Tì AMO..DA SEMPRE di LeggiStorie (/viewuser.php?uid=103604)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPìTOLO UNO ***
Capitolo 2: *** CAPìTOLO DUE ***
Capitolo 3: *** CAPìTOLO TRE ***
Capitolo 4: *** CAPìTOLO QUATTRO ***
Capitolo 5: *** CAPìTOLO CìNQUE ***
Capitolo 6: *** CAPìTOLO SEì ***
Capitolo 7: *** CAPìTOLO SETTE ***
Capitolo 8: *** CAPìTOLO OTTO ***
Capitolo 9: *** CAPìTOLO NOVE ***
Capitolo 10: *** CAPìTOLO DìECì ***
Capitolo 11: *** CAPìTOLO UNDìCì ***
Capitolo 12: *** CAPìTOLO DODìCì ***
Capitolo 13: *** CAPìTOLO TREDìCì ***
Capitolo 14: *** CAPìTOLO QUATTORDìCì ***
Capitolo 15: *** CAPìTOLO QUìNDìCì ***
Capitolo 16: *** CAPìTOLO SEDìCì ***
Capitolo 17: *** CAPìTOLO DìCìASETTE ***
Capitolo 18: *** CAPìTOLO DìCìOTTO ***
Capitolo 19: *** CAPìTOLO DìCìANNOVE ***
Capitolo 20: *** CAPìTOLO VENTì ***
Capitolo 21: *** EPìLOGO ***
Capitolo 1 *** CAPìTOLO UNO ***
CAPITOLO
I
Ero su
un’aereo che mi avrebbe finalmente riportata a casa,dopo
un’anno sarei riuscita a rivedere quelle facce?a tornare in
quel luogo che tanto mi aveva fatto male?
Durante
l’ultimo anno ero stata a New York da mia zia, in un grattacelo
grandissimo e vicino al parco più bello di tutta la
città:Central park. Ero stata lontana da quella piccola città
chiamata Forks, lontana dal ricordo più doloroso, lontana da
lui e dall’amore che IO provavo. Ovviamente ero anche stata
lontana dalla mia famiglia,dalle mie amiche,dalla mia vita e questo
faceva malissimo. Faceva male sentire mia madre al telefono piangere
e pregarmi di tornare a casa. Faceva male leggere le e-mail di Angela
e Mary che mi scrivevano che senza di me loro si sentivano male.
Faceva male non rispondere alle telefonate ad Alice e Rose o alle
loro e-mail. Certo tutto questo faceva malissimo,ma il dolore che
avrei sentito se,girando per le strade di Forks mi fossi imbattuta in
uno di loro due,o se per caso mi fossi ritrovata davanti a quella
casa, ero sicura che sarebbe stato maggiore di qualsiasi dolore si
può provare in un’intera vita.
Per
questo decisi di partire un anno fa,la grande mela mi ha fatta
tornare più o meno quella che ero..a volte ovviamente il
pensiero tornava da lui ma riuscivo a tirarmi su e a dire “Ce
la faccio”. Ho passato un anno a pensare al perché mi
sono comportata così e al perché non ho affrontato la
cosa. Solo dopo ho capito che non l’ho fatto perché
avevo bisogno di crescere, di affrontare la vita. Io non potevo
scappare dal problema perché non era così che si
sarebbe risolto.
E quindi
eccomi qua dentro l’ aereoporto di Seattle a correre più
veloce che posso verso l’uscita. Finalmente dopo un anno
tornavo a casa, per affrontare qualcosa che avevo lasciato in
sospeso. Dovevo crescere, non dovevo più scappare, dovevo
affrontare i problemi a testa alta. E io ce l’avrei fatta.
Ad
aspettarmi fuori dall’ aereoporto c’erano i miei genitori
e solamente due delle mie quattro migliori amiche. Angela e Mary.
Angela era dolce e amorevole,timida e fragile. Mary invece era
esattamente l’opposto,era una persona fantastica entusiasmante
e solare,forte e spigliata. Mi faceva male sapere che ad aspettarmi
non c’erano anche Alice e Rose, ma sapevo che era giusto
così,almeno per me,almeno per ora. Alice era sua sorella,lei
non avrebbe capito e Rose,amava Emmett più della sua stessa
vita e non volevo essere io la causa del loro allontanamento dal
gruppo. Angela e Mary dopo la mia partenza non hanno più
frequentato ne lui, ne i nostri amici e lo hanno fatto per me,non
volevo che questo accadesse ad Alice e Rose.
L’abbraccio
più forte che io abbia mai ricevuto mi fece tornare alla
realtà, Mary e Angela mi erano praticamente saltate addosso e
io ero felicissima così.
“Dio
ragazze quanto tempo!!!..che bello rivedervi..siete fantastiche e mi
siete mancate da morire ogni giorno!”
Le
lacrime avevano lasciato i miei occhi e non ne volevano sapere di
fermarsi.
“Anche
tu Bella…Anche tu ci sei mancata da morire..non lasciarci mai
più ti prego!!” Angela non finì la frase che si
mise a piangere.
“Dai
ragazze basta piangere..ora Bella è qui e questo è
l’importante!” la solita Mary, ma noi le volevamo bene
per quello che era.
Sciolto
l’abbraccio con le più fantastiche delle amiche corsi
dai miei genitori. Dio quanto mi erano mancati. Gli occhi di mia
madre erano pieni di lacrime,per la prima volta dopo un anno erano
lacrime di gioia..non mi disse niente..perchè tra me e lei era
cosi non servivano le parole!
Mio
padre invece mi baciò la guancia con una forza che non credevo
possibile e una volta allontanato mi guardò negli occhi…i
miei erano lo specchio dei suoi,due paia di occhi color cioccolato si
guardavano lucidi.
“Ben
tornata a casa bambina mia!”sussurrò al mio orecchio.
“Grazie
papà!”
Il
tragitto in macchina durò un paio d’ore…raccontai
a tutti di New York, di quanta gente ci fosse,e nonostante tutto di
quanto mi fosse mancata Forks.
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Capitolo 2 *** CAPìTOLO DUE ***
4
mesi dopo
Erano
passati 4 mesi dal mio ritorno a Forks. Non ero ancora riuscita a
chiamare Alice e Rose, non sapevo nemmeno se sapessero che ero
tornata,l’avrei chiamate,avrei raccontato loro tutta la storia
un giorno ma ora non ero pronta. La mia vita era tornata più o
meno la stessa, andavo a scuola,uscivo con le amiche e mi
divertivo(per quanto era possibile). Il più delle volte
riuscivo a nascondere bene il fatto che io fossi felice solo per
metà, il fatto che mi mancasse qualcosa di fondamentale nella
vita e il fatto che volessi tornare a parlare con lui, e con tutti
gli altri. Dovevo essere pronta,ad affrontare tutto quello che mi
aspettava: il dolore,il ricordo,lui
Quel
pomeriggio dovevo uscire con Angela e Mary e se non mi fossi data una
mossa stavolta mi avrebbero ucciso davvero!
“Mamma
sai dove sono gli stivali?”silenzio,odio quando non mi
risponde.
“Mamma?”
finalmente si degna di rispondermi..
”In
camera tesoro,dove vuoi che siano!!”
Oh no
ecco perché voglio una casa tutta su un piano,nel giro di
un’ora avrò fatto su e giù minimo 4 volte. Corro
più veloce che posso per essere pronta per le 5, mi trucco
velocemente e finito di mettere il mascara ecco la macchina suonare.
“Ciao
mamma io esco,ci vediamo stasera!”la bacio velocemente e esco
chiudendomi la porta alle spalle,sentendola urlare un “Divertiti
tesoro!”
“Ehi
ciao ragazze..”un bacio ad Angela e uno a Mary.
“Ciao
Bella!!”
Il
viaggio in macchina non durò molto,e mentre le mie amiche
parlavano di quanto fosse bello e elettrizzante girare per negozi,io
mi preparavo psicologicamente ad un pomeriggio di shopping.
Stavamo
girando da più di due ore,e io ancora non avevo trovato niente
da regalare a nessuno. Odio fare shopping,odio entrare e uscire dai
negozi senza comprare niente e soprattutto odio il fatto di non aver
trovato ancora nemmeno un regalo.
“Io
a mia mamma non so cosa regalarle aiuto!!”mi lamento per la
centesima volta con le mie amiche.
“Se
ti può essere d’aiuto io le ho regalato un profumo,a mia
madre piacciono!”mi risponde Angela tutta contenta del suo
regalo.
“Io
le ho comprato una borsa carinissima,spero che le piaccia”dice
Mary con un entusiasmo che spaventa. Mary è qualcosa di
unico,riesce a mettere energia e felicità in qualsiasi cosa
faccia!! Spesso mi ricorda Alice..già Alice..l’adoravo!!
Come
sempre mi ritrovo a pensare a loro. Alle serate davanti al blue
beach,ai pranzi a casa di Alice e Edward o agli abbracci di Emmett.
Mi mancano da morire tutti loro: Emmett, Jasper, Erik, Ben, Jacob,
Sam, Embry, Emily, Seth, e persino Mike e Lauren
“Bella!!”
“Bella
ci sei??”
“Emm..si
scusate ragazze stavo solo pensando a una cosa!”chiudo lì
la questione e so che loro non indagheranno oltre,perchè mi
conoscono e sanno che se voglio dirgli qualcosa sarò io la
prima a farlo.
In fondo
ho portato via anche loro due dai nostri amici e per loro non deve
essere stato facile. Per Angela che è innamoratissima di Ben
(anche se non lo ha detto nemmeno a noi) e per Mary che vive con uno
di loro:Seth il fratello! Lei gli vuole bene e so che non è
stato facile.
Decido
che per tutti questi motivi,devo raccontargli cosa mi passa per la
testa.
“Sapete
ragazze a volte mi capita di ripensare ai ragazzi..”lascio la
frase in sospeso e quando vedo che non hanno avuto nessun tipo di
reazione continuo
“mi
sento in colpa,cioè io vi ho praticamente trascinato via da
loro e non sono nemmeno rimasta, io sono scappata mentre voi siete
dovute rimanere qui,senza di me e senza di loro..”
Fu
Angela a parlare e questo mi sembrò strano,lei non si era mai
esposta su questa faccenda,pur stando sempre dalla mia parte..
”Bella
non torniamo sulla questione..lei è stata una stronza, era
l’unica cosa che potessi fare,e noi abbiamo deciso di
seguirti..Poi stai tranquilla noi siamo tue amiche se tu cosi sei
felice noi siamo felici per te!”
Mentre
Angela sputava letteralmente fuori tutto quello che pensava, Mary
annuiva convinta.
Il
discorso più lungo che io abbia mai sentito fare ad Angela.
Ero contenta di quello che aveva detto,ancora una volta lei mie
amiche mi avevano dimostrato che loro per me ci sarebbero sempre
state. Eppure mi sentivo in dovere di sistemare le cose.
Ero
stufa di girare per negozi,così pregai le mie amiche di
tornare alla macchina e di metterci in viaggio verso casa.
Come se
Dio mi volesse dare una mano mentre tornavamo alla macchina lo vidi.
Un ragazzone bruno e riccio,con gli occhi castani e dei muscoli che
sembravano stessero scoppiando: Emmett!
Accanto
a lui la sua statuaria ragazza,bionda,occhi azzurri,alta e con due
gambe da modella:Rosalie.
Volevo
correre e abbracciarli come non avevo mai abbracciato nessuno. Emmett
mi era mancato da morire e Rose, dio lei era una delle mie migliori
amiche,come avevo fatto a non chiamarla in questi 4 mesi.
Angela e
Mary con velocità pazzesca stavano salendo in macchina, ma
oggi non sarei scappata se dovevo mettere a posto le cose dovevo
essere forte, non dovevo più scappare.
Mi
avvicinai alla coppia con lo sguardo sbalordito di Angela e
Mary,dovevo prendere coraggio e non so come,le parole mi uscirono di
bocca
“Ciao
Em, ciao Rose!”..tremavo per la risposta che potevano darmi,
era un sacco di tempo che non ci parlavamo, per quanto ne sapevo
potevano essere arrabbiati, sorpresi, delusi..Ero scappata senza dire
niente a nessuno.
“Oh
mio dio Bella..sei tu!! Tesoro ciao!!” Rose mi strinse in
un’abbraccio e io mi sciolsi. Ok non frequentare più gli
altri, ma come avevo potuto abbandonare Rose e Alice!
“Ehi!!”queste
furono le parole di Emmet. Sapevo che lui,più di tutti gli
altri,c’era rimasto male per il mio comportamento, mi voleva
bene come una sorellina, ma lui non sapeva,un giorno gli avrei
spiegato e forse un giorno saremmo potuti tornare quelli di una
volta!
“emm..Scusa
Emmett ti potrei parlare un’attimo?” lo chiesi in modo
cauto aspettandomi un no grande come una casa, invece mi fece un gran
sorriso e mi disse..”Si certo Bells!”
Ci
allontanammo un po’..Rosalie si era avvicinata ad Angela e
Mary,abbracciandole e cominciando a parlare come vecchie amiche,ma
cosa avevo combinato?io sapevo fare solo guai!
Non
sapevo proprio da dove cominciare quindi pensai di iniziare con delle
scuse..
“Scusa,per
tutto”gli disse senza riuscire a guardarlo negli occhi.
“Non
voglio che ti scusi Bells,voglio che torni da noi!!”disse con
la voce più dolce del mondo,dio quanto mi era mancato il mio
fratellone-orso.
“Lo
so,ed è per questo che mi serve il tuo aiuto. Io voglio
crescere Em,voglio affrontare il problema, non scappare. E per
affrontare il problema,devo parlare con lui!”dissi ancora con
gli occhi bassi e tutto d’un fiato,così che le parole
non mi si fermassero in gola!
“Bells,
guardami”e così feci,rincontrare quegli occhi dopo tanto
tempo mi faceva sentire leggera..
”Ti
aiuterò, non aspettavo altro che tu me lo chiedessi!!”
mi guardò con un sorriso raggiante e mi abbraccio con una
forza che mi fece mancare il respiro,ma non mi importava!
“Senti
Em, me lo dai il suo numero voglio vederlo!!”..ora che Emmett
era dalla mia parte,potevo affrontare la cosa con un po’ più
di leggerezza!
“Certo…3400882432”
Lo
memorizzai,salutai Emmett e Rose con un abbraccio e mi diressi verso
la macchina con Angela e Mary. Noi saremmo tornate da loro e io non
dovevo avere paura per questo!
Tornai
in fretta a casa,mangiai velocemente e salii in camera,adesso dovevo
pensare al passato, al presente e probabilmente anche al futuro!
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Capitolo 3 *** CAPìTOLO TRE ***
Quella
notte non dormii bene,mi giravo e rigiravo nel letto. Ad un certo
punto come se fossero passati solo pochi minuti invece di 9 ore,la
sveglia suonò.
Drin,drin,drin.
La sveglia stava suonando e io dovevo alzarmi per affrontare la
solita,lunga giornata di scuola. Non andavo male a scuola,certo non
ero un genio, ma me la cavavo bene. L’unica cosa che proprio
non sopportavo era l’alzataccia,io odiavo svegliarmi presto, e
in più oggi avevo una notte insonne sulle spalle..
Mi
vestii in fretta,in ritardo come sempre,feci colazione al volo e
uscii di casa. Mary era come sempre li che mi aspettava,salii sulla
sua bellissima mini senza neanche dire buongiorno. Chi mi conosceva
lo sapeva,io di prima mattina non parlavo mai!
Arrivate
a scuola trovammo un’Angela entusiasta e felice. Io e Mary ci
guardammo e ci dirigemmo verso di lei!
“Ciao
ragazze!!!” ci abbracciò con forza,io mi limitai a un
sorriso e un cenno con la mano,mentre Mary assecondò il suo
entusiasmo!
“Buongiorno
Angela,come mai così di buon umore?”
“Oggi
Ben mi ha salutata,appena un’attimo fa,prima che arrivaste voi.
Oddio mi sono sciolta vi giuro..”Angela continuava a parlare ma
io non prestavo più molta attenzione a quello che diceva. Ero
presa dai miei di pensieri e non volendo ricordai..
INIZIO
FLASHBACK
Eravamo
a casa di Edward e Alice..un pranzo tutti insieme,lo facevamo più
o meno ogni settimana. Entrai di corsa senza pensarci in cucina e
quello che vidi mi fece tremare, c’erano Edward e Tanya stretti
l’uno nell’altro..un bacio romantico,dolce,fragile quasi
come se le due bocche dovessero conoscersi..le labbra si staccarono
piano ma loro rimasero abbracciati in modo cosi intenso che dovetti
spostare lo sguardo. Non era certo un’abraccio tra amici..non
era certo come quelli che Emmett dava a me..no quello che avevo visto
era molto di più..erano un bacio e un’abbraccio di due
persone che si amano..o che almeno stanno iniziando ad amarsi…erano
talmente coinvolti che non si accorsero nemmeno di me…così
senza fare rumore uscii dalla cucina,uscii da quella casa e non ci
tornai mai più..Tornai a casa il più in fretta
possibile,non diedi spiegazioni a nessuno nemmeno a Emmett. Entrai
nella mia camera presi la mia valigia e la riempii delle prime cose
che mi capitavano sotto le mani.
“Ehi
tesoro ma cosa stai facendo?”mia madre entrò e in viso
potevo notare la sua preoccupazione.
“Vado
a stare da zia Kate e zia Irina..io non posso più stare qui
mamma,scusami.”ed era vero io non potevo e non volevo più
stare a Forks.
Non
so cosa mia madre vide nel mio sguardo:
rabbia,delusione,sofferenza,amore..non lo sapevo e in quel momento
non mi importava.
“Va
bene tesoro, chiamo tuo padre, ti portiamo in aereoporto oggi stesso
se vuoi!”
Disse
quelle parole con la tristezza negli occhi,lei non voleva che io me
ne andassi, però,come sempre,mia madre mi aveva appoggiato.
Mandai
un’e-mail ad Angela e Mary con scritto tutto quello che era
successo. Mi feci portare in aereoporto la sera stessa e partii senza
voltarmi indietro,nemmeno una volta.
FINE
FLASHBACK
Io e
Edward eravamo semplicemente amici..buoni amici..ottimi amici..cavolo
migliori amici e io mi ero innamorata di lui, in realtà lo ero
sempre stata,è vero non mi ero mai esposta,non c’ero mai
riuscita..però Tanya lo sapeva,lei era mia amica. Noi eravamo
unite come con Angela e Mary,come con Alice e Rose. Lei lo sapeva e
si è innamorata di lui comunque. Dopo quell’episodio non
sono più stata me stessa,con nessuno, nemmeno con i miei
genitori. Volevo andarmene da quella città, perché
tutto d’un tratto,non avevo più niente e nessuno che mi
trattenesse in quel posto,nemmeno Angela e Mary,nemmeno Emmett,
nemmeno Alice e Rose
“Bella
è suonata la campanella dobbiamo entrare,corri!!!” la
voce di Mary mi riportò al presente sentivo ancora il dolore
nel petto. Quanto aveva fatto male??probabilmente troppo!
“Sì
arrivo!!”
Continuò
così più o meno tutto il giorno,ricordi su ricordi. Non
mi accorsi nemmeno delle ore passare,ma ad un tratto mi ritrovai
seduta sul mio letto,con il cellulare tra le mani e quel numero sul
display..
“Lo
chiamo?ma si dai lo chiamo. Alla fine che mi può dire?no non
voglio parlare. Posso sopportarlo??si ho passato un’anno senza
di lui. Ce la posso fare!”
Oramai
parlavo da sola. Erano ore che mi facevo domande e mi rispondevo. Ok
Bella fatti coraggio, come ieri con Emmett sù. Spinsi il verde
e aspettai con ansia..
Tu,Tu,Tu…al
terzo squillo rispose..
“Pronto”sentire
quella voce dopo tutto quel tempo mi fece fermare il cuore.
“Pronto
Edward,sono Bella!”oddio ma che voce sto usando,Bella sii te
stessa!.
“Bella??”ecco
non si ricordava di me..perfetto!
“Si
Bella,l’amica di Angela e Mary!”cazzo ma poteva
ricordarsi di me come “l’amica di”.
“Si..emm
avevo capito chi eri ma…emm perché mi stai
chiamando..cioè,non fraintendere mi fa piacere ma..sei sicura
di aver fatto il numero giusto??!”
“Edward
certo..io..emm..volevo chiederti una cosa..cioè,ho bisogno del
tuo aiuto!”
“Oddio
Bella che c’è..così mi fai preoccupare..perchè
ti serve aiuto,è successo qualcosa??”
Eccolo
quello che volevo sentire,quello che mi facesse sperare che c’era
ancora una possibilità. Lui era preoccupato,era ciò che
più amavo di lui,Edward si preoccupava di tutti,ma soprattutto
si preoccupava per me!
Mi
affrettai a rispondere..”No No Edward non è successo
niente,voglio solo parlarti,se è possibile..”
“Ah
mi hai fatto prendere un colpo. Comunque, si certo quando
vuoi..domani ti va??”
“Emm..si
dove??”
“Davanti
al blue beach,ti va bene?facciamo verso le 4 e 30?”
