Si sistemerà tutto

di Carrie_brennan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Parte 3 ***
Capitolo 4: *** Parte 4 ***
Capitolo 5: *** Parte 5 ***
Capitolo 6: *** Parte 6 ***
Capitolo 7: *** Parte 7 ***
Capitolo 8: *** Parte 8 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


SI SISTEMERA’ TUTTO..


Maya era ormai da qualche minuto davanti la porta dell'ufficio di Masumi. Il grande orologio della hall, nel palazzo della Dayto, segnava le nove e i corridoi erano diventati piuttosto silenziosi. Solo qualche inserviente girava tra una stanza e l'altra per fare le ultime pulizie, e, in alcuni uffici, le luci accese facevano intuire la presenza di qualche segretaria o assistente particolarmente zelante che stava anticipandosi il lavoro per il giorno successivo. Erano passate solo poche ore dalla telefonata con la signorina Mizuki.

"Salve signorina"
"Maya, che piacere!Cosa posso fare per te?"
Maya rimase in silenzio, esitante, poi continuò.
"Beh, ecco signorina, volevo sapere come andavano le cose lì, ho letto quegli articoli di giornale stamattina e.."
Mizuki chinò il capo e non nascose un sorriso. Gli articoli di cui parlava Maya si riferivano al sospetto di alcune tangenti, pagate da imprenditori di spicco, per far tacere presunte operazioni illegali. E nella, breve, lista dei sospetti spiccava il nome di Masumi Hayami. Non la Dayto o Hayami senior, ma proprio Masumi. Un vero e spietato attacco personale.
"Tu cosa ne pensi Maya?" Le aveva chiesto Mizuki
"Signorina, so che sono solo delle menzogne.. però so anche quanto possano ferire le menzogne.."
"Sei preoccupata per Hayami-san, vero?" Mizuki arricciò il filo del telefono intorno ad un dito, stendendosi un po' di più sulla poltrona
"Cosa?? No..io..è che non sopporto le bugie.."
Maya non avrebbe voluto balbettare, non sopportava più questo aspetto infantile del suo carattere. Avrebbe voluto essere una di quelle donne decise e oneste, capaci di esprimere serenamente i loro pensieri. Ma quando era in imbarazzo, in particolar modo quando si trattava di Masumi, si ritrovava ancora a farfugliare.
"Perché non vieni a dirglielo di persona, Maya?"
La ragazza trasalì
"Cosa, signorina Mizuki?" Maya tratteneva la cornetta del telefono con entrambe le mani
"Quello che hai appena detto a me, sono sicura che ad Hayami san farà piacere"
"Dice?" Riuscì a sillabare Maya in un sussurro
"Si, ne sono sicura. Il suo ultimo appuntamento di oggi termina alle 20e30 circa"
"Va bene, la ringrazio signorina Mizuki"
"Grazie a te Maya, grazie a te"

I giornali, praticamente ogni giorno, scrivevano illazioni contro la Dayto. Ogni uomo d'affari doveva fare i conti con questa routine e dargli meno peso del necessario. Ma Maya aveva capito che il riferimento esplicito a Masumi nascondeva un tentativo chiaro di offesa alla sua persona, non era il solito attacco generico ad una posizione di potere, e Masumi, il suo Masumi, non sarebbe restato indifferente a tutto questo, attento com'era ad essere un uomo di successo ma a mantenere una sua dignità personale. Maya posò il telefono e fece un profondo sospiro. Nello stesso istante Masumi passò davanti la scrivania di Mizuki. Lei chinò leggermente il capo in segno di saluto e si concesse un sorriso compiaciuto. Sempre di più quei due gli sembravano fatti per stare insieme.


"Su, Maya, fatti coraggio e bussa a questa porta"
Maya, un po' tremante, sollevò una mano stretta a pugno, avvicinandola alla porta. Nel cuore un unico desiderio: che ne lei ne Masumi finissero col dire cose che avrebbero rovinato quel momento. Cominciava ad essere stanca delle loro incomprensioni. I loro battibecchi in fondo non la infastidivano più, aveva capito che era il loro modo di comunicare, sapeva che Masumi si divertiva a stuzzicarla e lei ormai riusciva a cogliere la sfumatura priva di cattiveria della sua voce. Ma la faceva soffrire la loro mancanza di onestà. Soprattutto ora che lei sapeva l'identità dell'ammiratore. Continuavano a ferirsi pur nascondendo affetto l'uno per l'altro
"Perché per fare tutto quello che ha fatto, dovrà provare almeno un po' di affetto per me, vero?"
si chiese Maya, trattenendo dentro di se la paura profonda di scoprire di essere stata davvero solo un investimento per lui, e, nello stesso tempo, coltivando la segreta speranza che lui potesse provare più dell'affetto per lei.
"Avanti!"
All’udire la sua voce calda fu presa d’un tratto dal panico. Forse stava facendo una grande sciocchezza. Cosa se ne faceva Masumi della sua solidarietà? Probabilmente, come in tante altre occasioni, l'avrebbe presa in giro. Scosse la testa, come a voler cacciare qualcosa di molesto e bloccò con decisione il flusso di pensieri impazziti. Aprì lentamente la porta.
"Mizuki, può andare, è tardi..ma.. chibi chan!"
Seduto dietro la scrivania, Masumi scivolò in un'espressione sorpresa, e sollevò leggermente il viso dai palmi, su cui aveva appoggiato le tempie fino a qualche secondo prima, per guardarla.
"Salve Hayami san, ancora al lavoro? Non è stanco?"
Maya si avvicinò alla scrivania e appoggio una mano sul piano di lavoro. Masumi la scrutò per qualche secondo. Il suo viso e la sua voce avevano una sfumatura dolce, e, stasera, gli sembrava più carina del solito con quella camicetta blu un po' arricciata sui fianchi e i pantaloni lunghi e bianchi. Forse era sconveniente continuare a guardarla, ma adorava osservare ogni dettaglio di lei. Colse un paio di mollettine blu lucide tra i capelli e indossava una tracolla e..sbagliava o quelli sembravano dei tacchi? Tutta quella cura lo fecero sorridere, probabilmente più tardi aveva appuntamento con Sakurakoji.
"Stanco? Si, in effetti oggi è stata una giornata molto pesante.." abbassò lo sguardo per poi rialzarlo, in cerca di quello di Maya
"Come mai sei qui Maya ?Volevi dirmi qualcosa?"
"Si, io.."
Maya sfiorando con le dita la scrivania, percorse il suo perimetro e raggiunse Masumi, avvicinandosi alla sua poltrona. Lui sollevò di più il viso per riuscire a guardarla, la vicinanza gli permise di avvertire anche il suo particolare odore, cosi piacevole da inebriarlo
"Ho letto quegli articoli che parlavano di lei oggi.."
“Già” pensò Masumi “i famosi e infamanti articoli. Ci credi anche tu Maya?E in fondo perché non dovresti crederci..però ti prego, non infierire su di me, sono disposto ad accettare tutto, ma oggi il tuo disprezzo mi sarebbe fatale”
Masumi abbassò lo sguardo
"Volevo dirle che chi la conosce o ha lavorato con lei sa bene che si tratta solo di falsità.."
Masumi con un movimento repentino fu di nuovo nei suoi occhi.
"Tu non credi a quello che hanno scritto, Maya? " la sua voce tradiva la sua emozione
"No Hayami san, non ci credo..come potrei?"
La voce di Maya era un sussurro, teneva gli occhi incollati al pavimento e sentiva il sangue colorarle le guance. Lui sentì scaldarsi dentro, possibile che Maya avesse davvero cominciato ad avere almeno un pò di stima per lui? E poi.. perché aveva sentito il bisogno di venire a dirglielo? Che fosse preoccupata per lui? Fu in preda a questi pensieri che non riuscì ad impedire al suo braccio di sollevarsi leggermente, lasciare che la sua mano si posasse sul fianco di lei avvicinandola ancora un po', e poggiare il viso sul suo ventre morbido e caldo, chiudendo gli occhi.
"Grazie Maya.." Sussurrò sul tessuto della sua camicetta
Lei rimase per qualche istante completamente inerme. Le mani, prima strette a pugno e appoggiate al petto, ora erano completamente abbandonate sui fianchi. Ma il calore del contatto con Masumi, la stretta delicata delle sue braccia attorno alla vita ebbero il potere di destarla. Poggiando lo sguardo sulle sue ciocche morbide, gli circondò le spalle con le braccia e affondò alcune dita tra i suoi capelli. Tante volte aveva desiderato farlo, accarezzargli quei lunghi capelli.. Chiuse anche lei gli occhi
"Vedrà che si sistemerà tutto Hayami san.."
E rimasero così, chiusi nel cerchio magico creato dal loro abbraccio.

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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


