Your Guardian Angeℓ {Questa è l'ora dell'oblio}

di sweetpast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CHAPTER ONE ***
Capitolo 2: *** CHAPTER TWO ***
Capitolo 3: *** CHAPTER THREE ***
Capitolo 4: *** CHAPTER FOUR ***
Capitolo 5: *** CHAPTER FIVE ***



Capitolo 1
*** CHAPTER ONE ***


 

Storia dedicata a Silly_Lawliet. Perché mi ha consigliato lei di scrivere questa cosa, e per un insignificante gioco di titoli. Anche se il mio non c'entra granché con la canzone :P Apparte il fatto che mi ha ispirata >__<

 

 

 

 

 

Ho paura. Ho paura. Ho paura.

 

Città degli angeli caduti, il tuo è un inferno.

 

Città degli angeli. Sei il MIO inferno.

 

Il mio inferno, il girone degli stolti.

 

Stolto, perché continuo a seguire te come uno stupido angelo custode, che non riesce a stare dietro al suo protetto e fallisce nella sua missione.

 

Non posso proteggerti, se anch'io sono nell'oblio.

 

Questa è l'ora dell'oblio.

 

 

 

CHAPTER ONE_ {L'ora del terrore}

 

 

 

 

 

 

Ho paura. Ho paura. Ho paura.”

È questo ciò che pensa Matt, camminando alla cieca per le vie di Los Angeles.

Dove sei? Ho paura! Dove sei?”

Parole al vento, perché lui poteva essere ovunque.

 

«L è morto. Me ne vado.»

«Eh?»

«Stammi bene, Matt. Ci rivedremo...»

«Cosa cazzo stai dicendo?»

«Me ne vado. Mi dispiace, amico mio.»

«Non puoi...»

«Mi dispiace.»

 

Il fatto che si trovasse a Los Angeles era dovuto al caso e ad un suo ragionamento buttato lì per disperazione. Magari aveva tentato la via del successo ad Hollywood...

Rise fra sé e sé, a discapito dell'espressione terrorizzata del suo volto.

Erano quasi tre anni, ormai, che se ne era andato, Mello. «Cazzo, Mel. Aspettarmi no, eh?» disse, stringendosi nella felpa. Faceva freddo.

Ormai aveva compiuto da un pezzo diciassette anni, non era più un ragazzino che poteva lamentarsi di tutto. Aveva pazientato molto: per un anno era rimasto alla Wammy's House, poi era tornato a New York, sua città natale. Poi, un giorno di qualche settimana prima, aveva deciso che doveva ritrovare Mello. Il suo migliore amico...

I vicoli bui dei sobborghi di L.A erano davvero inquietanti.

 

«Mello... e... che ne sarà di me?»

«Scusami, Matt, io... scusami. Ti voglio bene.»

«Mello!»

«Mh?»

«Un giorno ci rivedremo, è una promessa.»

«Matto 1 ...»

«E anche io ti voglio bene, amico.»

 

«Maledizione!» urlò, battendo un pugno sul muro. «Maledizione...»

Imprecando, si lasciò cadere a terra, stremato.

Se solo avessi impedito che se ne andasse... se solo fossi andato con lui... se... se...”

 

«Ti troverò.»

 

«Ehi, ragazzino, tutto bene?» un uomo, apparso in fondo al vicolo. Matt non aveva assolutamente voglia di socializzare, così, preso dal panico, scappò barcollando nella direzione opposta.

«Non importa se mi ha scambiato per un drogato» mormorò, correndo «Mi sento molto più solo a parlare con la gente.»

 

«Mello, io ti troverò, l'ho promesso. Noi siamo inseparabili, ricordi?»

 

 

 

 

XXX

 

 

 

«...»

Rimase in silenzio, Mihael. Un silenzio che tremava di terrore. Paura del sangue? Paura di se stesso?

O, forse, una sensazione tanto stupida da dover essere rimossa...?

Mello non smise di fissare la testa sanguinante dell'uomo che aveva ucciso a colpi di pistola e poi reciso il collo con un taglio netto. La teneva per i capelli, stretta tra le dita affusolate.

 

Tremando, si decise che era ora di darsi una calmata. Respirò a fondo, ed evitò di incontrare nuovamente gli occhi sbarrati del cadavere. Si ripulì velocemente il sangue dal viso e dalle mani, poi ripose la sua calibro 44 nella fondina applicata alla cintura. Infine nascose la testa del boss mafioso Jerry Stu in una normalissima borsa da palestra di colore scuro.

E si incamminò nervosamente per i viali di Los Angeles.

«È l'unico modo» continuava a ripetersi «È l'unico modo per arrivare a Kira e superare Near...»

Si fermò davanti ad un grosso scantinato malmesso, buttò giù la porta con un calcio e prese le scale con foga.

Mello era nervoso, spaventato, insicuro.

Perciò, doveva dimostrare -più a se stesso che agli altri- che era determinato a fare ciò che stava facendo.

Presto arrivò in una sala dove una dozzina di persone si stava dando alla dolcevita.

«Rodd Los!» urlò, buttando la borsa sul tavolo. «ora posso unirmi a voi.»

 

To Be Continued.

 

Questa è una storia dai temi forti. Una storia di droga, sesso e violenza.

Perché l'amore, l'amore c'è.

Ma deve soffrire prima di manifestarsi veramente e, spesso, quando lo fa è già arrivata la fine.

 

NdA

 

Buonasera a tutti. Sì, sono tornata. Sì, ho più storie in corso. Sì, sono masochista :D

Ma non è questo il punto... ^^”

Allora, spero che questa storia vi ispiri. Dovreste sapere ormai che adoro le storie a temi molto forti, e questa volta ho scelto la malavita di Los Angeles e l'amore “travagliato” di Mello e Matt...

Mi scuso da subito con loro, perché li tratterò davvero molto, molto male ^^”

Allora, il testo in corsivo sono i pensieri e i ricordi di Matt, comprese le note prima e dopo il capitolo, dato che lui dovrebbe essere il protagonista.

Matto è un vezzeggiativo affettuoso che usa Mello per chiamare Matt.

Il mio obbiettivo è narrare il periodo di tempo che va da quando Mello entra nella banda mafiosa di Rodd Los sino alla dolorosa morte dei due ragazzi... in una maniera un po' violenta, a cui forse nessuno piacerebbe credere.

Ma è così, spesso le cose non vanno come vorremmo...

Questo capitolo è corto e forse non è un granché, ma con l'aumentare dei capitoli la storia si farà sempre più dura (il mio obbiettivo) quindi vi prego di avvisarmi se devo alzare il rating. Lo dico ora, e spero lo ricorderete ^^” Io non sono abile a comprendere il limite che c'è tra rating arancio e rating rosso ^^”

Cooomunque, spero vi sia piaciuto questo primo capitolo ^^

Uccidetemi di critiche, come al solito O___O Commenti graditi ^^

Au revoir, **Lole**

 

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Capitolo 2
*** CHAPTER TWO ***


 

CHAPTER TWO_






«Rodd Los! Ora posso unirmi a voi!»

Seguì un lungo silenzio, quanto bastò per identificare la testa del mafioso.

Poi il capo, comodamente seduto sul divano, rise, tra lo sgomento degli altri presenti.

«Ebbene, il ragazzino è più determinato di quanto pensassimo, eh?»

«Vedo che hai capito.»

«Ok, biondino. Credo che dopo questo ti possiamo anche accettare... qual'è il tuo obbiettivo?»

