Voglio vivere di te

di Risa_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Living for you ***
Capitolo 2: *** Perfect Balance ***
Capitolo 3: *** Falling in Love ***



Capitolo 1
*** Living for you ***




Note dell'autrice:
Questa è la m mia prima ff Frobin** si sente orgogliosa** e necessita  di qualche piccola precisazione. Veniamo subito al dunque.
E' ambientata dopo Thriller Bark, perchè è in quelle saga che mi sono accorta di questa coppia stupenda, e penso che sia il vero "inizio" della Frobin, per quanto nella saga precedente sia piena di indizi Frobin, o come diavolo si chiamano.  A me piacciono, e sinceramnto li vedo bene insieme per una serie di motivi del tipo, compatibilità di carattere, complicità e capacità di comprendere visto il passato simile (non uguale). ecc. 
Per questo ho deciso di scrivere questa storia, ma credo che sia ovvio ù.ù.
La storia vuole descrivere come si sviluppa il loro legame, come appunto si arriva ad un sentimento d'amore. Franky e Robin dopo gli avvenimenti TB, iniziano a capire che tra di loro esiste un legame più forte. Spero vivamente di esserci riuscita.
Prendo sia il punto di vista sia di Robin che del Cyborg.

OOC:  ho inserito quest'avvertimento essensialmente perchè ritengo sia Robin che Franky personaggi difficili da descrivere rimanedo in IC, sopratutto in coppia. Quindi, essendo la prima volta che scrivo su di loro, o voluto proteggermi da eventuali pestaggi é_é ma spero davvero di essere riuscita a rimanere IC il più possibile! ^.^

Ogni  vostra recensione è gratita!
Buona lettura
fanny87

 
Voglio vivere di Te




La navigazione procedeva tranquilla e molto lentamente a causa della mancanza di vento,  poco disposto a favorire il loro viaggio verso la prossima meta. In compenso, si fa per dire, faceva molto caldo, l’aria afosa comprimeva i polmoni, i vestiti si appiccicavano fastidiosamente alla pelle sudata.

Robin se ne stava  seduta   sulla sdraia,  riparata da un ombrellone, leggendo uno dei suoi libri di storia nonostante quella calura opprimente.
Sulla Sunny era difficile rimanere in pace a godere di un po’ di silenzio, data l’esuberanza  del capitano e dei suoi compagni. Tuttavia, quel giorno, il caldo era riuscito a sconfiggere anche   l’animo irrequieto e assetato d’ avventura   di Rufy crollato addormentato sul prato erboso della Sunny. Quel silenzio anomalo era rotto soltanto dai colpi di martello di Franky, intento  a costruire nel laboratorio qualche nuova diavoleria.
Robin chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quell’insolita musica. Per Nami suonava strano, eppure quel suono metallico continuo e costante, sempre uguale, aveva agli occhi di Robin un no so che di rassicurante.  Rassicuranti come le stesse braccia che sferzavano quei colpi . Sentire qualcosa che rimaneva  sempre uguale, per lei, dava certezza, la certezza che c’era qualcosa per lei di durevole e non passeggero.
“eeeh! Che caldo che faaaaaaaaaa!” ululò Rufy svegliato da quel pisolinio.
Robin ridacchiò chiudendo e il libro, si alzò dallo sdraio osservando il suo capitano. Rufy  si grattò la testa guardando in giro ancora un po’ assonnato, ma  si accorse che il ponte era deserto.
“Ben svegliato Rufy.” Salutò la mora
Il ragazzo alzò la testa di poco e incontrò lo sguardo divertito ma stranamente dolce della donna.
“ Sanji ha preparato  limonata e bibite ghiacciate per tutti.  Sicuramente ne darà anche un po’ anche a te, Rufy.” Informò divertita Robin.
“ Sanjiiiiiiiiii voglio anch’io la limonata!” esclamò quello correndo verso la cucina.
 Il capitano era buffo, pensò fra sé. Ma era anche un ottimo capitano.
 In tanto ,  Franky continuava lavorale alla sua invenzione facendo   risuonare nell’aria i colpi di martello scandendo il tempo di quella giornata afosa.
Aveva preso un bicchiere di limonata per lui, sapendo che non se sarebbe rimasta molta al passaggio del capitano. Era ancora lì sul tavolo, così decise di portargliela personalmente.