Il suono del telefono si insinuò in quell'atmosfera densa di emozioni.
Masumi scostò leggermente il viso dal corpo di Maya pur mantendo la presa intorno alla sua vita. Al terzo squillo subentrò la segreteria e, dopo il messaggio preregistrato, si udì una voce maschile:
"Masumi san, ho appena terminato i controlli che mi aveva chiesto, aveva ragione, la fonte che ha contattato il Tokio News è uno degli uomini della.."
Masumi con uno scatto repentino afferrò la cornetta proprio mentre l'uomo stava per dire il nome dei diffamatori.
"Sono Hayami. Si, d'accordo, hai fatto un ottimo lavoro. Domani ci aggiorniamo. A presto."
Chiudendo poi la comunicazione.
Masumi continuò a fissare il telefono per istanti che a Maya parvero eterni. Dunque aveva saputo chi c'era dietro le diffamazioni pubblicate sui giornali. Chi poteva essere? Ovviamente qualcuno che aveva interesse a mettere in cattiva luce Masumi.
"Hayami san.."
Maya si chinò leggermente sulla scrivania, in attesa che Masumi si voltasse.
Quando lui lo fece, fuggì il suo sguardo e si alzò dalla poltrona, avvicinandosi alla grande finestra che dava sulla città.
"Maya..non chiedermi niente per favore.." disse, con voce calma ma decisa. Maya fece un piccolo passo indietro, sorpresa delle sue parole.
"Teme che possa parlarne con qualcuno? Mi crede così sprovveduta?"
Il tono le uscì più tagliente di quanto avrebbe voluto. Ma la infastidiva che lui non si fidasse, che non potesse considerarla un suo pari. Che si mantenesse così distante.
Masumi si voltò verso di lei e le afferrò i polsi.
"Chibi chan.. meno persone sanno di questa storia e meglio è, capisci?"
mollò la presa e tornò a guardare la città, con espressione amareggiata.
Maya lo guardava sbalordita.
Sembrava essere tornato il vecchio Masumi. L'aveva di nuovo chiamata ragazzina, probabilmente per rimetterla al suo posto.
"In fondo ha ragione", pensò Maya con amarezza, non erano affari suoi. Ciononostante il tono con cui l’uomo aveva detto le ultime parole filtrarono nella mente di Maya con tutto il senso protettivo che celavano. Masumi ancora una volta voleva proteggerla. Sospirò.Prima si accorgeva sempre troppo tardi dei messaggi nascosti dietro il tono sarcastico o insolente con cui lui le si rivolgeva. E le sue reazioni "appassionate"non tardavano mai ad arrivare. Ma ora lei sapeva, o almeno sperava di sapere. Conosceva chi c’era dietro quegli splendidi occhi di ghiaccio. Un uomo capace di amare intensamente, senza chiedere nulla per se.
Si voltò dandogli le spalle.
"D'accordo.. spero solo che la smettano di darle fastidio"
si ritrovò a dire, stupendo Masumi e se stessa per il suo tono pacato.
Masumi sorrise ripetendo nella mente la sua frase. Come poteva dirle che quelle persone in un modo o nell'altro trovavano sempre il modo per raggiungere i loro scopi? Sperò ardentemente che i suoi sospetti circa il movente delle loro azioni non fosse quello che pensava. Sollevò il polso per guardare l’ora sul suo cronografo.
"Non è ancora molto tardi, che ne dici di andare a mangiare qualcosa?"
e accompagnò queste parole con uno di quei sorrisi che facevano letteralmente sciogliere il cuore di Maya.
“E’ davvero bellissimo..” pensò arrossendo e mettendosi una mano, chiusa a pugno, poggiata sulle labbra, rimanendo senza parole.
Masumi non seppe decifrare la sua titubanza, e, ripensando al suo abbigliamento, concluse che probabilmente aveva davvero un altro impegno, magari un appuntamento con Sakurakoji. Con gentilezza, ma non riuscendo a celare un tono deluso, le disse
"Scusami Maya, ovviamente hai altro da fare, va pure e grazie per essere passata"
e si mise una mano nel taschino della giacca, alla ricerca di una sigaretta.
Maya scosse la testa, come a scacciare un brutto pensiero.
Come faceva a non leggere nei suoi occhi tutto il desiderio che sentiva di restare con lui?
"In effetti avrei un impegno però.. potrebbe venire con me, se non le spiace"
Ecco lo aveva detto. Maya chinò il capo e trattenne il respiro. Ora non poteva fare più nulla per frenare gli eventi.
“Che vada come vada” si disse.
Masumi si bloccò all'istante, volgendo lo sguardo verso di lei.
"E..dove?"
"Dai signori Nakamura. Hanno un piccolo ristorante vicino la mia abitazione, mi hanno invitato a cena, per festeggiare il mio compleanno"
"Il tuo compleanno, Maya?" Possibile se ne fosse dimenticato? “Ma no, è domani..” rammentò.
"In realtà è domani, ma Rei e gli altri mi hanno già chiesto di uscire insieme per festeggiare..così con i Nakamura abbiamo anticipato a stasera"
Masumi inspirò l’aroma della sigaretta. Maya lo aveva appena invitato per un’occasione molto personale, intima quasi. Perchè?
"Ti ringrazio dell'invito, Maya, ma è una ricorrenza importante per te, e la mia presenza non era prevista, non vorrei crearti problemi.."
Maya gli fu di nuovo ad un passo.
"Sono sicura che ai Nakamura farà piacere, sono delle persone molto gentili, mi conoscono da tanti anni.. e poi il signor Nakamura cucina benissimo! Venga con me Hayami san!" esclamò con entusiasmo.
Venga con me Hayami san!
Le sue parole toccarono corde nascoste nel cuore di Masumi. Maya desiderava sinceramente la sua presenza. Le aveva servito una perfetta scappatoia ma lei aveva insistito con dolce fermezza. Lasciò che il fumo della sigaretta formasse una piccola nuvola tra lui e il vetro della finestra.
“Non ho voglia di pensare stasera, mi affiderò ad una buona stella, confidando che quello che sto facendo sia la cosa giusta”.
"D'accordo. Ti ringrazio per l'invito, accetto. Dammi solo un minuto per chiudere questi documenti.. accomodati"
e le indicò il divano bianco di fronte la scrivania.
Maya annuendo leggermente col capo si sedette ad un angolo del divano.
Da dove era seduta poteva vedere Masumi chino sul suo notebook, e, complice lo schermo, che la nascondeva parzialmente ai suoi occhi, poté osservare il suo viso concentrato e accarezzare con lo sguardo i suoi lineamenti perfetti.
Era il primo uomo che la incuriosiva in quel modo.
Era il primo uomo che l’attraeva in quel modo.
Rei una volta le aveva detto che era fortunata perché era sempre stata circondata da uomini bellissimi. Satomi, Sakurakoji e aveva citato anche Masumi, perché, parole sue, “che voglia prenderti in giro o farti un complimento, comunque, ti è sempre intorno”. Quando le aveva detto quella frase lei aveva già fatto chiarezza nei suoi sentimenti, però sentire l'apprezzamento di Rei le permise di allungare ulteriormente la lista delle cose che le piacevano di Masumi. Finora ciò che l'aveva colpita assumeva soprattutto i toni di sensazioni, di affinità.. le rose recapitate proprio quando ne aveva bisogno, quelle determinate parole dette al momento giusto, un sorriso o uno sguardo capace di arrivarle nell'anima, un abbraccio inaspettato..
e ripensando proprio al suo primo abbraccio di donna, quella delle prove di Helen Keller, che nulla avevano avuto a che vedere con esempi precedenti e futuri di altri ragazzi, sentì un brivido. Allora non aveva saputo interpretare quel gesto, ma ora capiva che quell'abbraccio non aveva molto di paterno, Masumi si era lasciato andare in quel momento. E lei aveva desiderato poter riprovare quell'emozione cosi forte, la stessa della notte passata al tempio. Ma era tutto difficile. Come ogni cosa nella sua vita.
Forse era per quello che quella sera aveva deciso di andare da lui, e poi di invitarlo a seguirla. Ci aveva riflettuto mentre si preparava a indossare gli abiti di Akoya, per la prova quotidiana. Akoya aveva rischiato, Akoya aveva osato, si era messa alla prova, non aveva avuto paura di soffrire. Aveva dato una possibilità al suo amore. E lei? Lei si era data una possibilità? In fondo, poteva andare peggio di così? Con Masumi che si sarebbe sposato a breve, Sakurakoji che la incalzava, le prove del suo personaggio ancora insoddisfacenti? Si ritrovò a guardare di nuovo il profilo di Masumi e deglutì, chiudendo gli occhi. “Se i suoi atteggiamenti non fossero cosi contraddittori, forse io potrei sperare che.. ma.. prima mi prende in giro, poi mi difende. Mi afferra i polsi per strillarmi contro e poi mi abbraccia facendomi dimenticare anche come mi chiamo. Mi cerca nella pioggia e poi mi dice che sono solo un investimento”.
“Maya?”
la voce di Masumi le arrivò, calda, proprio a qualche centimetro dall’orecchio.
Lei spalancò gli occhi, sorpresa, voltandosi verso di lui e trovandolo chino su di lei, a un palmo dal suo viso.
“Si?” balbettò confusa. Masumi ridacchiò.
“Ti sei incantata? Possiamo andare, ho finito” e indossò la sua giacca, porgendo poi a Maya la sua tracolla, che giaceva sul divano, poco distante da lei.
Lei si mise la borsa sulle spalle, un po’ impacciata, guardandolo torva, e si avvicinò all’uomo che aveva già aperto la porta, facendole cenno di precederlo.
“Andiamo” le disse piano, quando le fu vicino
“Si” disse semplicemente lei.
La porta si chiuse sull'ufficio di Masumi.
Un altro luogo che era stato testimone di un abbraccio tra lui e Maya. "Tornare qui non sarà più come prima" pensò Masumi, e sorrise, raggiungendo poi Maya davanti l'ascensore.

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Capitolo 3
*** Parte 3 ***


PARTE 3

Il viaggio in macchina fu silenzioso.
Maya teneva, rigidamente, le braccia tese davanti a se e le mani chiuse a pugno, appoggiate sulle ginocchia. Manteneva lo sguardo basso, e, con evidente nervosismo, si tormentava un labbro con i denti.
Cercando di non farsi notare, alzò leggermente gli occhi verso Masumi.
Lui sembrava sospeso nel suo mondo silenzioso, una mano sul volante, l’altra sulla marcia, apparentemente tranquillo. Probabilmente entrambi stavano ripensando a quello che era successo nell’ufficio poco prima.
Maya che ribadiva la sua fiducia nell'integrità di Masumi,
lui che l'abbracciava,
lei che lo accarezzava
e poi lo invitava a farle compagnia ad una specie di "cena di famiglia".

Se non fosse stato per il fatto che gli bastava voltare leggermente lo sguardo per trovarsela accanto, Masumi avrebbe pensato di essere vittima di un delirio.
Maya dal canto suo si ritrovò a fare i conti con l'audacia delle sue azioni, e ora si sentiva molto meno sicura che il chiedere a Masumi di unirsi alla sua serata, fosse stata una scelta sensata. Non le erano chiari i motivi per cui aveva accettato il suo invito. Cosa poteva trovare un uomo ricco e potente come lui, nella compagnia di persone semplici come lei, in un piccolo ristorante? D’accordo lui la stimava come attrice, erano così tante le cose che aveva fatto per lei, per il suo percorso artistico. Ma stasera non c’erano spettacoli o prove da sostenere, o serate pubbliche a cui andare.
Stasera era Maya.
E lei si sentì tremendamente misera e inutile, senza la sua armatura di attrice. Lui si sarebbe sicuramente stufato presto. Man mano che si convinceva di queste sue idee provava a radunare il coraggio per dire qualcosa in modo da tirarsi indietro. Ma poi l'immagine di Masumi che la attirava a se, ritornava prepotente nei suoi pensieri.
"Non farti illusioni Maya, è stato un momento di debolezza.. "
quel pensiero ebbe il potere di inumidirle gli occhi. Masumi proprio in quel momento si voltò verso di lei, per dare un’occhiata alla strada, accorgendosi della sua espressione triste. Fece per chiederle qualcosa ma lei l'anticipò
“Ecco, Hayami san, può fermarsi vicino quel cancello, il ristorante è a pochi passi"
Lui annuì e accostò l’auto al marciapiede. Mentre Maya slacciava le cinture di sicurezza, Masumi scese e raggiunse il suo lato della macchina, aprendole lo sportello.
"Stavo pensando che, per evitare troppe spiegazioni stasera dovresti darmi del tu e presentarmi come un tuo amico"
Masumi guardava davanti a se, Maya spiazzata si fermò
"Ma.."
"Sei o non sei un’attrice? Dovrebbe essere facile per te "e le indirizzò un sorriso impertinente.
Lei stava per ribattere quando da un edificio illuminato poco distante, una porta scorrevole si spalancò.
"Maya, sei arrivata!" la signora Nakamura si era affacciata dal ristorante e ora faceva loro cenno di avvicinarsi.

La signora Nakamura ricordava nitidamente la prima volta che aveva conosciuto Maya.
Era entrata, impacciata e intimorita, nel locale, e aveva chiesto se cercavano una cameriera. Doveva aver avuto 16 anni più o meno, aveva lavorato li per un mese, dopo la scuola, per qualche ora al giorno, e lei e suo marito si erano affezionati subito a quella ragazzetta un po' pasticciona ma cosi vitale. I loro due figli l'adoravano.
Per tutti questi motivi avevano continuato ad invitarla, a volte per dare una mano, altre solo per mangiare li.
Oggi però Maya non le appariva più come la ragazzina di tanti anni fa, era diventata più posata, femminile, proiettata al futuro. Erano stati cosi orgogliosi di lei quando avevano saputo dei suoi successi teatrali. E in particolare oggi le sembrava avesse una luce speciale negli occhi.
“Sarà forse per quel bel ragazzo che fa capolino dietro di lei?" si chiese sorridendo.


“Oh, ma hai portato un ospite!Prego entrate"
Maya si fece avanti timidamente nell’ingresso del locale
"Spero non le dispiaccia, signora Nakamura, lui è Masumi Hayami, un mio amico. Masumi, la signora Nakamura"
Masumi accompagnando le parole con un sorriso e un leggero inchino, si sporse leggermente verso la signora
“Salve signora Nakamura, la ringrazio della sua ospitalità e spero di non recare disturbo”.
La signora emise un gridolino.
"Oh, ma cosa dite, siete i benvenuti. Maya, sa bene che i suoi amici sono sempre ben accetti. Piacere Masumi" poi volgendosi verso Maya
"Che ragazzo affascinante che ci hai portato Maya!"
"Minako, non fare stare i nostri ospiti sulla porta" la voce decisa del signor Nakamura arrivò fino a loro dalle cucine.
"Hai ragione caro, prego, entrate ragazzi" e facendo strada li scortò verso il fondo del locale. Era un locale non molto grande, piuttosto tradizionale, ovunque tonalità del legno e color crema. Piccoli tavoli si distribuivano lungo un lato della stanza. Piante ornamentali erano poste a geometrica distanza tra loro, a suddividere gli spazi tra un tavolo e l’altro
"Maya!"
Un bimbetto dai capelli ricci sbucò dalla porta della cucina e travolse la ragazza. Sporgendo le mani verso di lei si fece prendere in braccio
“Hiroshi come sei cresciuto!Masumi lui è uno dei figli dei signori Nakamura, ha 5 anni"
"Eh si” proseguì la signora accarezzando la testa del suo bambino.
“E poi c’è nostra figlia maggiore, Akemi, lei ha 15 anni. Sta finendo i compiti, tra poco scende" e li accompagnò verso il tavolo apparecchiato.
Masumi, togliendosi la giacca e fermandola all’attaccapanni li vicino, osservava la scena. Maya, con ancora in braccio Hiroshi, parlava amabilmente coi coniugi Nakamura. Si respirava un’aria molto familiare. Si ritrovò a sorridere. All’inizio pensava che sarebbe stata una bella serata, semplicemente perché gli era permesso di passare un po’ di tempo con Maya. Ma adesso si accorgeva che quel clima sereno aveva un effetto benefico su di lui. Per una sera sarebbe stato un semplice ragazzo, senza titoli ed eredità pesanti, senza etichette. E avrebbe respirato quell’atmosfera calda, quella che forse dovrebbe esserci in tutte le famiglie, quella che lui aveva dimenticato dopo la morte di sua madre.