“Ok..blue
beach 4 e 30!...e…emmm grazie!”
Non lo
feci nemmeno rispondere,chiusi il telefono contentissima. Non mi
aveva chiesto quando ero tornata,ne perche me ne fossi andata. Scesi
di sotto dai miei,stasera mi andava di stare in famiglia!
Dopo
cena corsi a farmi una doccia e dopo aver asciugato per bene i
capelli mi misi nel letto. Non avevo sonno,però chiusi gli
occhi lo stesso. Non so dopo quanto mi squillò il telefono,era
tardi,le 23,forse le 23 e 30…ma chi è che mi chiama a
quest’ora?? Risposi senza neanche guardare chi era!
“Pronto”..la
voce impastata dal sonno,anche se effettivamente non stavo dormendo..
“Pronto
Bells!”..Emmett,che bello avevo proprio voglia di raccontargli.
“Ehi
Emmett…che bello che mi hai chiamato,volevo proprio
raccontarti”dissi felice come una bambina la mattina di natale!
“Lo
so Lo so,sono il tuo migliore amico!”poche,pochissime
parole,che però mi riempirono il cuore. Era vero nessuno come
Emmett sapeva capirmi.
“Già”fu
la mia unica risposta. Iniziammo a parlare e non finimmo più
come nostro solito. Mi addormentai con il telefono ancora
all’orecchio e dormii fino alla mattina seguente,senza sognare!
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Capitolo 4 *** CAPìTOLO QUATTRO ***
Mi
svegliai più tardi del solito,mi vestii velocemente e uscii di
casa che non avevo fatto nemmeno colazione. Non volevo fare
tardi,quella mattina sarei andata a scuola con una felicità
diversa dalle altre mattine,una felicità diciamo completa!
Salutai
Angela e Mary con un “Ciao ragazze!!” molto strano da
parte mia vista l’ora,quindi loro mi guardarono e scoppiarono a
ridere.
“Ehi
Bella,ma che hai stamattina,ci vuoi raccontare o no?”mi chiese
Angela tra una risata e l’altra!
“Si
ragazze ora vi dico tutto,però camminiamo sennò
facciamo tardi”
Cominciai
a raccontare loro tutto quello che mi era successo da ieri pomeriggio
a stamattina,la conversazione con Edward e quella con Emmett,
l’appuntamento di oggi pomeriggio e i dettagli di quello che
gli avrei detto..conclusione??durante tutta la mattinata non fecemmo
altro che ridere, scherzare e sperare che tutto tornasse come ai
vecchi tempi!
Mary mi
riaccompagnò a casa e mi salutò con un bacio sulla
guancia e un “in bocca la lupo”gridato mentre si
allontanava.
Entrata
a casa mia madre mi coccolò per non so quanto tempo..
“Ehi
mamma non ci vediamo solo dalle 8 di questa mattina”le dico
sorridendo,mi piacciono le coccole fatte dalla mia mamma,ma non ne
capisco il motivo!
“Lo
so Tesoro mio…ma oggi sei felice,sei contenta,sei..come dire
sei tornata quella di una volta!”
Quanto
avevo fatto soffrire mia madre?Quanto avevo fatto soffrire tutti
quelli che mi volevano bene?Mia madre era stata forte, mi aveva vista
diversa, mi aveva vista triste e non aveva mai detto niente. Ha
saputo aspettare, ha saputo darmi coraggio quando non ne avevo,si era
fatta forza quando tra le lacrime gli dissi che volevo andare via da
li. Tutto questo mi fece venire gli occhi lucidi,così senza
aspettare oltre le raccontai tutto,felice come non mai di essermi
confidata con mia madre!
Presto
furono le 4 e 15,quindi decisi di andare. Era vicino,ma io ero a
piedi e ci avrei messo un po di più a raggiungere il blue
beach. Mentre camminavo,pensavo a come sarebbe stato rivederlo dopo
cosi tanto tempo. Durante questi 4 mesi,avevo fatto di tutto per non
incrociare neanche per sbaglio ne lui,ne lei e ne tanto meno loro due
insieme!
Voltato
l’angolo lo vidi,era già li che mi aspettava:era bello
come lo era un’anno fa. Con i suoi capelli disordinati ma che
hanno un loro senso, alto e con un fisico muscoloso ma non troppo,
gli occhi di un verde smeraldo,così profondi e sinceri. Lo
amavo,dio quanto lo amavo. Più di quanto immaginassi, e
tuttavia più di quanto io volessi.
Mi venne
incontro senza imbarazzo,senza vergogna. Mi abbracciò e
finalmente mi sentii completa
“Ehi
Bella,dio quanto tempo..sei..sei..sempre la solita”come dovevo
prendere questa frase che aveva detto??
“Lo
devo prendere come un complimento?”chiesi divertita..lui mi
sorrise,con quel sorriso da mozzare il fiato..il suo sorriso sghembo
che tanto amavo e che tanto mi era mancato.
“Si
certo!!!” mi disse,abbracciandomi di nuovo.
“Allora,avevi
bisogno di me e io sono qua,dimmi!”chiese. Non riuscivo nemmeno
a dire il mio nome,ma lui era li, li per me e io dovevo spiegarmi.
“Edward
io devo sapere che cosa ho che non va?”gli chiesi e lo guardai
quasi implorandolo di rispondermi sinceramente!
“Bella
non c’è niente che non va in te assolutamente..solo che
tu sei scappata,nel vero senso della parola,un giorno eri a pranzo
con noi il giorno dopo eri a New York..sei scappata da me, da Emmett
e da tutti quelli che ti volevano bene. Non ti sei fatta più
sentire e Angela e Mary continuavano a dire ad Alice che tu avevi
bisogno di cambiare aria. Perchè Bella?Perchè?”
Disse il
tutto senza riprendere mai fiato,come se tutte quelle parole le
avesse tenute dentro per tutto questo tempo e ora facevano a botte
per venire fuori tutte insieme.
Alzai lo
sguardo e incontrai i suoi occhi. Se non distoglievo lo sguardo
subito,sarei stata incapace di formulare una frase di senso compiuto.
Guardai verso il mare e poi tornai a lui..
“Perché
dovevo e volevo difendermi!”dissi in un sussurro.
“Da
me?”mi chiese ,nella voce potevo sentire che sperava con tutto
se stesso,che la mia risposta non fosse si.
Ma io
dovevo essere sincera..era stato lui a spingermi ad allontanarmi da
loro e dalla mia città.
“Da
quello che..sei..emm cioè,da quello che eri diventato per
me!”rossa…completamente rossa di vergogna.
“Da
quello che sono??O da quello che ero??”disse dolce!
Non
volevo rispondere,se avessi risposto sarebbe uscita tutta la
verità..che lo amavo,che lo amo e che forse lo avrei amato per
il resto della mia vita!
“Bella,dimmi
la verità ti prego”qualcosa nella sua voce,mi spinse a
parlare..
“Edward
io…io ti ho sempre amato,ti amo dai tempi delle torte con il
fango,ti amo da prima di Tanya e ti amo anche ora che stai con lei.
Mai ho smesso di farlo,neanche il periodo che sono andata a New
York.”
Non
rispondeva e questo mi preoccupò non poco,avevo detto troppo e
lo sapevo,decisi di lasciargli lo spazio necessario cosi che pesasse
ogni parola di quello che avevo detto.
“Edward
io non voglio intromettermi tra voi due,e l’ultima cosa che
voglio è fare passare a lei quello che ho passato io..io
forse,forse io non ti avrei dovuto dire niente..scusami!”gli
diedi un bacio sulla guancia e me ne andai..
Non mi
corse dietro come succede nei film,non urlò il mio nome e non
me lo ritrovai davanti casa, con un sorriso dolce che mi sussurrava
che anche lui mi amava. No niente di tutto questo,quindi arrivata a
casa neanche mangiai, mi misi il pigiama e me ne andai a dormire!
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Capitolo 5 *** CAPìTOLO CìNQUE ***
Mancavano
un paio di giorni all’inizio delle vacanze di natale,ed io ero
tutto tranne che eccitata,stando a scuola almeno metà della
mia giornata era occupata dallo studio,con le vacanze cosa avrei
fatto per non pensare a quello che era successo ormai una settimana
fa?..
Durante
questa settimana,sono uscita un paio di volte con Emmett. Mi ha
consolato, mi ha abbracciata fino a quando le lacrime non hanno
smesso di scendere.
Una sera
siamo andati a bere una cosa in un locale e li gli ho raccontato
tutto..
Che ero
innamorata di Edward da sempre,dell’episodio di Tanya,del fatto
che lei sapeva e comunque non le è importato. Gli ho
raccontato del viaggio, di New York e ci siamo promessi di riandarci
insieme un giorno. Mi ha ascoltata senza interrompermi mai,Emmett è
davvero incredibile e io lo adoro.
Con in
mente ancora i ricordi della serata al pub con Emmett,torno a casa a
piedi,perché Mary quel giorno non era venuta a scuola. Stavo
camminando in una stradina secondaria,con gli occhi bassi attenta a
dove mettevo i piedi, quando mi scontrai con qualcosa,o meglio con
qualcuno. Alzo gli occhi pronta a chiedere scusa,quando vidi chi era.
“Alice”dissi,cavolo
era davvero lei:gli occhi blu come il mare,i capelli corti,tutti
spettinati e neri. Era la solita Alice eppure ancora non ci credevo!.
“Ciao
Bella”mi disse timida..timida??aspetta un momento,la timidezza
non era proprio una caratteristica che rappresentava Alice.
“Alice
tutto bene?..sembri diversa!”le disse,e lo era davvero. Teneva
gli occhi bassi e si stava torturando le mani. Sembrava come,se io
fossi l’ultima persona,sulla faccia della terra,che volesse
incontrare.
“Io..emm…si
si sto bene,scusa ma ora devo andare,ci si vede in giro Bella
ciao!”cavolo ma che le era successo?? La fermai appena in tempo
per un braccio.
“Ehi
Alice,ma che ti succede? Sembra quasi che non vuoi parlarmi,lo so
dovevo chiamarti prima,dovevo dirti che ero tornata e dovevo venirti
a trovare ma..sai sto cercando di risistemare le cose un po per
volta, scusa comunque io…io..”mi mise una mano sulla
bocca per farmi stare zitta e comincio a parlare lei..
“Bella
Bella calmati!”un po’ dell’Alice che mi ricordavo
cominciava a venire fuori..
”Io
non ce l’ho con te e non c’è assolutamente bisogno
che tu mi chieda scusa. Hai fatto quello che era meglio per te,anche
se non so il motivo,quando vorrai io ci sarò..ma..”non
c’era bisogno nemmeno che continuasse,sapevo cosa stava per
dire –ma il fatto che tu ami mio fratello e lui no, un po
complica le cose!- Invece restò in silenzio,così la
incitai a continuare
“Ma..”dissi
“Ma
Bella,quella che ti deve chiedere scusa sono io, ero strana prima
perché mi vergognavo di parlarti cioè,mio fratello è
strano ultimamente e so che vi siete visti e forse non so ce l’hai
con lui e quindi anche con me..”
Stava
dicendo cose senza senso, e la Alice che tanto cercava di mettere a
tacere,quella fragile,quella che aveva 1000 paure cominciava a venire
fuori..
“Alice
calmati..io non ce l’ho ne con te,ne con tuo fratello”..nemmeno
il nome riuscivo a dire??
“Ah”..questa
Alice rimaneva spesso senza parole
“Alice
ti va di vederci un giorno,ti spiego come sono andate le cose e
perché nei mesi a New York, non ho mai risposto a una tua
telefonata o a una tua e-mail..”
“Ma
si certo anche ora se vuoi,se ti va possiamo andare a casa mia,ci
chiudiamo nella stanza con le pop-corn e chiacchieriamo per ore,come
hai vecchi tempi..”
Sarebbe
stato bello tornare in un lampo ai vecchi tempi,prima del dolore e
delle delusioni. Eppure casa sua mi sembrava un passo troppo
azzardato,potevo incontrare lui e cosa gli avrei detto?Tutto il mio
ragionamento mi portava a rifiutare l’invito eppure..
“Ma
si certo come ai vecchi tempi,dove hai la macchina??”chiesi
“Qui
vieni”..la seguii e quando capii a quale macchina si riferiva
mi si gelò il sangue. Una Volvo grigia metallizzata,faceva
bella mostra di se. Io salii senza dire niente,ma penso proprio che
dalla mia espressione Alice capì quello che mi stava passando
per la testa.
“Emm..scusa
Bella, ma io e Edward per il momento la dividiamo”disse
velocemente
“Ah
capisco..”
Dopo
pochi minuti ci trovammo di fronte casa Cullen,era bella come la
ricordavo grande, luminosa, con un giardino ordinato e
pulito,sicuramente merito di Esme..
Entrati,salutai
la mamma di Alice e Edward ..
“Salve
signora”..
”Oh
ciao cara,che bello rivederti”
“Emm..grazie
anche per me è un piacere rivederla”
“Dai
mamma molla Bella,ci vediamo a cena ok?”la baciò e ci
dirigemmo in camera di Alice
Salite
le scale stavamo per entrare in camera di Alice quando una voce ci
fermò…
“Ciao
sorellina”le disse scompigliandole i capelli
Alice lo
saluto con una linguaccia,poi si rivolse a me
“Bella
ti aspetto dentro”..stavo per fermarla per dirle –no
Alice ti prego,non lasciarmi qui con lui- ma lei era già
sparita
“Ciao
Bella”..cercava di essere il più naturale possibile,ma
si vedeva che era a disagio
“Emm…ciao
Edward tutto ok??”cavolo quella che doveva essere a disagio ero
io non lui
“Si
tutto ok..io..emm io vado ciao!”disse cosi veloce che ho
rischiato di non capire
“Ok
ciao!!”fredda..fredda come il ghiaccio. Lo guardai e quello che
vidi mi spiazzò, possibile che fosse triste perchè io
ero stata così fredda??
Dopo la
conversazione con Edward,di parlare con Alice proprio di lui non mi
sembrava una prospettiva brillante. Però lei era mia amica,
lei mi avrebbe appoggiato e aiutato,proprio come Angela e Mary..così
anche se col groppo in gola,e con le lacrime che volevano a tutti i
costi uscire gli raccontai tutto. Proprio come Emmett quando gli
dissi di Tanya e del fatto che lei sapeva..si arrabbiò
moltissimo, ma io come feci con Emmett la calmai,e gli dissi che
adesso andava tutto bene. Restammo un po in silenzio,quando ad un
certo punto mi guardò e scoppiò a piangere..
“Ehi
Alice,perchè piangi?”le dissi abbracciandola
“Mi
sei mancata moltissimo Bella,non farlo mai più ti prego”disse
tra un singhiozzo e l’altro
“Oh
Alice..ti giuro che non scappo più”le dissi
La mamma
di Alice mi invitò a rimanere a cena,ma dopo quello che era
successo non mi sembrava proprio il caso, così rifiutai
gentilmente. Alice mi riportò a casa verso le 8 e una volta
fuori casa dopo aver passato l’intero pomeriggio a parlare
riaprì il discorso..
“Bella
posso farti una domanda??”mi chiese
“Certo
Alice,che fai me lo chiedi!”dissi scherzando,lei non doveva
chiedermelo era la mia migliore amica..
Lei
sorrise dolcemente e parlò..
“Perché
non me lo hai detto?Di Edward dico,perché solo a Tanya,Mary e
Angela??Non ti fidavi di me e di Rose?”lo disse con la
tristezza negli occhi,e ora cosa gli avrei detto??
“No
Alice certo che no,io mi sono sempre fidata di voi ma che dici..è
che..emm..insomma tu sei sua sorella,ti avrei messo in una situazione
assurda e poi Rose..lei..lei si sarebbe comportata da Rose!”
“Ok,grazie
per avermi raccontato tutto oggi..a domani Bella!” mi baciò
una guancia e se ne andò.
Ci
saremmo riviste domani,tutte finalmente insieme:io,Alice,Rose,Angela
e Mary. Tra di loro non erano molto amiche,eppure io ero legata ad
ognuna di loro in modo uguale. Adoravo Alice per la sua spontaneità,
adoravo Rose perché mi faceva ridere, adoravo Angela per la
sua timidezza e fragilità e adoravo Mary per il suo
entusiasmo. Una volta c’era un’altra persona tra loro,ma
mi ha deluso tanto tempo fa!.
Mi
addormentai con la convinzione di avere 4 amiche uniche, fantastiche
ognuna a modo proprio e ero sicura che loro,sarebbero state le mie
migliori amiche per il resto della vita!
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Capitolo 6 *** CAPìTOLO SEì ***
La
mattina seguente, non c’erano sveglie che suonavano e non c’era
mia madre che mi urlava di sbrigarmi perché era tardi, era
sabato mattina e finalmente avrei potuto dormire di più. Mi
svegliai grazie ai piccoli e leggeri raggi di sole che entravano
dalla mia finestra, adoravo svegliarmi così e quella mattina
sarei stata sicuramente di buon umore.
Scesi al
piano di sotto e non trovai nessuno, andai a prendere il latte in
frigo e trovai un biglietto di mia madre e di mio padre che mi
dicevano che sarebbero stati fuori tutto il giorno. Io e le ragazze
ci saremmo viste per le 11 e 30, diedi uno sguardo veloce
all’orologio e mi accorsi che avevo tempo e potevo prendermela
con calma,erano solamente le 10.
Feci
colazione con la solita tazza di latte e cereali,lavai la tazza e
salii al piano di sopra a farmi una doccia. Mi vestii in modo
sportivo: un paio di jeans, un lupetto nero con una polo rossa a
maniche corte sopra e le mie fantastiche converse rosse. Mi asciugai
i capelli e mi truccai, senza nemmeno accorgermene era passato molto
più di quanto pensassi.
Il
clacson della macchina di Alice,infatti,arrivò dopo pochi
minuti,uscii di casa, chiusi la porta e salii in macchina. Quella
sarebbe stata una giornata fantastica.
Il
viaggio non durò molto,Alice guidava veloce,ma io non avevo
paura anzi mi piaceva correre, mi ricordava quando Edward mi
accompagnava a casa con la sua moto. Era bellissima la sensazione che
sentivo: il vento tra i capelli, la velocità e soprattutto il
suo corpo cosi vicino al mio.
Eravamo
arrivate in centro, senza che me ne rendessi conto e scesa dalla
macchina vidi qualcosa che mi fece fermare il cuore. Alcuni dei
ragazzi erano li,e io non volevo crederci. C’erano Edward,
Emmett, Jasper il fratello di Rosalie, Ben e Jacob..stranamente non
c’era Tanya. Guardai Angela che mimò con le labbra un
“scusa”. E ora che avrei fatto??
Jacob,
Jasper e Ben,mi vennero incontro felicissimi e mi abbracciarono
“Dio
Bella quanto tempo,ci sei mancata da morire”Jasper mi
stritolava in un abbraccio pieno d’affetto,poi con mia grande
sorpresa presa la mano di Alice e si incamminarono verso il centro
commerciale.
“Ehi
Bella,non salvo nessuno da quando te ne sei andata,ben tornata a
casa!” sapevo che era stato Jacob a parlare, quando inciampavo,
cadevo o perdevo l’equilibrio, c’era sempre lui pronto a
sorreggermi. Mi abbracciò forte e io ricambia l’abbraccio
come potevo,perché lui era il doppio di me,quasi come Emmett.
“Ciao
Bella”mi disse Ben,non c’era mai stato un gran rapporto,
però mi diede due baci sulla guancia e andò da Angela.
Solo ora
avevo capito che cosa avevano combinato le mie care e dolci amiche.
Davanti a me c’erano Alice e Jasper mano nella mano, dietro di
loro Emmett e Rose si abbracciavano, davanti ad un negozio più
avanti c’erano Angela e Ben mano nella mano (finalmente avevano
capito di amarsi). Chi mi stupì di più furono Jacob e
Mary che si scambiavano parole dolci. Quante cose mi ero persa,stando
un’anno a New York?Davvero tantissime!!
Non
volevo stare a guardare la loro felicità, ero contenta per
loro,erano mie amiche. Ma la mia di felicità?Quando sarebbe
stato il mio turno di essere felice?
Senza
aspettare oltre decisi che io mi sarei fatta i miei giri,per fare i
regali di natale da sola. Non so cosa avrebbe fatto Edward, ma io non
volevo stare li a fare il terzo incomodo.
Ad un
trattò,mentre camminavo e cercavo qualcosa da regalare ai miei
genitori e alle mie amiche, mi affiancò una persona. Non
dovevo guardare per sapere chi era, il suo odore, il suo respiro
l’avrei riconosciuto tra mille.
“Edward!”dissi
a mò di saluto.
“Bella!”con
lo stesso tono mi rispose lui.
Dovevamo
passare una giornata insieme,e forse era il caso che facessimo un po
di conversazione.
Io
odiavo stare nel silenzio, non mi piaceva,ma non volevo essere io a
romperlo,anche se diventava più pesante ogni secondo che
passava
“Come
stai?”chiese lui.
“Tutto
bene grazie..tu??”dissi per gentilezza,la conversazione doveva
pur andare avanti no?!
