo, circa un anno fa, che mi
tormento, chiedendomi in che modo avrei potuto evitare la sua morte.
Ed è da un anno che lei mi tormenta nei miei incubi. Mi dice
che è colpa mia se lei è morta, che tutto ciò
che tocco si distrugge. Per questo dovresti stare alla larga da me.
Io porto solo guai…”
Syaoran
si coprì il viso con le mani, non voleva che lei vedesse la
sua espressione affranta. E non voleva vedere la delusione negli
occhi di Sakura e la sua fiducia persa per sempre. Ma poi, le mani
esili di Sakura si posarono sulle sue e lui le abbassò. Sakura
lo aveva affiancato e ora stava piangendo, guardandolo con
l’espressione più dolce che gli avesse mai rivolto.
“Non
è stata colpa tua, Syaoran, non sei tu il responsabile della
sua morte!- disse lei, con voce tremante, accarezzandogli una
guancia- Lei aveva capito di essere innamorata del suo migliore amico
e tu non avresti potuto fare nulla per fermarli!”
Syaoran
chiuse gli occhi e appoggiò una mano sopra quella di Sakura,
la mano che lo stava accarezzando.
“Inoltre…sono
sicura che, nonostante tutto, lei ti abbia amato veramente, anche se
per poco tempo. Sono convinta che eri davvero speciale per lei. Per
questo la ragazza che vedi nei tuoi incubi non può essere lei.
È solo il frutto del tuo senso di colpa, ma devi superarlo,
Syaoran. Devi lasciare che il tuo cuore guarisca da tutte queste
ferite. Solo così potrai tornare a vivere serenamente! Se me
lo permetti, ti starò accanto e ti aiuterò!”
“Come
puoi fidarti ancora di me dopo quello che ti ho raccontato?”
domandò lui, perplesso.
“E'
proprio perchè hai voluto condividere questo triste evento con
me, che io mi fido ancor più di te. La sincerità è
una qualità rara e preziosa e mostra il tuo animo umile, ma
nello stesso tempo, estremamente nobile.”
Sakura
arrossì e lo toccò all'altezza del cuore.
“Credo...-
continuò lei, evitando di guardarlo negli occhi-...di amarti
ancora di più, adesso!”
“Sei
una che non si arrende tanto facilmente.”
“Sì,
sono un po' testarda! Tomoyo me lo dice sempre. - esclamò lei,
sorridendogli timidamente- Ma voglio che sia solo tu a vegliare su di
me!”
Syaoran
non resistette un minuto di più. Avrebbe seguito il consiglio
di Sakura e si sarebbe lasciato aiutare da lei.
“Ieri…non
avevo davvero intenzione di respingerti.”
“Credo
di averlo capito, adesso.” disse lei, mentre il suo sguardo
lasciava trasparire una felicità immensa.
Syaoran
coprì con la sua mano quella che Sakura aveva lasciato sul suo
petto: “La verità è che nei miei incubi c’eri
pure tu, ultimamente.”
“Davvero?”
“Sì,
e Haiko mi diceva che se continuavo a stare insieme a te, sicuramente
ti sarebbe successo qualcosa di brutto. Ma...io non voglio che
accada. Non potrei mai perdonarmelo!”
“Non
mi accadrà nulla, Syaoran! Io non mi separerò mai da
te!” lo rassicurò Sakura.
Improvvisamente,
Syaoran la strinse a sé, mentre il cuore riprese il solito
ritmo anomalo, ma estremamente piacevole: il ritmo da
Sakura-nelle-vicinanze.
“Sakura...sono
innamorato di te!”
Sakura
chiuse gli occhi, avvolgendo le sue braccia intorno a Syaoran, e lui
la sentì sospirare di sollievo.
“Perciò,
ti prometto che non ti accadrà niente. Ti proteggerò a
qualunque costo!”
“Va
bene!”
Così
dicendo, Sakura si avvicinò lentamente al suo viso e appoggiò
la sua fronte a quella di Syaoran. E subito lui si accorse di quanto
fosse calda su tutto il viso.
“Sakura,
tu scotti. Devi andare subito a letto a riposare!”
“Sto
bene!” lo rassicurò lei, non riuscendo a trattenere un
brivido.
“Non
mi pare!”
“Ho
solo un po’ di freddo, tutto qui!”
Syaoran
sospirò e le accarezzò la guancia con delicatezza,
guardandola negli occhi. Era molto preoccupato per lei, la sua fronte
scottava molto, eppure non voleva allontanarsi da lei, voleva
stringerla tra le sue braccia, riscaldarla come lei aveva riscaldato
il suo cuore…
Con
un gesto deciso, si chinò su di lei, mentre Sakura chiudeva
gli occhi. Le sfiorò le labbra sottili e morbide e la sentì
rabbrividire nuovamente. Così la strinse ancor di più a
sé, riscaldandola con le sue braccia. Il bacio che le aveva
dato nel suo sogno non era neanche paragonabile a quello vero,
soprattutto perché lei era vera, viva, calda…e ora era
sua.
Syaoran
era riuscito ad aprirle il suo cuore. Finalmente ora poteva
ricominciare a vivere e ad amare, grazie a Sakura. Il suo sorriso
dolce e caldo era il miglior medicinale che avesse mai preso. Per
questo motivo desiderava vederla sorridere per sempre, per lui solo.
E d'ora in poi avrebbe visto solo lui riflesso negli occhi verdi di
Sakura.
Prossimo
capitolo: “Dreamcatcher”
Ecco
qui, il nuovo capitolo!!! Un po' corto, ma bello intenso!! Il titolo
del prossimo è provvisorio, quindi non è sicuro sia
questo. Domani vado in vacanza per cui almeno fino a dopo ferragosto
non ci saranno più aggiornamenti! Ma intanto continuerò
a scrivere così mi porto avanti!!
Ringraziamenti...
mamogirl:
ehi, stavo ridendo come una scema al consiglio sul libro per Syaoran.
Troppo forte quella scena di friends!! e grazie per la recensione!!
^^
paperella96:
grazie per la recensione, spero ti sia piaciuto il capitolo. Non
credi che 220 figli siano un po' tanti, povera Sakura!! ^_^
hermy95:grazie
per la recensione. In verità questa storia mi è stata
ispirata dall'anime di Tsubasa Chronicle. Perchè lì
Syaoran sembra proprio la guardia del corpo di Sakura *.* Poi la
puntata dove Sakura canta you are my love ha dato il colpo di grazia.
Il film guardia del corpo l'ho visto dopo, per prendere spunto. ^_^
laurettachan:
grazie per la recensione, spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Tomoyo...insomma, ci sono persone a cui non piace il suo personaggio,
nel manga, invece io la trovo troppo carina. È divertente,
fedele e saggia!!!E' l'amica perfetta.
hikari_a18:
ti ringrazio molto per la recensione molto gentile! Spero che il
capitolo ti sia piaciuto. Dunque, il Subaru nominato è sempre
un personaggio di Tokyo Babylon sempre delle mitiche clamp. Ma ho
preso solo il nome, così come gli altri 3 agenti che compaiono
in uno dei capitoli precedenti: kurogane, fujimoto e kamui!! tutti
personaggi by clamp e provenienti da manga diversi!!! ^_^ io sono una
fan accanita delle clamp, non so se si è notato!! ahaha
A
presto
kia85
|
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Capitolo 14 *** Dreamcatcher ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
13: “Dreamcatcher”
“Syaoran…”
Syaoran
aprì gli occhi e si ritrovò disteso e immerso in un
bianco candore. Tutto attorno a lui era chiaro, lucente e gelido come
la neve. Non riuscì a capire dove si trovasse, ma doveva
essere sicuramente un sogno.
“Syaoran!”
Qualcuno
lo stava chiamando, una voce femminile, chiara, familiare…
Lentamente, Syaoran si sollevò e si guardò intorno. Con
sua grande sorpresa scorse Haiko di fronte a lui: pallida in viso,
con indosso una veste talmente bianca da confondersi con l'ambiente
circostante; solo i capelli neri risaltavano fortemente, ma per il
resto, sembrava fosse diventata parte integrante di quel mondo così
puro, ma anche così malinconico.
“Haiko?”
Haiko
gli sorrise e Syaoran si accorse di quanto fosse diversa rispetto ai
suoi incubi. Sembrava davvero lei.
“Sì!”
Syaoran
sbattè le palpebre, perplesso:
“Questo
è…un altro incubo?”
Haiko
sorrise e scosse il capo, energicamente.
“No,
non preoccuparti. Questo è solo un sogno.”
“Un
sogno? Vuol dire che non ci saranno visioni del tuo incidente, né
quelle su Sakura?” domandò lui.
Haiko
si avvicinò a lui e appoggiò una mano sulla sua
guancia.
“No,
quel periodo della tua vita è finito!”
Sebbene
fosse solo un sogno, la mano di Haiko, piccola e bianca, era gelida,
ma inconfondibile: quante volte si era intrecciata con la sua? Quante
volte gli aveva accarezzato il viso? Syaoran non era sicuro fosse
vera, ma era bello rivederla ancora una volta, con la dolcezza che
l'aveva sempre caratterizzata.
“Haiko…perché
eri sempre presente nei miei incubi?” le domandò
perplesso.
“Suvvia,
non ero io, Syaoran.Il rimorso che ti tormentava ha generato quegli
incubi. Ma non devi pensare che quello che mi è successo sia
colpa tua. Non è affatto così.” esclamò
lei, quasi implorandolo.
“Ma
tu sei… non ci sei più e il mio compito era
proteggerti!”
“Syaoran,
hai fatto tutto quello che potevi con me! Ma quando Kei partì,
io…mi resi conto di essere innamorata di lui. E quando tornò,
non riuscii a controllarmi e gli confessai i miei sentimenti.”
“E...anche
lui era innamorato di te?”
Haiko
annuì, abbassando lo sguardo: “Sì,
abbiamo cominciato a vederci di nascosto: la notte aspettavo che tu
ti addormentassi e uscivo di casa con lui. Per me Kei era importante,
più importante di qualunque altra cosa.”
“Più
importante di me?” domandò lui, insicuro di desiderare
una risposta.
Gli
occhi di Haiko si inumidirono e le lacrime cominciarono a scivolare
sul suo viso.
“Mi
dispiace,
Syaoran. Tu per me sei sempre stato un caro amico e per qualche tempo
sono stata davvero innamorata di te. Ma Kei, anche se non l’ho
capito subito, il mio cuore batteva per lui. E, sebbene il tempo
passato con lui sia stato assai breve, mi ha resa molto felice.
Pensavo che niente avrebbe potuto rendermi più felice di
così.”
Syaoran
annuì: “Capisco…”
“Non
sai quante volte sono stata sul punto di dirti tutto. Ma non ce l’ho
fatta. Kei ed io non volevamo farti soffrire, eri il nostro più
caro amico. Per questo ti chiedo ancora una volta di perdonarmi se
puoi.”
Ormai
le lacrime le bagnavano tutto il viso e Haiko si portò le mani
sul volto. Syaoran sentì una stretta al cuore: non aveva
ragione a farla stare sulle spine, perciò le prese una mano.
“Certo,
Haiko, non preoccuparti. Io ti perdono!”
Haiko
si asciugò gli occhi con il dorso della mano e poi gli
sorrise.
“Lo
sai, Syaoran, sono tanto felice per te!”
“Per
me?”
“Sì,
Sakura è proprio adatta a te! Lei ti starà vicino e non
devi preoccuparti, perché non le accadrà nulla!”
Syaoran
chinò il capo: “Ho tanta paura di fallire e
perderla…come ho perso te!”
Haiko
gli prese il viso tra le mani, guardandolo intensamente negli occhi:
“Syaoran,
no! Non accadrà! Lo sai che è così. Tu sei forte
e coraggioso e Sakura è in buone mani! Non avere paura!”
Syaoran
annuì, più convinto.
“Sì!
Hai ragione! Non lascerò che le accada qualcosa di brutto!”
Haiko
gli rivolse uno dei suoi sorrisi più dolci: “Ecco,
adesso riconosco il mio Syaoran!”
Syaoran
le prese le mani fra le sue, stringendole intensamente, nonostante
fossero gelide come il ghiaccio.
“Grazie,
Haiko!”
“Syaoran,
promettimi che vivrai insieme a Sakura e che vivrai anche per me!”
“Te
lo prometto!”
“E
ora, mio caro amico, devo lasciarti!” disse
lei, cercando di sfuggire alla presa di Syaoran.
Ma
lui la trattenne vicino a sé, fissandola negli occhi.
“Voglio
tu sappia che, anche se adesso il mio cuore appartiene a Sakura, tu
sarai sempre importante per me!”
“Sì,
lo so…-
disse lei, sorridendo e appoggiando una mano sul suo cuore-…vivrò
sempre qui dentro. Ma, ricorda, io rappresento il tuo passato. Sakura
è il tuo presente e futuro!”
Syaoran
annuì: “Lo ricorderò!”
“Allora,
addio, Syaoran. Sii felice!”
Haiko
cominciò a svanire, divenne sempre più candida, come se
stesse diventando parte di quel paradiso innevato…Syaoran tese
una mano verso di lei, per sfiorarla per l’ultima volta, ma si
ritrovò disteso a pancia in su, il braccio destro proteso
verso l'alto, la mano aperta.
Sospirò,
chiedendosi se quello che aveva appena vissuto fosse stato davvero un
semplice sogno. Haiko sembrava così vera e Syaoran poteva
percepire perfettamente il freddo tocco sul petto e sulla guancia.
Forse Haiko gli era apparsa in sogno per aiutarlo a superare
definitivamente i suoi sensi di colpa e per augurargli la felicità
insieme a Sakura.
Già...Sakura...
Syaoran
si mise subito a sedere. Guardandosi attorno, si accorse di essere
nella camera della ragazza e lentamente gli tornarono in mente tutti
i ricordi della sera prima: aveva condiviso i ricordi del suo passato
insieme a Sakura, lei lo aveva accettato e, infine, lui le aveva
confessato di essere innamorato di lei. L’aveva baciata e
stretta a sé, accorgendosi che la fronte le scottava. Così
l’aveva accompagnata in camera e si era assicurato che andasse
subito a letto. Poi, preoccupato per lei, era rimasto in camera sua e
aveva dormito sul divano.
“Ah,
buongiorno, Li!”
Syaoran
alzò il capo e vide una raggiante Tomoyo avvicinarsi con passo
svelto.
“Buongiorno,
Daidoji!”
“Dormito
bene?” domandò lei, sedendosi accanto a lui.
“Sì,
più o meno! Che ore sono?”
Tomoyo
diede una rapida occhiata al suo orologio da polso: “Le otto e
mezza!”
Syaoran
si alzò in piedi e si sgranchì la schiena: dormire sul
divano non era certamente il massimo della comodità. Sebbene
fosse ancora presto il sole era già alto nel cielo di Tokyo:
si prevedeva un'altra splendida giornata estiva.
“Daidoji,
è insolito che sia già qui a quest'ora. Posso chiedere
come mai?”
Tomoyo
ridacchiò divertita: “Volevo congratularmi con voi due!
Sono così felice che ti sia confidato con lei. Non sai quanto
ci speravo!”
“Grazie…-
rispose lui, imbarazzato- ma…come fai a saperlo?”
“Beh,
in verità, Li...- continuò Tomoyo, cercando di essere
un po' seria-... Sakura si è svegliata molto presto: la febbre
le si era alzata e stava davvero male, così mi ha chiamata.
Ovviamente sono venuta subito, le ho fatto prendere un antipiretico
(nda:
farmaco atto a far abbassare la febbre)
e, dopo che lei si è calmata un po’, mi ha raccontato
cosa vi è successo ieri sera. A quanto pare l’hai
riscaldata un po’ troppo!”
Syaoran
arrossì violentemente: “Ma che dici? L’ho
solo...baciata!”
“Un
gran bel bacio a quanto pare!” esclamò lei, divertita.
“Piuttosto,
Sakura come sta?” domandò Syaoran, estremamente
preoccupato.
“Adesso
sta dormendo. La febbre è passata. Ma è meglio se per
oggi resta a letto a riposare. Domani ha un impegno importante a cui
non può mancare e oggi le ho già annullato tutti gli
appuntamenti!”
“Di
cosa si tratta?”
“L'appuntamento
di domani? Beh, è un incontro con uno studio di animazione.
Stanno realizzando un film su un famoso anime che sta avendo molto
successo e vorrebbero che Sakura cantasse le canzoni della colonna
sonora. Purtroppo la doppiatrice della protagonista non è in
grado di cantare, perciò Sakura la dovrebbe sostituire in un
paio di canzoni, una delle quali cantata in coppia con il doppiatore
del protagonista maschile.”
“Interessante
come lavoro! Sakura ha accettato?”
“Non
ancora. Prova a convincerla tu se ci riesci!” sospirò
Tomoyo, rasseganta.
Evidentemente
aveva insistito più volte con la sua amica per quanto
riguardava quell'occasione e non aveva ottenuto alcun risultato.
Perchè Sakura sapeva essere molto testarda quando voleva.
“Non
ti preoccupare. Mi occuperò io di lei e le parlerò
anche di questo!”
“Ti
ringrazio! - esclamò Tomoyo con un sorriso- Allora, credo che
adesso me ne possa anche andare.”
Syaoran
annuì: “Sì, tranquilla!”
Tomoyo
si alzò, aggiustandosi il vestito, e poi rivolse uno sguardo
malizioso in direzione di Syaoran.
“D’accordo!
Mi raccomando, fate i bravi!”
Syaoran,
pieno di imbarazzo, divenne nuovamente rosso su tutto il viso, come
se fosse divampato un improvviso incendio sulle sue guance.
“Daidoji!”
Tomoyo
ridacchiò, poi lo salutò e uscì. Syaoran, dopo
essersi dato una sistemata, andò nella camera da letto di
Sakura. Sembrava stesse ancora dormendo: aveva gli occhi chiusi, era
distesa sul lato destro, sotto le lenzuola, e l’espressione del
viso era rilassata. Ai piedi del letto c'era Neko-chan, che ronfava
beatamente, incurante probabilmente della difficile notte appena
passata dalla sua padroncina. Syaoran si avvicinò, cercando di
non fare troppo rumore e si sedette sulla sedia accanto al letto. Si
chinò su di lei e le scostò una ciocca di capelli dalla
fronte fresca. Sembrava davvero che non avesse più la febbre.
“Syaoran…”
mormorò lei.
“Sì.
Scusa, ti ho svegliata?”
Sakura
aprì gli occhi e gli sorrise: “Non preoccuparti,
Syaoran. Ero già sveglia!”
“D'accordo,
allora buongiorno!”
“Buongiorno
a te!”
“Come
ti senti?” le chiese Syaoran, appoggiando una mano sulla sua
fronte.
“Bene,
un po’ assonnata, ma sto bene!” rispose lei, con un
sorriso lievemente affaticato.
La
mano di Syaoran scese ad accarezzarle una guancia: “Potevi
chiamare me stamattina. Ho dormito sul divano proprio per questo
motivo!”
Sakura
chinò il capo: “Lo so, ma…quando sono venuta da
te, ho notato che l’espressione del tuo viso era serena e ho
pensato che stessi sognando qualcosa di bello. Dopo tutti gli incubi
che hai avuto, non volevo rovinarti un sonno tranquillo!”
“Invece
mi avrebbe fatto piacere, starti accanto e prendermi cura di te.”
Sakura
arrossì: “Mi dispiace.”
“Non
importa, ma promettimi che la prossima volta che avrai bisogno di
aiuto mi chiamerai.”
“Te
lo prometto, Syaoran!” esclamò Sakura.
Così
dicendo, Sakura appoggiò una mano sopra quella di Syaoran che
le stava accarezzando la guancia e chiuse gli occhi, sorridendo
beatamente.
“Allora,
era davvero un bel sogno?” domandò poi Sakura, curiosa.
Syaoran
riflettè sul sogno che aveva avuto quella notte: sì,
era strano e piuttosto sconvolgente se considerava che Haiko era
morta. Ma lei era stata troppo importante per lui ed era stato bello
rivederla in un modo così inaspettato.
“In
un certo senso…sì…”
“Posso
sapere cosa hai sognato?” chiese lei, timidamente.
“Io
credo...di aver sognato Haiko!”
L’espressione
di Sakura divenne improvvisamente preoccupata ed era chiaramente
evidente anche un pizzico di gelosia. Sakura era totalmente incapace
di nascondere qualunque sentimento, il che la rendeva deliziosa agli
occhi innamorati del giovane Syaoran.
“Ah…capisco.”
“Ma
non è come credi. –le spiegò Syaoran, dolcemente-
Era un sogno un po' strano.”
“Un
po' strano?” ripetè lei, interessata.
“Sì,
beh...non pensare che sia pazzo, ma credo fosse davvero Haiko.”
“In
che senso?”
“Mi
parlava come se fosse davvero lei. So che non è possibile,
perchè lei non c'è più, ma è quello che
ho sentito. Parlava di lei e Kei, mi ha spiegato che la ragazza dei
miei incubi non era lei, bensì il prodotto dei miei sensi di
colpa. Poi mi ha rassicurato, dicendomi che non avrei potuto fare
nulla per evitare la sua morte: era innamorata di Kei e avrebbe fatto
di tutto per stare con lui. E, nonostante quello che le è
successo, mi è sembrata felice.”
“Certo,
anche se per poco tempo è riuscita a vivere la sua storia
d’amore con il vostro migliore amico. Sono sicura che era
davvero felice!” affermò Sakura, convinta.
“Quindi...non
credi che sia impazzito?”
Sakura
ridacchiò e si sedette, sistemandosi un cuscino dietro la
schiena: “Certo che no, Syaoran. Credo davvero che tu abbia
visto Haiko. Potrebbe essere una sorta di segno: finalmente hai
chiuso con il tuo passato e sei pronto per andare avanti con la tua
vita!”
Syaoran
le rivolse uno sguardo pieno di tenerezza e le sorrise.
“E'
curioso!”
“Cosa?”
domandò lei, sorpresa.
“E'
curioso che ciò che hai appena detto sia molto simile a quello
che mi ha detto Haiko nel sogno!”
“Interessante
davvero. Cos'altro ha detto?”
“Dunque,
vediamo...- esclamò Syaoran, pensieroso-...mi ha fatto
promettere che vivrò anche per lei e mi ha detto che tu sei il
mio presente e futuro.”
Sakura
sorrise, arrossendo lievemente: “Molto gentile da parte sua. Lo
sai, credo che Haiko ed io avremmo potuto essere grandi amiche!”
“Effettivamente
avete molte cose in comune: la passione per la musica, un animo
dolce, un carattere sincero...”
“E
non dimenticare l'esserci innamorate di te!” esclamò
Sakura, intrecciando la sua mano con quella di Syaoran.
Lui
sorrise, con una sorta di velo malinconico sul viso: “Già!”
Sakura
se ne accorse e divenne preoccupata.
“Scusa,
sono stata insensibile a dire questo!”
Syaoran
guardò le loro mani intrecciate e pensò che fosse una
splendida visione: perciò intrappolò la mano di Sakura
fra le sue e la baciò.
“No,
non scusarti. Nonostante tutto, è la verità! Me lo ha
assicurato anche lei.” esclamò Syaoran, guardandola
negli occhi.
Sakura
esitò, lo sguardo fisso su Syaoran. Poi l'espressione sincera
e serena di Syaoran la convinse e finalmente si lasciò andare
in uno splendido sorriso.
“Oh,
meno male. Pensavo di aver fatto una super gaffe!”
Syaoran
rise: “Sei davvero strana, Sakura...ma mi piaci!”
Sakura
arrossì vistosamente e ritirò la mano. Si avvicinò
a Neko-chan e lo prese in braccio, causando il suo risveglio. Il
micio si ribellò per pochi istanti, poi Sakura lo appoggiò
sul suo grembo e lui si stiracchiò le zampe.
“Posso
chiederti un favore?” domandò Sakura.
“Certo!”
“Accenderesti
lo stereo?”
“Vado!”
Syaoran
si alzò subito e raggiunse lo stereo nella stanza accanto alla
camera da letto. Cercò il pulsante per accenderlo e quando lo
trovò lo premette: la stazione radio stava mandando in onda
una canzone e l'artista aveva una voce tremendamente familiare.
“Now,
I'm starting to be reborn Fly again, fly again, fly again My
heart never surrenders The time we were children Our view
straight ahead wasn't scary Ah, you're only gazing Like it's
your own work Tangling your thoughts”
Syaoran avrebbe
riconosciuto quella voce fra mille. Era proprio una delle canzoni di
Sakura.
“I
wanna be your dream catcher No matter what kind of sadness will
arrive I'll protect you I wanna be your dream catcher I'm
becoming stronger Fly
again”
Ora ricordava. Quello era
il giorno dell'uscita di “Dreamcatcher”, il nuovo singolo
di Sakura. Gli era passato completamente di mente. Così
Syaoran tornò nella camera di Sakura.
“Oggi
esce Dreamcatcher!” esclamò Sakura.
“Già,
me lo sono ricordato adesso!”
“Avevo
un sacco di appuntamenti in radio e tv, ma Tomoyo mi ha detto che li
ha già annullati!”
“Sì,
ha fatto bene. Devi riposare per oggi! Domani hai un appuntamento
importante!”
Sakura sospirò,
poco entusiasta: “Ah, quello con lo studio di animazione.”
“Già.
Dovresti accettare questo lavoro!”
Sakura sorrise: “Tu
dici?”
“Certo.
Mi sembra molto interessante!”
Sakura sospirò e
appoggiò una mano sul letto, accanto a lei.
“Senti,
perchè non vieni qui e cerchi di convincermi?”
Syaoran esitò un
istante, ma poi obbedì, non resistendo a quell'invito
delizioso, e si sedette sul letto accanto a lei.
“Innanzitutto,
perchè non ti convince?”
