Final Fantasy Adventure di Neko chan (/viewuser.php?uid=14022)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
a
Final Fantasy Adventure Capitolo
1
Il soldato corse attraverso il lungo corridoio del castello,
preoccupato. Raggiunse un’ampia sala, dove si incontrò con un suo
compagno. - Abbiamo cercato dappertutto, ma non l’abbiamo trovata… dove può
essersi cacciata?- chiese al compagno. - E’ sempre così con la principessa…-
sospirò quell’altro. - Temo che dovremo scomodare il principe…
Il soldato attraversò nuovamente il corridoio, ma stavolta
salì al piano superiore. Era ormai abituato a percorrere quella
strada. Ogni volta che la principessa spariva erano costretti a chiedere
aiuto a lui… Arrivò davanti alla porta della stanza reale e bussò
velocemente. - Avanti- fece una voce maschile dall’interno. Il soldato
attraversò timidamente la soglia. - Mi scusi se la disturbo, principe
Leon… Seduto al tavolo vicino alla parete della stanza c’era un ragazzo sui
18 anni, dai capelli corti e castani, e dai bellissimi occhi verdi. Non
indossava vesti eleganti: non gli piaceva portare i tradizionali abiti regali.
Troppo scomodi, diceva. Indossava una giacca di pelle nera sopra una
maglietta bianca, dei pantaloni anch’essi di pelle neri con varie cinture e una
collana d’argento al collo. Il ragazzo mise da parte le scartoffie che stava
compilando e si volse verso il soldato. - Cosa c’è? E’ successo
qualcosa? - Ehm…riguarda vostra sorella, altezza… - fece il soldato. -
Vede… - Se l’è squagliata un’altra volta, eh?- concluse il principe
Leon. - Sono costernato, altezza… ma non ditelo al re, vi prego… Il
principe si alzò e uscì dalla stanza, seguito a ruota dal soldato. - L’avete
cercata nella sua stanza?- chiese. - Sissignore. La sua insegnante si era
recata da lei per le lezioni mattutine, ma quando è entrata la principessa non
c’era. - Uhm… e nelle cucine? Nei bagni? Non c’è da nessuna parte? - No…
temo che sia uscita dal castello… A quell’affermazione il ragazzo accelerò il
passo e oltrepassò il grande portone, uscendo dal palazzo. La residenza reale
era circondata da alti cancelli sorvegliati. Se non era a palazzo, la
principessa doveva per forza essere… - Ma certo, ai giardini! E’ l’unico
posto dove non abbiamo controllato!- esclamò la guardia. Leon attraversò
l’ampio prato che si estendeva intorno al castello. - Conoscendola, si sarà
sicuramente nascosta…- fece il ragazzo, buttando occhiate qua e là. Ad un
certo punto notò con la coda nell’occhio un movimento tra i cespugli. Si
avventò su di esso e ne tirò fuori una ragazza. - Aeris! Si può sapere che ci
fai, qui fuori?- fece il ragazzo. - Uffa, non vale! Riesci sempre a trovarmi…
Però stavolta mi ero nascosta bene, eh?- disse sorridendo la principessa. Era
una ragazza stupenda, dai lunghi capelli castani con due riccioli davanti alle
orecchie. Aveva un viso roseo e delicato e dei bellissimi occhi verde
smeraldo. Era una ragazza dolce e allegra; aveva circa 20 anni, e nonostante
il comportamento a volte infantile, aveva un carattere forte e deciso. -
Nonostante sia tu la più grande, ti comporti come una bambina…- disse Leon
scuotendo la testa. - Perché sei uscita dal castello? La tua insegnante era
venuta per le lezioni, te ne eri scordata? - E’ per questo che sono andata
via. Quelle lezioni sono così noiose…- disse la ragazza. Leon la prese per
mano e la ricondusse a palazzo. - Se continui a marinare le lezioni in questo
modo, non imparerai mai niente…- sospirò il ragazzo con aria di rimprovero. -
Ormai non ho più niente da imparare… conosco già tutto a memoria! E poi quando
papà non ci sarà più sarai tu a diventare re, non io…- replicò Aeris. -
Aeris, tu sei una principessa e devi comportarti come tale- disse severo il
fratello. - Tra l’altro è anche ora che tu prenda marito… Quest’ ultima
affermazione bloccò la ragazza. - S…sposarmi???- esclamò esterrefatta. -
Certo! Non vorrai rimanere zitella per tutta la vita, spero!- ribatté lui. - Non
sai quanti giovani vorrebbero averti in sposa… - Ma io non voglio!- esclamò
lei, fermandosi. - Non potete decidere tutto d’un tratto e senza dirmi
niente! - Ma non è stato ancora deciso niente, calmati… Domani verranno a
farci visita tre tuoi pretendenti. Avrai tutto il tempo di pensarci…- disse
Leon. Aeris era esterrefatta. - M-ma… fammi capire… perché io devo trovare
marito se tu che sei anche l’erede al trono non sei neanche fidanzato???-
scoppiò lei. - Oh Aeris, non cominciare… E’ la decisione del re, e tra
l’altro tu sei la più grande… - Bhè, io mi rifiuto categoricamente - disse la
ragazza. Leon si voltò verso di lei. - Come? - Io non mi sposerò per
niente al mondo. Tantomeno con uno sconosciuto scelto da papà!- detto questo
Aeris si voltò e corse in camera sua. Leon e il soldato rimasero per un po’
fermi in mezzo al corridoio. - Altezza, vuole che… - No, no. Andrò a
parlarle io.
Aeris si buttò sul letto, nascondendo il volto sotto il
cuscino. Ma perché doveva andare tutto così male? Finora aveva sempre fatto
quello che suo fratello e suo padre si aspettavano da lei, e adesso avrebbe
anche dovuto sposare un perfetto sconosciuto… quand’è che avrebbe deciso da sola
della propria vita? Ad un tratto sentì bussare alla porta. - Aeris, sono
io. Posso entrare? Lei acconsentì e Leon entrò nella sua stanza. Si
avvicinò al letto e le sedette accanto. - Ma perché va tutto storto?- fece
lei. Sembrava ormai sull’orlo del pianto. - Aeris…- cominciò lui - So
che è dura. Nessuno ha mai detto che essere una principessa fosse facile. Ma il
popolo si aspetta molto da te. - Non vedo proprio come un matrimonio possa
risolvere le cose…- singhiozzò lei. Alzò il volto dal cuscino e si mise accanto
a suo fratello. - Io… io ho sempre fatto di tutto per accontentare papà.
Davvero. Ce l’ ho messa tutta. Però adesso mi rendo conto che non può continuare
così. La mia vita sta passando senza che me ne renda conto. Leon restò per un
po’ a guardarla. Non le era mai sembrato che Aeris stesse così male. Lei si
dimostrava sempre gentile e cordiale con tutti, anche quando era triste. E lui
non aveva capito niente. Forse non le era stato abbastanza vicino. - Che cosa
vorresti fare?- le chiese alla fine. Lei non rispose. Non sapeva neanche che
dire. Non le piaceva quella vita. Ma che altre possibilità c’erano? - Una
volta, quando eravamo piccoli, la mamma ci aveva detto… che al mondo c’erano
un’infinità di mondi diversi, tanti quanto le stelle del cielo. E tu hai detto
che un giorno avresti voluto visitarli tutti. Hai abbandonato quel desiderio,
Leon? Il ragazzo non rispose subito. Alla domanda seguì un lungo
silenzio. Poi disse: - Da piccolo avevo una grande fantasia. E molti sogni.
Ma crescendo mi sono accorto che non sempre è possibile realizzare i propri
desideri. Quella degli altri mondi è solo una favola. Lo sai anche tu. Lei
rimase un po’ in silenzio, a fissare il pavimento. - Quando me l’ ha
raccontato, io mi ero già esaltata. Sognavo di vivere avventure bellissime, di
visitare posti nuovi mai visti prima. Io ci credo ancora. Per te invece è solo
una storia, vero?- disse lei fissandolo. Lui rimase colpito da quella
risposta. Rimase lì, senza sapere che dire. - Io voglio bene a papà. E
anche a te, Leon. Ma non voglio vivere rinchiusa qui. Voglio decidere da sola
della mia vita.
“ Non voglio vivere rinchiusa qui. Voglio decidere da sola
della mia vita.” Quelle parole l’avevano spiazzato. Aeris soffriva a
palazzo. Ma lui che poteva fare? Lui era il principe di quel regno. L’erede
al trono. Se non era capace di capire neanche sua sorella, come poteva
sperare di governare un intero regno? Si passò una mano tra i capelli. Prese
la tazza di caffè sopra il tavolo e la bevve tutta d’un sorso. Era intento a
frugare nei suoi pensieri, quando entrò nella stanza una guardia. - Mi scusi,
altezza. Sua eccellenza il re vuole parlarvi. E’ una cosa importante. Leon si
diresse verso la stanza del re. Cosa poteva volere suo padre a
quest’ora? Bussò alla porta. - Padre, sono Leon. Mi avete fatto
chiamare? Il ragazzo entrò e si chiuse la porta alle spalle. Il re era in
mezzo alla stanza, in piedi. - Vieni Leon. Accomodati. Il ragazzo avanzò
verso il padre e si sedette nella poltrona vicino alla sua. - C’è qualcosa di
cui volevate parlarmi?- chiese il ragazzo. - Per carità, Leon, almeno in
privato dammi del tu! - fece il re guardandolo. - Va bene… perché mi hai
fatto chiamare? - Vedi, figliolo… ultimamente sono stato parecchio preso dal
lavoro e non ho avuto molto tempo da dedicare a voi due… come va? Leon rimase
alquanto stupito dalla domanda. Suo padre che lo chiamava nel cuore della notte
per chiacchierare? - Io sto abbastanza bene. Ultimamente non ho avuto molto
da fare. Però è Aeris che mi sembra un po’ depressa… - Depressa?- gli fece il
re. - Si… sai, forse il matrimonio imminente e tutto il resto… mi è sembrata
un po’ tesa… forse dovresti parlarci un po’- disse Leon. - Già, forse dovrei…
è parecchio che non le parlo… ma ultimamente ho avuto dei gran grattacapi… Il
re si avvicinò di più al ragazzo. - In effetti è di questo che volevo
parlarti… Leon prestò attenzione alle parole del padre. Il suo tono non
prometteva niente di buono…
Aeris spalancò il portone e uscì all’aperto, in
giardino. Dato che non riusciva a dormire, aveva pensato di uscire un
po’. Era notte fonda ormai e c’era una bellissima luna piena. Si sedette
su una panchina e alzò lo sguardo al cielo, chiudendo gli occhi e ascoltando il
fruscio del vento. Quella sera c’era qualcosa di strano nell’aria…
- Credo che anche tu sappia che tua madre aveva delle capacità
premonitrici…- cominciò il re. - Si- annuì Leon. Non capiva dove voleva
arrivare. - Vedi…- continuò il padre - Prima di morire lei mi ha detto… che
tu non saresti mai salito al trono. Lo sguardo di Leon si incupì. - Un
presagio… di morte?- fece con un filo di voce. - Già… ma non per te. Sarà il
regno a non durare abbastanza affinché tu possa governarlo… Leon rimase
ancora più stupito di prima. - Non capisco… Il re lo guardò dritto negli
occhi. - E’ in corso una battaglia, Leon. Una battaglia in cui noi abbiamo un
ruolo fondamentale. Si alzò in piedi e prese a fare avanti e indietro per la
stanza. - Leon… ti sei mai chiesto dove conduce quella porta al terzo piano a
cui né a te né a tua sorella è mai stato permesso di entrare? - La… porta al
terzo piano?- domandò Leon. - Ma che significa? E cos’è questa storia della
battaglia? Spiegamelo! - Rammenti di quando vostra madre vi raccontava quella
storiella sugli altri mondi?- gli disse il re. - Quella porta è la chiave per
raggiungerli.
Aeris fissò intensamente la luna. Era incredibilmente
luminosa, come quel giorno in cui morì la mamma… Scacciò subito via quel
pensiero. Non era il momento di intristirsi con i ricordi del passato… Ad un
certo punto il vento cominciò a soffiare forte e il cielo si fece più
luminoso. Si alzò di scatto e cominciò a fissare il cielo senza distogliere
lo sguardo per un solo secondo. Improvvisamente ci fu un lampo di luce
abbagliante e tutto diventò bianco.
Leon rimase a bocca aperta. - Allora non era una storia…
ci sono davvero altri mondi oltre a questo?! - Si. E dietro quella porta c’è
il portale per attraversarli. - E la battaglia? Che c’entra la
battaglia? - Il mondo è in pericolo. Le tenebre stanno prendendo il
sopravvento. E il nostro regno cadrà per mano di un angelo nero… - disse
solennemente il re. - Sono state le ultime parole di tua madre. E ormai non
manca molto alla fine…
Aeris riaprì lentamente gli occhi. Ci volle un po’ prima che
la sua vista si riabituasse all’oscurità. Che era successo? Cos’era stato
quel lampo improvviso? Doveva subito avvisare Leon e suo padre. Fece per
voltarsi, quando notò qualcosa tra i cespugli. Era un ragazzo.
- Ma… ma come puoi startene lì tranquillo??? E’ arrivata la
fine? Ma che vuol dire? E noi? Che cosa cavolo faremo, noi?- scoppiò Leon alla
fine. Il re gli si avvicinò lentamente. - Hai mai sentito parlare delle
“dieci pietre”? Leon strabuzzò gli occhi. - Si, mi sembra di averle sentite
da qualche parte…perché? - Quelle pietre controllano l’equilibrio di tutti i
mondi esistenti e sono nascoste in dieci luoghi diversi. Ora, le tenebre stanno
cercando di appropriarsene. - Ma allora il nostro portale… - Si, serve a
raggiungere quei luoghi. E lui sa che si trova qui…
Aeris si avvicinò furtivamente alla figura. Disteso a
terra c’era un ragazzo. Sembrava privo di conoscenza. Lei gli si inginocchiò
accanto. - Ehy…va tutto bene? Non ricevendo risposta si avvicinò di più.
“Ma sarà morto?” pensò. Lo girò e accostò l’orecchio al suo petto. Il battito
c’era. Tirò un sospiro di sollievo e rimase per un po’ lì a guardarlo. Era
un bel ragazzo, dai capelli corti, biondi e scompigliati. Era robusto ed era
anche ferito in più parti. Notò la grande spada fasciata accanto al
ragazzo. “ Forse è un guerriero…” pensò. “Chissà da dove viene…” Ma
accantonò tutti i suoi interrogativi: prima di tutto doveva soccorrerlo. Lo
avrebbe interrogato più tardi. Lo tirò su e lo fece appoggiare a lei, tenendo
il braccio del ragazzo intorno al suo collo, e lo trascinò dentro il
castello.
- Per lui… intendi l’angelo nero?- domandò Leon. - Esatto
- rispose il re. Leon si lasciò cadere sulla sedia. - Siamo fregati…ma… ma
perché cavolo l’ hai detto solo adesso? Forse ci saremmo potuti organizzare
prima, forse… Il re gli poggiò una mano sulla spalla. - Era scritto così.
Adesso tu e Aeris avete una missione da compiere. - Una missione?- gli fece
eco il ragazzo. - Dovete fermare le tenebre, riportare la luce in un’ epoca
ormai persa nell’ oscurità… Trova le dieci pietre, Leon, e salva questi
mondi. - Ma…ma noi due da soli…- balbettò il ragazzo. - Non sarete soli.
Altri valorosi guerrieri vi affiancheranno. Tu diventerai un Cavaliere della
Luce, Leon. E combatterai il male insieme ai tuoi compagni. Il re abbracciò
il figlio. - Non sono stato un buon padre, perdonami. Abbi cura di Aeris, ti
prego.
Aeris attraversò velocemente il corridoio, attenta a non
farsi vedere, poi entrò nella sua stanza; chiuse la porta e distese il ragazzo
sul letto, dopodiché cominciò a frugare nel cassetto della scrivania in cerca
del suo kit medico. All’inizio aveva pensato di raccontare l’accaduto a Leon
e farsi aiutare da lui, ma poi ci aveva ripensato: suo fratello si sarebbe
certamente insospettito e chissà cos’ avrebbe fatto. Prese il kit e si
sedette accanto al letto. Rimase per un po’ a fissarlo. Era davvero un bel
ragazzo… Arrossì violentemente e scosse la testa. Ma che andava a pensare
in un momento come quello??? Con un po’ di imbarazzo gli sfilò la maglietta.
La ragazza sgranò gli occhi: il ragazzo aveva il corpo pieno di cicatrici, tra
cui una grande sul petto, e un sacco di ferite ancora aperte e
sanguinanti. “Ma come avrà fatto a procurarsele?” si chiese
Aeris. Tuttavia non potè fare a meno di arrossire: era la prima volta che
vedeva un uomo a torso nudo… Afferrò il kit medico, ne tirò fuori alcune
bende e cominciò delicatamente a fasciare il ragazzo, stando attenta a non
svegliarlo. Aveva una marea di pensieri per la testa. Chi era quel ragazzo
sconosciuto? Da dove veniva? Che ci faceva lì? Ma soprattutto, cos’era stato
quel lampo di luce? Pensò a Leon. Possibile che neanche suo fratello non si
fosse accorto di quell’onda abbagliante nel cuore della notte? Ma poi ci
ripensò. Dopotutto, Leon aveva il sonno talmente pesante che quando era
addormentato non lo svegliavano neanche le cannonate… Però la mattina
seguente avrebbe comunque dovuto parlargliene… si sarebbe arrabbiato con lei per
aver fatto entrare uno sconosciuto a palazzo? E chissà se stavolta suo padre si
sarebbe interessato a quello che aveva fatto...? - Mh… Aeris si destò dai
suoi pensieri. Il ragazzo stava lentamente aprendo gli occhi. La ragazza
restò nuovamente stupita: aveva degli occhi bellissimi, azzurro cielo. - Ti
sei svegliato, finalmente! Come ti senti?- gli domandò. Il ragazzo la fissò,
ma non rispose. - Ehm…io sono Aeris. Tu come ti chiami?- gli chiese lei,
sperando che stavolta le rispondesse. - Cloud - rispose semplicemente lui,
ancora un po’ frastornato. Prese a guardarsi intorno, poi si girò verso
Aeris. - Dove sono? - Questo è il Palazzo dei Fiori. Ti ho trovato in
giardino privo di sensi. Da dove vieni?- gli chiese la ragazza, ansiosa di
ricevere risposte a tutte le sue domande. Ma Cloud restò in silenzio. Anzi,
il suo volto assunse un’espressione stupita e tesa allo stesso tempo. - Il…
Palazzo dei Fiori?- ripetè, come per averne la conferma. La ragazza non ebbe
il tempo di spiccicare parola, che in tutto il castello risuonò fortissimo un
rumore di esplosione, e il terreno cominciò a tremare. La ragazza emise un
grido. - Ma…ma cosa è stato?- esclamò con le mani a tappare le
orecchie. Cloud si tirò su a sedere, allarmato. - Arriva…
Ci fu una violenta scossa e per poco Leon non finì a
terra. - Ma che diavolo succede?- esclamò. - E’ arrivato…- mormorò il re
con sguardo cupo. Leon lo guardò spaventato. - L’angelo… nero?-
mormorò. Ci fu un’altra esplosione, stavolta molto più vicina. - Leon,
vai, presto! Corri da Aeris!- gli gridò il re. - Ma…ma padre… -
Muoviti! Leon si girò e cominciò a correre per il corridoio, con gli occhi
lucidi. Il re lo seguì con lo sguardo finchè non sparì dietro un altro
corridoio. Sorrise tristemente. Non si sarebbero rivisti mai
più.
Il pavimento non smetteva di tremare e la scrivania si
rovesciò a terra. Aeris era spaventatissima e non capiva cosa stava
succedendo. - Ma… ma che succede? Cos’è stata quella scossa?- esclamò
sull’orlo del pianto. Cloud si alzò dal letto, afferrò la sua spada e prese
per mano la ragazza. - Dobbiamo uscire subito di qui!- le gridò. - Cosa?
Ma… ma dove vuoi…- la ragazza non riuscì neanche a finire la frase che il
ragazzo si era già precipitato sul corridoio, trascinandola per mano. Ovunque
c’erano pezzi di soffitto che crollavano, e i soldati che correvano da tutte le
parti. Uno di loro le andò incontro. - Principessa! Principessa, state
bene?- esclamò l’uomo. Notando il ragazzo armato che la teneva per mano, fece
per estrarre la spada, ma lei lo rassicurò. - Non preoccuparti, lui sta con
noi! ( almeno credo…) Piuttosto, cosa sta succedendo? Perché il palazzo sta
crollando? - Le sentinelle stavano facendo la guardia, quando all’improvviso
sono state attaccate da qualcosa… non hanno fatto in tempo a dire altro che
abbiamo perso il contatto radio con loro… anche le guardie che sorvegliavano il
castello sono state uccise! E il castello è stato attaccato… probabilmente
vogliono assassinare vostro padre, non vedo altre spiegazioni!- esclamò il
soldato. A quell’affermazione, il volto della ragazza assunse un’espressione
spaventatissima. - Mio… In quel momento, un’enorme pezzo di soffitto cadde
a terra, proprio in mezzo ad Aeris e il soldato. - Io corro dalle altre
guardie, altezza! Presto, mettetevi in salvo!- gridò il soldato
allontanandosi. Ma la ragazza si voltò agitata verso Cloud. - Presto,
andiamo! Dobbiamo aiutare papà!- esclamò. Lui però la afferrò per il braccio
e riprese a trascinarla via. - Ma che fai, Cloud?! Dall’altra parte! Mio
padre… - Non possiamo fare niente per lui!- gridò il ragazzo senza
voltarsi. - Cos…ma che stai dicendo? Se non andiamo da lui… - Falla
finita!- le gridò il ragazzo girandosi a guardarla, ma senza smettere di
correre. - Ormai è troppo tardi, non riusciremmo comunque a salvarlo!
Dobbiamo andarcene prima che crolli tutto! - No, fermati, fermati!!!- gridò
la ragazza piangendo e cercando di divincolarsi, ma invano. Ad un certo punto
ci fu un’enorme esplosione, che sfondò il muro accanto a loro. I due caddero
a terra e ci fu una grande ondata di polvere. Aeris si rialzò subito. -
Veniva dalla stanza di papà…- disse con voce flebile, con gli occhi fissi sul
buco della parete. Ad un certo punto si sentì come una risata sommessa e
Cloud scattò in piedi. Corse velocemente attraverso il muro sfondato e giunse
a quella che fino a poco prima era stata la stanza del re. - Che… che hai?-
chiese Aeris, che non si era mossa. Cloud sgranò gli occhi e avvicinò la mano
alla spada. Accanto al corpo senza vita del padre della principessa c’era un
uomo di spalle. Aveva lunghi capelli grigi e una lunga e sottile spada nella
mano sinistra, coperta di sangue. L’uomo non si voltò neanche. Sorrise con
aria divertita e alzò la mano destra, da cui cominciò a scaturire una luce
nerastra. - Che… che sta succedendo? Cloud..?- chiese Aeris, avvicinandosi
lentamente a lui. - Corri!- le gridò lui voltandosi e afferrandola per la
mano, cominciando a correre. Qualche istante dopo ci fu un’altra esplosione,
che rese ancora più frequenti i crolli. - Cosa succede? Chi c’era là dentro?-
esclamò la ragazza, senza però ricevere risposta. Come Cloud svoltò l’angolo
si scontrò contro un altro ragazzo, e finirono a terra tutti e due. -
L…Leon!- esclamò Aeris, correndo ad abbracciare il fratello, tra le
lacrime. - Per fortuna… per fortuna stai bene… papà… papà è…- disse lei
singhiozzando. - Lo so… adesso però dobbiamo andare via!- Leon tirò su la
sorella e solo in quel momento si accorse dell’altro ragazzo. Il suo volto
assunse un’espressione diffidente. - Tu…tu chi sei? Che ci fai qui?- gli
disse, portando la mano al suo Gunblade. - No, no, lui sta con me…- gli disse
Aeris. Leon la fissò un po’ allibito. - N-no, cioè, non in quel senso,
lui…ehm…- farfugliò la ragazza. - Mi chiamo Cloud - rispose il ragazzo. -
Io sono Leon. - Bene, allora adesso muoviamoci!- esclamò Cloud e prese a
tirare nuovamente la ragazza dietro di lui. - E-ehy, non tirare così però…-
fece lei. - E poi si può sapere dove ci stai portando? Il ragazzo non
rispose. Salì tre piani di scale e continuò a correre lungo un corridoio in
fondo al quale c’era una porta. - Un momento, ma…- fece Leon. Cloud si
fermò davanti alla grande porta sigillata. - Aspetta, non possiamo entrare
qui!- esclamò Aeris. Il ragazzo non rispose, sollevò la grande spada e con un
colpo secco buttò giù la porta. - Aaah! Ma che hai fatto?- esclamò
Aeris. Lo spettacolo che le si parò davanti le impedì di parlare oltre. La
stanza era completamente vuota. Al centro c’era un’enorme specchio, dal vetro
trasparente e come inconsistente. - Ma… era questo che papà non ha mai voluto
mostrarci?- mormorò Aeris esterrefatta. Leon guardò sospettoso Cloud. -
Come facevi a saperlo?- gli chiese. Il ragazzo restò in silenzio. - Sapere
cosa? Cos’è quella specie di specchio?- domandò Aeris confusa. Prima che
qualcuno avesse il tempo di parlare, si sentì un’esplosione poco distante da lì
e la stanza fu invasa dalle fiamme. - Ma che…- gridò Aeris. - Andiamo!-
Cloud si diresse verso lo specchio, sempre tenendo per mano Aeris, seguito da
Leon. Un’ ombra stava avanzando tra le fiamme e stava per raggiungerli. -
Adesso!- Cloud si buttò contro lo specchio con Aeris e Leon. Il vetro si
tramutò in acqua e i tre scesero in un abisso profondo. Prima di perdersi nel
buio, Leon riuscì a vederlo. Tra le fiamme, con un sorriso maligno in faccia:
l’angelo nero.
E il primo capitolo è finito! Che faticaccia… XO! Questa è in
assoluto la prima fanfiction che abbia mai scritto. Spero vi piaccia!
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
a
Rieccomi! Grazie a tutti quelli che hanno commentato la fic,
grazie di cuore! Per La Vale…in effetti quando ho fatto il re ho pensato a
Laguna, però non l’ ho descritto molto come personaggio,
perciò…(scusatemi!^^”) Per Giodan…l’idea SquallxYuna non è mica male! Solo
che i primi capitoli li ho pronti, qnd…mi dispiace! Scusami! Magari in un’altra
fic potrei tentare… però sono una frana in queste cose! Vabbè, ora
ritorniamo alla fanfic! Buona lettura!
Final Fantasy
Adventure Capitolo 2
Nero. Non si vedeva altro che nero. Era tutto scuro intorno
a lei e non riusciva a vedere niente. Solo di una cosa era sicura: stava
precipitando.
Il vento le sfiorò delicatamente il viso,
svegliandola. Aeris aprì lentamente gli occhi: c’era un bel cielo sereno quel
giorno. - Finalmente ti sei svegliata! La ragazza lanciò un grido di
spavento e si alzò di scatto. - Leon! Accidenti, mi hai fatto venire un
colpo!- esclamò la ragazza. Il fratello era inginocchiato accanto a lei. -
Esagerata! Tu, piuttosto! Ci hai messo un sacco a svegliarti… dormivi come un
sasso!- sghignazzò Leon. - Ah, e ci parli tu?!- fece lei. - Io almeno non
russo…- disse lui con aria divertita. Aeris arrossì violentemente. -
Oh…si… si sentiva tanto..?- disse, tutta rossa fino alla punta delle
orecchie. - Ma dai, stavo scherzando!- disse lui ridendo. - Cosa?
Cattivo!- esclamò lei imbronciata. Si guardò intorno. Si trovavano in un
prato vastissimo, dall’erba alta e dai fiori coloratissimi. - Che bello… non
ho mai visto fiori del genere… ma dove siamo?- chiese la ragazza. Leon si
alzò in piedi. - In un altro mondo. Aeris lo guardò sconcertata. -
Come? No… stai scherzando? Ammettilo, vuoi prendermi in giro un’altra volta!
Saremo da qualche parte fuori dal castello… - Non sto scherzando, Aeris -
disse Leon serio. - Quello che abbiamo attraversato prima era un portale. La
ragazza si tirò su. Guardò oltre l’orizzonte. I ricordi cominciarono
lentamente a riaffiorare. - E’ vero… il castello è andato distrutto e siamo
scappati… e papà…- si sforzò di non piangere. Non sarebbe servito a
niente. Ad un certo punto si voltò verso Leon. - Ma scusa, non manca
qualcuno?- gli chiese. - Come? - Si, dai… quel ragazzo biondo con gli
occhi azzurri… quello con la spada grossa… Cloud! Il volto di Leon si
illuminò. - Ah, già, il ragazzo che ci ha fatto attraversare il portale…
Si guardò intorno. - In effetti, quando mi sono svegliato non
c’era. Lei abbassò lo sguardo. Ma dove poteva essere andato? - Oh… a
quanto pare deve dispiacerti molto che quel bel ragazzo non sia qui…- fece Leon
sghignazzando. Il volto della ragazza avvampò. - N-NON E’ ASSOLUTAMENTE
VERO!!! S… sono solo un po’ preoccupata, ecco… - Avanti, andiamo…- le
disse Leon. - E dove, scusa?- gli rispose lei. - Dovunque, vuoi forse
restare qui?- disse Leon, cominciando a scendere per la collinetta. Aeris si
affrettò a seguirlo. - A proposito, tu devi ancora spiegarmi cos’è successo
prima della distruzione del palazzo…- le disse lui. Così la ragazza gli
raccontò tutto l’accaduto, da quando aveva incontrato Cloud a quando erano
scappati. Leon diventò pensieroso. - Uhm… tutto questo ha un che di
misterioso… in sostanza, non sappiamo chi sia in realtà, né da dove viene e
tantomeno cosa vuole… - E’ successo tutto nel momento in cui è
arrivato…chissà dove si trova adesso…- pensò Aeris. - Ehy Aeris, guarda!- le
disse Leon indicando davanti a sé. La ragazza si voltò. Davanti a loro
c’era una grande città, piena di case e di persone. Le strade erano piene di
gente e c’erano un mucchio di locali e negozi. - E’ di certo una città molto
affollata…- notò Aeris. - Già… stammi vicina, altrimenti ti perderai- le
disse Leon. Cominciarono a percorrere una delle tante vie della città,
osservando la gente che passava e fermandosi davanti alle vetrine dei
negozi. - Adesso però che facciamo?- domandò Aeris. - Siamo in un mondo di
cui non conosciamo niente… - Io direi di mangiare qualcosa…- disse
Leon. Aeris annuì. In effetti stava cominciando ad avere fame. Si
fermarono nella prima locanda che incontrarono. C’era molta gente seduta su
alcuni tavoli e l’atmosfera non era delle migliori. - Ehm… e se provassimo da
un’altra parte?- sussurrò Aeris al fratello. - Su, non preoccuparti… dai,
stammi vicino e andiamo ad ordinare qualcosa- la tranquillizzò lui. Aeris non
si sentiva per niente tranquilla a stare tra tutta quella gente… a palazzo
vedeva sempre poche persone, la sua insegnante, le guardie, suo fratello e suo
padre. Non si sentiva molto a suo agio in quel posto; tra l’altro, al suo
passaggio gli uomini fischiavano e ammiccavano… I due si avvicinarono al
tavolo del barista. - Ehilà, bellezza! Signore… cosa volete ordinare? -
Ehm… ecco, veramente siamo nuovi del posto…- cominciò Leon. - Non avrebbe un
menu da mostrarci? - Ah, forestieri, eh?- fece il barista - Bhè, non è che
abbiamo molto, ma se volete dare un’occhiata… Detto questo frugò nel cassetto
sotto il banco, ne tirò fuori un vecchio menu spiegazzato e lo porse al ragazzo
con aria divertita. Leon prese a sfogliarlo. Aeris aveva già l’acquolina in
bocca. “Chissà che piatti ci saranno qui..?” pensò. 1° pagina: bianca. 2°
pagina: bianca. 3° pagina: bianca. Leon andò all’ultima pagina, dove c’era
scritto in nero il nome di uno stranissimo piatto… - Lumache in brodo di
lardo?- fece Aeris disgustata. - La specialità della casa, una vera
squisitezza…ed è anche l’unico piatto che serviamo qui. Volete anche qualcosa da
bere?- chiese loro il barista con aria divertita.
- Disgustoso!!!- esclamò Aeris. - Lumache in brodo di
lardo?! Mi viene da vomitare solo a pensarci… ma non c’è niente di commestibile
in questa città? - Bhè, è normale che i gusti della gente varino di città in
città…- osservò Leon. - Sigh… e io che a colazione avevo deliziose brioche
con succo di mela…vuol dire che finchè staremo qui non potremo mangiare niente?-
singhiozzò la ragazza. - Nooo… questo mondo mi ha fatto una pessima
impressione! Non dovevo venirci… accidenti a quello stupido che mi ci ha
portato!!! - Ciao. Aeris sussultò e si girò di scatto. - Cloud!!! Ma
dov’eri finito? E perché te ne sei andato via senza dirci niente?- esclamò. -
Visto che voi dormivate ancora sono andato a farmi un giro…- rispose il
ragazzo. - Ma a fare un giro dove, in questa città orribile?!- esclamò lei
puntandogli il dito contro. - MA SI PUO ’ SAPERE PERCHE ’ CI HAI PORTATO IN UN
POSTO SCHIFOSO COME QUESTO??? - Non è colpa mia…non l’ ho scelta io la
destinazione… - Ah… adesso saremo costretti a rimanere qui per tutta la
vita?- disse lei tristemente con gli occhi lucidi. - Se siamo stati
catapultati qui è perché una delle dieci pietre si trova in questo luogo…-
osservò Leon. - Cosa?- fece Aeris. Guardò sospettosa Cloud e Leon. -Voi
due dovete spiegarmi parecchie cose! - Hai ragione…però spostiamoci da qui,
c’è troppa gente - detto questo Leon uscì dalla città, seguito da Cloud e Aeris,
e tornarono al prato da cui erano arrivati. - Allora, prima di tutto… cos’è
questa storia delle dieci pietre? C’entra con quel portale che si trovava al
castello?- chiese la ragazza. Leon le raccontò allora del dialogo che aveva
avuto con il padre poco prima che il castello cadesse, delle dieci pietre
nascoste in altrettanti mondi di cui un fantomatico angelo nero voleva
impossessarsi e della loro missione. - Adesso ho capito…- fece Aeris. - Così
adesso dobbiamo viaggiare per i mondi per cercare queste pietre prima che lo
faccia l’Oscurità, giusto? Restò un minuto in silenzio a riordinare i suoi
pensieri, poi disse: - Ammesso che riusciamo a trovare queste pietre…poi come
facciamo a spostarci da un mondo all’altro? Quella domanda lasciò tutti senza
parole. Nessuno ci aveva pensato. - Magnifico- sbuffò lei. - E’ che papà
mi ha spiegato tutto molto in fretta e non dettagliatamente, quindi non ci ho
pensato…- disse Leon. - Anch’io - disse Cloud - il castello stava crollando e
così ho attraversato il portale senza considerare il problema… Leon colse la
palla al balzo. - Già, sei tu che ci hai portato al portale… come sapevi della
sua esistenza?- gli domandò. Cloud non sembrava voler rispondere alla
domanda, ma alla fine disse semplicemente :- Me l’ ha detto una persona. - E
come sei finito nel giardino del palazzo?- chiese allora Aeris, approfittando
del momento. Però lui non rispose. - Comunque, il problema rimane- disse
Leon. - Anche se troviamo la pietra non possiamo andarcene… - Dubito che
in un posto simile la troveremo facilmente…non sappiamo neanche com’è fatta! Ve
lo immaginate se fosse una cosa piccolissima?- disse Aeris. Rimasero di nuovo
in silenzio. Non avevano pensato neanche a questo. - Santa
pazienza…
- Dunque, anche se non sappiamo che forma abbia, dobbiamo
comunque cercare. Potremo chiedere in giro se hanno mai sentito parlare di
questa pietra…- disse Aeris. - Non mi sembra molto prudente chiedere in giro-
obiettò Cloud. - Se anche l’Oscurità le sta cercando avranno sicuramente un
grandissimo potere… - Sembra un’impresa impossibile in una città vasta come
questa…- osservò Leon. I tre si erano diretti di nuovo in città, pronti per
la ricerca, ma non era molto facile cercare qualcosa di cui non sapevano
niente… - Sapete, è da prima che ci penso- disse d’un tratto Aeris. - Se
stiamo cercando qualcosa che bramano anche le tenebre, prima o poi dovremo
scontrarci…e se non riuscissimo a sconfiggerle? Leon le mise una mano sulla
testa. - Tu ci sottovaluti, miss. Ricorda che hai noi due come guardie del
corpo! Sai bene che non me la cavo male con il Gunblade e, anche se non ho mai
visto Cloud combattere, uno che va in giro con una spada del genere deve essere
molto forte, non credi? - Bene. Allora… visto che non possiamo chiedere
niente sulla pietra, possiamo domandare se ci sono posti dove potrebbe trovarsi-
propose Cloud. - Ottima idea - disse Leon. - Magari è nascosta in un
santuario o qualcosa del genere… - E se l’angelo la trova prima di noi?-
chiese Aeris. - Che facciamo? E come ce ne accorgiamo? … - Ehm, Aeris…
smettila di fare domande a cui sai che non sappiamo rispondere!!!- esclamò
Leon. - Comunque, se la prenderà prima lui ce ne accorgeremmo di sicuro…-
disse Cloud. - Probabilmente distruggerebbe l’intera città.
I tre ragazzi girarono per tutta la città, cercando ogni
oggetto che potesse somigliare anche solo lontanamente ad una pietra, e
chiedendo se per caso c’era un tempio o dei monumenti importanti in
città. Niente. - Accidenti, sono stanchissima!- esclamò Aeris sedendosi
per terra. - Alla fine non abbiamo concluso niente…- fece Cloud. - Sarà
impossibile trovarla basandoci solo sui nostri mezzi…- disse Leon. - Se
almeno emanassero una qualche aura magica potremmo accorgercene… - Forse
l’aura ce l’ hanno, ma siamo noi che siamo troppo lontani…- sospirò Aeris. -
Nessuno di voi sa usare la magia?- chiese Cloud. I due scossero la
testa. - Mi sa che dovremo rimanere qui per un bel po’…- sospirò Leon. A
quelle parole Aeris scattò in piedi e cominciò a correre all’impazzata. - Voi
ve lo scordate che io resto ancora in un posto dove ci sono solo quelle
schifosissime lumache in brodo!!! “Pensa ancora a quelle stupide lumache? ”
pensò Leon. - Aspetta stupida! Ma dove stai andando?-le gridò Cloud
cominciando a rincorrerla, seguito a ruota da Leon. - Dovunque, basta che
trovo in fretta la pietra così ce ne andiamo da qui!- gridò lei senza
voltarsi. I due la rincorsero per parecchio tempo per le strade della città,
poi la ragazza si fermò davanti ad una fontana, in un angolo all’ombra. -
F-finalmente…ma dove cavolo correvi?- disse Leon con un filo di voce. -
Accidenti…mai vista una ragazza correre così…- ansimò Cloud. - Uffa, che
lagne! Siete voi ad essere lenti!- sbottò Aeris. Ad un tratto Cloud alzò la
testa e cominciò a guardarsi attorno. - Voi non sentite niente? - Come?-
fece Aeris appoggiandosi alla fontana. - Io non sento nien… Non fece neanche
in tempo a finire la frase che scivolò all’indietro e finì in acqua. -
Aeris!- I due ragazzi si precipitarono alla fontana e con un salto finirono in
mezzo all’acqua…ma sotto di loro non c’era niente. Era come se la fontana non
avesse fondo. Sprofondarono in acqua e caddero in un baratro profondo e
scuro…
Leon si rialzò lentamente da terra. Che volo…ma dov’erano
finiti? Si guardò intorno: Aeris e Cloud erano accanto a lui, stupiti allo
stesso modo. - Ma cosa è successo?- chiese Aeris. - E’ come se la fontana
ci avesse portati in un altro posto…- osservò Leon. Erano all’aperto, ma il
paesaggio era deserto. C’era solo un enorme tempio davanti a loro: sembrava
parecchio antico, la roccia era logorata in più punti e alcune piante rampicanti
salivano per le colonne di sostegno. - Allora la pietra si trova qui…- disse
Aeris. - Lo scopriremo fra poco. Forza, entriamo!- detto questo, Cloud entrò
nell’edificio, seguito da Leon e Aeris. Avanzarono per il lungo corridoio
centrale, dal pavimento sconnesso in molte parti, e raggiunsero la sala in fondo
al tempio. C’era una porta. - Sembra piuttosto cedevole… la butto giù in
un attimo- disse Cloud. Alzò la sua Buster Sword e sferrò un colpo secco alla
porta. Però non successe niente. - Com’era? La buttavi giù in un attimo?-
fece sarcasticamente Leon. - Ah, ah… perché non ci provi tu, allora?- disse
Cloud seccato. Leon allora alzò il Gunblade e colpì la porta, ma quella
rimase lì dov’era. - Ma cosa..?- Leon ci riprovò e cominciò a colpire la
porta senza sosta, ma senza risultato. - Uff…ma…che cavolo ha ‘sta porta?-
ansimò il ragazzo. - Probabilmente le è stata posta una protezione…- osservò
Cloud. - Ehy, guardate questi disegni sulla porta…- notò Aeris. In effetti
c’erano delle strane strisce scavate nella porta… - Cosa sono?- chiese
Leon. - E guardate qui…- Aeris si avvicinò al muro, facendo avanti e indietro
per la stanza. - Ci sono diversi solchi nel muro… a che serviranno? -
Accidenti, e adesso che facciamo?- chiese Leon incrociando le braccia dietro la
testa. Come il ragazzo si appoggiò al muro, scattò qualcosa e dal muro un
blocco di pietra si spostò e al suo interno apparvero tre pietre. - E questo
cos’è?- chiese Cloud. - Non lo so…- fece stupito Leon. - Ah, ma certo!- si
illuminò Aeris. - Dobbiamo mettere quelle pietre nei solchi del muro per aprire
la porta! - Oh, fico!- fece Leon afferrando la prima pietra. Quando la
tirò fuori, però, per poco non cadde in avanti. - Cavolo… ma è pesantissima!-
esclamò. - Tsk… sei tu che sei deboluccio…- fece Cloud afferrando un’altra
sfera. Rimase un po’ fermo, con il braccio tremolante, poi disse:-
Ugh…v-visto? E’…leggerissima… - Siete proprio dei bambini…- fece Aeris. -
Guarda che è pesante per davvero!- ribatté Leon. Aeris prese la sfera e la
sollevò in aria senza sforzo. - Bhè, che avete da guardare?- fece lei. I
due ragazzi rimasero pietrificati a quella vista. Una ragazzina come Aeris che
era più forte di loro??? - Dai, muoviamoci!- detto questo, la ragazza
posizionò la sfera in uno dei buchi e gli altri due fecero lo stesso. Le
sfere emanarono una luce azzurrina e da loro partirono delle strisce luminose
che giunsero fino alla porta. Ci fu uno scricchiolio, poi la porta si
aprì. I tre entrarono nella sala. Rimasero a bocca aperta. Al centro della
stanza c’era un globo luminoso con al centro una pietra grande poco meno di una
mano, che emanava una fortissima luce violacea. - Ce… ce l’abbiamo fatta!-
esclamò Aeris! - Davvero un ottimo lavoro, vi
ringrazio… Quella voce fredda fece gelare il sangue ai
ragazzi. Cloud si voltò di scatto. Sgranò gli occhi, come Leon. Un uomo
sui venticinque anni, dai lunghi capelli argentati con due ciuffi davanti alla
fronte; i freddi occhi verde smeraldo e il sorriso maligno sulle
labbra. Dalla spalla destra dell’uomo spuntò una lunga ala nera. -
L’angelo…nero?- mormorò Aeris. - Il mio nome è Sephiroth. Grazie mille per
aver trovato la pietra… Ora vi lascio, alla prossima… In un attimo Cloud si
avventò su di lui sguainando la spada. - Stavolta non ti lascio scappare,
maledetto!- gridò, sferrando un potentissimo attacco con la Buster Sword. Con
velocità sovrumana, Sephiroth sguainò la sua lunghissima Masamune e parò
l’attacco. - Tsk tsk…non ci siamo…- l’angelo sparì in una nube di piume nere,
per poi ricomparire alle spalle di Cloud. - Cloud, attento! Prima che
Sephiroth potesse sferrare un colpo fatale, Leon corse in aiuto del ragazzo,
colpendo la Masamune dell’avversario con il suo Gunblade. - Corri, Aeris!
Prendi la pietra!- le gridò. Sephiroth si voltò fulmineo e sferrò un attacco
contro Leon. L’impatto tra le due spade fu talmente forte che Leon fu
sbalzato a terra. Sephiroth alzò lo sguardo verso Aeris, che stava correndo
verso la pietra. L’uomo lanciò la Masamune, che si conficcò nel muro proprio
davanti ad Aeris. Per un attimo la ragazza si sentì mancare il fiato e scossa
si inginocchiò a terra. Sephiroth fece per dirigersi verso di lei, ma Cloud
gli si scagliò dietro con la spada sguainata. - Il tuo avversario sono io!-
gridò, sferrando un colpo dritto contro l’avversario. Senza una parola,
Sephiroth si voltò e fermò il colpo a mani nude. “ Ha…ha bloccato la mia
Buster Sword con una mano?” pensò Cloud incredulo. Sephiroth strinse la lama
della spada, facendo gocciolare sangue dalla sua mano, poi la scagliò via. -
Non puoi battermi senza spada…- sussurrò, poi con un calcio scagliò Cloud contro
il muro. Il ragazzo rimase senza fiato per la potenza del colpo e cadde in
ginocchio. - Bastardo!- Leon roteò il Gunblade e colpì il viso di Sephiroth
da dietro di lui. Sephiroth si voltò verso di lui, con sguardo divertito, e
leccò il sangue che gli sgorgava dalla guancia. Con uno scatto fulmineo
riprese la Masamune e si lanciò contro il ragazzo, che schivò il colpo per un
pelo. “ E’ velocissimo!” pensò, mentre l’avversario continuava ad attaccare
senza sosta. Un ultimo colpo della Masamune vece volare via il Gunblade di
Leon e Sephiroth ne approfittò per colpirgli il braccio. Il ragazzo urlò di
dolore e si inginocchiò a terra, tenendosi il braccio sanguinante. Stringendo
i denti alzò lo sguardo: Sephiroth stava avanzando verso la pietra e ormai non
potevano più impedirgli di appropriarsene. L’uomo afferrò la pietra e si girò
verso i ragazzi. - Alla prossima allora… Detto questo, sparì in una nube
oscura.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
a
Final Fantasy
Adventure Capitolo
3
Leon aprì gli occhi. Si sentiva a pezzi. Si mise
faticosamente a sedere, con tutti i muscoli che gli dolevano. - Come va?-
Cloud era seduto accanto a lui. - Uhm…il braccio sta un po’ meglio. E
tu? - Un paio di costole rotte, ma stanno già guarendo. Leon si fissò il
braccio fasciato. - E’ stata Aeris?- chiese. - Si, ci ha medicati quando
eravamo privi di sensi- rispose Cloud. - E lei come sta? Cloud si girò,
indicando la ragazza seduta accanto al muro. - E’ molto giù- disse. - Si
rimprovera di non essere riuscita a prendere la pietra prima di Sephiroth. -
Ma non è stata colpa sua!- esclamò Leon. - Quello era tremendamente forte! Ha
battuto noi due insieme come nulla fosse! - Aeris mi sembra una ragazza molto
dolce e sensibile- disse Cloud. -Probabilmente il non averci potuto aiutare l’
ha ferita. Leon rimase un po’ in silenzio, poi alzò la testa e notò un enorme
buco dimensionale azzurrognolo nel punto in cui prima c’era la pietra. - E
quello?- chiese. - E’ un portale. Con quello potremo raggiungere il prossimo
mondo.
Sephiroth camminava lungo il corridoio della stanza buia. In
mano stringeva la pietra che poco prima aveva sottratto al
santuario. Spalancò la grande porta ed entrò in un’ampia sala.
- Oh! Hai già recuperato la prima pietra,
Sephy? Sephiroth si voltò. Una donna sui 24 anni avanzò verso
di lui. Aveva la pelle chiara e gli occhi scuri, capelli neri come la notte,
raccolti in un cocò da cui scendevano lunghe trecce. Portava un lungo abito
nero, scollatissimo, dalle maniche lunghe e larghe, con una cintura alla vita;
il vestito arrivava fino a terra e davanti aveva un largo intreccio di
cinte. Era una donna parecchio bella. - Bhè, è stato facile- rispose
lui. - Così finirai per rubarmi il palcoscenico…- fece lei in tono
divertito. - Non farei mai una cosa del genere, Lulu. - Allora…potrei
partecipare anch’io la prossima volta? Sephiroth sorrise. - Se proprio ci
tieni…
Leon si sedette accanto ad Aeris. Lei alzò la testa:
aveva il viso arrossato. Evidentemente prima aveva pianto. - Scusa- disse con
un filo di voce. - Non devi scusarti di niente! Non è morto nessuno!- rispose
il ragazzo. Lei lo guardò con sguardo truce. - C’è mancato poco però. Leon
le prese la mano e la tirò su. - Però non è successo. Su, adesso andiamo.
Abbiamo perso una battaglia, non la guerra! Non è la fine, abbiamo ancora molto
da fare. Aeris però sembrava ancora indecisa. - Ormai non si può più
tornare indietro- disse Cloud. - Non ci resta che andare avanti. Lei lo
guardò per un attimo. Erano stati loro ad essere stati feriti, eppure volevano
continuare a tutti i costi. - Va bene- disse sorridendo. I tre si
avvicinarono al portale. - Spero solo che nel prossimo mondo si mangi un po’
meglio!- esclamò Aeris, poi i ragazzi attraversarono il varco
dimensionale. D’ora in poi ce l’avrebbe messa tutta.
- Siamo…arrivati? I tre aprirono contemporaneamente gli
occhi. Erano nel bel mezzo di una fitta foresta. Intorno a loro c’erano solo
alberi e liane appese qua e là. - Ehm… m-magari qui vicino c’è una città…-
disse Aeris. Il suo tono però non era convinto. Tutti e tre avevano lo stesso
dubbio: probabilmente il mondo in cui si trovavano era disabitato. - Provo ad
arrampicarmi su quest’albero- disse Cloud. - Magari dall’alto vedo
qualcosa. Detto questo il ragazzo si arrampicò su per i rami della quercia lì
vicino. - Vedi qualcosa?- chiese Aeris. - Uhm…alberi, alberi…e
alberi. - Guarda meglio…non c’è proprio niente, neanche una città piccola
piccola?- chiese lei in tono speranzoso. - No. Sembra che l’intero pianeta
sia un’enorme foresta. La ragazza abbassò lo sguardo, sconsolata. -
Nononononono, questo è un brutto sogno… ma perché tutti i mondi dove arriviamo
devono essere così??? - Bhè…non c’è posto migliore di questo dove nascondere
una pietra- osservò Leon. Cloud scese dall’albero con un salto e tornò dai
compagni. - Sarà meglio cominciare subito a cercare- disse. - Come cercare
un ago in un pagliaio…- commentò Aeris. - Anche l’altra volta è stato
difficile, ma alla fine l’abbiamo trovata- disse Leon. - Si, tutta quella
fatica… poi arriva Sephiroth e se la frega…- fece la ragazza. - Ad ogni modo
dobbiamo muoverci- disse Cloud. - E’ probabile che si trovi in cima a qualche
albero… - Bella faticaccia. Comunque, se fosse così dovremmo avvertire
qualcosa in prossimità del suo nascondiglio- disse Leon. - Sarà meglio
dividerci- propose Cloud. - Io controllo a est e sud, voi due a ovest e nord.
- No…posso anche cercare da sola- disse Aeris. - Se sto con Leon ci
metteremo più tempo che se non cercassi da sola. Così potremo controllare più
zone nello stesso tempo. - Non mi fido molto a lasciarti da sola…- obiettò
Leon. - Sono grande e vaccinata, fratellino. Posso cavarmela da sola. - E
se incontri Sephiroth che fai? Non hai neanche un’arma!- disse Cloud. - Uffa!
Mi difenderò a schiaffi aspettando che arriviate, va bene?- sbottò la
ragazza. I due ragazzi non erano convinti, ma alla fine acconsentirono. -
Allora tu cerca a nord. Però se ti trovi nei guai, fischia!- disse Leon. I
due se ne andarono e Aeris rimase da sola. - Uhm. Che genialata-
commentò. Vediamo…era da sola, in un mondo sconosciuto, pieno di piante e
chissà quali animali…ma sì, forse poteva sopravvivere! In realtà avrebbe
voluto andare con suo fratello, ma non voleva che i ragazzi la considerassero un
peso. “ Se troverò la pietra per prima, loro faranno una figuraccia!”
pensò. Un solo dubbio le passava per la mente: qual’era il nord?
Stava camminando ormai da parecchio tempo, quando si fermò un
attimo a riposare. - Non mi sento più i piedi…- sospirò. Aveva percorso
metri e metri, ma della pietra neanche l’ombra. “ Mi sa che sono stata un
pochino precipitosa…” pensò. - Però adesso mi riposo un po’, sono
distrutta…- Ad un tratto vide qualcosa muoversi tra l’erba: una vipera
avanzava verso di lei. - Una…una…una vi…una viperaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! La
ragazza cominciò a correre come una pazza.
- Cavolo! Ma non si vede niente!- esclamò Leon. Avanzava
tra l’erba alta, falciandola con la spada. Ad un tratto vide un alto albero e
decise di fermarcisi per un po’. Salì sul primo ramo e scrutò il
panorama. Era davvero una foresta immensa. Chissà se avrebbero trovato in
tempo la pietra? Si girò e rimase per un po’ con lo sguardo fisso sul ramo:
il suo Gunblade non c’era più. - Oh, porca miseria! Scattò giù dall’albero
e cominciò a guardarsi intorno. D’un tratto vide in mezzo ai cespugli una
piccola figura. Si avvicinò: era una specie di lemure, ma dai colori
vivaci. Leon lo osservò meglio. Con la coda stringeva la sua spada! - Ah,
ecco dov’era!- esclamò, ma come allungò la mano per prenderla, lo pseudo-lemure
sghignazzò e scappò via. - No! Ehy!- esclamò Leon e prese a
rincorrerlo. - Ridammi il mio Gunblaaade!!!
Cloud attraversò l’ennesima pianura, poi risbucò in una
specie di palude. - Che strano…credo di essere già passato di
qui…-disse. Attraversò la grande pozza di fango ed oltrepassò un grande
albero, per poi continuare a camminare tra l’erba. Dopo un po’ tornò alla
palude. - …Qui c’è qualcosa che non va.
Aeris finalmente si fermò. Aveva il fiatone per quanto aveva
corso. - Mamma mia…io odio le vipere! Si rialzò e avanzò tra l’erba,
quando arrivò ad una sporgenza. - Fantastico…e qui finisce la strada-
sbottò. Fece per voltarsi, quando notò qualcosa sotto la sporgenza. Era
una specie di costruzione di pietra, con qualcosa di luccicante
all’interno… La ragazza sgranò gli occhi. Incredibile! Era la pietra!
L’aveva trovata! Ora però c’era il seguente problema: come ci
arrivava? Guardò giù dalla sporgenza. Era troppo alto, non poteva
buttarsi; ma se avesse scelto un’altra strada probabilmente non sarebbe più
stata in grado di ritrovarla… - Ahhh! E adesso che faccio?- esclamò. Lo
sguardo di Aeris si posò su alcune liane che pendevano dagli alberi. Le seguì
con lo sguardo: portavano dritto al santuario. - No! Non ci penso neanche! E’
un suicidio! Rimase un po’ a fissare il percorso delle liane. Era l’unica
soluzione possibile. Prese coraggio e afferrò la liana sopra di sé. Fece
un bel respiro e si buttò. La liana oscillò in avanti e Aeris si buttò su
quella davanti a sé, stringendosi più forte che poteva. Guardò sotto di lei:
era esattamente sopra il santuario. Si calò lentamente dalla liana e
atterrò. - Wow! Ce l’ ho fatta! Sono ancora viva… Avanzò verso il
santuario. La pietra era lì in mezzo, che emanava una luce rosa. Fece per
allungare la mano per prenderla, quando una risata risuonò alle sue spalle. -
Muahahahahah! E così ci sei arrivata, non me l’aspettavo. Aeris si voltò.