Robin silenziosamente scese sotto coperta a curiosare un poco: Franky era  volto di spalle e non si accorse della sua presenza. Rimase lì ad osservare i movimenti ritmici ed instancabili di quelle spalle possenti, le stesse che l’avevano così prontamente protetta ad Enies Lobby.

 
Provò a scappare, nonostante le manette di agalmatolite marina,   cercò di correre  con quanto fiato in gola perché ormai aveva capito, lei voleva vivere, lei poteva vivere ed aveva un motivo per farlo, e doveva vivere: per i suoi  nakama, per il suo sogno.

Cadde.
 I marine avevano iniziato a sparare, ma qualcosa  improvvisamente impedì ai proiettili di arrivare, un ombra immensa si era pota tra lei e la morte.
Robin alzò lo sguardo , sorpresa, perché davanti a lei vide le possenti spalle di Franky.
Lui era lì per lei.
Non sapeva nulla di lei, eppure, era riuscito a leggerle dentro, a capire cosa veramente le faceva male, quello di cui più temeva. E questo le faceva paura.
Non riusciva nemmeno a capire perché Franky si ostinava a volerla aiutare, a volerla fare tornare a tutti i costi in quella ciurma che aveva deciso di abbandonare.
Si era arresa. Ma lui, la spingeva a continuare a combattere:  sul treno marino prima, nella torre della giustizia in seguito, e ora lì sul Ponte che portava alla porta della giustizia, Franky stava combattendo perché lei tornasse dai suoi,  stava combattendo per lei.
Perché? E una risposta non la trovava. Con la ragione almeno.
Tutto accadeva troppo velocemente:  Spanda, come lo chiamava Franky, venne colpito da un misterioso proiettile, così i suoi marine: era Usopp c lanciò tutte le chiavi che avevano raccolto.
Una, due, tre, quattro e alla fine quelle manette si aprirono: Era libera!
Robin per un momento si sentì mancare tuttavia c’era lì Franky pronto a sorreggerla.

Robin non poteva dimenticare nemmeno  quando finalmente Rufy sconfisse Rob Lucci, di come per sfuggire si erano gettati nella cascata.

Kokoro, la sirena, lanciò i fruttati sulla barca, Chopper e Rufy rovinarono a terra, mentre lei cadde fra le braccia di Franky.  Protetta di nuova dal suo corpo metallico.
    Ripensando  agli avvenimenti di  Enies Lobby, Robin si era ricordata di quanto  Franky  l’aveva aiutata, sorretta, protetta.  Per questo, forse, aveva finito per sentire tutto ciò che riguardava il carpentiere come protettivo e rassicurante. Anche il suono dei colpi del martello sul ferro delle armi che costruiva.
Non erano così, infondo, le sue bambine? Non erano forti e resistenti? Proprio come chi le costruiva.
Franky era così imponente, e a lei le cose imponenti le erano sempre piaciute. Per un momento ripensò a Sauro.
Fu in quel momento che il Cyborg si voltò e si accorse che Robin lo stava osservando lavorare. Con un dito alzò gli occhiali e guardò Robin perplesso.

“Tieni, è un po’ di limonata, ti rinfrescherà.” Disse sorridendo.

