Unfaithful' s Requiem di Lyam (/viewuser.php?uid=52118)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The sound of Rain ***
Capitolo 2: *** Over the sky where I fly ***
Capitolo 3: *** Profumo ***
Capitolo 4: *** Against a nightmare... ***
Capitolo 5: *** Scar' s Memory ***
Capitolo 6: *** Il Passato 1: Un' orfana ***
Capitolo 7: *** Try (parte prima) ***
Capitolo 1 *** The sound of Rain ***
Primo capitolo completo U'sR
Il
rumore della pioggia...
...
Era come un fischio che non finiva mai.
Risuonava
nella testa, come un sussurro persistente e acuto che cancellava ogni
altro rumore...
....
Quello delle foglie che cadevano.....
....
Quello dei passi malfermi che inciampavano nelle pozzanghere e nelle
radici...
I
canti e le orazioni funebri ormai non si sentivano più, solo
un lieve eco nelle orecchie, musiche e parole che conosceva a memoria
da quand' era nata; erano svanite inseme all'odore dell'incenso e dei
fiori di ciliegio, insieme al tepore del sole, insieme agli ultimi
anni.
Tutto
ciò era svanito.
Scomparso.
Non
c'era -e non ci sarebbe stato- più.
Quando
ormai fu certa che era lontana, finalmente si fermò.
La
ragazzina -non poteva avere più di quindici o sedici anni-
si
appoggiò stanca contro un albero, la corteccia fradicia e
scivolosa le lasciava attaccata alla mano della resina, ma non ci
fece caso.
Il
respiro era affannoso, qualcosa di pungente le provocava dolore alla
gola, le gambe tremavano e non riuscivano più a reggere il
corpo magro.
Crollò
in ginocchio fra le felci piegate dalla burrasca e lì
rimase,
le ginocchia che affondavano nel terriccio pregno d'acqua.
"
Uno spillo nel cuore...
Lui...
Era morto... "
Alcune
lacrime non riuscì a trattenerle, e queste scivolarono lungo
il viso e si mischiarono alle gocce di pioggia, salate e calde.
Calde...
Calde...
"Calde...
Come
le mani del Maestro..."
"-Vieni
piccola mia!- le tendeva una grande mano abbronzata, che la bambina
prese titubante, quasi avesse paura che si trattasse di una semplice
ed effimera illusione...
Ma..
Al
tatto, la pelle del Maestro era calda e piacevole... morbida come i
petali di ciliegio...
Gliela
strinse con forza, desiderando assorbire tutto quel dolce calore..."
Quella
del Maestro nel giardino illuminato dal sole fu un'immagine che le
trasmise forza, la spinse a tirarsi in piedi, reggendosi all'albero,
e guardare avanti, verso Sud, dove, le aveva assicurato il Maestro,
avrebbe trovato un villaggio, e la salvezza.
Salvezza...
Salvezza...
....
Lei...
....
Avrebbe mai ottenuto la salvezza, per tutto ciò che aveva
fatto?
....
Avrebbe mai ottenuto la salvezza, dopo ciò che aveva deciso
di
sacrificare... per lui?
....
Avrebbe mai ottenuto la salvezza, dopo quello che era diventata?
Sarebbero
state quelle, le domande che l'avrebbero accompagnata sempre, giorno
e notte, negli anni a venire.
Cullando
le sue notti insonni, portando conforto alle sue giornate di pianto.
In
quelle domande che necessitavano di una risposta, ma che era quasi
impossibile per lei trovarla, si sarebbe rifugiata tutte le volte che
la nostalgia per quell'uomo sarebbe stata troppo forte, quando
l'amore incancellabile per lui sarebbe esploso in tutta la sua
sofferenza.
Sistemandosi
il kimono, tagliato in fondo frettolosamente con un coltello per
facilitare la fuga, dall'interno della manica sinistra sbucò
appena un lembo di stoffa, una minuscola parte di cordicella rossa,
che la ragazzina ripose in fretta sotto la stoffa, al riparo dalla
pioggia.
Non
si doveva bagnare, non doveva essere scalfito in alcun modo e non
doveva mai, - mai -, essere infranto il sigillo.
E
lei lo doveva proteggere, sempre e comunque.
Quell'oggetto.
Gli
ultimi ordini del Maestro. E lei intendeva ubbidirvi.
Anche
perchè....
Quel
sigillo...
...
Era l'unico che poteva salvarla dalla pazzia.
Il
potere di quell'oggetto...
...
Era come un cancro che si cibava dell' energie di chi lo usava.
Lei,
una semplice sedicenne -una bambina cresciuta troppo in fretta-, che
in vita sua aveva conosciuto solo due volti amici...
....
Sarebbe stata in grado di adempiere a quel dovere?
"L'uomo
serrò la mano su quella piccola di lei.
Kohai
lo avvertì, anche se lui tentava di schermarsi al suo
potere,
avvertì tutta la sofferenza del Maestro, e in quell'attimo
seppe che mancava poco alla fine
-Promettimi
che lo farai... mia piccola Kohai...-"
....
Sì.
Ce
l'avrebbe fatta.
La
ragazzina riprese a camminare, non curandosi degli abiti e dei
capelli bagnati.
Il
rumore della pioggia...
...
Era come un fischio che non finiva mai.
Risuonava
nella testa, come un sussurro persistente e acuto che cancellava ogni
altro rumore:
Quello
delle foglie che cadevano,
quello
dei passi malfermi che inciampavano nelle pozzanghere e nelle
radici...
Quello
dei suoi singhiozzi che si mischiavano al fruscio delle felci,
piegate
dalla pioggia.
-
1
-Un'
altra nevicata fuori stagione- osservò l'oste, pulendo con
un
cencio un boccale vuoto e guardando verso la finestra. I quattro
ragazzi seguirono il suo sguardo: gli alberi, i tetti delle case e le
strade erano di un candore immacolato, i vetri delle finestre
leggermente appannati. Erano arrivati al villaggio qualche ora prima,
dopo aver viaggiato nel nulla più assoluto per tre giorni,
braccati dai demoni e dalla stanchezza.
Quand'
erano giunti in quel paese, non avevano faticato a trovare una
locanda; giusto il tempo di entrare, e all' esterno avevano
cominciato a cadere i primi fiocchi; i camerieri avevano acceso in
fretta i due camini e i numerosi bracieri che in quel momento
scaldavano l'immensa sala da pranzo.
-Comincio
a chiedermi che stia succedendo al nostro povero clima... E dire che
fra poco sarà estate!- proseguì l' uomo,
scuotendo
appena il capo; aveva raggiunto quei quattro stranieri per chiedere
le ordinazioni, e poi perchè di quei tempi era raro
incontrare
dei forestieri, con tutte le storie che circolavano sui demoni che
assaltavano carovane e viaggiatori di vario tipo: era abbastanza
incuriosito da quel quartetto.
-Qui...-
Hakkai spostò lo sguardo dal panorama all'oste -... non
nevica
spesso?-
-Rarissime
volte in inverno, ma si tratta di casi eccezionali. Erano anni che
non vedevo una nevicata così- ammise l'interpellato; -ma...
voi venite da tanto lontano?- chiese poi, cedendo alla
curiosità;
il demone dagli occhi verdi sorrise un pò imbarazzato -ehm,
bè, ecco, sì... diciamo che il nostro
è un
"viaggio d'affari"...- Goku e Gojyo lo guardarono un pò
incuriositi, mentre Sanzo si limitò ad accendersi una
sigaretta e a guardare l'uomo in piedi di fronte a loro; al
locandiere sembrò bastare quella risposta e si
allontanò
scuotendo il capo e borbottando: -andando avanti così, i
raccolti andranno a farsi benedire...-
-"Viaggio
d'affari"?- chiese poco dopo il rosso, ridacchiando appena
-amico, la prossima volta ricordami che tocca a me, dare le
spiegazioni!-
-Sul
momento non sapevo cosa dire!- si giustificò Hakkai con un
sorriso -e poi non dobbiamo dare troppo nell'occhio, ricordatelo-
-Non
dare nell'occhio? Una battaglia persa in partenza, con un kappa e una
scimmia....-
-Coooosa?!-
-Razza
di bonzo stempiato, ma come osi?!-
-Hai
intenzione di morire?!-
-Vi
prego, calmatevi!- il demone dagli occhi verdi riuscì a
frenare l'ennesima lite -ricordatevi l'obiettivo "non dare
nell'occhio" sopra citato...- e sorrise conciliante ai clienti
al tavolo vicino -state tranquilli, signori, i miei amici stanno solo
scherzando...!!- e nel frattempo con una mano bloccava quella di
Sanzo che già calava sulla Shoreiju.
I
tre si risedettero, e dopo qualche minuto ritornò la calma.
-Passando
ai discorsi seri....- fece dopo un pò Gojyo, senza
distogliere
lo sguardo dal paesaggio all'esterno.-questa nevicata.... E' un altro
effetto dell'anomalia?-
-Probabile-
rispose Sanzo, portandosi la sigaretta alle labbra -così
come
i deserti sono avanzati a Est, allo stesso modo in queste regioni
centrali nevica sempre più spesso. L'anomalia sta facendo
impazzire il mondo... Però...-
-Però
noi non ci possiamo fermare, dico bene?- lo interruppe tranquillo il
mezzodemone. -Esatto- rispose il monaco -dobbiamo raggiungere
l'Ovest, anche ignorando ciò che può distruggere
queste
regioni...- nessuno rispose, e calò il silenzio.
Allora
Goku, che non aveva seguito minimamente il discorso,
allontanò
l'ennesimo piatto svuotato e si voltò verso gli amici come
se
li vedesse per la prima volta -ehi, ma di che stavate parlando?
Perchè quei musi lunghi?-
Hakkai
ridacchiò appena, mentre Sanzo cercava di trattenersi dal
sfoderare l'harisen e Gojyo commentava: -sei proprio un idiota sai?-
-Ma
come ti permetti, razza di....!- ma il rosso gli tappò la
bocca con una mano senza troppa gentilezza e si allungò
dalla
sua sedia, verso un tavolo poco lontano: la sua attenzione era stata
attirata da un giovane cameriere che un pò in imbarazzo
stava
facendo una predica a una cliente, con tutta probabilità
abituale.
-Miss
Serina, non pensate di stare esagerando con tutto quel sakè?-
Il
mezzodemone continuò a fissare incuriosito, cercando di
scorgere almeno in parte il viso della ragazza, mentre qualcuno
borbottava:
-A
quest'ora una donna così bella tutta sola a bere
sakè...-
-Ormai
non ci sono più le signore di una volta... ai miei tempi...-
-Nonno,
finiscila...-
-E'
miss Serina- fece una cameriera non troppo lontana dai ragazzi -viene
qui tutte le sere, ormai dai qualche anno. E' sempre molto gentile,
una donna riservata. I figli dell'oste l'adorano...-
Qualcuno
obiettò seccato, ma tutto i brusii, che avevano suscitato
l'attenzione dei quattro, e che man mano erano cresciuti, vennero
interrotti da una voce femminile che tratteneva appena una risata -so
badare a me stessa, Yuei! Mi hai mai vista forse ubriaca?-
-Ehm,
bè, no... però...- il cameriere si
scostò
leggermente, ancora più a disagio di prima, forse
imbarazzato
dal bel sorriso della donna, e Gojyo esultò -oh oh, quella
sì
che è un vero splendore!!- riuscendo finalmente a vedere la
sconosciuta; doveva essere una sua coetanea, i lineamenti fini ed
eleganti. Il viso era ovale, di un colore caldo e rosato; i capelli
si fermavano alla linea delle guance, in un caschetto lucido e
castano e copriva l'occhio destro, mentre il sinistro era di un
castano intenso quasi nero, il colore del caffè. Vestiva
quello che sembrava un corpetto di morbida stoffa rosata lavorato con
cuoio; una corta giacca che copriva appena le scapole si allargava
nelle maniche, come quelle di un kimono, sino a coprire le mani, ed
era di un nero che nelle maniche sfumava al rosso.
Tutto
il ventre restava scoperto, mentre dalla vita ingiù scendeva
una gonna dello stesso colore del corpetto, con in fondo dei decori
floreali, che copriva le gambe lunghe e tornite. Alla vita era
appuntato un grosso giglio tigrato, dai petali aranciati rigati di
nero(1)*. La donna calzava un paio di sandali tipicamente giapponesi,
e nell'insieme irradiava un'aura sicura di sè ed
elegante(2)*.
Alla
fine il cameriere aveva lasciato perdere e se n'era andato, lasciando
la giovane donna sola con la sua ennesima bottiglia di alcolico;
anche il brusio era andato pian piano sciamando.
-Sei
il solito pervertito di un kappa- commentò cinereo Goku,
guardandolo male, avendo notato il modo in cui l'uomo guardava la
sconosciuta.
-Di
fronte a una bellezza simile, anche tu dovresti rimanerne sconvolto!-
ribattè Gojyo -per questo mi preoccupi un pò. Non
sarebbe ora che cominciassero a interessarti la bambine, piccola
scimmia?-
-Non
trattarmi come un moccioso!- esclamò il ragazzo, balzando in
piedi -solo perchè non sono un kappa arrapato come te, che
alla prima ragazza carina che vede va in fibrillazione, questo non
significa che...!-
-Se
evitaste di urlare...- fece impassibile Sanzo.
-...
Ve ne saremmo davvero grati!- concluse sorridendo Hakkai -anche
perchè non siamo troppo lontani dall' "oggetto"
della vostra conversazione, e in questa stanza c'è molto
rimbombo...-
Bloccati
come statue di sale, Goku e Gojyo guardarono verso l'altro tavolo: la
donna che doveva chiamarsi Serina li stava guardando un pò
incuriosita. Inclinò appena il capo, abbozzando un sorriso,
verso i ragazzi , che si affrettarono a risedersi e darle le spalle.
-Che
figura...- borbottò Goku.
-Siete
una coppia di imbecilli- commentò senza mezzi termini il
bonzo, mentre Hakkai sorrideva imperturbabile.
***
-
" Il volto squadrato e scuro dell' uomo si addolcì in un
sorriso, mentre rivolgeva lo sguardo verso la finestra -ah, guarda
Kohai! Finalmente ha smesso di nevicare!!-
La
bambina alzò lo sguardo dalla sua pergamena; erano rari i
momenti in cui poteva stare sola col Maestro, ed era sua intenzione
dimostrargli che era bravissima a studiare e ripetere la lezione. Ma
l'uomo in quel momento era molto più interessato a
ciò
che accadeva là fuori: raggiunse la finestra e le fece cenno
di raggiungerlo. -avanti Kohai, vieni a vedere!-
La
bambina scese dalla sedia e raggiunse il Maestro.
Ciò
che c'era fuori la stupì: tutto era bianco.
Bianchi
i tetti, bianchi gli alberi, tutto ciò che vedeva lo trovava
bianco, immacolato.
Incredibile.
-Che...
che bello...- mormorò Kohai, sincera. Il Maestro le sorrise
-farà freddo, quando usciamo nel cortile vedi di coprirti-
Uscire?
Kohai
si voltò verso l'uomo -usciamo nel cortile?!-
Da
quant'era che non stava un pò all'aria aperta?
Non
le facevano mai lasciare le stanze del Tempio...
Ogni
giorno vedeva tutti i bambini all'esterno che giocavano, studiavano,
o pulivano il cortile dalle foglie...
Lei
mai...
Il
maestro annuì e le accarezzò i capelli -hai
bisogno di
respirare un pò d'aria fresca... Sei pallida come uno
spettro,
bambina!- aggiunse ridendo.
Lei
arrossì appena, e di colpo il Maestro le parve un uomo
qualunque, non ciò che rappresentava per i monaci; un
semplice
uomo appena trentenne che aveva intenzione di portare nel cortile
innevato a divertirsi la piccola trovatella di sei anni e mezzo... "
-
Serina
versò ancora del sakè nel suo bicchiere, mentre
si
voltava verso la finestra.
"La
neve..."
Sospirò
appena, appoggiando il mento sulla mano sinistra. La luce della
candela sul tavolo tremolava leggermente, riempiva di ombre il
piccolo fiore nel bicchiere di fronte a lei. La porta della locanda
sbattè, e la donna rivolse la sua attenzione al ristorante:
era ormai quasi deserto, ma d'altra parte era mezzanotte passata;
c'erano più pochi uomini al bancone, un gruppetto a un
tavolo,
prima chiassoso, ora più tranquillo, e infine quei quattro
uomini.
....
Già, quei quattro: il monaco, il ragazzo moro, il
mezzodemone
e il ragazzino dagli occhi dorati.
Un
demone prima umano... un uomo... un mezzodemone... E un demone
eretico...
Che
strano gruppetto, pensò un pò divertita,
osservandoli
meglio. Avvertì un leggero fischio alle orecchie, e la sua
vista sembrò appannarsi per un attimo...
...
Erano vicini.
Si
massaggiò la fronte con le mani, se andava avanti
così
le sarebbe venuta una terribile emicrania...
"Voglia...
di cibo...
Voglia...
di sangue... carne...
Vittime...
umane... Esseri umani, teneri da sgozzare... facili e divertenti da
uccidere... da plagiare... da torturare...
In
capo a qualche ora..."
Serina
scrollò con forza la testa, quasi volesse espellere qualcosa
al suo interno. No, no, non doveva lasciar entrare quelle
sensazioni... Non doveva lasciarsi sconfiggere...
I
demoni... solo i demoni fuori dal villaggio provavano una cosa
simile...
Solo
loro...
Lei
no...
No...
"NO!!!!"
La
donna sospirò, bevve un altro sorso di sakè,
tentò
di calmarsi, e decise di concentrare la sua attenzione su quei
quattro, che tanto la incuriosivano. Che strano, non riusciva neanche
a sfiorare le loro menti; se avesse voluto, avrebbe potuto sondare
l'anima di ogni singolo cliente in quel locale.... Ma invece, quei
quattro... Resistevano alla sua magia...
Li
guardò con più attenzione.
Stavano
giocando a carte, e il tavolo era ingombro di bottiglie e lattine
vuote; doveva essere successo qualcosa, perchè il rosso e il
ragazino se le stavano dando di santa ragione, e il bonzo era
riuscito a fermarli solo tirando due colpi con la pistola che teneva
con sè.
Lo
sguardo di Serina cadde sul sutra posato sulle spalle del monaco.
Un
sutra...
Un
monaco... Sanzo...
Un
Sanzo...
"-Promettimi
che lo farai... mia piccola Kohai-
-Sì,
Maestro!-"
****
-Allora,
che ne dite se andassimo a domire?- chiese Hakkai, raccogliendo le
carte sparse sul tavolo e riordinandole.
-Cosa?!
E' appena mezzanotte!!- protestò Gojyo -mica siamo dei
vecchietti o dei poppanti!!!- l'amico gli fece semplicemente cenno
col capo e il rosso si voltò: Goku russava beato sul tavolo,
mentre la testa di Sanzo, seduto dritto, ciondolava. Il mezzodemone
sospirò -ma chi me l'ha fatta fare di viaggiare con 'sti
qui?
Va bè, voi andate pure a dormire, ma io...- il suo sguardo
cominciò a vagare nella stanza semi deserta, soffermandosi
infine sulla figura della donna chiamata Serina che si versava
l'ennesimo bicchiere di sakè -... mi cercherò un
pò
di compagnia per stanotte. Anzi, l'ho già trovata! Non si
può
lasciare una bella donna sola a bere sakè, giusto? Non
aspettatemi alzati!-
Hakkai
si limitò a sorridere e scuotere il capo, per poi andare a
svegliare Goku e Sanzo, mentre il rosso si alzava e si avvicinava al
tavolo di Serina.
-Scusa...-
la voce bassa e calda di Gojyo attirò l'attenzione della
ragazza, che alzò gli occhi dal suo bicchiere e
guardò
l'uomo. Così da vicino, il ragazzo rimase per un attimo
affascinato dall'unico occhio che vedeva (l'altro coperto quasi dai
capelli) dello stesso colore del caffè. Il viso, di un
colorito sano per natura, era perfezionato da un leggero trucco
naturale, le labbra piccole e piene e appena colorate di rosa.
-sì?-
fece piano la ragazza; la voce era vibrante e calda, resa
così
forse dall'alcol.
-Ti
ho vista tutta sola a quest'ora, così...- Gojyo era
intenzionato ad usare anche tutte le sue tecniche, pur di portarsi a
letto una bellezza simile -... così ho pensato di tenerti un
pò di compagnia...- indicò la sedie di fronte a
lei
-... posso?-
Serina
lo guardò per pochi istanti, poi sorrise. La curva della
bocca
era dolce, ma la donna sorrideva senza esagerare. Tutto in quel corpo
sapeva di autocontrollo, e aveva un che di "cauto", ragionò
il mezzodemone; troppo gentile, o troppo intimidita, per mandarlo a
quel paese, eppure non così "leggera" o frivola per
lasciarlo accomodare lasciando intendere altro, senza smettere di
sorridere s'allungò appena verso il ragazzo e rispose:
-direi
che per stasera dovrai rinunciare, sai? E poi...- gli fece cenno con
la testa, e Gojyo si voltò verso i suoi amici: Hakkai s'era
caricato sulle spalle Goku, che dormiva beato, ma riusciva a stento a
reggerlo, mentre Sanzo minacciava di crollare e addormentarsi sulle
scale.
-....
E poi credo che il tuo amico abbia bisogno del tuo aiuto...!-
concluse la donna con una mezza risata; Gojyo sospirò -non
è
la mia giornata fortunata, direi. Bè...- si voltò
e le
fece l'occhiolino -... vorrà dire che ci rivedremo presto...-
Serina
sorrise -direi di sì. Allora...- alzò la mano
destra e
agitò le dita come saluto -... ci vediamo-
Il
rosso sorrise e fece un cenno col capo -ci vediamo- girò sui
tacchi e s'incamminò.
"E
anche per stasera dovrò accontentarmi di dividere la stanza
con tre uomini...."
-Riposati
più che puoi, stanotte!- da dietro gli giunse chiara e
limpida
la voce della donna...
-...
Perchè non avrai un risveglio piacevole- aggiunse una voce
più
bassa.
Il
mezzodemone si fermò e guardò verso la ragazza.
"Ma
che...?"
Eppure,
quando si voltò, vide Serina intenta e bere l'ennesimo
bicchiere di sakè, e quando ingoiò si
voltò
nuovamente verso Gojyo e ripetè il saluto di prima, stavolta
con un sorriso più cordiale.
Il
ragazzo scosse il capo e raggiunse gli amici.
"Devo
essermi sbagliato"
***
-
" -Così, alla fine... seri riuscita a leggere il mio
passato....-
-Perdonatemi...
perdonatemi, Maestro...- la ragazzina singhiozzava inconsolabile sul
corpo stanco e stravolto dal dolore dell'uomo, che con le ultime
forze posò una mano sui suoi lunghi capelli castani, e
abbozzò
un sorriso -non... non piangere... mia piccola Kohai...-
-Maestro!-
-Lo
so, lo so, hai ragione, non ti piace essere chiamata "piccola"...
ma ai miei occhi, appari ancora così giovane e inesperta del
mondo...-
La
ragazzina alzò gli occhi scuri verso l'uomo coricato davanti
a
lei; la penombra della stanza gli conferiva un'aria ancora
più
malata, scavava ancora di più nei solchi sul suo volto
stravolto e magro; d'improvviso il Maestro si tirò a sedere
e
cominciò a tossire; dalla mano colò un rivolo di
sangue, e Kohai fu pronta a porgergli un fazzoletto e dell'acqua
-Maestro mio!- gemette; in parte il dolore dell'uomo l'aveva colpita,
ma soprattutto era il suo dolore, strettamente personale, di doverlo
perdere, che la distruggeva.
Ma
l'uomo rifiutò entrambi con la mano libera -non
c'è
più... tempo... Kohai...- " -
****
La
neve infine si era tramutata in una lieve pioggerellina; Goku e Gojyo
russavano pacifici, mentre Sanzo s'era acceso una sigaretta e
guardava fuori dalla finestra, imitato da Hakkai.
-La
pioggia...- fece piano quest'ultimo -... sta sciogliendo tutta la
neve; senti che silenzio?-
Il
bonzo non rispose, e prese un'altra bocconata di fumo -c'è
qualcosa di strano- fece poco dopo.
