La ricerca degli Horcrux - Another version

di Herborist
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ma quanto ci mettete? ***
Capitolo 2: *** Matrimonio e picche ***
Capitolo 3: *** Partenza ***
Capitolo 4: *** Gita al mercato ***
Capitolo 5: *** In viaggio ***
Capitolo 6: *** Grimmauld Place XII ***
Capitolo 7: *** Un piano ***
Capitolo 8: *** Parentesi idillica ***
Capitolo 9: *** Ministero ***
Capitolo 10: *** Fuori uno ***
Capitolo 11: *** Un'ultima lettera da Silente ***



Capitolo 1
*** Ma quanto ci mettete? ***


Ma quanto ci mettete?



Harry non sapeva decidersi. Era convinto della sua decisione di abbandonarla, o meglio lasciarla temporaneamente al sicuro, però non era ancora pronto a lasciare quella casa. La SUA casa in un certo senso. E la casa della donna che aveva capito, anche se tardi, di amare alla follia. Sentì dei rumori inquietanti dai piani alti della Tana, tutta miracolosamente vuota perché quasi tutti gli abitanti avevano qualche cosa da recuperare da lontani parenti o inviti da consegnare per l'imminente matrimonio Weasley-Delacour. Harry si decise a scollarsi un attimo dal divano per versarsi qualcosa da bere, indifferente a tutto il resto.

Qualche secondo più tardi, dopo un’esplosione di rumore più forte delle altre, si sentì il fracasso di passi pesanti ed infuriati, quindi Ron lo oltrepassò con la faccia abbattuta dirigendosi dalla cucina verso il perfettamente caotico soggiorno della Tana. - Ehilà- gli disse con un tono tanto tetro da far pensare ad un depresso cronico durante un funerale.

- Ehi, amico, cos'è successo? - gli chiese il moro preoccupato raggiungendolo sul divano. Ron non lo guardò nemmeno mentre rispondeva in tono monocorde. - Ho litigato di nuovo con Hermione. - Harry alzò un sopracciglio - Non capisco quale sia il problema, litigate tutti i momenti... - L'altro scosse la testa - Ma questa è così stupida! Le avevo detto di mettere nella sua valigia formato borsetta (ancora non capisco come abbia fatto), la mia vecchia felpa dei Cannoni, hai presente? Sì, mi va un po' corta, ma... -

Harry si mise a ridere di gusto. - Un po'? Ma se ti spunta fuori tutto l'avambraccio! - Ron arrossì violentemente, mandando quasi in fiamme le sue orecchie. - Sì, comunque... Gliel'ho chiesto gentilmente, no? e quella mi fa: "Ti sta troppo piccola ormai, Ron, meglio portare qualcosa che serva davvero". Ma dico ti rendi conto? Così ci siamo messi a litigare... Dovevi vederla. Sembrava davvero arrabbiata stavolta! - Il rosso si mise la testa fra le mani, distrutto.

Harry gli diede qualche pacca sulla spalla. - Su, vedi di ragionare. Hermione è sempre stata molto irascibile e tu il solito testardo. In più in questo periodo siamo tutti stressati dato che dovremmo partire tra poco... - aggiunse, incupendosi anche lui. - Va da lei, inghiotti un po' di orgoglio e vedrai che lei farà altrettanto. - "Come fate a venire con me se neanche vi parlate?" Chiese con lo sguardo.

Ron alzò la testa, ancora un po' abbattuto ma sorridente. - E' vero, scusa. E' che sto facendo di tutto per dimenticarmi quello che dobbiamo fare.

"Beato te che ci riesci!" avrebbe voluto rispondere Harry, ma disse soltanto - Non è con me che ti devi scusare! Va da lei. -

Il rosso accolse entusiasticamente il suo suggerimento, scattando in piedi come una molla e rischiando di far balzare Harry giù dal divano per il contraccolpo. Corse sulle scale a velocità parossistica, quasi tentando di inciampare ad ogni passo. "Ma quando lo capiranno quei due?" Pensò Harry con un sorriso a metà tra il rassegnato e l'invidioso.

***X***

Ron arrivò con un po' di fiatone davanti a camera sua, fermandosi davanti alla porta di legno. Alzò subito la mano per bussare, ma si fermò prima che le sue nocche arrivassero a contatto con la porta. "Aspetta, dannazione! Ragiona!" si ammonì. Dopo qualche minuto, passato appoggiato con la schiena contro la sua stessa porta e senza che gli venisse uno straccio di idea su come chiedere scusa, Hermione tentò di uscire. Aprendosi, però, la porta si tirò dietro un Ron colto completamente alla sprovvista in uno dei suoi ragionamenti contorti.

Hermione fece un salto indietro, evitando di venire trascinata nella caduta. - Oh Ron! - esclamò istupidita dall'accaduto - Tutto ok? -

Ron grugnì- Beh, non è che stia proprio benissimo. - disse arrabbiato con se stesso. Hermione si chinò su di lui e lo aiutò ad alzarsi. - Ti fa male qualcosa? - domandò. Il rosso non disse niente, ma a denti stretti tentò di raggiungere il letto, tenendosi la schiena dolorante. - Dai, stenditi. - gli disse lei in un tono che non ammetteva repliche, spingendolo a sdraiarsi prono sul letto. Ron, anche lui confuso dalla caduta e perso nei ragionamenti su come chiederle scusa, la lasciò fare.

Hermione gli si sedette accanto, cominciando a massaggiargli la schiena. Ron s'irrigidì all'istante. - Che c'è? Ti ho fatto male? - chiese la ragazza preoccupata.

- Non... no. No, non mi hai fatto male. - Rispose lui, balbettando. Più tranquilla, Hermione riprese a manipolare la schiena del ragazzo, cercando di fargli passare un po' del dolore. Ron cominciò a mugugnare qualcosa. - Dove hai imparato? - le chiese dopo qualche minuto di quella piacevolissima tortura.

- Dove ho imparato cosa? - chiese lei fermandosi un'altra volta. - Questo! Dove hai imparato a fare massaggi? Sei bravissima! - disse lui. Hermione non rispose per un po', rossissima per il complimento.

- Grazie. - disse imbarazzata - Ho letto un sacco di cose sulla medicina babbana e credo che si possa applicare con successo anche con i metodi magici. Vedi... - Hermione era partita in quarta e stava tentando di spiegargli le sue idee innovative sulla medicina magica. - Aspetta un attimo! - la fermò Ron, girandosi a metà.

Lei bloccò quel fiume di parole, ricordandosi quello che stava facendo. Arrossì violentemente. - Perché eri appoggiato alla porta, comunque? - chiese con un filo di voce.

Il rosso cercò di combattere la secchezza che gli aveva preso la bocca, mentre le sue orecchie già si confondevano coi suoi capelli. - Ero venuto a chiederti scusa. - mugugnò. In uno slancio di coraggio Ron le prese le mani, girandosi del tutto. - Non mi piace che litighiamo, tu... tu sei importante per me, Mione. -

Lei, che lo aveva fissato incredula negli occhi per tutto il tempo, distolse lo sguardo. - Grazie. - rispose piano - Neanche a me piace litigare, non con te soprattutto. Eppure sembra che ci venga naturale, vero? -

- Già, come ad una coppia di sposi! - disse una voce diversa dalle loro. Quando entrambi si girarono videro Harry appoggiato allo stipite della porta, con un sorriso sornione stampato sul volto. - Erano ore che aspettavo giù sul divano, ma voi non scendevate e ho deciso di venire a vedere di persona. - disse ancora sorridendo. - C'è la signora Weasley che ti aspetta in cucina, Hermione. - le disse, ricordandosi le istruzioni della madre di Ron "... e Ginny"

Dopo che Hermione uscì chiudendosi la porta alle spalle, Ron si rilassò sul letto. - Allora? - domandò Harry con ancora quel sorriso stampato in faccia. Ron aveva ancora lo sguardo fisso sulla porta. Harry glielo aveva visto solo in un altra occasione, l'anno prima, quando Fleur era entrata improvvisamente ed era uscita altrettanto in fretta dopo aver salutato "Harrì".

- A-allora cosa? - trovò la forza per chiedere.

Harry si mise a ridere forte. - Come "cosa?". Corri su come un forsennato per chiederle scusa, ti trovo mezz'ora dopo con le sue mani comodamente tra le tue e lei seduta sul tuo letto. In più la chiami "Mione". Vuoi farmi credere che non è successo niente? - chiese con aria quasi da cospiratore. Ron arrossì fino alla punta dei capelli (modo di dire, perché più rossi di così...). - E cosa doveva succedere? - domandò quasi sfidandolo.

- Comunque devo scusarmi anche con te, amico. - disse Ron a sorpresa. - Per... per il giorno del tuo compleanno. Sono stato insensibile, non pensavo davvero quelle cose. E' solo che non mi piace vedere mia sorella che soffre e si dispera. -

Harry perse tutta la sua baldanza. - Lo so. E sai anche che non l'ho voluta io questa situazione. Potessi lo sai che... - Ron lo fermò con un gesto. - Non sono sicuro di volerlo sapere! - gli disse con un sorriso, segno che aveva dopotutto accettato la relazione tra Harry e la sua sorellina. - Su con la vita. Dopo domani partiamo alla ricerca degli Horcrux, li distruggiamo, distruggiamo Voldemort e poi torniamo a casa e vissero tutti per sempre felice e contenti. Che ne dici? - Harry non rispose e scese insieme all'amico, andando ad aiutare la signora Weasley ed Hermione, intente ad apparecchiare per il pranzo in famiglia.

***X***

Ginny si alzò dal letto e aprì la porta, controllando che i due fossero veramente scesi per aiutare la madre. Senza far rumore corse su, nella camera del fratello. "Non crederai mica che me ne stia buona buona ad aspettare mentre voi rischiate la vita!" pensò la ragazza, presa dal suo progetto. Nascosto sotto il letto del suo caro fratello, infatti, si trovava un grosso zaino, pieno di cinghie e corde. Non essendo brava quanto Hermione, infatti, non aveva potuto estendere una borsetta per farci stare tutto ciò che aveva in mente di portare, perciò aveva ripiegato su quello zaino babbano. Con qualche aggiustatina.

Improvvisamente, mentre stava aggiungendo una o due cose che aveva dimenticato, sentì un rumore di passi, seguiti dalle voci comiche ed eccitate dei gemelli. - Vedrai che salto farà Ronnino piccino quando se lo troverà nel letto! - Ginny si infilò velocemente sotto la branda di Harry, spingendo contemporaneamente il suo zaino sotto il letto di Ron. Da quella posizione privilegiata vide Fred e George mettere fra le lenzuola uno dei loro fuochi d'artificio. "Siete grandi!" pensò ridendo la piccola Weasley.

Non appena i gemelli scesero, Ginny finì in fretta il suo lavoro, illudendo lo zaino per maggior sicurezza, e se ne andò tranquillamente in cucina. Lì trovò Harry e Ron che si schizzavano allegramente con la schiuma, mentre la signora Weasley cercava di fermarli con svariati incantesimi.

- Oh Ginny, cara. Potresti andare ad aiutare Hermione per mettere a posto la tavola. - la ragazza sorrise - Non c'è problema, mamma. -

- Grazie, ma con tutti questi invitati tutte le sere, non ce la faccio da sola. -

Passò oltre la cucina, uscendo dal retro, e trovò Hermione immersa nella lettura di uno dei suoi mattoni. - Finalmente! - la salutò appena la vide.

- Ma non hai ancora cominciato? - chiese Ginny. Non immaginava che la sua amica potesse essere una scansafatiche. - Figurati, con le tovaglie che usa tua madre potremmo coprirci tutti e quattro i tavoli della Sala Grande a Hogwarts! -

Si mossero in fretta, stendendo le lunghe tele di stoffa su due dei grandi tavoli di legno che il signor Weasley aveva recuperato dal magazzino e rimontato quel pomeriggio. Poi si ritirarono in soggiorno, mentre i ragazzi, esiliati dalla cucina, portavano piatti, bicchieri e posate.

- Hai ancora intenzione di andare avanti? - chiese Hermione all'amica - Sai come la pensano... -

Ginny continuò a guardarla, risoluta - Sì, lo so. E sì, sono sicura. - sorrise - Non vi lascerò scappare ancora a lungo. - Hermione si rimmerse nella lettura. Dopo poco la rossa rialzò lo sguardo con un sorriso malizioso. - A proposito di scappare... come sta andando con il mio fratellino? -

Hermione non disse niente e cercò di alzare il libro per nascondere il volto. - Dai "Mione", vi ho sentito. - la stuzzicò l'amica - Fai anche massaggi ora? -

La bruna borbottò qualcosa - Dai, Hemione! E' facile! Di "Sì, Ron mi piace!" - scandì Ginny come se parlasse ad una bambina piccola. L'altra mise da parte il libro.

- Non è che... cioè sì... non mi dispiace, ma... mi piace la sua compagnia. Come con Harry. - La rossa sorrise, maliziosa più che mai. - Devo preoccuparmi di un attacco al mio... beh, diciamo quasi ragazzo? - La rossa sorrise, fiera di riuscire per una volta a mettere in scacco la grande Hermione Granger.

Dopo qualche secondo la bruna aprì la bocca, come per parlare. - In effetti... -

Proprio in quel momento arrivarono Harry e Ron. Il moro superò l'amico, sedendosi sull'unica poltrona disponibile, mentre l'unico altro posto a sedere nel soggiorno era vicino a Hermione. Ron stette in piedi per qualche secondo. - Mi fai posto? - chiese alla sorella

Ginny gli rispose male - Ma siediti di là, non vedi che sono così comoda qui? – Così Ron si decise e, rosso per l'imbarazzo, si sedette di fianco a Hermione. Entrambi erano seduti tanto rigidamente da poter essere scambiati per figura impagliate.

- Uff. Per fortuna che questa giornata è finita! - sospirò Harry, stendendosi con un sorriso. - Io ho fame. - disse Ron, quasi a ricordargli che non era ancora finita fino all'ora di cena. - Tu hai sempre fame, Ronald. - disse Ginny, ridendo poi insieme ad Harry.

- E pensate che i prossimi giorni saranno ancora più duri... - disse Hermione smettendo di ridacchiare. Tre occhiate impaurite e stupefatte si calamitarono su dei lei, intimandole di non aggiungere altro davanti a testimoni pericolosi. - Dopotutto, Bill e Fleur rimarranno qui ancora per qualche giorno dopo il matrimonio, no? -

Harry e Ron sospirarono, mentre Ginny fece l'occhiolino all'amica. "Dopo dobbiamo parlare!" sillabò. Parlarono ancora a lungo, mentre Ron continuava a lamentarsi per la fame. Circa una mezz'oretta dopo la signora Weasley li chiamò per mangiare.

- Finalmente! - esplose Ron felicemente

- "Finalmente" sì. - disse Ginny agli altri due, lasciando che il fratello corresse avanti - Davvero non riuscivo più a sopportarlo! -

***X***

Il pranzo fu, come sempre, ottimo e abbondante grazie alla cucina della signora Weasley, alla quale toccò un brindisi in quanto futura suocera e cuoca impagabile. Almeno quel giorno non vennero ministri ad interrompere l'intimità della festa così che Lupin e Tonks potessero partecipare, festeggiando una specie di secondo compleanno per Harry. Gli avevano anche portato un libro in regalo. - E' l'ultimo lavoro di Scamandro! - aveva detto Hermione, sempre informatissima su tutto ciò che riguarda i libri.

- Già! - sorrise Lupin, fiero del suo regalo. - E' l'opera più aggiornata in commercio sulle Creature Magiche. C'è anche un'intera sezione dedicata agli Schiopodi Sparacoda, vero Hagrid? -

L'attenzione di tutti si concentrò sul mezzogigante, tutto rosso per l'imbarazzo. - Newt mi aveva chiesto di parlarci degli Schiopodi. - Ammise dopo qualche secondo - Ma credevo che era così, per fare due chiacchiere. Mi dice che ha letto quello che aveva scritto la Skeeter sugli Schiopodi e io gli chiedo se gli interessa vederne uno. Lui dice sì e ci ritroviamo a parlare tranquillamente. Poi, giorni dopo mi arriva una borsa intera piena d'oro con un lettera di Newt "Questa è solo la prima parte caro amico. Il nostro libro venderà milioni di copie" mi scrive. -

Hermione s'illuminò, come se fosse sempre stato il suo sogno aiutare a scrivere un libro. Harry sorrise ad Hagrid. - Sono felice per te. Un brindisi al nuovo collaboratore di Scamandro! - disse levando il bicchiere. Tutti si unirono al brindisi spontaneo, festeggiandolo.

- E grazie del regalo, professore. - disse rivolgendosi a Lupin. Lui si schermì - Dai, Harry, non sono tuo professore da anni e sono stato molto amico dei tuoi genitori. Chiamami pure Remus. O Lunastorta, se preferisci! - aggiunse ridendo, come non faceva da anni. Gli faceva davvero bene stare con una donna allegra e vivace come Tonks.

Per tutta la cena sembrò che la malvagità e la tristezza fossero scomparse dal mondo, o almeno che fossero relegate in una dimensione tanto lontana da non rappresentare un pericolo. Per molto tempo, anche dopo aver finito il dolce (una favolosa crostata di lamponi fatta dall'impareggiabile signora Weasley), rimasero alzati a chiacchierare felicemente, mentre Fred e George facevano i loro scherzi a chicchessia ed il signor Weasley continuava a tartassare Harry ed Hermione con domande sul mondo babbano. Fleur era stupefatta e chiese al suo futuro sposo di spiegarle la situazione. - Ma chi se ne impòrta di come fano a survivre. Che fasciano come voliono, non? -

- No, cara, non capisci. Per papà è una specie di mania! - disse ridendo Bill

La signora Weasley intervenne, inaspettatamente in favore della futura nuora - Però sono d'accordo con Fleur. Per fortuna non dobbiamo arrabattarci come i Babbani, senza offesa Hermione cara. -

La riccia scosse la testa sorridendo, scioccata per la parte presa dalla signora Weasley. In effetti la trasformazione avvenuta nella capofamiglia dei Weasley, da quando Bill era stato aggredito da Greyback, era impressionante. Non solo non attaccava più Fleur, né fingeva di non prestarle attenzione, ma addirittura si trovava d'accordo con lei su molti punti e le nozze erano state organizzate quasi senza litigi tra le due donne.

- Mamma, papà, smettetela di dare addosso a Hermione... - disse Ron. Accorgendosi del suo errore tentò di rimediare aggiungendo - ... e ad Harry - Ma era troppo tardi. Infatti, mentre la ragazza arrossiva sempre di più e cercava di scivolare sulla sedia sparendo dalla circolazione, i gemelli cominciavano a fare battute.

- Che cosa dolce, Ronnino! - disse Fred

- Cosa ode il mio orecchio? - fece George, con una sorta di macabro umorismo.

Continuarono così per qualche tempo, fino a quando la signora Weasley non diede il "tuttinbranda" - Domani c'è un matrimonio e non voglio che facciate tardi! Chi dorme è perduto! - avvisò non del tutto ilare la padrona di casa.

Ognuno corse in casa, prima fra tutti un'Hermione che aveva assunto ormai tonalità violacee. Dopo i soliti turni per il bagno, che aumentarono la confusione alla Tana, tutti si ritirarono tra le coperte per godersi un po' di ore di meritato riposo.

***X***

Ron era sdraiato sul suo letto, intento a rimirare il soffitto dipinto coi colori dei Cannoni di Chudley quando Harry fece capolino di ritorno dal bagno, reggendo la maglia del pigiama che non aveva ancora infilato. - Vuoi far colpo su mia sorella mostrandoti sempre a petto nudo, grande uomo virile? - domandò il rosso prendendolo in giro.

- Haha, ridi pure, Ronnino. Ricordami di dirlo a Hermione la prossima volta! - Forse la battuta era stata un po' troppo pungente, perché Ron smise di ridere e tornò a fissare il soffitto. Harry lo guardò preoccupato, dopo aver lottato qualche minuto con la maglia che gli aveva mandato di traverso gli occhiali. - Ehi amico, non fare così! Era solo una battuta! - l'altro annuì, piano.

- Credo di amarla. - disse Ron dopo un po'. Il moro lo osservò preoccupato, mentre tentava di districarsi dalla magia che stava seriamente tentando di ucciderlo, poi si mise a ridere senza controllo. Dopo alcuni secondi Ron chiese - Ma che ti prende? -

Harry continuò a ridere per qualche minuto. - E' la stessa cosa che hai detto quando... hai bevuto il filtro d'amore di Romilda Vane! - Ron arrossì, mandando a fuoco di nuovo le sue orecchie. - Smettila amico. E' una cosa seria! - lo rimbeccò, leggermene arrabbiato.

- Sì, lo so. - rispose l'altro - Lo sa tutta Hogwarts che tra te e Hermione è una cosa seria. Lo sai qual è il prossimo passo, vero? - Il rosso lo guardò spaesato ed Harry sospirò - Tu-devi-assolutamente-dire-a-Hermione-quello-che-provi - disse scandendo per bene ogni parola.

Ron scosse la testa - Non lo farei mai, mi prenderebbe per matto o, peggio, riderebbe di me. Non posso, proprio non posso... -

- Va bene, fa come vuoi. Tanto verrà fuori da solo, prima o poi. - commentò filosoficamente l'amico.

Ron si girò verso di lui. - Secondo te perché ha detto quelle cose prima? Con Ginny, dico. - Harry lo fissò pensieroso. - Non starà mica cercando di dirle cosa dobbiamo fare, no? Insomma, sì... sono amiche, no? -

- Spero proprio di no. Non penso sia sicuro neanche per voi due venire con me. Se viene anche Ginny... Sai quello che provo per lei. -

Ron sbuffò - Sì, lo so. Anch'io preferirei che non venisse, ma è una testarda e se Hermione le ha detto cosa succede, sta sicuro che smuoverà mari e monti per venire con noi. -

Per uscire da quel pericoloso terreno minato, Harry provò una manovra difensiva. - Comunque, tornando a Hermione, non voglio vederti sempre abbarbicato a lei come con Lavanda. E' come una sorella per me e non voglio vedere scene troppo spinte, chiaro? -

- Come con te e Ginny, vuoi dire? - incalzò maliziosamente. Harry non rispose. - Dai, non fare quella faccia. Sai benissimo che quella testona di mia sorella ti aspetterà in eterno. E poi non manca molto, no? dobbiamo solo fare qualcosina e poi vi rimettete insieme. Potrei persino diventare zio... -

Ron sbiancò di colpo, rendendosi conto di ciò che aveva detto - Non subito, eh? Tra molto tempo... mesi, anni... molti anni. - Harry rise forte - Non preoccuparti, prima dobbiamo solo affrontare Voldemort. Una cosa da niente, come hai detto tu. -

- Già. Meglio dormire ora. Un brutale duplice omicidio ad opera della madre dello sposo raggelerebbe l'atmosfera, credo. –

***X***

Intanto, nella camera delle ragazze, le due amiche erano immerse in una discussione simile. - Si può sapere perché diavolo hai detto quelle cose? Ci mancava solo che mi scoprissero. Certo non Ron, ma Harry non è così scemo. -

Hermione rise piano - Non ci giurerei. Quando si tratta di te riesce persino ad uguagliare tuo fratello. -

Ginny sbuffò, girandosi tra le coperte per guardare in faccia la sua amica. - Già, perché non l'hai mai sentito quando parla di te. Si rimbecillisce totalmente. Farebbe qualunque cosa per te... ehi! - si alzò folgorata. Hermione la minacciò con un dito - Non credo che cercare di manipolare tuo fratello sia una buona idea! - la rossa si rigettò sul letto, delusa - E comunque non credo di avere tutto questo ascendente su Ron... - continuò meditabonda.

- Non sembra che la notizia ti sia indifferente, comunque... - disse Ginny, con apparente casualità. - Ancora con questa storia? - disse la bruna arrossendo.

- Sì, ancora, finché non deciderai di essere onesta. Diamine, Hermione, mancate veramente solo voi due all'appello! - confessò esasperata. L'altra arrossì ancora di più, chiudendosi in un assoluto mutismo, tanto che dopo alcuni minuti di interrogatorio, la rossa temette che avesse perso la lingua.

- E' mai possibile che quando si parla di cuore tu non riesca a spiccicare parola? Ah, lasciamo perdere. Hai qualche idea su dove trovare quei cosi? -

- No, nessuna. Molte ipotesi, ma poche probabili. - ammise Hermione.

- Non mi attira molto l'idea di vagare senza meta per tutta l'Inghilterra. Se sono solo qui, ti rendi conto che possono essere dovunque? - Ginny sembrava quasi spaventata dalla mole del lavoro, ed Hermione ne approfittò. Non poteva certo lasciare che la sua amica si mettesse in pericolo, se poteva evitarlo.

- Se vuoi fai ancora in tempo a rimanere qui. Non c'è nessun problema. -

Ginny alzò un sopracciglio - Non credo proprio. Non pensare che ti lasci andare in giro senza di me. Ci vuole qualcuno che tenga freno te e Ron ed Harry sarà troppo impegnato per farlo! - disse sorridendo maliziosamente.

Hermione sospirò - Quei due mi ammazzeranno, quando lo sapranno. Va beh, meglio andare a dormire. -

- Già, domani la mamma ci butterà di nuovo giù dal letto come stamattina - sorrisero entrambe al ricordo della signora Weasley che entrava nella stanza come una furia urlando che erano in ritardo per il matrimonio. - Buonanotte! -disse Hermione

- 'Notte - rispose la rossa spegnendo la candela

- Ginny? -

- Mmmh? -

- Su Ron... Mi sa che avevi ragione tu -

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Capitolo 2
*** Matrimonio e picche ***


Matrimoni e Picche



Il giorno dopo tutti si svegliarono in tempo, senza traumi da parte della signora Weasley. Scesero a fare colazione come ogni giorno ancora in pigiama e, dopo aver ingollato una dose che ritennero sufficiente di bacon, biscotti, latte e quant'altro, tornarono su per vestirsi.

Harry si rimise lo smoking verde bottiglia, sapientemente adattato da madama McClan, mentre Ron era alle prese con un'altro molto elegante di un rosso cupo. - Ma come diavolo si allaccia questo coso?! - domandò lanciando con veemenza la cravatta in tinta attraverso la stanza. Harry la raccolse con pazienza e con sapiente maestria gliela gettò al collo e la allacciò in un elegante nodo come aveva già fatto con la sua.

- Come diavolo hai fatto? - chiese l'amico meravigliato. Harry sorrise - Chi credi che abbia allacciato la cravatta a zio Vernon da una decina di anni a questa parte? Dai muoviamoci, altrimenti le ragazze ci lasciano qui. -

Ron borbottò qualcosa che somigliava molto ad un - Capirai, dobbiamo solo andare in giardino! - Comunque seguì l'amico attraverso le scale, fino alla porta della camera che Ginny divideva con Hermione. - Ragazze, noi siamo pronti! Vi manca ancora molto? - urlò il rosso attraverso la porta

- Non serve urlare, Ron. - disse Ginny aprendo la porta. I due ragazzi rimasero letteralmente a bocca aperta per lo stupore. Ginny indossava l'abito delle damigelle, bianco con alcuni pizzi sulle spalline e con un velo che dalle spalle scendeva a coprirle per metà le braccia nude. Una scollatura a V permetteva di vedere quanto fosse cresciuta in quegli anni la "sorellina piccola di Ron", mentre dietro la parte della schiena esposta da una seconda scollatura era coperta da una cascata di capelli rossi che scendevano perfettamente disciplinati per incorniciarle il viso.

Hermione, invece, aveva un abito azzurro elettrico senza spalline, con guanti che tagliavano a metà le braccia. Molto più semplice rispetto a quello della rossa, scendeva in un'elegante gonna, abbastanza ampia da permettere di ballare comodamente, ma non tanto da impedire i movimenti. Fece un giro su se stessa per mostrare il suo abito ed Harry fischiò di ammirazione. - Vedo che sono l'unico che ha riciclato l'abito del Ballo del Ceppo. State benissimo ragazze. - si chinò verso quella che doveva essere la sua dama - Soprattutto tu, Ginny, ma non dirlo a Hermione - le sussurrò complice.

La ragazza, rossa per il complimento, si comportò come se niente fosse successo - Certo mio fratello non poteva rimettersi quello sgorbio marrone che mia madre voleva far passare per abito! - rise afferrando il braccio che Harry le offriva e cominciando a scendere le contorte scale della Tana.

Ron e Hermione rimasero soli sul pianerottolo. - Stai bene vestito così. - disse Hermione senza guardarlo negli occhi.

- Beh, Ginny ha ragione, no? Non potevo mica rimettermi quella cosa! - di nuovo silenzio. "Forza Ron! Diglielo! Perché stai lì zitto?" cercò di farsi coraggio, ma niente qundi rimase fermo a masticarsi la lingua per la tensione. - Andiamo, su. - disse Hermione cominciando a scendere le scale.

- Aspetta! - la fermò il rosso. Quando lei si fermò, la raggiunse di corsa, rischiando quasi di farla inciampare. Le porse il braccio - Sono il tuo cavaliere, giusto? -

Hermione sorrise, felice dopotutto che ci fosse Ron con lei e accettò il sostegno che le veniva offerto. Così insieme si incamminarono verso il giardino.

Una volta fuori, con molto dispiacere, Ron dovette lasciare che Hermione si sedesse da sola in prima fila, vicino alla signora Weasley, perché se Ginny aveva i suoi doveri di damigella insieme alla sorella di Fleur, Gabrielle, anche Harry e Ron avevano un ruolo importante nella cerimonia.

Era tradizione del mondo magico, infatti, che due o tre amici per ciascuno sposo si posizionassero appena prima del futuro marito, sul percorso della sposa e che salutassero il suo arrivo con una salva di scintille. In questo modo, sempre secondo tradizione, si impegnavano a proteggere la coppia e a correre in suo aiuto in caso di pericolo. Ormai era diventata poco più che una formalità, ma in quei tempi pericolosi era meglio ricordare quell'antica usanza.

Per la sposa erano schierati Harry, Krum, campioni tremaghi, e uno dei fratelli di Fleur. Per lo sposo invece stavano in piedi Ron, livido di rabbia per la presenza del bulgaro, il signor Weasley e un folletto. Quest'ultimo, grande amico di Bill, aveva accettato in via del tutto eccezionale di partecipare ad un matrimonio tra maghi, chiedendo persino un giorno di permesso alla Gringott.

Aspettarono parecchi minuti, mentre ognuno trovava il posto che gli era stato assegnato e il signor Weasley tentava di calmare Bill, agitato come non mai. Finalmente arrivò la sposa le sei persone che l'attendevano in piedi accanto all'altare scagliarono in aria scintille dorate, salutando il suo arrivo.

Vestita di bianco candido come le damigelle, era di una bellezza abbacinante, tanto che sembrava risplendere di luce propria. Arrivata all'altare si fermò, mentre Ginny e Gabrielle mettevano giù il velo e andavano a posizionarsi ai fianchi della sposa in quanto damigelle. Passandogli accanto, la rossa fece l'occhiolino a Harry, che sorrise felce con ancora la bacchetta sollevata. Anche Krum sorrise e guardò la piccola Weasley con uno sguardo famelico.

Un tipo alto e impomatato, direttamente dal ministero, disse tante parole inutili prima di arrivare al dunque. Sembrava una caricatura di Percy, con i capelli scrupolosamente in ordine (aveva lanciato uno sguardo di disapprovazione ai capelli di Harry come solo zia Petunia poteva fare), ed il mantello lindo e lucidato, con ancora le pieghe per essere rimasto piegato troppo a lungo.

Finalmente il funzionario si decise. - Vuoi dunque tu, Fleur Isabelle Delacour prendere come marito il qui presente William Arthur Weasley? -

- Lo voglio. - rispose la francese infilando la fede al dito dello sposo

- E vuoi tu William Arthur Weasley, prendere in moglie la qui presente Fleur Isabelle Delacour? -

- Lo voglio! - asserì lui mettendo l'altra fede, più piccola, al dito di Fleur.

- In nome del Ministero, vi dichiaro quindi marito e moglie. Può baciare la sp... - Il poveretto non face in tempo a finire la frase che già i due si stavano scambiando un bacio appassionato. Prendendola con molta filosofia, alzò le spalle e scese dal palco, dando più spazio ai due innamorati.


***X***


Una volta che i due novelli sposi si staccarono, si presero per mano, camminando come tradizione lungo il tappeto rosso dove era passata la sposa poco prima, con tutto il corteo che sfilava dietro di loro. Primi tra tutti le damigelle e gli amici della coppia, ancora con la bacchetta sfoderata. Harry si posizionò possessivamente accanto a Ginny; non aveva apprezzato molto le occhiate di Krum.

Hermione riuscì a fendere la folla quanto bastava per posizionarsi accanto al suo cavaliere, che le offrì il braccio quasi orgoglioso di essere stato scelto dalla donna.

Dopo la sfilata, il gruppo si divise, sciamando in massa sulla pista da ballo. Fleur si ritrovò contesa tra il signor Weasley ed il signor Delacour e tutti e due riuscirono ad avere almeno un ballo con lei, prima che Bill la monopolizzasse.

Ron aveva preso il coraggio a due mani e aveva letteralmente trascinato Hermione sulla pista da ballo. "Poteva almeno chiedermelo!" si ritrovò a pensare la ragazza, perplessa ma felice che quel testone di un rosso si fosse deciso a "invitarla" a ballare.

Harry li guardava da lontano, seduto vicino a Ginny, un poco invidioso della loro felicità. La rossa capì che per una volta doveva essere lei ad esporsi per prima. - Vuoi ballare? - chiese.

- Ginny, io non SO ballare. Ti ricorderai il Ballo del Ceppo, no? - sospirò tetro.

La ragazza lo tirò su di peso. - Smettila di dire idiozie e balla con me. - Harry sorrise e la afferrò in vita portandosi sulla pista da ballo. Ginny gli appoggiò il mento sulla spalla, chiudendo gli occhi e facendosi in qualche modo cullare dall'abbraccio del suo cavaliere.

- Visto che sai ballare, dopotutto? - gli disse dopo qualche minuto.

- Deve essere la partner. - rispose Harry sorridente. Ginny si illuminò al sentire queste parole e non riuscì a fare altro che rispondere al sorriso.

Erano ancora stretti l'uno all'altra quando Krum si avvicinò a loro al finire di una canzone. - Posso afere io questo ballo? - chiese in un inglese un po' impacciato. Harry non era assolutamente d'accordo, ma lui non poteva assolutamente decidere per lei, così la lasciò andare.

Anche Ginny era un po' contrariata che il bulgaro avesse spezzato l'atmosfera, ma decise di fare buon viso a cattivo gioco e di accettare. Che male c'era in un ballo solo, infondo?

- Tu è molto bella così, Ginevr. - disse accostandosi di più al corpo della ragazza, che però manteneva saldamente le distanze.

- Grazie. - rispose la rossa. Non sapeva se essere lusingata del complimento. Hermione le aveva detto che era sempre molto galante con le ragazze, soprattutto quando voleva da loro qualcosa.

- Tu è sola? Cioè, è promessa con qualcuno? - domandò ancora Krum. Ginny scosse la testa, ancora confusa. - Ah, bene. Tu mi piace, Ginevr. Vuole venire in Bulgaria con me? Tu può fare ultimo anno a Durmstrang, se vuole. -

La rossa spalancò gli occhi. - Mi spiace. Sono lusingata, ma non credo sia il caso. A me piace un altro. -

- E' Potter? Te piace Potter, vero? - disse incredulo. Poi scosse la testa, sorridendo - Non preoccupare, Potter non è tuo problema - le si avvicinò e tentò di baciarla. Provò più volte, ma alla fine Ginny riuscì a sgattaiolare e gli tirò un sonoro ceffone.

- Non ci provare più, chiaro? Non mi interessa se sei un campione di Quidditch, non tutto ti è permesso! - disse Ginny indignata, tornando indietro verso i tavoli per cercare Harry.

Ballando, Ron e Hermione passavano vicino a Krum e assistettero all'intera scena. - Tenta ancora di forzare mia sorella e ti stendo! - gli ringhiò contro il rosso.

Krum si rivolse a Hermione, come per avere sostegno, ma quella scosse la testa. - Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, eh Victor? - sospirò sconsolata.

***X***


- E così sono uno per guancia. - borbottò Hermione ancora tra le braccia di Ron, mentre il bulgaro andava a salutare la sposa. Non aveva senso rimanere dopo che l'unica ragazza carina libera gli aveva risposto picche. Il rosso smise di pedinare il suo nemico con lo sguardo e rivolse di nuovo tutta la sua attenzione alla ragazza che aveva tra le braccia.

- Che hai detto? - chiese, stupito.