“Non
saprei, non ho mai doppiato un anime. Ho paura di non essere
abbastanza brava!”
“Ma,
Sakura, nessuno nasce...come si dice...'imparato'. Non puoi
pretendere di saper fare tutto. Magari all'inizio sarà
difficile, ma ci sarà sicuramente qualcuno che ti aiuterà.
E tu sei così intelligente e piena di talento che sono certo
te la caverai egregiamente!”
Sakura lo guardò
negli occhi, sollevata: “Lo credi davvero?”
“Certamente.
Ho la fiducia più totale in te. E poi muoio dalla curiosità
di vedere un personaggio di anime doppiato da te!”
“Ma
sarebbe solo nelle parti cantate!”
“Che
importa? È pur sempre la tua voce!”
Sakura rise e poi
appoggiò il capo sulla spalla di Syaoran: “D'accordo,
Syaoran, mi hai convinto!”
“Ottimo,
Daidoji sarà soddisfatta del mio lavoro!”
“Ah!
- esclamò lei, sorpresa- Allora questo tentativo di
convincermi era una sua commissione?”
“Già!”
“Da
quando voi due vi alleate contro di me?”
“Ma
io credo davvero a quello che ti ho detto adesso!”
“Lo
so, Syaoran...- disse lei, baciandogli una guancia-...lo so!”
Syaoran sorrise,
percependo un piccolo falò accendersi su quella stessa
guancia. La canzone alla radio terminò e il deejay annunciò
che era una canzone di Sakura. Lei si volse verso Syaoran e gli
chiese cosa pensasse di quella canzone.
“Beh,
è molto bella. Sembra quasi che l'abbia scritta per me!”
“Mmm...hai
ragione. - disse Sakura, pensierosa, con un dito sulle labbra- E da
una parte vorrei davvero che fosse andata così. Se solo ti
avessi conosciuto prima! Però potresti considerarla come un
regalo da parte mia per avermi accettata nella tua vita.”
“Sei
molto gentile, Sakura. Ma perchè non la consideriamo invece
come la nostra canzone?”
“Oh,
sì, sarebbe delizioso!”
“Allora,
visto che adesso è nostra, posso sapere come ti è
venuta l'ispirazione per questa canzone?”
Sakura alzò lo
sguardo e sospirò: “E' successo circa un anno fa. Stavo
scrivendo le canzoni per il nuovo album. Alcune canzoni mi
convincevano più di altre. In quei giorni avevo scritto solo
la melodia di Dreamcatcher e non riuscivo a trovare le parole. Era
come se l'ispirazione fosse del tutto sparita. Tomoyo disse che ero
stressata, dovevo solo cercare di calmarmi e prima o poi
l'ispirazione sarebbe tornata. Seguii il suo consiglio, ma una notte
feci un incubo. Non riuscivo a trovare le parole per Dreamcatcher e
la casa discografica mi licenziava. Tomoyo mi diceva che l'avevo
delusa, che non si aspettava questo da me e la stessa cosa accadeva
con mio padre e mio fratello. Poi mi ritrovavo immersa nella nebbia:
vagavo senza sapere dove stessi andando e chiamavo Tomoyo, papà
e Touya, ma non mi rispondeva nessuno. Ero sola e abbandonata a me
stessa. Quando mi risvegliai, sentii la paura ancora viva dentro di
me. Avevo il respiro affannato, il cuore che batteva quasi fosse
impazzito ed ero tutta sudata.”
“Questo
perchè ti sei svegliata nel bel mezzo della fase REM!”
intervenne lui.
Sakura lo guardò
interessata: “Cosa significa?”
“La
fase REM è una fase del sonno, durante la quale ci possono
essere alterazioni fisiologiche del corpo. E tu ti sei svegliata
proprio nel bel mezzo della fase. Per cui è normale che ti
sentivi così agitata!” spiegò Syaoran.
“E
tu come fai a saperlo?”
“Beh,
dopo la morte di Haiko e dopo i primi incubi, andai da uno
psicanalista per cercare di risolvere il mio problema. E lui mi
spiegò tutte queste cose!”
“Capisco.
E le sedute con lui furono utili?”
“No,
per nulla. Lui continuava a farmi parlare di Haiko perchè
ovviamente era lei la causa dei miei problemi. E dopo qualche
settimana annullai tutti gli appuntamenti: ero stufo di parlare
sempre di lei. Mi faceva soffrire troppo!”
“Immagino.”
“Già,
ma...- continuò lui con fare sbrigativo-...abbiamo parlato
abbastanza di me ieri sera. Ora tocca a te!”
Sakura sorrise:
“D'accordo. Allora, dopo essermi risvegliata, restai a letto a
pensare all'incubo appena avuto e alla terribile sensazione che avevo
provato. Mi dissi che non ero certamente la prima ad aver avuto un
incubo così sconvolgente. Sicuramente tutti devono aver
provato questa sensazione. Così dissi a me stessa: sarebbe
bello se ci fosse qualcuno, una figura immaginaria, uno spirito
magico, che ci assicurasse dei bellissimi sogni ogni notte. E così
quella notte scrissi Dreamcatcher!”
“Ora
ho capito. È una storia carina!” commentò
Syaoran.
“Grazie!”
“Hai
avuto altri incubi dopo quello?”
“No,
ma la paura di essere abbandonata resta. Dopo aver scoperto che Hiro
mi tradiva ho avuto un attimo di debolezza, lo ricordi bene, e adesso
che sei così importante per me ho paura di perdere anche te!”
“Non
accadrà, io non ti abbandonerò mai!” esclamò
Syaoran, baciandole la fronte.
“Me
lo prometti?”
Sakura gli porse il dito
mignolo della mano destra e Syaoran la guardò per un istante.
Poi, deciso, lo agganciò con il suo dito mignolo.
“Te
lo prometto!”
“Bene,
ricordatelo. Perchè ogni promessa è debito!!”
“D'accordo!”
Syaoran
la guardò ridere serena e piena di gioia e sorrise fra sé.
Insieme a lei non poteva più fare a meno di essere felice e
avere pensieri positivi. Forse Sakura aveva qualche potere
sovrannaturale, un potere che le permetteva di scacciare da sé
e dalle persone che la amavano paure, incubi, dubbi e tanti altri
sentimenti negativi. Era veramente una ragazza speciale e, per
qualche strano motivo, era sua. Oh, gli dei erano stati estremamente
magnanimi con lui e Syaoran non li avrebbe mai ringraziati
sufficientemente per avergli mandato quella graziosa acchiappasogni,
quel dono prezioso, un dono di nome Sakura.
Prossimo
capitolo: “Jealousy”
Oh
mamma, cominciamo con i ritardi...sigh... Purtroppo il capitolo ha
subito un importante cambio di struttura, per questo il ritardo.
Spero che sia piaciuto. La canzone Dreamcatcher è una delle
mie preferite di Olivia, la adoro! ^_^ Nel prossimo vedremo cosa
accadrà durante il doppiaggio...
Ringraziamenti...
paperella96:
grazie per la recensione. Alla fine ce l'ho fatta ad aggiornare.
Spero che il capitolo ti sia piaciuto, sakura e syaoran sono teneri
anche in questo!! ihihi^_^
hermy95:
grazie per la recensione. Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Hai
accennato a Tsubasa, bene, un piccolo spoiler, il duetto del prossimo
capitolo viene proprio dalla colonna sonora di Tsubasa...ahahah
laurettachan:grazie
per la recensione. Sono contenta che ti sia piaciuto l'altro
capitolo!! dici che Syaoran è sfortunato, ma d'altronde è
un personaggio delle clamp...tutti i loro personaggi sono
sfortunati!!! -.-
annaly07:grazie
per la recensione. Spero che ti sia piaciuto il capitolo e spero che
sopporti un po' di più la povera Haiko (ma sono l'unica a cui
piace??? -_-'). Koichi, fai bene a non sopportarlo, ma vedremo cosa
combinerà in seguito!!!
mamogirl:
sigh...ti stavi dimenticando di me...ho pianto per notti intere!!!
buaaaaaaaaa!!!!!!!! ehm ehm, a parte questo, grazie per la
recensione. E non ti preoccupare che non sono sadica come te!!! io
provò pietà per i miei personaggi più
sfortunati...>.<
A
presto
kia85
|
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Capitolo 15 *** Jealousy ***
“Music,
love and…life!”
Capitolo
14: “Jealousy ”
Dopo
essere stata convinta da Syaoran, Sakura accettò finalmente il
nuovo lavoro che le aveva procurato Tomoyo. Tutti i produttori dello
studio di animazione furono entusiasti quando lei comunicò la
notizia durante la riunione, come il primo raggio di sole che
squarciava le nuvole dopo un violento temporale. Il che rese Sakura
estremamente lusingata. Erano in molti a sperare nella sua
partecipazione, perciò Sakura cominciò ad affrontare
questa nuova avventura con uno spirito più rilassato e
accondiscendente. E ovviamente questo rallegrò Tomoyo, che
tanto l'aveva pregata per questo nuovo lavoro.
Dopo
pochi giorni, il direttore del doppiaggio, Akito Mitsumoto, presentò
Sakura ai doppiatori dei protagonisti .
“Sakura...-
iniziò-...ti presento la signorina Ryoko Suzuki e il signor
Yoshi Nakamura.”
“Piacere
di conoscervi!” esclamò Sakura, con un inchino.
“Il
piacere è mio, signorina Kinomoto, sono una sua grande
ammiratrice!” affermò Ryoko, trepidante per l'emozione.
Sakura
sorrise: “Oh, la ringrazio, ma mi chiami Sakura! Non mi sono
mai piaciute tutte queste formalità!”
“A
chi lo dici! Allora, d'ora in poi potrai chiamarmi Ryoko!”
Syaoran
guardava Sakura mentre parlava con i suoi nuovi colleghi. Sembrava
rilassata e per nulla agitata, il che era sicuramente un buon segno.
La signorina Suzuki era davvero emozionata, si percepiva
perfettamente dal tremore delle sue mani: era una giovane e minuta
ragazza, non particolarmente alta, con grandi occhi verdi e capelli
lunghi castani che incorniciavano un viso pallido e sottile. Per
quanto riguardava l'altro doppiatore, egli era sicuramente un giovane
di bell'aspetto: alto forse poco più di Syaoran, con la pelle
ambrata e occhi e capelli corti nerissimi. Syaoran non era
particolarmente tranquillo nel vederlo così vicino a Sakura.
Sebbene non fosse proprio la sua vicinanza a dagli pensiero.
Piuttosto quello sguardo che si era illuminato nel momento in cui
Sakura gli aveva rivolto per la prima volta il suo sorriso di
cortesia. Conosceva bene quello sguardo, lo stesso che ormai
persisteva nei suoi occhi da diverse settimane. Ma, sicuramente
Syaoran si stava preoccupando più del necessario. Non aveva
motivo di agitarsi. Doveva cercare di rilassarsi di più ora
che Sakura era al suo fianco.
Dopo
aver abbandonato quelle futili preoccupazioni, Syaoran si accorse
che, nel frattempo, anche Yoshi aveva dato il suo consenso affinchè
Sakura si rivolgesse a lui in modo informale e rivolgeva ora dei gran
sorrisi in direzione di Sakura.
Sospirò.
Ben
gli stava! Dopottutto era stato lui a convincere Sakura ad accettare
quel nuovo impiego, per cui ora ne pagava le conseguenze.
Quel
giorno Sakura assistette solo a una sessione di doppiaggio e la cosa
sembrò entusiasmarla ancor di più. Avrebbe incominciato
a lavorare il giorno dopo con la prima delle due canzoni da cantare
da sola. Poi alla fine della settimana avrebbe registrato il duetto
con Yoshi.
Quando
fu tempo di tornare in hotel, Sakura e Tomoyo si congedarono da tutti
i tecnici e da Ryoko e Yoshi, il quale si definì ansioso di
lavorare insieme a lei. E anche Sakura si disse emozionata per il
duetto.
Durante
il tragitto verso l'hotel, Sakura lesse parte del copione del film e
i testi delle canzoni. Dopodichè lo passò a Syaoran. Il
film d'animazione si intitolava “Harmony” e riguardava
la storia fra due cantanti: lui era il leader di una band già
affermata in tutto il mondo, lei era un'aspirante cantante. I due
erano amici d'infanzia, ma per qualche ragione si erano persi di
vista per poi ritrovarsi dopo diversi anni come artisti della stessa
casa discografica. All'inizio la competizione era elevata e provocava
una certa tensione fra i due protagonisti. Ma poi subentrava l'antica
amicizia, che facendosi più profonda, diventava infine vero e
proprio amore.
“Allora
cosa ne pensate della trama?” chiese Tomoyo, quando arrivarono
davanti all'hotel.
“Non
mi convince granchè. Mi sembra piuttosto scontata!”
rispose Sakura.
“Può
darsi, ma il manga ha riscosso un gran successo. Le storie fra
cantanti vanno molto di moda, al momento, dopo il capolavoro di Ai
Yazawa (nda:
Nana, per la precisione)!”
spiegò Tomoyo.
“Sarà
come dici tu...comunque il testo delle canzoni non mi sembrano male,
soprattutto quello del duetto. Wings of dream mi piace come titolo!
Sa molto di speranza.”
“Bene,
una cosa positiva, finalmente!” commentò Tomoyo, con un
sospiro di sollievo.
“Non
dire così. A parte la trama del film, tutto il resto mi
entusiasma molto. Il signor Mitsumoto è molto gentile e anche
i doppiatori dei protagonisti sembrano simpatici. Ryoko e Yoshi.”
Syaoran tese le orecchie
a quell'ultimo commento di Sakura. L'argomento stava diventando
interessante.
“Sì,
Yoshi Nakamura! È un cantante molto popolare. - spiegò
Tomoyo- Ha doppiato anche diversi anime. Sembra che abbia una voce
profonda e dolce, di quelle che fanno breccia nel cuore delle
ragazzine!”
“E'
vero! Ha una bella voce. Sicuramente il duetto uscirà
benissimo!”
“Certo!
Benissimo!” ripetè Syaoran, scocciato.
Si era decisamente
stufato di sentirle parlare a quel modo del signor Nakamura. Gli
causava un enorme fastidio, soprattutto perchè lo conoscevano
da neanche un giorno. Così si incamminò impettito verso
l'entrata dell'hotel.
Sakura, sorpresa, lo
guardò mentre le precedeva nell'hotel: “Syaoran?”
Ma Syaoran non rispose e
si fermò oltre l'entrata dell'hotel per aspettare la sua
protetta. Tomoyo, accanto a Sakura, rise divertita come al suo
solito.
“Cosa
gli prende?” domandò Sakura, rivolgendosi a Tomoyo.
Tomoyo fece spallucce,
alzando gli occhi al cielo: “ Sai come si dice, Sakura... amore
e gelosia nacquero insieme!”
“Eh?
Gelosia?”
Tomoyo annuì e poi
le diede una sonora pacca sulle spalle, che la fece traballare.
“Sì,
gelosia! - continuò Tomoyo- E ora, se volete scusarmi, la mia
presenza è richiesta altrove. Kimihiro ha detto che mi avrebbe
preparato una cenetta con i fiocchi. Per cui vado di fretta!”
“Sì,
ma...Tomoyo...”
“Preparati
per le canzoni, mi raccomando, Sakura! Buonanotte, ragazzi!”
esclamò Tomoyo, dileguandosi più veloce di una
gazzella.
Syaoran si era fermato a
guardare le due ragazze mentre parlottavano fra loro. Chissà,
forse era davvero gelosia quella che provava in quel momento.
D'altronde l'aveva già sperimentata una volta e non era stata
una bella esperienza: accecato da gelosia, disperazione e rabbia
Syaoran aveva finito per rovinare un'amicizia lunga quasi una vita.
La pace stava tornando lentamente dentro il suo cuore, grazie a
Sakura e, con il senno di poi, Syaoran cominciò a pensare che
non era stato solo lui a soffrire per la morte di Haiko. Non era il
solo ad amarla: nel suo strano sogno Haiko gli aveva confermato che
Kei ricambiava i suoi sentimenti. Per cui anche il suo miglior amico
doveva aver sofferto molto per la morte della ragazza. E Syaoran lo
aveva allontanato per sempre dalla sua vita, senza un ultimo saluto,
un'ultimo abbraccio fraterno. Ora che lui aveva superato i suoi
problemi, non poteva più fare a meno di chiedersi dove si
trovasse Kei e, soprattutto, come stesse ad un anno dalla morte di
Haiko. Stava bene? O pensava ancora a lei, struggendosi di dolore?
Syaoran scosse il capo:
sicuramente un giorno si sarebbero incontrati di nuovo e, se anche
Kei l'avesse voluto, avrebbero riallacciato nuovamente la loro
amicizia.
“Syaoran?”
Il giovane si accorse di
essere stato richiamato da Sakura e le sorrise: lo stava guardando
con un'espressione curiosa e insieme preoccupata.
“Tutto
a posto?” gli chiese lei.
“Sì,
tranquilla! - la rassicurò lui, prendendola poi per mano- Dai,
andiamo!”
Sakura si lasciò
trascinare docilmente nell'ascensore, ma la tensione sul suo volto
persisteva. E ciò non sfuggì a Syaoran. Non voleva
essere la causa della sua preoccupazione. Così non disse
niente fino a quando non giunsero davanti alle porte delle loro
camere.
“Vuoi
entrare un istante?” domandò lui.
Sakura annuì,
entusiasta: “Certo!”
I due entrarono nella
camera di Syaoran: Sakura si guardò intorno, avvicinandosi al
morbido letto nel centro della stanza, mentre lui diede un'occhiata
ai televisori su cui scorrevano le immagini delle videocamere sparse
per l'hotel. Sembrava tutto tranquillo.
“Syaoran?”
“Sì?”
esclamò lui, appoggiando sul tavolo portafoglio e cellulare.
“Come
mai mi hai chiesto di entrare?”
“Ho
come l'impressione che tu voglia chiedermi qualcosa...- rispose
Syaoran, voltandosi a guardarla-Ho ragione?”
Sakura si guardò
le mani, titubante: sembrava timorosa di porgergli quella domanda.
“Sì,
ma...non ti arrabbierai, vero?”
“Puoi
chiedermi tutto quello che vuoi, non preoccuparti!”
“Bene,
perchè prima, parlando con Tomoyo, mi è sorto un
dubbio.”
“Ovvero?”
“Ovvero....Syaoran,
sei geloso di me?” domandò Sakura, con un tono ansioso,
ma anche convinto.
Syaoran esitò un
istante, poi deciso a voler essere sincero con lei, si appoggiò
alla scrivania e annuì.
“Ammetto
di aver provato qualcosa di molto simile alla gelosia oggi.”
confermò lui, arrossendo lievemente.
Sakura sorrise più
rilassata: “E' per quello che ho detto su Yoshi?”
“Non
è solo per quello. Non ti sei accorta di come ti guardava?”
Sakura sembrò
riflettere sulle parole di Syaoran, mentre lui si avvicinò a
lei, inginocchiandosi poi ai suoi piedi.
“Non
capisco, a cosa ti riferisci?”
Syaoran sospirò:
Sakura era sempre la stessa, la sua ingenuità era più
viva che mai, era parte del suo essere. E, con un gesto quasi
istintivo, Syaoran le accarezzò le gambe.
“Lui
è pur sempre un uomo. Il modo in cui ti guardava rifletteva
perfettamente quanto tu lo avessi colpito. Sembrava fin troppo
estasiato!”
“Ma
mi conosce da appena un giorno...”
“Non
conta. Tu non ti rendi conto dell'effetto che hai sulle persone: le
ragazze ti adorano perchè sei un modello perfetto per loro.
Una ragazza semplice, dall'animo gentile, cordiale con chiunque entri
nella sua vita. E i ragazzi farebbero di tutto per vedersi rivolgere
un tuo sorriso. Sei così carina e totalmente ignara di quanto
ogni tuo gesto risulti essere sensuale. Il signor Nakamura, come me
e come tutti gli altri, è rimasto affascinato da te! E
rivedere ciò che provo io nello sguardo che lui ti rivolgeva
oggi è stato decisamente negativo per me. Vorrei essere
l'unico a guardarti così!”
Le parole gli uscirono di
bocca con estrema facilità, nonostante si sentisse piuttosto
in imbarazzo e il viso gli stesse bruciando come se ci fosse un
incendio. Anche Sakura arrossì e sorrise. Poi gli accarezzò
i capelli con tenerezza.
“Syaoran,
ma tu sei l'unico a guardarmi così.- lo rassicurò lei-
Perchè mi ami e questo tuo sentimento è l'unica cosa
che conti davvero per me. Non mi interessa il modo in cui mi guardano
gli altri.”
Syaoran la guardò,
sorridendo più tranquillo: “Davvero?”
“Ma
certo. E poi, se ricordi bene il nostro primo incontro non è
stato certo fra i più idilliaci. Significa che non sei come
tutti gli altri ragazzi!”
Syaoran rise e si sedette
al suo fianco: “Questo non vuol dire che non mi avessi colpito.
Anzi pensai che tu fossi davvero una tipa strana! La più
strana che avessi conosciuto...”
Sakura scoppiò a
ridere e Syaoran non potè distogliere lo sguardo da lei perchè
nel suo cuore si stava propagando una dolce sensazione di tepore.
“E'
la stessa cosa che pensai io di te!” esclamò lei, una
volta che riuscì a calmarsi.
Syaoran, incuriosito,
inarcò un sopracciglio: “Ah sì?”
“Certo,
ma poi, conoscendoti meglio, ho capito che sei davvero una persona
deliziosa e sono contenta di averti nella mia vita. Se sono riuscita
a farti innamorare di me, dopo tutto questo tempo, significa che sono
arrivata al tuo cuore non solo per il mio aspetto, ma con altri
gesti. Il che rende più prezioso il tuo amore per me!”
spiegò lei, appoggiando una mano sul suo cuore.
Syaoran le si avvicinò,
guardandola meglio negli occhi: “Hai perfettamente ragione!”
“Grazie...”
Sembrava che Sakura
stesse tremando. Perciò Syaoran le accarezzò la guancia
con il dorso della mano e lentamente si chinò su di lei.
Quando la baciò, Sakura si rilassò immediatamente e gli
prese il viso fra le mani. Syaoran cominciò a divenire leggero
come una piuma, perlomeno era ciò che stava sentendo dentro di
lui. Ogni preoccupazione svaniva se Sakura era con lui, se riusciva a
coinvolgerlo a quel modo: certamente era il miglior medicinale che
lui avesse mai preso.
Senza pensarci due volte,
Syaoran la sospinse all'indietro, sdraiandosi accanto a lei e
continuando a baciarla. Il cuore di Sakura accelerò il ritmo,
era decisamente più agitato di quello di Syaoran. E poi le
mani di Sakura si allontanarono dal suo viso e quel gesto sembrò
riportarlo improvvisamente alla realtà. Syaoran realizzò
dove si trovassero e il suo cuore perse un battito: si allontanò
dalle sue labbra e sollevò il viso per guardarla meglio.
Nonostante lei avesse un'espressione piuttosto ansiosa, era
un'incantevole visione: i capelli sparsi sul suo cuscino, le labbra
schiuse, le gote arrossate... Una visione che accendeva il suo
desiderio come non accadeva ormai da tanto tempo.
Ma era anche vero che
Sakura aveva le sue esigenze e Syaoran le avrebbe rispettate, a
qualunque costo.
“Scusa.”
disse lui, imbarazzato.
Sakura sorrise e gli
accarezzò il viso dolcemente: “Per quale motivo?”
“Beh...mi
sono...lasciato andare.”
“Non
ti preoccupare, Syaoran. - affermò lei, ridacchiando- In fondo
sei riuscito a fermarti. Il che significa che stavi mantendo un po'
di autocontrollo!”
“Già,
sembra sia andata così!”
Sakura, sollevando di
poco il capo, gli regalò un ultimo bacio, gesto che sembrò
tranquillizzare definitivamente Syaoran, il quale, subito dopo, si
mise a sedere.
“Sarà
meglio che vada in camera mia. Devo dare da mangiare a Neko-chan!”
esclamò Sakura, sistemandosi il vestito.
“Sì!”
La ragazza si alzò
in piedi e il suo sguardo cadde sul comodino accanto al letto di
Syaoran: la sua mano esile si mosse e prese il libro che vi si
trovava sopra.
“Cime
tempestose?” esclamò lei, guardando poi verso Syaoran.
“Ah...
quello è l'ultimo regalo di Haiko.”
“Oh,
capisco. - disse Sakura, lo sguardo rattristato- Lo sai, io adoro
questo libro.”
“Davvero?”
“Certo!
- rispose Sakura, tornando a sedersi accanto a lui- E' un grande
romanzo, che sconvolse l'opinione pubblica di allora. Ha una trama
davvero insolita: leggendolo puoi trovare dentro sentimenti ambigui,
passioni violente, amore e odio. Non è il classico romanzo con
sentimenti frivoli e superficiali. La passione di Heathcliff e Cathy
è travolgente, pura, ma imperfetta. È uno dei più
grandi amori della letteratura!”
Syaoran la guardò
con attenzione, mentre parlava con entusiasmo di quel libro, e
sorrise divertito: sembrava particolarmente coinvolta.
“Ti
è proprio piaciuto, vedo!” commentò lui.
Sakura annuì,
compiaciuta: “Già!”
Detto questo, gli diede
un'occhiata veloce, sfogliandolo, e si soffermò sul punto in
cui si trovava il segnalibro: lesse poche righe rapida, probabilmente
per capire a che punto era arrivato, e sospirò.
“Non
sei andato oltre?”
“No!”
rispose lui e rivolse lo sguardo a terra.
Se Sakura aveva tanto
amato quel libro, sicuramente avrebbe capito con facilità il
motivo per cui Syaoran non osava andare oltre nella sua lettura.