Dietro di lei c’era una donna. - Chi sei?- esclamò. - Io sono Lulu, la
donna più affascinante di questa Terra e la maga più abile del mondo!- disse
quella. “ Piuttosto egocentrica” pensò Aeris. - Che strano però…se non
sbaglio Sephy aveva detto che erano in tre…- disse Lulu. - Cosa? Sei una
compagna di Sephiroth?- chiese Aeris. - Oh, mi piacerebbe cara, ma non sono
il suo tipo…- rispose quella. Aeris restò allibita. Ma possibile che la sua
nemica fosse un tipo simile? - Bhè, non importa, vorrà dire che farò fuori
prima te. Detto questo, Lulu prese il suo pupazzo Moguri e alzò il braccio,
da cui cominciò a risplendere una luce rossastra. -
Fira!- gridò e una vampata di fuoco si diresse verso
Aeris. La ragazza la schivò per un pelo, ma l’onda d’urto provocata fu
talmente forte che venne sbalzata via e rischiò di cadere di sotto, ma riuscì ad
aggrapparsi all’erba. - Peccato, il gioco è già finito- disse Lulu mentre le
si avvicinava. - Non affliggerti, carina. Era ovvio che avrei vinto
io. Aeris stava ormai per mollare la presa e cadere nel vuoto, quando un
ultimo commento le fece ribollire il sangue. - Certo però che quei due devono
essere stati parecchio coraggiosi… Affrontare un viaggio con un elemento come
te… Aeris avvampò di rabbia e, dondolandosi di lato, risalì su e sferrò un
calcio dritto contro Lulu. - Cosa vorresti dire, maledetta?!- gridò. Lulu
si ricompose subito e con tono superficiale disse: - Quello che ho detto: tu non
sei altro che un peso inutile, cara. Non sei brava in niente, tantomeno sai
combattere. E non sei neanche bella! Aeris le mollò un forte schiaffo. -
Io non sono affatto un peso! Ho promesso che mi sarei impegnata a fondo per
aiutare Leon e Cloud. Non voglio più deluderli, quindi ce la metterò tutta… E
poi io non sarò tutta questa bellezza, ma di certo sono più carina di te! Il
volto di Lulu ora era una maschera di collera pura. - COME OSI ?! Lulu
sferrò un manrovescio ad Aeris con tutta la forza che aveva in corpo. -
Bastarda!- gridò la ragazza, ricambiando lo schiaffo più forte che poteva. Le
due continuarono a schiaffeggiarsi per parecchio tempo e alla fine Lulu sbottò:
- Basta, mi hai stufato! Blizzara!!! Lulu lanciò
una serie di lance di ghiaccio contro la ragazza. Aeris le schivò meglio che
potè, rotolando tra l’erba e scattando in diverse direzioni, ma poi Lulu sembrò
prevedere le sue mosse e la colpì alla caviglia. Aeris cadde a terra,
tenendosi il piede sanguinante e trattenendo a stento le lacrime. - Game
over- disse Lulu e si preparò a infliggerle il colpo di grazia. La ragazza
chiuse gli occhi. Era spacciata. - Aeris! A quel richiamo la ragazza
riaprì gli occhi, rincuorata. - Leon! Cloud!- esclamò. I due ragazzi si
precipitarono da lei e Lulu indietreggiò. - Scusa se abbiamo tardato, ma mi
avevano fregato la spada…- si scusò Leon. - E io mi ero perso…Piuttosto, stai
bene?- disse Cloud accennando alla caviglia. - Tutto ok- disse Aeris. - Sono
così felice di vedervi… - E quella chi è?- chiese Cloud indicando Lulu. -
Si chiama Lulu. E’ un’aiutante di Sephiroth - rispose lei. - Bhè? Muovetevi e
riprendiamo!- sbottò la donna. - Fatti sotto, strega!- esclamò Leon. -
S…s…strega?- fece Lulu stringendo i denti. - Dannato, questa non te la
perdono! Thundara!!! Dal cielo cominciarono a
cadere una serie di fulmini, ma Leon li schivò tutti. - Aeris, tu resta qui,
non muoverti- disse Cloud e si lanciò anche lui in battaglia, attaccandola con
la Buster Sword. - Protect!- gridò Lulu e una
barriera invisibile bloccò l’attacco di Cloud. - Dannazione! Se si protegge
come facciamo ad attaccarla?- esclamò il ragazzo. - La colpiamo di sorpresa!-
esclamò Leon sferrando un attacco da dietro con il Gunblade. Lulu non se ne
accorse in tempo e Leon le ferì il braccio. - Perfetto!- esclamò Cloud. -
Maledetti…- mormorò Lulu. - Mi avete rovinato il vestito…ADESSO VI FACCIO VEDERE
IO! Lasciò cadere a terra il Moguri, che alzò e abbassò le braccia. -
Idrora! Un’onda d’acqua investì in pieno Leon e lo
sbatté con forza contro un albero. - Leon!- esclamò Cloud. - E adesso
tocca a te!- esclamò Lulu. Gli scagliò contro delle magie fuoco, ma il
ragazzo si riparò con la spada. Cloud provò allora ad attaccarla, ma lei
continò a proteggersi. Poi la donna gli scagliò via la spada e lui si
distrasse. - Sei finito! Blizzara! Cloud non
fece neanche in tempo a voltarsi, che la magia lo colpì in pieno e si trovò
imprigionato in una stalattite di ghiaccio. Lulu gli si avvicinò e sfiorò con
un dito la superficie del ghiaccio. - Sai, in realtà non sei niente
male…peccato, ti devo frantumare..! Cloud si preparò a ricevere il colpo di
grazia, quando sentì la voce di Aeris. - Fermati, brutta strega! Lulu alzò
lo sguardo irritata. Sgranò gli occhi. Aeris era in piedi davanti al
santuario e stringeva la pietra tra le mani. - Non è possibile…dannazione!-
mormorò Lulu. - Adesso non fai più la sbruffona, eh? Beccati questo!
Sancta!- gridò Aeris. Lulu fu colpita da una
miriade di sfere di luce e cadde stremata a terra. - Dannazione, che
potenza…ma non finisce qui!- gridò e subito scomparve in una nube
oscura. Nell’aria si diffuse una lieve luce bianca; la stalattite di ghiaccio
che imprigionava Cloud di sgretolò e le ferite di Leon guarirono
completamente. - Sei stata grande, Aeris!- esclamò il fratello, correndo da
lei. - Bravissima! Sei riuscita a recuperare la pietra!- le disse
Cloud. La ragazza sembrava felicissima. - Io…non ci posso credere, ho
usato la magia!- esclamò. - Probabilmente le pietre conferiscono grandi
poteri…- osservò Leon. Cloud si avvicinò ad Aeris. - Adesso questa pietra
ti appartiene. Te la sei meritata- le disse dolcemente. Aeris sorrise. Si
strinse la pietra al petto. Era sua.
Lulu entrò nella stanza scura con passo seccato. Si
sedette su di una statua di gargoyle alla parete della stanza e sospirò.
- Non mi dire che hai fallito, cara Lulu?! Lei
girò lo sguardo. Si era fatta avanti una ragazzina, sui 16 anni, dai capelli
corti e verdastro scuro, con gli occhi grigi. Portava una fascia bianca sulla
fronte ed una sciarpa gialla al collo; indossava un top verde e dei pantaloncini
corti bianchi, con delle scarpe da ginnastica arancione scuro. - Li ho solo
sottovalutati un po’, Yuffie. Ma adesso so con chi ho a che fare - rispose
Lulu. - E Sephiroth lo sa?- chiese Yuffie, appoggiandosi divertita alla
parete. - Certo che lo sa. Ma non importa, non è così
grave. Le due ragazze si voltarono. - Oh, ciao Riku. Era
un ragazzo sui 17 anni, con i capelli argento-azzurro lunghi fino alle spalle e
con bellissimi occhi celesti. Indossava una maglietta gialla senza maniche
con una croce nera disegnata al centro; i pantaloni erano blu e larghi, legati
alle caviglie con delle cinte. Portava i guanti neri e degli scarponcini
dello stesso colore. - Ma si! In fondo hanno solo preso una pietra!- disse
Yuffie. - Io però muoio dalla voglia di entrare in azione! - Allora temo che
dovrai aspettare. Per il prossimo incarico Sephiroth ha mandato Auron - le disse
Riku. - Cosa? Quel vecchiaccio?- fece Yuffie. - Evidentemente lo ritiene
più affidabile di te - disse Lulu gelida. - Cosa vorresti dire?- rispose
Yuffie irritata. - Smettetela di litigare- disse Riku. - E poi pare che in
quel mondo si trovi un Cavaliere della Luce… - Un altro?- esclamò
Yuffie. - Bhè, capirai…- sbuffò Lulu. - Hai qualcosa da dire, per caso?-
fece Riku. - Certo che no. Ma così Auron ci rovina tutto il
divertimento…
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
a
Final Fantasy
Adventure Capitolo 4
Cloud, Aeris e Leon attraversarono l’ennesimo portale e
raggiunsero un nuovo mondo. Quando arrivarono, rimasero sbalorditi. Era
una città grandissima e dava l’aria di essere altamente modernizzata; c’erano
tantissimi palazzi illuminati in giro di ogni grandezza e forma e c’erano
tantissime macchine di ogni genere. - Questa si che è una vera città!-
esclamò Aeris. - E’ grandiosa!- esclamò Leon. L’unica cosa strana era che
sembrava deserta. Non c’era anima viva in giro. Ad un certo punto videro una
ragazza correre a perdifiato per la strada, controllando più volte
l’orologio. - Ehy, scusa!- le disse Cloud. La ragazza si fermò, ma
sembrava avere molta fretta. - Cosa c’è? Sbrigatevi per favore, sono già in
ritardo- disse. - Volevamo sapere dove sono tutti gli abitanti…- disse
Leon. La ragazza parve sorpresa dalla domanda. - Ci credo che qui non c’è
nessuno! Lo sapete cosa c’è oggi? - E’ che siamo arrivati da poco qui- disse
Aeris. - Ah! Adesso capisco, mi sembrava strano…- disse la ragazza. - Non
dovete stupirvi, questa è Zanarkand. E’ famosa in tutta Spira per i campionati
di Bliztball che si svolgono ogni anno allo stadio. - Bliztball?- chiesero i
ragazzi. - Si, uno sport. Oggi è una data da non perdere. Zanarkand Abes
contro Besaid Aurochs! E’ una partita importantissima, i biglietti sono esauriti
da mesi! Ora sono tutti allo stadio e se non mi muovo mi perderò l’inizio della
partita, quindi scusate, ma devo proprio scappare!- e detto questo, la ragazza
sfrecciò via. - Una partita di Bliztball, eh?- fece Leon. - Andiamo a
vederla, andiamo a vederla!- esclamò Aeris tutta eccitata. - Veramente non
potremmo, dovremmo approfittare del fatto che la città è deserta per cercare la
pietra…- obiettò Cloud. - Andiamo! Un po’ di relax non ci farà male! Si
prospetta una partita emozionante!- esclamò Leon. Alla fine Cloud si arrese e
i tre si diressero allo stadio. C’era una folla incredibile davanti alle
porte dello stadio che aspettava l’inizio della partita. - Quando apriranno
le porte sarà un macello…- disse Cloud. - Bhè, così potremo entrare senza
problemi confondendoci tra la gente- disse Leon. Infatti, quando poco dopo le
porte vennero aperte, la folla si precipitò all’interno dello stadio e loro
entrarono senza difficoltà; riuscirono addirittura a prendere dei posti in prima
fila. Lo stadio era davvero immenso, con al centro una grandissima sfera di
vetro. Ad un certo punto le luci si abbassarono e la sfera cominciò a
riempirsi d’acqua. Il pubblico fremeva d’impazienza, come anche i tre
ragazzi. - Sono così emozionata!- esclamò Aeris. - Sono proprio curioso di
vedere di che tipo di gioco si tratta…- disse Leon. Un uomo salì su una
pedana con il microfono in mano. - Bene signori e signore, ecco il momento
che stavate tutti aspettando! Che entrino i giocatori! Alla mia destra, i Besaid
Aurochs! Le porte dello spogliatoio destro si alzarono ed entrarono in campo
i giocatori. Il pubblico scoppiò in applausi fragorosi nel vedere la
squadra. Il telecronista ricominciò a parlare:- I Besaid Aurochs, la squadra
che ha vinto il campionato dell’anno scorso spiazzando tutte le squadre che ha
incontrato! Il cronista tacque un attimo, poi esclamò con voce entusiasta:- E
adesso, gli Zanarkand Abes!!! Quando entrarono i giocatori, il pubblicò
applaudì talmente forte che l’intero stadio tremò. La gente era in delirio
per gli Abes. - Deve essere una squadra molto forte- notò Aeris. Poi il
suo sguardo cadde su uno dei giocatori: un bellissimo ragazzo, biondo,
abbronzato e con gli occhi azzurri. Indossava una maglietta gialla a maniche
corte,con cappuccio bianco e aperta davanti; portava dei pantaloni neri, quello
sinistro accorciato. - Che figo…- sussurrò lei rapita. Pochi istanti dopo
il pubblico femminile cominciò a gridare a gran voce:- TIDUS! TIDUS!
TIDUS! Il ragazzo sorrise e alzò il braccio in segno di saluto. - Sembra
che le ragazze siano impazzite per Tidus…non per niente è l’as degli Zanarkand
Abes!- esclamò il cronista. - Oh…così si chiama Tidus…- fece Aeris. -
L’as degli Abes…deve essere molto bravo- osservò Cloud. - Un ragazzo bello e
bravo…cosa c’è di meglio?- disse Aeris sognante. Cloud la guardò stupito. Era
completamente fusa! - E ora… che la partita abbia inizio!!!- esclamò esaltato
il cronista. Il pubblico esplose in applausi e fischi ed il match ebbe
inizio. I giocatori si tuffarono in acqua e cominciarono subito a contendersi
la palla. - E’ una specie di calcio subacqueo!- esclamò Leon parecchio
stupito. I giocatori erano davvero bravi; ma fra tutti, Tidus era il
migliore. Veloce, fluido nei movimenti e coordinamento perfetto. - Gli
Aurochs conquistano la palla…- cominciò il cronista. - Steve avanza verso la
porta, ma la palla gli viene sottratta! Ora sono gli Abes a condurre il gioco!
Anderson dribbla un avversario dopo l’altro e si prepara a tirare…ma no! Trevis
degli Aurochs lo ferma e la palla viene sbalzata via! Il cronista trattenne
il fiato, poi ricominciò a parlare:- Tidus intercetta la palla! Avanza
velocemente verso la porta…sta per tirare…Knives degli Aurochs però cerca di
fermare il suo tiro! Gli si para davanti…ma Tidus non tira e passa a Natalie,
cogliendo di sorpresa gli avversari! Natalie tira… è Goal!!! Il pubblico
esplose in un fragoroso applauso. - Si! Hanno segnato!- esclamò Aeris. -
Bella tattica…-disse Leon. - Ora gli Zanarkand Abes sono in vantaggio di un
punto! Come reagiranno gli Aurochs? La partita era davvero avvincente e ricca
di suspanse; i giocatori erano tutti bravi e gli Aurochs presto
pareggiarono. Alla fine, il punteggio era di 2 a 2. - Adesso si decide
tutto- disse Leon, teso. - Bene, signori- disse il cronista, asciugandosi la
fronte con un fazzoletto, più teso che mai - fra poco sapremo chi sono i
vincitori! Il match ricomincia! Gli Aurochs passano subito all’attacco e Steve
si impossessa della palla…mancano 30 secondi alla fine della partita…Kail degli
Abes recupera la palla! Viene però bloccato da Tracy e Melissa! 20 secondi… Kail
passa a Tidus, ma Trevis devia la palla, che esce fuori dall’acqua! Mancano solo
15 secondi… Incredibile! Tidus insegue la palla e si prepara a colpirla in
aria… sta per attaccare con il suo famoso tiro di Jetch! Ce la farà mai? Il
pubblico trattenne il fiato. - Tidus esegue una rovesciata e colpisce la
palla! 5 secondi… la palla sfreccia attraverso il campo… il portiere non para!
E’ GOAAAL!!! L’intero palco si mise a tremare. Tutto il pubblico si alzò in
piedi, applaudendo e gridando, acclamando i vincitori. - Siiii!
Bravissimoooo!!!- gridò Aeris, applaudendo senza sosta. Dalla folla si alzò
un grido di trionfo. - TIDUS! TIDUS! TIDUS! - I vincitori sono gli
Zanarkand Abes !- gridò il cronista. - Gli Abes vincono il campionato di
Bliztball!
I tre ragazzi uscirono dallo stadio, tra una miriade di
gente. - E’ stato bellissimo!- esclamò Aeris. - E non solo il match! -
Bhè, è stato entusiasmante. Quel Tidus è un vero fuoriclasse- disse Leon. - E
tu non dici niente, Cloud?- disse Aeris. Cloud non rispose. Non aveva detto
una parola dall’inizio del match. Leon osservò le porte dello stadio: c’erano
un sacco di ragazze ammassate lì davanti. - Scommetto che vogliono
l’autografo- disse Leon. - Tidus non uscirà facilmente da lì… Aeris si
voltò di scatto verso il fratello, tutta rossa. - V-voglio anch’io
l’autografo! - Aeris, ma c’è un sacco di gente!- obiettò Cloud. - E poi non
abbiamo tempo da perdere! - Dai, farà in un attimo!- disse Leon. - E poi
anch’io voglio conoscerlo di persona! - Ma, Leon… - Ci metto due minuti!-
esclamò Aeris, correndo già verso la folla. - Aspetta, Aeris!- esclamò
Cloud. Troppo tardi. Ormai era andata. - In fondo non c’è niente di male…-
gli disse Leon. - Già…in fondo ci basta aspettare che anche questa città
venga distrutta, non è vero?- fece Cloud con sguardo gelido. Leon rimase
stupito dalla sua reazione. Non l’aveva mai visto così. Soltanto quella volta
che avevano incontrato Sephiroth al primo tempio…
Tidus uscì dalla porta e si trovò addosso tutte le ragazze,
che volevano autografi o foto. - In fondo lo compatisco, poveraccio…- fece
Cloud. Finalmente le ragazze se ne andarono, ma Aeris era ancora ferma lì
davanti a lui. - Ma che fai?- le disse Leon. - Sbrigati, sennò se ne va! -
N-non ce la faccio, sono troppo emozionata!- esclamò Aeris. In quel momento
Tidus la notò e si avvicinò a lei. - Ciao. Hai bisogno di qualcosa?- le
chiese con un sorriso. - C…ciao! Io vorrei…cioè, se puoi…io…- Aeris gli porse
il foglio. - Ecco…potresti farmi l’autografo? - Ma certo- disse lui,
prendendo la penna. - Come ti chiami?- le chiese. - Mi chiamo Aeris -
rispose lei, parlando sempre più tranquillamente. - Che bel nome! Non ti ho
mai visto qui, sei nuova del posto?- le chiese Tidus. - Bhè, sono venuta qui
con i miei amici- disse la ragazza indicando Cloud e Leon. - Capisco. Ecco
fatto!- disse lui, porgendole il foglio. - Ti ringrazio tantissimo. Scusa per
averti fatto perdere tempo! - Ma figurati! Piuttosto…visto che siete nuovi di
qui, vi andrebbe se vi facessi da guida per la città? Aeris rimase molto
stupita dall’offerta. - V-veramente? - Certo! Non preoccuparti, non ho
impegni per oggi. Sempre se ti va, è chiaro!- dispose il ragazzo. Aeris
arrossì lievemente. - Mi piacerebbe tantissimo.
Cloud e Leon accettarono volentieri di visitare la città con
Tidus. Aeris rimase stupita dal fatto che anche Cloud aveva accettato senza
problemi. Così Tidus li guidò per tutta Zanarkand, facendo visitare loro le
vie e le piazze e tutti i bellissimi panorami della città. Dopo qualche ora
si fermarono a mangiare in un ristorante. - Qui si mangia davvero benissimo!-
esclamò Aeris. - Questo è uno dei locali più buoni della città- disse
Tidus. Leon si sentiva un po’ in imbarazzo. Quel posto era molto grande e
sicuramente molto costoso. - Ehm…scusa Tidus, ma…ecco, non abbiamo molti
soldi con noi…- disse il ragazzo, vergognandosi mortalmente all’idea di mangiare
a sbafo. Anche Aeris smise un attimo di mangiare. Non aveva pensato che tutta
quella roba avrebbero dovuto pagarla. Tidus sorrise. - Non preoccupatevi
assolutamente per questo, ci penso io- disse. Cloud si sorprese molto. Era
convinto che Tidus fosse solo un gasato bravo nello sport, ma era proprio un
bravo ragazzo. - Senti, ho visto il tuo tiro dell’ultimo punto- gli
disse. - Devo ammetterlo, era davvero grandioso. Dove hai imparato? -Bhè,
ecco…a dire la verità era il famoso tiro di mio padre. Anche lui era una stella
del Bliztball e io ho solo seguito le sue orme - rispose Tidus. - Allora deve
essere molto bravo!- esclamò Aeris. - E dov’è adesso? Gioca ancora? Tidus
sorrise tristemente. - Veramente non è più qui. Un giorno è partito per un
allenamento in mare e non è più tornato. - Oh…m-mi dispiace…scusa se te l’ ho
chiesto…- disse dispiaciuta Aeris. - Non preoccuparti- rispose lui. -
Comunque sia - disse Leon - scommetto che sarebbe fiero di te.
I quattro uscirono dal ristorante che era ormai tardi. -
Grazie per la bellissima serata- disse Aeris. - Ma figurati!- rispose
Tidus. Cloud si avvicinò un attimo a Tidus. - Scusa, dovrei chiederti una
cosa: per caso c’è un santuario da queste parti? - Bhè…a qualche chilometro
da qui c’è un tempio antichissimo…ma ormai non c’è più niente lì- rispose Tidus.
- Perché lo vuoi sapere? - Niente. Grazie comunque - disse Cloud. Tidus
salutò il gruppo e tornò a casa; i tre rimasero lì. - Allora la pietra
potrebbe trovarsi in questo tempio vecchissimo?- chiese Leon. - Si, è
probabile - disse Cloud. - Ormai è notte, però… non potremmo cercare domani?-
disse Aeris. - Ma Aeris… è rischioso…se Sephiroth attacca la città di notte?-
ribattè Cloud. - Ma forse Aeris ha ragione- disse Leon. - Con questo buio non
concluderemmo niente lo stesso. - D’accordo… allora cerchiamo un posto dove
passare la notte- disse Cloud. - Però dubito che a quest’ora sia rimasto
qualche posto aperto…Sarebbe meglio dividerci- disse Leon. - Va bene, allora
io vado di qua- disse Cloud. - Aspetta, vengo con te- disse Aeris. - Ok,
se trovate qualcosa avvertitemi. A dopo!- e detto questo Leon andò nella
direzione opposta. -Bhè, allora cominciamo a cercare- disse Cloud. I due
camminarono per molto tempo, ma purtroppo non c’erano posti ancora aperti. -
Mi sa che ci siamo mossi troppo tardi…- fece Cloud. - Yaawwwnnn…- sbadigliò
Aeris. - Io ho un sonno tremendo… Ormai Aeris rischiava di cadere
addormentata da un momento all’altro. Cloud si inginocchiò a terra. - Dai,
ti porto sulle spalle - le disse. Lei si appoggiò a lui, che la tirò su e
ripresero a cercare. Dopo un po’ Aeris disse: - Sei arrabbiato con
me? Quella domanda colse alla sprovvista il ragazzo. - Di cosa dovrei
essere arrabbiato? Lei arrossì lievemente. - Bhè… perché sono stata tutto
il tempo con Tidus… - Non è affar mio con chi passi il tuo tempo, Aeris. -
Però…Leon me l’ ha detto che ti sei comportato in modo un po’ strano… Cloud
cominciò ad andare più piano. - Non sono geloso, se è questo che volevi
sapere. Aeris socchiuse gli occhi. Non sapeva perché, ma quella risposta
l’aveva delusa un po’. Del resto sapeva che Cloud non era quel tipo di
ragazzo. Di certo, non era innamorato di lei. Ma perché le importava così
tanto? Sentì il calore della schiena di Cloud. Quando stava con lui si
sentiva al sicuro da ogni cosa… Poi la ragazza chiuse gli occhi e si
addormentò.
Cloud continuò per un po’ a camminare, poi, rendendosi conto
che tanto non avrebbe trovato niente, si sedette su una panchina. Fece
scendere Aeris senza svegliarla e la adagiò sulla panchina. Si sedette anche
lui. Era notte fonda ormai e a dir la verità era molto stanco anche lui, da
quando avevano lasciato il primo tempio non si erano più riposati. Si voltò a
guardare Aeris: dormiva tranquillamente. Cloud sorrise. Era una ragazza
davvero graziosa, anche molto dolce e gentile. Non era vero che il fatto che
lei fosse stata con Tidus tutto quel tempo non lo aveva infastidito. Forse
aveva addirittura provato un po’ di invidia. Ma aveva deciso da tempo che non
si sarebbe mai più legato a nessuno… Alzò gli occhi al cielo. La luna era per
metà ricoperta dalle nubi. Chiuse gli occhi e si addormentò…
Leon tornò indietro, sconsolato. Aveva cercato come un
matto per tutta la città, ma ormai era tutto chiuso. Ripercorse la strada che
aveva fatto e andò a raggiungere Cloud e Aeris. Li vide in lontananza, che
dormivano insieme su una panchina. Il ragazzo non potè fare a meno di
sorridere. Era da tanto che non vedeva sua sorella così serena. Si
avvicinò senza far rumore, per non svegliarli, quando all’improvviso la terra
cominciò a tremare. - Ma che..?- fece Leon. In pochi minuti, la lieve
scossa diventò un vero terremoto e le luci della città si riaccesero. Aeris e
Cloud si svegliarono di soprassalto. - Ma che diavolo succede?- esclamò
Cloud. - Perché il terreno trema così?- disse Aeris, preoccupata. - Non ne
ho idea - disse Leon. In breve, l’intera città si era risvegliata e la gente
cominciò a uscire dalle proprie abitazioni. - Che succede?- - E’ un
terremoto?- - Oh, no! Ma che sta succedendo? - Sephiroth - disse Cloud. -
Credi ci sia lui dietro tutto questo? - disse Leon. - Non vedo altre
spiegazioni- rispose Cloud. - Ehy, ma quello è Tidus!- esclamò Aeris. Il
ragazzo era in mezzo alla gente, in cerca delle cause dello strano
terremoto. Cloud alzò lo sguardo. Rimase pietrificato. - Leon…guarda
là. Il ragazzo si voltò dove aveva detto Cloud: un numero incredibile di
mostri stava arrivando in città. Erano creature nere con occhi gialli, di varie
forme. - C…cosa sono quelli?- esclamò Aeris. - Qui si mette male- disse
Leon.
Tidus si precipitò fuori di casa. Cosa diavolo era stata
quella scossa? Non appena mise piede fuori casa, il terremoto si fece più
insistente. C’era un sacco di gente in mezzo alla strada. “ Ma cosa sta
succedendo qui?” si chiese. D’un tratto vide una massa indistinta alla fine
della strada. Aguzzò lo sguardo. Cos’era? La massa avanzava sempre più
velocemente verso di loro. Tidus sgranò gli occhi. Erano mostri. Erano
centinaia e ormai erano a pochi metri da loro. Alla loro vista, la gente andò
nel panico più totale: chi gridava, chi scappava, chi si rinchiudeva nelle
proprie case. Anche Tidus non sapeva che fare. Era spaventato. Entro pochi
minuti, quegli esseri avrebbero attaccato la città. Cosa poteva fare? I
mostri li raggiunsero e subito cominciarono ad attaccarli. Molti palazzi
cominciarono a crollare e la gente gridava e fuggiva da tutte le parti. Era
un putiferio generale. Quelle creature non avevano pietà: uccidevano chiunque
gli capitasse a tiro, che fosse un uomo o un bambino. Era uno spettacolo
orribile. Tidus serrò i pugni. Ma perché era successo tutto questo?
Perché? Si voltò dietro di sé e il suo sguardo cadde su tre ragazzi. Ma
erano quelli con cui aveva passato la serata! Fece per chiamarli, ma i
ragazzi se ne erano già andati. Li seguì con lo sguardo: si stavano dirigendo
al vecchio tempio di Zanarkand! “ Che quei tre abbiano a che fare con tutto
questo?” si chiese sospettoso. Così li seguì e cominciò a correre verso il
tempio.
- Accidenti! Sono tantissimi!- esclamò Leon, sguainando il
Gunblade. - Non possiamo farcela, sono troppi!- disse Cloud. - Non ci
resta che dirigerci al tempio di cui ci ha parlato Tidus! - E tutta questa
gente?- fece Aeris. - Non possiamo abbandonarla così! - Purtroppo non
possiamo fare niente per loro- disse Cloud. Prese la ragazza per mano e si
diresse al tempio, seguito da Leon. “ E’ tutto come la prima volta” pensò
Aeris. “ Cloud che mi prende per mano e mi trascina via…abbandonando tutto il
resto”. I tre non sapevano di precisione dove si trovava il tempio, ma
giungendo alla fine della strada arrivarono a delle rovine. In piedi davanti
all’entrata c’era un uomo che dava loro le spalle. - E quello chi è?- chiese
Aeris. - Sarà uno degli aiutanti di Sephiroth - rispose Cloud. L’uomo
entrò nel tempio e i ragazzi lo seguirono. Appena furono dentro però persero
subito le sue tracce. - Era qui fino a poco fa…Dove può essere andato?-
esclamò Leon. - R…ragazzi…- fece Aeris. - Cosa c’è? La ragazza si voltò
verso di loro, con un’espressione spaventata. - L…l’entrata… Leon e Cloud
si voltarono. - N-non c’è più!- esclamarono sconvolti. - Non avete anche
voi l’impressione di essere finiti in un labirinto?- disse Leon.
Tidus giunse finalmente davanti al tempio. Aeris, Cloud e
Leon erano lì davanti ed erano appena entrati. Li seguì subito ed entrò nel
tempio. Era parecchio vecchio: le pareti erano screpolate e c’erano pezzi di
soffitto a terra. Avanzò per il corridoio. Aveva perso di vista gli amici.
Eppure li aveva visti entrare poco prima… Sentì un rumore di
passi. Istintivamente si diresse verso quel rumore. Entrò in una porta in
fondo ad un corridoio: era vuota, con un antico piedistallo al centro su cui era
poggiata una strana pietra azzurra. Davanti alla pietra c’era un uomo. Si
voltò. Avrà avuto all’incirca una quarantina d’anni; aveva i capelli corti
grigi e portava un paio di occhiali scuri. Indossava una lunga giacca rossa
con una maglietta nera sotto, dei pantaloni neri ed una cintura alla vita con
appesa una borraccia. - Chi sei tu?- gli chiese. - Il mio nome è Auron -
disse l’uomo. - Che cosa ci fai in un posto come questo?- gli chiese Tidus. -
La città è stata attaccata…tu sai perché? Auron sorrise. - Ma certo. Sono
stato io. - Come sarebbe a dire?- disse Tidus, sgranando gli occhi. -
Vedi, questa città nasconde un tesoro prezioso. Questa pietra è molto importante
per me. Dovevo averla. - Non capisco le tue ragioni, ma c’era bisogno di
uccidere tutta quella gente?- gridò Tidus infuriato. - Hai aizzato tu quei
mostri contro la gente? Auron sorrise divertito. - Bhè, così è più
divertente, no? Tidus strinse i pugni e avanzò risoluto verso l’uomo. - MA
NON PROVI NIENTE A CAUSARE TUTTO QUESTO? Fece per mollargli un pugno, ma
Auron gli fermò il braccio. - Cosa credi di fare, ragazzino? Non hai neanche
un’arma. - Non ho certo bisogno di armi per battere uno come te!- e detto
questo, Tidus gli sferrò un sinistro che fece cadere a terra l’avversario. -
Ahahah…- fece Auron. - Bel sinistro, ragazzo… Si rialzò e trasse fuori la
sua grande spada nera. - …ma come speri di battermi a mani nude? Detto
questo si avventò contro il ragazzo sferrando un potente colpo, ma Tidus lo
evitò. “ Cavolo…” pensò “ Come posso battere un avversario armato quando sono
completamente indifeso?” Auron colpì di nuovo e stavolta Tidus evitò
l’attacco davvero per poco. - Pensi di schivare i miei attacchi per sempre?-
fece Auron. - Non puoi battermi…arrenditi senza fare storie. Detto questo
si lanciò contro il ragazzo, che non riuscì a prevederlo, e con un potente
affondo gli ferì il braccio. Tidus strinse i denti per il dolore e si prese
il braccio con la mano. Auron gli aveva inferto una ferita molto profonda e
sanguinava parecchio; faceva malissimo. - Vedi, la mia missione è anche
un’altra- disse l’uomo. Tidus alzò lo sguardo verso di lui. - Devo anche
impedire che tu diventi un Cavaliere della Luce.
Cloud, Leon ed Aeris cominciarono a vagare di stanza in
stanza, ma non riuscivano proprio ad orientarsi. Dopo l’ennesimo giro, Leon
sbottò: - Dannazione, così non concluderemo nulla! - Queste pareti sono una
identica all’altra…- disse Cloud. - Allora come facciamo ad arrivare alla
pietra? Forse quell’uomo l’ ha già raggiunta. Poi ad Aeris venne
un’idea. - Ragazzi, visto che adesso possiedo una pietra, è possibile che
riesca a percepirne l’aura? - Si, in teoria potresti…- disse Leon. - Prova
a concentrarti e cerca di localizzarla- disse Cloud. - Va bene, ci
provo. La ragazza chiuse gli occhi. Seguirono minuti di interminabile
silenzio, poi Aeris socchiuse gli occhi. - Forse ci sono. - Hai capito
dove si trova?- le chiese Cloud. - Bhè…sento delle aure molto potenti
provenire da destra…una appartiene sicuramente alla pietra. - Poi ci sarà
senz’altro quell’uomo- disse Leon. - Credo di si…però c’è anche qualcun
altro- disse Aeris. - Sai di chi si tratta?- chiese Cloud. - No, mi
dispiace… riesco soltanto a percepire le aure, non sono ancora capace di
stabilire a chi appartengano- rispose Aeris. - Vabbè, non importa- disse il
ragazzo. - Hai detto che provenivano da destra, vero? Allora
sbrighiamoci!
Tidus cadde a terra in ginocchio. - Allora, ancora non ti
decidi a soccombere?- gli fece Auron. Il ragazzo non riusciva più a tenere
gli occhi aperti. Aveva perso tantissimo sangue ed aveva il respiro
affannato. Ormai era al limite. Auron puntò la spada contro di lui. -
Bhè, è ora di farla finita. Tidus chiuse gli occhi. Era davvero la
fine. Ma come Auron alzò la spada per dargli il colpo di grazia, la porta
della stanza andò in mille pezzi. - Ma che diavolo..?- fece l’uomo. Cloud,
Aeris e Leon fecero irruzione nella stanza. -Oh, sono arrivati i rinforzi…-
disse Auron. Aeris, nel vedere Tidus ricoperto di sangue, gli corse
incontro. - Tidus! Ma che ci fai qui? Cosa ti è successo?- esclamò. - Bhè,
lunga storia…- mormorò lui. - Piuttosto, voi che ci fate qui? -
Ehm…lunga storia anche questa- rispose lei. - Ma guarda…così anche voi siete
venuti per la pietra- disse Auron. Cloud sguainò la Buster Sword. - Già!
Saremo noi ad averla! Tu sei un seguace di Sephiroth, vero? Auron
sorrise. - Ma che bravo…io sono Auron. E tu devi essere Cloud…spiacente, ma
la pietra me la prendo io! Detto questo, alzò la spada e provocò una potente
onda d’urto che sbalzò i ragazzi contro il muro. - Che potenza…- mormorò
Leon. - Dilettanti- disse Auron. - Non avete la minima idea di con chi avete
a che fare… L’uomo avanzò verso i tre, deciso a finirli. Leon cercò di
sfoderare il Gunblade, ma non riusciva a muoversi. “Ma cosa…è come se il mio
corpo fosse paralizzato!” pensò. Non potevano fare niente. Auron li avrebbe
subito uccisi. - Sayonara- disse Auron sghignazzando. - Fermati,
maledetto! Auron si voltò: Tidus era davanti al piedistallo su cui c’era la
pietra. - Ahah…ragazzo, cosa pensi di fare?- fece lui, non senza una nota di
tensione nella voce. Tidus afferrò la pietra. - Prova a
immaginare! Dalla pietra scaturì un’intensa luce azzurra, che avvolse tutta
la stanza. - Ma…ma che succede?- fece Aeris. Poi la luce si diradò e i
ragazzi osservarono stupiti la scena: la pietra si era trasformata in una
spada! Dall’impugnatura d’argento, con la lama affilata e azzurra, dalla
consistenza quasi acquosa. - Dannazione…-disse Auron. Tidus impugnò la
spada e la puntò contro Auron. - Preparati!- gridò e con grande velocità
colpì l’avversario, che cadde a terra a qualche metro da lui. - Però…hai da
poco ottenuto il tuo potere e sei già in grado di utilizzarlo così bene..?!-
disse Auron, alzandosi. - Non mi resta che ritirarmi…ma ci incontreremo
ancora, ragazzo. E detto questo, sparì in una nebbia oscura. Aeris corse
subito da Tidus. - Sei stato grande, davvero!- gli disse. - Io veramente…-
fece lui. Poi la vista gli si offuscò e tutto diventò nero.
- Tidus? Mi senti? Il ragazzo si svegliò lentamente. -
Aeris, sei tu?- disse, mettendosi lentamente a sedere. - Eri conciato
piuttosto male…fortuna che Aeris può usare la magia!- disse Leon. Tidus si
stiracchiò. In effetti, non sentiva più dolore. - Non ho ancora ben capito
quello che è successo…- disse. Il ragazzo alzò lo sguardo: rimase
pietrificato dallo spettacolo che aveva di fronte. La città era completamente
distrutta; quei mostri l’avevano messa a ferro e fuoco. Tutti i palazzi erano
in fiamme e per le strade c’era tantissima gente morta. - Perché…perché tutto
questo..?- disse, vedendo i palazzi crollare uno dopo l’altro. - Ci sono
persone disposte a fare questo ed altro per entrare in possesso di alcune
pietre- disse Cloud. - Queste pietre, come quella che era nascosta nel tempio
di questa città, si trovano in mondi diversi e l’Oscurità sta cercando di
appropriarsene. Noi abbiamo il compito di impedire tutto questo. Tidus restò
in silenzio, fissando i ragazzi. - Unisciti a noi, Tidus - disse Aeris. -
La pietra ti ha riconosciuto come suo legittimo possessore- disse Leon. - Ora ti
appartiene. Sei diventato un Cavaliere della Luce. - Ti prego, Tidus - gli
disse Aeris. - Sono già successe e succederanno cose come questa- disse
Cloud. - Vuoi che anche altre città vengano ridotte così? Tidus strinse i
pugni. Non lo voleva affatto. - Vengo con voi - disse alla fine.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
a
Final Fantasy
Adventure Capitolo 5
- Ah…così è arrivato l’ altro Cavaliere?- disse Lulu, dondolando
avanti e indietro le gambe accavallate. - Già - disse Auron. - Adesso
sono in possesso di due pietre. - E noi ne abbiamo solo una…è ora che ci
diamo una mossa, ragazzi!- sbuffò Yuffie. Riku si sedette pigramente su una
delle statue di gargoyle della stanza. - Non è un problema, abbiamo già
localizzato la prossima. - A proposito…- disse improvvisamente Lulu - è da
quando ha recuperato la prima pietra che Sephiroth non si è fatto più
vedere… - Mah, sai com’è fatto…è un tipo abbastanza misterioso…- fece
Yuffie. - Sarà da qualche parte a pensare, come suo solito. - Bhè, lo
capisco, Lulu e Auron si sono fatti fregare ben due pietre quando ce le avevano
sotto gli occhi…- disse sarcasticamente Riku. - Ahah…- fece Lulu. - Stai
insinuando qualcosa? La donna si alzò e attraversò la stanza con passo
silenzioso. - Allora la pietra la vado a prendere io, così capirai di cosa
sono capace quando mi ci metto… Detto questo, uscì dalla stanza e chiuse la
porta dietro di sé. Yuffie sospirò. - Io questi qua neanche li ho mai
visti…ma quand’è che farete andare me?
Sephiroth camminò lentamente tra l’erba. Il cielo era
scuro: presto avrebbe piovuto. Rimase un po’ lì, con il vento che gli
soffiava tra i capelli. Presto avrebbero recuperato le pietre. Cloud e gli
altri non erano capaci di fronteggiarli. Ma in fondo, non era questo che gli
importava. Chiuse gli occhi. Tutta la sua esistenza era stata una futile
finzione. La sua vita, il suo passato…niente di quello che conosceva era
reale. Qual era il suo vero obiettivo? Forse non lo sapeva neanche
lui. Allora cosa lo spingeva ad andare avanti? - Sephiroth? L’uomo
riaprì gli occhi e si voltò. - Cosa c’è, Riku? - Volevo solo informarti
che Lulu è andata a prendere la quarta pietra - rispose il ragazzo. - Va
bene…ma spero che stavolta ci riesca - disse Sephiroth. Riku abbozzò un
sorrisetto. - Mi sembrava piuttosto determinata.
Cloud si sedette ai piedi di un grande albero, sotto la sua
ombra. Era una giornata magnifica. C’era un bel sole e i raggi filtravano
attraverso la chioma dell’albero, illuminando il viso del ragazzo. Aeris gli
si avvicinò. - Posso sedermi qui vicino a te?- gli chiese. Il ragazzo
annuì e lei gli si sedette accanto. - Dove sono Tidus e Leon?- chiese
Cloud. - Bhè, Tidus è arrivato da poco, così Leon gli ha spiegato la nostra
storia…ora sono da qualche parte a rincorrersi… La ragazza fece un
sorrisetto. - Incredibile, sono tutti e due belli grandicelli, ma si
comportano come due bambini… - Leon dice sempre che sei tu quella infantile -
disse Cloud. Aeris arrossì imbarazzata. - Quel cretino…e lui allora, che
quando dorme sembra un ghiro in letargo?- fece lei stizzita. Cloud era felice
di vedere che, nonostante tutti i pericoli che avevano affrontato finora, Aeris
non aveva perso la sua allegria. Sebbene non la conoscesse ancora molto
bene. - Però sei tu quello che non sorride mai!- disse la ragazza poco
dopo. - Eh?- fece Cloud. - Si…dovresti sorridere un po’ più spesso, sei
troppo serio!- disse lei con finta aria di rimprovero. - Avanti…prova a
ridere! Cloud la fissò per un po’, poi girò lo sguardo. - Non ci
riesco… - Ehy, cos’è quell’aria scocciata?!- avvampò Aeris. - Dai, non
fare così…se non ti va lo capisco, scusa… - Non sei tu - disse Cloud. - E’
che proprio non ci riesco. La ragazza rimase per un po’ a fissarlo, poi tornò
a sedersi. - Allora significa che sei triste…bhè, questa non è una situazione
molto allegra… Senza preavviso Aeris si avventò su Cloud e gli afferrò le
guance, stirandole. - Ma non è una scusa valida! Avanti, lo vedi che se ti
impegni ci riesci?! Seguirono pochi minuti di silenzio. - Così mi fai male
- disse alla fine Cloud. - Ahh, mi dispiace!- esclamò lei, lasciandogli le
guance. - Va bene, lascio stare…non posso mica forzarti! Però nei momenti in
cui ti senti felice sorridi, mi raccomando!- detto questo, la ragazza si
allontanò per andare a chiamare gli altri due ragazzi. Cloud la seguì con lo
sguardo. - Ci proverò. Dopo qualche ora, i ragazzi si misero alla ricerca
della pietra. - Se non sbaglio, c’è una città in fondo a questo prato - disse
Tidus guardando avanti a sé. - Bene, così cominciamo subito a cercare - disse
Cloud. - Ecco, siamo arrivati!- esclamò Aeris. Erano arrivati in città.
Era molto carina e vivace, con negozi di oggetti e accessori qua e là; accanto
ad una scalinata c’era una grande buca della posta con una grossa lingua finta e
c’erano molti lampioni per la strada. Era divisa in tre Distretti: sarebbe
stata una lunga ricerca. - Mmm…forse è meglio se ci dividiamo - propose
Leon. - Allora io controllo questo Distretto qui!- si prenotò Aeris. - Da
sola?- fece Cloud. - Ehy, a differenza di voialtri io ho la pietra! Fino a
prova contraria sono più forte di voi!- disse lei. - Ma sentila…- fece
Leon. - Allora è meglio che anch’io controlli da solo - disse Tidus. - Va
bene, va bene…allora io e Leon controlliamo il secondo Distretto, Aeris il primo
e Tidus il terzo - decise Cloud. Detto questo, i ragazzi si allontanarono
ognuno nella propria direzione.
- Bene…allora, dove comincio a cercare?- disse Aeris. Si
aggirò per il Distretto, chiedendo alle persone che incontrava e controllando
ogni angolo, ma non trovò niente. “ Bhò, ho il presentimento che qui non ci
sia niente…” pensò. Decise di andarsene e di raggiungere Tidus, ma la sua
attenzione fu catturata da un negozio di accessori vicino alla porta. “ Oh,
un negozio…” pensò. “ Bhè, magari un’occhiatina sola…” E così dicendo,
Aeris entrò nel negozio e ci restò per due ore e mezze.
Tidus cominciò a esplorare il terzo Distretto. Era
relativamente piccolo e non c’era molto in giro. “ Sarà una noia…”
pensò. Scese dalla scalinata: c’era una grande piazza al centro, ma era
vuota. C’era un’altra scalinata che portava ad una piccola casa, ma era vuota
pure questa. “ Che bello…emozionante…” Rimase un po’ lì dentro, girando
avanti e indietro. Era evidente che lì non c’era niente. Ad un tratto notò
una palla nascosta dietro uno scatolone. Tidus distolse subito lo
sguardo. “No, Tidus, no! Devi trovare la pietra, non sei qui per
giocare..!” Ma non seppe resistere alla tentazione e si precipitò fuori con
la palla. “ Solo due tiri…già mi manca, il Bliztball!” Fece qualche
palleggio nella piazzetta vuota e poi provò un tiro. Alzò la palla in aria e
provò a colpirla al volo, con il tiro di Jetch. Scalciò con forza la palla,
che sfrecciò via. - Si!- esclamò. CRASH! Tidus si voltò. “Oddio, non è
che ho rotto qualcosa? ” pensò. Si diresse verso il rumore e si trovò davanti
un’immensa porta aperta. - Non mi ricordavo che ci fosse una porta qui…-
mormorò. Spinto dalla curiosità, si avventurò al suo interno.
Leon e Cloud entrarono al secondo Distretto. Era molto
grande. C’erano diversi alberghi ai lati e un campanile in fondo; al centro
c’era una grande piazza con una fontana. - Scommetto che ci è toccato il più
vasto…- commentò Leon. - Dà anche a me quest’impressione - fece Cloud. -
Bhè, cominciamo dagli alberghi. - Buona idea - rispose Leon. I due si
incamminarono per la stradina degli alberghi e cominciarono a
controllarli. Erano molto carini, dai grandi corridoi e le stanze rosse e
verdi. Purtroppo, quello che cercavano non era lì. Così uscirono un po’
sulla piazza. - Senti Cloud…- disse d’un tratto Leon - tu non sei un po’
invidioso di Aeris e Tidus? - E di cosa dovrei essere invidioso?- fece il
ragazzo perplesso. - Bhè…perché loro due hanno trovato già le loro pietre e
sono diventati un sacco forti…e pensare che prima, mia sorella non era neanche
capace di sollevare il mio Gunblade..!- disse Leon. - Bhè, non credo che ci
riesca neanche adesso… - Si, però hai capito! Io mi sento un pochino
inferiorizzato… - E perché? Dopotutto sei forte lo stesso, no? Leon parve
illuminarsi. - Hai ragione! Però…potremmo non avere mai l’opportunità di
avere delle pietre nostre…- disse pensieroso. - Ma che dici?!- esclamò
Cloud. - Proprio tu che fai questi discorsi?! Noi le recupereremo tutte! -
Ok - disse Leon. - Però è da parecchio che stiamo camminando a vuoto…dove
dobbiamo cercare adesso? I due si fermarono un attimo per riorganizzare le
idee. - Il campanile…è improbabile, ma lì non abbiamo controllato - disse
Cloud. Così salirono in cima al campanile con la scala. Non c’era niente,
solo una grande campana. - Però almeno c’è un bel panorama - disse
Cloud. Leon si mise a fissare l’enorme campana. - Uao…non ne avevo mai
vista una da vicino…chissà che suono fa..! Detto questo, tirò con forza il
cordino vicino alla campana, che cominciò a suonare molto rumorosamente. -
LEON, CHE CAVOLO FAI? MI STAI SPACCANDO I TIMPANI!!!- esclamò Cloud
tappandosi le orecchie. - E IO CHE NE SAPEVO CHE SUCCEDEVA COSI’? NON L’ HO
MAI VISTA UNA CAMPANA, IO!- esclamò il ragazzo, nelle stesse condizioni di
Cloud. - Non ci sento più…- fece Leon frastornato, poco dopo. -
Non…azzardarti mai più…a fare una cosa del genere!- disse Cloud, anche lui mezzo
rintronato. Poi però Leon alzò lo sguardo e si accorse di una cosa. - Ehy,
Cloud…guarda la fontana!- esclamò, indicandola. Cloud osservò il punto
indicato da Leon. Non vedeva niente di strano. Poi però osservò
meglio. - Ma…è cambiata!- esclamò. - Già, il disegno sulla fontana è
cambiato quando abbiamo suonato la campana- osservò Leon. - Quindi stai
dicendo che potrebbe succedere anche qualcos’altro?- disse Cloud. - Non ci
resta che provare.
Tidus oltrepassò la porta: davanti a lui c’era un lago, con
delle tavole di pietra galleggianti che conducevano ad una piccola casa al
centro di quello strano posto. Saltò agilmente da una pietra all’altra e
raggiunse la casa. Sembrava molto vecchia; i mattoni che la componevano in
alcuni punti non c’erano più. Il ragazzo entrò da un’apertura sul
muro. Era tutto buio, così accese una candela che si trovava sul
tavolo. La luce rivelò un’infinità di antichi libri sparsi ovunque e degli
strani dipinti appesi alle pareti. “ Interessante…” pensò. Si aggirò per
la stanza, facendosi luce con la piccola candela. - Sembrano tutti libri
molto antichi…chissà a chi appartenevano…- disse prendendone in mano uno, tutto
ricoperto di polvere. - Sono per la maggior parte rovinati…non si capisce
quasi niente… Al centro della stanza c’era un tavolo, con un libro aperto
sopra. Illuminò le pagine del libro e provò a leggere quello che c’era
scritto. Era scritto molto piccolo, con una calligrafia raffinata, ma tropo
difficile e per di più sbiadita. - Anche volendo, non posso leggere…che
disdetta! Comunque, quel posto lo aveva molto turbato. Fece per andarsene,
quando un quadro particolare attirò la sua attenzione. Era tutto impolverato,
così ci soffiò sopra. Rimase particolarmente colpito da quello che c’era
disegnato.
- Pronto, Cloud?- disse Leon prendendo il cordino della
campana. - Si…vai - disse Cloud, tappandosi le orecchie più forte che
poteva. Leon diede uno strattone alla corda e la campana suonò. Cloud
osservò la scena: era vero, il disegno sulla fontana cambiò di nuovo. Ora era
apparsa una lastra trasparente e lievemente luccicante. - Clouuud…è-è-è
s-successo…qualcooosaa?- disse Leon, stordito dal suono della campana - Sembra
che la tua teoria fosse giusta- gli disse Cloud. - Corri, andiamo a
vedere! I due scesero in fretta dal campanile e raggiunsero la fontana. La
fontana si era girata e al suo posto c’era una lastra trasparente. Leon fece
per avvicinarsi, quando la lastra di vetro si alzò lentamente. Seduta su un
piedistallo, con la pietra stretta in mano, c’era Lulu. - Hello,
boys…
Tidus avvicinò il volto al quadro. Non conosceva la
figura dipinta, ma gli sembrava molto familiare… - Tidus! Il ragazzo
spiccò un salto dalla paura, poi si girò di scatto. - Aeris! Mi hai fatto
prendere un colpo!- esclamò. - Eh, quante storie…sei o non sei un uomo?!-
disse lei scocciata, avvicinandosi a lui. - Come mai sei venuta qui? Nel tuo
Distretto non c’era niente, vero?- le chiese lui. - Già…invece tu hai trovato
qualcosa? Questo posto è così lugubre…- fece Aeris, guardandosi intorno. - E’
un posto molto affascinante, davvero misterioso…non credo che la pietra si trovi
qui, ma in questo posto ci sono un sacco di libri e quadri strani…- rispose
Tidus. Aeris osservò il tavolo ed esaminò il libro aperto sopra di esso. -
Sembra una scrittura antica…- disse. - Riesci a capirla?- fece Tidus
sbalordito. - Mmm…in circostanze normali forse potrei decifrarla, ma c’è
troppa poca luce, le pagine sono rovinate e l’inchiostro sbiadito…- disse
lei. - Senti…questo quadro ti dice niente?- disse Tidus,
mostrandoglielo. - Mi sembra familiare, ma non riesco a capire chi sia quello
dipinto… Aeris osservò il quadro; sgranò gli occhi, stupita. Il quadro era
molto vecchio e non si capiva molto di quello che c’era disegnato. Tuttavia
qualcosa riuscì a distinguere. Un uomo, di spalle, dai lunghi capelli
argentati e un’ala nera che gli spuntava dalla spalla destra. - Questo
è…Sephiroth…- mormorò, esterrefatta. Anche Tidus si stupì molto. - Quel
Sephiroth? Quello di cui mi avete parlato? Ecco perché mi sembrava
familiare… - Ma non capisco…- fece Aeris. - Che ci fa un ritratto di
Sephiroth in un posto del genere? Il suo sguardo tornò a posarsi sui libri
sparsi per la stanza. - E cosa ci sarà veramente scritto in questi
libri? D’un tratto la ragazza percepì qualcosa e si voltò verso l’uscita
della stanza. - Che c’è, Aeris?- le chiese Tidus. - Sento qualcosa…è
successo qualcosa a Cloud e Leon!- esclamò la ragazza. - Allora sbrighiamoci
a raggiungerli!- disse Tidus, correndo fuori. La ragazza lo seguì di corsa.
Diede un’ultima occhiata a quel posto misterioso, poi si diresse al secondo
Distretto.