Hermione ridacchiò nervosa. - Aveva provato a fare la stessa cosa con me, poco prima della terza prova al quarto anno. - disse rievocando la scena. - E come Ginny mi sono defilata e appena ho potuto gli ho rifilato un ceffone, sull'altra guancia però. Gli è rimasto il segno per una settimana e ha dovuto coprirlo con un cerone, mi ha scritto -

Ron era visibilmente sollevato da questa notizia. Le sorrise. - Posso dire "Te l'avevo detto"? - domandò sornione.

- No, non puoi! - gli rispose la ragazza categorica - Adesso balla e sta' zitto - gli intimò appoggiandosi completamente al suo petto e lasciando che le gambe seguissero da sole l'andamento della melodia.

Poco lontano Ginny trovò Harry seduto ad un tavolo. Gli bussò sulla spalla, sorridendogli quando si girò meravigliato di vederla. - Si torna in pista? - domandò la ragazza allegra. Harry, stupito ma felice, si alzò e la seguì.

- Niente Bulgaria, milady? - domandò lui vincendo l'enorme blocco che si era creato vedendo Ginny ballare con Krum. Ora sì che capiva cosa doveva aver provato Ron. La ragazza gli sorrise. - Preferisco i cavalieri ai buzzurri. Lei da che parte sta? - gli domandò con malizia.

Harry rispose al sorriso - Se continua a sorridermi così, penso che potrei anche saltare la barricata e trasformarmi in un buzzurro! - disse ridendo. Ginny tornò ad appoggiarsi alla spalla di Harry, come aveva fatto prima che Krum li interrompesse.

- In più sono anche innamorata. - borbottò più rivolta a se stessa. Harry la sentì comunque e sorrise, pur arrossendo per l'imbarazzo - Ah, sì? E... lo conosco? -

Ginny rise - Non so. Uno magro, alto. Capelli neri disordinati, occhi verdi. Una testona pesante, piena di sciocche idee sulla responsabilità e l'altruismo, che vuole lasciarmi sola per andare quasi inerme ad affrontare il più potente mago oscuro di tutti i tempi.... Ti dice niente? -

Come previsto Harry abbassò la testa e si fissò intensamente le scarpe lucide che la signora Weasley aveva insistito per fargli prendere. - Probabilmente ha paura per te. Non vuole che ti accada nulla di male. Se accadesse non potrebbe mai perdonarselo.- ammise guardandola triste.

A quel punto Ginny lo prese per mano e lo guidò un po' distante, lontano dagli sguardi curiosi dei fratelli e dei parenti assortiti.


***X***


Come volevasi dimostrare, Ron stava quasi per trascinare Hermione a controllare cosa facessero quei due. - Fermo lì, Ron. - gli disse Hermione trattenendolo. - Harry e Ginny hanno bisogno di un po' di privacy e non rovinerai loro il momento. - continuò, appoggiandosi di nuovo al petto del ragazzo. - E io ho bisogno di te, adesso. - sussurrò. Se Ron sentì quest'ultima parte, non lo diede a vedere.

Passarono alcuni minuti, durante i quali Ron scoprì di essersi calmato, poi il rosso le chiese - Quando si parte? - Hermione lo guardò stranita per un momento. Credeva di essersi quasi addormentata sul petto di Ron. Si stava così bene lì.... - Sono diventata un'agenzia di viaggi? -

- No, no! Assolutamente no! - si affrettò Ron, cercando di trovare una scusa che reggesse. Hermione rise. - Tranquillo, era uno scherzo. So benissimo che tu ed Harry siete troppo disorganizzati per preparare un viaggio come si deve. - Ron era perplesso.

- Viaggio? Ma non possiamo usare la metropolvere o la materializzazione? - Hermione arrossì un poco. - Diciamo che è sorto... un problema. -

- Che tipo di problema? - domandò Ron che cominciava davvero a preoccuparsi.

- Niente di irrisolvibile, tranquillo, ma i mezzi magici saranno impraticabili per un po'. Saranno sicuramente controllati. - "In più Ginny non può materializzarsi". Avrebbe tanto voluto dirglielo. Detestava avere dei segreti così pericolosi da custodire, ma Ginny le aveva fatto promettere di non dirlo a nessuno.

Ron si distese - Ah, giusto. Vorrà dire che dovremo trovare un altro mezzo. Uno babbano. -

Hermione scosse la testa - Saremo ricercati. Come criminali. Non avendo la magia i babbani si sono inventati le cose più strane e non è detto che Voldemort non possa affidare a normali poliziotti babbani il "lavoro sporco" per poi finirci personalmente. - si riappoggiò a lui, lasciandosi cullare dalle ultime note della canzone. - L'unico modo è usare mezzi babbani non controllati, ma vorrà dire fare parecchio esercizio. - si staccarono e si inchinarono l'uno all'altra, come prevedeva la danza.

Stufi di ballare si diressero lontano dai tavoli, benché meno affollati ora che tutti avevano preso coraggio e invitato le loro dame o cavalieri a ballare. Ron teneva per mano Hermione e la guidava a scoprire "le meraviglie del giardino Weasley" come le chiamava lei.

Si accorsero, dal colore che il sole morente dava al giardino, di aver ballato tutta la giornata. Ron non se ne preoccupò e continuò il discorso lasciato in sospeso - Non mi fa paura la fatica. Non se sono con te! - le confessò stringendola a sé. - Scusami se non riuscirò a non lamentarmi e ti dirò delle cose brutte. Te lo chiedo ora così non dovrai fare la fatica di ascoltarmi ogni volta. - disse sorridendole triste. - E che io non riesco a impedirmi di ess... -

- Stai zitto, Ron. - lo interruppe Hermione dolcemente, stringendosi ancora di più contro di lui. Il rosso non disse più niente, godendosi il tramonto con la donna dei suoi sogni. - Partiamo domani, due ore prima dell'alba. - disse lei in un soffio. Ron ebbe un mancamento.

- Prima no, eh? - domandò sarcastico facendola ridere.


***X***


Intanto Ginny ed Harry erano seduti l'uno accanto all'altra, fortunatamente separati da Ron e Hermione dalla strana struttura della Tana. - Devo dirti una cosa, Harry. - esordì la ragazza. "Ahi ahi. Quando una ragazza inizia così, non c'è mai da aspettarsi niente di buono" Pensò Harry preoccupatissimo.

- Dimmi. - rispose, con un tremito nella voce. - Non ti arrabbierai? - "Oddio, sarà mica incinta? Ma se non l'ho nemmeno toccata!" pensò con una logica invidiabile. - Te lo prometto. Qualunque cosa dirai non mi arrabbierò. -

Ginny lo guardò per alcuni secondi, poi decise di potersi fidare. - Vi ho sentiti una volta mentre parlavate di quello che volete fare... - confessò. Harry tremò - In seguito ho costretto Hermione a rivelarmi tutto. - Harry stava per avere un attacco epilettico da quanto era nervoso. Sapeva che il peggio doveva ancora venire. Ginny lo guardò con la stessa espressione che aveva il giorno della vittoria del Grifondoro, la stessa del funerale di Silente, la stessa espressione determinata che aveva due giorni prima quando aveva invitato Harry in camera sua per dargli il suo regalo di compleanno.

- Io vengo con voi. - disse guardandolo direttamente negli occhi. "Ecco, lo sapevo che arrivava la mazzat.... CHE?" Harry era totalmente sconvolto. - M-ma Ginny, te l'ho già detto. Io non voglio che... -

- Stammi bene a sentire Harry James Potter... - cominciò la rossa accalorandosi - Io verrò con voi, non importa cosa dirà mio fratello e non importa nemmeno cosa dirai tu! Sono stata chiara? -

Harry annuì, un po' spaventato - Limpida e cristallina. Ma sei sicura? Voglio dire, è pericoloso, non so se... -

- Già, è estremamente pericoloso, quindi se verrò con te potrò proteggerti meglio, non credi? - disse Ginny con l'aria di voler troncare la questione. - Ci deve solo provare quel mucchietto di ossa senz'anima a sfiorarti! - proclamò con un coraggio degno di Godric Grifondoro.

L'altro restò immobile. - Credo che dovrò rassegnarmi. Non cederai mai, vero? - La rossa scosse la testa sorridendo, felice che lui avesse ceduto - Vorrà dire che ci faremo una bella gitarella tutti insieme. Meglio tornare alla festa ora, o tuo fratello mi lincia. -

- Aspetta! - disse lei, arrossendo subito dopo. - C'è un'altra cosa... - Harry si bloccò, gelato dal terrore. Ginny lo raggiunse, abbracciandolo come non faceva da tempo, da quando stavano insieme ad Hogwarts. - Visto che verrò con voi... non c'è pericolo che Voldemort voglia usare me per arrivare a te. O almeno non più pericolo del solito. - aggiunse con una piccola risata.

Harry si girò, aspettando che continuasse. Lei lo guardò nuovamente negli occhi. - Quindi direi che non c'è niente di male nell'approfondire il nostro legame. -

Lui non riuscì più a sopportare l'attesa e la baciò appassionatamente. - Ti amo - le sussurrò dolce.

Ginny, dopo aver risposto al bacio con altrettanta passione, chiuse gli occhi e si appoggiò al petto del suo ragazzo. - Anch'io e volevo che tu lo sapessi. - rispose la rossa dandogli un altro bacio, tenero, sulle labbra.

Improvvisamente Harry ridacchiò. - Ron mi ucciderà. Ieri mi ha addirittura accusato di metterti le mani addosso ogni volta che potevo! - Anche Ginny rise. - Oh, e vedrai domani! -

Il moro la guardò stupito, ancora una volta. - Domani? Che succede domani? - domandò curioso.

La rossa si portò una mano alla fronte - Giusto, che sciocca. Con tutto quello che avevo da dirti mi sono dimenticata. Hermione mi ha chiesto di riferirti che si parte domani, due ore prima dell'alba. - Harry si sentì stanco solo a quella rivelazione.

- Sarà contento Ron! - disse, facendo ridere entrambi. - Sarà meglio andare a dormire ora. - aggiunse dandole un ultimo bacio e riconducendola verso la casa.


***X***


Salutare tutti e spiegare che si sentivano stanchi e volevano andare a dormire fu meno difficile del previsto. Nemmeno Fred e George vollero indagare, ma d'altronde erano impegnati con le rispettive ragazze: Angelina, la cacciatrice di Grifondoro, e Jodie, una ragazza babbana alla quale Fred aveva rivelato di essere un mago. Era la prima volta che si trovava tra altri maghi ed era un po' spaesata.

La signora Weasley, parzialmente al corrente delle intenzioni del figlio minore, di Harry ed Hermione, li guardò corrucciati mentre lasciò andare Ginny senza fare storie. Ci sarebbe rimasta molto male non trovandoli nei loro letti la mattina dopo.

Una volta in camera, le ragazze si fiondarono nel letto. - Mi sono rimessa con Harry! - annunciò Ginny felice - E ha accettato il fatto che verrò anch'io. Non che avesse molta scelta comunque... - aggiunse gongolante per la riuscita del suo piano.

- E tu? Come è andata con Ron? - domandò all'amica che ancora non parlava. Hermione era catatonica, non si muoveva e non parlava. Sembrava non respirasse nemmeno. - Ehi, Herm, ci sei? -

- I-io, sì, credo di sì. - rispose incespicando con le parole. - Bene, penso, bene. - Ginny la guardò alzando un sopracciglio. Non credeva certo di cavarsela così. - E va bene. Sì, ci siamo messi insieme, contenta? - domandò brusca all'amica rigirandosi tra le coperte.

- Sì, sono contenta. Era anche ora! Se lo aspettava mezza scuola! - rispose la rossa - Buonanotte. -

Hermione rispose con un suono che poteva anche essere interpretato con un - 'Notte - ma era già tanto addormentata da renderlo incomprensibile.

Nella camera di Ron, un piano più in alto, Harry guardava sorridendo il rosso che faceva avanti e indietro nella piccola stanza. - Cioè io l'ho baciata, no? quindi ora siamo... beh sì, stiamo insieme, no? -

- Ron calmati, per l'amor del cielo! Cosa avete fatto prima di andare a dormire? - chiese con uno sguardo da: "Non dire 'niente' altrimenti sono capace di ucciderti".

- Ci siamo baciati - disse il rosso realizzando solo in quel momento quello che aveva fatto. - Dio, ho baciato Hermione! -

- Bravo. Quindi la risposta alla tua domanda è sì. Tu stai con Hermione Granger. Adesso dormi che domani ci aspetta un'alzataccia. -

- Già, anche secondo me due ore prima dell'alba è un po' troppo pres... Ehi! Ma tu come fai a saperlo? -

- Lo capirai domani. Adesso dormi. -


Grazie a tutti quelli che mi seguono. Devo dire che non mi aspettavo foste così tanti anche se so di non essere proprio da buttar via.
Grazie in particolare a coloro che mi hanno recensito o che mi hanno messo tra le loro storie preferite.
Grazie davvero.

Per Pflaume: Neanche a me è mai andato giù che Ginny facesse la parte della "principessa che attende di essere salvata". Soprattutto col caratterino che si ritrova! XD

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Capitolo 3
*** Partenza ***


Partenza



Quella mattina, alla Tana, il signor Weasley trovò la moglie in stato catatonico seduta al tavolo della cucina. La spiegazione era in un foglio di pergamena, accuratamente compilato con la grafia bella e sicura di Hermione.

Cari signori Weasley,

Harry e Ron hanno affidato a me il compito di scrivere questa lettera, sostenendo che poi non sareste riusciti a leggerla se l'avessero scritta loro di proprio pugno. Cercherò di fare del mio meglio, ma non so come verrà fuori. Qui di seguito aggiungo quello che volevamo dirvi, ma che non abbiamo avuto il coraggio di dire vis a vis.

Harry:

Grazie. Questa è la cosa più importante che volevo dirvi. Grazie per avermi accettato, per tutti i momenti felici e spensierati che mi avete fatto vivere, per essere rimasti con me. La seconda cosa che volevo era chiedervi scusa. Mi dispiace dover partire così come un ladro, senza nemmeno salutarvi di persona. Come sapete devo fare delle cose, compiti che mi ha lasciato Silente in persona. Vorrei solo che Ron, Hermione e Ginny non venissero con me, ma sapete quanto sono testardi Ron e Ginny ed Hermione è pure peggio se possibile (ahia!).

Spero solo che quando torneremo (se torneremo) vogliate accettarmi ancora, nonostante tutto quello che vi ho fatto, magari anche come futuro genero.
Grazie ancora. Di tutto.

Ron:

Papà, mamma, non preoccupatevi. Torneremo presto, non staremo via molto. Facciamo quello che ci ha detto Silente e torniamo, niente di più. Papà sta vicino a mamma. Ne avrà bisogno. Non staremo via molto, ve lo prometto, poi torneremo e finiremo Hogwarts. Non possiamo certo tenerci il G.U.F.O. soltanto.

Ve lo dico perché lo sappiate, non ero d'accordo che venisse anche Ginny, ma ha deciso. La pietrificherei seduta stante per impedirglielo, ma temo che poi ci seguirebbe comunque (ci puoi scommettere!), quindi penso sia più al sicuro con noi che in giro da sola.

Vi prometto che la riporteremo sana e salva.

Ginny:

Mamma non piangere. Lo so che stai piangendo, ma torneremo non ce n'è bisogno. Lo so che sarà pericoloso, ma non ce la faccio più ad essere la fanciulla in pericolo che deve essere salvata. Non voglio più stare al sicuro e lasciare che altri rischino la vita, voglio fare la mia parte.

Se e quando tornerò affronterò le conseguenze delle mie azioni, ma devo prendere in mano la mia vita.

Resterò al fianco di Ron ed Hermione, qualunque cosa accada. E Harry... soprattutto Harry.

Torneremo presto (spero).

Manco solo io a quanto pare. Hanno già detto tutto Ron e Ginny, ma Harry ha centrato il punto. Forse perché anch'io sono un' "intrusa" in casa vostra. Vorrei solo aver ripagato meglio la fiducia che mi avete offerto, ma Silente in persona ci ha raccomandato di stare vicino ad Harry e né io né Ron vorremmo mai mancare alla nostra parola. Per quanto riguarda Ginny, mi rattrista ammettere che è stata colpa mia: mi ha estorto quello che sapevo e ha insistito per venire. Almeno la potremo proteggere meglio.

Ancora una volta mi unisco ad Harry nello sperare di poter ancora aspirare alla vostra fiducia. Vorrei tanto potervi chiamare mamma e papà anch'io, un giorno.

Vi lascio Grattastinchi, abbiatene cura per me.

Vostri

Hermione Granger, Harry Potter, Ginny e Ron

- Buona fortuna, ragazzi - sussurrò il signor Weasley sperando che lo sentissero, dovunque si fossero materializzati.

***X***


Il signor Weasley non poteva saperlo, ma non era un'ipotesi così improbabile. I quattro ragazzi stavano infatti arrancando faticosamente sul Col dell'Ermellino, lo stesso da dove erano partiti per la Coppa del Mondo, al quarto anno.

- Non capisco... perché accidenti... non abbiamo preso... un treno! - sbuffò Ron riprendendo fiato una volta in cima. Hermione lo guardò.

- Te l'avevo detto... che non avremmo potuto prendere... mezzi controllati. - rispose - Sarebbe facilissimo per i Mangiamorte controllare i passeggeri di un treno, basterebbe che si fingessero controllori. -

- Allora dove andiamo? - domandò Ginny arrivando in cima pesantemente appoggiata ad Harry. Ron guardò con decisione la vallata sottostante. Hermione sbuffò vedendo la reazione infantile del rosso, ma non disse niente. - Andiamo da mio zio. Mi deve un favore e gestisce un negozio per patiti dello sport. Dobbiamo prendere delle scarpe più adatte e anche un mezzo di trasporto. E anche qualche provvista d'emergenza. - aggiunse pensandoci.

Camminarono ancora per parecchio tempo, guidati scrupolosamente da Hermione. Quando la stanchezza si faceva sentire facevano piccole soste, tutti tesi verso la meta. - Ci siamo. - disse Hermione ad un certo punto.

- Qui? - fece scettico Harry. In effetti si trattava di una catapecchia decisamente fuori mano, con un'insegna poco visibile e per niente funzionante.

- Oh, sì. Questo è un punto di ritrovo per gli appassionati di trekking, ma ci sono anche delle ottime biciclette, venivamo qui a prenderle a noleggio coi miei genitori. - Il viso di Hermione si rattristò e Ron fu subito accanto a lei. - Non preoccuparti, Mione. Appena finiamo 'sta cosa li andiamo a prendere in Austelia o come cavolo si chiama quel posto. Te lo prometto. - La ragazza non disse niente, ma strinse forte la mano del rosso, ricacciando indietro le lacrime.

- A-andiamo. - disse infine - Dobbiamo fare almeno altri dieci kilometri oggi. -

Gli altri tre la seguirono giù per la discesa senza commentare. - Ma sta scherzando? - domandò Ron ad Harry in un sussurro, tra il preoccupato e il divertito. Il moro alzò le spalle come a dire "Non ne ho idea"

Entrarono nella catapecchia e si trovarono di fronte ad un antro piccolo e buio, con una serie di scale che scendeva velocemente nel sottosuolo.

Hermione li precedette velocemente e scese le scale, seguita dagli altri tre. Il piano interrato era totalmente diverso da quello sopra. C'erano file e file di giacche, scarpe, zaini, perfino borracce e sacchi a pelo, disposti ordinatamente sugli scaffali. Sulla destra, invece, si apriva una sorta di bar per la caccia, con tanti tizi nerboruti e armati che bevevano e ridevano grassamente.

Hermione si diresse subito verso un tizio allampanato, salutandolo con una calorosa stretta di mano - Ciao zio Jack! Come stai? -

- Hermy! Quanto tempo! Chi sono i tuoi amici? - chiese rivolgendo un saluto a trentadue denti ai tre ragazzi che erano rimasti indietro. Ron non rispose, anzi aveva messo un broncio colossale.

- Harry Potter e Ginny Weasley. - disse indicandoli - Sono compagni di scuola, mentre lui... - disse prendendolo per un braccio - ... è il mio ragazzo, Ron Weasley. Contento ora? - concluse facendogli una linguaccia.

Jack rise di gusto. - Ora sì. Davvero temevo che la mia nipotina secchioncella rimanesse single per tutta la vita! Ditemi, cosa posso fare per voi? -

- Ci serve tutto il materiale per quattro, comprese un paio di corde robuste. Per la lunghezza fai tu. - disse Hermione, partendo poi in quarta a spiegare nei dettagli cosa le serviva.

- Bene, ragazzi, datemi i piedi. - disse poi quello. I tre lo guardarono straniti. Hermione sorrise - Deve prendervi le misure per le scarpe! - Il gestore di quella specie di negozio-pub misurò i loro piedi in lunghezza e larghezza, poi dal tallone al tendine e dal tendine allo stinco.

Ad Harry ricordò molto la sua visita ad Olivander. Chissà dove si trovava ora quel mago strampalato. Certo, non è che gli fosse piaciuto molto, ma non augurava a nessuno di finire tra le grinfie di Voldemort.

Jack fece provare loro diverse scarpe, prima di ritenersi soddisfatto. Come Olivander sembrava trovarci gusto nell'infilare una scarpa diversa a seconda del proprietario.

Presto tuttavia, ricominciò a misurarli, prendendo nota della loro altezza, larghezza di spalle e (con un certo imbarazzo da parte di Ginny ed Hermione) anche la circonferenza al petto e alla vita. Continuò così per un po', poi sparì nel retro del negozio dando loro un mucchio di vestiti.

Di tutti, l'unica a sembrare sicura di quello che facevano era Hermione, ma anche lei rimase perplessa di fronte alla scelta dei sacchi a pelo.

- Matrimoniali? Sei sicuro Jack? Non credo ne abbiamo bisogno, insomma... - detto questo arrossì senza più parlare. Era abbastanza ovvio quello che stava pensando e, se Ron reagì arrossendo a sua volta, lo zio della ragazza rispose con uno sguardo malizioso.

- Guarda che non devi dividerlo per forza col tuo ragazzo! - i due diventarono ancora più rossi - Comunque li avevo presi pensando alla temperatura. Da tutta la roba pesante che hai preso direi che state andando in un posto molto freddo. Quindi se si dorme in due è meglio. -

- Oh. Oh, sì. Sì, hai ragione, ma non è che potresti comunque darci quelli singoli? Per favore? -

Jack annuì e sorrise, andando a prendere i sacchi a pelo che lei gli aveva chiesto. - Vi do comunque quelli che si possono unire, non si sa mai! - urlò dal fondo della bottega facendo arrossire nuovamente Ron e Hermione, mentre Harry e Ginny si rotolavano dalle risate.

- Poche risate voi due! - intimò Ron - Guardate che dormireste insieme anche voi! - Al contrario di quello che si aspettava, Ginny lo guardò seria, senza arrossire.

- Solo perché tu pensi che mi imbarazzi dormire con Harry, non vuol dire che sia vero. L'abbiamo anche fatto a Hogwarts un paio di volte. - Lo sguardo di Ron da irritato di fece furioso e passò al suo migliore amico, che indietreggio di un passo, spaventato.

- Calmati, Ron. Non è il momento ora. - lo rimbeccò Hermione vedendo Jack tornare.

- Gin, tu mi vuoi male! - le disse Harry, preoccupato per quando non fossero stati occupati con qualcos'altro.

- Oh, andiamo Harry, vuoi affrontare Voldemort e ti fa paura mio fratello? Sei incoerente! -

- A essere sinceri Voldemort mi fa molto meno paura. - ammise - Almeno l'Avada Kedavra non fa male, i pugni di Ron sì! -

Ginny stava per ribattere, quando Hermione la zittì. Suo zio era ovviamente babbano, chi tra i maghi non avrebbe riconosciuto il famoso Harry Potter?, quindi era meglio che non sentisse parlare di maledizioni varie o perfidi maghi oscuri.

- Bene! - disse Jack con la sua solita allegria - Direi che vi ho preso tutto. Mi dite dove diamine avete intenzione di andare? -

- Certamente! - rispose Hermione solare tra le facce sbigottite degli altri. - Andiamo fuori, ti va? Qui fa un po' caldo... -

Si mossero velocemente, risalendo le scale e uscendo dalla baracca. - Ginny, chiudi la porta, ti va? - disse la riccia uscendo all'aria aperta. La ragazza eseguì, mentre Harry e Ron si disponevano ai lati di Jack per non farlo scappare. Avevano intuito i piani di Hermione e non prevedevano certo il pagamento. Almeno per il momento.

- Senti zio... forse i miei te ne hanno parlato... io sono una strega. - gli rivelò tutto d'un fiato. Jack la guardò, decisamente poco sorpreso. Sapeva già tutto. - E non solo, vedi, sono... siamo in fuga da un mago malvagio, tanto che per te sarebbe meglio dimenticare di averci visto. -

Jack alzò le spalle - Fa quel che devi. Spero solo che tu sappia quel che fai o, visto come vanno gli interventi al cervello, potrei rischiare di restare imbecille tutta la vita. - Hermione rise piano, nervosamente. Non aveva afferrato del tutto la situazione, ma in effetti il rischio c'era.

Con la bacchetta in mano, puntata verso lo zio, fece un movimento vagamente circolare e disse chiaramente - Oblivion! -

Dopo un lampo rosso, gli occhi dello zio Jack si fecero vacui. I quattro approfittarono del momento per nascondersi.

Dopo un attimo di esitazione, Jack si stiracchiò e tornò dentro alla baracca.

***X***


- Allora, Hermione, ci spieghi perché abbiamo... preso tutta questa roba da tuo zio? - domandò Harry, un po' a disagio per il furto compiuto.

- Harry, non essere così cattivo! - tutti si girarono verso l'improbabile fonte del rimprovero. - Che c'è? - domandò Ron - Mione... Hermione pagherà quel tipo strano, prima o poi, no? E noi avevamo bisogno di questa roba. -

Hermione non disse niente, ma Ginny intervenne - Ron, come al solito dimostri la sensibilità di un bisonte in una cristalleria! "Quel tipo strano" è lo zio della tua cara "Mione", porta un po' di rispetto! -

- Ehm, ragazzi? Non siamo qui per litigare, ok? Dai Hermione. Direi che è il momento di spiegare cosa ci facciamo qui, invece di stare al caldo da qualche parte. - "E soprattutto perché ci hai costretto ad una scarpinata di quattro ore stamattina!"

- Sì, avete ragione. Però prima prendiamo le bici e trasferiamoci da qualche altra parte. - disse Hermione, andando verso un cespuglio frondoso.

I due Weasley la guardarono con tanto d'occhi. - Bici? E che roba è? -

Harry li guardò in faccia, credendo fosse uno scherzo, ma avevano una faccia talmente comica e scioccata che non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. Tutti lo guardarono, chiedendosi se il loro amico non fosse impazzito - Dovevamo sconfiggere Voldemort e invece dobbiamo insegnarvi come andare in bicicletta! -

Ginny alzò un sopracciglio - Io non ci trovo niente da ridere. - Harry smise all'istante, terrorizzato, e fu la sua espressione stavolta a dare il via alle risate di Ron e Hermione.

Dopo essersi calmati, Harry ed Hermione portarono alla luce le biciclette tra le facce dubbiose dei loro compagni di viaggio. Erano nuove, si vedeva. I battistrada da mountain bike non era minimamente consumato e i vari componenti luccicavano ancora.

- Ok, montate sul sellino e appoggiatevi con un piede a terra... - cominciò Harry. I due Weasley eseguirono - Spingete col piede che avete sollevato e raddrizzate la bici, poi mettete il piede sull'altro pedale e cominciate a spingere a ritmo. Così. - disse loro, dando una dimostrazione. Hermione lo seguì senza problemi. Così fece Ginny dopo un po'. Non Ron, alle prese con la terza caduta.

- Dai Ron! E' semplice, dopo che lo hai capito! - le disse la sorella, già eccitata per la sensazione del vento fra i capelli.

Hermione rise. - E pensare che mi prendevi in giro perché non riesco a volare bene con la scopa. -

- Forza Ron! Dai che ce la fai! - lo forzò Harry. Viste le difficoltà dell'amico, il moro scese e prese il sellino da dietro. - Ok, Ron, ora pedala! - gli urlò dietro cominciando a spingerlo. Dopo i primi - Fermo, che fai! - Ron prese fiducia e cominciò a pedalare.

- Harry, Ginny guardatemi! Hermione guardami! Sto andando in bici! Ce l'ho fatta! -

Hermione sorrise. Certo non sarebbe stato tutto rose e fiori. Certo non sapevano quando ci sarebbero stati altri momenti così tranquilli tanto presto. Appunto per quello, però, era importante goderseli prima di affrontare la caccia agli Horcrux.

***X***


Circa due ore dopo erano in una piccola radura, lontano da Ottery st. Catchpole e dalla Tana. Ron aveva montato la tenda e Hermione aveva illuso le bici con un incantesimo particolare, perché nessuno le trovasse se non loro quattro. Harry e Ginny stavano cercando di cucinare qualcosa sul fuoco, con risultati scarsini a quanto pare.

- Mmmh, ma quanto l'avete lasciato sopra? - domandò Ron aggrottando le sopracciglia di fronte al sapore salato e acidulo della poca carne che Jack aveva dato loro. Harry guardò Ginny cercando di ricordare, perplesso.

- Direi sette minuti, forse un po' di più. Perché? -

- Perché questa carne va solo scottata, nient'altro! Ma guarda te... - sospirò Ron, a sorpresa grande cuoco. - Lasciate fare a me, la prossima volta. -

Si adattarono comunque e finirono la carne e le poche verdure che si erano portati. - Hermione, che ne diresti di spiegarci tutto ora? - disse Ginny appoggiandosi con la schiena contro Harry e sospirando soddisfatta (per modo di dire) dal pranzo.

- Bene. - disse la riccia, preparandosi - Diciamo che avremo un piccolo problema riguardo agli spostamenti - Le facce perplesse degli altri non cambiarono espressione - Allora, voi sapete che esiste un controllo sulla metropolvere, non è così? - gli altri annuirono - Il fatto è che Lumacorno mi ha detto, coi suoi agganci al ministero riesce a sapere di tutto, che esiste anche un Ufficio sul Controllo della Materializzazione e del Nottetempo. Perciò potremo scordarci per un po' i mezzi magici. -

- Perché mai? - domandò Harry, lievemente distratto dalla presenza di Ginny, spalmata per metà contro di lui. Hermione sospirò - Voldemort si è infiltrato al Ministero, ovviamente, quindi non possiamo escludere che abbia delle spie anche in questi Uffici. E noi, sembra scontato dirlo, non dobbiamo farci trovare! -

- Ma perché non possiamo usare mezzi babbani? - domandò Ginny. Hermione sorrise. Finalmente una domanda intelligente!

- Perché non avendo la magia, si sono inventati un sacco di cose per "sentirsi meno soli", o più praticamente per controllare la gente. Ci sono archivi su tutto, da chi acquista biglietti aerei o per il treno, telecamere sui pullman, in banca... Probabilmente saremo anche costretti a trasfigurare anche il nostro aspetto... - rifletté la ragazza.

Ron sorrise, attirando Hermione a sé. Come Harry, la ragazza non si dispiacque affatto, ma la sua concentrazione calò pericolosamente. - Questo per quanto riguarda gli spostamenti. - riassunse Ginny - La domanda è: dove ci spostiamo? Perché, non so voi, ma la mia voglia di girare l'Inghilterra a piedi, o in bici, senza nemmeno uno scopo non mi attira poi così tanto. Non in questo periodo almeno. -

Harry sorrise alla rossa, per poi ritornare subito serio. - Io un'idea ce l'ho. - annunciò - Voldemort ha nascosto gli Horcrux in posti dove ha vissuto o a cui si sentiva legato, giusto? - gli altri tre annuirono. - Quindi una serie di posti dove cercare l'abbiamo: Hogwarts, l'orfanotrofio, la casa della discendente di Tassorosso... -

- La biblioteca! - intervenne Hermione. I tre la guardarono - Non quella di Hogwarts! A Diagon Alley c'è la Grande Biblioteca Magica. Penso che se non troviamo informazioni su R.A.B. lì, non potremo trovarle a nessuna parte! -

Stettero zitti a lungo, cercando di godere del calore delle fiamme. - Quindi si va a Londra... - riassunse Harry - Però dobbiamo assolutamente fare tappa a Godrics Hollow. Devo vedere i miei... - Aveva un'aria così tenera che Ron simulò un conato di vomito, mentre Ginny poggiò la testa contro la sua spalla e gli accarezzò piano una guancia.

Hermione, forse per evitare una scenata in stile "fratello maggiore", prese il rosso per mano e lo condusse dentro alla tenda. - Vieni, Ron. Devi aiutarmi a cercare una cosa... -

Il ragazzo, che pur essendo un po' ottuso nelle questioni d'amore scemo non era, seguì la riccia all'interno della tenda, lanciando però ai due innamorati che già si scambiavano sguardi dolci, un'occhiataccia di avvertimento.

***X***


Harry e Ginny erano ormai già l'uno sull'altra e non c'era verso di separarli. - Penso che i sacchi matrimoniali non siano stati una cattiva idea dopotutto. - disse Ginny in una pausa per riprendere fiato.

Harry sospirò - Gin... forse mi pentirò di quello che sto per dire, ma... puoi tornare indietro se vuoi. La Tana non è lontana da qui e puoi usare la bic... - il ragazzo venne interrotto da un altro bacio.

- Testone di un mago... - iniziò la rossa - ...lo capisci che non mi muovo di qui senza di te? Che voglio aiutarti? Che, una volta tanto, voglio essere IO a proteggere TE? - Ginny gli afferrò il bavero della giacca e si strinse ancora a lui. - In questa guerra non potrai mettermi da parte, è chiaro? Quando troveremo e distruggeremo quei cosi ci sarò. Quando torneremo a casa, brutti sporchi e laceri ci sarò. -

Lo guardò ferma negli occhi - Ci sarò anche alla fine. Quando dovremo uccidere Voldemort. Ci sarò -

Dall'interno della tenda si levò una voce. - CHE COSA? - Ron uscì tutto trafelato, seguito da un Hermione dispiaciuta per non essere riuscita a trattenerlo. - Cosa vuoi dire con "ci sarò"? Rispondimi, Ginny!-

La rossa si alzò in piedi e lo guardò negli occhi chiari. Non l'avrebbe fatta retrocedere, ormai aveva imparato a tenergli testa. - Neanche tu puoi fraintendere una frase come questa. Io sarò là e vi aiuterò, ti è chiaro o preferisci che lo scriva? -

La rabbia di Ron cambiò bersaglio, passando da Ginny al ragazzo ancora seduto che cercava di farsi passare per una roccia, capitata lì per caso. - Allora avevo ragione! - lo apostrofò - Tu sei un maledettissimo egoista... La vuoi e basta, è così? Non te ne frega niente che soffra, che sia in pericolo anche solo se la vedono con te! Beh, sta a sentire, lei non rimarrà qui un minuto di più! Non mi importa che razza di lavaggio del cervello le hai fatto... -

Lo schiaffo arrivò da una fonte inaspettata. Ron si girò per vedere chi l'avesse colpito. Mentre Harry restava a testa china a prendersi gli insulti di Ron, pensando fossero veri dal primo all'ultimo, e Ginny restava scioccata dalla testaccia dura del fratello, Hermione aveva la mano alzata e pronta a colpire di nuovo.

- Riprenditi, Ronald. - gli impose con forza. - Tua sorella ha deciso, noi abbiamo deciso, non c'è più niente da discutere. E non potrai certo tenerla lontana dai pericoli per sempre. Già così vicini è difficile, figurati se la rimandasi a casa, soprattutto da sola! -

Ron era ancora più rigido di Ginny e non disse niente. Hermione girò i tacchi e tornò nella tenda, seguita a ruota da Ginny. Avevano capito che i ragazzi dovevano parlare a quattr'occhi.

- Hai ragione, amico... - iniziò Harry - Hai ragione su tutto. Sono uno sporco egoista. Ma non solo con Ginny, anche con voi! L'ho detto mille e mille volte che potevate tornare indietro... ma non l'ho mai pensato veramente. Non saprei che fare. Guardaci adesso. Hermione ha già programmato metà del viaggio, Ginny pensa già a come distruggere quei cosi e tu tenti di proteggere tutti.... Io non ce la faccio... Non ce la faccio... -

Harry si sedette di schianto e si mise la testa tra le mani. Ron si calmò, finalmente, e prese il posto lasciato libero dalla sorella. - Scusa amico, è che... la tensione... lo so che c'è per tutti... scusa. - disse, mettendo insieme un motivo valido.

