La ricerca degli Horcrux - Another version di Herborist (/viewuser.php?uid=84133)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ma quanto ci mettete? ***
Capitolo 2: *** Matrimonio e picche ***
Capitolo 3: *** Partenza ***
Capitolo 4: *** Gita al mercato ***
Capitolo 5: *** In viaggio ***
Capitolo 6: *** Grimmauld Place XII ***
Capitolo 7: *** Un piano ***
Capitolo 8: *** Parentesi idillica ***
Capitolo 9: *** Ministero ***
Capitolo 10: *** Fuori uno ***
Capitolo 11: *** Un'ultima lettera da Silente ***
Capitolo 1 *** Ma quanto ci mettete? ***
Ma quanto ci mettete?
Harry non sapeva decidersi. Era
convinto della sua decisione
di abbandonarla, o meglio lasciarla temporaneamente al sicuro, però non
era
ancora pronto a lasciare quella casa. La SUA casa in un certo senso. E
la casa
della donna che aveva capito, anche se tardi, di amare alla follia.
Sentì dei
rumori inquietanti dai piani alti della Tana, tutta miracolosamente
vuota perché
quasi tutti gli abitanti avevano qualche cosa da recuperare da lontani
parenti
o inviti da consegnare per l'imminente matrimonio Weasley-Delacour.
Harry si
decise a scollarsi un attimo dal divano per versarsi qualcosa da bere,
indifferente a tutto il resto.
Qualche secondo più tardi, dopo
un’esplosione di rumore più forte
delle altre, si sentì il fracasso di passi pesanti ed infuriati, quindi
Ron lo
oltrepassò con la faccia abbattuta dirigendosi dalla cucina verso il
perfettamente caotico soggiorno della Tana. - Ehilà- gli disse con un
tono
tanto tetro da far pensare ad un depresso cronico durante un funerale.
- Ehi, amico, cos'è successo? -
gli chiese il moro
preoccupato raggiungendolo sul divano. Ron non lo guardò nemmeno mentre
rispondeva in tono monocorde. - Ho litigato di nuovo con Hermione. -
Harry alzò
un sopracciglio - Non capisco quale sia il problema, litigate tutti i
momenti... - L'altro scosse la testa - Ma questa è così stupida! Le
avevo detto
di mettere nella sua valigia formato borsetta (ancora non capisco come
abbia
fatto), la mia vecchia felpa dei Cannoni, hai presente? Sì, mi va un
po' corta,
ma... -
Harry si mise a ridere di gusto. -
Un po'? Ma se ti spunta
fuori tutto l'avambraccio! - Ron arrossì violentemente, mandando quasi
in
fiamme le sue orecchie. - Sì, comunque... Gliel'ho chiesto gentilmente,
no? e
quella mi fa: "Ti sta troppo piccola ormai, Ron, meglio portare
qualcosa
che serva davvero". Ma dico ti rendi conto? Così ci siamo messi a
litigare... Dovevi vederla. Sembrava davvero arrabbiata stavolta! - Il
rosso si
mise la testa fra le mani, distrutto.
Harry gli diede qualche pacca
sulla spalla. - Su, vedi di
ragionare. Hermione è sempre stata molto irascibile e tu il solito
testardo. In
più in questo periodo siamo tutti stressati dato che dovremmo partire
tra
poco... - aggiunse, incupendosi anche lui. - Va da lei, inghiotti un
po' di
orgoglio e vedrai che lei farà altrettanto. - "Come fate a
venire con me se neanche vi parlate?" Chiese
con lo sguardo.
Ron alzò la testa, ancora un po'
abbattuto ma sorridente. -
E' vero, scusa. E' che sto facendo di tutto per dimenticarmi quello che
dobbiamo fare.
"Beato te che ci
riesci!" avrebbe voluto rispondere Harry, ma disse soltanto - Non è
con
me che ti devi scusare! Va da lei. -
Il rosso accolse entusiasticamente
il suo suggerimento,
scattando in piedi come una molla e rischiando di far balzare Harry giù
dal
divano per il contraccolpo. Corse sulle scale a velocità parossistica,
quasi
tentando di inciampare ad ogni passo. "Ma
quando lo capiranno quei due?" Pensò Harry con un sorriso a metà
tra
il rassegnato e l'invidioso.
***X***
Ron arrivò con un po' di fiatone
davanti a camera sua,
fermandosi davanti alla porta di legno. Alzò subito la mano per
bussare, ma si
fermò prima che le sue nocche arrivassero a contatto con la porta. "Aspetta, dannazione! Ragiona!"
si ammonì. Dopo qualche minuto, passato appoggiato con la schiena
contro la sua
stessa porta e senza che gli venisse uno straccio di idea su come
chiedere
scusa, Hermione tentò di uscire. Aprendosi, però, la porta si tirò
dietro un
Ron colto completamente alla sprovvista in uno dei suoi ragionamenti
contorti.
Hermione fece un salto indietro,
evitando di venire
trascinata nella caduta. - Oh Ron! - esclamò istupidita dall'accaduto -
Tutto
ok? -
Ron grugnì- Beh, non è che stia
proprio benissimo. - disse
arrabbiato con se stesso. Hermione si chinò su di lui e lo aiutò ad
alzarsi. -
Ti fa male qualcosa? - domandò. Il rosso non disse niente, ma a denti
stretti
tentò di raggiungere il letto, tenendosi la schiena dolorante. - Dai,
stenditi.
- gli disse lei in un tono che non ammetteva repliche, spingendolo a
sdraiarsi
prono sul letto. Ron, anche lui confuso dalla caduta e perso nei
ragionamenti
su come chiederle scusa, la lasciò fare.
Hermione gli si sedette accanto,
cominciando a massaggiargli
la schiena. Ron s'irrigidì all'istante. - Che c'è? Ti ho fatto male? -
chiese
la ragazza preoccupata.
- Non... no. No, non mi hai fatto
male. - Rispose lui,
balbettando. Più tranquilla, Hermione riprese a manipolare la schiena
del
ragazzo, cercando di fargli passare un po' del dolore. Ron cominciò a
mugugnare
qualcosa. - Dove hai imparato? - le chiese dopo qualche minuto di
quella
piacevolissima tortura.
- Dove ho imparato cosa? - chiese
lei fermandosi un'altra
volta. - Questo! Dove hai imparato a fare massaggi? Sei bravissima! -
disse
lui. Hermione non rispose per un po', rossissima per il complimento.
- Grazie. - disse imbarazzata - Ho
letto un sacco di cose
sulla medicina babbana e credo che si possa applicare con successo
anche con i
metodi magici. Vedi... - Hermione era partita in quarta e stava
tentando di
spiegargli le sue idee innovative sulla medicina magica. - Aspetta un
attimo! -
la fermò Ron, girandosi a metà.
Lei bloccò quel fiume di parole,
ricordandosi quello che
stava facendo. Arrossì violentemente. - Perché eri appoggiato alla
porta,
comunque? - chiese con un filo di voce.
Il rosso cercò di combattere la
secchezza che gli aveva
preso la bocca, mentre le sue orecchie già si confondevano coi suoi
capelli. -
Ero venuto a chiederti scusa. - mugugnò. In uno slancio di coraggio Ron
le
prese le mani, girandosi del tutto. - Non mi piace che litighiamo,
tu... tu sei
importante per me, Mione. -
Lei, che lo aveva fissato
incredula negli occhi per tutto il
tempo, distolse lo sguardo. - Grazie. - rispose piano - Neanche a me
piace
litigare, non con te soprattutto. Eppure sembra che ci venga naturale,
vero? -
- Già, come ad una coppia di
sposi! - disse una voce diversa
dalle loro. Quando entrambi si girarono videro Harry appoggiato allo
stipite
della porta, con un sorriso sornione stampato sul volto. - Erano ore
che
aspettavo giù sul divano, ma voi non scendevate e ho deciso di venire a
vedere
di persona. - disse ancora sorridendo. - C'è la signora Weasley che ti
aspetta
in cucina, Hermione. - le disse, ricordandosi le istruzioni della madre
di Ron "... e Ginny"
Dopo che Hermione uscì chiudendosi
la porta alle spalle, Ron
si rilassò sul letto. - Allora? - domandò Harry con ancora quel sorriso
stampato in faccia. Ron aveva ancora lo sguardo fisso sulla porta.
Harry glielo
aveva visto solo in un altra occasione, l'anno prima, quando Fleur era
entrata
improvvisamente ed era uscita altrettanto in fretta dopo aver salutato
"Harrì".
- A-allora cosa? - trovò la forza
per chiedere.
Harry si mise a ridere forte. -
Come "cosa?".
Corri su come un forsennato per chiederle scusa, ti trovo mezz'ora dopo
con le
sue mani comodamente tra le tue e lei seduta sul tuo letto. In più la
chiami
"Mione". Vuoi farmi credere che non è successo niente? - chiese con
aria quasi da cospiratore. Ron arrossì fino alla punta dei capelli
(modo di
dire, perché più rossi di così...). - E cosa doveva succedere? -
domandò quasi
sfidandolo.
- Comunque devo scusarmi anche con
te, amico. - disse Ron a
sorpresa. - Per... per il giorno del tuo compleanno. Sono stato
insensibile,
non pensavo davvero quelle cose. E' solo che non mi piace vedere mia
sorella
che soffre e si dispera. -
Harry perse tutta la sua baldanza.
- Lo so. E sai anche che
non l'ho voluta io questa situazione. Potessi lo sai che... - Ron lo
fermò con
un gesto. - Non sono sicuro di volerlo sapere! - gli disse con un
sorriso,
segno che aveva dopotutto accettato la relazione tra Harry e la sua
sorellina.
- Su con la vita. Dopo domani partiamo alla ricerca degli Horcrux, li
distruggiamo, distruggiamo Voldemort e poi torniamo a casa e vissero
tutti per
sempre felice e contenti. Che ne dici? - Harry non rispose e scese
insieme
all'amico, andando ad aiutare la signora Weasley ed Hermione, intente
ad
apparecchiare per il pranzo in famiglia.
***X***
Ginny si alzò dal letto e aprì la
porta, controllando che i
due fossero veramente scesi per aiutare la madre. Senza far rumore
corse su,
nella camera del fratello. "Non
crederai mica che me ne stia buona buona ad aspettare mentre voi
rischiate la
vita!" pensò la ragazza, presa dal suo progetto. Nascosto sotto il
letto del suo caro fratello, infatti, si trovava un grosso zaino, pieno
di
cinghie e corde. Non essendo brava quanto Hermione, infatti, non aveva
potuto
estendere una borsetta per farci stare tutto ciò che aveva in mente di
portare,
perciò aveva ripiegato su quello zaino babbano. Con qualche
aggiustatina.
Improvvisamente, mentre stava
aggiungendo una o due cose che
aveva dimenticato, sentì un rumore di passi, seguiti dalle voci comiche
ed
eccitate dei gemelli. - Vedrai che salto farà Ronnino piccino quando se
lo
troverà nel letto! - Ginny si infilò velocemente sotto la branda di
Harry,
spingendo contemporaneamente il suo zaino sotto il letto di Ron. Da
quella
posizione privilegiata vide Fred e George mettere fra le lenzuola uno
dei loro
fuochi d'artificio. "Siete
grandi!" pensò ridendo la piccola Weasley.
Non appena i gemelli scesero,
Ginny finì in fretta il suo
lavoro, illudendo lo zaino per maggior sicurezza, e se ne andò
tranquillamente
in cucina. Lì trovò Harry e Ron che si schizzavano allegramente con la
schiuma,
mentre la signora Weasley cercava di fermarli con svariati incantesimi.
- Oh Ginny, cara. Potresti andare
ad aiutare Hermione per
mettere a posto la tavola. - la ragazza sorrise - Non c'è problema,
mamma. -
- Grazie, ma con tutti questi
invitati tutte le sere, non ce
la faccio da sola. -
Passò oltre la cucina, uscendo dal
retro, e trovò Hermione
immersa nella lettura di uno dei suoi mattoni. - Finalmente! - la
salutò appena
la vide.
- Ma non hai ancora cominciato? -
chiese Ginny. Non
immaginava che la sua amica potesse essere una scansafatiche. -
Figurati, con
le tovaglie che usa tua madre potremmo coprirci tutti e quattro i
tavoli della
Sala Grande a Hogwarts! -
Si mossero in fretta, stendendo le
lunghe tele di stoffa su
due dei grandi tavoli di legno che il signor Weasley aveva recuperato
dal
magazzino e rimontato quel pomeriggio. Poi si ritirarono in soggiorno,
mentre i
ragazzi, esiliati dalla cucina, portavano piatti, bicchieri e posate.
- Hai ancora intenzione di andare
avanti? - chiese Hermione
all'amica - Sai come la pensano... -
Ginny continuò a guardarla,
risoluta - Sì, lo so. E sì, sono
sicura. - sorrise - Non vi lascerò scappare ancora a lungo. - Hermione
si
rimmerse nella lettura. Dopo poco la rossa rialzò lo sguardo con un
sorriso
malizioso. - A proposito di scappare... come sta andando con il mio
fratellino?
-
Hermione non disse niente e cercò
di alzare il libro per nascondere
il volto. - Dai "Mione", vi ho sentito. - la stuzzicò l'amica - Fai
anche massaggi ora? -
La bruna borbottò qualcosa - Dai,
Hemione! E' facile! Di
"Sì, Ron mi piace!" - scandì Ginny come se parlasse ad una bambina
piccola. L'altra mise da parte il libro.
- Non è che... cioè sì... non mi
dispiace, ma... mi piace la
sua compagnia. Come con Harry. - La rossa sorrise, maliziosa più che
mai. -
Devo preoccuparmi di un attacco al mio... beh, diciamo quasi ragazzo? -
La
rossa sorrise, fiera di riuscire per una volta a mettere in scacco la
grande
Hermione Granger.
Dopo qualche secondo la bruna aprì
la bocca, come per
parlare. - In effetti... -
Proprio in quel momento arrivarono
Harry e Ron. Il moro
superò l'amico, sedendosi sull'unica poltrona disponibile, mentre
l'unico altro
posto a sedere nel soggiorno era vicino a Hermione. Ron stette in piedi
per
qualche secondo. - Mi fai posto? - chiese alla sorella
Ginny
gli rispose male - Ma
siediti di là, non vedi che sono così comoda qui? – Così Ron si decise
e, rosso
per l'imbarazzo, si sedette di fianco a Hermione. Entrambi erano seduti
tanto
rigidamente da poter essere scambiati per figura impagliate.
-
Uff. Per fortuna che questa
giornata è finita! - sospirò Harry, stendendosi con un sorriso. - Io ho
fame. -
disse Ron, quasi a ricordargli che non era ancora finita fino all'ora
di cena.
- Tu hai sempre fame, Ronald. - disse Ginny, ridendo poi insieme ad
Harry.
- E
pensate che i prossimi giorni
saranno ancora più duri... - disse Hermione smettendo di ridacchiare.
Tre
occhiate impaurite e stupefatte si calamitarono su dei lei, intimandole
di non
aggiungere altro davanti a testimoni pericolosi. - Dopotutto, Bill e
Fleur
rimarranno qui ancora per qualche giorno dopo il matrimonio, no? -
Harry
e Ron sospirarono, mentre
Ginny fece l'occhiolino all'amica. "Dopo
dobbiamo parlare!" sillabò. Parlarono ancora a lungo, mentre Ron
continuava a lamentarsi per la fame. Circa una mezz'oretta dopo la
signora
Weasley li chiamò per mangiare.
-
Finalmente! - esplose Ron
felicemente
-
"Finalmente" sì. -
disse Ginny agli altri due, lasciando che il fratello corresse avanti -
Davvero
non riuscivo più a sopportarlo! -
***X***
Il
pranzo fu, come sempre, ottimo
e abbondante grazie alla cucina della signora Weasley, alla quale toccò
un
brindisi in quanto futura suocera e cuoca impagabile. Almeno quel
giorno non
vennero ministri ad interrompere l'intimità della festa così che Lupin
e Tonks
potessero partecipare, festeggiando una specie di secondo compleanno
per Harry.
Gli avevano anche portato un libro in regalo. - E' l'ultimo lavoro di
Scamandro! - aveva detto Hermione, sempre informatissima su tutto ciò
che
riguarda i libri.
-
Già! - sorrise Lupin, fiero del
suo regalo. - E' l'opera più aggiornata in commercio sulle Creature
Magiche. C'è
anche un'intera sezione dedicata agli Schiopodi Sparacoda, vero Hagrid?
-
L'attenzione
di tutti si concentrò
sul mezzogigante, tutto rosso per l'imbarazzo. - Newt mi aveva chiesto
di
parlarci degli Schiopodi. - Ammise dopo qualche secondo - Ma credevo
che era
così, per fare due chiacchiere. Mi dice che ha letto quello che aveva
scritto
la Skeeter sugli Schiopodi e io gli chiedo se gli interessa vederne
uno. Lui
dice sì e ci ritroviamo a parlare tranquillamente. Poi, giorni dopo mi
arriva
una borsa intera piena d'oro con un lettera di Newt "Questa è solo la
prima parte caro amico. Il nostro libro venderà milioni di copie" mi
scrive. -
Hermione
s'illuminò, come se
fosse sempre stato il suo sogno aiutare a scrivere un libro. Harry
sorrise ad
Hagrid. - Sono felice per te. Un brindisi al nuovo collaboratore di
Scamandro!
- disse levando il bicchiere. Tutti si unirono al brindisi spontaneo,
festeggiandolo.
- E
grazie del regalo,
professore. - disse rivolgendosi a Lupin. Lui si schermì - Dai, Harry,
non sono
tuo professore da anni e sono stato molto amico dei tuoi genitori.
Chiamami
pure Remus. O Lunastorta, se preferisci! - aggiunse ridendo, come non
faceva da
anni. Gli faceva davvero bene stare con una donna allegra e vivace come
Tonks.
Per
tutta la cena sembrò che la
malvagità e la tristezza fossero scomparse dal mondo, o almeno che
fossero
relegate in una dimensione tanto lontana da non rappresentare un
pericolo. Per
molto tempo, anche dopo aver finito il dolce (una favolosa crostata di
lamponi
fatta dall'impareggiabile signora Weasley), rimasero alzati a
chiacchierare
felicemente, mentre Fred e George facevano i loro scherzi a chicchessia
ed il
signor Weasley continuava a tartassare Harry ed Hermione con domande
sul mondo
babbano. Fleur era stupefatta e chiese al suo futuro sposo di spiegarle
la
situazione. - Ma chi se ne impòrta di come fano a survivre. Che
fasciano come
voliono, non? -
- No,
cara, non capisci. Per papà
è una specie di mania! - disse ridendo Bill
La
signora Weasley intervenne,
inaspettatamente in favore della futura nuora - Però sono d'accordo con
Fleur.
Per fortuna non dobbiamo arrabattarci come i Babbani, senza offesa
Hermione
cara. -
La
riccia scosse la testa
sorridendo, scioccata per la parte presa dalla signora Weasley. In
effetti la
trasformazione avvenuta nella capofamiglia dei Weasley, da quando Bill
era
stato aggredito da Greyback, era impressionante. Non solo non attaccava
più Fleur,
né fingeva di non prestarle attenzione, ma addirittura si trovava
d'accordo con
lei su molti punti e le nozze erano state organizzate quasi senza
litigi tra le
due donne.
-
Mamma, papà, smettetela di dare
addosso a Hermione... - disse Ron. Accorgendosi del suo errore tentò di
rimediare
aggiungendo - ... e ad Harry - Ma era troppo tardi. Infatti, mentre la
ragazza
arrossiva sempre di più e cercava di scivolare sulla sedia sparendo
dalla
circolazione, i gemelli cominciavano a fare battute.
- Che
cosa dolce, Ronnino! -
disse Fred
-
Cosa ode il mio orecchio? -
fece George, con una sorta di macabro umorismo.
Continuarono
così per qualche
tempo, fino a quando la signora Weasley non diede il "tuttinbranda" -
Domani c'è un matrimonio e non voglio che facciate tardi! Chi dorme è
perduto!
- avvisò non del tutto ilare la padrona di casa.
Ognuno
corse in casa, prima fra
tutti un'Hermione che aveva assunto ormai tonalità violacee. Dopo i
soliti
turni per il bagno, che aumentarono la confusione alla Tana, tutti si
ritirarono tra le coperte per godersi un po' di ore di meritato riposo.
***X***
Ron
era sdraiato sul suo letto,
intento a rimirare il soffitto dipinto coi colori dei Cannoni di
Chudley quando
Harry fece capolino di ritorno dal bagno, reggendo la maglia del
pigiama che
non aveva ancora infilato. - Vuoi far colpo su mia sorella mostrandoti
sempre a
petto nudo, grande uomo virile? - domandò il rosso prendendolo in giro.
-
Haha, ridi pure, Ronnino.
Ricordami di dirlo a Hermione la prossima volta! - Forse la battuta era
stata
un po' troppo pungente, perché Ron smise di ridere e tornò a fissare il
soffitto. Harry lo guardò preoccupato, dopo aver lottato qualche minuto
con la
maglia che gli aveva mandato di traverso gli occhiali. - Ehi amico, non
fare
così! Era solo una battuta! - l'altro annuì, piano.
-
Credo di amarla. - disse Ron
dopo un po'. Il moro lo osservò preoccupato, mentre tentava di
districarsi
dalla magia che stava seriamente tentando di ucciderlo, poi si mise a
ridere
senza controllo. Dopo alcuni secondi Ron chiese - Ma che ti prende? -
Harry
continuò a ridere per
qualche minuto. - E' la stessa cosa che hai detto quando... hai bevuto
il
filtro d'amore di Romilda Vane! - Ron arrossì, mandando a fuoco di
nuovo le sue
orecchie. - Smettila amico. E' una cosa seria! - lo rimbeccò,
leggermene
arrabbiato.
- Sì,
lo so. - rispose l'altro -
Lo sa tutta Hogwarts che tra te e Hermione è una cosa seria. Lo sai
qual è il
prossimo passo, vero? - Il rosso lo guardò spaesato ed Harry sospirò -
Tu-devi-assolutamente-dire-a-Hermione-quello-che-provi - disse
scandendo per
bene ogni parola.
Ron
scosse la testa - Non lo farei
mai, mi prenderebbe per matto o, peggio, riderebbe di me. Non posso,
proprio
non posso... -
- Va
bene, fa come vuoi. Tanto
verrà fuori da solo, prima o poi. - commentò filosoficamente l'amico.
Ron
si girò verso di lui. -
Secondo te perché ha detto quelle cose prima? Con Ginny, dico. - Harry
lo fissò
pensieroso. - Non starà mica cercando di dirle cosa dobbiamo fare, no?
Insomma,
sì... sono amiche, no? -
-
Spero proprio di no. Non penso
sia sicuro neanche per voi due venire con me. Se viene anche Ginny...
Sai
quello che provo per lei. -
Ron
sbuffò - Sì, lo so. Anch'io
preferirei che non venisse, ma è una testarda e se Hermione le ha detto
cosa
succede, sta sicuro che smuoverà mari e monti per venire con noi. -
Per
uscire da quel pericoloso terreno
minato, Harry provò una manovra difensiva. - Comunque, tornando a
Hermione, non
voglio vederti sempre abbarbicato a lei come con Lavanda. E' come una
sorella
per me e non voglio vedere scene troppo spinte, chiaro? -
-
Come con te e Ginny, vuoi dire?
- incalzò maliziosamente. Harry non rispose. - Dai, non fare quella
faccia. Sai
benissimo che quella testona di mia sorella ti aspetterà in eterno. E
poi non
manca molto, no? dobbiamo solo fare qualcosina e poi vi rimettete
insieme.
Potrei persino diventare zio... -
Ron
sbiancò di colpo, rendendosi
conto di ciò che aveva detto - Non subito, eh? Tra molto tempo... mesi,
anni...
molti anni. - Harry rise forte - Non preoccuparti, prima dobbiamo solo
affrontare Voldemort. Una cosa da niente, come hai detto tu. -
-
Già. Meglio dormire ora. Un
brutale duplice omicidio ad opera della madre dello sposo raggelerebbe
l'atmosfera, credo. –
***X***
Intanto,
nella camera delle
ragazze, le due amiche erano immerse in una discussione simile. - Si
può sapere
perché diavolo hai detto quelle cose? Ci mancava solo che mi
scoprissero. Certo
non Ron, ma Harry non è così scemo. -
Hermione
rise piano - Non ci
giurerei. Quando si tratta di te riesce persino ad uguagliare tuo
fratello. -
Ginny
sbuffò, girandosi tra le
coperte per guardare in faccia la sua amica. - Già, perché non l'hai
mai
sentito quando parla di te. Si rimbecillisce totalmente. Farebbe
qualunque cosa
per te... ehi! - si alzò folgorata. Hermione la minacciò con un dito -
Non
credo che cercare di manipolare tuo fratello sia una buona idea! - la
rossa si
rigettò sul letto, delusa - E comunque non credo di avere tutto questo
ascendente su Ron... - continuò meditabonda.
- Non
sembra che la notizia ti
sia indifferente, comunque... - disse Ginny, con apparente casualità. -
Ancora
con questa storia? - disse la bruna arrossendo.
- Sì,
ancora, finché non
deciderai di essere onesta. Diamine, Hermione, mancate veramente solo
voi due
all'appello! - confessò esasperata. L'altra arrossì ancora di più,
chiudendosi
in un assoluto mutismo, tanto che dopo alcuni minuti di interrogatorio,
la
rossa temette che avesse perso la lingua.
- E'
mai possibile che quando si
parla di cuore tu non riesca a spiccicare parola? Ah, lasciamo perdere.
Hai
qualche idea su dove trovare quei cosi? -
- No,
nessuna. Molte ipotesi, ma
poche probabili. - ammise Hermione.
- Non
mi attira molto l'idea di
vagare senza meta per tutta l'Inghilterra. Se sono solo qui, ti rendi
conto che
possono essere dovunque? - Ginny sembrava quasi spaventata dalla mole
del lavoro,
ed Hermione ne approfittò. Non poteva certo lasciare che la sua amica
si
mettesse in pericolo, se poteva evitarlo.
- Se
vuoi fai ancora in tempo a
rimanere qui. Non c'è nessun problema. -
Ginny
alzò un sopracciglio - Non
credo proprio. Non pensare che ti lasci andare in giro senza di me. Ci
vuole
qualcuno che tenga freno te e Ron ed Harry sarà troppo impegnato per
farlo! -
disse sorridendo maliziosamente.
Hermione
sospirò - Quei due mi
ammazzeranno, quando lo sapranno. Va beh, meglio andare a dormire. -
-
Già, domani la mamma ci butterà
di nuovo giù dal letto come stamattina - sorrisero entrambe al ricordo
della
signora Weasley che entrava nella stanza come una furia urlando che
erano in
ritardo per il matrimonio. - Buonanotte! -disse Hermione
-
'Notte - rispose la rossa
spegnendo la candela
-
Ginny? -
-
Mmmh? -
- Su
Ron... Mi sa che avevi
ragione tu -
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Matrimonio e picche ***
Matrimoni e Picche
Il giorno dopo tutti si
svegliarono in tempo, senza traumi da parte della signora Weasley.
Scesero a
fare colazione come ogni giorno ancora in pigiama e, dopo aver
ingollato una dose
che ritennero sufficiente di bacon, biscotti, latte e quant'altro,
tornarono su
per vestirsi.
Harry si rimise lo
smoking verde
bottiglia, sapientemente adattato da madama McClan, mentre Ron era alle
prese
con un'altro molto elegante di un rosso cupo. - Ma come diavolo si
allaccia
questo coso?! - domandò lanciando con veemenza la cravatta in tinta
attraverso
la stanza. Harry la raccolse con pazienza e con sapiente maestria
gliela gettò
al collo e la allacciò in un elegante nodo come aveva già fatto con la
sua.
- Come diavolo hai
fatto? -
chiese l'amico meravigliato. Harry sorrise - Chi credi che abbia
allacciato la
cravatta a zio Vernon da una decina di anni a questa parte? Dai
muoviamoci,
altrimenti le ragazze ci lasciano qui. -
Ron borbottò qualcosa
che
somigliava molto ad un - Capirai, dobbiamo solo andare in giardino! -
Comunque
seguì l'amico attraverso le scale, fino alla porta della camera che
Ginny
divideva con Hermione. - Ragazze, noi siamo pronti! Vi manca ancora
molto? -
urlò il rosso attraverso la porta
- Non serve urlare, Ron.
- disse
Ginny aprendo la porta. I due ragazzi rimasero letteralmente a bocca
aperta per
lo stupore. Ginny indossava l'abito delle damigelle, bianco con alcuni
pizzi
sulle spalline e con un velo che dalle spalle scendeva a coprirle per
metà le
braccia nude. Una scollatura a V permetteva di vedere quanto fosse
cresciuta in
quegli anni la "sorellina piccola di Ron", mentre dietro la parte
della schiena esposta da una seconda scollatura era coperta da una
cascata di
capelli rossi che scendevano perfettamente disciplinati per
incorniciarle il
viso.
Hermione, invece, aveva
un abito
azzurro elettrico senza spalline, con guanti che tagliavano a metà le
braccia.
Molto più semplice rispetto a quello della rossa, scendeva in
un'elegante
gonna, abbastanza ampia da permettere di ballare comodamente, ma non
tanto da
impedire i movimenti. Fece un giro su se stessa per mostrare il suo
abito ed
Harry fischiò di ammirazione. - Vedo che sono l'unico che ha riciclato
l'abito
del Ballo del Ceppo. State benissimo ragazze. - si chinò verso quella
che
doveva essere la sua dama - Soprattutto tu, Ginny, ma non dirlo a
Hermione - le
sussurrò complice.
La ragazza, rossa per il
complimento, si comportò come se niente fosse successo - Certo mio
fratello non
poteva rimettersi quello sgorbio marrone che mia madre voleva far
passare per
abito! - rise afferrando il braccio che Harry le offriva e cominciando
a
scendere le contorte scale della Tana.
Ron e Hermione rimasero
soli sul
pianerottolo. - Stai bene vestito così. - disse Hermione senza
guardarlo negli
occhi.
- Beh, Ginny ha ragione,
no? Non
potevo mica rimettermi quella cosa! - di nuovo silenzio. "Forza
Ron! Diglielo! Perché stai lì zitto?" cercò di farsi
coraggio, ma niente qundi rimase fermo a masticarsi la lingua per la
tensione.
- Andiamo, su. - disse Hermione cominciando a scendere le scale.
- Aspetta! - la fermò il
rosso.
Quando lei si fermò, la raggiunse di corsa, rischiando quasi di farla
inciampare.
Le porse il braccio - Sono il tuo cavaliere, giusto? -
Hermione sorrise, felice
dopotutto che ci fosse Ron con lei e accettò il sostegno che le veniva
offerto.
Così insieme si incamminarono verso il giardino.
Una volta fuori, con
molto
dispiacere, Ron dovette lasciare che Hermione si sedesse da sola in
prima fila,
vicino alla signora Weasley, perché se Ginny aveva i suoi doveri di
damigella
insieme alla sorella di Fleur, Gabrielle, anche Harry e Ron avevano un
ruolo
importante nella cerimonia.
Era tradizione del mondo
magico,
infatti, che due o tre amici per ciascuno sposo si posizionassero
appena prima
del futuro marito, sul percorso della sposa e che salutassero il suo
arrivo con
una salva di scintille. In questo modo, sempre secondo tradizione, si
impegnavano
a proteggere la coppia e a correre in suo aiuto in caso di pericolo.
Ormai era
diventata poco più che una formalità, ma in quei tempi pericolosi era
meglio
ricordare quell'antica usanza.
Per la sposa erano
schierati
Harry, Krum, campioni tremaghi, e uno dei fratelli di Fleur. Per lo
sposo
invece stavano in piedi Ron, livido di rabbia per la presenza del
bulgaro, il signor Weasley e un folletto. Quest'ultimo, grande amico di
Bill, aveva accettato in via del tutto eccezionale di partecipare ad un
matrimonio tra maghi, chiedendo persino un giorno di permesso alla
Gringott.
Aspettarono parecchi
minuti,
mentre ognuno trovava il posto che gli era stato assegnato e il signor
Weasley tentava di calmare Bill, agitato come non mai. Finalmente
arrivò la sposa le sei persone che l'attendevano in piedi accanto
all'altare scagliarono in aria scintille dorate, salutando il suo
arrivo.
Vestita di bianco
candido come le damigelle, era di una bellezza abbacinante, tanto che
sembrava risplendere di luce propria. Arrivata all'altare si fermò,
mentre Ginny e Gabrielle mettevano giù il velo e andavano a
posizionarsi ai fianchi della sposa in quanto damigelle. Passandogli
accanto, la rossa fece l'occhiolino a Harry, che sorrise felce con
ancora la bacchetta sollevata. Anche Krum sorrise e guardò la piccola
Weasley con uno sguardo famelico.
Un tipo alto e
impomatato, direttamente dal ministero, disse tante parole inutili
prima di arrivare al dunque. Sembrava una caricatura di Percy,
con i capelli scrupolosamente in ordine (aveva lanciato uno sguardo di
disapprovazione ai capelli di Harry come solo zia Petunia poteva fare),
ed il mantello lindo e lucidato, con ancora le pieghe per essere
rimasto piegato troppo a lungo.
Finalmente il
funzionario
si decise. - Vuoi dunque tu, Fleur Isabelle Delacour prendere come
marito il qui presente William Arthur Weasley? -
- Lo voglio. - rispose
la francese infilando la fede al dito dello sposo
- E vuoi tu William
Arthur Weasley, prendere in moglie la qui presente Fleur Isabelle
Delacour? -
- Lo voglio! - asserì
lui mettendo l'altra fede, più piccola, al dito di Fleur.
- In nome del
Ministero, vi dichiaro quindi marito e moglie. Può baciare la sp... -
Il poveretto non face in tempo a finire la frase che già i due si
stavano scambiando un bacio appassionato. Prendendola con molta
filosofia, alzò le spalle e scese dal palco, dando più spazio ai due
innamorati.
***X***
Una volta che i due
novelli sposi si staccarono, si presero per mano, camminando come
tradizione lungo il tappeto rosso dove era passata la sposa poco prima,
con tutto il corteo che sfilava dietro di loro. Primi tra tutti le
damigelle e gli amici della coppia, ancora con la bacchetta sfoderata.
Harry si posizionò possessivamente accanto a Ginny; non aveva
apprezzato molto le occhiate di Krum.
Hermione riuscì a
fendere la folla quanto bastava per posizionarsi accanto al suo
cavaliere, che le offrì il braccio quasi orgoglioso di essere stato
scelto dalla donna.
Dopo la sfilata, il
gruppo si divise, sciamando in massa sulla pista da ballo. Fleur si
ritrovò contesa tra il signor Weasley ed il signor Delacour e tutti e
due riuscirono ad avere almeno un ballo con lei, prima che Bill la
monopolizzasse.
Ron aveva preso il
coraggio a due mani e aveva letteralmente trascinato Hermione sulla
pista da ballo. "Poteva almeno
chiedermelo!" si ritrovò a pensare la ragazza, perplessa ma
felice che quel testone di un rosso si fosse deciso a "invitarla" a
ballare.
Harry li guardava da
lontano, seduto vicino a Ginny, un poco invidioso della loro felicità.
La rossa capì che per una volta doveva essere lei ad esporsi per prima.
- Vuoi ballare? - chiese.
- Ginny, io non SO
ballare. Ti ricorderai il Ballo del Ceppo, no? - sospirò tetro.
La ragazza lo tirò su di
peso.
- Smettila di dire idiozie e balla con me. - Harry sorrise e la afferrò
in vita portandosi sulla pista da ballo. Ginny gli appoggiò il mento
sulla spalla, chiudendo gli occhi e facendosi in qualche modo cullare
dall'abbraccio del suo cavaliere.
- Visto che sai ballare,
dopotutto? - gli disse dopo qualche minuto.
- Deve essere la
partner. - rispose Harry sorridente. Ginny si illuminò al sentire
queste parole e non riuscì a fare altro che rispondere al sorriso.
Erano ancora stretti
l'uno all'altra quando Krum si avvicinò a loro al finire di una
canzone. - Posso afere io questo ballo? - chiese in un inglese un po'
impacciato. Harry non era assolutamente d'accordo, ma lui non poteva
assolutamente decidere per lei, così la lasciò andare.
Anche Ginny era un
po' contrariata che il bulgaro avesse spezzato l'atmosfera, ma decise
di fare buon viso a cattivo gioco e di accettare. Che male c'era in un
ballo solo, infondo?
- Tu è molto bella così,
Ginevr. - disse accostandosi di più al corpo della ragazza, che però
manteneva saldamente le distanze.
- Grazie. - rispose
la rossa. Non sapeva se essere lusingata del complimento. Hermione le
aveva detto che era sempre molto galante con le ragazze, soprattutto
quando voleva da loro qualcosa.
- Tu è sola? Cioè, è
promessa con qualcuno? - domandò
ancora Krum. Ginny scosse la testa, ancora confusa. - Ah, bene. Tu mi
piace, Ginevr. Vuole venire in Bulgaria con me? Tu può fare ultimo anno
a Durmstrang, se vuole. -
La rossa spalancò gli
occhi. - Mi spiace. Sono lusingata, ma non credo sia il caso. A me
piace un altro. -
- E' Potter? Te piace
Potter, vero? - disse incredulo. Poi scosse la testa, sorridendo - Non
preoccupare, Potter non è tuo problema - le si avvicinò e tentò di
baciarla. Provò più volte, ma alla fine Ginny riuscì a sgattaiolare e
gli tirò un sonoro ceffone.
- Non ci provare più,
chiaro? Non mi interessa se sei un campione di Quidditch, non tutto ti
è permesso! - disse Ginny indignata, tornando indietro verso i tavoli
per cercare Harry.
Ballando, Ron e
Hermione passavano vicino a Krum e assistettero all'intera scena. -
Tenta ancora di forzare mia sorella e ti stendo! - gli ringhiò contro
il rosso.