Hakkai
lo guardò -strano?- Sanzo annuì, e il demone
passò
lo sguardo dal biondo alla finestra -l'ho sentito anch'io. Ma non
è
un'aura di demone...-
-Se
è per questo neanche umana- lo riprese il monaco -ed
è
qui vicina...-
-Un
qualche dio?- chiese Hakkai, e sorrise -visto i precedenti non mi
stupirei...-
Ma
il biondo non rispose, e la conversazione venne interrotta
dall'improvvisa comparsa di presenze che ben conoscevano...
-Sanzo...?-
...
Più di una decina.
-I
soliti demoni?-
...
Un branco, come sempre.
-Andiamo?-
...
Tanto il loro obiettivo era sempre uno.
-Vediamo
di sbrigarcela in fretta-
Il
gruppo uscì in fretta dalla locanda, cercando di non fare
rumore: finchè si poteva, era meglio non coinvolgere la
popolazione.
La
pioggia aveva quasi dissolto la neve; era lieve ma persistente, e
abbatteva tutti i fiori e le piante; il paese era strutturato in una
serie di vicoletti e vicoli ciechi in cui era facile perdere le
tracce dei nemici; ma almeno una trentina di demoni alla fine si
trovano; di certo, non passano inosservati.
In
una strada che costeggiava le case più ricche, celate da una
serie di muri in legno e bambù, l'aria era pregna dell'aura
e
dell'odore di demone; un branco intero attendeva i quattro ragazzi ad
armi sguainate.
Non
ci fu bisogno di parole: sotto la pioggia che lentamente aumentava di
intensità, i due gruppi iniziarono a combattere; il rumore
svegliò il paese, e con la coda dell'occhio i quattro videro
le luci delle case accendersi, qualcuno addirittura che dal balcone
guardava verso il campo di battaglia, le madri che costringevano i
bambini a tornare in casa, qualche ragazzo che voleva uscire e dare
un mano...
...
Ma tutti ebbero il buonsenso di non avvicinarsi troppo.
-Comunque
è strano!- obiettò Hakkai, mentre col ki
abbatteva
quattro nemici -anche se tutta la popolazione si rendesse conto del
pericolo... in ogni caso qualcuno farebbe qualcosa!! E' come se...-
Il
suono di una campana...
....
Il braccio teso nel buio...
"
-Vi concederò... il privilegio della vera paura...- "
-...
Se qualcuno li bloccasse!!-
-Uno
di questi demoni?- chiese Goku -magari il capo!-
-Un
demone così forte da fare una cosa tipo alzare una
barriera?-
fece notare Gojyo; la catena della Shakujyo roteava in aria e
falciava demone su demone -e come abbiamo fatto a non accorgercene
subito?!-
-State
sbagliando in pieno!- esclamò Sanzo; la sua voce
s'alzò
sopra gli spari della Shoreiju -c'è qualcun altro dietro!-
I
ragazzi avrebbero voluto chiedere chi fosse, ma dovettero
concentrarsi sugli avversari.
Goku
abbattè un demone dopo l'altro, ma quando colpì
con lo
Nyoibo l'ultimo, ebbe come una scossa elettrica, un brvido che corse
lungo tutta la schiena; i suoi sensi parvero affinarsi; la pioggia
aveva un suono che rimbombava e riecheggiava nel suo cervello... Le
foglie, i fiori, i muri... i loro colori erano più nitidi,
più
forti.... Avvertì come in lontananza il suono di un
campanello, e per un attimo vide buio....
L'
ultimo rintocco...
"
-E' finita...- "
E'
sotto la pioggia...
"
-Hai avvertito... la fame dei demoni?- "
I
passi si avvicinano...
...
Quando finalmente tutto tornò come prima, i demoni erano
stati
sconfitti, e la via era piena di cadaveri che lentamente svanivano;
il sangue però rimaneva, e la pioggia faticava a lavarlo
via;
il rosso aveva chiazzato fiori, alberi, muri...
Anche
loro avevano delle macchie sugli abiti. Lo spettacolo era desolante,
e la notte e la pioggia in qualche modo accentuavano quella
sensazione.
Il
demone alzò lo sguardo dai cadaveri alla strada davanti a
loro, e di colpo s'irrigidì: di fronte ai quattro, di fronte
al campo di battaglia, rimaneva perfettamente immobile quella donna
che avevano incontrato, Serina; nella mano destra reggeva un ombrello
di fine carta cinese rosso e nero, in tinta con la giacca...
...
Ma l'ombrello, gli abiti, la mano... erano chiazzati di sangue
demoniaco.
Una
solitaria e grossa chiazza vermiglia aveva macchiato la guancia
sinistra, e il sangue colava lungo il mento, come una lacrima rossa.
Nessuno
mosse un muscolo, mentre un leggero soffio di vento agitava gli abiti
e i capelli, lasciando intravedere l'occhio destro, di Serina, che
semplicemente sussurrò, con una voce appena udibile: -Una...
una pioggia... Una pioggia di sangue...-
E
Goku fece giusto in tempo a correre e prenderla fra le braccia, prima
che la donna finisse fra i cadaveri, priva di sensi.
-
Fine Capitolo 1-
***
Note di Fine Capitolo ***
(1)*
: Si tratta di un "TIGER LILY", conosciuto in Corea, Cina e
Giappone col nome di ONI-YURI. Nel linguaggio dei fiori significa
"abbondanza\ricchezza" e "orgoglio". E' lo stesso
fiore sul tavolo di Serina, e lo stesso che questa ha appuntato, in
formato gigante, sulla gonna, al fianco destro.
(2)*
: Descrizione presa pari pari del personaggio di SERINA del
videogioco MAGNA CARTA. Per quanto non la sopporti con tutte le mie
forze come carattere, trovo comunque che sia bellissima.
|
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Capitolo 2 *** Over the sky where I fly ***
Capitolo due U'sR
-
2 -
***
-
"-Non c'è più... tempo... Kohai...- il Maestro
indicò alla ragazzina il comò -presto... l'
ultimo
cassetto...-
Kohai
non se lo fece ripetere due volte; balzò in piedi e fece
qualche passo, ma d' improvviso venne colta dalle vertigini;
crollò
in ginocchio e le sembrò di non avere fiato.
Quello...
Non era il suo dolore...
No...
era del Maestro...
Dietro
di lei, l'uomo la guardò sofferente -temo che sia un peso
troppo grande... per te...- mormorò.
-N...
No!- la voce di Kohai era quasi divenuta un cupo ringhio, mentre si
rialzava tenendosi al mobile, e facendo appello a tutte le sue forze
apriva il cassetto indicatole. Eccola.
La
Campana.
-Prendila-
fece piano il Maestro; Kohai si voltò intimorita verso
l'uomo,
gli occhi spalancati per il timore. -no.. non come l'altra volta...-
" -
***
-Ci
scusi ancora se l'abbiamo spaventata- Hakkai mise sul tavolo davanti
a Serina una tazza di caffè caldo. La donna lo
ringraziò
con un cenno del capo, mentre metteva dello zucchero nella tazza -non
preoccupatevi. Non sono svenuta per la paura...- i suoi occhi
indugiarono su Goku e Gojyo, che la guardavano entrambi un
pò
incuriositi, poi la sua attenzione tornò al demone dagli
occhi
verdi -... Devo aver esagerato col sakè questa sera!- e
sorrise cordiale.
-Allora
stai bene?- Goku la raggiunse e la guardò, trovando
finalmente
il coraggio di parlare; non riusciva a spiegarsi perché, ma
quella donna lo intimoriva. Serina rivolse il suo sorriso al ragazzo,
e questi d' istinto rispose.
"Che
splendido sorriso!" pensò.
-Sto
benissimo, non devi preoccuparti; piuttosto... Siete stati veloci e
sconfiggere quei demoni...-
-Siamo
abituati a peggio!- le rispose Gojyo, alzandosi in piedi e
intenzionato ad attirare l' attenzione della donna su di sè
-una volta abbiamo sconfitto un gruppo di demoni che era tre volte
quello di stanotte..!-
-Da...
Davvero?- mormorò stupita l' interpellata.
-Certo...-
rispose il rosso, avvicinandosi tanto da riuscire a vedere l' occhio
destro nascosto dai capelli di Serina; proprio allora Goku si mise in
mezzo -e in quella situazione Gojyo non era stato di nessuno aiuto!!-
-Cosa?!
Razza di stupida scimmia! Non mi sembra che tu abbia fatto
più
tanto, quella volta!-
-Ma
se li ho sconfitti quasi tutti io i demoni!!!-
Hakkai
sorrise imbarazzato verso la donna, che osservava un pò
stupita i due demoni, intenti a litigare e a darsele di santa
ragione. -ehm, li scusi... sono fatti così...-
-Sono
sempre così allegri?- chiese ridendo Serina; l' interpellato
sospirò -ahimè, sì-
Il
sorriso della donna divenne appena accennato, mentre si rivoltava
verso Goku e Gojyo -che bello...- sussurrò piano. Hakkai
guardò incuriosito il profilo della giovane donna; aveva
modi
gentili, e non sembrava una criminale, né tanto meno un
demone
con un dispositivo di controllo addosso. Allora cos' era che gli
impediva di fidarsi di lei?
-Piuttosto...-
Sanzo era stato tutto il tempo in disparte, ascoltando i discorsi dei
compagni e fumando in silenzio; in quel momento però si era
leggermente avvicinato, stanco dei battibecchi dei due demoni e delle
gentilezza di Hakkai, e ora squadrava la donna -che ci facevi
così
vicino a dei demoni?-.
Il
kappa e la scimmia interruppero la litigata e guardarono verso
Serina, pronti ad intervenire, e magari a blandire un pò il
bonzo; e invece la donna lo fronteggiava senza problemi. Un solo
occhio marrone riusciva a tenere testa a quelli violacei del monaco.
-come detto prima, Venerabile Sanzo, ero ubriaca- rispose piano la
donna -non sapevo bene neanch'io dove stavo andando. Quando poi sono
arrivata al limite, e sono svenuta, non mi ero quasi resa conto di
essere in mezzo a un campo di battaglia...- il volto si
rilassò,
e Serina si voltò verso Goku sorridendo -... fortuna che mi
hai presa in tempo; se fossi finita in mezzo a quei cadaveri...-
-...
Un abito così bello si sarebbe rovinato- la interruppe
suadente Gojyo; la donna si sfiorò appena l'allacciatura
della
giacca e del corpetto, e alzò il viso per vedere bene il
rosso
-ti ringrazio per il complimento...-
Poi
l'occhio marrone si bloccò su quelli rossi del mezzo demone,
e
Serina rimase immobile per alcuni istanti...
-
"Sangue...
Lacrime...
-MI
FAI MALE MAMMA!!!-" -
-Signorina
Serina?- l' interpellata fece quasi un balzo sulla sedia, e si
voltò
verso Hakkai, che la guardava -sta bene?-
-Cosa?
Oh sì, scusatemi...- si portò una mano alla
testa;
rieccola, l' emicrania ricominciava....
-
" -Non c' è più tempo... Kohai...- " -
-...
E' che sono molto stanca, tutto qui-
-Posso
capirla, d' altronde è mezzanotte passata- il demone dagli
occhi verdi guardò fuori dalla finestra; i vetri erano
picchiettati dalla pioggia che non accennava a smettere -vada a
letto; ci saluteremo domattina con calma-
-Partite
di già?- domandò incuriosita Serina, ignorando il
paesaggio di fuori; Hakkai scrollò le spalle e le sorrise
-sì,
se il tempo migliora-
La
donna abbassò il capo -capisco...-
-Perché
hai detto "di già"?- chiese allora Sanzo; la domanda
sembrò scuotere Serina, che alzò il volto ma
tacque per
qualche secondo.
-Ehi,
ma che domande sono?...- cominciò Gojyo, ma la donna seduta
accanto a lui lo interruppe e rispose con un filo di voce
-bé,
io... io desideravo solo farvi fare un giro per la città, e
magari offrirvi la cena, visto che mi avete salvata...-
sembrò
riprendersi sul finire della frase, tanto che abbozzò appena
un sorriso -in fondo quei demoni ci avrebbero uccisi tutti, se non
fosse stato per voi...- Goku allora le sorrise -è una
bellissima idea! Un pranzo gratis lo accetto sempre volentieri!!-
Ma
l' harisen lo zittì con un colpo solo; il bonzo
guardò
la donna senza battere ciglio -se vuoi metterla così...-
Serina seguì il suo sguardo, e l' espressione parve
indurirsi
-come detto prima, vi sono grata, Venerabile Sanzo e compagni...-
sembrò pronunciare la frase con un che di scherno, e il
monaco
rimase alcuni minuti a guardarla.
Serina
risposa al suo sguardo con la stessa intensità...
".........................."
"Niente,
non avverto nulla..."
-Ora
lasciamo pure che la signorina Serina si riposi- Hakkai ruppe il
silenzio creatosi, e tese la mano alla donna -ce la fa ad alzarsi o
siete ancora stordita?- La ragazza accettò la mano tesale, e
ringraziò con un cenno del capo. Accompagnata da Hakkai,
svanì
su per le scale.
-Si
può sapere che ti è preso, razza di bonzo
misogino?!-
esclamò allora Gojyo -non mi sembra che quella bella donna
ci
abbia fatto qualcosa di male!!-
-Tsè,
sei veramente uno stupido..!-
-Che
hai detto!-
-Ehi,
ora smettetela!- li interruppe Goku; guardò verso il monaco,
sistemandosi su una sedia -Sanzo, credi che la signorina Serina sia
un demone? Eppure io non ho avvertito nulla!!-
-Appunto-
aggiunse il mezzo demone -è questo stupido bonzo che
è
troppo diffidente...!-
-E
tu troppo imbecille, che fai cadere ogni difesa di fronte a una
femmina...-
-Ma
come...!-
Proprio
in quel momento Goku ebbe uno spasmo e i due ragazzi si voltarono
verso di lui; gettandosi sul tavolo e buttando a terra la tazza di
caffè, il ragazzo batté la fronte, tenendosi
forte la
testa.
Di
nuovo...
Di
nuovo quel fischio...
Forte,
persistente.... Sembrava fargli esplodere il cervello...
Il
suono della campana...
-Ehi
scimmia, che ti prende?!- Gojyo corse da lui e lo scosse leggermente,
mentre Sanzo andava alla finestra. -e tu invece di stare a fissare il
panorama, vieni un pò qui!!-
-Non
ce n'è alcun bisogno- il rosso spostò lo sguardo
dal
bonzo al demone; in effetti ora Goku sembrava stare meglio. Si mise a
sedere, guardando i due ragazzi -ma voi... non l' avete sentito?-
-A
che ti stai riferendo?-
-Un
fischio...- il demone rabbrividì appena, mentre abbassava
gli
occhi -come se qualcuno mi stesse urlando fortissimo nella testa... e
poi...- tacque; e poi cosa?
Non
riusciva a ricordare l' altro rumore che aveva sentito...
-Non
è che hai bevuto di nascosto e anche tu ora hai i postumi di
una sbronza?-
-Ma
finiscila di dire cretinate!!!-
-Quello
che ha sentito Goku...- fece Sanzo con voce atona, che spinse i due
demoni a guardarlo -... è ciò che ha impedito
agli
abitanti del villaggio di avvicinarsi... E ciò che ha
indebolito i demoni di questa notte...-
-Ovvero?
Un fischio? Un grido? Ultrasuoni?- gli fece notare un pò
seccato Gojyo; il monaco si voltò verso di loro, e
guardò
Goku -diciamo di sì...-
Hakkai
nel frattempo aveva accompagnato Serina sino alla sua camera. La
donna barcollava, ancora sotto gli effetti dell' alcol, e il demone
aveva dovuto cingerle la vita con un braccio per impedirle di cadere;
la stoffa della gonna era morbida al tocco, ma sotto le ossa erano
fragili, e l' uomo aveva l'impressione che un minimo soffio di vento
avrebbe fatto crollare la ragazza.
Fragile.
E allora, cosa c' era che non lo convinceva?!
-Eccoci,
siamo arrivati. Grazie- Serina si staccò da Hakkai, e si
appoggiò alla porta. -è stato molto gentile ad
accompagnarmi sin qui-
-Si
figuri...- i due rimasero un attimo in silenzio, a scrutarsi,
finché
il ragazzo le sorrise conciliante -sa, è stato strano; per
una
volta nessuno degli abitanti ha tentato di aiutarci o di mettersi nei
guai...-
-A
parte una povera donna ubriaca...- fece notare ironica Serina; il
demone scosse appena il capo -è arrivata quando avevamo
già
sconfitto tutti i demoni...-
-Ce
ne saranno altri...- mormorò allora la ragazza; Hakkai la
guardò un pò incuriosito, mentre la donna
sembrava
parlare a sè stessa più che ad entrambi: -e
poi...
altri... ancora...- si appoggiò completamente alla porta,
rivolgendo lo sguardo alla finestra lì accanto, alla sua
destra; così Hakkai poteva vedere l' occhio sinistro, che
ardeva come una brace nella penombra del corridoio. -i demoni...-
sospirò appena, stancamente.
-Di
questi tempi nessun villaggio è sicuro, purtroppo- ammise l'
uomo -neanche rifugiandosi sulle montagne...-
-Lontano...
da qui...- fece allora Serina -più ad Ovest... c'
è...
anzi, c' era, un tempio... offriva rifugio a tutti coloro che erano
stati vittime di demoni...-
-Davvero?-
-Grazie...
all' energia spirituale...- continuò piano la donna -... I
monaci proteggevano la zona...-.
***
-
" -Ancora un altro vagabondo?! Basta, vattene via, ne abbiam
già
fin troppi qui!!-
-Ma
dai, lasciala entrare. E' solo una bambina, non vedi?-
-Bambina
o non bambina chissene frega! Solo un altro mendicante...!- il
sacerdote alzò il bastone e fece per colpirla, quando una
voce
sovrastò tutti gli altri rumori.
-Che
cosa succede qui?-
I
due sacerdoti fecero quasi un balzo nell' udire quella voce, e fecero
un profondo inchino all'uomo appena comparso -ci perdoni, Venerabile
Katsuro!!!- esclamò il primo sacerdote -noi...-
-Quella
bimba? E' un'altra vittima dei demoni?- l' uomo s'avvicinò,
e
i due bonzi fecero largo al sacerdote, mentre la bambina fece qualche
passo indietro, lo sguardo fisso a terra.
-Guardami,
piccola- l' ordine era perentorio, la voce del monaco molto calda e
bassa, impossibile resistergli. La bambina alzò gli occhi,
incrociando due grandi iridi nere come pece, sfumate di viola. E per
un attimo, un pensiero di lui le invase la mente...
"Forse
finalmente ti ho trovata, Piccola Chimera..." -
***
-...
E poi, signorina, cos'è successo al tempio?-
Serina
scosse il capo, alzò la mano come se Hakkai l' avesse
schiaffeggiata in viso e volesse difendersi, poi quando
provò
a fare qualche passo crollò in ginocchio sul pavimento di
legno. -signorina Serina!!-
-Mi
perdoni... Io...-
-Vada
a riposarsi- le aprì la porta e la spinse all' interno della
stanza -ne riparleremo domani con calma-
La
donna annuì appena -sì... Buona notte-
-Altrettanto-
Serina
richiuse la porta, e traballando fece qualche passo verso la
finestra; si cinse le braccia, alla ricerca di calore.
Sì,
ci sarebbero stati altri demoni. Demoni su demoni, strage su strage.
Un'
ossessione...
Stupide
creature, coloro che si lasciavano andare alla furia omicida...
Un
pensiero improvviso la fece sorridere appena: e cos' era lei allora?
Il
sorriso si trasformò in uno sbuffo divertito, e lo sbuffo
divertito divenne ben presto un singhiozzo trattenuto.
Lei
in fondo... Era alla stregua di quei demoni che uccidevano,
violentavano, bruciavano, depredavano.
Lei...
-
"-Mia Piccola Chimera...-" -
Serina
alzò gli occhi verso la finestra, incontrando un muro di
pioggia, e si morse un labbro.
-Maestro
mio...-
Dovevano
essere le tre di notte. No, forse le quattro; l' oscurità
avvolgeva ancora tutto, la pioggia un sibilo che non accennava a
smettere. Sanzo rimaneva ormai da ore immobile, accanto alla
finestra, la coperta tirata su solo fino alle ginocchia. Un colonnina
di fumo non accennava a svanire, persisteva nell' aria, dandole l'
aroma della sigaretta.
Il
bonzo guardava verso l'esterno ma in realtà non vedeva
nulla:
non gli importava di quel villaggio sconosciuto perso fra i ponti, e
nemmeno della pioggia che bagnava quel luogo.
Per
lui La Pioggia...
...
Era quella che aveva bagnato, e bagnava tutt' ora, così
vivida
e reale nella sua mente, il corpo mutilato del suo adorato Maestro,
di suo padre, dell' uomo che per lui era tutto.
La
Pioggia...
Era
quella che inzuppava la terra della tomba di quell' uomo, tomba che
per lui non era a Kinzan, ma dentro di sè, nella sua anima,
nel suo cuore. E aveva giurato che mai, mai nessuno avrebbe
oltrepassato il muro di quel cimitero per accedervi.
Eppure...
Qualcuno...
Aveva tentato... Aveva *osato*...
Così
come aveva detto al kappa e alla scimmia... quella donna...
nascondeva qualcosa...
-Fammi
indovinare; non ti addormenterai mai con questo tempo, ho ragione?-
Sanzo guardò Hakkai, sorridente, con due tazze fumanti in
mano, una per sè e una per il bonzo, che si
limitò a
prenderla e a soffiarci sopra. -tu non sei nella posizione per
criticare-
-Sai,
l' ho accompagnata sino alla porta- il demone dagli occhi verdi
sapeva bene cosa avrebbe potuto chiedergli il biondo, quella notte,
così era andato direttamente al sodo -è molto
gentile,
garbata. E' strano come però riesca a insospettirci
tanto...-
e sorrise; Sanzo si limitò a guardarlo -e quindi?-
-Non
è un demone-
-Questo
l' avevo capito anch' io... Ma allora cos' è?-
-Da
quando in qua t' importa di qualcuno che non sia tu?- Hakkai era
stupito e divertito al temo stesso; d' accordo che la pioggia rendeva
Sanzo volubile, ma...
-Se
non è un demone... e neppure un dio... allora il suo potere
deriva da un particolare oggetto...-
-Credi
che custodisca un sutra?!- domandò allora il demone,
sedendosi
di fronte al bonzo, che alzò le spalle -ce ne sono cinque.
Uno
ce l' ho io...-
-Uno
il nemico...-
-Un
altro il Maestro di quello psicopatico giocattolaio...-
-Intendi
Kamisama?-
-Uhm-
-E'
vero il suo Maestro era un Sanzo...-
-Sanzo...
Ukoku...- mormorò piano il biondo.
-Poi
un altro disperso nel deserto... E' vero, manca l' ultimo, potrebbe
averlo la signorina Serina...-
Seguì
il silenzio fra i due, fuori la pioggia aumentava d'
intensità.
-e quindi?- chiese allora il demone; il bonzo rispose: -tsè,
mi secca dirlo ma...-
-Ci
portiamo dietro la bella signora- completò per lui la frase
una voce alle loro spalle: Hakkai e Sanzo si voltarono, e videro
Gojyo seduto sul letto, perfettamente sveglio, che si accendeva una
sigaretta. Accanto a lui, Goku russava beato. -direi che non ci sono
altre soluzioni...-
-Tsè...
mi secca dirlo...-
-E
se no, che vorresti fare?- chiese ridendo Hakkai; il kappa
ridacchiò
appena -non chiederglielo! Questo bonzo misogino sarebbe in grado di
ucciderla e rubarle il sutra!-
Proprio
in quel momento uno sparo sibilò velocissimo al mezzo
demone,
che scattò in piedi -cerchi rogne, bonzo?!-
Ma
improvvisamente un grido riecheggiò nella locanda.
