Sopravvivere per Raccontarla

di winnie343
(/viewuser.php?uid=83114)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Le avventure di Milo ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - L'armata Brancaleone ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - La cena dei cretini ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - Alta società ***
Capitolo 5: *** Capitolo V - Full Metal Jacket ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI - Appuntamento al Buio ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII - Ascensore per l'Inferno ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII - Fuga di Mezzanotte ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX - In & Out ***
Capitolo 10: *** Capitolo XI - Il Piccolo Buddha ***
Capitolo 11: *** Capitolo X - American gigolo ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII - Billy Elliot ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII - HairSpray ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV - Il Ritorno dello Jedi ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV - It's Complicated ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI - Apocalypse Now ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII - Mouline Rouge ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII - Non è un Paese per Vecchi ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX - Io So che Tu Sai che Io So ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX - Fuga per la Vittoria ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI - Prova a Prendermi ***
Capitolo 22: *** Epilogo - Gli Anni in Tasca ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - Le avventure di Milo ***


Capitolo I

Le avventure di Milo



Ciao a tutti, piccola introduzione. Questa storia è nata per caso ed è il primo tentativo di ambientazione fuori dal contesto del Santuario. I personaggi sono persone normali che si muovono in una città normale. Il protagonista è Milo (non so perchè ma mi viene spontaneo utilizzare lui come personaggio principale), ma ci sarà spazio un po' per tutti. Alcuni dei nostri eroi saranno visti in una chiave diversa, altri saranno un po' bistrattati, e di questo mi scuso in anticipo con tutti i loro fans. Un ultima cosa …. siate clementi :-(.




Apro gli occhi ancora mezzo addormentato. La luce che entra nella stanza è abbagliante, nonostante le tende siano tirate. Mi alzo meccanicamente come ogni mattina per dirigermi in bagno, dove espleterò tutte quelle operazioni che si rendono necessarie per tornare ad essere presentabili. Osservando la mia immagine allo specchio noto che i capelli sono sconvolti, arruffati e decisamente troppo lunghi, sto per prendere lo spazzolino da denti, quando improvvisamente una data si materializza nella mia mente … oggi …. o santo cielo! OGGI! Mi precipito sulla sveglia presente sopra il mio comodino … sparita … dileguata, chissà dove l'ho tirata questa mattina? Comincio a cercarla, ritrovandola sotto l'armadio: per fortuna questa volta sono riuscito a non fracassarla, così famelicamente cerco di capire che ore siano … le otto .. o santo cielo! Le OTTO! ...Senza ragionare molto mi precipito nella camera del mio coinquilino e dopo aver afferrato una scarpa gliela tiro in testa urlandogli “idiota! Ti avevo chiesto di chiamarmi alle sei! Sono le OTTO!”; dal groviglio di lenzuoli che si trova sul suo letto spunta all'improvviso una cascata di capelli mori sopra un corpo privo di vestiti; mentre la mia bocca si spalanca meccanicamente, senza chiedermi il permesso, la donna sorridendomi mi fa sapere che forse la persona che cerco non è lei. Prima che riesca a recuperare un'espressione normale e a chiedere scusa, sento chiamarmi dietro le spalle.

  • Ehi Milo, ma che ci fai ancora qui? Oggi non hai il colloquio per ottenere il prestito?

  • Si caro Aioria – mi volto affabilmente, cercando di mantenere la calma, dopo di che afferro l'altra scarpa e gliela tiro in testa – colloquio che grazie a te perderò sicuramente.

Dopo essermi preparato in fretta e furia – credo di aver messo anche i calzini di due colori diversi – esco dall'appartamento che divido con Aioria come una furia, rischiando di travolgere Marin e Shaina, le nostre dirimpettaie, e comincio a correre come un forsennato per la strada: non posso neanche prendere un qualsiasi mezzo pubblico per raggiungere l'altra parte della città, non avendo neanche un cent in tasca. Ho un assoluto, disperato bisogno di quel prestito: entro lunedi dovrò pagare le rata universitaria se non voglio perdere l'unica occasione per cambiare le sorti della mia vita, ho bisogno come l'aria di quel prestito, perchè tutti i lavori che faccio non basteranno a coprire le tasse della prestigiosa università che frequento. Trafelato, sudato e appiccicaticcio arrivo con due ore di ritardo nell'ufficio di Rose McCormack, il mio personale incubo degli ultimi mesi. Dopo essermi buttato ai piedi della sua segretaria, riesco ad entrare e la prima cosa che mi sento dire è:

  • Puzzi ragazzo! - la vecchia zitella con i suoi occhiali bifocali mi fissa severamente

  • Si … mi scusi … sa da casa mia fino a qui è lunga la strada … scusi anche il ritardo è che il mio coinquilino …

  • Si, si … diamo sempre la colpa agli altri. Siediti!

  • Si – eseguo il suo ordine e osservo ogni sua mossa in religioso silenzio

  • Dunque ragazzo, ricapitoliamo! - ogni volta che ci incontriamo comincia così

  • Si … io ho bisogno di questo prestito per terminare gli studi. Una volta che mi sarò laureato e avrò trovato un lavoro

  • Al tempo al tempo ragazzo … innanzitutto bisogna vedere se riesci a laurearti …

  • Beh … ma perchè non dovrei?

  • La tua media non è eccezionale e sei indietro con gli esami

  • Si … vede … il fatto è che .. come lei ben sa … io per vivere e pagarmi gli studi lavoro

  • Eh caro … mi sa che lavori un po' poco visto che sei in cerca di un prestito – la guardo basito

  • Ma no … è che i lavori che faccio non sono sufficienti a pagare la retta ….

  • Si, si … sono cose che già mi hai detto, ma questo non spiega la tua media e i tuoi ritardi

  • E' che ho poco tempo per studiare e …

  • Non sono convinta ragazzo, non sono affatto convinta.

  • Che cosa non la convince? - comincio ad irritarmi

  • Secondo me l'università che frequenti non è alla tua portata

  • Io non credo

  • Io credo … non mi sembri un tipo molto sveglio sai? Devo approfondire di più la cosa

  • Ma questa è la decima volta che mi fa venire!

  • E allora? Se servirà tornerai altre 100!

  • Ma vede io devo pagare le tasse e mi servono quei soldi

  • Problema tuo ragazzo … fatteli prestare

  • E' per questo che sono qui – sono sempre più alterato, ma la vecchiaccia non si scompone

  • Dovrai aspettare! - La mia pazienza se ne va con tutti i miei buoni propositi

  • Non è che per caso lei si è talmente invaghita di me e del mio bel faccino che mi costringe a tornare qui ogni volta solo per osservarmi?

  • ….

  • Non dice nulla?

  • Respinta!

  • Cosa?

  • La tua domanda è respinta!

  • E perchè?

  • Perchè ho scoperto finalmente che sei un idiota. E come vedi ti dimostro anche che non ho nessun tipo di attrazione nei tuoi confronti ragazzino … sei troppo immaturo, troppo capellone e troppo alto.

  • No, aspetti

La vecchia si alza e senza permettermi di replicare mi fa buttare fuori dagli inservienti. Resto circa mezz'ora fuori da quel maledetto ufficio ad imprecare nella mia lingua madre, il greco, insulti ed epiteti che nessuno comprende; abbandono il campo solo quando realizzo che alle undici avrei una lezione all'università e ricomincio a correre come un forsennato per cercare di arrivare in tempo. Certo, a questo punto mi domando che cosa ci vado a fare a lezione, visto che da lunedì sarò un ex studente, ma le abitudini sono dure a morire. Arrivo nell'aula ancora più trafelato e sconvolto di prima, neanche fossi inseguito dai morti viventi di Romero. L'aula è gremita, ma per fortuna il mio amico Camus mi ha tenuto un posto. Mi siedo accanto a lui, non riesco a rispondere a nessuna delle sue domande perchè mi manca l'aria anche solo per respirare. Quando finalmente riesco a prendere fiato, nell'aula entra l'emerito professore di Economia, il venerabile Doko, soprannominato da tutti Yoda per la sua incredibile somiglianza con il nanetto jedi. Sarà anche un guru e un grande studioso, ma visto da vicino fa proprio un brutto effetto. Vecchio, basso e cencioso assomiglia in tutto e per tutto al cavaliere tascabile. Ma il vero problema non è tanto il suo aspetto fisico, ma il suo essere e le sue lezioni: 45 minuti di noia mortale. A volte è talmente annoiato perfino lui dalla sua voce che si addormenta di botto con buona pace dei vari Keynes e Smith, che dall'oltretomba gli manderanno una valanga di epiteti. Il problema è che, essendo la materia obbligatoria e il professore di prestigio, ogni singolo studente che frequenti la facoltà deve sorbirsi questo capolavoro di lezione. Anche questa, come le altre procede soporiferamente, così ho tempo di aggiornare Camus sulla mia disperata situazione finanziaria.

  • Avanti Milo, perchè una volta per tutte non accetti un mio aiuto?

  • Io non accetto l'elemosina Robespierre

  • Ma la mia non è elemosina. Te lo faccio io il prestito e invece di doverli restituire a loro, li restituisci a me

  • No .. rovinerebbe la nostra amicizia. Lo sai meglio di me … i soldi e le donne

  • Rovinano l'amicizia … si si … me lo avrai ripetuto migliaia di volte

Sorrido a Camus e comincio a pensare a quanto le cose siano cambiate tra di noi nel corso di questi due anni di università. La prima volta che lo vidi un'antipatia spontanea si impadronì di me. Mentre io ero il classico ragazzo povero, ambizioso e con poche possibilità, in lui vedevo tutto ciò che volevo ma non avevo. Di famiglia ricca, spaventosamente ricca, bello, affabile, di modi educati, intelligente e brillante. Mentre io arrancavo nei miei corsi di studi, lui passava illuminato da una luce abbagliante indenne ad ogni appello, esame o prova scritta. Otteneva sempre il massimo dei voti senza alcuno sforzo, almeno così credevo, e oltretutto frequentando il doppio dei miei corsi. Logico che l'antipatia fosse presente. Se non lo ignoravo, lo insultavo e se non l'insultavo non perdevo occasione per parlare male di lui. Fino al giorno in cui non me lo ritrovai in quello che considero il mio personale luogo di salvezza: la piscina in cui si svolgono gli allenamenti della squadra di pallanuoto di cui faccio parte. Ritrovarmelo lì, lui il principe ereditario, in una palestra scalcagnata con il desiderio di diventare membro di una squadra ancora più scalcagnata, fu per me una grande sorpresa. Da quella sera decisi che forse avrei dovuto sforzarmi di più per offrirgli un'occasione. La cosa, lo ammetto, non fu del tutto spontanea, visto che venni invogliato dal mio caro coinquilino, anche lui membro onorato della squadra scalcagnata, che mi minacciò di farmi saltare gli incisivi se avessi fatto qualcosa per allontanare quel grande talento che era Camus. Non avendo i soldi per il dentista optai quindi per l'approfondimento della conoscenza del francese. E così mi ritrovai a condividere praticamente tutto con lui. Il ragazzo non solo è un genio, bello, intelligente e blah, blah, ma è soprattutto generoso e privo di qualsiasi forma di arroganza che potrebbe derivargli dalla sua posizione sociale. Anzi, oserei dire che la sua sia una natura rivoluzionaria – da qui il nomignolo che gli ho affibbiato – che ben presto lo costringerà ad abbandonare il tetto paterno.

  • Ehi Milo, Milo … ma mi stai ascoltando?

  • Uhm? Oh scusa Camus, ero distratto

  • Non dalla lezione immagino – entrambi ci voltiamo a guardare il professor Doko, Yoda, che dorme beatamente sopra la cattedra – ti stavo dicendo che mi è venuta un'idea … non so se sia una buona idea, ma vista la tua situazione disperata ….

  • Accetto

  • Cosa?

  • La tua idea … qualsiasi cosa sia .. se riesce a risolvere la mia situazione .. allora accetto

  • D'accordo. Allora ti pagherò ad ogni prestazione

  • Cosa? - casco letteralmente dal pero

  • Si … non ti va bene a prestazione? Vuoi essere pagato un tot al mese?

  • Ma di cosa diavolo stai parlando? A che tipo di prestazione ti riferisci?

  • A quelle sessuali di cui usufruirò – come la mattina con la mora di Aioria la mia bocca si spalanca meccanicamente, in più il mio occhio destro comincia a battere febbrilmente – il tuo occhio Milo

  • Si … il mio occhio … sessuali? Vuoi dire che io … che tu …. che io … tu sei … om ...cioè tu vuoi che io … - sul volto di Camus compare un ghigno malefico

  • Ti dispiace?

  • Io … io …. no … io … - il suo ghigno divertito e il mio balbettio cominciano ad attirare l'attenzione dei nostri vicini

  • Riprendi fiato Milo … sto scherzando – il mio sospiro di sollievo fa voltare le 5 file davanti a noi

  • Non è che io ce l'abbia con … è solo che …

  • Si si, lascia perdere … però anche tu … accetti senza sapere neanche cosa ti sto offrendo!

  • Hai ragione …. è solo che sono disperato … ma non voglio elemosina

  • Ah non ti preoccupare … se va come credo dovrai sudare parecchio per avere quei soldi

  • Dimmi … cosa devo fare?

  • Innanzitutto devi venire a cena a casa mia

  • Nella reggia?

  • E' una casa Milo … come le altre

  • No … la mia è una casa

  • La tua è un tugurio

  • Beh si, in effetti …. però la tua è una reggia ...è la città proibita … è Schonnbrumm, se non Versailles. Sei sicuro che vuoi che venga da te?

  • Si … per forza devi venire, perchè il lavoro che ti sto offrendo in realtà è mio padre che te lo offrirà

  • Non capisco

  • Capirai, purtroppo capirai

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo II - L'armata Brancaleone ***


Capitolo II

L'armata Brancaleone




Arrivo come al solito trafelato e in ritardo alla seduta di allenamento. Dopo essermi spogliato velocemente, mi infilo il costume e la calottina – un incubo per chi come me ha deciso di cancellare il parrucchiere dalla sua agenda di numeri telefonici – e corro in piscina. Sono tutti li, come al solito, in attesa del mio arrivo. Nessuno può ammalarsi, assentarsi o avere altri impegni quando ci sono gli allenamenti o le partite: siamo sette, non uno in più, non uno in meno: sette, numero sufficiente per giocare allo scalcagnato campionato al quale siamo iscritti. Come squadra, bisogna confessarlo, facciamo decisamente schifo. Non che non ci siano talenti: Aioria, il mio coinquilino, è un vero fenomeno, e lo stesso Camus è molto bravo. Ma anche i casi disperati non mancano, e fanno pendere l'ago della bilancia decisamente verso la mediocrità: siamo l'armata Brancaleone della pallanuoto. L'anno scorso siamo riusciti a battere ogni record … in negativo, ovviamente. Non solo siamo stati la squadra che è arrivata ultima in classifica, ma siamo anche quella che non ha mai segnato, che ha subito più gol, più ammonizioni, più espulsioni; e nelle nostre file è stato scelto anche il peggior giocatore non della stagione, ma della storia. Per fortuna che Mu non è interessato a brillare in questa disciplina sportiva; se io fossi stato eletto il peggior giocatore di sempre giuro che mi sarei buttato dal ponte di Brooklyn … poi sarei risalito e mi sarei buttato nuovamente. Ma Mu è diverso, a lui non frega nulla dell'agonismo e dello sport in generale: in questa piscina ci si è ritrovato, costretto dagli eventi e dai suoi genitori. Ebbene si, alla veneranda età di 20 anni vive ancora con i suoi, ma del resto anche Camus ora che ci penso; il fatto è che gli è stato imposto di fare attività sportiva dal gruppo di psicoterapeuti che lo segue dall'età di 5 anni, anno i cui sua madre si rese conto che qualcosa decisamente non andava in quel suo unico adorato figlio. Grazie ai miliardi spesi dai suoi vecchi e agli anni di terapia a cui è stato sottoposto, il gruppo di emeriti professori ha sentenziato che Mu soffre di una grave malattia: la timidezza cronica. Beh, in effetti i professoroni non hanno tutti i torti. Mu non parla mai, se gli fai una domanda assume un'espressione terrorizzata e comincia a boccheggiare, figuriamoci se gli fai qualche battuta. Non ride, non si arrabbia, sembra un automa per quanto riesca a rimanere insensibile a tutto ciò che lo circonda. All'inizio abbiamo pensato che fosse autistico per come ci guardava stralunato. Ma poi, osservandolo più attentamente, abbiamo avuto la conferma che ha dei seri problemi ad interagire con qualsiasi essere vivente: arrossisce perfino se è un gatto a fargli le fusa!

Oltre a Mu fanno parte della squadra Shura, un rampollo di famiglia ricca, amico di Camus, ossessionato dal pulito e dalla salute, Aldebaran, ottimo portiere il cui sogno nascosto è quello di ballare un giorno al Bolshoi di Mosca … non sto scherzando … il nostro Al, grande, grosso e completamente scoordinato vorrebbe fare il ballerino classico. Ha fatto molti provini in quelle scuole di ballo dove entri uomo ed esci asessuato … sempre bocciato. E così sfoga la sua rabbia venendo a giocare a pallanuoto e mangiando tutto ciò che gli capita a tiro. Infine c'è Death Mask, il cui nome vero viene ignorato da tutti, nulla si sa di lui e nessuno è mai riuscito a scoprire niente di niente. Grande bastardo e incorreggibile strafottente, arriva, fa quello che deve fare e se ne va senza mai partecipare alla ben che minima attività extra agonistica; suole definirci “gruppo di sfigati”. In ogni caso come giocatore fa schifo! Attacca briga con tutti e finisce quasi sempre espulso, costringendo noi altri a giocare anche al posto suo … senza contare che già ci tocca giocare per Mu, che se c'e' o non c'è è uguale …. e poi ci chiedono come facciamo a perdere! Infine c'e' il nostro grande allenatore: Saga. Una delle persone che più ammiro e rispetto; oltre ad essere uno sportivo eccezionale – brillante giocatore di football americano a livello agonistico – è un uomo pieno di virtù e di comprensione, che dedica gran parte del suo tempo libero a questa squadra di scalcagnate mezze calzette solo per amore dello sport. Da il massimo in ogni occasione, cercando di spronarci senza mai esagerare.

Anche oggi la seduta di allenamento procede come al solito, tra fatica fisica e scoglionamento generale. Dopo il riscaldamento, Saga invita tutti ad entrare in acqua, trattenendo me per un braccio. Quando rimaniamo soli mi apostrofa:

  • Che ti succede Milo?

  • Che vuoi dire?

  • Mi sembri un po' giù oggi … sei distratto, assente, stralunato

  • Scusami ... il fatto è che ho dei problemi personali

  • Mmmh … capisco … c'e' qualcosa che posso fare per te?

  • No no … me la caverò …

  • Senti … so che magari non ti sarà di conforto, ma io ti sono vicino … cerca di prendere questi allenamenti come un posto dove staccare la spina, dove poterti sfogare e scordare di tutto.

  • Si … lo farò

Cercando di non pensare ai miei problemi economici, mi tuffo in acqua e partecipo alla partita di allenamento con gli altri.

Al termine della seduta, dopo una doccia veloce, Al propone di andare a mangiare qualcosa al pub dietro l'angolo.

  • Ma sei matto! - l'urlo di Shura mi fa sobbalzare – quel posto è infestato di microbi.

  • E allora? Il cibo è buono – risponde il solito Al che pensa sempre e solo a mangiare

  • Si, ma sai quante malattie potresti prendere?

Mentre Al fa spallucce, Death Mask declina maleducatamente l'invito

  • Figurati se posso perdere tempo con degli sfigati come voi! Scusatemi … devo correre via … ho un appuntamento con una bella gnocca! Gnocca … Mu sai cosa è una gnocca? Ma questo è proprio decerebrato!

Mentre Mu continua a guardarlo come se avesse appena assistito all'allunaggio, io declino l'invito di Al, inventandomi di avere un terribile mal di testa. Aioria, dopo essersi proposto di accompagnarmi, visto il mio rifiuto, si aggrega alla scarsa compagnia, trascinando con se Camus e Saga. Mi piacerebbe andare con loro, considerato che è da ieri sera che non metto nulla sotto i denti, ma mi vergogno come un cane a far sapere che non ho neanche un cent per pagarmi una salsa. Sono orgoglioso e non riesco ad accettare nulla che possa assomigliare ad elemosina. Con la borsa sulle spalle mi accingo a farmi la solita scarpinata a piedi per raggiungere il mio appartamento, quando sento chiamarmi alle spalle da un tizio in motocicletta. Voltandomi vedo un casco con sotto dei lunghi capelli rossi – Camus - che avvicinandosi mi porge un altro casco

  • Sempre intenzionato a non chiedere nulla?

  • Che vuoi dire?

  • Confessa … non hai i soldi per unirti a noi

  • Ho veramente mal di testa

  • Si … ed io sono il Re Sole

  • No … tu sei Robespierre

  • Su avanti … monta … ti do un passaggio a casa

  • E la tua cena con gli altri?

  • Sinceramente non mi va di sentire Shura lamentarsi tutta la sera di quanto è lurido il posto e di come si prenderà la malaria

  • Allora accetto

Salgo sulla moto di Camus, una Ducati Monster, infilandomi il casco e partiamo come se la polizia ci stesse alle calcagna. Quello che nessuno sa è che un tipo calmo come lui guida la moto come un pazzo, neanche fosse Schwantz all'ultima curva di un circuito pronto a superare il solito Rainey. Durante il breve tragitto tra la piscina e l'appartamento vedo sfrecciare di fronte ai miei occhi lacrimanti tutti i santi del paradiso, da San Giuseppe che prega per me a San Pietro che si fa il segno della croce indicandomi l'alto dei cieli: tutti immancabilmente mostrano nei miei riguardi un sorriso compassionevole. Dopo aver parcheggiato la moto, lui, e ringraziato Dio di essere sopravvissuto, io, lo obbligo a salire per prendere uno dei miei schifosi caffè. Mentre stiamo facendo finta di sorseggiare la miscela nera che spaccio per vero caffè italiano, cerco di scoprire qualcosa in più sulla cena e sull'offerta che riceverò da suo padre

  • Senti Milo, non voglio dirti niente, sono di parte per cui potrei influenzarti negativamente. Ti ho detto di questa possibilità solo perchè mi sei sembrato disperato e visto che non vuoi accettare il mio aiuto …

  • E' vero sono molto disperato … e ti ringrazio

  • Aspetta a farlo … quando saprai cosa è non so se vorrai ancora vedermi

  • Così mi spaventi – dopo aver fatto un'espressione terrorizzata gli sorrido amabilmente – scherzo … in ogni caso mi fa piacere che mi aiuti .. sei veramente un grande amico

  • Si … direi di si …

Lo vedo impensierirsi, ma prima che possa domandargli che cosa ha oscurato il suo bel volto, nell'appartamento irrompe come una furia Shaina. Camus rimane visibilmente sconvolto dalla sua entrata in scena; del resto chi non lo sarebbe? La mia dirimpettaia è la classica donna che non vuole chiedere mai. Indipendente fin dall'infanzia, quando smise di chiedere consiglio alla madre e di accettare dalla stessa suggerimenti in qualsiasi campo femminile, compreso l'amore e le faccende domestiche. Nella realtà si guadagna da vivere facendo l'insegnante di kick boxing, mentre nel tempo libero fa la volontaria per qualsiasi causa “giusta” - almeno a suo dire – le passi sotto il naso. Organizza sit in di protesta per far ottenere ai pensionati del quartiere un centro anziani di cui non sanno bene cosa farsene, visto che i vecchi della zona preferiscono passare il loro tempo di fronte alla Tv, o al massimo davanti al Bar dell'angolo a fumare sigarette scroccate ai passanti; partecipa a manifestazioni per chiedere lavoro per i disoccupati che vorrebbero invece continuare ad oziare grazie al sussidio offerto loro dallo Stato; si preoccupa di realizzare corsi di difesa personale per donne che invece vorrebbero partecipare a lezioni di cucina che le porti a conoscere mariti da sposare. Insomma ottimizza al meglio il suo tempo, sconvolgendo la vita degli altri. Io la chiamo la “guerrafondaia della Pace” … in cui per pace intendo naturalmente quella altrui. Sarebbe anche una bella donna, nulla da dire sul suo aspetto, ma il suo brutto carattere e la sua personalità aggressiva e invadente fanno passare a chiunque abbia la sfortuna di conoscerla, la voglia di approfondire. La pazza, con indosso un grembiule unto e con in mano una paletta sporca di sugo, mi minaccia di tagliarmi i capelli a zero se quanto prima non gli restituirò il pacco di spaghetti che gli abbiamo, a detta sua, fregato. Dopo averle fatto presente che la sua coinquilina ce lo ha regalato, comincia fra di noi una discussione infinita sulla capacità di noi uomini di renderci dei parassiti succhia sangue. Solo dopo 10 minuti abbondanti di urla e spinte, Shaina si avvede della presenza del mio amico e bloccandosi di colpo, smette di urlare per assumere un'espressione attenta. Camus, da gentiluomo quale è, si alza e cerimoniosamente si presente. Shaina, rimane visibilmente sorpresa dai modi del mio amico, o almeno così a me sembra, visto che continua a fissare la mano che il mio amico le ha offerto. Invece di stringerla, dopo aver farfugliato delle parole sconclusionate, se ne va senza salutare nessuno dei due.

  • Scusami Camus per il suo comportamento. Certo non posso dirti che di solito non è così … perchè è sempre così … però non morde … almeno non con gli estranei

  • Figurati Milo … figurati – sul suo volto compare nuovamente l'espressione assorta – deve essere bello avere dei vicini con cui condividere gli spaghetti

  • Ah beh … dipende dai vicini … con Marin non ci sono problemi .. .è così dolce … ma Shaina … beh … avrai capito che è pazza!

  • Ora devo andare – rimango spiazzato dal suo cambio repentino di discorso

  • Si … d'accordo … allora come rimaniamo?

  • Domani sera vieni a cena da noi

  • Domani sera?

  • E' un problema?

  • No … si … no … cioè .. dovrei lavorare al locale … ma mi inventerò una scusa …

  • Puoi dirgli che stai poco bene

  • Già usato una settimana fa

  • Allora digli che ti si è allagata casa

  • un mese fa

  • che tua madre sta male?

  • L'altro giorno

  • Considerato che nell'arco di questo anno ho fatto fuori tutta la mia famiglia … la scusa della malattia e dei funerali non la posso più usare … ma non preoccuparti … qualcosa mi inventerò

  • Quello che mi domando più che altro è se a questo punto tu qualche volta ci vada al lavoro

  • Certo certo che ci vado … comunque domani sera andrà bene

  • Ti lascio scritto l'indirizzo

  • So dove abiti

  • Lo so, ma quando arrivi mostra il biglietto ai sorveglianti se no quelli hanno l'ordine di sparare.

  • Stai scherzando?

  • Ovviamente

Il suo sorriso mi tranquillizza. Dopo che Camus se ne va, apro il frigorifero per mangiare qualcosa, ma scopro con mio grande rammarico che è vuoto … anche la parte di Aioria è deserta, così, piuttosto che rimanere a digiuno per altre 8 ore, mi faccio coraggio e vado da Shaina, con la speranza che rispolverando il suo spirito da crocerossina delle cause perse mi lasci mangiare i suoi avanzi.




Ciao a tutti, il secondo capitolo è scritto, anche se al momento non si capisce ancora che cosa dovrà fare Milo per pagarsi gli studi. Vorrei chiedere umilmente scusa alle fans di Mu, lo ammetto, fra tutti è quello che ho bistrattato di più :-(( … ma non preoccupatevi non è ancora finita :-). Mi sembra doveroso ringraziare sagitta72 e jeje_12 che hanno messo la storia fra i preferiti, e 007jb1 che la inserita tra le seguite.


X Diana924: eh si … Doko in realtà quando non fa il cavaliere di Libra o il maestro di Shiryu, corre sul set di Guerre Stellari a fare la controfigura di Yoda ;-).


x sagitta72: è inutile che fai la vaga, visto che per questa storia sei diventata il mio personale auditel ;-). Un bacio

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo III - La cena dei cretini ***


Capitolo III

Capitolo III

La cena dei cretini

 

 

-       Aaaargh!!!

-       Cosa è successo? - Aioria si precipita nella mia stanza come una furia  – perchè hai urlato?

-       Guarda! Guarda! La mia unica camicia pulita … o così almeno credevo … e invece guarda – in preda ad una crisi isterica degna di una donna in menopausa, mostro la manica del mio indumento bucato in più punti

-       E io chissà che credevo – Aioria simula un finto collasso – quello ti succede perchè tu quella camicia non la porti mai. Sono i tarli che te l'hanno ridotta così

-       I tarli? Ma io ora come faccio! Come faccio!!!

-       Mettiti una delle tue solite magliette logore – strabuzzo gli occhi

-       Vuoi scherzare? Devo andare a casa di Camus  e non posso presentarmi con una maglietta sporca da camionista

-       E perchè scusa? Almeno capiscono subito che sei disperato e che hai bisogno di quel  lavoro

-       Smettila di ridere idiota!

-       Scusami ma la tua faccia e quella camicia sono esilaranti … ma dove l'hai comprata? E soprattutto quanti secoli fa?

-       Vai al diavolo!!

Spintono via Aioria ed esco dalla stanza. Comincio a girare come un animale in gabbia per il salotto cercando di trovare una soluzione. Potrei chiamare Camus e chiedergli di prestarmi una camicia.... mi rendo conto immediatamente dell'irrealizzabilità dell'idea … sua madre le conoscerà  e soprattutto sarei  ridicolo con indosso una delle sue; non che non siano belle, per carità, ma proprio in virtù del fatto che lo sono, addosso a me stonerebbero: rischierei di sembrare uno spaventapasseri in frack. Ad un certo punto comincio ad osservare Aioria che continua a ridere come una iena nella mia stanza. Senza dirgli niente entro nella sua  e comincio a rovistare nell'armadio. Accortosi dei miei movimenti, si avventa su di me, ma ormai ho trovato ciò che cercavo: tiro fuori una camicia bianca di buona fattura, appallottolata in fondo all'armadio.

-       Non ci provare … mollala … è l'unica camicia buona che ho!

-       Buona? Cos'è … la camicia della tua prima comunione?

-       No … della cresima … e ci tengo … mollala

-       Se ci tieni così tanto perchè è così sgualcita? - ingaggiamo una lotta furibonda per la conquista dell'indumento – ora mi toccherà pure stirarla

-       Sei matto? Tu non sai stirare! La rovinerai!

-       Ci proverò … mica ci vuole una laurea

-       Non con la mia camicia … mollala!

-       Se volete la stiro io

Entrambi ci voltiamo ed io rimango a bocca aperta – ultimamente mi succede troppo spesso – nell'osservare una bellissima bionda in lingerie appoggiata allo stipite della porta del bagno. Senza riuscire a dire una parola annuisco con un sorriso beota sulla faccia – che femmina! - mentre lei, per nulla imbarazzata per il suo abbigliamento succinto, prende la camicia e dopo aver chiesto ad Aioria dove si trovi la tavola da stiro, comincia ad armeggiare con il ferro. Mentre la ragazza stira, mi avvicino al mio coinquilino ed indago:

-       E questa chi è?

-       L'ho conosciuta ieri al pub … mi sembra che si chiami Esther o qualcosa di simile

-       E l'altra?

-       Quale?

-       Quella di ieri mattina

-       Ah si … non so … non era il mio tipo

-       Aioria … nessuna è il tuo tipo …

-       Beh … sai … io sono di gusti difficili – osservo un po' la bionda

-       A me non sembra, considerato che ti porti a letto tutte le donne che conosci

-       Questo non è vero – Aioria mi guarda scandalizzato – scelgo solo quelle belle … mica mi posso svendere così – lo guardo sconvolto – e comunque fare sesso non è fare l'amore

-       Io ora come ora mi accontenterei di solo sesso … anche poco … l'importante sarebbe uscire dall'impasse in cui sono caduto

-       Se la smettessi di essere così schizzinoso!

-       Già

Faccio cadere il discorso, anche perchè non mi va di dire ad Aioria che ultimamente il problema non è tanto nella materia prima, che per mia fortuna non è mai mancata, ma  nel mezzo. Sarà per lo stress, sarà per la stanchezza, sarà per le preoccupazioni, sarà per il buco dell'ozono, ma devo ammettere che il mio compagno di giochi, Fizwilliam – questo è il nome che gli ho dato  -  ultimamente è caduto in letargo e non accenna al benchè minimo risveglio. La bionda, che per la cronaca non stimola nessuna reazione a Fitzwilliam, mi porge la camicia sorridendomi ed io ringraziandola la infilo velocemente e prima che il mio coinquilino possa strapparmela di dosso guadagno la porta.

All'uscita dell'appartamento mi ritrovo di fronte Camus sulla sua moto. Al mio sguardo sorpreso sorride:

-       Visto le tue attuali finanze ho pensato che magari avresti gradito un passaggio

-       Ah grazie!

-       Non con tutto questo entusiasmo però

-       Scusami … ho dovuto fare a botte con Aioria per la camicia … lascia perdere non chiedere

Non mi va di dire a Camus che in realtà sono terrorizzato dal suo modo spericolato di guidare e che se potessi scegliere, preferirei farmela a piedi … lo so … il tragitto sarebbe lungo e rischierei di arrivare distrutto alla meta … ma almeno sarei vivo. Cominciando a pregare salgo in moto indossando il casco. Via via che ci avviciniamo a destinazione le miei unghie si piantano sempre di più nelle carni di Camus. Credo che alla fine del viaggio il mio amico avrà dei lividi degni delle migliori torture. Troppo intento a sopravvivere non mi rendo conto che la moto si è fermata.

-       Hai bisogno di una scaletta per scendere?

-       Cosa?

-       Siamo arrivati Milo … mi hai lasciato le dita attaccate ai fianchi … a questo punto direi che … o sei innamorato perso di me – la mia espressione allucinata lo fa sorridere – o hai paura della mia guida … sinceramente non so quale delle due è peggio

Sorrido e glissando, scendo dalla moto: ormai la camicia è tutta stropicciata …. potevo anche evitare di farla stirare.

Entriamo in casa … e che casa!! … Rimango ad osservare i soffitti altissimi a bocca spalancata e per tutto il percorso fino al salotto degli ospiti continuo ad esclamare degli Oh e degli Uh come se avessi 10 anni. E' tutto così dannatamente grande e lussuoso che non riesco a capacitarmi del fatto che qualcuno possa vivere in dimore così immense. Appena il maggiordomo di turno (dalla porta alla sala ne avrò contati almeno 4 che si sono susseguiti di volta in volta) ci lascia soli, Camus mi invita sedermi   chiedendomi se ho sete

-       Wow! Ma tu veramente abiti qui?

-       Mmmh mmh  - mentre annuisce mi prepara un bicchiere d'acqua e me lo porge – è meglio che per il momento non bevi alcolici, devi rimanere sobrio

-       Ah ah ah …. hai ragione … devo concentrarmi al massimo per cercare di sembrare all'altezza di questo posto

-       Già – lo sguardo pensieroso di Camus mi allarma

-       Pensi che non ne possa essere in grado?

-       No no .. al contrario … vorrei che non rinunciassi alla tua spontaneità .. tutto qui

Veniamo interrotti dall'entrata di una ragazza molto simile a Camus, capelli rossi, occhi blu e sguardo penetrante. Rispetto al mio amico però sul suo volto  imperversano una marea di lentiggini che le donano un'aria  pestifera … osservandola mi viene subito in mente Pippi Calzelunghe e non riesco a non sorridere al pensiero.

-       E questo ebete con il ghigno facile sarebbe il tuo prezioso amico?

-       Non essere maleducata come al tuo solito

-       E' lui ad essere maleducato. Di un po' tu … nessuno ti ha insegnato che non si ride di una signorina? - le sue parole mi fanno arrossire

-       Scusami, ma non volevo essere maleducato, è solo che

-       Ti viene spontaneo

-       Ora basta! - Camus alza la voce, evento molto raro per lui

-       Se no che fai?

-       Scusatemi – decido di stemperare la tensione – forse siamo partiti con il piede sbagliato. Io sono Milo, piacere di conoscerti – le offro la mano che lei rifiuta platealmente

-       E chi te lo ha chiesto?

-       Lei è mia sorella Bronte – Camus rassegnato accetta il mio segnale di pace

-       Bronte … Camus … ahahahah …. avete due nomi di scrittori … ma chi è che ha avuto questa idea ridicola?

-       Io

Mi si gela il sangue nelle vene; mentre sul volto di Camus non traspare nessuna emozione, su quello della sorella compare un ghigno malefico. Voltandomi incontro lo sguardo severo di una donna molto bella ed elegante – la mamma del mio amico – vorrei sparire in un nano secondo

-       Io … sa … i nomi sono belli … è solo che …

-       Lascia perdere capellone, non ti scomodare, la tua figura da idiota ormai l'hai fatta.

Nella stanza entra una donna anziana seduta su una sedia a rotelle. Ha gli stessi occhi di Camus e di Bronte, ma una vena sadica in più rispetto ai due. Si presenta come la nonna dei due “debosciati dai capelli rossi”, nonché come colei che tiene le cinte della borsa, aggiungendo “e per farmele aprire bisogna spararmi”. Rimango inebetito da tutto quel turbinio di cambi di situazione; la vecchia mi domanda se per caso sono ritardato e l'unica cosa che riesco a fare è scuotere la testa. Camus, intuendo la mia difficoltà, invita tutti a prendere qualcosa da bere. Per fortuna l'attenzione  si sposta sugli alcolici, ma dopo poco, con il bicchiere in mano tornano tutte a fissarmi nuovamente. Rimaniamo così per quasi 30 minuti; sento l'orologio a pendolo presente nella stanza scandire il tempo con un tic toc: ad ogni tic una goccia di sudore mi scende sul collo, ad ogni toc mi finisce sulla schiena. Quando penso che morirò disidratato, entra il maggiordomo per informarci che la cena è servita. Una volta nella sala da pranzo mi rendo conto che l'incubo è appena cominciato. Mi fanno sedere in una tavola riccamente apparecchiata tra la nonna e la mamma di Camus con di fronte la sorella. Mentre tento di capire come sistemare il tovagliolo per non sembrare ridicolo, nella sala entra anche il padre del mio amico, salutandomi cordialmente e sedendosi a capo tavola. L'uomo invita tutti i commensali a trattarmi come uno di famiglia, raccomandandomi di comportarmi come se fossi a casa mia. La fa facile lui … io trovandomi di fronte tutte quelle posate comincio a sudare freddo. La conversazione procede tranquillamente, in realtà io non spiccico parola e rispondo a monosillabi alle domande che mi vengono poste, troppo intento a mantenere un po' di decoro. Sento gli occhi di Bronte bruciarmi addosso e ogni volta che alzo lo sguardo la vedo sogghignare maleficamente. Ho la netta sensazione di essergli antipatico. Alla prima portata comincio a vagare con sguardo sperduto sull'assurdo numero di forchette che mi trovo davanti, possibile che ne esistano così tante? Sto per prendere quella più vicina al piatto ma un colpo di tosse di Camus mi fa desistere. Opto allora per la seconda, ma un altro colpo di tosse mi spinge a cambiare idea. Al terzo colpo di tosse del mio amico, la nonna sbotta suggerendogli di andarsi a prendere una caramella e di smetterla di emettere quel suono fastidioso. Per fortuna le forchette sono finite ed io prendo quella corretta. Con le portate successive optiamo silenziosamente per seguire una tattica diversa. Camus prende per primo le posate da utilizzare ed io mi limito a ripetere i suoi gesti. Di fronte alla minestra mi sento così sicuro ormai che decido di rilassarmi, compiendo un grave errore. Ad un certo punto, a metà della consumazione, mi rendo conto di avere tutti gli sguardi puntati addosso; mi guardo attorno terrorizzano non riuscendo a capire cosa mai abbia combinato, visto che il cucchiaio disponibile era uno solo. La battuta di Bronte mi fa arrossire immediatamente:

-       Io neanche a due anni facevo tutto quel baccano nel mangiare la minestra. Non lo sai che è da maleducati risucchiare il brodo??! Cafone.

La madre di Camus, dopo avermi lanciato uno sguardo inceneritore, non mi rivolge la parola per il resto della cena, mentre Bronte sorride soddisfatta per tutte le portate successive. La mia disfatta si compie con il pollo, dove dimostro tutta la mia incapacità nel mantenere un atteggiamento degno del Galateo. Alla fine dell'incubo, mentre gli altri sorseggiano un amaro, con una scusa mi rifugio dentro uno dei 100 bagni presenti in casa e comincio ad insultarmi davanti allo specchio. Dopo poco Camus mi raggiunge

-       Sono andato male vero?

-       Non così male … poteva andare peggio

-       Peggio? E cosa poteva andare peggio? Ci mancava solo che mi facessi sfuggire il coscio di pollo beccando tua nonna in testa! - Camus scoppia a ridere

-       Beh, in effetti non è che hai brillato! Soprattutto quando hai scambiato l'aceto per condire l'insalata con il vino … hai avuto veramente coraggio a berlo … e con quale eleganza!

-       Già … lasciamo perdere … tuo padre non mi offrirà mai quel lavoro

-       Ah guarda ,vista la situazione non credo che te ne dispiacerai

-       Che vuoi dire? Avanti Camus … dimmi di che si tratta .. me lo devi … se non altro per ripagarmi dell'inferno a cui mi hai sottoposto!

-       E va bene … diciamo che è qualcosa che ha a che fare con la mia sorellina

-       La strega? - alle parole di Camus rimango basito.

 

 

 

Ciao a tutti, ed ecco il terzo capitolo, scritto in un periodo lavorativo di calma piatta … che più piatta non si può :-(. Volevo fare due precisazioni, la prima i titoli dei capitoli, almeno per il momento, sono in realtà titoli di film (in questo ultimo sarebbe stato più corretto quindi mettere La cena del cretino … ovviamente di Milo :-)) … la seconda riguarda la scelta di parlare di una squadra di pallanuoto: ho dimenticato di dire che mi è venuta in mente questa idea vedendo la serie Tutti Pazzi per Amore 2 e il bravissimo Emilio Solfrizzi nella parte dell'allenatore. Un ringraziamento a quelli che leggono la storia, ed in particolare a darkalexandra85 che la messa nelle ricordate.