Krum si rivolse a
Hermione, come per avere sostegno, ma quella scosse la testa. - Il lupo
perde il pelo, ma non il vizio, eh Victor? - sospirò sconsolata.
***X***
- E così sono uno per guancia. - borbottò Hermione ancora tra le
braccia di Ron, mentre il bulgaro andava a salutare la sposa. Non aveva
senso rimanere dopo che l'unica ragazza carina libera gli aveva
risposto picche. Il rosso smise di pedinare il suo nemico con lo
sguardo e rivolse di nuovo tutta la sua attenzione alla ragazza che
aveva tra le braccia.
- Che hai detto? -
chiese, stupito.
Hermione ridacchiò
nervosa. - Aveva provato a fare la stessa cosa con me, poco prima della
terza prova al quarto anno. - disse rievocando la scena. - E come Ginny
mi sono defilata e appena ho potuto gli ho rifilato un ceffone,
sull'altra guancia però. Gli è rimasto il segno per una settimana e ha
dovuto coprirlo con un cerone, mi ha scritto -
Ron era visibilmente
sollevato da questa notizia. Le sorrise. - Posso dire "Te l'avevo
detto"? - domandò sornione.
- No, non puoi! - gli
rispose la ragazza categorica - Adesso balla e sta' zitto - gli intimò
appoggiandosi completamente al suo petto e lasciando che le gambe
seguissero da sole l'andamento della melodia.
Poco lontano Ginny
trovò Harry seduto ad un tavolo. Gli bussò sulla spalla, sorridendogli
quando si girò meravigliato di vederla. - Si torna in pista? - domandò
la ragazza allegra. Harry, stupito ma felice, si alzò e la seguì.
- Niente Bulgaria,
milady? - domandò lui vincendo l'enorme blocco che si era creato
vedendo Ginny ballare con Krum. Ora sì che capiva cosa doveva aver
provato Ron. La ragazza gli sorrise. - Preferisco i cavalieri ai
buzzurri. Lei da che parte sta? - gli domandò con malizia.
Harry rispose al sorriso
- Se continua a sorridermi così, penso che potrei anche saltare la
barricata e trasformarmi in un buzzurro! - disse ridendo. Ginny tornò
ad appoggiarsi alla spalla di Harry, come aveva fatto prima che Krum li
interrompesse.
- In più sono anche
innamorata. - borbottò più rivolta a se stessa. Harry la sentì comunque
e sorrise, pur arrossendo per l'imbarazzo - Ah, sì? E... lo conosco? -
Ginny rise - Non so. Uno
magro, alto. Capelli neri disordinati, occhi verdi. Una testona
pesante, piena di sciocche idee sulla responsabilità e l'altruismo, che
vuole lasciarmi sola per andare quasi inerme ad affrontare il più
potente mago oscuro di tutti i tempi.... Ti dice niente? -
Come previsto Harry
abbassò la testa e si fissò intensamente le scarpe lucide che la
signora Weasley aveva insistito per fargli prendere. - Probabilmente ha
paura per te. Non vuole che ti accada nulla di male. Se accadesse non
potrebbe mai perdonarselo.- ammise guardandola triste.
A quel punto Ginny lo
prese per mano e lo guidò un po' distante, lontano dagli sguardi
curiosi dei fratelli e dei parenti assortiti.
***X***
Come volevasi dimostrare, Ron stava quasi per trascinare Hermione a
controllare cosa facessero quei due. - Fermo lì, Ron. - gli disse
Hermione trattenendolo. - Harry e Ginny hanno bisogno di un po' di
privacy e non rovinerai loro il momento. - continuò, appoggiandosi di
nuovo al petto del ragazzo. - E io ho bisogno di te, adesso. -
sussurrò. Se Ron sentì quest'ultima parte, non lo diede a vedere.
Passarono alcuni minuti,
durante i quali Ron scoprì di essersi calmato, poi il rosso le chiese -
Quando si parte? - Hermione lo guardò stranita per un momento. Credeva
di essersi quasi addormentata sul petto di Ron. Si stava così bene
lì.... - Sono diventata un'agenzia di viaggi? -
- No, no! Assolutamente
no! - si affrettò Ron, cercando di trovare una scusa che reggesse.
Hermione rise. - Tranquillo, era uno scherzo. So benissimo che tu ed
Harry siete troppo disorganizzati per preparare un viaggio come si
deve. - Ron era perplesso.
- Viaggio? Ma non
possiamo usare la metropolvere o la materializzazione? - Hermione
arrossì un poco. - Diciamo che è sorto... un problema. -
- Che tipo di problema?
- domandò Ron che cominciava davvero a preoccuparsi.
- Niente di
irrisolvibile, tranquillo, ma i mezzi magici saranno impraticabili per
un po'. Saranno sicuramente controllati. - "In più Ginny non può materializzarsi".
Avrebbe tanto voluto dirglielo. Detestava avere dei segreti così
pericolosi da custodire, ma Ginny le aveva fatto promettere di non
dirlo a nessuno.
Ron si distese - Ah,
giusto. Vorrà dire che dovremo trovare un altro mezzo. Uno babbano. -
Hermione scosse la testa
- Saremo ricercati. Come criminali. Non avendo la magia i babbani si
sono inventati le cose più strane e non è detto che Voldemort non possa
affidare a normali poliziotti babbani il "lavoro sporco" per poi
finirci personalmente. - si riappoggiò a lui, lasciandosi cullare dalle
ultime note della canzone. - L'unico modo è usare mezzi babbani non
controllati, ma vorrà dire fare parecchio esercizio. - si staccarono e
si inchinarono l'uno all'altra, come prevedeva la danza.
Stufi di ballare si
diressero lontano dai tavoli, benché meno affollati ora che tutti
avevano preso coraggio e invitato le loro dame o cavalieri a ballare.
Ron teneva per mano Hermione e la guidava a scoprire "le meraviglie del
giardino Weasley" come le chiamava lei.
Si accorsero, dal colore
che il sole morente dava al giardino, di aver ballato tutta la
giornata. Ron non se ne preoccupò e continuò il discorso lasciato in
sospeso - Non mi fa paura la fatica. Non se sono con te! - le confessò
stringendola a sé. - Scusami se non riuscirò a non lamentarmi e ti dirò
delle cose brutte. Te lo chiedo ora così non dovrai fare la fatica di
ascoltarmi ogni volta. - disse sorridendole triste. - E che io non
riesco a impedirmi di ess... -
- Stai zitto, Ron. - lo
interruppe Hermione dolcemente, stringendosi ancora di più contro di
lui. Il rosso non disse più niente, godendosi il tramonto con la donna
dei suoi sogni. - Partiamo domani, due ore prima dell'alba. - disse lei
in un soffio. Ron ebbe un mancamento.
- Prima no, eh? -
domandò sarcastico facendola ridere.
***X***
Intanto Ginny ed Harry erano seduti l'uno accanto all'altra,
fortunatamente separati da Ron e Hermione dalla strana struttura della
Tana. - Devo dirti una cosa, Harry. - esordì la ragazza. "Ahi ahi. Quando una ragazza inizia così,
non c'è mai da aspettarsi niente di buono" Pensò Harry
preoccupatissimo.
- Dimmi. - rispose, con
un tremito nella voce. - Non ti arrabbierai? - "Oddio, sarà mica incinta? Ma se non l'ho
nemmeno toccata!" pensò con una logica invidiabile. - Te lo
prometto. Qualunque cosa dirai non mi arrabbierò. -
Ginny lo guardò per
alcuni secondi, poi decise di potersi fidare. - Vi ho sentiti una volta
mentre parlavate di quello che volete fare... - confessò. Harry tremò -
In seguito ho costretto Hermione a rivelarmi tutto. - Harry stava per
avere un attacco epilettico da quanto era nervoso. Sapeva che il peggio
doveva ancora venire. Ginny lo guardò con la stessa espressione che
aveva il giorno della vittoria del Grifondoro, la stessa del funerale
di Silente, la stessa espressione determinata che aveva due giorni
prima quando aveva invitato Harry in camera sua per dargli il suo
regalo di compleanno.
- Io vengo con voi. -
disse guardandolo direttamente negli occhi. "Ecco, lo sapevo che arrivava la
mazzat.... CHE?" Harry era totalmente sconvolto. - M-ma Ginny,
te l'ho già detto. Io non voglio che... -
- Stammi bene a sentire
Harry James Potter... - cominciò la rossa accalorandosi - Io verrò con
voi, non importa cosa dirà mio fratello e non importa nemmeno cosa
dirai tu! Sono stata chiara? -
Harry annuì, un po'
spaventato - Limpida e cristallina. Ma sei sicura? Voglio dire, è
pericoloso, non so se... -
- Già, è estremamente
pericoloso, quindi se verrò con te potrò proteggerti meglio, non credi?
- disse Ginny con l'aria di voler troncare la questione. - Ci deve
solo provare quel mucchietto di ossa senz'anima a sfiorarti! - proclamò
con un coraggio degno di Godric Grifondoro.
L'altro restò immobile.
- Credo che dovrò rassegnarmi. Non cederai mai, vero? - La rossa scosse
la testa sorridendo, felice che lui avesse ceduto - Vorrà dire che ci
faremo una bella gitarella tutti insieme. Meglio tornare alla festa
ora, o tuo fratello mi lincia. -
- Aspetta! - disse lei,
arrossendo subito dopo. - C'è un'altra cosa... - Harry si bloccò,
gelato dal terrore. Ginny lo raggiunse, abbracciandolo come non faceva
da tempo, da quando stavano insieme ad Hogwarts. - Visto che verrò con
voi... non c'è pericolo che Voldemort voglia usare me per arrivare a
te. O almeno non più pericolo del solito. - aggiunse con una piccola
risata.
Harry si girò,
aspettando che continuasse. Lei lo guardò nuovamente negli occhi. -
Quindi direi che non c'è niente di male nell'approfondire il nostro legame. -
Lui non riuscì più a
sopportare l'attesa e la baciò appassionatamente. - Ti amo - le
sussurrò dolce.
Ginny, dopo aver
risposto al bacio con altrettanta passione, chiuse gli occhi e si
appoggiò al petto del suo ragazzo. - Anch'io e volevo che tu lo
sapessi. - rispose la rossa dandogli un altro bacio, tenero, sulle
labbra.
Improvvisamente Harry
ridacchiò. - Ron mi ucciderà. Ieri mi ha addirittura accusato
di metterti le mani addosso ogni volta che potevo! - Anche Ginny rise.
- Oh, e vedrai domani! -
Il moro la guardò
stupito, ancora una volta. - Domani? Che succede domani? - domandò
curioso.
La rossa si portò una
mano alla fronte - Giusto, che sciocca. Con tutto quello che avevo da
dirti mi sono dimenticata. Hermione mi ha chiesto di riferirti che si
parte domani, due ore prima dell'alba. - Harry si sentì stanco solo a
quella rivelazione.
- Sarà contento Ron! -
disse, facendo ridere entrambi. - Sarà meglio
andare a dormire ora. - aggiunse dandole un ultimo bacio e
riconducendola verso la casa.
***X***
Salutare tutti e spiegare che si sentivano stanchi e volevano andare a
dormire fu meno difficile del previsto. Nemmeno Fred e George vollero
indagare, ma d'altronde erano impegnati con le rispettive ragazze:
Angelina, la cacciatrice di Grifondoro, e Jodie, una ragazza babbana
alla quale Fred aveva rivelato di essere un mago. Era la prima volta
che si trovava tra altri maghi ed era un po' spaesata.
La signora Weasley,
parzialmente al corrente delle intenzioni del figlio minore, di Harry
ed Hermione,
li guardò corrucciati mentre lasciò andare Ginny senza fare storie. Ci
sarebbe rimasta molto male non trovandoli nei loro letti la mattina
dopo.
Una volta in camera, le
ragazze si fiondarono nel letto. - Mi sono rimessa con Harry! -
annunciò Ginny felice - E ha accettato il fatto che verrò anch'io. Non
che avesse molta scelta comunque... - aggiunse gongolante per la
riuscita del suo piano.
- E tu? Come è andata
con
Ron? - domandò all'amica che ancora non parlava. Hermione era
catatonica, non si muoveva e non parlava. Sembrava non respirasse
nemmeno. - Ehi, Herm, ci sei? -
- I-io, sì, credo di sì.
- rispose incespicando con le parole. - Bene, penso, bene. - Ginny la
guardò alzando un sopracciglio. Non credeva certo di cavarsela così. -
E va bene. Sì, ci siamo messi insieme, contenta? - domandò brusca
all'amica rigirandosi tra le coperte.
- Sì, sono contenta. Era
anche ora! Se lo aspettava mezza scuola! - rispose la rossa -
Buonanotte. -
Hermione rispose con un
suono che poteva anche essere interpretato con un - 'Notte - ma era già
tanto addormentata da renderlo incomprensibile.
Nella camera di Ron, un
piano più in alto, Harry guardava sorridendo il rosso che faceva avanti
e indietro nella piccola stanza. - Cioè io l'ho baciata, no? quindi ora
siamo... beh sì, stiamo insieme, no? -
- Ron calmati, per
l'amor del cielo! Cosa avete fatto prima di andare a dormire? - chiese
con uno sguardo da: "Non dire 'niente' altrimenti sono capace di
ucciderti".
- Ci siamo baciati -
disse il rosso realizzando solo in quel momento quello che aveva fatto.
- Dio, ho baciato Hermione! -
- Bravo. Quindi la
risposta alla tua domanda è sì. Tu stai con Hermione Granger. Adesso
dormi che domani ci aspetta un'alzataccia. -
- Già, anche secondo me
due ore prima dell'alba è un po' troppo pres... Ehi! Ma tu come fai a
saperlo? -
- Lo capirai domani.
Adesso dormi. -
Grazie a tutti
quelli che mi seguono. Devo dire che non mi aspettavo foste così tanti
anche se so di non essere proprio da buttar via.
Grazie in particolare a coloro che mi hanno recensito o che mi hanno
messo tra le loro storie preferite.
Grazie davvero.
Per
Pflaume: Neanche a me è mai andato giù che Ginny facesse la parte della
"principessa che attende di essere salvata". Soprattutto col
caratterino che si ritrova! XD
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Partenza ***
Partenza
Quella
mattina, alla Tana, il signor Weasley trovò la moglie in stato
catatonico seduta al tavolo della cucina. La spiegazione era in un
foglio di pergamena, accuratamente compilato con la grafia bella e
sicura di Hermione.
Cari signori Weasley,
Harry e Ron hanno affidato a me il compito di scrivere questa lettera,
sostenendo che poi non sareste riusciti a leggerla se l'avessero
scritta loro di proprio pugno. Cercherò di fare del
mio meglio, ma non so come verrà fuori. Qui di seguito aggiungo quello
che volevamo dirvi, ma che non abbiamo avuto il coraggio di dire vis a
vis.
Harry:
Grazie. Questa è la cosa più importante che volevo dirvi. Grazie per
avermi accettato, per tutti i momenti felici e spensierati che mi avete
fatto vivere, per essere rimasti con me. La seconda cosa che volevo era
chiedervi scusa. Mi dispiace dover partire così come un ladro, senza
nemmeno salutarvi di persona. Come sapete devo fare delle cose, compiti
che mi ha lasciato Silente in persona. Vorrei solo che Ron, Hermione e
Ginny non venissero con me, ma sapete quanto sono testardi Ron e Ginny
ed Hermione è pure peggio se possibile (ahia!).
Spero solo che quando torneremo (se torneremo) vogliate accettarmi
ancora, nonostante tutto quello che vi ho fatto, magari anche come
futuro genero.
Grazie ancora. Di tutto.
Ron:
Papà, mamma, non preoccupatevi. Torneremo presto, non staremo via
molto. Facciamo quello che ci ha detto Silente e torniamo, niente di
più. Papà sta vicino a mamma. Ne avrà bisogno. Non staremo via molto,
ve lo prometto, poi torneremo e finiremo Hogwarts. Non possiamo certo
tenerci il G.U.F.O. soltanto.
Ve lo dico perché lo sappiate, non ero d'accordo che venisse anche
Ginny, ma ha deciso. La pietrificherei seduta stante per impedirglielo,
ma temo che poi ci seguirebbe comunque (ci puoi scommettere!), quindi
penso sia più al sicuro con noi che in giro da sola.
Vi prometto che la riporteremo sana e salva.
Ginny:
Mamma non piangere. Lo so che stai piangendo, ma torneremo non ce n'è
bisogno. Lo so che sarà pericoloso, ma non ce la faccio più ad essere
la fanciulla in pericolo che deve essere salvata. Non voglio più stare
al sicuro e lasciare che altri rischino la vita, voglio fare la mia
parte.
Se e quando tornerò affronterò le conseguenze delle mie azioni, ma devo
prendere in mano la mia vita.
Resterò al fianco di Ron ed Hermione, qualunque cosa accada. E Harry...
soprattutto Harry.
Torneremo presto (spero).
Manco solo io a quanto pare. Hanno già detto tutto Ron e Ginny, ma
Harry ha centrato il punto. Forse perché anch'io sono un' "intrusa" in
casa vostra. Vorrei solo aver ripagato meglio la fiducia che mi avete
offerto, ma Silente in persona ci ha raccomandato di stare vicino ad
Harry e né io né Ron vorremmo mai mancare alla nostra parola. Per
quanto riguarda Ginny, mi rattrista ammettere che è stata colpa mia: mi
ha estorto quello che sapevo e ha insistito per venire. Almeno la
potremo proteggere meglio.
Ancora una volta mi unisco ad Harry nello sperare di poter ancora
aspirare alla vostra fiducia. Vorrei tanto potervi chiamare mamma e
papà anch'io, un giorno.
Vi lascio Grattastinchi, abbiatene cura per me.
Vostri
Hermione Granger, Harry
Potter, Ginny e Ron
-
Buona fortuna, ragazzi - sussurrò il signor Weasley
sperando che lo sentissero, dovunque si fossero materializzati.
***X***
Il signor Weasley non poteva saperlo, ma non era un'ipotesi così
improbabile. I quattro ragazzi stavano infatti arrancando faticosamente
sul Col dell'Ermellino, lo stesso da dove erano partiti per la Coppa
del Mondo, al quarto anno.
- Non capisco... perché accidenti... non abbiamo preso... un treno! -
sbuffò Ron riprendendo fiato una volta in cima. Hermione lo guardò.
- Te l'avevo detto... che non avremmo potuto prendere... mezzi
controllati. - rispose - Sarebbe facilissimo per i Mangiamorte
controllare i passeggeri di un treno, basterebbe che si fingessero
controllori. -
- Allora dove andiamo? - domandò Ginny arrivando in cima pesantemente
appoggiata ad Harry. Ron guardò con decisione la vallata sottostante.
Hermione sbuffò vedendo la reazione infantile del rosso, ma non disse
niente. - Andiamo da mio zio. Mi deve un favore e gestisce un
negozio per patiti dello sport. Dobbiamo prendere delle scarpe più
adatte e anche un mezzo di trasporto. E anche qualche provvista
d'emergenza. - aggiunse pensandoci.
Camminarono ancora per parecchio tempo, guidati scrupolosamente da
Hermione. Quando la stanchezza si faceva sentire facevano piccole
soste, tutti tesi verso la meta. - Ci siamo. - disse Hermione ad un
certo punto.
- Qui? - fece scettico Harry. In effetti si trattava di una catapecchia
decisamente fuori mano, con un'insegna poco visibile e per niente
funzionante.
- Oh, sì. Questo è un punto di ritrovo per gli appassionati di
trekking, ma ci sono anche delle ottime biciclette, venivamo qui a
prenderle a noleggio coi miei genitori. - Il viso di Hermione si
rattristò e Ron fu subito accanto a lei. - Non preoccuparti, Mione.
Appena finiamo 'sta cosa li andiamo a prendere in Austelia o come
cavolo si chiama quel posto. Te lo prometto. - La ragazza non disse
niente, ma strinse forte la mano del rosso, ricacciando indietro le
lacrime.
- A-andiamo. - disse infine - Dobbiamo fare almeno altri dieci
kilometri oggi. -
Gli altri tre la seguirono giù per la discesa senza commentare. - Ma
sta
scherzando? - domandò Ron ad Harry in un sussurro, tra il preoccupato e
il divertito. Il moro alzò le spalle come a dire "Non ne ho idea"
Entrarono nella catapecchia e si trovarono di fronte ad un antro
piccolo e buio, con una serie di scale che scendeva velocemente nel
sottosuolo.
Hermione li precedette velocemente e scese le scale, seguita dagli
altri tre. Il piano interrato era totalmente diverso da quello sopra.
C'erano file e file di giacche, scarpe, zaini, perfino borracce e
sacchi a pelo, disposti ordinatamente sugli scaffali. Sulla destra,
invece, si apriva una sorta di bar per la caccia, con tanti tizi
nerboruti e armati che bevevano e ridevano grassamente.
Hermione si diresse subito verso un tizio allampanato, salutandolo con
una calorosa stretta di mano - Ciao zio Jack! Come stai? -
- Hermy! Quanto tempo! Chi sono i tuoi amici? - chiese rivolgendo un
saluto a trentadue denti ai tre ragazzi che erano rimasti indietro. Ron
non rispose, anzi aveva messo un broncio colossale.
- Harry Potter e Ginny Weasley. - disse indicandoli - Sono compagni di
scuola, mentre lui... - disse prendendolo per un braccio - ... è il mio
ragazzo, Ron Weasley. Contento ora? - concluse facendogli una
linguaccia.
Jack rise di gusto. - Ora sì. Davvero temevo che la mia nipotina
secchioncella rimanesse single per tutta la vita! Ditemi, cosa posso
fare per voi? -
- Ci serve tutto il materiale per quattro, comprese un paio di corde
robuste. Per la lunghezza fai tu. - disse Hermione, partendo poi in
quarta a spiegare nei dettagli cosa le serviva.
- Bene, ragazzi, datemi i piedi. - disse poi quello. I tre lo
guardarono straniti. Hermione sorrise - Deve prendervi le misure per le
scarpe! - Il gestore di quella specie di negozio-pub misurò i loro
piedi in lunghezza e larghezza, poi dal tallone al tendine e dal
tendine allo stinco.
Ad Harry ricordò molto la sua visita ad Olivander. Chissà dove si
trovava ora quel mago strampalato. Certo, non è che gli fosse piaciuto
molto, ma non augurava a nessuno di finire tra le grinfie di Voldemort.
Jack fece provare loro diverse scarpe, prima di ritenersi soddisfatto.
Come Olivander sembrava trovarci gusto nell'infilare una scarpa diversa
a seconda del proprietario.
Presto tuttavia, ricominciò a misurarli, prendendo nota della loro
altezza, larghezza di spalle e (con un certo imbarazzo da parte di
Ginny ed Hermione) anche la circonferenza al petto e alla vita.
Continuò così per
un po', poi sparì nel retro del negozio dando loro un mucchio di
vestiti.
Di tutti, l'unica a sembrare sicura di quello che facevano era
Hermione, ma anche lei rimase perplessa di fronte alla scelta dei
sacchi a pelo.
- Matrimoniali? Sei sicuro Jack? Non credo ne abbiamo bisogno,
insomma... - detto questo arrossì senza più parlare. Era abbastanza
ovvio quello che stava pensando e, se Ron reagì arrossendo a sua volta,
lo zio della ragazza rispose con uno sguardo malizioso.
- Guarda che non devi dividerlo per forza col tuo ragazzo! - i due
diventarono ancora più rossi - Comunque li avevo presi pensando alla
temperatura. Da tutta la roba pesante che hai preso direi che state
andando in un posto molto freddo. Quindi se si dorme in due è meglio. -
- Oh. Oh, sì. Sì, hai ragione, ma non è che potresti comunque darci
quelli singoli? Per favore? -
Jack annuì e sorrise, andando a prendere i sacchi a pelo che lei gli
aveva chiesto. - Vi do comunque quelli che si possono unire, non si sa
mai! - urlò dal fondo della bottega facendo arrossire nuovamente Ron e
Hermione, mentre Harry e Ginny si rotolavano dalle risate.
- Poche risate voi due! - intimò Ron - Guardate che dormireste insieme
anche voi! - Al contrario di quello che si aspettava, Ginny lo guardò
seria, senza arrossire.
- Solo perché tu pensi che mi imbarazzi dormire con Harry, non vuol
dire che sia vero. L'abbiamo anche fatto a Hogwarts un paio di volte. -
Lo sguardo di Ron da irritato di fece furioso e passò al suo migliore
amico, che indietreggio di un passo, spaventato.
- Calmati, Ron. Non è il momento ora. - lo rimbeccò Hermione vedendo
Jack tornare.
- Gin, tu mi vuoi male! - le disse Harry, preoccupato per quando non
fossero stati occupati con qualcos'altro.
- Oh, andiamo Harry, vuoi affrontare Voldemort e ti fa paura mio
fratello? Sei incoerente! -
- A essere sinceri Voldemort mi fa molto meno paura. - ammise - Almeno
l'Avada Kedavra non fa male, i pugni di Ron sì! -
Ginny stava per ribattere, quando Hermione la zittì. Suo zio era
ovviamente babbano, chi tra i maghi non avrebbe riconosciuto il famoso
Harry Potter?, quindi era meglio che non sentisse parlare di
maledizioni varie o perfidi maghi oscuri.
- Bene! - disse Jack con la sua solita allegria - Direi che vi ho preso
tutto. Mi dite dove diamine avete intenzione di andare? -
- Certamente! - rispose Hermione solare tra le facce sbigottite degli
altri. - Andiamo fuori, ti va? Qui fa un po' caldo... -
Si mossero velocemente, risalendo le scale e uscendo dalla baracca. -
Ginny, chiudi la porta, ti va? - disse la riccia uscendo all'aria
aperta. La ragazza eseguì, mentre Harry e Ron si disponevano ai lati di
Jack per non farlo scappare. Avevano intuito i piani di Hermione e non
prevedevano certo il pagamento. Almeno per il momento.
- Senti zio... forse i miei te ne hanno parlato... io sono una strega.
- gli rivelò tutto d'un fiato. Jack la guardò, decisamente poco
sorpreso. Sapeva già tutto. - E non solo, vedi, sono... siamo in fuga
da un mago malvagio, tanto che per te sarebbe meglio dimenticare di
averci visto. -
Jack alzò le spalle - Fa quel che devi. Spero solo che tu sappia quel
che fai o, visto come vanno gli interventi al cervello, potrei
rischiare di restare imbecille tutta la vita. - Hermione rise piano,
nervosamente.
Non aveva afferrato del tutto la situazione, ma in effetti il rischio
c'era.
Con la bacchetta in mano, puntata verso lo zio, fece un movimento
vagamente circolare e disse chiaramente - Oblivion! -
Dopo un lampo rosso, gli occhi dello zio Jack si fecero vacui. I
quattro approfittarono del momento per nascondersi.
Dopo un attimo di esitazione, Jack si stiracchiò e tornò dentro alla
baracca.
***X***
- Allora, Hermione, ci spieghi perché abbiamo... preso tutta questa
roba da tuo zio? - domandò Harry, un po' a disagio per il furto
compiuto.
- Harry, non essere così cattivo! - tutti si girarono verso
l'improbabile fonte del rimprovero. - Che c'è? - domandò Ron - Mione...
Hermione pagherà quel tipo strano, prima o poi, no? E noi avevamo
bisogno di questa roba. -
Hermione non disse niente, ma Ginny intervenne - Ron, come al solito
dimostri la sensibilità di un bisonte in una cristalleria! "Quel tipo
strano" è lo zio della tua cara "Mione", porta un po' di rispetto! -
- Ehm, ragazzi? Non siamo qui per litigare, ok? Dai Hermione. Direi che
è il momento di spiegare cosa ci facciamo qui, invece di stare al caldo
da qualche parte. - "E soprattutto
perché ci hai costretto ad una scarpinata di quattro ore stamattina!"
- Sì, avete ragione. Però prima prendiamo le bici e trasferiamoci da
qualche altra parte. - disse Hermione, andando verso un cespuglio
frondoso.
I due Weasley la guardarono con tanto d'occhi. - Bici? E che roba è? -
Harry li guardò in faccia, credendo fosse uno scherzo, ma avevano una
faccia talmente comica e scioccata che non riuscì a trattenersi e
scoppiò a ridere. Tutti lo guardarono, chiedendosi se il loro amico non
fosse impazzito - Dovevamo sconfiggere Voldemort e invece dobbiamo
insegnarvi come andare in bicicletta! -
Ginny alzò un sopracciglio - Io non ci trovo niente da ridere. - Harry
smise all'istante, terrorizzato, e fu la sua espressione stavolta a
dare il via alle risate di Ron e Hermione.
Dopo essersi calmati, Harry ed Hermione portarono alla luce le
biciclette tra le facce dubbiose dei loro compagni di viaggio. Erano
nuove, si vedeva. I battistrada da mountain bike non era minimamente
consumato e i vari componenti luccicavano ancora.
- Ok, montate sul sellino e appoggiatevi con un piede a terra... -
cominciò Harry. I due Weasley eseguirono - Spingete col piede che avete
sollevato e raddrizzate la bici, poi mettete il piede sull'altro pedale
e cominciate a spingere a ritmo. Così. - disse loro, dando una
dimostrazione. Hermione lo seguì senza problemi. Così fece Ginny dopo
un po'. Non Ron, alle prese con la terza caduta.
- Dai Ron! E' semplice, dopo che lo hai capito! - le disse la sorella,
già eccitata per la sensazione del vento fra i capelli.
Hermione rise. - E pensare che mi prendevi in giro perché non riesco a
volare bene con la scopa. -
- Forza Ron! Dai che ce la fai! - lo forzò Harry. Viste le difficoltà
dell'amico, il moro scese e prese il sellino da dietro. - Ok, Ron, ora
pedala! - gli urlò dietro cominciando a spingerlo. Dopo i primi -
Fermo, che fai! - Ron prese fiducia e cominciò a pedalare.
- Harry, Ginny guardatemi! Hermione guardami! Sto andando in bici! Ce
l'ho fatta! -
Hermione sorrise. Certo non sarebbe stato tutto rose e fiori. Certo non
sapevano quando ci sarebbero stati altri momenti così tranquilli tanto
presto. Appunto per quello, però, era importante goderseli prima di
affrontare la caccia agli Horcrux.
***X***
Circa due ore dopo erano in una piccola radura, lontano da Ottery st.
Catchpole e dalla Tana. Ron aveva montato la tenda e Hermione aveva
illuso le bici con un incantesimo particolare, perché nessuno le
trovasse se non loro quattro. Harry e Ginny stavano cercando di
cucinare qualcosa sul fuoco, con risultati scarsini a quanto pare.
- Mmmh, ma quanto l'avete lasciato sopra? - domandò Ron aggrottando le
sopracciglia di fronte al sapore salato e acidulo della poca carne che
Jack
aveva dato loro. Harry guardò Ginny cercando di ricordare, perplesso.
- Direi sette minuti, forse un po' di più. Perché? -
- Perché questa carne va solo scottata, nient'altro! Ma guarda te... -
sospirò Ron, a sorpresa grande cuoco. - Lasciate fare a me, la prossima
volta. -
Si adattarono comunque e finirono la carne e le poche verdure che si
erano portati. - Hermione, che ne diresti di spiegarci tutto ora? -
disse Ginny appoggiandosi con la schiena contro Harry e sospirando
soddisfatta (per modo di dire) dal pranzo.
- Bene. - disse la riccia, preparandosi - Diciamo che avremo un piccolo
problema riguardo agli spostamenti - Le facce perplesse degli altri non
cambiarono espressione - Allora, voi sapete che esiste un controllo
sulla metropolvere, non è così? - gli altri annuirono - Il fatto è che
Lumacorno mi ha detto, coi suoi agganci al ministero riesce a sapere di
tutto, che esiste anche un Ufficio sul Controllo della
Materializzazione e del Nottetempo. Perciò potremo scordarci per un po'
i mezzi magici. -
- Perché mai? - domandò Harry, lievemente distratto dalla presenza di
Ginny, spalmata per metà contro di lui. Hermione sospirò - Voldemort si
è infiltrato al Ministero, ovviamente, quindi non possiamo escludere
che abbia delle spie anche in questi Uffici. E noi, sembra scontato
dirlo, non dobbiamo farci trovare! -
- Ma perché non possiamo usare mezzi babbani? - domandò Ginny. Hermione
sorrise. Finalmente una domanda intelligente!
- Perché non avendo la magia, si sono inventati un sacco di cose per
"sentirsi meno soli", o più praticamente per controllare la gente. Ci
sono archivi su tutto, da chi acquista biglietti aerei o per il treno,
telecamere sui pullman, in banca... Probabilmente saremo anche
costretti a trasfigurare anche il nostro aspetto... - rifletté la
ragazza.
Ron sorrise, attirando Hermione a sé. Come Harry, la ragazza non si
dispiacque affatto, ma la sua concentrazione calò pericolosamente. -
Questo per quanto riguarda gli spostamenti. - riassunse Ginny - La
domanda è: dove ci spostiamo? Perché, non so voi, ma la mia voglia di
girare l'Inghilterra a piedi, o in bici, senza nemmeno uno scopo non mi
attira poi così tanto. Non in questo periodo almeno. -
Harry sorrise alla rossa, per poi ritornare subito serio. - Io un'idea
ce l'ho. - annunciò - Voldemort ha nascosto gli Horcrux in posti dove
ha vissuto o a cui si sentiva legato, giusto? - gli altri tre
annuirono. - Quindi una serie di posti dove cercare l'abbiamo:
Hogwarts, l'orfanotrofio, la casa della discendente di Tassorosso... -
- La biblioteca! - intervenne Hermione. I tre la guardarono - Non
quella di Hogwarts! A Diagon Alley c'è la Grande Biblioteca Magica.
Penso che se non troviamo informazioni su R.A.B. lì, non potremo
trovarle a nessuna parte! -
Stettero zitti a lungo, cercando di godere del calore delle fiamme. -
Quindi si va a Londra... - riassunse Harry - Però dobbiamo
assolutamente fare tappa a Godrics Hollow. Devo vedere i miei... -
Aveva un'aria così tenera che Ron simulò un conato di vomito, mentre
Ginny poggiò la testa contro la sua spalla e gli accarezzò piano una
guancia.
Hermione, forse per evitare una scenata in stile "fratello maggiore",
prese il rosso per mano e lo condusse dentro alla tenda. - Vieni, Ron.
Devi aiutarmi a cercare una cosa... -
Il ragazzo, che pur essendo un po' ottuso nelle questioni d'amore scemo
non era, seguì la riccia all'interno della tenda, lanciando però ai due
innamorati che già si scambiavano sguardi dolci, un'occhiataccia di
avvertimento.
***X***
Harry e Ginny erano ormai già l'uno sull'altra e non c'era verso di
separarli. - Penso che i sacchi matrimoniali non siano stati una
cattiva idea dopotutto. - disse Ginny in una pausa per riprendere
fiato.
Harry sospirò - Gin... forse mi pentirò di quello che sto per dire,
ma... puoi tornare indietro se vuoi. La Tana non è lontana da qui e
puoi usare la bic... - il ragazzo venne interrotto da un altro bacio.
- Testone di un mago... - iniziò la rossa - ...lo capisci che non mi
muovo di qui senza di te? Che voglio aiutarti? Che, una volta tanto,
voglio essere IO a proteggere TE? - Ginny gli afferrò il bavero della
giacca e si strinse ancora a lui. - In questa guerra non potrai
mettermi da parte, è chiaro? Quando troveremo e distruggeremo quei cosi
ci sarò. Quando torneremo a casa, brutti sporchi e laceri ci sarò. -
Lo guardò ferma negli occhi - Ci sarò anche alla fine. Quando dovremo
uccidere Voldemort. Ci sarò -
Dall'interno della tenda si levò una voce. - CHE COSA? - Ron uscì tutto
trafelato, seguito da un Hermione dispiaciuta per non essere riuscita a
trattenerlo. - Cosa vuoi dire con "ci sarò"? Rispondimi, Ginny!-
La rossa si alzò in piedi e lo guardò negli occhi chiari. Non l'avrebbe
fatta retrocedere, ormai aveva imparato a tenergli testa. - Neanche tu
puoi fraintendere una frase come questa. Io sarò là e vi aiuterò, ti è
chiaro o preferisci che lo scriva? -
La rabbia di Ron cambiò bersaglio, passando da Ginny al ragazzo ancora
seduto che cercava di farsi passare per una roccia, capitata lì per
caso. - Allora avevo ragione! - lo apostrofò - Tu sei un maledettissimo
egoista... La vuoi e basta, è così? Non te ne frega niente che soffra,
che sia in pericolo anche solo se la vedono con te! Beh, sta a sentire,
lei non rimarrà qui un minuto di più! Non mi importa che razza di
lavaggio del cervello le hai fatto... -
Lo schiaffo arrivò da una fonte inaspettata. Ron si girò per vedere chi
l'avesse colpito. Mentre Harry restava a testa china a prendersi gli
insulti di Ron, pensando fossero veri dal primo all'ultimo, e Ginny
restava scioccata dalla testaccia dura del fratello, Hermione aveva la
mano alzata e pronta a colpire di nuovo.
- Riprenditi, Ronald. - gli impose con forza. - Tua sorella ha deciso,
noi abbiamo deciso, non c'è più niente da discutere. E non potrai certo
tenerla lontana dai pericoli per sempre. Già così vicini è difficile,
figurati se la rimandasi a casa, soprattutto da sola! -
Ron era ancora più rigido di Ginny e non disse niente. Hermione girò i
tacchi e tornò nella tenda, seguita a ruota da Ginny. Avevano capito
che i ragazzi dovevano parlare a quattr'occhi.
- Hai ragione, amico... - iniziò Harry - Hai ragione su tutto. Sono uno
sporco egoista. Ma non solo con Ginny, anche con voi! L'ho detto mille
e mille volte che potevate tornare indietro... ma non l'ho mai pensato
veramente. Non saprei che fare. Guardaci adesso. Hermione ha già
programmato metà del viaggio, Ginny pensa già a come distruggere quei
cosi e tu tenti di proteggere tutti.... Io non ce la faccio... Non ce
la faccio... -
Harry si sedette di schianto e si mise la testa tra le mani. Ron si
calmò, finalmente, e prese il posto lasciato libero dalla sorella. -
Scusa amico, è che... la tensione... lo so che c'è per tutti... scusa.
