A Natural Disaster di Love_in_idleness (/viewuser.php?uid=2759)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Harmonium ***
Capitolo 2: *** Balance ***
Capitolo 3: *** Closer ***
Capitolo 4: *** Are you There? ***
Capitolo 5: *** Pulled Under at 2000 Meters a Second ***
Capitolo 6: *** A Natural Disaster ***
Capitolo 7: *** Flying ***
Capitolo 8: *** Electricity ***
Capitolo 1 *** Harmonium ***
and 01
1.
Harmonium
And
these days my hands are tied
These days I think you'll find
I'm not me now a light has died
It's too real to run and hide
Troverai che
non sono io –
No che non puoi capire. È uno sforzo troppo grande, è come
guardare in un Disegno così vasto da farti girare la testa e penetrarlo, ed
essere cosciente di tutto – immediatamente.
È – Magia.
È stata Magia. Ma di una portata tanto sconvolgente che
nemmeno io ho potuto comprenderla. Ero solo un bambino, allora. Ed ero ferito a
morte e spaventato, e volevo vivere (allora volevo vivere). Io ero fatto di
Magia. La mia Magia era azzurra, velata di cielo, velata di luce, eppure non era abbastanza, perché
il Disegno di quelli che stanno sopra di noi e che ci guardano era così ampio da
rendere la mia piccola cupola blu soltanto un dettaglio in un qualsiasi angolo.
Loro possono vedere. Avanti, indietro. Ora, oggi. Ieri e Domani. Possono vedere tutto
– il Disegno lo possono vedere al completo, possono distinguere ognuno di noi e
stringerci e manipolarci, e soffocarci.
Se vogliono, possono dissolverci.
Perché loro lo vedono interamente, immediatamente.
E io e te, invece, ci lasciamo spostare senza fare nulla e
senza sapere nulla.
“Sei sveglio?”
Oh, non puoi capire.
“Stupido
mago…”
Forse potresti capire qualcosa se almeno io fossi sincero. Se
io –
Puoi intuire
quello a cui stai andando incontro?
La notte è fredda e penetrante in questo posto. Sale con
lentezza dalla terra assieme alla nebbia, e ricopre tutte le cose e le
addormenta. Ma io sono l’Unico Occhio sul mondo – azzurro di una luminosità
diurna, pallido di una chiarezza cristallina – così falso…
Mi nascondo tra le pieghe della camera buia. Questo luogo mi
fa paura. Mi mette angoscia. Una
strana sensazione si è impadronita di me dal primo istante che ho messo piede
in questo mondo. Infinity. Infinito, senza fine. L’infinità è un concetto
spaventoso. Con un unico occhio scintillante posso guardare dentro l’abisso dei
mondi? Posso vederci attraverso?
E questo è
nulla.
Feel free to comprehend
What I see will never end
It can't be now that life is gone
It's too real to overcome
Ci sono cose che non posso capire. Non ora, non domani. Non quando sarò morto. Sono
le cose che riguardano il Disegno, intessuto dal Fato e da mani così potenti da
schiacciarmi inesorabilmente. Ma le vedo. Le vedo col mio Unico Occhio. Sono
infinite. Ci stiamo passando attraverso.
Ci sono le cose che invece posso capire, perché sono
faccende del tutto umane. Sono le cose che faccio più fatica a distinguere
anche se sono sotto lo sguardo di ogni giorno. Ad esempio, Kurogane.
“Non ci riesco.” Dico.
“Lo so.”
La voce di Kurogane è qualcosa di reale e percepibile.
Passandomi attraverso posso sentirla risuonare, e posso risuonare con essa. La
afferro come un filo invisibile, un’onda sonora che mi trattiene ancorato
all’oscurità di questa stanza.
“Se tu non dormi, stupido mago, nemmeno io posso addormentarmi.”
Sorrido.
“Oh, Kuro-rin, non voglio disturbare il tuo sonno.”
Lo sguardo tagliente di Kurogane è qualcosa di reale e
pericoloso. I suoi occhi-freccia (sono due) possono bruciare e devastare. Lo fanno spesso. Sono quel genere di
magia che –
“Tsk.”
Scrolla le spalle.
“Non per questo –“
No.
Quando parla, Kurogane mi guarda sempre negli occhi. Nel mio
unico occhio. E io so senza ombra di dubbio che è sincero. Qualsiasi cosa lui
stia dicendo, è con gli occhi mi sta parlando della verità, è lì che devo
cercare. Tutti i discorsi tra di noi, le parole, i litigi, non valgono niente.
Può parlare per ore senza minimamente avvicinarsi alla confessione dello
sguardo, perché sa che io so leggere.
Lui non ci riesce.
“Domani abbiamo il torneo.”
“Sì.”
Cosa dice: io so. Che mi stai nascondendo il tuo
segreto. Io so che non sei
sincero. Ci stai pensando ora. Io so che ci stai pensando. So che sono gli incubi
a tenerti sveglio.
Prova a capire, Kurogane. Prova anche solo a sforzarti di
concepire il Disegno senza affondare. Senza distruggerti. Prova a capire quello
che mi porto dietro al mio unico occhio.
And this days my hands are tied…
Cosa dice: io ci sto
provando. Non posso credere che ci sia tutto quell’orrore.
Ma non sai niente, niente… Chii mi ha chiamato. Ashura-ou è sveglio. Il
cerchio sta per chiudersi. Il destino, così come l’ho letto osservando il
Disegno, si compie. Che tu lo voglia o no.
I was floating in the
water –
Ricordo.
Il re addormentato riposa
sul fondo del pozzo della torre del palazzo di Celes. Io l’ho messo a giacere
lì sotto.
Ricordo il freddo
pungente dell’acqua e la sensazione come di aghi ghiacciati che trafiggono la
pelle, e oggi qualsiasi freddo, qualsiasi freddo, non è nulla in confronto.
Perché era un gelo che mi penetrava il cuore. Dopo tutto, mi sono fermato per
qualche secondo a guardarmi indietro. È stata la mia debolezza. Lasciavo sul
fondo del pozzo la mia vita – il mio re, mio fratello, il mio nome. Ogni cosa
restava là sotto, a quelle profondità oceaniche e cristallizzate, e si
congregava in un ghiaccio perenne. Lasciavo tutto ciò che avevo.
Ricordo. Il volto di
Fay, il Fay originario, distrutto dagli stenti e il volto del mio Re, così
bello come quello degli antichi sovrani incisi nella pietra. Mio Re, ti ho reso immortale. Una statua di marmo. Non più una
goccia di sangue, non un istante di follia –
Ricordo. Distaccarmi da quel mondo
sommerso e tornare a galla è stato un sollievo e una sofferenza. Ricordo
l’addio. Ricordo di aver pensato che in un certo senso è meglio essere quello
che muore, che quello che deve dire addio. I sensi di colpa sono come aghi
ghiacciati che trafiggono la pelle.
I was trying to live my life
It wouldn't let me
Per quanto mi sia sforzato, non ogni cosa è davvero rimasta
là sotto. Il Destino è tornato
a galla con me. E i Fantasmi. I Fantasmi me li sono portati dietro tutti
quanti. Chiari come la luce dell’aurora, trasparenti come le nostre giornate al
Nord, leggeri e letali come la neve. Si sono aggrappati al mio mantello e ora
mi seguono ovunque attraverso le dimensioni e lo spazio. Con quelle facce
cadaveriche coperte di ghiaccio – le posso vedere ogni volta che chiudo gli
occhi. Parlano con la voce dell’odio.
It wouldn't let me
Let me let me let me
Prova a leggere nei miei occhi, Kurotan: non posso farci niente.
Ho le mani legate.
Ora.
Per un secondo, immaginando di non essere perseguitato né da
maledizioni né da fantasmi, ora l’unica cosa che farei sarebbe alzarmi e
baciarti. Ma non posso, perché domani ucciderò la Principessa e per questo tu
mi odierai e i vostri volti si uniranno alle schiere di fantasmi che popolano i
miei sogni, e il tuo mi ammonirà per sempre con i tuoi occhi-freccia, e sarà lo
sguardo più doloroso.
Non posso.
Non puoi capire. Puoi solo provarci. Non – sai niente. Nemmeno sai chi
sono veramente. Il mio nome è…
E come possiamo dormire la notte con questo pensiero?
___
Ehm. Hello. Sono arrivata anche in questo fandom. Yeah. Vorrei
spiegarvi un paio di cose prima riguardo a questa fanfiction al mio fanwriting
e blablabla. Scusate per la lunghezza di queste note °^°
Cosa numero uno: CAPITOLI. sono otto capitoli. Conclusi. Nel fandom di Saint Seyia
sono tristemente nota per i miei tempi di aggiornamento escatologici, ma alla
fine aggiorno sempre <3. No, dai, ho passato un mese a scrivere questa cosa
<3. E’ parte di me.
Cosa numero due: SONG-FIC. Non mi sento di considerare questa fic una song-fic. Io
scrivo sempre sull’ispirazione della musica e il fatto che abbia inserito il
testo delle canzoni è perché questa volta tra le due cose si è creata un’assonanza
perfetta. Me ne stavo lì sul mio lettino a studiare quando ho fatto partire A Natural Disaster degli Anathema e ho ascoltato queste meravigliose parole
e: “Mioddio questa è una Kuro/Fay!” Giuro. Ho cominciato a gongolare per la
camera sotto gli occhi stupefatti della mia coinquilina che fortunatamente non
parla italiano. Ed ecco cos’è successo. Gli Anathema hanno preso il sopravvento
perché hanno scritto dei testi meravigliosi e straordinariamente accurati per
Tsubasa à gli Anathema sono
fanboy. Logico?
Sul serio, se avete voglia ascoltate l’album, è una
perla. Magari mentre leggete la fic?
Cosa numero tre: CANON. Oh, sono straordinariamente inaccurata con tutto quello
che è canon. Non ho mai voglia di andare a controllare le esatte parole, le
esatte descrizioni e quant’altro. Perdonatemi.
A volte sbaglio ._.
Cosa numero quattro: STILE. Forse… ho esagerato con la sperimentazione. Boh. Mi scuso.
Cosa numero cinque: PANCACKES. Che sono più simili a crepes, ma tant’é. Ne riceverete
uno per ogni recensione!
Baci, alla prossima.
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Capitolo 2 *** Balance ***
AND 02
2.
Balance
Glad
to see your wide awake
This is the great escape
From a life that tried to mould you
And the lie it sold you
Felice di
vederti sveglio.
È stato un
momento molto – difficile. Merviglioso in un certo senso, e così
doloroso nello stesso istante. Quando ha aperto il suo unico occhio, azzurro e
chiaro come il cielo, mi sono sentito felice per averlo salvato, e ferito per
avergli permesso di correre quel pericolo, e arrabbiato per il suo stupido
comportamento e frustrato per non aver capito nulla, e un milione di altri
sentimenti nello stesso istante. Tutti così violenti
che per un attimo il cuore ha accelerato i battiti. Io sono stato educato alle
battaglie, sono stato educato all’impassibilità, all’atarassia.
A cosa non sono stato educato: alla paura e all’amore.
Perché la paura mi è stata proibita e l’amore mi è stato insegnato come un
semplice contratto.
Poi arriva Fay – coi suoi occhi blu – col suo unico occhio
azzurro e di una luminosità meravigliosa, e distrugge ogni mio punto di
riferimento, tutto fa crollare prima di decidere che è ora di morire e
lasciarmi indietro, sepolto tra una montagna di detriti.
Ma io – sono pronto a versare il mio sangue per non
lasciarti andare.
Io – sono fatto di ferro. Io non sono leggero e debole come
una nuvola, io non voglio scomparire dissolto sul fondo della diga, io voglio
vivere e voglio farlo con te.
Ho sentito ogni goccia scivolare dal mio polso squarciato
alla sua bocca. Cadeva come perle rosse di una clessidra, il sangue, cadeva
raccogliendosi come granelli fluidi e misurava il tuo tempo – ogni goccia che
ho sentito scivolare dal mio polso gli allunga la vita di un giorno.
