L’esperimento Lazarus

di KillerQueen86
(/viewuser.php?uid=93923)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a Londra ***
Capitolo 2: *** Festa movimentata ***
Capitolo 3: *** In costante pericolo ***
Capitolo 4: *** Benvenuta Martha ***



Capitolo 1
*** Ritorno a Londra ***


L’esperimento Lazarus

 

Note dell’autore: Per farmi perdonare dalla brevità degli ultimi due capitoli, sono riuscita a finire anche il capitolo dell’episodio “L’esperimento Lazarus” della mia terza stagione con Rose, spero vivamente che questo vi soddisfi più degli altri. Buon divertimento e ricordatevi di recensire

 

Capitolo 1

Ritorno a Londra

 

Martha era da sola nella stanza della console, il Dottore e Rose erano scomparsi nei corridoi, sospirò nel pensare al fatto che il Dottore non aveva occhi che per Rose, quando la biondina era nella stanza con loro, sembrava che lei non esistesse più. Del resto lo aveva capito fin da subito, quei due erano persi l’uno per l’altro, ma non capiva perché si ostinavano ancora a dire che erano semplici amici.

“Niente da fare, Rose.” Disse il Dottore contrariato entrando nella stanza, distraendo Martha dai suoi pensieri. La biondina gli era subito dietro.

“E dai Dottore.” Disse lei fermandosi insieme a lui, davanti a Martha senza neanche considerarla.

“Sono rimasta senza vestiti, ho bisogno di vestiti nuovi e puliti.” Disse incrociando le braccia al petto, Martha vide che gli occhi del Dottore indugiarono velocemente sul corpo della ragazza.

“Puoi farne benissimo a meno.” Gli rispose lui, arrossendo subito per la gaffe che aveva appena commesso.

“Voglio dire… hai un armadio pieno di vestiti che non metti più … inoltre l’armadio del Tardis è ben rifornito, lo sai.” Spiegò immediatamente, distogliendo lo sguardo da lei.

“Lo sai che non è solo per questo che voglio andare.” Continuò ad insistere Rose, l’altra assisteva senza capire la discussione.

“Ma che succede?” chiese Martha curiosa.

“Nulla.” Rispose il Dottore, concentrandosi sui comandi del Tardis.

“Il Dottore non mi vuole accompagnare da mia madre.” Spiegò invece Rose, sfidandolo con lo sguardo.

“Cosa? E perché” chiese Martha.

“Perché, ha paura di lei.” Disse sorridendo soddisfatta la ragazza, il Dottore alzò lo sguardo immediatamente.

“Non è vero.” Le rispose fingendosi offeso, Martha trattenne una risata.

“Hai paura di sua madre?” chiese ancora divertita.

“Mia madre, ha scoperto che siamo stati a Londra, e si è … come dire, leggermente infuriata, perché non siamo andati a trovarla.” Continuò a spiegare Rose.

“E lui ne ha paura?” chiese ancora l’altra ragazza, mentre il Dottore alzava gli occhi al cielo per disperazione.

“La prima volta che si sono visti, mia mamma gli ha tirato un sonoro ceffone.” Continuò a spiegare, Martha invece scoppiò a ridere.

“Ti piace proprio raccontare questa storiella?” si lamentò il Dottore, la biondina gli fece una linguaccia.

“Su Dottore, solo una visitina.” Lo implorò, mettendo il broncio come una bambina.

“D’accordo, hai vinto tu.” Disse sconfitto.

“Solo per un paio d’ore. Il tempo di una tazza di the.” Specificò tornando a giocare con i comandi del Tardis.

“Vado a prendere il borsone.” Gridò la ragazza uscendo dalla sala. Il Dottore sbuffò e poi si ricordò della situazione di Martha. Le aveva promesso un viaggio, ma come sempre le cose gli erano sfuggiti di mano, era arrivato il momento di mantenere quella promessa fatta.

 

Rose felice di poter riabbracciare la madre, tornò sorridendo nella sala della console, si stupì quando non trovò né il Dottore né Martha.

“Ma dove siete finiti?” chiese a voce alta, vedendo la porta aperta, si avventurò fuori, ritrovandosi in un minuscolo appartamento, il Dottore davanti a Martha che si guardava attorno, sul suo viso riuscì a leggere la sua delusione.

“Ehi, ma che fate qui?” chiese guardandosi attorno.

“Mi ha riportato a casa.” Disse Martha con delusione, Rose guardò il Dottore.

“Avevo promesso un viaggio ricordi?” rispose allo sguardo di Rose. La loro conversazione venne interrotta dallo squillo del telefono.

“Sono fuori lasciate un messaggio.” Risuonò la segreteria.

“Scusate.” Disse Martha imbarazzata.

“Martha? Ci sei? Rispondi per favore.” Disse la voce di una donna.

“E’ mia madre. La richiamò dopo.” Spiegò sempre più imbarazzata.

“E va bene, fingi pure di essere uscita se ti va.” Disse ancora la voce in segreteria, e i tre scoppiarono a ridere.

“Ti ho chiamato per dirti, che tua sorella è in televisione, al notiziario niente meno.” Continuò a dire. Martha prese di corsa il telecomando accendendo la tv, ignorando il resto del messaggio. Sullo schermo c’era un uomo anziano, circondato da giornalisti e alle sue spalle, una giovane ragazza di colore, sicuramente la sorella di Martha.

“Com’è finita Tish in tv?” si chiese a voce alta, mentre anche il Dottore si avvicinò alle due.

“Ha un nuovo lavoro. Pr per un laboratorio di ricerca.” Continuò a spiegare.

“Premendo un solo, singolo pulsante. Io cambierò interamente la vita umana.” Disse l’uomo alla televisione, a quel punto Martha spense la tv, ma Rose notò che il Dottore era sovrappensiero, colpito da quelle parole.

“Scusate. Stavi dicendo che hai promesso solo un viaggio.” Disse Martha tornando a guardare il Dottore.

“Già infatti, un viaggio avevamo detto.” Le rispose appoggiandosi al Tardis, Rose si mise accanto a lui.

“Penso che le cose ci siamo sfuggite di mano.” Continuò malinconica lei.

“E’ una cosa che succede sempre più spesso.” Riflette il Dottore, Rose l’abbraccio amichevolmente.