 

X charm_strange: eh Milo e la sua aria sfatta attirano molto anche me. Per Al in effetti come ballerino sarebbe veramente indescrivibile … brrr … ho quasi i brividi … in effetti Mu l'ho trattato proprio male, speriamo che si dia una scrollata :-(. DM invece è sempre lui, almeno così sembra o magari no? :-) … diciamo che in realtà in questa storia molto di ciò che sembra in realtà non è … o forse no? Per Shaina pienamente d'accordo .. .basta fare quello che vuole e tutto fila liscio ;-)

 

x diana924: ma magari il nostro Al alla fine riuscirà ad realizzare il suo sogno. Non so se sperarlo o meno :-(. Io non la vorrei una vicina come Shaina, del resto non vorrei neanche certi elementi nella mia squadra di pallanuoto :-).

 

x 007jb1: grazie per i complimenti e mi fa veramente piacere che la storia ti piaccia e che ogni tanto ti faccia ridere. Fammi sapere se sarà sempre così ;-)

 

x sagitta72: eh lo so che te Camus non ce lo vedi in moto, ma dai su una Monster io si … magari non così spericolato … ma forse è Milo che esagera ;-). Anche di Shaina so perfffffffffettamente come la pensi … poveraccia così bistrattata :-(.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo IV - Alta società ***


Capitolo IV

Alta Società



Seguendo a ruota Camus, entro nello studio del padre con ancora in testa le parole del mio amico. Il mio tanto ambito lavoro riguarderà la sua pestifera sorella. Senza perdere tempo il padrone di casa, dopo avermi invitato a sedere prende la parola:

  • Milo, non so se Camus ti ha accennato al lavoro che vorrei offrirti – al mio diniego sul suo volto compare un sorriso strano – lo immaginavo. Vedi, il fatto è che Bronte tra tre mesi compirà 18 anni e abbiamo intenzione di maritarla –

  • Maritarla? - la mia bocca si spalanca meccanicamente … ormai ho rinunciato a capire questo mio ridicolo automatismo.

  • Si … diciamo che mia figlia non ha mai dimostrato nessuna dote particolare. Inoltre alla guida dell'azienda di famiglia ci sarà Camus e per lei non sono previsti dei ruoli attivi. Certo, passerà il suo tempo a fare beneficenza e cose così, ma è nostra volontà che lei si sposi al più presto – il mio silenzio lo invoglia a proseguire – però non vogliamo che sposi un poveraccio qualunque. Pertanto in questo periodo le abbiamo organizzato una serie di appuntamenti con i rampolli più ambiti dell'alta società

  • Sinceramente non capisco questo cosa c'entri con me. Io sono uno dei poveracci a cui non vorreste mai dare vostra figlia in sposa – il sorriso mi muore sulle labbra all'espressione severa che assume il padre di Camus

  • E' vero. Tu non saresti un buon candidato.

  • - non aggiungo altro pensando che questi ricchi mancano totalmente di tatto.

  • Gli appuntamenti si svolgeranno di venerdi e noi gradiremmo che Bronte non ci andasse da sola.

  • Vorremmo sostanzialmente che tu le facessi da accompagnatore e guardia del corpo.

  • Vorreste che proteggessi vostra figlia da eventuali situazioni pericolose?

  • Si anche quello … ma soprattutto mi devo accertare che vada a tutti gli appuntamenti, conoscendola se non avesse qualcuno a controllarla ne salterebbe una metà e ne boicotterebbe l'altra. Ti pagherò tutti i tuoi futuri studi. Ti chiedo solo di dedicare a mia figlia un po' del tuo tempo. Non mi sembra un grande impegno.

  • No, infatti. Accetto – lo sguardo di Camus mostra una certa delusione

  • Al tempo ragazzo – nella stanza entra la vecchia a rotelle – io non ho ancora dato il mio benestare

  • Ah si .. Mildred prima che ti dia il lavoro vuole farti delle domande.

  • Si d'accordo – mi giro verso la donna e aspetto le sue domande

  • Hai una ragazza? - le fessure degli occhi della vecchia si fanno piccole piccole

  • Cosa c'entra questo con il lavoro?

  • Non tergiversare capellone, rispondi semplicemente si o no – mi punta addosso il suo ventaglio

  • No, non ho una ragazza

  • Hai un ragazzo?

  • Cosa? - la guardo stupito, mentre Camus comincia a tossire.

  • Rispondi! - la vecchia mi colpisce con il ventaglio

  • Non sono omosessuale.

  • Strano … con quei capelli sembrerebbe il contrario.

  • Veramente anche vostro nipote porta i capelli lunghi

  • E infatti comincio a dubitare anche di lui – guardo Camus sempre più sbigottito, mentre lui sorridendo mi fa spallucce – non ti distrarre capellone. Da quanto non fai sesso?

  • Io … non credo che siano affari suoi …

  • Rispondi!

  • Da 6 mesi – non so perchè rispondo all'interrogatorio, forse perchè ho paura che se non lo facessi la vecchia passerebbe alle torture?

  • Così tanto? Cos'è? E' andato in letargo e non riesci più a svegliarlo? - Ora è il padre di Camus che comincia a tossire, mentre io divento sempre più paonazzo

  • No signora … non che siano affari suoi, ma non riesco a trovare nessuna che mi interessi abbastanza ... ha per caso qualcuna da propormi?

  • Mi spiace … non sei il mio tipo

  • Che?

  • E mia nipote?

  • Cosa?

  • La trovi carina?

  • Beh … non si può dire che non sia una bella ragazza

  • Ci andresti a letto?

  • Ma non lo so .. ma perchè mi fa queste domande? – la vecchia mi colpisce nuovamente con il ventaglio – e ora perchè mi ha colpito???

  • Perchè sbagli risposta capellone … quella corretta deve essere “sua nipote è molto bella ma io non ci andrò mai a letto, perchè so che altrimenti lei mi spezzerebbe le gambe!”

  • . - sono senza parole

  • Beh … non dici nulla?

  • D'accordo Mildred … lascialo stare .. lo hai tormentato abbastanza.

  • Un'ultima domanda – la vecchia mi punta nuovamente gli occhietti addosso – quante volte al giorno ti lavi i denti?

  • Due – sfinito dalla situazione rispondo automaticamente senza reagire

  • Lavali tre volte d'ora in poi … il sorriso è tutto se si vuole avere successo nella vita

Esce dalla stanza senza aggiungere altro, mentre Camus sorride, neanche troppo velatamente.

  • Allora ragazzo, se vuoi il lavoro è ancora tuo. Se ti comporterai bene e conquisterai la mia fiducia, ti prometto che alla fine del tuo corso di studi troverai un lavoro di prestigio in una delle mie società. Camus mi ha detto che sei un ragazzo brillante e pieno di risorse – sorrido soddisfatto alle sue parole, mentre il padre tira fuori un espressione tipo Marlon Brando nel padrino – bada però … se ti comporterai male e se soprattutto proverai a sedurre mia figlia … ti farò pentire di essere venuto al mondo.

Mentre il sorriso scompare dalla mie labbra in un baleno, il padre accomiatandosi da noi mi sorride benevolmente, ma prima di uscire mi comunica un'ultima cosa

  • scusami caro …. mi sono dimenticato di dirti che tra i compiti richiesti c'e' anche quello di accompagnare la nostra Bronte il mercoledi a danza classica.

Sto per rispondere al padre che il mercoledi avrei gli allenamenti di pallanuoto, ma Camus interviene comunicandomi che sua sorella ha la lezione nel pomeriggio. All'uscita del padre mi accascio sulla poltrona maledendo mentalmente il mio continuo bisogno di soldi. Camus si siede accanto a me con aria sconsolata

  • Te lo avevo detto che alla fine mi avresti odiato

  • Io non ti odio … ti sono grato invece … non lavorerò molto e potrò permettermi di stare tranquillo per i miei studi. Sarà sufficiente d'ora in poi lavorare solo come barista per mantenermi .. io sono di poche pretese.

  • Non ringraziarmi … fidati .. mia sorella non è semplice da gestire.

  • Beh .. l'aria un po' pestifera ce l'ha … ma io ho le spalle larghe – sorrido a Camus per tranquillizzarlo...cosa che non ottengo

  • Già

  • Posso farti però una domanda?

  • Dimmi

  • Ho notato che tra di voi i rapporti non sono proprio idilliaci … mi domandavo perchè

  • Sinceramente non ti so rispondere … fino a pochi mesi fa io e lei eravamo molto uniti. Dove andavo io veniva lei .. e poi mi riempiva di mille attenzioni, di coccole , di affetto … poi un giorno, così d'improvviso ha cominciato ad odiarmi

  • Non ci credo

  • E come spiegheresti il fatto che a mala pena mi saluta e che non perde occasione per parlare male di me?

  • Non so .. magari gli hai fatto qualcosa senza rendertene conto

  • Magari - lo sguardo pensieroso di Camus mi incomincia a far pensare

  • Ma lei come l'ha presa questa cosa?

  • Che tu le faccia da guardia del corpo?

  • Si

  • Male. Ma ha preso male tutta la faccenda. E sinceramente non le posso dare torto. E' inconcepibile che in questa epoca si voglia costringere una ragazza a maritarsi … e poi i miei genitori non la fanno mai uscire di casa … mai … e non è vero che non è portata per gli studi o che non vuole … sono sempre i miei che non glielo permettono … su questo sono stati irremovibili.

  • E tu cosa hai fatto?

  • Le ho provate tutte per far loro cambiare idea

  • Ah .. il mio Robespierre … sempre pronto alla rivoluzione – Camus mi sorride

  • Ora basta .. ti riaccompagno a casa … e ti prometto che cercherò di andare piano

Questa volta durante il tragitto mantiene la sua promessa e così invece di ritrovarmi davanti in processione tutti i santi del paradiso uniti compatti in preghiera, mi trovo come compagni di viaggio solo San Giorgio e San Paolo, perchè non si sa mai, dovesse capitare qualcosa. Arrivati a destinazione, saluto velocemente il mio amico e mi precipito a casa, dove sulla soglia della porta trovo un Aioria immerso in una fitta conversazione con Marin

  • Ciao Milo

  • Ciao Aioria … Marin. Come mai siete qua fuori?

  • Volevo fare assaggiare ad Aioria la mia crostata di ciliegie, e così gliene ho portato un pezzetto. Ma lui non vuole farmi entrare.

  • Ah si … sai … la casa è così in disordine – Aioria continua a massaggiarsi la testa nervosamente

  • Conosco il vostro disordine e posso assicurarti che dopo aver visto i tuoi calzini dentro il lavabo e le mutande di Milo dentro il frigo non mi scandalizzo più di nulla

  • Fidati cara – intuendo il problema di Aioria mi intrometto nella conversazione – non c'e' mai fine al peggio. Ora bella rossa, molla la crostata e sparisci

  • Sei sempre così carino – Marin fa finta di offendersi, ma poi mi stampa un bacio sulla guancia – ricordati di riportare gli spaghetti a Shaina se no è capace di ucciderti.

Una volta allontanata comincio a sghignazzare sadicamente

  • Cosa hai da ridere deficiente?

  • Allora chi c'e' dentro? La bionda? La mora? Tutte e due?

  • Ne l'una ne l'altra.

  • Io non capisco perchè continui a nascondere le tue avventure a Marin … mica siete fidanzati.

  • E' che le sono affezionato … e lei non capirebbe .. mi giudicherebbe male …

  • Già già …. chi c'e' dentro?

  • Una rossa

  • Non mi dire .. hai infranto anche questo ultimo tabù e ti sei portato a casa finalmente anche una rossa?

  • Sai che io non vado con le rosse … questa in particolare è qui per te

Senza farlo proseguire gli mollo la crostata e mi precipito in casa, dove trovo seduta in pizzo al divano la strega di Salem in persona.

  • Cosa ci fai qui? - benchè incredulo nel vedere la sorella di Camus nel mio tugurio cerco di mantenere un atteggiamento distaccato.

  • Sono venuta a chiarire alcuni punti con te – si alza dal divano e prima che Aioria possa entrare in casa gli sbatte la porta in faccia. Dopo di che mi spinge addosso alla parete – chiariamo subito una cosa. Tu sei alle mie dipendenze.

  • Veramente io sono alle dipendenze di tuo padre

  • Sei anche alle mie

  • Non credo proprio ragazzina

  • O si invece, io credo di si … e sai perchè lo credo? – con un gesto improvviso preme il suo ginocchio addosso al mio compagno di giochi, il caro Fitzwilliam, lasciandomi senza fiato per la sorpresa – perchè se provi a fare di testa tua dirò a mio padre che ci hai provato con me. Tu sai cosa significa vero?

  • Non ti … crederà …

  • Oh si che lo farà … cerca di non sfidarmi

Scostandosi velocemente, senza salutare apre la porta e dopo aver spostato Aioria se ne va. Ad uno sguardo sconvolto e perplesso del mio coinquilino rispondo semplicemente comunicandogli che quella è la sorella di Camus, poi mi chiudo in camera e mi lascio cadere sul letto. Ora comincio a comprendere le parole del mio amico … mi rendo conto di essere finito in un incubo da cui non mi risveglierò tanto presto.




Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo dove finalmente si capisce cosa dovrà fare Milo per sbarcare il lunario e mantenersi agli studi. Chissà se riuscirà a svolgere il suo lavoro in modo soddisfacente ;-). Ringrazio tutti quelli che fino ad ora hanno seguito la storia.


X Diana924: Trovi ancora simpatica la nonna di Camus? Non so sinceramente cosa sarebbe peggio .. se fare da badante alla vecchia o il bodyguard della nipote … povero Milo :-(


x charm_strange: eh si … il povero ma bello Milo è proprio povero … mo gli toccherà pure fare da balia alla terribile sorella di Camus che secondo me fa mooooolta concorrenza a Shaina. La famiglia di Camus si commenta da sola :-D


x 007jb1: sai che non l'ho visto il film con Celentano? Io più che altro pensavo alla cena disastrosa di Villaggio/Fantozzi … certo … Milo non arriva a quegli estremi ma diamo tempo al tempo XD


x sagitta72: si … la famiglia di Camus è proprio fuori di Melone … ma non sono così convinta che Camus sia poi così normale :-(.



Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo V - Full Metal Jacket ***


Capitolo V

Full Metal Jacket



Da quando ho risolto il problema economico delle rate universitarie la mia vita si è fatta molto più leggera e semplice da vivere. Non devo più correre come un forsennato, e ora che i soldi che guadagno come barista mi servono solo per vivere, non devo neanche più saltare i pasti. Tutto va a gonfie vele. Le lezioni all’università procedono tranquillamente: perfino quelle del maestro Yoda non sono più così noiose. Ammetto però che non sono tutte rose e fiori … la minaccia della sorella di Camus e le due giornate che dovrò dedicarle aleggiano continuamente su di noi. Non ho avuto il coraggio di raccontare al mio amico l’exploit della sorella, primo perché devo sapermela cavare da solo e secondo perché non so neanche se mi crederebbe. Sto aspettando proprio la strega di Salem di fronte casa di Camus, questo perché dovrò accompagnarla ad una delle sue lezioni di ballo. E’ più di mezz’ora che sono in piedi sotto al sole, grondante sudore, ed è così che mi trova il mio amico

  • Milo, come mai qui fuori?

  • Sto aspettando tua sorella per accompagnarla a scuola di ballo.

  • Da quanto è che sei qui?

  • Da mezz’ora.

  • Ma sono le 17.00 e lei ha lezione alle 19.00

  • Quella strega! – il mio volto si fa paonazzo – mi ha fatto venire in anticipo apposta

  • Dai vieni dentro – Camus sorridendo mi invita a casa sua – almeno ti puoi sedere

  • No, preferisco stare qui … non voglio incontrare tua nonna e le sue domande assurde – sul volto del mio amico compare un velo di malinconia – scusami … non volevo offenderti … dai entro

  • No … figurati Milo … ti capisco .. anche io se potessi non vivrei qui

  • Perché non te ne vai?

  • E’ una lunga storia – sul suo viso compare un sorriso forzato – a questo punto rimango io qui con te

  • Ma no, non ti preoccupare

Nonostante le mie insistenze il francese rimane a farmi compagnia fino all’uscita trionfale della sorella, che non curandosi minimamente del fratello, mi lancia un mazzo di chiavi ordinandomi di andare a prendere la macchina. Controvoglia, facendomi accompagnare da Camus, vado nel garage e, dopo aver scoperto che la sua famiglia possiede più di 50 auto, prendo quella a cui corrispondono le chiavi. Durante tutto il tragitto mi tocca sorbirmi i rimbrotti della rossa sul mio pessimo modo di guidare e i suoi suggerimenti su dove voltare e girare. Arrivati a destinazione, parcheggio l'auto e aspetto che scenda, ma quell'arpia mi ordina di seguirla e di portarle il borsone. Se avessi saputo che sarei stato trattato come uno schiavo mi sarei fatto offrire uno stipendio molto più alto. Non ho intenzione di fare il suo maggiordomo per sempre, sto solo studiando il modo migliore per riuscire ad uscire al meglio da questa situazione senza subire danni. Entrando nella sala da ballo, noto che a parte una marea di ragazze più o meno belle vestite con il tutù vi è un solo ragazzo. E' di una bellezza sconcertante: tutte lo divorano con gli occhi e lui lo sa. Non si può dire che gli manchi il fascino, ma al tempo stesso quella sua aria di sufficienza e di superiorità me lo rende immediatamente antipatico. Anche lui indossa una specie di calzamaglia da cui si evidenzia praticamente tutto di lui. Rido al pensiero di Aldebaran con uno di quei cosi addosso, ma il sorriso mi muore sulle labbra quando la strega di Salem, chiamandomi babbeo mi ordina di portarle la borsa. Mentre gli tiro la sacca, veniamo interrotti dalla sua insegnante:

  • Bronte mia cara, è lui il giovane di cui mi hai parlato?

  • Si Madame Cotilleur

  • Mmmh … un po' troppo muscoloso, troppo scoordinato, troppo impacciato.

  • Vedrà Madame che non la deluderà – sul viso di Bronte compare quel suo sorriso malefico che mi fa correre un brivido sulla schiena: è dedicato a me e la sensazione spiacevole che stia per accadermi qualcosa di brutto mi assale improvvisamente

  • Allora caro, perchè vuoi diventare un ballerino?

  • Cosa? - guardo stupito l'insegnante di ballo – guardi che ci deve essere stato un errore

  • No, Milo, nessun errore. Conoscendo il tuo sogno ho detto a Madame che desideravi ardentemente fare il ballerino, anche se non hai mai provato prima. Non essere timido dai .. pensa che lei nella sua infinita bontà ha accettato di provinarti

  • No .. ma non si deve scomodare signora … io sono negato - lo sguardo di Bronte mi incenerisce - anche se lo desidero tanto, non oso sperare di essere adatto e non mi sembra il caso di sprecare il suo tempo prezioso.

  • Caro non preoccuparti. E poi, ciò che Bronte desidera si fa – nella sua voce noto un'increspatura rabbiosa

  • Già – la strega si avvicina a me e comincia a tormentarmi il braccio con un pizzico – ciò che Bronte desidera si fa!

Vedendomi con le spalle al muro devo acconsentire alla richiesta dell'insegnante, per cui alla meno peggio … molto meno e più peggio … faccio ciò che mi suggerisce. Il risultato ovviamente è disastroso;tutto ciò che riesco ad ottenere sono le scoppia di risate dei veri ballerini e lo sguardo inorridito della Cotilleur; non posso darle torto, l'immagine che mi rimandano gli specchi presenti in tutta la sala è quella di un pachiderma che incurante di tutto pesta pesantemente i piedi, come se stesse partecipando ad una vendemmia e non ad un provino di danza classica La rabbia mi sale in corpo, ma cerco comunque di mantenere la calma. Ho deciso di segnare mentalmente tutti i suoi sgarbi e di presentarle alla fine il conto. Scuotendo la testa l'insegnante fa capire a Bronte che sono proprio negato, ma lei le suggerisce – o meglio ordina – di farmi provare per il resto dell'anno. Dopo aver sospirato pesantemente, Madame Cotilleur mi comunica che sono ammesso alla sua scuola di ballo in prova. Rimango fermo, impalato come uno stoccafisso. Neanche la scenata isterica del primo e unico ballerino – almeno fino ad ora – mi ridesta; scopro però che il suo nome è Aphrodite e che mai e poi mai dividerà il palco con un pachiderma come me. Su questo concordo pienamente con lui. Mi scrollo solo nel momento in cui l'insegnante mi porge una calzamaglia uguale in tutto e per tutto a quella dell'altro ballerino

  • Se lo può scordare – con la mano alzata le impedisco di darmela – non metterò mai e poi mai quella cosa

  • Milo è la regola – il sorriso diabolico ricompare sul volto angelico della strega – e tu devi rispettare le regole

  • Scordatelo. Non ci penso proprio … essere umiliato va bene … ma quella non la metto!

  • Eh va bene – Madame Cotiller sospira nuovamente – penso che con o senza calzamaglia faccia molta differenza

Onestamente neanche io penso che faccia molta differenza. Obbligato dagli eventi tento di barcamenarmi in mezzo alle ragazze in tutù, con il risultato che ne azzoppo un paio e ne faccio cadere una dozzina. I miei movimenti elefanteschi fanno disperare Madame Cotillieur che se potesse mi farebbe sparire in un batter di ciglia. A metà della lezione, la suddetta, muovendosi a compassione, non tanto mia ma delle sue allieve, mi invita a mettermi di lato e, dopo avermi dato una dimostrazione pratica, mi suggerisce di effettuare i movimenti base che mi permetteranno a suo dire di entrare in punta di piedi nel mondo della danza classica. Detto sinceramente mi sono sentito un po’ preso per i fondelli. Più che in punta di piedi, il mio ingresso è stato un vero e proprio botto. Svogliatamente eseguo quanto richiesto e per tutto il resto della lezione lancio sguardi infuocati in direzione della principessina del Terzo Reich, cercando mentalmente il modo più doloroso per fargliela pagare. Vengo interrotto dalla Cotilleur nel momento esatto in cui ripenso alla scena del film Il Maratoneta in cui un folle Lawrence Olivier, prima di torturare l’ignaro Dustin Hoffman con uno di quei raccapriccianti arnesi da dentista, gli domanda “E’ sicuro?”: la lezione-tortura è finita e l’insegnante mi suggerisce di andare a casa a fare molto allenamento. Dopo aver atteso per più di un’ora che Nostra Signora della Superbia si faccia la doccia, la vedo uscire pigolando felice con l’unico vero ballerino della compagnia, il quale ignorandomi completamente le rivolge un saluto affettuoso e se ne va.

  • Non mi dire che anche le streghe di Salem hanno degli amici

  • Amici? Ah ti riferisci ad Aphrodite? Beh, non siamo proprio amici

  • Fidanzati?

  • Hai voglia di scherzare?

  • Perché? Non è ricco? – intuendo la mia battuta mi incenerisce con lo sguardo

  • Oh si lui è molto ricco – accentuando lui in una maniera spropositata

  • E allora? Non lo ritieni alla tua altezza?

  • E’ gay idiota! Strano che tu non lo abbia capito

  • Perché avrei dovuto?

Glissando sulla mia domanda, Bronte sale in macchina ordinandomi di riportarla a casa

  • Stai scherzando vero? Io devo andare agli allenamenti!

  • Allenamenti? Ah si … la pallanuoto …. Quello sport idiota, da sfigati, che fate tu e mio fratello.

  • Si .. quello … non posso arrivare anche questa volta in ritardo.

  • Spiacente … io devo andare a casa e tu che sei il mio schiavo mi ci porti

  • Senti bella! Ma con chi credi di parlare?

  • Con quello che perderà il posto di lavoro se non fa quello che gli ordino!

  • Tu non puoi farmi licenziare

  • Ne sei sicuro?

Dal sedile posteriore si sporge, portando il suo viso affianco al mio collo e con un gesto improvviso che mi fa perdere per un attimo il controllo dell’auto, passa la sua lingua dietro al mio orecchio. Inchiodo improvvisamente, facendola sbattere sul sedile. Voltandomi le intimo di smetterla di molestarmi e lei per nulla intimorita, scende dal sedile posteriore, sale in quello affianco al mio e insinuando la sua mano tra le mie gambe mi domanda “altrimenti?”. Opto a questo punto per un silenzio strategico e senza aggiungere nulla, accendo la macchina e mi dirigo verso la sua casa senza emettere il minimo suono. Riesco a mantenere l’autocontrollo per tutto il viaggio, anche quando la strega mi slaccia i pantaloni e comincia a giocare con Fitzwilliam

  • Mmh … la situazione mi sembra disperata

  • .

  • Ma sono io che non ti faccio effetto? O è lui che non si sente bene?

  • .

  • C’e’ qualcuno che riesce a fargli prendere vita? – stufo delle sue battute rispondo acido

  • Il mio amore

  • Ah … ma hai detto a mia nonna che non ce l’avevi!

  • Non volevo avere problemi

Improvvisamente Bronte smette di molestarmi e cade in un silenzio profondo. Senza più molestie, il resto del viaggio passa velocemente. Arrivati sotto casa, scende senza aggiungere altro e sparisce velocemente. Neanche quando incrocia il fratello sulla soglia da cenno di vita. Camus mi raggiunge nel garage e ad un mio sguardo stupito mi sorride

  • Sapevo che ti avrebbe obbligato a tornare. Ho pensato di aspettarti, con la moto dovremmo riuscire ad arrivare in tempo

Mi vedo affiancato immediatamente da San Giorgio e San Pietro – oggi San Paolo è in vacanza premio per aver sopportato stoicamente l’ultimo viaggio con Camus – e mestamente salgo sulla sua moto. Durante il viaggio le mie preghiere vengono interrotte dalla domanda a bruciapelo del mio amico

  • Che è successo tra te e Bronte?

  • Che vuoi dire?

  • Quando è rientrata era sconvolta. Passandomi vicino non mi ha neanche insultato come fa di solito.

  • Sinceramente non so cosa sia successo … non ho capito molto.

  • Che cosa ha combinato?

  • Mi ha iscritto a scuola di ballo – la moto di Camus rischia di cadere rovinosamente mentre il francese si volta a guardarmi sconvolto – da grande farà il ballerino .. se la mia insegnante non si suicida, o peggio, non mi uccide

Camus non dice più nulla per tutto il tragitto ed io comincio a pensare che deve essere qualcosa nel mio tono di voce che toglie ogni voglia di conversare con me.

Arriviamo vivi, per fortuna, alla palestra e dopo esserci cambiati velocemente entriamo in piscina, rimanendo basiti dello spettacolo che ci appare. Sono tutti sdraiati per terra, intenti a fare le flessioni, mentre Saga passa sopra i loro corpi urlando come un pazzo. Più che il nostro premuroso allenatore, sembra il sergente folle di Full Metal Jacket. Vedendoci impalati e perplessi ci ordina di affiancarci ai nostri compagni e di cominciare a lavorare come si deve. Senza farcelo ripetere io e Camus ci sdraiamo vicino ad Aioria e Shura e ,tra una flessione e l’altra cerco di carpire dal mio coinquilino che cosa possa aver cambiato l’umore del nostro maestro.

  • Ti giuro che non lo so

  • Scusami, ma qualcosa dovete avergli fatto … sembra indemoniato!

  • Non gli abbiamo fatto nulla – Aioria gronda sudore da tutti i pori – appena siamo entrati ci ha urlato che eravamo dei lavativi e che ci avrebbe pensato lui a far sparire i rotoli di grasso che ci perseguitano e poi ci ha fatto correre per 10 minuti e ci ha messo a fare le flessioni

  • 100! Ne dobbiamo fare 100 … e non mi ha neanche permesso di pulire prima il pavimento con una salviettina – Camus incenerisce Shura con lo sguardo, io mi rivolgo nuovamente ad Aioria

  • Allora deve avere qualche problema fuori …. Sembra Mr. Hyde che ha ucciso il nostro maestro!

  • Si … lo penso pure io!

  • VOI DUE!!! – ci voltiamo rendendoci conto con orrore che si sta rivolgendo proprio a me e Aioria – ALZATEVI! SUBITO!!!!

Eseguiamo i suoi ordini senza discutere; avvicinandosi, comincia a far scrocchiare i suoi diti e io comincio a deglutire nervosamente. Questo mio nervosismo attira la sua attenzione. Attaccandosi al mio corpo, come il sergente con Palla di Lardo comincia ad urlarmi in faccia, sputacchio compreso

  • Tu … sovversivo … vedo che hai molte energie da spendere … sei arrivato in ritardo e ti permetti il lusso di parlare?

  • Saga scusa per il ..

  • SILENZIO! Non ti ho detto di parlare

  • Volevo solo spiegarti…

  • 200 flessioni!

  • Cosa?

  • 250!

  • Ma …

  • 300

Senza aggiungere altro, mi metto a terra e comincio a fare le flessioni. Aioria, non sapendo bene cosa fare, segue il mio esempio e buttandosi per terra ricomincia anche lui l’esercizio. Mentre io passo tutta la lezione a fare flessioni, i miei compagni vengono sottoposti alle torture più atroci, dopo le flessioni è la volta dei piegamenti, della corsa, dei salti e delle 50 vasche. Via via i miei amici cadono tutti come birilli. Il primo a crollare ovviamente è Mu: dopo la quarantesima flessione stramazza al suolo, apparentemente privo di vita. Saga, ignorandolo, invita gli altri a proseguire. Successivamente Death Mask, durante la corsa, invece di effettuare la curva guadagna velocemente la porta degli spogliatoi dandosela a gambe, seguito da un Saga furibondo. Dopo 5 minuti in cui tutti ne approfittiamo per riprendere fiato e sincerarci che Mu sia ancora vivo,il nostro allenatore rientra, ancora più arrabbiato di prima, e dopo avermi ordinato di fare altre 100 flessioni, butta tutti gli altri, compreso il moribondo Mu, dentro l’acqua. Per fortuna Aioria recupera Mu che come un ancora rischia di colare a picco nel fondo. Dopo poco sia Shura che Aldebaran vengono presi dai crampi alle gambe e nonostante le urla di Saga optano per una ritirata veloce negli spogliatoi: hanno anche la delicatezza di trascinarsi dietro un Mu ormai con un piede nella fossa. Gli unici che resistono fino all’ultimo sono Aioria e Camus, i quali alla fine degli allenamenti hanno anche la forza di soccorrermi. Tirandomi su mi rendo conto di non riuscire a tornare nella posizione eretta e comincio a camminare come l’Orso Yoghi ingrassato di 20 kili. Dopo la doccia sono talmente tanto stanco che mi faccio trascinare da Camus sulla moto, riuscendo perfino ad addormentarmi sul sellino; appoggiato a lui come un peso morto, non mi rendo neanche conto di arrivare a casa. Dopo averlo salutato, salgo le scale impiegandoci un’eternità: al secondo piano vengo superato con orrore perfino dalla vecchietta di 90 anni che abita al piano sopra il nostro, che mi offre gentilmente il suo aiuto che per vergogna rifiuto. Dopo aver aperto la porta di casa crollo sul pavimento addormentandomi pesantemente, seguito a ruota dal mio coinquilino, che franandomi sulla schiena si addormenta sopra di me.





Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo. Chiedo venia per come ho trattato Aphrodite e Mu … su Saga invece non dico nulla … tanto lui anche nel manga è fuori di testa ;-). ringrazio tutti quelli che continuano a leggere la storia e mi scuso con quelli che hanno recensito il precedente capitolo: non posso rispondervi in questo momento, ma posso assicurarvi che apprezzo i vostri commenti.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo VI - Appuntamento al Buio ***


Capitolo VI

Appuntamento al Buio



Entro nella stanza di Aioria. Sul letto sfatto sta dormendo una ragazza con i capelli castani, senza uno straccio addosso. Ignorandola, apro l'armadio del mio amico e senza tanti complimenti prelevo la sua ultima camicia decente. Salutando la ragazza, che nel frattempo si è svegliata e mi sta osservando divertita, mi precipito giù per le scale prima che il mio coinquilino mi possa correre dietro per tentare di strapparmi il suo bene prezioso. Dopo aver preso ben 3 autobus giungo finalmente davanti casa di Camus. Entrando, il primo maggiordomo mi osserva con occhio clinico e dopo poco sentenzia:

  • La sua camicia è sgualcita

  • Sa, l'autobus, la calca.

  • Comprendo perfettamente. Sfigurerà vicino alla signorina Bronte.

Senza aggiungere altro, mi molla nell'atrio e se ne va impettito. Chissà perchè comincio a pensare che anche la servitù dentro questa casa abbia manie di grandezza. Mentre attendo l'arrivo della rossa, mi raggiunge Camus, rientrato non so da dove, immacolato e ordinato, nonostante i 40 gradi esterni.

  • Ciao Milo

  • Ciao

  • Stai aspettando Bronte?

  • Si … oggi è il giorno del suo primo appuntamento

  • Già – Camus assume un'espressione perplessa

  • Sai con chi esce?

  • Mmh mmh … si lo so e non mi piace per nulla.

  • Geloso? - sorrido della sua risposta

  • No … preoccupato .. diciamo che non mi sembra proprio il suo tipo. In effetti non mi è mai piaciuto. Troppo brusco … nonostante sia inglese i suoi modi lasciano molto a desiderare … ma per fortuna ci sarai tu. Mi raccomando cerca di controllare che non succeda nulla a mia sorella

Sorrido del modo in cui Camus, nonostante la tensione evidente fra di loro, tenda comunque a proteggere la sorella. Veniamo interrotti dal sopraggiungere della nonna del mio amico, che invita il nipote ad abbassarsi in modo che riesca a guardarlo negli occhi. Camus asseconda il suo desiderio per ritrovarsi stretto in un abbraccio soffocante. La nonna, dopo questo momento affettuoso, rivolge le sue attenzioni a me.

  • Capellone … dalle tue parti non solo non esistono i parrucchieri, ma neanche le tintorie vedo

  • No … è che con l'autobus … la calca …

  • Lascia perdere … stammi bene a sentire … fa che succeda qualcosa a Bronte … qualsiasi cosa … e giuro che ti faccio un trattamento alla fine del quale andrai a cantare all'Opera di Parigi come soprano - deglutisco rumorosamente, se non fosse su una sedia a rotelle me ne andrei a gambe levate – Intesi?

  • Si

  • Bravo!

Mentre tento di assumere un'espressione più consona alla mia età – sembro un bambino terrorizzato che ha appena visto l'uomo nero – nella scena irrompe la strega di Salem, travestita da Cenerentola pronta per il gran ballo. La rossa è talmente bella con il suo abito ultra elegante e tutto il trucco e parrucco, che quasi mi prende un colpo al pensiero di doverla accompagnare all'appuntamento con un altro. Per fortuna apre la boccuccia e i suoi insulti fanno scomparire tutta la magia per dare nuovamente spazio alla megera che è in lei:

  • Hai voglia di scherzare vero? Quella camicia è totalmente inadatta e fuori luogo. Così sporca e stropicciata!

  • Io sono solo il tuo accompagnatore …

  • Neanche per il parcheggiatore verrai scambiato …. ti prenderanno per uno che chiede l'elemosina

  • Se vuoi corro subito a comprare lo smoking

  • Non basterebbe … sembreresti sempre uno straccione?

Rido forzatamente alla sua osservazione e decido mentalmente che non mi farò più incantare dalle apparenze. Dopo aver salutato Camus e omaggiato la nonna, vado a prendere la macchina e partiamo alla volta del ristorante prenotato dalla madre di Bronte: il più costoso, elegante e raffinato posto presente in città. Le persone normali devono prenotare almeno un anno prima per accaparrarsi un posto, ma non la famiglia Fournier, per loro è sufficiente una telefonata. All'entrata mi fanno passare solo perchè incollato alla gonna del vestito di Bronte. Veniamo accompagnati dal maitre nel tavolo a noi riservati dove troviamo ad attenderci il piccolo Lord invecchiato di 15 anni. Rispetto a lui sembro Oliver Twist appena derubato del suo miglior vestito. Mi ripeto mentalmente che le apparenze non sono tutto, ma è dura convincersi quando si è circondati da tavoli pieni di Barbie e Ken vestiti a festa. Il ragazzo si presenta, il suo nome è Radhamantys e dopo aver baciato la mano di Bronte, mi punta i suoi occhietti in cui aleggia una sadica vena di crudeltà – almeno questa è la mia impressione – addosso. La rossa gli comunica che io sono il suo cane da guardia, aggiungendo che lo si comprende anche dal modo in cui sono vestito, dopo di che si siedono e cominciano a conversare, ignorandomi completamente. A prima vista questo Radhamantys sembra un ragazzo misurato e di buona educazione. Mentre mi sto domandando perchè mai Camus non si fidi di lui, mi viene servita la risposta in un piatto d'argento. Il giovane cameriere che ci sta servendo, lascia cadere inavvertitamente una goccia di vino rosso sulla tovaglia bianca, scatenando l'ira del giovane, che con tono minaccioso gli intima di chiamare il direttore. Il mal capitato tenta di giustificarsi, ma l'inglese lo schiaffeggia con il tovagliolo e gli fa urla una serie irripetibile di epiteti. Io lo guardo esterrefatto, mentre Bronte gli chiede gentilmente di mantenere un comportamento più pacato. E' il principio della fine. Il ragazzo comincia uno sproloquio di 1 ora sulla decadenza della servitù ai giorni nostri, raccontandoci con dovizia di particolari, di come suo padre abbia licenziato e fatto perseguire tutta una serie di “servi” che hanno servito presso di loro. Per tutto il tempo riesco solo a domandarmi se qualcuno si sia degnato di dire a questo tizio e al suo onorevole padre che la schiavitù è stata abolita da Lincoln due secoli fa. Dopo l'invettiva cala il silenzio sulla nostra tavola, interrotto solo dal masticare rumoroso della nostra vicina di tavolo. Dopo 10 minuti, Radhamatys perde nuovamente la pazienza e va ad inveire contro la donna che emette i rumori mangiando, facendomi rimpiangere perfino il perfezionismo maniacale di Shura. In un momento di distrazione del ragazzo mi avvicino a Bronte e le sussurro “questo è pazzo”, ottenendo come risposta “completamente pazzo!”. Finalmente, dopo aver trangugiato il dolce e aver ingoiato tutto in un sorso l'amaro, io e la rossa ci alziamo e ci congediamo velocemente da Radhamantys. Quando pensiamo di essere salvi, però, ce lo ritroviamo davanti all'uscita. Il suo sguardo, se possibile, è ancora più folle di quando insultava il cameriere distratto.

  • Non ti sembra Bronte di essere stata un po' maleducata?

  • Dici? - la rossa, per nulla intimorita gli risponde – e perchè scusa?

  • Andarsene così, di corsa, è da maleducati.

  • Veramente? Non lo sapevo

  • Cos'è i tuoi non te l'hanno insegnata l'educazione?

  • Ma forse sono i tuoi a non averlo fatto.

  • Come prego?

  • Non hai fatto altro per tutta la sera che insultare tutti, rendendo questa cena un vero inferno. Sei stato arrogante, noioso, maleducato e fuori luogo con i tuoi discorsi sulla servitù o schiavitù o come diavolo la chiami tu. Vorrei dirti due cose … la prima … la schiavitù l'hanno abolita ormai due secoli fa. Secondo … sparisci! - Le orecchie di Radhamantys assumo un colore violaceo e cominciano a muoversi completamente scollegate rispetto al resto del viso

  • Questo vuol dire che non avremo modo di vederci un'altra volta?

  • Si, vuol dire proprio questo … non mi piaci neanche un po' … anzi … lo vuoi un consiglio? - sento chiaramente che quello che gli sta per dire renderà la serata indimenticabile – domani mattina, come prima cosa, prendi appuntamento dall'estetista per una ceretta. Quel tuo mono sopracciglio è inguardabile!

Con il viso paonazzo, Radhamantys afferra Bronte per un braccio e lei senza farselo ripetere gli molla un calcio sulla gamba. Prima che il ragazzo tenti di strangolarla, intervengo io per bloccarlo, con il risultato che cominciamo ad azzuffarsi come animali. Per separarci devono intervenire 5 camerieri e il maitre, il quale alla fine, buttandoci fuori dal Ristorante ci intima di non farci più vedere. Trascinando Bronte in macchina, prima che quello psicopatico tenti nuovamente di assalirci, tiro giù tutti i santi dal paradiso. Dopo aver messo in moto, comincio a vagare per la città senza una meta precisa, solo per far sbollentare la rabbia. La rossa ad un certo punto decide di infrangere il silenzio:

  • Sei arrabbiato?

  • Tu che dici?

  • Non è colpa mia se quello era un cretino – la guardo dallo specchietto retrovisore

  • Pensi che io sia arrabbiato con te? Non è così … mi fa rabbia il fatto che certa gente creda che avere i soldi possa permettere loro di insultare chiunque.

Bronte non dice nulla e comincia ad osservare il panorama fuori dal finestrino. Solo ad un certo punto, dopo avermi intimato l'alt, indicandomi una donna seduta ad una fermata di autobus mi parla nuovamente:

  • Che cosa sta facendo?

  • Non so … forse aspetta ….

  • Aspetta l'autobus?

  • No .. dall'aspetto direi che aspetta soltanto

  • Cosa?

  • che passi la giornata

  • Perchè non ha le scarpe? E non sente freddo con quei vestiti così leggeri? E perchè è così sporca? - mentre mi pone queste domande la osservo sempre più stupito – e perchè ha i capelli così arruffati? E …

  • E' povera Bronte. Semplicemente povera

  • Povera? Vuoi dire che non può permettersi vestiti? Non può neanche lavarsi?

  • E' un miracolo se riesce a mangiare … ma dove vivi?

  • Lo sai dove vivo … ma perchè non lavora?