“Ciao Maya, buon compleanno!” dalle scale scese una ragazza dai lunghi capelli neri, legati in una coda bassa. Indossava una tuta rosa e un cerchietto dello stesso colore.
“Grazie Akemi. Ti presento Masumi”
“Piacere” Masumi strinse la mano alla ragazza e lei sembrò un po’ intimidita.
"Accomodatevi su, Akemi siediti vicino a tuo padre. Vi porto subito il primo piatto"
La cena fu piacevole e Masumi si ritrovò a ridere delle battute del signor Nakamura e delle facce buffe del piccolo Hiroshi. Akemi era stata piuttosto taciturna, notò Maya, e spesso la sorprese a guardare imbambolata Masumi. Sorrise tra se e se. Masumi faceva indubbiamente la sua figura. Sospirò. Si sentiva bene, tranquilla come raramente le era capitato in questi ultimi tempi. Tutte le preoccupazioni che avevano scandito le sue giornate sembravano essere scomparse. Dall’altro lato del tavolo, invece, la signora Nakamura, si deliziava dei gesti amorevoli che Masumi aveva per la sua Maya. Passarle la salsa senza che lei neanche dicesse parola, chinarsi verso di lei quando gli diceva qualcosa, poggiare la mano sul suo braccio per attirare la sua attenzione. E cercarla con gli occhi. Sempre. Quell’uomo sembrava davvero molto attratto da Maya e il modo in cui si relazionavano mostrava una certa conoscenza e confidenza tra loro. Allora perché Maya non aveva mai parlato di lui? E perché lei a volte arrossiva ai fuggevoli contatti delle loro mani? Tutto questo le sembrava molto romantico, e nello stesso tempo si augurò che la sua ragazza riuscisse a non farsi sfuggire l’amore, se era quello che provava.
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Anche l’ultima portata fu consumata e, ad un certo punto, la signora Nakamura si alzò per sparecchiare parzialmente la tavola. Il marito, invece, si recò in cucina per gli ultimi ritocchi al dolce.
Akemi si avvicinò a Maya con tono supplichevole.
“Maya mi aiuteresti con un esercizio di algebra, non l’ho capito e papà non sa come si fa!”
“Akemi..ecco io..”
Sentendo la sua esitazione Masumi guardò verso di lei, e incontrò gli occhi di Maya. Ci mise qualche secondo per mettere a fuoco..stava come aspettando..un suo cenno? La sua approvazione? Forse lei si preoccupava di lasciarlo da solo. Sapeva che Maya era capace di gesti premurosi e di grande dolcezza, ma era cosi raro che lei li rivolgesse a lui in modo cosi sereno, scontato quasi, come se fossero abituati a passare insieme il loro tempo. La sua attenzione lo intenerì, annuì con la testa e si volse verso Hiroshi, che giocava vicino al televisore.
“Allora Hiroshi, mentre Maya e Akemi fanno i compiti, perché non mi fai vedere quel video gioco di cui mi parlavi?”
“Sii!!” urlò il bambino. Maya fece un piccolo sorriso, rincuorata.
Dopo circa mezz’ora le due ragazze si sentirono chiamare dalla signora Nakamura
“Venite, la torta è pronta!”.
“Un minuto e arriviamo” rispose Maya, mentre Akemi scriveva l’ultimo passaggio dell’esercizio.
Quando scesero le scale si accorsero che il locale del ristorante era completamente buio
“Che succede??” disse Akemi, stringendo una manica della camicia di Maya
“Non lo so Akemi“
“Signori Nakamura?Masumi?” chiamò Maya ma nessuno rispose
“Sta tranquilla Akemi, vedrai che è solo andata via la luce”
Nonostante l’incoraggiamento anche Maya cominciava ad aver paura, ma si sentiva in dovere di proteggere la sua piccola amica. Scesero l’ultimo gradino ed entrarono silenziosamente nel salone
“Tanti auguri Maya!!”
Le luci si accesero insieme e Maya si trovò davanti Hiroshi, che teneva in mano un vassoio con una torta enorme e con sopra una bella candela colorata e fiammeggiante. A breve distanza da lui ritrovò i volti dei suoi amici, Rei, Sayaka, Mina, Sakurakoji… Tutti battevano le mani, divertiti. Anche Akemi si era unita al coro, evidentemente complice della sorpresa.
Più in disparte Masumi sorrideva di quel gioco, e osservava attentamente tutte le espressioni della sua Maya: spavento, sorpresa, gioia. La signora Nakamura si accorse però del pallore del ragazzo. Lui in fondo era giunto li con Maya, non sapeva della loro sorpresa, che non avesse gradito la presenza degli amici di lei? Gli occhi dell’esperienza portarono la signora a guardarsi attorno e altri sguardi anomali le risaltarono agli occhi. Una Maya contenta, ma non proprio così tanto, e il gentile e premuroso Sakurakoji che oggi sembrava alquanto irritato e sorpreso. La signora sorrise e si avvicinò a Maya.
“Allora piccola, ti è piaciuta la sorpresa?”
“Tantissimo signora, e grazie a tutti di essere venuti” rispose lei, volgendo un sorriso caloroso ai suoi amici.
Sakurakoji si avvicinò a Maya attirandola in disparte.
“Maya, che ci fa Hayami san qui?”
Lei cominciò a torturarsi le mani mentre distoglieva lo sguardo. Fece un sospiro e optò per una mezza verità
“Ci siamo incontrati prima di venire qui, così gli ho chiesto se voleva accompagnarmi”
“Maya!” Yuu era assolutamente stupito “Tu hai chiesto ad Hayami san di festeggiare il tuo compleanno con te?”
“Be, è che l’ho visto molto triste..cosi”
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo
“Io non ti capisco proprio Maya, non fate altro che litigare, dici che lo odi e poi..”
Lei alzò gli occhi, una fitta la strinse all’altezza dello stomaco, e un moto di orgoglio sembrò animarla
“Io non odio Hayami san..e poi questo è il mio compleanno e sono libera di invitare chi voglio”
Sakurakoji rimase a corto di parole. Non l’aveva mai vista cosi decisa, e la cosa lo lasciò perplesso
“ok..io non volevo certo dire il contrario. Magari domani ne parliamo, che dici Maya? Siamo amici, no?”
Lei gli sorrise nervosamente
“Certo Sakurakoji, ne parliamo domani”

“Maya vieni!” Hiroshi l’aveva afferrata per la gamba del pantalone e la stava spingendo verso il tavolo.
Il signor Nakamura fece cenno agli invitati di avvicinarsi al tavolo, mentre la signora iniziava a tagliare la torta. Maya fu presa d’assalto dalle sue amiche che le si avvicinarono per farle gli auguri. Un allegro chiacchiericcio si espanse nella stanza. Presi dall’euforia pochi sembravano essersi accorti della presenza di Masumi. Lui ancora in disparte si avvicinò all’appendiabiti per prendere la sua giacca. La signora preparò alcuni piatti con il dolce e Maya cominciò a distribuirlo agli invitati. Notò Masumi accanto all’ingresso e gli si avvicinò per portargli la torta.
“La torta Hayami san” Maya teneva il piatto sul palmo delle mani, tenute a coppa, e Masumi si sciolse alla visione del suo sorriso cosi tenero.
“Ti ringrazio Maya, ma credo sia meglio che vada..” lei abbasso gli occhi e portò il piatto all’altezza del ventre
“Hayami san..io..non sapevo che sarebbero venuti anche tutti gli altri..”
“L’ho capito Maya, sta tranquilla. Solo non voglio rovinare l’atmosfera della tua festa”
“Ma..perchè..?”
Lui si voltò leggermente verso il tavolo
“Sai bene che non sono molto ben voluto dai tuoi amici e, in fondo, anche io e te, non si può dire che abbiamo sempre avuto un rapporto pacifico!” e fece una delle sue brevi, sarcastiche risate.
A Maya, però, tutto questo parve solo molto triste. Eppure, dentro di sè, sentiva anche che non era pronta a palesare a tutti i suoi sentimenti per Masumi. E lui le stava forse fornendo una via di fuga. Pregò, con tutto il suo cuore, che lui la comprendesse, che comprendesse il suo gesto. Gli fece un sorriso cercando di trasmettergli tutto il suo affetto.
Gli si avvicinò un altro po’ e sussurrando appena gli disse “Grazie di essere stato con me questa sera Hayami san..”
Masumi incrociò i suoi occhi, stupito, poi chiuse le palpebre, quasi a fissare nella mente le sue parole, il calore del respiro di lei che gli arrivava fino al collo.
Anche Maya chiuse gli occhi, quando li riaprì la dolcezza era scomparsa,( “ma non del tutto”, si ripetè Masumi i giorni dopo, ripensando all’episodio), e alzando il tono della voce la ragazza disse
“Hayami san non può lasciarmi in pace almeno stasera con le sue proposte inopportune?”
Masumi rimase per qualche secondo spiazzato dal cambio repentino di Maya.
Anche i suoi compagni udirono le sue parole e Taiko e Sayaka si avvicinarono.
“Tutto bene Maya?”disse Sayaka
“Si” rispose, gli occhi incollati al pavimento, incapace di guardare l’uomo chre amava.
“D’accordo ragazzina, pensavo che l’età ti facesse diventare più saggia ma vedo che non è così. Tolgo il disturbo. Chiedo scusa signori Nakamura, grazie per la cena e l’ospitalità”
E si voltò verso la porta del locale. Aprì la porta scorrevole e si allontanò a grandi passi, lasciando i presenti in un silenzio irreale. Maya sentì il cuore gelare, sentiva che una lacrima lottava per bagnare le ciglia.
“Su ragazzi, tornate qui, ancora non abbiamo dato i regali a Maya” Rei, sorridendo, cercò di attirare l’attenzione e il clima sembrò tornare disteso. Lei però rimase ancora vicino alla porta. Le aveva fatto piacere avere i suoi amici li, ma se avesse potuto scegliere tra la loro festa e trascorrere tutta la serata con Masumi? La risposta era ovvia, e lei lo sapeva. La signora Nakamura apparve vicino a lei
“Maya, Masumi ha dimenticato le chiavi della macchina..” e porgendogliele le sorrise affettuosamente.
“Grazie signora Nakamura..” con aria determinata le afferrò e uscì dal ristorante.

Lui era appoggiato con la schiena alla sua macchina, probabilmente si era accorto di aver lasciato le chiavi dentro ed ora si chiedeva, nervoso, se sarebbe dovuto rientrare. Maya corse fino a lui, e, col fiatone gli porse le chiavi. Non una parola uscì dalle loro labbra. Accorgendosi del silenzio e del fatto che Masumi non aveva preso le chiavi, la ragazza alzò lo sguardo verso di lui, incontrando i suoi occhi. Non seppe interpretare subito quello che vi lesse, l’azzurro gli sembrava più vivido e i suoi occhi più grandi. Si udirono dei rintocchi, probabilmente provenienti da un tempio lontano. Successe tutto in un istante. Masumi prese Maya per la vita e l’avvicinò pericolosamente a se. Con l’altra mano le accarezzò la guancia per poi spostare le dita sulla nuca, diminuendo la distanza dei loro visi. I loro occhi non si abbandonarono mai, lei in un espressione sorpresa, preda del batticuore. Lui con un misto di eccitazione e dolcezza, letteralmente rapito dalla presenza di lei
“E’ mezzanotte. Buon compleanno Maya” e poggiò le labbra sulle sue. Uno, due, tre baci sulle labbra, poi lei chiuse gli occhi e tutto mutò, Masumi trovò lo spiraglio che lei gli aveva aperto e lasciò che il bacio parlasse di tutti i suoi sentimenti sopiti. Maya teneva le braccia abbandonate lungo i fianchi, incapace di qualunque gesto logico, ma ricambiò il bacio di Masumi, ardenentmente, come neanche lei pensava di saper fare ed una mano risalì lentamente ad accarezzare il torace dell’uomo. Appoggiato all’auto, Masumi allargò leggermente le gambe in modo che Maya potesse mettersi al centro avvicinandosi di più al suo corpo. Il bacio divenne ancora più appassionato e disperato. Il braccio con cui l’aveva cinta in vita ora attraversava la schiena di Maya in tutta la sua lunghezza. Maya sentì una lacrima scenderle sulla guancia. Lui si allontanò leggermente dalle sue labbra.
“Maya..” sussurrò. Riaprirono gli occhi e si regalarono un lungo sguardo. Si udì uno scalpiccio in lontananza. Masumi si guardò intorno, furtivo. Con rammarico la distanziò delicatamente dal suo corpo.
“Devo andare” le disse mentre tornava ad accarezzarle la guancia.
Entrò in macchina e se ne andò.

 

Ringrazio Columbine_Iceshimmer e Foreverme_96  per aver lasciato un cammento e soprattutto perchè è bello aver trovato altre due persone affezionate a Maya e Masumi! sono due personaggi che amo molto, spero che la mia storia continuerà a piacervi.

