Il codice Shakespeariano

di KillerQueen86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L’incontro con il mito ***
Capitolo 2: *** Teatro e magia ***
Capitolo 3: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** L’incontro con il mito ***


Note dell’autore: Eccovi la prima parte del “Il codice Shakespeariano” della mia terza stagione con Rose, spero davvero che vi stia piacendo e ringrazio sia Little Fanny che BadWolfTimeLord, per il loro sostegno e le storie che ogni settimane scrivono su questo magnifico telefilm. Continuate a recensire, grazie. Buon divertimento.

Disclaimer: Doctor Who e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.

 

Il codice Shakespeariano

 

Capitolo 1

L’incontro con il mito

 

Martha e Rose si tenevano strettamente alla console del Tardis, mentre il Dottore lo guidava tra gli scossoni. La nuova arrivata, sembrava un po’ terrorizzata dal trambusto, mentre per Rose, ormai era diventato puro divertimento.

“Come si viaggia nel tempo? E cosa alimenta la macchina?” chiese Martha, il Dottore alzò gli occhi al cielo.

“Non togliamo il divertimento e il mistero da tutto, Martha. Non chiedere va e basta.” Disse il Dottore, Rose non riuscì a non sorridere a quella risposta, degna di lui. L’ altra ragazza non sembrava affatto soddisfatta.

“Fa sempre così?” chiese a Rose.

“Oh si!” Le rispose sorridendo, mentre cercava di aiutare il Dottore.

“Reggetevi forte.” Le avvertì, ma quando il Tardis si fermò, Martha cadde sulla grata. Rose e il Dottore invece, scoppiarono a ridere insieme, ricordando tutte le volte precedenti in cui era successo a loro.

“Tutto bene?” chiese Rose a Martha aiutandola ad alzarsi.

“Si, niente di rotto.” Rispose. Il Dottore prese la sua giacca e velocemente anche quella di Martha.

“Bisogna superare un esame, per guidare quest’affare?” chiese Martha, sempre più curiosa.

“Si, è lui non l’ha superato.” Rispose Rose.

“Ora approfittane.” Le disse il Dottore, le lanciò la sua giacca e di corsa raggiunse le porte del Tardis, seguito da un eccitata Rose.

“Ho promesso un viaggio, e uno solo.”  le continuò  a dire fermandosi davanti alle porte.

“Fuori da queste porte, c’è un mondo tutto nuovo.” La invitò.

“Dove siamo?” chiese ancora la ragazza.

“Non chiedere, guarda solamente.” Le rispose Rose entusiasta.

“Dopo di te.” Le disse il Dottore, aprendo la porta, facendosi da parte invitandola ad uscire. La ragazza eseguì, seguita prima da Rose e poi dal Dottore, che si scambiarono uno sguardo complice, entrambi a ricordare il loro primo viaggio insieme.

“Oh no… è pazzesco.” Martha disse, nel vedere lo spettacolo che c’era davanti ai suoi occhi. Il Dottore guardava soddisfatto la sua espressione.

“Non ho parole… Non riesco a credere ai miei occhi, c’è l’abbiamo fatta, abbiamo viaggiato nel tempo.” Disse stupefatta la ragazza. Rose si avvicinò a lei.

“Anche a me, ha fatto lo stesso effetto, la prima volta.” Le sussurrò complice, sperando di metterla a suo agio.

“Ma dove siamo…no, scusa mi devo abituare a questo nuovo linguaggio...quando siamo?” chiese ancora guardandosi attorno. Il Dottore guardò in alto, notando un tizio che svuotava su di loro un secchio.

“Attente!” disse tirando sia Rose che Martha indietro.

“Da qualche parte, prima dell’invenzione del gabinetto” spiegò il Dottore, disgustato da ciò che era arrivato a terra.

“Mi dispiace tanto.” Aggiunse.

“Ho visto di peggio. Ho fatto il turno di notte all’ospedale.” Disse Martha cercando di non guardare a terra.

“Credimi, questa non è neanche la cosa più schifosa che ho visto, da quando viaggio con lui.” Disse Rose, il Dottore la guardò e sorrise, la prese per mano e fece strada.

“Non stiamocene qui, allons-y.” Disse facendo strada.

Ma…siamo al sicuro? Cioè possiamo andare in giro tranquillamente?” chiese Martha fermando i due.

“Certo che possiamo, perché me lo chiedi?” Le rispose il Dottore non capendo il motivo del suo dubbio.

“Come in certi film, se pesti una farfalla, cambi il futuro del mondo.” Spiegò la ragazza, Rose e il Dottore si guardarono, sorpresi trattenendosi dal ridere.