- Lulu!- esclamò Leon. - Già, proprio io- rispose lei. -
Mi spiace, ma stavolta siete arrivati un po’ tardi…come vedete, la pietra l’ ho
presa io. - Dannazione, ci ha preceduti…- fece Cloud. Leon impugnò il
Gunblade. - Se credi che ti lasceremo andare via così, ti sbagli di grosso!-
esclamò. Lulu scattò in piedi. - Che cosa?! Non avete idea della
faticaccia che ho fatto per prenderla! Tra l’altro sono molto curiosa di vedere
di quali nuovi poteri sono entrata in possesso… Detto questo strinse la
pietra tra le mani, dalle quali scaturì una densa luce nera. -
Flare!- gridò, puntando il braccio contro i due
ragazzi. Non successe niente. - Ma che…- fece Cloud. Una gocciolina
scese dal viso di Lulu. - Ehm…forse ho sbagliato
qualcosa…Flare! Identica situazione di
prima. Lulu strinse i pugni. - Adesso…mi sono stufata…sto facendo la
figura della scema! Strinse la pietra ancora più forte, poi urlò a
squarciagola: - FLAREEEEEEE! Tutto il pavimento
tremò. - Temo che qui stia per succedere qualcosa di pericoloso…- fece Leon
indietreggiando, con il Gunblade alzato. Cloud fissò il terreno: la scossa
diventava sempre più forte. - Leon, spostati!- gridò. A quelle parole,
Leon si spostò velocemente. Appena in tempo. Dal terreno si alzò una
potentissima colonna di fuoco incandescente, che sparì poco dopo in una miriade
di scintille. - Cavolo…per un pelo- mormorò Leon. Lulu osservò stupita il
proprio micidiale attacco, poi sghignazzò. - Allora…è questa la potenza delle
pietre… La pietra che aveva in mano si trasformò in un bracciale d’argento
nero e Lulu osservò compiaciuta. In quel momento arrivarono Aeris e
Tidus. - Cloud! Leon! Tutto a posto?- esclamò Tidus correndo verso di
loro. Aeris osservò Lulu e lo strano bracciale che indossava. - Non ditemi
che… - Già. Purtroppo è arrivata prima di noi- disse Cloud. - Ma guarda…-
fece Lulu. - Cara Aeris, che sorpresa! Se non sbaglio noi due abbiamo conticino
in sospeso… La donna fece per scagliare un’altra magia, ma qualcosa la
trattenne. - Tsk…il mio tempo è scaduto, vi devo salutare…ma la prossima
volta non sarete così fortunati! Detto questo, venne avvolta da una nube nera
e sparì nel nulla. - Questa volta ha vinto lei…- disse Aeris a denti
stretti. Cloud si avvicinò al portale creato dalla pietra. - Andiamo…non
vorrai che si prendano anche le altre?!- le disse. La ragazza si sentì un po’
rincuorata e gli corse vicino. Insieme, i quattro ragazzi attraversarono il
portale per recuperare la prossima pietra.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
a
Grazie mille a tutti per le recensioni! Bhè, come rivale di
Tidus mi è venuto Auron, perciò ci ho messo lui (c’ era anche Seymour, ma lui
non mi piace…). Eheh, Yuffie volevo mettercela e basta! XD Questa storia è
una vera accozzaglia, ve ne accorgerete…
Final Fantasy
Adventure Capitolo 6
- E adesso non fate più gli sbruffoni, eh?- disse Lulu
facendo la linguaccia a Riku e Yuffie. - Tsk! Adesso non montarti la testa!-
sbottò Riku. Lulu osservò compiaciuta il suo bracciale. - Davvero
delizioso…oltre che estremamente potente è anche molto fashion!- commentò con
fare malizioso. - Vuoi dire…che una volta ottenute, le pietre si trasformano
in gioielli?- fece Yuffie estasiata. - Mpf, se anche tu riuscissi a prenderne
una, come minimo si trasformerebbe in una forcina!- disse Lulu ridendo. -
Brutta strega! Come ti permetti?- esclamò Yuffie, tutta rossa dalla rabbia. -
Ehy, strega a chi?- disse Lulu irritata, scattando in piedi. - A te! Non vedo
altre racchie qui intorno! - R-racchia? Mi hai forse dato della racchia,
scamorza? - Scamorza?!- avvampò Yuffie. - Ma guardati allo specchio, per
piacere! Quel vestito piange a starti addosso! - Tu non puoi neanche
sognartelo di indossare un vestito così!!!- gridò Lulu. - E per quale motivo?
Mi starebbe certamente meglio!- esclamò Yuffie. - Bhè, per ovvie
ragioni, naturalmente - disse Lulu sghignazzando, indicando il petto della
ragazza. Yuffie arrossì violentemente. - Ooops, ho forse toccato un tasto
dolente?- sghignazzò Lulu. - BASTARDA!!! Guarda che le mie misure sono
normalissime, sono le tue ad essere extra-large!- gridò Yuffie infuriata. -
DANNATA RAGAZZINA!!! - urlò Lulu tremante di rabbia. - Finitela tutte e due,
megere- disse Riku, prima che la situazione potesse degenerare. Le due
ragazze si fermarono. - Io…me ne vado…- disse Lulu a denti stretti, uscendo
dalla stanza con passo serrato. - Meno male, non se ne poteva più…- fece
Riku. Yuffie si girò verso di lui in lacrime. - Riku…sniff…sono…davvero
così brutta? Il ragazzo la squadrò un attimo. - C’è di peggio.
- Quella donna è diventata parecchio forte - disse
Leon. - Meno male che si è ritirata, altrimenti ce la saremmo vista brutta -
disse Cloud. - Non è niente di speciale- disse Aeris. - Ha solo preso una
pietra, come me e Tidus. - Questo mi fa sentire ancora più inferiorizzato…-
fece Leon. Aeris gli diede una pacca sulla spalla. - Dai, Leon, non ti
abbattere…anche tu e Cloud troverete le vostre pietre! - Giusto - disse Tidus
- in fondo adesso siamo pari, sia noi che loro abbiamo due pietre. - A
proposito…- disse Aeris. - La scorsa volta io e Tidus abbiamo scoperto un
posto molto strano… - E’ vero- disse Tidus. - C’erano molti libri antichi, ma
non siamo riusciti a capire di cosa parlassero…e poi c’era anche un quadro. -
Di Sephiroth - concluse Aeris. Leon rimase senza parole. - Ma…come
può… - Ce lo siamo chiesti anche noi - disse Tidus. - Forse lo capiremo
più avanti - disse Cloud. I tre ragazzi continuarono a camminare, ma sembrava
che non arrivassero mai a destinazione. Il territorio era tutto deserto e
c’era solo sabbia in giro. - Che sia un altro mondo disabitato?- fece
Aeris. - Che caldo…- sbottò Tidus. - Bhè, non essere esagerato…- fece
Leon. - Ma io sono abituato a vivere in un posto fresco e con tanta acqua..!
Questo clima non lo reggo proprio! - Bhè, in effetti siamo in un deserto…-
disse Aeris comprensiva. - Io però non sento caldo - disse Cloud. - E ci
credo, tu sei un pezzo di ghiaccio…- disse ironicamente Leon sottovoce. -
Piuttosto, se siamo davvero in un deserto è un problema grosso…- disse
Cloud. - Già…la pietra potrebbe essere ovunque - osservò Tidus. - Persino
sottoterra. - Cioè, ci toccherà scavare?- fece Aeris. - Non possiamo
saperlo, ma in caso estremo temo proprio di si - disse Leon. I quattro
ragazzi continuarono ad avanzare tra la sabbia ma il paesaggio non
cambiava. Sabbia, sabbia e sabbia. - Non potremmo fermarci un po’?- chiese
Tidus. - E a che scopo? Tanto siamo in mezzo ad un deserto - disse
Cloud. - Vabbè, io però non ne posso più!- detto questo, Tidus si sfilò la
maglietta. - Bhè, va un po’ meglio… - Però…che fisico!- fece Aeris con gli
occhi fissi su di lui. - Ti prego, Aeris, controllati!- le disse Leon. -
Ehy, credo di aver visto qualcosa laggiù!- esclamò Cloud. - Dove?- esclamò
Tidus rincuorato. I ragazzi seguirono Cloud e dopo aver fatto parecchia
strada, finalmente arrivarono ad una costruzione. Sembrava una specie di
edificio, costruito in pietra, dall’entrata in parte nascosta dalla sabbia. -
Direi di dare un’occhiata - disse Cloud. Così i ragazzi entrarono nella
strana costruzione.
Riku attraversò velocemente il corridoio della
stanza. Aprì la porta di una stanza e ci guardò dentro. Niente. “Ma
dove diavolo si è cacciata Yuffie?” Da quando era uscita dalla stanza non
l’aveva più vista. “ Forse l’ ho offesa… Possibile?”. Subito dopo averlo
pensato, però, si mise a ridere. Quando mai Yuffie si era arrabbiata per
qualcosa che le aveva detto?
- Quell’imbecille!- sbottò Yuffie, sedendosi per terra. -
E io rimango qui! Così impara! Anzi, adesso mi prendo anche la pietra! Gliela
faccio vedere io a quella gasata di Lulu… Detto questo si alzò e cominciò a
percorrere il lungo corridoio insabbiato. “ Chissà se anche quei Cavalieri
sono arrivati…Finalmente potrò incontrarli di persona!” pensò. Continuò a
camminare, dato che la strada sembrava una sola. Ad un certo punto sentì
delle voci in lontananza e si avvicinò. Si sporse da una sporgenza e guardò
giù: c’erano dei ragazzi al piano di sotto. “ Oh…saranno i Cavalieri?” pensò
Yuffie. Squadrò meglio il gruppo che stava confabulando, ignorando la
presenza della ragazza. “ Che figoni!” pensò Yuffie guardando Leon, Cloud e
Tidus. - Non avete sentito niente?- fece Leon, alzando lo sguardo. Yuffie
si abbassò subito per non essere vista. - Io non sento niente…- disse
Aeris. - Forse dovremmo sbrigarci a trovare la pietra- disse Cloud. -
Giusto, così ce ne andiamo in fretta da qui- sbuffò Tidus. Quel caldo proprio
non lo sopportava. Così i quattro continuarono ad avanzare e Yuffie li
seguiva a distanza dal piano superiore. Il corridoio era molto lungo,
ricoperto dalla sabbia in più punti; a volte il pavimento era crollato e si
doveva per forza cercare un’altra strada. Ad un certo punto sbucarono in una
stanza con quattro porte. - Che fortuna…- fece Tidus. - Direi che la cosa
da fare è chiara…- disse Cloud avviandosi verso la prima porta. - Allora io
entro nella seconda - disse Aeris. Tidus invece entrò nella terza e Leon
nella quarta. - Li ho persi di vista…- fece Yuffie. - Dopo che sono
entrati in quella stanza sono usciti dalla mia visuale…pazienza, meglio cercare
la pietra senza concorrenza! Detto questo si allontanò dalla porta e cominciò
a perlustrare il posto.
Leon continuò a camminare lungo un corridoio che sembrava
non finire mai. “ Che posto monotono…” pensò. Poi però vide una luce
davanti a sé. - L’uscita!- esclamò e corse per raggiungerla. Quando ormai
fu alla fine della strada si fermò di colpo, cadendo all’indietro. Davanti a
lui c’era una grande buca profonda, con dei pali aguzzi dentro. -
Accidenti…potevo essere morto…- mormorò il ragazzo, ansimando. - Come posso
fare per superarla? Si guardò intorno. Non c’era nulla che potesse
aiutarlo… Osservò meglio la buca. Poteva provare a saltare…tanto indietro non
ci sarebbe tornato. Il fatto che in quel posto ci fosse una trappola era segno
che forse era sulla strada giusta. Indietreggiò di qualche passo. Prese un
bel respiro e corse verso la buca. Quando ormai fu sul bordo spiccò un salto
in avanti. Atterrò dall’altra parte, scivolando all’atterraggio ma
riprendendosi subito. “Wow! Ce l’ ho fatta!” pensò. Continuò a camminare
per la strada davanti a lui. Ad un certo punto si fece meno lineare, con dei
massi sparsi qua e là. Si chiedeva se c’era veramente un’uscita alla fine di
quel sentiero…
Yuffie camminò annoiata davanti a lei. - Che rottura
questo posto!- sbuffò. - Non c’è niente! Agli altri sono capitati posti toghi e
fighi e per una volta che arrivo io mi ritrovo in un posto con sabbia e
nient’altro! Diede un calcio ad un sassolino, che andò a schiantarsi contro
una parete. Ad un certo punto il terreno si mise a tremare e traballare. -
M-ma che succede?- esclamò Yuffie. - Un sassolino che fa tutto questo
macello??? In quel momento, il pavimento le crollò sotto i piedi.
Leon alzò un attimo lo sguardo al soffitto. “ Che
strano…mi sembrava di aver sentito qualcosa…” In quel momento sentì una forte
scossa e vide aprirsi una crepa sul soffitto. - Ma che..! Una buona parte
del soffitto si schiantò a terra con un tonfo terribile, alzando un gran
polverone. Leon si coprì il volto con il braccio, poi riaprì gli occhi. -
Ahi ahi ahi…che botta… In mezzo alla polvere che si stava diradando, seduta a
terra, c’era una ragazza. Yuffie si rialzò lentamente, ancora un po’
scossa. - Che male…- disse, alzando lo sguardo. Solo in quel momento si
accorse di Leon. “ Che…che bel ragazzo..!” pensò, arrossendo lievemente.
Prima non se n’era accorta, ma il ragazzo aveva due occhi verdi
bellissimi. Ma no! Che andava a pensare! Quello era un suo nemico! Si tirò
su immediatamente e indietreggiò appena, con lo sguardo fisso verso Leon. Il
ragazzo, dal canto suo, non sapeva che pensare. Chi era quella ragazzina? Non
l’aveva mai vista. Sarà stata una sua nemica? - Senti, ma tu chi…- fece
lui. - T-tu!- disse Yuffie, alzando il dito verso di lui. - Tu…cioè,
io… - Si può sapere chi sei?- sbottò Leon. La ragazza tirò indietro i
capelli e assunse l’aria più misteriosa che poteva. - Non trattarmi con
questa noncuranza…in realtà io sono… Purtroppo Yuffie non fece in tempo a
rivelarsi che ci fu un’altra scossa. - Veniva da giù in fondo!- esclamò
Leon. - Si, ma stavo dicendo…- farfugliò Yuffie, non sapendo che
fare. All’improvviso dal fondo del corridoio apparve un enorme masso che
rotolava minacciosamente verso di loro, prendendo sempre più velocità. -
Porca miseria! Viaaa!- esclamò la ragazza correndo a più non posso. - Ehy,
aspetta!- le gridò Leon, correndole dietro. I due corsero a perdifiato per il
corridoio, inseguiti dal masso gigante, pur non avendo la minima idea della
direzione in cui stavano andando. Una sola cosa era certa: se si fermavano
erano finiti. - Dannazione, come facciamo a scrollarcelo di dosso?- chiese ad
un certo punto Leon, voltandosi verso Yuffie. - Non lo so!- esclamò lei. -
Comunque non ti ho ancora detto che… - Scusa se te lo dico, ma in questo
momento non me ne frega niente!- la interruppe Leon. Poi notò un’altra buca
davanti a loro. “ Oh, no! Non abbiamo scampo!” pensò, mentre la distanza fra
loro e la buca diminuiva. Se si fermavano erano morti, ma continuando a
correre sarebbero caduti in quella trappola e sarebbero stati spacciati
comunque! “ Pensa, Leon, pensa!” Proprio quando pensava che non ci sarebbe
stata speranza, notò una sporgenza sulla parete, pochi centimetri prima della
fossa. Senza perdere tempo afferrò Yuffie per il braccio e appena la
raggiunse, si buttò sulla sporgenza, pochi attimi prima che il masso si
schiantasse sulla buca. La sporgenza era molto sottile e Leon riuscì a
malapena ad appendercisi solo con la mano, mentre teneva i piedi contro parete
per reggersi; Yuffie se ne stava comodamente seduta sulle sue ginocchia, stretta
a lui. - Wow…c’è mancato poco…- disse lei, senza fiato per la corsa e
imbarazzata perché il ragazzo la teneva a sé. - Il problema ora è il
seguente…- fece Leon. - Come scendiamo?
Per fortuna riuscirono a raggiungere il pavimento accanto a loro
e tornare sul sentiero. - Allora adesso potresti presentarti…io sono Leon -
disse il ragazzo. Yuffie si eresse in tutta la sua statura ( 1.63) e disse
sorridendo:- Umpf… ebbene, io sono… Ma non fece in tempo a finire che il
pavimento cominciò a tremare e a crollare. - Ma allora lo fanno apposta!-
esclamò Yuffie. - Scema, sbrighiamoci ad andare via!- le gridò Leon
cominciando a correre. Lei lo seguì a ruota, mentre le mattonelle cadevano
una ad una man mano che loro passavano. Alla fine videro una porta posata su
un piedistallo all’apparenza resistente: doveva essere l’uscita! Corsero
all’impazzata verso di essa, ma il pavimento crollava sempre più velocemente e
rischiavano di non farcela. Quando ormai erano ad un passo dalla porta il
pavimento crollò completamente. Leon spiccò un salto e raggiunse la porta e
Yuffie fece altrettanto, ma non riuscì ad arrivarci. Leon se ne accorse e la
afferrò per la mano, appena in tempo per non farla cadere nel vuoto. - Non
preoccuparti, ti tiro su- le disse Leon, riportandola a terra. Lei fece una
serie di lunghi respiri (si era spaventata parecchio) e poi guardò in faccia
Leon. Quel giorno l’aveva salvata per ben due volte. Non riuscendo a
sostenere l’imbarazzo, distolse lo sguardo e fissò la porta davanti a loro. -
Mi sa che abbiamo trovato l’uscita- disse. Si avvicinarono alla porta e la
aprirono lentamente. Rimasero sbalorditi: la stanza era vuota e poco
illuminata, ma alla fine di un lungo corridoio c’era la pietra, di un argento
luminoso. - La pietra!- esclamarono i due all’unisono. Leon si voltò verso
Yuffie, leggermente stupito. - Ma tu…come fai a conoscerla?- le
chiese. Yuffie lo guardò, stavolta seria. Ora che non voleva più rivelargli
la sua identità era costretta a farlo… - Io mi chiamo Yuffie. Sono una
compagna di Sephiroth. Leon indietreggiò di un passo, la mano pronta a
scattare verso il Gunblade. “ Cavolo…allora era una mia nemica…”
pensò. Yuffie però lasciò perdere Leon e corse verso la pietra. - Oggi non
mi va di combattere, ne ho passate troppe! Facciamo che la pietra la prende chi
ci arriva per primo!- gli gridò. Quella frase lasciò Leon di stucco, ma si
ricompose subito e le corse dietro. - Ma lo sai che sei strana?- le disse,
dopo averla raggiunta. - Sarà, ma guarda che corro veloce!- gli disse Yuffie
di rimando, accelerando la corsa. Il corridoio era molto lungo e i due
corsero a perdifiato. Nessuno dei due riusciva a staccare l’altro. La pietra
era ormai a pochi metri e Yuffie fece uno scatto in avanti per afferrarla. “
E’ mia!” Ma Leon saltò davanti a lei e afferrò la pietra con la mano. I
due rimasero un po’ fermi, senza fiato per la corsa tremenda. - Cavolo…c’ero
quasi…- fece Yuffie, ansimando. - Però…l’ ho presa io…- le disse Leon,
stringendo la pietra. Yuffie sorrise e si alzò, facendo dietro-front. - E
va bene, mi hai battuto. Però non finisce qui, ricordatelo!- disse, poi
scomparve. Leon rimase ancora un po’ seduto, poi osservò la pietra che
stringeva tra le mani. Ce l’aveva fatta. Finalmente anche lui l’aveva
trovata.
Yuffie tornò al castello, nella sala grande. In realtà
avrebbe potuto benissimo prendere la pietra, ma non se l’era sentita. Leon le
aveva salvato la vita per ben due volte ed era in debito con lui. In quel
momento entrò Lulu. - Ma si può sapere dove sei stata?- le disse, in tono
brusco. - Quei Cavalieri hanno preso un’altra pietra. Che stavi
facendo? Yuffie sorrise e uscì dalla stanza. Per stavolta non si sarebbe
arrabbiata. Aveva trascorso una bellissima giornata. Riku la vide
allontanarsi sorridente. Voleva andare da lei, dirle dove cavolo si era
cacciata, ma non ci riuscì. Abbassò gli occhi e se ne andò.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
a
Scusate se ci ho messo un pochino ad
aggiornare…è che le vacanze stanno per finire e io devo ancora fare tutto
latino, quindi è un po’ dura! Grazie a tutti quelli che seguono e
recensiscono!
Final Fantasy Adventure Capitolo
7
Cloud si fermò un attimo in mezzo al prato a riprendere fiato. “Uffa,
dove ti sei cacciata?” Ad un certo punto la vide. Era nascosta dietro un
cespuglio vicino al lago. Si avvicinò con cautela e poi le saltò vicino: “
Trovata!” Lei cadde all’indietro spaventata, poi diede un debole pugno in
testa al ragazzo. “ Accidenti a te, Cloud! C’era proprio bisogno di
spaventarmi così?” “ Sarà, intanto ti ho trovata” Le si sedette accanto e
lei appoggiò la testa sulla spalla di lui. “ Sarebbe bello se questi momenti
durassero per sempre, vero?”
- Cloud, sei sveglio? Il ragazzo aprì gli occhi. Vicino a lui c’era
Aeris. - Scusami…devo essermi addormentato… - No, macchè, scusami tu! Non
avrei dovuto svegliarti…- si scusò lei. - Sembravi molto sereno. Hai fatto un
bel sogno? Lui si alzò e guardò l’orizzonte. - Si, bellissimo.
Dopo aver fatto una breve pausa, il gruppo era ripartito. Adesso che
anche Leon aveva la sua pietra, il morale era alle stelle. Soprattutto quello
del ragazzo. L’ultima volta l’aveva presa, ma ancora non aveva sperimentato i
poteri della pietra. Inoltre era rimasto un pochino perplesso dall’incontro con
Yuffie: quella ragazza era proprio strana! Il bello era che finchè non aveva
rivelato la sua identità i due erano andati in giro come amici… - Certo che a
volte la vita è strana…- fece Leon, con un mezzo sorrisetto. - A che ti
riferisci?- gli chiese Tidus. - Ah…niente! Leon non aveva detto niente
agli amici dell’incontro con Yuffie. Non si sa mai come avrebbero potuto
reagire… - E così adesso manca solo la pietra di Cloud!- disse Aeris. -
Già…ma dobbiamo recuperare anche le altre- disse il ragazzo. - Si, però…dopo,
con le pietre, che ci facciamo?- chiese Tidus. I ragazzi ammutolirono. Già,
che avrebbero fatto? Non avevano uno straccio di istruzione su quella che era la
loro vera missione, a parte recuperare le pietre. Tra l’altro, come avrebbero
fatto a recuperare quelle cadute in mano nemica? “ Certo però che papà poteva
spiegarsi un po’ meglio…” pensò Leon. Ripensando al padre, provò un senso di
nostalgia. Se ci pensava bene, erano rimasti insieme per così poco… - E c’è
un altro problema- disse Cloud. - I Cavalieri della Luce. - In che senso?-
fece Aeris. - Bhè…tutti noi siamo diventati Cavalieri. Ma pensate se avessimo
preso la seconda pietra senza incontrare Tidus… - Bhè…ora non sarei qui-
disse quest’ultimo. - Quello che sto cercando di dire è che probabilmente le
pietre appartengono ognuna ad un Cavaliere preciso. Di conseguenza, potrebbero
esserci altri Cavalieri in giro per i mondi, che magari non sanno neanche di
esserlo- concluse Cloud. - Allora da qualche parte abbiamo altri alleati!-
disse Aeris. - Forse, ma non sappiamo neanche quanti. Inoltre potremmo non
incontrarli- disse Leon. - Intanto sarà meglio preoccuparci delle pietre. E’
l’unica cosa che sappiamo- disse Cloud. I quattro continuarono a camminare,
finchè non arrivarono ad una città. - Prima che tu possa dire qualcosa…-
disse Aeris rivolta a Cloud - …propongo di andare a mangiare qualcosa. E’ ora di
pranzo ormai. - Va bene, va bene…guarda che sono umano, anch’io ho fame…-
fece Cloud di rimando. - Già, ma forse state trascurando un piccolissimo
dettaglio…-disse Leon. - Siamo completamente al verde. - No, come sarebbe
“al verde”??!!- esclamò Aeris. - Tidus, non ti è rimasto nemmeno uno
spicciolo? - Mi spiace, ma dopo avervi offerto la cena a Zanarkand non mi
sono portato dietro più niente…- disse il ragazzo, vuotando le tasche. -
Quindi non si mangia- disse Cloud. - Ma allora è vero che sei disumano! Come
puoi dirlo con così tanta leggerezza? E’ un sacco di tempo che non mettiamo
nulla sotto i denti!- esclamò Aeris prendendo Cloud per la collottola. - Bhè,
se ci mettiamo a lavorare, forse…- Tidus non finì la frase che una ragazza
inciampò e gli finì addosso, facendo cadere tutti e due a terra. - Ehy Tidus,
tutto ok?- gli chiese Leon. Il ragazzo si tirò a sedere. Sentì qualcosa di
umido e si guardò la maglietta: era zuppa. La ragazza si tirò su di scatto e
si inginocchiò accanto a Tidus. - Oh, mi dispiace, devo aver rovesciato la
brocca! Non so come scusarmi… - No, non fa nien…- Il ragazzo non riuscì a
finire. Osservò il volto della ragazza, che lo guardava dispiaciuta. Ne
restò rapito. Era molto graziosa, con i capelli mori scuri corti fino alle
spalle e la frangia di lato; dei bellissimi occhi, uno azzurro e l’altro verde;
indossava un grazioso kimono a spalle scoperte, con delle larghe maniche rosa,
una lunga gonna blu con un leggero spacco, una fascia gialla alla vita con un
fiocco dietro e degli scarponcini neri. Sentendosi osservata, la ragazza
arrossì e si alzò, aiutando Tidus a tirarsi su. - Oh, Tidus, la maglia…- fece
Aeris. La ragazza si piegò in avanti e fece a Tidus le sue più sentite
scuse. - Sono proprio una pasticciona! Se posso fare qualcosa… -
Bhè…intanto potresti dirmi il tuo nome- le disse Tidus. Il ragazzo non riusciva
a staccare lo sguardo da lei: era rimasto affascinato da quella ragazza così
dolce e carina. - Ah…ehm, io mi chiamo Yuna. Tanto piacere!- disse lei. -
Io mi chiamo Tidus - si presentò lui. Lei arrossì lievemente. - Ah, è un nome
molto bello…- farfugliò, imbarazzata. - Ehm…io sono Leon - fece il ragazzo,
rompendo il momento magico. - Io sono Aeris e lui è Cloud - finì Aeris con
tono cordiale. - Tanto piacere!- disse Yuna. Poi le venne un’idea e batté le
mani, con un’espressione felice. - Allora che ne dite di venire a pranzo da
me? - Davvero?- esclamò Aeris, che non aspettava altro. - Ma sei sicura
che non disturbiamo?- disse Cloud. Si pentì subito di quello che aveva detto,
perché Aeris gli pestò il piede con forza e lo guardò con la tipica faccia da
io-non-voglio-digiunare-anche-oggi-chiaro? - Assolutamente no! E’ il minimo
che possa fare…così ne approfitto per asciugarti la maglia- disse Yuna. - Bhè, allora grazie…
- Fate come se foste a casa vostra- disse Yuna, aprendo la porta di
casa. Era una casa modesta, ma molto carina. C’era la cucina, una camera da
letto, un bagno e uno studio. - E’ molto graziosa…- osservò Leon. - Bhè,
si…l’ ho pensato anch’io che è una ragazza carina…- farfugliò Tidus. - Ehm…io
intendevo la casa- disse Leon trattenendo un risolino. - Ah…b-bhè, anche la
casa!- disse Tidus, tutto rosso. - Aspettate, vado a preparare il pranzo. Nel
frattempo fate quello che volete- detto questo, Yuna si fiondò in cucina. -
Ammettilo, sei già cotto di lei!- disse Leon, dando una leggera gomitata a
Tidus. - N-no! Cioè…Io non…si, sono cotto…- fece Tidus. - Bhè, allora per
te sarà un giochetto conquistarla, no?- sghignazzò Leon. - Ma smettila di
dire cose sceme!- esplose Tidus. - Ragazzi, vi avviso: io vado a farmi una
doccia. Chi prova a sbirciare si becca un doppio
Sancta! Capito?- disse Aeris, poi entrò in bagno. -
Io vado a farmi un pisolino…- disse Cloud, lasciando la stanza. - E io vado a
farmi un giro…- disse Leon. - Ti lascio carta bianca, Tidus… “Scemo…” pensò
Tidus guardandolo allontanarsi. Come se in un momento come quello avesse
tempo per queste cose! - Ehm…mi dispiace chiedertelo, ma potresti portarmi
questo in frigo? Sennò si scongela…- gli disse d’un tratto Yuna. - Ah, si,
si, corro!- esclamò lui. Poco dopo tornò da lei e rimase lì a guardarla
mentre preparava. “ Meglio trovare un argomento di conversazione…”
pensò. - Ehm…vivi qui da sola, Yuna?- le chiese. - Ah, si…vivevo con mio
padre, ma è morto…- rispose lei. - Ah…scusa. - Figurati. E tu? -
Anch’io vivevo con mio padre, ma se n’è andato anche lui. - Oh…m-mi
dispiace… - Figurati… Yuna alzò un attimo lo sguardo dalle verdure per
voltarlo velocemente verso Tidus. - Ehm…tu non sei di qui, vero? Da quale
città vieni? Tidus abbassò un attimo lo sguardo, poi le rispose: - Era la
città di Zanarkand. Purtroppo qualche tempo fa è stata distrutta. - Mi
dispiace. Ma ultimamente succede. Tidus alzò lo sguardo. - In che
senso? Yuna si girò verso di lui. - Ho sentito dire che ultimamente molte
città sono state distrutte. Così, d’un tratto. Non si sa perché… Tidus
abbassò lo sguardo. “ Allora Sephiroth e gli altri stanno distruggendo città
dopo città per trovare le pietre mancanti? Bhè, saranno un po’ preoccupati, dato
che noi ne abbiamo tre e loro due…” - Ahia! Tidus alzò lo sguardo e vide
che Yuna si teneva un dito. - Ah! Ti sei tagliata?- le chiese,
raggiungendola. - Ah, no…lo sapevo che sono una pasticciona…- fece lei,
imbarazzata. Lui le prese delicatamente il dito e lo fasciò con un
fazzoletto. - Lascia, faccio io. - Ah, no…dovrei essere io a cucinare, non
sta bene…- farfugliò Yuna. - Dai, che vuoi che sia! E poi il dito ti fa male,
no? Fece per tagliare le carote, quando si voltò verso di lei, abbastanza
rosso. - Ah, scusa…tu sei più brava a cucinare, mi spiace…in effetti, io
farei un mezzo macello… - Ma no, no, non volevo dire questo! Hai frainteso!-
esclamò lei, tutta rossa. Seguirono alcuni minuti di silenzio. - Ehm…tu
non puoi cucinare e io non so farlo…allora come mangiamo? - E quante storie!-
esclamò Aeris, sbucando dall’angolo. - Aeris! Da quanto eri lì?- esclamò
Tidus. - Non preoccuparti, ho finito adesso la doccia…perché, che avete
combinato nel frattempo? - N-NIENTE, SCEMA!- esclamò Tidus, rosso fino alla
punta delle orecchie. - Ah…ehm…io…- farfugliò Yuna, imbarazzata anche
lei. - Comunque sia, lasciate fare a me. Ci penso io a cucinare…- disse,
avvicinandosi a fornelli. - NO, PER CARITA’!- esclamò Leon, sbucando
magicamente da dietro la porta. - SE CUCINA LEI, SIAMO TUTTI MORTI! -
SBANG!- Aeris mollò un pugno al fratello, poi fece dietro-front. - E
allora arrangiatevi!- disse, dopodiché si richiuse in bagno. - Per
fortuna…abbiamo scampato la morte…- mormorò Leon, tutto ammaccato a terra. -
Ehm…Leon…- disse Tidus, avvicinandosi all’amico. - Ma non eri uscito? -
Ehm…sai com’è, volevo vedere come te la cavavi e… -SBANG!-
Alla fine fu Yuna a cucinare. Insistette tanto, dicendo che al dito aveva
solo un lieve taglietto e non era affatto un problema. - E’ veramente
squisito…- disse Leon, estasiato. - Davvero, molto buono- disse Cloud. -
Ah, davvero? Grazie…- disse Yuna. - Dove hai imparato a cucinare così bene?-
le chiese Tidus. - Oh, bhè, dato che la mamma è morta quando ero piccola,
papà ha dovuto occuparsi di me, quindi cucinava anche, ma non molto bene…quindi
mi sono arrangiata!- disse lei con una punta d’imbarazzo. - Ah… Finito il
pranzo, il gruppo decise di andarsene. Salutarono Yuna, ringraziandola (
anche se fu lei a ringraziare loro) e si incamminarono alla ricerca della
pietra. In verità Tidus non voleva separarsi da lei così presto. Avrebbe
voluto stare ancora un po’ con lei, chiacchierare ancora. Però dovevano
ripartire. La lasciò a malincuore e il gruppo si allontanò. - Dove la
cerchiamo?- chiese Leon. - Bhè, in un santuario o qualcosa di simile, come
sempre - fece Aeris. Ad un certo punto Tidus si fermò. - Cosa c’è?- gli
chiese Cloud. Tidus
li guardò. - Mi sono dimenticato la maglietta da Yuna.
- Cosa aspettiamo a raggiungere la città?- fece Yuffie. - Tu non vai
da nessuna parte, oggi- disse Riku. - Ma si può sapere cosa ti prende, Riku?
E’ dall’altra volta che sei strano!- esclamò lei. “ Vorrei vedere, sono stato
tutto il giorno a cercarti mentre tu eri in dolce compagnia…” pensò lui, con
aria truce. - Spiacente, Auron vi ha battuto sul tempo- disse Lulu, entrando
nella stanza. - Come? Quel vecchiaccio ancora gira?- disse Yuffie. - Chiamalo pure vecchiaccio, ma
intanto è più forte di te. Aveva tutta l’aria di volersi vendicare…
Tidus corse a casa di Yuna, mentre gli altri cominciavano a
cercare. Chissà dove aveva la testa…Come aveva fatto a scordarsi la
maglietta? Arrivò a casa sua e trovò la porta socchiusa. Entrò facendo
piano e cercò Yuna. - Ehm…Yuna? Scusa, sono Tidus… Andò in cucina, ma non
c’era. Allora andò in camera da letto e aprì la porta. Yuna era seduta sul
letto, gli dava le spalle. Fece per chiamarla, quando vide che stringeva
qualcosa fra le braccia. Era la sua maglietta. - Ehm…Yuna? La ragazza
scattò in piedi e si girò verso di lui, tutta rossa in viso e tremendamente
imbarazzata. - T-Tidus! Io…io stavo…la maglietta…ecco…l’avevi dimenticata qui
e… Non finì la frase, perché Tidus si chinò verso di lei e posò le sue labbra
sulle sue. La ragazza sgranò gli occhi, ma poi si lasciò andare a quel
bacio così dolce, il primo per lei…
- Secondo me, quello non torna più- disse Leon. - Ma che dici?- fece
Aeris. - E’ ovvio, no? Si vede lontano un miglio che è cotto di lei. - Ad
ogni modo, ora non può farci niente- disse Cloud. - Che vuoi dire?- chiese
Aeris. - Lui è un Cavaliere. Non può restare con lei, ma non può nemmeno
portarla con sé. E’ troppo rischioso. - Ma allora… - Bando alle ciance,
guardate qua - disse Leon. I due ragazzi alzarono lo sguardo: erano arrivati
al tempio. - Sbrighiamoci- disse Cloud. I ragazzi entrarono e
attraversarono il corridoio di corsa. Superarono diverse stanze, finchè non
arrivarono ad una grande porta. - Ci siamo- disse Leon. Entrarono nella
sala: era vuota, con un piedistallo al centro. Aeris si avvicinò, ma poi si
girò verso i compagni. La pietra non c’era. - Non è possibile!- esclamò
Cloud. - Forse sono arrivati prima di noi…- disse Aeris. - O forse non è
realmente custodita qui- disse Leon. - Come sarebbe?- chiesero Cloud e
Aeris. - Vuol dire che potrebbe essere una falsa pista… I tre ragazzi si
girarono. A parlare era stato Auron. - Auron!- esclamò Cloud, sfoderando
la spada. - Mi sembrava strano che in giro non ci fossero trappole…è perché
la pietra si trova altrove- disse l’uomo. - E dove?- fece Aeris. Auron
sghignazzò sommessamente. Un lampo passò per la mente di Cloud. - No…non è
possibile…- disse infine. - Ah, a quanto pare il vostro amico ci è arrivato…-
disse Auron. - Allora vi saluto, ho una pietra che mi aspetta… L’uomo si girò
e scomparve. - Presto, muoviamoci!- esclamò Cloud correndo fuori dal
tempio. - Aspetta! Dov’è che si trova la pietra?- domandò Aeris. -
Ancora non lo capisci? E’ a casa di Yuna!
Tidus staccò lentamente le labbra da quelle di Yuna e la fissò negli
occhi. - Ho dimenticato la maglietta… Lei si mise a ridere, poi lo guardò
negli occhi. - Sai…fin da quando ti ho incontrato per strada, io… Tidus le
prese il volto con la mano. - Anch’io mi sono innamorato subito di
te. Fece per baciarla di nuovo, quando notò con la coda nell’occhio un
piccolo scrigno d’oro sul mobile di Yuna. In quel momento provò una strana
sensazione, che aveva già provato a Zanarkand. Quando finalmente capì si alzò
velocemente dal letto e corse dal cofanetto. - Cosa c’è?- gli chiese
Yuna. - Yuna, in questo cofanetto c’è una pietra, vero?- le chiese
lui. Yuna rimase parecchio stupita, poi gli andò vicino. - Come lo sai?-
gli disse. A quella conferma, Tidus aprì lo scrigno: dentro c’era una pietra
rosso sangue. - Come hai fatto ad aprirlo? Nessuno c’era mai riuscito…- fece
Yuna, sbalordita. - E’ una lunga storia…Ma come mai ce l’ hai tu?- disse
Tidus. “ E se Yuna fosse un altro Cavaliere della Luce?” pensò. - Bhè, mi è
stata affidata da mio padre, non so perché…comunque l’ ho sempre
sorvegliata… - Ma guarda, allora avevo ragione… Tidus si voltò di scatto.
Davanti a lui c’era Auron. - Tu!- disse, sguainando la sua spada azzurra e
parandosi davanti a Yuna. - Non ho tempo da perdere…sono qui per la pietra-
disse l’uomo. - E credi che te la farò prendere così?- esclamò il ragazzo,
scagliandosi contro l’avversario. - Come vuoi…- Auron sguainò la sua katana,
che parò l’attacco di Tidus. Il ragazzo tornò all’attacco, sferrando un colpo
dietro l’altro, ma l’avversario era molto veloce. Auron tentò un affondo, ma
Tidus lo schivò, passando dietro l’uomo e si preparò a colpirlo alla schiena, ma
Auron se ne accorse e riuscì a scansarsi in tempo. Continuarono la battaglia per
molto; nessuno riusciva a colpire l’avversario. - Se la metti così…- La spada
di Tidus iniziò a brillare di una luce azzurra e la alzò in aria. Lanciò un
potente fendente contro Auron, che fu sbalzato contro il muro dall’onda
d’urto. Tidus si scagliò contro di lui e Auron parò a fatica il suo attacco.
Con il potere della pietra, Tidus era diventato troppo forte per lui. Il
ragazzo lo inchiodò a terra e alzò la spada per dargli il colpo di grazia. -
Sayonara. Quando però stava per finirlo, Auron si scostò di lato prima che la
spada si conficcasse a terra e rialzatosi, puntò la spada contro Yuna. -
Fermo!- gridò Tidus. - Se non mi dai la pietra, io la faccio fuori- disse
Auron, avvicinando la lama alla gola della ragazza, che guardava Tidus con
un’espressione tra lo spaventato e il colpevole. Tidus strinse i denti e
lanciò la pietra ad Auron. - Merci. Lanciò Yuna contro Tidus, che la
prese fra le braccia, e scomparve con un ghigno. - Maledizione!- esclamò
Tidus, battendo un pugno sul terreno. Aiutò Yuna a rialzarsi e si accorse che
stava piangendo. - M…mi dispiace…sono proprio una buona a nulla…- disse,
mentre le lacrime le scendevano sempre più copiose. - Mi dispiace davvero
tantissimo! Tidus le prese il volto tra le mani, poi l’abbracciò. - Non
dirlo neanche. E’ stata colpa mia, non sono stato attento. Perdonami. Lei lo
strinse forte, continuando a piangere. Più tardi arrivarono gli altri e Tidus
raccontò l’accaduto. Verso sera i ragazzi ripartirono. - Ve ne andate di
già?- chiese Yuna. - Bhè, il lavoro ci chiama!- disse Aeris. - Abbi cura
di te!- disse Leon. Il gruppo si avviò, ma Tidus restò un attimo con
Yuna. - Non…potresti rimanere qui?- gli chiese lei. - Mi dispiace…è la mia
missione. - Allora non potrei venire io con te? - Non voglio farti passare
altri guai come è successo oggi. Le sfiorò il viso con la mano e la fissò
intensamente. -Però un giorno ci rivedremo, vero?- disse Yuna con gli occhi
lucidi. - Tranquilla. Tornerò senz’altro da te. I due si scambiarono un
dolcissimo bacio, poi Tidus si allontanò raggiungendo i compagni, sparendo
all’orizzonte. “ Io ti aspetterò”.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
a
Final Fantasy
Adventure Capitolo 8
C’era una leggera brezza quel pomeriggio. Sephiroth se
ne stava disteso sul prato a sonnecchiare tranquillo, con l’aria tra i
capelli. Era così rilassante…un po’ di svago dopo l’ennesimo addestramento
militare ci voleva. Ad un certo punto sentì un fruscio d’erba e aprì gli
occhi, lentamente. Era sempre lei. “Scusami, ti ho svegliato?”chiese
imbarazzata. “No, macchè…non stavo neanche dormendo”rispose
lui. “See…avevi una faccia così tranquilla…era parecchio che non ti vedevo
così…”disse lei, sedendosi accanto a lui. Sephiroth sorrise, poi tornò
serio. “C’è qualcosa che ti disturba, ultimamente?” chiese lei, guardandolo
seriamente. “No, è che…ultimamente la Shinra mi sembra più
misteriosa…” “Ancora con quella maledetta Shinra? Smettila di pensarci, sei
fuori servizio!” “Io…credo che mi stia nascondendo qualcosa.”
- Ehi, Sephiroth! Sephiroth si voltò verso la voce che
l’aveva chiamato, vedendo Auron sulla porta. - Hai fatto presto- disse
semplicemente. - Non ci è voluto niente- replicò l’uomo. - Piuttosto, ora
siamo in parità, eh? - Già…vedete di recuperare anche le altre. - Come
mai ultimamente ti fai vedere così di rado? Sephiroth abbassò lo sguardo, poi
si girò e se ne andò. Auron sbuffò, poi tornò nella grande sala del castello,
dove c’erano Lulu, Riku e Yuffie. - Bhè? Che ha detto?- chiese Lulu. -
Niente. A volte non so che darei per sapere cosa pensa… - Comunque sia, avete
localizzato la prossima pietra?- chiese Yuffie. - Si, fra poco entreremo in
azione- rispose Lulu. - Sbaglio, o ultimamente sei un po’ eccitata? - Eh?
N-no, no…ho solo voglia di muovermi!- rispose subito la ragazzina. In realtà
aveva una voglia matta di incontrare ancora Leon, ma non poteva certo
dirlo! - Credo che stavolta verrò anch’io…- disse Riku. - Come mai così
all’improvviso? Di solito non ami molto le uscite…- disse Auron. -
Bhè…d’improvviso ho voglia di muovermi…
- Dai, non fare quella faccia! Leon stava cercando di
tirare su di morale Tidus, ma era uno sforzo inutile. - Capisco che sia stato
duro separarti dalla tua bella, ma così… - E’ tutto ok, tra poco mi passa- lo
rassicurò Tidus. - Suvvia, lascialo in pace! Si è dovuto separare da Yuna
proprio adesso che si erano innamorati, e non sa neanche se potrà più rivederla!
E’ logico che sia giù!- disse Aeris. - Così non lo aiuti…- fece Cloud. -
Lasciamo perdere!- disse Tidus. - Piuttosto, dove stiamo andando? - Bhè, se
la pietra ci ha portato qui, allora dev ’essercene un’altra nelle vicinanze…-
disse Leon. - Allora muoviamoci- disse Cloud. I quattro continuarono a
camminare, ma sembravano non giungere mai a destinazione. Ad un certo punto
Aeris si avvicinò a Cloud. - Sei stanca?- le chiese lui. - No, no…- iniziò
lei. - Ehm…è da un po’ che volevo chiedertelo…noi continuiamo ad andare
avanti, ma…io non so niente di te…ehm, per esempio da dove vieni…e come fai a
sapere delle pietre? La ragazza si chiese se non aveva osato troppo. Cloud
era un tipo abbastanza chiuso, inoltre forse non avrebbe rivelato certe cose
proprio a lei… Il ragazzo non disse niente e riprese a camminare, ma dopo un
po’ le disse: - Non posso ancora dirtelo. Ma un giorno ti prometto che lo
farò. La ragazza annuì e continuò a camminargli accanto. Da quando avevano
cominciato il viaggio le sembrava di essersi avvicinata molto a Cloud, anche se
non tanto quanto voleva lei… Si chiese se il ragazzo le avrebbe mai aperto
del tutto il suo cuore. Finalmente, dopo un po’ cominciò a vedersi una città:
sembrava molto grande, ma cadeva letteralmente a pezzi. Era ridotta malissimo,
le strade erano sporche e non sembravano molto sicure… - Non è esattamente un
mondo rose e fiori…- disse Aeris, dandosi un’occhiata in giro. - Dubito che
qui troveremo qualche ristorante o roba simile…- disse Tidus. - Cosa?
Un’altra volta a digiuno?- esclamò Aeris. - L’ultima volta, da Yuna, ti sei
ingozzata all’inverosimile…se adesso non mangi non morirai mica!- fece
Leon. Ad un tratto un tizio dall’aria trasandata si avvicinò loro con passo
sbilenco e, strizzando l’occhio ad Aeris, disse: - Ehy, bellezza! Vuoi che ti
offro qualcosa? Se vuoi ti porto in un bel posticino… Prima che lei potesse
fare qualcosa, Cloud le si parò davanti risoluto e sfilò la spada, puntandola
verso lo sconosciuto. - Ehm…ok, sarà per un’altra volta…- detto questo, il
tizio se ne andò com’era venuto. - Che postaccio…- fece Tidus. - Ah,
ehm…grazie…- farfugliò Aeris. - Di niente- disse Cloud rinfoderando la spada
e riprendendo a camminare. - Sbrighiamoci a trovare la pietra e andarcene da
qui- disse Leon, gettando ancora occhiatacce al tipo che se ne era andato. -
Uhm…più facile a dirsi che a farsi, mi sa…- fece Tidus. - Appunto
sbrighiamoci- e detto questo, Cloud sfrecciò in direzione del centro. - Mi sa
che è così frettoloso perché vuole trovare in fretta anche la sua pietra…- fece
Leon. Un po’ più lontano, Cloud sussultò leggermente, poi continuò a
camminare più spedito. - Lo sapevo…- sghignazzò Leon.
Bene, avevano girato per quella squallida città tutto il
giorno…e non avevano trovato niente! - Uff…adesso che cosa facciamo?- sbuffò
Tidus sedendosi su una panchina, stanco morto. - Bella domanda- rispose
Leon. - Potremmo non aver controllato qualcosa…- intervenne Cloud. -
Abbiamo girato questa città da cima a fondo!- esclamò Aeris. - E si vede che
qualcosa ci è sfuggito!- ribattè Cloud. - L’unica cosa che potremmo aver
lasciato sono le…- la ragazza non riuscì a finire la frase che il piede le
sprofondò in un tombino, ma per fortuna Leon la afferrò prima che cadesse. -
…fogne- concluse Cloud. Non fu Aeris l’unica a guardarlo storto. - Le
fogne?- fece Tidus. - Secondo te una pietra può trovarsi lì? - Tra l’altro,
scusami, ma non mi va proprio di entrare in un posto più sporco e puzzolente di
quanto non sia già questa città!- sbottò Aeris. - Però pensateci: secondo i
vostri ragionamenti a maggior ragione potrebbe trovarsi lì!- disse Leon,
sostenendo l’ipotesi di Cloud. - Infatti- concluse quest’ultimo. - Però…-
mormorò Aeris. - Potendo eviterei di farti entrare, ma neanche qui fuori mi
sembra molto sicuro- le disse Cloud. Aeris scosse il capo, poi
annuì. Cloud non capì bene il suo comportamento, ma lo prese per un sì. -
Allora andiamo. Si calarono cautamente giù per il tombino, finchè non si
trovarono tutti dentro il canale delle fogne. Aeris ebbe un brivido quando le
sue gambe entrarono in contatto con l’acqua fredda. Per evitare che anche il
vestito le si bagnasse, se lo tirò su all’altezza delle cosce e lo legò con un
nodo. Cloud si sentì un po’ in imbarazzo a vederla così. Forse perché era la
prima volta che le vedeva per bene le gambe… Si vergognò di sé stesso per
quello che stava pensando e scosse la testa, poi si voltò verso il corso d’acqua
(se la si poteva definire tale, più che altro era melma…). - Adesso
cominciamo a cercare- disse. - Ok. Direi di cominciare da quella parte- disse
Tidus indicando davanti a sé. - Non sarebbe meglio dividerci in gruppi?-
disse Aeris. - Meglio andare tutti insieme- rispose Cloud. -Nel caso
venissimo attaccati avremo più possibilità. Anche perché, la strada è una sola.
“In effetti…” pensò la ragazza. Così si misero in marcia e cominciarono
ad attraversare il canale sotterraneo. Non era particolarmente difficile,
dato che c’era una sola strada, ma era parecchio nauseante. - Non staremo
girando a vuoto?- chiese ad un tratto Leon. - Perché questa domanda?- fece
Aeris. - Boh…ho come l’impressione di girare sempre per lo stesso posto… -
Bhè, siamo nelle fogne, non è che il paesaggio sia molto articolato…- disse
Tidus. - Mh, forse hai ra…- improvvisamente, Leon scivolò e cadde in acqua,
sparendo misteriosamente. - Leon!- gridò Aeris. - Ma dov’è andato?-chiese
Cloud, guardandosi attorno. - E’ sparito nel nulla…- disse Tidus, che stava
tastando l’acqua con le braccia. Il livello dell’acqua non era alto, arrivava
circa ai ginocchi dei ragazzi…come aveva fatto a sparire così?
Leon cadde a terra con un tonfo; si trovava ancora nel
canale, ma stavolta era sulla terraferma. Si alzò massaggiandosi il
fondoschiena e si guardò intorno. Dove era finito? Un secondo prima stava
camminando con gli altri e poi… Come cavolo ci era arrivato lì? -
Ciao!? Leon si voltò subito. Aveva riconosciuto quella voce. Ora davanti a
lui c’era una ragazzina dai capelli verde scuro e gli occhi grigi. - Yuffie…-
mormorò Leon, in guardia. - Che ci fai qui? - Che domande! Per la pietra,
no?- esclamò lei, saltellando qua e là. “La pietra…allora lo sapevano già,
cavolo…” Prima che Leon potesse aprire bocca, Yuffie gli disse: -Prima che
sia tu a chiedermelo: si, sono stata io a portarti qui. - E perché? Cosa ti
passa per la testa, Yuffie?!- esclamò Leon, che sempre meno capiva il
comportamento della ragazza. Yuffie arrossì visibilmente e con finta aria
imbarazzata disse: - Sciocchino, non puoi chiedermi cosa mi passa per la
testa… In questo modo si imbarazzò pure Leon. Ma che stava facendo quella
ragazza? Stava forse giocando con lui? O lo stava semplicemente prendendo in
giro? - Adesso piantala! Se è combattere che vuoi, allora fatti sotto!- disse
il ragazzo, avvicinando la mano al fodero del Gunblade. - Tsk, tsk! Io non
voglio combattere- disse Yuffie, facendo no col dito. -Ora non ne ho
voglia. - Allora perché mi hai portato qui?- chiese Leon, sospettoso. -
Bhè, non è necessario che combattiamo, basta che rimani qui mentre Riku e gli
altri prendono la pietra. - Cosa?!- a quella risposta, Leon corse verso
l’uscita, ma questa sparì di colpo. - E no, così mi complichi le cose!-
esclamò Yuffie, avvicinandosi a lui. - Ma si può sapere perché fai tutto
questo?!- le gridò Leon, ormai stufo dei comportamenti ambigui di lei. Yuffie
si fermò, poi guardò un attimo per terra, poi posò di nuovo lo sguardo su di
lui; il suo volto era serio, ma allo stesso tempo calmo e imbarazzato. -
Perché mi piaci.
- Penso che al momento non ci sia molto da fare- disse
Cloud. - Vuoi dire che vorresti abbandonare Leon?- fece Aeris, guardandolo
negli occhi. - Non possiamo comunque fare niente. E poi ha una pietra, se la
caverà ovunque sia. Invece è meglio che ci sbrighiamo a trovare la pietra prima
degli altri- detto questo, riprese a percorrere il canale. Il comportamento
di Cloud le risultava freddo, ma Aeris concordò che non c’era davvero niente che
potessero fare; magari era proprio un diversivo degli avversari per arrivare per
primi alla pietra. Così ripresero la ricerca, ma stavolta con passo più
veloce. Finalmente arrivarono ad una porta, incredibilmente pulita nonostante
l’ambiente circostante. - Forse ci siamo- disse Cloud, avvicinando una mano alla
porta. Ma appena ne sfiorò la superficie, ci fu una grande luce, e i tre
caddero in una grande voragine in mezzo all’acqua. Cloud cadde a terra e
Aeris sopra di lui, Tidus a qualche centimetro da loro a gambe all’aria. -
Ehm…Aeris…scusa, potresti..?- balbettò Cloud. La ragazza si accorse con
tremendo imbarazzo di essere caduta col petto sulla faccia del ragazzo e urlando
uno: “Oddio, sc-scusami tanto!” si alzò di scatto e si allontanò qualche metro a
riprendere fiato. - Forse la porta era protetta da un incantesimo…- disse
Tidus. - O forse era proprio qui che dovevamo essere- disse Cloud, indicando
davanti a lui: c’era un grande piedistallo su cui era poggiata una lucente
pietra verde brillante. D’istinto Cloud corse verso il piedistallo, seguito
dagli altri. Ma quando allungò la mano per prendere la pietra, un’altra mano più
svelta la afferrò prima di lui. - Ma che…?!- Cloud guardò in su: davanti a
lui c’era un ragazzo dai capelli argentei e gli occhi celesti. Stringeva in mano
la pietra. - E’ la prima volta che ci incontriamo, se non sbaglio…Io sono
Riku, e adesso la pietra è mia. - Allora sei anche tu un compagno di
Sephiroth!- esclamò Tidus, prendendo la spada. Cloud fece altrettanto, ma
quando fece per attaccare la sua spada cozzò contro un’altra lama, lunga e
nera. - Non è contro di te che voglio combattere - disse secco Riku. -
Perciò ci rivedremo… Cloud e gli altri fecero per inseguirlo, ma furono
bloccati da Lulu e Auron. “Maledizione…” pensò Cloud, stringendo i
denti.
- Ci hanno fregati- disse Tidus. Riku se n’era andato con
la pietra e dopo una breve battaglia, erano spariti anche gli altri due. -
Scusate il ritardo…- fece Leon, sbucando da una porta. - Leon! Dov’eri
finito?- esclamò Aeris, correndo da lui. - Scusami, è un lunga storia…-
rispose lui. - E voi siete riusciti a prendere la pietra? I tre scossero il
capo, sconsolati. - Bhè, la prossima sarà nostra!- esclamò Cloud,
risoluto. - Giusto! Non gli permetteremo più di batterci!- esclamò Aeris,
risoluta pure lei. “ A me sembrano sempre gli stessi discorsi…” pensò Tidus
con una certa ironia. Così di inoltrarono nel portale lasciato dalla pietra.
