L’ingorgo

di KillerQueen86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New, New, New, New York ***
Capitolo 2: *** Salvare Martha ***
Capitolo 3: *** Vecchi amici ***
Capitolo 4: *** Niente bugie ***



Capitolo 1
*** New, New, New, New York ***


Note dell’autore: Primo capitolo dell’episodio “L’ingorgo” della mia terza stagione con Rose. Ringrazio ancora una volta sia Little Fanny che BadWolfTimeLord, per il loro appoggio. Premetto che ho avuto delle grosse difficoltà nel scriverlo, visto che non è il mio episodio preferito (a parte quando il Dottore racconta di Gallifrey).

Ditemi cosa ne pensate mi raccomando, aspetto le vostre recensioni.

Disclaimer: Doctor Who e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.

 

 

L’ingorgo

 

Capitolo 1

New, New, New, New York

 

Il Dottore stava lavorando sotto la console del Tardis, sdraiato sulla grata, a sistemare i delicatissimi chip della sua nave. Si trattava di un semplice controllo, ma non era molto concentrato, si ritrovava spesso a ricominciare da capo perché si distraeva facilmente. Come spesso capitava ultimamente, i suoi pensieri erano rivolti a Rose.

A lavoro ultimato, dopo una buona mezz’ora, si rimise in piedi e guardò subito verso il monitor.

“Bene, siamo pronti per il prossimo viaggio.” Disse voltandosi verso il sedile, dove pensava di trovare le due ragazze, ma con sua sorpresa c’era solo Martha, intenta a leggere un giornale, di Rose nessuna traccia si guardò attorno, ma niente la biondina non c’era.

D… dov’è Rose?” chiese.

“E’ andata da quella parte, diceva che doveva chiamare sua madre.” Gli rispose Martha annoiata, indicandogli il corridoio del Tardis, distraendosi dalla sua lettura.

“Ma questo più di un ora fa.” Spiegò rendendosi conto del tempo passato, il Dottore roteo gli occhi al cielo, sapendo fin troppo bene che una telefonata di Jackie poteva durare ore.

“Va bene, vorrà dire che andrò a vedere se è tutto a posto.” Disse iniziando ad uscire dalla sala.

“Ma io che faccio?” chiese Martha visibilmente contrariata.

“Non lo so.” Le rispose fermandosi.

Solo… non toccare niente… rimani lì, ok?” si raccomandò, la ragazza sbuffò e si rimise a leggere seccata.

Il Dottore si aggirava tra i corridoi del Tardis, con le mani affondate nelle tasche, andò verso la camera di Rose, ma la porta era aperta e la stanza vuota.

Un dolce profumo di the iniziò a diffondersi per il corridoio, il the che solo la sua Rose Tyler sapeva fare, con il sorriso stampato in viso arrivò in cucina.

“Rose Tyler, mi leggi nel pensiero. Avevo proprio bisogno del tuo the.” Disse entrando sorridendo.

Era seduta al tavolo con una tazza di the fumante, la vide sorridergli, ma si rese conto che qualcosa non andava, sembrava tormentata da qualcosa. Prese la sua tazza di the e si mise seduto accanto alla ragazza.

“Hai finito di sistemare il Tardis?” chiese lei.

“Siamo pronti per il prossimo viaggio.” Le rispose sorseggiando la preziosa bevanda.

“Come sta Jackie?” chiese, cercando di capire se il suo strano comportamento era legato alla madre.

“Preparati ad una bella lavata di testa, per la prossima volta che andiamo a trovarla.” Gli disse scherzando, il Dottore si allarmò.

“Per cosa?” chiese preoccupato.

“Ha scoperto che siamo stati a Londra e non siamo andati a trovarla.” Gli rispose punzecchiandolo sul braccio con il dito.

“E se gli portiamo un regalino?” suggerì lui.

“Dovrà essere un gran bel regalo. Altro che Bazulium, stavolta non ci basterà neanche il Coinor.” Scherzò la ragazza.

“Allora, come mai ti sei rifugiata qui?” chiese il Dottore tornando serio.

“Avevo solo voglia di una tazza di the.” Rispose distogliendo lo sguardo da lui.

“Martha mi ha detto che sei qui da quasi un ora, come mai?” chiese ancora.

“Nulla di preoccupante, solo un po’ di nostalgia di casa.” Gli rispose sforzandosi di sorridere.

“Vuoi tornare a casa?” le chiese.

“Non ancora, che ne dici invece di un altro viaggio con Martha?” gli chiese cambiando discorso.

“Futuro?” chiese lui sorridendo, sapendo perfettamente dove portarle.

“Perché no.” Gli disse quasi sfidandolo.

“Sai già dove portarci, vero?” gli chiese curiosa, il Dottore sorrise pensando che la sua idea l’avrebbe fatta felice, l’avrebbe fatto ricordare bei momenti.

“Oh ti piacerà tantissimo.” Le disse alzandosi, le porse la mano aiutandola ad alzarsi.

“Davvero?” chiese lei sempre più curiosa.