- disse, mettendo insieme un motivo valido.
Il moro lo guardò attraverso uno spiraglio tra le braccia. - Scusa tu.
Ogni tanto devo pur sfogarmi con qualcuno, ma non posso certo farlo con
Hermione, con tutti i problemi che ha. Con Ginny poi non ne parliamo,
si sentirebbe subito in dovere di consolarmi... -
Ron lo fermò subito, con un sorriso sul volto stanco. - Non so se ti
conviene parlarmi dei metodi che mia sorella usa per "consolarti"... -
Harry sorrise. - E' vero. Forse non ti piacerebbero... - Ron si allarmò
un po', ma decise di lasciar correre. Poi la curiosità ebbe la meglio e
chiese - Ma... è vero che l'avete già fatto? Cioè, tu e Ginny avete...
dormito insieme? -
Il moro soppesò per un attimo la domanda, cercando un modo per non
prendere le botte che certamente Ron meditava di dargli. Alla fine
decise per la verità.
- Sì siamo stati insieme un paio di volte ad Hogwarts. Ma non abbiamo
fatto niente. Siamo solo restati insieme sotto le coperte. Lei non se
la sentiva ed io... io neppure ad essere sinceri. -
Ron l'aveva sperato, ma era ancora curioso. - E... com'è? - Harry
sorrise piano a quei ricordi così dolci. - E' bellissimo. Non c'è una
parola per descriverlo. Fare le cose con calma, dormire col suo peso
tra
le braccia, sapendo di non aver fatto niente di male... Non riesco
nemmeno a dirlo... -
Guardò l'amico, senza riuscire a smettere di sorridere come un ebete.
Ron lo guardò più tristemente - Adesso Hermione non mi rivolgerà più la
parola comunque, quindi mi sa che non riuscirò a provarlo io stesso. -
- Non dire idiozie! - sbottò Harry scuotendosi dalla sua trance -
Dovessi ricordartelo fino alla fine della tua stupida vita, tu stai con
Hermione. Vi siete messi insieme ieri poco dopo il matrimonio di Bill.
Ricordi? -
- Torniamo dalle ragazze. - propose Ron, palesemente senza aver
ascoltato molto.
***X***
Le trovarono tranquillamente sedute al centro della tenda,
appoggiate
sui sacchi a pelo. Ron si mise tranquillo accanto a Hermione. -
Tesoro... - la ragazza lo prevenne con un dolcissimo bacio sulla
guancia. - Me lo hai detto al ballo. Non ti scusare. Ti voglio bene. - "O forse qualcosa di più...." aggiunse
mentalmente.
Ginny ed Harry uscirono con calma dalla tenda, lasciando a quei due
zucconi la pace di cui avevano bisogno.
- Sei un maledetto stupido Ronald - gli disse Hermione
abbracciandolo. Ron sorrise dolcemente, ricambiano nervosamente
l'abbraccio - Lo so. Ma non posso impedirmelo. -
Restarono a lungo uniti senza far niente, godendo semplicemente
l'uno del calore dell'altro. Poi Ron sollevò un problema di importanza
cruciale. - Mione... -
- Mmh? - rispose lei, un poco assente per via della situazione
- Abbiamo risolto lo spostamento, ma ... Che mangiamo? -
Hermione spalancò gli occhi stupefatta. - Oddio è vero! Me ne ero
dimenticata! E ora che facciamo, CHE FACCIAMO? - La riccia era come
impazzita, girava lo sguardo su tutta la tenda come se le pareti di
stoffa potessero darle un'idea.
- Mione calmati! - disse Ron agitato, stringendola di più fra le sue
braccia - Calmati. Io non posso certo trovare una soluzione. Pensa
tranquillamente. -
La ragazza, stupefatta dalla maturità del rosso, restò qualche
secondo immobile a fissarlo negli occhi con la bocca semi aperta. - Che
fai, prendi le mosche? - le chiese Ron ridendo della sua espressione.
Hermione chiuse la bocca e gli tirò un pugno affettuoso sul braccio.
- Scemo! - disse prima di aiutarlo ad alzarsi e dargli un secondo
bacio sulla guancia - Bravo che me lo hai ricordato, adesso so come
fare! -
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Gita al mercato ***
Gita al mercato
- Che? - Harry era stupefatto
Hermione lo guardò alzando un sopracciglio. - Come se non fossi mai
stato al supermercato! -
- Certo che ci sono stato! - insistette Harry - E' proprio per
questo che non mi convince! Anche i maghi vanno al supermercato, pensa
che una volta Dedalus Lux mi ha fatto addirittura l'inchino senza
badare a tutti i babbani che stavano intorno -
- Appunto! Lux è un amico e fa parte dell'Ordine! Non è certo un
mangiamorte! -
- Non ha tutti i torti, Harry - disse Ginny intervenendo in favore
dell'amica. Il moro scosse la testa - Lux non è un mangiamorte, è vero,
ma ci sono sempre le spie. E poi noi non dobbiamo farci vedere da
NESSUNA parte!
Ron, tu dovresti essere ammalato di spruzzolosi. Hermione, tu
ufficialmente sei fuggita in Australia coi tuoi.... - rincarò la dose
- Ecco come si chiamava quel posto - borbottò Ron tra sé
- E Ginny tu... Tu che scusa hai? - domandò stralunato
- Ho fatto una mia copia con la spruzzolosi. E' venuta abbastanza
bene, non credo che si avvicineranno per controllare - Harry grugnì
approvando la scelta di Ginny. - Il punto è che noi non dobbiamo
esistere. Né nel mondo magico né in quello babbano. -
Ron si fece pensieroso - Beh, possiamo sempre usare un qualche
incantesimo per modificare
il nostro aspetto, no? Così possiamo andare a questo granmercato e
prendere quello che ci serve. - Tre paia di occhi si fissarono su Ron,
che arrossì imbarazzato
- Non pensavo l'avrei mai detto, ma... Bella pensata fratello! -
disse Ginny esultante.
- Ogni tanto capita. - ammise il rosso, consapevole di non essere
proprio quello che si definisce una cima, pur non essendo nemmeno un
idiota.
Hermione si intromise. - Bene, bravissimo. Qualcuno conosce intanti
adatti allo scopo? - Silenzio totale - Che fareste senza di me? Visa Senecta -
disse poggiando la punta della bacchetta sulla fronte di ognuno.
Immediatamente i loro corpi e le loro facce iniziarono ad invecchiare.
Non di tanto, circa una quindicina d'anni, ma quanto bastava perché non
fossero riconoscibili.
Capelli e barbe si allungarono un poco, giusto il tempo di
nascondere i lineamenti. Harry si mise accuratamente i capelli più
lunghi di qualche centimetro sulla fronte, in modo da nascondere la
cicatrice. - Saremmo persi senza di te, Hermione - ammise, rispondendo
alla domanda di prima.
Siccome da dietro di lui non veniva alcuna risposta decise di
girarsi. Subito tornò a guardare davanti a sé, imbarazzato. A Hermione
non dispiaceva la barba di Ron, dopotutto, visto come lo stava baciando
appassionatamente.
Harry spostò lo sguardo su Ginny. -Wow - riuscì solo a dire. I
vestiti da adolescente erano ora pieni di forme più sode e piene. Il
viso era più maturo e dolce, ma anche più duro e asciutto di quanto
fosse mai stato. La rossa fece una giravolta per farsi ammirare in toto.
- Allora? Ti piaccio così? - domandò la ragazza un po' incerta. Lui
non rispose, ma iniziò a fare come Ron faceva con la sua Mione.
Ovvero la baciò con passione senza curarsi di altro. Ovviamente i due
scelsero proprio quel momento per separarsi.
- Ehi, niente pastrugnamenti in pubblico! - li avvisò il rosso
accarezzandosi la barba inconsciamente. Anche Ginny ed Harry si
separarono, ma mentre il moro restò immobile a guardare negli occhi di
lei sfiorandole la guancia in una delicata carezza, la ragazza di girò
verso il suo fratello versione adulta.
- Senti chi parla! Hermione ha la faccia tutta rossa per colpa della
tua barba ispida! - Harry rise parecchio con una voce di almeno
un'ottava più bassa del normale - Anche tu non sei da meno Gin! -
Dopo altre risate (anche il rosso era riuscito a prenderla sul
ridere) ripresero le bici e, dopo qualche tentativo, s'incamminarono.
Ron ancora borbottava tra sé qualcosa che suonava come - Gin! Bah... -
***X***
Il villaggio più vicino, a parte Ottery St. Catchpole, era niente più
che un insieme di case e fattorie ammassate intorno ad una piazza. Ma
era fortunatamente giorno di mercato e tanto bastava. - Ron, Ginny voi
non dovete assolutamente fare niente ok? State vicino a noi e non vi
perdete - si raccomandò Hermione prima di addentrarsi nella folla.
I due Weasley furono inizialmente storditi dalla massa di colori
forme e odori pungenti che aleggiava nell'aria. - Mamma mia, questo è
peggio di Diagon Alley nell'ora di punta! - borbottò Ron tenendo per mano la
sua Hermione.
Harry ridacchiò, stringendo un po' la mano di Ginny. Certo che
dovevano sembrare proprio strani, due omoni grandi e grossi ancora mano
nella mano con due ragazze (più donne in effetti) come se fossero degli
adolescenti.
- Due etti di zucchine, per favore. - stava dicendo Hermione in quel
momento. Il negoziante, un tipo non molto sveglio ma dritto nel suo
lavoro, la guardò cercando di capire come mai non l'avesse mai vista
nei dintorni prima d'ora e come mai si trovasse lì - Fanno dodici
sterline - disse burbero dopo aver pesato quanto richiesto sulla
bilancia.
- Dodici? Ma mi faccia il piacere. L'ho vista sa: metà delle
zucchine che mi ha dato è molle, l'altra metà acerba! Non le pagherò
più di quattro sterline -
- Come si permette di offendere le mie zucchine! Facciamo dieci e
non se ne parla più. -
Ginny e Ron la guardavano attoniti, mentre Harry era un po' rosso in
faccia. Va bene che col caos al mercato non li sentiva nessuno, ma era
sconcertato. Lui conosceva Hermione come strega e, sebbene sapesse dei
suoi genitori babbani, non l'aveva mai immaginata a contrattare il
prezzo di qualcosa banale come le zucchine.
- Vorrà dire SEI streline e non se ne parli più - ribatté ancora
Hermione, dando prova di incrollabile faccia tosta
- Otto - disse ancora il mercante
- Sette! Non è nemmeno stagione non può pretendere che le paghi di
più- lo guardò con una freddezza incredibile. Sembrava dire: "Decidi in fretta o vado da un altro" Il
fruttivendolo, intimorito, non resse lo sguardo e si arrese - Sette -
confermò allungando il sacchetto di carta con le zucchine.
- Grazie e arrivederci. - disse Hermione allontanandosi, dopo aver
pagato ovviamente, trascinando Ron per visitare un'altra bancarella.
Ginny ed Harry la seguirono, mentre la rossa guardava il suo ragazzo
stupefatta. - Ma fanno sempre così? I babbani dico -
Il ragazzo la guardò - Beh, al mercato sì. Di solito in città non
puoi, ma il mercato è più libero sotto questo punto di vista. - Ginny,
ancora paralizzata, si voltò a guardare l'amica ora impegnata a
denigrare alcuni fasci di basilico che secondo lei non avevano nulla di
storto. Ron, al suo fianco, aveva la stessa faccia della sorella,
seppure nascosta dalla folta barba rossa.
Passarono più di tre ore immersi in quel bailamme. Ormai anche i
Weasley si erano abituati alla "tecnica d'acquisto" dell'amica,
avendola vista replicata cento volte da lei e da ogni persona una volta
venuto il momento di pagare. Improvvisamente una loro vecchia
conoscenza li vide e successe esattamente ciò che non doveva succedere.
Li salutò. - Ehi! Potter, Weasley! Non vi riconoscevo sotto tutta
quella barba! - Mundungus Fletcher non era mai apparso in un momento
meno opportuno. Harry lo agguantò per un braccio e lo trascinò fuori
dal villaggio. Gli altri tre lo seguirono aiutando Hermione a portare
tutte le borse i sacchi e i sacchetti di quello che aveva preso.
Il piccoletto, sempre avvolto dal suo fumo puzzolente, non capiva
che stesse accadendo e si lasciò trascinare, stupito anche dalla
straordinaria forza che l'Harry adulto sembrava possedere. Una volta
arrivati fuori dal villaggio, a pochi passi dalla tenda invisibile a
tutti tranne che ai quattro, Harry e Mundungus si fermarono. Ginny, Ron
e Hermione li raggiunsero in pochi attimi.
- Parla! - gli ringhiò contro Harry da sotto la barba - Come hai
fatto a riconoscerci? -
- L-la cicatrice. A-anche così spicca. - disse il pover uomo
balbettando spaventato.
- Ora ascloltami bene Dung! - disse ancora scuotendolo un po',
stupendo anche lui stesso con la sua nuova forza. - Noi non siamo mai
stati qui, è chiaro? Non ci hai mai visti né incontrati, né tantomeno
abbiamo parlato. Ti è chiaro? -
Mundungus annuì terrorizzato. Harry continuò - Bene. Se abbiamo solo
il sospetto che tu possa tradirci, giuro sulla memoria di Malocchio che
ti prendo e ti infliggerò tanto dolore quanto sarà in mio potere.
Capisci ciò che dico? Ti troveremo ovunque ti nasconderai. - A quel
punto lo lasciò andare. Mundungus si guardò un attimo intorno, per
essere certo che non fosse un sogno, e si ritrovò di fronte Ron che lo
fissava torvo e minacioso da sotto la barba.
Si smaterializzò all'istante e tutti tirarono un sospiro di
sollievo. - Direi che ora puoi anche farci tornare normali Mione -
disse Ron. Uno ad uno si avvicinarono ad Hermione per il contro
incantesimo. - Peccato. Mi piacevi con la barba. - sussurrò Hermione al
rosso - Eri.. affascinante. - ammise
Ron la guardò stordito per un attimo. Ginny tossicchiò attirando
l'attenzione dei due. - Herm... posso chiederti perché hai preso tutta
sta roba? -
- Sembra un ritornello! - rise Harry ricordando quello che aveva
detto solo poche ore prima
Ginny rise sarcasticmanete - Haha! Intendevo, come diavolo facciamo
a portarcela dietro? -
Hermione fece una specie di gesto con la bacchetta mormorando
qualcosa e una patina di brina coprì i vari sacchetti. - Così non
andranno a male. E Gli zaini li ho già "trattati" con l'incantesimo
Estensivo e quello Alleggerente. Non daranno problemi -
***X***
Misero tutto nei vari zaini dividendosi ogni cosa. Così Ron teneva lo
zaino vuoto in attesa di metterci sacchi a pelo e tenda, Ginny portava
le vivande congelate dall'incantesimo di Hermione, mentre Harry si era
caricato di tutta l'attrezzatura e i vestiti. - Per fortuna che abbiamo
una strega in gamba come Hermione tra noi, altrimenti tutta sta roba ci
uccideva prima dei mangiamorte. - commentò Ron
Hermione arrossì e fece cambio di borsa. Cominciò a tirare fuori i
libri più disparati dalla borsetta che aveva dal matrimonio di Bill e
li trasferì in uno zaino come quello degli altri. - Sarei sembrata un
po' fessa a portarmi in giro solo una borsa da sera, non vi pare? -
disse arrossendo sotto lo sguardo degli altri.
Ginny la guardò con tanto d'occhi. - Non è per quello, Herm. E'
che... ma ti sei portata dietro la biblioteca? - La faccia della
ragazza divenne infuocata quando rispose un timido - Sì - Hermione si
affrettò a spiegare - S-sono miei. Della mia biblioteca personale,
cioè. Non è una vera biblioteca... è più una raccolta... comunque... -
Ron decise di risparmiarle ulteriore imbarazzo. - Sì, Mione, abbiamo
capito. - La riccia gli sorrise grata e si lasciò andare sbuffando e
appoggiandosi a terra dopo aver infilato anche la borsetta nello zaino.
- Vediamo come si montano questi sacchi? - domandò Ron esuberante.
Tutti gli sguardi furono puntati su di lui. - Dicevo così per
dire... Io e Ginny non siamo mai stati in un campeggio babbano...- si
schermì
- D'accordo. Male non farà. - acconsentì Hermione. "Le ultime parole famose" Pensò
Harry.
Scoprirono che era in relatà piuttosto semplice. Aprirono
completamente la cerniera (- Papà impazzirà per questa roba, vedrai -
aveva commentato Ron vedendo la zip) e la unirono con quella di un
altro sacco a pelo,
chiudendolo poi insieme e formando un unico grande sacco.
- Cioè i babbani dormono dentro cosi del genere? - domandò Ginny
scettica. Harry rise piano per non offenderla, attirandosi comunque
occhiatacce da entrambi i Weasley. - Di solito no. Ma in campeggio in
genere fa molto freddo e non esistono tende autoriscaldate come quella
che aveva preso in prestito tuo padre. -
- Quella di Perkins, dici? Quella che abbiamo usato alla Coppa del
Mondo? - domandò Ron
- Esattamente. Quindi ci si avvolge dentro quel coso e si sta al
caldo. Vestiti - specificò rispondendo alla domanda che già vedeva
negli occhi dell'amico. Ron arrossì intorno alle orecchie,
fortunatamente coperte dai capelli.
- Beh, proviamolo! - esclamò il rosso per uscire dal silenzio
imbarazzante che si era creato. S'infilò dentro al sacco a pelo doppio
e si appoggiò su un fianco, posando la testa su uno dei cuscini che si
erano portati dalla Tana.
- Com'è? - domandò Ginny curiosa. Ron parve rifletterci su. - Caldo,
direi! - Cominciò a muoversi in maniera strana contorcendosi e si tolse
la maglia, rimandendo a petto nudo. A Ginny ed Harry non fece effetto,
ma Hermione arrossì come non mai e si girò di scatto, mentre Ron
ritornava immerso nel sacco a pelo. - Ecco, ora sì che.. va meglio...
sì... - E si addormentò
Rimasero a guardarlo qualche secondo, credendo stesse facendo loro
uno scherzo, ma quando sentirono il russare leggero e ritmato di Ron
dovettero combattere contro un violento attacco di ridarella e uscirono
in massa dalla tenda.
Una volta fuori risero di gusto, senza più trattenersi. - Certo che
mio fratello è incredibile! - Ginny trovò la forza di parlare anche in
mezzo alle risate.
- Già - confermò Harry - Solo Ron si può addormentare così
velocemente. Mi ricordo che una volta è letteralmente cascato dal sonno
mentre volava ... -
Hermione si preoccupò all'istante - E si è fatto male? - lo disse
con una faccia tanto seria da far ridere nuovamente Harry e Ginny. -
Sei proprio innamorata, ragazza mia! - disse la rossa che aveva quasi
le lacrime agli occhi
- Non si è fatto troppo male. Volava a neanche un metro da terra, ma
il risveglio è stato parecchio brusco - risero tutti e tre.
***X***
Andarono avanti raccontandosi aneddoti su Ronald Weasley per tutto il
resto del pomeriggio, spanciandosi dalle risate.
Venne buio e Harry accese il fuoco con un incantesimo, mentre Ginny
preparava da mangiare. Hermione, esclusa dai preparativi leggeva un
libro e ogni tanto sbirciava Ron mentre dormiva. Non voleva ammetterlo
nemmeno con se stessa, ma era molto attratta da quello spettacolo.
Certo, ora stavano insieme, ma sembrava ancora una cosa senza
importanza... una storia passeggera...
- Non è così... - borbottò Hermione a nessuno in particolare. Harry
alzò lo sgurado da Ginny che stava rimestando delle erbe in una
pentola, insieme ad un grosso pezzo di carne. - Hai detto qualcosa,
Hermione? -
- Niente, niente - rispose la ragazza tornando al suo libro senza
notare l'occhiata d'intesa che si scambiarono i suoi due amici.
Mangiarono con tutta calma l'arrosto preparato da Ginny, ma Ron
nonostante l'invitante odorino che si spandeva in tutta la radura, non
voleva saperne di muoversi. - Mio fratello diventa sempre più strano! -
disse Ginny, un po' stranita. Non era mai successo che Ron saltasse un
pasto.
Harry assunse uno sguardo malizioso - Sarà l'amore! - Ginny gli tirò
una gomitata, ma lui non se ne diede per inteso
- C-che vuoi dire? - domandò Hermione balbettando come faceva
l'ormai defunto professore Raptor. Il sorriso di Harry si allargò -
Quello che dico di aver detto, ho detto! - Hermione, insapettatamente,
si mise a ridere.
Ginny era esterrefatta - Perché questo scoppio di allegria? -
La riccia scosse la testa ancora bloccata dalle risate. - Ho imitato
un personaggio di una fiaba babbana. - rispose Harry per lei - Si
chiama Stregatto e parla sempre per enigmi strani che nessuno
capisce...
-
- Come il professor Silente, allora! - esclamò Ginny unendosi con
Harry alle risate. Hermione invece si azzittì e tornò pensierosa. -
Chissà perché mai ci ha lasciato quelle cose... - rifletté
Harry scosse le spalle. - Non mi pare il momento per certi
argomenti. Stiamo cascando un po' tutti dal sonno e abbiamo già un
piano mi pare, no? Quindi andiamo a dormire e non se ne parli più fino
a quando non saremo tutti e quattro a Grimmauld Place -
La proposta di Harry fu accolta con entusiasmo. C'era solo un
problema, come videro bene i tre ragazzi una volta tornati alla tenda.
- E questo come lo spostiamo da qui? - domandò Harry indicando il
suo migliore amico ancora addormentato nel doppio sacco a pelo. Ginny
alzò subito le mani ad indicare la resa. - Non si può. Se non si è
svegliato lui per la cena non credo ci sia molto da fare. -
- Uno di noi dovrà dormire con lui, quindi.... - ne dedusse
brillantemente Harry - E credo proprio che tocchi a te, Hermione! -
La ragazza lo guardò allibita - C-che? M-ma sei sicuro? Cioè io
posso anche rimanere a fare la guardia, no? - I due la guardarono
maliziosamente.
- Non credo proprio! Dai Hermione, abbiamo posto tutti gli
incantesimi possibili ed il campo anti-materializzazione arriva a tre
kilometri da qui. - sospirò Ginny, subito supportata dal suo ragazzo -
Già. In più, e mi pare un grosso vantaggio, i mangiamorte non hanno
idea di dove siamo. -
La riccia era ancora restia. "Dannazione
Ron, ma perché hai il sonno così pesante?" - Ma non potete
andare voi? Cioè uno di voi due? -
Entrambi scossero la testa all'unisono. - No, Hermione. Se ci
andassi io non riuscirei affatto a dormire. Sai, Ron non è proprio il
mio tipo, malgrado i capelli rossi... - scherzò Harry
- E se ci vado io che sono sua sorella non credo che la prenderebbe
benissimo al risveglio... Dai Hermione! Infondo si tratta solo di una
notte! -
Tra moine e motteggi, alla fine Hermione si lasciò convincere.
Ancora vestita si infilò nel sacco a pelo acconto a Ron, mentre Harry e
Ginny la scavalcavano per raggiungere i loro infondo alla tenda. Li
sentì ridere e scherzare per qualche minuto, poi i loro respiri si
fecero più profondi, facendo ragionevolmente supporre che si fossero
addormentati.
Hermione sbuffò e si tolse la maglia. Non le andava proprio di
dormire completamente vestita. Stava per sganciarsi anche il reggiseno
quando sentì il calore del petto di Ron, su cui era appoggiata. "Forse è meglio se questo lo tengo... Già
dovrò dare un mucchio di spiegazioni, meglio non aggiungerne altre."
Improvvisamente un braccio di Ron spuntò fuori dall'oscurità e la
abbarancò attirandola a sé mentre si rigirava per cercare una posizione
più comoda. "Ron che fai!"
Pensò Hermione imbarazzata, mentre il braccio le passava delicatamente
sulla schiena e la costringeva ad appoggiarsi al petto di Ron.
La ragazza, per timore di svegliarlo, si fermò anche se rigida come
un palo. Riluttante si appoggiò completamente a lui. Sentì un mugugno
provenire da Ron - Mione... - l'interpellata alzò la testa, credendo si
fosse svegliato e pretendesse una spiegazione sul fatto che lei si
trovasse lì, così stretta a lui. Il suono si ripeté, stavolta un po'
più forte, o forse era lei che aveva ascoltato meglio - Mione... -
"Dorme ancora. Sta sognando... Un
momento! Ma sta sognando... me?"
Lusingata e scioccata, sorrise dolcemente. Sapendo che nessuno poteva
sentirla riuscì a trovare il coraggio di sussurrare un timido -
Buonanotte Ron - prima di addormentarsi.
Per una volta, Hermione aveva torto. I due compagni di viaggio,
infatti, avevano solo finto di addormentarsi, anche se ci erano andati
pericolosamente vicini, per poter osservare le reazionei dell'amica.
- Direi che ha fatto un bel passo avanti, eh? - sussurrò Harry dopo
essersi accertato che Hermione dormisse profondamente.
- Già. Peccato solo che quell'idiota di mio fratello non fosse
sveglio per sentirla... E' stata così dolce... -
Dopo qualche secondo di silenzio, anche Harry decise di abbracciare
la sua ragazza, seppur attraverso la copertura. Con un sorriso
malizioso disse - Uniamo anche noi i sacchi? -
Ginny rispose al sorriso. - Signor Potter! - disse con un tono
scandalizzato che poteva benissimo appartenere alla McGranitt - Ti pare
una proposta da fare ad una ragazzina pura ed innocente? -
Harry si rattristò al pensiero che non fosse più così tanto
innocente, né pura. La rossa se ne accorse. Si girò nel sacco a pelo,
guardandolo negli occhi, e gli parlò tranquillamente anche se dentro di
sé sentiva solo il bisogno di stringerlo fino a fondersi con lui.
- Harry. Non pensare neanche per un secondo che io mi sia data a
qualcun altro. Aspettavo te. Solo te, tutto questo tempo. Zitto. -
disse vedendo che aveva aperto la bocca per parlare - Lo so che hai i
tuoi stupidi quanto nobili complessi. Ma sono una ragazza testarda io.
E ora non voglio ancora correre. Ora che ti ho raggiunto, non voglio
sprecare nessun momento con te. -
Il moro la guardò con le lacrime agli occhi. La abbracciò ancora più
forte e la baciò con dolcezza infinita. - Non voglio fare niente Gin.
Era solo una battuta - "Per stavolta"
La rossa non poteva sentire questo pensiero, così sorrise. -
Buonanotte, amore mio - le sussurrò lui baciandola piano sulle labbra.
***X***
Al di fuori della tenda, molto lontano, il Signore Oscuro cercava
invano Harry Potter, sapendo di avere un "accesso privilegiato" alla
sua mente, così come il Prescelto poteva sentire la sua. Ma stranamente
era protetta, come avvolta da un'aura impenetrabile.
- Com'è possibile che quel ragazzino sia diventato un Occlumante
così abile? - sibilò, frustrato. - Devo assolutamente sapere che magia
era quella della sua bacchetta. OLIVANDER! - ruggì
voltandosi sinuoso verso i sotterranei. Il fabbricante di bacchette
emise un gemito. Quella certo non sarebbe stata una bella notte per lui.
Grazie per i
vostri commenti.
Spero continuerete, nonostante questo capitolo sia un po' più corto
degli altri. Ringrazio in particolare Hayley_Gin91, che ha commentato
l'ultimo capitolo, e due volte Niettolina, che nella mia distrazione ho
dimenticato di ringraziare precedentemente.
Ovviamente
grazie anche a tutti quelli che mi hanno inserito tra le loro storie
seguite o preferite.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** In viaggio ***
In viaggio
Ron quella mattina si svegliò molto piano. Era un po' intontito, era
raro anche per lui che si facesse 13 ore di sonno, e non intese subito
quello che gli stava intorno. Al fianco, per essere più precisi.
Si stiracchiò un poco nel sacco a pelo e si riappoggiò al cuscino,
tentando di riprendere sonno e riabbracciando inconsciamente la donna
che gli dormiva di fianco. Quando però si accorse che i suoi
polpastrelli sentivano la presenza di un corpo calda sopra di sé,
spalancò gli occhi. Si voltò di scatto e vide un'Hermione beata,
dormire pacifica sul suo petto. "Che
miseriaccia ci fa Mione qui?"
Facendo un po' di fatica, visti i ricordi nebulosi della sera prima,
riportò alla mente tutto quello che era successo da quando erano
partiti la mattina precedente. La lettera, la scarpinata, la bici,
Mundungus, lo zio di Hermione, i sacchi a pelo agganciabili.... i
sacchi a pelo! Maledizione Jack!
"Dannazione io lo squarto, quello.
Lo uccido, lo crucio. Ma perché... Dannazione!"
Ok, stava diventando ripetitivo. Il punto era che non sapeva come
comportarsi. Guardandola in faccia sorrise dolcemente. Era davvero
bella e... sorrideva?
Piano piano, quasi per non disturbarla, la scosse per svegliarla. "Ron sei sempre il solito deficiente. Come
puoi non disturbarla se la vuoi svegliare?" - Mione? Mione,
svegliati.... -
La ragazza si mosse nel sonno, ma non si alzò. In compenso sussurrò
un nome. - Ron... - Il rosso spalancò gli occhi, mimetizzandosi coi
capelli. Fece finta di non aver sentito niente e tornò a scuoterla
dolcemente.
- Mione... Hermione svegliati, su.... - A quest'ultima invocazione
rispose aprendo gli occhi. Si sollevò a sedere e si stiracchio,
lasciando vedere il seno fasciato unicamente dall'intimo. L'occhio di
Ron inevitabilmente cadde, ma si rialzò subito, vergognandosi. "Ma questa è fuori! Perché è in reggiseno?"
- Salve Ron. - la ragazza Hermione non dava segno di essersi accorta
dell'impudicizia del suo ragazzo e lo salutò come al solito. - Che ci
fai qui? - Ok, forse la ragazza non riusciva a dare il massimo appena
sveglia, ma una domanda così cretina non se la aspettava di certo!
- Come che ci faccio qui? - la aggredì Ron - Che ci fai tu qui! -
Hermione spalancò gli occhi, mentre il rosso già si affrettava a
scusarsi per essere stato così rozzo. La ragazza lo interruppe
lanciando esclamazioni. - Oddio che ho fatto? Perché mai non ti ho
svegliato ieri sera? Oddio oddio oddio... -
- Hermione calmati! Non è successo niente! - La ragazza interruppe
il suo fiume di parole. Era incredibile come lui riuscisse a
rasserenarla sempre. E anche a farla incavolare come pochi... - Mi dai
la tua parola? - domandò sospettosa.
Ron sospirò, arrossendo. - Certo che ti do la mia parola, ma non ne
hai nemmeno bisogno, no? cioè, se avessimo fatto... quello, non avresti
certo quel coso addosso, non ti sembra? -La ragazza, ancora seduta e
scoperta come si ricorderà, arrossì violentemente e sorrise, timida.
Continuò a sorridere per qualche minuto, poi il rosso (sempre più
rosso) la fece riprendere. - Mione? Ehm, potresti... coprirti, per
favore? Mi metti a disagio... - le confessò
Lei si affrettò a rimettere la maglia che aveva tolto e piegato la
sera prima, dando le spalle al ragazzo. Si rimise poi al suo posto,
accolta da un Ron meno teso di prima. Anche se continuava ad essere
nervoso. - Perché sei così in imbarazzo? -gli chiese Hermione a
bruciapelo
Entrambi arrossirono - Sono la tua... ragazza dopotutto - Ron ci
rifletté un poco prima di rispondere, probabilmente tentando di mettere
insieme un discorso che lei non potesse percepire come una presa in
giro. - Beh, pensa solo alla tua reazione di poco fa.... - cominciò -
Non volevi pensare di averlo... fatto
per la prima volta dentro una tenda, mentre siamo a caccia di
pericolosi oggetti oscuri e non si sa se sopravvivremo un altro giorno!
- "Almeno speriamo che sia la sua
prima volta"
La ragazza, inconsapevole dei dubbi di Ron annuì pensierosa,
incitandolo a proseguire. - Beh, per me è lo stesso, ecco. E' che temo
di non riuscire... a frenarmi... se per caso cominciamo. E non voglio
fare qualcosa di male a te. Specialmente a te. -
Hermione, appoggiata con la schiena contro il suo petto caldo,
spalancò gli occhi dalla sorpresa. "Ha
detto quello che penso abbia detto? Ok, sono proprio contorta"
- C-che vuoi dire? - domandò balbettando. D'accordo che si erano messi
insieme dopo anni e anni di occhiate e sospiri. D'accordo che tutta
Hogwarts se lo aspettava e lo vedeva in ogni loro gesto, anche se
magari non proprio tutti facevano il tifo per loro. Ma che fosse vero?
Che lui si fosse veramente innamorato di Hermione-So-Tutto-Io-Granger?
- I-io... io ti... io ti... - ripeté un paio di volte, quasi stesse
prendendo lo slanciò per un salto. - Io ti amo, Mione
- Da parte della ragazza nessuna reazione, a parte un irrigidimento che
portò Ron a pensare che le avessero lanciato un Pietrificus. Aspettò
quanto poté, poi la riscosse dai pensieri che evidentemente l'avevano
presa. - M-mione? Io capisco... se non ricambi, cioè... ma ti chiedo di
lasciarmi l'illusione, almeno per un poco... fin quando non finiamo
quest... -
Non poté nemmeno finire la frase, perché rimase gelato sul posto.
Hermione si girò lentamente e lo guardò dritto negli occhi. Sorrise. -
Anch'io - sussurrò. Fu il turno di Ron di irrigidirsi. "CHE?? Ha detto, cioè ha detto proprio...
Se è uno scherzo giuro che.... " - Hai... hai proprio detto... -
Le sue parole non furono molto più organizzate dei suoi pensieri.
Hermione rise "Che mai c'avrai da
ridere!" - Ho detto "Anch'io" Ron.
Anch'io... ti amo - sussurrò appoggiandosi sul suo petto e poggiando la
sua bocca su quella di lui.
***X***
Parecchi minuti dopo Ron e Hermione erano ancora intenti a ridere e
scambiarsi baci affettuosi,senza mai spingersi più in là. - Bisogna
ringraziare tuo zio. Quando gli ridaremo la memoria, cioè... - disse il
rosso senza alcun preavviso. - Senza di lui avremmo potuto passare
ancora degli anni a farci male a vicenda. -
Lei rise - Pensavo la stessa cosa. Però ora ci dobbiamo alzare. E'
quasi l'alba - aggiunse in risposta alla faccia corrucciata di lui.
- Mione, dimmi che non ci sveglieremo prima dell'alba tutte le
notti...
- lei gli pose un delicato bacio sulle labbra. - Non credo proprio. Ma
almeno finché possiamo dobbiamo affrettarci a raggiungere Londra. Non
siamo poi così lontani dalla Tana e presto ci verranno a cercare.
Sveglia gli altri due - gli disse mentre usciva dalla tenda
rabbrividendo nella gelida nebbia mattutina.
Ron rivolse l'attenzione all'amico e alla sorella. Loro non si erano
mossi ed erano ancora abbracciati anche se separati dal sacco a pelo. "Meglio per lui. Se osa solo sfiorarla...
Ma che vado a pensare... tanto quei due finisce che si sposano prima o
poi!"
- Ehi! Harry! - disse chiamando il Prescelto, momentaneamente
addormentato e ben deciso a rimanerlo. - Harry! - disse con più forza,
sperando che si svegliasse. "Ma
guarda te, oggi mi tocca svegliare tutti. Proviamo con Ginny, di solito
è più facile" Decise quindi di passare alla sorella - Ehi!
Gin... Ohi! -
La rossa, in uno slancio di energia mattutina, aveva voltato tutto
il
braccio per vedere chi la stesse chiamando ed era atterrata
pesantemente col dorso della mano sul naso del fratello. - Oddio Ron
scusa! Per una volta non l'ho fatto apposta! -
Il rosso, il cui naso si stava rapidamente gonfiando, scosse una
mano a minimizzare l'accaduto. - Sveglia il tuo fidanzato dormiglione.
E non fargli troppe smancerie. Primo perché vi sento, secondo perché
non abbiamo tempo. Hermione dice che dobbiamo fare in fretta. - Detto
questo, tenendosi forte il naso, uscì dalla tenda.
Ginny si voltò verso Harry che ancora la teneva abbracciata. In
effetti dall'espressione che aveva sembrava volesse dormire per un
altro millennio. "Beh, se è amico di
mio fratello ci sarà una ragione!" - Harry... Harry svegliati!
Dai che si va! -
Il ragazzo scosse la testa. - Non credo proprio - disse ad occhi
chiusi - Ci ha già provato Ron a svegliarmi, non credere di avere più
successo - La ragazza sorrise, baciandogli la punta del naso. - Alzati
dormiglione. Se restiamo dentro la tenda da soli un altro po' finisce
che Ron si preoccupa! -
Harry aprì istantaneamente gli occhi. - Meglio alzarsi allora! Non
sia mai che tuo fratello si preoccupi! - disse scherzando, ma alzandosi
comunque anche se controvoglia. Aspettò che Ginny si togliesse dal
sacco a pelo, ridendo anche dei suoi goffi tentativi. E chi non ha mai
avuto difficoltà a uscire da quel coso la prima volta? Infine uscirono
entrambi dalla tenda, mentre Harry agguantava la maglia che Ron aveva
dimenticato dentro.
Fuori trovarono Hermione che curava con un colpo di bacchetta un Ron
che barbellava per il freddo. Harry rise, rabbrividendo un po' anche
lui e lanciandogli la maglia in faccia mentre Hermione spostava la
bacchetta. Risero tutti, come se fosse lo spettacolo più divertente del
mondo.
