Final Fantasy Adventure

di Neko chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


a

Final Fantasy Adventure
Capitolo 1


Il soldato corse attraverso il lungo corridoio del castello, preoccupato.
Raggiunse un’ampia sala, dove si incontrò con un suo compagno.
- Abbiamo cercato dappertutto, ma non l’abbiamo trovata… dove può essersi cacciata?- chiese al compagno.
- E’ sempre così con la principessa…- sospirò quell’altro.
- Temo che dovremo scomodare il principe…


Il soldato attraversò nuovamente il corridoio, ma stavolta salì al piano superiore.
Era ormai abituato a percorrere quella strada.
Ogni volta che la principessa spariva erano costretti a chiedere aiuto a lui…
Arrivò davanti alla porta della stanza reale e bussò velocemente.
- Avanti- fece una voce maschile dall’interno.
Il soldato attraversò timidamente la soglia.
- Mi scusi se la disturbo, principe Leon…
Seduto al tavolo vicino alla parete della stanza c’era un ragazzo sui 18 anni, dai capelli corti e castani, e dai bellissimi occhi verdi.
Non indossava vesti eleganti: non gli piaceva portare i tradizionali abiti regali. Troppo scomodi, diceva.
Indossava una giacca di pelle nera sopra una maglietta bianca, dei pantaloni anch’essi di pelle neri con varie cinture e una collana d’argento al collo.
Il ragazzo mise da parte le scartoffie che stava compilando e si volse verso il soldato.
- Cosa c’è? E’ successo qualcosa?
- Ehm…riguarda vostra sorella, altezza… - fece il soldato.
- Vede…
- Se l’è squagliata un’altra volta, eh?- concluse il principe Leon.
- Sono costernato, altezza… ma non ditelo al re, vi prego…
Il principe si alzò e uscì dalla stanza, seguito a ruota dal soldato.
- L’avete cercata nella sua stanza?- chiese.
- Sissignore. La sua insegnante si era recata da lei per le lezioni mattutine, ma quando è entrata la principessa non c’era.
- Uhm… e nelle cucine? Nei bagni? Non c’è da nessuna parte?
- No… temo che sia uscita dal castello…
A quell’affermazione il ragazzo accelerò il passo e oltrepassò il grande portone, uscendo dal palazzo.
La residenza reale era circondata da alti cancelli sorvegliati.
Se non era a palazzo, la principessa doveva per forza essere…
- Ma certo, ai giardini! E’ l’unico posto dove non abbiamo controllato!- esclamò la guardia.
Leon attraversò l’ampio prato che si estendeva intorno al castello.
- Conoscendola, si sarà sicuramente nascosta…- fece il ragazzo, buttando occhiate qua e là.
Ad un certo punto notò con la coda nell’occhio un movimento tra i cespugli.
Si avventò su di esso e ne tirò fuori una ragazza.
- Aeris! Si può sapere che ci fai, qui fuori?- fece il ragazzo.
- Uffa, non vale! Riesci sempre a trovarmi… Però stavolta mi ero nascosta bene, eh?- disse sorridendo la principessa.
Era una ragazza stupenda, dai lunghi capelli castani con due riccioli davanti alle orecchie.
Aveva un viso roseo e delicato e dei bellissimi occhi verde smeraldo.
Era una ragazza dolce e allegra; aveva circa 20 anni, e nonostante il comportamento a volte infantile, aveva un carattere forte e deciso.
- Nonostante sia tu la più grande, ti comporti come una bambina…- disse Leon scuotendo la testa.
- Perché sei uscita dal castello? La tua insegnante era venuta per le lezioni, te ne eri scordata?
- E’ per questo che sono andata via. Quelle lezioni sono così noiose…- disse la ragazza.
Leon la prese per mano e la ricondusse a palazzo.
- Se continui a marinare le lezioni in questo modo, non imparerai mai niente…- sospirò il ragazzo con aria di rimprovero.
- Ormai non ho più niente da imparare… conosco già tutto a memoria! E poi quando papà non ci sarà più sarai tu a diventare re, non io…- replicò Aeris.
- Aeris, tu sei una principessa e devi comportarti come tale- disse severo il fratello. - Tra l’altro è anche ora che tu prenda marito…
Quest’ ultima affermazione bloccò la ragazza.
- S…sposarmi???- esclamò esterrefatta.
- Certo! Non vorrai rimanere zitella per tutta la vita, spero!- ribatté lui. - Non sai quanti giovani vorrebbero averti in sposa…
- Ma io non voglio!- esclamò lei, fermandosi. - Non potete decidere tutto d’un tratto e senza dirmi niente!
- Ma non è stato ancora deciso niente, calmati… Domani verranno a farci visita tre tuoi pretendenti. Avrai tutto il tempo di pensarci…- disse Leon.
Aeris era esterrefatta.
- M-ma… fammi capire… perché io devo trovare marito se tu che sei anche l’erede al trono non sei neanche fidanzato???- scoppiò lei.
- Oh Aeris, non cominciare… E’ la decisione del re, e tra l’altro tu sei la più grande…
- Bhè, io mi rifiuto categoricamente - disse la ragazza.
Leon si voltò verso di lei.
- Come?
- Io non mi sposerò per niente al mondo. Tantomeno con uno sconosciuto scelto da papà!- detto questo Aeris si voltò e corse in camera sua.
Leon e il soldato rimasero per un po’ fermi in mezzo al corridoio.
- Altezza, vuole che…
- No, no. Andrò a parlarle io.


Aeris si buttò sul letto, nascondendo il volto sotto il cuscino.
Ma perché doveva andare tutto così male? Finora aveva sempre fatto quello che suo fratello e suo padre si aspettavano da lei, e adesso avrebbe anche dovuto sposare un perfetto sconosciuto… quand’è che avrebbe deciso da sola della propria vita?
Ad un tratto sentì bussare alla porta.
- Aeris, sono io. Posso entrare?
Lei acconsentì e Leon entrò nella sua stanza.
Si avvicinò al letto e le sedette accanto.
- Ma perché va tutto storto?- fece lei. Sembrava ormai sull’orlo del pianto.
- Aeris…- cominciò lui -  So che è dura. Nessuno ha mai detto che essere una principessa fosse facile. Ma il popolo si aspetta molto da te.
- Non vedo proprio come un matrimonio possa risolvere le cose…- singhiozzò lei. Alzò il volto dal cuscino e si mise accanto a suo fratello.
- Io… io ho sempre fatto di tutto per accontentare papà. Davvero. Ce l’ ho messa tutta. Però adesso mi rendo conto che non può continuare così. La mia vita sta passando senza che me ne renda conto.
Leon restò per un po’ a guardarla. Non le era mai sembrato che Aeris stesse così male. Lei si dimostrava sempre gentile e cordiale con tutti, anche quando era triste. E lui non aveva capito niente. Forse non le era stato abbastanza vicino.
- Che cosa vorresti fare?- le chiese alla fine.
Lei non rispose. Non sapeva neanche che dire. Non le piaceva quella vita. Ma che altre possibilità c’erano?
- Una volta, quando eravamo piccoli, la mamma ci aveva detto… che al mondo c’erano un’infinità di mondi diversi, tanti quanto le stelle del cielo. E tu hai detto che un giorno avresti voluto visitarli tutti. Hai abbandonato quel desiderio, Leon?
Il ragazzo non rispose subito. Alla domanda seguì un lungo silenzio.
Poi disse: - Da piccolo avevo una grande fantasia. E molti sogni. Ma crescendo mi sono accorto che non sempre è possibile realizzare i propri desideri. Quella degli altri mondi è solo una favola. Lo sai anche tu.
Lei rimase un po’ in silenzio, a fissare il pavimento.
- Quando me l’ ha raccontato, io mi ero già esaltata. Sognavo di vivere avventure bellissime, di visitare posti nuovi mai visti prima. Io ci credo ancora. Per te invece è solo una storia, vero?- disse lei fissandolo.
Lui rimase colpito da quella risposta.
Rimase lì, senza sapere che dire.
- Io voglio bene a papà. E anche a te, Leon. Ma non voglio vivere rinchiusa qui. Voglio decidere da sola della mia vita.


“ Non voglio vivere rinchiusa qui. Voglio decidere da sola della mia vita.”
Quelle parole l’avevano spiazzato. Aeris soffriva a palazzo.
Ma lui che poteva fare? Lui era il principe di quel regno. L’erede al trono.
Se non era capace di capire neanche sua sorella, come poteva sperare di governare un intero regno?
Si passò una mano tra i capelli. Prese la tazza di caffè sopra il tavolo e la bevve tutta d’un sorso.
Era intento a frugare nei suoi pensieri, quando entrò nella stanza una guardia.
- Mi scusi, altezza. Sua eccellenza il re vuole parlarvi. E’ una cosa importante.
Leon si diresse verso la stanza del re. Cosa poteva volere suo padre a quest’ora?
Bussò alla porta.
- Padre, sono Leon. Mi avete fatto chiamare?
Il ragazzo entrò e si chiuse la porta alle spalle.
Il re era in mezzo alla stanza, in piedi.
- Vieni Leon. Accomodati.
Il ragazzo avanzò verso il padre e si sedette nella poltrona vicino alla sua.
- C’è qualcosa di cui volevate parlarmi?- chiese il ragazzo.
- Per carità, Leon, almeno in privato dammi del tu! - fece il re guardandolo.
- Va bene… perché mi hai fatto chiamare?
- Vedi, figliolo… ultimamente sono stato parecchio preso dal lavoro e non ho avuto molto tempo da dedicare a voi due… come va?
Leon rimase alquanto stupito dalla domanda. Suo padre che lo chiamava nel cuore della notte per chiacchierare?
- Io sto abbastanza bene. Ultimamente non ho avuto molto da fare. Però è Aeris che mi sembra un po’ depressa…
- Depressa?- gli fece il re.
- Si… sai, forse il matrimonio imminente e tutto il resto… mi è sembrata un po’ tesa… forse dovresti parlarci un po’- disse Leon.
- Già, forse dovrei… è parecchio che non le parlo… ma ultimamente ho avuto dei gran grattacapi…
Il re si avvicinò di più al ragazzo.
- In effetti è di questo che volevo parlarti…
Leon prestò attenzione alle parole del padre. Il suo tono non prometteva niente di buono…


Aeris spalancò il portone e uscì all’aperto, in giardino.
Dato che non riusciva a dormire, aveva pensato di uscire un po’.
Era notte fonda ormai e c’era una bellissima luna piena.
Si sedette su una panchina e alzò lo sguardo al cielo, chiudendo gli occhi e ascoltando il fruscio del vento.
Quella sera c’era qualcosa di strano nell’aria…

- Credo che anche tu sappia che tua madre aveva delle capacità premonitrici…- cominciò il re.
- Si- annuì Leon. Non capiva dove voleva arrivare.
- Vedi…- continuò il padre - Prima di morire lei mi ha detto… che tu non saresti mai salito al trono.
Lo sguardo di Leon si incupì. - Un presagio… di morte?- fece con un filo di voce.
- Già… ma non per te. Sarà il regno a non durare abbastanza affinché tu possa governarlo…
Leon rimase ancora più stupito di prima. - Non capisco…
Il re lo guardò dritto negli occhi. - E’ in corso una battaglia, Leon. Una battaglia in cui noi abbiamo un ruolo fondamentale.
Si alzò in piedi e prese a fare avanti e indietro per la stanza.
- Leon… ti sei mai chiesto dove conduce quella porta al terzo piano a cui né a te né a tua sorella è mai stato permesso di entrare?
- La… porta al terzo piano?- domandò Leon.
- Ma che significa? E cos’è questa storia della battaglia? Spiegamelo!
- Rammenti di quando vostra madre vi raccontava quella storiella sugli altri mondi?- gli disse il re.
- Quella porta è la chiave per raggiungerli.


Aeris fissò intensamente la luna. Era incredibilmente luminosa, come quel giorno in cui morì la mamma…
Scacciò subito via quel pensiero. Non era il momento di intristirsi con i ricordi del passato…
Ad un certo punto il vento cominciò a soffiare forte e il cielo si fece più luminoso.
Si alzò di scatto e cominciò a fissare il cielo senza distogliere lo sguardo per un solo secondo.
Improvvisamente ci fu un lampo di luce abbagliante e tutto diventò bianco.


Leon rimase a bocca aperta.
- Allora non era una storia… ci sono davvero altri mondi oltre a questo?!
- Si. E dietro quella porta c’è il portale per attraversarli.
- E la battaglia? Che c’entra la battaglia?
- Il mondo è in pericolo. Le tenebre stanno prendendo il sopravvento. E il nostro regno cadrà per mano di un angelo nero… - disse solennemente il re.
- Sono state le ultime parole di tua madre. E ormai non manca molto alla fine…


Aeris riaprì lentamente gli occhi. Ci volle un po’ prima che la sua vista si riabituasse all’oscurità.
Che era successo? Cos’era stato quel lampo improvviso? Doveva subito avvisare Leon e suo padre.
Fece per voltarsi, quando notò qualcosa tra i cespugli.
Era un ragazzo.


- Ma… ma come puoi startene lì tranquillo??? E’ arrivata la fine? Ma che vuol dire? E noi? Che cosa cavolo faremo, noi?- scoppiò Leon alla fine.
Il re gli si avvicinò lentamente.
- Hai mai sentito parlare delle “dieci pietre”?
Leon strabuzzò gli occhi. - Si, mi sembra di averle sentite da qualche parte…perché?
- Quelle pietre controllano l’equilibrio di tutti i mondi esistenti e sono nascoste in dieci luoghi diversi. Ora, le tenebre stanno cercando di appropriarsene.
- Ma allora il nostro portale…
- Si, serve a raggiungere quei luoghi. E lui sa che si trova qui…


Aeris si avvicinò furtivamente alla figura.
Disteso a terra c’era un ragazzo. Sembrava privo di conoscenza.
Lei gli si inginocchiò accanto.
- Ehy…va tutto bene?
Non ricevendo risposta si avvicinò di più. “Ma sarà morto?” pensò.
Lo girò e accostò l’orecchio al suo petto. Il battito c’era.
Tirò un sospiro di sollievo e rimase per un po’ lì a guardarlo.
Era un bel ragazzo, dai capelli corti, biondi e scompigliati.
Era robusto ed era anche ferito in più parti. Notò la grande spada fasciata accanto al ragazzo.
“ Forse è un guerriero…” pensò. “Chissà da dove viene…”
Ma accantonò tutti i suoi interrogativi: prima di tutto doveva soccorrerlo. Lo avrebbe interrogato più tardi.
Lo tirò su e lo fece appoggiare a lei, tenendo il braccio del ragazzo intorno al suo collo, e lo trascinò dentro il castello.


- Per lui… intendi l’angelo nero?- domandò Leon.
- Esatto - rispose il re.
Leon si lasciò cadere sulla sedia.
- Siamo fregati…ma… ma perché cavolo l’ hai detto solo adesso? Forse ci saremmo potuti organizzare prima, forse…
Il re gli poggiò una mano sulla spalla.
- Era scritto così. Adesso tu e Aeris avete una missione da compiere.
- Una missione?- gli fece eco il ragazzo.
- Dovete fermare le tenebre, riportare la luce in un’ epoca ormai persa nell’ oscurità… Trova le dieci pietre, Leon, e salva questi mondi.
- Ma…ma noi due da soli…- balbettò il ragazzo.
- Non sarete soli. Altri valorosi guerrieri vi affiancheranno. Tu diventerai un Cavaliere della Luce, Leon. E combatterai il male insieme ai tuoi compagni.
Il re abbracciò il figlio.
- Non sono stato un buon padre, perdonami. Abbi cura di Aeris, ti prego.


Aeris attraversò velocemente il corridoio, attenta a non farsi vedere, poi entrò nella sua stanza; chiuse la porta e distese il ragazzo sul letto, dopodiché cominciò a frugare nel cassetto della scrivania in cerca del suo kit medico.
All’inizio aveva pensato di raccontare l’accaduto a Leon e farsi aiutare da lui, ma poi ci aveva ripensato: suo fratello si sarebbe certamente insospettito e chissà cos’ avrebbe fatto.
Prese il kit e si sedette accanto al letto.
Rimase per un po’ a fissarlo. Era davvero un bel ragazzo…
Arrossì violentemente e scosse la testa.
Ma che andava a pensare in un momento come quello???
Con un po’ di imbarazzo gli sfilò la maglietta. La ragazza sgranò gli occhi: il ragazzo aveva il corpo pieno di cicatrici, tra cui una grande sul petto, e un sacco di ferite ancora aperte e sanguinanti.
“Ma come avrà fatto a procurarsele?” si chiese Aeris.
Tuttavia non potè fare a meno di arrossire: era la prima volta che vedeva un uomo a torso nudo…
Afferrò il kit medico, ne tirò fuori alcune bende e cominciò delicatamente a fasciare il ragazzo, stando attenta a non svegliarlo.
Aveva una marea di pensieri per la testa.
Chi era quel ragazzo sconosciuto? Da dove veniva? Che ci faceva lì? Ma soprattutto, cos’era stato quel lampo di luce?
Pensò a Leon. Possibile che neanche suo fratello non si fosse accorto di quell’onda abbagliante nel cuore della notte?
Ma poi ci ripensò. Dopotutto, Leon aveva il sonno talmente pesante che quando era addormentato non lo svegliavano neanche le cannonate…
Però la mattina seguente avrebbe comunque dovuto parlargliene… si sarebbe arrabbiato con lei per aver fatto entrare uno sconosciuto a palazzo? E chissà se stavolta suo padre si sarebbe interessato a quello che aveva fatto...?
- Mh…
Aeris si destò dai suoi pensieri. Il ragazzo stava lentamente aprendo gli occhi.
La ragazza restò nuovamente stupita: aveva degli occhi bellissimi, azzurro cielo.
- Ti sei svegliato, finalmente! Come ti senti?- gli domandò.
Il ragazzo la fissò, ma non rispose.
- Ehm…io sono Aeris. Tu come ti chiami?- gli chiese lei, sperando che stavolta le rispondesse.
- Cloud - rispose semplicemente lui, ancora un po’ frastornato.
Prese a guardarsi intorno, poi si girò verso Aeris.
- Dove sono?
- Questo è il Palazzo dei Fiori. Ti ho trovato in giardino privo di sensi. Da dove vieni?- gli chiese la ragazza, ansiosa di ricevere risposte a tutte le sue domande.
Ma Cloud restò in silenzio. Anzi, il suo volto assunse un’espressione stupita e tesa allo stesso tempo.
- Il… Palazzo dei Fiori?- ripetè, come per averne la conferma.
La ragazza non ebbe il tempo di spiccicare parola, che in tutto il castello risuonò fortissimo un rumore di esplosione, e il terreno cominciò a tremare.
La ragazza emise un grido.
- Ma…ma cosa è stato?- esclamò con le mani a tappare le orecchie.
Cloud si tirò su a sedere, allarmato.
- Arriva…


Ci fu una violenta scossa e per poco Leon non finì a terra.
- Ma che diavolo succede?- esclamò.
- E’ arrivato…- mormorò il re con sguardo cupo.
Leon lo guardò spaventato.
- L’angelo… nero?- mormorò.
Ci fu un’altra esplosione, stavolta molto più vicina.
- Leon, vai, presto! Corri da Aeris!- gli gridò il re.
- Ma…ma padre…
- Muoviti!
Leon si girò e cominciò a correre per il corridoio, con gli occhi lucidi.
Il re lo seguì con lo sguardo finchè non sparì dietro un altro corridoio.
Sorrise tristemente.
Non si sarebbero rivisti mai più.


Il pavimento non smetteva di tremare e la scrivania si rovesciò a terra.
Aeris era spaventatissima e non capiva cosa stava succedendo.
- Ma… ma che succede? Cos’è stata quella scossa?- esclamò sull’orlo del pianto.
Cloud si alzò dal letto, afferrò la sua spada e prese per mano la ragazza.
- Dobbiamo uscire subito di qui!- le gridò.
- Cosa? Ma… ma dove vuoi…- la ragazza non riuscì neanche a finire la frase che il ragazzo si era già precipitato sul corridoio, trascinandola per mano.
Ovunque c’erano pezzi di soffitto che crollavano, e i soldati che correvano da tutte le parti.
Uno di loro le andò incontro.
- Principessa! Principessa, state bene?- esclamò l’uomo. Notando il ragazzo armato che la teneva per mano, fece per estrarre la spada, ma lei lo rassicurò.
- Non preoccuparti, lui sta con noi! ( almeno credo…) Piuttosto, cosa sta succedendo? Perché il palazzo sta crollando?
- Le sentinelle stavano facendo la guardia, quando all’improvviso sono state attaccate da qualcosa… non hanno fatto in tempo a dire altro che abbiamo perso il contatto radio con loro… anche le guardie che sorvegliavano il castello sono state uccise! E il castello è stato attaccato… probabilmente vogliono assassinare vostro padre, non vedo altre spiegazioni!- esclamò il soldato.
A quell’affermazione, il volto della ragazza assunse un’espressione spaventatissima.
- Mio…
In quel momento, un’enorme pezzo di soffitto cadde a terra, proprio in mezzo ad Aeris e il soldato.
- Io corro dalle altre guardie, altezza! Presto, mettetevi in salvo!- gridò il soldato allontanandosi.
Ma la ragazza si voltò agitata verso Cloud.
- Presto, andiamo! Dobbiamo aiutare papà!- esclamò.
Lui però la afferrò per il braccio e riprese a trascinarla via.
- Ma che fai, Cloud?! Dall’altra parte! Mio padre…
- Non possiamo fare niente per lui!- gridò il ragazzo senza voltarsi.
- Cos…ma che stai dicendo? Se non andiamo da lui…
- Falla finita!- le gridò il ragazzo girandosi a guardarla, ma senza smettere di correre.
- Ormai è troppo tardi, non riusciremmo comunque a salvarlo! Dobbiamo andarcene prima che crolli tutto!
- No, fermati, fermati!!!- gridò la ragazza piangendo e cercando di divincolarsi, ma invano.
Ad un certo punto ci fu un’enorme esplosione, che sfondò il muro accanto a loro.
I due caddero a terra e ci fu una grande ondata di polvere.
Aeris si rialzò subito.
- Veniva dalla stanza di papà…- disse con voce flebile, con gli occhi fissi sul buco della parete.
Ad un certo punto si sentì come una risata sommessa e Cloud scattò in piedi.
Corse velocemente attraverso il muro sfondato e giunse a quella che fino a poco prima era stata la stanza del re.
- Che… che hai?- chiese Aeris, che non si era mossa.
Cloud sgranò gli occhi e avvicinò la mano alla spada.
Accanto al corpo senza vita del padre della principessa c’era un uomo di spalle.
Aveva lunghi capelli grigi e una lunga e sottile spada nella mano sinistra, coperta di sangue.
L’uomo non si voltò neanche. Sorrise con aria divertita e alzò la mano destra, da cui cominciò a scaturire una luce nerastra.
- Che… che sta succedendo? Cloud..?- chiese Aeris, avvicinandosi lentamente a lui.
- Corri!- le gridò lui voltandosi e afferrandola per la mano, cominciando a correre.
Qualche istante dopo ci fu un’altra esplosione, che rese ancora più frequenti i crolli.
- Cosa succede? Chi c’era là dentro?- esclamò la ragazza, senza però ricevere risposta.
Come Cloud svoltò l’angolo si scontrò contro un altro ragazzo, e finirono a terra tutti e due.
- L…Leon!- esclamò Aeris, correndo ad abbracciare il fratello, tra le lacrime.
- Per fortuna… per fortuna stai bene… papà… papà è…- disse lei singhiozzando.
- Lo so… adesso però dobbiamo andare via!- Leon tirò su la sorella e solo in quel momento si accorse dell’altro ragazzo.
Il suo volto assunse un’espressione diffidente.
- Tu…tu chi sei? Che ci fai qui?- gli disse, portando la mano al suo Gunblade.
- No, no, lui sta con me…- gli disse Aeris.
Leon la fissò un po’ allibito.
- N-no, cioè, non in quel senso, lui…ehm…- farfugliò la ragazza.
- Mi chiamo Cloud - rispose il ragazzo.
- Io sono Leon.
- Bene, allora adesso muoviamoci!- esclamò Cloud e prese a tirare nuovamente la ragazza dietro di lui.
- E-ehy, non tirare così però…- fece lei. - E poi si può sapere dove ci stai portando?
Il ragazzo non rispose. Salì tre piani di scale e continuò a correre lungo un corridoio in fondo al quale c’era una porta.
- Un momento, ma…- fece Leon.
Cloud si fermò davanti alla grande porta sigillata.
- Aspetta, non possiamo entrare qui!- esclamò Aeris.
Il ragazzo non rispose, sollevò la grande spada e con un colpo secco buttò giù la porta.
- Aaah! Ma che hai fatto?- esclamò Aeris.
Lo spettacolo che le si parò davanti le impedì di parlare oltre.
La stanza era completamente vuota.
Al centro c’era un’enorme specchio, dal vetro trasparente e come inconsistente.
- Ma… era questo che papà non ha mai voluto mostrarci?- mormorò Aeris esterrefatta.
Leon guardò sospettoso Cloud.
- Come facevi a saperlo?- gli chiese.
Il ragazzo restò in silenzio.
- Sapere cosa? Cos’è quella specie di specchio?- domandò Aeris confusa.
Prima che qualcuno avesse il tempo di parlare, si sentì un’esplosione poco distante da lì e la stanza fu invasa dalle fiamme.
- Ma che…- gridò Aeris.
- Andiamo!- Cloud si diresse verso lo specchio, sempre tenendo per mano Aeris, seguito da Leon.
Un’ ombra stava avanzando tra le fiamme e stava per raggiungerli.
- Adesso!- Cloud si buttò contro lo specchio con Aeris e Leon.
Il vetro si tramutò in acqua e i tre scesero in un abisso profondo.
Prima di perdersi nel buio, Leon riuscì a vederlo. Tra le fiamme, con un sorriso maligno in faccia: l’angelo nero.

 

E il primo capitolo è finito! Che faticaccia… XO! Questa è in assoluto la prima fanfiction che abbia mai scritto. Spero vi piaccia!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


a

Rieccomi! Grazie a tutti quelli che hanno commentato la fic, grazie di cuore!
Per La Vale…in effetti quando ho fatto il re ho pensato a Laguna, però non l’ ho descritto molto come personaggio, perciò…(scusatemi!^^”)
Per Giodan…l’idea SquallxYuna non è mica male! Solo che i primi capitoli li ho pronti, qnd…mi dispiace! Scusami! Magari in un’altra fic potrei tentare… però sono una frana in queste cose!
Vabbè, ora ritorniamo alla fanfic! Buona lettura!

 

Final Fantasy Adventure
      Capitolo 2


Nero. Non si vedeva altro che nero. Era tutto scuro intorno a lei e non riusciva a vedere niente.
Solo di una cosa era sicura: stava precipitando.


Il vento le sfiorò delicatamente il viso, svegliandola.
Aeris aprì lentamente gli occhi: c’era un bel cielo sereno quel giorno.
- Finalmente ti sei svegliata!
La ragazza lanciò un grido di spavento e si alzò di scatto.
- Leon! Accidenti, mi hai fatto venire un colpo!- esclamò la ragazza.
Il fratello era inginocchiato accanto a lei.
- Esagerata! Tu, piuttosto! Ci hai messo un sacco a svegliarti… dormivi come un sasso!- sghignazzò Leon.
- Ah, e ci parli tu?!- fece lei.
- Io almeno non russo…- disse lui con aria divertita.
Aeris arrossì violentemente.
- Oh…si… si sentiva tanto..?- disse, tutta rossa fino alla punta delle orecchie.
- Ma dai, stavo scherzando!- disse lui ridendo.
- Cosa? Cattivo!- esclamò lei imbronciata.
Si guardò intorno.
Si trovavano in un prato vastissimo, dall’erba alta e dai fiori coloratissimi.
- Che bello… non ho mai visto fiori del genere… ma dove siamo?- chiese la ragazza.
Leon si alzò in piedi.
- In un altro mondo.
Aeris lo guardò sconcertata.
- Come? No… stai scherzando? Ammettilo, vuoi prendermi in giro un’altra volta! Saremo da qualche parte fuori dal castello…
- Non sto scherzando, Aeris - disse Leon serio. - Quello che abbiamo attraversato prima era un portale.
La ragazza si tirò su. Guardò oltre l’orizzonte.
I ricordi cominciarono lentamente a riaffiorare.
- E’ vero… il castello è andato distrutto e siamo scappati… e papà…- si sforzò di non piangere. Non sarebbe servito a niente.
Ad un certo punto si voltò verso Leon.
- Ma scusa, non manca qualcuno?- gli chiese.
- Come?
- Si, dai… quel ragazzo biondo con gli occhi azzurri… quello con la spada grossa… Cloud!
Il volto di Leon si illuminò.
- Ah, già, il ragazzo che ci ha fatto attraversare il portale…
Si guardò intorno.
- In effetti, quando mi sono svegliato non c’era.
Lei abbassò lo sguardo. Ma dove poteva essere andato?
- Oh… a quanto pare deve dispiacerti molto che quel bel ragazzo non sia qui…- fece Leon sghignazzando.
Il volto della ragazza avvampò.
- N-NON E’ ASSOLUTAMENTE VERO!!!
S… sono solo un po’ preoccupata, ecco…
- Avanti, andiamo…- le disse Leon.
- E dove, scusa?- gli rispose lei.
- Dovunque, vuoi forse restare qui?- disse Leon, cominciando a scendere per la collinetta.
Aeris si affrettò a seguirlo.
- A proposito, tu devi ancora spiegarmi cos’è successo prima della distruzione del palazzo…- le disse lui.
Così la ragazza gli raccontò tutto l’accaduto, da quando aveva incontrato Cloud a quando erano scappati.
Leon diventò pensieroso.
- Uhm… tutto questo ha un che di misterioso… in sostanza, non sappiamo chi sia in realtà, né da dove viene e tantomeno cosa vuole…
- E’ successo tutto nel momento in cui è arrivato…chissà dove si trova adesso…- pensò Aeris.
- Ehy Aeris, guarda!- le disse Leon indicando davanti a sé.
La ragazza si voltò.
Davanti a loro c’era una grande città, piena di case e di persone.
Le strade erano piene di gente e c’erano un mucchio di locali e negozi.
- E’ di certo una città molto affollata…- notò Aeris.
- Già… stammi vicina, altrimenti ti perderai- le disse Leon.
Cominciarono a percorrere una delle tante vie della città, osservando la gente che passava e fermandosi davanti alle vetrine dei negozi.
- Adesso però che facciamo?- domandò Aeris. - Siamo in un mondo di cui non conosciamo niente…
- Io direi di mangiare qualcosa…- disse Leon.
Aeris annuì. In effetti stava cominciando ad avere fame.
Si fermarono nella prima locanda che incontrarono.
C’era molta gente seduta su alcuni tavoli e l’atmosfera non era delle migliori.
- Ehm… e se provassimo da un’altra parte?- sussurrò Aeris al fratello.
- Su, non preoccuparti… dai, stammi vicino e andiamo ad ordinare qualcosa- la tranquillizzò lui.
Aeris non si sentiva per niente tranquilla a stare tra tutta quella gente… a palazzo vedeva sempre poche persone, la sua insegnante, le guardie, suo fratello e suo padre.
Non si sentiva molto a suo agio in quel posto; tra l’altro, al suo passaggio gli uomini fischiavano e ammiccavano…
I due si avvicinarono al tavolo del barista.
- Ehilà, bellezza! Signore… cosa volete ordinare?
- Ehm… ecco, veramente siamo nuovi del posto…- cominciò Leon.
- Non avrebbe un menu da mostrarci?
- Ah, forestieri, eh?- fece il barista - Bhè, non è che abbiamo molto, ma se volete dare un’occhiata…
Detto questo frugò nel cassetto sotto il banco, ne tirò fuori un vecchio menu spiegazzato e lo porse al ragazzo con aria divertita.
Leon prese a sfogliarlo. Aeris aveva già l’acquolina in bocca.
“Chissà che piatti ci saranno qui..?” pensò.
1° pagina: bianca. 2° pagina: bianca. 3° pagina: bianca.
Leon andò all’ultima pagina, dove c’era scritto in nero il nome di uno stranissimo piatto…
- Lumache in brodo di lardo?- fece Aeris disgustata.
- La specialità della casa, una vera squisitezza…ed è anche l’unico piatto che serviamo qui. Volete anche qualcosa da bere?- chiese loro il barista con aria divertita.


- Disgustoso!!!- esclamò Aeris. - Lumache in brodo di lardo?! Mi viene da vomitare solo a pensarci… ma non c’è niente di commestibile in questa città?
- Bhè, è normale che i gusti della gente varino di città in città…- osservò Leon.
- Sigh… e io che a colazione avevo deliziose brioche con succo di mela…vuol dire che finchè staremo qui non potremo mangiare niente?- singhiozzò la ragazza.
- Nooo… questo mondo mi ha fatto una pessima impressione! Non dovevo venirci… accidenti a quello stupido che mi ci ha portato!!!
- Ciao.
Aeris sussultò e si girò di scatto.
- Cloud!!! Ma dov’eri finito? E perché te ne sei andato via senza dirci niente?- esclamò.
- Visto che voi dormivate ancora sono andato a farmi un giro…- rispose il ragazzo.
- Ma a fare un giro dove, in questa città orribile?!- esclamò lei puntandogli il dito contro. - MA SI PUO ’ SAPERE PERCHE ’ CI HAI PORTATO IN UN POSTO SCHIFOSO COME QUESTO???
- Non è colpa mia…non l’ ho scelta io la destinazione…
- Ah… adesso saremo costretti a rimanere qui per tutta la vita?- disse lei tristemente con gli occhi lucidi.
- Se siamo stati catapultati qui è perché una delle dieci pietre si trova in questo luogo…- osservò Leon.
- Cosa?- fece Aeris.
Guardò sospettosa Cloud e Leon. -Voi due dovete spiegarmi parecchie cose!
- Hai ragione…però spostiamoci da qui, c’è troppa gente - detto questo Leon uscì dalla città, seguito da Cloud e Aeris, e tornarono al prato da cui erano arrivati.
- Allora, prima di tutto… cos’è questa storia delle dieci pietre? C’entra con quel portale che si trovava al castello?- chiese la ragazza.
Leon le raccontò allora del dialogo che aveva avuto con il padre poco prima che il castello cadesse, delle dieci pietre nascoste in altrettanti mondi di cui un fantomatico angelo nero voleva impossessarsi e della loro missione.
- Adesso ho capito…- fece Aeris. - Così adesso dobbiamo viaggiare per i mondi per cercare queste pietre prima che lo faccia l’Oscurità, giusto?
Restò un minuto in silenzio a riordinare i suoi pensieri, poi disse: - Ammesso che riusciamo a trovare queste pietre…poi come facciamo a spostarci da un mondo all’altro?
Quella domanda lasciò tutti senza parole. Nessuno ci aveva pensato.
- Magnifico- sbuffò lei.
- E’ che papà mi ha spiegato tutto molto in fretta e non dettagliatamente, quindi non ci ho pensato…- disse Leon.
- Anch’io - disse Cloud - il castello stava crollando e così ho attraversato il portale senza considerare il problema…
Leon colse la palla al balzo. - Già, sei tu che ci hai portato al portale… come sapevi della sua esistenza?- gli domandò.
Cloud non sembrava voler rispondere alla domanda, ma alla fine disse semplicemente :- Me l’ ha detto una persona.
- E come sei finito nel giardino del palazzo?- chiese allora Aeris, approfittando del momento.
Però lui non rispose.
- Comunque, il problema rimane- disse Leon.
- Anche se troviamo la pietra non possiamo andarcene…
- Dubito che in un posto simile la troveremo facilmente…non sappiamo neanche com’è fatta! Ve lo immaginate se fosse una cosa piccolissima?- disse Aeris.
Rimasero di nuovo in silenzio. Non avevano pensato neanche a questo.
- Santa pazienza…


- Dunque, anche se non sappiamo che forma abbia, dobbiamo comunque cercare. Potremo chiedere in giro se hanno mai sentito parlare di questa pietra…- disse Aeris.
- Non mi sembra molto prudente chiedere in giro- obiettò Cloud.
- Se anche l’Oscurità le sta cercando avranno sicuramente un grandissimo potere…
- Sembra un’impresa impossibile in una città vasta come questa…- osservò Leon.
I tre si erano diretti di nuovo in città, pronti per la ricerca, ma non era molto facile cercare qualcosa di cui non sapevano niente…
- Sapete, è da prima che ci penso- disse d’un tratto Aeris.
- Se stiamo cercando qualcosa che bramano anche le tenebre, prima o poi dovremo scontrarci…e se non riuscissimo a sconfiggerle?
Leon le mise una mano sulla testa.
- Tu ci sottovaluti, miss. Ricorda che hai noi due come guardie del corpo! Sai bene che non me la cavo male con il Gunblade e, anche se non ho mai visto Cloud combattere, uno che va in giro con una spada del genere deve essere molto forte, non credi?
- Bene. Allora… visto che non possiamo chiedere niente sulla pietra, possiamo domandare se ci sono posti dove potrebbe trovarsi- propose Cloud.
- Ottima idea - disse Leon. - Magari è nascosta in un santuario o qualcosa del genere…
- E se l’angelo la trova prima di noi?- chiese Aeris. - Che facciamo? E come ce ne accorgiamo?

- Ehm, Aeris… smettila di fare domande a cui sai che non sappiamo rispondere!!!- esclamò Leon.
- Comunque, se la prenderà prima lui ce ne accorgeremmo di sicuro…- disse Cloud. - Probabilmente distruggerebbe l’intera città.


I tre ragazzi girarono per tutta la città, cercando ogni oggetto che potesse somigliare anche solo lontanamente ad una pietra, e chiedendo se per caso c’era un tempio o dei monumenti importanti in città.
Niente.
- Accidenti, sono stanchissima!- esclamò Aeris sedendosi per terra.
- Alla fine non abbiamo concluso niente…- fece Cloud.
- Sarà impossibile trovarla basandoci solo sui nostri mezzi…- disse Leon.
- Se almeno emanassero una qualche aura magica potremmo accorgercene…
- Forse l’aura ce l’ hanno, ma siamo noi che siamo troppo lontani…- sospirò Aeris.
- Nessuno di voi sa usare la magia?- chiese Cloud.
I due scossero la testa.
- Mi sa che dovremo rimanere qui per un bel po’…- sospirò Leon.
A quelle parole Aeris scattò in piedi e cominciò a correre all’impazzata.
- Voi ve lo scordate che io resto ancora in un posto dove ci sono solo quelle schifosissime lumache in brodo!!!
“Pensa ancora a quelle stupide lumache? ” pensò Leon.
- Aspetta stupida! Ma dove stai andando?-le gridò Cloud cominciando a rincorrerla, seguito a ruota da Leon.
- Dovunque, basta che trovo in fretta la pietra così ce ne andiamo da qui!- gridò lei senza voltarsi.
I due la rincorsero per parecchio tempo per le strade della città, poi la ragazza si fermò davanti ad una fontana, in un angolo all’ombra.
- F-finalmente…ma dove cavolo correvi?- disse Leon con un filo di voce.
- Accidenti…mai vista una ragazza correre così…- ansimò Cloud.
- Uffa, che lagne! Siete voi ad essere lenti!- sbottò Aeris.
Ad un tratto Cloud alzò la testa e cominciò a guardarsi attorno.
- Voi non sentite niente?
- Come?- fece Aeris appoggiandosi alla fontana. - Io non sento nien…
Non fece neanche in tempo a finire la frase che scivolò all’indietro e finì in acqua.
- Aeris!- I due ragazzi si precipitarono alla fontana e con un salto finirono in mezzo all’acqua…ma sotto di loro non c’era niente. Era come se la fontana non avesse fondo.
Sprofondarono in acqua e caddero in un baratro profondo e scuro…


Leon si rialzò lentamente da terra. Che volo…ma dov’erano finiti?
Si guardò intorno: Aeris e Cloud erano accanto a lui, stupiti allo stesso modo.
- Ma cosa è successo?- chiese Aeris.
- E’ come se la fontana ci avesse portati in un altro posto…- osservò Leon.
Erano all’aperto, ma il paesaggio era deserto. C’era solo un enorme tempio davanti a loro: sembrava parecchio antico, la roccia era logorata in più punti e alcune piante rampicanti salivano per le colonne di sostegno.
- Allora la pietra si trova qui…- disse Aeris.
- Lo scopriremo fra poco. Forza, entriamo!- detto questo, Cloud entrò nell’edificio, seguito da Leon e Aeris.
Avanzarono per il lungo corridoio centrale, dal pavimento sconnesso in molte parti, e raggiunsero la sala in fondo al tempio.
C’era una porta.
- Sembra piuttosto cedevole… la butto giù in un attimo- disse Cloud.
Alzò la sua Buster Sword e sferrò un colpo secco alla porta. Però non successe niente.
- Com’era? La buttavi giù in un attimo?- fece sarcasticamente Leon.
- Ah, ah… perché non ci provi tu, allora?- disse Cloud seccato.
Leon allora alzò il Gunblade e colpì la porta, ma quella rimase lì dov’era.
- Ma cosa..?- Leon ci riprovò e cominciò a colpire la porta senza sosta, ma senza risultato.
- Uff…ma…che cavolo ha ‘sta porta?- ansimò il ragazzo.
- Probabilmente le è stata posta una protezione…- osservò Cloud.
- Ehy, guardate questi disegni sulla porta…- notò Aeris.
In effetti c’erano delle strane strisce scavate nella porta…
- Cosa sono?- chiese Leon.
- E guardate qui…- Aeris si avvicinò al muro, facendo avanti e indietro per la stanza.
- Ci sono diversi solchi nel muro… a che serviranno?
- Accidenti, e adesso che facciamo?- chiese Leon incrociando le braccia dietro la testa.
Come il ragazzo si appoggiò al muro, scattò qualcosa e dal muro un blocco di pietra si spostò e al suo interno apparvero tre pietre.
- E questo cos’è?- chiese Cloud.
- Non lo so…- fece stupito Leon.
- Ah, ma certo!- si illuminò Aeris. - Dobbiamo mettere quelle pietre nei solchi del muro per aprire la porta!
- Oh, fico!- fece Leon afferrando la prima pietra.
Quando la tirò fuori, però, per poco non cadde in avanti.
- Cavolo… ma è pesantissima!- esclamò.
- Tsk… sei tu che sei deboluccio…- fece Cloud afferrando un’altra sfera.
Rimase un po’ fermo, con il braccio tremolante, poi disse:- Ugh…v-visto? E’…leggerissima…
- Siete proprio dei bambini…- fece Aeris.
- Guarda che è pesante per davvero!- ribatté Leon.
Aeris prese la sfera e la sollevò in aria senza sforzo.
- Bhè, che avete da guardare?- fece lei.
I due ragazzi rimasero pietrificati a quella vista. Una ragazzina come Aeris che era più forte di loro???
- Dai, muoviamoci!- detto questo, la ragazza posizionò la sfera in uno dei buchi e gli altri due fecero lo stesso.
Le sfere emanarono una luce azzurrina e da loro partirono delle strisce luminose che giunsero fino alla porta.
Ci fu uno scricchiolio, poi la porta si aprì.
I tre entrarono nella sala. Rimasero a bocca aperta.
Al centro della stanza c’era un globo luminoso con al centro una pietra grande poco meno di una mano, che emanava una fortissima luce violacea.
- Ce… ce l’abbiamo fatta!- esclamò Aeris!
- Davvero un ottimo lavoro, vi ringrazio…
Quella voce fredda fece gelare il sangue ai ragazzi.
Cloud si voltò di scatto.
Sgranò gli occhi, come Leon.
Un uomo sui venticinque anni, dai lunghi capelli argentati con due ciuffi davanti alla fronte; i freddi occhi verde smeraldo e il sorriso maligno sulle labbra.
Dalla spalla destra dell’uomo spuntò una lunga ala nera.
- L’angelo…nero?- mormorò Aeris.
- Il mio nome è Sephiroth. Grazie mille per aver trovato la pietra… Ora vi lascio, alla prossima…
In un attimo Cloud si avventò su di lui sguainando la spada.
- Stavolta non ti lascio scappare, maledetto!- gridò, sferrando un potentissimo attacco con la Buster Sword.
Con velocità sovrumana, Sephiroth sguainò la sua lunghissima Masamune e parò l’attacco.
- Tsk tsk…non ci siamo…- l’angelo sparì in una nube di piume nere, per poi ricomparire alle spalle di Cloud.
- Cloud, attento!
Prima che Sephiroth potesse sferrare un colpo fatale, Leon corse in aiuto del ragazzo, colpendo la Masamune dell’avversario con il suo Gunblade.
- Corri, Aeris! Prendi la pietra!- le gridò.
Sephiroth si voltò fulmineo e sferrò un attacco contro Leon.
L’impatto tra le due spade fu talmente forte che Leon fu sbalzato a terra.
Sephiroth alzò lo sguardo verso Aeris, che stava correndo verso la pietra.
L’uomo lanciò la Masamune, che si conficcò nel muro proprio davanti ad Aeris.
Per un attimo la ragazza si sentì mancare il fiato e scossa si inginocchiò a terra.
Sephiroth fece per dirigersi verso di lei, ma Cloud gli si scagliò dietro con la spada sguainata.
- Il tuo avversario sono io!- gridò, sferrando un colpo dritto contro l’avversario.
Senza una parola, Sephiroth si voltò e fermò il colpo a mani nude.
“ Ha…ha bloccato la mia Buster Sword con una mano?” pensò Cloud incredulo.
Sephiroth strinse la lama della spada, facendo gocciolare sangue dalla sua mano, poi la scagliò via.
- Non puoi battermi senza spada…- sussurrò, poi con un calcio scagliò Cloud contro il muro.
Il ragazzo rimase senza fiato per la potenza del colpo e cadde in ginocchio.
- Bastardo!- Leon roteò il Gunblade e colpì il viso di Sephiroth da dietro di lui.
Sephiroth si voltò verso di lui, con sguardo divertito, e leccò il sangue che gli sgorgava dalla guancia.
Con uno scatto fulmineo riprese la Masamune e si lanciò contro il ragazzo, che schivò il colpo per un pelo.
“ E’ velocissimo!” pensò, mentre l’avversario continuava ad attaccare senza sosta.
Un ultimo colpo della Masamune vece volare via il Gunblade di Leon e Sephiroth ne approfittò per colpirgli il braccio.
Il ragazzo urlò di dolore e si inginocchiò a terra, tenendosi il braccio sanguinante.
Stringendo i denti alzò lo sguardo: Sephiroth stava avanzando verso la pietra e ormai non potevano più impedirgli di appropriarsene.
L’uomo afferrò la pietra e si girò verso i ragazzi.
- Alla prossima allora…
Detto questo, sparì in una nube oscura.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


a

Final Fantasy Adventure
        Capitolo 3


Leon aprì gli occhi. Si sentiva a pezzi.
Si mise faticosamente a sedere, con tutti i muscoli che gli dolevano.
- Come va?- Cloud era seduto accanto a lui.
- Uhm…il braccio sta un po’ meglio. E tu?
- Un paio di costole rotte, ma stanno già guarendo.
Leon si fissò il braccio fasciato.
- E’ stata Aeris?- chiese.
- Si, ci ha medicati quando eravamo privi di sensi- rispose Cloud.
- E lei come sta?
Cloud si girò, indicando la ragazza seduta accanto al muro.
- E’ molto giù- disse. - Si rimprovera di non essere riuscita a prendere la pietra prima di Sephiroth.
- Ma non è stata colpa sua!- esclamò Leon. - Quello era tremendamente forte! Ha battuto noi due insieme come nulla fosse!
- Aeris mi sembra una ragazza molto dolce e sensibile- disse Cloud. -Probabilmente il non averci potuto aiutare l’ ha ferita.
Leon rimase un po’ in silenzio, poi alzò la testa e notò un enorme buco dimensionale azzurrognolo nel punto in cui prima c’era la pietra.
- E quello?- chiese.
- E’ un portale. Con quello potremo raggiungere il prossimo mondo.


Sephiroth camminava lungo il corridoio della stanza buia. In mano stringeva la pietra che poco prima aveva sottratto al santuario.
Spalancò la grande porta ed entrò in un’ampia sala.
- Oh! Hai già recuperato la prima pietra, Sephy?
Sephiroth si voltò. Una donna sui 24 anni avanzò verso di lui. Aveva la pelle chiara e gli occhi scuri, capelli neri come la notte, raccolti in un cocò da cui scendevano lunghe trecce.
Portava un lungo abito nero, scollatissimo, dalle maniche lunghe e larghe, con una cintura alla vita; il vestito arrivava fino a terra e davanti aveva un largo intreccio di cinte.
Era una donna parecchio bella.
- Bhè, è stato facile- rispose lui.
- Così finirai per rubarmi il palcoscenico…- fece lei in tono divertito.
- Non farei mai una cosa del genere, Lulu.
- Allora…potrei partecipare anch’io la prossima volta?
Sephiroth sorrise. - Se proprio ci tieni…


Leon si sedette accanto ad Aeris.
Lei alzò la testa: aveva il viso arrossato. Evidentemente prima aveva pianto.
- Scusa- disse con un filo di voce.
- Non devi scusarti di niente! Non è morto nessuno!- rispose il ragazzo.
Lei lo guardò con sguardo truce. - C’è mancato poco però.
Leon le prese la mano e la tirò su.
- Però non è successo. Su, adesso andiamo. Abbiamo perso una battaglia, non la guerra! Non è la fine, abbiamo ancora molto da fare.
Aeris però sembrava ancora indecisa.
- Ormai non si può più tornare indietro- disse Cloud. - Non ci resta che andare avanti.
Lei lo guardò per un attimo. Erano stati loro ad essere stati feriti, eppure volevano continuare a tutti i costi.
- Va bene- disse sorridendo.
I tre si avvicinarono al portale.
- Spero solo che nel prossimo mondo si mangi un po’ meglio!- esclamò Aeris, poi i ragazzi attraversarono il varco dimensionale.
D’ora in poi ce l’avrebbe messa tutta.


- Siamo…arrivati?
I tre aprirono contemporaneamente gli occhi.
Erano nel bel mezzo di una fitta foresta. Intorno a loro c’erano solo alberi e liane appese qua e là.
- Ehm… m-magari qui vicino c’è una città…- disse Aeris.
Il suo tono però non era convinto. Tutti e tre avevano lo stesso dubbio: probabilmente il mondo in cui si trovavano era disabitato.
- Provo ad arrampicarmi su quest’albero- disse Cloud. - Magari dall’alto vedo qualcosa.
Detto questo il ragazzo si arrampicò su per i rami della quercia lì vicino.
- Vedi qualcosa?- chiese Aeris.
- Uhm…alberi, alberi…e alberi.
- Guarda meglio…non c’è proprio niente, neanche una città piccola piccola?- chiese lei in tono speranzoso.
- No. Sembra che l’intero pianeta sia un’enorme foresta.
La ragazza abbassò lo sguardo, sconsolata.
- Nononononono, questo è un brutto sogno… ma perché tutti i mondi dove arriviamo devono essere così???
- Bhè…non c’è posto migliore di questo dove nascondere una pietra- osservò Leon.
Cloud scese dall’albero con un salto e tornò dai compagni.
- Sarà meglio cominciare subito a cercare- disse.
- Come cercare un ago in un pagliaio…- commentò Aeris.
- Anche l’altra volta è stato difficile, ma alla fine l’abbiamo trovata- disse Leon.
- Si, tutta quella fatica… poi arriva Sephiroth e se la frega…- fece la ragazza.
- Ad ogni modo dobbiamo muoverci- disse Cloud.
- E’ probabile che si trovi in cima a qualche albero…
- Bella faticaccia. Comunque, se fosse così dovremmo avvertire qualcosa in prossimità del suo nascondiglio- disse Leon.
- Sarà meglio dividerci- propose Cloud. - Io controllo a est e sud, voi due a ovest e nord.
- No…posso anche cercare da sola- disse Aeris. - Se sto con Leon ci metteremo più tempo che se non cercassi da sola. Così potremo controllare più zone nello stesso tempo.
- Non mi fido molto a lasciarti da sola…- obiettò Leon.
- Sono grande e vaccinata, fratellino. Posso cavarmela da sola.
- E se incontri Sephiroth che fai? Non hai neanche un’arma!- disse Cloud.
- Uffa! Mi difenderò a schiaffi aspettando che arriviate, va bene?- sbottò la ragazza.
I due ragazzi non erano convinti, ma alla fine acconsentirono.
- Allora tu cerca a nord. Però se ti trovi nei guai, fischia!- disse Leon.
I due se ne andarono e Aeris rimase da sola.
- Uhm. Che genialata- commentò.
Vediamo…era da sola, in un mondo sconosciuto, pieno di piante e chissà quali animali…ma sì, forse poteva sopravvivere!
In realtà avrebbe voluto andare con suo fratello, ma non voleva che i ragazzi la considerassero un peso.
“ Se troverò la pietra per prima, loro faranno una figuraccia!” pensò.
Un solo dubbio le passava per la mente: qual’era il nord?

Stava camminando ormai da parecchio tempo, quando si fermò un attimo a riposare.
- Non mi sento più i piedi…- sospirò.
Aveva percorso metri e metri, ma della pietra neanche l’ombra.
“ Mi sa che sono stata un pochino precipitosa…” pensò.
- Però adesso mi riposo un po’, sono distrutta…-
Ad un tratto vide qualcosa muoversi tra l’erba: una vipera avanzava verso di lei.
- Una…una…una vi…una viperaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
La ragazza cominciò a correre come una pazza.


- Cavolo! Ma non si vede niente!- esclamò Leon.
Avanzava tra l’erba alta, falciandola con la spada.
Ad un tratto vide un alto albero e decise di fermarcisi per un po’.
Salì sul primo ramo e scrutò il panorama.
Era davvero una foresta immensa. Chissà se avrebbero trovato in tempo la pietra?
Si girò e rimase per un po’ con lo sguardo fisso sul ramo: il suo Gunblade non c’era più.
- Oh, porca miseria!
Scattò giù dall’albero e cominciò a guardarsi intorno.
D’un tratto vide in mezzo ai cespugli una piccola figura.
Si avvicinò: era una specie di lemure, ma dai colori vivaci.
Leon lo osservò meglio. Con la coda stringeva la sua spada!
- Ah, ecco dov’era!- esclamò, ma come allungò la mano per prenderla, lo pseudo-lemure sghignazzò e scappò via.
- No! Ehy!- esclamò Leon e prese a rincorrerlo.
- Ridammi il mio Gunblaaade!!!


Cloud attraversò l’ennesima pianura, poi risbucò in una specie di palude.
- Che strano…credo di essere già passato di qui…-disse.
Attraversò la grande pozza di fango ed oltrepassò un grande albero, per poi continuare a camminare tra l’erba.
Dopo un po’ tornò alla palude.
- …Qui c’è qualcosa che non va.