“Fidati.” Scherzò lui.

“Sei il solito presuntuoso.” Rispose lei con ironia tirando fuori la lingua. Il Dottore le strinse la mano e la tirò fino alla stanza della console.

“Finalmente, dove eravate finiti?” chiese Martha vedendoli rientrare. Il Dottore si mise subito ai comandi del Tardis.

“Oh, nulla prendevamo solo una tazza di the.” Rispose Rose sedendosi accanto alla ragazza.

“Un solo viaggio avevo detto. Un viaggio nel Tardis e poi a casa.” Iniziò a dire il Dottore manovrando i comandi del Tardis, Rose vide sul viso di Martha una forte delusione.

“Anche se, penso che potremmo forzare la definizione.” Continuò alzando lo sguardo sulle due.

“Diciamo un viaggio nel passato e uno nel futuro?” chiese retoricamente, il sorriso di Martha si illuminò nuovamente.

“Nessuna lamentela signore.” Gli rispose entusiasta.

“Rose?” le chiese il Dottore, per tutta risposta la ragazza sorrise.

“Credo che sia un idea fantastica.” Gli rispose come se prima non avessero parlato.

“E’ di un pianete diverso cosa ne pensate?” continuò a chiedere strizzando l’occhio a Rose, che aveva già capito la loro destinazione.

“Possiamo andare sul tuo?” chiese ingenuamente Martha, Rose deglutì vedendo il sorriso del Dottore scomparire.

Naah… ci sono un sacco di altri posti.” Le rispose tornando a concentrarsi sul Tardis, ma Martha non sembrava voler mollare, si alzò e lo raggiunse.

“E dai, il pianeta dei Signori del Tempo merita di essere visto.” Continuò ad insistere.

“Martha non credo sia il caso.” intervenne Rose con dolcezza, sperando che la smettesse di parlarne.

“Tu ci sei stata?” le chiese. Rose guardò il Dottore, lo sguardo assente, sicuramente a ripensare a quella guerra.

“Com’è fatto?” chiese ancora. Rose stava per risponderle, quando la voce del Dottore la fermò.

“In effetti… è splendido!” disse il Dottore con voce malinconica.

“Assomiglia a quelle città dello spazio tutte spirali e cose del genere?” chiese Martha con aria sognante, dandogli le spalle. Rose guardò il Dottore preoccupata.

“Abbastanza” rispose lui, mentre tentava di lavorare sui comandi del Tardis.

“Con enormi templi e cattedrali?” continuò la ragazza entusiasta all’idea, Rose invece si avvicinò lentamente al Dottore, riuscendo a vedere nei suoi occhi tutto il dolore, proprio come quando gliene parlò la prima volta.

“Si.” Le rispose a fatica, con la voce soffocata. Rose gli prese la mano fermando i suoi movimenti.

“E un sacco di pianeti nel cielo.” Continuò  Martha. Il Dottore alzò lo sguardo su Rose incrociando i suoi occhi, la ragazza gli sorrise.

“Il cielo è arancio bruciato.” Iniziò a raccontare con la voce carica di malinconia, alzando gli occhi al cielo ricordando quei luoghi così famigliari per lui, Rose si stupì quando si accorse che stava parlando al presente.

“Con la cittadella racchiusa in un enorme cupola di vetro, che splende sotto i soli gemelli. E ci sono catene montuose che si estendono all’infinito, con le pendici di erba rosso scuro e le cime di ghiaccio.” Raccontò come se vedesse quelle immagini chiaramente nella sua mente, Martha sembrava rapita da quelle parole, mentre Rose nascose una lacrima, che senza rendersi conto le stava rigando il viso, pensando alla grande perdita del suo Dottore.

“Ci possiamo andare?” chiese ancora Martha quasi senza fiato, il Dottore aveva ripreso a guardare i comandi del Tardis, lasciando la mano di Rose che per tutto il tempo aveva stretto saldamente.

Naah, io non mi diverto, non voglio andare a casa.” Le disse tornado il Dottore di sempre, allontanandosi dal monitor e ricominciando a girare attorno alla console.

“Vedrai questo è molto meglio.” Spiegò tornando al monitor, mentre il Tardis riprese a muoversi, le due ragazze si aggrapparono di nuovo alla console.

“L’anno cinque miliardi e cinquanta tre.” Disse correndo a prendere il capotto, non appena la navicella si fermò.

“Il pianeta Nuova Terra, la seconda patria dell’umanità.” Spiegò alzando lo sguardo su Rose sorridendole, che però rimase ferma ancora preoccupata per il Dottore.

“Cinquanta mila anni luce dal vostro mondo, ci catapultiamo nel cuore di nuova New York.” Spiegò mettendosi il capotto, mentre Martha lo raggiunse, Rose osservava dalla console.

“Anche s’è la quindicesima New York.” Continuò a spiegare aprendo e porte del Tardis e voltandosi ancora una volta verso Rose.