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Capitolo 4
*** Parte 4 ***


PARTE QUARTA


Cercando di mettere a fuoco l'immagine davanti ai suoi occhi, Maya si accorse che Rei la stava chiamando da un po', scuotendole anche un braccio per convincerla a svegliarsi.
"Rei, cosa c'è? È tardi?" sollevò velocemente la coperta e si mise a sedere sul letto, gli occhi ancora semichiusi.
"Maya, c'è una persona che ti cerca. Ti sta aspettando qui fuori"
Maya, confusa, si alzò, indossò frettolosamente una maglietta ed una salopettes di jeans, le prime cose che trovò nell'armadio, e scese le scale. I pensieri ancora poco nitidi a causa del sonno. Quando aprì la porta si ritrovò davanti Masumi. Arrossì di colpo, impreparata a quella visione e memore, all'improvviso, dei momenti trascorsi insieme la sera prima.
"Ciao Maya.." disse con dolcezza chinandosi leggermente su di lei
"Scusami per l'orario, ma a quest'ora c'è meno pericolo che girino i paparazzi"
Lei annuì, ancora rossa in volto
"So..so di essere stato piuttosto impulsivo ieri sera ma volevo chiederti, se a te fa piacere, di poterci vedere, magari dopo le tue prove. Ci sono tante cose di cui dovremmo parlare. Ti va di ascoltarmi Maya?" le chiese con emozione.
Lei sgranò gli occhi, la voce di Masumi, la sua espressione, la colpirono per la loro dolcezza. Possibile che il bacio della sera precedente, avesse davvero il senso che lei cosi faticosamente riusciva ad accettare? Possibile che Masumi provasse davvero interesse per lei?
Si strinse le mani sul petto e, faticando ad alzare lo sguardo, gli rispose
"D'accordo Hayami san. Ci vedremo dopo le prove"
Lui annuì soddisfatto e, sollevato, le prese una mano e la baciò con delicatezza.
"A più tardi, Maya"
Detto questo scese i gradini e dopo aver cercato ancora i suoi occhi si avviò a piedi verso l'angolo della strada.
Maya incantata, rimase qualche istante immobile. Poi come un flash si ricordò ciò che Kuronoma aveva detto lo scorso pomeriggio. Quel giorno le prove ci sarebbero state solo la mattina e questo significava che non avrebbe terminato al solito orario. Doveva avvisare Masumi. Indossò velocemente le scarpe e scattò dal suo pianerottolo, dirigendosi verso l'angolo dietro cui l'uomo aveva svoltato. Quando si affacciò sulla nuova strada vide in lontananza l'auto di Masumi, lui era chino sullo sportello del passeggero, che era aperto. Le sembrava stessa parlando con qualcuno. Avvicinandosi solo di un altro passo capì che si trattava di una donna. Maya era sufficientemente lontana da non farsi notare ma abbastanza vicina per riuscire a cogliere le voci dei due.
"Come è andata, caro?"
"Tutto come previsto, Shiori, è pur sempre una ragazzina, ingenua e senza esperienze. Ora sarà facilissimo farmi cedere i diritti se dovesse vincere"
"Tuo padre sarà orgoglioso di te. Sei contento vero, caro?"
"Si, Shiori, e non vedo l'ora che arrivi la rappresentazione, cosi poi potremo pensare solo al nostro matrimonio"
Detto questo lei sollevò una mano per carezzargli la guancia e lui si chinò baciandole le labbra con leggerezza. Chiuse la portiera, si posizionò alla guida e partì. Maya pietrificata dalla scena si accasciò a terra, carponi, cominciando a tremare. Le lacrime cominciarono a fluire copiose mentre pronunciava a voce sempre più alta una semplice sillaba: "No"
Una signora le si avvicinò e presto anche un ragazzo si accostò per vedere cosa era successo, ma lei li scansò malamente. Scossa dai singhiozzi.
"Masumi, perché?!" sentiva una morsa feroce all’altezza dello stomaco, e capì, tutto ad un tratto, che nessuna sua sventura passata le aveva mai fatto provare una disperazione simile.
Ancora gridando spalancò gli occhi e si accorse di essere nel suo letto.
"Maya che è successo? Stai male??" Rei era corsa vicino a lei.
Maya piangeva disperata "Rei..Rei.." e afferrò la maglietta dell’amica, facendola avvicinare ancora di più a se.
“Maya è stato un incubo, va tutto bene, sei qui nella tua casa e ci sono io con te”
L’amica con tono affettuoso cercò di calmarla
"I sogni a volte fanno paura, ma sono solo sogni. E’ la realtà quello che conta"
Rincuorata dalla vicinanza di Rei i singhiozzi di Maya diminuirono gradualmente.
"E’ la realtà che conta.."
Rimasta sola, si accorse che quelle parole avevano avuto il potere di calmarla. Forse Rei aveva ragione, e la realtà dei fatti era che la sera precedente Masumi aveva condiviso una splendida serata con lei, in sintonia e complicità. E poi.. l'aveva stretta forte e l'aveva baciata. E non un bacio superficiale.. il suo vero, primo, appassionato bacio. Il batticuore la prese di nuovo al pensiero delle mani di Masumi sulla sua schiena, al contatto dei loro corpi. Scrollò un po' la testa nel tentativo di ritornare coi piedi per terra e si diresse in bagno. Mentre terminava di vestirsi sentì di nuovo la voce di Rei
"Maya scendi, ti cercano"
A quelle parole la ragazza si immobilizzò e l'elastico con cui si stava legando i capelli le cadde di mano. La paura che il suo incubo si stesse facendo strada nella realtà la colpì come uno schiaffo.
Masumi che si prende gioco di lei.
Masumi che la manipola al punto di ferirla nei suoi sentimenti più profondi.

Allora perché lo ami?
Si chiese, disperata
Perché la Dea scarlatta mi ha aperto la strada all’amore delle anime gemelle, e Masumi era al termine di questa strada.

Si guardò allo specchio e si bagnò nuovamente il viso con un po' di acqua fresca, nel tentativo di recuperare le energie e la vitalità, poi scese le scale. Avvicinatasi alla porta, scorse Hijiri fare capolino nell'ingresso.
"Buongiorno, Maya, e tanti auguri" scaldandola con un sorriso amichevole
"Grazie mille, signor Hijiri" lui si avvicinò e le porse la mano prima nascosta dietro la schiena. Tra le dita una delle sue amate rose.
"Questa gliela manda il suo ammiratore, Maya, non poteva certo dimenticare una ricorrenza così importante"
Maya prese la rosa, prima titubante, poi il suo profumo le ammorbidì il cuore..
Masumi, quanto sono state importanti le tue rose per me.. ad ognuna di essa è legato un ricordo felice. Cosa mi vuoi dire oggi, Masumi? Stai pensando al nostro bacio? Te ne sei pentito? Eri sincero?
Si accorse di aver già dimenticato i timori di poco prima. Si sentiva già spacciata, avrebbe amato disperatamente quell'uomo, qualunque fossero le sue intenzioni. Hijiri si sbottonò leggermente la giacca frugando in una delle tasche interne.
"Insieme alle rose le manda questo, Maya.."
E le porse una busta da lettera. All'interno un messaggio, nella sottile ed elegante grafia dell’ammiratore

"Maya..
oggi ci saranno 21 rose a farti compagnia,
21 come i tuoi anni.
Ciascuna rosa sarà accompagnata dai miei pensieri
e la ventunesima rosa porterà con sè anche il mio dono.
Buon compleanno.
Il tuo ammiratore"

“Avere un posto nel cuore di qualcuno significa non essere mai soli”
(ALEJANDRO PÉREZ)


Maya chiuse gli occhi ripensando alle parole del suo ammiratore. La citazione in fondo al biglietto le aveva fatto provare un brivido. Ora però non poteva fermarsi a pensare. Hijiri, davanti a lei, attendeva di essere congedato.
"Hijiri.. ringrazi di cuore il mio ammiratore e gli dica che.. è sempre con me"
"D'accordo Maya, glielo riferirò. Ancora auguri. Arrivederci Rei"
"Arrivederci, signor Hijiri"
Rei crollò sulla sedia accanto al tavolo della cucina
"Che ammiratore romantico che hai Maya.. trova sempre un'idea originale per starti vicino"
Maya accarezzò un petalo della rosa..
"Lo so bene Rei. Sono molto fortunata "
"Dai facciamo colazione, poi devi correre alle prove"
Maya scattò in piedi
"Le prove!!!" e cominciò a portare a tavola l'occorrente della colazione, ingurgitando poi tutto in fretta.

""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""

Masumi si accorse che il sole stava sorgendo. Il chiarore tenue dell'alba si insinuava tra le tende della grande porta finestra, formando ombre sulle pareti. Aveva dormito solo poche ore, come d'abitudine in realtà, ma questa volta le sue ore insonni erano state popolate da immagini colme di dolcezza. Chiuse di nuovo gli occhi ripensando a lei. Era stata una serata cosi piacevole, si era sentito bene, "a casa", rendendosi conto, con ancor maggiore certezza, che lei era l'unica cosa di cui aveva bisogno. Non sapeva neanche lui cosa era successo quando lei l'aveva raggiunto di nuovo, fuori dal ristorante. Sentiva che sarebbe impazzito se non l'avesse toccata, se non avesse sentito di nuovo il suo profumo. Si sentiva un uomo sull'orlo della disperazione. E capì che non aveva più nulla da perdere. Lei già mi odia profondamente, cos’altro potrebbe esserci di peggio? Se dovrò rassegnarmi ad una vita con Shiori, voglio portare con me un ricordo che mi aiuti a rendere più sopportabili le mie giornate. Perdonami, Maya, so che ti sconvolgerà tutto questo, o ti disgusterà.. E poi l'aveva fatto. L’aveva presa tra le braccia e, il calore di quel piccolo corpo vicino al suo, gli aveva fatto pulsare più forte il sangue. Incrociò i suoi occhi pieni di meraviglia, vi colse colori e sfumature nuove, nulla di somigliante ai lampi di disprezzo che avevano contraddistinto tanti loro scontri. E si avvicinò di più. Sempre di più, finché non sentì la consistenza delle sue belle labbra. E davvero gli sembrò di prendere il volo quando lei iniziò a danzare insieme a lui. Quello che seguì dopo erano solo immagini sfumate. Lui che l'allontanava con dolcezza, che si dissetava di nuovo in un suo sguardo. E poi il rientro in macchina e la lontananza...

I lampioni illuminavano a tratti l’abitacolo della vettura di Masumi. Aggrappandosi quasi al volante era corso via dal quartiere del ristorante a grande velocità. Lo sguardo concentrato sulla strada, la mente completamente assorta in immagini reiterate. Quando gli sembrò di essere sufficientemente lontano accostò l’auto, la spense e poi si abbandonò sul sedile, chiudendo gli occhi, il cuore in accelerazione. Cercava di decifrare la confusione di emozioni che lo attraversavano, così nuove, così travolgenti. Sentiva l’adrenalina scorrere nel suo corpo. Squillò il cellulare.
“Pronto..”
“Masumi san…”
“Hijiri sei tu..”
“Mi volevo scusare, Masumi san”
L’uomo aggrottò le ciglia, ignorando il significato di quell'affermazione
“Non capisco Hijiri..”
“Prima, in fondo alla strada del ristorante.. quando l’ho vista con Maya, volevo allontanarmi con discrezione ma ho urtato una lattina..”
“Vuoi dire che eri tu ad aver fatto quei rumori?”
“Si, Hayami san, mi scusi”
Masumi scoppiò a ridere, ma Hijiri non riuscì a distinguere le sfumature di quella risata, sollievo? Nervosismo?
“Non scusarti Hijiri.. ho temuto che fossero gli scagnozzi dei nostri amici. Se così fosse stato le cose sarebbero peggiorate di molto. Hai controllato che non ci fosse nessuno nei dintorni?”
“Si, ovviamente nei limiti del possibile, non ho scorto movimenti sospetti”
“Bene..” Masumi si rilassò meglio sul sedile.
Se davvero la fortuna era con lui, ora non avrebbe dovuto pensare a cosa dire l’indomani se fossero apparse foto compromettenti sui giornali. Se davvero la fortuna era con lui, ora avrebbe potuto pensare anche tutta la notte ad una giovane ragazza che gli aveva rapito il cuore sempre di più. E fare i conti col fatto che tutto quello che era successo non era un sogno. L’aveva abbracciata con passione, l’aveva baciata come da tanto avrebbe voluto fare. E lei aveva corrisposto al suo bacio.
“Hayami san..”
Masumi si accorse solo allora di essere ancora in chiamata con Hijiri
“Si?”
“Come si sente?”
Masumi sorrise.
“Bene..come credo di non essermi mai sentito. Libero. Felice. Credi sia possibile?”
Hijiri rimase un istante in silenzio
“Si, Hayami san, penso sia possibile e sono davvero contento per lei. Come procederanno ora le cose con Maya?”
”Non lo so Hijiri.. in realtà non abbiamo parlato di nessuna delle tante cose che bisognava dire.. mi sembrava così folle l’idea che lei potesse non odiarmi. Ora, se anche i suoi sentimenti non fossero esattamente come i miei, sento che forse almeno mi ascolterà”
"Rimane tutto inalterato per quanto riguarda domani?"
"Si, Hijiri, fa tutto come avevamo pianificato..voglio che passi un bel compleanno.."
"D’accordo Masumi san. Ora torni a casa, è stata una lunga giornata"
"Hai ragione Hijiri. A domani.



Masumi riaprì gli occhi e guardò il soffitto. Domani era arrivato.