Il moro lo guardò attraverso uno spiraglio tra le braccia. - Scusa tu. Ogni tanto devo pur sfogarmi con qualcuno, ma non posso certo farlo con Hermione, con tutti i problemi che ha. Con Ginny poi non ne parliamo, si sentirebbe subito in dovere di consolarmi... -

Ron lo fermò subito, con un sorriso sul volto stanco. - Non so se ti conviene parlarmi dei metodi che mia sorella usa per "consolarti"... -

Harry sorrise. - E' vero. Forse non ti piacerebbero... - Ron si allarmò un po', ma decise di lasciar correre. Poi la curiosità ebbe la meglio e chiese - Ma... è vero che l'avete già fatto? Cioè, tu e Ginny avete... dormito insieme? -

Il moro soppesò per un attimo la domanda, cercando un modo per non prendere le botte che certamente Ron meditava di dargli. Alla fine decise per la verità.

- Sì siamo stati insieme un paio di volte ad Hogwarts. Ma non abbiamo fatto niente. Siamo solo restati insieme sotto le coperte. Lei non se la sentiva ed io... io neppure ad essere sinceri. -

Ron l'aveva sperato, ma era ancora curioso. - E... com'è? - Harry sorrise piano a quei ricordi così dolci. - E' bellissimo. Non c'è una parola per descriverlo. Fare le cose con calma, dormire col suo peso tra le braccia, sapendo di non aver fatto niente di male... Non riesco nemmeno a dirlo... -

Guardò l'amico, senza riuscire a smettere di sorridere come un ebete. Ron lo guardò più tristemente - Adesso Hermione non mi rivolgerà più la parola comunque, quindi mi sa che non riuscirò a provarlo io stesso. -

- Non dire idiozie! - sbottò Harry scuotendosi dalla sua trance - Dovessi ricordartelo fino alla fine della tua stupida vita, tu stai con Hermione. Vi siete messi insieme ieri poco dopo il matrimonio di Bill. Ricordi? -

- Torniamo dalle ragazze. - propose Ron, palesemente senza aver ascoltato molto.

***X***


Le trovarono tranquillamente sedute al centro della tenda, appoggiate sui sacchi a pelo. Ron si mise tranquillo accanto a Hermione. - Tesoro... - la ragazza lo prevenne con un dolcissimo bacio sulla guancia. - Me lo hai detto al ballo. Non ti scusare. Ti voglio bene. - "O forse qualcosa di più...." aggiunse mentalmente.

Ginny ed Harry uscirono con calma dalla tenda, lasciando a quei due zucconi la pace di cui avevano bisogno.

- Sei un maledetto stupido Ronald - gli disse Hermione abbracciandolo. Ron sorrise dolcemente, ricambiano nervosamente l'abbraccio - Lo so. Ma non posso impedirmelo. -

Restarono a lungo uniti senza far niente, godendo semplicemente l'uno del calore dell'altro. Poi Ron sollevò un problema di importanza cruciale. - Mione... -

- Mmh? - rispose lei, un poco assente per via della situazione

- Abbiamo risolto lo spostamento, ma ... Che mangiamo? -

Hermione spalancò gli occhi stupefatta. - Oddio è vero! Me ne ero dimenticata! E ora che facciamo, CHE FACCIAMO? - La riccia era come impazzita, girava lo sguardo su tutta la tenda come se le pareti di stoffa potessero darle un'idea.

- Mione calmati! - disse Ron agitato, stringendola di più fra le sue braccia - Calmati. Io non posso certo trovare una soluzione. Pensa tranquillamente. -

La ragazza, stupefatta dalla maturità del rosso, restò qualche secondo immobile a fissarlo negli occhi con la bocca semi aperta. - Che fai, prendi le mosche? - le chiese Ron ridendo della sua espressione. Hermione chiuse la bocca e gli tirò un pugno affettuoso sul braccio.

- Scemo! - disse prima di aiutarlo ad alzarsi e dargli un secondo bacio sulla guancia - Bravo che me lo hai ricordato, adesso so come fare! -

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Capitolo 4
*** Gita al mercato ***


Gita al mercato


- Che? - Harry era stupefatto

Hermione lo guardò alzando un sopracciglio. - Come se non fossi mai stato al supermercato! -

- Certo che ci sono stato! - insistette Harry - E' proprio per questo che non mi convince! Anche i maghi vanno al supermercato, pensa che una volta Dedalus Lux mi ha fatto addirittura l'inchino senza badare a tutti i babbani che stavano intorno -

- Appunto! Lux è un amico e fa parte dell'Ordine! Non è certo un mangiamorte! -

- Non ha tutti i torti, Harry - disse Ginny intervenendo in favore dell'amica. Il moro scosse la testa - Lux non è un mangiamorte, è vero, ma ci sono sempre le spie. E poi noi non dobbiamo farci vedere da NESSUNA parte! Ron, tu dovresti essere ammalato di spruzzolosi. Hermione, tu ufficialmente sei fuggita in Australia coi tuoi.... - rincarò la dose

- Ecco come si chiamava quel posto - borbottò Ron tra sé

- E Ginny tu... Tu che scusa hai? - domandò stralunato

- Ho fatto una mia copia con la spruzzolosi. E' venuta abbastanza bene, non credo che si avvicineranno per controllare - Harry grugnì approvando la scelta di Ginny. - Il punto è che noi non dobbiamo esistere. Né nel mondo magico né in quello babbano. -

Ron si fece pensieroso - Beh, possiamo sempre usare un qualche incantesimo per modificare il nostro aspetto, no? Così possiamo andare a questo granmercato e prendere quello che ci serve. - Tre paia di occhi si fissarono su Ron, che arrossì imbarazzato

- Non pensavo l'avrei mai detto, ma... Bella pensata fratello! - disse Ginny esultante.

- Ogni tanto capita. - ammise il rosso, consapevole di non essere proprio quello che si definisce una cima, pur non essendo nemmeno un idiota.

Hermione si intromise. - Bene, bravissimo. Qualcuno conosce intanti adatti allo scopo? - Silenzio totale - Che fareste senza di me? Visa Senecta - disse poggiando la punta della bacchetta sulla fronte di ognuno. Immediatamente i loro corpi e le loro facce iniziarono ad invecchiare. Non di tanto, circa una quindicina d'anni, ma quanto bastava perché non fossero riconoscibili.

Capelli e barbe si allungarono un poco, giusto il tempo di nascondere i lineamenti. Harry si mise accuratamente i capelli più lunghi di qualche centimetro sulla fronte, in modo da nascondere la cicatrice. - Saremmo persi senza di te, Hermione - ammise, rispondendo alla domanda di prima.

Siccome da dietro di lui non veniva alcuna risposta decise di girarsi. Subito tornò a guardare davanti a sé, imbarazzato. A Hermione non dispiaceva la barba di Ron, dopotutto, visto come lo stava baciando appassionatamente.

Harry spostò lo sguardo su Ginny. -Wow - riuscì solo a dire. I vestiti da adolescente erano ora pieni di forme più sode e piene. Il viso era più maturo e dolce, ma anche più duro e asciutto di quanto fosse mai stato. La rossa fece una giravolta per farsi ammirare in toto.

- Allora? Ti piaccio così? - domandò la ragazza un po' incerta. Lui non rispose, ma iniziò a fare come Ron faceva con la sua Mione. Ovvero la baciò con passione senza curarsi di altro. Ovviamente i due scelsero proprio quel momento per separarsi.

- Ehi, niente pastrugnamenti in pubblico! - li avvisò il rosso accarezzandosi la barba inconsciamente. Anche Ginny ed Harry si separarono, ma mentre il moro restò immobile a guardare negli occhi di lei sfiorandole la guancia in una delicata carezza, la ragazza di girò verso il suo fratello versione adulta.

- Senti chi parla! Hermione ha la faccia tutta rossa per colpa della tua barba ispida! - Harry rise parecchio con una voce di almeno un'ottava più bassa del normale - Anche tu non sei da meno Gin! -

Dopo altre risate (anche il rosso era riuscito a prenderla sul ridere) ripresero le bici e, dopo qualche tentativo, s'incamminarono. Ron ancora borbottava tra sé qualcosa che suonava come - Gin! Bah... -


***X***


Il villaggio più vicino, a parte Ottery St. Catchpole, era niente più che un insieme di case e fattorie ammassate intorno ad una piazza. Ma era fortunatamente giorno di mercato e tanto bastava. - Ron, Ginny voi non dovete assolutamente fare niente ok? State vicino a noi e non vi perdete - si raccomandò Hermione prima di addentrarsi nella folla.

I due Weasley furono inizialmente storditi dalla massa di colori forme e odori pungenti che aleggiava nell'aria. - Mamma mia, questo è peggio di Diagon Alley nell'ora di punta! - borbottò Ron tenendo per mano la sua Hermione.

Harry ridacchiò, stringendo un po' la mano di Ginny. Certo che dovevano sembrare proprio strani, due omoni grandi e grossi ancora mano nella mano con due ragazze (più donne in effetti) come se fossero degli adolescenti.

- Due etti di zucchine, per favore. - stava dicendo Hermione in quel momento. Il negoziante, un tipo non molto sveglio ma dritto nel suo lavoro, la guardò cercando di capire come mai non l'avesse mai vista nei dintorni prima d'ora e come mai si trovasse lì - Fanno dodici sterline - disse burbero dopo aver pesato quanto richiesto sulla bilancia.

- Dodici? Ma mi faccia il piacere. L'ho vista sa: metà delle zucchine che mi ha dato è molle, l'altra metà acerba! Non le pagherò più di quattro sterline -

- Come si permette di offendere le mie zucchine! Facciamo dieci e non se ne parla più. -

Ginny e Ron la guardavano attoniti, mentre Harry era un po' rosso in faccia. Va bene che col caos al mercato non li sentiva nessuno, ma era sconcertato. Lui conosceva Hermione come strega e, sebbene sapesse dei suoi genitori babbani, non l'aveva mai immaginata a contrattare il prezzo di qualcosa banale come le zucchine.

- Vorrà dire SEI streline e non se ne parli più - ribatté ancora Hermione, dando prova di incrollabile faccia tosta

- Otto - disse ancora il mercante

- Sette! Non è nemmeno stagione non può pretendere che le paghi di più- lo guardò con una freddezza incredibile. Sembrava dire: "Decidi in fretta o vado da un altro" Il fruttivendolo, intimorito, non resse lo sguardo e si arrese - Sette - confermò allungando il sacchetto di carta con le zucchine.

- Grazie e arrivederci. - disse Hermione allontanandosi, dopo aver pagato ovviamente, trascinando Ron per visitare un'altra bancarella. Ginny ed Harry la seguirono, mentre la rossa guardava il suo ragazzo stupefatta. - Ma fanno sempre così? I babbani dico -

Il ragazzo la guardò - Beh, al mercato sì. Di solito in città non puoi, ma il mercato è più libero sotto questo punto di vista. - Ginny, ancora paralizzata, si voltò a guardare l'amica ora impegnata a denigrare alcuni fasci di basilico che secondo lei non avevano nulla di storto. Ron, al suo fianco, aveva la stessa faccia della sorella, seppure nascosta dalla folta barba rossa.

Passarono più di tre ore immersi in quel bailamme. Ormai anche i Weasley si erano abituati alla "tecnica d'acquisto" dell'amica, avendola vista replicata cento volte da lei e da ogni persona una volta venuto il momento di pagare. Improvvisamente una loro vecchia conoscenza li vide e successe esattamente ciò che non doveva succedere.

Li salutò. - Ehi! Potter, Weasley! Non vi riconoscevo sotto tutta quella barba! - Mundungus Fletcher non era mai apparso in un momento meno opportuno. Harry lo agguantò per un braccio e lo trascinò fuori dal villaggio. Gli altri tre lo seguirono aiutando Hermione a portare tutte le borse i sacchi e i sacchetti di quello che aveva preso.

Il piccoletto, sempre avvolto dal suo fumo puzzolente, non capiva che stesse accadendo e si lasciò trascinare, stupito anche dalla straordinaria forza che l'Harry adulto sembrava possedere. Una volta arrivati fuori dal villaggio, a pochi passi dalla tenda invisibile a tutti tranne che ai quattro, Harry e Mundungus si fermarono. Ginny, Ron e Hermione li raggiunsero in pochi attimi.

- Parla! - gli ringhiò contro Harry da sotto la barba - Come hai fatto a riconoscerci? -

- L-la cicatrice. A-anche così spicca. - disse il pover uomo balbettando spaventato.

- Ora ascloltami bene Dung! - disse ancora scuotendolo un po', stupendo anche lui stesso con la sua nuova forza. - Noi non siamo mai stati qui, è chiaro? Non ci hai mai visti né incontrati, né tantomeno abbiamo parlato. Ti è chiaro? -

Mundungus annuì terrorizzato. Harry continuò - Bene. Se abbiamo solo il sospetto che tu possa tradirci, giuro sulla memoria di Malocchio che ti prendo e ti infliggerò tanto dolore quanto sarà in mio potere. Capisci ciò che dico? Ti troveremo ovunque ti nasconderai. - A quel punto lo lasciò andare. Mundungus si guardò un attimo intorno, per essere certo che non fosse un sogno, e si ritrovò di fronte Ron che lo fissava torvo e minacioso da sotto la barba.

Si smaterializzò all'istante e tutti tirarono un sospiro di sollievo. - Direi che ora puoi anche farci tornare normali Mione - disse Ron. Uno ad uno si avvicinarono ad Hermione per il contro incantesimo. - Peccato. Mi piacevi con la barba. - sussurrò Hermione al rosso - Eri.. affascinante. - ammise

Ron la guardò stordito per un attimo. Ginny tossicchiò attirando l'attenzione dei due. - Herm... posso chiederti perché hai preso tutta sta roba? -

- Sembra un ritornello! - rise Harry ricordando quello che aveva detto solo poche ore prima

Ginny rise sarcasticmanete - Haha! Intendevo, come diavolo facciamo a portarcela dietro? -

Hermione fece una specie di gesto con la bacchetta mormorando qualcosa e una patina di brina coprì i vari sacchetti. - Così non andranno a male. E Gli zaini li ho già "trattati" con l'incantesimo Estensivo e quello Alleggerente. Non daranno problemi -


***X***


Misero tutto nei vari zaini dividendosi ogni cosa. Così Ron teneva lo zaino vuoto in attesa di metterci sacchi a pelo e tenda, Ginny portava le vivande congelate dall'incantesimo di Hermione, mentre Harry si era caricato di tutta l'attrezzatura e i vestiti. - Per fortuna che abbiamo una strega in gamba come Hermione tra noi, altrimenti tutta sta roba ci uccideva prima dei mangiamorte. - commentò Ron

Hermione arrossì e fece cambio di borsa. Cominciò a tirare fuori i libri più disparati dalla borsetta che aveva dal matrimonio di Bill e li trasferì in uno zaino come quello degli altri. - Sarei sembrata un po' fessa a portarmi in giro solo una borsa da sera, non vi pare? - disse arrossendo sotto lo sguardo degli altri.

Ginny la guardò con tanto d'occhi. - Non è per quello, Herm. E' che... ma ti sei portata dietro la biblioteca? - La faccia della ragazza divenne infuocata quando rispose un timido - Sì - Hermione si affrettò a spiegare - S-sono miei. Della mia biblioteca personale, cioè. Non è una vera biblioteca... è più una raccolta... comunque... -

Ron decise di risparmiarle ulteriore imbarazzo. - Sì, Mione, abbiamo capito. - La riccia gli sorrise grata e si lasciò andare sbuffando e appoggiandosi a terra dopo aver infilato anche la borsetta nello zaino. - Vediamo come si montano questi sacchi? - domandò Ron esuberante.

Tutti gli sguardi furono puntati su di lui. - Dicevo così per dire... Io e Ginny non siamo mai stati in un campeggio babbano...- si schermì

- D'accordo. Male non farà. - acconsentì Hermione. "Le ultime parole famose" Pensò Harry.

Scoprirono che era in relatà piuttosto semplice. Aprirono completamente la cerniera (- Papà impazzirà per questa roba, vedrai - aveva commentato Ron vedendo la zip) e la unirono con quella di un altro sacco a pelo, chiudendolo poi insieme e formando un unico grande sacco.

- Cioè i babbani dormono dentro cosi del genere? - domandò Ginny scettica. Harry rise piano per non offenderla, attirandosi comunque occhiatacce da entrambi i Weasley. - Di solito no. Ma in campeggio in genere fa molto freddo e non esistono tende autoriscaldate come quella che aveva preso in prestito tuo padre. -

- Quella di Perkins, dici? Quella che abbiamo usato alla Coppa del Mondo? - domandò Ron

- Esattamente. Quindi ci si avvolge dentro quel coso e si sta al caldo. Vestiti - specificò rispondendo alla domanda che già vedeva negli occhi dell'amico. Ron arrossì intorno alle orecchie, fortunatamente coperte dai capelli.

- Beh, proviamolo! - esclamò il rosso per uscire dal silenzio imbarazzante che si era creato. S'infilò dentro al sacco a pelo doppio e si appoggiò su un fianco, posando la testa su uno dei cuscini che si erano portati dalla Tana.

- Com'è? - domandò Ginny curiosa. Ron parve rifletterci su. - Caldo, direi! - Cominciò a muoversi in maniera strana contorcendosi e si tolse la maglia, rimandendo a petto nudo. A Ginny ed Harry non fece effetto, ma Hermione arrossì come non mai e si girò di scatto, mentre Ron ritornava immerso nel sacco a pelo. - Ecco, ora sì che.. va meglio... sì... - E si addormentò

Rimasero a guardarlo qualche secondo, credendo stesse facendo loro uno scherzo, ma quando sentirono il russare leggero e ritmato di Ron dovettero combattere contro un violento attacco di ridarella e uscirono in massa dalla tenda.

Una volta fuori risero di gusto, senza più trattenersi. - Certo che mio fratello è incredibile! - Ginny trovò la forza di parlare anche in mezzo alle risate.

- Già - confermò Harry - Solo Ron si può addormentare così velocemente. Mi ricordo che una volta è letteralmente cascato dal sonno mentre volava ... -

Hermione si preoccupò all'istante - E si è fatto male? - lo disse con una faccia tanto seria da far ridere nuovamente Harry e Ginny. - Sei proprio innamorata, ragazza mia! - disse la rossa che aveva quasi le lacrime agli occhi

- Non si è fatto troppo male. Volava a neanche un metro da terra, ma il risveglio è stato parecchio brusco - risero tutti e tre.


***X***


Andarono avanti raccontandosi aneddoti su Ronald Weasley per tutto il resto del pomeriggio, spanciandosi dalle risate.

Venne buio e Harry accese il fuoco con un incantesimo, mentre Ginny preparava da mangiare. Hermione, esclusa dai preparativi leggeva un libro e ogni tanto sbirciava Ron mentre dormiva. Non voleva ammetterlo nemmeno con se stessa, ma era molto attratta da quello spettacolo. Certo, ora stavano insieme, ma sembrava ancora una cosa senza importanza... una storia passeggera...

- Non è così... - borbottò Hermione a nessuno in particolare. Harry alzò lo sgurado da Ginny che stava rimestando delle erbe in una pentola, insieme ad un grosso pezzo di carne. - Hai detto qualcosa, Hermione? -

- Niente, niente - rispose la ragazza tornando al suo libro senza notare l'occhiata d'intesa che si scambiarono i suoi due amici.

Mangiarono con tutta calma l'arrosto preparato da Ginny, ma Ron nonostante l'invitante odorino che si spandeva in tutta la radura, non voleva saperne di muoversi. - Mio fratello diventa sempre più strano! - disse Ginny, un po' stranita. Non era mai successo che Ron saltasse un pasto.

Harry assunse uno sguardo malizioso - Sarà l'amore! - Ginny gli tirò una gomitata, ma lui non se ne diede per inteso

- C-che vuoi dire? - domandò Hermione balbettando come faceva l'ormai defunto professore Raptor. Il sorriso di Harry si allargò - Quello che dico di aver detto, ho detto! - Hermione, insapettatamente, si mise a ridere. Ginny era esterrefatta - Perché questo scoppio di allegria? -

La riccia scosse la testa ancora bloccata dalle risate. - Ho imitato un personaggio di una fiaba babbana. - rispose Harry per lei - Si chiama Stregatto e parla sempre per enigmi strani che nessuno capisce... -

- Come il professor Silente, allora! - esclamò Ginny unendosi con Harry alle risate. Hermione invece si azzittì e tornò pensierosa. - Chissà perché mai ci ha lasciato quelle cose... - rifletté

Harry scosse le spalle. - Non mi pare il momento per certi argomenti. Stiamo cascando un po' tutti dal sonno e abbiamo già un piano mi pare, no? Quindi andiamo a dormire e non se ne parli più fino a quando non saremo tutti e quattro a Grimmauld Place -

La proposta di Harry fu accolta con entusiasmo. C'era solo un problema, come videro bene i tre ragazzi una volta tornati alla tenda.

- E questo come lo spostiamo da qui? - domandò Harry indicando il suo migliore amico ancora addormentato nel doppio sacco a pelo. Ginny alzò subito le mani ad indicare la resa. - Non si può. Se non si è svegliato lui per la cena non credo ci sia molto da fare. -

- Uno di noi dovrà dormire con lui, quindi.... - ne dedusse brillantemente Harry - E credo proprio che tocchi a te, Hermione! -

La ragazza lo guardò allibita - C-che? M-ma sei sicuro? Cioè io posso anche rimanere a fare la guardia, no? - I due la guardarono maliziosamente.

- Non credo proprio! Dai Hermione, abbiamo posto tutti gli incantesimi possibili ed il campo anti-materializzazione arriva a tre kilometri da qui. - sospirò Ginny, subito supportata dal suo ragazzo - Già. In più, e mi pare un grosso vantaggio, i mangiamorte non hanno idea di dove siamo. -

La riccia era ancora restia. "Dannazione Ron, ma perché hai il sonno così pesante?" - Ma non potete andare voi? Cioè uno di voi due? -

Entrambi scossero la testa all'unisono. - No, Hermione. Se ci andassi io non riuscirei affatto a dormire. Sai, Ron non è proprio il mio tipo, malgrado i capelli rossi... - scherzò Harry

- E se ci vado io che sono sua sorella non credo che la prenderebbe benissimo al risveglio... Dai Hermione! Infondo si tratta solo di una notte! -

Tra moine e motteggi, alla fine Hermione si lasciò convincere. Ancora vestita si infilò nel sacco a pelo acconto a Ron, mentre Harry e Ginny la scavalcavano per raggiungere i loro infondo alla tenda. Li sentì ridere e scherzare per qualche minuto, poi i loro respiri si fecero più profondi, facendo ragionevolmente supporre che si fossero addormentati.

Hermione sbuffò e si tolse la maglia. Non le andava proprio di dormire completamente vestita. Stava per sganciarsi anche il reggiseno quando sentì il calore del petto di Ron, su cui era appoggiata. "Forse è meglio se questo lo tengo... Già dovrò dare un mucchio di spiegazioni, meglio non aggiungerne altre."

Improvvisamente un braccio di Ron spuntò fuori dall'oscurità e la abbarancò attirandola a sé mentre si rigirava per cercare una posizione più comoda. "Ron che fai!" Pensò Hermione imbarazzata, mentre il braccio le passava delicatamente sulla schiena e la costringeva ad appoggiarsi al petto di Ron.

La ragazza, per timore di svegliarlo, si fermò anche se rigida come un palo. Riluttante si appoggiò completamente a lui. Sentì un mugugno provenire da Ron - Mione... - l'interpellata alzò la testa, credendo si fosse svegliato e pretendesse una spiegazione sul fatto che lei si trovasse lì, così stretta a lui. Il suono si ripeté, stavolta un po' più forte, o forse era lei che aveva ascoltato meglio - Mione... -

"Dorme ancora. Sta sognando... Un momento! Ma sta sognando... me?" Lusingata e scioccata, sorrise dolcemente. Sapendo che nessuno poteva sentirla riuscì a trovare il coraggio di sussurrare un timido - Buonanotte Ron - prima di addormentarsi.

Per una volta, Hermione aveva torto. I due compagni di viaggio, infatti, avevano solo finto di addormentarsi, anche se ci erano andati pericolosamente vicini, per poter osservare le reazionei dell'amica.

- Direi che ha fatto un bel passo avanti, eh? - sussurrò Harry dopo essersi accertato che Hermione dormisse profondamente.

- Già. Peccato solo che quell'idiota di mio fratello non fosse sveglio per sentirla... E' stata così dolce... -

Dopo qualche secondo di silenzio, anche Harry decise di abbracciare la sua ragazza, seppur attraverso la copertura. Con un sorriso malizioso disse - Uniamo anche noi i sacchi? -

Ginny rispose al sorriso. - Signor Potter! - disse con un tono scandalizzato che poteva benissimo appartenere alla McGranitt - Ti pare una proposta da fare ad una ragazzina pura ed innocente? -

Harry si rattristò al pensiero che non fosse più così tanto innocente, né pura. La rossa se ne accorse. Si girò nel sacco a pelo, guardandolo negli occhi, e gli parlò tranquillamente anche se dentro di sé sentiva solo il bisogno di stringerlo fino a fondersi con lui.

- Harry. Non pensare neanche per un secondo che io mi sia data a qualcun altro. Aspettavo te. Solo te, tutto questo tempo. Zitto. - disse vedendo che aveva aperto la bocca per parlare - Lo so che hai i tuoi stupidi quanto nobili complessi. Ma sono una ragazza testarda io. E ora non voglio ancora correre. Ora che ti ho raggiunto, non voglio sprecare nessun momento con te. -

Il moro la guardò con le lacrime agli occhi. La abbracciò ancora più forte e la baciò con dolcezza infinita. - Non voglio fare niente Gin. Era solo una battuta - "Per stavolta" La rossa non poteva sentire questo pensiero, così sorrise. - Buonanotte, amore mio - le sussurrò lui baciandola piano sulle labbra.


***X***


Al di fuori della tenda, molto lontano, il Signore Oscuro cercava invano Harry Potter, sapendo di avere un "accesso privilegiato" alla sua mente, così come il Prescelto poteva sentire la sua. Ma stranamente era protetta, come avvolta da un'aura impenetrabile.

- Com'è possibile che quel ragazzino sia diventato un Occlumante così abile? - sibilò, frustrato. - Devo assolutamente sapere che magia era quella della sua bacchetta. OLIVANDER! - ruggì voltandosi sinuoso verso i sotterranei. Il fabbricante di bacchette emise un gemito. Quella certo non sarebbe stata una bella notte per lui.


Grazie per i vostri commenti.
Spero continuerete, nonostante questo capitolo sia un po' più corto degli altri. Ringrazio in particolare Hayley_Gin91, che ha commentato l'ultimo capitolo, e due volte Niettolina, che nella mia distrazione ho dimenticato di ringraziare precedentemente.

Ovviamente grazie anche a tutti quelli che mi hanno inserito tra le loro storie seguite o preferite.

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Capitolo 5
*** In viaggio ***


In viaggio


Ron quella mattina si svegliò molto piano. Era un po' intontito, era raro anche per lui che si facesse 13 ore di sonno, e non intese subito quello che gli stava intorno. Al fianco, per essere più precisi.

Si stiracchiò un poco nel sacco a pelo e si riappoggiò al cuscino, tentando di riprendere sonno e riabbracciando inconsciamente la donna che gli dormiva di fianco. Quando però si accorse che i suoi polpastrelli sentivano la presenza di un corpo calda sopra di sé, spalancò gli occhi. Si voltò di scatto e vide un'Hermione beata, dormire pacifica sul suo petto. "Che miseriaccia ci fa Mione qui?"

Facendo un po' di fatica, visti i ricordi nebulosi della sera prima, riportò alla mente tutto quello che era successo da quando erano partiti la mattina precedente. La lettera, la scarpinata, la bici, Mundungus, lo zio di Hermione, i sacchi a pelo agganciabili.... i sacchi a pelo! Maledizione Jack!

"Dannazione io lo squarto, quello. Lo uccido, lo crucio. Ma perché... Dannazione!" Ok, stava diventando ripetitivo. Il punto era che non sapeva come comportarsi. Guardandola in faccia sorrise dolcemente. Era davvero bella e... sorrideva?

Piano piano, quasi per non disturbarla, la scosse per svegliarla. "Ron sei sempre il solito deficiente. Come puoi non disturbarla se la vuoi svegliare?" - Mione? Mione, svegliati.... -

La ragazza si mosse nel sonno, ma non si alzò. In compenso sussurrò un nome. - Ron... - Il rosso spalancò gli occhi, mimetizzandosi coi capelli. Fece finta di non aver sentito niente e tornò a scuoterla dolcemente.

- Mione... Hermione svegliati, su.... - A quest'ultima invocazione rispose aprendo gli occhi. Si sollevò a sedere e si stiracchio, lasciando vedere il seno fasciato unicamente dall'intimo. L'occhio di Ron inevitabilmente cadde, ma si rialzò subito, vergognandosi. "Ma questa è fuori! Perché è in reggiseno?"

- Salve Ron. - la ragazza Hermione non dava segno di essersi accorta dell'impudicizia del suo ragazzo e lo salutò come al solito. - Che ci fai qui? - Ok, forse la ragazza non riusciva a dare il massimo appena sveglia, ma una domanda così cretina non se la aspettava di certo!

- Come che ci faccio qui? - la aggredì Ron - Che ci fai tu qui! - Hermione spalancò gli occhi, mentre il rosso già si affrettava a scusarsi per essere stato così rozzo. La ragazza lo interruppe lanciando esclamazioni. - Oddio che ho fatto? Perché mai non ti ho svegliato ieri sera? Oddio oddio oddio... -

- Hermione calmati! Non è successo niente! - La ragazza interruppe il suo fiume di parole. Era incredibile come lui riuscisse a rasserenarla sempre. E anche a farla incavolare come pochi... - Mi dai la tua parola? - domandò sospettosa.

Ron sospirò, arrossendo. - Certo che ti do la mia parola, ma non ne hai nemmeno bisogno, no? cioè, se avessimo fatto... quello, non avresti certo quel coso addosso, non ti sembra? -La ragazza, ancora seduta e scoperta come si ricorderà, arrossì violentemente e sorrise, timida. Continuò a sorridere per qualche minuto, poi il rosso (sempre più rosso) la fece riprendere. - Mione? Ehm, potresti... coprirti, per favore? Mi metti a disagio... - le confessò

Lei si affrettò a rimettere la maglia che aveva tolto e piegato la sera prima, dando le spalle al ragazzo. Si rimise poi al suo posto, accolta da un Ron meno teso di prima. Anche se continuava ad essere nervoso. - Perché sei così in imbarazzo? -gli chiese Hermione a bruciapelo

Entrambi arrossirono - Sono la tua... ragazza dopotutto - Ron ci rifletté un poco prima di rispondere, probabilmente tentando di mettere insieme un discorso che lei non potesse percepire come una presa in giro. - Beh, pensa solo alla tua reazione di poco fa.... - cominciò - Non volevi pensare di averlo... fatto per la prima volta dentro una tenda, mentre siamo a caccia di pericolosi oggetti oscuri e non si sa se sopravvivremo un altro giorno! - "Almeno speriamo che sia la sua prima volta"

La ragazza, inconsapevole dei dubbi di Ron annuì pensierosa, incitandolo a proseguire. - Beh, per me è lo stesso, ecco. E' che temo di non riuscire... a frenarmi... se per caso cominciamo. E non voglio fare qualcosa di male a te. Specialmente a te. -

Hermione, appoggiata con la schiena contro il suo petto caldo, spalancò gli occhi dalla sorpresa. "Ha detto quello che penso abbia detto? Ok, sono proprio contorta" - C-che vuoi dire? - domandò balbettando. D'accordo che si erano messi insieme dopo anni e anni di occhiate e sospiri. D'accordo che tutta Hogwarts se lo aspettava e lo vedeva in ogni loro gesto, anche se magari non proprio tutti facevano il tifo per loro. Ma che fosse vero? Che lui si fosse veramente innamorato di Hermione-So-Tutto-Io-Granger?

- I-io... io ti... io ti... - ripeté un paio di volte, quasi stesse prendendo lo slanciò per un salto. - Io ti amo, Mione - Da parte della ragazza nessuna reazione, a parte un irrigidimento che portò Ron a pensare che le avessero lanciato un Pietrificus. Aspettò quanto poté, poi la riscosse dai pensieri che evidentemente l'avevano presa. - M-mione? Io capisco... se non ricambi, cioè... ma ti chiedo di lasciarmi l'illusione, almeno per un poco... fin quando non finiamo quest... -

Non poté nemmeno finire la frase, perché rimase gelato sul posto. Hermione si girò lentamente e lo guardò dritto negli occhi. Sorrise. - Anch'io - sussurrò. Fu il turno di Ron di irrigidirsi. "CHE?? Ha detto, cioè ha detto proprio... Se è uno scherzo giuro che.... " - Hai... hai proprio detto... - Le sue parole non furono molto più organizzate dei suoi pensieri.

Hermione rise "Che mai c'avrai da ridere!" - Ho detto "Anch'io" Ron. Anch'io... ti amo - sussurrò appoggiandosi sul suo petto e poggiando la sua bocca su quella di lui.


***X***


Parecchi minuti dopo Ron e Hermione erano ancora intenti a ridere e scambiarsi baci affettuosi,senza mai spingersi più in là. - Bisogna ringraziare tuo zio. Quando gli ridaremo la memoria, cioè... - disse il rosso senza alcun preavviso. - Senza di lui avremmo potuto passare ancora degli anni a farci male a vicenda. -

Lei rise - Pensavo la stessa cosa. Però ora ci dobbiamo alzare. E' quasi l'alba - aggiunse in risposta alla faccia corrucciata di lui.

- Mione, dimmi che non ci sveglieremo prima dell'alba tutte le notti... - lei gli pose un delicato bacio sulle labbra. - Non credo proprio. Ma almeno finché possiamo dobbiamo affrettarci a raggiungere Londra. Non siamo poi così lontani dalla Tana e presto ci verranno a cercare. Sveglia gli altri due - gli disse mentre usciva dalla tenda rabbrividendo nella gelida nebbia mattutina.

Ron rivolse l'attenzione all'amico e alla sorella. Loro non si erano mossi ed erano ancora abbracciati anche se separati dal sacco a pelo. "Meglio per lui. Se osa solo sfiorarla... Ma che vado a pensare... tanto quei due finisce che si sposano prima o poi!"

- Ehi! Harry! - disse chiamando il Prescelto, momentaneamente addormentato e ben deciso a rimanerlo. - Harry! - disse con più forza, sperando che si svegliasse. "Ma guarda te, oggi mi tocca svegliare tutti. Proviamo con Ginny, di solito è più facile" Decise quindi di passare alla sorella - Ehi! Gin... Ohi! -

La rossa, in uno slancio di energia mattutina, aveva voltato tutto il braccio per vedere chi la stesse chiamando ed era atterrata pesantemente col dorso della mano sul naso del fratello. - Oddio Ron scusa! Per una volta non l'ho fatto apposta! -

Il rosso, il cui naso si stava rapidamente gonfiando, scosse una mano a minimizzare l'accaduto. - Sveglia il tuo fidanzato dormiglione. E non fargli troppe smancerie. Primo perché vi sento, secondo perché non abbiamo tempo. Hermione dice che dobbiamo fare in fretta. - Detto questo, tenendosi forte il naso, uscì dalla tenda.

Ginny si voltò verso Harry che ancora la teneva abbracciata. In effetti dall'espressione che aveva sembrava volesse dormire per un altro millennio. "Beh, se è amico di mio fratello ci sarà una ragione!" - Harry... Harry svegliati! Dai che si va! -

Il ragazzo scosse la testa. - Non credo proprio - disse ad occhi chiusi - Ci ha già provato Ron a svegliarmi, non credere di avere più successo - La ragazza sorrise, baciandogli la punta del naso. - Alzati dormiglione. Se restiamo dentro la tenda da soli un altro po' finisce che Ron si preoccupa! -

Harry aprì istantaneamente gli occhi. - Meglio alzarsi allora! Non sia mai che tuo fratello si preoccupi! - disse scherzando, ma alzandosi comunque anche se controvoglia. Aspettò che Ginny si togliesse dal sacco a pelo, ridendo anche dei suoi goffi tentativi. E chi non ha mai avuto difficoltà a uscire da quel coso la prima volta? Infine uscirono entrambi dalla tenda, mentre Harry agguantava la maglia che Ron aveva dimenticato dentro.

Fuori trovarono Hermione che curava con un colpo di bacchetta un Ron che barbellava per il freddo. Harry rise, rabbrividendo un po' anche lui e lanciandogli la maglia in faccia mentre Hermione spostava la bacchetta. Risero tutti, come se fosse lo spettacolo più divertente del mondo.

- Haha! - rise falsamente Ron arrossendo - Ma quante risate... Davvero, Harry, sei divertente come...-

- Come un pugno sul naso? - gli venne amorevolmente in soccorso Harry con espressione saputa. Ron face ancora la sua scarsa imitazione di una risata. - Certo, davvero diverten... Ehi! Tu eri sveglio! - realizzò improvvisamente attaccando a correre dietro al suo amico. - Ma brutto... Vieni qui che ti stritolo! Non pensare di sfuggirmi sai? -

Harry mise fine all'inseguimento fermandosi giusto al di là del fuoco e portando una mano dietro ai pantaloni a prendere la bacchetta. - Vuoi un duello, Weasley? - domandò per metà ridendo e per metà serio.