Mi volto a guardarla veramente stupito, rendendomi conto che non sta scherzando e che probabilmente fino ad ora non ha mai visto nulla al di fuori del suo mondo ovattato. Sorrido della sua ignoranza, ma lei non curandosi, scende improvvisamente dall'auto per correre da quella donna. In apprensione per ciò che può fare le corro dietro, giusto in tempo per vederla togliersi il vestito e darlo alla donna, dopo averle sussurrato qualcosa all'orecchio. Tra i fischi delle auto che passano, in sottoveste, torna sui suoi passi e passandomi davanti rientra in auto. Resto un po' a fissare la donna povera con il vestito elegante, poi decido di risalire e dopo aver messo in moto, riprendo la strada di casa. Durante il tragitto accendo l'aria calda per evitare che si congeli, lei puntandomi gli occhi addosso mi apostrofa:

  • Pensi che sia una ragazza viziata che non si rende neanche conto di cosa le vive intorno

  • Si … in effetti lo penso … ma so che non è colpa tua … credo invece che i tuoi genitori ti abbiano protetto un po' troppo

  • I miei genitori mi hanno trattato come una reclusa.

  • Perchè le hai dato il tuo vestito? Che pensi che ci possa fare con un abito da sera? Vuoi che diventi la povera più elegante della città?

  • Le ho detto di portarlo in un negozio vintage che si trova al centro, di venderlo e di non farsi fregare sul prezzo. Quel vestito è un pezzo unico, vale una fortuna, mia madre lo ha comprato per il mio primo appuntamento. Almeno servirà a qualcosa di utile.

Osservo Bronte dallo specchietto domandandomi chi sia in realtà la sorella di Camus, una strega camuffata da brava ragazza o viceversa? Senza dire altro arriviamo alla sua villa, dove all'interno del garage parcheggio la macchina. Le apro la portiera e la faccio scendere e lei per tutta risposta, mettendomi le mani addosso, comincia a slacciare i bottoni della mia camicia

  • Non vorrai che entri in casa in questo stato!

  • Mi era sembrato ci capire che non ti piacesse la mia camicia

  • In mancanza d'altro – la sua voce suadente è ipnotica – mi dovrò accontentare

Dopo averla slacciata, passa le sue unghie sul mio petto, facendo correre un brivido su tutta la mia schiena, infine me la toglie e se la infila e salutandomi velocemente esce dal garage. Rimango come un ebete ad osservare l'entrata del garage ormai deserta, ma la mia attenzione viene attirata dalla moto di Camus parcheggiata fuori posto. Avvicinandomi, trovo un biglietto sul cruscotto nel quale c'e' scritto “prendila per tornare a casa! Me la riporti domani a lezione!”. Contento di aver un amico così premuroso, salgo sulla Ducati e me ne torno nel mio appartamento: certo, se mi avesse lasciato anche un giubbotto sarei stato ancora più contento. Arrivato a casa, completamente congelato, trovo ad attendermi, seduto sul divano, Aioria intento a giocare una partita a Monopoly con Marin e Shaina. All'inizio mi saluta distrattamente, ma quando realizza che ho qualcosa in meno addosso, emettendo un rumore gutturale mi salta addosso.

  • Dove è la mia camicia! Dove l'hai messa?

  • Io … il cameriere me l'ha macchiata e il ristorante si è offerto di sistemarla

  • No! e tu gliel'hai lasciata?? … La mia camicia! Mia! Mia!

  • Ma di cosa hai paura …

  • Quelli me la rovineranno e decideranno di comprarne una nuova per non dirti che non sono riusciti a smacchiarla

  • E allora? Avrai una camicia nuova al posto di quella logora

  • NOOOOOOOOOO! - continuando ad urlare Aioria comincia a stringere le sue mani sul mio collo e muovendo avanti e indietro la mia testa me la fa sbattere continuamente sul pavimento

  • Aioria lascialo! - per fortuna Shaina interviene per cercare di salvarmi – lascialo, così lo uccidi!

  • Se lo merita … la mia camicia! La mia CAMICIA!

  • Aioria lascialo

Come per incanto alle parole di Marin, Aioria molla la presa, sono cianotico e ho un gran mal di testa, ma sono vivo, almeno credo.



Ecco un nuovo capitolo nel quale ahimè bistratto un po' Radhamatys … lo ammetto … mi è sempre stato un po' sulle balle … come al solito vorrei ringraziare tutti quelli che stanno leggendo la storia. Ci tengo a ringraziare Gufo__Tave per ciò che ha scritto: anche se la storia magari non ti piacerà, mi fa piacere sapere che c'e' ancora qualcuno che prova delle emozioni al sentire i nomi di Schwantz e Rainey, che insieme a Lawson e Doohan hanno reso indimenticabili quegli anni.


X Nidawi: Ciao Jessica .. e questo nick cosa significa? Comunque sfido chiunque a non avere problemi con una famiglia come quella di Bronte :-)


x Diana924: No dai Bronte non è il genio del male … anche lei ha i suoi motivi … Saga e la sua parte malefica stanno bene … benissimo!!;-)) … Per quanto riguarda Al .. non preoccuparti … scoprirà presto di Milo e del ballo


x sagitta72: come vedi l'attesa è finita … nel nuovo capitolo però niente squadra, niente Saga e niente Mu … poveraccio … aveva bisogno di un po' di riposo.


X charm_strange: su Bronte come hai potuto vedere da questo capitolo hai perfettamente ragione … forse non è poi così piacevole vivere in una gabbia dorata … su tutto il resto … bisgonerà vedere :-)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo VII - Ascensore per l'Inferno ***


Capitolo VII

Ascensore per l'Inferno


E' passato un mese dall'inizio del mio viaggio all'inferno. Ho risolto i miei problemi economici, ma ho venduto l'anima al diavolo. O meglio, alla strega di Salem. Quello che mi ha fatto passare in questi ultimi 30 giorni è stato l'inferno, puro e crudo. E il resto della mia esistenza si è ben adattata alla situazione. Sto correndo come un forsennato, come al solito aggiungerei, per raggiungere dopo la solita insulsa lezione di danza, i miei allenamenti. Ormai Madame Cotilleur ha rinunciato a dare un senso alle mie ore passate fra le sbarre. Non faccio altro che inciampare tra i miei piedi, suscitando grande ilarità e moti di rabbia. L'ilarità è tutta delle ballerine, la rabbia è di Aphrodite. Ragazzo pieno di virtù e di una bellezza inaudita, ma convinto purista della danza senza sbavature, detesta tutto ciò che si muove in maniera scoordinata, ergo, detesta anche me. Ovviamente per lui rappresento il diavolo in questo campo: totale mancanza di grazia, unita ad una strafottenza al limite dell'assurdo. La strega di Salem gongola nel vedermi in difficoltà, mentre le altre ragazze, mosse a compassione, tentano inutilmente di insegnarmi almeno i fondamentali … la capacità di rimanere sulle punte per più di 1 secondo va oltre la mia portata. Ammettiamolo, sono negato. Arrivato negli spogliatoi trovo Camus completamente assorto nei suoi pensieri, gli altri probabilmente sono già in piscina.

  • Ehi amico, che ti succede? Perchè sei così pensieroso?

  • Ah ciao Milo, nulla di che … tu piuttosto, come è andata la lezione?

  • Sono negato … veramente negato … non so cosa sia un cambrè, rimango come un idiota quando mi ordina di fare un pliè … o qualcosa del genere … io e la danza classica siamo come due rette parallele … non ci incontreremo mia … e non ti dico quella poveraccia di Madame Cotilleur …. le verrà presto un esaurimento!

  • Madame Cotilleur! – Al mi salta addosso, manco fossi un hamburger doppio farcito con maionese e kecthup – Hai detto Madame Cotilleur? Tu conosci Madame Cotilleur?

  • Al lasciami … mi stai strangolando! - insensibile alle mie richieste Al continua a strapazzarmi come due uova in padella, ma per fortuna Camus corre in mio soccorso, il che peggiora la situazione

  • Al lascialo … lascialo avanti. Conosce Madame Cotilleur e allora?

  • Allora!?! - Al molla me e si avventa su Camus – Allora!??!!! …. è una delle più grandi insegnanti di danza classica che ci siano in città. E Milo la conosce? Come fai a conoscerla? - prima che si avventi nuovamente su di me, con un balzo felino salto su una delle panche

  • Guarda che se fosse per me sarei ben contento di non conoscerla. Mi tocca partecipare a tutte le sue lezioni contro la mia volontà! - su Al si dipinge la delusione più nera

  • Tu … vai a scuola di danza? Tu?!?! … E' tutto così ingiusto!

Al molla Camus, ormai cianotico, e si incammina verso la piscina. E' logico che sia deluso, lui che ha sempre sognato, fin da piccolo, di diventare un ballerino, si ritrova a dover sopportare il fatto che l'uomo più negato nonché meno appassionato di danza faccia lezione con uno dei suoi miti. So che me ne pentirò, ma mi sento talmente in colpa con lui che richiamo la sua attenzione.

  • Ehi Al. Senti … se vuoi faccio in modo di organizzarti un provino.

  • Veramente??? - Al e Camus utilizzano le stesse parole con enfasi diversa.

  • Si … veramente

  • E come farai?

  • Si, come farai? - fulmino Camus con gli occhi

  • Non ti preoccupare Al. Mercoledi prossimo vieni alla scuola di danza.

Dopo avermi stritolato nel suo caldo abbraccio, Al se ne va saltellando e incoraggiandoci a sbrigarci perchè Saga ci sta aspettando. Liquido Camus, evitando di rispondere alle sue domande e corro in piscina. Nell'ultimo mese, dopo la giornata di pura follia, Saga è ritornato in se, Mr. Hyde ha lasciato nuovamente spazio al dr. Jekyll. Di fronte alle nostre rimostranze e perplessità si è giustificato dicendoci che sta vivendo un periodo stressante della sua vita e ci ha promesso solennemente che una cosa del genere non si sarebbe più ripetuta. La promessa l'ha mantenuta, almeno fino ad oggi. Appena lo vedo mi rendo conto che la follia però è tornata ad impadronirsi di lui. Il docile allenatore ha lasciato spazio al sergente Hartman. Prendendoci entrambi per i capelli ci obbliga a metterci in riga insieme agli altri, cominciando a passarci in rassegna. Il primo è Mu. Lo squadra dalla testa ai piedi, davanti e dietro, dopo posizionandosi davanti a lui e sputandogli in faccia lo apostrofa:

  • Mu … mi domando che cosa ci faccia tu al mondo

  • Io …

  • Non è una domanda la mia! Non devi rispondere! Se non ti do la parola non devi fiatare! Non devi neanche guardarmi – il nostro amico abbassa immediatamente lo sguardo – sei incapace non solo di giocare, ma anche di nuotare. Ma non ti preoccupare, penserò io a te – il suo ghigno malefico fa venire i brividi anche a me – e ora comincia a correre! Corri!

Senza farselo ripetere Mu comincia a correre intorno alla piscina. Se partecipasse ai 100 metri riuscirebbe ad impensierire perfino Bolt per quanto va veloce. Il secondo ad essere passato in rassegna è Aioria

  • Tu sei il fratello di quel bell'imbusto dell'allenatore della squadra prima in classifica vero?

  • Si Saga, ma lo sai da una vita perchè me lo chiedi?

  • Silenzio!

  • Si ma scusa … lo sai che Aioros è mio fratello … sei perfino andato a scuola con lui … la domanda non è pertinente

  • Pertinente? La domanda non è pertinente? IO DECIDO COSA é PERTINENTE! CORRI!

Anche Aioria, senza farselo ripetere, comincia a correre, raggiungendo Mu, mentre Saga si affianca a Shura

  • Allora bel damerino, hai ancora voglia di lustrare la palestra?

  • Cosa?

  • L'altra volta mi hai chiesto di pulire il pavimento prima di fare le flessioni

  • Si .. ma è successo un mese fa …

  • SILENZIO! Ora sai che fai? Prendi lo scopettone e cominci a pulire tutta la piscina, cominciando dagli spogliatoi

  • Cosa?

  • COMINCIA! SUBITO!

Shura, sbigottito, prende lo scopettone e corre negli spogliatoi, anche se con tutta probabilità credo che proseguirà andandosene a casa. Successivamente Mr. Hyde si avvicina a Death Mask e un brivido di puro terrore percorre la mia schiena. I due si lanciano degli sguardi degni della sfida all'Ok Corall.

  • Tu … non mi sono dimenticato del tuo affronto!

  • Ah si? Saga ma sei sicuro di stare bene? Vuoi che chiamiamo la neuro? Hai bisogno della camicia di forza?

  • Ah ah ah ah! Pensi di essere furbo vero? Pensi di innervosirmi? Sbagliato! E ora comincia a fare le flessioni … 200 … per cominciare … qui … vicino a me … in modo che non possa scappare … che aspetti?

  • E se mi rifiutassi?

  • Non chiedere … -

Lo sguardo folle di Saga convince Death Mask che forse non è meglio tirare oltre la corda, pertanto senza aggiungere altro comincia il lavoro assegnato. Il pazzo poi si avvicina ad Al. Il contrasto tra i due è notevole: Al è sicuramente più alto e possente di Saga, ma mentre il primo ha uno sguardo bonario da cucciolo tenoroso, il secondo è il demonio fatto persona.

  • L'unica cosa che posso dirti è che ti farò perdere tutto questo lardo che funesta il tuo fisico! Comincia a correre e fermati solo quando sarai morto! CORRI

Anche Al si aggrega a Mu e Aioria, mentre Saga si avvicina a me e Camus

  • Voi due! Laurel & Hardy! Abbot & Costello! Cip & Ciop! Arrivate sempre insieme .. in ritardo, e ve ne andate sempre insieme … sapete? A me quelli come voi mi nauseano

  • Quelli come noi? - la sua osservazione mi spiazza

  • SILENZIO! Per voi ho altri programmi! In vasca! 100 vasche stile libero senza mai fermarvi. Forza!

Passiamo il resto dell'allenamento a sputare sangue, mentre il nostro carnefice continua ad insultarci gratuitamente. Alla fine completamente distrutti ci accasciamo sulle panche degli spogliatoi, tirate a lucido da Shura e rimaniamo inermi per almeno due ore. Alla spicciolato gli altri se ne vanno, lasciandomi nuovamente solo con Camus. Mentre comincio a pensare che forse Saga ha ragione sul fatto che io e il francese stiamo sempre insieme, Camus mi chiede come sono andati gli appuntamenti di Bronte.

  • ah ah ah aha … un vero fallimento!

  • Veramente?

  • Si .. avevi qualche dubbio? - sorrido al mio amico – però non è tutta colpa di tua sorella … la verità è che tutti i candidati sono stati disastrosi … uno peggio di un altro

  • Di Radhamantys mi hai già raccontato, ma chi sono gli altri?

  • Ah c'e' l'imbarazzo della scelta. Vediamo … c'e' stato il quarantenne che vive ancora con i genitori

  • Non ci credo …

  • Si … un certo Sion … tutto un programma. Da quello che ci ha raccontato vive ancora a casa con i suoi, sta studiando, Economia … fuori corso da circa 15 anni … mai avuta una ragazza. Figurati che balbettava mentre parlava con Bronte e quando il vestito di tua sorella si è impercettibilmente spostato mostrando un assaggio del suo decoltè per poco non ci lasciava le penne … ahahahah … tua sorella l'ha mollato dopo mezz'ora.

  • Mmmh … e poi?

  • Poi è stata la volta di un certo Jabu … un ragazzino viziato e piagnucolone ...di una noia mortale ...non ha fatto altro per tutta la cena che ripetere quanto fosse bella Bronte … una serata indimenticabile … anche perchè quella strega di tua sorella ha dato appuntamento anche ad altri due pretendenti … tutti la stessa sera ...stesso ristorante … sale diverse..

  • Cosa? Hai voglia di scherzare? E tu cosa hai fatto?

  • E che dovevo fare? L'ho scoperto per caso. Dopo circa 15 minuti da quando ci siamo seduti a tavola con Jabu, ha cominciato a fare avanti e indietro per il bagno. All'inizio pensavo che soffrisse di incontinenza, ma quando le ho visto tra i denti un pezzetto di insalata, quando non eravamo ancora arrivati neanche al primo, mi è venuto un leggero sospetto. Con una scusa ho lasciato il suo pretendente e l'ho seguita, scoprendo con orrore che invece di andare in bagno si dirigeva verso un'altra sala e si sedeva al tavolo di un tizio assurdo, di una bruttezza più unica che rara. L'ho aspettata e quando è passata l'ho costretta a confessare. Non solo aveva dato appuntamento a questo tizio che si chiama Geky, ma nello stesso tempo aveva invitato un altro di nome Ichi, l'apoteosi della bruttezza, fidati. Tutti e tre nello stesso posto

  • E a quel punto che hai fatto?

  • Senza che abbia potuto impedirlo mi sono lasciato coinvolgere in quel caos … io e lei giravamo per il ristorante come due trottole impazzite per cercare di non destare sospetti tra i tre … alla fine mi sono ritrovato a mangiare un'insalata con il cucchiaino convinto che si trattasse del dessert e a bere un amaro su un bicchiere di vino. Sono uscito dal ristorante stremato! E dulcis in fundu c'e' stata la serata con Shura

  • Shura?

  • Si .. il buon Shura … quando l'ho visto mi è preso un colpo, così a lui. Entrambi in imbarazzo abbiamo cercato di far passare la serata alla meno peggio, mentre tua sorella è rimasta letteralmente sconvolta dal tuo amico

  • Di questo non ne dubito

  • Guarda .. perfino io conoscendolo sono rimasto allibito … tu non hai idea di quello che ha potuto fare

  • Fidati .. lo so …

  • Ma come fai a sopportarlo?

  • Questo non lo so … è fissato

  • Fissato? La prima cosa che ha fatto dopo essersi seduto è stato passare in rassegna tutte le vettovaglie presenti sul tavolo. Dopo ha preso il tovagliolo e ha cominciato a lucidare tutto. Dalle posate ai bicchieri. Due volte. Le mie, le sue, quelle di Bronte e anche quelle dei signori seduti al tavolo vicino al nostro. Ha fatto togliere i fiori sul tavolo perchè gli danno allergia. Ha fatto riportare indietro 3 portate delle quattro ordinate perchè a suo dire avevano un odore poco convincente. Ha chiesto al maitre di far sostituire il cameriere perchè non aveva i capelli a posto. Ha impedito a Bronte di ordinare un'insalata perchè non si sa come viene lavata. A me ha ordinato di non prendere le vongole perchè si sa che nei ristoranti non vengono spurgate a dovere … un incubo!

  • Ma dal punto di vista della conversazione deve essere andata meglio rispetto agli altri

  • Insomma. Quando Bronte ha saputo che era un tuo amico ha smesso di parlargli. Alla fine ci siamo ritrovati io e lui a parlare degli allenamenti e del campionato di pallanuoto. A proposito … ma secondo te dobbiamo chiamare qualcuno per Saga?

  • Che vuoi dire?

  • Ti sembra normale il comportamento di questa sera? Sembrava un altro

  • Sembrava un pazzo furioso … su questo concordo … direi di aspettare ...vediamo se torna normale … se no chiameremo qualcuno

  • Chi?

  • Chiediamo a Mu … lui è un esperto ormai

  • Hai ragione … ottima idea

  • Quindi Bronte li ha bocciati tutti

  • Erano tutti impresentabili

  • Mmh … e tu?

  • Io cosa? - un'espressione preoccupata si forma sul mio viso – che vuoi dire con Io?

  • Beh come stai, come va? Immagino che non sia piacevole passare queste serate con lei

  • Beh … direi che nonostante tutto ammetto di non essermi mai divertito tanto. E' consolante sapere che i soldi riducono la gente alla follia. Mi domando come tu faccia ad essere normale!

Ovviamente mi guardo bene dal dirgli che la sorella continua imperterrita a molestarmi, anche pesantemente. Non c'e' stata serata in cui non mi abbia messo le mani addosso. Ho cercato in tutti i modi di evitare certi contatti con lei e fino ad ora sono riuscito a resisterle, ma non so fino a quando riuscirò nell'impresa. Ha un pessimo carattere, ma non si può dire che non abbia fascino. E' riuscita in uno dei tanti approcci a dare un alito di vita perfino a Fitzwilliam, ormai morto da mesi. Ma devo resisterle, anche perchè perderei il mio lavoro, la mia amicizia con Camus, il mio compagno di giochi e forse anche la mia vita. Ha ragione Aioria … le rosse sono da tenere a distanza. Accetto nuovamente un passaggio da lui e lo invito a prendere qualcosa. Quando entriamo nell'appartamento, troviamo Aioria che ci ha preceduto, in compagnia di Marin e Shaina. La prima sempre molto cortese ci invita ad assaggiare uno dei suoi biscotti, la seconda invece ignorandomi completamente, comincia a fissare il mio amico insistentemente. Allo sguardo perplesso di Camus risponde:

  • So chi sei!

  • E' una minaccia? - Camus la osserva apparentemente rilassato

  • No. E così tu sei il figlio di quel bastardo proprietario delle industrie Gormel-Smith…

  • Si … sono io … e il bastardo è mio padre

  • Un vero bastardo non c'è che dire … sai che con i suoi stabilimenti sta …

  • inquinando, depredando e uccidendo? … si lo so

  • E non te ne frega niente?

  • Non molto – Shaina guarda Camus schifata

  • Voi figli di ricchi .. tutti uguali …

  • E voi protettrici dei diritti civili sempre piene di luoghi comuni.

  • Luoghi comuni?

  • Si … come quello di andare sotto la sede del proprio nemico e aspettarlo, magari ore, solo per tirargli una torta in faccia in nome della buona causa

  • Quindi mi hai riconosciuta! – Shaina sorride soddisfatta

  • Si … l'altra volta. Mio padre ha appeso la tua foto in ufficio, giurando che nel momento in cui ti troverà ti farà rimpiangere di essere venuta al mondo.

  • Allora perchè non gli dici dove sono?

  • Io non faccio la spia … non me ne frega niente delle sue battaglie ne delle tue.

  • Simpatico. Quando il cielo ti cadrà sulla testa e la tua casa sarà invasa dall'acqua disciolta dei ghiacciai vedrai che te ne fregherà

  • Per allora sarò già morto

Io, Aioria e Marin, incapaci di intervenire rimaniamo ad osservarli silenziosamente, neanche stessero disputando una finale del Grande Slam.

  • Io me ne vado.

  • Dove vai Shaina? - Aioria tenta di fermarla

  • Non ceno con i figli di papà.

Mentre io faccio spallucce e Marin tenta di fermarla, Camus le apostrofa semplicemente

  • poi mi dici che non sei piena di luoghi comuni.

  • Che vuoi dire? - Shaina si volta a fissarlo

  • Che come tutte le suffragette non ti degni minimamente di capire chi hai di fronte. Io sono il figlio di papà viziato punto e basta. E allora salute figlia dei fiori

Shaina, da grande signora quale è, senza farsi pregare gli sputa addosso e se ne va sbattendo la porta. Sul viso di solito indifferente di Camus compare un sorriso divertito.



Ecco il nuovo capitolo dove la versione folle di Saga imperversa (per la cronaca il sergente Hartman era l'addestratore dei soldati in Full Metal Jacket), e dove si parla dei pessimi appuntamenti di Bronte.

Ringrazio tutti quelli che continuano a leggere questa storia.


X sagitta72: in effetti Aioria si commenta da solo, mentre Bronte è vero che è vissuta in una gabbia d'oro, ma in fondo non sembra così cattiva, anche se per Milo rappresenta ormai un incubo ;-)


x charm_strange: si Bronte ha cominciato finalmente ad esplorare il mondo, ma non so se Milo le sarà poi così d'aiuto :-). Per il guardaroba, diciamo che presto o tardi Milo troverà un'altra soluzione … aspetta e vedrai ;-))


x diana924: Oltre a Rahamantys sono stati depennati molti altri, compreso il caro Shura, ma ce ne saranno altri :-)). La camicia di Aioria in fondo non ha nulla di speciale, ma sicuramente è meglio del vuoto dell'armadio di Milo :-).

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo VIII - Fuga di Mezzanotte ***


Capitolo VIII

Fuga di Mezzanotte



Per la prima volta nella mia vita scongiurerò e pregherò qualcuno di farmi un favore. Va contro tutti i miei principi, contro la convinzione che ognuno di noi debba affrontare le situazione con le proprie forze, ma per Al questo ed altro. Giuro, non ho mai incontrato un ragazzo più puro di lui. Nascosta sotto quella montagna di muscoli c'è l'anima più innocente che abbia mai visto. Gli ho promesso un provino alla scuola di danza di Madame Cotilleur e così sarà. Arrivato a casa di Camus, come al solito vado a prendere la macchina, ma invece di uscire a prendere Bronte, attendo pazientemente e come previsto, la rossa, non vedendomi arrivare, viene a prelevarmi con le sue mani. Irritata come non mai mi chiede spiegazioni

  • Devo chiederti un favore

  • Un favore? Tu! L'uomo che non chiede mai?

  • Non è per me

  • Ti ascolto – Bronte si appoggia all'auto e attende

  • Vedi, un mio amico....

  • E' anche amico di Camus?

  • Si, ma questo non ha importanza … ti dicevo, un mio amico ha saputo che frequento la scuola di danza di Madame Cotilleur e mi ha pregato di mettere una buona parola per lui.

  • Beh, ma se vuole fare il ballerino non penso che Madame abbia problemi a fargli un provino

  • Il fatto è che … beh … diciamo che lui non ha le phisyche du role e tutte le scuole di danza lo hanno respinto per questo

  • Capisco – la faccia di Bronte è molto significativa

  • No aspetta … io non so se ha talento, ma lui è una persona fantastica e merita di fare ciò che gli piace … sicuramente lo merita più di me – la vedo titubare – ti prego, se lo conoscessi gli daresti una possibilità

  • E cosa vuoi che faccia?

  • Quello che hai fatto per fare entrare me

  • Ricattare Madame?

  • Si

  • Mhhm … ipocrita

  • Hai ragione, sono un ipocrita, ma pensa che non lo faccio per me.

  • Camus sa di questa storia?

  • Si e non era d'accordo.

  • Allora se lui non era d'accordo ti aiuterò …. ad una condizione

  • Quale?

  • Te lo dirò dopo la lezione di ballo – accettare un ricatto al buio è un vero suicido, soprattutto se a farlo è la strega di Salem, ma non voglio deludere Al

  • E va bene, accetto

  • Perfetto. Ora andiamo, siamo in ritardo.

Arrivati alla scuola di danza, troviamo ad attenderci un Al nervoso e agitato. Bronte lo saluta velocemente e ci abbandona.

  • Quella è la sorella di Camus?

  • Si

  • E' veramente molto bella e …. cavoli quanto assomiglia a lui.

  • Già – in effetti non ho mai realizzato quanto Bronte somigli a Camus. Ad eccezione delle lentiggini hanno praticamente gli stessi lineamenti – comunque Al, non ti garantisco niente

  • Oh non preoccuparti Milo … già fare un provino con Madame è un sogno … e poi tu sei così gentile che io ...

Ma mentre parliamo, arriva Aphrodite e Al comincia ad agitarsi come un bambino che ha visto un enorme lecca lecca. Dopo aver tirato fuori una foto del ragazzo e una penna si precipita, travolgendo me e rischiando di azzoppare lui a chiedergli l'autografo. Sconvolto osservo Al comportarsi come un fan delirante, mentre rassicura il suo idolo di essere secondo nella sua personale scala di preferenza solo al grande ballerino Nureiev. Aphrodite, pavoneggiandosi, lo ringrazia calorosamente e dopo avergli fatto un mezzo scarabocchio sulla foto, se ne va gongolando, non prima di avermi lanciato un'occhiata divertita. Dopo poco Bronte ci invita ad entrare e chiede ad Al di prepararsi perchè di li a poco Madame Cotilleur lo provinerà. Mentre mi domando cosa diavolo abbia in mano la rossa per ottenere la sudditanza ad oltranza dell'insegnante, assisto ad una delle scene più raccapriccianti della mia vita: il grande e grosso Aldebaran che indossa una calzamaglia gialla, abbinata ad un body dello stesso colore. Al suo confronto Frankstein potrebbe sostituire Brad Pitt come uomo più bello della Terra. So che verrà preso solo grazie al ricatto della rossa,ma almeno avrà la soddisfazione di coronare il suo sogno. Ma assistendo al suo provino rimango basito: nonostante la possente stazza, Al si muove leggiadramente per tutta la sala; un elefante trasformato magicamente in farfalla. Anche Madame, come del resto Bronte, Aphrodite e le altre ballerine, rimangono stupiti … anche più di me. Alla fine, mentre lui arrossisce come un peperone, Madame corre ad abbracciarlo calorosamente, forse perchè contenta della sua prova, o semplicemente perchè non si ritroverà un altro incapace come me. La lezione procede tranquillamente, con i miei soliti pestaggi di piede e le mie cadute, mentre Al non sfigura affatto vicino ad Aphrodite: certo non ha la sua bellezza, ne tanto meno la sua eleganza, ma almeno non è un pachiderma come il sottoscritto. Alla fine, dopo i mille ringraziamenti di Al, mi ritrovo a scorpire quale prezzo dovrò pagare per la mia generosità. Bronte, avvicinandosi, mi invita ad accompagnarla a casa.

  • Così arriverò in ritardo agli allenamenti!

  • Questa sera non andrai agli allenamenti

  • Cosa?

  • Questo è il prezzo per il mio favore – la guardo sorridendo

  • Perdere l'allenamento?

  • Farmi compagnia – la guardo perplesso – questa sera sono da sola a casa, I miei genitori sono ad una festa. Camus all'allenamento e mia nonna a giocare a poker. Per cui tu mi farai compagnia perchè odio stare sola

  • Non possono farti compagnia tutti quei maggiordomi?

  • No … sarai tu. -

Deglutisco amaramente, so di essermi impegnato, ma so anche a cosa andrò incontro e non so se questa volta sopravviverò. Spero ardentemente che il mio compagno non decida di risvegliarsi proprio questa sera dal letargo. Arrivati a casa sua, il primo maggiordomo, come il secondo, il terzo e il quarto, non mi chiede nulla e mi lascia passare tranquillamente. Vorrei suggerire ad ognuno di loro di fermarmi e buttarmi fuori di casa, ma sarebbe troppo plateale. Cominciando a maledirmi per la mia stupidità, realizzo che in fin dei conti io sono l'uomo e posso opporre una resistenza più che valida; ma come al solito non faccio i conti con quello che qualche idiota definisce il sesso debole, nè con la forza che spesso due braccia esili nascondono. Appena entrati nella camera di Bronte, mi ritrovo disteso sul letto in un lampo. Ancora incapace di realizzare come questo possa essere successo, sento la rossa che armeggia con la cinta dei miei pantaloni e con un balzo felino, degno del gatto con gli stivali, scivolo giù dal giaciglio e mi attacco all'armadio. La strega sorridendo, mi salta addosso, immobilizzandomi le gambe con il suo peso. Con un gesto veloce mi strappa la camicia, facendo saltare tutti i bottoni, Aioria mi ucciderà, questa era l'ultima camicia pulita del suo armadio. Ricordandomi di essere io quello alto e muscoloso, me la scrollo di dosso e tento di guadagnare la porta, ma cado a terra colpito alla testa da un oggetto contundente, ritrovandomi addosso la rossa

  • Ma che sei matta?

  • Visto che fai resistenza mi dovrò pure attrezzare

  • Non ti viene magari in mente che non mi interessi da quel punto di vista?

  • Non mi interessa se ti interesso. Tu fai quello che dico io!

  • Scordatelo! Non faccio il gigolò …

Senza darmi il tempo di finire la frase mi tappa la bocca con la sua, infilandoci la lingua. Ed è in questo momento che Fitzwilliam decide di risvegliarsi, facendomi fare una delle figure peggiori della mia vita. La strega di Salem comincia a ridere e mettendo la mano proprio li per sincerarsi del risultato ottenuto mi apostrofa:

  • Ma non mi dire … il tuo amico evidentemente non è della tua stessa opinione

  • E' un bolscevico … un krumiro

Incoraggiata dalla situazione, la rossa si fa ancora più audace, ed io spegnendo temporaneamente il cervello, assecondo tutti i suoi movimenti, ritrovandomi sdraiato sul suo letto con lei mezza nuda che dirige l'orchestra e il coro. La posizione sdraiata non è delle mie preferite, pertanto, con un movimento rapido mi metto seduto facendola accomodare sopra di me. Nel momento esatto in cui mi sussurra “togliti i pantaloni”, la porta della sua camera si apre dando modo a Camus di godersi la scena di sua sorella e del suo amico mentre stanno per fare sesso. Con un movimento veloce mi tolgo la rossa di dosso, come se così potessi passare per non colpevole. Il mio amico sembra una statua di sale, ma la cosa che più mi sconvolge è lo sguardo trionfante di Bronte. Camus, dopo un attimo di smarrimento, mi suggerisce di rivestirmi e di uscire senza farmi vedere, mentre lui tenterà di distrarre i genitori e la nonna che sono appena rientrati. Nel momento in cui si richiude la porta, mentre tento di riprendere la camicia, l'espressione di Bronte cambia velocemente. Il suo sorriso trionfante lascia il posto ad una forte delusione. Non mi curo di lei, sono arrabbiato, furioso, mi sono reso conto che il suo unico scopo era farci scoprire dal fratello. Non capisco perchè, almeno non del tutto, ma l'idea di essere stato usato mi brucia nelle vene. Senza salutarla e ignorandola, salto giù dalla sua finestra, riuscendo ad evitare tutti e me ne vado con la moto di Camus.



Nuovo capitolo in cui al finalmente realizza il suo sogno e Milo viene scoperto con le mani nel sacco ;-). Intanto ringrazio tutti quelli che continuano a perdere tempo con questa storiella.


X charm_strange: Chi ha parlato di Camus e Shaina? E ora due non possono neanche parlare che subito si pensa ad una loro storia ;-). Io uno come Shura versione Mastro Lindo lo picchierei, però cavoli, anche io ho sulle scatole Jabu e i cavalieri di pongo. Eh … la versione folle di Saga è veramente un capolavoro ;-)


x Diana924: Come vedi Al ha realizzato il suo sogno, fare il ballerino … e magari scopriremo che ha molto più talento di Aphrodite … di Milo non c'e' dubbio :-)


x sagitta72: Eh .. tu nella storia saresti la ciliegina sulla torta per sconvolgere il povero Camus XD.


X Nidawi: i due gemelli? E cosa c'entra in questa storia Kanon? Saga è già folle di suo poveraccio … quelli della squadra se avessero a che fare con un altro come lui si suiciderebbero … Mu soprattutto.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo IX - In & Out ***


Capitolo IX

Capitolo IX

In & Out

 

 

 

 

Dopo la serata negativa con Bronte, mentre furioso e alterato non do pace ai miei piedi che si muovono avanti e indietro sul pavimento della mia stanza, il mio compagno di giochi Fitz non da più alcun segno di vita. Morto, defunto, caput. Nel momento in cui stava riprendendo vita, la vista di Camus che ci guardava esterrefatto gli ha dato il colpo di grazia. Sono passati due giorni, in cui ho evitato accuratamente i fratelli Fournier per riuscire a chiarirmi le idee. La prima cosa che ho fatto è stata quella di licenziarmi, sono stanco della rossa e dei suoi atteggiamenti folli. La seconda sarà quella di trovarmi altri tre lavori per pagarmi gli studi e la terza sarà quella di andare Camus ed implorare il suo perdono. I miei pensieri vengono interrotti dal baccano che giunge dalla stanza di Aioria. Uscendo rischio di essere travolto da una ragazza di colore – uno schianto di femmina, per la cronaca - che guadagnando la porta fa volare il ciambellone che Marin porta in mano. Nel momento in cui il mio coinquilino incontra lo sguardo della nostra dirimpettaia, invece di seguire la donna uscita come una furia, rimane impalato come uno stoccafisso. E' completamente nudo ed io e Marin, seppur spinti da sentimenti diversi, ci voltiamo a guardare entrambi in un'altra direzione. Aioria, afferrando il primo straccio che incontra – la sua camicia ormai senza neanche un bottone – se lo mette davanti come  foglia di fico. Dopo di che, rilassandosi, si permette il lusso di arrossire. Per stemperare la tensione, comincio a raccogliere i pezzi del ciambellone

-       Marin ti chiedo scusa per l'inconveniente.

-       Figurati Aioria. Certo che devi aver fatto proprio arrabbiare la tua ragazza.

-       Quella non è la mia ragazza, è un'amica. Era passata a riportarmi una penna che avevo dimenticato al lavoro. Se ne è andata in quel modo perchè in ritardo per un appuntamento

Smetto di raccogliere le briciole del dolce e comincio a fissare il mio amico, domandandomi se sia veramente convinto del fatto che la nostra dirimpettaia venga dalla montagna del sapone. Il suo sguardo stile triglia mi conferma che l'idiozia è di casa dalla sue parti. La cosa però che più mi sconvolge è la risposta di Marin

-       Spero che riesca ad arrivare in tempo

-       Eh si speriamo! - La ragazza si volta a guardarmi come se realizzasse solo ora che esisto anche io

-       oh Milo, scusami, ti ho lasciato da solo a raccogliere questo pasticcio.

-       Più che altro mi rammarico del fatto che non potremo fare colazione con questo tuo ennesimo capolavoro.

-       Non preoccuparti, ne ho fatti altri tre. Ve ne vado a prendere uno

Appena Marin esce, prendo il ciambellone rimasto intero e lo tiro in testa ad Aioria che per tutta risposta si gira fissandomi come anche lui mi vedesse per la prima volta

-       Ah Milo, ci sei anche tu

-       Ma perchè sei così idiota?

-       Che ho fatto?

-       “Era passata riportarmi la penna” e visto che c'ero mi ci sono fatto un giro

-       Ma che vuoi che le dica?

-       Che sei un porco?

-       Solo perchè la mia vita sessuale è più intensa della tua non vuol dire che io sia un maniaco …

-       Tzse.... la tua camera è peggio della stazione centrale dei Treni all'ora di punta

-       La tua è tutta invidia … ammettilo

-       Neanche morto … strano che tu non ci abbia ancora provato con Marin

-       Sai benissimo che le rosse non mi piacciono

Sia Marin che Bronte, entrate entrambe nello stesso momento ed entrambe rosse di capelli, sentono il commento del mio amico, ma mentre la seconda non mostra nessun interesse alla notizia che Aioria detesti le rosse, la prima lasciando cadere il secondo ciambellone – addio la mia colazione – se ne va in lacrime, seguita a ruota del mio coinquilino interdetto, perplesso e completamente nudo. Rimasti soli, tento di raccogliere quel che resta del dolce, sotto gli occhi schifati della rossa e come se nulla fosse, mi siedo a tavola per fare colazione:

-       Veramente vuoi mangiare quel dolce che è caduto sul pavimento?

-       Lo sto già facendo

-       Sei veramente un cavernicolo!

-       Vuoi favorire? - le pongo la domanda con la bocca piena e offrendole la parte più sporca

-       Ma sei matto?

-       No? E allora levati dai piedi

-       Devo parlarti

-       Non abbiamo nulla da dirci

-       Milo senti – sedendosi di fronte a me Bronte tenta di prendermi le mani, ma io la scanso velocemente – io voglio spiegarti.

-       Non ho bisogno di alcuna spiegazione. Mi hai usato. Volevi colpire tuo fratello. Ti sei divertita. D'accordo. Ora puoi andartene

-       Papà mi ha detto che hai lasciato il lavoro

-       Si

-       Tu hai bisogno di questo lavoro. Se ti prometto che d'ora in poi mi comporterò bene con te tornerai?

-       No.

-       Perchè?

-       Perchè non voglio perdere l'amicizia di tuo fratello, sempre se questo non è già avvenuto.

-       Impossibile – mi volto a guardarla perplesso – lui è innamorato di te – per poco non mi strozzo con un pezzo di ciambellone. Per farlo andare giù mi attacco alla bottiglia del latte, trangugiando quasi l'intero contenuto. È la conferma della mia mancanza di bon ton.

-       Ma di che diavolo stai parlando???

-       Del fatto che mio fratello è innamorato di te.

-      

-       Mi permetti di spiegarti come stanno le cose?

-       Prego – incuriosito dalle sue parole la invito a proseguire

-       Mio fratello è omosessuale – i miei occhi si spalancano come se fossi un gufo e la mia bocca fa altrettanto – vedo che non lo sapevi. Questo conferma il fatto che tu e lui non state insieme. - il mio sguardo da gufo si volta in tutte le direzioni in preda ad una crisi visiva.

-       Sc … scusami … ma come fai a dire che Camus sia … e che …. sia ...

-       L'hai mai visto con una donna?

Comincio a scavare nei miei ricordi alla ricerca disperata di un'immagine in cui Camus stia con una donna o che abbia fatto apprezzamenti su una di esse, ma quello che ottengo è il nulla: benchè marcato a uomo da un numero considerevole di ragazze, il mio amico non ha mai mostrato il benchè minimo interesse per l'altro sesso. La scoperta appena fatta mi fa emettere dei suoni gutturali che completano la mia trasformazione a gufo. Ad un certo punto rinsavisco e tento di far ragionare anche Bronte

-       Questo non vuol dire niente. Non è sufficiente come prova

-       L'ho visto. Con i miei occhi

-       Che? Cosa? Che? Cosa?

-       Ti sei incantato?

-       Cosa?

-       Si, l'ho visto mentre baciava il mio ragazzo, almeno fino a quel momento era il mio ragazzo. Chris si chiamava ed io ero convinta che sarebbe stato l'amore della mia vita. E invece un bel giorno, dopo che li ho visti, alla mia richiesta di spiegazioni mi ha risposto che era innamorato di Camus e che ben presto sarebbero andati a vivere insieme. Ma ovviamente mio padre deve aver scoperto tutto e messo a tacere il buon Chris, perchè dopo poco è sparito e nessuno l'ha più visto, neanche i suoi genitori.