 

 

Ecco un nuovo capitolo, che ne pensate?

buona lettura e alla prossima

 

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Capitolo 5
*** Parte 5 ***


PARTE QUINTA

Palazzo Dayto
“Buon giorno Hyami san”
“Salve Mizuki, può farmi avere il prospetto con gli impegni di oggi?”
“Certo signor Hayami, è già sulla sua scrivania. Volevo dirle però che ci sono già due persone ad aspettarla nel suo ufficio” Masumi trasalì e guardò la segretaria perplesso.
“Si sono presentati come dipendenti della famiglia Takamya”
“Bene.. dalle parole ai fatti, vedo. Vado a vedere cosa vogliono”
“Signor Hayami.. ”
“Stia tranquilla Mizuki. Dimenticavo, appena avrò congedato i signori venga nel mio ufficio. Dobbiamo rivedere alcuni appuntamenti, devo trovare uno spazio per un impegno importante”
Mizuki lo scrutò attentamente. Ormai poteva dire di conoscere molto bene Masumi, ogni sfumatura del suo umore, e, nonostante l’evidente seccatura per i due ospiti inattesi, aveva un aspetto luminoso, una postura rilassata, come se si fosse alleggerito di un grande peso.
“D’accordo Hayami san”
Lo vide avvicinarsi al suo ufficio e avere solo un breve momento di esitazione prima di aprire la porta.
A dire la verità vederlo in quello stato le aveva messo addosso una grande curiosità. Sicuramente la serata precedente e la visita di Maya aveva comportato qualche cambiamento importante. Si guardò le unghie lucide. Il signor Hayami non le sarebbe sfuggito una volta entrata nel suo ufficio. Si ripromise di tirar fuori tutti i suoi migliori metodi di persuasione per carpire qualche informazione. Sorrise sorniona. Faceva il tifo per loro e a suo modo stava cercando di contribuire. Che c’era di male in qualche buon pettegolezzo in anteprima? Ma i suoi pensieri leggeri furono subito oscurati dal ricordo del colloquio che aspettava Masumi. Era palese che le accuse, comparse sul giornale del giorno prima, erano state volutamente messe in circolazione dal giro di Takamya, per tenere Masumi sull’attenti. Probabilmente, la signorina, si era lamentata di sentirsi trascurata dal suo fidanzato. Sperò solo che nessuno si fosse avvicinato al segreto del signor Hayami. Sarebbe stato deleterio per lui ma anche per Maya, soprattutto in questo momento. E poi i Takamya erano un clan pericoloso. Non le restò che attendere la conclusione del colloquio. Mentre componeva il numero di un cliente, come da tabella di marcia, si concesse un sorriso amaro pensando al suo capo. Forse ieri era stata una bella giornata per il suo cuore. Ma aveva potuto godersi quella felicità solo per poche ore.

“ ..perciò volevamo solo rinfrescarle la memoria signor Hayami, impegnato com’è magari sta dimenticando le buone maniere, soprattutto quando si tratta di una fidanzata importante come la signorina Shiori”
Masumi serrò la mascella, e rivolse ai due tipi uno sguardo sprezzante.
“Non ho bisogno di consiglieri per le mie azioni. Vi ringrazio comunque per la visita, portate i miei saluti al signor Takamya” e si alzò dalla poltrona invitando implicitamente i due a fare altrettanto e a concludere il colloquio.
“Arrivederci signor Hayami, magari ci si rincontrerà in giro”
Masumi chiuse la porta alle loro spalle e vi si appoggiò con la schiena.
Ci si incontrerà in giro. Altro avvertimento. Ti stiamo alle calcagna.
Non riuscì a trattenere una risata sarcastica.
“E’ una vita che sono sotto controllo di qualcuno.. mio padre, i miei clienti, la yakuza.. uno più uno meno..”
Chiuse gli occhi, sospirando.
Maya cosa può darti una persona come me. Con una vita già scritta. Tu che sei così spontanea, entusiasta della vita, appassionata. Riaprì gli occhi e guardò oltre la scrivania, verso il panorama della grande città.
Chissà se stai ricevendo le mie rose..

“Maya poco fa hanno portato queste per te”
La signora che si occupava delle pulizie del teatro, si avvicinò alla ragazza tenendo tra le braccia alcune rose scarlatte.
“Maya guarda, sono le rose del tuo ammiratore..”
Sakura le fu accanto e presto anche gli altri attori si avvicinarono. Le prove non erano ancora iniziate, Kuronoma mancava ancora all’appello.
“Il mio ammiratore.. ” sussurrò Maya prendendo le rose.
“Su..leggi il biglietto”
Maya arrossì, e si voltò di spalle
“Dai Maya.. lo sai che siamo curiose, hai un ammiratore così appassionato. Chissà se un giorno ne avrò anch’io uno così!”
Un sonoro sbuffo arrivò da uno dei ragazzi. Sakurakoji.
“Che ci vedete di così fantastico in un tizio che non fa altro che mandare fiori, senza mai farsi vedere?“
“Sakurakoji parlì cosi solo perché sei geloso, di la verità” lo schernì un suo compagno, dandogli anche un buffetto sulla testa. Lui si mise a braccia conserte, stizzito.
“Allora Maya???”
Maya aprì la busta nascosta tra le rose e prese il biglietto

“Ecco le prime rose Maya..
sono 12, come gli anni da te vissuti senza che io sapessi della tua esistenza..
sebbene il mio cuore di ammiratore respirasse già l’attesa della tua apparizione.
Grazie per essere entrata nella mia vita”


Maya sentì il cuore accelerare.. lui che la ringraziava di essere entrata nella sua vita. Si guardò indietro e vide le tante accuse, le urla sprezzanti, l’infantilità con cui aveva sempre reagito ad ogni sua parola ed azione. Cosa poteva mai aver dato a quell’uomo con una posizione sociale rilevante, così affascinante e maturo? Ma soprattutto ad un uomo che le aveva mostrato di saper amare incondizionatamente. Senza tornaconto alcuno. La sua incapacità di trattenere le emozioni ebbe la meglio. Scoppiò in lacrime scappando verso i camerini. Desiderava tanto vederlo, ora più che mai. I ricordi della sera precedente non facevano altro che tornare prepotenti nella sua testa, infiammandole il cuore. Sentiva che il dubbio la stava lacerando profondamente. Sentì bussare alla porta.
“Maya, sono arrivato e stiamo cominciando le prove, vieni” la voce del regista la riportò alla sua realtà.
Le prove. La dea. Il suo grande sogno.


“Hijiri sono io..”
“Masumi san..”
“Come sta andando in teatro? Maya è contenta delle rose?”
”Certo Masumi san..e tutte le sue compagne le fanno un sacco di complimenti per il suo ammiratore..”
Masumi sorrise, se la immaginò imbarazzata che teneva strette le rose e cercava di rispondere alle provocazioni scherzose delle sue amiche.
”Però..”
”Però? Cosa c’è hijiiri?”
”Ecco.. stamattina, quando ha ricevuto le prime rose.. all’inizio era felicissima, poi ad un tratto si è intristita ed è scappata in camerino, credo stesse piangendo”
”Ha pianto..?”
”Credo di si, Masumi san..”
”Hijiri..tu pensi che io la stia..confondendo?”
”E’ proprio quello che pensavo Hayami san.. credo che dopo ciò che è successo ieri, il fatto che non avete avuto modo di spiegarvi, e poi tutte queste attenzioni del suo ammiratore oggi..”
”E’ vero Hijiri.. temo di aver fatto molti pasticci.. invece di renderla felice, di aiutarla ad essere concentrata nelle prove, la sto facendo impensierire ancora di più”
”Io non credo sia tutto così negativo Masumi san, ieri, per quanto sia stato improvviso c’è stato un cambiamento importante, no?”
Masumi rimase in silenzio per alcuni istanti, come per cercare dentro di se un po’ di forza.
”Hijiri devo dirle la verità”
”Masumi san, ma??”
”Glielo devo Hijiri..”
”Io sono d’accordo con lei, ma come mai ha cambiato idea?”
”Avevo deciso di non rivelarmi perché, sapendo del suo odio per me, temevo di darle un profondo dolore. Le avrei distrutto l’unico riferimento positivo della sua vita, l’unica figura da cui si era sentita sostenuta, e per la quale ha provato sentimenti profondi, ma ora.. io.. sento che non prova più odio per me Hijiri.. e forse sopporterà questa verità e riuscirà ad andare avanti. E’ una donna ormai, non posso lasciare che rimanga legata ad un immagine idealizzata..”
“E’ consapevole dei rischi Masumi san? Cosa farebbe se..la perdesse?”
Masumi poggiò un palmo sul vetro nitido della finestra, d’improvviso si sentì privo di forze.
“Non lo so Hijiri..non lo so.. forse tornerò ad essere quello di un tempo.. quando non c’erano sogni nella mia testa, ne speranza di felicità. Ma ora non devo pensarci,Hijiri, è ora di avere il coraggio delle mie azioni, parlarle, rivelarle i miei sentimenti, lottare per il suo amore. Solo dopo la lascerò andare..”


"Salve signorina Mizuki.."
"Maya..che succede?"
"Mi scusi ma avrei urgente bisogno di parlare col signor Hayami"
"Mi spiace Maya, ma è appena andato via, credo che.."
"Signorina Kitajima!" una voce femminile provenì dalle spalle di Maya. Si voltò, e ciò che vide non le piacque
"Oh..buongiorno signorina Shiori.."
"Come mai qui alla Dayto? Non è impegnata nelle prove?"
"Si, ecco io.."
"E’ venuta a trovare me, signorina" disse Mizuki, vedendo Maya in difficoltà
"Lei, signorina Mizuki? Non sapevo vi conosceste"
"La signorina Mizuki si è occupata dei miei impegni nel periodo in cui ho lavorato per la televisione" Maya sollevò lo sguardo, rincuorata dall’aiuto di Mizuki
"Oh, beh, è stata molto fortunata signorina Kitajima, la signorina Mizuki è molto competente"
"Si, signorina, lo so bene.."
"E fa bene a mantenere i rapporti con lei, sono sicura che saprà darle ottimi consigli professionali e sulla vita, vero signorina Mizuki?" l’espressione di Shiori era chiaramente allusiva
"La ringrazio signorina Shiori e sarò ben lieta di consigliare Maya sul lavoro, per quanto riguarda la vita, sarà lei a fare le sue scelte, e sono sicura che se la caverà benissimo"
Shiori si voltò verso la porta dello studio di Masumi, un po' indispettita
"Può informare il mio fidanzato del mio arrivo?"
"Mi spiace signorina, ma il signor Hayami è dovuto recarsi ad un incontro di lavoro"
Maya, ormai insofferente alla presenza di Shiori, si rivolse verso Mizuki
"Beh.. signorina Mizuki, ora la saluto"
"Va bene Maya, passa pure quando vuoi"
"La ringrazio, arrivederci, signorina Shiori"
"Arrivederci signorina Kitajima, buon lavoro con le prove
"Grazie"
Fece un piccolo inchino e andò via.
Masumi..dove sei?



"Signor Hayami!"
"Salve Kuronoma, ero da queste parti e volevo vedere come andavano le cose"
"Diciamo che siamo un po' in stasi. Proprio ora ho dato mezz'ora di pausa agli attori"
"Ah.. Non vedo la nostra piccola dea..."
"Si, ha detto che si allontanava per un po'. Mi è sembrata piuttosto agitata, sa oggi è il suo compleanno e pare che il suo ammiratore la stia riempiendo di attenzioni con le sue rose. Quasi ogni ora ne arrivava una. Ah..l'amore.."
"Crede che l'ammiratore sia innamorato di Maya?"
"Beh, non sapendo nulla sulle sue generalità è un po' difficile dirlo, ma le attenzioni che le rivolge mi sembrano tipiche di un corteggiamento serrato. E dimostra di conoscere molto bene la nostra Maya. A volte ho come la sensazione che sia una persona che fa parte della sua vita quotidiana.."
Masumi trasalì. Pensava di essere stato così cauto, così misterioso, e invece a quanto pare i suoi sentimenti erano andati oltre ogni tentativo di anonimato.. innamorato e vicino a Maya. La sua perfetta descrizione. Voleva vederla.
Dove sei Maya?