Ron rispose al sorriso. - Ci puoi scommettere le chiappe, Potter! Rictusempra! - urlò facendo partire un raggio blu scuro dalla bacchetta. Harry lo evitò agilmente. - Incaceramus! - rispose il moro, con lo stesso successo dell'amico.

- Protego! - urlò una voce conosciuta. Hermione aveva la bacchetta alzata e un'aria preoccupata che stonava col sorrisino divertito di Ginny. - Primo: ma vi sembra il modo di comportarvi? Sembrate dei bambini! Secondo: abbiamo qualcosa da fare, nel caso ve lo foste dimenticati... -

La rossa pensò bene di interrompere il sermone dell'amica. - Dai Hermione! Si stavano solo divertendo un po'! E poi dovremmo far pratica; non credo che per sconfiggere Voldemort ci basterà quello che sappiamo ora... -

Ron, come sempre, aveva rabbrividito al sentire quel nome, ma non disse nulla. Hermione sbuffò tornando a preparare la colazione, seguita da Ginny e dai due ragazzi, ancora intenti a scambiarsi piccoli fiotti di scintille, come due scemi. Si sedettero come a pranzo e Ron guardò storto le uova che sfrigolavano allegramente sulle pietre con cui Hermione aveva coperto il fuoco. - Che c'è Ron? - domandò paziente la ragazza.

- Uova? - domandò lui stranito - A colazione? - Harry sospirò. Sapeva bene che il cibo era uno degli argomenti più difficili con lui. Quello e le ragazze, specie sua sorella ed Hermione. La riccia non se ne diede per inteso e ricominciò a "servire" le uova sulle pietre, questa volta fredde, che aveva pulito prima con un incantesimo. La rossa, invece,lo attaccò subito - Se non ti piacciono non mangiarle, ce ne sarà di più per noi. -

Ron scosse la testa. - Non è questo, è che... non c'è un po' di dolce? - L'irritazione di Hermione venne a galla tutta in una volta. - No, Ronald, non c'è il dolce! La prossima volta ti ricordi tu di prendere marmellatine e pane da toast, vero? Certo che no! Devo fare tutto io qui! -

Harry e Ginny erano quantomeno scioccati da quell'improvviso scoppio. Ron, per tutta risposta, diventò rosso come un peperone. - No che non devi fare tutto tu... - mormorò a bassa voce. Harry, che già si aspettava uno dei famosi litigi Weasley-Granger, stava per afferrare Ginny e spostarsi da un'altra parte con le uova, quando si bloccò. Si chinò piano verso la rossa. - Gin, senti... sono io che sto sognando o Ron ha appena detto... -

Ginny era scandalizzata quanto lui e inghiottì il vuoto prima di rispondere, con la stessa voce bassa ed incredula - Se è un sogno... lo stiamo facendo in due. -

Ron ed Hermione, che non avevano minimamente sentito quello che si erano sussurrati Harry e Ginny, erano presi a fissarsi negli occhi sbarrati dalla sorpresa per la riccia e semichiusi di vergogna per il rosso. Ad un certo punto la ragazza si riscosse. - Che hai detto, Ronald? - disse tentando di rimanere inflessibile. Non ci riuscì, ma Ron comunque non cambiò atteggiamento. - Ho detto che non devi fare tutto tu. Ti aiuterò io volentieri, come ti ho detto ieri me la cavo ai fornelli, solo che il mio stomaco è un po' viziato... -

- Diciamo pure molto - rincarò la dose Hermione non riuscendo comunque a negargli un sorriso dolce

- Ok, molto viziato - ammise Ron con un timido sorriso insicuro in risposta a quello della ragazza - E' che ho sempre potuto scegliere e... ma mi abituerò, tranquilla. - Hermione ormai era del tutto placata, gli rispose tranquilla. - D'accordo. Ti occupi tu della cucina quindi? - domandò senza secondi fini.

Ron le sorrise, un po' più caloroso ora che sapeva che non si sarebbe messa ad urlargli contro di nuovo. - Certo. Solo mi dovrete svegliare voi, perché non sono un tipo mattiniero e oggi mi sono svegliato per primo solo perché ieri mi sono addormentato presto - Ginny alzò un sopracciglio. - Ce ne siamo accorti! Neanche sei venuto per cena! Non è da te. -

Spezzando il clima leggermente troppo zuccherino Ron sbarrò la faccia in una finta espressione di puro stupore. - Ho saltato la cena? - domandò alla sorella che annuì. - Nel qual caso mi sembra l'ora di rimediare! - disse allegro fiondandosi sulle uova.


***X***


Mangiarono allegramente, dimenticando i dissapori di poco prima. Nonostante si fossero alzati all'alba, il sole era già abbastanza alto quando finalmente si decisero a smontare la tenda. Malgrado l'avessero già fatto il pomeriggio precedente ci impiegarono almeno mezz'ora a smontare ogni paletto e infilare il tutto nello zaino di Ron. Hermione cominciava a diventare isterica, mentre Harry cercava di calmarla.

- Su, Hermione, sono solo le otto... - la ragazza sembrò perdere la bussola. - Non sono SOLO le otto, Potter, sono GIA' le otto! Dobbiamo fare presto, anzi più che presto se vogliamo impedire a quel malato di distruggere il mondo! -

Anche se Ron aveva provato l'irresistibile tentazione di ridere al sentir nominare il Signore Oscuro come 'quel malato', una gomitata nelle costole da parte della sorella riportò la sua attenzione sulla conversazione. - ... e adesso fila a prendere le bici! MARSH! - Il rosso vide Harry scattare sull'attenti e correre a prendere le strane cose su due ruote.

In pochi attimi erano pronti, la fretta di Hermione era contagiosa. - Ok, andiamo verso sud-sud-est. Il prossimo paese dove ci fermeremo è Primerose a trentaquattro kilometri da qui. - li informò - E non voglio sentire lamentele, chiaro Ronald! - Il ragazzo per tutta risposta si mise a cavalcioni della sua mountain bike di un bel blu notte, guardando gli altri come se fossero scemi. - Beh, non si parte? -

Per la prima volta da quando aveva scoperto che ore si erano fatte, Hermione rise e partì con disinvoltura, seguita da Ron un poco più impacciato. Ginny ed Harry li guardarono un istante e poi partirono anche loro. - Non cambieranno mai, vero? - chiese la rossa affiancando il ragazzo

Il moro rise di gusto. - Non credo proprio! Sono sette anni che fanno così, non vorrai toglier loro il divertimento! -

Pedalarono in silenzio per un po' non sentendo il bisogno di parlare. Il panorama cambiava relativamente poco perché, pur essendo circondati ora da alberi in una bellissima galleria, ora da campi coltivati, gravidi di cereali maturi, La campagna che trovavano era sempre la stessa. La strada, se così si poteva definire, era niente più che una linea di terra battuta persa alle volte tra i campi, tanto che spesso rischiarono di perdersi.

Raggiunsero l'apice del ridicolo quando, in un campo di granturco, Hermione accelerò bruscamente seguita dagli altri a breve distanza. Sennonché un dosso sbalzò ognuno dei quattro in direzioni diverse tanto che persero il contatto e ognuno si ritrovò isolato dagli altri. Passarono ore gridando i nomi dei compagni, sempre muovendosi verso quella che ritenevano la loro meta. Improvvisamente sbucarono tutti e quattro contemporaneamente fuori dal campo di mais e si guardarono in faccia mettendosi a ridere

Continuarono così per altre tre ore e si erano fatte le due del pomeriggio quando Hermione decidette, magnanimamente, di concedere loro una sosta in un boschetto di betulle, appena a ridosso di un torrentello. Harry, con un po' di fiatone, accettò di buon grado la pausa. I due Weasley arrivarono pochi secondi dopo ed abbandonarono a terra le bici, esausti. Anche Hermione era parecchio stanca, una via di mezzo tra Ron e Ginny ed Harry, ma non lo diede a vedere, studiando una mappa del percorso che dovevano ancora compiere.

- Her... mio... ne... - la distrasse Ginny - Sei sicura... di voler tenere... questo ritmo? - la povera rossa aveva la faccia stravolta. Harry le andò vicino e le mise una mano sul cuore per sentire il battito. La ragazza arrossì completamente, ma non si mosse.

Ron cercò di puntare il dito minaccioso contro Harry, sbanfando un - Giù le mani... da mia sorella... chiaro? - Il moro lo liquidò con un gesto. - Le stavo sentendo il cuore, scemo! Dopo vengo anche da te! -

- E non potevi... sentirlo sul polso... o sulla gola? - chiese Ron senza arrendersi nonostante il fiato corto. Harry non rispose subito alla domanda, cercando una cosa nello zaino. Una volta afferrata la borraccia la porse alla ragazza - Bevi Gin. E' acqua limone e zucchero, ti farà bene, ma fai piano! - l'ammonì vedendo che la rossa stava già per versarsi tutto il liquido in gola.

Con un sorriso Harry si spostò su Ron. - Secondo te dovevo pure sentirle la gola? Ma se respirate a stento... - gli disse controllando anche il suo battito. - Tieni, bevi anche tu! - aggiunse porgendogli una seconda borraccia. Il rosso bevve, constatando effettivamente di sentirsi meglio.

- Ehi! Come facevi a saperlo? - domandò curioso. Harry rise - Con tutte le corse che mi sono fatto per sfuggire a Dudley e ai suoi scalmanati, diciamo che ho una certa esperienza... - Ginny lo raggiunse posandogli un delicato bacio sulla guancia. - Grazie - gli sussurrò nell'orecchio facendolo rabbrividire.

- Niente porcherie, mi raccomando... - cominciò subito il fratello. La rossa se la prese come suo solito. - Ora non cominciare a farmi la predica! O ti devo ricordare il nome di una certa Lavanda? - Ron stava per replicare quando intervenne Hermione staccando finalmente gli occhi dalla carta.

- Oh, smettetela voi due! Sembrate due bambini a volte! - disse stizzita. Ginny si voltò dall'altra parte mettendo il broncio, subito sciolto da Harry che la abbracciò delicatamente facendola voltare di nuovo verso il gruppo. - Per ora ci fermiamo. Non tanto il tempo di mangiare qualcosa di leggero. - annunciò la riccia - Ron, tocca a te! -

Il rosso, impegnato nella contemplazione della sua personale divinità, non rispose subito. - Eh, chi? - Mentre Harry e Ginny ridacchiavano Hermione, seccata, domandò - Hai sentito quello che ho detto? O te lo devo ripetere? -

Ron diligentemente ripeté - Hai detto che ci fermiamo giusto il tempo di mang... Ah! Oh sì, ora preparo qualcosa. - Cercò velocemente nel suo zaino in una della tasche laterali. - Ehm... Ron? La roba da mangiare ce l'ho io, ricordi? - intervenne Ginny

- Lo so, sorellina, ma meglio mangiare qualcosa di fresco finché possiamo, non credi anche tu? - La rossa fece un gesto stizzito. - Certo che sarebbe meglio, ma non avendone ci si può accontentare non credi? -

- Ah, mai sottovalutare il cuoco... - rispose Ron dandosi arie da gran filosofo. - Mentre vi cercavo nel campo di grano ho preso qualche pannocchia... - Harry rise di gusto guardando nello zaino del rosso - 'Qualche pannocchia'? Avrai svaligiato mezzo campo! E poi si chiedono chi fa i cerchi nel grano! -

Ron arrossì accendendo il fuoco - Macché svaligiato! Gli ho lasciato una di quelle banconote che mi aveva dato Mion... cioè, Hermione. Da... dieci, mi pare. - Hermione spalancò gli occhi, mentre gli altri due ridevano della gaffe di Ron. - Dieci sterline? Gli hai lasciato dieci sterline? -

Il rosso la osservò preoccupato - Perché, è tanto? - La ragazza scosse la testa. - Sinceramente non saprei. Non ho mai comprato da un coltivatore direttamente, ma in città sarebbe sicuramente stato troppo poco per tutto il cibo che hai preso. Meglio di niente, suppongo... -

Ron era tanto rosso da fare invidia ai suoi capelli quando infilzò quattro pannocchie distribuendole in giro e ripetendo l'operazione su altre quattro. - Mi spiace... E comunque cosa sono i cerchi nel grano? - domandò ricordandosi di cosa aveva detto Harry poco prima. Hermione alzò gli occhi al cielo, facendogli capire di che livello di stupidità si trattasse.

- E' una cosa a cui credono i babbani, Ron - spiegò Harry - A volte appaiono dei disegni nei campi e i babbani credono che li facciano gli alieni atterrando con le loro astronavi... - Ginny già cominciava a ridacchiare, ma la batosta finale venne da Hermione - Poi spesso si scopre che c'era un parente sbronzo in visita che si era divertito col trattore... -

Ron passò ad uno sguardo ancora più stranito. - Trattore? - Hermione ridacchiò, attirandosi sguardi irritati da parte del rosso. - Scusa. - disse tra le risatine che proprio non riusciva a frenare - Ma parlare con un mago di tutte le tecnologie babbane mi sembra parecchio buffo. - "Ancora mio padre non ti ha incastrato, vero?" pensò - Beh, spiegami cos'è questo trattore... - cominciò a dire, subito interrotto da Harry

- Ma i maghi da quanto tempo non sono in contatto con le tecnologie babbane? - domandò il moro. Hermione sospirò pesantemente. - Oh, Harry! Ma tu hai mai seguito una lezione di Storia della Magia? - domandò sconsolata. L'amico sorrise colpevole. - Seriamente, intendi? -

Hermione aprì la bocca per spiegare, ma Ron per una volta, la zittì mettendole un dito sopra. - Per una volta che so le cose, falle dire a me. - disse con un sorriso dolce sulle labbra, tanto che Hermione per una volta non volle rispondere a tutti i costi.

- Allora... direi che è stato verso il XVII secolo. Quando è ricominciata tutta la storia della "Caccia alle streghe" sai... i maghi avevano già un loro Ministero ed il Ministro di allora - -Graham - s'intromise Hermione - Graham, sì... dicevo il Ministro di allora decise che sarebbe stato meglio non immischiarci negli affari babbani. Certo, anche quando ci prendevano bastava un incantesimo e non succedeva niente, ma sempre meglio essere prudenti no? -

Harry e Ginny, anche lei appassionata ascoltatrice delle lezioni di Ruf, annuirono chiedendo altri dettagli - Così i maghi hanno cessato di avere rapporti coi babbani. E' da lì che viene tutta la faccenda dei Purosangue e dei Mezzosangue... - aggiunse Ron finendo la sua esposizione. Poi il rosso si girò verso Hermione domandando - Allora professoressa, come sono andato? -

La riccia sorrise - Mah, direi che ti meriti una O per questa magnifica esposizione e questo... - aggiunse dandogli un bacio sulle labbra - ... per aver anche letto i miei appunti e non solo copiati! -

Risero tutti, anche Ron. - Però devi ammettere che li ho letti bene! Non mi merito un altro bacio? - Tanto per rinfacciargli ogni tanto quello che gli diceva sempre, Harry decise d'intervenire scherzosamente. - Ehi! Stavolta sei tu che devi tenere giù le mani da mia sorella! - disse sorridendo. Dopo essere stato liquidato con un "Ma piantala, Harry!", il moro decise di dedicarsi a Ginny prendendola per mano e allontanandosi di qualche metro dai due.


***X***


- Allora? - chiese Harry alla rossa - Che ne pensi di quei due? - Ginny guardò per un attimo lo spettacolo dei due che si abbracciavano accanto al fuoco nel loro piccolo campo improvvisato, poi rise piano - Direi due cose. La prima è che se lo meritano, nonostante tutto quello che ci hanno fatto passare. La seconda è che vedere mio fratello nel ruolo dell'insegnante mi ha fatto rabbrividire. -

Harry sorrise - Ti ha fatto rabbrividire, eh? Vieni qui che ti scaldo io, Gin - La rossa, a sorpresa, rifiutò l'abbraccio mantenendo però un sorriso dolce e preoccupante al tempo stesso. - Ma cosa pensa, signor Potter! Che io sia una povera bimba spaurita? -

- Perché non lo siete? - rispose lui stando al gioco. - E cosa vorreste fare per dimostrarlo? - avevano cominciato a girare in tondo, ognuno con la mano sul fianco destro, pronta per prendere la bacchetta e scagliare un incantesimo.

Senza neanche rispondere Ginny iniziò il duello con una delle sue fatture Orcovolanti. Conoscendo la sua fama, Harry se l'era aspettato e si riparò dietro un masso. Povero sasso! Infatti finì disintegrato dal successivo Reducto della rossa. Il Prescelto, privato del suo nascondiglio, agì mandando attraverso la foschia un incantesimo di disarmo, che però fallì il bersaglio.

Continuarono così per parecchi minuti, quando di nuovo Hermione li richiamò all'ordine. Vedere l'amica fare la paternale al suo ragazzo fu un immenso divertimento per Ginny, ma durò poco e alla fine dovettero avviarsi con di nuovo gli zaini sulle spalle. Inforcarono le bici e partirono.

Continuarono giorni così. Tra le alzatacce la mattina, le paranoie di Hermione, i pranzi, i duelli e poi di nuovo in bici. E dopo altre ore seguivano duelli cena e poi tutti a nanna. Ron ed Hermione non avevano più unito i sacchi a pelo, nonostante l'esperienza fosse piaciuta ad entrambi, ma adottarono il metodo di Harry e Ginny stando abbracciati tutta la notte, pur dormendo separati.

Proprio la riccia una volta si girò verso di Ron, poco prima di addormentarsi. - Sai dovremo rifarlo... - mugugnò assonnata. Il rosso la guardò confuso - Cosa? - La ragazza sorrise tenera. - Questo, andare in giro noi quattro. Nonostante la ricerca degli Horcrux e tutte le preoccupazioni, mi piace questo viaggio - ammise sospirando. - Vorrei restare così per sempre... - e si addormentò sotto lo sguardo amorevole di Ron.

Nonostante la routine quotidiana del gruppo non cambiasse, la campagna intorno a loro aveva cominciato a farlo. Dalla dolce campagna inglese infatti, fatta di siepi, campi e strade di terra battuta, erano passati ad una puzzolente periferia e poi ad una schiera di villette tutte uguali. Dovettero persino iniziare a prendere varie pozioni per modificare il loro aspetto, volendo evitare di farsi riconoscere come era accaduto con Mundungus. Questo causò loro un ritardo di tre giorni in cui Ron non trovò niente di meglio da dire se non - Beh, almeno ci riposiamo -.

Fortunatamente, quando ormai erano in città e non sapevano dove piantare il campo, trovarono un parco in cui accamparsi, ma si nascosero dietro potenti incantesimi di disillusione per non essere multati anche da poliziotti babbani.

Finalmente, durante il nono giorno di marcia, sbucarono in una piazza familiare. A tutti loro venne un groppo in gola dalla nostalgia, ma Harry rise nonostante tutto. Era comico che la casa della famiglia Black fosse usata come base per le loro azioni contro il Signore Oscuro che loro ammiravano tanto. "Beh, magari non proprio comico..." pensò Harry "Magari grottesco!"

- Eccoci - disse solo, nascondendo i propri pensieri - Grimmauld Place 12 -

Ed è finalmente arrivato un nuovo capitolo di questa storia.
Spero vi piaccia leggerla quanto a me piace scriverla XD

Chiedo scusa per il forte ritardo, ma che ci crediate o no, ho verifiche quasi ogni giorno e devo essere preparato anche per eventuali interrogazioni e/o domande varie.

In ogni caso ringrazio Haley_Gin91 e niettolina, che stanno commentando tutti i capitoli, dando prova di enorme coraggio nel continuare a leggere questa storia. E, ovviamente, anche Kia 07 che spero continuerà a commentare benignamente, nonostante le critiche siano bene accette.

Grazie ancora a quelli che mi seguono senza commentare, io stesso non commento molto, ma che continuano a leggere

Ancora scusa per il ritardo.

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Capitolo 6
*** Grimmauld Place XII ***


Grimauld Place XII


Entrarono in religioso silenzio, quasi temessero di disturbare qualcuno. Si guardarono intorno. A prima vista non sembrava cambiato niente: c'era ancora il piccolo ingresso col ritratto della madre di Sirius, dalle tendine rigorosamente serrate, la cucina che si apriva direttamente sull'ingresso e più in là il corridoio e le scale che portavano ai piani superiori.

Entrarono in punta di piedi, disponendosi a cuneo. Non era stata una mossa volontaria, ma era sorta spontanea mentre Harry avanzava accompagnato dai suoi migliori amici e Ginny restava un attimo indietro per chiudere la porta. Improvvisamente proprio la rossa si sentì afferrare la gola.

- A-aiuto! - chiamò con voce soffocata. Quando si girarono Harry e Ron, dimenticando le bacchette, si lanciarono subito contro i tentacoli che erano spuntati dalle pareti per afferrare la giovane tentando di sradicarli dalle pareti. Erano appena riusciti ad allentare un poco la loro presa quando altri tentacoli verdi, forti come quelli della piovra gigante, afferrarono i poveri Harry e Ron per le caviglie.

- Ma porc... - urlò il rosso preso dal panico, cominciando a lanciare maledizioni ai tentacoli - Diffindo! - urlò, ottenendo di liberare la sorella dalla stretta soffocante che l'aveva stretta sul muro. Harry, invece, era impegnato coi suoi tentacoli ed ebbe appena il tempo di urlare - Hermione, aiutaci, dannazione! - che un tentacolo gli tappò violentemente la bocca.

Anche la ragazza, però era stata presa e non riusciva a muoversi. "Diffindo!" pensò disperatamente ricorrendo agli incantesimi non verbali. Cominciò a sparare maledizioni a raffica, finché non si ritrovarono tutti più o meno liberi da impedimenti. Fuggirono precipitosamente, rintanandosi in cucina, ma i tentacoli li seguirono spuntando dalle mura quando meno se lo aspettavano e preparando un nuovo attacco.

- Aspettate! - urlò Hermione ad un certo punto - Questa è la trappola che Moody ha lasciato per Piton, giusto? Finite Incantatem! - urlò. Ci fu uno scoppio di luce azzurrina, ma i tentacoli non sembrarono risentirne. Ginny guardò l'amica preoccupata. - Un aiutino? - le uscì con un filo di voce mentre si liberava da un altro tentacolo che le strisciava su per la gamba.

Per almeno altri due minuti furono troppo impegnati a combattere per poter pensare, poi Ron si illuminò - Io lo so cos'è! - urlò all'improvviso riconoscendo i tentacoli. - E mi sorprende che non l'abbiate capito anche voi! - disse quasi gongolante

- TI SPIACEREBBE ILLUMINARCI, PIUTTOSTO CHE ESULTARE?! - lo aggredì in malo modo Harry, tentando di muovere il polso per puntare la bacchetta contro il tentacolo che aveva preso il suo braccio. - E' Tranello del Diavolo! - urlò quindi sopra il fracasso che tutti e quattro facevano combattendo la malefica pianta.

- Dobbiamo cercare il centro! Presto! - urlò Hermione. - Ci penso io! - disse Ginny sicura rivolgendo un Reducto all'ingresso della cucina dove erano rimasti bloccati. L'effetto fu più potente del dovuto e distrusse anche metà della parete, ma ci avrebbero pensato dopo. Al momento erano leggermente distratti.

- Andiamo, ora! Via! - urlò Harry. correndo verso le macerie. Fuggirono tutti e quattro dai tentacoli e si fiondarono in salotto, sperando di aver avuto l'intuizione giusta. Lì trovarono un grosso grumo di materia grigio/verde sprofondato per metà nel pavimento. - Sia ringraziato Merlino e tutti i maghi dell'antichità! - sospirò Ron. - Forza, Hermione! Sappiamo che ti piace bruciare 'sti cosi. E non dire che non c'è legna! - la minacciò scherzosamente.

- Piuttosto che scherzare, tenete quei cosi lontani voi due - disse rivolta ai ragazzi. - Ginny dammi una mano, dobbiamo bruciarlo completamente - La rossa annuì, mentre Harry e Ron cominciavano a girare in tondo attorno alle ragazze colpendo subito i tentacoli che si avvicinavano troppo.

Hermione e Ginny si misero all'opera e di comune accordo iniziarono ad arrostire il cervello che sembrava comandare tutti i tentacoli. Infatti, resosi conto di essere in pericolo, questo aumentò gli attacchi, tanto che Ron ed Harry dovettero sudare parecchio per proteggere le ragazze. Unendo questo al vivo fuoco che usciva dalle bacchette dirette al centro del Tranello del Diavolo, la situazione cominciava a diventare insostenibile.

Finalmente, dopo dieci minuti di lotta strenua in quel calore opprimente, si liberarono della pianta. Quando anche l'ultima parte della massa filamentosa venne bruciata, infatti, i tentacoli sparirono d'un colpo, come se non ci fossero mai stati. Solo allora si permisero il lusso di cadere a terra, sfibrati.

- Dannatissimo Tranello del Diavolo! Sono già tre volte che lo incontriamo e due che tenta di ammazzarci! - si lamentò Ron. Hermione sorrise alla sua battuta, mascherata (e anche molto bene), dal tono burbero. - Come mai i tentacoli si sono dissolti? - domandò Harry, che stringeva ancora compulsivamente la bacchetta.

- Non era un normale Tranello del Diavolo. Moody deve averlo stregato in modo da dargli la possibilità di passare attraverso le pareti. Ma comunque una volta distrutto il micelio non c'è alcuna probabilità che rinasca. - Sotto gli sguardi corrucciati degli altri tre, sospirò consapevole di essere l'unica, oltre Neville, a seguire seriamente Erbologia. - Il coso verdastro di prima, avete presente? Quello che io e Ginny abbiamo dovuto estirpare? Quello si chiama micelio ed è la pianta vera e propria. Beh, più un fungo in realtà... comunque era il nucleo e senza di lui i tentacoli sono rimasti senza la magia che li alimentava. -

Ginny si guardò intorno come se non fosse proprio convinta delle parole dell'amica. - Sei sicura che non li vedremo più? - Hermione rise, stanca e provata quanto gli amici - Stai tranquilla. Neanche con un lanciafiamme avremmo fatto meglio. - Dopo, naturalmente sotto gli sguardi divertiti di Harry, dovette spiegare loro che il lanciafiamme non era un nuovo incantesimo, ma un attrezzo babbano.


***X***


Con un po' di fatica si attrezzarono. Ron e Ginny salirono per prendere i materassi dalle stanze che avevano occupato gli anni passati, mentre Harry ed Hermione esploravano la casa, dopo aver riparato il danno al muro della cucina.

Controllarono prima i piani superiori, riscoprendo la camera dove dormiva Fierobecco e la grande sala matrimoniale, probabilmente appartenente ai signori Black. Sempre con le bacchette alzate entrarono nella camera di Sirius. Come la defunta signora Black aveva bruciacchiato il nome del figlio sull'albero genealogico, così doveva aver fatto con la sua camera. Solo che in quel caso non si era limitata nella distruzione.

Della camera di Sirius, infatti, non rimanevano che ceneri. Le pareti annerite qua e là comparivano cosparse di rosso e oro stinto, quando non erano nere per il fuoco che le aveva consumate. Il resto della stanza non esisteva più. Ogni cosa, dai mobili al baule, ai libri che sicuramente doveva aver lasciato quando era fuggito di casa, era stata spietatamente distrutta, come se per la signora Black il figlio fosse morto e gli avessero fatto una pira funeraria nella sua propria camera.

- Mi spiace Harry. - sussurrò timidamente Hermione osservandolo attentamente. Ma il moro stava sorridendo. - Beh, direi che per una volta Sirius era d'accordo con sua madre. Non credo ci tenesse a questa camera. - La tristezza che ancora lo invadeva al pensiero del padrino era, anche se di poco, mitigata da due pensieri. Era felice che Sirius fosse riuscito a scappare alle angherie di quella casa, come tante volte lui stesso aveva sognato di fare dai Dursley. Ed inoltre stavano dando la caccia a Voldemort e ai suoi mangiamorte, cosa che avrebbe sicuramente portato allo scontro con l'assassina di Sirius.

Dall'ultimo piano scesero al secondo, dove Ginny ed Hermione avevano dormito gli anni prima. Essendo quelle più in alto, e che quindi dovevano svegliarsi prima per colazione, non avevano mai prestato attenzione al corridoio che si apriva al di là della stanza. C'era solo un'altra camera in effetti, a parte i bagni. Harry si sporse per vedere la traghetta in ottone lucidato, appesa con cura alla porta di legno. "Stanza di Regulus Arcturus Black".

Con voce roca Harry richiamò Hermione, già andata avanti nella perlustrazione. - Herm! Ho trovato... - disse prima che il fiato gli venisse meno.

- Che hai trovato, Harry? Che hai? - chiese la riccia vedendo la sua faccia sconvolta. - R.A.B. Ho trovato R.A.B.! - disse Harry felice. - Ron! Ginny! Venite su! - urlò chiamando gli amici. Hermione stava già per aprire la porta, ma aspettò che anche i due Weasley li raggiungessero dai piani inferiori.

Quando furono tutti insieme, la ragazza abbassò la maniglia. Subito una voce stridula li apostrofò. - Via! Andate via dalla casa dei miei padroni! Via tentacoli, non entrerete nella stanza di padron Regulus. - I quattro si bloccarono, come se colpiti da un incantesimo congelante. Harry si fece avanti. - Kreacher? - quando da dentro non giunse risposta continuò - Kreacher apri questa porta -

Dopo ancora qualche attimo di silenzio si sentì grattare la serratura ed il povero elfo domestico uscì dalla camera, terrorizzato e magro come non mai. - Padron Potter? - domandò sorpreso quanto loro. Sbalordendo ancora tutti quanti, persino se stesso, si slanciò su Harry abbracciandolo con la piccole braccia secche e nodose. - Padron Potter scaccia i tentacoli cattivi. Kreacher felice, Kreacher felice anche se padrone porta in casa mezzosangue e traditori. -

- Kreacher, non chiamare nessuno mezzosangue o traditore del sangue. - riuscì a dire Harry, pur nella confusione più totale. - Puoi lasciarmi andare adesso. - L'elfo si staccò timoroso di una punizione, poi le forze gli vennero meno e svenne sul pianerottolo.

Rinvenne sul tavolo della cucina, circa dieci minuti dopo. Hermione stava facendo il the, mentre Ron e Ginny cercavano qualche biscotto nei loro zaini. Non si sa mai dove si può nascondere un pacchetto di biscotti avanzato dopo un viaggio. Harry era seduto accanto all'elfo, cercano di cogliere anche il minimo segno di ripresa. Quando il ragazzo si accorse che era sveglio, nonostante tutto quello che aveva passato per colpa di quella creatura, le sue labbra si stesero in un sorriso sollevato.

- Kreacher, ci hai fatto preoccupare! Ma quant'è che non mangi? - domandò gentilmente. Nonostante non fosse un ordine, l'elfo rispose - Da quando arrivati i tentacoli cattivi. Uomo brutto, senza naso e con occhi diversi venuto e fatto incantesimo. Kreacher ha tentato di fermarlo, ma lui ha fatto apparire i tentacoli e Kreacher è fuggito in camera di padron Regulus. - confessò. Improvvisamente gli venne in mente di non aver protetto la casa e sferrò una dura testata al tavolo.

- Fermati Kreacher - gli ordinò Harry, mentre Ron e Ginny si mettevano vicino a lui con una decina di pacchetti di biscotti. - Hai fatto tutto il possibile. Ora mangia un po' di biscotti, che tra poco Hermione arriva col the. -

L'elfo osservò preoccupato la ragazza che si dava da fare col bollitore e le tazze. Arrivò puntualmente cinque secondi dopo, portando tazze per tutti loro e altrettante bustine. Kreacher la guardò dubbioso mentre poneva le bustine nelle tazze e vi versava sopra l'acqua bollente. L'elfo prese un sorso, ancora titubante. - Mez... signorina brava a fare il the - disse correggendosi subito. Harry ed Hermione gli rivolsero un gran sorriso, mentre Ginny e Ron ancora non sapevano se fidarsi o meno. Non era mai stato così gentile.

- Kreacher si chiede perché... - domandò per poi fermarsi. Probabilmente non gli è consentito fare domande. - Perché facciamo tutto questo, dici? - domandò Harry. L'elfo annuì con la grossa testa brutta. - Beh, perché stavi male. E' normale aiutare qualcuno che sta male. -

- Posso farla io una domanda? - chiese Ron alzando la mano, ma continuando a fissare negli occhi quella creatura che lo aveva sempre disgustato. - Perché non sei a Hogwarts come gli altri elfi? Perché sei venuto qui? E soprattutto perché sei così gentile e lezioso? -

Kreacher lo guardò spiazzato - Professor Silente morto. Io appartiene a questa casa. - rispose evitando l'ultima domanda. Cercò nuovamente di punirsi, ma Harry gli afferrò le braccia prima che potesse frantumarsi la tazzina sulla testa. Hermione sbottò - Oh, Ron! Ma cosa c'è di male se è diventato gentile? Lo preferivi scorbutico? Probabilmente è perché gli abbiamo salvato la vita, hanno sentimenti anche loro sai? -

Il rosso annuì, ma non disse niente. - Perché sei andato in camera di Regulus, Kreacher? - domandò Ginny, continuando a squadrarlo sospettosa ma non prevenuta come il fratello. - Perché non in cucina o nella camera dei Black? - Kreacher impiegò molto tempo a rispondere stavolta.

- Kreacher protegge. - sussurrò alla fine - Kreacher doveva proteggere il medaglione. -


***X***


*essendo che questa parte della storia è identica a quella scritta da J.K. Rowling, non la ripeterò, confidando che tutti voi abbiate letto la saga*

Ron lo osservò scettico. - Quindi tu dici che Regulus è morto e tu hai portato qui il medaglione. E dov'è? -

- Kreacher nascosto in camera di padron Regulus, al posto del vecchio medaglione. Kreacher deve andare a prenderlo? - domandò l'elfo guardando verso Harry. Lui annuì, ancora riflettendo sul racconto che aveva appena ascoltato.

Una volta che i piccoli passi furono lontani, Ron domandò - Ma sei sicuro che possiamo fidarci? Non sarebbe meglio, che so? obliviarlo e rimandarlo a Hogwarts? - Hermione lo guardò storto - Come puoi dire una cosa del genere? C'è Piton a Hogwarts! Lo torturerebbe per avere informazioni e di certo spezzerebbe qualunque incantesimo di memoria alla nostra portata -

- Davvero sei convinta che sia cambiato? - chiese Ginny. Hermione la guardò male. - Intendo... Kreacher è sempre stato... -

- Kreacher è sempre stato come i Black l'avevano educato. - completò Harry, ripensando a cosa gli aveva detto Silente solo due anni e mezzo prima - Perché nessuno era mai stato gentile con lui. Probabilmente anche come lo tratta Ron deve essere una pacchia per lui. -

- Umpf! - sbuffò il rosso. - E va bene ho capito. Ma se sgarra quell'elfo finisce come i suoi antenati sulla parete - disse minaccioso indicando le varie teste impagliate, un poco rovinate dall'incuria e dall'esplosione provocata da Ginny. Hermione, nonostante la seria minaccia, si avvicinò al rosso per abbracciarlo calorosamente, provocando una smorfia da parte di Ginny.

- Ehi! E' sempre mio fratello, non ma lo sciupare! -

Nessuno rispose perché proprio in quel momento tornò Kreacher con un medaglione d'oro, più piccolo di quello che Harry e Silente avevano recuperato nella grotta degli Inferi. - Questo è il medaglione che padron Regulus ha lasciato a Kreacher, signore. - disse l'elfo consegnandolo al moro.

Harry lo guardò stupito. Era la prima volta che lo chiamava signore e, non potendo fare a meno di sentirsi un po' spregevole per questo suo potere, sorrise compiaciuto. - Grazie Kreacher. Sappiamo quanto ti costi cedere questo medaglione, ma è necessario. - gli sussurrò Hermione vedendo l'elfo triste e abbattuto senza il suo medaglione. Ginny annuì - Già, cerca di capire... vogliamo portare a termine la missione di Regulus. -

Ron non disse niente, ma inaspettatamente diede all'elfo una pacca sulla spalla, come se volesse consolarlo. - Kreacher... - iniziò Harry tirando fuori il medaglione - Vorrei che tu tenessi questo. E' il medaglione di Regulus. - L'elfo lo accettò, senza parole per la sorpresa. Mentre si metteva al collo il medaglione, Harry pensò che non vedeva un elfo così felice da quando era riuscito a liberare Dobby.

