La libreria

di Laitalee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap I ***
Capitolo 2: *** Cap II ***
Capitolo 3: *** capitoli conclusivi ***



Capitolo 1
*** cap I ***


Erano anni che non tornava a visitare il quartiere magico di Dublino, chiamato Owl Lane. Era in visita da amici che stavano per avere il secondo figlio e voleva fare un po' di compere, mentre aspettava l'uscita dell'amica dall’ospedale magico, dopo gli esami di routine. Tutto sommato le faceva piacere riuscire a fare shopping magico di persona e non per corrispondenza, come aveva fatto da un anno a questa parte, per evitare l’ex marito che era andato ad abitare a Diagon Alley dopo la separazione; e soprattutto voleva vedere la sua libreria preferita, in cui non aveva mai messo piede, malgrado fosse aperta ormai da diversi anni, perchè Ron era sempre troppo pigro per viaggiare. Era da diversi anni che c'era, due o tre dopo la sconfitta di Voldemort, avvenuta per mano di Harry Potter.

La libreria si chiamava Akasha e il loro motto era “Vi troviamo tutto ciò che sia mai stato scritto!”; si vantavano di avere anche il famigerato diario di Tom Riddle che tanti guai aveva causato a Hogwarts, parecchi anni prima, inoltre disponevano di un catalogo enorme. Era la prima e più fornita libreria multiculturale del mondo magico, poiché vendeva anche libri e musica dei Babbani ed aveva un equivalente nel mondo Babbano, dove vendeva libri di magia approvati dal ministero purché non fossero pericolosi per i Babbani, visto che alcuni contenevano incantesimi che potevano essere messi in atto anche da gente comune. Lo chiamavano esoterismo ed aveva scoperto, leggendo i libri di Akasha, che tra i Babbani erano in parecchi a interessarsi di magia, a studiarla ed a cercare di praticarla. Nella libreria c'erano anche impiegati Babbani, ma dovevano avere almeno un parente magico, perchè avevano competenze specifiche sul loro mondo e che i maghi non disponevano, inoltre dovevano avere una spolverata di conoscenze sul mondo magico. Era stato il suo ex suocero a fargliela conoscere, in quanto ci ordinava tonnellate di libri, ma quasi nessuno conosceva il proprietario, anche se giravano strane voci che fosse un Magonò, o una società di maghi stranieri, ma non si sapeva con certezza. Lei stessa conosceva solo la sua elegante calligrafia, con cui vergava consigli di lettura sulle nuove uscite ogni volta che le mandavano il catalogo a casa, una volta al mese, e la D ed il sigillo a forma di drago che si morde la coda che usava come firma. Ci azzeccava sempre, ma probabilmente, dopo aver visto quali erano i suoi acquisti, si era fatto un’idea dei suoi gusti e la consigliava di conseguenza, tuttavia erano sorprendenti l’acutezza e la precisione di alcuni suggerimenti, pareva quasi che la conoscesse, perché erano sin troppo pertinenti, alle volte.

Guardò a lungo la vetrina, studiandone i libri esposti ed ammirando le due penne incantate e multicolori che scrivevano con inchiostri fosforescenti i titoli delle ultime uscite e il motto della libreria su una pergamena che tornava bianca dopo ogni passaggio. Aprì la porta ed un campanellino annunciò la sua entrata; il negozio pareva vuoto, finché non vide un uomo arrampicato su una scala che sistemava libri sullo scaffale in alto. Aveva jeans, una camicia verde chiara e un cappellino da baseball, da cui spuntavano lunghi capelli chiarissimi stretti in una coda, non riusciva a capire se biondi o bianchi. Un commesso, pensò, chissà se è un mago o un Babbano? Ormai erano parecchi a vestire alla Babbana, anche tra i maghi, soprattutto i più giovani. Probabilmente un Babbano, si disse, un mago avrebbe messo a posto i libri con un semplice colpo di bacchetta. Lui era alto, spalle larghe, movimenti atletici, poteva anche essere un ragazzo appena uscito da Hogwarts, effettivamente.

Arrivo subito” disse questi senza girarsi, con una voce stranamente familiare. Si guardò attorno, mentre aspettava e infine il commesso scese dalla scala, buttò nel retro gli scatoloni, si tolse il cappellino e mentre arrivava dietro il bancone cominciò a dire: “come posso aiut...”

Si interruppe, di stucco. Si guardarono negli occhi, troppo sbalorditi per parlare, poi, contemporaneamente, dissero:

Hermione Granger!”

Draco Malfoy!”

Draco scoppiò a ridere, riprendendosi per primo dalla sorpresa. Fece il giro del bancone, porgendole la mano.

La mia più fedele cliente!” esordì “Mi chiedevo da parecchio quando saresti venuta a vedere il mio negozio, ce ne hai messo del tempo!”

Hermione era ancora più sbalordita: “T - tuo?” balbettò.

Mio, certo! Non mi vorrai dire che proprio tu non lo sapevi?”

No, non lo sapevo... oh cielo!” arrossì.

Draco rise ancora: ”Ma no, non ci credo! Sono anni che ci scriviamo e non lo sapevi? È vero che non mi firmo, ma chi altri pensi che possa usare un drago verde ed una D per sigillo? Dracula?”

Oh, non avevo mai collegato... ma com’è possibile, sei l’ultima persona che avrei mai pensato che potesse aprire una...” esitò, guardandosi intorno.

Una libreria multiculturale?”

Draco sorrise, forse con un po’ di amarezza, e si appoggiò al bancone, le braccia conserte, preparandosi a spiegarle e Hermione si concesse un istante per guardarlo meglio, mentre lui evidentemente radunava le idee. Oltre all’abbigliamento da Babbano, aveva piccole rughe sottili attorno agli occhi e agli angoli della bocca e nel biondo chiarissimo si intuivano molti capelli bianchi, dandogli l’impressione di avere qualche anno in più dei 34 che doveva avere. Ma gli occhi grigi, lungi dall’esser freddi e arroganti come li ricordava, erano caldi, sereni, con una traccia di divertimento. Tutta la sua postura trasmetteva calma, serenità, persino sensualità, si sorprese a pensare. Diamine, era davvero bello! Lo era stato anche a scuola, ma come poteva anche solo sfiorarla l'idea di trovare attraente un dannato bullo arrogante come lui? Sbirciò brevemente il braccio sinistro, dove le maniche un po’ arrotolate svelavano il marchio nero, ormai molto sbiadito e solcato da diverse cicatrici bianche che lo deturpavano. Doveva aver visto brutti momenti, senza dubbio, ma quello che aveva davanti era un Draco diverso, maturo, adulto, consapevole. Come Ron non era mai arrivato ad essere, pensò di sfuggita.

Draco si accorse dello sguardo e si carezzò distratto il braccio: “Già, è una lunga storia...” disse, restituendole una lunga occhiata indagatrice.

Hermione era diventata davvero bella, pensò. Se la ricordava al ballo del ceppo, quasi vent’anni prima, la prima volta che aveva pensato che lo fosse, ed ora la sua opinione poteva essere ampiamente confermata: il viso e le forme si erano arrotondate, era maturata parecchio ed il corpo era diventato più femminile e sensuale, sotto la veste estiva da strega. Solo negli occhi e nella piega delle labbra si intuiva qualcosa di amaro, una tristezza recente che non aveva ancora inciso troppo profondamente di rughe la pelle delicata, ma solo l’anima.

Vuoi un caffé, un tè? Abbiamo anche un angolo bar” chiese Draco per superare il momento di imbarazzo. Mentre preparava il tè entrò in negozio un ragazzo di circa 18/19 anni, vestito alla Babbana con ampi jeans a vita bassa, una maglietta enorme con il logo di Hogwarts sulla schiena e lo stemma di Tassorosso sul petto, uno zainetto viola e uno skate dello stesso colore.

Mi scusi il ritardo, signor Malfoy” disse entrando “purtroppo la mamma ieri ha rotto la macchina e stamane ho dovuto accompagnarla al lavoro in metropolitana, perchè lei aveva paura di perdersi, e così ho tardato”

Non ti preoccupare, David, come vedi sono riuscito ad aprire anche senza di te...” disse Draco sorridendo “Alle 11 dovrebbe arrivare anche Steve, per quell’ordine da 2 scatole per il signor Harris. Come vedi io ho una cliente piuttosto speciale, stamane, per cui se non ti spiace ora ci ritiriamo in ufficio, ok?”