 

 

Ringrazio chi sta leggendo questa storia! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 6
*** Parte 6 ***



PARTE SESTA

Masumi si sentiva incredibilmente vuoto. Il bacio scambiato con Maya, aveva contribuito a rendere la lontananza da lei, assolutamente insostenibile. Era appena uscito dal teatro e si guardava intorno, indeciso sul da farsi. Si era recato lì sicuro di trovarla, e del fatto che, in qualche modo, sarebbe riuscito a parlarle, invece lei non c'era. Avrebbe voluto cercarla, ma si era accorto di essere seguito, e doveva assolutamente tenerla fuori da ogni possibile congettura. I suoi pensieri furono interrotti dal suono del suo cellulare. Mizuki. La segretaria, brevemente, raccontò quanto accaduto con Maya e Shiori.
"Mi spiace signor Hayami, ma, davanti alla signorina Shiori, non ho potuto dire a Maya che lei si era recato in teatro.."
"Certo Mizuki, lo capisco. Ha fatto bene"
Mizuki colse nel silenzio che seguì tutta l'amarezza che doveva aver colto Masumi.
"Faccio una commissione e poi rientro in ufficio. E’ riuscita a rimandare gli impegni che avevo dopo le 16,00?"
"Certo, signore. A dopo allora"
"A dopo Mizuki"
Non ripose il telefono ma cercò in rubrica un altro numero
"Hijiri..sono io..ho un altro servizio da chiederti"

Era ora di pranzo. Maya un po' provata dai tanti pensieri di quel giorno, raccolse tutti i biglietti che aveva ricevuto, e li mise in borsa. Voleva andare al parco, comprare una mela al mercato, lungo la strada, e rileggere con calma tutti i pensieri che Masumi le aveva dedicato. * Nello scorrere le sue parole si era scoperta, di volta in volta, commossa o indispettita, l'avevano fatta ridere o sospirare. Lo amava. Si sentiva conosciuta e accettata. E i suoi pensieri sapevano farle provare milioni di emozioni. Fu mentre stava uscendo dal teatro che si accorse che Sakurakoji stava parlando, animatamente, con un fattorino. Si avvicinò ai due, incuriosita dal fatto che Sakurakoji aveva abbassato la voce, non appena si era accorto della presenza di Maya.
"Sakurakoji tutto bene?" chiese al ragazzo.
Vide che il fattorino teneva tra le mani delle camelie rosse, avvolte in mille veli colorati.
"Si, Maya non ti preoccupare.."
Il ragazzo delle consegne la guardò, confrontando la sua figura con la descrizione fatta dall'uomo che gli aveva dato quell'incarico
"Ma lei è Maya Kitajima!"esclamò l'uomo.
"Si, sono io..” rispose Maya allarmata “Cosa succede?"
"Questo dono è per lei..mi è stato chiesto di consegnarlo direttamente nelle sue mani..e di nessun altro.." e così dicendo lanciò un occhiata piuttosto irritata a Sakurakoji.
"Sakurakoji..non capisco, perché non mi hai chiamata?"
lui abbassò lo sguardo, imbarazzato
"Ho visto che ti stavi ancora cambiando e ho pensato semplicemente di portarteli io Maya..non volevo fare nulla di male"
Non del tutto convinta, Maya porse le braccia al fattorino per prendere il dono
"Grazie per la consegna, doveva lasciarmi detto qualcosa?"
"No, signorina, solo consegnarle i fiori. Arrivederci"
"Arrivederci" risposero i due ragazzi in coro.
"Sono molto belli, Maya, non sei curiosa di sapere chi li ha mandati? Magari c'è un biglietto"
Lei fece un passo indietro
"Controllerò più tardi quando sarò al parco, ho bisogno di prendere un po' d'aria.."
In realtà Maya avrebbe voluto subito aprire quei veli colorati, e sapere chi aveva avuto quel pensiero per lei
Non è una rosa dell'ammiratore..ma allora chi..? aveva pensato subito.
Ma l'idea che Sakurakoji fosse li davanti a lei, la infastidiva non poco. Ultimamente le girava intorno ancora più del solito, non la lasciava mai sola. Lei si sentiva soffocare, a maggior ragione ora che doveva prepararsi per interpretare la dea scarlatta. Tutte le domande sull’amore che questo splendido personaggio avevano destato dentro di lei, l’avevano portata a scavare a fondo nel suo cuore. Un’esperienza intima, troppo, per essere condivisa con qualcuno di esterno. Salutò e stava per avviarsi verso l'uscita quando si sentì afferrare per il polso. Yuu la stava trattenendo.
"Maya..va tutto bene? Da un pò ho la sensazione che tu mi stia evitando, anche ieri sera.."
"Va tutto bene Sakurakoji, ho solo bisogno di stare per conto mio, ogni tanto.."
"Maya.." lui le strinse un po' di più il polso..
"Ci vediamo dopo Sakurakoji" gli disse senza guardarlo negli occhi. Strattonò il braccio riuscendo a liberarsi e si avviò veloce verso il parco. Stringeva al petto i fiori che le erano stati donati, cullando in fondo al cuore la speranza che quel biglietto nascondesse un messaggio di Masumi, un Masumi senza maschere, ne dell'ammiratore, ne dell'affarista. Arrivò all'altalena, il posto dove si rifugiava, il posto a cui erano legati dei preziosi ricordi. Prese la lettera e la aprì lentamente.
Solo guardando il foglio capì che era di Masumi. Evidentemente aveva deciso di scrivere quel biglietto repentinamente. In bella vista la grafia, tanto amata,dell'ammiratore. Sorrise.

Maya, sono passato in teatro sperando di trovarti e parlarti, ma, a quanto pare, nulla è semplice nelle nostre vite..

Ma..come? Masumi era stato in teatro quando lei non c'era?
Hai ragione Masumi..nulla è semplice per noi..
Sospirò e continuò a leggere.

Perciò ti lascio questo messaggio..voglio tu sappia che ieri, nonostante l'impulsività, ero sincero, non c'è stato nessun doppio fine o inganno, per una sera sono stato semplicemente io e ho agito lasciandomi guidare da quello che sentivo. Permettimi di parlarti e spiegarti, dopo, se sarà il tuo desiderio, non ti infastidirò più. Mi farò trovare alle 16e30 sul terrazzino del teatro. Li non dovrebbe disturbarci nessuno.
Il tuo amico delle stelle.


Maya si appoggiò il biglietto sul petto. Gli occhi erano lucidi e finalmente un sorriso aveva fatto capolino. Il tuo amico delle stelle.
Le stelle che abbiamo visto insieme, Masumi, sono state importanti anche per te?
Di nuovo si sentì rassicurata. Lui aveva, probabilmente, intuito i suoi timori ed ora le stava dicendo che non c'era nessun inganno in quel bacio. Non voleva farsi troppe illusioni, ma si sentì, comunque, più leggera. La minaccia sperimentata nel sogno della notte precedente, le sembrava sempre più lontana. Ciononostante l'immagine di Shiori le tornò nella mente, in particolare il modo in cui aveva calcato la parola "fidanzato" davanti a lei, parlando con Mizuki. Scrollò la testa e lasciò che la sua mente di svuotasse dei brutti pensieri. Si sentiva felice. Masumi le aveva mandato dei fiori e le aveva ribadito la sua sincerità. Per il resto non poteva fare altro che attendere le 16. Che finalmente Masumi volesse parlargli delle rose? Lo sperò con il cuore, sentiva il bisogno profondo di ringraziarlo apertamente, in modo sincero. Annusò il profumo delle camelie. Il suo era un amore difficile, forse senza speranza, ma lo avrebbe vissuto fino in fondo, ne avrebbe accolto anche l'amarezza e il rifiuto. Tutto, perché quel poco di gioia che avrebbe portato, non le sfuggisse.

Il tempo della pausa si era concluso, si incamminò verso il teatro prendendo una scorciatoia, tra le bancarelle del mercato. Vide della bella frutta fresca e si ricordò di non aver mangiato nulla. Si accosto ad un banco e chiese due mele. Mentre porgeva delle monete al venditore, un uomo le si avvicinò e le sfilò la borsa correndo via e mischiandosi nella folla. Maya non appena realizzò quello che era successo si rivolse al venditore
"Mi hanno rubato la borsa!Mi hanno rubato la borsa!"
L’uomo uscì dal banco e si guardò intorno
"Ho visto signorina..purtroppo c'è tanta gente stamattina, sarà impossibile acchiappare quel delinquente! Però vada alla polizia, così può fare denuncia".
Mentre la ragazza pensava al da farsi - nella borsa non aveva i documenti, visto che erano rimasti nell’altra borsa, e teneva dentro solo poche monete per le piccole necessità del giorno - Maya si ricordò dei messaggi dell'ammiratore e il biglietto di Masumi. Si sentì come se le avessero portato via le cose più care. Scoppiò in un pianto disperato. Il venditore, e, presto, altre persone che si ritrovarono a passare li vicino, cercarono di confortarla. Una signora chiamò un poliziotto e lei denunciò, comunque, l'accaduto. Ma sapeva che, ormai, tutti quei messaggi che tanto le avevano scaldato il cuore, erano andati perduti. Tornò in teatro mestamente. Kuronoma la accolse urlando per il suo ritardo, per poi interrompersi quando la vide piangente. Al termine del racconto I ragazzi della compagnia cercarono di confortarla, pur non capendo il motivo di tanta disperazione, visto che non aveva perso ne documenti ne soldi. Solo Kuronoma e Sakurakoji sembrarono guardarla con comprensione. Cercò di calmarsi e chiese di riprendere le prove.

Erano passate un paio d’ore quando si affacciò Hijiri. Discretamente aspettò che Maya si accorgesse di lui, per non interrompere le prove. Lei chiese di allontanarsi per qualche momento, e lo raggiunse nell’atrio. Lui le porse un’altra delle splendide rose del suo ammiratore. La ventesima. Maya la prese ma non riuscì a fermare la fuoriuscita di una lacrima dai suoi occhi, ancora rossi del pianto precedente. Hijiri la guardò allarmato.
“Cosa c’è, Maya? Pensavo che queste rose fossero per lei fonte di felicità”
“Lo sono!” rispose decisa “Ma..” la voce le si incrinò. Decise, d’impulso, di raccontargli quello che era successo, perchè in fondo Hijiri era sempre stato molto gentile con lei, ed era legato a Masumi. E poi, dentro di se, sentiva che qualcosa non andava riguardo al furto. Era vestita semplicemente, aveva ancora il borsellino in mano quando lo scippatore aveva agito, con tutte le persone che c’erano al mercato, perchè proprio lei?
“Mi spiace tanto, Maya, so quanto tieni ai messaggi del tuo ammiratore”
“Li custodisco ancora tutti, sa? Li tengo insieme e quando sono triste apro la scatola in cui li ho raccolti e li rileggo”
“Non deve rattristarsi, Maya, non poteva prevedere che sarebbe successa una cosa così brutta. Vedrà che il suo ammiratore ha ancora tante parole da regalarle..”
Maya abbassò gli occhi, indecisa sul confidare i suoi timori.
“C’è qualcos’altro che vuole dirmi, Maya?”
“Signor Hijiri, vede.. tra i messaggi che erano nella borsa ce n’era uno che non era dell’ammiratore” si fermò solo per un istante e non riuscì a trattenere un sorriso amaro, le sembrava così ridicola questa situazione, stava parlando di una persona che conoscevano benissimo entrambi, eppure non poteva nominarlo espressamente.
“Ah..” rispose Hijiri, colpito che lei si stesse confidando con lui. Poi, come preso da un’illuminazione, capì che Maya gli stava sottoponendo, involontariamente, una questione che aveva sottovalutato. Il biglietto di Masumi. L’appuntamento. E se fosse stato un furto commissionato?
“Continui Maya..”
“In questo biglietto mi veniva dato un appuntamento per oggi pomeriggio, c’era scritto ora e luogo e.. ecco, sono un pò preoccupata per la persona che mi ha dato questo appuntamento. Non vorrei che ora che il biglietto non è più nelle mie mani..” Maya, fu presa da una paura improvvisa, pensò alle cose che, solo il giorno prima, erano state scritte su Masumi, al suo sguardo preoccupato quando, la sera precedente, dopo averla baciata, si era guardato intorno, accorgendosi di rumori idefiniti. Istintivamente, si avvicinò all’uomo e appoggiò le mani sulla sua giacca, stringendo lievemente il tessuto tra le dita.
“Lo avvisi, per favore”
Si allontanò di scatto, e rientrò di corsa nella sala prove.

 

 

Ringrazio Koe, Kaoru e Ici drive per i commenti! Si, in questa storia M&M sono piuttosto zuccherosi, ma dopo tutti questi anni ce le meritiamo un pò di scene dolci di loro due, no??? Kaoru, vuoi sapere se si troveranno? eh....

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Capitolo 7
*** Parte 7 ***


PARTE SETTIMA

“.. Maya.. questa quattordicesima rosa è per i tuoi occhi, così grandi ed espressivi.. li ho trovati meravigliosi fin da quando eri una bambina e l’emozione mi coglie ogni volta che li incrocio, lasciandomi avvolgere dalla loro brillantezza, che mi parla del tuo cuore.
Il tuo ammiratore”

“.. Maya questa quindicesima rosa è per il tuo sorriso. Sempre avrei voluto che la felicità ti colorasse il volto, lenendo le ferite del tuo cuore, tu che hai sofferto così tanto, tu che da sola hai preso in mano i tuoi sogni e con coraggio li hai portati avanti. Il tuo sorriso che incanta chi ti è vicino, quel sorriso per cui il tuo ammiratore sarebbe disposto a dare tutto.
Il tuo ammiratore”

“.. Maya.. questa sedicesima rosa è per le tue mani, delicate e forti, capaci di dolcezza e di audacia. Quando le stringi al petto per difenderti e quando le tieni aperte davanti a te con generosa accoglienza. Le tue mani che mi incantano sul palcoscenico per i loro gesti armoniosi.
Il tuo ammiratore ”

“.. Maya.. questa diciassettesima rosa è per i tuoi sospiri.. Spero che quando l’amore li farà sbocciare dalle tue labbra, essi siano solo un modo per esprimere la felicità del tuo cuore. Abbi cura del tuo cuore Maya.. non lasciarlo a mani immeritevoli.
Il tuo ammiratore”

“.. Maya.. questa diciottesima rosa è per tutti i mondi che mi hai regalato in questi anni con i tuoi personaggi. Un copione è solo un insieme di parole scritte su carta, e una storia, per quanto bella, non è nulla senza le mille sfumature della tua voce, il ventaglio infinito delle tue espressioni, l’incanto delle tue movenze. Una storia è nulla se non risuona attraverso te.
Il tuo ammiratore

“.. Maya.. questa diciannovesima rosa è per la semplicità con cui affronti le tue giornate. Lasci che quello che ti circonda ti parli, rimanendo così sempre in contatto con ciò che è davvero importante. Vorrei, come te, non confondermi nel caos del mondo.
Il tuo ammiratore “

“.. Maya.. questa ventesima rosa è per dirti grazie.. Quando sei entrata nella mia vita, è come se avessi condotto anche me nel tuo mondo fatto di arcobaleni. La mia vita e la mia stessa natura sono cambiate con te.
Il tuo ammiratore “



Due donne avevano letto e si erano emozionate leggendo i messaggi che le rose viola avevano portato con se in quella giornata.

