Il tacchino nella paglia

di Diana_Bezarius
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chi ride per ultimo? ***
Capitolo 2: *** Cani e gatti ***



Capitolo 1
*** Chi ride per ultimo? ***


Era una notte di tempesta ed era difficile non sentire qualche tuono lì vicino o la casa lampeggiare per colpa di un lampo. Monaco camminava tranquillamente per il corridoio della sua piccola casa, aveva sentito una delle porte aprirsi e decise, quindi, di andare a vedere. Si accorse che ad aprirsi fu una delle porte-finestre del salone e si avvicinò per chiuderla. Qualcosa, anzi, qualcuno, le si parò davanti, bagnato fradicio. Lei si sorprese e guardò l'uomo in volto, ma prima di capire bene chi era sentì un colpo sulla nuca, perdendo i sensi.

Il giorno dopo trovarono subito il cadavere: un gatto, di 7 anni circa, morto per overdose. Grecia sembra disperato per la perdita ma a consolarla non c'è di certo la bella Creta che afferma: - Io avevo detto a quello stupido di Grecia di non dargli l'erba gatta, ma lui non mi ha voluto ascolutare! - Ma questa era soltanto una delle cose che il giornale spagnolo "El torero" scriveva per i suoi lettori quel giorno. Nella pagina dopo potevamo leggere di un articolo della scomparsa di una donna, Monaco, che era svanita nel nulla lasciando soltanto gli occhiali.
- Questa è proprio una bella gatta da pelare. - Commentò il francese, che si trovava insieme all'inglese nel salone della ragazza che ormai non era più lì. - Tu che ne pensi? - Poi aggiunse.
- Penso proprio che dobbiamo stare attenti, il prossimo può essere chiunque. Non penso proprio che chi l'abbia rapita cercava interesse solo su di lei. - gli rispose il britanico analizzando il posto, anche se non mostrava niente di anormale.
- Già, sopratutto perchè era racchia forte. - disse il francese, mostrando quanto voleva bene alla sua vicina di casa.
- Allora sono tre le cose da capire. - riprese Arthur, avvicinandosi alla porta-finestra ancora mezza aperta. - Primo: Chi l'ha rapita. Secondo: Perchè l'ha rapita. Terzo: Perchè ci sono quei due asiatici nel salotto che stanno sporcando il tappetto della scomparsa Monaco. - In effetti non si capì il motivo per cui Yao e Im si trovavano lì a mangiare, ma se ne fregarono e decisero di uscire dalla casa.
- Allora, l'unico modo penso che sia di chiamare America e...-
Si sentì un clacson molto fastidioso arrivare da molto lontano, poi si vide arrivare una macchina con alla guida America e accanto Tony. Dietro c'erano delle strane apparecchiature. Il veicolo si fermò proprio davanti ai due europei, che erano sorpresi di vederlo. - Ehi boys! Avevate bisogno del mio aiuto? - esclamò Alfred tutto contento. - S-Si, hai fatto in fretta. - commentò Francis. - Cosa è quella roba che hai portato dietro? - chiese Arthur. L'americano, felice della domanda posta uscì dalla macchina e lo uscì rispondendo: - Questo? Questo è l'apparecchiatura per trovare i fantasmi e catturarli! - I due erano sconvolti e urlarono insieme: - Non stiamo cercando un fantasma! - - Ah no? - Domandò deluso l'altro.
Dopo aver buttato fuori quella macchina inutile i due entrarono nella macchina dell'americano, che li portava chissà dove. Gli raccontarono tutto quello che avevano visto in quella casa, compreso i due ragazzi con gli occhi a mandorla.
- Interessante! Allora l'unico che lo può risolvere è Francia! - disse America, come se fosse ovvio. - Eh? E perchè io? - chiese. - Mai sentito del famosissimo detective francese Poirrot? - - Certo che si! E mi dispiace deluderti, ma se intendevi che visto che Poirrot è un bravo detective dovevo avere anche io le sue doti ti sbagli di grosso...oltre che Poirrot non è francese, ma belga! - - E poi se la mettiamo così non dovrei riuscirci anche io, che ho dalla mia parte il grande Sherlock Holmes! - si intromise l'inglese. L'americano sbuffò: - Va bene, avete vinto voi. Dove si va? -
- Ci faresti un bel piacere a portarci da Seychelles, siamo preoccupati che le possa succede qualcosa. - Chiese gentilmente l'inglese, l'altro rispose: - Va bene! A tutta forza! -
E così, a 360 all'ora, i tre arrivarono a Victoria, davanti la casa di Seychelles. La ragazza stava appena innaffiando le piante quando, sentendo il caos che combinava la macchina, si girò verso i nuovo arrivati. - Eh? Inghilterra? Francia? E voi che ci fate qui? - disse, stupita, mentre poggiò l'annaffiatoio verde a terra, vicino le margherite. I due biondi sembrarono felici di vederla, ancora viva e vegeta. Scesero dalla macchina, distraendosi un attimo ma sentirono la ragazza urlare e poi il tonfo di qualcosa caduto.
Si girarono subito e Seychelles non c'era più. Corsero a vedere ma non sembrava, che tra i fiori, ci fosse qualcosa simile a un buco. - Ehi Inghilterra, guarda qui. - lo richiamò il francese, prendendo da terra un tulipano con un bigliettino attaccato. Arthur si avvicinò leggendo il biglietto. - Tacchino nella paglia, tacchino nel fieno...che vuole dire? - - Non so, e poi chi è quel tipo che lascerebbe un tulipano in mezzo a delle margherite? - si chiese Francis. Notò la faccia sconvolta di Arthur nel guardare il biglietto. - Qualcosa non va? - Gli chiese. Il più giovane lo guardò, sembrava quasi senza parole. - Se non fosse che tu eri con me quando è sparita...avrei pensato che fossi tu, ma tu lasci rose e non tulipani...questo tizio...sta cercando di rapire tutte le ragazze! - - C-cosa? E che centro io? E come hai fatto a capire qual'è il suo intento? - Arthur gli porse il biglietto. - E' scritto qui, dietro la scritta del tacchino. -