“Sono stata davvero contenta di conoscerti, Martha.” le disse sciogliendosi dall’abbraccio.

“Anche io. Hai il mio numero, ricordati di chiamarmi qualche volta.” Ricambiò con affetto, si voltò verso il Dottore.

“Grazie, di tutto.” Disse guardandolo.

“E’ stato un piacere averti a bordo.” Le rispose, intrecciò le dite con quelle di Rose.

“Vedi di trattarla bene.” Disse mentre li vedeva rientrare nella cabina, Rose e il Dottore si scambiarono un rapido sguardo, le sorrisero e rientrarono.

“Mi dispiace un po’.” Disse Rose, mentre si dirigevano verso la console, il Dottore però era assente, vedeva che stava pensando ad altro.

“Dottore, qualcosa non va?” gli chiese, mentre il Tardis si apprestava ad andare nel vortice.

“No, tutto bene.” Rispose ancora assorto nei suoi pensieri, Rose però non smetteva di guardarlo.

“Dottore?” lo richiamò ancora una volta. Scattò improvvisamente e riportò indietro il Tardis, Rose lo guardava più confusa che mai, lo vide correre verso le porte del Tardis aprendole di colpo. Parlò con qualcuno e decise di raggiungerlo, ritrovandosi di nuovo da Martha.

“Ma che succede?” chiese guardando il Dottore rientrando di nuovo nel Tardis, la biondina guardò verso Martha.

“Non chiedere a me.” Le rispose, le due seguirono il Dottore che stava guardando qualcosa sullo schermo della console.

“Non può essere, non ho mai sentito parlare di quel tizio. C’è qualcosa che non quadra.” Continuò a borbottare.

“Dottore, ti dispiace spiegare anche a noi?” lo richiamò Rose sempre più confusa.

“Non ora, devo capire chi è quel tizio.” Disse continuando a guardare lo schermo. Rose scosse la testa sorridendo, si avvicinò mettendosi davanti allo schermo, incrociando le braccia al petto.

“Rose, non posso leggere se ci sei tu davanti.” Disse con gentilezza.

“La ricerca può aspettare.” Le rispose lei con testardaggine.

“Hai promesso che mi avresti portato da mia madre.” Gli ricordò.

“Oh avanti Rose, una nuova avventura con Martha, sarà divertente.” Rispose invece lui, tentandola a fiondarsi in una nuova avventura.

“Prima andiamo da mamma.” Insistette lei, guardandolo dritto negli occhi. Il Dottore non ebbe altro modo che, rimandare la ricerca e portare Rose da Jackie, come promesso.

“D’accordo. Andiamo!” disse spostandosi, Martha li osservava con divertimento.

Appena il Tardis si fermò, Rose prese il suo zaino e corse fuori, Martha e il Dottore le furono dietro.

“Ma dove siamo?” chiese Martha guardandosi attorno.

“Powell Estate.” Le rispose il Dottore raggiungendo Rose, che si era fermata per aspettare gli altri due.

“Non fare quella faccia vedrai che staremo poco, te lo prometto.” Disse la biondina intrecciando le dite con quelle del Dottore riprendendo a camminare, Martha nel mentre si guardava attorno un po’ incredula.

“Tu vivi qui?” le chiese notando che il quartiere non era dei più confortevoli.

“Si, non è molto, ma è pur sempre casa.” Disse Rose un po’ risentita dall’espressione dell’altra ragazza.

I tre raggiunsero il piano dell’appartamento di corsa, Rose e il Dottore avevano deciso di fare una piccola gara di velocità, il primo che arrivava avrebbe avuto una doppia porzione di patatine, al ritorno sul Tardis, Martha aveva deciso di non partecipare alla gara, ma cercava di seguire i due per non perdersi tra i vari piani.

Il Dottore lasciò vincere Rose, solo per vederla sorridere.

“Ti ho battuto, ancora.” Disse raggiante la ragazza, quando arrivarono davanti alla porta di casa. Martha si appoggiò alla parete per prendere fiato.

“Voi due siete completamente pazzi.” Si lamentò tra il fiatone.

“Oh avanti, non erano poi così tanti piani.” Le rispose il Dottore, Rose prese dalla tasca della sua giacca la chiave di casa, che teneva sempre a portata di mano.

“Pronto ad affrontare mia madre?” chiese al Dottore mostrandogli il prezioso pezzo di metallo, lui alzo gli occhi al cielo.

“Su avanti, ho una ricerca da fare, ricordi?” si lamentò, Rose gli fece una linguaccia e aprì la porta.

“Mamma siamo noi, siamo tornati.” Urlò la ragazza entrando, non appena Jackie spuntò abbracciò la figlia il Dottore prese Martha e la spinse davanti a lui.

“Oh finalmente. Quanto mi sei mancata.” Disse la donna stringendola figlia.

“Anche tu mamma, mi sei mancata tanto.” Le rispose assaporando il momento.

“Come va Jackie. Ti presento una nostra amica Martha Jones.” Si affrettò a dire il Dottore, non appena le due Tyler si separarono.

“Salve, signora.” Salutò imbarazzata la ragazza, il Dottore ne approfittò per filarsela con Rose nel salotto.

“Lo sai che sei davvero tremendo.” Gli disse sottovoce mentre entrambi si mettevano seduti sul divano.

“Ehi tu, non pensare di cavartela così.” Disse la donna entrando seguita da Martha.

“Cosa ho fatto stavolta?” le chiese il Dottore con tono innocente.

“Non fare l’innocentino. Siete stati a Londra senza neanche passare per un saluto.” Lo accusò.

“Non è stata colpa mia.” Si difese il Dottore.

“Non è mai colpa tua.” Continuò la donna, mentre Rose avrebbe voluto sprofondare per l’imbarazzo che provava.

“Eravamo con Martha, non potevamo fermarci.” Continuò a difendersi, indicando l’ultima arrivata.

“Ehi non mettermi in mezzo.” L’avvertì la ragazza.

“Mamma,non è stata colpa sua, pensavamo davvero di fare solo un viaggio e poi ritornare a Londra, e così passare da te.” Intervenne Rose avvicinandosi alla madre, accarezzandole il braccio amorevolmente.

“Quindi anche tu viaggi, con questi due?” chiese Jackie cambiando discorso.