“Quindi sarebbe, Nuova, nuova, nuova, nuova New York, una delle più folgoranti città dell’universo.” Disse spingendo Martha fuori, sulla porta del Tardis c’era una freccia lanciata dall’esercito della regina Elisabetta Prima, il Dottore la prese e la buttò sulla grata notando Rose ancora ferma alla console.

“Che fai non vieni?” chiese guardandola, Rose si avvicinò a lui.

“Stai bene?” gli chiese. Il Dottore le sorrise e le prese la mano.

“Benissimo Rose. Allons-y.” Le mentì tirandola fuori dal Tardis, i due furono investiti dalla pioggia che scendeva sulla città. Il Tardis si era fermato in un vicolo stretto e scarsamente illuminato.

“Sbaglio o è leggermente diversa da come la ricordavo?” chiese Rose guardandosi intorno.

“Un po’ più umida dell’ultima volta.” Scherzò il Dottore. I due videro Martha dall’altra parte della strada sotto una tettoia e corsero per raggiungerla.

“Strano modo di essere sfolgorante.” Disse la ragazza quando i due si avvicinarono.

“Dai un po’ di pioggia non ha mai fatto male a nessuno.” Disse il Dottore scompigliandosi i capelli.

“Dovremmo muoversi da qui.” Disse Rose infreddolita. Il Dottore non perse altro tempo la prese per mano e i tre iniziarono a correre sotto la pioggia.

 

Fine Capitolo

 

 

Note finali: Lo so, lo so, non è un granché come inizio lo ammetto, ma voglio sapere cosa ne pensate, mi raccomando.

 

Correzione: Luglio/2011 revisione del capitolo.

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Capitolo 2
*** Salvare Martha ***


Note dell’autore: Eccovi il secondo capitolo di “L’ingorgo”, ringrazio di nuovo BadWolfTimeLord per la recensione del primo capitolo e spero vivamente che anche questo capitolo sia di tuo gradimento.

 

Capitolo 2

Salvare Martha

 

Il Dottore e  Rose corsero verso l’imbocco dell’autostrada sperano di ritrovare Martha. Rose comunque non riusciva a dimenticare il fatto che il Dottore le avesse mentito, lo aveva fatto per tranquillizzarla, ma restava pur sempre una bugia e lei detestava quando lo faceva.

Si fermarono davanti una porta e il Dottore tirò fuori il suo cacciavite sonico, Rose invece ne approfittò per riprendere fiato.

“Tutto bene?” le chiese il Dottore senza staccare lo sguardo dalla porta.

“Si, devo solo riprendere fiato.” Gli rispose con affanno, lo guardò e vide che qualcosa lo stava tormentando.

“Tu invece tutto bene?” chiese avvicinandosi.

“Certo.” Gli mentì di nuovo, stava per affrontarlo, quando la porta si aprì. I due si affacciarono  trovandosi davanti un centinaio di auto che si muovevano lentamente, l’aria era disgustosa per entrambi, iniziarono a tossire non riuscendo a tollerare i gas nell’aria.

“Non …. Riesco …. a respirare.” Disse Rose tossendo più forte.

“ Neanche io.” Le rispose tossendo di rimando, per loro fortuna la macchina davanti a loro si aprì, un tizio con il viso coperto si rivolse a loro.

“Voi due, che diavolo credete di fare lì fuori? O usciti o salite in macchina, avanti.” Li invitò nel suo trabiccolo. Una volta dentro una donna porse ad entrambi una piccola bombola di gas.

“Mettete queste e respirata con calma.” Disse la donna aiutandoli.

“Mai vista una cosa simile. Se ne stavano lì in piedi a respirare.” Continuò a dire l’altro, si tolse gli occhialini e poi tolse la sciarpe che gli copriva il viso. Solo allora Rose vide che l’uomo aveva le sembianze di un gatto, come le sorelle che aveva incontrato la prima volta su quel pianeta.

“Stai bene?” le chiese il Dottore visibilmente preoccupato. Rose annuì tranquillizzandolo.

“C’è una storia che dice che tempo fa, sulla tangenziale 47, una donna è rimasta tra i fumi di scarico per circa venti minuti, quando l’avevano trovata, la sua testa si era gonfiata di un metro e mezzo.” Raccontò l’uomo-gatto.

“Ah, te lo stai inventando.” Disse la donna seduta di fronte a loro, il Dottore e Rose si guardarono dubbiosi.

“Una testa di un metro e mezzo, una vera follia.” Continuò l’altro sedendosi davanti al posto di guida, mentre i nuovi arrivati si guardarono intorno.

“Pensa a mettersi le dita nel naso.”  Continuò.

“Smettila, sei disgustoso.” Lo richiamò lei.

“Perché tu non lo hai mai fatto?” chiese retorico.

“Brannigan  si stanno muovendo.” L’avvertì la donna guardando fuori dal trabiccolo.

“Bene.” Rispose mettendosi in moto. Fecero solo pochi metri e  si fermarono di nuovo.

“Venti metri, è una giornata buona.” Disse l’autista, voltandosi verso i suoi passeggeri.