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Vi acceno già che se è scritta male è perchè sono molto malata e quindi l'unica che riesco a fare e farmi venire ispirazione per fanfiction stupide, come questa.
Spero che vi piaccia e che cerchiate di capire chi è il colpevole, anche se penso che sia ancora presto per capire, sopratutto il capitolo corto e insensato. Non fate caso al titolo, la fanfiction mi è venuta in mente mentre giocavo all wii music e suonavo questa musica quindi "Fanfiction non-sense, titolo non-sense". Va beh, vi lascio ai commenti. Alla prossima!^^

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Capitolo 2
*** Cani e gatti ***


Qualcosa picchiettava sulla finestra dall'argentina. Cosa erano? Pietre? Consolation si avvicinò alla finestra, aprendola leggermente quando le arrivò una pietra, un pò più grande, in fronte. - Ahi! Ma che cosa...? - Si mise una mano nel posto dove venne colpita e guardando verso il basso. C'era un ragazzo con dei capelli strani, dei dreadlock precisamente. Lo riconobbe subito, era Dylan, il suo vicino di casa. Il bel brasiliano che volevano tutti come vicino di casa...ma forse non lei. - Ma cosa ti è preso? Perchè tiravi pietre nella...? - ma il ragazzo la interrupe. - Consolation, ti devo dire una cosa importantissima e spero che tu, non ti arrabbierai. - Lei la guardò instranita. - Di cosa parli? - infine chiese, lui sembrava un pò intimidito e l'argentina arrossì. Poi lui alzò lo sguardo verso di lei e le dichiarò: - Ho preso il tuo tagliaerba...e l'ho rotto. -
"Il giovane brasiliano ha deluso tutti, sembrava volere conquistare la bellissima Argentina ma non è stato potuto fare nulla. Che quella sia la scusa per rompere il ghiaccio? Oppure è vero che è ancora un cocco di mamma Portogallo? E cosa ne penserà Colombia? Diventerò un triangolo? Un quadrato? Lo scopriremo presto."
Ecco cosa c'era scritto nell'articolo del giornale spagnolo "la paella" (Si, cambiava spesso nome NdA). In prima pagina trovavamo invece quello di cui tutti, ma proprio tutti, erano interessati: "Ci sono state novità sconcertanti sull'omicidio del gatto di Grecia: infatti sembra che il gatto non sia stato ucciso dal proprietario ma è stato pestato da un irascibile Olanda. L'accusato racconta: - Non so se sia il gatto di Grecia quello che ho pestato. Io di gatti ne ho pestati tanti. -"
Lovino era perplesso dalla notizie che leggeva in quel giornale. Ma certe cose se le inventava quel bastardo? Strappò la prima pagina del giornale e buttò il resto. Doveva cambiare la carta per il gabinetto del cane. Esatto, Lovino e Antonio avevano un cane che aveva portato quest'ultimo mentre lo aveva trovato per la strada. E' un cane un pò strano: cieco di un occhio, zoppo e quando gli ordini una cosa si mette al contrario e comincia a camminare in aria. Il suo nome è 'Totino u' rincoglionito che ha invicibili amici'(dette pulci), così chiamato dall'italiano la prima volta che lo ha visto.
Si sentì la porta aprirsi ed ecco arrivare quello spagnolo col sorriso d'ebete. - Hola Lovino! Che stavi facendo? - chiese, mentre si avvicinò al tavolo poggiando la spesa.
- Stavo pulendo il gabinetto di Totino, a proposito. Come mai tutta questa roba? -
- Oh! Non sai, ma viene gente a casa! - esclamò, molto felice.