“Mi hanno portato un po’ in giro.” Rispose mettendosi seduta su una piccola poltrona.

“Ti abbiamo portato un piccolo regalo.” Disse Rose prendendo un sacchetto dal suo zaino, Jackie lo prese in mano iniziando a scartarlo. Rose aveva trovato un piccolo regalo nell’immensa soffitta del Tardis. Si trattava di un piccolo sopramobile, di vetro lavorato con la forma di una donna che cavalcava un delfino, su una onda. Il vetro rifletteva le luci creando dei perfetti giochi di luce.

“Non pensate che con questo dimentichi il fatto che siete stati a Londra e non siete passati di qua.” Si continuò a lamentare la donna. Il Dottore guardò l’oggetto sorpreso.

“Dove lo hai preso quello?” chiese alla ragazza non appena si mise seduta accanto a lui.

“Dalla soffitta del Tardis. Era tra la venere di Milo in miniatura e quello strano oggetto che abbiamo preso a Raxacolicofallapatorius.” Gli rispose, il Dottore lo guardò di nuovo, stavolta più allarmato.

“Ma quello è fatto di un cristallo molto particolare, che si trova solo su un lontanissimo pianeta.” Spiegò allarmato sempre mantenendo la voce bassa.

“E’ prezioso?” chiese Rose.

“Più di quanto immagini.” Le rispose.

“Bene, sarà il caso che non lo sappia mai.” Continuò la ragazza, il Dottore non poté fare altro che roteare gli occhi.

“Volete un po’ di the?” suggerì Jackie, riponendo l’oggetto accanto ad altri, sul camino.

“Volentieri.” Rispose Martha, subito seguita sia da Rose che dal Dottore.

In quel momento dalla porta entrò Mickey, non appena lo vide Rose gli si buttò al collo abbracciandolo.

“Che bello rivederti.” Disse abbracciandolo.

“Sapevo che eravate voi.” Disse il ragazzo sciogliendosi dall’abbraccio.

Mickey-Micky Smith.” Lo salutò il Dottore senza alzarsi dal suo posto.

“Boss!” Lo salutò facendo scontrare i due pugni come sempre, in quel momento il ragazzo si accorse della presenza di un'altra persona.

“Vedo che non siete soli.” Disse avvicinandosi.

“Martha Jones, piacere.” Salutò arrossendo un po’, Mickey le strinse la mano.

“Mickey Smith.” Ricambiò sorridendole.

“Detto anche Mickey l’idiota.” Aggiunse il Dottore ricevendo da parte di Rose una gomitata nel fianco, Jackie entrò nella sala posando il the sul tavolino.

“Ah ci sei anche tu.” Disse la donna notando Mickey.

“Vado a prendere un'altra tazza.” Disse uscendo di nuovo dalla stanza.

 “Quanto resterete stavolta?” chiese il ragazzo.

“Ripartiremo stasera.” Rispose Rose mentre Jackie rientrava.

“Così presto? Perché non rimanete per più tempo.” Si lamentò la donna mettendosi seduta.

“Mi dispiace.” Si scusò Rose.

“Stasera, comunque saremo ad una festa importante.” Annunciò  Martha.

“Quella del professore Lazarus?” chiese Mickey illuminando il volto del Dottore.

“Sai qualcosa di interessante?” gli chiese contento di potersi rimettere al lavoro.

“Non molto, solo notizie ufficiali. Lo tengo d’occhio da un po’.” Rispose con molta professionalità.

“Ti servirebbe qualcosa per scavalcare il sistema.” Disse tirando fuori il suo cacciavite sonico, Rose lo guardò inarcando un sopraciglio.

“Perfetto, ho anche portato il computer.” Disse il ragazzo.

“Oh Mickey, ritiro tutto quello che ho detto su di te.” Disse il Dottore, poi si voltò verso Rose che lo guardava come per rimproverarlo

“Naturalmente dopo il the.” Disse tornando al suo the.

“Ci sarà una volta che ci potremmo godere una visita a mamma con tranquillità.” Si lamentò sottovoce, senza smettere di sorridere.

Il Dottore, sorrise a Rose e senza rendersene conto le circondò le spalle con il braccio.

“Avanti Rose, so che anche per te sarà divertente.” Le disse ridendo, la ragazza ricambio il sorriso.

Il Dottore guardando Rose, dovette ammettere che in fondo, non gli dispiaceva questa loro routine. Il fatto di andare a trovare Jackie, stava diventando un’abitudine che iniziava a piacergli. Nonostante i loro battibecchi, si era molto affezionato alla donna e l’ammirava per come aveva cresciuto Rose, nonostante le tante difficoltà.

 

Fine I Capitolo

 

Revisione Agosto 2011

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Festa movimentata ***


Note dell’autore: Nessuna recensione al capitolo precedente :(

Comunque non mi perdo d’animo, eccovi il secondo capitolo, spero domani di poter aggiornare anche l’altra fan fiction. Voi non vi dimenticate di lasciare un segno del vostro passaggio, anche piccolino ;)

 

Capitolo 2

Festa movimentata

 

Martha seguì Rose nella sua camera da letto, per aiutarla a scegliere un vestito adatto per la serata. La camera non era molto grande, c’era un letto a due piazze al centro, con un grosso piumone, tutto sembrava in ordine, in attesa che la padrona ritornasse. Su una parete c’erano diverse foto, una attirò l’attenzione di Martha, era la madre di Rose con un piccolo in braccio, sicuramente Rose,  accanto un uomo dai capelli rossi, sicuramente il padre, si rese conto che la ragazza non aveva mai nominato il padre, neanche un piccolo accenno, neanche il Dottore lo aveva mai menzionato.

“E’ tuo padre questo qui?” chiese indicando l’uomo nella foto, Rose tirò fuori la testa dall’armadio e si avvicinò.

“Si.” Le rispose con un po’ di malinconia, ripensando al Pete del mondo alternativo, e a quanto era stato bello poter rivedere i suoi genitori, finalmente insieme e felici, anche se solo per poco.

“Dov’è adesso?” chiese riportandola alla realtà.

“E’ morto, quando ero molto piccola.” Le rispose allontanandosi di nuovo.

“Mi dispiace.” Si scusò Martha, sentendosi una perfetta idiota, nell’aver toccato l’argomento.

