Chronicles of Camelot

di kae
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Friendship ***
Capitolo 2: *** Immortal ***
Capitolo 3: *** Death ***
Capitolo 4: *** Return ***
Capitolo 5: *** Secrets ***



Capitolo 1
*** Friendship ***


01 - friendship

Questa fanfiction ha partecipato all’ Adventure of Merlin Contest” indetto da uchiha_girl.

 

 

Capitolo 1 - Friendship

 

Quante volte ci siamo salvati a vicenda? E ora eccoci qui. Non credo che questa volta ne usciremo vivi.

Quando ho visto Artù per la prima volta gli avrei volentieri spaccato la faccia se ne avessi avuto il coraggio e le capacità. La seconda volevo che su quella sua faccia da schiaffi si dipingesse il disappunto e la vergogna per essersi fatto battere da me. Se ci penso ora usare la magia non è stato molto corretto, ma d’altronde devo pur usare i miei doni per difendermi qualche volta, o no?

Mi domando come sia possibile e io sia stato scelto come controparte di Artù. Chi l’ha deciso ha davvero un gran senso dell’umorismo sotto questo aspetto. Io e Artù che collaboriamo. Ma come gli è saltato in mente?!

Ormai mi sono anche stancato di scendere dal drago per chiedergli consiglio. Come se non bastasse tutta la strada che devo fare cercando di non farmi scoprire dalle guardie, devo sentirmi sempre ripetere la stessa frase. Siete le due facce della stessa medaglia. Va bene, questo l’ho capito, ma un aiuto per risolvere la situazione mai, vero?

Come se non bastasse, oltre ai miei problemi devo sobbarcarmi anche quelli degli altri.  Le commissioni per Gaius e le faccende da sbrigare per Artù,…ogni tanto ci si mettono pure Gwen e Morgana…Ma io, la magia, quando la studio?

Beh, d’ora in poi non avrò più molte occasioni per farlo. Se non ci inventiamo in fretta qualcosa, da qui, non ne usciremo di certo.

A meno che…

 

Merlino mi guarda come un bambino che ha combinato un pasticcio.

Non è possibile. È un mago.

« Ve l’avevo detto, siete voi che non mi avete creduto » dice.

La sua voce esita e nei suoi gesti, nella sua espressione leggo che sa che è nei guai. Come figlio del re devo far rispettare la legge. E la legge impone che la magia non venga usata. Dovrei consegnarlo alle guardie e ordinare di gettarlo in prigione. Probabilmente non vedrebbe l’alba, lo giustizierebbero prima.

Non posso consegnarlo. Senza contare il fatto che mi ha appena salvato la vita, lo ha già fatto almeno una decina di volte. Poco dopo esserci conosciuti mi ha salvato da quella pazza a cui mio padre aveva giustiziato il figlio per stregoneria. Mi ha avvertito dell’incantesimo sullo scudo di quel cavaliere, Valiant. Ha bevuto dal calice avvelenato per salvarmi. Ha…aspetta un attimo…

« Eri tu! Sei stato tu a guidarmi con quella luce quando ero nelle grotte della foresta di Baldor! »

Esito notando la sua faccia.

« Eri tu, vero? »

Annuisce imbarazzato.

« E anche al tuo villaggio? »

Torna ad annuire.

Senza togliergli gli occhi di dosso mi siedo su un masso, troppo sconvolto per parlargli. Sconvolto…Andiamo, Artù, come se non te ne fossi mai accorto. Ho solo fatto finta di non vedere. Troppe volte mi sono salvato per un pelo e Merlino era poco distante. L’ho sempre saputo.

« Quando è successo? » chiedo.

« Come? »

« Sì, quando…quando hai iniziato a studiare la magia. Quando ti sei reso conto di saperla usare. »

Lui sospira e mi si siede di fronte, a pochi metri di distanza.

« Da quando sono giunto a Camelot e da quando sono nato. »

Vuoto. Non credo di aver capito bene.

« Cosa? »

Lo vedo cercare di trovare una posizione migliore. Credo lo stia facendo per avere il tempo di soppesare la risposta.

« Erano le risposte alle vostre domande. Ho cominciato a studiare la magia quando sono arrivato a Camelot. E la so usare da quando sono nato. Non ho cominciato a usare le formule se non dopo che ci siamo conosciuti. È sempre stata una cosa istintiva. Sono nato così. »

 

Mi guarda e per la prima volta da quando lo conosco non so cosa stia pensando. Come per la magia, sembro avere un talento particolare anche nel leggergli dentro. Siete le due facce della stessa medaglia. È questo che significa? Sapere cosa sta per dire prima ancora che lo faccia? Salvargli la vita anche moribondo in un letto?

Non mi toglie gli occhi di dosso e temo stia decidendo di consegnarmi al re. Non oso immaginare quello che mi farà. O che farà a Gaius. Non si è fermato davanti al druido, che era solo un bambino, o a Gwen, così importante per Morgana. Perché dovrebbe essere diverso per me? Io non valgo più di Gwen. Anzi forse molto meno. Non ho famiglia a Camelot, non ci sono cresciuto. E di amici ne ho pochi. Due per la precisione. Anzi uno. Gwen. Gaius è il mio mentore. E Artù è il mio padrone.

Vorrei che non fosse così. Sarebbe molto più semplice se fossimo amici. Non dovrei ogni volta giuragli che gli sto dicendo la verità. Non dovrei coprirgli le spalle nell’ombra. Non dovrei mentirgli. Questo è l’aspetto del rapporto fra noi che mi pesa di più. Lui mostra sempre ciò che è. Io non posso mai essere me stesso.

A volte me l’immagino. Io seduto sul prato che circonda la piazza d’armi con il libro di magia poggiato sulle gambe a imparare incantesimi mentre lui si allena con gli aspiranti cavalieri, o da solo.

Ma non sarà mai possibile. Uther disprezza la magia, o forse ne ha timore. Questo non cambia il fatto che la magia ci circondi, lo circondi. E questo mi riporta ad Artù. Che cosa ha intenzione di fare?

 

Ormai non so più da quanto tempo siamo in silenzio. Minuti, ore? So solo che non ho idea di cosa devo fare. Dovrei consegnarlo? Dovrei coprirlo?

Accidenti, Merlino! Complichi sempre le cose. Un disastro ambulante, ecco cosa sei! Da quando sei giunto a Camelot, da quando hai incrociato il mio cammino, non me ne va mai bene una. Eppure…eppure da quando l’ho incontrato la mia vita si è fatta più…entusiasmante. Che fosse nel nostro destino conoscerci, vivere così vicini, diventare indispensabili l’uno per l’altro?

Già. Ormai sono abituato ad avere intorno Merlino, e separarmi da lui…Quando è stato avvelenato ancora non l’avevo capito, ma ora ne sono certo. Stavo aspettando da sempre la persona per cui avrei rischiato la vita come ho fatto con lui. Sognavo da sempre di incontrare una persona di cui fidarmi ciecamente, su cui poter contare e per cui avrei fatto qualunque cosa. Volevo un amico. Un amico vero, non di quelli che ti stanno attorno perché sei il figlio del re o perché sei il suo miglior cavaliere. Non avrei mai pensato di trovarlo in un popolano. Non avrei mai pensato che l’avrei trovato nell’unica persona che ha avuto il coraggio di sfidarmi anche dopo aver saputo chi fossi. Non avrei mai pensato di trovarlo in Merlino.

Sospiro.

« Ti devo la vita per l’ennesima volta. Quindi… »

Traggo un profondo respiro e mi alzo. Lui mi guarda preoccupato, in ansia. Lo vedo deglutire e cercare di darsi un contegno. Tutta questa situazione è talmente assurda che mi sfugge un sorriso.

« Quindi… » balbetta.