Leon però non riusciva a dimenticare le parole che gli aveva detto Yuffie
prima di andarsene.
ps: x Dragon89, scusami! Lo so che Auron è un mito, ma
purtroppo non sono riuscita a fare di meglio =_= E ancora grazie x le
recensioni!^^ ( non le sembra vero che qualcuno abbia recensito la sua storia…nd
Cloud Ehy, tu! Nda)
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
a
Final Fantasy Adventure Capitolo
9
- E’ proprio bella, eh?- disse Yuffie, notando come Riku
osservava la pietra. - Già…- fece lui senza badarle. Yuffie lo guardò un
attimo, poi gonfiò le guance e gli disse: - Ma si può sapere come mai
ultimamente mi tratti con così tanta freddezza? Lui la osservò con sguardo
profondo, poi fece spallucce e disse: - Non mi sembra di averti risposto
male…non sarà che sei tu ad avere la coda di paglia? - I-io?- fece Yuffie
voltando lo sguardo. Lui si alzò e dandole le spalle disse: - Invece di
giocare coi ragazzi, faresti meglio a procurarti la tua pietra. Detto questo
se ne andò, lasciando Yuffie in un senso di stupore e angoscia.
Tidus aprì gli occhi, ma poi li richiuse subito. C’era molto
sole. Si alzò e notò che gli altri erano già svegli. - Che bel posto!-
fece Aeris contenta. Tidus si guardò intorno: erano su un’isola, una
bellissima isola soleggiata. Si sentiva come a casa sua. - E’ vero, è un
bel posto- disse Cloud, sdraiandosi sulla sabbia. Rimasero un po’ così, a
prendere il sole e ad ascoltare il fruscio del mare, poi Cloud si alzò: - Dai,
muoviamoci. L’isola sembrava piuttosto piccola: c’era una casa di legno, un
capanno e degli alberi da frutto. - Non sarà difficile- fece Aeris. D’un
tratto si levò un brontolio di stomaco generale. - Prima è meglio se mangiamo
però- aggiunse la ragazza. - Ehy Leon, che hai? E’ da quando siamo ripartiti
che non apri bocca- disse Tidus. - No, non è niente- disse lui,
soprappensiero. Mentre stavano camminando, notò qualcosa lì vicino all’acqua
e lo raccolse: era una collanina di conchiglie, molto carina. - Cos’è?-
chiese Cloud. - Non lo so… - Scusateee!!! I ragazzi alzarono lo
sguardo. Una ragazzina di non più di quindici o sedici anni correva verso di
loro. Aveva corti capelli rossi, con due ciuffi più lunghi davanti alle
orecchie e la frangia di lato, e aveva due grandi occhi blu; portava una
collanina al collo e un polsino giallo sul polso sinistro, una corta maglietta
bianca e una minigonna rosa. Indossava dei sabot bianchi. La ragazza si fermò
davanti a Leon, recuperando un po’ di fiato, poi sorridendo gli disse: - Grazie
di averla trovata, è mia. Lui gliela porse con un : “non c’è di che” e lei
sorrise ancora, poi salutando gli altri ragazzi se ne andò com’era
venuta. Leon non ebbe neanche il tempo di pensare “che strana ragazza…” che
quella era di nuovo lì. - Scusatemi, ora che ci penso…voi… - Ehm… non
siamo di qui…- disse Aeris. La ragazza sconosciuta battè le mani e con
allegria disse: - Che fortuna! Su quest’isola non è mai arrivato nessun altro
dopo di me…io mi chiamo Kairi, piacere di conoscervi! - Io sono Aeris!- - Io
mi chiamo Tidus- - Cloud- - E lui invece è Leon. - Quest’isola non è molto
abitata, vero?- disse Leon. - Infatti. Ci sono solo io. - Solo tu???-
esclamarono in coro i ragazzi. - Se volete posso invitarvi a pranzo! Sarete
affamati, immagino… - Volentieri!- dissero all’unisono Tidus e Aeris. Così
Kairi li condusse a casa sua, non troppo distante da lì. Era molto carina,
semplice, una cucina, una camera da letto, un salotto e un bagno. - Sedetevi
pure, avevo già preparato il pranzo…- disse Kairi facendoli accomodare. Il
cibo era delizioso. Kairi era un’ottima cuoca. I ragazzi pranzarono di gusto,
parlottando un po’ di questo, un po’ di quello. Finito di mangiare, Aeris e
Tidus erano sprofondati sulle poltrone e già dormivano, alla faccia della buona
educazione… - Perdonali…- si scusò Cloud, imbarazzato. - Non
preoccupatevi! E’ bello avere ospiti, dopo tanto tempo…- sorrise lei,
malinconica. - Scusami, io esco un attimo…- disse Cloud, dirigendosi verso la
spiaggia. Lei e Leon rimasero un po’ soli, poi Kairi disse: - Ehm…scusami,
immagino sarai stanco…puoi usare la mia camera se vuoi… - Ti ringrazio…ma io,
veramente… - Su, non preoccuparti…- disse lei, conducendolo nella sua
camera. - E’ tutta tua! A dir la verità, Leon si vergognava da morire a
dormire nella stanza di una ragazza…anzi, si vergognava proprio a dormire in
presenza di estranei! Il ragazzo notò delle foto sul comodino della ragazza.
Non voleva mancare di rispetto, ma si mise a fissarle, curioso. C’era una
bambina dai capelli rossi (sicuramente Kairi) e una donna dai lunghi capelli
rossi vicino ad un uomo dai corti capelli castani. - Quelli erano i miei
genitori- disse Kairi, accorgendosi che il ragazzo stava fissando le foto. -
Io…non volevo fare il ficcanaso…- cercò di scusarsi lui, ma lei lo
tranquillizzò: - Tranquillo, non è un problema. Dopotutto erano lì, non potevi
farci niente. Leon notò un tono lievemente malinconico nella voce della
ragazza. - Come mai…non sono qui?- le chiese. Kairi si sedette sul letto
accanto a lui. - Non lo so…un giorno il nostro mondo fu attaccato e
distrutto…non so ancora come ho fatto a finire qui… - Anche il mio è stato
distrutto- disse Leon. In realtà sarebbe stato meglio non rivelare che lui e
gli altri erano di un altro mondo, ma sentiva che a lei poteva confidarlo…in
fondo, erano nella stessa situazione… - Anche tu..?- mormorò lei. -
Già…hanno assassinato mio padre e io e mia sorella siamo riusciti a scappare…ma
il nostro mondo è stato distrutto. So come ci si sente quando si perde qualcuno
di importante. Quando il ragazzo si voltò, Kairi stava piangendo. Calde
lacrime le rigavano il volto, tuttavia non sembrava triste. - Oh…mi dispiace,
non volevo… - Smettila di continuare a scusarti!- sorrise lei tra le
lacrime. - Anzi, ti ringrazio…Io sono rimasta sola per tantissimo tempo e non
ho mai avuto nessuno che mi consolasse o che potesse capirmi… E Kairi gli
rivolse il sorriso più dolce che avesse mai visto. - Sono felice di averti
incontrato. Ad un tratto la porta emise un leggero scricchiolio e si
socchiuse. Leon vide Tidus che si nascondeva lì dietro. - Cretino, ma cosa
cavolo stavi facendo? Ma non stavi dormendo?- abbaiò il ragazzo. - Ehm…sai
com’è, volevo vedere come te la cavavi… - SBANG!- - E adesso siamo pari!-
sbuffò Leon. Kairi non potè trattenere una risata. Si sentiva molto felice in
quel momento. Poco dopo Tidus se ne andò a ripescare Cloud, che era via da
molto tempo ormai. Leon si voltò verso Kairi sorridendo, come a dire:
“perdonalo, è fatto così…” e lei ricambiò il sorriso. - Senti…vorresti vedere
il mio “posto segreto”?- gli chiese. - “Posto segreto”? Kairi si alzò e lo
condusse davanti un grande albero, indicando una piccola apertura su un
cespuglio lì sotto. La ragazza vi entrò e lui la seguì, ritrovandosi in una
specie di caverna sotto l’albero. C’erano un mucchio di rocce disegnate e sul
soffitto si poteva vedere il cielo da una piccola apertura. - Uao…- fece
Leon. - In realtà non è proprio un posto segreto, dato che qui ci sono solo
io, ma ogni volta che vengo qui mi sento meglio- disse Kairi. Leon notò i
disegni sulle rocce. - Li hai fatti tu? - Ah! Ehm, si…sai, in un’isola
deserta non sai mai come ammazzare il tempo… Leon sorrise ancora. (Uao, quel
giorno aveva fatto il record!) Poi notò una porta seminascosta
dall’ombra. - E quella cos’è?- chiese. - Ah, quella…è strano, è sempre
stata qui ma non ha né maniglia né altro…non so cosa ci sia lì dietro- rispose
Kairi. “ Allora forse è qui che si nasconde la pietra…” pensò Leon. Si
avvicinò alla porta e la sfiorò. Ci fu una luce abbagliante e il ragazzo si
coprì gli occhi con il braccio finchè non cessò. Sulla porta era apparsa una
maniglia d’oro. - Come…hai fatto?- chiese Kairi, sbalordita. - Ehm…sai, è
una storia lunga…- disse lui, allungando la mano verso la maniglia e aprendo la
porta. Diede una sbirciata dentro, poi la aprì del tutto. Era tutto buio e
non si vedeva con chiarezza. Kairi si avvicinò a lui. - Vedi
qualcosa? Il ragazzo scosse la testa. Mosse un passo avanti, ma si fermò.
Prima doveva chiamare gli altri. Ma non poteva lasciare la porta
incustodita… - Kairi, mi faresti un grande favore? Potresti chiamare i miei
amici? - Va bene…ma vuoi entrare da solo? - Devo vedere una cosa e… -
Ma non sai cosa può esserci là dentro! Vengo con te!- disse risoluta Kairi,
raggiungendo Leon. - E’ pericoloso, è meglio se resti qui e chiami gli
altri!- ribattè lui. - Ma io voglio aiutarti! Leon non voleva metterla in
pericolo, come era successo a Tidus con Yuna, ma lei non si dava per vinta… -
D’accordo! Ma per carità, stammi vicino e fa’ attenzione!- si arrese
lui. Kairi entrò con lui e prendendola per mano, Leon cominciò ad
avanzare. - E’ buio pesto…- disse. - Attenta a non inciampare… - Si,
tranquillo… - Hai paura? - E di cosa? - Bhè…di tutto…tutto ciò che
potrebbe trovarsi qui dentro… Lei strinse di più la mano di Leon. - Un
pochino, ma… - Non preoccuparti, ti proteggerò io. Kairi si sentì
arrossire a quell’affermazione. Fortuna che era buio… Ad un tratto, Leon vide
una debole luce davanti a loro. Man mano che si avvicinavano diventava sempre
più visibile, finchè non si trovarono davanti alla pietra, una lucente pietra di
cristallo. - Cos’è quella?- chiese Kairi, sbalordita. “ La pietra! Per
fortuna erano arrivati in tempo!” pensò Leon, tirando un sospiro di
sollievo. Si avvicinò alla pietra e allungò la mano, ma la pietra lo
respinse. “Cosa?!” - Leon, tutto bene?- esclamò Kairi raggiungendolo. -
Si, ma…non capisco…- mormorò lui. - E’ semplice: non sei tu il Cavaliere che
ha il diritto di prenderla. Leon si voltò: nell’oscurità, riusciva a scorgere
i capelli argentei del rivale. - Tu sei…Riku, vero? Leon sfoderò il
Gunblade, pronto a combattere. - Bhè…finalmente avrò l’occasione di battermi
con te…- disse Riku, sfoderando una lunga spada nera. - Kairi, è meglio se ti
allontani…- le disse Leon. La ragazza obbedì e si allontanò dai due. -
Fatti sotto!- esclamò Leon. Non aveva mai sperimentato il potere della pietra
finora. “Speriamo bene…” si disse. - Si…non vedo l’ora di testare la forza
della pietra- disse Riku, estraendola. La pietra si fuse con la spada, che
cambiò forma: la lama divenne a forma d’ala acuminata, nera e rossa. Anche
Leon tirò fuori la pietra, che si unì al Gunblade: ora era diventato d’oro. -
Allora…fatti avanti!- gridò Riku, gettandosi sull’avversario. Leon parò
l’attacco con il Gunblade. “E’ forte…” pensò, allontanando l’avversario con un
altro colpo. Senza perdere un attimo, Riku lanciò la sua spada contro Leon;
il ragazzo la evitò, ma quando la spada tornò tra le mani dell’avversario, Leon
si accorse di un graffio profondo alla guancia. “Eppure pensavo di averlo
evitato…” - Forte, eh?- disse Riku. - Non importa quanto tu sia veloce, non
riuscirai a sfuggire al mio Keyblade. Leon si ricompose subito e partì
nuovamente all’attacco, sferrando colpi veloci e consecutivi, ma era inutile:
Riku era più agile di lui. - A quanto pare non sai ancora padroneggiare
appieno il potere della pietra…- fece Riku schivando un attacco. - Avresti
dovuto esercitarti di più! E facendo roteare il Keyblade, buttò Leon a
terra. - Leon!- gridò Kairi. Riku puntò il Keyblade contro di lui,
lentamente. Leon sentiva i battiti del cuore accelerare. - Perché ce l’
hai tanto con me?- disse, recuperando un po’ di calma. Riku lo guardò con
sguardo impassibile, poi gli disse in tono gelido: - E’ semplice. Perché hai
rubato la cosa più preziosa per me. Leon rimase fermo dov’era. Non aveva
capito il senso delle parole del ragazzo, e forse non avrebbe mai avuto modo di
capirle. Non aveva scampo. Riku alzò il Keyblade per dargli il colpo di
grazia. - Nooo!- Kairi si lanciò contro Riku, levandogli di mano il
Keyblade. - Maledizione!- Riku prese la ragazza e lanciò contro il
piedistallo della pietra. - Kairi!- gridò Leon e cercò di raggiungerla, ma
Riku, recuperata la sua arma, gli trapassò la spalla e lo inchiodò a
terra. Leon strinse i denti per il dolore e cercò di divincolarsi, ma il
Keyblade dell’avversario lo teneva saldamente a terra. - Adesso ti ucciderò-
disse Riku, freddo. - Questo non ti aiuterà a recuperare ciò che hai perso-
disse Leon, anche se in realtà non sapeva di cosa stava parlando. - Al
contrario…- Riku alzò il suo Keyblade - …se ti uccido, lei ti
dimenticherà. Leon sgranò gli occhi, incredulo. Quell’affermazione lo lasciò
paralizzato, non sapeva perché. Ormai però era troppo tardi. Kairi scosse
la testa, ancora un po’ frastornata. Poi alzò lo sguardo preoccupata e
vedendo la situazione, agì d’impulso: si alzò di scatto e afferrò la pietra sul
piedistallo. Voleva lanciarla a Leon, ma prima che potesse fare qualcosa una
grande luce avvolse ogni cosa. Riku alzò veloce la testa, come anche
Leon. La luce si diradò e Kairi si guardò le mani: al posto della pietra
adesso c’era una collana di cristallo. - Ma cosa…?!- fece lei, non capendo
quello che succedeva. “ Allora Kairi è un Cavaliere della Luce!” pensò Leon,
sbalordito. - Kairi, indossala!- le gridò. - Cos… - Fidati, mettila al
collo! La ragazza obbedì in fretta e improvvisamente sentì una strana energia
percorrerle il corpo. - Maledizione!- esclamò Riku, alzandosi di
scatto. Kairi socchiuse gli occhi e puntandoli verso Riku, mormorò: - Vieni,
Valfore. Ci fu una grande esplosione di luce, così abbagliante che sia Leon
che Riku chiusero gli occhi immediatamente, coprendoli col braccio. Quando
Leon aprì gli occhi, vide uno spettacolo incredibile: dietro Kairi era apparsa
un’enorme creatura, dalle grandi ali bianche, simile ad un uccello. - Oh,
porca miseria…- fece Riku, osservando la creatura che era appena stata
evocata. - Valfore! Vai!- gridò Kairi, puntando il dito contro il
nemico. L’enorme uccello agitò le grandi ali e provocò una potente onda
d’urto, che colpì Riku in pieno, sbattendolo contro il muro. - Dannazione…-
mormorò, per poi sparire nel nulla. Leon tornò a guardare Kairi. Lei
accarezzò la testa della creatura e questa tornò docilmente nel ciondolo, in un
lampo di luce. Lei guardò Leon tra il confuso e l’orgoglioso e Leon
l’abbracciò con foga. - Sei stata fantastica! E quello! Da dove è uscito
quello?! Grandioso, semplicemente grandioso! Kairi arrossì a quei
complimenti, ma dopo averlo ringraziato gli disse: - Adesso però mi devi
spiegare un po’ di cose. Perché quello sembrava conoscerti e tu sapevi della
pietra…quindi per favore, spiegami tutto. Lui annuì, ma prima la portò fuori
di lì. Era veramente entusiasta: avevano trovato un nuovo compagno, ed era
proprio Kairi! Gli altri sarebbero stati contenti. Ma mentre pensava a
questo, ricordò le parole di Riku. E si sentì ancora più confuso.
ps: x Giodan…bhè, dopo che Yuffie si è dichiarata se ne sono
andati via tutti e due x forza di eventi…ma non preoccuparti che non finisce lì!
Dragon89, sono veramente contenta che la storia ti piaccia^^ Spero che
continuerete a seguirla… Però una fanfic tutta alla Auron…oddio, non sono mica
capace!XD
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
a
Prima di tutto, scusatemi x il grande ritardo!! E’ che ero
rimasta senza Internet, perciò non ho potuto aggiornare… Gomen nasai!
^^” Tornando alla fanfic… Mi sa che mi sono un po’ esaltata troppo con i
pairing… Cmq, Dragon89 tieniti forte, perchè i pairing strani non finiscono
certo qui^^ Se riuscirete a leggere tutta la fic senza esasperarvi avrete
tutta la mia riconoscenza^^ è che mi piacciono queste coppie, che posso farci?
XD ( ed è la prima volta che mi affeziono a pairing non tradizionali, gli unici
rimasti invariati sono CloudxAeris e TidusxYuna…x non dire che è la prima volta
in assoluto che scrivo una fic O_O) Tra l’altro i personaggi di ff sono un
po’ tutti dei miti e un po’ mi dispiace mandarli ooc nella fic, ma non posso
fare altrimenti…
Final Fantasy Adventure Capitolo
10
- Ti prego, posso vederlo?- chiese Aeris, con i luccichini agli
occhi. - Ma perché diamine non lasci in pace quella povera bestiola?!-
esclamò Leon. Quando Aeris aveva saputo della capacità di evocazione di Kairi
l’aveva supplicata di mostrarle Valfore, ma Leon non voleva sentire
ragioni. - Insomma, Kairi ha appena scoperto di essere un Cavaliere e di
riuscire ad evocare delle creature mistiche, lasciala un po’ in pace! -
Quanto la fai lunga, ero solo curiosa… - Su, non fa niente…- disse Kairi,
prendendo il ciondolo di cristallo. - Valfore, esci un attimo. In un lampo
di luce l’enorme uccello fu al fianco della sua padrona, sotto lo sguardo
sbalordito dei compagni. - Wow…è bellissimo…- disse Aeris, avvicinando
lentamente la mano alla testa dell’animale, che si lasciò accarezzare
tranquillamente. - In effetti…è uno spettacolo!- esclamò Tidus,
incantato. Kairi sorrise compiaciuta, poi volse lo sguardo verso Leon; se non
fosse stato per lui, non avrebbe scoperto niente di tutto questo. Valfore
strusciò affettuosamente la testa contro la spalla della ragazza e lei gli
grattò dolcemente il collo, dopodiché la creatura tornò nel ciondolo. - Bene,
adesso muoviamoci- disse Cloud battendo le mani, impassibile. - E mamma mia,
non ti sciogli mai tu?- fece Aeris. - Bhè, data la situazione non possiamo
fare altrimenti. Attraversiamo il portale, su. I ragazzi si avvicinarono così
al buco temporale lasciato dalla pietra e saltarono dentro.
Kairi si sentì cadere nel vuoto più totale. Non riusciva a
vedere altro che nero. Poi il paesaggio circostante prese lentamente forma e si
ritrovò a terra. Era in una specie di grotta. Guardò in alto: il soffitto era
piuttosto lontano, aveva fatto un bel volo! Fortuna che era atterrata sul
morbido…morbido? Cosa poteva esserci di morbido in una grotta? - Kairi…mi
stai spiaccicando… Sentendo la voce di Leon, la ragazza guardò imbarazzata
sotto di sé: era caduta sopra di lui! - Oh, mi dispiace!- disse alzandosi
subito, tendendo la mano a Leon per aiutarlo a rialzarsi. Kairi si sentiva
sprofondare… Leon si alzò lentamente, massaggiandosi la testa. - Dove
siamo? - In una specie di grotta, penso- rispose Kairi. Il ragazzo si
guardò intorno, rivolgendo poi uno sguardo interrogativo alla ragazza. - E
gli altri dove sono?
- Dove sono Leon e Kairi?- chiese Aeris,
preoccupata. Cloud si guardò intorno: erano nel centro di una piazza di una
città molto affollata. Dei due amici non c’era traccia. - Non era mai
successo che ci trovassimo in un nuovo mondo divisi gli uni dagli altri…- disse
Tidus. - Magari sono solo andati a fare un giro…- ipotizzò Cloud. - Non
sono mica come te! - ribattè Aeris, tutt’altro che calma. - Ehy,
calmati… - Non mi calmo! Leon, dove ti sei cacciato? Tidus si guardò
intorno, poi disse: - Magari… Aeris lo guardò. - Magari cosa? Tidus la
guardò serio: - …magari avevano bisogno di stare un po’ soli soletti. -
SBANG!- - Stavo scherzando…- mormorò Tidus stramazzando al suolo dopo il mega
sinistro di Aeris. - Cerchiamo di stare calmi- disse Cloud. - Può
semplicemente darsi che qualcosa nel teletrasporto non sia andata come previsto
e che siano finiti in un’altra parte di questa città. - Forse hai ragione…-
disse Aeris, recuperando la calma. - Anche perché, ora che ci penso, sento
l’energia delle loro pietre, anche se lontane. - La cosa migliore è condurre
le ricerche separatamente. Perderemmo troppo tempo a controllare tutta la
città. - Giusto… - Cominciamo a esplorare la piazza allora- concluse
Tidus.
- Dove saranno finiti gli altri?- chiese Kairi. - Non lo
so…- disse Leon. - Può darsi che qualcosa non abbia funzionato nel portale…
potrebbero anche essere fuori da questa caverna. Intanto pensiamo a come uscire
da qui. Kairi annuì. Già quella non sarebbe stata un’impresa facile. La luce
era scarsa e chissà quanti corridoi c’erano lì dentro… - Su, andiamo- le
disse Leon tendendole la mano. Lei la strinse e iniziarono a
camminare. Passò così un buona mezz’oretta. - Ehm…sembra più lunga del
previsto, eh?- fece Leon. - Già… Leon si sentì un po’ in imbarazzo.
Avrebbe fatto bene a trovare in fretta un argomento di cui parlare, o avrebbero
trascorso le ore seguenti nel silenzio più totale. - Ehm…senti…- cominciò. -
Uhm…come ti senti adesso? “Ma che cavolo di domanda è?” pensò, dandosi
dell’idiota. - In che senso?- chiese Kairi. - Bhè…dev ’ essere
un’esperienza tutta nuova per te, dico bene? Kairi riflettè un po’, poi
rispose. - Sinceramente, sono un po’ emozionata. Ecco…trovare improvvisamente
dei compagni e viaggiare in mondi sconosciuti…riuscire ad evocare delle strane
creature… - E’ strano, vero?- fece Leon, sorridendo. - Già, è strano!-
disse lei, ricambiando il sorriso. - Ma è anche molto bello…Io non vi conosco
ancora molto bene, ma mi fa piacere far parte di un gruppo… - Ne sono
felice. Leon rispose con molta dolcezza, il che fece molto piacere a
Kairi. Stava molto bene con lui, sapeva che la capiva e che la
appoggiava. In un certo senso lo considerava suo fratello maggiore… Anche
Leon provava lo stesso. Kairi era la più giovane di loro e in un certo senso si
sentiva in dovere di proteggerla, come una sorellina… Sorrise a quel
pensiero. E dire che un tempo era lui che si occupava sempre di Aeris. Sua
sorella era cresciuta molto in quell’avventura e aveva imparato a badare a sé
stessa… Era forse per questo che si sentiva così attaccato a
Kairi? Improvvisamente gli venne da pensare a Yuffie. Lei gli aveva
confessato i suoi sentimenti…ma cosa si aspettava che avrebbe fatto,
lui? Erano nemici, per la miseria! Che si era messa in testa? E lui provava
forse qualcosa per quella strana ragazza? Non lo sapeva. Inoltre, adesso si era
fatto un acerrimo rivale. “ Ma perché non le risolvono da loro queste cose?”
pensò, scuotendo la testa. Ora basta pensare a quelle cose. Non era il
momento e non aveva tempo. Inoltre, non doveva importargli: la sua missione era
trovare le pietre, punto e basta. - E cosa faremo un volta recuperate tutte
le pietre? La voce di Kairi lo riportò alla realtà. Cosa avrebbero fatto?
Non sapeva neanche questo. - Chissà…la nostra avventura è molto vaga,
purtroppo…- rispose. - Capisco…ma a cosa servono queste pietre? Insomma, a
parte il fatto che donano dei poteri…- chiese ancora Kairi. Leon aprì la
bocca per rispondere, ma non ci riuscì. Perché non conosceva la
risposta. Finora erano sempre andati avanti seguendo quella che era l’unico
indizio sulla loro missione; non si erano mai fatti queste domande. Perché
non aveva chiesto più informazioni quando ne aveva l’opportunità? Ormai era
troppo tardi. - Non lo so. In teoria grazie a queste dovremmo riuscire a
fermare l’Oscurità che sta distruggendo i mondi, ma… - Ce ne sono dieci,
vero?- iniziò Kairi. - Ma se non le prendiamo tutte cosa succederà? Qual è
l’obiettivo dei nostri nemici? Cosa faranno una volta distrutti i mondi? - Io
non… - Come facciamo a fermarli? Che succederebbe se… - Kairi, non lo
so! Aveva alzato la voce. Si era agitato. Non avrebbe dovuto. - M-mi
dispiace, io… - No…non fa niente…- mormorò la ragazza, quasi
sottovoce. Kairi abbassò lo sguardo. Aveva parlato troppo e lo aveva
infastidito… - S-sia chiaro, non è colpa tua…- farfugliò Leon - è che…che non
sappiamo niente neanche noi di questa situazione assurda… Abbassò lo sguardo.
Chissà se si era arrabbiata. Kairi era arrivata da poco ed erano loro che
dovevano aiutarla…ma così si sentiva perfettamente inutile. - Non è colpa
tua, evidentemente ti ho chiesto cose che non potevi sapere…- disse Kairi,
riprendendogli la mano. - Intanto facciamo ciò che sappiamo, giusto? Leon
tirò un sospiro di sollievo in silenzio. E’ vero, erano molte le cose che non
sapevano, ma non c’era modo di scoprirle se non andare avanti. Magari alla
fine i loro interrogativi avrebbero avuto una risposta… - No, scusami tu.
Chissà quante domande avrai…- rispose. - Bhè, lo stesso vale per voi. Quindi
non serve lagnarsi, giusto? Giusto. - Su, adesso vediamo di uscire di qui-
e detto questo, Leon prese Kairi per mano e si avventurarono nella galleria che
avevano di fronte.
- Mi scusi, per caso c’è un tempio da queste parti?- chiese
Aeris ad una ragazza seduta su una panchina. - Un tempio? No, mi spiace, qui
non c’è proprio- rispose cordialmente quella. - Ah…va bene, la
ringrazio. Aeris sospirò e mise le mani ai fianchi. - Purtroppo pare che
non ci sia un santuario o un tempio qui… - Uhm, così le cose si fanno
complicate- disse Tidus guardandosi intorno. - Ci toccherà cercare a
casaccio… Si sentì un brontolio di stomaco soffocato. Tidus e Cloud si
voltarono automaticamente verso Aeris, la quale arrossì vistosamente. - C-che
avete da guardare? Non è niente! - Hai fame?- le chiese Cloud. - No! Cioè,
si…ma…- farfugliò lei, cercando la risposta adatta. Non le andava di fare sempre
la figura della rompiscatole. - Scusi, dove possiamo trovare un ristorante o
una locanda?- chiese Cloud a un passante. - Ah, no! Non dobbiamo fermarci
solo per colpa mia!- esclamò Aeris. - Infatti ho fame anche io- disse
Cloud. Aeris rimase shockata. Cloud che ammetteva una cosa del genere?
Lui? - Hanno detto che c’è una locanda a pochi metri da qui- disse lui. -
Allora andiamo a mangiare, su- disse Tidus, allegro. I tre entrarono nella
locanda indicata loro: era un posto molto carino, dai colori vivaci e molto
illuminato. Una ragazza vestita da cameriera si avvicinò loro e disse: -
Buongiorno. Desiderate? - Un tavolo da tre, grazie- rispose Tidus. La
ragazza indicò loro il tavolo e i tre presero posto, ordinando i piatti più
disparati. Quando finalmente ebbero finito, Aeris esclamò: Ahhh! Mamma, che
abbuffata! Peccato che Leon e Kairi non siano qui. Cloud guardò Tidus, che
improvvisamente era sbiancato. - Ehy Tidus, che hai?- gli chiese. Ma la
risposta arrivò indirettamente. La cameriera si avvicinò sorridendo al tavolo
e disse:- E’ stato di vostro gradimento? Cloud rispose subito: - Si, davvero
mol… Si interruppe. Lui e Tidus si guardarono simultaneamente. Porca
miseria, non avevano soldi! Ultimamente avevano sempre mangiato a sbafo… -
Signori, vi sentite bene?- chiese preoccupata la cameriera. - Oddio, forse
c’era troppo sale nella pasta! Glielo dicevo a Riff che era troppo… - No,
signorina, non è questo…- mormorò Tidus, che aveva cominciato a sudare. -
Ehy, che vi prende?- chiese Aeris. Non ricevendo risposta, si rivolse con un
sorriso alla cameriera. - Allora, quanto le dobbiamo? Tidus e Cloud
trattennero il fiato. Scema! Non aveva capito che erano al verde??! - Oh no,
signorina! Non dovete niente!- rispose la cameriera con un sorriso. “Come?”
pensarono allo stesso tempo Cloud e Tidus. - Offriamo sempre il pasto gratis
ai nuovi arrivati!- spiegò lei. - Ma scusi…come fa a sapere che…- cominciò
Tidus. - Si nota da come siete vestiti e da come vi comportate! Comunque,
arrivederci e tornate ancora! I tre uscirono dalla locanda ancora un po’
stupiti, poi Aeris disse: - La gente di questa città è davvero gentile! Cloud
annuì. In effetti l’aveva notato. Erano tutti cordiali e sereni. - Mi ricorda
tanto Nibelheim…- mormorò. - Come?- chiese Aeris. - Uh? No, niente…-
rispose subito lui. - Allora, visto che abbiamo pranzato ( tra l’altro
un’altra volta a sbafo) che ne direste di sbrigarci a cercare la pietra?- disse
Tidus.
-Allora, qui c’è un problema- disse Leon. - Ossia..?-
chiese Kairi, avanzando. Davanti ai due ragazzi si trovavano due
gallerie. - Come facciamo? Ci separiamo?- chiese la ragazza. - Neanche per
sogno! Sarebbe troppo rischioso. Vieni, andiamo di qua!- disse Leon, prendendo
la mano della ragazza e imbucando la galleria di destra. - Dovremo pur
sbucare da qualche parte, non credi?- disse. - Al limite se ci troviamo davanti
un vicolo cieco torneremo indietro. Kairi annuì e continuò ad avanzare
accanto a lui. Vicino a Leon si sentiva al sicuro da qualunque cosa… Ad un
certo punto avvertì qualcosa ed alzò il capo. - Leon…non senti niente?-
chiese. Leon restò un attimo in silenzio, concentrandosi, poi esclamò: -
E’…la pietra?! - Vuol dire che si trova qui?- chiese Kairi. - Non lo so…ma
la senti anche tu, vero? Vuol dire che non può essere lontana!- esclamò
Leon. - Allora andiamo a cercarla!- esclamò Kairi, entusiasta. I due
corsero lungo il corridoio, cercando di raggiungere al più presto l’uscita. La
presenza della pietra si faceva sempre più chiara… Improvvisamente Kairi
avvertì qualcosa di indistinto e disse:- Leon, aspetta..! Il ragazzo non fece
in tempo a voltarsi che il pavimento fu scosso da una grande vibrazione e
cominciò a tremare, finchè non crollò. - Kairi!- gridò Leon, allungando la
mano per afferrarla, ma i due furono separati dalle macerie che cadevano insieme
a loro...
Leon si svegliò di soprassalto e si guardò intorno. -
Kairi?- gridò, alzandosi. No, non era lì. Il crollo improvviso li aveva
separati. Chissà dov’era finita… Ora sentiva chiaramente le vibrazioni
emanate dalla pietra. Doveva essere vicina. Si guardò intorno. Era buio
pesto. Poi vide una figura indistinta davanti a sé. - Kairi?- chiese,
avvicinandosi. Ma la figura avanzò ancora, cosicchè Leon potè vederla
bene. Non era Kairi, era Yuffie. “Ma perché me la ritrovo sempre davanti?”
si chiese il ragazzo. - Che cosa vuoi?- esclamò, sbrigativo. Non aveva tempo
di giocare. - Che modi bruschi! Da quando si risponde così ad una ragazza?-
disse lei, scuotendo il capo. - Dov’è Kairi?- chiese Leon. - Chi?- fece
Yuffie, fingendo di non capire. - La ragazza che era con me! Dov’è?- chiese
di nuovo, alzando la voce. Yuffie fece una faccia scocciata. - Ah, il
nuovo Cavaliere, eh? Che t’importa di lei? Leon si avvicinò a lei e l’afferrò
per le braccia. - Rispondimi! Lei lo guardò negli occhi, poi disse: - Non
lo so. Non l’ ho provocata io questa frana. Si liberò lentamente dalla
stretta e avanzò, costringendo Leon ad arretrare contro la parete. -
Piuttosto, non mi hai ancora dato una risposta… Leon la fissò, con il ritmo
del cuore che si faceva sempre più veloce. Che razza di situazione! Ma perché
proprio a lui? Non era il momento! -Io… Fece per distogliere lo sguardo,
ma non gli fu possibile. Yuffie aveva premuto le labbra contro le
sue.
Kairi si trovò divisa da Leon, mentre cadeva nel
vuoto. Se fosse caduta da quell’altezza sarebbe certamente morta. Vide il
pavimento avvicinarsi sempre di più e le rocce frantumarsi al suolo. Non sapeva
che fare… Poi afferrò il ciondolo e gridò con quanto fiato aveva in corpo: -
VALFORE! L’enorme animale uscì in un lampo di luce, accogliendo sopra le sue
ali la ragazza e la portò sana e salva fino a terra. Kairi scese dal dorso
dell’uccello e lo abbracciò forte. - Fiuuu! Mi hai salvato la vita,
grazie! L’uccello gracchiò orgoglioso, poi si dissolse e tornò nel
ciondolo. Kairi si guardò intorno. Non sapeva dove si trovava, ma una cosa
era certa: si era allontanata dalla pietra. Non sentiva più la sensazione di
prima. - Sarà meglio trovare Leon- si disse e cominciò a camminare cercando
di percepire la sua pietra.
Yuffie teneva il ragazzo contro il muro e lo stava baciando
con passione. I pensieri di Leon erano confusi. Non aveva mai baciato
nessuno prima d’ora. Era una bella sensazione… Yuffie continuò a baciarlo
ripetutamente, con dolcezza, poi lentamente si spostò sul suo collo… Leon si
lasciò andare un attimo, chiudendo gli occhi, mentre il ritmo del cuore
accelerava… La ragazza continuò a baciarlo dolcemente sulle labbra e sul
collo, alzando la mano per sfilargli la giacca… Ma Leon riaprì gli occhi e la
staccò da lui. Aveva il respiro affannato e il cuore a mille. Se Yuffie
voleva confonderlo, c’era riuscita. - C-cosa diavolo fai?- farfugliò lui,
tutto rosso. Anche lei era arrossita. - Ti dimostravo i miei
sentimenti. - Questo lo avevo capito!- esclamò Leon. Non sapeva cosa dire.
Non capiva il suo comportamento… - Io ti amo, Leon. Cavolo, non poteva
sentirglielo dire. Lo confondeva ancora di più… - Ma cosa ti aspetti che io
faccia?!- esclamò Leon. Yuffie sorrise maliziosa. - Rispondimi,
no? Leon deglutì. Rispondere? Cosa doveva rispondere? Ma se non lo sapeva
neanche lui! Si sforzò di riflettere: lasciando perdere tutto il resto, cosa
provava lui nei confronti di Yuffie? Non la conosceva quasi per niente, ma
doveva ammettere che dalla prima volta che si erano incontrati l’aveva pensata
spesso. In realtà non gli era indifferente…però… D’un tratto il volto di
Kairi gli attraversò la mente. Come? Perché aveva pensato a lei? Ripensò
a quando l’aveva incontrata sull’isola, alle chiacchierate con lei, al suo
sorriso… Il cuore accelerò. Perché si sentiva così? In fondo, la
conosceva solo da un giorno. E poi quello che provava per Kairi era solo una
sorta di fratellanza, no? Oppure…quella era solo una scusa? Guardò Yuffie.
Aspettava una risposta. Quali erano i suoi veri sentimenti? Yuffie gli
piaceva. Tuttavia non era con lei che si sentiva caldo. Non era con lei che si
sentiva sé stesso… - Mi dispiace…- cominciò. - Ma io… Yuffie assunse
un’aria afflitta. Indietreggiò, abbassando lo sguardo. - No, non lo dire!-
esclamò, chiudendo gli occhi. - Yuffie… - No!- gridò lei, alzando lo
sguardo ferito, con gli occhi lucidi. - E’ per lei, non è vero? E’ per Kairi,
giusto? Ora aveva comiciato a piangere. Leon non sapeva dire se fossero
lacrime di tristezza o rabbia. - E va bene- disse alla fine, serrando i
pugni. Dietro di lei crollò una parete, rivelando una lucente pietra
gialla. - Ma quella..!- esclamò Leon. Yuffie afferrò la pietra con
decisione e disse: - Fra poco questa grotta crollerà. Se vuoi ritrovare la tua
Kairi, ti consiglio di farlo in fretta. Detto questo sparì nel nulla, e la
grotta cominciò a tremare. - Maledizione!- gridò Leon, tornando
indietro.
- Una grotta? - Esatto- rispose il ragazzo a cui si era
rivolta Aeris. - E’ in fondo alla città, laggiù. - Grazie- rispose
lei. Quando il ragazzo si fu allontanato, Cloud disse: - Mi pare che sia la
nostra sola possibilità. Ma i ragazzi non fecero in tempo ad avviarsi che un
potente fulmine colpì in pieno un palazzo, mandandolo a frantumarsi a terra tra
le fiamme. - Cosa diavolo è successo?- esclamò Tidus, guardando gli
altri. Intanto il terreno aveva cominciato a tremare. Ora le grida della
gente si facevano sempre più forti. - Non lo so, ma non mi piace- disse
Cloud, voltandosi. Sgranò gli occhi: una moltitudine di esseri neri stava
invadendo la città, saltando addosso alla gente e distruggendo ogni cosa. -
Ma cosa diavolo…?!- esclamò Aeris, indietreggiando. - Sono le stesse creature
che erano a Zanarkand!- esclamò Tidus. Aguzzando lo sguardo, vide in
lontananza la sagoma di un uomo, vestito di rosso e con la katana in vita. -
Ma quello è…- senza perdere un attimo, corse verso Auron, che lo guardava
avvicinarsi con un sorrisetto. - Tidus, aspetta, è pericoloso!- gridò Aeris,
ma un altro palazzo crollò a terra in fiamme, impedendo alla ragazza di
raggiungerlo. - Che cosa facciamo, Cloud?- esclamò la ragazza, voltandosi
verso l’amico. Tuttavia non vide nessuno. Cloud era sparito. - Cloud! Dove
sei?- gridò, facendosi strada fra i palazzi distrutti. Poi un potente fulmine
le cadde vicino e lei lo schivò per poco. - Ma cosa…- mormorò, alzando lo
sguardo. I suoi sospetti erano fondati. Davanti a lei c’era Lulu, in piedi
sopra un lampione. - Lo sapevo che c’eri tu dietro tutto questo!- esclamò
Aeris, con odio. - Poche chiacchiere e combatti!- esclamò Lulu, lanciandole
una magia di fuoco.
Leon corse a perdifiato, mentre la grotta crollava poco a
poco. - Kairi!- gridò più volte, cercando la compagna. Maledizione! Se non
la trovava presto sarebbero stati guai! Ad un certo punto sentì l’energia di
una pietra. - Kairi! Dove sei?- gridò. - Leon! Sono qui! Leon corse
verso la direzione da cui veniva la voce e la vide: Kairi stava correndo verso
di lui. - Kairi! Meno male, stai bene?- chiese, preoccupato. - Si, sto
bene…ma la grotta sta per crollare! Dobbiamo uscire in fretta!- rispose la
ragazza. Detto questo afferrò il ciondolo e chiamò Valfore. - Presto, portaci
fuori di qui!- gridò all’animale, mentre lei e Leon gli salivano sul
dorso. Valfore annuì e sfrecciò via in direzione dell’uscita. Finalmente
furono fuori dalla grotta, appena un attimo prima che questa crollasse
definitivamente. Ma lo spettacolo che si trovarono davanti non fu
piacevole. - Cosa diavolo sta succedendo?- chiese Kairi, guardandosi
disperata intorno. - Non lo so, ma sarà meglio trovare in fretta gli altri-
disse Leon, correndo verso il centro insieme alla ragazza.
Cloud corse attraverso le macerie dei negozi, incontrando
mostri dappertutto. Ancora loro… Un essere nero avanzò verso di lui,
entrando nel terreno e sbucando alle sue spalle. Cloud sfoderò la Buster
Sword e con un colpo secco colpì l’essere, che si dissolse in una nuvola
nera. Alzò lo sguardo: davanti a lui c’era la locanda presso cui avevano
pranzato prima. Ormai era in fiamme. Vide la giovane cameriera a terra,
bloccata dalle macerie, che cercava di divincolarsi. Gli occhi della ragazza
caddero su di lui, chiedendo disperatamente aiuto. - Resisti!- gridò Cloud,
correndo a più non posso per raggiungerla in tempo. Col volto rigato dalle
lacrime, la ragazza gli tese la mano e lui allungò la sua… Ma proprio mentre
stava per raggiungerla, una trave infuocata cadde a terra, ricoprendo ogni cosa
col fuoco. Cloud rimase lì impietrito, con il braccio ancora disteso, senza
riuscire a muoversi. L’intera città era in fiamme. E ancora una volta, lui
non aveva potuto fare niente. - Tutto questo ha un che di nostalgico…non
trovi? Cloud alzò la testa, in una smorfia d’odio. Sephiroth sbucò da
dietro il locale in fiamme, con la Masamune sporca di sangue. - Sephiroth…-
mormorò Cloud, stringendo i denti. - Tu… come hai potuto…ancora… Impugnò
con forza la Buster Sword e si lanciò con rabbia contro Sephiroth, che parò
l’attacco senza sforzo. - Perché sei così agitato, Cloud? - Sei un lurido
bastardo!- gridò il ragazzo, sferrando un altro colpo con la spada, stavolta
molto più forte. - Come hai potuto fare una cosa del genere?! Sephiroth
sorrise divertito, poi staccò la sua spada da quella di Cloud. - E me lo
domandi? Pensavo sapessi qual è il mio modo di fare. Cloud lo guardò pieno di
disprezzo e odio. - E dire che ti ammiravo… sei davvero un mostro… Senza
preavviso, Sephiroth scomparve dalla visuale di Cloud, per poi riapparire a
qualche centimetro da lui. - Hai ragione. Con una mossa fulminea alzò la
Masamune e colpì Cloud in pieno petto. Il ragazzo urlò di dolore e cadde a
terra contro il muro, con il respiro affannato, mentre il sangue scorreva a
terra. Sephiroth sfilò con freddezza la spada dal suo corpo e il ragazzo
gridò di nuovo, stringendo i denti per il forte dolore, poi l’avversario gli si
avvicinò e disse: - Sprechi il tuo tempo, Cloud. Non potrai mai battermi.
Faresti meglio a dimenticare Nibelheim. Ormai è acqua passata. Cloud si
sforzò di tenere gli occhi aperti e gli rivolse lo sguardo più sprezzante che
poteva. - Hai distrutto la mia città… hai ucciso Zack…e hai ucciso…anche
Tifa… COME PUOI PENSARE CHE POSSA DIMENTICARLO?! Con sforzo immane afferrò la
Buster Sword e con uno scatto perforò il braccio destro di Sephiroth. Colto
alla sprovvista, l’uomo indietreggiò, tenendosi il braccio sanguinante. - Non
cambi mai, Cloud- disse con un sorriso malvagio. - Ehy, Sephiroth- disse
Lulu, arrivata in quel momento. - Abbiamo la pietra. Sephiroth sorrise e
disse rivolto a Cloud: - Bene, direi che abbiamo finito. Per oggi ci salutiamo
qui, ok? Detto questo scomparve in una nube oscura, insieme ad Auron e
Lulu. Il fuoco avanzava verso di lui, ma Cloud non riusciva a muoversi. La
ferita al petto era di un dolore allucinante e il sangue cadeva a
fiotti. Ormai non riusciva più neanche a restare sveglio. Sarebbe morto
lì? Che macabra ironia… - Cloud! Il ragazzo alzò lo sguardo a sentire
chiamare il proprio nome. Chi era stato a chiamarlo? Vide una figura
avvicinarsi, ma aveva la vista appannata e non riusciva a distinguerla
bene… - Cloud! Oh mio Dio, stai bene?- chiese Aeris, chinandosi su di
lui. - A…Aeris?- mormorò lui. Dopodichè perse i sensi, cadendo tra le
braccia della ragazza.
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
a
Oddio, Dragon89, non chiedermi troppo!^^” Sinceramente
Vincent avevo molta voglia di mettercelo, ma non conoscendo il personaggio ed
essendo esauriti i ruoli… Giodan, mi dispiace!! Anke x me se non c’è Rinoa
Leon deve stare con Yuffie (anche se recentemente ho scoperto l’affinità che
lega Yuffie e Vincent…) ma la fanfic si è evoluta così… All’inizio si, la mia
idea era quella, ma poi una cosa dopo l’altra… Cmq Rinoa c’è ^^ Però non sta
con Leon…^^””” Solo una cosa: non linciatemi e continuate a seguire la fic, x
favore!
Final Fantasy Adventure Capitolo
11
Sephiroth se ne stava lì, seduto sull’erba appoggiato ad un
albero vicino alla città di Midgar. Si prese il braccio: la ferita non
smetteva di sanguinare. Ma non sentiva dolore. Forse era davvero un mostro senza
sentimenti. Ma non voleva pensarci. Tanto ormai era passato. Presto la
ferita sarebbe guarita e lui sarebbe tornato al suo castello. Nel frattempo
avrebbe riposato nascosto in quel bosco. Fece per chiudere gli occhi, ma li
riaprì subito, fissando davanti a sé. A pochi metri da lui c’era una
ragazza. Rimase sorpreso: non si sarebbe mai aspettato di vedere qualcuno in
un posto sperduto come quello. Ma soprattutto rimase sorpreso da lei: era
davvero una ragazza bellissima. Avrà avuto 19 anni, aveva lunghi capelli
scalati nero corvino, e due bellissimi occhi scuri. Aveva la pelle chiara e
uno sguardo dolce e delicato. Indossava una maglietta nera e una gonna corta
e azzurra, con sotto dei pantaloncini corti attillati neri; sopra aveva un
vestito azzurro lungo fino a terra aperto davanti e senza maniche; portava degli
scaldamuscoli ai polsi, anch’essi azzurri, e delle scarpe nere. Stava lì in
piedi e lo osservava per niente intimidita, senza dire una parola. - Chi
sei?- le chiese, seccato. La ragazza sorrise dolcemente e rispose: - Mi
chiamo Rinoa. - Rinoa. E cosa ci fa una ragazza nel bel mezzo di un bosco?-
fece lui, con un mezzo sorrisetto. - Abito nella città qui vicino. Ma non ti
ho mai visto qui…dovrei chiederti io cosa ci fai qui- rispose la ragazza con
tono tranquillo. Sephiroth non rispose. Si voltò dall’altra parte, aspettando
che la ragazza se ne andasse. Ma Rinoa non si mosse. - Si può sapere cosa
vuoi?- sbottò Sephiroth, spazientito. - Da dove vieni?- chiese lei, ansiosa
di saperne di più su quell’uomo misterioso. - Vengo da lontano. Adesso te ne
vai?- rispose Sephiroth in tono brusco. - Vabbè, se non vuoi dirmelo non
importa. Ma posso almeno sapere il tuo nome? Il tono della ragazza era molto
dolce. Sephiroth si voltò. Non voleva risponderle. Però c’era qualcosa in lei
che gli faceva uno strano effetto… - Sono Sephiroth- rispose infine,
guardando da un’altra parte. Rinoa sorrise, come soddisfatta da quella
risposta. Poi si avvicinò all’uomo. - No, ehi, adesso che vuoi?- fece
Sephiroth indietreggiando contro l’albero. Indietreggiando? Lui? Ma cosa diavolo
stava facendo? Rinoa si inginocchiò di fronte a lui e gli prese delicatamente
il braccio. - Ma tu stai sanguinando!- esclamò. - E’ solo un graffio,
guarirà presto- replicò Sephiroth. - Guarirà da sola? Non l’ hai neanche
bendata! Aspetta…- detto questo si strappò un lembo del vestito e iniziò a
fasciargli la ferita. - Guarda che…ti ho detto che non ce n’è bisogno!- fece
lui, paonazzo. Ma Rinoa non gli diede retta e continuò a medicarlo. Vista
da vicino era davvero bellissima…emanava un profumo molto dolce… Se qualcun
altro l’avesse trattato così, lo avrebbe ucciso senza esitazione. Allora
perché la lasciava fare? Prima di porsi una domanda troppo difficile per lui,
girò lo sguardo e si mise a fissare l’erba. Adesso si sentiva più leggero. Da
quando se ne era andato dal campo di battaglia di quella città, sembrava che si
fosse tolto di dosso un grande peso. Era strano. Qualche ora prima aveva
distrutto un’intera città e ora… Non sapeva spiegarlo. In certi momenti, gli
sembrava quasi di essere estraneo a sé stesso…ma adesso non era così. Si
sentiva bene, come tempo prima… - Ecco fatto- disse alla fine Rinoa. - Ora
è a posto. Ma come te la sei… La ragazza non potè terminare la frase che
Sephiroth si era già alzato. - Te ne vai?-gli chiese lei. Senza dire una
parola, l’uomo si voltò e sparì all’interno del bosco.
- Ehy, che vista da quassù, eh? - Attenta a non
cadere, piuttosto! Cloud raggiunse l’amica in cima al mulino, sul monte
Nibel, e si sedette accanto a lei. - Ahah! Ma per chi mi prendi? E poi, anche
se cadessi tu mi salveresti, vero? Il ragazzo sorrise. Poi i due si sedettero
schiena contro schiena. - Vedrai…Ti prometto che diventerò un Soldier di
Prima Classe! Ti aiuterò ogni volta che sarai in difficoltà, Tifa… - Ti
credo, Cloud… - Cloud..? Il ragazzo aprì lentamente gli occhi. -
Tifa..? Strizzò gli occhi e focalizzò la figura davanti a sé. Non era Tifa.
Ma era una persona altrettanto dolce… - Aeris? - Meno male, ti sei
svegliato!- sospirò la ragazza. - Come ti senti? Cloud cercò di alzarsi,
ma una fitta al petto lo costrinse a rimanere disteso. Si guardò intorno: era
in una stanza, su un letto. La sua ferita era stata fasciata. - Dove
siamo?- chiese. - Abbiamo attraversato un portale. Fortuna che siamo capitati
in un posto abitato, altrimenti te la saresti vista brutta! La mia magia sarebbe
servita ben poco…- rispose Aeris. Cloud sospirò. Si sentiva a pezzi. Che
razza di situazione… - E gli altri dove sono? - Tidus è andato a
recuperare un po’ di denaro…quanto a Kairi e Leon, saranno da qualche parte qui
fuori… - Ho capito… Il silenzio calò nella stanza. Cloud non era in
vena di parlare. Aveva ancora in testa le immagini della città in fiamme. -
Mi sembra un deja-vu…non trovi?- fece Aeris. - In che senso?- chiese Cloud,
guardandola. - Bhè…anche la prima volta che ci siamo incontrati eravamo nella
stessa situazione… Cloud sorrise. Era vero. Stessa identica situazione. -
Sai, mentre eri addormentato…hai nominato spesso una certa Tifa…- mormorò Aeris,
chiedendosi se era il caso di parlarne. Cloud rimase zitto e fissò il
soffitto. Forse era il caso di smetterla con i misteri…tanto a che
serviva? - Era una mia amica…- cominciò. Aeris alzò il capo,
sorpresa. Cloud si era forse deciso a rivelarle il suo passato? -
Vuoi…saperlo?- chiese Cloud. - Se te la senti di raccontare…- disse
dolcemente Aeris. - … va bene- disse Cloud. Aeris si avvicinò a lui,
pronta ad ascoltarlo. - La mia città natale si chiamava Nibelheim…- iniziò
lui. - Era una bella città, grande e popolata. Vivevo lì insieme alla mia amica
d’infanzia, Tifa. Eravamo cresciuti insieme ed eravamo molto legati. Aveva la
mia stessa età. Era una ragazza dolce ed energica. Un po’ come te-. Aeris
arrossì a quell’affermazione. Poi si riconcentrò sul racconto di Cloud. - Una
volta adolescente, decisi di arruolarmi come Soldier alla base militare della
Shinra. Avevo talento e presto divenni uno dei migliori. Fu proprio alla
Shinra che incontrai Zack…-. - Zack? - Si. Era un Soldier, come me. Ma era
molto più bravo. Il miglior soldier di prima classe che ci fosse alla Shinra. Io
ero un ragazzo abbastanza chiuso e non mi ero fatto amici nell’esercito. Era un
tipo testardo, esuberante, a volte un po’ troppo…ma potevi contare su di lui in
qualsiasi momento. Lui è stato il mio unico, migliore amico. Cloud tacque un
attimo, poi riprese più serio:- Poi, c’era anche il nostro
comandante…Sephiroth-. Aeris sgranò gli occhi. - S…Sephiroth? - Già-
rispose Cloud. - Tuttavia era una persona totalmente diversa. Era il generale
della nostra squadra. Era un tipo piuttosto esigente, eccellente
combattente, carismatico… era davvero una brava persona. Noi tutti lo
ammiravamo e rispettavamo, era un comandante eccellente. Era perché volevo
diventare come lui che decisi di arruolarmi. E’ sempre stato il mio
idolo. Probabilmente io e Zack siamo stati i suoi unici amici. Quando io e
Zack eravamo fuori servizio andavamo spesso a far visita a Tifa a Nibelheim, e
ci portavamo dietro anche lui. Eravamo davvero un gruppo affiatato. Tifa in
qualche modo riusciva sempre a farlo sciogliere, non so come… penso proprio che
gli stesse simpatica- Aeris rimase colpita dal tono di Cloud. Quando parlava di
quella Tifa lo faceva con molta dolcezza e malinconia… Evidentemente era una
persona particolarmente speciale per lui… Poi Cloud alzò il viso al soffitto
e sorrise tristemente: - Mi ricordo ancora le scappatelle che facevamo io e
Zack…Riusciva sempre a coinvolgere pure me, era una cosa incredibile. E tutte le
volte Sephiroth ci copriva, rischiando sempre di perdere il posto…ma tanto non
lo avrebbero mai licenziato, era troppo bravo. Vorrei tornare a quei
giorni…- Cloud riprese:- Poi, la Shinra cominciò a farsi sempre più
misteriosa. Ci affidavano missioni sempre più spesso e non si allargavano mai
troppo con i particolari. Sephiroth cominciò a diffidare dei capi alti e un
giorno venimmo a sapere che la Shinra stava indagando di nascosto su delle
faccende a Nibelheim. Sephiroth era molto sospettoso, e Zack ebbe la malaugurata
idea di andare a scoprire cosa c’era
sotto… **********************************************************
- Ma come diavolo ti è saltato in mente di scappare a quel
modo?- esclamò Sephiroth rivolto a Zack. - Eddaiii…chissà come ci sono
rimasti quelli là! E poi non eri tu che volevi investigare?- sghignazzò il
ragazzo dai capelli scuri e gli occhi azzurri. - Va bene, ma poi sono io
quello che ci rimette…- replicò Sephiroth, scocciato. - Tra l’altro…-
aggiunse. - MA PORCA MISERIA, SCAPPARE IN TRE SU UNA MOTO E’ STATA PROPRIO
UNA GENIALATA DEGNA DI TE!!! - Ohè Seph, non ti agitare che finiamo
sull’asfalto!- esclamò Zack. - Ehy Cloud, perché non dici niente?- disse il
ragazzo rivolgendosi all’amico dietro di lui. - Se non sbaglio a Nibelheim
c’è la tua amica, Tifa, giusto? Non sei contento di rivederla?- chiese
Sephiroth. - Non è questo il punto…- mormorò Cloud - …è che stare pressato
fra voi due non è proprio il massimo…
…
- Eccoci qua- disse Zack scendendo dalla moto, osservando il
paesaggio di Nibelheim. - Perché non andiamo da Tifa? - No! Siamo qui per
una missione, ricordi?- lo rimbeccò Sephiroth. - Ma Seph! Sarebbe un peccato
non approfittarne visto che siamo qui! E poi abbiamo tutto il tempo per visitare
quel reattore… Sephiroth osservò il reattore Mako in cima alla città. -
Quel posto mi dà una brutta impressione…Se non sbaglio era su quello che la
Shinra stava lavorando…- disse, quasi sottovoce. - Credo che darò subito
un’occhiata. Intanto voi potete prendervi una pausa. - Ma generale, non
sarebbe meglio andare tutti insieme?- disse Cloud. Sephiroth rimase un po’ in
silenzio, poi gettò un’ultima occhiata al reattore e si voltò verso i due
ragazzi: - In effetti il viaggio in moto mi ha un po’ scombussolato, meglio
fermarci un po’ prima. - Bravo, Seph! Così si fa! Penseremo al lavoro più
tardi, ok?- esclamò Zack, dando una pacca sulla spalla al generale. - Allora
si va da Tifa?- fece Cloud.