“Tutto
bene!”
Odiavo
quelle conversazioni, fredde, distaccate ed educate e io non volevo
che questo succedesse tra noi due.
“Bella
scusami!”disse ad un certo punto. Lo guardai in modo strano,
perché si stava scusando?
“Per
cosa?”chiesi in un sussurro,tanto piano che pensavo non mi
avesse sentito.
“Per
tutto,per quella volta davanti al blue beach e per ieri a casa
mia..io..io…scusa”mi disse,era
dolce,preoccupato,triste..dovevo rispondere,lo sapevo..ma cosa!
“Non
c’è bisogno che ti scusi Edward,tranquillo!”lo
dissi in modo che si sentisse sollevato,che non si sentisse in colpa
per qualcosa che non poteva decidere.
“Eccola
qua,la solita Bella che cerca di far star bene tutti, tranne che se
stessa!”lo disse con un sorriso amaro sulla bocca,un sorriso
che non riusciva proprio a contagiare quegli occhi verdi!
“Oh
Edward non è così credimi!”tagliai corto,non
volevo parlare,non mi andava!
“E
com’è,spiegamelo!”suonava come una sfida e Bella
Swan,non si tira mai indietro!
Cominciai
senza neppure sapere dovevo volevo andare a finire.
“Non
puoi decidere chi amare Edward,non lo puoi fare e soprattutto non lo
posso fare io per te. Non si tratta di far star bene tutti tranne che
me stessa,il discorso è che amo una persona che appartiene già
a qualcun altro,il suo cuore è già di un’altra
persona e io non posso farci proprio niente. Quindi piantala di
scusarti e aiutami a scegliere il regalo per tua sorella!”
Finii la
frase col miglior sorriso falso,che io abbia mai fatto!Non mi avrebbe
creduto,lui mi conosceva troppo bene per credere davvero a quel
sorriso.
“Oh
Bella,credimi sei fuori strada, io e il mio cuore non apparteniamo
proprio a nessuno!”
Come??e
Tanya??loro si erano lasciati??ma come?? Forse lesse sul mio viso la
confusione e continuò,senza che io chiedessi niente.
“Io
e Tanya non stiamo più insieme,ci siamo lasciati qualche mese
fa. Credo che il mio cuore non gli appartenesse più già
da qualche tempo comunque!”
Lo disse
con la tranquillità nel viso,non soffriva per lei e di questo
ero contenta. Io non volevo che lui soffrisse,nonostante tutto volevo
la sua felicità,anche se era lontana da me!
“Mi
dispiace Edward”dissi più per gentilezza, che per altro.
“Non
è vero”disse sorridendomi,io non gli risposi ma gli
diedi una gomitata su un fianco e sorrisi anche io!
Ad un
certo punto nel silenzio,il mio stomaco brontolò, lui mi
guardò e sorrise.
“Andiamo
Bella,ti porto a mangiare!” mi disse dolcemente!
“Ma
non andiamo con gli altri?”domandai,era l’ultima cosa che
volevo, mi piaceva passere del tempo con lui da sola.
“Non
credo che saranno dispiaciuti se andiamo solo io e te,dai Bella poi
li chiamiamo!”
Annuii
sorridente. Forse il mio momento finalmente era arrivato.
Mentre
mangiavamo,parlavamo di tutto: mi chiese di New York,di come mi fossi
trovata lì e delle persone che avevo conosciuto. Mi chiese di
raccontargli gli odori di New York e la bellezza di Central Park.
Alla fine del pranzo, avevo parlato solo io,mi aveva lasciato parlare
senza interrompermi mai,sembrava affascinato da quello che raccontava
e da come lo raccontavo. Ma non dovevo farmi prendere
dall’entusiasmo,probabilmente era solo curiosità.
“Ehi
Edward,ora devo davvero impegnarmi a trovare i regali per tutti..mi
aiuti?” Adesso eravamo più naturali,come se non fosse
passato un’anno..ma un solo giorno.
“Si
certo,dai andiamo o non finiremo nemmeno per cena!”davvero,ma
che cavolo di ora avevamo fatto a parlare!
“Emm..scusa
Edward,ma che ore sono?”diedi voce ai miei pensieri!
“Le
4 Bella,dai dobbiamo sbrigarci. Forse è il caso che chiamiamo
gli altri,vorranno sapere che fine abbiamo fatto!”mi
disse,prese il cellulare e compose il numero di non so chi!.
Era
affascinante anche guardarlo parlare al telefono!
“Pronto
Alice,senti io e Bella abbiamo perso la cognizione del tempo.
Facciamo i regali in un lampo e vi raggiungiamo al parcheggio!”disse,
aspettò la risposta di Alice e parlò di nuovo.
“Ok
Alice,ma me l’hai lasciato il casco?”chiese.
“Ok
Ok,dai sorellina, ci vediamo stasera e emm..grazie!”disse e
chiuse la telefonata..
“Allora,che
ti ha detto?!”chiesi curiosa di quello che si erano detti,dalle
risposte di Edward non ero riuscita a capire molto.
“Gli
altri se ne sono andati,ti riaccompagno io a casa. Alice mi ha
lasciato il casco attaccato alla moto!”appena sentito quello
che mi aveva detto,il mio entusiasmo dentro era arrivato all’apice,ma
lui non doveva saperlo.
“Ah
ok..”dissi con indifferenza!
Il
pomeriggio con Edward trascorse tranquillo, comprai un regalo ad
Alice,uno a Rose,uno ad Angela,uno a Mary,uno a mio padre, uno a mia
madre,uno a Emmett e uno a..Edward.
Tornammo
al parcheggio e ci dirigemmo verso la sua moto in silenzio. Lui
salì,accese il motore e mi fece cenno di salire. Il viaggio in
moto sarebbe stato molto più veloce di quello in macchina con
Alice,quindi mi restava poco tempo da passare con lui,e con questa
convinzione mi strinsi ancora di più al suo corpo perfetto.
In
un’attimo eravamo arrivati davanti casa mia, stavo sognando e
di staccarmi da lui non ne volevo proprio sapere. Una risata
cristallina, la sua risata cristallina mi riportò alla realtà!
“Bella,
Bella..siamo arrivati”mi disse tra una risata e l’altra.
Io,rossa
di vergogna mi staccai velocemente da lui e balbettai uno “scusa”
che forse nemmeno capì. Era arrivato il momento di
salutarlo,lo sapevo, eppure non volevo proprio andarmene da li. Presi
coraggio e feci un passo verso la porta, ma lui mi fermò.
pensai. Mi voltai e lo guardai,probabilmente,con
devozione come sempre, perché abbasso lo sguardo e sorrise.
Si
avvicinò, mi diede un bacio sulla guancia e mi guardò
negli occhi. Non avrei mai fatto l’abitudine a tanta bellezza.
“Sogni
d’oro Bella”disse con la voce più dolce che io
abbia mai sentito.
Stavo
per sciogliermi lo sapevo,dovevo sbrigarmi a rientrare a casa,prima
che gli ormoni di una diciassettenne innamorata si facessero sentire.
“Buona
notte Edward” gli diedi un bacio sulla guancia e mi voltai.
Stavo
per entrare in casa,ma decisi di concedermi un’ultimo sguardo
al mio angelo, mi voltai e gli sorrisi.
Che
giornata bellissima,una giornata intera con Edward.
Salutai
velocemente i miei genitori,con il sorriso sulle labbra,dissi loro
che non volevo mangiare e salii in camera mia
Mi misi
il pigiama e mi infilai nel letto,avevo le farfalle nello stomaco.
Mi
addormentai subito e dormii tranquillamente per tutta la notte.
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Capitolo 7 *** CAPìTOLO SETTE ***
Stavo
sognando,ne ero certa,quello che stavo vivendo non poteva essere
reale. C’eravamo io e Edward,eravamo su un’isola
deserta,un’isola privata. C’era la sabbia bianca,sembrava
neve e l’acqua..l’acqua era la cosa più bella di
tutto il mondo,era calda e blu. Edward era lontano da me,immerso
nell’acqua fino alla vita..stavo per entrare, quando..
“Sveglia..sveglia
Bella addormentata..Oggi è domenica,non ti ricordi che si fa
di domenica qui!”
Alice..lo
sapevo!
“Mmm..Alice
sparisci,sto dormendo!”mugugnai,ma non ero certa che mi avesse
capito!
“No
signorina,ti devi vestire e anche velocemente..su alzati!”aveva
praticamente urlato.
“Ok
ok,stai calma mi sto alzando!”dissi,combattere con Alice era
impossibile,vinceva sempre lei!
Mi
trascinò giù, e lì trovai mia madre che
chiacchierava allegramente con le altre ragazze!.
“Buon
giorno tesoro!”disse mamma dolcemente!
“Buon
giorno mamma,buon giorno ragazze!”salutai tutti,con
poco,pochissimo entusiasmo!
Feci
colazione velocemente,come aveva detto Alice. Andai di sopra,mi feci
la doccia e mi vestii in un tempo record. Scesi di sotto e pensai che
finalmente era arrivato il momento di dirmi che cosa stava
succedendo, e sarebbe stato meglio per loro avere una buona scusa per
avermi praticamente tirato giù dal letto,di domenica mattina!
“Allora
ragazze,che si fa la domenica mattina che proprio non ricordo?”dissi
scocciata.
“Ma
come non ti ricordi!?Per i miei gusti sei stata troppo tempo lontana
da noi,hai dimenticato tutte le tradizioni!”
Oh..Oh
no,non ero pronta per questo. Ecco perché non ricordavo,io non
VOLEVO ricordare.
“Ah
il pranzo della domenica!”dissi con una voce che non sembrava
nemmeno la mia.
“Ehi
Bells non fare cosi..ti divertirai!”disse mio padre per
incoraggiarmi..
Annuii a
lui e soprattutto a me stessa. Le ragazze erano uscite e io le stavo
seguendo ma mia madre mi bloccò..
“Mamma
che fai?”ma che stava facendo..
“Io..bhe..non
tornare come sei tornata l’ultima volta che sei andata a un
pranzo della domenica ok?te ne prego..non..non lo sopporterei di
nuovo!”mia madre stava a un passo dallo scoppiare a
piangere..così senza pensarci l’abbracciai più
forte che potevo.
“No
mamma..te lo giuro!”dissi con la voce rotta!
Raggiunsi
le ragazze in macchina,non sentii niente di quello che
dicevano..dovevo concentrarmi. Qualunque cosa avessi visto non sarei
scappata,non questa volta. Loro sarebbero stati vicini,anche se non
stavano più insieme..loro avrebbero parlato,anche se
probabilmente non di loro due. Potevo farcela!
Arrivammo
a casa Cullen dopo qualche minuto,cavolo ma quanto guidava veloce
Alice.
Entrai
in casa e vidi tutti i miei amici seduti sul divano,a chiacchierare
del più e del meno..c’erano proprio tutti…
“Che
bello rivederti Bella..!”Sam mi stava abbracciando e dietro di
lui arrivarono tutti gli altri..prima Emily, poi Quil..poi Lauren e
Mike..insomma tutti!
Mancavano
solo due persone e io non feci fatica a capire chi erano, Tanya e
Edward non c’erano ma io dovevo essere forte, sarebbero
arrivati forse!..già forse.
Io e le
ragazze andammo in cucina a preparare qualcosa per pranzo. Era questa
la tradizione,tutti a casa Cullen,le ragazze cucinavano e i ragazzi
non facevano niente a parte mangiare!.
Verso
l’una tutto era pronto, avevamo preparato della pasta e i
ragazzi per una volta si erano occupati della carne sulla brace. Ci
stavamo per mettere a tavola e di Edward ancora nessuna traccia. Non
avevo osato chiedere ,però stavo morendo dentro ogni secondo
che passava.
“Ehi
Bella ci sei?” Emmett mi riportò alla realtà, da
quanto stavo facendo i miei assurdi ragionamenti? forse da troppo!
“Si
si,scusa Emmett mi stavi dicendo qualcosa!?”chiesi
“Si
Bella, mi ha detto Alice di dirti di andare a prendere le sedie che
si trovano in garage, ha detto che sono due e piccole, da sola puoi
farcela senza cadere 100 volte durante il tragitto!” finì
la frase tra le risate, ma non me la presi, lui era Emmett e mi
prendeva in giro praticamente da..da sempre!
“Oh
ma che simpatico il mio fratellone, ora vado” dissi anche io
sorridendo.
Camminavo
verso il garage, ben attenta a dove mettevo i piedi, non volevo dare
soddisfazione a Emmett. Ancora ridevo ricordandomi della
conversazione di poco prima quando entrate nel garage una voce mi
fece morire..NO..non lei ti prego.
“Oh
ma guarda chi c’è, la nostra Bella è tornata a
casa finalmente!”lo disse con la voce più acida che
avesse mai usato.
Alzai
gli occhi e accanto a lei Edward la guardava con gli occhi pieni di
odio e di rabbia. Quanto gli aveva fatto male? Io potevo soffrire per
lei anche per tutta la vita, ma lui no..non doveva stare male! doveva
essere felice e tornare a sorridere, come mi aveva sorriso ieri
durante il nostro pomeriggio!.
“Già,
sono torna a casa finalmente..mi è mancata sai!” la mia
voce era stata molto più acida di quella che aveva usato lei..
“Bella
noi..noi..stava..”era stato Edward a parlare, ma non gli
lasciai finire la frase. Non doveva essere come l’ultima volta,
l’avevo giurato.
“No
Edward, non preoccuparti, devo solo prendere le sedie!”dissi
decisa!
Li
superai,presi le sedie e mi voltai senza mai guardarli negli occhi,
dovevo essere forte. Prima di uscire però decisi di esagerare.
“Ah,
comunque il pranzo è pronto!” lo dissi senza un’ombra
di dolore, anche se, dentro di me ce n’era fin troppo. Ero
stata fredda, decisa, formale e questo Edward l’aveva capito.
“Bella
aspetta vengo con te, ti aiuto!” La voce di Edward era dolce,
mi fu accanto in un attimo e prese entrambe le sedie..un vero
gentiluomo!
Tanya
era rimasta lì..ancora stranita dal comportamento di Edward,
comunque ci seguì poco dopo.
Ci
mettemmo a tavola, eravamo davvero tanti, ma la persona che più
mi interessava era seduta accanto a me e mi sorrideva continuamente,
senza degnare di uno sguardo nessun altro!
Finito
di mangiare, sparecchiammo, lavammo i piatti e ci sedemmo tutti nel
grande salone a vedere un film. Quello di questa settimana era un
film di paura. Odiavo quel tipo di film, sembravo una bambina quando
li guardavo, non facevo altro che urlare. Tutti lo sapevano e Edward
gentilmente mi offrì la sua mano da stringere e il suo collo
per nascondermi, quando non volevo vedere. Prima che io partissi,
quando mi facevano vedere per forza questi film, al suo posto c’era
Jacob. Torturavo le sue mani giganti senza che lui si lamentasse mai.
Ma oggi Edward aveva insistito perché mi sedessi vicino a lui
e io non potevo che esserne contenta!
Una
volta terminata la tortura del film, la giornata sembrò
volare. Giocammo a giochi da tavola, ai mimi, chiacchierammo di tutto
e ancora una volta mi ritrovai a parlare di New York. Io e Edward
eravamo stati tutto il giorno vicini, avevamo visto il film
appiccicati, nei giochi stavamo in squadra insieme e anche ora che
chiacchieravamo mi osservava come fossi la cosa più preziosa
che ci sia al mondo, come se rimanesse incantato da ogni parola che
usciva dalla mia bocca. Perchè si comportava così?
Certo ne ero contenta, ma lui non mi amava, io non gli piacevo
nemmeno! che diavolo stava facendo??
Erano da
poco passate le 19, dovevo tornare a casa, ma quella mattina ero
venuta con Alice e in questo momento lei era molto impegnata di sopra
con Jasper. Dovevo cercare qualcuno per tornare a casa e mentre mi
avvicinavo a Emmett per chiedergli se poteva accompagnarmi, Edward mi
abbracciò, mi alzò e mi fece volare in aria..
“Oddio!!Edward
mi ha fatto prendere un colpo, dai mettimi giù!!”gli
dissi mentre lui rideva di gusto. Quella risata cristallina mi faceva
sentire bene.
“Ok
ok, scusa non volevo spaventarti!”mi disse e mi rimise giù!.
“Che
stavi facendo??ti guardavi intorno, ti sei persa qualcosa o
qualcuno?”mi chiese mentre io ancora dovevo riprendermi, dopo
averlo guardato negli occhi!.
“Si,
in realtà stavo cercando qualcuno per tornare a casa, ma
sembrano tutti impegnati”gli risposi sorridendo!.
“Scema,
ti riporto io a casa, come puoi vedere io non sono impegnato!”era
dolce, la sua voce e i suoi occhi. Oddio questa storia non sarebbe
andata a finire bene me lo sentivo!
“Ok,
allora grazie!!”lo dissi tranquillamente, ma in realtà
non ero tranquilla per niente.
Come
Alice, anche Edward guidava come un pazzo e ad arrivare a casa ci
mettemmo davvero poco. Arrivati, Edward spense il motore, scese e
venne ad aprirmi lo sportello!..
A casa
mia non c’era nessuno, lo sapevo, perché di solito i
miei come i genitori di Edward e quelli di Emmett la domenica sera,
cenavano dagli Hale, i genitori di Rosalie e Jasper. Erano amici da
tanti anni, come noi dai tempi delle elementari.
“Bella,
io..io vorrei parlarti posso??”La voce di Edward mi riportò
alla realtà..Edward voleva parlarmi e io volevo sicuramente
ascoltarlo.
“Certo
Edward..vieni entriamo, che qui fuori si gela!”gli dissi
Entrati
in casa ci accomodammo nel salone, lui non accennava a parlare e io
non volevo mettergli fretta, quindi me ne stavo seduta sul divano in
silenzio, certa che avrebbe trovato da solo il momento per
cominciare.
“Bella
ricordi il giorno davanti al Blue Beach?quando hai detto di
amarmi??”chiese guardandomi negli occhi in modo così
intenso, da costringermi ad abbassare lo sguardo.
Non mi
permise di tenerlo basso molto allungo. Mise un dito sotto il mio
mento e mi alzò il viso costringendomi a guardarlo. Annuii
senza aprire bocca, non ero certa che la mia voce fosse in grado di
emettere qualche suono.
“Io
non ti ho detto niente, non ti ho risposto e ho lasciato che te ne
andassi via di nuovo. Quel giorno ho temuto, che fosse per sempre.
Non ero stato in grado di dirti..”le parole gli si fermarono in
gola, non riusciva a continuare, glie lo leggevo negli occhi, ma io
avevo bisogno che lui continuasse a parlare. Gli posai una mano sul
volto e con lo sguardo lo incitai a continuare. Non so se fossero
stati i miei occhi pieni d’amore e devozione per lui o
semplicemente un po di coraggio, ma continuò!
“Anche
io ti amo Bella, da sempre, solo che tu con me ti comportavi come
facevi con Emmett, con Jacob o con Jasper e io, bhe io ho rinunciato.
Poi è arrivata Tanya, lei diceva di amarmi, di volermi rendere
felice e io ho pensato che potevo provarci..a essere felice senza di
te. Poi tu te ne sei andata e io..io sono praticamente morto
dentro..uscivo, ridevo, mi divertivo e forze ho amato anche Tanya per
un po’, ma non come amavo te. Io ti amo Bella e voglio che tu
sia mia, per sempre!.”
Cavolo!quello
che avevo sentito mi aveva sconvolto, era quello che avevo sempre
sperato di sentirgli dire. Lui voleva me, tra tante aveva sempre
amato me, come io avevo sempre amato lui. Eravamo destinati ad essere
una cosa sola, le due parti perfette di una mela, eravamo nati per
renderci felici e come per magia finalmente mi sentii completa. Non
aspettai oltre, gli presi il viso tra le mani e lo baciai. Era il
bacio che aspettavo da una vita ,una vita intera ad aspettare che le
sue labbra si posassero sulle mie e finalmente era così.
Fu un
bacio dolce,delicato ma comunque pieno di passione,di desiderio che
avevamo l’uno dell’altra.
Non
volevamo staccarci, ma dovevamo riprendere fiato. Anche se con poca
voglia, mi staccai di poco da lui, così poco che i nostri nasi
si toccavano ancora.
“Ti
amo”gli dissi.
“Ti
amo”mi rispose, con una voce dolcissima
Restammo
abbracciati a baciarci per non so quanto tempo, poi verso mezzanotte
i miei genitori rientrarono e Edward se ne andò.
Felice.
Entusiasta. Completa. Innamorata.
Mi
addormentai con queste sensazioni e sognai Edward. Di nuovo!
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Capitolo 8 *** CAPìTOLO OTTO ***
Il
giorno dopo nessuno di noi sarebbe andato a scuola perchè le
vacanze di natale erano cominciate e noi avevamo tutto il tempo di
godercele.
Una
luce fioca entrò dalla mia finestra e dolcemente cominciai a
svegliarmi. Prima di aprire completamente gli occhi, ripensai alla
sera precedente. Lo amavo. Mi amava. Finalmente eravamo noi.