“Perchè
lei sta per morire?”
“Sì.”
Sakura non rispose
subito, ma poi annuì: “Capisco perchè non vuoi
continuare a leggerlo. Ma devi sapere che, sebbene in questo momento
l'atmosfera del libro ti sembri di un'infinita e familiare tristezza,
prima o poi arriverà la speranza per i personaggi del libro,
come è arrivata anche per te. Perciò spero che un
giorno riuscirai a finirlo. Così potrai parlarmene e potremo
scambiarci le opinioni!”
Sakura gli porse il libro
e Syaoran, titubante, lo prese fra le mani: guardò la
copertina posteriore, mentre Sakura appoggiò il capo sulla sua
spalla.
“Il
mio amore per Heathcliff somiglia a quelle rocce eterne che stanno
sotto quegli alberi: una fonte di piacere ben poco visibile, ma
necessaria. Io SONO Heathcliff! Lui è sempre sempre, sempre
nella mia mente: non come una gioia, non più di quanto io lo
sia per me stessa, ma come il mio stesso essere!”
La citazione letta da
Sakura era riportata sulla copertina posteriore. Era una bellissima
frase... Per troppo tempo Syaoran si era sentito come Heathcliff,
totalmente devoto alla sua Cathy: anche Syaoran avrebbe fatto di
tutto per Haiko, ma poi lei se n'era andata, lasciandolo solo in uno
stato di disperazione assoluta, e lui non avrebbe mai sopportato
leggere le sue stesse sofferenze in un romanzo. Era già penoso
viverle, preferiva evitare quell'ulteriore sofferenza. Ma, ora che
aveva finalmente ricominciato a vivere, poteva seguire il consiglio
di Sakura. O perlomeno poteva provarci.
“Immagino
sia Catherine a dirlo!”
“Certo!
Anche se lei muore, quello che prova per Heathcliff non passerà
mai. E lo stesso vale per lui, che preferisce essere tormentato dal
suo fantasma piuttosto che non vederla più! Perciò
considera solo questo lato del libro. Ti assicuro che ne vale la
pena!” esclamò Sakura, accarezzandogli il viso
teneramente.
Heathcliff tormentato da
un fantasma...Sembrava un libro scritto proprio per Syaoran e questo
non fece altro che incrementare la sua curiosità.
“Non
ti prometto niente, ma ci proverò!” la rassicurò
lui.
“Bene,
sono contenta- esclamò lei, baciandogli una guancia- Allora
buonanotte...Heathcliff...”
Syaoran sorrise,
rivolgendole uno sguardo divertito: “Buonanotte!”
Detto questo, Sakura lo
lasciò solo nella stanza e Syaoran si abbandonò sul
letto, con il libro ancora in mano. Spinto dalle parole di Sakura, lo
aprì e ricominciò a leggere lì dove aveva
interrotto. Heathcliff era nella camera di Catherine e lei era
morente.
“Ora
dimmi come hai potuto essere così crudele con me, crudele e
falsa. Perché mi disprezzasti? Perché ingannasti il tuo
stesso cuore, Cathy? Non mi viene una sola parola di conforto. Tu
meriti questo. Ti sei uccisa da sola. Sì, puoi baciarmi, e
piangere; e strapparmi baci e lacrime; essi saranno la tua rovina...
la tua dannazione. Tu mi amavi; che diritto avevi di lasciarmi? Che
diritto? Rispondimi. Lasciarmi per quel misero capriccio che ti prese
per Linton? Giacché né la miseria, né la
degradazione, o la morte, né qualunque pena che Dio o Satana
potessero infliggere, avrebbero potuto separarci, tu lo facesti di
tua volontà. Non ho infranto il tuo cuore, tu l'hai infranto;
e nell'infrangerlo, hai spezzato il mio. Tanto peggio per me che sono
forte. Se voglio vivere? Che vita sarà quando tu... oh, Dio!
Piacerebbe a te vivere con la tua anima nella tomba?”
La
tua anima nella tomba...
Era
esattamente come si sentì lui subito dopo la morte di Haiko.
Come se qualcuno gli avesse strappato il cuore dal petto e lo avesse
calpestato con i piedi, come se Haiko morendo si fosse portata con sé
metà del suo essere. E per quel motivo aveva dato la colpa al
suo migliore amico.
Ma
ora che era in grado di amare ancora, ora che era di nuovo importante
per qualcuno, era sicuro che il suo futuro sarebbe stato migliore.
*****
Nei
giorni seguenti Sakura registrò le due canzoni da solista per
il film. I produttori furono molto entusiasti per la sua esibizione:
era decisamente più rilassata e questo contribuì alla
riuscita della sua performance. Registrò tutto alla perfezione
e in poche ore.
Ma
ciò che la preoccupava e la eccitava nello stesso tempo era il
duetto, in quanto, come aveva spiegato una sera a Syaoran, non aveva
mai duettato con nessuno. Perciò Syaoran e Tomoyo la
sostenevano ogni giorno e questo le dava un gran coraggio.
Quando,
finalmente, arrivò il giorno della registrazione del duetto,
Sakura si sentiva in gran forma e questo si notava da lontano un
miglio. Era piena di energie e vitalità, l'umore perfetto per
un impegno tanto importante.
Sakura
e Yoshi fecero le prove per tutta la mattina all'interno della sala
di doppiaggio e Syaoran e Tomoyo assistettero dalla postazione del
fonico, la quale era separata dalla sala da un vetro trasparente. Con
loro vi era anche il direttore del doppiaggio, il signor Mitsumoto.
“La
signorina Sakura mi sembra in gran forma oggi!” commentò
Mitsumoto, ammirato.
Tomoyo
annuì entusiasta: “Oh, ha proprio ragione. Si sta
impegnando a fondo per questo lavoro e vedere quanto le riesca bene,
le è di gran conforto e la incoraggia!”
“Sì,
si nota perfettamente! Sono sicuro andrà bene anche oggi!”
E,
così dicendo,premette il pulsante rosso sotto al microfono e
vi si avvicinò per parlare: ““Allora, signori, ora
partirà lo spezzone della scena del duetto. Qualunque cosa
accada, non fermatevi. Continuate a cantare. La scena si ripeterà
subito dopo. Mi raccomando, desidero sintonia e un notevole
coinvolgimento!”
“D'accordo,
signor Mitsumoto!” esclamò Sakura, sistemandosi la
cuffia che portava sul capo.
Dopodichè
guardò il foglio sul leggio davanti a sé per poi
sollevare il capo e sorridere a Yoshi, il quale sembrò
prenderlo come un gesto d'affetto, più che d'incoraggiamento,
perchè i suoi occhi brillarono come mai prima d'allora.
Ovviamente Sakura non se ne accorse, ma Syaoran sì e lui
decise semplicemente di non badarci, perchè in fondo aveva la
certezza dei sentimenti di Sakura.
Quando
finalmente partì la base musicale, Sakura si concentrò
sullo schermo. Era lei a iniziare e subito dopo sarebbe stata
sostituita da Yoshi.
“We
came together from so far away.
You can never return to
the days
of
your childhood laughter.
I love the world of your
smiles,
I want to be by your
side... only that.
I forgot how much love
hurt.”
La voce di Sakura era
sempre perfetta e deliziosa da ascoltare e, con un lieve pizzico di
rammarico, Syaoran dovette ammettere che anche il signor Nakamura
aveva una voce piacevole: era potente e insieme morbida.
Le due voci si
sovrapposero nel ritornello.
“Time
goes by,
Even
though the stream of time changes us,
I
can even remember the things I lost and the dreams I had
when
I hold your hands.
Always,
I am by your side.”
In
effetti l'accostamento delle due voci era appropriato. Sembravano
fatte per cantare insieme. Tutti i presenti erano entusiasti per come
stava riuscendo la performance. E anche Syaoran, tutto sommato, era
soddisfatto. Sakura aveva avuto paura di quel lavoro all'inizio, ma
adesso stava dimostrando a tutti il suo meraviglioso talento e la sua
passione per la musica e il canto.
“Because
I even want to remember the sad times,
Leave
a page in your map
for
me to find my way.
That
day, you believed in
the
wind that blows from the future.
Tomorrow
will dance even higher for us...”
Quando
cantavano insieme, Yoshi non distoglieva lo sguardo da Sakura, che
invece fissava attentamente la scena sullo schermo. In quel momento
il giovane doppiatore aveva l'espressione da “uomo più
felice del mondo”. Syaoran la riconobbe facilmente, in quanto
anche lui l'aveva provata diverse volte: il giorno in cui Haiko gli
disse che era innamorata di lui, per esempio, e più
recentemente quando aveva scoperto che Sakura ricambiava i suoi
sentimenti.
“Time
goes by,
Even
though time passes, there are things that never change.
Because
I can't reach it, because I want to find it,
I
go to search for the wings of dreams,
Stay
by my side, forever...
I
will be by your side forever...”
Eh
sì, Yoshi Nakamura era proprio cotto di Sakura. Syaoran notò
che anche Tomoyo stava studiando attentamente l'espressione del
ragazzo ed era certo che anche lei l'avesse capito oramai.
“Beh,
il coinvolgimento del signor Nakamura era decisamente palpabile...”
commentò Tomoyo, sorridendo, una volta terminata l'esibizione
dei due cantanti.
Syaoran
la fulminò con un'occhiata delle più gelide e lei per
tutta risposta gli diede una rassicurante pacca sulla spalla.
“Anche
la signorina Sakura è andata bene. Sono decisamente
soddisfatto. Comunque per sicurezza registreremo un altro paio di
volte!” affermò Mitsumoto, comunicando subito dopo la
decisione ai due doppiatori.
E
così fu. Ci volle ancora un'oretta prima che Sakura terminasse
il doppiaggio, ma alla fine era davvero entusiasta, così come
il suo collega. Il signor Mitsumoto raccomandò a Tomoyo di
aspettarlo prima di andare via e, insieme al fonico, portò
subito la scena doppiata nella sala per il missaggio, mentre Tomoyo
avvisò Syaoran che andava a recuperare gli effetti personali
di Sakura.
Syaoran
rimase perciò a vegliare su Sakura che era rimasta a
chiaccherare con Yoshi sul risultato del loro duetto.
“Credo
sia stato il miglior duetto a cui abbia mai partecipato!”
commentò Yoshi.
Sakura
rise: “Beh, io non ho termini di paragone, per cui non posso
fare un'affermazione del genere.”
“Dimmi
almeno se ti è piaciuto!”
Sakura
annuì vigorosamente, mentre ritirava i suoi spartiti.
“Ma
certamente. È stata una nuova intrigante esperienza!”
“E,
se mi è permesso, posso dire che è riuscita talmente
bene che potremmo ripeterla qualche volta!”
“Oh,
sì, sarebbe carino. Un duetto da vendere come singolo...mi
piace come idea!”
“Quindi,
credi anche che potremmo rivederci al di fuori dell'ambito
lavorativo?” domandò lui, tranquillo e sicuro di sé.
La
sua proposta giunse improvvisa e inaspettata, almeno per Sakura.
Syaoran, dalla sua postazione, tese subito le orecchie, ma era
difficile ascoltare con il cuore che gli tamburellava impazzito di
gelosia dentro il suo petto. Sakura, intanto, cambiò
totalmente espressione: il sorriso allegro divenne lentamente
preoccupazione e ansia, probabilmente perchè sapeva che
Syaoran la stava osservando.
“In
che senso?”
Yoshi
si avvicinò a lei e le prese delicatamente una mano: “Beh,
ma mi sembra chiaro. Come un ragazzo e una ragazza che vogliono
conoscersi meglio e frequentarsi.”
Sakura
rimase immobile e in silenzio: Syaoran immaginò, o almeno si
augurò che stesse pensando a un modo gentile per allontanarlo
da sé, perchè se non fosse stato così, tempo un
minuto e avrebbe fatto irruzione nella sala.
“Ho
saputo che la tua relazione con Hiro Setsu è terminata, perciò
te l'ho chiesto. Altrimenti non mi sarei mai fatto avanti.”
L'espressione
preoccupata di Sakura divenne sicura e lei riuscì a far
scivolare la sua mano dalla presa di Yoshi, con gran sollievo di
Syaoran.
“La
tua stima mi fa molto piacere e quello che hai detto su me e Hiro è
vero. Ma devi sapere che, in questo momento e io spero per sempre,
c'è un'altra persona nel mio cuore.”
La
risposta di Sakura sembrò sorprendere e scoraggiare nello
stesso tempo il povero Yoshi. Evidentemente era sicuro di avere la
strada libera.
“E'...la
tua guardia del corpo, vero?”
Sakura
guardò verso Syaoran e gli sorrise: Syaoran scosse il capo, ma
lei non ci badò molto.
“Sì,
è lui!”
Syaoran,
rassegnato, sospirò: non era stata proprio una buona idea
raccontare la verità a un perfetto sconosciuto, soprattutto a
una persona che faceva parte del mondo dello spettacolo.
“Allora
sono vere le voci?”
“Sì,
ma ti prego...- disse Sakura, tornando a guardarlo implorante-...non
dirlo a nessuno. Non si deve sapere. Io mi sono fidata di te perchè
mi ispiravi fiducia, perciò non mi tradire.”
Yoshi
la guardò, sorridendo tristemente, e poi sospirò: un
lungo, rassegnato sospiro.
“D'accordo.
- affermò lui- Hai la mia parola!”
Sakura
sorrise, rincuorata: “Ti ringrazio infinitamente, Yoshi!”
“Sei
una persona deliziosa, Sakura. Mi sei piaciuta subito, dal primo
momento che ti ho vista, e speravo tanto di riuscere ad ottenere un
appuntamento, ma evidentemente sono arrivato tardi!”
“Mi
dispiace...”
“Non
devi, in fondo se sei innamorata di lui, non è
una...colpa...E' la cosa più bella che ti potesse capitare!”
“Grazie!”
“Beh...-
continuò Yoshi, voltandosi a guardare Syaoran- ...credo che
non mi resti altro che scusarmi con il tuo ragazzo per averlo fatto
assistere a questa scena!”
“D'accordo.”
Fu
così che Yoshi uscì dalla sala seguito da Sakura.
Syaoran ispirò profondamente e andò loro incontro.
Aveva bisogno di un grande autocontrollo per affrontarlo e risultare
una persona gentile, degna di Sakura.
“Signor
Li, le chiedo scusa per la mia proposta verso Sakura. Non avevo idea
della vostra storia.”
Syaoran
si schiarì la voce: “Beh, non si preoccupi. So che
Sakura si fida di lei, per cui mi fido anch'io e spero vivamente che
lei mantenga una certa riservatezza su questo argomento!”
“Oh,
sì, non si preoccupi. Non aprirò bocca con nessuno!”
lo rassicurò Yoshi.
“Ottimo!”
“Bene,
allora...ragazzi, io vado! Spero di rivedervi presto!”
“Certo!
Dobbiamo preparare un duetto, non dimenticartelo!” commentò
Sakura.
“Sì,
vi farò contattare dal mio agente!! Buona serata!”
Yoshi
si allontanò, lasciandoli soli e Sakura si voltò a
guardare Syaoran con un'espressione mesta.
“Scusami,
Syaoran!”
Syaoran
la guardò, non riuscendo a capire il motivo di quelle scuse
inattese: “Per cosa?”
“Beh,
perchè non ho creduto a quello che mi hai detto il giorno in
cui abbiamo conosciuto Yoshi e per avergli detto di noi due!”
Sakura
chinò il capo, afferando timidamente la mano di Syaoran con le
sue.
“Non...non
importa. Capisco perchè glielo hai detto. Non riusciresti a
mentire, neanche a una persona che conosci da pochi giorni!”
Sakura
sorrise, abbracciandolo tutto d'un tratto: “Grazie per essere
sempre dalla mia parte. Sei un vero tesoro!”
Inizialmente
Syaoran si sentì in imbarazzo, non tanto per il contatto con
Sakura, quanto per il rischio che correvano di essere visti da
persone che non fossero Tomoyo o Yoshi. Poi, assicuratosi che non ci
fosse nessuno in giro, le accarezzò i capelli, con estrema
lentezza, come se volesse godersi quel momento in ogni singolo
istante. Perchè ogni momento trascorso con lei era un
tesoro...dei più preziosi.
*****
Durante
il ritorno verso casa, Sakura informò Tomoyo riguardo ciò
che aveva confessato a Yoshi. L'amica non sembrò
particolarmente entusiasta. Ma quando Sakura le spiegò il
motivo di quel suo comportamento, Tomoyo capì perfettamente il
suo gesto e si tranquillizzò.
“Dovete
stare attenti, ragazzi. Un conto era non smentire i pettegolezzi che
si basavano su un semplice servizio fotografico, ma adesso che la
vostra storia è reale, e non sapete quanto io ne sia felice,
potrebbe essere più difficile sviare l'attenzione se vi
beccano in atteggiamenti...come dire...affettuosi!” spiegò
Tomoyo, preoccupata.
“Non
ti preoccupare, Tomoyo. - la rassicurò Sakura- Syaoran è
tanto prudente che basta per due. Così qualche volta posso
concedermi qualche libertà con lui, vero Syaoran?”
Sì,
ma faresti bene a non abbassare la guardia!” ribattè
lui, cercando di mostrarsi più serio.
Anche
se in verità adorava quando lei lo sorprendeva con uno dei
suoi inattesi gesti d'affetto. Purtroppo però Tomoyo aveva
ragione, per cui dovevano fare molta attenzione a non dare troppo
nell'occhio.
“Comunque,
non dovete preoccuparvi per Yoshi. Sono sicura che non svelerà
il nostro segreto a nessuno. Io mi fido di lui!”
“Sì,
beh, in fondo è un bravo ragazzo! Anche se ha minacciato il
povero Li!”
“Tomoyo!-
la rimproverò Sakura- Non c'è mai stata nessuna
minaccia. Io non prendo in considerazione nessuno a parte Syaoran!
Era una partita persa in partenza, quella di Yoshi.” esclamò
Sakura, appoggiando il capo sulla spalla di Syaoran.
“Ma
dai, stavo scherzando!”
Sakura
si strinse al braccio di Syaoran e lui le sorrise grato, facendo
intrecciare le loro mani. Ma subito dovette liberarsi della presa
perchè lo squillo brillante del suo cellulare risuonò
nell'abitacolo dell'auto. Syaoran notò che la chiamata
proveniva dal cellulare dell'ispettore Tanemura e si affrettò
a rispondere, ansioso di sapere il motivo di quella chiamata.
“Sì,
pronto?”
“Buonasera,
Li. Sono l'ispettore Tanemura!”
“Buonasera,
ispettore. Come sta?”
“Molto
bene, grazie. Spero altrettanto per voi...”
“Sì,
è così, fortunatamente!”
“Ottimo.
-
esclamò Tanemura e, subito dopo il suo tono divenne più
serio- Li,
ti ho chiamato per comunicarti una notizia che credo sia piuttosto
importante!”
Syaoran
si irrigidì tutto ad un tratto: conosceva quel tono
dell'ispettore e certamente non era dei più tranquilli.
“Mi
dica...” esclamò lui, cercando di mantenere la voce
ferma e tranquilla.
Sakura
lo stava guardando, con un mix di curiosità e preoccupazione
negli occhi.
“Abbiamo
appreso che l'onorevole Mitsuno, il padre di Koichi, ha avuto un
infarto nella mattinata di oggi. È stato ricoverato in
ospedale e operato d'urgenza, ma non ce l'ha fatta. È morto
poche ore fa!”
Il
cuore di Syaoran perse un battito: non era una notizia bella, era
decisamente spiacevole. E non tanto per la morte dell'onorevole,
quanto piuttosto per l'inevitabile conseguenza che avrebbe riguardato
Koichi.
“Capisco.
E quindi l'eredità...”
“E
quindi l'eredità finisce tutta nelle mani di Koichi. La moglie
è morta appena dopo Capodanno, per cui lui è l'unico
superstite della famiglia!”
“Non
c'è un modo per impedirlo?”
“No,
è tutto legale. Sappiamo che l'onorevole ha stilato un
testamento inoppugnabile. È ha affidato tutto a Koichi, il suo
unico figlio!”
“Questo
significa più mezzi a sua disposizione.” commentò
Syaoran, amaramente.
“Esattamente!
Dovremo aumentare i sistemi di sicurezza. Penso sia meglio che, d'ora
in poi, voi vi spostiate sempre con la volante della polizia.”
“Sì,
lo credo anche io!”
“Lo
dirai alla signorina Kinomoto?”
Syaoran guardò
Sakura, perdendosi per un istante nel suo sguardo smeraldino: non
avrebbe mai potuto mentirle e, inoltre, come le avrebbe spiegato la
nuova organizzazione dei loro trasporti?
“Sì,
certo.”
“Mi
sembra giusto. Allora ci sentiamo domani per organizzarci!”
“D'accordo,
capo!”
“Buona
serata e porgi i miei omaggi alle signorine!”
“Riferirò.
Buona serata anche a lei!”
Syaoran
chiuse il collegamento e ripose il cellulare in tasca. Subito il suo
braccio venne afferrato dalla mano esile e forte di Sakura.
“Cos'è
successo? -chiese ansiosa - Syaoran, è una brutta notizia,
vero? È qualcosa che mi riguarda?”
Syaoran
la guardò, titubante. Se avesse potuto Syaoran non le avrebbe
detto niente, l'avrebbe protetta anche da quello. Ma era impensabile
proteggerla anche dalle brutte notizie. E quella, purtroppo, era una
notizia che la riguardava, indirettamente certo, ma la coinvolgeva.
Era giusto che Sakura sapesse: la consapevolezza del pericolo
l'avrebbe resa più attenta a ciò che faceva, a dove
andava, a chi incontrava...
Perciò
Syaoran le riferì la notizia, con tono tranquillo, e subito
dopo Sakura tornò con la testa sulla sua spalla, con
un'espressione triste stampata sul volto.
“Oh...è
terribile!”
“Già!”
“Immagino
che lui stia soffrendo molto per la morte di suo padre!”
Syaoran
non sapeva se disperarsi o ridere: solo una come lei poteva
preoccuparsi dello stato d'animo del suo molestatore. Una persona dal
cuore ingenuo sì, ma anche immenso come quello di Sakura.
“Senti,
non vorrei deluderti, ma Koichi è una persona con dei problemi
e un cuore di pietra. Non credo gli importi molto di questo evento, o
almeno gli interessa solo il lato pecuniario. Erediterà tutto
il patrimonio del padre e considera che sono tra le famiglie più
ricche di Tokyo. Per cui è un gran bel patrimonio.”
“Syaoran,
non posso credere sia così crudele. È pur sempre un
figlio...e il legame con i genitori è una delle cose più
belle che esistano!”
“D'accordo,
Sakura. Credilo pure se vuoi. - le disse lui, accarezzandole il viso-
Ma pensa anche che con più soldi a disposizone avrà più
possibilità di avvicinarsi a te. Non devi abbassare la
guardia, pensando al suo lato umano. Mi raccomando!”
“Non
lo farò. Sono ingenua, sì, ma non stupida!”
“Lo
so perfettamente questo e conto molto su di te. Da domani, comunque,
per sicurezza ci sposteremo sempre con la volante della polizia!”
“Mi
sembra giusto!” commentò Tomoyo, fermando l'auto davanti
all'hotel.
“Sì,
è giusto.- ripetè Sakura, mestamente- Anche se mi
piaceva poterti abbracciare in macchina...”
Syaoran
le sorrise, cercando di rassicurarla: “Quando il pericolo sarà
passato, avremo tutta la vita per noi, Sakura. Te lo prometto!”
Sakura
annuì: le parole di Syaoran le trasmisero un'immensa felicità
e i suoi occhi brillarono più che mai.
Prima
di entrare in hotel, Sakura e Syaoran salutarono Tomoyo, che doveva
correra a casa a preparare la cena per il suo Kimihiro. Lui
d'altronde era stato molto bravo a cucinare, per cui ora toccava a
lei dimostrare le sue abilità culinarie e Sakura la
incoraggiò, perchè era certa che avrebbe superato
perfino il bravissimo Kimihiro nell'arte della gastronomia.
E
quando Tomoyo saprì insieme alla sua macchina, Sakura e
Syaoran entrarono nell'hotel. Anzi, neanche il tempo di varcare la
soglia che subito vennero richiamati dal receptionist.
“Signorina
Kinomoto, c'è una consegna per lei!”
Sakura,
seguita da Syaoran, si avvicinò svelta al bancone: “Di
cosa si tratta?”
Il
receptionist le porse un pacchetto rettangolare di colore rosso
fuoco, decorato con un nastro dorato.
“Oh,
un regalo!” commentò Sakura, emozionata.
Subito
afferrò in mano il pacchetto, ma Syaoran, per nulla
tranquillo, la fermò.
“Chi
l'ha portato?” domandò lui al receptionist.
“Un
ragazzo, avrà avuto al massimo 18 anni.”
Un
ragazzo di 18 anni...non poteva essere Koichi, lui era molto più
grande.
“Tranquillo,
Syaoran, sarà il regalo di un ammiratore! Grazie mille, signor
Nekoi!” esclamò Sakura, con un inchino.
“Di
nulla!”
“Andiamo,
Syaoran?”
Syaoran
sospirò, ancora teso per quella novità. Ma annuì
e seguì Sakura, che si stava avviando verso la sua camera. Non
era per nulla convinto che quel regalo fosse innocuo. Aveva
decisamente un brutto presentimento e, di solito, aveva sempre
ragione in casi come quello.
Così
una volta arrivati di fronte alla porta della camera di Sakura,
Syaoran le chiese se poteva entrare per assistere all'apertura del
regalo. Ovviamente Sakura accettò entusiasta.
Una
volta entrati in camera, Neko-chan accorse per ricevere la sua dose
giornaliera di attenzioni da parte di entrambi. E subito dopo Sakura
si sedette sul divano, con il regalo appoggiato sulle sue gambe.