…
- Siete una cosa tremenda!- esclamò Tifa, appena vide i tre
Soldiers sulla porta di casa sua. - Ehy, ma non dovresti essere felice di
vederci?- replicò Zack. Cloud osservò l’amica. Si era fatta davvero bella,
era molto che non la vedeva. Lunghi capelli castano scuro le scendevano fino
alle cosce, grandi e belli occhi marroni spiccavano sul suo viso delicato di
ventenne. Indossava una maglietta bianca e una gonna corta nera. Cloud non
potè fare a meno di notare che anche il suo petto era parecchio cresciuto… -
Certo che sono felice, ma non mi aspettavo che per rivedermi avreste fatto una
fuga dal lavoro…Cloud, che guardi?- fece la ragazza. Cloud arrossì e disse:-
N-niente, è che…sei cambiata molto… - Bhè, anche tu sei molto cambiato,
Cloud…- disse dolcemente Tifa. - Ad ogni modo, se continuate a fare così
state certi che vi licenzieranno… Zack avvicinò il viso a quello della
ragazza e sorrise: - Non possono licenziarci, siamo troppo bravi! - Vi
prenderete lo stesso una bella strigliata!- replicò lei. - Cloud! Ma perché
devi sempre assecondarlo in tutto ciò che fa? Il ragazzo si limitò a
sorriderle. - Bhà, peggio dei bambini…- sospirò Tifa. - Accidenti Seph, ma
non sei il loro generale? - A volte me lo chiedo anch’io, in effetti…-
mormorò Sephiroth, grattandosi la testa. La ragazza sorrise dolcemente e
disse:- Comunque mi fa piacere rivedervi. - Ehy, sono quasi tre anni che non
ci vediamo, non bisognerebbe festeggiare?- esclamò Zack, dirigendosi spedito in
cucina. - Ehy, giù le mani dal frigo! Guarda che non sei mica a casa tua!-
esclamò Tifa, seguendolo. - Come sei crudele, questi tre poveri Soldier hanno
affrontato la furia dei capi della Shinra per venire a salutarti, e tu è così
che li ringrazi? - A me risulta che siate scappati, piuttosto… e non penso
proprio che abbiate fatto tutta questa strada solo per venire da me… - Oh, su
questo ti sbagli, cara Tifa!- esclamò Zack, prendendo sottobraccio Cloud. -
E’ vero, siamo in missione (chiamiamola così), ma questo ragazzo qui moriva
dalla voglia di vederti, così… Tifa arrossì leggermente. - Davvero? Cloud
si sentì chiamare in causa e disse arrossendo:- B-bhè, mi sei mancata molto in
questi anni, Tifa… La ragazza arrossì voltando lo sguardo, il ragazzo idem;
così cadde un silenzio imbarazzante. - Allora, un paio di birre?- fece
Zack. - Zack!- esclamò Sephiroth. - Vabbè dai, faccio io- disse Tifa,
tirando fuori dal frigo tre birre. - Eeeehy, sembra quasi che tu ti sia
organizzata…- fece Zack accettando la bibita. - Non dire sciocchezze…- disse
Tifa, porgendogli la birra. Cloud sorrise. Tifa aveva mentito
spudoratamente… - Su, festeggiamo!- gridò Zack, alzando il boccale di
birra. - Ehy, vedete di non ubriacarvi però, sennò dopo chi vi sente!-
esclamò la ragazza. -Mia cara ragazza, noi Soldier reggiamo benissimo
l’alcool!- replicò Zack, bevendo d’un fiato.
…
- Un’altraaa!- esclamò Zack, ubriaco fradicio. - Zack, ne hai
già bevute otto!- esclamò Cloud. - E allora? Seph shta a quota quindishi!
Hic!- replicò il ragazzo. - Shi, ma a differenza di te, non shono ancora
ubriaco!- esclamò Sephiroth, che invece era completamente andato. - Siete
ubriachi tutti e due…- fece Tifa, guardando i due Soldier. - Ah, shi? Allora
facciamo a chi beve di più!- esclamò Zack, appoggiando il boccale vuoto affianco
al suo comandante. - Ci shto! Ma poi non dirmi che ti shenti male!- replicò
Sephiroth, riempiendo il boccale. - Fa impressione vedere il generale in
quelle condizioni…- mormorò Cloud. - Sono senza speranza…- fece Tifa. Dopo
poco gli amici crollarono a terra addormentati, dopo aver bevuto la
quattordicesima birra per Zack e la ventesima per Sephiroth. - Sentili
quando si sveglieranno, che sbornia…- disse Tifa, non senza una nota di
divertimento. Cloud si mise a ridere immaginando la scena e Tifa gli
sorrise. - Era tanto che non ti vedevo ridere, sai? - Bhè, credo di essere
stato un po’ contagiato da Zack- sorrise lui. Tifa si sedette accanto a
Cloud, appoggiando la testa sulla sua spalla. - Mi fa davvero piacere
rivederti…quanti sono, tre anni che non ci vediamo? - Già, più o meno…-
rispose il ragazzo. - Come te la sei passata? - Bene, bene!- esclamò Tifa. -
Che credi, so cavarmela da sola! Però mi sei mancato molto, lo ammetto… Cloud
non potè trattenere un sorriso. Anche a lui faceva piacere rivedere Tifa dopo
tanto tempo. Si sentiva così caldo con lei… - Bhè, vado a preparare la cena.
Immagino che quei due avranno fame quando si sveglieranno…- disse Tifa dopo un
po’, alzandosi lentamente. Cloud annuì e vide la ragazza avviarsi verso la
cucina. Poi il suo sguardo cadde sui suoi amici che dormivano beatamente a
pancia in su sul tappeto. Era la prima volta che Cloud vedeva Sephiroth
ridotto in quel modo. Se l’avesse raccontato, non ci avrebbe creduto
nessuno…
…
- Ehy Cloud, che ne dici di andare a farci un giro? - disse
Zack, che si era svegliato da poco. - Ma…un giro dove?- chiese il
ragazzo. - Ehy, devo smaltire questa sbornia tremenda… - gli disse Zack più
sottovoce. - Seph, vuoi… - No, grazie. Credo che rimarrò buono per un po’, ho
ancora lo stomaco sottosopra- replicò l’uomo prima che gli fosse posta la
domanda. - Comunque, non metteteci troppo o la cena si raffredda. Ho cucinato
io^^- disse Tifa. - Oh, allora ci impegneremo a tornare più tardi possibile…-
rispose Zack, avviandosi lentamente verso la porta. - Zack!- esclamò Tifa,
tirandogli un cuscino in piena faccia. - Scherzavo, scherzavo…- si scusò
lui. Poi Zack uscì e accese la sua moto nera, caricandosi la sua Buster Sword
sulle spalle. - Dai Cloud, spicciati! Cloud si diresse verso l’amico, ma
Tifa lo trattenne un attimo. - Ehm…aspetta- gli disse, porgendogli un
pacchetto. - C’è dentro la cena. Tanto immagino che tornerete tardi… -
Ah…Grazie, Tifa- sorrise Cloud, accettando il pacco. Tifa arrossì
leggermente, senza darlo a vedere, poi Cloud salì sulla moto insieme a
Zack. - Bhè, allora ci vediamo!- la salutò Zack con un mega sorriso. Cloud
la salutò sorridendo e lei li seguì con lo sguardo finchè non scomparvero dalla
sua visuale. - E tu cosa vuoi fare, Seph?- chiese la ragazza al
generale. Sephiroth non rispose subito, poi si avviò verso la porta di
casa. - Scusami, ma proprio non ho fame. Veramente vorrei controllare una
cosa…
…
-Ehy Zack, hai la minima idea di dove andare?- gli chiese
Cloud. - Uhm…veramente no, ma intanto godiamoci la brezza, che ne dici?-
rispose l’amico, sorridendo come sempre. Detto questo accelerò a gran
velocità e per poco Cloud non cadde dalla moto. -Zack! Sta’ più attento,
rallenta!- gli gridò Cloud, cominciando a sudare freddo. - Cosa? Ma si,
acceleriamo!!! - esclamò Zack esaltato, aumentando la velocità in modo
spropositato. - No, che hai capito?! Zack! RALLENTAAA!!!
…
- La prossima volta…che ti fai prendere la mano…in quel modo… ti
affetto, hai capito?- mormorò Cloud, sedendosi a terra, ancora sottosopra. -
Ehh, è stato divertente!- disse Zack. - Mi sono sentito davvero libero!
Sfrecciare per la strada deserta con il vento che ti scompiglia i … -
Divertente?!- esclamò Cloud, guardandolo con sguardo omicida. - Eheh…è vero,
tu non sei abituato a queste cose…- si scusò Zack. - Si vede che la sbronza
non ti è ancora passata del tutto…- fece Cloud. Il ragazzo bruno si guardò
intorno. Si trovavano in un prato vastissimo e deserto. - Direi che abbiamo
trovato il nostro “best place”- disse. Zack si avvicinò alla moto e prese la
sua Buster Sword lì posata. - Che ne dici di allenarci un po’?- domandò
all’amico. Cloud sorrise e gli disse: - A quest’ora? E poi fino a quattro ore
fa eri ubriaco fradicio! - Eh, quello non è un problema! Dai, un duello
veloce! Cloud sospirò e si tirò in piedi, prendendo la spada. - Stavolta
ti batto, capito?- gli disse, mettendosi in posizione. Zack alzò la Buster
Sword e disse:- Vedremo.
…
- Mamma, che stanchezza!- esclamò Zack, crollando a
terra. Cloud si sedette sull’erba, col fiatone. -Sei migliorato un bel
po’, sai Cloud? Il ragazzo lasciò cadere a terra la spada e sbuffò: - Non
ancora da sconfiggerti, però… Zack si tirò su e gli diede una pacca sulla
spalla. - Credo che anche migliorando non ce la faresti mai^^. - Che
modestia, eh?- disse Cloud. Zack fece spallucce e prese un arancio dal
sacchetto che aveva in tasca. - Le ho prese in prestito dalla cucina di Tifa-
spiegò facendo un morso. Cloud sorrise e prese il pacchetto donatole dalla
sua amica. - Ehy, non vale! Perché a te ha fatto il pacchetto della cena?-
esclamò Zack, vedendolo. - Ma non dicevi che la sua cucina è terribile?- rise
Cloud, aprendo il pacchetto. - Tsk, non è questo il punto!- spiegò l’amico. -
Se questo l’ ha preparato solo a te vuol dire che c’è sotto qualcosa. Cloud
divenne tutto rosso e si volse verso l’amico. - Cosa dovrebbe esserci?!-
esclamò. Zack scosse la testa e disse:- E’ proprio vero che di donne tu non
sai niente… - Invece tu sei parecchio informato, eh?- replicò Cloud,
sarcastico. - Per tua informazione, il sottoscritto è già fidanzato! Ho un
po’ di esperienza in questo campo- sorrise Zack, soddisfatto. Cloud sospirò e
diede un’occhiata al suo pranzo. Frittata, wurstel e riso…quest’ultimo attirò
la sua attenzione. La salsa del riso era disposta a forma di cuoricino.
Cloud arrossì, senza però scomporsi. Guardò quel cuore di salsa col
batticuore, senza muoversi, come se anche un piccolo gesto potesse
distruggerlo… - Allora avevo ragione. Cloud tornò alla realtà e si scansò
di colpo, rosso come un peperone. - Z-Zack… - Visto? Il mio sesto senso
non sbaglia!- esclamò trionfante l’amico, indicando il cuore di salsa. - Che
pensi di fare, Cloud?- gli domandò. - Immagino che anche tu le voglia bene, è
così? Cloud arrossì, senza rispondere. Zack ridacchiò, poi si rimise in
piedi. - Eh…dai, non fare il timido…su, torniamo a casa così le racconti
tutto… - M-ma raccontare cosa?!- esclamò Cloud, tirandosi su. Zack gli
rivolse uno sguardo come a dire “guarda che ti fai troppi problemi” e salì sulla
moto. Cloud sospirò e salì anche lui. - Perché non ti preoccupi della
tua, di ragazza? Zack sorrise, mettendo in moto. - E di che
dovrei preoccuparmi? Lei mi adora.
…
La moto si avvicinava sempre di più a destinazione e tra poco
Cloud e Zack sarebbero stati a Nibelheim. - Preparati psicologicamente,
novellino!- gli disse Zack. Cloud gli rivolse uno sguardo esasperato. - Ma
pensa a guid… La frase gli morì in gola. Dalla città in lontananza si
stava alzando del denso fumo grigio, mentre il paesaggio andava man mano a
colorarsi di rosso fuoco. - Ma che diavolo..?!- esclamò Zack a quella
vista. Accelerò e si diresse più velocemente possibile verso la
città. Appena le furono davanti, i ragazzi rimasero pietrificati. L’intera
città era in fiamme. Le case, i negozi, le persone…stava tutto
bruciando. Degli strani esseri neri vagavano per la città, assalendo le
persone. - Ma cosa è successo qui?- mormorò Zack, osservando il
paesaggio. Cloud non perse tempo e si lanciò tra le fiamme. - Tifa! -
Aspetta, Cloud!- gli gridò Zack. Fece per seguirlo, ma una figura non lontano
attirò la sua attenzione. Un uomo, dai capelli lunghi argentati, con la lunga
spada insanguinata in mano. - Sephiroth?!- esclamò Zack. Il ragazzo corse
verso il generale, col fiato in gola. - Sephiroth! L’uomo si voltò verso
il ragazzo, con un’espressione che Zack non aveva mai visto sul suo
viso. Sadismo. Odio. Pazzia. Indescrivibile a parole. - Seph, cos’è
successo qui?- chiese Zack, temendo già la risposta. L’uomo lo guardò in
volto e leccò il sangue che scorreva lungo la sua Masamune. - Niente. Ho
fatto un po’ di pulizia- rispose calmo. - Seph, ma che diavolo dici?- esclamò
Zack, portando alla mano la Buster Sword. - Sei stato tu a fare questo?! -
Perché? Ho sbagliato, forse?- rispose Sephiroth, alzando la spada. - Ho
sbagliato a eliminare qualche indegno essere umano? Zack alzò la Buster Sword
davanti a sé. - Cosa diavolo ti è preso, Sephiroth?! Non ti riconosco più!
Che diamine… - Gli esseri umani non sono degni di calpestare questa terra.
Ora metterò tutto a posto… Zack si lanciò contro Sephiroth, che parò
l’attacco senza sforzo. - Non dire scemenze! Ti rendi conto di ciò che
fai?! Sephiroth squadrò il ragazzo con occhi di ghiaccio. -
Stolto.
…
Cloud corse tra le fiamme, dirigendosi verso la casa
dell’amica. Quando finalmente arrivò, la trovò in fiamme. - Tifa!!- gridò,
buttando giù la porta. Guardò dentro la casa, ma della ragazza neanche
l’ombra. C’erano solo macerie e fiamme. - Cloud! Il ragazzo si girò. Un
uomo stava correndo verso di lui. - Cos’è successo qui? Dov’è Tifa?- gridò
Cloud. - E’ stato Sephiroth!- esclamò l’uomo. - E’ stato quel demonio a fare
tutto questo! Cloud restò paralizzato dalla risposta, poi gridò: - Non dire
idiozie, non può essere! - Invece è così!- esclamò il vecchio. - Quell’uomo
ha bruciato la città e poi ha evocato quelle strane creature che hanno
cominciato a uccidere gli abitanti! - Non può essere…- mormorò Cloud. -
Tifa è andata al reattore! Cloud sembrò risvegliarsi a
quell’affermazione. - Al reattore Mako?- esclamò Cloud. - Ma perché? -
Non lo so, ragazzo! Ma devi raggiungerla subito! Anche Sephiroth vuole andare
là, la ucciderà sicuramente! Senza perdere tempo, Cloud corse via. Non
capiva più niente… Perché Sephiroth aveva fatto una cosa del genere? Non era da
lui! Assolutamente! Sephiroth non poteva essere cambiato così
all’improvviso! E Tifa…perché era andata al reattore? Arrivò in piazza e
si guardò intorno. Era tutto in fiamme ed era pieno di cadaveri a
terra. Provò una stretta al cuore a vedere la sua città natale ridotta
così. Alzò lo sguardo verso la scalinata che conduceva al reattore Mako:
Sephiroth era lì, pronto ad entrare. - Sephiroth!- gridò, correndo verso di
lui. Però non riuscì a muoversi. Il cuore gli si fermò. A pochi passi da
lui c’era Zack, a terra, in un lago di sangue. - ZACK!!! Cloud si lanciò
immediatamente verso l’amico e si inginocchiò accanto a lui. - Zack! Ehy!
Rispondimi, Zack! Cloud scosse lievemente il braccio del compagno, con gli
occhi lucidi per la rabbia e l’angoscia. Cosa diamine era successo? Zack
riaprì gli occhi e lentamente voltò lo sguardo verso Cloud. Aveva il viso
sporco di sangue, vari tagli e un grande squarcio alla pancia. Cosa gli era
successo mentre lui non c’era? - Zack! Grazie a Dio! Come ti senti?- esclamò
Cloud. - Un… vero schifo…- mormorò l’amico. - Ma che ti è successo?-
chiese Cloud, osservando le ferite del ragazzo. Zack tossì un paio di volte,
poi sospirò e disse:- Sephiroth. Sephiroth. Prima la città, e ora…come aveva
potuto? - Dannazione!- esclamò Cloud, battendo un pugno a
terra. Dannazione, dannazione… Cosa diavolo poteva fare ora? - Ehy…- fece
Zack rivolto all’amico - Seph è andato al reattore. Se non ti sbrighi, Tifa se
la passerà male. - Ma…come posso andarci, adesso?- ribattè Cloud. - Non
posso mica abbandonarti qui! Zack sorrise, poi tossì forte, sputando
sangue. - Adesso non mi sembra il momento…di pensare a sciocchezze come
questa…- disse, allungando la mano verso la sua Buster Sword. - Devi andare a
salvare Tifa. Cloud scosse violentemente la testa, trattenendo le lacrime a
stento. Aveva voglia di piangere, di urlare… Però non poteva. - Tieni
questa- disse Zack, porgendogli la sua spada. - Trattala bene, ok? Cloud
guardò in faccia l’amico, poi afferrò la spada e si alzò. Rimase un attimo
fermo, stringendo l’impugnatura della spada. Zack rimase a terra, mentre la
pozza di sangue intorno a lui si allargava. - Cazzo, fa un male cane…-
mormorò, stringendo i denti. - Ehy, Cloud...Fallo a pezzi. Cloud annuì,
poi chiuse gli occhi e si voltò, correndo verso il reattore, senza guardare
indietro.
…
Spalancò la porta d’entrata e cominciò a salire in fretta le
scale. “Spero di essere ancora in tempo…” Finalmente arrivò nella sala
centrale. Sephiroth era lì, insieme a Tifa. - Tifa!- gridò Cloud,
raggiungendoli. - Cloud!- La ragazza era a pochi metri dal nemico e sembrava
stesse nascondendo qualcosa. Sephiroth si voltò verso Cloud, che aveva
impugnato la Buster Sword. - SEPHIROTH!- gridò lui, lanciandosi verso
l’avversario. L’uomo si voltò di scatto e parò l’attacco, facendo arretrare
il ragazzo. - Perché sei venuto qui al reattore?- gridò Cloud. - Perché?-
fece Sephiroth, voltandosi verso Tifa. - Tu non sai cosa c’è qui,
vero? Cloud allentò la presa dell’arma, sorpreso. -
Cosa..? Approfittando dello smarrimento del ragazzo, Sephiroth si lanciò
verso di lui con uno scatto fulmineo. Cloud se ne accorse troppo tardi e non
fece in tempo a difendersi che la Masamune di Sephiroth gli aveva trapassato il
petto. - CLOUD!!! - gridò Tifa. Sephiroth sfilò lentamente la Masamune dal
corpo del ragazzo, che cadde a terra sanguinando copiosamente. Gridò di
dolore, sputando sangue, la Buster Sword poco lontano da lui. - Voi umani
siete davvero stupidi- commentò Sephiroth. - Sei un mostro!- gridò Tifa. -
Perché fai tutto questo?! Sephiroth avanzò lentamente verso di lei, finchè
non le fu davanti. - Dovresti averlo capito- disse. - Voglio ciò che è
nascosto qui. Ciò che tu stai proteggendo. Cloud si mise a fatica in
ginocchio, tenendosi la ferita sanguinante e osservò la scena senza riuscire a
muoversi. Poi Sephiroth alzò la Masamune contro la ragazza, che non accennava
a muoversi. - Tifa!- gridò Cloud. La ragazza guardava Sephiroth dritto
negli occhi, con sguardo determinato. - Ma che ragazza coraggiosa…- fece
Sephiroth - Ma prenderò lo stesso ciò che voglio. Detto questo, trapassò la
ragazza con la spada. - NOOOOOOOOOOOO!!! - gridò Cloud con quanto fiato aveva
in corpo. Tifa cadde a terra con un tonfo e Sephiroth ruppe la teca di vetro
dinnanzi a lui. - Finalmente…- disse, osservando le dieci pietre splendere
all’interno della teca. - SEPHIROTH! Senza preavviso, Cloud trafisse
Sephiroth con la sua Buster Sword. - Tu hai distrutto ogni cosa…hai
incendiato il mio villaggio…hai ucciso Zack…e ora Tifa! Colto alla
sprovvista, l’uomo restò fermo, mentre Cloud riestraeva la spada dal corpo
dell’avversario. - Io ti rispettavo…e ti ammiravo, ma… Sephiroth si rimise
lentamente in piedi, mentre il sangue colava dalla ferita. Fissò le dieci
pietre davanti a lui, poi afferrò la Masamune. - Non è ancora
finita! Sephiroth si lanciò contro Cloud con impeto e il ragazzo parò a
fatica l’attacco. Anche se era ferito mortalmente, l’avversario attaccava con
forza e rabbia tali che Cloud non riusciva a tenergli testa. La ferita gli
faceva malissimo e aveva perso tantissimo sangue. Con un colpo di spada,
Sephiroth inchiodò Cloud a terra e gli puntò contro la Masamune. - Il gioco è
finito, ragazzino. Improvvisamente, la teca con le dieci pietre emanò una
luce fortissima, che abbagliò sia Cloud che Sephiroth. - Ma…che diavolo..?-
Sephiroth si coprì gli occhi con il braccio, accecato dall’immensa luce. Poi
una potente onda d’urto lo sbalzò da terra e lo fece precipitare nel
vuoto.
…
Dopo poco, la luce finì. Cloud riaprì a fatica gli occhi e
guardò la teca: le pietre non c’erano più. Al loro posto c’era invece un
grande buco nero. Cloud si guardò intorno: anche Sephiroth era
sparito. Tentò di alzarsi, ma la ferita sprizzò sangue e lo costrinse a
rimanere a terra. Cloud guardò davanti a sé: anche se la vista gli si stava
offuscando, riusciva ancora a distinguere la figura di Tifa distesa a
terra. Strisciò lentamente verso di lei, tenendosi la ferita che gli faceva
sempre più male. Si inginocchiò accanto a lei, privo di forze, e le accarezzò
lentamente la guancia con la mano, ormai sporca di sangue. - Tifa…-
mormorò. La ragazza lo guardò con gli occhi socchiusi e sorrise
lievemente. Una grande macchia di sangue le macchiava il petto. -
Cloud… - Sei venuto ad aiutarmi…come mi avevi promesso… - Sono arrivato
troppo tardi…perdonami…- mormorò Cloud. Tifa prese la mano del ragazzo e
scosse la testa. - No…ti ringrazio… Tacque un istante, chiudendo gli occhi
e sospirando, poi li riaprì. - Quelle erano le dieci pietre. Immagino…che tu
sappia cosa siano…vero? Cloud annuì lentamente, fissando la ragazza. -
Hanno un enorme potere…finora sono state custodite qui…per questo la città è
sempre stata così fiorente…- disse Tifa. - Ora…sono sparite in dieci mondi
diversi. Sephiroth le starà sicuramente cercando. Cloud…devi trovarle prima tu.
Promettimelo… - Te lo prometto…- disse Cloud, stringendo la mano della
ragazza che sentiva sempre più debole. - Quel portale…se lo
attraversi…raggiungerai l’inizio del tuo viaggio… Cloud strinse forte la sua
mano, con gli occhi lucidi. - Non sarai solo…Troverai altri Cavalieri della
Luce, Cloud… - Tifa… La ragazza lo guardò con sguardo dolce, sfiorandogli
il viso con la mano, mentre le lacrime presero a scenderle lungo le guance. -
Io avrei voluto restare sempre con te, Cloud… Anche dagli occhi del ragazzo
cominciarono a cadere lacrime. Ora ne aveva il diritto. Cercò di dirle
qualcosa, ma non gli uscì la voce. Tutto ciò che potè fare fu stringerle la
mano, mentre vedeva la donna a cui teneva più di ogni altra cosa spegnersi
davanti ai suoi
occhi. **********************************************************
Aeris rimase ferma in silenzio, finchè Cloud non ebbe finito di
raccontare. - Bhè, questo è quanto. Adesso sai tutto- disse il ragazzo,
fissando il soffitto. Aeris socchiuse gli occhi e guardò Cloud. - Non lo
immaginavo…mi dispiace… Rimasero un po’ in silenzio, senza sapere cosa dire o
fare. Adesso Aeris si sentiva in colpa. Per avergli chiesto di raccontargli
qualcosa di doloroso, e per quello che provava per lui. - Io…mi
dispiace. Fu l’unica cosa che riuscì a dire. Cloud fissò la ragazza
accanto a lui, poi disse: - Per quanto possa essere doloroso, ormai è
passato. -Avevo deciso di non legarmi più a nessuno per paura di perdere
ancora qualcuno di importante… Stavo reprimendo i miei sentimenti per paura di
soffrire ancora. Cloud guardò Aeris con un’espressione che lei non gli aveva
mai visto in volto. Un’espressione molto dolce. - Questo vale anche nei tuoi
confronti. Aeris si sentì battere forte il cuore. Non sapeva se era ciò che
si aspettava di sentire da lui, ma era felice. Aeris non era in grado di
esprimere a parole ciò che provava, ma Cloud poteva capirlo dal suo
sguardo. Ora entrambi erano sicuri l’uno dei sentimenti dell’altra. Cloud
avvicinò il volto a quello di Aeris e la baciò, dolcemente, quel bacio che non
aveva mai dato in vita sua.
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
a
Rieccomi! Scusate il ritardo, ma ora che è ricominciata la
scuola è una tragedia!XD Dragon89, sono contentissima che la fic ti piaccia!
(L’avrò ripetuto un sacco di volte ormai, ma sono proprio contenta!^^) Spero
che continuerai a seguirla, ormai siamo quasi alla fine…
Final Fantasy Adventure Capitolo
12
Sephiroth uscì finalmente dal bosco e si diresse in
città. Era un po’ confuso: la ragazza che aveva incontrato il giorno prima lo
aveva perplesso. Bella, gentile… ma ciò che veramente lo aveva colpito è che
non aveva avuto paura di lui. Al contrario, l’aveva avvicinato e soccorso di sua
iniziativa. Curioso. Lui, l’angelo della morte, aveva sempre suscitato un
senso di terrore e odio in chi incontrava. Con Rinoa non era stato
così. “Se avesse saputo chi sono, sarebbe scappata senza esitazione”
pensò. Scosse la testa, come a cancellare quei pensieri. Perché ci
pensava? Cosa gliene importava, dopotutto? Niente. Un bel niente. Tanto,
non l’avrebbe neanche mai più rivista. Mentre era perso nei suoi pensieri, si
ritrovò nella piazza della città. Tanto era assorto in quelle riflessioni che
non si era accorto di aver proseguito così tanto. Tra l’altro c’era un sacco
di gente. Doveva esserci una qualche festa popolare, o qualcosa di simile,
perché c’erano addobbi e gente allegra per tutta la via. Cavolo. Perché
diavolo era venuto lì? - Oh, chi si rivede! Sephiroth si fermò. Quella
voce gli era familiare. “ No dai, non è possibile…” pensò, girandosi verso
chi gli aveva rivolto la parola. Non si sorprese più di tanto. In un certo
senso se l’aspettava. - Sephiroth, vero?- disse la ragazza. - E tu sei
Rinoa. La ragazza gli sorrise, come compiaciuta che avesse ricordato il suo
nome. Sephiroth sospirò. In effetti lei gli aveva detto che abitava in quella
città, quindi era ovvio che lì l’avrebbe rincontrata… Un lampo passò per la
mente di Sephiroth, mentre ci ripensava. “ No…questo non c’entra niente” si
disse. - Anche tu qui per la festa, eh? La voce di Rinoa lo riportò alla
realtà. - Come? - Per la festa del paese. Anche se in realtà non credevo
che tu fossi quel genere di persona…- disse Rinoa, voltandosi a guardare la
piazza brulicante di gente. - Infatti non sono qui per questo. Detto ciò,
Sephiroth voltò le spalle alla ragazza e fece per allontanarsi, ma Rinoa lo
prese per un braccio. - Cosa vuoi?- esclamò lui, seccato. - Bhè, tanto
ormai sei qui…- disse lei - …perché non resti?
Leon e Kairi erano seduti sulla panchina fuori dall’ospedale
dov’erano Aeris e Cloud, mentre Tidus era andato in giro a guadagnare qualche
informazione e qualche soldo, per evenienze future. - Aeris è lì da un po’,
eh?- fece Kairi. - Già…- rispose Leon. I due rimasero in silenzio. Leon
non era dell’umore giusto per parlare. Prima di tutto, Cloud era stato ferito
a morte e per poco non ci lasciava le penne; in più non era stato in grado di
evitare che Yuffie prendesse la pietra, senza contare che la situazione con lei
si era chiusa nel modo peggiore. Ok, erano nemici, ma non voleva ferirla
così. La cosa peggiore era che al momento neanche lui era sicuro dei suoi
veri sentimenti. A Yuffie aveva risposto così per via di Kairi? Ma lui
l’amava davvero? Il suo legame con lei finora era stato in qualche modo solo
fraterno e probabilmente anche lei la pensava così. Leon con lei stava bene, ma
non riusciva a fare del tutto chiarezza su quello che provava veramente. Se
le avesse confessato qualcosa come l’essere innamorato di lei, avrebbe potuto
perdere quel legame che finora li aveva uniti? A questo punto, era meglio
lasciare le cose come stavano. Kairi voltò lo sguardo verso il ragazzo seduto
accanto a lei, poi tornò a fissare il pavimento. Evidentemente Leon era giù
di morale. Che gli fosse successo qualcosa mentre erano stati separati in
quella grotta? Fissò il volto del ragazzo, che evidentemente aveva altro a
cui pensare che badare a lei. Kairi arrossì lievemente. Forse si era
innamorata di lui fin dal loro primo incontro. Sarà stato l’aver incontrato
qualcuno dopo tanto tempo… Adorava il suoi capelli, castani e lucenti, lisci
e morbidi… amava i suoi occhi, verdi e profondi, nei quali si era sempre persa
senza che lui se ne accorgesse. E la sua pelle, chiara come la neve… Amava
tutto di lui. Quando parlava con lui, quando scherzavano, anche quando si
arrabbiava… lui le piaceva molto. Ma lui non la ricambiava. Era senz’altro
così. In fondo, forse per Leon lei non era altro che una ragazzina… Ma
dopotutto, a Kairi bastava poter stare accanto a lui, anche se non nel modo che
avrebbe voluto lei. Lo scricchiolio della porta destò entrambi dai loro
pensieri. Aeris uscì, insieme a Cloud. - Cloud, come stai?- chiese
Kairi. - Come nuovo. Aeris mi ha aiutato con la sua magia- rispose il
ragazzo, guardando Aeris. Lei gli sorrise dolcemente. “ Cos’è questa
strana atmosfera? ” pensò Leon perplesso. “ Che è successo mentre erano là
dentro? ” - A proposito, Tidus ancora non è tornato?- chiese Aeris. -
Eccomi!! I quattro si voltarono verso il ragazzo, che li aveva appena
raggiunti. - Trovato niente?- chiese Cloud. - Bhè, intanto ho guadagnato
qualcosa…- iniziò Tidus - Poi ho saputo che in questa città c’è un
santuario. - Davvero?- esclamò Leon. - Si. Ma è parecchio lontano da qui
ed è molto antico. - Ok, allora andiamo!- esclamò Aeris. I ragazzi si
avviarono, ma prima che Tidus li seguisse Kairi gli chiese: - Come hai fatto a
guadagnare? - Ah, no niente…- rispose Tidus - ho soltanto dato una mano per
organizzare una festa…
- Ho detto di no!- esclamò Sephiroth, scocciato. - Guarda
che non devi essere timido!- lo rassicurò Rinoa. - Non ci siamo capiti: io
odio le feste. - Dai, non preoccuparti- disse Rinoa,
prendendolo sottobraccio. Sephiroth non sapeva più che risponderle; stava per
arrabbiarsi, quando una voce parlò dall’altoparlante. - Bene, la festa può
iniziare! Prendete il vostro compagno o compagna e… via con le danze! Una
musichetta cominciò ad alzarsi per la piazza, mentre le persone cominciarono a
ballare. - Io me ne vado- disse Sephiroth voltandosi, ma venne urtato da una
coppia danzante e finì addosso a Rinoa. - Credo sia meglio se ci muoviamo
anche noi…- bisbigliò Rinoa, visto che erano rimasti al centro della piazza tra
le persone che ballavano. Rinoa gli porse imbarazzata la mano, in attesa che
lui la prendesse. - Tutto questo è ridicolo- disse Sephiroth lievemente
rosso, ma fu spinto avanti ancora una volta e fu costretto a prendere la mano
della ragazza. - Ti avverto però, non so come si fa- disse, mentre cingeva la
vita di Rinoa col braccio. - Non importa, anche per me è la prima volta-
disse Rinoa, imbarazzata. Sephiroth mosse avanti un piede e Rinoa seguì i
suoi passi, cercando entrambi di mantenere il ritmo. - Ahi!- esclamò
Rinoa. - S-scusa - rispose Sephiroth, spostando il piede. Maledizione… ma
chi glielo aveva fatto fare? C’erano altre soluzioni… Poteva farsi largo tra la
folla con la Masamune ed andarsene indisturbato…o meglio ancora, poteva
distruggere direttamente la città, perché no? E allora perché, tra tutti i
modi possibili, aveva scelto il più patetico? - Ehy, ci stiamo prendendo la
mano, non trovi?- fece Rinoa. - Già…pare di si…- annuì lui, guardando i loro
piedi muoversi come da soli. Pian piano presero confidenza coi passi, uno
due, uno due… Sephiroth fece girare Rinoa intorno a lui e lei gli sorrise,
battendo le mani e prendendolo sottobraccio, a ritmo di musica, per poi fermarsi
schiena contro schiena quando la musica finì. Ci furono gli applausi generali e
anche Rinoa battè le mani felice. - Ehy, balli niente male, sai?- sorrise
voltandosi. Però Sephiroth non c’era più. - Sephiroth?- lo
chiamò. Avanzò un po’ e lo vide, se ne stava andando. - Ehy, Sephiroth…-
disse lei, raggiungendolo. - Non mi sono mai vergognato tanto in vita mia-
disse senza smettere di camminare, rosso in viso. Rinoa sorrise. Un
sorriso così bello. Sephiroth non potè fare a meno di guardarla. Quella
ragazza lo aveva fatto partecipare ad un ballo. Non l’aveva mai fatto in
vita sua. A parte…quando era ancora nell’esercito… Era certamente cambiato
dopo quell’episodio a Nibelheim. In modo indelebile. Eppure…ora gli
sembrava di essere tornato quello di un tempo. Ragionava anche come il vecchio
Sephiroth… Perché? In fondo, ormai non era più lui… - Tu non stai
sorridendo a me… Il sorriso di Rinoa svanì lentamente. -
Sephiroth? Fece per prendergli il braccio, ma lui la allontanò e corse
via. - Sephiroth!- gridò lei, mentre l’uomo spariva dalla sua
vista. Sephiroth corse, più veloce che poteva. La sentiva ancora, quella
sgradevole sensazione. Aveva il mal di testa. E voglia di distruggere
tutto.
- Il posto dovrebbe essere questo- disse Tidus. I ragazzi
erano davanti ad una grande costruzione di pietra, con un’enorme porta
davanti. - Siamo piuttosto lontani dalla città- notò Leon. - A quanto pare
gli abitanti venerano questo santuario e vengono qui a pregare. Non sono mai
entrati, anche perché la porta è bloccata- spiegò Tidus. - Bhè, noi siamo in
grado di aprirla- disse Aeris. - Si, ma…- disse Tidus. Improvvisamente si
alzò un forte vento; la terra tremò leggermente e da una frattura nel terreno
emerse un’enorme creatura di pietra. -…è un santuario sorvegliato- concluse
Tidus. - Bhè, allora dobbiamo solo sconfiggerlo - disse Leon. - Bene,
all’attacco!- esclamò Kairi. La ragazza afferrò il ciondolo e chiamò
Valfore. - Quanta energia…- fece Leon. Kairi arrossì e si rivolse a lui un
po’ imbarazzata: - Scusate…ho sbagliato? - Certo che no- disse Cloud,
estraendo la spada, come Leon e Tidus. - Firaga!-
esclamò Aeris. La magia colpì in pieno la creatura, che arretrò di qualche
passo. Cloud si lanciò all’attacco, colpendo i piedi del golem, esattamente
come fece Leon. Attaccato sui suoi mezzi d’appoggio, il mostro perse
l’equilibrio, e con una potente testata di Valfore, cadde a terra con un tonfo
sonoro, sollevando un gran polverone. - Non ditemi che l’abbiamo già
battuto…- disse Tidus. - Sembra k.o. - fece Leon, avvicinandosi con
cautela. Ma la creatura riaprì improvvisamente gli occhi e con velocità
incredibile, con una manata sbattè Leon a terra. - Leon!- gridò
Kairi. Intanto, la creatura atterrò Valfore con un possente pugno e
l’animale, esausto, tornò nel ciondolo sotto gli occhi preoccupati di
Kairi. Tidus si lanciò all’attacco, seguito da Cloud, ma per quanto potenti
le loro spade avevano poco effetto sulla pietra. Kairi e Aeris si
avvicinarono a Leon, aiutandolo ad alzarsi. - Tutto ok?- chiese Aeris. -
Si, più o meno…- rispose il ragazzo, tenendosi la testa. Aeris tornò a
osservare il combattimento. I due ragazzi erano forti, ma le loro armi non
erano efficaci. Inoltre, la battaglia cominciava a farsi faticosa. -
Dannazione…Blizzaga!- gridò, gelando immediatamente il
braccio del mostro. La creatura di pietra abbassò subito il braccio
congelato, fattosi pesante ed essendo incapace di muoverlo; ma questo non bastò
certo a fermarlo. - I nostri attacchi non lo scalfiscono…- mormorò
Kairi. - E’ tutto inutile…- fece Aeris. - Il ghiaccio potrebbe
immobilizzarlo, ma io non sono in grado di fare più di questo… Kairi guardò
il volto teso dell’amica, poi la battaglia. La lama non sortiva effetto sulla
pietra e Cloud e Tidus ormai erano stanchi. Quella battaglia era del tutto
inutile e stava andando per le lunghe. Ma non c’era modo di uscirne…Cosa
potevano fare? Poi le venne un’idea. Non era sicura che funzionasse, ma
tanto ormai non c’era scelta. Si alzò in piedi ed afferrò con decisione il
ciondolo tra i due pollici. - Kairi, che vuoi fare?- le chiese Leon. - Non
so se riuscirai a richiamare Valfore, mi sembrava messo male- disse Aeris. -
Non chiamerò Valfore - rispose Kairi. Non era sicura di quello che stava
facendo. Chi diceva che fosse in grado di evocare qualcos’altro, oltre a
Valfore? Tuttavia, tentare non nuoce. La ragazza chiuse gli occhi e si
concentrò. All’inizio non sentiva niente, solo i rumori della battaglia lì
vicino. Poi pian piano la sua mente si estraniò dal mondo esterno, e sulle
sue labbra affiorò un nome… - SHIVA!!! - gridò Kairi, aprendo gli
occhi. Attorno a lei si creò un turbine di vento freddo, poi dietro di lei
apparvero tre stalattiti di ghiaccio, che andarono in frantumi. E sotto gli
occhi stupiti dei compagni, fece la sua apparizione una donna di ghiaccio, dai
lunghi capelli blu e la pelle azzurra. “ Ci sono riuscita davvero…” pensò
Kairi, osservando ancora incredula la figura davanti a sé. Tutti restarono
stupefatti, compreso il mostro di pietra, che rimase lì imbambolato non
aspettandosi una simile mossa. - Forza, ora Kairi!- la incitò Aeris. -
Si!- esclamò la ragazza. - Vai, Shiva! Diamanpolvere!!! La donna annuì e
alzò le braccia, caricando l’energia; poi, scagliò contro l’avversario un
potente fascio di ghiaccio, che lo congelò completamente. Infine, allo
schioccare delle sue dita, il mostro andò in frantumi. - Wow!- esplose
Tidus. Shiva scomparve elegantemente tra fiocchi di neve, tornando nel
ciondolo. Kairi sorrise entusiasta, ma si inginocchiò a terra, stanca. -
Ehy, tutto ok?- le chiese Leon. - Si, si- rispose lei sorridendo - era molto
forte, perciò mi sono sforzata un po’… però è tutto ok. Il ragazzo la aiutò a
rialzarsi e Cloud e Tidus li raggiunsero. - Tu non finisci mai di stupire -
le disse Cloud, sorridendo. Leon lo guardò strano. Ehy, Cloud sorrideva!
Voltò lo sguardo verso Aeris: come pensava, stava guardando Cloud con
un’espressione stranamente dolce! Naturalmente era felice che quei due
andassero d’accordo, ma un tremendo dubbio stava invadendo la sua mente… -
Bene, ora entriamo!- esclamò Tidus, avviandosi verso la porta con le
ragazze. Cloud fece per seguirle, ma Leon lo trattenne un attimo. - E’
successo qualcosa?- chiese Cloud. - Senti scusa, ma a questo punto non posso
fare altro che chiedertelo…- fece Leon, imbarazzato ma deciso. - Tu e Aeris
l’avete fatto? Cloud rimase in silenzio, come a ripetersi
mentalmente la frase per essere sicuro di aver capito bene, poi arrossì
violentemente. - M-ma che…che cavolo di domande..? - E’ un no?- fece
Leon. - C-certo che è un no!- esclamò Cloud, rosso fino alla punta delle
orecchie. Leon tirò un sospiro di sollievo, poi tornò a rivolgersi
all’amico:- Scusa, in qualità di fratello dovevo chiedertelo… - E… come mai
così all’improvviso?- fece Cloud, che stava lentamente tornando del suo colorito
normale. - No, perché… da quando è stata in quella stanza da sola con te è
molto più dolce e sorride sempre…hai cominciato a sorridere pure tu…ho pensato
che…- si scusò Leon. Cloud sorrise. - No, no… diciamo che abbiamo solo
sistemato le cose… - Capisco…- disse Leon, comprensivo. - Però scommetto
che l’ hai baciata, vero? - Basta con questi discorsi!- esclamò Cloud. -
Ok, ok…- rise Leon, entrando nel santuario con gli altri. Camminarono lungo
il corridoio buio, poi arrivarono ad una sala: una lucente pietra bianca
splendeva al centro. I ragazzi si fermarono, lasciando andare avanti
Cloud. - Coraggio…- gli sussurrò dolcemente Aeris. Cloud le sorrise e con
un gesto deciso, prese la pietra. Adesso l’aveva anche lui.
Rinoa corse per tutta la via, ma senza risultato. Abbassò
lo sguardo, dispiaciuta. Ora che finalmente l’aveva
rincontrato… Soprattutto era rimasta stupita da ciò che aveva detto prima di
correre via. Quello non era il suo tono. Non sembrava neanche la sua
voce… Poi d’un tratto vide sbucare qualcosa da dietro una cassa. Rinoa si
avvicinò: era una creaturina piccola e nera, con degli occhi gialli e due
antenne… Non ebbe il tempo di formulare un pensiero, che dietro di lei sentì
il frastuono di un’esplosione. Si alzò un gran polverone e lei si girò per
vedere cos’era stato: al centro della piazza c’era un enorme voragine e dei
corpi carbonizzati lì vicino. Rinoa osservò inorridita lo spettacolo, senza
che le uscisse la voce, quando arrivò un’altra esplosione, più forte e più
vicina. La ragazza si inginocchiò a terra tenendosi la testa e guardandosi
intorno. La gente scappava terrorizzata, mentre il fuoco si espandeva. Si
fecero strada tra le fiamme delle creature nere, come quella che aveva appena
visto. Cosa diavolo erano? Quelle creature inseguivano gli uomini e saltavano
loro addosso, attaccandole. Rinoa vide un uomo scomparire, mentre la creatura
accanto a lui divorava una luce uscita dal suo corpo. - Ma cosa sta
succedendo? Cosa sono quelli?- si ritrovò a gridare, senza che nessuno potesse
sentirla nella confusione generale.
Sephiroth camminava al centro della piazza, mentre gli
uomini scappavano terrorizzati da ogni dove. Fissò a terra le decorazioni
della festa, ormai distrutte. - Aiuto! Un uomo cadde addosso a lui,
disperato. - Ehy, tu! Scappa subito, qui sta bruciando tutto! Sephiroth lo
guardò negli occhi, poi, con freddezza, sfilò la Masamune e lo uccise seduta
stante, senza una parola. Il suo viso si sporcò di sangue. Fissò con i
suoi occhi glaciali il cadavere a terra, in un lago di sangue. Perché si
soffermava su quel corpo? Era abituato alla morte e ai cadaveri, no? Avanzò,
mentre sentiva un senso come di angoscia pervadergli il corpo. Cosa stava
facendo? E perché? … Bhè, in fondo…non era quello che aveva sempre fatto?
Si era forse mai chiesto il perché? Sentiva di doverlo fare e basta. Alzò
meccanicamente un braccio, trapassando una donna che stava correndo da quella
parte. Sentì il rumore della carne che veniva perforata dalla lama e il
rumore del sangue che colava, lento, mentre il corpo si accasciava a terra con
un tonfo. Abbassò la spada e osservò lo sguardo della donna a terra, velato
dalla morte. Una donna così bella e giovane…e la sua vita era terminata in un
istante. E’ proprio fragile la vita di un essere umano… Passò lo sguardo
dagli occhi della donna alla ferita mortale che la sua Masamune le aveva
inferto. Sangue. Dappertutto. Tolse di scatto lo sguardo, il respiro
affannato. Che idiozia… Sei abituato al sangue, no? Continuò ad
avanzare, mentre la città cadeva. Lulu e Auron avevano davvero classe in
queste cose. Avanzò, passo dopo passo. Dove doveva andare? Ormai era
come se il suo corpo si muovesse da solo. Era stanco, ma le sue gambe
sembravano non voler ascoltare la sua mente. Altre persone passarono accanto
a lui. No, non gli importava. Avrebbe continuato a camminare senza pensarci.
Cosa gli importava di quegli sconosciuti? Perché… Riaprì gli occhi. Quando li
aveva chiusi? Sentì del liquido caldo sulla guancia. Alzò il braccio, come
in trance, e si sfiorò la pelle. La sua mano era scarlatta. Guardò a
terra: un lago di sangue, altri tre corpi senza vita. Era stato lui..? No…
Quando..? Mentre ancora stava ragionando, i suoi piedi cominciarono a
muoversi. Credeva di impazzire. Cosa stava succedendo? Non capiva più
niente… Cercò di fermarsi, ma non ci riuscì. Il suo corpo non rispondeva
più ai comandi. COSA DIAVOLO SUCCEDE?! La sua spada tranciò un'altra
vita. Basta… Alzò la spada un’altra volta, trafiggendo un uomo a
terra. Non voglio… Vide una donna inginocchiata, la caviglia
sanguinante. Avanzò verso di lei. No…aspetta… No, non
aspetto niente. Sephiroth voleva urlare, riprendere il controllo di
sé. Ma la voce non gli uscì, e la lama compì il suo dovere inesorabilmente e
senza pietà. Sephiroth riprese il suo massacro, ma il suo sguardo fissava
ancora quel corpo a terra…quella vita che lui aveva troncato… Perché era
successo di nuovo? Quel giorno, a Nibelheim, aveva perso totalmente la
ragione. Non conosceva il motivo, o più semplicemente non lo ricordava, ma
dal quel giorno non fu più lo stesso. Era come se quel giorno si fosse
addormentato, e qualcun altro avesse preso il suo posto. Non aveva il
controllo sul proprio corpo ma, anche se molto raramente, era cosciente di ciò
che faceva. Aveva ricominciato a vivere solo quel giorno. Solo dopo quello
scontro con lui. Si era svegliato solo in quel bosco… Il dolore che
provava in quel momento gli stava lacerando quel poco di anima che gli era
rimasta. Ne aveva bisogno. Voleva vederla. Voleva smettere quel
massacro di cui non capiva la ragione… Voleva tornare indietro… A quella
mattina… Anche se rifiutava di ammetterlo, aveva capito di aver bisogno di
lei sin da quando l’aveva conosciuta… Voleva
vederla… “RINOA!!!”
Lulu era seduta comodamente su un palo della luce, mentre la
situazione degenerava; scagliò una magia di fuoco contro un edificio, che
si frantumò a terra, uccidendo varie persone. - Uhuhuh… guardali, come
corrono spaventati…- sghignazzò, osservando lo spettacolo di terrore sotto di
lei. Vide Auron poco distante da lei, che la raggiunse subito. - Ti stai
divertendo?- chiese l’uomo. - Da morire…- rispose lei, lanciando un’altra
palla di fuoco tra la folla che gridava e spintonava. - E le nostre
“creaturine”?- chiese divertito Auron. - Oh si, fanno progressi - commentò
Lulu, osservando un essere nero che, dopo aver mangiato la luce di un uomo, era
diventato più grande. - Già…- fece Auron. - E la pietra? Lulu accavallò
le gambe, sporgendosi in avanti. - Mah…credo che ormai l’abbiano presa. -
Capisco- disse Auron. - Dopotutto, oggi non siamo qui per questo,
giusto? Lulu sghignazzò. - Giusto. Auron scese dal lampione e domandò
alla compagna: - A proposito… sai dov’è Sephiroth? Lulu si fece più seria e
gli rispose, guardando in basso:- Non lo so. Credo da qualche parte a fare
strage. - Già, naturalmente- rispose Auron, per poi sparire. Lulu guardò
annoiata la gente sotto di lei. Erano in trappola, tra le fiamme, che
spingevano tra loro per trovare una via di fuga. Patetici. Piuttosto era
preoccupata per Sephiroth. Naturalmente non preoccupata per lui, ma per
quanti danni avrebbe fatto e soprattutto perché doveva tenerlo
d’occhio. Scese anche lei, per cambiare postazione. D’un tratto vide una
ragazza correre lontano. La ragazza che quella mattina aveva visto con
Sephiroth. - Ma guarda…- fece divertita, avvicinandosi.
Rinoa osservò davanti a sé il terribile spettacolo: una
decina di persone intrappolate dal fuoco senza vie di fuga, condannate a una
morte lenta e dolorosa. La ragazza provò una forte stretta al cuore, ma non
poteva fare nulla per loro. Cercò con lo sguardo qualunque cosa, un
estintore, ma niente. Non potè fare altro che distogliere lo sguardo e
correre via, mentre gli occhi le si inumidivano. Sephiroth…dov’era? Aveva
voglia di gridare il suo nome, ma una donna si parò davanti a lei. - Ciao,
ragazzina.
Sephiroth si fermò, finalmente. Ormai aveva terminato il
suo compito. L’intera città era distrutta e degli abitanti non c’era più
traccia. Gettò uno sguardo alle macerie di quella che fino a poche ore prima
era una bella e allegra città. Sephiroth gettò a terra la Masamune e alzò la
testa, chiudendo gli occhi. E adesso? Bene, hai un’altra città sulla
coscienza. Sei contento? Non era contento. Una parte di lui sicuramente
era soddisfatta, ma lui no. Si sentiva male. E si sentiva perso. Ad un
tratto gli sembrò di sentire una voce familiare e si girò. Ah, era
Lulu. Fece per camminare verso di lei, quando noto l’altra persona che c’era
con lei. Il suo cuore mancò di un battito.
- Chi sei tu?- chiese Rinoa alla sconosciuta,
indietreggiando. - Che domanda stupida. A cosa ti servirà saperlo?- fece Lulu
alzando il braccio, pronta ad usare la magia. Rinoa restò immobile. Era
arrivata anche la sua ora, dunque? No, non adesso. Non voleva… Prima
avrebbe almeno voluto rivederlo. Ballare un ultimo ballo con lui. E… Ma
perché ci pensava? Chiuse gli occhi. In fondo, ormai non aveva più
importanza.