Decisi
di alzarmi e andare a fare colazione ma appena mi tirai su dal letto
vidi sulla sedia a dondolo che si trovava in camera mia un mazzo di
rose bianche con un bigliettino rosso al centro..
Un
buongiorno migliore di questo non poteva esistere, così mi
alzai velocemente e andai a leggere il biglietto
“Buongiorno
amore mio, non posso essere lì con te quando ti sveglierai ma
voglio che il primo buongiorno della giornata sia il mio..ti amo!”
Presi
il bigliettino e lo misi nel cassetto della scrivania, lo avrei
conservato per sempre!!
Scesi
a fare colazione con un sorriso che non ero mai stata in grado di
avere e mia madre se ne accorse subito!...
“Buongiorno
tesoro!!ma cosa ti è successo?sembri un'altra!!”
“Buongiorno
a te mamma!!bho non lo so forse sono sempre la stessa solamente più
felice!!”
“E
posso sapere perchè??”chiese, lei non voleva farsi i
fatti miei, mia mamma non era mai stata così, voleva essere
una buona mamma e una buona amica per me e lo era, lo era davvero!!
Lei
sapeva di Edward e sapeva che ero innamorata di lui dai tempi delle
elementari, quindi non avevo problemi a dirgli della sera precedente.
“Io
e Edward ci siamo baciati!” lo dissi con un' entusiasmo tale da
far invidia ad Alice o a Mary.
“Io
emm...io sono contenta per te credo!!”disse abbassando lo
sguardo.
Non
era buon segno, mia madre non abbassava mai gli occhi, soprattutto
con me..c'era qualcosa che non andava glielo si leggeva in faccia!!
“Mamma
ma che hai?? Questa qui non è proprio la reazione che mi
aspettavo!!” dissi scherzando. Non me l'ero presa
assolutamente, volevo solo capire.
“Lo
so..scusa tesoro è che..io so che ami Edward praticamente
dalle elementari, e so che Edward è un bravo ragazzo ma so
anche che questo tuo amore è così grande e profondo che
non può essere paragonato a niente, non può essere
paragonato all'amore di nessuno, è quasi un'ossessione, come
se voi due foste due calamite, senza che tu te ne accorga ti muovi a
seconda di come si muove lui, non so se mi sto spiegando ma è
come se fosse una droga per te e questo va bene se durerà per
sempre. Ma se non dovesse durare?? se lui dovesse fare o dire
qualcosa che ti faccia scappare di nuovo da qui?Te ne andrai a New
York di nuovo?”
Non
feci in tempo a rispondere che suonarono alla porta..ero troppo
stordita dalle parole di mia madre per pensare di andare ad aprire,
ma lei mi precedette.
“Questa
deve essere Esme, io vado tesoro ci vediamo stasera!”mi baciò
e usci dalla porta.
Probabilmente
Esme era venuta a prendere mia madre per andare a lavoro insieme,
perchè oltre a essere amiche erano anche socie. Avevano uno
studio di architettura e ristrutturazione.
Ero
stufa di stare in quella maledetta cucina, le parole di mia madre
ancora rimbombavano nella stanza, quindi decisi di salire farmi una
doccia e vestirmi, sarei andata da Rose o da Angela..
Uscita
di casa, salii nella mia adoratissima macchina, la usavo poco perchè
spesso mi venivano a prendere ma io adoro guidare e adoro la mia mini
rossa.
La
strada fino a casa di Rose non è molta e quando scendo per
andare a suonare, mi accorgo della macchina di Em parcheggiata nel
vialetto..NO NO NO, questa non ci voleva proprio io avevo assoluto
bisogno di Rose ma non potevo certo entrare e cacciare Emmet.
Feci
per andarmene quando la porta si aprì. Era Emmet
“Ehi
scricciolo, ciao!”mi abbracciò e mi diete un bacio sulla
fronte!.
“Ciao
Em! Come stai?”
“Bene
scricciolo!tu piuttosto..hai una faccia??”
“Si
lo so..ma tu stai andando via??”
“Sì,
io e Rose ci vediamo nel pomeriggio!Ciao scricciolo io vado..Rose è
in camera sua!!”
“Ok
Em..ci vediamo!!”
Una
volta salutato Em entrai e andai nella camera di Rose. Subito capì
che qualcosa non andava , cosi gli raccontai tutto sia di ieri sera
sia della conversazione con mia madre e lei molto semplicemente mi
disse..
“Lui
ti ama ora??”
“Si”
“Questo
basta!” disse con un sorriso enorme..
Tutti
sarebbero stati felici per me e Edward. La conversazione con Rose mi
aveva proprio fatto bene così decisi di andare a casa di
Edward. Era ancora presto per lui e sicuramente dormiva..gli avrei
portato la colazione e il mio buongiorno!!
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Capitolo 9 *** CAPìTOLO NOVE ***
POV EDWARD
Stavo dormendo tranquillamente nel
mio letto, quando qualcuno entrò nella mia camera. Non dovevo
certo aprire gli occhi per capire chi fosse. Il suo respiro, il suo
tocco sulla mia pelle e i brividi che mi causava, solo una persona
era in grado di farmi provare certe cose solamente con una carezza :
Bella.
Dolcemente aprii gli occhi e quello
che vidi mi lasciò senza fiato : era davvero bellissima.
“Buongiorno amore mio”mi
disse con la voce più dolce del mondo mentre mi dava
tantissimi baci per tutto il viso. L'amavo.
“Buongiorno a te, a cosa devo
tutto questo?!”gli dissi con il sorriso sghembo che tanto le
piaceva
“Alle rose” e mi diede
un bacio.
“Al biglietto” un' altro
bacio.
“E al fatto che voglio
coccolarti un po'!”un' altro bacio
Continuammo a coccolarci sul mio
letto per non so quanto tempo. Ci baciavamo, ci coccolavamo e ci
dicevamo cose dolci.
Tutta la mia vita era sempre stata
lei. Se mi svegliavo di cattivo umore lei era l'unica in grado di
farmi tornare il sorriso. Se litigavo con i miei lei era l'unica in
grado di ascoltarmi come volevo essere ascoltato. Era buona, dolce e
bellissima. E io l'amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo.
“Ehi, amore ma ci sei??mi stai
ascoltando??”La voce più melodiosa della terra,
mi fa tornare alla realtà.
“Scusa amore stavo solo
pensando dimmi!”
“Tranquillo..allora cosa ti va
di fare oggi??”mi chiese.
“Voglio stare con te!”perchè
mi faceva certe domande, era una cosa ovvia!
“Ok allora vestiti e poi
usciamo. E' una bella giornata e non mi va di stare chiusa in casa!”
“Ok amore, faccio in un
minuto!”
Uscì dalla stanza e io mi
vestii. Quando finii di pettinarmi (cosa davvero complicata) scesi di
sotto e trovai Bella che chiacchierava allegramente con mia madre.
“Oh tesoro buongiorno, hai
fame?”mi chiese mia madre.
Mia mamma era una donna dolcissima,
si occupava sempre di tutti come fossero famigliari e io ovviamente
l'amavo.
Lo so l'ho già detto per
Bella ma nella mia vita c'erano tre donne di cui ero totalmente
innamorato: Bella, mia madre e Alice.
“No mamma grazie, io esco con
Bella ci vediamo per cena ok?”
“Si certo tesoro, a
stasera!”mi disse e mi diede un bacio sulla guancia.
Io e Bella ci trovavamo in macchina
per andare in un posto solo mio. Nessuno ne era a conoscenza, ci
andavo quando avevo voglia di stare da solo. Nel periodo in cui Bella
era andata a New York ci venivo spesso. Per pensare. Per rilassarmi.
O semplicemente per passare una giornata al verde e al sole.
“Amore mi dici dove stiamo
andando, sono troppo curiosa lo sai!!”
Da quando eravamo partiti non faceva
altro che chiedermi dove stavamo andando.
“Siamo arrivati, un po' di
pazienza!”gli dissi.
Mi se su un broncio dolcissimo così
gli baciai il nasino e gli dissi che eravamo arrivati.
“Siamo arrivati contenta?!?”
“Sì!!”e mi fece
la linguaccia.
Quando vide la radura rimase a bocca
aperta. Che questo posto era spettacolare lo sapevo, soprattutto in
questa stagione. C'era una distesa di neve che ricopriva tutto il
prato, gli alberi facevano da contorno a questo posto magnifico. Era
una radura talmente perfetta e rotonda che sembrava fosse stata
creata dall'uomo. In fondo alla radura c'era una piccola casetta
abbandonata che io col tempo avevo rimesso a posto.
“Allora amore ti piace?? Non
hai detto una parola da quando siamo arrivati!!”gli dissi
“Mi piace??è..è..Non
mi vengono nemmeno le parola per definirla.!”mi disse con un
sorriso. Le piaceva. E da oggi questo posto l'avrei condiviso con
lei.
Restammo nella casetta tutto il
giorno. Parlammo di tutto. Di New York, dei mesi senza di lei, di noi
e non volendo anche di sesso.
Non so come ci fossimo arrivati a
quel punto ma Bella era diventata rossa come un pomodoro e io non
volevo che lei si sentisse in imbarazzo. Non con me.
“Amore, tranquilla
io...io...cioè noi non..non ne dobbiamo parlare per forza!”gli
dissi ancora più imbarazzato di lei.
“No, non è per quello è
che io..io dovrei..insomma dovrei dirti una cosa a proposito di
questo!” mi disse abbassando lo sguardo.
Gli misi un dito sotto al mento e la
costrinsi a guardarmi negli occhi.
“Puoi dirmi tutto. Lo sai!!”
“Io..Edward io non l'ho mai
fatto prima!”mi disse in un sussurro.
WOW...cioè non che questo sia
un problema, anzi, il solo pensiero che qualcuno l'avesse anche solo
sfiorata prima di me mi uccideva.
Si stava agitando da morire glielo
si leggeva negli occhi, ma lei sicuramente aveva capito male, dovevo
assolutamente spiegarmi meglio.
“Amore, non..”non mi
fece nemmeno finire di parlare..
“Si lo so, sono una stupida
ora sicuramente tu non mi vorrai più...è che
io..insomma non...cioè...”
Si stava facendo problemi che
nemmeno si erano avvicinati alla mia testa, quindi le misi un dito
sulla bocca e la guardai intensamente negli occhi..lei doveva
capire!”
“Amore mi fai finire di
parlare per favore?”gli chiesi.
“Si scusa” e abbassò
di nuovo lo sguardo.
“Guardami Bella!”gli
dissi e così fece.
“Quello che mi hai detto mi ha
stupito, perchè bhe insomma tu sei bellissima ma non è
un problema, anzi, egoisticamente ho pensato che è meglio
cosi. Perchè il solo pensiero che tu possa essere stata di
qualcun altro, che qualcun altro posso averti anche solo sfiorato mi
uccide.”
Non disse niente, mi guardo e mi
abbracciò con una forza che non credevo potesse avere.
“Ti amo Edward” mi
sussurrò all'orecchio.
“Ti amo anche io” e la
baciai.
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Capitolo 10 *** CAPìTOLO DìECì ***
Erano passati quattro
mesi da quel giorno nella casetta e noi ancora non eravamo riusciti a
fare l'amore. Per colpa mia ovviamente. Io non ero pronta, non che
Edward me lo facesse pesare, anzi, lui era sempre dolcissimo con me
però cominciavo a stufarmi anche io dei soliti bacetti, delle
coccole o al massimo di un po di petting. Allora perchè non ci
riuscivo? Perchè ogni volta che eravamo da soli sul letto mi
bloccavo? Sono domande che oramai mi faccio continuamente. Ho anche
provato a parlarne con le ragazze, ma niente, nessuna risposta.
Il clacson di una moto
mi fa tornare alla realtà, sorrido ovviamente quando capisco
di chi è la moto, alzo lo sguardo e mi perdo nella sua
statuaria bellezza. Eccolo lì, il mio dio greco personale,
l'angelo del mio paradiso. Il mio ragazzo continua a guardarmi
intensamente negli occhi, dice di adorare il loro colore. So che ho
un bel colore degli occhi, ma paragonati ai sui sono niente.
“Amore dai!!!,
sbrigati che dobbiamo andare a casa a fare le valige!!”mi dice
quasi urlando.
“Ah gia!”
mi avvicino e lo bacio.
Un bacio pieno di
passione. Lo bacio perchè mi è mancato e lo voglio. E
non mi importa che ci siano tutti gli studenti a guardarci, non mi
importa che stiamo davanti ad una scuola, e nemmeno che in teoria
dovremmo riprendere fiato. No, adesso ci siamo solo noi. Io e Edward.
Il resto quando siamo insieme svanisce.
Si stacca da me piano,
in modo dolce per non farmi arrabbiare. Abbiamo il fiato corto e gli
occhi accesi dalla passione che abbiamo l'uno dell'altra.
“Ti amo!”
“Ti amo!”
Salgo in moto e
finalmente arriviamo a casa a fare queste benedette valige.
Passeremo le vacanze
di primavera a New York. Avevo promesso a tutti che un giorno ci
saremmo andati insieme, e questa c'era sembrata un'occasione
perfetta.
Eravamo praticamente
tutti, o almeno tutti quelli che erano rimasti dopo aver saputo di me
e Edward ovvero: Alice e Jasper, che ormai facevano coppia fissa da
parecchio tempo e che erano stati sin da subito dalla nostra parte.
Em e Rose, ovviamente. E infine Angela e Ben.
Lo so, siamo diminuiti
parecchio ma la storia mia e di Edward non è andata giù
a parecchie persone e questo un po mi dispiace. Ma alla fine i veri
amici si incontrano e si riconoscono piano piano, nel corso della
vita. Come se da quando siamo a bambini a quando diventiamo adulti
facciamo una specie di classifica. E alla fine hai primi posti ce ne
arrivano pochi, davvero pochi.
Quando salgo in camera
vedo che la mia valigia è già pronta e sopra c'è
un bigliettino, lo apro.
“La valigia te
l'ho preparata io cara la mia migliore amica, ora sono a casa a fare
la mia..non aprirla, non toccare niente e soprattutto non guardare
cosa c'è dentro. Dalla a Edward e falla caricare in
macchina..ti voglio bene -Alice-”
Non c'era bisogno che
si firmasse, sapevo ovviamente che solo lei poteva fare una cosa del
genere..l'adoravo!!
Feci come mi aveva
detto e quando Edward tornò a prendermi con la macchina per
andare in aereoporto, gli feci caricare la valigia e partimmo per
raggiungere gli altri.
Per andare a New York
avremmo preso l'aereo ovviamente, ma li avremmo trovato una macchina
ad aspettarci che avremmo potuto tenere per l'intera settimana. I
ragazzi avevano organizzato tutto con la massima precisione e a noi
ragazze non avevano lasciato fare niente.
Dicevano che era il
loro regalo per il nostro diploma. Erano dolcissimi e ci amavano. Io
e le mie migliori amiche eravamo state davvero fortunate. Io ero
stata davvero fortunata.
Quando io e Edward
arrivammo, trovammo tutti gli altri li ad aspettarci. Avremmo passato
una settimana davvero bellissima, ne ero certa!
Il nostro aereo
partiva alle 16e45, quindi dovevamo darci una mossa e fare tutte
quelle cose che si fanno prima di un volo che alla fine dei conti
sono soltanto file!!
Salimmo sull'aereo e
ci mettemmo ognuno al suo posto, non so cosa fecero gli altri ma io
mi addormentai tra le braccia di Edward.
Quando mi svegliai non
eravamo ancora arrivati a destinazione cosi mi girai e diedi un bacio
al mio ragazzo.
“Buongiorno
dormigliona!”mi disse dolce e mi baciò il nasino.
“Buongiorno, ma
quanto ho dormito?”gli chiesi.
“Oh..parecchio,
siamo quasi arrivati manca più o meno mezz'ora!”
“Ah capito, e tu
che hai fatto mentre io dormivo?ti sei rimorchiato tutte le hostess
dell'aereo?”dissi con un finto broncio. Lo sapevo che non era
possibile, lui non l'avrebbe mai fatto.
“Ah ah, ce
n'erano un paio molto attraenti!” disse ridendo.
Gli diedi uno
scappellotto dietro al collo e lui rise ancora più forte.
Continuammo cosi fino
a che qualcuno annunciò che dovevamo allacciarci le cinture e
prepararci all'atterraggio.
Atterrammo in perfetto
orario, prendemmo le valige e uscimmo dall' aereoporto.
“Benvenuti a New
York ragazzi!” dissi con un entusiasmo da far invidia a Alice.
Seguirono alcuni urli
e alcuni WOW da parte dei miei amici e poi ci dirigemmo con la
macchina nel nostro albergo.
Dio quanto mi era
mancata questa città. Io amavo New York.
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Capitolo 11 *** CAPìTOLO UNDìCì ***
Eravamo
appena arrivati in albergo, era tardi, quindi decidemmo che almeno
per stasera ognuno avrebbe fatto per conto suo. Io e Edward andammo
in camera e ci facemmo entrambi la doccia, avevamo deciso di farci
portare la cena in camera.
Ero
intenta a sistemare le valige e a mettere un po in ordine il casino
che Edward aveva combinato quando la sua voce mi fece come sempre
fermare il cuore.
“Ehi
amore, la smetti di sistemare e vieni a farmi un po di coccole, siamo
in vacanza dai!!”
Mi
girai e quello che vidi mi fece smettere per un momento di respirare.
Edward se ne stava sdraiato sul letto solo con un' asciugamano legato
intorno alla vita, era semplicemente perfetto.
“Io..emm..cioè..tu
sei..come dire..perfetto!” dissi balbettando, tanto che non so
nemmeno se avesse capito.
“Ah
si?!” disse con quel sorriso sghembo che tanto amavo e che
ormai a detta di Edward era diventato il mio sorriso.
“Allora
ci vieni qui con me o ti devo pregare?”mi disse ridendo.
Non
me lo feci ripetere due volte, andai accanto a lui e ci coccolammo
per tutta la sera, finchè non mi addormentai tra le braccia di
quest'angelo.
La
mattina seguente andammo a fare colazione tutti insieme, e verso le
undici io e le ragazze andammo a fare un po di shopping mentre i
ragazzi se ne andavano in giro per negozi di sport e cose simili.
Mentre
entravamo e uscivamo dai negozi parlavamo di tutto, soprattutto di
me.
“Allora
Bella, hai risolto quel problema con Edward?”mi chiese Alice
mentre le altre si erano avvicinate a un negozio di scarpe.
“Io,
bhe, non so proprio cosa dirgli Alice!” lo dissi e abbassai lo
sguardo.
“Scusa,
se non vuoi parlarne non fa niente, volevo solo esserti d'aiuto!”
me lo disse come se si volesse scusare. Non era per quello che avevo
abbassato lo sguardo, io volevo che lei mi aiutasse ma non sapevo
nemmeno io cosa c'era che non andava!.
“Ehi
Alice tranquilla, io voglio parlarne soprattutto con voi, ma non so
proprio cosa fare, forse semplicemente non sono pronta!”
“Si
può darsi che sia così, ma tu mi ripeti ogni giorno che
lo vuoi e che lo desideri!”
“Ed
è vero, lo desidero tantissimo, così tanto che sta
diventando quasi un dolore fisico staccarmi da lui ogni volta!”
“Allora
ti sei risposta da sola, ti serve solo un po di coraggio e un
completino molto sexy!!”disse ridendo.
Risi
anche io, forse aveva ragione lei. Ma avevo ancora parecchi dubbi
così decisi di chiedere e di dar voce hai miei pensieri.
“Alice
com'è?” lo dissi senza nemmeno pensarci.
“Com'è
cosa?Fare l'amore con la persona che ami?” mi chiese.
“Si”
“E'
qualcosa di unico, non penso nemmeno di riuscirlo a spiegare a
parole. E' molto di più di un semplice atto fisico, è
come sentirsi parte di quella persona. Quando si fa l'amore ci si
completa, si diventa una sola cosa. Tu sai di essere sua e di nessun'
altro.” mi disse
Lei
diceva di non saperlo spiegare, invece lo aveva fatto benissimo e
quello che ho capito è che fare l'amore con la persona che ami
è la cosa più bella che ci sia al mondo. E io ci sarei
riuscita. Volevo essere di Edward e di nessun' altro, volevo essere
parte di lui e volevo che lui fosse una parte di me: la migliore.
“Grazie
Alice!” la ringraziai e gli diedi un bacio sulla guancia. Era
davvero unica.
“Sono
qui per te, e ci sarò sempre!” mi disse.
Volevo
scoppiare a piangere in quel preciso istante ma Rose e Angela
tornarono in tempo per farmi sorridere.
“Allora
ragazze!!!, che sono queste facce, siamo a New York , siamo giovani e
belle e dobbiamo divertirci!!” Rose lo disse quasi urlando e io
e le ragazze scoppiammo a ridere.
La
giornata proseguì velocemente, tornammo dai ragazzi e passammo
tutto il pomeriggio insieme. Gli feci vedere tutti i posti più
belli, andammo a Central Park e giocammo a pallone: ragazzi contro
ragazze, ovviamente vinsero loro.