“Tranquilla, non è un problema.” Disse la bionda, continuando a cercare tra i suoi vestiti. Martha tornò invece a concentrarsi sulle foto, si fermò ad osservarne un'altra, era Rose insieme al Dottore, Jackie e Mickey, davanti al Tardis sotto la neve. Sorrise nel vederla, sembravano una vera famiglia, guardò verso Rose ripensando a tutte le volte che lei e il Dottore si comportavano come una coppia, il loro modo di cercarsi, si sostenersi, di capirsi anche con un solo sguardo, il modo in cui si sorridevano a vicenda. Li invidiava, avrebbe tanto voluto trovare qualcosa di così bello e speciale anche per lei.

“Niente, non c’è niente in questo maledetto armadio.” Si lamentò la ragazza, distraendo Martha dai suoi pensieri.

“Immagino che non hai trovato nulla.” Sottolineo avvicinandosi.

“Non vado spesso a serate del genere, anzi mai.” Disse mettendosi seduta sul suo letto, Martha la seguì.

“Pazienza, sul Tardis troverò qualcosa.” Disse sospirando.

“Non ti manca tutto questo?” le chiese improvvisamente, Rose si guardò intorno.

“A volte. Poi, però penso a tutto quello che c’è la fuori, alle meraviglie che ho visto da quando viaggio con il Dottore, e allora tutto passa.” Disse ricordando ogni viaggio fatto, ogni persona incontrata.

“Ne sei innamorata!” esclamò Martha con un po’ di nostalgia, Rose arrossì tutto in un colpo.

“E’ così evidente?” chiese imbarazzata.

“Anche un cieco se ne renderebbe conto.” Le rispose Martha con dolcezza, Rose sospirò.

“Dovrò sembrarti una vera stupida. Innamorarsi di un uomo, che non è nemmeno un essere umano.” Si lamentò la ragazza.

“Non credo che tu lo sia. Credo che invece quello che avete è qualcosa di speciale.” Continuò Martha.

“A volte non so neanche io cosa abbiamo.” Le rispose Rose, sorridendo, sdrammatizzando sulla sua delicata situazione con il Dottore.

La loro discussione venne interrotta da Jackie, che arrivò in camera per aiutare la figlia, a scegliere un vestito.

 

Il Dottore sbuffò per l’ennesima volta, per non essere riuscito a sistemarsi il papion, odiava indossare lo smoking, ogni volta succedeva qualcosa di brutto, all’ennesimo tentativo andato male, decise di gettare la spugna e chiedere l’aiuto di Rose, come del resto faceva sempre. Arrivò davanti alla sua camera e busso alla porta.

“Un attimo.” Le sentì urlare da dentro.

“Ho bisogno del tuo aiuto.” Disse tentando un ultima volta.

“Cinque minuti.” Continuò lei, il Dottore sbuffò ancora una volta.

“Stupido, inutile pezzo di st …” non riuscì a completare la frase, perché Rose aprì la porta e lui rimase a corto di fiato e parole non appena la vide. Indossava un semplice abito nero a gonna corta, che si incrociava dietro il collo, lasciando la schiena scoperta, da un ampia scollatura. Quell’abito sembrava essere stato disegnato per lei, accompagnava perfettamente ogni curva del suo corpo. Aveva raccolto i capelli, lasciando alcune ciocche libere attorno al suo viso.

“… Stoffa.” continuò soffocato, deglutendo lentamente.

“Allora, come sto?” chiese lei, imbarazzata e ansiosa del suo parere.

“Sei … bellissima.” Le disse ancora rapito, le sorrise dolcemente. Si dannava per non riuscire a trovare parola più adatta a quello che stava vedendo.

“Nonostante sia un essere umano?” lo punzecchiò, spezzando l’imbarazzo che quel complimento le aveva procurato.

“Beh, ritiro quello che ho detto, quella volta.” Le rispose, Rose si accorse che aveva il papion ancora disfatto.

“Te la stavi prendendo con questo povero pezzo di stoffa.” disse aiutandolo a sistemarlo.

“Lo sai che odio lo smoking.” Le disse in un sussurro. Erano così vicini, la guardava memorizzando ogni piccolo particolare del suo viso, mentre era concentrata a sistemargli il papion. Era così bella! Come faceva a resisterle.

“Ecco fatto, sei pronto!” gli disse alzando lo sguardo sul suo, indugiando ancora con le mani sul suo petto.

“Non so che faresti senza di me.” Scherzò lei in un sussurro.

“Credo che impazzirei.” Ricambiò lui con lo stesso tono, la vide mordersi il labro inferiore per nervosismo.

“Rose, Dottore vi muovete siamo in ritardo.” La voce di Martha spezzò quel momento perfetto, interrompendo di nuovo i due.

“Sarà meglio che andiamo.” Disse abbassando lo sguardo, allontanandosi da lui. Il Dottore le porse il braccio.

“Miss Tyler.” La invitò sorridendole, la ragazza si strinse al braccio e i due iniziarono a camminare.

 

Rose e Martha guardavano stupefatte l’uomo davanti a loro, il professore Lazarus era ringiovanito proprio davanti a loro, e nonostante tutto non riuscivano ancora a crederci.

“Non può essere lo stesso uomo. E’ impossibile deve esserci un trucco.” Disse Martha, senza staccare gli occhi dal professore, il Dottore era dietro di loro e guardava l’aggeggio che aveva reso possibile tutto.

“Oh non lo è. Magari lo fosse.” Disse il Dottore preoccupato.

“Cos’è successo allora?” chiese Rose.

“Ha cambiato integralmente la vita umana.” Le rispose il Dottore senza staccare gli occhi da Lazarus, che si pavoneggiava tra i giornalisti.

“Adesso che facciamo?” chiese Martha.

“Indaghiamo!” esclamò Rose guardando il Dottore che le accennò un sorriso complice.

“Oh si!” le rispose facendole l’occhiolino.

“Martha, vedi di scoprire qualcosa di più da tua sorella.” Disse il Dottore rivolgendosi alla ragazza che ancora fissava Lazarus.

“D’accordo.” Rispose allontanandosi.

“Noi che faremo?” chiese Rose.

“Parliamo all’interessato.” Le rispose prendendole la mano.