Ma poi, Yuuko l’aveva detto.
Era quello che volevi – scioglierti nell’acqua. Lasciarti
scivolare e fonderti con l’azzurro. Ti ho ripescato dall’abisso che ti scorreva
addosso. Non puoi perdonarmi.
Ti svegli, io sono contento, sono felice come non lo sono
mai stato e impaurito come non lo sono mai stato e mi dici –
Buongiorno.
Kurogane.
Ora ti prenderei a pugni.
This is the great escape
From a life that tried to mould you
And the lie it sold you
“Ci hai
pensato? E se non volesse vivere? E se – lui avesse scelto di finire
così?”
La voce della Strega è fatta di campanelli. Tintinna con
grazia e mistero tra le pareti della riserva. Nei sotterranei del mondo
dell’apocalisse, di una Tokyo che non è mai stata tanto vicina allo
sgretolamento del genere umano, e che tutto corrode di acido (tutto, tutti), le
sue parole sono fumo, un reticolo di incenso che ci collega in un Disegno
impossibile da distinguere. Evanescenti, sfocate, mistiche parole che
possiedono la verità degli oracoli.
“E forse non ti perdonerà.”
Scrollo le spalle.
Cosa cambia.
Meglio un Fay vivo e arrabbiato che un Fay morto. Morto solo
e senza rivelare il suo segreto. Oh, questo non lo posso sopportare. Prima di
morire dobbiamo rivelarci i nostri segreti.
Glad to see you
Wide awake
Per cui,
sono preparato.
“Un modo
c’è.” Dice la Strega. “Ma il prezzo –“
Qualunque prezzo,
qualunque prezzo.
Lei, che può leggere negli occhi, sa che potrei pagare
qualunque prezzo per non lasciarlo andare. Per molti motivi. Orgoglio, paura, amore. Lei ha capito? Quanto a
fondo il fumo delle sue parole è una maglia di Destini intrecciati, il mio e
quello del Mago?
“Vuoi che ti ami e non fai nulla per avvicinarlo. Vuoi che
ti ami e non rispetti le sue decisioni.”
“Ma ha scelto di annientarsi.”
“Ha scelto. Kurogane. Ha scelto.”
“E perché?”
Sorride amaramente.
“Espiazione.” Dice.
Una parola che conosco.
Così, non ti ho permesso di purificarti?
Guardo Fay, disteso incosciente sul suo letto di morte, tanto
bello e sofferente da sembrare un’icona religiosa come quelle di alcune terre
fredde che abbiamo visitato.
Così, hai bisogno di espiare – cosa?
“Se c’è un modo,” Dico. “Salvalo.”
Ed è così
che il vampiro compie il rito. Fuuma, bianche mani, bianca pelle e
sguardo vitreo di uno che è davvero passato attraverso la morte. Mi chiedo se
qualcosa cambierà negli occhi di Fay – nel suo unico occhio.
Mi chiedo – quando riaprirà il suo unico occhio blu di una
luminosità meravigliosa, come mi guarderà?
What you are is all you have been
What will be is all you do now
“Buongiorno
Kurogane.”
E’ così che
reagisce.
Io – che ti
ho dato tutto il mio sangue. Io ti ho resuscitato. Ti ho riportato
indietro dal mondo dei morti. Tu… dovresti imparare una lezione. E invece il
tuo sguardo si è fatto vitreo come quello del Vampiro, il tuo volto è una
maschera di distacco, un volto di ghiaccio senza espressione, senza sentimento,
senza anima.
Pensavo capissi qualcosa.
Se volevi morire perché sentivi un peso troppo opprimente da
sopportare in solitudine, non hai più giustificazioni. Ho versato ogni goccia
del mio sangue per riportarti qui. Ho sacrificato così tanto, e avrei fatto di
più. Questo è amore. Lo sai. L’hai intuito. La
dimensione della tua solitudine non esiste più. È una prigione spezzata. Sei
libero Fay. Libero dai sorrisi falsi, libero dalle bugie, libero da
quello che eri. Sei qualcosa di diverso in maniera molto più profonda
dell’esserti trasformato in un Vampiro. Dentro, dovresti essere diverso. Dovresti aver imparato qualcosa. Dovresti
aver capito…
Buongiorno.
Kurogane.
Volto le spalle.
Me ne vado.
Hai capito tutto e non hai perdonato.
Sono felice di averti visto sveglio, ne è valsa la pena
anche per il tuo unico occhio.
Va bene così. Va bene….
Spill a tear as your sense of self slowly
Melts away
Ricordo.
C’è stato un momento
di esitazione. Un solo momento in cui mi è sembrato che non ti fossi arreso. Un
solo momento in cui volevi vivere. Ti stavi sciogliendo e volevi restare denso,
umano, qua accanto a noi. Poi sono subito tornati quei segreti sensi di colpa
che ti hanno sgretolato giorno per giorno, ed io e te siamo stati trascinati in
questa frana colossale.
Until death's mirror reflects
The meaning of our lives
We wander aimless and mesmerised
As the fear starts to rise.
“Ma perché?”
Parlare con Yuuko non è veramente arrivare a qualcosa. La
Strega non rivela mai la verità. Leggere le sue parole è come leggere le stelle
– bisogna saperle interpretare, bisogna possedere la chiave di lettura. Ma oggi
è più vicina al nostro dolore e per questo si fa più disponibile.
“Non conosci le zone d’ombra della sua vita. Non puoi
nemmeno immaginare.”
“Posso immaginare. Pensava davvero di avermi ingannato con
quei sorrisi?”
“No, non così.” Dice lei.
“E fin dall’inizio voleva morire?”
Yuuko
sorride.
“All’inizio voleva morire. Oggi voleva morire salvando
qualcuno che amava.”
“Ma perché voleva morire?”
“Perché sapeva di non poter essere amato, e non c’è ragione
di vivere se non si può essere amati.”
Silenzio.
Il momento
peggiore. Più del sangue che cola senza pietà dal mio braccio, più
dell’orbita vuota di un occhio che una volta era chiaro come il giorno.
“Ma questo non è vero!”
“Non è vero, Kurogane?”
“Non è vero… non poteva sapere… come poteva essere certo che
–“
“Perché non l’hai detto a lui, Kurogane?”
“Io –“
“Le persone come Fay, Kurogane, non vedono nulla oltre al
guscio di dolore che le avvolge.”
Orrore. Una sensazione di orrore mi colpisce. Mi gira la
testa.
Se fossi stato più
sincero, penso.
Se fossi stato sincero.
Come sempre.
“Ma come si può dire una cosa del genere?”
Ora che stai morendo potrei parlarti del mio segreto, Fay.
Potrei rivelarti che una persona che ti ama l’hai incontrata. Ora che stai
morendo, ironico, avresti una ragione per vivere. Hai passato la tua vita a
camminare senza senso come sotto l’effetto di un incantesimo (e in un certo
senso anch’io).
Ora potrei
dirti tutto. Ma davvero non so gestire queste sensazioni… amore. Paura.
Ora che stai morendo per la prima volta nella mia vita mi
assale la paura.
The fear starts to rise…
____
Per colpa di questa fic sto passando
un brutto periodo Anathema. Credo che andrò a vederli questa estate. Quindi ve lo
ripeto. Ascoltate l’album mentre leggete! E poi
il cantante ha una voce così sexy *questo non lo doveva dire*.
Che vi dicevo l’altra volta? I
capitoli sono tutti slegati tra di loro. Anche il POV cambia. Mi sembra sufficientemente
chiaro per evitare ogni spiegazione, ma sentitevi liberi di dirmi che non si
capisce niente °A°. Sto pensando se conviene fare di questa fic una raccolta…
Ringraziamo:
Eliala – cara, non volevo
spaventarti °A°. A dir la verità sono una cosina piccina e spucciosa e per
niente spaventevole. Ma ammetto di parlare TROPPO. E, sì, la storia è malinconica. Ma cosa si può pretendere quando l’originale è così angst? Il
bello di queste storie è proprio la loro sottile malinconia. È ciò che le rende
forti, perché colpiscono e allora puoi tirarci fuori qualcosa. Proprio come le
canzoni in sottofondo. Che sofferenza ç_ç
Ah e io amo i commenti in maniera
direttamente proporzionale alla loro lunghezza <3.
Eje – ehi, sei passata anche di qui
<3 Grazie per le tue parole. In realtà anch’io non sono molto esperta di
KuroFay né di CLAMP, e questa fic è nata più che altro sull’emozione e su una
serie di circostanze contingenti e, oh beh non nessuna pretesa di esattezza. Ma
per questi due è successa una magia proprio come è successa con Saga. Saga è
più malleabile perché è meno definito come character mentre i personaggi di
Kurogane e Fay sono sostanzialmente molto chiari (seppur alla lunga…). Ma
possiedono le stesse ombre. È stato un rivisitare la vecchia malinconia di blu.
Finisco sempre qui…
Vi aspetto al prossimo
aggiornamento (ehi, ci ho messo solo nove giorni XD).
Baci <3 <3 <3
|
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Capitolo 3 *** Closer ***
and 3
3.
Closer
Your
dream world is a very scary place
To be trapped
Il tuo mondo interiore è davvero
terrificante.
Esserci chiuso dentro –
Celes, fredda e sterminata,
sterminatrice crudele di uomini. Celes dalle bianche pareti di roccia e dai
bagliori di ghiacciai perenni scricchiola sotto i nostri passi con il suono
della neve che non è più puro e non è più magico come gli spettacoli invernali nel
mio Giappone.
Questa neve. Bianca e azzurra. Questa
neve scintillante, questa distesa morbida, dune albine che si estendono
all’infinito bucate da picchi di roccia congregata protesi verso il cielo più
grigio che si possa immaginare, questo paesaggio incantato nella magia
dell’inverno – sonnolenta, letargica, quiescente in un sonno di secoli sommersi
dalle acque -, questa neve non è buona.
Questa neve è un incubo. Costruisce
catene cristalline attorno ai corpi che schiaccia e comprime come una morsa
infernale. E non restituisce
mai niente alla luce del
sole.
Questa neve non sarà mai acqua. Questa
neve sarà per sempre un ammaliante blocco di ghiaccio, una distesa infinita di
luce, un deserto freddo e impietoso.
Questa neve è la coperta sterile
del lungo inverno di Celes, un castigo adamantino, una condanna lucente, una
sentenza inevitabile.
Questa neve è la Morte.
Qui, l’estate non è mai arrivata.
Fay afferra la mia mano. Sento la
pressione del suo guanto sul mio polso e tremo per un istante al contatto.
Hai mai giocato nelle acque tiepide del disgelo? Vorrei chiedergli.
Traccia dei segni con le dita,
una magia dal calore flebile.
“Ora puoi evocare la tua spada.”
Dice.
“Mm.” Rispondo. Troppo stordito
dal furore del vento. “Possiamo andare?”
Verso il castello. Verso il
nucleo dell’incubo, la prigione argentea in cui ha rinchiuso la sua vita.
Verso… la chiusura del cerchio.
Con quel lungo mantello bianco
come la neve, e quella pelle di un pallore latteo, una creatura fosforica –
letale e imperitura e meravigliosa come il suo mondo – Fay si volta in un
fruscio. Attraverso gli strepiti della bufera sento a fatica il rumore dei suoi
passi sopra il tappeto soffice di neve.
Hai mai vissuto un’estate, qui?
Questo posto è un INCUBO.
Your dream world is a very scary place
To be trapped inside
Questo posto è un incubo. Non
posso pensare cosa significhi esserci chiusi dentro. Forse, è vero, una volta
c’era qualcosa, qualche forma di
vita. Ma è stato tutto cancellato. In qualche modo.
“E’ sempre stato così?” Chiedo.
