Ciao a tutti!
Scusatemi per
l’enorme ritardo ma, come immagino saprete benissimo, gli
ultimi giorni di
scuola sono i più impegnativi...
^_^
Se poi aggiungete
esami di inglese e saggi di danza, avrete il riassunto della mia ultima
settimana....
So
che
probabilmente non ve ne frega un beato accidente, ma oltretutto la mia
adorata
ispirazione è, come dire, andata a farsi benedire... insomma
un periodo nero!
Comunque sia, dove
siete andati a finire voi ?!? Solo 1 recensione...
: ’ (
Ovviamente
scherzo, sicuramente è un periodaccio anche per voi...
Per fortuna che ho
la mia Lety, che non mi abbandona mai!
Ci vediamo alla
fine della storia!!! See you soon... 8 )
Le donne della mia
vita.
Sono loro le
persone che amo di più al mondo.
Le
guardo
ammirato, in una specie di trance. Antonella ha preso in braccio Angie
e la
culla amorevolmente, con un fare materno che non le avevo mai visto
prima.
Intanto
la mia
sorellina sta gorgogliando beata. È più che
evidente che si adorano.
Sono cognate. E
sembrano madre e figlia.
Questo
pensiero fa
tonare inevitabilmente la tristezza.
Non
riesco a
smettere di pensarci. Mia madre mi manca da morire.
Ormai sono diversi mesi che
non c’è più, eppure io ancora non
riesco a capacitarmi di ciò che è successo.
A volte, di notte, mi ritrovo a singhiozzare,
forse senza un motivo preciso; in quei momenti c’è
sempre Antonella vicino a
me. Mi abbraccia senza dire una parola e mi accarezza la schiena
finché non mi
riaddormento sfinito...
Quello
stramaledettissimo incidente del cavolo. La mamma e il suo nuovo
compagno, il
papà di Angie, hanno perso entrambi la vita una notte di
novembre. Si erano
trasferiti a Buenos Aires da un anno e mezzo, cioè appena
mamma è rimasta
incinta di Angie.
Io
e Gonzalo
eravamo felicissimi quando ce l’aveva detto. Si
può dire che non vedevamo
l’ora. Ci siamo ritrovati un giorno con un minuscolo
fagottino rosa in braccio,
ed eravamo orgogliosi di dire ai nostri amici:
-Ehy, ragazzi
questa è la nostra sorellina...
Tutta
la mia vita
sembrava perfetta: avevo Antonella, ci amavamo alla follia; avevo di
nuovo
entrambi i miei genitori vicino, anche se non stavano più
insieme; avevo la mia
piccola Angelica.
Poi,
quella notte
di novembre, con una sola telefonata, tutto crollò.
L’
equilibrio che
pensavo di aver trovato si dissolse rapidamente, rivelando la
complicata trama
delle vite che si erano intrecciate alla mia, e che inevitabilmente
sarebbero
state toccate dall’accaduto.
Una
giovane vita
in particolare.
Quella
di
Angelica.
Non ha
praticamente conosciuto i suoi genitori. Dopo l’incidente
è stata affidata a me
e Gonzalo, appena maggiorenni, in quanto unici parenti che ha.
Dal giorno in cui
l’abbiamo portata a casa, le nostre vita sono state stravolte
completamente. Da
un momento all’altro, le cose importanti non erano
più prove del gruppo e
uscite con gli amici, ma PPP. Pianti, pappe, pannolini.
Occhio, non che
questo mi dia fastidio. Io sono felicissimo di prendermi cura di mia
sorella.
Mi da una sensazione strana sapere che io sono tutto ciò che
ha, che dipende da
me. Certo, Antonella mi ha ripetuto milioni di volte che non
sopravvivrebbe
senza me, almeno non più di quanto possa fare io, ma con
Angie è diverso.
Mi fa sentire...
importante...
Oltretutto,
l’arrivo di Angie ha portato una ventata di aria fresca anche
nel rapporto tra
me e Anto. Siamo sempre appiccicati a lei, non la molliamo un secondo.
E Antonella
continua a dire che queste sono le prove generali.
Fino a poco tempo
fa non avevo capito a cosa si riferisse, prove generali per che cosa?
Ma qualche
settimana fa, dopo aver fatto addormentare Angie, ci siamo trascinammo
stanchi
morti in camera mia. All’improvviso Anto mi disse:
-Amore, sai a che
pensavo?
-No, cosa? –
risposi soffocando uno sbadiglio
-Non credevo che
avrei mai desiderato una cosa del genere, almeno non a 17 anni, ma...-
si
interruppe esitante – Sai pensavo che... che noi...