«Voglio arrivare a Kira.» alcune risate sommesse spezzarono la tensione. «Ci riuscirò. Prenderò il quaderno della morte e ucciderò Kira.»

Rodd lo osservò un attimo. Il ragazzo era incredibilmente serio. «E mi chiamo Mello.» finì lui.

«Bene.» l'uomo si schiarì la voce. «Che vantaggi può ricavare la mia organizzazione da questo quaderno?»

«Potrete sbarazzarvi di rivali, nemici e traditori semplicemente scrivendone il nome sul quaderno conoscendone il volto.»

«...Interessante. E come pensi di arrivarci?» Mello non abbassò gli occhi. «Ancora non lo so.»

«Ancora non lo sa!» rise più forte l'uomo. «In questa organizzazione, figliolo, bisogna sapere ciò che si vuole.» continuò con una punta di disprezzo. «Sempre che tu non voglia finire a fare la puttana.»

«Ti sbagli. Io so cosa voglio. E lo otterrò.»

Rodd Los lo squadrò. «Ebbene, sembri proprio deciso. Dimostrami che vali qualcosa e io posso anche ascoltarti. Per ora accontentati di essere dentro.»

Mello tirò un sospiro di sollievo. Ce l'aveva fatta... ora bastava solo ottenere il comando.

E ci sarebbe riuscito, ne era sicuro.

Si guardò attorno. Innanzitutto, doveva studiare le sue “future pedine”.



XXX



Ohiohiohi...”

Matt strizzò gli occhi, svegliato dal sole.

Aveva un tremendo mal di testa.

Non riconoscendo la stanza che lo ospitava, si sforzò di ricordare cosa aveva fatto la sera prima.

Mmmh...”

Un biglietto colorato sul comodino catturò la sua attenzione. “Benvenuti all'Hotel Destroy, L.A” recitava.

L.A.

Los... Angeles?

Los Angeles?!

«Ecco, cosa ho fatto ieri sera.» sospirò «Mi sono PERSO a Los Angeles. Fantastico. Che testa di cazzo.»

Ora ricordava. Una birra di troppo, troppe luci, troppe strade ed ecco che si era ritrovato in una stradaccia buia e desolata. Ricordava che si era perso, e che poi correndo alla cieca era ritornato sulla via principale e aveva preso una camera al primo Hotel adocchiato.

Che figura di merda.”

Sbuffando, si vestì e prese il suo zaino.

Di giorno la città era molto più calma, più normale. Somigliava a New York, per certi versi. Ma in quanto sua adorata città natale conosceva ogni singola via e non ci si sarebbe mai perso. Con L.A era diverso.

Il giovane notò un bar invitante sulla parte opposta della strada. Aveva parecchia fame, e un caffè gli pareva indispensabile.

Una volta entrato, ordinò l'ardito caffè e un cornetto alla crema, poi si sedette ad un tavolino. Prese il giornale che vi era adagiato sopra con poca cura e cominciò a sfogliarlo distrattamente.

Doveva trovare una casa, e un lavoro. Magari anche un'automobile. Non poteva certo cercare il suo migliore amico viaggiando da barbone!

Un articolo di omicidio con decapitazione. “Wow, fantastico.” pensò. Poi, scrutando l'immagine del cadavere, notò un particolare...

Il cadavere stringeva un rosario nella mano sinistra.

Matt rabbrividì.

Quel rosario...

Nessuno ci aveva fatto caso più di tanto. Il boss mafioso era un tipo bigotto, avrebbe pregato anche in punto di morte. Ma Matt sapeva che non era esattamente così.

Perché in quel rosario mancava la quarta perlina partendo dalla croce.

Esattamente come in quello che Mello ruppe sei anni fa in un attimo d'ira.

Stesso colore, stessa forma, stesso difetto.

«Non è possibile...»

Che si fosse unito alla malavita?

«Forse... ma no... ma in fondo... non è impossibile, no?»

Buttò giù il restante caffè in un unico sorso nervoso.

«Oddio...»

«Parli sempre da solo, ragazzino?» un giovane seduto lì vicino catturò l'attenzione del ragazzo. «Eh? B-beh...»

Il tipo diede un'occhiata al giornale «Oh, alla fine l'hanno ammazzato.»

Il rosso lo guardò interrogativo. «Che... lo conosci?»

«Io? Oh, tutti lo conoscono, a L.A. Tu devi venire da fuori vero? Ieri notte ti ho visto vagare alla cieca qui intorno.» Matt annuì. «Sono di New York.»

Il giovane, avvicinatosi, spalancò gli occhi plumbei. «New York? Wow. Cosa ti porta dall'altra parte dell'America?»

«Devo... umh... cercare una persona.»

«Eh? Non la troverai MAI, se non sai da dove cominciare...»

«Forse lo so.»



XXX



«Allora, Mello, come hai fatto ad ammazzare Jerry?»

«Già! Già!»

Mello alzò le spalle, come dire “l'ho fatto”, e guardò altrove. Aveva già fatto la conoscenza di molti membri.

Non uno che gli andasse a genio, naturalmente.

Strizzò gli occhi, colto da una fitta alla testa.

Aveva un dannato bisogno di dormire.

Sentì Rodd blaterare qualcosa a proposito di un certo ragazzino, e poi guardare verso di lui, sorridendo. E poi uno dei suoi andare al piano di sotto.

Cercò di darsi “una svegliata”, mentre Rodd gli si avvicinava.

«Ho pensato al tuo primo incarico. Vieni con me.»

Il biondo scese dal tavolo sul quale era seduto e seguì l'uomo giù per le scale.

Probabile che sia un incarico di infimo livello, ma presto diverrò il capo qui. Perciò devo fare anche questo.” si disse.

Il piano inferiore era pieno di stanzette, probabilmente una delle quali destinata a lui. Nel buio dello scantinato poté scorgere una luce provenire da una delle stanze.

Poi, una voce giovane urlare.

«Che cazzo spari? Io non ci vado a giro con i novellini!»

«Calmati, ricorda che anche tu sei qui solo da un paio di mesi!»

«Chissene!» urlò ancora il primo, uscendo. Era piuttosto alto, magro e portava i capelli a spazzola di un biondo quasi platinato.

Il giovane -ad occhio non poteva avere più di una ventina d'anni-- rivolse gli occhi scuri in direzione di Mello. Sprezzante.

«Mi prendete per il culo, vero? Mi appioppate dietro una puttana?!»

«Coosa? Ma brutto naziskin tardivo!» s'infuriò Mello, andandogli incontro. «Non sono una puttana e sono un uomo

L'altro lo squadrò divertito.

«Allora sei un travestit-» non finì la frase, che si beccò un pugno sul naso e si ritrovò in terra. Infuriato, si asciugò il sangue che era iniziato a colare.

«Jeff, Mello, calmi.» rise Rodd. Adorava le persone decise. «Mi dispiace, ma dovrete lavorare insieme...»

«Cazzo.»imprecarono all'unisono i due, guardandosi.

«Spiegagli pure tu cosa dovete fare, naziskin tardivo. Ahaha!» e se ne andò, ridendo.

«Tsk, puttana.»

«Tsk, stronzo



XXX



«Forse lo so.»

«Ah sì?»

«Credo sia entrato nella malavita... sono sicuro che è stato lui ad uccidere quest'uomo.»

«...» l'altro strabuzzò gli occhi, trattenendo le risate. «Tu pensi?»