 

Rose aveva lasciato Martha e il Dottore fare le dovute ricerche scientifiche, mentre lei voleva dare un occhiata agli appunti personali del professore, si stava dirigendo direttamente al suo studio sicura che lì non avrebbe trovato nessuno che potesse disturbarla.

Le porte dell’ascensore si aprirono, mentre il professore si stava sistemando la cravatta, a quanto pare si era cambiato d’abito, Rose non sapeva che fare, come spiegare la sua presenza lì.

Ops … credo di essermi persa.” Disse imbarazzata guardandosi attorno.

“Credo che non ci abbiano presentato.” Disse l’uomo avvicinandosi, Rose si sforzò di sorridere e deglutì.

“Oh … beh … il mio nome non è poi così importante.” Disse, mentre l’uomo le prendeva la mano.

“Una ragazza così bella, non può no avere un nome.” Continuò l’uomo, baciandole la mano, Rose lo guardò disgustata.

“Rose.” Disse infine, ritirò la mano cercando di sembrare naturale e si spostò in avanti superandolo.

“Come mai non è di sotto a godersi la fama?” gli chiese, continuando a guardarsi attorno.

“Potrei fare la stessa domanda a lei.” Le rispose avvicinandosi ancora, inclinò la testa di lato.

“Lei è la compagna del Dottore, giusto?” chiese guardandola dalla testa ai piedi, si sentì terribilmente imbarazzata e vulnerabile in quel momento.

“Si, infatti. Mi sono allontanata per un attimo, e mi sono persa.” Disse ridendo nervosamente, abbassò lo sguardo e vide che dietro la scrivania c’era un corpo.

“Oh mio Dio.” Disse inginocchiandosi di corsa.

“Cosa è successo?” chiese riconoscendo nella salma di Lady Thaw.

“Oh mio Dio cosa le ha fatto?” chiese allarmata.

“Io non ho fatto nulla.” Le disse afferrandola per il braccio, Rose fece cadere la borsetta che aveva.

“Mi lasci andare.” Disse cercando di svincolarsi dalla presa.

“Ho bisogno di più energia, la sua era così poca. Ma tu … tu sei perfetta.” Disse  stringendo la prese, Rose riuscì a tirargli un calcio sullo stinco e a fuggire verso le scale, ma l’uomo le era dietro.

Il Dottore e Martha arrivarono nell’ufficio poco dopo.

“Questo deve essere il suo ufficio!” disse Martha, quando il Dottore accesa la luce.

“Si, ma lui dov’è?” si chiese il Dottore dando un occhiata a torno.

“Non lo so, proviamo a tornare …” iniziò a dire la ragazza ma si fermò di colpo, non appena notò a terra qualcosa dietro la scrivania.

“… Al ricevimento.” Disse spalancando gli occhi, non appena si rese conto che si trattava di un corpo, il Dottore corse subito in quella direzione, seguito dalla ragazza.

“E’ Lady Thaw.” Disse inginocchiandosi accanto al corpo.

“Lo era, ora è solo un guscio.” Specificò il Dottore.

“Svuotato di tutta l’energia vitale. Come spremere tutto il succo da un’arancia.” Spiegò il Dottore, ma la ragazza notò che a terra, accanto alla donna c’era anche un borsetta, le si gelò il sangue quando riconobbe la borsetta di Rose.

“Martha cosa c’è?” chiese il Dottore notando la sua espressione.

“Q … la borsetta.” Disse mostrandola al Dottore, che evidentemente non l’aveva riconosciuta.

“Questa borsetta è di Rose.” Disse in un sussurrò, il Dottore spalancò gli occhi, si alzò di scatto guardandosi di nuovo in giro allarmato, sperando di non trovare il corpo di Rose.

“Può essere che sia scappata.” Disse Martha, alzandosi anche lei. Il Dottore fece avanti indietro cercando di pensare, Rose era in pericolo, grave pericolo.

“Pensa, pensa dove potrebbero essere?” rifletté a voce alta, passandosi la mano tra i capelli.

“Certo!” urlò improvvisamente, prendendo il suo cacciavite sonico.

“Il dna fluttuante emanerà sicuramente un segnale.” Disse puntando il cacciavite attorno, fino a quando non ricevette un segnale dall’alto.

“Stai puntando l’ultimo piano.” Disse Martha.

“Il tetto.” Disse correndo via, seguito da Martha.

 

Fine

II Capitolo

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** In costante pericolo ***


Note dell’autore: Eccovi il terzo capitolo dell’episodio “L’esperimento di Lazarus” naturalmente compreso nella mia terza stagione con Rose.

Ringrazio ancora una volta BadWolfTimeLord per aver recensito tutte le mie storie e per il suo appoggio (ti ho mandato un e-mail, spero ti sia arrivata). Con la fine dell’estate spero vivamente di poter tornare ad aggiornare le mie storie più velocemente.

Buon divertimento!

 

Capitolo 3

In costante pericolo

 

Rose era rimasta intrappolata sul tetto, non sapeva dove altro andare, dietro di lei il cornicione. Doveva assolutamente escogitare un piano, qualcosa che le facesse guadagnare del tempo, almeno fino all’arrivo del Dottore, perché lei lo sapeva, lui sarebbe arrivato, come sempre.

“Avanti non fare la difficile. Vedrai che non sentirai nulla.” Le disse continuando ad avvicinarsi.

“E’ questo il cambiamento di cui parlava? L’intera umanità trasformata in mostri, che si nutrono di energia vitale?” lo accusò lei.

“Non capisci di cosa stai parlando, ragazzina.” Le rispose deridendola.

“Mi creda ne so più di quanto lei possa credere.” Gli rispose.

“E’ questo che pensava che sarebbe successo?” chiese ancora, indietreggiando.

“Credo che nella vita nulla è come te lo aspetti.” Le rispose.

“Non è forse questo il bello della vita.” Disse il Dottore da dietro il professore, non appena lo vide Rose sospirò sollevata.

“Oh il nostro misterioso Dottore, arriva giusto in tempo.” Disse con sfida Lazarus, voltandosi verso di lui.

“Stai bene Rose?” chiese invece ignorando l’uomo davanti a se.

“Sono stata meglio.” Gli rispose.

“Devo ammettere, che sono colpito dalla tenacia della sua compagna.” Disse avvicinandosi di nuovo verso Rose.

“Lasciala stare.” Lo minacciò digrignando i denti.