-       Eh .. eh … eh …

-       vuoi un bicchiere d'acqua

-       no … no … no …. no … meglio uno scotch

-       Ma sono le 10 del mattino!

-       Whisky, Grappa … qualcosa di forte

-       Milo – ripresomi dallo shock rinsavisco per la seconda volta – stai  bene?

-       A me non interessa tutto questo. Camus è un mio amico e se questi sono i suoi gusti, li accetto.

-       Certo …. vorrai però convenire con me che io ho tutto il diritto di essere arrabbiata con lui. Mi ha fregato il ragazzo da sotto il naso.

-       Ti ha fatto un favore. Pensa se lo avessi scoperto dopo – mi si accende la lampadina e intuisco finalmente le sue vere motivazioni – ma certo! Tu eri convinta che io e lui stessimo insieme e così gli hai voluto rendere pan per focaccia?

-       Si è vero

-       E me lo dici così? Praticamente mi hai usato

-       E' vero … però ora ho capito di aver sbagliato

-       Meglio tardi che mai! Ora sparisci

-       No aspetta Milo – la prendo per un braccio e la spingo fuori di casa – Aspetta!

-       Cosa dovrei aspettare?

-       Ho sbagliato, sono stata orribile, ho capito che tu non sei il suo ragazzo e mi dispiace di averti fatto questo, però io vorrei veramente che tu tornassi a lavorare per mio padre

-       Per tuo padre? - mi blocco prima di buttarla definitivamente giù dalle scale – come non lavoravo per te?

-       No, se torni lavorerai solo per mio padre. Io tornerò nei ranghi e ti lascerò in pace. - rimango a pensare un po' alla sua proposta

-       Non accetto

-       Ti prego Milo

-       Perchè vuoi che torni?

-       Perchè sei l'unico che riesce a proteggermi veramente … anche da me stessa … ti prego ti prego

-       Non mi tormenterai più?

-       No

-       Lascerai in pace Camus?

-       Questo non me lo puoi chiedere .. però posso assicurarti che non ti coinvolgerò più … capisco che lo consideri tuo amico e lo accetto

-       Ho bisogno del lavoro, per cui accetto. Ma non provare più a mettermi contro Camus

-       Si va bene, ma tu non provare a dirgli quello che ti ho appena raccontato.

-       Affare fatto

-       Affare fatto

Nel momento esatto in cui suggelliamo il nostro patto, Camus compare sulle scale ed io mi ritrovo per l'ennesima volta come un ladro colto sul fatto. Bronte, ignorandolo completamente se ne va dopo avermi salutato ed io invito il mio amico ad entrare. Mentre lo vedo affacciarsi alla finestra che da sul cortile, probabilmente per controllare che a sua sorella non succeda nulla durante il tragitto fino alla macchina, mi convinco del fatto che i gusti sessuali di Camus non sono affare che mi riguarda. Gli offro una tazza di caffe, evitando di offrigli il latte “sbavocchiato” e il ciambellone pieno di polvere, ma lui rifiuta. Mentre sto per rompere il ghiaccio chiedendogli cosa è venuto a fare, lui mi precede:

-       Ho bisogno di chiederti un favore

-       Tutto quello che vuoi. Per una volta che posso aiutarti.

-       Ho bisogno di un tetto sotto cui stare per un po' di giorni

-       Non ho capito

-       Me ne sono andato di casa

-       Cosa?

Non faccio in tempo a completare la frase che vengo superato da Aioria, con indosso un accappatoio rosa, decisamente troppo piccolo per la sua stazza, che corre ad abbracciare il nostro amico.

-       Non preoccuparti Camus. Puoi rimanere qui con noi quanto vuoi!

 

 

Ecco a voi un nuovo capitolo … piaciuto il colpo di scena? E ora? Come sarà la convivenza a tre? Volevo ringraziare tutti quelli che continuano a leggere la storia ed in particolare tutti quelli che l'hanno messa tra le preferite e le seguite

 

x Diana924: Ebbene si il nostro caro Al ha finalmente realizzato il suo sogno, ballare con il suo idolo che considera migliore di Nureiev … che orrore!!! ;-) La strega di Salem è tornata, ma al momento sembra che dopo essere finita al rogo abbia deciso di mantenere un profilo più basso.

 

X charm_strange: oddio non si può mai dire su Camus e Shaina, anche se al momento visto quello che è successo la vedo veramente difficile :-(. Vediamo se ora Bronte si concentrerà di più su Milo e meno sul fratello. Grazie per averla inserita tra le seguite , fa sempre piacere ;-)

 

x sagitta72: Al è veramente un elefante con la grazia di un cigno … proprio come hai detto tu per gli Elefanti di Disney … ma più che a Dumbo pensavo a Fantasia e al balletto dove i coccodrilli sollevano delle bellissime elefantesse in tutu rosa.  Dai dai che di fantasia ne hai tanta, non hai bisogno di vederti la scena.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo XI - Il Piccolo Buddha ***


Capitolo XI

Capitolo XI

Il Piccolo Buddha

 

Tra le fortune di avere un nuovo coinquilino c'e', sicuramente, la possibilità di rovistare nel suo armadio per cercare una camicia pulita; devo ammettere che l'armadio di Camus, un tempo mio, è pieno di questo tipo di articolo: camice ovunque, belle, brutte, eleganti, sportive … una diversa dall'altra, ma con una caratteristica in comune: tutte stirate e profumate. Dopo averne scelta una, prima di toglierla dalla stampella, mi domando se sia opportuno indossare una camicia di Camus per accompagnare la sorella, che lo odia, ad uno dei suoi soliti assurdi appuntamenti al buio. Penso alle alternative che mi rimarrebbero: maglietta tipo Brando in Un Tram chiamato Desiderio, di mia proprietà,  oppure, camicia a quadroni da boscaiolo, ultima risorsa rimasta nell'armadio di Aioria: inaccettabile, decisamente meglio la camicia di Camus. Il mio amico, appoggiandosi alla stipite della porta esclama “Perfetta!”

-        Scusami, non ti ho neanche chiesto il permesso

-        Figurati. Conosco il deserto del tuo guardaroba e penso inoltre che i quadratoni non ti donino affatto

-        Credo che i quadratoni non donino a nessuno – Camus facendo spallucce, si siede sul letto – ti prometto comunque che cercherò di riportartela integra.

-        Non preoccuparti, prima che riesca a consumare tutte le camice che ho morirò di vecchiaia. Dove vai di bello? - mi rendo conto improvvisamente che in tutti questi giorni non gli ho ancora detto che ho accettato di tornare a lavorare per suo padre

-        Ehm … vedi … io …

-        Esci con Bronte – il suo volto si rabbuia.

-        Si

-        Capisco

-        Scusami … vedi il fatto è che mi servono i soldi … io …

-        Non devi chiedermi scusa Milo. Mi dispiace solo che tu ti sia trovato coinvolto in questa stupida faida con mia sorella.

-        Ah … sai quindi che lei ci ha provato con me solo per fare un torto a te?

-        Si certo … se no perchè altro avrebbe dovuto farlo? - mi verrebbe da dirgli “forse perchè sono un ragazzo irresistibile”, ma me lo tengo per me

-        Hai ragione … se no perchè … comunque ci siamo chiariti … più o meno e mi ha promesso che non mi romperà più le scatole.

-        Mi fa piacere – dalla faccia che ha non si direbbe – piacerebbe anche a me chiarirmi con lei

-        Allora fallo

-        Pensi che non ci abbia già provato?

-        Beh, riprova. Magari ottieni qualcosa

-        Ehi Milo! MILO! - nella stanza irrompe Aioria – Ah sei qua!

-        E dove altro vuoi che fossi?

-        E io che ne so … mica sei mia moglie

-        Che Dio me ne scampi!

-        C'e' la rossa lentigginosa qui fuori … ops .. scusa Camus … io non volevo offendere tua sorella … eh eh eh … è meglio che mi levi dai piedi

Mentre Aioria esce, Bronte fa il suo ingresso, ma quando vede il fratello si blocca sull'uscio .. beh .. in effetti la scena non è delle più chiare … Camus stravaccato sul letto della mia stanza – ex stanza, ma che importa – con io che ho ancora la camicia sbottonata. Al pensiero di ciò che può immaginare avvampo, assumendo le colorazioni dell'arcobaleno, prima una per una e poi tutte insieme. Camus tirandosi su, prova ad intavolare una conversazione, ma la sorella, non permettendogli di parlare, mi comunica che mi attenderà in macchina e che questa sera non dovrò guidare, ma ci sarà l'autista. Una volta soli, Camus si siede nuovamente sul letto sospirando rumorosamente.

-        Mi spiace … sono io che ti ho detto di parlarle e invece

-        Lascia stare … però è vero che avete chiarito ... se ha fatto venire Sebastian vuol dire che non vuole più vessarti

-        Già ... in effetti – rimaniamo tutti e due in silenzio per un po'

-        Con chi esce questa sera?

-        Con un tizio .. boh … non ricordo il nome … uno che è tutto alternativo … ha a che fare con Yoga o con qualcosa di simile – Camus apre la bocca senza emettere nessun suono – stai bene?

-        S...Si … scusami ma chi ha fissato l'appuntamento?

-        Tua madre e sua madre .. credo … Bronte non lo conosce … però ha visto una sua foto e dice che è un bel ragazzo

-        Già, biondo con gli occhi azzurri … il suo tipo!

-        Cosa?

-        Mia sorella adora i ragazzi biondi con gli occhi azzurri e Alex ha quelle caratteristiche

-        Tu lo conosci?

-        Un tempo si ….

-        Che vuoi dire?

-        Nulla … buona fortuna … ne avrai bisogno ….

-        Ma perchè?

-        E' meglio che vai … non ti invidio … ora scusami …

Camus si dilegua veloce come il vento ed io rimango un po' a crogiolarmi indeciso sul da farsi. Il suono di un clacson mi spinge automaticamente a raggiungere Bronte.

L'appuntamento è stato fissato in un appartamento del centro. A quanto pare questo ragazzo abita li. Alla porta viene ad aprirci un uomo indiano che ci conduce in quella che dovrebbe essere la sala da pranzo. Tutto nell'appartamento rimanda all'India: i mobili, i quadri e tutte le suppellettili sembrano provenire da uno dei mercati tipici di Nuova Delhi. Dopo circa dieci minuti di attesa, in cui io e la rossa ci aggiriamo come ladri intenti ad osservare ciò che potrebbe essere il bottino di una nostra prossima rapina, spinto dalla curiosità comincio ad studiare un vaso che ad occhio e croce dovrebbe valere una fortuna. Spinto da un'insana follia, decido di approfondire la conoscenza dell'oggetto, lanciandomi in una esplorazione tattile: peccato che da piccolo il mio secondo nomignolo, dopo “lavativo” era “manine di burro”. Al mio tocco delicato il vaso perde l'equilibrio e cade sul pavimento andando in mille pezzi. Io e la rossa emettiamo un urletto contenuto, dopo di che Bronte comincia ad ansimare e ad agitarsi

-        Ma che hai fatto!! Quel vaso è un pezzo unico, vale una fortuna

-        Shhhhh!

-        Ma che shhhhh! - mentre invito Bronte a mantenere la calma, dopo aver raccolto tutti i pezzi più grandi, apro la finestra e li getto giù … con molta probabilità avrò preso qualcuno, ma al momento la mia priorità è quella di far sparire le prove del reato – ma che sei matto? Potresti aver ucciso qualcuno!

-        Sta zitta!

-        Ma Milo!

-        Zitta!!!

-        Sei un idiota! Adesso capisco perchè sei amico di mio fratello! Fate la coppia di idioti più idioti che conosca …. mr. Cretinetti and company

-        Smettila … - mentre tento di calmare la bisbetica, racimolo i pezzetti rimasti e tento di spargerli nella sala, dentro i vasi e sotto il tappeto – vedrai che non si accorge di nulla

-        Di cosa non dovrei accorgermi?

Nella sala entra un ragazzo alto all'incirca quanto me, con una corporatura esile ma asciutta e ben delineata, dagli occhi blu con uno sguardo arcigno, con i capelli biondi e lisci la cui lunghezza farebbe gridare allo scandalo la nonna di Camus.

-        Ah nulla … semplicemente del fatto che non porto la giacca - Il ragazzo mi osserva con sguardo severo – o la cravatta....

-        Queste formalità, tipiche del mondo civilizzato, non mi interessano. Tutto ciò che è materiale non rappresenta nessuna importanza per me – mi domando se penserà la stessa cosa se e quando scoprirà che il suo prezioso vaso si è polverizzato

La rossa, cercando di cambiare argomento, si sente in dovere di spiegargli che suo padre mi ha assoldato come guardia del corpo. Il giovane elegante e ben educato ci fa accomodare in una tavola apparecchiata all'indiana. Dopo poco l'uomo che ci ha aperto la porta entra portando un vassoio con 3 ciotole di riso basmati che pone sul tavolo.

-        Come è nata questa tua passione per l'India? Se non erro i tuoi genitori sono inglesi.

-        Si Bronte, è esatto, sono entrambi inglesi; ma in realtà, nonostante la loro cittadinanza britannica, io sono nato in India, dove mio padre ha lavorato per molti anni come diplomatico.

-        E' per questo quindi che mantieni le usanze di lì?

-        Si, ma non solo per questo. Ho deciso, dopo anni di studi religiosi e filosofici, di intraprendere la via del Buddha

-        Di chi? - entro nella conversazione come un rinoceronte a testa bassa, mentre i due mi lanciano occhiate allucinate per la mia maleducazione – Bronte – e la mia ignoranza – il biondo.

-        Non conosci gli insegnamenti del Buddha? - al mio diniego il ragazzo sospira pesantemente, dopo di che, alzandosi e dirigendosi verso la libreria presente nella stanza, preleva un libro che mi porge subito dopo – tieni, leggilo, questo ti chiarirà le cose

-        Non potresti farmi un sunto? Sai ho molto da studiare per l'esame di Economia e non ho molto tempo – lo sguardo assassino di Bronte mi fa desistere – ah ah ah … scherzavo … lo leggerò. Grazie

-        Non devi ringraziarmi. E' importante che il messaggio del Buddha venga fatto conoscere a più persone possibili

-        ehi amico, calmati, sembri uno di Scientology … non è che questo Buddha ha una filosofia tipo quella di Tom Cruise? – il secondo sguardo assassino di Bronte mi fa chiudere immediatamente la bocca.

-        Eh eh … scusami Alexander … sai … lui è un po' ignorante

-        Non chiamarmi con quel nome … mi è così fastidioso

-        Ah … scusami …. io … e come  vuoi che ti chiami?

-        Il mio nome ora è Shaka

-        No ... ti prego … come Cassius Clay che si fece chiamare Mohamed Alì o come Karim Abdul Jabar …. anche qui c'è la moda dei nomi? - il pizzico di Bronte mi fa cacciare un urletto degno di una Drag Queen – ma ora che ho detto?

-        Lascialo stare Bronte … l'ignoranza non si può combattere con la violenza – alle sue parole la rossa avvampa con il risultato di rendere il suo volto uguale ai suoi capelli – devi sapere Milo … è questo il tuo nome vero? … dicevo … Shakamuni è il nome con il quale veniva riconosciuto Buddha …

-        E tu quindi credi di essere … Buddha?

-        Leggi il libro … poi ne riparleremo – Alex, o Shaka o Buddha o come diavolo si chiama esce dalla stanza senza aggiungere altro.

-        Col  cavolo che ne riparleremo … questo per quanto mi riguarda sarà il mio primo e unico incontro con l'illuminato … o meglio … il fulminato … ma dove li va a pescare tua madre questi folli?

-        Smettila Milo … mi stai mettendo in imbarazzo. Prima il vaso e poi la tua ignoranza! - guardo Bronte allibito

-        Senti .. ma per caso ti piace la reincarnazione  di Barbie?

-        Non sono affari che ti riguardano – il suo colorito mi  fa comprendere di aver fatto centro e per questo resto visibilmente sconvolto – non guardarmi così! Oh uffa … e va bene … lo ammetto … ho un debole per i biondi con gli occhi azzurri … quando incontro ragazzi così non ha importanza cosa dicono o fanno .. perdo completamente il lume della ragione

-        Anche io sono biondo con gli occhi azzurri, ma non mi sembra che mi stai sbavando dietro … o mi sbaglio?

-        Tu sei il ragazzo di mio fratello

-        Cosa? … Sai che …

-        Scherzo … sto scherzando … - il suo sorriso mi fa calmare – il fatto è che con te non ho avuto modo di avere la mia solita reazione … ero troppo concentrata sull'obiettivo di far soffrire Camus

-        A questo proposito non vuoi proprio dargli un'altra possibilità?

-        No … e non voglio più affrontare il discorso

-        Va bene va bene …. vuoi che me ne vada e ti lasci sola con Barbie?

-        Smettila di chiamarlo così ….

Bronte non fa in tempo a concludere la frase perchè il biondino rientra in sala, sedendosi nuovamente a tavola

-        Scusatemi. Sto organizzando il mio viaggio in India e ho delle pratiche da evadere per tempo, prima di partire.

-        Quando parti? E quanto rimarrai in India?

-        Partirò tra una settimana e ci rimarrò un paio d'anni – sul volto di Bronte si forma un espressione delusa e un moto di rabbia invece invade il mio

-        Scusami Saskia

-        Shaka

-        Skiasia

-        Shaka

-        Vabbè fa lo stesso!

-        No … non fa lo stesso … il mio nome è S-h-a-k-a … a te farebbe piacere si ti chiamassi Miro?

-        Non mi frega nulla come mi chiami … quello che vorrei capire è perchè, visto che sapevi di dover stare fuori così a lungo, hai accettato di uscire con Bronte

-        Per accontentare mia madre

-        Balle! - il ragazzo mi guarda stupito

-        Come prego?

-        Sono tutte balle … uno che vuole partire per trovare la via di mezzo …

-        Allora conosci gli insegnamenti del Buddha!

-        No … una volta però ho letto su un giornale che la Terra di Mezzo di Frodo era un po' come la via di mezzo di Buddha

-        … - il biondino se potesse mi incenerirebbe con uno sguardo

-        Rispondi sinceramente

-        E va bene … se non avessi accettato di uscire con Bronte, mia madre mi avrebbe tagliato i viveri e io non avrei avuto i soldi per il mio viaggio

-        Lavorare no?

-        Hai voglia di scherzare? Il lavoro è solo una perdita di tempo – rimango basito e senza la forza di continuare la conversazione, ma a questo punto è Bronte ad intromettersi

-        Vuoi dire che hai accettato la cena con me solo per i soldi di tua madre?

-        Si … certo … e tu perchè lo hai fatto?

-        Io …. andiamocene Milo …. di tutti quelli che ho conosciuto tu sei il peggiore … opportunista, ipocrita, menefreghista

Cerco di trascinarla via prima che finisca gli epiteti pronunciabili e passi ai veri e propri insulti, ma il richiamo del biondino ci blocca prima che riesca a guadagnare la porta.

-        Scusatemi …. ma nella sala manca un oggetto

-        Si? che oggetto?

-        Un vaso …. prezioso … molto prezioso – comincio a sudare freddo … il suo modo di dire prezioso mi inquieta e non poco

-        Beh … e quindi?

-        Prima che arrivaste voi il vaso c'era e ora non c'è

-        Ehi amico mica sono Houdini! Come pensi che possa averlo fatto sparire? Mica posso nascondermi il vaso sotto la camicia … e Bronte non ha neanche la borsa – si sa che nelle borse le donne riuscirebbero a far entrare anche un carro armato.

-        Ma gettandolo dalla finestra si potrebbe farlo sparire benissimo – con un tempismo perfetto nel corridoio si materializza l'uomo che ci ha aperto la porta con in mano la prova del reato e affianco una donna stravolta e furiosa – la destinataria probabilmente dei cocci caduti

-        Ehm …. beh … forse è il caso che togliamo il disturbo

Prima che la situazione degeneri mi do alla fuga, trascinandomi dietro una Bronte isterica che ride come una pazza. Salendo in macchina e vedendo che la sua ilarità non cessa, le domando cosa la faccia ridere tanto.

-        il fatto che tu riesca ad attirarti i guai addosso. All'inizio pensavo che ero io a renderti la vita un inferno … ma ora ho capito che sei tu … tu sei la fonte dei cataclismi

-        Non c'e' da ridere …. il tuo futuro santone può denunciarmi per furto, per danneggiamento, la donna invece per tentato omicidio … e per omissione di soccorso

-        Ah aha ha hahah …. non preoccuparti … Saskia non farà nulla … e convincerà la donna a fare altrettanto

-        Come fai ad essere sicura?

-        Perchè tra un po' lo chiamerò e gli dirò che se non ti lascia in pace spiffererò tutta alla sua cara mammina … vedrai che lo convincerò

-        Sei una strega.

-        Si … e ho voglia di festeggiare

-        Cosa?

-        L'essere sopravvissuta ai disastrosi appuntamenti finora organizzati dalla mia cara mamma.

Sorridendo chiedo a Sebastian di accompagnarci in un pub, dove, dopo averla fatta sedere, le prendo una birra.

-        Ma perchè continuo a perdere tempo così? - al sua domanda improvvisa mi spiazza

-        Che vuoi dire?

-        Perchè perdo tempo dietro a queste cose che organizza mia madre...

-        Veramente è quello che mi domando anche io … in fondo hai carattere per opporti alla stupida volontà dei tuoi genitori, perchè non lo fai? … No … non posso crederci …. pensi di incontrare l'uomo della tua vita con questi appuntamenti?

-        Beh … io … no … forse … si …. non ridere! Lo so … sono una stupida … ma ho un animo romantico … e pensavo che magari …. ma è evidente che i figli degli amici dei miei genitori sono tutti degli idioti

-        Beh … diciamo che non brillano certo …

-        Già … adoro questa canzone – nel locale si sente il suono di una canzone degli U2 … riconosco la voce del cantante, ma sui titoli sono sempre stato negato – balliamo?

-        Senti Bronte …. con tutto il rispetto … penso che ormai avrai capito che io e il ballo siamo due mondi a parte

-        Uff …. ti dispiace se vado io?

-        No figurati …

Dopo dieci minuti di ballo avvinghiata ad un altro, il mio compagno Fitz decide di ribellarsi alla mia ottusità e, rialzando la testa,, mi spinge a riprendermi il mio territorio. Manco fossi un cavernicolo, mi getto sulla donna che accompagno, strappandola dalle braccia di un ragazzo brufoloso. Bronte si lascia guidare ed io tentando di seguire il ritmo di una canzone latina, cerco di barcamenarmi in una serie di mosse in cui risulto veramente poco credibili. Alla fine, dopo aver trangugiato la poca birra rimasta,, in preda al desiderio ridesto di Fitz, la trascino fuori in un angolo nascosto del locale. Mentre tento di baciarla, però veniamo interrotti da un gruppo di bestioni armati con coltelli e spranghe.

-        Te la farò pagare – il capo della banda mi punta il coltello addosso – nessuno può togliere una ragazza a mio fratello

-        Che? - vedo dietro al gruppo di bulli il ragazzo brufoloso e comprendo tutto – guarda amico che c'e' un errore … lei era con me .. e

Prima che possa proseguire, Bronte afferra il braccio dell'energumeno e tirandolo a se gli sferra un calcio dove non batte mai il sole, dopo di che lo fa volare come un fuscello e senza che riesca a muovere un mignolo, in poco più di 1 minuto, fa fuori tutta la banda con delle mosse mai viste in vita mia. Io e il ragazzo brufoloso ci guardiamo sconvolti domandandoci perchè mai abbiamo litigato per la rossa. Mister brufoli se la da a gambe, fregandosene del fratello e io comincio a pensare che forse dovrei seguire il suo esempio, visto il mio comportamento poco rispettoso. Mi attacco al muro come un geko, chiudo gli occhi e attendo la raffica di botte di Bronte, ma con mia grande sorpresa la ragazza dopo avermi sussurrato “odio essere interrotta” attacca le sue labbra alle mie.

 

 

Ecco il nuovo capitolo, in cui entra in scena il caro Shaka (il nome Alex ovviamente è di mia invenzione). Ringrazio come sempre tutti quelli che stanno leggendo questa storia, spero che ogni tanto qualche sorriso riesca a strapparvelo.

 

X jackosaint: ah mie care … avere due recensioni al prezzo di una è favoloso. Innanzitutto grazie per i complimenti. Su Aioria avete ragione, totalmente ragione, però mi tocca sottolineare nuovamente, per non creare dubbi, che in questa storia Milo è etero, su questo non ci sono dubbi :-))...vi do una delusione? Mi spiace ...veramente ...spero che mi perdonerete lo stesso.

 

X sagitta72: eh si Milo a volte dovrebbe tenere la lingua a freno ...però almeno così potrebbe evitare a Shaina delle brutte sorprese ...forse … magari no ...boh …

 

x diana924: il divano apparterrà all'epoca napoleonica, visto il modo in cui si è ridotto Milo … su Aioria concordiamo tutti ...soprattutto Marin ...su Camus – Shaina e Milo ...bah ...chissà come finirà :-(

 

x charm_strange: Camus e Shaina? Bisogna capire chi dei due morirebbe prima ;-))...però in effetti è la parola di Bronte e basta ...chissà … magari … ;-)

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo X - American gigolo ***


Capitolo X

American gigolò



La convivenza non è affatto facile. Si vive in un perenne equilibrio con il proprio coinquilino, su di un filo tirato i cui estremi vanno dalla pacifica e amorevole ammirazione reciproca all'odio più atroce e selvaggio. Dopo l'arrivo di Camus l'equilibrio tra me e Aioria si è definitivamente spezzato. Mentre prima riuscivamo a barcamenarci tra il mio disordine cronico e le sue ragazze mezze nude in giro per l'appartamento, ora, riuscire a gestire anche la presenza del nostro amico è diventato per entrambi impossibile. Ho ceduto la mia stanza a Camus; “gli ospiti si devono trattare con i guanti”, così mi ha detto Aioria, “mica vorrai farlo dormire su quel divano cencioso?” ha aggiunto poi; non capisco però perchè non gli ha ceduto la sua di stanza: è facile pontificare con la vita altrui. Fatto sta che il passare del tempo ha reso la mia schiena un lazzaretto e il mio umore un vulcano pronto ad esplodere. Da un paio di giorni non faccio che rimbrottare continuamente, girando per casa piegato in due, manco fossi invecchiato improvvisamente di 20 anni e il peso della vecchiaia mi fosse crollato di botto sulle spalle. Camus, ad onor del vero si è proposto più volte di sostituirmi sul non proprio comodo giaciglio, ma sinceramente non ce lo vedo proprio l'unico erede della potente famiglia Forunier a dormire su un divano che è stato costruito durante le guerre puniche ed ha superato indenne …o quasi … quelle napoleoniche. La verità è che sono anni che ci ripromettiamo di cambiare il cimelio che abbiamo comprato al mercatino dell'usato – che ha avuto ben 10 proprietari diversi prima di noi – agli albori della nostra convivenza: cosa mai avvenuta per mancanza di fondi. In ogni caso, i miei nervi tesi mi hanno portato ad esplodere come una pentola a pressione troppo a lungo lasciata a bollire a temperatura alta, all'ennesima entrata in casa del mio vecchio coinquilino, accompagnato da una ragazza con i capelli di un colore indefinito – viola? Rosa? Fuxia? Fate un po' voi. E' mezz'ora che gli sto urlando in faccia quanto io abbia bisogno di dormire e che non si può presentare a tutte le ore accompagnato da cubiste come se fossimo in un bordello del centro. La ragazza se potrebbe mi stamperebbe la borsetta sulla faccia, ma evidentemente un po' di timore ce l'ha. Ce lo avrei anche io … vedersi un pazzo con i capelli arruffati, piegato su se stesso che, guardando dal basso verso l'altro il suo interlocutore, gli urla tutto il suo disprezzo, non è la cosa più rassicurante del mondo. Ad un certo punto, per fortuna, nella stanza entra un Camus, se è possibile, ancora più arruffato di me che comprendendo che il precario equilibrio si è definitivamente rotto, trattenendomi per le braccia invita Aioria a sparire. Il ragazzo non se lo fa ripetere due volte e trascinando con se l'aliena, si rintana nella sua stanza, non prima di avermi tirato addosso una delle mie scarpe. Uscito di scena l'oggetto della mia rabbia incontrollata, mi accascio sul divano come un pupazzo a cui è appena terminata la carica, seguito a ruota dal mio amico.

  • Sono stato odioso vero?

  • Un po' … forse sarebbe meglio che mi trovassi un'altra sistemazione

  • No … per carità … non farlo … non è colpa tua

  • A me sembra di si … ho scardinato le vostre abitudini … Aioria che deve entrare furtivamente con le … ehm … che cosa sono? Ragazze? Amanti? Amiche?

  • Donne incontrate occasionalmente con cui applica uno scambio di fluidi dopo aver fatto un po' di ginnastica – Camus mi guarda inorridito – non guardarmi così! E' la sua definizione!

  • Comunque … dicevo … Aioria così .. tu costretto a dormire su … questo coso!

  • Hai ragione a non chiamarlo divano … è impossibile farlo …. ma non è un problema … veramente Camus … io sono contento di averti qui, anche se al momento non ho ancora ben capito perchè te ne sei andato di casa

  • Non mi va di parlarne .. non ora almeno

  • D'accordo

Ed è in questo momento che accade qualcosa di inaspettato che mi colpisce; Camus con naturalezza, rilassandosi appoggia la sua testa sulla mia spalla. Ripenso immediatamente alle parole di Bronte e un dubbio si insinua nella mia mente. Vuoi vedere che il mio amico, omosessuale, se ne è andato di casa perchè innamorato di me? Scaccio immediatamente questa idea ridicola, che però uscita dalla porta rientra dalla finestra, insieme alla voce suadente di lui che mi sussurra nelle orecchie “che dici, la facciamo colazione?”. L'entrata improvvisa nell'appartamento delle nostre dirimpettaie mi fa saltare in piedi come un grillo con il risultato che la mia schiena emettendo un suono spezzato si raddrizza, non senza dolore

  • Milo! Cosa ti succede? Sembra che tu abbia visto il diavolo! - Marin posa i biscotti caldi sorridendo

  • A me sembra invece un bambino che è stato colto con le mani nella marmellata. Ditemi un po' cosa stavate facendo voi due? - lo sguardo indagatore di Shaina, puntato su me e Camus, non lascia scampo

  • Stavamo iniziando i preliminari per un futuro accoppiamento … e voi due ci avete interrotto

Alle parole di Camus strabuzzo gli occhi e comincio a tossire rumorosamente. Shaina lancia un'occhiata di traverso al mio amico, ma la domanda che evidentemente vuole porgli gli muore in gola e la sua attenzione viene catturata da un cigolio insistente proveniente dalla camera di Aioria. Sia io che Camus abbassiamo lo sguardo, cercando di mantenere un'aria indifferente, mentre Marin domanda candidamente cosa è il rumore che persistentemente invade la stanza. Shaina guardando l'amica in maniera sconsolata le risponde “Ma è così evidente! Aioria sta facendo zin-zin con una delle sue battone” . Non si può dire che non abbia reso l'idea. Mentre su Marin si dipinge un'espressione scandalizzata, dalla stanza del mio coinquilino sentiamo arrivare un urlo inquietante … seguito da un silenzio ancora più inquietante. Mi alzo velocemente dal divano e ridendo come una iena impazzita esclamo “Assaggerò uno dei tuoi fantastici biscotti!”, mentre Aioria entra nella stanza, con solo un paio di boxer indosso – anzi che li ha messi – e un'aria beata in volto; aria che diventa beota nel momento esatto in cui incontra lo sguardo di Marin. La ragazza, con gli occhi lucidi, farfuglia qualcosa di incomprensibile e fugge via, seguita a ruota dal nostro amico che tenta di raggiungerla farfugliando le stesse incomprensibili parole. Mentre Camus si siede sulla sedia appoggiandosi al tavolo e prendendo uno dei biscotti. Shaina in uno dei suoi gesti signorili, dandogli uno schiaffo sulle mani, glielo fa volare lontano.

  • E questo a cosa è dovuto?

  • Voi uomini siete tutti uguali! Porci Maiali! Fedifraghi – vorrei risponderle che forse Camus non è proprio così, ma evito

  • Sul “Porci e Maiali” posso anche concordare, ma perchè Fedifraghi? Non mi sembra che Aioria e Marin siano fidanzati – l'osservazione di Camus spiazza Shaina

  • No, questo è vero, ma …. insomma … che abbia un minimo di decenza … fare zin-zin con una battona mentre ci sono due signore nell'altra stanza

  • Chi sarebbe la battona? E dove sono queste signore? - la ragazza dai capelli fuxia interrompe la conversazione

  • tu sei la battona! Basta vedere come sei conciata ora … un asciugamano addosso e basta … pur sapendo che qui ci sono due ragazzi

  • Beh … che male c'e'? Anzi … visto che i due sono carini ...

  • Che male c'e'? voi siete la rovina delle donne … lo sapete?

Mentre Shaina parte con uno sproloquio di 30 minuti su come le donne di facili costumi abbiano rovinato l'immagine di tutte le altre con i loro comportamenti volgari, io vengo molestato dalla ragazza in asciugamano che mi invita, neanche troppo velatamente, a raggiungerla nella camera di Aioria - ma dove le va a trovare mi domando – mentre Camus, per nulla interessato alla donna dal capello fuxia, sorride divertito all'invettiva di Shaina. Persa completamente la pazienza, la nostra vicina afferra la ragazza per un braccio e senza tanti complimenti la butta fuori di casa, mentre quella protesta vivamente chiedendo almeno di riavere i suoi vestiti - vestiti che le vengono tirati addosso nell'istante successivo. Dopo, come una furia, Shaina si scaglia contro Camus, urlandogli che nessuno può ridere di lei. Il mio amico la immobilizza schiacciandola sul piano del tavolo

  • E nessuno si può permettere di mettermi le mani addosso – la ragazza rimane basita dal comportamento di Camus. Tirandosi su, con mio grande stupore gli sorride

  • Wow … non posso crederci … il morigerato Fournier dimostra di riuscire ogni tanto a farsi rispettare … direi che quasi quasi cambio idea su di te

  • Quale onore. La regina delle suffragette che cambia idea sul figlio viziato di papà

  • Non esagerare … per me rimani sempre un lavativo. E comunque ribadisco il concetto che voi uomini siete tutti Porci … basta vedere la reazione del tuo amico – ovviamente indica me con il pollice – a quel clown

  • Non hai ancora risposto alla mia domanda – Camus ignorando completamente le mie rimostranze continua la sua sfida verbale con Shaina – perchè accusi Aioria di essere fedifrago?

  • Non molli vedo! - anche Shaina mi ignora, avvicinandosi sempre di più al mio amico – non pensi che sia ovvio?

  • Ovvio … sicuramente

  • Basta! - stanco di essere ignorato esplodo in un urlo degno di Maria Callas, riuscendo finalmente ad attirare l'attenzione di entrambi – che cosa è ovvio?

  • Che Marin sia innamorata di Aioria – mi risponde Shaina allontanandosi da Camus – perchè pensi che vi porti tutti quei dolci? Per la tua faccia di bronzo?

  • E che Aioria ricambi i suoi sentimenti – questa volta sia io che la nostra vicina ci voltiamo a guardarlo perplessi – non mi dite che non lo avete capito?

  • Impossibile! Aioria non ha sentimenti!

  • Shaina ha ragione! Basta vedere tutte le donne che si porta a letto! Ne avesse amata qualcuna

  • Incredibile quanto siate poco inclini all'osservazione – entrambi ci sentiamo mortificati dalle parole di Camus – Aioria va con tutte perchè pensa di non poter avere quella che desidera.

  • Dici?

  • Non sei stato tu Milo a dirmi che non va mai con le rosse?

  • Appunto … dice che non gli piacciono ..

  • Secondo me non ci va perchè si sentirebbe di tradire l'unica rossa che veramente gli piace. Poi c'e' il fatto che cerca sempre di nascondere le sue storie a Marin, infine come hai detto tu, cambia continuamente la donna con cui esce .. segno evidente che non prova nulla per nessuna di loro.

  • E perchè non le dichiara il suo amore?

  • Perchè probabilmente pensa che verrà respinto. Immagino che sia la stessa cosa per Marin – Shaina annuisce vigorosamente – come al solito si dimostra quanto gli innamorati possano essere a volte stupidi.

  • Già

Io e Shaina non riusciamo ad aggiungere altro. Siamo interdetti sia per la scoperta appena fatta e sia per la stupidità dimostrata da entrambi. Camus sorridendo si congeda, informandoci che andrà a farsi una doccia. Shaina rimane un po' a fissare la porta dietro la quale è sparito il mio amico. Dopo poco la sento esclamare “Però! Dopotutto il tuo amico figlio di papà non è poi così male!” ed io sovrappensiero gli rispondo “Già, peccato che sia gay!” lasciandola sconvolta e senza parole.




Nuovo capitolo a distanza di pochi giorni, giusto per passare un week end tranquillo. Capitolo di transizione, dove praticamente non si capisce nulla, o forse si ...comunque la convivenza tra i tre non sembra andare per il meglio ;-).


x sagitta72: eh si fa facile a dire povero Milo … comunque Bronte cerca di recuperare almeno con lui non pensi? E ora cosa dobbiamo dire … povera Shaina? Stroncata dal povero Milo sul nascere … con quella frase buttata li. Immagino invece cosa penserai ora di Aioria XD


x Diana924: Sarà che ad Aioria piacciono le rosse, ma certo ha uno strano modo per dimostrarlo, ma forse le osservazioni di Camus non sono poi così sbagliate. Camus una cotta per Milo, ma non saprei .. sicuramente se a Shaina poteva venire, grazie a Milo non verrà :-)


x charm_strange: immagino che sarai sempre più convinta del fatto che Aioria sia un cretino :-)) … a questo punto però anche Milo gli fa concorrenza, dopo quello che zi è lasciato sfuggire con Marin. Su una cosa però mi sento di tranquillizzarti … in questa storia Milo è etero … ti lascio un po' sognare :-)


x jackosaint: felici di trovarvi anche qui, ma questa volta siete tutte e due a leggerla o sbaglio? E io che mi ero abituata a leggervi separate :-)). Eh si il caro Fitz ultimamente non se la passa molto bene … speriamo che la sua situazione migliori.... per quanto riguarda Camus .. ma chi l'ha detto che è gay? ;-)

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo XII - Billy Elliot ***


Capitolo XII

Capitolo XII

Billy Elliot

 

 

Sono in ritardo … in terribile ritardo … come al mio solito aggiungerei … la lezione di danza sarà ormai cominciata da circa 10 minuti ed io affannosamente, dopo aver indossato i miei sobri shorts – in confronto alla calzamaglia di ordinanza, anche un paio di boxer risulterebbero più sobri – entro come una furia nella sala prove per trovarmi di fronte un gruppetto di persone intento ad osservare la mia nuova prodezza. Al centro c'e' un uomo di mezza età, fisico mingherlino, sguardo impertinente e aria cinica e contrariata.

-       Chi è questo bell'addormentato, cara Cotilleur?

-       Uno dei mie allievi – la voce di Madame raggiunge una nota acuta alla parola “miei” – a onor del vero uno dei meno dotati

-       Al contrario cara … a me sembra veramente ben messo, invece – rimango un po' perplesso alle parole del tizio che mi viene presentato come uno dei più grandi coreografi mai esistiti – d'accordo ragazzo, fammi vedere quello che sai fare

-       Che? - io e la Cotilleur pronunciamo le stesse parole con lo stesso tono terrorizzato, io mi blocco e lei prosegue – ma caro Vassiliv, posso assicurarti che lui è un caso dispe... ehm … non è interessato alla rappresentazione .. veRO???

-       Si … si … non sono interessato

-       A cosa ragazzo?

-       Cosa?

-       Cosa sto facendo io qui secondo te?

-       Come?

-       Tanto bello quanto stupido … c-o-s-a s-t-o facendo q-u-i??

-       Una lezione di danza?

-       Quasi … sto facendo dei provini per …? Su … non è difficile ...

-       Io … ehm … una nuova rappresentazione di danza? - ovviamente tutti mi guardano allibiti, manco fossi l'ultimo degli idioti, mentre Bronte tenta di suggerirmi a gesti

-       Si....bravo! Quale?

-       Ehm … Jack lo Squartatore?

-       Ah ah ah ah … ma quanto sei divertente ...Romeo e Giulietta caro … Romeo e Giulietta … conosci l'opera?

-       Ah … ecco … - lancio un'occhiataccia a Bronte che, per farmi capire, aveva inscenato un mezzo assassinio con finto pugnale  – beh .. si .. Shakespeare

-       Si … certo ...ma io parlo del balletto caro … conosci il balletto?

-       Certo … certo …

-       Allora vorrei che eseguissi per me l'entrata di Romeo

-       Eh? …. no guardi … non è il caso … sa io ho molti impegni e poi … mi creda … sono negato …

-       IO decido ragazzo … avanti ...BALLA!!!

Costretto dagli eventi, mi ritrovo a scimmiottare quattro passi di danza , scatenando la solita ilarità dei presenti, per fortuna il grande maestro mi interrompe subito … troppo scempio per un genio come lui: lo vedo alzarsi come una furia dirigendosi verso di me; ora mi strozzerà, ne sono sicuro, liberando il mondo da un usurpatore del vero ballo. Invece con mio grande stupore – e non solo mio – mi abbraccia vigorosamente, gridando al miracolo

-       Finalmente ti ho trovato!

-       Cosa? - Per l'ennesima volta io e la Cotilleur pronunciamo le stesse identiche parole con lo stesso tono di voce, questa volta sono io a proseguire, mentre la Cotilleur intuendo la catastrofe si affloscia su una sedia – ha voglia di scherzare vero?