I tuoi pensieri per me, Masumi.. questi pensieri cosi profondi e appassionati.. come è possibile che siano per me? Per me che sono solo una ragazza senza qualità, una ragazza che sa solo recitare. Come posso meritare questi pensieri?

I tuoi pensieri per lei, Masumi.. questi pensieri cosi profondi e appassionati.. come è possibile che siano per lei? Per lei che è solo una ragazza senza qualità, una ragazza che sa solo recitare. Come fa a meritarsi questi pensieri?

I sospiri dell’una e dell’altra avevano scandito la lettura, facendole innamorare ancora di più di quell’uomo così complesso e capace di serbare tutta quella magia dentro di se. Lasciando l’una stupita e felice e l’altra incredula e invidiosa.

Maya dietro le quinte del palco assisteva alle prove dei suoi colleghi, il mondo della valle dei susini accompagnava la loro vita ormai da tempo. Akoya era con lei e, sebbene lei fosse ben lontana dal sentirsi una dea, capiva di essere una persona un po’ anomala, lontana dal mondo in cui sembrava vivessero tutti, racchiusa nei suoi sogni e nei suoi personaggi, filtrando tutto coi suoi pensieri, che tante volte le erano sembrati cosi semplici, banali forse, ma capaci di farle provare sentimenti assoluti, capaci di coinvolgerla e sconvolgerla fin nel profondo.
All’ennesimo stop di Kuronoma, si accorse di avere in tasca l’ultimo messaggio che gli aveva consegnato Hijiri. Approfittando di una scena piuttosto lunga, che non richiedeva la sua presenza, Maya si nascose un po’ di più dietro le quinte, appoggiandosi alla parete. Con mani tremanti aprì la busta. Era l’ultima rosa. Si ricordò delle parole dell’ammiratore.

“La ventunesima e ultima rosa porterà con se il mio dono per te”

In realtà non le importava molto di ricevere un regalo, tutte le emozioni che aveva provato in questi due giorni, le avevano riempito la testa e il cuore.

E poi era in pena per Masumi.
E poi aveva tanto desiderio di rivederlo.
E poi, poco fa, aveva ammesso con Hijiri di conoscere il suo segreto.

Quante cose potevano succedere in due giorni. Gli occhi le si fecero umidi. Si strinse le braccia attorno al petto al ricordo dell’abbraccio nel quale lui l’aveva avvolta. Si voltò verso la parete, quasi timorosa che qualcuno potesse cogliere il suo rossore. Fece un profondo respiro e prese il biglietto contenuto nella busta.

“La Ventunesima rosa, Maya, come promesso, porterà l’indicazione per il dono che ho pensato per te. Questa sera, appena farà buio, esci all’esterno e ammira le stelle, loro ti consegneranno il mio dono”

Le stelle mi porteranno il suo dono?
Maya, perplessa, rilesse il biglietto. Non capiva appieno il significato di quelle parole, ma ormai aveva imparato a fidarsi di Masumi.
Kuronoma la chiamò da sotto il palcoscenico, toccava a lei. Con un ultimo pensiero per la sua rosa viola, si avvicinò al palco.


"Signor Hayami hanno portato questo per lei"
Mizuki, dopo aver bussato pacatamente alla porta dell’ufficio del suo capo, si avvicinò alla scrivania, e porse a Masumi una busta. Lui lasciò che la posasse sulla scrivania e, dopo qualche istante di esitazione, l'aprì.
“Grazie, Mizuki”
La donna fece un leggero inchino e lasciò Masumi al biglietto misterioso.

"Signor Hayami, ho urgente bisogno di parlarle, l’attendo alle sedici e trenta al parco nelle vicinanze di casa mia. Non mi cerchi in teatro, le prove oggi termineranno prima.
Maya."


Masumi, perplesso, appoggiò il biglietto sulla scrivania. Voltò lo sguardo sulla città, appoggiandosi completamente alla poltrona. Rimase qualche istante in silenzio, poi iniziò a ridere, prima tra se, poi in modo aperto, quasi sguaiato. Istericamente.
Prese il telefono e per l'ennesima volta in quella lunga giornata, individuò quel numero in rubrica.
"Hijiri?"
"Si, Masumi san?"
"Ci è cascata"

Le sedici e trenta erano ormai giunte. Maya stringeva al petto il cellulare. Hijiri l'aveva chiamata da poco, chiedendole, per precauzione, di non recarsi al terrazzino all'orario prestabilito, e di rimanere in camerino e attendere una chiamata diretta del signor Hayami. Masumi l'avrebbe chiamata. Presto avrebbe sentito la sua voce. Hijiri le aveva comunicato i ringraziamenti del signor Hayami, per la premura con cui si era preoccupata per lui, e le aveva rinnovato la sollecitudine con cui attendeva di incontrarla.
Sperò ardentemente che non succedesse nulla all'uomo cui teneva così tanto. Sapeva che stava per esserle concessa una grande possibilità, quella di poter stare in presenza di Masumi senza più nessuna finzione. L'avergli rivelato di essere a conoscenza della sua identità, sebbene all'inizio le fosse sembrata una decisione impulsiva, le aveva tolto un grande peso dal cuore, rimuovendo quell'ultimo muro di incomprensione tra lei e Masumi. Per farsi coraggio si ripromise di non pensare alle conseguenze della sua confessione. Perché ormai era decisa. Avrebbe detto a Masumi quanto ci teneva a lui. Non poteva più tenerlo dentro di se. E’ come se le parole d'amore che le circolavano nella testa le avessero gonfiato il cuore in maniera insostenibile, urlando di uscire. I suoi timori erano tanti, lo conosceva ormai bene ed era sicura della sua purezza d'animo. Forse non l'avrebbe presa in giro, vedendola cosi seria, ma da qui a pensare che potesse ricambiare i suoi sentimenti.. Il ricordo del bacio di nuovo la fece arrossire. Il ricordo delle sue dita sui suoi fianchi e poi lungo la schiena. Si era sentita così confusa rientrando alla festa, sebbene intimamente felice, come non lo era mai stata.

Un bacio di..auguri?
E’ mezzanotte, Maya, buon compleanno..
D'affetto?
Grazie, Maya..
Di scherno?
Sei l’uovo d’oro della Dayto, Maya..

Strinse al petto il cellulare che teneva saldamente tra le mani, all'altezza del cuore. "Mamma..assistici da lassù, ti prego"

L'auto di Masumi si fermò a un isolato dal teatro. Lui e Mizuki scesero e si recarono in un palazzo attiguo, noto per essere sede di studi legali di illustre fama. Prima di entrare guardò l'altro lato della strada e notò Hijiri. Si scambiarono solo uno sguardo. Dopo pochi minuti, un auto scura si accostò proprio davanti l'ingresso del teatro. Ne uscì una donna, vestita di un completo chiaro ed un cappello abbinato, che le celava parzialmente il viso. A passo svelto entrò nella hall del teatro. Le prove della compagnia dovevano essere da poco concluse, ma alcuni attori erano rimasti, insieme al regista, per perfezionare alcune scene. La donna prese un corridoio laterale e si incamminò verso le scale che portavano al piano superiore. La vibrazione del cellulare l'avviso di una chiamata
"Signorina Shiori?"
"Si, Kenta?"
"Qui è tutto tranquillo, Hayami si è recato da circa un quarto d’ora nello studio legale di famiglia. Probabilmente tra poco uscirà per recarsi all’appuntamento”
"Bene, Kenta. Controllate gli ingressi"
“Si, signorina”
Chiuse la comunicazione sul suo cellulare dorato e proseguì. Verso il terrazzino.

 

 

 

so di avere uno stile molto semplice, ma spero che la mia storia vi piaccia lo stesso! questo era il penultimo capitolo.

 

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Capitolo 8
*** Parte 8 ***


PARTE OTTAVA


Shiori Takamya era immobile al centro del terrazzino, lo sguardo rivolto ai palazzi della grande città, visibilmente ansiosa.
Erano passati solo alcuni minuti dal suo arrivo, ma l’attesa del suo trionfo le sembrava già durata troppo. La giovane donna si voltò verso la porta, udendola aprirsi.
"Sei arrivata finalmente.. ma.. Masumi!"
Masumi, lasciando socchiusa la porta, si avvicinò lentamente alla donna.
"Si, Shiori sono io, aspettavi qualcun altro?"
"No, certo che no. Tu piuttosto, cosa ci fai qui" rispose sorpresa e visibilmente a disagio.
Masumi si concesse un fugace sorriso.
"Ho sempre pensato che tu fossi una persona gentile, Shiori. Che le difficoltà create dalla tua salute ti avessero reso più sensibile, capace di intuire il dolore degli altri. Per questo ho sempre creduto che fosse stato tuo nonno e i suoi tirapiedi ad anticipare quello, che secondo loro, fosse giusto per te.."
"Che stai dicendo Masumi? Tu non sai perché sono qui.. io ti ho semplicemente seguito, volevo vederti!"
Masumi questa volta rise apertamente, scuotendo la testa.
"Continui a recitare Shiori, io ho le prove di quello che hai architettato. Fotografie di un tuo dipendente che ti consegna la borsa di Maya, la testimonianza di un venditore che ti ha visto in macchina.. "
Lei si strinse le braccia sul grembo, facendo un passo indietro
"Mi ci hai costretto tu Masumi! Sono la tua fidanzata! E davanti ai miei occhi continuavi a corteggiarla! A mandarle rose viola!"
Masumi trasali.
"Si, so tutto Masumi. Ho visto le foto di Maya che tu conservi tanto gelosamente.. ma sei senza speranza, caro Masumi, lei ti odia! Impazzirà quando saprà che sei tu l'ammiratore"
Masumi le afferrò un polso gracile e l'avvicinò, un sorriso compiaciuto sulle labbra.
"E qui che ti sbagli, Shiori.. lei non mi odia!"
"Sei un illuso, come fai a dirlo? Hai dimenticato tutte le sue imprecazioni contro di te? E poi, visto che l'ami cosi tanto, come mai non sei corso da lei?"
Masumi, che la tratteneva ancora per il polso, strinse un po' di più la presa.
"Bene, avevo ragione, il biglietto è davvero tuo”
Distolse lo sguardo da lei.
“Vuoi sapere come so che non mi odia? Perché è stata lei stessa ad avvisarmi del furto! Era preoccupata per me! Lei sa tutto Shiori! Sa che sono l'ammiratore, e credo che lo sappia già da tanto.."
Masumi le lasciò il polso e rimase a gustarsi l'espressione inorridita di Shiori.
"Perciò.. tutte le volte che parla dell'ammiratore con quel trasporto.. parla di te.."
Lui fece un passo verso di lei, minaccioso
"Cosa avresti fatto oggi, Shiori? Cosa le avresti fatto?" disse, prendendola per le spalle, scrollandola leggermente, il tono di voce decisamente più elevato.
"L'avrei costretta a lasciarti stare! Lei non è adatta a te!"
Lui la guardò negli occhi, e lei sentì quello sguardo affilato arrivarle fino a dentro l’anima, fendendola.
"E come? Gettando altro fango su di me? In modo che lei fuggisse? E se non ti avesse ascoltato, Shiori?"
Lei cercò di staccarsi dalla sua presa, di fuggire dalla sua furia. Senza riuscirvi. Si udirono dei rumori nelle vicinanze dell’ingresso del terrazzino.
"Avrei trovato un modo Masumi.. tu sei mio.." e lo guardò glaciale. Masumi sembrò cogliere un lampo di follia nei suoi occhi. Forse lo era davvero, folle, o forse era solo una povera donna di cui aver pena.
Respirò a fondo, cercando di ritrovare la calma
"Shiori, manderò le foto e la registrazione di questa nostra conversazione, a tuo nonno. Se non ci lascerete stare, farò in modo di farle avere ad un giornale nazionale. Userò i vostri stessi trucchi! Devi annunciare la rottura del nostro fidanzamento. Trova la scusa che vuoi, non mi importa! Nonostante mi fossi adattato ad un matrimonio combinato e conoscessi la tua famiglia, ero sempre stato convinto che tu fossi una vittima, ma ora capisco che, non solo non potrei mai provare amore per te, ma nemmeno rispetto"
Shiori, portandosi una mano alle labbra, scoppiò a piangere
"Masumi, non puoi lasciarmi.. non lasciarmi, ti prego.." il corpo scosso dai singhiozzi
"Signori.." e fece cenno alle due ombre, nascoste dietro la porta che dava sul terrazzo
"Riportate a casa la vostra signora.. credo abbia bisogno di riposare"
"Sei un illuso, Masumi, lei non ti amerà mai! Mai! E’ solo una sciocca ragazzina.."
"Forse.. ma so che qualunque cosa dirà e farà, verrà da un cuore sincero.. addio Shiori”
“Maledetto Hayami, non la passerai liscia!” urlò uno dei due uomini, avvicinandosi rapidamente a Masumi e impugnando una pistola. Masumi gli afferrò prontamente la mano che teneva l’arma e gli disse, a pochi centimetri da un’orecchio:
“Vi consiglio di stare attenti, siete sotto tiro.. ” voltando il viso verso il palazzo di fronte
L’energumeno seguì la linea del suo sguardo e vide, in lontananza, un luccichio sospetto. Alcuni uomini armati erano nascosti dietro delle colonne, sull’attico di fronte.
L’altro uomo lo raggiunse, e lo afferrò per un braccio
“Andiamo!” gli ordinò, poi si rivolse verso la donna
“Venga, signorina Shiori”
Lei li precedette, inerme, come una bambina.
E Masumi si sentì finalmente libero.