“Voi chi sareste? Siete vestiti bene per essere degli autostoppisti!” chiese guardandoli, il Dottore si tolse la maschera per l’ossigeno seguito da Rose.

“Scusate, io sono il Dottore e questa è la mia compagna Rose.” Spiegò sorridendo gentilmente.

“Uhm uomo di medicina … ah io sono Tomas Kinkey Brannigan.” Si presentò con entusiasmo.

“Lei è il tormento della mia vita, la deliziosa Valery.” Scherzò indicando la donna.

“Piacere di conoscervi.” Ricambiò la donna ignorandola battuta di Brannigan.

“E quello dietro di voi è il resto della famiglia.” Disse indicando una tenda dietro di loro. Il Dottore fece largo a Rose, scoprendo una piccola cuccia, dove c’erano cinque gattini che miagolavano e giocavano tra loro.

“Che carini!” disse il Dottore.

“Sono splendidi.” Disse Rose avvicinandosi e accarezzandone uno.

“Ciao piccolo.” Salutò la ragazza sorridendo.

“Posso?” chiese alla madre, che annuì con la testa. Con delicatezza Rose ne prese uno in braccio e continuò ad accarezzarlo.

“E’ splendido.” Disse il Dottore avvicinandosi e accarezzandolo anche lui, il gattino alzò la zampetta per giocare con la mano del Dottore.

“Gli stai simpatico a quanto sembra.” Scherzò Rose.

“Sono irresistibile per tutti.” Le rispose il Dottore con ironia.

“Voi avete figli?” chiese Valery sorridendo, i due si guardarono imbarazzati.

“Oh noi … non stiamo … ecco … non stiamo insieme.” Rispose il Dottore con qualche difficoltà.

“Siamo … solo buoni amici.” Concluse Rose cercando di nascondere il suo rossore. Brannigan e Valery si guardarono divertiti.

“Se lo dite voi.” Disse Brannigan trattenendo una risata. Rose e il Dottore distolsero lo sguardo imbarazzati.

“Quanto hanno?” chiese il Dottore cambiando discorso.

“Solo due mesi.” Rispose la madre allungando la mano per accarezzarli.

 

Rose se ne stava seduta accanto alla cuccia dei gattini coccolandone uno, mentre il Dottore pensava un modo per ritrovare Martha. Ebbe un brivido e si strinse nelle spalle, rimettendo insieme agli altri il gattino che aveva in braccio, il Dottore se ne accorse e si avvicinò.

“Tutto bene?” le chiese inginocchiandosi davanti a lei.

“Si, sono solo un po’ infreddolita.” Gli rispose sorridendo. Il dottore ricambiò il sorriso e le spostò una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso.

“Tranquillo, la troveremo.” Lo tranquillizzò capendo il suo tormento.

“E’ tutta sola.” Le ricordò il Dottore.

“Lo so, ma vedrai che la troveremo.” Continuò a rassicurarlo, sapeva bene che il Dottore sarebbe riuscito a salvare Martha e riportarla a casa, del resto lo aveva fatto con lei diverse volte.

“Non so perché le ho mentito.” Disse senza pensarci, Rose ne fu in parte felice perché era raro che si confidasse con lei, si spinse verso lui e lo abbracciò più che poteva, lui si aggrappò a lei quasi disperato, riusciva a sentire tutta la sua solitudine e il bisogno di averla accanto.

“E’ il caso di entrare in azione.” Disse il Dottore sciogliendosi dall’abbraccio, si avvicinò a Brannigan e Valery.

“Dobbiamo andare sulla corsia veloce, portaci lì.” Gli disse, ma i due piloti si guardarono.

“Neanche tra un milione di anni.” Gli rispose Brannigan, Rose si avvicinò

“Ma siamo quattro passeggeri.” Gli ricordò il Dottore.

“Comunque io non ci vado.” Insistette ancora il pilota.

“Lei è sola e smarrita, non appartiene neanche a questo pianeta. Non possiamo lasciarla lì.” intervenne Rose.

“La risposta è no.” Rispose Valery voltandosi nervosamente verso i due.

“Non metto a rischio i bambini laggiù.” Continuò distogliendo lo sguardo.

“Perché no? Qual è il rischio?” chiese Rose guardando i due.

“Cosa c’è nella corsia veloce?” chiese il Dottore.

“Non ne voglio discutere, la conversazione è chiusa.” Insistette Valery.

”Ma laggiù c’è una nostra amica.” Insistette ancora il Dottore.

“Ci dispiace, ma noi da qui non ci muoviamo.” Gli rispose Brannigan.

“E continuerete a viaggiare.” Rifletté Rose ad alta voce.

“Per quanto tempo ancora?” chiese il Dottore sempre più arrabbiato.

“Fino alla fine del nostro viaggio.” Gli rispose l’uomo-gatto.

 

Fine

Capitolo II

 

Note dell’ autore: Recensite, recensite, mi raccomando. Vi chiedo scusa se ci sono errori di grammatica. Al prossimo capitolo, baci.