“Facciamo così allora, non calpestare le farfalle. Che ti hanno fatto le farfalle?” chiese il Dottore con ironia, riprendendo a camminare con Rose.

“E se… non lo so…per caso uccido mio nonno?” chiese ancora andandogli dietro. Il Dottore si voltò ancora verso di lei.

“Hai intenzione di farlo?” chiese.

“No.” Rispose scontata Martha, Rose le si avvicinò lasciando la mano del Dottore.

“Rilassati Martha, lascia perdere queste cose, e goditi il momento. Abbiamo viaggiato nel tempo, in pochi hanno avuto questo privilegio.” Le suggerì la bionda, per poi riprendere a camminare accanto al Dottore.

“Allora, siamo a Londra?” chiese stringendogli la mano.

“Credo di si. Intorno al 1699.” Le rispose guardandosi attorno. Martha si mise accanto a Rose.

Aspettate…ma io sono a posto? Non verrò portata via come schiava, vero?” chiese ancora, fermandosi per l’ennesima volta. Rose non riuscì a non roteare gli occhi al cielo, sembrava che non avesse ascoltato per niente il suo consiglio.

“Perché dovrebbero farlo?” chiese il Dottore.

“Hai notato che non sono propriamente chiara?” disse la ragazza, come se fosse la cosa più ovvia.

“Beh! Io non sono umano, cammina con aria di superiorità.” Le rispose un po’ infastidito, Rose gli strinse la mano, riprendendo a camminare.

“Stai diventando un po’ scortese.” Gli sussurrò.

“Scusa.” Disse rivolto a Martha.

“Comunque rimarreste sorprese. L’Inghilterra Elisabettiana non è tanto diversa.” Disse, indicando due uomini accanto a loro, che raccoglievano letame dalla strada.

“Guardate, fanno il riciclaggio.” Spiegò, continuando a camminare. Per poi vedere due uomini accanto ad una botte che bevevano.

“Refrigeratore d’acqua.” Spiegò il Dottore, indicando i due. I tre passarono accanto ad un predicatore, che parlava della fine del mondo.

“Riscaldamento globale.” Aggiunse il Dottore.

Poi come colto da una folgorazione lasciò la mano di Rose, e si mise davanti alle due.

“Oh si, poi l’intrattenimento. L’intrattenimento popolare per le masse.” Spiegò iniziandosi a guardare attorno.

“Se non sbaglio…siamo lungo il fiume, vicino a  Southwark.” Disse, riprese la mano di Rose e iniziarono a correre, seguiti da Martha.

“Proprio vicino a …” disse girando l’angolo, per poi fermarsi.

Ah…si. Il Globe Theatre!” esclamò entusiasta, le due ragazze si guardarono e sorrisero, alla vista dell’imponente struttura, illuminata dalle fiaccole.

“Nuovo, appena aperto. In realtà non è un globo è più un tetra decano, quattordici lati.” Spiegò velocemente. Si voltò verso le sue accompagnatrici.

“E al suo interno, c’è lui in persona.” Disse dondolando sulle sue gambe.

“Non dirai sul serio.” Disse Martha.

“Vuoi dire che lì dentro c’è Shakespeare?” chiese Rose con un largo sorriso.

“Oh, si. Non è brillante?” disse il Dottore, mettendosi in mezzo alle due, offrendo ad entrambe un suo braccio.

“Miss Tyler, Miss Jones, verreste con me a teatro.” Le invitò, le due sorrisero divertite afferrandogli il braccio contemporaneamente.

“Molto volentieri.” Rispose Martha.

“Al ritorno potrete dire che avete visto Shakespeare.” Disse il Dottore incamminandosi, Rose sorrise ricordando il suo incontro con Dickens.

“Certo, come io ho raccontato di aver incontrato Dickens.” Rispose scoppiando in una risata.

“Mi prendi in giro?” chiese Martha sorpresa.

“Oh no! Un tipo davvero simpatico.” Le rispose.

“Ci ha anche salvato la vita.” Aggiunse il Dottore.

 

Alla fine dello spettacolo, il Dottore trascinò le due verso una locanda per incontrare di persona il suo idolo, cercando di capire meglio la questione dell’opera scomparsa. Giunsero in una stanza dove Shakespeare, seduto ad una scrivania, sembra stesse discutendo con altri due.

“Salve.” Entrò il Dottore, bussando sulla porta già aperta.

“Scusate non vi ho interrotto. Il signor Shakespeare immagino.” Disse entrando di presunzione nella stanza, senza badare troppo ai soliti convenevoli. Rose e Martha erano subito dietro di lui.

“No. No, no, no.” Disse Shakespeare passandosi la mano sulla fronte.