- Puoi andare, Kreacher. Ci occuperemo noi della cena, se vuoi... - ricominciò a parlare, ma venne interrotto dalla sua vocetta acuta. - Ovviamente no, padron Potter, signore. Kreacher cucina. Però ora Kreacher va a pulire. Tentacoli fatto tanta povere in giro. - disse, scomparendo un attimo dopo.

I quattro rimasero ancora per un poco interdetti. Poi lo sguardo di tutti si puntò sul piccolo malefico luccichio che proveniva dal medaglione. Harry si avvicinò al medaglione. - Beh, apriamolo! - disse.

- NO! - urlarono due persone contemporaneamente. Harry si girò per vedere chi avesse urlato. Ron aveva un'espressione corrucciata e guardava verso le ragazze. Se Hermione sembrava spaventata, Ginny era letteralmente terrorizzata. - Harry, non aprirlo qui. Non ora ti prego... - disse rabbrividendo vistosamente.

Harry lasciò il medaglione sul tavolo e si sedette accanto a lei passandole un braccio attorno alle spalle per rassicurarla. Mentre la stringeva a sé cercando di calmare i suoi tremiti, Hermione riuscì a formulare il suo discorso. - Ha ragione Ginny. Prima di aprirlo ed incorrere magari in una maledizione mortale, io direi che è il caso di trovare qualcosa con cui distruggerlo. Non ha senso esporci per nulla. -

Ron decise che era il momento di distendere l'atmosfera. - E dove lo troviamo un Coso-ammazza-Horcrux, secondo te? -

- Ci sono vari modi per uccidere un Horcrux... - iniziò andando a recuperare il libro che aveva preso dalla biblioteca di Hogwarts e mandando nel contempo un'occhiataccia a Ron - Ma devo dire che mi sembrano tutti al di fuori della nostra portata. Ardemonio... Maledizioni... C'è persino un antico tempio celtico nel nord della Francia che potrebbe fare al caso nostro.... -

- Non mi sembra che andare in Francia rientri tra le nostre possibilità attualmente - puntualizzò Ginny con un cipiglio tipicamente Weasley, nonostante la voce ancora rotta dalla paura e dal pianto.

- Già. - convenne Ron - Harry, non ci puoi dire come hai fatto col diario di Riddle? Magari aiuta... - Il ragazzo scosse la testa. - Non credo proprio, mi spiace. Avevo usato una delle zanne del Basilisco, ma non credo che siano materiale comune, giusto? -

Hermione annuì - Già sono Materiale Non-Commerciabile di classe A. Meno male che sono pericolose solo se il veleno entra in circolo, altrimenti saresti morto in quel sotterraneo. - Ginny, già in colpa per essersi fatta raggirare da Riddle, s'incupì ancora di più. Harry la strinse a sé più forte.

- Lo so. Per fortuna non mi sono tagliato con la spada di Grifondoro, era piena di veleno. - aggiunse il moro.

Hermione s'illuminò. Cominciò anche a saltellare nervosamente sulla sedia, come faceva in prima quando sapeva una risposta. - Harry sei sicuro?

- Certo che sono sicuro, altrimenti non sarei qui, no? -

- Oh, non intendevo certo questo. Sei sicuro che la spada fosse piena di veleno? - insistette la ragazza, sovreccitata

- Sì, certo. Ma è importante? - Hermione sbottò - CERTO che è importante! Cruciale direi! La spada è fatta dai folletti. Assorbe solo ciò che la fortifica e certo il veleno del Basilisco deve essere una sostanza potente. -

Ron scosse la testa. - Ne sono convinto, ma hai dimenticato una cosa 'Mion... Hermione. La spada è a Hogwarts, noi siamo a Londra. Ginny sembrò riscuotersi un attimo. - C'è sempre Kreacher. Potrebbe andare lui a dare un'occhiata, no? -

Harry la baciò in fronte, mentre Ron girava la testa, e la abbracciò ancora una volta. - Bravissima Ginny. Kreacher... - chiamò ad alta voce.

L'elfo arrivò subito, con un sudicio grembiule sopra la sua federa. - Sì padron Potter, signore? - Ginny guardò l'elfo ancora stupita. Era davvero strana la metamorfosi del poveretto; probabilmente chiuso in quella stanza da mesi, cercando di difendersi dal Tranello del Diavolo, aveva finalmente cominciato a liberarsi dall'influenza dei Black.

- Vai a Hogwarts, Kracher. Devi andare nell'ufficio del Preside e controllare se la spada di Grifondoro si trova ancora lì e se c'è prendila. Pensi di farcela? - domandò Harry gentile ma fermo. L'elfo s'inchinò profondamente. - Sarà fatto, signore. - disse correndo a togliersi il grembiule per essere più libero nei movimenti.

- Stai attento e non farti scoprire. - gli disse Harry dando le ultime raccomandazioni - E se ce la fai saluta Dobby da parte nostra. -


***X***


Dopo che Kreacher fu svanito con il solito forte crak si rilassarono tutti. - Non so quanto ci metterà Kreacher, quindi forse è meglio che ci diamo da fare per pulire un po' - disse Ron. L'impresa di pulizia si portò via tutto il resto del pomeriggio. Quando finalmente riuscirono a raddrizzare la schiena erano riusciti a portare giù i materassi dalle camere, piazzandoli in soggiorno vicini a due a due.

Ginny era ancora leggermente cupa, evidentemente non gradiva l'avere un Horcrux in casa, mentre Harry era molto preoccupato; erano le sette di sera e Kreacher non era ancora tornato.

- Ron è andato a cucinare, perché non gli dai una mano? - domandò Hermione vedendolo perso nei suoi pensieri. Con la testa fece cenno verso la cucina, mentre il suo sguardo dardeggiava verso Ginny. Sembrava dire "Provo a parlare io con lei" Harry annuì, dirigendosi verso la cucina, dove Ron stava mettendo insieme una pasta degna di un italiano. (Come si sa gli inglesi non riescono fisicamente a cucinare la pasta)

- Ehilà, cuoco! Come sta andando? - domandò in tono forzatamente allegro e spensierato. Ron sbuffò. - Come vuoi che vada, fa un caldo da bestia qui. Comunque per il resto direi che non mi posso lamentare. E' un piacere tornare ai fornelli dopo il fuoco libero... -

Harry gli si avvicinò, tanto per vedere che stava facendo, ma una nuvola di vapore lo respinse indietro. Decise di prendere i piatti per apparecchiare la tavola; tra i due almeno i piatti non attentavano ai suoi occhiali. - Adesso ti fidi di Kreacher? -

- Diciamo che mi fido di voi... - rispose cauto Ron. - Ancora non mi piace quell'elfo però - Harry annuì. Sapeva bene quanto quella creatura poco meritasse una seconda occasione dopo aver tradito Sirius e rischiato di far uccidere l'ES e l'Ordine in una volta sola. Tuttavia si sentiva responsabile per Kreacher. Dopotutto era anche l'ultimissimo tenue collegamento coi suoi genitori, dato che doveva per forza evitare Lupin.

- Ginny è proprio KO - commentò Ron girando pigramente l'acqua con un lungo mestolo di legno. - La storia dell'Horcrux l'ha distrutta. - Harry annuì ancora una volta, cominciando a sfiorarsi la cicatrice, in un tic nervoso. - Lo so - disse alla fine - Anche per questo io... sia che posso esserle più vicino... io direi che... sì insomma.... -

- Harry, ti decidi a completare una frase o devo tirare i dadi? - Il moro sorrise, mentre il rosso tornò ad immergersi nel suo bagno di vapore. - Hai ragione. Volevo chiederti... No, volevo dirti che ho intenzione di sfruttare il regalo dello zio di Hermione. Unirò il mio sacco a pelo con quello di Ginny, ha bisogno di stare vicino a qualcuno. -

Il rosso annuì senza dire niente, quasi ci stesse pensando. Harry, sfidando la sorte e la sua fortuna, si avvicinò all'amico sollecitando una risposta. - Beh? - Ron alzò le spalle. - E che dovrei dirti? Tanto so che alla fine vi sposerete. E' certo come il giorno e la notte. MA... - continuò minaccioso mentre l'altro già cominciava a sorridere vittorioso - Non pensare di poterti prendere certe libertà. In primo luogo ci sono io vicino, e non credo ti farebbe piacere avere "pubblico" in quelle occasioni specie se si tratta di suo fratello. In secondo luogo lei è ancora minorenne, e sai cosa significa. TERZO... se scopro che l'hai forzata a fare qualcosa io.... -

Non terminò quello che si presentava come uno dei suoi discorsi più lunghi e seri della sua vita, ma senza smettere di mescolare la pasta si scrocchiò minacciosamente il collo, producendo un rumore sinistro quasi di ossa spezzate. Harry rabbrividì - Non credo che abbia di che temere da me... -

Ron alzò la mano. - Adesso taci e vai a chiamare le ragazze. E' pronto. - disse gettando l'acqua nello scolapasta. Proprio in quel momento Ginny ed Hermione fecero la loro comparsa dalla porta. - Abbiamo sentito. E poi ci sta venendo fame, che c'è di buono? - domandò la riccia con il sorriso sulle labbra.

- Pasta al pomodoro. Piatto squisitamente italiano. - rispose Ron orgoglioso, anche se immerso nel vapore. - Meno male che non hai gli occhiali. - gli disse Ginny vedendolo, anzi non vedendolo - Altrimenti finiresti come questo povero cieco qui. - In effetti Harry andava i giro a tentoni, cercando la sedia, mentre aspettava che tutta la condensa sui suoi occhiali evaporasse liberandogli la vista.

Tutti e tre sorrisero nel vedere Ginny così allegra e spiritosa. Harry la sapeva più lunga, aveva sfoggiato quella maschera più volte anche con lui, ma preferì non turbare oltre i suoi amici. Ne avrebbero parlato più tardi.

La cena passò tra battute e scherzi. Pur avendo passato solo pochi giorni fuori casa era come se stessero vivendo quel viaggio da una vita. I loro ricordi più forti della vita precedente sembravano trascolorati, tranne che in quelle rare occasioni in cui prendevano il sopravvento, dando un'atmosfera tetra persino al fuoco che Hermione accendeva tutte le sere davanti alla loro tenda.

Ma quella sera nessuno spirito di giorni passati arrivò a turbarli e restarono sempre concentrati sul presente. Quando venne l'ora di andare a dormire, i materassi che Ron e Ginny avevano portato di sotto erano accomodati a due a due dai lati opposti del divano in soggiorno.

Hermione rimase un attimo interdetta, quando vide i sacchi uniti distesi sui materassi, ma capì al volo e seguì Ron dentro ad uno dei due. Ginny le lanciò uno sguardo quasi terrorizzato, al quale lei rispose con un occhiolino. "Vai Ginny!"

Anche Harry e Ginny s'infilarono nel loro e dopo i consueti "buona notte" del caso. Harry aspettò che gli altri due si assopissero, poi l'abbracciò. La rossa s'irrigidì un attimo per poi tornò normale spingendosi verso di lui.

- Gin... - chiamò Harry. In risposta ricevette il mugugno di chi si sta semplicemente godendo il calore sotto le coperte - Gin, volevo parlarti... di quello che è successo oggi con l'Horcrux. - Lei si girò e lo guardò negli occhi. Non riuscì a fissarlo a lungo e abbassò lo sguardo - Dimmi -

- Di che hai paura? - domandò direttamente. Ginny sorrise. Certo non andava per il sottile - E come sai che ho paura? - chiese fingendosi più spavalda di quanto non fosse. Harry alzò un sopracciglio.

- Va bene. Ho paura... - disse guardando verso l'alto - ... ho paura di essere l'anello debole. Ho paura che Voldemort possa usarmi come l'ultima volta. - Harry la strinse a sé facendola appoggiare alla sua spalla. La baciò. - Gin, ti ricordi... è un po' imbarazzante per me... ti ricordi perché Voldemort ha usato te? Intendo, come ha fatto? -

Ginny annuì - Gli raccontavo cose... su di me e... di te! - disse realizzando improvvisamente. Harry sorrise - Esattamente. Voldemort ha fatto leva sul fatto che ero un perfetto idiota. E lo sono stato per anni, almeno fino all'anno scorso. Adesso non ha più appigli. Non può nulla ormai. Io starò con te, fino alla fine. -

Ginny si strinse ancora a lui aggrappandoglisi come un'ancora di salvezza. - Grazie -


***X***


Lontano da Londra, in un'altra regione dell'Inghilterra, Voldemort sbuffò frustrato. - Hai visto, Nagini? Ora sappiamo come piegare il giovane Potter... Sono certo che non potrà resisterci. Dobbiamo solo aspettare, vero amica mia, e trovare la nostra arma. -

Olivander, dalla sua posizione "privilegiata" legato com'era all'altro capo della lunga tavola dove Voldemort era seduto, lo vide sorridere.

E quando Voldemort sorrideva non era mai un buon segno.


Rieccomi ancora una volta per dilettarvi o annoiarvi con la mia storia.

Purtroppo non sono riuscito a trovare una trovata migliore, per quanto riguarda il medaglione, di quella adottata dalla Rowling. Aveva dato davvero troppi indizi. Più avanti comunque si discosterà di nuovo.

Come al solito i ringraziamenti (e anche le scuse per il ritardo) vanno particolarmente alle mie tre commentatrici kia 07, niettolina e Haley_Gin91.

X kia: lo so, ha fatto ridere anche me. Comunque ne combineranno di peggio senza mai arrivare a scene vietate ai minori, comunque.

Continuate a seguire se vi piace XD

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Capitolo 7
*** Un piano ***


Un piano



Circa otto ore dopo, nella grigia luce prima dell'alba, Harry si svegliò di soprassalto. La cicatrice gli bruciava ancora, come i segni delle frustate, magiche ma non per questo meno dolorose, che Olivander aveva dovuto subire da Voldemort.

- Dov'è? Rispondimi, Lord Voldemort te lo ordina! - aveva sibilato, tirando un'altra sferzata con la bacchetta protesa verso la schiena nuda dell'uomo.

La sensazione della carne che veniva aperta e lacerata con minuziosa crudeltà dalla frusta era stato troppo per Olivander che, una volta di più, aveva urlato il suo dolore al muto soffitto. - Non lo so, non lo so! La prego, la smetta! -

Voldemort aveva sorriso ampiamente - Lord Voldemort è un signore buono e magnanimo. Dimmi dove si trova l'arma che può sconfiggere Harry Potter e ti lascerò vivere. Potrai anche continuare il tuo mestiere, ai miei Mangiamorte servono bacchette. Esiste un'offerta migliore di questa? -

"Certo che c'è, ma non credo di avere molta scelta, dopotutto." pensò il vecchio artigiano, distrutto "Forse però... posso..." - D'accordo... te lo dirò - Il sorriso di Voldemort si era allargato enormemente. - Parla, dunque. -

- Slegami! - disse Olivander, a metà tra un ordine ed un'umile richiesta. Inaspettatamente, il Signore Oscuro acconsentì, liberandolo dalle catene che lo trattenevano al tavolo, con la schiena scoperta. - Ed ora dimmi... -

Il suo accesso alla mente di Voldemort si era interrotto in quel momento. Harry si alzò dal sacco a pelo, cercando di non svegliare Ginny, e si diresse in bagno per sciacquarsi la faccia, cercando di ricordare più dettagli possibili dell' "incubo", come continuava a chiamarlo.

Una cosa lo lasciava grandemente perplesso. Voldemort aveva sorriso. Era felice! Una cosa simile non poteva portare certo nulla di buono. Ed era anche preoccupato. Temeva che Olivander non rispondesse. Doveva certo tenerci a quell'arma; certo, doveva essere l'arma finale per sconfiggere il suo peggior nemico, lui, impresa che non gli riusciva da sedici anni.

"Devo parlarne con Hermione" decise "Anche se probabilmente mi dirà che devo chiudere la mente. Forse Ron... no, ovviamente si preoccuperebbe e di certo andrebbe a dirlo subito alla sua Mione. Ginny è fuori discussione, ci manca solo darle altri problemi"

In quel momento come mai avvertiva la mancanza di Sirius. Come dopo il suo primo "sogno" su Voldemort, all'inizio del quarto anno, aveva bisogno di essere protetto e confortato. Ma arriva un momento in cui bisogna rinunciare a quel conforto, anche se avere un mago oscuro che tenta in tutti i modi di farti la pelle non è una situazione che incoraggi a lasciare il nido.

Tornò lesto al suo posto accanto a Ginny, anche perché coi soli boxer cominciava a fare un poco freddo. le disse in un dialogo immaginario "Certo ora non è il momento di parlartene, Gin" le disse in un dialogo immaginario "Ma appena Kreacher torna con la spada e distruggiamo almeno il primo Horcrux, giuro che ti racconterò del sogno. A proposito: dov'è?"


***X***


La mattina dopo si svegliarono belli pimpanti e riposati. Ron si diresse in cucina, dopo essere stato svegliato da Hermione e dalla sua torcia per libri, per preparare la colazione. La riccia lo seguì scusandosi dell'inconveniente e lasciando da soli Harry e Ginny.

Non parlarono, ma si alzarono e si vestirono scambiandosi di tanto in tanto qualche sguardo. Dopo un breve bacio ed un abbraccio raggiunsero gli altri due in cucina. Il silenzio non preannunciava niente di buono. Infatti trovarono il latte a sobbollire lentamente come se si fosse trattato di una pozione Polisucco mentre Hermione e Ron facevano pratica in quello che solo l'anno prima, la riccia aveva definito "disgustosa attività copulatoria"

Certo, l'anno prima la protagonista femminile era Lavanda e con il "suo" Ron per giunta. Di certo ora non sembrava trovarla più tanto disgustosa.

- Ehm ehm! - fece Ginny nella sua ormai famosa imitazione della Umbridge. I due si separarono alla velocità della luce, quasi fossero stati beccati dalla loro ex-professoressa. - Ron, credo che oramai il latte sia da buttare. Quel po' che ne resta, comunque! - disse alludendo alla scarsa quantità di latte bollente che non era evaporato come il resto.

Si adattarono ad una colazione fredda con qualche biscotto e due pasticcini avanzati dalla sera prima. Poi, senza neanche rendersene conto, ricominciarono la loro "vita quotidiana" dal punto in cui erano andati a letto. Solo dopo mezz'ora di partite a scacchi con Ron, tutte perse ovviamente anche se l'amico aveva dovuto impegnarsi più di una volta, Harry alzò lo sguardo verso il grande orologio a pendolo che si trovava dall'altra parte del soggiorno. Erano le undici meno un quarto.

- Dove diamine si è cacciato Kreacher? - domandò. Ron sbuffò svogliato, ma ad un'occhiata di Hermione desistette dalla sua personale crociata contro l'elfo. Almeno per il momento. - Forse ha avuto dei contrattempi. - rispose saggiamente Ginny - Dopotutto deve guardarsi da tutti giusto? -

Harry annuì - Appunto per questo sono preoccupato. Non vorrei certo che l'avessero catturato. - Hermione rifletté per un attimo, poi alzò le spalle. - Richiamalo qui se vuoi. Altrimenti non possiamo fare proprio niente. Ron, mi aiuti a lavare i piatti? -

Ginny tirò su Harry, ancora immerso nelle sue elucubrazioni. - Ah, adesso si dice "lavare i piatti"? Vedete di non lavarli troppo e mettete un incantesimo insonorizzante alla porta, almeno non vi sentiremo. - disse maliziosa trascinando il suo ragazzo fuori dalla porta.

Una volta in soggiorno lo fece sedere sul divano e si appoggiò a lui, semisdraiata sulle sue gambe. - A che pensi, Harry? - chiese vedendo che ancora non abbandonava il suo eterno cruccio. Il moro si riebbe e la guardò dolcemente. - Penso che ad Hogwarts se la stiano passando davvero male. La scuola è sotto il controllo dei Mangiamorte e probabilmente Voldemort è ospite gradito a cena. -

Ginny lo guardò intensamente. - Non puoi farne a meno, vero? - gli chiese. Lui la guardò con uno sguardo perplesso, segno evidente che non aveva la benché minima idea dell'argomento in discussione - Non puoi fare a meno di preoccuparti per gli altri, dico. Anche ora che non possiamo fare nulla se non aspettare ti preoccupi per quelli che sono rimasti a Hogwarts. -

Harry sorrise, ma smise subito di fronte allo sguardo serio di Ginny. - Ma tu poi saperlo vero? Se Voldemort avesse preso Kreacher tu lo sapresti, no? - Harry sgranò gli occhi, diventando per un attimo inquietante del tutto simile a Luna. - Cosa? C-come potrei... -

Ginny gli accarezzò una guancia. - Non fingere con me. E' inutile. Ti ho visto stamattina quando ti sei alzato ed ero sveglia già da prima. Sapevo che sognavi Voldemort come al mio quarto anno. - Harry era paralizzato dallo stupore - Ti ho scioccato, eh? Non ti ho interrotto perché poteva essere importante. -

Lui deglutì. - Allora... tu sei d'accordo che continui a fare questi sogni, giusto? Cioè, non devo ricominciare con Occlumanzia? - Ginny fece un sorriso storto. - Temo invece che dovrai ricominciare. Devi essere pronto ad un attacco di Voldemort, devi saperti difendere. Ti aiuterò io. -

Harry la tirò contro di sé per baciarla meglio. Inspiegabilmente si trovarono entrambi stesi sul divano abbracciati e "lievemente scomposti". Non che qualcuno dei due si lamentasse per questo; anzi se fosse crollato il mondo sotto di loro non se ne sarebbero accorti anche se la subitanea sparizione del divano poteva essere un problema. "Sei bellissima Gin." pensava Harry guardando la sua ragazza nelle poche pause tra un bacio appassionato e l'altro "Ancora non riesco a credere che sei mia"

- Ti amo Gin - le sussurrò gentilmente all'orecchio tirandosela contro ancora di più, come se non volesse lasciarla andare. E questo a lei stava benissimo - Anch'io ti amo Harry. - rispose appoggiandosi sul suo petto. Sarebbe stata una scena perfetta se l'arrivo inopportuno di Hermione e la sparizione del divano sotto di loro (in effetti quello è stato un problema) non lui avessero interrotti.

- Sarà meglio che vi ricomponiate voi due. - disse loro la riccia facendo ricomparire il divano e guardando ansiosamente dietro di sé. - Se Ron vi trova così è capace di farne una scenata. - Ginny sbuffò riavviandosi i capelli con una mano ed aggiustando i vestiti di Harry sul ragazzo - E sarebbe ancora una volta un ipocrita. Suppongo non ti sia vista allo specchio... -

Hermione la guardò stranita e corse a controllare. Ritornò indietro poco dopo aggiustandosi i capelli e rossa in volto. Tempo qualche decimo di secondo ed arrivò anche Ron. - Allora? - chiese - Si è poi fatto vivo Krea... - si sentì un forte crac in mezzo alla stanza - ...cher? -

L'elfo era lì in mezzo, ma la spada non c'era.


***X***


- Kreacher è dispiaciuto, padron Potter signore. - l'elfo si stava già scusando prima che i quattro fossero riusciti a rendersi conto del suo arrivo. - Kreacher ha tentato e ha guardato nell'ufficio del preside. Lì c'era una spada e Kreacher ha saputo che la signorina Lovegood ed il signorino Paciock hanno tentato di rubarla. -

- Stanno bene? - chiese ansiosa Hermione. Il vecchio elfo annuì - Si signorina. Stanno bene anche se io crede che loro tristi perché voi non è con loro. Io ha detto che presto li aiuterete. - Guardò verso Harry per sapere se aveva fatto bene o doveva punirsi. - Bravo Kreacher, anche se non sappiamo quando potremo andare. - rispose lui - Ma torniamo alla spada. Hai detto che c'era nell'ufficio di Silente. Perché non l'hai presa? -

Kreacher scosse la testa di qua e di là - No, padron Potter. Io ha detto che c'era una spada, ma non era vera spada di Grifondoro. Io ha chiesto ad un mio amico elfo che ha lavorato con i folletti alla Gringott, signore, ma mi ha detto che signori del Ministero sono venuti a portarla via, signore e quando è tornata non era più quella vera. -

Hermione annuì - Devono averne fatta una copia. - Kracher imitò il verso della riccia. - Quindi la spada ce l'ha... - Ron deglutì preoccupato prima di rispondere - Sì, dobbiamo penetrare nel Ministero. - Ginny alzò la mano. Tutti si voltarono a guardarla. - Sono solo io che ho un brutto ricordo dell'ultima volta che siamo stati al Ministero? - chiese candidamente, strappando agli altri una risata tirata e stanca. Decisamente non era l'unica.

Harry sospirò - Ragazzi, lo sapete che ... - Ron - ... non dovete ... - Hermione - ... per forza ... - Ginny - ... venire con me. - Il moro rimase di stucco vedendo i suoi amici completare senza errori la frase che gli era venuta in mente. - M-ma... -

- Oh, Harry, ti prego! - sbottò Hermione un poco irritata. - Sai che stai diventando noioso? Non so come faccia Ginny a sopportarti! - Ron fece un sorriso malizioso - Magari è a letto che non è così noioso. - Tutti lo guardarono. - Dai che avete capito... - disse per togliersi dall'imbarazzo.

Ginny ed Harry stavano per ribattere, ma Hermione fermò tutti con un gesto. - Non penso sia il momento ora. Dobbiamo cominciare a pensare a come penetrare un'altra volta nel Ministero. Kreacher, ti dispiacerebbe aiutare Ron a preparare il pranzo? - disse gentilmente rivolta all'elfo.

Quello s'inchinò - Certo, signorina. Aiuta io amico rosso del mio padrone a preparare la cena. - Kreacher si diresse in cucina seguito da un confuso Ron. - Dopo dovrete mettermi al corrente, però. A meno che non facciate la riunione in cucina. -

Una volta comodamente seduti confortati dalla brezza proveniente dalla finestra aperta, per quanto riguarda Ron comodamente in piedi a sudare sette camicie davanti ai fornelli, cominciarono a parlare. - Dove può essere la Spada? -

- Sicuramente Scrimgeour l'ha presa e portata via da Hogwarts. - disse Harry - O lui o uno dei suoi. Quindi o è nel suo ufficio o in quello degli Auror. - Ginny scosse la testa. - Sono posti troppo ovvi. Deve averla portata in un posto dove può studiarla, ma nessuno mai la cercherebbe. -

- Non di nuovo l'ufficio misteri mi auguro... - intervenne Ron, dando loro le spalle. Anche Hermione rabbrividì a sentire quel nome. - Spero proprio di no. - convenne. - E non credo nemmeno sia in uno degli altri uffici, dove chiunque potrebbe trovarla per sbaglio... -

- E allora dove diavolo è? -chiese Ginny quasi arrabbiata. Harry fece un sorriso storto. - Temo che dovremmo ribaltare tutto il ministero, Gin -


***X***


Passarono le settimane seguenti a progettare il colpo al Ministero. Avevano organizzato dei turni e mentre due facevano la posta davanti al'entrata secondaria, coperti dal mantello dell'invisibilità, gli altri due a rotazione andavano al supermercato per rifornire la dispensa sotto precise indicazioni di Kreacher. Ovviamente il tutto mascherati da una pozione che alterava i loro lineamenti, nel caso venissero notati da qualcuno.

Poi la sera si ritrovavano tutti assieme per cenare con tutta l'allegria rimasta. Quella sera, circa dopo una settimana di piantonamenti davanti al ministero, Harry e Ginny stavano mangiando vicini, grondando miele come loro soli sapevano fare tanto che il dolce, un fantastico gelato con la panna preparato da Kreacher personalmente, sembrava quasi salato.

Ron sbuffò distogliendo lo sguardo da quei due per indirizzarlo ad Hermione, aspettandosi di trovarla immersa nuovamente in uno di quei giganteschi tomi che solitamente si portava anche a tavola. Invece trovò il suo sguardo fisso su di lui, mentre il gelato sul cucchiaino si scioglieva.

- Se non vuoi più il gelato posso mangiarlo io! - si offrì Ron lusingato anzichenò dall'effetto che aveva fatto alla bruna. Hermione sorrise e ricominciò a mangiare il dolce, finendolo in pochi minuti. Ron diede un'altra occhiata a Ginny ed Harry, rischiando di procurarsi carie e diabete contemporaneamente, poi si alzò salutando l'elfo che veniva per sparecchiare e dirigendosi verso il soggiorno.

Hermione lo raggiunse poco dopo, quando lui era già semi sdraiato sul divano, riposando la schiena massacrata dalla giornata trascorsa in piedi davanti ad una cabina telefonica. - Sei migliorato molto con Kreacher - disse lei sedendosi accanto a lui.

Ron sbuffò. - Non potevo certo continuare come prima quando lui è cambiato. Se lo merita. - disse con una maturità sorprendente. Lei ridacchiò piano e si sdraiò al suo fianco, abbracciandolo come nel sacco a pelo. - E tu? Come vanno i tuoi studi? - domandò il rosso cominciando ad accarezzarle piano i capelli come al solito indomabili.

Lei fece un verso che poteva essere interpretato in molti modi, ma di certo non di fastidio per ciò che le stava facendo. - Non tanto bene. - confessò poi - Ci sono un paio di posti dove Voldemort avrebbe potuto nascondere qualcosa in effetti, ma niente è certo. Al limite dovremmo girare un po', comunque, niente di grave. - Lui annuì con un mugugno, mentre lei proseguiva - D'altra parte con le fiabe di Beda non si procede per niente. Cioè riesco a leggerle abbastanza facilmente, ma non se ne cava una ragno dal buco -

Ron rabbrividì a sentire quel proverbio, ma non disse niente. Hermione gli si strinse più vicina. - E col piano d'assalto come va? - domandò poi al rosso. Ron alzò le spalle, senza smettere quei leggeri movimenti con la mano e scendendo sempre ad accarezzarle tutta la schiena. - Non è un vero e proprio piano, in realtà. Andiamo, scartabelliamo negli uffici, riempiamo di caccabombe quello del ministro e della Umbridge, troviamo la spada e usciamo. -

Hermione rise piano. - E le caccabombe chi ce le da? Fred e George? - Ron annuì. - Perché no? Non sarebbe certo la prima volta... - Hermione si alzò a malincuore dal suo petto per guardarlo negli occhi. - Beh, immagino che trattandosi della Umbridge sarebbero più che lieti, ma.... -

Improvvisamente scattò a sedere. - La Umbridge! - Ron la guardò leggermente intontito dal sonno e dal calore, per non parlare della logica di Hermione, che gli sfuggiva completamente. - Mione, che stai dicendo? - La ragazza si alzò di colpo, facendosi quasi venire un capogiro - Vieni in cucina, così spiego una volta per tutti e tre. Ma prima di entrare aspetta che te lo dica io. -

Ron la guardò ancora più stupito, chiedendo nuove spiegazioni con lo sguardo. Lei sorrise - Devo prima riuscire a staccare quei due! -


***X***


- Ce l'ha lei! - sorrise trionfante dopo essere riuscita nella sua personale missione impossibile. - Quella vecchia rospa. Altrimenti perché starebbe ancora al suo posto? - Ginny sgranò gli occhi entusiasta. Almeno non avrebbero girato a vuoto per tutti gli uffici aumentando il rischio di farsi scoprire.

Harry scosse la testa. - Sei sicura? Voglio dire, non pensi che per studiare un oggetto potente come la spada di Grifondoro serva una persona perlomeno normodotata quanto a intelligenza? -

- Non capisci! - replicò lei - Solo perché era crudele acida e cattiva... - - Per non dire nulla sul suo guardaroba... - completò la rossa, beccandosi un occhiataccia dalla bruna - ... sì anche quello, comunque non per queste cose si può dire che la Umbridge non fosse intelligente. Il suo lavoro come "insegnante" l'ha fatto bene dopotutto. -

Ron sbuffò - Il suo non lavoro, vorrai dire! Non fosse stato per Harry non avremmo imparato nulla - Il rosso si mise meglio sulla sedia - Comunque sono d'accordo con Hermione. La spada potrebbe essere lì. - la riccia gli rivolse uno sguardo di approvazione subito gelato dalla seconda parte della frase - Però ha ragione anche Harry: intelligente o no, non credo che basti la Umbridge da sola a studiare la spada di Grifondoro. -

Ginny si intromise. - Alt! Stop! Fermo! Non una parola di più! Se dici anche solo un pezzo della frase capirò una cosa che non voglio capire, quindi non dirla! - Harry ed Hermione la guardarono straniti, mentre Ron sorrideva e proseguiva, nonostante la sorella si fosse messa le mani sulle orecchie e stesse tentando in tutti i modi di non ascoltare.

- E possibile che la tenga nel suo ufficio quando non la usano, ma per studiarla temo la portino dagli Indicibili - - RON! Lo sapevo che avresti detto così! - disse Ginny furiosa uscendo dalla stanza. Harry la seguì, mentre Ron ed Hermione rimanevano a discutere di quello che poteva comportare.

Harry, dopo averla cercata in tutto il piano inferiore e nella camera che un tempo aveva condiviso con Hermione, decise di provare anche nei bagni, ma senza successo. Stava passando davanti alla vecchia camera dove avevano dormito Sirius e Fierobecco quando notò che la porta era aperta e Ginny stava seduta sul letto. La raggiunse a grandi passi, andando a sedersi accanto a lei.

- Non volevo mi vedessi così - confessò la rossa tirando un poco su col naso. - Soprattutto tu. - Harry la abbracciò, tentando di farle capire che poteva sfogarsi liberamente. E forse lei capì perché continuò a parlare. - Mi manca sai? Sirius intendo. La sua risata, la sua testa calda. E anche i suoi consigli... -

- Consigli? - domandò Harry chiedendosi perché mai Ginny dovesse farsi consigliare dal suo padrino. - Già. Su di te soprattutto. Si era accorto che ti amavo, come tutti avevano fatto da un pezzo tranne te ovviamente. Mi diceva che, pur essendo "un po' fesso" prima o poi i geni Potter dovevano venire fuori. "E allora ti salterà addosso alla prima occasione" - concluse sorridendo, pur tra le lacrime.

Harry non poté far altro che stringerla un po' di più certo che non si sarebbe mai fatto perdonare la sua idiozia. - Vorrei che sapesse. - continuò - Di noi due, di come sono andate le cose. - Il ragazzo, dopo qualche minuto, riuscì a trovare le parole giuste, se non per guarire almeno per lenire il dolore di quelle ferite. - Gin, forse ho un'idea. Dal momento che sembra che noi si debba passare per forza dall'ufficio Misteri... -

La ragazza ebbe un sussulto a sentire il nome, ma tentò di nasconderlo - ... possiamo fare in modo di lasciare un monumento per Sirius. Qualcosa che ricordi chi era, dove e perché è caduto - Ginny riuscì a tirarsi su quel tanto che bastava per dire - Dovremo rimetterci a scrivere come abbiamo fatto a casa dei miei? -

- Temo di sì - rispose sottovoce Harry prima di baciarla. Un colpetto di tosse li interruppe. - Spero non sia tu la causa delle lacrime di mia sorella altrimenti sei morto, Harry. - lo avvisò Ron con la grazia che lo contraddistingueva. - Ero comunque venuto a dirvi che domani faremo solo due capatine al ministero per vedere se cambia qualcosa di grosso, ma generalmente tenteremo di riposarci. Ora a letto e ringraziate che non abbia separato i vostri sacchi a pelo. -

Il rosso uscì dalla stanza sentendo già adesso tutti i rimbrotti che gli avrebbe tirato contro la sua adorabile ragazza per averli interrotti. Harry e Ginny rimasero ancora un poco abbracciati, poi si alzarono raggiungendo gli altri due di sotto.


***X***


Si stavano infilando nei sacchi a pelo quando passò Kreacher, per augurare la buona notte. - Io spera che voi dormite bene, signori. Se posso chiedere, perché dormite qui giù se sono libere le camere su? - La logica dell'elfo lasciò di stucco tutti e quattro. - Ehm... - tentò di dire Ron, subito interrotto da Harry ed Hermione. - Andiamo su allora. -

Ginny annuì felice. Meno entusiasta fu la reazione dell'altro Weasley; Ron infatti era equamente diviso tra gioia e paura. Gioia per l'intimità che avrebbe condiviso con la sua Mione e paura per ciò che temeva Harry e la sorella avrebbero fatto. - M-ma v-veramente io non... -

- Oh, su Ron! Solleva il tuo pigro deretano e andiamo di sopra - disse Hermione baciandolo - Fallo per me - Il rosso, imbambolato, si lasciò trascinare dalla ragazza, mentre Kreacher portava su, smaterializzandosi, i due materassi.