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Capitolo 3
*** Vecchi amici ***


Note dell’autore: Eccovi il terzo capitolo dell’episodio “L’ingorgo” della mia terza stagione con Rose. Torno a ringraziare BadWolfTimeLord per la recensione, spero che anche questo ti piaccia, prometto di aggiornare presto anche l’altra storia.

 

Buon divertimento... e ricordatevi di recensire ;)

 

Capitolo 3

Vecchi amici

 

Nel sentire l’inno della città, Rose non riuscì a trattenere le lacrime che silenziosamente iniziarono a scorrere sul suo viso. Ripensò al Dottore, e tutto quello che aveva perso. Pensò a sua madre, che per stare ancora con lei, aveva lasciato la sua ultima possibilità di vivere serenamente con suo padre. Pensò a quanto in quel momento avrebbe voluto avere sua madre accanto. Sentì la mano del Dottore che strinse la sua, si voltò incontrando i suoi occhi, riusciva a vederla, la sua solitudine, lo vedeva chiaramente.

La tirò verso di se e la strinse più che poteva, cullandola dolcemente, proprio come aveva fatto dopo la battaglia di Canary Warf.

Si divisero lentamente, quando la canzone finì, il Dottore le asciugò le lacrime e le sorrise dolcemente, rimasero mano nella mano, il Dottore guardò un attimo fuori dall’auto.

“Bene, mi toccherà fare tutto il lavoro.” Disse il Dottore improvvisamente, si voltò verso la botola dell’auto e si chinò.

“Hai un piano?” chiese Rose seguendolo.

“Più o meno.” Disse tirando fuori il suo cacciavite sonico e passandolo sopra la botola.

“Che cosa pensi di fare?” chiese Brannigan.

“Troverò la mia strada da solo, come sempre.” Rispose un po’ infastidito, aprì la capsula e alzò lo sguardo di nuovo verso Rose.

“Cosa vuoi fare?” chiese Rose preoccupata. Il Dottore si tolse la giacca e la consegnò a Brannigan, poi prese le mani di Rose.

“Rimani qui, sarà più sicuro per te.” Le disse con dolcezza.
“Cosa? No, non se ne parla, io vengo con te.” Disse la ragazza.

“Rose, non c’è tempo, devi rimanere qui.” Continuò a rassicurarla, guardò nella botola e vide che un auto si posizionò proprio sotto di loro.

“E ora di andare.” Disse separandosi da Rose.

“Abbiate cura di Rose.” Disse rivolto verso i due.

“Ci vediamo tra un po’, te lo prometto.” Disse ancora rivolto verso di lei, la ragazza di sforzò di sorridergli, si chinò di nuovo verso la botola aperta.

“A proposito, trattamela bene. Amo quella giacca, me la regalata Janis Joplin.” Disse agli altri due, indicando la giacca che teneva Valery.

“Ma non puoi saltare.” Le disse la donna preoccupata.

“Se ti può consolare Valery, in questo momento ho una paura folle.” Le rispose, sorrise a Rose e si buttò giù.

“Vedi di ritornare da me Dottore.”gli urlò Rose sorridendo.

“Contaci miss Tyler.” Ricambiò lui.

“E completamente folle.” Disse Valery sconvolta.

“Esatto, ed è anche un po’ megalomane.” Le rispose Brannigan, Rose invece sorrise ai due.

“No, è semplicemente il Dottore.” Disse sorridendo, riuscendo finalmente a riconoscere il suo amato Dottore.

 

Era passato un bel po’ di tempo, ma del Dottore nessuna notizia, non aveva idea se era riuscito a trovare Martha o se peggio gli era successo qualcosa. Odiava aspettare, si sentiva inutile voleva fare qualcosa, cercare di aiutare il Dottore in qualche modo ma, non sapeva come fare.

“Tieni avrai sete.” Disse Valery porgendole un bicchiere d’acqua, destandola dai suoi pensieri.

“Grazie.” Disse accettando l’acqua. La Donna si mise seduta accanto a Rose, vicino alla cuccia dei gattini che si erano addormentati.

“Cosa c’è nella corsia veloce?” chiese Rose seriamente preoccupata, Valery sembro innervosirsi di nuovo, così la ragazza le appoggiò una mano sulle sue.

“Ti prego, ho bisogno di saperlo.” La supplicò.

“Nessuno lo sa.” Rispose Brannigan.

“Molti dicono che chi è andato sulla corsia veloce, non è più tornato.” Continuò a spiegare.

“Molti altri dicono che se sei abbastanza vicino si può sentire strani rumori, provenire da lì sotto.” Continuò Valery.

“Ci dispiace per la vostra amica, ma io devo preoccuparmi dei miei piccoli.” Continuò a dire la donna, sinceramente dispiaciuta.

“Lo capisco.” Rispose Rose, sorridendole. Non poteva avercela con quei due, in fondo, stavano solo proteggendo la loro famiglia, anche lei lo avrebbe fatto.