-       No ... caro … affatto … tu sei perfetto per una versione innovativa del Romeo e Giulietta … basta … sono stanco della perfezione stilistica di certi ballerini … stufo delle solite rappresentazioni .. tu sarai il mio rozzo Romeo che concupirà la leggiadra Giulietta interpretata dalla nostra Bronte

-       Rozzo è rozzo .. non c'e' che dire – queste le uniche parole che riesce a pronunciare Madame prima di svenire

-       Allora siamo tutti d'accordo … mi raccomando … alle prove puntuale .. Cotilleur ti dirà tutto … ci vediamo caro

Prima di andarsene, il maestro mi da una pacca sul sedere, lasciandomi affranto e sconvolto; tutte le ragazze escono dalla sala, lasciando la Cotilleur svenuta sulla sedia, me basito e incapace di muovere un passo, Bronte sghignazzante in un angolo, Aldebaran pensieroso e Aphrodite sconvolto. Il primo a parlare è Al

-       Ah amico mio, quanto ti invidio

-       Ma vuoi scherzare Al? … Sai questo cosa significa? Che mi toccherà mostrare al mondo intero la mia incapacità nel ballo. Mi renderò ridicolo di fronte ad una platea di gente. Verranno tutti ….tutti ...TUTTI e dico TUTTI! Pronti a prendermi per i fondelli per il mio modo orribile di ballare

-       Ballare? - Aphrodite comincia ad urlare portando la sua voce sopra di due ottave – BALLARE??? E quello che fai, tu lo chiami ballare? Perfino una scimmia … ma che dico una scimmia … un rinoceronte .. un elefante … un orso grizzly saprebbe ballare meglio di te … tu vendemmi … schiacci i sassi … polverizzi i macigni … continuamente … ti muovi come panzer in un campo di fiori distruggendo, rovinando e frantumando tutto ciò che incontri

-       Hai ragione … hai ragione su tutto … ma che vuoi da me? Mica gli ho detto io di scegliere me .. potevi ballare meglio .. entusiasmarlo ..

-       Sei un vero idiota … qui non si tratta di ballo …

-       Ah no?

-       No

-       E di cosa si tratta?

-       Del tuo c … del tuo fondo schiena idiota!

-       Che?

-       Vassiliv Bulgacov è un grande ballerino, un fantastico coreografo e un fissato maniaco del sesso, amante dei bei ragazzi … evidentemente ha deciso che tu sarai la sua prossima preda

-       Cosa? Ma io non sono gay!

-       Non ha nessuna importanza … per lui conta il fatto che ti trova piacevole .. Dio solo sa perchè poi!

-       Ma tu sei molto più bello di me … decisamente … hai più classe, più grazia, più charme e sei gay … fa qualcosa … prova a sedurlo … tu sai come si farà …

-       Già fatto!

-       Cosa?

-       Già fatto idiota … evidentemente sono stato troppo arrendevole … spero che almeno riesca ad ottenere quello che vuole … io perderò la mia grande occasione, ma tu perderai il ..

-       Non dirlo!

Mentre Aphrodite se ne va sghignazzando, mi volto disperato prima verso la Cotilleur, che continua a boccheggiare generando delle imbarazzanti bolle d'acqua, poi mi volto verso la mia ultima e unica risorsa …

-       Rossa … non puoi farmi questo … decisamente non puoi!!

-       Ma Milo io non capisco perchè mai ti agiti così

-       PERCHE'??

-       Smettila di urlare .. sembri Aphrodite – il paragone mi zittisce immediatamente – primo ... non sei obbligato a cedere a Vassiliv se non vuoi

-       Giusto

-       Secondo, puoi anche andartene dal corso ... non sei più obbligato a frequentarlo …

-       E' vero! - il sorriso mi illumina il volto – Hai ragione!

-       NO! - La Cotilleur si rianima improvvisamente e dopo essersi alzata, mi punta il dito contro – non se ne parla proprio! Sono mesi che sopporto la tua figura pachidermica in giro per questo corso … e ora che il grande Vassiliv ha accettato di fare una rappresentazione con la mia scuola di ballo scegliendo te come protagonista, non mi abbandonerai!

-       Ma Madame, lo sa anche lei che non so ballare!

-       Certo che lo so! Tu sei proprio negato … non solo per la danza classica, troveresti difficoltà anche con una mazurka! Non c'e' bisogno che me lo dici!

-       E allora?

-       E allora se Vassiliv vuole te, avrà te! E non mi interessa se dovrai ballare nudo o prostituirti … quello che Vassiliv vorrà, tu lo farai

-       Ma …. così rovinerà il nome della sua scuola … sa che...

-       Se tu non balli e lui si arrabbia posso assicurarti che farà di peggio! Perciò tu ballerai!

-       Non può obbligarlo – Bronte assume la sua espressione più battagliera, mentre la Cotilleur affila le unghie

-       Si … lo farà … e non provare a minacciarmi ragazzina. Questa volta non cederò … puoi usare tutto quello che hai contro di me … ma credimi, non ti conviene. Se il tuo amico non balla, farò in modo di non farti calcare più le scene del palcoscenico

-       E che mi interessa … si figuri che io odio ballare!

-       Divertente …. so che non è vero … ma è divertente. In ogni caso ho altre armi per distruggerti ragazzina ….non ti conviene sfidarmi – non so perchè ma ho l'impressione che la Cotilleur, in questo momento, sarebbe capace di ucciderci entrambi per costringermi a ballare, manco fosse Glen Close in Attrazione Fatale; al solo pensiero di lei con un coltello in mano, decido di cedere per salvare Bronte dalle sue ire

-       E va bene … ballerò ….

-       Bravo … sei un ragazzo ragionevole

-       La sua scuola di ballo sarà rovinata dalla mia prestazione

-       Sicuramente …. ma non importa ...meglio la rovina che subire l'ira di Vassiliv

 

Anche in piscina arrivo in ritardo, abbacchiato più che mai:ho realizzato che da quando conosco la rossa la sfortuna mi perseguita senza sosta ; avrò anche risolto i miei problemi economici, ma le calamità che si sono abbattute su di me sono in crescita esponenziale. Per fortuna alla seduta odierna di allenamenti c'e' Saga versione Dottor Jekyll; giuro che non sarei riuscito a sopravvivere a Mister Hyde. Vedendomi affranto, mi lascia in pace per tutto l'allenamento, anche se sbaglio sistematicamente ogni passaggio verso i miei compagni. C'e' da dire che è l'umore generale che è basso; tutti, nessuno escluso, sembriamo dei morti che camminano. Alla fine Saga interrompe l'allenamento mezz'ora prima e ci obbliga a seguirlo al Pub dietro la piscina. Dopo aver ordinato una pinta di birra per tutti cerca di farci confessare le nostre disgrazie.

-       Allora Al … comincia tu … cosa ti abbatte?

-       Ma niente di che Saga …. il fatto è che … - Al mi lancia un occhiata di sottecchi a cui io non rispondo – sono stanco di essere il brutto anatroccolo

-       Cosa ti è successo?

-       Io credo di essere un discreto ballerino …. - tutti annuiscono anche se nessuno, a parte me, lo ha mai visto ballare – eppure per la parte di protagonista è stato scelto Milo

-       Protagonista?

-       Protagonista di cosa? - tutti domandano e chiedono … fantastico … ora grazie al bestione tutti sapranno del mio futuro exploit comico

-       Senti Al … mica è colpa mia!

-       Lo so Milo … lo so …. non fraintendermi … io non ce l'ho con te … so che tu non c'entri nulla … è solo che, solo perchè tu sei bello ottieni le cose che io vorrei

-       Ma io non le voglio!

-       Al tempo ragazzi … fatemi capire – Saga fa da pacere tra di noi – raccontami meglio Al

-       Milo sarà Romeo nel balletto organizzato dal grande Vassiliv Bulgacov … ma lui non sa ballare … è stato scelto solo perchè ...ehm … il maestro si è invaghito di lui – scontato scoppio di risate generale

-       Si … bravi … ridete pure ….

-       Ora ho capito anche perchè tu sei così abbacchiato, Milo

-       Già … hai un grande intuito Saga … complimenti

-       Ah ah ah ….non prendetevela così … vedrete che le cose andranno per il verso giusto … tu Al cerca di impegnarti al massimo

-       Ma Saga tanto non verrò mai scelto

-       Non puoi saperlo … può succedere qualsiasi cosa … tu dai sempre il massimo – Al sorride rincuorato alle parole di Saga – e tu Milo … cerca di non dare mai le spalle al tuo maestro – altro scoppio di risate

-       Già … spiritoso ….

-       Scherzo, il fatto è Milo che io so che sopravviverai anche a questa figuraccia che ti aspetta: tu hai la capacità di sopravvivere a tutto – le parole di Saga incredibilmente rincuorano anche me – e tu Aioria cosa hai?

-       Nulla

-       Avanti … si vede lontano un miglio che hai qualcosa che non va

-       Beh … ecco … uff … e va bene … sono annoiato

-       Annoiato?

-       Si … annoiato …

-       Di cosa?

-       Del fatto che tutte le donne vengano a letto con me così facilmente

-       Alla faccia … e questo ti annoia??? - Shura parla in vece di tutti, più o meno – io ne sarei lusingato

-       Credimi Shura … dopo un po' ti stuferesti pure tu …

-       Perchè sei un coglione – Death Mask interviene nella discussione con il suo solito tatto – come tutti del resto qui … sempre a piangervi addosso … incapaci di cambiare le vostre vite … bah … uno che piange perchè non viene scelto come ballerino … ma essi contento Al … saresti ridicolo con il tutu … l'altro che piange perchè non vuole fare il protagonista, manco fosse una donnicciola indifesa … castra quel coglione di maestro e tira innanzi … sto cretino che piange per le troppe donne che si fa … basta! Me ne vado … siete pietosi … pietosi

Death Mask guadagna la porta, andandosene veloce come Carl Lewis il figlio del vento … anzi … più veloce di Lewis .. manco avesse alle calcagne la polizia

-       Evidentemente aveva qualcosa di più urgente da fare – Saga osserva la porta pensieroso – comunque Aioria non capisco perchè ti duoli, pensa al povero Milo che invece di avere delle donne che gli cadono ai piedi ha solo un uomo che attenta alla sua virtù – solito scoppio di risate

-       Si si … continua a infierire … cosa ci troverai da ridere non lo so!

-       Hai ragione,scusa, in ogni caso Aioria, secondo me il tuo problema si risolve facilmente

-       Dici?

-       Si dico, trovati una donna da amare e vedrai che finirai di annoiarti; se ami una donna, finisci di campare serenamente … fidati – il mio coinquilino lo guarda perplesso – e tu Shura? Problemi?

-       Nessuno

-       Bravo! Tu invece Mu? Ti vedo parecchio giù ultimamente, quale è il tuo problema?

-       Tu

-       Come prego?

-       Tu … tu sei il mio problema

-       Non capisco Mu – Saga lo guarda stupefatto e anche noi lo osserviamo come se fosse appena entrato annunciandoci l'arrivo dei marziani – io sarei il tuo problema?

-       Si … ormai sei diventato il mio incubo … ti sogno, ti vedo dappertutto, mi perseguiti ovunque

-       Io?

-       Si Saga, tu ... o meglio la versione cattiva di te …. se mi fermo un attimo a riposarmi dopo aver camminato tanto, sento la tua voce che mi urla “lavativo!” … se mi ritrovo in mezzo agli altri senza parlare, ti vedo che mi gridi “cretino” … sono stanco, non dormo più, non mangio più … ne ho parlato con i miei psicologi

-       E cosa ti hanno detto?

-       Che devo liberarmi di te – Saga lo guarda perplesso – non in quel senso … non ti devo uccidere …. ma devo riuscire a dirti che ti odio e che sei il mio incubo!

-       Beh … lo hai appena fatto

-       No no …. non lo devo fare al te calmo … ma al pazzo, alla tua versione folle

-       Senti Mu, io sono io, non c'e' un altro me, sinceramente non capisco … è vero .. ogni tanto vi riprendo con troppa enfasi

-       Troppa enfasi? - Shura si sente in dovere di intervenire, prima che Saga possa perdere le staffe – l'ultima volta c'e' mancato poco che lo affogassi solo perchè aveva sbagliato un passaggio!

-       Veramente? - l'espressione di Saga è quella di un uomo sincero che sente per la prima volta cosa incredibili su di se – uff ….senti Mu …. tranquillo … vedrai che sistemerò questa cosa

-       Davvero?

-       Si davvero .. te lo prometto …

-       Ok

-       Però il tuo lato crudele ci ha portato ad essere terzi in classifica … ci avresti mai creduto?

-       Che vuoi dire Aioria?

-       Che se tu non ci spronassi così … ehm … duramente … forse non ci sentiremmo così sotto pressione e non daremmo il meglio di noi … avanti non guardarmi così … voglio dire … terzi … ti rendi conto?

-       E io che pensavo che la nostra posizione derivasse dai miei insegnamenti – Saga assume un'espressione delusa

-       Ma è così!

-       Ah lasciamo perdere … in fin dei conti c'e' chi sta peggio … - Saga comincia a fissarmi insistentemente ed io sbotto

-       Ora basta! E va bene rischio di essere sodomizzato da un pazzo omosessuale … voglio dire … a questi non gli bastano quelli come loro? Devo venire a rompere le scatole pure a uno come me a cui non frega nulla di loro? A me piacciono le donne … decisamente - tutti mi guardano divertiti per il mio sproloquio ad eccezione di Camus, che continua ad osservare il biliardo pensierosamente. Mi rendo conto di aver esagerato

-       Cosa hai Camus? - Saga, accorgendosi della vacuità dello sguardo del mio amico, mi interrompe – sei un po' assente ultimamente

-       Nulla … non ho nulla!

-       Possibile? A me non sembra

-       Ti ho detto che non ho nulla! E comunque non sono affari vostri – Camus risponde in un modo non suo e immediatamente dopo si alza ed esce velocemente da locale, lasciando tutti perplessi

-       Ma che ha?

-       Non lo so Saga … scusatemi

Esco anche io come un centometrista e lo raggiungo. E' appoggiato sulla sua moto con le mani nei capelli.

-       Ehi Camus … scusami per quello che ho detto …. io non volevo offenderti – il mio amico alza lo sguardo su di me cominciando ad osservarmi, come se avessi un cesto di frutta in testa

-       Ma di cosa stai parlando? Perchè ti scusi con me?

-       Beh … per quello che ho detto su .. ehm .. su quelli come te .. io non volevo offenderti … io vi rispetto … non ho nessun problema … è solo che io non rompo le scatole e non vorrei che mi si rompessero

-       Milo ti giuro che non so di cosa tu stia parlando – ora mi guarda come se nel cesto di frutta ci fossero, invece delle solite mele e banane, dei topi che ballano il tip tap – ma cosa diavolo stai dicendo?

-       Avanti … è inutile che fingi … Bronte mi ha detto tutto .. e guarda per me non è un problema

-       Detto cosa?

-       Che tu sei omosessuale!

-       Cosa? - ora sul cesto di frutta sono degli elefanti che ballano e Camus è congelato dalla sorpresa .. o forse dall'imbarazzo – cosa ti avrebbe detto Bronte?

-       Beh … che sei … vabbè non farmelo ripetere … pensa che era convinta che noi stessimo insieme … ah ah ah – smetto di ridere immediatamente, incenerito dallo sguardo di ghiaccio del mio amico – comunque le ho detto che non è così … ovviamente non è che tu non mi piaci … sai che ti voglio bene … ma non in quel senso … cioè io …

-       Basta!

-       Scusami … non volevo offenderti … tu sei un bel ragazzo … veramente … se fossi così come te mi piaceresti pure … è solo che

-       Ho detto basta Milo!

-       Si … solo

-       Shhhh!

-       Scusa –

Camus rimane fermo ad osservare la sua moto indeciso sul da farsi. Appoggio la mia mano sulla sua spalla, nel tentativo di consolarlo, ma lui la  allontana bruscamente.

-       Come fa Bronte a dire che sono omosessuale?

-       Ti ha visto un po' di tempo fa mentre ...ehm ...mentre baciavi il suo ragazzo – abbasso lo sguardo, vergognandomi delle parole appena pronunciate. So di aver tradito la fiducia della rossa, ma spero che almeno questo riesca a sbloccare la situazione fra di loro. Osservando Camus noto in un lui del vero stupore

-       Ho capito … e tu gli credi?

-       Come? - per la prima volta mi balena in testa la possibilità che le parole di Bronte possano essere false – perchè non è vero che tu e il ragazzo di tua sorella vi siete …

-       E' lui che mi ha baciato – sul mio volto compare la delusione – perchè quell'espressione?

-       Nulla … è solo che per un momento io …

-       Capisco … hai sperato che non fosse vero … e cosa speravi? Che non fossi gay? Che non avessi baciato il ragazzo di mia sorella?

-       Io … non lo so … non sono qui per giudicarti

-       No … è vero … tu mi hai già condannato …

-       Cosa?

-       Senza venire a chiedermi spiegazioni, è bastato che mia sorella venisse da te a dirti che sono omosessuale e che ho concupito il suo ragazzo che subito le hai creduto … eppure pensavo che mi conoscessi …

-       Io … dimmi allora come stanno le cose! Lo hai detto anche tu che è vero

-       Io ti ho solo detto che è stato lui a baciarmi

-       Si ma questo vuol dire …

-       Che sono colpevole? - il mio tentennamento fa spazientire Camus – ho capito …. si ho capito … salutami gli altri ...e non preoccuparti … fra un paio di giorni ti libererò della mia presenza

-       Avanti Camus … solo perchè sei così, io non provo fastidio nell'averti accanto … possiamo rimanere amici

-       Non hai capito Milo …. sono io che provo disgusto nell'averti come amico.

Dopo aver indossato il casco, accende la moto e se ne va come un pazzo, non permettendomi nessuna replica. Decisamente comincio a pensare che la rossa abbia portato nella mia vita solo sventura e sfortuna: che sia veramente una delle streghe di Salem? Entro nel locale per scoprire con mio grande orrore la presenza accanto ai miei compagni della squadra numero uno del campionato, al gran completo, con tanto di cheerleaders. Su tutti svetta la figura possente ed elegante del fratello di Aioria, Aioros, che, come un Dio Greco, dispensa benevolenza a tutti i comuni mortali che lo circondano. Ad eccezione ovviamente del nostro allenatore, con il quale intrattiene una acerrima rivalità che dura dai tempi dell'asilo, in cui il primo giorno il piccolo Saga, dopo che si vide scippato dal piccolo Aioros della merenda, preparata con tanto amore dalla mamma, prese un secchiello e lo diede in testa al mal capitato: finirono entrambi, unico e irripetibile caso nella storia di quell'istituto, nell'ufficio del preside che non avendo mai dovuto riprendere dei bambini di 3 anni, per dare il buon esempio, li punì severamente, obbligandoli a lavorare nella cucina della scuola per un mese. Si racconta che, dopo di allora, nessuno dei due toccò più cibo. Saga questa sera però lo guarda di sottecchi senza dire nulla, mentre il mio coinquilino non fa altro che abbracciarlo. Ad un certo punto Seiya, uno dei 7 giocatori d'oro della squadra dei record, dando una pacca sulle spalle ad Aioria, gli domanda fra il serio e il faceto perchè si ostini ancora a giocare in una squadra di sfigati come la nostra

-       Oh avanti … quest'anno siamo decisamente migliorati … e comunque non potrei mai farmi allenare da mio fratello … soffrirei del complesso di inferiorità in eterno.

-       Perchè non lo soffri già? - Aioros fa affettuosamente uno sbuffetto al fratello

-       Ehi … ma che dici? Intanto ho avuto molte più donne di te

-       Perchè ancora non hai trovato l'amore … quando ti capiterà di innamorarti di una donna le cose cambieranno … fidati! - Aioros sembra parlare con cognizione di causa

-       Che  strano ...per una volta tu e Saga siete concordi su qualcosa – i due si guardano in cagnesco

-       Già … che strano – Aioros cerca di mantenere una calma controllata, anche se si vede lontano un miglio che non tollera di essere associato al nostro allenatore, il quale stranamente sorride divertito … forse sta tornando Mr. Hyde

-       Se no Aioria puoi fare come il nostro Ikki – il portiere della squadra d'oro Shun indica il fratello – attaccante pieno di talento – alle nostre spalle, abbracciato a due ragazze, una bionda dal viso dolce e una mora dal corpo sexy – prenderti due ragazze al prezzo di una.

-       E' vero … non sapendo chi scegliere fra Esmeralda e Pandora ho deciso di tenerle in prova entrambe – le due ragazze non fanno una piega alla battuta di Ikki e la mia mente corre al pensiero di Shaina e Bronte, che in una situazione analoga, lo scuoierebbero vivo

-       Va bene ragazzi … ora basta … è meglio andare … dovete riposarvi ...fra pochi giorni dovremo cominciare le ultime partite e voglio che siate in forma

Aioros spinge fuori tutti i suoi giovani giocatori, mentre noi rimaniamo seduti, indecisi tra assumere un espressione contrariata o depressa.

-       Beh .. però nonostante tutto mi sembra che tuo fratello l'abbia presa bene

-       Di cosa stai parlando Saga? - Aioria guarda il nostro allenatore con sguardo perplesso

-       niente … niente … non farci caso … bevete ragazzi … e poi tutti a nanna … avete sentito il saggio Aioros

Eseguiamo gli ordini di Saga, o Aioros, boh e ce ne torniamo a casa, questa volta accompagnato dal mio coinquilino. Entrando nell'appartamento, cerco di capire se Camus è rientrato, ma non mi stupisco più di tanto quando capisco che ancora non è rincasato. Mi sdraio sul divano e attendo. Nell'attesa precipito in un sonno profondo, manco fossi la bella addormentata narcoletica nel bosco. Vengo risvegliato da un calcio della sempre elegante dirimpettaia. Svegliandomi di soprassalto ottengo il risultato di cadere dal divano, portandomi dietro tutto ciò che è sul tavolino, compresa una lampada in vetro di murano, ricordo della nonna di Aioria.

-       Ma che vuoi? E come hai fatto ad entrare in casa?

-       Con le chiavi del tuo amico – osservandola meglio mi rendo conto che appoggiato alla sua spalla c'e' un Camus addormentato profondamente – pensi di aiutarmi? Non è che è un peso piuma

-       Si certo – soccorro Shaina, togliendole il corpo di Camus da dosso e sdraiandolo sul divano – ma dove l'hai trovato? E quanto ha bevuto?

-       Quanto ha bevuto non lo so, ma dall'alito credo almeno una bottiglia intera di whisky. Mi ha chiamato il barista del locale dove si è fermato per ubriacarsi

-       Ha chiamato te? E perchè?

-       Non so … il barista dice che l'unico telefono che ha trovato è stato il mio.

-       Strano

-       Mah … probabilmente lo voleva dare al padre per farmi arrestare … non so … comunque il tuo amico è fuori come un melone

-       Perchè?

-       Quando mi ha visto nel locale, ha tentato di baciarmi

-       Beh … era contento di vederti

-       In bocca

-       Ah!

-       E mentre lo riportavo a casa con la sua moto mi ha chiesto di sposarlo

-       Cosa?

-       Ma non è omosessuale?

-       Si

-       Allora delirava in preda ai fumi dell'alcol ...vabbè te lo lascio … io me ne vado

-       Grazie

-       Figurati … sai che io attiro i casi disperati … e direi che il tuo amico decisamente lo è

Dopo che Shaina se ne va, sprofondo sul divano e comincio ad osservare il mio amico, disperandomi di essere il motivo della sua ubriacatura e della sua disperazione.

 

 

 

 

Ciao a tutti eccovi un nuovo capitolo, in cui al povero Milo capita anche di essere scelto come protagonista per un balletto; poveraccio ...che altro potrà mai capitargli? Ringrazio vivamente tutti quelli che continuano a leggere la storia e in particolare sagitta72, diana924, charm_strange e JackoSaint che perdono del tempo anche nel recensirla: mi scuso con voi, ma oggi non ho il tempo di rispondere come vorrei alle vostre splendide recensioni ;-).Vi prometto che cercherò di farmi perdonare.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo XIII - HairSpray ***


Capitolo XIII

Hairspray




  • Assurdo!

  • Lo so

  • Incredibile!

  • Hai ragione

  • Folle!!

  • Si … ma purtroppo dovrai farlo

  • Scordatelo!

  • Avanti Milo …

  • Non se ne parla

  • Su … non puoi non farlo … Vassiliv ha detto che è fondamentale

  • Fondamentale? Ma vuoi scherzare? Io non so muovere un passo … non faccio altro che riempirti di calci e lui si preoccupa della mia capigliatura?

  • Lo so … hai ragione … ma … come è che ha detto? Un Romeo che si rispetti deve avere i capelli più biondi e più vaporosi

  • Ti diverti vero?

  • Un mondo

  • E pensare che io lo faccio per te

  • Lo so … e questo lo apprezzo … veramente …

  • Tuo fratello sta male

  • Cosa? - sul volto di Bronte compare un'espressione preoccupata

  • Si … io no so che fare .. non vuole parlarmi … ha deciso di tagliarmi fuori dalla sua vita ..

  • Perchè?

  • Ecco – appunto … ma sono idiota? - gli ho detto quello che mi hai raccontato

  • COSA?

  • Scusami

  • Mi avevi giurato che non lo avresti fatto

  • Scusami – Bronte mi guarda indecisa

  • Ha negato?

  • No

  • E come potrebbe quel bastardo

  • Bronte ti assicuro che sta male .. sono preoccupato

  • E' giusto che stia male …

  • Perchè non ci parli?

  • Non ci penso proprio e non me ne frega nulla se sta male

  • Non è vero.

  • Senti Milo, ti consiglio di cambiare argomento se no ti dovrai trovare un parrucchiere da solo

  • Va bene va bene … per il momento lascio perdere

  • Perfetto! Ecco siamo arrivati .. questo è il mio parrucchiere .. posso assicurarti che è il migliore

  • Speriamo

Entriamo nel salone di bellezza dove Bronte sembra essere di casa. Purtroppo, da quando ho accettato il ricatto di Madame Cotilleur, mi ritrovo a dover acconsentire a tutte le richieste del folle maestro Bulgacov: fino ad ora sono riuscito a salvare la mia virtù, ma non so fino a quando riuscirò a non rompergli la faccia con un pugno, rovinando per sempre Madame e la carriera di Bronte. Dopo un paio di minuti, in cui la rossa saluta tutti quelli che passano – sembra conoscere tutti – arriva ad accoglierci un tizio dai capelli incommentabili: se il suo taglio dovesse attirare i clienti, il salone sarebbe deserto. Intuendo l'oggetto del mio sguardo perplesso, sorridendomi mi sussurra semplicemente “è l'ultima moda!”, il suo tono di voce denota apertamente i suoi gusti in fatto d'amore; se poi ci fossero dubbi, la sua camminata e il suo modo di gesticolare, rendono il tutto ancora più evidente: il sesso femminile non è di suo interesse, forse è per questo che sembra essere il parrucchiere più conosciuto e stimato della città? Mi affido, costretto controvoglia, alle sue mani sapienti e lo lascio discutere animatamente con Bronte su cosa sia meglio per i miei capelli. Ad un certo punto vengo coinvolto mio malgrado nella diatriba:

  • Vedi caro i tuoi capelli sono fantastici … dico davvero … solo che dovresti prenderti più cura di loro … sai, i capelli, se trattati male, si ribellano ..e i tuoi decisamente sono rivoluzionari in questo momento

  • Ah ecco

  • Cosa fai per prenderti cura di loro?

  • Li lavo

  • Mmhh – annuisce pensieroso alle mie parole - con quale shampoo?

  • Boh … non so … generalmente uso quello del mio coinquilino

  • Male … molto male …. bisogna usare uno shampoo adatto al proprio capello, non il primo che capita. E che balsamo usi?

  • Balsamo?

  • Non lo usi?

  • No

  • Creme ristrutturanti? Sieri antiinvecchiamento? Maschere rigeneranti? - la mia faccia perplessa lo fa desistere – ho capito …. qui ci vuole un trattamento d'urto.... non preoccuparti … risolverò tutto. Intanto ti schiarirò un po' di ciocche per renderti leggermente più luminoso?

  • Luminoso?

  • Si caro, luminoso – nonostante la mia espressione contrariata va avanti come un treno - poi li sfoltiremo un po', giusto per rendere il taglio meno pesante

  • Io non voglio tagliarli

  • Ma devi caro … tutti questi ciuffi davanti e questo taglio stile Bon Jovi prima maniera … decisamente non va più di moda

  • Se avere un taglio alla moda significa andare in giro come vai tu, preferisco continuare ad assomigliare a Bon Jovi

  • Avanti Milo, smettila di fare il rompiscatole … Johnatan fai di lui quello che vuoi

  • Fantastico!

Le parole di Bronte lo galvanizzano a tal punto che si mette subito all'opera. Rimango stupefatto di quanta energia possa mettere un parrucchiere nel suo lavoro, neanche fosse Michelangelo intento a realizzare il Mosè, mi gira e rigira, smuove a destra e sinistra le mie ciocche ad una ad una, intento a tagliare, spuntare e sfoltire. Concentrato nella sua opera, chiede ad una delle ragazze di preparare la tinta scandendole le cifre delle polveri che dovrà usare … neanche per preparare un composto chimico ad alto contenuto destabilizzante ci vorrebbero tutti gli elementi che gli ha elencato. Dopo quattro ore … dico … quattro ore di torture, togliendomi le cartucce argentate, che fanno tanto pollo al forno con patate, lo sento gridare, manco fosse la Callas … no … mi correggo … lo sento strillare manco fosse una donna squartata da Freddy Cruger e lo vedo dirigersi come un fulmine verso la ragazza che ha preparato le tinte. Mentre le urla epiteti che neanche il camionista più sboccato conoscerebbe, mi volto a guardarmi allo specchio rimanendo sconvolto e atterrito. Bronte si avvicina per vedere il capolavoro di Johnatan e rimane a bocca aperta

  • Sono blu – riesco solo a pronunciare queste due parole

  • Oddio Milo …. mi spiace … io non immaginavo

  • Blu … sono blu …

  • Perdonami caro – Johanatan viene immediatamente a sincerarsi delle mie condizioni – quella stupida ha confuso le tinte … STUPIDA, STUPIDA!!! Ti licenzio e poi ti investo con il mio suv!!!!

  • Blu …. blu

  • Milo, di qualcosa di diverso, avanti

  • Sono blu

  • Ora caro cercherò di risolvere la faccenda – le sue parole mi infondo coraggio e speranza

  • Li farai tornare normali, vero?

  • Ehm … si certo … ma non subito

  • COSA?

  • Vedi … il fatto è che non posso ripassare subito la tinta … devi tenerli per almeno un paio di settimane

  • Vuoi scherzare? Io secondo te dovrei andare in giro così? Sembro un fenomeno da baraccone … se passasse il circo Barnum mi assumerebbe come capo clown … tu DEVI risolvere questo problema!

  • Beh posso proporti due soluzioni … o li tagli a zero

  • Scordatelo … ho impiegato anni a portarli a questa lunghezza e non voglio assomigliare al capitano Picard di Star Trek

  • Ma posso assicurarti che lo stile Kojak va molto e a te donerebbe oltre modo

  • Non me ne frega nulla della tua moda … rivoglio i miei capelli

  • Beh .. l'altra soluzione è farli tutti blu

  • Hai per caso voglia di scherzare?

  • No … saresti perfetto …. fidati … tutti ti noterebbero

  • Ah certo … sarei un faro nella nebbia … il grande puffo! La fata turchina con i peli

  • Mi spiace tesoro .. per le prossime settimane non posso fare altro

  • Ti denuncio

  • Sono assicurato

  • Ti uccido

  • Con le tue belle mani? Fai pure … visto che ci sei potresti anche violentarmi prima?

  • Fanculo!

Mi alzo ed esco dal salone infuriato e visibilmente sconvolto. Tutta la gente, nessuna esclusa si volta al mio passaggio, c'e' chi ride, chi spalanca la bocca senza emettere suoni e chi mi fischia dietro. Vengo raggiunto da Bronte

  • Milo fermati … Johanatan è veramente dispiaciuto …

  • Ma chi se ne frega del suo dispiacere

  • Ha detto che ti farà i prossimi 30 trattamenti gratis

  • Hai voglia di scherzare? Pensi veramente che io tornerò da quel pazzo?

  • Non è stata colpa sua

  • Fa lo stesso … il risultato è che io ora verrò preso per i fondelli da tutti

  • Non è vero

  • Vuoi scommettere?

  • Capiranno

  • Milo!!!

Mi blocco al suono del mio nome e, mentre mi volto per vedere chi mi ha chiamato, prego il Signore che non sia chi immagino che sia. Purtroppo mi rendo conto di aver ragione, trovandomi il sergente Martin, Mister Hyde, Saga il folle che mi punta i suoi occhi indagatori addosso. Il suo sguardo si muove febbrilmente dal mio viso ai miei capelli, mentre sulla sua faccia la vena sadica diventa sempre più evidente. Bronte lo osserva in silenzio, probabilmente non sapendo se scappare a gambe levate o prenderlo a borsettate. Dopo essermi fatto coraggio, decido di reagire

  • Ciao Saga … ehm … come stai?

  • Che diamine hai fatto alla tua zazzera?

  • Sono stato dal parrucchiere

  • Voleva torturarti?

  • Che?

  • Per caso ti ha fatto domande su di me?

  • Su di te? - lo guardo perplesso, mentre la rossa lo guarda sconvolta – perchè avrebbe dovuto farmi domande su di te?

  • Beh …. questo colore assurdo è una tortura per farti parlare … magari vuole conoscere i nostri nuovi schemi di gioco

  • Saga … non stiamo giocando per il campionato del mondo!

  • Hai ragione …. allora perchè diavolo hai questo colore assurdo?

  • Beh ...ecco …

  • Non mi dire che parteciperai al prossimo Gay Pride? - Saga mi tira per il collo della camicia, rischiando di strappare il costoso capo d'abbigliamento di Camus, che non sono ancora riuscito a restituire – RISPONDI!!!

  • No no …. ha semplicemente sbagliato tinta

  • E tu l'hai lasciato vivere?

  • E che dovevo fare? - lo guardo sempre più sconvolto, mentre Bronte si prepara a colpirlo con uno dei suoi colpi misteriosi

  • Io lo avrei rapato a zero come minimo – dandomi una pacca sulla spalla mi fa quasi cadere – vabbè …. meglio che vado … in fin dei conti quello che fai al di fuori della piscina non mi riguarda

  • Già – senza aggiungere altro se ne va lasciandoci quantomeno sbigottiti

  • Ma chi era quel folle?

  • Il mio allenatore di pallanuoto

  • Quello è da ricovero

  • Beh … ma non è sempre così … generalmente è normale

  • Normale? Vuoi dire che ha una duplice personalità?

  • Magari anche più di due - le rispondo in maniera perplessa – comunque ora come ora Saga non è il mio problema …

  • Se lo dici tu?! Mi sorprende che ancora non abbia ammazzato qualcuno di voi! Ma anche mio fratello ce l'ha come allenatore?

  • Per forza … stiamo nella stessa squadra – Bronte mi guarda preoccupata – beh? Che c'e'?

  • Quello, se scopre che Camus è omosessuale, lo affoga!

  • Ah ah ah … ma non esagerare

  • Non sto esagerando!

  • Sei preoccupata?

  • E' pur sempre mio fratello – Bronte mette il muso; è talmente carina che, senza accorgermene, le do un bacio, riassaporando le sue morbide labbra dopo un po' di giorni. Dalla notte della rissa non abbiamo avuto più modo o coraggio di parlare di quello che è successo tra di noi

  • Questo significa che non sei più arrabbiato per i capelli?

  • Sono furioso …. ma non con te, con il tuo caro Johnatan, magari gli mando Saga versione Hyde …. che ne dici?

  • Lo faresti contento – lo sguardo malizioso di Bronte mi fa sorridere

  • In ogni caso tutti mi rideranno dietro per le prossime due settimane

  • Non è vero

  • Non ci credi? Te lo dimostrerò. Vieni con me

  • Dove?

  • A casa mia … ti darò un esempio pratico

  • Non posso

  • Me lo devi … ora vieni

Trascino Bronte nel mio appartamento e appena apro la porta trovo Aioria, Marin e Shaina seduti a mangiare uno dolce fatto in casa. Il mio coinquilino, alla mia vista, prima rischia di strozzarsi ingoiando metà fetta di dolce; poi, dopo aver trangugiato un'intera bottiglia di latte, scoppia in una risata fragorosa

  • ah ah ah ah …. oddio Milo ma che hai fatto? Se la scuola di ballo porta a questo è meglio che smetti di frequentarla … sembri un puffo blu! … ahahahahah ….

  • Visto?

  • E' un idiota

  • Dici? Che ne pensi Shaina?

  • Sei ridicolo Milo … se fossi in te mi comprerei un passamontagna e nasconderei la mia faccia per i prossimi mesi. Manco fossi l'ultimo dei Duran Duran … ma come diavolo ti è venuto in mente di conciarti così?

  • Marin?

  • Beh Milo … se tu sei contento … però il blu non è che ti doni molto

  • Hai visto? … lei ha avuto una reazione normale

  • Ma nessuno avrà la sua reazione … Marin viene dalla montagna del sapone … non si rende conto di come è la vita là fuori

  • Ti prenderanno tutti per i fondelli … io se fossi in te mi chiuderei in casa finchè non tornano normali – Aioria, continuando a ridere, sbrana un'altra fetta di dolce

  • Ma è voluta la cosa? - Shaina comincia ad osservarmi, ciocca per ciocca

  • No che non è voluta

  • E non puoi farci nulla?

  • Sei una donna dimmelo tu

  • Io non mi tingo i capelli Milo … di questi tempi solo voi uomini lo fate!

Mentre continua la nostra discussione sui miei capelli, nell'appartamento entra Camus. Dalla sera in cui abbiamo avuto il colloquio non mi ha più rivolto la parola. Aioria mi ha detto che sta cercando un appartamento dove traslocare ed ha aggiunto che, a tutte le sue domande sul perchè, ha risposto in maniera vaga e sfuggente. Neanche con Shaina ha avuto più modo di parlare. Sembra che negli ultimi tempi eviti entrambi, probabilmente vergognandosi del suo comportamento. La prima persona che incontra è Bronte e per la prima volta da quando lo conosco, lo vedo osservare la sorella con sguardo ostile. La seconda persona che incrocia è Shaina alla quale sorride imbarazzato, rispondendo al suo saluto, e poi osservando me apre la bocca in un moto di stupore

  • Hai i capelli blu!

  • Già

  • Ah ah aha hh …. invece di Romeo si vede che era convinto di dover interpretare Pinocchio …. sarà perfetto come fata turchina!

  • E' voluta la cosa?

  • Assolutamente no … ma il grande parrucchiere di tua sorella ha detto che non può sistemare la cosa prima di un paio di settimane

Camus, senza dire nulla, prende un pezzo di carta e segna un numero di telefono, dopo me lo porge dicendomi semplicemente “Chiamalo, te li sistemerà”, mentre se ne sta andando, Bronte lo blocca

  • Se Johanatan ha detto che non si possono sistemare, nessuno può farlo. Lui è il migliore

  • Io ti dico che il mio amico ci riuscirà

  • Ed io ti dico che …

  • Senti Bronte, non me ne frega nulla di quello che dici … vuoi dispensare le tue perle di saggezza? Fallo! Vuoi avercela con me per l'eternità senza chiedermi spiegazioni? Accomodati pure. Sono stanco di te … di tutto … lasciami in pace … fai semplicemente finta che io non esista.

Camus esce nuovamente dall'appartamento lasciando i presenti perplessi e Bronte visibilmente sconvolta. Shaina decide di seguirlo non prima di aver esclamato “che caratterino tuo fratello!”, mentre io cerco di avvicinarmi alla rossa, che per tutta risposta mi spinge via uscendo a sua volta.


Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo in cui ne capitano altre al povero Milo. La storia del parrucchiere e dei capelli blu mi è venuta guardando il film The Bride War in cui una delle sue protagoniste ad un certo punto si ritrova ad avere i capelli blu. Non ho resistito, pensando al fatto che Milo nell'anime li ha blu :-))).



X Diana924: Eh già … purtroppo al giorno d'oggi non si viene più scelti per merito, e così Milo ottiene un ruolo da protagonista pur essendo un incapace ;-). Su Aphrodite, lo ammetto, il personaggio l'ho un po' stravolto portandolo a dei gesti eccessivi, ma a qualcuno doveva toccare. Pensa a come ho ridotto il povero Saga :-)). Camus è gay, non è gay, boh … mica lo so ;-))


x JackoSaint: ma come capitolo triste!! … Veramente il precedente era triste? O povera me … ahahaha ….beh in effetti in questo momento Camus è talmente depresso che rischia di deprimere anche la storia …. ma si riprenderà .. lo obbligherò a riprendersi :-))


x charm_strange: waaaa ...che recensione … vediamo vediamo … cerco di risponderti … o almeno ci provo :-). Innanzitutto, come vedi Milo le attira tutte. Però è ovvio, visto che è il protagonista … il consiglio sulla cintura di castità è ottimo ...ahahaha …. ma visto che è un ometto, magari troverà altri modi per difendersi. Sui due che mancano alla squadra d'oro non dico nulla ...eheheheh …. non ancora … per quanto riguarda Ikki … mi sembrava sprecato come vedovo inconsolabile e poi mi sono stufata di vedere Seiya circondato da pulzelle innamorate, mentre lui è tutto solo soletto. Su Aiolos e Saga … diciamo che ci sarà sicuramente un seguito e sul fatto che sia etero ...concordo cone te ;-). Su Camus ad onor del vero non c'ho capito nulla neanche io … sicuramente è furioso perchè il suo migliore amico lo ha condannato senza prova d'appello.


X sagitta72: ma sei sicura che Camus è etero? Secondo si è arrabbiato solo perchè Milo non gli ha prima chiesto a lui …. per Mu … ho paura che se continua così succederà una tragedia …. poveri noi :-((

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo XIV - Il Ritorno dello Jedi ***


Capitolo XIV

Il ritorno dello Jedi



L'amico di Camus mi ha promesso di risolvere il mio problema, non prima però di due giorni, impossibilitato dal fatto di trovarsi fuori città. Non avendo altra scelta, dopo aver comprato un mantello con cappuccio, mi presento all'esame di Economia con la speranza che il professor Doko, vista l'età e l'avanzato stato di decomposizione non si accorga di nulla. Fuori dall'aula vedo Camus seduto su uno dei banchi appoggiati nel corridoio, sta sfogliando distrattamente il libro di testo con l'aria di chi vorrebbe essere in tutt'altro posto. Mi siedo accanto a lui, salutandolo. Con il capo ricambia il saluto, senza degnarmi di uno sguardo.