Fay ha uno sguardo severo e
rigido, come non gliene ho mai visti. Ho l’impressione di poter sfiorare il suo
dolore congelato sulla faccia come minuscoli cristalli di ghiaccio. Guarda fisso davanti a sé e procede
senza esitazione. Non ha più niente di buffonesco. Ora è il Principe
delle Lande Addormentate, il Sovrano dei Ghiacci, è il Generale del Mondo
d’Inverno che muove guerra al palazzo della sua sventura. Quella bellezza
regale che è sempre stata sua nei colori e nelle forme, e che ha sempre
mascherato, ora si è risvegliata e l’ha prosciugato, l’ha reso rigido, e freddo
e statuario.
Fay – marmo, bianco mantello,
pelle di un biancore fosforico, con una voce bianca di tempesta dice: “No.”
Dice: “Una volta c’era la vita.
C’erano esseri umani.”
“E dove sono tutti?”
Dice: “Morti.”
Ora, immagino morire sotto strati di neve. È
come dormire per sempre. Il corpo non si consuma, non si decompone, e resta
mummificato per millenni. Ora, immagino cadaveri, una distesa di cadaveri, con
gli occhi spalancati rivolti verso di noi, e noi camminiamo a muovere guerra al
palazzo della sventura passando sopra le loro teste.
Questo posto è un incubo.
To be trapped inside
All your life
Shine in time
Un incubo.
Non può essere che un incubo.
Quest’orrore…
Ricordo. O non ero io?
La torre che cade a
pezzi. Ci siamo caduti dal pozzo nero. Quella viscida sensazione di un vuoto denso, tentacolare, che avvolge il nostro lento
precipitare, fa ancora pressione sulla mia pelle. E davanti alla torre, un
mucchio di cadaveri. Una terra sterile e desolata, un deserto di morte
silenzioso come la solitudine, impietoso come l’odio che ci ha spinti qui
dentro.
Ricordo. Ricordi, Fay?
Tu, sei caduto più in
basso. Sei caduto nel mucchio di cadaveri, sei caduto nella polvere, e io ho
visto ogni cosa imprigionato nella mia torre.
Ricordi, Yuui? Ricordo. O non ero
nessuno dei due?
Sono caduto più in
basso nella polvere. Dal basso, morendo istante dopo istante di stenti, mentre
la mia pelle si consumava, e raggrinziva prima del tempo, e le mie labbra si
facevano così secche, mentre mi trasformavo lentamente in un cadavere animato,
vedevo i tuoi capelli d’oro continuare a crescere come onde e pensavo che
presto o tardi ne avresti fatto una scala per fuggire.
Ricordi, Yuui? O Fai? Io… ricordo.
Un occhio membranoso,
un unico bozzolo dimensionale che si è aperto davanti ai nostri sguardi vitrei.
Ricordo il rumore come di schiocco e la voce dell’uomo provenire da distanze
siderali. Ricordo. Di aver confuso il mio nome. O di
averlo fatto apposta.
Ricordo. Ho pensato: “Sono pronto a
tutto perché tu viva. Morirò per te.”
Ricordo – di essere morto per te.
O quello eri tu?
Io ricordo di averti sacrificato per
sopravvivere.
Io ricordo –
Questo è un
incubo!
Spalanco
gli occhi. Ho guardato nel fondo del pozzo dell’orrore. Ed era il suo mondo, erano i suoi ricordi. Erano veri. Era la sua vita. Era…
“Fay.”
“Yuui.”
Dice. “Io mi chiamo Yuui.”
Ashura, Re Nero dei Ghiacci, follemente innamorato del
sangue e di Fay-Yuui, sorride.
“Il mondo di Yuui, non è un incubo spaventoso?”
“Hai visto
tutto…” Sento la sua voce, debole, un sussurro. Il suo unico occhio,
azzurro di una luminosità meravigliosa, è spalancato e terrorizzato. “Avete visto tutto…”
“Erano – i
tuoi ricordi?”
“Sì.” Dice
Ashura. Crudele, impietoso, una bufera di neve che ti sorprende nella
notte.
Oh, ora capisco.
Le parole di Yuuko – “Non immagini nemmeno le zone d’ombra
della sua vita.”
Ma questo è peggio di quanto abbia mai potuto immaginare.
“Tu non sei
Fay.”
Fay-Yuui scuote la testa. Ashura punta il dito sul fondo del
pozzo.
“Fay
dorme.” Dice. “Ha riposato lì sotto con me per molto tempo. Ma lui non si può svegliare.”
Sorride. “A
meno che,” Dice. “Yuui non porti a termine il suo compito.”
“No!”
Fay-Yuui grida. Si copre il viso con le mani, si nasconde.
E’ l’ultima barriera,
l’ultimo segreto, l’ultimo brandello della mia vergogna. Non rivelarlo.
“Cosa?”
“Se Fei Wang avrà quello che desidererà allora anche Fay, il
Fay originario, potrà tornare in vita. non è vero Yuui? Non è questo il tuo desiderio? Non è per questo
che sei venuto da Noi?”
Fay. Yuii.
Una pedina
dall’altra parte della scacchiera.
Oh, dovrei
davvero odiarti. Dovrei davvero, davvero odiarti ora.
You're closer
To the truth
Fay non si chiama Fay. Si chiama Yuui.
Yuui ha sacrificato la vita del fratello per la propria in
un momento di enorme debolezza, quando non poteva essere più vicino alla morte.
Yuui ha accompagnato Ashura – Folle Re Nero dei Ghiacci –
per anni, e l’ha amato al punto da non poterlo uccidere nemmeno quando la sua
pazzia ha devastato un mondo intero.
Yuui è un codardo che aspetta la resurrezione del fratello
addormentato nell’acqua. E ci ha ingannati tutti quanti, perché chi esaudirà il
suo desiderio è il nostro nemico.
Yuui non
vuole noi. Non ha bisogno di noi. Ha bisogno solo di morire perché ha
sbagliato troppe cose e con la sua vita deve rimediare.
Yuui…
Fay.
Within you
Is the truth
Non importa, vorrei dirgli. Ma ora non c’è tempo. Si
sta lasciando di nuovo morire.
Cosa posso fare oltre a questo? Ti ho già dato tutto il mio
sangue, e ora ti dono la cosa più preziosa che possiedo, la mia forza. Il mio braccio.
Forse l’unica mossa possibile è dirtelo chiaramente: “Voglio
che tu resti perché ti amo.”
Ma non è mai il momento, e quando è il momento tu stai per
morire e io ho cose più importanti da fare come salvarti la vita e farmi odiare
per questo.
Ma davvero.
Non importa. Fay.
Shine in time
Shine in time
Brilla nel tempo. Cos’altro posso fare per te? Ho ucciso il
tuo Re impazzito perché tu sei troppo debole.
Questo mondo sta collassando sotto il peso degli anatemi dei
tuoi manovratori, e tu sei di nuovo prigioniero. Non puoi uscire dal cerchio
incantato in cui ti hanno rinchiuso.
“L’incubo nel quale sono intrappolato, non finirà mai.”
Lo vedo dal tuo sguardo. Vergogna e dolore. Vorrei dirti che
non importa ma non c’è assolutamente tempo per questo, per cui entro
nell’anello magico che ti circonda e ti incatena a questo mondo da incubo a
cercare un qualche modo per tirarti fuori, perché davvero non ti posso lasciare
qui a marcire dopo tutto il tempo che hai già passato a marcire dentro te
stesso.
“No.”
Posso fare qualsiasi cosa per te. E un giorno avrò anche il
tempo per dirtelo.
“Kurogane, vattene!”
Stringo Fay contro di me, il turbine magico, più violento
della bufera di neve, avvolge i nostri corpi e la stanza e il palazzo e
disgrega lentamente la neve perenne. Fay – bianco e fragile come neve – in
questo momento non può fare nulla.
“Vattene…”
“Questo posto è un incubo.”
E se è l’unico modo – se è l’unica via d’uscita – pagherò il
prezzo più alto.
Forse Fay ha avvertito qualcosa prima di scomparire nel
nulla delle soglie dimensionali, forse ha percepito l’odore del sangue o il rumore
della carne mutilata, lo scricchiolio delle ossa infrante. Forse, solo per un
istante. Io non ho mai provato
un dolore così forte.
“No!” Grida,
ed è l’ultima cosa che avverto prima di svenire.
Ma chiudendo gli occhi non c’è più nessun incubo, nessun
orrore.
___
Questo capitolo e il quinto sono i
miei due preferiti. Mi sono usciti – così – senza nessuno sforzo. Si sono
scritti sull’onda dell’emotività. O forse io e Danny Cavanagh siamo telepatici,
chissà.Bene, la primavera sembra arrivata
anche qui. Con la fine dell’ improbabile Stagione dei Monsoni è spuntato il
sole e siamo tutti malati °A°. Lo trovo ingiusto. Ho ancora troppe cose da fare
e meno di un mese per farle. Devo andare al Tesco di notte e saltare nella
fontana dell’Arkadia e andare a Danzica. Tempus Fugit.
Eje – Grazie per la
comprensione. Voglio dire, a volte mi accorgo di aver fatto determinate scelte
in maniera del tutto intuitiva °A°. Scrivo molto velocemente. È questione di ispirazione
suppongo. Col
materiale che avevo c’era talmente tanto da dire. E mi sono accorta di una
cosa. Gli Anathema non sono la colonna sonora adatta
a questa storia. Sono la colonna sonora adatta a qualsiasi storia, perché
dentro ci ho trovato ogni genere di sentimento. Chiusa parentesi. Stay tuned. Cerco di
aggiornanre anche Blu oggi.
elilala - Mi piacciono i commenti mezzi seri e mezzi stupidi! I <3
stupidità. Mi spiace aver interrotto qui sul più bello. La mia idea è quella di
scrivere one-shot potenzialmente slegate tra loro. I temi ricorrenti, ovviamente,
le tengono unite. Ma lo scheletro è la canzone, sotto, e dovevo andare dove mi
diceva la canzone. Non saranno nemmeno tutte in ordine cronologico. Ma copriranno
i momenti fondamentali del pairing XD
oceanredwhite – Oh,
ecco, in un certo senso qui c’era molto Ashura e molto Ashura incarognito. Ma vale quello che ho
detto sopra. Avete presente i concept album? È qualcosa
del genere. Quando arriverete all’ultimo capitolo, se ci arriverete (se ci
arriverò), avrete una prospettiva quasi completa su tutto. No, mi rendo conto
di non essere normale XD
Alla prossima <3
Baci
|
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Capitolo 4 *** Are you There? ***
and 04
4.
Are You There?
Are
you there?
It’s
wonderful to know
All
your ghosts,
All
your ghosts
Sei ancora qui?
È meraviglioso.
“E’ vivo.”
Non provare ad
andartene non provare ad andartene non provarci non provare ad –
“Fay, è
vivo, staccati.”
Se lo lascio, ora, scomparirà per sempre. Si dissolverà, si
scioglierà in una pozza di sangue. E mi lascerà di nuovo solo.
“E’ ancora vivo!”
Stringo la presa, premo con tutta la mia forza sulla ferita
per arginare il sangue. Non mi alzo da qui. non lo lascerò sciogliersi in una
pozza di sangue.
Nihon.
Fuori. Un cielo chiaro come il mio unico occhio, sereno come la
Primavera che a Celes non è mai arrivata. Deve essere stata una giornata
splendida fin’ora. Palazzo, cortile. Attorno a noi, muri di pietra e legno che
si innalzano come pinnacoli verso l’alto, e un giardino meraviglioso. Persone
che passeggiavano senza avere la minima idea che dalla soglia dimensionale del
ciliegio sarebbero precipitati un Mago salvato dal mondo dei morti e un Ninja
mortalmente ferito. Non avevano idea che avremmo raccolto sotto i loro occhi
terrorizzati una pozza di sangue. Non avevano idea che avremmo pianto – così –
“Fay!”