Syaoran le si sedette accanto e le prese il pacco dalle gambe.
“Syaoran!”
lo rimproverò Sakura.
“Sakura,
ti prego, ascoltami. Capisco che una cantante famosa e amata come te
abbia molti ammiratori e so bene che questi ammiratori possono
mettersi in contatto con te, inviandoti lettere e regali. Ma, dimmi,
solitamente dove ti arrivano le loro lettere e i loro regali?”
Sakura
chinò il capo, riflettendo per pochi istanti: “Alla casa
discografica.”
“Esattamente.
Nessuno dovrebbe sapere che tu sei qui. Eppure oggi è arrivato
questo misterioso regalo e senza biglietto per giunta.”
Sakura
sembrava spaventarsi sempre di più per la preoccupazione di
Syaoran: il suo entusiasmo per il presunto regalo era svanito del
tutto.
“Cosa
vuoi dire?” “Potrebbe essere qualcosa di pericoloso
inviato da...Koichi...”
“Tipo
una bomba?” disse Sakura, titubante.
Una
bomba, forse no. Non c'erano suoni strani che provenivano
dall'interno della scatola e il pacco era piuttosto leggero.
“Non
credo, ma sarà meglio controllare!”
“E
se ti accadesse qualcosa di brutto?”
“Non
accadrà, non preoccuparti!”
Detto
questo, Syaoran sfilò con cura il nastro dorato e poi con mani
ferme e decise sollevò il coperchio della scatola. Alla
visione del suo contenuto Sakura non potè trattenere un urlo.
Prossimo
capitolo: “Wuthering Heights”
E
anche questo è fatto. Come qualcuno aveva già accennato
in una recensione dello scorso capitolo, la canzone di questo
capitolo è “Yume no tsubasa” direttamente
dall'anime Tsubasa Chronicle. Mi piace molto la versione duetto dei
doppiatori di Sakura e Syaoran. Il quesito per il prossimo capitolo
è: cosa ci sarà nel pacco regalo? E perchè
Sakura urla? Per la gioia o per qualcos'altro? Lo scopriremo nel
prossimo capitolo, per cui...stay tuned. Il prossimo si intitola
“wuthering heights”, ovvero cime tempestose. Non solo per
il riferimento al libro, ma anche per una paio di personaggi che
daranno in escandescenza. E inoltre avrà come colonna sonora
una canzone molto particolare.
Ringraziamenti...
annaly07:
grazie per la recensione. Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo
e che la curiosità su chi sarebbe stato geloso sia stata
appagata!!
onthewaytosmile:
grazie pmille per la recensione. Sono tanto contenta che la mia
storia ti abbia appassionato in questo modo. Per cui spero che
continuerai a seguirmi!!
mamogirl:
grazie per la recensione. Sono contenta per ciò che hai detto
sul personaggio di haiko. E per quanto riguarda l'idea che mi hai
dato...sto pensando a come poterla utilizzare in questa storia, però
te ne parlerò quando verrà il momento, ok?? ^_^
paperella96:
bene, hai indovinato di chi sarebbe stato geloso syaoran, ma
fortunatamente è andato tutto bene. Spero ti sia piaciuto
anche questo capitolo.
laurettachan:
bravissima, hai indovinato la canzone!! esiste anche in versione
cantata solo dalla doppiatrice di sakura e in inglese da un'altra
cantante. Spero ti sia piaciuto il modo in cui è stata
inserita! ^_^
lisaangius:
grazie per la recensione. Sono contenta ti sia piaciuta la scena fra
haiko e syaoran e spero tanto che ti sia piaciuto anche questo
capitolo.
A
presto
kia85
|
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Capitolo 16 *** Wuthering heights ***
“Music, love and…life!”
Capitolo 15: “Wuthering heights ”
Non appena Syaoran sollevò il coperchio del pacco, Sakura emise un urlo e si voltò subito dalla parte opposta. Nella scatola, circondato da fiori di ciliegio appassiti, vi era un piccolo usignolo del Giappone. Il piumaggio verde giada era più scuro sul dorso e sulle ali e diveniva più chiaro verso il petto dove lasciava il posto a piume di un bel giallo solare. Il becco era arancione brillante e gli occhi erano chiusi, perchè l'esile volatile era morto. La sua piccola gola era stata sgozzata e il sangue si era incrostato tutto attorno, sul petto, sulle ali, sui fiori di ciliegio che facevano da letto di morte.
Sicuramente tutto questo era opera di Koichi.
Perciò Syaoran contattò subito l'ispettore Tanemura, che li raggiunse in dieci minuti con quattro agenti: Kamui e Subaru salirono nella stanza di Sakura insieme all'ispettore, mentre Kurogane e Fujimoto rimasero di guardia all'entrata dell'hotel.
Syaoran mostrò al suo superiore e ai colleghi la scatola contenente lo sfortunato usignolo.
“Credo sia opera di chi sappiamo noi, non trova, capo?” esclamò Syaoran, richiudendo la scatola.
“Sono assolutamente d'accordo. Per questo motivo, credo sia meglio sequestrare tutti i filmati delle telecamere delle ultime 24 ore. Kamui, te ne occupi tu?”
“Sì, signore! Vado subito!” esclamò Kamui.
E, così dicendo, Kamui uscì dalla stanza di Sakura.
“La signorina Kinomoto dove si trova?” domandò l'ispettore.
Syaoran appoggiò la scatola sul tavolino, divenendo pensieroso: “E' andata a stendersi sul suo letto. Questa...cosa l'ha scossa non poco.”
In effetti, subito dopo aver visto il contenuto della scatola era corsa via, in camera sua, e Neko-chan l'aveva seguita.
“E' comprensibile. Il riferimento è talmente evidente: l'usignolo è il volatile con il canto più bello e i fiori di ciliegio sono il collegamento più stretto con la sua persona.”
“E' strano, con...Haiko...non si era mai comportato così. Non era arrivato a tanto!” commentò Syaoran.
“Credo che adesso sia molto più sicuro di sé rispetto ad allora. Il che non è certamente positivo. Ma, se siamo fortunati, potrebbe commettere un passo falso e inciampare. E se e quando questo accadrà, noi saremo lì ad acciuffarlo.”
“Intanto credo sia meglio che porti Sakura fuori città per un po'. Se Koichi ha scoperto dove si trova, è oppurtuno far perdere le tracce.” affermò Syaoran.
“Hai ragione, Li. E penso sia necessario cambiare hotel.”
Syaoran annuì: “Sì. Ma se lei è d'accordo, vorrei effettuare la prenotazione in due diversi hotel. Così da confondere di più il signor Mitsuno.”
“Oh, è perfetto. Sono d'accordo. Provvederemo noi alle prenotazioni. Sai già dove portare la signorina Kinomoto?”
“Non ancora. Ho un'idea ma vorrei prima parlarne con lei, se non le dispiace!”
“Molto bene, allora. Aspetterò tue notizie. Nel frattempo, noi analizzeremo i video dell'hotel e questa notte lascerò due agenti al di fuori dell'hotel: inizieranno Kurogane e Fujimoto e poi subentreranno Kamui e Subaru.”
“Grazie mille. Questo ci farà sentira più sicuri!”
L'ispettore Tanemura afferrò la scatola dal contenuto terribile e si avviò verso la porta insieme a Subaru.
“Buonanotte, Li.” esclamarono all'unisono i due poliziotti.
“Buonanotte!”
Syaoran chiuse la porta e sospirò. Era necessario controllare lo stato emotivo di Sakura. Perciò si avviò lentamente verso la sua camera da letto. Si sentiva come se avesse paura di vederla soffrire, il suo cuore avrebbe retto?
Syaoran si sporse per guardare all'interno: Sakura era sdraiata sul letto, girata sul fianco destro a guardare il pianoforte di fronte a lei. Aveva gli occhi aperti e lo sguardo fisso, ma perso nel vuoto. Neko-chan era accoccolato accanto a lei e stava già dormendo della grossa. Syaoran avanzò senza fare troppo rumore: Sakura era estremamente turbata, si capiva perfettamente dalla sua espressione, e Syaoran non avrebbe potuto lasciarla sola in un momento difficile come quello. Così si sedette sul bordo del letto e le accarezzò i capelli.
“Cosa ha detto l'ispettore?” domandò lei, totalmente apatica.
“E' d'accordo con me nel pensare che sia opera di Koichi!”
Finalmente Sakura portò lo sguardo su Syaoran e il suo cuore sobbalzò: gli occhi di Sakura erano lucidi, segno evidente del suo turbamento.
“Syaoran, ora cosa dobbiamo fare?”
Syaoran le baciò la fronte: “Credo sia ora che tu ti prenda una vacanza!”
“Una vacanza?” ripetè lei, sorpresa.
“Sì, andiamo via da Tokyo per un po', sei d'accordo?”
Sakura accennò un debole sorriso e annuì.
“E dove andremo?”
“Ecco, io stavo pensando che mi piacerebbe tanto vedere il piccolo paese dove sei nata e cresciuta.”
Sempre più sorpresa, Sakura sembrava stesse per sciogliersi in un sorriso.
“Vuoi andare a Tomoeda?”
Syaoran annuì convinto: “Certo! Così potrò finalmente conoscere la tua famiglia. Ti andrebbe di presentarmeli?”
L'espressione di Sakura divenne improvvisamente tra le più gioiose che lui avesse mai visto e riuscì a risollevare anche il morale di Syaoran.
“Ci terrei moltissimo, Syaoran.- esclamò lei, abbracciandolo con impeto- E poi è da tantissimo tempo che non vedo papà, Touya e Yukito. Vorrei andare a trovarli!”
“Bene. Domani mattina chiameremo Daidoji per chiederle di annullare tutti i tuoi impegni per almeno una settimana!”
“Se non sbaglio tra un paio di giorni avrei dovuto fare un'intervista con un giornalista di una rivista musicale.” fece notare Sakura, pensierosa.
“Sono sicuro che questo giornalista potrà aspettare una settimana.”
“Dovremmo dire a Tomoyo ciò che è successo stasera? Si preoccuperà molto!”
“Lo so, ma si preoccuperebbe anche se non glielo dicessimo. Cosa credi che penserebbe se così, da un giorno all'altro, decidi di prenderti una vacanza?”
Sakura appoggiò la fronte sul petto di Syaoran: “Hai ragione. Lo capirebbe comunque...”
“Esatto!”
Sakura sospirò e il tono di voce divenne nuovamente mogio e teso: “Syaoran?”
“Dimmi.”
“Perchè...lui...ha dovuto fare una cosa così terribile a un essere totalmente innocente?” domandò.
“Non lo so, ma ti ho detto che ha una personalità instabile. È un uomo con dei gravi problemi.”
“E' tutta colpa mia, prima Tonami, adesso un piccolo essere vivente...” esclamò lei, afferrando la camicia di Syaoran con le mani.
E lui le coprì con le sue, provando a calmarla: “No, non è colpa tua, non devi pensarlo neanche.”
“Ma sono stati colpiti per spaventare me!”
“Sì, ma non significa che sia colpa tua. E comunque adesso abbiamo una pista da seguire, quindi potremmo arrivare a lui molto presto!”
“In che senso?”
“I miei colleghi analizzeranno i video delle telecamere dell'hotel delle ultime ore. Quindi potremmo riconoscere facilmente il ragazzino che ha consegnato questo pacco.”
“E poi da lui potrete risalire al signor Mitsuno?”
“Sì, lo interrogheremo e ci faremo dire dove si nasconde!”
“Speriamo...”
“Andrà tutto bene, Sakura. Te lo assicuro.”
Sakura annuì, poi gli accarezzò le spalle e le braccia con estrema lentezza.
“Syaoran, ti dispiacerebbe dormire accanto a me? Non credo di farcela da sola con Neko-chan.”
Syaoran arrossì lievemente, ma accettò: e non solo per rassicurare Sakura, ma anche per se stesso, perchè era sicuro che non sarebbe mai riuscito a dormire da solo in quella tormentata notte.
Così si sdraiò accanto a Sakura, che, però, gli rivolse la schiena. Inizialmente il gesto lasciò perplesso Syaoran, ma subito la mano di Sakura cercò la sua e, quando la trovò, fece in modo che il braccio di Syaoran le avvolgesse la vita.
“Stringimi, ok, Syaoran?”
“Sì!”
La mano di Syaoran si allargò sul suo addome, avvicinandola a sé.
“Buonanotte!” sussurrò lei.
Syaoran le baciò una spalla: “Sogni d'oro, Sakura!”
*****
Il sole splendeva alto nel cielo estivo di quella meravigliosa giornata di inizio luglio. L'auto di Syaoran sfrecciava veloce sull'autostrada, in direzione di Tomoeda. Syaoran guardò Sakura al suo fianco: stava dormendo tranquillamente, la gabbietta di Neko-chan ai suoi piedi.
La sera prima aveva fatto molta fatica ad addormentarsi, nonostante la vicinanza di Syaoran. E proprio grazie a quel contatto, Syaoran aveva avuto l'occasione di accorgersi quanto battesse rapidamente il suo cuore spaventato. Non sapeva più cosa fare per calmarla. Ma poi improvvisamente il suo respiro rallentò e divenne più profondo. E con la consapevolezza che lei era riuscita ad addormentarsi, anche Syaoran potè finalmente calmarsi e dormire.
Quella mattina si alzarono presto per organizzare l'improvvisa partenza. Innanzitutto Sakura telefonò al padre per avvisarlo del loro arrivo. Il signor Fujitaka sembrò entusiasta di apprendere quella notizia, ma Sakura era sicura che lui avesse capito che qualcosa non andava. Solo che non le aveva chiesto niente, perchè non faceva mai domande, lasciava sempre che i suoi figli parlassero con lui solo se ne avevano davvero voglia.
Poi toccò a Tomoyo, che si preoccupò moltissimo per ciò che era accaduto la notte precedente. Avrebbe tanto voluto raggiungerli, ma era pericoloso anche per lei e Syaoran le consigliò di restare a casa per un paio di giorni. La migliore amica di Sakura li rassicurò che avrebbe seguito il consiglio e rinviato tutti gli appuntamenti di Sakura. Infine avvisarono l'ispettore Tanemura della loro imminente partenza, mentre lui disse che avevano identificato il giovane “postino” ed erano già sulle sue tracce.
Così Syaoran partì più tranquillo e anche Sakura, difatti riuscì ad addormentarsi serenamente in macchina.
Dopo un'oretta entrarono nel paese di Tomoeda e Syaoran svegliò Sakura: la ragazza guardò entusiasta i paesaggi a lei familiari, riconoscendo di tanto in tanto volti e luoghi legati a particolari ricordi.
“Che bello tornare a casa!” mormorò con lo sguardo ancora incollato al finestrino.
Pochi istanti dopo Syaoran fermò l'auto proprio di fronte casa Kinomoto. Sakura scese rapidamente dall'auto, portandosi con sé anche Neko-chan, e corse a citofonare al cancelletto, mentre Syaoran cominciò a scaricare i pochi bagagli che si erano portati dietro. Non ci fu alcuna risposta dal citofono, piuttosto si aprì la porta e comparve un uomo alto, i cui capelli corti erano castani, con qualche ciocca bianca qua e là, e un paio di occhi marroni dietro a piccoli occhiali.
“Papà!”
“Sakura!”
Così quell'uomo era Fujitaka Kinomoto, l'archeologo. Syaoran lo osservò per pochi istanti e notò che aveva l'aria gentile e un sorriso contagioso. Sakura non assomigliava molto a lui, ma certamente quelle ultime due caratteristiche le aveva ereditate da lui. Erano praticamente le stesse.
Il padre di Sakura aprì il cancelletto e subito Sakura si gettò fra le sue braccia.
“Che bello rivederti!”
Il signor Fujitaka sorrise fra sé, accarezzandole i capelli e baciandola sul capo: e in quell'abbraccio entrambi riversarono tutte le preoccupazioni e la nostalgia che avevano l'uno dell'altra. Syaoran lo comprese dalle loro espressioni e dal modo in cui le mani stringevano i loro abiti.
“Ehi, cos'è tutto questo chiasso?”
Sakura si sporse a guardare l'uscio di casa e Syaoran la imitò: vi era un ragazzo ancor più alto del signor Fujitaka, con gli stessi occhi e capelli corti, neri come la pece nonché piuttosto ribelli.
“Touya!” esclamò Sakura.
“Ecco, avrei dovuto immaginarlo che era arrivato il nostro mostricciattolo!”
Dunque quel giovane non era altri che il fratello maggiore di Sakura, l'avvocato. La ragazza si sciolse dall'abbraccio del padre e corse verso il fratello, ma non lo abbracciò. Lo fronteggiò con la testa in alto e le mani sui fianchi.
“Io non sono un mostricciattolo!” affermò convinta.
“Sai benissimo che lo sarai per sempre...almeno per me!” ribattè lui, ridendo e appoggiando una mano sul capo di Sakura.
Un gesto affettuoso che contrastava il suo burlarsi di lei. Ma dai racconti che Syaoran aveva udito da Sakura, in realtà, anche quel prenderla in giro non era che una dimostrazione del suo affetto.
Syaoran capì di aver fatto la scelta migliore portandola a casa sua: d'altronde nessun posto è più bello della propria casa, come diceva quel vecchio film. (nda: il mago di oz, per la cronaca...^^)
Poi finalmente Sakura si ricordò di Syaoran: scese nuovamente i gradini e lo prese per mano, conducendolo di fronte ai due uomini della sua famiglia.
“Papà, Touya, vi presento Li Syaoran, mia guardia del corpo, nonché mio nuovo compagno...” disse lei, arrossendo lievemente.
Syaoran rivolse loro un profondo inchino: “E' un vero piacere conoscervi!”
“Il piacere è nostro, signor Li!” disse Fujitaka, mentre insieme a Touya ricambiava l'inchino.
“Complimenti per la casa, è davvero deliziosa.”
“Grazie. Ma non stiamo qui fuori. Entrate, coraggio!”
Seguendo l'incitamento del signor Kinomoto, Sakura e Syaoran entrarono in casa, seguiti da Touya e dal padrone di casa. L'interno dell'abitazione era semplice: le pareti erano color canarino, nel soggiorno i mobili erano di legno di noce e i divanetti verde chiaro erano ad angolo. L'attenzione di Syaoran venne colpita da una cornice contenente la fotografia di una bellissima giovane donna. Indossava un lungo abito bianco, con il corpetto decorato da ricami molto elaborati. I capelli neri erano lunghissimi e mossi e tra di essi risaltavano delle candide margherite. Il viso era pallido e sottile e gli occhi smeraldini erano così familiari per Syaoran, che li riconobbe all'istante. Erano gli stessi di Sakura e in quel momento proprio lei lo affiancò.
“Bene, Syaoran, ti presento la mia mamma, Nadeshiko Kinomoto!” esclamò lei, con un sorriso.
“Hai preso i suoi occhi.”
“Già. Non trovi che fosse bellissima?” domandò lei, rivolgendo alla donna della foto un sorriso malinconico.
“Sì, lo era davvero!”
“Ma prego...- intervenne Fujitaka-...accomodatevi.”
Sakura e Syaoran, seguendo l'invito, si sedettero sul divanetto di fronte a Touya e al padre di Sakura.
“Il viaggio è andato bene?” chiese Fujitaka.
Sakura ridacchiò: “Papà, è durato appena un'ora!”
“E' stato comunque un viaggio, non trova, signor Li?” ribattè lui, con un gran sorriso.
Syaoran annuì: “Certamente e Sakura ha dormito tutto il tempo!”
“Sempre la solita dormigliona!” intervenne Touya con un ghigno quasi sardonico.
“Touya, non ci vediamo da mesi e le prime cose che mi dici sono le tue solite burle!”
“Beh, sorellina, comprendi bene che la tua visita improvvisa è stata una gran sorpresa per noi. Perciò perdonami se per tutta la mattina non faccio che pensare al motivo di questa improvvisata!”
“Touya!” lo rimproverò il padre.
“Che c'è? È la verità! Sei preoccupato quanto me e abbiamo il diritto di sapere cosa sta succedendo a Sakura!”
Sakura, da ciò che il suo sguardo lasciava trapelare, non potè non sentirsi estremamente a disagio per aver causato la loro preoccupazione. Così si voltò verso Syaoran, il quale la incoraggiò con un cenno del capo e il tocco della sua mano.
“Avete perfettamente ragione. È giusto che sappiate perchè sono venuta qui così all'improvviso.”
“Ovvero?”
“Credo che l'uomo che mi perseguita abbia scoperto dove alloggio.”
“Perchè? Cosa è successo?” si affrettò a chiedere Touya.
Syaoran potè notare chiaramente le linee della fronte di Touya incurvarsi sempre più in un'espressione quasi spaventata. Anche il padre era ansioso, ma era come se stesse cercando di nascondere la sua ansia, perchè il viso era tranquillo e rilassato. E Syaoran non potè fare a meno di chiedersi come riuscisse a restare così sereno in una situazione come quella.
“Vedete, ieri sera mi è stato recapitato un pacco regalo. Pensavo fosse da parte di qualche ammiratore, ma Syaoran mi ha avvisata che avrebbe potuto trattarsi di...lui...e così ha aperto lui il pacco. Dentro vi era un usignolo...un piccolo...usignolo...”
La voce di Sakura tremò e lei chinò il capo. Così Syaoran decise di proseguire il racconto, senza omettere alcun particolare per quanto macabro. Perchè la famiglia di Sakura doveva sapere cosa stava accadendo.
“Un usignolo sgozzato e fiori di ciliegio appassiti.”
Touya non disse nulla, mentre Fujitaka scosse il capo: “E' davvero terribile!”
“Già. È sicuramente opera del signor Mitsuno, per cui ieri sera ho avvisato i miei colleghi che hanno sequestrato la scatola e hanno subito cominciato le indagini. Stamattina mi hanno avvisato che sono riusciti a identificare l'uomo che ieri sera ha consegnato il pacco e sono già sulle sue tracce.”
“E poi?” incalzò Touya, fremente di ansia.
“E poi quando torneremo a Tokyo cambieremo hotel. Farò prenotazioni in più hotel così da confondere maggiormente il signor Mitsuno.”
“Mi sembra giusto!” commentò Fujitaka.
Touya fece intrecciare le dita delle sue mani: “Come mai siete venuti proprio qui?”
“Beh...Sakura ieri sera è rimasta particolarmente sconvolta da quello che è successo. Ed io ho pensato che trascorrere qualche giorno a casa sua, con la sua famiglia, nei luoghi che l'hanno vista crescere fosse un buon palliativo.”
Fujitaka annuì, perfetteamente d'accordo con lui: “Hai fatto bene, sentivamo la sua mancanza!”
“Grazie, papà! Anche voi mi mancavate! - esclamò lei, sorridendo- Ma Yukito non c'è?”
Touya si alzò in piedi: “Viene per mangiare con noi. Sarà meglio che ora vada a portare i vostri bagali nelle camere, poi preparo il pranzo!”
“D'accordo!” disse Fujitaka.
Tutti lo guardarono uscire con passo affrettato e sguardo cupo. Syaoran capì che non gli andava a genio, il che lo rese piuttosto preoccupato perchè sicuramente Sakura ne sarebbe stata dispiaciuta. Ma più che comportarsi in modo cordiale, Syaoran proprio non sapeva cosa fare. Il padre di Sakura invece sembrava abbastanza soddisfatto della scelta di Sakura, ma era anche vero che la sua espressione sempre così tranquilla era altrettanto indecifrabile.
“Syaoran dormirà in camera di Touya?” domandò Sakura.
“Sì. E lui ha colto l'occasione per trasferirsi definitivamente da Yukito.”
“Non vorrei creare problemi.” disse Syaoran.
Sakura gli diede una pacca sulla spalla: “Ma che dici? Era ora finalmente che si trasferisse da Yukito. Quindi non preoccuparti, Syaoran, non crei nessun problema!”
“Sakura ha ragione. Non dai nessun fastidio, figliolo, tranquillo!”
Syaoran, più convinto, annuì.
“Comunque è un po' strano...Touya...è arrabbiato?” domandò Sakura, preoccupata.
Fujitaka sorrise mestamente: “Sai com'è Touya... è solo molto preoccupato per te. Fosse per lui dovresti restare rinchiusa fino a quando non finirà tutta questa storia!”
“Già. Ma non è possibile, considerati tutti gli impegni che ho. E poi c'è Syaoran che mi protegge. Sono al sicuro con lui.”
“Ne sono convinto, Sakura. Ma vedi...è proprio perchè ti amiamo che siamo così preoccupati. Sebbene sia un terribile sentimento, la paura di perderti è forte. Ci fa soffrire e Touya non sa controllare le sue sofferenze. All'apparenza è forte e indistruttibile, ma dentro è pieno di dolore e sofferenza. Perciò non essere troppo severa con lui!”
“D'accordo, papà!”
Fujitaka battè le mani, alzandosi in piedi: “Perchè ora non andate a sistemarvi nelle vostre camere. È ancora presto per mangiare!”
“Sì, ho proprio voglia di rivedere la mia camera!”
“E' tutto come l'hai lasciato, non preoccuparti!” la rassicurò il padre.
“Ne sono sicura! - esclamò lei, rallegrandosi- Andiamo Syaoran, ti mostro la tua camera!”
“Sì, grazie signor Kinomoto!” disse Syaoran, rivolgendogli un inchino.
“Per cosa?”
“Per aver accettato così all'improvviso di ospitare anche me!”
“Oh...è un piacere!”
Sakura trascinò Syaoran fuori dal salotto, lasciando da solo il padre, e lo condusse su per le scale. Non appena giunsero al piano superiore, Touya uscì dalla prima porta del corridoio.
“Ah, siete qui!”
“Sì, vogliamo sistemarci prima di pranzare!”