Il ragazzo assentì, guardando Hermione con curiosità, finché non chiusero la porta dell’ufficio. Restarono in silenzio, Draco lasciò a Hermione il tempo di guardarsi attorno, ammirando la mobilia semplice e le casse di libri accumulati contro le pareti. La cosa più sorprendente fu che nell’ufficio c’erano il telefono e l’elettricità, come dimostrava la lampada sul soffitto e soprattutto il personal computer poggiato su una scrivania dietro la porta. Lei lo guardò a dir poco sbalordita e Draco sorridendo le spiegò, mentre versava il tè nelle tazze “Lo usa Steve, di solito, mi fa da segretario personale: con la clientela e soprattutto con fornitori Babbani è necessario essere dotati di computer e di cellulare, ma io devo dire che li apprezzo ancora pochino. Riesco a leggere e spedire la posta elettronica, navigo un po' in Internet, ma senza Steve sarei del tutto smarrito!”

Hermione era sempre più sbalordita e non sapeva che dire. Draco lo notò e ne fu incuriosito: “Davvero non sapevi che sono io il proprietario di Akasha?”

No, non lo sapevo assolutamente, voglio dire, sapevo che avevi aperto una libreria, dopo la scarcerazione tua e di tua madre, ma non mi aspettavo assolutamente che fosse di questo genere, insomma...”

Già” sospirò Draco “col mio passato uno si sarebbe aspettato piuttosto che avrei rilevato Magie Sinister, vero?” c’era un vago accento di amarezza nella sua voce, ma sorrideva. “È curioso che tu non lo sapessi, dopotutto è stato Harry Potter in persona a venire a verificare il mio negozio quando ho aperto e in seguito lui e Ginny sono diventati miei clienti, per non parlare di Weasley padre! Avrei detto che dovevi saperlo anche tu, vista la quantità di libri che mi hai ordinato!”

Bè, ecco...” la verità era che se anche Harry lo sapeva, visto che ogni negozio che avesse contatti con i Babbani veniva controllato dall’ufficio Auror, di cui Harry era a capo da diversi anni, era da altrettanto tempo che lui e Ron non si parlavano più, per cui Hermione non aveva mai avuto occasione di chiedergli chi fosse il proprietario, ed ora che stavano ricucendo i rapporti, dopo il divorzio, non era certo la cosa principale di cui parlavano, insomma! Così come non ne aveva mai parlato con il suocero, visto come erano andate le cose con Ron...

Già, Ron... era diventato assurdamente geloso di Harry, della sua carriera, del rapporto che continuava ad avere con Hermione, malgrado non fosse altro che amicizia, ma lo mandava in bestia che andassero molto più d’accordo di quanto riusciva a fare lui con Hermione e dopo che lei era diventata giornalista alla Gazzetta del Profeta e che Harry era stato promosso, non aveva fatto altro che sprofondare in un abisso di autocommiserazione e depressione, aveva cominciato a mandare a quel paese tutti i suoi rapporti di amicizia, a chiudersi in se stesso, infine aveva preso a bere ed il loro matrimonio era naufragato, esattamente un anno prima. Purtroppo nemmeno Harry si era comportato troppo bene con Ron, alla fine della guerra si era costruito un atteggiamento di superiorità per la vittoria contro Voldemort che gli era costato molti rapporti, tra cui Ron e buona parte degli ex partecipanti all’Esercito di Silente, come Neville Paciock, i gemelli Weasley, Dean Thomas, Luna Lovegood e molti altri, per parecchio tempo si erano allontanati e solo di recente stavano riallacciando i contatti... Così, ora che Hermione era libera poteva viaggiare ed andare a trovare gli amici, quelli sopravvissuti alla guerra, e fare shopping senza la zavorra sbuffante e lamentosa del marito. Ma non era dell’idea di raccontare queste vicende a Draco Malfoy, certamente!

E’ una storia lunga” disse, distogliendo lo sguardo e arrossendo leggermente. “Non me l’ha mai detto, comunque”.

Già” commentò Draco, indovinando il disagio. Malgrado il tempo avesse sanato molte delle sue ferite interiori e lo avesse cambiato parecchio, anche per lui non era esattamente Hermione Granger la persona con cui agognava parlarne, ma era curioso di capire da dove arrivasse tutto il dolore che le vedeva negli occhi. I vincitori delle guerre non dovrebbero essere più felici dei perdenti?

Sicuramente saprai com’è andato il processo alla mia famiglia” disse, asciutto “dopo un paio di anni ad Azkaban mi hanno scarcerato per assistere mia madre, che in carcere si è ammalata, dato che ero il solo parente rimasto, dopo la morte di mio padre nella battaglia finale contro il Signore Oscuro, ma solo a patto che non usassi mai più la magia e così mi hanno spezzato la bacchetta... e dato che hanno congelato i nostri beni, ci siamo trovati nella Malfoy Mansion, senza un soldo e sommersi di debiti. Abbiamo cominciato a vendere le cose di minor valore e qualche libro e vendendo quelli ho scoperto che c’era un nuovo e fiorente mercato di libri, tra maghi e Babbani, ed ho pensato che poteva essere una buona occasione per tirarci fuori dai guai, visto che sono cresciuto tra libri antichi ed un po' me ne intendevo, visto che erano la passione di mio padre. E quando lei è morta, pochi anni dopo, mi hanno amnistiato per buona condotta, ed ho potuto tenermi la libreria e continuare a lavorare, da solo...” si interruppe, incupito dai ricordi.

Incredibile” fu la sola cosa che riuscì a dire. Hermione era impressionata dal dolore che si era disegnato sul suo viso, e si chiese che cosa dovesse aver passato per trasformarsi da fiero Serpeverde e Mangiamorte a un appassionato conoscitore della cultura e del mondo Babbano, come dimostravano le sue note ai cataloghi... lui parve di nuovo indovinarlo, ed il suo sguardo di ghiaccio si indurì ulteriormente.

Ti sorprende così tanto, Granger, che si possa cambiare così drasticamente idea? Ma ci pensi mai a quanto eravamo giovani, quando siamo stati proiettati in tutto quell’incubo? Io sono stato educato per diventare Mangiamorte e ti assicuro che ce n’è voluta di sofferenza per farmi cambiare idea, ma ora sono convinto che chiunque abbia passato tutto quel dolore senza comprendere un po' di più della vita e delle persone possa essere soltanto un idiota! E mi vanto di non esserlo, grazie al cielo!” concluse duramente.

Hermione arrossì, era diventata assurdamente emotiva, le pareva di non esser più capace di rispondere a tono, dopo tutte le sfuriate di Ron, ma disse, velocemente “scusa, non intendevo offenderti! Volevo solo dire che non mi aspettavo fossi tu il proprietario di Akasha, certo devi averne passate di cose, anche tu...” si impappinò e distolse lo sguardo, cosciente di stare peggiorando la situazione.

Non ti scusare” disse piano Draco “è colpa mia, non intendevo aggredirti... è che ho dovuto difendere la mia posizione molto spesso, negli ultimi anni, per cui sono sempre sulla difensiva su questo argomento. Ho cercato di mantenere il più possibile il riserbo, sul fatto che la libreria fosse mia, per non dover sempre dare spiegazioni a tutti, ma poi chi lo scopre finisce col farmi il terzo grado, come se non avessi il diritto di rifarmi una vita, nemmeno fossi stato chissà quale criminale. Ma non sono mai stato coinvolto nella parte peggiore della guerra, dopo il mio fallimento il solo su cui si accese l’interesse del Signore Oscuro fu mio padre e lo usò come una marionetta finché non venne ucciso...” la voce di Draco si spense, guardava nel vuoto. Girò lo sguardo nell’ufficio, lo posò sulle scatole di libri e sul computer, e gli tornò il sorriso.

Per fortuna nella vita vengono date altre occasioni, ed arrivano dalle cose più impensate... Non ci crederai, ma sono stati anche i libri e la musica dei Babbani ad aiutarmi a superare i danni della guerra. Me ne sono letti tonnellate, negli anni, ed ho scoperto che anche nel mondo dei Babbani ci sono state guerre altrettanto insensate e piene di dolore, eppure hanno saputo produrre poesia e letteratura incredibile, che i maghi non sanno nemmeno che esistano! Ci limitiamo a stupirci per l’elettricità, per tutti gli aggeggi che si inventano, pensando che siano buffi, quando dei Babbani non abbiamo capito nulla, perchè non sappiamo nulla della loro storia, delle loro storie, del fatto che siamo semplicemente esseri umani, tutti quanti, indipendentemente dal grado di potere magico che possediamo... sono ormai diventato un sostenitore dell’idea del vecchio Weasley, che dice che dovremmo insegnare ai nostri ragazzi anche la loro letteratura, per capirli meglio e non rifare i loro errori, come abbiamo dimostrato con le guerre che ha scatenato il Signore Oscuro. Hai mai letto Shakespeare? O Dante Alighieri? O Kurt Vonnegut? O Steinbeck?” infervorato, Draco condusse Hermione di nuovo in negozio, mostrandole i nuovi arrivi ed i libri che amava di più e Hermione lo guardava con tanto d’occhi. Era una persona profondamente diversa, quella che aveva davanti, somigliava al Draco dell’adolescenza come una vecchia foto, la faccia era quella, la voce anche, ma l’anima era totalmente cambiata... Hermione si scoprì a chiedersi se fosse sposato, se avesse una compagna, ma non osava chiederlo. Si lasciò incantare dal suo entusiasmo e quando uscì, carica di libri, sperò che il caloroso “ci vediamo presto”, con tanto di abbraccio, con cui si erano salutati, volesse dire qualcosa di più di “torna a trovarmi in negozio”.