“Ha una carica vitale, da fare invidia a chiunque.” Disse annusandole i capelli, Rose chiuse gli occhi cercando di stare calma.

“Potrei diventare molto pericolosa, mi creda.” Cercò di reagire la ragazza, nascondendo la sua paura. Lazarus improvvisamente si allontanò contratto da un forte dolore, Rose ne approfittò per raggiungere il Dottore.

I tre assistettero al cambiamento dell’uomo in uno strano essere, assomigliante ad un enorme scorpione.

“Scappate!” urlò il Dottore stringendo la mano di Rose. I tre raggiunsero le scale  e il Dottore sigillò la porta con il cacciavite sonico per poi abbracciare Rose.

“Stai bene?” le chiese una volta separati.

“Si, tutto bene.” Disse per poi raggiungere Martha, davanti l’ascensore.

 

Rose e il Dottore uscirono dall’istituto seguendo la salma di Lazarus, che veniva caricato sull’ambulanza, non appena li vide Martha corse verso di loro.

“State bene?” chiese avvicinandosi.

“Tutto bene.” Rispose il Dottore, continuando a osservare la salma, mentre si scioglieva il papion.

“Tu stai bene?” chiese invece Rose, distraendosi.

“Tutto bene. Cosa è successo?” chiese osservando anche lei la salma.

“E’ finita.” Disse Rose pensierosa, il Dottore la guardò e le strinse la mano, sapendo che la ragazza era ancora scossa per tutto quello che era successo. La famiglia di Martha si avvicinò.

“Signora Jones, non abbiamo finito la nostra …” il Dottore non riuscì a concludere la frase, che la donna gli tirò uno ceffone, facendo scattare sia Rose che Martha.

“Ma che le prende?” chiese Rose sconvolta.

“Mamma.” La richiamò invece Martha.

“Voglio che entrambi state alla larga da mia figlia, ci siamo capiti?” li minacciò furiosa.

“Possibile che con tutte le madri finisce così.” Si lamentò il Dottore toccandosi la guancia.

“Queste persone sono pericolose, mi hanno raccontato delle cose tremende.” Continuò la donna verso la figlia.

“Tutto bene?” Rose chiese al Dottore ignorando la signora.

“Ti stai divertendo, vero?” le chiese con ironia.

“Oh, si!” esclamò trattenendosi una piccola risata.

“Guardati attorno, non si vede altro che distruzione, morte e distruzione.” Continuò la donna, Rose stava per rispondere, ma il Dottore le fece segno di lasciar stare.

“Ma che dici, loro ci hanno salvati.” Li difese Martha.

La loro discussione venne interrotta da un rumore metallico, tutti si voltarono nella direzione che aveva preso l’ambulanza, il Dottore e Rose si guardarono sapendo che si trattava di Lazarus, correndo in quella direzione, Martha li stava seguendo, ma venne fermata dalla madre.

“Lasciali andare.” Le disse trattenendola per un braccio, ma la ragazza si liberò e corse dietro a loro.

Arrivarono all’ambulanza, trovandola aperta, con le salme dei paramedici completamente risucchiati dall’energia vitale.

“Lazarus, tornato dalla morte, dovevo immaginarlo.” Disse il Dottore, mentre puntava in giro il suo cacciavite.

“Dove sarà andato?” chiese Rose.

“Da quella parte. La chiesa.” Gli rispose il Dottore puntando dietro all’ambulanza.

Seguendo il segnale entrarono nella chiesa, in silenzio e facendo attenzione a dove andavano.

“Credete sia qui?” chiese Martha dietro ai due.

“Secondo te?” le rispose Rose.

Attraversarono tutta la chiesa, fino a giungere dietro all’altare, dove inginocchio vestito solo dalla coperta dell’ambulanza, c’era Lazarus, con dei forti spasmi.

“Sono già venuto qui, mi sembra una vita fa.” Disse non appena li vide, il Dottore posò il cacciavite nella tasca e iniziò a girare attorno al professore.

“Pensavo che sarei morto quella volta, anzi ne ero sicuro.” Continuò il suo racconto, mentre il Dottore si fermava proprio davanti a lui.

“Mi sedetti qui. Ero solo un bambino, c’era il rombo degli aerei e le bombe cadevano.” Specificò.

“Il blitz.” Disse Rose in automatico, ricordando quando lei e il Dottore erano finiti in quella notte, il professore la guardò con scherno.

“Lo avrai studiato a scuola.” Disse con disprezzo.

“Oh, ma noi c’eravamo.” Disse il Dottore, riportando su di se l’attenzione del professore.

“Siete troppo giovani.” Gli ricordò l’altro.

“Anche tu.” Gli rispose con ironia il Dottore, riprendendo a camminare attorno a lui, mentre un altro spasmo lo invase. Il Dottore guardò in alto come alla ricerca di qualcosa.

“La mattina dopo, i fuochi erano spenti e io ero ancora vivo. Ho giurato che non avrei più affrontato la morte in quel modo, così senza difese. Io mi sarei armato, avrei combattuto, l’avrei sconfitta.” continuò con la sua arroganza.

“Quello che cercavi di fare oggi?” chiese il Dottore, continuando a girargli attorno.

“Quello che ho fatto oggi!” affermò ancora l’altro.

“E che mi dici delle persone che sono morte?” Lo accusò invece il Dottore.

“Erano niente. Io ho cambiato il corso della storia.” Disse con convinzione.

“Ognuno di loro poteva farlo. Pensi che la storia sia solo equazioni?” gli chiese con la rabbia che cresceva, Rose anche se distante dal Dottore, riuscì a vedere i suoi occhi scuri, come se lui, stesse tenendo a bada la tempesta in arrivo.

“Affrontare la morte fa parte dell’essere umano.” Continuò il Dottore fermandosi ancora una volta.

“No, Dottore, aggrapparsi alla vita con ogni vibra del proprio essere, fa parte dell’essere umano.” Gli disse, Rose si avvicinò lentamente al Dottore.

“Molti prima di me ci hanno provato, io semplicemente ho avuto più successo.” Continuò con arroganza, ma un nuovo spasmo lo fece urlare.

“Questo lo chiami successo? Guardati non controlli neanche il tuo corpo, stai mutando.” Gli disse invece il Dottore.

“Si ritrasformerà fra poco, cosa facciamo?” chiese Rose sottovoce.