« Quindi…non ho alcuna intenzione di denunciarti al re. Nessuno pulisce e tiene in ordine la mia stanza come te e ora ne capisco il motivo. E poi…non posso tradire il mio migliore amico. »

 

Il suo migliore amico. Cosa cosa cosa?! Io sarei il suo migliore amico?!

Mi sta prendendo in giro, non può essere altrimenti. Lo guardo e lui ricambia lo sguardo. Sul suo volto non c’è traccia di ironia né di sarcasmo. È serio, come l’ho visto in poche occasioni.

« Dite sul serio? » chiedo.

Lui sorride nel suo modo ironico e non serve che me lo ripeta. So che è la verità.

« Anche voi siete il mio migliore amico. Da quando sono qui, l’unico che abbia mai avuto e che non sia scappato scoprendo che sono un mago. O che se ne sia andato… »

 

È amareggiato. Non l’ho mai visto così. So a chi sta pensando. A Lancillotto. Quindi lui sapeva!

« Allora non erano veri amici. Quanto a Lancillotto…tornerà. Ce l’ha promesso, no? »

Mi guarda stupito e anch’io un po’ lo sono. Non sono mai stato bravo a leggere le persone. Distolgo lo sguardo e lo alzo al cielo. La luce che filtrava fra le fronde degli alberi si è fatta più debole. Mi alzo e gli faccio cenno di fare altrettanto.

« È tardi » dico « e se non torneremo a breve mio padre manderà qualcuno a cercarci. »

Lo sento dissimulare una risata con un colpo di tosse.

« Che c’è? » chiedo curioso.

« Vostro padre manderà qualcuno a cercare voi » puntualizza.

Sorrido.

« Ma tu sei con me, no? »

 

Incredibile quanto sia diverso ora. Cinque parole hanno completamente cambiato il suo modo di comportarsi con me. Lui si avvia e non posso far altro che seguirlo. Quasi non mi rendo conto che sto sorridendo. O che ha sbagliato direzione.

« Altezza, siete sicuro che la strada sia giusta? » chiedo raggiungendolo.

« Quando siamo soli puoi darmi del tu e chiamarmi per nome. E sì, sono sicuro che sia di qua. »

« No, perché all’andata venivamo da lì. »

 

Mi fermo e guardo la direzione indicatami da Merlino.

« Hai ragione » mi vedo costretto ad ammettere. « Per fortuna eri qui. »

Un sorriso ironico compare sul suo viso e non posso che sorridergli di rimando. Gli passo un braccio dietro le spalle e scoppio a ridere.

« Devo proprio dirtelo, Merlino, sei incredibile. Hai qualche altro segreto che non mi hai rivelato? »

 

Mi scosto da lui e lo guardo negli occhi, serio. Il suo sorriso si spegne e mi guarda preoccupato.

« Merlino? »

La sua voce è tesa. Non l’ho mai visto così.

« No, nessuno, Artù. Non hai niente di cui preoccuparti » dico sorridendo. « E tu, non hai nessun segreto da rivelare al tuo migliore amico? »

Torna a sorridere e scuote la testa. Riprendiamo a camminare fianco a fianco. Non c’è bisogno di preoccuparlo ora. C’è tempo per rivelargli che i nostri destini sono legati, che il giovane druido che ha salvato lo porterà alla morte. Glielo dirò, un giorno lo farò di sicuro. Ma per ora preferisco mantenere il segreto. Lo proteggerò, ma non perché è il mio destino. Lo proteggerò perché è il mio migliore amico. Siamo le due facce della stessa medaglia. Il resto non ha importanza.

 

 

 

Commento dell’autrice.

Leggevo le storie che sono state pubblicate su “Merlin” e mi sono resa conto che la maggior parte degli autori (anzi, la quasi totalità) crede fermamente nel pairing Merlino-Artù. Qualcuno diceva addirittura che questa fandom gridava a tale pairing.

Quindi mi sono sentita un’idiota ad aver scritto una MorganaxArtù. Sarà dovuto alla mia formazione scolastica – che mi ha sempre mostrato Merlino come il mentore di Artù – o al fatto che so come il ciclo arturiano si svolge e va a finire, ma non riesco ancora a pensare a una relazione tra i due protagonisti. Non sto dicendo che non mi piacciono le storie che avete scritto, anzi le ho apprezzate e alcune le ho trovate davvero straordinarie per la cura dei particolari (come quella di Sacchan, “In vino veritas”, che – mi scuserà – non ho ancora commentato) o per l’ironia (come quella di Ilakey_chan sulle reali intenzioni del drago – “Il segreto del drago”). Non significa nemmeno che non ne pubblicherò mai una (anche se ne dubito, per ora).

Comunque, questo è divagare. Volevo solo dire che dato che il nostro caro mago è stato trasformato in un coetaneo di Artù (scelta assai azzeccata a mio parere) e che è in tutto e per tutto un emarginato, mi è venuto naturale pensare che il caro principe trovasse in lui un amico. Sostanzialmente perché Merlino può mostrare ad Artù il mondo da un altro punto di vista. E, ovviamente, la cosa è di conseguenza reciproca.

Se si pensa al primo episodio, Merlino si presenta come uno che odia le ingiustizie, ma che non sa come combatterle (perché la magia non può usarla davanti a tutti, o –zac– addio testa). Artù, invece, è il classico esempio del bullo, tutto muscoli e niente cervello (come probabilmente avrebbe detto il mago se glielo avessero chiesto). Nel corso della storia i due si troveranno ad assimilare i pregi e i difetti dell’altro finendo per cambiare se stessi. Credo sia uno dei significati da attribuire alla frase che il drago continua a ripetere incessantemente al giovane protagonista.

Da notare anche che Merlino accetta il suo destino molto più rapidamente di quanto mi aspettassi, e che negli episodi successivi salva Artù non perché è il suo fato, ma perché è giusto farlo, prima, e perché ha imparato ad apprezzarlo e a conoscerlo, poi. Quindi non è strano che nella seconda metà della serie, più di qualche volta, Merlino dica che Artù è suo amico.

Per quanto riguarda Artù, credo mantenga le distanze dal suo servitore, appunto perché è un servo. Ma è evidente con il progredire della serie (già dal quarto episodio) che per lui è qualcosa di più (e qui non pensate che stia ritrattando le mie precedenti constatazioni).

Tutto questo per dire…niente, se non che sono queste le considerazioni che ho fatto su di loro prima, durante e dopo la redazione di questa fan fiction.

Spero vi sia piaciuta.

Baci, Chiara.

9 gennaio - 28 febbraio 2009

 

ps: dedico questa storia alle utenti e all’utente del Merlin Slash Fanclub di forumcommunity, che con le loro “onde slashose” stanno cercando di convertirmi allo slash (ma io tengo duro, Alice!) e con cui mi diverto da matti. Grazie ragazzi.

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Capitolo 2
*** Immortal ***


immortal

Questa fanfiction ha partecipato all’ Adventure of Merlin Contest” indetto da uchiha_girl.

Insieme a “Friendship” si è classificata seconda al suddetto contest.

 

 

Capitolo 2 - Immortal

 

Quello che facciamo per noi stessi muore con noi, quello che facciamo per gli altri e per il mondo rimane ed è immortale.

Albert Pine.

 

Salvarti non è mai stato un peso per me. Forse l’ho trovato piuttosto problematico a volte, ma non è mai stato un problema, non l’ho mai sentito come un obbligo.

È stato difficile a volte, questo non posso che ammetterlo, ma niente a questo mondo è paragonabile a te vivo.

Vorrei che potessi vederti ora. Stanco, fradicio e infangato, mentre mi vieni incontro, non riuscendo ancora a capacitarti di quanta fortuna tu abbia avuto. Hai ucciso l’ennesima bestia che minacciava la tranquillità di Camelot. Hai ristabilito l’ordine delle cose come tuo padre ti aveva chiesto, come ci si aspettava da te. E io ti ho aiutato, ti ho salvato, per l’ennesima volta. Saresti morto da secoli se non fosse per me. Non l’ammetterai mai, lo so, ma vederti finalmente posare lo sguardo su di me, il tuo solito sorrisetto strafottente, colmo di aspettative su quanto dirà tuo padre, mi fa dimenticare per un istante che io non sono altro che un servitore. Che non sono indispensabile agli occhi degli altri.