“Chi vi ha fatto entrare? Niente autografi e no, non potete farvi ritrarre con me. Per favore non chiedetemi dove prendo le idee, grazie per l’interessamento. Ora da bravo sciò.” Invitò il Dottore ad uscire, ma non appena alzò lo sguardo vide Rose e Martha fare capolino dietro lui, cambiò atteggiamento.

“Non sembra tanto simpatico.” Sussurrò Rose al Dottore.

“Oh, santo cielo, cosa vedono i miei occhi. Sedetevi pure vicino a me.” Invitò le due ragazze, mentre cacciava via gli altri due.

“Due splendide dee al mio cospetto.” Disse, mentre le due si mettevano a sedere proprio davanti a lui. Il Dottore si tolse la giacca mettendosi accanto a Rose. La bionda si voltò per un attimo e notò una giovane cameriera proprio in un angolo buio della stanza, ebbe una strana sensazione, ma i suoi pensieri vennero fermati dalla voce di William.

“E che abiti insoliti, molto… fascianti.” Disse l’uomo, continuando a guardare tra Martha e Rose.

“In verità, è tessuto elasticizzato.” Rispose Martha un po’ imbarazzata, ma il Dottore tentò di intervenire.

“No, non parlare così” le disse sottovoce, tirò fuori la sua carta psichica per mostrarla a Shakespeare.

“Io sono Sir Dottore del Tardis, lei è Dame Rose di Powell Estate e lei la nostra amica Lady Martha Jones.” Shakespeare guardò, quasi divertito la carta psichica del Dottore.

“Interessante, ma quel pezzo di carta è bianco.” Disse, il Dottore rimase senza parole, mentre Rose preoccupata lo guardò, Martha si porse in avanti per guardare il documento.

“Oh..molto intelligente, questo dimostra un vero genio.” Disse il Dottore con tono rapito.

“No, qui c’è scritto, Sir Dottore, Dame Rose e Lady Martha.” Insistette Martha.

“Io dico ch’è bianco.” Disse Shakespeare con fermezza.

“E’ una carta psichica.” Cercò di spiegare Rose. Il Dottore sbuffò.

 “E’ una lunga storia…detesto doverlo spiegarlo ogni volta.” Disse il Dottore infastidito.

“Psichica? Parola mai sentita è le mie parole sono il mio forte. Chi siete voi, anzi meglio, chi è questo splendido raggio di sole che le siede accanto.” Disse flirtando apertamente con Rose, la ragazza sorrise imbarazzata, non riuscì a nascondere il rossore sulle guancie.

“Rose.” Disse timidamente.

“Rose! Che nome melodioso, splendido.” Disse prendendole la mano e baciandole il dorso.

“E lei sa essere molto galante.” Gli rispose lusingata, gli sembrava di essere tornata indietro, al suo primo incontro con Jack.

“Non darmi del lei, ma chiamami Will.” Le continuò a dirle suadente. La ragazza sorrise divertita.

“Bene, Will.” Aggiunse. Il Dottore li fissò per niente divertito. Poi l’uomo si voltò verso Martha.

“E ditemi, chi è quest’altra squisita donna negra.” Disse sognante, sia Martha che Rose furono sorprese da questo linguaggio.

“Che cosa ha detto?” chiese sconvolta Martha.

Ops..non è una parola che usiamo oggi giorno? Preferite ragazza etiope, una donna scura, o regina d’Africa.” Continuò, e l’ interessata si voltò, completamente sconvolta, verso il Dottore.

“Che sta dicendo?” chiese ancora.

“Il political correctness non è ancora stato inventato.” Sussurrò il Dottore.

“Martha viene da una terra lontana. Freedonia.” Spiegò il Dottore improvvisando, Shakespeare non sembrava particolarmente convinto. Per fortuna non ebbe il tempo di indagare ulteriormente, perché nella stanza entrò un uomo.

 

Fine

Capitolo I

 

Correzione: E arrivo a correggere anche questo, spero di concludere tutta la storia entro stasera. Ricordo sempre la pagina di facebook: http://www.facebook.com/pages/KillerQueen86/161552900568131?sk=wall

 

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Capitolo 2
*** Teatro e magia ***


Capitolo 2

Teatro e magia

 

Martha e Rose raggiunsero la stanza che gli era stata indicata. L’interno era molto spartano, niente elettricità, un letto, e una brandina accanto, più un mobile davanti ai giacigli. Martha teneva in mano una candela e iniziò a dare un occhiata in giro.

“Però non è molto comodo.” Disse, ma la preoccupazione di Rose era su altro. Aveva imparato, viaggiando con il Dottore che ogni cosa poteva succedere, ma la magia, sinceramente era l’ultima cosa che si aspettava.