“Se solo riuscissi a farlo salire sul campanile. Ho un idea che potrebbe funzionare.” Le spiegò sussurrando, Rose alzò lo sguardo verso l’alto, sapendo già come aiutare il Dottore, doveva solo aspettare il momento più indicato.

“Sei così sentimentale Dottore, forse lo scienziato ha lasciato il posto a qualcos’altro?” chiese con scherno voltandosi verso Rose, mentre il Dottore ritornava di fronte a lui.

“Nella vita non c’è solo la scienza.” Gli rispose, piegandosi sulle ginocchia.

“Una vita solo non basta. Immagina cosa potrei fare con due, tre vite a disposizione.” Disse.

“Non funziona così, certe persone fanno più cose in vent’anni, di altri che ne vivono ottanta. Non è il tempo che conta, ma la persona.” Gli rispose il Dottore.

“E se fosse la persona gusta? Che dono magnifico sarebbe.” Continuò Lazarus con un tono quasi di sfida.

“Che rovina!” gli rispose il Dottore, un'altra fitta avvolse il corpo di Lazarus.

“Dovrò nutrirmi fra poco.” Lo avvertì.

“Io non permetterò che accada.” Gli rispose senza scomporsi tanto. Questo, pensò Rose era il momento di agire.

“Perché perdi tempo con lui.” Disse Rose avvicinandosi, attirando su di se l’attenzione.

“Rose, non farlo.” La intimò il Dottore capendo le intenzioni della ragazza.

“Pensavo che eri me che volevi. Pensavo che la mia energia vitale ti faceva gola.” Lo provocò con voce suadente, il professore reagì immediatamente correndole contro, mentre lei e Martha corsero verso le scale.

“Che stai facendo?” chiese la bionda a Martha.

“Ti sto aiutando.” Le rispose mentre entrambe arrancavano le scale.

“Rose” urlò il Dottore.

“Non perdere tempo la torre.” Gli urlò lei. Le due continuarono a correre più che potevano, l’urlo di Lazarus le fece fermare.

“Hai sentito?” chiese Martha.

“Sta cambiando, prima  di quanto pensassi.” Le rispose Rose, riprendendo a correre insieme all’altra.

“Dove stiamo andando?” chiese Martha con il fiatone.

“In cima.” Le rispose l’altra.

“Ma perché?” chiese ancora non capendo.

“Il Dottore ha un piano.” Le rispose ancora un po’ più infastidita.

“Rose.” Sentì la voce del Dottore chiamarla, e si affacciò in uno degli archi.

“Dottore.” Lo chiamò indicandogli la loro posizione.

“Portalo in cima, proprio in cima, capito?” le specificò.

“E’ quello che stavo facendo.” Lo richiamò lei.

“Rose.” La chiamò Martha. Quando si voltò di nuovo verso la sua amica vide Lazarus avanzare verso loro.

“Scappiamo.” Disse Martha tirandola via. Arrivarono fino in alto, continuando a correre.

“Non c’è via d’uscita, come facciamo adesso?” chiese Martha mentre continuavano a muoversi.

“Ora tocca a lui. Sbrigati Dottore.” Disse guardando in basso.

“Perfetto, quindi siamo diventate delle esche.” Si lamentò, Rose alzò gli occhi al cielo.

“Martha devi fidarti, il Dottore sa bene cosa fare.” La richiamò.

“Signore!” le chiamò Lazarus mentre era proprio davanti a loro, Rose si mise davanti a Martha.

“Ti sembro forse una signora?” si lamentò Rose.

“Ti sembra il momento di pensare a una cosa del genere?” la richiamò l’altra, sottovoce.

“Sto solo cercando di guadagnare del tempo.” Le rispose sussurrando. Lazarus le scaglio contro la sua coda, rompendo le protezioni davanti alle due, la musica dell’organo invase la stanza, Rose evitando di essere colpita dalla coda cadde, aggrappandosi più che poteva alla base di legno.

“Rose.” Urlò Martha avvicinandosi  a lei.

“Maledizione Dottore, sbrigati.” Disse Rose cercando di resistere. Il volume della musica aumentò di colpo e non fu per niente piacevole, non solo disturbava Lazarus, ma anche lei.

Lazarus cadde nel vuoto, e non appena arrivò a terra la musica cessò, Martha prese il braccio di Rose, proprio prima che la ragazza cedesse.

“Ti ho presa, ti ho presa.” Le disse aiutandola a tirarsi su.

“Rose!” urlò preoccupato il Dottore da sotto.

“Stiamo bene.” Le rispose Rose dopo aver ripreso un attimo il respiro e iniziando a ridere.

“Ci ha messo un po’.” Disse Martha unendosi a lei nella risata.

“E’ più divertente così” le rispose non riuscendo a smettere di ridere, poi tornò seria.

“Grazie.” Le disse gentilmente.

“Andiamo o lo faremo preoccupare.” Le rispose aiutandola ad alzarsi. Una volta all’ impiedi, Rose corse giù per le scale, seguita da una Martha stanca e stravolta.

Arrivata giù, corse incontro al Dottore che l’abbracciò sollevandola da terra.

“La mia brillante e meravigliosa Rose.” Le disse stringendola, Martha li guardò addolcita da quella scena.

“Non mi hai mai detto che sapevi suonare.” Gli disse separandosi da lui.

“Oh, beh sai frequentando Beethoven, ho imparato qualcosina.” Le rispose con ironia senza lasciarle le mani.

“Soprattutto a suonare così forte.” Aggiunse Martha, separando i due definitivamente.

“Come?” rispose il Dottore, ancora un po’ stordito.

“Tutto bene?” le chiese poi.

“Si, voglio solo tornare a casa e farmi una bella doccia calda.” Rispose avviandosi verso l’uscita. Rose e il Dottore si guardarono.

“Non farmi più uno scherzo del genere, capito?” la richiamò lui dolcemente.

“Tranquillo non lo farò più.” Gli rispose sorridendo, il Dottore le porse la mano.

“Aspetta un attimo.” Disse, si tolse le scarpe e prese la mano del Dottore.

“Adesso possiamo andare.” Disse iniziando a camminare, il Dottore non riuscì a non ridere.

“Rose Tyler, sei incredibile.” Disse lasciandole la mano, per circondarle le spalle con un braccio, stringendola a se, mentre raggiungevano l’uscita.