“Hmm…” borbotto lui prendendo il bicchiere che la donna gli porgeva. Con l’altra invece cercava di afferrare un fazzoletto di carta per asciugarsi la fronte madida di sudore, ma stranamente non lo trovava.
Una mano fiorì all’improvviso  con il fazzoletto e delicatamente tamponò la sua fronte sudata.
Robin sì ridacchiò, era troppo buffo con quell’aria imbarazzata, quasi timida. Si sedette elegantemente su un pezzo di ferro senza parlare.
“SUPER… ma niente è meglio di una cola fresca!” notò Franky poggiando il bicchiere sul pavimento.
Robin sembrava come ogni giorno, eppure non sembrava la stessa.
“Che c’è?” chiese spazientito.
“Niente” rispose lei.
Accavallò le gambe, sporse il busto verso di lui e appoggiò  il mento sulla mano,il gomito sulla gamba.

“Ti osservo. Mi piace vederti al lavoro.Non Posso?”

“Mpf…come vuoi”.

A lei non sarebbe mai riuscito a negargli nulla, dio solo sapesse perché.

La verità, quella più inconfessabile, era che Franky non avrebbe mai potuto rifiutare qualcosa alla donna che una volta gli aveva strizzato le palle per costringerlo ad unirsi ai pirati di Cappello di paglia. Per un uomo SUPER come lui era difficile superare lo shock.
Dopo essere riusciti a seminare il vice ammiraglio Garp, ripreso il viaggio vero e proprio, aveva provato a chiedere spiegazioni alla donna, anche  con un certo tono offeso. La risposta che ricevete lo spiazzò.

“fufu…  sei un tipo ostinato e ci avevano detto di usare le maniere forti, no?” rispose lei

“ Dopotutto  quello che hai fatto per farmi tornare, non potevo lasciarti fare una sciocchezza simile.” Continuò guardandolo negli occhi. Franky ne era rimasto ipnotizzato, quasi non potesse più staccare gli occhi dai suoi e pensare che aveva ragione.

Robin era diversa, lo sentiva, e fin da subito gli fu chiaro. Nonostante lei ere un pericolo per il mondo, nonostante il suo amato Tom  lo avesse avvertito di quanto pericolosa fosse,  Franky  aveva visto  ciò che si nascondeva dietro a quei occhi profondi e impenetrabili, e sapeva che Robin non era quello che dicevano e diceva di essere.

Aveva visto nei suoi occhi la stessa sua sofferenza, quella sensazione dilaniate di sentirsi colpevoli a tal punto di considerare anche la vita un crimine.
Franky si era ripromesso che non avrebbe più costruito Navi, aveva dato vita a qualcosa che aveva fatto del male gli si era rivoltata contro, Robin, voleva una verità, e il suo sogno l’aveva costretta a una vita impossibile.
Erano diversi, ma erano simili,
e rano complici. I loro destini si erano incrociati ancor prima  di conoscersi. Quel legame si era sempre più stretto correndo  fianco a fianco nei corridoi bui del castello a Thriller Bark. Ed era a certo che Robin sentisse la stessa cosa.

Franky riprese a lavorare al SUPER  cannone Battle Franky 73, così concentrato in ciò che stava facendo  da  non accorgersi più di nulla.
Continuò a lavorare senza stancarsi mai perché per lui tutto quello non era fatica ma era passione. Franky amava il suo lavorare e amava quello che costruiva mettendoci anima e corpo. Si compiva quasi una trasfigurazione quando Franky costruiva uno dei suoi progetti.
Era per questo che Robin piaceva osservarlo. Era un anima curiosa dopotutto, e quello per lei era qualcosa di interessante e affascinante: un attaccabrighe, scontroso, che andava in giro in mutande e in camicia Hawaiana e per giunta scoppiava in lacrime tutte le volte che sentiva una storia commovente, quando lavorava ad una nuova invenzione si trasfigurava dalla felicità che provava; si, tutto quello secondo Robin era dannatamente bello.

Era la stessa felicità, lo stesso stupore che compariva nel suo viso ogni volta che un nuovo pezzo di storia trovava il suo posto nel enorme puzzle di quel passato taciuto, lo stesso inspiegabile appagamento che provava Robin nel seguire il suo sogno.