…
Cloud e gli altri tornarono in città, trovandola
devastata. Era tutto bruciato ormai. Non c’era più anima viva. - Cosa è
successo..?- fece Kairi con un filo di voce, gli occhi lucidi. Leon osservò
il triste paesaggio che aveva davanti, poi distolse lo sguardo. Come potevano
quelli agire con così tanta crudeltà? Tidus notò una creatura nera scappare
via, una di quelle che avevano visto anche nei mondi precedenti. - Ma
quello… - Quello è un heartless- disse Cloud. - Heartless?- fecero
tutti. Cloud si voltò verso di loro. - Io non ne so molto, non credevo
esistessero veramente…ma ora sono certo che siano loro. A quanto pare sono stati
creati tempo fa, in un altro mondo, non so da chi. Però so che sono delle
creature di tenebra che si cibano dei cuori delle persone. - Dei cuori delle
persone?- fece Kairi. - Erano le creature che sono apparse anche a Nibelheim,
vero?- disse Aeris a Cloud. Il ragazzo annuì. - E anche a Zanarkand, e in
altri mondi. - Mi chiedo se abbiano a che fare con Sephiroth e gli altri…-
mormorò Leon. - Sicuramente è così- rispose Cloud. - Anche se non capisco
il nesso. Aeris rimase un po’ in silenzio, poi disse: - A proposito… Con
questa, abbiamo raccolto tutte le pietre. Il gruppo annuì. - Già, ma
adesso?- fece Leon. - Non le abbiamo neanche tutte noi…- osservò Tidus. -
Non lo so- disse Cloud. - Non so proprio cosa dovrebbe succedere… Tidus si
voltò verso la grotta da cui erano appena usciti. - Ragazzi…- disse ai
compagni, stupito. Tutti si girarono, rimanendo di stucco. Davanti alla
grotta, era apparso un portale. - Un altro?- fece Aeris. - Come mai? -
Di certo non ci sono altre pietre…- disse Leon. Cloud si avvicinò al portale,
poi si voltò verso gli altri. - Se è apparso un altro portale sono sicuro che
c’è un motivo preciso. Non ci resta che andare. I ragazzi annuirono e insieme
attraversarono il portale.
…
I raggi del sole filtrarono dalla finestra, annunciando
l’alba. Rinoa aprì lentamente gli occhi, svegliata dalla luce. Si mise a
sedere stropicciandosi gli occhi, per poi guardarsi intorno: si trovava in una
stanza, su un letto morbido. Ma come ci era finita lì? “Ah, già… la città…
quella donna stava per uccidermi e…” E poi cosa? Presa da un dubbio, si
voltò di scatto. Sephiroth era vicino a lei, di spalle. - Allora sei stato
tu…- disse Rinoa, felice. - Ti ringrazio… - Non devi ringraziarmi- rispose
Sephiroth, sempre senza voltarsi. - Ma…- Rinoa non terminò la frase, si
accorse della spada insanguinata di Sephiroth appoggiata al muro. - Mi
dispiace- disse lui. Rinoa guardò l’arma poi l’uomo davanti a sé, poi abbassò
lo sguardo, stringendo a sé il lenzuolo. Sephiroth si voltò verso di lei,
titubante. - Hai paura di me? Rinoa non rispose. Lui si avvicinò a lei,
temendo la sua risposta, ma ciononostante aspettandola ansioso. Non la guardò
negli occhi. Anzi, fu lui a chiudere gli occhi. In quel momento non
riusciva ad affrontarla. Una ragazza così dolce, e lui le aveva portato via
tutto. Sentì qualcosa di morbido sulle labbra. Aprì gli occhi, preso alla
sprovvista. Rinoa gli aveva appena regalato un bacio. Sephiroth si
concesse di guardarla: quel suo viso così dolce, seppur in quel momento bagnato
di lacrime, gli stava sorridendo. Non stava fuggendo da lui. Gli aveva
dato la sua risposta. Sephiroth sentì il cuore battergli forte, si sentì
caldo e confortato. Si avvicinò a lei, posando le labbra sulle sue in un
altro dolce bacio. Rinoa non smise di piangere, ma lo abbracciò forte,
continuando a baciarlo, mentre si ristendevano sul letto. Quante emozioni
nuove era in grado di fargli provare, quella ragazza? Non finiva di
stupirsene. Staccò dolcemente le labbra dalle sue, incontrando il suo
sorriso. “Sei bellissima” pensò questo, ma non riuscì a dirglielo. Lei
sorrise, come avendo capito tutto dalla sua espressione, mentre le lacrime le si
asciugavano ma gli occhi le rimanevano lucidi. Gli cinse il collo con le
braccia, tirandolo a sé e baciandolo di nuovo. Da quando lo aveva incontrato
non aveva fatto altro che pensare a lui. Come se avesse vissuto fino a quel
momento solo per incontrarlo. Sephiroth le sbottonò la camicia, sfiorando la
sua pelle delicata e morbida. In quel momento si sentiva vivo, davvero
vivo. Era avvolto da un’emozione che non aveva mai provato prima, ma che in
quel momento gli sembrava di conoscere molto bene: amore. Amore per quella
ragazza così dolce, che lo aveva curato in quel bosco. Amore per quella
ragazza gentile e imbarazzata, che lo aveva invitato a ballare in
piazza. Amore per quella ragazza che non era scappata, ma lo aveva baciato,
che lo faceva sentire felice, sicuro, caldo, vivo, amato… Rinoa lo aveva
separato dal mondo a cui ormai lui si era rassegnato, mostrandogli un’altra
strada e un’altra speranza. E mentre la baciava con passione, si rese conto
che niente era più importante di lei.
Spero di cuore che non siate rimasti scandalizzati da questo
pairing… Io ce li vedo molto carini insieme^^ (naturalmente io resto
SquallxRinoa convinta). Mi sa che questo cap. è stato un po’ macabro… E mi sa
che Lulu l’ ho fatta tanto Lust…(chi vede Fullmetal alchemist
intendaXD). Comunque, spero vi sia piaciuto!
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
a
Perdonatemiiii!!!!!! Scusatemi, scusatemi! Non sono morta, è che
ultimamente me ne sono capitate di tutti i colori! Prima è ricominciata la
scuola, con compiti e roba varia, poi mi è partito il computer e l’ho dovuto
ricomprare… Perdonate il ritardo cronico! >< Adesso cercherò di
aggiornare presto dato che ci sono le vacanze ( anche perché ormai la storia è
agli sgoccioli). Allora: ringrazio come sempre Giodan e Dragon89 per i
commenti, e grazie anche a Keu93 e Yo91, lietissima di sapere che la fic vi
piaccia!( Sono tanto contenta!) Spero di non deludervi … Beh, ho parlato
anche troppo, buona lettura!^^
Final Fantasy Adventure Capitolo
13
- Credo che Sephiroth non tornerà più- disse Lulu, appoggiata al
muro della stanza buia. - Già- concordò Auron. - Ma in fondo, c’era da
aspettarselo. Lulu sospirò, poi raggiunse l’uomo. - Dove sono Riku e
Yuffie? - Mah…- fece Auron - credo abbiano dei problemi da risolvere. Si
voltò, notando un’espressione tesa sul volto della donna. - Ehy…non c’è
bisogno di essere così tesi. Lulu sbuffò, massaggiandosi la pelle. -
Questa tensione mi sta rovinando… - E tensione di che?- chiese Auron. -
Ormai non manca molto. Tutte le pietre sono state raccolte. - Già…- annuì
Lulu - ma ora cosa avrà intenzione di fare, quel tizio?
Rinoa riaprì lentamente gli occhi. Mosse il braccio vicino a
lei, ma il letto era vuoto. Si mise a sedere coprendosi con il lenzuolo e si
guardò intorno: Sephiroth non c’era più. Si alzò in fretta e afferrò i
vestiti in fondo al letto, vestendosi velocemente. Sentiva ancora il suo
calore sulla pelle… Si infilò gli scarponcini neri e uscì. Non importa
come, l’avrebbe ritrovato.
Sephiroth camminava già da un po’. Si guardò indietro: la
casa dove aveva lasciato Rinoa era già sparita da un pezzo. Si sentiva un
verme ad averla lasciata lì così, ma per lui Rinoa era la cosa più importante e
non voleva che corresse dei rischi. Aveva ancora una faccenda da
sbrigare.
Cloud e gli altri atterrarono su un altro mondo, dopo aver
attraversato il portale. Aeris si rialzò: erano atterrati su un pavimento di
ghiaccio. - Che posto sarà mai, questo?- fece Leon, guardandosi
intorno. Il paesaggio circostante aveva un’aria mistica. Era un’immensa
cascata che scorreva al contrario. Davanti a loro c’erano dei massi di
ghiaccio allineati come scale, che arrivavano ad una piattaforma di
pietra. In lontananza, si vedeva un grande castello antico. - Che posto
misterioso…- disse Kairi. - Chissà perché il portale ci ha portati qui..?-
fece Tidus. Cloud avanzò e con un salto raggiunse la piattaforma di ghiaccio
davanti a lui. - Forza, andiamo. Il gruppo annuì e i ragazzi salirono sui
massi di ghiaccio, per poi raggiungere la piattaforma di pietra. Appena
arrivarono, una piattaforma nera avanzò verso di loro. - Dobbiamo salire?-
chiese Kairi. Cloud guardò il castello in lontananza. - E’ l’unico modo
per raggiungere quel castello- disse. I ragazzi salirono e pochi attimi dopo,
si ritrovarono di fronte al castello. - Che imponenza…- disse Tidus,
osservando l’enorme castello. - Ehy, guardate là!- esclamò Aeris, indicando
uno stemma al centro del castello. Un cuore spinato. - Mi pare che anche
quegli heartless avessero un simbolo del genere…- fece Leon. - Cosa
nasconderà questo castello? I ragazzi avanzarono aprendo il grande portone e
si ritrovarono in una grande sala. - Non c’è nessuno…- fece Cloud,
guardandosi intorno. - Credo che questo mondo sia ormai disabitato- disse
Aeris. - Anche questo castello sembra in rovina… Kairi osservò la statua
al centro della sala e i gargoyle alle pareti, rabbrividendo. Che posto
lugubre… Tidus salì le scale e perlustrò i corridoi, trovandosi davanti una
strana porta chiara. - Ehy ragazzi, qui c’è qualcosa!- esclamò,
entrando. I ragazzi lo seguirono: era una grande biblioteca, piena di
scaffali colmi di libri antichi. - Interessante…- disse Leon, passando con il
dito da un libro all’altro. Aeris girò per gli scaffali, curiosa. Alcuni
testi somigliavano a quelli che lei e Tidus avevano trovato quella volta a Città
di Mezzo… Un titolo sbiadito attirò la sua attenzione. Sfilò il libro
dallo scaffale, sollevando un sacco di polvere: il libro sembrava veramente
molto antico e alcune pagine erano strappate. Sulla copertina era scritto a
mano: Ansem ’s report. Aeris aprì il libro, cominciando a leggere con gli
occhi le righe scritte a inchiostro nero… “ Ho assimilato un’enorme
conoscenza per lungo, lunghissimo tempo. Nessuno può negare che sia grazie ad
essa se in questo mondo, tutt’oggi, regna la pace. Il popolo è felice e mi
rispetta. Tutti mi chiamano “il sapiente”, ma anche per me esiste un oscuro
mistero che non sono ancora in grado di svelare. In fondo al cuore dell’uomo,
anche in quelli delle più innocenti creature, si cela l’Oscurità. Ne è
sufficiente un frammento… Basta un motivo qualsiasi perché quel frammento si
espanda e il cuore dell’uomo venga invaso dalle tenebre. Troppe volte ho potuto
vederlo con i miei occhi… L’Oscurità del cuore…Da dove ha origine…Quale fine
la manovra… Devo scoprirlo…prima che la pace venga devastata dalle creature
delle tenebre.” Aeris interruppe un attimo la sua lettura , come a riordinare
un po’ le idee. L’autore di quel manoscritto probabilmente… - Aeris! Che
fai?- fece Tidus, notando la ragazza immersa nella lettura di un libro
antico. - Ah…- fece lei, alzando lo sguardo - Ho visto questo e mi ha
incuriosita… - Fà vedere…- chiese il ragazzo, avvicinandosi. Aeris gli
mostrò la copertina, poi tornò al punto dove aveva interrotto prima. - Sai
che cos’è?- chiese Tidus. - Ha tutta l’aria di essere un diario…- rispose
lei. - Credo che colui che l’ ha scritto un tempo fosse il re di questo
mondo… - Uhm, può darsi…- disse Tidus, avvicinando gli occhi al libro per
leggere anche lui. Aeris riprese la lettura: qualcosa in quel diario la
affascinava… “L’Oscurità del cuore…devo coglierne la vera natura. Sto facendo
degli esperimenti per rimuovere l’Oscurità dal cuore dell’uomo e risvegliarla
anche nel cuore più puro. Dominare l’Oscurità: trattenerla
o…liberarla. Purtroppo ho fallito. I cuori dei soggetti sono stati distrutti,
anche quelli più forti. Che cosa fragile, il cuore… Non ho avuto il
coraggio di mostrare il loro pietoso aspetto al mio popolo, perciò ho dovuto,
seppur a malincuore, rinchiuderli nel sotterraneo del castello. Ma dopo poco
tempo…in quegli stessi sotterranei ho ritrovato esseri mostruosi. Esseri come
nati…dalle tenebre.” Aeris voltò pagina velocemente, avida di sapere. In
qualche modo sentiva che quelle pagine le avrebbero chiarito molte cose… “La
natura dei senza cuore: l’incarnazione dell’Oscurità…o una nuova forma
d’esistenza? Nemmeno io, dall’alto della mia conoscenza, so dare una
risposta. E’ chiaro però che loro non posseggono alcuna emozione. Se solo
scoprissi i loro fini, troverei la chiave per il mistero del cuore. Per
fortuna non mi mancano le cavie: essi infatti sono in grado di
rigenerarsi. C’è bisogno di un nome… Esseri senza cuore… Li
chiamerò… Heartless.” - Heartless?!- esclamarono in coro Aeris e
Tidus. - Questo libro parla di…- fece Tidus, allibito. - Cloud!- gridò
Aeris, chiamando il ragazzo in cima alle scale. - Cosa c’è?- rispose. - Ho
trovato un libro dove ci sono delle informazioni sugli Heartless! -
Cosa?! Il ragazzo si fiondò giù dall’amica, seguito da Leon e Kairi. -
Come hai detto?- chiese il fratello. - Girando fra gli scaffali ho notato
questo: è un diario dell’antico re di questo mondo, o almeno credo- rispose
Aeris. - Incredibile…- fece Kairi, dando un’occhiata alle ultime righe. -
Allora sarà questo Ansem ad aver creato gli Heartless?- chiese Cloud. -
Credo…- fece Aeris. - Ma non è finita, sentite qua: “Ho avvicinato loro
materia vivente e non. Reagiscono solo a quella vivente. Aspirano dagli esseri
viventi qualcosa che serve loro per moltiplicarsi. L’essere attaccato sparisce
senza lasciare traccia. Quale sarà mai l’elemento aspirato? Non sarà proprio il
cuore l’elemento di cui essi si nutrono? Per capire la loro logica di
movimento, ho preso un Heartless e l’ ho osservato: si è mosso un po’ ma poi,
quasi avesse capito le mie intenzioni, è tornato nel
sotterraneo. Improvvisamente, è apparsa una strana porta. Una cosa del genere
nel mio castello..? Ho provato ad aprire la porta da solo. Lì c’era qualcosa
che andava oltre la mia conoscenza… Quella sera ho potuto vedere molte comete
in cielo. C’entra forse con il fatto che ho aperto quella porta?” “Una porta,
eh?” pensò Kairi. “Ho esaminato il materiale di cui erano composte quelle
comete: su tutte le fonti che ho controllato non c’è alcun riferimento a questo
materiale. Che sia iniziato a cadere quando ho aperto quella porta? Da
qualche parte forse c’è un mondo che non conosco. La curiosità non fa che
aumentare… No…Probabilmente il mio è solo un sogno che mai s’avvererà. Al
momento non c’è modo di lasciare questo mondo. Io e il mio popolo non siamo
che prigionieri in questo piccolo frammento d’esistenza.” “ Oggi è successa
una cosa incredibile: mi ha fatto visita un essere del mondo esterno. Dice di
essere un re e che è giunto qui grazie ad un portale. A quanto pare, da quando
ho aperto quella porta è possibile andare e venire liberamente dal mio al suo
mondo.” “Un re, eh?” Leon non potè fare a meno di pensare a suo
padre. Ma era una cosa stupida… “Tra le tante storie che mi ha raccontato,
mi ha colpito quella di dieci pietre leggendarie.” - Le pietre!- esclamarono
tutti. - Cosa c’entrano?- chiese Kairi. Aeris riprese a leggere,
tesa. “Sembra che nascondano un enorme potere. Si dice che il
possessore delle pietre sia colui che ha salvato i mondi, ma anche colui che li
ha portati nel caos.” “Cosa vorrà mai dire?” pensò Cloud. Aeris voltò
pagina. Erano al termine, ormai. “Come tutte le persone hanno un cuore, anche
i mondi ne hanno uno. Gli infiniti mondi sparsi nel cielo stellato… Gli
Heartless bramano quel cuore, ma credo che le loro intenzioni non si limitino a
questo… Gli Heartless sono nati dal cuore. Le tenebre del cuore sono la loro
dimora. Ma allora, le profondità del cuore del mondo sono la dimora degli
Heartless? Non capisco…Non resta che verificare di persona. Là ci sono tutte
le risposte che cerco. Il mistero che da sempre mi tormenta…il mistero del
cuore. E quando avrò toccato il cuore del mondo, avrò finalmente
capito. E’ deciso: troverò le dieci pietre. Ma per riuscire nell’impresa,
questo mio corpo è troppo debole…” Aeris chiuse il libro, che con un tonfo
alzò un po’ di polvere. - E’ tutto?- chiese Tidus. - Non c’è altro- disse
Aeris, rimettendo il volume a posto. I ragazzi rimasero un po’ in silenzio a
riflettere. - A quanto pare la storia delle pietre è collegata agli Heartless
e a questo Ansem…- disse Leon. - Saranno passati anni ormai da quando ha
scritto questo diario…- fece Kairi. - “Questo mio corpo è troppo debole”…-
riflettè Cloud. - Mi domando cosa voglia dire… Aeris rimase un po’ in
silenzio, poi disse:- Il portale ci avrà portato qui solo per questo? - Non
lo so…- fece Cloud. Ad un tratto i ragazzi sussultarono, sentendo un rumore
provenire dal piano di sopra. - Cos’era?- chiese Kairi, guardando la porta in
cima alle scale. - Andiamo a vedere- disse Cloud, dopodichè i ragazzi
uscirono dalla biblioteca.
Rinoa si rialzò, con le ginocchia fredde. Si trovava su
un pavimento di ghiaccio. Alzò lo sguardo: davanti a lei c’era una grande
cascata inversa. Dove diavolo era finita?
Cloud salì le scale, trovandosi in un grande santuario
buio. - Il rumore veniva da qui…- disse Tidus. Aeris guardò Cloud, che
fissava la porta scura davanti a sé. - C’è qualcuno qui..?- gli chiese. Il
ragazzo annuì. - Qualcuno con una pietra- disse Kairi. Leon si voltò verso
di lei, concentrandosi. - Hai ragione… - Credo che non ci rimanga altro se
non entrare- disse Tidus, voltandosi verso la porta. I ragazzi attraversarono
decisi la porta, ritrovandosi in un grande salone, illuminato da delle torce e
con un grande tappeto con ricamato sopra un cuore spinato. Aeris camminò per
la stanza, soffermandosi con lo sguardo sul simbolo sul tappeto. Kairi la
raggiunse. - Qualcosa non va?- le chiese. Aeris scosse la testa, poi
guardò in cima alle scale, sul salone davanti a lei. Cloud era lì,
fermo. - Cloud, hai trovato qualcosa?- gli chiese raggiungendolo. Quando
fu vicino a lui però, le si fermò il cuore: al centro della sala c’era
Sephiroth, di spalle. - Sephiroth… - Ehy, ma che succede?- esclamò Leon,
raggiungendo gli altri con Tidus. Alla vista di Sephiroth, tirò subito fuori
il Gunblade d’oro, pronto ad attaccare. - Tu… Aeris si voltò verso Cloud:
il suo sguardo era serio e determinato. Sephiroth si voltò verso di lui. -
Cosa sei venuto a fare?- gli chiese Cloud. - A sistemare le cose- rispose
Sephiroth, sfilando la Masamune. Cloud tirò fuori la Buster Sword e disse:-
Per me sta bene. Aeris guardò Cloud. Il ragazzo le fece un cenno e lei si
allontanò, insieme agli altri. - Sta’ attento- gli sussurrò, prima di
lasciarlo. Cloud si fermò davanti al nemico, alzando la spada. - Così hai
trovato anche tu la tua pietra, eh?- fece Sephiroth. - Già- rispose Cloud,
estraendo l’oggetto. - Ora vediamo che effetto fa. Il ragazzo strinse la
pietra, che sprigionò una grande luce. Quando essa si diradò, dalla spalla
sinistra di Cloud era spuntata una grande ala nera. - Niente male- sorrise
Sephiroth. - Ma ora vediamo se è tutto lì. Senza preavviso, l’uomo si
lanciò verso Cloud con uno scatto fulmineo. Stavolta però, Cloud riuscì a
seguire bene i suoi movimenti e parò l’attacco con la spada, per poi colpire
Sephiroth con un forte calcio. L’uomo riprese l’equilibrio e si ricompose,
per poi lanciare un’occhiata all’avversario, sorridendo. Cloud non perse
tempo e ripartì all’attacco, ma ora Sephiroth gli teneva testa. I due si
affrontavano a colpi di spada e scatti fulminei, ma nessuno dei due finora aveva
ancora ferito l’avversario. -Stavolta Cloud riesce a tenergli testa…- mormorò
Tidus, osservando il combattimento. - Con il potere della pietra è senz’altro
diventato più forte… credo che riuscirà a sconfiggerlo- rispose Leon. Aeris
non disse niente. Continuò ad osservare in silenzio, con il cuore che batteva
forte. Lei aveva fiducia in Cloud. Ma qualcosa non le quadrava… Cloud e
Sephiroth si separarono, dopo aver incrociato le loro lame in un altro
attacco. Avevano entrambi il fiatone, ma nessuno dei due aveva intenzione di
arrendersi. - Osso duro, eh?- fece Sephiroth, ricomponendosi. Cloud
strinse di più la spada, fissandolo negli occhi. Stavolta non se lo sarebbe
fatto scappare. Con un mezzo sorrisetto, Sephiroth stese il braccio, mentre
la sua ala nera si spiegava. -Facciamo sul serio. Cloud non aveva neanche
realizzato la frase, che il suo avversario era già scomparso. - Ma
dove..? -Sei lento! Non fece in tempo a voltarsi, che Cloud fu
scaraventato lontano da un potente colpo. - Diamine, ma cosa?!- esclamò
rialzandosi, pulendosi il sangue che gli sgorgava dalle labbra. - Cloud! Alle
tue spalle, attento! Guidato dalla voce di Aeris, Cloud si voltò di scatto,
appena in tempo per parare un fendente mortale; dopodiché Sephiroth sparì di
nuovo. - Maledizione, piantala di nasconderti!- gridò Cloud, guardandosi
intorno. - Guarda che non mi sto nascondendo. Sephiroth gli apparve
davanti, sferrando un colpo che fu fermato dalla Buster Sword del ragazzo. -
Semplicemente sono troppo veloce per te!- esclamò, cominciando a sferrare colpi
con la spada uno dietro l’altro a gran velocità, che Cloud parava a
fatica. “Dannazione…così non va…” - Che ti prende, Cloud?!- lo schernì
l’avversario mentre attaccava. - Non sei ancora in grado di combattermi,
dunque?! Eppure eri così fiducioso all’inizio! “ Bastardo…” pensò Cloud,
mentre la lama della Masamune lo prendeva di striscio sul volto. - Sai una
cosa? Magari è perché non mi odi abbastanza- disse ancora Sephiroth, portandosi
alle sue spalle con un salto. - Sta’ zitto! Io ti detesto!- gridò Cloud
attaccando con forza, ma senza ferire l’avversario. - Ah si? Non si direbbe-
fece l’altro. - Probabilmente uccidere i tuoi amici e distruggerti il
villaggio non è stato sufficiente. - Smettila!- gridò il ragazzo. - Che
c’è? Se non sbaglio avevi giurato che mi avresti ucciso…- disse Sephiroth,
colpendo il ragazzo alla spalla e buttandolo a terra. - …che avresti
vendicato chi ti era caro. O sbaglio? E ancora adesso questo è il massimo che
riesci a fare? Cloud digrignò i denti, fissando il pavimento. - Beh,
forse…- riprese il nemico, voltandosi verso Aeris - … se uccidessi quella
ragazza ti arrabbieresti un po’. Il colpo arrivò improvviso, senza che
nessuno se ne accorgesse. Neanche lo stesso Sephiroth. Dalla sua guancia
cominciò a cadere sangue caldo, mentre la spada di Cloud gli sfiorava la
pelle. - Non provarci neanche - sibilò lui. - Dopo tutto questo tempo…osi
ancora fare discorsi simili?!- continuò Cloud, mettendosi in posizione. - Non
hai nemmeno un briciolo di rancore per ciò che hai fatto? Sephiroth lo fissò
gelido. - …no. Poi, ancora una volta senza che se ne accorgesse, Cloud lo
ferì; ma stavolta in pieno petto. I ragazzi rimasero senza parole. Un
colpo semplice e prevedibile, per uno come l’ex-soldier. Anche Cloud era
sorpreso. Ma in fondo… non era questo ciò che voleva? Estrasse velocemente la
spada, mentre Sephiroth si inginocchiava a terra, sputando sangue. Alzò il
volto verso il suo avversario, mentre questi si preparava al colpo
finale. Allora…era davvero finita, eh? Beh…meglio così, no? -
Dimmi solo una cosa- disse Cloud, mentre alzava la spada. -…perché sei
tornato qui? Per rubarci le pietre rimanenti? Per finirci una volta per
tutte? Sephiroth sbuffò, poi fece un mezzo sorrisetto. - Chissà… Cloud
afferrò saldamente la spada. Poi calò il colpo. “ Mph…in realtà, credo…
che volessi essere perdonato.”
- No! Fermati!!! Cloud si fermò di botto, disorientato da
quella voce. Un attimo dopo, una ragazza si fiondò davanti a Sephiroth. -
Ti prego, non ucciderlo!- implorò lei, con le lacrime agli occhi. Cloud la
guardò spaesato insieme agli altri e anche Sephiroth alzò lo sguardo
sorpreso. -R-Rinoa??! Ma…che ci fai tu, qui?- esclamò. - Sono venuto a
cercarti, pezzo d’idiota!- gli rispose lei, voltandosi arrabbiata. -
C-Come? - Te ne sei sparito così all’improvviso senza dirmi niente e
lasciandomi sola! Non sapevo che diavolo ti passava per la testa e sono venuta a
cercarti! E mi sono ritrovata qui! Adesso Rinoa aveva iniziato a gridare.
Sephiroth non sapeva più se quelle lacrime erano per la rabbia o altro. - E
poi… e poi ti ritrovo così… stupido, sei uno stupido!!- scoppiò a piangere
Rinoa, coprendosi il volto con le mani. Sephiroth sospirò e la abbracciò,
accarezzandole la testa. Rinoa gli strinse il braccio, appoggiandosi di più a
lui. - Ehy…così ti sporchi tutta di sangue…- le fece lui. - E che vuoi
che me ne importi..?- fece lei, non smettendo di piangere ma un po’ più calma di
prima. -Uhm… L’accenno di Tidus fece voltare entrambi. Rimasero così a
guardarsi per un bel po’, senza che nessuno di loro riuscisse a spiccicare
parola. L’arrivo di Rinoa li aveva letteralmente spiazzati. - Rinoa,
spostati…- fece alla fine Sephiroth, fissando Cloud. - Ma…- fece la ragazza,
non capendo di preciso le intenzioni di lui. - Se devi finirmi, fallo-
terminò Sephiroth, deciso. - Sephiroth!- esclamò Rinoa, prendendolo per un
braccio. - Ha tutto il diritto di farlo- fece lui allontanandola, ma non in
modo brusco. Cloud fissò l’avversario, la spada in pugno. Non sentiva più
la rabbia di prima. Anzi… forse non lo era neanche prima. Quello che aveva
davanti…non era il Sephiroth che aveva ucciso Tifa e Zack. Sembrava piuttosto
il comandante che tanto aveva ammirato in passato. Che pensieri assurdi che
gli venivano, in un momento del genere… Però… Lui non era andato avanti solo
per vendicarsi? Non era questo che lo aveva spinto ad andare avanti? Che
scena patetica. Quell’unica frase, pronunciata con incredibile freddezza,
risuonò per un attimo nella mente di tutti. - Ma che..?- fece Leon, guardando
gli altri. I ragazzi si voltarono, ma senza riuscire a dire niente. -
Ehy…l’hai sentito anche tu, Sephiroth?- fece Rinoa, voltandosi verso
l’uomo. Ma lui non la ascoltava. Si sentiva il cuore bruciare, come se
qualcosa dentro di lui premesse con forza per uscire fuori; una sensazione che
aveva già provato innumerevoli volte. - Sephiroth, che hai?- chiese Rinoa
preoccupata, vedendolo tremare con il volto tra le mani. Poi, d’un tratto, la
visuale di tutti si fece completamente nera, mentre Sephiroth lanciava un forte
grido. Quando finalmente i ragazzi poterono di nuovo vedere, davanti a loro
sette vi era un’altra persona. Un uomo alto, dalla carnagione abbronzata, dai
capelli lunghi bianchi e gli occhi rossi. - E tu…chi diavolo sei? - mormorò
Sephiroth, col fiato rotto. La figura sorrise. - Io sono Ansem.
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
a
Final Fantasy Adventure Capitolo
14
I ragazzi fissarono con uno sguardo pieno di stupore la figura
che avevano davanti. -Ansem..?- fece eco Leon. Aeris strabuzzò gli
occhi. -Ma allora quel diario… -Esatto, l’ho scritto io quando ero ancora
il re di questo mondo. “Allora non mi ero sbagliata…” -Se l’avete letto,
vi sarà più facile capire- continuò l’uomo. -No, io non capisco affatto!-
esclamò Sephiroth. -Chi diamine sei tu? Perché eri… - … dentro di te?-
finì Ansem. - Così mi deludi. Non dirmi che ancora non hai
capito. Sephiroth lo guardò allibito. L’uomo sospirò. - In tutto questo
tempo non ti sei mai sentito, diciamo… diverso? Il ragazzo sgranò gli
occhi. Ma certo. Era questa la risposta a tutte le sue domande. Da quel
giorno a Nibelhim… fino ad ora… era lui la causa di tutto?! -Maledetto… ma
come… - Mi serviva un corpo- rispose semplicemente Ansem. -Con l’andare
avanti delle mie ricerche il mio si era indebolito troppo e alla fine non ha
retto. Non potevo raggiungere il mio scopo così, per questo mi sono servito di
te. Il miglior Soldier della Shinra… eri la scelta
migliore. -Bastardo…- fece Cloud. Adesso sì che tutto
tornava. -Bhè certo, c’è stato un prezzo- proseguì l’uomo. -Per
raggiungere Nibelhim sono dovuto passare attraverso il cuore di questo mondo. E
facendo ciò… bhè, avete visto anche voi come è ridotto ora questo posto. “Il
cuore del mondo?!” pensò Leon. -La porta!- esclamò Kairi. -Esatto- sorrise
Ansem. -E aprendola non solo ho permesso all’oscurità di invadere questo
mondo poco alla volta, ma ho distrutto le barriere che lo divideva dagli
altri. - Per questo… quel re è potuto venire qui, vero?!- realizzò
Leon. -Già. Devo molto a quell’uomo. Se non fosse stato per lui non sarei mai
venuto a conoscenza delle dieci pietre. Ansem scoppiò in una risata. -Che
idiota! Si può dire che sia stata tutta colpa sua se i mondi ora si trovano in
questo stato! -Falla finita!- gridò Leon alzando il Gunblade. -La colpa è
esclusivamente tua! Perché diamine hai causato tutto questo? Qual è il tuo
scopo?! Ansem lo fissò dritto negli occhi. -Voglio riempire questo mondo
d’Oscurità. -Cosa?!-esclamarono tutti. -Ogni cuore nasconde dell’Oscurità
al suo interno. E ovviamente anche i cuori dei mondi la racchiudono in sé. Ma
allora mi chiedo… cosa c’è veramente in questi cuori? Io voglio aprire la
Serratura di tutti i mondi, la Serratura dell’Oscurità... e finalmente potrò
avere tutte le risposte al quesito che non ho mai saputo risolvere. - Tu sei
pazzo!-gridò Cloud. -Hai idea di quante persone – di quanti mondi hai fatto
soffrire per quest’idea stupida?! Ansem sogghignò. -“Idea stupida”?- gli
fece eco. - L’avidità degli uomini non conosce limiti. Siamo creature
imperfette e i nostri cuori sono pieni di Oscurità. Allora perché non lasciare
che l’Oscurità prenda il sopravvento? Da essa non si può ricavare che
potere! - Con te non si può ragionare- disse Cloud, estraendo la
spada. -Aspetta! Il ragazzo di voltò verso Sephiroth. - Quel
bastardo... devo... ucciderlo con le mie mani...- mormorò fissando Ansem con uno
sguardo pieno d’odio, mentre tentava di rialzarsi. -Sephiroth, no! Sei
ferito!- esclamò Rinoa cercando di fermarlo. -Lasciami andare!- le rispose
lui, alzando lo sguardo verso il nemico. - Quest’uomo...ha distrutto la mia
vita. E poi... mi ha usato per distruggerne delle altre... io non... non posso
perdonarti!- esclamò, puntando la Masamune contro di lui. Ansem lo osservò
per un po’, poi scoppiò a ridere fragorosamente. - Cosa vorresti farmi,
ridotto così?! Non ti reggi neanche in piedi!- esclamò con voce
divertita. -Adesso non ho più bisogno del tuo corpo. Durante il tempo che ho
passato dentro di te sono riuscito a recuperare le forze e adesso, grazie al
potere dell’Oscurità, posseggo di nuovo un corpo, ma molto più forte di
prima. Poi si voltò verso gli altri. -Sono curioso di vedere come ve la
caverete. Vi aspetto ai Confini del Mondo, vedete di non mancare. -Aspetta!-
esclamò Cloud. Ma Ansem era già sparito in una nube oscura. -Dannazione!-
esclamò Sephiroth, ma una fitta al petto lo costrinse a inginocchiarsi, mentre
il sangue non cessava di sgorgare dalla ferita. -Sephiroth!-esclamò Rinoa
cercando di sostenerlo. Aeris corse subito dai due e senza perdere tempo
poggiò le mani sul petto dell’uomo. -Energiga!-
gridò, mettendo tutta se stessa nel cercare di rimarginare la ferita. Il
sangue si fermò a poco a poco e alla fine la ferita di richiuse del tutto. La
ragazza si abbandonò sulle ginocchia tirando un sospiro di sollievo. - Ti
ringrazio- le disse Rinoa con le lacrime agli occhi. -Non
preoccuparti... -Non eri tenuta a farlo- le disse Sephiroth, voltando
lo sguardo. Aeris scosse la testa. -E perché no? Adesso siamo
compagni. L’uomo la fissò un attimo, poi volse lo sguardo verso
Cloud. -Non ho motivo di ritenerti ancora un mio nemico- disse, precedendo la
sua domanda. -In fondo sapevo fin dall’inizio che il mio comandante non
avrebbe mai agito così. Adesso so chi è il vero responsabile dell’accaduto e non
lo lascerò portare a termine il suo scopo. Immagino che anche tu sia
d’accordo. Sephiroth annuì. -Allora, per fermare Ansem non dobbiamo far
altro che raggiungere questi Confini del mondo- disse Tidus. -Si, ma...
riusciremo davvero a sconfiggerlo? Lui ha ancora quattro pietre dalla sua
parte...- fece Kairi. - Non preoccuparti- la rassicurò Leon. - Vedrai che
ce la faremo. Inoltre, se non possiede tutte le pietre non può aprire quella
Serratura, no? -Hai ragione- disse Cloud. -Comunque, non c’è altro da
fare. Detto questo, si voltò verso una luce apparsa al centro del salone: un
altro portale. Tidus lo osservò un po’, poi ripensando a quanto detto da
Ansem esclamò: - Ma... Ansem non aveva detto che aprendo la porta del cuore di
questo mondo aveva rotto la barriera che lo separava dagli altri? -Si, è
così- annuì Cloud. Lo sguardo di Tidus si fece cupo. -Ma allora... questo
vuol dire che se non lo avesse fatto noi non saremmo mai stati in grado di
viaggiare attraverso i mondi... Aeris lo fissò sconcertata: - Vuoi dire...
che se ripristineremo i mondi si riattiveranno anche le barriere? Il concetto
apparve lampante nelle menti dei ragazzi. -Ma così... così dovremo separarci
per sempre!- fece Kairi con un fil di voce, rivolgendosi a Leon. Lui le
rivolse uno sguardo confuso. Dopo tutto quello che avevano passato insieme...
possibile che alla fine sarebbe finito tutto così? Aeris rivolse lo
sguardo verso Cloud, come se lui potesse trovare una soluzione. Non si
sarebbe separata da lui... non voleva, assolutamente! -Troveremo una
soluzione- disse il ragazzo, rivolgendosi ai compagni. -Sono sicuro che andrà
tutto bene, vedrete. I ragazzi rimasero in silenzio per un po’, poi
annuirono. -E’ inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta- disse
Kairi, rincuorandosi un po’. -Giusto- fece Leon di rimando. Dopotutto
non era neanche sicuro… e poteva anche esserci una soluzione. Cloud sorrise,
poi si voltò verso Aeris. -Non preoccuparti. Vedrai che andrà tutto bene- le
disse con tono rassicurante. La ragazza sorrise a sua volta e
annuì. -Ooook!-esclamò Tidus con risolutezza. -Inutile pensarci troppo
adesso! Pensiamo a finire questa storia una volta per tutte! Così dicendo, si
lanciò attraverso il portale, seguito a ruota dagli altri.
*** I ragazzi riaprirono contemporaneamente gli occhi,
guardandosi attorno. Il luogo in cui erano arrivati si presentava desolato e
misterioso. Intorno al piccolo pezzo di terreno dove si trovavano, si
estendeva tutt’intorno il vuoto, cui faceva da sfondo un cielo dalle sfumature
viola. Sospese nel vuoto, galleggiavano alcuni pezzi di roccia. Probabilmente
ciò che restava dei mondi distrutti dall’Oscurità. Lontano da loro, sulla
linea dell’orizzonte, si trovava un’immensa sfera di luce. -Sarà lì che
dobbiamo dirigerci?- fece Kairi. Rinoa si avvicinò al bordo del terreno,
guardando avanti. -Ma da qui in avanti c’è solo il vuoto... come facciamo a
proseguire? Cloud e Sephiroth si lanciarono un’occhiata d’intesa, dopodichè
il comandante raggiunse la ragazza. -Non ci resta che provare e vedere che
succede... Detto questo fece un passo in avanti, trovandosi a galleggiare in
mezzo al vuoto. -E’ solido- disse rivolgendosi ai compagni. -E’ come se ci
fosse un pavimento. Kairi si avvicinò dubbiosa ai due, dando un’occhiata alla
superficie intangibile. -Non sarà che tu ce la fai perché sai volare?- fece
Tidus alludendo all’ala spiegata di Sephiroth. -Ma che dici, scemo?!- esclamò
Aeris con una punta di divertimento nella voce raggiungendo l’uomo e saltando al
suo fianco. -E’ vero, c’è una superficie... Superata l’incertezza
iniziale, i ragazzi proseguirono per la strada diretta al globo di
luce. -Però è strano...- fece Leon d’un tratto. -Ansem si trova già qui...
mi sembra strano che il posto sia così deserto. -Già, mi sarei aspettato di
trovare degli Heartless o di rincontrare quelli là...-disse
Tidus. -Chissà...- fece Cloud. -Magari loro sono al di là di quel globo di
luce... D’un tratto un fruscio catturò l’attenzione di Aeris. La ragazza
si voltò velocemente, confermando la sua intuizione. -Non avevate tutti i
torti... I ragazzi si voltarono verso di lei, per poi accorgersi delle figure
che si stavano formando intorno a loro. Erano Heartless, senza dubbio. Ma
sembravano molto più evoluti di quelli che avevano visto sinora. Alcuni bianchi
dalle forme angeliche e altri neri dall’aspetto diabolico. - Immaginavo che
non sarebbe stata una passeggiata...- fece Tidus, estraendo la spada. - Non
abbiamo tempo da perdere con loro- disse Cloud sfoderando anche lui la sua
arma. -Prima arriviamo a quella luce meglio è. Combattiamo solo se ci vengono
addosso. -Tu stà vicina a me- disse Sephiroth a Rinoa, mentre portava la
Masamune di fronte a sé. La ragazza obbedì e gli si fece vicino. -Adesso
sbrighiamoci ad avanzare...ma fate attenzione- li ammonì Cloud. I ragazzi
percorsero in fretta la strada che li separava dal globo luminoso, mentre le
ombre intorno a loro crescevano a vista d’occhio. -Qui si mette male...- fece
Tidus. Proprio mentre il ragazzo pronunciava la frase, un Heartless si lanciò
verso di loro. -Dannazione! Arrivano!- esclamò Cloud, parando il colpo
dell’ombra con la spada. -Forza! Se ci fermiamo adesso ci
raggiungeranno! I ragazzi obbedirono, ma le ombre ormai erano dappertutto e
cominciarono ad attaccarli in massa. -Acc! Questi sono più tosti degli
altri!-esclamò Leon mentre scaraventava via un Hertless bianco con la
spada. -Siamo al luogo cruciale, ci avranno riservato il meglio!- fece di
rimando Sephiroth. -Firaga!!- esclamò Aeris,
investendo i mostri davanti a sé con una vampata di fuoco. -Dannazione, le
magie non gli fanno effetto! -Forza, ci siamo quasi!- esclamò Cloud, mentre
eliminava l’Heartless che bloccava il passaggio. I ragazzi corsero a
perdifiato verso la meta ormai vicinissima, mentre gli Heartless si scagliavano
su di loro. -Andiamo!!! E con un ultimo salto, i ragazzi entrarono nella
luce.
***
Il paesaggio era cambiato radicalmente rispetto a prima. Ora
c’era un terreno solido su cui camminare, anche se i ragazzi non erano ben
sicuri di che materiale fosse fatto, e c’erano dislivelli e rocce che spuntavano
dalle pareti. In un posto simile non sarebbe stato facile
orientarsi. -Ehi, guardate laggiù!-esclamò Kairi, indicando un punto davanti
a sé. I ragazzi si concentrarono nella direzione indicata dalla ragazza:
lontano, dietro delle colline rocciose, si riusciva a scorgere la sagoma di un
edificio. -Scommetto quello che volete che Ansem si trova laggiù- fece Leon
osservando il luogo in lontananza. -Allora non ci resta che raggiungerlo-
disse Cloud, cominciando ad avviarsi; i ragazzi lo seguirono senza
esitazione. In poco tempo giunsero a quella che sembrava la loro meta finale:
un enorme castello dalle alte torri, circondato dall’oscurità. I ragazzi
aprirono il grande portone d’ingresso, per poi rimanere a bocca aperta:
dall’interno sembrava un edificio completamente diverso. Il bianco regnava
sovrano, un bianco lucido e luminoso, che contribuiva a rendere l’area
inaspettatamente deserta. Non c’erano finestre né candele, solo un lungo e
bianco corridoio che portava ad una grande porta di cristallo. La
attraversarono.
***
Tidus si guardò intorno stupefatto. Non aveva idea di come
fosse successo, ma conosceva fin troppo bene il paesaggio che ora lo circondava.
In qualche modo, era tornato a Zanarkand. -Ma che… Cercò con lo sguardo i
compagni, ma non c’erano; era solo. Sospirò, arrendendosi a quella strana
situazione. Ora che poteva concentrarsi meglio, notava che la città non era
esattamente come la ricordava: era completamente distrutta. I palazzi erano
crollati a terra, le strade erano deserte, c’erano macerie ovunque. Anche il suo
amato campo da Bliztball ormai non c’era più. Dunque era questo che era stato
di Zanarkand dopo la sua partenza? -Desolante, vero?- fece una voce alle sue
spalle. Tidus si girò lentamente, la mano alla spada. Conosceva fin troppo bene
quella voce. -Tuttavia ha un che di poetico, non sei d’accordo? Auron uscì
allo scoperto, con un sorrisetto stampato in faccia. -Che significa questo?-
chiese Tidus. L’uomo estrasse la spada. -Ho solo pensato che questo fosse
lo scenario perfetto per il tuo ultimo scontro.
***
Quando all’improvviso si ritrovò su un pavimento morbido, le
gambe le cedettero e cadde a faccia in avanti. Si sollevò con disappunto,
sputando sabbia. …Sabbia? Si guardò intorno: in effetti si trovava su una
spiaggia. Una spiaggia che le sembrava molto familiare… -Ma questa è la mia
isola!- esclamò scattando in piedi. Si mise a cercare gli altri con lo
sguardo, ma sembrava che non ci fosse anima viva. -Ci siamo solo tu e io
immagino- disse una voce alle sue spalle. La ragazza si voltò: era
Leon. -Leon… questa… -Si, sembrerebbe la tua isola- disse lui, guardandosi
intorno. -Ma come abbiamo fatto a finire qui? Non eravamo in quel castello
fino a poco fa?- chiese Kairi guardandosi intorno. -Chissà- fece il ragazzo
con noncuranza, mentre come se niente fosse le circondava le spalle con il
braccio. Un brivido attraversò la schiena di Kairi, che si voltò verso di lui
imbarazzata. -L…Leon?-mormorò, non sapendo come interpretare quel gesto
improvviso e silenzioso. Che gli era preso? Cos’era quel gesto, tutto d’un
tratto? Ma in fondo era solo un braccio intorno alle spalle. Forse era lei che
faceva sembrare tutto-- …a giudicare da come Leon l’aveva appena tirata a sé,
forse no, non era solo una sua impressione.
***
Aeris si ritrovò improvvisamente in un prato d’erba. Rimase
un attimo stupita, poi si voltò verso la porta: però non c’era più. “Oh…
bene…” pensò fra sé. Si voltò e andò avanti per il prato, sperando di trovare
qualcosa. I suoi compagni non c’erano ed era finita in chissà quale posto in
chissà quale modo… com’era possibile? D’un tratto ebbe un tuffo al
cuore. Corse in avanti finché non s ritrovò davanti ad un grande cancello: al di
là di esso c’era un castello. Il suo castello. -Il Palazzo dei Fiori…-
mormorò sbalordita. –Ma com’è possibile che si trovi qui? Attraversò il
castello e si ritrovò di fronte all’edificio: era proprio il suo castello, ne
era certa, anche se ormai non ne era rimasto molto; dopo l’attacco di Sephiroth,
quella notte, era stato completamente distrutto. -C’è nessuno?- chiese a voce
alta. Nessuna risposta. Aeris chiamò altre volte, ma non ottenne risultati
diversi. Si guardò intorno sconsolata. Il paesaggio era completamente
deserto. Tuttavia, c’era qualcosa che non quadrava: possibile che non fosse
rimasto nessuno? Inoltre, lì c’era soltanto il suo palazzo. Dov’era il resto
della città? -E’ inutile che cerchi, qui non c’è nessuno- disse una voce
femminile. Aeris si fece seria e voltò lo sguardo: come aveva immaginato, era
Lulu. -Immaginavo che fosse opera vostra. Lulu scrollò le spalle. -E’
stata una scelta a scopo puramente estetico. Non trovi anche tu che sia il luogo
perfetto per la tua morte? -Per niente- fece Aeris, mettendosi in posizione
da combattimento. L’avversaria sbuffò, poi sollevò il braccio, facendo
scintillare il bracciale. -E’ arrivata la tua ora, mocciosa.
***
-Ahi! Rinoa cercò lentamente di rialzarsi dalla caduta,
nonostante il dolore al fondoschiena. Aveva l’impressione di essere caduta
almeno da un paio di metri. -Tutto bene?- le chiese Sephiroth, aiutandola ad
alzarsi. A quanto pare, lui e Cloud non avevano avuto problemi con
l’atterraggio. -Dove siamo?- chiese la ragazza. Non ne ho idea- rispose
Sephiroth, guardandosi intorno. Di certo, non si trovavano più al
castello. -E gli altri sono scomparsi- fece Cloud. – Probabilmente hanno
voluto dividerci. Il ragazzo osservò il paesaggio intorno a lui. Era
completamente deserto, dal terreno secco, che sembrava estendersi senza
fine. -Che guaio- fece Rinoa. -Dannato Ansem, ma che avrà in mente?!-
esclamò Sephiroth guardando il cielo, insolitamente scuro. Qualcosa gli diceva
che da quel luogo non c’era via d’uscita.
***
Io… io non so come scusarmi davvero ^^” Vi ho fatto aspettare
più di un anno per il nuovo capitolo! >__< Mi dispiace tantissimo, vi
prego di scusarmi! Ma davvero non avete idea di quante me ne sono successe…
tanto per cominciare, ho dovuto portare a riparare il computer ben cinque volte,
e lo abbiamo cambiato direttamente due volte, perché dopo un po’ di tempo dava
di matto e ancora non abbiamo capito perché O_o Poi quando finalmente è
tornato, c’era la scuola di mezzo, tira questo e tira quell’altro, non sono più
riuscita a toccare la fic. E durante l’estate, quando finalmente avevo tempo…
è partita l’ispirazione ç_ç Dovete sapere che avevo ideato già dall’inizio come
si sarebbe svolta la fic, il problema era appunto quest’ultima parte: sapevo
cosa avrei dovuto fare, ma non sapevo come. Ed è stata una tragedia
>_< Quindi non pensate male, non è affatto per le poche recensioni che
ho smesso di scrivere. Anzi, sono felicissima che a qualcuno questa storia sia
piaciuta. E a questo proposito, ringrazio Paine Strife e BetaDragon89 ( sei
ancora vivo, si? XD) per gli incoraggiamenti. Adesso che la signorina
ispirazione sembra essere tornata magari ce la facciamo a finire sta
storia XD
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
a
Final Fantasy Adventure Capitolo
15
-Ad ogni modo non possiamo restare qui senza far niente,
dobbiamo per lo meno trovare il modo di raggiungere gli altri- disse Cloud
rivolgendosi ai due ragazzi. -Hai ragione- iniziò Sephiroth – ma non credo
che… Un improvviso terremoto colse i ragazzi di sorpresa, e caddero a
terra. Solo poco dopo si resero conto che non si era trattato di un
terremoto: una creatura gigantesca li aveva appena raggiunti. -E questo..?!-
esclamò Rinoa osservando sbalordita la bestia. Non si capiva bene che razza
di animale fosse: sembrava un toro di dimensioni sproporzionate, dal pelo
violaceo e con due grandi corna alle estremità della testa: sul petto
aveva tatuato un cuore spinato. -Ma quello è il simbolo degli heartless!-
esclamò Cloud appena se ne accorse. -Un heartless?!- fece Sephiroth
incredulo. – Ma ce ne sono di così grandi?! -A quanto pare si- rispose il
ragazzo, estraendo la spada. Il mostro afferrò subito le intenzioni degli
avversari e partì all’attacco. Emise un forte ruggito, e le corna sulla testa
iniziarono a brillare. -Attenti, sta per lanciare una magia!- esclamò
Sephiroth afferrando Rinoa. Pochi secondi dopo, dalle corna dell’heartless
scaturì una forte serie di fulmini, che i ragazzi evitarono a pelo. -Dobbiamo
mirare alle corna- disse Cloud – Se continuasse a lanciare attacchi magici non
riusciremmo a evitarli per sempre. -Si, ma quella bestia è enorme! Come
farete a colpirle da quaggiù?- fece Rinoa osservando il mostro. Era troppo
grande per cercare di avvicinarsi alla testa senza venire attaccati. -Ci
penso io- disse Sephiroth, liberando l’ala nera. -Lasciate fare a me per le
corna. Tu, Cloud, prova a colpirlo alle zampe, dovrebbe
rallentarlo. -D’accordo! -Ah, e mi raccomando- aggiunse l’uomo prima di
spiccare il volo – sta’ attento a Rinoa.
***
-Leon, ma cosa stai..?!- fece Kairi imbarazzata, con gli occhi
sbarrati. -Ti sto abbracciando- rispose il ragazzo con finta
innocenza. -Questo lo vedo anch’io! Ma… ma non è il momento, non… questo non
è da… Leon le prese il volto tra le dita, alzandolo verso di lui. -“…non è
da te”, volevi dire? Pronunciò quella frase con un sorrisetto, osservando il
rossore sul volto di lei farsi più acceso. E senza dire altro avvicinò le labbra
alle sue. Ma a quanto pare la ragazzina era più sveglia di quanto si
aspettasse. Lo schiaffo arrivò inaspettato, con un sonoro “sciaff” e un forte
bruciore alla guancia. Il ragazzo rimase interdetto per un po’, poi si posò
la mano sulla guancia arrossata, guardandola allibito. -Mi hai fatto
male. -E ci mancherebbe!- esclamò la ragazza rossa in viso, ora più per la
rabbia che per l’imbarazzo. -Questo atteggiamento non è da Leon. Chi sei
tu? Lui chiuse gli occhi, socchiudendo le labbra in un sorrisetto. -Uhm,
immagino che tu mi abbia scoperto. Eppure credevo di essere andato bene… Per
un attimo, Kairi ebbe l’impressione che il paesaggio intorno a lei fosse
cambiato, ma poi si accorse che alla fine non era successo niente. Era cambiato
solo il ragazzo davanti a lei. Al posto di Leon, ora c’era un ragazzo dagli
occhi azzurri e i capelli argentei. -Ma tu sei Riku! -Bingo! Il ragazzo
si rivolse poi a qualcuno dietro di lei. -Oh, già finito anche voi? -Eh,
mi ha sgamato subito… Kairi si voltò verso la voce, e si ritrovò davanti una
giovane ninja. -Yuffie!- esclamò, per poi notare qualcun altro dietro di lei:
era Leon. -Leon! –Kairi!- esclamarono i due all’unisono. -Stai bene? Ti ha
fatto qualcosa?- le chiese lui preoccupato, raggiungendola. Kairi arrossì
lievemente, ma negò con forza. -Niente di importante! Ma tu piuttosto…- fece
lei, alludendo alla giacca spiegazzata e alla strana macchia che aveva sul
collo. Leon vi portò istintivamente la mano, arrossendo
lievemente. -Niente di importante! Poi voltò lo sguardo verso i due
avversari, che nel frattempo se la stavano ridendo di gusto. -Ma si può
sapere che diavolo avevate in mente?! Yuffie incrociò le mani dietro la testa
e disse divertita:- Era solo un diversivo, tanto per allentare la tensione.
Perché, non ti è piaciuto? Leon evitò di rispondere alla domanda e volse lo
sguardo verso Riku. A quanto pareva il ragazzo non era rimasto del tutto
indifferente alla cosa, a giudicare dalla sua espressione. Ma probabilmente quei
due si erano già chiariti. Di certo Yuffie non era più innamorata di lui, o per
lo meno così sembrava. Sebbene prima ci avesse di nuovo provato, capiva dal suo
atteggiamento che il suo rifiuto l’aveva ferita molto più profondamente di quel
che pensava. Stava solo cercando di comportarsi come aveva sempre fatto con lui,
ma sapeva che ormai il loro seppur strano rapporto era stato definitivamente
spezzato. Il suo tono divertito suonava terribilmente falso ora. -Bhè, ora
basta giocare- disse alla fine Riku, estraendo la spada. -E’ ora di fare sul
serio. Leon e Kairi si misero in posizione di battaglia. Due contro due…
Leon conosceva le abilità di Riku, ci aveva già combattuto una volta e sapeva
quanto era forte. Ma Yuffie non l’aveva mai vista in azione, né prima né dopo
l’acquisizione della pietra. Sarebbe stato prudente lasciarla a Kairi? Purtroppo
non aveva tempo per pensarci. Ma doveva avere fiducia in lei, in fondo era pur
sempre un Cavaliere della Luce. E al “via” di Riku iniziò il
combattimento. A quanto pareva anche loro avevano scelto il proprio
avversario, visto che Riku si era subito lanciato contro Leon e Yuffie contro
Kairi. Il ragazzo parò l’attacco e ricambiò l’avversario, che però non si
lasciava colpire facilmente. Dopo una serie di colpi e parate, Riku si allontanò
un po’ per attaccare da un’altra angolazione. Leon fu tentato dal dare
un’occhiata a come se la stava cavando Kairi, ma capì ben presto che in quello
scontro non poteva permettersi distrazioni di alcun genere. Riku infatti
approfittò dell’apertura della difesa del ragazzo per sferrare un potente
fendente, e poco ci mancò che lo colpisse seriamente. Leon indietreggiò,
asciugandosi il sangue che gli sgorgava dalla guancia. Riku era terribilmente
veloce. Un altro errore del genere l’avrebbe pagato caro. Dall’altra parte,
Kairi e Yuffie avevano da poco cominciato la loro battaglia. La ragazza aveva
subito cercato di evocare Valore, ma Yuffie l’aveva costretta a difendersi e a
interrompere l’evocazione. La ninja era velocissima, e non le lasciava il tempo
di agire. Era già stata ferita alla gamba e al braccio, seppur solo con lievi
taglietti, per ora. Ma il problema era che ancora non aveva capito di cosa si
servisse la sua avversaria per attaccare. Ogni volta era così veloce che pensava
soltanto a schivare l’attacco, e non era ancora riuscita a vedere la sua arma.