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Capitolo 2
*** Cap II ***


II CAPITOLO

Due giorni dopo Draco era al San Mungo, per una delle poche consegne personali che faceva... dietro alla porta del Medimago capo di turno al terzo piano, dove curavano gli avvelenamenti da piante e pozioni magiche, lo aspettava il suo più grande amico, quello che per primo lo aveva accolto ed aiutato quando era uscito da Azkaban ed aveva dovuto prendersi cura dei suoi: Neville Paciock. Si erano incontrati al pronto soccorso, quando Draco era uscito da poche settimane dalla prigione. Ci era arrivato semi incosciente, accompagnato da sua madre, fuori di sè dalla paura, perchè lo aveva trovato svenuto e insanguinato in cucina, dove, con coltello e attizzatoio rovente da camino, aveva cercato inutilmente di cancellarsi il Marchio Nero dal braccio. Ovviamente non ci era riuscito, il tatuaggio era magico e non poteva essere eliminato, ed il dolore delle ferite, oltre a farlo urlare al punto da esser sentito da sua madre, nell’altra ala del castello, era stato tale da farlo svenire. Neville faceva il praticante in pronto soccorso e quando aveva visto che cosa era successo, aveva risvegliato Draco, dopo avergli somministrato un antidolorifico e poi gli aveva parlato. Gli aveva spiegato che se avesse usato la magia per curargli le ferite, sarebbero sparite le cicatrici, ed il tatuaggio sarebbe rimasto intatto, ma che se voleva potevano usare la medicina dei Babbani, sarebbe guarito lo stesso, anche se non altrettanto in fretta, ma le cicatrici sarebbero rimaste... ed avrebbero coperto almeno in parte il tatuaggio. E Draco aveva scelto la medicina Babbana.

Da allora erano diventati amici, anche se inizialmente con qualche diffidenza reciproca, ma col tempo avevano capito di potersi fidare l’uno dell’altro. Neville era stato il suo appoggio, quando il dolore di sua madre e la solitudine diventavano troppo insopportabili, Draco aveva la sicurezza di poter parlare con qualcuno che capiva il suo dolore e non lo giudicava.

Draco era lì a portare all’amico un altro paio di libri di medicina Babbana, e soprattutto a raccontare l’incontro con Hermione. Era evidente che ne era stato colpito e guardandolo, mentre raccontava con gli occhi luminosi e sorridenti, Neville pensò che era la prima volta che lo vedeva tanto elettrizzato per una donna.

Sono un po' di anni che non la vedo” disse Neville “come sta? Si è ripresa dal divorzio da Ron?”

Divorzio?” cascò dal pero Draco “non sapevo che lei e Weasley avessero divorziato, non me lo ha detto”

Si, l’anno scorso, me lo ha detto Harry... pare che Ron stia cercando di smettere di bere, frequenta le sedute degli alcolisti anonimi, ma sembra con poco profitto, almeno da quello che dice Fred...”

Draco sorrise, il cuore più leggero.

Ma dai... Pensi che accetterebbe un invito a cena da un vecchio amico?”

Non so, prova a invitarla...”

No, amico, hai capito male, sei tu che devi invitarla, insieme con me!”

Neville rise. “Ah, che imbroglione! Hai paura che a te dica di no?”

"Beh, non si sa mai, è vero che non mi pareva ostile, quando è venuta in negozio, ma sai, credo di non averle lasciato proprio buoni ricordi e non vedo perché dovrebbe accettare il mio invito senza avermi conosciuto un po' meglio... ti va di aiutarmi?” chiese con sguardo supplichevole.

Oh, ma certo. Per di più a Luna” Lovegood, con cui Neville era felicemente sposato da parecchi anni “sarà molto contenta di rivederla, visto che fanno lo stesso mestiere su testate diverse, si sentono e si scrivono... sarà facile per lei invitarla a cena; però glielo dico che ci sarai anche tu, non voglio rischiare di vederla arrabbiata! Te la ricordi a scuola? Una furia, veramente!”

Eccome! Mi ha persino menato, una volta, lo sai?”

Ma dai!”

Ti giuro! Cinque dita in piena faccia, davanti a Goyle e Tiger, ci sono rimasto troppo secco per reagire e sono scappato come una lepre! O come un furetto, non me lo ricordare...” aggiunse vedendo la faccia divertita dell’amico, che lo chiamava ancora così quando giocavano a Quidditch in squadre opposte, scapoli contro ammogliati, al circolo di Dublino. Risero e decisero di organizzare la serata per la settimana successiva.

Draco passò l’attesa con una certa dose di ansia, facendo andare in tilt talmente tante volte il computer del negozio, un po' per goffaggine, un po' perché era la sua stessa magia incontrollata che lo impallava, così che Steve finì con il chiedergli di star lontano dall’ufficio mentre lui lavorava, per non obbligarlo a ricominciare tutto da capo ogni quarto d’ora. Finalmente giunse la serata tanto attesa e Draco arrivò dai Paciock con un tale anticipo da finire con l’aiutare Luna a preparare la tavola, mentre l’amico lo prendeva in giro bonariamente per la sua evidente ansia.

Certo che non immaginavo ci tenessi tanto a questa serata, vecchio mio! Ma tu e Hermione non vi sopportavate a scuola, com’è tutto sto cambio?”

Che vuoi, non era così bella a scuola! Non avrei nemmeno osato pensare di considerarla attraente allora, scherzi... ma dovevi vederla in negozio, una favola! Ha un sorriso che toglie il fiato!”

Ah, capisco... e che sia l’ex di Ron e che facendole la corte potresti dargli ancora fastidio non c’entra nulla?” chiese Luna dalla cucina.

Tua moglie non ha mai perso il dono di spiazzare la gente, eh?” Draco strizzò l’occhio all’amico, mentre mettevano i bicchieri in tavola. “No, Luna” ribatté alzando la voce per farsi sentire anche da lei, “ti garantisco che l’idea non mi ha nemmeno sfiorato. E poi mi pare che sia stato bravissimo a farsi del male da solo, senza nessun intervento da parte mia! Il fatto è che mi piace e mi piacciono le sue letture, visto che le conosco molto bene, tra l’altro! Abbiamo in comune un sacco di interessi, solo che sono l’unico a saperlo, per il momento!”

Vero!” disse lei di rimando. Prima che potesse aggiungere altro, vennero salvati dal rumore di un pop di materializzazione appena fuori dalla porta e dal seguente squillo del campanello di casa.

Hermione era vestita con una lunga tunica etnica di lino azzurro, bordata di ricami argentati sul colletto e sulle maniche, talmente elegante che sarebbe potuta egualmente passare per un abito estivo Babbano così come una veste da maga. Era stata in dubbio tutto il pomeriggio, chiedendosi se andare o no, stupita che ci fosse anche Draco e chiedendosi che cosa le aveva preso ad accettare, ma aveva voglia di rivedere gente, di ritrovare i vecchi amici, messi da parte per Ron e perciò aveva passato il pomeriggio davanti allo specchio, a decidere se vestire alla Babbana o no; alla fine aveva optato per quella specie di via di mezzo e vide che la scelta era azzeccata. Luna e Neville erano vestiti da maghi, mentre anche Draco aveva indossato quello che si poteva definire una specie di compromesso, pantaloni di lino chiari e una casacca etnica lunga fino al ginocchio, tutto nei toni del verde acqua e dell’azzurro, che era la maniera in cui si presentava spesso in negozio. Erano entrambi bellissimi e si fermarono a guardarsi, pieni di emozione. Si salutarono con calore, appena un po' imbarazzati e fu Luna a peggiorare la situazione, molto a modo suo.

Sai” disse “abbiamo pensato che sarebbe stato giusto che vi conosceste meglio, ora che Draco non è più il bastardo che era a scuola, oltretutto siete tutti e due single e fate le stesse letture...”

Luna!” esclamò Neville, troppo tardi.

Ma Draco ed Hermione reagirono ridendo e l’imbarazzo che era cresciuto in corpo tutta la settimana si sciolse. Si sedettero e Luna portò in tavola la sua versione di cena etnica, in cui in pratica il riso cantonese era cucinato col curry e il pollo all'indiana era servito sulla pizza. Draco frequentava quella casa da anni, per cui non si stupì, ma Hermione ci mise un po' a capirne la logica. Dopo i primi bocconi si sciolsero e cominciarono a chiacchierare partendo dalla libreria.