- Haha! - rise falsamente Ron arrossendo - Ma quante risate...
Davvero, Harry, sei divertente come...-
- Come un pugno sul naso? - gli venne amorevolmente in soccorso
Harry con espressione saputa. Ron face ancora la sua scarsa imitazione
di una risata. - Certo, davvero diverten... Ehi! Tu eri sveglio!
- realizzò improvvisamente attaccando a correre dietro al suo amico. -
Ma brutto... Vieni qui che ti stritolo! Non pensare di sfuggirmi sai? -
Harry mise fine all'inseguimento fermandosi giusto al di là del
fuoco e portando una mano dietro ai pantaloni a prendere la bacchetta.
- Vuoi un duello, Weasley? - domandò per metà ridendo e per metà serio.
Ron rispose al sorriso. - Ci puoi scommettere le chiappe, Potter! Rictusempra! - urlò facendo partire
un raggio blu scuro dalla bacchetta. Harry lo evitò agilmente. - Incaceramus! - rispose il moro,
con lo stesso successo dell'amico.
- Protego! - urlò una voce
conosciuta. Hermione aveva la bacchetta alzata e un'aria preoccupata
che stonava col sorrisino divertito di Ginny. - Primo: ma vi sembra il
modo di comportarvi? Sembrate dei bambini! Secondo: abbiamo qualcosa da
fare, nel caso ve lo foste dimenticati... -
La rossa pensò bene di interrompere il sermone dell'amica. - Dai
Hermione! Si stavano solo divertendo un po'! E poi dovremmo far
pratica; non credo che per sconfiggere Voldemort ci basterà quello che
sappiamo ora... -
Ron, come sempre, aveva rabbrividito al sentire quel nome, ma non
disse nulla. Hermione sbuffò tornando a preparare la colazione, seguita
da Ginny e dai due ragazzi, ancora intenti a scambiarsi piccoli fiotti
di scintille, come due scemi. Si sedettero come a pranzo e Ron guardò
storto le uova che sfrigolavano allegramente sulle pietre con cui
Hermione aveva coperto il fuoco. - Che c'è Ron? - domandò paziente la
ragazza.
- Uova? - domandò lui stranito - A colazione? - Harry sospirò.
Sapeva bene che il cibo era uno degli argomenti più difficili con lui.
Quello e le ragazze, specie sua sorella ed Hermione. La riccia non se
ne diede per inteso e ricominciò a "servire" le uova sulle pietre,
questa volta fredde, che aveva pulito prima con un incantesimo. La
rossa, invece,lo attaccò subito - Se non ti piacciono non mangiarle, ce
ne sarà di più per noi. -
Ron scosse la testa. - Non è questo, è che... non c'è un po' di
dolce? - L'irritazione di Hermione venne a galla tutta in una volta. -
No, Ronald, non c'è il dolce! La prossima volta ti ricordi tu di
prendere marmellatine e pane da toast, vero? Certo che no! Devo fare
tutto io qui! -
Harry e Ginny erano quantomeno scioccati da quell'improvviso
scoppio. Ron, per tutta risposta, diventò rosso come un peperone. - No
che non devi fare tutto tu... - mormorò a bassa voce. Harry, che già si
aspettava uno dei famosi litigi Weasley-Granger, stava per afferrare
Ginny e spostarsi da un'altra parte con le uova, quando si bloccò. Si
chinò piano verso la rossa. - Gin, senti... sono io che sto sognando o
Ron ha appena detto... -
Ginny era scandalizzata quanto lui e inghiottì il vuoto prima di
rispondere, con la stessa voce bassa ed incredula - Se è un sogno... lo
stiamo facendo in due. -
Ron ed Hermione, che non avevano minimamente sentito quello che si
erano sussurrati Harry e Ginny, erano presi a
fissarsi negli occhi sbarrati dalla sorpresa per la riccia e semichiusi
di vergogna per il rosso. Ad un certo punto la ragazza si riscosse. -
Che hai detto, Ronald? - disse tentando di rimanere inflessibile. Non
ci riuscì, ma Ron comunque non cambiò atteggiamento. - Ho detto che non
devi fare tutto tu. Ti aiuterò io volentieri, come ti ho detto ieri me
la cavo ai fornelli, solo che il mio stomaco è un po' viziato... -
- Diciamo pure molto - rincarò la dose Hermione non riuscendo
comunque a negargli un sorriso dolce
- Ok, molto viziato - ammise Ron con un timido sorriso insicuro in
risposta a quello della ragazza
- E' che ho sempre potuto scegliere e... ma mi abituerò, tranquilla. -
Hermione ormai era del tutto placata, gli rispose tranquilla. -
D'accordo. Ti occupi tu della cucina quindi? - domandò senza secondi
fini.
Ron le sorrise, un po' più caloroso ora che sapeva che non si
sarebbe messa ad urlargli contro di nuovo. - Certo.
Solo mi dovrete svegliare voi, perché non sono un tipo mattiniero e
oggi mi sono svegliato per primo solo perché ieri mi sono addormentato
presto - Ginny alzò un sopracciglio. - Ce ne siamo accorti! Neanche sei
venuto per cena! Non è da te. -
Spezzando il clima leggermente troppo zuccherino Ron sbarrò la
faccia in una finta espressione di puro stupore. - Ho saltato la cena?
- domandò alla sorella che annuì. - Nel qual caso mi sembra l'ora di
rimediare! - disse allegro fiondandosi sulle uova.
***X***
Mangiarono allegramente, dimenticando i dissapori di poco prima.
Nonostante si fossero alzati all'alba, il sole era già abbastanza alto
quando finalmente si decisero a smontare la tenda. Malgrado l'avessero
già fatto il pomeriggio precedente ci impiegarono almeno mezz'ora a
smontare ogni paletto e infilare il tutto nello zaino di Ron. Hermione
cominciava a diventare isterica, mentre Harry cercava di calmarla.
- Su, Hermione, sono solo le otto... - la ragazza sembrò perdere la
bussola. - Non sono SOLO le otto, Potter, sono GIA' le otto! Dobbiamo
fare presto, anzi più che presto se vogliamo impedire a quel malato di
distruggere il mondo! -
Anche se Ron aveva provato l'irresistibile tentazione di ridere al
sentir nominare il Signore Oscuro come 'quel malato', una gomitata
nelle costole da parte della sorella riportò la sua attenzione sulla
conversazione. - ... e adesso fila a prendere le bici! MARSH! - Il
rosso vide Harry scattare sull'attenti e correre a prendere le strane
cose su due ruote.
In pochi attimi erano pronti, la fretta di Hermione era contagiosa.
- Ok, andiamo verso sud-sud-est. Il prossimo paese dove ci fermeremo è
Primerose a trentaquattro kilometri da qui. - li informò - E non voglio
sentire lamentele, chiaro Ronald! - Il ragazzo per tutta risposta si
mise a cavalcioni della sua mountain bike di un bel blu notte,
guardando
gli altri come se fossero scemi. - Beh, non si parte? -
Per la prima volta da quando aveva scoperto che ore si erano fatte,
Hermione rise e partì con disinvoltura, seguita da Ron un poco più
impacciato. Ginny ed Harry li guardarono un istante e poi partirono
anche loro. - Non cambieranno mai, vero? - chiese la rossa affiancando
il ragazzo
Il moro rise di gusto. - Non credo proprio! Sono sette anni che
fanno così, non vorrai toglier loro il divertimento! -
Pedalarono in silenzio per un po' non sentendo il bisogno di
parlare. Il panorama cambiava relativamente poco perché, pur essendo
circondati ora da alberi in una bellissima galleria, ora da campi
coltivati, gravidi di cereali maturi, La campagna che trovavano era
sempre la stessa. La strada, se così si poteva definire, era niente più
che una linea di terra battuta persa alle volte tra i campi, tanto che
spesso rischiarono di perdersi.
Raggiunsero l'apice del ridicolo quando, in un campo di granturco,
Hermione accelerò bruscamente seguita dagli altri a breve distanza.
Sennonché un dosso sbalzò ognuno dei quattro in direzioni diverse tanto
che persero il contatto e ognuno si ritrovò isolato dagli altri.
Passarono ore gridando i nomi dei compagni, sempre muovendosi verso
quella che ritenevano la loro meta. Improvvisamente sbucarono tutti e
quattro contemporaneamente fuori dal campo di mais e si guardarono in
faccia mettendosi a ridere
Continuarono così per altre tre ore e si erano fatte le due del
pomeriggio quando Hermione decidette, magnanimamente, di concedere loro
una sosta in un boschetto di betulle, appena a ridosso di un
torrentello. Harry, con un po' di fiatone, accettò di buon grado la
pausa. I due Weasley arrivarono pochi secondi dopo ed abbandonarono a
terra le bici, esausti. Anche Hermione era parecchio stanca, una via di
mezzo tra Ron e Ginny ed Harry, ma non lo diede a vedere, studiando una
mappa del percorso che dovevano ancora compiere.
- Her... mio... ne... - la distrasse Ginny - Sei sicura... di
voler tenere... questo ritmo? - la povera rossa aveva la faccia
stravolta. Harry le andò vicino e le mise una mano sul cuore per
sentire il battito. La ragazza arrossì completamente, ma non si mosse.
Ron cercò di puntare il dito minaccioso contro Harry, sbanfando un -
Giù le mani... da mia sorella... chiaro? - Il moro lo liquidò con un
gesto. - Le stavo sentendo il cuore, scemo! Dopo vengo anche da te! -
- E non potevi... sentirlo sul polso... o sulla gola? - chiese Ron
senza arrendersi nonostante il fiato corto. Harry non rispose subito
alla domanda, cercando una cosa nello zaino. Una volta afferrata la
borraccia la porse alla ragazza - Bevi Gin. E' acqua limone e zucchero,
ti farà bene, ma fai piano! - l'ammonì vedendo che la rossa stava già
per versarsi tutto il liquido in gola.
Con un sorriso Harry si spostò su Ron. - Secondo te dovevo pure
sentirle la gola? Ma se respirate a stento... - gli disse controllando
anche il suo battito. - Tieni, bevi anche tu! - aggiunse porgendogli
una
seconda borraccia. Il rosso bevve, constatando effettivamente di
sentirsi meglio.
- Ehi! Come facevi a saperlo? - domandò curioso. Harry rise - Con
tutte le corse che mi sono fatto per sfuggire a Dudley e ai suoi
scalmanati, diciamo che ho una certa esperienza... - Ginny lo raggiunse
posandogli un delicato bacio sulla guancia. - Grazie - gli sussurrò
nell'orecchio facendolo rabbrividire.
- Niente porcherie, mi raccomando... - cominciò subito il fratello.
La rossa se la prese come suo solito. - Ora non cominciare a farmi la
predica! O ti devo ricordare il nome di una certa Lavanda? - Ron stava
per replicare quando intervenne Hermione staccando finalmente gli occhi
dalla carta.
- Oh, smettetela voi due! Sembrate due bambini a volte! - disse
stizzita. Ginny si voltò dall'altra parte mettendo il broncio, subito
sciolto da Harry che la abbracciò delicatamente facendola voltare di
nuovo verso il gruppo. - Per ora ci fermiamo. Non tanto il tempo di
mangiare qualcosa di leggero. - annunciò la riccia - Ron, tocca a te! -
Il rosso, impegnato nella contemplazione della sua personale
divinità, non rispose subito. - Eh, chi? - Mentre Harry e Ginny
ridacchiavano Hermione, seccata, domandò - Hai sentito quello che ho
detto? O te lo devo ripetere? -
Ron diligentemente ripeté - Hai detto che ci fermiamo giusto il
tempo di mang... Ah! Oh sì, ora preparo qualcosa. - Cercò velocemente
nel suo zaino in una della tasche laterali. - Ehm... Ron? La roba da
mangiare ce l'ho io, ricordi? - intervenne Ginny
- Lo so, sorellina, ma meglio mangiare qualcosa di fresco finché
possiamo, non credi anche tu? - La rossa fece un gesto stizzito. -
Certo che sarebbe meglio, ma
non avendone ci si può accontentare non credi? -
- Ah, mai sottovalutare il cuoco... - rispose Ron dandosi arie da
gran filosofo. - Mentre vi cercavo nel campo di grano ho preso qualche
pannocchia... - Harry rise di gusto guardando nello zaino del rosso -
'Qualche pannocchia'? Avrai svaligiato mezzo campo! E poi si chiedono
chi fa i cerchi nel grano! -
Ron arrossì accendendo il fuoco - Macché svaligiato! Gli ho lasciato
una di quelle banconote che mi aveva dato Mion... cioè, Hermione. Da...
dieci, mi pare. - Hermione spalancò gli occhi, mentre gli altri due
ridevano della gaffe di Ron. - Dieci sterline? Gli hai lasciato dieci
sterline? -
Il rosso la osservò preoccupato - Perché, è tanto? - La ragazza
scosse la testa. - Sinceramente non saprei. Non ho mai comprato da un
coltivatore direttamente, ma in città sarebbe sicuramente stato troppo
poco per tutto il cibo che hai preso. Meglio di niente, suppongo... -
Ron era tanto rosso da fare invidia ai suoi capelli quando infilzò
quattro pannocchie distribuendole in giro e ripetendo l'operazione su
altre quattro. - Mi spiace... E comunque cosa sono i cerchi nel grano?
- domandò ricordandosi di cosa aveva detto Harry poco prima. Hermione
alzò gli occhi al cielo, facendogli capire di che livello di stupidità
si trattasse.
- E' una cosa a cui credono i babbani, Ron - spiegò Harry - A volte
appaiono dei disegni nei campi e i babbani credono che li facciano gli
alieni atterrando con le loro astronavi... - Ginny già cominciava a
ridacchiare, ma la batosta finale venne da Hermione - Poi spesso si
scopre che c'era un parente sbronzo in visita che si era divertito col
trattore... -
Ron passò ad uno sguardo ancora più stranito. - Trattore? - Hermione
ridacchiò, attirandosi sguardi irritati da parte del rosso. - Scusa. -
disse tra le risatine che proprio non riusciva a frenare - Ma parlare
con un mago di tutte le tecnologie babbane mi sembra parecchio buffo. -
"Ancora mio padre non ti ha
incastrato, vero?" pensò - Beh, spiegami cos'è questo
trattore... - cominciò a dire, subito interrotto da Harry
- Ma i maghi da quanto tempo non sono in contatto con le tecnologie
babbane? - domandò il moro. Hermione sospirò pesantemente. - Oh, Harry!
Ma tu hai mai seguito una lezione di Storia della Magia? - domandò
sconsolata. L'amico sorrise colpevole. - Seriamente, intendi? -
Hermione aprì la bocca per spiegare, ma Ron per una volta, la zittì
mettendole un dito sopra. - Per una volta che so le cose, falle dire a
me. - disse con un sorriso dolce sulle labbra, tanto che Hermione per
una volta non volle rispondere a tutti i costi.
- Allora... direi che è stato verso il XVII secolo. Quando è
ricominciata tutta la storia della "Caccia alle streghe" sai... i maghi
avevano già un loro Ministero ed il Ministro di allora - -Graham -
s'intromise Hermione - Graham, sì... dicevo il Ministro di allora
decise che sarebbe stato meglio non immischiarci negli affari babbani.
Certo, anche quando ci prendevano bastava un incantesimo e non
succedeva niente, ma sempre meglio essere prudenti no? -
Harry e Ginny, anche lei appassionata ascoltatrice delle lezioni di
Ruf, annuirono chiedendo altri dettagli - Così i maghi hanno cessato di
avere rapporti coi babbani. E' da lì che viene tutta la faccenda dei
Purosangue e dei Mezzosangue... - aggiunse Ron finendo la sua
esposizione. Poi il rosso si girò verso Hermione domandando - Allora
professoressa, come sono andato? -
La riccia sorrise - Mah, direi che ti meriti una O per questa
magnifica esposizione e questo... - aggiunse dandogli un bacio sulle
labbra - ... per aver anche letto i miei appunti e non solo copiati! -
Risero tutti, anche Ron. - Però devi ammettere che li ho letti bene!
Non mi merito un altro bacio? - Tanto per rinfacciargli ogni tanto
quello che gli diceva sempre, Harry decise d'intervenire
scherzosamente. - Ehi! Stavolta sei tu che devi tenere giù le mani da
mia sorella! - disse sorridendo. Dopo essere stato liquidato con un "Ma
piantala, Harry!", il moro decise di dedicarsi a Ginny prendendola per
mano e allontanandosi di qualche metro dai due.
***X***
- Allora? - chiese Harry alla rossa - Che ne pensi di quei due? - Ginny
guardò per un attimo lo spettacolo dei due che si abbracciavano accanto
al fuoco nel loro piccolo campo improvvisato, poi rise piano - Direi
due cose. La prima è che se lo meritano, nonostante tutto quello che ci
hanno fatto passare. La seconda è che vedere mio fratello nel
ruolo dell'insegnante mi ha fatto rabbrividire. -
Harry sorrise - Ti ha fatto rabbrividire, eh? Vieni qui che ti
scaldo io, Gin - La rossa, a sorpresa, rifiutò l'abbraccio mantenendo
però un sorriso dolce e preoccupante al tempo stesso. - Ma cosa pensa,
signor Potter! Che io sia una povera bimba spaurita? -
- Perché non lo siete? - rispose lui stando al gioco. - E cosa
vorreste fare per dimostrarlo? - avevano cominciato a girare in tondo,
ognuno con la mano sul fianco destro, pronta per prendere la bacchetta
e scagliare un incantesimo.
Senza neanche rispondere Ginny iniziò il duello con una delle sue
fatture Orcovolanti. Conoscendo la sua fama, Harry se l'era aspettato e
si riparò dietro un masso. Povero sasso! Infatti finì disintegrato dal
successivo Reducto della rossa. Il Prescelto, privato del suo
nascondiglio, agì mandando attraverso la foschia un incantesimo di
disarmo, che però fallì il bersaglio.
Continuarono così per parecchi minuti, quando di nuovo Hermione li
richiamò all'ordine. Vedere l'amica fare la paternale al suo ragazzo fu
un immenso divertimento per Ginny, ma durò poco e alla fine dovettero
avviarsi con di nuovo gli zaini sulle spalle. Inforcarono le bici e
partirono.
Continuarono giorni così. Tra le alzatacce la mattina, le paranoie
di Hermione, i pranzi, i duelli e poi di nuovo in bici. E dopo altre
ore seguivano duelli cena e poi tutti a nanna. Ron ed Hermione non
avevano più unito i sacchi a pelo, nonostante l'esperienza fosse
piaciuta ad entrambi, ma adottarono il metodo di Harry e Ginny stando
abbracciati tutta la notte, pur dormendo separati.
Proprio la riccia una volta si girò verso di Ron, poco prima di
addormentarsi. - Sai dovremo rifarlo... - mugugnò assonnata. Il rosso
la guardò confuso - Cosa? - La ragazza sorrise tenera. - Questo, andare
in giro noi quattro. Nonostante la ricerca degli Horcrux e tutte le
preoccupazioni, mi piace questo viaggio - ammise sospirando. - Vorrei
restare così per sempre... - e si addormentò sotto lo sguardo amorevole
di Ron.
Nonostante la routine quotidiana del gruppo non cambiasse, la
campagna intorno a loro aveva cominciato a farlo. Dalla dolce campagna
inglese infatti, fatta di siepi, campi e strade di terra battuta, erano
passati ad una puzzolente periferia e poi ad una schiera di villette
tutte uguali. Dovettero persino iniziare a prendere varie pozioni per
modificare il loro aspetto, volendo evitare di farsi riconoscere come
era accaduto con Mundungus. Questo causò loro un ritardo di tre giorni
in cui Ron non trovò niente di meglio da dire se non - Beh, almeno ci
riposiamo -.
Fortunatamente, quando ormai erano in città e non sapevano dove
piantare il campo, trovarono un parco in cui accamparsi, ma
si nascosero dietro potenti incantesimi di disillusione per non essere
multati anche da poliziotti babbani.
Finalmente, durante il nono giorno di marcia, sbucarono in una
piazza familiare. A tutti loro venne un groppo in gola dalla nostalgia,
ma Harry rise nonostante tutto. Era comico che la casa della famiglia
Black fosse usata come base per le loro azioni contro il Signore Oscuro
che loro ammiravano tanto. "Beh,
magari non proprio comico..." pensò Harry "Magari grottesco!"
- Eccoci - disse solo, nascondendo i propri pensieri - Grimmauld
Place 12 -
Ed è finalmente
arrivato un nuovo capitolo di questa storia.
Spero vi piaccia leggerla quanto a me piace scriverla XD
Chiedo scusa per
il forte ritardo, ma che ci crediate o no, ho verifiche quasi ogni
giorno e devo essere preparato anche per eventuali interrogazioni e/o
domande varie.
In ogni caso
ringrazio Haley_Gin91 e niettolina, che stanno commentando tutti i
capitoli, dando prova di enorme coraggio nel continuare a leggere
questa storia. E, ovviamente, anche Kia 07 che spero continuerà a
commentare benignamente, nonostante le critiche siano bene accette.
Grazie ancora a
quelli che mi seguono senza commentare, io stesso non commento molto,
ma che continuano a leggere
Ancora scusa per
il ritardo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Grimmauld Place XII ***
Grimauld Place XII
Entrarono in religioso silenzio, quasi temessero di disturbare
qualcuno. Si guardarono intorno. A prima vista non sembrava cambiato
niente: c'era ancora il piccolo ingresso col ritratto della madre di
Sirius, dalle tendine rigorosamente serrate, la cucina che si apriva
direttamente sull'ingresso e più in là il corridoio e le scale che
portavano ai piani superiori.
Entrarono in punta di piedi, disponendosi a cuneo. Non era stata una
mossa volontaria,
ma era sorta spontanea mentre Harry avanzava accompagnato dai suoi
migliori amici e Ginny restava un attimo indietro per chiudere la
porta. Improvvisamente proprio la rossa si sentì afferrare la gola.
- A-aiuto! - chiamò con voce soffocata. Quando si girarono Harry e
Ron, dimenticando le bacchette, si lanciarono subito contro i tentacoli
che erano spuntati dalle pareti per afferrare la giovane tentando di
sradicarli dalle pareti. Erano appena riusciti ad allentare un poco la
loro presa quando altri tentacoli verdi, forti come quelli della piovra
gigante, afferrarono i poveri Harry e Ron per le caviglie.
- Ma porc... - urlò il rosso preso dal panico, cominciando a
lanciare maledizioni ai tentacoli - Diffindo! - urlò, ottenendo di
liberare la sorella dalla stretta soffocante che l'aveva stretta sul
muro. Harry, invece, era impegnato coi suoi tentacoli ed ebbe appena il
tempo di urlare - Hermione, aiutaci, dannazione! - che un tentacolo gli
tappò violentemente la bocca.
Anche la ragazza, però era stata presa e non riusciva a muoversi. "Diffindo!"
pensò disperatamente ricorrendo agli incantesimi non verbali. Cominciò
a sparare maledizioni a raffica, finché non si ritrovarono tutti più o
meno liberi da impedimenti. Fuggirono precipitosamente, rintanandosi in
cucina, ma i tentacoli li seguirono spuntando dalle mura quando meno se
lo aspettavano e preparando un nuovo attacco.
- Aspettate! - urlò Hermione ad un certo punto - Questa è la
trappola che Moody ha lasciato per Piton, giusto? Finite Incantatem! -
urlò. Ci fu uno scoppio di luce azzurrina, ma i tentacoli non
sembrarono risentirne. Ginny guardò l'amica preoccupata. - Un aiutino?
- le uscì con un filo di voce mentre si liberava da un altro tentacolo
che le strisciava su per la gamba.
Per almeno altri due minuti furono troppo impegnati a combattere per
poter pensare, poi Ron si illuminò - Io lo so cos'è! - urlò
all'improvviso riconoscendo i tentacoli. - E mi sorprende che non
l'abbiate capito anche voi! - disse quasi gongolante
- TI SPIACEREBBE ILLUMINARCI, PIUTTOSTO CHE ESULTARE?! - lo aggredì
in malo modo Harry, tentando di muovere il polso per puntare la
bacchetta contro il tentacolo che aveva preso il suo braccio. - E'
Tranello del Diavolo! - urlò quindi sopra il fracasso che tutti e
quattro facevano combattendo la malefica pianta.
- Dobbiamo cercare il centro! Presto! - urlò Hermione. - Ci penso
io! - disse Ginny sicura rivolgendo un Reducto all'ingresso della
cucina dove erano rimasti bloccati. L'effetto fu più potente del dovuto
e distrusse anche metà della parete, ma ci avrebbero pensato dopo. Al
momento erano leggermente distratti.
- Andiamo, ora! Via! - urlò Harry. correndo verso le macerie.
Fuggirono tutti e quattro dai tentacoli e si fiondarono in salotto,
sperando di aver avuto l'intuizione giusta. Lì trovarono un grosso
grumo di materia grigio/verde sprofondato per metà nel pavimento. - Sia
ringraziato Merlino e tutti i maghi dell'antichità! - sospirò Ron. -
Forza, Hermione! Sappiamo che ti piace bruciare 'sti cosi. E non dire
che non c'è legna! - la minacciò scherzosamente.
- Piuttosto che scherzare, tenete quei cosi lontani voi due - disse
rivolta ai ragazzi. - Ginny dammi una mano, dobbiamo bruciarlo
completamente - La rossa annuì, mentre Harry e Ron cominciavano a
girare in tondo attorno alle ragazze colpendo subito i tentacoli che si
avvicinavano troppo.
Hermione e Ginny si misero all'opera e di comune accordo iniziarono
ad arrostire il cervello che sembrava comandare tutti i tentacoli.
Infatti, resosi conto di essere in pericolo, questo aumentò gli
attacchi, tanto che Ron ed Harry dovettero sudare parecchio per
proteggere le ragazze. Unendo questo al vivo fuoco che usciva dalle
bacchette dirette al centro del Tranello del Diavolo, la situazione
cominciava a diventare insostenibile.
Finalmente, dopo dieci minuti di lotta strenua in quel calore
opprimente, si liberarono della pianta. Quando anche l'ultima parte
della massa filamentosa venne bruciata, infatti, i tentacoli sparirono
d'un colpo, come se non ci fossero mai stati. Solo allora si permisero
il lusso di cadere a terra, sfibrati.
- Dannatissimo Tranello del Diavolo! Sono già tre volte che lo
incontriamo e due che tenta di ammazzarci! - si lamentò Ron. Hermione
sorrise alla sua battuta, mascherata (e anche molto bene), dal tono
burbero. - Come mai i tentacoli si sono dissolti? - domandò Harry, che
stringeva ancora compulsivamente la bacchetta.
- Non era un normale Tranello del Diavolo. Moody deve averlo
stregato in modo da dargli la possibilità di passare attraverso le
pareti. Ma comunque una volta distrutto il micelio non c'è alcuna
probabilità che rinasca. - Sotto gli sguardi corrucciati degli altri
tre, sospirò consapevole di essere l'unica, oltre Neville, a seguire
seriamente Erbologia. - Il coso verdastro di prima, avete presente?
Quello che io e Ginny abbiamo dovuto estirpare? Quello si chiama
micelio ed è la pianta vera e propria. Beh, più un fungo in realtà...
comunque era il nucleo e senza di lui i tentacoli sono rimasti senza la
magia che li alimentava. -
Ginny si guardò intorno come se non fosse proprio convinta delle
parole dell'amica. - Sei sicura che non li vedremo più? - Hermione
rise, stanca e provata quanto gli amici - Stai tranquilla. Neanche con
un lanciafiamme avremmo fatto meglio. - Dopo, naturalmente sotto gli
sguardi divertiti di Harry, dovette spiegare loro che il lanciafiamme
non era un nuovo incantesimo, ma un attrezzo babbano.
***X***
Con un po' di fatica si attrezzarono. Ron e Ginny salirono per prendere
i materassi dalle stanze che avevano occupato gli anni passati, mentre
Harry ed Hermione esploravano la casa, dopo aver riparato il danno al
muro della cucina.
Controllarono prima i piani superiori, riscoprendo la camera dove
dormiva Fierobecco e la grande sala matrimoniale, probabilmente
appartenente ai signori Black. Sempre con le bacchette alzate entrarono
nella camera di Sirius. Come la defunta signora Black aveva
bruciacchiato il nome del figlio sull'albero genealogico, così doveva
aver fatto con la sua camera. Solo che in quel caso non si era limitata
nella distruzione.
Della camera di Sirius, infatti, non rimanevano che ceneri. Le
pareti annerite qua e là comparivano cosparse di rosso e oro stinto,
quando non erano nere per il fuoco che le aveva consumate. Il resto
della stanza non esisteva più. Ogni cosa, dai mobili al baule, ai libri
che sicuramente doveva aver lasciato quando era fuggito di casa, era
stata spietatamente distrutta, come se per la signora Black il figlio
fosse morto e gli avessero fatto una pira funeraria nella sua propria
camera.
- Mi spiace Harry. - sussurrò timidamente Hermione osservandolo
attentamente. Ma il moro stava sorridendo. - Beh, direi che per
una volta Sirius era d'accordo con sua madre. Non credo ci tenesse a
questa camera. - La tristezza che ancora lo invadeva al pensiero del
padrino era, anche se di poco, mitigata da due pensieri. Era felice che
Sirius fosse riuscito a scappare alle angherie di quella casa, come
tante volte lui stesso aveva sognato di fare dai Dursley. Ed inoltre
stavano dando la caccia a Voldemort e ai suoi mangiamorte, cosa che
avrebbe sicuramente portato allo scontro con l'assassina di Sirius.
Dall'ultimo piano scesero al secondo, dove Ginny ed Hermione avevano
dormito gli anni prima. Essendo quelle più in alto, e che quindi
dovevano svegliarsi prima per colazione, non avevano mai prestato
attenzione al corridoio che si apriva al di là della stanza. C'era solo
un'altra camera in effetti, a parte i bagni. Harry si sporse per vedere
la traghetta in ottone lucidato, appesa con cura alla porta di legno.
"Stanza di Regulus Arcturus Black".
Con voce roca Harry richiamò Hermione, già andata avanti nella
perlustrazione. - Herm! Ho trovato... - disse prima che il fiato gli
venisse meno.
- Che hai trovato, Harry? Che hai? - chiese la riccia vedendo la sua
faccia sconvolta. - R.A.B. Ho trovato R.A.B.! - disse Harry felice. -
Ron! Ginny! Venite su! - urlò chiamando gli amici. Hermione stava già
per aprire la porta, ma aspettò che anche i due Weasley li
raggiungessero dai piani inferiori.
Quando furono tutti insieme, la ragazza abbassò la maniglia. Subito
una voce stridula li apostrofò. - Via! Andate via dalla casa dei miei
padroni! Via tentacoli, non entrerete nella stanza di padron Regulus. -
I quattro si bloccarono, come se colpiti da un incantesimo congelante.
Harry si fece avanti. - Kreacher? - quando da dentro non giunse
risposta continuò - Kreacher apri questa porta -
Dopo ancora qualche attimo di silenzio si sentì grattare la
serratura ed il povero elfo domestico uscì dalla camera, terrorizzato e
magro come non mai. - Padron Potter? - domandò sorpreso quanto loro.
Sbalordendo ancora tutti quanti, persino se stesso, si slanciò su Harry
abbracciandolo con la piccole braccia secche e nodose. - Padron Potter
scaccia i tentacoli cattivi. Kreacher felice, Kreacher felice anche se
padrone porta in casa mezzosangue e traditori. -
- Kreacher, non chiamare nessuno mezzosangue o traditore del sangue.
- riuscì a dire Harry, pur nella confusione più totale. - Puoi
lasciarmi andare adesso. - L'elfo si staccò timoroso di una punizione,
poi le forze gli vennero meno e svenne sul pianerottolo.
Rinvenne sul tavolo della cucina, circa dieci minuti dopo. Hermione
stava facendo il the, mentre Ron e Ginny cercavano qualche biscotto nei
loro zaini. Non si sa mai dove si può nascondere un pacchetto di
biscotti avanzato dopo un viaggio. Harry era seduto accanto all'elfo,
cercano di cogliere anche il minimo segno di ripresa. Quando il ragazzo
si accorse che era sveglio, nonostante tutto quello che aveva passato
per colpa di quella creatura, le sue labbra si stesero in un sorriso
sollevato.
- Kreacher, ci hai fatto preoccupare! Ma quant'è che non mangi? -
domandò gentilmente. Nonostante non fosse un ordine, l'elfo rispose -
Da quando arrivati i tentacoli cattivi. Uomo brutto, senza naso e con
occhi diversi venuto e fatto incantesimo. Kreacher ha tentato di
fermarlo, ma lui ha fatto apparire i tentacoli e Kreacher è fuggito in
camera di padron Regulus. - confessò. Improvvisamente gli venne in
mente di non aver protetto la casa e sferrò una dura testata al tavolo.
- Fermati Kreacher - gli ordinò Harry, mentre Ron e Ginny si
mettevano vicino a lui con una decina di pacchetti di biscotti. - Hai
fatto tutto il possibile. Ora mangia un po' di biscotti, che tra poco
Hermione arriva col the. -
L'elfo osservò preoccupato la ragazza che si dava da fare col
bollitore e le tazze. Arrivò puntualmente cinque secondi dopo, portando
tazze per tutti loro e altrettante bustine. Kreacher la guardò dubbioso
mentre poneva le bustine nelle tazze e vi versava sopra l'acqua
bollente. L'elfo prese un sorso, ancora titubante. - Mez... signorina
brava a fare il the - disse correggendosi subito. Harry ed Hermione gli
rivolsero un gran sorriso, mentre Ginny e Ron ancora non sapevano se
fidarsi o meno. Non era mai stato così gentile.
- Kreacher si chiede perché... - domandò per poi fermarsi.
Probabilmente non gli è consentito fare domande. - Perché facciamo
tutto questo, dici? - domandò Harry. L'elfo annuì con la grossa testa
brutta. - Beh, perché stavi male. E' normale aiutare qualcuno che sta
male. -
- Posso farla io una domanda? - chiese Ron alzando la mano, ma
continuando a fissare negli occhi quella creatura che lo aveva sempre
disgustato. - Perché non sei a Hogwarts come gli altri elfi? Perché sei
venuto qui? E soprattutto perché sei così gentile e lezioso? -
Kreacher lo guardò spiazzato - Professor Silente morto. Io
appartiene a questa casa. - rispose evitando l'ultima domanda. Cercò
nuovamente di punirsi, ma Harry gli afferrò le braccia prima che
potesse frantumarsi la tazzina sulla testa. Hermione sbottò - Oh, Ron!
Ma cosa c'è di male se è diventato gentile? Lo preferivi scorbutico?
Probabilmente è perché gli abbiamo salvato la vita, hanno sentimenti
anche loro sai? -
Il rosso annuì, ma non disse niente. - Perché sei andato in camera
di Regulus, Kreacher? - domandò Ginny, continuando a squadrarlo
sospettosa ma non prevenuta come il fratello. - Perché non in cucina o
nella camera dei Black? - Kreacher impiegò molto tempo a rispondere
stavolta.
- Kreacher protegge. - sussurrò alla fine - Kreacher doveva
proteggere il medaglione. -
***X***
*essendo che questa parte della
storia è identica a quella scritta da J.K. Rowling, non la ripeterò,
confidando che tutti voi abbiate letto la saga*
Ron lo osservò scettico. - Quindi tu dici che Regulus è morto e tu
hai portato qui il medaglione. E dov'è? -
- Kreacher nascosto in camera di padron Regulus, al posto del
vecchio medaglione. Kreacher deve andare a prenderlo? - domandò l'elfo
guardando verso Harry. Lui annuì, ancora riflettendo sul racconto che
aveva appena ascoltato.
Una volta che i piccoli passi furono lontani, Ron domandò - Ma sei
sicuro che possiamo fidarci? Non sarebbe meglio, che so? obliviarlo e
rimandarlo a Hogwarts? - Hermione lo guardò storto - Come puoi dire una
cosa del genere? C'è Piton a Hogwarts! Lo torturerebbe per avere
informazioni e di certo spezzerebbe qualunque incantesimo di memoria
alla nostra portata -
- Davvero sei convinta che sia cambiato? - chiese Ginny. Hermione la
guardò male. - Intendo... Kreacher è sempre stato... -
- Kreacher è sempre stato come i Black l'avevano educato. - completò
Harry, ripensando a cosa gli aveva detto Silente solo due anni e mezzo
prima - Perché nessuno era mai stato gentile con lui. Probabilmente
anche come lo tratta Ron deve essere una pacchia per lui. -
- Umpf! - sbuffò il rosso. - E va bene ho capito. Ma se sgarra
quell'elfo finisce come i suoi antenati sulla parete - disse minaccioso
indicando le varie teste impagliate, un poco rovinate dall'incuria e
dall'esplosione provocata da Ginny. Hermione, nonostante la seria
minaccia, si avvicinò al rosso per abbracciarlo calorosamente,
provocando una smorfia da parte di Ginny.
- Ehi! E' sempre mio fratello, non ma lo sciupare! -
Nessuno rispose perché proprio in quel momento tornò Kreacher con un
medaglione d'oro, più piccolo di quello che Harry e Silente avevano
recuperato nella grotta degli Inferi. - Questo è il medaglione che
padron Regulus ha lasciato a Kreacher, signore. - disse l'elfo
consegnandolo al moro.
Harry lo guardò stupito. Era la prima volta che lo chiamava signore
e, non potendo fare a meno di sentirsi un po' spregevole per questo suo
potere, sorrise compiaciuto. - Grazie Kreacher. Sappiamo quanto ti
costi cedere questo medaglione, ma è necessario. - gli sussurrò
Hermione vedendo l'elfo triste e abbattuto senza il suo medaglione.