«Sì.» disse Matt. Deciso.

«Mi sei simpatico.» il giovane scese dalla sedia. «Posso aiutarti a trovare questa persona, se vuoi. Ah, io sono Skip, piacere.» gli tese la mano. Matt sorrise, e poi gliela strinse, socievole. «Matt.»

Aveva trovato qualcuno con cui parlare!

Lo osservò meglio.

Era piuttosto basso e aveva i capelli castani e mossi, con i ciuffetti che gli incorniciavano il viso e una lunga frangia sugli occhi.

«Ma come pensi di potermi aiutare?»

Il castano sorrise. «Sono a contatto con la malavita di L.A. Faccio il dottore, e i criminali vengono tutti da me.»

«Ah.» Matt era rimasto un po' sorpreso.

Tra i due si creò un attimo di silenzio.

Poi Skip sembrò illuminarsi.

«Hai bisogno di un lavoro, vero?»

«Sì, decisamente. E di un appartamento...»

«Credo che Tony stia cercando qualcuno per il suo giro. Ti va una birra?»


To Be Continued.

nDA




Mello: Ed eccoci al secondo capitolo. <__<

Matt: Io sono Matt :D *saluta*

Mello: Che diamine fai, cretino? ò__ò

Matt: Sono emozionato! Non mi sono mai occupato di uno spazio “NdA”!

Mello: *facepalm* Ok. Sì, dato che Lole ci tratterà da cani in questa ficcy ci ha permesso di occuparci delle note.

Matt: In questo capitolo abbiamo visto due nuovi personaggi!

Mello: Perdonate il linguaggio colorito. Jeff è una testa di *biiip*.

Jeff: Senti chi parla. DATEMI UN ALTRO BIGNE'!!! @@#[]##][#%%!!!

Matt: O__O Emh, sì. Dicevamo?

Near: Lo sapevo, siete incapaci di occuparvi civilmente di un angolo note.

Mello: ADGSHGF NEAR??

Near: Visto che non sono presente nella ficcy, Lole mi ha mandato qua <__<

Mello: *sviene*

Matt: Uh? Mello?

Near: Allora, note di capitolo. Ci saranno un sacco di personaggi nuovi, Lole li adora e dice che servono alla storia. Bah, io sarei stato molto più util-

Mello: PERDONATE il linguaggio volgare ^^ Lole lo ha detto che è una storia dura^^

Matt: Ricordate di avvertire, se secondo voi è da alzare il rating.

Mello: Ora dovremmo fare i ringraziamenti?

Matt: Credo... Lole?

Lole: *facendosi la doccia* AAAH! Come mai mi deve sempre entrare il sapone negli occhi? Bruciaaah!

Near: E' un sì?

Matt: Mah. Intanto ringraziamo i preferiti ^^

Mello: E i seguiti ^^

Near: E i ricordati ^^

Mello: Naturalmente un grosso grazie a tutti, anche a quelli che leggono soltanto ^^

Matt: E ora le recensioni...


shadow madness: Mello: PAZZA!!

Matt: Non farci caso. Lole è felicissima che ti piaccia.Non crede ai suoi occhi quando legge che ti ha commossa O__O Speriamo che continui a piacerti...

Near: Grazie mille ^^

Mello: Alla prossima ^O^ E' prevista molta altra violenza...


Julie May: Mello: Lo sapevo che dovevamo allontanarla dallo schermo, Matt.

Matt: Dici?

Near: Smettetela. Ha detto che adora la vostra storia!

Matt: Ah, già... Grazie infinite a nome di tutti^^

Speriamo che continui a piacerti <__< E per inciso, mi fai paura o_o

Per il rating... beh... Lole non capisce la differenza, quindi il lavoro è tutto nelle vostre mani, cari lettori xD

Alla prossima ^^


LaDy M: Lole: CHE MERAVIGLIA DI CANZONE *O*

Matt: <__< E' una delle sue preferite.

Mello: In reltà la canzone funge solo da fonte ispiratrice ^^ Ed ha lo stesso titolo, ma non c'entra granché...

Near: Speriamo continui a piacerti. Alla prossima ^^


xxx macky96 xxx: Matt: Del male.

Near: Molto del male.

Mello: Del male più assoluto O__O

Lole: xP Cattivi!

Mello: Beh. Speriamo che continui ad incuriosirti, cara <__< Lole se lo aspettava, ma ringrazia comunque xD

Near: Alla prossima, allora, anche a te ^^


Silly_Lawliet: Lole: No çOç Non odiarmi çOç e non scrivo affatto bene, ecco!

Matt: *caccia Lole* Non ero fatto .__. ero solo leggermente disorientato .///.

Mello: Completamente perso, vorrai dire.

Near: *annuisce*

Mello: Ah, ah, ah! Hai visto!? Visto? L'ho ammazzato! Ah, ah!

Matt: Mello ha paura del sangueeee

Mello: ZITTOOOOO

Near: Tu non hai copiato il titolo a nessuno, sorella.

Lole: Quando tonni? Voglio ruolare çOç

Matt: <__< Grazie dei complimenti e alla prossima, sperando tu possa connetterti presto :D

Mello: E Lole non merita tutti questi complimentiii!




Lole: Grazie a tutti, davvero. *smack*

Baci baci e abbracci abbracci.


Au revoiiiir^^

Lole** (e la banda di scemi)

 

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Capitolo 3
*** CHAPTER THREE ***


 

CHAPTER THREE_



«Allora, chi è questo Tony?» chiese Matt, stappando la sua Beck's spumeggiante.

«È uno dei boss che frequentano il mio ambulatorio. Un italiano simpatico, gestisce un giro piuttosto pacifico, da quanto ne so. » rispose Skip.

Matt sembrò allarmarsi. «A-aspetta un attimo! Mi stai proponendo...»

«Non fraintendermi, eh. Lo so che è Mafia, ma per trovare il tuo amico è la possibilità migliore. Nonché l'unica, già già.»

«... Sì, lo penso anche io.» il rosso si ricompose. «Ma che intendi con “pacifico”?»

«È una banda che non rivaleggia, un giro fatto solo di dolcevita.... sai tipo quella hollywoodiana anni '60!»

Matt sorseggiò la birra.

«Capisco. Ti ringrazio...» l'altro sorrise, mettendo in mostra due fossette ai lati della bocca, che gli donavano un'aria infantile. «Non c'è di che. È un piacere aiutarti: io mi annoio e tu sei proprio simpatico!» lanciò la lattina vuota nel cestino, mancandolo. Si alzò e la gettò con più grazia. Matt rise fra sé e sé e lo seguì fuori dal bar.

«Ti accompagno da lui, così ci parli di persona. Ti ho detto che ha origini italiane? Gli italiani sono proprio simpatici.»

«Ahah.»annuì il più giovane. Che tipo divertente.


XXX




«E così, quello che dobbiamo fare è semplicemente portare un pacco?» chiese Mello, seduto sulla ringhiera vicina all'ingresso del covo.

«Il pacco, biondino. È roba che scotta, paparazzi politici da portare ad un certo stronzo che si chiama Fotografo Colin Dare.» Jeff si chiuse la porta alle spalle, uscendo dall'edificio. Quando si voltò, Mello notò con piacere che aveva un grosso cerotto sul naso, dove lo aveva colpito poco tempo prima.

Così impara a chiamarmi puttana.”

Osservò la busta che teneva tra le mani. Che diamine! Non aveva tempo per quelle stupidaggini!