Quando l’hai aperta, allora?” chiese Hermione

L’abbiamo aperta 6 anni fa ad Halloween” disse Draco “Neville è il mio socio, in pratica è stato lui a darmi l’idea.”

Ma davvero!”

Si” rispose Neville servendosi una fetta di pizza al pollo e curry “sai, quando stavo facendo l’apprendista Medimago ho cominciato a interessarmi di chimica, di biologia, di medicina Babbana, ma se non sei abituato a frequentare il loro mondo è complicatissimo reperire libri e la libreria solita di Diagon Alley non te li trova; così, quando ho rivisto Draco che cercava una proposta decente e un lavoro per sbarcare il lunario, visto come aveva preso la mia iniziativa della cura Babbana per il braccio ho pensato che l'idea l'avrebbe allettato.”

Cioè?” chiese guardando Draco.

Vedi” cominciò questi, tirando su la manica che copriva il Marchio Nero e mostrandole la cicatrice che lo deturpava “ci siamo rivisti la prima volta, dopo che sono uscito da Azkaban, in pronto soccorso” le raccontò del loro incontro e proseguì “E’ stato Neville, in effetti, a farmi pensare ad una biblioteca multiculturale, ed all’importanza di integrare le conoscenze magiche e Babbane. Così, cercando libri per lui, è partito l’affare ed insieme abbiamo messo a punto l’idea... Neville è diventato mio socio e mi ha dato una mano economica a cominciare; abbiamo scelto Owl Lane per non rischiare che i pregiudizi contro i Malfoy potessero complicarci la vita e gli affari, visto che a Diagon Alley hanno cercato di malmenarmi un paio di volte, mentre andavo in cerca di un negozio da affittare!”

Ma davvero?! Non posso crederci!”

Vero, ma i pregiudizi popolari contro gli ex Mangiamorte sono molto più duri a morire dei pregiudizi personali... io posso anche aver capito e cambiato idea, e ci sono persone che dopo avermi conosciuto e frequentato mi credono, ma sono anche in tanti a fermarsi alle apparenze ed a non credermi. Per quello sono in pochi a sapere che la libreria è mia.”

Ma perchè? Se lo sapessero, capirebbero che sei cambiato veramente...”

Forse ora che la libreria è molto nota e frequentata sì, ma non quando iniziai... per me divenne molto più facile occuparmi dei libri Babbani, perchè in quell’ambiente nessuno mi conosce, sono solo uno dei tanti librai del mondo. Infatti per parecchi anni mi sono occupato prevalentemente del lato Babbano della libreria, mentre Neville si occupava dei libri riguardanti la magia...la cosa curiosa è che ho dovuto imparare a fare un mondo di cose da Babbano, come usare il computer e il telefono, ma anche viaggiare alla Babbana, usare i soldi ed i vestiti Babbani, imparare cose sui loro sport, altrimenti non avrei saputo conversare con i fornitori, mi sono pure divertito! Lo sai che ho perfino la patente di guida?”

Hermione rise, sbalordita, servendosi da bere del succo di zucca “ma dai, non ci credo!”

Giuro! Ho una moto, avevo anche una macchina, ma ho smesso di guidarla e l’ho venduta, perché non potendo usare la bacchetta, se mi arrabbio o mi emoziono troppo, la mia magia esplode in maniera incontrollata.... e nel traffico tendo ad innervosirmi un po' troppo! Con la moto riesco a viaggiare molto meglio!” concluse sorridendo.

A dire il vero” intervenne Luna “gliel’ho detto io di vendere l’auto, ero stufa di doverlo andare a prelevare e portarlo di corsa agli appuntamenti con la Smaterializzazione, perché in un accesso di furia aveva fatto partire per l’ennesima volta il sistema elettrico di tutte le macchine attorno a lui, inclusa la sua naturalmente! Pensa che per lui abbiamo dovuto metterci il telefono pure noi, altrimenti come potevamo tenerci in contatto, visto che non gli è possibile usare altri sistemi? A parte i gufi, ovviamente, ma non può certo andare in giro con un gufo in tasca...”

Sì, come no” disse Draco “poggiato sulla spalla, come il pappagallo del pirata nelle storie per bambini! Sai che effetto in negozio? Già attiro l’attenzione col mio nome e la mia carnagione, figurati con il pennuto! Alla faccia del personaggio pittoresco... però chi lo sa, magari venderei pure di più... potrei quasi provarci...” concluse fingendo di stare realmente valutando la cosa.

Risero, ma Hermione era curiosa: “In che senso, se non usi la magia, questa esplode in maniera incontrollata?”

Ah, questo è meglio se te lo fai spiegare da Neville, è lui l’esperto!”

Vedi, Hermione” disse questi, sentendosi strano a spiegare qualcosa proprio a lei “il fatto è che non basta smettere di usare la bacchetta, per non essere più un mago. La magia è una caratteristica genetica recessiva, ovvero tende ad essere messa in secondo piano da caratteristiche genetiche più forti, tanto è vero che ci sono i Maghinò, gente che nasce senza poteri magici anche nelle più antiche famiglie Purosangue e maghi e streghe che nascono in famiglie Babbane che non sanno di aver avuto, da entrambe le parti, un lontanissimo antenato magico; tuttavia quando si manifesta, si radica nella psiche dell’individuo, resta attiva e si rinforza quando viene usata spesso in età giovanile. È per questo che tutti noi siamo stati educati alla magia a partire dalla pubertà, perché il potere magico è alimentato dalla nostra emotività ed in quell’età riceve la spinta accrescitiva più forte. Per cui, se in età adulta smetti di usarla, come ha dovuto fare Draco, il potere permane, non si affievolisce, ed è comunque molto evoluto e sviluppato, per cui deve trovare espressione in qualche modo. Il guaio è che se non trova valvole di sfogo può causare danni, come dimostrano la scarsa resistenza di attrezzatura elettrica in presenza di magia attiva, o di maghi incazzati come il nostro autista novello...”

E non solo! Raccontale dei guai che ti ha procurato con le tue ex fidanzate Babbane!” s’intromise Luna.

Draco avvampò violentemente, bevve un sorso di birra cercando di mimetizzare l’imbarazzo e lanciò a Luna un’occhiata di ghiaccio, degna dei vecchi tempi.

Cosa?” si sbalordì Hermione “hai avuto fidanzate Babbane?”

Uh, sì” confessò Draco imbarazzato “vedi, non sono stato ostracizzato dal mondo magico solo nel mondo degli affari... la maggior parte dei miei vecchi amici fa finta di non vedermi quando mi incrocia per strada, quei pochi che mi parlano ancora sono andati a vivere nei posti più strani nel tentativo di rifarsi una vita, del resto io stesso abito qua a Dublino …” Draco si passò una mano tra i capelli, guardando la tovaglia, per un attimo smarrito in pensieri non troppo piacevoli, poi sorrise e riprese “e per le donne... Beh, le streghe Purosangue che erano dalla parte di Voldemort mi considerano un traditore ed uno sfigato, quelle che non lo erano non si fidano del mio cambiamento, le streghe di famiglia Babbana nemmeno e mi considerano tutte in coro un bastardo ex Mangiamorte che ha cambiato partito solo per salvarsi il culo... Insomma, alla fine non è che mi sia rimasta molta scelta, no?” sogghignò.

Brutta fine per uno che a Hogwarts si spacciava per essere uno sciupafemmine, soprattutto tra le Purosangue...” concluse sorridendo Neville.

Beh, almeno mi consola il fatto che tra i 14 ed i 17 me le sono già passate tutte, quelle che dopo mi hanno mandato a stendere!” aggiunse Draco, facendo mostra di tirarsela, ma smentendosi con un sorriso imbarazzato all’indirizzo di Hermione, che rideva come una matta.

Aveva parlato pochissimo, restando per lo più ad ascoltare ed osservando il legame intensissimo di amicizia tra Neville e Draco, pensando che se era Neville a fidarsi, bisognava pur concedere a Draco il beneficio del dubbio. Ma, inconsapevolmente, era passata oltre, gli credeva, già dalla prima visita al negozio. In realtà, quello che stava scoprendo in quella strana serata era quanto il biondo Serpeverde le piaceva.

Ma ti ricordi la tipa che diceva di essere una strega?” chiese Luna a Draco, mentre serviva il caffé “ti ha fatto una corte asfissiante per settimane, prima che ti decidessi ad uscirci!”

Oh sì, perché me l’hai fatta ricordare!” disse Draco battendosi drammaticamente le mani sulla fronte “peccato che la volta che siamo finiti a letto mi ha cacciato di casa, perché quando mi sono addormentato si è accorta di tutte le cose che si muovevano da sole nella camera da letto ed era convinta che io le avessi portato qualche energia negativa in casa!!!”