Ginny annuì - Già, cerca di capire... vogliamo portare a termine la
missione di Regulus. -
Ron non disse niente, ma inaspettatamente diede all'elfo una pacca
sulla spalla, come se volesse consolarlo. - Kreacher... - iniziò Harry
tirando fuori il medaglione - Vorrei che tu tenessi questo. E' il
medaglione di Regulus. - L'elfo lo accettò, senza parole per la
sorpresa. Mentre si metteva al collo il medaglione, Harry pensò che non
vedeva un elfo così felice da quando era riuscito a liberare Dobby.
- Puoi andare, Kreacher. Ci occuperemo noi della cena, se vuoi... -
ricominciò a parlare, ma venne interrotto dalla sua vocetta acuta. -
Ovviamente no, padron Potter, signore. Kreacher cucina. Però ora
Kreacher va a pulire. Tentacoli fatto tanta povere in giro. - disse,
scomparendo un attimo dopo.
I quattro rimasero ancora per un poco interdetti. Poi lo sguardo di
tutti si puntò sul piccolo malefico luccichio che proveniva dal
medaglione. Harry si avvicinò al medaglione. - Beh, apriamolo! - disse.
- NO! - urlarono due persone contemporaneamente. Harry si girò
per vedere chi avesse urlato. Ron aveva un'espressione corrucciata e
guardava verso le ragazze. Se Hermione sembrava spaventata, Ginny era
letteralmente terrorizzata. - Harry, non aprirlo qui. Non ora ti
prego... - disse rabbrividendo vistosamente.
Harry lasciò il medaglione sul tavolo e si sedette accanto a lei
passandole un braccio attorno alle spalle per rassicurarla. Mentre la
stringeva a sé cercando di calmare i suoi tremiti, Hermione riuscì a
formulare il suo discorso. - Ha ragione Ginny. Prima di aprirlo ed
incorrere magari in una maledizione mortale, io direi che è il caso di
trovare qualcosa con cui distruggerlo. Non ha senso esporci per nulla. -
Ron decise che era il momento di distendere l'atmosfera. - E dove lo
troviamo un Coso-ammazza-Horcrux, secondo te? -
- Ci sono vari modi per uccidere un Horcrux... - iniziò andando a
recuperare il libro che aveva preso dalla biblioteca di Hogwarts e
mandando nel contempo un'occhiataccia a Ron - Ma devo dire che mi
sembrano tutti al di fuori della nostra portata. Ardemonio...
Maledizioni... C'è persino un antico tempio celtico nel nord della
Francia che potrebbe fare al caso nostro.... -
- Non mi sembra che andare in Francia rientri tra le nostre
possibilità attualmente - puntualizzò Ginny con un cipiglio tipicamente
Weasley, nonostante la voce ancora rotta dalla paura e dal pianto.
- Già. - convenne Ron - Harry, non ci puoi dire come hai fatto col
diario di Riddle? Magari aiuta... - Il ragazzo scosse la testa. - Non
credo proprio, mi spiace. Avevo usato una delle zanne del Basilisco, ma
non credo che siano materiale comune, giusto? -
Hermione annuì - Già sono Materiale Non-Commerciabile di classe A.
Meno male che sono pericolose solo se il veleno entra in circolo,
altrimenti saresti morto in quel sotterraneo. - Ginny, già in colpa per
essersi fatta raggirare da Riddle, s'incupì ancora di più. Harry la
strinse a sé più forte.
- Lo so. Per fortuna non mi sono tagliato con la spada di
Grifondoro, era piena di veleno. - aggiunse il moro.
Hermione s'illuminò. Cominciò anche a saltellare nervosamente sulla
sedia, come faceva in prima quando sapeva una risposta. - Harry sei
sicuro?
- Certo che sono sicuro, altrimenti non sarei qui, no? -
- Oh, non intendevo certo questo. Sei sicuro che la spada fosse
piena di veleno? - insistette la ragazza, sovreccitata
- Sì, certo. Ma è importante? - Hermione sbottò - CERTO che è
importante! Cruciale direi! La spada è fatta dai folletti. Assorbe solo
ciò che la fortifica e certo il veleno del Basilisco deve essere una
sostanza potente. -
Ron scosse la testa. - Ne sono convinto, ma hai dimenticato una cosa
'Mion... Hermione. La spada è a Hogwarts, noi siamo a Londra.
Ginny sembrò riscuotersi un attimo. - C'è sempre Kreacher.
Potrebbe andare lui a dare un'occhiata, no? -
Harry la baciò in fronte, mentre Ron girava la testa, e la abbracciò
ancora una volta. - Bravissima Ginny. Kreacher... - chiamò ad alta voce.
L'elfo arrivò subito, con un sudicio grembiule sopra la sua federa.
- Sì padron Potter, signore? - Ginny guardò l'elfo ancora stupita. Era
davvero strana la metamorfosi del poveretto; probabilmente chiuso in
quella stanza da mesi, cercando di difendersi dal Tranello del Diavolo,
aveva finalmente cominciato a liberarsi dall'influenza dei Black.
- Vai a Hogwarts, Kracher. Devi andare nell'ufficio del Preside e
controllare se la spada di Grifondoro si trova ancora lì e se c'è
prendila. Pensi di
farcela? - domandò Harry gentile ma fermo. L'elfo s'inchinò
profondamente. - Sarà fatto, signore. - disse correndo a togliersi il
grembiule per essere più libero nei movimenti.
- Stai attento e non farti scoprire. - gli disse Harry dando le
ultime raccomandazioni - E se ce la fai saluta Dobby da parte nostra. -
***X***
Dopo che Kreacher fu svanito con il solito forte crak
si rilassarono tutti. - Non so quanto ci metterà Kreacher, quindi forse
è meglio che ci diamo da fare per pulire un po' - disse Ron. L'impresa
di pulizia si portò via tutto il resto del pomeriggio. Quando
finalmente riuscirono a raddrizzare la schiena erano riusciti a portare
giù i materassi dalle camere, piazzandoli in soggiorno vicini a due a
due.
Ginny era ancora leggermente cupa, evidentemente non gradiva l'avere
un Horcrux in casa, mentre Harry era molto preoccupato; erano le sette
di sera e Kreacher non era ancora tornato.
- Ron è andato a cucinare, perché non gli dai una mano? - domandò
Hermione vedendolo perso nei suoi pensieri. Con la testa fece cenno
verso la cucina, mentre il suo sguardo dardeggiava verso Ginny.
Sembrava dire "Provo a parlare io
con lei"
Harry annuì, dirigendosi verso la cucina, dove Ron stava mettendo
insieme una pasta degna di un italiano. (Come si sa gli inglesi non
riescono fisicamente a cucinare la pasta)
- Ehilà, cuoco! Come sta andando? - domandò in tono forzatamente
allegro e spensierato. Ron sbuffò. - Come vuoi che vada, fa un caldo da
bestia qui. Comunque per il resto direi che non mi posso lamentare. E'
un piacere tornare ai fornelli dopo il fuoco libero... -
Harry gli si avvicinò, tanto per vedere che stava facendo, ma una
nuvola di vapore lo respinse indietro. Decise di prendere i piatti per
apparecchiare la tavola; tra i due almeno i piatti non attentavano ai
suoi occhiali. - Adesso ti fidi di Kreacher? -
- Diciamo che mi fido di voi... - rispose cauto Ron. - Ancora non mi
piace quell'elfo però - Harry annuì. Sapeva bene quanto quella creatura
poco meritasse una seconda occasione dopo aver tradito Sirius e
rischiato di far uccidere l'ES e l'Ordine in una volta sola. Tuttavia
si sentiva responsabile per Kreacher. Dopotutto era anche l'ultimissimo
tenue collegamento coi suoi genitori, dato che doveva per forza evitare
Lupin.
- Ginny è proprio KO - commentò Ron girando pigramente l'acqua con
un lungo mestolo di legno. - La storia dell'Horcrux l'ha distrutta. -
Harry annuì ancora una volta, cominciando a sfiorarsi la cicatrice, in
un tic nervoso. - Lo so - disse alla fine - Anche per questo io... sia
che posso esserle più vicino... io direi che... sì insomma.... -
- Harry, ti decidi a completare una frase o devo tirare i dadi? - Il
moro sorrise, mentre il rosso tornò ad immergersi nel suo bagno di
vapore. - Hai ragione. Volevo chiederti... No, volevo dirti che ho
intenzione di sfruttare il regalo dello zio di Hermione. Unirò il mio
sacco a pelo con quello di Ginny, ha bisogno di stare vicino a
qualcuno. -
Il rosso annuì senza dire niente, quasi ci stesse pensando. Harry,
sfidando la sorte e la sua fortuna, si avvicinò all'amico sollecitando
una risposta. - Beh? - Ron alzò le spalle. - E che dovrei dirti? Tanto
so che alla fine vi sposerete. E' certo come il giorno e la notte.
MA... - continuò minaccioso mentre l'altro già cominciava a sorridere
vittorioso - Non pensare di poterti prendere certe libertà. In primo
luogo ci sono io vicino, e non credo ti farebbe piacere avere
"pubblico" in quelle occasioni specie se si tratta di suo fratello. In
secondo luogo lei è ancora minorenne, e sai cosa significa. TERZO... se
scopro che l'hai forzata a fare qualcosa io.... -
Non terminò quello che si presentava come uno dei suoi discorsi più
lunghi e seri della sua vita, ma senza smettere di mescolare la pasta
si scrocchiò minacciosamente il collo, producendo un rumore sinistro
quasi di ossa spezzate. Harry rabbrividì - Non credo che abbia di che
temere da me... -
Ron alzò la mano. - Adesso taci e vai a chiamare le ragazze. E'
pronto. - disse gettando l'acqua nello scolapasta. Proprio in quel
momento Ginny ed Hermione fecero la loro comparsa dalla porta. -
Abbiamo sentito. E poi ci sta venendo fame, che c'è di buono? - domandò
la riccia con il sorriso sulle labbra.
- Pasta al pomodoro. Piatto squisitamente italiano. - rispose Ron
orgoglioso, anche se immerso nel vapore. - Meno male che non hai gli
occhiali. - gli disse Ginny vedendolo, anzi non vedendolo - Altrimenti
finiresti come questo povero cieco qui. - In effetti Harry andava i
giro a tentoni, cercando la sedia, mentre aspettava che tutta la
condensa sui suoi occhiali evaporasse liberandogli la vista.
Tutti e tre sorrisero nel vedere Ginny così allegra e spiritosa.
Harry la sapeva più lunga, aveva sfoggiato quella maschera più volte
anche con lui, ma preferì non turbare oltre i suoi amici. Ne avrebbero
parlato più tardi.
La cena passò tra battute e scherzi. Pur avendo passato solo pochi
giorni fuori casa era come se stessero vivendo quel viaggio da una
vita. I loro ricordi più forti della vita precedente sembravano
trascolorati, tranne che in quelle rare occasioni in cui prendevano il
sopravvento, dando un'atmosfera tetra persino al fuoco che Hermione
accendeva tutte le sere davanti alla loro tenda.
Ma quella sera nessuno spirito di giorni passati arrivò a turbarli e
restarono sempre concentrati sul presente. Quando venne l'ora di andare
a dormire, i materassi che Ron e Ginny avevano portato di sotto erano
accomodati a due a due dai lati opposti del divano in soggiorno.
Hermione rimase un attimo interdetta, quando vide i sacchi uniti
distesi sui materassi, ma capì al volo e seguì Ron dentro ad uno dei
due. Ginny le lanciò uno sguardo quasi terrorizzato, al quale lei
rispose con un occhiolino. "Vai
Ginny!"
Anche Harry e Ginny s'infilarono nel loro e dopo i consueti "buona
notte" del caso. Harry aspettò che gli altri due si assopissero, poi
l'abbracciò. La rossa s'irrigidì un attimo per poi tornò normale
spingendosi verso di lui.
- Gin... - chiamò Harry. In risposta ricevette il mugugno di chi si
sta semplicemente godendo il calore sotto le coperte - Gin, volevo
parlarti... di quello che è successo oggi con l'Horcrux. - Lei si girò
e lo guardò negli occhi. Non riuscì a fissarlo a lungo e abbassò lo
sguardo - Dimmi -
- Di che hai paura? - domandò direttamente. Ginny sorrise. Certo non
andava per il sottile - E come sai che ho paura? - chiese fingendosi
più spavalda di quanto non fosse. Harry alzò un sopracciglio.
- Va bene. Ho paura... - disse guardando verso l'alto - ... ho paura
di essere l'anello debole. Ho paura che Voldemort possa usarmi come
l'ultima volta. - Harry la strinse a sé facendola appoggiare alla sua
spalla. La baciò. - Gin, ti ricordi... è un po' imbarazzante per me...
ti ricordi perché Voldemort ha usato te? Intendo, come ha fatto? -
Ginny annuì - Gli raccontavo cose... su di me e... di te! - disse
realizzando improvvisamente. Harry sorrise - Esattamente. Voldemort ha
fatto leva sul fatto che ero un perfetto idiota. E lo sono stato per
anni, almeno fino all'anno scorso. Adesso non ha più appigli. Non può
nulla ormai. Io starò con te, fino alla fine. -
Ginny si strinse ancora a lui aggrappandoglisi come un'ancora di
salvezza. - Grazie -
***X***
Lontano da Londra, in un'altra regione dell'Inghilterra, Voldemort
sbuffò frustrato. - Hai visto, Nagini? Ora sappiamo come piegare il
giovane Potter... Sono certo che non potrà resisterci. Dobbiamo solo
aspettare, vero amica mia, e trovare la nostra arma. -
Olivander, dalla sua posizione "privilegiata" legato com'era
all'altro capo della lunga tavola dove Voldemort era seduto, lo vide
sorridere.
E quando Voldemort sorrideva non era mai un buon segno.
Rieccomi ancora
una volta per dilettarvi o annoiarvi con la mia storia.
Purtroppo non
sono riuscito a trovare una trovata migliore, per quanto riguarda il
medaglione, di quella adottata dalla Rowling. Aveva dato davvero troppi
indizi. Più avanti comunque si discosterà di nuovo.
Come al solito i
ringraziamenti (e anche le scuse per il ritardo) vanno particolarmente
alle mie tre commentatrici kia 07, niettolina e Haley_Gin91.
X kia: lo so, ha
fatto ridere anche me. Comunque ne combineranno di peggio senza mai
arrivare a scene vietate ai minori, comunque.
Continuate a
seguire se vi piace XD
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Un piano ***
Un piano
Circa otto ore dopo, nella grigia luce prima dell'alba, Harry si
svegliò di soprassalto. La cicatrice gli bruciava ancora, come i segni
delle frustate, magiche ma non per questo meno dolorose, che Olivander
aveva dovuto subire da Voldemort.
- Dov'è? Rispondimi, Lord Voldemort te lo ordina! - aveva sibilato,
tirando un'altra sferzata con la bacchetta protesa verso la schiena
nuda dell'uomo.
La sensazione della carne che veniva aperta e lacerata con minuziosa
crudeltà dalla frusta era stato troppo per Olivander che, una volta di
più, aveva urlato il suo dolore al muto soffitto. - Non lo so, non lo
so! La prego, la smetta! -
Voldemort aveva sorriso ampiamente - Lord Voldemort è un signore
buono e magnanimo. Dimmi dove si trova l'arma che può sconfiggere Harry
Potter e ti lascerò vivere. Potrai anche continuare il tuo mestiere, ai
miei Mangiamorte servono bacchette. Esiste un'offerta migliore di
questa? -
"Certo che c'è, ma non credo di
avere molta scelta, dopotutto." pensò il vecchio artigiano,
distrutto "Forse però... posso..."
- D'accordo... te lo dirò - Il sorriso di Voldemort si era allargato
enormemente. - Parla, dunque. -
- Slegami! - disse Olivander, a metà tra un ordine ed un'umile
richiesta. Inaspettatamente, il Signore Oscuro acconsentì, liberandolo
dalle catene che lo trattenevano al tavolo, con la schiena scoperta. -
Ed ora dimmi... -
Il suo accesso alla mente di Voldemort si era interrotto in quel
momento. Harry si alzò dal sacco a pelo, cercando di non svegliare
Ginny, e si diresse in bagno per sciacquarsi la faccia, cercando di
ricordare più dettagli possibili dell' "incubo", come continuava a
chiamarlo.
Una cosa lo lasciava grandemente perplesso. Voldemort aveva sorriso.
Era felice!
Una cosa simile non poteva portare certo nulla di buono. Ed era anche
preoccupato. Temeva che Olivander non rispondesse. Doveva certo tenerci
a quell'arma; certo, doveva essere l'arma finale per sconfiggere il suo
peggior nemico, lui, impresa che non gli riusciva da sedici anni.
"Devo parlarne con Hermione"
decise "Anche
se probabilmente mi dirà che devo chiudere la mente. Forse Ron... no,
ovviamente si preoccuperebbe e di certo andrebbe a dirlo subito alla
sua Mione. Ginny è fuori discussione, ci manca solo darle altri
problemi"
In quel momento come mai avvertiva la mancanza di Sirius. Come dopo
il suo primo "sogno"
su Voldemort, all'inizio del quarto anno, aveva bisogno di essere
protetto e confortato. Ma arriva un momento in cui bisogna rinunciare a
quel conforto, anche se avere un mago oscuro che tenta in tutti i modi
di farti la pelle non è una situazione che incoraggi a lasciare il nido.
Tornò lesto al suo posto accanto a Ginny, anche perché coi soli
boxer cominciava a fare un poco freddo. le disse in un dialogo
immaginario "Certo ora non è il
momento di parlartene, Gin" le disse in un dialogo immaginario "Ma
appena Kreacher torna con la spada e distruggiamo almeno il primo
Horcrux, giuro che ti racconterò del sogno. A proposito: dov'è?"
***X***
La mattina dopo si svegliarono belli pimpanti e riposati. Ron si
diresse in cucina, dopo essere stato svegliato da Hermione e dalla sua
torcia per libri, per preparare la colazione. La riccia lo seguì
scusandosi dell'inconveniente e lasciando da soli Harry e Ginny.
Non parlarono, ma si alzarono e si vestirono scambiandosi di tanto
in tanto qualche sguardo. Dopo un breve bacio ed un abbraccio
raggiunsero gli altri due in cucina. Il silenzio non preannunciava
niente di buono. Infatti trovarono il latte a sobbollire lentamente
come se si fosse trattato di una pozione Polisucco mentre Hermione e
Ron facevano pratica in quello che solo l'anno prima, la riccia aveva
definito "disgustosa attività copulatoria"
Certo, l'anno prima la protagonista femminile era Lavanda e con il
"suo" Ron per giunta. Di certo ora non sembrava trovarla più tanto
disgustosa.
- Ehm ehm! - fece Ginny nella sua ormai famosa imitazione della
Umbridge. I due si separarono alla velocità della luce, quasi fossero
stati beccati dalla loro ex-professoressa. - Ron, credo che oramai il
latte sia da buttare. Quel po' che ne resta, comunque! - disse
alludendo alla scarsa quantità di latte bollente che non era evaporato
come il resto.
Si adattarono ad una colazione fredda con qualche biscotto e due
pasticcini avanzati dalla sera prima. Poi, senza neanche rendersene
conto, ricominciarono la loro "vita quotidiana" dal punto in cui erano
andati a letto. Solo dopo mezz'ora di partite a scacchi con Ron, tutte
perse ovviamente anche se l'amico aveva dovuto impegnarsi più di una
volta, Harry alzò lo sguardo verso il grande orologio a pendolo che si
trovava dall'altra parte del soggiorno. Erano le undici meno un quarto.
- Dove diamine si è cacciato Kreacher? - domandò. Ron sbuffò
svogliato, ma ad un'occhiata di Hermione desistette dalla sua personale
crociata contro l'elfo. Almeno per il momento. - Forse ha avuto dei
contrattempi. - rispose saggiamente Ginny - Dopotutto deve guardarsi da
tutti giusto? -
Harry annuì - Appunto per questo sono preoccupato. Non vorrei certo
che l'avessero catturato. - Hermione rifletté per un attimo, poi alzò
le spalle. - Richiamalo qui se vuoi. Altrimenti non possiamo fare
proprio niente. Ron, mi aiuti a lavare i piatti? -
Ginny tirò su Harry, ancora immerso nelle sue elucubrazioni. - Ah,
adesso si dice "lavare i piatti"? Vedete di non lavarli troppo e
mettete un incantesimo insonorizzante alla porta, almeno non vi
sentiremo. - disse maliziosa trascinando il suo ragazzo fuori dalla
porta.
Una volta in soggiorno lo fece sedere sul divano e si appoggiò a
lui, semisdraiata sulle sue gambe. - A che pensi, Harry? - chiese
vedendo che ancora non abbandonava il suo eterno cruccio. Il moro si
riebbe e la guardò dolcemente. - Penso che ad Hogwarts se la stiano
passando davvero male. La scuola è sotto il controllo dei Mangiamorte e
probabilmente Voldemort è ospite gradito a cena. -
Ginny lo guardò intensamente. - Non puoi farne a meno, vero? - gli
chiese. Lui la guardò con uno sguardo perplesso, segno evidente che non
aveva la benché minima idea dell'argomento in discussione - Non puoi
fare a meno di preoccuparti per gli altri, dico. Anche ora che non
possiamo fare nulla se non aspettare ti preoccupi per quelli che sono
rimasti a Hogwarts. -
Harry sorrise, ma smise subito di fronte allo sguardo serio di
Ginny. - Ma tu poi saperlo vero? Se Voldemort avesse preso Kreacher tu
lo sapresti, no? - Harry sgranò gli occhi, diventando per un attimo
inquietante del tutto simile a Luna. - Cosa? C-come potrei... -
Ginny gli accarezzò una guancia. - Non fingere con me. E' inutile.
Ti ho visto stamattina quando ti sei alzato ed ero sveglia già da
prima. Sapevo che sognavi Voldemort come al mio quarto anno. - Harry
era paralizzato dallo stupore - Ti ho scioccato, eh? Non ti ho
interrotto perché poteva essere importante. -
Lui deglutì. - Allora... tu sei d'accordo che continui a fare questi
sogni, giusto? Cioè, non devo ricominciare con Occlumanzia? - Ginny
fece un sorriso storto. - Temo invece che dovrai ricominciare. Devi
essere pronto ad un attacco di Voldemort, devi saperti difendere. Ti
aiuterò io. -
Harry la tirò contro di sé per baciarla meglio. Inspiegabilmente si
trovarono entrambi stesi sul divano abbracciati e "lievemente
scomposti". Non che qualcuno dei due si lamentasse per questo; anzi se
fosse crollato il mondo sotto di loro non se ne sarebbero accorti anche
se la subitanea sparizione del divano poteva essere un problema. "Sei bellissima Gin." pensava Harry guardando la
sua ragazza nelle poche pause tra un bacio appassionato e l'altro "Ancora non riesco a credere che sei mia"
- Ti amo Gin - le sussurrò gentilmente all'orecchio tirandosela
contro ancora di più, come se non volesse lasciarla andare. E questo a
lei stava benissimo - Anch'io ti amo Harry. - rispose appoggiandosi sul
suo petto. Sarebbe stata una scena perfetta se l'arrivo inopportuno di
Hermione e la sparizione del divano sotto di loro (in effetti quello è
stato un problema) non lui avessero interrotti.
- Sarà meglio che vi ricomponiate voi due. - disse loro la riccia
facendo ricomparire il divano e guardando ansiosamente dietro di sé. -
Se Ron vi trova così è capace
di farne una scenata. - Ginny sbuffò riavviandosi i capelli con una
mano ed aggiustando i vestiti di Harry sul ragazzo - E sarebbe ancora
una volta un ipocrita. Suppongo non ti sia vista allo specchio... -
Hermione la guardò stranita e corse a controllare. Ritornò indietro
poco dopo
aggiustandosi i capelli e rossa in volto. Tempo qualche decimo di
secondo ed arrivò anche Ron. - Allora? - chiese - Si è poi fatto vivo
Krea... - si sentì un forte crac
in mezzo alla stanza - ...cher? -
L'elfo era lì in mezzo, ma la spada non c'era.
***X***
- Kreacher è dispiaciuto, padron Potter signore. - l'elfo si stava già
scusando prima che i quattro fossero riusciti a rendersi conto del suo
arrivo. - Kreacher ha tentato e ha guardato nell'ufficio del preside.
Lì c'era una spada e Kreacher ha saputo che la signorina Lovegood ed il
signorino Paciock hanno tentato di rubarla. -
- Stanno bene? - chiese ansiosa Hermione. Il vecchio elfo annuì - Si
signorina. Stanno bene anche se io crede che loro tristi perché voi non
è con loro. Io ha detto che presto li aiuterete. - Guardò verso Harry
per sapere se aveva fatto bene o doveva punirsi. - Bravo Kreacher,
anche se non sappiamo quando potremo andare. - rispose lui - Ma
torniamo alla spada. Hai detto che c'era nell'ufficio di Silente.
Perché non l'hai presa? -
Kreacher scosse la testa di qua e di là - No, padron Potter. Io ha
detto che c'era una spada, ma non era vera spada di Grifondoro. Io ha
chiesto ad un mio amico elfo che ha lavorato con i folletti alla
Gringott, signore, ma mi ha detto che signori del Ministero sono venuti
a portarla via, signore e quando è tornata non era più quella vera. -
Hermione annuì - Devono averne fatta una copia. - Kracher imitò il
verso della riccia. - Quindi la spada ce l'ha... - Ron deglutì
preoccupato prima di rispondere - Sì, dobbiamo penetrare nel Ministero.
- Ginny alzò la mano. Tutti si voltarono a guardarla. - Sono solo io
che ho un brutto ricordo dell'ultima volta che siamo stati al
Ministero? - chiese candidamente, strappando agli altri una risata
tirata e stanca. Decisamente non era l'unica.
Harry sospirò - Ragazzi, lo sapete che ... - Ron - ... non dovete
... - Hermione - ... per forza ... - Ginny - ... venire con me. - Il
moro rimase di stucco vedendo i suoi amici completare senza errori la
frase che gli era venuta in mente. - M-ma... -
- Oh, Harry, ti prego! - sbottò Hermione un poco irritata. - Sai che
stai diventando noioso? Non so come faccia Ginny a sopportarti! - Ron
fece un sorriso malizioso - Magari è a letto che non è così noioso. -
Tutti lo guardarono. - Dai che avete capito... - disse per togliersi
dall'imbarazzo.
Ginny ed Harry stavano per ribattere, ma Hermione fermò tutti con un
gesto. - Non penso sia il momento ora. Dobbiamo cominciare a pensare a
come penetrare un'altra volta nel Ministero. Kreacher, ti dispiacerebbe
aiutare Ron a preparare il pranzo? - disse gentilmente rivolta all'elfo.
Quello s'inchinò - Certo, signorina. Aiuta io amico rosso del mio
padrone a preparare la cena. - Kreacher si diresse in cucina seguito da
un confuso Ron. - Dopo dovrete mettermi al corrente, però. A meno che
non facciate la riunione in cucina. -
Una volta comodamente seduti confortati dalla brezza proveniente
dalla finestra aperta, per quanto riguarda Ron comodamente in piedi a
sudare sette camicie davanti ai fornelli, cominciarono a parlare. -
Dove può essere la Spada? -
- Sicuramente Scrimgeour l'ha presa e portata via da Hogwarts. -
disse Harry - O lui o uno dei suoi. Quindi o è nel suo ufficio o in
quello degli Auror. - Ginny scosse la testa. - Sono posti troppo ovvi.
Deve averla portata in un posto dove può studiarla, ma nessuno mai la
cercherebbe. -
- Non di nuovo l'ufficio misteri mi auguro... - intervenne Ron,
dando loro le spalle. Anche Hermione rabbrividì a sentire quel nome. -
Spero proprio di no. - convenne. - E non credo nemmeno sia in uno degli
altri uffici, dove chiunque potrebbe trovarla per sbaglio... -
- E allora dove diavolo è? -chiese Ginny quasi arrabbiata. Harry
fece un sorriso storto. - Temo che dovremmo ribaltare tutto il
ministero, Gin -
***X***
Passarono le settimane seguenti a progettare il colpo al
Ministero. Avevano organizzato dei turni e mentre due facevano la posta
davanti al'entrata secondaria, coperti dal mantello dell'invisibilità,
gli altri due a rotazione andavano al supermercato per rifornire la
dispensa sotto precise indicazioni di Kreacher. Ovviamente il tutto
mascherati da una pozione che alterava i loro lineamenti, nel caso
venissero notati da qualcuno.
Poi la sera si ritrovavano tutti assieme per cenare con tutta
l'allegria rimasta. Quella
sera, circa dopo una settimana di piantonamenti davanti al ministero,
Harry e Ginny stavano mangiando vicini, grondando miele come loro soli
sapevano fare tanto che il dolce, un fantastico gelato con la panna
preparato da Kreacher personalmente, sembrava quasi salato.
Ron sbuffò distogliendo lo sguardo da quei due per indirizzarlo ad
Hermione, aspettandosi di trovarla immersa nuovamente in uno di quei
giganteschi tomi che solitamente si portava anche a tavola. Invece
trovò il suo sguardo fisso su di lui, mentre il gelato sul cucchiaino
si scioglieva.
- Se non vuoi più il gelato posso mangiarlo io! - si offrì Ron
lusingato anzichenò dall'effetto che aveva fatto alla bruna. Hermione
sorrise e ricominciò a mangiare il dolce, finendolo in pochi minuti.
Ron diede un'altra occhiata a Ginny ed Harry, rischiando di procurarsi
carie e diabete contemporaneamente, poi si alzò salutando l'elfo che
veniva per sparecchiare e dirigendosi verso il soggiorno.
Hermione lo raggiunse poco dopo, quando lui era già semi sdraiato
sul
divano, riposando la schiena massacrata dalla giornata trascorsa in
piedi davanti ad una cabina telefonica. - Sei migliorato molto con
Kreacher - disse lei sedendosi accanto a lui.
Ron sbuffò. - Non potevo certo continuare come prima quando lui è
cambiato. Se lo merita. - disse con una maturità sorprendente. Lei
ridacchiò piano e si sdraiò al suo fianco, abbracciandolo come nel
sacco a pelo. - E tu? Come vanno i tuoi studi? - domandò il rosso
cominciando ad accarezzarle piano i capelli come al solito indomabili.
Lei fece un verso che poteva essere interpretato in molti modi, ma
di certo non di fastidio per ciò che le stava facendo. - Non tanto
bene. - confessò poi - Ci sono un paio di posti dove Voldemort avrebbe
potuto nascondere qualcosa in effetti, ma niente è certo. Al limite
dovremmo girare un po', comunque, niente di grave. - Lui annuì con un
mugugno, mentre lei proseguiva - D'altra parte con le fiabe di Beda non
si procede per niente. Cioè riesco a leggerle abbastanza facilmente, ma
non se ne cava una ragno dal buco -
Ron rabbrividì a sentire quel proverbio, ma non disse niente.
Hermione gli si strinse più vicina. - E col piano d'assalto come va? -
domandò poi al rosso. Ron alzò le spalle, senza smettere quei leggeri
movimenti con la mano e scendendo sempre ad accarezzarle tutta la
schiena. - Non è un vero e proprio piano, in realtà. Andiamo,
scartabelliamo negli uffici, riempiamo di caccabombe quello del
ministro
e della Umbridge, troviamo la spada e usciamo. -
Hermione rise piano. - E le caccabombe chi ce le da? Fred e George?
- Ron annuì. - Perché no? Non sarebbe certo la prima volta... -
Hermione si alzò a malincuore dal suo petto per guardarlo negli occhi.
- Beh, immagino che trattandosi della Umbridge sarebbero più che lieti,
ma.... -
Improvvisamente scattò a sedere. - La Umbridge! - Ron la guardò
leggermente intontito dal sonno e dal calore, per non parlare della
logica di Hermione, che gli sfuggiva completamente. - Mione, che stai
dicendo? - La ragazza si alzò di colpo, facendosi quasi venire un
capogiro - Vieni in cucina, così spiego una volta per tutti e tre. Ma
prima di entrare aspetta che te lo dica io. -
Ron la guardò ancora più stupito, chiedendo nuove spiegazioni con lo
sguardo. Lei sorrise - Devo prima riuscire a staccare quei due! -
***X***
- Ce l'ha lei! - sorrise trionfante dopo essere riuscita nella sua
personale missione impossibile. - Quella vecchia rospa. Altrimenti
perché starebbe ancora al suo posto? - Ginny sgranò gli occhi
entusiasta. Almeno non avrebbero girato a vuoto per tutti gli uffici
aumentando il rischio di farsi scoprire.
Harry scosse la testa. - Sei sicura? Voglio dire, non pensi che per
studiare un oggetto potente come la spada di Grifondoro serva una
persona perlomeno normodotata quanto a intelligenza? -
- Non capisci! - replicò lei - Solo perché era crudele acida e
cattiva... - - Per non dire nulla sul suo guardaroba... - completò la
rossa, beccandosi un occhiataccia dalla bruna - ... sì anche quello,
comunque non per queste cose si può dire che la Umbridge non fosse
intelligente. Il suo lavoro come "insegnante" l'ha fatto bene
dopotutto. -
Ron sbuffò - Il suo non lavoro, vorrai dire! Non fosse stato per
Harry non avremmo imparato nulla - Il rosso si mise meglio sulla sedia
- Comunque sono d'accordo con Hermione. La spada potrebbe essere lì. -
la riccia gli rivolse uno sguardo di approvazione subito gelato dalla
seconda parte della frase - Però ha ragione anche Harry: intelligente o
no, non credo che basti la Umbridge da sola a studiare la spada di
Grifondoro. -
Ginny si intromise. - Alt! Stop! Fermo! Non una parola di più! Se
dici anche solo un pezzo della frase capirò una cosa che non voglio
capire, quindi non dirla! - Harry ed Hermione la guardarono straniti,
mentre Ron sorrideva e proseguiva, nonostante la sorella si fosse messa
le mani sulle orecchie e stesse tentando in tutti i modi di non
ascoltare.
- E possibile che la tenga nel suo ufficio quando non la usano, ma
per studiarla temo la portino dagli Indicibili - - RON! Lo sapevo che
avresti detto così! - disse Ginny furiosa uscendo dalla stanza. Harry
la seguì, mentre Ron ed Hermione rimanevano a discutere di quello che
poteva comportare.
Harry, dopo averla cercata in tutto il piano inferiore e nella
camera che un tempo aveva condiviso con Hermione, decise di provare
anche nei bagni, ma senza successo. Stava passando davanti alla vecchia
camera dove avevano dormito Sirius e Fierobecco quando notò che la
porta era aperta e Ginny stava seduta sul letto. La raggiunse a grandi
passi, andando a sedersi accanto a lei.
- Non volevo mi vedessi così - confessò la rossa tirando un poco su
col naso. - Soprattutto tu. - Harry la abbracciò, tentando di farle
capire che poteva sfogarsi liberamente. E forse lei capì perché
continuò a parlare. - Mi manca sai? Sirius intendo. La sua risata, la
sua testa calda. E anche i suoi consigli... -
- Consigli? - domandò Harry chiedendosi perché mai Ginny dovesse
farsi consigliare dal suo padrino. - Già. Su di te soprattutto. Si era
accorto che ti amavo, come tutti avevano fatto da un pezzo tranne te
ovviamente. Mi diceva che, pur essendo "un po' fesso" prima o poi i
geni Potter dovevano venire fuori. "E allora ti salterà addosso alla
prima occasione" - concluse sorridendo, pur tra le lacrime.
Harry non poté far altro che stringerla un po' di più certo che non
si sarebbe mai fatto perdonare la sua idiozia. - Vorrei che sapesse. -
continuò - Di noi due, di come sono andate le cose. - Il ragazzo, dopo
qualche minuto, riuscì a trovare le parole giuste, se non per guarire
almeno per lenire il dolore di quelle ferite. - Gin, forse ho un'idea.
Dal momento che sembra che noi si debba passare per forza dall'ufficio
Misteri... -
La ragazza ebbe un sussulto a sentire il nome, ma tentò di
nasconderlo - ... possiamo fare in modo di lasciare un monumento per
Sirius. Qualcosa che ricordi chi era, dove e perché è caduto - Ginny
riuscì a tirarsi su quel tanto che bastava per dire - Dovremo
rimetterci a scrivere come abbiamo fatto a casa dei miei? -
- Temo di sì - rispose sottovoce Harry prima di baciarla. Un
colpetto di tosse li interruppe. - Spero non sia tu la causa delle
lacrime di mia sorella altrimenti sei morto, Harry. - lo avvisò Ron con
la grazia che lo contraddistingueva. - Ero comunque venuto a dirvi che
domani faremo solo due capatine al ministero per vedere se cambia
qualcosa di grosso, ma generalmente tenteremo di riposarci. Ora a letto
e ringraziate che non abbia separato i vostri sacchi a pelo. -
Il rosso uscì dalla stanza sentendo già adesso tutti i rimbrotti che
gli avrebbe tirato contro la sua adorabile ragazza per averli
interrotti. Harry e Ginny rimasero ancora un poco abbracciati, poi si
alzarono raggiungendo gli altri due di sotto.
***X***
Si stavano infilando nei sacchi a pelo quando passò Kreacher, per
augurare la buona notte. - Io spera che voi dormite bene, signori. Se
posso chiedere, perché dormite qui giù se sono libere le camere su? -
La logica dell'elfo lasciò di stucco tutti e quattro. - Ehm... - tentò
di dire Ron, subito interrotto da Harry ed Hermione. - Andiamo su
allora. -
Ginny annuì felice. Meno entusiasta fu la reazione dell'altro
Weasley; Ron infatti era equamente diviso tra gioia e paura. Gioia per
l'intimità che avrebbe condiviso con la sua Mione e paura per ciò che
temeva Harry e la sorella avrebbero fatto. - M-ma v-veramente io non...
-
- Oh, su Ron! Solleva il tuo pigro deretano e andiamo di sopra -
disse Hermione baciandolo - Fallo per me - Il rosso, imbambolato, si
lasciò trascinare dalla ragazza, mentre Kreacher portava su,
smaterializzandosi, i due materassi.
Harry e Ginny, rimasti soli, risero di gusto. - Non è giusto, però!