  • Per quanto tempo hai intenzione di essere arrabbiato con me?

  • Io non sono arrabbiato Milo, sono semplicemente deluso

  • Deluso? Hai ragione, ho sbagliato, ti ho giudicato prima di chiedere spiegazioni, però te le chiedo ora

  • Non ho voglia di parlare con te ora

  • Avanti, sono il tuo migliore amico, me lo devi

  • Io non ti devo nulla – per la prima volta Camus si gira per guardarmi – vedo che ancora non hai risolto il tuo problema.

  • Ho chiamato il tuo amico, è fuori città

  • Capisco

Veniamo interrotti dall'assistente che chiama il mio nome. Entro nell'aula dove tutti, nessuno escluso, cominciano ad osservarmi. Certo con il cappuccio tirato su e il mantello sembro più un giovane jedi che si reca dal suo maestro che uno studente che va a fare l'esame. Mi siedo di fronte al professore e attendo una sua domanda. Il professore come al suo solito sta sonnecchiando: mi domando se sia l'età o se nel suo caffè gli assistenti mettano dei narcotici. Uno dei suoi assistenti gli si avvicina e con un gesto delicato della mano lo scrolla leggermente: nessun risultato. Lo scrolla un po' più forte e con insistenza: nessun risultato. Dopo 5 o 6 tentativi andati a vuoto, lo scuote vigorosamente e Doko si agita sulla sedia, rischiando di cadere. Dopo aver assunto l'espressione tipica di Yoda, comincia ad osservarmi:

  • Ragazzo, hai per caso freddo?

  • No

  • Hai qualche rara malattia per la quale non devi esporti al sole?

  • No

  • Sei un fan di Guerre Stellari?

  • Cosa?

  • Il film .. Guerre Stellari … immagino che tu lo conosca

  • Si … certo … non particolarmente

  • E allora levati il mantello … siamo ad un esame, non in un incontro segreto organizzato dalla carboneria – eseguo quello che mi viene chiesto, ma mentre tutti aprono la bocca sorpresi alla vista dei miei capelli, il professor Doko rimane impassibile – Curioso

  • Cosa signore?

  • Tu e il cerino avete per caso un abbonamento con un salone estetico?

  • Cerino?

  • Il tuo amico dai capelli rossi .. quello seduto sempre accanto a te

  • Camus? No, non abbiamo nessun abbonamento

  • Per mantenervi agli studi prestate la vostra testa ad apprendisti parrucchieri?

  • No

  • E allora perchè diavolo andate in giro conciati come un duo punk?

  • Beh … il colore dei capelli di Camus veramente è naturale

  • Vuoi dire che il rosso che ha non è finto?

  • No

  • E io che pensavo di averle viste tutte … e tu .. perchè li hai blu ora?

  • Ehm … errore del parrucchiere

  • Ah .. voi giovani … va bene … cominciamo

Il professor Doko comincia con le sue domande alle quali rispondo senza problemi, rimanendo stupito di quanto questo uomo tascabile sia in realtà pieno di risorse e di conoscenza: e pensare che io non gli avrei dato neanche un soldo. Intuendo il motivo del mio stupore, il professor Doko comincia a sorridere

  • Non te lo saresti mai aspettato da un rottame come me?

  • Cosa?

  • Riuscire a rimanere sveglio per più di cinque minuti

  • Ehm … io …

  • Non essere imbarazzato … il fatto è che perfino io mi annoio alle miei lezioni .. vorrei vedere te dopo 40 anni a ripetere sempre le stesse cose a ragazzi svogliati e senza il minimo interesse per la materia … in ogni caso … ti do il massimo dei voti … se non altro per un momento mi hai fatto divagare con questo colore di capelli.

Non sapendo se ringraziare o rimanere offeso, accetto silenziosamente il voto ricevuto e, dopo un mezzo inchino che fa molto prima comunione, me ne vado, salutando tutti i presenti. Vengo fermato sulla porta dal richiamo del professore e voltandomi, vedendolo sorridere, credo di sentirlo pronunciare le parole “che la forza sia con te!”: la somiglianza con Yoda è veramente impressionante. Uscendo dall'aula non faccio in tempo a scambiare neanche una parola con Camus, perchè viene chiamato all'interno per svolgere il suo esame. Decido di aspettarlo e dopo circa mezz'ora lo vedo uscire perplesso.

  • Come è andata?

  • Boh

  • come boh!?!

  • Mi ha dato il massimo perchè ha detto che in natura non ha mai visto un colore rosso come il mio.

  • Ah fantastico

  • Mica ho capito

  • Lascia stare … senti ti va di festeggiare?

  • No … ti saluto Milo

  • Aspetta – lo blocco per il braccio – avanti Robespierre non fare l'anarchico anche con me. Mi spiace per il casino che ho combinato, ma sai che ti voglio bene – Camus rimane fermo – dai … organiziamo nel nostro appartamento .. lo diciamo anche a quelli della squadra, a Marin e Shaina

  • Ci sarà anche Bronte?

  • Se vuoi no

  • Non me ne frega nulla se c'e' o non c'e'

  • Questo vuol dire che verrai?

  • Verrò – sto per abbracciarlo, ma vengo bloccato dalle sue successive parole – ma solo per prendere le mie cose.

  • Cosa vuoi dire?

  • Ho trovato un appartamento ... mi trasferisco … così potrai riavere la tua stanza

  • Io non voglio la mia stanza ... se vieni per questo motivo, allora non venire affatto

  • Devo anche prendere dei documenti da Shaina. Ti saluto. Ci vediamo stasera

E così mi ritrovo a dover organizzare una festa che non voglio per un amico che tale non è più. Stanco di dovermi continuare a scusare con lui, lo mando mentalmente a quel paese e comincio il giro di telefonate che innescherà il tutto.

Mi ritrovo così mio malgrado con un'orda di persone, di cui conosco la metà, che mi girano per casa, mezze nude e mezze ubriache, che ogni volta che mi incontrano mi danno pacche sulle spalle e mi invitano ad assaggiare qualcosa. Gironzolando per l'appartamento mi imbatto in Shura che sta tentando di lucidare un mobiletto acquistato da me e Aioria al mercato delle pulci e mai pulito da allora. Al invece sta tentando di togliere l'ultima oliva dall'ultimo Manatthan preparato dal mio collega barman, venuto appositamente per far ubriacare la compagnia. Uscendo sulle scale per cambiare aria, dopo aver evitato il fratello di Aioria e le sue paternali sull'evitare i bagordi durante il campionato, mi imbatto in Shaina che sta tentando di scrollarsi di dosso un Seiya ubriaco come una zucchina.

  • Devo avere un dono speciale per attirare tutti gli alcolizzati della zona. Ma questo chi è?

  • E' Seiya, uno della squadra di Aioros

  • E chi l'ha invitato? - Shaina con una spinta decisa si libera del polipo facendolo ruzzolare giù dalle scale.

  • E chi lo sa … del resto non so chi abbia invitato la metà delle persone che ci sono

  • Ah Milo .. le vostre feste finiscono sempre così

  • Già … per caso hai visto Camus?

  • No, ma so che dovrebbe passare

  • Già .. mi ha detto che devi dargli dei documenti

  • Si … su suo padre … quel ragazzo è veramente strano

  • Già

Dall'appartamento vedo uscire un Aioria completamente sbronzo con una ragazza bionda abbarbicata sul suo collo. Senza la minima vergogna chiede a Shaina di poter usufruire del suo letto, visto che il suo è occupato da un Mu svenuto dopo aver bevuto per errore un cubra libre – sembra che lo avesse scambiato per succo d'arancia. Ovviamente la nostra amica gli dice di no e lui, per tutta risposta, se ne frega ed entra in casa sua chiudendosi la porta alle spalle. Mentre Shaina comincia a prendere a calci la porta, veniamo richiamati da Marin, ma quando ci giriamo ciò che vediamo non è la solita Marin, ma una ragazza dai capelli mori che assomiglia alla nostra amica.

  • Cosa succede?

  • Ma che hai fatto? - Shaina visibilmente sconvolta apostrofa l'amica - i tuoi bellissimi capelli

  • Li ho tinti … non mi stanno bene?

  • Beh … il rosso ti donava di più – mi sento costretto ad intervenire

  • Non mi interessa la tua opinione Milo

Marin, visibilmente offesa, apre la porta del suo appartamento ed entra, dando inizio alla terza guerra mondiale. Lo spettacolo che ci troviamo davanti è rappresentato da Aioria e la biondina che stanno facendo – come direbbe Shaina – zin zin sul divano, completamente nudi. Marin, dopo un momento di stupore, in cui Aioria tenta alla bene e meglio di coprirsi, va verso la cucina e aprendo lo sportello sopra il lavabo afferra tutti i piatti presenti, cominciando a tirarli addosso ai due malcapitati. Mentre io e Shaina rimaniamo fermi, indecisi sul da farsi, la bionda dopo aver afferrato i suoi pochi vestiti, tenta di nascondersi dietro il divano, ma viene colpita in testa da una delle torte fatte dalla mia vicina per la festa. Aioria, con coraggio, tenta di avanzare senza preoccuparsi delle vettovaglie che gli arrivano da tutte le direzione, ma viene preso in pieno da uno dei pentolini del latte. Dopo essere franato rovinosamente a terra, tenta di calmare Marin, ottenendo l'effetto contrario. La ragazza molla tutti i piatti e avvicinandosi al malcapitato comincia a prenderlo a calci. Aioria con una rapida mossa le afferra le caviglie, trascinandola a terra e immobilizzandola

  • Ma dì, sei impazzita?

  • Come osi venire in casa mia a sbatterti una delle tue prostitute?

  • Ehi! - la bionda, di cui ci eravamo dimenticati l'esistenza, si rialza da dietro il divano offesa – io non sono una …

  • sta zitta gallina - così come era comparsa la bionda si dilegua – e tu, porco

  • hai ragione .. ti ho mancato di rispetto … non dovevo portarla qui, ma il mio letto era occupato e io

  • Non me ne frega nulla … bastardo … insensibile .. idiota .. ed io mi sono fatta pure mora …

  • Cosa? - Aioria comincia ad osservare il colore di capelli di Marin, rimanendo visibilmente sconcertato – perchè hai cambiato il tuo colore?

  • Per te, stupido!

  • Ma era così bello!

  • Cosa? Ma tu hai sempre detto che le rosse …

  • Vuoi dire che hai cambiato colore … per me?

  • Si! …

  • Oh Marin … io adoro il rosso dei tuoi capelli … mi fa impazzire … li sogno tutte le notti i tuoi capelli

  • Cosa?

  • Si … ti desidero da impazzire … dalla prima volta che ti ho visto

  • E le altre?

  • Un passatempo

  • Oh .. anche io … da quando ti ho visto la prima volta … ho cercato di attirare la tua attenzione … i dolci … la gentilezza …

  • Oh … che meraviglia

Aioria e Marin cominciano a baciarsi mentre io e Shaina ci guardiamo perplessi, per non dire sconvolti

  • Non ho parole

  • Non dirlo a me … abbiamo come coinquilini due imbecilli!

  • Concordo

  • Bastardo! Stronzo! - la bionda dopo essere uscita da sotto il divano, prende i piatti abbandonati da Marin e comincia a lanciarli in direzione di Aioria – mi hai usato … porco!

  • Ehi … non provare a rivolgerti in questo modo al mio ragazzo! - Marin si alza di scatto e dopo aver bloccato la bionda, la spinge fuori di casa – che pensi di essere così bella che gli uomini si innamorano di te all'istante? Era evidente che veniva a letto con te solo per passare il tempo. E ora sparisci.

Dopo aver richiuso la porta Marin torna ad avvinghiarsi ad Aioria e non curandosi minimamente di noi entrano nella sua camera, chiudendosi la porta alle spalle. Io e Shaina abbandoniamo il campo per tornare alla festa che ormai ha preso una piega assurda. Mentre la maggior parte dei presenti gira intorno al mobilio inscenando un finto trenino, al cui comando c'e' un Al completamente sbronzo, Shura continua a lucidare il mobile nel quale ora ci potremmo perfino specchiare. Shiryu e Hyoga, altri due membri della squadra di Aioros, stanno tentando di staccare Seiya che si è appiccicato a Bronte, che nel frattempo si è unita alla festa. Non riuscendo nel loro intento, abbandonano il campo chiamando a gran voce il loro allenatore. Ricordando il modo in cui la rossa ha steso i malcapitati della nostra serata al pub, tento di liberarla dall'ingombro del ragazzo, ma riesco nel mio tento solo grazie all'aiuto di Aioros; il quale dopo essersi scusato mille volte con la rossa trascina il suo atleta per un orecchio fuori dall'appartamento.

  • Carino il tuo amico

  • Seiya?

  • Quale era dei due Seiya?

  • Quello che ti stava avvinghiato

  • Il nano? Vuoi scherzare … quello è un idiota … io mi riferivo al soccorritore

  • ah .. Aioros … il fratello del mio coinquilino

  • si … lui …. è fidanzato?

  • Credo di si … perchè?

  • Sai quanto mi piacciono i biondi... ora che sei blu devo rinunciare a te, per cui magari ci faccio un pensierino – non so se ridere o picchiarla, ma il suo sorriso impertinente mi fa comprendere la presa in giro – allora … mi sembra che questa festa stia degenerando

  • In effetti – mentre vedo sbucare dalla camera di Aioria un Mu che corre velocemente verso il bagno con una mano sulla bocca, mi dispero per aver organizzato questa bolgia - forse è meglio che ci allontaniamo

  • Andiamo nella tua stanza?

  • Io non ho una stanza … o meglio … si … ora che tuo fratello se ne va ce l'ho …

  • Ottimo … andiamo … ho bisogno di scambiare due parole con te

  • No … - ripenso al fatto che di li a poco suo fratello verrà a riprendersi i vestiti e considerando l'imprevedibilità degli eventi in presenza di Bronte opto per un'altra soluzione – andiamo nella stanza di Shaina .. staremo più tranquilli

  • Ok

Riuscendo a schivare i cadaveri delle persone ormai completamente ubriache ammucchiate ai lati dell'appartamento, raggiungiamo quasi indenni la camera della mia vicina. Non faccio in tempo a chiudere la porta che mi ritrovo la lingua di Bronte in gola. La rossa, senza il minimo preavviso mi spinge sul letto e comincia a sfilarmi la maglietta.



Ciao a tutti, ecco un nuovo aggiornamento. Il prossimo lo pubblicherò all'inizio del prossimo mese, anche io vado in ferie ;-)). Un saluto a tutti quelli che continuano a leggere la storia e un grazie in particolare a quelli che la recensiscono, anche questa volta purtroppo non ho il tempo di rispondere, ma vi assicuro che mi fate morire dal ridere.


Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo XV - It's Complicated ***


Capitolo XV

It's Complicated




Non c'e' nessun dubbio sul fatto che le rosse facciano impazzire gli ormoni di quasi tutti gli uomini presenti sulla faccia della terra. Secondo me è una questione di colore, come per i tori che sragionano nell'osservare un pezzo di stoffa rossa, così noi non riusciamo a resistere al movimento ondulatorio del colore cremisi. Senza pensarci su, partecipo attivamente allo spogliarello di Bronte, che dopo avermi privato di quasi tutti i vestiti, ha cominciato a togliersi i suoi. Il mio compito si riduce al gesto di slacciarle il reggiseno, mentre lei con movimento professionale si sfila gli slip. La vista del suo corpo fa risvegliare definitivamente il mio caro compagno Fitz, che ululando di gioia, mi chiede di uscire all'aria aperta. Togliendomi i boxer, mi affianco alla rossa pronto a svolgere il mio compito di maschio, ma all'ultimo vengo bloccato dallo sguardo della rossa. Invece di guardare me, infatti, Bronte osserva insistentemente l'armadio di Shaina. Cerco di attirare l'attenzione, sussurrandole all'orecchio “ehi, guarda che io sono qui”; raggiungo l'obiettivo, per perderlo nell'istante successivo in cui, dopo aver intravisto di sfuggita il mio compagno, la rossa sposta lo sguardo verso il comò. Un dubbio mi assale:

  • Senti Bronte … ma prima di me, hai avuto altre esperienze? - la rossa comincia a fissarmi stupita

  • Perchè mi fai questa domanda?

  • Ti prego, rispondimi

  • Io … certo …

  • Guarda che se così non fosse me ne accorgerei

  • E come?

  • Come come? - mi tiro su appoggiandomi al gomito e comincio ad osservarla più attentamente – sei vergine!

  • No … sono dello scorpione

  • Io non intendevo il segno zodiacale

  • Ah … ti ho detto che ho già avuto altre esperienze

  • Si? E quando?

  • Prima

  • Quando?

  • Non sono affari tuoi! – sto per rialzarmi ed il mio gesto ottiene l'effetto sperato – oh uffa … e va bene … hai ragione … sei il primo

  • Non ci posso credere! - sono veramente stupefatto

  • Perchè?

  • Dal modo in cui ti sei comportata fino ad ora, non lo avrei mai detto

  • Grazie

  • Non è un complimento … come puoi essere vergine a quest'età ed essere al tempo stesso così disinvolta?

  • Non ho mai trovato la persona giusta

  • Non prendermi per i fondelli!

  • Oh … uffa … d'accordo … merito dei fumetti

  • Fumetti? Quali fumetti?

  • I fumetti porno – la mia bocca si apra automaticamente e il mio occhio comincia a ballare – il tuo occhio, Milo ...

  • Fumetti porno? Tu conosci il sesso grazie ai fumetti porno?

  • Esatto

  • Come … quando … cosa … oh insomma ma ..

  • Senti Milo – Bronte si tira su mostrandomi tutta la sua incredibile bellezza – hai conosciuto la mia famiglia … ti immagini i miei genitori a trattare certi argomenti? Dalla tua espressione direi di no … pensi che potevo chiedere a mia nonna?

  • Decisamente no … e a tuo fratello?

  • Mi vergognavo … poi quando ho scoperto chi era in realtà, ho capito che non mi sarebbe stato di nessun aiuto e comunque già sapevo tutto

  • Grazie ai porno

  • Grazie ai fumetti porno … si esatto

  • Ma le tue amiche …

  • Io non ho amiche .. sono stata segregata in casa ….

  • E i fumetti? Come hai fatto a procurarteli?

  • La Cotilleur

  • Che? - la mia bocca si spalanca nuovamente e anche l'occhio sinistro comincia a ballare

  • Si, è una grande appassionata; una volta, avrò avuto sei o sette anni, li ho trovati nella sua borsa, che aveva lasciato incustodita nello spogliatoio

  • Tu hai scoperto il sesso a sei sette anni grazie a dei fumetti porno?

  • Si

  • Ora capisco tutto

  • Che vuoi dire?

  • Nulla … è questo il mezzo con cui ricatti la Cotilleur, quindi?

  • Esatto, puoi immaginare che scandalo sarebbe

  • Già

  • Allora?

  • Allora cosa?

  • Lo facciamo?

  • Escluso

  • Oh avanti …. che importanza vuoi che abbia come ho scoperto il sesso? Io voglio farlo con te .. ora …

  • Il fatto Bronte è che non si può fare a comando

  • Comando?

  • Esatto … diciamo che questa storia ha smontato il mio amico

  • Cosa? - per farle comprendere meglio le indico il caro Fitz, con il risultato di avere i suoi occhi puntanti su di lui

  • Ma che strano

  • Cosa

  • E' … ehm … piccolo … - sbarro gli occhi in preda allo stupore – nei fumetti sono tutti … -

  • Basta – le tappo la bocca – lascia perdere quei fumetti … sono irreali

  • Ah ho capito …. ti è passata la voglia

  • Già

  • Dimmi cosa posso fare per fartela tornare

  • Nulla … anzi .. è meglio ch,e ti rivesti

  • Ma Milo

  • Per favore rossa … rivestiti e vattene

Bronte, anche se contrariata fa quello che le chiedo e dopo la sua uscita rimango sdraiato sul letto di Shaina, incredulo a rimuginare su quello che ho appena vissuto. Decisamente la frequentazione della rossa mi porta in un mondo terrificante. Mi viene un mal di testa fulminante e improvviso; sarà lo sforzo per l'esame o forse la tinta assurda dei miei capelli, o magari per le confessioni di Bronte; decido comunque di prendere qualcosa per farmelo passare. So che nell'armadietto di Aioria le medicine sono tutte scadute: l'unica volta che ho avuto l'infelice idea di approfittarne, ho preso un'aspirina vecchia di 2 anni e sono finito in ospedale per fare la lavanda gastrica: da quel giorno mi rifornisco nell'armadietto delle mie dirimpettaie. Mi vesto velocemente ed esco dalla stanza di Shaina, dirigendomi in bagno. La stanza di Marin è aperta, segno evidente che i due redivivi Romeo e Giulietta hanno finito di consumare il loro tormentato amore. Entro nel bagno, ma mentre rovisto nell'armadietto, sento entrare qualcuno nell'appartamento. Indeciso sul da farsi, afferro lo scopettone del water, unico oggetto contundente presente nel bagno, ma riconoscendo la voce di Shaina mi rilasso, per allertarmi immediatamente dopo, riconoscendo anche quella di Camus. A questo punto decido di mettermi in ascolto. Sento un rumore di fogli e non riuscendo a capire cosa stia succedendo, socchiudo la porta e comincio ad osservare la scena. Shaina sta cerando delle carte sul tavolo, dando le spalle a Camus e continuando a ripetergli che i documenti che incastrano suo padre si trovano proprio in mezzo a quel marasma. Il mio amico per tutta risposta le dice:

  • Non mi importa nulla di quei documenti

  • Certo .. il solito figlio di papà … siete tutti uguali, bravi a parole nell'aiutare i meno fortunati, ma al dunque, incapaci di rinunciare al proprio benessere. Per te questo è tutto un gioco vero? La convivenza con gli altri, il tuo essere alternativo, la tua esperienza di povertà!

  • Esperienza di povertà?

  • E' evidente che per te sia un gioco dividere l'appartamento con quei due debosciati, se no perchè ti troveresti a dormire nel letto scassato di Milo?

  • Magari perchè avevo voglia di vivere da solo

  • Sarà … resti comunque un figlio di papà.

  • Lo pensi veramente? - le parole di Camus fanno voltare Shaina

  • Cosa?

  • Che io sia un ragazzo viziato?

  • Sei tu che me lo dimostri continuamente. Anche ora ..ti sto dicendo che tuo padre è un uomo corrotto e tu mi rispondi che

  • Non mi importa nulla … perchè è così .. non mi interessa

  • E allora che cosa ti interessa? E perchè sei qui?

  • Sono qui perchè tu mi hai chiesto di passare. Sono qui per te.

  • Cosa? - la domanda di Shaina esprime in maniera chiara il mio pensiero “COSA??”

  • Che cosa ti sorprende? Il fatto che io sia qui per te? Magari posso essere interessato a te

  • Non prendermi in giro … così mi dimostri di essere come tutti gli altri

  • Cosa? Ma cosa stai dicendo? Io ti dico che magari potresti interessarmi e tu, per tutta risposta, mi chiedi di non prenderti in giro?

  • So chi sei! E non voglio immischiarmi con te … non voglio avere nulla a che fare con un tipo così - sul viso di Camus compare un sorriso amaro – non è che tu non mi sia simpatico … e nonostante la tua natura, mi fa piacere che tu rimanga mio amico

  • Io non voglio essere tuo amico

  • Pazzesco … e perchè non vuoi? Pensi che non sarei in grado di comprenderti?

  • Comprendermi?

  • Si .. io non ti giudico … io lo capisco sai … per me rientra nella normalità .. non sono una che critica … o che si scandalizza

  • Sta zitta! - senza il minimo preavviso Camus afferra Shaina e stringendola a se la bacia appassionatamente – Smettila di dire cose senza senso

  • Cazzo! Perchè lo hai fatto?

  • Lascia perdere

Camus si gira e se ne va, non ascoltando i richiami di Shaina. Sul suo volto, come del resto sul mio, si dipingono incredulità e sorpresa. Appoggiandomi allo stipite della porta, inavvertitamente chiudo la suddetta, causando un rumore sordo. La porta si riapre immediatamente dopo, dando la possibilità ad una Shaina, con in mano un mattarello, di entrare come una furia

  • Ferma … aspetta … sono io … sono Milo- non curante delle mie parole la suddetta comincia a picchiarmi sulla schiena – Shaina smettila sono io … Milo

  • Proprio perchè sei tu non la smetto …. idiota … mi avevi detto che era omosessuale!!!

  • Scusa …. ma è la verità … almeno credo! Ahio … smettila .. mi stai spezzando la schiena … - Shaina fa cadere finalmente il mattarello

  • Te lo ha detto lui? RISPONDI!

  • No … è stata sua sorella

  • Ma tu lo hai chiesto a lui?

  • Si

  • E cosa ti ha detto

  • Non ha negato

  • Ma ha detto di esserlo?

  • Beh, non apertamente ma è come se lo avesse fatto

  • Sei proprio un'idiota.

  • Senti Shaina, posso assicurarti che quello che ti ho detto è vero … altrimenti non si spiegherebbero i suoi atteggiamenti

  • Ed io Mr. Cretinetti – Shaina mi prende per il bavero della camicia – io sono convinta che al tuo amico piacciono le donne

  • Non puoi dirlo dal bacio che ti ha dato …. magari è solo …

  • Fidati ….. uno che bacia così una ragazza non può essere gay!

  • Io …

  • Fuori!

  • Cosa?

  • Ho detto fuori! Sono stanca di parlare con un idiota come te.

Me ne vado mestamente dall'appartamento di Shaina per rientrare nella terra devastata dallo Tsunami. Tutti gli ospiti, per fortuna, se ne sono andati, insieme a metà delle cose presenti nell'appartamento … neanche le sette piaghe d'Egitto potrebbero ridurre questo posto peggio di così. Noncuranti di tutto sul divano, intenti ad esplorarsi reciprocamente le tonsille, ci sono Marin e Aioria, che scavalco senza disturbare. Prima di entrare in camera, noto che Shura ha riportato a nuovo il mobile della sala e ad occhio e croce dovrebbe valere una fortuna: magari lo rivenderò e darò una percentuale al nostro lucidatore folle. Una volta in stanza mi butto sul letto, ma mi tiro su, come colpito da una scossa. Alzando le coperte realizzo che Mu sta dormendo pesantemente, abbracciato ad una bacinella. Decido di lasciarlo perdere, afferro il cuscino e mi sdraio sul pavimento, sprofondando nel sonno in un lampo.




Ciao a tutti, un po' in anticipo sui tempi, ecco il nuovo capitolo, dove la storia tra Milo e Bronte ha un'evoluzione, diciamo, inaspettata :-).

Spero di non aver deluso qualcuno. Come al mio solito ringrazio tutti coloro che stanno leggendo la storia: spero che continui a piacervi.


X JackoSaint: beh, in effetti la festa è la classica festa tra giovani e come tutte, anche questa si è conclusa con qualcuno che ci ha guadagnato (vedi Aioria) e qualcuno che ci ha rimesso (Mu, nel vero senso della parola ;-) e Milo). Su Camus, ho paura di aver incasinato ancora le cose, ma sarà o non sarà? Boh ;-)


x Diana924: se ti sembrano strani i voti per i capelli, sei stata fortunata, io nella mia vita scolastica ne ho viste anche di peggio :-((. Comunque neanche io so vedere Marin con i capelli neri .. che orrore sarebbe … w le rosse :-))


x charm_strange: Anche io ho visto Il Ritorno dello Jedi per la millesima volta … madò quanto mi piace quella trilogia … ovviamente per me il >Muste è Han Solo ;-)). Su Bronte, Milo, Camus e Shaina mi sa che ho confuso ancora di più la storia, oppure no?


X sagitta72: non ti dico nulla … ahahah … però tu continua a recensire... un bacio

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo XVI - Apocalypse Now ***


capitolo XVI

Apocalypse Now


  • Ehi Milo cosa hai?

  • Sono stanco

  • Stanco?

  • Si Shura … stanco

  • E di cosa?

  • Di dovermi guardare continuamente le spalle

  • Che vuoi dire?

  • Che non faccio altro che cercare di rimanere a distanza di sicurezza da quel Bulgacov

  • Ah … il famoso maestro di danza?

  • Il famoso porco! Oggi, ad esempio, con la scusa di indirizzarmi verso la postura giusta, non ha fatto altro che mettermi le mani sul sedere

  • Ah .. però

  • Già … e lui, per tutta risposta, ad un certo punto, gli ha mollato un pugno, rompendogli il setto nasale – Al, dandomi una pacca sulla spalla, comincia a ridere – hanno dovuto portarlo al pronto soccorso

  • Beh .. almeno ti lascerà in pace per un po'

  • Dici? Se ne è andato gridando che adora gli uomini che fanno i difficili

  • Ah …. povero il nostro Milo – nello spogliatoio finalmente arriva anche Aioria, accompagnato da Camus – te ne capita sempre una

  • Finalmente vi rivedo … tu caro coinquilino a questo punto dovresti trasferirti in pianta stabile da Marin, visto che passi più tempo da lei che a casa

  • Eh … lo vorrei fare … ma poi ti toccherebbe convivere con la sua coinquilina

  • Che Dio me ne scampi … quella mi odia!

  • E da quando? - lancio un'occhiata a Camus, che per tutta risposta non mi guarda neanche; non posso dire ad Aioria che Shaina mi odia da quando è convinta che Camus non è omosessuale, anche perchè dovrei dirgli che Camus è omosessuale

  • Ah … lascia perdere … e tu Camus … come stai?

  • Bene

  • E il tuo nuovo appartamento?

  • Bene

Rinuncio a proseguire la conversazione, unendomi al resto del gruppo che si dirige in piscina. Ci accorgiamo subito, vedendo Saga, che il sergente folle è tornato. I suoi occhi e la sua espressione famelica mostrano a tutti che Mr. Hyde è di nuovo in pista, più affamato che mai. Death Mask, vista la mal parata, si defila velocemente, augurandoci buona fortuna.

  • Ma bene! Ecco i miei lavativi preferiti; che fate li imbambolati? Avete visto per caso la madonna? Avanti!Scattare! SCATTARE!!! In riga di fronte a me

Come tanti piccoli soldatini caricati a molla, corriamo e ci posizioniamo di fronte al nostro allenatore, assumendo subito la posizione tipica dei marines che aspettano di essere passati in rassegna. Saga comincia ad andare avanti e indietro, osservandoci attentamente, mugugnando e scuotendo la testa.

  • Pessimo, molto male. Non posso distrarmi un minuto che qui va tutto a scatafascio. Tu! - Aioria va ancora più sull'attenti, neanche fosse sostenuto da fili invisibili che lo tirano – sei ingrassato, ma che hai fatto? Hai deciso di vincere il guinnes dei primati per l'uomo più grasso della terra?

  • Mi sono fidanzato!

  • E allora? Di alla tua donna di smettere di cucinare e di smettere di fare sesso

  • Ma ….

  • Non voglio repliche!

  • Si

  • Si?

  • Si, signore!

  • Bravo. Shura! Come vanno le tue pulizie?

  • Bene

  • Bene ..?

  • Bene Signore

  • Ascoltami bene, ragazzo, la prossima partita sarà quella decisiva. Giocheremo con la prima in classifica ...e ti posso assicurare che se sbaglierai anche solo un passaggio, ti costringerò a lucidare ogni singolo oggetto del mio appartamento, non una, ma 20 volte …. ogni fottuto giorno finche avrò vita; diventerai la mia colf a tutto servizio! Mi sono spiegato?

  • Si … si, signore – Shura deglutisce neanche tanto silenziosamente, mentre Saga supera senza dire nulla Al, soffermandosi invece su me e Camus, che per puro caso siamo finiti vicini

  • Ah, ecco la coppia d'oro … che finalmente ha deciso di separarsi … cos'è … avete litigato su chi doveva dormire sul lato destro del letto? In ogni caso non me ne frega nulla delle vostre scaramucce amorose, giuro che se non giocherete, non bene, ma da Dio, vi farò dimenticare che cosa sia l'amore

  • Noi non stiamo insieme – Saga alle parole di Camus si blocca di fronte a lui e comincia a fissarlo con uno sguardo folle

  • Senti un po' ragazzo … ti ho forse dato il permesso di parlare?

  • Io non ho bisogno del tuo permesso per parlare

  • però … allora ce le hai anche tu le palle! Bravo ragazzo … ti serviranno in questa partita – Saga, senza aggiungere altro, lascia perdere Camus e comincia a fissare Mu, che comincia ad agitarsi – Tu invece sei e rimarrai un caso disperato … se ci fosse qualcuno che ti potesse sostituire ti sopprimerei con le mie mani; non che la tua presenza sia indispensabile, il problema è che non si può giocare in 6, non lo permette il regolamento! - Mu alza la mano – che vuoi? Devi forse andare in bagno?

  • Io … i-o … io

  • Continua!

  • IO … vol....volev...volevo dirti che … che ….

  • Smettila di balbettare!

  • VOLEVO DIRTI CHE SONO STANCO DEI TUOI SOPRUSI!

  • Soprusi? questi tu li chiami soprusi? Io le chiamo chiacchiere fra amici …. tu non hai idea di cosa siano i soprusi! E giuro che se non giochi decentemente questa volta te lo farò vedere –

Saga comincia a scrocchiarsi le dita guardano Mu con occhi folli; giuro che non vorrei mai essere al suo posto, la cosa però che più mi sconvolge è che senza il minimo preavviso Mu, forse esasperato dalla situazione, colpisce Saga con un pugno, facendolo franare per terra e rompendogli il setto nasale, almeno è l'impressione che si ha, vedendo il sangue copioso che esce dalle narici del nostro allenatore. Apparentemente Saga sembra svenuto e Mu comincia a guardarsi intorno con sguardo terrorizzato

  • Io … non volevo … non credevo di fargli così male … io … ero esasperato … io ..

  • Ti consiglio di andartene Mu

  • Dici Camus?

  • Dico, si. Appena si sveglia, se sarà ancora nella versione folle, ti picchierà e poi ti farà in mille pezzi …

  • Ma …. ma-ma-ma-ma magari si sveglia nella versione normale

  • Se è così buon per te … ma ora vattene

  • Camus ha ragione … avanti andiamo

Al non riesce a concludere la frase che Saga si rialza con uno scatto rapido che fa trasalire tutti. Lo sguardo è ancora quello di Mr. Hyde, la qual cosa spinge Mu a darsela a gambe: se continua così, riuscirà ad abbattere il record mondiale dei 100 metri, tale è la velocità con cui riesce a fuggire. Mentre Saga si alza con calma e si dirige verso lo stanzino degli attrezzi, Aioria e Shura cercano di spiegargli quanto Mu sia psicologicamente fragile, ma il tutto sembra non interessarlo minimamente. Mentre Al tenta di perorare la causa di Mu, Saga continua ad armeggiare nello stanzino, fino a quando lo sentiamo esclamare “finalmente l'ho trovato”. Ne esce tutto radioso con in mano

  • Un fucile?!?!

  • Cosa?

  • E' un fucile!!

  • Si, ma è un fucile ad aria compressa!

  • Sarà anche ad aria compressa Camus, ma in mano a quel folle rischia di diventare un'arma di distruzione di massa!! Dobbiamo fermarlo – prima che riusciamo ad approntare un piano, Saga comincia a correre nella direzione in cui è fuggito Mu – fermiamolo!

Shura senza farselo ripetere tenta di placcare Saga, inutilmente. Al si lancia al suo inseguimento, mentre io, Aioria e Camus passando per l'uscita secondaria, tentiamo di raggiungere Mu. Riusciamo quasi nel nostro intento, ma veniamo avvistati da Saga, che per farci desistere comincia a spararci addosso. Aioria, neanche fossimo sulla linea Maginot durante la seconda guerra mondiale, ci afferra entrambi, buttandoci a terra; dopo ci spinge tra la vetrata di un locale e una macchina, in modo da evitare i colpi di Saga; quest'ultimo, catalogandoci come innocui, decide di ignorarci per proseguire il suo inseguimento.

  • Dobbiamo salvare Mu

  • Concordo con te Aioria, ma quello ci spara addosso

  • Hai ragione Milo, ma se lo raggiunge, Dio solo sa cosa gli può fare … vado in avanscoperta per vedere se si aggira ancora nei paraggi poi vengo a richiamarvi

  • D'accordo – Aioria se ne va strisciando a terra

  • Ehi … - Camus comincia a tirarmi per la manica

  • Aspetta un attimo

  • Ehi … - Camus continua a tirarmi – guarda

  • Aspetta!

  • No!

  • Ma che vuoi Camus! - spazientito dal suo comportamento, mi volto di scatto rischiando di rompergli il naso

  • Guarda dentro al locale

Comincio ad osservare verso la direzione indicata dal francese, e rimango senza parole. In uno dei tavoli al centro della sala vedo Saga, vestito come un modello di Armani, seduto al tavolo con una ragazza conciata come la damina delle torte nuziali. Sembrano civettare, felice e ignari della tragedia che si sta consumando nelle vie intorno al locale. Come un panzer a cui è stato tolto il freno, mi precipito all'interno, seguito a ruota da Camus e guadagno in un baleno il centro della sala. Alla mia vista Saga comincia ad osservarsi intorno con sguardo colpevole e, prima che lo possa raggiungere, guadagna velocemente la porta del bagno. Dopo averlo seguito, ci ritroviamo nella toilette per signore, dove, fra le grida e le borsettate di alcune signore, riesco ad afferrare il nostro allenatore e a trascinarlo in un angolo appartato, nel quale veniamo raggiunti da Camus

  • Allora?

  • Cosa?

  • Non prenderci per i fondelli … ci devi una spiegazione!

  • Non so di cosa stai parlando Milo … come mai non siete agli allenamenti?

  • Perchè la tua versione folle sta cercando di sopprimere Mu, rincorrendolo con un fucile ad aria compressa

  • COSA? …. Oddio … dobbiamo fermarlo – Saga prova a svincolarsi da noi, ma Camus lo blocca

  • Prima ci dici chi è quel pazzo

  • Dopo … ora dobbiamo salvare Mu e tutti quelli che gli tagliano la strada

  • Prima ci dici chi è

  • Uff … E va bene … ma se Mu muore ce lo avrete voi sulla coscienza – entrambi annuiamo – è mio fratello

  • Fratello? - io e Camus domandiamo all'unisono

  • Si .. gemello

  • Gemello? - sembriamo un coro per come riusciamo ad imbeccare le stesse domande simultaneamente

  • Si … è un ex marines

  • Ecco … appunto … ci era venuto un leggero dubbio …. perchè ti ha sostituito? - domando io

  • E perchè è un ex? - domanda l'altra parte del coro

  • Mi ha sostituito perchè io avevo da fare

  • Con la bomboniera là fuori?

  • Il suo nome è Saori – Saga mi fulmina con lo sguardo – e si … dovevo uscire con lei

  • Perchè?

  • Che domande … perchè mi piace

  • No … la domanda è perchè non potevi uscirci in altri giorni

  • Perchè è fidanzata con un altro – Camus risponde per Saga che sospira

  • Il tuo intuito è micidiale Camus …. il fatto è che … lei è … si … è già fidanzata

  • Con chi?

  • Ma che ti importa Camus! Dobbiamo salvare Mu … fidatevi … mio fratello è pericoloso ….

  • Perchè? - Mi intrometto nella conversazione

  • Vedete … lui era un marines eccezionale … solo che … durante un'esercitazione è caduto da un carro armato e ha battuto la testa … ha avuto una leggera commozione cerebrale che ogni tanto lo fa “svalvolare” – Io e Camus lo guardiamo sconvolti – si .. ma nella maggior parte del tempo è lucido …

  • Ma come hai potuto? E tutto per una donna?

  • Non è solo per quello …. credetemi … è una vera pena vederlo buttato sul divano senza uno scopo … ho pensato che magari poteva essere utile … in fondo è merito anche suo se abbiamo migliorato la nostra posizione

  • Tuo fratello è pazzo – dice Camus

  • Completamente Pazzo – aggiungo io

  • Avete ragione …. ma ora andiamo … ne parleremo poi

Acconsentiamo alla richiesta di Saga e usciamo dai bagni per trovare seduto, accanto alla bomboniera, un Aioria sorridente e gioviale. Mi avvicino come un'aquila, domandandomi cosa abbia questa ragazza, che oltretutto non mi sembra neanche particolarmente bella, per attirare tutti i maschi che le capitano a tiro:

  • Ma che diavolo stai facendo Aioria? Non pensi a Marin?

  • Continuamente … ma che domande mi fai? - Aioria mi guarda perplesso, ma incrociando lo sguardo di Camus intuisce il significato della mia domanda – ah … ma no … tranquilli … lei è la fidanzata di mio fratello

Io e Camus ci giriamo verso Saga, che per tutta risposta gira la testa dalla parte opposta, mentre la ragazza di Aiorios diventa paonazza in volto. Aioria, osservando la situazione, anche se con un po' di ritardo, riesce a capire ciò che sta succedendo e alzandosi di scatto, comincia a rigettare tutto d'un fiato

  • Tu … sei uscita con Saga? E Aioros lo sa? E da quando? Non è che ci sei andata a letto? E chi è quel folle che sta inseguendo Mu?