Ahi....” una fitta alla testa. Aveva un sonno tremendo.

Jeff lo guardò di sbieco, storcendo la bocca. «Che vuoi farci? Quegli stronzi non si abbassano a fare queste cose, quindi tocca ai fessi che arrivano per ultimi. Che mondo di merda!»

«Chi ti ha insegnato a parlare, uno scaricatore di porto?» ribatté Mello, infastidito da quella volgarità degna di un camionista.

«No, lo stesso che ti ha insegnato a vestirti.»

«Che hanno che non va i miei vestiti?»

«Il semplice fatto che ti fanno sembrare una puttana!» rise il più grande.

«Non sono una puttana, razza d'imbecille!»

«Vedi che non sono solo io lo scaricatore di porto? Uff, andiamo Trave, che si fa tardi!» Jeff cambiò discorso, voltandosi.

Come diamine l'aveva chiamato?

«Trave?!»

Jeff lo sbeffeggiò, ridacchiando. «Da “travestito”. Non ti piace?»

«...» Mello respirò forte, per non salatare addosso alla cosa ignorante e obbrobriosa al ragazzo che aveva davanti e ucciderlo di botte. «Ok, allora io ti chiamerò Testa. Da TestaDiMinchia!»

I due si guardarono in cagnesco.

«Fa' come vuoi.»

«Tsk.»

Senza dirsi altro, i due si incamminarono per il centro di Los Angeles.



XXX



Matt osservò il locale dove lo aveva portato Skip. Un grosso alone tappezzato di raso rosso, pieno di mobili di lusso. Skip era andato a parlare con della gente seduta al centro della sala, mentre il rosso si guardava intorno. C'era una grande varietà di persone: tizi infracchettati e ingelatinati, giovani hippies e varie ragazze vestite in maniera provocante. Matt le squadrò. Erano giovanissime, la più piccola aveva si e no sedici anni e la più grande non superava i venticinque.

Una di loro si accorse del rosso e gli rivolse un sorriso, ricambiando lo sguardo.

«Vieni Matt! Questo è Anthony Crociera.» lo chiamò Skip, indicando con una specie di inchino un grosso signore di mezza età intento a fumare un cubano.

«Solo Tony, per te.» sorrise, giocondo.

Matt si sedette, sorridendo a sua volta, e osservò il suo interlocutore: robusto, di pelle olivastra e di tratti decisi. Portava i capelli neri e un folto paio di baffi, vestiva una camicia hawaiana aperta sul torace.

«Io sono Matt.»

«Mi hanno detto che cerchi un lavoro. Se ti interessa, a me serve un giovane trafficante....»

Matt sussultò. Trafficante? Doveva davvero accettare quel lavoro? Qui si trattava di roba illegale....

Scosse la testa, e riprese ad ascoltare l'uomo.

«Offro vitto e alloggio.» gesticolò lui, alla maniera dei mediterranei.

«...Ne avrei proprio bisogno. Devo vendere droga, giusto?»

«Sì, la spartiamo noi fra i ragazzi, metà del ricavato va all'organizzazione. Ma stai tranquillo, il resto lo puoi tenere per te.»

«Capisco.»

Sì, insomma, capisco....”

L'italiano si alzò. «Ora devo proprio andare. Se ti va bene, chiedi a questi signori di farti accomodare. Se ci sei ci vedremo stasera. Ciao ciao!»

Una volta che l'uomo fu andato, seguito da due tizi infracchettati, Skip raggiunse il rosso. «Allora, che farai?»

«Credo che resterò. Ti ringrazio ancora, Skip.»

«Di niente. Devo andare anche io, ho da lavorare... Ci sentiamo e...ah! Ecco il mio biglietto da visita, se mi cerchi!» Anche il giovane uscì dal locale, salutando allegramente le ragazze, che risposero ridendo.

Forse oa andrà tutto per il verso giusto. Forse riuscirò a trovare Mello. Finalmente....”

Scosse la testa.

Oddio. Sto entrando nella Mafia, tecnicamente. Sono pronto? Ma forse.... è solo un'occupazione temporanea. Va bene così.”

Respirò a fondo, e raggiunse i tizi infracchettati.

«Scusate, dove mi posso accomodare?» chiese, sfoggiando il suo miglior sorriso,

Un uomo con la camicia bianca e i capelli neri raccolti in una coda bassa si fece avanti. «Ci penso io, ti accompagno al condominio di fronte.» disse, calmo.

«Grazie, tizio infracchettat- ehm...»

L'uomo rise. «Chiamami Ray.»



XXX

«Alt! Pausa merenda!» gridò Jeff, fiondandosi nel bar che aveva visto in fondo alla strada. Mello lo seguì sospirando.

Era stancante.

«Quanto manca, ancora, al posto dove dobbiamo andare?» chiese, incrociando le braccia.

E lui era già stanco di suo, in quel momento.

«Due bigné alla crema!» ordinò il platinato alla cameriera.

«Ehi, mi ascolti?»

«E uno al cioccolato!»

«Testa!!»

Jeff si voltò infastidito. «Trave. Che vuoi?»

Mello afferrò il bigné al cioccolato prima che potesse farlo il suo interlocutore e lo masticò con foga. «Rispondimi, quanto manca?»

«Ehi stronzo! Quello era il mio bigné!»

«Quanto manca?»

«Umpf. Poco. Razza di femminuccia.» prese uno dei restanti dolci alla crema. «Tanto la crema è più buona.» asserì imbronciato.

Mello strabuzzò gli occhi. «Blasfemo!!»

Jeff rimase leggermente.... sconvolto?

«...Trave, tu sei tutto pazzo.» disse, roteando gli occhi. Mihael notò che alla luce prendevano una bella sfumatura blu, ma non se ne curò.

«Tu... hai bestemmiato!!»

«Non ho mica detto “Porca Madonna”.»

«... Hai bestemmiato sul serio!!»

Lo sguardo di Jeff si mosse dal bigné mangiucchiato che l'altro teneva nella mano sinistra al rosario che portava al collo.

E ghignò.

«Porca Madonna se è più buona la crema!»

«Aaaagh! Ti odio!» gridò Mello.

«Anche io.» Jeff si imbronciò di nuovo, e finì il secondo bigné.

«Possiamo andare adesso?» chiese il biondo, scocciato.

«Non avere fretta, Trave. Tra cinque minuti ci siamo.»



XXX


«Chiamami Ray.»

Quell'uomo aveva un sorriso che Matt non aveva mai visto prima. Non che fosse particolarmente bello, non che fosse particolarmente luminoso. Era particolarmente rassicurante.

«Sono Matt.» si presentò il rosso, imbarazzato. “Tizio infracchettato” non è proprio un complimento...

«Seguimi pure, ti porto al tuo monolocale.»

«Vivete tutti qui?»

«No, solo quelli che non hanno una casa. Come te, come me.»

Disse ciò con una calma incredibile.

I due entrarono in un grosso albergo azzardato come condominio. Era abbandonato, la sala reception era stata sostituita da un tavolo da biliardo sporco e pieno di bottiglie vuote, l'insegna che recitava “Delaware ****” era arrugginita pendeva sulla porta.

I piani però erano lussuosi: una moquette rossa su tutto il pavimento e le porte candide. Ray osservò il ragazzo da dietro gli occhiali tondi.

«Come mai hai deciso di unirti a noi?»

«Devo trovare un amico che è entrato nella malavita.» disse Matt, guardando in terra.