Ma se non ci fossi io, che ti accadrebbe? Sono giunto a Camelot per trovare rifugio. Sono giunto a Camelot per nascondermi. Ed invece sono stato chiamato a proteggere il re che unirà Albion in un’unica terra, in un unico paese. E per far questo, per compiere il tuo destino, hai bisogno di me. Ovunque sarai, ovunque poggerai lo sguardo, chiunque sarà il nemico che dovrai affrontare, io sarò lì, al tuo fianco, per aiutarti, per consigliarti, per guidarti. Litigheremo, ne sono certo, non possiamo farne a meno nemmeno ora, ma non ti abbandonerò per questo. È troppo tardi per tornare indietro. Siamo indivisibili ormai. Niente, nessuno riuscirà a separarmi da te.

Rinfoderi la spada e raccogli l’elmo che ti è volato via durante il combattimento.

« Allora, che te ne pare, Merlino? »

Sorrido perché non posso fare altrimenti. Perché la tua arroganza è sempre più incredibilmente divertente.

« Ottimo duello, mio signore. »

« Lo penso anche io. »

Mi guardi come indeciso su qualcosa. Poi distogli lo sguardo, come quando sei in imbarazzo e prosegui dritto per la tua strada.

« Senti, vedi di recuperare il corno che ho staccato a quella bestia. Lo porterò in dono a mio padre. »

Sospiro. Sai benissimo che quel corno pesa molto più di quanto al massimo sono in grado di trasportare. E sai benissimo che durante tutta la strada del ritorno mi lamenterò in continuazione. Lo sai, ma me lo hai ordinato comunque. Lo sai e me lo hai ordinato comunque, perché in fin dei conti ti diverte sentirmi lamentarmi. Ti diverte e ti fa sentire normale. Ti fa pensare che in fondo anche tu puoi sperare di avere qualcuno al tuo fianco che ti apprezza perché sei tu, e non perché sei il principe.

« Muoviti, Merlino! »

Sorrido. Raccatto il corno e mi appresto a seguirti. È un po’ difficile star dietro al tuo passo, caricato di peso come un mulo. Mugugno indispettito dal peso eccessivo del tuo nuovo trofeo. Lo so che stai sorridendo. Anche se sei a dieci metri da me e mi dai le spalle, so che stai sorridendo. Non posso che fare altrettanto, anche se il peso mi mozza il fiato e le gambe mi si piegano. Sorrido, perché finalmente ho trovato la mia strada. Che coincida con la tua è un puro caso. O forse è il destino. Non credo mi importi al momento. Mi importa solo di te che ti volti e mi aspetti e del sorriso che mi riservi quando stramazzo davanti a te e mi aiuti a rialzarmi. Mi importa solo del tuo futuro, delle gesta che sono state scritte per te. Voglio sentirmi di nuovo orgoglioso di te. Voglio ammirarti. E voglio essere al tuo fianco ogni volta che avrai bisogno di me.

 

 

 

 

Commento dell’autrice

Questa breve storia nasce per volontà propria, una sera mentre leggevo le citazioni di “Criminal minds” su Wikipedia. A differenza di quanto generalmente amo affermare, a tratti è stata difficile da scrivere. Non so se questo sia dovuto all’ora tarda in cui è nata o alla difficoltà di trovare una certa musicalità nella storia, l’importante è che alla fine l’abbia completata.

Spero l’abbiate apprezzata.

Chiara.

13 febbraio – 28 febbraio 2009

 

ps: ecco le risposte ai vostri commenti, che ho imparato sono apprezzate tanto quante le recensioni:

Eye7, a quanto pare ho trovato degli alleati! Scherzo ovviamente. Approfitto della tua risposta per ribadire che ci sono autori e autrici che scrivono delle splendide fanfiction slash (e io ne conosco qualcuno). Insomma ci vuole grazie per scriverne di belle e loro ce l’hanno. Comunque tornado alla tua risposta. Sono felice che ti sia piaciuta la mia prima one-shot. Era lì da un’eternità! Spero apprezzerai anche le prossime!

Nahid, tesssoro! Grazie per l’enorme sacrificio! Ringrazio tuo padre che guardava la serie per averti dato la possibilità – anche solo perché passavi davanti alla TV – di capirci qualcosa! Spero che il fatto che tu l’abbia apprezzata ti porti a vedere la serie! Per il seguito…eccolo! Baci!

Grinpow, ho come l’impressione di conoscerti…comunque sono felice che ti sia piaciuta la storia. Spero che apprezzerai anche le seguenti.

bacinaru, ho visto che hai scritto una storia la cui introduzione sembra succulenta. Vedrò di informarmi meglio! Comunque, ecco il seguito per cui pregavi!

Rinalamisteriosa, finalmente qualcuno che è della mia stessa opinione! Amicizia, amicizia e ancora amicizia! Comunque, lo slash nella serie era assolutamente voluto (almeno da quanto so io) e nella versione originale ci sono alcuni riferimenti in questo senso. Grazie mille per i complimenti! Spero che questo capitolo non ti abbia deluso.

fulmy, come ho già detto la serie originale era condita con un po’ di slash. Comunque, mi hai fatto un grande complimento. Centrare i personaggi è difficile soprattutto visto che ci si può basare solo su una serie e dopo aver letto così tante fanfiction su di loro (alcune delle quali completamente OOC, per volere o meno dell’autore). Se non ti piace troppo lo slash ti consiglio di leggere le fanfiction delle altre partecipanti al contest. Alcune non hanno un alto tasso slashoso e sono davvero delle piccole perle.

Ringrazio Longino Grato, _Lady Alice, *MeRCi PouR Le VeNiN* e AleLuna che hanno commentato dal “Merlin slash fanclub”. Grazie, tesssori!

Baci a tutti!

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Capitolo 3
*** Death ***


03 - death

Capitolo 3 - Death

 

Le lacrime più amare versate sulle tombe, sono per le parole inespresse e per le azioni mai compiute.

Harriet Beecher Stowe.

 

Fissava la lapide come se non riuscisse a vederla veramente. Accanto a lui Morgana si era voltata e ora ridiscendeva la collinetta. Merlino era sicuro che non l’avrebbe più rivista. Non era una sensazione data da qualcosa che lei aveva detto o fatto, era la magia che scorreva in lui che glielo diceva.

Sempre quella stupida, dannata magia. Se fosse stato un ragazzo normale come tutti gli altri, come Gwen, come Will, probabilmente, anzi di sicuro, la sua vita sarebbe trascorsa nel suo villaggio natale, a coltivare i campi e a badare ai pochi animali che avrebbe posseduto. La sua vita sarebbe stata normale. E invece no. Per lui il destino aveva in serbo qualcos’altro, qualcosa di diverso, qualcosa che avrebbe pregato di avere, di essere, se fosse stato un semplice contadinotto. Perché gli esseri umani, l’aveva imparato a sue spese, pregano sempre di essere qualcos’altro, invece di ringraziare il cielo di essere quel che sono, di possedere quel che hanno.

Ma ciò che turbava veramente Merlino non era aver vissuto la sua vita, aver commesso errori che lo avevano portato più volte a rischiare la vita. Ciò che lo turbava era che in questi errori, in questo suo vivere pienamente la magia, aveva trascinato con sé anche il suo miglior amico, l’unico che avesse mai avuto dopo Will. E lui ne aveva pagato le conseguenze. Era a causa sua se Mordred era ancora vivo. Era a causa sua se il giovane druido aveva cominciato ad odiarlo e aveva deciso di distruggere ciò che aveva costruito con fatica. Era a causa sua se Artù era morto.