“Allora, è sempre così con lui?” sentì Martha chiederle, distraendola dai suoi pensieri.

“La maggior parte delle volte.” Le rispose.

“Certo, è la prima volta che abbiamo a che fare con la magia.” Specificò riflettendo su quello che era successo.

“Da quanto viaggiate insieme?” chiese ancora l’altra. Rose ci pensò un attimo.

“Quasi tre anni ormai.” Le rispose.

“O quattro…. Sai è difficile a dirlo. Viaggiando sul Tardis ti dimentichi del tempo che passa.” Spiegò meglio, Martha si avvicinò ulteriormente.

“Ma come fai con la tua famiglia, gli amici?” chiese ancora.

“Oh beh…con mamma ci sentiamo spesso.. anzi ora che me lo hai ricordato la dovrei chiamare.” Disse con calma.

“E’ il lavoro?” chiese ancora Martha sorpresa.

“Non ho un lavoro. Questa è la mia vita adesso.” Disse convinta.

Il Dottore entrò in quel momento, anche lui pensieroso come Rose.

“Eccoti finalmente.” Disse Martha sorridendogli.

“Tutto bene?” chiese Rose.

“Si.” Si guardò attorno nella stanza.

“Beh, mi aspettavo di peggio.” Disse riferendosi alla stanza.

“Non è un cinque stelle.” Specificò Rose con ironia. Il Dottore le sorrise e si gettò sul letto, riprendendo il corso dei suoi pensieri,appoggiando la testa al muro.

“Allora chi va do….” Stava per chiedere Martha, ma Rose si era già messa accanto al Dottore, che le aveva fatto immediatamente spazio.

“Come non detto.” Disse sottovoce.

“Che fai dormi li?” chiese il Dottore notando che non si era ancora mossa. Imbarazzata, mise la candela accanto alla brandina e si accomodò di sopra.

“La magia…non me l’aspettavo. Un po’ alla Harry Potter.” Disse la ragazza mentre si metteva più comoda che poteva, Rose guardò il Dottore.

Uh…aspetta di leggere l’ultimo libro.” Disse lui.

“Lui ha pianto.” Aggiunse Rose con ironia, facendo scattare il Dottore.

“Non è vero. Io non ho pianto.” Le rispose fingendosi offeso.

“Si ch’è vero, c’è voluta una settimana per riprendersi.” Specificò la ragazza.

“Ma è tutto vero? Intendo le streghe, la magia nera e tutto il resto?” chiese ancora Martha.

“No, certo che no.” Rispose Rose sicura, ma un dubbio le balenò subito in testa, del resto con il Dottore mai dire mai.

“Non è vero Dottore?” chiese conferma.

“Assolutamente.” Le rispose come se fosse la cosa più logica del mondo.

“E io che ne so, ho appena iniziato a credere nei viaggi nel tempo.” Disse Martha giustificandosi.

“Allora Dottore, cosa pensi che sia questa volta?” chiese la bionda.

“Potrebbe essere energia psichica, ma un essere umano non può canalizzarla così senza un generatore enorme. Lo avremmo di certo visto.” spiegò più a se stesso che a Rose.

“Non potrebbe trattarsi di qualche specie aliena arrivata qui su un asteroide?” chiese la ragazza, ricordando l’esperienza con il lupo mannaro. Il Dottore la guardò soddisfatto della sua osservazione.

“Ottima osservazione, Dame Rose.” Le disse il Dottore scherzando sulla sua onorificenza.

“Di che parlate?” chiese Martha curiosa.

“Lunga storia.” Le rispose Rose.

“Ma non credo che sia una specie a modulazione luminosa.” Rifletté ancora il Dottore.

“Non so voi, ma io sono un po’ stanca, quindi preferisco rimandare a domani, buona notte.” Disse Martha dando le spalle ai due e spegnendo la candela.

“Allora come ci muoviamo domani?” chiese Rose sottovoce per non disturbare Martha, il Dottore sembrò pensarci ancora su, poi sbuffò e si mise più in basso, allineandosi con Rose.

“Ci penseremo domani. Ora tu dovresti fare come Martha e riposarti.” Le disse con molta dolcezza.

“Non sono stanca, e poi detto fra noi non riuscirei a dormire su questo letto.” Si lamentò.

“Sul serio, perché qualche volta non mi porti in un bell’albergo, con tutte le possibili comodità.” Si lamentò la ragazza sorridendo.

“Non mi sembra che, ti lamentavi poco fa in presenza di Will.” Disse il Dottore enfatizzando il nome di Shakespeare. Rose alzò un sopragiglio.

“Che hai? Sei geloso per caso?” gli chiese divertita, capendo che era così.

“Non essere ridicola.” Rispose il Dottore arrossendo un po’.