Cosa?!” esclamo Hermione, sbellicandosi dalle risate.

Ma sì!” raccontò Draco, ridendo, fintamente esasperato “mi ha rimorchiato in negozio, perché veniva tutte le settimane a chiedere libri di magia e di esoterismo, e visto che ero io l’esperto, nel negozio Babbano, ha cominciato a farmi domande: come mai mi interessava, da quanto ne studiavo, se avevo qualche potere... stronzate, insomma. Poi una volta si ferma all’angolo bar, e visto che non c’era nessun altro in negozio, mi svela il grande segreto: era una strega! Una vera strega, discendente da una lunga stirpe di streghe, che arrivavano dai tempi del medioevo! Mi dice che sua nonna curava i calli con le preghiere ed usava il pendolo per ritrovare gli oggetti smarriti, e che sua mamma aveva il dono della chiaroveggenza, che avrebbe ereditato anche lei. Sto per chiederle il cognome, chiedendomi come mai lei non l’avessi mai vista a Hogwarts, visto che conosco praticamente tutte le vecchie famiglie Purosangue, del resto sono rimaste poche, quando mi rivela che la stregoneria in realtà altro non è che un’antica religione, che i poteri magici sono forme di pensiero per cambiare il nostro approccio alla realtà e che si usano solo per far del bene agli altri. Insomma, folgorato, capisco che questa è una Babbana fanatica della new age, convertita da poco alla wicca.”

Di fronte all’espressione smarrita di Hermione, Neville esplose a ridere: “Ma come, Hermione, eri tu quella che a scuola sapeva sempre tutto!”

Hermione arrossì un po‘: “E' vero” disse “ma ci sono periodi della tua vita in cui finisci fagocitata da altre cose e non riesci più a tenerti al passo, specie con il mondo di cose che accadono tra i Babbani... ne ho sentito parlare vagamente della new age e della wicca, ma non ho mai capito esattamente di che si tratta...”

Vedi” continuò Draco, dopo che Neville ebbe servito un liquore ai mirtilli e del sidro “tra i Babbani c’è stata una sorta di rinascita spirituale, negli ultimi decenni, visto che le loro vecchie religioni non danno più rassicurazioni ma stanno entrando di nuovo in conflitto tra loro e la tecnologia gli sta complicando la vita invece di semplificarla, quindi si rivolgono al divino ed alla magia, alla new age, che è una sorta di visione genericamente misticheggiante del mondo, ed alla wicca, che è una specie di religione rivolta alla natura, con cui stanno riabilitando l’uso della magia.” prese un sorso di sidro e continuò, mentre Hermione osservava ammirata il biondo che parlava con tanta competenza dei legami col mondo Babbano “L’hanno iniziata un paio di maghi filo–Babbani, come il vecchio Weasley, Gerald Gardner e Aleister Crowley, che per loro ha scritto giusto qualche libro, mentre io ricordo che ad Hogwarts abbiamo quattro scaffali dei loro libri, ho dato due esami, il quinto anno, basati sui loro testi, ma come altri maghi del Novecento, dai Babbani sono considerati bizzarri ed un po' cialtroni... Il fatto è che da quando il mondo magico è nascosto, e sono secoli ormai, le loro idee sulla magia sono rimaste approssimative ed errate, tanto quanto lo sono le nostre sul mondo Babbano, così prendiamo tutti lucciole per lanterne, gli uni a discapito degli altri... per cui, ci sono effettivamente tra i Babbani un sacco di maghi e streghe non riconosciuti, che non sono mai venuti a Hogwarts e che dalle loro famiglie sono considerati degli eccentrici o peggio dei malati di mente e ci sono anche tanti, come quella ragazza, che cercano qualcosa di alternativo per darsi uno scopo ed una forma diversa, più interessante... e magari abbastanza affascinante da attrarre gli altri. – si fermò sorridendo, osservando con che attenzione Hermione lo seguiva, poi continuò, in tono più leggero - Io ci sono stato, sono andato con lei a vedere, anche se sapevo che erano tutte fandonie, per curiosità, e mi sono fatto una paio di serate in sua compagnia, ho persino assistito ad un rituale della sua congrega per la festa di Mabon, il solstizio d’autunno, che è una delle feste wicca, e non c’è nulla da eccepire, sul lato spirituale, per carità, certo è che quando ho visto i suoi incantesimi …” si coprì la faccia, ridendo “mi sono cascate le p... le braccia, pardon! Intanto però erano già un paio di mesi che ci uscivo e una sera siamo finiti a letto a casa sua... e dopo mi sono addormentato, peccato solo che in quel periodo avessi ancora incubi sulla prigionia ad Azkaban, per cui ho cominciato nel sonno a far volare gli oggetti... in effetti a casa in camera mia avevo tolto tutto quello che potevo far volare per non rischiare di darmi qualcosa in testa durante il sonno, ma non pensavo di fermarmi da lei, quindi... insomma, si sveglia e vede tutti i soprammobili in giro per la stanza, pianta un urlo allucinante e quando mi sveglio di soprassalto casca tutto giù per terra. Lei fa due più due, decide che è colpa mia perché sono perseguitato da qualche tipo di entità soprannaturale; prima cerca di convincermi a farmi esorcizzare da lei e dalla sua congrega e dato che mi rifiuto categoricamente, mi prende per un miscredente e poi mi caccia nel bel mezzo della notte dicendo che non può avere a che fare con uno scettico perché, evidentemente, la mia negatività le provocava distorsioni nella sua aura, sconvolgeva il SUO potere e questo portava scompiglio nella sua armonia familiare! Ed io mi sono ritrovato in mezzo alla strada, nel cuore della notte, semi nudo e col cuore spezzato!”

Draco concluse il racconto con aria enormemente drammatica, stringendosi le mani sul cuore come se glielo avessero davvero spezzato, mentre Neville, Luna e Hermione si sganasciavano letteralmente dalle risate.

Senti, Draco, pensavo…” disse ad un certo punto Hermione “mi hai detto che ci sono ancora un sacco di pregiudizi su di te nel mondo magico... ma non sarebbe ora di smontarli? Potresti lasciare un’intervista al mio giornale, raccontare la tua storia e quella della libreria, sarebbe un’ottima maniera per mettere le cose a posto, dare la tua versione dei fatti e fare anche una grossa pubblicità al negozio, no?”

Draco, sorpreso, si guardò le scarpe a lungo, prima di rispondere. La proposta lo turbava non poco, anche se da quando Harry aveva venduto la sua versione della storia a quella scrittrice Babbana che ne aveva tratto una serie di libri, ed aveva mistificato un bel po' di cose, l’aveva più volte solleticato l’idea di raccontare la sua parte della vicenda...

Ma sai che sarebbe una grande idea, Draco” disse Luna “così potresti davvero smentire le cattiverie su di te e smontare un sacco delle cattiverie che Harry si è messo a raccontare come pura verità! L'hai detto un sacco di volte, che sembra che abbia fatto scrivere la versione Gary Stu dei vostri anni a scuola, mentre non era così simpatico nemmeno lui; ti ricordi Neville, dopo che l’Esercito di Silente non gli è più servito, di noi si è dimenticato completamente, finché non gli siamo serviti di nuovo contro Voldemort... Sembrava che fosse solo lui a pensare come fare a sconfiggerlo. Quando ha scoperto che i tuoi erano ancora vivi ed al San Mungo e non ti riconoscevano nemmeno, non è venuto neanche a parlarti."

Gary Stu?” chiese Hermione, ma Luna non le rispose. Infervorato dalle argomentazioni della moglie, anche Neville si mise a convincere l’amico a rilasciare quell’intervista, con l’intento per di più di fargli capire che sarebbe stata un’occasione stupenda per rivedere Hermione e raccontarle tutto di sé con il cuore in mano e una serata a due molto promettente... Draco colse al volo, così accettò, ma a patto che fosse proprio Hermione a fargli l’intervista ed a fargliela leggere prima di mandarla in stampa. Hermione fu felice di accettare, dopo tutto l’idea le era venuta proprio per lo stesso motivo...

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Capitolo 3
*** capitoli conclusivi ***


III CAPITOLO

REDENZIONE DI UN MANGIAMORTE

La versione di Draco

di Hermione Granger.