Re Artù era morto. L’avevano gridato gli araldi di Camelot a tutte le genti di Albion. L’aveva urlato Lancillotto tra le lacrime. L’aveva detto Ginevra tra i singhiozzi. L’aveva sussurrato Morgana in stato di shock, mentre le lacrime le scorrevano silenziose sul volto. Se l’era ripetuto ininterrottamente nella mente Merlino da quando aveva appreso la notizia.

Artù. Artù era morto. Era morto perché nonostante tutti i suoi studi, nonostante tutti i consigli gli avesse dato il mago, una volta salito al trono era rimasto sempre il solito idiota che rispondeva prima all’orgoglio e poi alla ragione. In più di un’occasione Merlino lo aveva salvato dalla sua stessa stupidità. In più di un’occasione era arrivato giusto in tempo per pronunciare l’incantesimo che l’avrebbe salvato. Ma questa volta non ce l’aveva fatta. Non era riuscito a raggiungere il campo di battaglia prima di Mordred per mettere in guardia il suo signore. E Mordred, quell’arrogante assassino, ne aveva approfittato, tendendo un agguato ad Artù e uccidendolo. Quando era arrivato, Merlino aveva scatenato la sua ira contro il druido e lo aveva distrutto. Lo aveva distrutto, come aveva distrutto Nimueh, come aveva rischiato di distruggere Morgana prima che lei si pentisse del suo tradimento. Aveva avuto quasi paura a voltarsi e vedere il corpo esanime di Artù. Ma lo aveva fatto e aveva scoperto che il re, il suo re, era ancora vivo e lo chiamava piano, lo cercava con lo sguardo appannato. Stava morendo e Merlino, col cuore gonfio di dolore, gli si era avvicinato e lo aveva rassicurato.

« Andrà tutto bene » gli aveva detto. « Fra poco starai bene. »

E Artù aveva sorriso sapendo che il mago stava mentendo, che era giunta la sua fine e che il sogno che aveva condiviso con l’amico si sarebbe infranto con la sua morte. Avevano riunito Albion in un’unica terra, ma quella terra non aveva un erede. Artù non aveva avuto figli che gli erano sopravvissuti, non vi era nessuno a cui affidare il suo regno se non Lancillotto, il suo fedele cavaliere, e Ginevra, la sua sposa. E ovviamente Merlino.

Ma Merlino senza Artù non era altro che un mago che ormai aveva fatto il suo tempo. Il destino di Merlino era guidare e proteggere Artù, non governare e proteggere Albion. E Merlino aveva fallito. Artù era morto e con lui il suo destino.

Fissò lo sguardo a terra. Sentiva il bisogno di piangere, ma le lacrime non volevano uscire. Il dolore era troppo grande. Artù se n’era andato e tutto ciò che Merlino aveva sempre voluto dirgli e che gli aveva sempre taciuto se n’era andato con lui. Quante volte avrebbe voluto rivelargli che la maggior parte dei suoi successi erano merito suo! Quante volte avrebbe voluto dirgli che Gwen e Lancillotto si amavano ma che per l’amore che entrambi provavano verso di lui non l’avevano mai manifestato all’altro. Avrebbe voluto dirgli che era Morgana che gli combinava tutti quegli scherzi quando erano ragazzi. Che lo aveva sempre ammirato. Che lo aveva seguito nelle sue avventure non perché era obbligato a farlo perché era il suo servo, ma perché lui, Artù, aveva il potere di incendiare gli animi e di farsi benvolere da tutti. Avrebbe voluto dirgli un sacco di cose. Ma non l’aveva fatto e ora se ne pentiva.

Fissò per un’ultima volta la lapide del suo miglior amico. Deglutì e chiuse gli occhi un attimo temendo che la voce potesse tradirlo. Poi tornò ad aprirli e sorrise.

« Addio, Artù » sussurrò.

Poi si volse e scese dalla collinetta sparendo ben presto alla vista.

Le ultime luci del giorno inondavano di rosso fuoco la lapide. Il sole tramontava, su Albion e sulle spoglie del re che l’aveva governata.

 

La vita dei morti si trova nella memoria dei vivi.

Cicerone.

 

 

 

Commento dell’autrice.

Questa fanfiction, come avete capito, si svolge dopo la morte di Artù, re Artù, e spiega in modo approssimativo e superficiale ciò che ha portato a questo tragico evento.

Al suo interno ci sono riferimenti ad un tradimento di Morgana che in realtà non è propriamente una mia idea, ma deriva da un sondaggio che avevano fatto sul mio caro e amato forum “Merlin slash fanclub”. Alcune utenti (se non sbaglio Mordred Inlé – che sono sicura non apprezzerà come ho dipinto in questa mia il suo adorato Mordred – e LaPaT) avevano espresso il desiderio che nelle prossime stagioni di “Merlin” Morgana passasse dalla parte dei “cattivi”. Visto che però io sono dell’avviso che nel suo stato attuale lei non potrebbe mai odiare Artù o tradirlo, ho fatto in modo che si pentisse del suo tradimento e tornasse alla corte di Camelot.

Ho inserito anche dei possibili eredi per Artù. Nella serie, Mordred ci viene presentato troppo grande per essere il figlio di Artù – per quanto con la magia forse avrebbero potuto accelerare la sua crescita…chissà? – e in questa storia, già triste di suo, volevo dare al re la possibilità di aver provato la gioia di diventare padre. Per rimanere un pochino fedele al Ciclo arturiano però gli ho fatto morire tutti i figli. Detta così poi…

Non ho altro da dirvi. Come la precedente, le citazioni presenti in questa fanfiction sono state usate anche nel telefilm “Criminal Minds”.

Spero di avervi fatto cosa gradita pubblicando anche questa storia. A presto.

Baci, Chiara.

 

9 marzo – 13 marzo 2009

 

ps: ecco gli immancabili ringraziamenti, e le risposte alle vostre recensioni.

bacinaru, felice che anche “Immortal” ti sia piaciuta. Non credo che il mio stile sia divino, come dici tu, ma devo ammetterlo, mi piace come scrivo! Ho ancora molto da imparare, ma dai vostri commenti (dal tuo, in questo caso) mi pare di essere sulla strada giusta. Non programmo mai l’effetto delle mie storie, ma sono felice di non essere l’unica a essere toccata da esse. “Death” è un po’ triste. Spero di non averti fatta piangere!

Rinalamisteriosa, grazie del sostegno all’idea della sola amicizia. Non dico che lo slash non mi piaccia (oddio, che ho detto! Ora tutto il Merlin Slash esulterà e aumenterà potenza e intensità delle onde slashose! +_+) ma visto che è appena accennato nella serie tv, non costa niente lasciarli in pace ‘sti due poveri ragazzi! Spero che questa storia ti sia piaciuta e che mi seguirai anche se interromperò per un po’ la pubblicazione. La prossima storia mi da un po’ di problemi e ha degli impegni antecedenti a questo da rispettare. A presto!

Grinpow, felice di non averti deluso. Intendevo dire che credo di aver letto qualcosa di tuo o di aver visto il tuo nome da qualche parte tra le recensioni…se solo ricordassi dove!

Nahid, talì, tesssssoro, ammiro il tuo coraggio! Addentrarti in un mondo che conosci poco…vuoi qualche ripetizione o lascio fare a tuo padre? Di sicuro starà pregando che non lo tormenti con la richiesta di comprarti anche i dvd di questa serie…tanto poi lo sappiamo che se li rivedrebbe lui! Grazie mille per tutti i tuoi complimenti. Mi dispiace per essermi fatta attendere con questa nuova shot, ma siccome sono in mancanza di materiale ho pensato di dilazionare la pubblicazione delle storie in modo da non farvi sentire troppo la mia mancanza. La pubblicherò dopo il tuo ritorno così ti darò degnamente il bentornato. Baci!