Aeris finalmente si fermò. Aveva il fiatone per quanto aveva corso.
- Mamma mia…io odio le vipere!
Si rialzò e avanzò tra l’erba, quando arrivò ad una sporgenza.
- Fantastico…e qui finisce la strada- sbottò.
Fece per voltarsi, quando notò qualcosa sotto la sporgenza.
Era una specie di costruzione di pietra, con qualcosa di luccicante all’interno…
La ragazza sgranò gli occhi.
Incredibile! Era la pietra! L’aveva trovata!
Ora però c’era il seguente problema: come ci arrivava?
Guardò giù dalla sporgenza.
Era troppo alto, non poteva buttarsi; ma se avesse scelto un’altra strada probabilmente non sarebbe più stata in grado di ritrovarla…
- Ahhh! E adesso che faccio?- esclamò.
Lo sguardo di Aeris si posò su alcune liane che pendevano dagli alberi.
Le seguì con lo sguardo: portavano dritto al santuario.
- No! Non ci penso neanche! E’ un suicidio!
Rimase un po’ a fissare il percorso delle liane. Era l’unica soluzione possibile.
Prese coraggio e afferrò la liana sopra di sé.
Fece un bel respiro e si buttò.
La liana oscillò in avanti e Aeris si buttò su quella davanti a sé, stringendosi più forte che poteva.
Guardò sotto di lei: era esattamente sopra il santuario.
Si calò lentamente dalla liana e atterrò.
- Wow! Ce l’ ho fatta! Sono ancora viva…
Avanzò verso il santuario.
La pietra era lì in mezzo, che emanava una luce rosa.
Fece per allungare la mano per prenderla, quando una risata risuonò alle sue spalle.
- Muahahahahah! E così ci sei arrivata, non me l’aspettavo.
Aeris si voltò. Dietro di lei c’era una donna.
- Chi sei?- esclamò.
- Io sono Lulu, la donna più affascinante di questa Terra e la maga più abile del mondo!- disse quella.
“ Piuttosto egocentrica” pensò Aeris.
- Che strano però…se non sbaglio Sephy aveva detto che erano in tre…- disse Lulu.
- Cosa? Sei una compagna di Sephiroth?- chiese Aeris.
- Oh, mi piacerebbe cara, ma non sono il suo tipo…- rispose quella.
Aeris restò allibita. Ma possibile che la sua nemica fosse un tipo simile?
- Bhè, non importa, vorrà dire che farò fuori prima te.
Detto questo, Lulu prese il suo pupazzo Moguri e alzò il braccio, da cui cominciò a risplendere una luce rossastra.
- Fira!- gridò e una vampata di fuoco si diresse verso Aeris.
La ragazza la schivò per un pelo, ma l’onda d’urto provocata fu talmente forte che venne sbalzata via e rischiò di cadere di sotto, ma riuscì ad aggrapparsi all’erba.
- Peccato, il gioco è già finito- disse Lulu mentre le si avvicinava.
- Non affliggerti, carina. Era ovvio che avrei vinto io.
Aeris stava ormai per mollare la presa e cadere nel vuoto, quando un ultimo commento le fece ribollire il sangue.
- Certo però che quei due devono essere stati parecchio coraggiosi… Affrontare un viaggio con un elemento come te…
Aeris avvampò di rabbia e, dondolandosi di lato, risalì su e sferrò un calcio dritto contro Lulu.
- Cosa vorresti dire, maledetta?!- gridò.
Lulu si ricompose subito e con tono superficiale disse: - Quello che ho detto: tu non sei altro che un peso inutile, cara. Non sei brava in niente, tantomeno sai combattere. E non sei neanche bella!
Aeris le mollò un forte schiaffo.
- Io non sono affatto un peso! Ho promesso che mi sarei impegnata a fondo per aiutare Leon e Cloud. Non voglio più deluderli, quindi ce la metterò tutta… E poi io non sarò tutta questa bellezza, ma di certo sono più carina di te!
Il volto di Lulu ora era una maschera di collera pura.
- COME OSI ?!
Lulu sferrò un manrovescio ad Aeris con tutta la forza che aveva in corpo.
- Bastarda!- gridò la ragazza, ricambiando lo schiaffo più forte che poteva.
Le due continuarono a schiaffeggiarsi per parecchio tempo e alla fine Lulu sbottò: - Basta, mi hai stufato! Blizzara!!!
Lulu lanciò una serie di lance di ghiaccio contro la ragazza.
Aeris le schivò meglio che potè, rotolando tra l’erba e scattando in diverse direzioni, ma poi Lulu sembrò prevedere le sue mosse e la colpì alla caviglia.
Aeris cadde a terra, tenendosi il piede sanguinante e trattenendo a stento le lacrime.
- Game over- disse Lulu e si preparò a infliggerle il colpo di grazia.
La ragazza chiuse gli occhi. Era spacciata.
- Aeris!
A quel richiamo la ragazza riaprì gli occhi, rincuorata.
- Leon! Cloud!- esclamò.
I due ragazzi si precipitarono da lei e Lulu indietreggiò.
- Scusa se abbiamo tardato, ma mi avevano fregato la spada…- si scusò Leon.
- E io mi ero perso…Piuttosto, stai bene?- disse Cloud accennando alla caviglia.
- Tutto ok- disse Aeris. - Sono così felice di vedervi…
- E quella chi è?- chiese Cloud indicando Lulu.
- Si chiama Lulu. E’ un’aiutante di Sephiroth - rispose lei.
- Bhè? Muovetevi e riprendiamo!- sbottò la donna.
- Fatti sotto, strega!- esclamò Leon.
- S…s…strega?- fece Lulu stringendo i denti.
- Dannato, questa non te la perdono! Thundara!!!
Dal cielo cominciarono a cadere una serie di fulmini, ma Leon li schivò tutti.
- Aeris, tu resta qui, non muoverti- disse Cloud e si lanciò anche lui in battaglia, attaccandola con la Buster Sword.
- Protect!- gridò Lulu e una barriera invisibile bloccò l’attacco di Cloud.
- Dannazione! Se si protegge come facciamo ad attaccarla?- esclamò il ragazzo.
- La colpiamo di sorpresa!- esclamò Leon sferrando un attacco da dietro con il Gunblade.
Lulu non se ne accorse in tempo e Leon le ferì il braccio.
- Perfetto!- esclamò Cloud.
- Maledetti…- mormorò Lulu. - Mi avete rovinato il vestito…ADESSO VI FACCIO VEDERE IO!
Lasciò cadere a terra il Moguri, che alzò e abbassò le braccia.
- Idrora!
Un’onda d’acqua investì in pieno Leon e lo sbatté con forza contro un albero.
- Leon!- esclamò Cloud.
- E adesso tocca a te!- esclamò Lulu.
Gli scagliò contro delle magie fuoco, ma il ragazzo si riparò con la spada.
Cloud provò allora ad attaccarla, ma lei continò a proteggersi.
Poi la donna gli scagliò via la spada e lui si distrasse.
- Sei finito! Blizzara!
Cloud non fece neanche in tempo a voltarsi, che la magia lo colpì in pieno e si trovò imprigionato in una stalattite di ghiaccio.
Lulu gli si avvicinò e sfiorò con un dito la superficie del ghiaccio.
- Sai, in realtà non sei niente male…peccato, ti devo frantumare..!
Cloud si preparò a ricevere il colpo di grazia, quando sentì la voce di Aeris.
- Fermati, brutta strega!
Lulu alzò lo sguardo irritata. Sgranò gli occhi.
Aeris era in piedi davanti al santuario e stringeva la pietra tra le mani.
- Non è possibile…dannazione!- mormorò Lulu.
- Adesso non fai più la sbruffona, eh? Beccati questo! Sancta!- gridò Aeris.
Lulu fu colpita da una miriade di sfere di luce e cadde stremata a terra.
- Dannazione, che potenza…ma non finisce qui!- gridò e subito scomparve in una nube oscura.
Nell’aria si diffuse una lieve luce bianca; la stalattite di ghiaccio che imprigionava Cloud di sgretolò e le ferite di Leon guarirono completamente.
- Sei stata grande, Aeris!- esclamò il fratello, correndo da lei.
- Bravissima! Sei riuscita a recuperare la pietra!- le disse Cloud.
La ragazza sembrava felicissima.
- Io…non ci posso credere, ho usato la magia!- esclamò.
- Probabilmente le pietre conferiscono grandi poteri…- osservò Leon.
Cloud si avvicinò ad Aeris.
- Adesso questa pietra ti appartiene. Te la sei meritata- le disse dolcemente.
Aeris sorrise. Si strinse la pietra al petto. Era sua.


Lulu entrò nella stanza scura con passo seccato.
Si sedette su di una statua di gargoyle alla parete della stanza e sospirò.
- Non mi dire che hai fallito, cara Lulu?!
Lei girò lo sguardo.
Si era fatta avanti una ragazzina, sui 16 anni, dai capelli corti e verdastro scuro, con gli occhi grigi.
Portava una fascia bianca sulla fronte ed una sciarpa gialla al collo; indossava un top verde e dei pantaloncini corti bianchi, con delle scarpe da ginnastica arancione scuro.
- Li ho solo sottovalutati un po’, Yuffie. Ma adesso so con chi ho a che fare - rispose Lulu.
- E Sephiroth lo sa?- chiese Yuffie, appoggiandosi divertita alla parete.
- Certo che lo sa. Ma non importa, non è così grave.
Le due ragazze si voltarono.
- Oh, ciao Riku.
Era un ragazzo sui 17 anni, con i capelli argento-azzurro lunghi fino alle spalle e con bellissimi occhi celesti.
Indossava una maglietta gialla senza maniche con una croce nera disegnata al centro; i pantaloni erano blu e larghi, legati alle caviglie con delle cinte.
Portava i guanti neri e degli scarponcini dello stesso colore.
- Ma si! In fondo hanno solo preso una pietra!- disse Yuffie. - Io però muoio dalla voglia di entrare in azione!
- Allora temo che dovrai aspettare. Per il prossimo incarico Sephiroth ha mandato Auron - le disse Riku.
- Cosa? Quel vecchiaccio?- fece Yuffie.
- Evidentemente lo ritiene più affidabile di te - disse Lulu gelida.
- Cosa vorresti dire?- rispose Yuffie irritata.
- Smettetela di litigare- disse Riku.
- E poi pare che in quel mondo si trovi un Cavaliere della Luce…
- Un altro?- esclamò Yuffie.
- Bhè, capirai…- sbuffò Lulu.
- Hai qualcosa da dire, per caso?- fece Riku.
- Certo che no. Ma così Auron ci rovina tutto il divertimento…


 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


a

Final Fantasy Adventure
    Capitolo 4


Cloud, Aeris e Leon attraversarono l’ennesimo portale e raggiunsero un nuovo mondo.
Quando arrivarono, rimasero sbalorditi.
Era una città grandissima e dava l’aria di essere altamente modernizzata; c’erano tantissimi palazzi illuminati in giro di ogni grandezza e forma e c’erano tantissime macchine di ogni genere.
- Questa si che è una vera città!- esclamò Aeris.
- E’ grandiosa!- esclamò Leon.
L’unica cosa strana era che sembrava deserta. Non c’era anima viva in giro.
Ad un certo punto videro una ragazza correre a perdifiato per la strada, controllando più volte l’orologio.
- Ehy, scusa!- le disse Cloud.
La ragazza si fermò, ma sembrava avere molta fretta.
- Cosa c’è? Sbrigatevi per favore, sono già in ritardo- disse.
- Volevamo sapere dove sono tutti gli abitanti…- disse Leon.
La ragazza parve sorpresa dalla domanda.
- Ci credo che qui non c’è nessuno! Lo sapete cosa c’è oggi?
- E’ che siamo arrivati da poco qui- disse Aeris.
- Ah! Adesso capisco, mi sembrava strano…- disse la ragazza.
- Non dovete stupirvi, questa è Zanarkand. E’ famosa in tutta Spira per i campionati di Bliztball che si svolgono ogni anno allo stadio.
- Bliztball?- chiesero i ragazzi.
- Si, uno sport. Oggi è una data da non perdere. Zanarkand Abes contro Besaid Aurochs! E’ una partita importantissima, i biglietti sono esauriti da mesi! Ora sono tutti allo stadio e se non mi muovo mi perderò l’inizio della partita, quindi scusate, ma devo proprio scappare!- e detto questo, la ragazza sfrecciò via.
- Una partita di Bliztball, eh?- fece Leon.
- Andiamo a vederla, andiamo a vederla!- esclamò Aeris tutta eccitata.
- Veramente non potremmo, dovremmo approfittare del fatto che la città è deserta per cercare la pietra…- obiettò Cloud.
- Andiamo! Un po’ di relax non ci farà male! Si prospetta una partita emozionante!- esclamò Leon.
Alla fine Cloud si arrese e i tre si diressero allo stadio.
C’era una folla incredibile davanti alle porte dello stadio che aspettava l’inizio della partita.
- Quando apriranno le porte sarà un macello…- disse Cloud.
- Bhè, così potremo entrare senza problemi confondendoci tra la gente- disse Leon.
Infatti, quando poco dopo le porte vennero aperte, la folla si precipitò all’interno dello stadio e loro entrarono senza difficoltà; riuscirono addirittura a prendere dei posti in prima fila.
Lo stadio era davvero immenso, con al centro una grandissima sfera di vetro.
Ad un certo punto le luci si abbassarono e la sfera cominciò a riempirsi d’acqua.
Il pubblico fremeva d’impazienza, come anche i tre ragazzi.
- Sono così emozionata!- esclamò Aeris.
- Sono proprio curioso di vedere di che tipo di gioco si tratta…- disse Leon.
Un uomo salì su una pedana con il microfono in mano.
- Bene signori e signore, ecco il momento che stavate tutti aspettando! Che entrino i giocatori! Alla mia destra, i Besaid Aurochs!
Le porte dello spogliatoio destro si alzarono ed entrarono in campo i giocatori.
Il pubblico scoppiò in applausi fragorosi nel vedere la squadra.
Il telecronista ricominciò a parlare:- I Besaid Aurochs, la squadra che ha vinto il campionato dell’anno scorso spiazzando tutte le squadre che ha incontrato!
Il cronista tacque un attimo, poi esclamò con voce entusiasta:- E adesso, gli Zanarkand Abes!!!
Quando entrarono i giocatori, il pubblicò applaudì talmente forte che l’intero stadio tremò.
La gente era in delirio per gli Abes.
- Deve essere una squadra molto forte- notò Aeris.
Poi il suo sguardo cadde su uno dei giocatori: un bellissimo ragazzo, biondo, abbronzato e con gli occhi azzurri.
Indossava una maglietta gialla a maniche corte,con cappuccio bianco e aperta davanti; portava dei pantaloni neri, quello sinistro accorciato.
- Che figo…- sussurrò lei rapita.
Pochi istanti dopo il pubblico femminile cominciò a gridare a gran voce:- TIDUS! TIDUS! TIDUS!
Il ragazzo sorrise e alzò il braccio in segno di saluto.
- Sembra che le ragazze siano impazzite per Tidus…non per niente è l’as degli Zanarkand Abes!- esclamò il cronista.
- Oh…così si chiama Tidus…- fece Aeris.
- L’as degli Abes…deve essere molto bravo- osservò Cloud.
- Un ragazzo bello e bravo…cosa c’è di meglio?- disse Aeris sognante.
Cloud la guardò stupito. Era completamente fusa!
- E ora… che la partita abbia inizio!!!- esclamò esaltato il cronista.
Il pubblico esplose in applausi e fischi ed il match ebbe inizio.
I giocatori si tuffarono in acqua e cominciarono subito a contendersi la palla.
- E’ una specie di calcio subacqueo!- esclamò Leon parecchio stupito.
I giocatori erano davvero bravi; ma fra tutti, Tidus era il migliore.
Veloce, fluido nei movimenti e coordinamento perfetto.
- Gli Aurochs conquistano la palla…- cominciò il cronista. - Steve avanza verso la porta, ma la palla gli viene sottratta! Ora sono gli Abes a condurre il gioco! Anderson dribbla un avversario dopo l’altro e si prepara a tirare…ma no! Trevis degli Aurochs lo ferma e la palla viene sbalzata via!
Il cronista trattenne il fiato, poi ricominciò a parlare:- Tidus intercetta la palla! Avanza velocemente verso la porta…sta per tirare…Knives degli Aurochs però cerca di fermare il suo tiro! Gli si para davanti…ma Tidus non tira e passa a Natalie, cogliendo di sorpresa gli avversari! Natalie tira… è Goal!!!
Il pubblico esplose in un fragoroso applauso.
- Si! Hanno segnato!- esclamò Aeris.
- Bella tattica…-disse Leon.
- Ora gli Zanarkand Abes sono in vantaggio di un punto! Come reagiranno gli Aurochs?
La partita era davvero avvincente e ricca di suspanse; i giocatori erano tutti bravi e gli Aurochs presto pareggiarono.
Alla fine, il punteggio era di 2 a 2.
- Adesso si decide tutto- disse Leon, teso.
- Bene, signori- disse il cronista, asciugandosi la fronte con un fazzoletto, più teso che mai - fra poco sapremo chi sono i vincitori! Il match ricomincia! Gli Aurochs passano subito all’attacco e Steve si impossessa della palla…mancano 30 secondi alla fine della partita…Kail degli Abes recupera la palla! Viene però bloccato da Tracy e Melissa! 20 secondi… Kail passa a Tidus, ma Trevis devia la palla, che esce fuori dall’acqua! Mancano solo 15 secondi…
Incredibile! Tidus insegue la palla e si prepara a colpirla in aria… sta per attaccare con il suo famoso tiro di Jetch! Ce la farà mai?
Il pubblico trattenne il fiato.
- Tidus esegue una rovesciata e colpisce la palla! 5 secondi… la palla sfreccia attraverso il campo… il portiere non para! E’ GOAAAL!!!
L’intero palco si mise a tremare. Tutto il pubblico si alzò in piedi, applaudendo e gridando, acclamando i vincitori.
- Siiii! Bravissimoooo!!!- gridò Aeris, applaudendo senza sosta.
Dalla folla si alzò un grido di trionfo.
- TIDUS! TIDUS! TIDUS!
- I vincitori sono gli Zanarkand Abes !- gridò il cronista.
- Gli Abes vincono il campionato di Bliztball!


I tre ragazzi uscirono dallo stadio, tra una miriade di gente.
- E’ stato bellissimo!- esclamò Aeris. - E non solo il match!
- Bhè, è stato entusiasmante. Quel Tidus è un vero fuoriclasse- disse Leon.
- E tu non dici niente, Cloud?- disse Aeris.
Cloud non rispose. Non aveva detto una parola dall’inizio del match.
Leon osservò le porte dello stadio: c’erano un sacco di ragazze ammassate lì davanti.
- Scommetto che vogliono l’autografo- disse Leon.
- Tidus non uscirà facilmente da lì…
Aeris si voltò di scatto verso il fratello, tutta rossa.
- V-voglio anch’io l’autografo!
- Aeris, ma c’è un sacco di gente!- obiettò Cloud. - E poi non abbiamo tempo da perdere!
- Dai, farà in un attimo!- disse Leon. - E poi anch’io voglio conoscerlo di persona!
- Ma, Leon…
- Ci metto due minuti!- esclamò Aeris, correndo già verso la folla.
- Aspetta, Aeris!- esclamò Cloud.
Troppo tardi. Ormai era andata.
- In fondo non c’è niente di male…- gli disse Leon.
- Già…in fondo ci basta aspettare che anche questa città venga distrutta, non è vero?- fece Cloud con sguardo gelido.
Leon rimase stupito dalla sua reazione. Non l’aveva mai visto così.
Soltanto quella volta che avevano incontrato Sephiroth al primo tempio…


Tidus uscì dalla porta e si trovò addosso tutte le ragazze, che volevano autografi o foto.
- In fondo lo compatisco, poveraccio…- fece Cloud.
Finalmente le ragazze se ne andarono, ma Aeris era ancora ferma lì davanti a lui.
- Ma che fai?- le disse Leon. - Sbrigati, sennò se ne va!
- N-non ce la faccio, sono troppo emozionata!- esclamò Aeris.
In quel momento Tidus la notò e si avvicinò a lei.
- Ciao. Hai bisogno di qualcosa?- le chiese con un sorriso.
- C…ciao! Io vorrei…cioè, se puoi…io…- Aeris gli porse il foglio.
- Ecco…potresti farmi l’autografo?
- Ma certo- disse lui, prendendo la penna.
- Come ti chiami?- le chiese.
- Mi chiamo Aeris - rispose lei, parlando sempre più tranquillamente.
- Che bel nome! Non ti ho mai visto qui, sei nuova del posto?- le chiese Tidus.
- Bhè, sono venuta qui con i miei amici- disse la ragazza indicando Cloud e Leon.
- Capisco. Ecco fatto!- disse lui, porgendole il foglio.
- Ti ringrazio tantissimo. Scusa per averti fatto perdere tempo!
- Ma figurati! Piuttosto…visto che siete nuovi di qui, vi andrebbe se vi facessi da guida per la città?
Aeris rimase molto stupita dall’offerta.
- V-veramente?
- Certo! Non preoccuparti, non ho impegni per oggi. Sempre se ti va, è chiaro!- dispose il ragazzo.
Aeris arrossì lievemente.
- Mi piacerebbe tantissimo.


Cloud e Leon accettarono volentieri di visitare la città con Tidus. Aeris rimase stupita dal fatto che anche Cloud aveva accettato senza problemi.
Così Tidus li guidò per tutta Zanarkand, facendo visitare loro le vie e le piazze e tutti i bellissimi panorami della città.
Dopo qualche ora si fermarono a mangiare in un ristorante.
- Qui si mangia davvero benissimo!- esclamò Aeris.
- Questo è uno dei locali più buoni della città- disse Tidus.
Leon si sentiva un po’ in imbarazzo. Quel posto era molto grande e sicuramente molto costoso.
- Ehm…scusa Tidus, ma…ecco, non abbiamo molti soldi con noi…- disse il ragazzo, vergognandosi mortalmente all’idea di mangiare a sbafo.
Anche Aeris smise un attimo di mangiare. Non aveva pensato che tutta quella roba avrebbero dovuto pagarla.
Tidus sorrise.
- Non preoccupatevi assolutamente per questo, ci penso io- disse.
Cloud si sorprese molto.
Era convinto che Tidus fosse solo un gasato bravo nello sport, ma era proprio un bravo ragazzo.
- Senti, ho visto il tuo tiro dell’ultimo punto- gli disse.
- Devo ammetterlo, era davvero grandioso. Dove hai imparato?
-Bhè, ecco…a dire la verità era il famoso tiro di mio padre. Anche lui era una stella del Bliztball e io ho solo seguito le sue orme - rispose Tidus.
- Allora deve essere molto bravo!- esclamò Aeris. - E dov’è adesso? Gioca ancora?
Tidus sorrise tristemente.
- Veramente non è più qui. Un giorno è partito per un allenamento in mare e non è più tornato.
- Oh…m-mi dispiace…scusa se te l’ ho chiesto…- disse dispiaciuta Aeris.
- Non preoccuparti- rispose lui.
- Comunque sia - disse Leon - scommetto che sarebbe fiero di te.


I quattro uscirono dal ristorante che era ormai tardi.
- Grazie per la bellissima serata- disse Aeris.
- Ma figurati!- rispose Tidus.
Cloud si avvicinò un attimo a Tidus.
- Scusa, dovrei chiederti una cosa: per caso c’è un santuario da queste parti?
- Bhè…a qualche chilometro da qui c’è un tempio antichissimo…ma ormai non c’è più niente lì- rispose Tidus. - Perché lo vuoi sapere?
- Niente. Grazie comunque - disse Cloud.
Tidus salutò il gruppo e tornò a casa; i tre rimasero lì.
- Allora la pietra potrebbe trovarsi in questo tempio vecchissimo?- chiese Leon.
- Si, è probabile - disse Cloud.
- Ormai è notte, però… non potremmo cercare domani?- disse Aeris.
- Ma Aeris… è rischioso…se Sephiroth attacca la città di notte?- ribattè Cloud.
- Ma forse Aeris ha ragione- disse Leon. - Con questo buio non concluderemmo niente lo stesso.
- D’accordo… allora cerchiamo un posto dove passare la notte- disse Cloud.
- Però dubito che a quest’ora sia rimasto qualche posto aperto…Sarebbe meglio dividerci- disse Leon.
- Va bene, allora io vado di qua- disse Cloud.
- Aspetta, vengo con te- disse Aeris.
- Ok, se trovate qualcosa avvertitemi. A dopo!- e detto questo Leon andò nella direzione opposta.
-Bhè, allora cominciamo a cercare- disse Cloud.
I due camminarono per molto tempo, ma purtroppo non c’erano posti ancora aperti.
- Mi sa che ci siamo mossi troppo tardi…- fece Cloud.
- Yaawwwnnn…- sbadigliò Aeris. - Io ho un sonno tremendo…
Ormai Aeris rischiava di cadere addormentata da un momento all’altro.
Cloud si inginocchiò a terra.
- Dai, ti porto sulle spalle - le disse.
Lei si appoggiò a lui, che la tirò su e ripresero a cercare.
Dopo un po’ Aeris disse: - Sei arrabbiato con me?
Quella domanda colse alla sprovvista il ragazzo.
- Di cosa dovrei essere arrabbiato?
Lei arrossì lievemente.
- Bhè… perché sono stata tutto il tempo con Tidus…
- Non è affar mio con chi passi il tuo tempo, Aeris.
- Però…Leon me l’ ha detto che ti sei comportato in modo un po’ strano…
Cloud cominciò ad andare più piano.
- Non sono geloso, se è questo che volevi sapere.
Aeris socchiuse gli occhi.
Non sapeva perché, ma quella risposta l’aveva delusa un po’.
Del resto sapeva che Cloud non era quel tipo di ragazzo.
Di certo, non era innamorato di lei.
Ma perché le importava così tanto?
Sentì il calore della schiena di Cloud.
Quando stava con lui si sentiva al sicuro da ogni cosa…
Poi la ragazza chiuse gli occhi e si addormentò.


Cloud continuò per un po’ a camminare, poi, rendendosi conto che tanto non avrebbe trovato niente, si sedette su una panchina.
Fece scendere Aeris senza svegliarla e la adagiò sulla panchina.
Si sedette anche lui. Era notte fonda ormai e a dir la verità era molto stanco anche lui, da quando avevano lasciato il primo tempio non si erano più riposati.
Si voltò a guardare Aeris: dormiva tranquillamente.
Cloud sorrise.
Era una ragazza davvero graziosa, anche molto dolce e gentile.
Non era vero che il fatto che lei fosse stata con Tidus tutto quel tempo non lo aveva infastidito.
Forse aveva addirittura provato un po’ di invidia.
Ma aveva deciso da tempo che non si sarebbe mai più legato a nessuno…
Alzò gli occhi al cielo. La luna era per metà ricoperta dalle nubi.
Chiuse gli occhi e si addormentò…


Leon tornò indietro, sconsolato.
Aveva cercato come un matto per tutta la città, ma ormai era tutto chiuso.
Ripercorse la strada che aveva fatto e andò a raggiungere Cloud e Aeris.
Li vide in lontananza, che dormivano insieme su una panchina.
Il ragazzo non potè fare a meno di sorridere.
Era da tanto che non vedeva sua sorella così serena.
Si avvicinò senza far rumore, per non svegliarli, quando all’improvviso la terra cominciò a tremare.
- Ma che..?- fece Leon.
In pochi minuti, la lieve scossa diventò un vero terremoto e le luci della città si riaccesero.
Aeris e Cloud si svegliarono di soprassalto.
- Ma che diavolo succede?- esclamò Cloud.
- Perché il terreno trema così?- disse Aeris, preoccupata.
- Non ne ho idea - disse Leon.
In breve, l’intera città si era risvegliata e la gente cominciò a uscire dalle proprie abitazioni.
- Che succede?- - E’ un terremoto?- - Oh, no! Ma che sta succedendo?
- Sephiroth - disse Cloud.
- Credi ci sia lui dietro tutto questo? - disse Leon.
- Non vedo altre spiegazioni- rispose Cloud.
- Ehy, ma quello è Tidus!- esclamò Aeris.
Il ragazzo era in mezzo alla gente, in cerca delle cause dello strano terremoto.
Cloud alzò lo sguardo. Rimase pietrificato.
- Leon…guarda là.
Il ragazzo si voltò dove aveva detto Cloud: un numero incredibile di mostri stava arrivando in città. Erano creature nere con occhi gialli, di varie forme.
- C…cosa sono quelli?- esclamò Aeris.
- Qui si mette male- disse Leon.


Tidus si precipitò fuori di casa.
Cosa diavolo era stata quella scossa?
Non appena mise piede fuori casa, il terremoto si fece più insistente.
C’era un sacco di gente in mezzo alla strada.
“ Ma cosa sta succedendo qui?” si chiese.
D’un tratto vide una massa indistinta alla fine della strada.
Aguzzò lo sguardo. Cos’era?
La massa avanzava sempre più velocemente verso di loro.
Tidus sgranò gli occhi. Erano mostri.
Erano centinaia e ormai erano a pochi metri da loro.
Alla loro vista, la gente andò nel panico più totale: chi gridava, chi scappava, chi si rinchiudeva nelle proprie case.
Anche Tidus non sapeva che fare. Era spaventato. Entro pochi minuti, quegli esseri avrebbero attaccato la città.
Cosa poteva fare?
I mostri li raggiunsero e subito cominciarono ad attaccarli.
Molti palazzi cominciarono a crollare e la gente gridava e fuggiva da tutte le parti.
Era un putiferio generale.
Quelle creature non avevano pietà: uccidevano chiunque gli capitasse a tiro, che fosse un uomo o un bambino.
Era uno spettacolo orribile.
Tidus serrò i pugni.
Ma perché era successo tutto questo? Perché?
Si voltò dietro di sé e il suo sguardo cadde su tre ragazzi.
Ma erano quelli con cui aveva passato la serata!
Fece per chiamarli, ma i ragazzi se ne erano già andati.
Li seguì con lo sguardo: si stavano dirigendo al vecchio tempio di Zanarkand!
“ Che quei tre abbiano a che fare con tutto questo?” si chiese sospettoso.
Così li seguì e cominciò a correre verso il tempio.


- Accidenti! Sono tantissimi!- esclamò Leon, sguainando il Gunblade.
- Non possiamo farcela, sono troppi!- disse Cloud.
- Non ci resta che dirigerci al tempio di cui ci ha parlato Tidus!
- E tutta questa gente?- fece Aeris. - Non possiamo abbandonarla così!
- Purtroppo non possiamo fare niente per loro- disse Cloud.
Prese la ragazza per mano e si diresse al tempio, seguito da Leon.
“ E’ tutto come la prima volta” pensò Aeris.
“ Cloud che mi prende per mano e mi trascina via…abbandonando tutto il resto”.
I tre non sapevano di precisione dove si trovava il tempio, ma giungendo alla fine della strada arrivarono a delle rovine.
In piedi davanti all’entrata c’era un uomo che dava loro le spalle.
- E quello chi è?- chiese Aeris.
- Sarà uno degli aiutanti di Sephiroth - rispose Cloud.
L’uomo entrò nel tempio e i ragazzi lo seguirono.
Appena furono dentro però persero subito le sue tracce.
- Era qui fino a poco fa…Dove può essere andato?- esclamò Leon.
- R…ragazzi…- fece Aeris.
- Cosa c’è?
La ragazza si voltò verso di loro, con un’espressione spaventata.
- L…l’entrata…
Leon e Cloud si voltarono.
- N-non c’è più!- esclamarono sconvolti.
- Non avete anche voi l’impressione di essere finiti in un labirinto?- disse Leon.


Tidus giunse finalmente davanti al tempio.
Aeris, Cloud e Leon erano lì davanti ed erano appena entrati.
Li seguì subito ed entrò nel tempio.
Era parecchio vecchio: le pareti erano screpolate e c’erano pezzi di soffitto a terra.
Avanzò per il corridoio.
Aveva perso di vista gli amici. Eppure li aveva visti entrare poco prima…
Sentì un rumore di passi.
Istintivamente si diresse verso quel rumore.
Entrò in una porta in fondo ad un corridoio: era vuota, con un antico piedistallo al centro su cui era poggiata una strana pietra azzurra.
Davanti alla pietra c’era un uomo.
Si voltò.
Avrà avuto all’incirca una quarantina d’anni; aveva i capelli corti grigi e portava un paio di occhiali scuri.
Indossava una lunga giacca rossa con una maglietta nera sotto, dei pantaloni neri ed una cintura alla vita con appesa una borraccia.
- Chi sei tu?- gli chiese.
- Il mio nome è Auron - disse l’uomo.
- Che cosa ci fai in un posto come questo?- gli chiese Tidus. - La città è stata attaccata…tu sai perché?
Auron sorrise.
- Ma certo. Sono stato io.
- Come sarebbe a dire?- disse Tidus, sgranando gli occhi.
- Vedi, questa città nasconde un tesoro prezioso. Questa pietra è molto importante per me. Dovevo averla.
- Non capisco le tue ragioni, ma c’era bisogno di uccidere tutta quella gente?- gridò Tidus infuriato. - Hai aizzato tu quei mostri contro la gente?
Auron sorrise divertito.
- Bhè, così è più divertente, no?
Tidus strinse i pugni e avanzò risoluto verso l’uomo.
- MA NON PROVI NIENTE A CAUSARE TUTTO QUESTO?
Fece per mollargli un pugno, ma Auron gli fermò il braccio.
- Cosa credi di fare, ragazzino? Non hai neanche un’arma.
- Non ho certo bisogno di armi per battere uno come te!- e detto questo, Tidus gli sferrò un sinistro che fece cadere a terra l’avversario.
- Ahahah…- fece Auron. - Bel sinistro, ragazzo…
Si rialzò e trasse fuori la sua grande spada nera.
- …ma come speri di battermi a mani nude?
Detto questo si avventò contro il ragazzo sferrando un potente colpo, ma Tidus lo evitò.
“ Cavolo…” pensò “ Come posso battere un avversario armato quando sono completamente indifeso?”
Auron colpì di nuovo e stavolta Tidus evitò l’attacco davvero per poco.
- Pensi di schivare i miei attacchi per sempre?- fece Auron.
- Non puoi battermi…arrenditi senza fare storie.
Detto questo si lanciò contro il ragazzo, che non riuscì a prevederlo, e con un potente affondo gli ferì il braccio.
Tidus strinse i denti per il dolore e si prese il braccio con la mano.
Auron gli aveva inferto una ferita molto profonda e sanguinava parecchio; faceva malissimo.
- Vedi, la mia missione è anche un’altra- disse l’uomo.
Tidus alzò lo sguardo verso di lui.
- Devo anche impedire che tu diventi un Cavaliere della Luce.


Cloud, Leon ed Aeris cominciarono a vagare di stanza in stanza, ma non riuscivano proprio ad orientarsi.
Dopo l’ennesimo giro, Leon sbottò: - Dannazione, così non concluderemo nulla!
- Queste pareti sono una identica all’altra…- disse Cloud.
- Allora come facciamo ad arrivare alla pietra? Forse quell’uomo l’ ha già raggiunta.
Poi ad Aeris venne un’idea.
- Ragazzi, visto che adesso possiedo una pietra, è possibile che riesca a percepirne l’aura?
- Si, in teoria potresti…- disse Leon.
- Prova a concentrarti e cerca di localizzarla- disse Cloud.
- Va bene, ci provo.
La ragazza chiuse gli occhi. Seguirono minuti di interminabile silenzio, poi Aeris socchiuse gli occhi.
- Forse ci sono.
- Hai capito dove si trova?- le chiese Cloud.
- Bhè…sento delle aure molto potenti provenire da destra…una appartiene sicuramente alla pietra.
- Poi ci sarà senz’altro quell’uomo- disse Leon.
- Credo di si…però c’è anche qualcun altro- disse Aeris.
- Sai di chi si tratta?- chiese Cloud.
- No, mi dispiace… riesco soltanto a percepire le aure, non sono ancora capace di stabilire a chi appartengano- rispose Aeris.
- Vabbè, non importa- disse il ragazzo.
- Hai detto che provenivano da destra, vero? Allora sbrighiamoci!


Tidus cadde a terra in ginocchio.
- Allora, ancora non ti decidi a soccombere?- gli fece Auron.
Il ragazzo non riusciva più a tenere gli occhi aperti. Aveva perso tantissimo sangue ed aveva il respiro affannato.
Ormai era al limite.
Auron puntò la spada contro di lui.
- Bhè, è ora di farla finita.
Tidus chiuse gli occhi. Era davvero la fine.
Ma come Auron alzò la spada per dargli il colpo di grazia, la porta della stanza andò in mille pezzi.
- Ma che diavolo..?- fece l’uomo.
Cloud, Aeris e Leon fecero irruzione nella stanza.
-Oh, sono arrivati i rinforzi…- disse Auron.
Aeris, nel vedere Tidus ricoperto di sangue, gli corse incontro.
- Tidus! Ma che ci fai qui? Cosa ti è successo?- esclamò.
- Bhè, lunga storia…- mormorò lui.
- Piuttosto, voi che ci fate qui?
- Ehm…lunga storia anche questa- rispose lei.
- Ma guarda…così anche voi siete venuti per la pietra- disse Auron.
Cloud sguainò la Buster Sword.
- Già! Saremo noi ad averla! Tu sei un seguace di Sephiroth, vero?
Auron sorrise.
- Ma che bravo…io sono Auron. E tu devi essere Cloud…spiacente, ma la pietra me la prendo io!
Detto questo, alzò la spada e provocò una potente onda d’urto che sbalzò i ragazzi contro il muro.
- Che potenza…- mormorò Leon.
- Dilettanti- disse Auron. - Non avete la minima idea di con chi avete a che fare…
L’uomo avanzò verso i tre, deciso a finirli.
Leon cercò di sfoderare il Gunblade, ma non riusciva a muoversi.
“Ma cosa…è come se il mio corpo fosse paralizzato!” pensò.
Non potevano fare niente. Auron li avrebbe subito uccisi.
- Sayonara- disse Auron sghignazzando.
- Fermati, maledetto!
Auron si voltò: Tidus era davanti al piedistallo su cui c’era la pietra.
- Ahah…ragazzo, cosa pensi di fare?- fece lui, non senza una nota di tensione nella voce.
Tidus afferrò la pietra.
- Prova a immaginare!
Dalla pietra scaturì un’intensa luce azzurra, che avvolse tutta la stanza.
- Ma…ma che succede?- fece Aeris.
Poi la luce si diradò e i ragazzi osservarono stupiti la scena: la pietra si era trasformata in una spada!
Dall’impugnatura d’argento, con la lama affilata e azzurra, dalla consistenza quasi acquosa.
- Dannazione…-disse Auron.
Tidus impugnò la spada e la puntò contro Auron.
- Preparati!- gridò e con grande velocità colpì l’avversario, che cadde a terra a qualche metro da lui.
- Però…hai da poco ottenuto il tuo potere e sei già in grado di utilizzarlo così bene..?!- disse Auron, alzandosi.
- Non mi resta che ritirarmi…ma ci incontreremo ancora, ragazzo.
E detto questo, sparì in una nebbia oscura.
Aeris corse subito da Tidus.
- Sei stato grande, davvero!- gli disse.
- Io veramente…- fece lui.
Poi la vista gli si offuscò e tutto diventò nero.


- Tidus? Mi senti?
Il ragazzo si svegliò lentamente.
- Aeris, sei tu?- disse, mettendosi lentamente a sedere.
- Eri conciato piuttosto male…fortuna che Aeris può usare la magia!- disse Leon.
Tidus si stiracchiò. In effetti, non sentiva più dolore.
- Non ho ancora ben capito quello che è successo…- disse.
Il ragazzo alzò lo sguardo: rimase pietrificato dallo spettacolo che aveva di fronte.
La città era completamente distrutta; quei mostri l’avevano messa a ferro e fuoco.
Tutti i palazzi erano in fiamme e per le strade c’era tantissima gente morta.
- Perché…perché tutto questo..?- disse, vedendo i palazzi crollare uno dopo l’altro.
- Ci sono persone disposte a fare questo ed altro per entrare in possesso di alcune pietre- disse Cloud.
- Queste pietre, come quella che era nascosta nel tempio di questa città, si trovano in mondi diversi e l’Oscurità sta cercando di appropriarsene. Noi abbiamo il compito di impedire tutto questo.
Tidus restò in silenzio, fissando i ragazzi.
- Unisciti a noi, Tidus - disse Aeris.
- La pietra ti ha riconosciuto come suo legittimo possessore- disse Leon. - Ora ti appartiene. Sei diventato un Cavaliere della Luce.
- Ti prego, Tidus - gli disse Aeris.
- Sono già successe e succederanno cose come questa- disse Cloud. - Vuoi che anche altre città vengano ridotte così?
Tidus strinse i pugni. Non lo voleva affatto.
- Vengo con voi - disse alla fine.

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


a

Final Fantasy Adventure
      Capitolo 5

- Ah…così è arrivato l’ altro Cavaliere?- disse Lulu, dondolando avanti e indietro le gambe accavallate. 
- Già - disse Auron. - Adesso sono in possesso di due pietre.
- E noi ne abbiamo solo una…è ora che ci diamo una mossa, ragazzi!- sbuffò Yuffie.
Riku si sedette pigramente su una delle statue di gargoyle della stanza.
- Non è un problema, abbiamo già localizzato la prossima.
- A proposito…- disse improvvisamente Lulu - è da quando ha recuperato la prima pietra che Sephiroth non si è fatto più vedere…
- Mah, sai com’è fatto…è un tipo abbastanza misterioso…- fece Yuffie.
- Sarà da qualche parte a pensare, come suo solito.
- Bhè, lo capisco, Lulu e Auron si sono fatti fregare ben due pietre quando ce le avevano sotto gli occhi…- disse sarcasticamente Riku.
- Ahah…- fece Lulu. - Stai insinuando qualcosa?
La donna si alzò e attraversò la stanza con passo silenzioso.
- Allora la pietra la vado a prendere io, così capirai di cosa sono capace quando mi ci metto…
Detto questo, uscì dalla stanza e chiuse la porta dietro di sé.
Yuffie sospirò.
- Io questi qua neanche li ho mai visti…ma quand’è che farete andare me?


Sephiroth camminò lentamente tra l’erba.
Il cielo era scuro: presto avrebbe piovuto.
Rimase un po’ lì, con il vento che gli soffiava tra i capelli.
Presto avrebbero recuperato le pietre. Cloud e gli altri non erano capaci di fronteggiarli.
Ma in fondo, non era questo che gli importava.
Chiuse gli occhi. Tutta la sua esistenza era stata una futile finzione. La sua vita, il suo passato…niente di quello che conosceva era reale.
Qual era il suo vero obiettivo? Forse non lo sapeva neanche lui.
Allora cosa lo spingeva ad andare avanti?
- Sephiroth?
L’uomo riaprì gli occhi e si voltò.
- Cosa c’è, Riku?
- Volevo solo informarti che Lulu è andata a prendere la quarta pietra - rispose il ragazzo.
- Va bene…ma spero che stavolta ci riesca - disse Sephiroth.
Riku abbozzò un sorrisetto.
- Mi sembrava piuttosto determinata.


Cloud si sedette ai piedi di un grande albero, sotto la sua ombra.
Era una giornata magnifica. C’era un bel sole e i raggi filtravano attraverso la chioma dell’albero, illuminando il viso del ragazzo.
Aeris gli si avvicinò.
- Posso sedermi qui vicino a te?- gli chiese.
Il ragazzo annuì e lei gli si sedette accanto.
- Dove sono Tidus e Leon?- chiese Cloud.
- Bhè, Tidus è arrivato da poco, così Leon gli ha spiegato la nostra storia…ora sono da qualche parte a rincorrersi…
La ragazza fece un sorrisetto.
- Incredibile, sono tutti e due belli grandicelli, ma si comportano come due bambini…
- Leon dice sempre che sei tu quella infantile - disse Cloud.
Aeris arrossì imbarazzata.
- Quel cretino…e lui allora, che quando dorme sembra un ghiro in letargo?- fece lei stizzita.
Cloud era felice di vedere che, nonostante tutti i pericoli che avevano affrontato finora, Aeris non aveva perso la sua allegria.
Sebbene non la conoscesse ancora molto bene.
- Però sei tu quello che non sorride mai!- disse la ragazza poco dopo.
- Eh?- fece Cloud.
- Si…dovresti sorridere un po’ più spesso, sei troppo serio!- disse lei con finta aria di rimprovero.
- Avanti…prova a ridere!
Cloud la fissò per un po’, poi girò lo sguardo.
- Non ci riesco…
- Ehy, cos’è quell’aria scocciata?!- avvampò Aeris.
- Dai, non fare così…se non ti va lo capisco, scusa…
- Non sei tu - disse Cloud. - E’ che proprio non ci riesco.
La ragazza rimase per un po’ a fissarlo, poi tornò a sedersi.
- Allora significa che sei triste…bhè, questa non è una situazione molto allegra…
Senza preavviso Aeris si avventò su Cloud e gli afferrò le guance, stirandole.
- Ma non è una scusa valida! Avanti, lo vedi che se ti impegni ci riesci?!
Seguirono pochi minuti di silenzio.
- Così mi fai male - disse alla fine Cloud.
- Ahh, mi dispiace!- esclamò lei, lasciandogli le guance.
- Va bene, lascio stare…non posso mica forzarti! Però nei momenti in cui ti senti felice sorridi, mi raccomando!- detto questo, la ragazza si allontanò per andare a chiamare gli altri due ragazzi.
Cloud la seguì con lo sguardo.
- Ci proverò.
Dopo qualche ora, i ragazzi si misero alla ricerca della pietra.
- Se non sbaglio, c’è una città in fondo a questo prato - disse Tidus guardando avanti a sé.
- Bene, così cominciamo subito a cercare - disse Cloud.
- Ecco, siamo arrivati!- esclamò Aeris.
Erano arrivati in città. Era molto carina e vivace, con negozi di oggetti e accessori qua e là; accanto ad una scalinata c’era una grande buca della posta con una grossa lingua finta e c’erano molti lampioni per la strada.
Era divisa in tre Distretti: sarebbe stata una lunga ricerca.
- Mmm…forse è meglio se ci dividiamo - propose Leon.
- Allora io controllo questo Distretto qui!- si prenotò Aeris.
- Da sola?- fece Cloud.
- Ehy, a differenza di voialtri io ho la pietra! Fino a prova contraria sono più forte di voi!- disse lei.
- Ma sentila…- fece Leon.
- Allora è meglio che anch’io controlli da solo - disse Tidus.
- Va bene, va bene…allora io e Leon controlliamo il secondo Distretto, Aeris il primo e Tidus il terzo - decise Cloud.
Detto questo, i ragazzi si allontanarono ognuno nella propria direzione.


- Bene…allora, dove comincio a cercare?- disse Aeris.
Si aggirò per il Distretto, chiedendo alle persone che incontrava e controllando ogni angolo, ma non trovò niente.
“ Bhò, ho il presentimento che qui non ci sia niente…” pensò.
Decise di andarsene e di raggiungere Tidus, ma la sua attenzione fu catturata da un negozio di accessori vicino alla porta.
“ Oh, un negozio…” pensò.
“ Bhè, magari un’occhiatina sola…”
E così dicendo, Aeris entrò nel negozio e ci restò per due ore e mezze.


Tidus cominciò a esplorare il terzo Distretto.
Era relativamente piccolo e non c’era molto in giro.
“ Sarà una noia…” pensò.
Scese dalla scalinata: c’era una grande piazza al centro, ma era vuota.
C’era un’altra scalinata che portava ad una piccola casa, ma era vuota pure questa.
“ Che bello…emozionante…”
Rimase un po’ lì dentro, girando avanti e indietro.
Era evidente che lì non c’era niente.
Ad un tratto notò una palla nascosta dietro uno scatolone.
Tidus distolse subito lo sguardo.
“No, Tidus, no! Devi trovare la pietra, non sei qui per giocare..!”
Ma non seppe resistere alla tentazione e si precipitò fuori con la palla.
“ Solo due tiri…già mi manca, il Bliztball!”
Fece qualche palleggio nella piazzetta vuota e poi provò un tiro.
Alzò la palla in aria e provò a colpirla al volo, con il tiro di Jetch.
Scalciò con forza la palla, che sfrecciò via.
- Si!- esclamò.
CRASH!
Tidus si voltò. “Oddio, non è che ho rotto qualcosa? ” pensò.
Si diresse verso il rumore e si trovò davanti un’immensa porta aperta.
- Non mi ricordavo che ci fosse una porta qui…- mormorò.
Spinto dalla curiosità, si avventurò al suo interno.


Leon e Cloud entrarono al secondo Distretto.
Era molto grande. C’erano diversi alberghi ai lati e un campanile in fondo; al centro c’era una grande piazza con una fontana.
- Scommetto che ci è toccato il più vasto…- commentò Leon.
- Dà anche a me quest’impressione - fece Cloud.
- Bhè, cominciamo dagli alberghi.
- Buona idea - rispose Leon.
I due si incamminarono per la stradina degli alberghi e cominciarono a controllarli.
Erano molto carini, dai grandi corridoi e le stanze rosse e verdi.
Purtroppo, quello che cercavano non era lì.
Così uscirono un po’ sulla piazza.
- Senti Cloud…- disse d’un tratto Leon - tu non sei un po’ invidioso di Aeris e Tidus?
- E di cosa dovrei essere invidioso?- fece il ragazzo perplesso.
- Bhè…perché loro due hanno trovato già le loro pietre e sono diventati un sacco forti…e pensare che prima, mia sorella non era neanche capace di sollevare il mio Gunblade..!- disse Leon.
- Bhè, non credo che ci riesca neanche adesso…
- Si, però hai capito! Io mi sento un pochino inferiorizzato…
- E perché? Dopotutto sei forte lo stesso, no?
Leon parve illuminarsi.
- Hai ragione! Però…potremmo non avere mai l’opportunità di avere delle pietre nostre…- disse pensieroso.
- Ma che dici?!- esclamò Cloud.
- Proprio tu che fai questi discorsi?! Noi le recupereremo tutte!
- Ok - disse Leon. - Però è da parecchio che stiamo camminando a vuoto…dove dobbiamo cercare adesso?
I due si fermarono un attimo per riorganizzare le idee.
- Il campanile…è improbabile, ma lì non abbiamo controllato - disse Cloud.
Così salirono in cima al campanile con la scala.
Non c’era niente, solo una grande campana.
- Però almeno c’è un bel panorama - disse Cloud.
Leon si mise a fissare l’enorme campana.
- Uao…non ne avevo mai vista una da vicino…chissà che suono fa..!
Detto questo, tirò con forza il cordino vicino alla campana, che cominciò a suonare molto rumorosamente.
- LEON, CHE CAVOLO FAI? MI STAI SPACCANDO I TIMPANI!!!-  esclamò Cloud tappandosi le orecchie.
- E IO CHE NE SAPEVO CHE SUCCEDEVA COSI’? NON L’ HO MAI VISTA UNA CAMPANA, IO!- esclamò il ragazzo, nelle stesse condizioni di Cloud.
- Non ci sento più…- fece Leon frastornato, poco dopo.
- Non…azzardarti mai più…a fare una cosa del genere!- disse Cloud, anche lui mezzo rintronato.
Poi però Leon alzò lo sguardo e si accorse di una cosa.
- Ehy, Cloud…guarda la fontana!- esclamò, indicandola.
Cloud osservò il punto indicato da Leon.
Non vedeva niente di strano.
Poi però osservò meglio.
- Ma…è cambiata!- esclamò.
- Già, il disegno sulla fontana è cambiato quando abbiamo suonato la campana- osservò Leon.
- Quindi stai dicendo che potrebbe succedere anche qualcos’altro?- disse Cloud.
- Non ci resta che provare.


Tidus oltrepassò la porta: davanti a lui c’era un lago, con delle tavole di pietra galleggianti che conducevano ad una piccola casa al centro di quello strano posto.
Saltò agilmente da una pietra all’altra e raggiunse la casa.
Sembrava molto vecchia; i mattoni che la componevano in alcuni punti non c’erano più.
Il ragazzo entrò da un’apertura sul muro.
Era tutto buio, così accese una candela che si trovava sul tavolo.
La luce rivelò un’infinità di antichi libri sparsi ovunque e degli strani dipinti appesi alle pareti.
“ Interessante…” pensò.
Si aggirò per la stanza, facendosi luce con la piccola candela.
- Sembrano tutti libri molto antichi…chissà a chi appartenevano…- disse prendendone in mano uno, tutto ricoperto di polvere.
- Sono per la maggior parte rovinati…non si capisce quasi niente…
Al centro della stanza c’era un tavolo, con un libro aperto sopra.
Illuminò le pagine del libro e provò a leggere quello che c’era scritto.
Era scritto molto piccolo, con una calligrafia raffinata, ma tropo difficile e per di più sbiadita.
- Anche volendo, non posso leggere…che disdetta!
Comunque, quel posto lo aveva molto turbato.
Fece per andarsene, quando un quadro particolare attirò la sua attenzione.
Era tutto impolverato, così ci soffiò sopra.
Rimase particolarmente colpito da quello che c’era disegnato.


- Pronto, Cloud?- disse Leon prendendo il cordino della campana.
- Si…vai - disse Cloud, tappandosi le orecchie più forte che poteva.
Leon diede uno strattone alla corda e la campana suonò.
Cloud osservò la scena: era vero, il disegno sulla fontana cambiò di nuovo.
Ora era apparsa una lastra trasparente e lievemente luccicante.
- Clouuud…è-è-è s-successo…qualcooosaa?- disse Leon, stordito dal suono della campana - Sembra che la tua teoria fosse giusta- gli disse Cloud.
- Corri, andiamo a vedere!
I due scesero in fretta dal campanile e raggiunsero la fontana.
La fontana si era girata e al suo posto c’era una lastra trasparente.
Leon fece per avvicinarsi, quando la lastra di vetro si alzò lentamente.
Seduta su un piedistallo, con la pietra stretta in mano, c’era Lulu.
- Hello, boys…


Tidus avvicinò il volto al quadro.
Non conosceva la figura dipinta, ma gli sembrava molto familiare…
- Tidus!
Il ragazzo spiccò un salto dalla paura, poi si girò di scatto.
- Aeris! Mi hai fatto prendere un colpo!- esclamò.
- Eh, quante storie…sei o non sei un uomo?!- disse lei scocciata, avvicinandosi a lui.
- Come mai sei venuta qui? Nel tuo Distretto non c’era niente, vero?- le chiese lui.
- Già…invece tu hai trovato qualcosa? Questo posto è così lugubre…- fece Aeris, guardandosi intorno.
- E’ un posto molto affascinante, davvero misterioso…non credo che la pietra si trovi qui, ma in questo posto ci sono un sacco di libri e quadri strani…- rispose Tidus.
Aeris osservò il tavolo ed esaminò il libro aperto sopra di esso.
- Sembra una scrittura antica…- disse.
- Riesci a capirla?- fece Tidus sbalordito.
- Mmm…in circostanze normali forse potrei decifrarla, ma c’è troppa poca luce, le pagine sono rovinate e l’inchiostro sbiadito…- disse lei.
- Senti…questo quadro ti dice niente?- disse Tidus, mostrandoglielo.
- Mi sembra familiare, ma non riesco a capire chi sia quello dipinto…
Aeris osservò il quadro; sgranò gli occhi, stupita.
Il quadro era molto vecchio e non si capiva molto di quello che c’era disegnato.
Tuttavia qualcosa riuscì a distinguere.
Un uomo, di spalle, dai lunghi capelli argentati e un’ala nera che gli spuntava dalla spalla destra.
- Questo è…Sephiroth…- mormorò, esterrefatta.
Anche Tidus si stupì molto.
- Quel Sephiroth? Quello di cui mi avete parlato? Ecco perché mi sembrava familiare…
- Ma non capisco…- fece Aeris. - Che ci fa un ritratto di Sephiroth in un posto del genere?
Il suo sguardo tornò a posarsi sui libri sparsi per la stanza.
- E cosa ci sarà veramente scritto in questi libri?
D’un tratto la ragazza percepì qualcosa e si voltò verso l’uscita della stanza.
- Che c’è, Aeris?- le chiese Tidus.
- Sento qualcosa…è successo qualcosa a Cloud e Leon!- esclamò la ragazza.
- Allora sbrighiamoci a raggiungerli!- disse Tidus, correndo fuori.
La ragazza lo seguì di corsa. Diede un’ultima occhiata a quel posto misterioso, poi si diresse al secondo Distretto.