- Ah si? E chi? - chiese. - Beh, vengono Olanda e...Belgio! - disse l'ultimo occhi con occhi sognanti e rimase imbambolato immaginando qualcosa, non sappiamo di certo cosa ma sappiamo che era qualcosa. Lovino cercò di risvegliarlo con di tutto. Solo Totino riuscì a risvegliarlo facendo i suoi bisognin sulle scarpe del suo padrone. - Ah! Totino! Quante volte ti ho detto che devi fare la pipì sulla faccia dell'inglese! - lo rimproverò, poi notando che il giornale era stato cambiato guardò Lovino chiedendo: - Hai cambiato tu il giornale? - Ma egli se ne fregò altamente, che ne sapeva cosa gli insegnava a quella povera bestiola? - Comunque, come mai non hai invitato anche tua sorella? Sarebbe felice qualcosa volta felice di venire, sai? - lo spagnolo sbuffò. - No, non la voglio in mezzo a piedi! Darebbe solo fastidio a Belgio e mi impedirebbe di rimanere solo con lei. - - Ed è quello che farò. - Una voce dietro di lui lo fece lasciare rabbrividire. Era una vocina giovane, dolce ma che lo faceva molto spaventare. Si girò verso la ragazza che le stava dietro. - Nina...cosa ci fai qui? - chiese, con aria di sfida. Era lo stesso sguardo che ricambiava Portogallo, con le mani poggiate ai fianchi che fulminavano il ragazzo. - Sono venuto a rovinarti la vita. Come sempre. E poi tu sei così stupido, Belgio non ti vorrebbe neppure come cane. Senza offesa Tonino. - Disse, ma il cane di tutta risposta si girò e si mise a camminare in aria. - Vai fuori di qui. - Le ordinò lo spagnolo, ma lei sogghignò: aveva una brutta sorpresa. Uscì una scatola di cartone con dentro della pizza...non romana, non capricciosa....margherita allo stato puro! piena di mozzarella fumante, con un profumo da fare venire fame persino a un rinoceronte. Lovino la guardò con occhi sognanti e rubò subito la pizza. - Lei resta, e se non la fai restare butto fuori di te. - Ordinò Lovino. Antonio sospirò, ma quello che diceva l'italiano era ordini per lui. - Va bene, fai come vuoi. - Alla fine disse, ma mentre che parlava lei già si era infilata a guardare tra la spesa. - Fratellone, come hai fatto a fare tutta questa spesa se siamo in crisi? Non è che hai un secondo lavoro? - cominciò a chiedere rubando qualcosina ma l'altro la fermò e rimise tutto nei sacchi e gridò: - Stai ferma con quelle mani! Cosa cerchi di fare? Rubarmi la cena? - - No, stavo solo vedendo se hai comprato cose di qualità buone e tolgo quelle che non lo so. Sai, lo faccio per il tuo bene. - mentì, solo per il gusto di farlo. Ricominciarono a fulminarsi con lo sguardo, quasi a fare scoppiare un incendio in casa. - Salve gente! - esclamò un allegra Belgio, seguito da un seccato Olanda che era appena entrata nella stanza. Spagna si girò subito, con dolci occhi come se avessero appena visto un angelo. - Benvenuti nella mia casa! Prego accomodatevi! - Prese i due e li fece accomodare in giardino. Lovino guardò perplesso Nina e chiese: - Come mai tutti entrano senza bussare? - - Il fatto che la porta è aperta? - fece Nina ridendo per poi inseguire gli altri. Rimasto solo, il giovane italiano, si alzò per andare a chiudere la porta ma si accorse che era arrivato un ragazzo - Tu sei Sud Italia vero? Per favore, devo parlare con Spagna e Portogallo. -