- disse lui tra le risate - Voi donne non potete sempre comprarci così.
- Ginny rise di più. - Non credo proprio. E' troppo divertente vedervi
fare certe facce. E poi è la via più facile per guidarvi -
Lui le fece una linguaccia, ridendo subito dopo. - Andiamo anche
noi. -
Intanto nella camera di Ron ed Hermione, i due stavano abbracciati
nello stesso sacco a pelo. - Mione... - la chiamò lui, prima che si
addormentasse. Lei rispose con un mugugno. - Credi sia giusto lasciarli
insieme? Così senza sorveglianza? - La ragazza rise
- Non sono più bambini Ron. Non credo che Harry non sappia
controllare i suoi istinti né che Ginny sia tutto d'un tratto diventata
ninfomane, quindi... - disse come se sistemasse la questione -
L'imminenza della morte fa cadere le inibizioni però. - obbiettò lui.
Hermione restò in silenzio per qualche momento - Pensi che moriremo
sul serio? - gli chiese preoccupata. Ron la fissò intensamente - E' una
possibilità. E mi spaventa a dire la verità. Mi spaventa soprattutto
perché non avrò mai occasione di fare molte cose con te -
La ragazza si ritrasse dall'abbraccio indignata. - Come puoi pensare
a CERTE cose in un momento simile? Non penserai mica che io apra le
gambe a comando, io... - il rosso la interruppe, ridacchiando. - Amore,
certo non intendevo quello, anche se non puoi pretendere che certi
pensieri mi vengano in mente fino a quando siamo insieme così - disse
alludendo ai loro corpi coperti solo dall'intimo sotto al sacco a pelo.
Hermione arrossì fortemente e continuò per nascondere l'imbarazzo -
A cosa pensavi quindi? - domandò un poco più acida del solito. Quello
che disse Ron poco più avanti la stupì e la fece pentire di tanta
acidità. - A una famiglia. Mi sarebbe piaciuto creare una famiglia con
te. - La ragazza aveva le lacrime agli occhi ed era senza parole, cosa
incredibile considerando la persona.
- Non parlarne come se non potesse accadere. - disse con un groppo
in gola - Potremmo morire... o potresti cambiare idea - disse Ron
confessando le sue paure, sconsolato. - Mai. - ribadì Hermione
- Per quanto riguarda l'altro punto... - continuò lasciando perdere
i dubbi di Ron - ... diciamo che mi impegno a non farmi uccidere tanto
presto - Il rosso sorrise. - Grazie. Diciamo che siamo in due allora! -
La tirò a sé, baciandola. - Non intendo perdermi nulla di tutto
questo. -
E dopo 18 giorni
sono finalmente tornato a postare.
Sto finendo il
capitolo dopo, anche se non so quando lo invierò perché tendo ad avere
il capitolo successivo pronto prima di postarne uno.
Mi fa piacere
che vi sia piaciuta l'idea del tranello del diavolo, figuratevi che è
venuta durante una lezione di biologia sui vegetali...
Lo dico a kia,
ma vale ovviamente per tutte... io sono un lui XD
Concludo coi
soliti, ed alquanto scontati ormai, ringraziamenti a chiunque mi segua
in particolare a niettolina, kya 07 e Haly_Gin 91. Spero non smettiate
di commentare per evitarvi i ringraiziamenti XD
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Parentesi idillica ***
Parentesi
idillica
Si godettero appieno quel giorno di vacanza. Quando si alzarono,
poco dopo le dieci e mezza, capirono immediatamente che sarebbe stata
una bella giornata. Ginny stava dormendo profondamente, rilassata come
mai era stata fino a quel momento, con la convinzione che nulla le
potesse far del male. Quando aprì gli occhi, ancora confusa tra sonno e
dormiveglia, si sentì osservata e si girò piano.
- Buongiorno - le disse Harry salutandola con un tenero bacio. -
Dormito bene? -
- Mmmh, passabile! - rispose lei ironica trattenendo le labbra di
lui sulle sue. Dopo averlo liberato
dalla sua morsa si rimise giù e lo fissò. Harry tenne lo sguardo
puntato negli occhi della rossa fino a quando quella non lo abbassò con
un timido - Che c'è? -
Il moro alzò le spalle - Niente, mi piace guardarti. - Lei si
rilassò, nonostante l'idea che lui l'avesse osservata tutto quel tempo
la mettesse un po' a disagio. - Credi che dovremmo andare a dire a mio
fratello quello che non abbiamo fatto durante la notte? -
- Non credo - rispose sorridendo lui. - Ameno che tu non voglia
rimanere scioccata da quello che potremmo trovare in camera di Ron ed
Hermione.... - Ginny rimase un attimo interdetta. Poi spalancò gli
occhi indecisa se essere felice o inorridita. - Tu dici che loro
hanno... che Ron ha... -
Harry si limitò ad un sorriso sornione e si alzò cominciando a
cercare i pantaloni e la maglia, mentre Ginny continuava a crivellarlo
di domande. Scesero insieme a far colazione trovando Hermione
sorridente ed impegnata a lottare contro i pancakes. - Ciao ragazzi!
Dormito bene? - domandò. "Radiosa.
Non c'è altro modo per descriverla. Deve essere vero quello che ha
detto Harry..." pensò Ginny con una punta di invidia.
Proprio in quel momento scese Ron, mattiniero come non mai. - Ehilà!
Come state? - domandò dando un bacio ad Hermione. Harry e Ginny li
guardarono stupefatti, mentre la riccia perdeva il controllo dei
pancakes che sarebbero finiti a terra senza l'aiuto provvidenziale di
Kreacher.
- Oh, scusa... - tentò Hermione quando si accorse di cosa aveva
fatto. Il vecchio elfo le sorrise, con aria leggermente maliziosa e
benevola come uno di quei vecchietti simpatici che vede due giovani
"distratti" e li guarda con leggero rimpianto. - Non si preoccupi
signorina, ci pensa Kreacher. -
Si sedettero tutti a tavola, mentre Hermione e Ron diventavano di un
bel colorito rosso pomodoro. - Che facciamo oggi? - domandò Harry
cominciando a mangiare la colazione. - Non lo so, sinceramente. -
rispose Hermione - Qual è il passatempo favorito del mondo magico? -
- Quidditch! - risposero all'istante tre voci. Hermione scosse la
testa sconsolata - Ma che ho fatto di male? -
- E' semplice mia cara! - rispose Ginny per tutti - Ti sei
innamorata di lui e sei diventata amica di noi due. Peggio di così non
ti poteva proprio andare! - disse indicando prima il fratello e poi se
stessa ed Harry. - Ha ha. - fece la riccia nella pallida imitazione di
una risata. - Tanto siamo chiusi in casa e non credo potremo giocare a
Quidditch qui. -
Ron sorrise. - Tu sottovaluti le capacità del tuo aitante,
splendido, coraggioso nonché straordinariamente intelligente ragazzo. -
disse in uno slancio di modestia. - io direi piuttosto quelle di mio
padre e Sirius.
- aggiunse Harry sgonfiandolo. - Hanno nascosto una parte del giardino
e lo hanno ampliato per poter giocare. Ci sono anche gli anelli. -
Hermione si arrese e si alzò da tavola - Kreacher hai bisogno di una
mano coi piatti? - - No, signorina! Andate pure, Kreacher finisce di
pulire e poi fa colazione - Non avendo più paraventi dietro ai quali
nascondersi tirò su Ron per la manica. - Andiamo sbruffone - disse
posandogli un bacio sulla guancia - Fammi vedere se tutte le tue storie
sul meraviglioso portiere sono corrette. -
***X***
Uscirono in giardino dopo aver preso le loro scope. Eh sì, perché anche
Hermione si era comprata una scopa, o meglio tutti e tre l'avevano
regalata a forza alla riccia. Una Comet 370, con il manico in
larice, adatta per i voli ad una media altezza. Non proprio una scopa
da corsa ma per alcune partite nell'orto della Tana andava più che
bene. E andava bene anche adesso ovviamente.
Mentre Ron ed Harry si cambiavano, Ginny tentava di far indossare
una sua vecchia divisa ad Hermione, con solo qualche piccolo problema
di taglia. - Forza!
Ed entra.... - disse la rossa maledicendo la sua vecchia divisa.
Entrambe le ragazze emisero uno sbuffo quando finalmente la testa della
riccia passò attraverso lo stretto foro della divisa da Quidditch del
grifondoro.
Hermione si girò per guardarsi allo specchio. - Non sono io questa.
- disse all'amica. Ginny sbuffò - E chi saresti allora? Ora muoviti,
scommetto che ad un ragazzo coi capelli rossi piacerai molto, vestita
così - Lei
arrossì furiosamente diventando tutt'uno con la divisa. - Andiamo che è
meglio - disse prendendo la sua scopa dallo zaino ultra capiente.
Insieme scesero fino al giardino, dove trovarono i ragazzi ad
aspettarle. Ron, guardando in alto verso Hermione restò scioccato. "Ginny,
ma perché hai dovuto metterle la tua divisa piccola? Perché Hermione
deve essere così bella? Ma soprattutto, con rispetto pensando, da
quando è così ben messa?"
Harry gli tirò una gomitata, per farlo rinsavire. Ma era mai
possibile che pur dormendo con lei ancora Hermione gli facesse
quell'effetto? - Contieni la salivazione, Ron. Dobbiamo giocare a
Quidditch - Hermione salì sulla scopa e spinse forte, chiudendo gli
occhi; volare le faceva ancora un po' paura. Ron si alzò in volo dietro
di lei, andando agli anelli.
Ginny sorrise. - Tutti contro Ron, quindi? - disse scaldandosi i
muscoli e prendendo la pluffa. - D'accordo! Harry a te! - urlò
cominciando a volare a tutta velocità come avevano già fatto a volte
alla Tana. Hermione tampinava Ginny, sicura di un passaggio
all'indietro di Harry.
I due erano molto bravi, ma da soli tendevano a giocare sempre con
gli stessi schemi. In più Harry era negato con la pluffa, cosicché
lasciava tirare sempre la rossa. Puntuale come un orologio Harry tentò
la finta davanti a Ron, passando la palla alla sua metà.
Hermione riuscì ad afferrarla e a dirigersi verso gli anelli. Si era
allenata molto, obbligata da Ginny ovviamente, e ora ci teneva a far
vedere alla sua maestra che non era stato tempo sprecato. Era un'alunna
diligente lei!
Si diresse verso Ron con determinazione e tirò dritto in uno degli
anelli esterni. Un tiro facile lungo e nemmeno troppo veloce; non
difficile da parare. Eppure il rosso, incantato a guardare Hermione,
non si accorse della palla rossa che gli sfrecciava accanto. - Ehi
Ron! Ti sei rimbambito? - gli urlò dietro Ginny.
Il rosso si riscosse dalla strana danza della vittoria che stava
ballando la sua ragazza per portare lo sguardo su sua sorella. - Che
figura ci fa la "grande squadra del Grifondoro" se ci facciamo battere
da qualcuno che sarà la terza volta in vita sua che prende in mano una
scopa per divertirsi? -
- Scusa, ero un attimo distratto... - cercò di accampare su Ron,
assumendo il tono di colore dei suoi capelli. Harry rise forte, mentre
andava a recuperare la pluffa - Sì, da Hermione! - Anche la ragazza,
pietrificata a metà di un gesto esultante, arrossì furiosamente.
Continuarono a giocare per ore, interrotti solo per poco da Kreacher
che aveva portato dei Sandwich (- Signori deve pur mangiare qualcosa!
-). Dire che Ron non venne più distratto dalle forme di Hermione
costrette nella vecchia tuta di Ginny sarebbe un esagerazione. Fatto
sta che, per non fare troppe figuracce, cercò di darsi un contegno,
facendo passare solo poche palle. Ovviamente vinse Ginny, seguita di
stretta misura da Hermione e da ultimo Harry, che si era
dimostrato tanto incapace con la pluffa quanto abile col boccino.
Rientrarono solo a cena, dopo una veloce doccia per lavare via tutta
la fatica di quella giornata. Si ritrovarono tutti in cucina per
mangiare l'ottima cena dell'elfo, inaspettatamente grande cuoco. -
Dofremo prefentafti a mia madre Kreacher... - tentò di dire Ron
deglutendo a metà frase sotto lo sguardo disgustato e indispettito di
Hermione.
- Ma io conosce signora con capelli rossi, signore! Lei viveva qui
anni fa, ricorda? - disse il vecchio elfo con voce insospettatamente
squillante. Harry si rabbuiò, ricordando i momenti quasi felici e
normali che aveva vissuto con Sirius. Ginny se ne accorse e si chinò
verso di lui per baciarlo su una guancia.
Lui si ritrasse disgustato e ne aveva ben donde - Gin, sei tutta
sporca di sugo! - La rossa rise e lo pulì con il tovagliolo
approfittandone per sussurrargli - Ho bisogno che tu distragga Ron da
Hermione per un po' dopocena. Devo sapere una cosa... -
***X***
- Ehi Ron, ti va una partita a scacchi? - chiese Harry d'un tratto dopo
cena. Il rosso lo guardò per qualche secondo, come per rendersi
conto del perché di quella richiesta insensata. "Chissà perché vuole essere mazziato... Oh
beh, non sarò certo io ad impedirglielo!"
Alzò il sopracciglio destro - D'accordo. Preparati alla sconfitta,
come al solito. - lo avvisò. Si misero in soggiorno, sdraiati a pancia
in terra vicino alla poltrona, mentre Hermione si sedeva sul divano
curvando le gambe dietro di sé e mettendosi a leggere le fiabe di Beda
per la terza volta.
Ginny restò per un po' a vedere la partita poi si sedette sul divano
con Hermione intavolando una discussione qualsiasi. - Allora Herm, ti è
piaciuto volare? - La riccia chiuse il libro, consapevole che una volta
iniziata una conversazione con Ginny non si poteva più evadere. - Come
le altre volte che l'abbiamo fatto, direi - rispose - Forse è un po'
meglio all'aperto, però -
La rossa cominciò implacabilmente la sua opera di indirizzamento del
discorso. - Certo vedere Ron che sbavava per te non deve esserti uno
spettacolo indifferente... - disse sorridendo maliziosamente. Sia Ron
che Hermione arrossirono terribilmente, ma quando la riccia abbassò lo
sguardo sul rosso lo trovò completamente concentrato sulla partita. O
almeno così sembrava. - Ma che dici.... - si difese lei.
Harry si lasciò andare ad una risatina rendendosi conto che Ron
aveva appena lasciato scoperto un cavallo. "Vai così Gin! Di questo passo forse
riesco anche a vincere"
La rossa continuò con una finta ritirata. - D'accordo, d'accordo... -
disse lasciando qualche che secondo di silenzio si poggiasse tra loro.
- Immagino che avrai passatempi molto più interessanti, come quelli che
fai con mio fratello ad esempio. -
Hermione era sconcertata. - Beh, non credo che studiare possa essere
definito passatempo... - la rossa fece un gesto con la mano per
zittirla. - Non quello! Intendevo qualcosa di più... privato. -
La riccia la guardò confusa dapprima poi rispose senza diminuire il
rossore - Niente che non facciate anche voi immagino... -
Ron non riuscì più a reggere la tensione e alzò lo sguardo dalla
partita, mentre Harry approfittava della sua distrazione per mangiargli
la regina. - Come? - chiese il rosso. Ginny gli sorrise candida - Torna
alla tua partita tu. Ce ne dovrai mettere d'impegno senza cavalli e
senza regina... -
Mentre Ron si disperava cercando di salvare il salvabile, Ginny
riprese il discorso. - Dalle mie fonti mi risulta che siete andati
piuttosto più avanti di noi, comunque... - Hermione arrossì ancora più
violentemente "Ginny che dici... Io
non... Noi non... insomma!"
- Non capisco ciò di cui stai parlando... - tentò cercando di sviare
il discorso. Ma la rossa era inarrestabile - Dai Herm, non ci vuole
molto per fare due più due... ieri notte venivano rumori dalla vostra
stanza e stamattina avevi un sorriso che andava da un orecchio
all'altro. Allora com'è? -
Hermione arrossì ancora al ricordo della dolorosa caduta che aveva
fatto sulle cinghie del suo proprio zaino e di come Ron l'aveva stretta
a sé e medicata. Niente di eccessivamente mieloso, però le aveva fatto
piacere. "Ma lei come fa a sapere...
e chiede se mi è piaciuto?"
Allo sguardo perso dell'amica la rossa sbuffò - Non mi vuoi
rispondere? D'accordo lo chiederò a Ron. Ehi, fratellone com'è fare
sesso con Hermione? - Harry, che in quel momento stava bevendo il succo
di zucca che gli aveva gentilmente portato Kreacher, rischiò
l'annegamento. Ron lasciò andare l'alfiere che stava muovendo e ad
Hermione cadde il libro dalle mani.
- Non... non lo so. Cioè, noi non l'abbiamo mai fatto quindi... -
Ginny li guardò con aria scettica. - Ed i rumori stanotte? I sorrisoni
stamattina? Siete proprio sicuri che non sia successo niente?- Hermione
provò a sorriderle. - Qualcosa è successo in effetti... - cominciò -
...ma non quello che pensi tu. -
- Sono inciampata sullo zaino e mi sono sbucciata il ginocchio sul
parquet. Non potevo guarirmi con la magia per via delle schegge di
legno e non potevo certo muovermi con quel ginocchio. - Ron si sostituì
a lei - Non era un bello spettacolo, tutto rosso e sanguinante. Così
l'ho presa e l'ho portata in bagno e le ho tolto le schegge, niente di
che. -
Hermione gli sorrise, ben sapendo che era molto di più di quanto lui
stesso non volesse ammettere. Ginny fece un sorriso di scuse, incerta
se essere felice o triste di aver preso una cantonata. Questo statico
quadretto fu interrotto da un urlo di gioia da parte di Harry. - Torre
in A8. Scacco matto! -
Ron sgranò gli occhi come tutti gli altri nel salotto. - Che? Non è
possibile, fammi controllare. - Harry rise di gusto. - Sì, controlla
pure. - disse gongolante. Mentre il povero rosso cercava e ricercava un
modo per sfuggire allo scacco, il Prescelto si rivolse a Ginny.
- Com'è che ti è venuta quest'idea? - chiese accennando all'amica
ancora in stato di shock. Lei tirò fuori la lingua - Me lo hai detto tu
stamattina! - Il moro rise - Ma era una battuta! Non intendevo sul
serio -
- Sì, ma poi ho visto Hermione e Ron così contenti e zuccherosi e
pensavo... - il mugolio della rossa si perse nel silenzio, corredato
dalle imprecazioni di Ron che ancora non aveva trovato un modo per
spuntarla su Harry.
Fortunatamente il cervello di Hermione completò il reset proprio in
quel momento venendo in aiuto alla conversazione. - Non ti preoccupare
Ginny. E' che noi non... non ci abbiamo neanche provato in realtà. In
più penso che lo farete prima voi, insomma... si sapeva che sareste
finiti insieme... -
- Sì una volta che questo testone qui avesse lasciato perdere Cho ed
i suoi complessi da supereroe! - sottolineò la rossa indicando un poco
stizzita Harry dietro di lei. - Gli ultimi non li ho ancora lasciati
perdere del tutto a dir la verità... -
Se le ragazze avrebbero ignorato o dato peso a quel commento non si
seppe mai perché proprio allora Ron dichiarò la sua disfatta a scacchi;
la prima in assoluto. Pose l'indice sulla testa coronata del re e la
trascinò a terra.
***X***
Andarono subito a dormire dopo che Hermione ebbe ricordato loro che si
dovevano alzare presto il giorno dopo. Nella stanza di Harry e Ginny, i
due se ne stavano accoccolati l'una tra le braccia dell'altro, già
addormentati.
Ron ed Hermione invece, per quanto ci provassero, non riuscivano a
prendere sonno. - Mione - sussurrò Ron - Dormi? -
- Questa è la domanda più stupida che potessi farmi Ron. Comunque
no, non riesco a dormire - rispose lei mentre il rosso le accarezzava
piano i capelli. - Pensavo a quello che credeva Ginny. Che noi due
avessimo fatto... che l'avessimo fatto insomma. -
Per un po' Ron stette in silenzio, aspettando che continuasse, un
poco teso. - E... - la spronò. - E niente. Dicevo solo... Secondo lei
ovviamente siamo pronti e... Beh lo penso anch'io un po'. - Lui la
guardò negli occhi per cercare di capire se mentiva o era sincera.
- Sei sicura? V-voglio dire se è per me... non devi sentirti... cioè
a me piacerebbe ma... - Hermione lo interruppe. - Ma è mai possibile
che pensi che solo a te potrebbe piacere? Non credo che sia a senso
unico. -
Ron stava cercando di balbettare qualcos'altro, ma lei gli tappò la
bocca con un bacio. - Hai detto che volevi una famiglia - gli disse con
uno sguardo provocatore - Prendilo come un.. allenamento. Ti devi
applicare agli allenamenti, lo sai? -
Saggiamente il rosso decise di non ribattere. Si baciarono con
foga, spinti dalla passione e dal desiderio che provavano l'uno per
l'altra (nonché dai loro ormoni adolescenziali). Le mani di entrambi
sciolsero i nodi ed i lacci che tenevano
gli indumenti attaccati al corpo del partner ed una volta che furono
nudi, non presero tempo per osservarsi, condividendo fantastici momenti
e sensazioni.
Tempo dopo ripresero coscienza di sé, ritrovandosi abbracciati
languidamente, sotto le coperte dato che nel loro slancio amoroso
avevano sdegnato il sacco a pelo. - Fortunatamente Kreacher ha cambiato
le lenzuola... - commentò Hermione con la testa posata sul petto
dell'altro.
Ron rise piano. - Che c'è? - chiese lei. Lui non poté fare a
meno di ridacchiare ancora rispondendole - Ma non era questo il momento
in cui mi dici "E' stato magnifico?" - Lei alzò un sopracciglio. -
Perché? Tutte le ragazze che hai avuto si sono forse gettate in lodi
sperticate per le tue prestazioni, Weasley? -
La lieve risata del rosso non accennava a smettere. Le baciò
piano la testa. - Direi che, ad ogni modo, un commento sulle lenzuola è
fuori luogo. - disse dolcemente - Visto? Ho imparato a parlare come te!
-
- Dormi scemo! - gli disse sorridendo. Poi, quasi ripensandoci,
si alzò e lo baciò teneramente sulla bocca. - E' stato magnifico e ti
amo. E ora basta che domani dobbiamo frugare tutto il ministero di
nascosto. Di nuovo. -
Come
i più acuti ( o acute) fra voi avranno notato, questo capitolo è un po'
più piccolo dei precedenti, circa la metà. Questo è dovuto al fatto che
scrivere capitoli di tensione o di azione è molto più facile e veloce,
mentre di questo non so che altro dire.
I
ringraziamenti ancora una volta (che palle direte voi e avreste
ragione), vanno a tutti coloro che hanno la pazienza di leggere questa
storia, ma soprattutto alle mie commentatrici.
Spero
solo che le due recensioni invece di tre non sia dovuta a noia per
colpa mia, ma se anche è così non ne faccio una colpa. Grazie comunque
di aver commentato fin'ora.
Il
prossimo capitolo sarà un poco più lungo spero. XD
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Ministero ***
Ministero
La mattina seguente Hermione aprì gli occhi per inerzia, immersa in
una specie di limbo. Non riusciva a pensare a niente che non fosse il
calore del letto e di Ron tra le sue braccia. Solo cinque minuti dopo,
con un sussulto che svegliò anche il ragazzo, ricordò quanto dovevano
fare quel giorno.
- Ah! - disse un poco delusa alzandosi. Ron rimase ancora a letto
mentre lei si stirava e si rivestiva. - Su, muoviti Ron, che fai ancora
lì sdraiato? - Il rosso sorrise, arrossendo anche in zona orecchie. - E
cosa può fare un giovane innamorato mentre la sua ragazza si veste? Mi
godo il panorama, no? -
Hermione arrossì furiosamente, per il commento e si mise in fretta i
pantaloni e la maglia. - Muoviti pelandrone. Lo sai che dobbiamo fare,
no? - Il rosso la guardò un po' incerto. - Sinceramente? No non lo
so... soprattutto non so perché tu ti stia agitando così, dobbiamo
andarci stanotte al ministero, non stamattina. - La ragazza si bloccò.
- Oh, sì. Giusto, rimettiti pure a dormire. - disse dolcemente
baciandolo sulla fronte - Scusa se ti ho svegliato. -
- Dove vai? - le chiese lui già pronto a scivolare nuovamente nel
mondo dei sogni. - Già che sono sveglia vedrò di impiegare il tempo in
modo costruttivo. - rispose lei abbassando dolcemente la voce. - Non ti
preoccupare. -
Scese in cucina e si fece la colazione. "Harry e Ginny sono ancora su. Chissà se
anche loro... ma cosa vado a pensare! Hermione Jane Granger, svegliati"
Dopo che ebbe mangiato sei delle ottime frittelle di cui Kreacher le
aveva dato la ricetta, riprese il libro che le aveva dato Silente.
Cosa diamine voleva fare Silente? Il deluminatore era senz'altro
utile, ma c'erano molti modi per creare il buio totale. Il boccino era
un altro tassello oscuro, ma almeno c'entrava con Harry, sebbene "Mi
apro alla chiusura" fosse una frase piuttosto criptica. Ma il libro?
Che connessione c'era tra "Le fiabe di Beda il Bardo" e la loro
missione? Perché le aveva lasciato quel libro? Perché, perché, perché?
"Forse ha ragione Ron" si
disse "Penso troppo" Si buttò
sulla poltrona scompostamente, in modo da fissare la finestra e non il
caminetto vuoto. Fissò torva il libro. "Cos'è che aveva detto Scrimgeour?"
Lentamente il sonno la sorprese di nuovo.
Si ritrovò nuovamente alla Tana con Harry, Ron ed il ministro, ma
invece di vederli dai suoi propri occhi li osservava come se una quinta
persona fosse presente in quella stanza. - ...Hai mai discusso di
codici o di modi per passarsi messaggi segreti con Silente? - disse il
vecchio auror in quell'istante. Certo che no. Lei non aveva mai
discusso di codici con Silente. Ne lei né Ron avevano discusso granché
con il preside, si erano sempre fermati al rapporto professore-studente.
Come in un film di terz'ordine il sogno sfumò in una dissolvenza,
aprendosi su un'altra scena. Erano loro quattro stavolta, una sera in
sala comune dopo il salvataggio di Sirius. Ron era appena stato dimesso
ed Harry stava rievocando le avventure passate mettendole per iscritto
per informare il suo nuovo padrino. Improvvisamente si mise a ridere. -
Che hai? - gli chiese il rosso
- Niente. E' solo che ho passato dieci minuti buoni il primo anno
per cercare di indovinare la parola d'ordine per l'ufficio di Silente.
E sapete qual'era? - domandò con fare da cospiratore, appena rovinato
da quel sorrisetto idiota che faceva presagire una risposta ancora più
idiota. - Harry, non credo che sia giusto... -
Ron sbuffò a questo intervento. - Dai Hermione non fare la
guastafeste! - Harry fece uno strano gesto con la mano, probabilmente
per troncare sul nascere una delle loro solite litigate. - Fa niente,
tanto la cambia ogni anno. Era... "Sorbetto al Limone" -
***X***
La riccia si tirò su a sedere come se avesse fatto un incubo. Si mise
la testa fra le mani facendo cadere il libro dal grembo. Era anche
completamente sudata, realizzò, come se avesse realmente avuto un
incubo. Si alzò dirigendosi verso il bagno per farsi una doccia.
Mentre risaliva le scale ripensava allo strano sogno di prima.
Continuava a rimbalzarle una parola in testa. Limone. Sorbetto al
Limone. Scosse la testa per liberarsene. Eppure non riusciva a mandarla
via, era come un chiodo fisso.
Arrivata in camera vide che la doccia era già occupata. Si sedette
sul letto sfatto aspettando che Ron uscisse. Senza porre un freno
particolare ai suoi pensieri, si ritrovò a pensare a quella notte ed a
cosa avevano fatto su quel letto. Completamente rossa si alzò;
dopotutto potevano anche fare la doccia insieme.
Entrò in bagno con i capelli che si arricciarono istantaneamente per
l'umidità. Lui era già sotto la doccia, con le tendine tirate; non
l'aveva sentita entrare. Hermione, ancora rossa, si spogliò
completamente ed entrò abbracciandolo da dietro. - Finalmente ti sei
alzato dormiglione! - gli disse mentre lui cercava di riprendere
l'equilibrio dopo il sobbalzo che aveva fatto.
- Prima o poi dovrò pur fare colazione, no? - rispose Ron
osservandola. Hermione arrossì, com'è ovvio. - Non guardarmi così... -
disse abbassando lo sguardo. Incitato da questa improvvisa timidezza,
il rosso non si fermò. - Così come? -
- Come se fossi qualcosa da mangiare... - Lui le sorrise giocoso. -
Perché non sei tu la mia colazione? - Cominciò a baciarla
passionalmente. Non si fermava mai se non per riprendere fiato. E lei
era ben contenta di assecondarlo, arrivando perfino a provocarlo un po'.
- Come mai così tardi la doccia stamattina? - domandò lui tra un
bacio e l'altro. - Mi sono riaddormentata in salotto e ho avuto un
incubo. Ero tutta sudata quando mi sono alzata, quindi ho deciso di
fare una doccia. -
Ci misero dieci minuti buoni per dire queste frasi, dato che
potevano parlare solo nelle rare pause tra un bacio e l'altro.
Infine Hermione si staccò dal rosso, pur continuando ad abbracciarlo. -
Adesso basta però. Siamo stati anche troppo entusiasti ieri sera e
Harry e Ginny si alzeranno certamente tra poco. Direi che non è il caso
di usare tutta l'acqua calda per noi... -
Ron sbuffò, ma finì di lavarsi ed uscì, non senza qualche pausa. Tra
i baci entrambi riuscirono a lavarsi ed a vestirsi anche abbastanza
velocemente, poi Ron si mise sul letto e chiese alla ragazza di
raccontargli l'incubo. - Beh, è diviso in due. La prima parte è una
sorta di ricordo di quando Scrimgeour è venuto alla festa di Harry
ricordi? - Il rosso annuì - La seconda parte è una nostra chiacchierata
al terzo anno, quando Harry ci ha detto che a... Silente piaceva il
limone -
Aveva avuto un attimo di tristezza pensando al preside, ma ora le
era passato. E' d'obbligo dire che l'abbraccio caldo e sincero della
persona che si ama aiuta a superare molte cose. Ron, tuttavia, si
sentiva piuttosto inutile. - Mione io non so che dirti. A che pensavi
prima di addormentarti? -
Lei alzò le spalle. - Non so. Mi chiedevo perché Silente abbia
voluto ingarbugliare tutto così. Perché ci ha lasciato queste cose... -
Fu il turno di lui ad alzare le spalle. - Non ne ho la minima idea,
Mione. In ogni caso se c'è una persona che può scoprirlo sei tu. - Lei
gli sorrise dolcemente - Grazie della fiducia, ma non so se... -
Il rosso sbuffò. - E dai. La nostra non è mica una missione
impossibile... - Lei fece tanto d'occhi. - Dillo di nuovo -
- Cosa, che ce la puoi fare? -
- No, dopo. - Ron era sempre più confuso
- Che non è una missione impossibile? - Hermione emise un urletto,
evidentemente aveva trovato la soluzione del mistero. - Ron sei un
genio! - disse correndo di sotto per recuperare il libro di Silente. Il
rosso restò impalato a chiedersi cosa mai avesse detto di così geniale.
***X***
La ragazza, intanto, stava scendendo le scale a rotta di collo, quasi
travolgendo Harry e Ginny che uscivano sorridenti dalla loro camera.
Nella sua mente risuonava la solita cantilena "Hocapitohocapitohocapito..." di
quando risolvevano un mistero.
Ron uscì dalla sua stanza ancora con l'accappatoio avvolto intorno
ai fianchi e guardò la sorella ed il suo migliore amico. - Ma che le
prende? - domandò Harry. Il rosso alzò le spalle. - Sinceramente non ho
capito tanto bene... Stavamo parlando tranquillamente di un incubo che
ha fatto quando tutt'a un tratto si alza e corre via dalla stanza. -
Ginny lo guardò accusatrice - Sicuro di non aver detto o fatto niente
di idiota per farla arrabbiare? -
- Non sono arrabbiata! - urlò una voce dal piano di sotto.
Effettivamente Hermione sembrava tutto meno che arrabbiata. Harry e
Ginny scesero per raggiungere la ragazza, mentre Ron tornava in camera
per finire di vestirsi. La trovarono in cucina con il libro che le
aveva dato Silente, due limoni e Kreacher che continuava a spremere un
altro agrume.
- Che state facendo? - Hermione alzò lo sguardo, quasi spaventando
Harry. Non le aveva visto quello sguardo da quando era riuscita a
convincerlo della sua idea dell'ES. - Harry, Ginny! Venite qui ad
aiutarmi con i limoni. Kreacher, ti spiace andare a prendermi un
pennello? -
L'elfo la guardò stranito, come se si chiedesse che cosa si può fare
con un pennello e dei limoni (domanda legittima tra l'altro), comunque
rispose - Certo, signorina. Io va a vedere se c'è il pennello. - Il
moro guardò Kreacher uscire dalla sala col suo passo strascicato. - Ci
puoi spiegare almeno cosa stiamo facendo? - disse prendendo un coltello
per affettare un nuovo agrume.
- Stiamo decifrando il messaggio che ci ha lasciato Silente. - i due
la guardarono stralunati - Sentite, aspettiamo Ron, vi va? Almeno non
devo ripetermi... - Una voce la interruppe dalle scale. - Non fa
niente, Hermione, sono qua. - disse spuntando in cucina mentre era
impegnato nella complicata operazione di infilarsi la maglietta. Ginny
sospirò - E' al contrario, Ronald... -
Una volta che il rosso riuscì ad azzeccare il verso della maglia,
Hermione cominciò a spiegare. - Stamattina presto stavo rileggendo le
Fiabe di Beda e mi chiedevo perché Silente ce le avesse lasciate. Poi
ho fatto un sogno strano tra Silente a cui piace il limone e Scrimgeour
che chiede se abbiamo mai parlato di codici segreti con il preside. -
Harry e Ginny erano a bocca aperta, Ron un po' meno ma ancora non
riusciva a vedere dove la ragazza volesse andare a parare.
- Così ne ho parlato con Ron e lui è venuto fuori con una trovata
spettacolare: Mission Impossible! - Harry era totalmente sbalordito,
mentre i due Weasley, come al solito digiuni del mondo babbano, avevano
l'aria corrucciata. - Come facevi a conoscere quel film? - disse il
moro all'indirizzo dell'amico.
Ron era sempre più interdetto - Che flim? E cos'è un flim? -
Hermione rise piano, continuando nella sua opera. - Si dice film, Ron.
Comunque è una specie di serie di foto babbane, proiettate ad alta
velocità in modo che sembrino un unica immagine. - Vista l'espressione
confusa dei Weasley, Hermione scosse una mano, inondando tutti di succo
di limone.
- Lasciamo perdere. Vi porteremo tutti al cinema un giorno. Comunque
in quella storia si parlava di inchiostro simpatico; è un tipo
particolare di inchiostro che sbiadisce quando asciuga... - il rosso
sbuffò - Non mi sembra tanto simpatico. -
La riccia rise - Hai centrato il punto Ron. Ad ogni modo
l'inchiostro può essere rivelato con l'acido citrico... - - Vale a
dire, il succo di limone. - intervenne Harry prima che i due fratelli
si
sentissero troppo esclusi. -
Proprio in quel momento tornò Kreacher col pennello, uno di quelli
fini da pittura. La famiglia Black doveva vantare qualche artista tra i
suoi ranghi. - Ron, vieni qui.
- ordinò. Il rosso non osò disobbedire, anche perché in quel momento
era l'unica ad avere un'idea veramente chiara della faccenda. - Devi
spennellare DELICATAMENTE i fogli con il limone, io trascriverò quello
che apparirà. -
Ginny era ancora dubbiosa, così come Harry - Ehm, Herm? Sei sicura
che succederà qualcosa? - chiese lui mentre Ron cominciava la sua
opera. La ragazza gli rivolse uno sguardo tale che non osò ribattere.
Pochi secondi dopo Ron emise un verso stupito. - Ehi, ragazzi, guardate
qua! -
Mentre Harry e Ginny spalancavano le bocche in un muto "Oooh!" di
sorpresa, la riccia si limitò ad un sorriso soddisfatto - Non sembrano
lettere però! - osservò la rossa incuriosita - Già, sembrano più che
altro rune... - rispose Hermione studiandole - Ma sono di un tipo che
non ho mai visto prima -
***X***
Continuarono così per molto tempo, tanto che i minuti si fusero in ore.
Kreacher aveva iniziato a preparare il pranzo e l'ottimo odore che
spandeva dalle sue pentole tirate a lucido dopo anni di incuria, aveva
definitivamente cacciato quello aspro del limone. Tuttavia Hermione e
Ron erano ancora lì, lui all'opera col pennello, lei china per metà sul
foglio, per metà sul libro.
- Ehi, è la prima volta che copi tu da me! - rise il rosso. Anche
lei sorrise - Vorrà dire che segneremo la data sul calendario. Il 27
Agosto sarà un anniversario da ricordare d'ora in poi - Ron si rabbuiò
tutto d'un tratto. Hermione smise di trascrivere le sue preziose rune e
lo guardò in faccia. - Che hai? Ho... detto qualcosa di male? -
Lui scosse la testa - Niente, Mione. Torniamo a lavorare tanto
abbiamo quasi finito. - Hermione guardò prima lui, poi il libro. In
effetti mancavano pochissime pagine. Annuì piano - Ok, ma dopo mi dici
cosa ti è preso, d'accordo? -
- Oppure? - lei prese il cipiglio deciso di quando li costringeva a
fare i compiti - Oppure me lo dici subito e poi finiamo. Scegli pure
come vuoi, mi raccomando... - Ron sorrise, grato. - Finiamo, su. -
Quando, qualche minuto dopo, Hermione ebbe trascritto l'ultimo
segno, la ragazza tolse le ciotole dalla tavola, la pulì ed infine
trascinò Ron in soggiorno. - Dove sono Harry e Ginny? - chiese lui
sospettoso. La ragazza sbuffò. - Sono andati in giardino a giocare a
Quidditch. -
Il rosso fu sul punto di dire qualcos'altro ma si trattenne.