Doveva porre fine a quella situazione o non sarebbe riuscita neanche ad
attaccare. Se fosse riuscita ad evocare Valfore, avrebbe avuto la possibilità di
contrattaccare e capire finalmente con cosa l’avversaria combatteva. Il problema
era: come fare? Yuffie attaccò di nuovo, e stavolta ci mancò davvero poco che
la ferisse seriamente. Doveva agire, e in fretta. Decise di aspettare il
prossimo attacco della ragazza. Come Yuffie le si lanciò contro, Kairi schivò,
cercando poi di colpirla con un calcio. Yuffie non se l’aspettava, ma riuscì lo
stesso a schivare, atterrando un po’ più lontano. Questo le bastò. Afferrò
velocemente il ciondolo e chiamò a voce alta Valfore, che in un lampo di luce le
si presentò subito davanti. Yuffie rimase molto colpita dall’evocazione, e si
rialzò fischiando. -Niente male, Kairi. Ma se tu usi i poteri della pietra,
allora è il caso che lo faccia anch’io. E detto questo, dalla sua mano
sprigionò una tenue luce, che poco dopo esplose in una miriade di scintillii,
rivelando una grande arma lucente. Quando la luce scomparve, Kairi potè
vederla bene: era un enorme Shuriken. “Dunque era con gli shuriken che mi
aveva attaccato prima” realizzò Kairi osservando l’arma. -Preparati!-esclamò
Yuffie, lanciandosi contro la creatura. -Valfore, schiva! La creatura
alata eseguì gli ordini della padrona con prontezza, e l’attacco di Yuffie finì
a vuoto. Approfittandone, Valore tentò di attaccarla, ma con un salto
all’indietro Yuffie lo evitò e tornò in posizione di difesa. “Non mi piace”
si disse tra sé “ se quello vola non posso far altro che attaccarlo da
lontano”. Subito prese a correre intorno all’avversario, che rimase a
squadrare i suoi movimenti pronto a difendersi. Quando la ragazza si lanciò
contro di lui, Valfore schivò prontamente, ma l’intenzione di Yuffie era
un’altra e Kairi non se ne accorse in tempo. Appena superò il nemico, la ragazza
si voltò e lanciò lo Shuriken contro di lui. -Valfore, attento!- gridò Kairi,
ma era troppo tardi. La creatura non se ne accorse in tempo e lo Shuriken
lo colpì in pieno, facendolo crollare a terra ferito. Kairi si precipitò
verso di lui, ma Yuffie era già pronta per il colpo di grazia. La ragazza
afferrò il ciondolo senza smettere di correre e lo richiamò, mentre si lanciava
di fianco contro la nemica, impedendole di attaccare e facendola cadere a terra.
Kairi si rialzò subito e constatò con sollievo che Valfore era riuscito a
tornare nel ciondolo. Ora però erano guai. Yuffie si tirò velocemente a
sedere, pulendosi la faccia sporca di sabbia, dopodichè si voltò furiosa verso
la ragazza, pronta all’attacco. Adesso Kairi non aveva più difese, e
l’avversaria aveva evocato la pietra. Se era riuscita a fatica a difendersi
prima, ora non aveva speranze. Tentò di allontanarsi e prendere tempo per
evocare Shiva, ma Yuffie non glielo permise e partì subito all’attacco. Stavolta
poteva vedere lo Shuriken, ma non era avvantaggiata come sperava: Yuffie era più
veloce di prima, e quell’arma molto più pericolosa. Schivò il primo attacco,
ma già per il secondo non c’era abbastanza distanza tra loro e si procurò una
ferita alla guancia. Quando Yuffie sembrò attaccarla ancora, a quella distanza
ravvicinata Kairi non poteva far altro che tentare il tutto per tutto, e afferrò
il ciondolo tra i pollici e gli indici per evocare Shiva. Tuttavia non fece in
tempo: il colpo arrivò prima che potesse anche solo cominciare, e se la ragazza
non venne colpita, in compenso il ciondolo venne tagliato e scagliato lontano.
Kairi si precipitò subito a riprenderlo, ma l’avversaria non era intenzionata a
lasciarla agire indisturbata. La pietra per fortuna era ancora intatta, il
colpo aveva tagliato solo la collana. Se fosse riuscita a evocare la donna dei
ghiacci, per Yuffie non ci sarebbe stata speranza di resistere alla Polvere di
Diamante. Anche se non era sicura di voler arrivare a tanto contro un’avversaria
del genere. Il suo scopo era vincere, però.. Era a pochi istanti dal
ciondolo ormai, quando sentì qualcosa ferirle la gamba. Cadde a terra serrando
le labbra per il dolore, poi si guardò la caviglia: era stata Yuffie a ferirla
con lo Shuriken. E sapeva di essere stata terribilmente fortunata: se il colpo
l’avesse centrata in pieno, avrebbe potuto rimetterci tutta la gamba. Senza
perdere tempo si voltò verso il ciondolo e lo afferrò, ma la mano gli fu
bloccata dalla scarpa di Yuffie. -No, stavolta no- le disse sollevando lo
Shuriken. Kairi fissò la ninja, poi il ciondolo stretto in mano. Yuffie non
si stava facendo scrupoli con lei. Però non se la sentiva lo stesso di usare la
magia contro un’avversaria che ne era sprovvista, soprattutto quella di Shiva.
Ma se non lo faceva… se solo ci fosse stato qualcos’ altro… Yuffie esitò un
attimo. Si aspettava un qualche tentativo- in fondo non le aveva strappato di
mano il ciondolo proprio per questo. Invece niente. Per un attimo fu tentata
di lasciarla andare, per potersi divertire un altro po’. Poi però si ricordò chi
era quella ragazza. Ormai aveva superato quella cotta per Leon, e aveva
capito di non essere ricambiata… Lo sapeva, ma quel rifiuto, per quella
ragazzina… ancora le bruciava. E alla fine, il loro compito era quello di
eliminare i Cavalieri della Luce, no? Gettò un ultimo sguardo alla ragazza,
poi calò silenziosamente l’arma. Kairi serrò gli occhi. Era
finita? “No!” La ragazza spalancò gli occhi, e un nome le affiorò nella
mente, che pronunciò in un sussurro: -Odino. Yuffie si fermò a sentire
quel mormorio, e pochi istanti dopo si tirò indietro appena in tempo per evitare
una grande spada, che andò a conficcarsi nel terreno con un rombo. Kairi
fissò sbalordita la spada, poi si alzò lentamente, osservandola: la pietra era
andata a incastonarsi nell’impugnatura, di un colore scuro e dai ricami dorati.
La lama era lunga e affilata, splendente quasi fosse uno
specchio. -Odino..? La voce dell’Eone le echeggiò in
testa. “Impugnami e combatti!” Kairi assunse uno sguardo deciso e
sfilò la spada dal terreno. La sentiva piuttosto leggera, e anche la ferita alla
caviglia era meno dolorosa di quanto pensasse. Poteva combattere. Ora che
aveva ottenuto questa chance non l’avrebbe sprecata. -Grazie- disse
mettendosi in posizione da combattimento. Yuffie era rimasta profondamente
colpita da quella scena. Alla fine quella ragazzina aveva ancora qualche asso
nella manica… bene, bene. Sarebbe stato divertente. Partì all’attacco senza
pensarci due volte e sferrò un attacco con lo Shuriken, che Kairi parò
prontamente, come anche quelli successivi. Ora che aveva riacquistato fiducia
aveva migliorato i riflessi e riusciva bene o male a parare gli attacchi
dell’avversaria. Negli intervalli tra un attacco e l’altro provò qualche
affondo, che però venne parato dalla ninja. La ragazza raccolse le forze e
sferrò un potente attacco di spada, che cozzò contro lo Shuriken
dell’avversaria. Le due si contesero il colpo per qualche secondo, cercando
ognuna di prevalere sull’altra. Poi Yuffie spinse via l’avversaria e si lanciò
ancora all’attacco. Kairi non era ancora pronta a difendersi dopo l’azione di
prima, ma il braccio si mosse da solo, tirato dalla spada, per parare
l’attacco. “Sta’ attenta, Guardiana” le disse la voce dentro di
lei. -D’accordo. Scusa, Odino- rispose lei rimettendosi in posizione e
riprendendo fiato. Anche Yuffie aveva il fiatone, dopo tutte quelle serie di
attacchi. Quella ragazzina si stava rivelando un osso duro, ma restava il fatto
che lei non aveva ancora subito ferite consistenti. Sarebbe stato meglio finire
tutto in fretta, se non voleva esaurire le forze a furia di usare la
pietra. Si lanciò di nuovo all’attacco sferrando una serie di colpi
all’avversaria; appena terminata la combo, tentò di lanciare lo Shuriken:
sarebbe rimasta senza difese per un po’, ma se l’avesse colpita per la ragazza
sarebbe stata la fine. Kairi si accorse in tempo dello Shuriken, ma fermarlo
fu più difficile di quel che aveva pensato. Yuffie l’aveva lanciato con molta
potenza, e alla fine riuscì solo a deviare la sua traiettoria. Però Yuffie ora
era senza difese e aveva l’occasione di attaccarla. Come la ninja aveva temuto,
Kairi si lanciò contro di lei per attaccarla. Arretrò velocemente tenendo gli
occhi puntati su di lei. Se riusciva a resistere fino al ritorno dello
Shuriken… Il primo attacco finì a vuoto, ma il secondo la prese di striscio
alla coscia. Approfittando della distrazione dell’avversaria Kairi tentò un
affondo, ma Yuffie lo schivò buttandosi di lato. Kairi sfilò in fretta la spada
che si era conficcata nel terreno e si voltò verso l’avversaria per colpire
ancora, ma questa era inaspettatamente rimasta in ginocchio, come ad aspettare
qualcosa. La ragazza capì in fretta e si abbassò appena in tempo per evitare
lo Shuriken, che tornò subito in mano alla ninja. Tuttavia non perse tempo
per attaccarla, stavolta con più foga. Senza lo Shuriken Yuffie era in trappola.
Se fosse riuscita a distruggerlo avrebbe vinto… La ninja aveva capito le
intenzioni dell’avversaria. Sapeva di aver rischiato grosso con quel lancio, e
ora ne stava pagando le conseguenze. Doveva fare in fretta se voleva
vincere. Parò l’attacco di Kairi, poi la spinse indietro. Adesso era il suo
turno. La ragazza aveva appena rialzato lo sguardo che Yuffie era già
all’attacco. I suoi colpi erano molto più forti di prima, e a forza di
difendersi le si stavano indebolendo le braccia. La situazione si era
capovolta. Doveva riprendere il vantaggio, e alla svelta,
altrimenti… L’ultimo colpo spezzò definitivamente la difesa di Kairi, che
cadde a terra con un calcio di Yuffie. Tentò di rialzarsi, ma un ulteriore
attacco la costrinse a difendersi e la rispedì schiena a terra. Era in trappola.
Lo Shuriken era a pochi centimetri dal collo, bloccato dalla sua spada. Kairi
cercò con tutte le sue forze di respingere l’attacco e rialzarsi, ma ormai le
sue braccia non avevano più forza e riusciva a malapena a mantenere quella
situazione. -Fine dei giochi- disse Yuffie sorridendo. Faceva la spavalda, ma
in realtà anche lei era stata messa a dura prova; aveva il fiatone e le braccia
deboli. Lo sapeva, che quello sarebbe stato il colpo decisivo. Kairi si
ritrovò ben presto la spada a toccarle il collo. Le rimaneva un’unica
possibilità, altrimenti sarebbe stata la sua fine. Trattenne il fiato e
chiuse gli occhi, e con tutte le forze che le erano rimaste sfilò la sua spada
da quella posizione. Urlò di dolore quando lo Shuriken, perso il suo appoggio,
le perforò la spalla, ma non si lasciò distrarre: strinse la spada e trafisse
l’avversaria alla spalla sinistra. Yuffie rimase interdetta per qualche
secondo, il tempo di realizzare cosa fosse successo, e poi il dolore la investì
in pieno,e si prese la spalla con la mano stringendo gli occhi e i denti per il
dolore. Kairi sfilò la spada dal corpo dell’avversaria e la spinse via con un
calcio alla pancia. Lo Shuriken fu scagliato via, e dopo pochi istanti tornò
alla sua vera forma, una pietra giallo brillante. La ragazza rimase per un
po’ sdraiata a terra, ansimando per la stanchezza e il dolore, poi si costrinse
ad alzarsi. Sollevò la spada portandosela sotto gli occhi, fissò la lama e
sorrise. “Grazie Odino”. “Ho fatto soltanto il mio dovere. Fa’ più
attenzione la prossima volta, Guardiana”. E con questo, la spada
scomparve e tornò nel ciondolo. Kairi rimase un po’ stizzita dal
comportamento dell’Eone, ma poi ci sorrise su. Sentiva che in fondo il guerriero
l’aveva aiutata sinceramente. Si avvicinò lentamente all’avversaria stesa a
terra. Per fortuna era ancora viva. Tirò un sospiro di sollievo, ma per un
attimo il viso le si rabbuiò. In realtà, quando sembrava non esserci più
speranza, aveva provato ad evocare Shiva. Sapeva che se non l’avesse fatto
sarebbe stata uccisa, e aveva tentato il tutto per tutto. Però Shiva non si
era presentata. Aveva avuto paura, e si era aggrappata a quell’unica
speranza, ma non era riuscita ad evocarla. Forse perché, in fondo, Shiva aveva
capito. Adesso si sentiva di ringraziare Odino con tutto il cuore.
Riku calò il colpo su Leon, che lo parò e lo respinse. I due
incrociarono nuovamente le spade, restando qualche secondo a fissarsi. La
battaglia era agli sgoccioli ormai. Se le erano date di santa ragione per tutto
il tempo, e ancora nessuno dei due era riuscito a prevalere sull’altro in modo
significativo. L’unica soluzione era finire adesso, quando entrambi erano ormai
a pezzi: il primo che avesse commesso un errore avrebbe perso. Lo sapevano
entrambi, tuttavia un pensiero costante occupava le loro menti; e nonostante
sapessero di non potersi concedere alcuna distrazione, erano
preoccupati. Alla fine la conclusione era una sola: sconfiggere in fretta
l’avversario e correre ad aiutare le ragazze. Leon smise di opporre
resistenza contro la spada del nemico, scansandosi di lato; l’altro, privato
all’improvviso dell’equilibrio, si sbilanciò in avanti, ma tenne i riflessi
pronti e parò l’attacco che gli fu rivolto, per poi tornare lui stesso ad
incalzare l’avversario con un colpo dietro l’altro, senza lasciargli tregua. Ma
quando si fermò per dare il colpo decisivo, esitò. L’aria, che fino ad un attimo
prima risuonava dei forti rumori della battaglia, si era ora fatta stranamente
silenziosa. Fece per girarsi verso il luogo in cui erano le ragazze, ma il
colpo dell’avversario non glielo permise. Anche Leon era preoccupato per Kairi,
ma era stato più attento di Riku. E quel suo attimo di distrazione gli era
bastato. Riku era veloce, ma non fece comunque in tempo a fermare il colpo:
la lama lo ferì al petto, per poi proseguire di striscio fino alla spalla. Il
ragazzo si ritrasse velocemente ansimando, non senza il dolore provocato dalle
varie fitte che ora gli attraversavano il petto a ogni respiro, mentre il sangue
gli impregnava lentamente la maglietta. Leon lo guardò: ormai non era più in
grado di portare avanti il combattimento, come lui del resto. Durante la
battaglia l’avversario lo aveva ferito al fianco, e sebbene non fosse una ferita
troppo profonda, il dolore e la stanchezza adesso che il combattimento era
finito si faceva decisamente sentire. I due ragazzi lasciarono cadere a terra
le armi, che tornarono ad essere le pietre che erano all’inizio. Poi si
concessero di guardare dall’altra parte. All’inizio non distinsero bene le
due figure, a causa del polverone e alla vista offuscata dalla fatica. Poi la
scena si fece loro chiara: la ragazzina dai capelli rossi ancora in piedi, e la
ninja stesa a terra. Il cuore di Riku mancò un battito.
-Ciao! La bambina alzò il viso sorpresa, per poi
osservare la figura di bambino che le stava avanti tutto bagnato dalla
pioggia. -…Ciao- rispose, asciugandosi gli occhi rossi e stringendo a sé le
ginocchia. -Che ci fai qui tutta sola?- chiese il ragazzino con un sorriso
innocente. La bambina incrociò le braccia sotto le gambe e aspettò un po’
prima di rispondere. -Mi ha lasciata qui... -Chi? -La mamma- spiegò
distogliendo lo sguardo, cercando di non riportare alla luce brutti ricordi,
seppur gli unici che possedeva. -Davvero?- fece il bambino con aria mesta,
sedendosi accanto a lei. La bambina sembrava fosse di nuovo sul punto di
piangere. -Mi hanno abbandonato tutti… Il bambino rimase in silenzio, il
rumore della pioggia scrosciante a coprire ogni rumore. -Anch’io sono solo-
disse dopo un po’, abbozzando un sorriso. -Sono solo anch’io, perciò… La
bambina alzò il viso, fissando gli occhi azzurri dell’altro. Lui le prese le
mani e le disse con foga: - Perciò d’ora in poi ci sarò io con te! Se stiamo
insieme non saremo più soli, no? La bambina lo guardò dritto negli occhi, per
poi sporgersi più verso di lui. -Davvero sarai sempre con me? -Certo!-
rispose felice il bambino. -Non mi abbandonerai come gli altri, vero? Lui
le sorrise, mentre il volto della bambina si bagnava ancora. -No, non ti
lascerò mai- le disse abbracciandola. -E’ triste essere soli… ma finchè ci
saremo l’uno per l’altra non ci saranno problemi, no? Andrà tutto bene
così. E la bambina annuiva tra le sue braccia, senza riuscire a dire
niente. -A proposito- disse il bambino dopo un po’, quando smise di
piovere – non mi hai ancora detto il tuo nome. Io mi chiamo Riku, e
tu?
-Yuffie!!!- il ragazzo si precipitò verso l’amica,
inginocchiandosi al suo fianco e sollevandola per le spalle. -Yuffie, mi
senti?! Riku aveva paura. Portava gli occhi dalla ferita profonda e
sanguinante alla spalla agli occhi chiusi della ragazza. Non poteva
essere… -Ugh… Riku portò lo sguardo sul volto di lei, che stava lentamente
riaprendo gli occhi. -…Riku…? Il ragazzo la strinse forte a sé, libero
dalla paura opprimente che lo aveva assalito pochi secondi prima, il volto
contratto per non piangere. -Meno male…- sussurrò con voce rotta. Yuffie
dapprima era ancora un po’ intontita, ma ci mise poco per mettere a fuoco la
situazione. -R…Riku, che fai?!- esclamò, all’inizio per la fitta che
l’abbraccio aveva inevitabilmente causato, poi per l’imbarazzo, portando
istintivamente le braccia a distanziare i loro corpi ( senza successo) Sentì
la mano bagnarsi al contatto con il petto del ragazzo, e capì che anche lui
aveva perso il suo scontro. -Lasciami Riku, sei ferito!- esclamò,
allontanandolo con un gesto deciso. -Resta fermo e non muoverti, o la ferita
peggiorerà! -La stessa cosa vale per te!- ribattè lui. -Zitta e lasciati
abbracciare. Yuffie ammutolì, lasciando che l’altro la riprendesse tra le
braccia. -Stupido…
Kairi abbozzò un sorriso, poi si voltò: Leon stava correndo
verso di lei. -Leon! Stai bene?- esclamò appena gli fu davanti, alludendo
alle varie ferite del ragazzo, che per fortuna sembravano superficiali. -Io
sto bene, ma tu piuttosto!-esclamò lui preoccupato prendendole piano il
braccio. -Questo… -Ah, è stato lo scotto da pagare per la vittoria-
esclamò Kairi con un sorriso soddisfatto. Non poteva negare di essere felice
di aver vinto, e per aver dimostrato che alla fine riusciva a cavarsela anche da
sola. Ma di certo non era facile lasciar perdere il dolore tremendo alla
spalla. -Appena torneremo ci penserà Aeris a sistemare tutto, si tratta solo
di resistere un pochino. Inoltre anche il sangue sembra essersi fermato, forse
grazie alla magia della pietra… Leon sorrise scuotendo la testa, poi le mise
una mano sul capo. -Ad ogni modo sei stata bravissima- le disse con un
sorriso, che lei ricambiò felice. -In realtà sono stato preoccupato tutto il
tempo- fece pochi secondi dopo con un finto sorriso. A sentire quelle parole
la ragazza alzò lo sguardo verso di lui; anche la presa al braccio si era fatta
leggermente più forte. -Avevo paura che non ce l’avresti fatta contro
Yuffie… Il ragazzo abbassò lo sguardo, mordendosi le labbra. -Scusami,
davvero… che razza di compagno che sono… -No, hai ragione- rispose lei con
aria comprensiva. -Non scusarti. Io sono l’ultima arrivata e in fondo questa
era la prima volta che affrontavo veramente un Cavaliere… Non devi
sentirti in colpa solo perché eri preoccupato. Leon si sentì sollevato a
quelle parole. Temeva che Kairi si sarebbe arrabbiata per la mancata fiducia…
invece a quanto pare aveva capito tutto. Lei riusciva sempre a
capirlo. Leon arrossì lievemente. Non era né il luogo né il momento adatto,
ma sentiva l’impellente bisogno di dirglielo. Che avessero vinto o che avessero
perso, questa poteva anche essere la sua ultima occasione… -Kairi… Ma
prima che potesse continuare, il paesaggio intorno a loro cominciò a
cambiare.
Bhè, eccoci qua con il nuovo capitolo. Scusatemi se ci ho
messo un po’. Temo che gli intervalli fra un capitolo e un altro non saranno
tanto corti, ma vi prego di portare pazienza ^^; Questo capitolo mi ha fatto
penare un po’ per diversi motivi, ma spero che non sia venuto una schifezza
totale XD
Pika chan: come si dice, meglio tardi che mai
XD Ti ringrazio per i complimenti, sono molto felice che la fic ti abbia preso,
spero continuerà a piacerti fino alla fine. Parlando e parlando comunque, stanno
venendo fuori più capitoli del previsto per la parte finale… accidenti!
xD
Yunie the Black Angel: ma non scusarti, anzi
XD Un’entusiasmo simile mi ha fatto un piacere immenso, davvero ( aspe,
devo dedurre che una buona parte delle letture dei capitoli sia tua? XD) Grazie,
grazie davvero. Per quanto riguarda le scene Cloud/Aeris… bhè, è una coppia a
cui tengo moltissimo anch’io, ma non vorrei anticiparti nulla sul futuro.
Dopotutto ora siamo agli scontri finali ( argh) e la loro sorte verrà decisa
solo alla fine. Spero che continuerai a leggere e che non ti stufi prima
XD
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
a
Ansem alzò lo sguardo. Davanti a lui si stendeva
un’enorme porta bianca decorata da leggeri ricami, chiusa, sospesa nel
vuoto. Le labbra dell’uomo si incurvarono in un sorriso
soddisfatto. -Presto. Molto presto.
Final Fantasy Adventure Capitolo
16
Nell’aria ormai non si sentiva altro che il rumore di
lame che cozzavano tra loro. Una serie di colpi uno dietro l’altro, qualche
attimo di silenzio, e poi di nuovo le spade si scontravano l’una con
l’altra. Il combattimento tra Auron e Tidus ormai andava avanti da un bel
pezzo. Quanto, esattamente, Tidus non sapeva dirlo. Era come se quel posto si
trovasse al di là del tempo, nonostante avesse le sembianze della sua città
natale. Tutto ciò gli ricordò la prima volta che si era scontrato con Auron –non
un bellissimo ricordo in effetti, ma era anche da lì che era cominciata la sua
avventura. Allora era semplicemente un ragazzino un po’ abile a calciare la
palla, ma ora pensava –sperava di essere diventato un degno Cavaliere della
Luce. Eppure ancora non riusciva a sferrare un colpo decisivo contro
l’avversario. Forse perché la tensione di entrambi era decisamente alta: questo
era uno scontro decisivo, lo sapevano tutti e due. Eppure non poteva evitare
di pensare che fosse una battaglia completamente inutile. Parò il colpo di
spada dell’avversario e lo costrinse ad arretrare, prendendosi così qualche
momento per calmare il fiatone. -Sei già stanco, ragazzino?- fece Auron
beffardo, appoggiandosi la spada sulle spalle. -Ma se abbiamo appena
cominciato!- ribattè pronto Tidus, rimettendosi in posizione. -Piuttosto, è
una cosa che ormai mi chiedo da un po’…- fece, cominciando lentamente a muoversi
sempre con gli occhi fissi sull’avversario – se tu e gli altri avete il diritto
di possedere delle Pietre, questo significa che siete anche voi dei Cavalieri
della Luce, no? Auron abbassò la spada e la puntò dritta davanti a
sé. -Non mi è mai importato molto di cose come i nomignoli. Se poter usare
delle Pietre significa essere Cavalieri, allora lo saremo. Si lanciò contro
Tidus mirando un potente fendente al petto, ma il ragazzo non si lasciava
sorprendere per così poco. Schivò di lato, girò attorno all’avversario e tentò
di colpirlo da dietro, e le due spade si scontrarono ancora. -Ma se siete
Cavalieri della Luce perché siete dall’altra parte?!- esclamò il giovane,
premendo con forza la sua spada contro l’altra per prendere vantaggio. Con un
colpo secco Auron si liberò dalla scomoda situazione e con un calcio spinse
Tidus indietro di qualche passo. -Non so cosa ne pensino gli altri, ma… -
disse partendo all’attacco – per me la questione è del tutto
irrilevante. Irritato in qualche modo da quella risposta, Tidus ripartì
all’attacco con una serie di colpi veloci, cercando più che altro di disarmare
l’avversario. In effetti, cosa sarebbe successo se uno dei Cavalieri della Luce
fosse morto? Le pietre potevano essere usate solo dai legittimi possessori, e in
quel caso avrebbero fallito comunque la loro missione. L’ideale sarebbe stato
vincere senza uccidere, e se possibile, senza finire ucciso. Auron arretrò di
qualche passo, andando a posizionarsi sopra ciò che restava di una colonna
distrutta. Tidus lo fissò per qualche momento, riprendendo fiato e sentendo
l’irritazione crescere. -Vorresti dirmi che a te non importa nulla di questa
battaglia? Di quello che succederà se Ansem porta a termine il suo
obiettivo? -Stai forse cercando di convincermi a lasciar perdere, ragazzo?-
fece Auron inarcando un sopracciglio. -Fa’ parlare la spada al posto tuo.
-Idroga! -Ugh! Aeris
evitò l’ondata d’acqua rotolando lateralmente e riatterrando in ginocchio, gli
occhi fissi sull’avversaria. Il tempo di una battuta ad effetto e la donna aveva
subito cominciato ad attaccarla. -E va bene…- mormorò decisa, preparandosi al
contrattacco. Cominciò ad avanzare velocemente verso l’avversaria, pronta a
sferrare una magia diretta, ma Lulu non sembrò scomporsi: alzò lentamente il
braccio e con lo sguardo fisso sulla Guardiana lo riabbassò decisa, gridando un
Fira! A una distanza così ravvicinata Aeris non
poteva evitare il colpo, perciò cercò di contrastare il fuoco con l’acqua. I due
elementi si eliminarono a vicenda creando una cortina di fumo, che Aeris sfruttò
a proprio vantaggio per portarsi alle spalle dell’avversaria, ma sembrava che
Lulu avesse intuito le sue azioni. La magia di ghiaccio di Aeris andò a
infrangersi contro un incantesimo di protezione, e la forza d’impatto la
costrinse ad arretrare di qualche passo. Le due rimasero a fissarsi per
qualche istante, il tempo necessario perché il fumo si diradasse. Stavolta fu
Lulu a partire all’attacco, lanciando una serie di stalattiti di ghiaccio. Aeris
le schivò grazie alla velocità e alla magia di fuoco, cercando
contemporaneamente di portarsi in un buon punto per attaccare, ma non sembrava
un’impresa facile. Sciolse l’ultima stalattite diretta verso di lei, per poi
concentrare la sua magia nel sottosuolo. -Idrora! –
e al suo comando una serie di raffiche d’acqua attaccarono l’avversaria da sotto
terra. -Tsk! Lulu fu costretta a lasciare la sua posizione per schivarle,
ma non abbassò la guardia: quando Aeris saltò contro l’avversaria tentando di
coglierla di sorpresa, Lulu indietreggiò e le lanciò contro un Thundara. Fu
tutto così improvviso che Aeris non ebbe il tempo di contrattaccare con una
magia e non riuscì a fare altro che tentare una magia di difesa: il fulmine di
Lulu colse in pieno il Protect di Aeris -Non basta...- sussurrò Lulu con un
sorrisetto. Aeris non fece neanche in tempo a rivolgerle uno sguardo
interrogatorio che il suo Protect andò in pezzi e lei fu sbattuta a terra per
l’onda d’urto causata dalle due energie. -Dannazione…- ansimò la ragazza
rimettendosi in ginocchio, scossa dal colpo. -Vedo che hai un po’ di problemi
con le magie di difesa- fece Lulu avvicinandosi. -Mentre tu ne hai di
dimestichezza, invece- fece Aeris con tono di sfida. In un’altra situazione
Lulu avrebbe mostrato quel carattere che Aeris tanto detestava: se ne sarebbe
uscita con una sentenza stupida o un elogio verso se stessa, ma stavolta non lo
fece. Si limitò a sorridere e a rispondere: -Al contrario di te, che hai
acquistato per la prima volta la magia grazie alla pietra, io la posseggo fin
dalla nascita: la mia pietra non ha fatto altro che rafforzarla. E’ normale che
io abbia più dimestichezza di te. Sei davvero una strega,
dopotutto…
-Ehy, signore. -Uh? -Cosa ci fa sdraiato
in mezzo alla strada? L’uomo alzò lo sguardo senza spostarsi di un
millimetro: una ragazzina lo stava fissando con aria interrogativa.. Fece per
girarsi e tornare a dormire, ma la ragazzina avvicinò il volto al suo con aria
indispettita. -Rispondere a una domanda non costa nulla, sa? L’uomo si
girò nuovamente, scocciato. Però, che occhi particolari aveva quella
ragazzina...
Auron approfittò del calo di guardia dell’avversario
per sferrare un colpo frontale: Tidus fu colto alla sprovvista e la sua spada
bloccò solo in parte l’attacco, finendo sbalzato con violenza contro la parete
di un edificio semidistrutto. Auron osservò il ragazzo scomparire sepolto
dalla nebbia di polvere, mentre grossi pezzi di cemento cadevano ai suoi
piedi. Tidus si ritrovò a terra all’interno dell’edificio. Si mise a sedere
controllando le ferite, a prima vista se l’era cavata con un leggero taglio sul
busto. Tuttavia la potenza del colpo aveva generato una forza d’urto fortissima,
e lo scontro con la parete non era stato molto piacevole. Era sicuro di essersi
rotto almeno un paio di costole. Si diede un’occhiata intorno: le macerie
avevano in parte coperto il buco che aveva causato, e sebbene all’interno
dell’area ci fossero molte colonne e resti di scale non sembravano esserci altre
uscite. Appena Auron l’avesse raggiunto lo scontro si sarebbe svolto al chiuso.
L’uomo lo raggiunse pochi momenti dopo per partire subito all’attacco: adesso
che aveva un vantaggio sull’avversario intendeva sfruttarlo. Nelle condizioni
attuali Tidus non poteva più combattere alla pari con Auron, ma per fortuna
l’area circostante gli permetteva un maggior campo di protezione, oltre al fatto
che anche il nemico stava cominciando a stancarsi. Quando si trovò una colonna
alle spalle vi girò intorno, mandando il colpo di Auron a infrangersi contro il
marmo, mentre lui gli si portava di lato; l’uomo alzò la spada per colpire
l’attacco e i due rimasero qualche attimo in quella posizione. Per quanto ancora
Tidus sarebbe riuscito a resistere? Fissò la lama dell’avversario e strinse i
denti. Se aveva paura di rischiare non poteva vincere. Lasciò la presa sulla
spada, che fu sbalzata alle sue spalle dal colpo di Auron, causandogli un lieve
taglio sulla guancia. E mentre l’avversario era ancora girato a seguito del
colpo, Tidus caricò bene e gli sferrò un pugno in piena faccia. Se avesse
mandato Auron a terra avrebbe vinto, altrimenti sarebbe stato spacciato. E
Auron finì a terra. Mentre l’uomo si riprendeva, più dalla sorpresa che dalla
potenza del colpo, Tidus corse a riprendere la spada a pochi passi da lui e
gliela puntò alla gola, prima che l’altro potesse anche solo alzarsi. Rimase
così qualche secondo, cercando di riprendere fiato e di non pensare al dolore al
petto. -Ho vinto- disse semplicemente. Auron rivolse prima uno sguardo
alla lama poi agli occhi del ragazzo. “Non credo proprio”. Cogliendo Tidus
completamente alla sprovvista calciò all’indietro la spada vicina al collo e in
un attimo fu lui a puntare la lama alla gola del ragazzo, dopo averlo sbattuto a
terra con un calcio. -Io ho vinto- disse Auron riprendendo
fiato. Tidus era rimasto senza fiato per il dolore causato dal calcio; molto
probabilmente si era rotto qualcos altro. Non c’era niente da fare: Auron era
stato più forte di lui. -Devo ammetterlo, hai combattuto bene. Per lo meno
sembra che tu creda veramente in ciò che fai- gli disse Auron fissandolo. Il
ragazzo fece una risatina smorzata. -Avevo fatto una promessa... ma a questo
punto non credo che potrò mantenerla. Tidus fissò di rimando l’uomo, che non
si spostava di un millimetro. -E tu hai combattuto abbastanza ferocemente per
uno a cui non importa nulla. Auron corrugò leggermente le
sopracciglia. Aveva ragione. C’era qualcosa che lo aveva spinto a calciare
via la spada quando ormai il ragazzino aveva vinto, che lo aveva sempre spinto a
compiere le sue azioni: rabbia. Una rabbia che aveva continuato a crescere e
quasi l’aveva portato a dimenticare tutto, tranne quel insaziabile desiderio di
vendetta. ...rivolto a chi poi? Chi odiava veramente?
Auron... non è colpa tua.
-E a chi l’avresti fatta, quella promessa? Alla tua
ragazza?- disse Auron con una risatina, abbassando la spada. E un attimo dopo
era a terra. Tidus lasciò passare qualche secondo, poi alzò la testa
sconcertato. -Ma che..?- fece, osservando l’uomo che rideva sotto
voce. -Sicuramente una ragione molto nobile- continuò Auron fissando il
soffitto, ma adesso di nuovo serio. -Sai, ho conosciuto una ragazzina una
volta, parecchio tempo fa... ti somigliava molto per carattere. Rimase
qualche momento in silenzio, chiedendosi cosa stava facendo. Ma poi decise che
non gli importava. -Una ragazzina strana, con degli occhi molto
particolari.
-Non ho un posto dove stare. Ora potresti andartene,
signorina?- bofonchiò l’uomo prima di girarsi su un fianco. La ragazza non
rispose e così come era venuta se ne andò. L’uomo sospirò scocciato. Perché
diavolo lo aveva svegliato se non aveva niente di intelligente da dirgli? Si
girò un attimo, ma la ragazzina era già scomparsa.
Si tirò su di scatto, il respiro affannato.
Dannazione... perché ogni volta che riusciva a prendere sonno dovevano tornargli
in mente quei brutti ricordi? Afferrò la borraccia legata alla vita e bevve
un lungo sorso, quando notò con la coda nell’occhio un movimento alle sue
spalle. Era la ragazzina di quella mattina. -Se ti metti a dormire in mezzo
alla strada potresti anche venire investito, sai? L’uomo non rispose.
Come se gli importasse qualcosa... in fondo, era già morto. D’improvviso si
trovò una busta bianca in mano, mentre lei gli si sedeva accanto. Fissò il
pacchetto e subito lo restituì alla proprietaria. -Non mi serve
l’elemosina. -Non è elemosina- rispose lei, scartando il suo
panino. -Visto che sarai il mio accompagnatore, è anche nel mio interesse che
tu mangi. L’uomo rimase in silenzio, poi fissò il pacchetto e poi di nuovo la
ragazza. -...accompagnatore? -Si- rispose lei sorridendo, cominciando a
mangiare il panino – Hai detto che non hai un posto dove andare e io ho proprio
bisogno di un compagno. Non hai nulla in contrario, no? Rimase sconcertato a
guardarla, poi prese a scartare il suo panino. Era una ragazzina dai capelli
biondi raccolti in una coda spettinata, con degli strani occhi verdi e vestita
semplicemente. Non avrà avuto più di sedici anni... perché una ragazzina aveva
bisogno di un accompagnatore? -Se ti serve un accompagnatore, perché proprio
io? Sei solita andare a cercare amici tra i barboni? -No- disse lei a bocca
piena, per poi mandare giù il boccone e riprendere a parlare- ma sono sicura che
tu non sia un barbone. Ho pensato che non avresti avuto problemi ad
accompagnarmi. Bhè, non che la risposta gli avesse chiarito molto,
comunque... -Come ti chiami?- le chiese poi. -Rikku- sorrise lei – E
tu? -Auron- rispose l’uomo – Ma aspetta, com’è che sei passata dal “lei” al
“tu”?
-Quella spada è tua?- chiese Rikku, alludendo al
fodero sul fianco di Auron. -Si, anche se non la uso da molto tempo. E’ per
questa che hai pensato che non sono un barbone? -Mah, anche. L’uomo
sorrise scuotendo il capo. -Allora, perché avresti bisogno di un
accompagnatore? -Devo fare un viaggio- rispose Rikku, diventando un po’ più
seria. -Un viaggio? E dove? -... ho deciso di diventare
un’evocatrice. Auron si fermò di colpo, guardandola con occhi seri. Rikku
girò lo sguardo imbarazzata, gesticolando: - Si, lo so che sono ancora una
ragazzina... ma penso di poterci riuscire... -Sai cosa significa diventare
evocatrice?- le chiese Auron gelido. Rikku annuì in silenzio. -E saresti
disposta a buttare via la tua vita per una simile causa? -La ritengo una
causa giusta!- replicò lei. -Giusta forse, ma inutile!- esclamò l’uomo
alzando la voce. -Tu potrai anche sacrificare la tua vita, ma alla fine la
pace che otterrai non durerà che pochi anni! E poi tutto si ripeterà un’altra
volta! E a cosa sarà valso il tuo sacrificio allora?! -Non dire così- disse
Rikku a bassa voce, guardandolo seria. -Io non la reputo affatto una causa
inutile. Se portare a termine il mio viaggio servirà ad alleviare le sofferenze
della gente almeno un po’, allora sono disposta a farlo! Come puoi reputarlo un
sacrificio inutile? Auron fece per ribattere, ma rimase in silenzio.
Era vero, pagando con un’unica vita si poteva ottenere un periodo di
pace... ma alla fine... alla fine non sarebbe cambiato nulla! Quel mostro di Sin
sarebbe tornato e un altro evocatore avrebbe dovuto compiere nuovamente un
pellegrinaggio per sconfiggerlo... sarebbe tornato tutto come prima! Perché la
vita di tutti doveva dipendere dalle sofferenze di un’unica persona? -Sei
solo una ragazzina, diamine! Rikku si limitò a rivolgergli un sorriso
mesto. Auron si voltò. Non avrebbe ripetuto un’esperienza simile un’altra
volta. Che si trovasse qualcun altro, lui non era disposto a farlo di
nuovo. -Auron, ti prego!- esclamò lei afferrandogli il braccio. Lui la
guardò negli occhi. Il suo sguardo era determinato: sarebbe andata, con o senza
di lui. Abbassò gli occhi, poi sospirò. -E va bene- fece scocciato,
guadagnandosi i sorrisi e i ringraziamenti della ragazza. Auron sbuffò. Se
doveva andarci per forza, che almeno avesse un guardiano. E chissà...
-... magari questa volta Sin non
rinascerà. L’uomo portò lo sguardo dal fuoco alla ragazza seduta sul ramo di
un grosso albero. -Cosa te lo fa credere? -Uhm... sesto senso forse?-
sorrise lei. -Non esistono cose del genere- fece lui con un
sorrisetto. La ragazza prese a sbucciare una mela, poi si rivolse nuovamente
ad Auron. -Tu sei già stato un Guardiano, vero? L’uomo ci mise un po’ per
rispondere. -Si, molto tempo fa. La ragazza si sdraiò sul grande ramo e
addentò la mela. -E i sigilli... sono difficili da rompere? -Si, molto- fu
la risposta secca.
-Waaah! Ce l’abbiamo fatta, ce l’abbiamo fatta!-
esclamò Rikku saltando al collo del suo guardiano. -Mh... si, sei stata
brava- disse lui dandole una piccola pacca sulla testa. -Ma ricordati che è
solo il primo. -Però è un buon inizio!- disse lei sorridendo. -... si, è
un buon inizio.
-Ma la tua famiglia... non poteva trovarti un
guardino per il tuo viaggio? Rikku fissò il pavimento, poi tornò a guardare
l’uomo. -I miei sono morti quando ero piccola. -Opera di Sin? La
ragazza annuì. -E poi non me la sentivo di esporre i miei amici a dei
pericoli. -Perché, invece rischiare la vita di uno sconosciuto va bene?-
scherzò Auron. Rikku si lasciò scappare una risatina. -E tu, ce l’hai una
famiglia? -L’avevo, una volta- rispose l’uomo armeggiando con i rami
per il fuoco. -Una moglie e una bambina. E’ per proteggere loro che avevo
deciso di diventare Guardiano e sconfiggere Sin. -E’ una decisione noblie-
sorrise Rikku. Auron gettò un ramoscello tra le fiamme. -Le buone
intenzioni non servono a niente se non riesci a fare qualcosa di concreto. Il
sorriso di Rikku svanì lentamente per far posto ad un’espressione tra il triste
e il pensieroso. -Lo facciamo anche per loro- disse dopo un
po’. –Per tutte quelle persone che hanno sofferto a causa di Sin e
affinchè altri non debbano provare lo stesso. La ragazza si avvicinò all’uomo
guardandolo negli occhi. -Sconfiggeremo Sin e vendicheremo tutti quanti, ok?
Non saranno solo buone intenzioni questa volta. Auron restò un attimo a
guardarla, poi le diede un colpetto in fronte con un dito, sorridendo.
-Cosa farai una volta arrivato il Bonacciale?-
chiese Rikku tutto d’un tratto, mentre attraversavano il fiume. Auron assunse
un’aria pensosa, poi scosse la testa. -In effetti non ci ho ancora pensato.
Non saprei... ma comunque non è un po’ presto per pensare a questo? -Perché
no?- sorrise lei – In fondo siamo già al terzo sigillo. Non manca molto alla
fine ormai. Auron si voltò verso di lei, serio. -E questo non ti
spaventa? Rikku rimase un po’ in silenzio, poi scosse la testa. -No, sono
pronta da tanto. -... ma i tuoi amici...? -Bhè, loro hanno approvato...
alla fine- aggiunse quest’ultima parte con un mezzo sorrisetto. -Voglio che
siano felici, tutti quanti... almeno loro. -E’ un pensiero un po’ egoista, il
tuo. -... forse. Auron sorrise, poi tornò a guardare avanti. -Mi sa che
mi toccherà viverlo bene, il resto della mia vita. Eh si!- esclamò
Rikku sorridendo, sempre camminando dietro di lui. -Per cui scordati di
dormire ancora in mezzo alla strada!
-Alla fine non è mai arrivato, quel Bonacciale- disse
Auron con un sorriso mesto. -All’ultimo momento non sono stato in grado di
proteggerla. E invece lei mi ha ringraziato. Rimase un attimo in silenzio,
per poi riprendere a voce più bassa. -Io sono già morto dopo il
pellegrinaggio con Braska; non sono stato trapassato. Dopo la morte di
Rikku ho continuato a vivere come un fantasma, e non ho visto altro che
distruzione. Non volevo più saperne niente di quel mondo e delle sue leggi
distorte. Ma la realtà era che odiavo me stesso. Per la mia negligenza, per il
mio animo arrendevole. Non c’era giorno in cui non pensassi che se fossi stato
un Guardiano migliore quella ragazzina sarebbe ancora viva, e magari... -Ho
continuato a nutrire quest’odio, finchè non sapevo più contro chi rivolgerlo. Fu
allora che incontrai Ansem... e accettai la sua offerta. Auron si mise una
mano sul volto e rise sommessamente. -Davvero patetico. Tidus rimase in
silenzio a osservare il soffitto. Aveva la mente piena di pensieri
contrastanti. -Perché mi hai detto questo?- chiese alla fine. Auron si
tirò a sedere. -Perché mi hai decisamente battuto su tutta la linea. Tidus
fissò l’uomo negli occhi. Significava che aveva vinto? Che Auron non era più
un nemico? In fondo era un uomo forte, lo sentiva. Ed era pur sempre un
Cavaliere. Ansem non sarebbe mai riuscito a portarlo dalla sua parte
se... -Agh! I pensieri di Tidus furono interrotti da un dolore acuto.
Auron lo aveva appena tirato in piedi prendendolo per il braccio. -C-che
diavolo fai?!- esclamò a metà tra il furioso e il dolorante. -Quanti
piagnistei per qualche osso rotto. Hai forse intenzione di restare lì per
sempre?
Aeris scattò in piedi, l’ennesimo colpo andato a
vuoto. Non ci riusciva. Aveva già combattuto diverse volte con Lulu, e
improvvisamente il livello della donna le sembrava irraggiungibile. Possibile
che finora l’avesse sempre presa in giro? Non poteva essere. “Calma, non è il
caso di lasciarsi abbattere” si disse fra sé dandosi dei colpetti sulle
guance. “Posso farcela, devo farcela”. Lulu fissò la ragazza
davanti a lei inarcando le sopracciglia. La mocciosa era un osso più duro del
previsto, aveva sbagliato a prenderla così alla leggera. Non aveva più tempo da
perdere, in fondo anche le sue energie avevano un limite: doveva concludere in
fretta. -Finiamola qui, ragazzina!- esclamò mentre intrecciava le braccia
sopra la testa. -Magma! Aeris sbarrò gli occhi
sorpresa, osservando la posa della donna. Non conosceva
quell’incantesimo. D’un tratto sentì il suolo farsi lentamente più caldo,
mentre qualche filo d’erba cominciava a bruciare. Aeris indietreggiò di
qualche passo per poi rendersi conto del potere di quell’attacco: grandi ondate
di magma incandescente si stavano dirigendo verso di lei, bruciando
inesorabilmente tutto ciò con cui il liquido bollente veniva a contatto. La
ragazza osservò il lento avanzare del rosso fuoco verso di lei, senza che
potesse muovere un solo muscolo. Non sapeva cosa fare. La quantità di magma
era enorme, l’avrebbe completamente sommersa e lei non riusciva a formulare un
solo pensiero coerente. “Aveva ragione, ha più esperienza di me. Avrei dovuto
fermarla, sono una stupida, non posso farcela...” Aeris alzò lo sguardo verso
Lulu, un ghigno stampato sul volto. Sapeva di aver vinto.
“Ma cosa diavolo sto facendo?” Aeris alzò il volto di
scatto, indietreggiando di qualche passo per evitare che il magma arrivasse a
bruciarla, per poi prendere una rincorsa e spiccare un potente salto in
avanti. Fu un attimo. Mentre Lulu osservava incredula la scena, Aeris
gridò con quanto fiato aveva in corpo:
Blizzaga!!! Appena mise piede a terra il magma
incandescente sotto di lei si raffreddò e solidificò di colpo, l’intera
superficie rossa che veniva completamente ricoperta da forti strati di ghiaccio,
mentre l’intero giardino veniva coperto da un lieve strato di
nevischio. Aeris si rialzò lentamente poggiando sulla superficie ghiacciata e
fissando Lulu, il cui volto era ora contratto in una smorfia. -Avevi usato
anche un altro incantesimo oltre al Magma, vero?- disse la ragazza riprendendo
fiato. La donna di fronte a lei sbuffò. -Non pensavo ti saresti resa conto
dello Charm. Hai dei buoni riflessi per essere una mocciosa. Aeris inarcò le
sopracciglia. Non conosceva quell’incantesimo, ma sicuramente serviva a
influenzare la mente. Adesso si spiegava le strane sensazioni di impotenza che
aveva provato poco prima... se non si fosse ripresa in tempo ora sarebbe ridotta
a concime per le piante. -Ad ogni modo preparati, perché non commetterò più
errori questa volta!- esclamò Lulu, cominciando a correre verso di lei. Aeris
si tenne pronta ad attaccare. Questo sarebbe stato il colpo decisivo, lo
sapeva. Lulu era ormai a pochi passi da lei quando con uno scatto si portò
alla sua destra e sferrò il suo incantesimo:
-Pain!! Aeris evocò in fretta l’incantesimo di
protezione Shell, che bloccò l’attacco prima che la raggiungesse. A quanto pare
contro le magie era molto più efficace del Protect. Ma non ebbe il tempo di
pensare a una contromossa, perché con scatto felino Lulu si era già portata
dietro di lei e stavolta la sua magia andò a segno. Aeris sentì una scarica
di dolore tanto acuto da farla gridare percorrerle tutto il corpo, derubandola
delle energie rimaste e costringendola in ginocchio. Alzò subito lo sguardo
per accorgersi che Lulu stava partendo di nuovo all’attacco, ma stavolta evitò
il suo Thunder saltando all’indietro, per poi costringersi ad alzarsi
velocemente. Aveva tutto il corpo indolenzito e le gambe che tremavano a causa
dell’attacco di prima, ma doveva resistere. Quando Lulu tornò all’attacco la
evitò scansandosi di lato cercando di portarsi a qualche passo di distanza da
lei. “Anche lei è al limite ormai, ha usato troppe magie” pensò mentre si
preparava ad attaccare. In quel momento Lulu le lanciò un Fire a distanza,
che Aeris evitò solo perché le gambe le cedettero all’improvviso facendola
cadere a terra. E mentre Lulu tentava di riprendere fiato, Aeris tentò il
tutto per tutto lanciandole un Thundaga con tutte le forze che le erano
rimaste. La strega ormai non aveva più energie per rispondere prontamente a
quell’attacco, che la centrò in pieno causando un’esplosione di luce e
scintille. Aeris si coprì il volto con le braccia quando si alzò una leggera
coltre di polvere, per poi lasciarsi cadere in ginocchio senza staccare gli
occhi dall’avversaria. Lulu era ancora in piedi, ma a stento. Piegò il busto
in vanti cercando di riprendere fiato, mentre le gambe minacciavano di cederle
da un momento all’altro. -N-non è ancora finita... ragazzina...- mormorò
fissandola, mentre alzava nuovamente il braccio, che però si afflosciò pochi
secondi dopo mentre la donna cadeva a terra sfinita. Aeris rimase qualche
minuto immobile, il fiato corto e le gambe incollate a terra. Quando vide che
Lulu non aveva intenzione di rialzarsi si lasciò sfuggire un sospiro e si lasciò
cadere schiena a terra. Era completamente sfinita. Ma aveva vinto, questo era
l’importante. “Spero che gli altri stiano bene” pensò. “Sarà meglio che mi
rimetta presto, altrimenti non potrò curarli nel caso ne abbiano
bisogno...” Inspirò a lungo, il respiro ormai era tornato regolare. Girò
il volto verso l’avversaria, che nel frattempo si era portata su un fianco,
ancora incapace di muoversi liberamente. Rimase così per un po’, mentre la
sua mente cominciava a formulare vari pensieri a cui però non riusciva a dar
voce. -... perché..?- chiese semplicemente, appena le si schiarì la
gola. La donna girò lo sguardo verso di lei, il volto impassibile. -Se sei
anche tu un Cavaliere... perché..? Lulu inarcò le sopracciglia, portandosi
schiena a terra. -Ma cosa vuoi saperne, tu...- mormorò, ma non a voce così
bassa da evitare che Aeris la sentisse. La ragazza stava per replicare
qualcosa, quando improvvisamente il paesaggio intorno a loro cominciò a mutare,
finchè le due non si ritrovarono in un altro luogo.
***
Ecco qua, chiedo umilmente scusa per il ritardo
>_< Speravo di riuscire ad aggiornare con un minimo di periodicità,
ma a quanto pare proprio non ci riesco. Questo capitolo poi mi ha fatto
particolarmente dannare, tutto per colpa di Auron. Volevo cercare di non
disintegrare troppo il suo personaggio, ma, ahimè... temo di averlo fatto lo
stesso xD Spero che comunque il capitolo non sia una schifezza
totale. Non so dirvi quando aggiornerò, ma spero di farlo presto dato che il
prossimo dovrebbe essere l’ultimo capitolo, se escludiamo l’epilogo. Ancora
un grandissimo grazie per i commenti a Yunie e a pika chan! ^^
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
s
Final Fantasy
Adventure Capitolo 17
Un ultimo colpo secco della Masamune e anche il corno sinistro
dell’animale venne tranciato di netto, andando poi a conficcarsi nel terreno
pochi metri indietro. L’heartless gigantesco, sconfitto, emise un forte ruggito
per poi accasciarsi a terra e svanire in una nube oscura, mentre una luce bianca
si librava in alto fino a dissolversi anch’essa. Sephiroth rinfoderò la
Masamune con un sospiro stanco, poi rivolse lo sguardo verso Cloud e
Rinoa. -E’ stata dura, ma sembra che ce l’abbiamo fatta. Rinoa annuì
felice, per poi saltargli al collo esprimendo la sua soddisfazione per l’impresa
riuscita. Cloud voltò lo sguardo imbarazzato. -Sarà meglio pensare ad un modo
per uscire da qui ora- disse guardandosi intorno. Non sembrava essere successo
nulla di strano dopo la sconfitta del mostro. -Chissà se gli altri stanno
bene...- mormorò Rinoa. -Molto probabilmente avranno dovuto affrontare anche
loro degli scontri- disse Sephiroth. - Mi chiedo perché non ci abbia
affrontato di persona. -Forse vuole prendere tempo...- fece Cloud, quando
all’improvviso il terreno sotto di loro cominciò a tremare. -Non ne starà
arrivando un altro, spero?!- esclamò Sephiroth afferrando Rinoa per la
vita. Cloud osservò il paesaggio intorno a loro farsi via via sempre più
sfumato, per poi essere completamente inghiottito dall’oscurità.
***
Quando riaprì gli occhi si rese conto che lo spazio intorno a loro era
totalmente cambiato. La prima cosa di cui si accorse era che sembrava non
esserci gravità: stava come fluttuando nel vuoto. Per il resto, l’ambiente si
era fatto piuttosto strano, vuoto e oscuro; come se si trovassero in una
dimensione a parte, sospesa tra tempo e spazio. Dopo aver realizzato la
situazione voltò subito lo sguardo per cercare gli altri e si accorse con
sollievo che Sephiroth e Rinoa erano poco distanti da lui. Anche gli altri
erano misteriosamente riapparsi. Probabilmente anche loro erano stati costretti
ad affrontare un duello, a giudicare dal loro aspetto e dalla presenza dei
Cavalieri avversari. Quando finalmente scorse Aeris corse subito da
lei. -Aeris! Stai bene?- chiese preoccupato, notando Lulu in ginocchio a
fianco a lei. Per fortuna sembrava non avere ferite gravi, anche se sembrava
esausta. -Sto bene, non preoccuparti- fece lei abbracciandolo e assicurandosi
che anche lui stesse bene. -Ho affrontato Lulu in duello. Anche tu
hai..? - Sì, io, Sephiroth e Rinoa abbiamo dovuto vedercela con un Heartless.