Voce di Syaoran alle mie spalle.
Un tocco leggero sulla mia testa, eppure così irresistibile.
Mi sposto al suo minimo cenno.
Lei si china, pelle bianca come la ceramica, come la luna, e
capelli neri come un cielo lunare. Le sue candide mani lo toccano, lo
accarezzano con dolcezza. È la Principessa. Tomoyo-Hime, del Regno del
Giappone, bella come le regine dei Tempi Antichi e saggia come loro.
“Non
morirà.” Dice.
“E’ ancora
vivo.” Dice.
E io finalmente distolgo lo sguardo da lui, e vedo – le mie
mani completamente sporche del suo
sangue.
Ma alla fine è ancora vivo. È ancora qui.
Anche se forse qui rimarrà, per sempre, è così bello saperlo
vivo.
My mind is happy
Need to learn to let it go
I know you'd do no harm to me
“E sei felice?”Mi chiede.
Sorrido.
“E’ un sorriso sincero?”
“Sì.”.
“Che prezzo hai pagato… per me.” Dico.
Kurogane
distoglie lo sguardo. Apre la bocca per un istante e pensa a quello che
deve confessare.
“Non
importa.” Lo precedo. “Ho imparato. Ho capito quello che hai tentato di
dirmi per tutto questo tempo.”
Lui
annuisce.
“Bene.”
“Bene.”
Silenzio.
Imbarazzo. Peso.
“Avevo paura di te. Perché in un certo senso sapevo che… mi
sarei innamorato. E io non
pensavo di –“
“Di
meritarti una risposta?”
Mano sulla
fronte. Sospiro. Silenzio. Peso.
“Tu hai visto cosa c’è nel mio passato–“
“E tu hai imparato la lezione, spero.”
Allunga il suo unico braccio umano, di carne, verso di me.
Palmo rivolto all’alto.
“Non puoi più vivere nella paura.” Dice.
“Non ho più paura.”
Palmo
contro palmo. La sua mano preme sulla mia. La stringe come se non la
dovesse più lasciare. E nonostante tutto, nonostante mi stia per baciare,
Kurogane ha il coraggio di guardarmi negli occhi – nel mio unico occhio.
But since you've been gone I've been lost
inside
Tried and failed as we walked by the riverside
Ricordo.
Un
giorno. Che in altre dimensioni può voler dire ore o anni o millenni o
un’eternità, ma qui un giorno per me è stato comunque un’eternità.
Ho vagato per un giorno tra i corridoi e i cortili del
palazzo. Ho indossato uno dei loro abiti e ho cercato di chinarmi come fanno
loro per salutare. Ho percorso tutte le stanze e osservato con ansia, e ogni
ora sono tornato indietro alla camera di Kurogane, ma non mi hanno fatto
entrare.
Il giorno più solo
della mia vita. Penso.
Il piccolo
fiume scorre sul prato.
Scorre, comunque. Qui le giornate sono sempre serene. Qui sarebbe stato
bello crescere. Qui le persone sono fatte per crescere e amare…
Il giorno più solo della mia vita – perché è il primo in cui
posso veramente perdere qualcosa. La solitudine mi è stata accanto coi volti
dei miei odiati fantasmi per molto, molto tempo. Ma ora che quei visi si sono
fatti più sbiaditi, ora che non riescono più ad aggrapparsi e tirare le falde
del mio mantello – ora è Kurogane che sta per diventare un fantasma – il mio
nuovo Spettro, la mia nuova condanna, colorato del rosso dei suoi occhi e del
nero della notte di Celes in cui si è sacrificato, e del rosa dei petali del
ciliegio a cui la sua anima tornerà.
The best friend that eluded you lost in time
Burned alive in the heat of a grieving mind
Ricordo.
Un giorno in cui non ho fatto altro che piangere.
Posso sentirlo: “Stupido Mago, prima sorridi sempre, ora
piangi sempre, non sei normale!”
È come se la mia mente fosse allucinata.
“Lo ami troppo per lasciarlo andare.”
Tomoyo.
Voce della Luna, voce della Purezza. Tomoyo sa tutto, ha visto tutto prima
di rinunciare alla Vista per riportarci qui.
“Sì.”
“Allora guarda.”
E vedo: Yuuko.
“Hai un
desiderio?”
Sì.
“Puoi pagare il prezzo?”
“Puoi prenderti tutto quello che vuoi.”
Il mio unico occhio, azzurro di una luminosità meravigliosa,
è rosso e gonfio per il pianto. La luce è offuscata, ma è tutto lì – il mio
potere, la mia essenza, il mio dono più grande – e io – me lo strappo.
“Ne sei sicuro?” Chiede Yuuko.
“Ho imparato una lezione.”
Lei annuisce.
“E’ ora di sistemare le cose. È il momento. È ora che vi
parliate prima della battaglia finale, prima che sia troppo tardi.”
“Kurogane
–“ Chiedo. “Morirà?”
“No.” Dice
Tomoyo. “Non qui. Non ora.”
“Allora prendi il mio colore.”
Yuuko
sorride.
“Yuui,”
Dice. “Fay. Pare proprio che tu abbia imparato. Ma adesso smettila di
piangere.”
Did we lose all the love that we could have
shared –
“Fay-sama.
Vieni.”
Tomoyo mi
conduce nelle stanze dove riposa
Kurogane. Congeda il medico e le guardie e mi fa cenno di sedermi
sul bordo del letto.
“Domani si
sveglierà.” Dice.
Notte. Buio.
Persino la notte qui possiede qualcosa di rassicurante. La faccia lunare di
Tomoyo è rassicurante.
“Fatti trovare qui.”
“Sì.”
Silenzio.
“Quello che la Strega delle Dimensioni voleva dire è –“
“Non importa.”
Si alza, regale, meravigliosa, nottilucente, un tintinnio di
campanelli e un fruscio di seta e la voce di un’antichità inconcepibile.
“Puoi restare qui questa notte. Qualcuno verrà a cambiare la
fasciatura.”
Esce. Come una nuvola, come corrente.
Mi chino su di lui, gli prendo la mano nelle mie.
“Quello che Yuuko-san voleva dire, Kuroo-myu, Kuro-rin, è
che in verità sei follemente innamorato di me, anche se non me lo so spiegare,
e lo sapevo, ne ero cosciente dal giorno in cui mi hai riportato in vita a
Tokyo privandoti del tuo stesso sangue, e oh, ero così felice, per un istante
ero felice perché anch’io ti amo, ma vedi, io non ero fatto per essere felice,
e allora bisognava che facessi qualcosa per tenerti lontano, per metterti al
sicuro dalla mia prigione di ghiaccio, ma tu, niente, sei voluto entrare e
guarda cos’è successo. Se tu
morissi ora… che ho imparato…”
Altro pianto. Vorrei che si svegliasse.
Mi darebbe un pugno e mi trascinerebbe sul suo petto, ne sono certo, e io gli
direi ogni cosa, ogni cosa, perché ora io sono pronto e lui è pronto, ora è il
momento, abbiamo sacrificato così tanto e più di così ci aspetta solo un salto
nella morte.
“A volte mi sono chiesto se esiste una dimensione in cui i
nostri sentieri si sono congiunti in maniera più felice. Se esiste un luogo… e
un tempo, per noi.”
“Ora mi chiedo se abbiamo sprecato le nostri occasioni.
Abbiamo perso tutto – presto
combatteremo l’ultima battaglia.”
And I can't find a way
Now to find it out
Where are you when I need you...
Notte lunga un’eternità. Non riesco a chiudere il mio unico
occhio – chiaro come sabbia, color oro, di una luminosità tristemente diversa. In fondo, qualcosa cambia.
Ammetto: ho bisogno di te. Sto impazzendo senza di te. Ho
provato a vivere senza di te, ma dopo tutto non ne vale più la pena.
“Svegliati Kuro-rin.”
Ad ogni ora, chiedo: “Svegliati.”
Ma è una notte lenta e tranquilla, che sgocciola agli angoli
del cielo con chiazze di buio impenetrabile e stelle che dal balcone sono così
visibili, e si rende pian piano più pallida coi colori dell’aurora. È una notte
dilatata che impiega un tempo indefinito per tramontare. Vedo le nuvole
sull’orizzonte tingersi di arancio e rosa, vedo la luce sorgere, vedo il sole
tornare a brillare nelle quiete giornate estive del Giappone, lo vedo
appendersi al blu come la più naturale delle processioni, ed è magnifico,
quest’alba dal venticello fresco è magnifica, è la gigantesca clessidra
turchina del nostro tempo, e ora conto le gocce di notte che scivoleranno sotto
terra ancora prima del tuo –
Risveglio.
La Principessa accorre, e tutti i suoi attendenti, e il
medico. Tutti al capezzale di Kurogane.
È la sua voce la prima che sente dopo essere tornato dal
mondo dei morti. Sono le sue mani che per prime lo toccano, lo accarezzano, è
la sua presenza notturna e magnifica a ricoprirlo.
Ma i suoi occhi cercano me.
E va
bene così. E’ ora di ammettere ogni cosa. Kurogane, ci sarà un tempo,
prima o poi, e un luogo, in cui ci ritaglieremo uno spazio solo per noi, dove
non esisteranno né passati né futuri né predestinazione. Solo: noi.
Per ora, va bene così.
Ora che ti ho bisogno, sei qui.
Are you there?
___
Il mio capitolo preferito e una
canzone che è aaaaaaah. Dio, vorrei averle scritte io queste parole. Invece
vengono dalla pancia di Danny Cavanagh. Ringraziatelo per essere
ipersensibile. E’ uno zuccherino. Lo amo. Boh.
Ringrazio un po’ di corsa eliala e oceanredwhite, non me ne vogliate, nella confusione generale è già
tanto se sono riuscita a postare ç_ç non ho una vita. Ma tanto ho deciso di
mollare tutto e andare a fare la groupie degli Anathema.
Buone vacanze a tuttih <3
|
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Capitolo 5 *** Pulled Under at 2000 Meters a Second ***
AND 5
5.
Pulled Under at 2000
Meters a Second
Deep in the reason betrayal of feeling
The mistakes that I made tore my conscience apart at the seems
Tutti gli errori che ho commesso
Mi stanno facendo impazzire ad ogni occasione.
Just freedom is only a hallucination
That waits at the edge of the distant horizon
And we are all strangers in global illusion
Ha capito che qualcosa
non va.
Bravo
Kurogane. Più in fretta di quanto mi aspettassi. Ma vedi, non serve a
nulla. Anche se tu sapessi, anche se capissi ogni cosa, non potresti fare nulla,
perché abbiamo tutti le mani legate.
“Qualcuno ci sta guardando.” Dice.
Annuisco.
“Me ne sono accorto.”
Bugia.
Lo so.
Stanno
guardando attraverso me e attraverso l’occhio di Shaoran. Noi siamo i loro
strumenti.
Pensavo, è
un peso sopportabile. Ma sta aggiungendo solo altro fuoco alla mia
vocazione per la morte.
Wanting and needing impossible heaven
Tokyo.
Il luogo peggiore in cui io abbia mai messo piede da quando
le soglie dimensionali si sono spalancate per me. Forse un incubo più
minaccioso di Celes, che è bella e letale. Questa Tokyo è il Regno della
devastazione, l’apocalittico richiamo alle colpe dell’essere umano. Questa
Tokyo di palazzi sbriciolati dalla pioggia, di uomini dissolti dalla pioggia,
di disperati che scavano con le mani sul fondo cementificato delle ultime
fortezze rimaste per cercare – acqua.
Una cosa
talmente semplice. E pura. L’acqua che cade dal cielo qui corrode. È un
flagello, una punizione. Sensi di colpa concretizzati in materia liquida. E
acida.