Robin ripensò  all’ultimo  poignee griffe trovato nel l’isola del cielo, al messaggio lasciato da Gold Roger e alla sensazione che aveva provato.
Si diede della sciocca, perché arrivata ad Water Seven aveva dimenticato quella sensazione, e aveva permesso all’oscurità di prenderla di nuovo.

“Vivere non è una colpa!”


Quella frase sussurrata l’aveva colpita  al centro della sua ferita, per Franky  lei era una persona semi sconosciuta eppure era riuscito a cogliere la paura più profonda, i motivi del suo comportamento grazie alla sua capacità di capire gli altri.

Per la prima volta, dopo i suoi compagni, trovò qualcuno capace di scuoterla a tal punto da far vacillare le sue convinzioni.
Robin sorrise.
Si alzò e si avvicinò a Franky,  si sedette in modo che le loro schiene combaciarono perfettamente.
Quel gesto improvviso fece sussultare il cyborg che rimase con un braccio alzato, il martello in mano, i suoi occhiali scivolarono dal naso, ma una mano comparsa dal nulla impedì loro di frantumarsi al suolo.
 “Ma cosa..”
“Shhhhhhhh” lo azzittì lei.
Rimasero in mobili così per un po’, potevano sentire il loro rispettivo profumo: Robin odorava di fiori, un gusto dolce. Delicato al contempo deciso, ipnotico come i movimenti eleganti del suo corpo. Franky sapeva di cola e metallo, forte e frizzante.
“Sono felice che ti sei unito alla ciurma.” Disse dopo un po’ Robin.
“Mpf … non avevo molta scelta … non potevo lasciare una nave SUPER come questa nelle vostre mani.”
“Fu,fu,fu.. solo per questo motivo,Franky?”
Il Cyborg arrossì e prese a tossicchiare.
Era una donna diabolica nel vero senso della parola, ed era una persona straordinaria, o meglio ,una donna SUPER, proprio come lui.

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Capitolo 2
*** Perfect Balance ***


Perfect Balance


Note dell'autrice
Buona sera! finalmente sono tornata, dopo quasi un mese, ma sono tornata^_^
Come sempre alcune piccole note di introduzione ci vogliono. Risponderò alle vostre graditissime recensioni a fine capitolo.
Dopo un attenta riflessione, ho deciso di trasformare questa storia in una serie di One-schot dedicate alla Frobin. Tutte avranno però un filo conduttore e cioè, la lenta compresione dei nostri due protagonisti dei loro sentimenti.
per la storia in sè, ho deciso di prendere il punto di vista di uno dei mebri della ciurma, ossoa Brook, che si accorge del cambiamento rea Franky e Robin-chan. E' stata ispirata dal film strong Word, ma non preoccupatevi, non ci sono spoiler.
Ogni vostro commento sarà molto gradito dalla sottoscritta!
Buona lettura  a dopo
fanny87


Per colpa del tanto camminare, le ossa avevano preso a fargli un gran male. Per Brook, iniziava a essere un bel supplizio, sudava, eppure non aveva pelle, le gambe dolevano, eppure non aveva muscoli. Forse, era colpa dell’artrosi, se mai uno scheletro come lui potesse, soffrine. Avrebbe chiesto a Chopper, più tardi.