-Oh
no, di nuovo!- gemette Gojyo; infilando pantaloni e gilet
mollò
un calcio a Goku -in piedi scimmia, c' è del lavoro da fare!-
-Uhm,
ma che succede...?- il gridò si ripeté, e il
demone
eretico sembrò tornare in sè d' un tratto
-muoviamoci!!-
I
quattro uscirono di corsa dalla camera e si precipitarono
giù
per le scale; Hakkai controllava ogni porta della camera.
Tutte
chiuse...
Le
grida erano forti...
Ma...
le porte rimanevano chiuse...
-Ehi,
ma com 'è possibile che nessuno si svegli?!- fece notare
Goku;
il demone dagli occhi verdi e Sanzo si scambiarono un' occhiata, e
Gojyo intercettò i loro sguardi -ora abbiamo *due* misogini
diffidenti...- sbuffò.
Alla
fine i ragazzi piombarono nelle cucine; dopo qualche istante che si
guardavano attorno, alla fine videro le trace di sangue che andavano
alla dispensa. La porta era spalancata, e da là si levava l'
odore di morto e di sangue. Qualcuno doveva essere entrato per
rubare... Ma era finito dritto nelle fauci di qualche demone...
E
infatti...
Una
sagoma, le lunghe orecchie che spiccavano nella semi
oscurità,
dava il colpo di grazia a un corpo mutilato, che col sangue aveva
macchiato tutto il pavimento... Goku ebbe come un brivido...
-Smettilaaaa!!!!!-
e si lanciò con tutte le sue forze contro il demone.
-Non
ha avuto un buon risveglio...- osservò Hakkai; Gojyo
sfoderò
l' arma -di certo neanche il poveretto mutilato a terra...-
-Tsk-
Sanzo caricò la pistola, mentre i suoi occhi si spostavano
all' intera stanza.
"Fatti
vedere..."
Goku
abbatté il demone con un unico colpo: si stupì da
solo
della rabbia e dalla voglia di uccidere con le quali si era scagliato
contro quell' avversario.
Era
stato come se... Qualcuno gli avesse dato una spinta... Ad odiare
quel demone...
Ad
odiare... Odiare un....
"Assassino..."
Il
ragazzo si voltò d scatto verso gli amici, per capire se era
stato uno di loro a pronunciare quel sussurro; ma no, quel sibilo era
scivolato come acqua troppo vicino al suo orecchio... Come se la
persona che aveva mormorato fosse stata accanto a lui, a pochi
centimetri dal suo orecchio...
Poi,
d' improvviso, il fischiò tornò: il ragazzo
crollò
a terra, in ginocchio sul pavimento insanguinato, e gli
sembrò
che la testa stesse per esplode gli.
Fischio...
Fischio... No, non un fischio: era un grido. Un grido terribile,
così
acuto che sembrava un ultrasuono...
Il
grido...
"Assassino..."
Il
grido... Frammentato da quel mormorio pregno di rabbia e odio...
"Assassino...!-
E
poi...
"ASSASSINO!!!"
Il
rintocco... di una campana... Che da... pace...
Un
improvviso bruciore alla guancia lo fece tornare in sè;
Gojyo
era chino su di lui, e senza la minima delicatezza gli aveva tirato
un sonoro ceffone. -torna in te, razza di stupido!!-
Goku
dovette sbattere un paio di volte le palpebre, prima di riuscire a
rendersi conto di cosa stava succedendo. -di nuovo...-
mormorò;
il kappa e Hakkai lo guardarono un pò stupiti, mentre Sanzo
si
limitava a voltarsi, deciso ad andare in fondo alla questione; e
proprio allora si rese conto che, sulla soglia della dispensa, la
misteriosa Serina stava osservando la scena.
Dalla
manica sinistra s' intravedeva la fine sfrangiata di una corda rosso
sangue, ma niente di più.
Anche
i tre demoni s' erano infine accorti della sua presenza.
-Signorina
Serina...- il demone dagli occhi verdi fece un passo in avanti, ma la
donna cominciò ad avvicinarsi; superò Sanzo,
Gojyo e
Hakkai, ignorandoli tutti, inginocchiandosi infine accanto a Goku,
ancora intontito. Posò una mano morbida e fredda sulla
spalla
del ragazzo, che rabbrividì appena; ma il tocco di Serina in
qualche modo lo tranquillizzava... Sembrava annullare ciò
che
ancora riecheggiava del grido acuto e del rintocco della campana...
-Scusami-
mormorò infine la donna -... Forse ho esagerato-
Goku
la guardò stravolto -sei stata tu?!- gli altri tre si
scambiarono un' occhiata, e Sanzo fu il primo a riprendersi. -dicci
chi diavolo sei-
Continuando
a tenere la mano sulla spalla di Goku, Serina si voltò verso
il bonzo; i due si scrutarono per un breve, brevissimo istante, poi
la donna abbassò appena il capo -va bene, è
giusto che
sappiate. Però...- i suoi occhi andarono al cadavere dell'
uomo mutilato, e l' unico occhio visibile divenne lucido di pianto
-... prima, seppelliamo quell' uomo. Ve lo chiedo per favore...-
Hakkai
fece un passo in avanti -certo-
Mezz'
ora dopo, in un cortile interno della locanda, Goku e Gojyo finirono
di seppellire la vittima, Hakkai e Serina che li proteggevano dalla
pioggia con degli ombrelli. A lavoro finito il demone dagli occhi d'
oro guardò verso la donna, e si accorse che si stava pulendo
gli occhi -Serina...?-
-Oh,
non preoccuparti- disse in fretta la ragazza, con un sorriso appena
accennato; il suo sguardo andò alla tomba fresca
-è un
altro... lato negativo del mio potere...-
-Potere?-
domandò Goku; ora tutti guardavano la ragazza, che
annuì
-empatia. Una forma della "telepatia"...-
-E
cosa sono?- chiese sincero il demone eretico; Serina rise appena a
poi spiegò: -la telepatia permette di leggere i pensieri
della
gente. L' empatia... Ne avverte i sentimenti. I sentimenti della
gente sono in grado di toccarmi, di diventare parte di me...- prese
un respiro, deglutendo a vuoto -dormivo, quando... Mi ha raggiunta la
paura, il terrore e il dolore di questo pover uomo. Sono *dovuta*
scendere, perché i suoi sentimenti mi stavano facendo
quasi...
impazzire...-
Tutti
rimasero in silenzio per qualche istante, e istintivamente Goku
strinse la mano della donna che, dopo qualche istante di stupore, gli
sorrise; quel ragazzo, per quanto non avesse i suoi stessi poteri,
era incredibilmente "buono"...
"Terribilmente...
E tragicamente buono..." pensò con rammarico Serina...
-Non
è esatto- la voce del bonzo interruppe i suoi pensieri -tu
hai
fatto addormentare gli abitanti del villaggio, hai impedito loro di
avvicinarsi a noi; come?- I tre demoni rimanevano in silenzio;
guardavano un pò il biondo e un pò la donna.
Questa
rimase un attimo in silenzio, poi cominciò piano: -siete un
Sanzo, credo... credo di potermi fidare di voi...-
-Parla-
-Grazie
a quest' oggetto- passò il manico dell' ombrello a Goku, poi
prese dalla tasca sinistra dell' abito quella che era una piccola
campana *(1): in un bronzo incredibilmente e finemente lavorato,
pieno di fregi; all' anello era intrecciata e legata una corda rosso
sangue, sfrangiata in fondo.
-La
campana...- sussurrò l' eretico; Serina lo guardò
per
un attimo, e il ragazzo fu certo che la sua espressione fosse di
sofferenza. Poi la donna si rivolse a Sanzo fredda e sicura di
sè
-i SambutsuShin mi hanno affidato l' incarico di portarla al sicuro,
ad Ovest, in un tempio dove verrà custodita-
-I
SambutsuShin?!- ripeté stupito Gojyo; Serina lo
guardò
e annuì. Il mezzo demone scosse appena il capo, stupito, e
questo suscitò un sorriso sulle labbra della giovane donna.
-lo so che sembra incredibile a pensarlo, eppure è
così...-
abbassò lo sguardo sulla campana che teneva fra le mani
-questo oggetto... ha una potenza incredibile... e dev' essere
custodito in un luogo sicuro...-
-Perché
ce l'ha lei?- domandò allora Hakkai; la domanda
sembrò
aver ferito profondamente Serina, perché quando la donna
guardò l' uomo per rispondergli, l' occhio visibile era
lucido
di pianto -mi è stata affidata...- tacque, come se non
riuscisse a parlare; allora Gojyo le venne in aiuto attirando l'
attenzione su di sè -ora questo non ci serve a nulla. Il
punto
è: questa splendida donna sta viaggiando tutta sola verso
Ovest, per di più con un oggetto così
prezioso...-
guardò Sanzo come se stesse dicendo la cosa più
ovvia
-... ergo: Serina viaggerà con noi-
-Tsè,
cosa ti fa pensare che...-
-No,
non importa- si affrettò a rispondere la donna; rimise al
sicuro la campana, e alzò lo sguardo sul rosso; ora gli
occhi
scuri erano di nuovo come schermati, come protetti da tutti i
sentimenti che potevano affiorare. Come quella sera stessa, al
momento del loro primo incontro, Serina si rivolgeva a Gojyo con un
comportamento assolutamente controllato e innaturale.
-Questa
missione riguarda solo me. E' gentile da parte tua chiedere una cosa
simile, ma...-
-Il
viaggio che sta affrontando è duro- le fece notare allora
Hakkai -anche noi, se viaggiassimo da soli, rischieremmo molto. In
gruppo si è più sicuri. Viaggerà con
noi sino a
che non sarà giunta a destinazione.-
-Ma...-
-Anche
al nostro bonzo va bene!- Gojyo raggiunse la donna e la spinse verso
la locanda -quindi non preoccuparti, principessa... Devi solo capire
che il nostro Sanzo non è altri che un monaco misogino e
diffidente che...-
*STUMP!*
-Razza
di imbecille, vuoi morire?!-
Mezz'
ora più tardi, Serina tornò nella sua camera;
richiuse
piano la porta, spostando il suo sguardo dal letto, alla sua sacca da
viaggio.
Un
viaggio...
Il
suo viaggio...
Ricominciava.
Questa volta suoi compagni sarebbero stati quei quattro. Aveva dovuto
inventare la storia della sua missione, e sfortunatamente loro si
erano offerti di accompagnarla.
Accompagnarla...
Accompagnarla dove poi?!
Lei
non aveva meta... Solo... Un posto in cui poter vivere tranquilla...
Le
sembrava di averlo trovato, un luogo così, in quel
villaggio...
...
Da quanto era lì? Tanto; non ricordava neanche
più i
giorni in cui quel paese le era parso estraneo.
Quello
era il luogo ideale in cui custodire la Campana...
Eppure...
*Loro*...
L'
avevano trovata...
...
E così era di nuovo in fuga.
Dai
nemici, dai demoni, da coloro che volevano il potere. Da *loro due*.
Da ciò che *loro due* rappresentavano ai suoi occhi, e
cioè
il suo passato, le sue colpe, ciò che poteva essere,
ciò
contro cui lottava.
Sé
stessa. Solo e semplicemente sè stessa.
Una
battaglia persa in partenza.
Serina
sedette sul letto, affondando il viso nelle mani, dopo aver dato una
veloce occhiata alla pioggia.
La
pioggia...
***
-
"-Sai Piccola Chimera, adoro la pioggia-
-Davvero?
E come mai?-
-Sembra
dare la calma- il Maestro sospirò appena e guardò
fuori
dalla finestra; i riflessi viola nei suoi occhi si fecero
più
scuri -per noi che camminiamo sulla terra, la pioggia sono le lacrime
della nostra sconfitta-
-La
nostra sconfitta?-
-Il
non poter volare nel cielo...- rispose piano Katsuro -la
libertà...
è solo nel cielo. Per questo, noi siamo più
idonei alla
pioggia. Perché esprime il nostro animo sconfitto.-
-Ma...-
Kohai s' avvicinò appena all' uomo -il cielo azzurro...
è
così bello...-
Katsuro
sorrise alla bambina -siamo tutti... alla ricerca di un cielo azzurro
in cui volare...-" -
***
-Sbaglio
o la principessa ci sta mettendo un pò troppo?- Gojyo si
appoggiò alla jeep e guardò verso la porta della
locanda -e sì che le donne ci mettono tanto a prepararsi,
però...-
-Siamo
andati tutti a letto alle cinque di mattina...- fece notare Hakkai
col sorriso sulle labbra; il rosso lo guardò -e tu allora
come
fai a essere così sveglio e arzillo, eh...?- e
sbadigliò
rumorosamente.
-Fatela
finita voi due- li interruppe bruscamente Sanzo; il bonzo si era
già
seduto sulla jeep e s'era acceso una sigaretta -se fra cinque minuti
non è arrivata, partiamo senza di lei...-
-Sarebbe
scortese...- gli fece notare il demone dagli occhi verdi; Goku si
tirò in piedi ed annunciò -vado a chiamarla!!-,
ma
proprio in quel momento sulla soglia della locanda comparve Serina.
Non sembrava neanche lei, con abiti diversi: il pregiato vestito con
cui l' avevano incontrata era stato sostituito da un paio di
pantaloni di iuta marrone scuro, larghi al centro ma stretti in vita
e in fondo, lasciando scoperte le caviglie sottili e il ventre
piatto. Un paio di scarpe da ginnastica basse di suola e chiare e una
maglia senza maniche color panna, chiusa da una cerniera e con un
cappuccio completavano il nuovo abbigliamento, che sminuiva un
pò
la bellezza di Serina, e la faceva sembrare molto giovane; il viso
però era sempre lo stesso, bello, misterioso e celato per
metà
dai capelli. Aveva sistemato sulla spalla destra una sacca di iuta
dall'aria piena, che ondeggiò intorno al corpo quando la
donna
fece un profondo inchino per scusarsi del ritardo -perdonatemi; mi
sono appisolata solo qualche ora fa e così...-
-Non
preoccuparti- Gojyo l'aveva raggiunta e spinta a raddrizzarsi dopo
averla presa per le mani -noi aspettiamo anche tutta la vita, per una
bella donna...-
Serina
rimase un attimo interdetta, un mezzo sorriso sulle labbra, ma
proprio allora Sanzo colpì in pieno il ragazzo con un
harisen
ben lanciato -cominci già di prima mattina, razza di
stupido?-
la ragazza scoppiò a ridere, mentre Hakkai le sorrideva con
aria di scusa e curava Gojyo col ki; Goku invece, ignorando il corpo
tramortito del mezzo demone, prese per mano Serina e la
trascinò
verso la jeep -come mai non hai dormito? Hai avuto un incubo?-
l'interpellata lo guardò un pò stupita, poi mosse
appena le spalle -qualcosa di simile...- alzò lo sguardo
verso
il cielo sereno e privo di nubi, e le sfuggì un sospiro.
"Un
cielo azzurro... in cui poter volare..."
***
Note di fine Capitolo ***
*(1):
la Campana di Serina non è come quelle che siamo abituati a
vedere nelle chiese; l' aspetto è quello di un oggetto di
bronzo che durante il lavoro è stato allungato, sino a
raggiungere un forma ad arco. E' come quella che utilizzava la
signorina Mizuki nella prima serie di "Card Captor Sakura"...
|
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Capitolo 3 *** Profumo ***
Terzo capitolo U'sR
-
3 -
-Hai
sempre viaggiato da sola?- Goku tempestava Serina di domande da
almeno una buona mezz'ora, e la donna rispondeva ogni volta,
pazientemente -quasi sempre...-
-E
non ti annoiavi?- la donna gli sorrise -un pochino; ma quando mi
hanno dato il compito di raggiungere l' Ovest purtroppo non mi hanno
la libertà di scegliermi dei compagni...-
-Guarda
che noi abbiamo ricevuto un'ordine, mica ci siamo offerti!- le
spiegò
Gojyo; sospirò -se avessi avuto la libertà di
scegliere, avrei preferito viaggiare in compagnia di una bella donna,
invece che con due uomini a una scimmia...!-
-Cosa
hai detto?! Razza di stupido scarafaggio!!!-
Serina
osservò ridendo la litigata dei due, finché Sanzo
non
impose loro silenzio con l'harisen; mentre i due ragazzi gemevano per
il dolore, la donna spostò lo sguardo da loro alla campagna
che attraversavano a gran velocità.
Dopo
la burrasca della notte prima, ora il sole splendeva con luce
intensa, e l'aria era calda e piacevole.
Goku
si sdraiò sul sedile della jeep, lasciando che gli occhi
vagassero nel cielo azzurro e terso. Non si vedeva un solo uccello, o
una sola nuvola. Respirò a pieni polmoni l' aria fresca, che
trascinava ancora qualche rumore del villaggio appena lasciato; era
raro che il vento non portasse odore di bruciato, di morte, di
sangue.
Villaggio
dopo villaggio, strada dopo strada, i demoni lasciavano i segni del
loro cammino.
Ma
in quella zona l' aria era pulita, e sembrava purificare i polmoni...
...
Proprio allora, uno strano profumo lo raggiunse: era dolce, morbido,
ma in qualche modo insistente, se cominciavi a respirarlo non ti
abbandonava più.
Il
ragazzo si tirò in piedi, continuando ad annusare con forza,
tanto che Gojyo lo sfottè: -cos'è, ora invece che
scimmia ti sei scoperto un cane da tartufi?- ma Goku lo
ignorò,
troppo occupato a cercare la causa di quell' aroma: gli sembrava di
non poterne fare a meno... Alla fine l'occhio gli cadde su Serina
che, di fronte a lui, leggeva silenziosa un libro.
Era
lei...
"Che
buon profumo..."
-Grazie!-
gli era sembrato di aver solo pensato quella cosa, eppure la donna
aveva parlato e lo guardava sorridendo; il demone arrossì
appena -ehm, ecco...-
Che
si fosse sbagliato e avesse parlato ad alta voce?
“Ah
no... Vero, Serina aveva il potere di sondare le menti
altrui...”
Gojyo
guardò rispettivamente prima l'uno e poi l'altra, poi
chiese:
-mi sono perso qualcosa?-
-Niente
di grave- spiegò con un sorriso Serina -Goku mi ha fatto
solo
un complimento per il profumo che porto...-
-Profumo?-
il rosso rimase un attimo in silenzio ad annusare l' aria, poi
annuì
-allora sei tu! Me l' aspettavo un profumo così femminile e
morbido indosso a te...-
-Ma
finiscila- lo interruppe Goku, guardandolo male; poi si rivolse a
Serina -è veramente dolce! Non riesco a sentire altro!-
-E'
vaniglia e patchouli- rispose la ragazza; aprì una tasca
esterna della sua sacca, tirò fuori un piccolo astuccio e vi
frugò all' interno; dopo poco ne tirò fuori una
boccetta piuttosto piccola, dalla forma arrotondata, piena di un
liquido chiaro.
-Ne
bastano solo due gocce; è un aroma molto intenso-
spiegò,
poi ne versò pochissimo sul polso del ragazzo -si dice che
allontani demoni e spiriti maligni..- spiegò poi, a mezza
voce, rimanendo ad osservare come il profumo veniva assorbito dalla
pelle di Goku, che la guardò un po' incuriosito.
-E
tu ci credi?-
Serina
scoppiò a ridere -direi proprio di no...! Io...-
"Io...
Maestro..."
-...
Non credo molto a queste cose- aggiunse poi la donna, scrollando
appena le spalle; Hakkai, guardando un pò la strada e un
pò
il trio attraverso lo specchietto retrovisore, sorrise -ci sono molte
credenze, a questo mondo...-
-...
Ma molto spesso sono solo favole che fanno dormire i bambini...-
completò la ragazza, senza che il suo sorriso svanisse; il
demone dagli occhi verdi si limitò a continuare a guidare,
mentre Sanzo, dopo averle lanciato una rapida occhiata con la coda
dell'occhio, tornò al giornale.
-Ma
allora tu sei una sacerdotessa?- chiese dopo un pò Goku;
Serina lo guardò, rimanendo in silenzio, e
abbassò il
capo; i capelli scivolarono da dietro l'orecchio sinistro e celarono
l' occhio; così era impossibile vedere l' espressione sul
volto della donna, che si era concessa un sorrisetto sarcastico.
"Io...
una sacerdotessa?! Per quello che ho fatto e per quello che sono
diventata..." pensò con amarezza “... Potrei anche
essere il demonio stesso..."
-No...
No, Goku- rispose piano Serina; alzò il viso verso il cielo,
sorridendo appena, come se alzando gli occhi verso le nuvole e il
manto azzurro sopra di lei riuscisse a vedere il suo amato Maestro e
tutto le fosse più chiaro.
-Non
sono una sacerdotessa, non ho mai preso i voti. In realtà i
SambutsuShin mi hanno dato la custodia della Campana esclusivamente a
causa dei miei poteri...-
-Avevi
sin da piccola il potere della.... Ehm...-
-Telepatia?-
lo completò la donna -.... sì. Sin da bambina
potevo
sentire le emozioni delle persone attorno a me, e leggerne i pensieri
più superficiali...- guardò il demone e sorrise
-...
come il tuo complimento per il mio profumo- Goku arrossì e
abbassò il capo, mentre Gojyo scoppiava a ridere e lo
prendeva
in giro.
"Per
essere una bugiarda sei credibile..."
Sanzo
era certo che quel pensiero avrebbe raggiunto Serina, e d'altronde
era proprio il suo scopo... anche se la donna non mostrò di
esserne toccata. Il bonzo era più che certo che quella donna
nascondesse qualcosa, e che la sua storia fosse vera solo in parte...
Perché solo una persona con una potenza spirituale come la
sua
avrebbe potuto tentare di leggergli nel passato, com' era accaduto la
sera prima.
Il
mezzo demone intanto, dopo aver quasi fatto a botte con Goku, s' era
avvicinato alla donna. -Quindi non hai preso di voti-
riepilogò,
e poi concluse: -e sei... libera come tutte le altre donne...- Serina
sorrise cortesemente, ma s'allontanò di poco -se vogliamo
metterla così...- Gojyo sorrise con fare seducente, mentre
il
demone dagli occhi d' oro lo guardava male, Hakkai faceva un sorriso
di circostanza e Sanzo cercava già l' harisen.
Libera
come tutte le altre donne...
Lei
in fondo non era una sacerdotessa, non era legata a nessun tempio, a
nessun voto.
A
nulla.
Se
non a una promessa. E a una maledizione...
...
Ma una sacerdotessa no, quello proprio no...
-
" -Cosa ti credi, più santa di noi? Solo perché
il
tuo Maestro veniva definito un "martire" da degli sciocchi,
pensi forse d' avergli succeduto anche nella carica sacerdotale?! Ma
figurati! Tu sei come noi!!-
-No!
No, non è vero!!- Kohai urlò più
forte, alzando
le mani davanti al viso, come se le parole della donna la stessero
schiaffeggiando -io non sono come voi!!! Non lo sono, NON LO SONO!!-
-Come
no!- la donna la intrappolò fra lei e il muro, sibilandole
in
faccia con gelida rabbia: -Pretendi forse di alzarti al di sopra di
noi e ritenerti perfetta, o a superiore alla "feccia" come
me e tutta la mia razza? Non farmi ridere..! Se noi siamo la feccia,
tu sei anche peggio, non dimenticarlo. Perché tu non sei
vera,
perché tu non puoi esistere... perché le tue mani
sono
sporche quanto le nostre... Ciò che vedi quando ti guardi in
uno specchio... E' solo la maschera che porti per essere riconosciuta
nel mondo... per il resto, tu sei come me... come tutti noi...-
-NO!
NO!! NO!!! Io non lo sono!!! Io non lo sono!!! Io non sono...- "-
"....