Acid Tokyo è dalla finestra del Palazzo del Governo una
distesa desolata, un deserto di vetro e cemento senza più possibilità di
rinascita. Le colline all’orizzonte sono le carcasse di palazzi ripiegati su
loro stessi durante la caduta, sono macerie di torri che un tempo devono essere
state alte come il cielo. E il cielo – grigio, verde, non ha più nulla di
terrestre. È l’evocazione dei soffitti sulfurei dell’inferno – solcato da nubi
velenose e polveri sospese nell’aria, e i granelli in cui si sono smembrati gli
edifici. Microparticelle portate dal vento che rendono i tramonti
caleidoscopici e fantasmagorici – colori così non ne ho mai visti in cielo – grazie a dio – colori della
decomposizione in cielo.
Tokyo, che in tanti universi brilla al centro del Regno del
Giappone, più o meno moderna, più o meno tentacolare, ora è piegata dal peso
degli sbagli di un intero genere umano, e se li sta trascinando in basso, gli
uomini, li sta facendo sprofondare con sé nelle viscere della terra, e tutto
questo – vista, odori, sensazione di polvere nei polmoni – tutto questo mi
disturba, sembra acuire il mio malessere, sembra che l’incubo rifletta i miei
sensi di colpa e li proietti all’esterno.
Sembra un quadro
uscito dalla mia testa.
Oh, ho una strana sensazione. Andrà male, qualcosa andrà
male. Andrà tutto storto. Il Disegno comincia a compiersi, e Loro stanno
tirando i fili.
Intanto, fuori, un pilastro precipita nella luce spettrale
del crepuscolo contaminato.
The mirage ahead says that they can be free
E poi viene la notte che è esattamente uguale al giorno,
fredda sterminatrice. Non c’è spazio per la vita in questo luogo. Non c’è più
spazio per nulla.
Ho camminato tra le rovine del mondo. I brandelli di muro
giacciono senza grazia ai margini delle strade, sono vestigia di tempi antichi
ma non hanno nulla della sacralità dei monumenti.
Il luogo peggiore in
cui –
Questo posto sembra un
quadro uscito della mia testa, penso. È tutto così reale. La devastazione. La Morte dietro ogni angolo.
Ed è una lenta agonia, segnata dalla pioggia acida, è un lento disfarsi di
giorni, una fine scandita dal tempo della Clessidra-Riserva che giace sotto i nostri
piedi, goccia dopo goccia, finché non resterà più acqua per nessuno, finché
l’ultima speranza sarà evaporata.
Goccia dopo goccia, ogni sorso bevuto dalla fonte è la
consapevolezza che qualcosa è andato perduto e il tempo scivola, e non ce ne
sarà altro a disposizione.
Ed è colpa loro.
È colpa mia.
Ora, non è facile guardare dalla finestra la disgregazione
di una città. Potrebbe
capitare a tutti i mondi possibili. Mi hanno lasciato solo con l’oscurità
dirompente. Come se non fosse nulla (ma Kurogane sa che c’è
dell’oscurità anche nel mio cuore, l’ha intuito con quei suoi sottili occhi
rossi da molto tempo).
Mio Re,
penso.
Celes,
penso.
In fondo è la stessa cosa. Anche a Celes è giunto un nuovo
tipo di Apocalisse.
Ed è stata colpa mia.
Frightened
ashamed and afraid of the blame
The questions are screaming the answers are hiding
Ricordo.
Sangue ovunque. Ed è uno spettacolo
indescrivibile in queste lande, perché il loro sangue è così copioso che si è
raccolto in una pozza rosso scarlatto, rosso tramonto, sul terreno innevato.
Ricordo l’orrore e la
sensazione di disgusto e la netta impressione che nulla sarebbe finito bene.
Ricordo un pensiero
fisso mentre corro per la salita che conduce al Palazzo, striata di rosso, una
scia di sangue strascicata attraverso il ghiaccio concretato sotto i miei
passi.
Ricordo: il mio
mantello macchiato di sangue sull’orlo.
Un pensiero fisso: è
la resa dei conti. È venuto il giorno del mostro, è il giorno dell’Apocalisse
di Celes, come mi avevano rivelato – perché non ho ancora finito di espiare la
mia colpa.
Ricordo il dolore all’idea
di perdere la cosa più preziosa. Poi la sconfitta. La morte.
L’espiazione infinita…
Non finirò mai di pagare?
La desolazione lunare che si mostra alla finestra è lo
stesso presagio di allora.
“Non ho diritto a un po’ di felicità?” Ho chiesto una volta
a Fei Wang.
“Oh, no.”
Dice. “Non tu. Il prezzo che devi pagare è troppo alto…”
E sia, ho risposto due volte a cuor leggero.
La prima volta Fay è morto e ho dovuto pagare con l’amore
per Ashura che era destinato a impazzire. La seconda volta Ashura è sprofondato
e ho pagato con l’amore per Kurogane e i bambini, e ora – li dovrò uccidere, o
morirò per loro. Chi lo sa.
“Mi stai
prendendo tutto.” Dico al nulla. Al vetro che mi separa dal caos di fuori.
“Tutto ciò che possiedo…”
The nightmare is coming the clouds are
descending
Entra
Kurogane. Ripone di fretta il mantello e si muove verso la porta. Si ferma
all’improvviso.
“Oi.”
Richiamo.
Mi sono distratto!
“Oi, stupido Mago! Va tutto bene?”
Oi, Kurogane, cosa hai
visto?
“Sì,”
Rispondo. “certo. Questo posto possiede qualcosa di impressionante.”
“E’ davvero un orrore per renderti così uno straccio.” Dice.
Si avvicina alla finestra, passo felpato di Ninja, passo
elegante di cavaliere, passo deciso di uomo, e appoggia una mano al vetro
accanto a me. Kurogane, guerriero di un Giappone ancora in fiore, ancora
avvolto dal profumo dei ciliegi e accarezzato dal sole del mattino, Kurogane
che un orrore e una morte così non l’ha mai vista concentrata in un’unica conca
di vita. Nero-Kurogane, sempre avvolto da un mantello color notte,
Rosso-Kurogane dagli occhi appassionati, emette un calore familiare e piacevole
che riesco ad avvertire alla minima distanza. È come corrente elettrica e so
che c’è, è lì per riscaldarmi.
Lui resta così, pensieroso, preoccupato, cupo, a guardare il
tracollo di palazzi e strade per qualche secondo e io penso che è un calore
davvero troppo bello per essere disperso.
Penso: non lo posso
fare.
Penso: troppo bello.
Non ho il coraggio di distruggerlo.
E se non sarà lui, allora sarò io a sciogliermi nelle acque
acide di Tokyo. Qui si consumerà il primo sacrificio. Possiedo la stessa
sensazione di precarietà. I miei occhi azzurri di una luminosità meravigliosa
vedono un Disegno dalle tinte sinistre e vedono una cornice che si chiude su
queste due figure affacciate alla finestra.
Ora, scelgo.
Me.
Pulled under two thousand metres a second
–
Quando Syaoran smette di essere Syaoran-originario e diventa
solo il suo clone so che è arrivato il momento di compiere il primo sacrificio
che ci è stato richiesto.
E non ho dubbi su chi abbia più meriti.
Io possiedo – la vocazione per la morte.
Tuffo.
Acqua. Pura,
pulita, chiara, fredda come quella che si scioglie a Celes. La Riserva è
scarsa, è un bacino idrico che basta a malapena per duecento persone. Vedo il
fondo, appena sotto di me, vedo Sakura e Syaoran, vedo il pavimento che chiude
l’ultima risorsa di questa gente in un guscio di cemento e ferro.
Vedo –
Di duemila metri al secondo precipito, nell’abisso…
Darkness consuming collapsing and breaking
Sento la sua voce nella mia testa. La voce di Syaoran
artificiale, il mio alleato e il mio carnefice in questa disfatta. E per
qualche minuto provo anche a opporre resistenza. In fondo il sacrificio è il
mio, e c’è Sakura da riportare a galla.
Poi arriva anche la voce di Fei Wang che ripete: non c’è niente per te, niente per te, devi
consegnarmi tutto, è il prezzo, tutto; e ripenso alle cose che ho perso,
all’amore che ho venduto troppo facilmente, al Fay-originario, al mio Re, il
mio bellissimo Re di ghiaccio, e ai miei bambini, e a Kurogane, mio dio,
Kurogane, nero e rosso guerriero di un regno dove a tutti è concesso di
meravigliarsi alla vista dei fiori di ciliegio, Kurogane forte di una passione
che gli brucia negli occhi e di un amore per la vita che non posso più
imparare, penso al tempo che abbiamo sprecato e allo stupido Disegno, penso sarebbe stato bello se… perché ti amo così
tanto e forse c’è un mondo in cui potrei meritarmelo, da qualche parte.
Ma ora, investito, sommerso, annegato dal prezzo delle mie
colpe ho bisogno di lasciarmi morire, per cui ADDIO.
Lie to myself start a brand new beginning
But I'm losing my time in this fear of living
“E’ che non sei solo capace di vivere.” Diresti.
“Può darsi.
Non ho mai imparato questa lezione.” Risponderei.
Ho l’impressione che se fossi sincero con te, tu capiresti
tutto. E avresti delle risposte, Kurogane. A volte sono stato tentato di
confessare.
Ma poi, sono un debole, in fondo. Non ho voglia di
ricominciare. Ho paura.
La mano di Shaoran sul mio viso, preme contro gli zigomi,
contro le labbra. Due dita scivolano sulle guance e premono. Le avverto
distintamente incunearsi nell’orbita sinistra come uncini di carne arroventata,
le avverto avvolgere il mio occhio e stringerlo e trascinarlo, e tutti i miei
muscoli, tutti i miei nervi, provano un dolore così lancinante da svuotarmi la
mente. Bianco, deserto, tabula rasa, un candore cognitivo interrotto solo dal
flusso di sangue che fuoriesce dal solco vuoto, una scia rossa come le tracce
sulla scalinata del castello di Celes quel giorno, un nastro purpureo che si
disperde amalgamandosi nell’acqua pura della Riserva, e poi – nulla.
Freedom is only a hallucination
That waits at the edge of the places you go when you dream...
“Potevi lottare!” Diresti.
Cosa farai, ora, Kurogane, mio Cavaliere Nero? Ora che sto
per morire –
“Non potevo,” Risponderei. “C’era un prezzo da pagare.”
“Non dire sciocchezze.”
Tu non lo sai, perché
dal mondo in cui provieni tutto è chiaro come l’occhio che ho perduto,
ma non si può lottare. Ogni cosa è scritta. È decisa ed è manovrata al di sopra
di noi. Che sia un lungo sogno o una realtà, lo spiraglio delle nostre scelte è
così ridotto…
Che tu lo voglia o no, non puoi decidere. Non puoi lottare
se non sei fatto per lottare (e io non sono stato fatto per lottare). Non ci
sono scelte né opzioni né fatalità. C’è il Destino.
E noi – non siamo – liberi.
***
So
long no see… è un brutto periodo, gente. Credetemi. Brutto brutto brutto. Avete
comprato il nuovo album degli Anathema? No? Ma lo sapete che questi poveracci hanno dovuto vivere in
un bungalow e che I vostri venti euro saranno un pasto caldo per uno di loro? Lo
sapete?
Ma passiamo alle cose serie.
Ringraziamo
Eliala – Tu non lo sai,
ma se le cose vanno come ho paura che andranno avrò molto tempo libero da
dedicare alle fan fiction. Oddio. Beh, dai. Arrivo sempre in ritardo ma almeno
sai che esiste una fine. Besos.
Harinezumi – flusso di coscienza, sì
*A* ci piace questo modo di scrivere. È facile
quando assorbi molto dei personaggi e quando Danny ti butta lì delle frasi come
fossero perle. È merito di tutti e tre. Siamo una catena di montaggio, ecco. Baci anche
a toi <3
A
prestoh!
|
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Capitolo 6 *** A Natural Disaster ***
AND 06
6.
A Natural Disaster
Cos no
matter what I say no matter what I do
I
can’t change what happened
E’ stato un lungo, freddo inverno.