- Lulu!- esclamò Leon.
- Già, proprio io- rispose lei. - Mi spiace, ma stavolta siete arrivati un po’ tardi…come vedete, la pietra l’ ho presa io.
- Dannazione, ci ha preceduti…- fece Cloud.
Leon impugnò il Gunblade.
- Se credi che ti lasceremo andare via così, ti sbagli di grosso!- esclamò.
Lulu scattò in piedi.
- Che cosa?! Non avete idea della faticaccia che ho fatto per prenderla! Tra l’altro sono molto curiosa di vedere di quali nuovi poteri sono entrata in possesso…
Detto questo strinse la pietra tra le mani, dalle quali scaturì una densa luce nera.
- Flare!- gridò, puntando il braccio contro i due ragazzi.
Non successe niente.
- Ma che…- fece Cloud.
Una gocciolina scese dal viso di Lulu.
- Ehm…forse ho sbagliato qualcosa…Flare!
Identica situazione di prima.
Lulu strinse i pugni.
- Adesso…mi sono stufata…sto facendo la figura della scema!
Strinse la pietra ancora più forte, poi urlò a squarciagola: - FLAREEEEEEE!
Tutto il pavimento tremò.
- Temo che qui stia per succedere qualcosa di pericoloso…- fece Leon indietreggiando, con il Gunblade alzato.
Cloud fissò il terreno: la scossa diventava sempre più forte.
- Leon, spostati!- gridò.
A quelle parole, Leon si spostò velocemente. Appena in tempo.
Dal terreno si alzò una potentissima colonna di fuoco incandescente, che sparì poco dopo in una miriade di scintille.
- Cavolo…per un pelo- mormorò Leon.
Lulu osservò stupita il proprio micidiale attacco, poi sghignazzò.
- Allora…è questa la potenza delle pietre…
La pietra che aveva in mano si trasformò in un bracciale d’argento nero e Lulu osservò compiaciuta.
In quel momento arrivarono Aeris e Tidus.
- Cloud! Leon! Tutto a posto?- esclamò Tidus correndo verso di loro.
Aeris osservò Lulu e lo strano bracciale che indossava.
- Non ditemi che…
- Già. Purtroppo è arrivata prima di noi- disse Cloud.
- Ma guarda…- fece Lulu. - Cara Aeris, che sorpresa! Se non sbaglio noi due abbiamo conticino in sospeso…
La donna fece per scagliare un’altra magia, ma qualcosa la trattenne.
- Tsk…il mio tempo è scaduto, vi devo salutare…ma la prossima volta non sarete così fortunati!
Detto questo, venne avvolta da una nube nera e sparì nel nulla.
- Questa volta ha vinto lei…- disse Aeris a denti stretti.
Cloud si avvicinò al portale creato dalla pietra.
- Andiamo…non vorrai che si prendano anche le altre?!- le disse.
La ragazza si sentì un po’ rincuorata e gli corse vicino.
Insieme, i quattro ragazzi attraversarono il portale per recuperare la prossima pietra.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


a

Grazie mille a tutti per le recensioni! Bhè, come rivale di Tidus mi è venuto Auron, perciò ci ho messo lui (c’ era anche Seymour, ma lui non mi piace…). Eheh, Yuffie volevo mettercela e basta! XD  Questa storia è una vera accozzaglia, ve ne accorgerete…

 

 


Final Fantasy Adventure
   Capitolo 6


- E adesso non fate più gli sbruffoni, eh?- disse Lulu facendo la linguaccia a Riku e Yuffie.
- Tsk! Adesso non montarti la testa!- sbottò Riku.
Lulu osservò compiaciuta il suo bracciale.
- Davvero delizioso…oltre che estremamente potente è anche molto fashion!- commentò con fare malizioso.
- Vuoi dire…che una volta ottenute, le pietre si trasformano in gioielli?- fece Yuffie estasiata.
- Mpf, se anche tu riuscissi a prenderne una, come minimo si trasformerebbe in una forcina!- disse Lulu ridendo.
- Brutta strega! Come ti permetti?- esclamò Yuffie, tutta rossa dalla rabbia.
- Ehy, strega a chi?- disse Lulu irritata, scattando in piedi.
- A te! Non vedo altre racchie qui intorno!
- R-racchia? Mi hai forse dato della racchia, scamorza?
- Scamorza?!- avvampò Yuffie. - Ma guardati allo specchio, per piacere! Quel vestito piange a starti addosso!
- Tu non puoi neanche sognartelo di indossare un vestito così!!!- gridò Lulu.
- E per quale motivo? Mi starebbe certamente meglio!- esclamò Yuffie.
- Bhè, per ovvie ragioni, naturalmente - disse Lulu sghignazzando, indicando il petto della ragazza.
Yuffie arrossì violentemente.
- Ooops, ho forse toccato un tasto dolente?- sghignazzò Lulu.
- BASTARDA!!! Guarda che le mie misure sono normalissime, sono le tue ad essere extra-large!- gridò Yuffie infuriata.
- DANNATA RAGAZZINA!!! - urlò Lulu tremante di rabbia.
- Finitela tutte e due, megere- disse Riku, prima che la situazione potesse degenerare.
Le due ragazze si fermarono.
- Io…me ne vado…- disse Lulu a denti stretti, uscendo dalla stanza con passo serrato.
- Meno male, non se ne poteva più…- fece Riku.
Yuffie si girò verso di lui in lacrime.
- Riku…sniff…sono…davvero così brutta?
Il ragazzo la squadrò un attimo.
- C’è di peggio.


- Quella donna è diventata parecchio forte - disse Leon.
- Meno male che si è ritirata, altrimenti ce la saremmo vista brutta - disse Cloud.
- Non è niente di speciale- disse Aeris. - Ha solo preso una pietra, come me e Tidus.
- Questo mi fa sentire ancora più inferiorizzato…- fece Leon.
Aeris gli diede una pacca sulla spalla.
- Dai, Leon, non ti abbattere…anche tu e Cloud troverete le vostre pietre!
- Giusto - disse Tidus - in fondo adesso siamo pari, sia noi che loro abbiamo due pietre.
- A proposito…- disse Aeris.
- La scorsa volta io e Tidus abbiamo scoperto un posto molto strano…
- E’ vero- disse Tidus. - C’erano molti libri antichi, ma non siamo riusciti a capire di cosa parlassero…e poi c’era anche un quadro.
- Di Sephiroth - concluse Aeris.
Leon rimase senza parole.
- Ma…come può…
- Ce lo siamo chiesti anche noi - disse Tidus.
- Forse lo capiremo più avanti - disse Cloud.
I tre ragazzi continuarono a camminare, ma sembrava che non arrivassero mai a destinazione.
Il territorio era tutto deserto e c’era solo sabbia in giro.
- Che sia un altro mondo disabitato?- fece Aeris.
- Che caldo…- sbottò Tidus.
- Bhè, non essere esagerato…- fece Leon.
- Ma io sono abituato a vivere in un posto fresco e con tanta acqua..! Questo clima non lo reggo proprio!
- Bhè, in effetti siamo in un deserto…- disse Aeris comprensiva.
- Io però non sento caldo - disse Cloud.
- E ci credo, tu sei un pezzo di ghiaccio…- disse ironicamente Leon sottovoce.
- Piuttosto, se siamo davvero in un deserto è un problema grosso…- disse Cloud.
- Già…la pietra potrebbe essere ovunque - osservò Tidus.
- Persino sottoterra.
- Cioè, ci toccherà scavare?- fece Aeris.
- Non possiamo saperlo, ma in caso estremo temo proprio di si - disse Leon.
I quattro ragazzi continuarono ad avanzare tra la sabbia ma il paesaggio non cambiava.
Sabbia, sabbia e sabbia.
- Non potremmo fermarci un po’?- chiese Tidus.
- E a che scopo? Tanto siamo in mezzo ad un deserto - disse Cloud.
- Vabbè, io però non ne posso più!- detto questo, Tidus si sfilò la maglietta.
- Bhè, va un po’ meglio…
- Però…che fisico!- fece Aeris con gli occhi fissi su di lui.
- Ti prego, Aeris, controllati!- le disse Leon.
- Ehy, credo di aver visto qualcosa laggiù!- esclamò Cloud.
- Dove?- esclamò Tidus rincuorato.
I ragazzi seguirono Cloud e dopo aver fatto parecchia strada, finalmente arrivarono ad una costruzione.
Sembrava una specie di edificio, costruito in pietra, dall’entrata in parte nascosta dalla sabbia.
- Direi di dare un’occhiata - disse Cloud.
Così i ragazzi entrarono nella strana costruzione.


Riku attraversò velocemente il corridoio della stanza.
Aprì la porta di una stanza e ci guardò dentro.
Niente.
“Ma dove diavolo si è cacciata Yuffie?”
Da quando era uscita dalla stanza non l’aveva più vista.
“ Forse l’ ho offesa… Possibile?”. Subito dopo averlo pensato, però, si mise a ridere. Quando mai Yuffie si era arrabbiata per qualcosa che le aveva detto?


- Quell’imbecille!- sbottò Yuffie, sedendosi per terra.
- E io rimango qui! Così impara! Anzi, adesso mi prendo anche la pietra! Gliela faccio vedere io a quella gasata di Lulu…
Detto questo si alzò e cominciò a percorrere il lungo corridoio insabbiato.
“ Chissà se anche quei Cavalieri sono arrivati…Finalmente potrò incontrarli di persona!” pensò.
Continuò a camminare, dato che la strada sembrava una sola.
Ad un certo punto sentì delle voci in lontananza e si avvicinò.
Si sporse da una sporgenza e guardò giù: c’erano dei ragazzi al piano di sotto.
“ Oh…saranno i Cavalieri?” pensò Yuffie.
Squadrò meglio il gruppo che stava confabulando, ignorando la presenza della ragazza.
“ Che figoni!” pensò Yuffie guardando Leon, Cloud e Tidus.
- Non avete sentito niente?- fece Leon, alzando lo sguardo.
Yuffie si abbassò subito per non essere vista.
- Io non sento niente…- disse Aeris.
- Forse dovremmo sbrigarci a trovare la pietra- disse Cloud.
- Giusto, così ce ne andiamo in fretta da qui- sbuffò Tidus. Quel caldo proprio non lo sopportava.
Così i quattro continuarono ad avanzare e Yuffie li seguiva a distanza dal piano superiore.
Il corridoio era molto lungo, ricoperto dalla sabbia in più punti; a volte il pavimento era crollato e si doveva per forza cercare un’altra strada.
Ad un certo punto sbucarono in una stanza con quattro porte.
- Che fortuna…- fece Tidus.
- Direi che la cosa da fare è chiara…- disse Cloud avviandosi verso la prima porta.
- Allora io entro nella seconda - disse Aeris.
Tidus invece entrò nella terza e Leon nella quarta.
- Li ho persi di vista…- fece Yuffie.
- Dopo che sono entrati in quella stanza sono usciti dalla mia visuale…pazienza, meglio cercare la pietra senza concorrenza!
Detto questo si allontanò dalla porta e cominciò a perlustrare il posto.


Leon continuò a camminare lungo un corridoio che sembrava non finire mai.
“ Che posto monotono…” pensò.
Poi però vide una luce davanti a sé.
- L’uscita!- esclamò e corse per raggiungerla.
Quando ormai fu alla fine della strada si fermò di colpo, cadendo all’indietro.
Davanti a lui c’era una grande buca profonda, con dei pali aguzzi dentro.
- Accidenti…potevo essere morto…- mormorò il ragazzo, ansimando.
- Come posso fare per superarla?
Si guardò intorno. Non c’era nulla che potesse aiutarlo…
Osservò meglio la buca. Poteva provare a saltare…tanto indietro non ci sarebbe tornato. Il fatto che in quel posto ci fosse una trappola era segno che forse era sulla strada giusta.
Indietreggiò di qualche passo. Prese un bel respiro e corse verso la buca.
Quando ormai fu sul bordo spiccò un salto in avanti.
Atterrò dall’altra parte, scivolando all’atterraggio ma riprendendosi subito.
“Wow! Ce l’ ho fatta!” pensò.
Continuò a camminare per la strada davanti a lui.
Ad un certo punto si fece meno lineare, con dei massi sparsi qua e là.
Si chiedeva se c’era veramente un’uscita alla fine di quel sentiero…


Yuffie camminò annoiata davanti a lei.
- Che rottura questo posto!- sbuffò. - Non c’è niente! Agli altri sono capitati posti toghi e fighi e per una volta che arrivo io mi ritrovo in un posto con sabbia e nient’altro!
Diede un calcio ad un sassolino, che andò a schiantarsi contro una parete.
Ad un certo punto il terreno si mise a tremare e traballare.
- M-ma che succede?- esclamò Yuffie. - Un sassolino che fa tutto questo macello???
In quel momento, il pavimento le crollò sotto i piedi.


Leon alzò un attimo lo sguardo al soffitto.
“ Che strano…mi sembrava di aver sentito qualcosa…”
In quel momento sentì una forte scossa e vide aprirsi una crepa sul soffitto.
- Ma che..!
Una buona parte del soffitto si schiantò a terra con un tonfo terribile, alzando un gran polverone.
Leon si coprì il volto con il braccio, poi riaprì gli occhi.
- Ahi ahi ahi…che botta…
In mezzo alla polvere che si stava diradando, seduta a terra, c’era una ragazza.
Yuffie si rialzò lentamente, ancora un po’ scossa.
- Che male…- disse, alzando lo sguardo. Solo in quel momento si accorse di Leon.
“ Che…che bel ragazzo..!” pensò, arrossendo lievemente. Prima non se n’era accorta, ma il ragazzo aveva due occhi verdi bellissimi.
Ma no! Che andava a pensare! Quello era un suo nemico!
Si tirò su immediatamente e indietreggiò appena, con lo sguardo fisso verso Leon.
Il ragazzo, dal canto suo, non sapeva che pensare. Chi era quella ragazzina? Non l’aveva mai vista. Sarà stata una sua nemica?
- Senti, ma tu chi…- fece lui.
- T-tu!- disse Yuffie, alzando il dito verso di lui.
- Tu…cioè, io…
- Si può sapere chi sei?- sbottò Leon.
La ragazza tirò indietro i capelli e assunse l’aria più misteriosa che poteva.
- Non trattarmi con questa noncuranza…in realtà io sono…
Purtroppo Yuffie non fece in tempo a rivelarsi che ci fu un’altra scossa.
- Veniva da giù in fondo!- esclamò Leon.
- Si, ma stavo dicendo…- farfugliò Yuffie, non sapendo che fare.
All’improvviso dal fondo del corridoio apparve un enorme masso che rotolava minacciosamente verso di loro, prendendo sempre più velocità.
- Porca miseria! Viaaa!- esclamò la ragazza correndo a più non posso.
- Ehy, aspetta!- le gridò Leon, correndole dietro.
I due corsero a perdifiato per il corridoio, inseguiti dal masso gigante, pur non avendo la minima idea della direzione in cui stavano andando.
Una sola cosa era certa: se si fermavano erano finiti.
- Dannazione, come facciamo a scrollarcelo di dosso?- chiese ad un certo punto Leon, voltandosi verso Yuffie.
- Non lo so!- esclamò lei. - Comunque non ti ho ancora detto che…
- Scusa se te lo dico, ma in questo momento non me ne frega niente!- la interruppe Leon.
Poi notò un’altra buca davanti a loro.
“ Oh, no! Non abbiamo scampo!” pensò, mentre la distanza fra loro e la buca diminuiva.
Se si fermavano erano morti, ma continuando a correre sarebbero caduti in quella trappola e sarebbero stati spacciati comunque!
“ Pensa, Leon, pensa!”
Proprio quando pensava che non ci sarebbe stata speranza, notò una sporgenza sulla parete, pochi centimetri prima della fossa.
Senza perdere tempo afferrò Yuffie per il braccio e appena la raggiunse, si buttò sulla sporgenza, pochi attimi prima che il masso si schiantasse sulla buca.
La sporgenza era molto sottile e Leon riuscì a malapena ad appendercisi solo con la mano, mentre teneva i piedi contro parete per reggersi; Yuffie se ne stava comodamente seduta sulle sue ginocchia, stretta a lui.
- Wow…c’è mancato poco…- disse lei, senza fiato per la corsa e imbarazzata perché il ragazzo la teneva a sé.
- Il problema ora è il seguente…- fece Leon.
- Come scendiamo?

Per fortuna riuscirono a raggiungere il pavimento accanto a loro e tornare sul sentiero.
- Allora adesso potresti presentarti…io sono Leon - disse il ragazzo.
Yuffie si eresse in tutta la sua statura ( 1.63) e disse sorridendo:- Umpf… ebbene, io sono…
Ma non fece in tempo a finire che il pavimento cominciò a tremare e a crollare.
- Ma allora lo fanno apposta!- esclamò Yuffie.
- Scema, sbrighiamoci ad andare via!- le gridò Leon cominciando a correre.
Lei lo seguì a ruota, mentre le mattonelle cadevano una ad una man mano che loro passavano.
Alla fine videro una porta posata su un piedistallo all’apparenza resistente: doveva essere l’uscita!
Corsero all’impazzata verso di essa, ma il pavimento crollava sempre più velocemente e rischiavano di non farcela.
Quando ormai erano ad un passo dalla porta il pavimento crollò completamente. Leon spiccò un salto e raggiunse la porta e Yuffie fece altrettanto, ma non riuscì ad arrivarci.
Leon se ne accorse e la afferrò per la mano, appena in tempo per non farla cadere nel vuoto.
- Non preoccuparti, ti tiro su- le disse Leon, riportandola a terra.
Lei fece una serie di lunghi respiri (si era spaventata parecchio) e poi guardò in faccia Leon.
Quel giorno l’aveva salvata per ben due volte.
Non riuscendo a sostenere l’imbarazzo, distolse lo sguardo e fissò la porta davanti a loro.
- Mi sa che abbiamo trovato l’uscita- disse.
Si avvicinarono alla porta e la aprirono lentamente.
Rimasero sbalorditi: la stanza era vuota e poco illuminata, ma alla fine di un lungo corridoio c’era la pietra, di un argento luminoso.
- La pietra!- esclamarono i due all’unisono.
Leon si voltò verso Yuffie, leggermente stupito.
- Ma tu…come fai a conoscerla?- le chiese.
Yuffie lo guardò, stavolta seria. Ora che non voleva più rivelargli la sua identità era costretta a farlo…
- Io mi chiamo Yuffie. Sono una compagna di Sephiroth.
Leon indietreggiò di un passo, la mano pronta a scattare verso il Gunblade.
“ Cavolo…allora era una mia nemica…” pensò.
Yuffie però lasciò perdere Leon e corse verso la pietra.
- Oggi non mi va di combattere, ne ho passate troppe! Facciamo che la pietra la prende chi ci arriva per primo!- gli gridò.
Quella frase lasciò Leon di stucco, ma si ricompose subito e le corse dietro.
- Ma lo sai che sei strana?- le disse, dopo averla raggiunta.
- Sarà, ma guarda che corro veloce!- gli disse Yuffie di rimando, accelerando la corsa.
Il corridoio era molto lungo e i due corsero a perdifiato. Nessuno dei due riusciva a staccare l’altro.
La pietra era ormai a pochi metri e Yuffie fece uno scatto in avanti per afferrarla.
“ E’ mia!”
Ma Leon saltò davanti a lei e afferrò la pietra con la mano.
I due rimasero un po’ fermi, senza fiato per la corsa tremenda.
- Cavolo…c’ero quasi…- fece Yuffie, ansimando.
- Però…l’ ho presa io…- le disse Leon, stringendo la pietra.
Yuffie sorrise e si alzò, facendo dietro-front.
- E va bene, mi hai battuto. Però non finisce qui, ricordatelo!- disse, poi scomparve.
Leon rimase ancora un po’ seduto, poi osservò la pietra che stringeva tra le mani.
Ce l’aveva fatta. Finalmente anche lui l’aveva trovata.

Yuffie tornò al castello, nella sala grande.
In realtà avrebbe potuto benissimo prendere la pietra, ma non se l’era sentita. Leon le aveva salvato la vita per ben due volte ed era in debito con lui.
In quel momento entrò Lulu.
- Ma si può sapere dove sei stata?- le disse, in tono brusco. - Quei Cavalieri hanno preso un’altra pietra. Che stavi facendo?
Yuffie sorrise e uscì dalla stanza. Per stavolta non si sarebbe arrabbiata. Aveva trascorso una bellissima giornata.
Riku la vide allontanarsi sorridente. Voleva andare da lei, dirle dove cavolo si era cacciata, ma non ci riuscì. Abbassò gli occhi e se ne andò.

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


a

Scusate se ci ho messo un pochino ad aggiornare…è che le vacanze stanno per finire e io devo ancora fare tutto latino, quindi è un po’ dura! Grazie a tutti quelli che seguono e recensiscono!

 

Final Fantasy Adventure
Capitolo 7

Cloud si fermò un attimo in mezzo al prato a riprendere fiato. “Uffa, dove ti sei cacciata?”
Ad un certo punto la vide. Era nascosta dietro un cespuglio vicino al lago. Si avvicinò con cautela e poi le saltò vicino: “ Trovata!”
Lei cadde all’indietro spaventata, poi diede un debole pugno in testa al ragazzo.
“ Accidenti a te, Cloud! C’era proprio bisogno di spaventarmi così?”
“ Sarà, intanto ti ho trovata”
Le si sedette accanto e lei appoggiò la testa sulla spalla di lui.
“ Sarebbe bello se questi momenti durassero per sempre, vero?”

- Cloud, sei sveglio?
Il ragazzo aprì gli occhi. Vicino a lui c’era Aeris.
- Scusami…devo essermi addormentato…
- No, macchè, scusami tu! Non avrei dovuto svegliarti…- si scusò lei.
- Sembravi molto sereno. Hai fatto un bel sogno?
Lui si alzò e guardò l’orizzonte.
- Si, bellissimo.


Dopo aver fatto una breve pausa, il gruppo era ripartito. Adesso che anche Leon aveva la sua pietra, il morale era alle stelle. Soprattutto quello del ragazzo. L’ultima volta l’aveva presa, ma ancora non aveva sperimentato i poteri della pietra. Inoltre era rimasto un pochino perplesso dall’incontro con Yuffie: quella ragazza era proprio strana!
Il bello era che finchè non aveva rivelato la sua identità i due erano andati in giro come amici…
- Certo che a volte la vita è strana…- fece Leon, con un mezzo sorrisetto.
- A che ti riferisci?- gli chiese Tidus.
- Ah…niente!
Leon non aveva detto niente agli amici dell’incontro con Yuffie. Non si sa mai come avrebbero potuto reagire…
- E così adesso manca solo la pietra di Cloud!- disse Aeris.
- Già…ma dobbiamo recuperare anche le altre- disse il ragazzo.
- Si, però…dopo, con le pietre, che ci facciamo?- chiese Tidus.
I ragazzi ammutolirono. Già, che avrebbero fatto? Non avevano uno straccio di istruzione su quella che era la loro vera missione, a parte recuperare le pietre. Tra l’altro, come avrebbero fatto a recuperare quelle cadute in mano nemica?
“ Certo però che papà poteva spiegarsi un po’ meglio…” pensò Leon.
Ripensando al padre, provò un senso di nostalgia. Se ci pensava bene, erano rimasti insieme per così poco…
- E c’è un altro problema- disse Cloud.
- I Cavalieri della Luce.
- In che senso?- fece Aeris.
- Bhè…tutti noi siamo diventati Cavalieri. Ma pensate se avessimo preso la seconda pietra senza incontrare Tidus…
- Bhè…ora non sarei qui- disse quest’ultimo.
- Quello che sto cercando di dire è che probabilmente le pietre appartengono ognuna ad un Cavaliere preciso. Di conseguenza, potrebbero esserci altri Cavalieri in giro per i mondi, che magari non sanno neanche di esserlo- concluse Cloud.
- Allora da qualche parte abbiamo altri alleati!- disse Aeris.
- Forse, ma non sappiamo neanche quanti. Inoltre potremmo non incontrarli- disse Leon.
- Intanto sarà meglio preoccuparci delle pietre. E’ l’unica cosa che sappiamo- disse Cloud.
I quattro continuarono a camminare, finchè non arrivarono ad una città.
- Prima che tu possa dire qualcosa…- disse Aeris rivolta a Cloud - …propongo di andare a mangiare qualcosa. E’ ora di pranzo ormai.
- Va bene, va bene…guarda che sono umano, anch’io ho fame…- fece Cloud di rimando.
- Già, ma forse state trascurando un piccolissimo dettaglio…-disse Leon.
- Siamo completamente al verde.
- No, come sarebbe “al verde”??!!- esclamò Aeris.
- Tidus, non ti è rimasto nemmeno uno spicciolo?
- Mi spiace, ma dopo avervi offerto la cena a Zanarkand non mi sono portato dietro più niente…- disse il ragazzo, vuotando le tasche.
- Quindi non si mangia- disse Cloud.
- Ma allora è vero che sei disumano! Come puoi dirlo con così tanta leggerezza? E’ un sacco di tempo che non mettiamo nulla sotto i denti!- esclamò Aeris prendendo Cloud per la collottola.
- Bhè, se ci mettiamo a lavorare, forse…- Tidus non finì la frase che una ragazza inciampò e gli finì addosso, facendo cadere tutti e due a terra.
- Ehy Tidus, tutto ok?- gli chiese Leon.
Il ragazzo si tirò a sedere. Sentì qualcosa di umido e si guardò la maglietta: era zuppa.
La ragazza si tirò su di scatto e si inginocchiò accanto a Tidus.
- Oh, mi dispiace, devo aver rovesciato la brocca! Non so come scusarmi…
- No, non fa nien…- Il ragazzo non riuscì a finire.
Osservò il volto della ragazza, che lo guardava dispiaciuta.
Ne restò rapito. Era molto graziosa, con i capelli mori scuri corti fino alle spalle e la frangia di lato; dei bellissimi occhi, uno azzurro e l’altro verde; indossava un grazioso kimono a spalle scoperte, con delle larghe maniche rosa, una lunga gonna blu con un leggero spacco, una fascia gialla alla vita con un fiocco dietro e degli scarponcini neri.
Sentendosi osservata, la ragazza arrossì e si alzò, aiutando Tidus a tirarsi su.
- Oh, Tidus, la maglia…- fece Aeris.
La ragazza si piegò in avanti e fece a Tidus le sue più sentite scuse.
- Sono proprio una pasticciona! Se posso fare qualcosa…
- Bhè…intanto potresti dirmi il tuo nome- le disse Tidus. Il ragazzo non riusciva a staccare lo sguardo da lei: era rimasto affascinato da quella ragazza così dolce e carina.
- Ah…ehm, io mi chiamo Yuna. Tanto piacere!- disse lei.
- Io mi chiamo Tidus - si presentò lui.
Lei arrossì lievemente. - Ah, è un nome molto bello…- farfugliò, imbarazzata.
- Ehm…io sono Leon - fece il ragazzo, rompendo il momento magico.
- Io sono Aeris e lui è Cloud - finì Aeris con tono cordiale.
- Tanto piacere!- disse Yuna. Poi le venne un’idea e batté le mani, con un’espressione felice.
- Allora che ne dite di venire a pranzo da me?
- Davvero?- esclamò Aeris, che non aspettava altro.
- Ma sei sicura che non disturbiamo?- disse Cloud.
Si pentì subito di quello che aveva detto, perché Aeris gli pestò il piede con forza e lo guardò con la tipica faccia da io-non-voglio-digiunare-anche-oggi-chiaro?
- Assolutamente no! E’ il minimo che possa fare…così ne approfitto per asciugarti la maglia- disse Yuna.
- Bhè, allora grazie…


- Fate come se foste a casa vostra- disse Yuna, aprendo la porta di casa.
Era una casa modesta, ma molto carina. C’era la cucina, una camera da letto, un bagno e uno studio.
- E’ molto graziosa…- osservò Leon.
- Bhè, si…l’ ho pensato anch’io che è una ragazza carina…- farfugliò Tidus.
- Ehm…io intendevo la casa- disse Leon trattenendo un risolino.
- Ah…b-bhè, anche la casa!- disse Tidus, tutto rosso.
- Aspettate, vado a preparare il pranzo. Nel frattempo fate quello che volete- detto questo, Yuna si fiondò in cucina.
- Ammettilo, sei già cotto di lei!- disse Leon, dando una leggera gomitata a Tidus.
- N-no! Cioè…Io non…si, sono cotto…- fece Tidus.
- Bhè, allora per te sarà un giochetto conquistarla, no?- sghignazzò Leon.
- Ma smettila di dire cose sceme!- esplose Tidus.
- Ragazzi, vi avviso: io vado a farmi una doccia. Chi prova a sbirciare si becca un doppio Sancta! Capito?- disse Aeris, poi entrò in bagno.
- Io vado a farmi un pisolino…- disse Cloud, lasciando la stanza.
- E io vado a farmi un giro…- disse Leon. - Ti lascio carta bianca, Tidus…
“Scemo…” pensò Tidus guardandolo allontanarsi.
Come se in un momento come quello avesse tempo per queste cose!
- Ehm…mi dispiace chiedertelo, ma potresti portarmi questo in frigo? Sennò si scongela…- gli disse d’un tratto Yuna.
- Ah, si, si, corro!- esclamò lui.
Poco dopo tornò da lei e rimase lì a guardarla mentre preparava.
“ Meglio trovare un argomento di conversazione…” pensò.
- Ehm…vivi qui da sola, Yuna?- le chiese.
- Ah, si…vivevo con mio padre, ma è morto…- rispose lei.
- Ah…scusa.
- Figurati. E tu?
- Anch’io vivevo con mio padre, ma se n’è andato anche lui.
- Oh…m-mi dispiace…
- Figurati…
Yuna alzò un attimo lo sguardo dalle verdure per voltarlo velocemente verso Tidus.
- Ehm…tu non sei di qui, vero? Da quale città vieni?
Tidus abbassò un attimo lo sguardo, poi le rispose: - Era la città di Zanarkand. Purtroppo qualche tempo fa è stata distrutta.
- Mi dispiace. Ma ultimamente succede.
Tidus alzò lo sguardo.
- In che senso?
Yuna si girò verso di lui. - Ho sentito dire che ultimamente molte città sono state distrutte. Così, d’un tratto. Non si sa perché…
Tidus abbassò lo sguardo. “ Allora Sephiroth e gli altri stanno distruggendo città dopo città per trovare le pietre mancanti? Bhè, saranno un po’ preoccupati, dato che noi ne abbiamo tre e loro due…”
- Ahia!
Tidus alzò lo sguardo e vide che Yuna si teneva un dito.
- Ah! Ti sei tagliata?- le chiese, raggiungendola.
- Ah, no…lo sapevo che sono una pasticciona…- fece lei, imbarazzata.
Lui le prese delicatamente il dito e lo fasciò con un fazzoletto.
- Lascia, faccio io.
- Ah, no…dovrei essere io a cucinare, non sta bene…- farfugliò Yuna.
- Dai, che vuoi che sia! E poi il dito ti fa male, no?
Fece per tagliare le carote, quando si voltò verso di lei, abbastanza rosso.
- Ah, scusa…tu sei più brava a cucinare, mi spiace…in effetti, io farei un mezzo macello…
- Ma no, no, non volevo dire questo! Hai frainteso!- esclamò lei, tutta rossa.
Seguirono alcuni minuti di silenzio.
- Ehm…tu non puoi cucinare e io non so farlo…allora come mangiamo?
- E quante storie!- esclamò Aeris, sbucando dall’angolo.
- Aeris! Da quanto eri lì?- esclamò Tidus.
- Non preoccuparti, ho finito adesso la doccia…perché, che avete combinato nel frattempo?
- N-NIENTE, SCEMA!- esclamò Tidus, rosso fino alla punta delle orecchie.
- Ah…ehm…io…- farfugliò Yuna, imbarazzata anche lei.
- Comunque sia, lasciate fare a me. Ci penso io a cucinare…- disse, avvicinandosi a fornelli.
- NO, PER CARITA’!- esclamò Leon, sbucando magicamente da dietro la porta.
- SE CUCINA LEI, SIAMO TUTTI MORTI!
- SBANG!-
Aeris mollò un pugno al fratello, poi fece dietro-front.
- E allora arrangiatevi!- disse, dopodiché si richiuse in bagno.
- Per fortuna…abbiamo scampato la morte…- mormorò Leon, tutto ammaccato a terra.
- Ehm…Leon…- disse Tidus, avvicinandosi all’amico. - Ma non eri uscito?
- Ehm…sai com’è, volevo vedere come te la cavavi e…
-SBANG!-


Alla fine fu Yuna a cucinare. Insistette tanto, dicendo che al dito aveva solo un lieve taglietto e non era affatto un problema.
- E’ veramente squisito…- disse Leon, estasiato.
- Davvero, molto buono- disse Cloud.
- Ah, davvero? Grazie…- disse Yuna.
- Dove hai imparato a cucinare così bene?- le chiese Tidus.
- Oh, bhè, dato che la mamma è morta quando ero piccola, papà ha dovuto occuparsi di me, quindi cucinava anche, ma non molto bene…quindi mi sono arrangiata!- disse lei con una punta d’imbarazzo.
- Ah…
Finito il pranzo, il gruppo decise di andarsene.
Salutarono Yuna, ringraziandola ( anche se fu lei a ringraziare loro) e si incamminarono alla ricerca della pietra.
In verità Tidus non voleva separarsi da lei così presto. Avrebbe voluto stare ancora un po’ con lei, chiacchierare ancora. Però dovevano ripartire.
La lasciò a malincuore e il gruppo si allontanò.
- Dove la cerchiamo?- chiese Leon.
- Bhè, in un santuario o qualcosa di simile, come sempre - fece Aeris.
Ad un certo punto Tidus si fermò.
- Cosa c’è?- gli chiese Cloud.
Tidus li guardò. - Mi sono dimenticato la maglietta da Yuna.


- Cosa aspettiamo a raggiungere la città?- fece Yuffie.
- Tu non vai da nessuna parte, oggi- disse Riku.
- Ma si può sapere cosa ti prende, Riku? E’ dall’altra volta che sei strano!- esclamò lei.
“ Vorrei vedere, sono stato tutto il giorno a cercarti mentre tu eri in dolce compagnia…” pensò lui, con aria truce.
- Spiacente, Auron vi ha battuto sul tempo- disse Lulu, entrando nella stanza.
- Come? Quel vecchiaccio ancora gira?- disse Yuffie.
- Chiamalo pure vecchiaccio, ma intanto è più forte di te. Aveva tutta l’aria di volersi vendicare…


Tidus corse a casa di Yuna, mentre gli altri cominciavano a cercare.
Chissà dove aveva la testa…Come aveva fatto a scordarsi la maglietta?
Arrivò a casa sua e trovò la porta socchiusa.
Entrò facendo piano e cercò Yuna.
- Ehm…Yuna? Scusa, sono Tidus…
Andò in cucina, ma non c’era.
Allora andò in camera da letto e aprì la porta.
Yuna era seduta sul letto, gli dava le spalle.
Fece per chiamarla, quando vide che stringeva qualcosa fra le braccia.
Era la sua maglietta.
- Ehm…Yuna?
La ragazza scattò in piedi e si girò verso di lui, tutta rossa in viso e tremendamente imbarazzata.
- T-Tidus! Io…io stavo…la maglietta…ecco…l’avevi dimenticata qui e…
Non finì la frase, perché Tidus si chinò verso di lei e posò le sue labbra sulle sue.
La ragazza sgranò gli occhi, ma poi si lasciò andare a quel bacio così dolce, il primo per lei…


- Secondo me, quello non torna più- disse Leon.
- Ma che dici?- fece Aeris.
- E’ ovvio, no? Si vede lontano un miglio che è cotto di lei.
- Ad ogni modo, ora non può farci niente- disse Cloud.
- Che vuoi dire?- chiese Aeris.
- Lui è un Cavaliere. Non può restare con lei, ma non può nemmeno portarla con sé. E’ troppo rischioso.
- Ma allora…
- Bando alle ciance, guardate qua - disse Leon.
I due ragazzi alzarono lo sguardo: erano arrivati al tempio.
- Sbrighiamoci- disse Cloud.
I ragazzi entrarono e attraversarono il corridoio di corsa. Superarono diverse stanze, finchè non arrivarono ad una grande porta.
- Ci siamo- disse Leon.
Entrarono nella sala: era vuota, con un piedistallo al centro.
Aeris si avvicinò, ma poi si girò verso i compagni. La pietra non c’era.
- Non è possibile!- esclamò Cloud.
- Forse sono arrivati prima di noi…- disse Aeris.
- O forse non è realmente custodita qui- disse Leon.
- Come sarebbe?- chiesero Cloud e Aeris.
- Vuol dire che potrebbe essere una falsa pista…
I tre ragazzi si girarono.
A parlare era stato Auron.
- Auron!- esclamò Cloud, sfoderando la spada.
- Mi sembrava strano che in giro non ci fossero trappole…è perché la pietra si trova altrove- disse l’uomo.
- E dove?- fece Aeris.
Auron sghignazzò sommessamente.
Un lampo passò per la mente di Cloud.
- No…non è possibile…- disse infine.
- Ah, a quanto pare il vostro amico ci è arrivato…- disse Auron. - Allora vi saluto, ho una pietra che mi aspetta…
L’uomo si girò e scomparve.
- Presto, muoviamoci!- esclamò Cloud correndo fuori dal tempio.
- Aspetta! Dov’è che si trova la pietra?- domandò Aeris.
- Ancora non lo capisci? E’ a casa di Yuna!


Tidus staccò lentamente le labbra da quelle di Yuna e la fissò negli occhi.
- Ho dimenticato la maglietta…
Lei si mise a ridere, poi lo guardò negli occhi.
- Sai…fin da quando ti ho incontrato per strada, io…
Tidus le prese il volto con la mano.
- Anch’io mi sono innamorato subito di te.
Fece per baciarla di nuovo, quando notò con la coda nell’occhio un piccolo scrigno d’oro sul mobile di Yuna.
In quel momento provò una strana sensazione, che aveva già provato a Zanarkand.
Quando finalmente capì si alzò velocemente dal letto e corse dal cofanetto.
- Cosa c’è?- gli chiese Yuna.
- Yuna, in questo cofanetto c’è una pietra, vero?- le chiese lui.
Yuna rimase parecchio stupita, poi gli andò vicino.
- Come lo sai?- gli disse.
A quella conferma, Tidus aprì lo scrigno: dentro c’era una pietra rosso sangue.
- Come hai fatto ad aprirlo? Nessuno c’era mai riuscito…- fece Yuna, sbalordita.
- E’ una lunga storia…Ma come mai ce l’ hai tu?- disse Tidus. “ E se Yuna fosse un altro Cavaliere della Luce?” pensò.
- Bhè, mi è stata affidata da mio padre, non so perché…comunque l’ ho sempre sorvegliata…
- Ma guarda, allora avevo ragione…
Tidus si voltò di scatto. Davanti a lui c’era Auron.
- Tu!- disse, sguainando la sua spada azzurra e parandosi davanti a Yuna.
- Non ho tempo da perdere…sono qui per la pietra- disse l’uomo.
- E credi che te la farò prendere così?- esclamò il ragazzo, scagliandosi contro l’avversario.
- Come vuoi…- Auron sguainò la sua katana, che parò l’attacco di Tidus.
Il ragazzo tornò all’attacco, sferrando un colpo dietro l’altro, ma l’avversario era molto veloce.
Auron tentò un affondo, ma Tidus lo schivò, passando dietro l’uomo e si preparò a colpirlo alla schiena, ma Auron se ne accorse e riuscì a scansarsi in tempo. Continuarono la battaglia per molto; nessuno riusciva a colpire l’avversario.
- Se la metti così…- La spada di Tidus iniziò a brillare di una luce azzurra e la alzò in aria.
Lanciò un potente fendente contro Auron, che fu sbalzato contro il muro dall’onda d’urto.
Tidus si scagliò contro di lui e Auron parò a fatica il suo attacco. Con il potere della pietra, Tidus era diventato troppo forte per lui.
Il ragazzo lo inchiodò a terra e alzò la spada per dargli il colpo di grazia.
- Sayonara.
Quando però stava per finirlo, Auron si scostò di lato prima che la spada si conficcasse a terra e rialzatosi, puntò la spada contro Yuna.
- Fermo!- gridò Tidus.
- Se non mi dai la pietra, io la faccio fuori- disse Auron, avvicinando la lama alla gola della ragazza, che guardava Tidus con un’espressione tra lo spaventato e il colpevole.
Tidus strinse i denti e lanciò la pietra ad Auron.
- Merci.
Lanciò Yuna contro Tidus, che la prese fra le braccia, e scomparve con un ghigno.
- Maledizione!- esclamò Tidus, battendo un pugno sul terreno.
Aiutò Yuna a rialzarsi e si accorse che stava piangendo.
- M…mi dispiace…sono proprio una buona a nulla…- disse, mentre le lacrime le scendevano sempre più copiose.
- Mi dispiace davvero tantissimo!
Tidus le prese il volto tra le mani, poi l’abbracciò.
- Non dirlo neanche. E’ stata colpa mia, non sono stato attento. Perdonami.
Lei lo strinse forte, continuando a piangere. Più tardi arrivarono gli altri e Tidus raccontò l’accaduto.
Verso sera i ragazzi ripartirono.
- Ve ne andate di già?- chiese Yuna.
- Bhè, il lavoro ci chiama!- disse Aeris.
- Abbi cura di te!- disse Leon.
Il gruppo si avviò, ma Tidus restò un attimo con Yuna.
- Non…potresti rimanere qui?- gli chiese lei.
- Mi dispiace…è la mia missione.
- Allora non potrei venire io con te?
- Non voglio farti passare altri guai come è successo oggi.
Le sfiorò il viso con la mano e la fissò intensamente.
-Però un giorno ci rivedremo, vero?- disse Yuna con gli occhi lucidi.
- Tranquilla. Tornerò senz’altro da te.
I due si scambiarono un dolcissimo bacio, poi Tidus si allontanò raggiungendo i compagni, sparendo all’orizzonte.
“ Io ti aspetterò”.


 


 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


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Final Fantasy Adventure
   Capitolo 8


C’era una leggera brezza quel pomeriggio. Sephiroth se ne stava disteso sul prato a sonnecchiare tranquillo, con l’aria tra i capelli.
Era così rilassante…un po’ di svago dopo l’ennesimo addestramento militare ci voleva.
Ad un certo punto sentì un fruscio d’erba e aprì gli occhi, lentamente. Era sempre lei.
“Scusami, ti ho svegliato?”chiese imbarazzata.
“No, macchè…non stavo neanche dormendo”rispose lui.
“See…avevi una faccia così tranquilla…era parecchio che non ti vedevo così…”disse lei, sedendosi accanto a lui.
Sephiroth sorrise, poi tornò serio.
“C’è qualcosa che ti disturba, ultimamente?” chiese lei, guardandolo seriamente.
“No, è che…ultimamente la Shinra mi sembra più misteriosa…”
“Ancora con quella maledetta Shinra? Smettila di pensarci, sei fuori servizio!”
“Io…credo che mi stia nascondendo qualcosa.”

- Ehi, Sephiroth!
Sephiroth si voltò verso la voce che l’aveva chiamato, vedendo Auron sulla porta.
- Hai fatto presto- disse semplicemente.
- Non ci è voluto niente- replicò l’uomo. - Piuttosto, ora siamo in parità, eh?
- Già…vedete di recuperare anche le altre.
- Come mai ultimamente ti fai vedere così di rado?
Sephiroth abbassò lo sguardo, poi si girò e se ne andò.
Auron sbuffò, poi tornò nella grande sala del castello, dove c’erano Lulu, Riku e Yuffie.
- Bhè? Che ha detto?- chiese Lulu.
- Niente. A volte non so che darei per sapere cosa pensa…
- Comunque sia, avete localizzato la prossima pietra?- chiese Yuffie.
- Si, fra poco entreremo in azione- rispose Lulu. - Sbaglio, o ultimamente sei un po’ eccitata?
- Eh? N-no, no…ho solo voglia di muovermi!- rispose subito la ragazzina. In realtà aveva una voglia matta di incontrare ancora Leon, ma non poteva certo dirlo!
- Credo che stavolta verrò anch’io…- disse Riku.
- Come mai così all’improvviso? Di solito non ami molto le uscite…- disse Auron.
- Bhè…d’improvviso ho voglia di muovermi…


- Dai, non fare quella faccia!
Leon stava cercando di tirare su di morale Tidus, ma era uno sforzo inutile.
- Capisco che sia stato duro separarti dalla tua bella, ma così…
- E’ tutto ok, tra poco mi passa- lo rassicurò Tidus.
- Suvvia, lascialo in pace! Si è dovuto separare da Yuna proprio adesso che si erano innamorati, e non sa neanche se potrà più rivederla! E’ logico che sia giù!- disse Aeris.
- Così non lo aiuti…- fece Cloud.
- Lasciamo perdere!- disse Tidus. - Piuttosto, dove stiamo andando?
- Bhè, se la pietra ci ha portato qui, allora dev ’essercene un’altra nelle vicinanze…- disse Leon.
- Allora muoviamoci- disse Cloud.
I quattro continuarono a camminare, ma sembravano non giungere mai a destinazione.
Ad un certo punto Aeris si avvicinò a Cloud.
- Sei stanca?- le chiese lui.
- No, no…- iniziò lei.
- Ehm…è da un po’ che volevo chiedertelo…noi continuiamo ad andare avanti, ma…io non so niente di te…ehm, per esempio da dove vieni…e come fai a sapere delle pietre?
La ragazza si chiese se non aveva osato troppo. Cloud era un tipo abbastanza chiuso, inoltre forse non avrebbe rivelato certe cose proprio a lei…
Il ragazzo non disse niente e riprese a camminare, ma dopo un po’ le disse: - Non posso ancora dirtelo. Ma un giorno ti prometto che lo farò.
La ragazza annuì e continuò a camminargli accanto. Da quando avevano cominciato il viaggio le sembrava di essersi avvicinata molto a Cloud, anche se non tanto quanto voleva lei…
Si chiese se il ragazzo le avrebbe mai aperto del tutto il suo cuore.
Finalmente, dopo un po’ cominciò a vedersi una città: sembrava molto grande, ma cadeva letteralmente a pezzi. Era ridotta malissimo, le strade erano sporche e non sembravano molto sicure…
- Non è esattamente un mondo rose e fiori…- disse Aeris, dandosi un’occhiata in giro.
- Dubito che qui troveremo qualche ristorante o roba simile…- disse Tidus.
- Cosa? Un’altra volta a digiuno?- esclamò Aeris.
- L’ultima volta, da Yuna, ti sei ingozzata all’inverosimile…se adesso non mangi non morirai mica!- fece Leon.
Ad un tratto un tizio dall’aria trasandata si avvicinò loro con passo sbilenco e, strizzando l’occhio ad Aeris, disse: - Ehy, bellezza! Vuoi che ti offro qualcosa? Se vuoi ti porto in un bel posticino…
Prima che lei potesse fare qualcosa, Cloud le si parò davanti risoluto e sfilò la spada, puntandola verso lo sconosciuto.
- Ehm…ok, sarà per un’altra volta…- detto questo, il tizio se ne andò com’era venuto.
- Che postaccio…- fece Tidus.
- Ah, ehm…grazie…- farfugliò Aeris.
- Di niente- disse Cloud rinfoderando la spada e riprendendo a camminare.
- Sbrighiamoci a trovare la pietra e andarcene da qui- disse Leon, gettando ancora occhiatacce al tipo che se ne era andato.
- Uhm…più facile a dirsi che a farsi, mi sa…- fece Tidus.
- Appunto sbrighiamoci- e detto questo, Cloud sfrecciò in direzione del centro.
- Mi sa che è così frettoloso perché vuole trovare in fretta anche la sua pietra…- fece Leon.
Un po’ più lontano, Cloud sussultò leggermente, poi continuò a camminare più spedito.
- Lo sapevo…- sghignazzò Leon.


Bene, avevano girato per quella squallida città tutto il giorno…e non avevano trovato niente!
- Uff…adesso che cosa facciamo?- sbuffò Tidus sedendosi su una panchina, stanco morto.
- Bella domanda- rispose Leon.
- Potremmo non aver controllato qualcosa…- intervenne Cloud.
- Abbiamo girato questa città da cima a fondo!- esclamò Aeris.
- E si vede che qualcosa ci è sfuggito!- ribattè Cloud.
- L’unica cosa che potremmo aver lasciato sono le…- la ragazza non riuscì a finire la frase che il piede le sprofondò in un tombino, ma per fortuna Leon la afferrò prima che cadesse.
- …fogne- concluse Cloud.
Non fu Aeris l’unica a guardarlo storto.
- Le fogne?- fece Tidus. - Secondo te una pietra può trovarsi lì?
- Tra l’altro, scusami, ma non mi va proprio di entrare in un posto più sporco e puzzolente di quanto non sia già questa città!- sbottò Aeris.
- Però pensateci: secondo i vostri ragionamenti a maggior ragione potrebbe trovarsi lì!- disse Leon, sostenendo l’ipotesi di Cloud.
- Infatti- concluse quest’ultimo.
- Però…- mormorò Aeris.
- Potendo eviterei di farti entrare, ma neanche qui fuori mi sembra molto sicuro- le disse Cloud.
Aeris scosse il capo, poi annuì.
Cloud non capì bene il suo comportamento, ma lo prese per un sì.
- Allora andiamo.
Si calarono cautamente giù per il tombino, finchè non si trovarono tutti dentro il canale delle fogne.
Aeris ebbe un brivido quando le sue gambe entrarono in contatto con l’acqua fredda.
Per evitare che anche il vestito le si bagnasse, se lo tirò su all’altezza delle cosce e lo legò con un nodo.
Cloud si sentì un po’ in imbarazzo a vederla così. Forse perché era la prima volta che le vedeva per bene le gambe…
Si vergognò di sé stesso per quello che stava pensando e scosse la testa, poi si voltò verso il corso d’acqua (se la si poteva definire tale, più che altro era melma…).
- Adesso cominciamo a cercare- disse.
- Ok. Direi di cominciare da quella parte- disse Tidus indicando davanti a sé.
- Non sarebbe meglio dividerci in gruppi?- disse Aeris.
- Meglio andare tutti insieme- rispose Cloud. -Nel caso venissimo attaccati avremo più possibilità. Anche perché, la strada è una sola.
“In effetti…” pensò la ragazza.
Così si misero in marcia e cominciarono ad attraversare il canale sotterraneo.
Non era particolarmente difficile, dato che c’era una sola strada, ma era parecchio nauseante.
- Non staremo girando a vuoto?- chiese ad un tratto Leon.
- Perché questa domanda?- fece Aeris.
- Boh…ho come l’impressione di girare sempre per lo stesso posto…
- Bhè, siamo nelle fogne, non è che il paesaggio sia molto articolato…- disse Tidus.
- Mh, forse hai ra…- improvvisamente, Leon scivolò e cadde in acqua, sparendo misteriosamente.
- Leon!- gridò Aeris.
- Ma dov’è andato?-chiese Cloud, guardandosi attorno.
- E’ sparito nel nulla…- disse Tidus, che stava tastando l’acqua con le braccia.
Il livello dell’acqua non era alto, arrivava circa ai ginocchi dei ragazzi…come aveva fatto a sparire così?


Leon cadde a terra con un tonfo; si trovava ancora nel canale, ma stavolta era sulla terraferma.
Si alzò massaggiandosi il fondoschiena e si guardò intorno.
Dove era finito?
Un secondo prima stava camminando con gli altri e poi… Come cavolo ci era arrivato lì?
- Ciao!?
Leon si voltò subito. Aveva riconosciuto quella voce.
Ora davanti a lui c’era una ragazzina dai capelli verde scuro e gli occhi grigi.
- Yuffie…- mormorò Leon, in guardia.
- Che ci fai qui?
- Che domande! Per la pietra, no?- esclamò lei, saltellando qua e là.
“La pietra…allora lo sapevano già, cavolo…”
Prima che Leon potesse aprire bocca, Yuffie gli disse: -Prima che sia tu a chiedermelo: si, sono stata io a portarti qui.
- E perché? Cosa ti passa per la testa, Yuffie?!- esclamò Leon, che sempre meno capiva il comportamento della ragazza.
Yuffie arrossì visibilmente e con finta aria imbarazzata disse: - Sciocchino, non puoi chiedermi cosa mi passa per la testa…
In questo modo si imbarazzò pure Leon.
Ma che stava facendo quella ragazza? Stava forse giocando con lui? O lo stava semplicemente prendendo in giro?
- Adesso piantala! Se è combattere che vuoi, allora fatti sotto!- disse il ragazzo, avvicinando la mano al fodero del Gunblade.
- Tsk, tsk! Io non voglio combattere- disse Yuffie, facendo no col dito. -Ora non ne ho voglia.
- Allora perché mi hai portato qui?- chiese Leon, sospettoso.
- Bhè, non è necessario che combattiamo, basta che rimani qui mentre Riku e gli altri prendono la pietra.
- Cosa?!- a quella risposta, Leon corse verso l’uscita, ma questa sparì di colpo.
- E no, così mi complichi le cose!- esclamò Yuffie, avvicinandosi a lui.
- Ma si può sapere perché fai tutto questo?!- le gridò Leon, ormai stufo dei comportamenti ambigui di lei.
Yuffie si fermò, poi guardò un attimo per terra, poi posò di nuovo lo sguardo su di lui; il suo volto era serio, ma allo stesso tempo calmo e imbarazzato.
- Perché mi piaci.


- Penso che al momento non ci sia molto da fare- disse Cloud.
- Vuoi dire che vorresti abbandonare Leon?- fece Aeris, guardandolo negli occhi.
- Non possiamo comunque fare niente. E poi ha una pietra, se la caverà ovunque sia. Invece è meglio che ci sbrighiamo a trovare la pietra prima degli altri- detto questo, riprese a percorrere il canale.
Il comportamento di Cloud le risultava freddo, ma Aeris concordò che non c’era davvero niente che potessero fare; magari era proprio un diversivo degli avversari per arrivare per primi alla pietra.
Così ripresero la ricerca, ma stavolta con passo più veloce.
Finalmente arrivarono ad una porta, incredibilmente pulita nonostante l’ambiente circostante. - Forse ci siamo- disse Cloud, avvicinando una mano alla porta.
Ma appena ne sfiorò la superficie, ci fu una grande luce, e i tre caddero in una grande voragine in mezzo all’acqua.
Cloud cadde a terra e Aeris sopra di lui, Tidus a qualche centimetro da loro a gambe all’aria.
- Ehm…Aeris…scusa, potresti..?- balbettò Cloud.
La ragazza si accorse con tremendo imbarazzo di essere caduta col petto sulla faccia del ragazzo e urlando uno: “Oddio, sc-scusami tanto!” si alzò di scatto e si allontanò qualche metro a riprendere fiato.
- Forse la porta era protetta da un incantesimo…- disse Tidus.
- O forse era proprio qui che dovevamo essere- disse Cloud, indicando davanti a lui: c’era un grande piedistallo su cui era poggiata una lucente pietra verde brillante.
D’istinto Cloud corse verso il piedistallo, seguito dagli altri. Ma quando allungò la mano per prendere la pietra, un’altra mano più svelta la afferrò prima di lui.
- Ma che…?!- Cloud guardò in su: davanti a lui c’era un ragazzo dai capelli argentei e gli occhi celesti. Stringeva in mano la pietra.
- E’ la prima volta che ci incontriamo, se non sbaglio…Io sono Riku, e adesso la pietra è mia.
- Allora sei anche tu un compagno di Sephiroth!- esclamò Tidus, prendendo la spada.
Cloud fece altrettanto, ma quando fece per attaccare la sua spada cozzò contro un’altra lama, lunga e nera.
- Non è contro di te che voglio combattere - disse secco Riku.
- Perciò ci rivedremo…
Cloud e gli altri fecero per inseguirlo, ma furono bloccati da Lulu e Auron.
“Maledizione…” pensò Cloud, stringendo i denti.


- Ci hanno fregati- disse Tidus.
Riku se n’era andato con la pietra e dopo una breve battaglia, erano spariti anche gli altri due.
- Scusate il ritardo…- fece Leon, sbucando da una porta.
- Leon! Dov’eri finito?- esclamò Aeris, correndo da lui.
- Scusami, è un lunga storia…- rispose lui. - E voi siete riusciti a prendere la pietra?
I tre scossero il capo, sconsolati.
- Bhè, la prossima sarà nostra!- esclamò Cloud, risoluto.
- Giusto! Non gli permetteremo più di batterci!- esclamò Aeris, risoluta pure lei.
“ A me sembrano sempre gli stessi discorsi…” pensò Tidus con una certa ironia.
Così di inoltrarono nel portale lasciato dalla pietra.
Leon però non riusciva a dimenticare le parole che gli aveva detto Yuffie prima di andarsene.