«Capisco. Mi auguro proprio che tu ci riesca.»

«Ti ringrazio.»

«Ecco qua.» il moro si fermò davanti alla numero 17. «Per ogni cosa chiamami pure, io sto qui accanto, alla 18. Ti auguro una buona permanenza.»

«...Grazie.»

E sorrise di nuovo, prima di sparire nella sua stanza.

Matt osservò il numero sull sua porta.

Forse può essere divertente. Qua è piano di gente simpatica. Speriamo bene....”


XXX


«Siamo arrivati?»

«Porco cazzo! È la fottutissima decima volta che me lo chiedi!»

Ehi, mica è colpa mia s sto morendo di sonno.” pensò Mello. Si limitò a grugnire però contro Jeff, che si fermò davanti ad un grosso edificio beiges.

Il giovane si stiracchiò la schiena, guardando Mello dall'alto in basso. «Comunque siamo arrivati.»

Mello sbuffò e gli si avvicinò barcollando.

Dai Mihael, devi farlo. Poi arriverai in cima.” si disse, mentre l'altro continuava ad inveire contro i loro superiori. «Così oggi la finiamo con 'sto lavoro di merda.»

Per arrivare in cima....”

Un brivido di freddo.

...servono....”

Gli si appannò la vista...

...sacrifici.”

...e svenne.

Jeff si girò. «Uhm? Trave? Trave? Rispondi! Sei morto?» osservò il giovane lungo disteso a terra, poi gli si accucciò vicino. «E ti pareva. Che coglioni...»


TO BE CONTINUED.




NdA


Mello: Voi non avete idea di cosa ha in mente Lole. Oh no, non ce l'avete.

Matt: Forse è meglio, che non ce l'abbiano.

Near: È che per ora non succede niente e quindi sembra tutto innocuo <_<

Matt: ò_ò Ma dov'è Lole? Si deve scusare per il ritard-

Lole: MUHAHAHAH COSI' IMPARI A SMINUIRE LA CIOCCOLATA +w+

Jeff: AIUTOOOO D:



Mello: <_< Vabbè, passiamo ai ringraziamenti. Ringraziamo tutti i preferiti, i seguiti, i ricordati e i semplici lettori ^^


Matt: E ora le recensioni ^^


charliotta: Mello: Jeff è molto arrabbiato, ma io ti stimo <_

Matt: Siamo felici che ti intrighi la storia : D Lole spera che ti sia piaciuto anche questo capitolo : D


shadow madness: Matt: Lole è molto, mooolto onorata che ti piaccia così tanto : D

Mello: E dice di sclerare di più o_O Mah. Continua pure a fare le recensioni come vuoi, non badare alla psicopatica.

Lole: Ehi!

Mello: E' vero, va bene anche solo “splendido” come commento : D

Lole: Ma non me lo merito D:

Matt: Alla prossima sperando che ti piaccia anche questo chappy ^^


Silly_Lawliet: Lole: D: ora per tutti questi lettori che considerano Mello come una puttana mi tocca accontentarvi D:

Mello: EHIIII D:<

Lole: in che modo non mi è dato dirlo °w°

Matt: cattiva.

Near: Lole dice di smetterla con tutti 'sti complimenti non meritati ù_ù E dice anche che CHE BELLO, ora posso usare Colonna per far sclerare la socia : D

Jeff: Ehi D:<

Lole: Dove scappi, tu, Blasfemo? D:<

Jeff: AIUTOOO D:

Near: *insegue anche lui (Scusami Nyah çOç), così, per gioco*

Matt: o_O Vabbè, alla prossima. ^^


LaDy M: Matt: Non lo farà. Stai tranquilla.

Mello: Farà di PEGGIO.

Matt: Scappa finché puo-

Lole: *tappa la bocca* Cara^^ Se la ficcy diventa rossa, emailami e la leggerai comunque : D

Matt: Intende “mandami una mail” <_<

Lole. Alla prossima ^o^



Julie may: Lole: Lo ha capito anche Lole il doppiosenso : D

Matt: Io sono molto fortunato <_< E mi fai paura perchè.... non lo ricordo O_O

Mello: <_< Vabbèèè. Lo uccido io Jeff, se vuoi.

Jeff: ma mi odiano tuttiiiii D:

Lole: In realtà non credo che morirà... ma non dico niente : D

alla prossima ^^



xxx macky96 xxx: Lole: Me molto contenta dei tuoi complimenti : D

Matt: Mello è molto arrabbiato con White e rifiuta di parlarci D:

Mello: <_<

Skip: Io sto simpatico? Eh? Eh? Eh? : D *felice*

Jeff: <_<

Skip: >_>

Lole: <_>

Matt: o_O Lole sta sclerando. Beh, speriamo che continui a piacerti ^^ Alla prossima!^^



Lole: Lole ringrazia tutti, am sta sclerando ed è meglio che non scriva oltre.


8D IO SO VOLAR- eh, no. Serietà <_<


Grazie di cuore a tutti. Baci baci e abbracci abbracci : D


Alla prossima ^^


Byeeeh, Lole ^^

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Capitolo 4
*** CHAPTER FOUR ***


CHAPTER FOUR_


Buio.



Sai cosa devi fare. Perché indugi, allora?

Non ho mai ucciso un uomo. E che ci vuole?

È peccato. È sopravvivenza.

Devi arrivare primo, stavolta.”

Oblio.



L'uomo è arrogante, ti guarda come se fossi un rifiuto.

È così che mi sento.

-Che vuoi?-

Tu sei il migliore.

Devi farlo.

Vuoi fermarti qui?

No.

Il ragazzo biondo non risponde.

Spara.

Due colpi secchi, l'uomo cade a terra.”

Oh, Dio....




Vogliono la testa. La testa.

Il ragazzo la taglia via con un pugnale.

Troppo sangue!

Era ancora vivo?

Impacciatamente cerca di fermare il liquido vermiglio che sgorga dal taglio sfrangiato.

Oh, Dio...”

Dio...



Si ricompone, cerca di calmarsi.

Perdonami...

In tasca si accorge di avere un vecchio rosario, quello con la perlina rotta.

Che fai, assassino, preghi?

Perdonami.

Mentre stringe quello che porta al collo, sistema l'altro nella mano sinistra del cadavere. Prende la testa, che deve portare con sé....

Non guardarmi così.

No.

No.”


NO!”

Mello si risvegliò all'improvviso, sudato, mentre stringeva il lenzuolo tra le mani.

Lenzuolo? Dove si trovava?

Piano piano cominciò a mettere a fuoco. Si trovava in un letto ad una piazza e mezzo, dalle lenzuola candide. Era in una piccola stanza illuminata da una luce scura. Si ricordò: era svenuto durante la missione. Ma chi l'aveva portato lì? No, non poteva essere...

«Ehi, Trave? Ti sei svegliato finalmente!»

Jeff era seduto dall'altra parte della stanza, vicino ad un tavolo decisamente troppo basso per lui, che infatti era costretto a rimanere piuttosto ricurvo.

Mello lo fissò interrogativo.

«Mi hai portato tu qui?» chiese incredulo.

«Ahah» annuì lui «Sei piuttosto leggero, fortunatamente.»

«Ehi! Ehi! TU mi hai portato qui??»

«Dovevo lasciarti lungo disteso sul viale?» alzò un sopracciglio.

«Oh...ehm... grazie.»

«Mpf.»

«Ma il pacco?» Mello si accigliò. Era svenuto prima di averlo consegnato.