  • Io … ti prego Aioria non dire nulla a tuo fratello – la bomboniera comincia a scongiurare il nostro amico con i lacrimoni agli occhi – si … sono uscita con Saga, ma ti assicuro che non c'e' stato nulla tra di noi

  • Ma cosa diavolo stai dicendo? - Saga la guarda perplesso

  • Oh … avanti Saga … cosa vuoi che gli dica? E' sempre suo fratello

  • Digli la verità

  • Uff … e va bene … il fatto è che tra me e tuo fratello le cose non vanno più … lui è troppo buono … veramente troppo … e io mi sento soffocare

  • E questo glielo hai detto? E gli hai detto che esci con lui? E tu Saga come puoi? - Saga fa spallucce – ah già .. tu mio fratello lo odi

  • Si è vero … lo odio .. ma non è che l'ho fatto apposta … non lo sapevo che era fidanzata con lui quando mi sono innamorato

  • Oh caro – Saori sbatte le sue ciglia e io e Camus ci guardiamo sempre più allibiti – e comunque Aioria non dire nulla ad Aioros, lo farò io, dopo la fine del campionato. Sai quanto ci tiene a queste cose e non voglio che si distragga

  • Ma che carina – è la risposta sarcastica di Aioria

  • Grazie … io gli voglio sempre bene, sai? - Evidentemente la bomboniera non capisce quando uno scherza

  • Ehm … scusatemi … forse è il caso che riportiamo l'attenzione sul povero Mu

  • Hai ragione Camus … avanti andiamo a cercare Kanon

  • Chi è Kanon? - Aioria ci guarda perplesso

  • Suo fratello gemello … poi ti spieghiamo … andiamo

Prima di uscire dal locale, Aioria viene afferrato dalla bomboniera e alla fine per farsi mollare le promette che cercherà di non dire nulla al fratello, anche perchè, a detta sua vuole evitare che Aioros uccida Saga: non sa che verrebbe squartato a sua volta dal pazzo gemello. Alla fine riusciamo ad uscire e cominciamo la disperata ricerca della versione folle del nostro allenatore e dell'agnello sacrificale.



Ecco il nuovo capitolo con il ritorno di Mister Hyde e questa volta anche del Dr. Jeckyll. Piaciuta la sorpresa? Chissà se Mu sopravviverà questa volta?


X Diana924: la Cotilleur è dispiaciuta del tuo disappunto, ma ti promette che riuscirà di nuovo a stupirti :-). Su Camus ovviamente non dico nulla … anche questo prima o poi si scoprirà.


X JackoSaint: in effetti il comportamento di Bronte era, come dire, un po' eccessivo. Chissà ora che succederà tra i due?


X sagitta72: sulla Cotilleur hai perfettamente ragione, qualcosa dovrà pur fare no? Ma Milo poverino non merita un'altra mattarellata, mica è colpa sua se non capisce nulla


x charm_strange: io ho i capelli castani, ma ho sempre sognato di averli rossi, pertanto me li tingo di rosso :-))). Per quanto riguarda le tue elucubrazioni su Milo, Bronte, Camus, Shaina … wow … continua così ...intanto ti è piaciuto il colpo di scena di Saga e la bomboniera?

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo XVII - Mouline Rouge ***


Capitolo XVII

Mouline Rouge


Alla fine, dopo tanto peregrinare, riusciamo a ritrovare Kanon. Il fratello folle del nostro allenatore è riuscito a raggiungere Mu alla stazione degli autobus, dove il povero ragazzo aveva tentato di salire su uno di quei cosi che, attraversando il paese, ti portano in luoghi sconosciuti. Per fortuna Al è arrivato in tempo per scongiurare la tragedia e così, al nostro arrivo, troviamo Mu piagnucolante in un angolo, consolato da una signora distinta che a considerare dall'aspetto avrà forse la stessa età del professor Doko e sicuramente la stessa altezza. Nella parte opposta della sala, invece, vediamo Kanon legato ad una sedia, che è stata bloccata a sua volta su una delle colonne portanti della stazione, con vicino un Aldebaran sconvolto e con i vestiti strappati. Alla vista di Saga, prende un colpo a tutti e tre. Mu, urlando “è un invasione!!!” comincia a correre come un disperato, mentre Al osserva i due uomini in duplice copia leggermente confuso e spaesato. Aioria corre all'inseguimento di Mu, mentre io aggiorno velocemente Al su quanto scoperto. Saga si avvicina al fratello, che alla sua vista comincia a fissarsi insistentemente le suole delle scarpe.

  • Che cosa hai da dire?

  • Nulla

  • Nulla? Per poco non uccidevi quel poveraccio … rimarrà probabilmente traumatizzato per il resto della sua vita e tu non hai nulla da dire?

  • Senti fratello – Kanon alza la testa e punta gli occhi di fuoco sul gemello – non è certo colpa mia se quello è un incapace: era già Rain Man prima di conoscermi!

  • Non è questo il punto!

  • Fandonie. Io questi invertebrati li ho fatti brillare come stelle del firmamento, questo è il punto!

  • D'accordo .. lasciamo perdere … ne parleremo a casa

  • A casa?

  • Si … a casa

  • Non mi denunci?

  • Io no, non so gli altri – tutti, nessuno escluso, anche Mu recuperato da Aioria, scuotiamo vigorosamente la testa

  • Ottimo, mi prepari le lasagne?

Saga osserva sbigottito il fratello, ma decide comunque di lasciar perdere e dopo averlo slegato, tirandolo per un braccio, se ne va senza aggiungere altro. Ammetto di rimanere un po' male del suo comportamento. In fin dei conti ci deve delle scuse, se non altro per averci fatto sopportare le angherie del fratello pazzo. In ogni caso, Al e Aioria decidono di portare Mu all'ospedale, anche se, secondo me, avrebbe più bisogno di una delle sue sedute con il comitato di psicologi che si è arricchito sulle sue disgrazie. Il risultato, comunque, è che alla fine ci ritroviamo nuovamente io e Camus da soli.

  • Ehm … ti andrebbe di bere una birra?

  • Non vorrei rovinarti la piazza, farti vedere in giro da solo con un omosessuale …

  • Avanti smettila Camus, ti ho detto che mi dispiace …

  • Il fatto è, Milo, che tu non hai capito il punto

  • E se anche fosse? Sai come sono … non è colpa mia se non arrivo alle cose – Camus, per la prima volta dopo tanto tempo, torna a sorridermi – sono idiota … del resto non avrei accettato l'insulso lavoro che mi ha rifilato tuo padre.

  • E va bene, andiamo

  • Con la tua moto? - Camus mi guarda perplesso

  • Hai un altro mezzo per spostarti?

  • No … però conosco un locale qui dietro.

  • E va bene.

Ci incamminiamo per la strada che costeggia la stazione, che viene conosciuta da tutti come la via degli spogliarelli: non che sui marciapiedi sia pieno di donne o uomini che fanno lo strip, ci mancherebbe. Semplicemente, la strada è piena di locali dove gli spettacoli sono tutti basati sullo striptease, per tutti i gusti. Mentre aggiorno il mio amico su quanto accaduto nelle ultime settimane, ci blocchiamo alla vista di Death Mask che esce da uno dei pochi supermercati aperti a quest'ora della notte, con in mano una bottiglia di latte fresco. Entrambi, senza indugiare, dopo averlo rincorso, lo blocchiamo senza dargli il tempo di fuggire. Alla nostra vista rimane stupito

  • Ehi e voi cosa ci fate qui? Ah … ma certo … volete rinverdire la vostra storia e avete pensato bene di venire a vedere qualche spogliarello

  • Divertente – sorrido forzatamente alla sua battuta – e tu cosa ci fai qui?

  • Ci vivo

  • E il latte – Camus indica la bottiglia che il bastardo tenta di nascondere

  • Lo bevo

  • E il biberon?

  • Che? - Mi volto verso Camus, non riuscendo a capire di cosa diavolo stia parlando. Death Mask fa lo stesso

  • Quale biberon? Ma di cosa parli?

  • Di quello che hai in tasca e che tenti di nascondere da quando ti sei accorto di noi – Death Mask fa un ghigno strano

  • Uff … e va bene … vi dirò tutto, ma giuro che se lo racconterete in giro vi ammazzo – non so perchè, ma riesco a credere senza problemi alle sue minacce

Il bastardo, facendoci strada, ci fa entrare in uno dei locali della via, molto stile Moulin Rouge. Ci accomodiamo nei camerini, pieni di ragazze nude che ammiccano al nostro passaggio e salutano calorosamente Death Mask. E' evidente, da quello che vediamo, che le sue non sono solo chiacchiere: noi siamo degli idioti e lui è un conquistatore. Arriviamo al camerino principale ed entriamo senza bussare. Seduta, c'e' una che un tempo, nella sua gioventù, doveva essere di una bellezza sconvolgente, mentre ora, vista l'età, avrebbe un fascino discreto se non fosse ricoperta da un trucco pesante che la fa assomigliare ad un clown del circo. In braccio tiene una bambina che, a giudicare dal colore che ha assunto, sta urlando da quasi un'ora

  • Ah … finalmente sei arrivato … non fa altro che piangere … e io devo andare in scena. Avanti prendi tua figlia

Sia io che Camus rimaniamo visibilmente sconvolti, primo nello scoprire che la bambina è figlia del bastardo e secondo nello scoprire che la sua donna ha il doppio dei suoi anni e fa ancora la spogliarellista. Mentre Death Mask, con maniere esperte prende la bimba e, dopo averla fatta accomodare sulle sue ginocchia, comincia a darle il latte, la matrona si alza ed esce dal camerino

  • Ah cavoli Death … non sapevo che avessi una figlia

  • Non lo sa nessuno

  • E da quanto state insieme? - il bastardo mi guarda in maniera perplessa

  • Assieme?

  • Si .. tu e la matro … ehm … la signora

  • Idiota … quella è mia madre

  • Tua madre? - non so se ridere o disperare …. sarà peggio che la matrona ultra cinquantenne e spogliarellista sia tua madre o la tua fidanzata?

  • Si .. mia madre .. e se provi a dire qualcosa ti faccio cadere tutti i denti!

  • Dove è la madre della bambina? - Camus, come al solito, riesce a fare domande molto più intelligenti di me

  • Se ne è andata. Si è fatta mettere incinta e quando ha capito, quella battana, che non l'avrei sposata mi ha mollata la ragazzina e se ne è andata

  • Capisco … e tua madre …

  • La tiene quando io ho da fare

  • Per questo te ne vai sempre di corsa?

  • Si … mia madre ha lo spettacolo finale – Death Mask incontra il mio sguardo perplesso – so cosa stai pensando idiota … se fosse per me lei non dovrebbe neanche metterci piede in questo posto, ma dice che senza le sembrerebbe di essere vecchia e allora la lascio fare

  • Questo è il lavoro che ha sempre fatto?

  • Si … sai … mia madre mi ha tirato su qui dentro … ha fatto quello che ha potuto … non tutti hanno le tue possibilità

  • Già – il volto di Camus diventa cupo. So che a lui comincia a pesare questa storia e cerco di stemperare la situazione

  • Beh .. vedo che ci sai fare con la piccola

  • E' il mio angelo – per la prima volta da quando lo conosco vedo comparire un sorriso sincero sul volto del bastardo

  • Ti faccio i miei complimenti... hai avuto coraggio a tenere la piccola con te …

  • E' mia figlia … non avrei mai potuto abbandonarla

  • Noi ce ne andiamo – Camus si alza e apre la porta – se mai avessi bisogno di qualcosa, di qualunque cosa ..

  • Io non ho bisogno di niente e di nessuno

  • Lo so, ma magari per tua figlia …

  • Ok … ciao … se raccontate questa cosa …

  • Non lo diremo a nessuno tranquillo.

Ce ne andiamo senza aggiungere altro. Nessuno dei due ha più voglia di andare in nessun locale, pertanto, mestamente, ce ne torniamo a casa. Mai avrei pensato che un tipo come Death Mask potesse essere padre. In questo, devo ammetterlo, ha dimostrato di avere molta più maturità di me. Di fronte all'appartamento troviamo la macchina di Bronte ad attenderci, con Sebastian che sta aspettando fuori dal veicolo. Mi avvicino all'auto dalla quale esce la rossa, mentre Camus rimette in moto la sua Ducati per andarsene. Bronte richiama il fratello e lo invita a scendere dal veicolo. Osservandola mi rendo conto che è sconvolta, anche se non lo vuole dare a vedere. Camus le si avvicina senza dire nulla

  • Speravo di trovarti qui, ma quella ragazza, Shaina mi ha detto che non vivi più qui e non mi ha saputo dire dove eri. Ho pensato di aspettare Milo per chiedergli di aiutarmi a trovarti

  • Che cosa vuoi? - Il tono di Camus è freddo

  • E' per la nonna

  • La nonna? – al mio amico sfugge il casco dalle mani e il suo volto sbianca improvvisamente – cosa ha la nonna?

  • Si è sentita male … l'hanno portata all'ospedale

Bronte comincia a piangere e senza nessun preavviso si butta tra le braccia di Camus, stringendosi a lui. Il mio amico rimane immobile, fermo, come se non avesse percepito le ultime parole.


Ecco un nuovo capitolo, in cui si scopre finalmente perchè Death Mask se ne va sempre di corsa :-). E ora cosa è successo alla nonna di Camus?


X Diana924: come vedi in questo capitolo ho risposto alla tua domanda su Death Mask … piaciuto?


X sagitta72: oddio, ma povera Saori .. .tutti con lei ...ebbene si .. il povero Kanon ha le sue ragioni, ma che dire di quel poveraccio di Mu? Vivo per miracolo e ancora più sconvolto?


X Ai91: ehm … spiace .. .ma Mu è sopravvissuto … ora bisognerà capire se anche la sua mente ha resistito all'impatto :-)


x JackoSaint: Mu è sopravvissuto, per ora. Tra Milo e Bronte dovrete aspettare ancora un po' per sapere … e la bomboniera non ispira proprio nessuno vero? ;-)

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo XVIII - Non è un Paese per Vecchi ***


Capitolo XVIII

Non è un Paese per Vecchi




Durante tutto il tragitto fino all'ospedale, Camus e Bronte non si scambiano neanche una parola. Seduti sul sedile posteriore della macchina, guardano fuori dai loro rispettivi finestrini, mentre io mi trovo nel mezzo, con la voglia di consolare entrambi senza sapere cosa dire. Non credevo che fossero così legati alla vecchia pazza, eppure dalla loro reazione non si può negare che l'amore che provano nei suoi confronti sia sincero. Dopo esserci informati alla reception, ci ritroviamo al quinto piano dove la nonna è stata ricoverata. All'apertura delle porte dell'ascensore, mi ritrovo di fronte ad una folla di persone, neanche fossimo all'ultimo concerto di Madonna. I genitori di Camus e Bronte ci corrono incontro, ma invece di abbracciare i due ragazzi, mentre il padre assume un espressione seria, la madre li apostrofa

  • Ma dove eravate finiti? I vostri cugini sono qui da un'ora … e se la nonna si fosse ripresa e non vi avesse trovato? Loro ne avrebbero approfittato per screditarvi ai suoi occhi!

Camus sfugge alla presa della madre, dirigendosi nell'angolo più lontano, mentre Bronte viene afferrata da un gruppo di signore distinte che, intuisco, essere le sorelle della madre. Mi accosto al mio amico, in attesa degli eventi, o di un suo sfogo che non tarda ad arrivare.

  • Sai chi è questa gente?

  • Parenti?

  • Avvoltoi - mi giro ad osservarlo, non l'ho mai visto così arrabbiato, neanche il giorno della nostra discussione – figli, nipoti, cognate, nuore … magari non si degnano di chiamarla, ne di venirla a trovare da anni, ma sono tutti accorsi al suo capezzale … solo per sincerarsi che muoia veramente.

  • Perchè dici così?

  • Perchè è la verità … magari mia nonna non è la donna migliore di questo mondo – io aggiungerei della galassia, ma visto il momento faccio finta di nulla – ma non merita di essere trattata così

  • Ma cosa vogliono?

  • I suoi soldi

  • Cosa?

  • Mia nonna tiene nelle sue mani tutto il patrimonio, concedendo ai presenti solo le briciole sufficienti per vivere degnamente

  • Anche con i tuoi?

  • Si, anche con loro

  • E il fatto che tuo padre sia a capo delle industrie?

  • Il patrimonio di famiglia non sono le industrie, ma la fondazione

  • Ah … e lei è …

  • A capo della fondazione

  • E tutti anelano al suo posto

  • Esatto

  • Capisco

Veniamo interrotti dal sopraggiungere di un equipe di medici. Tutti i presenti, ad eccezione di me, Camus e Bronte, si ammassano intorno ai dottori, chiedendo informazioni sullo stato di salute. Uno dei medici li allontana, chiedendo chi di loro risponda al nome di Camus. Il mio amico fa un passo avanti, sotto lo sguardo carico di odio dei suoi parenti: in questo momento ringrazio Dio di avermi fatto povero. Il medico lo informa che la nonna vuole vederlo. Camus lo segue senza dire nulla, ma prima di entrare nella stanza si volta ed invita sia me che la rossa a seguirlo: non ce lo facciamo ripetere. Nella stanza, piena di fiori, la vecchia donna sta riposando, russando in una maniera indecente. Ci sediamo e attendiamo. Dopo pochi minuti, emettendo un grugnito la nonna si sveglia e comincia ad osservarci

  • Avevo detto che volevo vederti da solo

  • Bronte era preoccupata per te

  • Beh … due su 50 non è male

  • Anche gli altri lo sono

  • Non dire stupidagini, ragazzina …. e questo capellone?

  • E' venuto con noi

  • Capisco … hai fatto bene a farlo entrare, fuori lo avrebbero sbranato.

  • Come stai nonna? - la vecchia per un momento dismette l'espressione arcigna, per regalare uno sguardo affettuoso in direzione della nipote

  • Non morirò oggi, nonostante quelli là fuori me la tirino da un pezzo. Ti ho fatto chiamare Camus perchè non vivrò in eterno e voglio una risposta da te. Non è più il tempo dei giochi. - io guardo entrambi senza comprendere di cosa diavolo stiano parlando

  • La mia risposta la conosci

  • E va bene …. sappi che sono molto delusa da te. A questo punto dovrò scegliere qualcun altro per dirigere la fondazione – mi si spalanca nuovamente la bocca al pensiero che Camus possa aver rifiutato una carica così importante

  • Lo farò io nonna – la bocca se potesse mi cadrebbe alle parole di Bronte

  • Tu ragazzina? Non essere sciocca .. non sei in grado

  • Ma nonna! - negli occhi della rossa si accende un fuoco

  • Non riesci neanche ad andare d'accordo con tuo fratello, come pensi di riuscire a controllare un impero finanziario?

  • Non è giusto

  • La vita è ingiusta cara … la scocciatura, ora, è che mi toccherà vivere per altri 50 anni prima di trovare qualcuno decente che mi sostituisca – sul volto di Camus compare un ghigno divertito, ma prima che qualcuno possa dire altro, nella stanza irrompe come una furia Shaina – e ora questa chi è?

  • Una mia amica – la calma che il mio amico mostra è veramente impressionante, ho la sensazione di essere lo spettatore ignaro di una partita a scacchi, ma cerco di non perdermi neanche una mossa

  • Una tua amica … mmh … è la prima volta che ne vedo una. Come ti chiami? - la vecchia comincia a scrutare Shaina; poveraccia, anche a lei toccheranno le domande assurde

  • Il mio nome è Shaina

  • Perchè sei qui?

  • Ho saputo che stavate male … e volevo sapere …

  • Se ero morta?

  • Cosa? No … volevo sincerarmi che stesse bene

  • Carino per una che non hai mai visto … quanta solerzia

  • Io …

  • Lasciala stare … lei non c'entra nulla

  • Dici? Lo vedremo. Dimmi cara … sei una di quelle che anelano al patrimonio di mio nipote?

  • Cosa? - io, Bronte e Shaina guardiamo la vecchia un po' perplessi .. è evidente che neanche lei conosce i gusti sessuali del nipote, mentre Camus guarda assorto la mia vicina di casa

  • Sappi mia cara che la prima cosa che farò uscendo di qui sarà quella di diseredare il mio caro nipote

  • Fantastico! - la risposta di Shaina spiazza tutti

  • Come prego?

  • E' fantastico … almeno non avrò più problemi a relazionarmi con lui … il fatto che sia ricco sfondato mi impedisce di comportarmi come vorrei con lui e se lei lo disereda non avrò più questo problema

  • Pensi di convincermi con questa commedia, ragazzina? – sul volto della nonna compare un espressione crudele – hai capito male

  • A me non interessa cosa pensa lei. Quello che conta è cosa pensa suo nipote … ed in ogni caso non sono i suoi soldi che lo rendono speciale

  • Speciale?

  • Si .. speciale … non so se se ne è accorta, troppo intenta a dormire sopra i suoi miliardi, ma suo nipote è un ragazzo speciale … e se solo potessi io …

Shaina senza concludere la frase se ne va, lasciando tutti i presenti senza parole. Solo la vecchia alla fine pronuncia il suo giudizio

  • Mi piace quella ragazza. Magari nomino lei come mio successore. Avrebbe gli attributi per tenere testa a tutte quelle amebe dei miei parenti … compreso te caro Camus. E ora fuori! Voglio riposare e voi mi disturbate

Eseguiamo senza fiatare i suoi ordini, per ritrovarci all'uscita della stanza assaliti da un orda di parenti serpenti: ringrazio il cielo che mia madre mi abbia fatto figlio unico. Tutti, nessuno escluso, vogliono sapere se la vecchia sopravviverà e perchè fra tanti nipoti, solo a Camus è stato concesso di vederla. Il mio amico riesce ad evitare tutti e a trascinare me e sua sorella fuori da quella mandria impazzita. All'uscita dell'ospedale, molla la presa sulla sorella e mi chiede di riaccompagnarla a casa.

  • E tu cosa fai?

  • Torno da mia nonna

  • Anche io rimango – Bronte lo guarda con occhi minacciosi

  • Tu vai a riposarti … mi darai il cambio questa notte

  • E perchè dovrei seguire il tuo volere?

  • Primo perchè non voglio che la nonna rimanga da sola. Secondo perchè domani avremo una partita importante di pallanuoto.

  • A me non …

  • ...frega nulla … immagino … però penso che ti interessino le tue prove per lo spettacolo di danza – Bronte rimane stupita alle parole del fratello – bene … allora tu aiuterai me e io aiuterò te ed entrambi ci prodigheremo per non lasciare la nonna da sola

  • Scusate … ma perchè non volete lasciarla da sola? Ormai è fuori pericolo - entrambi mi guardano perplessi, ma è Bronte che mi risponde

  • Semplice … non possiamo permettere che uno dei nostri parenti la faccia fuori

  • Scherzate vero?

  • Affatto, e ora accompagnala a casa, per favore

  • Non ho bisogno della dama di compagnia

Prima che ricominci la diatriba tra fratelli, decido di trascinare via la rossa e dopo averla spinta in macchina, mi siedo accanto a lei. Dopo una decina di minuti di perfetto mutismo, Bronte, inaspettatamente si avvicina a me e comincia a baciarmi. Io, da perfetto idiota quale sono, la lascio fare e dopo poco ci ritroviamo sdraiati sul sedile posteriore, mentre Sebastian, imperscrutabilmente continua a guidare la macchina: chissà quante ne avrà viste in vita sua da quello specchietto retrovisore. Rinsavendo dopo poco, al pensiero di cosa potrebbe dirmi Camus e soprattutto di cosa potrebbe farmi la vecchia megera, mi separo da Bronte a malincuore e lei per tutta risposta mi da un calcio, chiudendosi poi in un mutismo disarmante.

Lasciata la rossa a casa dei suoi, torno in ospedale per sincerarmi delle condizioni di Camus e della nonna. Osservando il mio amico dalla porta, intuisco il grande affetto che lo lega alla sua parente: nonostante la nonna stia dormendo, lui continua ad accarezzarle la testa. Quando si avvede della mia presenza, esce dalla stanza per raggiungermi.

  • Come mai sei tornato?

  • Volevo vedere se ti serviva qualcosa

  • No … sto bene .. non ho bisogno di nulla

  • Ok

  • Mia sorella?

  • L'ho riaccompagnata … senti Camus … perchè non ritorni da me?

  • Da te?

  • Si …. sarebbe più comodo per te …. e io sarei più felice … sento la tua mancanza

  • Attento Milo … potresti comprometterti e io potrei fraintenderti

  • Smettila … ci tengo alla tua amicizia e so che non mi ferirai mai … tu sei migliore di me

  • Milo

  • Io … mi dispiace di averti deluso … come amico non valgo un granchè … ho subito creduto alle parole di Bronte, senza darti la ben che minima fiducia …

  • Va bene

  • Va bene?

  • Si va bene .. tornerò … almeno così se non riuscirò a svegliarmi nei prossimi giorni, lo farai tu

  • Ok … anche se a me generalmente è Aioria che mi sveglia- sorrido alle sue parole, contento del fatto che nonostante il fraintendimento la nostra amicizia riesca a sopravvivere

  • Vorrà dire che Aioria avrà doppio lavoro

  • Già

  • Senti Milo .. per quello che ti ha detto Bronte sul mio conto …

  • Shhh … lascia perdere … non me ne frega nulla … sono solo affari tuoi

  • Io però vorrei dirti che …

  • Lascia perdere

Camus vorrebbe aggiungere qualcosa, ma la sua attenzione viene catturata da un rumore proveniente dalla stanza della nonna. Perfettamente coordinati, entriamo nella camera cercando di creare un effetto sorpresa, ma quello che otteniamo sono le urla coordinate della nonna di Camus e di Shaina

  • Ma che volete farmi venire un infarto?

  • Nonna … Shaina … ma che succede?

  • Ma tu piuttosto che combini, ti sembra il modo di entrare nelle stanze di ospedale? Tu e la spalla che ti porti dietro -

La nonna è visibilmente alterata, ed io mi defilo silenziosamente. Mi siedo alla fine del corridoio e attendo che Camus esca dalla stanza. Dopo poco il mio amico fa capolino insieme a Shaina: i due però non si avvedono della mia presenza, così riesco ad ascoltare la loro conversazione

  • Perchè sei tornata?

  • Ho perso le chiavi di casa

  • Capisco …. e le hai trovate?

  • Si … si … le aveva tua nonna … non capisco però come sia possibile. In ogni caso ora è meglio che vada – Shaina si volta per fare ciò che ha detto, ma Camus la blocca, trattenendola per un braccio

  • Senti .. io .. ecco … volevo ringraziarti per le parole che hai speso per me … so che ti sono costate molta fatica e … ti assicuro che le ho apprezzate molto

  • Beh .. si … è quello che penso … nonostante tutto trovo che tu sia una persona speciale … ed è un vero peccato che le cose stiano così …

  • Già .. un vero peccato … d'altra parte, io non posso negare quello che sono … anche se in questo momento lo desidererei molto … io ..

  • Non c'e' bisogno che aggiungi altro … ho capito benissimo … non scomodarti ad accompagnarmi … ti saluto .. è meglio che torni dentro ora

  • Io … - Camus è visibilmente perplesso – si … hai ragione. Ciao

Mentre il mio amico rientra nella camera della nonna, Shaina si accorge di me ed io comincio a guardarmi intorno, alla ricerca di una via di fuga. Mentre sono convinto che, come al suo solito, mi raggiungerà per malmenarmi, la ragazza si volta dalla parte opposta e si allontana a grandi falcate. Stupito dal suo comportamento mi precipito e riesco a fermarla prima che si dilegui

  • Ehi … ma ora perchè te ne vai senza salutarmi? - voltandola, vedo sul suo volto scorrere le lacrime e me ne stupisco

  • Avanti su, prendimi pure in giro, la girondina delle cause perse, la rivoluzionaria .. la donna di ferro che versa le lacrime come una sciaquetta qualsiasi

  • Tu … sei … innamorata di Camus!

  • Ah … complimenti .. allora non sei ottuso come pensavo … e ora mi lasci andare?

  • Ma … perchè non …

  • cosa, perchè non gliel'ho detto? Hai sentito quello che mi ha detto, che non può cambiare quello che è; vuol dire che avevi ragione tu ed io avevo torto … Camus è gay

  • sai che non ne sono più così sicuro? - senza il minimo preavviso Shaina mi molla un calcio – beh … e ora che ho fatto?

  • Uffa, sono stufa, se io dico bianco tu dici nero, se io dico nero tu dici bianco ... ma che lo fai apposta?

  • No ... assolutamente no … è solo che non ci sto capendo più nulla .. e lui è talmente ambiguo in questo … stasera, ad esempio, ho avuto la netta impressione che volesse baciarti

  • Si .. e io sono la regina d'Inghilterra … è meglio che ci metta una pietra sopra … e poi non è neanche il mio tipo .. non sarà difficile dimenticarlo … sono i miei ormoni che parlano … o forse il mio spirito da crocerossina … me ne vado

Senza dire altro Shaina si allontana lasciandomi come un cretino a pensare a quello che è successo.



Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo, che ha per titolo uno dei miei film preferiti, con il fantastico Javier Bardem :-))) … per il resto la situazione si fa sempre più contorta tra Camus, Milo e Shaina. Ringrazio tutti quelli che continuano a leggere la storia, e in particolare sagitta72, jackosaint, diana924 e charm_strange che mi lasciano sempre delle recensioni carine e divertenti e alle quali questa volta non rispondo per mancanza di tempo.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo XIX - Io So che Tu Sai che Io So ***


Capitolo XIX

Io So che Tu Sai che Io So


Dopo gli ultimi avvenimenti, mi sembra quasi impossibile riuscire a passare finalmente una serata in casa. Aioria si è levato dalle scatole, andando a “pomiciare” con Marin nell'appartamento accanto, mentre Camus è rimasto a fare la sentinella a sua nonna. Ma, ovviamente, i miei desideri di riposo vengono prontamente smontati dal suono del campanello. Con mio grande orrore, all'apertura della porta, mi ritrovo davanti la rossa e Aphrodite: mai avrei pensato di vedere a casa mia la grande promessa delle danza. Ignorandomi completamente, quest'ultimo entra in casa e comincia ad osservare tutto ciò che gli capita a tiro, catalogando ogni singolo oggetto come “dozzinale” o “di scarso valore”. Stufo delle sue osservazioni, chiedo ad entrambi:

  • Cosa ci fate qui?

  • La tua partner ...

  • Io e Bronte non stiamo insieme – la rossa mi fulmina all'istante

  • Ah caro, lo immagino … una farfalla come lei non potrebbe mai stare con un pachiderma come te … io intendevo partner nella danza … e comunque era una sottile presa in giro

  • Allora potresti sottilmente andartene fuori da casa mia?

  • Non siamo qui per te …

  • Ah no? E allora cosa volete?

  • Il fratello di Bronte

  • Che? - guardo la rossa sbigottito, mentre un'idea mi balena in testa – non può essere!

  • Ebbene si, la cara Bronte mi ha chiesto di dimostrare a te e ad una pazza che risponde al nome di Scaina

  • Shaina

  • Fa lo stesso … dicevo … di dimostrare che Camus è omosessuale … visto che avete questo dubbio e visto che io sono uno tra i massimi esperti, mi sacrificherò per voi

  • Ti sacrificherai?

  • Si certo …

  • Bronte ... ma sei impazzita?

  • Affatto … e sono stanca che tu e quella squinternata dubitiate del fatto che Camus sia gay. Oltretutto lo ha ammesso anche lui

  • Beh .. non proprio … a me lui ha semplicemente detto che il tuo ex ragazzo lo ha baciato

  • Quindi è gay

  • No

  • Eh cara, su questo mi tocca dare ragione a Elephant Man, un bacio ricevuto non significa nulla; ma non preoccuparti, io sono qui per fugare ogni dubbio

  • Sparite

  • Cosa?

  • Sparite, prima che arrivi Camus voglio che spariate

  • Non ci pensiamo proprio

  • O si invece

Comincia lo scontro tra di noi, o meglio tra me e Aphrodite, perchè Bronte viene messa in mezzo e strattonata da noi due. Alla fine, nell'esatto istante in cui sento le chiavi alla porta di casa, riesco ad infilare i due dentro l'armadio della mia ex camera, ora camera di Camus, ma vengo trascinato anche io all'interno. Lo spazio è angusto e la posizione non è tra le migliori; mi ritrovo, infatti, schiacciato a sandwich tra Aphrodite e Bronte. Non potendo uscire, vista la pessima figura che ne farei nel dover raccontare perchè sono finito dentro al mio armadio, decido mio malgrado di rimanere con i due folli. Mentre tentiamo di capire chi è entrato nell'appartamento, sento una mano toccarmi il sedere.

  • Chi mi sta toccando?

  • Io, caro – Aphrodite sfoggia la sua voce più suadente – e ora capisco perchè Bulgacov si è incapricciato di te

Sospiro pesantemente per far capire al mio vicino che non gradisco tutta questa confidenza, ma per tutta risposta mi ritrovo ad essere infastidito nelle vicinanze del mio compagno Fitz

  • Smettila Aphrodite di toccarmi!

  • Caro, io non sto facendo nulla

Fulmino con lo sguardo Bronte che sorride divertita, ma il sorriso le muore alla vista di suo fratello. La caratteristica principale del mio ex armadio è che nel corso degli anni è stato terreno fertile per le tarme, per cui, al momento, i buchi presenti nella porta ci permettono di osservare tutto quello che accade nella stanza da letto. Ciò che vediamo è il mio amico che si sta spogliando per farsi presumibilmente una doccia. Sento Aphrodite commentare “però … è veramente un gran pezzo di ragazzo tuo fratello!” e la cosa, non so perchè, mi infastidisce. Dopo essersi tolto la maglietta e prima di potersi sfilare i pantaloni, Camus viene interrotto dal suono del campanello. Dopo pochi minuti, in cui lui è andato ad aprire la porta e a me è toccato ripulirmi dalla bava del mio vicino, sentiamo Camus scusarsi per il suo stato. Successivamente, lo vediamo entrare nella stanza per prendere la maglietta, mentre alle sue spalle compare Shaina.

  • Scusami per la mancanza … credevo che fosse il ragazzo delle pizze

  • Senti Camus … io … ti devo dire una cosa – Camus si volta perplesso con in mano la maglietta

  • Non è niente di grave voglio sperare … hai una voce terribile!

  • No … almeno credo … non lo so …

  • Ti ascolto

Lo sguardo di Camus è veramente preoccupato. Quello che succede però spiazza tutti, compreso il mio amico. Shaina dopo un po' di indecisione, si butta al collo di Camus e comincia a baciarlo; il mio amico, anche se visibilmente sorpreso, ricambia il gesto, lasciandosi coinvolgere dalle effusioni della nostra vicina. Dopo poco i due si separano, mentre sento le unghie di Bronte e Aphrodite affossarmi la pelle.

  • Ma cosa ti è preso?

  • So che tra noi non può esserci nulla di più che un'amicizia … ma io non ce la facevo più … sono proprio una cretina …. uffa … sono veramente la patrona delle cause perse – Camus afferra Shaina per i bracci tentando di calmarla

  • Shaina cerca di calmarti, io così non riesco a capire nulla …

  • Io … ecco … ma come si fa ad innamorarsi di un omosessuale?

  • Cosa? - il mio amico molla le braccia di Shaina come se fossero infuocate

  • Io .. tu mi piaci Camus … nonostante i tuoi soldi e la tua natura mi piaci da impazzire … e sono una vera idiota

  • Anche tu mi piaci Shaina – Camus le sorride divertito – e aggiungerei anche molto …

  • Cosa? - Shaina lo guarda sorpreso, ma senza poter aggiungere altro viene presa da Camus che la bacia, per poi lasciarla dopo poco – nonostante il fatto che ti piacciano gli uomini … io ti piaccio?

  • Gli uomini? - sul volto del mio amico inizialmente si dipinge la sorpresa, ma poi viene preso da un moto di ilarità incontrollato, gesto che innervosisce Shaina

  • Ma perchè ridi?

  • Scusami – il mio amico si asciuga le lacrime smettendo di ridere – e così ti sei presa una sbandata per me, nonostante sia convinta che io sia omosessuale?

  • Si ... e sinceramente non ci trovo nulla da ridere

  • Hai ragione – Camus afferra la ragazza avvolgendola in un abbraccio e comincia a baciarla prima sulla fronte, poi sugli occhi, sul mento e sulle labbra – non c'è nulla da ridere … solo … che a me non piacciono gli uomini

  • Cosa? Ma sei … sicuro?

  • Sicurissimo … non so se magari in futuro possa cambiare idea – il mio amico si fa pensieroso – magari un giorno … - poi sfoggia uno dei suoi sorrisi migliori – ma al momento no

  • Ma Milo mi ha detto …

  • Milo è un idiota …

  • Ma tu l'altra sera hai detto che non potevi cancellare quello che sei …

  • Io mi riferivo ai miei soldi, che so che ti disturbano

  • Ma …

  • Senti Shaina, punto primo, non sono gay, punto secondo, anche tu mi piaci da impazzire

Shaina a quelle parole, dopo un momento di smarrimento, spinge Camus sul letto e gli salta sopra, impedendogli qualsiasi movimento. Tra le risate del mio amico, comincia l'esplorazione del suo corpo, mentre lui, dopo poco, recuperando la situazione, comincia a privare la ragazza dei suoi vestiti. Io vorrei possedere il dono del teletrasporto, per andare direttamente in un altro posto, senza essere visto, come l'equipaggio dell'Enterprise; vorrei possedere una radiolina che mi permetta di richiedere a Scotty di essere riportato a bordo, o comunque lontano da qui. Bronte è visibilmente sconvolta dalla scena che vediamo davanti a noi, mentre Aphrodite sembra semplicemente schifato. Un movimento inavvertito della rossa fa cadere una stampella e attira l'attenzione di Shaina, che si tira su, osservandosi intorno

  • Che c'e'? - Camus si mette seduto su a sua volta e comincia ad accarezzarle i capelli – hai cambiato idea? Non sei convinta di quello che ti ho detto?

  • Non hai sentito anche tu?

  • Cosa?

  • Un rumore …

  • Io non ho sentito nulla e non accampare scuse- Shaina sorride alle sue parole – ti desidero e non ti permetterò di mollarmi proprio ora

  • Se sono riuscita a superare il fatto che tu sia ricco e omosessuale, non ho bisogno di altre scuse e sono io che non ti mollerò!

  • In ogni caso giusto per tranquillizzarti … sono stato diseredato e non sono mai stato con un uomo in vita mia

Le parole di Camus spingono Bronte a dare un pugno al muro, con il risultato di ottenere l'attenzione di entrambi. Il mio amico, con un movimento veloce, scende dal letto e spalanca la porta dell'armadio, trovandoci in una delle situazioni più imbarazzanti della mia vita: io in mezzo ai due come un hamburger fra due fette di pane - il che è tutto dire. Tutti e tre usciamo dallo stanzino senza dire nulla. Mentre Shaina indossa la maglietta di Camus per coprire le sue grazie, il mio amico, ignorando me e Aphrodite, si rivolge direttamente alla sorella:

  • E ora cosa vuoi? Ti metti pure a spiare quello che faccio?

  • Dimostrare che sei un bugiardo … ecco cosa voglio

  • Prego?

  • Le hai detto di non essere mai stato con un uomo, ma le tue sono solo menzogne

  • Ehm … cara …

  • Che vuoi Aphrodite???

  • Mi spiace doverti deludere, ma posso assicurarti che, da quello che ho visto, tuo fratello è decisamente etero

  • Questo posso assicurartelo anche io – Tutti ci giriamo verso Shaina e Camus comincia a sorridere alle sue parole – uno che bacia le donne come lui non può decisamente essere omo

  • Io … - Bronte resta interdetta al fatto che il suo piano le se è rivoltato contro – io ..

  • Voglio una spiegazione

  • Vedi Camus, lei voleva semplicemente dimostrare le sue convinzioni

  • Capisco Milo, voleva dimostrare che io ero omosessuale

  • Già e ha chiesto ad Aphrodite di provarci con te

  • Wow, lusingato di aver scomodato un ballerino famoso come te, nonchè uno degli uomini più belli sulla piazza

  • Oh caro, figurati, posso assicurarti che ne sarebbe valsa la pena – non riesco a credere che quell'idiota stia flirtando con Camus – ora però è meglio che vada

Mentre Aphrodite se ne va, il mio amico blocca Bronte, impedendole di uscire.

  • Lasciami

  • Continui a non credermi, vero?

  • Io so quello che ho visto quel giorno

  • Si? E cosa hai visto? Voi due potete rimanere – Camus, senza guardarci, ci intima l'alt, mentre io e Shaina tentavamo di dileguarci

  • Ti ho visto baciare Christopher .. lo hai confermato anche a Milo

  • Veramente a Milo ho detto che è lui che mi ha baciato

  • Fa lo stesso

  • No, affatto, è stato lui a baciarmi, non io, è diverso e sai pechè l'ha fatto? - al diniego della rossa Camus prosegue – l'ha fatto perchè probabilmente sapeva che stavi guardando

  • Io non capisco

  • Me la voleva far pagare

  • Pagare? Per cosa?

  • Per averlo allontanato da te

  • Cosa? - Io, Bronte e Shaina lo guardiamo perplessi

  • Si, la mia colpa, se di colpa si può parlare, è stata quella di usare ogni mezzo per tenerlo lontano da te.

  • Perchè? Io lo amavo

  • Lo so, ma lui no, lui voleva solo i tuoi soldi

  • Come fai ad esserne sicuro?

  • Lascia perdere

  • No, dimmelo, come fai?

  • Perchè, prima di provarci con te, ci ha provato con me

  • Cosa?

  • Vuoi dire che era veramente omosessuale? - Camus mi fa cenno di si con la testa, mentre Bronte si accascia sul letto.

  • Vuoi dire che io ti odiato nell'ultimo anno … solo per … no, io non ti credo … non ti credo Camus!

  • E allora sei una cretina! - come al solito Shaina sfoggia la sua solita eleganza

  • Cosa?

  • Io conosco da poco Camus, ma so che qualsiasi cosa fa lo fa per il bene degli altri e tu sei sua sorella, non puoi non credere alle sue parole

Bronte dopo poco annuisce con la testa e alzandosi abbraccia suo fratello.