Continuò lei - Si può sapere che hai? - domandò senza pietà.
- Una volta eri più diplomatica, Mione - gli fece notare lui. Lei
rise - Sarà la tua vicinanza, Ron. Ora rispondi alla mia domanda. - Non
si prende in giro facilmente Hermione Granger
- Stavo pensando alla scuola. - rivelò lui - Che noi non ci saremo e
tutto
il resto. In più con solo il G.U.F.O. non possiamo fare quasi niente,
di certo non l'Auror. E poi chissà se usciremo vivi da questa
situazione... A questo punto non sono più sicuro di niente, Mione -
disse appoggiando la faccia alle mani aperte e le braccia sulle
ginocchia.
Hermione sorrise, anche se una lacrima lottava per uscire -
Neanch'io. - ammise. Ron la guardò stupefatto - Anch'io
non ho più certezze. Vorrei tanto aiutarti, ma non posso fare niente. A
parte esserci. Ron io per te ci sarò sempre lo sai? -
Lui l'abbracciò di slancio e non la lasciò andare; non che lei ci
stesse esattamente provando però. - E cosa farei mai senza la mia
secchiona so-tutto-io? - disse baciandola lievemente sulle labbra. Il
loro scambio di effusioni venne interrotto dalla voce di Ginny che
diceva - Ehi piccioncini! Se avete finito, Kreacher dice che è pronto
il pranzo... -
Mangiarono allegramente, cercando di non pensare a ciò che dovevano
fare quella sera. Hermione si era attaccata al suo foglio pieno
di scrittura druidica arcaica. - Mione, smettila di stare attaccata a
quel foglio! - la rimproverò Ginny scherzosamente.
Lei sorrise - Già, quando tu la smetterai di stare attaccata a
Harry!
- Ron rise forte con lei. Il moro, invece, puntò un coltello smussato
contro l'amico sorridendo. - Ehi tu, smettila di traviare la mia
sorellina! - lo minacciò scherzoso.
Il rosso alzò le sopracciglia afferrando il suo coltello. - Vuoi la
guerra? - lo sfidò brandendo la lama poco affilata come se fosse stata
una lotta all'arma bianca in stile medievale. Quello che nessuno dei
due si sarebbe aspettato era Kreacher che entrava in cucina reggendo
faticosamente sulle braccine due lunghe spade che avevano tutta l'aria
di essere un cimelio di famiglia.
- Padrone usa queste invece di coltelli. Molto meglio, molto più
divertente. Io ricorda quando padron Sirius e padron Regulus giocava
tutto il tempo. - disse l'elfo. Harry e Ron lo guardarono per un attimo
stupiti poi si rivolsero un identico ghigno. - In guardia fellone! -
disse il rosso prendendo la spada. - Accetto la sfida, messere -
rispose l'altro aggiustando l'impugnatura sulla mano.
Nonostante le loro parole, entrambi non riuscivano a tenere bene su
la spada, figurarsi ad usarla con destrezza. Scambiarono appena un paio
di affondi, sotto lo sguardo divertito di Ginny e quello torvo di
Hermione. Harry abbassò la spada con fatica, cercando di controllare il
tremore alle mani. - La spada di Grifondoro non è mica così pesante,
però! - disse lamentoso
- Mione non è che puoi farci quell'incantesimo alleggerente...? -
chiese Ron. Lei non rispose, al che lui mise in mostra la sua migliore
faccia da cucciolo. Hermione si girò dall'altra parte, ma sorrideva. -
Non fatevi male! - si raccomandò dopo qualche secondo puntando la
bacchetta alla cieca contro le spade.
Tra fendenti e montanti, Harry e Ron si divertirono per ore. Si
erano trasferiti in giardino per evitare che il clangore delle spade
disturbasse le ragazze. Ginny si era messa a leggere un libro trovato
nella piccola biblioteca dei Black, mentre Hermione era china tra il
vocabolario di Rune e la trascrizione del messaggio di Silente nascosto
nel libro di Beda. - Non viene? - chiese la rossa alzando per un attimo
lo sguardo dal libro.
- Mmmh! - grugnì lei cancellando alcune delle parole che aveva
scritto precedentemente. - Deve essere per forza un'altra prova di
Silente. Ho provato con ogni tipo di traduzione indicato dal libro, ma
non funziona niente. - sbuffò la riccia. Si appoggiò allo schienale
della poltrona, rilassando per un po' la schiena e poi alzando lo
sguardo sull'orologio. - Andiamo a riprendere quei due. Dobbiamo
dormire il resto del pomeriggio. -
Li trovarono alle prese con un accanito duello. Appena furono
arrivate le ragazze Ron si interruppe subito, ricevendo una sonora
bastonata sulla da Harry. - Ehi, perché l'hai fatto? - chiese lui
tastandosi il suo bernoccolo nuovo fiammante.
- Ti sei distratto e ne ho approfittato! - gli rispose il moro
ridendo. Il rosso non sembrava d'accordo - Ha ha. Che ridere, davvero!
-
Fu Ginny ad interrompere questo scambio di testosterone. - Ehi
ragazzi, forza. Andiamo a dormire che stasera ne avremo bisogno di
energie. Subito. - disse con un cipiglio molto "Molly Weasley". Nessuno
dei due ragazzi osò disobbedire.
Le due coppie si ritirarono nelle camere e tirarono giù le
tapparelle per dare l'illusione della notte. - E' strano andare a
dormire alle cinque del pomeriggio. - disse Harry una volta che si
furono infilati sotto le lenzuola; da tempo loro non usavano più il
sacco a pelo con il caldo che c'era. - Sembra quasi di essere in
inverno! - precisò con una risata
Ginny si strinse accanto a lui - Se hai freddo dimmelo... - rispose
lei a metà tra il sarcastico ed il malizioso. Harry la abbracciò e la
baciò dolcemente. - Ti amo, Gin. Mi raccomando non fare niente di
avventato stasera. -
La ragazza sorrise, girandosi per guardarlo. - Ma senti chi parla
dell'avventatezza! Non sei tu quello che si è fatto avanti per
cavalcare un ippogrifo al suo terzo anno? - Harry corrucciò la fronte,
mentre la rossa gli rideva in faccia - Eh, già. Io so tutto mio caro! -
- Devo imparare a mimetizzarmi meglio allora! - rispose Harry. -
Meno male che mio padre mi ha lasciato il mantello. - Ginny si stese su
di lui, bloccandolo con il suo peso. - Non credo proprio che ti
convenga usarlo per nasconderti da ME! - lo minacciò. Peccato che il
sorriso sulle sue labbra rovinasse l'effetto.
Malgrado le loro intenzioni andarono aventi a lungo, chiacchierando
tranquillamente per mandare via la paura, finché non si addormentarono
verso le cinque e mezza.
***X***
Harry aprì gli occhi non appena la sveglia cominciò il suo terribile
tintinnio. Dopo averla fermata con un gesto stizzito, si alzò a sedere
ed inforcò gli occhiali. La stanza era ancora buia, ma dalla scarsa
luce giallognola che veniva attraverso le persiane, sembrava fosse già
notte da un po'.
- Gin. Ehi, Gin, svegliati! - disse posando un bacio sulle labbra
della ragazza. La rossa, non se ne diede per inteso e si girò
dall'altra parte. Harry rise, cominciando piano a scuoterla - Ginny
svegliati. Dobbiamo fare la nostra gitarella al minitero, ricordi? -
- La chiama gitarella lui... umpf! - La rossa, a quanto pare ben
sveglia, cercava di restare il più a lungo possibile sotto le coperte.
Harry rise piano, cominciando ad avviarsi per il bagno. - Muoviti
dormigliona. Tanto se non ci riesco io con le buone, manderò Hermione e
sai quanto è irritabile quando si arriva in ritardo... -
Pochi minuti dopo, ancora assonnati, scesero per mangiare qualcosa.
Trovarono Ron ed Hermione già seduti a tavola, impegnati in un bacio
molto passionale mentre Kreacher cercava di ignorarli, pur non
riuscendo a nascondere un sorriso lievemente inquietante dati i suoi
lineamenti. - Buongiorno, padron Potter, signore. O forse Kreacher
dovrebbe dire "Buonasera", e anche a voi signorina. -
- Ciao Kreacher - risposero i due in coro, cominciando a mangiare.
Sembrava una cena ed in effetti non doveva essere strano data l'ora, ma
l'essersi appena svegliati aveva scombinato tutti i loro orari interni.
Mangiarono in silenzio, scambiandosi solo frasi di circostanza come -
Mi passeresti il sale? - o - C'è ancora arrosto? -
Si alzarono da tavola e si cambiarono velocemente, adottando abiti
completamente neri, ricavati dalle divise di Hogwarts. Ad onor del vero
li avevano preparati a partire da copie delle divise, Hermione non
avrebbe mai permesso che si usassero quelle vere.
Si appostarono davanti al caminetto ed Harry si sentì in dovere di
fare uno dei suoi discorsi, per cui era completamente negato tra
l'altro. - Allora. Abbiamo deciso di usare la metropolvere, tanto
questa casa non dovrebbe più essere controllata, secondo le nostre
ricerche, ma non sappiamo cosa ci aspetterà all'arrivo. Massima
allerta. Hermione ha nascosto le bici nei dintorni del ministero in
caso ci serva una rapida via di fuga e tutti sappiamo dove sono. - si
interruppe in un sospiro che, se non fossero stati in pericolo di
morte, avrebbe avuto del teatrale - Vedete di non farvi ammazzare, per
favore... -
- Direi che è l'ultimo dei nostri desideri - rispose Ginny
alleggerendo il momento. Hermione prese un grosso pugno di Polvere
Volante e lo getto nel camino, le cui fiamme diventarono subito verdi -
Ministero della Magia, Londra.
- disse la ragazza con voce chiara e precisa. Nessuno si muoveva Ron
inspirò forte - Sai Harry? - disse ridacchiando nervosamente - Mi
ricordavi molto Moody prima. "Vigilanza Costante!" -
Si tuffò letteralmente nel camino, seguito subito dagli altri. -
Kreacher spegni le fiamme quando siamo passati! - lo avvisò Harry prima
di compiere anche lui la sua capriola finendo nel camino.
***X***
Il ministero era immerso nel buio. Ron, Hermione e Ginny erano già
pronti con la bacchetta alzata e fremente in caso di pericolo. Quando
anche Harry si fu ripreso dal viaggio attraverso i camini, fece un
cenno e tutti si mossero in direzione degli ascensori. Era stata
un'idea
di Hermione, quella di usare i segnali non verbali delle forze speciali
e bisogna dire che funzionavano benissimo. Certo, con tutto
l'allenamento che avevano fatto, se non avessero funzionato sarebbe
stato ben deludente.
Si infilarono tutti e quattro nella cabina dell'ascensore e
premettero il pulsante per l'ultimo piano, parecchi livelli più sotto.
Avevano deciso di cominciare dalle cantine, ma avrebbero dato solo
un'occhiata veloce dato che sembrava improbabile tenere una cosa
importante come la spada di Grifondoro in quell'ambiente umido e
puzzolente.
Ciononostante accesero le bacchette e diedero un'occhiata,
incappando solo in qualche botte di vino elfico o di idromele
barricato.
Controllarono così anche molti altri livelli, fino ad arrivare agli
uffici dei segretari ministeriali, dove lavorava la Umbridge, la loro
"adorata" insegnante. Si introdussero anche nel suo ufficio,
ovviamente, e non vi trovarono niente di diverso da quello che aveva ad
Hogwarts.
Le stesse leziose immagini di gattini che ronfavano nelle loro
cornici, il tutto contornato dalla vomitevole carta da parati rosa
shocking che aveva fatto mettere alle pareti. Addossato ad una di
queste
c'era anche uno schedario, anch'esso rosa. Ron fece segno di
controllare, mentre lui e Ginny montavano la guardia. Harry ed Hermione
si divisero lo schedario, partendo uno da destra l'altro da sinistra.
Dopo lunghi minuti Harry diede un colpetto ad Hermione per indicarle
una scheda. Diceva "Silente Albus
Percival Wulfric Brian: Testamento" La
lessero con attenzione per vedere se il preside avesse lasciato loro
qualcosa di più che il ministero non avesse voluto dire e che potesse
aiutarli a sopravvivere meglio a quell'avventura. Sventuratamente a
quanto pareva Scrimgeour aveva riportato tutto il testamento; c'era
solo una nota, aggiunta a mano dalla Umbridge stessa, accanto alla
dicitura "Spada di Grifondoro.
Attualmente in esame presso la sezione Auror, secondo suggerimento
anonimo"
Ad Harry venne da ridere, pensando che il suggerimento l'aveva dato
proprio lui
il giorno del suo compleanno, quando aveva proposto che qualcuno
indagasse sul "..infilzare Voldemort con una spada". Reprimere le
risate divenne poi quasi impossibile quando Hermione gli mostrò il suo
proprio fascicolo accanto a quelli di Ron, Ginny, Neville, Luna, dei
gemelli Weasley e della stessa Hermione.
Sempre a gesti, uscirono da quella stanza con le lacrime agli occhi.
Smettendo la loro operazione di spionaggio, si diressero immediatamente
ai livelli più alti, dove si trovavano gli uffici degli Auror. Lì
l'ambiente era molto più sobrio di quello lasciato nell'ufficio della
Umbridge; c'erano parecchie scrivanie ai lati di un lungo corridoio,
qualche ufficio privato, probabilmente dei capireparto, e niente foto
di gattini.
Alle pareti erano appese decine di bacheche di quelle in sughero su
cui erano attaccate le foto di altrettanti criminali vecchi e nuovi.
C'era persino un gigantesco schizzo del serpentino volto di Voldemort
che li guardava irato; chissà chi era stato tanto fortunato da essere
sfuggito alla sua collera...
Dopo aver perso qualche istante per osservare l'ambiente, si
sparpagliarono cercando ognuno in direzioni diverse. Harry si diresse
subito verso una scrivania, cominciando a rovistare. Alzò le carte e
diede loro una scorsa, per vedere se contenevano altre indicazioni.
Niente. Cercò nei cassetti, nel piccolo schedario, frugò perfino nel
cestino della spazzatura, rischiando di tirarsi addosso una sostanza
gelatinosa simile ai vermicoli marci che una volta Piton gli aveva
fatto pulire, come punizione.
Frugò in questo modo altre due scrivanie, fino a quando quasi non si
scontrò con Ginny che procedeva nella direzione opposta; anche lei non
aveva trovato nulla. Qualche secondo dopo anche Hermione e Ron
terminarono la loro ispezione senza risultati e si diedero agli uffici.
Purtroppo, anche se li setacciarono con la stessa cura riservata alle
scrivanie, della spada nemmeno l'ombra.
Stavano per uscire dagli uffici Auror alla volta dell'ufficio dello
stesso Scrimgeour, quando un botto sordo proveniente dal piano
superiore li fece bloccare. Allo stesso tempo qualcuno diede l'allarme
con la voce magica amplificata. - Nemici nel Ministero! Nemici nel
Ministero! -
Tutti e quattro si acquattarono in un angolo, ma non venne nessuno
dalla loro parte. Sentirono un gran frastuono al piano di sopra, mentre
la fastidiosa voce che avevano ormai capito essere registrata
magicamente, continuava ad urlare il suo messaggio. - Andiamo su a
vedere. - disse Harry.
Dopo tutto il silenzio sembrò loro strano udire quella voce e ci
rimisero un po' per ritrovare la loro. - Ma Harry, non sappiamo nemmeno
se l'allarme è scattato per noi e non abbiamo ancora trovato niente! -
disse Hermione preoccupata
Ron scosse la testa. - Se fosse scattato per noi si sarebbe attivato
prima oppure sarebbero venuti tutti qui. C'è qualcun altro sicuramente.
-
- Comunque non dobbiamo farci vedere! - urlò Hermione in risposta -
Certo, ma qua non abbiamo concluso niente, forse è meglio che diamo
un'occhiata, non credi? - Ron era rosso di rabbia.
Improvvisamente Harry si accasciò tenendosi la testa fra le mani -
HARRY! - urlò Ginny spaventata correndo da lui. Stava avendo un'altra
delle sue visioni e questo la spaventava, ma certo non poteva lasciarlo
solo. Gli prese la mano stringendola forte. Il moro rispose al
contatto, ma non disse nulla né si mosse. Ginny era ormai inginocchiata
al suo fianco e gli teneva la mano, mentre con l'altra gli carezzava la
testa.
- Non mollare, Harry, ci sono io accanto a te. Non sei solo. Guarda,
ma non perderti. Non puoi perderti, ci sono io. Devi tornare da me, hai
capito? - Il moro non capiva una parola di quello che gli veniva detto,
ma la voce della rossa lo aiutava ad essere presente. Per qualche
minuto sembrò come svenuto, mentre diventava sempre più pallido per lo
sforzo, poi riemerse dalla sua catalessi.
Li guardò uno ad uno, si vedeva che erano preoccupati e ancora non
sapevano... - LUI è qui. -
Ehilà!
Finalmente sono riuscito a finire questo capitolo. Come al solito i
ringraziamenti vanno alle tre signorine che commentano i miei sforzi,
per quanto strano possa sembrare, ed in maniera positiva.
X Hayley_Gin91:
Oh, sì. Ginny è una grande impicciona, non lo sapevi? Però secondo me
dopo aver aspettato anni e anni che i due si togliessero i paraocchi,
un po' di curiosità è lecita XD
X kia 07: Harry,
almeno nelle mie intenzioni, non sapeva niente, ma di certo ne ha
approfittato grandemente con Ron. Mi spiace non aver messo il pezzo in
cui tutti e tre rimanevano basiti di fronte alla primissima sconfitta
di Ron, ma non sapevo proprio come scriverlo XD
X niettolina: Se
ti può consolare, questo capitolo era talmente lungo che non sarebbe
nemmeno finito. Ho deciso di spezzarlo qui per aumentare la suspance
(oltre che per problemi di lunghezza)
Immagino abbiate
capito chi è LUI. Intanto vi dico che non è Sauron, anche se la battuta
è banalmente presa dal Signore degli Anelli.
Spero
continuerete a seguire e/o commentare. Alla prossima! XD
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Fuori uno ***
Fuori
uno
- LUI è qui - aveva detto. Aveva visto le facce degli altri che
passavano dalla paura al terrore. Quel poco di coraggio e il debole
filo del subconscio umano che non faceva loro accettare la morte
imminente, erano le uniche cose che impedivano al terrore di degenerare
in panico.
Neanche Harry, che tutti acclamavano come l'Eroe e a cui tutti si
aggrappavano per avere sostegno, era immune da certe emozioni, ma in
quel momento non ne era invaso come avrebbe dovuto essere. Aveva visto
con
chiarezza la mente di Voldemort, ma non ne era stato assorbito. Era
come se Ginny avesse fatto da ancora, permettendogli di restare Harry e
non diventare Voldemort come le altre volte che era accaduto.
Si era ritrovato in una grande sala in pietra, riccamente arredata,
probabilmente
il Malfoy Manor. Ancora una volta osservava con gli occhi di Voldemort
stesso e indirizzava sguardi malevoli alla folla. - E' venuto il
momento - sentì dire una voce. Ci mise un po' a capire che era quella
di Voldemort stesso. Non era realmente connesso a lui, ma sentiva
ancora in sottofondo, la voce dolce di Ginny che gli parlava e la
piccola mano che stringeva la sua.
- E' venuto il momento, amici miei - diceva - Questa sera il
Ministero finalmente cadrà e noi prenderemo il potere per compiere la
nostra nobile missione. - A quel punto Voldemort s'interruppe per
ricevere le acclamazioni della folla. Fece un cenno ed un'adorante
Bellatrix venne avanti per posizionarsi di fianco al suo Signore, pur
continuando ad osservarlo rapita. - Oggi noi prenderemo il posto che è
nostro di diritto, ma sarà solo il primo gradino. Andiamo! -
A quel punto Harry era tornato in sé, conscio che entro pochi
secondi anche Voldemort sarebbe giunto in quello stesso luogo. Guardò i
suoi amici e disse loro quello che avevano bisogno di sentirsi dire -
Diamoci una mossa -
Quasi fossero stati loro in catalessi, si risvegliarono con un
brivido e tutti e quattro si misero a correre verso gli ascensori;
avevano ormai stabilito che la spada non si trovava nell'ufficio degli
Auror, né probabilmente in quello Misteri. Ora come ora c'era una sola
persona cui chiedere e presumibilmente quella stessa persona era di
sopra a combattere contro il più potente mago oscuro di tutti i tempi.
Avevano bisogno di Scrimgeour. Aspettarono con ansia di arrivare al
piano, ma una volta giunti la scena che si presentò loro non avrebbe
potuto essere più apocalittica: la bella statua, ricostruita l'anno
prima, era stata nuovamente abbattuta e l'aria era carica dell'energia
degli incantesimi e delle maledizioni che le due parti si lanciavano.
- Presto, dobbiamo cercare Scrimgeour! - urlò Hermione sopra il
fracasso. Corsero in mezzo alla battaglia, dando una mano agli Auror
quando potevano. Videro Tonks combattere contro ben tre Mangiamorte
alti il doppio di lei e Lupin venire in suo soccorso. Era arrivato
anche l'Ordine. Nessuno ad ogni modo sembrò rendersi conto di quattro
ragazzi che si aggiravano in mezzo al campo, cercando di schivare le
magie altrui e colpendo i Mangiamorte.
Finalmente raggiunsero Scrimgeour, impegnato anche lui contro due
incappucciati, subito riconoscibili come Malfoy e MacNair. Il ministro
aveva già diverse ferite che gli segnavano il volto, tra le quali una
che sanguinava copiosamente alla testa. - Mi spiace Ministro, che la
nostra collaborazione debba finire così! - stava dicendo Malfoy
senior, prima di venire atterrato da uno schiantesimo di Ron, mentre
MacNair faceva la stessa fine sotto i colpi di Hermione.
- Dispiace anche a me, Lucius - rispose beffardo il vecchio Auror,
sghignazzando euforico sul corpo svenuto del nemico. Poi, come
accorgendosene solo in quell'istante, chiese. - Potter, Weasley,
Granger! Che ci fate qui? E chi è l'altra ragazzina? - Ginny stava già
per apostrofare duramente il "vecchietto rimbambito", come amava
chiamarlo, ma non era davvero il momento.
- Siamo qui per la spada di Grifondoro! - rispose Harry
trafelato - La prego, ministro, è di vitale importanza! - Scrimgeour
sembrava ancora restio. Non capiva, non capiva, non capiva. E quando
non capiva, s'incaponiva. - A che vi serve quella spada. Non ha niente
di unico a parte l'essere appartenuta a Grifondoro. -
Harry tentò di ribattere - MA ci serve! La preg... ARGH! - urlò
portandosi una mano alla tempia. Ginny fu di nuovo subito al suo
fianco, mentre Hermione continuava - Signore, non lo chiederemmo se non
fosse cruciale, ma lo è! Ci aiuti... -
Il ministro ancora era interdetto. Quella spada era un rompicapo.
Perché Silente l'aveva lasciata a Potter? Perché adesso quei quattro lo
stavano letteralmente supplicando per averla? Perché perché perché?
Proprio a quel punto Harry si riebbe dalla sua visione - Viene da
questa parte, ministro. E' il momento di scegliere. E' con noi, o
contro di noi? - Scrimgeour restò ancora in bilico per un attimo; certo
allearsi col Signore Oscuro poteva essere vantaggioso... sorrise di
questi pensieri idioti: era un Auror, dopotutto!
Fece un gesto con la bacchetta e la spada di Godric Grifondoro
apparve a mezz'aria, prontamente impugnata da Harry. - Grazie,
ministro. - disse lui, più tranquillo, mentre già si preparavano a
correre agli ascensori per la quarta volta in quell'assurda serata.
- Ma chi abbiamo qui? - chiese una voce melliflua e dolciastra. Non
ce l'avevano fatta, Voldemort era arrivato e certo non li avrebbe
lasciati andare così
facilmente. - Ministro! Che onore... per lei! - Scrimgeour ricambiò la
cortesia sputando di lato un poco del sangue che gli era colato in
bocca dalla ferita in testa.
- E Potter! Credevi di poter essere al sicuro qui? Di poterti
nascondere da me? - Ron Ginny ed Hermione si portarono subito in prima
fila, le bacchette puntate. - Oh, ma vedo che hai portato le tue
guardie, molto bene. Weasley, Granger e... - il suo sguardo si soffermò
sull'ultima ragazza - Oh sì, devi essere la cara Ginny. Mi hai parlato
tanto di te, ero quasi commosso... Vedo che alla fine ce l'hai fatta
col nostro Harry! -
Lo sguardo della rossa era glaciale - Tom... - lo salutò. Questo più
di ogni altra cosa sembrò mandarlo in bestia - NON CHIAMARMI COSI' -
urlò furiosamente - Io sono Voldemort! - disse scagliando loro una
maledizione dal colore scuro. Nonostante i loro Sortilegi Scudo,
vennero dispersi dalla forza della maledizione. Rimase in piedi solo
Scrimgeour.
-Andate, ci penso io a trattenerlo. - urlò il ministro - Silente
voleva che foste voi! Andate, ORA! - Ron ed Hermione annuirono e
cominciarono a correre verso gli ascensori. Harry, tirato da Ginny,
fece lo stesso, ma si fermò a metà - Ministro! - gli urlò dietro.
Quello si voltò in parte, per non perdere di vista il suo avversario. -
Ho lavorato con tuo padre, Potter. - gli disse - Dannatamente bravo
come Auror, ma casinista come pochi e tu gli assomigli molto. Tieniti
stretti gli amici! -
Stranamente Voldemort sembrava calmo e posato. Come se non gli
interessasse davvero inseguire il suo nemico mortale per strappargli la
vita una volta per tutte, ma piuttosto volesse solo compiere il lavoro
che si era prefisso per quella notte. - Ma che bel teatrino, ministro!
Ora possiamo aprire il nostro direi! CRUCIO! -
Scrimgeour deviò l'incantesimo con difficoltà, la vista rossa per
via del sangue sugli occhi - Non spero di vincere. Non posso sperarlo.
Ma Potter ti fermerà, ne sono sicuro. Non potrai fermarlo. -
Un lampo di luce verde illuminò tutta la scena.
***X***
Intanto, fuori dal ministero, quattro ragazzi pedalavano alla bell'è
meglio su altrettante biciclette, invisibili ad ogni creatura vivente
grazie agli incantesimi di cui erano provvisti i loro mezzi. Tornarono
in fretta e furia a Grimmauld Place e si fiondarono in casa, ancora
scossi e tremanti.
Arrivò Kreacher, preoccupato. - Padrone, è andato tutto bene,
padrone? - Harry alzò il braccio malfermo con la spada stretta in
pugno. - A-aiuta gli altri Kreacher, per favore. Portiamoli in salotto.
- disse tirando su Ginny di peso e portandola sulla poltrona. Si
sedette ai suoi piedi, appoggiandosi alle sue gambe, ancora tremante,
come se non mangiasse da giorni e giorni.
Arrivarono Ron e Kreacher che sorressero Hermione fino al divano.
Quando tutti furono accomodati Kreacher chiese - Devo portare qualcosa,
padrone? - Harry stava per fare un cenno di diniego, quando la voce di
Hermione lo interruppe, fioca. - Whisky. - Tutti la guardarono stupiti.
- La signorina vuole del Whisky Incendiario? - Hermione scosse la
testa. - Whisky babbano. Ne ho visto una bottiglia in cantina. -
bisbigliò. Mentre Kreacher si allontanava Harry emise un fischio
ammirato - Non ti facevo un ammiratrice degli alcolici normali! -
- Come sono quelli babbani? - chiese Ron interessato, mentre anche
Ginny guardava verso Harry.
Lui alzò le spalle - Mah, direi che sono buoni. Il whisky ti brucia un
po' la gola, ma se è buono e ben stagionato ha un ottimo sapore. -
Tornò Kreacher con la bottiglia di whisky e cominciò a versarla nei
bicchierini, che distribuì poi a tutti. - Argh! - fece Ginny semi
sputacchiante. - Ma è alcool puro! - Harry sorrise. - Non offendere,
amico! Questo è puro whisky scozzese delle Highlands! Me ne aveva
parlato Sirius, una volta... Kreacher, ti dispiace portare un po'
d'acqua? -
Dopo che l'elfo fu per l'ennesima volta, andato e tornato Harry lo
congedò. Poi alzò il bicchiere come avevano già fatto per Malocchio. -
Signori... al ministro della magia, Rufus Scrimgeour. - Seguì un coro
di - A Scrimgeour - poi tutti bevvero.
Vennero interrotti da un rumore sospetto, come se qualcuno fosse
inciampato nel portaombrelli. - Aspettavate qualcuno? - sussurrò Ron
afferrando la bacchetta. Ginny ed Hermione fecero lo stesso, mentre
Harry spegneva le luci con un incantesimo, prima che l'intruso, o gli
intrusi, potessero accorgersi di qualcosa.
Calò il silenzio, mentre i quattro si disponevano ai lati della
porta. Videro un cono di luce approssimarsi alla soglia e poi due
figure una di seguito all'altra. Quando ebbero oltrepassato la porta,
mentre cercavano un qualche segno di vita intorno a loro, sentirono due
bacchette puntarsi contro le loro schiene.
- Mani in alto e bacchette in vista. - ordinò Ron perentorio. I due
sconosciuti alzorono le braccia sopra la testa tenendo le bacchette
alzate. - Giratevi - I due si girarono, rivelando i volti di Lupin e
Tonks. Hermione e Ginny andarono subito a stringere l'amica, mentre Ron
stringeva al mano a Lupin. Harry era più dubbioso - Chi siete? -
- Remus "Lunastorta" James Lupin, sono stato Malandrino e professore
di Hogwarts ed io stesso ti ho insegnato come evocare un patronus,
attraverso lunghe e spossanti esercitazioni con un molliccio. - Harry
annuì, mentre l'attenzione si spostava da lui a Tonks, ancora
abbracciata a Ginny ed Hermione - Ninfadora Tonks Lupin e odio il mio
nome. Sono un metamorfomagus e ho abitato qui per gran parte dell'anno
quando questa casa era sede dell'Ordine della Fenice. -
Harry ancora non accennava ad abbassare la bacchetta. Tonks sbuffò -
Ok, ok, Ninfadora Artemisia
Tonks Lupin, ti ho fatto l'occhiolino prima della tua udienza al
ministero. - Il moro sorrise abbassando il braccio. Tonks era
lievemente irritata - Ho già detto che odio il mio nome? -
***X***
Si spostarono in soggiorno, mentre Ron ed Hermione prendevano posto
l'uno accanto all'altra sul divano e Ginny si sedeva sulle gambe di
Harry. - Allora... non per sembrare sgarbato, ma ... che ci fate qui? -
chiese il rosso con molta diplomazia.
Lupin e Tonks si guardarono tristi - Il ministero è caduto... -
Hermione annuì - Già, c'eravamo anche noi - Remus fece una faccia
stranita - Ma come... Oh, non importa. Il punto è che subito dopo la
caduta si sono voluti divertire e beh, io oltre ad essere un lupo
mannaro sono anche un membro dell'Ordine e... - La sua voce si perse in
un borbottio
Tonks gli mise un braccio attorno al collo. - In sostanza ci hanno
attaccato e ci siamo smaterializzati qua davanti - si guardarono
imbarazzati per un attimo, poi Lupin rialzò la testa - Forse ti
sembrerà un pochino sciocco detto da noi, ma... non è che potreste
farci rimanere? -
Harry sorrise- Certamente Remus, come se potessi chiudervi la porta
in faccia... Kreacher? - chiamò. L'elfo apparve davanti a loro con un
sonoro crac. - Senti so che
sei stanco e magari vuoi anche andare a dormire, ma ti dispiacerebbe
preparare un altro letto? - Kreacher s'inchinò profondamente e sparì di
nuovo.
Lupin era incantato dalla trasformazione dell'elfo, così come Tonks.
- Come... come hai fatto? -
- Bastava trattarlo bene - minimizzò Ginny - Il punto è: se vi siete
materializzati qui di fronte, com'è che non siamo ancora circondati da
Mangiamorte? -
- Penso che al ministero abbiano altro da fare piuttosto che
controllare
le materializzazioni al momento... - disse tetra Hermione. Restarono
ancora per un poco in silenzio. - Ma che c'eravate andati a fare al
ministero, stasera? - chiese Tonks, ancora stranita.
Harry scosse la testa. - Non possiamo dirvelo, mi spiace - Lupin
sorrise triste - Fa parte della missione di Silente? - Harry annuì -
Allora non vi chiederemo niente. -
Proprio in quel momento arrivò l'elfo - Kreacher ha fatto il letto.
- annunciò. - Sei stato bravissimo Kreacher, grazie - rispose Remus
entrando subito nell'ottica. - Buona notte ragazzi - - Notte -
risposero loro all'unisono.
Ci fu silenzio per qualche altro minuto, poi Ron si riscosse. -
Bene, vogliamo distruggere quel coso finalmente? - domandò indicando
con un dito l'Horcrux appeso alle sue spalle. Sembrava un innocuo
medaglione dorato, appeso su di un dozzinale soprammobile, preso in
qualche bancarella.
- Facciamolo! - disse Ginny determinata. Harry prese la spada ed
annuì, mentre Hermione recuperava il medaglione di Serpeverde. Lo mise
a terra e lo aprì, facendo scattare la piccola serratura. Subito
una figura incorporea, ma più densa di un semplice fantasma uscì dalla
piccola cornice e li squadrò uno per uno.
- Bene bene bene. - disse il "fantasma" con la voce ed i modi di Tom
Riddle. - Granger, la secchiona mezzosangue, ben due Weasley e
addirittura Harry Potter in persona, quale onore. -
- Granger, non ti vergogni? - disse rivolgendosi a lei in
particolare - Prima eri sola, vero? Per questo ti sei tuffata nei
libri. Ma anche ora che hai dei cosiddetti amici, non riesci a
staccartene...
probabilmente perché sai di non essere nulla di fronte a loro. Non sei
importante per loro, solo una miniera di informazioni, come un libro...
una mezzosangue! Puah! -
Ron strinse Hermione a sé. - Non lo ascoltare, Mione. Ci sono io con
te. Non lo ascoltare, ti vogliamo bene. Sei una sorella per Harry e
Ginny e per me molto di più lo sai. - La riccia pianse al fianco di
Ron, ma non cedette alle lusinghe di Voldemort e anzi afferrò la spada
dalle mani di Harry puntandola sul medaglione.
Riddle si girò verso Ron, tentando di minare la sua fiducia in se
stesso, già di partenza fragile. - Il piccolo Weasley. Sempre all'ombra
dei tuoi fratelli e ora spalla del grande Harry Potter. Sei sicuro che
la ragazza al tuo fianco voglia te? Magari, visto che tua sorella l'ha
battuta sul tempo, è in cerca di un rimpiazzo! Magari quando ne avrà
trovato uno migliore ci si fionderà subito, non credi? -
Hermione lo strinse a sé come prima lui aveva fatto con lei. - Io
sono qui per te. Solo per te. Ti ricordi? "Weasley è il nostro re,/
Grifondor canta con me/ perché Weasley è il nostro re!" Non voglio
nessun altro Ron, ti prego... -
Il rosso alzò la mano tremante, e per un momento rimase sospeso tra la
spada e la bacchetta. Infine aprì gli occhi e sorrise insicuro ad
Hermione, afferrando saldamente la spada poco sopra a dove la teneva la
ragazza.
Vedendo fallito anche il suo secondo tentativo, il fantasma si
rivolse a Ginny. - LA piccola Weasley. Ma che sorpresa! Non pensavo
avessi il coraggio di mollare la scuola per seguire il tuo sogno di
bambina! Dopotutto tu non fai parte del gruppo, no? Sei solo la
sorellina di Ron, magari un passatempo passeggero... ma sono loro i
veri eroi, giusto? Sono loro il "magico trio", tu non c'entri. Dimmi,
non ho forse ragione? -
A sorpresa, la rossa sorrise. Strinse la mano ad Harry per prendere
coraggio. - Non è finita bene l'ultima volta che ti ho ascoltato,
Riddle - cominciò. Il fantasma ebbe uno spasmo, come se gli avesse
rivelato qualcosa di sconvolgente. - Che io sia maledetta se lo farò
ancora.- annunciò afferrando saldamente l'elsa della spada, sopra la
mano di Ron.
Con anche il terzo tentativo andato a vuoto, il fantasma si rivolse
alla persona che aveva meno probabilità di convincere. - Harry Potter!
Ancora nessuno sa come tu sia sopravvissuto al più grande mago di tutti
i tempi... io! - disse modestamente - E' un mistero. Mi sono sempre
piaciuti molto i misteri, sai? E' per quello che ho aperto la camera
dei segreti alla fine dei miei anni ad Hogwarts. Peccato averla dovuta
chiudere, ma Silente mi era addosso. -
- Già così hai dato la colpa ad Hagrid, facendolo espellere. -
completò Harry. - Sono... colpito Potter. - ammise il fantasma - E non
mi capita spesso. Come sai tutte queste cose? - Il moro sorrise,
gelidamente - Diciamo che ho incontrato qualche altro ricordo per la
strada. Al secondo anno. Sei arrivato tardi Riddle, il basilisco è
morto, il Diario lo stesso. E tra poco anche tu. - concluse afferrando
la spada direttamente sul pomolo.
Tutti e quattro la spinsero simultaneamente verso il basso,
spaccando il medaglione. Il fantasma uscito da esso sembrò annaspare,
mentre un dolore indicibile gli bruciava il petto. Cadde e svanì in una
nube di polvere.