“Tu e il Dottore vi conoscete da tanto?” chiese Valery, cambiando discorso.

“Tre anni ormai.” Rispose.

“Ma voi due, chi siete?” chiese Brannigan.

“Siamo solo due viaggiatori.” Rispose come il Dottore avrebbe fatto in quel caso.

“E siete solo due amici?” chiese Valery scettica, Rose arrossì di nuovo e si sentì in forte imbarazzo.

“C … certo che siamo solo amici … perché?” rispose fingendosi sicura.

“Può anche essere che vi conosco a pena, ma credimi il vostro comportamento non è affatto di due amici, e credo che anche tu lo sappia.” Le disse la donna sorridendole con gentilezza.

Rose rifletté su quelle parole, non sapeva come risponderle, per lei il Dottore era diventato una parte fondamentale della sua vita, per stare con lui aveva rinunciato alla sua famiglia, ne era perdutamente innamorata, questo ormai lo sapeva. Non si aspettava nulla, perché sapeva fin troppo bene che per loro era impossibile avere una storia, ma in cuor suo sperava che anche lui ricambiasse quel sentimento, e che magari un giorno anche lontano, avrebbero potuto parlare chiaramente dei loro sentimenti.

La loro discussione venne interrotta, quando dalla botola superiore dell’auto uscirono delle scintille e un rumore.

“Ci mancava solo questo i pirati.” Disse Brannigan disperato.

“Che diavolo sta succedendo?” chiese Rose.

“Fermi o chiamo la polizia?” urlò Valery senza nascondere la sua paura. La botola venne giù insieme ad una suora, Rose spalancò gli occhi nel riconoscerla.

“Cerco il Dottore, dov’ è andato?” chiese puntando una pistola ai due guidatori.

“Ehi, aspetta io ti conosco.” Disse la bionda avvicinandosi.

“Sei la compagna del Dottore, mi ricordo di te.” Disse la gatta mettendo giù l’arma.

“Ci mancavano solo le gatte-sorelle, che fanno esperimenti sugli umani.”  Si lamentò Rose alzando gli occhi al cielo.

“Non faccio più cere cose.” Le disse abbassando lo sguardo dalla vergogna.

“Perché cerchi il Dottore?” le chiese Rose cambiando discorso.

“Mi manda Faccia di Boe, devo portarlo subito da lui, non abbiamo tempo da perdere.” La informò.

“Il Dottore non è qui, è andato a cercare una nostra amica.” Spiegò Rose.

“Puoi seguire le macchine sotto di noi, lo troverai di sicuro.” Disse Brannigan più tranquillo.

“D’accordo, grazie.” Disse iniziando ad aprire lo sportello aiutata da Brannigan.

“Vengo con te.” Disse Rose.

“Non puoi.” Le rispose l’altra, Rose alzò gli occhi al cielo.

“Cos’è vi siete messi d’accordo con il Dottore?” le disse scocciata.

“Non ho abbastanza energia per una terza persona.” le rispose.

“Di cosa stai parlando?” chiese Rose.

“Non c’è tempo, devo andare.” Disse la gatta scendendo dalla botola, Rose sbuffò e si rimise seduta.

 

Rose ormai era al limite della sopportazione, non riusciva a stare ferma, camminava nervosamente avanti e indietro nell’auto.

“Detesto aspettare, non sono mai stata ferma a guardare. Non dovrei essere qui, dovrei essere con il Dottore a cercare Martha, invece no mi ha mollata qui.” Si sfogò.

“Facendo così non migliori le cose, mi fai solo innervosire.” Disse Brannigan che ormai era al limite della sua pazienza. L’auto tremò improvvisamente.

“Che altro c’è adesso?” chiese Rose nervosa.

“Qualcosa sopra di noi.” Rispose Valery sporgendosi in avanti.

“Che cos’è? Che sta succedendo?” chiese Brannigan guardando, Valery corse dai micetti e li coprì con la coperta cercando di calmarli.

“Cosa succede?” chiese di nuovo Rose avvicinandosi di nuovo a Brannigan.

“Non lo so, qualcosa si muove sopra di noi.” Le rispose alzandosi, i due guardarono attraverso la botola che aveva fatto Novice Hame, due enormi portelloni sulle auto, si stavano aprendo permettendo alla luce solare di entrare sull’autostrada.

“Ma che cos’è?” chiese Valery rimasta al suo posto. Rose sorrise capendo subito che quello era grazie al Dottore.

“E’ il Dottore.” Disse abbracciando Brannigan, ridendo come due ragazzini.

“Oh mio Dio, è il sole. La luce del sole.” Aggiunse Valery riuscendo finalmente a vedere anche lei, tolse la coperta ai piccoli, per permettere anche a loro di vederla.

“Adesso i vostri piccoli potranno vedere il sole.” Disse Rose entusiasta, all’improvviso, sullo schermo apparve l’immagine del Dottore.

“Oh mio Dio, Dottore.” Disse la ragazza sorridendo e raggiungendo di corsa lo schermo.