“ Che fai, mucchietto d’ossa? Sbrigati!” esclamò Franky.
Lui e Robin camminavano davanti a lui di un paio di metri, senza che Brook riuscisse a raggiungerli.
“Avrei bisogno di una pausa ...” disse Brook.
“Niente pausa! Dobbiamo tornare prima di notte!” rispose il carpentiere.
Robin ridacchio e si rivolse allo scheletro: “Non manca molto, Brook. Presto  potrai riposare.”
Infondo i suoi compagni avevano ragione, avrebbe dovuto resistere! Ora era un pirata di cappello di paglia, e avrebbe dovuto comportarsi come tale.
Erano da poco approdati in una nuova isola dopo parecchi giorni di mare; sembrava un’isola tranquilla.   Dal punto di approdo della Sunny non s’intravedeva nessun tipo di agglomerato urbano, nemmeno una piccola casuccia. Eppure l’isola dal mare era sembrata piuttosto grande.
“Da qui, la vista non è una delle migliori. Quella parete della montagna ci compre la vista. Dividiamoci per esplorare l’isola.” Decise Nami come tutte le volte.
 Nami, Sanji e Usopp,il primo gruppo, il secondo Rufy, Zoro, Chopper, e infine loro tre, Franky, Robin e Brook.
Persero un lumacofono per gruppo e la spedizione iniziò.
 Da quel momento, era passata circa un ora e nulla di strano o particolare era accaduto.
Una strana sensazione, tuttavia, aveva percorso la mente di Brook, il quale era rimasto per tutto il viaggio in silenzio,  mentre i due compagni davanti a lui chiacchieravano del più e del meno, sempre allineati perfettamente, spalla contro spalla.
Il Musicista si sentiva quasi fuori posto, come una nota stonata, come un violino scordato.
Rimase per un secondo perplesso ma poi capì.
“Oh,oh,oh,ohoh! Deve essere così…” rifletè.

Brook  non era che un vecchio scheletro, ma,  di cose ne aveva viste tante e   sapeva quando ciò che aveva davanti era amore.
Non se ne era accorto prima, a dire il vero, eppure qualcosa nei loro gesti tradiva quel segreto che solo loro conoscevano . Un linguaggio senza parole che diventa musica a chi sa ascoltare.
I passi sembravano sincronizzati, lo stesso numero, stessa velocità, stessa sicurezza. In quel momento stavano camminando e lo facevano “insieme” , non uno separato dall’altro ma camminavano come se fossero una cosa sola. Erano un tutto come le note di uno spartito.
Franky e Robin si fermarono improvvisamente, Brook colto alla sprovvista, sussultò e per poco non andò a sbattere contro i due amici.
L’archeologa si voltò verso di lui sorridendo.
“ Siamo arrivati.”
 Li raggiunse e si affacciò ad una sporgenza: sotto di loro si stagliava una villaggio piuttosto grande.
Per  Brook arrivare o no, non aveva più importanza: non pensava più a quando si sarebbe riposato, le ossa non facevano più male, solo  la gioia che sentiva scoppiare in quel cuore che non aveva più.
Era felice perché dopo tanto tempo, assisteva ad un dei miracoli più belli che la vita donava alle persone. La stessa gioia nel sentirsi vivo, felice di esserlo.