 

 


ps: x Dragon89, scusami! Lo so che Auron è un mito, ma purtroppo non sono riuscita a fare di meglio =_=
E ancora grazie x le recensioni!^^ ( non le sembra vero che qualcuno abbia recensito la sua storia…nd Cloud  Ehy, tu! Nda)

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


a

Final Fantasy Adventure
Capitolo 9


- E’ proprio bella, eh?- disse Yuffie, notando come Riku osservava la pietra.
- Già…- fece lui senza badarle.
Yuffie lo guardò un attimo, poi gonfiò le guance e gli disse: - Ma si può sapere come mai ultimamente mi tratti con così tanta freddezza?
Lui la osservò con sguardo profondo, poi fece spallucce e disse: - Non mi sembra di averti risposto male…non sarà che sei tu ad avere la coda di paglia?
- I-io?- fece Yuffie voltando lo sguardo.
Lui si alzò e dandole le spalle disse: - Invece di giocare coi ragazzi, faresti meglio a procurarti la tua pietra.
Detto questo se ne andò, lasciando Yuffie in un senso di stupore e angoscia.


Tidus aprì gli occhi, ma poi li richiuse subito. C’era molto sole.
Si alzò e notò che gli altri erano già svegli.
- Che bel posto!- fece Aeris contenta.
Tidus si guardò intorno: erano su un’isola, una bellissima isola soleggiata.
Si sentiva come a casa sua.
- E’ vero, è un bel posto- disse Cloud, sdraiandosi sulla sabbia.
Rimasero un po’ così, a prendere il sole e ad ascoltare il fruscio del mare, poi Cloud si alzò: - Dai, muoviamoci.
L’isola sembrava piuttosto piccola: c’era una casa di legno, un capanno e degli alberi da frutto.
- Non sarà difficile- fece Aeris.
D’un tratto si levò un brontolio di stomaco generale.
- Prima è meglio se mangiamo però- aggiunse la ragazza.
- Ehy Leon, che hai? E’ da quando siamo ripartiti che non apri bocca- disse Tidus.
- No, non è niente- disse lui, soprappensiero.
Mentre stavano camminando, notò qualcosa lì vicino all’acqua e lo raccolse: era una collanina di conchiglie, molto carina.
- Cos’è?- chiese Cloud.
- Non lo so…
- Scusateee!!!
I ragazzi alzarono lo sguardo. Una ragazzina di non più di quindici o sedici anni correva verso di loro.
Aveva corti capelli rossi, con due ciuffi più lunghi davanti alle orecchie e la frangia di lato, e aveva due grandi occhi blu; portava una collanina al collo e un polsino giallo sul polso sinistro, una corta maglietta bianca e una minigonna rosa. Indossava dei sabot bianchi.
La ragazza si fermò davanti a Leon, recuperando un po’ di fiato, poi sorridendo gli disse: - Grazie di averla trovata, è mia.
Lui gliela porse con un : “non c’è di che” e lei sorrise ancora, poi salutando gli altri ragazzi se ne andò com’era venuta.
Leon non ebbe neanche il tempo di pensare “che strana ragazza…” che quella era di nuovo lì.
- Scusatemi, ora che ci penso…voi…
- Ehm… non siamo di qui…- disse Aeris.
La ragazza sconosciuta battè le mani e con allegria disse: - Che fortuna! Su quest’isola non è mai arrivato nessun altro dopo di me…io mi chiamo Kairi, piacere di conoscervi!
- Io sono Aeris!- - Io mi chiamo Tidus- - Cloud- - E lui invece è Leon.
- Quest’isola non è molto abitata, vero?- disse Leon.
- Infatti. Ci sono solo io.
- Solo tu???- esclamarono in coro i ragazzi.
- Se volete posso invitarvi a pranzo! Sarete affamati, immagino…
- Volentieri!- dissero all’unisono Tidus e Aeris.
Così Kairi li condusse a casa sua, non troppo distante da lì.
Era molto carina, semplice, una cucina, una camera da letto, un salotto e un bagno.
- Sedetevi pure, avevo già preparato il pranzo…- disse Kairi facendoli accomodare.
Il cibo era delizioso. Kairi era un’ottima cuoca. I ragazzi pranzarono di gusto, parlottando un po’ di questo, un po’ di quello.
Finito di mangiare, Aeris e Tidus erano sprofondati sulle poltrone e già dormivano, alla faccia della buona educazione…
- Perdonali…- si scusò Cloud, imbarazzato.
- Non preoccupatevi! E’ bello avere ospiti, dopo tanto tempo…- sorrise lei, malinconica.
- Scusami, io esco un attimo…- disse Cloud, dirigendosi verso la spiaggia.
Lei e Leon rimasero un po’ soli, poi Kairi disse: - Ehm…scusami, immagino sarai stanco…puoi usare la mia camera se vuoi…
- Ti ringrazio…ma io, veramente…
- Su, non preoccuparti…- disse lei, conducendolo nella sua camera.
- E’ tutta tua!
A dir la verità, Leon si vergognava da morire a dormire nella stanza di una ragazza…anzi, si vergognava proprio a dormire in presenza di estranei!
Il ragazzo notò delle foto sul comodino della ragazza. Non voleva mancare di rispetto, ma si mise a fissarle, curioso.
C’era una bambina dai capelli rossi (sicuramente Kairi) e una donna dai lunghi capelli rossi vicino ad un uomo dai corti capelli castani.
- Quelli erano i miei genitori- disse Kairi, accorgendosi che il ragazzo stava fissando le foto.
- Io…non volevo fare il ficcanaso…- cercò di scusarsi lui, ma lei lo tranquillizzò: - Tranquillo, non è un problema. Dopotutto erano lì, non potevi farci niente.
Leon notò un tono lievemente malinconico nella voce della ragazza.
- Come mai…non sono qui?- le chiese.
Kairi si sedette sul letto accanto a lui.
- Non lo so…un giorno il nostro mondo fu attaccato e distrutto…non so ancora come ho fatto a finire qui…
- Anche il mio è stato distrutto- disse Leon.
In realtà sarebbe stato meglio non rivelare che lui e gli altri erano di un altro mondo, ma sentiva che a lei poteva confidarlo…in fondo, erano nella stessa situazione…
- Anche tu..?- mormorò lei.
- Già…hanno assassinato mio padre e io e mia sorella siamo riusciti a scappare…ma il nostro mondo è stato distrutto. So come ci si sente quando si perde qualcuno di importante.
Quando il ragazzo si voltò, Kairi stava piangendo.
Calde lacrime le rigavano il volto, tuttavia non sembrava triste.
- Oh…mi dispiace, non volevo…
- Smettila di continuare a scusarti!- sorrise lei tra le lacrime.
- Anzi, ti ringrazio…Io sono rimasta sola per tantissimo tempo e non ho mai avuto nessuno che mi consolasse o che potesse capirmi…
E Kairi gli rivolse il sorriso più dolce che avesse mai visto.
- Sono felice di averti incontrato.
Ad un tratto la porta emise un leggero scricchiolio e si socchiuse. Leon vide Tidus che si nascondeva lì dietro.
- Cretino, ma cosa cavolo stavi facendo? Ma non stavi dormendo?- abbaiò il ragazzo.
- Ehm…sai com’è, volevo vedere come te la cavavi…
- SBANG!-
- E adesso siamo pari!- sbuffò Leon.
Kairi non potè trattenere una risata. Si sentiva molto felice in quel momento.
Poco dopo Tidus se ne andò a ripescare Cloud, che era via da molto tempo ormai.
Leon si voltò verso Kairi sorridendo, come a dire: “perdonalo, è fatto così…” e lei ricambiò il sorriso.
- Senti…vorresti vedere il mio “posto segreto”?- gli chiese.
- “Posto segreto”?
Kairi si alzò e lo condusse davanti un grande albero, indicando una piccola apertura su un cespuglio lì sotto.
La ragazza vi entrò e lui la seguì, ritrovandosi in una specie di caverna sotto l’albero. C’erano un mucchio di rocce disegnate e sul soffitto si poteva vedere il cielo da una piccola apertura.
- Uao…- fece Leon.
- In realtà non è proprio un posto segreto, dato che qui ci sono solo io, ma ogni volta che vengo qui mi sento meglio- disse Kairi.
Leon notò i disegni sulle rocce.
- Li hai fatti tu?
- Ah! Ehm, si…sai, in un’isola deserta non sai mai come ammazzare il tempo…
Leon sorrise ancora. (Uao, quel giorno aveva fatto il record!)
Poi notò una porta seminascosta dall’ombra.
- E quella cos’è?- chiese.
- Ah, quella…è strano, è sempre stata qui ma non ha né maniglia né altro…non so cosa ci sia lì dietro- rispose Kairi.
“ Allora forse è qui che si nasconde la pietra…” pensò Leon.
Si avvicinò alla porta e la sfiorò. Ci fu una luce abbagliante e il ragazzo si coprì gli occhi con il braccio finchè non cessò.
Sulla porta era apparsa una maniglia d’oro.
- Come…hai fatto?- chiese Kairi, sbalordita.
- Ehm…sai, è una storia lunga…- disse lui, allungando la mano verso la maniglia e aprendo la porta.
Diede una sbirciata dentro, poi la aprì del tutto. Era tutto buio e non si vedeva con chiarezza.
Kairi si avvicinò a lui.
- Vedi qualcosa?
Il ragazzo scosse la testa. Mosse un passo avanti, ma si fermò. Prima doveva chiamare gli altri. Ma non poteva lasciare la porta incustodita…
- Kairi, mi faresti un grande favore? Potresti chiamare i miei amici?
- Va bene…ma vuoi entrare da solo?
- Devo vedere una cosa e…
- Ma non sai cosa può esserci là dentro! Vengo con te!- disse risoluta Kairi, raggiungendo Leon.
- E’ pericoloso, è meglio se resti qui e chiami gli altri!- ribattè lui.
- Ma io voglio aiutarti!
Leon non voleva metterla in pericolo, come era successo a Tidus con Yuna, ma lei non si dava per vinta…
- D’accordo! Ma per carità, stammi vicino e fa’ attenzione!- si arrese lui.
Kairi entrò con lui e prendendola per mano, Leon cominciò ad avanzare.
- E’ buio pesto…- disse.
- Attenta a non inciampare…
- Si, tranquillo…
- Hai paura?
- E di cosa?
- Bhè…di tutto…tutto ciò che potrebbe trovarsi qui dentro…
Lei strinse di più la mano di Leon.
- Un pochino, ma…
- Non preoccuparti, ti proteggerò io.
Kairi si sentì arrossire a quell’affermazione. Fortuna che era buio…
Ad un tratto, Leon vide una debole luce davanti a loro. Man mano che si avvicinavano diventava sempre più visibile, finchè non si trovarono davanti alla pietra, una lucente pietra di cristallo.
- Cos’è quella?- chiese Kairi, sbalordita.
“ La pietra! Per fortuna erano arrivati in tempo!” pensò Leon, tirando un sospiro di sollievo.
Si avvicinò alla pietra e allungò la mano, ma la pietra lo respinse.
“Cosa?!”
- Leon, tutto bene?- esclamò Kairi raggiungendolo.
- Si, ma…non capisco…- mormorò lui.
- E’ semplice: non sei tu il Cavaliere che ha il diritto di prenderla.
Leon si voltò: nell’oscurità, riusciva a scorgere i capelli argentei del rivale.
- Tu sei…Riku, vero?
Leon sfoderò il Gunblade, pronto a combattere.
- Bhè…finalmente avrò l’occasione di battermi con te…- disse Riku, sfoderando una lunga spada nera.
- Kairi, è meglio se ti allontani…- le disse Leon.
La ragazza obbedì e si allontanò dai due.
- Fatti sotto!- esclamò Leon.
Non aveva mai sperimentato il potere della pietra finora.
“Speriamo bene…” si disse.
- Si…non vedo l’ora di testare la forza della pietra- disse Riku, estraendola. La pietra si fuse con la spada, che cambiò forma: la lama divenne a forma d’ala acuminata, nera e rossa.
Anche Leon tirò fuori la pietra, che si unì al Gunblade: ora era diventato d’oro.
- Allora…fatti avanti!- gridò Riku, gettandosi sull’avversario.
Leon parò l’attacco con il Gunblade. “E’ forte…” pensò, allontanando l’avversario con un altro colpo.
Senza perdere un attimo, Riku lanciò la sua spada contro Leon; il ragazzo la evitò, ma quando la spada tornò tra le mani dell’avversario, Leon si accorse di un graffio profondo alla guancia.
“Eppure pensavo di averlo evitato…”
- Forte, eh?- disse Riku. - Non importa quanto tu sia veloce, non riuscirai a sfuggire al mio Keyblade.
Leon si ricompose subito e partì nuovamente all’attacco, sferrando colpi veloci e consecutivi, ma era inutile: Riku era più agile di lui.
- A quanto pare non sai ancora padroneggiare appieno il potere della pietra…- fece Riku schivando un attacco. - Avresti dovuto esercitarti di più!
E facendo roteare il Keyblade, buttò Leon a terra.
- Leon!- gridò Kairi.
Riku puntò il Keyblade contro di lui, lentamente.
Leon sentiva i battiti del cuore accelerare.
- Perché ce l’ hai tanto con me?- disse, recuperando un po’ di calma.
Riku lo guardò con sguardo impassibile, poi gli disse in tono gelido: - E’ semplice. Perché hai rubato la cosa più preziosa per me.
Leon rimase fermo dov’era. Non aveva capito il senso delle parole del ragazzo, e forse non avrebbe mai avuto modo di capirle.
Non aveva scampo. Riku alzò il Keyblade per dargli il colpo di grazia.
- Nooo!- Kairi si lanciò contro Riku, levandogli di mano il Keyblade.
- Maledizione!- Riku prese la ragazza e lanciò contro il piedistallo della pietra.
- Kairi!- gridò Leon e cercò di raggiungerla, ma Riku, recuperata la sua arma, gli trapassò la spalla e lo inchiodò a terra.
Leon strinse i denti per il dolore e cercò di divincolarsi, ma il Keyblade dell’avversario lo teneva saldamente a terra.
- Adesso ti ucciderò- disse Riku, freddo.
- Questo non ti aiuterà a recuperare ciò che hai perso- disse Leon, anche se in realtà non sapeva di cosa stava parlando.
- Al contrario…- Riku alzò il suo Keyblade - …se ti uccido, lei ti dimenticherà.
Leon sgranò gli occhi, incredulo. Quell’affermazione lo lasciò paralizzato, non sapeva perché.
Ormai però era troppo tardi.
Kairi scosse la testa, ancora un po’ frastornata.
Poi alzò lo sguardo preoccupata e vedendo la situazione, agì d’impulso: si alzò di scatto e afferrò la pietra sul piedistallo. Voleva lanciarla a Leon, ma prima che potesse fare qualcosa una grande luce avvolse ogni cosa.
Riku alzò veloce la testa, come anche Leon.
La luce si diradò e Kairi si guardò le mani: al posto della pietra adesso c’era una collana di cristallo.
- Ma cosa…?!- fece lei, non capendo quello che succedeva.
“ Allora Kairi è un Cavaliere della Luce!” pensò Leon, sbalordito.
- Kairi, indossala!- le gridò.
- Cos…
- Fidati, mettila al collo!
La ragazza obbedì in fretta e improvvisamente sentì una strana energia percorrerle il corpo.
- Maledizione!- esclamò Riku, alzandosi di scatto.
Kairi socchiuse gli occhi e puntandoli verso Riku, mormorò: - Vieni, Valfore.
Ci fu una grande esplosione di luce, così abbagliante che sia Leon che Riku chiusero gli occhi immediatamente, coprendoli col braccio.
Quando Leon aprì gli occhi, vide uno spettacolo incredibile: dietro Kairi era apparsa un’enorme creatura, dalle grandi ali bianche, simile ad un uccello.
- Oh, porca miseria…- fece Riku, osservando la creatura che era appena stata evocata.
- Valfore! Vai!- gridò Kairi, puntando il dito contro il nemico.
L’enorme uccello agitò le grandi ali e provocò una potente onda d’urto, che colpì Riku in pieno, sbattendolo contro il muro.
- Dannazione…- mormorò, per poi sparire nel nulla.
Leon tornò a guardare Kairi. Lei accarezzò la testa della creatura e questa tornò docilmente nel ciondolo, in un lampo di luce.
Lei guardò Leon tra il confuso e l’orgoglioso e Leon l’abbracciò con foga.
- Sei stata fantastica! E quello! Da dove è uscito quello?! Grandioso, semplicemente grandioso!
Kairi arrossì a quei complimenti, ma dopo averlo ringraziato gli disse: - Adesso però mi devi spiegare un po’ di cose. Perché quello sembrava conoscerti e tu sapevi della pietra…quindi per favore, spiegami tutto.
Lui annuì, ma prima la portò fuori di lì.
Era veramente entusiasta: avevano trovato un nuovo compagno, ed era proprio Kairi!
Gli altri sarebbero stati contenti. Ma mentre pensava a questo, ricordò le parole di Riku. E si sentì ancora più confuso.

 

 

 

ps: x Giodan…bhè, dopo che Yuffie si è dichiarata se ne sono andati via tutti e due x forza di eventi…ma non preoccuparti che non finisce lì! Dragon89, sono veramente contenta che la storia ti piaccia^^  Spero che continuerete a seguirla… Però una fanfic tutta alla Auron…oddio, non sono mica capace!XD
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


a

Prima di tutto, scusatemi x il grande ritardo!! E’ che ero rimasta senza Internet, perciò non ho potuto aggiornare…
Gomen nasai! ^^”
Tornando alla fanfic…
Mi sa che mi sono un po’ esaltata troppo con i pairing… Cmq, Dragon89 tieniti forte, perchè i pairing strani non finiscono certo qui^^
Se riuscirete a leggere tutta la fic senza esasperarvi avrete tutta la mia riconoscenza^^ è che mi piacciono queste coppie, che posso farci? XD ( ed è la prima volta che mi affeziono a pairing non tradizionali, gli unici rimasti invariati sono CloudxAeris e TidusxYuna…x non dire che è la prima volta in assoluto che scrivo una fic O_O)
Tra l’altro i personaggi di ff sono un po’ tutti dei miti e un po’ mi dispiace mandarli ooc nella fic, ma non posso fare altrimenti…

 


Final Fantasy Adventure
Capitolo 10

 

 

- Ti prego, posso vederlo?- chiese Aeris, con i luccichini agli occhi.
- Ma perché diamine non lasci in pace quella povera bestiola?!- esclamò Leon.
Quando Aeris aveva saputo della capacità di evocazione di Kairi l’aveva supplicata di mostrarle Valfore, ma Leon non voleva sentire ragioni.
- Insomma, Kairi ha appena scoperto di essere un Cavaliere e di riuscire ad evocare delle creature mistiche, lasciala un po’ in pace!
- Quanto la fai lunga, ero solo curiosa…
- Su, non fa niente…- disse Kairi, prendendo il ciondolo di cristallo.
- Valfore, esci un attimo.
In un lampo di luce l’enorme uccello fu al fianco della sua padrona, sotto lo sguardo sbalordito dei compagni.
- Wow…è bellissimo…- disse Aeris, avvicinando lentamente la mano alla testa dell’animale, che si lasciò accarezzare tranquillamente.
- In effetti…è uno spettacolo!- esclamò Tidus, incantato.
Kairi sorrise compiaciuta, poi volse lo sguardo verso Leon; se non fosse stato per lui, non avrebbe scoperto niente di tutto questo.
Valfore strusciò affettuosamente la testa contro la spalla della ragazza e lei gli grattò dolcemente il collo, dopodiché la creatura tornò nel ciondolo.
- Bene, adesso muoviamoci- disse Cloud battendo le mani, impassibile.
- E mamma mia, non ti sciogli mai tu?- fece Aeris.
- Bhè, data la situazione non possiamo fare altrimenti. Attraversiamo il portale, su.
I ragazzi si avvicinarono così al buco temporale lasciato dalla pietra e saltarono dentro.


Kairi si sentì cadere nel vuoto più totale. Non riusciva a vedere altro che nero. Poi il paesaggio circostante prese lentamente forma e si ritrovò a terra.
Era in una specie di grotta. Guardò in alto: il soffitto era piuttosto lontano, aveva fatto un bel volo! Fortuna che era atterrata sul morbido…morbido? Cosa poteva esserci di morbido in una grotta?
- Kairi…mi stai spiaccicando…
Sentendo la voce di Leon, la ragazza guardò imbarazzata sotto di sé: era caduta sopra di lui!
- Oh, mi dispiace!- disse alzandosi subito, tendendo la mano a Leon per aiutarlo a rialzarsi.
Kairi si sentiva sprofondare…
Leon si alzò lentamente, massaggiandosi la testa.
- Dove siamo?
- In una specie di grotta, penso- rispose Kairi.
Il ragazzo si guardò intorno, rivolgendo poi uno sguardo interrogativo alla ragazza.
- E gli altri dove sono?


- Dove sono Leon e Kairi?- chiese Aeris, preoccupata.
Cloud si guardò intorno: erano nel centro di una piazza di una città molto affollata. Dei due amici non c’era traccia.
- Non era mai successo che ci trovassimo in un nuovo mondo divisi gli uni dagli altri…- disse Tidus.
- Magari sono solo andati a fare un giro…- ipotizzò Cloud.
- Non sono mica come te! - ribattè Aeris, tutt’altro che calma.
- Ehy, calmati…
- Non mi calmo! Leon, dove ti sei cacciato?
Tidus si guardò intorno, poi disse: - Magari…
Aeris lo guardò. - Magari cosa?
Tidus la guardò serio: - …magari avevano bisogno di stare un po’ soli soletti.
- SBANG!-
- Stavo scherzando…- mormorò Tidus stramazzando al suolo dopo il mega sinistro di Aeris.
- Cerchiamo di stare calmi- disse Cloud.
- Può semplicemente darsi che qualcosa nel teletrasporto non sia andata come previsto e che siano finiti in un’altra parte di questa città.
- Forse hai ragione…- disse Aeris, recuperando la calma.
- Anche perché, ora che ci penso, sento l’energia delle loro pietre, anche se lontane.
- La cosa migliore è condurre le ricerche separatamente. Perderemmo troppo tempo a controllare tutta la città.
- Giusto…
- Cominciamo a esplorare la piazza allora- concluse Tidus.


- Dove saranno finiti gli altri?- chiese Kairi.
- Non lo so…- disse Leon. - Può darsi che qualcosa non abbia funzionato nel portale… potrebbero anche essere fuori da questa caverna. Intanto pensiamo a come uscire da qui.
Kairi annuì. Già quella non sarebbe stata un’impresa facile. La luce era scarsa e chissà quanti corridoi c’erano lì dentro…
- Su, andiamo- le disse Leon tendendole la mano.
Lei la strinse e iniziarono a camminare.
Passò così un buona mezz’oretta.
- Ehm…sembra più lunga del previsto, eh?- fece Leon.
- Già…
Leon si sentì un po’ in imbarazzo. Avrebbe fatto bene a trovare in fretta un argomento di cui parlare, o avrebbero trascorso le ore seguenti nel silenzio più totale.
- Ehm…senti…- cominciò. - Uhm…come ti senti adesso?
“Ma che cavolo di domanda è?” pensò, dandosi dell’idiota.
- In che senso?- chiese Kairi.
- Bhè…dev ’ essere un’esperienza tutta nuova per te, dico bene?
Kairi riflettè un po’, poi rispose.
- Sinceramente, sono un po’ emozionata. Ecco…trovare improvvisamente dei compagni e viaggiare in mondi sconosciuti…riuscire ad evocare delle strane creature…
- E’ strano, vero?- fece Leon, sorridendo.
- Già, è strano!- disse lei, ricambiando il sorriso.
- Ma è anche molto bello…Io non vi conosco ancora molto bene, ma mi fa piacere far parte di un gruppo…
- Ne sono felice.
Leon rispose con molta dolcezza, il che fece molto piacere a Kairi.
Stava molto bene con lui, sapeva che la capiva e che la appoggiava.
In un certo senso lo considerava suo fratello maggiore…
Anche Leon provava lo stesso. Kairi era la più giovane di loro e in un certo senso si sentiva in dovere di proteggerla, come una sorellina…
Sorrise a quel pensiero. E dire che un tempo era lui che si occupava sempre di Aeris. Sua sorella era cresciuta molto in quell’avventura e aveva imparato a badare a sé stessa…
Era forse per questo che si sentiva così attaccato a Kairi?
Improvvisamente gli venne da pensare a Yuffie. Lei gli aveva confessato i suoi sentimenti…ma cosa si aspettava che avrebbe fatto, lui?
Erano nemici, per la miseria! Che si era messa in testa? E lui provava forse qualcosa per quella strana ragazza? Non lo sapeva. Inoltre, adesso si era fatto un acerrimo rivale.
“ Ma perché non le risolvono da loro queste cose?” pensò, scuotendo la testa.
Ora basta pensare a quelle cose. Non era il momento e non aveva tempo. Inoltre, non doveva importargli: la sua missione era trovare le pietre, punto e basta.
- E cosa faremo un volta recuperate tutte le pietre?
La voce di Kairi lo riportò alla realtà.
Cosa avrebbero fatto? Non sapeva neanche questo.
- Chissà…la nostra avventura è molto vaga, purtroppo…- rispose.
- Capisco…ma a cosa servono queste pietre? Insomma, a parte il fatto che donano dei poteri…- chiese ancora Kairi.
Leon aprì la bocca per rispondere, ma non ci riuscì.
Perché non conosceva la risposta.
Finora erano sempre andati avanti seguendo quella che era l’unico indizio sulla loro missione; non si erano mai fatti queste domande.
Perché non aveva chiesto più informazioni quando ne aveva l’opportunità? Ormai era troppo tardi.
- Non lo so. In teoria grazie a queste dovremmo riuscire a fermare l’Oscurità che sta distruggendo i mondi, ma…
- Ce ne sono dieci, vero?- iniziò Kairi. - Ma se non le prendiamo tutte cosa succederà? Qual è l’obiettivo dei nostri nemici? Cosa faranno una volta distrutti i mondi?
- Io non…
- Come facciamo a fermarli? Che succederebbe se…
- Kairi, non lo so!
Aveva alzato la voce. Si era agitato. Non avrebbe dovuto.
- M-mi dispiace, io…
- No…non fa niente…- mormorò la ragazza, quasi sottovoce.
Kairi abbassò lo sguardo. Aveva parlato troppo e lo aveva infastidito…
- S-sia chiaro, non è colpa tua…- farfugliò Leon - è che…che non sappiamo niente neanche noi di questa situazione assurda…
Abbassò lo sguardo. Chissà se si era arrabbiata. Kairi era arrivata da poco ed erano loro che dovevano aiutarla…ma così si sentiva perfettamente inutile.
- Non è colpa tua, evidentemente ti ho chiesto cose che non potevi sapere…- disse Kairi, riprendendogli la mano.
- Intanto facciamo ciò che sappiamo, giusto?
Leon tirò un sospiro di sollievo in silenzio.
E’ vero, erano molte le cose che non sapevano, ma non c’era modo di scoprirle  se non andare avanti. Magari alla fine i loro interrogativi avrebbero avuto una risposta…
- No, scusami tu. Chissà quante domande avrai…- rispose.
- Bhè, lo stesso vale per voi. Quindi non serve lagnarsi, giusto?
Giusto.
- Su, adesso vediamo di uscire di qui- e detto questo, Leon prese Kairi per mano e si avventurarono nella galleria che avevano di fronte.


- Mi scusi, per caso c’è un tempio da queste parti?- chiese Aeris ad una ragazza seduta su una panchina.
- Un tempio? No, mi spiace, qui non c’è proprio- rispose cordialmente quella.
- Ah…va bene, la ringrazio.
Aeris sospirò e mise le mani ai fianchi.
- Purtroppo pare che non ci sia un santuario o un tempio qui…
- Uhm, così le cose si fanno complicate- disse Tidus guardandosi intorno.
- Ci toccherà cercare a casaccio…
Si sentì un brontolio di stomaco soffocato.
Tidus e Cloud si voltarono automaticamente verso Aeris, la quale arrossì vistosamente.
- C-che avete da guardare? Non è niente!
- Hai fame?- le chiese Cloud.
- No! Cioè, si…ma…- farfugliò lei, cercando la risposta adatta. Non le andava di fare sempre la figura della rompiscatole.
- Scusi, dove possiamo trovare un ristorante o una locanda?- chiese Cloud a un passante.
- Ah, no! Non dobbiamo fermarci solo per colpa mia!- esclamò Aeris.
- Infatti ho fame anche io- disse Cloud.
Aeris rimase shockata. Cloud che ammetteva una cosa del genere? Lui?
- Hanno detto che c’è una locanda a pochi metri da qui- disse lui.
- Allora andiamo a mangiare, su- disse Tidus, allegro.
I tre entrarono nella locanda indicata loro: era un posto molto carino, dai colori vivaci e molto illuminato.
Una ragazza vestita da cameriera si avvicinò loro e disse: - Buongiorno. Desiderate?
- Un tavolo da tre, grazie- rispose Tidus.
La ragazza indicò loro il tavolo e i tre presero posto, ordinando i piatti più disparati.
Quando finalmente ebbero finito, Aeris esclamò: Ahhh! Mamma, che abbuffata! Peccato che Leon e Kairi non siano qui.
Cloud guardò Tidus, che improvvisamente era sbiancato.
- Ehy Tidus, che hai?- gli chiese.
Ma la risposta arrivò indirettamente.
La cameriera si avvicinò sorridendo al tavolo e disse:- E’ stato di vostro gradimento?
Cloud rispose subito: - Si, davvero mol…
Si interruppe. Lui e Tidus si guardarono simultaneamente.
Porca miseria, non avevano soldi! Ultimamente avevano sempre mangiato a sbafo…
- Signori, vi sentite bene?- chiese preoccupata la cameriera.
- Oddio, forse c’era troppo sale nella pasta! Glielo dicevo a Riff che era troppo…
- No, signorina, non è questo…- mormorò Tidus, che aveva cominciato a sudare.
- Ehy, che vi prende?- chiese Aeris.
Non ricevendo risposta, si rivolse con un sorriso alla cameriera.
- Allora, quanto le dobbiamo?
Tidus e Cloud trattennero il fiato. Scema! Non aveva capito che erano al verde??!
- Oh no, signorina! Non dovete niente!- rispose la cameriera con un sorriso.
“Come?” pensarono allo stesso tempo Cloud e Tidus.
- Offriamo sempre il pasto gratis ai nuovi arrivati!- spiegò lei.
- Ma scusi…come fa a sapere che…- cominciò Tidus.
- Si nota da come siete vestiti e da come vi comportate! Comunque, arrivederci e tornate ancora!
I tre uscirono dalla locanda ancora un po’ stupiti, poi Aeris disse: - La gente di questa città è davvero gentile!
Cloud annuì. In effetti l’aveva notato. Erano tutti cordiali e sereni.
- Mi ricorda tanto Nibelheim…- mormorò.
- Come?- chiese Aeris.
- Uh? No, niente…- rispose subito lui.
- Allora, visto che abbiamo pranzato ( tra l’altro un’altra volta a sbafo) che ne direste di sbrigarci a cercare la pietra?- disse Tidus.


-Allora, qui c’è un problema- disse Leon.
- Ossia..?- chiese Kairi, avanzando.
Davanti ai due ragazzi si trovavano due gallerie.
- Come facciamo? Ci separiamo?- chiese la ragazza.
- Neanche per sogno! Sarebbe troppo rischioso. Vieni, andiamo di qua!- disse Leon, prendendo la mano della ragazza e imbucando la galleria di destra.
- Dovremo pur sbucare da qualche parte, non credi?- disse. - Al limite se ci troviamo davanti un vicolo cieco torneremo indietro.
Kairi annuì e continuò ad avanzare accanto a lui.
Vicino a Leon si sentiva al sicuro da qualunque cosa…
Ad un certo punto avvertì qualcosa ed alzò il capo.
- Leon…non senti niente?- chiese.
Leon restò un attimo in silenzio, concentrandosi, poi esclamò: - E’…la pietra?!
- Vuol dire che si trova qui?- chiese Kairi.
- Non lo so…ma la senti anche tu, vero? Vuol dire che non può essere lontana!- esclamò Leon.
- Allora andiamo a cercarla!- esclamò Kairi, entusiasta.
I due corsero lungo il corridoio, cercando di raggiungere al più presto l’uscita. La presenza della pietra si faceva sempre più chiara…
Improvvisamente Kairi avvertì qualcosa di indistinto e disse:- Leon, aspetta..!
Il ragazzo non fece in tempo a voltarsi che il pavimento fu scosso da una grande vibrazione e cominciò a tremare, finchè non crollò.
- Kairi!- gridò Leon, allungando la mano per afferrarla, ma i due furono separati dalle macerie che cadevano insieme a loro...


Leon si svegliò di soprassalto e si guardò intorno.
- Kairi?- gridò, alzandosi.
No, non era lì.
Il crollo improvviso li aveva separati. Chissà dov’era finita…
Ora sentiva chiaramente le vibrazioni emanate dalla pietra. Doveva essere vicina.
Si guardò intorno. Era buio pesto.
Poi vide una figura indistinta davanti a sé.
- Kairi?- chiese, avvicinandosi.
Ma la figura avanzò ancora, cosicchè Leon potè vederla bene.
Non era Kairi, era Yuffie.
“Ma perché me la ritrovo sempre davanti?” si chiese il ragazzo.
- Che cosa vuoi?- esclamò, sbrigativo. Non aveva tempo di giocare.
- Che modi bruschi! Da quando si risponde così ad una ragazza?- disse lei, scuotendo il capo.
- Dov’è Kairi?- chiese Leon.
- Chi?- fece Yuffie, fingendo di non capire.
- La ragazza che era con me! Dov’è?- chiese di nuovo, alzando la voce.
Yuffie fece una faccia scocciata.
- Ah, il nuovo Cavaliere, eh? Che t’importa di lei?
Leon si avvicinò a lei e l’afferrò per le braccia.
- Rispondimi!
Lei lo guardò negli occhi, poi disse: - Non lo so. Non l’ ho provocata io questa frana.
Si liberò lentamente dalla stretta e avanzò, costringendo Leon ad arretrare contro la parete.
- Piuttosto, non mi hai ancora dato una risposta…
Leon la fissò, con il ritmo del cuore che si faceva sempre più veloce.
Che razza di situazione! Ma perché proprio a lui? Non era il momento!
-Io…
Fece per distogliere lo sguardo, ma non gli fu possibile.
Yuffie aveva premuto le labbra contro le sue.


Kairi si trovò divisa da Leon, mentre cadeva nel vuoto.
Se fosse caduta da quell’altezza sarebbe certamente morta. Vide il pavimento avvicinarsi sempre di più e le rocce frantumarsi al suolo. Non sapeva che fare…
Poi afferrò il ciondolo e gridò con quanto fiato aveva in corpo: - VALFORE!
L’enorme animale uscì in un lampo di luce, accogliendo sopra le sue ali la ragazza e la portò sana e salva fino a terra.
Kairi scese dal dorso dell’uccello e lo abbracciò forte.
- Fiuuu! Mi hai salvato la vita, grazie!
L’uccello gracchiò orgoglioso, poi si dissolse e tornò nel ciondolo.
Kairi si guardò intorno. Non sapeva dove si trovava, ma una cosa era certa: si era allontanata dalla pietra. Non sentiva più la sensazione di prima.
- Sarà meglio trovare Leon- si disse e cominciò a camminare cercando di percepire la sua pietra.


Yuffie teneva il ragazzo contro il muro e lo stava baciando con passione.
I pensieri di Leon erano confusi.
Non aveva mai baciato nessuno prima d’ora. Era una bella sensazione…
Yuffie continuò a baciarlo ripetutamente, con dolcezza, poi lentamente si spostò sul suo collo…
Leon si lasciò andare un attimo, chiudendo gli occhi, mentre il ritmo del cuore accelerava…
La ragazza continuò a baciarlo dolcemente sulle labbra e sul collo, alzando la mano per sfilargli la giacca…
Ma Leon riaprì gli occhi e la staccò da lui.
Aveva il respiro affannato e il cuore a mille.
Se Yuffie voleva confonderlo, c’era riuscita.
- C-cosa diavolo fai?- farfugliò lui, tutto rosso.
Anche lei era arrossita.
- Ti dimostravo i miei sentimenti.
- Questo lo avevo capito!- esclamò Leon.
Non sapeva cosa dire. Non capiva il suo comportamento…
- Io ti amo, Leon.
Cavolo, non poteva sentirglielo dire. Lo confondeva ancora di più…
- Ma cosa ti aspetti che io faccia?!- esclamò Leon.
Yuffie sorrise maliziosa.
- Rispondimi, no?
Leon deglutì. Rispondere? Cosa doveva rispondere? Ma se non lo sapeva neanche lui!
Si sforzò di riflettere: lasciando perdere tutto il resto, cosa provava lui nei confronti di Yuffie?
Non la conosceva quasi per niente, ma doveva ammettere che dalla prima volta che si erano incontrati l’aveva pensata spesso. In realtà non gli era indifferente…però…
D’un tratto il volto di Kairi gli attraversò la mente.
Come? Perché aveva pensato a lei?
Ripensò a quando l’aveva incontrata sull’isola, alle chiacchierate con lei, al suo sorriso…
Il cuore accelerò.
Perché si sentiva così?
In fondo, la conosceva solo da un giorno.
E poi quello che provava per Kairi era solo una sorta di fratellanza, no?
Oppure…quella era solo una scusa?
Guardò Yuffie. Aspettava una risposta.
Quali erano i suoi veri sentimenti?
Yuffie gli piaceva. Tuttavia non era con lei che si sentiva caldo. Non era con lei che si sentiva sé stesso…
- Mi dispiace…- cominciò.
- Ma io…
Yuffie assunse un’aria afflitta. Indietreggiò, abbassando lo sguardo.
- No, non lo dire!- esclamò, chiudendo gli occhi.
- Yuffie…
- No!- gridò lei, alzando lo sguardo ferito, con gli occhi lucidi.
- E’ per lei, non è vero? E’ per Kairi, giusto?
Ora aveva comiciato a piangere. Leon non sapeva dire se fossero lacrime di tristezza o rabbia.
- E va bene- disse alla fine, serrando i pugni.
Dietro di lei crollò una parete, rivelando una lucente pietra gialla.
- Ma quella..!- esclamò Leon.
Yuffie afferrò la pietra con decisione e disse: - Fra poco questa grotta crollerà. Se vuoi ritrovare la tua Kairi, ti consiglio di farlo in fretta.
Detto questo sparì nel nulla, e la grotta cominciò a tremare.
- Maledizione!- gridò Leon, tornando indietro.


- Una grotta?
- Esatto- rispose il ragazzo a cui si era rivolta Aeris. - E’ in fondo alla città, laggiù.
- Grazie- rispose lei.
Quando il ragazzo si fu allontanato, Cloud disse: - Mi pare che sia la nostra sola possibilità.
Ma i ragazzi non fecero in tempo ad avviarsi che un potente fulmine colpì in pieno un palazzo, mandandolo a frantumarsi a terra tra le fiamme.
- Cosa diavolo è successo?- esclamò Tidus, guardando gli altri.
Intanto il terreno aveva cominciato a tremare. Ora le grida della gente si facevano sempre più forti.
- Non lo so, ma non mi piace- disse Cloud, voltandosi.
Sgranò gli occhi: una moltitudine di esseri neri stava invadendo la città, saltando addosso alla gente e distruggendo ogni cosa.
- Ma cosa diavolo…?!- esclamò Aeris, indietreggiando.
- Sono le stesse creature che erano a Zanarkand!- esclamò Tidus.
Aguzzando lo sguardo, vide in lontananza la sagoma di un uomo, vestito di rosso e con la katana in vita.
- Ma quello è…- senza perdere un attimo, corse verso Auron, che lo guardava avvicinarsi con un sorrisetto.
- Tidus, aspetta, è pericoloso!- gridò Aeris, ma un altro palazzo crollò a terra in fiamme, impedendo alla ragazza di raggiungerlo.
- Che cosa facciamo, Cloud?- esclamò la ragazza, voltandosi verso l’amico.
Tuttavia non vide nessuno. Cloud era sparito.
- Cloud! Dove sei?- gridò, facendosi strada fra i palazzi distrutti.
Poi un potente fulmine le cadde vicino e lei lo schivò per poco.
- Ma cosa…- mormorò, alzando lo sguardo.
I suoi sospetti erano fondati. Davanti a lei c’era Lulu, in piedi sopra un lampione.
- Lo sapevo che c’eri tu dietro tutto questo!- esclamò Aeris, con odio.
- Poche chiacchiere e combatti!- esclamò Lulu, lanciandole una magia di fuoco.


Leon corse a perdifiato, mentre la grotta crollava poco a poco.
- Kairi!- gridò più volte, cercando la compagna.
Maledizione! Se non la trovava presto sarebbero stati guai!
Ad un certo punto sentì l’energia di una pietra.
- Kairi! Dove sei?- gridò.
- Leon! Sono qui!
Leon corse verso la direzione da cui veniva la voce e la vide: Kairi stava correndo verso di lui.
- Kairi! Meno male, stai bene?- chiese, preoccupato.
- Si, sto bene…ma la grotta sta per crollare! Dobbiamo uscire in fretta!- rispose la ragazza. Detto questo afferrò il ciondolo e chiamò Valfore.
- Presto, portaci fuori di qui!- gridò all’animale, mentre lei e Leon gli salivano sul dorso.
Valfore annuì e sfrecciò via in direzione dell’uscita.
Finalmente furono fuori dalla grotta, appena un attimo prima che questa crollasse definitivamente.
Ma lo spettacolo che si trovarono davanti non fu piacevole.
- Cosa diavolo sta succedendo?- chiese Kairi, guardandosi disperata intorno.
- Non lo so, ma sarà meglio trovare in fretta gli altri- disse Leon, correndo verso il centro insieme alla ragazza.


Cloud corse attraverso le macerie dei negozi, incontrando mostri dappertutto.
Ancora loro…
Un essere nero avanzò verso di lui, entrando nel terreno e sbucando alle sue spalle.
Cloud sfoderò la Buster Sword e con un colpo secco colpì l’essere, che si dissolse in una nuvola nera.
Alzò lo sguardo: davanti a lui c’era la locanda presso cui avevano pranzato prima. Ormai era in fiamme.
Vide la giovane cameriera a terra, bloccata dalle macerie, che cercava di divincolarsi.
Gli occhi della ragazza caddero su di lui, chiedendo disperatamente aiuto.
- Resisti!- gridò Cloud, correndo a più non posso per raggiungerla in tempo.
Col volto rigato dalle lacrime, la ragazza gli tese la mano e lui allungò la sua…
Ma proprio mentre stava per raggiungerla, una trave infuocata cadde a terra, ricoprendo ogni cosa col fuoco.
Cloud rimase lì impietrito, con il braccio ancora disteso, senza riuscire a muoversi.
L’intera città era in fiamme. E ancora una volta, lui non aveva potuto fare niente.
- Tutto questo ha un che di nostalgico…non trovi?
Cloud alzò la testa, in una smorfia d’odio.
Sephiroth sbucò da dietro il locale in fiamme, con la Masamune sporca di sangue.
- Sephiroth…- mormorò Cloud, stringendo i denti.
- Tu… come hai potuto…ancora…
Impugnò con forza la Buster Sword e si lanciò con rabbia contro Sephiroth, che parò l’attacco senza sforzo.
- Perché sei così agitato, Cloud?
- Sei un lurido bastardo!- gridò il ragazzo, sferrando un altro colpo con la spada, stavolta molto più forte.
- Come hai potuto fare una cosa del genere?!
Sephiroth sorrise divertito, poi staccò la sua spada da quella di Cloud.
- E me lo domandi? Pensavo sapessi qual è il mio modo di fare.
Cloud lo guardò pieno di disprezzo e odio.
- E dire che ti ammiravo… sei davvero un mostro…
Senza preavviso, Sephiroth scomparve dalla visuale di Cloud, per poi riapparire a qualche centimetro da lui.
- Hai ragione.
Con una mossa fulminea alzò la Masamune e colpì Cloud in pieno petto.
Il ragazzo urlò di dolore e cadde a terra contro il muro, con il respiro affannato, mentre il sangue scorreva a terra.
Sephiroth sfilò con freddezza la spada dal suo corpo e il ragazzo gridò di nuovo, stringendo i denti per il forte dolore, poi l’avversario gli si avvicinò e disse: - Sprechi il tuo tempo, Cloud. Non potrai mai battermi. Faresti meglio a dimenticare Nibelheim. Ormai è acqua passata.
Cloud si sforzò di tenere gli occhi aperti e gli rivolse lo sguardo più sprezzante che poteva.
- Hai distrutto la mia città… hai ucciso Zack…e hai ucciso…anche Tifa… COME PUOI PENSARE CHE POSSA DIMENTICARLO?!
Con sforzo immane afferrò la Buster Sword e con uno scatto perforò il braccio destro di Sephiroth.
Colto alla sprovvista, l’uomo indietreggiò, tenendosi il braccio sanguinante.
- Non cambi mai, Cloud- disse con un sorriso malvagio.
- Ehy, Sephiroth- disse Lulu, arrivata in quel momento.
- Abbiamo la pietra.
Sephiroth sorrise e disse rivolto a Cloud: - Bene, direi che abbiamo finito. Per oggi ci salutiamo qui, ok?
Detto questo scomparve in una nube oscura, insieme ad Auron e Lulu.
Il fuoco avanzava verso di lui, ma Cloud non riusciva a muoversi.
La ferita al petto era di un dolore allucinante e il sangue cadeva a fiotti.
Ormai non riusciva più neanche a restare sveglio.
Sarebbe morto lì? Che macabra ironia…
- Cloud!
Il ragazzo alzò lo sguardo a sentire chiamare il proprio nome.
Chi era stato a chiamarlo?
Vide una figura avvicinarsi, ma aveva la vista appannata e non riusciva a distinguerla bene…
- Cloud! Oh mio Dio, stai bene?- chiese Aeris, chinandosi su di lui.
- A…Aeris?- mormorò lui.
Dopodichè perse i sensi, cadendo tra le braccia della ragazza.


 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


a

Oddio, Dragon89, non chiedermi troppo!^^”
Sinceramente Vincent avevo molta voglia di mettercelo, ma non conoscendo il personaggio ed essendo esauriti i ruoli…
Giodan, mi dispiace!! Anke x me se non c’è Rinoa Leon deve stare con Yuffie (anche se recentemente ho scoperto l’affinità che lega Yuffie e Vincent…) ma la fanfic si è evoluta così… All’inizio si, la mia idea era quella, ma poi una cosa dopo l’altra…
Cmq Rinoa c’è ^^ Però non sta con Leon…^^”””
Solo una cosa: non linciatemi e continuate a seguire la fic, x favore!


Final Fantasy Adventure
Capitolo 11

 

 

Sephiroth se ne stava lì, seduto sull’erba appoggiato ad un albero vicino alla città di Midgar.
Si prese il braccio: la ferita non smetteva di sanguinare. Ma non sentiva dolore. Forse era davvero un mostro senza sentimenti.
Ma non voleva pensarci. Tanto ormai era passato.
Presto la ferita sarebbe guarita e lui sarebbe tornato al suo castello.
Nel frattempo avrebbe riposato nascosto in quel bosco.
Fece per chiudere gli occhi, ma li riaprì subito, fissando davanti a sé.
A pochi metri da lui c’era una ragazza.
Rimase sorpreso: non si sarebbe mai aspettato di vedere qualcuno in un posto sperduto come quello.
Ma soprattutto rimase sorpreso da lei: era davvero una ragazza bellissima.
Avrà avuto 19 anni, aveva lunghi capelli scalati nero corvino, e due bellissimi occhi scuri.
Aveva la pelle chiara e uno sguardo dolce e delicato.
Indossava una maglietta nera e una gonna corta e azzurra, con sotto dei pantaloncini corti attillati neri; sopra aveva un vestito azzurro lungo fino a terra aperto davanti e senza maniche; portava degli scaldamuscoli ai polsi, anch’essi azzurri, e delle scarpe nere.
Stava lì in piedi e lo osservava per niente intimidita, senza dire una parola.
- Chi sei?- le chiese, seccato.
La ragazza sorrise dolcemente e rispose: - Mi chiamo Rinoa.
- Rinoa. E cosa ci fa una ragazza nel bel mezzo di un bosco?- fece lui, con un mezzo sorrisetto.
- Abito nella città qui vicino. Ma non ti ho mai visto qui…dovrei chiederti io cosa ci fai qui- rispose la ragazza con tono tranquillo.
Sephiroth non rispose. Si voltò dall’altra parte, aspettando che la ragazza se ne andasse. Ma Rinoa non si mosse.
- Si può sapere cosa vuoi?- sbottò Sephiroth, spazientito.
- Da dove vieni?- chiese lei, ansiosa di saperne di più su quell’uomo misterioso.
- Vengo da lontano. Adesso te ne vai?- rispose Sephiroth in tono brusco.
- Vabbè, se non vuoi dirmelo non importa. Ma posso almeno sapere il tuo nome?
Il tono della ragazza era molto dolce.
Sephiroth si voltò. Non voleva risponderle. Però c’era qualcosa in lei che gli faceva uno strano effetto…
- Sono Sephiroth- rispose infine, guardando da un’altra parte.
Rinoa sorrise, come soddisfatta da quella risposta.
Poi si avvicinò all’uomo.
- No, ehi, adesso che vuoi?- fece Sephiroth indietreggiando contro l’albero. Indietreggiando? Lui? Ma cosa diavolo stava facendo?
Rinoa si inginocchiò di fronte a lui e gli prese delicatamente il braccio.
- Ma tu stai sanguinando!- esclamò.
- E’ solo un graffio, guarirà presto- replicò Sephiroth.
- Guarirà da sola? Non l’ hai neanche bendata! Aspetta…- detto questo si strappò un lembo del vestito e iniziò a fasciargli la ferita.
- Guarda che…ti ho detto che non ce n’è bisogno!- fece lui, paonazzo.
Ma Rinoa non gli diede retta e continuò a medicarlo.
Vista da vicino era davvero bellissima…emanava un profumo molto dolce…
Se qualcun altro l’avesse trattato così, lo avrebbe ucciso senza esitazione.
Allora perché la lasciava fare?
Prima di porsi una domanda troppo difficile per lui, girò lo sguardo e si mise a fissare l’erba.
Adesso si sentiva più leggero. Da quando se ne era andato dal campo di battaglia di quella città, sembrava che si fosse tolto di dosso un grande peso. Era strano. Qualche ora prima aveva distrutto un’intera città e ora…
Non sapeva spiegarlo. In certi momenti, gli sembrava quasi di essere estraneo a sé stesso…ma adesso non era così.
Si sentiva bene, come tempo prima…
- Ecco fatto- disse alla fine Rinoa.
- Ora è a posto. Ma come te la sei…
La ragazza non potè terminare la frase che Sephiroth si era già alzato.
- Te ne vai?-gli chiese lei.
Senza dire una parola, l’uomo si voltò e sparì all’interno del bosco.


- Ehy, che vista da quassù, eh?
- Attenta a non cadere, piuttosto!
Cloud raggiunse l’amica in cima al mulino, sul monte Nibel, e si sedette accanto a lei.
- Ahah! Ma per chi mi prendi? E poi, anche se cadessi tu mi salveresti, vero?
Il ragazzo sorrise. Poi i due si sedettero schiena contro schiena.
- Vedrai…Ti prometto che diventerò un Soldier di Prima Classe! Ti aiuterò ogni volta che sarai in difficoltà, Tifa…
- Ti credo, Cloud…

- Cloud..?
Il ragazzo aprì lentamente gli occhi.
- Tifa..?
Strizzò gli occhi e focalizzò la figura davanti a sé. Non era Tifa. Ma era una persona altrettanto dolce…
- Aeris?
- Meno male, ti sei svegliato!- sospirò la ragazza.
- Come ti senti?
Cloud cercò di alzarsi, ma una fitta al petto lo costrinse a rimanere disteso.
Si guardò intorno: era in una stanza, su un letto.
La sua ferita era stata fasciata.
- Dove siamo?- chiese.
- Abbiamo attraversato un portale. Fortuna che siamo capitati in un posto abitato, altrimenti te la saresti vista brutta! La mia magia sarebbe servita ben poco…- rispose Aeris.
Cloud sospirò. Si sentiva a pezzi. Che razza di situazione…
- E gli altri dove sono?
- Tidus è andato a recuperare un po’ di denaro…quanto a Kairi e Leon, saranno da qualche parte qui fuori…
- Ho capito…
Il silenzio calò nella stanza.
Cloud non era in vena di parlare. Aveva ancora in testa le immagini della città in fiamme.
- Mi sembra un deja-vu…non trovi?- fece Aeris.
- In che senso?- chiese Cloud, guardandola.
- Bhè…anche la prima volta che ci siamo incontrati eravamo nella stessa situazione…
Cloud sorrise. Era vero. Stessa identica situazione.
- Sai, mentre eri addormentato…hai nominato spesso una certa Tifa…- mormorò Aeris, chiedendosi se era il caso di parlarne.
Cloud rimase zitto e fissò il soffitto.
Forse era il caso di smetterla con i misteri…tanto a che serviva?
- Era una mia amica…- cominciò.
Aeris alzò il capo, sorpresa.
Cloud si era forse deciso a rivelarle il suo passato?
- Vuoi…saperlo?- chiese Cloud.
- Se te la senti di raccontare…- disse dolcemente Aeris.
- … va bene- disse Cloud.
Aeris si avvicinò a lui, pronta ad ascoltarlo.
- La mia città natale si chiamava Nibelheim…- iniziò lui. - Era una bella città, grande e popolata. Vivevo lì insieme alla mia amica d’infanzia, Tifa.
Eravamo cresciuti insieme ed eravamo molto legati. Aveva la mia stessa età. Era una ragazza dolce ed energica. Un po’ come te-.
Aeris arrossì a quell’affermazione. Poi si riconcentrò sul racconto di Cloud.
- Una volta adolescente, decisi di arruolarmi come Soldier alla base militare della Shinra. Avevo talento e presto divenni uno dei migliori.
Fu proprio alla Shinra che incontrai Zack…-.
- Zack?
- Si. Era un Soldier, come me. Ma era molto più bravo. Il miglior soldier di prima classe che ci fosse alla Shinra. Io ero un ragazzo abbastanza chiuso e non mi ero fatto amici nell’esercito. Era un tipo testardo, esuberante, a volte un po’ troppo…ma potevi contare su di lui in qualsiasi momento. Lui è stato il mio unico, migliore amico.
Cloud tacque un attimo, poi riprese più serio:- Poi, c’era anche il nostro comandante…Sephiroth-.
Aeris sgranò gli occhi.
- S…Sephiroth?
- Già- rispose Cloud.
- Tuttavia era una persona totalmente diversa. Era il generale della nostra squadra.
Era un tipo piuttosto esigente, eccellente combattente, carismatico… era davvero una brava persona.
Noi tutti lo ammiravamo e rispettavamo, era un comandante eccellente.
Era perché volevo diventare come lui che decisi di arruolarmi. E’ sempre stato il mio idolo.
Probabilmente io e Zack siamo stati i suoi unici amici.
Quando io e Zack eravamo fuori servizio andavamo spesso a far visita a Tifa a Nibelheim, e ci portavamo dietro anche lui. Eravamo davvero un gruppo affiatato.
Tifa in qualche modo riusciva sempre a farlo sciogliere, non so come… penso proprio che gli stesse simpatica- Aeris rimase colpita dal tono di Cloud. Quando parlava di quella Tifa lo faceva con molta dolcezza e malinconia…
Evidentemente era una persona particolarmente speciale per lui…
Poi Cloud alzò il viso al soffitto e sorrise tristemente: - Mi ricordo ancora le scappatelle che facevamo io e Zack…Riusciva sempre a coinvolgere pure me, era una cosa incredibile. E tutte le volte Sephiroth ci copriva, rischiando sempre di perdere il posto…ma tanto non lo avrebbero mai licenziato, era troppo bravo.
Vorrei tornare a quei giorni…-
Cloud riprese:- Poi, la Shinra cominciò a farsi sempre più misteriosa. Ci affidavano missioni sempre più spesso e non si allargavano mai troppo con i particolari. Sephiroth cominciò a diffidare dei capi alti e un giorno venimmo a sapere che la Shinra stava indagando di nascosto su delle faccende a Nibelheim. Sephiroth era molto sospettoso, e Zack ebbe la malaugurata idea di andare a scoprire cosa c’era sotto…
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- Ma come diavolo ti è saltato in mente di scappare a quel modo?- esclamò Sephiroth rivolto a Zack.
- Eddaiii…chissà come ci sono rimasti quelli là! E poi non eri tu che volevi investigare?- sghignazzò il ragazzo dai capelli scuri e gli occhi azzurri.
- Va bene, ma poi sono io quello che ci rimette…- replicò Sephiroth, scocciato.
- Tra l’altro…- aggiunse.
- MA PORCA MISERIA, SCAPPARE IN TRE SU UNA MOTO E’ STATA PROPRIO UNA GENIALATA DEGNA DI TE!!!
- Ohè Seph, non ti agitare che finiamo sull’asfalto!- esclamò Zack.
- Ehy Cloud, perché non dici niente?- disse il ragazzo rivolgendosi all’amico dietro di lui.
- Se non sbaglio a Nibelheim c’è la tua amica, Tifa, giusto? Non sei contento di rivederla?- chiese Sephiroth.
- Non è questo il punto…- mormorò Cloud - …è che stare pressato fra voi due non è proprio il massimo…

- Eccoci qua- disse Zack scendendo dalla moto, osservando il paesaggio di Nibelheim.
- Perché non andiamo da Tifa?
- No! Siamo qui per una missione, ricordi?- lo rimbeccò Sephiroth.
- Ma Seph! Sarebbe un peccato non approfittarne visto che siamo qui! E poi abbiamo tutto il tempo per visitare quel reattore…
Sephiroth osservò il reattore Mako in cima alla città.
- Quel posto mi dà una brutta impressione…Se non sbaglio era su quello che la Shinra stava lavorando…- disse, quasi sottovoce.
- Credo che darò subito un’occhiata. Intanto voi potete prendervi una pausa.
- Ma generale, non sarebbe meglio andare tutti insieme?- disse Cloud.
Sephiroth rimase un po’ in silenzio, poi gettò un’ultima occhiata al reattore e si voltò verso i due ragazzi: - In effetti il viaggio in moto mi ha un po’ scombussolato, meglio fermarci un po’ prima.
- Bravo, Seph! Così si fa! Penseremo al lavoro più tardi, ok?- esclamò Zack, dando una pacca sulla spalla al generale.
- Allora si va da Tifa?- fece Cloud.