“Bene allora, non mettete a soqquadro le stanze. Sono tutte pulite e ordinate!”
“Non preoccuparti, Touya. Saremo anche noi puliti e ordinati!” ribattè Sakura, indispettita.
“Vedremo!” rispose lui, con una smorfia scettica.
Detto questo tornò al piano di sotto e Sakura lo guardò scendere le scale con un'espressione mesta.
Syaoran capì il motivo di quella tristezza: “Sei preoccupata per lui?”
“Sì, ma sono sicura che starà bene. Questa visita a sorpresa porterà un po' di sollievo anche a loro.”
“Lo spero. -sospirò Syaoran- Posso farti una domanda?”
“Dimmi.”
“Tuo padre mi sembra strano.”
“In che senso?” domandò lei, divertita.
“E' come se cercasse di trattenere le sue vere emozioni. Insomma, poco fa era così evidente la sua preoccupazione sia per te che per tuo fratello, eppure cercava in tutti i modi di essere sereno e rilassato. Come mai? Come ci riesce?”
Il sorriso le morì sulle labbra, la sua espressione divenne più malinconica e lei prese le sue mani.
“Hai ragione. È proprio come dici tu. Non mostra mai le sue vere emozioni perchè ha fatto una promessa a mia madre.”
“Che genere di promessa?”
“Prima di morire mia madre gli fece promettere che, dopo la sua morte, lui avrebbe sorriso per sempre, qualunque cosa fosse successa. Perchè diceva che il suo sorriso aveva un effetto benefico, tanto che riusciva a farla stare bene anche nei giorni in cui la malattia la faceva soffrire intensamente. E così da quando mia madre è morta, non ho più visto la preoccupazione impossessarsi del viso di mio padre. Può sembrare ingiusto forse, perchè in questo modo lui si sente costretto a nascondere le sue vere emozioni. Ma trovo che sia una bella cosa, se non altro perchè questo dimostra quanto amasse mia madre e quanto ami ancora me e mio fratello. Sa perfettamente che per noi è stato e sarà sempre il miglior punto di riferimento che potessimo avere. E quando qualcosa ti affligge vedere la persona su cui fai affidamento giù di morale o preoccupata quanto te è molto difficile, non ti aiuta affatto. Al contrario se questa persona ti sostiene con la speranza e un sorriso sincero, è sicuro che tutto andrà per il meglio. E così è stato per noi!”
Mentre Sakura parlava, il coinvolgimento sul suo viso aumentava sempre più, fin quando gli occhi cominciarono a inumidirsi e lei non riuscì a trattenere una lacrima.
“Allora adesso capisco perchè anche il tuo sorriso è così bello!” affermò Syaoran, accarezzandole la guancia per asciugarle la scia della lacrima ribelle.
Il giovane appoggiò la fronte su quella di Sakura, senza smettere di accarezzarle la guancia umida e morbida.
“Vorrei anch'io che sorridessi sempre per me...puoi farlo?”
Qualche altra lacrima le sfuggì dagli angoli degli occhi, ma Sakura annuì con determinazione.
“Sì!”
*****
Il mattino seguente Syaoran si svegliò di buon'ora. Si guardò intorno riconoscendo la camera del fratello maggiore di Sakura. Era una camera molto semplice: le pareti erano di un tenue celeste, il classico futon si trovava accanto a un piccolo comodino di legno di faggio, sopra cui si trovava una piccola abat-jour. Di fronte al letto vi era una scrivania e accanto una bella libreria colma di libri. La sera prima Syaoran aveva letto i titoli: erano soprattutto libri scolastici di materie scientifiche e romanzi: storici, classici e thriller. Syaoran ne aveva afferrato uno che sembrava molto interessante, sui samurai giapponesi del periodo feudale. Ma poi si era ricordato dell'impegno che aveva preso con Sakura riguardo Cime Tempestose e, visto che l'aveva portato con sé, aveva infine deciso di continuare a leggerlo. Trovò la lettura più piacevole di quanto se l'aspettasse e assai meno dolorosa.
Decise di lavarsi e vestirsi in fretta per non arrivare tardi alla colazione. Non voleva che anche Fujitaka avesse un'impressione negativa su di lui. C'era già Touya per questo, il quale non si preoccupava minimamente di farglielo notare. Al contrario, il suo compagno Yukito sembrò essere entusiasta di conoscerlo. Era un giovane alto poco meno di Touya, con capelli chiari e occhi color ambra, molto simili a quelli di Syaoran. Era un tipo sempre allegro e cordiale, con un appetito notevole. E Syaoran aveva una buona considerazione di lui, anche se Sakura gli aveva confessato in serata che proprio Yukito rappresentava la sua prima cotta. Ma all'epoca il ragazzo le fece notare che, in fondo, i suoi sentimenti erano più semplici di quanto lei credesse, perchè, Yukito ne era convinto, Sakura lo considerava come uno di famiglia. Comunque tutta questa storia non infastidì Syaoran, perchè apparteneva al passato e perchè Sakura ora amava solo lui. Inoltre, sembrava che Yukito irradiasse gioia di vivere da tutti pori e contagiasse tutti quelli che lo circondavano, perciò Syaoran non riuscì proprio ad averlo a male.
Non appena uscì fuori dalla sua camera, si avviò verso la cucina, percorrendo il corridoio che portava alle scale. Ma si sentì trattenere da dietro per la camicia. Quando si voltò si accorse che era stato trattenuto da Sakura. E subito le rivolse un sorriso.
“Buongiorno, Syaoran!” esclamò Sakura, abbracciandolo.
“Buongiorno!”
“Hai dormito bene nella camera di mio fratello?” gli domandò lei, alzando lo sguardo.
“Sì, direi di sì. Ho dormito molto bene. E tu?”
“E' stato bello dormire di nuovo nel mio letto, circondata dalle mie cose, nella camera in cui sono cresciuta...”
“Lo credo bene!”
Sakura sorrise e poi la sua espressione cambiò: sembrava che le fosse appena venuta un'idea in mente.
“Ehi, ti andrebbe di vedere la mia camera?” propose lei, fremente di curiosità.
“Ah...s-sì...certo...”
Sakura divenne improvvisamente la più felice sulla faccia della Terra. Lo afferrò per la mano e lo trascinò fin davanti la porta di camera sua. Poi l'aprì ed entrò. Syaoran esitò un istante sulla soglia, infine seguì Sakura.
La sua cameretta era di forma rettangolare e molto più piccola di quella di Touya. Aveva le pareti color crema: subito alla destra della porta vi era un armadio grande bianco, mentre alla sinistra il letto di Sakura; accanto un comodino, sopra cui vi erano una abat-jour rosa con decorazioni gialle e una piccola sveglia. All'altro lato della camera vi era la scrivania di Sakura e sopra delle mensoline con tanti libri: Syaoran curiosò fra i titoli, erano soprattutto spartiti musicali, manga e romanzi classici. Trovava quella cameretta molto adatta a Sakura. Era semplice come lei, ma nascondeva delle caratteristiche assai preziose.
Sakura si sedette sul suo letto, sorridendo mentre lo guardava girovagare nella sua camera.
“Allora, ti piace?”
Syaoran si voltò a guardarla e annuì, mentre Neko-chan, alzandosi dal suo lettino, li raggiungeva per fare le fusa.
“Sì, molto. È davvero deliziosa!” esclamò lui, sedendosi accanto a lei.
“Bene, sono contenta!”
“Rispecchia molto come sei tu.”
“Davvero?”
“Ma certo! All'apparenza è semplice, ma se ti soffermi a guardare meglio alcuni angoli, ti accorgi che ci sono cose che non ti aspetteresti da questo genere di camera.”
Sakura scoppiò a ridere, poi si sporse verso la mensolina sopra il letto, piena zeppa di peluches e ne afferrò uno.
“Come questo?” esclamò lei, porgendoglielo.
Syaoran lo afferrò: era un semplice peluche, sembrava un leoncino tutto giallo, senza criniera, con occhietti piccoli e un musetto simpatico e vivace. La testa era molto grande rispetto al resto del corpo e sul dorso vi era un paio di bianche ali.
“Syaoran, ti presento Kero-chan!”
“Kero-chan?”
“Già, è il mio primo peluche. Me lo ha regalato mia mamma dopo la mia nascita. Lo sai, l'ho sempre considerato il mio primo amico. Anche se sapevo che non poteva rispondermi, gli parlavo, gli raccontavo tutto ciò che mi accadeva e avevo la strana sensazione che lui mi ascoltasse pazientemente. Il che era molto d'aiuto quando ero in difficoltà!” raccontò lei, guardando con nostalgia Kero-chan.
“Capisco.”
“Pensi che sia pazza?”
“No. Per i bambini sono normali cose come queste. Non preoccuparti!”
“Bene!” esclamò Sakura, emettendo un sospiro di sollievo.
“Allora, che ne dici se adesso scendiamo a fare colazione?”
“Oh, sì, ho una fame da lupi!”
Sakura sistemò nuovamente Kero-chan sulla mensola e gli toccò con un dito il musetto. Poi si voltò e uscì dalla stanza con Syaoran.
Quando arrivarono in cucina, Fujitaka li stava aspettando: indossava il grembiule e aveva appena terminato di apparecchiare la tavola con una serie di gustose pietanze: l'immancabile riso, pesce, omelette salate, sottaceti...
“Buongiorno!” esclamò Fujitaka, vedendoli arrivare.
“Buongiorno, papà!”
Syaoran accennò un inchino: “Buongiorno, signor Kinomoto!”
“Avete dormito bene?”
“Sì, benissimo, papà!”
“E tu, Li?”
“Oh...tutto a posto, signore!”
“Ottimo! Allora sediamoci e mangiamo!”
Sakura non se lo fece ripetere due volte e subito si sedette a tavola. Syaoran e Fujitaka la imitarono.
“Buon appetito!” esclamò Sakura e, bacchette alla mano, si fiondò su tutto ciò che la tavola offriva.
Syaoran cominciò a mangiare più lentamente rispetto a Sakura. Non l'aveva mai vista così affamata. Chissà che l'aria di casa sua non avesse causato quell'appetito così genuino.
“Allora cosa avete intenzione di fare oggi?” domandò Fujitaka.
“Vorrei portare Syaoran a visitare la nostra cittadina. Dici che si può fare, Syaoran?”
“Sì, direi che non ci sia nulla di male. Non corriamo pericoli. Chi sappiamo noi sa che la polizia è sulle sue tracce e non si muoverà dalla sua postazione.”
“Bene, allora, ci aspetta una bellissima passeggiata in questa splendida giornata.”
“E' una bella idea, Sakura.- commentò Fujitaka entusiasta- Un po' di sano turismo non fa mai male!”
“Grazie, papà!”
E così terminarono la colazione. Syaoran e Sakura ringraziarono il signor Kinomoto per la colazione e sparecchiarono la tavola.
Dopo essersi preparati, uscirono di casa: Sakura aveva indossato un paio di occhiali da sole e un cappello di paglia bianco, ovale, con un nastro di seta a fiori che si chiudeva con un fiocco sulla nuca. Aveva un aspetto proprio da turista e la speranza di passare piuttosto inosservata.
Quel giorno Sakura gli mostrò il suo istituto scolastico: si chiamava Seijo e comprendeva elementari, medie e superiori. Lì aveva stretto molte amicizie importanti e le aveva coltivate a lungo, anche se la più profonda era l'amicizia con Tomoyo.
Nei giorni seguenti Sakura mostrò a Syaoran i luoghi di Tomoeda per lei più rilevanti: il parco del Re Pinguino, dove tante volte aveva passeggiato con i suoi amici e avevano imbastito diversi pic-nic; il negozio di musica dove per la prima volta comprò uno spartito e dove un anno prima comparve il suo primo cd; la merceria dove aveva comprato l'occorrente per cucire un orsacchiotto per Yukito.
Già, un orsacchiotto per lui... ma dal racconto di Sakura, Syaoran capì che lei non riuscì mai a regalarglielo per chissà quale strano motivo. E ora quell'orsacchiotto stava comodamente da qualche parte nel suo armadio.
Da quello che potè vedere Syaoran, il paesino di Tomoeda era assai tranquillo, il luogo più adatto alla crescita di una ragazza come Sakura. E lei guardava con aria nostalgica quei posti così familiari. Nostalgica ma anche felice, perchè felici erano evidentemente i ricordi associati a quei luoghi. In fondo del passato interessano solo i momenti che destano piacere. E così era anche per lei. Sakura riconosceva tutto e tutti, ma così vestita non veniva a sua volta riconosciuta dalle altre persone per strada. Solo pochi individui riconobbero chi fosse, pochi amici incontrati per caso: una giovane esordiente scrittrice di romanzi fantasy, una coppia di amici fidanzati da una vita, che presto sarebbero finalmente convolati a nozze e, infine, una ragazza che, a quanto pareva, aveva un'importante relazione con uno dei loro insegnanti delle elementari.
Tutto sommato, erano stati incontri interessanti. Sakura lo aveva presentato come sua guardia del corpo e ovviamente come compagno. E loro sembrarono entusiasti di fare la sua conoscenza, oltre che preoccupati per Sakura. Le fecero domande sul costante pericolo a cui lei era sottoposta e Sakura rispondeva con tranquillità. Anche se Syaoran sapeva perfettamente che mostrarsi in quel modo, così rilassata, era anche molto difficile per lei.
Ma l'aria di casa era la cura migliore per casi come quello. Il senso di protezione del luogo nativo avrebbe allontanato le minacce e le paure, almeno momentaneamente. E questo non valeva solo per Sakura, ma anche per Syaoran. Il “regalo” inviato da Koichi era stato come un fulmine a ciel sereno, Syaoran non se lo sarebbe mai aspettato e in quel momento, così sorpreso e disorientato, era consapevole che non avrebbe svolto al meglio il suo lavoro. Così aveva preferito portare Sakura in un posto sicuro, in un luogo dove lei avrebbe potuto rilassarsi non solo grazie alla presenza di Syaoran, ma anche grazie al sostegno dei suoi cari, persone che la amavano.
Insomma, erano entrambi in vacanza...
*****
Dopo ormai una settimana di passeggiate e gite, Syaoran sembrava aver sempre vissuto a Tomoeda. Sapeva orientarsi alla perfezione, poteva riconoscere le vie e gli edifici e Sakura ne fu molto sorpresa e compiaciuta.
“Allora, ti piace la mia città?” domandò lei, un giorno di ritorno dalla solita passeggiata.
“Sì, direi di sì. È molto tranquilla e vivibile. Direi il luogo ideale per rilassarsi.”
“Hai ragione. E ti ringrazio per aver avuto questa idea!”
“Era l'unica cosa che potessi fare in quel momento...portarti nel luogo in cui ti saresti sentita più al sicuro!”
“E hai indovinato!”
Sakura gli baciò teneramente una guancia e poi entrarono a casa.
“Siamo tornati!” esclamò lei a gran voce.
Dalla sala uscirono Touya e Yukito, il quale rivolse a entrambi un sorriso, mentre il fratello burbero di Sakura aveva un'espressione imbronciata.
“Era ora! Si mangia tra 30 minuti!” fece notare lui, seccato.
E il cucchiaio di legno che aveva in mano incrementava la sua aria minacciosa.
“Ci dispiace aver fatto tardi, Touya, ma siamo arrivati in periferia. Volevo fare vedere a Syaoran quel delizioso parco, con i viali costeggiati di ciliegi. Peccato che ormai i fiori erano tutti a terra!”
Touya sbuffò, rispondendo poi con un tono decisamente acido: “Sì, beh...è estate Sakura, se non te ne sei accorta!”
Sakura, a sua volta, gli rivolse una smorfia infastidita.
“Me ne sono accorta!!”
“Se posso dire la mia...- intervenne Syaoran-...era comunque molto bello e ti ringrazio per avermelo mostrato!”
Sakura sorrise compiaciuta, dimenticando subito il malumore del fratello: “Di niente, Syaoran!”
Yukito ridacchiò divertito, mentre Touya alzò gli occhi al cielo esasperato. Dopodichè Sakura si infilò le pantofole e si avviò verso le scale.
“Hai detto mezz'ora, Touya?” disse lei.
“Sì, perchè?”
“Vorrei fare un rapido bagno.”
“Il rapido bagno deve essere rapidissimo!”
“Sarò più veloce di un fulmine, promesso!” assicurò lei e scappò al piano superiore.
Syaoran improvvisamente si sentì strano...quasi vulnerabile. Senza Sakura al suo fianco, in quella casa...non è che avesse paura, ma si sentiva come una instabile barchetta in balia della più furiosa tempesta. O perlomeno quella era il suo presentimento. Ma dopotutto era un poliziotto e non poteva mostrarsi così vulnerabile ai familiari della sua protetta. Perciò, facendosi coraggio, raggiunse i tre uomini in sala.
Touya e Yukito cucinavano, mentre Fujitaka stava apparecchiando.
“Posso fare qualcosa?”
“Oh, non ti preoccupare, Li. È già tutto a posto!” disse Fujitaka.
“D-d'accordo...”
“Ti è piaciuto il parco che ti ha mostrato Sakura?” continuò il signor Kinomoto.
“Sì, sì, Sakura avrebbe preferito mostrarmelo nel periodo dell'hanami, ma è davvero grazioso anche in questa stagione.”
“Hai ragione. Ci sono molti passerotti e le aiuole fiorite profumano l'aria con la loro dolce fragranza.”
Syaoran annuì: “Già, e...”
“E ora basta! Non ne posso più!” sbottò improvvisamente Touya, abbandonando con poca grazia il cucchiaio di legno che aveva in mano.
“Touya! Che ti prende?” domandò Fujitaka sorpreso.
Non era il solo a essere sorpreso, anche Yukito sembrava non aspettarsi una reazione tale dal compagno e Syaoran...lui, al contrario, se lo aspettava proprio da un momento all'altro. Ormai aveva capito perfettamente di non piacere a Touya ed era anche convinto che lui non avesse alcuna fiducia in Syaoran. Si capiva perfettamente dallo sguardo diffidente che gli lanciava ogni volta che era accanto a Sakura, dal suo atteggiamento scontroso...
“Non capisco che bisogno c'è di offrire in continuazione Sakura al suo carnefice!” sbottò, furioso.
Fujitaka lo guardava continuando a non capire cosa gli stesse accadendo: “Ma che stai dicendo?”
“Vi sembra il caso di continuare a uscire, esponendo Sakura al rischio di...”
“Touya, per favore. - lo interruppe il padre- Sakura non corre alcun pericolo qui.”
“A me sembra che state tutti sottovalutando questa minaccia. A Tokyo Sakura continua a fare concerti, esce per recarsi nei luoghi più disparati per inutili interviste e, adesso che quel criminale ha scoperto in quale hotel alloggia, la prima cosa che fa è scappare da noi, per continuare a uscire uscire uscire!”
Syaoran si sentì sempre più barchetta nell'occhio del ciclone, ma rispose con tutta la lucidità che poteva dimostrare in un momento come quello.
“Prima di tutto, nessuno in questa stanza sottovaluta il problema a cui Sakura è esposta. Siamo tutti preoccupati per lei e ci impegniamo tutti per offrirle il meglio. Io sono la sua scorta e so fare bene il mio lavoro, altrimenti l'ispettore non mi avrebbe mai affidato questo impiego. E una scorta serve a mantenere una vita se non tranquilla, perlomeno il più normale possibile. Sakura non può restare chiusa fino a quando non avremo catturato il signor Mitsuno. Per lei cantare non è solo un lavoro, è la passione della sua vita. Non può rinunciarvi perchè ciò vorrebbe dire ammettere apertamente di aver paura di quell'uomo. Invece lei sta affrontando questa situazione con coraggio: certo, è difficile, anche Sakura ha i suoi momenti di cedimento, ma in fondo è una ragazza forte, più di quanto lei stessa creda, più di quanto pensassi io all'inizio. E ora che non solo è la mia protetta, ma anche la persona più importante della mia vita, vi assicuro che farò di tutto per proteggerla.”
Touya lo guardava furibondo, i pugni stretti con forza. Poi si avvicinò lui e lo afferrò per il colletto della camicia.
“Belle parole, davvero...hai fatto lo stesso discorso anche alla famiglia della tua precedente protetta?”
La domanda lo colse un po' alla sprovvista, fu qualcosa di completamente inaspettato e colpì Syaoran nel profondo della sua anima, risvegliando per un istante quel rimorso che lentamente stava scomparendo grazie all'amore di Sakura. Ma come poteva Touya essere a conoscenza di quella questione?
“E' stata Sakura a dirtelo?”
“No, sono un avvocato, ho le mie fonti.”
“Bene, buon per te!” esclamò Syaoran, liberandosi e voltandosi come se volesse uscire dalla sala.
Ma Touya lo afferrò per una spalla e lo fece voltare nuovamente: “Aspetta. Significa che Sakura è a conoscenza del tuo passato?”
Syaoran si passò una mano sul viso, accorgendosi di quanto fosse umido, per la tensione, per il rimorso, per l'assenza di Sakura. Perchè l'aveva lasciato solo? Perchè senza di lei la sua fragilità aumentava?
“Sì, certo che lo sa.”
Touya ne fu piuttosto sorpreso, non se lo aspettava davvero a quanto pareva.
“E nonostante tutto si affida ancora a te?”
“Sì, si affida ancora me. Non avrei mai accettato il suo amore se prima non fossi stato del tutto sincero con lei. Per questo motivo le ho raccontato tutto della mia precedente esperienza. E il suo buon cuore le ha permesso di comprendermi con infinita tenerezza. Se tu non lo credi possibile, significa che non conosci bene tua sorella!”
“Ti sbagli, conoscendola...credo che sia possibile eccome. Ma se lei si fida di te, questo non significa che sia la cosa giusta. Lei al momento ti guarda con occhio non obiettivo. Io, invece, che sono suo fratello maggiore e l'ho protetta per tutta la sua vita, non mi fido di te. E se dovesse mai accaderle qualcosa, non andrò a cercare quel criminale, ma te!”
“E io sarei lì ad aspettarti, perchè significherebbe che non ho svolto al meglio il mio lavoro!”
“Adesso basta!” esclamò l'unica voce femminile della casa.
Sakura era tornata: aveva fatto davvero molto in fretta e, avvicinandosi a Syaoran, lui potè percepire l'inebriante profumo di bagnoschiuma al gelsomino che la avvolgeva. Una volta che fu accanto a lui, Sakura gli strinse la mano. La barchetta in mezzo al ciclone stava ritrovando la rotta verso casa.
“Touya, per favore, non prendertela con Syaoran!”disse lei, con estrema calma.
L'espressione dura del fratello sembrò vacillare per qualche secondo.
“Non sei al sicuro con lui, perchè non vuoi capirlo?”
“Ti sbagli!- rispose lei, scotendo il capo energicamente- Non potrei essere più al sicuro con nessun altro!”
“Ma non ti preoccupa quello che è successo nel suo passato? Io non posso credere che ti fidi di lui fino a affidargli la tua stessa vita!”
“Basta, per carità! Perchè continui a dire queste cose su Syaoran?”
Touya fissò l'espressione dispiaciuta di Sakura e chinò il capo.
“Lo faccio perchè sono preoccupato per te.” ammise lui.
Sakura esitò un istante e poi gli sorrise: “Lo so e ti ringrazio, fratellone. Ma Syaoran si impegna con tutto se stesso per proteggermi e sono sicura che adesso anche lui vorrebbe tenermi chiusa in una stanza. E se non lo fa è per non andare contro la mia felicità. Non potrei mai abbandonare il canto, è la mia vita. Nonostante queste minacce e la preoccupazione che mi assale di tanto in tanto, io sono felice perchè mi piace cantare, perchè la mia famiglia mi ama e perchè adesso c'è anche Syaoran nella mia vita. E lui mi protegge e sostiene sempre, con la sua immensa pazienza e con il suo amore. Perciò Touya se non ti fidi di lui, non ti fidi neanche di me perchè sono io a volerlo al mio fianco!”
L'espressione di Touya sembrò calmarsi, con estrema lentezza certo, ma era molto meglio del Touya furibondo di pochi istanti prima. Poi lui si chinò verso Sakura e le prese il viso con una mano, rivolgendole infine un sorriso divertito.
“D'accordo, signorina...ma se ti dovesse accadere qualcosa, allora sarai tu a vedertela con me!”
Sakura lo guardò per un istante, pensando al da farsi. Poi lo abbracciò, avvolgendo le braccia intorno al suo torace: “Andrà tutto bene, tranquillo!”
“Sì...beh...sarà meglio mangiare adesso...”
Syaoran sospirò, più rilassato: la paura e il rimorso svanirono nel momento stesso in cui Sakura gli aveva preso la mano. Era diventata così fondamentale nella sua vita, che non poteva più farne a meno. I suoi sogni si nascondevano dietro al sorriso che lei gli rivolgeva e la sua paura era ammettere che non aveva altri che lei, che non era più nulla senza Sakura.
*****
La cena fu più tranquilla di quanto si aspettasse Syaoran. E sebbene Touya fosse ancora diffidente nei suoi confronti, sembrava che almeno l'astio fosse svanito. Tutto l'affetto che provava per Sakura, gli aveva permesso di accettare la scelta che aveva fatto la sua sorellina e Syaoran poteva dirsi soddisfatto. Sicuramente un giorno avrebbe accettato anche lui.
Dopo cena e dopo aver pulito tutte le vettovaglie, Touya e Yukito tornarono alla loro dimora, mentre Fujitaka rimase in sala a guardare un po' di televisione. Sakura invece trascinò Syaoran al piano superiore.
“Grazie per prima.” disse improvvisamente Syaoran.
“Prima?”
“Sì...per la discussione con tuo fratello. Hai preso le mie parti!”