“Prova tu a correre con tacchi così alti.” Si lamentò la ragazza uscendo dalla chiesa.

Fine

3° Capitolo

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Benvenuta Martha ***


Capitolo 4

Benvenuta Martha

 

Tornarono all’appartamento di Martha, dove avevano riportato il Tardis, dopo la visita a Jackie. Rose e il Dottore avevano sghignazzato per tutto il tragitto, ricordando le loro avventure più imbarazzanti. Martha li osservava da dietro, chiedendosi come riuscivano sempre a trovare il lato divertente delle cose.

Il Dottore inserì la chiave nel Tardis.

“Un'altra cosa che stava per avere il sopravento.” Disse Rose, mentre il Dottore si appoggiò alla sua navicella.

“Dovreste cambiare abitudini,  e fare più attenzione in futuro, e nel passato, o in qualunque posto vi troverete.” Rispose Martha.

“E’ stato divertente, però.” Disse il Dottore, la bionda gli tirò una leggere gomitata, e gli fece cenno con gli occhi.

“Oh, giusto! Che ne dici di un altro viaggio?” le chiese, la ragazza ci pensò su, guardando la cabina.

“No, scusate.” Rispose, i due si guardarono sorpresi.

“Pensavo che ti piacesse.” Disse ancora il Dottore.

“E’ vero, ma no posso continuare così, un viaggio per volta. Non ha senso, non voglio più essere solo un passeggero.” Le rispose, Rose sorrise e si avvicinò.

“Martha, tu non sei solo un passeggero, sei una nostra amica. Sarei felice se accettassi di venire con noi.” Le disse implorando.

“Davvero?” chiese.

“Certo.” Confermò Rose e la ragazza la abbracciò forte.

“Bene. Molto bene!” Aggiunse il Dottore sorridendo alle due.

“Volevi davvero lasciarmi da sola con questo qui.” Disse Rose con ironia, indicando il Dottore alle sue spalle.

“Ohi!” la richiamò il Dottore.

“Non credo che ti sarebbe dispiaciuto.” Scherzò Martha facendole l’occhiolino, Rose la guardò allarmata.

“Ohi!” la richiamò.

“Vado a prendere la mia roba.” Disse Martha allontanandosi, il Dottore guardò Rose.

“Dimmi la verità, ti sei stufata di me.” Scherzò il Dottore, mentre entravano nel Tardis.

“Non fare lo stupido.” Gli rispose facendogli la linguaccia.

 

Qualche ora dopo, Rose uscì dalla sua stanza dopo essersi fatta una lunga doccia ed essersi messa uno dei suoi pigiami super comodi. Anche Martha, aveva usufruito della doccia del Tardis, adesso era crollata nella sua nuova camera.

Il dottore era scomparso da un po’, non l’aveva più visto da quando erano partiti, era strano perché di solito la veniva a cercare in camera, per convincerla a fargli il the, o cosa più rara a offrirle delle patatine.

Doveva ammettere, che nella prima parte della serata si era divertita, lei e il Dottore avevano passato tutto il tempo a ridere e scherzare tra loro. In quegli ultimi tempi, sentiva il Dottore particolarmente vicino, e poi varie volte le era sembrato che lui la volesse baciare.

Alla fine, anche grazie all’aiuto del Tardis, lo trovò, nell’immensa biblioteca, era seduto ad un vecchio pianoforte che si trovava alla fine della stanza, era concentrato, aveva gli occhiali appollaiati sul naso, e stava leggendo uno spartito. Superò il piccolo salottino all’inizio della stanza, la piscina proprio che si trovava in mezzo, e arrivò da lui.

“Ehi.” Gli disse, attirando su di lei l’attenzione.

“Non ti ho svegliato, vero?” le chiese guardandola dall’alto in basso, lei sorrise.

“No, non ero ancora andata a letto.” Gli rispose mettendosi seduta accanto a lui.

“Come va la guancia?” chiese, notando che neanche stavolta era rimasto il segno dello schiaffo.

“Il dolore se ne andato.” Le rispose.

“Racconterai anche questa storiella, vero?” chiese divertito.

“Non lo so, solo se mi costringerai.” Gli rispose.

“Perfetto, la mia reputazione è finita.” Scherzò voltandosi verso lo spartito, Rose lo guardò ripensando alle parole che aveva usato la signora Jones. Non era certo la prima volta, che era accusato di portare morte e distruzione, e sapeva che ogni volta, nel suo cuore si apriva la ferita della guerra del Tempo, e lei non poteva sopportarlo.

“Quelle cose che ha detto la mamma di Martha.” Iniziò la ragazza seriamente, facendolo voltare verso lei.

“Non sono vere.” Continuò fissandolo intensamente negli occhi.

“Lo credi davvero?” chiese retoricamente.

“La cosa migliore della mia vita è stata quella di incontrare te.” Gli rispose, gli accarezzò la guancia dolcemente, tornò a sorriderle.

“Che cosa stai suonando?” gli chiese, cambiando discorso e guadando lo spartito.

“Oh, una vecchia canzone.” Le rispose sorridendole.

“Del tuo amico Beethoven?” scherzò lei, prendendo lo spartito, ma vide che si trattava di una canzone di Elvis, e non una qualsiasi, ma era I Can’t Help Falling In Love With You, la sua preferita.

“E’ la mia preferita.” Gli ricordo entusiasta.

“Lo so.” Le rispose lui.

“E la sai suonare?” gli chiese speranzosa.

“Ci posso provare.” Le disse riprendendo lo spartito, lo sistemò sul leggio e si preparò a suonare.

“Stupiscimi Dottore.” Lo sfidò facendo spuntare la lingua tra i denti.

Il Dottore iniziò a suonare e Rose rimase più che sorpresa, rimase letteralmente senza parole, era incredibile la stava suonando. Appoggiò la testa sulla sua spalla avvicinandosi ancora a lui, gustando il suo dolce profumo e la sensazione che le trasmetteva quella musica così meravigliosa, godendo di quel perfetto e meraviglioso momento insieme al suo Dottore.

 

Fine

 

 

Revisone Settembre 2011

Vi ricordo la pagina Facebook: http://www.facebook.com/pages/KillerQueen86/161552900568131?sk=wall

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=548250