- Siete una cosa tremenda!- esclamò Tifa, appena vide i tre Soldiers sulla porta di casa sua.
- Ehy, ma non dovresti essere felice di vederci?- replicò Zack.
Cloud osservò l’amica. Si era fatta davvero bella, era molto che non la vedeva. Lunghi capelli castano scuro le scendevano fino alle cosce, grandi e belli occhi marroni spiccavano sul suo viso delicato di ventenne.
Indossava una maglietta bianca e una gonna corta nera.
Cloud non potè fare a meno di notare che anche il suo petto era parecchio cresciuto…
- Certo che sono felice, ma non mi aspettavo che per rivedermi avreste fatto una fuga dal lavoro…Cloud, che guardi?- fece la ragazza.
Cloud arrossì e disse:- N-niente, è che…sei cambiata molto…
- Bhè, anche tu sei molto cambiato, Cloud…- disse dolcemente Tifa.
- Ad ogni modo, se continuate a fare così state certi che vi licenzieranno…
Zack avvicinò il viso a quello della ragazza e sorrise: - Non possono licenziarci, siamo troppo bravi!
- Vi prenderete lo stesso una bella strigliata!- replicò lei.
- Cloud! Ma perché devi sempre assecondarlo in tutto ciò che fa?
Il ragazzo si limitò a sorriderle.
- Bhà, peggio dei bambini…- sospirò Tifa.
- Accidenti Seph, ma non sei il loro generale?
- A volte me lo chiedo anch’io, in effetti…- mormorò Sephiroth, grattandosi la testa.
La ragazza sorrise dolcemente e disse:- Comunque mi fa piacere rivedervi.
- Ehy, sono quasi tre anni che non ci vediamo, non bisognerebbe festeggiare?- esclamò Zack, dirigendosi spedito in cucina.
- Ehy, giù le mani dal frigo! Guarda che non sei mica a casa tua!- esclamò Tifa, seguendolo.
- Come sei crudele, questi tre poveri Soldier hanno affrontato la furia dei capi della Shinra per venire a salutarti, e tu è così che li ringrazi?
- A me risulta che siate scappati, piuttosto… e non penso proprio che abbiate fatto tutta questa strada solo per venire da me…
- Oh, su questo ti sbagli, cara Tifa!- esclamò Zack, prendendo sottobraccio Cloud.
- E’ vero, siamo in missione (chiamiamola così), ma questo ragazzo qui moriva dalla voglia di vederti, così…
Tifa arrossì leggermente. - Davvero?
Cloud si sentì chiamare in causa e disse arrossendo:- B-bhè, mi sei mancata molto in questi anni, Tifa…
La ragazza arrossì voltando lo sguardo, il ragazzo idem; così cadde un silenzio imbarazzante.
- Allora, un paio di birre?- fece Zack.
- Zack!- esclamò Sephiroth.
- Vabbè dai, faccio io- disse Tifa, tirando fuori dal frigo tre birre.
- Eeeehy, sembra quasi che tu ti sia organizzata…- fece Zack accettando la bibita.
- Non dire sciocchezze…- disse Tifa, porgendogli la birra.
Cloud sorrise. Tifa aveva mentito spudoratamente…
- Su, festeggiamo!- gridò Zack, alzando il boccale di birra.
- Ehy, vedete di non ubriacarvi però, sennò dopo chi vi sente!- esclamò la ragazza.
-Mia cara ragazza, noi Soldier reggiamo benissimo l’alcool!- replicò Zack, bevendo d’un fiato.

- Un’altraaa!- esclamò Zack, ubriaco fradicio.
- Zack, ne hai già bevute otto!- esclamò Cloud.
- E allora? Seph shta a quota quindishi! Hic!- replicò il ragazzo.
- Shi, ma a differenza di te, non shono ancora ubriaco!- esclamò Sephiroth, che invece era completamente andato.
- Siete ubriachi tutti e due…- fece Tifa, guardando i due Soldier.
- Ah, shi? Allora facciamo a chi beve di più!- esclamò Zack, appoggiando il boccale vuoto affianco al suo comandante.
- Ci shto! Ma poi non dirmi che ti shenti male!- replicò Sephiroth, riempiendo il boccale.
- Fa impressione vedere il generale in quelle condizioni…- mormorò Cloud.
- Sono senza speranza…- fece Tifa.
Dopo poco gli amici crollarono a terra addormentati, dopo aver bevuto la quattordicesima birra per Zack e la ventesima per Sephiroth.
- Sentili quando si sveglieranno, che sbornia…- disse Tifa, non senza una nota di divertimento.
Cloud si mise a ridere immaginando la scena e Tifa gli sorrise.
- Era tanto che non ti vedevo ridere, sai?
- Bhè, credo di essere stato un po’ contagiato da Zack- sorrise lui.
Tifa si sedette accanto a Cloud, appoggiando la testa sulla sua spalla.
- Mi fa davvero piacere rivederti…quanti sono, tre anni che non ci vediamo?
- Già, più o meno…- rispose il ragazzo. - Come te la sei passata?
- Bene, bene!- esclamò Tifa. - Che credi, so cavarmela da sola! Però mi sei mancato molto, lo ammetto…
Cloud non potè trattenere un sorriso. Anche a lui faceva piacere rivedere Tifa dopo tanto tempo. Si sentiva così caldo con lei…
- Bhè, vado a preparare la cena. Immagino che quei due avranno fame quando si sveglieranno…- disse Tifa dopo un po’, alzandosi lentamente.
Cloud annuì e vide la ragazza avviarsi verso la cucina.
Poi il suo sguardo cadde sui suoi amici che dormivano beatamente a pancia in su sul tappeto.
Era la prima volta che Cloud vedeva Sephiroth ridotto in quel modo. Se l’avesse raccontato, non ci avrebbe creduto nessuno…

- Ehy Cloud, che ne dici di andare a farci un giro? - disse Zack, che si era svegliato da poco.
- Ma…un giro dove?- chiese il ragazzo.
- Ehy, devo smaltire questa sbornia tremenda… - gli disse Zack più sottovoce. - Seph, vuoi…
- No, grazie. Credo che rimarrò buono per un po’, ho ancora lo stomaco sottosopra- replicò l’uomo prima che gli fosse posta la domanda.
- Comunque, non metteteci troppo o la cena si raffredda. Ho cucinato io^^- disse Tifa.
- Oh, allora ci impegneremo a tornare più tardi possibile…- rispose Zack, avviandosi lentamente verso la porta.
- Zack!- esclamò Tifa, tirandogli un cuscino in piena faccia.
- Scherzavo, scherzavo…- si scusò lui.
Poi Zack uscì e accese la sua moto nera, caricandosi la sua Buster Sword sulle spalle.
- Dai Cloud, spicciati!
Cloud si diresse verso l’amico, ma Tifa lo trattenne un attimo.
- Ehm…aspetta- gli disse, porgendogli un pacchetto.
- C’è dentro la cena. Tanto immagino che tornerete tardi…
- Ah…Grazie, Tifa- sorrise Cloud, accettando il pacco.
Tifa arrossì leggermente, senza darlo a vedere, poi Cloud salì sulla moto insieme a Zack.
- Bhè, allora ci vediamo!- la salutò Zack con un mega sorriso.
Cloud la salutò sorridendo e lei li seguì con lo sguardo finchè non scomparvero dalla sua visuale.
- E tu cosa vuoi fare, Seph?- chiese la ragazza al generale.
Sephiroth non rispose subito, poi si avviò verso la porta di casa.
- Scusami, ma proprio non ho fame. Veramente vorrei controllare una cosa…

-Ehy Zack, hai la minima idea di dove andare?- gli chiese Cloud.
- Uhm…veramente no, ma intanto godiamoci la brezza, che ne dici?- rispose l’amico, sorridendo come sempre.
Detto questo accelerò a gran velocità e per poco Cloud non cadde dalla moto.
-Zack! Sta’ più attento, rallenta!- gli gridò Cloud, cominciando a sudare freddo.
- Cosa? Ma si, acceleriamo!!! - esclamò Zack esaltato, aumentando la velocità in modo spropositato.
- No, che hai capito?! Zack! RALLENTAAA!!!

- La prossima volta…che ti fai prendere la mano…in quel modo… ti affetto, hai capito?- mormorò Cloud, sedendosi a terra, ancora sottosopra.
- Ehh, è stato divertente!- disse Zack. - Mi sono sentito davvero libero! Sfrecciare per la strada deserta con il vento che ti scompiglia i …
- Divertente?!- esclamò Cloud, guardandolo con sguardo omicida.
- Eheh…è vero, tu non sei abituato a queste cose…- si scusò Zack.
- Si vede che la sbronza non ti è ancora passata del tutto…- fece Cloud.
Il ragazzo bruno si guardò intorno. Si trovavano in un prato vastissimo e deserto.
- Direi che abbiamo trovato il nostro “best place”- disse.
Zack si avvicinò alla moto e prese la sua Buster Sword lì posata.
- Che ne dici di allenarci un po’?- domandò all’amico.
Cloud sorrise e gli disse: - A quest’ora? E poi fino a quattro ore fa eri ubriaco fradicio!
- Eh, quello non è un problema! Dai, un duello veloce!
Cloud sospirò e si tirò in piedi, prendendo la spada.
- Stavolta ti batto, capito?- gli disse, mettendosi in posizione.
Zack alzò la Buster Sword e disse:- Vedremo.

- Mamma, che stanchezza!- esclamò Zack, crollando a terra.
Cloud si sedette sull’erba, col fiatone.
-Sei migliorato un bel po’, sai Cloud?
Il ragazzo lasciò cadere a terra la spada e sbuffò: - Non ancora da sconfiggerti, però…
Zack si tirò su e gli diede una pacca sulla spalla.
- Credo che anche migliorando non ce la faresti mai^^.
- Che modestia, eh?- disse Cloud.
Zack fece spallucce e prese un arancio dal sacchetto che aveva in tasca.
- Le ho prese in prestito dalla cucina di Tifa- spiegò facendo un morso.
Cloud sorrise e prese il pacchetto donatole dalla sua amica.
- Ehy, non vale! Perché a te ha fatto il pacchetto della cena?- esclamò Zack, vedendolo.
- Ma non dicevi che la sua cucina è terribile?- rise Cloud, aprendo il pacchetto.
- Tsk, non è questo il punto!- spiegò l’amico. - Se questo l’ ha preparato solo a te vuol dire che c’è sotto qualcosa.
Cloud divenne tutto rosso e si volse verso l’amico.
- Cosa dovrebbe esserci?!- esclamò.
Zack scosse la testa e disse:- E’ proprio vero che di donne tu non sai niente…
- Invece tu sei parecchio informato, eh?- replicò Cloud, sarcastico.
- Per tua informazione, il sottoscritto è già fidanzato! Ho un po’ di esperienza in questo campo- sorrise Zack, soddisfatto.
Cloud sospirò e diede un’occhiata al suo pranzo.
Frittata, wurstel e riso…quest’ultimo attirò la sua attenzione.
La salsa del riso era disposta a forma di cuoricino.
Cloud arrossì, senza però scomporsi.
Guardò quel cuore di salsa col batticuore, senza muoversi, come se anche un piccolo gesto potesse distruggerlo…
- Allora avevo ragione.
Cloud tornò alla realtà e si scansò di colpo, rosso come un peperone.
- Z-Zack…
- Visto? Il mio sesto senso non sbaglia!- esclamò trionfante l’amico, indicando il cuore di salsa.
- Che pensi di fare, Cloud?- gli domandò.
- Immagino che anche tu le voglia bene, è così?
Cloud arrossì, senza rispondere.
Zack ridacchiò, poi si rimise in piedi.
- Eh…dai, non fare il timido…su, torniamo a casa così le racconti tutto…
- M-ma raccontare cosa?!- esclamò Cloud, tirandosi su.
Zack gli rivolse uno sguardo come a dire “guarda che ti fai troppi problemi” e salì sulla moto.
Cloud sospirò e salì anche lui.
- Perché non ti preoccupi della tua, di ragazza?
Zack sorrise, mettendo in moto.
- E di che dovrei preoccuparmi? Lei mi adora.

La moto si avvicinava sempre di più a destinazione e tra poco Cloud e Zack sarebbero stati a Nibelheim.
- Preparati psicologicamente, novellino!- gli disse Zack.
Cloud gli rivolse uno sguardo esasperato. - Ma pensa a guid…
La frase gli morì in gola.
Dalla città in lontananza si stava alzando del denso fumo grigio, mentre il paesaggio andava man mano a colorarsi di rosso fuoco.
- Ma che diavolo..?!- esclamò Zack a quella vista.
Accelerò e si diresse più velocemente possibile verso la città.
Appena le furono davanti, i ragazzi rimasero pietrificati.
L’intera città era in fiamme.
Le case, i negozi, le persone…stava tutto bruciando.
Degli strani esseri neri vagavano per la città, assalendo le persone.
- Ma cosa è successo qui?- mormorò Zack, osservando il paesaggio.
Cloud non perse tempo e si lanciò tra le fiamme.
- Tifa!
- Aspetta, Cloud!- gli gridò Zack.
Fece per seguirlo, ma una figura non lontano attirò la sua attenzione.
Un uomo, dai capelli lunghi argentati, con la lunga spada insanguinata in mano.
- Sephiroth?!- esclamò Zack.
Il ragazzo corse verso il generale, col fiato in gola.
- Sephiroth!
L’uomo si voltò verso il ragazzo, con un’espressione che Zack non aveva mai visto sul suo viso.
Sadismo. Odio. Pazzia. Indescrivibile a parole.
- Seph, cos’è successo qui?- chiese Zack, temendo già la risposta.
L’uomo lo guardò in volto e leccò il sangue che scorreva lungo la sua Masamune.
- Niente. Ho fatto un po’ di pulizia- rispose calmo.
- Seph, ma che diavolo dici?- esclamò Zack, portando alla mano la Buster Sword. - Sei stato tu a fare questo?!
- Perché? Ho sbagliato, forse?- rispose Sephiroth, alzando la spada.
- Ho sbagliato a eliminare qualche indegno essere umano?
Zack alzò la Buster Sword davanti a sé.
- Cosa diavolo ti è preso, Sephiroth?! Non ti riconosco più! Che diamine…
- Gli esseri umani non sono degni di calpestare questa terra. Ora metterò tutto a posto…
Zack si lanciò contro Sephiroth, che parò l’attacco senza sforzo.
- Non dire scemenze! Ti rendi conto di ciò che fai?!
Sephiroth squadrò il ragazzo con occhi di ghiaccio.
- Stolto.

Cloud corse tra le fiamme, dirigendosi verso la casa dell’amica.
Quando finalmente arrivò, la trovò in fiamme.
- Tifa!!- gridò, buttando giù la porta.
Guardò dentro la casa, ma della ragazza neanche l’ombra. C’erano solo macerie e fiamme.
- Cloud!
Il ragazzo si girò. Un uomo stava correndo verso di lui.
- Cos’è successo qui? Dov’è Tifa?- gridò Cloud.
- E’ stato Sephiroth!- esclamò l’uomo. - E’ stato quel demonio a fare tutto questo!
Cloud restò paralizzato dalla risposta, poi gridò: - Non dire idiozie, non può essere!
- Invece è così!- esclamò il vecchio. - Quell’uomo ha bruciato la città e poi ha evocato quelle strane creature che hanno  cominciato a uccidere gli abitanti!
- Non può essere…- mormorò Cloud.
- Tifa è andata al reattore!
Cloud sembrò risvegliarsi a quell’affermazione.
- Al reattore Mako?- esclamò Cloud.
- Ma perché?
- Non lo so, ragazzo! Ma devi raggiungerla subito! Anche Sephiroth vuole andare là, la ucciderà sicuramente!
Senza perdere tempo, Cloud corse via.
Non capiva più niente… Perché Sephiroth aveva fatto una cosa del genere? Non era da lui! Assolutamente! Sephiroth non poteva essere cambiato così all’improvviso!
E Tifa…perché era andata al reattore?
Arrivò in piazza e si guardò intorno. Era tutto in fiamme ed era pieno di cadaveri a terra.
Provò una stretta al cuore a vedere la sua città natale ridotta così.
Alzò lo sguardo verso la scalinata che conduceva al reattore Mako: Sephiroth era lì, pronto ad entrare.
- Sephiroth!- gridò, correndo verso di lui.
Però non riuscì a muoversi. Il cuore gli si fermò.
A pochi passi da lui c’era Zack, a terra, in un lago di sangue.
- ZACK!!!
Cloud si lanciò immediatamente verso l’amico e si inginocchiò accanto a lui.
- Zack! Ehy! Rispondimi, Zack!
Cloud scosse lievemente il braccio del compagno, con gli occhi lucidi per la rabbia e l’angoscia.
Cosa diamine era successo?
Zack riaprì gli occhi e lentamente voltò lo sguardo verso Cloud.
Aveva il viso sporco di sangue, vari tagli e un grande squarcio alla pancia.
Cosa gli era successo mentre lui non c’era?
- Zack! Grazie a Dio! Come ti senti?- esclamò Cloud.
- Un… vero schifo…- mormorò l’amico.
- Ma che ti è successo?- chiese Cloud, osservando le ferite del ragazzo.
Zack tossì un paio di volte, poi sospirò e disse:- Sephiroth.
Sephiroth. Prima la città, e ora…come aveva potuto?
- Dannazione!- esclamò Cloud, battendo un pugno a terra.
Dannazione, dannazione… Cosa diavolo poteva fare ora?
- Ehy…- fece Zack rivolto all’amico - Seph è andato al reattore. Se non ti sbrighi, Tifa se la passerà male.
- Ma…come posso andarci, adesso?- ribattè Cloud.
- Non posso mica abbandonarti qui!
Zack sorrise, poi tossì forte, sputando sangue.
- Adesso non mi sembra il momento…di pensare a sciocchezze come questa…- disse, allungando la mano verso la sua Buster Sword.
- Devi andare a salvare Tifa.
Cloud scosse violentemente la testa, trattenendo le lacrime a stento.
Aveva voglia di piangere, di urlare…
Però non poteva.
- Tieni questa- disse Zack, porgendogli la sua spada.
- Trattala bene, ok?
Cloud guardò in faccia l’amico, poi afferrò la spada e si alzò.
Rimase un attimo fermo, stringendo l’impugnatura della spada.
Zack rimase a terra, mentre la pozza di sangue intorno a lui si allargava.
- Cazzo, fa un male cane…- mormorò, stringendo i denti.
- Ehy, Cloud...Fallo a pezzi.
Cloud annuì, poi chiuse gli occhi e si voltò, correndo verso il reattore, senza guardare indietro.

Spalancò la porta d’entrata e cominciò a salire in fretta le scale.
“Spero di essere ancora in tempo…”
Finalmente arrivò nella sala centrale.
Sephiroth era lì, insieme a Tifa.
- Tifa!- gridò Cloud, raggiungendoli.
- Cloud!- La ragazza era a pochi metri dal nemico e sembrava stesse nascondendo qualcosa.
Sephiroth si voltò verso Cloud, che aveva impugnato la Buster Sword.
- SEPHIROTH!- gridò lui, lanciandosi verso l’avversario.
L’uomo si voltò di scatto e parò l’attacco, facendo arretrare il ragazzo.
- Perché sei venuto qui al reattore?- gridò Cloud.
- Perché?- fece Sephiroth, voltandosi verso Tifa.
- Tu non sai cosa c’è qui, vero?
Cloud allentò la presa dell’arma, sorpreso.
- Cosa..?
Approfittando dello smarrimento del ragazzo, Sephiroth si lanciò verso di lui con uno scatto fulmineo.
Cloud se ne accorse troppo tardi e non fece in tempo a difendersi che la Masamune di Sephiroth gli aveva trapassato il petto.
- CLOUD!!! - gridò Tifa.
Sephiroth sfilò lentamente la Masamune dal corpo del ragazzo, che cadde a terra sanguinando copiosamente.
Gridò di dolore, sputando sangue, la Buster Sword poco lontano da lui.
- Voi umani siete davvero stupidi- commentò Sephiroth.
- Sei un mostro!- gridò Tifa. - Perché fai tutto questo?!
Sephiroth avanzò lentamente verso di lei, finchè non le fu davanti.
- Dovresti averlo capito- disse. - Voglio ciò che è nascosto qui. Ciò che tu stai proteggendo.
Cloud si mise a fatica in ginocchio, tenendosi la ferita sanguinante e osservò la scena senza riuscire a muoversi.
Poi Sephiroth alzò la Masamune contro la ragazza, che non accennava a muoversi.
- Tifa!- gridò Cloud.
La ragazza guardava Sephiroth dritto negli occhi, con sguardo determinato.
- Ma che ragazza coraggiosa…- fece Sephiroth - Ma prenderò lo stesso ciò che voglio.
Detto questo, trapassò la ragazza con la spada.
- NOOOOOOOOOOOO!!! - gridò Cloud con quanto fiato aveva in corpo.
Tifa cadde a terra con un tonfo e Sephiroth ruppe la teca di vetro dinnanzi a lui.
- Finalmente…- disse, osservando le dieci pietre splendere all’interno della teca.
- SEPHIROTH!
Senza preavviso, Cloud trafisse Sephiroth con la sua Buster Sword.
- Tu hai distrutto ogni cosa…hai incendiato il mio villaggio…hai ucciso Zack…e ora Tifa!
Colto alla sprovvista, l’uomo restò fermo, mentre Cloud riestraeva la spada dal corpo dell’avversario.
- Io ti rispettavo…e ti ammiravo, ma…
Sephiroth si rimise lentamente in piedi, mentre il sangue colava dalla ferita.
Fissò le dieci pietre davanti a lui, poi afferrò la Masamune.
- Non è ancora finita!
Sephiroth si lanciò contro Cloud con impeto e il ragazzo parò a fatica l’attacco.
Anche se era ferito mortalmente, l’avversario attaccava con forza e rabbia tali che Cloud non riusciva a tenergli testa.
La ferita gli faceva malissimo e aveva perso tantissimo sangue.
Con un colpo di spada, Sephiroth inchiodò Cloud a terra e gli puntò contro la Masamune.
- Il gioco è finito, ragazzino.
Improvvisamente, la teca con le dieci pietre emanò una luce fortissima, che abbagliò sia Cloud che Sephiroth.
- Ma…che diavolo..?- Sephiroth si coprì gli occhi con il braccio, accecato dall’immensa luce.
Poi una potente onda d’urto lo sbalzò da terra e lo fece precipitare nel vuoto.

Dopo poco, la luce finì. Cloud riaprì a fatica gli occhi e guardò la teca: le pietre non c’erano più.
Al loro posto c’era invece un grande buco nero.
Cloud si guardò intorno: anche Sephiroth era sparito.
Tentò di alzarsi, ma la ferita sprizzò sangue e lo costrinse a rimanere a terra.
Cloud guardò davanti a sé: anche se la vista gli si stava offuscando, riusciva ancora a distinguere la figura di Tifa distesa a terra.
Strisciò lentamente verso di lei, tenendosi la ferita che gli faceva sempre più male.
Si inginocchiò accanto a lei, privo di forze, e le accarezzò lentamente la guancia con la mano, ormai sporca di sangue.
- Tifa…- mormorò.
La ragazza lo guardò con gli occhi socchiusi e sorrise lievemente.
Una grande macchia di sangue le macchiava il petto.
- Cloud…
- Sei venuto ad aiutarmi…come mi avevi promesso…
- Sono arrivato troppo tardi…perdonami…- mormorò Cloud.
Tifa prese la mano del ragazzo e scosse la testa.
- No…ti ringrazio…
Tacque un istante, chiudendo gli occhi e sospirando, poi li riaprì.
- Quelle erano le dieci pietre. Immagino…che tu sappia cosa siano…vero?
Cloud annuì lentamente, fissando la ragazza.
- Hanno un enorme potere…finora sono state custodite qui…per questo la città è sempre stata così fiorente…- disse Tifa.
- Ora…sono sparite in dieci mondi diversi. Sephiroth le starà sicuramente cercando. Cloud…devi trovarle prima tu. Promettimelo…
- Te lo prometto…- disse Cloud, stringendo la mano della ragazza che sentiva sempre più debole.
- Quel portale…se lo attraversi…raggiungerai l’inizio del tuo viaggio…
Cloud strinse forte la sua mano, con gli occhi lucidi.
- Non sarai solo…Troverai altri Cavalieri della Luce, Cloud…
- Tifa…
La ragazza lo guardò con sguardo dolce, sfiorandogli il viso con la mano, mentre le lacrime presero a scenderle lungo le guance.
- Io avrei voluto restare sempre con te, Cloud…
Anche dagli occhi del ragazzo cominciarono a cadere lacrime.
Ora ne aveva il diritto.
Cercò di dirle qualcosa, ma non gli uscì la voce.
Tutto ciò che potè fare fu stringerle la mano, mentre vedeva la donna a cui teneva più di ogni altra cosa spegnersi davanti ai suoi occhi.
 
**********************************************************

Aeris rimase ferma in silenzio, finchè Cloud non ebbe finito di raccontare.
- Bhè, questo è quanto. Adesso sai tutto- disse il ragazzo, fissando il soffitto.
Aeris socchiuse gli occhi e guardò Cloud.
- Non lo immaginavo…mi dispiace…
Rimasero un po’ in silenzio, senza sapere cosa dire o fare.
Adesso Aeris si sentiva in colpa. Per avergli chiesto di raccontargli qualcosa di doloroso, e per quello che provava per lui.
- Io…mi dispiace.
Fu l’unica cosa che riuscì a dire.
Cloud fissò la ragazza accanto a lui, poi disse: - Per quanto possa essere doloroso, ormai è passato.
-Avevo deciso di non legarmi più a nessuno per paura di perdere ancora qualcuno di importante… Stavo reprimendo i miei sentimenti per paura di soffrire ancora.
Cloud guardò Aeris con un’espressione che lei non gli aveva mai visto in volto. Un’espressione molto dolce.
- Questo vale anche nei tuoi confronti.
Aeris si sentì battere forte il cuore. Non sapeva se era ciò che si aspettava di sentire da lui, ma era felice.
Aeris non era in grado di esprimere a parole ciò che provava, ma Cloud poteva capirlo dal suo sguardo.
Ora entrambi erano sicuri l’uno dei sentimenti dell’altra.
Cloud avvicinò il volto a quello di Aeris e la baciò, dolcemente, quel bacio che non aveva mai dato in vita sua.


 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


a

Rieccomi! Scusate il ritardo, ma ora che è ricominciata la scuola è una tragedia!XD Dragon89, sono contentissima che la fic ti piaccia! (L’avrò ripetuto un sacco di volte ormai, ma sono proprio contenta!^^)
Spero che continuerai a seguirla, ormai siamo quasi alla fine…

Final Fantasy Adventure
Capitolo 12

 

Sephiroth uscì finalmente dal bosco e si diresse in città.
Era un po’ confuso: la ragazza che aveva incontrato il giorno prima lo aveva perplesso.
Bella, gentile… ma ciò che veramente lo aveva colpito è che non aveva avuto paura di lui. Al contrario, l’aveva avvicinato e soccorso di sua iniziativa.
Curioso.
Lui, l’angelo della morte, aveva sempre suscitato un senso di terrore e odio in chi incontrava.
Con Rinoa non era stato così.
“Se avesse saputo chi sono, sarebbe scappata senza esitazione” pensò.
Scosse la testa, come a cancellare quei pensieri.
Perché ci pensava? Cosa gliene importava, dopotutto?
Niente. Un bel niente.
Tanto, non l’avrebbe neanche mai più rivista.
Mentre era perso nei suoi pensieri, si ritrovò nella piazza della città.
Tanto era assorto in quelle riflessioni che non si era accorto di aver proseguito così tanto.
Tra l’altro c’era un sacco di gente. Doveva esserci una qualche festa popolare, o qualcosa di simile, perché c’erano addobbi e gente allegra per tutta la via.
Cavolo.
Perché diavolo era venuto lì?
- Oh, chi si rivede!
Sephiroth si fermò. Quella voce gli era familiare.
“ No dai, non è possibile…” pensò, girandosi verso chi gli aveva rivolto la parola.
Non si sorprese più di tanto. In un certo senso se l’aspettava.
- Sephiroth, vero?- disse la ragazza.
- E tu sei Rinoa.
La ragazza gli sorrise, come compiaciuta che avesse ricordato il suo nome.
Sephiroth sospirò. In effetti lei gli aveva detto che abitava in quella città, quindi era ovvio che lì l’avrebbe rincontrata…
Un lampo passò per la mente di Sephiroth, mentre ci ripensava.
“ No…questo non c’entra niente” si disse.
- Anche tu qui per la festa, eh?
La voce di Rinoa lo riportò alla realtà.
- Come?
- Per la festa del paese. Anche se in realtà non credevo che tu fossi quel genere di persona…- disse Rinoa, voltandosi a guardare la piazza brulicante di gente.
- Infatti non sono qui per questo.
Detto ciò, Sephiroth voltò le spalle alla ragazza e fece per allontanarsi, ma Rinoa lo prese per un braccio.
- Cosa vuoi?- esclamò lui, seccato.
- Bhè, tanto ormai sei qui…- disse lei - …perché non resti?


Leon e Kairi erano seduti sulla panchina fuori dall’ospedale dov’erano Aeris e Cloud, mentre Tidus era andato in giro a guadagnare qualche informazione e qualche soldo, per evenienze future.
- Aeris è lì da un po’, eh?- fece Kairi.
- Già…- rispose Leon.
I due rimasero in silenzio.
Leon non era dell’umore giusto per parlare.
Prima di tutto, Cloud era stato ferito a morte e per poco non ci lasciava le penne; in più non era stato in grado di evitare che Yuffie prendesse la pietra, senza contare che la situazione con lei si era chiusa nel modo peggiore.
Ok, erano nemici, ma non voleva ferirla così.
La cosa peggiore era che al momento neanche lui era sicuro dei suoi veri sentimenti.
A Yuffie aveva risposto così per via di Kairi? Ma lui l’amava davvero?
Il suo legame con lei finora era stato in qualche modo solo fraterno e probabilmente anche lei la pensava così. Leon con lei stava bene, ma non riusciva a fare del tutto chiarezza su quello che provava veramente.
Se le avesse confessato qualcosa come l’essere innamorato di lei, avrebbe potuto perdere quel legame che finora li aveva uniti?
A questo punto, era meglio lasciare le cose come stavano.
Kairi voltò lo sguardo verso il ragazzo seduto accanto a lei, poi tornò a fissare il pavimento.
Evidentemente Leon era giù di morale.
Che gli fosse successo qualcosa mentre erano stati separati in quella grotta?
Fissò il volto del ragazzo, che evidentemente aveva altro a cui pensare che badare a lei.
Kairi arrossì lievemente.
Forse si era innamorata di lui fin dal loro primo incontro.
Sarà stato l’aver incontrato qualcuno dopo tanto tempo…
Adorava il suoi capelli, castani e lucenti, lisci e morbidi… amava i suoi occhi, verdi e profondi, nei quali si era sempre persa senza che lui se ne accorgesse. E la sua pelle, chiara come la neve…
Amava tutto di lui. Quando parlava con lui, quando scherzavano, anche quando si arrabbiava… lui le piaceva molto.
Ma lui non la ricambiava. Era senz’altro così.
In fondo, forse per Leon lei non era altro che una ragazzina…
Ma dopotutto, a Kairi bastava poter stare accanto a lui, anche se non nel modo che avrebbe voluto lei.
Lo scricchiolio della porta destò entrambi dai loro pensieri.
Aeris uscì, insieme a Cloud.
- Cloud, come stai?- chiese Kairi.
- Come nuovo. Aeris mi ha aiutato con la sua magia- rispose il ragazzo, guardando Aeris.
Lei gli sorrise dolcemente.
“ Cos’è questa strana atmosfera? ” pensò Leon perplesso.
“ Che è successo mentre erano là dentro? ”
- A proposito, Tidus ancora non è tornato?- chiese Aeris.
- Eccomi!!
I quattro si voltarono verso il ragazzo, che li aveva appena raggiunti.
- Trovato niente?- chiese Cloud.
- Bhè, intanto ho guadagnato qualcosa…- iniziò Tidus - Poi ho saputo che in questa città c’è un santuario.
- Davvero?- esclamò Leon.
- Si. Ma è parecchio lontano da qui ed è molto antico.
- Ok, allora andiamo!- esclamò Aeris.
I ragazzi si avviarono, ma prima che Tidus li seguisse Kairi gli chiese: - Come hai fatto a guadagnare?
- Ah, no niente…- rispose Tidus - ho soltanto dato una mano per organizzare una festa…


- Ho detto di no!- esclamò Sephiroth, scocciato.
- Guarda che non devi essere timido!- lo rassicurò Rinoa.
- Non ci siamo capiti: io odio le feste.
- Dai, non preoccuparti- disse Rinoa, prendendolo sottobraccio.
Sephiroth non sapeva più che risponderle; stava per arrabbiarsi, quando una voce parlò dall’altoparlante.
- Bene, la festa può iniziare! Prendete il vostro compagno o compagna e… via con le danze!
Una musichetta cominciò ad alzarsi per la piazza, mentre le persone cominciarono a ballare.
- Io me ne vado- disse Sephiroth voltandosi, ma venne urtato da una coppia danzante e finì addosso a Rinoa.
- Credo sia meglio se ci muoviamo anche noi…- bisbigliò Rinoa, visto che erano rimasti al centro della piazza tra le persone che ballavano.
Rinoa gli porse imbarazzata la mano, in attesa che lui la prendesse.
- Tutto questo è ridicolo- disse Sephiroth lievemente rosso, ma fu spinto avanti ancora una volta e fu costretto a prendere la mano della ragazza.
- Ti avverto però, non so come si fa- disse, mentre cingeva la vita di Rinoa col braccio.
- Non importa, anche per me è la prima volta- disse Rinoa, imbarazzata.
Sephiroth mosse avanti un piede e Rinoa seguì i suoi passi, cercando entrambi di mantenere il ritmo.
- Ahi!- esclamò Rinoa.
- S-scusa - rispose Sephiroth, spostando il piede.
Maledizione… ma chi glielo aveva fatto fare? C’erano altre soluzioni… Poteva farsi largo tra la folla con la Masamune ed andarsene indisturbato…o meglio ancora, poteva distruggere direttamente la città, perché no?
E allora perché, tra tutti i modi possibili, aveva scelto il più patetico?
- Ehy, ci stiamo prendendo la mano, non trovi?- fece Rinoa.
- Già…pare di si…- annuì lui, guardando i loro piedi muoversi come da soli.
Pian piano presero confidenza coi passi, uno due, uno due…
Sephiroth fece girare Rinoa intorno a lui e lei gli sorrise, battendo le mani e prendendolo sottobraccio, a ritmo di musica, per poi fermarsi schiena contro schiena quando la musica finì. Ci furono gli applausi generali e anche Rinoa battè le mani felice.
- Ehy, balli niente male, sai?- sorrise voltandosi.
Però Sephiroth non c’era più.
- Sephiroth?- lo chiamò.
Avanzò un po’ e lo vide, se ne stava andando.
- Ehy, Sephiroth…- disse lei, raggiungendolo.
- Non mi sono mai vergognato tanto in vita mia- disse senza smettere di camminare, rosso in viso.
Rinoa sorrise.
Un sorriso così bello.
Sephiroth non potè fare a meno di guardarla.
Quella ragazza lo aveva fatto partecipare ad un ballo.
Non l’aveva mai fatto in vita sua.
A parte…quando era ancora nell’esercito…
Era certamente cambiato dopo quell’episodio a Nibelheim.
In modo indelebile.
Eppure…ora gli sembrava di essere tornato quello di un tempo. Ragionava anche come il vecchio Sephiroth…
Perché?
In fondo, ormai non era più lui…
- Tu non stai sorridendo a me…
Il sorriso di Rinoa svanì lentamente.
- Sephiroth?
Fece per prendergli il braccio, ma lui la allontanò e corse via.
- Sephiroth!- gridò lei, mentre l’uomo spariva dalla sua vista.
Sephiroth corse, più veloce che poteva.
La sentiva ancora, quella sgradevole sensazione.
Aveva il mal di testa.
E voglia di distruggere tutto.


- Il posto dovrebbe essere questo- disse Tidus.
I ragazzi erano davanti ad una grande costruzione di pietra, con un’enorme porta davanti.
- Siamo piuttosto lontani dalla città- notò Leon.
- A quanto pare gli abitanti venerano questo santuario e vengono qui a pregare. Non sono mai entrati, anche perché la porta è bloccata- spiegò Tidus.
- Bhè, noi siamo in grado di aprirla- disse Aeris.
- Si, ma…- disse Tidus.
Improvvisamente si alzò un forte vento; la terra tremò leggermente e da una frattura nel terreno emerse un’enorme creatura di pietra.
-…è un santuario sorvegliato- concluse Tidus.
- Bhè, allora dobbiamo solo sconfiggerlo - disse Leon.
- Bene, all’attacco!- esclamò Kairi.
La ragazza afferrò il ciondolo e chiamò Valfore.
- Quanta energia…- fece Leon.
Kairi arrossì e si rivolse a lui un po’ imbarazzata: - Scusate…ho sbagliato?
- Certo che no- disse Cloud, estraendo la spada, come Leon e Tidus.
- Firaga!- esclamò Aeris.
La magia colpì in pieno la creatura, che arretrò di qualche passo.
Cloud si lanciò all’attacco, colpendo i piedi del golem, esattamente come fece Leon.
Attaccato sui suoi mezzi d’appoggio, il mostro perse l’equilibrio, e con una potente testata di Valfore, cadde a terra con un tonfo sonoro, sollevando un gran polverone.
- Non ditemi che l’abbiamo già battuto…- disse Tidus.
- Sembra k.o. - fece Leon, avvicinandosi con cautela.
Ma la creatura riaprì improvvisamente gli occhi e con velocità incredibile, con una manata sbattè Leon a terra.
- Leon!- gridò Kairi.
Intanto, la creatura atterrò Valfore con un possente pugno e l’animale, esausto, tornò nel ciondolo sotto gli occhi preoccupati di Kairi.
Tidus si lanciò all’attacco, seguito da Cloud, ma per quanto potenti le loro spade avevano poco effetto sulla pietra.
Kairi e Aeris si avvicinarono a Leon, aiutandolo ad alzarsi.
- Tutto ok?- chiese Aeris.
- Si, più o meno…- rispose il ragazzo, tenendosi la testa.
Aeris tornò a osservare il combattimento.
I due ragazzi erano forti, ma le loro armi non erano efficaci.
Inoltre, la battaglia cominciava a farsi faticosa.
- Dannazione…Blizzaga!- gridò, gelando immediatamente il braccio del mostro.
La creatura di pietra abbassò subito il braccio congelato, fattosi pesante ed essendo incapace di muoverlo; ma questo non bastò certo a fermarlo.
- I nostri attacchi non lo scalfiscono…- mormorò Kairi.
- E’ tutto inutile…- fece Aeris. - Il ghiaccio potrebbe immobilizzarlo, ma io non sono in grado di fare più di questo…
Kairi guardò il volto teso dell’amica, poi la battaglia.
La lama non sortiva effetto sulla pietra e Cloud e Tidus ormai erano stanchi.
Quella battaglia era del tutto inutile e stava andando per le lunghe.
Ma non c’era modo di uscirne…Cosa potevano fare?
Poi le venne un’idea.
Non era sicura che funzionasse, ma tanto ormai non c’era scelta.
Si alzò in piedi ed afferrò con decisione il ciondolo tra i due pollici.
- Kairi, che vuoi fare?- le chiese Leon.
- Non so se riuscirai a richiamare Valfore, mi sembrava messo male- disse Aeris.
- Non chiamerò Valfore - rispose Kairi.
Non era sicura di quello che stava facendo. Chi diceva che fosse in grado di evocare qualcos’altro, oltre a Valfore?
Tuttavia, tentare non nuoce.
La ragazza chiuse gli occhi e si concentrò.
All’inizio non sentiva niente, solo i rumori della battaglia lì vicino.
Poi pian piano la sua mente si estraniò dal mondo esterno, e sulle sue labbra affiorò un nome…
- SHIVA!!! - gridò Kairi, aprendo gli occhi.
Attorno a lei si creò un turbine di vento freddo, poi dietro di lei apparvero tre stalattiti di ghiaccio, che andarono in frantumi.
E sotto gli occhi stupiti dei compagni, fece la sua apparizione una donna di ghiaccio, dai lunghi capelli blu e la pelle azzurra.
“ Ci sono riuscita davvero…” pensò Kairi, osservando ancora incredula la figura davanti a sé.
Tutti restarono stupefatti, compreso il mostro di pietra, che rimase lì imbambolato non aspettandosi una simile mossa.
- Forza, ora Kairi!- la incitò Aeris.
- Si!- esclamò la ragazza.
- Vai, Shiva! Diamanpolvere!!!
La donna annuì e alzò le braccia, caricando l’energia; poi, scagliò contro l’avversario un potente fascio di ghiaccio, che lo congelò completamente.
Infine, allo schioccare delle sue dita, il mostro andò in frantumi.
- Wow!- esplose Tidus.
Shiva scomparve elegantemente tra fiocchi di neve, tornando nel ciondolo.
Kairi sorrise entusiasta, ma si inginocchiò a terra, stanca.
- Ehy, tutto ok?- le chiese Leon.
- Si, si- rispose lei sorridendo - era molto forte, perciò mi sono sforzata un po’… però è tutto ok.
Il ragazzo la aiutò a rialzarsi e Cloud e Tidus li raggiunsero.
- Tu non finisci mai di stupire - le disse Cloud, sorridendo.
Leon lo guardò strano. Ehy, Cloud sorrideva! Voltò lo sguardo verso Aeris: come pensava, stava guardando Cloud con un’espressione stranamente dolce!
Naturalmente era felice che quei due andassero d’accordo, ma un tremendo dubbio stava invadendo la sua mente…
- Bene, ora entriamo!- esclamò Tidus, avviandosi verso la porta con le ragazze.
Cloud fece per seguirle, ma Leon lo trattenne un attimo.
- E’ successo qualcosa?- chiese Cloud.
- Senti scusa, ma a questo punto non posso fare altro che chiedertelo…- fece Leon, imbarazzato ma deciso.
- Tu e Aeris l’avete fatto?
Cloud rimase in silenzio, come a ripetersi mentalmente la frase per essere sicuro di aver capito bene, poi arrossì violentemente.
- M-ma che…che cavolo di domande..?
- E’ un no?- fece Leon.
- C-certo che è un no!- esclamò Cloud, rosso fino alla punta delle orecchie.
Leon tirò un sospiro di sollievo, poi tornò a rivolgersi all’amico:- Scusa, in qualità di fratello dovevo chiedertelo…
- E… come mai così all’improvviso?- fece Cloud, che stava lentamente tornando del suo colorito normale.
- No, perché… da quando è stata in quella stanza da sola con te è molto più dolce e sorride sempre…hai cominciato a sorridere pure tu…ho pensato che…- si scusò Leon.
Cloud sorrise.
- No, no… diciamo che abbiamo solo sistemato le cose…
- Capisco…- disse Leon, comprensivo.
- Però scommetto che l’ hai baciata, vero?
- Basta con questi discorsi!- esclamò Cloud.
- Ok, ok…- rise Leon, entrando nel santuario con gli altri.
Camminarono lungo il corridoio buio, poi arrivarono ad una sala: una lucente pietra bianca splendeva al centro.
I ragazzi si fermarono, lasciando andare avanti Cloud.
- Coraggio…- gli sussurrò dolcemente Aeris.
Cloud le sorrise e con un gesto deciso, prese la pietra.
Adesso l’aveva anche lui.


Rinoa corse per tutta la via, ma senza risultato.
Abbassò lo sguardo, dispiaciuta.
Ora che finalmente l’aveva rincontrato…
Soprattutto era rimasta stupita da ciò che aveva detto prima di correre via.
Quello non era il suo tono. Non sembrava neanche la sua voce…
Poi d’un tratto vide sbucare qualcosa da dietro una cassa.
Rinoa si avvicinò: era una creaturina piccola e nera, con degli occhi gialli e due antenne…
Non ebbe il tempo di formulare un pensiero, che dietro di lei sentì il frastuono di un’esplosione.
Si alzò un gran polverone e lei si girò per vedere cos’era stato: al centro della piazza c’era un enorme voragine e dei corpi carbonizzati lì vicino.
Rinoa osservò inorridita lo spettacolo, senza che le uscisse la voce, quando arrivò un’altra esplosione, più forte e più vicina.
La ragazza si inginocchiò a terra tenendosi la testa e guardandosi intorno.
La gente scappava terrorizzata, mentre il fuoco si espandeva.
Si fecero strada tra le fiamme delle creature nere, come quella che aveva appena visto. Cosa diavolo erano?
Quelle creature inseguivano gli uomini e saltavano loro addosso, attaccandole.
Rinoa vide un uomo scomparire, mentre la creatura accanto a lui divorava una luce uscita dal suo corpo.
- Ma cosa sta succedendo? Cosa sono quelli?- si ritrovò a gridare, senza che nessuno potesse sentirla nella confusione generale.


Sephiroth camminava al centro della piazza, mentre gli uomini scappavano terrorizzati da ogni dove.
Fissò a terra le decorazioni della festa, ormai distrutte.
- Aiuto!
Un uomo cadde addosso a lui, disperato.
- Ehy, tu! Scappa subito, qui sta bruciando tutto!
Sephiroth lo guardò negli occhi, poi, con freddezza, sfilò la Masamune e lo uccise seduta stante, senza una parola.
Il suo viso si sporcò di sangue.
Fissò con i suoi occhi glaciali il cadavere a terra, in un lago di sangue.
Perché si soffermava su quel corpo? Era abituato alla morte e ai cadaveri, no?
Avanzò, mentre sentiva un senso come di angoscia pervadergli il corpo.
Cosa stava facendo? E perché?

Bhè, in fondo…non era quello che aveva sempre fatto? Si era forse mai chiesto il perché? Sentiva di doverlo fare e basta.
Alzò meccanicamente un braccio, trapassando una donna che stava correndo da quella parte.
Sentì il rumore della carne che veniva perforata dalla lama e il rumore del sangue che colava, lento, mentre il corpo si accasciava a terra con un tonfo.
Abbassò la spada e osservò lo sguardo della donna a terra, velato dalla morte.
Una donna così bella e giovane…e la sua vita era terminata in un istante.
E’ proprio fragile la vita di un essere umano…
Passò lo sguardo dagli occhi della donna alla ferita mortale che la sua Masamune le aveva inferto.
Sangue. Dappertutto.
Tolse di scatto lo sguardo, il respiro affannato.
Che idiozia… Sei abituato al sangue, no?
Continuò ad avanzare, mentre la città cadeva.
Lulu e Auron avevano davvero classe in queste cose.
Avanzò, passo dopo passo.
Dove doveva andare?
Ormai era come se il suo corpo si muovesse da solo.
Era stanco, ma le sue gambe sembravano non voler ascoltare la sua mente.
Altre persone passarono accanto a lui.
No, non gli importava. Avrebbe continuato a camminare senza pensarci. Cosa gli importava di quegli sconosciuti? Perché…
Riaprì gli occhi. Quando li aveva chiusi?
Sentì del liquido caldo sulla guancia.
Alzò il braccio, come in trance, e si sfiorò la pelle.
La sua mano era scarlatta.
Guardò a terra: un lago di sangue, altri tre corpi senza vita.
Era stato lui..? No… Quando..?
Mentre ancora stava ragionando, i suoi piedi cominciarono a muoversi.
Credeva di impazzire.
Cosa stava succedendo? Non capiva più niente…
Cercò di fermarsi, ma non ci riuscì.
Il suo corpo non rispondeva più ai comandi.
COSA DIAVOLO SUCCEDE?!
La sua spada tranciò un'altra vita.
Basta…
Alzò la spada un’altra volta, trafiggendo un uomo a terra.
Non voglio…
Vide una donna inginocchiata, la caviglia sanguinante. Avanzò verso di lei.
No…aspetta…
No, non aspetto niente.
Sephiroth voleva urlare, riprendere il controllo di sé.
Ma la voce non gli uscì, e la lama compì il suo dovere inesorabilmente e senza pietà.
Sephiroth riprese il suo massacro, ma il suo sguardo fissava ancora quel corpo a terra…quella vita che lui aveva troncato…
Perché era successo di nuovo?
Quel giorno, a Nibelheim, aveva perso totalmente la ragione.
Non conosceva il motivo, o più semplicemente non lo ricordava, ma dal quel giorno non fu più lo stesso.
Era come se quel giorno si fosse addormentato, e qualcun altro avesse preso il suo posto.
Non aveva il controllo sul proprio corpo ma, anche se molto raramente, era cosciente di ciò che faceva.
Aveva ricominciato a vivere solo quel giorno.
Solo dopo quello scontro con lui.
Si era svegliato solo in quel bosco…
Il dolore che provava in quel momento gli stava lacerando quel poco di anima che gli era rimasta.
Ne aveva bisogno.
Voleva vederla.
Voleva smettere quel massacro di cui non capiva la ragione…
Voleva tornare indietro…
A quella mattina…
Anche se rifiutava di ammetterlo, aveva capito di aver bisogno di lei sin da quando l’aveva conosciuta…
Voleva vederla…
“RINOA!!!”


Lulu era seduta comodamente su un palo della luce, mentre la situazione degenerava;  scagliò una magia di fuoco contro un edificio, che si frantumò a terra, uccidendo varie persone.
- Uhuhuh… guardali, come corrono spaventati…- sghignazzò, osservando lo spettacolo di terrore sotto di lei.
Vide Auron poco distante da lei, che la raggiunse subito.
- Ti stai divertendo?- chiese l’uomo.
- Da morire…- rispose lei, lanciando un’altra palla di fuoco tra la folla che gridava e spintonava.
- E le nostre “creaturine”?- chiese divertito Auron.
- Oh si, fanno progressi - commentò Lulu, osservando un essere nero che, dopo aver mangiato la luce di un uomo, era diventato più grande.
- Già…- fece Auron.
- E la pietra?
Lulu accavallò le gambe, sporgendosi in avanti.
- Mah…credo che ormai l’abbiano presa.
- Capisco- disse Auron.
- Dopotutto, oggi non siamo qui per questo, giusto?
Lulu sghignazzò.
- Giusto.
Auron scese dal lampione e domandò alla compagna: - A proposito… sai dov’è Sephiroth?
Lulu si fece più seria e gli rispose, guardando in basso:- Non lo so. Credo da qualche parte a fare strage.
- Già, naturalmente- rispose Auron, per poi sparire.
Lulu guardò annoiata la gente sotto di lei.
Erano in trappola, tra le fiamme, che spingevano tra loro per trovare una via di fuga.
Patetici.
Piuttosto era preoccupata per Sephiroth.
Naturalmente non preoccupata per lui, ma per quanti danni avrebbe fatto e soprattutto perché doveva tenerlo d’occhio.
Scese anche lei, per cambiare postazione.
D’un tratto vide una ragazza correre lontano.
La ragazza che quella mattina aveva visto con Sephiroth.
- Ma guarda…- fece divertita, avvicinandosi.


Rinoa osservò davanti a sé il terribile spettacolo: una decina di persone intrappolate dal fuoco senza vie di fuga, condannate a una morte lenta e dolorosa.
La ragazza provò una forte stretta al cuore, ma non poteva fare nulla per loro.
Cercò con lo sguardo qualunque cosa, un estintore, ma niente.
Non potè fare altro che distogliere lo sguardo e correre via, mentre gli occhi le si inumidivano.
Sephiroth…dov’era?
Aveva voglia di gridare il suo nome, ma una donna si parò davanti a lei.
- Ciao, ragazzina.


Sephiroth si fermò, finalmente.
Ormai aveva terminato il suo compito.
L’intera città era distrutta e degli abitanti non c’era più traccia.
Gettò uno sguardo alle macerie di quella che fino a poche ore prima era una bella e allegra città.
Sephiroth gettò a terra la Masamune e alzò la testa, chiudendo gli occhi.
E adesso?
Bene, hai un’altra città sulla coscienza. Sei contento?
Non era contento.
Una parte di lui sicuramente era soddisfatta, ma lui no.
Si sentiva male.
E si sentiva perso.
Ad un tratto gli sembrò di sentire una voce familiare e si girò.
Ah, era Lulu.
Fece per camminare verso di lei, quando noto l’altra persona che c’era con lei.
Il suo cuore mancò di un battito.


- Chi sei tu?- chiese Rinoa alla sconosciuta, indietreggiando.
- Che domanda stupida. A cosa ti servirà saperlo?- fece Lulu alzando il braccio, pronta ad usare la magia.
Rinoa restò immobile.
Era arrivata anche la sua ora, dunque?
No, non adesso.
Non voleva…
Prima avrebbe almeno voluto rivederlo.
Ballare un ultimo ballo con lui.
E…
Ma perché ci pensava?
Chiuse gli occhi.
In fondo, ormai non aveva più importanza.