Ben
presto si fece ora di cena così mangiammo tutti insieme e ce
ne andammo a dormire. Ma io non avrei dormito, non questa notte.
Avevo deciso, avrei fatto l'amore con Edward. Io lo amavo e lo
desideravo più di ogni altra cosa.
Entrata
in camera dissi a Edward che mi ero dimenticata la borsetta di sotto
e lui gentilmente si offrì per andare a prenderla. Era quello
che volevo.
Organizzai
tutto quanto alla perfezione, mi misi il completino che Alice mi
aveva messo in valigia e mi sdraiai sul letto.
La
camera era davvero perfetta, c'erano candele, petali di rosa sparsi
per tutta la stanza e intorno a me sul letto. Erano petali di rosa
bianca, come quelli che mi aveva regalato la mattina dopo il nostro
bacio.
Lo
sentii entrare e il cuore comincio a battermi così forte che
credevo volesse uscirmi dal petto.
Quando
mi vide rimase immobile sulla porta della camera, non accennava a
muoversi, sembrava quasi che non respirasse.
Così
mi feci coraggio e gli feci segno di avvicinarsi, tentando di essere
il più sensuale possibile.
Quando
fu abbastanza vicino, iniziai a baciarlo con una passione che non
avevo mai usato. In quel momento volevo solo averlo. Inizia a
sbottonargli i bottoni della camicia ma lui si staccò dalla
mia bocca e fermò la mia mano. Che faceva? Mi stava
rifiutando?Io..cioè..lui forse..lui non voleva?
Penso
che lesse la mia espressione quindi si affrettò a parlare.
“Io,
cioè..Bella sei sicura che vuoi farlo?” mi disse.
“Si
certo” nemmeno finii di parlare che mi staccò di nuovo.
“Bella
non devi farlo per me, io posso aspettare, voglio che tu lo faccia
quando ne hai voglia, quando ti sentirai pronta.”
Si
stava facendo problemi inutili. Io lo volevo e anche lui. Non mi
stava rifiutando era solo preoccupato per me. Decisi di dirgli tutto
quello che mi ero tenuta dentro in questi quattro mesi.
“Io
sono pronta Edward. Ti desidero così tanto che non so nemmeno
spiegartelo. Ho paura, è ovvio che io ne abbia. Ma tu sei..sei
semplicemente tu e io mi fido e voglio essere tua. Fare l'amore con
me sarebbe il regalo del diploma più bello che tu possa
farmi.!” dissi e per una volta non abbassai lo sguardo. Io ero
pronta e lui non doveva vedere incertezze in me.
Cavolo
era Edward, non uno qualunque. Lui non avrebbe fatto mai niente per
ferirmi.
“Io,
non so bene cosa dire..ti amo e voglio fare l'amore con te. Oggi,
domani e tutti i gironi che verranno, perchè sei l'amore della
mia vita e non voglio fare altro nella vita se non amarti
incondizionatamente.”
No
mi serviva altro. Inizia a baciarlo e finalmente anche lui ricambiò
il bacio.
Ricominciai
da dove mi ero interrotta e ben presto la camicia raggiunse il
pavimento. Lui fece lo stesso con il mio reggiseno. E dopo qualche
minuto eravamo entrambi completamente nudi. Ero completamente rossa e
per la prima volta questa sera abbassai gli occhi.
“Sei
splendida!”mi disse e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
Cominciò
a baciarmi e con delicatezza si fece spazio tra le mie gambe. Le
nostre intimità si sfioravano appena si avvicinò al mio
orecchio e iniziò a baciarmi il lobo.
“Io
ho più paura di te!” mi sussurrò all'orecchio.
Lo
amavo, dio quanto lo amavo.
Piano,
molto piano, iniziò a penetrarmi. Non sentivo dolore, solo
voglia che andasse più giù e più veloce lo
volevo sentire dentro di me, cosi afferai le sue spalle e lo incitai
a continuare spingendolo verso di me.
Il
dolore che non avevo sentito arrivò tutto insieme e io mi
irrigidii. Credo che Edwrad se ne accorse perchè si fermò
e mi guardò negli occhi.
“Ti
sto facendo male?”mi chiese
No,
in realtà ora del dolore non c'era neppure l'ombra, cosi feci
cenno di no con la testa e lui continuò con spinte che da
delicate diventarono sempre più forti e potenti.
Non
mi ricordavo neppure quanto o se avesse fatto davvero male, perchè
ben presto il dolore si trasformò in piacere e le sue spinte
accontentavano questo bisogno insaziabile che avevo di sentirlo
dentro di me.
Il
suo respiro e il mio sono accellerati, stiamo arrivando entrambi
all'apice del piacere così le spinte si fanno più
veloci finchè non veniamo insieme.
Non
si muove di un millimetro, è ancora dentro di me con la testa
appoggiata la mio petto per sentire il battito del mio cuore. I
nostri respiri stanno tornando alla normalità e piano esce da
me e si sdraia al mio fianco. Ho freddo e credo che lui se ne accorga
perchè prende una coperta e ci copre entrambi. Non parliamo,
non dobbiamo dire niente. Così mi appoggio sul suo petto e
chiudo gli occhi.
“Ti
amo Bella!”mi sussurra all'orecchio appena prima che io mi
addormenti.
“Ti
amo Edward!”
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Capitolo 12 *** CAPìTOLO DODìCì ***
La
settimana a New York passò velocemente. Le giornate le
trascorrevamo tutti insieme girando per la città, facendo pik
- nik a Central Park e divertendoci come potevamo. Le notti le
trascorrevo con Edward facendo l'amore, coccolandoci e scherzando
insieme. Sembrava la vacanza più bella di tutta la mia vita.
Ero fortunata. Questo era quello che mi continuavo a ripetere ma
quello che non sapevo era che di li a qualche ora la mia vita sarebbe
andata in frantumi. Così come la mia felicità e la mia
fortuna.
Avevamo
deciso che per festeggiare l'ultima sera in questa città
saremmo andati in una discoteca che a detta di tutti era la più
grande e popolare qui.
Odiavo
le discoteche, odiavo il caos e la gente che ti si appiccica addosso
però avevo deciso di far contenti i miei amici quindi mi ero
fatta convincere ad andare.
Eravamo
tutti pronti e tutti vestiti benissimo così ci dirigemmo verso
quella che da una settimana era la nostra macchina e partimmo.
Arrivati
in discoteca entrammo e ci accomodammo in un posticino appartato che
Rose aveva prenotato il giorno prima. La discoteca era grande e bella
come ci avevano detto era un luogo tipico di New York, si vedeva da
come era arredato.
“Allora
amore, non ti va proprio di stare qui è?”mi chiese il
mio amore, e solo dopo aver sentito la sua voce tornai nella realtà.
“Io..emm,
si vede tanto?”chiesi in imbarazzo.
“Un
po', dai andiamo a ballare ti va?”
“No
amore, vai tu..dai divertiti, non muoio mica qualche minuto lontana
da te!” dissi scherzando.
“Ok
amore, ci vediamo tra un po'!”
Mi
diede un bacio e si diresse verso la pista. Ero rimasta sola così
decisi di andarmi a prendere qualcosa da bere. Non ero una che si
ubriacava o cose del genere ma una birra non aveva mai ucciso
nessuno.
Stavo
tornando al tavolo quando mi scontrai con qualcuno.
“Scusa
io..devo stare..Michael!”dissi, non ci potevo credere era
davvero lui?
“Oh
mio dio Bella!!” Non mi diede il tempo di dire o fare niente
che mi prese in braccio e cominciò a girare come un bambino.
“Ok
ok..anche io sono contenta di vederti ma ora mettimi giù!”dissi
ridendo.
Ero
davvero contenta di averlo incontrato, era così tanto tempo
che non ci vedevamo. Appena arrivata a New York, volevo solo
rinchiudermi in camera e piangere, piangere fin quando le lacrime non
fossero finite, e per un po' è stato anche così. Un
giorno a scuola incontrai lui, e la mia vita morta e triste con lui
accanto divenne almeno sopportabile. Era mio amico, mi aveva aiutato
e mi era stato accanto in un periodo in cui accanto a me non poteva
esserci nessuno. Lui c'era riuscito.
“Allora
scricciolo che mi racconti?Come mai qui a New York?Lui c'è?Con
chi sei?Aspetta non dirmi che sei scappata di nuovo?”
Era
un fiume di domande, non la smetteva più. Cosi mi misi a
ridere, era davvero unico!.
“Ehi
mi dai il tempo di rispondere?” gli dissi mentre ridevo sotto i
baffi.
“Si,
emm..scusa!”
“Allora
sono a New York con degli amici e si lui è qui. Non sono
scappata di nuovo, anzi, sono qui con lui..nel senso che sto proprio
con lui.”
“Cioè
voi due, quando?come?perchè?”ma quanto era curioso.
Stavo
per rispondere, quando qualcuno si mise al mio fianco e mi strinse in
modo possessivo. Sapevo che era Edward , sicuramente aveva assistito
alla scena, era geloso, geloso da morire e io lo amavo anche per
questo.
Sorrisi
all'angelo che mi era accanto e lo baciai.
“Edward
lui è Michael, un vecchio amico di New York.” Si
presentarono e iniziammo a parlare tutti insieme. Ben presto ci
raggiunsero anche tutti gli altri e cosi scherzammo e ridemmo per
tutta la serata. Michael era un ragazzo tranquillo, stava bene con
tutti e per fortuna anche con i miei amici.
Non
so quanto tempo passò, ma ad un certo punto mentre tutti
ridevano una voce così famigliare da farmi infuriare parlò.
“Ehi
amore, non mi presenti i tuoi amici? Ah no, aspetta..ma io li
conosco!”disse ridendo maligna.
Sapevo
chi era e sapevo che era l'ultima persona che avrei voluto
incontrare. Ma poi che ci faceva Tanya a New York? Perchè
aveva chiamato Michael amore??
Tutti
si alzarono per andarsene, ma io rimasi seduta e mi strinsi a Edward
in modo ancora più forte. Non era per far dispetto a lei,
avevo semplicemente paura. E se vedendola avesse capito di amarla
ancora?Se lui non l'avesse dimenticata? Da quel famoso pranzo della
domenica non si erano più visti, non avevano più
parlato da quella volta del garage. Che sarebbe successo?
Edward
come sempre mi capì e si avvicinò al mio orecchio
sussurrandomi qualcosa che di certo solo io potevo aver sentito.
“Stai
tranquilla. Ti amo.”mi disse
Non
aveva detto niente di che semplicemente che mi amava ma mi aveva dato
la forza per rispondere a tono a quella specie di ragazza.
“Oh
è vero, che piacere vederti Tanya, ragazzi non facciamo i
maleducati sedetevi e continuiamo a parlare. Vieni Tanya siediti!”ma
quanto ero stata acida?
Comunque
si mise a sedere e continuammo a parlare. Ovviamente lei disse si e
no due parole e dopo qualche minuto io e Edward andammo a prendere
qualcosa da bere e restammo da soli per un po'.
Vero
le 4 di mattina decidemmo di tornare in albergo perchè il
giorno dopo saremmo dovuti partire.
Tornati
in albergo io e Edward ci dirigemmo nella nostra camera e come sempre
in queste notti, presi dalla passione facemmo l'amore per tutta la
notte
|
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Capitolo 13 *** CAPìTOLO TREDìCì ***
La
mattina seguente mi svegliai presto e Edward ancora dormiva cosi
decisi di scendere per fare colazione. Quando scesi trovai le ragazze
da sole ad un tavolo.
“Ehi
ragazze, e i maschietti?”dissi mentre mi sedevo con un cornetto
e il cappuccino.
“Dormono!”
mi dissero in coro.
“Ah
capito, allora avete fatto le valige?”chiesi.
“Bella
non ne parliamo per favore, che per far entrare tutto quello che
avevo comprato ho dovuto fare una guerra con la valigia!” disse
Alice
Tutte
ci mettemmo a ridere.
“E
chi ha vinto Alice?tu o la valigia?” le chiese Rose ridendo.
“Rose
ma che domande fai?? Io ovviamente!!”
Chiacchierammo
del più e del meno, poi ad un certo punto mi ricordai che
dovevo chiamare i miei genitori cosi cercai il cellulare in borsa ma
non c'era. Eppure ero sicura di averlo lasciato nella borsa che avevo
usato la sera prima.
“Nooooo,
ragazze mi sono persa il cellulare, che palle ci mancava solo
questa!”dissi sbuffando. Era qualcosa come il terzo cellulare
che perdevo, ero una cosa incredibile.
“Bella
un giorno ti perderai il cervello!”mi disse Angela.
Ma
che razza di amiche avevo? Ridevano delle mie disgrazie? Le adoravo.
“Vabbè
ragazze io vado a svegliare Edward,ci vediamo qui tra un'oretta ok?
Le baciai e me ne andai.
Decisi
di portare la colazione a letto a Edward. Gli piaceva fare colazione
così.
Presi
qualcosa da mangiare, qualcosa da bere e andai di sopra ma quando
aprii la porta volevo solamente morire. Volevo non essere mai entrata
in quella stanza, non aver mai fatto l'amore con Edward, non essere
mai partita. No, quello che volevo era non essere mai tornata a
Forks.
POV
EDWARD
La
mattina dopo la discoteca, dopo l'incontro con Tanya e dopo aver
fatto l'amore con la mia Bella mi svegliai con il sorriso sulle
labbra, mi rigirai nel letto per dare il buongiorno alla mia vita ma
lo trovai vuoto.
Sicuramente
era uscita con le ragazze, così decisi di fare una doccia e di
cominciare a riordinare le cose e metterle in valigia.
Uscito
dalla doccia mi suono il telefono, un messaggio di Bella.
“Amore,
sto tornando e voglio farti una sorpresa. Bendati e aspettami sul
letto. Ti amo!”
Mi
venne da sorridere. Non era da lei fare queste cose ma mi bendai e
feci come mi aveva detto.
Qualche
minuto dopo la porta si aprì e la mia bocca si piegò in
un sorriso.
Non
era il suo profumo, non era il suo respiro. Non era lei.
Stavo
per togliermi la benda e dire alla sconosciuta di andarsene quando
qualcuno si mise a cavalcioni su di me.
“Ehi
Edward, che bello rivederti!”mi disse la voce odiosa e stridula
di Tanya.
“Tanya!”non
era un saluto, non era neanche un' invito stavo semplicemente
ringhiando il suo nome.
Me
la stavo togliendo di dosso senza un minimo di delicatezza quando la
porta si aprì
Mi
tolsi la benda velocemente, scaraventai Tanya via da me e la vidi.
Vidi
i piatti che aveva in mano(sicuramente la mia colazione) cadere per
terra. Vidi le sue mani tremare per la rabbia. Vidi i suoi occhi
pieni di dolore, un dolore che ben presto si trasformò in
odio.
Non
scappò via da me, non si mise ad urlare, non picchiò
Tanya. Mi guardò degli occhi con un' intensità tale da
farmi abbassare lo sguardo.
“E'
finita”prese la sua valigia, la sua borsa e se ne andò.
Quello
che successe dopo non l'ho visto o forse non me lo ricordo. Sono
morto dentro. Di nuovo.
I
ragazzi sono venuti a prendermi. Mi hanno fatto la valigia. Mi hanno
caricato in macchina. E ora stiamo tornando a Forks. Da quello che
sono riuscito a capire, abbiamo preso il volo dopo quello delle
ragazze.
Stanno
parlando da ore, giorni, forse anni. Ma io non sento niente.
Vedo
le immagini scorrere nella mia mente come se stessi sfogliando un
diario dei ricordi.
Il
suo sorriso sincero e puro. I suoi occhi che brillano di amore,
passione e devozione soltanto per me. Le sue mani che mi sfiorano
come nessuno aveva mai fatto. La sua voce che sussurra il mio nome. E
poi buio. Solamente buio.
POV
BELLA
Ero
su un' aereo che mi avrebbe finalmente riportata a casa. Mi sembrava
di rivivere quel giorno, ogni cosa mi sembrava un deja-vù.
Stavo tornando a Forks di nuovo con il cuore spezzato, di nuovo con
la tristezza negli occhi. Questa volta però c'erano le mie
amiche, loro non mi avrebbero lasciata sola, mi avrebbero aiutata a
superare questa cosa. Perchè io ce l'avrei fatto non è
vero? L'avrei superato di nuovo no? Quante volte può lacerarsi
un cuore? Il mio ce l'avrebbe fatta? Forse si. Forse no.
Probabilmente non mi sarei ripresa mai più. Forse avrei
continuato a vivere comunque ma non vivendo davvero. Magari avrei
semplicemente vissuto aspettando di morire. Si, sicuramente sarebbe
andata così.
Ero
in silenzio da quando gli avevo detto che era finita. Non avevo più
parlato. Non avevo versato una lacrima. Perchè? Perchè
non piangevo? Forse perchè ci sono concesse un totale di
lacrime nella vita e io le avevo consumate tutte. I miei occhi erano
spenti, quasi neri. Del mio colore cioccolato fuso non c'era traccia.
Li sentivo pesare. Volevo chiuderli e non svegliarmi mai più.
E lo feci. Chiusi gli occhi e semplicemente vidi il buio.
Non
so dopo quanto la voce di qualcuno mi svegliò! Allora non ero
morta.
“Bella,
tesoro dobbiamo andare, l'aereo è atterrato.”
Non
risposi, mi alzai e mi diressi verso l'uscita. Uscii da quello che mi
sembrava l' aereoporto di Seattle e mi misi a sedere su un
marciapiede li vicino. Aspettavo qualcuno. Aspettavo qualcosa.
Forse
non sono abbastanza brava a letto? Forse non sono abbastanza
attraente e sensuale. No non è per questo. Magari
semplicemente doveva finire così, lo sapevo fin dall'inizio.
Per noi non esiste un futuro.
“Bella
sali in macchina, dobbiamo portarti a casa.” ancora quella
voce. Chi era che parlava? Alice? Rose? Angela? Chi?
Di
certo non era lui. Non era la sua voce e a me non interessava sentire
nessun altro.
Gli
occhi bruciano. Sento che fanno male. Voglio chiuderli. Buio
Non
so come, non so perchè ma mi ritrovo nella mia camera, sono
nel mio letto e nella mia stanza ci sono troppe persone che parlano.
“Chiudete
le persiane, spegnete la luce, voglio dormire.”
Era
la mia voce questa?non lo so ma fecero come gli era stato chiesto e
finalmente dormii
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Capitolo 14 *** CAPìTOLO QUATTORDìCì ***
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Prima
di iniziare, vorrei ringraziare tutte voi per i commenti bellissimi e
poi volevo dire che da questo capitolo in poi, le cose cambieranno un
pochino. Ancora non lo so bene ma credo che per descrivere al meglio
il dolore che provano i due protagonisti prenderò alcune parti
di New Moon. Spero non vi dispiaccia, non voglio assolutamente rubare
o copiare la magnifica e insostituibile Stephenie meyer, credo solo
che le sue parole racchiudano al meglio quello che voglio dire.
Ancora grazie a voi che seguite la mia storia, un bacio =)
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Non
so quanto tempo è passato. Minuti, ore, giorni o forse anni ma
il dolore che sento nel petto non accenna a diminuire. Il mio cuore è
morto. La voragine che ho nel petto certe volte mi impedisce di
respirare e il dolore è così forte che vorrei
semplicemente morire solo per non sentirlo più.
Oggi
devo tornare a scuola. Sono passate, credo, due settimane dal mio
ritorno a New York e il mio aspetto non è certo dei migliori.
Ho gli occhi gonfi e rossi, le occhiaie ben pronunciate sotto di
essi, sono molto più magra del solito e sembro quasi malata.
“Amore,
vieni ti ho preparato la colazione, le frittelle che ti piacciono
tanto.” Mia madre mi risveglia dai miei pensieri. Non voglio
mangiare, non ho fame ma mia madre ha sopportato fin troppo per me e
io non voglio che lei stia male.
“Certo
mamma.” Della vecchia Bella non è rimasta niente.
Nemmeno la voce.
Mangio
con calma e quando sento il clacson suonare esco da casa per
affrontare il giorno che speravo non arrivasse mai.
A
Forks c'erano due scuole, che venivano divise semplicemente da un
prato enorme che era usato da entrambe le scuole per l'intervallo.
Nei primi mesi tornata da New York mi ero semplicemente nascosta
dentro la mia scuola, per evitare persone come Alice, Rose,
Em..insomma tutti quanti. E ora avrei dovuto ricominciare da capo? No
certo che no.
“Ehi
Bella, siamo arrivate!” la dolce voce di Angela.
Angela,
la mia migliore amica. Persino lei non mi riconosce più.
Scendo
dalla macchina e tutti mi fissano. So che sono cambiata, anzi, in
realtà sono quasi irriconoscibile ma odio la gente che mi
fissa, quindi aumento la velocità per entrare il prima
possibile in classe quando sento qualcuno afferrarmi per il polso,
tirarmi a sé e abbracciarmi con una forza disumana. Emmet.
“Ehi
scricciolo,come stai?” La voce di Em è quasi un
sussurro, mi vuole bene, lo so che me ne vuole ma io non posso essere
sincera nemmeno con lui. Non sto bene ma a lui dico tutt'altro.