Ovviamente ringrazio _Lady Alice (rieccomi al rapporto, capo!), Longino Grato (fratellone! *.*) e *MeRCi PouR Le VeNiN* (tesssssoro!) che hanno recensito dalle indimenticabili pagine del Merlin Slash Fanclub forum.

Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Return ***


04 - return

A Giulia, che sta passando un brutto periodo. Ti voglio bene, Gelatina.

E a Longino Grato, per il suo compleanno. Cento di questi giorni, fratellone!

 

 

Capitolo 4 - Return

 

Merlino alzò gli occhi sulla città che spesso aveva considerato la sua casa e che ormai non lo era più da molto tempo. Era identica a come la ricordava. Le mura bianche, il castello, le voci degli abitanti. Era la Camelot della sua adolescenza, quando lui era solo il servitore del principe ereditario e doveva nascondere un grande e pericoloso segreto. Era strano tornarvi dopo cinque anni. Era strano perché erano trascorsi solo cinque anni, ma a lui pareva fosse passato un secolo. Era stato costretto ad allontanarsi per poter migliorare nella sua arte e poter tornare più forte e saggio al fianco del principe per poterlo proteggere. Se in passato aveva avuto dei dubbi sul suo destino, i recenti avvenimenti lo avevano portato a credere che il Drago non avesse tutti i torti quando diceva che Artù andava protetto per il bene di Albion. Era re da poche settimane e in questo breve lasso di tempo parecchi regnanti di stati confinanti avevano cercato di ucciderlo per potersi appropriare del suo regno. Artù se l’era sempre cavata per un soffio, ma quanto sarebbe riuscito a resistere? Questo pensiero e il desiderio di tornare a casa lo avevano convinto a partire per Camelot appena gli era giunta voce dell’ennesimo tentativo andato in fumo di assassinare Artù.

Varcò la porta della città che aveva già attraversato centinaia di volte e si diresse verso le stalle. Pagò un ragazzino perché avesse cura del suo cavallo e poi andò all’entrata del palazzo. A poco servì che giurasse di essere un vecchio servitore del castello. Sospirando, borbottò qualche formula magica e riuscì a superare il drappello di guardie che bloccavano la porta del palazzo e vi si intrufolò. Ascoltando i discorsi della servitù scoprì che il re passava parecchio tempo sulle mura a scrutare l’orizzonte. Evitando altri gruppetti di guardie e i servitori e trovandosi più volte sul punto di essere scoperto, Merlino riuscì a raggiungere le mura. Diversamente da quanto aveva immaginato, ma completamente in linea con il suo carattere, trovò il re da solo. Rimase fermo alle sue spalle ad osservarlo.

Sembrava stanco, invecchiato. Probabilmente dalla morte del padre non gli era mai stata concessa un’intera notte di sonno. Le spalle erano incurvate, forse il peso del suo destino era troppo pesante anche se l’uomo in realtà non sapeva ancora quale sarebbe stato il suo destino. Aveva un aspetto terribile, completamente diverso da quello che il mago aveva imparato a conoscere nel periodo in cui era stato il suo servitore. Aveva anche un accenno di barba, quasi fosse troppo impegnato a sopravvivere per potersi concedere qualche minuto per radersi. E in effetti doveva essere così. Sperò con tutto il cuore che il suo ritorno avrebbe sistemato le cose.

« A cosa state pensando? »

Artù si voltò di scatto stupito di non essersi accorto dell’intruso. Doveva essere stato parecchio silenzioso perché non aveva proprio percepito la sua presenza. Era un uomo magro, alto quasi quanto lui, con un aspetto trasandato, come se fosse reduce da un lungo viaggio. Sul viso si potevano notare delle occhiaie evidenti e l’ombra di una barba scura, che, complice il lungo cammino, non aveva di sicuro potuto radere. Ma sotto quella trascuratezza notava un’antica goffaggine ormai nascosta dall’esperienza, ma di certo ancora viva in lui. Il nuovo venuto aveva decisamente un aspetto familiare. Lo vide sorridere e qualcosa si risvegliò nel re, una sensazione che aveva già provato. Gli si avvicinò lentamente mentre un sorriso gli compariva sulle labbra.

« Merlino… »

« Maestà » sussurrò l’altro facendo un inchino alquanto goffo.

Non gli erano mai riusciti bene.

Rimase di sasso quando Artù lo abbracciò, ma non esitò a fare altrettanto. Gli era mancato, immensamente.

« Mi sei mancato… »

« Anche voi, sire. »

« Ah, smettila con queste formalità! » disse l’altro sciogliendo l’abbraccio. Lo scrutò in viso e poi tornò a sorridere. « Sono felice che tu sia tornato. »

« Giusto in tempo per salvarvi dai prossimi sicari assoldati per uccidervi. »

Artù rise.

« Ti ci vedo proprio… » gli rispose sarcastico.

« Ho sentito che avete abrogato le leggi di vostro padre sull’utilizzo della magia. »

« Non proprio. Ho solo abrogato quella che condannava tutte le pratiche magiche. L’ho sostituita con una che impedisca di usare la magia per scopi personali e malvagi. »

Merlino annuì.

« Quindi non vi dispiace se ora vi salvo con la magia, vero? »

« Cosa? »

Il mago spinse Artù dietro di sé e tese una mano verso il bosco. Questa volta non mormorò alcun incantesimo. Bloccare una freccia in volo non era poi così difficile. E infatti alcune frecce si fermarono a pochi centimetri dalla sua mano per poi cadere a terra, inerti. Poi Merlino sussurrò delle parole incomprensibili e abbassò il braccio.

Voltandosi verso Artù disse: « I vostri cavalieri dovrebbero trovare gli attentatori al limitare del bosco legati ad un albero. Riusciranno a prenderli o devo andare ad aiutarli io? »

L’altro lo fissava a bocca aperta.

« Va bene, va bene. Lo so, avrei dovuto dirvelo, non sarei dovuto andarmene senza averlo fatto, non dovrei usare la magia davanti a tutti, eccetera, eccetera, eccetera. »

« Sei uno stregone! » esclamò Artù riprendendosi.

« Ehi, piano con le parole. Preferisco mago. Stregone è più dispregiativo. »

« In ogni caso sai usare la magia! Io…tu…come…? »

Merlino rise.

« È una lunga storia. Quando avrete tempo ve la racconterò. Ora è il caso che mandiate a prendere i due sicari. Sono sicuro troverete molto interessante quello che hanno da dirvi. »

Artù annuì ancora sorpreso dalla novità e si diresse verso l’interno del castello. Merlino fece per seguirlo ma poi si volse a guardare il bosco che circondava Camelot. Lui era lì, lo aveva percepito. Mordred aveva assistito alla scena, ma non aveva tentato di attaccarlo. Per ora le capacità di Merlino erano più elevate delle sue. Ma allora perché si era spinto fino a Camelot?

« Merlino, idiota, muoviti! »

Eccolo, l’Artù che gli era mancato. Sorrise e si affrettò a seguirlo. Per ora non c’era da preoccuparsi. Merlino era certo che per un po’ Mordred non si sarebbe ancora fatto vivo. Sapeva cosa aveva fatto Uther mentre lui era lontano da Camelot. Aveva scovato i druidi e li aveva brutalmente massacrati. Era logico che Mordred, uno dei pochi sopravvissuti, serbasse del rancore verso il vecchio re. Ma perché prendersela con Artù? Guardò il nuovo re, il suo più caro amico, ordinare ai suoi uomini di andare a recuperare gli assalitori. Non sapeva cosa fosse realmente successo quella notte in cui i druidi erano stati uccisi, ma sapeva che tra i cavalieri che avevano partecipato al massacro c’era anche Artù. Non aveva idea di quale fosse stato il suo ruolo in quel attacco e non era sua intenzione indagare sulla faccenda, per il momento. Gli importava solo di essere tornato a casa. Gli bastava quello.