“Scusate, non c’è Sally Calipso, era solo un ologramma. Io sono il Dottore è questo è un ordine: Uscite fuori immediatamente.” Disse con calma e con il suo sorriso migliore.

“Dice sul serio?” chiese Brannigan ancora incredulo.

“Ancora ne dubiti?” gli chiese Rose.

“Tornate tutti su, ho aperto il tetto dell’autostrada, puntate verso l’alto.” Continuava a spiegare, mentre Brannigan cercava di eseguire l’ordine, Valery si alzò e abbracciò Rose.

“Grazie, grazie, grazie.” Le disse stringendola.

“Io non ho fatto niente.” Le rispose Rose sorridendo e ricambiando l’abbraccio.

“Tutti gli abitanti della città sotterranea devono tornare su. Tornate su, tornate su, dobbiamo sgombrare la corsia veloce, tornate su e toglieteli di mezzo.” Continuò il Dottore con fervore.

“Ehi Brannigan, vedi di portarmi Rose Tyler tutta intera, ti sto mandando le coordinate.” Disse il Dottore.

“Stiamo arrivando.” Gli rispose Rose entusiasta.

“Te l’avevo detto che sarei tornato, cara Rose.” Le rispose.

“Ricordati il mio capotto.” Le ricordò.

“Agli ordini.” Rispose Brannigan dirigendosi verso l’alto.

“Ehi, auto 465 diamante 6, Martha tornate in superficie. Tornate in superficie sbrigatevi.” Continuò a trasmettere il Dottore.

Rose scese dall’auto ringraziando Brannigan e Valery, ma con una gran voglia di correre ad abbracciare il suo Dottore. Poco distante da lei, vide Martha scendere da un'altra auto, era felice che anche lei era sana e salva.

“Martha.” Le urlò correndole incontro. Le due si abbracciarono.

“Che bello rivederti.” Le disse Martha sciogliendosi dall’abbraccio.

Per poi avviarsi verso l’interno del palazzo, dove ad aspettarle c’era il Dottore. Il loro entusiasmo si spense quando attraversarono una pesante tenda di velluto rosso, a terra attorno a loro c’erano degli scheletri umani.

“Oh mio Dio!” disse Martha mettendosi le mani davanti alla bocca.

“Cosa è successo?” chiese Rose sottovoce. Martha si stava avvicinando ad un scheletro.

“Dottore.” Disse con la voce grave, spaventata da quello che le circondava.

“Da questa parte.” La flebile voce del Dottore, arrivò da una stanza adiacente a dove si trovavano loro, Rose capì che qualcosa non andava e si avvicinò piano, mentre Martha corse gridando il suo nome, ma si fermò di colpo. Quando Rose la raggiunse, il groppo in gola che stava cercando di eliminare divenne più grande. Sul pavimento, libero dalla sua teca di vetro c’era Faccia di Boe, accanto a lui Novice Hame e il Dottore.

“Oh mio Dio.” Riuscì a dire lasciando che le lacrime le bagnassero il viso, corse verso il Dottore, mentre Martha rimase ferma.

“Oh mio Dio.” Ripeté di nuovo Rose, accarezzando con delicatezza una parte del faccione.

“Quello che cos’è?” chiese invece Martha.

“E’ Faccia di Boe niente paura, vieni a salutarlo, lei è Novice Hame, è un gatto ma non ti preoccupare. E’ lui che ti ha salvata, non io.” Spiegò il Dottore.

“Non possiamo aiutarlo?” chiese Rose tra le lacrime, mentre Martha si metteva accanto a Novice Hame.

“Temo proprio di no.” Disse la Faccia di Boe.

“Non devi dire così, sei un osso duro, ricordi?” gli rispose il Dottore sorridendo.

“Chi è in realtà?” chiese Martha gentilmente.

“Non lo so neanche io. La leggenda dice che la Faccia di Boe ha vissuto un milione di anni.” Spiegò ancora il Dottore, poi si voltò verso il suo amico.

“Non è vero?” gli chiese la conferma.

“Non puoi arrenderti proprio adesso.”disse Rose.

“Ogni cosa ha il suo tempo, non è vero Dottore?” le rispose Faccia di Boe.

“La leggenda dice che …” cercò di iniziare Novice Hame, ma i Dottore la fermò.

“Non c’è bisogno di parlarne.” Le disse contrariato, ma lei continuò.

“Dice che rivelerà il suo grande segreto ad un viaggiatore.” Spiegò attirando l’attenzione sia di Rose che di Martha.

“Si, ma non ancora, io odio i segreti.” Le rispose il Dottore.

“Io ho visto molte cose, forze anche troppe, e sono l’ultimo della mia specie, come tu sei l’ultimo della tua.” Disse ancora Faccia di Boe, Martha alzò di nuovo lo sguardo verso il Dottore, mentre Rose gli strinse la mano.

“Ed è per questo che dobbiamo sopravvivere, tutti e due. Non te ne andare.” Pregò il Dottore con molta umiltà.