Un demone"
Serina
era tanto presa dai suoi ricordi che non si accorgeva degli occhi di
Goku e Gojyo puntati su di lei, il rosso che ancora aspettava una
risposta. Fu il demone dagli occhi d'oro che alla fine
allungò
una mano con incertezza per richiamarla: -Serina...-
La
giovane donna sobbalzò leggermente -... cosa?-
-Stai
bene? Mi sembri un pò pallida...- fece piano il demone; il
mezzo demone decise di non essere da meno: -vuoi che ci fermiamo un
attimo?- Serina scoppiò a ridere di fronte a tutte quelle
premure -sto bene, sto bene! Tranquilli, solo che non ho dormito, e
ho molto sonno...-
-Bé,
fra poco ci accamperemo in quella piccola macchia d'alberi-
l'informò
Hakkai; all' orizzonte di profilava una grande valle dove a un lato
c'era un boschetto ombreggiato -giusto per far riposare un
pò
Hakuryu. Se desideri potrai riposare anche tu...-
-La
ringrazio del pensiero...-
-Non
darmi del "lei"!- la riprese osservandola ridendo dallo
specchietto retrovisore -siamo coetanei, e poi sarai nostra compagna
di viaggio per molto tempo! Per cui...-
Serina
sembrava imbarazzata dalla gentilezza di Hakkai; chinò
appena
il capo e annuì -d'accordo. Allora grazie... Hakkai- il
ragazzo si limitò a sorridere, mentre Sanzo faceva un verso
stizzito per l' improvviso romanticismo del momento.
-Una
fanciulla pudica e delicata...- commentò invece Gojyo; la
donna lo guardò e fece un sorriso che doveva essere
cordiale,
ma in realtà prese piuttosto la forma di una smorfia sul
viso
delicato di Serina -se vogliamo metterla così...-
-Ora
basta Gojyo!- saltò su Goku -non puoi continuare a romperle
così le scatole!-
-Io
faccio un pò quello che mi pare, stupida scimmia!-
-Se
cerchi di sfiorarla con un dito sei morto!-
-Cos'è,
sei geloso perché non le interessano i mocciosi come te?!-
-Sanzoooo!!
Picchialo con l'harisen!!!-
-Finitela
coppia di imbecilli!!!-
E
mentre Serina li guardava un pò stupita, Hakkai continuava a
guidare sorridendo e dicendole semplicemente: -non farci caso, sono
sempre così!-
-Lo
posso immaginare...- la donna era divertita dalla gran confusione che
quei ragazzi creavano, dalle risse e dai litigi che finivano sempre
con un veloce colpo del ventaglio del bonzo.
Stando
lì aveva come la sensazione che la tristezza e l'amarezza
con
le quali conviveva potessero svanire veloci come un battito di
ciglia...
La
ragazza si portò un polso al naso, per annusare un
pò
del suo profumo.
Lo
ricordava addosso a una persona, come se fosse stato ieri...
Quella
boccetta era una delle sue cose che aveva portato via con sè
il giorno in cui tutto era finito.
O,
da un certo punto di vista, quando tutto era cominciato.
"Quante
volte la mia vita è nata e finita? Quante volte sono morta e
rinata? Quanto volte ho perso l'anima, e poi l'ho riconquistata...?
... Tre, forse....?"
Alzò
gli occhi, che aveva abbassato sul suo braccio, e vide Goku e Gojyo
zittiti da Sanzo che ancora si guardavano in cagnesco, e alla fine si
girò verso i due uomini seduti sui sedili anteriori.
"Quante
volte sono morta e rinata? Sì, tre. Solo in questa vita, per
tre volte ho perso e ritrovato l' anima..."
Avvertiva
qualcosa di strano, che nasceva da quei quattro e poi avvolgeva lo
spazio.
Loro...
erano insieme da prima di quella vita, ne era certa. E in quel
presente erano uniti dalle molte cicatrici del loro passato.
Un
passato di dolore...
Erano
simili a lei, dopotutto, sembrava quasi logico che si fosse unita a
loro...
Eppure,
si sentiva soffocare.
Osservandoli
insieme poteva dimenticare la tristezza e l'angoscia, ma erano
momenti che duravano pochi istanti, perché poi era di nuovo
sola.
Lei
non era parte di quel tutto, era come se la loro presenza scivolasse
su di lei, ma non le entrava dentro, non la svegliava, non cancellava
ciò che sentiva.
Anzi,
quasi le loro sensazioni e sentimenti l' annegavano... E si sentiva
soffocare...
Chiudere
la gola...
Come
se affondasse sempre più in acque oscure e torbide...
L'
unica cosa che la salvava era...
Odorò
piano e ancora il profumo.
Quell'
aroma così particolare che aveva sentito solo una volta, in
tutta la sua vita, sulla pelle della persona a lei più cara
al
mondo.
L'
unica persona che poteva essere definita "amica".
Quell'
uomo...
-
"E così l'aveva avvolta davvero nel suo kimono migliore,
per proteggerla dal freddo.
-Hai
tentato di scappare?- le chiese Katsuro; Kohai annuì e l'
uomo
sospirò -mia piccola Chimera... avrei dovuto sapere che cosa
ti avrebbe aspettato, andando negli alloggi dei fanciulli...- fu
allora che, in un gesto totalmente inusuale per lui, il Maestro la
strinse a sè con forza; la bambina avvertì il
calore
che animava l' uomo, e su di lei scivolarono la sua preoccupazione e
la sua ansia per quella trovatella che si avventurata da sola nel
bosco, di notte e d' inverno. Avvertì anche l'odore del
sangue
dei lupi, e anche quello dell' uomo, che si era ferito per
salvarla...
Ma
poi, qualcosa coprì quegli odori; un profumo forte e
inebriante da lasciarla senza fiato.
“Che
buono...-" -
Era
uno dei ricordi più cari del Maestro, che aveva portato con
sè
la notte della fuga.
L'
unica cosa che le impediva di soffocare in quel luogo, fra quegli
uomini, fra tutte quelle sensazioni che l'empatia amplificava e
potenziava tramite il suo corpo.
Serina
guardò a lungo verso la sua pelle chiara, dalla quale si
alzava l' odore di vaniglia e patchouli.
Tutto
ciò che la teneva in vita...
Un
catena che la legava a quel mondo...
"Maestro..."
-Eccoci-
fece infine Hakkai rallentando leggermente -potremo starcene
tranquilli per qualche ora...-
-E'
già ora di pranzo, vero?- saltò su Goku, correndo
verso
la radura ombreggiata dagli alberi, mentre Sanzo e Gojyo lo
seguivano.
-E'
mai possibile che pensi sempre a quello, razza di scimmia col verme
solitario?!-
-Anche
tu hai un chiodo fisso, Gojyo, o sbaglio?!-
-Almeno
i miei pensieri sono molto più interessanti dei tuoi!-
-Razza
di kappa pervertito!-
-Finitela
un pò! Basta per un paio d'ore state tranquilli!!!-
Serina
scese per ultima, e vide che Hakkai l'aspettava -mi spiace se siamo
partiti presto e non hai avuto tempo di riposare...- si
scusò,
ma la donna fece un cenno di diniego col capo -non preoccuparti, sto
bene- accettò la mano dell' uomo per scendere giù
dalla
jeep, poi la vettura si ritrasformò in draghetto;
svolazzò
un pò attorno a Serina e poi atterrò sulla spalla
di
Hakkai. Questi sorrise -Hakuryu credo che si stanchi più di
tutti!-
-Oh,
è felice di viaggiare- rispose d'impulso la donna,
sorridendo
verso il draghetto -gli piace vedere posti sempre nuovi...-
Notando
come la guardava il demone, la ragazza distolse in fretta lo sguardo
-scusa... a volte parlo senza pensare...-
-E'
il tuo potere, vero?-
Serina
annuì piano -il mio... dono...-
"La
mia maledizione..."
Il
ragazzo le si avvicinò e le fece cenno di andare -se
ritardiamo di così tanto, gli altri si preoccuperanno.
Serina,
qui nessuno ti vuole giudicare...- l'interpellata guardò
Hakkai, che sorrise come se fosse a disagio -ognuno ha le sue croci,
e fra noi non ce n'è uno che abbia un passato che non gli fa
paura o non lo disturba. Quindi non preoccuparti...-
Serina
sorrise -grazie- e insieme ad Hakuryu s'incamminarono verso il
gruppetto.
***
"
Il rumore del pianoforte era quasi assordante.
Don'
era? Non lo capiva; percepiva solo il pianoforte, e l' eco dei suoi
passi sul legno, in quel luogo deserto.
Era
forse il tempio?
No,
non poteva esserlo, non lo credeva; percorse il lungo corridoio, e fu
su quello che poteva essere solo un palco, immerso nella penombra e
nella polvere. I sedili alla sua sinistra erano quasi del tutto
smontati, la platea non esisteva, era un grande spiazzo vuoto. Il
sipario, una tela di pesante velluto rosso sangue, era lasciato
sciolto e copriva in parte il palco.
Nella'
aria, il dolce profumo di vaniglia e patchouli, persistente e forte.
Non
c'era nessuno.
Solo
lei...
Si
guardò attorno, poi guardò sè stessa,
il lungo
abito nero che arrivava ai polpacci, la braccia libere che fendevano
l'aria gelida, che le gelava la gola scoperta, la schiena nuda; i
capelli le solleticavano il collo. Si tormentò un' unghia,
come faceva quand'era nervosa o non capiva; il suo era un sogno? Una
visione?
Vide
un anellino di madreperla serrarle il medio sinistro, rilucendo di
riflessi a ogni suo movimento; era un oggetto da nulla, ma lei c'era
molto affezionata.
Quell'
anello...
...
Dopo averlo baciato a pelo di labbra l'aveva posato sul corpo esanime
del Maestro, così che l' uomo si portasse qualcosa di lei
nella tomba. Ora però riluceva al suo dito...
Alzò
lo sguardo, e vide nascosto dal sipario il pianoforte; era a coda,
nero e lucido, quasi imponente, elegante. Un uomo era chino su di
esso, suonava con scioltezza sempre la stessa melodia,
ininterrottamente, assordando quasi Serina.
La
donna fece qualche passo verso di lui, i suoi piedi nudi che facevano
un rumore sordo sul pavimento di legno impolverato...
...
O forse era solo per il rimbombo nel vecchio teatro deserto?
...
Oppure l' eco era solo dentro di lei...?
Quando
fu abbastanza vicina, sfiorò il pianoforte con una mano,
lenta, quasi avesse paura che tutto svanisse come un battito di
ciglia; i capelli neri dell' uomo, lunghi sino alle spalle, ne
coprivano il volto...
Ma...
...
Lei era certa che fosse proprio quella persona...
L'
uomo alzò d'un tratto la testa, e Serina rimase
perfettamente
immobile, trattenendo il fiato; il suo cuore si bloccò e poi
riprese la sua corsa, sempre più veloce.
Gli
occhi neri, neri come la notte, sfumati di un caldo viola intenso,
dal taglio allungato e all' ingiù...
...
Il volto rasato, i capelli lisci e neri che, quasi sempre raccolti in
un codino, ora invece accarezzavano le spalle...
Come
quella notte...
Dimostrava
sì e no trent'anni, aveva sempre mantenuto quell'aspetto
giovane, era impossibile decifrare la sua reale età...
...
E nessuno mai l' aveva saputa...
La
donna lo guardò in silenzio, quasi non volesse credere che
proprio lui fosse lì di fronte a lei, seduto al pianoforte,
intento a suonare quella melodia ossessionante, che si ripeteva nel
ritornello all' infinito. Alla fine, emise un sussurro; un' unica,
semplice parola, che flebile s' alzò nell' aria sovra
stando,
con un' acustica impossibile, la melodia assordante che riempiva il
teatro.
-...
Maestro...-
La
musica si fermò. Il tempo continuò a scorrere.
Katsuro
fece un mezzo sorriso, senza smettere di guardarla, le mani immobili
sulla tastiera del pianoforte. Il silenzio era quasi opprimente,
mentre la giovane ascoltava le sue parole, la voce del Maestro che
riecheggiò per alcuni istanti, viva, reale, calda e gentile
come lei la ricordava:
-Per
quanto... vuoi scappare?-
Prima
che Serina potesse dire o fare qualunque cosa, le porte del teatro si
spalancarono, rivelando all' esterno una luce abbagliante.
Lei
si voltò di scatto.
Due
ombre si stagliarono sulla soglia...
***
Il
richiamo di un qualche uccello lontano svegliò di colpo
Serina. La donna si tirò lentamente a sedere, togliendosi
dell' erba dai capelli. Poco lontano da lei, Goku russava pacifico,
mentre Sanzo leggeva il giornale seduto contro un albero, Hakkai
curava Hakuryu.
-Fatto
un brutto sogno?- la donna si voltò, e vide accanto a lei
Gojyo che le sorrideva e le tendeva una bottiglietta d' acqua; Serina
scrollò le spalle e scosse il capo -più che
altro, un
sogno strano. Ho... ho mica parlato?-
Il
ragazzo fece di no, poi aggiunse: -perché? Temevi di aver
detto qualche nome che mi avrebbe fatto ingelosire?-
La
donna ridacchiò, poi spostò un ciuffo di capelli
dietro
l' orecchio -tu sei certo che nessuna donna possa resisterti, vero?-
domandò divertita, inclinando il capo.
-Bé,
nessuna l'hai mai fatto...-
-Perché
menti?-
La
domanda era sbocciata spontanea e quasi istintiva; il rosso la
guardò
stranito, mentre Serina spostava gli occhi -... no, niente; non farci
caso-
Si
portò una mano alla bocca, imponendosi di non lasciarsi
sfuggire altro; maledetto, maledetto il suo potere. Accanto a lei,
Gojyo rimaneva immobile e in silenzio, anche se poteva avvertire la
sua presenza...
"-MI
FAI MALE MAMMA!!-"
Perché
quel grido riecheggiava nella sua testa quasi con ossessione?!
Sentiva
tanto, tanto dolore... un dolore infinito... e il sapore salato delle
lacrime in bocca...
Così
triste...
"Ti
prego... non torturarmi così..."
Serina
guardò nuovamente il mezzo demone, che era rimasto in
silenzio
a guardarla, e sussurrò: -scusa-
Il
ragazzo le sorrise appena -ehi, mica sono arrabbiato! In effetti,
qualche "no" c'è stato... ma le donne sposate e con
figli non contano...-
La
donna rispose al sorriso, mentre il rosso si accendeva una sigaretta
e alzava lo sguardo a uno spiraglio di cielo azzurro che trapelava
fra gli alberi verdi.
"Amami!"
Serina
sentì come se qualcosa tentasse di soffocarla.
Tossì
un paio di volte, si batté sul petto, ma l' urlo si
ripeté.
"Amami!"
Quell'
urlo, quel grido...
Quell'
implorazione... quella preghiera...
...
Di chi era?!
Dell'
uomo che le stava accanto? Del bambino dentro ad esso che cercava con
tutte le sue forze di conquistare la madre?
...
Di lei, di Serina?!
Oppure...
-
"
<<
... And if you go,
I
wanna go with you.
And
if you die,
I
wanna die with you... >>(*)
Kohai
era l'unica figura piccola e senza ombrello, con il mantello nero che
copriva il corpo sedicenne, col cappuccio che celava il volto segnato
dalle lacrime e i lunghi capelli castani.
La
pioggia inzuppava la terra sotto di lei, le vesti e gli ombrelli
della gente.
Due
monaci robusti presero la bara, lasciata aperta come da tradizione, e
la lasciarono cadere nella fossa; qualcuno buttò dei fiori,
qualcun altro delle stecche d' incenso, chi tagli di pregiata stoffa
di broccato; nessuno vide la figuretta di Kohai che, dopo essersi
portata alle labbra un anello piccolo e di madreperla, lo lanciava
sul corpo senza vita di Katsuro, e lasciava scivolare altre stanche e
calde lacrime.
"No...
Non
voglio...
Ti
prego, ti prego...
Ti
prego non lasciarmi...
Se
vuoi... Vengo anch'io..." " -
...
Oppure della piccola Kohai, della Piccola Chimera?
Serina
tossì ancora, le sembrava che quella semplice parola potesse
ucciderla.
-Ti
da fastidio il fumo? Scusa, allora la spengo...- la donna
guardò
verso Gojyo, che schiacciò la sigaretta su un sasso, e
alzò
una mano come segno di scusa -vedrò di fare attenzione-
La
giovane avrebbe voluto dire che non era per quello che aveva tossito,
ma poi lasciò perdere e sorrise al ragazzo -perdonami, ma l'
odore del fumo proprio non lo sopporto...- mentì.
-Allora
dovrò coprire quello che ho addosso con del profumo...- il
rosso si allungò verso di lei, sfiorandole appena i capelli
col naso -... come quello che hai addosso tu...- prima che potesse
scendere verso il collo, Serina mormorò appena -mi spiace,
ma...-
-Razza
di stupido bastardo imbecille maledetto pervertito di un kappa
scarafaggio!!! Che diavolo stai facendo?!- Goku si buttò
letteralmente addosso al mezzo demone, bloccandolo al suolo con una
rapida mossa di judo. -non osare toccarlaaaa!-
-Credo
che questa valga almeno dieci punti!- esclamò Hakkai,
annuendo
con vigore.
-Se
si risparmiava lo sproloquio di presentazione, gliene avrei dati
quindici- osservò Sanzo, senza alzare neanche gli occhi dal
giornale; Serina guardò verso i due ragazzi, mentre Gojyo e
il
demone eretico se le davano di santa ragione sull' erba, e rise
-però
c'è da dire che l'attacco è stato molto preciso!
Io
direi venti punti! In fondo l' introduzione è stata
pittoresca!-
Il
bonzo guardò con la coda dell' occhio la donna, mentre il
suo
sguardo in realtà cercava la sua sacca dove, con tutta
probabilità, doveva essere custodita la Campana. Invece
Hakkai
rise -sono d'accordo con te!-
Era
quasi sera quando ripartirono. A Ovest già cominciavano a
sciamare i primi riflessi del tramonto, col sopraggiungere delle
stelle, e Goku guardava verso quel punto come se stesse aspettando di
vedere il sorgere della luna; Gojyo si era allungato verso Hakkai per
chiedere entro quanto avrebbero raggiunto la prossima città.
-Bé,
più o meno verso mezzanotte- rispose il guidatore -volete
proseguire finché non arriviamo o...-
-Io
mi rifiuto di passare la notte all' agghiaccio!- lo interruppe il
rosso; Goku gli diede man forte -neanch'io! E poi voglio cenare!-
-E
ti pareva...-
-Cos'è,
problemi kappa?-
-Uno:
TU, scimmia!-
Hakkai
scosse il capo e continuò a guidare sorridendo, mentre Sanzo
si tratteneva dal sparare ai due; Serina li guardò,
divertita
mentre litigavano, ma poi di nuovo quell' urlo invase la sua mente..
"Amami!"
"Chi
sei?"
Si
portò il polso al naso, respirando lentamente e a fondo il
profumo di Katsuro, sentendosi un pò meglio.
***
Note di fine Capitolo ***
1(*)
Il testo presente nel capitolo è della canzone
“Lonely Day”
dei System of a Down
Grazie
a Yui_chan e a tutti quelli che leggono la fanfic!
|
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Capitolo 4 *** Against a nightmare... ***
Capitolo 4 U'sR
-
4 -
Era
notte inoltrata quando nella valle cominciarono a riecheggiare i
rumori della battaglia.
Goku
abbattè due demoni con lo nyoibo, poi si
precipitò
verso Serina e mise fuori gioco un demone che cercava di colpirla
alle spalle -sta attenta!-
-Ti
ringrazio!-
Gojyo
fece roteare la falce, e gli avversari tutt'attorno a lui svanirono
nell' aria della notte -sono troppo facili; quand' è che
troveremo dei demoni veramente forti?!-
-Temo
che siamo noi superiori alla media!- gli rispose Hakkai;
lanciò
il ki e poi sorrise all' amico -siamo noi quelli "troppo"
forti!-
-O
troppo belli, dipende dalle circostanze!-
-Finitela
con le cazzate!- gli spari di Sanzo sibilavano nell' aria, mentre il
bonzo fulminava con lo sguardo il mezzo demone e l'altro ragazzo.
-Insisto
col dire che sei troppo nervoso, Sanzo... Non è che ormai
stai
diventando vecchio per questo genere di cose?-
-Sta
zitto!-
Goku
piroettò nel campo di battaglia, atterrando al fianco del
bonzo -ehi, di che stavate parlando?-
-Affari
nostri scimmia!-
-Ma
come osi kappa?!- i due ragazzi abbatterono dei demoni e poi si
guardarono in cagnesco.
-Avanti,
non ora!- Hakkai schivò una lama, poi colpì al
basso
ventre un avversario; con una gomitata ben assestata mise fuori gioco
un altro demone che voleva prenderlo alle spalle; Goku e Gojyo
saettavano da un punto all' altro del campo, le armi che vorticavano
attorno a loro e falciavano chiunque si avvicinasse troppo; Sanzo
sparò ancora due colpi, poi cercò con lo sguardo
Serina.
La
donna aveva arretrato leggermente, con Hakuryu che le svolazzava a
fianco, e stava aprendo il borsone senza perdere di vista i demoni.
Il bonzo stava aspettando proprio quello: la giovane infatti aveva
tirato fuori dalla sacca la piccola Campana, il nastro rosso sangue
che svolazzava contro vento; la donna prese un profondo respiro,
mentre alzava il braccio e faceva vibrare un rintocco.
In
quanto umano, il bonzo non sentì alcun dolore, ma in quanto
"Sanzo", avvertì forte e chiara una corrente di
energia, quasi rovente, che appesantiva lo spazio, inglobava i demoni
avversari che, bloccatisi di colpo, cominciarono a guardarsi attorno
come terrorizzati; qualcuno si portò le mani alla testa,
tutti
crollarono in ginocchio e ben presto rimasero come bloccati al suolo,
torcendosi sotto i colpi di un' arma invisibile. Poi qualcuno
urlò,
e tutti svanirono nel vento, ormai polvere.
Hakkai
si portò una mano al viso, e si accorse che il naso gli
sanguinava; prese dalla tasca un fazzoletto e cercò di
bloccare l' emorragia con la mano; Gojyo invece si guardò
attorno, alla ricerca della fonte di quell' energia, e quando l
'occhio gli cadde su Serina, s'acquietò.
Goku
invece si sentì tremare le gambe, e cadde in ginocchio sulla
terra, mentre un dolore lancinante lo colpiva alla testa; no, non di
nuovo...
Il
fischio....
Quel
grido assordante, gli ultrasuoni...
...
Chi era, chi era che soffriva così tanto?!
Ebbe
solo una fugace immagine di uno spazio buio, di una sagoma in
ginocchio che si teneva il volto fra le mani...
L'
eco della Campana portò infine la pace nella sua mente;
tentò
di mettersi in piedi, ma tremava da capo a piedi, e allora
sentì
delle braccia robuste che lo tiravano su -avanti scimmia, non fare la
femminuccia-
-Ma
finiscila, kappa...- il ragazzo si guardò attorno, ancora
disorientato, e vide che i demoni erano scomparsi -ma che...-
-Serina-
rispose subito Gojyo; guardò verso la donna, che stava
aiutando Hakkai a fermare l' emorragia dal naso -credo abbia usato
quell' affare... La campana...-
-Uhm...-
Sanzo
li superò a grandi passi -avanti, muoviamoci. Ormai dovremmo
essere vicini al villaggio-
-Ok...-
borbottò il kappa, incamminandosi; Goku riusciva benissimo a
camminare da solo, e raggiunse Hakkai e Serina: -va tutto bene?-
-Non
preoccuparti!- gli rispose il demone dagli occhi verdi; la donna gli
premeva forte il setto nasale così da fermare il sangue -mi
spiace- mormorò -tento di controllare la Campana... ma... il
suo potere è rivolto a tutti i demoni nel raggio dei due
chilometri...-
-Non
fa niente, è ovvio che non l'hai fatto apposta...-
-Ormai
dovrebbe aver smesso di sanguinare-
-Ti
ringrazio-
Mentre
si avvicinavano alla jeep, Serina sfiorò appena la fronte di
Goku -hai sentito tanto dolore prima?-
Il
demone si sentì in imbarazzo, di fronte allo sguardo
così
preoccupato e dolce della donna; il solo occhio visibile, il
sinistro, era di un nocciola così intenso che a seconda
della
luce sembrava nero, ma in ogni caso riluceva di mille emozioni. Un
sguardo simile riusciva a colpire al cuore chiunque.
-Ehm...
No, non tanto- rispose l' interpellato, grattandosi il capo e
sorridendo alla ragazza -sta tranquilla!- Serina rimase a guardarlo
per pochi istanti, poi gli sorrise, piano -d' accordo... Scusa
ancora. Ora andiamo, o arriveremo all' alba al villaggio!-
Tutt'
e due s'incamminarono, mentre la donna rivolgeva un ultimo sguardo al
luogo dove pochi minuti prima c'erano stati i demoni; per un attimo
la sua bocca s' aprì in un sussurro, ma poi la richiuse e
serrò i pugni.