 

 

 

Commento dell’autrice

Ecco la mia ennesima idiozia prendere corpo e venire alla luce per perseguitarvi finché avrete vita. Troppo melodrammatico, dite? Beh, non avete tutti i torti. Tra l’altro non è certo una delle mie migliori, ma è questo che passa il convento al momento.

L’ambientazione temporale di questa one-shot mi è entrata in testa dopo aver letto una storia di gre, “Lascia che sia”, che parla di un futuro in cui Artù è re e in cui Merlino è stato costretto tempo prima ad allontanarsi dalla corte di Camelot perché accusato di stregoneria. Neanche a dirlo, la sua è una yaoi - con tutto il rispetto che ne consegue - e neanche a dirlo nuovamente, la mia non lo è. Insomma, ragazzi, il pairing Artù-Merlino non ha ancora conquistato le mie dita, io che ci posso fare? Ergo, lascio agli altri l’arduo compito di scrivere le yaoi sui nostri due protagonisti, io mi limito all’amicizia. Che poi di sicuro lo vedrete comunque lo slash, perché so come siete fatti. Credo di poter anche trovare qualcuno che dalla scena dell’abbraccio sulle mura mi fa passare i due poveri ragazzi direttamente in camera da letto, tra camicie lanciate da un capo all’altro della stanza, pantaloni sfilati più o meno delicatamente e lenzuola che per il pubblico minorenne dirò coprono più che decentemente i nostri eroi nei loro momenti di intimità.

Comunque.

In realtà questa storia non è realmente la numero quattro. La shot che originariamente doveva essere pubblicata come quarto capitolo si intitola “Faith” ed è purtroppo ancora in fase di produzione. Purtroppo, perché è davvero una bella storia. Cioè, lo è per me. Ma non riesco a trovare il finale, che poi in realtà tanto finale non è…

Dicevo, questa sarebbe la one-shot numero sei - anche la cinque è ancora in via di sviluppo - ma per la vostra felicità l’ho fatta salire in graduatoria in modo che possiate leggere qualcosa e che io riesca a completare le altre tre shot in cantiere. Alla fine sono sicura ne scriverò delle altre e quelle già iniziate rimarranno lì ad attendere che l’ispirazione mi colga di nuovo.

Non posso far altro che questo, per voi e per non farvi dimenticare che io ci sono, sempre e comunque.

Alla prossima,

Chiara.

 

22 aprile – 15 maggio 2009

 

ps: i miei ringraziamenti a quanti hanno letto le mie storie su “Merlin” e non hanno commentato - anche se preferirei lo faceste… - e a chi invece è stato così gentile da recensirle. In particolare ringrazio chi ha recensito “Death”, la terza shot. Ossia:

- Grinpow, che questa volta è in pole con la sua recensione. Adoro scrivere fanfiction tristi: praticamente tutte, tranne una, le mie “Stargate stories” hanno un che di triste e malinconico. È più forte di me! Forse perché la malinconia è una delle note che caratterizzano la mia città natale?

Non sapevo vi fosse un’altra storia in cui Artù moriva. Certo non ero presa dalla frenesia e dal desiderio di farlo morire, ma volevo mettere alla prova Merlino. Devo dire che è stato piuttosto istruttivo e dolcemente divertente e malinconico.

Riguardo alla parvenza di conoscenza, anche io suppongo sia dovuta ai commenti che hai lasciato ad altri autori, anche perché altrimenti non saprei spiegarmi quella sensazione di déjà-vu che è spuntata in me. Spero che anche questa storia ti sia piaciuta e che le mie istruzioni per pubblicare le tue creazioni siano state esaurienti. Alla prossima.

- Nahid, non dirmi che ti ho fatta piangere sul serio! Sono felice che “Death” ti sia piaciuta. Dicendo che era profonda e dolce mi hai fatto per un momento dimenticare che Merlino e Artù sono adulti in quella shot

Spero che questa storia non ti faccia attendere troppo. È stato davvero difficile scriverla in modo da non risultare troppo banale (perché alla fine banale lo è davvero) e credo che anche le prossime shot saranno complicate. Ma tu hai pazienza da vendere, vero? Vero?!

- Rinalamisteriosa, grazie per tutti i tuoi complimenti! È bello sapere che per quanto dovrò tardare con le prossime pubblicazioni (causa progetti precedenti e interrotti e una nuova fanfiction molto lunga e complicata da scrivere, almeno per me) continuerai a seguire la mia raccolta di shot. Adoro le shot! Mi vengono molto meglio delle storie lunghe…Spero non dovrai aspettare in eterno!

E ovviamente devo ringraziare i miei inseparabili compagni di avventure del Merlin Slash Fanclub (specialmente Longino Grato e *MeRCi PouR Le VeNiN* che hanno commentato “Death”), che come sempre sono gentilissimi e che mi hanno convertito, mio malgrado, alla causa dello slash. Sperando che le nostre preghiere siano ascoltate e che continuino a trasmettere la nostra amata serie qualsiasi sia il suo rating. Un abbraccio.

 

ps2: stavo leggendo la storia a mia madre che dopo le prime righe mi ha chiesto se la shot era ambientata dopo il ritorno di Merlino dalle Hawaii… +.+

Tra l’altro, sono riuscita a completare “Faith”. È diventata più lunga di quanto immaginassi. Sono felice di essere riuscita a finirla.

 

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Capitolo 5
*** Secrets ***


Capitolo 5 – Secrets

Capitolo 5 – Secrets

 

 

Tutti i segreti sono profondi, tutti i segreti diventano oscuri, è questa la natura dei segreti.

Cory Doctorow.

 

 

Merlino fissava il re che dalla balconata teneva la sua ennesima arringa contro la magia. Incredibile ma vero Uther non si era ancora reso conto che il giovane servo di suo figlio fosse un mago. E che mago! Nessuno nella storia di Albion aveva mai avuto dei poteri tanto grandi. E tanto importanti.

Sospirò e lanciò un’occhiata alla finestra da cui di solito si affacciava Morgana. E infatti eccola lì che osservava con espressione indecifrabile il suo tutore. Gwen era al suo fianco, come sempre. Merlino tornò a guardare la balconata e il re che stava ultimando – per la gioia di tutti – il suo discorso. Quando rientrò nel palazzo, il mago tornò ai suoi doveri. Artù gli aveva commissionato una così grande quantità di faccende da svolgere che se non si fosse sbrigato ci avrebbe impiegato l’eternità.

 

Uther lanciò il calice attraverso la sala del trono e quello andò a infrangersi contro il pavimento producendo un gran rumore. Artù fissò il padre un po’ preoccupato. Erano secoli che non lo vedeva così infuriato. Anzi, forse non l’aveva mai visto così infuriato. Con la coda dell’occhio vide Gaius abbassare e scuotere il capo in quello che doveva essere un gesto di rassegnazione.

« Padre, calmati. Abbiamo catturato lo stregone e ora è rinchiuso nelle segrete. Il popolo non corre più alcun rischio » disse il principe cercando di calmare il re ricordandogli le buone notizie.

Ma lui si infuriò ancora di più.

« No, Artù! C’è ancora uno stregone a Camelot e io lo troverò e lo ucciderò. »

 

Quando Artù entrò nella sua stanza, Merlino non gli prestò più di tanta attenzione. Lo sentì sdraiarsi sul letto e sbuffare impaziente.

« Tutto bene, sire? » chiese, ben sapendo che se non era al centro dell’attenzione Artù ne risentiva parecchio.

Il principe tornò a sbuffare e il mago fu costretto ad abbandonare sul tavolo l’armatura che gli aveva ordinato di lucidare e a voltarsi a guardarlo.