“Sto
bene orso, tranquillo, ci vediamo dopo a pranzo ok?ora sono in
ritardo!” Gli do un bacio su una guancia e vado alla mia prima
lezione.
Finchè
resto nella mia scuola la giornata passa più o meno in modo
veloce. Sono impegnata a prendere appunti e cerco di ignorare la
gente che mi guarda e che sparla di me convinti che io non li senta.
Mancano venti minuti alla fine dell'ultima lezione prima di pranzo.
Che dirò? Che farò? Ci sarà? Starà bene?
Una piccolissima parte di me spera di no. Spera che lui senta lo
stesso identico dolore che sento io. Impossibile.
Drin.
Drin. Drin.
L'ora
della verità è arrivata. Raccolgo le mie cose e mi
incammino verso il prato. È una bella giornata e la primavera
sta lasciando posto alla soleggiata estate. Gli esami sono vicini,
vicinissimi a dire il vero manca più o meno un mese e io
ancora non ho risposto a nessun college.
Sono
tutti li, ci sono proprio tutti e quando Alice e Rose mi vedono
arrivare mi corrono in contro e mi abbracciano.
“Ehi
tesoro, stai bene?” Rose.
“Hai
bisogno di qualcosa?”Alice.
Possibile
che tutti mi facciano queste domande?. Non sto bene. Cazzo non sto
bene per niente.
“Si
ragazze, sto bene!” finisco con un sorriso. O meglio con
l'ombra del mio vecchio sorriso.
É
lì. Seduto con tutti gli altri. Mi da le spalle e io vorrei
solo corrergli in contro e pregarlo di dirmi che è stato solo
un brutto sogno. Invece mi incammino e mi siedo il più lontana
possibile da lui.
Quando
incontro i suoi occhi spenti e vuoti, mi accorgo che il dolore che ho
sentito in queste due settimane non è niente paragonato a
quello che sento adesso guardandolo negli occhi.
C'è
tensione. Lo sentiamo tutti eppure nessuno dice niente.
“Bella,
io..voglio..cioè vorrei..posso parlarti?” No. Non puoi
perchè ti odio e perchè non voglio più vederti
per il resto della mia vita.
“Io,
non credo..non credo che ci sia niente da dire!” gli dissi e mi
alzai per allontanarmi da quel posto.
Lo
vidi stringere i pugni con una tale forza che sembrava che le mani
stessero per frantumarsi.
Bisbigliò
qualcosa che io nemmeno sentii. Ero già troppo lontana.
Stavo
andando in segreteria per farmi fare un permesso di uscita anticipata
quando qualcuno mi fermò per un braccio.
“Bella,
io vorrei solo che tu mi ascoltassi per due minuti. Concedimi solo
due minuti ti prego!” Lo conoscevo. Sapevo che non si sarebbe
arreso.
“Due
minuti Edward!”gli dissi.
“Quello
che hai visto bhe non..cioè non è come pensi tu. Te lo
giuro. Lei mi ha ingannato, io voglio te ok? Sempre. Volevo solo che
tu lo sapessi!” Abbassò subito lo sguardo.
Non
erano passati due minuti eppure lui si girò e se ne andò.
Volevo fermarlo. Dirgli di continuare a spiegarmi. Eppure il dolore
era troppo forte anche solo per respirare. Così tornai a casa
e me ne andai in camera mia. La giornata, almeno per me, era finita
li.
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Capitolo 15 *** CAPìTOLO QUìNDìCì ***
POV
EDWARD
I
suoi occhi. Quanto erano cambiati? Del suo bellissimo color
cioccolato fuso non c'era più nemmeno l'ombra, del suo sorriso
sul viso non ce n'era traccia. Era spenta, morta ed ero stato io a
ridurla così. Ero uno stupido.
Da
quel giorno in segreteria non abbiamo più parlato. Spesso ho
provato a pregarla, scongiurarla fino a mettermi in ginocchio di
perdonarmi, di parlare con me ma lei si isola sempre di più e
diventa ogni giorno che passa una Bella diversa, una Bella che non
conosco e che mi è impossibile avvicinare.
Vorrei
con tutto me stesso riaverla al mio fianco. Senza di lei la mia vita
è nulla, so che probabilmente è un pensiero patetico e
banale ma tutta la mia vita era lei.
Sento
bussare alla porta della mia camere e di corsa asciugo quelle piccole
lacrime che hanno lasciato i miei occhi.
“Avanti”
“Ehi
fratellone, che fai?” Alice, se in questo periodo non ci fosse
stata lei sarei morto.
“Niente
di che, studio. E tu?”
“Preparo
le ultime cose per dormire fuori, stasera è il mio turno!”
lo dice e poi si tappa la bocca con una mano, come se avesse detto
qualcosa di troppo.
“Il
tuo turno?Per cosa?” gli dico. Non so perchè ma ho la
sensazione che centri con Bella.
“Io..emm..in
realtà Edward non potrei dirtelo..scusa!” Me lo dice e
abbassa lo sguardo. Io e Alice ci siamo sempre detti tutto. So quanto
è difficile per lei tenere nascosta una cosa, soprattutto a
me.
“Alice,
sai che se riguarda Bella devi dirmelo. Ti prego io..io..devo
sapere.”
Mi
abbraccia. Mi tiene stretto con un intensità e una forza che
non credevo possibili.
“Siediti
Edward.”
“Perchè?”
“Perchè
quello che sto per dirti non ti piacerà”
Feci
come mi aveva detto. Mi misi seduto sul letto e lei venne accanto a
me.
“Da
quando vi siete lasciati, Bella non è più la
stessa..”cominciò ma la interruppi subito.
“Si
lo so.. e a proposito di questo..”le dissi ma non mi fece
finire di parlare.
“Edward
ascoltami.”
“Da
quando vi siete lasciati, Bella non è più la stessa e
so che tu te ne sei accorto, tutti ce ne siamo accorti perchè
i suoi occhi non brillano più, perchè il suo sorriso
non esiste più ma non è di questo che sto parlando. La
stessa notte che siamo tornati da New York ha cominciato ad avere
degli incubi. Si dimena, urla il tuo nome e poi si sveglia piangendo.
Quindi io, Rose e Angela facciamo dei turni per dormire con lei. Dice
che con noi accanto si sente più tranquilla, si sente..”
e si interruppe.
“Si
sente..”lo dissi a voce bassa, tanto bassa che forse nemmeno
lei aveva sentito.
“..meno
sola!” mi disse abbassando lo sguardo.
Sapevo
che stava male, sapevo che cercava di nasconderlo ma quello che mi
disse Alice mi fece smettere di respirare.
Mi
sdraia sul letto e chiusi gli occhi. Alice se ne andò. Non so
quanto restai in quella posizione con gli occhi chiusi ma sicuramente
non abbastanza da sentire il dolore svanire, anzi, a ogni rintocco
dell'orologio il mio dolore aumentava a dismisura. Per quello che
avevo fatto a me stesso ma soprattutto per quello che avevo fatto a
lei.
POV
BELLA
Il
tempo passa. Anche quando sembra impossibile. Anche quando il
rintocco di ogni secondo fa male come sangue che pulsa nelle ferite.
Passa in maniera disuguale, tra strani scarti e bonacce prolungate,
ma passa. Persino per me.
Mio
padre sbattè il pugno sul tavolo.
“Basta
Bella, adesso basta!”
Alzai
gli occhi dai cereali che rimescolavo meditabonda invece di
mangiarli, e lo guardai sbalordita.
Non
avevo seguito la conversazione e in realtà non mi ero nemmeno
accorta che stessimo parlando.
“Cosa
ho fatto?” chiesi confusa, guardando prima lui poi mia madre.
Mia
madre aggrottò le sopracciglia e stavolta parlò lei.
“Non
hai fatto niente tesoro. Questo è il problema. Non fai niente,
mai” mi disse abbassando gli occhi.
Mi
sentii in colpa.
“Mi
dispiace!” dissi.
Mia
madre guardò mio padre per una frazione di secondo e poi mio
padre parlò.
“Non
vogliamo che tu ti scusi Bella.” mi disse.
“Allora
ditemi cosa volete che faccia?”
“Bella..Tesoro,
non sei la prima a vivere una situazione del genere, lo sai anche tu.
“Certo!”
dissi con la voce più acida del dovuto.
Mi
alzai e uscii di casa. Gli esami erano finiti e di tempo libero ne
avevo a sufficienza per pensare. Mi misi sul dondolo del portico e mi
rannicchiai con le ginocchia contro il petto.
Certo,
lo sapevo anche io. Non ero la prima a vivere una situazione del
genere. Ma questo non cambiava le cose. Questo non faceva diminuire
le fitte di dolore che sentivo attorno alla voragine che mi
squarciava il petto. Incrociai le braccia e mi strinsi forte per non
cadere a pezzi.
Mi
chiesi quanto sarebbe durata. Forse, un giorno, dopo tanti anni, se
il dolore fosse diminuito fino a poterlo sopportare, sarei riuscita a
ripensare a quella manciata di mesi, i più belli della mia
vita. E, se la sofferenza mi avesse mai dato tregua, ero certa che
gli sarei stata riconoscente del tempo che mi aveva concesso. Era più
di quanto chiedessi, più di quanto meritassi. Forse, un
giorno, sarei riuscita a vederla così. Ma se lo squarcio non
si fosse mai richiuso? Se le ferite non fossero guarite? Se il danno
si fosse dimostrato permanente e irreversibile?
Mi
strinsi forte tra le braccia. Odiavo questa situazione. Io seduta
fuori sul portico di casa a pensare. Non volevo. Non volevo più
stare male dannazione.
Decisi
di rientrare e di andarmi a fare una doccia. Entrata in bagno mentre
cercavo la crema nel mobiletto, mi cadde qualcosa per terra e quando
vidi cos'era mi si gelò il sangue.
Un
pacchetto blu di assorbenti mi diceva che c'era qualcosa che non
andava, che questo mese non erano stati utilizzati e quando feci i
conti, dovetti dargli ragione. Stavo parlando con un pacchetto di
assorbenti? Ok ero diventata pazza davvero.
Decisi
di vestirmi e di scendere al piano di sotto. Sarei andata in una
farmacia, lontana anni luce da Forks e dai pettegoli e avrei comprato
un test. Mentre scendevo le scale però Alice stava parlando
con mia madre. Stavano parlando di me. Così mi accucciai in
mezzo le scale e ascoltai.
“È
stato un brutto colpo, vero, Renèe?” chiese con dolcezza
Alice.
Mia
madre sospirò. “Bruttissimo.”
“Tu
la conosci Alice. Non si farebbe vedere debole nemmeno da noi..”
disse mia madre!
Alice
doveva avere una faccia tristissima perchè mia madre
l'abbracciò forte.
“Io
la vedo Renèe, studia, mangia e se qualcuno le fa una domanda
risponde, Ma è..vuota. Nei suoi occhi non c'è niente.
Non ascolta più musica, non legge, non guarda più la
tv.” la voce di Alice non sembrava nemmeno la sua.
A
quante persone stavo facendo del male?
“Lo
so cara, lo so!” disse mia madre con le lacrime agli occhi.
“No
Renèe, noi dobbiamo fare qualcosa. Non è normale e..mi
fa paura.
“Già,
Alice ha ragione!” mio padre, speravo davvero con tutto il
cuore che almeno lui non dicesse niente.
“Non
è affatto normale. Non è come quando..ci si lascia, ma
come quando muore qualcuno!” disse mio padre abbassando gli
occhi.
Si,
era come se qualcuno fosse morto. Come se fossi morta io. Era stato
molto peggio che perdere l'amore della mia vita, cosa che, da sola,
era sufficiente a uccidere. Avevo perso un futuro, una famiglia, la
vita che avevo scelto.
Non
volevo più ascoltare niente. Adesso in quella stanza non c'era
solo il mio di dolore ma quello di tutti quelli che mi erano accanto.
E io non ero in grado di sopportarlo.
Così
feci un po di rumore, per fargli capire che stavo scendendo e
raggiunsi tutti in cucina.
Mio
padre aveva gli occhi bassi, mia madre cercò di asciugarsi gli
occhi lucidi e Alice mi corse incontro abbracciandomi.
“Ehi
Alice usciamo un po'? Devo fare delle commissioni e devo parlarti”
gli dissi.
Mia
madre sorrise e Alice con tutto l'entusiasmo che aveva in corpo mi
disse di si.
Uscimmo
ed entrammo nella sua nuova macchina. Una porche gialla canarino che
rispecchiava in tutto e per tutto il suo modo d'essere.
Stavamo
andando verso Seattle e decisi di lanciare la bomba.
“Alice,
credo di essere incinta!!”
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Capitolo 16 *** CAPìTOLO SEDìCì ***
Stavamo
andando verso Seattle e decisi di lanciare la bomba.
“Alice,
credo di essere incinta!!”
Inchiodò
di botto e si accostò sulla destra.
“Stai
scherzando?” mi chiese.
“Alice
posso scherzare su una cosa del genere e poi..” ma interruppi
la frase, stavo per dire – e poi io non scherzo più –
ma preferii stare zitta.
“Io..cioè..non
posso..cazzo Bella!” mi disse.
“Lo
so” fu la mia unica risposta.
Riaccese
il motore e ripartì verso la nostra meta. Pensavo che il
nostro discorso fosse finito li e invece Alice parlò ancora.
“Ma
tu..insomma non ne sei sicura?”
“Io..no..ma,
un ritardo di 17 giorni mi sembra una prova più che
schiacciante!” gli dissi abbassando lo sguardo.
“Magari
è solo un ritardo per lo stress, per la situazione che stai
vivendo insomma!”
“Si
può darsi, comunque stiamo andando in farmacia apposta!”
dissi con un mezzo sorriso, che però non arrivò a
contagiare i miei occhi.
Il
silenzio si rifece pesante di nuovo ma stavolta fui io a
interromperlo.
“Alice,
tu..tu non mi abbandonerai non è vero? Se sono incinta
dico..ti prego tu..non..non sparire ok?”
“Io
Bella, ma come potrei? Sei la mia migliore amica e..io non ti
abbandonerei mai. Ma come ti vengono certe idee!” mi disse
dandomi un piccolo pugno sulla gamba.
Il
resto del tragitto fu molto più tranquillo. Alice non mi stava
giudicando. Lei sarebbe stata al mio fianco probabilmente insieme a
Rose e Angela. Loro non mi avrebbero abbandonata e questo poteva
rendere la cosa un po meno spaventosa.
Entrati
in farmacia comprai i test. Ne comprai due per sicurezza e una volta
ritornata in macchina mi venne un dubbio.
“Alice
ma,dove li faccio? Cioè non posso mica farli a casa mia..se
mia madre li trova..” non finii la frase perchè Alice
capì al volo.
“Io,
ti direi di venirli a fare a casa mia ma..non mi sembra una grande
idea..Angela?”propose
“Oh
no, ti prego..il padre di Angela è un pastore non..dai non
potrei mai, andrei dritta all'inferno” dissi ridendo.
“Si
hai ragione. Allora ci è rimasta Rose. La chiamo e gli dico
che stiamo arrivando.” Annuii, Rose sembrava una buona idea.
Partimmo
verso casa di Rose e dopo un'oretta eravamo già li. Il cuore
voleva uscirmi dal petto, batteva cosi forte che forse lo sentivano
anche i vicini.
Spiegammo
a Rose la situazione e lei come Alice mi appoggiò e capì.
“Bella,
su forza..vai in bagno e fai quel test. Noi ti aspettiamo qui.”
Rose
aveva un bagno in camera. Così entrai e feci quel test. Seguii
lettera per lettera tutte le istruzioni e quando ebbi finito uscii
dal bagno con tutti e quattro i test fatti.
“Leggeteli
voi vi prego, io...non..io non ce la faccio!”
Porsi
due test ad Alice e due a Rose e col capo abbassato e gli occhi
chiusi aspettavo la risposta che avrebbe cambiato la mia vita per
sempre.
“Bella,
i miei sono positivi.” mi disse Rose a voce bassissima.
“Alice?”
chiesi.
“Io..emm..anche
i miei Bella!”
Le
ginocchia mi cedettero e mi accasciai a terra. Rose e Alice mi furono
subito accanto e mi abbracciarono forte.
“Bella
tu ce la farai ok? Non sei sola ci siamo noi con te:”
“Non
è una tragedia Bella, hai finito il liceo e andrai al college
dopo l'estate. Tu ce la farai.”
Non
rispondevo. Non era il bambino il problema. Un bambino non è
mai un problema nemmeno alla mia età e poi era di Edward,
l'amore della mia vita che potevo volere di più? Ad esempio un
padre per mio figlio. I rapporti tra me e Edward non erano certo
migliorati. Lui ci provava, vedevo quanto dannatamente provasse ogni
volta a spiegarmi. Ma il dolore era troppo forte anche solo per
guardarlo negli occhi.
La
voce di Alice mi risvegliò dai miei pensieri.
“Tesoro,
ore che farai?”mi chiese.
“Lo
tengo.” dissi spedita e sicura di me. Da quando avevo capito
che molto probabilmente ero incinta, non mi era passata in testa
neanche per un secondo l'idea di abortire.
“Ok..ma..insomma
tu devi dirlo a Edward.”mi disse Rose
“Io
non lo so.” dissi alzandomi dal pavimento e andando verso la
porta.
“Io,
vado a casa, voglio stare un po da sola, ci vediamo più tardi
ragazze.” Sapevo già che una di loro sarebbe venuta da
me a dormire. Lo facevano sempre da un mese a questa parte. Oggi se
non mi sbagliavo era il turno di Alice.
Tornai
a casa a piedi. La villa degli Hale non era lontana dalla mia.
Arrivata a casa salutai velocemente mia madre e andai di sopra in
camera. Appena entrata notai subito che qualcosa non andava. Le
pareti della mia stanza erano ricoperte di foto mie e di Edward, Foto
che avevamo fatto nei mesi insieme e fu come se centinaia e centinaia
di lame mi trafissero senza darmi tregua. Sul mio letto una busta da
lettere rossa faceva bella mostra di se.
Con
ancora il dolore nel petto presi la busta e l'aprii, sicuramente era
di Edward.
Amore
mio
se
stai leggendo la lettera significa che guardando le foto non sei
morta di dolore.
Guardale
amore mio. Guarda quanto eravamo felici.
Ti
sto scrivendo perchè probabilmente questo è l'unico
modo che ho per farmi ascoltare. Non ti ho tradita. Non ci ho pensato
nemmeno un secondo di quel maledetto giorno. Tanya mi ha ingannato e
so che nel profondo del tuo cuore sai che ti sto dicendo la verità.
Mi
è arrivato un messaggio quel giorno dal tuo numero che diceva
che saresti tornata a breve e che dovevo bendarmi e aspettarti sul
letto. Sono stato uno sciocco, uno stupido, un cretino..ecc..ecc
perchè dovevo immaginarlo che non era da te fare una cosa del
genere. Lo so e ti chiedo scusa per questo. Ma quello che hai visto
non corrisponde a quello che pensi. Credimi. Lei non è te. Io
lo so e vorrei che tutto quello che è successo non fosse mai
accaduto. Io ti vedo Bella, ogni maledettissimo giorno e non posso
fare a meno di pensare a quanto tempo stiamo sprecando. Torna da me
Bella. Torna da me perchè io senza di te non so che farmene
della vita. Ti amo e un giorno dopo il college vorrei sposarti,
vorrei passare un'intera vita accanto a te, vorrei che tu fossi la
madre dei miei figli e vorrei che un giorno io e te ci ritrovassimo
seduti su una veranda con i capelli bianchi e le rughe sul nostro
viso consumato dal tempo circondati da nipotini. Felici e insieme
SEMPRE. Non lo so se sono riuscito a convincerti. Non so se sei
disposta a riprovarci ma io oggi ti aspetto alla radura. Ti aspetterò
finchè il mio cuore non smetterà di battere.
Tuo
per sempre Edward.
Le
lacrime avevano lasciato i miei occhi. Insieme alla busta c'era una
piccola fedina d'oro bianco e dentro c'era un'incisione: Eternamente
tuo
Ed
era la verità, lui sarebbe stato mio per sempre.
Corsi,
più veloce che potevo verso quella radura. La nostra radura.
Non so quanto ci misi. Probabilmente solo qualche minuto. E quando
arrivai lo vidi.
Era
bello più che mai. Aveva gli occhi puntati su di me. Corsi
verso di lui e lo abbracciai con tanta forza da rischiare di
rimbalzargli addosso, se non ci fossero state le sue braccia a
stringermi e trattenermi. In quell'istante, mi sentii bene. Intera.
Finalmente sentivo il cuore pompare nel petto, il sangue scorrere
caldo e veloce nelle mie vene. I miei polmoni si riempirono del dolce
profumo della sua pelle. La voragine si era chiusa senza lasciare
traccia. Mi sentivo perfetta, come se la ferita non si fosse mai
spalancata.
Ci
baciammo con una tale passione che se il mondo fosse crollato noi non
ce ne saremmo accorti.
“Oh
mio dio se qui!” mi diceva, continuava a ripeterlo ogni volta
che ci staccavamo per riprendere fiato.