-Permettete
che paghi la mia parte di cena- fece a un certo punto Serina, mentre
la jeep sfrecciava verso il villaggio che si vedeva all'orizzonte.
-Ma
figurati!! Tanto paga il bonzo corrotto!!- osservò Gojyo; l'
interpellato lo fulminò con lo sguardo -taci, kappa!-
-Appunto
per questo!- rincarò la dose la donna -già mi
offrite
un passaggio per l' Ovest...-
-Fai
come ti pare- la interruppe Sanzo, mentre si accendeva una sigaretta
e le dava le spalle -ma tanto sappi non sono neanche soldi miei- la
giovane rimase in silenzio a guardarlo, un pò incuriosita,
mentre il rosso le si avvicinava -quello è il suo modo
più
gentile di dire che paga tutto lui con al carta- le spiegò,
poi sospirò -ah, per il nostro bonzo è
così
difficile esprimere i suoi sentimenti..!-
Due
spari sibilarono sfiorando i capelli del ragazzo, mentre d'istinto
Serina cacciava un urlo e Gojyo faceva un balzo a sinistra: -ma sei
completamente impazzito?!-
La
donna si scostò leggermente -temo che restando vicino a te
rischi la vita...-
-Fossi
in te starei attenta alle pallottole vaganti, in effetti!-
osservò
bonario Hakkai; il rosso lo guardò con un sopracciglio
alzato
-possibile che niente ti disturbi...?-
Goku
aveva ceduto alla stanchezza e s'era addormentato, ma la fame doveva
tormentarlo anche in sogno, perché ogni tanto borbottava:
-no,
ne voglio ancora un pò... ancora due shumai...
sì,
vanno bene anche i nikuman....-
Serina
s'intenerì nel guardarlo, e gli passò una mano
fra i
capelli per rasserenare il suo sonno; ben presto il demone dagli
occhi dorati s'acquietò e dormì profondamente e
senza
agitarsi.
-Ma
come ci sei riuscita?- osservò interessato Gojyo,
avvicinandosi ai due -di solito gli devo tirare due calci
perché
la pianti di borbottare a notte fonda...-
La
donna rise appena, mentre continuava ad accarezzare la testa di Goku,
le dita che giocavano coi nodi e le ciocche castane -dimentichi che
con la mia empatia posso captare le emozioni. E' difficile da
spiegare, ma... posso far sì che il mio corpo funga da
catalizzatore, per incanalare i sentimenti... e poi passarli a
qualcun altro. Ho semplicemente trasferito la calma e la
serenità
a Goku, per farlo dormire bene...-
-Affascinante...-
il rosso si avvicinò ancora un pò all' eretico,
mentre
questi prendeva a russare; per puro dispetto, il mezzo demone lo
tirò
per una guancia -ma senti come russa 'sta stupida scimmia...!- Serina
ridacchiò, mentre Gojyo alzava il volto per poterla guardare
negli occhi, nocciola profondo, quasi nero. Il vento lasciava
intravedere anche quello destro, solitamente nascosto dai capelli; la
donna rimase per un attimo in silenzio, guardando il ragazzo
così
vicino a lei. Era facile intuire il perché di quello sguardo
negli occhi dell' uomo; sapeva bene che per il rosso lei non sarebbe
stata altro che l' ennesima conquista, ma era anche qualcosa di
più
rispetto alle altre altre donne: lei non gli aveva ancora ceduto.
Rimase
immobile per qualche istante, come se non riuscisse a staccare gli
occhi da quelle iridi rosse...
Rosse...
Rosse...
Rosso...
Sangue...
*-"
Il buio, il buio più nero...
Il
dolore delle catene era insopportabile...
Una
mano corse al viso, dove colava qualcosa...
Le
dita si sporcarono di rosso...
Sangue....
"-*
*-"
-E allora? Il tuo Pianto sarebbe questo?!- la donna scoppiò
a
ridere, mentre con un dito le sfiorava il volto, e poi le mostrava la
pelle d'ebano del polpastrello sporca di sangue -credi che solo per
questo tua sia meno feccia degli altri?!- "-*
Serina
sbatté un paio di volte le palpebre, mentre scostava il viso
e
guardava verso l' orizzonte.
Quegli
occhi...
Era
come se la sua stessa Colpa la guardasse in viso...
La
sua Colpa... in forma umana...
Quelle
iridi... E quei capelli che scendevano come una pioggia, come del
sangue sgorgante da una ferita...
Tanto,
tanto sangue...
*-"
Basta... Basta...
La
Colpa... uccide...
-Tranquilla,
Piccola Chimera...-
Kohai
alzò di scatto la testa, non credendo all' uomo che le stava
davanti: era lì, Katsuro era veramente lì.
Il
Maestro le sorrise, bello come lo ricordava, con quel gentile sorriso
che aveva sempre avuto sul volto quando parlava con lei.
-Non
avere paura. La libertà non te la può togliere
nessuno... mai... nessuno...-
La
giovane avrebbe voluto urlare, chiamarlo a gran voce, ma tutto era
sovrastato dall' urlo disumano, da quel grido ad ultrasuono.... "-*
Goku
s'agitò nel sonno, captando il disagio e la sofferenza dalla
donna tramite la mano sul suo capo, e Serina si riprese. Si
voltò
verso il ragazzo, accarezzandogli i capelli, trasmettendogli la
calma, mentre cercava di scacciare quei ricordi terribili...
Quei
ricordi... Parte del suo Incubo Perenne...
-Siamo
arrivati!- annunciò Hakkai, mentre cominciava a rallentare
-sarà meglio entrare nel villaggio a piedi-
Sanzo
e il demone dagli occhi verdi scesero dalla vettura, mentre si
guardavano attorno; Gojyo prese Goku e se lo caricò su una
spalla sbuffando -ma quanto pesa questa scimmia?!-
-Aspetta-
Serina si mise dietro il rosso e l'aiutò a sistemarsi il
ragazzo dagli occhi d'oro sulla schiena, allacciandogli le mani sul
collo -attento a non farlo cadere...-
-Tanto
questo qui ha una pellaccia dura...- la donna sorrise e poi
superò
i due a grandi passi, raggiungendo Sanzo e Hakkai.
-E'
un paese tranquillo?- chiese sottovoce; i due uomini la guardarono
-probabilmente i demoni più vicini erano quelli che abbiamo
affrontato stanotte- le rispose il demone dagli occhi verdi -potremo
dormire tranquilli-
-Non
sperarci troppo- gli disse Sanzo, mentre s'incamminava verso le porte
del villaggio; il ragazzo moro sorrise -non saprei dire se sei
più
diffidente o più negativo...-
-Io
opterei per "negativo"- gli rispose Gojyo, curvo sotto il
peso di Goku -e ora sbrighiamoci a trovare una locanda-
-Alcune
luci sono ancora accese- osservò Serina, mentre con gli
altri
s'incamminava per le vie del paese; si trattava di strade piccole e
polverose, fiancheggiate da alberi e dalle case.
La
donna si guardava attorno incuriosita, il suo passo non faceva il
minimo rumore; qualunque cosa, anche la cadenza dei passi, aveva un
che di controllato, osservò Hakkai.
Come
se nascondesse a stento un istinto di rabbia...
Poi
si rese conto che Serina era un'empatica, e tra l'altro gli stava
camminando anche a fianco; si voltò in fretta verso la
donna,
cercando di capire se lei aveva captato quei suoi pensieri, ma
l'interessata si limitò a sorridergli.
-Forse
hai ragione tu. Non sembrano esserci pericoli qui..-
Hakkai
inghiottì, poi le sorrise -già... potremo dormire
basta
tre ore...-
-...
Anche se tu speri di più!- concluse ridendo la donna; il
ragazzo la guardò, e lei si affrettò a precisare
-non
ti ho guardato nella mente per completare la tua frase, tranquillo...
a volte per capire qualcosa basta leggere lo sguardo! E il tuo
è
piuttosto assonnato!!- la risata della donna si espanse per le vie
del villaggio. Goku, sulle spalle di Gojyo, si agitò
debolmente, e aprì gli occhi. -ehi... ma siamo
già
arrivati?-
-Da
almeno un quarto d'ora scimmia, ma russavi così forte che
non
siamo riusciti a svegliarti...-
-Ma
che cosa stai dicendo, stupido kappa che non sei altro!- il ragazzo
si dimenò tanto che il rosso perse l' equilibrio ed entrambi
crollarono per terra, alzando un gran polverone; Sanzo tirò
loro due ventagliate, tuonando di smettere di fare casino, mentre
Hakkai rideva.
Serina
guardò la scenetta col sorriso sulle labbra, mentre
continuava
a camminare per la via del paese. Cercava una locanda, ma prima di
ogni altra cosa desiderava camminare.
L'
aria notturna era fresca e morbida; gli abitanti che dormivano e
facevano sogni tranquilli, e la loro serenità la
raggiungeva.
Serina respirò piano, ad occhi socchiusi, trovando un
istante
di pace...
Poi
qualcuno le batté sulla spalla, e si riscosse; Gojyo la
guardava divertito -visto che stai dormendo d'in piedi, direi di
andare-
Le
indicò una casa illuminata alla loro destra, dove stavano
già
entrando gli altri tre ragazzi. -Forza-
La
donna annuì appena -certo. Arrivo-
La
locanda era illuminata a giorno e, anche se dovevano essere le
undici, c'era ancora qualcuno ai tavoli; i ragazzi entrarono e
trovarono subito posto per cenare.
-Finalmente,
non ci vedevo più dalla fame!- esultò Goku,
lasciandosi
cadere pesantemente su una sedia.
-Ma
che novità...- borbottò Gojyo; Sanzo invece fece
per
uscire dalla locanda.
-Vai
a comprare le sigarette?- gli chiese Hakkai seguendolo con lo
sguardo.
-Già-
-Hai
intenzione di cenare dopo?-
-No-
rispose il bonzo; il demone bruno sorrise -allora cercheremo di non
fare rumore quando verremo in camera- il biondo non rispose neanche e
s'incamminò.
-Ehi,
non mangi neanche tu?- Goku guardava incuriosito Serina, che anche
lei si stava incamminando; la ragazza scosse il capo e sorrise -se
non vi dispiace vorrei prima farmi una doccia e cambiarmi d'abito. Ho
tutta la polvere del viaggio addosso, e vorrei darmi una rinfrescata.
Ordinate pure anche per me, non aspettatemi!- e dopo aver fatto un
rapido inchino di saluto scomparve su per le scale.
Le
avevano assegnato una camera proprio di fronte a quella dei ragazzi.
Alla fine era riuscita a convincerli a pagare da sola basta la
stanza.
Erano
molto gentili...
...
*Troppo* gentili.
-Vorrei
che non fossero qui...- sussurrò Serina, guardandosi alla
specchio; l'immagine che le rifletteva era quella di un volto morbido
e delicato, a cui aderivano i capelli bagnati per la doccia. Gli
occhi erano braci ardenti, castano intenso. Sfiorò lo
specchio
appena appannato, con inquietudine crescente.
-...
Quando loro arriveranno...-
*-"
Era una notte di luna nuova, l' oscurità era più
fitta
che mai.
-Ora...
basta- il vecchio la guardava in silenzio, mentre Kohai s'immergeva
nel fiume, sino alle ginocchia. Sentiva i jeans che si appiccicavano
alle gambe -tornerò, e lascerò quegli assassini.
La mia
vita... l' ho consacrata a Katsuro Shirogawa, e intendo onorare il
mio giuramento- alzò la daga, afferrando con l'altra mano i
lunghi capelli, e con un gesto secco li tagliò.. "-*
*-"
-Sappi che noi ci rivedremo, mia cara Kohai...- sibilò la
donna; sì, era *davvero* divertita da ciò che
aveva
detto la ragazza pochi istanti prima -... Perché tu non puoi
liberarti di te stessa. Noi resteremo in agguato, come le ombre della
tua oscurità, ti braccheremo, come i predatori dei tuoi
Incubi, ti staremo accanto, come la coscienza che tu ormai hai
perduto... E, quando meno te lo aspetterai, torneremo. E, credimi,
sarà un vero piacere per me strapparti qualcosa a te
prezioso... "-*
La
donna respirò piano, le spalle nude vennero percorse da un
brivido di freddo -non posso... proteggerli tutti... Anzi, non posso
proteggere nessuno di loro- abbassò lo sguardo e poi lo
rialzò, fissando lo specchio, la sua immagine,
così
femminile e fragile.
“Non
riesco a proteggere nemmeno me stessa!”.
Uscì
dalla camera con indosso una gonna di jeans lunga sino alle ginocchia
e una maglia di tulle turchina, a maniche lunghe. Stivali morbidi
turchini arrivavano sino alle ginocchia e avevano un pò di
tacco, eppure i suoi passi rimanevano silenziosi. S' era abituata a
camminare senza far rumore, ormai quattro anni prima...
...
Gli assassini, non devono far rumore...
Scrollò
le spalle e richiuse la porta, trovandosi nel corridoio, di fronte a
Genjo Sanzo. Il bonzo era nell' atto di entrare in camera; la donna
si affrettò a fare un inchino di saluto -le auguro una buona
serata, Venerabile Sanzo- l'interpellato la guardò in
silenzio
per qualche istante, e la ragazza cercò di evitare il suo
sguardo, rimettendosi dritta e mormorando qualcosa.
-Spero...
che i demoni ci lascino dormire, basta per stanotte-
Il
monaco scrollò le spalle, e aprendo la porta della sua
stanza,
osservò con tono incolore: -non ci saranno attacchi,
stanotte-
Ma
Serina capì che c'era dell'altro, dietro a quelle parole, e
chinò il capo per non doverlo guardare in viso -no, per
stanotte nessuno... "Ci"... Cercherà...-
Entrambi
capirono il vero significato delle rispettive frasi, poi Sanzo
entrò
nella camera senza dire nulla e Serina scese nella sala da pranzo.
"Per
stanotte... Nessuno... "MI" cercherà... E voi sarete
in salvo...".
-Ah-
sospirò seccato Gojyo -speravo ti rimettessi quello
splendido
kimono rosa...- Serina sorrise un pò imbarazzata
-è un
abito a cui tengo molto, e ho sempre paura di rovinarlo...-
-E
l' ultima volta hai rischiato di sporcarlo di sangue...-
osservò
Goku, addentato un boccone enorme di qualcosa che la donna non
riuscì
a riconoscere; ora che aveva messo qualcosa nello stomaco, il ragazzo
dagli occhi d'oro sembrava completamente sveglio e attento; Serina
gli sorrise, non riuscendo a nascondere la simpatia che provava per
il demone.
-Già,
spero non ricapiti più un episodio come quello...-
Per
lei avevano ordinato del riso e a parte dei gamberi; Serina li aveva
ringraziati sorridente, e si era seduta accanto ad Hakkai, con alla
sua sinistra la finestra che dava al paese semi addormentato.
-Senti...-
chiese improvvisamente Goku, dopo quasi un quarto d'ora di silenzio;
avevano finito di cenare, Gojyo fumava tranquillo una sigaretta, e
Hakkai stava finendo di dare un boccone ad Hakuryu, posato sulla
spalla; la donna lo guardò -dimmi-
-...
Tu hai sempre vissuto nel villaggio dove ti abbiamo incontrato?-
chiese piano; un' ombra velò appena il volto di Serina, e il
demone spiegò un pò in imbarazzo -sono solo
curioso....-
-Curioso
come una scimmia..- commentò Gojyo; ignorò
l'occhiataccia che gli lanciava il demone, e guardò la
donna.
Era affascinato quell' occhio marrone intenso, il sinistro, l' unico
visibile, che in quel momento brillò di una qualche emozione
trattenuta. -... Però anch'io sono curioso-.
Serina
posò le bacchette unite sulla ciotola vuota, bevve un sorso
d'acqua e scrollò le spalle -ad essere sincera, la mia
storia
non ha nulla di particolare. Sono vissuta in un villaggio tranquillo
nella campagna del Nord, con la mia famiglia. Sono figlia unica, e i
miei genitori erano dei semplici contadini. Non so dire da chi abbia
ricevuto il dono dell'empatia... Forse da qualche lontano parente. Ad
ogni modo, quando avevo all' incirca dodici anni, il mio paese venne
attaccato da dei demoni... E tutti gli abitanti vennero
sterminati...- Goku la guardò tristemente, sicuro di vedere
il
volto della giovane donna addolorato, e invece il viso era immobile e
inespressivo, come quello di una maschera -... Mia madre mi fece
scappare nei boschi, e dopo un lungo girovagare venni accolta presso
un tempio. E' proprio perché novizia in quel tempio che i
SambutsuShin mi rintracciarono e mi affidarono la Campana...-
-Ah...-
mormorò piano il demone dagli occhi d'oro; Serina sorrise a
fior di labbra -come ho detto prima, una storia molto noiosa....-
"Bugiarda.
Sono
solo una grandissima bugiarda."
Si
morse il labbro, e bevve ancora un pò.
"Perdonatemi".
Salirono
le scale che portavano alle camere dormendo quasi d'in piedi.
-Sarà
meglio fare piano- sussurrò Hakkai, posandosi l'indice sulle
labbra -non vorrei svegliare Sanzo...-
-Sarebbe
capace di spararci senza alcuna pietà- borbottò
in
risposta Gojyo; Serina rise sottovoce, ma di fronte all'occhiata che
le lanciò il rosso ammutolì -ne sarebbe davvero
capace...?- mormorò preoccupata; il mezzo demone le
sfiorò
una spalla -te lo saprò dire domattina- la donna sorrise
appena -allora, buona fortuna... E buona notte-
-Grazie
e altrettanto- le rispose Hakkai, allontanando Gojyo e lasciando che
Serina si avvicinasse alla propria camera. Goku la raggiunse: -buona
notte- la donna gli sorrise e gli sfiorò il capo con una
mano
-ti ringrazio, e la auguro anche a te-.
La
nottata trascorse per più di quattro ore nella quiete
più
totale. Serina aveva temuto che i suoi incubi, che la perseguitavano
da anni, le facessero visita quella notte, ma per fortuna non
successe e poté dormire tranquillamente...
...
Fino a quando un leggero bussare alla porta la svegliò di
soprassalto, e con uno scatto si tirò a sedere sul letto, la
mano che correva alla Campana posata sul comodino, lo sguardo alla
finestra. Ma tutto era silenzioso, e non c'erano pericoli.
Serina
sbuffò irritata.
"Sono
troppo nervosa...".
Finalmente
si accorse che il rumore era lieve e veniva dalla porta. La donna
scese dal letto, sentendo sotto i piedi nudi il freddo pavimento di
legno; indossava una leggera camicia da notte composta una canotta
con le spalline sottili, e dei pantaloncini di morbido raso
verde-acqua. Raggiunse la porta e la socchiuse, scorgendo appena in
parte la sagoma di...
-Goku!
Ma che ci fai qui?- sussurrò nella notte, mentre con una
mano
cercava di sistemarsi i capelli spettinati; il demone indossava dei
corti pantaloncini e una canotta sopra, e stringeva il cuscino.
-ecco...-
-E'
successo qualcosa?- chiese allarmata la donna..
"Ti
prego, fà che non siano già qui..."
Ma
Goku scosse il capo -non riuscivo a dormire, e allora... ecco...-
-Entra-
Gli aprì completamente la porta e lo invitò ad
entrare.
La camera della donna aveva un'ampia finestra, che con le tende
scostate lasciava penetrare la luce della luna e illuminava
debolmente la camera. Aguzzando la vista, Serina tentò di
leggere l'ora sulla piccola sveglia che aveva sistemato sul comodino,
accanto alla Campana.
Cinque
e mezzo.
Almeno
per cinque ore era riuscita a dormire...
Intanto
Goku si era seduto sul bordo di un piccolo divanetto poggiato contro
il muro, e stringeva ancora forte a sè il cuscino.
-Scusa-
mormorò piano -se sono venuto qui così, col
cuscino in
mano. Ti sembrerò un moccioso....-
-Assolutamente-
lo interruppe gentilmente Serina, sedendosi a fianco a lui -anch'io a
volte la notte non riesco a dormire...-
-Davvero,
e perché?-
-Faccio...
Degli incubi- rispose piano la donna, sfiorandogli appena i capelli;
Goku la guardò sorpreso , per poi esclamare, al culmine
dello
stupore:
-Anch'io!-
Serina
rise, scuotendo appena la testa -perché ti sembra
così
strano?- domandò.
-Non
so... Gojyo dice sempre che chi fa gli incubi è solo un
moccioso...-
-Eppure
lui ne fa...- sussurrò piano Serina; il demone eretico la
fissò incuriosito -cosa?-
-Nulla,
nulla. Ma perché sei venuto da me?-
-Ecco...-
Goku abbassò gli occhi, come se fosse in profondo imbarazzo
-io... cercavo di dormire... Ma... Mi sembrava che mancasse qualcosa.
Allora... Non so perché, ma sono venuto da te...- Serina
capì
all' improvviso; scivolò in ginocchio di fronte al ragazzo e
posò le mani sulle sue spalle. Lo guardò negli
occhi, e
l'immagine che vide riflessa nelle iridi dorate le provocò
un'immensa rabbia.
"Dovrei
vergognarmi di me stessa...".
Non
eri neanche accorta dell' imbarazzo di Goku, che da dov' era seduto
avrebbe potuto vederle perfettamente il seno dalla scollatura della
canotta di lino. Ma lui non lo fece, e si limitò ad
arrossire
mentre la donna mormorava piano: -perdonami... E' colpa mia...-
-Ma
di cosa?- Goku sembrava preoccupato.
"Preoccupato
per la mia reazione...
*Devo*
vergognarmi di me stessa..."
-Questa
notte, mentre viaggiavamo...- spiegò piano la donna,
deglutendo e abbassando gli occhi, così da non doverlo
guardare -... Ho usato un pò del mio potere su di te. Ti
agitavi nel sonno, e così... Ecco...- tacque, mancandole il
fiato. I suoi occhi corsero alla Campana, e lì si fermarono.
"Il
mio Potere..."
-Hai
usato la tua empatia?- il ragazzo la riportò alla
realtà;
Serina prese fiato lentamente, annuendo piano; i capelli si mossero
fluidi al suo movimento. -... Sì. Volevo solo trasferirti
della calma, e farti dormire bene. Però... Mi sono
dimenticata
l'effetto che hanno i miei poteri sui demoni...-
-Cioè?-
-Ho
creato dentro di te una specie di "dipendenza" dai miei
poteri...- la donna tacque; senza volerlo, lo aveva fatto. Si era
promessa e ripromessa di non compiere mai un simile gesto,
perché
non era giusto, perché l'avrebbe resa ciò che non
voleva diventare...
...
Una manipolatrice...
E
invece...
D'impulso,
Serina gettò le braccia al collo del demone eretico, che la
guardò spaventato -Serina! Perché fai
così?!
Stai male?!- lo preoccupava vedere la giovane donna così
spaventata; lei, che era sempre così controllata nei
movimenti
e nelle emozioni!
Ricambiò
appena l'abbraccio, arrossendo, ma eli si staccò in fretta
-l'
ho fatto senza volerlo, Goku. Ti prego di perdonarmi- chinò
il
capo e poi lo rialzò -cercherò di porre rimedio-
il
ragazzo, un pò turbato dal repentino cambiamento di umore
della donna, si limitò ad annuire.
Serina
prese fiato, sfiorando le tempie del demone con le piccole mani
fredde, socchiudendo gli occhi e mormorando qualcosa...
"Devo
farcela...
Ti
prego....
Maestro...."
Avvertì
qualcosa, come uno schiocco di dita, e poi le sembrò che le
braccia affondassero in acque gelide; stava sfiorando la mente di
Goku. Ricordi, pensieri, emozioni, sogni.. poteva vedere, ascoltare,
saggiare tutto.
Mettere
a nudo un'intera personalità...
...
Sarebbe stato fantastico, e la donna sentì ricevere addosso
come la risacca dell'oceano una sensazione di potenza e forza...
Assuefarsi
al Potere...
...