I've been crying on the inside over you
Non volevo tornare in
quest’incubo. Troppi ricordi, troppe faccende in sospeso, e il pericolo di una
bestia nera, il mio Re Nero, risvegliatosi dalla sua prigione di cristallo. Mi
aspetta sulla cima della collina con tutto il peso della mia colpa, con tutta
l’evidenza dei miei errori.
Ve li mostrerà?
Tremo, di freddo, di paura.
Sulla cima della collina quante
cose ho abbandonato. Più della paura di morire oggi è la paura dei fantasmi a
farmi tremare. Ogni passo in questa direzione mi riporta verso di loro, verso
quelli che ho sacrificato per salvarmi in un impeto di autoconservazione. Ora,
non mi importa davvero di sopravvivere.
C’è una voce dentro di me che
dice: “Prima o poi avresti dovuto affrontarli. Prima o poi avresti dovuto
chiudere il cerchio – distruggerli definitivamente o essere da loro distrutto.”
Ed è solo questo pensiero che mi
fa andare avanti, rigido nel freddo e nella determinazione, è solo quest’idea
che mi fa marciare verso il castello in cima alla collina dove Ashura, Re Nero,
nera bestia di Celes, si è risvegliato dalla sua prigione di cristallo.
Just slipped through my fingers as life turned
away
It's been a long cold winter since that day
Celes dalle bianche pareti di
ghiaccio. Attorno a noi turbina la tempesta. Questo luogo si è conservato per
secoli esattamente come l’ho lasciato. È immerso in un’immobilità spaventosa,
in un lungo inverno, un inverno perenne che cristallizza tutte le cose, le
rende immutabili, eterne…
Kurogane e Shaoran mi seguono.
Credo non mi abbiano mai visto in queste condizioni. Si guardano intorno
meravigliati da tutta questa neve. Mi chiedo se la trovino bella. Oh, Celes,
meravigliosa Celes, così magica, così scintillante sotto strati di neve, eppure
così letale.
Qui, l’inverno non finisce mai. E
le cose non si muovono. Nel freddo si dilatano appena e si congregano in
blocchi di ghiaccio e non si consumano, non si dissolvono.
I loro volti congelati sul fondo del pozzo… sono ancora come li ho
lasciati?
Passo.
Passo.
Ogni passo è una fitta di dolore.
Ogni passo sono più vicino ai miei fantasmi – forse alla mia distruzione.
Per ogni passo, un ricordo.
Mi sembra di impazzire.
It's hard to find
Hard to find
Hard to find the strength now but I try
Ricordo.
Il giorno in cui per la prima volta sono arrivato qui, distrutto dagli
stenti, così vicino alla morte eppure miracolosamente vivo. Ricordo il candore
di questa terra tutto attorno a me, il freddo pungente nell’aria, il freddo
nelle stanze del palazzo, il freddo che emanava Ashura quando mi sfiorava.
Ricordo di essere stato poco cosciente di quello che accadeva. Ogni
cosa mi scivolava addosso, anche il gelo, anche la neve che non avevo mai visto
nella valle della morte senza fine in cui avevo passato il mio tempo ad
accumulare cadaveri.
Ricordo.
Il corpo di Fay, il Fay vero, Fay-originario, dai lunghi capelli come
una cascata d’oro attorno al volto deteriorato dalla miseria. Consumato già
mentre finiva di vivere, si sarebbe dissolto così presto. L’abbiamo pulito, io
e Ashura, l’abbiamo ricomposto. Gli abbiamo donato l’immobilità eterna con
quella piuma che abbiamo incastrato nel suo petto, e poi l’abbiamo adagiato sul
fondo del pozzo ad aspettare.
“Aspetterà anche per mille anni,” Diceva lui.
Ma io piangevo sull’orlo del pozzo, guardando in basso verso il suo
volto ricoperto da gelide acque, quel volto uguale al mio, quel volto scavato
dalla sofferenza.
“Lo riporterai in vita,” Diceva.
Ma io sapevo già, sull’orlo del pozzo, io sapevo che se anche avessi
potuto farlo risorgere, se anche avessi potuto donargli una nuova vita, non
avrebbe mai cancellato la colpa del sacrificio, mai gli avrei restituito fino
alla fine ciò che io stesso gli avevo tolto.
Ricordo.
Piangendo sull’orlo del pozzo mi sono chiesto tante volte: “Se mai si
svegliasse – se mai potesse aprire gli occhi e guardarmi in faccia – mi
perdonerebbe?”
Don't want to go on and speak now
Of what's gone by
E loro continuano a seguirmi. Cosa
ne possono sapere? Presto conosceranno la verità – la vera storia di Fay, la
vera storia di Yuui, e mi lasceranno andare.
Mi piacerebbe cancellare tutto. I miei ricordi,
le mie azioni. Ricominciare da zero. O forse mi piacerebbe lasciare a
Fay la possibilità di ricominciare da zero.
Cos no matter what I say
No matter what I do
I cant change what happened
Prendere il suo nome non lo riporterà in vita.
Annullare me stesso non lo riporterà in vita.
Scegliere di vivere col solo scopo di resuscitarlo e poi lasciarsi
morire non cancellerà la colpa. Non si può ricostruire l’equilibrio perduto.
I morti non tornano.
Ricordo.
Quante ore passate
sull’orlo del
pozzo a guardarti. Con amore, con affetto, metà di me stesso – e ora
parte di me stesso – sono sicuro che il giorno in cui ho assunto il tuo nome ti
ho assorbito dentro di me, in qualche modo -, pensando ai rari momenti felici
della nostra vita insieme e alla crudeltà del nostro destino.
Anche se siamo stati bene per poco tempo, quelle sensazioni non me le
scorderò mai. Il tenerci per mano, il camminare l’uno accanto all’altro, il
sentire le cose allo stesso modo nello stesso istante, questi istanti nessuno me li restituirà, ma li porterò nel cuore,
avvolti dall’inverno di Celes, il lungo, strisciante inverno fosforico di Celes
che tutto congela in un’immobilità assoluta, in un eterno distacco. E un
giorno, quando ti resusciterò, quando pagherò la tua vita con la mia – quando
ti avrò perso per sempre – ci sarà un attimo, un solo attimo, in cui saremo
svegli entrambi e ci sfioreremo. Saremo diversi, Fay, io sarò cresciuto, tu
sarai ancora il bambino dai lunghi capelli come una cascata d’oro attorno al
volto scavato, ma ci guarderemo – quattro occhi azzurri di una luminosità
meravigliosa, mani che si toccano, dita che si intrecciano per un istante.
Prima di morire prenderò la tua piccola mano nella mia, sentirò il calore
passare da me a te, ti guarderò rifiorire mentre io mi spegnerò. È questo il
patto che ho stipulato con Fei Wang.
Ricordo di averti raccontato questa storia un milione di volte
sull’orlo del pozzo.
Ricordo di averci creduto.
No matter what I say
No matter what I do
I cant change what happened
Ma ora so che non esiste una soluzione
del genere. Non importa ciò che farò. Non posso cambiare quello che c’è stato.
L’equilibrio non può essere ripristinato. Qualcosa è andato perduto in questi
anni, e ho la tremenda sensazione che sia stata la tua anima.
Ashura ti avvolge col suo mantello
nero di morte, di protegge da me, non mi lascia avvicinare. Mi chiama Fay, e
poi Yuui, e rivela a tutti il mio segreto.
Non posso cambiare la realtà.
I morti non tornano.
Ashura ti disperde.
Just slipped through my fingers
And I feel so ashamed
You just slipped through my fingers
And I have paid.
La vedo. Una piuma galleggia nell’aria per
qualche secondo. Una forza invincibile, una magia potentissima.
È tutto finito. Ho fallito, Fay. Non ho
potuto resuscitarti.
Tutta la mia vita – ogni mio
scopo, ogni mia ragione di esistere si disperde col tuo corpo e con la piuma
che emana questa luce abbagliante.
Ho perso ogni cosa. Di nuovo.
E allora per me, in questo lungo,
freddo inverno fosforico, che senso ha andare avanti?
***
Ok,
ci siamo. capitolo che dà il nome alla raccolta e track che
dà il nome all'album. E io non so che dire *^*
Oltre a ringraziare harinezumi
che è sempre così sweet. Non voglio farti davvero
piangere, cara. Ma Fay è davvero un cretino, cosa ci posso fare.
Se le va a cercare. Spero tu abbia ascoltato la canzone mentre leggevi
il capitolo °^° Danny ne sarebbe molto felice. è
depresso. Non si nega un abbraccio a un povero inglese di
mezz'età con un sacco di problemi esistenziali alle spalle e un
fratello mitomane che gli ruba la scena ogni volta, vero? Non si nega!
Baci a tuttih X*
|
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Capitolo 7 *** Flying ***
and 07
7.
Flying
And
though I said my hands were tied
Times have changed and now I find I'm free for the first time
Ora mi ritrovo ad essere libero
per la prima volta.
And all around us everywhere
Is all that we could ever share if only we could see it
Un mondo di acqua sotto il
deserto. Le sorgenti raccolte sotto le rovine sono una visione. Si sente il
rumore e l’odore dell’acqua, la purezza dell’acqua – di una bellezza
cristallina, colore dei miei occhi quando ancora possedevo quell’azzurro di una
luminosità meravigliosa. Ora
il mio unico occhio è color sabbia. Come il deserto qua fuori. La sabbia
calda e sottile si è depositata sui nostri vestiti e sui nostri volti mentre
camminavamo verso le antiche vestigia del Regno di Clow, sulle nostre mani
mentre sfioravamo la pietra – impressionante come sia rimasta ancora in piedi,
pilastri e muri e statue incise nel calcare per un tempo immemorabile,
impressionante come nella dimenticata conca di calore e polvere non abbia perso
niente della sua antica magia, niente della sua antica sacralità.
Ho attraversato i resti
dell’Antico Regno con un senso di stupore. Non possiedo più occhi blu
indagatori, non avverto più la sottile elettricità che si sprigiona dalla
Magia, e nonostante questo posso dire che ci troviamo in un luogo incantato.
Passarci attraverso è come oltrepassare una soglia dimensionale, è come essere
sospesi nel mezzo del viaggio – non ci sono più epoche, non ci sono più luoghi,
e dimensioni, è solo vuoto colmato dalle percezioni umane, è essere ovunque e
in ogni momento, espansi all’infinito, infinitamente compenetrati l’uno
nell’altro nel punto in cui converge anche il resto dell’universo, e l’orlo di
noi stessi, la finitezza del nostro corpo e della nostra mente è solo
l’illusione della nostra coscienza.
Così mi sento ora.
Questo posto è – meraviglioso. Mette i brividi.
Ed è pulito, e vuoto, e raccolto. L’unico rumore che si diffonde tra le
pareti sommerse dal mare di sabbia è quello dei nostri passi che interrompono
il suono perenne delle cascate.
Ad ogni gradino mi sembra di
penetrare nel cuore del mistero.
Non ho paura come quando
camminavo nella neve di Celes, affondando sino al ginocchio in un pallore
spaventoso. Non ho paura come quando correvo avanti e indietro a Nihon
aspettando il risveglio di Kurogane. Sento un vuoto senso di rassegnazione.
Sento la battaglia finale che si avvicina, e noi veniamo trascinati, come sabbia
nel deserto, come acqua di sorgente, verso il punto prestabilito, forse per
vincere tutto, forse per perdere tutto.
Il Destino si compie. Si chiuderà questo cerchio.
Non voglio perdere tutto!
Non ora!
E un senso di felicità, tutto
sommato. È durata meno di un giorno, la mia felicità.
“Oi.”
“Sì?”
“Sei stranamente silenzioso.” Dice
Kurogane.
Ora lo so, cosa dovevo sbrigarmi a cercare.
“E’ ora di essere seri. Non
trovi, Kuro-myu?”
“Appunto.”