“Sei
qui, sei qui per davvero”
“Si,
Si, Si..sono qui Edward e non voglio lasciarti mai più.”
La
sua bocca era sulla mia, le sue mani erano sul mio corpo. Non so come
ma ci ritrovammo sdraiati sull'erba, uno sopra all'altro prede di una
passione che non avevo mai sentito.
“Fai
l'amore con me Edward. Fai l'amore con me.” gli dissi
guardandolo in un sussurro.
“Oggi
e per sempre Bella.” mi disse.
E
ci amammo per tutto il resto del giorno.
Non
mi importava del tempo passare. Non mi importava che eravamo
all'aperto. Ero con Edward. Finalmente. Il resto, almeno per me, non
contava.
Solo
ora mi rendevo conto davvero di quello che per me era Edward. Nella
mia vita non avevo mai trovato un posto dove sentirmi a mio agio,
dove essere me stessa al cento per cento. Ma da quando stavo con
Edward tutto era cambiato. Avevo capito che il mio posto nel mondo
era dove c'era lui. Perchè solo accanto a lui mi sentivo
completa e perfetta.
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Capitolo 17 *** CAPìTOLO DìCìASETTE ***
Era
passata una settimana da quel giorno alla radura. Il mio sorriso era
tornato, i miei occhi brillavano di nuovo e io era felice. In questi
giorni io e Edward abbiamo parlato di quel giorno e abbiamo capito
che tutto quel casino l'aveva combinato Tanya. Era una stronza.
Non
ero riuscita ancora a dire a Ed del bambino. Avevo una dannatissima
paura che lui scappasse via. Che ci lasciasse soli ad affrontare una
cosa più grande di me. Però dovevo dirglielo
assolutamente e avevo scelto stasera per farlo.
“Bella
addormentata!!! Risvegliati dai tuoi pensieri che dobbiamo
prepararti.”
Alice
e Rose mi avevano convinta a farmi preparare da loro. Sarei stata la
loro bambolina per il resto della giornata, così senza fare
storie mi andai a fare la doccia e una volta uscita mi misi seduta
davanti allo specchio pronta per essere trasformata.
Passarono
un paio d'ore e quando mi guardai allo specchio, quasi non mi
riconoscevo.
I
miei capelli erano raccolti in uno chignon con qualche boccolo che
ricadeva sulle spalle. Ero truccata in modo leggero con un ombretto
blu che riprendeva il colore del vestito e un po di mascara sulle
ciglia. Il vestito che mi avevano comprato ( impedendomi a tutti i
costi di pagarlo) sembrava fatto per me. Era di un blu elettrico con
delle balze che lo facevano terminare appena sopra il ginocchio.
Alice
e Rose se ne andarono poco dopo e io mi misi seduta ad aspettare il
mio ragazzo.
Edward
era sempre stato puntuale e infatti alle otto in punto il campanello
suonò. Appena aprii la porta il cuore mi si fermò.
L'angelo
del mio paradiso si trovava di fronte a me. Era elegante come non lo
avevo mai visto. Aveva indosso una smoking nero e in mano aveva un
mazzo di rose che mi porse. Mi baciò e mi fece segno di
seguirlo in macchina. Mi aprì lo sportello come un vero
gentiluomo e partimmo verso Port Angeles. Durante il tragitto non
parlammo molto ma non era un silenzio fatto di tensione solamente non
c'era niente da dire. C'eravamo noi insieme e questo bastava. La
mia mano era stata per tutto il tragitto intrecciata alla sua sul
cambio e solamente quel contatto mi faceva stare bene.
Arrivati
al ristorante, Edward si avvicinò all'entrata e la tenne
aperta per farmi entrare. Il maitre che ci venne incontro era una
ragazza, e rivolse a Edward uno sguardo che potevo ben capire,
riservandogli un'accoglienza un po' più calda del necessario.
“Cullen.
Per due.” disse Edward alla ragazza.
Vidi
gli occhi della ragazza passare e soffermarsi solo un'istante su di
me, così strinsi ancora di più la mano di Edward e mi
avvicinai al suo corpo in maniera possessiva.
La
ragazza ci fece strada fino al nostro tavolo, il più appartato
dell'intero ristorante.
“La
cameriera arriva subito” disse sbattendo le ciglia.
“Odiosa!”
dissi tra un ringhio.
“Che
c'è che non va?” mi chiese Edward.
“Probabilmente
quella ragazza è corsa in cucina a cercare di riprendere
fiato..” mi guardò confuso.
“E
dai, non dirmi che non ti rendi conto dell'effetto che fai.”
dissi un po' più acida di quanto avessi voluto essere.
“Faccio
colpo su tutti?” mi disse ridendo.
Io
stavo letteralmente morendo dalla gelosia e lui se la rideva?
“Già”
fu la mia unica risposta accompagnata da un muso lunghissimo.
Lo
sguardo della ragazza prima parlava chiaro. Era molto soddisfatta del
fatto che io fossi così normale e poco appariscente in
confronto a lui.
Mi
prese la mano e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
“Io
amo te.” mi disse.
Così
mi avvicinai e lo baciai.
Poco
dopo arrivò la cameriera e prese le nostre ordinazioni. Dovevo
dirglielo era quello il momento giusto eppure non aprii bocca.
Continuai così per tutta la sera fino ad arrivare al dolce.
Avevamo entrambi ordinato la panna cotta. In questo posto era
buonissima. Mi sembrava il momento più adatto o meglio l'unico
che mi fosse rimasto per dirgli la verità.
“Edward
devo dirti una cosa.” gli dissi interrompendo quello che stava
dicendo.
“Dimmi
amore!”
“Io..cioè..non
so davvero..non so.. come..Io forse non siamo stati..” Non lo
sapevo nemmeno io dovevo volevo arrivare. Quello che gli dovevo dire
era semplice tre parole -io sono incinta- eppure non riuscivano ad
uscire dalla mia bocca.
“Amore
ti calmi, respira e dimmi che cosa è successo.” mi disse
prendendomi la mano.
“Sono
incinta Edward.” dissi tutto d'un fiato.
La
sua faccia era al momento un'espressione illeggibile per me. Non so
cosa gli stava dicendo la sua mente ne tanto meno il suo cuore, ma la
paura che scappasse via da me, da noi si faceva sempre più
forte e insistente. Voleva schiacciarmi ma io non l'avrei permesso.
Era
stato in silenzio per 5 minuti buoni. Non aveva ancora detto niente.
“Edward
ti prego di qualcosa!” dissi abbassando lo sguardo.
Mi
prese il viso tra le mani e mi baciò.
“Nostro
figlio!” disse sognando.
“Si
Edward, ma se tu non lo vuoi, se non te la senti io..io posso
capirlo.” dissi.
“Se
io non lo voglio? Se io non me la sento? Bella ma che dici, è
di nostro figlio che stiamo parlando come potrei non volerlo. Lo amo
già da morire. Lo amo come amo sua madre.”
Mi
aveva sorpresa. Lui amava me e nostro figlio. Lui ci sarebbe stato
per noi. Ci era accanto e questo mi bastava. Mio figlio accanto aveva
un padre e io l'uomo che amavo da una vita. Potevo essere più
felice?.
Finito
di mangiare tornammo in macchina e ci dirigemmo verso Forks. Arrivati
di fronte casa mia, spense il motore.
“Come
faremo Edward?” gli dissi.
“Non
lo so, ma ce la faremo Bella te lo prometto.” mi strinse a se
così a lungo che la realtà attorno a noi era svanita.
“Ora
vai a nanna, domani penseremo a tutto. Al college, ai nostri genitori
e soprattutto a voi due.” Mi bacio e poi si abbassò a
baciare la mia pancia.
“Buonanotte
piccolino o piccolina, ci vediamo domani va bene. Prenditi cura della
mamma mentre non ci sono.”
Poi
alzò il suo viso e incontrò i miei occhi emozionati e
lucidi.
“Che
c'è amore mio non ti senti bene?” mi chiese preoccupato.
“No
io..io sto bene..è che tu..tu sarai un padre perfetto!”
gli dissi.
“Oh
anche a tu amore mio, sarai una madre perfetta e..sexy” mi
disse ridendo.
Lo
baciai, scesi dalla macchina e me ne andai a letto. Mi misi sotto le
coperte e chiusi gli occhi. Ero emozionata e felice per tutto, ma
avevo anche un po' di paura. Paura che però scomparve non
appena pensai che Edward era al mio fianco.
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Capitolo 18 *** CAPìTOLO DìCìOTTO ***
Posso
essere l'uomo più felice dell'intero universo? Non credo sia
tecnicamente possibile eppure io mi sento così. La donna che
amo da un'intera vita è tornata da me e ha promesso di amarmi
per sempre. Aspetta mio figlio. Il nostro amarci sta dando vita a
qualcosa di unico, una creatura nostra. Mia e di bella. Ancora non ci
credo eppure è davvero così. Adesso sto sul letto della
mia camera. Camera che sarà mia ancora per poco, infatti io e
Bella abbiamo deciso di andare a vivere insieme il prima possibile.
Abbiamo organizzato tutto nei più precisi dettagli perchè
vogliamo che i nostri genitori ci ritengano responsabili abbastanza
da crescere nostro figlio. Io lo so che ce la faremo. Lo so perchè
Bella è perfetta e sarà una mamma grandiosa. Io? Io non
lo so se sarò un buon padre ma per ora mi sto prendendo cura
della mamma e presto mi prenderò cura di mio figlio. Sono le
sette di sera e tra poco Bella, Jasper , Rose ed Emmet saranno qui
con i rispettivi genitori per una cena e li sarà la mia fine o
il mio inizio, bisogna vedere da come la prenderà Charlie.
Dopo che io e Bella ci siamo lasciati è un po scontroso nei
miei confronti ma so che è giusto così. Infondo ho
fatto soffrire la sua bambina, la cosa più importante della
sua vita e solo ora mi rendo conto che probabilmente se qualcuno
facesse male alla creatura che Bella porta in grembo (anche se ora
probabilmente è una cosa piccolissima che nemmeno si vede)
sarei pronto a uccidere.
Il
campanello suona e io so che è la mia dolce Bella quindi mi
alzo dal letto scendo e vado ad aprire.
“Ciao”
mi dice lasciandomi un leggero bacio sulle labbra.
“Ciao.”
Non
dovevo fare da padrone di casa. I genitori di Bella erano abituati a
entrare in casa mia. Erano da anni amici di famiglia cosi come gli
altri cosi quando il campanello suonò di nuovo e poi di nuovo
lasciai andare ad aprire Renèe.
“Sei
preoccupata?” dissi a Bella mentre ci sedevamo a tavola.
“Un
po'..tu?”mi disse.
Non
dissi niente annuii solamente. Anche i ragazzi si erano riuniti
intorno al tavolo e facevano gli stupidi come sempre. Visti da fuori
sembravamo davvero una famiglia anche se non c'erano legami di sangue
io sapevo che tutti loro per me ci sarebbero sempre stati.
Per
tutta la cena io e Bella dicemmo si e no due parole. Avevamo deciso
di dirlo alla fine, almeno ci saremmo goduti ( per quanto possibile)
la cena.
Mia
madre e Maria (la mamma di Rose e Jasper) erano andate a prendere il
caffè e stavano tornando per servirlo, così decisi che
questo era il momento di dire tutto. Strinsi la mano a Bella e
parlai.
“Emm
Emm..scusate io e Bella dobbiamo dirvi una cosa.” Tutti
portarono la loro attenzione su di me e io mi sentii morire.
Alice,
Rose e Bella si guardarono per una frazione di secondo e Bella annuì.
Probabilmente volevano sapere perchè fossi io a parlare e non
Bella, ma ero stato io a decidere così. Bella mi strinse la
mano e io continuai.
“Non
sono mai stato bravo nei discorsi, non giro intorno alle cose. Le
dico e basta...”
Mi
stavo torturando i capelli con la mano libera che non era intrecciata
a quella di Bella, segno che ero nervoso, molto nervoso. Bella lo
sapeva perchè intensificò la stretta. Stavo per
continuare ma Bella si alzò e mi guardò negli occhi.
“Aspetto
un bambino” disse agli altri ma senza mai smettere di
guardarmi.
Silenzio.
Tutti
erano persi nei proprio pensieri. Probabilmente stavano tutti
pensando di uccidermi. Bhe forse non proprio tutti perchè mia
madre ci venne incontro e ci abbracciò con un gran sorriso.
“Congratulazioni!”
ci sussurrò all'orecchio.
“Grazie
mamma.” gli dissi e le baciai una guancia.
Bella
si staccò da me e l'abbracciò. Mia madre adorava Bella.
E ero sicuro che lei ci avrebbe aiutato e che fosse davvero felice
per noi.
In
un' attimo mi ricordai che nella stanza però non c'era solo
mia madre. Quindi velocemente mi girai verso i genitori di Bella e
verso mio padre.
Quest'ultimo
mi venne incontro e mi poggiò una mano sulla spalla.
“Sono
sicuro che ce la farete, noi vi aiuteremo solo che..sono un po
giovane per diventare nonno.” disse facendo un sorriso. Anche
io e Bella sorridemmo di ricambio ma sapevamo che i miei genitori
erano l'ultimo dei nostri problemi.
M
girai di nuovo verso Charlie e Renèe. Il viso di Charlie era
davvero paonazzo, forse solo ora aveva davvero ricollegato il senso
delle parole.
“Tu..tu..hai..tu
hai messo incinta mia figlia?” mi disse puntandomi il dito
contro e guardandomi con sguardo diciamo omicida.
“Papà,
Edward non..” stava cercando di dire Bella.
“No
Bella, faccio io” dissi.
“Si
Charlie, io e Bella abbiamo fatto l'amore e da questo è nato
tuo nipote. So che abbiamo solo 18 anni, so che sarà difficile
ma noi ce la faremo. Perchè io amo tua figlia Charlie, l'amo
da sempre e mi prenderò cura di lei e del bambino te lo
giuro.”
“Si
ma come farete con il college, il bambino voi siete due ragazzi!”
mi disse
“Abbiamo
pensato a tutto papà” disse Bella
“Andremo
entrambi alla Dartmouth, ha dei buoni corsi sia di medicina per
Edward che di letteratura per me. Edward seguirà i corsi
serali e di giorno starà col bambino e io di giornò
seguirò i corsi e di sera starò col bambino. Noi ce la
faremo papà.”
Disse
l'ultima frase stringendosi a me e io l'abbracciai. Lei doveva sempre
sentirsi al sicuro con me. Sempre.
Dopo
il discorso di Bella Charlie mi si avvicinò e pensavo che
volesse uccidermi, invece mi tese la mano e io la strinsi. Poi andò
da Bella e l'abbracciò. Dopo di che tutti si congratularono e
tutti ci abbracciarono. L'aria si era fatta meno tesa, più
felice. E io mi sentii bene.
“Allora
Ed, hai fatto subito centro è..ahah” mi disse Emmet
ridendo come un deficiente.
“Sta
zitto Em!” gli dissi e lo abbracciai. Era la mia famiglia.
Erano i miei amici. In quella casa c'erano le persone più
importanti di tutta la mia vita.
La
serata seguì tranquilla. Tra scherzi e risate, poi verso le
undici i genitori se ne andarono in qualche locale a ballare la
salsa e noi ragazzi ce ne andammo in salone a guardare un film. Le
cose erano davvero strane. I genitori vanno a ballare e i figli a
casa. Era comica questa cosa.
Bella
stava sbadigliando da quasi mezz'ora. Così decisi di
riaccompagnarla a casa. Le presi la mano e la condussi in macchina.
Il viaggio non durò molto ma Bella si addormentò
ugualmente.
Arrivati
di fronte casa cercai di svegliarla nel modo più dolce
possibile.
“Amore,
svegliati!” gli dissi e la baciai.
“Mmm..siamo
a casa mia?” mi disse.
“Si
Bella, vieni che ti porto a letto!” le dissi dolce.
La
presi in braccio e la portai fino sul letto, la feci sdraiare e le
misi una leggera coperta sopra il suo corpo ancora minuto e
bellissimo. Gli diedi un bacio sulla fronte e mentre me ne andavo mi
sentii fermare.
“Non
andartene. Resta con me. Resta con noi” mi disse con la voce
roca per il sonno.
Non
dissi niente, mi levai le scarpe e mi sdraia al fianco della mia
famiglia. La circondai con un braccio e lei si mise più comoda
sul mio petto. Misi la mano libera sulla sua pancia ancora piatta e
chiusi gli occhi. Quello era il mio posto. Con loro due protetti tra
le mie braccia.
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Capitolo 19 *** CAPìTOLO DìCìANNOVE ***
Il
giorno seguente mi svegliai tra le braccia di Edward che ancora
dormiva. Era davvero dolcissimo e io speravo con tutta me stessa che
il piccolo o la piccola somigliasse più a lui che a me. Lo
guardai incantata e quando i suoi occhi cominciarono a tremolare e i
suoi respiri a farsi più accelerati, capii che si stava
svegliando.
“Buongiorno
amore mio” gli sussurrai dandogli un leggero bacio sulle
labbra.
“Buongiorno
tesori miei!” mi rispose dando prima un bacio a me e poi alla
mia pancia.
“Andiamo
a fare colazione!” gli dissi e mi alzai dal letto.
Vedevo
che però Edward non accennava a muoversi era rimasto fermo
immobile sul mio letto.
“Amore
che c'è? Non hai fame?” gli dissi, io stavo morendo di
fame.
“Io
si è che..insomma magari di sotto ci sono i tuoi, io non
vorrei..non vorrei!” andai da lui e misi le mie labbra sulle
sue.
“I
miei non ci sono e anche se fosse..infondo sei il padre di mio figlio
che si aspettano.” dissi dandogli un' altro bacio e poi un'
altro finchè non mi ritrovai distesa sotto di lui che mi
riempiva il collo di baci.
Ogni
volta che mi baciava in quel modo il mio cuore batteva in maniera
fortissima, non c'erano parole per definire le sensazioni che mi
donava.
Si
stacca da me ansante baciandomi il mento e la clavicola, lo ringrazio
per questo, devo cercare di riprendere fiato. Non mi sarei mai
stancata di quelle labbra ma devo pur sempre respirare. Alzo un po'
il bacino verso il suo e sento la sue erezione che si sta facendo
stretta nei boxer. Lo voglio. Lui ridacchia sulle mie labbra e mi
sfila l'intimo che ho addosso. Io faccio lo stesso con i suoi boxer
che raggiungono ben presto il resto dei vestiti sul pavimento. Gli
circondo la vita con le gambe senza mai staccare le nostre bocche. Le
nostre lingue si assaporano come fosse la prima volta e non riesco a
non rabbrividire di piacere. Siamo nudi uno sopra all'altro e io non
ne posso più. Lo voglio sentire dentro di me. Si abbassa
baciandomi il petto e stuzzicando i miei seni per poi scendere più
giù assaporando ben bene il sapore della mia pelle. Quando
arriva al ventre si ferma e io vorrei ucciderlo mi sta torturando.
Capisce anche lui che non ne posso più e scende ulteriormente,
mi fa dischiudere leggermente le gambe e stuzzica la mia intimità
con la lingua. I miei gemiti rimbombano nella stanza. Voglio di più,
molto di più. Lo riporto completamente sopra di me, prendo il
suo membro tra le mani e lo porto a sfiorare la mia parte più
intima. Finalmente entra in me e io mi sento finalmente completa. Non
posso evitare di notare che combaciamo perfettamente, siamo fatti
l'una per l'altro. Sentendo i suoi brividi di piacere, spingo ancora
di più il mio bacino verso il suo. Le spinte a poco a poco si
fanno più profonde e più veloci. Io vorrei che non la
smettesse mai ma con un gridolino urlò il suo nome lasciandomi
prendere dall'orgasmo. Lui mi segue poco dopo ma non esce da me e io
sono contenta così. Vedere il suo viso all'apice del piacere è
qualcosa di unico. Si appoggia sul mio petto e per un po rimaniamo in
quella posizione. Fare l'amore con Edward è sempre unico.
Dopo
un po', trovo la forza di staccarmi da lui e scendiamo a fare
colazione.
Eravamo
occupati a farci le coccole quando il telefono di Edward inizia a
squillare.
Mi
allontano dalla sua bocca.
“Devi
rispondere” dico ma vorrei solo uccidere chi l'ha chiamato.
“Lo
so” mi dice ma si sente dalla sua voce che non ha nessuna
voglia di allontanarsi dal mio corpo che è incastrato tra il
bancone della cucina e il suo corpo.
Si
allontana e risponde al telefono.
“Alice
che c'è?”dice scocciato
“Si
lo so, lo so..certo che veniamo a che ora?”
“Va
bene, allora tra una ventina di minuti siamo là..ciao!”
e chiude la telefonata
“Che
c'è?” chiedo curiosa.
“Alice
e gli altri vogliono andare al mare così ci raccontiamo dei
college che abbiamo preso, anche se loro dove andremo lo sanno già”
mi disse sorridendo.
“Va
bene, vado a prepararmi, e anche tu, mi passi a prendere tra una
mezz'ora va bene!”