Erano tutti insieme quando Lovino entro col nuovo arrivato. Portogallo si alzò sorpresa avvicinandosi. - Brasile? - Chiese sorpresa. - Che ci fai qui? - Il ragazzo lo guardò sconvolto e si fece accompagnare dalla ragazza a sedere. - Ehi, stai bene? - Gli fece Spagna, ormai tutti sembravano preoccupati. - Si, cioè...no! Il fatto è che...è sparita Argentina. - Tutti si sorpresero. Belgio si alzò di scatto esclamando - L'uomo misterioso che rapisce le donne ha colpito ancora! Dall'europa ha colpito velocemente in America! - - Su, raccontaci. - Fece Portogallo al brasiliano. Lui annuì e cominciò: - Ero sotto casa sua, le avevo appena confessato di averle rubato il tagliaerba quando lei tranquillamente mi dice che non è arrabbiata. Poi la discussione si è spostata davanti la sua porta, dove le ho restituito il tagliaerba. Poi suona il telefono e lei entra dentro, dicendomi di aspettare. Aspetto una bella mezz'oretta e quando sono entrata non l'ho trovata più! Da nessuna parte! - le due ragazze cercavano di consolarlo, mentre tutti erano preoccupati. Spagna si alzò all'improvviso e fieramente disse: - Non vi preoccupate, il paese della passione salverà Argentina-nii-chan! Parola d'onore! Se vuoi, nel frattempo, puoi stare sotto la mia protezione, Belgio. - Le fece guardandola con occhi che le dicevano di cadere tra le sue braccia, ma lei era distratta dal brasiliano. - Non ti preoccupare Spagna, a mia sorella ci penso io. - Disse Olanda, che fino adesso non aveva accennato parola. - Anzi, pensa a diffendere la tua sorellina, Spagna. - si aggiunse Portogallo. Poi tra la portoghese e l'olandese ci fu uno scambio di sguardi, sguardi cattivi. Sarebbe scoppiati anche loro a litigare tra un momento e l'altro. Belgio capì subito la situazione e si alzò prendendo Portogallo da una parte. - Dai, cara Nina. Che ne dici se ci facciamo una chiaccherata? - la ragazza dai capelli corvini sembrò calmarsi e andò dall'altra parte con l'amica. Finalmente la situazione sembrò riappacificarsi, non tanto visto che avevano lasciato due ragazze da sole mentre c'era uno che le rapiva. Appena capirono la cretinaggine che ebbero fatto andarono subito a cercarle, ma anch'esse erano sparite. Olanda guardò Spagna, quasi a volerlo uccidere ma Lovino riuscì a fermarli trovando un biglietto, attaccato a una foglia di fico sul tavolo della cucina. Cominciò a leggerlo: - "Abbiamo rapito le due ragazze, adesso fanno parte del mio harem". Harem? Questo tizio si vuole fare un harem? Ma è un sogno che io e Feliciano non siamo mai riusciti a fare! - Fece scettico, poi girò il foglio e lesse: - Ah, complimenti per la pizza. Era veramente buona." - Gli occhi del ragazzo andarono subito sulla scatola, vuota. Un urlo si espanse per la casa.
Chi sarà il colpevole? Ah, ma non è finita!

Brasile, dopo le lunghe discussioni con Spagna e Olanda, lasciò i due a picchiarsi e tornò, più che depresso che mai, a casa.
Quando si girò notò Argentina che stava stendendo i vestiti. Sbatte un paio di volte le palpebre prima di capire che lei era veramente lì. Corse da lei preoccupato. - Consolation! Ma dov'eri finita? - Si accorse che la ragazza aveva in testa più fascie di prima (le prime messe per colpa della pietra). Lei ridacchiò un pò imbarazzata. - Beh sai, mentre parlavo al telefono sono scivolata sul tappeto. Dietro c'era la porta della cantina aperta e sono caduta lì perdendo i sensi. - Il brasiliano sospirò esaspero. Ma almeno una ragazza era salva. Decise di salutarla e di tornare a casa, stanco e ancora preoccupato per la sua mae. Nel frattempo un lenzuolo cade sopra di Argentina. Lei sorrise, pensando che fosse Dylan. Non lo aveva mai visto così amichevole. Appena si tolse il lenzuolo e si girò verso la persona che le stava dietro ebbe soltanto una brutta sorpresa.

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Prima di tutto ringrazio Kurohime per aver commentato! Eh..chi lo sa se è lui XD
Ricordo sempre che stando male non riesco a correggere cacciate che scrivo quindi chiedo sempre umilmente perdono. La prossima volta chiederò a qualcuno di correggerlo apposto mio. XD Devo dire che questo capitolo mi è venuto abbastanza lungo.
Nota: I personaggi di Brasile, Portogallo e Argentina non sono del manga ma sono degli O.C., e neppure miei. Anzi, Portogallo è inventata da me mentre Brasile e Argentina sono di due amici di un GDR di hetalia. (Di cui ho chiesto il permesso XD non vi preoccupate XD)
Beh, spero che riesca a scrivere presto il prossimo capitolo perchè sto avendo dei problemi con un certo tedesco albino! (Kesesesese NdChissà)

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