Sakura ridacchiò: “Scusa, cos'altro avrei dovuto fare? È naturale che fossi dalla tua parte. Ciò che ho detto a Touya non è altro che la pura e semplice verità. E sono sicura che un giorno anche lui la capirà!”
Syaoran le prese entrambe le mani, posando lo sguardo proprio su di esse.
“In quel momento...intendo mentre tu non eri presente...mi sono sentito perso. Era come se stessi per cedere nuovamente al mio senso di colpa, sentivo la forza abbandonare il mio corpo. Ero debole e non era affatto piacevole.”
“Syaoran, ma tu non sei debole!”
“Sì, invece, lo sono se tu non ci sei. - affermò lui, con voce tremante- Perciò non lasciarmi più da solo!”
Sakura gli rivolse un sorriso dei più adorabili e appoggiò la sua fronte a quella di Syaoran.
“D'accordo!”
Detto questo lo abbracciò, stringendolo con forza, e lui affondò il viso nell'incavo del suo collo. Era in pace con se stesso ed era una sensazione assolutamente perfetta. Avrebbe dato tutto l'oro del mondo per far sì che quel momento durasse in eterno. Ma Syaoran sapeva che non era possibile e decise di godere appieno di quegli istanti, fra le braccia della persona che era entrata come un'improvvisa ventata d'aria fresca nella sua vita e più lentamente nel suo cuore. E Sakura era la padrone indiscussa del cuore di Syaoran.
“Sakura, io ti amo.”
Syaoran non potè vedere la sua reazione a quella importante rivelazione, ma era quasi sicuro che stesse sorridendo beatamente, perchè il suo respiro era lento e profondo e il battito del suo cuore regolare e intenso. Lei infatti gli rispose con voce soave.
“Ti amo anche io, Syaoran!”
Ora che la sua felicità era completa, Syaoran decise di godere di quell'abbraccio ancora per un po' e anche Sakura sembrava non volerlo lasciar andare.
Ma poi lei si allontanò da lui e lo prese per mano.
“Voglio farti vedere una cosa!”
“Di che si tratta?” domandò Syaoran, curioso.
“E' una stanza!”
Syaoran, perplesso, si lasciò condurre da Sakura versa la misteriosa stanza che evidentemente ancora non aveva visitato. Sakura oltrepassò la porta della camera di Syaoran, di fronte al quale vi era la camera del signor Kinomoto, e poi la camera di Sakura per arrivare alla porta in fondo al corridoio. Da quando era arrivato Syaoran aveva sempre pensato che si trattasse di un ripostiglio. Invece si accorse che la porta si apriva su un salottino molto elegante. L'attenzione di Syaoran fu subito cattiurata dalla presenza di un bel pianoforte a muro nero, di una famosa marca giapponese. Oltre a questo, vi era anche una grande libreria, colma di libri e al centro una poltroncina bordeaux. Lo stile dell'arredamento era decisamente molto poco giapponese e molto occidentale.
Sakura si avvicinò al pianoforte e Syaoran la seguì: sopra il piano vi erano appoggiate cornici che contenevano fotografie della famiglia Kinomoto. In una risplendeva la madre di Sakura, con addosso un vestito blu oltremare stile primo Novecento e un ombrellino della stessa fantasia. In un'altra vi era Sakura, mentre cantava durante uno dei suoi concerti: Syaoran la trovò assolutamente meravigliosa. E infine in una foto era ritratta l'intera famiglia Kinomoto. La signora aveva in braccio una piccola creatura di pochi mesi di vita, che doveva corrispondere a Sakura. Accanto a lei c'era il padre con in braccio il piccolo Touya. Doveva avere 4 o 5 anni. Tutti sembravano davvero felici e quell'atmosfera familiare serena sembrava irradiare dalla foto e contagiare chiunque stesse osservandola.
“Questa è la stanza più importante della casa!”
“Perchè?”
“Perchè qui ci sono le cose più importanti per ognuno di noi. Ci sono i libri di archeologia di papà, i romanzi di Touya, il pianoforte per me e per mia madre c'è tutta la stanza. Lei adorava rifugiarsi in questa piccola stanzetta per suonare e adorava noi. Per questo mio padre ha voluto arredarla in questo modo! E un giorno, quando avrò una casa tutta mia vorrei avere una stanza proprio come questa. Ma vorrei che fosse tutta bianca, in modo da far risaltare meglio il pianoforte di mia madre. Vorrei che ci fossero tanti libri e piante e fiori e che si affacciasse su un bel giardino. Sarebbe un vero sogno.”
“Sono convinto che riuscirai ad avere la tua stanza, non preoccuparti!”
Sakura annuì, avvicinandosi poi alla libreria.
“Prima qui c'era il pianoforte di mia madre, ma quando papà ha detto che potevo prenderlo io, con il primo compenso ne ho comprato un altro per questa stanza. Non poteva mancare assolutamente.”
“Mi sembra giusto!”
“Sì, e poi in questo modo possiamo curiosare fra le passioni degli altri componenti della famiglia. Touya per esempio riesce a suonare qualcosina al pianoforte e io ho letto tutti i libri della sua libreria. È qui che ho trovato Cime Tempestose!”
“Ah...a proposito...volevo farti sapere che l'ho terminato di leggere!”
Sakura esultò e gli corse incontro: “Davvero? E qual'è la tua impressione?”
“Beh, è certamente angoscioso nella parte centrale e il personaggio di Heathcliff è reso molto crudele. Ma la fine è piena di speranza e penso che finalmente Heathcliff e Cathy sono riusciti a riunirsi!”
“Già, è proprio così!” disse lei sorridendo.
Poi come se le fosse venuta un'idea in mente all'improvviso, lo fece sedere sulla poltrona.
“Aspettami qui!”
Corse fuori dalla stanza più veloce di un fulmine e tornò con altrettanta rapidità. Aveva in mano quello che sembrava molto uno spartito. Infatti si sedette al pianoforte e sistemò lo spartito davanti a sé.
“Vorrei farti sentire una canzone!”
“Di chi?”
“Alla fine degli anni Settanta una cantante scrisse questa canzone ispirandosi a quel romanzo, infatti il titolo è proprio 'Wuthering heights'.”
Syaoran non aveva mai sentito parlare di quella canzone, ma già dai primi arpeggi nel registro acuto del pianoforte capì che la melodia sarebbe stata estremamente dolce. E così fu.
“Out on the wiley, windy moors
We'd roll and fall in green.
You had a temper like my jealousy:
Too hot, too greedy.
How could you leave me,
When I needed to possess you?
I hated you. I loved you, too. “
Anche la melodia cantata era molto acuta, ma la voce di Sakura affrontava i toni più alti con decisione e li sosteneva con potenza. Il risultato era, come sempre, assai gradevole per l'udito di Syaoran.
“Bad dreams in the night.
They told me I was going to lose the fight,
Leave behind my wuthering, wuthering
Wuthering Heights.
Heathcliff, it's me, Cathy.
Come home. I'm so cold!
Let me in-a-your window. “
Il testo rispecchiava perfettamente l'animo straziato, pieno di dubbi e incertezze di Cathy. E Sakura sembrava voler approfondire questi sentimenti, con un canto sommesso e addolorato. Chissà se in quel momento stesse pensando a lui e Haiko... conoscendola, Syaoran pensò fosse assai probabile.
“Ooh, it gets dark! It gets lonely,
On the other side from you.
I pine a lot. I find the lot
Falls through without you.
I'm coming back, love.
Cruel Heathcliff, my one dream,
My only master. “
La cantante che aveva scritto questa canzone aveva centrato in pieno le personalità dei due protagonisti. Sembrava di essere nuovamente nella brughiera attorno la residenza di Cime Tempestose, insieme a Heathcliff e Cathy. Sembrava di vedere la loro sofferenza, il loro dilaniarsi per la separazione.
“Too long I roam in the night.
I'm coming back to his side, to put it right.
I'm coming home to wuthering, wuthering,
Wuthering Heights,
Heathcliff, it's me--Cathy.
Come home. I'm so cold!
Let me in-a-your window. “
Il finale del romanzo dai contorni gotici lasciava un po' di amaro in bocca. Heathcliff e Cathy avrebbero per sempre vagato come anime solitarie nella brughiere inglesi, sfiorando come fossero lievi brezze la morbida erica e il selvatico brugo. Ma almeno sarebbero stati finalmente insieme.
Mentre Sakura cantava quella canzone, Syaoran si era reso conto di essere sempre più come Heathcliff. Anche lui aveva perso una Cathy, anche lui era stato dilaniato dal rimorso e dalla rabbia. Ma a differenza del protagonista di quel romanzo, Syaoran aveva avuto l'occasione di incontrare una seconda meravigliosa Cathy. E questa volta non se la sarebbe fatta scappare per nessuna ragione.
Prossimo capitolo: “Friends”
Ok, ce l'ho fatta! Finalmente abbiamo scoperto cosa c'era in quella maledetta scatola. E non prendetevela troppo per Touya, fa solo il fratello premuroso! ^_^ La canzone di questo capitolo la adoro ed è di Kate Bush. Nel prossimo capitolo eh...vabbè, dico solo che una semplice intervista riserverà molte sorprese...ahahaha
Ringraziamenti...
mamogirl: grazie per la recensione. ti è sembrata abbastanza sfocata la descrizione del regalo di Sakura? ahahah...no seriamente, povero uccellino....sono contenta comunque che ti sia piaciuto e grazie per essere la mia fidata betareader...
lisaangius: grazie per la recensione. come hai letto, sakura non urla di gioia. poverina eh? spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo...
paperella96: ahaha, non c'è la mano nella scatola...mi dispiace. comunque la versione inglese di yume no tsubasa non mi piace molto. preferisco il duetto giapponese con le voci dei protagonisti, perchè quella inglese non è cantata dalla doppiatrice di sakura.
annaly07:grazie per la recensione.spero ti sia piaciuto il capitolo anche se c'era la morte nella scatola...comunque sull'amico di syaoran....eh...vedremo cosa accadrà, magari nel prossimo...ihihih ^_^
laurettachan: grazie per la recensione.allora la trama del film dello scorso capitolo l'ho inventata, ispirandomi a Nana. mentre per la canzone yume no tsubasa anch'io preferisco la versione giappo. ma siccome sto mettendo tutte le traduzioni in inglese delle canzoni, ho fatto lo stesso anche con questa. comunque spero ti sia piaciuto anche questo capitolo.
A presto
kia85 |
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Capitolo 17 *** Friends ***
“Music, love and…life!”
Capitolo 16: “Friends”
Il tempo della vacanza relax terminò e Sakura e Syaoran furono costretti a tornare a Tokyo. Il signor Kinomoto aveva chiesto loro se non potessero prolungare il loro soggiorno, ma era proprio impossibile: Sakura aveva impegni di lavoro che non potevano essere rimandati ulteriormente e Syaoran aveva ricevuto un messaggio dall'ispettore Tanemura, il quale gli comunicava che avevano finalmente catturato il giovane “postino” che aveva consegnato il pacco dal macabro contenuto. Perciò era comprensibilmente ansioso di conoscere gli sviluppi delle indagini e il risultato dell'interrogatorio. Anche Sakura voleva esserne a conoscenza e Syaoran pensò che non ci fosse nulla di sbagliato in questo. Non aveva senso proteggerla da quegli sviluppi, sapere ciò che accadeva intorno a lei le avrebbe dato nuova forza e coraggio.
La mattina della partenza Sakura e Syaoran salutarono la famiglia Kinomoto al completo. Fujitaka strinse la figlia a sé, come se non sapesse più quando l'avrebbe nuovamente rivista. Mentre Touya le raccomandò di stare attenta a ciò che faceva e dove andava. E ovviamente non potè trattenersi dal rivolgere quelle stesse raccomandazioni anche a Syaoran, il quale ribadì il suo totale impegno nella missione.
Così Syaoran e Sakura ritornarono a Tokyo e, prima di raggiungere Tomoyo nel nuovo hotel, passarono alla centrale di polizia. Dopo aver parcheggiato in mezzo alle volanti della polizia, Syaoran scese dall'auto e, dopo aver preso per mano Sakura, la scortò fin dentro l'edificio.
Una volta dentro, incontrarono subito Kamui, che passava con andatura decisa e in mano stringeva una cartelletta gialla sottile.
“Ah, Li!” esclamò il giovane agente dai capelli corvini, accorgendosi dei nuovi arrivati.
“Ciao, Kamui!”
“Ciao! - salutò lui, rivolgendosi poi verso Sakura- Buongiorno, signorina Kinomoto!”
Il giovane poliziotto le rivolse un inchino e Sakura ricambiò cortesemente: “Buongiorno!”
“Siete tornati, allora?”
“Sì, Sakura domani ha un'intervista che non è possibile rimandare!”
Kamui annuì pensieroso: “Capisco, volete parlare con l'ispettore Tanemura?”
“Sì, per favore.”
“Seguitemi.”
Syaoran e Sakura, quindi, seguirono Kamui, attraversando corridoi e uffici pieni di poliziotti indaffarati. Lui riconobbe molti dei suoi colleghi e li salutò educatamente. Infine giunsero di fronte all'ufficio dell'ispettore e Kamui bussò due volte.
“Avanti!” esclamò la voce profonda di Tanemura dall'interno dell'ufficio.
L'agente aprì la porta ed entrò: “Scusate, signore. Sono arrivati Li e la signorina Kinomoto!”
“Falli entrare pure, Kamui, grazie!”
Kamui si fece da parte, lasciando entrare i due giovani e chiudendo la porta dietro di loro.
“Benvenuti!” disse l'ispettore, accennando un inchino.
Sakura e Syaoran ricambiarono educatamente: “Grazie!”
“E' un piacere rivedervi!”
“Lo è anche per noi!” esclamò Sakura, sorridendo.
E il suo sorriso contagiò anche l'ispettore, che li invitò a sedersi sulle poltroncine di fronte alla sua scrivania.
“Avete trascorso una piacevole settimana nel paese della signorina Kinomoto?”
“Molto piacevole, direi, vero?” disse Syaoran, guardando verso Sakura.
“Hai ragione. È proprio quello che ci voleva!”
L'ispettore li guardò con un sorriso gentile stampato sulle labbra. Poi la sua espressione serena divenne più preoccupata.
“Sono contento. Ma, come ho già accennato a Li, due giorni fa abbiamo catturato il ragazzino che ha consegnato il pacco in hotel. Si chiama Itou Shiba.”
“Che cosa ha detto?” domandò Syaoran, fremente di curiosità.
“Ha ammesso tutto senza troppe reticenze. Sia per quanto riguarda il pacco, sia per quanto riguarda l'incidente del signor Tonami.”
“E' stata opera sua anche quella?” esclamò Sakura, drizzando la schiena, ansiosa.
“Sì, signorina. Lui ha effettuato il lavoro sporco: ha ucciso l'usignolo e manomesso i freni della macchina del signor Tonami. Ma il mandante è il signor Mitsuno. Ha ammesso di averlo conosciuto su internet in un fan club sulla signorina Kinomoto. Il signor Mitsuno lo ha convinto a compiere questi gesti dietro una notevole ricompensa e con la promessa di fargli incontrare di persona il suo idolo.”
Sakura arrossì e Syaoran capì che quel rossore era una piccola manifestazione di rabbia: rabbia perchè quel giovane era stato convinto a fare cose orribili, sfruttando la sua passione per la musica di Sakura. E questo lei non l'avrebbe mai perdonato. Perciò Syaoran le sfiorò una mano con la sua, stringendo solo le sue dita esili.
“Ha detto dove vive il signor Mitsuno?”
“No, non lo sa. Lo chiamava sempre da cabine telefoniche pubbliche e si incontravano ogni volta in un luogo diverso.”
“L'avete arrestato?”
“Per il momento sì, è in stato di fermo. Inoltre, abbiamo nascosto la notizia ai media e messo sotto controllo il telefono dell'abitazione del signor Itou. Se dovesse chiamare, potremmo intercettare da dove proviene la sua chiamata!”
Syaoran era davvero fuori di sé per la gioia: “Grandioso. È una notizia bellissima!”
“Vedrete che riusciremo a prenderlo! Intanto abbiamo prenotato in due diversi hotel: il primo si trova a Shibuya, il secondo a Shinjuko. Abbiamo deciso che alloggerete nel secondo. La zona è più tranquilla rispetto a Shibuya!”
“Mi sembra giusto!” affermò Syaoran.
“La signorina Daidoji vi sta aspettando in hotel. E domani mattina so che avete un appuntamento alla casa discografica. Per cui manderò Kamui a prendervi con la volante della polizia!.”
Syaoran annuì, mentre Sakura sospirò, stringendo a sua volta la mano della sua guardia del corpo. Poi entrambi si alzarono e l'ispettore li raggiunse vicino alla porta dell'ufficio.
“Grazie, ispettore!” disse Syaoran.
“Sì, grazie mille per tutto quello che fa!” gli fece eco Sakura.
“Di nulla. È solo il mio dovere. Allora, ci sentiamo presto!”
“Sì, arrivederci!”
Syaoran e Sakura uscirono dall'ufficio dell'ispettore e lui le lasciò andare la mano, sapendo perfettamente che le avrebbe causato dispiacere. Ma era fondamentale per il momento. Ripercorsero lo stesso tragitto dell'andata e, prima di uscire dalla stazione di polizia, salutarono anche Kamui.
“Scusami.” disse Syaoran, una volta tornati in macchina.
Sakura lo guardò sorpresa: “Perchè?”
“Perchè...- iniziò a dire lui, afferrandole la mano-...poco fa ho lasciato la tua mano.”
Sakura arrossì lievemente e sorrise: “Non preoccuparti, capisco per quale motivo l'hai fatto!”
“Hai sentito? Non manca molto alla cattura del tuo persecutore. Da quel momento saremo liberi di comportarci come vogliamo!”
“Sì, non vedo l'ora!”
Syaoran le sfiorò la mano con le labbra e poi accese il motore della sua auto. Si diressero subito verso il nuovo hotel che li avrebbe alloggiati, il quale consisteva in un enorme grattacielo bianco. E quando giunsero a destinazione, videro subito Tomoyo aspettarli di fronte all'entrata. Sakura scese, portandosi dietro la gabbietta di Neko-chan, e corse ad abbracciarla, mentre Syaoran scaricava i due bagagli.
“Tomoyo, che bello rivederti!” esclamò Sakura.
“Mi sei mancata molto!”
“Anche tu!”
Syaoran le raggiunse: “Buongiorno Daidoji!”
Tomoyo e Sakura si allontanarono e la prima guardò il giovane.
“Buongiorno, Li. Spero che il soggiorno nella nostra cittadina sia stato di tuo gradimento!”
“Direi di sì. È una città deliziosa e Sakura è stata un'ottima guida!”
“Già, me la immagino! Con il suo senso dell'orientamento...”
Sakura si portò le mani sui fianchi: “Ehi, la smetti di prendermi in giro?! Sono migliorata da allora.”
Syaoran le guardò perplesso, mentre Tomoyo scoppiò a ridere.
“Non dirmi che non ti ha raccontato di quella volta in cui, durante la prova di orientamento, è riuscita a perdersi nel parco del Re Pinguino?”
Syaoran inarcò un sopracciglio, guardando Sakura, che arrossì.
“Veramente no!” rispose senza celare la curiosità che si stava impossessando di lui.
“Ebbene, bisogna tener conto che eravamo solo in quarta elementare e mi ero lasciata distrarre dai racconti di paura di un nostro compagno di classe.”
“Si tratta per caso di Yamazaki?” azzardò Syaoran.
Sakura e Tomoyo lo guardarono assai sorprese.
“Sì, come hai fatto a capirlo?” domandò la giovane cantante.
“Beh, lo abbiamo incontrato a Tomoeda e anche in quell'occasione stava cominciando a raccontare una storiella, ma la sua ragazza l'ha bloccato subito.”
Sakura ridacchiò: “Hai ragione. Beh, insomma, Yamazaki continuava a dire che c'erano dei folletti cattivi sulla riva del laghetto e se loro ti acchiappavano, ti tiravano i capelli per farci delle parrucche. La via per arrivare al traguardo costeggiava proprio il lago. Per cui io stavo cercando di trovare un'altro percorso.”
Tomoyo rise sommessamente e anche Syaoran cominciò a percepire lo stimolo della risata, ma cercò di reprimerlo.
“Oh, d'accordo! - sbuffò Sakura, rassegnata- Ridete pure della sottoscritta. Tutto sommato, con il senno di poi, riconosco che è divertente!”
“Altrochè. È oltremodo spassoso!”
“Bene, allora, signorina spassosità. Quando ci degnerà nuovamente della sua attenzione, potremmo andare a vedere la nuova camera?” domandò Sakura, portandosi le mani sui fianchi.
Tomoyo si asciugò le lacrime agli occhi con il dorso della mano mentre le risate scemavano lentamente. Poi finalmente ritrovò un po' del caratteristico contegno di una vera manager e annuì.
“Va bene, sono calma adesso. Seguitemi, signori, vi mostrerò i vostri appartamenti!” esclamò Tomoyo, facendo rigirare le chiavi nel dito indice.
“Facci strada, allora!”
E così Tomoyo guidò i due giovani attraverso la hall principale dell'hotel, la quale aveva una forma circolare. In fondo vi era una elegante reception con un bancone di legno di mogano e il pavimento era di marmo lucido e chiaro. Ai lati della reception partivano due rampe di scale che salivano e si incrociavano. Il lampadario che pendeva sul centro della sala era molto grande e decorato da cristalli finissimi e trasparenti.
Tomoyo li condusse verso il lato sinistro della hall dove si trovavano gli ascensori. Quando furono all'interno di uno dei due, Tomoyo premette il pulsante per raggiungere l'ultimo piano dell'hotel.
“Che ne pensate dell'hotel? Vi sembra adeguato alle vostre esigenze?”
“Oh, certamente, Tomoyo! È molto bello!”
“Sì, forse un po' troppo sfarzoso.” commentò Syaoran.
“Dici? Ma l'ispettore Tanemura ha detto che conosce personalmente l'uomo che ha installato i sistemi di sicurezza dell'hotel e per questo ha pensato che andasse bene per il nostro caso.”
“Sì, d'accordo. Solo...non sono abituato a certi ambienti...”
“Beh...- iniziò a dire Tomoyo-...bisogno pur compensare lo stress emotivo a cui siete sottoposti entrambi. È un ottimo modo per rilassarsi e allontanare i pensieri negativi. Anzi, sappiate che al primo piano c'è un beauty center con saune e vasche con idromassaggio. Se desiderate usufruirne dovete solo chiedere alla receptionist.”
“Oh, sarebbe davvero delizioso.” esclamò Sakura elettrizzata.
Intanto l'ascensore si fermò e le porte si aprirono: Tomoyo, Sakura e Syaoran uscirono incamminandosi lungo il corridoio dalle pareti bianche e la moquette bordeaux. Appesi alle pareti vi erano quadri di foto in bianco e nero che ritraevano paesaggi naturali e malinconici caratteristici del Giappone. Tomoyo li condusse fino in fondo al corridoio e aprì una porta di legno scuro, con il pomello d'ottone.
“Prego!” disse Tomoyo, lasciandoli entrare.
Con grande stupore Syaoran si accorse che la suite era formata da due camere da letto una accanto all'altra, che condividevano un salottino. La moquette era color miele con inserti decorativi più scuri e i divanetti, separati da un tavolino di vetro ovale, erano di color rosso scuro. Una parete del salottino era costituita totalmente da vetrate coperte da tende bianco panna decorate superiormente da drappi bordeaux. Quando visitarono le camere da letto notarono che entrambe contenevano un grande e morbido letto con una coperta di un candido bianco ed erano fornite di bagno privato.
“Allora, cosa ne dite?” chiese Tomoyo.
“E' bellissima. E questo letto sembra davvero morbidissimo!” esclamò Sakura, tuffandosi nel letto.
Tomoyo la guardò sorridente, poi si rivolse a Syaoran.
“Tu cose ne pensi, Li?”
“Direi che è un'ottima stanza.”
“Certo che lo è. Io scelgo solo il meglio per Sakura!” esclamò Tomoyo, quasi fosse stata ferita nell'orgoglio.
“Sì, sì, su questo non avevo dubbi.” si affrettò ad aggiungere Syaoran.
Ormai aveva imparato a conoscere Tomoyo Daidoji. E sapeva che, nonostante la si potesse definire un tantino maniaca per quanto riguardasse Sakura, il suo affetto per l'amica era sincero e puro proprio come l'amore di Syaoran. Ognuno di loro amava Sakura con la stessa intensità, seppur in forme diverse. Amore e amicizia...qualcosa per cui valeva la pena combattere, ciò che rende speciale la vita di un essere umano. Syaoran, adesso, ne era pienamente consapevole.
“Bene, allora. Vi lascio contemplare le vostre nuove camere. Spero che non risultino troppo vicine, in fondo il mio unico pensiero era la sicurezza di Sakura!” esclamò Tomoyo, rivolgendo l'occhiolino in direzione di Syaoran.
Lui arrossì: in effetti non si era soffermato a pensare alle loro camere da letto che condividevano una parete e un'unica entrata. Sì, così sarebbe stato più vicino a Sakura, pronto a soccorrerla in qualunque istante. Eppure questa situazione gli creava un certo disagio. Aveva qualche dubbio che Tomoyo avesse agito pensando unicamente alla sicurezza di Sakura. C'era un tocco malizioso in quella sua trovata.
Quanto era astuta...Tomoyo Daidoji!
“Hai fatto bene!- commentò Sakura, con il suo solito tono da ingenua- Più Syaoran mi è vicino più mi sento al sicuro!”
“Sì, l'avevo intuito!” esclamò Tomoyo con una risatina.
Poi la ragazza si avviò verso la porta e Sakura la seguì.
“Mi raccomando. Domani mattina pronti alle nove in punto. C'è l'intervista con il giornalista della rivista 'Music 4 all'!”