« Artù? »

« Che c’è? »

« Come che c’è? Sei entrato senza prestarmi la minima attenzione, ti sei sdraiato sul letto e hai cominciato a sbuffare. Sei sicuro che vada tutto bene? »

Dopo un attimo di silenzio, Artù si alzò di scatto, girò attorno al letto e si sedette ad una sedia. Indicò al suo servo di accomodarsi sull’altra.

« Mio padre ha il sospetto che ci sia un altro stregone in circolazione, qui a Camelot. »

« E allora? »

Il principe fissò Merlino. Si poteva essere più stupidi?

« Come “e allora”?! A Camelot c’è un altro stregone. E noi lo sappiamo bene, no?! » gli disse.

« E con questo? »

Sì, si poteva essere più stupidi. Avrebbe dovuto saperlo che Merlino arrivava sempre a toccare nuove vette di stupidità.

« Sei un idiota » sibilò. « Sto parlando di te! »

« Lo so che parli di me. E non dirmi che sono un idiota! »

« Oh, invece te lo dico. E te lo ripeto anche! Idiota! »

« No, l’unico vero idiota qui sei tu. Tuo padre non sa che so usare la magia. »

« Ma lo scoprirà! » fu il lamento del principe. « Devi andartene da qui, almeno per un po’. »

« Così sembrerebbe ancora più sospetto. E poi non posso andarmene. »

« Ma perché?! »

Artù sbatté con violenza un pugno sul tavolo. Poi si alzò e andò alla finestra.

« Saresti così gentile da spiegarmi per quale motivo non puoi lasciare Camelot per un po’? »

« Il mio destino è proteggerti. Come diavolo posso farlo se sono a miglia e miglia di distanza da te? »

Il principe sbuffò e si volse a guardare Merlino. Da quando aveva scoperto che era un mago, da quando lo aveva salvato per l’ennesima volta, il loro rapporto si era consolidato. Era strano come il loro rapporto fosse cambiato nel giro di poco. Avere per migliore amico un mago era eccitante. Averlo per servitore…

Il principe si divertiva a far infuriare il suo caro servo caricandolo di assurde quantità di faccende da sbrigare. Era divertente vederlo sgobbare senza usare la magia. Lo istigava a servirsene. Gli piaceva vedere gli occhi di Merlino mutare colore quando pronunciava un incantesimo o quando usava d’istinto la magia. Ormai glielo aveva visto fare un centinaio di volte, ma per lui era sempre una scoperta e una sorpresa. Artù si comportava di fronte agli incantesimi di Merlino come un bambino di fronte ad un nuovo giocattolo.

« Lo so che è difficile per te, ma non voglio che mio padre ti scopra. Non saprei come proteggerti. Ammettiamolo, non credo riuscirei a convincerlo che sei buono. Direbbe che mi hai plagiato con la magia, o qualcosa del genere. »

« Magari l'ho fatto sul serio » mormorò il mago facendosi serio e posando gli occhi su un'ombra scura sulla superficie del tavolo.

Artù lo fissò con uno sguardo a metà tra il divertito e lo spaventato. Merlino tornò a guardare il principe e nel vedere la sua espressione scoppiò a ridere.

« Non dire mai più una cosa del genere! » lo rimproverò Artù. « Mai più, capito?! »

« Mai più » giurò il mago mentre a stento tratteneva le risate.

« E comunque te ne andrai per un po'. »

 

Uther camminava spedito per il corridoio su cui si affacciava la stanza di suo figlio. Doveva parlargli, doveva inviarlo a cercare il mago fuggiasco. Stava per abbassare la maniglia quando udì delle voci provenire dall'interno. Si fermò. Erano suo figlio e quel suo servo, Merlino. Discutevano sul fatto che il ragazzo dovesse abbandonare Camelot per un po' di tempo. Non seppe nemmeno lui perché socchiuse la porta per origliare, invece di spalancarla per ottenere l'attenzione del figlio.

« No! » disse la voce del servitore.

« Merlino, sono il principe e tu farai come voglio io »

« Puoi scordartelo. Io...non posso andarmene. E il motivo te l'ho già spiegato. »

« Devo ricordarti, forse, che me la sono sempre cavata da solo prima del tuo arrivo? »

« E ditemi, mio nobile principe, quante cose legate alla magia avete affrontato prima del mio arrivo? »

Artù tacque, e Uther poté quasi vederlo passarsi le mani sul viso per raccogliere i pensieri e poter rispondere. Era una cosa che faceva spesso durante i consigli, e il re non riuscì a trattenersi dall'avvicinarsi alla fessura che aveva aperto per sbirciare nella stanza.

« Mi stai forse dicendo che è tutta colpa tua? » chiese Artù con una punta d'ilarità.

« Sii serio, per favore » sbottò Merlino, mentre il principe scoppiava a ridere.

« Sul serio, Merlino, posso cavarmela. E nel caso avessi bisogno di te, sono certo che come per magia tu lo saprai. Anzi, proprio la magia te lo dirà. »

Uther smise di colpo di respirare. Magia?

« Forse per te sarà tutto uno scherzo, ma per me è una cosa seria. Se anche la magia mi dicesse che sei in pericolo, non è detto che riuscirei ad arrivare in tempo per salvarti. »

La sedia sfregò sul pavimento mentre il servitore si alzava in preda alla foga.

« Quando Nimueh ha tentato di ucciderti ero accanto a te e non sono comunque riuscito a fare niente. »

« Appunto per questo dovresti... »

« Fammi finire! » lo interruppe Merlino facendo sussultare il re. Come si permetteva di parlare ad Artù a quel modo? « Quello che intendevo dire è che preferisco starti accanto e, anche nel fallimento, sapere di aver fatto tutto il possibile per salvarti, piuttosto che sentirmi in colpa per essermene andato da Camelot, mettendoti in pericolo, per salvarmi la vita. »

Il ragazzo si fermò davanti ad Artù e lo guardò negli occhi.

« Tu non hai idea di quante volte il Drago mi abbia ripetuto che il mio destino è proteggerti. E non sai quante volte avrei voluto che non fosse così. Ma ora sento che questa è la strada che devo percorrere. Con o senza il tuo benestare. »

« Merlino, non posso permettere che rischi la vita per me. Non è giusto. »

« Forse per te, ma è una scelta che devo fare io. E non riuscirai a convincermi del contrario. »

« Neanche se ti metto alla gogna per un mese? »

Il ragazzo scosse la testa. Artù sospirò e, volgendosi, appoggiò le mani sul tavolo e chinò la testa.

« E sia. Ma niente più magie, incantesimi, pozioni o...»

« Capito » lo interruppe Merlino.

« Dico sul serio. Mio padre non deve scoprire che sei un mago. »

Uther sentì l'ira scorrergli libera nelle vene. Il servitore di suo figlio era un mago. E lo stesso Artù ne era a conoscenza e nonostante tutto il male che la magia aveva fatto nel regno non voleva consegnarlo, e anzi lo proteggeva.

Prima di rendersene conto aveva spalancato la porta.

 

I due ragazzi si voltarono sentendo la porta aprirsi e si trovarono davanti Uther visibilmente alterato. Il re avanzò nella stanza fermandosi a metà tra i due giovani e l'uscio.

« Maestà » mormorò il servo inchinandosi.

« Padre! » esclamò Artù lanciando successivamente un'occhiata all'altro. « Merlino, va a pulire le stalle. »

Il ragazzo si incamminò verso la porta e l'aveva quasi raggiunta quando si sentì pungolare la schiena con qualcosa di duro. Sussultò e chiuse gli occhi.

« Padre, ma che stai...? »

« Taci, Artù! Me lo sarei aspettato da chiunque, ma non da te. Proteggere uno stregone dopo tutto quello che la magia ha fatto al nostro regno! » esclamò Uther. Premette la punta della spada nella schiena di Merlino senza affondarla nella carne. « Voltati » ordinò.

Il servo si volse con attenzione cercando di evitare che la lama del re lo ferisse.