“E’ giunta l’ora, ma sappi questo Signore del Tempo. Tu non sei solo.” Gli disse per poi espirare tra i pianti di Novice Hame, Rose guardò il Dottore preoccupata, sembrava confuso, si alzarono lentamente per poi abbracciarsi, mentre Martha dava conforto a Novice Hame in lacrime.

 

Fine

Capitolo III

 

 

Note finali: Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento, mi raccomando continuate a seguire le mie storia, nel prossimo c’è la conclusione di questo episodio.

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Capitolo 4
*** Niente bugie ***


Note dell’autore: Eccovi l’ultimo capitolo “L’ingorgo” della mia terza stagione con Rose. E’ piccolo, ma spero che sia d vostro gradimento. Grazie ancora BadWolfTimeLord per la recensione dei capitoli precedenti.

 

Recensite, recensite.

 

Capitolo 4

Niente bugie

 

Entrarono nel Tardis in silenzio, Martha aveva voluto sapere tutto sulla guerra del tempo, e lui l’aveva accontentata, gli aveva raccontato tutto, senza scendere troppo nei particolari.

Portò il Tardis nel vortice del tempo e scomparve tra i corridoi, cercando rifugio nella biblioteca. Per tutto il tempo in cui aveva raccontato la guerra a Martha, Rose gli era rimasta accanto stringendogli la mano, facendogli capire che non era da solo, che lei era ancora con lui.

Avrebbe voluto condividere la sua vita con lei, raccontarle, mostrarle la sua vita.

Un rumore alle sue spalle lo fece voltare distraendolo dai suoi pensieri, davanti a lui Rose.

“Tutto bene?” chiese la ragazza. Non gli rispose, stavolta non voleva mentirle, le sorrise e si voltò a cercare qualcosa tra i libri.

“Ti prego, non farlo.” Gli disse, si voltò di nuovo verso di lei aggrottando la fronte non capendo.

“Non fare cosa?”  le chiese confuso.

“Non dirmi bugie. Perché so che non stai affatto bene, ma vorrei che me lo dicessi, piuttosto che dirmi che stai sempre bene.” lo disse con calma,  ma il tremolio della voce gli fece capire che era seriamente preoccupata per lui.

“Mi dispiace.” Le disse a bassa voce avvicinandosi a lei, le strinse entrambe le mani e la guardò dritta negli occhi.

“Niente più bugie?” le chiese piano, si sentiva pronto ad iniziare a condividere piano, piano la sua vita con lei.

“Niente più bugie!” confermò lei sorridendogli. Amava quel sorriso, gli illuminava la giornata, vederla sorridere gli faceva dimenticare ogni dolore, ogni tratto di solitudine, era come se quel sorriso fosse tutto per lui.

“Pensi che Faccia di Boe si sbagliava?” gli chiese, cambiando discorso,  abbassando lo sguardo.

“Non è rimasto più nessuno.” Gli disse toccandosi la sua tempia sinistra.

“Ma Martha aveva ragione. Tu non sei solo, hai me … voglio dire me e Martha.” Disse imbarazzata, e per il Dottore fu ancora più difficile trattenersi nel non baciarla. Lui aveva lei, non era solo, aveva accanto a se la sua Rose. 

“Lo so.” Gli disse in un sussurro, ecco un altro momento in cui la sua razionalità vacillava, in cui sentiva veramente il bisogno di avere Rose accanto a se. Il momento in cui non gli importava cosa sarebbe successo in un lontano futuro, ma importava quel piccolo e prezioso momento fra loro.

La sua mano si mosse da sola accarezzandole il viso, si avvicinò lentamente a lei, il momento era perfetto, loro due da soli, lei era perfetta. Le sue labbra invitanti, tremava all’idea di sfiorarle ancora una volta, di sentire ancora il suo calore e il suo sapore.

“Finalmente vi ho trovati.” La voce di Martha spezzò il momento facendo allontanare i due.

“Questa nave è immensa, per un attimo ho creduto di essermi persa.” Disse guardando al di fuori della sala, Rose e il Dottore si guardarono imbarazzati, ed anche un po’ infastiditi dalla brusca interruzione.

“Che ci fate qui?” chiese guardandosi intorno, i due si guardarono imbarazzati.

“Stavamo solo … parlando di un libro.” Si giustificò il Dottore.

“Vado in camera a cambiarmi.” Disse Rose uscendo dalla stanza, senza dare tempo al Dottore di poterla fermare.

“Che cosa le prende?” chiese Martha.

“Sarà solo un po’ stanca.” Mentì il Dottore sospirando e appoggiandosi al bordo di un tavolo. Il loro momento era sfumato, se Martha non sarebbe entrata lui avrebbe baciato Rose e finalmente avrebbe potuto parlare con più chiarezza sui loro sentimenti.

 

Fine

 

 

Note finali: Allora, cosa ne pensate? Sono stata troppo cattiva nell’interrompere quel bacio? Aspetto le vostre recensioni.

 

Revisione 2011

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