Cloud e gli altri tornarono in città, trovandola devastata.
Era tutto bruciato ormai. Non c’era più anima viva.
- Cosa è successo..?- fece Kairi con un filo di voce, gli occhi lucidi.
Leon osservò il triste paesaggio che aveva davanti, poi distolse lo sguardo.
Come potevano quelli agire con così tanta crudeltà?
Tidus notò una creatura nera scappare via, una di quelle che avevano visto anche nei mondi precedenti.
- Ma quello…
- Quello è un heartless- disse Cloud.
- Heartless?- fecero tutti.
Cloud si voltò verso di loro.
- Io non ne so molto, non credevo esistessero veramente…ma ora sono certo che siano loro. A quanto pare sono stati creati tempo fa, in un altro mondo, non so da chi.
Però so che sono delle creature di tenebra che si cibano dei cuori delle persone.
- Dei cuori delle persone?- fece Kairi.
- Erano le creature che sono apparse anche a Nibelheim, vero?- disse Aeris a Cloud.
Il ragazzo annuì.
- E anche a Zanarkand, e in altri mondi.
- Mi chiedo se abbiano a che fare con Sephiroth e gli altri…- mormorò Leon.
- Sicuramente è così- rispose Cloud.
- Anche se non capisco il nesso.
Aeris rimase un po’ in silenzio, poi disse: - A proposito… Con questa, abbiamo raccolto tutte le pietre.
Il gruppo annuì.
- Già, ma adesso?- fece Leon.
- Non le abbiamo neanche tutte noi…- osservò Tidus.
- Non lo so- disse Cloud.
- Non so proprio cosa dovrebbe succedere…
Tidus si voltò verso la grotta da cui erano appena usciti.
- Ragazzi…- disse ai compagni, stupito.
Tutti si girarono, rimanendo di stucco.
Davanti alla grotta, era apparso un portale.
- Un altro?- fece Aeris.
- Come mai?
- Di certo non ci sono altre pietre…- disse Leon.
Cloud si avvicinò al portale, poi si voltò verso gli altri.
- Se è apparso un altro portale sono sicuro che c’è un motivo preciso. Non ci resta che andare.
I ragazzi annuirono e insieme attraversarono il portale.

I raggi del sole filtrarono dalla finestra, annunciando l’alba.
Rinoa aprì lentamente gli occhi, svegliata dalla luce.
Si mise a sedere stropicciandosi gli occhi, per poi guardarsi intorno: si trovava in una stanza, su un letto morbido.
Ma come ci era finita lì?
“Ah, già… la città… quella donna stava per uccidermi e…”
E poi cosa?
Presa da un dubbio, si voltò di scatto.
Sephiroth era vicino a lei, di spalle.
- Allora sei stato tu…- disse Rinoa, felice.
- Ti ringrazio…
- Non devi ringraziarmi- rispose Sephiroth, sempre senza voltarsi.
- Ma…- Rinoa non terminò la frase, si accorse della spada insanguinata di Sephiroth appoggiata al muro.
- Mi dispiace- disse lui.
Rinoa guardò l’arma poi l’uomo davanti a sé, poi abbassò lo sguardo, stringendo a sé il lenzuolo.
Sephiroth si voltò verso di lei, titubante.
- Hai paura di me?
Rinoa non rispose.
Lui si avvicinò a lei, temendo la sua risposta, ma ciononostante aspettandola ansioso.
Non la guardò negli occhi.
Anzi, fu lui a chiudere gli occhi.
In quel momento non riusciva ad affrontarla.
Una ragazza così dolce, e lui le aveva portato via tutto.
Sentì qualcosa di morbido sulle labbra.
Aprì gli occhi, preso alla sprovvista.
Rinoa gli aveva appena regalato un bacio.
Sephiroth si concesse di guardarla: quel suo viso così dolce, seppur in quel momento bagnato di lacrime, gli stava sorridendo.
Non stava fuggendo da lui.
Gli aveva dato la sua risposta.
Sephiroth sentì il cuore battergli forte, si sentì caldo e confortato.
Si avvicinò a lei, posando le labbra sulle sue in un altro dolce bacio.
Rinoa non smise di piangere, ma lo abbracciò forte, continuando a baciarlo, mentre si ristendevano sul letto.
Quante emozioni nuove era in grado di fargli provare, quella ragazza?
Non finiva di stupirsene.
Staccò dolcemente le labbra dalle sue, incontrando il suo sorriso.
“Sei bellissima” pensò questo, ma non riuscì a dirglielo.
Lei sorrise, come avendo capito tutto dalla sua espressione, mentre le lacrime le si asciugavano ma gli occhi le rimanevano lucidi.
Gli cinse il collo con le braccia, tirandolo a sé e baciandolo di nuovo.
Da quando lo aveva incontrato non aveva fatto altro che pensare a lui.
Come se avesse vissuto fino a quel momento solo per incontrarlo.
Sephiroth le sbottonò la camicia, sfiorando la sua pelle delicata e morbida.
In quel momento si sentiva vivo, davvero vivo.
Era avvolto da un’emozione che non aveva mai provato prima, ma che in quel momento gli sembrava di conoscere molto bene: amore.
Amore per quella ragazza così dolce, che lo aveva curato in quel bosco.
Amore per quella ragazza gentile e imbarazzata, che lo aveva invitato a ballare in piazza.
Amore per quella ragazza che non era scappata, ma lo aveva baciato, che lo faceva sentire felice, sicuro, caldo, vivo, amato…
Rinoa lo aveva separato dal mondo a cui ormai lui si era rassegnato, mostrandogli un’altra strada e un’altra speranza.
E mentre la baciava con passione, si rese conto che niente era più importante di lei.

 

 


Spero di cuore che non siate rimasti scandalizzati da questo pairing… Io ce li vedo molto carini insieme^^ (naturalmente io resto SquallxRinoa convinta).
Mi sa che questo cap. è stato un po’ macabro… E mi sa che Lulu l’ ho fatta tanto Lust…(chi vede Fullmetal alchemist intendaXD).
Comunque, spero vi sia piaciuto!


 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


a

Perdonatemiiii!!!!!! Scusatemi, scusatemi! Non sono morta, è che ultimamente me ne sono capitate di tutti i colori! Prima è ricominciata la scuola, con compiti e roba varia, poi mi è partito il computer e l’ho dovuto ricomprare…
Perdonate il ritardo cronico! ><
Adesso cercherò di aggiornare presto dato che ci sono le vacanze ( anche perché ormai la storia è agli sgoccioli).
Allora: ringrazio come sempre Giodan e Dragon89 per i commenti, e grazie anche a Keu93 e Yo91, lietissima di sapere che la fic vi piaccia!( Sono tanto contenta!) Spero di non deludervi …
Beh, ho parlato anche troppo, buona lettura!^^

 


Final Fantasy Adventure
Capitolo 13

 

- Credo che Sephiroth non tornerà più- disse Lulu, appoggiata al muro della stanza buia.
- Già- concordò Auron.
- Ma in fondo, c’era da aspettarselo.
Lulu sospirò, poi raggiunse l’uomo.
- Dove sono Riku e Yuffie?
- Mah…- fece Auron - credo abbiano dei problemi da risolvere.
Si voltò, notando un’espressione tesa sul volto della donna.
- Ehy…non c’è bisogno di essere così tesi.
Lulu sbuffò, massaggiandosi la pelle.
- Questa tensione mi sta rovinando…
- E tensione di che?- chiese Auron.
- Ormai non manca molto. Tutte le pietre sono state raccolte.
- Già…- annuì Lulu - ma ora cosa avrà intenzione di fare, quel tizio?

Rinoa riaprì lentamente gli occhi.
Mosse il braccio vicino a lei, ma il letto era vuoto.
Si mise a sedere coprendosi con il lenzuolo e si guardò intorno: Sephiroth non c’era più.
Si alzò in fretta e afferrò i vestiti in fondo al letto, vestendosi velocemente.
Sentiva ancora il suo calore sulla pelle…
Si infilò gli scarponcini neri e uscì.
Non importa come, l’avrebbe ritrovato.


Sephiroth camminava già da un po’.
Si guardò indietro: la casa dove aveva lasciato Rinoa era già sparita da un pezzo.
Si sentiva un verme ad averla lasciata lì così, ma per lui Rinoa era la cosa più importante e non voleva che corresse dei rischi.
Aveva ancora una faccenda da sbrigare.


Cloud e gli altri atterrarono su un altro mondo, dopo aver attraversato il portale.
Aeris si rialzò: erano atterrati su un pavimento di ghiaccio.
- Che posto sarà mai, questo?- fece Leon, guardandosi intorno.
Il paesaggio circostante aveva un’aria mistica.
Era un’immensa cascata che scorreva al contrario.
Davanti a loro c’erano dei massi di ghiaccio allineati come scale, che arrivavano ad una piattaforma di pietra.
In lontananza, si vedeva un grande castello antico.
- Che posto misterioso…- disse Kairi.
- Chissà perché il portale ci ha portati qui..?- fece Tidus.
Cloud avanzò e con un salto raggiunse la piattaforma di ghiaccio davanti a lui.
- Forza, andiamo.
Il gruppo annuì e i ragazzi salirono sui massi di ghiaccio, per poi raggiungere la piattaforma di pietra.
Appena arrivarono, una piattaforma nera avanzò verso di loro.
- Dobbiamo salire?- chiese Kairi.
Cloud guardò il castello in lontananza.
- E’ l’unico modo per raggiungere quel castello- disse.
I ragazzi salirono e pochi attimi dopo, si ritrovarono di fronte al castello.
- Che imponenza…- disse Tidus, osservando l’enorme castello.
- Ehy, guardate là!- esclamò Aeris, indicando uno stemma al centro del castello.
Un cuore spinato.
- Mi pare che anche quegli heartless avessero un simbolo del genere…- fece Leon.
- Cosa nasconderà questo castello?
I ragazzi avanzarono aprendo il grande portone e si ritrovarono in una grande sala.
- Non c’è nessuno…- fece Cloud, guardandosi intorno.
- Credo che questo mondo sia ormai disabitato- disse Aeris.
- Anche questo castello sembra in rovina…
Kairi osservò la statua al centro della sala e i gargoyle alle pareti, rabbrividendo.
Che posto lugubre…
Tidus salì le scale e perlustrò i corridoi, trovandosi davanti una strana porta chiara.
- Ehy ragazzi, qui c’è qualcosa!- esclamò, entrando.
I ragazzi lo seguirono: era una grande biblioteca, piena di scaffali colmi di libri antichi.
- Interessante…- disse Leon, passando con il dito da un libro all’altro.
Aeris girò per gli scaffali, curiosa.
Alcuni testi somigliavano a quelli che lei e Tidus avevano trovato quella volta a Città di Mezzo…
Un titolo sbiadito attirò la sua attenzione.
Sfilò il libro dallo scaffale, sollevando un sacco di polvere: il libro sembrava veramente molto antico e alcune pagine erano strappate.
Sulla copertina era scritto a mano: Ansem ’s report.
Aeris aprì il libro, cominciando a leggere con gli occhi le righe scritte a inchiostro nero…
“ Ho assimilato un’enorme conoscenza per lungo, lunghissimo tempo. Nessuno può negare che sia grazie ad essa se in questo mondo, tutt’oggi, regna la pace.
Il popolo è felice e mi rispetta. Tutti mi chiamano “il sapiente”, ma anche per me esiste un oscuro mistero che non sono ancora in grado di svelare.
In fondo al cuore dell’uomo, anche in quelli delle più innocenti creature, si cela l’Oscurità. Ne è sufficiente un frammento… Basta un motivo qualsiasi perché quel frammento si espanda e il cuore dell’uomo venga invaso dalle tenebre. Troppe volte ho potuto vederlo con i miei occhi…
L’Oscurità del cuore…Da dove ha origine…Quale fine la manovra…
Devo scoprirlo…prima che la pace venga devastata dalle creature delle tenebre.”
Aeris interruppe un attimo la sua lettura , come a riordinare un po’ le idee.
L’autore di quel manoscritto probabilmente…
- Aeris! Che fai?- fece Tidus, notando la ragazza immersa nella lettura di un libro antico.
- Ah…- fece lei, alzando lo sguardo - Ho visto questo e mi ha incuriosita…
- Fà vedere…- chiese il ragazzo, avvicinandosi.
Aeris gli mostrò la copertina, poi tornò al punto dove aveva interrotto prima.
- Sai che cos’è?- chiese Tidus.
- Ha tutta l’aria di essere un diario…- rispose lei.
- Credo che colui che l’ ha scritto un tempo fosse il re di questo mondo…
- Uhm, può darsi…- disse Tidus, avvicinando gli occhi al libro per leggere anche lui.
Aeris riprese la lettura: qualcosa in quel diario la affascinava…
“L’Oscurità del cuore…devo coglierne la vera natura. Sto facendo degli esperimenti per rimuovere l’Oscurità dal cuore dell’uomo e risvegliarla anche nel cuore più puro.
Dominare l’Oscurità: trattenerla o…liberarla.
Purtroppo ho fallito. I cuori dei soggetti sono stati distrutti, anche quelli più forti.
Che cosa fragile, il cuore…
Non ho avuto il coraggio di mostrare il loro pietoso aspetto al mio popolo, perciò ho dovuto, seppur a malincuore, rinchiuderli nel sotterraneo del castello. Ma dopo poco tempo…in quegli stessi sotterranei ho ritrovato esseri mostruosi. Esseri come nati…dalle tenebre.”
Aeris voltò pagina velocemente, avida di sapere.
In qualche modo sentiva che quelle pagine le avrebbero chiarito molte cose…
“La natura dei senza cuore: l’incarnazione dell’Oscurità…o una nuova forma d’esistenza?
Nemmeno io, dall’alto della mia conoscenza, so dare una risposta.
E’ chiaro però che loro non posseggono alcuna emozione. Se solo scoprissi i loro fini, troverei la chiave per il mistero del cuore.
Per fortuna non mi mancano le cavie: essi infatti sono in grado di rigenerarsi.
C’è bisogno di un nome…
Esseri senza cuore…
Li chiamerò…
Heartless.”
- Heartless?!- esclamarono in coro Aeris e Tidus.
- Questo libro parla di…- fece Tidus, allibito.
- Cloud!- gridò Aeris, chiamando il ragazzo in cima alle scale.
- Cosa c’è?- rispose.
- Ho trovato un libro dove ci sono delle informazioni sugli Heartless!
- Cosa?!
Il ragazzo si fiondò giù dall’amica, seguito da Leon e Kairi.
- Come hai detto?- chiese il fratello.
- Girando fra gli scaffali ho notato questo: è un diario dell’antico re di questo mondo, o almeno credo- rispose Aeris.
- Incredibile…- fece Kairi, dando un’occhiata alle ultime righe.
- Allora sarà questo Ansem ad aver creato gli Heartless?- chiese Cloud.
- Credo…- fece Aeris.
- Ma non è finita, sentite qua:
“Ho avvicinato loro materia vivente e non. Reagiscono solo a quella vivente. Aspirano dagli esseri viventi qualcosa che serve loro per moltiplicarsi. L’essere attaccato sparisce senza lasciare traccia. Quale sarà mai l’elemento aspirato? Non sarà proprio il cuore l’elemento di cui essi si nutrono?
Per capire la loro logica di movimento, ho preso un Heartless e l’ ho osservato: si è mosso un po’ ma poi, quasi avesse capito le mie intenzioni, è tornato nel sotterraneo.
Improvvisamente, è apparsa una strana porta. Una cosa del genere nel mio castello..?
Ho provato ad aprire la porta da solo. Lì c’era qualcosa che andava oltre la mia conoscenza…
Quella sera ho potuto vedere molte comete in cielo. C’entra forse con il fatto che ho aperto quella porta?”
“Una porta, eh?” pensò Kairi.
“Ho esaminato il materiale di cui erano composte quelle comete: su tutte le fonti che ho controllato non c’è alcun riferimento a questo materiale.
Che sia iniziato a cadere quando ho aperto quella porta? Da qualche parte forse c’è un mondo che non conosco. La curiosità non fa che aumentare…
No…Probabilmente il mio è solo un sogno che mai s’avvererà. Al momento non c’è modo di lasciare questo mondo.
Io e il mio popolo non siamo che prigionieri in questo piccolo frammento d’esistenza.”
“ Oggi è successa una cosa incredibile: mi ha fatto visita un essere del mondo esterno. Dice di essere un re e che è giunto qui grazie ad un portale. A quanto pare, da quando ho aperto quella porta è possibile andare e venire liberamente dal mio al suo mondo.”
“Un re, eh?”
Leon non potè fare a meno di pensare a suo padre.
Ma era una cosa stupida…
“Tra le tante storie che mi ha raccontato, mi ha colpito quella di dieci pietre leggendarie.”
- Le pietre!- esclamarono tutti.
- Cosa c’entrano?- chiese Kairi.
Aeris riprese a leggere, tesa.
“Sembra che nascondano un enorme potere. Si dice che il  possessore delle pietre sia colui che ha salvato i mondi, ma anche colui che li ha portati nel caos.”
“Cosa vorrà mai dire?” pensò Cloud.
Aeris voltò pagina. Erano al termine, ormai.
“Come tutte le persone hanno un cuore, anche i mondi ne hanno uno.
Gli infiniti mondi sparsi nel cielo stellato… Gli Heartless bramano quel cuore, ma credo che le loro intenzioni non si limitino a questo…
Gli Heartless sono nati dal cuore. Le tenebre del cuore sono la loro dimora. Ma allora, le profondità del cuore del mondo sono la dimora degli Heartless?
Non capisco…Non resta che verificare di persona. Là ci sono tutte le risposte che cerco.
Il mistero che da sempre mi tormenta…il mistero del cuore.
E quando avrò toccato il cuore del mondo, avrò finalmente capito.
E’ deciso: troverò le dieci pietre. Ma per riuscire nell’impresa, questo mio corpo è troppo debole…”
Aeris chiuse il libro, che con un tonfo alzò un po’ di polvere.
- E’ tutto?- chiese Tidus.
- Non c’è altro- disse Aeris, rimettendo il volume a posto.
I ragazzi rimasero un po’ in silenzio a riflettere.
- A quanto pare la storia delle pietre è collegata agli Heartless e a questo Ansem…- disse Leon.
- Saranno passati anni ormai da quando ha scritto questo diario…- fece Kairi.
- “Questo mio corpo è troppo debole”…- riflettè Cloud.
- Mi domando cosa voglia dire…
Aeris rimase un po’ in silenzio, poi disse:- Il portale ci avrà portato qui solo per questo?
- Non lo so…- fece Cloud.
Ad un tratto i ragazzi sussultarono, sentendo un rumore provenire dal piano di sopra.
- Cos’era?- chiese Kairi, guardando la porta in cima alle scale.
- Andiamo a vedere- disse Cloud, dopodichè i ragazzi uscirono dalla biblioteca.


Rinoa si rialzò, con le ginocchia fredde.
Si trovava su un pavimento di ghiaccio.
Alzò lo sguardo: davanti a lei c’era una grande cascata inversa.
Dove diavolo era finita?


Cloud salì le scale, trovandosi in un grande santuario buio.
- Il rumore veniva da qui…- disse Tidus.
Aeris guardò Cloud, che fissava la porta scura davanti a sé.
- C’è qualcuno qui..?- gli chiese.
Il ragazzo annuì.
- Qualcuno con una pietra- disse Kairi.
Leon si voltò verso di lei, concentrandosi.
- Hai ragione…
- Credo che non ci rimanga altro se non entrare- disse Tidus, voltandosi verso la porta.
I ragazzi attraversarono decisi la porta, ritrovandosi in un grande salone, illuminato da delle torce e con un grande tappeto con ricamato sopra un cuore spinato.
Aeris camminò per la stanza, soffermandosi con lo sguardo sul simbolo sul tappeto.
Kairi la raggiunse.
- Qualcosa non va?- le chiese.
Aeris scosse la testa, poi guardò in cima alle scale, sul salone davanti a lei.
Cloud era lì, fermo.
- Cloud, hai trovato qualcosa?- gli chiese raggiungendolo.
Quando fu vicino a lui però, le si fermò il cuore: al centro della sala c’era Sephiroth, di spalle.
- Sephiroth…
- Ehy, ma che succede?- esclamò Leon, raggiungendo gli altri con Tidus.
Alla vista di Sephiroth, tirò subito fuori il Gunblade d’oro, pronto ad attaccare.
- Tu…
Aeris si voltò verso Cloud: il suo sguardo era serio e determinato.
Sephiroth si voltò verso di lui.
- Cosa sei venuto a fare?- gli chiese Cloud.
- A sistemare le cose- rispose Sephiroth, sfilando la Masamune.
Cloud tirò fuori la Buster Sword e disse:- Per me sta bene.
Aeris guardò Cloud. Il ragazzo le fece un cenno e lei si allontanò, insieme agli altri.
- Sta’ attento- gli sussurrò, prima di lasciarlo.
Cloud si fermò davanti al nemico, alzando la spada.
- Così hai trovato anche tu la tua pietra, eh?- fece Sephiroth.
- Già- rispose Cloud, estraendo l’oggetto.
- Ora vediamo che effetto fa.
Il ragazzo strinse la pietra, che sprigionò una grande luce.
Quando essa si diradò, dalla spalla sinistra di Cloud era spuntata una grande ala nera.
- Niente male- sorrise Sephiroth.
- Ma ora vediamo se è tutto lì.
Senza preavviso, l’uomo si lanciò verso Cloud con uno scatto fulmineo.
Stavolta però, Cloud riuscì a seguire bene i suoi movimenti e parò l’attacco con la spada, per poi colpire Sephiroth con un forte calcio.
L’uomo riprese l’equilibrio e si ricompose, per poi lanciare un’occhiata all’avversario, sorridendo.
Cloud non perse tempo e ripartì all’attacco, ma ora Sephiroth gli teneva testa.
I due si affrontavano a colpi di spada e scatti fulminei, ma nessuno dei due finora aveva ancora ferito l’avversario.
-Stavolta Cloud riesce a tenergli testa…- mormorò Tidus, osservando il combattimento.
- Con il potere della pietra è senz’altro diventato più forte… credo che riuscirà a sconfiggerlo- rispose Leon.
Aeris non disse niente. Continuò ad osservare in silenzio, con il cuore che batteva forte.
Lei aveva fiducia in Cloud. Ma qualcosa non le quadrava…
Cloud e Sephiroth si separarono, dopo aver incrociato le loro lame in un altro attacco.
Avevano entrambi il fiatone, ma nessuno dei due aveva intenzione di arrendersi.
- Osso duro, eh?- fece Sephiroth, ricomponendosi.
Cloud strinse di più la spada, fissandolo negli occhi.
Stavolta non se lo sarebbe fatto scappare.
Con un mezzo sorrisetto, Sephiroth stese il braccio, mentre la sua ala nera si spiegava.
-Facciamo sul serio.
Cloud non aveva neanche realizzato la frase, che il suo avversario era già scomparso.
- Ma dove..?
-Sei lento!
Non fece in tempo a voltarsi, che Cloud fu scaraventato lontano da un potente colpo.
- Diamine, ma cosa?!- esclamò rialzandosi, pulendosi il sangue che gli sgorgava dalle labbra.
- Cloud! Alle tue spalle, attento!
Guidato dalla voce di Aeris, Cloud si voltò di scatto, appena in tempo per parare un fendente mortale; dopodiché Sephiroth sparì di nuovo.
- Maledizione, piantala di nasconderti!- gridò Cloud, guardandosi intorno.
- Guarda che non mi sto nascondendo.
Sephiroth gli apparve davanti, sferrando un colpo che fu fermato dalla Buster Sword del ragazzo.
- Semplicemente sono troppo veloce per te!- esclamò, cominciando a sferrare colpi con la spada uno dietro l’altro a gran velocità, che Cloud parava a fatica.
“Dannazione…così non va…”
- Che ti prende, Cloud?!- lo schernì l’avversario mentre attaccava.
- Non sei ancora in grado di combattermi, dunque?! Eppure eri così fiducioso all’inizio!
“ Bastardo…” pensò Cloud, mentre la lama della Masamune lo prendeva di striscio sul volto.
- Sai una cosa? Magari è perché non mi odi abbastanza- disse ancora Sephiroth, portandosi alle sue spalle con un salto.
- Sta’ zitto! Io ti detesto!- gridò Cloud attaccando con forza, ma senza ferire l’avversario.
- Ah si? Non si direbbe- fece l’altro.
- Probabilmente uccidere i tuoi amici e distruggerti il villaggio non è stato sufficiente.
- Smettila!- gridò il ragazzo.
- Che c’è? Se non sbaglio avevi giurato che mi avresti ucciso…- disse Sephiroth, colpendo il ragazzo alla spalla e buttandolo a terra.
- …che avresti vendicato chi ti era caro. O sbaglio? E ancora adesso questo è il massimo che riesci a fare?
Cloud digrignò i denti, fissando il pavimento.
- Beh, forse…- riprese il nemico, voltandosi verso Aeris - … se uccidessi quella ragazza ti arrabbieresti un po’.
Il colpo arrivò improvviso, senza che nessuno se ne accorgesse. Neanche lo stesso Sephiroth.
Dalla sua guancia cominciò a cadere sangue caldo, mentre la spada di Cloud gli sfiorava la pelle.
- Non provarci neanche - sibilò lui.
- Dopo tutto questo tempo…osi ancora fare discorsi simili?!- continuò Cloud, mettendosi in posizione.
- Non hai nemmeno un briciolo di rancore per ciò che hai fatto?
Sephiroth lo fissò gelido.
- …no.
Poi, ancora una volta senza che se ne accorgesse, Cloud lo ferì; ma stavolta in pieno petto.
I ragazzi rimasero senza parole.
Un colpo semplice e prevedibile, per uno come l’ex-soldier.
Anche Cloud era sorpreso. Ma in fondo… non era questo ciò che voleva?
Estrasse velocemente la spada, mentre Sephiroth si inginocchiava a terra, sputando sangue.
Alzò il volto verso il suo avversario, mentre questi si preparava al colpo finale.
Allora…era davvero finita, eh? 
Beh…meglio così, no?
- Dimmi solo una cosa- disse Cloud, mentre alzava la spada.
-…perché sei tornato qui? Per rubarci le pietre rimanenti? Per finirci una volta per tutte?
Sephiroth sbuffò, poi fece un mezzo sorrisetto.
- Chissà…
Cloud afferrò saldamente la spada.
Poi calò il colpo.
“ Mph…in realtà, credo… che volessi essere perdonato.”

- No! Fermati!!!
Cloud si fermò di botto, disorientato da quella voce.
Un attimo dopo, una ragazza si fiondò davanti a Sephiroth.
- Ti prego, non ucciderlo!- implorò lei, con le lacrime agli occhi.
Cloud la guardò spaesato insieme agli altri e anche Sephiroth alzò lo sguardo sorpreso.
-R-Rinoa??! Ma…che ci fai tu, qui?- esclamò.
- Sono venuto a cercarti, pezzo d’idiota!- gli rispose lei, voltandosi arrabbiata.
- C-Come?
- Te ne sei sparito così all’improvviso senza dirmi niente e lasciandomi sola! Non sapevo che diavolo ti passava per la testa e sono venuta a cercarti! E mi sono ritrovata qui!
Adesso Rinoa aveva iniziato a gridare. Sephiroth non sapeva più se quelle lacrime erano per la rabbia o altro.
- E poi… e poi ti ritrovo così… stupido, sei uno stupido!!- scoppiò a piangere Rinoa, coprendosi il volto con le mani.
Sephiroth sospirò e la abbracciò, accarezzandole la testa.
Rinoa gli strinse il braccio, appoggiandosi di più a lui.
- Ehy…così ti sporchi tutta di sangue…- le fece lui.
- E che vuoi che me ne importi..?- fece lei, non smettendo di piangere ma un po’ più calma di prima.
-Uhm…
L’accenno di Tidus fece voltare entrambi.
Rimasero così a guardarsi per un bel po’, senza che nessuno di loro riuscisse a spiccicare parola.
L’arrivo di Rinoa li aveva letteralmente spiazzati.
- Rinoa, spostati…- fece alla fine Sephiroth, fissando Cloud.
- Ma…- fece la ragazza, non capendo di preciso le intenzioni di lui.
- Se devi finirmi, fallo- terminò Sephiroth, deciso.
- Sephiroth!- esclamò Rinoa, prendendolo per un braccio.
- Ha tutto il diritto di farlo- fece lui allontanandola, ma non in modo brusco.
Cloud fissò l’avversario, la spada in pugno.
Non sentiva più la rabbia di prima. Anzi… forse non lo era neanche prima.
Quello che aveva davanti…non era il Sephiroth che aveva ucciso Tifa e Zack.
Sembrava piuttosto il comandante che tanto aveva ammirato in passato.
Che pensieri assurdi che gli venivano, in un momento del genere…
Però… Lui non era andato avanti solo per vendicarsi? Non era questo che lo aveva spinto ad andare avanti?
Che scena patetica.
Quell’unica frase, pronunciata con incredibile freddezza, risuonò per un attimo nella mente di tutti.
- Ma che..?- fece Leon, guardando gli altri.
I ragazzi si voltarono, ma senza riuscire a dire niente.
- Ehy…l’hai sentito anche tu, Sephiroth?- fece Rinoa, voltandosi verso l’uomo.
Ma lui non la ascoltava.
Si sentiva il cuore bruciare, come se qualcosa dentro di lui premesse con forza per uscire fuori; una sensazione che aveva già provato innumerevoli volte.
- Sephiroth, che hai?- chiese Rinoa preoccupata, vedendolo tremare con il volto tra le mani.
Poi, d’un tratto, la visuale di tutti si fece completamente nera, mentre Sephiroth lanciava un forte grido.
Quando finalmente i ragazzi poterono di nuovo vedere, davanti a loro sette vi era un’altra persona.
Un uomo alto, dalla carnagione abbronzata, dai capelli lunghi bianchi e gli occhi rossi.
- E tu…chi diavolo sei? - mormorò Sephiroth, col fiato rotto.
La figura sorrise.
- Io sono Ansem.

 

 


 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


a

Final Fantasy Adventure
Capitolo 14

 

 

I ragazzi fissarono con uno sguardo pieno di stupore la figura che avevano davanti.
-Ansem..?- fece eco Leon.
Aeris strabuzzò gli occhi.
-Ma allora quel diario…
-Esatto, l’ho scritto io quando ero ancora il re di questo mondo.
“Allora non mi ero sbagliata…”
-Se l’avete letto, vi sarà più facile capire- continuò l’uomo.
-No, io non capisco affatto!- esclamò Sephiroth.
-Chi diamine sei tu? Perché eri…
- … dentro di te?- finì Ansem.
- Così mi deludi. Non dirmi che ancora non hai capito.
Sephiroth lo guardò allibito.
L’uomo sospirò.
- In tutto questo tempo non ti sei mai sentito, diciamo… diverso?
Il ragazzo sgranò gli occhi.
Ma certo. Era questa la risposta a tutte le sue domande. Da quel giorno a Nibelhim… fino ad ora… era lui la causa di tutto?!
-Maledetto… ma come…
- Mi serviva un corpo- rispose semplicemente Ansem.
-Con l’andare avanti delle mie ricerche il mio si era indebolito troppo e alla fine non ha retto. Non potevo raggiungere il mio scopo così, per questo mi sono servito di te. Il miglior Soldier della Shinra… eri la scelta migliore.
 -Bastardo…- fece Cloud.
Adesso sì che tutto tornava.
-Bhè certo, c’è stato un prezzo- proseguì l’uomo.
-Per raggiungere Nibelhim sono dovuto passare attraverso il cuore di questo mondo. E facendo ciò… bhè, avete visto anche voi come è ridotto ora questo posto.
“Il cuore del mondo?!” pensò Leon.
-La porta!- esclamò Kairi.
-Esatto- sorrise Ansem.
-E aprendola non solo ho permesso all’oscurità di invadere questo mondo poco alla volta, ma ho distrutto le barriere che lo divideva dagli altri.
- Per questo… quel re è potuto venire qui, vero?!- realizzò Leon.
-Già. Devo molto a quell’uomo. Se non fosse stato per lui non sarei mai venuto a conoscenza delle dieci pietre.
Ansem scoppiò in una risata.
-Che idiota! Si può dire che sia stata tutta colpa sua se i mondi ora si trovano in questo stato!
-Falla finita!- gridò Leon alzando il Gunblade.
-La colpa è esclusivamente tua! Perché diamine hai causato tutto questo? Qual è il tuo scopo?!
Ansem lo fissò dritto negli occhi.
-Voglio riempire questo mondo d’Oscurità.
-Cosa?!-esclamarono tutti.
-Ogni cuore nasconde dell’Oscurità al suo interno. E ovviamente anche i cuori dei mondi la racchiudono in sé. Ma allora mi chiedo… cosa c’è veramente in questi cuori? Io voglio aprire la Serratura di tutti i mondi, la Serratura dell’Oscurità... e finalmente potrò avere tutte le risposte al quesito che non ho mai saputo risolvere.
- Tu sei pazzo!-gridò Cloud.
-Hai idea di quante persone – di quanti mondi hai fatto soffrire per quest’idea stupida?!
Ansem sogghignò.
-“Idea stupida”?- gli fece eco.
- L’avidità degli uomini non conosce limiti. Siamo creature imperfette e i nostri cuori sono pieni di Oscurità. Allora perché non lasciare che l’Oscurità prenda il sopravvento? Da essa non si può ricavare che potere!
- Con te non si può ragionare- disse Cloud, estraendo la spada.
-Aspetta!
Il ragazzo di voltò verso Sephiroth.
- Quel bastardo... devo... ucciderlo con le mie mani...- mormorò fissando Ansem con uno sguardo pieno d’odio, mentre tentava di rialzarsi.
-Sephiroth, no! Sei ferito!- esclamò Rinoa cercando di fermarlo.
-Lasciami andare!- le rispose lui, alzando lo sguardo verso il nemico.
- Quest’uomo...ha distrutto la mia vita. E poi... mi ha usato per distruggerne delle altre... io non... non posso perdonarti!- esclamò, puntando la Masamune contro di lui.
Ansem lo osservò per un po’, poi scoppiò a ridere fragorosamente.
- Cosa vorresti farmi, ridotto così?! Non ti reggi neanche in piedi!- esclamò con voce divertita.
-Adesso non ho più bisogno del tuo corpo. Durante il tempo che ho passato dentro di te sono riuscito a recuperare le forze e adesso, grazie al potere dell’Oscurità, posseggo di nuovo un corpo, ma molto più forte di prima.
Poi si voltò verso gli altri.
-Sono curioso di vedere come ve la caverete. Vi aspetto ai Confini del Mondo, vedete di non mancare.
-Aspetta!- esclamò Cloud.
Ma Ansem era già sparito in una nube oscura.
-Dannazione!- esclamò Sephiroth, ma una fitta al petto lo costrinse a inginocchiarsi, mentre il sangue non cessava di sgorgare dalla ferita.
-Sephiroth!-esclamò Rinoa cercando di sostenerlo.
Aeris corse subito dai due e senza perdere tempo poggiò le mani sul petto dell’uomo.
-Energiga!- gridò, mettendo tutta se stessa nel cercare di rimarginare la ferita.
Il sangue si fermò a poco a poco e alla fine la ferita di richiuse del tutto.
La ragazza si abbandonò sulle ginocchia tirando un sospiro di sollievo.
- Ti ringrazio- le disse Rinoa con le lacrime agli occhi.
-Non preoccuparti...
 -Non eri tenuta a farlo- le disse Sephiroth, voltando lo sguardo.
Aeris scosse la testa.
-E perché no? Adesso siamo compagni.
L’uomo la fissò un attimo, poi volse lo sguardo verso Cloud.
-Non ho motivo di ritenerti ancora un mio nemico- disse, precedendo la sua domanda.
-In fondo sapevo fin dall’inizio che il mio comandante non avrebbe mai agito così. Adesso so chi è il vero responsabile dell’accaduto e non lo lascerò portare a termine il suo scopo. Immagino che anche tu sia d’accordo.
Sephiroth annuì.
-Allora, per fermare Ansem non dobbiamo far altro che raggiungere questi Confini del mondo- disse Tidus.
-Si, ma... riusciremo davvero a sconfiggerlo? Lui ha ancora quattro pietre dalla sua parte...- fece Kairi.
- Non preoccuparti- la rassicurò Leon.
- Vedrai che ce la faremo. Inoltre, se non possiede tutte le pietre non può aprire quella Serratura, no?
-Hai ragione- disse Cloud.
-Comunque, non c’è altro da fare.
Detto questo, si voltò verso una luce apparsa al centro del salone: un altro portale.
Tidus lo osservò un po’, poi ripensando a quanto detto da Ansem esclamò: - Ma... Ansem non aveva detto che aprendo la porta del cuore di questo mondo aveva rotto la barriera che lo separava dagli altri?
-Si, è così- annuì Cloud.
Lo sguardo di Tidus si fece cupo.
-Ma allora... questo vuol dire che se non lo avesse fatto noi non saremmo mai stati in grado di viaggiare attraverso i mondi...
Aeris lo fissò sconcertata: - Vuoi dire... che se ripristineremo i mondi si riattiveranno anche le barriere?
Il concetto apparve lampante nelle menti dei ragazzi.
-Ma così... così dovremo separarci per sempre!- fece Kairi con un fil di voce, rivolgendosi a Leon.
Lui le rivolse uno sguardo confuso.
Dopo tutto quello che avevano passato insieme... possibile che alla fine sarebbe finito tutto così?
 Aeris rivolse lo sguardo verso Cloud, come se lui potesse trovare una soluzione.
Non si sarebbe separata da lui... non voleva, assolutamente!
-Troveremo una soluzione- disse il ragazzo, rivolgendosi ai compagni.
-Sono sicuro che andrà tutto bene, vedrete.
I ragazzi rimasero in silenzio per un po’, poi annuirono.
-E’ inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta- disse Kairi, rincuorandosi un po’.
-Giusto-  fece Leon di rimando. Dopotutto non era neanche sicuro… e poteva anche esserci una soluzione.
Cloud sorrise, poi si voltò verso Aeris.
-Non preoccuparti. Vedrai che andrà tutto bene- le disse con tono rassicurante.
La ragazza sorrise a sua volta e annuì.
-Ooook!-esclamò Tidus con risolutezza.
-Inutile pensarci troppo adesso! Pensiamo a finire questa storia una volta per tutte!
Così dicendo, si lanciò attraverso il portale, seguito a ruota dagli altri.

***
I ragazzi riaprirono contemporaneamente gli occhi, guardandosi attorno.
Il luogo in cui erano arrivati si presentava desolato e misterioso.
Intorno al piccolo pezzo di terreno dove si trovavano, si estendeva tutt’intorno il vuoto, cui faceva da sfondo un cielo dalle sfumature viola.
Sospese nel vuoto, galleggiavano alcuni pezzi di roccia. Probabilmente ciò che restava dei mondi distrutti dall’Oscurità.
Lontano da loro, sulla linea dell’orizzonte, si trovava un’immensa sfera di luce.
-Sarà lì che dobbiamo dirigerci?- fece Kairi.
Rinoa si avvicinò al bordo del terreno, guardando avanti.
-Ma da qui in avanti c’è solo il vuoto... come facciamo a proseguire?
Cloud e Sephiroth si lanciarono un’occhiata d’intesa, dopodichè il comandante raggiunse la ragazza.
-Non ci resta che provare e vedere che succede...
Detto questo fece un passo in avanti, trovandosi a galleggiare in mezzo al vuoto.
-E’ solido- disse rivolgendosi ai compagni.
-E’ come se ci fosse un pavimento.
Kairi si avvicinò dubbiosa ai due, dando un’occhiata alla superficie intangibile.
-Non sarà che tu ce la fai perché sai volare?- fece Tidus alludendo all’ala spiegata di Sephiroth.
-Ma che dici, scemo?!- esclamò Aeris con una punta di divertimento nella voce raggiungendo l’uomo e saltando al suo fianco.
-E’ vero, c’è una superficie...
Superata l’incertezza iniziale, i ragazzi proseguirono per la strada diretta al globo di luce.
-Però è strano...- fece Leon d’un tratto.
-Ansem si trova già qui... mi sembra strano che il posto sia così deserto.
-Già, mi sarei aspettato di trovare degli Heartless o di rincontrare quelli là...-disse Tidus.
-Chissà...- fece Cloud.
-Magari loro sono al di là di quel globo di luce...
D’un tratto un fruscio catturò l’attenzione di Aeris.
La ragazza si voltò velocemente, confermando la sua intuizione.
-Non avevate tutti i torti...
I ragazzi si voltarono verso di lei, per poi accorgersi delle figure che si stavano formando intorno a loro.
Erano Heartless, senza dubbio. Ma sembravano molto più evoluti di quelli che avevano visto sinora. Alcuni bianchi dalle forme angeliche e altri neri dall’aspetto diabolico.
- Immaginavo che non sarebbe stata una passeggiata...- fece Tidus, estraendo la spada.
- Non abbiamo tempo da perdere con loro- disse Cloud sfoderando anche lui la sua arma.
-Prima arriviamo a quella luce meglio è. Combattiamo solo se ci vengono addosso.
-Tu stà vicina a me- disse Sephiroth a Rinoa, mentre portava la Masamune di fronte a sé.
La ragazza obbedì e gli si fece vicino.
-Adesso sbrighiamoci ad avanzare...ma fate attenzione- li ammonì Cloud.
I ragazzi percorsero in fretta la strada che li separava dal globo luminoso, mentre le ombre intorno a loro crescevano a vista d’occhio.
-Qui si mette male...- fece Tidus.
Proprio mentre il ragazzo pronunciava la frase, un Heartless si lanciò verso di loro.
-Dannazione! Arrivano!- esclamò Cloud, parando il colpo dell’ombra con la spada.
-Forza! Se ci fermiamo adesso ci raggiungeranno!
I ragazzi obbedirono, ma le ombre ormai erano dappertutto e cominciarono ad attaccarli in massa.
-Acc! Questi sono più tosti degli altri!-esclamò Leon mentre scaraventava via un Hertless bianco con la spada.
-Siamo al luogo cruciale, ci avranno riservato il meglio!- fece di rimando Sephiroth.
-Firaga!!- esclamò Aeris, investendo i mostri davanti a sé con una vampata di fuoco.
-Dannazione, le magie non gli fanno effetto!
-Forza, ci siamo quasi!- esclamò Cloud, mentre eliminava l’Heartless che bloccava il passaggio.
I ragazzi corsero a perdifiato verso la meta ormai vicinissima, mentre gli Heartless si scagliavano su di loro.
-Andiamo!!!
E con un ultimo salto, i ragazzi entrarono nella luce.

***

Il paesaggio era cambiato radicalmente rispetto a prima.
Ora c’era un terreno solido su cui camminare, anche se i ragazzi non erano ben sicuri di che materiale fosse fatto, e c’erano dislivelli e rocce che spuntavano dalle pareti.
In un posto simile non sarebbe stato facile orientarsi.
-Ehi, guardate laggiù!-esclamò Kairi, indicando un punto davanti a sé.
I ragazzi si concentrarono nella direzione indicata dalla ragazza: lontano, dietro delle colline rocciose, si riusciva a scorgere la sagoma di un edificio.
-Scommetto quello che volete che Ansem si trova laggiù- fece Leon osservando il luogo in lontananza.
-Allora non ci resta che raggiungerlo- disse Cloud, cominciando ad avviarsi; i ragazzi lo seguirono senza esitazione.
In poco tempo giunsero a quella che sembrava la loro meta finale: un enorme castello dalle alte torri, circondato dall’oscurità.
I ragazzi aprirono il grande portone d’ingresso, per poi rimanere a bocca aperta: dall’interno sembrava un edificio completamente diverso. Il bianco regnava sovrano, un bianco lucido e luminoso, che contribuiva a rendere l’area inaspettatamente deserta. Non c’erano finestre né candele, solo un lungo e bianco corridoio che portava ad una grande porta di cristallo. La attraversarono.


***


Tidus si guardò intorno stupefatto. Non aveva idea di come fosse successo, ma conosceva fin troppo bene il paesaggio che ora lo circondava. In qualche modo, era tornato a Zanarkand.
-Ma che…
Cercò con lo sguardo i compagni, ma non c’erano; era solo.
Sospirò, arrendendosi a quella strana situazione.
Ora che poteva concentrarsi meglio, notava che la città non era esattamente come la ricordava: era completamente distrutta. I palazzi erano crollati a terra, le strade erano deserte, c’erano macerie ovunque. Anche il suo amato campo da Bliztball ormai non c’era più.
Dunque era questo che era stato di Zanarkand dopo la sua partenza?
-Desolante, vero?- fece una voce alle sue spalle. Tidus si girò lentamente, la mano alla spada. Conosceva fin troppo bene quella voce.
-Tuttavia ha un che di poetico, non sei d’accordo?
Auron uscì allo scoperto, con un sorrisetto stampato in faccia.
-Che significa questo?- chiese Tidus.
L’uomo estrasse la spada.
-Ho solo pensato che questo fosse lo scenario perfetto per il tuo ultimo scontro.


***


Quando all’improvviso si ritrovò su un pavimento morbido, le gambe le cedettero e cadde a faccia in avanti. Si sollevò con disappunto, sputando sabbia.
…Sabbia? Si guardò intorno: in effetti si trovava su una spiaggia. Una spiaggia che le sembrava molto familiare…
-Ma questa è la mia isola!- esclamò scattando in piedi.
Si mise a cercare gli altri con lo sguardo, ma sembrava che non ci fosse anima viva.
-Ci siamo solo tu e io immagino- disse una voce alle sue spalle.
La ragazza si voltò: era Leon.
-Leon… questa…
-Si, sembrerebbe la tua isola- disse lui, guardandosi intorno.
-Ma come abbiamo fatto a finire qui? Non eravamo in quel castello fino a poco fa?- chiese Kairi guardandosi intorno.
-Chissà- fece il ragazzo con noncuranza, mentre come se niente fosse le circondava le spalle con il braccio.
Un brivido attraversò la schiena di Kairi, che si voltò verso di lui imbarazzata.
-L…Leon?-mormorò, non sapendo come interpretare quel gesto improvviso e silenzioso.
Che gli era preso? Cos’era quel gesto, tutto d’un tratto? Ma in fondo era solo un braccio intorno alle spalle. Forse era lei che faceva sembrare tutto--
…a giudicare da come Leon l’aveva appena tirata a sé, forse no, non era solo una sua impressione.


***


Aeris si ritrovò improvvisamente in un prato d’erba. Rimase un attimo stupita, poi si voltò verso la porta: però non c’era più.
“Oh… bene…” pensò fra sé. Si voltò e andò avanti per il prato, sperando di trovare qualcosa. I suoi compagni non c’erano ed era finita in chissà quale posto in chissà quale modo… com’era possibile? 
D’un tratto ebbe un tuffo al cuore. Corse in avanti finché non s ritrovò davanti ad un grande cancello: al di là di esso c’era un castello. Il suo castello.
-Il Palazzo dei Fiori…- mormorò sbalordita. –Ma com’è possibile che si trovi qui?
Attraversò il castello e si ritrovò di fronte all’edificio: era proprio il suo castello, ne era certa, anche se ormai non ne era rimasto molto; dopo l’attacco di Sephiroth, quella notte, era stato completamente distrutto.
-C’è nessuno?- chiese a voce alta. Nessuna risposta. Aeris chiamò altre volte, ma non ottenne risultati diversi.
Si guardò intorno sconsolata. Il paesaggio era completamente deserto. Tuttavia, c’era qualcosa che non quadrava: possibile che non fosse rimasto nessuno? Inoltre, lì c’era soltanto il suo palazzo. Dov’era il resto della città?
-E’ inutile che cerchi, qui non c’è nessuno- disse una voce femminile.
Aeris si fece seria e voltò lo sguardo: come aveva immaginato, era Lulu.
-Immaginavo che fosse opera vostra.
Lulu scrollò le spalle.
-E’ stata una scelta a scopo puramente estetico. Non trovi anche tu che sia il luogo perfetto per la tua morte?
-Per niente- fece Aeris, mettendosi in posizione da combattimento.
L’avversaria sbuffò, poi sollevò il braccio, facendo scintillare il bracciale.
-E’ arrivata la tua ora, mocciosa.

 

***


-Ahi!
Rinoa cercò lentamente di rialzarsi dalla caduta, nonostante il dolore al fondoschiena. Aveva l’impressione di essere caduta almeno da un paio di metri.
-Tutto bene?- le chiese Sephiroth, aiutandola ad alzarsi. A quanto pare, lui e Cloud non avevano avuto problemi con l’atterraggio.
-Dove siamo?- chiese la ragazza.
Non ne ho idea- rispose Sephiroth, guardandosi intorno. Di certo, non si trovavano più al castello.
-E gli altri sono scomparsi- fece Cloud. – Probabilmente hanno voluto dividerci.
Il ragazzo osservò il paesaggio intorno a lui. Era completamente deserto, dal terreno secco, che sembrava estendersi senza fine.
-Che guaio- fece Rinoa.
-Dannato Ansem, ma che avrà in mente?!- esclamò Sephiroth guardando il cielo, insolitamente scuro. Qualcosa gli diceva che da quel luogo non c’era via d’uscita.

 

 

 

 


***

Io… io non so come scusarmi davvero ^^”
Vi ho fatto aspettare più di un anno per il nuovo capitolo! >__<
Mi dispiace tantissimo, vi prego di scusarmi! Ma davvero non avete idea di quante me ne sono successe… tanto per cominciare, ho dovuto portare a riparare il computer ben cinque volte, e lo abbiamo cambiato direttamente due volte, perché dopo un po’ di tempo dava di matto e ancora non abbiamo capito perché O_o
Poi quando finalmente è tornato, c’era la scuola di mezzo, tira questo e tira quell’altro, non sono più riuscita a toccare la fic.
E durante l’estate, quando finalmente avevo tempo… è partita l’ispirazione ç_ç Dovete sapere che avevo ideato già dall’inizio come si sarebbe svolta la fic, il problema era appunto quest’ultima parte: sapevo cosa avrei dovuto fare, ma non sapevo come. Ed è stata una tragedia >_<
Quindi non pensate male, non è affatto per le poche recensioni che ho smesso di scrivere. Anzi, sono felicissima che a qualcuno questa storia sia piaciuta. E a questo proposito, ringrazio Paine Strife e BetaDragon89 ( sei ancora vivo, si? XD) per gli incoraggiamenti. Adesso che la signorina ispirazione sembra essere tornata  magari ce la facciamo a finire sta storia XD 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


a

Final Fantasy Adventure
Capitolo 15

 


-Ad ogni modo non possiamo restare qui senza far niente, dobbiamo per lo meno trovare il modo di raggiungere gli altri- disse Cloud rivolgendosi ai due ragazzi.
-Hai ragione- iniziò Sephiroth – ma non credo che…
Un improvviso terremoto colse i ragazzi di sorpresa, e caddero a terra.
Solo poco dopo si resero conto che non si era trattato di un terremoto: una creatura gigantesca li aveva appena raggiunti.
-E questo..?!- esclamò Rinoa osservando sbalordita la bestia.
Non si capiva bene che razza di animale fosse: sembrava un toro di dimensioni sproporzionate, dal pelo violaceo e con  due grandi corna alle estremità della testa: sul petto aveva tatuato un cuore spinato.
-Ma quello è il simbolo degli heartless!- esclamò Cloud appena se ne accorse.
-Un heartless?!- fece Sephiroth incredulo. – Ma ce ne sono di così grandi?!
-A quanto pare si- rispose il ragazzo, estraendo la spada.
Il mostro afferrò subito le intenzioni degli avversari e partì all’attacco. Emise un forte ruggito, e le corna sulla testa iniziarono a brillare.
-Attenti, sta per lanciare una magia!- esclamò Sephiroth afferrando Rinoa.
Pochi secondi dopo, dalle corna dell’heartless scaturì una forte serie di fulmini, che i ragazzi evitarono a pelo.
-Dobbiamo mirare alle corna- disse Cloud – Se continuasse a lanciare attacchi magici non riusciremmo a evitarli per sempre.
-Si, ma quella bestia è enorme! Come farete a colpirle da quaggiù?- fece Rinoa osservando il mostro. Era troppo grande per cercare di avvicinarsi alla testa senza venire attaccati.
-Ci penso io- disse Sephiroth, liberando l’ala nera.
-Lasciate fare a me per le corna. Tu, Cloud, prova a colpirlo alle zampe, dovrebbe rallentarlo.
-D’accordo!
-Ah, e mi raccomando- aggiunse l’uomo prima di spiccare il volo – sta’ attento a Rinoa.