Brook ricambiò lo sguardo di Robin:
“Posso vedere le tue mutandine?”
“No.”
“Brutto mucchietto d’ossa….”
“Vogliamo andare?” chiese divertita Robin trattenendo per un braccio il carpentiere.
***
Il villaggio  s trovava all’interno di una piccola valle dove scorreva un fiume che divideva  in due la piccola città.
Scesero il pendio che portava  fino all’entrata del villaggio; Era molto grazioso e putito,  la gente presa da mille affari quotidiani  quasi non si accorsero dei visitatori.
“Robin…” sussurrò a malapena il carpentiere, eppure lei aveva già capito cosa lui volesse intendere. Prese il lumacofono dallo zaino e compose un numero.
“Nami?” parlò attraverso il lumacofono.
 Brook era strabiliato da come due persone potessero capirsi così al volo; era così tra Franky e Robin.
 Uno era il sole, l’altra la luna, insieme formavano il tutto, in un equilibrio prefetto. Nulla stonava in loro, guardarli era qualcosa di una sublime bellezza; fra loro era nata l’intesa perfetta e pian piano lo stavano scoprendo.
“Ci raggireranno  presto. Sembra che loro si sono già riuniti, dall’altra parte c’è un altro piccolo villaggio, ma gli abitanti  hanno consigliato  di venire qui.”
“SUPER! Possiamo fare un giro nel frattempo.”
“Mh..” rispose Robin annuendo sorridente.
Brook seguiva i suoi amici senza fiatare, non voleva disturbarli, ora che aveva capito cosa bolliva in pentola.
Era curioso di vedere come, quella storia appena nata, andava sviluppandosi. Come una vicina troppo curiosa e pettegola fingeva di osservare le vetrine, ma era attento a ciò che i suoi amici facevano o dicevano, aiutato dal fatto che, essendo uno scheletro, non possedeva più occhi.
Ad un certo punto,  raggiunsero nella periferia della città poiché i loro compagni sarebbero dovuti giungere da quella direzione.
A differenza del centro, quel posto sembrava deserto e silenzioso. Grossi palazzi dalla vernice scrostata affiancava la via, che era pina d’immondizia. I gatti randagi facevano a gara per poter rovistarci con la speranza di trovare un bel pezzo di tonno o di carne.
“Oh,oh,oooooh… questo posto non mi piace..è troppo deserto.”
“Non siamo soli,Bones-chan.” Rispose Franky
Lo scheletro canterino non ebbe il tempo per capire le parole del Cyborg perché vennero circondati da un gruppo di uomini minacciosi. A quanto pareva non erano gli unici pirati approdati da quelle parti.
“Uh,uh … guarda chi abbiamo qui…la ciurma di cappello di paglia,pezzi grossi,uh?”
“cos’ è un gorilla?” chiese Robin serafica come sempre.
“Boh …” rispose Franky preparandosi a combattere.

Più che un combattimento sembrava una danza, erano agili, sincronizzati, veloci: un, due, tre,, ad un colpo di uno, corrispondeva il colpo di un altro, Robin immobilizzava i nemici, Franky li colpiva, se era il caso, schivava i colpi per entrambi.
Uno spettacolo magnifico. Per il quale Brook rimaneva strabiliato ogni volta, un fuoco si accendeva, orgoglioso di essere uno di Loro.
Si dava di fare, Brook, veloce, micidiale colpiva e i suoi nemici cadevano come foglie secche a terra.
Ci misero poco, forse non più di 10 minuti. Ma furono 10 minuti d’ estasi.
***
“Non..non ce ne avete lasciati neanche uno?”