La libreria Akasha, in Owl Lane, è la più grande e nota libreria multiculturale del mondo magico. Il negozio ha due entrate: una sul lato magico della strada ed una sul versante Babbano; è tagliata in due da una grande libreria a giorno, che divide le due parti, in modo che i Babbani non riescano ad entrare nel lato più specializzato in magia del negozio, ma che i maghi possano andare a loro piacimento nell’altro versante per avventurarsi nel mondo Babbano, attraverso le ultime novità editoriali, la musica ed il cinema, quest’ultimo sempre più importante nella cultura europea. Il negozio vende anche per corrispondenza, ma ora stiamo per scoprire che vale la pena venire a visitarla di persona, per vedere tutto quello che propone. A farci da anfitrione in questo viaggio, uno dei due titolari della libreria, la persona più inattesa: si tratta niente meno che di Draco Malfoy. Ultimo discendente delle due famiglie magiche più antiche e tristemente celebri del mondo magico, i Malfoy ed i Black, celebri per aver dato i natali, oltre a lui, a Bellatrix Lestrange Black, torturatrice dei Paciock, a Sirius Black, noto per esser stato ingiustamente condannato ad Azkaban per l’uccisione di 12 Babbani, causata invece da Peter Minus ed a Lucius Malfoy, padre del protagonista della nostra intervista, uccisore di 5 persone nello scontro noto come Battaglia del Ministero, morto ad Azkaban, dopo esser stato catturato alla sconfitta di Voldemort. La prima domanda che gli rivolgiamo riguarda proprio gli anni della prigione.

Gazzetta: quando sei uscito da Azkaban, e perchè?

Draco: sono uscito dopo un paio d’anni dalla sconfitta del Signore Oscuro, quando mia madre si è ammalata gravemente. Ero il suo solo parente rimasto e, a parte la cospirazione per aver attentato alla vita di Albus Silente ed il favoreggiamento di Mangiamorte, sono stato prosciolto da qualunque accusa grave, poiché mia madre mi aveva tenuto lontano dal campo di battaglia, e non ho mai partecipato a nessuna delle fasi salienti della guerra, così sono stato graziato, a patto che rinunciassi alla magia, ma per starle accanto avrei rinunciato a tutto. Ed è stato così, in un certo senso.

G: perché?

D: perché ci siamo ritrovato soli e praticamente allo sbando. Tutti quelli che erano dalla parte di V. erano in prigione o avevano tagliato la corda, dei nostri parenti non restava più nessuno, la comunità magica ci ha allontanati come se fossimo appestati, i nostri beni erano stati confiscati come quelli di tutti i Mangiamorte per ripagare le vittime di guerra, così non sapevamo che fare di noi stessi... abbiamo attraversato periodi terribili, abbiamo dovuto vendere praticamente tutto quello che possedevamo a prezzo stracciato, perché nessuno voleva le cose della famiglia Malfoy... Mia madre deperiva sempre di più, io ho attraversato periodi di sbandamento che mi hanno fatto desiderare la morte... Confesso di aver tenuto duro solo per lei. Non potevo lasciarla sola. È stata dura ricominciare, ho dovuto vivere e lavorare come un Babbano tra i Babbani, in quel periodo; sono stato tra di loro parecchio, per trovare i soldi per sopravvivere, e mi sono adattato a fare gli stessi lavori che fanno loro: il commesso, il centralinista... Ho imparato tantissimo su di loro in quel periodo. È stata molto dura, con il mio background, riuscire ad adattarmi, ma non avevo scelta. Ho pensato spesso di farla finita e dio sa se non ho anche avuto comportamenti autodistruttivi, in quel periodo, ma ce l’ho fatta grazie anche all’aiuto di una persona. Devo a lui se sono ancora qui, il solo che quando andavamo al San Mungo per le cure di mia madre accettava di visitarla e che mi è stato accanto quando ho cercato di cancellarmi il Marchio con il fuoco...

Mentre ce lo racconta ci mostra l’avambraccio, dove il tatuaggio simbolo dei Mangiamorte si svela deturpato da cicatrici bianche e larghe, che lo percorrono in tutti i sensi.

G: chi è stato e come ti ha aiutato?

D: è stato Neville Paciock, un medico straordinario ed una persona di grande umanità, nonché socio e comproprietario di Akasha. Mi ha curato con metodiche Babbane, su mia richiesta, dopo avermi spiegato che a differenza delle cure magiche, mi avrebbero lasciato le cicatrici che vedete. Ha capito, solo guardandomi, il perché di ciò che avevo fatto e senza giudicarmi mi ha dato una mano. Mi ha aiutato con mia madre e mi è stato vicino quando lei è morta, circa un anno dopo che mi ero ferito. Ed è stato lui a parlarmi della necessità di integrare la medicina magica con quella Babbana, perché ci sono cose nella medicina non magica che noi non immaginiamo nemmeno.

G: per esempio?

D: il supporto emotivo ai malati, per esempio. Tutto il lato di psicoanalisi, di cui noi abbiamo solo parzialmente conoscenza. Mi ha fatto leggere dei libri di psicologia, scritti dai Babbani, in cui si analizzavano cose come la sindrome post-traumatica e l’elaborazione dei lutti, che mi hanno aiutato moltissimo a capire meglio che cosa è accaduto a me ed a tutta la nostra generazione, cose di cui nessuno al San Mungo aveva sentito parlare. Noi curiamo i nostri malati di depressione con le pozioni, ma nessuno li sta ad ascoltare. Ci sono persone che sono uscite da quell’esperienza con la sensazione di aver perso una parte di sé stessi, di aver smarrito il senso della propria vita, si sentono sconfitte e lasciate sole, solo perché hanno avuto un familiare morto o perché parenti di Mangiamorte, che sono fuggite dall’Inghilterra, per non confrontarsi con l’indifferenza e la volontà di dimenticare dei conterranei, che della guerra di Voldemort non vogliono più sentir parlare, mentre la nostra generazione ha la necessità di parlarne, per elaborarla. Eravamo tutti ragazzini, quando ci siamo finiti dentro. Il Signore Oscuro mi ha marchiato quando avevo 16 anni, come potevo anche lontanamente rendermi conto di cosa voleva dire? Ero stato cresciuto nell’odio, non avevo mai avuto occasione di vedere altro che quella visione del mondo, non avevo praticamente scelta. E quando la guerra è finita, ne avevo 22, l’età in cui di solito si studia, si lavora, si comincia ad avere relazioni che portano spesso a costruirsi una famiglia, una vita... ed io ero ad Azkaban, a confrontarmi con l’orrore che avevo visto e prodotto, mentre altri degli stessi anni di Hogwarts erano alle prese con cicatrici emotive che non si sono mai rimarginate del tutto, altro che saette in fronte!

G: è inutile chiederti a chi sia diretta questa frecciata... ma il rapporto con Potter non è cambiato, con il tempo?

D: certo che sì, visto che è uno dei miei clienti assidui, non gli porto nessun rancore, ormai. Da qui ad essere amici fraterni ce ne corre, ma non ho più nulla contro di lui e Harry sa che sono sincero. Dico solo che non è l’unico a portare addosso cicatrici di Voldemort, anche se le sue sono le più celebri e le più visibili. Penso che ci sia in giro gente che soffre ancora per le ferite inflitte dalla guerra, ma ora che è finita da 10 anni nessuno si occupa di loro.

G: ciò che dici è pesante, ma come si concilia questo con l’idea di aprire una libreria multiculturale? Non è un po' strano, per uno col tuo passato?

D: no, non lo è affatto, a mio modo di vedere. Dopo tutto quello che è successo, dopo aver visto morire mia madre di dolore per la perdita di mio padre, per quello, bada, non per come era finita la guerra, e tutto il dolore che io stesso ho provato quando lei è morta, trovandomi solo, sarei stato un completo idiota se non avessi messo del tutto in discussione le mie idee, se non avessi rivisto la mia vita per capire dove avevo sbagliato. E leggendo i libri Babbani con Neville ho cominciato a capire quanti errori ci sono nella nostra cultura, noi consideriamo i Babbani tutt’al più ridicoli, buffi, ma non ne sappiamo nulla. Hanno anche loro fatto guerre devastanti, conoscono anche loro l’odio razziale, di casta, la xenofobia e fanno i conti con essa da secoli. Ci sono culture diversissime con cui confrontarci e restare chiusi nella nostra comunità porta anche noi a combatterci per questioni assurde come quella del sangue puro. Ho scoperto, studiando i rami ripudiati della mia famiglia, che un parte dei Malfoy è di origini ebraiche, e che gli ebrei sono stati perseguitati nel mondo Babbano fino al secolo scorso. Non solo, un paio di miei parenti sono finiti in campi di deportazione, dove sono stati massacrati senza pietà, durante una delle guerre più devastanti che ci siano state in Europa tra i Babbani. Noi non possiamo continuare a considerarci un mondo a parte, intoccabile da loro ed a pensare di poter fare a meno delle conoscenze Babbane in campi come la medicina, la filosofia, l’etica... Noi non abbiamo prodotto nulla di comparabile a Gandhi, a Martin Luther King... Ci sono stati grandi pacifisti, enormi pensatori tra i Babbani e noi non sappiamo nemmeno che esistano. Per questo ho aperto questa libreria, perché è ora di allargare le nostre vedute, anche quelle del più democratico dei maghi. Ti pare un buon motivo?