Sorrido. Lievemente.
“Vuoi sapere a cosa sto pensando?”
Kurogane si volta, il suo sguardo
rosso fuoco, occhi-frecce dal calore insopportabile, mi fissano con indulgenza.
“Certo,” Dice.
“Sto pensando che mi dispiace aver avuto così
poco tempo. Per te. Per noi. Sto pensando, se devo morire oggi, ne è
valsa comunque la pena. Il nostro viaggio… questi occhi… tutti i tuoi
sacrifici, sangue e braccio. Ogni
cosa. Per –”
Kurogane sbuffa, scuote la testa. “Stupido
Mago,” Dice. “non morirà proprio nessuno.”
“No…”
Shaoran è come paralizzato
davanti a noi, lo sguardo rivolto completamente nella sua testa. È circondato
dall’acqua che scorre, si lascia lambire dalla corrente e ricorda, riporta a
galla tutta la storia, ricostruisce frammento dopo frammento il mosaico del
nostro Destino, il complesso intreccio che ha sovrapposto spazi e tempi diversi
in un paradosso concentrico senza inizio e senza fine.
Shaoran si guarda dentro, dentro
se stesso, il suo doppio, nell’eterna trasmigrazione della sua anima divisa in
due corpi identici, e cerca di riannodare il filo dov’è andato spezzato.
“Tu –“ Dice Kurogane.
Lo guardo. Per un istante non importa il
colore degli occhi che si incrociano.
Allunga la mano per stringere la
mia.
“No, è troppo presto,” Dice. “perché sia la fine.”
Layers of dust and yesterdays
Shadows fading in the haze of what I couldn't say
Ricordo.
Appena ieri. L’unico
momento che ci è stato concesso.
La tranquillità della notte in Giappone, con la luna appesa nel cielo
fatto di carta di riso – un cielo terso e delicato e luminoso come le lanterne
che appendono agli angoli delle pareti. Il profumo del castello di Tomoyo
avvolto dai ciliegi in fiore.
Ricordo.
Chiudere gli occhi e per un istante, un solo istante, desiderare
davvero di fermare il tempo. Sentirsi a casa, sentirsi arrivati. Per un momento, prima che la consapevolezza
della prossima battaglia torni alla mente, è stato bello lasciarsi andare alle
sensazioni.
Kurogane scostava la stoffa del mio abito. Rumore di seta che scivola
sulla pelle. Nel silenzio assoluto della camera è stato come un suono
potentissimo, e la sua eco risuonerà tra le sue pareti per chissà quanto.
“Chi ti ha procurato questo vestito?”Ha domandato.
“Tomoyo-Hime.”
Kurogane ha annuito.
Poca luce. Potevo a malapena distinguere la sottile linea rossa dei suoi
occhi, ed erano stanchi, erano esausti, erano disperati.
“Il furisode è un abito femminile.”Ha detto. Scostava l’orlo fino a
scoprire la mia spalla, pallida come la luna, avvolta da un alone fosforico.
Ricordo.
La lentezza con cui compiva ogni movimento – un po’ per il dolore, un
po’ per la difficoltà che ancora aveva a muovere il suo braccio nuovo. Un po’ perché ormai era insensato avere fretta.
“Non ho più nulla da
dirti.”
Ricordo. L’ho guardato, il mio unico occhio color oro spalancato nei
suoi.
“Conosci ogni cosa. Tu sai già ogni cosa. Fay, non ho davvero più nulla
da dirti. E nemmeno tu hai più segreti per me.”
“No –“ Ho risposto.
Niente più segreti. Niente
più misteri. Niente più pesi da sopportare nel silenzio, niente più maschere,
niente più barriere, niente più – NIENTE. Nemmeno vestiti tra di noi. Kurogane
ha preso la sua decisione, e io ho preso la mia.
Ricordo uno strano miscuglio di sensazioni, felicità, rassegnazione,
rabbia, fatalismo, incredulità. Le sue mani avevano un calore diverso – quella
fatta di carne era calda, bollente, la sua mano metallica si riscaldava a malapena attraverso la
trasmissione di energia termica – tra la mia pelle e l’acciaio – ed era strano
sentirle appoggiarsi sui fianchi, sentire i brividi lungo la schiena per due
temperature così differenti.
Forse, volevo dire, un segreto mi resta.
Forse ti amo.
Ma alla fine aveva
ragione lui.
Lo sapevamo già.
And though I said my hands were tied
Times have changed and now I find I'm free for the first time
Qualche ora, non è stato poco? In
questo luogo dove le epoche si sono dilatate all’infinito, dove il tempo e lo
spazio si sono trasformati in eternità – non è stato crudele lasciarci così poco?
Non morirà nessuno.
Ancora la voce di Kurogane mi
trattiene su questa terra.
Non oggi.
Non oggi perché abbiamo troppe
faccende lasciate in sospeso. Sospiro, ed ultimamente sospirare mi
alleggerisce. Sento l’umidità penetrare nei polmoni e la paura uscirne
strisciando.
Oh, arriva.
Il nostro tempo, arriva.
Non voglio che sia la Fine per
noi. Non voglio morire ora. Non posso. Ma ogni passo è un passo più vicino alla
battaglia ed un pensiero in più.
Non oggi, ha detto Kurogane.
È vero. Mi viene da sorridere. In questa
battaglia starò dalla parte giusta. Starò davvero dalla parte di quelli che
amo.
“Quando ci siamo visti per la
prima volta –“ Comincia lui. “c’è sempre stata come elettricità tra di noi.”
“Lo sapevo.”
Silenzio.
“Quando ci siamo visti per la prima volta,” Dico io. “io non potevo essere sincero. Non
volevo nemmeno essere sincero, per cui perdonami. Ma ora le cose sono cambiate
e sono libero di scegliere.”
“Lo sapevo.” Risponde.
“Era l’ultima cosa da dire.”
“Ma non è nemmeno vero questo,
sai. Io e te siamo stati scelti dal Destino.”
Strange how life makes sense in time now
Ora. Probabilmente sto per morire. E questo pensiero mi fa paura. Non
voglio morire ora che sono amato così tanto. Per un momento guardo la mia vita
in retrospettiva, quella serie di paesaggi innevati e congregati sotto una
cupola di cristallo – vedo: le persone che mi hanno voluto bene e che sono
scomparse, vedo l’odio, vedo le bugie, i rancori, i patti avventati, vedo il
sangue e la Magia – rosso blu nero Kurogane, vedo le occasioni che ho sprecato,
gli affetti che ho sprecato, il mio egoismo, la mia codardia, le mie fragilità,
le mie forze, le mie rinunce, il mio premio.
Una linea tortuosa che
non si è mai interrotta.
Solo ora che sono
arrivato nel Santuario del Tempo riesco a trovarci un senso.
And it feels like I'm flying above you
Dream that I'm dying to find the truth
Seems like your trying to bring me down
Back down to earth
back down to earth
“Oi.”
“Eh?”
“Non distrarti.”
E con questo si conclude la
nostra conversazione.
Mano che ancora mi stringe e che
mi tiene ancorato alla terra. La sua mano vera, la sua mano umana, calda,
forte, mi ricorda che sono ancora qui e non disperso in qualche punto del mio
passato, e che possiedo ancora qualcosa per cui vale la pena di combattere. La
sua mano è l’unico appiglio che mi collega alla realtà, l’unico strumento che
mi riporta sulla superficie quando volo troppo in alto nei miei pensieri e
scruto troppo a fondo nella mia testa, e finisco per distaccarmi da ogni cosa –
ora lui sa di possedere questa capacità e la sfrutterà in pieno.
Mi trattiene…
su questa terra –
Oggi non morirà nessuno, ha detto.
Back down to earth
back down to earth
Arriva.
L’occhio membranoso di Fei Wang si
apre sbattendo le sue palpebre di lacerazione spazio-temporale e ci guarda come
mi guardava quel giorno lontano sul fondo della Valle. Momento della resa dei
conti.
È arrivato.
Kurogane ora deve lasciare la mia
mano.
E non ha bisogno di ripetermi che
oggi, no, non morirà nessuno, non possiamo permettercelo.
***
No, mi correggo! È questa la canzone più bella dell’album… forse… non lo so…
yeeeh, a Novembre andrò di nuovo a vedere gli Anathema, questa volta con
domanda da groupie e curriculum alla mano. Ho deciso, mollo tutto e li seguo in
sfiga e povertà (che tanto possiedo in abbondanza pure qui).
Non volevo pubblicare questo capitolo perché è il penultimo.
Questa storia è davvero troppo breve. Sono abituata con Blu che è una cinquantina
di capitoli… ho l’impressione di averla resa troppo sfocata. Che poi era l’intento,
solo un breve scorcio, un breve abbaglio e il resto a voi, ma mi sembra un po’
eccessivamente frammentata. Ma che ne so… >.<
Grazie harinezumi per la tua ennesima recensione ç_ç ti offro un
muffin. Mi rendo conto che è brutto. Mi vengono sempre brutti ma sono molto
buoni. Che è un po’ una lezione di vita, anche se hanno una forma strana tu
devi cercare le gocce di cioccolato nel soffice impasto. Devo uscire dal tunnel
di Gintama. Sono davvero contenta che la fic ti piaccia nella sua strana
concezione *torna seria*. Perché a volte ho paura di esagerare col lirismo e
finire troppo in alto °A°. poi non si capisce niente…
See you next time for the last!
Baci X* & buon Halloween.
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Capitolo 8 *** Electricity ***
and 8
8.
Electricity
But Electricity
It
drew you near to me
What
you needed was
to be rid of me
Elettricità –
Ricordo.
Una spirale rossa e densa, di una materia che non ho mai toccata prima
d’ora. Mi avvolge e mi stritola e mi fa sprofondare da qualche parte sotto gli occhi di Tomoyo-Hime e Amaterasu
e io cado come ovattato in una capsula umida, mi stacco dal pavimento del
castello, mi stacco dal cielo raccolto in un bozzolo, e quando tocco terra vedo
– uno strano giardino e delle strane persone che ci aspettano.
Ricordo.
La rabbia che in quel momento mi fa martellare il petto è quasi
invincibile. L’odio con cui ho guardato tutte le cose nuove attorno a me e
tutte le persone nuove attorno a me, e il desiderio fortissimo di tornare a
casa.
Ricordo il bozzolo bianco precipitato accanto al mio – un’esplosione di
luce fosforica, un bagliore candido come neve e freddo come neve, e questo
ragazzo uscirne circondato da una luce pallida, tutto azzurro e pallido, e per
un momento, osservandolo, per un solo momento ho trattenuto il respiro e ho
dimenticato odio e desideri.
“Mi chiamo Fay.” Dice.
Troppo per me.
Penso solo: devo
tornare a casa.
Mi guarda negli occhi
– i suoi sono azzurri di una luminosità meravigliosa, e sono profondi e pieni
di qualcosa che non capisco –. Ed è
chiaro – Hitzuen Destino Fatalità Disegno, una forza invincibile ci ha fatti
incontrare.
Regno di
Clow.
Antiche
rovine. Sorgenti sotto il Deserto. Questo luogo di purificazione, questo
Santuario sta per diventare lo sfondo della nostra ultima battaglia.
E per qualche ragione non sono assolutamente concentrato. È come
se la mia mente tornasse indietro, sempre più indietro, a ripassare i ricordi
del nostro viaggio. Forse è perché siamo nel Tempio della Memoria, forse è
perché con la fine che, può darsi, si avvicina, ho bisogno di ricordarmi perché
ho scelto di essere qui – o perché qui sono stato portato dal Destino.
E Fay, Fay è inquieto. Anche lui ha troppi pensieri per la
testa.
Seems like you never really knew me
Questo viaggiò sarà tutto contenuto nella memoria. Ogni cosa
è chiara se ora guardo indietro.
Seems like you never understood me
Seems like you never really knew how to feel
Ricordo.