 

***

 

-Leon, ma cosa stai..?!- fece Kairi imbarazzata, con gli occhi sbarrati.
-Ti sto abbracciando- rispose il ragazzo con finta innocenza.
-Questo lo vedo anch’io! Ma… ma non è il momento, non… questo non è da…
Leon le prese il volto tra le dita, alzandolo verso di lui.
-“…non è da te”, volevi dire?
Pronunciò quella frase con un sorrisetto, osservando il rossore sul volto di lei farsi più acceso. E senza dire altro avvicinò le labbra alle sue.
Ma a quanto pare la ragazzina era più sveglia di quanto si aspettasse.
Lo schiaffo arrivò inaspettato, con un sonoro “sciaff” e un forte bruciore alla guancia.
Il ragazzo rimase interdetto per un po’, poi si posò la mano sulla guancia arrossata, guardandola allibito.
-Mi hai fatto male.
-E ci mancherebbe!- esclamò la ragazza rossa in viso, ora più per la rabbia che per l’imbarazzo.
-Questo atteggiamento non è da Leon. Chi sei tu?
Lui chiuse gli occhi, socchiudendo le labbra in un sorrisetto.
-Uhm, immagino che tu mi abbia scoperto. Eppure credevo di essere andato bene…
Per un attimo, Kairi ebbe l’impressione che il paesaggio intorno a lei fosse cambiato, ma poi si accorse che alla fine non era successo niente. Era cambiato solo il ragazzo davanti a lei.
Al posto di Leon, ora c’era un ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli argentei.
-Ma tu sei Riku!
-Bingo!
Il ragazzo si rivolse poi a qualcuno dietro di lei.
-Oh, già finito anche voi?
-Eh, mi ha sgamato subito…
Kairi si voltò verso la voce, e si ritrovò davanti una giovane ninja.
-Yuffie!- esclamò, per poi notare qualcun altro dietro di lei: era Leon.
-Leon! –Kairi!- esclamarono i due all’unisono.
-Stai bene? Ti ha fatto qualcosa?- le chiese lui preoccupato, raggiungendola.
Kairi arrossì lievemente, ma negò con forza.
-Niente di importante! Ma tu piuttosto…- fece lei, alludendo alla giacca spiegazzata e alla strana macchia che aveva sul collo.
Leon vi portò istintivamente la mano, arrossendo lievemente.
-Niente di importante!
Poi voltò lo sguardo verso i due avversari, che nel frattempo se la stavano ridendo di gusto.
-Ma si può sapere che diavolo avevate in mente?!
Yuffie incrociò le mani dietro la testa e disse divertita:- Era solo un diversivo, tanto per allentare la tensione. Perché, non ti è piaciuto?
Leon evitò di rispondere alla domanda e volse lo sguardo verso Riku.
A quanto pareva il ragazzo non era rimasto del tutto indifferente alla cosa, a giudicare dalla sua espressione. Ma probabilmente quei due si erano già chiariti. Di certo Yuffie non era più innamorata di lui, o per lo meno così sembrava. Sebbene prima ci avesse di nuovo provato, capiva dal suo atteggiamento che il suo rifiuto l’aveva ferita molto più profondamente di quel che pensava. Stava solo cercando di comportarsi come aveva sempre fatto con lui, ma sapeva che ormai il loro seppur strano rapporto era stato definitivamente spezzato. Il suo tono divertito suonava terribilmente falso ora.
-Bhè, ora basta giocare- disse alla fine Riku, estraendo la spada.
-E’ ora di fare sul serio.
Leon e Kairi si misero in posizione di battaglia.
Due contro due… Leon conosceva le abilità di Riku, ci aveva già combattuto una volta e sapeva quanto era forte. Ma Yuffie non l’aveva mai vista in azione, né prima né dopo l’acquisizione della pietra. Sarebbe stato prudente lasciarla a Kairi? Purtroppo non aveva tempo per pensarci. Ma doveva avere fiducia in lei, in fondo era pur sempre un Cavaliere della Luce.
E al “via” di Riku iniziò il combattimento.
A quanto pareva anche loro avevano scelto il proprio avversario, visto che Riku si era subito lanciato contro Leon e Yuffie contro Kairi.
Il ragazzo parò l’attacco e ricambiò l’avversario, che però non si lasciava colpire facilmente. Dopo una serie di colpi e parate, Riku si allontanò un po’ per attaccare da un’altra angolazione. Leon fu tentato dal dare un’occhiata a come se la stava cavando Kairi, ma capì ben presto che in quello scontro non poteva permettersi distrazioni di alcun genere. Riku infatti approfittò dell’apertura della difesa del ragazzo per sferrare un potente fendente, e poco ci mancò che lo colpisse seriamente. Leon indietreggiò, asciugandosi il sangue che gli sgorgava dalla guancia. Riku era terribilmente veloce. Un altro errore del genere l’avrebbe pagato caro.
Dall’altra parte, Kairi e Yuffie avevano da poco cominciato la loro battaglia.
La ragazza aveva subito cercato di evocare Valore, ma Yuffie l’aveva costretta a difendersi e a interrompere l’evocazione. La ninja era velocissima, e non le lasciava il tempo di agire.
Era già stata ferita alla gamba e al braccio, seppur solo con lievi taglietti, per ora. Ma il problema era che ancora non aveva capito di cosa si servisse la sua avversaria per attaccare. Ogni volta era così veloce che pensava soltanto a schivare l’attacco, e non era ancora riuscita a vedere la sua arma. Doveva porre fine a quella situazione o non sarebbe riuscita neanche ad attaccare. Se fosse riuscita ad evocare Valfore, avrebbe avuto la possibilità di contrattaccare e capire finalmente con cosa l’avversaria combatteva. Il problema era: come fare?
Yuffie attaccò di nuovo, e stavolta ci mancò davvero poco che la ferisse seriamente.
Doveva agire, e in fretta. Decise di aspettare il prossimo attacco della ragazza. Come Yuffie le si lanciò contro, Kairi schivò, cercando poi di colpirla con un calcio. Yuffie non se l’aspettava, ma riuscì lo stesso a schivare, atterrando un po’ più lontano. Questo le bastò. Afferrò velocemente il ciondolo e chiamò a voce alta Valfore, che in un lampo di luce le si presentò subito davanti.
Yuffie rimase molto colpita dall’evocazione, e si rialzò fischiando.
-Niente male, Kairi. Ma se tu usi i poteri della pietra, allora è il caso che lo faccia anch’io.
E detto questo, dalla sua mano sprigionò una tenue luce, che poco dopo esplose in una miriade di scintillii, rivelando una grande arma lucente.
Quando la luce scomparve, Kairi potè vederla bene: era un enorme Shuriken.
“Dunque era con gli shuriken che mi aveva attaccato prima” realizzò Kairi osservando l’arma.
-Preparati!-esclamò Yuffie, lanciandosi contro la creatura.
-Valfore, schiva!
La creatura alata eseguì gli ordini della padrona con prontezza, e l’attacco di Yuffie finì a vuoto. Approfittandone, Valore tentò di attaccarla, ma con un salto all’indietro Yuffie lo evitò e tornò in posizione di difesa.
“Non mi piace” si disse tra sé “ se quello vola non posso far altro che attaccarlo da lontano”.
Subito prese a correre intorno all’avversario, che rimase a squadrare i suoi movimenti pronto a difendersi.
Quando la ragazza si lanciò contro di lui, Valfore schivò prontamente, ma l’intenzione di Yuffie era un’altra e Kairi non se ne accorse in tempo. Appena superò il nemico, la ragazza si voltò e lanciò lo Shuriken contro di lui.
-Valfore, attento!- gridò Kairi, ma era troppo tardi.  La creatura non se ne accorse in tempo e lo Shuriken lo colpì in pieno, facendolo crollare a terra ferito.
Kairi si precipitò verso di lui, ma Yuffie era già pronta per il colpo di grazia.
La ragazza afferrò il ciondolo senza smettere di correre e lo richiamò, mentre si lanciava di fianco contro la nemica, impedendole di attaccare e facendola cadere a terra. Kairi si rialzò subito e constatò con sollievo che Valfore era riuscito a tornare nel ciondolo. Ora però erano guai.
Yuffie si tirò velocemente a sedere, pulendosi la faccia sporca di sabbia, dopodichè si voltò furiosa verso la ragazza, pronta all’attacco.
Adesso Kairi non aveva più difese, e l’avversaria aveva evocato la pietra. Se era riuscita a fatica a difendersi prima, ora non aveva speranze.
Tentò di allontanarsi e prendere tempo per evocare Shiva, ma Yuffie non glielo permise e partì subito all’attacco. Stavolta poteva vedere lo Shuriken, ma non era avvantaggiata come sperava: Yuffie era più veloce di prima, e quell’arma molto più pericolosa.
Schivò il primo attacco, ma già per il secondo non c’era abbastanza distanza tra loro e si procurò una ferita alla guancia. Quando Yuffie sembrò attaccarla ancora, a quella distanza ravvicinata Kairi non poteva far altro che tentare il tutto per tutto, e afferrò il ciondolo tra i pollici e gli indici per evocare Shiva. Tuttavia non fece in tempo: il colpo arrivò prima che potesse anche solo cominciare, e se la ragazza non venne colpita, in compenso il ciondolo venne tagliato e scagliato lontano. Kairi si precipitò subito a riprenderlo, ma l’avversaria non era intenzionata a lasciarla agire indisturbata.  La pietra per fortuna era ancora intatta, il colpo aveva tagliato solo la collana. Se fosse riuscita a evocare la donna dei ghiacci, per Yuffie non ci sarebbe stata speranza di resistere alla Polvere di Diamante. Anche se non era sicura di voler arrivare a tanto contro un’avversaria del genere. Il suo scopo era vincere, però..
 Era a pochi istanti dal ciondolo ormai, quando sentì qualcosa ferirle la gamba. Cadde a terra serrando le labbra per il dolore, poi si guardò la caviglia: era stata Yuffie a ferirla con lo Shuriken. E sapeva di essere stata terribilmente fortunata: se il colpo l’avesse centrata in pieno, avrebbe potuto rimetterci tutta la gamba.
Senza perdere tempo si voltò verso il ciondolo e lo afferrò, ma la mano gli fu bloccata dalla scarpa di Yuffie.
-No, stavolta no- le disse sollevando lo Shuriken.
Kairi fissò la ninja, poi il ciondolo stretto in mano. Yuffie non si stava facendo scrupoli con lei. Però non se la sentiva lo stesso di usare la magia contro un’avversaria che ne era sprovvista, soprattutto quella di Shiva. Ma se non lo faceva… se solo ci fosse stato qualcos’ altro…
Yuffie esitò un attimo. Si aspettava un qualche tentativo- in fondo non le aveva strappato di mano il ciondolo proprio per questo. Invece niente.
Per un attimo fu tentata di lasciarla andare, per potersi divertire un altro po’. Poi però si ricordò chi era quella ragazza.
Ormai aveva superato quella cotta per Leon, e aveva capito di non essere ricambiata… Lo sapeva, ma quel rifiuto, per quella ragazzina… ancora le bruciava.
E alla fine, il loro compito era quello di eliminare i Cavalieri della Luce, no?
Gettò un ultimo sguardo alla ragazza, poi calò silenziosamente l’arma.
Kairi serrò gli occhi. Era finita?
“No!”
La ragazza spalancò gli occhi, e un nome le affiorò nella mente, che pronunciò in un sussurro:
-Odino.
Yuffie si fermò a sentire quel mormorio, e pochi istanti dopo si tirò indietro appena in tempo per evitare una grande spada, che andò a conficcarsi nel terreno con un rombo.
Kairi fissò sbalordita la spada, poi si alzò lentamente, osservandola: la pietra era andata a incastonarsi nell’impugnatura, di un colore scuro e dai ricami dorati. La lama era lunga e affilata, splendente quasi fosse uno specchio.
-Odino..?
La voce dell’Eone le echeggiò in testa.
“Impugnami e combatti!”
Kairi assunse uno sguardo deciso e sfilò la spada dal terreno. La sentiva piuttosto leggera, e anche la ferita alla caviglia era meno dolorosa di quanto pensasse.
Poteva combattere. Ora che aveva ottenuto questa chance non l’avrebbe sprecata.
-Grazie- disse mettendosi in posizione da combattimento.
Yuffie era rimasta profondamente colpita da quella scena. Alla fine quella ragazzina aveva ancora qualche asso nella manica… bene, bene. Sarebbe stato divertente.
Partì all’attacco senza pensarci due volte e sferrò un attacco con lo Shuriken, che Kairi parò prontamente, come anche quelli successivi.
Ora che aveva riacquistato fiducia aveva migliorato i riflessi e riusciva bene o male a parare gli attacchi dell’avversaria. Negli intervalli tra un attacco e l’altro provò qualche affondo, che però venne parato dalla ninja.
La ragazza raccolse le forze e sferrò un potente attacco di spada, che cozzò contro lo Shuriken dell’avversaria. Le due si contesero il colpo per qualche secondo, cercando ognuna di prevalere sull’altra. Poi Yuffie spinse via l’avversaria e si lanciò ancora all’attacco. Kairi non era ancora pronta a difendersi dopo l’azione di prima, ma il braccio si mosse da solo, tirato dalla spada, per parare l’attacco.
“Sta’ attenta, Guardiana” le disse la voce dentro di lei.
-D’accordo. Scusa, Odino- rispose lei rimettendosi in posizione e riprendendo fiato.
Anche Yuffie aveva il fiatone, dopo tutte quelle serie di attacchi. Quella ragazzina si stava rivelando un osso duro, ma restava il fatto che lei non aveva ancora subito ferite consistenti. Sarebbe stato meglio finire tutto in fretta, se non voleva esaurire le forze a furia di usare la pietra.
Si lanciò di nuovo all’attacco sferrando una serie di colpi all’avversaria; appena terminata la combo, tentò di lanciare lo Shuriken: sarebbe rimasta senza difese per un po’, ma se l’avesse colpita per la ragazza sarebbe stata la fine.
Kairi si accorse in tempo dello Shuriken, ma fermarlo fu più difficile di quel che aveva pensato. Yuffie l’aveva lanciato con molta potenza, e alla fine riuscì solo a deviare la sua traiettoria. Però Yuffie ora era senza difese e aveva l’occasione di attaccarla. Come la ninja aveva temuto, Kairi si lanciò contro di lei per attaccarla. Arretrò velocemente tenendo gli occhi puntati su di lei. Se riusciva a resistere fino al ritorno dello Shuriken…
Il primo attacco finì a vuoto, ma il secondo la prese di striscio alla coscia. Approfittando della distrazione dell’avversaria Kairi tentò un affondo, ma Yuffie lo schivò buttandosi di lato. Kairi sfilò in fretta la spada che si era conficcata nel terreno e si voltò verso l’avversaria per colpire ancora, ma questa era inaspettatamente rimasta in ginocchio, come ad aspettare qualcosa.
La ragazza capì in fretta e si abbassò appena in tempo per evitare lo Shuriken, che tornò subito in mano alla ninja.
Tuttavia non perse tempo per attaccarla, stavolta con più foga. Senza lo Shuriken Yuffie era in trappola. Se fosse riuscita a distruggerlo avrebbe vinto…
La ninja aveva capito le intenzioni dell’avversaria. Sapeva di aver rischiato grosso con quel lancio, e ora ne stava pagando le conseguenze. Doveva fare in fretta se voleva vincere.
Parò l’attacco di Kairi, poi la spinse indietro. Adesso era il suo turno.
La ragazza aveva appena rialzato lo sguardo che Yuffie era già all’attacco.
I suoi colpi erano molto più forti di prima, e a forza di difendersi le si stavano indebolendo le braccia.
La situazione si era capovolta. Doveva riprendere il vantaggio, e alla svelta, altrimenti…
L’ultimo colpo spezzò definitivamente la difesa di Kairi, che cadde a terra con un calcio di Yuffie. Tentò di rialzarsi, ma un ulteriore attacco la costrinse a difendersi e la rispedì schiena a terra. Era in trappola. Lo Shuriken era a pochi centimetri dal collo, bloccato dalla sua spada. Kairi cercò con tutte le sue forze di respingere l’attacco e rialzarsi, ma ormai le sue braccia non avevano più forza e riusciva a malapena a mantenere quella situazione.
-Fine dei giochi- disse Yuffie sorridendo. Faceva la spavalda, ma in realtà anche lei era stata messa a dura prova; aveva il fiatone e le braccia deboli.
Lo sapeva, che quello sarebbe stato il colpo decisivo.
Kairi si ritrovò ben presto la spada a toccarle il collo.
Le rimaneva un’unica possibilità, altrimenti sarebbe stata la sua fine.
Trattenne il fiato e chiuse gli occhi, e con tutte le forze che le erano rimaste sfilò la sua spada da quella posizione. Urlò di dolore quando lo Shuriken, perso il suo appoggio, le perforò la spalla, ma non si lasciò distrarre: strinse la spada e trafisse l’avversaria alla spalla sinistra.
Yuffie rimase interdetta per qualche secondo, il tempo di realizzare cosa fosse successo, e poi il dolore la investì in pieno,e si prese la spalla con la mano stringendo gli occhi e i denti per il dolore.
Kairi sfilò la spada dal corpo dell’avversaria e la spinse via con un calcio alla pancia. Lo Shuriken fu scagliato via, e dopo pochi istanti tornò alla sua vera forma, una pietra giallo brillante.
La ragazza rimase per un po’ sdraiata a terra, ansimando per la stanchezza e il dolore, poi si costrinse ad alzarsi.
Sollevò la spada portandosela sotto gli occhi, fissò la lama e sorrise.
“Grazie Odino”.
“Ho fatto soltanto il mio dovere. Fa’ più attenzione la prossima volta, Guardiana”.
E con questo, la spada scomparve e tornò nel ciondolo.
Kairi rimase un po’ stizzita dal comportamento dell’Eone, ma poi ci sorrise su. Sentiva che in fondo il guerriero l’aveva aiutata sinceramente.
Si avvicinò lentamente all’avversaria stesa a terra. Per fortuna era ancora viva.
Tirò un sospiro di sollievo, ma per un attimo il viso le si rabbuiò.
In realtà, quando sembrava non esserci più speranza, aveva provato ad evocare Shiva. Sapeva che se non l’avesse fatto sarebbe stata uccisa, e aveva tentato il tutto per tutto.
Però Shiva non si era presentata.
Aveva avuto paura, e si era aggrappata a quell’unica speranza, ma non era riuscita ad evocarla. Forse perché, in fondo, Shiva aveva capito.
Adesso si sentiva di ringraziare Odino con tutto il cuore.


Riku calò il colpo su Leon, che lo parò e lo respinse. I due incrociarono nuovamente le spade, restando qualche secondo a fissarsi. La battaglia era agli sgoccioli ormai. Se le erano date di santa ragione per tutto il tempo, e ancora nessuno dei due era riuscito a prevalere sull’altro in modo significativo. L’unica soluzione era finire adesso, quando entrambi erano ormai a pezzi: il primo che avesse commesso un errore avrebbe perso.
Lo sapevano entrambi, tuttavia un pensiero costante occupava le loro menti; e nonostante sapessero di non potersi concedere alcuna distrazione, erano preoccupati.
Alla fine la conclusione era una sola: sconfiggere in fretta l’avversario e correre ad aiutare le ragazze.
Leon smise di opporre resistenza contro la spada del nemico, scansandosi di lato; l’altro, privato all’improvviso dell’equilibrio, si sbilanciò in avanti, ma tenne i riflessi pronti e parò l’attacco che gli fu rivolto, per poi tornare lui stesso ad incalzare l’avversario con un colpo dietro l’altro, senza lasciargli tregua. Ma quando si fermò per dare il colpo decisivo, esitò. L’aria, che fino ad un attimo prima risuonava dei forti rumori della battaglia, si era ora fatta stranamente silenziosa.
Fece per girarsi verso il luogo in cui erano le ragazze, ma il colpo dell’avversario non glielo permise. Anche Leon era preoccupato per Kairi, ma era stato più attento di Riku. E quel suo attimo di distrazione gli era bastato.
Riku era veloce, ma non fece comunque in tempo a fermare il colpo: la lama lo ferì al petto, per poi proseguire di striscio fino alla spalla.
Il ragazzo si ritrasse velocemente ansimando, non senza il dolore provocato dalle varie fitte che ora gli attraversavano il petto a ogni respiro, mentre il sangue gli impregnava lentamente la maglietta.
Leon lo guardò: ormai non era più in grado di portare avanti il combattimento, come lui del resto. Durante la battaglia l’avversario lo aveva ferito al fianco, e sebbene non fosse una ferita troppo profonda, il dolore e la stanchezza adesso che il combattimento era finito si faceva decisamente sentire.
I due ragazzi lasciarono cadere a terra le armi, che tornarono ad essere le pietre che erano all’inizio. Poi si concessero di guardare dall’altra parte.
All’inizio non distinsero bene le due figure, a causa del polverone e alla vista offuscata dalla fatica. Poi la scena si fece loro chiara: la ragazzina dai capelli rossi ancora in piedi, e la ninja stesa a terra.
Il cuore di Riku mancò un battito.

 


-Ciao!
La bambina alzò il viso sorpresa, per poi osservare la figura di bambino che le stava avanti tutto bagnato dalla pioggia.
-…Ciao- rispose, asciugandosi gli occhi rossi e stringendo a sé le ginocchia.
-Che ci fai qui tutta sola?- chiese il ragazzino con un sorriso innocente.
La bambina incrociò le braccia sotto le gambe e aspettò un po’ prima di rispondere.
-Mi ha lasciata qui...
-Chi?
-La mamma- spiegò distogliendo lo sguardo, cercando di non riportare alla luce brutti ricordi, seppur gli unici che possedeva.
-Davvero?- fece il bambino con aria mesta, sedendosi accanto a lei.
La bambina sembrava fosse di nuovo sul punto di piangere.
-Mi hanno abbandonato tutti…
Il bambino rimase in silenzio, il rumore della pioggia scrosciante a coprire ogni rumore.
-Anch’io sono solo- disse dopo un po’, abbozzando un sorriso.
-Sono solo anch’io, perciò…
La bambina alzò il viso, fissando gli occhi azzurri dell’altro.
Lui le prese le mani e le disse con foga: - Perciò d’ora in poi ci sarò io con te! Se stiamo insieme non saremo più soli, no?
La bambina lo guardò dritto negli occhi, per poi sporgersi più verso di lui.
-Davvero sarai sempre con me?
-Certo!- rispose felice il bambino.
-Non mi abbandonerai come gli altri, vero?
Lui le sorrise, mentre il volto della bambina si bagnava ancora.
-No, non ti lascerò mai- le disse abbracciandola.
-E’ triste essere soli… ma finchè ci saremo l’uno per l’altra non ci saranno problemi, no? Andrà tutto bene così.
E la bambina annuiva tra le sue braccia, senza riuscire a dire niente.
-A proposito- disse il bambino dopo un po’,  quando smise di piovere – non mi hai ancora detto il tuo nome. Io mi chiamo Riku, e tu?

 

 


-Yuffie!!!- il ragazzo si precipitò verso l’amica, inginocchiandosi al suo fianco e sollevandola per le spalle.
-Yuffie, mi senti?!
Riku aveva paura. Portava gli occhi dalla ferita profonda e sanguinante alla spalla agli occhi chiusi della ragazza. Non poteva essere…
-Ugh…
Riku portò lo sguardo sul volto di lei, che stava lentamente riaprendo gli occhi.
-…Riku…?
Il ragazzo la strinse forte a sé, libero dalla paura opprimente che lo aveva assalito pochi secondi prima, il volto contratto per non piangere.
-Meno male…- sussurrò con voce rotta.
Yuffie dapprima era ancora un po’ intontita, ma ci mise poco per mettere a fuoco la situazione.
-R…Riku, che fai?!- esclamò, all’inizio per la fitta che l’abbraccio aveva inevitabilmente causato, poi per l’imbarazzo, portando istintivamente le braccia a distanziare i loro corpi ( senza successo)
Sentì la mano bagnarsi al contatto con il petto del ragazzo, e capì che anche lui aveva perso il suo scontro.
-Lasciami Riku, sei ferito!- esclamò, allontanandolo con un gesto deciso.
-Resta fermo e non muoverti, o la ferita peggiorerà!
-La stessa cosa vale per te!- ribattè lui.
-Zitta e lasciati abbracciare.
Yuffie ammutolì, lasciando che l’altro la riprendesse tra le braccia.
-Stupido…

Kairi abbozzò un sorriso, poi si voltò: Leon stava correndo verso di lei.
-Leon! Stai bene?- esclamò appena gli fu davanti, alludendo alle varie ferite del ragazzo, che per fortuna sembravano superficiali.
-Io sto bene, ma tu piuttosto!-esclamò lui preoccupato prendendole piano il braccio.
-Questo…
-Ah, è stato lo scotto da pagare per la vittoria- esclamò Kairi con un sorriso soddisfatto.
Non poteva negare di essere felice di aver vinto, e per aver dimostrato che alla fine riusciva a cavarsela anche da sola. Ma di certo non era facile lasciar perdere il dolore tremendo alla spalla.
-Appena torneremo ci penserà Aeris a sistemare tutto, si tratta solo di resistere un pochino. Inoltre anche il sangue sembra essersi fermato, forse grazie alla magia della pietra…
Leon sorrise scuotendo la testa, poi le mise una mano sul capo.
-Ad ogni modo sei stata bravissima- le disse con un sorriso, che lei ricambiò felice.
-In realtà sono stato preoccupato tutto il tempo- fece pochi secondi dopo con un finto sorriso.
A sentire quelle parole la ragazza alzò lo sguardo verso di lui; anche la presa al braccio si era fatta leggermente più forte.
-Avevo paura che non ce l’avresti fatta contro Yuffie…
Il ragazzo abbassò lo sguardo, mordendosi le labbra.
-Scusami, davvero… che razza di compagno che sono…
-No, hai ragione- rispose lei con aria comprensiva.
-Non scusarti. Io sono l’ultima arrivata e in fondo questa era la prima volta che affrontavo veramente un Cavaliere… Non  devi sentirti in colpa solo perché eri preoccupato.
Leon si sentì sollevato a quelle parole. Temeva che Kairi si sarebbe arrabbiata per la mancata fiducia… invece a quanto pare aveva capito tutto.
Lei riusciva sempre a capirlo.
Leon arrossì lievemente. Non era né il luogo né il momento adatto, ma sentiva l’impellente bisogno di dirglielo. Che avessero vinto o che avessero perso, questa poteva anche essere la sua ultima occasione…
-Kairi…
Ma prima che potesse continuare, il paesaggio intorno a loro cominciò a cambiare.

 

 

 


Bhè, eccoci qua con il nuovo capitolo. Scusatemi se ci ho messo un po’. Temo che gli intervalli fra un capitolo e un altro non saranno tanto corti, ma vi prego di portare pazienza ^^;
Questo capitolo mi ha fatto penare un po’ per diversi motivi, ma spero che non sia venuto una schifezza totale XD

Pika chan: come si dice, meglio tardi che mai XD Ti ringrazio per i complimenti, sono molto felice che la fic ti abbia preso, spero continuerà a piacerti fino alla fine. Parlando e parlando comunque, stanno venendo fuori più capitoli del previsto per la parte finale… accidenti! xD

Yunie the Black Angel: ma non scusarti, anzi XD  Un’entusiasmo simile mi ha fatto un piacere immenso, davvero ( aspe, devo dedurre che una buona parte delle letture dei capitoli sia tua? XD) Grazie, grazie davvero.
Per quanto riguarda le scene Cloud/Aeris… bhè, è una coppia a cui tengo moltissimo anch’io, ma non vorrei anticiparti nulla sul futuro. Dopotutto ora siamo agli scontri finali ( argh) e la loro sorte verrà decisa solo alla fine. Spero che continuerai a leggere e che non ti stufi prima XD
                      

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


a

Ansem alzò lo sguardo. Davanti a lui si stendeva un’enorme porta bianca decorata da leggeri ricami, chiusa, sospesa nel vuoto.
Le labbra dell’uomo si incurvarono in un sorriso soddisfatto.
-Presto. Molto presto.

 

Final Fantasy Adventure
Capitolo 16

 

 

Nell’aria ormai non si sentiva altro che il rumore di lame che cozzavano tra loro. Una serie di colpi uno dietro l’altro, qualche attimo di silenzio, e poi di nuovo le spade si scontravano l’una con l’altra.
Il combattimento tra Auron e Tidus ormai andava avanti da un bel pezzo. Quanto, esattamente, Tidus non sapeva dirlo. Era come se quel posto si trovasse al di là del tempo, nonostante avesse le sembianze della sua città natale. Tutto ciò gli ricordò la prima volta che si era scontrato con Auron –non un bellissimo ricordo in effetti, ma era anche da lì che era cominciata la sua avventura.
Allora era semplicemente un ragazzino un po’ abile a calciare la palla, ma ora pensava –sperava di essere diventato un degno Cavaliere della Luce.
Eppure ancora non riusciva a sferrare un colpo decisivo contro l’avversario. Forse perché la tensione di entrambi era decisamente alta: questo era uno scontro decisivo, lo sapevano tutti e due.
Eppure non poteva evitare di pensare che fosse una battaglia completamente inutile.
Parò il colpo di spada dell’avversario e lo costrinse ad arretrare, prendendosi così qualche momento per calmare il fiatone.
-Sei già stanco, ragazzino?- fece Auron beffardo, appoggiandosi la spada sulle spalle.
-Ma se abbiamo appena cominciato!- ribattè pronto Tidus, rimettendosi in posizione.
-Piuttosto, è una cosa che ormai mi chiedo da un po’…- fece, cominciando lentamente a muoversi sempre con gli occhi fissi sull’avversario – se tu e gli altri avete il diritto di possedere delle Pietre, questo significa che siete anche voi dei Cavalieri della Luce, no?
Auron abbassò la spada e la puntò dritta davanti a sé.
-Non mi è mai importato molto di cose come i nomignoli. Se poter usare delle Pietre significa essere Cavalieri, allora lo saremo.
Si lanciò contro Tidus mirando un potente fendente al petto, ma il ragazzo non si lasciava sorprendere per così poco. Schivò di lato, girò attorno all’avversario e tentò di colpirlo da dietro, e le due spade si scontrarono ancora.
-Ma se siete Cavalieri della Luce perché siete dall’altra parte?!- esclamò il giovane, premendo con forza la sua spada contro l’altra per prendere vantaggio.
Con un colpo secco Auron si liberò dalla scomoda situazione e con un calcio spinse Tidus indietro di qualche passo.
-Non so cosa ne pensino gli altri, ma… - disse partendo all’attacco – per me la questione è del tutto irrilevante.
Irritato in qualche modo da quella risposta, Tidus ripartì all’attacco con una serie di colpi veloci, cercando più che altro di disarmare l’avversario. In effetti, cosa sarebbe successo se uno dei Cavalieri della Luce fosse morto? Le pietre potevano essere usate solo dai legittimi possessori, e in quel caso avrebbero fallito comunque la loro missione. L’ideale sarebbe stato vincere senza uccidere, e se possibile, senza finire ucciso.
Auron arretrò di qualche passo, andando a posizionarsi sopra ciò che restava di una colonna distrutta.
Tidus lo fissò per qualche momento, riprendendo fiato e sentendo l’irritazione crescere.
-Vorresti dirmi che a te non importa nulla di questa battaglia? Di quello che succederà se Ansem porta a termine il suo obiettivo?
-Stai forse cercando di convincermi a lasciar perdere, ragazzo?- fece Auron inarcando un sopracciglio.
-Fa’ parlare la spada al posto tuo.

 

-Idroga!
-Ugh!
Aeris evitò l’ondata d’acqua rotolando lateralmente e riatterrando in ginocchio, gli occhi fissi sull’avversaria. Il tempo di una battuta ad effetto e la donna aveva subito cominciato ad attaccarla.
-E va bene…- mormorò decisa, preparandosi al contrattacco.
Cominciò ad avanzare velocemente verso l’avversaria, pronta a sferrare una magia diretta, ma Lulu non sembrò scomporsi: alzò lentamente il braccio e con lo sguardo fisso sulla Guardiana lo riabbassò decisa, gridando un Fira!
A una distanza così ravvicinata Aeris non poteva evitare il colpo, perciò cercò di contrastare il fuoco con l’acqua. I due elementi si eliminarono a vicenda creando una cortina di fumo, che Aeris sfruttò a proprio vantaggio per portarsi alle spalle dell’avversaria, ma sembrava che Lulu avesse intuito le sue azioni.
La magia di ghiaccio di Aeris andò a infrangersi contro un incantesimo di protezione, e la forza d’impatto la costrinse ad arretrare di qualche passo.
Le due rimasero a fissarsi per qualche istante, il tempo necessario perché il fumo si diradasse.
Stavolta fu Lulu a partire all’attacco, lanciando una serie di stalattiti di ghiaccio. Aeris le schivò grazie alla velocità e alla magia di fuoco, cercando contemporaneamente di portarsi in un buon punto per attaccare, ma non sembrava un’impresa facile. Sciolse l’ultima stalattite diretta verso di lei, per poi concentrare la sua magia nel sottosuolo.
-Idrora! – e al suo comando una serie di raffiche d’acqua attaccarono l’avversaria da sotto terra.
-Tsk!
Lulu fu costretta a lasciare la sua posizione per schivarle, ma non abbassò la guardia: quando Aeris saltò contro l’avversaria tentando di coglierla di sorpresa, Lulu indietreggiò e le lanciò contro un Thundara.
Fu tutto così improvviso che Aeris non ebbe il tempo di contrattaccare con una magia e non riuscì a fare altro che tentare una magia di difesa: il fulmine di Lulu colse in pieno il Protect di Aeris
-Non basta...- sussurrò Lulu con un sorrisetto.
Aeris non fece neanche in tempo a rivolgerle uno sguardo interrogatorio che il suo Protect andò in pezzi e lei fu sbattuta a terra per l’onda d’urto causata dalle due energie.
-Dannazione…- ansimò la ragazza rimettendosi in ginocchio, scossa dal colpo.
-Vedo che hai un po’ di problemi con le magie di difesa- fece Lulu avvicinandosi.
-Mentre tu ne hai di dimestichezza, invece- fece Aeris con tono di sfida.
In un’altra situazione Lulu avrebbe mostrato quel carattere che Aeris tanto detestava: se ne sarebbe uscita con una sentenza stupida o un elogio verso se stessa, ma stavolta non lo fece.
Si limitò a sorridere e a rispondere: -Al contrario di te, che hai acquistato per la prima volta la magia grazie alla pietra, io la posseggo fin dalla nascita: la mia pietra non ha fatto altro che rafforzarla. E’ normale che io abbia più dimestichezza di te.
Sei davvero una strega, dopotutto…

 


-Ehy, signore.
-Uh?
-Cosa ci fa sdraiato in mezzo alla strada?
L’uomo alzò lo sguardo senza spostarsi di un millimetro: una ragazzina lo stava fissando con aria interrogativa.. Fece per girarsi e tornare a dormire, ma la ragazzina avvicinò il volto al suo con aria indispettita.
-Rispondere a una domanda non costa nulla, sa?
L’uomo si girò nuovamente, scocciato. Però, che occhi particolari aveva quella ragazzina...


Auron approfittò del calo di guardia dell’avversario per sferrare un colpo frontale: Tidus fu colto alla sprovvista e la sua spada bloccò solo in parte l’attacco, finendo sbalzato con violenza contro la parete di un edificio semidistrutto.  Auron osservò il ragazzo scomparire sepolto dalla nebbia di polvere, mentre grossi pezzi di cemento cadevano ai suoi piedi.
Tidus si ritrovò a terra all’interno dell’edificio. Si mise a sedere controllando le ferite, a prima vista se l’era cavata con un leggero taglio sul busto. Tuttavia la potenza del colpo aveva generato una forza d’urto fortissima, e lo scontro con la parete non era stato molto piacevole. Era sicuro di essersi rotto almeno un paio di costole.
Si diede un’occhiata intorno: le macerie avevano in parte coperto il buco che aveva causato, e sebbene all’interno dell’area ci fossero molte colonne e resti di scale non sembravano esserci altre uscite. Appena Auron l’avesse raggiunto lo scontro si sarebbe svolto al chiuso. L’uomo lo raggiunse pochi momenti dopo per partire subito all’attacco: adesso che aveva un vantaggio sull’avversario intendeva sfruttarlo. Nelle condizioni attuali Tidus non poteva più combattere alla pari con Auron, ma per fortuna l’area circostante gli permetteva un maggior campo di protezione, oltre al fatto che anche il nemico stava cominciando a stancarsi. Quando si trovò una colonna alle spalle vi girò intorno, mandando il colpo di Auron a infrangersi contro il marmo, mentre lui gli si portava di lato; l’uomo alzò la spada per colpire l’attacco e i due rimasero qualche attimo in quella posizione. Per quanto ancora Tidus sarebbe riuscito a resistere? Fissò la lama dell’avversario e strinse i denti. Se aveva paura di rischiare non poteva vincere. Lasciò la presa sulla spada, che fu sbalzata alle sue spalle dal colpo di Auron, causandogli un lieve taglio sulla guancia. E mentre l’avversario era ancora girato a seguito del colpo, Tidus caricò bene e gli sferrò un pugno in piena faccia. Se avesse mandato Auron a terra avrebbe vinto, altrimenti sarebbe stato spacciato.
E Auron finì a terra.
Mentre l’uomo si riprendeva, più dalla sorpresa che dalla potenza del colpo, Tidus corse a riprendere la spada a pochi passi da lui e gliela puntò alla gola, prima che l’altro potesse anche solo alzarsi.
Rimase così qualche secondo, cercando di riprendere fiato e di non pensare al dolore al petto.
-Ho vinto- disse semplicemente.
Auron rivolse prima uno sguardo alla lama poi agli occhi del ragazzo.
“Non credo proprio”.
Cogliendo Tidus completamente alla sprovvista calciò all’indietro la spada vicina al collo e in un attimo fu lui a puntare la lama alla gola del ragazzo, dopo averlo sbattuto a terra con un calcio.
-Io ho vinto- disse Auron riprendendo fiato.
Tidus era rimasto senza fiato per il dolore causato dal calcio; molto probabilmente si era rotto qualcos altro. Non c’era niente da fare: Auron era stato più forte di lui.
-Devo ammetterlo, hai combattuto bene. Per lo meno sembra che tu creda veramente in ciò che fai- gli disse Auron fissandolo.
Il ragazzo fece una risatina smorzata.
-Avevo fatto una promessa... ma a questo punto non credo che potrò mantenerla.
Tidus fissò di rimando l’uomo, che non si spostava di un millimetro.
-E tu hai combattuto abbastanza ferocemente per uno a cui non importa nulla.
Auron corrugò leggermente le sopracciglia.
Aveva ragione. C’era qualcosa che lo aveva spinto a calciare via la spada quando ormai il ragazzino aveva vinto, che lo aveva sempre spinto a compiere le sue azioni: rabbia. Una rabbia che aveva continuato a crescere e quasi l’aveva portato a dimenticare tutto, tranne quel insaziabile desiderio di vendetta.
...rivolto a chi poi? Chi odiava veramente?

Auron... non è colpa tua.

-E a chi l’avresti fatta, quella promessa? Alla tua ragazza?- disse Auron con una risatina, abbassando la spada.
E un attimo dopo era a terra.
Tidus lasciò passare qualche secondo, poi alzò la testa sconcertato.
-Ma che..?- fece, osservando l’uomo che rideva sotto voce.
-Sicuramente una ragione molto nobile- continuò Auron fissando il soffitto, ma adesso di nuovo serio.
-Sai, ho conosciuto una ragazzina una volta, parecchio tempo fa... ti somigliava molto per carattere.
Rimase qualche momento in silenzio, chiedendosi cosa stava facendo. Ma poi decise che non gli importava.
-Una ragazzina strana, con degli occhi molto particolari.

-Non ho un posto dove stare. Ora potresti andartene, signorina?- bofonchiò l’uomo prima di girarsi su un fianco.
La ragazza non rispose e così come era venuta se ne andò.
L’uomo sospirò scocciato. Perché diavolo lo aveva svegliato se non aveva niente di intelligente da dirgli? Si girò un attimo, ma la ragazzina era già scomparsa.


Si tirò su di scatto, il respiro affannato. Dannazione... perché ogni volta che riusciva a prendere sonno dovevano tornargli in mente quei brutti ricordi?
Afferrò la borraccia legata alla vita e bevve un lungo sorso, quando notò con la coda nell’occhio un movimento alle sue spalle. Era la ragazzina di quella mattina.
-Se ti metti a dormire in mezzo alla strada potresti anche  venire investito, sai?
L’uomo non rispose. Come se gli importasse qualcosa... in fondo, era già morto.
D’improvviso si trovò una busta bianca in mano, mentre lei gli si sedeva accanto.
Fissò il pacchetto e subito lo restituì alla proprietaria.
-Non mi serve l’elemosina.
-Non è elemosina- rispose lei, scartando il suo panino.
-Visto che sarai il mio accompagnatore, è anche nel mio interesse che tu mangi.
L’uomo rimase in silenzio, poi fissò il pacchetto e poi di nuovo la ragazza.
-...accompagnatore?
-Si- rispose lei sorridendo, cominciando a mangiare il panino – Hai detto che non hai un posto dove andare e io ho proprio bisogno di un compagno. Non hai nulla in contrario, no?
Rimase sconcertato a guardarla, poi prese a scartare il suo panino.
Era una ragazzina dai capelli biondi raccolti in una coda spettinata, con degli strani occhi verdi e vestita semplicemente. Non avrà avuto più di sedici anni... perché una ragazzina aveva bisogno di un accompagnatore?
-Se ti serve un accompagnatore, perché proprio io? Sei solita andare a cercare amici tra i barboni?
-No- disse lei a bocca piena, per poi mandare giù il boccone e riprendere a parlare- ma sono sicura che tu non sia un barbone. Ho pensato che non avresti avuto problemi ad accompagnarmi.
Bhè, non che la risposta gli avesse chiarito molto, comunque...
-Come ti chiami?- le chiese poi.
-Rikku- sorrise lei – E tu?
-Auron- rispose l’uomo – Ma aspetta, com’è che sei passata dal “lei” al “tu”?

-Quella spada è tua?- chiese Rikku, alludendo al fodero sul fianco di Auron.
-Si, anche se non la uso da molto tempo. E’ per questa che hai pensato che non sono un barbone?
-Mah, anche.
L’uomo sorrise scuotendo il capo.
-Allora, perché avresti bisogno di un accompagnatore?
-Devo fare un viaggio- rispose Rikku, diventando un po’ più seria.
-Un viaggio? E dove?
-... ho deciso di diventare un’evocatrice.
Auron si fermò di colpo, guardandola con occhi seri.
Rikku girò lo sguardo imbarazzata, gesticolando: - Si, lo so che sono ancora una ragazzina... ma penso di poterci riuscire...
-Sai cosa significa diventare evocatrice?- le chiese Auron gelido.
Rikku annuì in silenzio.
-E saresti disposta a buttare via la tua vita per una simile causa?
-La ritengo una causa giusta!- replicò lei.
-Giusta forse, ma inutile!- esclamò l’uomo alzando la voce.
-Tu potrai anche sacrificare la tua vita, ma alla fine la pace che otterrai non durerà che pochi anni! E poi tutto si ripeterà un’altra volta! E a cosa sarà valso il tuo sacrificio allora?!
-Non dire così- disse Rikku a bassa voce, guardandolo seria.
-Io non la reputo affatto una causa inutile. Se portare a termine il mio viaggio servirà ad alleviare le sofferenze della gente almeno un po’, allora sono disposta a farlo! Come puoi reputarlo un sacrificio inutile?
Auron fece per ribattere, ma rimase in silenzio. Era  vero, pagando con un’unica vita si poteva ottenere un periodo di pace... ma alla fine... alla fine non sarebbe cambiato nulla! Quel mostro di Sin sarebbe tornato e un altro evocatore avrebbe dovuto compiere nuovamente un pellegrinaggio per sconfiggerlo... sarebbe tornato tutto come prima! Perché la vita di tutti doveva dipendere dalle sofferenze di un’unica persona?
-Sei solo una ragazzina, diamine!
Rikku si limitò a rivolgergli un sorriso mesto.
Auron si voltò. Non avrebbe ripetuto un’esperienza simile un’altra volta. Che si trovasse qualcun altro, lui non era disposto a farlo di nuovo.
-Auron, ti prego!- esclamò lei afferrandogli il braccio.
Lui la guardò negli occhi. Il suo sguardo era determinato: sarebbe andata, con o senza di lui.
Abbassò gli occhi, poi sospirò.
-E va bene- fece scocciato, guadagnandosi i sorrisi e i ringraziamenti della ragazza.
Auron sbuffò. Se doveva andarci per forza, che almeno avesse un guardiano. E chissà...

-... magari questa volta Sin non rinascerà.
L’uomo portò lo sguardo dal fuoco alla ragazza seduta sul ramo di un grosso albero.
-Cosa te lo fa credere?
-Uhm... sesto senso forse?- sorrise lei.
 -Non esistono cose del genere- fece lui con un sorrisetto.
La ragazza prese a sbucciare una mela, poi si rivolse nuovamente ad Auron.
-Tu sei già stato un Guardiano, vero?
L’uomo ci mise un po’ per rispondere.
-Si, molto tempo fa.
La ragazza si sdraiò sul grande ramo e addentò la mela.
-E i sigilli... sono difficili da rompere?
-Si, molto- fu la risposta secca.

-Waaah! Ce l’abbiamo fatta, ce l’abbiamo fatta!- esclamò Rikku saltando al collo del suo guardiano.
-Mh... si, sei stata brava- disse lui dandole una piccola pacca sulla testa.
-Ma ricordati che è solo il primo.
-Però è un buon inizio!- disse lei sorridendo.
-... si, è un buon inizio.

-Ma la tua famiglia... non poteva trovarti un guardino per il tuo viaggio?
Rikku fissò il pavimento, poi tornò a guardare l’uomo.
-I miei sono morti quando ero piccola.
-Opera di Sin?
La ragazza annuì.
-E poi non me la sentivo di esporre i miei amici a dei pericoli.
-Perché, invece rischiare la vita di uno sconosciuto va bene?- scherzò Auron.
Rikku si lasciò scappare una risatina.
-E tu, ce l’hai una famiglia?
-L’avevo, una  volta- rispose l’uomo armeggiando con i rami per il fuoco.
-Una moglie e una bambina. E’ per proteggere loro che avevo deciso di diventare Guardiano e sconfiggere Sin.
-E’ una decisione noblie- sorrise Rikku.
Auron gettò un  ramoscello tra le fiamme.
-Le buone intenzioni non servono a niente se non riesci a fare qualcosa di concreto.
Il sorriso di Rikku svanì lentamente per far posto ad un’espressione tra il triste e il pensieroso.
-Lo facciamo anche per loro- disse dopo un po’.
 –Per tutte quelle persone che hanno sofferto a causa di Sin e affinchè altri non debbano provare lo stesso.
La ragazza si avvicinò all’uomo guardandolo negli occhi.
-Sconfiggeremo Sin e vendicheremo tutti quanti, ok? Non saranno solo buone intenzioni questa volta.
Auron restò un attimo a guardarla, poi le diede un colpetto in fronte con un dito, sorridendo.

-Cosa farai una  volta arrivato il Bonacciale?- chiese Rikku tutto d’un tratto, mentre attraversavano il fiume.
Auron assunse un’aria pensosa, poi scosse la testa.
-In effetti non ci ho ancora pensato. Non saprei... ma comunque non è un po’ presto per pensare a questo?
-Perché no?- sorrise lei – In fondo siamo già al terzo sigillo. Non manca molto alla fine ormai.
Auron si voltò verso di lei, serio.
-E questo non ti spaventa?
Rikku rimase un po’ in silenzio, poi scosse la testa.
-No, sono pronta da tanto.
-... ma i tuoi amici...?
-Bhè, loro hanno approvato... alla fine- aggiunse quest’ultima parte con un mezzo sorrisetto.
-Voglio che siano felici, tutti quanti... almeno loro.
-E’ un pensiero un po’ egoista, il tuo.
-... forse.
Auron sorrise, poi tornò a guardare avanti.
-Mi sa che mi toccherà viverlo bene, il resto della mia  vita.
Eh si!- esclamò Rikku sorridendo, sempre camminando dietro di lui.
-Per cui scordati di dormire ancora in mezzo alla strada!

-Alla fine non è mai arrivato, quel Bonacciale- disse Auron con un sorriso mesto.
-All’ultimo momento non sono stato in grado di proteggerla. E invece lei mi ha ringraziato.
Rimase un attimo in silenzio, per poi riprendere a voce più bassa.
-Io sono già morto dopo il pellegrinaggio con Braska; non sono stato trapassato.  Dopo la morte di Rikku ho continuato a vivere come un fantasma, e non ho visto altro che distruzione. Non volevo più saperne niente di quel mondo e delle sue leggi distorte. Ma la realtà era che odiavo me stesso. Per la mia negligenza, per il mio animo arrendevole. Non c’era giorno in cui non pensassi che se fossi stato un Guardiano migliore quella ragazzina sarebbe ancora viva, e magari...
-Ho continuato a nutrire quest’odio, finchè non sapevo più contro chi rivolgerlo. Fu allora che incontrai Ansem... e accettai la sua offerta.
Auron si mise una mano sul volto e rise sommessamente.
-Davvero patetico.
Tidus rimase in silenzio a osservare il soffitto. Aveva la mente piena di pensieri contrastanti.
-Perché mi hai detto questo?- chiese alla fine.
Auron si tirò a sedere.
-Perché mi hai decisamente battuto su tutta la linea.
Tidus fissò l’uomo negli occhi.
Significava che aveva vinto? Che Auron non era più un nemico?
In fondo era un uomo forte, lo sentiva. Ed era pur sempre un Cavaliere. Ansem non sarebbe mai riuscito a portarlo dalla sua parte se...
-Agh!
I pensieri di Tidus furono interrotti da un dolore acuto. Auron lo aveva appena tirato in piedi prendendolo per il braccio.
-C-che diavolo fai?!- esclamò a metà tra il furioso e il dolorante.
-Quanti piagnistei per qualche osso rotto. Hai forse intenzione di restare lì per sempre?

 


Aeris scattò in piedi, l’ennesimo colpo andato a vuoto.
Non ci riusciva. Aveva già combattuto diverse volte con Lulu, e improvvisamente il livello della donna le sembrava irraggiungibile. Possibile che finora l’avesse sempre presa in giro? Non poteva essere.
“Calma, non è il caso di lasciarsi abbattere” si disse fra sé dandosi dei colpetti sulle guance.
“Posso farcela, devo farcela”.
Lulu fissò la ragazza davanti a lei inarcando le sopracciglia.
La mocciosa era un osso più duro del previsto, aveva sbagliato a prenderla così alla leggera. Non aveva più tempo da perdere, in fondo anche le sue energie avevano un limite: doveva concludere in fretta.
-Finiamola qui, ragazzina!- esclamò mentre intrecciava le braccia sopra la testa.
-Magma!
Aeris sbarrò gli occhi sorpresa, osservando la posa della donna. Non conosceva quell’incantesimo.
D’un tratto sentì il suolo farsi lentamente più caldo, mentre qualche filo d’erba cominciava a bruciare.
Aeris indietreggiò di qualche passo per poi rendersi conto del potere di quell’attacco: grandi ondate di magma incandescente si stavano dirigendo verso di lei, bruciando inesorabilmente tutto ciò con cui il liquido bollente veniva a contatto.
La ragazza osservò il lento avanzare del rosso fuoco verso di lei, senza che potesse muovere un solo muscolo. Non sapeva cosa fare.
La quantità di magma era enorme, l’avrebbe completamente sommersa e lei non riusciva a formulare un solo pensiero coerente.
“Aveva ragione, ha più esperienza di me. Avrei dovuto fermarla, sono una stupida, non posso farcela...”
Aeris alzò lo sguardo verso Lulu, un ghigno stampato sul volto.
Sapeva di aver vinto.

 

“Ma cosa diavolo sto facendo?”
Aeris alzò il volto di scatto, indietreggiando di qualche passo per evitare che il magma arrivasse a bruciarla, per poi prendere una rincorsa e spiccare un potente salto in avanti.
Fu un attimo.
Mentre Lulu osservava incredula la scena, Aeris gridò con quanto fiato aveva in corpo: Blizzaga!!!
Appena mise piede a terra il magma incandescente sotto di lei si raffreddò e solidificò di colpo, l’intera superficie rossa che veniva completamente ricoperta da forti strati di ghiaccio, mentre l’intero giardino veniva coperto da un lieve strato di nevischio.
Aeris si rialzò lentamente poggiando sulla superficie ghiacciata e fissando Lulu, il cui volto era ora contratto in una smorfia.
-Avevi usato anche un altro incantesimo oltre al Magma, vero?- disse la ragazza riprendendo fiato.
La donna di fronte a lei sbuffò.
-Non pensavo ti saresti resa conto dello Charm. Hai dei buoni riflessi per essere una mocciosa.
Aeris inarcò le sopracciglia. Non conosceva quell’incantesimo, ma sicuramente serviva a influenzare la mente. Adesso si spiegava le strane sensazioni di impotenza che aveva provato poco prima... se non si fosse ripresa in tempo ora sarebbe ridotta a concime per le piante.
-Ad ogni modo preparati, perché non commetterò più errori questa volta!- esclamò Lulu, cominciando a correre verso di lei.
Aeris si tenne pronta ad attaccare. Questo sarebbe stato il colpo decisivo, lo sapeva.
Lulu era ormai a pochi passi da lei quando con uno scatto si portò alla sua destra e sferrò il suo incantesimo: -Pain!!
Aeris evocò in fretta l’incantesimo di protezione Shell, che bloccò l’attacco prima che la raggiungesse. A quanto pare contro le magie era molto più efficace del Protect.
Ma non ebbe il tempo di pensare a una contromossa, perché con scatto felino Lulu si era già portata dietro di lei e stavolta la sua magia andò a segno.
Aeris sentì una scarica di dolore tanto acuto da farla gridare percorrerle tutto il corpo, derubandola delle energie rimaste e costringendola in ginocchio.
Alzò subito lo sguardo per accorgersi che Lulu stava partendo di nuovo all’attacco, ma stavolta evitò il suo Thunder saltando all’indietro, per poi costringersi ad alzarsi velocemente. Aveva tutto il corpo indolenzito e le gambe che tremavano a causa dell’attacco di prima, ma doveva resistere.
Quando Lulu tornò all’attacco la evitò scansandosi di lato cercando di portarsi a qualche passo di distanza da lei.
“Anche lei è al limite ormai, ha usato troppe magie” pensò mentre si preparava ad attaccare.
In quel momento Lulu le lanciò un Fire a distanza, che Aeris evitò solo perché le gambe le cedettero all’improvviso facendola cadere a terra.
E mentre Lulu tentava di riprendere fiato, Aeris tentò il tutto per tutto lanciandole un Thundaga con tutte le forze che le erano rimaste.
La strega ormai non aveva più energie per rispondere prontamente a quell’attacco, che la centrò in pieno causando un’esplosione di luce e scintille.
Aeris si coprì il volto con le braccia quando si alzò una leggera coltre di polvere, per poi lasciarsi cadere in ginocchio senza staccare gli occhi dall’avversaria.
Lulu era ancora in piedi, ma a stento. Piegò il busto in vanti cercando di riprendere fiato, mentre le gambe minacciavano di cederle da un momento all’altro.
-N-non è ancora finita... ragazzina...- mormorò fissandola, mentre alzava nuovamente il braccio, che però si afflosciò pochi secondi dopo mentre la donna cadeva a terra sfinita.
Aeris rimase qualche minuto immobile, il fiato corto e le gambe incollate a terra.
Quando vide che Lulu non aveva intenzione di rialzarsi si lasciò sfuggire un sospiro e si lasciò cadere schiena a terra.
Era completamente sfinita. Ma aveva vinto, questo era l’importante.
“Spero che gli altri stiano bene” pensò.
“Sarà meglio che mi rimetta presto, altrimenti non potrò curarli nel caso ne abbiano bisogno...”
Inspirò a lungo, il respiro ormai era tornato regolare.
Girò il volto verso l’avversaria, che nel frattempo si era portata su un fianco, ancora incapace di muoversi liberamente.
Rimase così per un po’, mentre la sua mente cominciava a formulare vari pensieri a cui però non riusciva a dar voce.
-... perché..?- chiese semplicemente, appena le si schiarì la gola.
La donna girò lo sguardo verso di lei, il volto impassibile.
-Se sei anche tu un Cavaliere... perché..?
Lulu inarcò le sopracciglia, portandosi schiena a terra.
-Ma cosa vuoi saperne, tu...- mormorò, ma non a voce così bassa da evitare che Aeris la sentisse.
La ragazza stava per replicare qualcosa, quando improvvisamente il paesaggio intorno a loro cominciò a mutare, finchè le due non si ritrovarono in un altro luogo.

 

 

***

 


Ecco qua, chiedo umilmente scusa per il ritardo >_<  Speravo di riuscire ad aggiornare con un minimo di periodicità, ma a quanto pare proprio non ci riesco. Questo capitolo poi mi ha fatto particolarmente dannare, tutto per colpa di Auron. Volevo cercare di non disintegrare troppo il suo personaggio, ma, ahimè... temo di averlo fatto lo stesso xD  Spero che comunque il capitolo non sia una schifezza totale.
Non so dirvi quando aggiornerò, ma spero di farlo presto dato che il prossimo dovrebbe essere l’ultimo capitolo, se escludiamo l’epilogo.
Ancora un grandissimo grazie per i commenti a Yunie e a pika chan! ^^

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


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Final Fantasy Adventure
Capitolo 17

 


Un ultimo colpo secco della Masamune e anche il corno sinistro dell’animale venne tranciato di netto, andando poi a conficcarsi nel terreno pochi metri indietro. L’heartless gigantesco, sconfitto, emise un forte ruggito per poi accasciarsi a terra e svanire in una nube oscura, mentre una luce bianca si librava in alto fino a dissolversi anch’essa.
Sephiroth rinfoderò la Masamune con un sospiro stanco, poi rivolse lo sguardo verso Cloud e Rinoa.
-E’ stata dura, ma sembra che ce l’abbiamo fatta.
Rinoa annuì felice, per poi saltargli al collo esprimendo la sua soddisfazione per l’impresa riuscita. Cloud voltò lo sguardo imbarazzato.
-Sarà meglio pensare ad un modo per uscire da qui ora- disse guardandosi intorno. Non sembrava essere successo nulla di strano dopo la sconfitta del mostro.
-Chissà se gli altri stanno bene...- mormorò Rinoa.
-Molto probabilmente avranno dovuto affrontare anche loro degli scontri- disse Sephiroth.
- Mi chiedo perché non ci abbia affrontato di persona.
-Forse vuole prendere tempo...- fece Cloud, quando all’improvviso il terreno sotto di loro cominciò a tremare.
-Non ne starà arrivando un altro, spero?!- esclamò Sephiroth afferrando Rinoa per la vita.
Cloud osservò il paesaggio intorno a loro farsi via via sempre più sfumato, per poi essere completamente inghiottito dall’oscurità.