Brook, Robin e Franky si votarono, e videro il resto della ciurma guardare loro, in mezzo a quel macello.
“Ha ragione Il capitano, avreste anche potuto aspettarci!  Un po’ d’esercizio ci voleva.” Sbuffò Zoro.
“Parla per te!” esclamarono in coro Nami ed Usopp.
Dovettero sentire la voce lamentosa di Rufy per un altro po’ fino a che, distratto da altro smise.
Si divertirono, mangiarono, beverono,  fecero provviste perché il giorno dopo avrebbero ripreso  il mare verso una nuova avventura.
Tornarono verso sera alla Sunny, Sanji preparò un'altra delle sue deliziose cene, fecero baldoria ancora un po’ finché Nami non ordinò a tutti di andare a letto.
Quella sera il turno di guardia aspettava a Robin.
Se ne stava in piedi guardando il mare con una tazza di caffè fumante. Nessuno sapeva dire con certezza cosa provava o pensava, Brook, quella sera riuscì ad intravedere un espressione di assoluta serenità.
Forse, una nuova luce, una più  a quella che i suoi compagni avevano acceso in lei. Brook ebbe la presunzione di conoscere chi o cosa, l’avesse accesa.
“Sera, Brook.”
L’aveva scoperto, forse con uno dei suoi occhi che faceva comparire.
“Oh,oh,oh,oh…mi avevi visto.”
“Cosa non ti fa dormire?”
Non volle rispondere subito. Pareva quasi di essere scortese e ficcanaso.
“Ti sei innamorato mai Brook?”
“Tanto tempo fa,nel West Blue. Ma è è passato molto tempo d’allora.”
Robin sorrise.
Brook, si fece audace e chiese:
“Tu?”
“Ora,sì.”
_______________
RINGRAZIAMENTI
eccomi di nuovo qui! rispondiamo subitissimo alle recesioniXD
Erichan: Frobin è una coppia stupenda ed è vero che di ff ce ne sono troppo poche, ma sono certa che guadagneremo terenno ù_ù sono molto felice che la storia ti sia piaciuta, o cercato al meglio di curare ogni particolare! cosa mi dici di questo?
angela90: Io e te la pensiamo uguale! è impossubile non accorgersi di questa coppia^.^ Ho scelto proprio quei momenti perchè sono i più raprresentativi, grazie a loro, che questi due personaggi si avvicinano e s'innamorano, ovviamente nella mia testa. Non sai quanto mi faccia piacere sapere che sono Ic, la mia più grande paura era quella di non rendere come meritano questi due personaggi. Per l'amore in One Piece, ti dirò, io preferisco che le cose rimagano come sono. Ma, credo che questo tu già lo sai. Ora mi sono cimentata in qualcosa di diverso, cioè vedere il rappotro tra Robin e Franky, dai occhi di Brook! cosa ne pensi?
giodian: felice che ti sia piaiuta! ed hai ragione, una buona storia ha bisgono di tempo per essere elaborata,beh non troppo, peròxD
tre88: ciao, cara! mi ha fatto molto piacere la tua recensione, ti ringrazio anche per avermi inserita nei tuoi autori preferiti, me molto onorta! spero di ricevere un tuo giudizio anche questa volta!
Ncl: va beh, non ci capiamo al volo, ormai, da tanto che ci conosciamo! sono felice che ti sia piaciuta anche se non segui più OP.
 Vi Vanish: Tu mi lusighi! come faccio? beh cerco sempre di metermi nei panni dei protagonisti, scegliere le parole giuste, poi molto intuito! sapere che mi segui, mi fa molto piacere, dimmi cosa ne pensi di questo nuovo capitolo.
Rigrazio, inoltre, chi ha inserito questa storia, fra i preferiti e i seguiti.
Al prossimo capitolo!
fanny87