Con questa domanda si conclude l’intervista e la giriamo a voi, gentili lettori, vi pare un buon motivo, tutto quello che Draco Malfoy ci ha detto, per cominciare a leggere i libri Babbani come ci consiglia? A noi pare proprio di sì. Buona lettura!

IV CAPITOLO

Draco osservò per l’ennesima volta la sua foto in prima pagina. Era vestito alla Babbana, con pantaloni neri eleganti, camicia bianca e giacca nera, seduto davanti al bancone, con un gomito appoggiato su una lunga pila di libri, sia magici che Babbani, il solito codino, sorrideva e si guardava attorno. Pensò che pareva un po' troppo imbarazzato, ma lo era stato realmente, quando lei era arrivata in negozio, con il fotografo della redazione. Aveva attaccato l’articolo dietro il bancone, ed ora lo stava guardando in uno dei rari momenti di pausa, visto che da quando era uscito il pezzo, la libreria era stata letteralmente presa d’assalto dai curiosi, quasi tutti venuti solo a vederlo in faccia, ma che poi uscivano con parecchi libri sotto braccio.

Era stata davvero dura raccontarle tutte quelle cose, ma alla fine lei era rimasta molto colpita, addirittura commossa da quello che aveva sentito, ed era riuscita a far pubblicare solo una parte di tutto quello che si erano detti. Si erano salutati con molto calore e si erano sentiti qualche volta, ma era stato solo il giorno prima, ad un mese dall’uscita dell’articolo, che finalmente Draco si era deciso ad invitarla a cena, per farsi raccontare le reazioni all’uscita del pezzo. Neville si era già complimentato e si era abbondantemente schernito per le lodi sperticate dell’amico, sostenendo che per fortuna Luna non era gelosa, altrimenti si sarebbe potuta arrabbiare per una dichiarazione d’amore così plateale. Draco aveva ribattuto che ormai si era rassegnata al pensiero che la loro relazione durava da più tempo ed era più stabile, per quello non si lamentava e poi si erano salutati, ma non prima che Neville incoraggiasse l’amico a farsi avanti con Hermione, invece di continuare a sospirare e basta. Allora il biondo si era deciso, ed aveva invitato Hermione nel suo ristorante indiano preferito, nel cuore Babbano di Dublino.

Draco si era preparato alla serata meticolosamente, era persino andato dal barbiere per farsi dare una tagliata ai capelli, che lasciava sempre più spesso crescere allo stato brado. Si era vestito da Babbano, con semplici jeans, una camicia di lino verde chiaro, una giacca leggera, visto che cominciava già a rinfrescare, ed aveva atteso Hermione in negozio, visto che si sarebbe materializzata; era meglio che lo facesse in un luogo sicuro, dove non poteva esser vista dai Babbani. Apparve alle 7,30, puntualissima, lasciando Draco senza fiato. Per l’occasione aveva indossato un bellissimo sari azzurro, con un lungo scialle verde chiaro, della stessa nuance della camicia di Draco, drappeggiato sulle spalle. I capelli erano stati stirati e divisi in centro; si era disegnata il bindi sulla fronte e truccato gli occhi con il kajal. Draco era estasiato, la salutò quasi balbettando, riuscì a malapena a dirle che era bellissima; venne salvato solo da David, che lo salutò prima di andarsene e gli permise di riprendere il fiato per chiudere la cassa e la serranda esterna. Uscirono dal lato Babbano e camminarono per un po' senza parlare, a disagio. Fino al ristorante discussero vagamente del più e del meno, finché, seduti alle prese con il primo piatto, cominciarono a parlare più serenamente.

Sei davvero splendida stasera, sai?”

Grazie. Anche tu stai bene, in abiti Babbani”

Già... ormai i clienti se lo aspettano quasi che io sia vestito alla Babbana, se mi vedono vestito da mago storcono un po' il naso!”

Davvero?” sorrise Hermione “ne sono venuti di più, dopo l’articolo?”

Eccome! Sono tutti curiosi di vedere la faccia del Mangiamorte redento! Tra l’altro il titolo non è tuo, vero?” chiese con espressione dolente Draco.

No” rise Hermione “il mio titolo era quello che hanno utilizzato come sottotitolo, ma la caporedattrice come al solito cercava qualcosa più d’impatto... mi spiace.”

No, non ti preoccupare,” continuò sorridendo “solo che i Paciock ed i miei commessi mi hanno preso in giro fino allo sfinimento per quel titolo, che vuoi farci. Mi hanno persino chiesto quando mi sarebbe arrivata l’aureola, figurati, ma è una forma di affetto …” sogghignò “Piuttosto, come sono state le reazioni al giornale?”

Strepitose! Ci sono arrivate centinaia di lettere! Tu non immagini quanta gente si sia riconosciuta nella tua descrizione delle ferite interiori, siamo stati sommersi di richieste di informazioni sui libri e sugli autori che hai citato, per quello che ti hanno invaso il negozio, credimi! Certo, ci sono stati anche quelli che ti hanno attaccato, sostenendo che non sia vero quello che hai detto e che stai cercando solo di farti pubblicità, ma sono stati solo una minoranza. Credo che ti abbiano creduto tutti.”

Wow! Sono toccato, non pensavo...” sorrise prendendo un sorso di vino. Restò a guardarlo pensoso, poi chiese “E qualcuno che mi consideri traditore della causa, c’è stato?”

Si, incredibile. Ci sono arrivate un tot di lettere anonime che ti hanno insultato perché hai voltato le spalle alla causa di Voldemort, che ti davano del traditore del sangue, che inneggiavano al Signore Oscuro e contenevano minacce ed insulti pesantissimi... sono già finite sul tavolo di Harry, che sta indagando con il gruppo di Auror che si occupa degli ex Mangiamorte, per capire da dove arrivino.”

Già, me lo aspettavo... ce ne sono ancora in giro, incredibile. Ed Harry, come ha preso l’articolo?”

Bè, devo dire che pensavo l’avrebbe presa meglio. Gli ha dato fastidio più il tono generale dell’articolo che la tua frecciata alla sua cicatrice.”

Cioè? In che senso?”

Bè, mettiamola così: sei stato più realista del re. Sentir parlare te di pacifismo può essere strano, in considerazione del tuo trascorso, ma alla luce di quello che hai raccontato della tua vita, sei persino più credibile di lui. Dopo tutto, lui ha passato gli ultimi anni ad inseguire ferocemente i seguaci nascosti di Voldemort e non ha certo mai speso molte parole per la tolleranza e la comprensione, anzi ha spesso parlato della necessità di stanare tutti quelli che si erano nascosti, per punirli di essersi macchiati di crimini durante la guerra, per cui sei stato tu il primo a parlare apertamente di pacifismo, in pratica. Questo, oltre ad aver toccato molte corde scoperte nelle persone, ha premuto un tasto dolente del Ministero, che sta cercando da parecchio di mettere da parte le persecuzioni agli ex, per non inasprire troppo la situazione. C’è ancora un’atmosfera cupa, di inquisizione, in alcuni ambienti, e il mago comune ne risente, soprattutto chi ricorda come si stava prima che Voldemort tornasse, quando tutti facevano finta che fosse stato completamente sconfitto.”

Draco sogghignò. “ La solita cazzata, si stava meglio quando si stava peggio, giusto?”

Esatto... ma ora con quello che hai detto tu, si stanno muovendo quelli che pensano che sia ora di lasciarci tutto alle spalle per provare a risanare le ferite e perdonarsi a vicenda, e ad Harry questo lato della faccenda non va molto a genio. Ha sofferto talmente tanto da ragazzino che non gli va giù che altri possano pensare di rifarsi una vita ed un’innocenza.”

L’innocenza …” sorrise “Non siamo mai stati innocenti, Hermione, nemmeno da bambini, nessuno di noi, e ritrovarla da grandi dopo tutto quello che abbiamo passato è praticamente impossibile” aggiunse amaramente Draco “la cosa migliore è cercare ricostruirsi un cuore con i pezzi migliori di quello che è andato spezzato, come dice Amleto. Imparare che anche se siamo bravissimi a cercare di autodistruggerci in massa, singolarmente siamo ancora capaci di fare quella bellissima follia di amare...” il suo sguardo si fece ancora più cupo, lontano. Si rese conto del tono deprimente che stava prendendo la serata con la donna che stava cercando di corteggiare, ma non ci poteva fare nulla. Quello era parte del loro vissuto comune, anche se da versanti opposti, e dovevano farci i conti anche loro due, se si volevano davvero trovare a metà strada. E lo volevano, entrambi.

Tu ci sei mai riuscito?” chiese esitante Hermione “a rifarti un cuore, voglio dire” concluse avvampando, rendendosi conto dell’intimità della domanda.

Draco prima di rispondere la guardò negli occhi e sorrise, dolcemente.