-Sbaglio, o
Antonella The Best è imbarazzata? – la provocai io
incuriosito, imitando il
suo modo di soprannominarsi
-No Bruno che
dici!- esclamò lei indignata
Eccola di nuovo la
mia Anto, sfrontata come sempre... Mi avvicinai a lei e allacciai le
mie
braccia dietro la sua schiena, cingendole i fianchi.
-Come che dico?
–
continuai a provocarla, facendole il solletico e buttandola sul letto.
Dopo qualche
minuto di lotta (solletico e cuscinate, la cosa migliore all' 1 di
notte, dopo
aver passato ore cullando avanti e indietro una neonata capricciosa),
ci rialzammo
per riprendere fiato, sudati e accaldati come non mai.
-Allora
–esordii
ansimando- si può sapere che cosa mi dovevi dire?
-No, niente,
è che
ho scoperto... insomma, ci vedo bene come genitori- concluse tutto
d’un fiato.
Ecco cosa volevano dire le prove generali. Prove per diventare, un
giorno,
genitori.
La fissai stupito.
Mi stava davvero dicendo...
-Anto, intendi
proprio noi due?- riuscii a dire solamente dopo un po’
-Sì, noi
due-
affermò con un sorriso
Inutile dire che
la cosa mi stupì parecchio. Non avevamo mai parlato del
nostro rapporto in quei
termini, almeno non seriamente.
-Dici sul serio
amore? –fu tutto quello che fui capace di dire
Per tutta risposta
Antonella si avvicinò a me e cominciò a
baciarmi,attirandomi contro il suo
corpo ormai steso sul materasso morbido.
-È tutto
ciò che
desidero- dissi in un soffio, appena prima di ritrovarmi con la bocca
troppo
impegnata per poter parlare. Penso che si possa immaginare come
andò a finire.
Voglio dire, si
parlava di bambini, devo forse farvi il discorso delle api e dei fiori?
Appunto. Non è il caso.
Non mi rendo conto
che è passato qualche minuto mentre mi sono perso nei
pensieri, tanto che
Antonella sta cercando di richiamare la mia attenzione.
-Ehy amore, ci
sei? –chiede agitandomi una mano davanti al viso
-Eh? Si, si certo!
–sobbalzai- Mi ero solo perso nei pensieri...
Anto mi rispose
solo con un’espressione strana, della serie “Aiuto,
Bruno mi sta uscendo di
testa”...
Intanto Angie si
è
addormentata serena tra le braccia di Anto. Mi avvicino piano e le poso
un
bacio leggero sulla testolina. Poi procedo con i baci lungo il profilo
del
braccio di Anto, risalendo lungo la spalla e il collo, fino ad arrivare
alla
bocca. Inutile dire che lei ricambia appassionatamente.
-Amore... Ho
ancora in braccio la bambina, non voglio farla cadere...
–dice ridendo dopo un
po’
Mi unisco alla
risata e continuo a sfiorarle i lineamenti del viso con teneri
baci.
Sempre
baciandoci e sempre con la piccola a dividerci ci avviciniamo alla
finestra.
Anto guarda fuori;
il sole cala nel pomeriggio di Buenos Aires.
Poso il mento
sulla una spalla e le cingo la vita con un braccio.
Forse non
sarà
difficile raggiungere di nuovo il mio equilibrio, d’altra
parte ho tutti gli
ingredienti...
Eccomi di nuovo
qui!!!
Allora che ve ne
pare di questo nuovo capitolo? In realtà è
puramente “riempitivo”, visto che
non succede un accidente di niente...
Mi serviva
però
per spiegare tutto ciò che era successo prima
dell’inizio della narrazione,
soprattutto per chiarire l’identità di Angie...
SAPEVO CHE CI SARESTE CASCATI!!!
Angie non è
figlia
di Anto e Bruno!!!
Tornando alla
storia, ho
cercato di alternare momenti di serietà a passaggi
divertenti, per rendere il testo più scorrevole: secondo voi
ci sono riuscita?
Inoltre,
come avevo detto, ho deciso di cambiare titolo (cosa che
farò entro
domani pomeriggio). Ovviamente ho già un’idea, ma
accetto comunque qualche
suggerimento, se ne avete...
Intanto
però
rispondo a Lety: allora cara, come sempre grazie dei complimenti!
Come avrai capito
Antonella non è la vera mamma di Angie, ma in un certo senso
è come se lo
fosse...
Comunque su una
cosa hai fatto centro: io adoro il tema della maternità! Non
so bene il perché ma
mi ha sempre affascinato, sin da quando ero piccola e non conoscevo
bene...ehm...i
meccanismi, diciamo... -.-
Spero che anche
questo capitolo ti piaccia!
Ragazzi, visto che
la scuola è ormai alla fine, mi auguro di postare
più velocemente le prossime
volte, ispirazione permettendo...
Baci a tutti FeDe
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