« Maestà, posso spiegare... »

« Taci! » urlò l'uomo colpendo con un pugno il mago e facendolo finire a terra. « Tu hai plagiato mio figlio, tu trami per distruggermi! Morirai, qui. Ora! »

Uther alzò la spada per trafiggere Merlino. Il ragazzo vide Artù correre verso il padre per fermarlo, ma era troppo tardi. La lama era troppo vicina.

 

Era una notte tranquilla a Camelot, ma dalle urla sembrava che fosse sotto attacco. In tre punti diversi del castello, tre persone diverse si svegliarono urlando.

Uther scattò a sedere sul letto e cercò subito la spada. Poi rendendosi conto che non c'era pericolo, che aveva solo sognato, tornò a stendersi. E si riaddormentò.

Artù, ingarbugliato nelle lenzuola, finì a terra nel tentativo di districarsi. Si guardò intorno inebetito cercando di capire come poteva aver sognato – pensato – una cosa così stupida. Merlino non era un mago, non poteva. Era troppo idiota per essere dotato di una cosa come la magia. Si arrampicò sul letto e si coprì con le lenzuola nonostante queste si fossero sfilate da sotto il materasso e lo lasciassero quasi completamente scoperto. Si alzò di scatto e ci armeggiò un po' cercando di sistemarle, ma fu tutto inutile. Era tutta colpa sua, di quel servitore idiota che gli aveva appioppato suo padre, si ritrovò a pensare mentre si arrendeva e si stendeva coprendosi alla meglio. Il giorno dopo gliel'avrebbe fatta pagare molto cara.

Merlino sospirò mentre la calma lo invadeva. Era stato un sogno, solo uno stupido, stupidissimo sogno.

Grazie al cielo.

 

 

 

Commento dell’autrice.

Allora? È stato divertente, vero? All'inizio non doveva finire così, ma mentre cercavo di ultimarla mi è venuto questo flash di loro tre che si svegliano di colpo e...non ho saputo resistere! E se l'avessi ultimata in un altro modo sarebbe stata troppo simile ad un'altra one-shot che sto finendo, per cui eccovi servito l'idiota finale a sorpresa!

Ok, lo ammetto. In questa fanfiction sono andata un po’ OOC. Anzi parecchio. Anzi non lo so, perché sono secoli che non vedo un episodio di “Merlin” e quindi non ricordo esattamente come sono caratterizzati i personaggi. Però ce lo vedo Artù che si perde in un bicchier d'acqua e, nel nostro caso, nelle lenzuola. Me lo vedovo davanti che trafficava per riemergere e capire cosa stesse succedendo...non riesco a smettere di sghignazzare.

Questa storia nasce come prova per fissare delle idee riguardanti un'altra one-shot (quella di cui scrivevo poc'anzi). Era solo un insieme di frasi raggruppate in una storia con personaggi decisamente OOC. Non so perché all'improvviso l'abbia trovata degna (con sua grande felicità) di diventare una vera e propria shot. L'ho modificata, l'ho abbellita e l'ho abbandonata fino ad oggi, 23 giugno 2010, tra le altre fanfiction che dovrei ultimare. Questa storia ha più di un anno! Non credevo di riuscire a recuperare un lavoro così vecchio.

Oggi l'ho completata perché non avevo niente da fare e perché in questo periodo mi sta tornando la voglia di far leggere agli altri le mie idiozie opere profonde e significative. Giorni fa ho pubblicato un nuovo capitolo della mia raccolta di shot su “Stargate” (“Stargate stories”) poiché i fan di quel fandom attendevano da più tempo, e ora torno da voi, miei prodi slasher fan dei nostri Merthur...Arlin...insomma, della coppia Merlino/Artù, per deliziarvi con questa storia.

Siete contenti?

Adesso, da bravi, lasciate un commentino, perché è vero che non scriviamo fanfiction per scopi di lucro (ma semplicemente per mantenere intatto quel poco di sanità mentale che ci resta), ma le recensioni è come se fossero la nostra paga.

A presto, spero.

Chiara.

 

11 maggio 2009 – 23 giugno 2010

 

 

 

I ringraziamenti e le risposte alle recensioni.

Ovviamente non posso mancare di rispondere ai vostri commenti a “Return”.

 

Grinpow. Felice di esserti stata d’aiuto per le tue future pubblicazioni. Non vedo l’ora di leggere la tua storia! E felice anche che ti sia piaciuto il capitolo. Spero che anche questo goda della tua approvazione.

 

Rinalamisteriosa. Alla mia ispirazione piace moltissimo il trekking. Magari vanno in gita insieme, la tua e la mia, chissà? Magari è come un circolo, una volta ogni tanto (spesso) si ritrovano per passare insieme le ferie…

Dai, non essere così pessimista. Anche i piccoli miglioramenti sono importanti. E sono certa che il giorno in cui sarai soddisfatta di te arriverà molto presto. Ciò che conta non è migliorare per gli altri, ma migliorare per se stessi. L’importante è divertirsi e non scrivere quello che gli altri vogliono leggere, ma quello che vuoi dire tu. Finché farai così vedrai che i miglioramenti ci saranno!

Tutti che mi fanno i complimenti per “Return”. A proposito hai scritto “un ritorno davvero ben fatto” per caso era una battuta? Return, ritorno…? Mah, forse l’ho vista, letta, solo io. Dicevo, tutti mi fanno i complimenti quando io invece non la reputavo degna delle altre…beh, sarà perché da scrittrice sono critica sui miei lavori?

 

Nahid. A pensare alla tua visione mi sono immaginata Semola che soffoca nella barba di Merlino vestito all’hawaiana…ahahahahahah! La battuta “Merlino, muoviti, idiota”…beh, Artù lo direbbe sul serio. Cioè, sulla serie gli dice sul serio così. Mi piaceva l’idea che Artù si comportasse con lui come quando Merlino era ancora il suo servitore. Un ritorno alle origini! La dedica era pronta da quando ho cominciato a scrivere la storia. E in realtà sono io che devo ringraziarti per continuare a seguire le mie storie quando io sono in arretrato con la tua e quella di Najara…perdono!!!

 

elyxyz. Ti ringrazio per aver letto le mie storie (io sto leggendo le tue!) e per averle commentate capitolo per capitolo. Una buona abitudine che dovrei imparare da te. Quindi, risponderò a tutti i commenti!

Friendship. Anche tu, come i miei amici del Merlin Slash Fanclub, ci vedi dello slash...guarda, lo immaginavo! XD Sono contenta che ti sia piaciuta e che tu abbia apprezzato l'analisi iniziale di Merlino. Io, invece, ultimamente mi chiedo come abbia potuto scrivere una cosa del genere...mi succede sempre.

Immortal. Non lo dico per vantarmi, ma adoro questa storia. Ogni volta che la rileggo il famoso sorrisone spunta anche a me. E devo ammettere che quel poco di slash che ci vedi tu, ce l'ho visto anche io. Non quando l'ho scritta, ma quando l'ho riletta. Merlino parla in un modo che sembra pendere molto più verso l'amore che verso l'amicizia.

Death”. Sinceramente non so come mi sia uscita una storia così triste. Certo, le citazioni all'inizio e alla fine della fanfiction mi hanno ispirato. E poi sono brava nelle storie malinconiche e drammatiche. Ok, abbiamo capito come ci sono arrivata. In ogni caso, a volte mi spiace pubblicare storie tristi perché so che magari i lettori preferiscono il lieto fine. Ma non mi riesce!

Return. Come dicevo prima i melodrammi sono il mio piano quotidiano. Nel fandom di “Stargate” sono famosa per questo. Tutti mi chiedono finali felici e io gli propino sempre storie strappalacrime. XD Cambiando argomento, devo dire che sono fiera di me. Sono riuscita a far dire ad una slasher che la mia storia è assolutamente priva di slash! Un traguardo! XD

Ti ringrazio ancora.

 

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