«Ho pensato a tutto io, sì. Ci riesco anche senza le ragazzine, sai?»

Mello gli lanciò uno sguardo assassino.

Poi vide una busta sul comodino: dentro c'era un bigné alla crema.

«Oooh!» si finse colpito «Hai preso questo per me?» e afferrò il dolce, facendo scattare il più grande.

«NON TI ALLARGARE DAMMI IL MIO FOTTUTO BIGNÈ!»


XXX


Come prima notte non era stata tanto male, pensava Matt, fumandosi una sigaretta seduto alla grande finestra della sua stanza.

Il letto era comodo, il monolocale pulito e accogliente. Non era silenzioso, ma a Matt piaceva addormentarsi con i rumori della città, perciò era perfetto.

La sera prima aveva avuto l'occasione di parlare con Tony, addentrandosi in un animato discorso sul football americano.

Era incredibile come quell'uomo tanto bonario, giocoso e gentile fosse a capo di un giro mafioso... lo aveva accolto con un caldo abbraccio, una pacca sulla spalla e un piatto di spaghetti.

Matt guardò sul comodino. Sopra vi erano alcune buste e qualche scatolina.

Era la droga che avrebbe dovuto vendere in settimana.

Sbuffò.

Era un lavoro sporco, vero, ma era l'unico modo per avvicinarsi a Mello.

Svogliatamente gettò la roba nel cassetto, ci avrebbe pensato dopo. Voleva rilassarsi un attimo...

Appena si sedette sul letto, però, qualcuno bussò alla porta.

Era Ray.

«Buongiorno ragazzino!» lo salutò allegramente da dietro la porta. Matt andò ad aprire.

«Ciao...ehm... Ray!»

«Ti trovi bene?» gli rivolse uno dei suoi sorrisi tanto sereni e tanto rassicuranti.

«Benissimo!» rispose il rosso. Si accorse che lo sguardo dell'uomo era diventato leggermente amareggiato.

Chissà cosa....

«Mi fa piacere...oh..!» l'uomo si voltò, alla vista di una ragazza che gli andava incontro.

«Ray! Ti stavo cercando!» fece lei «Un cliente si rifiuta di pagare. Cosa faccio?»

«Sta' tranquilla, ci penso io. È qui?»

La ragazza annuì.

Matt pensò che Ray lì fosse qualcosa tipo una guida, o un esperto... o qualcosa del genere.

«Ah, Mad, questo è il nuovo arrivato» disse Ray, indicando il rosso.«Si chiama Matt. Matt, questa è Maddy. Avete più o meno la stessa età.» sorrise di nuovo, con una calma inimmaginabile, e se ne andò per trattare con quel cliente capriccioso.

«Ciao Matt!» salutò lei.

«Ciao...» la guardò meglio.

Aveva già visto quella ragazza.... sì, era la stessa che aveva notato nel gruppo del locale il giorno prima, quella che gli aveva ricambiato lo sguardo.

Era molto giovane... a stento arrivava a sedici anni.

Matt pensò che fosse una bella ragazza. Aveva uno stile particolare... vintage. Col caschetto riccio e vestiti alla pin up. Quel giorno indossava una camicetta bianca leggermente aperta, degli shorts a vita alta e un fazzoletto rosso legato al collo.

«Sembri una marinaia...» osservò ad alta voce Matt. Poi se ne accorse e scoppiò a ridere imbarazzato... ma Maddy si unì alla risata, cercando di ribattere in qualche modo. «E tu sembri... ehm...non lo so!» continuò a ridere.

Il rosso la squadrò in volto. Aveva un viso tondo, due labbra scarlatte e forse un po' troppo carnose. E degli occhi grandi, dello stesso miele dei capelli disordinati.

«Sei divertente.» disse lei.

«Ma ancora non ci siamo praticamente parlati!»

«Allora parliamo!»


XXX


Dopo che Jeff era corso a confiscare il suo bigné minacciandolo di morte imminente, Mello aveva deciso di rimanere sul letto un altro po'. Ripensava al sogno confuso che aveva fatto.

Gli era rimasta un'orribile sensazione....

Jeff lo guardò storto, masticando il suo sacrosanto dolcetto. «Ora che sei sveglio puoi anche smammare, no?»

In tutta risposta Mello gli fece la linguaccia.

Probabilmente il più grande stava per rispondergli per le rime, ma fu interrotto dalla suoneria del cellulare.

«Il capo.» disse, prima di rispondere.

Mello sospirò «Vorrà un'altra missione, immagino...»

«Sì.... come? Mh.... ok.» chiuse la comunicazione. «Hanno beccato un traditore. Ci vogliono in un fottuto posto qua vicino per vedere lo spettacolo.»

«Spettacolo...?»

«Forse lo pestano. Oppure lo fucilano.» rise appena, indossando la sua felpa color verde militare. «Andiamo, va'.»

Mello esitò un attimo, poi lo seguì fuori dalla stanza.

Camminarono una manciata di minuti all'interno del covo, poi videro una folla urlante al centro del salone.

«Se vuoi avvicinarti...» fece Jeff.

«...Non so...?»

«Andiamo, qua non si vede niente!» lo prese per un braccio e cominciò a farsi grintosamente strada tra i mafiosi.

«Largo figli di puttana! Qua vogliamo vedere! E spostati, frocio!»

«Che delicatezza...»

Arrivarono in un punto in cui si vedeva piuttosto bene tutta la scena.

Al centro c'era il cadavere di un uomo, sanguinante, mentre due energumeni si picchiavano furiosamente.

Mello guardò interrogativo il compagno.

«Hanno “giustiziato” il traditore, e ora si divertono a fare incontri di boxe.» spiegò, poi indicò il bestione di pelle scura «Quello è Squiat, campione imbattuto di lotta libera qui al covo.» Infatti, il tizio chiamato Squiat atterrò l'altro, che si arrese.

«Ogni tanto qualcuno rimane pure ucciso.»

Rodd Los sbucò da una parte della folla, e camminò lentamente verso il centro, accanto al lottatore, e squadrò il pubblico.

«Ne ha battuto un altro, ragazzi! Chi vuole farsi avanti?»

Se...se avesse battuto quel tizio, cosa sarebbe successo?

«Chi vuole provare a interrompere il ciclo di vittorie del campione? Ricordatevi i privilegi!»

Privilegi...?

Mello si decise. Avrebbe rischiato. E avrebbe guadagnato quel rispetto che goli serviva.

Senza pensarci due volte, si fece avanti.

«Vorrei provarci io.»


XXX


Matt e Maddy avevano chiacchierato un po', seduti sul letto di lui.

Approfittando della vicinanza di età Matt aveva trovato qualcuno con cui parlare!

«E così sono qua per trovare questo mio amico.»

Vero. Ora che si trovava lì sarebbe stato più semplice, pensava.

Già si figurava una guerra tra bande, sparatorie, retate, polizia.... e poi lo struggente, eroico rincontro degli amici di infanzia, tra il sangue e le sirene.

Figo.

Proprio come in un videogioco.

«Mi auguro tu ci riesca!» disse la giovane.

«E tu perché sei qui?» chiese il rosso.

«Mio padre non mi voleva, così mi ha venduta qua. Faccio la prostituta.» disse, giocherellando con le dita.

«La prostituta?» cazzo, era minorenne! Praticamente una ragazzina...