“Va
bene amore, ci vediamo tra poco!”
Edward
se ne andò e io salii in camera a prepararmi.
A
Forks anche a Giugno inoltrato la temperatura non superava i 20
gradi. Quindi optai per un pantaloncino di jeans che arrivava fino al
ginocchio e una maglietta a mezza manica verde con le mitiche
converse abbinate alla maglietta. Ovviamente sotto avevo messo il
costume ma non credo che avrei mai avuto il coraggio di togliere i
vestiti, faceva troppo freddo.
Poco
dopo arrivò Edward e insieme agli altri ci dirigemmo verso La
push.
Saremmo
rimasti a pranzo al mare. Ero felice, era molto tempo che non
passavamo un po' di tempo insieme io e le ragazze.
Quindi
mentre i ragazzi si facevano una partita a pallone io e le ragazze ci
facemmo quattro chiacchiere.
“Allora
Bella come ti senti?” mi chiese Alice.
“Mai
stata meglio di così!” risposi sorridendo.
“Già,
già..l'amore fa miracoli” mi disse Rose ridendo.
Iniziammo
a parlare e non ci accorgemmo nemmeno che era arrivata l'ora di
pranzo. Con Alice e Rose era così, il tempo passava senza che
i me ne rendessi conto.
“Amore
sono distrutto!” disse Edwrad buttandosi a pancia in sotto
sull'asciugamano.
“Ed
sei un pappamolla, l'amore non ti fa bene!” disse Em ridendo.
Rose
gli diede uno scappellotto dietro la testa e noi ci mettemmo tutti a
ridere.
Iniziammo
a mangiare e poco dopo aprimmo il discorso “college”.
“Allora
ragazzi a che college andrete?” chiesi io. Infondo io avevo già
scelto quindi erano loro che dovevano dirlo a noi.
“Io
e Rose vogliamo andare alla New York University, vogliamo andarci da
quando abbiamo 10 anni!” dice Alice.
“Già,
ci sono degli ottimi corsi di architettura e Alice vuole seguire lì
il corso di stilista, insomma è perfetta per noi e poi..”
Rose guardò Alice e insieme quasi urlarono..
“e
poi è New York!” dissero dandosi il cinque, quelle due
erano incredibili ma come avrebbero fatto con i ragazzi?
“E
voi, come farete con la distanza?” chiesi dando voce ai miei
pensieri.
Fu
Jasper a parlare..
“Oh,
per me non sarà un problema io andrò alla Princeton
University e frequenterò il corso di giurisprudenza. Io e
Alice ce la faremo.” poi guardò Alice e gli prese la
mano.
“Io
ti amo e non ho intenzione di perderti per la distanza, noi troveremo
un modo!” disse e poi baciò Alice.
Si
baciarono così intensamente e intimamente che dovetti
spostare lo sguardo. Si amavano ed era amore vero.
Rose
si era fatta più vicina ad Emmet e lui la strinse tra le sue
braccia.
“Io
e Rose non avremmo problemi. Io frequenterò la Columbia
University. Hanno un buon corso di economia e io e Rose saremo a
pochi km di distanza.”
Era
il turno di Angela e Ben.
“E
voi?” chiese Emmet ai diretti interessati.
“Noi
non avremmo problemi, frequenteremo entrambi l'Harvad University!”
dissero entusiasti.
“Quindi
gli unici davvero distanti saremo noi!” dissi triste. Le loro
università erano più o meno vicine, solo Jasper si
allontanava un po di più ma gli unici davvero lontani eravamo
io e Edward.
“Amore
non ti preoccupare il New Hampshire non è poi così
lontano, certo ci vedremo di meno ma siamo amici e non ci perderemo
di vista, ne sono sicuro.!” mi disse.
“E
poi, ti sembra che con il bambino Rose e Alice non faranno di tutto
per venire e coccolarselo un po'!” disse Jasper.
“Già,
ho già visto delle cose carinissime da comprare, e poi Rose
immagina quanti regali potremmo fargli stando a New York” disse
Alice entusiasta.
“Si
infatti, poi se sarà una femminuccia sarebbe fantastico. Una
vera principessa.!” disse Rose.
“Si
ma non voglio che mia figlia o figlio cresca viziato, quindi
regolatevi!” dissi. Il buon umore era tornato e appena dissi
questa frase tutti scoppiarono a ridere. La parola “regolatevi”
non esisteva nel vocabolario delle mie migliori amiche.
La
giornata passò velocemente, scherzammo e ridemmo tutto il
tempo. Quelli erano i miei amici e l'amore della mai vita. Io ero la
persona più felice sulla faccia della terra.
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Capitolo 20 *** CAPìTOLO VENTì ***
L'estate
era volata. In un' attimo mi ritrovai a fare le valige per andarmene
da Forks. Destinazione: New Hampshire. Ancora non ci potevo credere,
di li a qualche ora io e Edward saremmo andati a vivere insieme. I
miei e i genitori ci avevano aiutato a trovare un' appartamento molto
vicino al college. Era una casetta molto graziosa, non molto grande
ma che per noi era perfetta. Era a due piani. Al piano superiore
c'erano due camere da letto con due bagni dentro, mentre al piano
inferiore c'erano un bagno e una sala molto grande dove noi ci
avevamo fatto fare una salone e un' angolo cottura molto moderno. Era
perfetta.
Senza
che me ne accorgessi avevo messo in valigia tutta i miei vestiti. La
mia stanza era circondata da scatoloni pieni delle mie cose. La mia
stanza era vuota. Mi faceva un po strano guardarla cosi, senza i miei
libri, senza i miei ricordi era come se non fosse mai stata vissuta.
Avevo paura. C'era un piccola parte di me che era spaventata a morte
da questa convivenza. E se non avesse funzionato? In fondo eravamo
molto giovani, potevamo cambiare idea. No. No. No. Non poteva essere
così. Era Edward, il mio Edward. Mi dovevo fidare di lui, noi
ce l'avremmo fatta.
“Amore?Amore?,
ci sei?” l'unica voce in grado di farmi uscire il cuore fuori
dal petto, mi risveglia dai miei pensieri.
“Emm,
si amore scusa, stavo pensando!” dissi
“A
cosa?”
“A
questa stanza, a noi..bho non lo so, un po' a tutto!”
“E'
strano vedere le nostre camere cosi vuote non è vero? Anche a
me ha fatto lo stesso effetto!” ma come faceva? Questo ragazzo
riusciva sempre a leggermi dentro.
“Già!”
fu l'unica cosa che riuscii a dire.
“Che
dici iniziamo a portare le cose in macchina?” mi chiese.
“Si
amore, andiamo!”
E
cosi iniziammo a recuperare tutte le mie cose e a caricarle in
macchina.
Novità
dell'ultimo mese. Edward aveva regalato a me la sua bellissima volvo
c30 grigio metallizzata. Non chiedetemi perchè, o come ha
fatto a convincermi perchè non lo so. Comunque lui per se, ne
aveva comprata un'altra: una volvo xc60 nera. Bellissima.
Caricate
le ultime cose nella sua macchina, ci avviammo con tutti gli altri(i
miei, i genitori di Edward e i nostri amici) verso la nostra nuova
casa. Gli altri erano venuti per aiutarci con il trasloco, poi
avrebbero passato la notte in albergo e la mattina seguente tutti
sarebbero tornati alle proprie città.
“Casa
dolce casa!” mi sussurra Edward all'orecchio una volta scesi
dalla macchina.
“Non
posso ancora crederci!” gli dico e lo bacio.
Un
bacio pieno di amore e passione. Avrei mai smesso di stupirmi dei
baci di Edward? Credo di no.
“Ehi
piccioncini? Queste cose sono vostre, se ci date una mano!”
Emmet. Il solito.
“Andiamo!”
dice Edward ancora sulla mia bocca.
Eravamo
in tanti e tra una risata e l'altra finimmo di sistemare entro il
primo pomeriggio. La casa, ora che era completa era ancora più
bella. L'arredamento ovviamente era opera di mia madre e di Esme e
devo dire che ci hanno preso in pieno. Era veramente quello che io e
Edward avevamo in mente. Cenammo tutti insieme e verso le 23 e 30
tutti cominciarono ad andarsene.
“Ciao
tesoro, dormi bene, ci vediamo domani mattina. Io e tuo padre
passiamo qui prima di andare.”
“Si
mamma ci vediamo domani!” diedi un bacio a mia madre e uno a
mio padre.
Salutai
anche Esme e Carlisle e li abbraccia a lungo. Quella sera loro
sarebbero ripartiti subito, perchè Carlisle domani aveva un
turno in ospedale. Sicuramente li avremmo rivisti presto.
“Ciao
cara. Abbi cura di mio figlio mi raccomando!” mi disse Esme
“Certo
Esme, non preoccuparti!” e la baciai.
“Ciao
mamma! Chiamami domani mattina appena arrivati ok?” gli disse
Edward in modo dolce.
“Certo
tesoro!”
Salutammo
anche i ragazzi, che comunque avremmo rivisto l'indomani perchè
dovevamo accompagnarli in aereoporto e sfiniti ce ne andammo a letto.
Nel nostro letto. In casa nostra. Era incredibile poterla definire
così
Mi
misi comoda tra le braccia in Edward. Il mio rifugio sicuro.
Qualunque cosa mi spaventasse se ero tra le braccia di Edward tutto
passava.
“Amore
dormi?” gli chiesi.
Aveva
gli occhi chiusi ma di sicuro non stava dormendo.
“No
amore dimmi.” mi chiese.
“Dobbiamo
scegliere il nome per la bambina?” gli dissi!:
“Non
lo sappiamo ancora se sarà una bambina amore. Come facciamo? E
poi perchè adesso scusa?” mi disse ridendo.
“Punto
primo: sono sicura che è una bambina, me lo sento! E punto
secondo: perchè voglio darglielo oggi che è la nostra
prima notte nella nuova casa. Lei nascerà qui e io voglio che
qui, oggi noi scegliamo il nome.” dissi convinta.
Mi
baciò il naso e si spostò sul mio orecchio.
“Sei
dolcissima amore mio!” mi disse.
Sorrisi
e lo baciai anche io.
“Allora
sei proprio convinta che sia una femmina?” mi chiese
“Si
amore. Sono sicurissima!”
“Che
ne dici di Emily?”
“Non
mi piace! Deborah?” proposi
“Mia
figlia non si chiamerà Deborah!” disse ridendo.
“Sarah!”
mi disse.
“Troppo
comune. La nostra bambina è speciale e deve avere un nome
speciale!”
Cosi
ci mettemmo a pensare entrambi. E poi all' improvviso mi si accese
una lampadina in testa.
“Renesmee!”
dissi quasi urlando.
“Come
amore?” mi chiese
“Renesmee,
come Renèe e Esme!”
“Si,
è..è..perfetto!Ma non è completo!” mi
disse.
“Come?”
chiesi confusa.
“E
i nonni?” mi chiese “Ci rimarrebbero male!” disse
“E
quindi?” chiesi ancora più confusa.
“Renesmee
Carlie Cullen” disse soddisfatto “Suona bene”
sussurrò.
“E'
perfetto!” dissi
Mi
accoccolai meglio su di lui e chiusi gli occhi. Non so quando
precisamente mi addormentai.
La
mattina seguente accompagnammo i ragazzi in aereoporto e lì
tra lacrime, singhiozzi e risate( grazie ad Em e Alice) li salutammo.
“Chiamatemi
appena arrivate ok? Non fate scherzi!” dissi abbracciando le
mie migliori amiche.
“Certo
Bells!” mi disse Rose.
Salutai
anche Em, che sarebbe partito con loro.
“Ehi
scricciolo, chiama quando questo stronzo ti fa arrabbiare ok?”
mi disse mentre indicava Edward.
“Me
ne ricorderò!” dissi facendo l'occhiolino al mio amore.
Mi
stritolò in uno dei suoi abbracci.
“Ti
voglio bene scricciolo!” mi sussurrò
“Te
ne voglio anche io orso!” gli dissi.
Em
se ne andò ad abbracciare Edward e Jazz, tutti e tre avevano
in faccia un sorriso tirato, erano migliori amici da una vita, come
io, Alice e Rose.
E
mentre i ragazzi si salutavano io e le ragazze facemmo lo stesso.
Restammo abbracciate per non so quanto tempo, fin quando una voce non
chiamò il loro volo.
Le
vidi allontanarsi e appena in tempo gli urlai “Vi voglio bene!”
e mi strinsi a Edward ancora di più.
“Anche
noi!” mi dissero!
Era
stato bruttissimo vedere Alice senza sorriso ma con le lacrime agli
occhi mentre salutava Jazz. Loro sarebbero stati lontani per un po',
almeno un paio di settimane. E entrambi già non ne potevano
più di questa lontananza.
Verso
le 11 e 30, anche Angela, Ben e Jazz dovettero imbarcarsi e io ormai
avevo finito le lacrime. Salutai anche loro e me ne tornai a casa.
Questo era solo l'inizio. Tra una settimana sarebbero iniziati i
corsi e la mia pancia ormai evidente( visto che ero al 5 mese)avrebbe
incuriosito tutti all'università. Questo però non mi
importava. Io avevo Edward e lui mi avrebbe aiutata e protetta da
tutto. I miei amici li avrei rivisti, non spesso, non subito ma ero
sicura che li avrei rivisti.
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Capitolo 21 *** EPìLOGO ***
Sono passati 10 anni da quel giorno e io non potrei essere più felice di così. Adesso sono Isabella Cullen un'insegnante di Lettere e Filosia della Ashley High School. Un liceo nel New Hampshire, città in cui siamo rimasti per 10 anni. Edward ha avuto la sua laurea in medicina e ora è un ottimo pediatra. Mi ritrovo spesso a pensare a tutti gli anni trascorsi, a tutto il tempo passato insieme. Ai sacrifici, agli sforzi, ai momenti che hanno reso bella e piena la mia vita fino ad ora. E tutte le volte che ci penso, mi sento bene, mi sento come se avessi vinto la lotteria. La mia lotteria personale. Certo non sempre è stato facile, non sempre ho pensato di farcela. Ma se tutto quello che è successo mi ha portato fino a qui lo vivrei altre mille volte.
“Bella, Bella..ti muovi? Qui stiamo aspettando tutti te!”
La voce della mia solita migliore amica mi distrae dai miei pensieri. Sarebbe meglio dire, come sempre, che mi riporta alla realtà. Cosa che, quando mi ritrovavo a pensare a tutti gli anni trascorsi ormai, dimenticavo esistesse. In tutti questi anni io, Alice, Rose, Emm, Jasper e Edward non ci siamo mai persi di vista, siamo rimasti uniti anche se distanti. E ora eccoci qui. Già grandi..
“Arrivo, Alice..!”
Esco dalla mia stanza e raggiungo tutti in cucina. La stessa da 10 anni. Io e Edward avevamo pensato più volte di cambiare casa ma abbiamo sempre abbandonato l'idea. Troppe cose sono successe qui dentro. Qui ci siamo trasferiti ancora prima che nascesse la mia piccola Nessie, qui abbiamo passato le notti in bianco quando le mie voglie derivate dalla gravidanza svegliavano quel santo del mio fidanzato, sempre qui siamo tornati dopo il nostro matrimonio. Siamo diventati una famiglia qui, troppi ricordi, e poi non è una piccola casa. Noi tre ci stiamo bene. Qui c'è la nostra vita e anche se molto spesso tutti sentiamo la mancanza dei “nonni” non abbiamo mai avuto veramente voglia di andarcene.
“Oh finalmente amore, ma che combinavi li dentro??” La voce dell'amore della mia vita mi fa battere il cuore, ancora, nonostante tutto, mi fa battere il cuore. Lo amo come lo amavo anni fa, con la stessa intensità, con la stessa passione e devozione. Lo amo da sempre no?
“I pensieri sai, quando comincio a pensare non la smetto più!”
“Pensieri belli spero!” Mi guarda in modo dolcissimo e io non posso fare a meno di annuire e guardarlo con devozione e amore. Insomma siamo alle solite.
“Mamma, mamma..dai andiamo..voglio andare dai nonni, andiamoo!”
Quell'uragano di mia figlia mi si butta praticamente in braccio, ma nonostante non sia più così piccola l'accolgo come se fosse il più piccolo fagiolino del mondo. Renesmee, la mia vita, è la bambina più bella che io abbia mai visto. Il miscuglio perfetto di me e di Edward. Ha gli occhi color cioccolato come i miei e la bocca a cuore sembra essere la fotocopia della mia ma ha la stessa pelle diafana del padre e i stessi capelli color del bronzo. Lunghi boccoli bronzei.
“Si andiamo, andiamo!”
Tutti quanti raggiungiamo le nostre macchine
Alice e Jasper, sopravvissuti alla distanza per via dei college diversi, ora sono sposati da un paio d'anni. Sono felici, bellissimi e in tre! Alice ha saputo di essere incinta qualche mese prima del matrimonio e dopo 9 mesi ha dato alla luce il piccolo David. Un bambino davvero dolcissimo che ora ha 2 anni e mezzo. Anche se ad Alice ancora non va giù, è la fotocopia di Jasper. E senza nemmeno aver bisogno di dirlo lo amo da impazzire. Così come lo ama da impazzire la mia piccola Renesmee e in generale tutti in famiglia. Il piccolo di casa! Alice ha raggiunto il massimo anche in ambito lavorativo. Ora ha una sua collezione e il fatto di esserne la proprietaria le permette di passare abbastanza tempo con suo figlio e suo marito. Jasper invece è un avvocato di successo, un marito grandioso e un padre davvero speciale. Ha mantenuto la promessa fatta ad Alice prima di partire per il college e come aveva detto nonostante la distanza ora si amano più che mai.
Anche Emmet e Rosilie hanno avuto il loro lieto fine. A dire il vero l'hanno avuto subito dopo il mio e di Edward. Al primo semestre, del primo anno di college Rosalie è rimasta incinta. Ha partorito sei mesi esatti dopo di me. C'è stato un momento che entrambe eravamo due mongolfiere enormi che facevano impazzire Edward e Emmet. I due si chiamavano nel pieno della notte esasperati e passavano ore al telefono, visto che non potevano dormire, a consolarsi. Ora lo raccontiamo ridendo ma per loro è stato davvero un brutto periodo! Io e Rose ce la siamo cavata alla grande con il college, nonostante la pancia, gli sguardi maligni e le difficoltà. Christian, ha la stessa età di Renesmee. Ha gli stessi colori di Rosalie: biondo e occhi azzurri, ma fisicamente è sicuramente uguale a suo padre. Ha dieci anni, ma potrebbe passare per un quindicenne. Rosalie, nonostante Christian, si è laureata con il massimo dei voti e in tempo record e ora lavora come architetto in una buona società. Emmet finita l'università ha avuto la fortuna di entrare nell'impresa di suo padre che ha una filiale a New York e ora la dirige.
Arrivati a casa dei mie suoceri non faccio nemmeno in tempo a dare le raccomandazioni a mia figlia che lei è già stritolata nell'abbraccio dei suoi quattro nonni, che fanno di tutto per spupazzarsela. Mi solleva il fatto che anche Christian corre dai suoi nonni, i genitori di Emmet e Rose e che David, essendo troppo piccolo per correre, si sbraccia per passare prima tra le braccia di Esme e Carlisle e poi in quelle dei genitori di Jasper e Rose. Insomma dei nipotini piuttosto viziati.
Finalmente c'è un po' di tempo anche per noi figli. Così saluto i miei e li abbraccio forte. La distanza ci tiene lontani abbastanza da farmene sentire una mancanza indescrivibile. Certo per abitare tutti in una parte diversa dell'America ci vediamo spesso, ma sembra che non basta mai.
Oggi è la vigilia di Natale e come succede da 10 anni tutti torniamo qui a Forks nella grande villa dei Cullen. Ci piace mantenere alcune tradizioni da queste parti!
Passeremo tutti le vacanze qui e di tempo per stare insieme ce né a sufficienza. Così mi alzo dal grande divano, prendo la giacca e esco sotto al grande portico. Essere qui mi fa sentire a casa, con le persone che amo di più al mondo. E quel periodo che sono stata a New York quasi sembra un'altra vita oggi. Come se non fosse mai esistito.
Due braccia forti mi avvolgono da dietro e io non devo faticare per capire chi è. Quelle braccia e quel profumo li riconoscerei ovunque: Edward, mio marito, la mia vita, l'unico in grado di potermi distruggere con una parola o con un gesto, ma l'unico in grado di farmi sentire integra, completa.
“Ciao amore mio..!” mi dice con la più dolce delle voci.
“Ciao..!” Mi giro per guardarlo meglio negli occhi. Quegli occhi così profondi, due smeraldi pieni di vita.
“Ti amo tanto, questo lo sai vero?” Glielo dico spesso, voglio che lo ricordi sempre. Voglio che sappia che lui e Renesmee sono la cosa più preziosa che ho al mondo.
“Ti amo anche io amore mio. Fino a quando il mio cuore batterà..!”
“Anche dopo, amore mio. Noi ci ameremo anche dopo!” Gli dissi,
E poi continuammo a occuparci di quella parte piccola, ma perfetta, della nostra vita.
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