***


Quando riaprì gli occhi si rese conto che lo spazio intorno a loro era totalmente cambiato. La prima cosa di cui si accorse era che sembrava non esserci gravità: stava come fluttuando nel vuoto. Per il resto, l’ambiente si era fatto piuttosto strano, vuoto e oscuro; come se si trovassero in una dimensione a parte, sospesa tra tempo e spazio.
Dopo aver realizzato la situazione voltò subito lo sguardo per cercare gli altri e si accorse con sollievo che Sephiroth e Rinoa erano poco distanti da lui.
Anche gli altri erano misteriosamente riapparsi. Probabilmente anche loro erano stati costretti ad affrontare un duello, a giudicare dal loro aspetto e dalla presenza dei Cavalieri avversari. Quando finalmente scorse Aeris corse subito da lei.
-Aeris! Stai bene?- chiese preoccupato, notando Lulu in ginocchio a fianco a lei. Per fortuna sembrava non avere ferite gravi, anche se sembrava esausta.
-Sto bene, non preoccuparti- fece lei abbracciandolo e assicurandosi che anche lui stesse bene.
-Ho affrontato Lulu in duello. Anche tu hai..?
- Sì, io, Sephiroth e Rinoa abbiamo dovuto vedercela con un Heartless. Gli altri..?
I ragazzi si girarono, per assicurarsi che stessero tutti bene. Leon sembrava ferito solo superficialmente, ma Kairi aveva una ferita seria alla spalla.
-Non preoccupatevi, non… non è così grave come sembra- fece la ragazzina stringendo i denti -Piuttosto, sono loro ad avere più bisogno d’aiuto…- disse indicando Yuffie e Riku, entrambi a terra.
Aeris li fissò, esaminando le loro ferite. Yuffie aveva la stessa ferita alla spalla di Kairi, ma sopportava il dolore in silenzio. Sembrava invece molto più preoccupata per le condizioni di Riku, che decisamente non aveva un bell’aspetto.
“Il taglio è profondo, avrà perso tantissimo sangue… bisogna guarirlo al più presto” pensò Aeris, sollevando delicatamente un lembo della maglia strappata, completamente fradicia.
Però doveva ammettere che da un lato si sentiva sollevata. Quando si erano separati aveva temuto il peggio, invece per fortuna erano tutti vivi, e avevano anche vinto le loro battaglie.
Quel pensiero le fece alzare la testa di scatto. In effetti mancava qualcuno… dov’era Tidus?
Un rumore di passi dietro di lei attirò la sua attenzione.
-Stai cercando questo?
Aeris si voltò di scatto, incontrando la figura di Auron in piedi di fronte a lei. Portava Tidus sulle spalle, apparentemente svenuto.
-Colpa mia. Devo averlo strapazzato un po’ troppo- fece l’uomo con un sorrisetto, poggiando il ragazzo a terra.
Aeris gli lanciò un’occhiata tra lo sbigottito e il furioso, per poi concentrarsi sulle povere costole dell’amico.
-Ha perso?- chiese Cloud, gli occhi di ghiaccio puntati sull’uomo.
Auron gettò un’occhiata al ragazzo, poi abbozzò un sorriso.
-No. Ha vinto.

 

Kairi fissò le nubi oscure attorno a loro, che sembravano ingoiare tutto lo spazio. Non sembrava esserci un’uscita.
-E adesso che si fa?- chiese, come sperando che gli altri sapessero qualcosa che lei non sapeva.
-Aspettiamo.
La ragazza si volse verso Lulu, che aveva appena parlato. La donna socchiuse gli occhi, il volto teso fisso nell’oscurità.
-Quel tizio, ormai… dovrebbe farsi vivo, no?
A quelle parole Yuffie strinse le labbra e chinò il capo, sfiorando con le dita i capelli di Riku, ancora privo di sensi.
Sapeva che in quel momento gli altri Cavalieri avrebbero voluto saperlo… perché, essendo anche loro Cavalieri, si fossero schierati con un tipo come Ansem.
All’inizio credeva di sapere la risposta, ma adesso…

-Oh. Vedo che siete ancora tutti vivi.

A quella frase i ragazzi alzarono gli sguardi di scatto, fissando la figura che era appena apparsa dall’oscurità.
-Ansem- sibilò Sephiroth.
Le labbra dell’uomo si incresparono in un sorriso, mentre fissava i Cavalieri dall’alto.
-Bhè, questo è un sollievo. Non mi servireste a nulla da morti, adesso.
-“Adesso”?- fece eco Yuffie.
-Esatto. E’ questo il motivo per cui vi ho fatti venire sin qui, no? Mi serve il potere delle pietre per poter aprire la Serratura di tutti i mondi.
Cloud sfoderò la Buster Sword, puntandola contro il nemico.
-E credi davvero che te lo lasceremo fare?
Ansem fissò la spada divertito.
-Certo che no. Non aspettarsi alcun tipo di reazione sarebbe stato da sciocchi… è per questo che mi sono assicurato che a questo punto sareste stati tutti troppo deboli per contrastarmi.
Cloud stava per replicare qualcosa, ma all’improvviso le nubi oscure intorno a loro si avvicinarono addensandosi, avvolgendoli completamente e impedendo loro di muoversi. Cercò di dimenarsi, ma sembrava tutto inutile: si sentiva il corpo terribilmente pesante, come se ci fossero delle corde strettissime a imprigionarlo. Si voltò verso i ragazzi, ma anche loro erano nelle stesse condizioni.
-Ansem! Che cosa significa?!- gridò Auron, cercando di divincolarsi inutilmente.
-Realizzo il mio progetto- sorrise lo scienziato.
-Vedete, l’Oscurità è terribilmente potente… ma voi, i Cavalieri esistenti per combatterla, lo siete di più, mi duole ammetterlo. Non avrei mai avuto la possibilità di sconfiggervi tutti, ma del resto non potevo neanche sottrarvi le pietre con la forza, visto che esse appartengono solo al loro legittimo proprietario. Così, ho dovuto modificare un po’ il mio piano, usando questa peculiarità a mio vantaggio…
- Cosa… cosa intendi dire?- esclamò Yuffie in un soffio.
-Bhè, è molto semplice: se fossi riuscito a dividervi e a mettervi l’uno contro l’altro non avreste mai avuto la possibilità di riunire le pietre contro di me. Purtroppo non è stato facile, considerando che i Cavalieri sono persone nate per proteggere l’equilibrio dei mondi, e quindi difficilmente influenzabili dall’Oscurità. Per questo ho dovuto, come dire… motivarvi un po’.
Auron sentì il sangue gelarglisi nelle vene.
-Tu… non vorrai dire…
-Esattamente quello che stai pensando, Auron. Nel tuo caso, per esempio… quello che è successo alla ragazzina è stata opera mia. Proprio all’ultimo sigillo, che sfortuna, eh?
Auron strinse i pugni talmente forte da sanguinare. Ora finalmente capiva… ora si spiegava tutto…
-Da quel momento in poi è stato relativamente facile abbindolarti… del resto, ormai avevi perso tutto quello che volevi proteggere.
-Razza di mostro…- sibilò Leon a denti stretti.
-E per quanto riguarda Yuffie e Riku…- continuò Ansem volgendo lo sguardo su di loro- … l’abbandono dei vostri genitori è stato proprio provvidenziale. Per due bambini, crescere da soli in un mondo com’era il vostro… non è stato molto difficile adescarvi.
Leon voltò lo sguardo verso Yuffie, che fissava l’uomo con un’espressione di odio. Nonostante il comportamento strano l’aveva sempre trovata un po’ diversa dai suoi alleati, più spontanea… più brava ragazza. Non immaginava che potesse aver avuto un passato tale da indurla ad accettare la proposta di Ansem.
-In pratica… ci hai solo usato, fin dall’inizio.
La voce di Lulu era fredda come il ghiaccio, gli occhi neri puntati su quelli di Ansem.
L’uomo la guardò increspando le labbra in un sorriso divertito, per poi rivolgersi a lei con un tono mellifluo.
-Mia cara Lulu, ammetto che tu sei stata quella che mi ha fatto divertire di più. Ma in fondo sei stata tu stessa a offrirmi l’occasione… una povera strega disprezzata e perseguitata da tutti, cosa ti ha fatto credere che lui fosse diverso?
Il volto di Lulu ora era una maschera di puro disprezzo. Lo fissò, immobile, con uno sguardo più eloquente di qualsiasi parola.
-Che cose fragili, gli esseri umani- disse Ansem con uno sguardo carico di compatimento. - E così prevedibili…manipolare i vostri sentimenti è stato facile quanto manipolare le vostre azioni, per uno scienziato come me. Vi siete comportati esattamente come avevo previsto.
-Bhè, complimenti per le ottime deduzioni allora, Sherlock!
Ansem si voltò verso la ragazza che aveva parlato.
-E tu chi saresti?- chiese, leggermente sconcertato. Poi ricordò: era la ragazza che aveva intravisto alla Fortezza Oscura. Non era un Cavaliere, per cui non le aveva prestato troppa importanza allora… e finora, finché non aveva parlato, non si era neanche reso conto della sua presenza.
Rinoa lo guardò con aria di sfida, alzando la testa.
-Crogiolati pure nelle tue illusioni finché vuoi, mostro! Se c’è una cosa che caratterizza noi esseri umani è proprio la nostra imprevedibilità! Non riuscirai a farla franca!
Sephiroth voltò lo sguardo verso di lei, osservando il suo volto deciso e senza paura. Quel carattere forte era ciò che maggiormente lo aveva attratto quando l’aveva conosciuta. E si stupiva ogni volta di come riuscisse sempre a dargli sicurezza.
Ansem si prese un attimo per assimilare, poi si concesse un sogghigno divertito.
-Ma davvero? Stupitemi allora. Sono curioso di vedere come riuscirete ad uscirne.
Detto questo si sfregò le mani, rivolgendosi agli altri:- Senza ulteriori indugi dunque, non perdiamo tempo. Voi restate pure comodi…
Appena Ansem alzò le braccia una scia di oscurità avvolse i ragazzi… e le loro pietre cominciarono a brillare.
-Ma che sta succedendo?!- esclamò Aeris fissando la sua pietra che, tornata al suo aspetto originario, ora aveva preso a brillare fortemente sospesa a mezz’aria, in apparente sintonia con le altre.
-Sì!- gridò Ansem, mentre un lampo di luce passava per i suoi occhi – Finalmente riunite, le pietre riveleranno la grande Serratura!
Lo scienziato guardò con soddisfazione la luce proveniente dalle pietre che si riuniva in un unico punto, in un turbinio di vento e scintille… e poi un lampo di luce, netto e improvviso, diretto in un punto alle sue spalle.
Ansem si voltò lentamente, assaporando ogni istante della realizzazione di ciò che aveva sempre perseguito. E finalmente l’ebbe dinnanzi: un’enorme Serratura dorata.
Cloud non poteva credere ai propri occhi. Quindi… quella era la Serratura suprema?  Ciò che celava il cuore di tutti i mondi?
Ansem condivideva tutto lo stupore dei giovani, mentre avanzava lentamente verso la forma dinnanzi a lui, come se tutto fosse un sogno ad occhi aperti.
-L’ho tanto cercata…- mormorò, sfiorando quella superficie dorata.
-Una volta raggiunto il cuore dei mondi… finalmente avrò le mie risposte… risolverò il mistero del cuore e delle sue tenebre!
L’uomo si voltò un’ultima volta verso i giovani, esibendo un sorriso vittorioso.
-Vi saluto, “Cavalieri”.
E detto questo sparì al’interno della Serratura luminosa.

 

Appena Ansem ebbe varcato la soglia, le strane forze oscure che immobilizzavano i ragazzi si dissolsero di colpo, permettendo loro di tornare a muoversi.
Le pietre erano tornate alle loro forme di armi, ma continuavano ad emettere un’aura luminosa.
-Dobbiamo fermarlo! Subito!- esclamò Cloud, rivolto ai compagni dietro di sé.
-E come? Ha appena varcato la Serratura!- esclamò Yuffie, la voce che tremava leggermente.
-Non è ancora finita!- esclamò Kairi rivolta alla ninja. - Il diario di Ansem parlava di una porta, non di una Serratura! Probabilmente è lì che si sta dirigendo ora Ansem, alla porta del cuore di tutti i mondi!
-La Serratura quindi serviva solo a proteggere l’entrata… dobbiamo arrivare alla porta prima di lui!- esclamò Sephiroth.
-Si ma…- Aeris guardò Tidus e Riku a terra e le ferite di Kairi e Yuffie. Non avevano tempo da perdere, ma non potevano andare così.
-Voi andate avanti!- disse rivolta a Cloud. -Noi vi raggiungeremo presto, appena avrò curato le loro ferite.
Cloud la guardò negli occhi per poi lanciare un’occhiata allo spazio oscuro intorno a loro. Poco ma sicuro Ansem aveva previsto tutto questo…
-Ti aspetto. E’ meglio andare tutti insieme…
-No, non c’è tempo!- esclamò lei. –Non possiamo permetterci di aspettare. Tu e Sephiroth siete quelli che hanno riportato meno ferite, dovete fermarlo prima che sia troppo tardi.
Lanciò un veloce incantesimo di cura a entrambi, poi si rivolse a Cloud un’ultima volta.
-Promettimi che tornerai- gli disse, guardandolo dritto negli occhi.
Cloud fissò i suoi occhi verde smeraldo per un tempo che sembrò un’eternità.
Sapeva che le ferite degli altri erano gravi. Lei non sarebbe riuscita a raggiungerlo. Non sapeva cosa sarebbe successo: non c’erano garanzie che si sarebbero rivisti, neanche se fossero riusciti a fermare Ansem in tempo.
Le prese il volto tra le mani e la baciò, quasi disperatamente.
-Tornerò, hai capito?- le disse a fior di labbra. –Sconfiggerò Ansem e tornerò da te, d’accordo?
-D’accordo- rispose lei stringendogli la mano, gli occhi lucidi.
Cloud si voltò velocemente, correndo verso la Serratura.
-Sephiroth, andiamo!- gridò, oltrepassando la soglia.
L’uomo lanciò un ultimo sguardo a Rinoa, che gli sussurrò uno - Stendilo, tigre!-, poi varcò anche lui la soglia.
-Sarei potuto andare con loro- disse Leon a denti stretti.
-No. C’è bisogno di te qui- disse Auron, sfoderando la spada. Non gli erano sfuggiti quei movimenti nell’oscurità, ed era sicuro che anche il biondo li avesse notati. Finchè la ragazza non avesse rimesso in sesto tutti quanti avrebbero dovuto pensarci lui, il ragazzo e Lulu, che erano i meno ammaccati, a difenderli da ciò che li aspettava.
Aeris si era appena chinata su Riku quando i primi Heartless cominciarono a manifestarsi.
-Così Ansem aveva pensato anche a questo?- fece Kairi indietreggiando, afferrando la collana con la mano.
-E’ meglio se non usi la pietra finché Aeris non ti cura quella ferita- le disse Leon parandosi davanti e sfoderando il Gunblade. – Stai dietro di me, ci penso io a proteggerti.
Un primo Heartless apparve dalle tenebre, decisamente diverso da quelli incontrati finora. Era terribilmente grande, di forma umanoide, la testa avvolta da piccoli serpenti oscuri, con due occhi gialli luminosi.
-Ansem ha riservato il meglio per ultimo- esclamò Leon, fissando l’enorme figura davanti a loro.
Lulu si posizionò di fronte ad Aeris, che aveva già lanciato l’Energiga.
-Cerca di sbrigarti, ragazzina- le intimò, lanciando un Antimaga contro l’Heartless per tenerlo a distanza.
Aeris non aveva bisogno di sentirselo dire, ma più le ferite erano serie più tempo e fatica le occorrevano per curarle.
Finito con Riku attirò l’attenzione di Yuffie affinché lo rimettesse in piedi, poi passò a Tidus. Cominciava già a sentirsi stanca…
Serrando i pugni, sperò con tutta se stessa che Cloud e Sephiroth riuscissero a fermare Ansem in tempo.

 

Cloud correva a perdifiato, cercando di recuperare il tempo perso e di localizzare Ansem. Sephiroth era al suo fianco, esaminando ogni possibile pista da seguire.
Dopo aver varcato la Serratura avevano percorso una serie di stanze completamente bianche, ma del loro obiettivo non c’era traccia. Comunque non poteva aver preso un percorso differente, di questo almeno erano sicuri.
Dopo aver superato l’ennesima stanza, finalmente lo videro: Ansem spalancò una porta d’argento, svanendo al suo interno.
-Aspetta!- gridò Cloud, afferrando la maniglia e attraversando la porta.
Una volta dentro, i due capirono di essere giunti finalmente al capolinea.
Quel luogo era completamente avvolto dall’oscurità, fatta eccezione per la strada bianca sospesa su cui si trovavano. Al termine di essa c’era un’immensa porta bianca, almeno cinque volte la loro altezza, dai mille ricami e dalla maniglia d’argento.
Non c’erano dubbi: era quella la porta del cuore di tutti i mondi.
-Ansem!
L’uomo, in piedi a pochi passi da loro, si girò lentamente.
-E così siete riusciti a raggiungermi, eh?
I due Cavalieri sfoderarono le spade, puntandole verso di lui.
-Basta così, Ansem. Non aprirai quella porta- disse Cloud con sguardo deciso.
-Provate a fermarmi!- esclamò Ansem, un ghigno di sfida in volto.
I due partirono subito all’attacco contemporaneamente, attaccando da entrambi i lati.
-Poveri stolti!- gridò Ansem, rimanendo fermo al suo posto.
I fendenti dei ragazzi colpirono in pieno l’avversario… eppure non lo ferirono.
-Ma cosa..?!- fece Cloud disorientato, allontanandosi di qualche passo.
Alle spalle dell’uomo era improvvisamente comparso un essere di tenebra dalle forme spigolose, con un grande cuore spinato in petto. Era stato lui a parare i fendenti, senza che Ansem avesse mosso un solo muscolo.
- I pregi di avere un corpo di Oscurità- sorrise Ansem incrociando le braccia al petto.
-Ah, è così che la metti?- fece Sephiroth con tono beffardo mentre si lanciava contro di lui. Spiegò la sua ala destra scomparendo a un millimetro dall’avversario, per poi ricomparire dietro di lui per sferrargli un colpo di spada. L’Heartless parò prontamente, ma nel frattempo Cloud ne aveva approfittato per portarsi più vicino e sferrare un fendente contro Ansem.
-Che sciocco. Credi che non sappia difendermi da solo?- esclamò Ansem con tono beffardo, mentre al gesto immediato del suo braccio una colonna di fuoco colpì in pieno il ragazzo, scaraventandolo all’indietro contro il pavimento.
Sephiroth non si lasciò distrarre e continuò ad attaccare l’Heartless, spostandosi repentinamente e cercando di colpirlo da più angolazioni. Non importava quanto fosse resistente, non poteva continuare a parare all’infinito. Prima o poi avrebbe trovato uno spiraglio…
Sferrò un ultimo attacco con la Masamune, ma stavolta la spada incontrò un’inusuale resistenza. Il colpo venne respinto, e Sephiroth vide formarsi davanti ad Ansem  una trasparente barriera sferica. Non prometteva nulla di buono.
Con un ghigno Ansem si lanciò all’attacco contro il Cavaliere, che schivò per un pelo. Nonostante tutto aveva percepito chiaramente la pressione del colpo: non ci voleva un genio a capire che se fosse stato colpito da quella sfera se la sarebbe vista davvero brutta. Tuttavia non ebbe il tempo di pensare a nulla, perché un attimo dopo Ansem era di nuovo alla carica: Sephiroth continuò a schivare, ma ad ogni attacco la distanza tra loro si accorciava inevitabilmente sempre di più e ben presto si ritrovò a corto di fiato.
-Non penserai mica di poter scappare in eterno?!
Con una risata Ansem gli fu di nuovo addosso e non perse tempo stavolta: appena l’avversario schivò l’attacco si girò, pronto a colpirlo di nuovo e stavolta a fare centro.
-Sei mio!
Con uno scatto improvviso Cloud agguantò Sephiroth alla vita buttandolo a terra, e l’attacco di Ansem andò a vuoto.
-Attaccarlo individualmente non serve a nulla- disse Cloud riprendendo fiato.
-Dobbiamo cercare di attaccarlo insieme, mirando prima a quella specie di Heartless dietro di lui. Una volta eliminato quello Ansem non dovrebbe essere un problema.
-Tsk. La fai facile, tu- fece Sephiroth con un sorriso stanco. Però Cloud aveva ragione. Per quanto sembrasse difficile dovevano riuscirci. A qualunque costo.
Partirono all’attacco insieme, pronti per un attacco frontale.
Cloud spiccò un salto e roteò la Buster Sword contro l’Heartless, che sembrò parare il colpo. Ma Sephiroth gli fu subito dietro e lo colpì in pieno con tutta la forza che aveva.
L’Heartless emise un sinistro rantolo, mentre Ansem si portava a qualche metro di distanza, il volto contratto in una smorfia.
I due ragazzi si scambiarono una veloce occhiata e furono di nuovo all’attacco, mirando come prima a colpire contemporaneamente l’Heartless. Non era facile cercare di spezzare le sue difese e allo stesso tempo evitare i colpi di Ansem, ma dopo le prime serie di colpi cominciarono a sintonizzarsi.
Ansem non riusciva ad accusare e a rispondere efficacemente allo stesso tempo, e l’Heartless cominciava a dimostrare segni di cedimento. Ogni minuto che passava l’espressione di Ansem si contraeva sempre di più.
-Non… vi lascerò… vincere!- esclamò con rabbia, lanciando una magia elementare che fu prontamente parata.
-Siamo alla fine dei giochi, Ansem- disse Sephiroth a denti stretti, sferrando un ultimo, micidiale colpo alla creatura di tenebra.
-No!
Lo scienziato  si allontanò da loro con uno scatto, mentre l’Heartless alle sue spalle scompariva in una nuvola oscura. Prese a correre verso la grande porta, il volto deformato incredulo, mentre i due Cavalieri si apprestavano a raggiungerlo.
-Non ora che sono così vicino…- mormorò quasi sottovoce, mentre attorno a lui le tenebre cominciavano ad addensarsi.
-Non ho fatto tutto questo per fallire proprio ora!
Si girò di scatto verso i due ragazzi puntando le braccia contro di loro, e all’improvviso quel luogo si riempì di tenebre.
Cloud cercò di aprirsi un varco con la spada, ma l’oscurità sembrava inconsistente, e allo stesso tempo opponeva resistenza alla loro avanzata. Il ragazzo poteva vedere chiaramente la smorfia di dolore sul volto del nemico e il suo corpo farsi leggermente più inconsistente. Ansem stava dando il tutto per tutto per fermarli e il suo corpo stava venendo consumato dall’oscurità che lui aveva evocato.
Lo vide voltarsi e riprendere a correre verso la porta, ormai non molto distante.
Al suo fianco Sephiroth stava lottando con tutte le sue forze, ma l’oscurità era densa e pesante. Spalancò la sua ala nera e riuscì a librarsi in volo, ma una colonna di tenebra si erse davanti a lui, dalla quale uscì un’Heartless dalla forma diabolica.
-Anche questi, adesso?!- esclamò spazientito, colpendolo con la spada mentre altri Heartless cominciavano lentamente a sbucare dall’oscurità. Non avevano tempo per combatterli… ormai…
-No, maledizione! - Cloud guardò Ansem raggiungere la porta, incapace di fare nulla. No, non poteva finire così, non dopo tutto quello che avevano fatto…

 

-Sancta!!!
Le tenebre intorno a lui furono fatte a pezzi dall’incantesimo, e Cloud si voltò di scatto verso chi l’aveva lanciato. Un paio di occhi verde smeraldo lo fissarono dall’entrata, pieni di decisione e di speranza.
-Cloud, vai!- gridò Aeris con quanto fiato aveva in gola. Dietro di lei arrivarono presto anche gli altri ragazzi: sembravano stare bene, e cominciarono subito ad affrontare gli Heartless.
-Sbrigati! Altrimenti—
Cloud non aveva bisogno di sentirselo dire. Con la strada ora libera si lanciò di scatto verso Ansem, correndo con tutta la forza che aveva nelle gambe.
Lo scienziato aveva già cominciato ad aprire la porta. Una lunga linea scura si estendeva in mezzo alla porta, e qualcosa di scuro sembrava star cominciando ad uscire.
Cloud impugnò con forza la Buster Sword sollevandola, pronto a colpire con tutta la forza di cui era capace.
-Ansem!- gridò, mentre la spada si rivestiva di luce.
L’uomo si voltò, e il suo sguardo trionfante si trasformò in una maschera incredula.
-Blade Beam!!!- Cloud gridò con quanto fiato aveva in corpo e sferzò l’aria con la spada.
Un potente  flusso di energia si sprigionò in direzione di Ansem.. e lo colpì in pieno, con una forza tale da spazzare via tutte le tenebre vicine.
Un enorme boato risuonò per lo spazio, mentre una coltre di fumo si diffondeva dal luogo in cui si trovava Ansem.
Cloud osservò con il cuore in gola, cadendo in ginocchio per lo sforzo e cercando di riprendere fiato. Ce l’aveva fatta? Ce l’aveva davvero fatta?
-Cloud.
Sephiroth gli si avvicinò e sorrise stancamente, dandogli una pacca sulla spalla.
Cloud si voltò verso gli altri, ancora incredulo. Gli Heartless stavano svanendo, così come i residui di oscurità che ancora aleggiavano intorno a loro.
Si concesse l’ombra di un sorriso. I ragazzi stavano già cominciando ad esultare…
… ma un momento, dov’era Aeris?
-Non… ancora…
I due ragazzi si voltarono di scatto verso la voce dietro di loro.
La figura di Ansem apparve debolmente al di là della cortina di fumo, che stava ormai diradandosi. Sembrava ormai finito, a stento riusciva a muoversi con un corpo che sembrava ormai a un passo dal collasso. Eppure si muoveva, e  d’un colpo la sua mano fu alla maniglia della porta.
-Non è possibile!- esclamò Sephiroth allarmato, dispiegando l’ala. Ma era troppo tardi.
Cloud osservò impietrito mentre la grande porta si apriva di scatto, e il volto di Ansem si apriva ad un sorriso compiaciuto.
Sorriso che svanì non appena un’ondata di luce lo travolse.
-Cos… Luce?!- esclamò esterrefatto, alzando le braccia per cercare di proteggersi, inutilmente.
I mondi, gli Heartless… la sua ricerca era stata così lunga. Aveva cercato la Porta per così tanto tempo, sperando di riuscire così a risolvere l’enigma del cuore e delle sue tenebre. Le tenebre erano sempre state la chiave… ma ora che finalmente era arrivato alla fatidica meta… luce?
-Ma… perché?
Un istantaneo scoppio di luce, e Ansem si dissolse sotto gli occhi esterrefatti dei Cavalieri, stavolta per sempre.
Un silenzio innaturale pervase lo spazio, mentre tutto intorno a loro si faceva calmo e immobile. Cloud rimase a fissare il punto in cui Ansem era sparito per attimi che sembrarono eterni, per poi decidersi a voltarsi verso gli altri.
-E’ finita.


Sephiroth si avvicinò lentamente alla grande porta, gli occhi fissi sulle ante divaricate. Era dieci volte più grande di come sembrava.
-Dovremmo chiuderla- disse rivolgendosi a Cloud.
-Non sappiamo cosa si celi dall’altra parte… e non dovremmo saperlo.
Kairi si affacciò sullo spiraglio aperto, dando una veloce occhiata all’interno. Quando Ansem l’aveva spalancata era uscita della luce, ma tutto ciò che riusciva a vedere ora dentro era buio. Un buio che le appariva leggermente sinistro.
-E’ così strano.
-Bhè… Ansem non avrebbe fatto tanta strada per niente- fece Auron avvicinandosi ad un’anta.
-Forza, chiudiamo questa porta.


Cloud lasciò agli altri il compito di richiudere la porta, tornando sul sentiero davanti all’entrata.
Aeris era stesa a terra, con Tidus, Leon e Riku al suo fianco.
-Come sta?- chiese inginocchiandosi accanto a lei.
-Ancora non si sveglia, ma immagino sia normale, con tutta l’energia che ha consumato. Ma sta bene, non preoccuparti- disse Tidus con voce tranquilla.
Cloud tirò un sospiro di sollievo. Si era spaventato a morte quando non l’aveva più vista, durante la battaglia, ma per fortuna pare che fosse solo crollata per il troppo sforzo. A giudicare dalla faccia di Leon, anche lui doveva aver temuto il peggio. Era felice che ce l’avesse fatta.
Riku voltò lo sguardo verso il volto addormentato della ragazza, per poi sfiorarsi il petto con la mano. Poteva ancora sentire il segno del taglio sulla pelle.
-Non ce l’avrei mai fatta senza di lei. Le devo la vita.
Tidus annuì, sorridendo imbarazzato.
-Bhè, anch’io dovrei ringraziarla. Le mie costole erano in condizioni disastrose. E’ merito suo se siamo riusciti a raggiungere te e Sephiroth.
Leon fissò la grande porta, in procinto di venire finalmente chiusa. Era davvero tutto finito.
-E adesso?- chiese a nessuno in particolare. -Che cosa succederà?
Nessuno di loro ne aveva la più pallida idea.

 

Avvertiva una strana sensazione. Si sentiva il corpo leggero, quasi senza peso, come se stesse fluttuando. Anche i suoni e gli odori sembravano scomparsi…  sembrava di essere in mezzo al vuoto.
Aprì lentamente gli occhi. Tutto ciò che vide fu bianco, bianco e nient’altro.
Cercò di tirarsi a sedere, e si accorse che il suo corpo stava veramente fluttuando. Non c’era nulla intorno a lei, soltanto un grande, immenso vuoto bianco.
-Ma dove sono?- mormorò confusa.
Tutto quello che ricordava era che un attimo prima stava combattendo gli Heartless insieme agli altri Cavalieri, aveva raggiunto Cloud e… e poi basta. Vuoto totale.
-S-sono morta?!- esclamò con una punta di panico nella voce.
-Non sei morta, sta’ tranquilla- fece una voce divertita alle sue spalle.
Aeris si girò di scatto, ritrovandosi davanti una figura femminile. Statura media, capelli lunghi e scuri e occhi castani; avrà avuto si e no la sue età, forse poco meno.
Strabuzzò gli occhi, con uno strano senso di deja-vu. Era sicura di aver già visto quella ragazza, ma dove..?
-Tu sei… Tifa- mormorò con un fil di voce, fissando negli occhi la ragazza.
Lei sembrò sorpresa, e allo stesso tempo un sorriso si fece strada sul suo volto.
-Mi fa piacere che tu te ne ricordi.
Il cuore di Aeris prese a battere un po’ più forte. Cloud ne aveva parlato così tanto, come avrebbe potuto dimenticarla? Era stata il suo primo amore, e lui l’aveva persa in quel modo…
-Ma… io non capisco, cioè… come faccio a vederti se non sono…
-Non preoccuparti, non devi sforzarti di capire- fece Tifa con un sorriso divertito.
-Sono stata io a portarti qui. Avevo bisogno di mettermi in contatto con te.
-Ma… perché..?
Tifa le si avvicinò, mentre sul suo volto si affacciava un’espressione seria.
-Perché è giunto il momento che tu assolva il tuo compito.
Aeris rimase un attimo immobile, confusa. Compito? Intendeva dire come Cavaliere? Ma loro avevano già combattuto…
Un brivido le percorse la schiena mentre un pensiero si faceva strada nella sua mente.
-Noi… abbiamo vinto, vero? Ansem è stato sconfitto, vero?
Tifa le rivolse un sorriso rassicurante.
-Avete vinto, non devi preoccuparti di questo. Tu hai perso i sensi per la stanchezza, ma stanno tutti bene.
Aeris si sentì leggermente imbarazzata- si sentiva un po’ stupida a stare a fare la bella addormentata mentre tutti gli altri stavano sicuramente festeggiando.
-Ma allora..?
-C’è un’altra cosa che devi fare- disse Tifa prendendole la mano.
-Da sempre i Cavalieri hanno il compito di proteggere l’equilibrio tra i mondi, evitando che le pietre cadano in mani sbagliate. E’ un compito che è stato assegnato loro fin dall’alba dei tempi. Tra i Cavalieri c’è sempre stato un Custode. Spetta a lui il compito di ristabilire l’equilibrio una volta scongiurato il pericolo.
-L’equilibrio?
-Mi riferisco alle barriere che separano i vari mondi. Immagino che tu ne abbia sentito parlare, no?
Aeris annuì. Ricordava di averne letto nel diario di Ansem.
-E’ necessario che quelle barriere vengano ripristinate.
L’espressione di Aeris si rabbuiò. I loro timori erano fondati dunque…
-Ansem le aveva distrutte, ecco perché noi abbiamo potuto viaggiare… -mormorò. -Ma se venissero ripristinate, noi…
Non finì la frase. Sentì di avere gli occhi lucidi e voltò lo sguardo, cercando di non far scendere le lacrime.
Tifa sorrise tristemente, mettendole una mano sulla spalla.
-Una volta ripristinate le barriere non potrete più incontrarvi, è vero. So che vuoi bene agli altri Cavalieri, Aeris. Ma questo è l’unico modo per proteggere i mondi. La scelta spetta a te.
Aeris rimase in silenzio, poi alzò lo sguardo.
-Perché mi stai dicendo questo?
-Perché è il mio compito- disse Tifa indietreggiando di qualche passo.
-E’ un compito che la mia famiglia assolve da generazioni. Spetta a noi istruire i Cavalieri nel loro compito, e custodire le pietre e il loro segreto- fece un sorrisetto, passandosi una mano tra i capelli con fare imbarazzato. –Io mi sono accorta tardi di Cloud e di quello che stava succedendo. Mio padre è morto all’improvviso e ho assunto il ruolo un po’ troppo in fretta, forse. Sono stata una vera frana… alla fine speravo che mandandolo da Laguna avrebbe potuto saperne un po’ di più, ma era già troppo tardi…
A sentire quel nome Aeris sussultò.
-Laguna? Che-che c’entra mio padre?- fece un po’ imbarazzata.
-E’ venuto spesso a farci visita- sorrise Tifa. –Certo, è stato prima che Cloud tornasse dall’accademia militare, quindi lui non l’ha mai visto. Viaggiò molto da quando scoprì di poterlo fare. Era un uomo molto gentile.
Aeris sorrise. Da quando era partita aveva pensato molto a suo padre, a come si erano lasciati. Le mancava così tanto…
Ora che Tifa le aveva raccontato quelle cose si chiese se non fosse davvero lui il re che aveva fatto visita ad Ansem quando era ancora un saggio.
Lo sguardo di Tifa si fece nuovamente serio.
-E’ il momento. Devi andare.
Aeris sentì di nuovo tutte le sue preoccupazioni crollarle addosso come dei macigni.
-A-aspetta!- esclamò. –Io non credo di essere in grado… n-non sono pronta..! E poi ho ancora tante cose da chiederti!
Tifa l’abbracciò forte.
-Non devi preoccuparti- la rassicurò. –Sono sicura che andrà tutto bene. Mi fido di te.
La sua figura cominciò lentamente a svanire, mentre tutto intorno a loro sembrava cominciare a distorcersi.
Tifa si voltò verso Aeris un’ultima volta.
-Grazie… per esserti presa cura di Cloud finora.


Quando Aeris riaprì gli occhi, dieci volti la fissavano dall’alto preoccupati.
-R-ragazzi?- fece lei un po’ disorientata, mettendosi a sedere.
-Meno male!- esclamò Kairi gettandole le braccia al collo. –Finalmente ti sei svegliata!
Tidus rincarò la dose, abbracciandola da dietro. -Sei rimasta incosciente per un sacco di tempo! Stavamo cominciando a preoccuparci sul serio…
-Scusate- fece Aeris imbarazzata, per poi rivolgere uno sguardo a Leon. Se lo conosceva bene quanto credeva si era sicuramente preso un colpo. Era sempre stato così protettivo nei suoi confronti…
Cloud la aiutò a rimettersi in piedi; aveva ancora un po’ di vertigini, ma per il resto era tutto a posto.
-Quindi, è davvero tutto finito?- chiese ai ragazzi, fissando la grande porta bianca davanti a sé. Era stata chiusa.
-A quanto pare si- disse Lulu sospirando.
Kairi non riusciva a fare a meno di sorridere. Era stata una battaglia dura, ma alla fine avevano davvero vinto. Ancora non riusciva a crederci…
Gettò una rapida occhiata a Leon. Che cosa ne sarebbe stato di loro, adesso?
-E adesso cosa succederà? Voglio dire, che cosa faremo noi?- chiese Rinoa con aria preoccupata, rivolta a Sephiroth.
-Non lo so- ammise lui, volgendosi verso quelli che in un primo tempo erano stati loro nemici.
-Non guardare noi- fece Yuffie sulla difensiva.
-Noi seguivamo i tuoi ordini e basta- disse Lulu. –O meglio, quelli di Ansem. Considerato che non sapevamo cosa sarebbe stato dei mondi, bhè… non ci siamo neanche mai posti un simile interrogativo.
-A proposito di questo- fece Yuffie con voce un po’ bassa. –Credo che tutti noi vi dobbiamo delle scuse.
Cloud fissò la ragazzina e gli altri Cavalieri, che avevano assunto d’un tratto un’aria buia. In fondo, non era stata colpa loro.
-Scuse accettate- cinguettò Aeris. –In fondo sappiamo che non è stata colpa vostra, così come non lo è stata neanche di Sephiroth.
I volti dei Cavalieri passarono da un’espressione sollevata a una imbarazzata.
-A proposito, io… volevo ringraziarti- le disse Riku passandosi una mano tra i capelli. Non disse altro, forse per orgoglio, ma Aeris capì comunque, sorridendogli.
Yuffie afferrò di scatto il braccio del compagno stringendolo a sé, gettando alla ragazza un’occhiata indispettita. Poi si volse verso Leon e gli fece una breve linguaccia.
Leon non poté trattenere una lieve risata, che poi sembrò contagiare anche Yuffie.
Era felice che fosse tutto a posto. Davvero felice.
Si voltò verso Kairi e le sorrise, prendendole la mano. La ragazza sussultò lievemente a quel gesto, arrossendo sorpresa.
Ansem era stato sconfitto. Avevano vinto. Qualunque cosa sarebbe successa loro potevano rimanere insieme. Non c’era niente di cui preoccuparsi…
-Ragazzi.
Il tono preoccupato nella voce di Aeris fece voltare tutti, rendendo insicuri i loro sorrisi.
La ragazza si era sforzata di tirare fuori la voce. Era l’ultima cosa che volesse fare in quel momento, voleva solo che potessero rimanere tutti così, a ridere e scherzare, e dimenticare tutto. Ma non poteva farlo.
Sapeva cosa andava fatto.
-C’è un’ultima cosa che dobbiamo fare.

 

 

 

***


Non ci speravate più, eh? Lo so, mi dispiace tantissimo di avervi fatto aspettare così tanto. Ma non preoccupatevi, perché non succederà più. Infatti questo era l’ultimo capitolo!
… cioè, ultimo se escludiamo l’epilogo (vi ho fatto spaventare, eh? XD). Comunque non preoccupatevi, perché l’epilogo è già stato scritto, ha solo bisogno di una ritoccata qua e là. Per cui non vi farò assolutamente aspettare anni prima di farvelo leggere XD
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. E’ stato terribile da scrivere, c’era così tanta roba da inserire…  >_<
Comunque!

x  JhonSavor: grazie, mi fa piacere che ti stia piacendo *_* Stai scrivendo una ff simile? Allora appena ho tempo dovrò buttarci un’occhiata!

X Ikumi91: ti ringrazio! ^^  Di Dissidia avevo sentito parlare da un po’, e ti dirò, è stato proprio questo a riaccendermi l’ispirazione! Mio fratello e io l’abbiamo comprato pochi giorni fa, io non l’ho ancora toccato e lui l’ha già finito, ma vabbè… il solo vederlo mi ha dato una carica pazzesca XD


 

 

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


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Final Fantasy Adventure

Epilogue

 

-Io… io ancora non riesco a crederci, sai?- fece la ragazza tutta concitata, mentre le allacciava il bustino.
Aeris annuì, un po’ imbarazzata. Neanche lei riusciva a crederci. Stava per sposarsi…
-Ahi!- esclamò ad un certo punto senza fiato.
-Oddio, scusa!- esclamò l’altra mortificata, allentando immediatamente i lacci. – Ho stretto troppo, scusami… è che anch’io sono molto emozionata.
Aeris sorrise vedendo il volto imbarazzato dell’amica.
-Guarda che fra poco toccherà anche a te- le disse ridendo.
La ragazza diventò paonazza. -Cos… io?! Ma… n-no! No, cioè, lui dice che è ancora troppo presto…- farfugliò torcendosi le mani.
“Quello scemo…” pensò Aeris divertita.
-Ah! Il bouquet!- esclamò d’un tratto, cambiando discorso. – Ero sicura di averlo lasciato qui… dove sarà finito?
-Forse è passato a prenderlo Leon…- azzardò Aeris.
-Ma no! Quello stupido… avevamo deciso che lo avresti portato tu fin dall’inizio! Uff… vado un attimo a verificare, tu aspettami un attimo… e non aprire a nessuno, porta sfortuna vedere la sposa prima del tempo!
E detto questo la ragazza sparì dietro la porta.
Aeris rimase a fissare quel punto per un po’, poi si rivolse allo specchio davanti a lei.
Arrossì lievemente a vedersi vestita così. Si stava sposando davvero…
Fece un lungo sospiro. Era già passato un anno da allora… da quando si era conclusa la loro avventura.
Aveva passato delle bellissime esperienze, conosciuto persone fantastiche, ed era anche cresciuta molto. Il suo viaggio con Tidus e gli altri sarebbe rimasto per sempre il suo ricordo più bello. Era incredibile ripensare a tutto quello che era successo, e che ora era tutto finito.

 

-Dobbiamo… cosa?!
Tidus rimase a guardarla con un’espressione di incredulità stampata in volto, mentre i sorrisi sui volti dei ragazzi svanivano lentamente.
Aeris strinse i pugni, cercando di ignorare il peso che le opprimeva il cuore. Guardò i compagni dritti negli occhi, sforzandosi affinché i suoi non le si riempissero di lacrime all’improvviso.
-Le barriere devono essere ripristinate. E’ l’unico modo per… proteggere l’equilibrio dei mondi e preservarli da altre minacce. Dobbiamo farlo.
-Ma… ma con le barriere non sarà più possibile viaggiare tra i mondi! Non è questo che diceva il diario di Ansem?- esclamò Kairi, la voce che le tremava appena. –Non potremo più vederci, è così?!
Leon si voltò incrociando il suo sguardo, lucido e angosciato. Si sentì improvvisamente la gola secca. Possibile che dopo tutto quello che avevano passato, dopo che erano riusciti a salvare i mondi da Ansem… dovesse finire tutto così?
Aeris si voltò verso Cloud, fissando gli occhi nei suoi. Il volto del ragazzo le sembrava più pallido del normale, i suoi occhi di un azzurro più intenso. Sapeva che si sentiva esattamente come lei, esattamente come tutti.
-Siamo arrivati fin qui, non avrebbe senso fermarsi proprio ora- disse Auron da dietro di loro, avanzando verso Aeris.
Yuffie fissò i volti dei ragazzi, per poi incontrare lo sguardo di Leon. Gli si avvicinò lentamente e poi gli cinse il collo, abbracciandolo forte. Lui non poté  fare altro che ricambiare la stretta.
-Grazie di tutto- gli sussurrò, per poi tornare al fianco di Riku e dei suoi compagni Cavalieri.
Sephiroth gettò un ultimo sguardo ai compagni e a Rinoa per poi voltarsi verso Cloud.
-Chiudiamo questa faccenda una volta per tutte.

 

 Si alzò lentamente dalla sedia, dirigendosi verso la scrivania della sua stanza; aprì il cassetto e prese il suo diario, tirandone fuori un foglio e aprendolo con delicatezza. Sorrise. Non riusciva a credere di averlo ancora… Una cosa così piccola, che nonostante tutto le riportava alla mente tanti bei ricordi.
L’autografo che Tidus le aveva fatto a Zanarkand. Ricordava quel giorno come se fosse ieri…
Sospirò forte, chiudendo gli occhi. Prima di partire Tidus l’aveva abbracciata forte e l’aveva ringraziata, e lei non era riuscita trattenere le lacrime. Per quanto ora fosse lontano, sapeva che non avrebbe mai potuto dimenticarlo.
“Chissà come sta adesso” si chiese fra sé e sé.
Molto probabilmente era tornato da Yuna. Con il ripristino delle barriere i vari mondi distrutti dall’oscurità, compresa Zanarkand, erano tornati alla normalità… ma in fondo lui aveva fatto una promessa.
“Spero che siano felici insieme” pensò rincuorata. “Se lo meritano”.
Ah, ora che ci pensava… e Rinoa e Sephiroth? Chissà come stavano anche loro… si erano uniti al gruppo solo alla fine, ma si era lo stesso molto affezionata a loro.
“ Magari si sono sposati ” pensò divertita. Anche se su questo aveva dei dubbi. Nonostante la sua fervida immaginazione, non riusciva assolutamente a immaginare Sephy in abito da sposo.
“Sarebbe troppo buffo!” pensò, ritrovandosi a dover soffocare una sonora risata. D’un tratto, si ritrovò ad avere gli occhi lucidi.
Con il ripristino delle barriere, non avrebbe più potuto incontrarli. Era giusto in fondo, lei non poteva costringerli. Avevano fatto la loro scelta.
Si asciugò in fretta gli occhi: non aveva motivo di essere triste.
Gettò un ultimo sguardo al foglio, poi lo ripose nel cassetto.
“Vi auguro tanta felicità, ragazzi”.
Adesso lei aveva la sua vita da portare avanti. Inoltre, alla fine almeno loro erano rimasti con lei…

-Trovato!!!
Aeris sobbalzò allo sbattere improvviso della porta, chiudendo di scatto il cassetto, mentre Kairi faceva capolino nella stanza.
-Non l’aveva preso Leon, era rimasto in chiesa… eppure ero sicura di averlo portato qui…
-Bhè, l’importante è che l’hai ritrovato- fece Aeris, prendendo il bouquet che le porgeva l’amica.
Eccola qui, la sua piccola testimone. Era davvero felice che Kairi avesse deciso di rimanere con lei e Leon invece di tornare alla sua isola. In fondo non c’era più nessuno là ad aspettarla…
La rossina diede una veloce occhiata in giro, poi si volse verso Aeris. –Bhè, un problema in meno. Comunque dovremmo sbrigarci a sistemare le ultime cose, Cid sta già sbraitando perché siamo in ritardo.
A quelle parole, la sposa corse di filato a mettersi le scarpe. Mai far arrabbiare quell’uomo, altrimenti cominciava a far casino e a lanciare imprecazioni, e questa era l’ultima cosa che voleva il giorno del suo matrimonio… purtroppo Cid era l’unico prete disponibile in quel periodo.
“Quale arcana connessione ci sia tra quell’uomo e un prete non smetterò mai di chiedermelo” pensò scettica.
Ma in fondo lo conosceva da un bel po’, ed era uno di cui ci si poteva fidare.
-Dai, dai!- la incitò Kairi aprendo la porta.
Aeris si tirò su il vestito e si precipitò verso la porta, ma dopo averla oltrepassata tornò un attimo sui suoi passi e si fermò davanti alla ragazza.
Le sciolse la frangetta e gliela fermò di lato con due fermagli.
-Così sei più carina- le disse compiaciuta.
Kairi arrossì lievemente gettando un’occhiata fugace allo specchio, poi si affrettò a seguire l’amica.


-Sei nervoso?
Quella domanda improvvisa destò lo sposo dai suoi pensieri.
-…eh?
Leon scosse la testa sorridendo. – Dovresti rilassarti un po’. Stai tranquillo.
Il ragazzo si allentò la cravatta e guardò verso l’entrata della chiesa.
-Non… sono nervoso.
Leon fece una risatina. Anche se era passato tanto tempo, Cloud non era cambiato: non era proprio tagliato per queste cose.
-Ma dove saranno? Ormai sono in ritardo di più di mezz’ora…- sospirò guardando l’orologio.
-Ok che la sposa deve farsi aspettare, ma ora è tardi davvero… - bofonchiò Cid a braccia incrociate. -Non sarà che ti ha dato buca?
-Cid!!!- esclamarono i due ragazzi all’unisono.
- Cosa? Che ho detto?
Leon girò lo sguardo sconsolato, e in quel momento le due ragazze apparvero sulla soglia.
Cid si posizionò al suo posto davanti all’altare e la musica nuziale partì.
Kairi camminava al seguito di Aeris, tenendole il velo, mentre la sposa avanzava silenziosa tenendo un elegante bouquet.
Quando la ragazza raggiunse Cloud, Kairi andò ad affiancare Leon nel posto riservato ai testimoni.
La musica cessò e gli ospiti rimasero in silenzio, pronti ad assistere al tanto atteso matrimonio della loro principessa.
-Coff coff! Bene! Signori, siamo oggi qui riuniti…- esclamò Cid dando inizio alla cerimonia.
Cloud era in piedi al fianco di Aeris, che lo guardava un po’ imbarazzata.
-Sei bellissima- le sussurrò piano all’orecchio.
Ed era vero. Aeris non era mai stata così bella come in quel momento. Con quel bellissimo abito bianco che le stava d’incanto, i lunghi capelli arricciati raccolti sotto il velo, e il volto leggermente truccato, imbarazzato ed emozionato. Leon guardava la scena commosso. La sua sorellina si stava sposando. Se solo suo padre avesse potuto vederla…
-Tutto bene?
Alla domanda della ragazza, Leon si accorse di avere gli occhi lucidi.
-Ah, si…- fece scuotendo la testa. – E’ solo che… quella scema è proprio cresciuta…
Kairi gli prese la mano sorridendo. – Guarda che non scappa da nessuna parte.
Leon sorrise, poi avvicinò il volto al suo.
-Sai che sei estremamente carina, vestita così?- le sussurrò sfiorandole un ciuffo di capelli.
Kairi arrossì vistosamente, ruotando freneticamente gli occhi a destra e a sinistra.
Anche se ormai stavano ufficialmente insieme, si emozionava ancora piuttosto facilmente.
-Coff coff, orbene- disse Cid- se i nostri due testimoni hanno finito di pomiciare in pubblico direi che possiamo concludere.
I due ragazzi si staccarono immediatamente, ormai i volti ridotti a due pomodori, mentre per la sala riecheggiava qualche risatina.
-Dunque- continuò Cid rivolgendosi ai due sposi, che tornarono seri.
-Vuoi tu, Cloud Strife, pendere in sposa questa donna, amarla e rispettarla per sempre, in salute e in malattia, finchè morte non vi separi?
Cloud aprì la custodia con gli anelli che gli aveva appena dato Leon, prese la mano di Aeris e le infilò l’anello al dito.
-Lo voglio.
Cid si rivolse allora alla ragazza.
-Vuoi tu, Aeris Gainsborough, prendere in sposo quest’uomo, amarlo e rispettarlo per sempre, in salute e in malattia, finchè morte non vi separi?
A sua volta lei prese l’anello dalle mani di Kairi e lo infilò al dito del ragazzo, poi lo guardò sorridendo.
-Lo voglio.
Cid allora chiuse il libro e disse allegramente:- Ok, allora! Qui abbiamo finito, si può andare!
-Cid!!!- esclamarono all’unisono i due testimoni fulminandolo con lo sguardo.
-Che c’è, che ho detto?- fece lui. Poi sembrò realizzare, e disse con noncuranza: - Ah, si, è vero… lo sposo può baciare la sposa.
I due trattennero a stento le risate per la situazione ( cosa che qualcuno fra il pubblico non riuscì a fare) poi Cloud sollevò il velo che copriva il volto della ragazza e i due si scambiarono il bacio di fine cerimonia.
In chiesa cominciarono gli applausi, poi uno stuolo di ragazze si radunò in prima fila, apparentemente ansiose.
Aeris sorrise a quella reazione; purtroppo per loro però doveva deluderle: aveva già deciso a chi sarebbe andato il suo bouquet.
Si voltò di spalle e lo lanciò, e sotto gli sguardi stupiti e in parte delusi delle ragazzine, andò a cadere tra le mani di Kairi.
E mentre la ragazza arrossiva come suo solito e la gente cominciava a far festa, Aeris si rivolse a Cloud con l’espressione più soddisfatta che lui le avesse mai visto.
-Sei felice?- gli chiese.
Lui ricambiò lo sguardo, regalandole un bellissimo sorriso.
-Come mai prima d’ora.

 

 

 

Fine

 

 


E così siamo davvero alla fine. Avevo così tante cose per la testa mentre cercavo idee per questo finale XD Innanzitutto ero indecisa se fare un happy ending o no. Tuttavia l’influenza della recente visione di Escaflowne si è fatta sentire, e alla fine non me la sono sentita di fare un finale bittersweet alla “separati ma felici”. In qualche modo però dovevo equilibrare, quindi non è propriamente un finale completamente happy visto che i nostri ragazzi non si rincontreranno mai più. Mi sento bara lo stesso XD A questo proposito, vi chiedo scusa per la forse eccessiva mielosità del capitolo, anche solo per il fatto che è tutto incentrato sul matrimonio ( chiedo scusa soprattutto ai lettori maschi, se ce ne sono ancora). Però volevo togliermi questa soddisfazione ^^”
Chiedo scusa anche se non sono riuscita a dare abbastanza spazio a ogni personaggio in quest’ultimo capitolo. Avrei dovuto pensarci quando ho ideato la storia, ma dieci e più personaggi non sono affatto facili da gestire contemporaneamente. Per la cronaca comunque sono tutti felici!

Una risposta agli ultimi commenti poi passiamo ai ringraziamenti finali.

X Giulia_chan:  eheh, meglio tardi che mai XD So che quando una storia non è aggiornata da molto tempo si è un po’ scoraggiati a leggerla, ti ringrazio di averlo fatto comunque. Grazie per i complimenti, mi fa piacere che ti sia piaciuta (e che tu abbia apprezzato i pairing nonostante tutto XD). Spero che il finale non ti abbia deluso!

X Ikumi91:  accidenti che commento lungo! Grazie T_T  Ahh, mi fa piacere che tu abbia apprezzato le scene di combattimento! Sono state le parti in assoluto più ostiche da scrivere e avevo paura che vi avrei annoiato e basta “XD
Per quanto riguarda le coppie, quando giocai a Kingdom Hearts per la prima volta (ancora non sapevo assolutamente nulla di Final Fantasy) vidi una possibile affinità tra Leon e Aerith, anche se in seguito mi sono convertita definitivamente alla Cloud/Aerith. In questa fic però ho voluto lo stesso provare a riproporre un rapporto ravvicinato tra i due, se non come coppia almeno come fratelli. Mi fa piacere che l’idea ti sia piaciuta! Così come per la Sephiroth/Rinoa, non credevo che qualcuno ci avesse pensato oltre a me! *^*
Ti ringrazio ancora per i complimenti, e spero di non averti rovinato la fic con il finale!


Ora, i ringraziamenti finali: ringrazio innanzitutto Giodan e Dragon89, che mi hanno sempre seguita e commentata con assiduità (fino a quando non sono morta *coff*). Grazie davvero!^^ A proposito di Dragon89, alla fine Vincent non sono riuscita a inserirlo, mi dispiace. Per Cid invece avevo cominciato da un po’ a pensare ad una sua apparizione (in fondo ce n'è uno in ogni FF, no?), e alla fine ho optato per questo ruolo, anche se in fondo è solo una particina XD
Poi vorrei ringraziare La Vale, Dark Magician e Nenya Higurashi: grazie mille delle vostre recensioni, spero abbiate continuato a leggere, altrimenti grazie anche solo per aver buttato un’occhiata ^^; Yo91, BetaDragon89 ( spero tu sia ancora vivo XD), Keu93, Daggon, Paine Strife, pika chan, Yunie, JhonSavor, Ikumi91 e Giulia_chan : vi ringrazio tantissimo dei commenti e degli incoraggiamenti, mi hanno fatto davvero piacere!^^
Bhè…ecco qua. Non riesco quasi a credere che sia finita… voglio dire, tira e ritira questa storia va avanti da quasi 4 anni, è assurdo XD
E’ stata comunque un’esperienza bellissima, e ringrazio davvero di cuore tutti quanti voi, anche chi magari ha letto senza commentare. Spero che il finale non vi abbia lasciati troppo delusi. Alla prossima! ^^


 

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