“E’ meglio che dormi.” Continuò cambiando discorso. Rose era al quanto soddisfatta di questa sua reazione, era la prima volta che le dimostrava gelosia. E’ anche vero che in precedenza sia con Adam che con Jack non si era risparmiato, ma da quando si era rigenerato non era più successo.

“Comunque non è il mio tipo.” Gli disse in un sussurro guardandolo negli occhi.

“Davvero?”

“Davvero!” confermò sorridendogli dolcemente. Il Dottore la guardava rapito dal suo sorriso e dai suoi occhi. Per un attimo Rose ebbe la sensazione che in quel momento il Dottore desiderasse baciarla. Al solo pensiero, di poter condividere un gesto così intimo con lui, le sue guancie si infuocarono, per fortuna il buio della stanza avrebbe impedito a lui di vedere il rossore, almeno così sperava. Il Dottore si mise sdraiato sulla schiena, le circondò le spalle con il braccio e la strinse al suo petto, facendola arrossire ulteriormente. Appoggiò il viso sul petto, e riuscì a sentire i due cuori battere all’impazzata, mentre lui le accarezzava i capelli. Chiuse gli occhi godendosi a pieno quel momento di intimità tra loro.

Un urlo agghiacciante li fece scattare a tutti e tre, che corsero in direzione della stanza di Shakespeare, da dove proveniva l’urlo. Il Dottore e Martha si occuparono della donna, Dolly Bailey riversa sul pavimento. Rose corse alla finestra, vedendo allontanarsi su una scopa, una streghe che ghignava nell’oscurità della notte.

“Cosa è successo?” chiese Shakespeare svegliato anche lui dall’urlo.

“Il suo cuore ha ceduto.” Disse Martha dopo aver controllato i battiti.

“E’ morta di paura.” Aggiunse il Dottore.

“Dottore.” Chiamò Rose, lui subito fu al suo fianco.

“Cosa hai visto?” le chiese guardando fuori dalla finestra.

“Una strega.” Rispose lei non riuscendo staccare gli occhi dall’orizzonte.

 

Shakespeare riuscì a procurare al Dottore le mappe della città, dove iniziò a cercare la strada indicata dall’architetto Peter.

“Eccola, All Hallows Street. Noi le rintracceremo. Will tu vai al Globe, non so come ma ferma quella commedia.” Disse il Dottore con fermezza.

“Oh, lo farò.” Rispose l’autore.

“In tutti questi anni, sono stato l’uomo più intelligente che conosca, ma accanto a voi non so niente.” Disse stringendogli la mano con enfasi. Le due ragazze si guardano.

“Oh, non ti lamentare.” Aggiunse Martha.

“Non mi lamento. E’ meraviglioso.” Aggiunse ancora Shakespeare. il Dottore prese la sua giacca.

“Buona fortuna Dottore.” Disse.

“Buona fortuna Shakespeare.” Ricambiò prendendo la mano di Rose, correndo via.

 

Arrivarono nella strada indicata da William guardandosi intorno.

Ci siamo, All Hallows Street.” Disse il Dottore seguito da Rose e Martha.

“Si, ma quale casa?” chiese Rose guardandosi intorno.

“Io ci ho pensato, e mi sfugge qualcosa.”iniziò Martha quando i tre si fermarono.

“Il mondo non è finito nel 1599, io e Rose ne siamo la prova vivente.” Disse. “Vedi Martha, il tempo non è come lo immaginiamo noi.” Iniziò a spiegarle Rose.

“E’ in continuo mutamento, e come un flusso o qualcosa del genere.” Cercò di spiegarle, ma anche lei aveva sempre avuto difficoltà a capirlo.

“Continuo a non capire.” Disse Martha, la bionda tirò la mano del Dottore attirando la sua attenzione.

“Sarà il caso che sia tu a spiegarlo.” Gli suggerì tirandosi indietro.

Ahhh come spiegare la meccanica del flusso temporale.”si lamentò tornando accanto alla ragazza.

“Aspetta lo so.” Disse colto da un illuminazione.

“E come in Ritorno al futuro.” Disse soddisfatto.

“Il film?” chiese l’altra dubbiosa.

“No, la telenovela. Certo il film.” Le rispose un po’ scorbutico, Rose gli strattonò la mano.

“Sei stato scortese, di nuovo.” Lo richiamò.

“Stavolta non è stata colpa mia.” Si giustificò

“Comunque nel film, Martin McFly torna indietro nel tempo e cambia la storia.” Iniziò a spiegare.

“E comincia a svanire, l’ho visto.” Continuò  Martha un po’ offesa.