  • Perdonami … io … sono stata una stupida … avrei dovuto avere più fiducia in te

  • Si ... avresti dovuto

  • Perdonami – Bronte si stringe ancora più forte a lui, mentre io e Shaina decidiamo di sparire per permettere ai due fratelli di chiarirsi; ma le parole della rossa ci bloccano – no ... aspetta Shaina

  • Se vuoi fare a botte ancora con me possiamo …

  • No ... no … - Bronte si discosta dal fratello, spingendolo addosso alla nostra vicina – io … vorrei solo che proseguiste quello che abbiamo interrotto … io e Milo ci leviamo dai piedi

  • Si … noi ci leviamo dai piedi – sorrido impacciato e guadagno la porta

  • Ok

Sono le uniche parole che escono dalla bocca di Shaina, mentre Camus rimane in silenzio ad osservare la sorella. L'ultima cosa che vediamo prima di chiudere la porta è Shaina avvicinarsi a Camus e ricominciare a baciarlo.




Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo in cui, finalmente direi, si capiscono i gusti di Camus: sorpresi? Nei prossimi si chiariranno molte altre cose … ormai manca poco alla fine della storia :-).


x JackoSaint: eh … so di avervi dato una delusione con questo capitolo, ma ovviamente, Camus è etero ed innamorato di Shaina. Questo magari l'aiuterà ad entrare nella famiglia e diventare l'erede della nonna?


X charm_strange: complimenti per l'analisi del capitolo … ci hai preso su tutta la linea … soprattutto su Shaina e Camus … e alla fine anche se Milo non fa parlare nessuno abbiamo scoperto tutto sul nostro Camus :-)))


x diana924: eh … la nonna è un mito … nei prossimi farà faville … per lo spettacolo di danza dovrai aspettare invece un paio di capitoli … prima ci sarà la grande sfida di pallanuoto ;-)

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo XX - Fuga per la Vittoria ***


Capitolo XX

Fuga per la Vittoria




Eccoci qui, la squadra più scassata del campionato, l'armata Brancaleone della pallanuoto sta per giocarsi la partita della vita. Secondi in classifica, miracolosamente secondi, aggiungerei, stiamo per giocarci il primato con la prima, la squadra dei record, dei Golden Boy; quella che ci ha umiliato e deriso per anni. Mancano 10 minuti all'inizio dell'incontro e ci ritroviamo negli spogliatoi per l'ultimo briefing. La tensione si taglia con il coltello; questa volta come allenatore non solo ci tocca sciropparci Saga, ma anche la sua versione folle: Kanon ha insistito per essere presente e incoraggiarci. Più che altro ci sta terrorizzando … ormai Mu al solo vedere una ciocca dei suoi capelli comincia a boccheggiare, manco fosse un pesce rosso a cui hanno tolto l'acqua, mentre Saga cerca di infonderci sicurezza e coraggio. Siamo tutti tesi, ma convinti delle nostre possibilità: non saremo mai dei campioni, ma ci rendiamo conto che nonostante tutto questa volta possiamo giocarcela veramente. Ci apprestiamo ad entrare in piscina; per farlo dobbiamo passare per un corridoio, nel quale veniamo affiancati dai nostri avversari. I loro volti sono sereni e rilassati, oserei dire, strafottenti. Ikki, all'uscita dal tunnel lancia baci alle sue personali supporter, mentre Aioros fa l'occhiolino alla sua bomboniera. La quale, senza farsi accorgere dal fratello di Aioria sussurra un in bocca al lupo al nostro allenatore. E' il principio della fine. Il mio coinquilino perdendo le staffe sibila fra i denti un “ipocrita!” a Saga, mentre Kanon prendendolo per il collo e attaccandolo al muro gli urla “bastardo, come ti permetti di insultare il tuo allenatore?”. Aioros, sentendosi in dovere di difendere il fratello, strattona Kanon, il quale girandosi gli molla un pugno. Tutti i ragazzi della squadra avversaria attaccano il fratello del nostro allenatore, il quale si butta nella mischia per aiutarlo. A onor del vero, noi sette ce ne rimarremmo volentieri fuori dalla baraonda, ma ne veniamo trascinati dentro, quando Seiya, dimenandosi come un forsennato da inavvertitamente un pugno a Camus, facendolo cadere in acqua. A questo punto succede il finimondo. Death Mask si attacca come un mastino al polpaccio di Shiryu, mentre io restituisco il pugno a Seiya. Aldebaran prende sotto braccio Hyoga e lo scaraventa in acqua, ma viene spintonato da Ikki con il risultato che finiscono entrambi, avvinghiati in piscina. Shun tenta di colpire Shura, ma andando a vuoto becca Mu che frana addosso a me. Shura, nel tentativo di buttare in acqua Shun, inavvertitamente fa cadere Marin che nel frattempo era scesa per tentare di mettere pace fra i litiganti. Aioria si accapiglia con Shura rimproverandogli di aver fatto bagnare la sua ragazza, mentre Aioros e Kanon, avvinghiati come due lottatori di sumo si buttano in acqua potandosi dietro la bomboniera – disperata per il disfacimento dell'acconciatura – e Saga. Mentre aiuto Camus ad uscire dall'acqua, Hyoga tenta di trascinarlo dentro, ma io con una spinta riesco ad impedirglielo; Seiya tenta di colpire nuovamente Camus, ma viene fermato dal calcio di Shaina che lo colpisce nel punto più prezioso per un ragazzo: non vorrei essere al suo posto in questo momento. Lui le apostrofa un “ma che sei matta! E perchè ti intrometti”, non sa a cosa va incontro; Shaina gli molla un destro in viso che lo fa barcollare urlandogli “questo è per averci provato con me la sera della festa!”, seguito da un altro calcio che lo fa finire in acqua al quale fa seguire le seguenti parole “e questo è per aver tentato di colpire Camus, idiota!!”. Guardandomi intorno, mi rendo conto che tutti coloro che dovevano partecipare alla partita, più qualche ospite, sono finiti in piscina – io sono di fatto l'unico sopravvissuto. Guardo l'arbitro decretare l'impossibilità di proseguire la partita. La situazione a questo punto precipita ulteriormente. Kanon esce dall'acqua e tenta di strangolare l'arbitro gridandogli che non può sospendere l'incontro per un piccolo tafferuglio. Mentre io e Camus tentiamo di calmarlo, Saga cerca di staccarlo dal collo del giudice di gara, me viene colpito involontariamente dal fratello, finendo a terra. Saori corre da lui chiedendogli se è tutto a posto, mentre Aioros le si avvicina domandandogli il perchè di tanto interesse. Kanon tra un morso e uno scappellotto al povero malcapitato che ha pensato di non far giocare l'incontro, gli grida fra il serio e il faceto “perchè brutto idiota la tua meringhetta se la fa con il mio caro fratello”, a quelle parole Airos si avventa su Kanon, me e Camus, seguito da tutti i suoi ragazzi. Nel marasma generale che segue l'unica cosa che riesco a ricordare sono i piedi di Ikki che passeggiano sulla mia schiena, e il sedere di Al che sprofonda sulla mia faccia: dopo il nulla. Mi risveglio all'ospedale, sdraiato su una delle panchine della sala di attesa con una borsa del ghiaccio tenuta sull'occhio destro. Alzandomi e guardandomi intorno vedo gente sdraiata e seduta con varie bende e fasciature distribuita per tutta la sala d'attesa. Cerco di focalizzare dove si trovino i miei amici. Il primo che riconosco è Camus che è seduto all'angolo opposto della sala, ha la testa reclinata all'indietro, la maglietta completamente sporca di sangue e accanto c'e' Shaina che gli tiene sul naso una borsa del ghiaccio. Accanto a lui ci sono Aioria con entrambe le mani fasciate e Marin, bagnata ma apparentemente illesa. Mi avvicino a loro; Camus tenta di alzare la faccia, ma Shaina lo rispinge con poca delicatezza all'indietro.

  • Ehi Camus, ma come hai fatto a ridurti così?

  • Shura lo ha colpito con una mazza da baseball

  • Una mazza da baseball?

  • Si … stava tentando di colpire Kanon che stava dando di matto, ma quello si è abbassato e lui ha colpito Camus

  • E tu Aioria?

  • Ah niente di che … Seiya e Shiryu si sono attaccati alle mie mani e si sono staccati solo quando li ho sbattuti entrambi sul muro

  • Beh … allora a me è andata meglio … credo di essere svenuto dopo che Al si è seduto sulla mia faccia

  • Hai proprio perso i sensi – Shaina ride della mia situazione

  • Già … e gli altri?

  • Shura e Al sono stati dimessi … avevano giusto qualche taglietto. Death Mask se l'è data a gambe quando ha visto che la situazione degenerava dicendo che aveva un impegno improrogabile – io e Camus ci lanciamo un occhiata d'intesa, prima che Shaina risdrai nuovamente la testa del mio amico – Mu è stato portato dai genitori in un altro ospedale … magari in uno psichiatrico .. non so

  • E Kanon?

  • Kanon è irrintracciabile

  • irrintracciabile?

  • Si … hanno tentato di ricoverarlo nel reparto psichiatrico, ma lui si è liberato ed è fuggito a gambe levate

  • E quelli della squadra avversaria?

  • Sono messi peggio di noi … tutti ricoverati … Seiya si è rotto la gamba dopo la caduta in acqua dovuta a Shaina

  • Mica è colpa mia se quell'idiota, per evitare di cadere in piscina si è arpionato al trampolino – Shaina arrossisce, mentre Camus comincia a ridere con il risultato di rischiare il soffocamento ad opera della suddetta.

  • E Aioros e Saga?

  • Sono ancora in infermeria … a ecco Saga.

  • Ciao ragazzi – Saga ha un aspetto orribile – come vanno le cose?

  • Tu come stai?

  • Abbastanza bene … ma avrei bisogno di sedermi – si siede vicino a Shaina – notizie di Kanon?

  • No … non preoccuparti – Aioria seppur a fatica tenta di consolarlo

  • Non sono preoccupato. Tornerà …. almeno credo – veniamo interrotti, dall'arrivo di Aioros che stranamente si siede vicino a Saga. Aioria tenta di sincerarsi sulle condizioni del fratello, che per tutta risposta lo tranquillizza con uno sbuffetto.

  • E la bomboniera? - Shaina fa la domanda che tutti abbiamo in testa, ricevendo in cambio una botta da Camus – che ho detto di male?

  • Nulla … non preoccuparti … - Aioros corre in soccorso del mio amico, prima che Shaina lo malmeni – se ne è andata

  • Andata? Dopo tutto questo casino? - Aioria assume un espressione sconcertata

  • Beh non proprio andata – Saga lancia un'occhiata ad Aioros

  • Si, in effetti si trova su al terzo piano

  • A che fare fratello?

  • A prendersi cura di Seiya – tutti guardiamo Saga perplessi e dubbiosi, il nostro allenatore sospira pesantemente, seguito a ruota da Aioros – in effetti ci ha mollato entrambi per coronare il suo sogno d'amore con Seiya. Ha detto che questa sera si è resa conto che lui è l'uomo della sua vita

  • Che ci avremo mai trovato in lei mi domando

  • E' quello che mi domando anche io fratello … avete scatenato la terza guerra mondiale per quella cretina … fosse bella poi!

  • Basta .. non ne parliamo più … ormai è fatta

  • Parole sante Saga – Aioros gli da una pacca sulla spalla – sai che non sapevo che avevi un gemello?

  • Eh eh … diciamo che non è una cosa da pubblicizzare

  • Ma è fuori come un balcone! ...Aspetta un attimo … - Aioros comincia a fissare il nostro allenatore – ti prego non dirmi che è lui che mi ha picchiato il primo giorno di asilo

  • Ebbene si – Saga comincia a ridere – finalmente mi posso liberare di questo peso … ahahahahh …. il fatto è che mia madre ci aveva iscritto entrambi lì, ma quando tu mi hai rubato la merenda

  • Ma io volevo solo fare a cambio … io odiavo lo yogurt e impazzivo per il succo di frutta

  • Si .. questo lo so … ma Kanon non ha apprezzato e per difendermi è venuto a darti una lezione … mia madre lo ha fatto trasferire il giorno successivo in un collegio e mi ha fatto promettere di non dire nulla … ahahahah .. sai come è .. mia madre si vergognava di avere un figlio debosciato come lui

  • Ho capito …. ahahahaha … ho fatto la guerra per anni al gemello sbagliato

  • Già …

  • E ora?

  • Che vuoi dire?

  • La partita? Che decideranno di fare?

  • Immagino che verremo squalificati entrambi

  • Lo penso anche io – Saga e Aioros guardano entrambi verso il muro – beh … si potrebbe festeggiare

  • Ottimo –

Io e gli altri ci guardiamo sconvolti come se avessimo di fronte un universo parallelo in cui il cielo è verde e il prato blu … possibile che due che si sono fatti la guerra per anni possano diventare di colpo amici? Mentre tentiamo di decidere cosa fare, nella sala d'attesa entra una Bronte sconvolta e atterrita che corre verso di noi. Camus alza il viso con il sangue che continua ad uscirgli dal naso, ma questa volta Shaina lo lascia stare.

  • La nonna … devi venire ...lei …

  • Che cosa è successo?

  • I medici … il tracciato piatto … dicono che è …

  • Morta?

Bronte annuisce alle parole del fratello, il quale senza indugiare comincia a correre per tutto l'ospedale, seguito a ruota da me, dalla rossa e da Shaina. Prima di poter entrare nella stanza viene bloccato dai parenti serpenti che lo apostrofano per la sua indelicatezza nell'aver partecipato ad una rissa invece di passare il suo tempo davanti al capezzale della nonna morente. Non riesco a sentire il resto della conversazione, perchè vengono trascinato nella stanza da Bronte, ritrovandomi di fronte il cadavere della vecchia e il monitor che indica il tracciato completamente piatto, segno inequivocabile che il cuore della signora si è fermato. Mentre la rossa si affianca alla madre e scoppia a piangere, io vengo spinto da una delle zie a distanza e mi accomodo su una delle poltrone situate al lato del letto. Vagando con lo sguardo, scopro con orrore che le dita della nonna di Camus stanno tamburellando. Facendo scorrere i miei occhi sul corpo della vecchia ad un certo punto incrocio il suo volto che girandosi impercettibilmente verso di me comincia a fissarmi con gli occhi socchiusi; nel momento in cui la vecchia mi fa l'occhiolino mi prende quasi un colpo. Osservando meglio, realizzo che i fili del monitor sono staccati e che quindi il tracciato piatto non si riferisce al suo cuore: la vecchia ha inscenato la sua morte. All'ingresso di Camus, vorrei andare dal mio amico per confessargli tutto, ma quello che accade mi fa desistere. Una delle sorelle della madre, puntando un dito verso Camus lo aggredisce verbalmente

  • Di un po', come hai fatto a farti nominare presidente della fondazione? - Camus anche se non lo da a vedere rimane visibilmente sorpreso

  • Impossibile … come fai a dire una cosa del genere? Come ti permetti di accusare mio figlio?

  • Perchè ho visto il testamento

  • Ma se è dal notaio … che ipocrita … ci sei andata a letto per farti mostrare il documento!

  • Non sono affari tuoi … ora starai gongolando per aver ottenuto che il tuo prezioso figlio ha in mano tutto il patrimonio

  • Hai voglia di scherzare? Mio figlio non si prende cura di me … pechè dovrei gongolare?

  • Avanti Camus, come hai fatto? -

Ora tutti i parenti si avvicinano a lui, se continuano così il mio amico non avrà solo il naso sanguinante, ma anche le ossa rotte. Vicino a lui noto la presenza di shaina, che senza rendersene conto si sta stringendo sempre di più al suo braccio. Anche Camus si avvede della sua presenza e per la prima volta rimaniamo entrambi stupiti nel vedere il terrore dipinto sul volto della ragazza che non ha paura di nulla, non so se è questo o se è il fastidio per avere intorno tutte quelle persone, ma una luce si accende negli occhi del mio amico.

  • Io non ho complottato nulla, ne tentato di raggirare la nonna. Mi aveva proposto la presidenza un paio di mesi fa

  • Perchè l'ha proposta a te, quando sono io che amministro le industrie?

  • Perchè detesta il modo in cui lo fai

  • Cosa?

  • Si … detesta la tua totale mancanza di onestà … mi ha offerto la presidenza chiedendomi però di fare in modo di estrometterti dal consiglio di amministrazione delle imprese … ma io ho rifiutato .. sei pur sempre mio padre

  • Bravo ragazzo!

  • Ma è evidente che la nonna non mi ha ascoltato

  • Come al solito … quella vecchia non ha mai ascoltato nessuno – una delle cugine digrigna i denti … avrei paura di rimanere solo in una stanza con lei .. anzi con tutti parenti di Camus

  • In ogni caso a questo punto mi vedo costretto a fare quello che mi ha chiesto .. tanto più che neanche io condivido il tuo modo di agire

  • Bada ragazzo … non mi sfidare – il padre di Camus si altera visibilmente

  • Ma chi ti credi di essere? - Tutte le sorelle della madre lo apostrofano in malo modo, mentre il padre comincia a fissare Shaina

  • Aspetta un momento … tu sei quella pazza che mi ha tirato la torta in faccia

  • Si – Shaina allontanandosi da Camus si mette di fronte al padre con fare minaccioso – perchè? Le è piaciuta tanto che ne vuole un'altra?

  • Io ti faccio a pezzi ragazzina – il padre di Camus sta per prendere per il collo Shaina, ma il mio amico interviene spingendo la ragazza dietro le sue spalle

  • Lei è con me … e nessuno … nessuno deve toccarla – io, Bronte e Shaina lo guardiamo stupiti, quasi commossi, con questo gesto semplice dimostra tutto l'affetto che prova per lei – io sarò il nuovo presidente della fondazione … se volete potete prendere tutti i provvedimenti che riterrete più opportuni, non mi interessa e non ho paura di voi. Ed ora per favore uscite dalla stanza … la nonna non merita di avere la presenza di voi avvoltoi affianco.

  • Te la faremo pagare ragazzino …

  • Camus …. non mi sarei mai aspettata questo da te … considerati escluso dal resto della famiglia … nessuno dei suoi membri avrà più a che fare con te

  • Ti sbagli mamma

  • Bronte?

  • Io continuerò a stare con lui … e tu non puoi impedirmelo

  • Scordatelo … tu sei minorenne

  • Non più … anche se te ne sei dimenticata ...l'altro giorno ho compiuto 18 anni e finalmente decido della mia vita …. io voglio stare con Camus e voi dovete sparire!

  • Ma come osi?

Tutti si girano stupiti e sconvolti, sentendo dei rumori provenire dal letto della vecchia. Quest'ultima si tira su come se nulla fosse e sbadigliando domanda “quanto ho dormito?”; Camus intuendo la verità comincia a sorridere, mentre le figlie della donna corrono al suo capezzale per rimboccarle le coperte. La vecchia dopo un po' chiede ai vari parenti di andarle a prendere le cose più assurde, compresa una frittura di pesce. Alla fine nella stanza rimaniamo solo noi quattro con la nonna

  • Ah … questa sera sono ringiovanita di almeno 10 anni

  • Nonna stai bene? - Bronte le si avvicina per sincerarsi delle sue condizioni

  • Oh si angelo mio … e sono così contenta che finalmente tu e tuo fratello siate nuovamente uniti

  • Ma … tu hai ascoltato tutto?

  • Tutto …. e mi sono divertita un mondo

  • Come puoi divertirti sapendo di avere dei mostri come parenti – Bronte la guarda arrabbiata e perplessa

  • Perchè ho due splendidi nipoti … non dubito che il patrimonio che vostro nonno ha creato con tanto sacrificio con voi sarà in ottime mani … so Camus che ti chiedo tanto … ma non ho nessun altro di cui fidarmi e voglio morire in pace sapendo di aver fatto il possibile – il mio amico annuisce alle sue parole – comunque nipote mio .. voglio darti un consiglio

  • Ti ascolto

  • Tienti stretto l'indemoniata che è al tuo fianco – Shaina arrossisce violentemente – avrai bisogno di qualcuno che ti ama e che non abbia paura di rischiare per proteggerti

  • Lo farò nonna – Camus guardando Shaina comincia a sorridere – lo farò

  • E ora vatti a far mettere dei tappi a quel naso … mi stai imbrattando tutto il letto … e tu capellone

  • si signora

  • Guarda che non siamo nell'esercito

  • Si

  • Mi piaci … se fossi più giovane di 10 anni ti sposerei

  • Ma – rimango sconvolto alle sue parole

  • Comunque volevo dirti di non abbandonare mai il mio Camus, avrà bisogno di amici come te – sorrido alle sue parole – e continua a rimanere lontano dalla mia Bronte

  • Nonna! - la rossa diventa un tutt'uno con i suoi capelli

  • Lei è troppo per te

  • Io … rimarrò sempre amico di Camus, ma non le posso promettere di non provarci con sua nipote

  • Cosa? - Bronte rimane sorpresa, mentre Camus e la nonna sorridono

  • sicuramente sarà troppo per me, ma sarei un vero idiota se non provassi a far funzionare le cose

  • E allora l'unica cosa che posso dirti è buona fortuna … e ora levatevi dai piedi .. sono stanca e voglio dormire




Ecco un altro capitolo delle avventure di Milo. Piaciuta la partita di pallanuoto? Altri due capitoli e potremo mettere la parola fine a questa storia strampalata. Nel prossimo si saprà se Milo avrà una carriera come ballerino.


X sagitta72: sei perdonatissima … ma ti pare? Comunque come poteva Camus essere gay? Ormai abbiamo concordato nello spartircelo!;-))


x Diana924: Ebbene si, tutto il casino è scoppiato per il fidanzato di Bronte … ma forse anche per la stupidità del nostro Milo?


X charm_strange: si si … le recensioni confermano che tu ci ha i preso fin da subito :-)) … mi spiace però non aver riportato in questo capitolo i due giocatori della squadra di Aiolos … rimarrai nel dubbio. Per la danza, dovrai aspettare il prossimo ;-).

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo XXI - Prova a Prendermi ***


Capitolo XXI

Prova a Prendermi



Dopo aver archiviato il campionato di pallanuoto (per la cronaca siamo stati squalificati insieme alla squadra di Aioros), mi appresto a fare la peggior figuraccia della mia vita: tra un paio di giorni si svolgerà la prima dell'opera Romeo e Giulietta, di cui io sono l'indegno protagonista. Nonostante tutte le lezioni supplementari a cui sono stato costretto a sottopormi, l'unico risultato che ho ottenuto è stato quello di non ruzzolare all'entrata in scena; per il resto, uno che vendemmiava ero e uno che vendemmia sono: come dice Madame Cotilleur, potrei arricchirmi producendo vino di qualità!

Oggi ci sono le prove generali ed io sto aspettando pazientemente il mio turno. Il maestro Bulgacov, nonostante l'orrore dello spettacolo, è istericamente giulivo: secondo Aphrodite questa notte si consumerà la mia iniziazione; a suo dire, ho solo due opzioni, che mi condurranno entrambe verso lo stesso risultato: la prima è cedere alle avances di Bulgacov, la seconda è farlo fuori; in questo secondo caso finirò in prigione dove verrò sodomizzato da tutti i detenuti, nel primo dovrò cedere le mie virtù al folle. La seconda opzione non mi alletta, ma almeno venderò cara la pelle. In attesa di iniziare, mi siedo su uno degli scatoloni della scenografia e osservo Bronte, leggiadra come una farfalla, piroettare per tutto il palco. Da quando si è riconciliata con Camus è diventata – o meglio è tornata a detta del fratello – ad essere una ragazza solare, tranquilla e allegra. Anche con me ha assunto un comportamento più lineare e attento. Seduto sugli scatoloni, osservo la farfalla e mi dispero nel pensare che un pachiderma come me rovinerà forse per sempre la sua carriera, se non i suoi piedi. E' così che mi trova Kanon, pensieroso e depresso. Alla sua vista mi prende un colpo ripensando alla baraonda che ha innescato l'ultima volta che ci siamo visti. Aldebaran si affianca a me, guardingo e sospettoso; ma Kanon questa volta sembra diverso, più calmo e tranquillo, modesto nella sua postura.

  • Ciao ragazzi

  • Ciao … come mai da queste parti?

  • Io … Saga mi ha spedito a fare il giro di tutti i partecipanti alla partita di pallanuoto per fare le mie più sentite scuse … ha detto che forse così eviterò di finire nella clinica dei matti

  • Ah …. - io e Al lo guardiamo perplessi, pensando che forse le scuse questa volta non saranno sufficienti

  • Ecco ... dunque … ehm … mi spiace di avervi causato … beh .. tutto quello che vi ho causato.

  • Ah ... ok … tranquillo – Al è molto imbarazzato

  • Si ... figurati … in fondo a noi non è che hai fatto molto

  • Già … la parte difficile me la sono tenuto per ultimo … uff … mi toccherà scusarmi non solo con quell'idiota dell'arbitro e con quell'imbecille di Aioros, ma pure con quella ameba di Mu – dal tono della sua voce mi rendo conto che dopo tutto non ha capito nulla – comunque … perchè sei così abbacchiato Milo?

  • Io … - tentato di confessare i miei problemi, mi blocco al pensiero di cosa potrebbe fare Kanon per aiutarmi – niente … ho solo un po' di mal di testa

  • Ah ah ah ha … in realtà il ragazzo ha paura di dover cedere la proprietà del suo fondo schiena – Aphrodite, così poco provvidenziale, si infila nella conversazione

  • Cosa?

  • Sostanzialmente dovrà cedere al ricatto di Bulgacov, andando a letto con lui, per non rovinare la carriera della sua bella e la scuola di danza della Cotilleur

  • Ma … sta dicendo sul serio Milo?

  • Ah ah ah … no .. cioè … questo è il piano di Bulgacov .. ma no … non ho nessuna intenzione di cedere … tranquillo ...ho tutto sotto controllo

Non faccio a tempo a concludere la frase che Kanon, a grandi falcate e travolgendo la metà del corpo di ballo, raggiunge Bulgacov e, prendendolo per il bavero della camicia, lo attacca al muro. Il maestro, sconcertato, non riesce ad emettere neanche un suono, mentre tutti i ballerini rimangono pietrificati. Kanon, senza curarsi di loro, si avvicina al volto di Bulgacov e comincia ad urlargli al suo solito, sputacchiandolo

  • Senti Baryshnikov dei poveri, io sono un amico di Milo, un caro amico!!

  • E allora?

  • Allora? So che lo stai importunando e questo non mi piace, non mi piace AFFATTO! Sappi che se solo lo toccherai con un dito, anche per sbaglio, io ti cercherò ovunque; non riuscirai a nasconderti … da nessuna parte .. ti troverò ...posso assicurarti che io trovo sempre tutto! TUTTO! E ti farò pentire di essere venuto al mondo; mi sono spiegato? - Bulgacov annuisce – bene … bravo

Kanon lo molla, facendolo scivolare dal muro al pavimento e dopo avermi salutato con un grugnito, se ne va. Tutti, nessuno escluso, ci voltiamo ad osservare Bulgacov. So che le minacce di Kanon non mi aiuteranno, con molta probabilità il maestro chiamerà la polizia per denunciarlo e nessuna scusa al mondo questa volta lo sottrarrà al medico dei matti: ammetto che la cosa un po' mi dispiace, soprattutto perchè in fondo quel povero cristo ha fatto tutto solo per aiutare me. Ma con nostra grande sorpresa, Bulgacov si alza, “zompettando” felice e radioso e corre a passo di danza verso di me. Abbracciandomi e baciandomi sulle guance, non fa altro che ripetere “Fantastico! Stupendo! Che uomo! Che uomo!” e dopo avermi mollato mi dice “Sono innamorato! Innamorato!”, a questo punto le mie buone intenzioni spariscono in un lampo: l'idea di essere perseguitato da un uomo innamorato è troppo; così mi sento in dovere di essere franco

  • Senta Bulgacov io non sono gay e non sono innamorato di lei!

  • Ma chi sta parlando di te! Come si chiama il tuo amico?

  • Kanon?

  • Kanon! Che nome soave … soave … - io rimango sconvolto e dubbioso – finalmente un uomo che mi domerà

  • Ehm … guardi che non penso che …

  • Milo?

  • Si

  • Come ballerino fai schifo, perdonami ma ti sostituirò!

  • Io … - sono senza parole

  • Aphrodite?

  • Si maestro – Aphrodite corre vicino a noi facendo un inchino a Bulgacov – prenderai il posto di questo pachiderma

  • Si, certo maestro

  • E ora scusatemi … corro dal mio amore

Bulgacov si allontana a passo di danza verso la direzione in cui è uscito Kanon, mentre Aphrodite comincia a ridere come un matto e, guardandomi con sguardo malizioso, mi sussurra “povero piccolo! E' passata l'infatuazione e sei stato retrocesso a sguattero .. una cenerentola all'inverso … ahahah!”, dopo di che fa una piroetta per festeggiare il suo ritorno da protagonista, ma, senza rendersi conto, si ritrova a cadere nella buca del suggeritore. Urlando di dolore, viene soccorso da Al che lo tira fuori faticando … e non poco. Viene adagiato sul palco, mentre irrompe sulla scena madame Cotilleur, appena aggiornata delle novità da una delle ballerine.

  • Oh mio Dio … mio Dio .. Aphrodite .. caro … presto chiamate un'ambulanza … lo spettacolo … il balletto … sono rovinata .. e ora chi farà Romeo?

  • Beh se vuole … - mi propongo, nonostante il mio odio per la danza

  • Ma sei MATTO!!?!?! … Piuttosto chiamo l'uomo delle luci …. ora che sono riuscita a liberarmi di te … non ho nessuna intenzione di farti tornare!

  • Ehm … se vuole … io – tutti ci voltiamo verso Al, la Cotilleur sospira pesantemente

  • E va bene .. almeno tu sai ballare … d'accordo .. Aldebaran sarà il protagonista … avanti … c 'e' molto da fare … presto portate Aphordite all'ospedale e su Bronte … ricominciamo

Bronte, prima di farsi condurre da Al al centro del palco, alza le spalle regalandomi un sorriso consolatorio. Sono sollevato di non dover più scimmiottare Romeo, ma al tempo stesso ammetto di essere un po' deluso nel non poter sollevare la rossa durante lo spettacolo che forse la renderà una star. Racimolo le mie poche cose e me ne torno a casa: almeno potrò dormire finalmente nel mio letto. Da quando Camus ha accettato di diventare presidente della fondazione, la nonna lo ha precettato per tutto il giorno - 24 ore su 24, sette giorni su sette - obbligandolo a tornare nella reggia e concedendogli solo un paio di ore d'aria al giorno da passare con Shaina; quest'ultima, per la cronaca, è diventata la preferita della vecchia: sfido io … a carattere si somigliano. L'assenza di Camus mi ha permesso di reinpadronirmi del mio letto. Appena mi sdraio, casco in un sonno profondo. Vengo risvegliato da qualcosa di umido che si sta muovendo su tutto il corpo; con orrore salto, cercando di colpire la cosa viscida, pensando alla remota possibilità che una lumaca abbia deciso di esercitarsi per la maratona sul mio corpo. Invece, con altrettanto orrore, mi rendo conto che la cosa umida non è la lumaca, ma la lingua di Bronte. La ragazza inginocchiandosi di fronte a me mi sorride maliziosamente

  • Ho pensato che magari avevi bisogno di essere consolato, per via della perdita della parte da protagonista

  • Hai voglia di scherzare? Consolato? E' lo champagne che dovevi portare … bisogna festeggiare

  • Si .. mi sembra un'ottima idea ….festeggiare – Bronte si avvicina tentando di baciarmi e facendo risvegliare il povero Fitz

  • Senti rossa … a me non sembra una grande idea – Bronte si discosta e mi guarda perplessa

  • Perchè? Non ti piaccio?

  • Si … mi piaci molto … ma non è questo

  • E' per Camus?

  • Camus?

  • Pensi che non possa approvare?

  • Perchè non dovrebbe?

  • Non lo so … magari gli potrebbe dar fastidio

  • Non penso

  • E allora se non è per lui, perchè?

  • Perchè non mi va di essere il tuo gigolò

  • Cosa? Ma cosa dici?

  • So che hai voglia di provare e che non sei ancora riuscita a trovare l'uomo adatto per te, ma io non me la sento di fare il cicisbeo ad interim

  • Idiota … - Bronte si avvicina e mi bacia lievemente – tu non sei il mio gigolò … tu mi piaci veramente ….

  • Che?

  • Si,in mezzo al marasma di uomini privi di qualsiasi virtù che mi tocca frequentare, tu sei il mio faro nella nebbia e voglio stare con te ... voglio che tu sia il primo con cui farò l'amore … perchè tu mi piaci veramente

Non me lo faccio ripetere e galvanizzato dalla reazione vitale di Fitz che è pronto la fine dell'astinenza forzata con un ubriacatura colossale, mostro a Bronte cosa significa fare l'amore con una persona nella vita reale. Ammetto che la nostra prima volta non è indimenticabile, ma confido nel fatto che ce ne saranno molte altre. Alla fine di tutto ci addormentiamo con il sottofondo della musica proveniente dall'appartamento accanto: Aioria e Marin stanno ascoltando una marcia nuziale, sognando probabilmente il loro futuro matrimonio.



Ciao a tutti, ecco il penultimo capitolo, dove finalmente si scopre anche che Milo non ballerà … sarebbe stato veramente troppo … povero. Invece con Bronte è riuscito finalmente a chiarirsi. Il prossimo è l'ultimo.


X ashar: concordo perfettamente con te :-DD


x diana924: ma toglimi una curiosità … le tue recensioni le componi mentre leggi i capitoli? Sono così dettagliate …


x sagitta72: eh … altro che 30 anni … per raggiungere Milo in bellezza ci vuole un intervento chirurgico. Felice di sapere che almeno qui Shaina ti piace … tosta al punto giusto vero?


X charm_strange: posso dirti che nel prossimo capitolo risponderò a tutte le domande che mi hai posto nella recensione … saprai che fine faranno tutti … ma proprio tutti :-))

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Epilogo - Gli Anni in Tasca ***


Epilogo

Gli Anni in Tasca



Ora che sono passati un po' di anni, posso dire finalmente di essere sopravvissuto alla mia prima giovinezza. Avere 20 anni non è affatto semplice, sopratutto per chi come me ha avuto modo di incontrare persone che hanno contribuito in tutta la loro varietà e stramberia a rendere quell'attimo di vita assolutamente assurdo e irripetibile.

Di tutti mantengo un ricordo affettuoso e positivo, ma immagino che questo sia normale: il tempo aiuta a mantenere i ricordi più belli, provvedendo a cancellare dalla memoria quelli più spiacevoli.

Nel corso di questi anni molte cose sono cambiate: con qualcuno ho mantenuto i contatti, di altri ho saputo cosa è accaduto solo attraverso vie traverse.

Il mio coinquilino Aioria, dopo anni di semi convivenza, è andato a vivere in campagna, dopo essersi sposato con la sua rossa preferita; ora lui e Marin allevano mucche e pecore insieme ai loro 5 figli – due maschi e 3 femmine, tutti somiglianti alla mamma, per fortuna – lei è ancora bellissima, lui è diventato un uomo grasso e fuori forma ... il leone si è trasformato in ippopotamo ... ma giuro di non averlo mai visto così felice.

Mu, dopo anni di psicoterapia, una mattina di gennaio è uscito di casa in vestaglia e pantofole di pelo, gridando al mondo che avrebbe percorso la via che porta all'illuminazione: le ultime voci che ho sentito su di lui lo davano disperso in qualche monte ai confini con l'India a fare l'eremita; meglio! Bisogna ammettere che non era portato per la vita di società. Shura, durante un appuntamento al buio, organizzato dalla mamma di Camus, ha conosciuto una donna – come se questo fosse possibile -forse più maniaca del pulito di lui. Mi è stato raccontato con entusiasmo dal suddetto che, dopo che aveva lucidato tutte le vettovaglie nelle quali avrebbero dovuto mangiare, si è alzata ed è andata a lucidare anche i piatti da portata dove avrebbero ricevuto il cibo, con grande sdegno del cuoco e dei camerieri, che al grido di “E' uno scandalo!” hanno preteso che i due fossero allontanati a vita dal locale. Nonostante questo primo appuntamento, o forse grazie ad esso, i due si sono sposati poco dopo e so da fonti certe che chiunque vada a trovarli deve rinunciare alle sue scarpe ed indossare delle imbarazzanti pattine che riceverà in omaggio alla fine della visita.

Death Mask è riuscito non solo a salvaguardare la dote di sua figlia in tutti questi anni (sotto la sua custodia, sta percorrendo la strada perfetta per raggiungere un successo sicuro), ma anche, cosa ancora più assurda, a convincere la mamma a rinchiudersi in un convento dove, dicono, insceni i suoi spettacoli solo per un pubblico selezionato.

Aldebaran, dopo il suo grande debutto nel Romeo e Giulietta di Bulgacov, dove ha ottenuto un successo di critica e pubblico personale, ha abbandonato la carriera di ballerino, constatando di non possedere le phisyc du role, diventando in compenso uno dei coreografi più richiesti sul mercato.

Kanon dopo aver spedito in ospedale con entrambe le gambe rotte il maestro Bulgacov, colpevole di avergli offerto se stesso per essere sodomizzato, costretto dal fratello a portare le sue scuse al suddetto, ha conosciuto Madame Cotilleur: è stato colpo di fulmine. I due, dopo un paio d'ore, sono fuggiti a Las Vegas dove si sono sposati; eppure nonostante tutto la coppia sembra funzionare, come? Da quello che ho capito nelle poche volte che li ho visti insieme, Madame sembra possedere delle capacità nascoste che riescono a sfiancare il nostro marine di ferro: sarà merito dei fumetti porno di cui è grande appassionata?

Saga, felicemente single, allena una delle squadre più importanti del campionato di football americano e nonostante l'affetto che prova per l'intera squadra, ci ha intimato gentilmente di non farci mai vedere dalle sue parti.

Mi è giunta voce, invece, che la meringa e il suo prode cavaliere siano spariti in mare una notte d'estate, mentre veleggiavano felici con una barca a motore.

Purtroppo anche la nonna di Camus ci ha lasciato un paio di anni fa, vendendo cara la pelle; anche negli ultimi giorni di vita, infatti, ha fatto correre a destra e manca tutti i suoi amati parenti chiedendo loro le cose più assurde: uno è riuscito a spedirlo perfino in Alaska per trovarle, a detta sua, il giusto ghiaccio per uno dei suoi famosi aperitivi. Vecchia pazza, giuro di non averla mai capita fino in fondo; però devo ammettere che su due cose aveva ragione. La prima? Che io e la piccola Bronte non avremmo avuto un futuro insieme. Non che non ci abbiamo provato: siamo stati felici per due anni, ma lei era troppo per me. Ora vive felice con Aioros, incontrato un paio di mesi dopo la nostra rottura, in un locale di Karaoke: alla terza canzone si erano già innamorati. Le cose tra di loro filano che è una meraviglia; unica nota dolente è l'affetto che la rossa continua a dimostrare nei miei confronti; è normale, fisiologico direi, quasi: come capita nei primi amori, mi arrogo il diritto di conservare un posto speciale nel suo cuore.

Dei suoi pretendenti di un tempo mi è giunta voce che Shaka dopo aver passato anni in India assurgendo al titolo di venerabile, idolatrato e venerato da tutti, ha dovuto far ritorno a casa dopo che la madre gli ha tagliato i viveri, diventando maestro di Yoga e consigliere spirituale delle Star: ovviamente il vaso rotto non gliel'ho mai ripagato.

Radhamantys ha sposato una donna che lo ha derubato e turlupinato, lasciandolo letteralmente in mutande: si è scoperto in seguito che era la figlia di uno dei domestici umiliati dal padre.

Sion ancora sta cercando di laurearsi in economia, probabilmente andrà in pensione prima di ottenere il tanto sospirato pezzo di carta; in compenso i genitori sono morti lasciandogli tutto.

Degli altri, di cui non ricordo neanche i nomi, non so assolutamente nulla, per fortuna, aggiungerei.

Per quanto mi riguarda invece ho capito che la vita comoda non fa per me … viaggio per la maggior parte dell'anno alla ricerca di luoghi da conoscere e visitare, mantenendomi grazie a lavori di fortuna e spesso di fantasia … vivo alla giornata senza avere un pensiero per la testa. Come faccio? Merito della disponibilità del mio migliore amico, che ogni qualvolta – a onor del vero raramente – che ne ho avuto bisogno è corso in mio soccorso: sapere di poter contare su qualcuno sempre e comunque, rende il cuore più leggero e la mente più libera.

A proposito di lui, Camus è ancora presidente della fondazione. Questa è la seconda cosa su cui aveva ragione la vecchia, perchè in effetti il mio amico ha svolto un lavoro superlativo, facendo fruttare tutti gli investimenti e aiutando i più deboli e meno fortunati di lui. Lo ammetto, sono veramente orgoglioso di lui: è riuscito a mantenere le promesse dei 20 anni diventando un uomo giusto, onesto e rispettabile. In questo è stato aiutato dalla sua Shaina, che ha saputo donargli tutte quelle qualità di cui lui era sprovvisto … giuro di non aver mai visto una coppia più perfetta: il loro equilibrio mi ha convinto del fatto che l'amore vero e incondizionato esiste. Non che non litighino, per carità … anzi, quando lo fanno, se si vuole sopravvivere, è meglio tenersi a debita distanza, ma la loro storia risplende di una luce abbagliante e unica. Sono invidioso, lo ammetto, ma un giorno non dispero anche io di raggiungere questo obiettivo. Comunque se volete un consiglio:non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti




Ecco l'ultimo capitolo … l'epilogo in cui a distanza di anni scopriamo che fine hanno fatto i nostri “eroi”. Spero che il finale sia stato all'altezza delle vostre aspettative e sarei contenta se questa storia, anche se solo per pochi istanti, vi abbia fatto venire un po' di buon umore. La frase finale, riportata in corsivo, è la frase che conclude uno dei miei libri preferiti “Il Giovane Holden” di J.D. Salinger.

Grazie a tutti coloro che hanno letto questa storia. Un abbraccio in particolare va alle persone che hanno lasciato le loro recensioni che mi hanno fatto veramente piacere.



Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=523105