Infine ci fu silenzio. Hermione scoppiò in lacrime, in un pianto
liberatorio, e anche Ginny dava l'aria di non sentirsi troppo bene.
- Andiamo a dormire, ragazzi - disse Harry - Farà bene a tutti
suppongo - Prese la rossa sottobraccio e cominciarono a salire le
scale, mentre Ron li seguiva reggendo Hermione.
***X***
Harry e Ginny si misero a letto senza dire una parola. Poi,
improvvisamente, la ragazza ruppe il silenzio. - Come fai ad essere
così... normale? - gli chiese senza guardarlo negli occhi. - Come mai
sei così forte? Io sono ancora sotto shock, io... mi ha terrorizzata. -
ammise.
Il moro la osservò attentamente. - Vieni qui - le disse, facendola
distendere con la testa sul suo petto, e cominciando piano ad
accarezzarle i capelli. - Lo senti? - le domandò alludendo al suo
cuore, che al momento sembrava ballare la rumba all'interno del suo
petto.
Ginny annuì - Spero non ti offenderai, ma per una volta non batte
solo per te. L'aver distrutto l'Horcrux mi ha sconvolto... ma io
reagisco così e l'ho imparato quando è morto Sirius. Mi chiudo dentro
me stesso e ci sono solo poche persone che possono rompere il mio
isolamento. Ron ed Hermione, i miei più cari amici. E tu, Gin, tu
soltanto. -
La rossa si girò e sbatté piano gli occhi, da cui caddero due sole
lacrime che finirono sulla canottiera di Harry. - Grazie. Grazie mille.
E' stato terribile prima. Ha cercato di entrare nella mia mente, lo so.
Mi sembrava di essere tornata al mio primo anno, le rare volte che ero
in me. -
Lui la strinse dolcemente, cominciando a cantare una nenia dolce per
tranquillizzarla e per farla addormentare. Dopo neanche un minuto, lei
gli mise un dito sulla bocca. - Senti Harry, grazie per avermi
consolato, per avermi permesso di restare e per essere qui con me... ma
non cantare ti prego! -
Il moro rise - Sono davvero un cantante così meschino? - chiese.
Ginny gli fece la linguaccia - Proprio sì! - Harry fece una faccia
offesa da premio oscar. - Ah sì? Adesso ti faccio vedere io! - Cominciò
a farle il solletico, passando le dita sulla pancia e sotto le
articolazioni. La ragazza si dimenò senza controllo, cercando di farlo
smettere. - Basta, basta ti prego. Non ce la faccio più! -
- Di che sono bravo a cantare! - Ginny annuì, senza smettere di
ridere incontrollatamente - Sì, sì, sei bravissimo, dovresti fare il
cantante, ma ora basta! - Il moro si fermò, finalmente, e insieme si
rimisero sotto le coperte. Harry la abbracciò. - Buona notte Gin. E mi
raccomando, svegliami se ti senti di nuovo male. -
- Grazie Harry - rispose lei baciandolo sul naso. - Buona notte. -
Nell'altra stanza Hermione era ancora sepolta tra le braccia di Ron,
ma la crisi di pianto stava passando, ridotta più che altro a pesanti e
radi singhiozzi. Finalmente si risollevò, trovando a pochi centimetri
dal suo, il naso del rosso.
Dopo qualche istante di smarrimento, si riprese, tirando su col naso
e asciugandosi le ultime lacrime ancora appiccicate agli occhi
lievemente arrossati - Davvero non so come fate a sopportarmi. - disse
con la voce ancora stranita dal pianto
Ron sorrise senza dire niente. Hermione sembrò trarre la conclusione
peggiore dal suo silenzio - Davvero sono solo un libro per voi? - Il
rosso si mise a ridere di gusto. Di tutte le reazioni immaginabili,
questa era forse la meno probabile per la riccia. - Non c'è bisogno di
prendermi in giro. Se non vuoi vedermi vado a dormire in soggiorno -
disse mestamente avviandosi verso la soglia.
Ron la fermò per un braccio, riportandola sul letto. - Scusa, la mia
solita sensibilità da cucchiaino. - disse - E' solo che è stato
un'accusa talmente idiota che... Forse tu-sai-chi non era tanto in
forma. - Hermione era ancora scura in volto e non lo guardava,
preferendo rimanere concentrata sui suoi pugni stretti in grembo. Il
rosso le prese il mento fra le dita e la girò verso di sé.
- Tu ed Harry siete amici fin da quando ci hai aiutato mentendo alla
McGranitt per la prima volta. Ginny è la tua migliore amica da quando
sei venuta alla Tana la prima volta. Certo sei il cervello del "Magico
Trio", anche se ora mi sa che dovremmo dire "Magico Quartetto", ma solo
perché io ed Harry insieme non siamo intelligenti quanto te. -
Lei sorrise, mentre Ron arrossiva leggermente per il lungo e serioso
discorso che aveva fatto. - E tu? - gli chiese.
- Mmmh? -
Il sorriso di Hermione si allargò - Hai parlato di tutti tranne che
di te stesso. Cosa provi TU per me? -
Finalmente anche Ron rispose al sorriso - Lo sai che ti amo, Mione -
bisbigliò prima di baciarla. Fu il suo turno di mugugnare soddisfatta -
Già - rispose dopo il bacio - Ma non mi stancherò mai di sentirmelo
ripetere -
Il rosso rise di nuovo. - Meglio così, anche perché ho intenzione di
ripeterlo a lungo. Moolto a lungo. -
- Ron sei sicuro? - ribatté lei, preoccupata per le implicazioni
della frase - Insomma, prima dici di amarmi, poi ... beh ... facciamo
l'amore e ora mi chiedi quasi di sposarti? Non stai correndo un po'
troppo? -
Lui la guardò negli occhi, prendendo un profondo respiro prima di
dire, con voce chiara - No. Non sto affatto correndo. Non credo di
volere altro dalla vita -
Quella notte, tutti e sette gli abitanti della casa, andarono a
dormire soddisfatti, per quanto si potesse esserlo con una guerra in
corso, di come erano andate le cose. Dopotutto Kreacher era felice e
gentile con tutti e non veniva più punito sempre come coi Black; Lupin
e Tonks avevano trovato una casa, almeno fino alla fine della guerra;
Ron, Hermione, Harry e Ginny avevano distrutto un Horcrux e sembrava
loro che non mancasse poi molto alla fine della loro missione.
***X***
Voldemort si rigirò la bacchetta in mano, mollemente seduto sul trono
che una volta era stato la poltrona da ministro. Era andato tutto bene,
secondo i suoi piani. Avevano attaccato il ministero e sconfitto gli
Auror. La Gazzetta del Profeta era seguita subito dopo. Tutto il potere
era nelle sue mani...
Ma allora perché si sentiva così frustrato? Ultimamente era andato
tutto così magnificamente bene. Ad ogni modo che ci faceva Potter lì
con i suoi seguaci? E perché aveva in mano una spada?
Forse quella di lasciarlo andare per potersi occupare di quel buono
a nulla di Scrimgeour non era stata proprio un'idea brillante. La
spada... Certo! aveva trovato il testamento di Silente. Il vecchiaccio
gli aveva lasciato la spada! Ma perché? E perché Scrimgeour non aveva
voluto consegnarla?
- Bellatrix! Lucius! - ordinò perentorio. I due Mangiamorte
arrivarono con la velocità del lampo, subito al fianco del loro
signore. - Voglio che facciate ricerche su Silente. I suoi ultimi
spostamenti prima della sua triste dipartita... - aggiunse con un
ghigno per nulla umano.
Entrambi s'inchinarono profondamente, sparendo poi per andare ad
eseguire la loro missione. E così un problema era quasi risolto. Ora
mancava solo mettersi in cerca di quell'arma. Certo che il suo avo
Serpeverde aveva parecchi segreti.
Si diresse alle prigioni del Ministero, situate nel livello più
basso, addirittura sotto le cantine. Erano completamente vuote - di che
utilità sono i prigionieri quando sono vivi? - tranne che per una
cella. Olivander lo affascinava. Era l'unico che l'ammirasse e lo
temesse in egual modo. Persino tra i suoi Mangiamorte non aveva trovato
un così perfetto miscuglio delle due cose, tranne forse in Bellatrix;
però in quella donna era presente un terzo elemento che non riusciva ad
identificare.
- Allora, Olivander. - disse minaccioso - Ho trovato molto negli
archivi del ministero... potresti anche non servirmi più e quindi
potresti tornare al tuo lavoro, come ti avevo promesso. Lord Voldemort
mantiene le promesse. Mi manca solo un'informazione per arrivare alla
spada di Serpeverde ed ho saputo che tu puoi darmela. Non sei stato
forse il suo ultimo custode? -
Finalmente sono
riuscito a finire questo capitolo.
Mi spiace per tutti quelli che sono rimasti col fiato in gola fino ad
ora, ma si fa quel che si può....
Volevo
ringraziare ancora una volta tutti/e quelli/e che mi hanno inserito tra
le seguite o tra le storie da ricordare ed ovviamente quelli che mi
hanno inserito tra le preferite.
Senza contare i
profusi ringraziamenti che devo a Gioem106, niettolina, Haley_Gin91 e
nan96 per aver commentato.
XGioem106: Sono
d'accordo anch'io, anche se personalmente trovo che presi singolarmente
siano entrambi alquanto sciocchi ed immaturi; Ron soprattutto, ma si sa
che i maschietti sono molto duri di testa su certi argomenti. XD
XHaley_Gin91:
Già, mi vengono bene le scene mielose, non è vero?
Xnan96: Forse
Ron è un attimo più audace, ma era anche ora che si desse una mossa. Ad
ogni modo, nonostante la situazione non sia delle migliori, volevo far
vedere che ora è più sicuro di com'era all'inizio, avendo risolto i
suoi problemi personali.
Grazie di nuovo
per aver avuto la pazienza di leggere e, soprattutto, di aver aspettato
il nuovo capitolo! XD
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Un'ultima lettera da Silente ***
Un'ultima lettera da Silente
Quando Ron si alzò trovò il letto già vuoto. "Ma perché deve essere così mattiniera?"
si chiese, ancora assonnato, pensando ad Hermione. Scese per far
colazione e la trovò già perfettamente vestita, in salotto, mentre
leggeva il suo foglio con le rune.
- Che ci fai già qui vestita? - lei sorrise, senza staccare gli
occhi dalla pagina - Sono le undici meno un quarto, Ron, dovrei stare
ancora in piagiama? - Saggiamente il rosso decise di lasciar perdere,
cambando radicamente discorso - Harry e Ginny? -
- Sono andati a fare un giro, signore - rispose Kreacher venendo
dalla cucina con un vassoio stracolmo di cibo - La sorella del signore
ha preparato una pozione per cambiare faccia e loro sono usciti. Io
stava venendo a portare la colazione, credevo che non si sentiva bene. -
Gli occhi di Ron si illuminarono e prese il vassoio dalle mani
dell'elfo, ringraziandolo. Sbafò tutto in meno di dieci minuti, alla
faccia della mezz'ora che ci era voluta per preparare, e scappò in
camera per vestirsi. Quando tornò giù trovò un Hermione molto più
irritata e scarmigliata a forza di mettere e togliere la piuma dai
capelli. - Che hai? - chiese molto diplomaticamente
- Non viene questa traduzione. Non c'è alcun modo perché abbia un
senso, ho provato tutti i trucchi che conosco! - Ron si sedette accanto
a lei posandole un delicato bacio sul collo. Lei rabbrividì dolcemente.
- Non farlo più, per favore -
Lui rise piano contro la pella delicata, dandole un altro brivido -
E se dimenticassi la traduzione per un po'? - le chiese quasi in un
sussurro. Lei scosse la testa, nono
stante fosse un poco rossa in
faccia. - Non posso, dobbiamo finire ciò che ci ha lasciato Silente... -
Il rosso emise un gran sospiro, abbracciandola. - D'accordo. Lo so
che quando hai un compito pensi solo a portarlo a termine - la prese in
giro scherzosamente. Hermione, al contrario di quello che avrebbe fatto
nei primi anni della loro amicizia, sorrise imbarazzata e ritornò alle
sue carte. - Il problema - disse tentando di spiegare - è che non
riconosco le rune. Anche col dizionario non c'è nulla da fare -
- Quindi non ci sono nel dizionario - si mosse cautamente Ron.
Hermione lo prevenne - Ma non è assolutamente possibile! Questo è il
dizionario di rune più preciso e completo che esista in commercio! O
almeno, fino a due anni fa. -
- Allora quando tornano Harry e Ginny con le notizie andiamo a
prenderne un altro, che ne dici? -
Ron non seppe mai l'opinione di Hermione, anche se c'erano buone
prbabilità che fosse positiva data la smodata passione della ragazza
per i libri. Infatti Harry e Ginny scelsero proprio quel momento per
tornare a casa, scoraggiati. - Brutte notizie ragazzi. - iniziò Harry
***X***
Remus e Tonks li raggiunsero poco dopo in salotto. - Cosa intendi con
brutte notizie? - chiese titubante la donna. Si sedettero tutti vicino
al caminetto, mentre Kreacher era di sopra a fare chissà cosa.
- Siamo stati in giro per Diagon Alley - disse Ginny rompendo il
silenzio - Volevamo vedere come si evolvevano le cose dopo la caduta
del ministero... Beh si sono evolute piuttosto in fretta devo dire! -
la rossa prese una pausa - Siamo ricercati. Tutti e quattro. -
- CHE? - Harry annuì. - Già. Non so come ma sembra che abbiano
scoperto che tu e Ginny non siete a casa. - Ron era quasi paralizzato.
- M-ma e alla Tana? che è successo? PARLA! - urlò addosso alla
sorella. - Calmati Ronald. - lo fermò Hermione - Credi che staremmo qui
a discutere se ai tuoi fosse successo qualcosa? - il rosso, ora un poco
più tranquillo, si risedette. Non si era nemmeno accorto di essersi
alzato urlando.
- Mamma e papà stanno bene, Ron. Gli abbiamo mandato un patronus
disilluso in modo che nessuno lo potesse vedere. Hanno detto che il
ministero è stato a casa loro ieri sera sul tardi e hanno rotto
l'incantesimo di Ginny. Il fantasma se l'era già squagliata. A quel
punto c'è stato qualcosa che i gemelli hanno definito "un'opera
teatrale non meno bella di quelle di Shakespeare" -
A quella battuta nessuno poté fare a meno di sorridere. - Dobbiamo
andare alla biblioteca di Diagon Alley - disse Hermione dopo aver
riflettuto attentamente. Gli altri la guardarono come se fosse
impazzita - Non era questala ragione per cui siamo venuti a Londra,
almeno all'inizio? -
Ginny la guardò storto - Herm, lo sai che ci sono i nostri manifesti
con le taglie? - Ron si riscosse interessato. - Davvero? Le taglie
addirittura? E quanto sono? - Sembrava quasi lusingato più che
preoccupato, tanto che Hermione gli diede uno scappellotto.
Harry rise con Remus e Tonks. - Duecento galeoni tondi tondi a
testa. - rispose il moro. Remus rise ancora, della sua risata un po'
stanca e nostalgica - Mi ricordi sempre di più James. Anche per lui e
Sirius sarebbe stato il massimo avere una taglia sulla testa. -
- Quindi si va? - domandò Hermione riportandoli al punto.
Mezz'ora dopo circa erano immersi nella biblioteca pubblica di
Diagon Alley, circondati da scaffali stracolmi di libri e da
quell'odore particolare ce solo la carta vecchia riesce a dare. - Ci
dici cosa stai cercando? - disse Ron spazientito controllandosi allo
specchio dietro Hermione. La sua amata lo aveva trasformato in un
piccoletto con lunghi capelli neri e glieli aveva stretti in un
elastico. Assomigliava molto a Bill per la verità, tranne ovviamente
per il colore di capelli. E per l'altezza.
Harry e Ginny, anche loro trasformati così come la loro amica,
risero vedendo l'occhiataccia infastidita che Hermione riservò a Ron
mentre questi toglieva l'elastico e si rifaceva la coda, mai
soddisfatto. - Niente - disse la bruna, al momento con una corta
zazzera bionda tanto da sembrare un maschiaccio - Anche con i libri più
avanzati non riesco a capirci niente. -
Ginny spalancò gli occhi. - Herm! - la chiamò eccitata - Guarda allo
specchio... - La ragazza si girò ma non vide niente di particolare,
tranne il suo nuovo aspetto.
Allora l'amica, spazientita, le strappò di mano il foglio mettendolo a
distanza ragionevole in modo che Hermione lo vedesse a fuoco nello
specchio. - Sono al contrario! -
Ginny alzò gli occhi al cielo - Alle volte sei proprio ovvia, amica
mia! - Uscirono dall'edificio di volata. All'uscita Ron si scontrò con
un uomo alto vestito di nero. - Scusi... - borbottò prima di alzare gli
occhi sul nuovo entrato. Malfoy senior. Appena lo riconobbero tutti
quanti i loro sguardi si fecero raggelanti.
- Imparate a guardare dove andate, stupidi mocciosi. - li apostrofò
duramente. Gli occhi di Harry parvero mandare lampi pur diventando, se
possibile, ancora più gelidi. - E lei dovrebbe imparare da suo figlio.
- sibilò. Malfoy arretrò quasi spaventato - Che hai detto? -
- Solo che suo figlio ha molto più coraggio di lei - ripeté a voce
alta, sostenendo lo sguardo. Il sorriso di Malfoy si fece beffardo -
Non credo stia a te dirmi come crescere quello stupido di mio figlio.
Però potremmo chiamare il Signore Oscuro e vedere cosa ne pensa... -
Queste ultime parole le disse al vuoto. I quattro erano spariti.
***X***
Dopo essere sfuggiti, con una corsa mozzafiato, al signor Malfoy si
rifugiarono in casa. Solo allora Ron cominciò la sua filippica. - Ma
come ti è saltato in testa di dire quelle cose?! Hai pensato prima di
aprire quella boccaccia?! -
Tirò avanti per dieci minuti buoni fin quando Ginny non lo
interruppe, durante una pausa per riprendere fiato - Certo che sei un
drago coi rimproveri! Immagino già i miei poveri nipoti correre dalla
zia... - Per qualche motivo sia Ron che Hermione arrossirono fortemente.
- Ad ogni modo Harry, Ron ha ragione - convenne la sorella - Non è
stata una mossa molto furba; soprattutto quella frase in serpentese -
Il moro, tornato al suo vero aspetto, si corrucciò - Quale frase in
serpentese? Io ho sempre parlato, nient'altro - Tre paia di occhi lo
guardarono spaventati mentre altrettante teste venivano scosse. - La
prima parte. Hai sibilato forte e tutti siamo arretrati. E sai
benissimo che gli unici a parlare quella lingua in questo secolo siete
tu e Voldemort - gli ricordò Hermione
Harry si sedette di schianto su una poltrona. - Oh Merlino! -
sospirò. Ginny gli si sedette subito accanto posizionandosi sul
bracciolo della poltrona. - Non fa niente, Harry, vorrà dire che ce ne
andremo al più presto da Londra, cammuffati in un'altra maniera. -
Hermione annuì - Ginny ha ragione. Portatemi uno specchio piuttosto
- Tre paia di occhi si fissarono su di lei. - Le rune... quelle che ci
ha lasciato Silente... -
fece lei con una vocetta stupida, come quella che si usa per
farsi capire dai neonati o dagli sciocchi. - Oh, insomma - sbottò alla
fine quando ancora nessuno pareva aver capito quello che intendeva
dire. - Portatemi uno specchio. E non quello incantato della stanza di
Harry, non lo sopporto -
Attesero dieci minuti che Hermione traducesse quelle rune. Harry
aveva iniziato una partita a scacchi con Ron, ma senza Ginny a
distrarlo il moro venne sconfitto per l'ennesima volta. Il tutto fu
sormontato dal commento di Ron - Stai migliorando, però -
Harry stava per lanciarsi su di lui quando Hermione annunciò di aver
finito - Volete sentire o preferite continuare a fare gli idioti? -
Ginny sbuffò - Se aspettiamo questi due stiamo fresche. Leggi. -
"Salve signorina Granger,
E salve anche ai signori Potter e Weasley, ovviamente; ed alla piccola
Ginevra se, come credo, è venuta con voi. Piccola pre modo di dire,
s'intende.
Mi auguro di essere ancora in tempo per aiutarvi in qualche modo anche
dopo la mia morte che, mi auguro, sarà avvenuta secondo i miei piani.
Ma non soffermiamoci oltre su
questi argomenti tristi. Piuttosto congratulazioni per aver risolto il
mio enigma leonardesco; ero quasi convinto di essere andato troppo
oltre. Ah, e congratulazioni anche per essere vivi, certo.
Veniamo agli aiuti. Se, come
suppongo, state ancora cercando gli Horcrux ecco alcune dritte:
Osservate bene alle radici delle cose, Voldemort è molto legato ad
esse. Potreste provare a cercare là dove risiedono le magie più
antiche. I villaggi più antichi della Gran Bretagna, per esempio, o là
dove vissero i quattro grandi.
Se fossi in voi, comunque, mi dirigerei a Sud, verso Broceliande.
Quella foresta infatti è luogo di grande potere magico. Il sepolcro di
Merlino. Badate bene non sarà facile trovarlo. C'è un tempio celtico
dove si recano i babbani, ma dubito fortemente che sia laggiù. Dovrete
cercare più in profondità, dove la foresta cresce secondo le leggi
della magia.
Se invece, cosa più improbabile,
avete già trovato e distrutto tutti gli Horcrux vi porgo i miei
complimenti. Ora sono certo che sappiate del rapimento di Olivander.
Quello che non sapete è che esiste un'arma oscura, temibile in quanto
non si conoscono i suoi poteri e Olivander stesso è stato il suo ultimo
custode. Lui solo sa come e dove l'arma era nascosta. Dico era per il
semplice motivo che è molto improbabile che il pover uomo sia riuscito
a tenere il segreto. Quindi state attenti quando dovrete affrontare lo
scontro finale con Voldemort sia esso domani o tra un mese
Ora non voglio mettervi sotto
pressione, ma molto probabilmente il ministero cadrà presto se non è
già accaduto. Quando succederà, voi non dovrete fare nulla, non si può
impedire. State attenti però a non farvi riconoscere. Mai.
Sono tuttavia certo che la signorina Granger vi avrà già torturato a
sufficienza sull'argomento.
A tutti vorrei dare ora la mia
benedizione. Non dimenticate il potere dll'amore che vi lega, perché
non c'è esistenza degna di essere vissuta senza la lealtà di una
compagna. O compagno, per chi preferisca!
In ultimo vorrei aggiungere solo poche parole. Pigna, pizzicotto,
manicotto tigre.
Il vostro affezionatissimo amico e
preside
Albus PercivalWulfric Brian Silente
- Quel tipo era assolutamente fuori di testa - disse Ron con voce
rotta. Hermione sorrise. Anche lei aveva provato una forte
emozione nel leggere le ultime parole del loro mentore. - Già, ma era
anche geniale. Aveva persino intuito che Ginny sarebbe venuta con noi -
La rossa al momento era un poco scossa, ma fece in fretta a
riprendere la calma necessaria. - Dobbiamo quindi girare il paese senza
meta? - Harry scosse la testa. - Abbiamo una meta. - ribadì.
Tre teste si voltarono a fissarlo - Hogsmeade, per esempio. E anche
Godrics Hollow. Inoltre sono certo che tra i libri di Hermione ci sarà
qualcosa... Mi chiedo solo come vuole che in effetti potremo girare il
paese dalla Scozia alla Cornovaglia senza essere notati - disse -
Quello che preoccupa me, invece - intervenne Ron - è quello che ha
scritto nella lettera. Cosa vuol dire "la mia morte sarà avvenuta
secondo i miei piani"? -
- E vogliamo parlare di questa fantomatica "arma" di cui Voldemort è
in cerca? - chiese ancora - E' tutto troppo nebuloso ancora... -
Ginny annuì - Hai ragione. Per quello penso che ci dovremmo
concentrare suglio Horcrux. La verità salterà fuori, prima o poi. -
- Cominciamo quindi a decidere un posto particolare dove cercare -
decise Hermione - Hogsmeade non va bene, troppo vicino alla scuola.
Sarà certamente il primo posto che Silente ha controllato. Stesso
dicasi per Godrics Hollow - si girò a guardare Harry - Lo so che ci
tenevi ad andare, ma credo che per ora sarebbe meglio continuare a
cercare gli Horcrux -
Il moro annuì grave - Capisco e hai ragione - sorrise guardandola -
Ma quando avremo finito vi trascinerò tutti e tre dai miei, sono stato
chiaro? - Sorrisero tutti mentre Ginny scivolò dal bracciolo della
poltrona sedendosi direttamente sulle gambe del ragazzo e stampandogli
un grosso bacio sulle labbra.
- Ehm! - tossicchiò Ron per staccarli - Tanto dopo salite in camera,
no? Ora vediamo di finire questa cosa. Allora, 'Mione, che altri posti
ci rimangono? -
Hermione, che personalmente li avrebbe pure lasciati continuare
magari tirando Ron in un'altra stanza, riprese a parlare - Beh, io ho
letto una volta di Huffle un villaggio sulla costa Est che dovrebbe
essere stato fondato da Tosca Tassorosso, ma non sarebbe molto comodo.
Soprattutto considerando l'altra meta che ci ha suggerito Silente.
Broceliande -
Ron ed Harry non fecero una mossa, mentre gli occhi di Ginny
tradirono una forte emozione. - Il sepolcro di Merlino. Ma... non è in
Francia? - Hermione annuì confermando i dubbi dell'amica. - E come
diavolo facciamo ad attraversare la Manica? - chiese Ron stupefatto. -
Proprio tu lo chiedi, Ron? - domandò Harry ridendo forte. - Con la tua
passione per il Quidditch pensavo ci saresti arrivato prima... -
Gli occhi del rosso si allargarono mentre comprendeva l'allusione
dell'amico. - Vuoi attraversare 100 kilometri di mare su di una scopa?
- Hermione però ci stava pensando seriamente - Potrebbe essere un'idea
- disse cauta.
Ron ovviamente la guardò stralunato - Stai scherzando vero? -
chiese. La riccia scosse la testa - Ragiona, Ron. Primo seguiremo il
tragitto del Channel Tunnel tra Dover e Calais quindi saranno circa una
quarantina di kilometri. Secondo nessuno ci vedrebbe nemmeno cammuffati
e questo mi pare un gran vantaggio. -
Il rosso annaspò in cerca di una qualche motivazione - Ma e... e le
biciclette? Dove le mettiamo? - Ginny alzò le spalle - Le lasceremo
qui, torneremo a prenderle dopo. -
Harry scosse la testa - Già è difficile muoversi adesso, figuarti
quando Voldemort avrà consolidato il suo potere. No, dovremo portarle
con noi. Potremmo fare come gli amici di Charlie quando hanno portato
via Norberto. - Ron sbuffò, chiaramente infastidito dalla piega che
aveva preso quella discussione. Ginny rise. - Mi ricordi Zacharias
Smith alle riunioni dell' E.S. -
Hermione si illuminò - Smith? Come Hepzibah Smith? - Ron la guardò
stralunato, con uno sguardo inquietantemente simile a quello di Luna.
Hermione si rivolse spazientita verso Harry - Tu almeno te la ricordi,
vero? -
Il moro ci mise un po' - Intendi quella a cui Voldemort ha rubato...
- Hermione annuì esasperata - La coppa di Tassorosso, esattamente. -
Ginny sospirò - Andiamo a fare una visita a casa Smith, dunque?
Qualcuno sa dove abita? -
Hermione tirò fuori una vecchia pergamena dallo zaino poggiato lì
accanto. - Stai cercando lì, l'indirizzo? - chiese Ron
stupefatto. La ragazza sorrise - La McGranitt voleva nominarmi
caposcuola e quindi mi ha dato questa pergamena con tutti gli indirizzi
- spiegò continuando a cercare - Oh, no! Mi dispiace Harry. -
- Perché? Non sarà mica nel Surrey! - chiese lui scherzando.
Hermione gli porse la pergamena - Nelson Square 7, Little Whingin,
Surrey. - lesse scoraggiato - E' poco più fuori di Privet Drive. Vorrà
dire che staremo a casa mia -
Ron ed Hermione lo guardarono dubbiosi. - Ma Harry... e i tuoi zii?
- Il moro alzò le spalle - Sono andati da qualche parte con Kingsley,
non so esattamente dove. Per evitare che Voldemort li rincorra, sapete.
Chissà perché è convinto che farei di tutto per salvarli... - concluse
ridacchiando.
Se i due amici erano dubbiosi su quella scelta, Ginny era
assolutamente entusiasta - Mi piacerebbe proprio vedere dove abitavi
Harry. Ormai sei stato alla Tana tante di quelle volte che dovrai pur
restituirmi il favore - Harry sorrise pensando alla faccia che Ginny
avrebbe fatto nel vedere il ripostiglio dle sottoscala, meglio
conosciuto come la sua vecchia "camera".
***X***
La mattina dopo salutarono Remus e Tonks e si prepararono a partire. -
Ovviamente non potete dirci dove andate... - tentò un'ultima volta il
vecchio lupo mannaro. - Ovviamente - ripeté Harry a mo' di risposta. -
E nemmeno accettereste il nostro aiuto... - - Nella maniera più
assoluta -
Lupin non ebbe altra scelta che arrendersi - Allora buona fortuna -
sospirò - Ci saremo anche noi nella battaglia finale, non dubitate -
Ron sorrise - Ci contiamo, altroché - disse contento beccandosi una
gomitata nelle costole da Hermione. Con un ultimo saluto, i quattro
ragazzi inforcarono le bici e presero la strada maestra verso sud per
uscire da Londra.
Purtroppo per loro questa volta, Giove pluvio non ebbe pietà di loro
e del loro viaggio, ma rovesciò loro addosso talmente tanta pioggia da
ritardarli notevolmente, per non parlare dei vestiti e dei bagagli
completamente zuppi. Dopotutto non potevano certo fare un incantesimo
per restare asciutti: sarebbero parsi strani quattro ragazzi
completamente a loro agio e senza una goccia di pioggia addosso in
mezzo ad un violento nubifragio.
Così andavano avanti, asciugandosi solo dopo ore e ore di pioggia,
quando la sera montavano finalmente la tenda e si riposavano, senza
alcuna voglia di ricominciare il giorno dopo. Tre volte si ripeté
questa routine quando finalmente la mattina del quarto giorno
arrivarono in Little Whingin e cominciarono a cercare la casa di Harry.
Impresa non facile data la scarsa fantasia dell'architetto del
quartiere.
Finalmente dopo aver girato a lungo e saltato il pasto, cosa che Ron
trovava assolutamente insopportabile, passarono davanti ad una casa
conosciuta. - Ehi, ma quella è la casa della signora Figg! - urlò Harry
per sovrastare lo scrosciare della pioggia. - Spero significhi che
siamo vicini! - gridò Ginny di rimando - Non ho una singola parte dle
corpo che non sia fradicia -
- Il numero 4 è subito dopo! - Hermione si fermò, seguita dagli
altri - Non è possibile, Harry. Quella casa ha le luci accese! -
- Dei Mangiamorte non perderebbero certo tempo ad accendere le luci,
Hermione! - disse Ron sempre a voce alta. Anche vicini non riuscivano
quasi a sentirsi; non esiste suono più martellante della pioggia in
città. - Proviamo ad entrare! - decise Harry - Ma fuori le
bacchette!-
Appoggiarono le bici al muro, badando bene di non toccare agapanti o
peonie. Se davvero c'erano i suoi zii, zia Petunia sarebbe diventata
matta se qualcuno avesse osato toccare i suoi fiori. Si avvicinarono
con cautela alla porta di ingresso e suonarono il campanello. Una
figura massiccia venne ad aprir loro la porta. - Sarà uno scocciatore,
come al solito... - intervenne la voce profonda e scocciata di
zioVernon.
Quando l'omone aprì la porta si ritrovò due bacchette puntate alla
gola, mentre altre due le seguivano poco lontano. - F-forza, ragazzo
m-metti via quella cosa... - balbettò impaurito. Harry non accennò ad
abbassare il braccio - Ancora un attimo zio. Quale cane di zia Marge è
venuto ospite qui quattro anni fa? -
- S-squarta - mugolò l'omone con un colorito che stava assumendo
tonalità pericolosamente purpuree. I quattro rilassarono il braccio con
gran sollievo di Zio Vernon. - Non allarmarti, zio - riprese Harry - Ma
dovremo fare una domanda simile anche a zia Petunia e Duddley. Resta
qui con Ron e Ginny. -
Lui stranamente obbedì restando immobile mentre il nipote si
sincerava dell'identità della moglie e del figlio. Essersi asciugati
tutti e quattro e riuniti in salotto con la famiglia di Harry, Vernon
pretese delle spiegazioni.
- Pretendo delle spiegazioni - appunto - Cosa ci fate voi in questa
casa? - Petunia e Duddley sedevano con lui sul divano, mentre gli altri
quattro erano accomodati su alcune poltrone che avevano fatto apparire
dal nulla. Certo forse la poltrona di Ron non era così barocca e
comfortevole come quella di Hermione, ma serviva allo scopo.
Harry si prese tempo prima di rispondere, osservanod gli zii ed il
cugino. Duddley si era alzato in maniera impressionante arrivando anche
a superare zio Vernon e ristabilendo finalmente un po' di proporzioni
nel suo corpo. Petunia, invece, non era assolutamente cambiata anche se
quell'aria schizzinosa era dovuta più al fango sotto le loro suole che
alla loro presenza.Ginny intuì il disagio della donna e provvide a
pulire il tutto con un gratta e netta
ben formulato.
- Prima le presentazioni - disse il moro - Ron ed Hermione già li
conoscete.
Mentre questa è Ginny, la sorella di Ron e la mia fidanzata - annunciò
sorridendo alla rossa. Di tutti i membri della famiglia Dusley, solo
Duddley si alzò per stringere loro la mano, per poi tornare saduto
vicino ai genitori che non si erano mossi di un millimetro.
Harry sorrise di nuovo ed iniziò finalmente a spiegare. - Ti ricordi
quando ti ho parlato di lord Voldemort, vero? - Vernon annuì - Bene,
sconfiggerlo è ancora
più difficile di quello che pensavamo. Dobbiamo prima spezzare alcuni
incanti e probabilmente uno è qui vicino. - sospirò - Non ve lo
chiederemmo se non fosse necessario, ma lo è. Ci fareste rimanere un
paio di notti? Giusto il tempo di fare quello che dobbiamo e poi ce ne
andremo. -
Vernon stava per ribattere che mai e poi mai avrebbe permesso a
quattro anormali come loro di restare anche solo una notte sotto il suo
tetto, quando Duddley intervenne insapettatamente in loro favore. -
Papà, non faranno niente di male. Falli restare almeno per un po'. -
Mentre il povero ragazzo veniva stritolato dalla madre commossa, zio
Vernon diede l'ok.
- Potete restare. Non fate chiasso, non fatevi sentire e andatevene
al più presto. Starete nella vechcia camera
di Harry - detto questo si alzò e se ne andò borbottando qualcosa a
proposito della gioventù ingrata e testarda. Petunia e Duddley lo
seguirono presto. - E' un piacere rivederti tutto intero, Harry - disse
il cugino. - Anche per me Big D. - rispose piacevolmente sorpreso.
***X***
- Beh, non ci mostri la casa? - domandò Ginny quando gli altri se ne
furono andati. Harry sorrise e la prese per mano, guidandola prima
verso la cucina ed il bagno e poi allo sgabuzzino dove dormiva.
Hermione e Ginny si scandalizzarono - Davvero dormivi qui? - chiese la
riccia con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
- Già - disse - Quando v ho raccontato che dormivo in uno sgabuzzino
non intendevo solo una camera piccola. Proprio in uno sgabuzzino! -
Finirono il giro con la camera egli ospiti e quella di Duddley,
evitando accuratamente quella di zio Vernon. - E questa è camera mia. O
almeno lo era fino a un mese e mezzo fa. - Finito il giro mangiarono
qualcosa di quello che era avanzato dal viaggio, avevano in programma
di fare uan gitarella al supermercato più vicino prima di dirigersi a
Dover, e poi andarono a letto. Ron ed Hermione sarebbero andati nella
stanza degli ospiti mentre Ginny ed Harry sarebbero rimasti nella
stanza di quest'ultimo.
- Allora, che ne pensi della mia famiglia? - chiese il moro
sorridendo. Si erano buttati sul letto senza quasi cambiarsi, tanto
erano stanchi, solo che il letto era troppo stretto per due persone ed
ora non riuscivano a prendere sonno. Anche Ginny sorrise - Sono un gran
bel gruppo di bastardi, senza offesa. - Harry annuì, stringendola di
più fra le braccia. - Ti capisco. E' per questo che ogni estate non
vedevo l'ora id venire alla Tana. -
- Lo sai che ci facevi solo piacere. A me, forse, un po' di più, ma
sono dettagli... - Harry rise forte, baciandola poi sulle labbra. - Te
l'ho mai detto quanto sei straordinaria? - La rossa fece finta di
pensarci su - Oggi no, a dir la verità -
Andarono avanti parecchio così poi, sfiniti, si addormentarono
abbracciati, tesi ad occupare il meno spazio possibile. Il mattino si
sarebbero sicuramente sentiti due stracci usciti dalla lavatrice.
Ehilà! Chi si
ricorda di me? Nessuno?
Spero proprio di no. Altrimenti sai che noia scrivere senza i vostri
commenti?
Finalmente la
scuola è finita e posso dedicarmi alle storie che ho in sospeso. Sì,
storie perché nel frattempo ne sto scrivendo altre due e collaborando
alla stesura di una terza, quindi non so quanto sarò costante.
Sicuramente il
ritmo aumenterà un po' ad ogni modo.
Spero vogliate
leggere ancora! XD
P.S.
Broceliande esiste davvero e, secondo la leggenda, è davvero lì ch si
trova sepolto Merlino, in attesa della fine dei giorni
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=441246
|