“Ah non me lo dire, io allora svanirò.” Disse poco convinta, il Dottore alzò gli occhi al cielo a quel punto intervenne Rose.

“Martha, il nostro futuro, il futuro della razza umana, finirà adesso nel 1599 se non riusciamo a fermarli.” Le disse con più calma e seriamente.

“Ma quale casa?” chiese il Dottore tornando alla ricerca.

Una porta davanti a loro di aprì da sola, attirando l’attenzione dei tre.

“O meglio, quale casa stregata!” si corresse il Dottore guardando le due.

“Ok, questo si ch’è un trucchetto alla Harry Potter.” Disse Rose con ironia.

Il Dottore condusse le due all’interno della casa, fino ad arrivare nella sala centrale, illuminata dalle candele, con un calderone al centro della stanza. In piedi davanti a loro la cameriera che c’era alla locanda.

“Deduco che siamo attesi.” Disse il Dottore entrando.

“Credo che la morte stia attendendo te, Dottore,  da molto tempo.” Disse, e Rose strinse ancora di più la sua mano. Martha invece si fece avanti.

“Bene, ora tocca a me.” Disse mettendosi davanti ai due.

“Martha ferma.” La richiamò Rose.

“So come farlo.” Le rispose lei, continuando a guardare la donna davanti a lei.

“Il tuo nome  è Carionite.” Disse puntandole il dito contro, ma non successe nulla.

Ohhh!” scherzò l’avversario divertito.

“Cosa ho sbagliato? E’ stato il dito?” chiese voltandosi verso gli altri due.

“Il potere del nome funziona solo una volta.” La informò la donna avvicinandosi a lei.

“Osserva.” Disse puntandole il dito contro.

“Io fisso questo inutile mucchietto di ossa e ora nomino te Martha Jones.” Disse con enfasi, in pochi attimi la ragazza perse i sensi.

“Martha.” Urlò Rose chinandosi su di lei.

“Che cosa hai fatto?” chiese invece il Dottore arrabbiato, chinandosi accanto a Rose.

“Dorme soltanto purtroppo.” Disse sorpresa mentre si guardava il dito.

“Curioso, il nome ha meno impatto, in qualche modo è fuori dal suo tempo.” Disse per poi tornare a fissare il Dottore.

“E quanto a te Sir Dottore.” Disse puntandogli il dito contro.

“Affascinante.” Disse colpita, vedendo che non c’era reazione.

“Non c’è nessun nome. Perché un uomo dovrebbe nascondere il suo con tanta disperazione.” Disse attirando l’attenzione di Rose che guardò il Dottore.

“Oh ma guarda.” Disse come se avesse capito qualcosa di importante.

“C’è un nome che ha potere su di te.” Disse soddisfatta.

“I nomi non funzioneranno con me.” La sfidò il Dottore.

“Voliamo vedere?” disse lei allontanandosi, spostando la sua attenzione a Rose.

“Soffia il vento del nord, mentre il lupo ulula alla luna.” Disse puntando il dito, il Dottore si alzò di colpo ponendosi di fronte.

“Non ci provare.” Disse il Dottore, ma la donna gli sorrise con ironia.

“Invocando il nome: Rose.” Disse e la ragazza cadde priva di sensi, mentre il Dottore corse verso di lei.

 

“Rose!”

Sentì la voce del Dottore che la chiamava in lontananza, il suo tono era preoccupato, gemette senza rendersene conto. Aprì gli occhi lentamente incontrando il sorriso del Dottore che aumentava, era appoggiata alle sue gambe e le braccia la stavano sostenendo, una sensazione stupenda, indescrivibile.

“Ciao.” La salutò dolcemente tenendola ancora tra le braccia.

“Ciao.” Le rispose con la stessa dolcezza. Si guardarono negli occhi, come quella volta su Nuova Terra, aveva lo stesso sguardo dolce misto a preoccupazione.

“Mi sono persa qualcosa?” gli chiese con ironia senza staccare gli occhi da lui.

“Le solite cose.” Le rispose ricambiando il sorriso

“Bentornata.” Le disse, sorrisero insieme sollevati di essersi ritrovati.

“Sarà meglio muoverci.” Disse Martha riportandoli alla realtà.

“Martha! Stai bene?” chiese Rose mentre il Dottore l’aiutava ad alzarsi.

“Si.” Le rispose di fretta. Il Dottore le prese la mano.

“Allons-y.” Disse conducendole di fretta, fuori dalla stanza, seguito dalle due.

 

Fine

Capitolo II

 

Correzione: Eccovi anche il secondo capitolo revisionato.

 

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Capitolo 3
*** Epilogo ***


Note dell’autore: Eccovi il terzo capitolo della storia, confesso che non mi è venuto fuori come avrei voluto, inoltre è un po’ corto, spero che comunque continuate a seguire le mie storie.