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Capitolo 3
*** Falling in Love ***


Falling in Love

N/N
ben il nuovo capitolo è pronto per voi. Però non mi convince, ossia, è stato un vero parto, uno di quelli devastanti. vorrei sapere la vostra opinione in merito la sciando una piccola recensione, che sapete io gradsco con piacere!
Buona lettura!


Era abituata a lavorare a notte fonda: c'era calma , molto silenzio  e il buio aiutava i suoi pensieri a scorrere più veloci.

Stava studiando  i suoi appunti e cercava nel libro, che aveva acquistato quello stesso giorno, dei  nuovi riferimenti per ampliare la sua ricerca.
Era assetata di conoscenza, voleva sapere la verità, e nulla l'avrebbe fermata. Quando c'era una nuova storia che chiedeva di essere ascoltata e raccontata, per lei  era impossibile non rispondere a quel richiamo, era la sua natura.
Eppure, qualcosa la distraeva, un pensiero che sembrava tormentarla al quale non sapeva dare un nome.
Robin osservava  e cercava di capire quello che accadeva e le persone che incontrava, senza  più guardare  dentro di sé: aveva avuto sempre paura di scorgere quel mostro, quel demone che tutti vedevano in lei.
Era sempre andata avanti, senza più porsi domande, senza chiedersi dove stava andando, cercando di sopravvivere e scoprire cosa accadde durante i 100 anni di vuoto.
Costretta ad una vita in continua fuga, senza potersi mai fermare, costretta a vivere all’ombra di qualcuno in grado di proteggerla e scappare quando non poteva più farlo, aveva finito per perdere il suo sogno e la forza combattiva per realizzarlo.
 Era stanca, svuotata, senza essere più in grado di trovare i suoi perché:
Perché cercava i Poignee Griffe? per sua madre o per gli archeologi di Ohara? per sauro? O per se stessa, perché lei era un archeologa e  quello era suo compito in quanto tale, così da essere in grado di scrivere la storia?
Essere una archeologa significava cercare e ricostruire la storia passata che era andata perduta, perché le persone possano capire ciò che è accaduto dando un senso agli avvenimenti. Scrivere la storia per capire gli errori ed evitare che si possano ripetere.
Rufy le aveva ricordato, senza rendersene conto, che per raggiungere un obbiettivo bisogna crederci e sapere perché lo si vuole raggiungere. Non si può arrivare  ad una meta senza motivazioni.
 I suoi amici le avevano ricordato il perché del suo sogno. Erano riusciti a spingerla ed a guardarsi dentro senza avere più paura, a trovare le motivazioni del suo sogno.
Le avevano dato il tempore di quel affetto che le era stato donato.
La sua vita era cambiata, poco tempo prima, ed ora era iniziata un'altra evoluzione.
Forse non aveva tutte le risposte a quell’interrogativo, conosceva tuttavia, il colpevole di quel agitarsi del suo cuore: Franky.
Ne era sicura, al centro di quello strano stato d’animo c’era il corpulente carpentiere, come ne era certa che lui stesse provando la stessa calda agitazione.
Franky sorseggiava lentamente la bottiglia di cola guardando l’orizzonte piatto, erano rimasti approdati nel arcipelago di Turyn  da circa 3 giorni; Erano tre giorni di troppa calma che lo avevano costretto a pensare, e l’unico pensiero frequente riguardava Robin.
Robin era una donna  magnifica che coraggiosamente era riuscita a scacciare i demoni del suo passato, uscendo da quella oscurità che l’avvolgeva.
Gli piaceva pensare che un poco del merito aspettava anche a lui, nonostante si conoscessero da così poco.
Si stava innamorando di Robin, era evidente.
Non era un legame fisico, ma tutto spirituale, un legame profondo che nessuno tranne loro poteva capire.
Era strano, ma, sentiva Robin come quella parte di sé che gli era sempre mancata. Sentiva una strana sensazione ogni volta che pensava alla archeologa, una morsa allo stomaco, un desiderio profondo di abbracciarla per sentire cosa avrebbe provato nel farlo.
Aveva voglia di sentire quel corpo morbido e caldo ancora contro di sé; E il profumo di fiori che Robin emanava era ipnotico per lui.
Stava pensando a Robin ed ecco che lei compariva, avvicina dosi leggera senza far rumore.
“Robin?”
“Ti ho spaventato?”
“mpfh… un uomo super come me, non si spaventa.” Ricordò facendo il suo famoso balletto.
Robin ridacchiò: “tutto tranquillo?”
“yeah. Non stavi studiando a qualcosa?”
La donna scosse la testa.
“Per oggi basta, domani cercherò altre informazioni.”
“Non ti stanchi mai di voler conoscere, uh?”
“No. Neanche tu lo fai.”
Franky sorrise.
Robin aveva ragione, non avrebbero mai fermato la loro corsa, nessuno di loro.

Risposte racensioni:

Tre88: L'idea di brook mi è venuta per caso^_^ non lo so, lo vedo sempre in mezzo era impossibile che non se ne fosse accorto. grazzie mille per la recensione e per la fiducia. spero che il nuovo cap ti piaccia.
Angela90: brook come narratore è perfetto, sopratutto per una storia FrobinxD felcie che il capitolo ti sia piaciuto, spero anche questo ti sia di gradimento.
Erichan: mille grazie^^ sei molto gentile, cara. questo capitolo riprende il punto di vista dei personaggi principali, ma il prossimo capitolo sarà di nuovo dedicato al punto di vista della ciurmaxD
blu riza: felicissima che i capitoli ti piaccianoXD che mi dici di questo?

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