Era un sentimento che provava tutte le volte usava le sue doti...
Scosse
con forza la testa, ad occhi chiusi.
No.
No,
no, no... Non doveva.
Violare
la mente era ingiusto, sbagliato, abominevole. Era come violare il
corpo.
E
lei... Non avrebbe *mai* fatto una cosa simile a una persona dolce e
adorabile come il giovane demone davanti a lei.
"No...
Devo... Devo... Resistere..."
Non
ricordava cos' era successo l' ultima volta che avevano fatto una
cosa simile a lei?!
Era
stato orribile... Un incubo...
*-"
-Meraviglioso! Assolutamente meraviglioso!!!- l' uomo proruppe nella
sua solita risata, orribile, volgare, terrorizzante, più
simile a un latrato -ora capisco cosa provi tu, Kohai! E'
fantastico!-
-Meglio
del sesso?- chiese la donna, a qualche metro di distanza; l'
interpellato la guardò -puoi dirlo forte!- La donna
s'alzò
e raggiunse i due; Kohai era riversa a terra, sulla pancia, ansimava
e gemeva come un animale in trappola. -dannato....- sibilò,
sputando bile e sangue.
-Uhm?
Come dici?- la prese in giro l'uomo -sei così debole... Non
capisco niente di quello che dici...-
-Tu...
Fottutissimo bastardo!- urlò a pieni polmoni la ragazza; ma
cominciò a tossire, e l'uomo alzò una mano verso
di lei
-razza di..!-
-Basta-
lo fermò la donna -ne ha avute abbastanza-
s'inginocchiò
sui talloni così da poter vedere bene la ragazza a terra, e
disse, quasi gentilmente -ora hai capito, Kohai? Non andare mai
contro ai Principi Demoniaci... Oppure la punizione sarà
sempre questa. E tu non vuoi riprovare una cosa simile... No?-
Tossendo
e piangendo, Kohai scosse il capo piano. La donna fece un sorriso che
doveva essere gentile, ma risultò maligno e orribile;
allungò
una mano a sfiorare i lunghi capelli della ragazza, mettendo quasi le
labbra a broncio.
-Povera
piccina...- cantilenò come per prenderla in giro... "-*
"No,
Goku, non permetterò che ti accada una cosa simile...".
Poi
finalmente sentì come se qualcosa che si spezzava; il legame
era infranto.
Serina
sospirò di sollievo, riaprendo gli occhi e sorridendo al
ragazzo che le stava di fronte. -Fatto- disse semplicemente.
-Di
già?- chiese un pò stupito il demone -temevo...
Avrebbe
fatto male...-
-No.
Non preoccuparti- la donna gli sfiorò gentilmente i capelli
con una mano, e si tirò in piedi, seguita da Goku. Questi
osservò, trovandosi di fianco alla ragazza, che non era
grazie
ai tacchi se era alta; così a piedi nudi doveva essere alta
come Sanzo.
Serina
raggiunse la porta, mormorando gentilmente: -ora và pure a
riposare-
Ma
il ragazzo non si muoveva. Guardò per terra, imbarazzato.
-Che
c'è?- chiese la donna; Goku scrollò le spalle
-niente,
solo che... Vorrei sapere...-
-Cosa?-
-Ecco...-
Serina
rimase in silenzio a guardarlo...
-...
Come ci si libera dagli incubi?- quella domanda fece tacere per
qualche istante Serina; liberarsi degli incubi...
Le
venne quasi da ridere.
"Se
solo lo sapessi...".
La
donna cercò di frenare l'amaro sorriso che tentava di
affiorarle in viso, e sedette di nuovo, imitata ancora una volta da
Goku. Il ragazzo sembrava pendere dalle sue labbra. La donna
sistemò
i capelli dietro l'orecchio sinistro, poi rispose: -sai Goku... Non
so se si possono sconfiggere gli incubi... Io... Non ho ancora
trovato il modo...-
-Uhm...
Ma i tuoi incubi... Cosa sono?- mormorò il demone nella
notte;
una nuvola coprì la luna. Serina sospirò, piano,
e
avvertì un poco la sensazione di curiosità e
imbarazzo
insieme del ragazzo accanto a lei -il mio incubo eh? Il mio...-
*-"
Buio...
Tristezza...
-Maestro...
dove siete?- "-*
-...
Il mio incubo perenne... E' che sono in prigione... Nel nero
più
totale. Sono incatenata, non posso scappare. La mia empatia ha
raggiunto un livello tale... Che sento tutti i dolori del mondo, dei
vivi, dei morti, del presente, del passato e del futuro. Ed
è
un dolore troppo forte, sicché sanguino per tutti coloro che
stanno soffrendo...- sussurrò piano; si accorse che stava
rabbrividendo, come se avesse freddo.
"Che
stupida..."
Improvvisamente
sentì la mano di Goku che calava sulla sua; il giovane
demone
chinò la testa sulla spalla della donna, come se cercasse
conforto e calore.
"Questo
ragazzino... Non ha mai conosciuto sua madre...?".
-Anch'io...
Sogno le tenebre- mormorò lui improvvisamente; Serina
sentì
il suo sospiro -vago nel buio... Sono solo... E ho paura.
Già
una volta sono caduto nelle tenebre, ma poi una persona mi ha
salvato. E io... Ho paura... Ho paura che, se dovessi tornare nelle
tenebre, quella persona non riuscirebbe di nuovo a salvarmi...-
Ricambiando
la stretta della mano del demone, la donna posò la sua
guancia
sul capo di Goku -è solo un incubo... Una cosa simile non
accadrà mai, ne sono certa...-
E
per un attimo, vide chiaramente nella sua testa l'immagine di una
grotta, dell'oscurità... Le sembrò di avvertire
il peso
delle catene...
E
un richiamo...
Una
persona... *lei* forse, o *Goku*, invocava qualcuno...
Ma
non sapeva (o sapevano?) che nome invocare...
"Come
me... Tu cercasti una guida per uscire dalle tenebre..."
Serina
chiuse gli occhi, e cadde in un sonno profondo e piacevole, come se
la sola presenza di Goku potesse tranquillizzarla...
*"
I don't know anymore
What it's for
I'm not even sure
If
there is anyone who is in the sun
Will you help me to
understand?
'Cause i been caught in between all I wish for and all
I need
Maybe you're not even sure what it's for
Any more than
me..."
(Non so altro
Perché
non ne
sono nemmeno sicura
se ci sia qualcuno nel sole,
Mi aiuterai a
capire?
Perché mi sono trovata per caso tra tutto ciò
che desidero e tutto ciò di cui ho bisogno.
Forse non sei
neppure sicuro del perché
Ancor più di me) (1)*
La
mattina venne pallida, la luce del sole fragile e impalpabile
nell'aria mattutina...
***
Note di fine Capitolo***
(1)*
Il testo è della canzone “In the Sun”,
di Joseph Arthur
Ringrazio moltissimo Yui_chan, blackygrace e tutti coloro che leggono
la fic!!!!!!!! ^__^
|
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Capitolo 5 *** Scar' s Memory ***
capitolo 5 completo U'sR
-
5 –
*-"
L' albero era stato tranciato con una grossa lama; un altro, a
fianco, era stato letteralmente sradicato. I cadaveri dei demoni
giacevano in terra, alcuni mutilati, altri fatti a pezzi e poi
sparpagliati in giro; altri invece erano ancora integri, privi di
ferite, ma giacenti a terra con un' espressione di dolore dipinta in
viso. Questo incuriosiva.
-Che
lavoretto pulito, Kohai- osservò la donna, attraversando il
campo di battaglia e squadrando la ragazza.
-Non
mi piace il disordine- rispose l'altra, rispondendo allo sguardo dei
gelidi occhi color ghiaccio con uguale intensità; l' uomo
era
poco lontano, che lasciava il loro Marchio su un albero con un
coltello che aveva alla cintola: una croce in mezzo a un cerchio a
doppio bordo.
-Fatto-
fece semplicemente, scavalcando una robusta gamba di demone come se
fosse uno dei tanti tronchi sradicati e passando in una pozzanghera
di sangue come se nulla fosse.
-Andiamo?-
-Sì,
voglio lavarmi i vestiti, mi sono sporcata di sangue- la donna
voltò
le spalle alla carneficina e s'allontanò, lanciando un unico
richiamo: -avanti Kohai, muoviamoci!-
La
ragazza annuì, per poi voltarsi nuovamente verso il
massacro;
serrò le labbra, gli occhi che si facevano appena lucidi,
sfiorando appena la Campana di freddo metallo aureo che aveva fissato
alla vita.... "-*
Lo
spettacolo in quell' istante era pari identico.
Ma
le vittime non erano semplici demoni armati, ma anche donne, bambini,
anziani: fatti a pezzi e poi lasciati lì. L'odore di morte
era
forte e asfissiante. Goku non aveva retto ed era andato dietro a un
albero a vomitare, mentre Gojyo si era acceso una sigaretta, come se
sperasse che l'odore del fumo mitigasse quello della morte; Hakkai e
Sanzo non avevano avuto nessuna reazione, o se l'avevano avuta la
mascheravano molto bene. Serina s'era aggirata in silenzio fra le
vittime, non sentendo più nessuna emozione provenire da quei
pezzi di carne.
Anche
lei...
Anche
lei...
Ripeteva
nella sua testa quella cantilena, mentre quel ricordo non le dava
tregua: anche lei aveva compiuto una carneficina simile, anni prima.
Anche
lei...
Anche
lei...
Anche
lei aveva fatto a pezzi dei demoni, a volte fisicamente, altre volte
squassando la loro psiche e la loro anima. E altre volte, ha
incontrare un fato simile erano stati semplici esseri umani.
Anche
lei...
Anche
lei...
"No...
Non volevo... Non sono stata io...
...
Ma l' Altra..."
Si
mosse silenziosa e agile fra i resti del massacro, raggiungendo
infine l'unico tronco che era rimasto integro; cercò sulla
corteccia, e poi lo vide: la croce in mezzo a un cerchio col doppio
bordo.
Il
Marchio...
"Ti
prego, fà che siano lontani..."
-Direi
che possiamo andare- la voce dietro di lei la fece sussultare: Hakkai
era serio in volto, solo gli occhi tradivano tristezza, e forse
disgusto.
-Non
credo che questo sia il posto migliore dove sostare-
-Già-
convenne piano la donna; il demone le tese una mano e lei gliela
prese volentieri; aveva bisogno di un pò di conforto, in
quel
momento, anche se per questo si dava della stupida debole. Il ragazzo
di certo pensava che Serina fosse semplicemente un donna turbata da
quella carneficina...
...
Lei invece era terrorizzata all'idea che loro fossero lì...
"Sono
qui vicino..? Ti prego, ti prego, ti prego... Fai di no... Ti
prego.."
A
chi si rivolgeva, poi? A Dio? Al Buddha?
...
Al Maestro?
Scrollò
il capo e andò con Hakkai verso la jeep; Goku era
già
seduto, così come Sanzo, mentre Gojyo stava buttando la
cicca
di sigaretta; rivolse una veloce occhiata a Serina, mentre si metteva
le mani in tasca -ci siamo tutti?-
-Sì,
possiamo partire-
Il
demone eretico teneva la testa bassa, come se temesse di vedere anche
solo con la coda dell'occhio quel massacro; gentilmente, Serina
posò
una mano calda sulla sua. Anche se la dipendenza del demone verso il
potere della donna s'era estinta, si era comunque formato un legame
fra i due, che non poteva essere definito né come amore,
né
come amicizia; esisteva e basta, ed era forte.
Il
demone alzò appena gli occhi, incrociando l' unico visibile
di
Serina, che sorrise appena, incoraggiante.
-Dovrebbe
esserci un lago qui vicino, giusto Hakkai? Potremmo fermarci
là,
anche per sciacquare i vestiti...-
-Ehm,
sì, perché no...- il demone al volante
guardò
prima la donna attraverso lo specchietto retrovisore, poi Sanzo, come
a cercare conferma; il bonzo annuì, e il ragazzo gli fece
cenno di aprire la cartina -dovremmo essere sulla strada giusta...-
-Qualunque
posto è meglio di quel massacro- fece rabbioso Goku;
togliendosi dal tocco di Serina serrò i pugni; la donna
avvertì come una vampata di calore uscire dal corpo del
ragazzo, espandersi e liquefare tutto ciò che aveva attorno.
“Quanta
rabbia...”
-Se
solo... Sapessi chi è stato a fare una cosa simile...
C'erano... Anche dei bambini...-
-Certi
demoni non si fermano davanti a nulla- rispose asciutta Serina,
mentre alzava gli occhi verso il panorama di fronte a loro -e non
esiterebbero a uccidere anche il proprio migliore amico...- si
accorse che anche lei serrava i pugni, le nocche erano diventate
quasi bianche; scrollò le spalle, respirando piano, e
voltandosi incrociò gli occhi di Gojyo; il ragazzo la
guardava, probabilmente aveva notato le mani serrate per la rabbia
della giovane donna.
-Era
una di quelle cose che nessuno vorrebbe mai vedere...-
commentò
semplicemente il mezzo demone, e stava per aggiungere qualche
commento per far colpo sulla donna quando lei lo interruppe:
-E
voi viaggiate perché simili "cose" non accadano
più,
dico bene?- il rosso alzò le spalle -più o
meno...-
guardò verso Sanzo -... Tu che dici, signor "Caposquadra"?
Cosa possiamo dire a questa bella signorina?-
-Noi
ci stiamo solo dirigendo a Ovest- rispose freddo il biondo -non siamo
i Paladini della Giustizia- Gojyo ritornò con lo sguardo a
Serina, facendo un sorriso: -sentito il "Caposquadra"?- la
donna guardò prima l'uno poi l'altro, l'occhio visibile che
non lasciava trapelare alcuna emozione.
-Ho
capito-.
Paladini
della Giustizia...
...
Erano mai davvero esistiti?
*-"
-Sono gli uomini a dettar legge; la Giustizia è uno di
quegli
ideali che certi uomini seguono-
-Voi
credete nella Giustizia, Maestro?- Katsuro rimase in silenzio,
fissando la pioggia al di là del vetro... "-*
Serina
si appoggiò pesantemente al sedile della jeep, chiudendo gli
occhi sotto il sole; i pallidi raggi del mattino le scaldavano
dolcemente il viso.
Di
certo erano lontani, perché in giro non avvertiva la loro
aura; di questo ne era praticamente certa.
Ma
prima o poi...
Rivedeva
ancora quella carneficina, rivedeva ancora tutto quel sangue; e fra
le innumerevoli vittime vedeva una persona, una giovane donna in
piedi, incurante dei corpi che la circondavano, che impugnava con
freddi occhi vacui una campana dorata...
“No...
Io... Non sono più...”.
-Hai
detto qualcosa?- chiese Goku, guardandola incuriosito; la donna
aprì
gli occhi di scatto, sorrise e scosse il capo -tranquillo, stavo solo
parlando fra me e me...- il demone annuì poco convinto, e
riprese la partita a carte con Gojyo.
Serina
si rese conto che doveva essersi addormentata senza accorgersene,
perché il paesaggio era cambiato, e la macchia d'alberi che
aveva visto all'orizzonte era ormai vicina; l'odore di morte, sangue
e putrefazione si era quasi del tutto estinto, resisteva solo un
pò
sui loro abiti.
-Eccoci,
era questo il lago che diceva Serina, giusto?- Hakkai frenò,
indicando il piccolo specchio d'acqua che s'apriva davanti a loro,
circondato da alberi e erba.
-Finalmente,
non resistevo più con 'sta puzza addosso!-
-Ah,
ma non è il tuo odore naturale?-
-Credi
di essere divertente, stupido kappa?-
-Che
hai detto?! Prova a ripetere!-
-Finitela!!!-
Serina
oltrepassò tranquilla Goku, Gojyo e Sanzo, ormai abituata
alle
loro litigate, e raggiunse Hakkai sul bordo del lago; il demone s'era
tolto la maglia sporca di sangue e stava entrando nell'acqua.
-Non
mi è venuto in mente...- fece lui, improvvisamente
imbarazzato
-... Tu di sicuro vorrai lavarti, ma...- indicò con lo
sguardo
i tre ragazzi dietro Serina, che rise e scrollò le spalle
-credo che andò dietro a quelle piante laggiù!-
-Non
dovrebbero esserci demoni in giro, ma fa attenzione-
-Certo,
non preoccuparti- la donna prese la propria sacca da viaggio e
s'incamminò; dopo qualche minuto fu scomparsa dietro a degli
alberi e gli altri tre ragazzi avevano raggiunto Hakkai.
-Serina?-
chiese Gojyo, lasciando cadere la maglia sull' erba.
-E'
andata laggiù, dietro a quelle piante per lavarsi-
-Ah
bene, allora...- fece tranquillo il mezzo demone incamminandosi...
-Non
ci provare maledetto!-
-Non
farti sempre riconoscere, razza di stupido kappa erotomane!-
Goku
balzò addosso a Gojyo, buttandolo in acqua ancora con i
jeans
addosso, mentre Sanzo lo colpiva in pieno l' harisen, il tutto
sollevando spruzzi.
-Ma
siete impazziti tutti e due?!- fu l' unica cosa che riuscì a
dire il mezzo demone, prima di cominciare a dimenarsi in acqua,
memore del fatto che non era capace a nuotare.
Serina
sentiva abbastanza vicini gli schiamazzi dei ragazzi, e rise; immersa
nell' acqua fredda del lago fino al collo, cercò di vedere
oltre la barriera di giunchi che la proteggevano dagli sguardi, ma
vide solo un gruppo di colline a Nord.
Chiuse
gli occhi e prese fiato, immergendo la testa sott'acqua; bollicine d'
ossigeno s'agitarono attorno al suo viso, salendo in superficie;
avvertì immediatamente freddo, ma non tornò su.
Sentiva
il rumore dell'acqua, del sangue che pulsava forte nelle orecchie;
sentì i capelli che ondeggiavano attorno al suo viso; per
lunghi istanti sembrò che il tempo si fosse fermato.
Così...
Così, come se il tempo non esistesse affatto...
Così...
Così, come se ci fosse solo lei al mondo....
Così...
Così...
Poi
un movimento, fuori dall'acqua, vicino a lei; passi, forse, l'odore
che tanto conosceva...
Tornò
su di scatto, guardando veloce i cespugli e gli alberi.
Nulla.
Che
si fosse sbagliata?
Ma
quell' odore...
Tutto
era silenzioso e immobile attorno e lei, e Serina si
rilassò.
Doveva essersi sbagliata.
Prese
un' avida boccata d'aria fresca, che le gelò i polmoni;
tossì
e guardò in alto, vedendo un banco di nubi che aveva
oscurato
il sole. Si tirò indietro i capelli bagnati, e
cercò di
farsi caldo stringendosi le braccia attorno al corpo; sentiva ancora
le voci dei ragazzi, ma dovevano essere tornati su.
Erano
lontani, e c'erano solo loro là attorno.
Era
stata una sua falsa impressione.
Solo
una falsa impressione.
Uscì
dall'acqua, avvolgendosi nell' asciugamano che aveva appeso a un
ramo, cercando di scaldarsi.
"Non
può essere qui... Certo, loro sono vicini, ma lui... Non
viaggia mai con loro...”.
Ma
non poteva esserne sicura.
“Maledizione..."
-Serina!
Stai bene?- l' urlo di Goku le fece quasi fare un balzo.
-Sì...
Sì, sto bene!- esclamò, vestendosi in fretta;
aveva
lavato i pantaloni, la maglia e le scarpe, che avrebbero impiegato
tutta la notte ad asciugarsi; indossò in fretta un paio di
jeans e un' ampia maglia di lana nera traforata; raccolse i capelli
ancora umidi sulla nuca con una pinza e raggiunse in fretta i
ragazzi.
-Che
freddo che è venuto all' improvviso!- esclamò
cordiale,
sedendosi sull' erba accanto e Gojyo e a Goku; Sanzo leggeva il
giornale e Hakkai stava stendendo sui rami i loro vestiti
perché
asciugassero.
-E'
scesa in fretta la sera- concordò il demone dagli occhi
verdi
-ma un freddo così...-
Goku
starnutì rumorosamente e Gojyo tirò su col naso.
-Soffiatelo-
-Mica
sei mia madre, bonzo!-
-Tira
di nuovo su così rumorosamente e sarà l'ultima
cosa che
farai-
-Cosa?!-
-Ragazzi,
andiamo...- li riprese bonario Hakkai, accendendo un fuoco e
sedendosi sull' erba umida -adesso ceniamo con calma ed evitate di
uccidervi a vicenda!-
-Io
e Hakuryu abbiamo pescato!- informò Goku Serina, che gli
sorrise -siete stati bravi!- Hakuryu richiamò l'attenzione
della donna con grido, e le svolazzò attorno; poi ebbe come
un
brivido e planò accanto al fuoco.
-Anche
lui sente freddo come noi- osservò placido Hakkai; Serina
annuì, guardando il draghetto bianco -già, ora
c'è
freddo...-
E
un improvviso ricordo le folgorò la mente...
*-"
Al suo arrivo fu come se l'aria si fosse gelata.
L'
uomo, che era senza maglia, rabbrividì, mentre la donna e
Kohai si strinsero la giacca al petto e l'allacciarono sino in cima.
-Ecco
la cosa fastidiosa di Kiro- sbottò la donna -ogni volta che
arriva congela l'ambiente...-
-E
non è un modo di dire- rispose una voce allegra attraverso
la
nebbia.
-Lui
ha il potere di creare l' illusione, dentro di noi, dell'inverno-
spiegò la donna all'orecchio della ragazza...
-Interessante-
mormorò in risposta Kohai, senza aggiungere altro. "-*
Serina
s' alzò di scatto, e Hakkai la guardò incuriosito
-che
succede?-
La
donna si guardò attorno, ogni ombra, ogni albero, ogni
cespuglio; freddo, ovunque, ed era arrivato improvviso, neanche il
fuoco pareva dissiparlo...
"Kiro...".
-Ehm,
no, niente- risedette accanto a Goku e sorrise -mi era sembrato... Di
aver visto qualcosa. Ma mi ero sbagliata-
Hakkai
passò una trota a ciascuno dei ragazzi, mentre la donna si
mordeva pensosa un labbro.
"Perché
Kiro è qui?".
Attese
fino a mezzanotte.
Tutti
s'erano addormentati, Goku e Gojyo russavano pacifici, Hakkai e Sanzo
risposavano silenziosi; Serina si tirò in piedi, senza fare
il
minimo rumore come sempre, e s'allontanò verso la zona
nascosta dai giunchi dove s'era immersa quel pomeriggio; la luna era
quasi piena, si rifletteva tremolante sulla superficie fredda del
lago, circondata dalla nuvole.
Il
buio e il silenzio della notte erano densi e sembravano vincere su
tutto...
Era
un buio profondo, un bambino avrebbe pianto di paura...
Forse
anche un adulto...
Serina
sorrise amaramente fra sè e sè; il suo Buio, la
casa
del suo Incubo Perenne, era molto, molto peggio...
Il
suo Buio... Era freddo e terribile come il gelo della morte...
*-"
-Promettimelo... Promettimelo...- il sussurro di Katsuro divenne
sempre più roco e fievole, mentre la ragazzina teneva
stretta
la mano dell' uomo, sempre più stretta, anche quando questa
divenne fredda e rigida, priva del soffio della vita... "-*
Deglutì
a vuoto e procedette, immergendosi nella macchia d'alberi; il freddo
sembrava aumentare d'intensità, per questo era certa della
direzione che aveva preso...
-Come
quando dici "Fuocherello" o "Fuochino" a qualcuno
che cerca qualcosa...- mormorò quasi divertita la donna.
-Sì,
ma Fuocherello non è per niente appropriato- rispose una
voce
alle sue spalle; Serina si voltò di scatto, trovandosi di
fronte a un demone.
-No,
per niente Kiro- concordò.
L'
uomo sorrise. Non era troppo alto, me era longilineo e snello come un
danzatore; i capelli biondi scendevano ondulati e fitti fino alle
spalle, e gli occhi rossi erano truccati leggermente di verde. Serina
fece una smorfia, che la imbruttì visibilmente; per un
attimo,
sembrò un'altra persona, e anche il demone sembrò
accorgersene.