«Già. Ma almeno sopravvivo....» sorrise, poi abbassò gli occhi. «Ray mi ha fatto da padre, mi protegge sempre, come fa con tutti... non so come mai. Lo farà anche con te!» trillò.

«Beh, è un tipo generoso.»

«Fin troppo!» qualcuno spuntò dalla porta aperta.

Skip.

«Wellà! Ho portato un paio di birre. Ne volete?» sfoderò un sorriso a trentadue denti.

«Ehi, Skip!» salutò Matt, Maddy gli fece eco con voce squillante. «Skippy!»

Il castano si avvicinò i due, mentre Matt gli tendeva la mano «Con piacere. Da' qua!» era decisamente allegro, quella mattina. Skip gli lanciò la lattina di Heinenken.

«Io no, grazie.» fece la ragazza. «In realtà dovrei lavorare... accidentaccio!»

«Forse è meglio che vai allora...?»

Maddy gonfiò le guance in modo infantile «Non ne ho voglia. I miei clienti non sono così simpatici!»

Mentre ridacchiava, una voce la fece raggelare.

Tony entrò, con il cubano tra le labbra, seguito da i suoi fedelissimi. «Ah, ma che bella rimpatriata. Maddy, devi lavorare. I clienti di oggi sono importanti, non tollerano ritardi.»

«M-ma Tony... mi stavo prendendo una pausa...»

Tony buttò fuori il fumo, riempendo la stanza con l'odore aspro di sigaro. Rimase perfettamente calmo. «Non mi interessa. Fila.»

Matt si accigliò. Dove era finito l'omaccione giocoso e simpatico? Skip lo guardò come dire “io non capisco” e si alzò anche lui.

«Non mi pare il caso di trattarmi così!» piagnucolò la giovane.

«Mpf.» Tony rise « Dovrò punirti in qualche modo...»

Matt si intromise. «È solo una ragazza, non puo essere così duro!»

«...?»

«...»

«Non si risponde così, ragazzo. Rex, procedi.»

Uno degli uomini accanto all'italiano si avvicinò a Matt. «Ma cos-?!»

Non ebbe il tempo di ribattere che un pugno lo colpì in pieno viso.

TO BE CONTINUED



NdA


Uiiii. Scrivo in rosso 8D Il rosso è il mio colore preferito, sapete?

Non c'entra granché.

Dovrei scusarmi per il ritardo .-. Mi scuso!! Davvero, scusate, sapete come sono.

Mello: Lavativa!

Matt: Pigra!

Jeff: Bastarda!

...Sì. Infatti oggi non vi farò sclerare ù.ù

Tutti: D:

Eeeh, purtroppo devo ancora abituarmi ai ritmi della scuola X_X

Quindi non ho tempo di rispondere alle recensioni. Perdono xP

Ringrazio tutti voi che leggete, vi adoro! Ringrazio chi segue, ricorda, preferisce... e chi recensisce, mi fanno davvero piacere i vostri commenti! ^^

Forse dal prossimo capitolo la storia si farà più dura, e forse il rating diverrà rosso. Ripeto: forse, se qualcuno me lo fa notare ^^”

Comunque, voi lettori che non potrete leggere con un rating più alto, non disperate: con una mail potrete continuare a seguirmi. Sempre se ve la sentirete, naturalmente.

Una precisazione: Il sogno di Mello è volutamente confuso. Infatti le narrazioni sono divergenti e le vicende sconclusionate. Tutto questo è stato fatto apposta ù.ù

Vi chiedo ancora di perdonarmi per i miei immensi ritardi e per il poco tempo che vi dedico ^^” Spero continuate a seguirmi!

Besos!

**Lole

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Capitolo 5
*** CHAPTER FIVE ***


CHAPTER FIVE_

 

 

 

Matt cadde in terra con un tonfo sordo, sotto gli sguardi allibiti di Skip e Maddy.

Gli occhi di Tony non promettevano niente di buono.

«Che...» mugugnò il rosso, pulendosi il labbro sanguinante. «Che cazzo fai?!»

Il grosso uomo biondo, Rex, ghignò senza rispondere, mentre l'altro seguace del boss trascinava fuori dalla stanza i due “spettatori”, chiudendo la porta.

«Cosa succede? Fammi entrare!» urlò Maddy puntando l'indice contro il tipo.

«Cara» sorrise lui, facendo dondolare i riccioli fulvi «Lo sai.»

La ragazza spalancò gli occhi, ammutolita.

«Cosa?» Skip, visibilmente confuso, fissava la porta. «Eh?»

 

XXX

 

«Cosa cazzo vorresti fare te.» ripeté per la seconda volta Jeff. E non suonava come una domanda.

Anche il resto degli spettatori fissava basito il giovane ragazzo biondo. Rodd fece una smorfia divertita.

«Voglio provarci io, se non dispiace.»

Si sarebbe aspettato una risata generale, Mello, ma nessuno fiatava. Rodd lo invitava con un gesto della mano a raggiungerlo, colpito da tanto coraggio, persino la bestia Jeff lo guardava quasi... preoccupato?

No, impossibile. Però era un'espressione insolitamente seria per lui.

In un attimo, guardando le iridi blu del collega puntate su di lui con quell'aria accigliata, si domandò se era davvero la cosa giusta da fare; in un attimo gli sovvenì che, forse, c'era un tantino di differenza fra il suo corpo snello e quella montagna pulsante di muscoli che lo fissava poco convinto.

Ups.

Ma ormai era troppo tardi per tornare indietro, no?

 

XXX

 

«Rex, basta così.» ordinò sorridendo Tony.

L'uomo obbedì, lasciando il lembo della maglietta di Matt, che scivolò, distrutto, sul pavimento. Quel tipo picchiava duro, mai mettersi fra di lui e un muro, si disse Matt, sorridendo per la sua rima poetica.

Ma non era troppo divertente il ritrovarsi ad arrancare in un angolo.

Ma cosa...?

Tony gli si avvicinò, e si chinò alla sua altezza. Con le dita massicce percorse il profilo del suo viso. Matt lo guardò perplesso, senza riuscire a muovere un muscolo.

I suoi occhi si puntarono in quelli scuri dell'italiano, che sorrise e gli pulì il sangue dal sopracciglio.

«Sei proprio bello.» affermò poi, con voce estremamente bassa.

Matt ebbe l'istinto di tirarsi indietro, l'uomo rise alla sua reazione.

«Oggi voglio accontentarmi di te.» soffiò.

Cos...cosa? Che intendeva?

Ma una revolver era già puntata alla sua tempia, e una mano invadente gli andava a slacciare i jeans, senza che lui potesse reagire in qualche modo.

«N-no..»

Ma era troppo tardi, già vedeva l'italiano guardarlo oscenamente, carezzandogli i capelli con finta dolcezza, e con quel diavolo di sorriso colpito sul volto.

Soffocò un grido, irrigidendosi a contatto col pavimento freddo, mentre l'uomo dli tirava via con noncuranza i pantaloni.

«Che carino.» disse affabilmente.

Sentì la porta aprirsi e una luce estranea colpirgli gli occhi, poi le grida di una donna e due voci più basse che le chiedevano di stare calma, infine la porta si richiuse, e fu di nuovo penombra, e fu di nuovo soltanto il fruscio di mani estranee sul suo corpo.

 

XXX

 

Era lì. Davanti a tutti. Pronto a rischiare di essere ucciso da un armadio peloso.

C'era un gran chiacchiericcio lì intorno, i suoi occhi azzurri vagarono per la sala che gli sembrava solo un ingorgo di colori sconnessi.