Harry e Ginny, rimasti soli, risero di gusto. - Non è giusto, però! - disse lui tra le risate - Voi donne non potete sempre comprarci così. - Ginny rise di più. - Non credo proprio. E' troppo divertente vedervi fare certe facce. E poi è la via più facile per guidarvi -

Lui le fece una linguaccia, ridendo subito dopo. - Andiamo anche noi. -

Intanto nella camera di Ron ed Hermione, i due stavano abbracciati nello stesso sacco a pelo. - Mione... - la chiamò lui, prima che si addormentasse. Lei rispose con un mugugno. - Credi sia giusto lasciarli insieme? Così senza sorveglianza? - La ragazza rise

- Non sono più bambini Ron. Non credo che Harry non sappia controllare i suoi istinti né che Ginny sia tutto d'un tratto diventata ninfomane, quindi... - disse come se sistemasse la questione - L'imminenza della morte fa cadere le inibizioni però. - obbiettò lui.

Hermione restò in silenzio per qualche momento - Pensi che moriremo sul serio? - gli chiese preoccupata. Ron la fissò intensamente - E' una possibilità. E mi spaventa a dire la verità. Mi spaventa soprattutto perché non avrò mai occasione di fare molte cose con te -

La ragazza si ritrasse dall'abbraccio indignata. - Come puoi pensare a CERTE cose in un momento simile? Non penserai mica che io apra le gambe a comando, io... - il rosso la interruppe, ridacchiando. - Amore, certo non intendevo quello, anche se non puoi pretendere che certi pensieri mi vengano in mente fino a quando siamo insieme così - disse alludendo ai loro corpi coperti solo dall'intimo sotto al sacco a pelo.

Hermione arrossì fortemente e continuò per nascondere l'imbarazzo - A cosa pensavi quindi? - domandò un poco più acida del solito. Quello che disse Ron poco più avanti la stupì e la fece pentire di tanta acidità. - A una famiglia. Mi sarebbe piaciuto creare una famiglia con te. - La ragazza aveva le lacrime agli occhi ed era senza parole, cosa incredibile considerando la persona.

- Non parlarne come se non potesse accadere. - disse con un groppo in gola - Potremmo morire... o potresti cambiare idea - disse Ron confessando le sue paure, sconsolato. - Mai. - ribadì Hermione

- Per quanto riguarda l'altro punto... - continuò lasciando perdere i dubbi di Ron - ... diciamo che mi impegno a non farmi uccidere tanto presto - Il rosso sorrise. - Grazie. Diciamo che siamo in due allora! -

La tirò a sé, baciandola. - Non intendo perdermi nulla di tutto questo. -


E dopo 18 giorni sono finalmente tornato a postare.

Sto finendo il capitolo dopo, anche se non so quando lo invierò perché tendo ad avere il capitolo successivo pronto prima di postarne uno.

Mi fa piacere che vi sia piaciuta l'idea del tranello del diavolo, figuratevi che è venuta durante una lezione di biologia sui vegetali...

Lo dico a kia, ma vale ovviamente per tutte... io sono un lui XD

Concludo coi soliti, ed alquanto scontati ormai, ringraziamenti a chiunque mi segua in particolare a niettolina, kya 07 e Haly_Gin 91. Spero non smettiate di commentare per evitarvi i ringraiziamenti XD

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Capitolo 8
*** Parentesi idillica ***


Parentesi idillica


Si godettero appieno quel giorno di vacanza. Quando si alzarono, poco dopo le dieci e mezza, capirono immediatamente che sarebbe stata una bella giornata. Ginny stava dormendo profondamente, rilassata come mai era stata fino a quel momento, con la convinzione che nulla le potesse far del male. Quando aprì gli occhi, ancora confusa tra sonno e dormiveglia, si sentì osservata e si girò piano.

- Buongiorno - le disse Harry salutandola con un tenero bacio. - Dormito bene? -

- Mmmh, passabile! - rispose lei ironica trattenendo le labbra di lui sulle sue. Dopo averlo liberato dalla sua morsa si rimise giù e lo fissò. Harry tenne lo sguardo puntato negli occhi della rossa fino a quando quella non lo abbassò con un timido - Che c'è? -

Il moro alzò le spalle - Niente, mi piace guardarti. - Lei si rilassò, nonostante l'idea che lui l'avesse osservata tutto quel tempo la mettesse un po' a disagio. - Credi che dovremmo andare a dire a mio fratello quello che non abbiamo fatto durante la notte? -

- Non credo - rispose sorridendo lui. - Ameno che tu non voglia rimanere scioccata da quello che potremmo trovare in camera di Ron ed Hermione.... - Ginny rimase un attimo interdetta. Poi spalancò gli occhi indecisa se essere felice o inorridita. - Tu dici che loro hanno... che Ron ha... -

Harry si limitò ad un sorriso sornione e si alzò cominciando a cercare i pantaloni e la maglia, mentre Ginny continuava a crivellarlo di domande. Scesero insieme a far colazione trovando Hermione sorridente ed impegnata a lottare contro i pancakes. - Ciao ragazzi! Dormito bene? - domandò. "Radiosa. Non c'è altro modo per descriverla. Deve essere vero quello che ha detto Harry..." pensò Ginny con una punta di invidia.

Proprio in quel momento scese Ron, mattiniero come non mai. - Ehilà! Come state? - domandò dando un bacio ad Hermione. Harry e Ginny li guardarono stupefatti, mentre la riccia perdeva il controllo dei pancakes che sarebbero finiti a terra senza l'aiuto provvidenziale di Kreacher.

- Oh, scusa... - tentò Hermione quando si accorse di cosa aveva fatto. Il vecchio elfo le sorrise, con aria leggermente maliziosa e benevola come uno di quei vecchietti simpatici che vede due giovani "distratti" e li guarda con leggero rimpianto. - Non si preoccupi signorina, ci pensa Kreacher. -

Si sedettero tutti a tavola, mentre Hermione e Ron diventavano di un bel colorito rosso pomodoro. - Che facciamo oggi? - domandò Harry cominciando a mangiare la colazione. - Non lo so, sinceramente. - rispose Hermione - Qual è il passatempo favorito del mondo magico? -

- Quidditch! - risposero all'istante tre voci. Hermione scosse la testa sconsolata - Ma che ho fatto di male? -

- E' semplice mia cara! - rispose Ginny per tutti - Ti sei innamorata di lui e sei diventata amica di noi due. Peggio di così non ti poteva proprio andare! - disse indicando prima il fratello e poi se stessa ed Harry. - Ha ha. - fece la riccia nella pallida imitazione di una risata. - Tanto siamo chiusi in casa e non credo potremo giocare a Quidditch qui. -

Ron sorrise. - Tu sottovaluti le capacità del tuo aitante, splendido, coraggioso nonché straordinariamente intelligente ragazzo. - disse in uno slancio di modestia. - io direi piuttosto quelle di mio padre e Sirius. - aggiunse Harry sgonfiandolo. - Hanno nascosto una parte del giardino e lo hanno ampliato per poter giocare. Ci sono anche gli anelli. -

Hermione si arrese e si alzò da tavola - Kreacher hai bisogno di una mano coi piatti? - - No, signorina! Andate pure, Kreacher finisce di pulire e poi fa colazione - Non avendo più paraventi dietro ai quali nascondersi tirò su Ron per la manica. - Andiamo sbruffone - disse posandogli un bacio sulla guancia - Fammi vedere se tutte le tue storie sul meraviglioso portiere sono corrette. -


***X***


Uscirono in giardino dopo aver preso le loro scope. Eh sì, perché anche Hermione si era comprata una scopa, o meglio tutti e tre l'avevano regalata a forza alla riccia. Una Comet 370, con il manico in larice, adatta per i voli ad una media altezza. Non proprio una scopa da corsa ma per alcune partite nell'orto della Tana andava più che bene. E andava bene anche adesso ovviamente.

Mentre Ron ed Harry si cambiavano, Ginny tentava di far indossare una sua vecchia divisa ad Hermione, con solo qualche piccolo problema di taglia. - Forza! Ed entra.... - disse la rossa maledicendo la sua vecchia divisa. Entrambe le ragazze emisero uno sbuffo quando finalmente la testa della riccia passò attraverso lo stretto foro della divisa da Quidditch del grifondoro.

Hermione si girò per guardarsi allo specchio. - Non sono io questa. - disse all'amica. Ginny sbuffò - E chi saresti allora? Ora muoviti, scommetto che ad un ragazzo coi capelli rossi piacerai molto, vestita così - Lei arrossì furiosamente diventando tutt'uno con la divisa. - Andiamo che è meglio - disse prendendo la sua scopa dallo zaino ultra capiente.

Insieme scesero fino al giardino, dove trovarono i ragazzi ad aspettarle. Ron, guardando in alto verso Hermione restò scioccato. "Ginny, ma perché hai dovuto metterle la tua divisa piccola? Perché Hermione deve essere così bella? Ma soprattutto, con rispetto pensando, da quando è così ben messa?"

Harry gli tirò una gomitata, per farlo rinsavire. Ma era mai possibile che pur dormendo con lei ancora Hermione gli facesse quell'effetto? - Contieni la salivazione, Ron. Dobbiamo giocare a Quidditch - Hermione salì sulla scopa e spinse forte, chiudendo gli occhi; volare le faceva ancora un po' paura. Ron si alzò in volo dietro di lei, andando agli anelli.

Ginny sorrise. - Tutti contro Ron, quindi? - disse scaldandosi i muscoli e prendendo la pluffa. - D'accordo! Harry a te! - urlò cominciando a volare a tutta velocità come avevano già fatto a volte alla Tana. Hermione tampinava Ginny, sicura di un passaggio all'indietro di Harry.

I due erano molto bravi, ma da soli tendevano a giocare sempre con gli stessi schemi. In più Harry era negato con la pluffa, cosicché lasciava tirare sempre la rossa. Puntuale come un orologio Harry tentò la finta davanti a Ron, passando la palla alla sua metà.

Hermione riuscì ad afferrarla e a dirigersi verso gli anelli. Si era allenata molto, obbligata da Ginny ovviamente, e ora ci teneva a far vedere alla sua maestra che non era stato tempo sprecato. Era un'alunna diligente lei!

Si diresse verso Ron con determinazione e tirò dritto in uno degli anelli esterni. Un tiro facile lungo e nemmeno troppo veloce; non difficile da parare. Eppure il rosso, incantato a guardare Hermione, non si accorse della palla rossa che gli sfrecciava accanto. - Ehi Ron! Ti sei rimbambito? - gli urlò dietro Ginny.

Il rosso si riscosse dalla strana danza della vittoria che stava ballando la sua ragazza per portare lo sguardo su sua sorella. - Che figura ci fa la "grande squadra del Grifondoro" se ci facciamo battere da qualcuno che sarà la terza volta in vita sua che prende in mano una scopa per divertirsi? -

- Scusa, ero un attimo distratto... - cercò di accampare su Ron, assumendo il tono di colore dei suoi capelli. Harry rise forte, mentre andava a recuperare la pluffa - Sì, da Hermione! - Anche la ragazza, pietrificata a metà di un gesto esultante, arrossì furiosamente.

Continuarono a giocare per ore, interrotti solo per poco da Kreacher che aveva portato dei Sandwich (- Signori deve pur mangiare qualcosa! -). Dire che Ron non venne più distratto dalle forme di Hermione costrette nella vecchia tuta di Ginny sarebbe un esagerazione. Fatto sta che, per non fare troppe figuracce, cercò di darsi un contegno, facendo passare solo poche palle. Ovviamente vinse Ginny, seguita di stretta misura da Hermione e da ultimo Harry, che si era dimostrato tanto incapace con la pluffa quanto abile col boccino.

Rientrarono solo a cena, dopo una veloce doccia per lavare via tutta la fatica di quella giornata. Si ritrovarono tutti in cucina per mangiare l'ottima cena dell'elfo, inaspettatamente grande cuoco. - Dofremo prefentafti a mia madre Kreacher... - tentò di dire Ron deglutendo a metà frase sotto lo sguardo disgustato e indispettito di Hermione.

- Ma io conosce signora con capelli rossi, signore! Lei viveva qui anni fa, ricorda? - disse il vecchio elfo con voce insospettatamente squillante. Harry si rabbuiò, ricordando i momenti quasi felici e normali che aveva vissuto con Sirius. Ginny se ne accorse e si chinò verso di lui per baciarlo su una guancia.

Lui si ritrasse disgustato e ne aveva ben donde - Gin, sei tutta sporca di sugo! - La rossa rise e lo pulì con il tovagliolo approfittandone per sussurrargli - Ho bisogno che tu distragga Ron da Hermione per un po' dopocena. Devo sapere una cosa... -


***X***


- Ehi Ron, ti va una partita a scacchi? - chiese Harry d'un tratto dopo cena. Il rosso lo guardò per qualche secondo, come per rendersi conto del perché di quella richiesta insensata. "Chissà perché vuole essere mazziato... Oh beh, non sarò certo io ad impedirglielo!"

Alzò il sopracciglio destro - D'accordo. Preparati alla sconfitta, come al solito. - lo avvisò. Si misero in soggiorno, sdraiati a pancia in terra vicino alla poltrona, mentre Hermione si sedeva sul divano curvando le gambe dietro di sé e mettendosi a leggere le fiabe di Beda per la terza volta.

Ginny restò per un po' a vedere la partita poi si sedette sul divano con Hermione intavolando una discussione qualsiasi. - Allora Herm, ti è piaciuto volare? - La riccia chiuse il libro, consapevole che una volta iniziata una conversazione con Ginny non si poteva più evadere. - Come le altre volte che l'abbiamo fatto, direi - rispose - Forse è un po' meglio all'aperto, però -

La rossa cominciò implacabilmente la sua opera di indirizzamento del discorso. - Certo vedere Ron che sbavava per te non deve esserti uno spettacolo indifferente... - disse sorridendo maliziosamente. Sia Ron che Hermione arrossirono terribilmente, ma quando la riccia abbassò lo sguardo sul rosso lo trovò completamente concentrato sulla partita. O almeno così sembrava. - Ma che dici.... - si difese lei.

Harry si lasciò andare ad una risatina rendendosi conto che Ron aveva appena lasciato scoperto un cavallo. "Vai così Gin! Di questo passo forse riesco anche a vincere" La rossa continuò con una finta ritirata. - D'accordo, d'accordo... - disse lasciando qualche che secondo di silenzio si poggiasse tra loro. - Immagino che avrai passatempi molto più interessanti, come quelli che fai con mio fratello ad esempio. -

Hermione era sconcertata. - Beh, non credo che studiare possa essere definito passatempo... - la rossa fece un gesto con la mano per zittirla. - Non quello! Intendevo qualcosa di più... privato. - La riccia la guardò confusa dapprima poi rispose senza diminuire il rossore - Niente che non facciate anche voi immagino... -

Ron non riuscì più a reggere la tensione e alzò lo sguardo dalla partita, mentre Harry approfittava della sua distrazione per mangiargli la regina. - Come? - chiese il rosso. Ginny gli sorrise candida - Torna alla tua partita tu. Ce ne dovrai mettere d'impegno senza cavalli e senza regina... -

Mentre Ron si disperava cercando di salvare il salvabile, Ginny riprese il discorso. - Dalle mie fonti mi risulta che siete andati piuttosto più avanti di noi, comunque... - Hermione arrossì ancora più violentemente "Ginny che dici... Io non... Noi non... insomma!"

- Non capisco ciò di cui stai parlando... - tentò cercando di sviare il discorso. Ma la rossa era inarrestabile - Dai Herm, non ci vuole molto per fare due più due... ieri notte venivano rumori dalla vostra stanza e stamattina avevi un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Allora com'è? -

Hermione arrossì ancora al ricordo della dolorosa caduta che aveva fatto sulle cinghie del suo proprio zaino e di come Ron l'aveva stretta a sé e medicata. Niente di eccessivamente mieloso, però le aveva fatto piacere. "Ma lei come fa a sapere... e chiede se mi è piaciuto?"

Allo sguardo perso dell'amica la rossa sbuffò - Non mi vuoi rispondere? D'accordo lo chiederò a Ron. Ehi, fratellone com'è fare sesso con Hermione? - Harry, che in quel momento stava bevendo il succo di zucca che gli aveva gentilmente portato Kreacher, rischiò l'annegamento. Ron lasciò andare l'alfiere che stava muovendo e ad Hermione cadde il libro dalle mani.

- Non... non lo so. Cioè, noi non l'abbiamo mai fatto quindi... - Ginny li guardò con aria scettica. - Ed i rumori stanotte? I sorrisoni stamattina? Siete proprio sicuri che non sia successo niente?- Hermione provò a sorriderle. - Qualcosa è successo in effetti... - cominciò - ...ma non quello che pensi tu. -

- Sono inciampata sullo zaino e mi sono sbucciata il ginocchio sul parquet. Non potevo guarirmi con la magia per via delle schegge di legno e non potevo certo muovermi con quel ginocchio. - Ron si sostituì a lei - Non era un bello spettacolo, tutto rosso e sanguinante. Così l'ho presa e l'ho portata in bagno e le ho tolto le schegge, niente di che. -

Hermione gli sorrise, ben sapendo che era molto di più di quanto lui stesso non volesse ammettere. Ginny fece un sorriso di scuse, incerta se essere felice o triste di aver preso una cantonata. Questo statico quadretto fu interrotto da un urlo di gioia da parte di Harry. - Torre in A8. Scacco matto! -

Ron sgranò gli occhi come tutti gli altri nel salotto. - Che? Non è possibile, fammi controllare. - Harry rise di gusto. - Sì, controlla pure. - disse gongolante. Mentre il povero rosso cercava e ricercava un modo per sfuggire allo scacco, il Prescelto si rivolse a Ginny.

- Com'è che ti è venuta quest'idea? - chiese accennando all'amica ancora in stato di shock. Lei tirò fuori la lingua - Me lo hai detto tu stamattina! - Il moro rise - Ma era una battuta! Non intendevo sul serio -

- Sì, ma poi ho visto Hermione e Ron così contenti e zuccherosi e pensavo... - il mugolio della rossa si perse nel silenzio, corredato dalle imprecazioni di Ron che ancora non aveva trovato un modo per spuntarla su Harry.

Fortunatamente il cervello di Hermione completò il reset proprio in quel momento venendo in aiuto alla conversazione. - Non ti preoccupare Ginny. E' che noi non... non ci abbiamo neanche provato in realtà. In più penso che lo farete prima voi, insomma... si sapeva che sareste finiti insieme... -

- Sì una volta che questo testone qui avesse lasciato perdere Cho ed i suoi complessi da supereroe! - sottolineò la rossa indicando un poco stizzita Harry dietro di lei. - Gli ultimi non li ho ancora lasciati perdere del tutto a dir la verità... -

Se le ragazze avrebbero ignorato o dato peso a quel commento non si seppe mai perché proprio allora Ron dichiarò la sua disfatta a scacchi; la prima in assoluto. Pose l'indice sulla testa coronata del re e la trascinò a terra.


***X***


Andarono subito a dormire dopo che Hermione ebbe ricordato loro che si dovevano alzare presto il giorno dopo. Nella stanza di Harry e Ginny, i due se ne stavano accoccolati l'una tra le braccia dell'altro, già addormentati.

Ron ed Hermione invece, per quanto ci provassero, non riuscivano a prendere sonno. - Mione - sussurrò Ron - Dormi? -

- Questa è la domanda più stupida che potessi farmi Ron. Comunque no, non riesco a dormire - rispose lei mentre il rosso le accarezzava piano i capelli. - Pensavo a quello che credeva Ginny. Che noi due avessimo fatto... che l'avessimo fatto insomma. -

Per un po' Ron stette in silenzio, aspettando che continuasse, un poco teso. - E... - la spronò. - E niente. Dicevo solo... Secondo lei ovviamente siamo pronti e... Beh lo penso anch'io un po'. - Lui la guardò negli occhi per cercare di capire se mentiva o era sincera.

- Sei sicura? V-voglio dire se è per me... non devi sentirti... cioè a me piacerebbe ma... - Hermione lo interruppe. - Ma è mai possibile che pensi che solo a te potrebbe piacere? Non credo che sia a senso unico. -

Ron stava cercando di balbettare qualcos'altro, ma lei gli tappò la bocca con un bacio. - Hai detto che volevi una famiglia - gli disse con uno sguardo provocatore - Prendilo come un.. allenamento. Ti devi applicare agli allenamenti, lo sai? -

Saggiamente il rosso decise di non ribattere. Si baciarono con foga, spinti dalla passione e dal desiderio che provavano l'uno per l'altra (nonché dai loro ormoni adolescenziali). Le mani di entrambi sciolsero i nodi ed i lacci che tenevano gli indumenti attaccati al corpo del partner ed una volta che furono nudi, non presero tempo per osservarsi, condividendo fantastici momenti e sensazioni.

Tempo dopo ripresero coscienza di sé, ritrovandosi abbracciati languidamente, sotto le coperte dato che nel loro slancio amoroso avevano sdegnato il sacco a pelo. - Fortunatamente Kreacher ha cambiato le lenzuola... - commentò Hermione con la testa posata sul petto dell'altro.

Ron rise piano. - Che c'è? - chiese lei. Lui non poté fare a meno di ridacchiare ancora rispondendole - Ma non era questo il momento in cui mi dici "E' stato magnifico?" - Lei alzò un sopracciglio. - Perché? Tutte le ragazze che hai avuto si sono forse gettate in lodi sperticate per le tue prestazioni, Weasley? -

La lieve risata del rosso non accennava a smettere. Le baciò piano la testa. - Direi che, ad ogni modo, un commento sulle lenzuola è fuori luogo. - disse dolcemente - Visto? Ho imparato a parlare come te! -

- Dormi scemo! - gli disse sorridendo. Poi, quasi ripensandoci, si alzò e lo baciò teneramente sulla bocca. - E' stato magnifico e ti amo. E ora basta che domani dobbiamo frugare tutto il ministero di nascosto. Di nuovo. -


Come i più acuti ( o acute) fra voi avranno notato, questo capitolo è un po' più piccolo dei precedenti, circa la metà. Questo è dovuto al fatto che scrivere capitoli di tensione o di azione è molto più facile e veloce, mentre di questo non so che altro dire.

I ringraziamenti ancora una volta (che palle direte voi e avreste ragione), vanno a tutti coloro che hanno la pazienza di leggere questa storia, ma soprattutto alle mie commentatrici.

Spero solo che le due recensioni invece di tre non sia dovuta a noia per colpa mia, ma se anche è così non ne faccio una colpa. Grazie comunque di aver commentato fin'ora.

Il prossimo capitolo sarà un poco più lungo spero. XD

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Capitolo 9
*** Ministero ***


Ministero


La mattina seguente Hermione aprì gli occhi per inerzia, immersa in una specie di limbo. Non riusciva a pensare a niente che non fosse il calore del letto e di Ron tra le sue braccia. Solo cinque minuti dopo, con un sussulto che svegliò anche il ragazzo, ricordò quanto dovevano fare quel giorno.

- Ah! - disse un poco delusa alzandosi. Ron rimase ancora a letto mentre lei si stirava e si rivestiva. - Su, muoviti Ron, che fai ancora lì sdraiato? - Il rosso sorrise, arrossendo anche in zona orecchie. - E cosa può fare un giovane innamorato mentre la sua ragazza si veste? Mi godo il panorama, no? -

Hermione arrossì furiosamente, per il commento e si mise in fretta i pantaloni e la maglia. - Muoviti pelandrone. Lo sai che dobbiamo fare, no? - Il rosso la guardò un po' incerto. - Sinceramente? No non lo so... soprattutto non so perché tu ti stia agitando così, dobbiamo andarci stanotte al ministero, non stamattina. - La ragazza si bloccò. - Oh, sì. Giusto, rimettiti pure a dormire. - disse dolcemente baciandolo sulla fronte - Scusa se ti ho svegliato. -

- Dove vai? - le chiese lui già pronto a scivolare nuovamente nel mondo dei sogni. - Già che sono sveglia vedrò di impiegare il tempo in modo costruttivo. - rispose lei abbassando dolcemente la voce. - Non ti preoccupare. -

Scese in cucina e si fece la colazione. "Harry e Ginny sono ancora su. Chissà se anche loro... ma cosa vado a pensare! Hermione Jane Granger, svegliati" Dopo che ebbe mangiato sei delle ottime frittelle di cui Kreacher le aveva dato la ricetta, riprese il libro che le aveva dato Silente.

Cosa diamine voleva fare Silente? Il deluminatore era senz'altro utile, ma c'erano molti modi per creare il buio totale. Il boccino era un altro tassello oscuro, ma almeno c'entrava con Harry, sebbene "Mi apro alla chiusura" fosse una frase piuttosto criptica. Ma il libro?

Che connessione c'era tra "Le fiabe di Beda il Bardo" e la loro missione? Perché le aveva lasciato quel libro? Perché, perché, perché?

"Forse ha ragione Ron" si disse "Penso troppo" Si buttò sulla poltrona scompostamente, in modo da fissare la finestra e non il caminetto vuoto. Fissò torva il libro. "Cos'è che aveva detto Scrimgeour?" Lentamente il sonno la sorprese di nuovo.

Si ritrovò nuovamente alla Tana con Harry, Ron ed il ministro, ma invece di vederli dai suoi propri occhi li osservava come se una quinta persona fosse presente in quella stanza. - ...Hai mai discusso di codici o di modi per passarsi messaggi segreti con Silente? - disse il vecchio auror in quell'istante. Certo che no. Lei non aveva mai discusso di codici con Silente. Ne lei né Ron avevano discusso granché con il preside, si erano sempre fermati al rapporto professore-studente.

Come in un film di terz'ordine il sogno sfumò in una dissolvenza, aprendosi su un'altra scena. Erano loro quattro stavolta, una sera in sala comune dopo il salvataggio di Sirius. Ron era appena stato dimesso ed Harry stava rievocando le avventure passate mettendole per iscritto per informare il suo nuovo padrino. Improvvisamente si mise a ridere. - Che hai? - gli chiese il rosso

- Niente. E' solo che ho passato dieci minuti buoni il primo anno per cercare di indovinare la parola d'ordine per l'ufficio di Silente. E sapete qual'era? - domandò con fare da cospiratore, appena rovinato da quel sorrisetto idiota che faceva presagire una risposta ancora più idiota. - Harry, non credo che sia giusto... -

Ron sbuffò a questo intervento. - Dai Hermione non fare la guastafeste! - Harry fece uno strano gesto con la mano, probabilmente per troncare sul nascere una delle loro solite litigate. - Fa niente, tanto la cambia ogni anno. Era... "Sorbetto al Limone" -


***X***


La riccia si tirò su a sedere come se avesse fatto un incubo. Si mise la testa fra le mani facendo cadere il libro dal grembo. Era anche completamente sudata, realizzò, come se avesse realmente avuto un incubo. Si alzò dirigendosi verso il bagno per farsi una doccia.

Mentre risaliva le scale ripensava allo strano sogno di prima. Continuava a rimbalzarle una parola in testa. Limone. Sorbetto al Limone. Scosse la testa per liberarsene. Eppure non riusciva a mandarla via, era come un chiodo fisso.

Arrivata in camera vide che la doccia era già occupata. Si sedette sul letto sfatto aspettando che Ron uscisse. Senza porre un freno particolare ai suoi pensieri, si ritrovò a pensare a quella notte ed a cosa avevano fatto su quel letto. Completamente rossa si alzò; dopotutto potevano anche fare la doccia insieme.

Entrò in bagno con i capelli che si arricciarono istantaneamente per l'umidità. Lui era già sotto la doccia, con le tendine tirate; non l'aveva sentita entrare. Hermione, ancora rossa, si spogliò completamente ed entrò abbracciandolo da dietro. - Finalmente ti sei alzato dormiglione! - gli disse mentre lui cercava di riprendere l'equilibrio dopo il sobbalzo che aveva fatto.

- Prima o poi dovrò pur fare colazione, no? - rispose Ron osservandola. Hermione arrossì, com'è ovvio. - Non guardarmi così... - disse abbassando lo sguardo. Incitato da questa improvvisa timidezza, il rosso non si fermò. - Così come? -

- Come se fossi qualcosa da mangiare... - Lui le sorrise giocoso. - Perché non sei tu la mia colazione? - Cominciò a baciarla passionalmente. Non si fermava mai se non per riprendere fiato. E lei era ben contenta di assecondarlo, arrivando perfino a provocarlo un po'.

- Come mai così tardi la doccia stamattina? - domandò lui tra un bacio e l'altro. - Mi sono riaddormentata in salotto e ho avuto un incubo. Ero tutta sudata quando mi sono alzata, quindi ho deciso di fare una doccia. -

Ci misero dieci minuti buoni per dire queste frasi, dato che potevano parlare solo nelle rare pause tra un bacio e l'altro. Infine Hermione si staccò dal rosso, pur continuando ad abbracciarlo. - Adesso basta però. Siamo stati anche troppo entusiasti ieri sera e Harry e Ginny si alzeranno certamente tra poco. Direi che non è il caso di usare tutta l'acqua calda per noi... -

Ron sbuffò, ma finì di lavarsi ed uscì, non senza qualche pausa. Tra i baci entrambi riuscirono a lavarsi ed a vestirsi anche abbastanza velocemente, poi Ron si mise sul letto e chiese alla ragazza di raccontargli l'incubo. - Beh, è diviso in due. La prima parte è una sorta di ricordo di quando Scrimgeour è venuto alla festa di Harry ricordi? - Il rosso annuì - La seconda parte è una nostra chiacchierata al terzo anno, quando Harry ci ha detto che a... Silente piaceva il limone -

Aveva avuto un attimo di tristezza pensando al preside, ma ora le era passato. E' d'obbligo dire che l'abbraccio caldo e sincero della persona che si ama aiuta a superare molte cose. Ron, tuttavia, si sentiva piuttosto inutile. - Mione io non so che dirti. A che pensavi prima di addormentarti? -

Lei alzò le spalle. - Non so. Mi chiedevo perché Silente abbia voluto ingarbugliare tutto così. Perché ci ha lasciato queste cose... - Fu il turno di lui ad alzare le spalle. - Non ne ho la minima idea, Mione. In ogni caso se c'è una persona che può scoprirlo sei tu. - Lei gli sorrise dolcemente - Grazie della fiducia, ma non so se... -

Il rosso sbuffò. - E dai. La nostra non è mica una missione impossibile... - Lei fece tanto d'occhi. - Dillo di nuovo -

- Cosa, che ce la puoi fare? -

- No, dopo. - Ron era sempre più confuso

- Che non è una missione impossibile? - Hermione emise un urletto, evidentemente aveva trovato la soluzione del mistero. - Ron sei un genio! - disse correndo di sotto per recuperare il libro di Silente. Il rosso restò impalato a chiedersi cosa mai avesse detto di così geniale.


***X***


La ragazza, intanto, stava scendendo le scale a rotta di collo, quasi travolgendo Harry e Ginny che uscivano sorridenti dalla loro camera. Nella sua mente risuonava la solita cantilena "Hocapitohocapitohocapito..." di quando risolvevano un mistero.

Ron uscì dalla sua stanza ancora con l'accappatoio avvolto intorno ai fianchi e guardò la sorella ed il suo migliore amico. - Ma che le prende? - domandò Harry. Il rosso alzò le spalle. - Sinceramente non ho capito tanto bene... Stavamo parlando tranquillamente di un incubo che ha fatto quando tutt'a un tratto si alza e corre via dalla stanza. - Ginny lo guardò accusatrice - Sicuro di non aver detto o fatto niente di idiota per farla arrabbiare? -

- Non sono arrabbiata! - urlò una voce dal piano di sotto. Effettivamente Hermione sembrava tutto meno che arrabbiata. Harry e Ginny scesero per raggiungere la ragazza, mentre Ron tornava in camera per finire di vestirsi. La trovarono in cucina con il libro che le aveva dato Silente, due limoni e Kreacher che continuava a spremere un altro agrume.

- Che state facendo? - Hermione alzò lo sguardo, quasi spaventando Harry. Non le aveva visto quello sguardo da quando era riuscita a convincerlo della sua idea dell'ES. - Harry, Ginny! Venite qui ad aiutarmi con i limoni. Kreacher, ti spiace andare a prendermi un pennello? -

L'elfo la guardò stranito, come se si chiedesse che cosa si può fare con un pennello e dei limoni (domanda legittima tra l'altro), comunque rispose - Certo, signorina. Io va a vedere se c'è il pennello. - Il moro guardò Kreacher uscire dalla sala col suo passo strascicato. - Ci puoi spiegare almeno cosa stiamo facendo? - disse prendendo un coltello per affettare un nuovo agrume.

- Stiamo decifrando il messaggio che ci ha lasciato Silente. - i due la guardarono stralunati - Sentite, aspettiamo Ron, vi va? Almeno non devo ripetermi... - Una voce la interruppe dalle scale. - Non fa niente, Hermione, sono qua. - disse spuntando in cucina mentre era impegnato nella complicata operazione di infilarsi la maglietta. Ginny sospirò - E' al contrario, Ronald... -

Una volta che il rosso riuscì ad azzeccare il verso della maglia, Hermione cominciò a spiegare. - Stamattina presto stavo rileggendo le Fiabe di Beda e mi chiedevo perché Silente ce le avesse lasciate. Poi ho fatto un sogno strano tra Silente a cui piace il limone e Scrimgeour che chiede se abbiamo mai parlato di codici segreti con il preside. - Harry e Ginny erano a bocca aperta, Ron un po' meno ma ancora non riusciva a vedere dove la ragazza volesse andare a parare.

- Così ne ho parlato con Ron e lui è venuto fuori con una trovata spettacolare: Mission Impossible! - Harry era totalmente sbalordito, mentre i due Weasley, come al solito digiuni del mondo babbano, avevano l'aria corrucciata. - Come facevi a conoscere quel film? - disse il moro all'indirizzo dell'amico.

Ron era sempre più interdetto - Che flim? E cos'è un flim? - Hermione rise piano, continuando nella sua opera. - Si dice film, Ron. Comunque è una specie di serie di foto babbane, proiettate ad alta velocità in modo che sembrino un unica immagine. - Vista l'espressione confusa dei Weasley, Hermione scosse una mano, inondando tutti di succo di limone.

- Lasciamo perdere. Vi porteremo tutti al cinema un giorno. Comunque in quella storia si parlava di inchiostro simpatico; è un tipo particolare di inchiostro che sbiadisce quando asciuga... - il rosso sbuffò - Non mi sembra tanto simpatico. -

La riccia rise - Hai centrato il punto Ron. Ad ogni modo l'inchiostro può essere rivelato con l'acido citrico... - - Vale a dire, il succo di limone. - intervenne Harry prima che i due fratelli si sentissero troppo esclusi. -

Proprio in quel momento tornò Kreacher col pennello, uno di quelli fini da pittura. La famiglia Black doveva vantare qualche artista tra i suoi ranghi. - Ron, vieni qui. - ordinò. Il rosso non osò disobbedire, anche perché in quel momento era l'unica ad avere un'idea veramente chiara della faccenda. - Devi spennellare DELICATAMENTE i fogli con il limone, io trascriverò quello che apparirà. -

Ginny era ancora dubbiosa, così come Harry - Ehm, Herm? Sei sicura che succederà qualcosa? - chiese lui mentre Ron cominciava la sua opera. La ragazza gli rivolse uno sguardo tale che non osò ribattere. Pochi secondi dopo Ron emise un verso stupito. - Ehi, ragazzi, guardate qua! -

Mentre Harry e Ginny spalancavano le bocche in un muto "Oooh!" di sorpresa, la riccia si limitò ad un sorriso soddisfatto - Non sembrano lettere però! - osservò la rossa incuriosita - Già, sembrano più che altro rune... - rispose Hermione studiandole - Ma sono di un tipo che non ho mai visto prima -


***X***


Continuarono così per molto tempo, tanto che i minuti si fusero in ore. Kreacher aveva iniziato a preparare il pranzo e l'ottimo odore che spandeva dalle sue pentole tirate a lucido dopo anni di incuria, aveva definitivamente cacciato quello aspro del limone. Tuttavia Hermione e Ron erano ancora lì, lui all'opera col pennello, lei china per metà sul foglio, per metà sul libro.

- Ehi, è la prima volta che copi tu da me! - rise il rosso. Anche lei sorrise - Vorrà dire che segneremo la data sul calendario. Il 27 Agosto sarà un anniversario da ricordare d'ora in poi - Ron si rabbuiò tutto d'un tratto. Hermione smise di trascrivere le sue preziose rune e lo guardò in faccia. - Che hai? Ho... detto qualcosa di male? -

Lui scosse la testa - Niente, Mione. Torniamo a lavorare tanto abbiamo quasi finito. - Hermione guardò prima lui, poi il libro. In effetti mancavano pochissime pagine. Annuì piano - Ok, ma dopo mi dici cosa ti è preso, d'accordo? -

- Oppure? - lei prese il cipiglio deciso di quando li costringeva a fare i compiti - Oppure me lo dici subito e poi finiamo. Scegli pure come vuoi, mi raccomando... - Ron sorrise, grato. - Finiamo, su. -

Quando, qualche minuto dopo, Hermione ebbe trascritto l'ultimo segno, la ragazza tolse le ciotole dalla tavola, la pulì ed infine trascinò Ron in soggiorno. - Dove sono Harry e Ginny? - chiese lui sospettoso. La ragazza sbuffò. - Sono andati in giardino a giocare a Quidditch. -

Il rosso fu sul punto di dire qualcos'altro ma si trattenne. Continuò lei - Si può sapere che hai? - domandò senza pietà.