"L'
Altra... C' è sempre...".
-Non
hai ancora perso questa cattiva abitudine di truccarti?- disse poi
lei, per spezzare la tensione.
Il
demone sorrise e scosse il capo -trovo che il verde mi doni molto-
sedette tranquillo su un sasso, e questo all' istante si
coprì
di un sottile strato di brina gelida. La guardò, in
apparenza
pacifico.
-Sai
che loro sono qui, vero?- poi sembrò sentire il dovere di
aggiungere: -intendo... Qui in zona, non accanto a noi...-
-Sì,
l'avevo capito- lo interruppe Serina; Kiro era un demone
incredibilmente logorroico, se lasciato a ruota libera -e
sì,
so che sono... "In zona"-
Kiro
inclinò il capo, i capelli seguirono docili il suo
movimento,
e poi disse tranquillo: -ti donano i capelli corti, sai? L'ultima
volta che ti ho vista...- si indicò un fianco -... Li avevi
lunghi fin qui, se non erro. E avevi l' abitudine di truccarti
veramente tanto gli occhi...-
-Kiro,
smettila di tirar fuori argomenti così stupidi- lo
interruppe
la donna, appoggiandosi a un tronco e incrociando le braccia -sai che
vuol dire se loro sono qui intorno?-
-Vendetta-
sibilò il demone, facendo una voce agghiacciante, ma troppo
drammatica; rise della sua stessa imitazione e batté le mani
a
sè stesso. Serina si morse il labbro inferiore, tentata di
tirare un pugno al demone che le stava davanti.
Lui
sembrò non notarlo: -comunque... Sì, so cosa
vogliono.
Da me e da te. E tu ci sei proprio appoggiata-
Serina
si voltò di scatto e guardò il tronco; la croce
col
doppio cerchio era incisa sul legno vivo.
-Non
esiste tregua per noi, vero?- sussurrò, con tono stanco.
Kiro
s'alzò in piedi e s'allontanò di qualche passo.
Per
la prima volta parlò seriamente: -no. E più
cerchiamo
di cambiare, tanto peggio sarà. Perché noi non
possiamo
cambiare-
-E
invece sì- sussurrò con veemenza Serina -io l'ho
fatto.
Io non sono più un'assassina.- il demone la
guardò, e
sembrò divertito dalla rabbia che affiorava negli occhi
della
donna. Infine alzò le spalle -bé, pensala come
vuoi. Ci
vediamo- s'allontanò di qualche metro, e senza quasi
voltarsi
aggiunse: -posso chiederti una cosa, Kohai?:-
calcò sul nome: -dove andrai, se nessuno è in
grado di
salvarti da te stessa?-
Serina
sorrise con gelida ironia -ho sempre apprezzato le tue perle di
saggezza- Kiro scoppiò a ridere, e in una folata di vento
gelido scomparve. Nel silenzio della notte aleggiò ancora
per
qualche istante il suo sussurro: -salutami tanto... I tuoi Tre
Compagni-
La
donna abbassò il capo -non mancherò; loro sono
sempre
con me. Come la Follia è sempre con te- e
s'incamminò
verso l'accampamento.
Tutto
era tranquillo come l' aveva lasciato...
-E
allora?- la voce di Sanzo la fece voltare di scatto; il bonzo era
seduto dove la donna l'aveva lasciato, gli occhi aperti e vigili. Non
era mai stato realmente addormentato. Goku nel sonno s'era tolto la
coperta, visto che, una volta andatosene Kiro, la temperatura era
tornata normale.
-Come
al solito... Non riesco a dormire- disse piano Serina, non volendo
svegliare gli altri; sorrise cordiale al monaco, che la
fissò
ancora per qualche secondo.
-Gli
altri potranno anche essere degli imbecilli, ma io non lo sono-
Serina
smise di colpo di sorridere, e abbassò lo sguardo,
sentendosi
ancora addosso gli occhi viola e freddi del biondo. Non aveva senso
mentire a uno come lui.
-La
redenzione... E' molto difficile da ottenere- mormorò
infine,
scrollando le spalle; guardò verso Sanzo, sentendosi
improvvisamente stanca -viaggiando con me, vi tirate addosso altri
guai.... E' questo...-
La
voce acquistò potenza; più parlava e
più Serina
si sentiva... Infuriata con quei quattro, anche se non sapeva
perché.
“Lo
faccio solo per proteggerli...”.
-...
E' questo, che non capisco di voi- scosse il capo, incredula
-perché
mi permettete di stare qui?!-
-Perché
non si lascia sola una bella donna e sfidare il mondo- Gojyo si
tirò
a sedere e fece un sorriso malizioso a Serina -è
più
forte di noi, siamo dei gentleman-.
-E
perché sarebbe scortese lasciare a piedi un' ospite
così
cortese- aggiunse Hakkai, con il suo solito sorriso serafico.
-Se
la scimmia fosse sveglia, ti direbbe più o meno la stessa
cosa- concluse Gojyo, indicando Goku che russava pacifico; la donna
tacque e lo guardò, mentre sentiva qualcosa che le scaldava,
anche se per pochi e rari istanti, il cuore.
Come
quando Katsuro era ancora in vita...
-E
a me di te come di chiunque altro me ne importa meno di zero,
finché
non ti intrometti nella mia vita- aggiunse laconico Sanzo -e ora
dormite, razza di stupidi, o vi farò tacere personalmente- e
chiuse gli occhi senza degnare di un'altra occhiata la donna.
Gojyo
s' avvicinò e tolse la pinza a Serina; i capelli ricaddero
asciutti e lisci sino a metà collo di lei, che si
voltò
verso il rosso, come chiedere altre spiegazioni.
-Tutto
qui- fece invece lui, tranquillo. La ragazza di fronte a lui
abbassò
il capo -allora... Grazie-
-Se
vuoi ringraziarmi davvero...-
-Dormi
kappa erotomane, o ti apro un terzo occhio in fronte!-
Gojyo
fece una smorfia verso Sanzo, mentre Serina scoppiava a ridere e si
infilava nel sacco a pelo, accanto a Goku -allora... buonanotte- lo
salutò educatamente, troncando ogni discorso.
Il
rosso si arrese e si rimise a dormire.
****
-E
quindi? Vorresti andare da Kohai e prendere la Campana?-
Due
occhi azzurri guardarono l' uomo come se avessero davanti un idiota
-e a cosa potrebbe mai servirci?-
-Ricordi
che una volta aveva abbattuto trenta demoni in un colpo solo?-
L'
uomo si alzò dalla sedia dove si era lasciato pesantemente
cadere e raggiunse la donna -vuoi raggiungere Kohai solo per riaverla
indietro?-
L'
interpellata si voltò; gli occhi rilucevano nella penombra e
sulla pelle d' ebano della donna scivolava tutta la luce che entrava
dalla finestra.
-...
Certo- sorrise, un sorriso storto e maligno -l' ultima volta che ci
siamo incontrati mi ha lasciato questa...- si slacciò in
parte
l' abito bianco e mostrò una lunga cicatrice sopra il seno
sinistro -... E voglio ripagarla-
L'
uomo fece uno sbuffo -e io che pensavo che volessi finire quel
discorso che avevi iniziato... Mi ero divertito a vedervi...-
-Taci
o ti taglio la lingua- la donna s' allontanò e sedette sul
balcone, accavallando la gamba destra; il vestito si spostò
così che lo spacco rivelasse completamente la gamba, dalla
caviglia che usciva dallo stivale sino alla coscia.
-Cerchi
di irretire qualche passante?- la prese in giro l' uomo -hai fame?-
-No,
stavo solo pensando- la donna fece uno sbuffo -sei solo tu che vedo
il sesso ovunque, Turibo-
-Oh,
chiedo scusa, allora- l' uomo fece un inchino e ghignò
-allora
cerchiamo di raggiungere la piccola Kohai, ovunque sia, e....
Vendichiamoci.
Perché è solo questo che vuoi da lei, dico bene?-
il
ghignò s'allargò -e sono solo io che vedo il
sesso
ovunque... Giusto, Electra?-
La
donna lo guardò -se non fosse per il Clan giuro che ti
ucciderei senza esitare; sei davvero un insopportabile imbecille-
****
"
Nevicava piano, ma con insistenza. Una morbida e fredda coltre bianca
aveva tinto di una mano immacolata gli alberi, l' erba, i sassi, i
tetti e la pagoda del tempio.
Serina
si mosse silenziosa e tranquilla, capendo che quello era solo un
sogno; il sole era pallido nel cielo azzurro, la neve malleabile e
gelida sotto i suoi passi; fermandosi e guardandosi, s'accorse che
era ritornata ragazzina.
Doveva
avere quindici o sedici anni, il suo corpo era quasi del tutto
formato, anche se era ancora un pò bassa. I capelli erano
lunghi sin sotto le spalle, castani, pieni di riflessi color miele;
sopra gli abiti del tempio aveva allacciato stretta una mantella di
lana azzurra che arrivava sino alle caviglie, bordata di pelliccia
bianca, e portava dei pesanti stivali foderati: erano un regalo del
Maestro per il suo compleanno, che si era da poco festeggiato, il due
di Marzo.
Serina
ricordava perfettamente tutti i giorni che aveva vissuto dall' inizio
della vita al tempio, come se fosse stato ieri.
Camminava
nel cortile innevato tranquilla, non incontrando nessuno; nella mente
la stessa melodia al pianoforte che aveva già sentito, in un
sogno precedente.
All'
improvviso, una porta di bambù degli appartamenti interni
dei
monaci s'aprì; Serina si voltò, trovandosi di
fronte a
Katsuro Shirogawa, avvolto in un mantello rosso sangue bordato di
pelliccia scura e lucida, sul quale cadeva come una riga d'inchiostro
la treccia nera dei capelli.
Serina
sentì qualcosa di caldo che le fece ribollire il sangue e
battere più forte il cuore, sorrise e corse verso l' uomo,
che
però la bloccò con un gesto della mano. La
ragazzina
che Serina era stata guardò implorante il Maestro; lei
voleva,
voleva assolutamente riabbracciarlo...
Almeno
una volta...
Un'
ultima volta...
Ma
Katsuro la guardò, con un' espressione sconsolata sul volto,
e
Serina aggrottò le sopracciglia.
-Credi
sia finita?- "
Serina
spalancò gli occhi di scatto, trovandosi davanti il cielo
terso della mattina.
-Incubo?-
Gojyo le tese la mano per aiutarla ad alzarsi, e fece un sorrisetto:
-se ieri notte mi stavi a sentire, di sicuro di incubi non ne
avevi...-
-Finiscilaaaa!!!-
Goku saltò addosso al rosso, buttandolo per terra; i due
cominciarono a darsele di santa ragione, mentre Hakkai raggiungeva
Serina. -Buon giorno! Per fortuna oggi c'è più
caldo di
ieri sera!- la salutò gentilmente, ignorando i due ai suoi
piedi che rotolavano per terra tirandosi pugni.
La
donna rispose al sorriso -già! Ti do una mano a raccogliere
i
bagagli?-
-Grazie,
sei molto gentile- i due ragazzi caricarono tutto sulla jeep mentre
Sanzo, riportando all' ordine Gojyo e Goku con due colpi ben
assestati di harisen, li trascinava verso Hakuryu. -Muovetevi, coppia
di imbecilli!!-
Serina
li guardò e sorrise fra sè e sè; il
sole caldo
sopra di lei non era pallido e debole come quello del sogno, ma
forte, vivo, pieno di energia e calore.
"Credi
che sia finita?".
Il
Maestro l' aveva guardata sconsolato, come se la stesse aspettando, e
lei non fosse ancora pronta.
Ma
cosa aveva da fare, ancora, in quel mondo?
Custodire
la campana? ... Che senso aveva mai, custodire un oggetto tale,
dotato di una propria volontà, di una propria forza?
Lei
non aveva parenti, amici, o un marito o figli che l' aspettavano da
qualche parte; tutta la sua famiglia in ventitrè anni di
vita
era stata Katsuro Shirogawa, e... Un famiglio(1)*.
Ed
entrambi l' avevano lasciata; quindi, cosa aveva ancora da fare in
quel mondo?
Serina
si morse un labbro, come faceva da piccola per trattenere le lacrime,
e respirò a fondo l'aria inebriata di fiori.
-Oggi
dovremo evitare le fermate intermedie- annunciò Hakkai,
mentre
Hakuryu ripartiva veloce e abbandonava la radura e il lago -la
prossima città dista parecchie ore, e abbiamo praticamente
finito le provviste-
-E
io mi rifiuto di digiunare- aggiunse Goku, laconico; Gojyo
sbuffò
-sai che novità, per una scimmia come te-
-Che
hai detto, prova a ripeterlo!-
-Quanto
volte vuoi, scimmia!-
-Finitela!!!-
Serina
chiuse gli occhi e si addormentò in un sonno profondo e
senza
sogni.
***
Note di fine Capitolo ***
(1)*
: un famiglio è l' animale protettore di una famiglia, che
secondo certe tradizioni dota il proprio padrone di diversi poteri
magici.
Siamo
ormai al quinto capitolo! Lo considero un buon risultato... Anche
perché l' ispirazione non mi ha ancora abbandonata, per cui
c'
è speranza di superare il sesto... XD
Ma
se ciò è possibile è anche grazie a
tutti coloro
che leggono la fic... Ma soprattutto a coloro che la commentano!!!
Yui_chan
i tuoi complimenti mi
stordiscono!!! XDD Lo so, effettivamente, lì per
lì,
Serina non è particolarmente simpatico come personaggio,
però
poi recupera... Più che altro cercavo di renderla una donna
forte, capace di badare a sé stessa, senza sacrificare la
sua
femminilità...
Blackygrace
sei ufficialmente nel gruppo
che ha trovato “puccioso” Goku nell' ultimo
capitolo!!! XD e il
bello è che me lo dico anche da sola... Grazie anche a te
per
i commenti e i complimenti...
Akira95
sono contenta che la storia ti
coinvolga... Sì, in effetti cerco di ricordarmi di fare il
controllo ortografico ad ogni capitolo, perché so bene
quanto
possa dare fastidio un testo pieno di errori..! :D
E
con questo ho concluso... Al prossimo capitolo! ^_^
|
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Capitolo 6 *** Il Passato 1: Un' orfana ***
Capitolo 6 U'sR
I'
m back!!! Nota di un' autrice piuttosto euforica... E senza una
particolare ragione.
Anyway,
da questo capitolo si comincia a fare un po' di chiarezza sul passato
della nostra Serina\Kohai... Chiedo perdono se questo primo
flash-back a qualcuno sembrerà un po' lento o lungo, ma
fatevi
forza... Su, che ci sono anche quei simpaticoni di Ukoku e Komyo
Sanzo!
Prima
di procedere, ci tengo a ringraziare le fedelissime che continuano a
leggere, capitolo dopo capitolo...
Yui_chan:
lo so, è difficile
capire la vera indole di Kiro!! XD Ma è il personaggio che
dev' essere così... Prossimamente riapparirà,
anche se
neanch' io so bene come e quando... Sul significato del nome devo
crederti sulla parola, perché non lo so neanch' io!!! XDDD
Blackygrace:
nooo, metti del ghiaccio sull'
occhio!!! XD sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto..! Grazie
per i complimenti, spero che anche questo capitolo ti piaccia!
Akira95:
l' ispirazione continua ad
esserci, fortunatamente! Sono contenta che ti piacciano le litigate
fra Gojyo e Goku, la cosa più difficile nello scrivere una
FF
è riproporre situazioni già presentate dall'
autrice,
facendo in modo che non siano noiose...
Un
ulteriore ringraziamento a rikachan92,
che si sta rileggendo tutti questi capitoli!!!
Un
bacione e buona lettura!!!
Lyam
-6-
-Kohai!
Kohai! Santo cielo, ma si può sapere dove va sempre a
nascondersi quella mocciosa?! KOHAI!!!-
Una
donna di corporatura grossa e vestita con un abito tradizionale
logoro e vecchio attraversò la grande stanza delle
preghiere,
deserta a quell' ora, e si buttò nel corridoio principale,
gridando a gran voce.
La
bambina si affacciò dalla grossa statua del Buddha dietro
alla
quale si era nascosta, e fece una linguaccia all' ombra della donna
che andava svanendo.
Che
stupida, si era dimenticata di guardare nel posto più ovvio.
E
poi, non sopportava che si dicesse il suo nome con leggerezza.
Quell'
uomo ci aveva pensato su con con molta dedizione, prima di chiamarla
così. Doveva essere un nome importante.
Non
bisognava usarlo quando non serviva.
Kohai.
Le
piaceva molto quel nome.
La
bambina guardò i fiori rosa e bianchi freschi, appena messi
nei vasi accanto alla statua, e le sembrò di averli
già
visti. Erano i fiori che a sua madre piacevano tanto...
...
O piacevano a suo padre? Oppure a lei?
Non
ricordava. Secondo quell' uomo era normale, per colpa dello shock
subito, che avesse dimenticato i primi quattro anni di vita.
Il
suo villaggio era stato attaccato da dei briganti, le avevano detto.
Sua madre l' aveva fatta fuggire per le foreste a Nord attraverso le
quali, sapeva, avrebbe raggiunto il tempio di Basyo Koori(1)*, e
sarebbe stata al sicuro. Il suo villaggio era stato distrutto, tutti
gli abitanti uccisi.
Era
orfana.
Aveva
corso disperatamente, era l' unica cosa che ricordava, col terrore
che i banditi fossero dietro di lei, le armi sguainate, pronti a
ucciderla o a riservarle una sorte peggiore.
Poi
finalmente aveva visto le imponenti e sicure mura di legno massiccio,
il grande portone ricco di fregi e scritte dipinte con l' inchiostro
rosso e nero; aveva aperto un poco l' uscio ed era entrata.
Il
cortile principale del Basyo Koori, il tempio più vicino al
suo villaggio, che sorgeva in cima a una collina, era largo e arioso,
con piante basse e curate che lo abbellivano.
I
monaci andavano avanti e indietro con calma, alcuni portando vassoi,
altri conversando fra loro. La piccola era sgattaiolata all' interno
e si nascose dietro a un cespuglio, decisa a studiare la situazione
prima di fare qualsiasi cosa...
-Ehi,
tu! Perché non sei a lezione?!- prima che la bambina potesse
capire da dove veniva la voce, qualcuno l' aveva afferrata da dietro
per il corto abito logoro e la teneva a mezz' aria; un bonzo pelato,
dal volto allungato e un naso aquilino le stava urlando contro, e lei
capiva la metà di ciò che le stava dicendo.
Con
una mano la teneva saldamente, con l'altra impugnava un grosso
bastone di legno, che agitava come se si stesse trattenendo dal
colpirla.
Poi
s' era alzata un'altra voce: -mettila giù, Migo! Non vedi
che
è una nuova?- un altro monaco, più giovane, con
una
lanugine scura che ancora copriva la testa e il mento si era
avvicinato, apparentemente annoiato.
Il
bonzo che la teneva l' aveva lasciata cadere a terra con forza, tanto
che la bambina si era sbucciata le ginocchia e si era morsa il labbro
per non piangere. Il monaco la guardava con quasi più
disprezzo di prima.
-Ancora
un altro vagabondo?! Basta, vattene via, ne abbiam già fin
troppi qui!-
-Ma
dai, lasciala entrare. E' solo una bambina, non vedi?-
-Bambina
o non bambina chissene frega! Solo un altro mendicante..!- il
sacerdote aveva alzato il bastone e stava per colpirla, quando una
voce aveva sovrastato tutti gli altri rumori.
-Che
cosa succede qui?-
I
due sacerdoti avevano fatto quasi un balzo nell' udire quella voce, e
avevano rivolto un profondo inchino all'uomo che era appena comparso.
-Ci
perdoni, Venerabile Katsuro!- aveva esclamato il primo sacerdote
-noi...-
-Quella
bimba? E' un'altra vittima dei demoni?- l' uomo s' era avvicinato, e
i due bonzi avevano lasciato spazio al sacerdote, mentre la bambina
era indietreggiata, lo sguardo fisso a terra.
-Guardami,
piccola- l' ordine era stato perentorio, la voce del monaco molto
calda e bassa, impossibile resistergli. La bambina aveva alzato gli
occhi, incrociando due grandi iridi nere come pece, sfumate di viola.
E
per un attimo, un pensiero di lui le aveva invaso la mente...
"Forse
finalmente ti ho trovata, Piccola Chimera..."
La
bambina, spaurita, aveva scosso con energia la testa.
No,
non doveva ricominciare con quel gioco. La mamma gliel' aveva
proibito.
Sì,
gliel' aveva detto giusto qualche giorno prima, che non bisognava
leggere i pensieri degli altri...
....
....
...
Cosa le aveva detto più?
Com'
era la voce della mamma?
E
il suo volto?
...
Non ricordava....
Non
ricordava nulla.
Non
ricordava neppure il proprio nome!
L'
uomo era sembrato accorgersi dell' improvviso terrore della bambina,
perché le aveva posato una mano sul capo e le aveva
accarezzato i capelli in disordine come per rassicurarla. Poi aveva
guardato i due novizi.
-Prendo
quest' orfanella con me; dirò alle schiave di pulirla e
vestirla come si conviene a un tempio e resterà qui
finché
non avremo trovato una sistemazione migliore per lei- li aveva
informati con calma.
I
due bonzi si erano scambiati un' occhiata quasi di disgusto, e quello
col naso aquilino aveva cercato di dire qualcosa: -ma... Venerabile
Maestro... Quella è una... Bambina...-
-E'
un' orfana, e non ha un posto dove rifugiarsi- lo aveva interrotto l'
uomo; la voce non s' alzava mai di tono, restava calma, ma era sempre
decisa e quasi tagliente -la terrò con me, e basta. Altro da
dire, Migo?-
L'
interpellato aveva infine chiuso la bocca -no... Maestro...-
-Bene,
allora mi congedo da voi. E... Migo, butta quel bastone- l' uomo
aveva teso la mano grande e bianca alla bimba, sorridendole appena
-andiamo?-
Dopo
un attimo di incertezza, la piccola aveva annuito e si era lasciata
condurre docile all' interno del tempio.
Kohai
scosse il capo e ritornò alla realtà. Dal giorno
che
era stata accolta al tempio era trascorsa una settimana. L' uomo l'
aveva affidata alle cure della donna corpulenta e rubiconda che in
quel momento la stava cercando per tutto il vasto tempio, e con un
mezzo sorriso s' era congedato. Prima però aveva detto che
sarebbe stato meglio darle un nome, quantomeno provvisorio, in attesa
che la bambina ricordasse il proprio.
E
allora l' aveva chiamata Kohai.
La
piccola non sapeva cosa volesse dire, ma il nome le piaceva molto; e
poi quell' uomo sembrava così soddisfatto della decisione
presa...
...
In effetti era per lui, se spesso scappava dalle sue stanze, si
nascondeva dalla sua "guardiana" per così dire, e
vagava per l' immenso tempio di Basyo Koori; per rivedere quell'
uomo. Non s' era più presentato nella sua stanza, non l'
aveva
più visto.
E,
con sua grande sorpresa, le mancava.
Tantissimo.
D'
altronde, era l' unico che le aveva teso la mano quando s' era
ritrovata sola; abbandonata da tutto e da tutti, senza un ricordo
nella testa.
Era
stato lui e raccontarle come i briganti avevano attaccato il
villaggio vicino, e che quindi lei doveva essere una fuggitiva, l'
unica sopravvissuta. La bambina aveva pianto nel sentire quella
storia, senza neanche mettere in discussione il racconto dell' uomo.
Così
da una settimana a questa parte, la piccola Kohai l' aveva cercato in
ogni stanza del tempio, fin dove riusciva ad arrivare, nascondendosi
dalle serve e dai monaci; non riusciva a cercare in ogni singolo
cortile interno dell' edificio, perché erano troppi e troppo
estesi, per cui si doveva accontentare di una veloce occhiata dalle
finestre; una volta aveva visto dei bambini, poco più grandi
di lei, che in file di sei si allenavano in un cortile deserto con
dei bastoni di legno.