 

Capitolo 3

Epilogo

 

La mattina dopo il Dottore e Rose si aggiravano dietro le quinte cercando qualche resto della commedia, mentre Martha e Shakespeare approfondivano la loro “conoscenza”.

La mente del Dottore brulicava di pensieri, il semplice pensiero di poter perdere Rose lo faceva diventare pazzo, lo terrorizzava. Non poteva ignorare che era davvero diventata una sua costante, una presenza troppo importante per rinunciarci, e una parte di se, quella meno razionale voleva disperatamente baciarla, parlarle farle capire quanto in realtà lui l’amasse. Ma ogni volta che si presentava l’occasione si tirava indietro, pensando che in futuro avrebbero dovuto soffrire entrambi, per una loro separazione. Proprio come l’altra sera, su quel letto, oh quanto avrebbe voluto baciarla, ma alla fine si era tirato indietro pensando alle conseguenze di quel semplice gesto, ma almeno l’aveva stretta a se riuscendo a farla addormentare.

“Dottore, ci sei?” la sentì che lo chiamava. Si voltò verso di lei e vide che in mano teneva qualcosa, un teschio.

“Tutto bene?” chiese preoccupata.

“Certo. Trovato niente?” chiese invece, cambiando subito discorso.

“Nessuna traccia di Pene d’amore ritrovato. In compenso ho trovato questo.” Disse avvicinandosi e mostrandogli il teschio che aveva in mano.

“Ti ricorda nulla?” chiese sorridendo. Il Dottore capì subito a cosa si riferiva.

“Non può essere… ma sembra…sembra un Sycorax.” Disse divertito all’idea, Rose sembrava condividere il divertimento.

“Sarà il caso di portarlo con noi?” chiese la ragazza.

“Credo che sia meglio, si.” Disse il Dottore.

“Trovato niente tu?” gli chiese cambiando discorso.

“Nulla…beh a parte questo?” disse indossando un collare. Rose scoppiò a ridere.

“Davvero molto carino. Farai strage di cuori con questo.” Scherzò la ragazza, lui si finse offeso.

“Ohi, vedi che in questo periodo va molto di moda.” rispose. Rose notò un capello adatto al collare che stava indossando il Dottore.

“Aspetta.” Disse prendendolo, si avvicinò nuovamente a lui.

“Credo che con questo capello diverrai davvero irresistibile.” Disse divertita, glielo sistemò in testa.

“Davvero?” chiese con provocazione.

“Certo.”  Gli rispose, i due si guardarono intensamente negli occhi, erano pericolosamente vicini, le mani di Rose indugiavano ancora sul petto del Dottore. Entrambi non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso.

“Allora mi dona il capello?” chiese in un sussurrò con ironia, cercando quasi di allentare la forte tensione creata fra loro.

“Credi di si.” Gli rispose senza nascondere il suo imbarazzo.

Voleva baciarla, lo voleva disperatamente. Ma la sua parte razionale lo fermò ancora una volta, si schiarì la gola e abbassò lo sguardo.

“Andiamo, sarà il caso di tornare da quei due.” Le disse prendendole la mano e tornando sul palco, dove c’erano Martha e William.

“Bella attrezzeria lì dietro.” Disse il Dottore entrando in scena dividendo i due.

“Non abbiamo interrotto niente, vero?” chiese Rose con ironia facendo l’occhiolino a Martha.

“Non siamo tanto convinti di questo.” Disse invece il Dottore, indicando il teschio che Rose teneva in mano.

“Ci ricorda un Sycorax.” Aggiunse Rose.

“Sycorax, bella parola, vi ruberò anche questa, se permettete.” Intervenne Shakespeare, mentre Rose si mise seduta accanto a Martha.

“Dovrei prendermi il 10%. La tua testa?” chiese il Dottore

“Tieni, ti ho portato questo collare.” Si staccò il collare per metterlo a Shakespeare.

“Indossalo qualche giorno, finché non migliora.” Gli consigliò, le due ragazze si guardarono e si sorrisero complici.

“Anzi, puoi tenerlo per sempre se ti va.” Aggiunse.

“E’ la commedia?” chiese Martha.

“E’ andata. Non abbiamo trovato nessuna copia.” Rispose Rose per lui.

“Il mio capolavoro perduto.” Disse Shakespeare guardando al centro del teatro.

“Potresti sempre riscriverlo.” Gli suggerì Martha.

“Si, ma meglio di no Will. C’è ancora potere in quelle parole, meglio che sia perduto.” Disse il Dottore.