Gli altri..? I ragazzi si girarono, per assicurarsi che stessero tutti bene.
Leon sembrava ferito solo superficialmente, ma Kairi aveva una ferita seria alla
spalla. -Non preoccupatevi, non… non è così grave come sembra- fece la
ragazzina stringendo i denti -Piuttosto, sono loro ad avere più bisogno
d’aiuto…- disse indicando Yuffie e Riku, entrambi a terra. Aeris li fissò,
esaminando le loro ferite. Yuffie aveva la stessa ferita alla spalla di Kairi,
ma sopportava il dolore in silenzio. Sembrava invece molto più preoccupata per
le condizioni di Riku, che decisamente non aveva un bell’aspetto. “Il taglio
è profondo, avrà perso tantissimo sangue… bisogna guarirlo al più presto” pensò
Aeris, sollevando delicatamente un lembo della maglia strappata, completamente
fradicia. Però doveva ammettere che da un lato si sentiva sollevata. Quando
si erano separati aveva temuto il peggio, invece per fortuna erano tutti vivi, e
avevano anche vinto le loro battaglie. Quel pensiero le fece alzare la testa
di scatto. In effetti mancava qualcuno… dov’era Tidus? Un rumore di passi
dietro di lei attirò la sua attenzione. -Stai cercando questo? Aeris si
voltò di scatto, incontrando la figura di Auron in piedi di fronte a lei.
Portava Tidus sulle spalle, apparentemente svenuto. -Colpa mia. Devo averlo
strapazzato un po’ troppo- fece l’uomo con un sorrisetto, poggiando il ragazzo a
terra. Aeris gli lanciò un’occhiata tra lo sbigottito e il furioso, per poi
concentrarsi sulle povere costole dell’amico. -Ha perso?- chiese Cloud, gli
occhi di ghiaccio puntati sull’uomo. Auron gettò un’occhiata al ragazzo, poi
abbozzò un sorriso. -No. Ha vinto.
Kairi fissò le nubi oscure attorno a loro, che sembravano ingoiare tutto lo
spazio. Non sembrava esserci un’uscita. -E adesso che si fa?- chiese, come
sperando che gli altri sapessero qualcosa che lei non
sapeva. -Aspettiamo. La ragazza si volse verso Lulu, che aveva appena
parlato. La donna socchiuse gli occhi, il volto teso fisso
nell’oscurità. -Quel tizio, ormai… dovrebbe farsi vivo, no? A quelle
parole Yuffie strinse le labbra e chinò il capo, sfiorando con le dita i capelli
di Riku, ancora privo di sensi. Sapeva che in quel momento gli altri
Cavalieri avrebbero voluto saperlo… perché, essendo anche loro Cavalieri, si
fossero schierati con un tipo come Ansem. All’inizio credeva di sapere la
risposta, ma adesso…
-Oh. Vedo che siete ancora tutti vivi.
A quella frase i ragazzi alzarono gli sguardi di scatto, fissando la figura
che era appena apparsa dall’oscurità. -Ansem- sibilò Sephiroth. Le labbra
dell’uomo si incresparono in un sorriso, mentre fissava i Cavalieri
dall’alto. -Bhè, questo è un sollievo. Non mi servireste a nulla da morti,
adesso. -“Adesso”?- fece eco Yuffie. -Esatto. E’ questo il motivo per cui
vi ho fatti venire sin qui, no? Mi serve il potere delle pietre per poter aprire
la Serratura di tutti i mondi. Cloud sfoderò la Buster Sword, puntandola
contro il nemico. -E credi davvero che te lo lasceremo fare? Ansem fissò
la spada divertito. -Certo che no. Non aspettarsi alcun tipo di reazione
sarebbe stato da sciocchi… è per questo che mi sono assicurato che a questo
punto sareste stati tutti troppo deboli per contrastarmi. Cloud stava per
replicare qualcosa, ma all’improvviso le nubi oscure intorno a loro si
avvicinarono addensandosi, avvolgendoli completamente e impedendo loro di
muoversi. Cercò di dimenarsi, ma sembrava tutto inutile: si sentiva il corpo
terribilmente pesante, come se ci fossero delle corde strettissime a
imprigionarlo. Si voltò verso i ragazzi, ma anche loro erano nelle stesse
condizioni. -Ansem! Che cosa significa?!- gridò Auron, cercando di
divincolarsi inutilmente. -Realizzo il mio progetto- sorrise lo
scienziato. -Vedete, l’Oscurità è terribilmente potente… ma voi, i Cavalieri
esistenti per combatterla, lo siete di più, mi duole ammetterlo. Non avrei mai
avuto la possibilità di sconfiggervi tutti, ma del resto non potevo neanche
sottrarvi le pietre con la forza, visto che esse appartengono solo al loro
legittimo proprietario. Così, ho dovuto modificare un po’ il mio piano, usando
questa peculiarità a mio vantaggio… - Cosa… cosa intendi dire?- esclamò
Yuffie in un soffio. -Bhè, è molto semplice: se fossi riuscito a dividervi e
a mettervi l’uno contro l’altro non avreste mai avuto la possibilità di riunire
le pietre contro di me. Purtroppo non è stato facile, considerando che i
Cavalieri sono persone nate per proteggere l’equilibrio dei mondi, e quindi
difficilmente influenzabili dall’Oscurità. Per questo ho dovuto, come dire…
motivarvi un po’. Auron sentì il sangue gelarglisi nelle
vene. -Tu… non vorrai dire… -Esattamente quello che stai pensando, Auron.
Nel tuo caso, per esempio… quello che è successo alla ragazzina è stata opera
mia. Proprio all’ultimo sigillo, che sfortuna, eh? Auron strinse i pugni
talmente forte da sanguinare. Ora finalmente capiva… ora si spiegava
tutto… -Da quel momento in poi è stato relativamente facile abbindolarti… del
resto, ormai avevi perso tutto quello che volevi proteggere. -Razza di
mostro…- sibilò Leon a denti stretti. -E per quanto riguarda Yuffie e Riku…-
continuò Ansem volgendo lo sguardo su di loro- … l’abbandono dei vostri genitori
è stato proprio provvidenziale. Per due bambini, crescere da soli in un mondo
com’era il vostro… non è stato molto difficile adescarvi. Leon voltò lo
sguardo verso Yuffie, che fissava l’uomo con un’espressione di odio. Nonostante
il comportamento strano l’aveva sempre trovata un po’ diversa dai suoi alleati,
più spontanea… più brava ragazza. Non immaginava che potesse aver avuto un
passato tale da indurla ad accettare la proposta di Ansem. -In pratica… ci
hai solo usato, fin dall’inizio. La voce di Lulu era fredda come il ghiaccio,
gli occhi neri puntati su quelli di Ansem. L’uomo la guardò increspando le
labbra in un sorriso divertito, per poi rivolgersi a lei con un tono
mellifluo. -Mia cara Lulu, ammetto che tu sei stata quella che mi ha fatto
divertire di più. Ma in fondo sei stata tu stessa a offrirmi l’occasione… una
povera strega disprezzata e perseguitata da tutti, cosa ti ha fatto credere che
lui fosse diverso? Il volto di Lulu ora era una maschera di puro disprezzo.
Lo fissò, immobile, con uno sguardo più eloquente di qualsiasi parola. -Che
cose fragili, gli esseri umani- disse Ansem con uno sguardo carico di
compatimento. - E così prevedibili…manipolare i vostri sentimenti è stato facile
quanto manipolare le vostre azioni, per uno scienziato come me. Vi siete
comportati esattamente come avevo previsto. -Bhè, complimenti per le ottime
deduzioni allora, Sherlock! Ansem si voltò verso la ragazza che aveva
parlato. -E tu chi saresti?- chiese, leggermente sconcertato. Poi ricordò:
era la ragazza che aveva intravisto alla Fortezza Oscura. Non era un Cavaliere,
per cui non le aveva prestato troppa importanza allora… e finora, finché non
aveva parlato, non si era neanche reso conto della sua presenza. Rinoa lo
guardò con aria di sfida, alzando la testa. -Crogiolati pure nelle tue
illusioni finché vuoi, mostro! Se c’è una cosa che caratterizza noi esseri umani
è proprio la nostra imprevedibilità! Non riuscirai a farla franca! Sephiroth
voltò lo sguardo verso di lei, osservando il suo volto deciso e senza paura.
Quel carattere forte era ciò che maggiormente lo aveva attratto quando l’aveva
conosciuta. E si stupiva ogni volta di come riuscisse sempre a dargli
sicurezza. Ansem si prese un attimo per assimilare, poi si concesse un
sogghigno divertito. -Ma davvero? Stupitemi allora. Sono curioso di vedere
come riuscirete ad uscirne. Detto questo si sfregò le mani, rivolgendosi agli
altri:- Senza ulteriori indugi dunque, non perdiamo tempo. Voi restate pure
comodi… Appena Ansem alzò le braccia una scia di oscurità avvolse i ragazzi…
e le loro pietre cominciarono a brillare. -Ma che sta succedendo?!- esclamò
Aeris fissando la sua pietra che, tornata al suo aspetto originario, ora aveva
preso a brillare fortemente sospesa a mezz’aria, in apparente sintonia con le
altre. -Sì!- gridò Ansem, mentre un lampo di luce passava per i suoi occhi –
Finalmente riunite, le pietre riveleranno la grande Serratura! Lo scienziato
guardò con soddisfazione la luce proveniente dalle pietre che si riuniva in un
unico punto, in un turbinio di vento e scintille… e poi un lampo di luce, netto
e improvviso, diretto in un punto alle sue spalle. Ansem si voltò lentamente,
assaporando ogni istante della realizzazione di ciò che aveva sempre perseguito.
E finalmente l’ebbe dinnanzi: un’enorme Serratura dorata. Cloud non poteva
credere ai propri occhi. Quindi… quella era la Serratura suprema? Ciò che
celava il cuore di tutti i mondi? Ansem condivideva tutto lo stupore dei
giovani, mentre avanzava lentamente verso la forma dinnanzi a lui, come se tutto
fosse un sogno ad occhi aperti. -L’ho tanto cercata…- mormorò, sfiorando
quella superficie dorata. -Una volta raggiunto il cuore dei mondi… finalmente
avrò le mie risposte… risolverò il mistero del cuore e delle sue
tenebre! L’uomo si voltò un’ultima volta verso i giovani, esibendo un sorriso
vittorioso. -Vi saluto, “Cavalieri”. E detto questo sparì al’interno della
Serratura luminosa.
Appena Ansem ebbe varcato la soglia, le strane forze oscure che
immobilizzavano i ragazzi si dissolsero di colpo, permettendo loro di tornare a
muoversi. Le pietre erano tornate alle loro forme di armi, ma continuavano ad
emettere un’aura luminosa. -Dobbiamo fermarlo! Subito!- esclamò Cloud,
rivolto ai compagni dietro di sé. -E come? Ha appena varcato la Serratura!-
esclamò Yuffie, la voce che tremava leggermente. -Non è ancora finita!-
esclamò Kairi rivolta alla ninja. - Il diario di Ansem parlava di una porta, non
di una Serratura! Probabilmente è lì che si sta dirigendo ora Ansem, alla porta
del cuore di tutti i mondi! -La Serratura quindi serviva solo a proteggere
l’entrata… dobbiamo arrivare alla porta prima di lui!- esclamò Sephiroth. -Si
ma…- Aeris guardò Tidus e Riku a terra e le ferite di Kairi e Yuffie. Non
avevano tempo da perdere, ma non potevano andare così. -Voi andate avanti!-
disse rivolta a Cloud. -Noi vi raggiungeremo presto, appena avrò curato le loro
ferite. Cloud la guardò negli occhi per poi lanciare un’occhiata allo spazio
oscuro intorno a loro. Poco ma sicuro Ansem aveva previsto tutto questo… -Ti
aspetto. E’ meglio andare tutti insieme… -No, non c’è tempo!- esclamò lei.
–Non possiamo permetterci di aspettare. Tu e Sephiroth siete quelli che hanno
riportato meno ferite, dovete fermarlo prima che sia troppo tardi. Lanciò un
veloce incantesimo di cura a entrambi, poi si rivolse a Cloud un’ultima
volta. -Promettimi che tornerai- gli disse, guardandolo dritto negli
occhi. Cloud fissò i suoi occhi verde smeraldo per un tempo che sembrò
un’eternità. Sapeva che le ferite degli altri erano gravi. Lei non sarebbe
riuscita a raggiungerlo. Non sapeva cosa sarebbe successo: non c’erano garanzie
che si sarebbero rivisti, neanche se fossero riusciti a fermare Ansem in
tempo. Le prese il volto tra le mani e la baciò, quasi
disperatamente. -Tornerò, hai capito?- le disse a fior di labbra.
–Sconfiggerò Ansem e tornerò da te, d’accordo? -D’accordo- rispose lei
stringendogli la mano, gli occhi lucidi. Cloud si voltò velocemente, correndo
verso la Serratura. -Sephiroth, andiamo!- gridò, oltrepassando la
soglia. L’uomo lanciò un ultimo sguardo a Rinoa, che gli sussurrò uno -
Stendilo, tigre!-, poi varcò anche lui la soglia. -Sarei potuto andare con
loro- disse Leon a denti stretti. -No. C’è bisogno di te qui- disse Auron,
sfoderando la spada. Non gli erano sfuggiti quei movimenti nell’oscurità, ed era
sicuro che anche il biondo li avesse notati. Finchè la ragazza non avesse
rimesso in sesto tutti quanti avrebbero dovuto pensarci lui, il ragazzo e Lulu,
che erano i meno ammaccati, a difenderli da ciò che li aspettava. Aeris si
era appena chinata su Riku quando i primi Heartless cominciarono a
manifestarsi. -Così Ansem aveva pensato anche a questo?- fece Kairi
indietreggiando, afferrando la collana con la mano. -E’ meglio se non usi la
pietra finché Aeris non ti cura quella ferita- le disse Leon parandosi davanti e
sfoderando il Gunblade. – Stai dietro di me, ci penso io a proteggerti. Un
primo Heartless apparve dalle tenebre, decisamente diverso da quelli incontrati
finora. Era terribilmente grande, di forma umanoide, la testa avvolta da piccoli
serpenti oscuri, con due occhi gialli luminosi. -Ansem ha riservato il meglio
per ultimo- esclamò Leon, fissando l’enorme figura davanti a loro. Lulu si
posizionò di fronte ad Aeris, che aveva già lanciato
l’Energiga. -Cerca di sbrigarti, ragazzina- le
intimò, lanciando un Antimaga contro l’Heartless per
tenerlo a distanza. Aeris non aveva bisogno di sentirselo dire, ma più le
ferite erano serie più tempo e fatica le occorrevano per curarle. Finito con
Riku attirò l’attenzione di Yuffie affinché lo rimettesse in piedi, poi passò a
Tidus. Cominciava già a sentirsi stanca… Serrando i pugni, sperò con tutta se
stessa che Cloud e Sephiroth riuscissero a fermare Ansem in tempo.
Cloud correva a perdifiato, cercando di recuperare il tempo perso e di
localizzare Ansem. Sephiroth era al suo fianco, esaminando ogni possibile pista
da seguire. Dopo aver varcato la Serratura avevano percorso una serie di
stanze completamente bianche, ma del loro obiettivo non c’era traccia. Comunque
non poteva aver preso un percorso differente, di questo almeno erano
sicuri. Dopo aver superato l’ennesima stanza, finalmente lo videro: Ansem
spalancò una porta d’argento, svanendo al suo interno. -Aspetta!- gridò
Cloud, afferrando la maniglia e attraversando la porta. Una volta dentro, i
due capirono di essere giunti finalmente al capolinea. Quel luogo era
completamente avvolto dall’oscurità, fatta eccezione per la strada bianca
sospesa su cui si trovavano. Al termine di essa c’era un’immensa porta bianca,
almeno cinque volte la loro altezza, dai mille ricami e dalla maniglia
d’argento. Non c’erano dubbi: era quella la porta del cuore di tutti i
mondi. -Ansem! L’uomo, in piedi a pochi passi da loro, si girò
lentamente. -E così siete riusciti a raggiungermi, eh? I due Cavalieri
sfoderarono le spade, puntandole verso di lui. -Basta così, Ansem. Non
aprirai quella porta- disse Cloud con sguardo deciso. -Provate a fermarmi!-
esclamò Ansem, un ghigno di sfida in volto. I due partirono subito
all’attacco contemporaneamente, attaccando da entrambi i lati. -Poveri
stolti!- gridò Ansem, rimanendo fermo al suo posto. I fendenti dei ragazzi
colpirono in pieno l’avversario… eppure non lo ferirono. -Ma cosa..?!- fece
Cloud disorientato, allontanandosi di qualche passo. Alle spalle dell’uomo
era improvvisamente comparso un essere di tenebra dalle forme spigolose, con un
grande cuore spinato in petto. Era stato lui a parare i fendenti, senza che
Ansem avesse mosso un solo muscolo. - I pregi di avere un corpo di Oscurità-
sorrise Ansem incrociando le braccia al petto. -Ah, è così che la metti?-
fece Sephiroth con tono beffardo mentre si lanciava contro di lui. Spiegò la sua
ala destra scomparendo a un millimetro dall’avversario, per poi ricomparire
dietro di lui per sferrargli un colpo di spada. L’Heartless parò prontamente, ma
nel frattempo Cloud ne aveva approfittato per portarsi più vicino e sferrare un
fendente contro Ansem. -Che sciocco. Credi che non sappia difendermi da
solo?- esclamò Ansem con tono beffardo, mentre al gesto immediato del suo
braccio una colonna di fuoco colpì in pieno il ragazzo, scaraventandolo
all’indietro contro il pavimento. Sephiroth non si lasciò distrarre e
continuò ad attaccare l’Heartless, spostandosi repentinamente e cercando di
colpirlo da più angolazioni. Non importava quanto fosse resistente, non poteva
continuare a parare all’infinito. Prima o poi avrebbe trovato uno
spiraglio… Sferrò un ultimo attacco con la Masamune, ma stavolta la spada
incontrò un’inusuale resistenza. Il colpo venne respinto, e Sephiroth vide
formarsi davanti ad Ansem una trasparente barriera sferica. Non prometteva
nulla di buono. Con un ghigno Ansem si lanciò all’attacco contro il
Cavaliere, che schivò per un pelo. Nonostante tutto aveva percepito chiaramente
la pressione del colpo: non ci voleva un genio a capire che se fosse stato
colpito da quella sfera se la sarebbe vista davvero brutta. Tuttavia non ebbe il
tempo di pensare a nulla, perché un attimo dopo Ansem era di nuovo alla carica:
Sephiroth continuò a schivare, ma ad ogni attacco la distanza tra loro si
accorciava inevitabilmente sempre di più e ben presto si ritrovò a corto di
fiato. -Non penserai mica di poter scappare in eterno?! Con una risata
Ansem gli fu di nuovo addosso e non perse tempo stavolta: appena l’avversario
schivò l’attacco si girò, pronto a colpirlo di nuovo e stavolta a fare
centro. -Sei mio! Con uno scatto improvviso Cloud agguantò
Sephiroth alla vita buttandolo a terra, e l’attacco di Ansem andò a
vuoto. -Attaccarlo individualmente non serve a nulla- disse Cloud riprendendo
fiato. -Dobbiamo cercare di attaccarlo insieme, mirando prima a quella specie
di Heartless dietro di lui. Una volta eliminato quello Ansem non dovrebbe essere
un problema. -Tsk. La fai facile, tu- fece Sephiroth con un sorriso stanco.
Però Cloud aveva ragione. Per quanto sembrasse difficile dovevano riuscirci. A
qualunque costo. Partirono all’attacco insieme, pronti per un attacco
frontale. Cloud spiccò un salto e roteò la Buster Sword contro l’Heartless,
che sembrò parare il colpo. Ma Sephiroth gli fu subito dietro e lo colpì in
pieno con tutta la forza che aveva. L’Heartless emise un sinistro rantolo,
mentre Ansem si portava a qualche metro di distanza, il volto contratto in una
smorfia. I due ragazzi si scambiarono una veloce occhiata e furono di nuovo
all’attacco, mirando come prima a colpire contemporaneamente l’Heartless. Non
era facile cercare di spezzare le sue difese e allo stesso tempo evitare i colpi
di Ansem, ma dopo le prime serie di colpi cominciarono a sintonizzarsi. Ansem
non riusciva ad accusare e a rispondere efficacemente allo stesso tempo, e
l’Heartless cominciava a dimostrare segni di cedimento. Ogni minuto che passava
l’espressione di Ansem si contraeva sempre di più. -Non… vi lascerò…
vincere!- esclamò con rabbia, lanciando una magia elementare che fu prontamente
parata. -Siamo alla fine dei giochi, Ansem- disse Sephiroth a denti stretti,
sferrando un ultimo, micidiale colpo alla creatura di
tenebra. -No! Lo scienziato si allontanò da loro
con uno scatto, mentre l’Heartless alle sue spalle scompariva in una nuvola
oscura. Prese a correre verso la grande porta, il volto deformato incredulo,
mentre i due Cavalieri si apprestavano a raggiungerlo. -Non ora che sono così
vicino…- mormorò quasi sottovoce, mentre attorno a lui le tenebre cominciavano
ad addensarsi. -Non ho fatto tutto questo per fallire proprio ora! Si girò
di scatto verso i due ragazzi puntando le braccia contro di loro, e
all’improvviso quel luogo si riempì di tenebre. Cloud cercò di aprirsi un
varco con la spada, ma l’oscurità sembrava inconsistente, e allo stesso tempo
opponeva resistenza alla loro avanzata. Il ragazzo poteva vedere chiaramente la
smorfia di dolore sul volto del nemico e il suo corpo farsi leggermente più
inconsistente. Ansem stava dando il tutto per tutto per fermarli e il suo corpo
stava venendo consumato dall’oscurità che lui aveva evocato. Lo vide voltarsi
e riprendere a correre verso la porta, ormai non molto distante. Al suo
fianco Sephiroth stava lottando con tutte le sue forze, ma l’oscurità era densa
e pesante. Spalancò la sua ala nera e riuscì a librarsi in volo, ma una colonna
di tenebra si erse davanti a lui, dalla quale uscì un’Heartless dalla forma
diabolica. -Anche questi, adesso?!- esclamò spazientito, colpendolo con la
spada mentre altri Heartless cominciavano lentamente a sbucare dall’oscurità.
Non avevano tempo per combatterli… ormai… -No, maledizione! - Cloud guardò
Ansem raggiungere la porta, incapace di fare nulla. No, non poteva finire così,
non dopo tutto quello che avevano fatto…
-Sancta!!! Le tenebre intorno a lui furono fatte
a pezzi dall’incantesimo, e Cloud si voltò di scatto verso chi l’aveva lanciato.
Un paio di occhi verde smeraldo lo fissarono dall’entrata, pieni di decisione e
di speranza. -Cloud, vai!- gridò Aeris con quanto fiato aveva in gola. Dietro
di lei arrivarono presto anche gli altri ragazzi: sembravano stare bene, e
cominciarono subito ad affrontare gli Heartless. -Sbrigati!
Altrimenti— Cloud non aveva bisogno di sentirselo dire. Con la strada ora
libera si lanciò di scatto verso Ansem, correndo con tutta la forza che aveva
nelle gambe. Lo scienziato aveva già cominciato ad aprire la porta. Una lunga
linea scura si estendeva in mezzo alla porta, e qualcosa di scuro sembrava star
cominciando ad uscire. Cloud impugnò con forza la Buster Sword sollevandola,
pronto a colpire con tutta la forza di cui era capace. -Ansem!- gridò, mentre
la spada si rivestiva di luce. L’uomo si voltò, e il suo sguardo trionfante
si trasformò in una maschera incredula. -Blade
Beam!!!- Cloud gridò con quanto fiato aveva in corpo e sferzò
l’aria con la spada. Un potente flusso di energia si sprigionò in
direzione di Ansem.. e lo colpì in pieno, con una forza tale da spazzare via
tutte le tenebre vicine. Un enorme boato risuonò per lo spazio, mentre una
coltre di fumo si diffondeva dal luogo in cui si trovava Ansem. Cloud osservò
con il cuore in gola, cadendo in ginocchio per lo sforzo e cercando di
riprendere fiato. Ce l’aveva fatta? Ce l’aveva davvero
fatta? -Cloud. Sephiroth gli si avvicinò e sorrise stancamente, dandogli
una pacca sulla spalla. Cloud si voltò verso gli altri, ancora incredulo. Gli
Heartless stavano svanendo, così come i residui di oscurità che ancora
aleggiavano intorno a loro. Si concesse l’ombra di un sorriso. I ragazzi
stavano già cominciando ad esultare… … ma un momento, dov’era
Aeris? -Non… ancora… I due ragazzi si voltarono
di scatto verso la voce dietro di loro. La figura di Ansem apparve debolmente
al di là della cortina di fumo, che stava ormai diradandosi. Sembrava ormai
finito, a stento riusciva a muoversi con un corpo che sembrava ormai a un passo
dal collasso. Eppure si muoveva, e d’un colpo la sua mano fu alla maniglia
della porta. -Non è possibile!- esclamò Sephiroth allarmato, dispiegando
l’ala. Ma era troppo tardi. Cloud osservò impietrito mentre la grande porta
si apriva di scatto, e il volto di Ansem si apriva ad un sorriso
compiaciuto. Sorriso che svanì non appena un’ondata di luce lo
travolse. -Cos… Luce?!- esclamò esterrefatto, alzando le braccia per cercare
di proteggersi, inutilmente. I mondi, gli Heartless… la sua ricerca era
stata così lunga. Aveva cercato la Porta per così tanto tempo, sperando di
riuscire così a risolvere l’enigma del cuore e delle sue tenebre. Le tenebre
erano sempre state la chiave… ma ora che finalmente era arrivato alla fatidica
meta… luce? -Ma… perché? Un istantaneo scoppio di luce, e Ansem si
dissolse sotto gli occhi esterrefatti dei Cavalieri, stavolta per sempre. Un
silenzio innaturale pervase lo spazio, mentre tutto intorno a loro si faceva
calmo e immobile. Cloud rimase a fissare il punto in cui Ansem era sparito per
attimi che sembrarono eterni, per poi decidersi a voltarsi verso gli
altri. -E’ finita.
Sephiroth si avvicinò lentamente alla grande porta, gli occhi fissi sulle
ante divaricate. Era dieci volte più grande di come sembrava. -Dovremmo
chiuderla- disse rivolgendosi a Cloud. -Non sappiamo cosa si celi dall’altra
parte… e non dovremmo saperlo. Kairi si affacciò sullo spiraglio aperto,
dando una veloce occhiata all’interno. Quando Ansem l’aveva spalancata era
uscita della luce, ma tutto ciò che riusciva a vedere ora dentro era buio. Un
buio che le appariva leggermente sinistro. -E’ così strano. -Bhè… Ansem
non avrebbe fatto tanta strada per niente- fece Auron avvicinandosi ad
un’anta. -Forza, chiudiamo questa porta.
Cloud lasciò agli altri il compito di richiudere la porta, tornando sul
sentiero davanti all’entrata. Aeris era stesa a terra, con Tidus, Leon e Riku
al suo fianco. -Come sta?- chiese inginocchiandosi accanto a lei. -Ancora
non si sveglia, ma immagino sia normale, con tutta l’energia che ha consumato.
Ma sta bene, non preoccuparti- disse Tidus con voce tranquilla. Cloud tirò un
sospiro di sollievo. Si era spaventato a morte quando non l’aveva più vista,
durante la battaglia, ma per fortuna pare che fosse solo crollata per il troppo
sforzo. A giudicare dalla faccia di Leon, anche lui doveva aver temuto il
peggio. Era felice che ce l’avesse fatta. Riku voltò lo sguardo verso il
volto addormentato della ragazza, per poi sfiorarsi il petto con la mano. Poteva
ancora sentire il segno del taglio sulla pelle. -Non ce l’avrei mai fatta
senza di lei. Le devo la vita. Tidus annuì, sorridendo imbarazzato. -Bhè,
anch’io dovrei ringraziarla. Le mie costole erano in condizioni disastrose. E’
merito suo se siamo riusciti a raggiungere te e Sephiroth. Leon fissò la
grande porta, in procinto di venire finalmente chiusa. Era davvero tutto
finito. -E adesso?- chiese a nessuno in particolare. -Che cosa
succederà? Nessuno di loro ne aveva la più pallida idea.
Avvertiva una strana sensazione. Si sentiva il corpo leggero, quasi senza
peso, come se stesse fluttuando. Anche i suoni e gli odori sembravano
scomparsi… sembrava di essere in mezzo al vuoto. Aprì lentamente gli
occhi. Tutto ciò che vide fu bianco, bianco e nient’altro. Cercò di tirarsi a
sedere, e si accorse che il suo corpo stava veramente fluttuando. Non c’era
nulla intorno a lei, soltanto un grande, immenso vuoto bianco. -Ma dove
sono?- mormorò confusa. Tutto quello che ricordava era che un attimo prima
stava combattendo gli Heartless insieme agli altri Cavalieri, aveva raggiunto
Cloud e… e poi basta. Vuoto totale. -S-sono morta?!- esclamò con una punta di
panico nella voce. -Non sei morta, sta’ tranquilla- fece una voce divertita
alle sue spalle. Aeris si girò di scatto, ritrovandosi davanti una figura
femminile. Statura media, capelli lunghi e scuri e occhi castani; avrà avuto si
e no la sue età, forse poco meno. Strabuzzò gli occhi, con uno strano senso
di deja-vu. Era sicura di aver già visto quella ragazza, ma dove..? -Tu sei…
Tifa- mormorò con un fil di voce, fissando negli occhi la ragazza. Lei sembrò
sorpresa, e allo stesso tempo un sorriso si fece strada sul suo volto. -Mi fa
piacere che tu te ne ricordi. Il cuore di Aeris prese a battere un po’ più
forte. Cloud ne aveva parlato così tanto, come avrebbe potuto dimenticarla? Era
stata il suo primo amore, e lui l’aveva persa in quel modo… -Ma… io non
capisco, cioè… come faccio a vederti se non sono… -Non preoccuparti, non devi
sforzarti di capire- fece Tifa con un sorriso divertito. -Sono stata io a
portarti qui. Avevo bisogno di mettermi in contatto con te. -Ma…
perché..? Tifa le si avvicinò, mentre sul suo volto si affacciava
un’espressione seria. -Perché è giunto il momento che tu assolva il tuo
compito. Aeris rimase un attimo immobile, confusa. Compito? Intendeva dire
come Cavaliere? Ma loro avevano già combattuto… Un brivido le percorse la
schiena mentre un pensiero si faceva strada nella sua mente. -Noi… abbiamo
vinto, vero? Ansem è stato sconfitto, vero? Tifa le rivolse un sorriso
rassicurante. -Avete vinto, non devi preoccuparti di questo. Tu hai perso i
sensi per la stanchezza, ma stanno tutti bene. Aeris si sentì leggermente
imbarazzata- si sentiva un po’ stupida a stare a fare la bella addormentata
mentre tutti gli altri stavano sicuramente festeggiando. -Ma
allora..? -C’è un’altra cosa che devi fare- disse Tifa prendendole la
mano. -Da sempre i Cavalieri hanno il compito di proteggere l’equilibrio tra
i mondi, evitando che le pietre cadano in mani sbagliate. E’ un compito che è
stato assegnato loro fin dall’alba dei tempi. Tra i Cavalieri c’è sempre stato
un Custode. Spetta a lui il compito di ristabilire l’equilibrio una volta
scongiurato il pericolo. -L’equilibrio? -Mi riferisco alle barriere che
separano i vari mondi. Immagino che tu ne abbia sentito parlare, no? Aeris
annuì. Ricordava di averne letto nel diario di Ansem. -E’ necessario che
quelle barriere vengano ripristinate. L’espressione di Aeris si rabbuiò. I
loro timori erano fondati dunque… -Ansem le aveva distrutte, ecco perché noi
abbiamo potuto viaggiare… -mormorò. -Ma se venissero ripristinate, noi… Non
finì la frase. Sentì di avere gli occhi lucidi e voltò lo sguardo, cercando di
non far scendere le lacrime. Tifa sorrise tristemente, mettendole una mano
sulla spalla. -Una volta ripristinate le barriere non potrete più
incontrarvi, è vero. So che vuoi bene agli altri Cavalieri, Aeris. Ma questo è
l’unico modo per proteggere i mondi. La scelta spetta a te. Aeris rimase in
silenzio, poi alzò lo sguardo. -Perché mi stai dicendo questo? -Perché è
il mio compito- disse Tifa indietreggiando di qualche passo. -E’ un compito
che la mia famiglia assolve da generazioni. Spetta a noi istruire i Cavalieri
nel loro compito, e custodire le pietre e il loro segreto- fece un sorrisetto,
passandosi una mano tra i capelli con fare imbarazzato. –Io mi sono accorta
tardi di Cloud e di quello che stava succedendo. Mio padre è morto
all’improvviso e ho assunto il ruolo un po’ troppo in fretta, forse. Sono stata
una vera frana… alla fine speravo che mandandolo da Laguna avrebbe potuto
saperne un po’ di più, ma era già troppo tardi… A sentire quel nome Aeris
sussultò. -Laguna? Che-che c’entra mio padre?- fece un po’
imbarazzata. -E’ venuto spesso a farci visita- sorrise Tifa. –Certo, è stato
prima che Cloud tornasse dall’accademia militare, quindi lui non l’ha mai visto.
Viaggiò molto da quando scoprì di poterlo fare. Era un uomo molto
gentile. Aeris sorrise. Da quando era partita aveva pensato molto a suo
padre, a come si erano lasciati. Le mancava così tanto… Ora che Tifa le aveva
raccontato quelle cose si chiese se non fosse davvero lui il re che aveva fatto
visita ad Ansem quando era ancora un saggio. Lo sguardo di Tifa si fece
nuovamente serio. -E’ il momento. Devi andare. Aeris sentì di nuovo tutte
le sue preoccupazioni crollarle addosso come dei macigni. -A-aspetta!-
esclamò. –Io non credo di essere in grado… n-non sono pronta..! E poi ho ancora
tante cose da chiederti! Tifa l’abbracciò forte. -Non devi preoccuparti-
la rassicurò. –Sono sicura che andrà tutto bene. Mi fido di te. La sua figura
cominciò lentamente a svanire, mentre tutto intorno a loro sembrava cominciare a
distorcersi. Tifa si voltò verso Aeris un’ultima volta. -Grazie… per
esserti presa cura di Cloud finora.
Quando Aeris riaprì gli occhi, dieci volti la fissavano dall’alto
preoccupati. -R-ragazzi?- fece lei un po’ disorientata, mettendosi a
sedere. -Meno male!- esclamò Kairi gettandole le braccia al collo.
–Finalmente ti sei svegliata! Tidus rincarò la dose, abbracciandola da
dietro. -Sei rimasta incosciente per un sacco di tempo! Stavamo cominciando a
preoccuparci sul serio… -Scusate- fece Aeris imbarazzata, per poi rivolgere
uno sguardo a Leon. Se lo conosceva bene quanto credeva si era sicuramente preso
un colpo. Era sempre stato così protettivo nei suoi confronti… Cloud la
aiutò a rimettersi in piedi; aveva ancora un po’ di vertigini, ma per il resto
era tutto a posto. -Quindi, è davvero tutto finito?- chiese ai ragazzi,
fissando la grande porta bianca davanti a sé. Era stata chiusa. -A quanto
pare si- disse Lulu sospirando. Kairi non riusciva a fare a meno di
sorridere. Era stata una battaglia dura, ma alla fine avevano davvero vinto.
Ancora non riusciva a crederci… Gettò una rapida occhiata a Leon. Che cosa ne
sarebbe stato di loro, adesso? -E adesso cosa succederà? Voglio dire, che
cosa faremo noi?- chiese Rinoa con aria preoccupata, rivolta a
Sephiroth. -Non lo so- ammise lui, volgendosi verso quelli che in un primo
tempo erano stati loro nemici. -Non guardare noi- fece Yuffie sulla
difensiva. -Noi seguivamo i tuoi ordini e basta- disse Lulu. –O meglio,
quelli di Ansem. Considerato che non sapevamo cosa sarebbe stato dei mondi, bhè…
non ci siamo neanche mai posti un simile interrogativo. -A proposito di
questo- fece Yuffie con voce un po’ bassa. –Credo che tutti noi vi dobbiamo
delle scuse. Cloud fissò la ragazzina e gli altri Cavalieri, che avevano
assunto d’un tratto un’aria buia. In fondo, non era stata colpa loro. -Scuse
accettate- cinguettò Aeris. –In fondo sappiamo che non è stata colpa vostra,
così come non lo è stata neanche di Sephiroth. I volti dei Cavalieri
passarono da un’espressione sollevata a una imbarazzata. -A proposito, io…
volevo ringraziarti- le disse Riku passandosi una mano tra i capelli. Non disse
altro, forse per orgoglio, ma Aeris capì comunque, sorridendogli. Yuffie
afferrò di scatto il braccio del compagno stringendolo a sé, gettando alla
ragazza un’occhiata indispettita. Poi si volse verso Leon e gli fece una breve
linguaccia. Leon non poté trattenere una lieve risata, che poi sembrò
contagiare anche Yuffie. Era felice che fosse tutto a posto. Davvero
felice. Si voltò verso Kairi e le sorrise, prendendole la mano. La ragazza
sussultò lievemente a quel gesto, arrossendo sorpresa. Ansem era stato
sconfitto. Avevano vinto. Qualunque cosa sarebbe successa loro potevano rimanere
insieme. Non c’era niente di cui preoccuparsi… -Ragazzi. Il tono
preoccupato nella voce di Aeris fece voltare tutti, rendendo insicuri i loro
sorrisi. La ragazza si era sforzata di tirare fuori la voce. Era l’ultima
cosa che volesse fare in quel momento, voleva solo che potessero rimanere tutti
così, a ridere e scherzare, e dimenticare tutto. Ma non poteva farlo. Sapeva
cosa andava fatto. -C’è un’ultima cosa che dobbiamo fare.
***
Non ci speravate più, eh? Lo so, mi dispiace tantissimo di avervi fatto
aspettare così tanto. Ma non preoccupatevi, perché non succederà più. Infatti
questo era l’ultimo capitolo! … cioè, ultimo se escludiamo l’epilogo (vi ho
fatto spaventare, eh? XD). Comunque non preoccupatevi, perché l’epilogo è già
stato scritto, ha solo bisogno di una ritoccata qua e là. Per cui non vi farò
assolutamente aspettare anni prima di farvelo leggere XD Spero che questo
capitolo vi sia piaciuto. E’ stato terribile da scrivere, c’era così tanta roba
da inserire… >_< Comunque!
x JhonSavor: grazie, mi fa piacere che ti stia piacendo *_* Stai
scrivendo una ff simile? Allora appena ho tempo dovrò buttarci un’occhiata!
X Ikumi91: ti ringrazio! ^^ Di Dissidia avevo sentito parlare da un
po’, e ti dirò, è stato proprio questo a riaccendermi l’ispirazione! Mio
fratello e io l’abbiamo comprato pochi giorni fa, io non l’ho ancora toccato e
lui l’ha già finito, ma vabbè… il solo vederlo mi ha dato una carica pazzesca
XD
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Capitolo 18 *** Epilogo ***
s
Final Fantasy Adventure
Epilogue
-Io… io ancora non riesco a crederci, sai?- fece la ragazza tutta concitata,
mentre le allacciava il bustino. Aeris annuì, un po’ imbarazzata. Neanche lei
riusciva a crederci. Stava per sposarsi… -Ahi!- esclamò ad un certo punto
senza fiato. -Oddio, scusa!- esclamò l’altra mortificata, allentando
immediatamente i lacci. – Ho stretto troppo, scusami… è che anch’io sono molto
emozionata. Aeris sorrise vedendo il volto imbarazzato dell’amica.
-Guarda che fra poco toccherà anche a te- le disse ridendo. La ragazza
diventò paonazza. -Cos… io?! Ma… n-no! No, cioè, lui dice che è ancora troppo
presto…- farfugliò torcendosi le mani. “Quello scemo…” pensò Aeris
divertita. -Ah! Il bouquet!- esclamò d’un tratto, cambiando discorso. – Ero
sicura di averlo lasciato qui… dove sarà finito? -Forse è passato a prenderlo
Leon…- azzardò Aeris. -Ma no! Quello stupido… avevamo deciso che lo avresti
portato tu fin dall’inizio! Uff… vado un attimo a verificare, tu aspettami un
attimo… e non aprire a nessuno, porta sfortuna vedere la sposa prima del
tempo! E detto questo la ragazza sparì dietro la porta. Aeris rimase a
fissare quel punto per un po’, poi si rivolse allo specchio davanti a
lei. Arrossì lievemente a vedersi vestita così. Si stava sposando
davvero… Fece un lungo sospiro. Era già passato un anno da allora… da quando
si era conclusa la loro avventura. Aveva passato delle bellissime esperienze,
conosciuto persone fantastiche, ed era anche cresciuta molto. Il suo viaggio con
Tidus e gli altri sarebbe rimasto per sempre il suo ricordo più bello. Era
incredibile ripensare a tutto quello che era successo, e che ora era tutto
finito.
-Dobbiamo… cosa?! Tidus rimase a guardarla con un’espressione di
incredulità stampata in volto, mentre i sorrisi sui volti dei ragazzi svanivano
lentamente. Aeris strinse i pugni, cercando di ignorare il peso che le
opprimeva il cuore. Guardò i compagni dritti negli occhi, sforzandosi affinché i
suoi non le si riempissero di lacrime all’improvviso. -Le barriere devono
essere ripristinate. E’ l’unico modo per… proteggere l’equilibrio dei mondi e
preservarli da altre minacce. Dobbiamo farlo. -Ma… ma con le barriere non
sarà più possibile viaggiare tra i mondi! Non è questo che diceva il diario di
Ansem?- esclamò Kairi, la voce che le tremava appena. –Non potremo più vederci,
è così?! Leon si voltò incrociando il suo sguardo, lucido e angosciato. Si
sentì improvvisamente la gola secca. Possibile che dopo tutto quello che avevano
passato, dopo che erano riusciti a salvare i mondi da Ansem… dovesse finire
tutto così? Aeris si voltò verso Cloud, fissando gli occhi nei suoi. Il volto
del ragazzo le sembrava più pallido del normale, i suoi occhi di un azzurro più
intenso. Sapeva che si sentiva esattamente come lei, esattamente come
tutti. -Siamo arrivati fin qui, non avrebbe senso fermarsi proprio ora- disse
Auron da dietro di loro, avanzando verso Aeris. Yuffie fissò i volti dei
ragazzi, per poi incontrare lo sguardo di Leon. Gli si avvicinò lentamente e poi
gli cinse il collo, abbracciandolo forte. Lui non poté fare altro che
ricambiare la stretta. -Grazie di tutto- gli sussurrò, per poi tornare al
fianco di Riku e dei suoi compagni Cavalieri. Sephiroth gettò un ultimo
sguardo ai compagni e a Rinoa per poi voltarsi verso Cloud. -Chiudiamo questa
faccenda una volta per tutte.
Si alzò lentamente dalla sedia, dirigendosi verso la scrivania della
sua stanza; aprì il cassetto e prese il suo diario, tirandone fuori un foglio e
aprendolo con delicatezza. Sorrise. Non riusciva a credere di averlo ancora… Una
cosa così piccola, che nonostante tutto le riportava alla mente tanti bei
ricordi. L’autografo che Tidus le aveva fatto a Zanarkand. Ricordava quel
giorno come se fosse ieri… Sospirò forte, chiudendo gli occhi. Prima di
partire Tidus l’aveva abbracciata forte e l’aveva ringraziata, e lei non era
riuscita trattenere le lacrime. Per quanto ora fosse lontano, sapeva che non
avrebbe mai potuto dimenticarlo. “Chissà come sta adesso” si chiese fra sé e
sé. Molto probabilmente era tornato da Yuna. Con il ripristino delle barriere
i vari mondi distrutti dall’oscurità, compresa Zanarkand, erano tornati alla
normalità… ma in fondo lui aveva fatto una promessa. “Spero che siano felici
insieme” pensò rincuorata. “Se lo meritano”. Ah, ora che ci pensava… e Rinoa
e Sephiroth? Chissà come stavano anche loro… si erano uniti al gruppo solo alla
fine, ma si era lo stesso molto affezionata a loro. “ Magari si sono sposati
” pensò divertita. Anche se su questo aveva dei dubbi. Nonostante la sua fervida
immaginazione, non riusciva assolutamente a immaginare Sephy in abito da
sposo. “Sarebbe troppo buffo!” pensò, ritrovandosi a dover soffocare una
sonora risata. D’un tratto, si ritrovò ad avere gli occhi lucidi. Con il
ripristino delle barriere, non avrebbe più potuto incontrarli. Era giusto in
fondo, lei non poteva costringerli. Avevano fatto la loro scelta. Si asciugò
in fretta gli occhi: non aveva motivo di essere triste. Gettò un ultimo
sguardo al foglio, poi lo ripose nel cassetto. “Vi auguro tanta felicità,
ragazzi”. Adesso lei aveva la sua vita da portare avanti. Inoltre, alla fine
almeno loro erano rimasti con lei…
-Trovato!!! Aeris sobbalzò allo sbattere improvviso della porta, chiudendo
di scatto il cassetto, mentre Kairi faceva capolino nella stanza. -Non
l’aveva preso Leon, era rimasto in chiesa… eppure ero sicura di averlo portato
qui… -Bhè, l’importante è che l’hai ritrovato- fece Aeris, prendendo il
bouquet che le porgeva l’amica. Eccola qui, la sua piccola testimone. Era
davvero felice che Kairi avesse deciso di rimanere con lei e Leon invece di
tornare alla sua isola. In fondo non c’era più nessuno là ad aspettarla… La
rossina diede una veloce occhiata in giro, poi si volse verso Aeris. –Bhè, un
problema in meno. Comunque dovremmo sbrigarci a sistemare le ultime cose, Cid
sta già sbraitando perché siamo in ritardo. A quelle parole, la sposa corse
di filato a mettersi le scarpe. Mai far arrabbiare quell’uomo, altrimenti
cominciava a far casino e a lanciare imprecazioni, e questa era l’ultima cosa
che voleva il giorno del suo matrimonio… purtroppo Cid era l’unico prete
disponibile in quel periodo. “Quale arcana connessione ci sia tra quell’uomo
e un prete non smetterò mai di chiedermelo” pensò scettica. Ma in fondo lo
conosceva da un bel po’, ed era uno di cui ci si poteva fidare. -Dai, dai!-
la incitò Kairi aprendo la porta. Aeris si tirò su il vestito e si precipitò
verso la porta, ma dopo averla oltrepassata tornò un attimo sui suoi passi e si
fermò davanti alla ragazza. Le sciolse la frangetta e gliela fermò di lato
con due fermagli. -Così sei più carina- le disse compiaciuta. Kairi
arrossì lievemente gettando un’occhiata fugace allo specchio, poi si affrettò a
seguire l’amica.
-Sei nervoso? Quella domanda improvvisa destò lo sposo dai suoi
pensieri. -…eh? Leon scosse la testa sorridendo. – Dovresti rilassarti un
po’. Stai tranquillo. Il ragazzo si allentò la cravatta e guardò verso
l’entrata della chiesa. -Non… sono nervoso. Leon fece una risatina. Anche
se era passato tanto tempo, Cloud non era cambiato: non era proprio tagliato per
queste cose. -Ma dove saranno? Ormai sono in ritardo di più di mezz’ora…-
sospirò guardando l’orologio. -Ok che la sposa deve farsi aspettare, ma ora è
tardi davvero… - bofonchiò Cid a braccia incrociate. -Non sarà che ti ha dato
buca? -Cid!!!- esclamarono i due ragazzi all’unisono. - Cosa? Che ho
detto? Leon girò lo sguardo sconsolato, e in quel momento le due ragazze
apparvero sulla soglia. Cid si posizionò al suo posto davanti all’altare e la
musica nuziale partì. Kairi camminava al seguito di Aeris, tenendole il velo,
mentre la sposa avanzava silenziosa tenendo un elegante bouquet. Quando la
ragazza raggiunse Cloud, Kairi andò ad affiancare Leon nel posto riservato ai
testimoni. La musica cessò e gli ospiti rimasero in silenzio, pronti ad
assistere al tanto atteso matrimonio della loro principessa. -Coff coff!
Bene! Signori, siamo oggi qui riuniti…- esclamò Cid dando inizio alla
cerimonia. Cloud era in piedi al fianco di Aeris, che lo guardava un po’
imbarazzata. -Sei bellissima- le sussurrò piano all’orecchio. Ed era vero.
Aeris non era mai stata così bella come in quel momento. Con quel bellissimo
abito bianco che le stava d’incanto, i lunghi capelli arricciati raccolti sotto
il velo, e il volto leggermente truccato, imbarazzato ed emozionato. Leon
guardava la scena commosso. La sua sorellina si stava sposando. Se solo suo
padre avesse potuto vederla… -Tutto bene? Alla domanda della ragazza, Leon
si accorse di avere gli occhi lucidi. -Ah, si…- fece scuotendo la testa. – E’
solo che… quella scema è proprio cresciuta… Kairi gli prese la mano
sorridendo. – Guarda che non scappa da nessuna parte. Leon sorrise, poi
avvicinò il volto al suo. -Sai che sei estremamente carina, vestita così?- le
sussurrò sfiorandole un ciuffo di capelli. Kairi arrossì vistosamente,
ruotando freneticamente gli occhi a destra e a sinistra. Anche se ormai
stavano ufficialmente insieme, si emozionava ancora piuttosto
facilmente. -Coff coff, orbene- disse Cid- se i nostri due testimoni hanno
finito di pomiciare in pubblico direi che possiamo concludere. I due ragazzi
si staccarono immediatamente, ormai i volti ridotti a due pomodori, mentre per
la sala riecheggiava qualche risatina. -Dunque- continuò Cid rivolgendosi ai
due sposi, che tornarono seri. -Vuoi tu, Cloud Strife, pendere in sposa
questa donna, amarla e rispettarla per sempre, in salute e in malattia, finchè
morte non vi separi? Cloud aprì la custodia con gli anelli che gli aveva
appena dato Leon, prese la mano di Aeris e le infilò l’anello al dito. -Lo
voglio. Cid si rivolse allora alla ragazza. -Vuoi tu, Aeris Gainsborough,
prendere in sposo quest’uomo, amarlo e rispettarlo per sempre, in salute e in
malattia, finchè morte non vi separi? A sua volta lei prese l’anello dalle
mani di Kairi e lo infilò al dito del ragazzo, poi lo guardò sorridendo. -Lo
voglio. Cid allora chiuse il libro e disse allegramente:- Ok, allora! Qui
abbiamo finito, si può andare! -Cid!!!- esclamarono all’unisono i due
testimoni fulminandolo con lo sguardo. -Che c’è, che ho detto?- fece lui. Poi
sembrò realizzare, e disse con noncuranza: - Ah, si, è vero… lo sposo può
baciare la sposa. I due trattennero a stento le risate per la situazione (
cosa che qualcuno fra il pubblico non riuscì a fare) poi Cloud sollevò il velo
che copriva il volto della ragazza e i due si scambiarono il bacio di fine
cerimonia. In chiesa cominciarono gli applausi, poi uno stuolo di ragazze si
radunò in prima fila, apparentemente ansiose. Aeris sorrise a quella
reazione; purtroppo per loro però doveva deluderle: aveva già deciso a chi
sarebbe andato il suo bouquet. Si voltò di spalle e lo lanciò, e sotto gli
sguardi stupiti e in parte delusi delle ragazzine, andò a cadere tra le mani di
Kairi. E mentre la ragazza arrossiva come suo solito e la gente cominciava a
far festa, Aeris si rivolse a Cloud con l’espressione più soddisfatta che lui le
avesse mai visto. -Sei felice?- gli chiese. Lui ricambiò lo sguardo,
regalandole un bellissimo sorriso. -Come mai prima d’ora.
Fine
E così siamo davvero alla fine. Avevo così tante cose per la testa mentre
cercavo idee per questo finale XD Innanzitutto ero indecisa se fare un happy
ending o no. Tuttavia l’influenza della recente visione di Escaflowne si è fatta
sentire, e alla fine non me la sono sentita di fare un finale bittersweet alla
“separati ma felici”. In qualche modo però dovevo equilibrare, quindi non è
propriamente un finale completamente happy visto che i nostri ragazzi non si
rincontreranno mai più. Mi sento bara lo stesso XD A questo proposito, vi chiedo
scusa per la forse eccessiva mielosità del capitolo, anche solo per il fatto che
è tutto incentrato sul matrimonio ( chiedo scusa soprattutto ai lettori maschi,
se ce ne sono ancora). Però volevo togliermi questa soddisfazione ^^” Chiedo
scusa anche se non sono riuscita a dare abbastanza spazio a ogni personaggio in
quest’ultimo capitolo. Avrei dovuto pensarci quando ho ideato la storia, ma
dieci e più personaggi non sono affatto facili da gestire contemporaneamente.
Per la cronaca comunque sono tutti felici!
Una risposta agli ultimi commenti poi passiamo ai ringraziamenti finali.
X Giulia_chan: eheh, meglio tardi che mai XD So che quando una storia
non è aggiornata da molto tempo si è un po’ scoraggiati a leggerla, ti ringrazio
di averlo fatto comunque. Grazie per i complimenti, mi fa piacere che ti sia
piaciuta (e che tu abbia apprezzato i pairing nonostante tutto XD). Spero che il
finale non ti abbia deluso!
X Ikumi91: accidenti che commento lungo! Grazie T_T Ahh, mi fa
piacere che tu abbia apprezzato le scene di combattimento! Sono state le parti
in assoluto più ostiche da scrivere e avevo paura che vi avrei annoiato e basta
“XD Per quanto riguarda le coppie, quando giocai a Kingdom Hearts per la
prima volta (ancora non sapevo assolutamente nulla di Final Fantasy) vidi una
possibile affinità tra Leon e Aerith, anche se in seguito mi sono convertita
definitivamente alla Cloud/Aerith. In questa fic però ho voluto lo stesso
provare a riproporre un rapporto ravvicinato tra i due, se non come coppia
almeno come fratelli. Mi fa piacere che l’idea ti sia piaciuta! Così come per la
Sephiroth/Rinoa, non credevo che qualcuno ci avesse pensato oltre a me!
*^* Ti ringrazio ancora per i complimenti, e spero di non averti rovinato la
fic con il finale!
Ora, i ringraziamenti finali: ringrazio innanzitutto Giodan e Dragon89,
che mi hanno sempre seguita e commentata con assiduità (fino a quando non sono
morta *coff*). Grazie davvero!^^ A proposito di Dragon89, alla fine Vincent non
sono riuscita a inserirlo, mi dispiace. Per Cid invece avevo cominciato da un
po’ a pensare ad una sua apparizione (in fondo ce n'è uno in ogni FF, no?), e
alla fine ho optato per questo ruolo, anche se in fondo è solo una particina XD
Poi vorrei ringraziare La Vale, Dark Magician e Nenya Higurashi: grazie
mille delle vostre recensioni, spero abbiate continuato a leggere, altrimenti
grazie anche solo per aver buttato un’occhiata ^^; Yo91, BetaDragon89 ( spero tu
sia ancora vivo XD), Keu93, Daggon, Paine Strife, pika chan, Yunie, JhonSavor,
Ikumi91 e Giulia_chan : vi ringrazio tantissimo dei commenti e degli
incoraggiamenti, mi hanno fatto davvero piacere!^^ Bhè…ecco qua. Non riesco
quasi a credere che sia finita… voglio dire, tira e ritira questa storia va
avanti da quasi 4 anni, è assurdo XD E’ stata comunque un’esperienza
bellissima, e ringrazio davvero di cuore tutti quanti voi, anche chi magari ha
letto senza commentare. Spero che il finale non vi abbia lasciati troppo
delusi. Alla prossima! ^^
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