- Una volta eri più diplomatica, Mione - gli fece notare lui. Lei rise - Sarà la tua vicinanza, Ron. Ora rispondi alla mia domanda. - Non si prende in giro facilmente Hermione Granger

- Stavo pensando alla scuola. - rivelò lui - Che noi non ci saremo e tutto il resto. In più con solo il G.U.F.O. non possiamo fare quasi niente, di certo non l'Auror. E poi chissà se usciremo vivi da questa situazione... A questo punto non sono più sicuro di niente, Mione - disse appoggiando la faccia alle mani aperte e le braccia sulle ginocchia.

Hermione sorrise, anche se una lacrima lottava per uscire - Neanch'io. - ammise. Ron la guardò stupefatto - Anch'io non ho più certezze. Vorrei tanto aiutarti, ma non posso fare niente. A parte esserci. Ron io per te ci sarò sempre lo sai? -

Lui l'abbracciò di slancio e non la lasciò andare; non che lei ci stesse esattamente provando però. - E cosa farei mai senza la mia secchiona so-tutto-io? - disse baciandola lievemente sulle labbra. Il loro scambio di effusioni venne interrotto dalla voce di Ginny che diceva - Ehi piccioncini! Se avete finito, Kreacher dice che è pronto il pranzo... -

Mangiarono allegramente, cercando di non pensare a ciò che dovevano fare quella sera. Hermione si era attaccata al suo foglio pieno di scrittura druidica arcaica. - Mione, smettila di stare attaccata a quel foglio! - la rimproverò Ginny scherzosamente.

Lei sorrise - Già, quando tu la smetterai di stare attaccata a Harry! - Ron rise forte con lei. Il moro, invece, puntò un coltello smussato contro l'amico sorridendo. - Ehi tu, smettila di traviare la mia sorellina! - lo minacciò scherzoso.

Il rosso alzò le sopracciglia afferrando il suo coltello. - Vuoi la guerra? - lo sfidò brandendo la lama poco affilata come se fosse stata una lotta all'arma bianca in stile medievale. Quello che nessuno dei due si sarebbe aspettato era Kreacher che entrava in cucina reggendo faticosamente sulle braccine due lunghe spade che avevano tutta l'aria di essere un cimelio di famiglia.

- Padrone usa queste invece di coltelli. Molto meglio, molto più divertente. Io ricorda quando padron Sirius e padron Regulus giocava tutto il tempo. - disse l'elfo. Harry e Ron lo guardarono per un attimo stupiti poi si rivolsero un identico ghigno. - In guardia fellone! - disse il rosso prendendo la spada. - Accetto la sfida, messere - rispose l'altro aggiustando l'impugnatura sulla mano.

Nonostante le loro parole, entrambi non riuscivano a tenere bene su la spada, figurarsi ad usarla con destrezza. Scambiarono appena un paio di affondi, sotto lo sguardo divertito di Ginny e quello torvo di Hermione. Harry abbassò la spada con fatica, cercando di controllare il tremore alle mani. - La spada di Grifondoro non è mica così pesante, però! - disse lamentoso

- Mione non è che puoi farci quell'incantesimo alleggerente...? - chiese Ron. Lei non rispose, al che lui mise in mostra la sua migliore faccia da cucciolo. Hermione si girò dall'altra parte, ma sorrideva. - Non fatevi male! - si raccomandò dopo qualche secondo puntando la bacchetta alla cieca contro le spade.

Tra fendenti e montanti, Harry e Ron si divertirono per ore. Si erano trasferiti in giardino per evitare che il clangore delle spade disturbasse le ragazze. Ginny si era messa a leggere un libro trovato nella piccola biblioteca dei Black, mentre Hermione era china tra il vocabolario di Rune e la trascrizione del messaggio di Silente nascosto nel libro di Beda. - Non viene? - chiese la rossa alzando per un attimo lo sguardo dal libro.

- Mmmh! - grugnì lei cancellando alcune delle parole che aveva scritto precedentemente. - Deve essere per forza un'altra prova di Silente. Ho provato con ogni tipo di traduzione indicato dal libro, ma non funziona niente. - sbuffò la riccia. Si appoggiò allo schienale della poltrona, rilassando per un po' la schiena e poi alzando lo sguardo sull'orologio. - Andiamo a riprendere quei due. Dobbiamo dormire il resto del pomeriggio. -

Li trovarono alle prese con un accanito duello. Appena furono arrivate le ragazze Ron si interruppe subito, ricevendo una sonora bastonata sulla da Harry. - Ehi, perché l'hai fatto? - chiese lui tastandosi il suo bernoccolo nuovo fiammante.

- Ti sei distratto e ne ho approfittato! - gli rispose il moro ridendo. Il rosso non sembrava d'accordo - Ha ha. Che ridere, davvero! -

Fu Ginny ad interrompere questo scambio di testosterone. - Ehi ragazzi, forza. Andiamo a dormire che stasera ne avremo bisogno di energie. Subito. - disse con un cipiglio molto "Molly Weasley". Nessuno dei due ragazzi osò disobbedire.

Le due coppie si ritirarono nelle camere e tirarono giù le tapparelle per dare l'illusione della notte. - E' strano andare a dormire alle cinque del pomeriggio. - disse Harry una volta che si furono infilati sotto le lenzuola; da tempo loro non usavano più il sacco a pelo con il caldo che c'era. - Sembra quasi di essere in inverno! - precisò con una risata

Ginny si strinse accanto a lui - Se hai freddo dimmelo... - rispose lei a metà tra il sarcastico ed il malizioso. Harry la abbracciò e la baciò dolcemente. - Ti amo, Gin. Mi raccomando non fare niente di avventato stasera. -

La ragazza sorrise, girandosi per guardarlo. - Ma senti chi parla dell'avventatezza! Non sei tu quello che si è fatto avanti per cavalcare un ippogrifo al suo terzo anno? - Harry corrucciò la fronte, mentre la rossa gli rideva in faccia - Eh, già. Io so tutto mio caro! -

- Devo imparare a mimetizzarmi meglio allora! - rispose Harry. - Meno male che mio padre mi ha lasciato il mantello. - Ginny si stese su di lui, bloccandolo con il suo peso. - Non credo proprio che ti convenga usarlo per nasconderti da ME! - lo minacciò. Peccato che il sorriso sulle sue labbra rovinasse l'effetto.

Malgrado le loro intenzioni andarono aventi a lungo, chiacchierando tranquillamente per mandare via la paura, finché non si addormentarono verso le cinque e mezza.


***X***


Harry aprì gli occhi non appena la sveglia cominciò il suo terribile tintinnio. Dopo averla fermata con un gesto stizzito, si alzò a sedere ed inforcò gli occhiali. La stanza era ancora buia, ma dalla scarsa luce giallognola che veniva attraverso le persiane, sembrava fosse già notte da un po'.

- Gin. Ehi, Gin, svegliati! - disse posando un bacio sulle labbra della ragazza. La rossa, non se ne diede per inteso e si girò dall'altra parte. Harry rise, cominciando piano a scuoterla - Ginny svegliati. Dobbiamo fare la nostra gitarella al minitero, ricordi? -

- La chiama gitarella lui... umpf! - La rossa, a quanto pare ben sveglia, cercava di restare il più a lungo possibile sotto le coperte. Harry rise piano, cominciando ad avviarsi per il bagno. - Muoviti dormigliona. Tanto se non ci riesco io con le buone, manderò Hermione e sai quanto è irritabile quando si arriva in ritardo... -

Pochi minuti dopo, ancora assonnati, scesero per mangiare qualcosa. Trovarono Ron ed Hermione già seduti a tavola, impegnati in un bacio molto passionale mentre Kreacher cercava di ignorarli, pur non riuscendo a nascondere un sorriso lievemente inquietante dati i suoi lineamenti. - Buongiorno, padron Potter, signore. O forse Kreacher dovrebbe dire "Buonasera", e anche a voi signorina. -

- Ciao Kreacher - risposero i due in coro, cominciando a mangiare. Sembrava una cena ed in effetti non doveva essere strano data l'ora, ma l'essersi appena svegliati aveva scombinato tutti i loro orari interni. Mangiarono in silenzio, scambiandosi solo frasi di circostanza come - Mi passeresti il sale? - o - C'è ancora arrosto? -

Si alzarono da tavola e si cambiarono velocemente, adottando abiti completamente neri, ricavati dalle divise di Hogwarts. Ad onor del vero li avevano preparati a partire da copie delle divise, Hermione non avrebbe mai permesso che si usassero quelle vere.

Si appostarono davanti al caminetto ed Harry si sentì in dovere di fare uno dei suoi discorsi, per cui era completamente negato tra l'altro. - Allora. Abbiamo deciso di usare la metropolvere, tanto questa casa non dovrebbe più essere controllata, secondo le nostre ricerche, ma non sappiamo cosa ci aspetterà all'arrivo. Massima allerta. Hermione ha nascosto le bici nei dintorni del ministero in caso ci serva una rapida via di fuga e tutti sappiamo dove sono. - si interruppe in un sospiro che, se non fossero stati in pericolo di morte, avrebbe avuto del teatrale - Vedete di non farvi ammazzare, per favore... -

- Direi che è l'ultimo dei nostri desideri - rispose Ginny alleggerendo il momento. Hermione prese un grosso pugno di Polvere Volante e lo getto nel camino, le cui fiamme diventarono subito verdi - Ministero della Magia, Londra. - disse la ragazza con voce chiara e precisa. Nessuno si muoveva Ron inspirò forte - Sai Harry? - disse ridacchiando nervosamente - Mi ricordavi molto Moody prima. "Vigilanza Costante!" -

Si tuffò letteralmente nel camino, seguito subito dagli altri. - Kreacher spegni le fiamme quando siamo passati! - lo avvisò Harry prima di compiere anche lui la sua capriola finendo nel camino.


***X***


Il ministero era immerso nel buio. Ron, Hermione e Ginny erano già pronti con la bacchetta alzata e fremente in caso di pericolo. Quando anche Harry si fu ripreso dal viaggio attraverso i camini, fece un cenno e tutti si mossero in direzione degli ascensori. Era stata un'idea di Hermione, quella di usare i segnali non verbali delle forze speciali e bisogna dire che funzionavano benissimo. Certo, con tutto l'allenamento che avevano fatto, se non avessero funzionato sarebbe stato ben deludente.

Si infilarono tutti e quattro nella cabina dell'ascensore e premettero il pulsante per l'ultimo piano, parecchi livelli più sotto. Avevano deciso di cominciare dalle cantine, ma avrebbero dato solo un'occhiata veloce dato che sembrava improbabile tenere una cosa importante come la spada di Grifondoro in quell'ambiente umido e puzzolente.

Ciononostante accesero le bacchette e diedero un'occhiata, incappando solo in qualche botte di vino elfico o di idromele barricato. Controllarono così anche molti altri livelli, fino ad arrivare agli uffici dei segretari ministeriali, dove lavorava la Umbridge, la loro "adorata" insegnante. Si introdussero anche nel suo ufficio, ovviamente, e non vi trovarono niente di diverso da quello che aveva ad Hogwarts.

Le stesse leziose immagini di gattini che ronfavano nelle loro cornici, il tutto contornato dalla vomitevole carta da parati rosa shocking che aveva fatto mettere alle pareti. Addossato ad una di queste c'era anche uno schedario, anch'esso rosa. Ron fece segno di controllare, mentre lui e Ginny montavano la guardia. Harry ed Hermione si divisero lo schedario, partendo uno da destra l'altro da sinistra.

Dopo lunghi minuti Harry diede un colpetto ad Hermione per indicarle una scheda. Diceva "Silente Albus Percival Wulfric Brian: Testamento" La lessero con attenzione per vedere se il preside avesse lasciato loro qualcosa di più che il ministero non avesse voluto dire e che potesse aiutarli a sopravvivere meglio a quell'avventura. Sventuratamente a quanto pareva Scrimgeour aveva riportato tutto il testamento; c'era solo una nota, aggiunta a mano dalla Umbridge stessa, accanto alla dicitura "Spada di Grifondoro. Attualmente in esame presso la sezione Auror, secondo suggerimento anonimo"

Ad Harry venne da ridere, pensando che il suggerimento l'aveva dato proprio lui il giorno del suo compleanno, quando aveva proposto che qualcuno indagasse sul "..infilzare Voldemort con una spada". Reprimere le risate divenne poi quasi impossibile quando Hermione gli mostrò il suo proprio fascicolo accanto a quelli di Ron, Ginny, Neville, Luna, dei gemelli Weasley e della stessa Hermione.

Sempre a gesti, uscirono da quella stanza con le lacrime agli occhi. Smettendo la loro operazione di spionaggio, si diressero immediatamente ai livelli più alti, dove si trovavano gli uffici degli Auror. Lì l'ambiente era molto più sobrio di quello lasciato nell'ufficio della Umbridge; c'erano parecchie scrivanie ai lati di un lungo corridoio, qualche ufficio privato, probabilmente dei capireparto, e niente foto di gattini.

Alle pareti erano appese decine di bacheche di quelle in sughero su cui erano attaccate le foto di altrettanti criminali vecchi e nuovi. C'era persino un gigantesco schizzo del serpentino volto di Voldemort che li guardava irato; chissà chi era stato tanto fortunato da essere sfuggito alla sua collera...

Dopo aver perso qualche istante per osservare l'ambiente, si sparpagliarono cercando ognuno in direzioni diverse. Harry si diresse subito verso una scrivania, cominciando a rovistare. Alzò le carte e diede loro una scorsa, per vedere se contenevano altre indicazioni. Niente. Cercò nei cassetti, nel piccolo schedario, frugò perfino nel cestino della spazzatura, rischiando di tirarsi addosso una sostanza gelatinosa simile ai vermicoli marci che una volta Piton gli aveva fatto pulire, come punizione.

Frugò in questo modo altre due scrivanie, fino a quando quasi non si scontrò con Ginny che procedeva nella direzione opposta; anche lei non aveva trovato nulla. Qualche secondo dopo anche Hermione e Ron terminarono la loro ispezione senza risultati e si diedero agli uffici. Purtroppo, anche se li setacciarono con la stessa cura riservata alle scrivanie, della spada nemmeno l'ombra.

Stavano per uscire dagli uffici Auror alla volta dell'ufficio dello stesso Scrimgeour, quando un botto sordo proveniente dal piano superiore li fece bloccare. Allo stesso tempo qualcuno diede l'allarme con la voce magica amplificata. - Nemici nel Ministero! Nemici nel Ministero! -

Tutti e quattro si acquattarono in un angolo, ma non venne nessuno dalla loro parte. Sentirono un gran frastuono al piano di sopra, mentre la fastidiosa voce che avevano ormai capito essere registrata magicamente, continuava ad urlare il suo messaggio. - Andiamo su a vedere. - disse Harry.

Dopo tutto il silenzio sembrò loro strano udire quella voce e ci rimisero un po' per ritrovare la loro. - Ma Harry, non sappiamo nemmeno se l'allarme è scattato per noi e non abbiamo ancora trovato niente! - disse Hermione preoccupata

Ron scosse la testa. - Se fosse scattato per noi si sarebbe attivato prima oppure sarebbero venuti tutti qui. C'è qualcun altro sicuramente. -

- Comunque non dobbiamo farci vedere! - urlò Hermione in risposta - Certo, ma qua non abbiamo concluso niente, forse è meglio che diamo un'occhiata, non credi? - Ron era rosso di rabbia.

Improvvisamente Harry si accasciò tenendosi la testa fra le mani - HARRY! - urlò Ginny spaventata correndo da lui. Stava avendo un'altra delle sue visioni e questo la spaventava, ma certo non poteva lasciarlo solo. Gli prese la mano stringendola forte. Il moro rispose al contatto, ma non disse nulla né si mosse. Ginny era ormai inginocchiata al suo fianco e gli teneva la mano, mentre con l'altra gli carezzava la testa.

- Non mollare, Harry, ci sono io accanto a te. Non sei solo. Guarda, ma non perderti. Non puoi perderti, ci sono io. Devi tornare da me, hai capito? - Il moro non capiva una parola di quello che gli veniva detto, ma la voce della rossa lo aiutava ad essere presente. Per qualche minuto sembrò come svenuto, mentre diventava sempre più pallido per lo sforzo, poi riemerse dalla sua catalessi.

Li guardò uno ad uno, si vedeva che erano preoccupati e ancora non sapevano... - LUI è qui. -


Ehilà! Finalmente sono riuscito a finire questo capitolo. Come al solito i ringraziamenti vanno alle tre signorine che commentano i miei sforzi, per quanto strano possa sembrare, ed in maniera positiva.

X Hayley_Gin91: Oh, sì. Ginny è una grande impicciona, non lo sapevi? Però secondo me dopo aver aspettato anni e anni che i due si togliessero i paraocchi, un po' di curiosità è lecita XD

X kia 07: Harry, almeno nelle mie intenzioni, non sapeva niente, ma di certo ne ha approfittato grandemente con Ron. Mi spiace non aver messo il pezzo in cui tutti e tre rimanevano basiti di fronte alla primissima sconfitta di Ron, ma non sapevo proprio come scriverlo XD

X niettolina: Se ti può consolare, questo capitolo era talmente lungo che non sarebbe nemmeno finito. Ho deciso di spezzarlo qui per aumentare la suspance (oltre che per problemi di lunghezza)

Immagino abbiate capito chi è LUI. Intanto vi dico che non è Sauron, anche se la battuta è banalmente presa dal Signore degli Anelli.

Spero continuerete a seguire e/o commentare. Alla prossima! XD

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Capitolo 10
*** Fuori uno ***


Fuori uno


- LUI è qui - aveva detto. Aveva visto le facce degli altri che passavano dalla paura al terrore. Quel poco di coraggio e il debole filo del subconscio umano che non faceva loro accettare la morte imminente, erano le uniche cose che impedivano al terrore di degenerare in panico.

Neanche Harry, che tutti acclamavano come l'Eroe e a cui tutti si aggrappavano per avere sostegno, era immune da certe emozioni, ma in quel momento non ne era invaso come avrebbe dovuto essere. Aveva visto con chiarezza la mente di Voldemort, ma non ne era stato assorbito. Era come se Ginny avesse fatto da ancora, permettendogli di restare Harry e non diventare Voldemort come le altre volte che era accaduto.

Si era ritrovato in una grande sala in pietra, riccamente arredata, probabilmente il Malfoy Manor. Ancora una volta osservava con gli occhi di Voldemort stesso e indirizzava sguardi malevoli alla folla. - E' venuto il momento - sentì dire una voce. Ci mise un po' a capire che era quella di Voldemort stesso. Non era realmente connesso a lui, ma sentiva ancora in sottofondo, la voce dolce di Ginny che gli parlava e la piccola mano che stringeva la sua.

- E' venuto il momento, amici miei - diceva - Questa sera il Ministero finalmente cadrà e noi prenderemo il potere per compiere la nostra nobile missione. - A quel punto Voldemort s'interruppe per ricevere le acclamazioni della folla. Fece un cenno ed un'adorante Bellatrix venne avanti per posizionarsi di fianco al suo Signore, pur continuando ad osservarlo rapita. - Oggi noi prenderemo il posto che è nostro di diritto, ma sarà solo il primo gradino. Andiamo! -

A quel punto Harry era tornato in sé, conscio che entro pochi secondi anche Voldemort sarebbe giunto in quello stesso luogo. Guardò i suoi amici e disse loro quello che avevano bisogno di sentirsi dire - Diamoci una mossa -

Quasi fossero stati loro in catalessi, si risvegliarono con un brivido e tutti e quattro si misero a correre verso gli ascensori; avevano ormai stabilito che la spada non si trovava nell'ufficio degli Auror, né probabilmente in quello Misteri. Ora come ora c'era una sola persona cui chiedere e presumibilmente quella stessa persona era di sopra a combattere contro il più potente mago oscuro di tutti i tempi.

Avevano bisogno di Scrimgeour. Aspettarono con ansia di arrivare al piano, ma una volta giunti la scena che si presentò loro non avrebbe potuto essere più apocalittica: la bella statua, ricostruita l'anno prima, era stata nuovamente abbattuta e l'aria era carica dell'energia degli incantesimi e delle maledizioni che le due parti si lanciavano.

- Presto, dobbiamo cercare Scrimgeour! - urlò Hermione sopra il fracasso. Corsero in mezzo alla battaglia, dando una mano agli Auror quando potevano. Videro Tonks combattere contro ben tre Mangiamorte alti il doppio di lei e Lupin venire in suo soccorso. Era arrivato anche l'Ordine. Nessuno ad ogni modo sembrò rendersi conto di quattro ragazzi che si aggiravano in mezzo al campo, cercando di schivare le magie altrui e colpendo i Mangiamorte.

Finalmente raggiunsero Scrimgeour, impegnato anche lui contro due incappucciati, subito riconoscibili come Malfoy e MacNair. Il ministro aveva già diverse ferite che gli segnavano il volto, tra le quali una che sanguinava copiosamente alla testa. - Mi spiace Ministro, che la nostra collaborazione debba finire così! - stava dicendo Malfoy senior, prima di venire atterrato da uno schiantesimo di Ron, mentre MacNair faceva la stessa fine sotto i colpi di Hermione.

- Dispiace anche a me, Lucius - rispose beffardo il vecchio Auror, sghignazzando euforico sul corpo svenuto del nemico. Poi, come accorgendosene solo in quell'istante, chiese. - Potter, Weasley, Granger! Che ci fate qui? E chi è l'altra ragazzina? - Ginny stava già per apostrofare duramente il "vecchietto rimbambito", come amava chiamarlo, ma non era davvero il momento.

- Siamo qui per la spada di Grifondoro! - rispose Harry trafelato - La prego, ministro, è di vitale importanza! - Scrimgeour sembrava ancora restio. Non capiva, non capiva, non capiva. E quando non capiva, s'incaponiva. - A che vi serve quella spada. Non ha niente di unico a parte l'essere appartenuta a Grifondoro. -

Harry tentò di ribattere - MA ci serve! La preg... ARGH! - urlò portandosi una mano alla tempia. Ginny fu di nuovo subito al suo fianco, mentre Hermione continuava - Signore, non lo chiederemmo se non fosse cruciale, ma lo è! Ci aiuti... -

Il ministro ancora era interdetto. Quella spada era un rompicapo. Perché Silente l'aveva lasciata a Potter? Perché adesso quei quattro lo stavano letteralmente supplicando per averla? Perché perché perché?

Proprio a quel punto Harry si riebbe dalla sua visione - Viene da questa parte, ministro. E' il momento di scegliere. E' con noi, o contro di noi? - Scrimgeour restò ancora in bilico per un attimo; certo allearsi col Signore Oscuro poteva essere vantaggioso... sorrise di questi pensieri idioti: era un Auror, dopotutto!

Fece un gesto con la bacchetta e la spada di Godric Grifondoro apparve a mezz'aria, prontamente impugnata da Harry. - Grazie, ministro. - disse lui, più tranquillo, mentre già si preparavano a correre agli ascensori per la quarta volta in quell'assurda serata.

- Ma chi abbiamo qui? - chiese una voce melliflua e dolciastra. Non ce l'avevano fatta, Voldemort era arrivato e certo non li avrebbe lasciati andare così facilmente. - Ministro! Che onore... per lei! - Scrimgeour ricambiò la cortesia sputando di lato un poco del sangue che gli era colato in bocca dalla ferita in testa.

- E Potter! Credevi di poter essere al sicuro qui? Di poterti nascondere da me? - Ron Ginny ed Hermione si portarono subito in prima fila, le bacchette puntate. - Oh, ma vedo che hai portato le tue guardie, molto bene. Weasley, Granger e... - il suo sguardo si soffermò sull'ultima ragazza - Oh sì, devi essere la cara Ginny. Mi hai parlato tanto di te, ero quasi commosso... Vedo che alla fine ce l'hai fatta col nostro Harry! -

Lo sguardo della rossa era glaciale - Tom... - lo salutò. Questo più di ogni altra cosa sembrò mandarlo in bestia - NON CHIAMARMI COSI' - urlò furiosamente - Io sono Voldemort! - disse scagliando loro una maledizione dal colore scuro. Nonostante i loro Sortilegi Scudo, vennero dispersi dalla forza della maledizione. Rimase in piedi solo Scrimgeour.

-Andate, ci penso io a trattenerlo. - urlò il ministro - Silente voleva che foste voi! Andate, ORA! - Ron ed Hermione annuirono e cominciarono a correre verso gli ascensori. Harry, tirato da Ginny, fece lo stesso, ma si fermò a metà - Ministro! - gli urlò dietro. Quello si voltò in parte, per non perdere di vista il suo avversario. - Ho lavorato con tuo padre, Potter. - gli disse - Dannatamente bravo come Auror, ma casinista come pochi e tu gli assomigli molto. Tieniti stretti gli amici! -

Stranamente Voldemort sembrava calmo e posato. Come se non gli interessasse davvero inseguire il suo nemico mortale per strappargli la vita una volta per tutte, ma piuttosto volesse solo compiere il lavoro che si era prefisso per quella notte. - Ma che bel teatrino, ministro! Ora possiamo aprire il nostro direi! CRUCIO! -

Scrimgeour deviò l'incantesimo con difficoltà, la vista rossa per via del sangue sugli occhi - Non spero di vincere. Non posso sperarlo. Ma Potter ti fermerà, ne sono sicuro. Non potrai fermarlo. -

Un lampo di luce verde illuminò tutta la scena.


***X***


Intanto, fuori dal ministero, quattro ragazzi pedalavano alla bell'è meglio su altrettante biciclette, invisibili ad ogni creatura vivente grazie agli incantesimi di cui erano provvisti i loro mezzi. Tornarono in fretta e furia a Grimmauld Place e si fiondarono in casa, ancora scossi e tremanti.

Arrivò Kreacher, preoccupato. - Padrone, è andato tutto bene, padrone? - Harry alzò il braccio malfermo con la spada stretta in pugno. - A-aiuta gli altri Kreacher, per favore. Portiamoli in salotto. - disse tirando su Ginny di peso e portandola sulla poltrona. Si sedette ai suoi piedi, appoggiandosi alle sue gambe, ancora tremante, come se non mangiasse da giorni e giorni.

Arrivarono Ron e Kreacher che sorressero Hermione fino al divano. Quando tutti furono accomodati Kreacher chiese - Devo portare qualcosa, padrone? - Harry stava per fare un cenno di diniego, quando la voce di Hermione lo interruppe, fioca. - Whisky. - Tutti la guardarono stupiti.

- La signorina vuole del Whisky Incendiario? - Hermione scosse la testa. - Whisky babbano. Ne ho visto una bottiglia in cantina. - bisbigliò. Mentre Kreacher si allontanava Harry emise un fischio ammirato - Non ti facevo un ammiratrice degli alcolici normali! -

- Come sono quelli babbani? - chiese Ron interessato, mentre anche Ginny guardava verso Harry. Lui alzò le spalle - Mah, direi che sono buoni. Il whisky ti brucia un po' la gola, ma se è buono e ben stagionato ha un ottimo sapore. -

Tornò Kreacher con la bottiglia di whisky e cominciò a versarla nei bicchierini, che distribuì poi a tutti. - Argh! - fece Ginny semi sputacchiante. - Ma è alcool puro! - Harry sorrise. - Non offendere, amico! Questo è puro whisky scozzese delle Highlands! Me ne aveva parlato Sirius, una volta... Kreacher, ti dispiace portare un po' d'acqua? -

Dopo che l'elfo fu per l'ennesima volta, andato e tornato Harry lo congedò. Poi alzò il bicchiere come avevano già fatto per Malocchio. - Signori... al ministro della magia, Rufus Scrimgeour. - Seguì un coro di - A Scrimgeour - poi tutti bevvero.

Vennero interrotti da un rumore sospetto, come se qualcuno fosse inciampato nel portaombrelli. - Aspettavate qualcuno? - sussurrò Ron afferrando la bacchetta. Ginny ed Hermione fecero lo stesso, mentre Harry spegneva le luci con un incantesimo, prima che l'intruso, o gli intrusi, potessero accorgersi di qualcosa.

Calò il silenzio, mentre i quattro si disponevano ai lati della porta. Videro un cono di luce approssimarsi alla soglia e poi due figure una di seguito all'altra. Quando ebbero oltrepassato la porta, mentre cercavano un qualche segno di vita intorno a loro, sentirono due bacchette puntarsi contro le loro schiene.

- Mani in alto e bacchette in vista. - ordinò Ron perentorio. I due sconosciuti alzorono le braccia sopra la testa tenendo le bacchette alzate. - Giratevi - I due si girarono, rivelando i volti di Lupin e Tonks. Hermione e Ginny andarono subito a stringere l'amica, mentre Ron stringeva al mano a Lupin. Harry era più dubbioso - Chi siete? -

- Remus "Lunastorta" James Lupin, sono stato Malandrino e professore di Hogwarts ed io stesso ti ho insegnato come evocare un patronus, attraverso lunghe e spossanti esercitazioni con un molliccio. - Harry annuì, mentre l'attenzione si spostava da lui a Tonks, ancora abbracciata a Ginny ed Hermione - Ninfadora Tonks Lupin e odio il mio nome. Sono un metamorfomagus e ho abitato qui per gran parte dell'anno quando questa casa era sede dell'Ordine della Fenice. -

Harry ancora non accennava ad abbassare la bacchetta. Tonks sbuffò - Ok, ok, Ninfadora Artemisia Tonks Lupin, ti ho fatto l'occhiolino prima della tua udienza al ministero. - Il moro sorrise abbassando il braccio. Tonks era lievemente irritata - Ho già detto che odio il mio nome? -


***X***


Si spostarono in soggiorno, mentre Ron ed Hermione prendevano posto l'uno accanto all'altra sul divano e Ginny si sedeva sulle gambe di Harry. - Allora... non per sembrare sgarbato, ma ... che ci fate qui? - chiese il rosso con molta diplomazia.

Lupin e Tonks si guardarono tristi - Il ministero è caduto... - Hermione annuì - Già, c'eravamo anche noi - Remus fece una faccia stranita - Ma come... Oh, non importa. Il punto è che subito dopo la caduta si sono voluti divertire e beh, io oltre ad essere un lupo mannaro sono anche un membro dell'Ordine e... - La sua voce si perse in un borbottio

Tonks gli mise un braccio attorno al collo. - In sostanza ci hanno attaccato e ci siamo smaterializzati qua davanti - si guardarono imbarazzati per un attimo, poi Lupin rialzò la testa - Forse ti sembrerà un pochino sciocco detto da noi, ma... non è che potreste farci rimanere? -

Harry sorrise- Certamente Remus, come se potessi chiudervi la porta in faccia... Kreacher? - chiamò. L'elfo apparve davanti a loro con un sonoro crac. - Senti so che sei stanco e magari vuoi anche andare a dormire, ma ti dispiacerebbe preparare un altro letto? - Kreacher s'inchinò profondamente e sparì di nuovo.

Lupin era incantato dalla trasformazione dell'elfo, così come Tonks. - Come... come hai fatto? -

- Bastava trattarlo bene - minimizzò Ginny - Il punto è: se vi siete materializzati qui di fronte, com'è che non siamo ancora circondati da Mangiamorte? -

- Penso che al ministero abbiano altro da fare piuttosto che controllare le materializzazioni al momento... - disse tetra Hermione. Restarono ancora per un poco in silenzio. - Ma che c'eravate andati a fare al ministero, stasera? - chiese Tonks, ancora stranita.

Harry scosse la testa. - Non possiamo dirvelo, mi spiace - Lupin sorrise triste - Fa parte della missione di Silente? - Harry annuì - Allora non vi chiederemo niente. -

Proprio in quel momento arrivò l'elfo - Kreacher ha fatto il letto. - annunciò. - Sei stato bravissimo Kreacher, grazie - rispose Remus entrando subito nell'ottica. - Buona notte ragazzi - - Notte - risposero loro all'unisono.

Ci fu silenzio per qualche altro minuto, poi Ron si riscosse. - Bene, vogliamo distruggere quel coso finalmente? - domandò indicando con un dito l'Horcrux appeso alle sue spalle. Sembrava un innocuo medaglione dorato, appeso su di un dozzinale soprammobile, preso in qualche bancarella.

- Facciamolo! - disse Ginny determinata. Harry prese la spada ed annuì, mentre Hermione recuperava il medaglione di Serpeverde. Lo mise a terra e lo aprì, facendo scattare la piccola serratura. Subito una figura incorporea, ma più densa di un semplice fantasma uscì dalla piccola cornice e li squadrò uno per uno.

- Bene bene bene. - disse il "fantasma" con la voce ed i modi di Tom Riddle. - Granger, la secchiona mezzosangue, ben due Weasley e addirittura Harry Potter in persona, quale onore. -

- Granger, non ti vergogni? - disse rivolgendosi a lei in particolare - Prima eri sola, vero? Per questo ti sei tuffata nei libri. Ma anche ora che hai dei cosiddetti amici, non riesci a staccartene... probabilmente perché sai di non essere nulla di fronte a loro. Non sei importante per loro, solo una miniera di informazioni, come un libro... una mezzosangue! Puah! -

Ron strinse Hermione a sé. - Non lo ascoltare, Mione. Ci sono io con te. Non lo ascoltare, ti vogliamo bene. Sei una sorella per Harry e Ginny e per me molto di più lo sai. - La riccia pianse al fianco di Ron, ma non cedette alle lusinghe di Voldemort e anzi afferrò la spada dalle mani di Harry puntandola sul medaglione.

Riddle si girò verso Ron, tentando di minare la sua fiducia in se stesso, già di partenza fragile. - Il piccolo Weasley. Sempre all'ombra dei tuoi fratelli e ora spalla del grande Harry Potter. Sei sicuro che la ragazza al tuo fianco voglia te? Magari, visto che tua sorella l'ha battuta sul tempo, è in cerca di un rimpiazzo! Magari quando ne avrà trovato uno migliore ci si fionderà subito, non credi? -

Hermione lo strinse a sé come prima lui aveva fatto con lei. - Io sono qui per te. Solo per te. Ti ricordi? "Weasley è il nostro re,/ Grifondor canta con me/ perché Weasley è il nostro re!" Non voglio nessun altro Ron, ti prego... - Il rosso alzò la mano tremante, e per un momento rimase sospeso tra la spada e la bacchetta. Infine aprì gli occhi e sorrise insicuro ad Hermione, afferrando saldamente la spada poco sopra a dove la teneva la ragazza.

Vedendo fallito anche il suo secondo tentativo, il fantasma si rivolse a Ginny. - LA piccola Weasley. Ma che sorpresa! Non pensavo avessi il coraggio di mollare la scuola per seguire il tuo sogno di bambina! Dopotutto tu non fai parte del gruppo, no? Sei solo la sorellina di Ron, magari un passatempo passeggero... ma sono loro i veri eroi, giusto? Sono loro il "magico trio", tu non c'entri. Dimmi, non ho forse ragione? -

A sorpresa, la rossa sorrise. Strinse la mano ad Harry per prendere coraggio. - Non è finita bene l'ultima volta che ti ho ascoltato, Riddle - cominciò. Il fantasma ebbe uno spasmo, come se gli avesse rivelato qualcosa di sconvolgente. - Che io sia maledetta se lo farò ancora.- annunciò afferrando saldamente l'elsa della spada, sopra la mano di Ron.

Con anche il terzo tentativo andato a vuoto, il fantasma si rivolse alla persona che aveva meno probabilità di convincere. - Harry Potter! Ancora nessuno sa come tu sia sopravvissuto al più grande mago di tutti i tempi... io! - disse modestamente - E' un mistero. Mi sono sempre piaciuti molto i misteri, sai? E' per quello che ho aperto la camera dei segreti alla fine dei miei anni ad Hogwarts. Peccato averla dovuta chiudere, ma Silente mi era addosso. -

- Già così hai dato la colpa ad Hagrid, facendolo espellere. - completò Harry. - Sono... colpito Potter. - ammise il fantasma - E non mi capita spesso. Come sai tutte queste cose? - Il moro sorrise, gelidamente - Diciamo che ho incontrato qualche altro ricordo per la strada. Al secondo anno. Sei arrivato tardi Riddle, il basilisco è morto, il Diario lo stesso. E tra poco anche tu. - concluse afferrando la spada direttamente sul pomolo.

Tutti e quattro la spinsero simultaneamente verso il basso, spaccando il medaglione. Il fantasma uscito da esso sembrò annaspare, mentre un dolore indicibile gli bruciava il petto. Cadde e svanì in una nube di polvere.

Infine ci fu silenzio. Hermione scoppiò in lacrime, in un pianto liberatorio, e anche Ginny dava l'aria di non sentirsi troppo bene.