“Però ho delle nuove idee. Magari è ora di scrivere storia di padri e figli, in memoria del mio ragazzo… il mio prezioso Amlet.” Spiegò William. Le due ragazze si guardarono con il Dottore.

“Amlet?” chiese Martha

“E’ lui.” Preciso lo scrittore.

“Amlet?” chiese ancora la ragazza, Shakespeare si voltò verso di lei.

“Che cosa c’è che non va?” chiese.

“Comunque è ora di andare.” Intervenne il Dottore riprendendo la sfera delle streghe, mentre Rose riprendeva il teschio.

“Ho una bella soffitta nel Tardis, dove queste tre potranno gridare per l’eternità. E poi devo riportare Martha a Freedonia.” Spiegò prendendo la mano di Rose che lo aveva raggiunto.

“Vuoi dire viaggiare nel tempo e nello spazio!” intervenne Shakespeare sorprendendo i tre.

“Che cosa?” chiese il Dottore un po’ preoccupato.

“Tu sei di un altro mondo come i Carioniti. E Martha e Rose vengono dal futuro. Non è difficile da capire.” Specificò, mentre le due ragazze non sapendo come comportarsi lo guardarono.

“E’ incredibile. Tu sei incredibile.” Gli rispose il Dottore totalmente meravigliato.

“Siamo molto simili noi due Dottore.” Disse sorridendogli, poi si voltò verso Rose.

“Entrambi amiamo le belle donne.” Disse indugiando su Rose, che abbassò lo sguardo imbarazzata. Poi il poeta si rivolse a Martha.

“Martha, permettimi di dirti addio con un nuovo verso.” Le disse prendendole la mano.

“Un sonetto per la mia Dark lady.” Disse accarezzandole la mano.

Ti paragonerò dunque ad un giorno d’estate.” Iniziò a recitare, Rose e il Dottore sorrisero divertiti.

Sei più vago e mite…” continuò William, ma venne interrotto da due attori che entrarono di corsa nel teatro.

“Will” chiamò il primo entrando.

“Will, non ci crederai mai, è qui.” Disse l’altro entrando e indicando la porta da cui era entrato.

“Alla fine è venuta.” Continuò.

“Siamo sulla bocca di tutta la città, ha sentito di ieri sera, vuol che recitiamo tutto di nuovo.” Aggiunse l’altro che non riusciva a nascondere l’entusiasmo.

“Chi?” chiese ingenuamente Rose.

“Sua Maestà è qui!” le rispose come se fosse ovvio, Rose diede una gomitata al Dottore trattenendo una risata. Mentre lo squillo di trombe annunciò l’entrata della donna.

“La regina Elisabetta I.” disse il Dottore entusiasta, ma la donna non sembrava affatto contenta.

“Il Dottore?” chiese guardando meglio.

“Cosa?” chiese sorpreso che lo conosceva.

“La conosci?” chiese sottovoce Rose.

“Il mio nemico giurato.” Aggiunse con cattiveria.

“Cosa?” chiese ancora il Dottore stordito.

“Tagliateli la testa.” Ordinò.

“Cosa?” continuò a ripetere il Dottore, Rose alzò lo sguardo al cielo, gli prese la mano.

“Lascia perdere il cosa. Corri.” Gli disse trascinandolo via.

“Ci vediamo Will… e grazie.” Disse Martha seguendo i due.

“Fermate quel fastidioso Dottore.” Aggiunse la regina.

I tre corsero tra le strade di Londra, seguiti dall’esercito della regina.

“E’ possibile che hai fatto infuriare anche questa regina!” disse Rose divertita, ricordando l’incontro con la regina Vittoria.

“A quanto pare si.” Le rispose ridendo divertito.

“Ma che cosa hai fatto per farla arrabbiare?” chiese invece Martha.

“Non ne ho idea, non l’ho mai incontrata finora.” Rispose di nuovo mentre prendeva le chiave del Tardis.

“Ma non vedo l’ora di scoprirlo.” Disse facendo entrare le due e guardando dietro di loro.

“E molto presto lo saprò.” Disse, quando si accorse che i soldati stavano per lanciargli addosso le frecce si decise ad entrare.

Corse verso i comandi di corsa, mentre Rose e Martha riprendevano fiato. Quando il Tardis fu nel vortice il Dottore si lasciò cadere sul sedile i tre si guardarono e scoppiarono a ridere.

Fine

 

Note dell’autore: Mi dispiace tante se non vi è piaciuto, davvero neanche io vado pazza per questo capitolo, comunque continuate a seguire la mia terza stagione, cercate di avere un altro po’ di pazienza per Rose e il Dottore.

 

Correzione: Eccovi il terzo e ultimo capitolo, scusate se ci sono ancora errori, ma ho fatto il possibile.

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