Non lo so, ci provo ogni giorno, credo. Non mi sono mai veramente innamorato, fino ad ora, se è quello che mi stai chiedendo, ma continuo a sperarci, anche se ormai alla bella età di 35 anni può sembrare un’impresa senza speranza...” si passò di nuovo le mani nei capelli, in un gesto familiare che a Hermione metteva la pelle d’oca, ormai. Avrebbe voluto accarezzargli il viso, cancellargli le rughe di amarezza dagli angoli della bocca, vederlo sorridere, e gli strinse la mano attraverso il tavolo. Lui la prese tra le proprie e la portò alle labbra, e prima che potessero pensarci, si stavano baciando sopra i bicchieri ed i piatti da portata, mentre la cameriera attendeva di posare il secondo sul tavolo.

Mangiarono il secondo, sorridendosi e parlando d’altro, rievocarono i compagni di scuola, rispolverando pettegolezzi. Draco le rivelò che la vera ragione per cui Tiger e Goyle non lo lasciavano un attimo, a scuola, era perché erano disperatamente innamorati di lui, fino in quarta, quando si erano innamorati l’uno dell’altro, ma non osavano farlo sapere a nessuno per via dell’omofobia strisciante dei Serpeverde, un po' troppo macho per accettare una storia gay in casa o del tradimento di Pansy Parkinson, che dopo esser stata per anni sua fidanzata ufficiale, per di più cornificata come un cesto di lumache, lo aveva lasciato per Theodore Nott, con cui l’aveva sorpresa a letto nel loro dormitorio, ed Hermione raccontò dei turbamenti lesbo delle gemelle Patil e delle corna che Ginny metteva in testa a Harry ai tempi della scuola, quando, pur amandolo, non riusciva a dir di no a nessuno che sapesse lanciare un bolide attraverso un campo di Quidditch con un colpo ben assestato; ricordarono le lezioni che Harry aveva tralasciato di raccontare alla sua biografa, come le lezioni di musica o quelle di arte, visto che le saltava sempre per andare a farsi le canne in Guferia con Ron o Dean Thomas, o di tutte le gravidanze indesiderate, i lanci di preservativi riempiti d’acqua a San Valentino, altro che gli gnomi di Allock, il secondo anno... Risero allegramente, lasciandosi i discorsi tristi alle spalle.

Quando uscirono, le stelle sopra Dublino erano più luminose del solito e li accompagnarono al parco cittadino, nella passeggiata attorno al lago, dove il cielo si rifletteva più bello che mai. Si tenevano per mano, e conversavano sorridendo, finché non scelsero una panchina dove sedersi. Rimasero lì a lungo, parlando, finché il freddo non si fece più pungente. Si abbracciarono e baciarono ancora, finché la notte non fu troppo fredda ed Hermione tornò a casa col Nottetempo.

V CAPITOLO

Si scrissero e si rividero parecchie volte dopo quella sera, ed Hermione riuscì a raccontare a Draco la sua storia con Ron, per quanto le costasse molta fatica, ma ora era sicura che lui l’avrebbe capita, al punto che lui si commosse e si infuriò e la coccolò, quando sentì tutto quello che aveva passato, ed attese che lei si sentisse pronta a fidarsi di lui, prima di andare oltre le coccole, la serata prima di Halloween.

Owl Lane era tutta decorata, e cenarono nel ristorante magico più allegro del quartiere, ballando fino a notte fonda, poi andarono a spasso, ma faceva freddo e tornarono in negozio, e Draco pensò che fosse ora di mostrarle la sua casa. Abitava sopra il negozio, in un appartamento su due piani, che dava su entrambe le strade, pieno di libri e con l’elettricità. Hermione restò estasiata dalla vista, ma la cosa che la fece più ridere furono i due coinquilini di Draco: un gattone bianco e grigio, identico a Grattastinchi a parte il colore, che si chiamava Anacleto, ma soprattutto un furetto bianco, che dormiva tranquillamente dentro il cappello a punta da mago di Draco, che si chiamava Alastor.

Un regalo di Luna – spiegò Draco ridendo, mentre preparava una tisana – lo trovava spiritoso, e chi sono io per darle torto?”

Si misero sul divano per bere la tisana, ma le tazze restarono sul tavolino a raffreddarsi. Chiacchierarono degli scherzi dei Weasley, a scuola, dei preservativi magici di loro invenzione, ne avevano creati di ritardanti, che facevano andare avanti per due ore, quelli che accompagnavano i movimenti degli organi e portavano all’orgasmo in pochissimi istanti, ottimi per incontri fulminei nei bagni, quelli danzanti che si mettevano a fare sesso per conto loro, quelli ansimanti per amanti timidi, quelli corroboranti, con l’unico guaio che mantenevano il pene in erezione per 48 ore...

Risero tutta la sera, e si guardarono, mentre lasciavano che il desiderio crescesse, poi si baciarono e finirono per fare l’amore tutta la notte, addormentandosi solo all’alba.

Settimane dopo, un lunedì mattina, Draco fu il primo a svegliarsi, sentendo Anacleto che grattava la porta per entrare, ma non si alzò, tanto il gatto era capace di aprirsi da solo, aggrappandosi alla maniglia, mentre lui voleva solo continuare a sentire la mano di Hermione posata sui suoi addominali ed i suoi capelli posati sulla sua spalla destra e sul petto nudo. Si girò a guardarla e mentre osservava il suo viso, sentì qualcosa dentro di lui che si scioglieva e si sentì più felice e completo di quanto si fosse mai sentito in tutta la sua vita adulta. Ripensò ai suoi, a come gli parevano felici le domeniche mattine d’estate, quando era bambino e non era ancora andato a Hogwarts, e si chiese se si sentivano come lui adesso. Ed in quel momento soltanto realizzò una cosa: questa volta era vero, si era innamorato. Poteva essere solo quello, il fuoco dolcissimo e caldissimo che sentiva in cuore. Gli venne da ridere e da piangere contemporaneamente, poi ebbe solo voglia di svegliare Hermione e di amarla di nuovo. Non scese in negozio, quel mattino, ma sgattaiolò al piano di sotto solo per chiedere a Steve di fargli un po' di spesa e di non passargli telefonate, a meno che non fosse una questione di vita o di morte. La sera, senza invito, si presentarono a casa dei Paciock, piacevolmente sorpresi dall’improvvisata.

Hermione era raggiante e Draco aveva in viso un’espressione che Neville non gli aveva mai visto in dieci anni d‘amicizia, ma assomigliava come una goccia d’acqua alla stessa che aveva avuto lui otto anni prima, quando aveva chiesto all’amico di fargli da testimone di nozze, perciò non si stupì affatto di sentirsi fare la stessa richiesta.

VI CAPITOLO

TAFFERUGLI AL MATRIMONIO DELL’ANNO

di Luna Lovegood.

È stato un matrimonio molto movimentato, quello del bel proprietario biondo della libreria dell’anno, come è diventata Akasha dall’uscita del celebrato articolo che ha anche fatto da cupido ai due sposi, Draco Malfoy e Hermione Granger. A sorpresa è arrivato l’ex marito della sposa, il rosso e triste Ron Weasley, che ha accusato lo sposo di essere ancora un Mangiamorte, di aver convinto la sposa al matrimonio facendole un incantesimo Imperio ed ha cercato di toglierlo strattonandola violentemente, come si trattasse di un brutto cappello, ma sono intervenuti Harry Potter e Ginevra Weasley, celebri Auror, invitati alla cerimonia in veste di amici della sposa, per sedare il nervoso ex marito a suon di Schiantesimi, a cui incredibilmente non reagiva, merito forse della quantità di spirito fermentato di drago di cui il rosso ex portiere di Grifondoro pareva rigonfio, il quale, in evidente stato di ebbrezza violenta, ha aggredito Potter inveendo ed ha cercato di malmenare chiunque gli capitasse sottomano. È stato infine sedato da Neville Paciock, medico dal grande talento e dal coraggio indomabile, di sensazionale bellezza e marito devoto della Vostra, che gli ha cacciato in gola una potente pozione sonnifera e disintossicante, tornando quindi accanto allo sposo in veste di testimone. La cerimonia si è conclusa serenamente, ed i due sposi sono partiti alla volta della Grecia, in viaggio di nozze. La Vostra inviata ha anche notato che la sposa pareva aver perso leggermente la linea filiforme che la contraddistingueva... dobbiamo aspettarci l’arrivo di una nuova generazione di Malfoy? A Hogwarts stanno già scommettendo su dove potrebbe finire il figlio di una Grifondoro e di un Serpeverde, accoppiata tra le più insolite! Io dico Corvonero, ma temo di essere di parte.... a presto!

 

grazie a tutti delle recensioni.. spero vi sia piaciuto il finale, anche se ho bistrattato il povero Ron... ;)

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