La prima volt ache l’ho visto, sul prato del
negozio della Strega. Con quella sua faccia meravigliosa e sorridente
che ha sempre nascosto ostinatamente il suo segreto. E dopo la partenza, quando
ancora eravamo troppo distanti – eppure sempre più vicini di quanto sperassimo,
ma era elettricità – ogni volta
sorrisi e nomignoli stupidi e comportamento idiota, e dietro tutta questa menzogna solo: vuoto, vocazione per la morte.
Io lo sapevo. Perché
mi sono fermato notti intere a pensarci, avvolto nel sonno leggero del ninja,
mi sono chiesto per ore, guardandolo, quanto fondo potesse essere il suo abisso
per portarlo a mentire a tutti, a me. Ma
lui mai una volta si è posto il problema. Per molto tempo non ha capito quanto
a fondo l’avevo scrutato e non ha capito come comportarsi con me.
Non ha capito che di
me poteva – fidarsi.
Ricordo.
Mondi che si
sovrappongono nella mia memoria. Non è trascorso così tanto tempo da quando questa
storia è cominciata, eppure siamo passati attraverso così tanti luoghi ed
epoche che ora sono confuso. I primi giorni sono stati tutti uguali – possiedo
una sensazione come di felicità nel rievocarli, ma eravamo fuori da ogni
pericolo, potevamo pensare di essere una strana specie di famiglia al sicuro
tra le pieghe della Storia.
Ricordo –
Il Regno di Giada.
Il castello nel Cielo.
La favola di Ashura e Yasha, amanti senza speranza, un racconto così triste – è
per motivi come questi che a noi guerrieri insegnano il distacco. Il freddo
dell’accampamento, non letale quanto l’inverno di Celes, ma umido abbastanza da
penetrare nelle ossa, un autunno perenne che vaporizza il fiato in nuvole di
vapore ad ogni respiro.
Ed è stato lì, durante
il Tempo del Mito, dimenticati da tutti e lontani da tutti, è stato quando non
potevi parlare che ti sono arrivato più vicino. Avevo quasi trovato la
soluzione dell’enigma. Osservavo con costanza e sentivo – eri sempre così vicino –
sul campo di battaglia, schiena contro schiena, nel letto, schiena contro
schiena, e quell’intimità era diventata così preziosa… e nonostante tutto tu
ancora non riuscivi a – fidarti.
Ricordo.
Jade dagli altopiani
battuti dal vento e da una pioggia leggera, distese di prati verdi e cielo
sempre grigio e denso. Un miraggio sospeso nell’aria come la luna.
Allora l’ho ammesso
per la prima volta – tanto non potevi capire.
“Tra noi è stata
sempre elettricità.”
But electricity
It drew you near to me
Troppo densi i suoi pensieri ora. Troppo fitte le sue
preoccupazioni. Mi fissa.
“A cosa
stai pensando?” Vorrei dire.
“Fay, non
spiccare il volo. Resta qui, su questa terra.” Vorrei dire.
“Oi.”
“Sì?”
“Sei stranamente silenzioso.”
Lui si ferma un attimo, risponde: “Ora di essere seri,
Kuro-Myu.”
There were times you really made me smile and
There were times you really made me cry –
Ricordo.
A un certo punto la nostra storia cambia. È
una rottura improvvisa che si consuma sotto la pioggia scrosciante di una Tokyo
Apocalittica, tra palazzi che cadono a
brandelli e macerie di un deserto umano. A un certo punto siamo in pericolo, le
cose si fanno serie e complesse.
E lui – sul fondo
della Riserva – lui decide di dover morire, e quasi ci riesce.
È stato quello il
momento. Credo. Vedere uno di noi sul letto di morte, ad un passo così vicino dalla
fine – e per me Fay era ormai diventato la prima preoccupazione (il punto in
cui questo cambiamento è avvenuto, invece, non saprei trovarlo).
Ricordo.
L’orrore dell’orbita
vuota, del sangue sul suo viso, il pallore cadaverico della sua pelle. Il modo
in cui si contorce in preda alle sofferenze. Ricordo il sollievo quando riapre
l’unico occhio rimasto, la – felicità?avevo ammesso allora-. Ricordo come mi ha
distrutto in due parole, Buongiorno Kurogane, e per la prima volta dalla morte
dei miei genitori avevo voglia di piangere.
Ricordo. Il silenzio
di una delle mille stanze del Palazzo del Governo, la vista su un mondo che si
sbriciola ogni istante di più, e che presto finirà per collassare.
Penso: Yuuko mi ha
detto chiaramente qual era il suo scopo – morire. Eppure l’ho riportato in
vita. allora mi odierà finché non riuscirà a morire? O –
Ma c’ero io, con lui,
durante quei lunghi minuti di agonia in cui il suo corpo morente si trasformava
in un corpo immortale. C’ero io a tenergli la mano, io a sorreggerlo mentre non
riusciva nemmeno a respirare. Io sentivo la sua presa sui miei polsi, forte,
inscalfibile, la presa di uno che non vuole scivolare nell’oblio, io sentivo la
sua voce uscire dalla gola come un urlo primordiale, una vittoria sulla morte;
c’ero io a guardare quel qualcosa che rifioriva in lui, nella notte acida di un
mondo in dissoluzione, alimentata dal sangue di un vampiro, sotto i peggiori
presagi. Io ero lì mentre lui resuscitava, ero io quello che poi l’ha stretto,
sulla mia spalla si è addormentato esausto.
Forse, pensavo, ora
prova solo rabbia. Ma non odio.
C’ero io su quel letto
assieme a lui, prima. La sentivo. L’elettricità tra di noi, ancora più forte,
quel filo invisibile colore del sangue che ora ci collega per l’eternità.
Sta mentendo di nuovo, in un altro modo.
Imprarerà la lezione…
“Tu –“ Dico.
Fay si volta a guardarmi
meravigliato. Per un momento si aspetta qualcosa. La vedo, la dispersione nel
suo unico occhio – giallo come la sabbia arida del deserto. Sta chiedendo: non
farmi allontanare. Trattienimi.
Allungo la mano – la mia vera mano – e stringo la sua, così apparentemente debole.
“No, è troppo presto,” Dico. “perché
sia la fine.”
And there were times you never really knew how to feel
But electricity –
O quella volta in cui
mi sono svegliato senza un braccio. Allora ero io che rischiavo la morte. Ho
riaperto gli occhi in un luogo familiare e rivisto volti familiari, e mi sono
chiesto – seriamente – come si fa a desiderare la morte se hai un letto come il
mio in cui svegliarti?
E Fay era lì,
indeciso, sospeso sulla soglia – sapevo che stavo riconsiderando tutto da una
nuova prospettiva, ed era confuso.
Avrei voluto avere
tempo per dirgli: “Hai sempre guardato nella direzione sbagliata.”
Avrei voluto
elencargli tutti gli errori che aveva commesso:
prima troppo vicino, poi troppo distante, e ora – ora nel mezzo, un
equilibrio perfetto, un’assonanza – né bianco vuoto colore del lutto, né nero
denso imperscrutabile – solo un perfetto bilanciamento di motivi ricamati sul
suo furisode, capelli biondi che
cadono come una cascata d’oro attorno al suo viso pallido e che non ricordano
più l’immagine di lui da bambino.
Avrei voluto dirgli:
non importa cosa è andato perduto in questo viaggio. Abbiamo entrambi
rinunciato alle cose più preziose. Io ho abbandonato Suwa nel Regno di Ghiaccio
e mi sono amputato un braccio per
riportarti qui. E tu, col tuo unico occhio immortale, tu che hai perso per
sempre il fratello a cui dovevi donare la vita – ora sei pronto a muoverti,
ad andare avanti?
And the fear made you so unsure of me
What you needed was to be rid of me
Se oggi riconsidero tutta la nostra storia vedo questo:
qualcosa tra di noi è sempre esistito. Un legame che non ha fatto altro che
ispessirsi e diventare una rete della quale non potremo mai liberarci.
Non posso ritornare al punto di partenza. L’origine di
questa elettricità è allora, sul
prato della Strega, bagnati da una pioggia scrosciante. L’ho sempre saputo. L’hai sempre saputo. Ma
avevi paura di ripiegarti troppo di qualcuno e perdere di nuovo la battaglia
contro I tuoi desideri, e allora dovevi solo tenermi distante. Ma io non sono
debole come tuo fratello, come il tuo Re.
Ho detto ieri che non abbiamo più nulla da dirci, non è così?
Eppure…
“Quando ci siamo visti per la
prima volta –“ Comincio. “c’è sempre stata come elettricità tra di noi.”
“Lo sapevo.”
Silenzio.
“Quando ci siamo visti per la
prima volta,” Risponde. “io non potevo essere sincero. Non volevo nemmeno
essere sincero, per cui perdonami. Ma ora le cose sono cambiate e sono libero
di scegliere.”
“Lo sapevo.”
“Era l’ultima cosa da dire.”
“Ma non è nemmeno vero questo,
sai. Io e te siamo stati scelti dal Destino.”
Fay stringe appena di più la mia
mano. Capisco. Ora di
ritornare su questa terra. Ora di concentrarsi. Forse è perché siamo
entrati nel Santuario del Tempo, è perché questo luogo è pieno d’acqua e
l’acqua possiede una Memoria infallibile.
Oggi non ho più bisogno di
guardare indietro per cercare una soluzione all’enigma, e non ho più bisogno di
guardare in avanti al futuro per sentirmi tranquillo. Ho detto a Fay: non
morirà nessuno.
“Oi.” Lo richiamo.
“Eh?”
Comincia. La battaglia sta per iniziare
e i nostri pensieri sono ancora dispersi.
“Non distrarti. Dico a entrambi.
Ora di lasciare la mia mano. Mi
spiace abbandonare quel calore così piacevole. Ma è tempo di lottare per
guadagnarsi un’eternità di notti come l’ultima che abbiamo passato, un’eternità
di viaggi, un’eternità di momenti per noi da aggiungere a questa collezione di ricordi.
Con un rumore secco appare l’altro Shaoran protetto da una
pellicola dimensionale. Sento il sangue ribollire nelle vene. Sento
l’adrenalina salire nella testa e i muscoli e il cuore cominciare a pulsare e
sorrido – l’ennesima battaglia.
Prima di lanciarmi in avanti guardo – Fay, il suo unico
occhio tutto sommato sereno.
Non morirà nessuno, oggi. Non possiamo permettercelo.
***
La verità è che non volevo postare l’ultimo capitolo perché
mi dispiaceva concludere la storia ç_ç Ecco perché ci ho messo un’eternità. Ma i
tempi sono maturi, e io devo raccontarvi la fine. Mi sembra corretto. Questo non
toglie che sono un po’ triste.
Non so se il finale vi soddisferà. Voglio dire, è in
perfetta linea con la storia, quindi se l’avete letto probabilmente avrete
capito che con AND non volevo arrivare da nessuna parte, solo rileggere i
momenti più interessanti di Tsubasa a modo mio (e con lo shonen-ai che ci
piace, in fondo). Per cui questo non è un vero finale perché non conclude
niente. però è la fine della storia e io sono triste.
Voglio ringraziare harinezumi
per i suoi commenti <3. Grazie per aver seguito
AND. spero ti ricorderai dell’ultimo capitolo nonostante siano
passati mesi e io abbia fatto in tempo a vedere due concerti degli Anathema,
chiacchierare con Danny sul suo passato scolastico, abbracciare Jamie e
prendermi il raffreddore da Vincent, ma son cose che capitano. Thanks a loooot.
Grazie anche a: tutte le persone che mi hanno messo tra –
preferiti, seguiti, ricordati, - tutti quelli che leggono e lasceranno una
recensione, tutti quelli che leggono e penseranno di lasciarmi una recensione
ma saranno troppo pigri per farlo, tutti quelli che leggono e non penseranno a
lasciare recensioni, ma penseranno alla storia per almeno un minuto. E boh.
Baci <3
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