“Va bene!”
“Buona serata ragazzi!”
“Ciao!”
Tomoyo uscì dalla stanza e Syaoran rimase da solo in camera con Sakura, che era eccitata e tutta intenta a esplorare ogni angolo della nuova sistemazione.
Probabilmente lei non provava lo stesso imbarazzo di Syaoran. E chissà che Syaoran in effetti non si stesse creando più problemi del necessario. In fondo condividevano solo un anticamera. Le loro camere da letto erano nettamente separate. Perciò non ci sarebbero state situazioni complicate.
Sarebbe andato tutto a meraviglia.
*****
La mattina seguente Syaoran si svegliò abbastanza rilassato. Il materasso morbido era stato un toccasana per i mille pensieri che occupavano la sua mente. D'altronde la buona notizia del giorno precedente aveva certamente contribuito a quel sonno ristoratore.
E per questo motivo Syaoran non potè fare a meno di ripensare alle lunghe notti insonni che tanto lo avevano tormentato nell'ultimo anno: certe volte desiderava non dormire per non rivedere Haiko che lo perseguitava negli incubi; poi il sonno accumulato diveniva fin troppo consistente e Syaoran provava qualsiasi cosa per addormentarsi perchè nel sonno avrebbe trovato anche una pausa dai pensieri negativi del giorno. Ma tutti i rimedi di questo mondo non avevano alcun effetto su di lui.
Per fortuna con l'arrivo di Sakura i suoi incubi erano svaniti. Ormai non ricordava più quando avesse avuto l'ultimo incubo. E certamente non aveva nostalgia di quel periodo. No, per nulla.
Così, dopo essersi preparato, uscì dalla sua camera e con sua grande sorpresa notò che Sakura era seduta sui divanetti del salottino, già vestita di tutto punto. Non appena lei si accorse di lui sorrise e corse ad abbracciarlo.
“Buongiorno, Syaoran, e buon compleanno!” esclamò con voce squillante.
Syaoran fu colto un po' alla sprovvista. Non si era reso conto che il suo compleanno era arrivato così velocemente a ricordargli che un altro anno si era aggiunto alla sua età. Non era mai stato un fan del compleanno: sebbene fosse ancora giovane, non poteva non pensare che ogni anno che passava lo portava sempre più vicino ai trenta e poi ai quaranta e da lì sarebbe stata una discesa rapida e dolorosa verso la vecchiaia...
“Grazie!”
La sua espressione stupita non passò inosservata e Sakura rise: “Non dirmi che ti eri dimenticato del tuo compleanno?”
“Ecco...veramente sì...” ammise il giovane, imbarazzato.
“Syaoran, sei davvero unico! - esclamò lei, prendendolo poi per mano- Vieni con me!”
Sakura lo condusse verso il divano dove era seduta fino a pochi minuti prima e lo fece accomodare. Solo in quel momento Syaoran si accorse di un piccolo sacchettino di stoffa verde smeraldo chiuso da un nastrino dorato. Sakura si sedette accanto a lui e prese il piccolo oggetto tra le mani, porgendolo poi al ragazzo.
“Tieni, questo è un piccolo pensierino che ho fatto io!”
“Un regalo?”
“Sì, certo! Dai, aprilo!”
Syaoran, sorpreso, slegò il nodo del nastro e aprì il sacchetto. Dentro vi era un portachiavi con cordoncini verdi e gialli intrecciati perfettamente in una fantasia semplice.
“Io non sapevo proprio cosa regalarti, sebbene abbia cominciato a pensarci già da un po'! Allora ho pensato di fare qualcosa con le mie mani. Però non so cucinare e neanche cucire. Così mentre eravamo a Tomoeda, ho riscoperto in camera mia un libricino di istruzioni per il kumihimo (Nda: particolare tipo di intreccio giapponese) con cui mi ero dilettata ai tempi del liceo. Ero abbastanza brava a fare i braccialetti e cose simili. Così ho provato a vedere cosa usciva fuori ed ecco qui qualcosa per colorare il portachiavi della tua auto. È abbastanza triste, non trovi?”
In effetti c'erano solo la chiave rivestita di plastica nera e una placchetta di metallo di forma circolare con il marchio della casa automobilistica. Un po' di colore in più avrebbe vivacizzato l'insieme.
“Sai, hai proprio ragione. Ci starà benissimo questo portachiavi. Grazie mille!”
“E' solo un pensierino!”
“Beh...il semplice fatto che tu abbia pensato di regalarmelo è qualcosa di assai prezioso per me, anche se devo confessarti che non amo festeggiare il mio compleanno.”
“E perchè mai?” domandò lei, perplessa.
“Perchè mi fa pensare al futuro e questo mi mette ansia. Quando Haiko è morta non volevo pensare a come potesse essere il mio futuro senza di lei. Ero già abbastanza sconvolto per aver scoperto che potevo continuare a vivere nonostante lei non fosse più con me.”
“Oh Syaoran, ma non devi avere paura del futuro. Soprattutto ora che non sei più da solo. E, per favore, sii felice il giorno del tuo compleanno perchè per me è l'occasione perfetta per dirti: grazie di esistere!”
Syaoran arrossì: “Non me lo ha mai detto nessuno!”
“Bene. Allora io sarò la prima e te lo dirò ogni anno, il giorno del tuo compleanno, per ricordati quanto tu sia speciale per me!- esclamò Sakura, baciandogli teneramente la fronte- D'accordo?”
“D'accordo!”
A quel punto Sakura controllò l'ora e scattò in piedi.
“Oh, Syaoran! Dobbiamo scappare, sono già le nove meno un quarto!” affermò terrorizzata.
Semmai avessero tardato, chi avrebbe affrontato l'ira funesta di Tomoyo Daidoji? Perfino il coraggioso Syaoran aveva qualche timore a riguardo. Perciò anche lui scattò in piedi e afferrò la mano di Sakura.
“Allora corriamo!”
E, detto questo, si catapultarono fuori dalla stanza e poi giù con l'ascensore fino all'ultimo piano. La fretta era certamente faticosa e toglieva il respiro, ma Syaoran trovò quella corsa con Sakura la cosa più divertente ed emozionante che avesse mai provato. Infatti quando piombarono fuori dall'hotel quasi si scontrarono con Kamui, che a braccia incrociate li guardava con un sopracciglio alzato.
“Beh? Vi state allenando per la staffetta olimpionica?” esclamò ironico.
Sakura, con la scarsa quantità d'aria rimastale nei polmoni, riuscì comunque a ridere. Mentre Syaoran spiegò a Kamui che era fondamentale che arrivassero in orario alla casa discografica.
“Non c'è problema. Quando siete nelle mani di Kamui...tutto è possibile!”
Difatti dopo pochi secondi partirono a tutta velocità con la volante della polizia messa a disposizione dall'ispettore Tanemura. Alla guida c'era, ovviamente, Kamui.
“Ah, mancano dieci minuti. Siamo nei guai!” esclamò Sakura.
“Non si preoccupi, signorina Kinomoto. Arriveremo in un batter d'occhio!”
“Contiamo su di te, Kamui.- esclamò Syaoran- A proposito, com'è che ti è stata affidata questa missione?”
“Ma che razza di domanda! Perchè me lo chiedi?”
“Beh, siamo tutti perfettamente consapevoli di quanto tu detesti guidare!”
Kamui ridacchiò divertito, quasi ammirato dall'acume di Syaoran.
“Già, già...ma sai, per un amico questo e altro.”
“Seh...per un amico!” sbottò Syaoran, seccato.
Kamui non rispose, ma sul suo viso affilato e delicato apparve un sorriso beato. Sakura si era conquistata un altro ammiratore. Ma in questo caso Syaoran doveva ammettere che non provava alcuna gelosia, perchè Kamui era astuto sì, ma anche e soprattutto un uomo onesto. Lo aveva accolto con grande cordialità quando Syaoran era stato affidato alla loro stazione di polizia e lo aveva sempre rispettato. Per questo motivo Syaoran confidava nel loro rapporto che poteva definirsi vagamente “amicizia”.
Syaoran si voltò verso Sakura che lo guardava curiosamente per quello scambio di battute con Kamui. E le sorrise, dandole un piccolo colpetto sulla mano per rassicurarla.
Dopo pochi minuti e miracolosamente in orario, giunsero alla casa discografica. Syaoran fece scendere Sakura dall'auto e disse a Kamui che lo avrebbe chiamato per il ritorno. Quando entrarono, Tomoyo corse subito incontro ad entrambi.
“Bene, siete arrivati!”
“Buongiorno, Tomoyo!”
“Buongiorno a voi! Il giornalista non è ancora arrivato. Ma mi ha telefonato e mi ha detto che sta per arrivare.”
“Sarà rimasto imbottigliato nel traffico.” commentò Sakura.
“Già. Intanto vi faccio accomodare nella sala riunioni.”
Tomoyo li condusse verso il luogo prescelto per l'intervista e li fece accomodare. Era una sala rettangolare con le pareti bianche e un tavolo ovale grigio chiaro, circondato da tante sedie. Sakura e Syaoran si sedettero su due delle sedie bianchissime vicino a una grande finestra che dava sulla strada, mostrando i grattacieli di Tokyo e le auto imbottigliate nel traffico.
“Volete che vi porti qualcosa da bere?” domandò Tomoyo.
“No, grazie!” risposero all'unisono i due.
“Bene, allora...- esclamò Tomoyo, allugando con tono malizioso la durata dell'ultima A -... come avete passato la notte nella vostra nuova sistemazione?”
Sakura fu la prima a rispondere, entusiasta più che mai: “E' stato bellissimo. Il letto è morbidissimo e la camera molto confortevole.”
“Sono contenta. Li, tu come ti sei trovato?”
“Ah...sì, bene...grazie!”
In effetti era stato piuttosto piacevole dormire in un nuovo letto, in una nuova stanza, accanto a Sakura. L'imbarazzo iniziale era svanito e Syaoran si era rilassato. Avevano cenato insieme nel ristorante dell'hotel e poi erano rimasti nel salottino a guardare la televisione fintanto che Sakura non era crollata per il sonno ed era andata a dormire. Syaoran l'aveva imitata e, una volta sdraiatosi sul letto, aveva capito che così vicino a Sakura era davvero più tranquillo. Qualunque cosa fosse accaduta, lui sarebbe stato lì, pronto ad intervenire.
“Ottimo!” rispose Tomoyo.
In quel momento il cellulare di Tomoyo squillò, risuonando in tutta la sala e la ragazza si affrettò a rispondere.
“Sì, pronto?.......Ah, bene.....Ok, arrivo subito!”
Tomoyo ripose il cellulare in tasca: “Il nostro giornalista è arrivato. Vado a recuperarlo e lo porto da voi!”
La ragazza uscì dalla sala e, subito dopo, Sakura si voltò verso Syaoran e gli prese le mani.
“Cosa c'è?” domandò Syaoran, guardandola curiosamente.
Lei gli sorrise, avvicinandosi a lui e appoggiando la fronte alla sua: “Niente di particolare. Solo che mi mancano già i nostri giorni di vacanza a Tomoeda.”
“Mancano anche a me.”
“Ah...chissà quando potremo vivere davvero così...”
Syaoran sospirò: “Non so dirtelo con sicurezza, ma ti prometto che prima o poi accadrà.”
“Sì, ci conto. È...è come se potessi vederlo...il nostro futuro... Una casa tutta nostra, con un bel giardino pieno di fiori, in un quartiere immerso nel verde. Io che scrivo le mie canzoni nella mia stanza speciale, totalmente bianca dove risalta solo il pianoforte di mia madre, e tu che torni dal lavoro e vieni accanto a me per sentire la nuova canzone appena composta.”
“Mm...sembra un quadretto molto delizioso. Ma non manca qualcuno?”
Sakura arrossì lievemente: “Intendi...un bambino?”
Al contrario di Sakura, Syaoran impallidì. L'idea di avere un figlio da Sakura lo stordì. Non era esattamente ciò che aveva in mente lui. Eppure un bambino...
...sì, stava molto bene in quel quadretto familiare...
“In verità...- disse lui, sorridendo assai divertito-... stavo pensando a Neko-chan.”
Sakura ridacchiò ancora rossa in viso.
“Oh cielo...hai ragione, Syaoran. Ho dimenticato Neko-chan!”
“Allora, dove si colloca Neko-chan nella tua visione?”
Sakura chiuse gli occhi, concentrandosi: “Ah...lui è bello cresciuto, un bel micione dal pelo lucido. Si trova nella stanza con me, sotto il panchetto del pianoforte e ronfa tranquillo. Poi ti sente arrivare, corre da te e tu me lo riporti in braccio, accarezzandogli la testa come piace a lui.”
“Oh, sì...è proprio da lui! E quando ti raggiungo, come ti saluto?”
Sakura fece spallucce con un sorriso ingenuo sul viso:“Non so, questo devi deciderlo tu!”
“Bene, perchè credo di avere un'idea!”
E, così dicendo, Syaoran si chinò su di lei, baciandole con delicatezza le labbra. Amava baciarla, condividere con lei quel momento, il punto più alto della tenerezza. Era qualcosa a cui non avrebbe mai rinunciato.
Poi Syaoran percepì il rumore di voci che si avvicinavano e si allontanò immediatamente da Sakura.
Pochi secondi e la porta si spalancò: gli sguardi di Sakura e Syaoran corsero subito verso le due persone che stavano entrando. Syaoran si accorse che tutto quanto attorno a lui sembrava improvvisamente scorrere a rallentatore. E quando vide lui, ne intuì subito il motivo.
Insieme a Tomoyo c'era un giovane uomo che gli occhi e la mente di Syaoran avrebbero riconosciuto anche in mezzo a una fiumana di gente. Semplicemente perchè quell'uomo altri non era che il suo migliore amico, Kei Igarashi. Capelli neri ribelli, occhi azzurri come il cielo d'estate, una statura fra le più notevoli e il sorriso tranquillo che rivolgeva a chiunque cercasse conforto in lui.
Sakura si alzò in piedi, mentre Syaoran rimase immobile sulla sedia. Non aveva la forza necessaria per alzarsi, soprattutto perchè Kei lo stava guardando e la sua espressione sembrava quella di chi stava per esplodere dalla gioia.
“Eccoci qua! - disse Tomoyo- Sakura, ti presento il signor Kei Igarashi, della rivista 'Music 4 all'. Signor Igarashi, lei è Sakura Kinomoto!”
“Piacere di conoscerla, signor Igarashi!” esclamò Sakura con un inchino.
Kei distolse lo sguardo da Syaoran e lo posò sulla ragazza di fronte a lui: “Il piacere è mio!”
“Bene, allora visto che c'è Li con voi, io posso andare di là a controllare alcuni impegni. A dopo!” disse Tomoyo.
E così dicendo, Tomoyo uscì dalla sala, lasciando soli i tre.
“Allora, lei è il giornalista che ha tanto voluto questa intervista!” commentò Sakura, incuriosita.
“Sì, e a questo proposito, signorina Kinomoto, devo chiederle scusa!”
Lei lo guardò confusa: “Per quale motivo?”
“Ho desiderato questo appuntamento non tanto per lei, quanto per la sua guardia del corpo!”
Syaoran sobbalzò sulla sedia: che razza di furfante! Era proprio da lui.
Sakura si voltò a guardare Syaoran, dubbiosa. Ma subito dopo sembrò che qualcosa le si fosse illuminato di colpo nella mente.
“Igarashi Kei... Kei...oh, ma lei è l'amico di Syaoran!”
Kei sorrise, annuendo: “Sì, beh...una volta sicuramente. Adesso non saprei. Syaoran mi evita!”
Sakura, eccitata, afferrò per mano Kei e lo fece sedere di fronte Syaoran.
“Sono così contenta di conoscerla, signor Igarashi! Non sa quanto sia felice quando scopro qualcosa di nuovo sulla vita del mio Syaoran!”
“Il suo...Syaoran?” ripetè perplesso Kei.
Sakura, imbarazzata, si accorse probabilmente che aveva sbagliato a tradirsi in quel modo.
“Oh...ehm...sarà meglio che vi lasci da soli a parlare!” disse e fece per andarsene.
Ma non appena passò accanto a Syaoran, egli le afferrò una mano.
“Resta.”
La mano di Sakura nella sua non fece alcun movimento: sembrava incerta sul da farsi. Stringergli la mano e restare al suo fianco oppure cercare di sfuggire alla presa e lasciarli soli? Sakura lo guardò solo per un istante, ma questo bastò a farle capire quale fosse la risposta giusta.
“D-d'accordo, Syaoran!” esclamò Sakura, titubante, sedendosi dopo accanto a lui.
Syaoran continuava a tenere lo sguardo fisso su Kei e lui, da parte sua, non aveva alcuna intenzione di interrompere quel contatto visivo. Perciò incrociò le braccia e accavallò le gambe.
“Avrei dovuto capirlo dalla prima volta che lei ti ha chiamato Syaoran. Nessuno, a parte poche eccezioni, può chiamarti per nome, vero Syaoran?”
Syaoran rispose con un'altra domanda: “Kei, cosa sei venuto a fare?”
“Mi sembra scontato. È il compleanno del mio migliore amico. Volevo solo fargli gli auguri.”
Syaoran non disse nulla, ma il suo sguardo sembrò ammorbidirsi, mentre Kei divenne più pensieroso.
“L'anno scorso...ho pensato che fosse meglio non cercarti per i motivi che tu ben sai. Ma adesso è diverso. Quando ho visto il servizio in cui avete posato insieme ho notato subito lo sguardo di Syaoran. Una volta rivolgeva quegli occhi solo a una persona. Perciò ho capito che, grazie a Sakura, stavi superando ciò che è accaduto l'anno scorso e ho iniziato a sperare che la nostra amicizia potesse tornare, se non come una volta, perlomeno con qualche contatto. E da quel momento ho cercato in tutti i modi di ottenere un'intervista con Sakura per rivederti, Syaoran. Quando la tua manager ha rinviato l'intervista ho subito pensato che Syaoran mi avesse scoperto e avesse cercato in tutti i modi di evitarmi. Ma ho capito che non l'avrebbe mai fatto, per quanto potesse essere in collera con me. E così mi sono preoccupato. Dev'essere accaduto qualcosa, vero?”
Kei guardò Syaoran in attesa di una risposta, che non arrivò perchè lui chinò il capo, rivolgendo lo sguardo a terra. Ma fu Sakura a rispondere.
“Sì, l'uomo che mi ha minacciato ha scoperto dove alloggiavo. Per questo motivo Syaoran ha voluto portarmi fuori città per qualche giorno, in modo da depistarlo. Siamo andati nella città dove sono nata a cresciuta!”
“Capisco. Mi dispiace molto per la sua situazione, signorina Kinomoto. Ma è in buone mani con Syaoran. Lui si impegna anima e corpo quando ha una missione da portare a termine!”
“Lo so bene, mi ha già dato dimostrazione del suo valore!”
“Non avevo alcun dubbio.”
Sakura gli sorrise e accarezzò la mano di Syaoran che stringeva la sua. Lui però non riteneva di essere in grado di resistere a quella situazione. Solo che non riusciva a capire quale fosse il problema: se fosse l'essere ancora adirato con lui, oppure la sorpresa di averlo ritrovato così all'improvviso.
Evidentemente Kei si accorse del suo disagio perchè si alzò in piedi, sospirando rassegnato.
“Scusami, Syaoran. Forse ho sbagliato a contattarti. Pensavo che non fossi più in collera con me e, invece, mi sbagliavo. Sarà meglio che vada via adesso. Non voglio rovinare ancor di più quella che una volta era la nostra amicizia!”
E si avviò verso la porta. Syaoran divenne agitato e preda di una miriade di dubbi. Il suo cuore batteva rapidamente, impedendo qualsiasi forma di pensiero atta a decidere cosa fare con Kei. Doveva fermarlo oppure lasciarlo uscire dalla sua vita ancora una volta? Se l'avesse lasciato andare Kei non l'avrebbe più cercato, questo era sicuro, e lui non voleva perdere di nuovo il suo migliore amico.
Poi Sakura, anche lei ansiosa, afferrò il braccio di Syaoran con la mano libera e strinse con forza la camicia. E quel gesto lo calmò in un baleno. Syaoran capì cosa voleva e doveva fare.
“Aspetta, Kei!”
Kei, che aveva già afferrato la maniglia della porta, si fermò e si voltò. Non sorrideva, ma la sua espressione sembrava sollevata e molto più serena. Syaoran rivolse lo sguardo verso Sakura che, con gli occhi lucidi per l'emozione, gli sorrise. Un segno d'incoraggiamento dei più funzionali.
Perciò Syaoran prese un profondo respiro e si alzò in piedi, raggiungendo Kei.
“Non andare, io non sono più in collera con te. E forse non lo sono mai stato davvero. La verità è che quando lei è morta è stato più facile arrabbiarmi e pensare che fossi tu il responsabile della sua morte. Ma questo era solo una copertura per il mio rimorso. Andando avanti con il tempo, la rabbia nei tuoi confronti svaniva lentamente, mentre compariva il mio senso di colpa, perchè ero sicuro che la morte di Haiko fosse accaduta per causa mia.”
“Ti sbagli, avevi ragione a dare la colpa a me. Ero io a insistere affinchè lei uscisse la notte per stare con me. Non avrei mai dovuto permetterlo.”
“Oh, per favore! Ero io la sua guardia del corpo, era compito mio proteggerla!”
“Non era unicamente compito tuo. Io l'amavo, avrei dovuto pensare al suo bene prima che al mio. Ma ero troppo felice quando stavo con lei, quelli erano i momenti migliori della giornata. Ero totalmente accecato dall'amore che provavo per lei, tanto che non riuscivo più a capire il pericolo che correvamo!”
Syaoran non disse nulla e chinò il capo, mentre Kei assunse un'espressione preoccupata.
“Scusami.” disse poi l'amico.
Syaoran scosse il capo, accennando un sorriso: “No, non preoccuparti. Ormai ho capito quanto lei ti amasse e sono sicuro che non dovevi insistere più di tanto per farla uscire, perchè era di una testardaggine unica in tutto il mondo.”
“Già!” sospirò lui, l'aria malinconica nel viso a quel ricordo.
“Comunque...adesso è tutto a posto, Kei. D'accordo?”
E con quella domanda gli porse una mano che Kei non esitò a stringere.
“D'accordo...Syaoran.”
Kei gli sorrise e Syaoran sentì l'impulso di voltarsi verso Sakura: piangendo, la ragazza li osservava compiaciuta.
“Oh, sono così felice che vi siate riappacificati!”
Sakura corse verso di loro e prese entrambe le loro mani.
“Syaoran, sono molto orgogliosa di te e Kei...ops, posso chiamarla Kei?”
Kei ridacchiò: “Solo se io posso chiamarti Sakura!”
“Molto bene!- esclamò lei,raggiante- Allora, Kei, sono davvero felice che tu sia tornato a far parte della vita di Syaoran. Era da tempo che avevo voglia di conoscerti. Syaoran mi ha parlato di te!”
“Davvero?” esclamò Kei, inarcando un sopracciglio.
“Ehm...sì, certo! Quando mi ha raccontato la vostra storia.”
“Quindi, Syaoran, hai condiviso la tua vita con lei?” affermò Kei.
L'amico lo guardava ammirato e Syaoran annuì, timidamente.
“Sono fiero di te. Hai superato le tue paure. Anche se penso che il merito, in questo caso, sia in gran parte di Sakura, vero?”
“Ma Syaoran è...” iniziò a dire Sakura.
Syaoran intervenne e le strinse la mano: “Hai detto bene, Kei. È solo merito suo. Mi ha sempre trattato con gentilezza ed è riuscita ad entrare nel mio cuore per farlo solo suo.”
“Bene, la tua felicità rende felice anche me.” disse Kei.
“Sì, anche se per accettare ciò che provo per lei ho sofferto.”
“Per Haiko?”
Syaoran annuì.
Kei sospirò e appoggiò una mano sulla spalla dell'amico: “Syaoran, sono convinto che anche lei sia felice quanto me per te in questo momento. Quando sei arrivato dalla Cina, ti sentivi perso e solo e hai cominciato a cercare quella persona che avrebbe potuto completarti e renderti felice. E, sebbene avessi trovato me ed anche Haiko, non potevamo essere noi quella persona. Forse ci abbiamo provato e forse tu hai voluto crederlo. Ma sappiamo bene come è andata a finire. Quella persona è Sakura e sono contenta che tu l'abbia trovata.”
“Ti sbagli...è lei che ha trovato me!” commentò Syaoran, rivolgendole uno sguardo affettuoso.
Sakura arrossì.
“Insomma, ora basta. Vi state coalizzando per mettermi in imbarazzo?”
Kei rise: “Sakura, sei anche molto divertente!”
“Ma ora come farai con l'intervista per la tua rivista?” domandò Syaoran.
“Oh, in verità non mi avevano commissionato un'intervista a Sakura, era solo un pretesto che ho usato per incontrarti. Il mio lavoro per oggi consiste nell'assistere a un concerto di una orchestra di giovani allievi del Conservatorio. Il programma consiste in un tributo a Mozart, alcuni dei suoi concerti più belli!”
“Sembra interessante, io adoro Mozart, oltre a Chopin naturalmente!” esclamò Sakura, entusiasta.
“Una vera buongustaia. Hai fatto bene a dirmelo, sai? Perchè ho dei biglietti in più e, se non avete impegni questa sera, potreste venire con me!”
Sakura si voltò verso Syaoran, guardandolo implorante.
“Possiamo andarci, Syaoran? Ti prego, ti prego, ti preeeeegoooo!”
“Ehm...sì, ma dovrò chiedere una volante e un agente all'ispettore.”
Sakura lo abbracciò con trasporto: “Grazie, Syaoran!”
“Bene, allora vi aspetto questa sera all'auditorium, per le 20.30.”