«Sei pronto?» chiese l'avversario.

No che non lo sono, sono un idiota, diavolo!

Diceva disperata una parte di lui. L'altra annuì con decisione.

Merda.

Accidenti, doveva riflettere! Non c'era un modo di batterlo sul piano fisico...!

Ma lui aveva qualcosa in più, no?

Lui era il secondo candidato alla successione di L. Lui era un genio.

Un sorriso beffardo gli si dipinse sul volto, vedendo l'allarme antincendio svettare vermiglio tra il miscuglio di colori di quel postaccio.

La vocina nella sua testa, ora rideva maleficamente.

Squiat, il suo avversario, scrocchiò le ossa del collo.

Mello annunciò che potevano cominciare.

 

XXX

 

Grugnì una debole protesta contro le dita sporche che gli scivolano lentamente sulle labbra, verificandone la morbidezza, schiudendole con insistenza.

Non poteva fuggire, l'uomo davanti a lui al momento era in netta prevalenza fisica: anche se più giovane e scattante, i lividi rossastri che lo scagnozzo di Tony gli aveva lasciato sugli zigomi e sulle braccia dolevano incredibilmente, e il pugno nello stomaco gli spezzava ancora il fiato.

Si limitò a guardarsi intorno fulmineo, per notare eventuali vie di fuga, tentando il più possibile di non posare lo sguardo sull'italiano.

Inutilmente.

Lo vide alzarsi e calarsi la zip, iniziò a temere il peggio. Venne scosso da un tremito. “Non è possibile!”

Una delle mani che avevano violato la sua pelle gli si intrecciò stavolta tra i capelli, stringendone qualche ciuffo tra le dita, poggiando il palmo largo sulla nuca.

Una risata sommessa.

Tony teneva l'altra mano avvolta attorno alla sua eccitazione. Poi allontanò la mano dal membro, continuando a fissare Matt.

Il ragazzo deglutì, respirando piano. Il buio della stanza si era fatto più intenso, i rumori della Los Angeles notturna che giungevano ovattati alle sue orecchie suonavano lontani e quasi surreali, la confusione gli appannava la vista. Matt non ebbe però il tempo di mettere a fuoco, che venne spinto improvvisamente verso il bacino di Tony, la cui mano adesso gli premeva forte sul collo, e riuscì solo a soffocare un gemito di sconcerto mentre la bocca gli veniva violata con prepotenza.

 

XXX

 

Come aveva previsto, Mello riuscì a schivare con facilità l'offensiva del tipo-tutto-muscoli che gli si era avventato addosso con foga. Era troppo lento!

Il biondo era sicuro di riuscire ad attuare il suo piano.

...Un momento.

Piano? Quale piano?

Aveva notato l'allarme antincendio. E poi?

Scansò un altro attacco, rispondendo con un calcio che venne bloccato con noncuranza.

Oh beh, lui era il migliore, a cosa gli sarebbe servito un piano? Poteva inventarlo sul momento!

La vocina intanto urlava disperata.

Squiat gli si lanciò di nuovo contro, ringhiando, ma Mello riuscì a dribblarlo con maestria e prese a correre verso l'allarme. L'energumeno gli andò goffamente dietro, ma lui era già riuscito a schiacciare soddisfatto il bottone.

Il suono squillante si sentì tuonare sopra le chiacchiere e i commenti della folla, in un nanosecondo il dispositivo delle docce antincendio si era attivato allagando il pavimento (e le persone, che non ne furono entusiaste) della sala.

Squiat scivolò sull'acqua senza sapersi riprendere, piombando rumorosamente a terra, e il biondo ne approfittò per bloccarlo con un piede premuto sulla giugulare.

Mello ansimò , gocciolante; era successo tutto così velocemente che faticava a capire come avesse fatto.

Non ebbe il coraggio di guardarsi intorno, ma nella sala erano tutti ammutoliti.

Dopo un teso silenzio intervallato da un «Porca troia, il cellulare!!» piuttosto stizzito, un leggero scroscio di applausi incerti, fischi e commenti increduli riempì le orecchie del giovane, che riprese a respirare come un essere umano.

«Complimenti. Sei un tipo interessante.» disse Rodd, sorridendogli, e gli strinse la mano. Mello sorrise com un bambino capriccioso che ha ottenuto quel che vuole, alzando il mento e squadrando con soddisfazione tutti i presenti che iniziavano a congedarsi.

Ascoltò con piacere tutti i complimenti ammirati della gente, che sembrava essersi dimenticata di essere infradiciata a causa sua, poi si accasciò stancamente sulla parete, strizzandosi i capelli zuppi.

Un asciugamano gli volò con poca grazia sulla testa.

«Ma cos-?»

«Ringrazia che non mi è morto il cellulare. Non avevi qualche altro modo di vincere piuttosto che allagarci tutti?» rise Jeff.

Mello ricambiò con un'occhiata assassina, ma incredibilmente il ragazzo gli tese la mano.

«Complimenti, Trave.»

«...Grazie...» gli rispose lui poco convinto, stringendogli la mano.

Jeff tornò subito a sfoggiare il suo sorriso impertinente e a punzecchiare il suo collega, ma, forse, avrebbe collaborato più volentieri con quel ragazzino che non si era mostrato poi così inutile.

 

XXX

 

«Ah!»

Le proteste gli uscirono istintivamente, quando l'uomo abbandonò la bocca per insinuarsi tra le sue gambe, bloccandolo al muro e spingendo a fondo.

Il ragazzo gemette a denti stretti, tentando invano di allontanarlo, e le labbra gli tremarono a contatto con lo sperma che gli scivolava sul mento. Piantò le unghie nella carne di Tony, che reagì con un grugnito eccitato e prese a spingere più velocemente.

Matt sentiva come se la sua carne venisse lacerata, e il dolore non gli permetteva di urlare.

Ansimò qualche parola sconnessa, semplicemente, senza un senso logico, poi chiuse gli occhi e assecondò, esausto, gli spasmi che gli procurava il movimento dell'uomo.

Il dolore gli opprimeva i pensieri come una corona di spine, ma la sensazione orribile e il disgusto che lascia una violenza erano lì davanti a lui, ben visibili, pronto ad invadergli gli occhi di lacrime gelide e a lasciargli tacite maledizioni sulla lingua.

Tremò, mentre Tony gli sussurrava qualcosa di osceno all'orecchio. La sua voce bassa e roca, con quell'accento duro e poco musicale, gli rimbombò nel cervello.

Sentì il cuore nattere sullo sterno come se volesse fuggire, e venne scosso da un singhiozzo, mentre veniva abbandonato lì, in quell'angolo buio, con le cosce bagnate di sangue. Vide di nuovo la porta aprirsi, e poi chiudersi, allora iniziò a lacrimare silenziosamente.

Un muro di solide convinzioni e buone speranze gli era appena crollato addosso.

I polpastrelli freddi andarono a stringere compulsivamente un lembo della felpa, ma quel calore non seppe accontentarli.

Ci pensarono invece cinque dita ancora più fredde, affusolate e magre, che gli spostarono delicatamente i capelli dalla fronte, e una voce calda che chiese a qualcuno di prendere dell'acqua.

 

TO BE CONTINUED.

 

NdA

 

...

No comment.

*si fustiga*

 

 

Via mo tutti, voi che seguite-ricordate-preferite-e-recensite <3 Vi ringrazio tantissimo!

Adieu! **Lole**

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