*******************************************




“Maya..”
“Hayami san.. sei tu?”
“Si, Maya, sali qui sul terrazzino..ti aspetto”
“Si”



Maya cominciò a correre per il corridoio, se avesse potuto avrebbe chiesto due ali per arrivare subito da lui. Tutti i timori erano stati confinati in qualche posto nascosto della sua anima, avrebbe pensato sul momento alle cose da dire e da fare. Ora voleva vederlo. Sapere che stava bene. Guardarlo negli occhi e trovare lo sguardo di Masumi e dell’ammiratore finalmente uniti. Kuronoma la vide sfrecciare verso le scale.
“Kitajima! Sei ancora qui?” attirando l’attenzione anche degli altri attori.
Lei non rispose, in un battito di ciglio era già davanti la porta che dava sul terrazzino.
“H-Hayami san..” disse col fiatone, cercandolo con lo sguardo.
Lui con pochi passi fu davanti a lei. Rimasero qualche istante a guardarsi, Maya fu costretta ad abbassare lo sguardo imbarazzata. Gli occhi di Masumi erano cosi vividi, curvi in un’espressione tenera. Ora lui sapeva. Tutte le dichiarazioni di affetto che lei aveva esplicitato nei confronti dell’ammiratore.. ora lui sapeva che erano per lui. Si sentì improvvisamente avvampare.
“Io..forse è meglio che..” e fece per volgersi verso la porta. Ma lui fu lesto nell’allungare una mano verso di lei. La prese, delicatamente, per una spalla e la fece voltare verso di lui.
“E’ quasi il tramonto Maya, vieni a vederlo con me.. ti va?”
Lei annuì, agitata. Si avvicinarono al davanzale del terrazzo. Lui teneva le mani in tasca, la brezza serale gli muoveva leggermente i capelli e il collo dell’impermeabile grigio. Maya poggiò le mani sul parapetto, colpita dalla gradazione di colore che il sole diffondeva attorno a se, avvicinandosi all’orizzonte. Mai tramonto gli era sembrato così emozionante e intenso.
“Da quanto..?”
Lei abbassò gli occhi, intuendo il senso della domanda dell’uomo.
“Da Lande Dimenticate. Il fazzoletto, Hayami san, quando lei è venuto a vedermi è stato l’unico giorno in cui ho usato un fazzoletto azzurro..e nel suo biglietto..”
“Ah”. Riuscì solo a dire lui, ma poi fece una breve risata.
“Sono stato maldestro.. ma non è la prima volta che mi capita quando si tratta di te. Hai il potere di confondermi Maya”
“Io..confonderla?”
“Si, Maya.. "
Rimase in silenzio, concentrato, come a trovare le parole adatte.
"Prima che ti incontrassi era tutto chiaro per me..chi ero, quale era il mio ruolo, cosa avrei fatto della mia vita. E sebbene questa consapevolezza mi facesse provare una profonda amarezza, era semplice essere Masumi Hayami. Un uomo capace di pensare solo agli affari, senza scrupoli, totalmente dedito al potere, senza sentimenti”
“No, lei non..” cercò di protestare Maya.
Lui si voltò verso di lei e le prese il mento, tra pollice e indice, azzittendola. Sorridendole continuò.
“Poi sei comparsa tu nella mia vita, Maya, e tutto quello che avevo vissuto fino a quel momento ha, piano piano, cominciato a cambiare forma. Ho cominciato a vedere il mondo in modo diverso, a sentire che c’era altro oltre ciò cui ero abituato. Coltivare un sogno, avere interesse per un'altra persona, godere di un sorriso, di una carezza. Io credo che questi pensieri, questi sentimenti, facessero già parte di me.. ma l’essere un Hayami li aveva sepolti, come se fossero addormentati in qualche parte nascosta. E tu Maya.. tu..” le accarezzò delicatamente una guancia “che mi rivolgessi un’occhiataccia o un sorriso, che mi urlassi contro o mi abbracciassi.. sei riuscita a farmi ritrovare questa parte nascosta. Ed ora non potrei più riuscire a viverne senza”
Maya, istintivamente, gli si avvicinò ancora un po’, poggiando le dita sul petto di Masumi.
“Per questo..” abbassò gli occhi, emozionato “quando mi sono convinto che tu mi avresti solo e soltanto odiato.. ho provato il dolore più grande di tutta la mia vita. Io tenevo a te così tanto, ma ero stato capace solo di farmi disprezzare da te..mi dispiace Maya, io..”
Maya strinse tra le dita la giacca di Masumi, e lo strattonò. Qualche piccola lacrima aveva cominciato a inumidirle gli occhi, senza però venir giù.
“No, Hayami san” disse con voce ferma
“Vuoi davvero che mi metta ad elencare tutto quello che hai fatto per me? Che sei stato per me? Tutto quello che io non ho compreso, prima perché ero solo una ragazzina infantile e poi perché mi sembrava impossibile che tu tenessi a me così tanto? Sono stata io a farti soffrire Hayami san.. e se potessi tornare indietro..”
Lui avvicino il viso al suo, carezzandole la guancia con la sua.
“Maya tu sei così giovane, ed hai un futuro luminoso davanti a te. Io non mi ero mai innamorato prima di incontrarti, e so di essere forse un po’ maldestro, ma..ti affido il mio cuore Maya. Accetterò tutto quello che vorrai darmi. Ma permettimi, comunque, di amarti, anche se dovrò starmene in disparte, in silenzio. Anche se so che sarà difficile accettare che, un giorno, tu possa avere accanto a te qualcuno, io..”
“Hayami san.. come fai ancora a non capire.. ” e si appoggiò sul suo torace, le lacrime ora scendevano lente
“Ho provato in tanti modi a farti capire quello che sentivo.. non immagini cosa ho provato quando sono venuta alla tua festa di fidanzamento, decisa a parlarti dei miei sentimenti, e sentirmi dire che tu e Shiori eravate anime gemelle?”
Maya continuava a piangere sul petto di Masumi, stringendo ancora i lembi della sua giacca
Lui la accolse in un abbraccio disperato. La strinse come aveva pensato non avrebbe mai potuto fare.
“Maya, non illudermi..”
Maya, sentì il cuore esploderle di felicità. Lei, Maya Kitajima, era così importante per un uomo come Masumi? Un uomo che avrebbe potuto avere qualunque donna accanto a sè, per intelligenza, bellezza, agiatezza?
Lei sollevò lo sguardo, e vide i suoi occhi, e pensò che nessuno l’aveva mai guardata in quel modo. E Masumi vide gli occhi di Maya. E si sentì profondamente amato.
Lei stava per dire qualcosa quando la porta del terrazzino si aprì improvvisamente. Entrambi rivolsero lo sguardo all’uscio. Affacciati, e con uno sguardo decisamente stupito, stavano Kuronoma, Sakurakoji e altri tre ragazzi della compagnia.
“Maya, ma cosa..?” esplose Sakurakoji.
Masumi e Maya erano ancora abbracciati. Lei si sciolse dall’abbraccio, lentamente, sorridendo a Masumi, rassicurandolo. Lui ricambiò il sorriso. Poi si rivolse al gruppetto.
“Salve, Kuronoma” il regista rispose con un cenno del capo.
“Se non vi spiace, io e Maya stavamo parlando di cose private, potreste allontanarvi, per favore?” riuscì a dire, con voce apparentemente ferma. Kuronoma sorrise, per poi incappare in una risata, aperta ma priva di scherno.
“Si, signor Hayami, ci scusi, è che abbiamo visto Maya correre qua su ed eravamo preoccupati, sa anche lei come è imprevedibile la nostra piccola dea” e diresse un sorriso tenero a Maya. Lei ricambiò con una linguaccia, per poi fare anche lei un sorriso, grata.
“Aspetti” disse Sakurakoji, alterato, facendosi spazio davanti al regista
“Io non le credo, signor Hayami, che sta succedendo Maya?”
“Sakurakoji!” il tono le uscì forse più severo di quanto volesse. Così chiuse un istante gli occhi. Quando li riaprì diresse un’espressione assai più mite al suo vecchio e caro amico.
“Non devi preoccuparti per me, Sakurakoji, sto parlando tranquillamente col signor Hayami, e credo che da oggi in poi succederà molto spesso..”
E così dicendo lei e Masumi si guardarono. Kuronoma ebbe la sensazione di veder Masumi Hayami ringiovanire, divenire il ragazzo che effettivamente era. Come, finalmente, sgravato da un pesante fardello che ne imprigionava l’essenza. Merito della sua pupilla e della sua magia, ne era certo. Capì che tante cose ora cominciavano ad avere un senso.
“Forza, andiamo ragazzi, e ora di tornare a casa” fece verso Sakurakoji e gli altri. Yuu, guardò ancora un istante Maya. Per un attimo gli parve di vedere una sorta di aura intorno a lei e Masumi. Ma non volle pensarci, sapeva già che capire quello che stava succedendo gli avrebbe fatto molto male.

Masumi si era avvicinato al davanzale del terrazzo. Qualche istante e si accorse della presenza di Maya al suo fianco
"Hayami san..."
Maya si fermò accanto a lui, poggiò le mani sul parapetto. Il tramonto stava lasciando lo spazio all'oscurità, strascichi violacei coloravano ancora la linea dell'orizzonte.
"Maya, finalmente posso mostrarti il mio regalo di compleanno"
Maya si voltò verso di lui, perplessa. Appoggiò una mano sul suo braccio per indurlo a voltarsi verso di lei, ma lui non si girò. Maya non fece in tempo a chiamarlo che udirono un forte rumore, simile ad un colpo di cannone. Lei si volto istintivamente cercando l’origine del frastuono e, in quello stesso istante, il cielo iniziò a colorarsi delle mille luci di fuochi pirotecnici. Fu un esplosione di colori sgargianti e forme maestose, accompagnati dai boati degli spari. In cielo si formò un cuore di un luccicante rosso. Masumi si accostò al suo orecchio.
"Buon compleanno Maya"
Lei lo guardò emozionata. Le luci dei fuochi si riflettevano negli occhi limpidi di Masumi.
"Grazie Masumi.. di tutto" riuscì solo a dire, e gli prese una mano. Lui intrecciò le dita con quelle di lei, e si voltarono di nuovo verso il cielo, ancora squarciato dalle scie colorate.
Si cercarono ancora con gli occhi, poi Masumi se la avvicinò al petto, le circondò la vita con le braccia, e rimase li, dietro di lei, tenendola stretta a se, sfiorandole col mento i capelli.
Al sentirsi stringere in quell'abbraccio, Maya ebbe un sussulto.
"Era da tanto che desideravo stringerti cosi,Maya.."
Lei si girò parzialmente verso di lui, in modo da agganciare i suoi occhi
"Masumi.." istintivamente lui chiuse gli occhi, godendosi il brivido provocato dalla dolcezza con cui Maya aveva detto il suo nome.
"Tutto questo, per me, è nuovo.. Stare cosi con te..io.."
Lui sorrise, e le sfiorò il naso con il suo
"Ti senti bene, qui, tra le mie braccia, Maya?"
Lei arrossì
"Si, Masumi, si.."
"Allora vedrai che andrà tutto bene"
Maya sentì la pena scivolare via e si voltò interamente verso di lui, ricambiando completamente il suo abbraccio.
"Masumi..che succederà ora?"
"Maya.. “ Masumi avvicinò la bocca a quella di Maya, lei sentì il respiro mozzarsi in attesa del suo contatto
“Si sistemerà tutto..vedrai.." e fu sulle sue labbra.

FINE

 

 

Questo era l'ultimo capitolo. Se a qualcuno potesse far piacere potrei postare una seconda parte (già scritta, questa storia è di qualche tempo fa) che parte da questo capitolo e prosegue raccontando un pò come Maya e Masumi hanno "sistemato" le cose, soprattutto tra loro due :-)

Fatemi sapere. Grazie a tutti per aver letto questa storiella.

Carrie.

 

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