“Sì, d'accordo!”
“Allora, ciao!”
“Ciao!”
Kei uscì, chiudendo la porta dietro di sé, mentre Sakura guardò Syaoran, sorridendo.
“Beh? Cos'è quel sorriso?”
“Io sono felice per te, Syaoran, davvero. Ma tu...come stai?”
“Io sto bene, perchè?”
“Avanti, Syaoran. Incontrarlo dopo tutti questo tempo non deve essere stato facile. Per un istante ho temuto che lo lasciassi davvero andar via.”
“L'ho creduto anche io.- ammise Syaoran, malinconico- Ma quando mi hai afferrato il braccio, ho capito subito qual'era la cosa giusta da fare, non solo per lui ma anche per me. Perciò grazie per essere rimasta accanto a me in questa occasione!”
Sakura lo abbracciò.
“Non c'è di che!”
*****
Alle 20.30 in punto Sakura e Syaoran ritrovarono Kei all'ingresso dell'auditorium. C'era moltissima gente, tutti vestiti elegantemente, e Syaoran non era per niente tranquillo.
Ma come gli aveva detto Sakura pochi istanti prima nella macchina in borghese della polizia: “Per questa sera non pensare a me. Il tuo collega Fujimoto ci scorterà sia all'entrata sia all'uscita, perciò pensa solo a passare una bella serata con Kei e con me, naturalmente. Chiunque ascolti la musica di Mozart fa una buona azione e non può avere un animo disturbato e pericoloso.”
E, sebbene con quell'ultima frase Sakura potesse sembrare estremamente romantica e anche un po' ingenua, Syaoran aveva annuito, ritenendo che, tutto sommato, lei avesse ragione. Per una sera come quella Syaoran poteva permettersi qualche libertà.
Quando scesero dall'auto incontrarono subito Kei che li salutò vistosamente con la mano.
“Buonasera!” li salutò lui.
“Buonasera!” risposero entrambi in coro.
“Sono contento che siate venuti. Sakura, sei splendida!”
Sakura arrossì e lo ringraziò timidamente. In effetti Syaoran non l'aveva ancora osservata bene, ma era un vero incanto. Indossava un abito nero senza maniche che ricadeva morbidamente e terminava poco prima delle ginocchia. Sul petto vi era un piccola placchetta argentata da cui partivano due serie di strass che delineavano il taglio sotto il seno e andavano a combaciare sulla schiena.
“C'è molta gente, vero?” esclamò Syaoran, cambiando argomento.
“Sì, questi musicisti sono giovani e molto bravi e il loro direttore è un maestro del Conservatorio famoso in tutto il mondo!”
“Wow, sono davvero curiosa di ascoltarli! Sarà una serata bellissima!”
“Entriamo allora!”
Syaoran si congedò da Fujimoto e seguì Sakura e Kei verso l'ingresso. Quest'ultimo mostrò i biglietti e poi furono accompagnati da una maschera ai propri posti, i quali erano in platea e molto vicini al palco dove erano sistemate diverse sedie e leggii con cartellette celesti che contenevano gli spartiti. Sakura fece in modo di far sedere Syaoran accanto a Kei.
Ora che ci pensava, Syaoran non aveva chiesto nulla a Kei, oltre quella domanda “Cosa sei venuto a fare?”.
Non sapeva dove vivesse, cosa gli fosse accaduto in quell'ultimo anno, se avesse superato la morte di Haiko, se stesse bene...
Lentamente si voltò verso di lui: fissandolo più da vicino si accorse in effetti che alcuni tratti del viso non erano più come li ricordava Syaoran. Erano più duri e malinconici, come se stesse invecchiando prima del tempo. Syaoran era stato piuttosto egoista con Kei, si era comportato come se avesse fatto un torto a lui, come se Syaoran fosse stato l'unico a soffrire per la morte di Haiko. Ma si dimenticava che Kei era con lei al momento dell'incidente. E certamente per lui doveva essere stato più difficile superare quel dolore. Chissà magari anche lui era stato tormentato da incubi come Syaoran.
In quel momento Kei si voltò verso di lui e gli sorrise d'istinto. Anche il sorriso sembrava stanco, eppure manteneva quella spensieratezza che l'aveva sempre caratterizzato e che molte volte aveva aiutato Syaoran e sostenuto con la fiducia.
Sì, Syaoran avrebbe tanto voluto sapere qualcosa in più su di lui. Ma ecco che sul palco giunse una giovane donna, che indossava un lungo semplicissimo abito nero. La sala applaudì e lei salutò dando il benvenuto a tutti gli spettatori.
“Da parte di tutti i componenti dell'orchestra vi porgo il più caloroso benvenuto a questa serata di musica. Vi siamo molto grati per aver scelto di passare qualche ora di buona musica in nostra compagnia. Se avete dato già un'occhiata al programma, vi sarete accorti che questo sarà un concerto tributo al genio di Mozart. La nostra orchestra eseguirà tre dei più famosi concerti da camera del Maestro. Speriamo siano di vostro gradimento. E ora vi presento i musicisti dell'orchestra!”
Così dicendo entrarono in scena i componenti dell'orchestra, accompagnati dagli applausi del pubblico. Dovevano essere almeno una ventina, al massimo venticinque. C'erano fiati, archi e una bellissima arpa di legno di frassino.
Il primo brano eseguito fu la “Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra” , il quale, come spiegò la presentatrice, poteva essere considerato un doppio concerto. Vi era un perfetto e armonioso dialogo fra violino e viola, con passaggi assai virtuosi e soavi, e le voci dei due solisti si fondevano in un unico delizioso canto. Non vi era brano migliore per iniziare un concerto, in quanto era una melodia che davvero riappacificava con il mondo intero. Era come se il Maestro volesse dire: “Voi che siete qui dimenticate qualunque pensiero negativo, qualunque problema o preoccupazione. Lasciatevi guidare dalla musica in un mondo perfetto, lasciatevi deliziare da queste note unite in un'armonia meravigliosa.”
E Syaoran seguì il consiglio.
Il brano seguente fu il “Concerto per flauto, arpa ed orchestra” . E in quest'occasione si raggiunsero livelli molto alti di esecuzione. Anche l'orecchio inesperto di Syaoran riusciva a capirlo. L'ottimo risultato era dovuto non solo alla composizione, ma anche alla bravura dei musicisti. Il flautista e la suonatrice dell'arpa intrattenevano un dialogo galante di rara bellezza. Durante il secondo movimento, l'andantino, Syaoran si voltò a guardare Sakura. Era totalmente rapita dalla musica e lui era sicuro che se anche l'avesse chiamata lei non avrebbe risposto, né gli avrebbe dato segno di aver udito la sua voce. Ma poi la mano di Sakura strinse quella di Syaoran, come se gli volesse dire che era ancora lì con lui ed era felice di condividere quel momento con lui.
L'ultimo fu il “Concerto per clarinetto e orchestra”. Syaoran non ricordò di averlo mai ascoltato, ma capì subito che sarebbe stato qualcosa di sublime. Si passava da gioia e virtuosismo al rilassante adagio, il quale raggiungeva momenti di malinconia e commovente intimità, per poi terminare con allegria e vivacità. Sembrava quasi che quel concerto raccogliesse in sé tutte le emozioni che un animo umano possa provare.
Quando il concerto terminò Syaoran si accorse che stava stringendo ancor più forte la mano di Sakura e si sentì come se avesse appena compiuto un viaggio in un continente e un'epoca lontani. Si era totalmente estraniato dalla realtà in cui viveva. Ed era stato davvero meraviglioso.
Non era l'unico a provare certe emozioni perché l'applauso tardò pochi istanti prima di giungere fragoroso e insistente. Molti spettatori gridarono diversi “Bravi” ed era palese che desiderassero un bis.
Il direttore d'orchestra, che dopo i primi applausi era uscito dal palco, tornò in scena insieme alla presentatrice ed entrambi presero posizione.
“Bene, signore e signori, la nostra giovane orchestra vorrebbe eseguire un ultimo brano. Si tratta dell' adagio della “Serenata n°10 per fiati”. Vi auguriamo buon ascolto!”
“Questo sarà davvero interessante!” esclamò Kei, a bassa voce.
Syaoran non fece in tempo a chiedere perché, in quanto dal palco si levò una melodia sommessa, quasi timida. Un'armonia che portò un immediato silenzio in tutta la sala. Prima un delicato oboe introduceva il tema e poi lo stesso veniva ripreso da un clarinetto sicuro che lo approfondiva. E tutto l'adagio era un continuo dialogo fra gli strumenti.
Syaoran ricordò dove aveva già sentito questa melodia. In un vecchio film dedicato al genio dell'Autore. E ricordava perfettamente quella scena, con il compositore Antonio Salieri che commentava quella partitura.
“Un inizio semplice, quasi comico. Appena un palpito con fagotti, corni di bassetto... Come lo schiudersi di un vecchio cofano... Dopo di che, a un tratto, ecco emergere un oboe! Una sola nota sospesa, immobile. Finché un clarinetto ne prende il posto, addolcendola con una frase di una tale delizia... Quella non era la composizione di una scimmia ammaestrata. No, era una musica che non avevo mai udito... Espressione di tali desideri, di tali irrefrenabili desideri! Mi sembrava di ascoltare la voce di Dio.”
La voce di Dio...sì, senza alcun dubbio quella era la definizione migliore per una composizione di così alto livello. Niente più della voce di Dio poteva causare il fremito di ogni fibra del corpo, la commozione di un cuore disposto ad aprirsi a tal punto. Niente poteva essere più potente e quella melodia lo era certamente: aveva la capacità di soffiare la vita sotto la pelle per andare a toccare la parte più intima dell'animo ed incantarla. Era un delicato raggio di sole che si infiltrava nella foresta più oscura per portare serenità e calore.
Quando l'adagio terminò, la sala esplose in un fragoroso applauso. Solo Syaoran rimase immobile al suo posto. Si voltò a guardare Sakura: anche lei non applaudiva, l'espressione era ancora rapita e piangeva. Dai suoi occhi lucidi erano sfuggite piccole lacrime, che erano scese giù per le gote e brillarono quando in sala si riaccesero le luci. Lei si accorse del suo sguardo e gli sorrise, mentre Syaoran le porse un fazzoletto.
“Oh, cielo. Non so davvero cosa mi sia preso!” disse Sakura, asciugandosi il viso.
“Niente di particolarmente sconvolgente. Sei solo più sensibile di chiunque altro in questa stanza.”
Poi Syaoran le si avvicinò maggiormente.
“Sai, mi piace questo lato del tuo carattere.” le sussurrò.
Sakura ridacchiò e arrossì: “Grazie!”
“D'accordo, piccioncini, sarà meglio andare prima che qualcuno riconosca Sakura.” esclamò Kei, esortandoli ad uscire al più presto.
“Così presto?” domandò Sakura dispiaciuta.
“Sakura, mia cara...- iniziò a dire Kei-... sono passate più di due ore.”
“Sì, hai ragione!”
“Non preoccuparti, i bis sono finiti.”
“D'accordo...- sospirò Sakura, rassegnata-... andiamo!”
Fu così che Syaoran si alzò e afferrò Sakura per mano, trascinandola poi con sé. Il pubblico continuava la sua ovazione, per cui nessuno si accorse dei tre giovani che sgattaiolavano fuori dall'auditorium. Nella sala all'ingresso ritrovarono l'agente Fujimoto in attesa del loro arrivo.
I tre si fermarono e Kei sorrise.
“Sono contento che siate venuti stasera!”
“Beh, è stato un piacere. Il tuo invito era molto gentile e non potevamo rifutare, vero Syaoran?” domandò Sakura, rivolta alla sua guardia del corpo.
Syaoran annuì: “Ma certo. È stata una bellissima serata!”
“Oh, lo è stata davvero. Non ho mai sentito un'esibizione più sublime.” esclamò Sakura entusiasta.
“Indubbiamente è così. La mia recensione per domani sarà sicuramente più che positiva.”
“Grandioso. Mi piacerebbe leggerla!”
“Ti farò avere una copia, Sakura!”
“Grazie!”
Per tutta la durata dello scambio di battute fra i due, Syaoran guardò l'amico con un'espressione preoccupata e ansiosa: “Dove vai adesso?”
Kei ridacchiò, soddisfatto probabilmente dell'interesse di Syaoran per lui.
“A casa, che domande!”
“Sì, ma...dov'è casa tua adesso?”
“A Tokyo, vicino alla redazione della rivista per cui lavoro!”
“Allora ti accompagneremo noi!”
Kei scosse il capo: “Me la so cavare da solo, Syaoran. Non preoccuparti.”
“Lo so, ma io....vorrei che venissi con noi!”
Kei sembrò esitare a quella richiesta a cui anche Sakura si unì, quasi implorante. Infine annuì, felice.
“D'accordo, accetto il vostro passaggio!”
“Evviva!” esclamò Sakura, entusiasta.
Dopo essere giunti a un accordo, i tre guidati da Fujimoto raggiunsero la volante della polizia e partirono alla volta dell'appartamento di Kei. Si trovava in un quartiere accanto a Shinjuko, Bunkyo. Il quartiere degli universitari per eccellenza.
“Ah, sì, ricordo che abitavi lì per tutta la settimana e poi tornavi nei weekend.” commentò Syaoran, memore del passato.
“Già. L'appartamento è lo stesso. Quando mi sono laureato, ovvero qualche mese dopo...beh...dopo Haiko, i miei hanno deciso di comprarlo. Sono stato molto fortunato in questo senso, trovare un lavoro nella stessa zona dove si trova la propria dimora. Chi può dire altrettanto?”
Il sorriso di Kei non convinse Syaoran. Sebbene non si vedessero da più di un anno, riusciva ancora a riconoscere quando il suo sorriso non era sincero, anzi serviva solo a nascondere qualcosa. E purtroppo Syaoran sapeva anche cosa voleva nascondere. Perché, sebbene Kei cercasse di sembrare sempre spavaldo e allegro, in realtà aveva un animo sensibile e introverso. La spavalderia era solo una maschera che usava soprattutto quando c'era qualcosa che lo turbava, qualcosa che dilaniava il suo essere. Syaoran capì che ora quella maschera nascondeva il dolore di Kei per la morte di Haiko. Era stato così insensibile, quella mattina, a non chiedergli come prima cosa...come stai?
“Già, ma...tu...” iniziò a dire Syaoran.
“Io cosa?” domandò lui.
“Tu...come stai?”
Kei ridacchiò: “Ma dai. Sto bene. Non mi vedi?”
Syaoran gli rifilò uno sguardo dei più eloquenti.
“Lo sai a cosa mi riferisco.”
Il sorriso spavaldo di Kei sparì improvvisamente. E il suo sguardo venne attraversato da un lampo di preoccupazione e ansia. Syaoran lo notò e capì che aveva visto giusto riguardo la sua situazione.
“Beh...me la cavo, insomma...vado avanti. Sebbene lei sia una presenza costante nei miei pensieri, cerco di reagire al dolore e al senso di colpa che mi stringe il cuore. Non è mai stato facile, anzi...non credo di cavarmela in questo. Come si dice...si fa quel che si può!”
Syaoran non sapeva cosa rispondere, anche se capiva perfettamente cosa stesse provando Kei. Sicuramente se avesse parlato, sarebbe scaduto in qualche banalità, qualche frase di circostanza. Poi fortunatamente vide Sakura che coprì la mano di Kei con la propria.
“Lo so che adesso stai soffrendo. Il dolore è ancora intenso perché è una ferita recente. Ma il tempo è la cura migliore per ogni ferita. Un giorno ti sveglierai e capirai che il dolore è diminuito e così via fino a quando non diverrà un ricordo, triste certo, ma da quel momento ricomincerai a vivere. Io non la conoscevo, ma da quanto mi ha raccontato Syaoran, lei voleva bene ad entrambi e desiderava solo la vostra felicità. Sicuramente anche lei vorrebbe che tu ricominciassi a vivere.”
La mano di Kei si voltò a stringere quella di Sakura.
“Credo che tu abbia ragione!”
Sakura sorrise: “Ma certo! Ora che tu e Syaoran vi siete riconciliati, sarà più semplice. Il sostegno di un amico, la speranza che ti infonde è la luce che si accende anche nei momenti più oscuri e ti guiderà verso la strada giusta!”
L'auto si fermò, segno che erano giunti a destinazione. Syaoran era rimasto senza parole al discorso di Sakura. In alcuni momenti riusciva ancora a sorprenderlo. Sapeva che la sua capacità di empatia era immensa, ma in quel momento non si aspettava un suo intervento. Probabilmente perchè in qualità di amico di Kei era compito suo sostenere e confortarlo. Ma Sakura aveva capito la sua evidente difficoltà di rivolgere qualche parola di speranza a Kei ed era intervenuta per aiutare non solo lui, ma anche Syaoran.
“Sei molto sicura di quel che dici.” commentò Kei con un sorriso.
“E' perché ci credo davvero. Allora, ti lascerai aiutare da noi?”
Kei guardò un istante Syaoran, il quale, seppur imbarazzato, annuì.
“D'accordo!”
“Allora, per cominciare, domani sera ti invito al mio concerto. È il penultimo del tour di Tokyo!”
“Oh, non ho mai assistito a un tuo concerto. Ho sentito qualche canzone in redazione, ma non mi hanno mai mandato a un tuo concerto. Verrò volentieri!”
“Ottimo, sei contento Syaoran?” domandò Sakura, voltandosi verso di lui.
“Sì, certamente!”
Lo sguardo di Kei divenne pieno di gratitudine per entrambi. Poi aprì la portiera.
“Grazie per tutto, anche per il passaggio!”
“Non è nulla!”
“Allora, a domani!”
“Sì, a domani!” esclamò Sakura, entusiasta.
“Buonanotte!”
“'Notte!” risposero entrambi all'unisono.
Kei uscì dall'auto e chiuse la portiera dietro di sé. L'auto ripartì e dal finestrino Syaoran guardò indietro, verso l'amico ritrovato che stava entrando in casa. Era davvero felice di averlo ritrovato e se vi avesse pensato giorni addietro probabilmente non l'avrebbe mai creduto possibile: una così grande felicità per essersi riconciliato con l'uomo che si era conteso con lui l'amore di Haiko, ma che prima di tutto era e sarebbe sempre stato il suo più caro amico.
*****
“E' stata una bellissima serata!! Non trovi anche tu, Syaoran?”
Erano appena rientrati in camera e Sakura andò a sedersi subito sul divanetto, mentre Syaoran chiuse la porta a chiave per sicurezza, perchè secondo lui non era mai troppa.
“Sì, molto.”
“Ora che lui non c'è posso chiedertelo chiaro e tondo. Non ti dispiace se ho invitato Kei al concerto di domani sera, vero?”
Syaoran si sedette accanto a lei e scosse il capo energeticamente: “Oh no, anzi. Sei stata molto gentile ad invitarlo!”
Certo che era stata gentile. Non come lui che non aveva avuto il coraggio di consolarlo, dopo aver saputo che pensava ancora ad Haiko con dolore. Così Syaoran la guardò sorridere entusiasta e poi cercò la sua mano e la strinse con forza.
“In effetti...devo ringraziarti per oggi, Sakura!” esclamò, richiamando la sua attenzione.
Sakura si voltò verso di lui, sorpresa: “Per quale motivo?”
“Perché oggi mi hai sempre sostenuto: mi sei stata vicina quando ti ho chiesto di non andar via stamattina e poco fa, in auto, hai capito che ero in difficoltà e non sapevo cosa dire per confortare Kei. Così sei intervenuta e le parole che gli hai rivolto sono state davvero molto profonde. Lo hanno colpito molto!”
Sakura non rispose immediatamente: guardò le loro mani unite, accarezzando quella di Syaoran con la sua mano libera.
“Syaoran, non devi ringraziarmi per questo. Noi ci sosteniamo a vicenda ed è giusto che sia così. Non potrei mai lasciarti da solo in una situazione difficile per te. Così come non lo faresti tu. È in questo modo che funzionano le cose quando sei innamorato, no?”
Syaoran le sorrise: “Sì. Funziona così!”
E in risposta Sakura gli baciò una guancia, accarezzandogli il viso.
“Ah! - esclamò Syaoran, come se si fosse appena ricordato qualcosa di importante- Mi sono dimenticato di dirti una cosa oggi!”
“Ovvero?”
“Sei davvero molto bella stasera!”
“Ah sì?” esclamò lei, la cui vanità era stata lievemente pizzicata dal complimento.
“Certo. Non che gli altri giorni tu non sia bella, ma oggi...non lo so. Sarà il vestito o l'atmosfera che si è creata al concerto, ma sei davvero affascinante.”
Sakura arrossì: “Grazie, Syaoran. Però io scelgo la seconda opzione. Perché in fondo questo è solo un vestito. Perciò se hai notato questo, sarà proprio per la magia della musica che ci ha appena allietato la serata.”
“Sì... sarà proprio così...”
Detto questo, Syaoran si chinò su di lei e la baciò delicatamente sulle labbra. Sakura gli accarezzava la guancia con le sue dita sottili e Syaoran chiuse gli occhi, conciliato dalla sensazione di tranquillità trasmessa da quei movimenti rilassanti.
Eppure in un momento così, di serena pace con se stesso e con il mondo intero, Syaoran cominciò a percepire un senso di agitazione dentro di sé: prese vita nel più profondo del suo animo per poi espandersi in tutto il corpo e coinvolgere ogni singolo muscolo e fibra.
Era una sensazione che aveva già provato. Desiderava Sakura...e non come le volte precedenti. Era un desiderio più forte del solito, più travolgente che lo rendeva vivo.
E quasi d'istinto la fece sdraiare sul divano, sistemandosi sopra di lei.
Con le labbra scese sul collo della ragazza, baciandole la pelle in una scia di piccoli fuochi. Sakura non sembrò aver alcuna intenzione di fermarlo, anzi pareva gradire le attenzioni di Syaoran. Perciò lui si lasciò condurre dal suo istinto, dalle decisioni dettate dal suo cuore. Amava Sakura e voleva dimostrarle quanto intenso fosse quel sentimento meraviglioso e puro che proprio lei aveva fatto nascere in lui.
Per una volta, anzi una seconda volta nella sua vita Syaoran aveva messo da parte la ragione, la sua parte più razionale, che gli impediva di abbandonarsi completamente e lasciarlo quindi in balia dei suoi sentimenti. Fino ad allora non era riuscito in questo intento, costretto probabilmente dalla paura che era nata in lui quando Haiko aveva avuto quel terribile incidente.
Ma ora con Sakura era diverso. Lei era in grado di tirare fuori il meglio di lui e fargli provare emozioni sconvolgenti e indescrivibili. Era unica, era la sua anima gemella, la persona legata a lui dal filo rosso del destino.
Poi un sospiro di Sakura, la sua mano che gli accarezzava lentamente il torace lo riportarono alla realtà, come una caduta improvvisa da un volo altissimo e fantastico.
E tutto d'un tratto Syaoran capì dove si trovava e, soprattutto, in che posizione. L'Io freudiano aveva preso nuovamente il controllo della sua mente e del suo corpo.
Sakura, turbata dal suo radicale cambio di atteggiamento, lo fissò con sguardo assai perplesso, mentre lui si allontanava da lei e si mise a sedere, guardandosi le mani.
Si era lasciato andare così all'improvviso, senza tenere conto di Sakura. E non si sarebbe fermato fino a quando un gesto di Sakura non l'avesse risvegliato da quel suo stato di trance, che fortunatamente era giunto e aveva avuto l'effetto desiderato. Sakura lo amava troppo e probabilmente non avrebbe mai avuto il coraggio di dirgli a parole ciò che voleva o non voleva fare.
“Syaoran?!” disse lei, alzando il busto e sfiorandogli la spalla con una mano.
A quel tocco lieve, Syaoran scattò in piedi e, sbiascicando un rapido “Scusa”, corse al riparo nella sua camera da letto.
L'aver perso la testa, seppur per pochi minuti, era stato piacevole sì, ma anche estremamente pericoloso. Non voleva essere come gli altri ragazzi, e in particolare come quell'idiota di Hiro. Voleva essere speciale per Sakura, desiderava che lei fosse orgogliosa e non timorosa di lui.
Voleva semplicemente essere perfetto per Sakura, proprio come lei era perfetta per lui.
Prossimo capitolo: “Love”
Ok, due mesi di ritardo. chiedo venia. ho avuto una crisi di ispirazione, ma il signor Mozart mi ha dato una mano e così ho pensato fosse giusto inserire un bel tributo al suo genio artistico. e visto che siamo sotto natale consideratelo come un regalo, con tanti cari auguri di buon natale e felice anno nuovo.
il prossimo capitolo magari vedrà la luce il mese prossimo...spero...-.-
mamogirl: grazie per aver corretto il capitolo. spero ti sia piaciuto. comunque non sono sadica o almeno non arriverò mai ai tuoi livelli. -_-'
lisaangius: grazie per la recensione. spero ti sia piaciuto anche questo capitolo.
paperella96: grazie della recensione. ma dai, povero syaoran, capiscilo...è un animo sensibile ...è chiaro che pensi ancora ad haiko, ma non in modo più che affettivo.
annaly07: grazie per la recensione. spero ti sia piaciuto il capitolo e le scene fra i due amici ritrovati.
laurettachan: grazie per la recensione. eh, chissà quale sarà la prossima mossa di koichi...mah, per un po' lasciamoli in pace questi due, eh?
lakia:grazie per la recensione e le parole molto gentili. non ti preoccupare per le recensioni mancate. l'importante è che la storia ti piaccia e riesca a trasmettere delle emozioni.
emilissa15:grazie per la recensione e i consigli su jane eyre.è nella mia lista infinita dei libri da leggere.e riguardo la one-shot su syao e haiko non sei la prima a chiederla, perciò vedrò cosa posso fare.
A presto
kia85 |
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