- Andiamo a dormire, ragazzi - disse Harry - Farà bene a tutti suppongo - Prese la rossa sottobraccio e cominciarono a salire le scale, mentre Ron li seguiva reggendo Hermione.


***X***


Harry e Ginny si misero a letto senza dire una parola. Poi, improvvisamente, la ragazza ruppe il silenzio. - Come fai ad essere così... normale? - gli chiese senza guardarlo negli occhi. - Come mai sei così forte? Io sono ancora sotto shock, io... mi ha terrorizzata. - ammise.

Il moro la osservò attentamente. - Vieni qui - le disse, facendola distendere con la testa sul suo petto, e cominciando piano ad accarezzarle i capelli. - Lo senti? - le domandò alludendo al suo cuore, che al momento sembrava ballare la rumba all'interno del suo petto.

Ginny annuì - Spero non ti offenderai, ma per una volta non batte solo per te. L'aver distrutto l'Horcrux mi ha sconvolto... ma io reagisco così e l'ho imparato quando è morto Sirius. Mi chiudo dentro me stesso e ci sono solo poche persone che possono rompere il mio isolamento. Ron ed Hermione, i miei più cari amici. E tu, Gin, tu soltanto. -

La rossa si girò e sbatté piano gli occhi, da cui caddero due sole lacrime che finirono sulla canottiera di Harry. - Grazie. Grazie mille. E' stato terribile prima. Ha cercato di entrare nella mia mente, lo so. Mi sembrava di essere tornata al mio primo anno, le rare volte che ero in me. -

Lui la strinse dolcemente, cominciando a cantare una nenia dolce per tranquillizzarla e per farla addormentare. Dopo neanche un minuto, lei gli mise un dito sulla bocca. - Senti Harry, grazie per avermi consolato, per avermi permesso di restare e per essere qui con me... ma non cantare ti prego! -

Il moro rise - Sono davvero un cantante così meschino? - chiese. Ginny gli fece la linguaccia - Proprio sì! - Harry fece una faccia offesa da premio oscar. - Ah sì? Adesso ti faccio vedere io! - Cominciò a farle il solletico, passando le dita sulla pancia e sotto le articolazioni. La ragazza si dimenò senza controllo, cercando di farlo smettere. - Basta, basta ti prego. Non ce la faccio più! -

- Di che sono bravo a cantare! - Ginny annuì, senza smettere di ridere incontrollatamente - Sì, sì, sei bravissimo, dovresti fare il cantante, ma ora basta! - Il moro si fermò, finalmente, e insieme si rimisero sotto le coperte. Harry la abbracciò. - Buona notte Gin. E mi raccomando, svegliami se ti senti di nuovo male. -

- Grazie Harry - rispose lei baciandolo sul naso. - Buona notte. -

Nell'altra stanza Hermione era ancora sepolta tra le braccia di Ron, ma la crisi di pianto stava passando, ridotta più che altro a pesanti e radi singhiozzi. Finalmente si risollevò, trovando a pochi centimetri dal suo, il naso del rosso.

Dopo qualche istante di smarrimento, si riprese, tirando su col naso e asciugandosi le ultime lacrime ancora appiccicate agli occhi lievemente arrossati - Davvero non so come fate a sopportarmi. - disse con la voce ancora stranita dal pianto

Ron sorrise senza dire niente. Hermione sembrò trarre la conclusione peggiore dal suo silenzio - Davvero sono solo un libro per voi? - Il rosso si mise a ridere di gusto. Di tutte le reazioni immaginabili, questa era forse la meno probabile per la riccia. - Non c'è bisogno di prendermi in giro. Se non vuoi vedermi vado a dormire in soggiorno - disse mestamente avviandosi verso la soglia.

Ron la fermò per un braccio, riportandola sul letto. - Scusa, la mia solita sensibilità da cucchiaino. - disse - E' solo che è stato un'accusa talmente idiota che... Forse tu-sai-chi non era tanto in forma. - Hermione era ancora scura in volto e non lo guardava, preferendo rimanere concentrata sui suoi pugni stretti in grembo. Il rosso le prese il mento fra le dita e la girò verso di sé.

- Tu ed Harry siete amici fin da quando ci hai aiutato mentendo alla McGranitt per la prima volta. Ginny è la tua migliore amica da quando sei venuta alla Tana la prima volta. Certo sei il cervello del "Magico Trio", anche se ora mi sa che dovremmo dire "Magico Quartetto", ma solo perché io ed Harry insieme non siamo intelligenti quanto te. -

Lei sorrise, mentre Ron arrossiva leggermente per il lungo e serioso discorso che aveva fatto. - E tu? - gli chiese.

- Mmmh? -

Il sorriso di Hermione si allargò - Hai parlato di tutti tranne che di te stesso. Cosa provi TU per me? -

Finalmente anche Ron rispose al sorriso - Lo sai che ti amo, Mione - bisbigliò prima di baciarla. Fu il suo turno di mugugnare soddisfatta - Già - rispose dopo il bacio - Ma non mi stancherò mai di sentirmelo ripetere -

Il rosso rise di nuovo. - Meglio così, anche perché ho intenzione di ripeterlo a lungo. Moolto a lungo. -

- Ron sei sicuro? - ribatté lei, preoccupata per le implicazioni della frase - Insomma, prima dici di amarmi, poi ... beh ... facciamo l'amore e ora mi chiedi quasi di sposarti? Non stai correndo un po' troppo? -

Lui la guardò negli occhi, prendendo un profondo respiro prima di dire, con voce chiara - No. Non sto affatto correndo. Non credo di volere altro dalla vita -

Quella notte, tutti e sette gli abitanti della casa, andarono a dormire soddisfatti, per quanto si potesse esserlo con una guerra in corso, di come erano andate le cose. Dopotutto Kreacher era felice e gentile con tutti e non veniva più punito sempre come coi Black; Lupin e Tonks avevano trovato una casa, almeno fino alla fine della guerra; Ron, Hermione, Harry e Ginny avevano distrutto un Horcrux e sembrava loro che non mancasse poi molto alla fine della loro missione.


***X***


Voldemort si rigirò la bacchetta in mano, mollemente seduto sul trono che una volta era stato la poltrona da ministro. Era andato tutto bene, secondo i suoi piani. Avevano attaccato il ministero e sconfitto gli Auror. La Gazzetta del Profeta era seguita subito dopo. Tutto il potere era nelle sue mani...

Ma allora perché si sentiva così frustrato? Ultimamente era andato tutto così magnificamente bene. Ad ogni modo che ci faceva Potter lì con i suoi seguaci? E perché aveva in mano una spada?

Forse quella di lasciarlo andare per potersi occupare di quel buono a nulla di Scrimgeour non era stata proprio un'idea brillante. La spada... Certo! aveva trovato il testamento di Silente. Il vecchiaccio gli aveva lasciato la spada! Ma perché? E perché Scrimgeour non aveva voluto consegnarla?

- Bellatrix! Lucius! - ordinò perentorio. I due Mangiamorte arrivarono con la velocità del lampo, subito al fianco del loro signore. - Voglio che facciate ricerche su Silente. I suoi ultimi spostamenti prima della sua triste dipartita... - aggiunse con un ghigno per nulla umano.

Entrambi s'inchinarono profondamente, sparendo poi per andare ad eseguire la loro missione. E così un problema era quasi risolto. Ora mancava solo mettersi in cerca di quell'arma. Certo che il suo avo Serpeverde aveva parecchi segreti.

Si diresse alle prigioni del Ministero, situate nel livello più basso, addirittura sotto le cantine. Erano completamente vuote - di che utilità sono i prigionieri quando sono vivi? - tranne che per una cella. Olivander lo affascinava. Era l'unico che l'ammirasse e lo temesse in egual modo. Persino tra i suoi Mangiamorte non aveva trovato un così perfetto miscuglio delle due cose, tranne forse in Bellatrix; però in quella donna era presente un terzo elemento che non riusciva ad identificare.

- Allora, Olivander. - disse minaccioso - Ho trovato molto negli archivi del ministero... potresti anche non servirmi più e quindi potresti tornare al tuo lavoro, come ti avevo promesso. Lord Voldemort mantiene le promesse. Mi manca solo un'informazione per arrivare alla spada di Serpeverde ed ho saputo che tu puoi darmela. Non sei stato forse il suo ultimo custode? -

Finalmente sono riuscito a finire questo capitolo.
Mi spiace per tutti quelli che sono rimasti col fiato in gola fino ad ora, ma si fa quel che si può....

Volevo ringraziare ancora una volta tutti/e quelli/e che mi hanno inserito tra le seguite o tra le storie da ricordare ed ovviamente quelli che mi hanno inserito tra le preferite.

Senza contare i profusi ringraziamenti che devo a Gioem106, niettolina, Haley_Gin91 e nan96 per aver commentato.

XGioem106: Sono d'accordo anch'io, anche se personalmente trovo che presi singolarmente siano entrambi alquanto sciocchi ed immaturi; Ron soprattutto, ma si sa che i maschietti sono molto duri di testa su certi argomenti. XD

XHaley_Gin91: Già, mi vengono bene le scene mielose, non è vero?

Xnan96: Forse Ron è un attimo più audace, ma era anche ora che si desse una mossa. Ad ogni modo, nonostante la situazione non sia delle migliori, volevo far vedere che ora è più sicuro di com'era all'inizio, avendo risolto i suoi problemi personali.

Grazie di nuovo per aver avuto la pazienza di leggere e, soprattutto, di aver aspettato il nuovo capitolo! XD

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Capitolo 11
*** Un'ultima lettera da Silente ***


Un'ultima lettera da Silente


Quando Ron si alzò trovò il letto già vuoto. "Ma perché deve essere così mattiniera?" si chiese, ancora assonnato, pensando ad Hermione. Scese per far colazione e la trovò già perfettamente vestita, in salotto, mentre leggeva il suo foglio con le rune.

- Che ci fai già qui vestita? - lei sorrise, senza staccare gli occhi dalla pagina - Sono le undici meno un quarto, Ron, dovrei stare ancora in piagiama? - Saggiamente il rosso decise di lasciar perdere, cambando radicamente discorso - Harry e Ginny? -

- Sono andati a fare un giro, signore - rispose Kreacher venendo dalla cucina con un vassoio stracolmo di cibo - La sorella del signore ha preparato una pozione per cambiare faccia e loro sono usciti. Io stava venendo a portare la colazione, credevo che non si sentiva bene. -

Gli occhi di Ron si illuminarono e prese il vassoio dalle mani dell'elfo, ringraziandolo. Sbafò tutto in meno di dieci minuti, alla faccia della mezz'ora che ci era voluta per preparare, e scappò in camera per vestirsi. Quando tornò giù trovò un Hermione molto più irritata e scarmigliata a forza di mettere e togliere la piuma dai capelli. - Che hai? - chiese molto diplomaticamente

- Non viene questa traduzione. Non c'è alcun modo perché abbia un senso, ho provato tutti i trucchi che conosco! - Ron si sedette accanto a lei posandole un delicato bacio sul collo. Lei rabbrividì dolcemente. - Non farlo più, per favore -

Lui rise piano contro la pella delicata, dandole un altro brivido - E se dimenticassi la traduzione per un po'? - le chiese quasi in un sussurro. Lei scosse la testa, nono
stante fosse un poco rossa in faccia. - Non posso, dobbiamo finire ciò che ci ha lasciato Silente... -

Il rosso emise un gran sospiro, abbracciandola. - D'accordo. Lo so che quando hai un compito pensi solo a portarlo a termine - la prese in giro scherzosamente. Hermione, al contrario di quello che avrebbe fatto nei primi anni della loro amicizia, sorrise imbarazzata e ritornò alle sue carte. - Il problema - disse tentando di spiegare - è che non riconosco le rune. Anche col dizionario non c'è nulla da fare -

- Quindi non ci sono nel dizionario - si mosse cautamente Ron. Hermione lo prevenne - Ma non è assolutamente possibile! Questo è il dizionario di rune più preciso e completo che esista in commercio! O almeno, fino a due anni fa. -

- Allora quando tornano Harry e Ginny con le notizie andiamo a prenderne un altro, che ne dici? -

Ron non seppe mai l'opinione di Hermione, anche se c'erano buone prbabilità che fosse positiva data la smodata passione della ragazza per i libri. Infatti Harry e Ginny scelsero proprio quel momento per tornare a casa, scoraggiati. - Brutte notizie ragazzi. - iniziò Harry


***X***


Remus e Tonks li raggiunsero poco dopo in salotto. - Cosa intendi con brutte notizie? - chiese titubante la donna. Si sedettero tutti vicino al caminetto, mentre Kreacher era di sopra a fare chissà cosa.

- Siamo stati in giro per Diagon Alley - disse Ginny rompendo il silenzio - Volevamo vedere come si evolvevano le cose dopo la caduta del ministero... Beh si sono evolute piuttosto in fretta devo dire! - la rossa prese una pausa - Siamo ricercati. Tutti e quattro. -

- CHE? - Harry annuì. - Già. Non so come ma sembra che abbiano scoperto che tu e Ginny non siete a casa. - Ron era quasi paralizzato.

- M-ma e alla Tana? che è successo? PARLA! - urlò addosso alla sorella. - Calmati Ronald. - lo fermò Hermione - Credi che staremmo qui a discutere se ai tuoi fosse successo qualcosa? - il rosso, ora un poco più tranquillo, si risedette. Non si era nemmeno accorto di essersi alzato urlando.

- Mamma e papà stanno bene, Ron. Gli abbiamo mandato un patronus disilluso in modo che nessuno lo potesse vedere. Hanno detto che il ministero è stato a casa loro ieri sera sul tardi e hanno rotto l'incantesimo di Ginny. Il fantasma se l'era già squagliata. A quel punto c'è stato qualcosa che i gemelli hanno definito "un'opera teatrale non meno bella di quelle di Shakespeare" -

A quella battuta nessuno poté fare a meno di sorridere. - Dobbiamo andare alla biblioteca di Diagon Alley - disse Hermione dopo aver riflettuto attentamente. Gli altri la guardarono come se fosse impazzita - Non era questala ragione per cui siamo venuti a Londra, almeno all'inizio? -

Ginny la guardò storto - Herm, lo sai che ci sono i nostri manifesti con le taglie? - Ron si riscosse interessato. - Davvero? Le taglie addirittura? E quanto sono? - Sembrava quasi lusingato più che preoccupato, tanto che Hermione gli diede uno scappellotto.

Harry rise con Remus e Tonks. - Duecento galeoni tondi tondi a testa. - rispose il moro. Remus rise ancora, della sua risata un po' stanca e nostalgica - Mi ricordi sempre di più James. Anche per lui e Sirius sarebbe stato il massimo avere una taglia sulla testa. -

- Quindi si va? - domandò Hermione riportandoli al punto.

Mezz'ora dopo circa erano immersi nella biblioteca pubblica di Diagon Alley, circondati da scaffali stracolmi di libri e da quell'odore particolare ce solo la carta vecchia riesce a dare. - Ci dici cosa stai cercando? - disse Ron spazientito controllandosi allo specchio dietro Hermione. La sua amata lo aveva trasformato in un piccoletto con lunghi capelli neri e glieli aveva stretti in un elastico. Assomigliava molto a Bill per la verità, tranne ovviamente per il colore di capelli. E per l'altezza.

Harry e Ginny, anche loro trasformati così come la loro amica, risero vedendo l'occhiataccia infastidita che Hermione riservò a Ron mentre questi toglieva l'elastico e si rifaceva la coda, mai soddisfatto. - Niente - disse la bruna, al momento con una corta zazzera bionda tanto da sembrare un maschiaccio - Anche con i libri più avanzati non riesco a capirci niente. -

Ginny spalancò gli occhi. - Herm! - la chiamò eccitata - Guarda allo specchio... - La ragazza si girò ma non vide niente di particolare, tranne il suo nuovo aspetto. Allora l'amica, spazientita, le strappò di mano il foglio mettendolo a distanza ragionevole in modo che Hermione lo vedesse a fuoco nello specchio. - Sono al contrario! -

Ginny alzò gli occhi al cielo - Alle volte sei proprio ovvia, amica mia! - Uscirono dall'edificio di volata. All'uscita Ron si scontrò con un uomo alto vestito di nero. - Scusi... - borbottò prima di alzare gli occhi sul nuovo entrato. Malfoy senior. Appena lo riconobbero tutti quanti i loro sguardi si fecero raggelanti.

- Imparate a guardare dove andate, stupidi mocciosi. - li apostrofò duramente. Gli occhi di Harry parvero mandare lampi pur diventando, se possibile, ancora più gelidi. - E lei dovrebbe imparare da suo figlio. - sibilò. Malfoy arretrò quasi spaventato - Che hai detto? -

- Solo che suo figlio ha molto più coraggio di lei - ripeté a voce alta, sostenendo lo sguardo. Il sorriso di Malfoy si fece beffardo - Non credo stia a te dirmi come crescere quello stupido di mio figlio. Però potremmo chiamare il Signore Oscuro e vedere cosa ne pensa... -

Queste ultime parole le disse al vuoto. I quattro erano spariti.


***X***


Dopo essere sfuggiti, con una corsa mozzafiato, al signor Malfoy si rifugiarono in casa. Solo allora Ron cominciò la sua filippica. - Ma come ti è saltato in testa di dire quelle cose?! Hai pensato prima di aprire quella boccaccia?! -

Tirò avanti per dieci minuti buoni fin quando Ginny non lo interruppe, durante una pausa per riprendere fiato - Certo che sei un drago coi rimproveri! Immagino già i miei poveri nipoti correre dalla zia... - Per qualche motivo sia Ron che Hermione arrossirono fortemente.

- Ad ogni modo Harry, Ron ha ragione - convenne la sorella - Non è stata una mossa molto furba; soprattutto quella frase in serpentese -

Il moro, tornato al suo vero aspetto, si corrucciò - Quale frase in serpentese? Io ho sempre parlato, nient'altro - Tre paia di occhi lo guardarono spaventati mentre altrettante teste venivano scosse. - La prima parte. Hai sibilato forte e tutti siamo arretrati. E sai benissimo che gli unici a parlare quella lingua in questo secolo siete tu e Voldemort - gli ricordò Hermione

Harry si sedette di schianto su una poltrona. - Oh Merlino! - sospirò. Ginny gli si sedette subito accanto posizionandosi sul bracciolo della poltrona. - Non fa niente, Harry, vorrà dire che ce ne andremo al più presto da Londra, cammuffati in un'altra maniera. -

Hermione annuì - Ginny ha ragione. Portatemi uno specchio piuttosto - Tre paia di occhi si fissarono su di lei. - Le rune... quelle che ci ha lasciato Silente... -
fece lei con una vocetta stupida, come quella che si usa per farsi capire dai neonati o dagli sciocchi. - Oh, insomma - sbottò alla fine quando ancora nessuno pareva aver capito quello che intendeva dire. - Portatemi uno specchio. E non quello incantato della stanza di Harry, non lo sopporto -

Attesero dieci minuti che Hermione traducesse quelle rune. Harry aveva iniziato una partita a scacchi con Ron, ma senza Ginny a distrarlo il moro venne sconfitto per l'ennesima volta. Il tutto fu sormontato dal commento di Ron - Stai migliorando, però -

Harry stava per lanciarsi su di lui quando Hermione annunciò di aver finito - Volete sentire o preferite continuare a fare gli idioti? - Ginny sbuffò - Se aspettiamo questi due stiamo fresche. Leggi. -

"Salve signorina Granger,
E salve anche ai signori Potter e Weasley, ovviamente; ed alla piccola Ginevra se, come credo, è venuta con voi. Piccola pre modo di dire, s'intende.
Mi auguro di essere ancora in tempo per aiutarvi in qualche modo anche dopo la mia morte che, mi auguro, sarà avvenuta secondo i miei piani.

Ma non soffermiamoci oltre su questi argomenti tristi. Piuttosto congratulazioni per aver risolto il mio enigma leonardesco; ero quasi convinto di essere andato troppo oltre. Ah, e congratulazioni anche per essere vivi, certo.

Veniamo agli aiuti. Se, come suppongo, state ancora cercando gli Horcrux ecco alcune dritte:
Osservate bene alle radici delle cose, Voldemort è molto legato ad esse. Potreste provare a cercare là dove risiedono le magie più antiche. I villaggi più antichi della Gran Bretagna, per esempio, o là dove vissero i quattro grandi.
Se fossi in voi, comunque, mi dirigerei a Sud, verso Broceliande. Quella foresta infatti è luogo di grande potere magico. Il sepolcro di Merlino. Badate bene non sarà facile trovarlo. C'è un tempio celtico dove si recano i babbani, ma dubito fortemente che sia laggiù. Dovrete cercare più in profondità, dove la foresta cresce secondo le leggi della magia.

Se invece, cosa più improbabile, avete già trovato e distrutto tutti gli Horcrux vi porgo i miei complimenti. Ora sono certo che sappiate del rapimento di Olivander. Quello che non sapete è che esiste un'arma oscura, temibile in quanto non si conoscono i suoi poteri e Olivander stesso è stato il suo ultimo custode. Lui solo sa come e dove l'arma era nascosta. Dico era per il semplice motivo che è molto improbabile che il pover uomo sia riuscito a tenere il segreto. Quindi state attenti quando dovrete affrontare lo scontro finale con Voldemort sia esso domani o tra un mese

Ora non voglio mettervi sotto pressione, ma molto probabilmente il ministero cadrà presto se non è già accaduto. Quando succederà, voi non dovrete fare nulla, non si può impedire. State attenti però a non farvi riconoscere. Mai.
Sono tuttavia certo che la signorina Granger vi avrà già torturato a sufficienza sull'argomento.

A tutti vorrei dare ora la mia benedizione. Non dimenticate il potere dll'amore che vi lega, perché non c'è esistenza degna di essere vissuta senza la lealtà di una compagna. O compagno, per chi preferisca!
In ultimo vorrei aggiungere solo poche parole. Pigna, pizzicotto, manicotto tigre.

Il vostro affezionatissimo amico e preside
Albus PercivalWulfric Brian Silente

- Quel tipo era assolutamente fuori di testa - disse Ron con voce rotta. Hermione sorrise. Anche lei aveva provato una forte emozione nel leggere le ultime parole del loro mentore. - Già, ma era anche geniale. Aveva persino intuito che Ginny sarebbe venuta con noi -

La rossa al momento era un poco scossa, ma fece in fretta a riprendere la calma necessaria. - Dobbiamo quindi girare il paese senza meta? - Harry scosse la testa. - Abbiamo una meta. - ribadì.

Tre teste si voltarono a fissarlo - Hogsmeade, per esempio. E anche Godrics Hollow. Inoltre sono certo che tra i libri di Hermione ci sarà qualcosa... Mi chiedo solo come vuole che in effetti potremo girare il paese dalla Scozia alla Cornovaglia senza essere notati - disse - Quello che preoccupa me, invece - intervenne Ron - è quello che ha scritto nella lettera. Cosa vuol dire "la mia morte sarà avvenuta secondo i miei piani"? -

- E vogliamo parlare di questa fantomatica "arma" di cui Voldemort è in cerca? - chiese ancora - E' tutto troppo nebuloso ancora... -

Ginny annuì - Hai ragione. Per quello penso che ci dovremmo concentrare suglio Horcrux. La verità salterà fuori, prima o poi. -

- Cominciamo quindi a decidere un posto particolare dove cercare - decise Hermione - Hogsmeade non va bene, troppo vicino alla scuola. Sarà certamente il primo posto che Silente ha controllato. Stesso dicasi per Godrics Hollow - si girò a guardare Harry - Lo so che ci tenevi ad andare, ma credo che per ora sarebbe meglio continuare a cercare gli Horcrux -

Il moro annuì grave - Capisco e hai ragione - sorrise guardandola - Ma quando avremo finito vi trascinerò tutti e tre dai miei, sono stato chiaro? - Sorrisero tutti mentre Ginny scivolò dal bracciolo della poltrona sedendosi direttamente sulle gambe del ragazzo e stampandogli un grosso bacio sulle labbra.

- Ehm! - tossicchiò Ron per staccarli - Tanto dopo salite in camera, no? Ora vediamo di finire questa cosa. Allora, 'Mione, che altri posti ci rimangono? -

Hermione, che personalmente li avrebbe pure lasciati continuare magari tirando Ron in un'altra stanza, riprese a parlare - Beh, io ho letto una volta di Huffle un villaggio sulla costa Est che dovrebbe essere stato fondato da Tosca Tassorosso, ma non sarebbe molto comodo. Soprattutto considerando l'altra meta che ci ha suggerito Silente. Broceliande -

Ron ed Harry non fecero una mossa, mentre gli occhi di Ginny tradirono una forte emozione. - Il sepolcro di Merlino. Ma... non è in Francia? - Hermione annuì confermando i dubbi dell'amica. - E come diavolo facciamo ad attraversare la Manica? - chiese Ron stupefatto. - Proprio tu lo chiedi, Ron? - domandò Harry ridendo forte. - Con la tua passione per il Quidditch pensavo ci saresti arrivato prima... -

Gli occhi del rosso si allargarono mentre comprendeva l'allusione dell'amico. - Vuoi attraversare 100 kilometri di mare su di una scopa? - Hermione però ci stava pensando seriamente - Potrebbe essere un'idea - disse cauta.

Ron ovviamente la guardò stralunato - Stai scherzando vero? - chiese. La riccia scosse la testa - Ragiona, Ron. Primo seguiremo il tragitto del Channel Tunnel tra Dover e Calais quindi saranno circa una quarantina di kilometri. Secondo nessuno ci vedrebbe nemmeno cammuffati e questo mi pare un gran vantaggio. -

Il rosso annaspò in cerca di una qualche motivazione - Ma e... e le biciclette? Dove le mettiamo? - Ginny alzò le spalle - Le lasceremo qui, torneremo a prenderle dopo. -

Harry scosse la testa - Già è difficile muoversi adesso, figuarti quando Voldemort avrà consolidato il suo potere. No, dovremo portarle con noi. Potremmo fare come gli amici di Charlie quando hanno portato via Norberto. - Ron sbuffò, chiaramente infastidito dalla piega che aveva preso quella discussione. Ginny rise. - Mi ricordi Zacharias Smith alle riunioni dell' E.S. -

Hermione si illuminò - Smith? Come Hepzibah Smith? - Ron la guardò stralunato, con uno sguardo inquietantemente simile a quello di Luna. Hermione si rivolse spazientita verso Harry - Tu almeno te la ricordi, vero? -

Il moro ci mise un po' - Intendi quella a cui Voldemort ha rubato... - Hermione annuì esasperata - La coppa di Tassorosso, esattamente. - Ginny sospirò - Andiamo a fare una visita a casa Smith, dunque? Qualcuno sa dove abita? -

Hermione tirò fuori una vecchia pergamena dallo zaino poggiato lì accanto. - Stai cercando lì, l'indirizzo? - chiese Ron stupefatto. La ragazza sorrise - La McGranitt voleva nominarmi caposcuola e quindi mi ha dato questa pergamena con tutti gli indirizzi - spiegò continuando a cercare - Oh, no! Mi dispiace Harry. -

- Perché? Non sarà mica nel Surrey! - chiese lui scherzando. Hermione gli porse la pergamena - Nelson Square 7, Little Whingin, Surrey. - lesse scoraggiato - E' poco più fuori di Privet Drive. Vorrà dire che staremo a casa mia -

Ron ed Hermione lo guardarono dubbiosi. - Ma Harry... e i tuoi zii? - Il moro alzò le spalle - Sono andati da qualche parte con Kingsley, non so esattamente dove. Per evitare che Voldemort li rincorra, sapete. Chissà perché è convinto che farei di tutto per salvarli... - concluse ridacchiando.

Se i due amici erano dubbiosi su quella scelta, Ginny era assolutamente entusiasta - Mi piacerebbe proprio vedere dove abitavi Harry. Ormai sei stato alla Tana tante di quelle volte che dovrai pur restituirmi il favore - Harry sorrise pensando alla faccia che Ginny avrebbe fatto nel vedere il ripostiglio dle sottoscala, meglio conosciuto come la sua vecchia "camera".


***X***


La mattina dopo salutarono Remus e Tonks e si prepararono a partire. - Ovviamente non potete dirci dove andate... - tentò un'ultima volta il vecchio lupo mannaro. - Ovviamente - ripeté Harry a mo' di risposta. - E nemmeno accettereste il nostro aiuto... - - Nella maniera più assoluta -

Lupin non ebbe altra scelta che arrendersi - Allora buona fortuna - sospirò - Ci saremo anche noi nella battaglia finale, non dubitate - Ron sorrise - Ci contiamo, altroché - disse contento beccandosi una gomitata nelle costole da Hermione. Con un ultimo saluto, i quattro ragazzi inforcarono le bici e presero la strada maestra verso sud per uscire da Londra.

Purtroppo per loro questa volta, Giove pluvio non ebbe pietà di loro e del loro viaggio, ma rovesciò loro addosso talmente tanta pioggia da ritardarli notevolmente, per non parlare dei vestiti e dei bagagli completamente zuppi. Dopotutto non potevano certo fare un incantesimo per restare asciutti: sarebbero parsi strani quattro ragazzi completamente a loro agio e senza una goccia di pioggia addosso in mezzo ad un violento nubifragio.

Così andavano avanti, asciugandosi solo dopo ore e ore di pioggia, quando la sera montavano finalmente la tenda e si riposavano, senza alcuna voglia di ricominciare il giorno dopo. Tre volte si ripeté questa routine quando finalmente la mattina del quarto giorno arrivarono in Little Whingin e cominciarono a cercare la casa di Harry. Impresa non facile data la scarsa fantasia dell'architetto del quartiere.

Finalmente dopo aver girato a lungo e saltato il pasto, cosa che Ron trovava assolutamente insopportabile, passarono davanti ad una casa conosciuta. - Ehi, ma quella è la casa della signora Figg! - urlò Harry per sovrastare lo scrosciare della pioggia. - Spero significhi che siamo vicini! - gridò Ginny di rimando - Non ho una singola parte dle corpo che non sia fradicia -

- Il numero 4 è subito dopo! - Hermione si fermò, seguita dagli altri - Non è possibile, Harry. Quella casa ha le luci accese! -

- Dei Mangiamorte non perderebbero certo tempo ad accendere le luci, Hermione! - disse Ron sempre a voce alta. Anche vicini non riuscivano quasi a sentirsi; non esiste suono più martellante della pioggia in città. - Proviamo ad entrare! - decise Harry - Ma fuori le bacchette!-

Appoggiarono le bici al muro, badando bene di non toccare agapanti o peonie. Se davvero c'erano i suoi zii, zia Petunia sarebbe diventata matta se qualcuno avesse osato toccare i suoi fiori. Si avvicinarono con cautela alla porta di ingresso e suonarono il campanello. Una figura massiccia venne ad aprir loro la porta. - Sarà uno scocciatore, come al solito... - intervenne la voce profonda e scocciata di zioVernon.

Quando l'omone aprì la porta si ritrovò due bacchette puntate alla gola, mentre altre due le seguivano poco lontano. - F-forza, ragazzo m-metti via quella cosa... - balbettò impaurito. Harry non accennò ad abbassare il braccio - Ancora un attimo zio. Quale cane di zia Marge è venuto ospite qui quattro anni fa? -

- S-squarta - mugolò l'omone con un colorito che stava assumendo tonalità pericolosamente purpuree. I quattro rilassarono il braccio con gran sollievo di Zio Vernon. - Non allarmarti, zio - riprese Harry - Ma dovremo fare una domanda simile anche a zia Petunia e Duddley. Resta qui con Ron e Ginny. -

Lui stranamente obbedì restando immobile mentre il nipote si sincerava dell'identità della moglie e del figlio. Essersi asciugati tutti e quattro e riuniti in salotto con la famiglia di Harry, Vernon pretese delle spiegazioni.

- Pretendo delle spiegazioni - appunto - Cosa ci fate voi in questa casa? - Petunia e Duddley sedevano con lui sul divano, mentre gli altri quattro erano accomodati su alcune poltrone che avevano fatto apparire dal nulla. Certo forse la poltrona di Ron non era così barocca e comfortevole come quella di Hermione, ma serviva allo scopo.

Harry si prese tempo prima di rispondere, osservanod gli zii ed il cugino. Duddley si era alzato in maniera impressionante arrivando anche a superare zio Vernon e ristabilendo finalmente un po' di proporzioni nel suo corpo. Petunia, invece, non era assolutamente cambiata anche se quell'aria schizzinosa era dovuta più al fango sotto le loro suole che alla loro presenza.Ginny intuì il disagio della donna e provvide a pulire il tutto con un gratta e netta ben formulato.

- Prima le presentazioni - disse il moro - Ron ed Hermione già li conoscete. Mentre questa è Ginny, la sorella di Ron e la mia fidanzata - annunciò sorridendo alla rossa. Di tutti i membri della famiglia Dusley, solo Duddley si alzò per stringere loro la mano, per poi tornare saduto vicino ai genitori che non si erano mossi di un millimetro.

Harry sorrise di nuovo ed iniziò finalmente a spiegare. - Ti ricordi quando ti ho parlato di lord Voldemort, vero? - Vernon annuì - Bene, sconfiggerlo è ancora più difficile di quello che pensavamo. Dobbiamo prima spezzare alcuni incanti e probabilmente uno è qui vicino. - sospirò - Non ve lo chiederemmo se non fosse necessario, ma lo è. Ci fareste rimanere un paio di notti? Giusto il tempo di fare quello che dobbiamo e poi ce ne andremo. -

Vernon stava per ribattere che mai e poi mai avrebbe permesso a quattro anormali come loro di restare anche solo una notte sotto il suo tetto, quando Duddley intervenne insapettatamente in loro favore. - Papà, non faranno niente di male. Falli restare almeno per un po'. - Mentre il povero ragazzo veniva stritolato dalla madre commossa, zio Vernon diede l'ok.

- Potete restare. Non fate chiasso, non fatevi sentire e andatevene al più presto. Starete nella vechcia camera di Harry - detto questo si alzò e se ne andò borbottando qualcosa a proposito della gioventù ingrata e testarda. Petunia e Duddley lo seguirono presto. - E' un piacere rivederti tutto intero, Harry - disse il cugino. - Anche per me Big D. - rispose piacevolmente sorpreso.


***X***


- Beh, non ci mostri la casa? - domandò Ginny quando gli altri se ne furono andati. Harry sorrise e la prese per mano, guidandola prima verso la cucina ed il bagno e poi allo sgabuzzino dove dormiva. Hermione e Ginny si scandalizzarono - Davvero dormivi qui? - chiese la riccia con gli occhi quasi fuori dalle orbite.

- Già - disse - Quando v ho raccontato che dormivo in uno sgabuzzino non intendevo solo una camera piccola. Proprio in uno sgabuzzino! -

Finirono il giro con la camera egli ospiti e quella di Duddley, evitando accuratamente quella di zio Vernon. - E questa è camera mia. O almeno lo era fino a un mese e mezzo fa. - Finito il giro mangiarono qualcosa di quello che era avanzato dal viaggio, avevano in programma di fare uan gitarella al supermercato più vicino prima di dirigersi a Dover, e poi andarono a letto. Ron ed Hermione sarebbero andati nella stanza degli ospiti mentre Ginny ed Harry sarebbero rimasti nella stanza di quest'ultimo.

- Allora, che ne pensi della mia famiglia? - chiese il moro sorridendo. Si erano buttati sul letto senza quasi cambiarsi, tanto erano stanchi, solo che il letto era troppo stretto per due persone ed ora non riuscivano a prendere sonno. Anche Ginny sorrise - Sono un gran bel gruppo di bastardi, senza offesa. - Harry annuì, stringendola di più fra le braccia. - Ti capisco. E' per questo che ogni estate non vedevo l'ora id venire alla Tana. -

- Lo sai che ci facevi solo piacere. A me, forse, un po' di più, ma sono dettagli... - Harry rise forte, baciandola poi sulle labbra. - Te l'ho mai detto quanto sei straordinaria? - La rossa fece finta di pensarci su - Oggi no, a dir la verità -

Andarono avanti parecchio così poi, sfiniti, si addormentarono abbracciati, tesi ad occupare il meno spazio possibile. Il mattino si sarebbero sicuramente sentiti due stracci usciti dalla lavatrice.


Ehilà! Chi si ricorda di me? Nessuno?
Spero proprio di no. Altrimenti sai che noia scrivere senza i vostri commenti?

Finalmente la scuola è finita e posso dedicarmi alle storie che ho in sospeso. Sì, storie perché nel frattempo ne sto scrivendo altre due e collaborando alla stesura di una terza, quindi non so quanto sarò costante.

Sicuramente il ritmo aumenterà un po' ad ogni modo.

Spero vogliate leggere ancora! XD

P.S. Broceliande esiste davvero e, secondo la leggenda, è davvero lì ch si trova sepolto Merlino, in attesa della fine dei giorni

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