Lei
era rimasta stupita: non aveva mai pensato che vi fossero altri
bambini nel tempio. Quando aveva chiesto spiegazioni alla serva che
doveva badare a lei, questa le aveva risposto che venivano scelti
dodici bambini, maschi, dai villaggi vicini e venivano educati e
istruiti al tempio. I parametri per essere scelti, li conosceva solo
il Venerabile Maestro.
In
capo a qualche giorno Kohai aveva imparato che il "Venerabile
Maestro" era quell' uomo, l' unico monaco nell' intero tempio ad
avere capelli, ecco cosa aveva subito pensato col suo spirito d'
osservazione di bimba.
Lunghi
e scuri, che teneva legati in una treccia tenuta su un lato del
corpo, e che si fermava poco sopra il cuore. Aveva memorizzato ogni
particolare di lui, che ben presto era diventata la sua ossessione,
l' unico motivo per il quale la bambina trascorreva le sue giornate a
correre per il tempio a cercarlo; per avere quattro anni era una
bimba vispa e brillante, avevano detto tutti. Sapeva leggere e
scrivere perfettamente, aveva una grande memoria visiva.
-Se
non fosse per il tuo aspetto, avrei giurato che avessi almeno sette,
otto anni- aveva convenuto la donna a cui era stata affidata il primo
giorno al tempio, mentre le districava i nodi che aveva nei capelli,
strappando strilli alla piccola -o su, un pò di
autocontrollo!
Non ti sto mica squartando sai? Ringrazia il Maestro Shirogawa, che
ti ha concesso addirittura una serva che si occupi di te...-
Kohai
aveva drizzato le orecchie; la donna aveva detto un nome.
Shirogawa...
...
Era così che si chiamava quell' uomo?
Lei
allora cercava Shirogawa....
Ma
di lui nel tempio non c' era traccia.
Dopo
aver ancora una volta vagato per i corridoi silenziosi, Kohai sedette
sul gradino della porta che scorrevole che dava a uno dei cortili
interni.
"Ma
dove sarà andato...?"
-Ehi,
ma tu sei una bambina!-
Kohai
si voltò di scatto e guardò diffidente il monaco
che le
stava davanti: anche lui era pelato, ma dei corti e cespugliosi baffi
grigio-argento, simili a un cespuglio, gli coprivano tutta la bocca.
Aveva un viso piccolo e dagli occhi neri e luminosi, ingigantiti da
degli occhiali rotondi. Da primo acchito sembrava innocuo, ma la
piccola preferiva stare in guardia.
-Chi...
Chi siete?- chiese piano; il monaco sedette dov' era lei prima (Kohai
s' era tirata in piedi al suo arrivo), e prese dalla tasca del largo
kimono grigio una pipa; l' accese e prese una boccata di fumo.
-Sono
un amico di Shirogawa, il custode di questa parte del tempio, l' Ala
Sud-
-Ala
Sud....-
Gli
occhi gentili e semi coperti da cespugliose sopracciglia del monaco
la guardarono senza essere severi né cattivi -Shirogawa ti
ha
dato una camera nell' Ala Ovest; cosa sei venuta a fare fin
quaggiù?-
L'
interpellata rimase zitta, guardando per terra la ghiaia del cortile,
mentre il bonzo ridacchiava appena: -tranquilla, piccola, non lo
dirò
a nessuno...-.
-Io...
Cercavo il signor... Shirogawa...- mormorò con voce quasi
nulla la piccola; aveva parlato così piano che era certa che
l' uomo non l' avesse sentita, e invece, dopo aver tirato un' altra
boccata di fumo, rispose: -bé, piccina, ti è
andata
male; Shirogawa non è qui-
Per
un attimo il cuore di Kohai si fermò.
Come
non
era lì?!
Ma
non viveva nel Basyo Koori?
Dov'
era andato?!
Se
n'era andato... Per sempre?!
Kohai
fece per correre via (ma dove poi? Dove poteva rifugiarsi?), ma il
bonzo la fermò prendendola delicatamente per il polso, col
timore quasi di farle male -frena i cavalli, piccolina! Cos' hai
capito? Shirogawa ha lasciato il tempio sei giorni fa, ormai
dovrà
essere sulla via del ritorno!-
La
bambina smise di agitarsi per scappare e guardò sgranando
gli
occhi castani l' uomo.
Shirogawa...
sulla via del ritorno?!
-Lui...
Tornerà?- bisbigliò con un filo di voce la
bambina; l'
interpellato sorrise, mettendo in mostra i denti affilati e
bianchissimi, simili a quelli di un lupo.
-Ma
certo, signorina! Il Koori è suo! Vorrei anche vedere se non
torna!- si risedette e gettò un pò di cenere
della pipa
per terra, poi sorrise alla bambina. Kohai fu certa che non avrebbe
mai
avuto paura di quell' uomo. Gli si sedette a fianco, e dopo qualche
minuto di silenzio, chiese sottovoce: -Ehm, tu... Come ti chiami?-
Altra
boccata di fumo, poi l' interpellato rispose: -Figaro. Figaro Moji.
Tu puoi chiamarmi Zio Fi-
-Io...-
sussurrò allora la bambina -... Mi chiamo Kohai-
Seguì
il silenzio, poi Figaro domandò: -te l' ha dato Shirogawa
questo nome, vero?-
-Sì-
bisbigliò in risposta la piccola.
L'
uomo annuì -me l' aspettavo- ma non aggiunse altro.
-Senti,
Fi... Zio
Fi, perché... Il signor Shirogawa se n' è andato
per
sei giorni?-
L'
interpellato prese una boccata di fumo e rispose: -è morto
un
monaco suo amico molto famoso, e ha deciso di prendere parte ai
funerali... Poi, è anche dovuto andare a rendere omaggio al
successore do quel monaco-
-Chi
è morto? E in che senso "successore"? E dove si sono
tenuti i funerali?- chiese la bimba; Figaro scoppiò a
ridere:
-ehi, una domanda alla volta! Certo che quando prendi il via hai una
parlantina!- Kohai arrossì, e l' uomo le arruffò
capelli con allegria, poi rispose:
-Nella
casta dei monaci ci sono diversi "gradi" di importanza,
sai? Il massimo grado è quello dei "Sanzo"... Loro
sono la crème
de la crème,
diciamo, capisci no?- Kohai fece cenno di sì con la testa, e
Figaro riprese: -ecco, e di Sanzo al mondo ce ne sono cinque, sparsi
un pò per tutto l' Oriente. Quasi una settimana fa,
è
morto Godai Sanzo, un buon amico del signor Shirogawa; sai, era stato
suo allievo, ed erano sempre rimasti in contatto-
-Com'
è.... Morto?. chiese piano Kohai; la risposta di Figaro fu
accompagnata da una voce cupa e dura, mentre osservava una colonnina
di fumo che s' alzava dalla sua pipa:
-Un
suo allievo l' ha ucciso-
La
bambina impallidì e tremò.
-Cosa?!-
esclamò; l' uomo seduto accanto a lei annuì
piano, le
spalle curve.
-Godai
aveva deciso che chi l' avrebbe sconfitto gli avrebbe succeduto nel
ruolo di Sanzo- rispose con voce grave Figaro -e per "sconfitta"
lui ne intendeva una totale.
Chi decide di diventare un Sanzo deve fare sul serio, servono
autocontrollo, disciplina, forza... L' allievo che l' ha ucciso
è
diventato il nuovo Sanzo, e ora custodisce una delle sacre scritture
del nostro mondo; Shirogawa ha deciso di andare sia al funerale del
suo ex Maestro, sia all' incoronazione del nuovo Sanzo... E questo,
bé... Mi ha un pò stupito-
-Perché?-
Figaro
tacque per qualche istante, poi riprese tentennante: -bé,
ecco, Shirogawa invero...-
-Accidenti
a te, vecchio! Avvisarmi che avevi trovato la ragazzina no, eh?!-
alle loro spalle era apparsa la donna grossa e rubiconda che doveva
occuparsi di Kohai; la bambina si lasciò afferrare per la
collottola come un gatto e sospirò, mentre Figaro esclamava
bonario: -andiamo, Miwako, non si può tenere una passerotto
in
gabbia! Lo sai anche tu, no, che la libertà è
quando si
hanno le ali del...-
-Tientela
per te la tua filosofia!- lo interruppe la donna, additandolo con un
dito -se alla ragazzina succede qualcosa, poi dovrai vedertela tu con
il Maestro! Sono stata chiara?!- Kohai ridacchiò sotto i
baffi, di fronte ai due adulti che si fronteggiavano, Miwako
accaldata e rossa in viso, Figaro tranquillo e quasi divertito dalla
litigata.
Poi
la donna sbuffò, mise a terra Kohai e le fece cenno di
seguirla -vieni, piccola vagabonda, e non provare a scappare di
nuovo..!- la bambina la seguì docile, e rivolse un ultimo
sguardo a Figaro; questi le fece un cenno di saluto, e lei rispose.
-Ci
vediamo preso, piccola vagabonda!-
***
-Un
uomo di così grande valore....-
Frasi
di questo tipo aleggiavano ancora fra la folla, sussurrate con
tristezza, devozione, a volte addirittura con rabbia; c'era chi
gettava occhiate fredde e diffidenti al giovane dai capelli neri che
guardava ancora un pò stupito la tonaca da Sanzo, quasi non
fosse certo che il corpo giovane e snello che la indossava fosse
proprio il suo.
-Sembri
un bambino che il primo giorno di scuola guarda il suo grembiule!-
scherzò un bonzo più anziano accanto al ragazzo;
questi
si tolse gli occhiali, pulì le lenti, poi li
rinforcò e
guardò il monaco che aveva parlato: -è una
similitudine
che proprio non mi piace, sai, Komyo?-
Komyo
Sanzo, la lunga coda castana che sfiorava la vita, sorrise
gentilmente a Ukoku Sanzo. -Scusa, è più forte di
me.
Quando sono stato proclamato Sanzo avevo venticinque anni, ed ero il
più giovane mai esistito; io stesso, guardandomi allo
specchio, mi vedevo come un adolescente che prende fra le mani un
compito troppo grande per lui. E tu, Ukoku, hai solo diciassette
anni...- scosse il capo, e il sorriso divenne più ampio e
sincero -permettimi di essere comunque stupito!-
Il
ragazzo moro rispose al sorriso -ormai non dovresti più
stupirti di me...-
-Allora
siete voi Komyo Sanzo- una voce fece voltare i due bonzi; un monaco
sulla trentina sorrideva ai due in maniera cortese, leggermente
distaccata.
Era
un bell' uomo, vestito di un kimono di cotone pregiato color rosso
sangue, legato da una fibbia di stoffa nera; una mantella dello
stesso colore proteggeva le spalle e il petto, e su di essa si
confondeva la sottile treccia di capelli scuri che l' uomo portava;
gli occhi erano neri e, a seconda di come batteva la luce, prendevano
bagliori violacei. Fra tutti si distingueva per l' aura di potenza e
compostezza con cui in quel momento aveva fatto un rapido inchino ai
due Sanzo. Komyo fu il primo a parlare, con tono cortese:
-Mi
stavate forse cercando?-
Il
sorriso sghembo del nuovo venuto non svanì: -a dire il vero
no, sono giunto qui solo per rendere omaggio a Godai Sanzo, che era
stato mio Maestro. Solo, vedervi mi ha sorpreso; ho sentito parlare
di voi con grande devozione e ammirazione- un altro inchino
curvò
le spalle robuste dell' uomo -mi chiamo Katsuro Shirogawa e dirigo il
tempio di Basyo Koori, a Nord-
Komyo
Sanzo lo fece rimettere dritto, e s' inchinò a sua volta
-Godai mi aveva parlato una volta di te, giovane Katsuro. Mi aveva
detto che eri uno dei suoi più brillanti allievi...- il suo
sguardo corse a Ukoku, che ancora guardava Katsuro senza parlare -...
E uno dei suoi ipotetici successori... Ma tre anni fa l' avevi
lasciato, e ti eri trasferito nel Nord...-
-Già-
convenne Katsuro -il maestro mi aveva affidato il compito di gestire
il Koori, istruendo alla meditazione e ai mantra i bonzi del mio
tempio...- guardò verso Ukoku, e i due uomini si
fronteggiarono senza dire una parola.
Komyo
per un attimo avvertì i loro poteri che si scontravano, e
sinceramente si chiese chi dei due fosse più forte; peggio,
cosa mai sarebbe potuto accadere, se quei due si fossero affrontati
al massimo delle loro capacità?
Perché
Katsuro Shirogawa era un comune essere umano, sì, ma c' era
qualcosa in lui che lo destabilizzava...
Un
potere che non poteva essere umano...
E
mentre con la mente tentava di sfondare ogni possibile barriera, per
scoprire la verità, il primo a rompere il silenzio fu
Katsuro,
che s' avvicinò un poco a Ukoku e s' inchinò.
-Permettimi
di renderti omaggio, Ukoku Sanzo, e che gli dei possano vegliare su
di te- alzò di poco gli occhi, e sorrise in maniera
più
gentile -permettimi di chiamarti basta una sola volta "fratello";
entrambi abbiamo avuto come guida e Maestro il Venerabile Godai
Sanzo, che ci ha lasciati così improvvisamente. Siamo uniti
nel suo dolore quanto nella tua gioia nell' essere il suo successore-
Ukoku
rimase in silenzio per qualche istante, serio, poi s'
inchinò
a sua volta e sorrise appena a Katsuro; in quel momento
sembrò
proprio un ragazzo di diciassette anni.
-E
sia, fratello- i due si strinsero brevemente la mano, poi Komyo Sanzo
sorrise -ora che la sala è quasi deserta, vi chiedo di
tenermi
compagnia mentre sorseggio un pò di sakè, in
memoria
del mio vecchio amico Godai-
Katsuro
sorrise -sarà una gioia e un onore, Venerabile-
Ukoku
s' incamminò, sorridendo appena -sempre pronto per un
goccetto
con te, Komyo-
I
tre uomini erano di certo più che singolari, all' interno
della locanda in cui erano entrati; due Sanzo e un monaco giovane e
dall' aria austera e affascinante saltavano all' occhio di tutti, ma
loro sembravano non farci caso. Solo il più giovane ogni
tanto
si guardava attorno, quasi incuriosito dall' attenzione che
suscitavano.
-Preparati
a questi sguardi, Ukoku- scherzò Komyo, versandosi da bere
-ti
ci dovrai abituare-
-Non
mi dispiace tanta attenzione- ribatté il neo Sanzo, bevendo
tranquillo -non sono mai stato una persona conforme alla massa...-
-Credo
che questa sia una qualità- osservò Katsuro,
guardando
il moro -quindi perché non sorridi un pò?-
Komyo
Sanzo scoppiò a ridere -vedere Ukoku che sorride
è raro
quanto vedere il divino Kanzeon scendere in terra!- il Sanzo moro lo
guardò un pò risentito -non sono una persona
ilare,
Komyo, ma mica un' ameba che non sorride mai!- Katsuro
scoppiò
a ridere, versando altro sakè e tutti e alzando il suo
bicchiere.
-Io
propongo di brindare a questo nuovo Sanzo, che sembra promettere
piuttosto bene!- i tre uomini alzarono i bicchieri e li fecero
scontrare lievemente.
Il
pomeriggio si consumò in fretta, e il crepuscolo tinse di
rosso il cielo ad Ovest.
-Sarà
meglio che vada- si accomiatò Komyo, rivolgendo uno sguardo
di
scuse ai presenti -devo tornare al più presto al Kinzan;
Koryu
è ancora molto piccolo, e sono sempre in apprensione, all'
idea di lasciarlo da solo con i miei novizi...-
-Chi
è Koryu, se non sono indiscreto?- domandò Katsuro.
-Il
mio allievo prediletto- rispose l' interpellato con un sorriso -l' ho
preso con me, essendo solo al mondo; ha da poco compiuto quattro
anni-
Katsuro
annuì distrattamente, mentre finiva di masticare un dolcetto
di soia: -ecco, Ukoku, un monaco importante e che si rispetti deve
prendere con sè un allievo prediletto...-
-E
tu ce l'hai, Shirogawa?- domandò Ukoku, mentre Komyo
guardava
l' interpellato interessato; Katsuro annuì -giusto una
settimana fa un' orfanella è giunta al mio tempio. Si tratta
di una bambina di solo quattro anni, ma ha la prontezza e l'
intelligenza di un bambino di dieci. Ho visto un grande potenziale in
lei, e per questo ho deciso di...-
-Una
femmina!- esclamò interessato Ukoku; scoppiò a
ridere
-scommetto che i tuoi monaci non l' hanno presa bene!-
Katsuro
rispose con un ghigno -in effetti proprio no-
I
due ridacchiarono, mentre Komyo Sanzo scuoteva il capo -noto che
ormai c'è quasi più alcol che sangue in voi...-
sorrise
ai due ragazzi -allora, con permesso....- strinse la mano Ukoku,
battendogli una mano sulla spalla -spero di rivederti al più
presto-
-Anch'io
Komyo-
-E
Katsuro...- questi s' inchinò, ma Komyo lo fece rialzare e
gli
strinse con calore la mano -sei davvero un giovane promettente,
Katsuro Shirogawa. In un dei miei viaggi credo che mi
fermerò
al tuo tempio-
-Sarà
una gioia e un onore- rispose il monaco; Komyo gli sorrise -spero di
rivedere anche te presto, anche per conoscere questa tua allieva...-
-E
io spero un girono di conoscere il vostro Koryu- ribatté
educato il più giovane.
Dopo
che Komyo Sanzo si fu congedato, Ukoku e Katsuro si guardarono.
-Credo
che sia ora di andare- concluse il neo Sanzo; l' altro annuì
-sono certo che per te sia stata una giornata lunga-
-In
effetti sì-
I
due uscirono dalla locanda e si strinsero la mano -partirai presto
domani, Katsuro?-
-Appena
sorge il sole; voglio tornare al più presto al Koori-
I
due si scrutarono ancora per qualche istante, poi si separarono;
Ukoku scrutò l' uomo in silenzio, quasi per sondarne le
potenzialità.
-Allora...
Addio, Katsuro Shirogawa-
-Addio,
Ukoku Sanzo-
E
ognuno prese strade diverse. Quella fu la prima e ultima volta che
s'incontrarono.
***
Allo
scadere della settimana, appena Kohai fu sveglia si mise sull'
attenti davanti alla finestra, con accanto Figaro che fumava
tranquillo.
-Sei
certo che il signor Shirogawa torna oggi, vero?-
-Sì,
piccina, sì-
-E
sei certo che arriverà entro il tramonto, vero?-
-Certissimo-
-Davvero?-
-Davvero
davvero-
Miwako
passò giusto lì davanti, con le braccia cariche
di
lenzuola e indumenti da lavare -invece di farla stare a guardare
fuori come un baccalà, Figaro, perché non le
insegni un
pò qualcosa? Non hai detto che sei venuto qui per questo?-
Siccome
ognuno aveva compiti precisi al tempio, per poter stare con la
bambina Figaro s' era proclamato suo precettore; così poteva
far visita a Kohai quasi tutti i giorni, e insieme inventavano
giochi, storie e soprattutto aspettavano il ritorno del Maestro.
-Ma
io la sto istruendo, Miwako- ribatté serafico l' uomo,
sorridendo attraverso i baffi cespugliosi -le sto insegnando a
riconoscere i segni dell' inverno, e come capire quando è in
arrivo il temporale... Lo studio della natura, come ben sai,
è
importantissimo....-
-Sì,
sì- sbuffò la donna -non vedo proprio l' ora che
torni
il signor Shirogawa per vedere cosa ne pensa delle tue "lezioni"...-
Quando
fu scomparsa dalla vista, Kohai e Figaro le fecero in contemporanea
una linguaccia e scoppiarono a ridere.
Qualcosa
all' esterno però catturò subito l' attenzione
della
bambina; i monaci s'erano radunati presso il portone del tempio,
s'agitavano, parlavano a gran voce... Un polverone all' esterno stava
a significare che era arrivato qualcuno...
-E'
tornato! Zio Fi è tornato!- la bambina fece per correre
fuori,
ma Figaro la trattenne -frena i cavalli! Se ti butti nella folla ti
schiacciano, piccola! Resta qua, mando il signor Shirogawa da te al
più presto!-
Kohai
protestò, ma l' uomo non cedette e la chiuse nella camera.
Kohai sedette sul letto sbuffando, aspettando impaziente il ritorno
dell' uomo.
Seguirono
i minuti, lunghi e insopportabili, e sentiva le voci e le
esclamazioni allegre che venivano da fuori; tutti festeggiavano il
ritorno di Katsuro Shirogawa, meno che lei, perché segregata
nella sua camera.
Poi
passò un' ora, due, scese il tramonto; Kohai aveva voglia di
piangere dalla frustrazione; cercò ancora una volta di
aprire
la porta, ma niente da fare, era chiusa dall' esterno.
-Accidenti
a te, Zio Fi!!!- esclamò con impazienza la bambina; quando
infine ebbe la tentazione di rompere la finestra con qualcosa e
cacciarsi fuori, sentì la serratura che scattava con rumore.
Figaro
aprì la porta ma rimase di lato, lasciando entrare nella
stanza per primo un uomo alto e bello, vestito di nero e rosso, con
una treccia stretta semi disfatta che posava sul cuore e un'
espressione un pò stanca. Sorrise alla bambina.
-Sono
contento di rivederti, Piccola Chimera-
Kohai
non notò l' espressione che aveva assunto Figaro quando
aveva
sentito quel nome; corse verso Katsuro gettandosi con tutte le sue
forze contro l' ampio petto dell' uomo, che la strinse un pò
stupito.
-Bambina,
ma che ti succede??Sono trascorsi a malapena sei giorni..!-
-Le
donne, Shirogawa, le donne!- scherzò Figaro, chiudendo la
porta; Katsuro staccò gentilmente Kohai dal suo petto e la
guardò.
-Stai
bene?-
Lei
annuì.
L'
espressione di lui si accigliò appena -hai ricordato
qualcosa?-
Kohai
scosse il capo.
-Ti
sei divertita con Figaro?-
La
bambina annuì di nuovo.
A
Katsuro sfuggì un sorrisetto -hai la lingua oppure non sai
parlare?-
L'
interpellata arrossì poi scosse il capo -no... So... So
parlare, signor Shirogawa... Io...-
-Ti
hanno forse trattato male durante la mia assenza?- l' uomo sembrava
preoccupato dalla reazione della bambina al suo ritorno, e Kohai
voleva rassicurarlo a tutti i costi.
-No!
No, non preoccupatevi, signor Shirogawa... Sto bene...-
-Mi
fa piacere- la piccola lo guardò in silenzio, mentre il
sacerdote camminava nella stanza. Guardò fuori dalla
finestra
il cielo ormai scuro della sera, poi sorrise a Kohai. -ti piace il
tuo nome?-
La
bambina sorrise -sì, molto. Grazie per avermelo dato...-
Katsuro
fece un gesto della mano -non devi essere così formale,
piccola. Ti ho dato questo nome perché non ricordi il tuo,
appena cominci a ricordare ti raccomando di dirmelo... Così
forse ti troveremo una casa... Se hai dei parenti che potrebbero
tenerti...-
La
bambina avvertì come un gelo improvviso: qualcuno che
potesse
tenerla?
Cioè,
lei avrebbe lasciato quel luogo... Quell' uomo?
-Ma
fino a quel momento...- la piccola alzò di scatto il volto
verso Shirogawa, che sorrise -fino ad allora, starai qui, e ti
rimetterai. Ti terrò con me, sei contenta?-
Kohai
fu certa che, se avesse ceduto, sarebbe scoppiata in un pianto di
gioia. Ma avrebbe preoccupato ancora quell' uomo, e così
annuì
soltanto, sorridendo -la ringrazio, signor Shi...-
-Non
chiamarmi così- la interruppe dolcemente l' uomo,
avvicinandosi; tese la mano -mi chiamo Katsuro Shirogawa; ora tu,
piccola Kohai, sei una mia gentile ospite... Finché
vorrai...-
La
piccola, un pò rossa in viso, strinse la mano dell' uomo,
accennando un inchino.
Sì,
voleva restare.
Solo
per quell' uomo, sarebbe rimasta.
***
Note di Fine Capitolo ***
(1)*
: letteralmente: "Luogo di ghiaccio"
|
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Capitolo 7 *** Try (parte prima) ***
Capitolo 7
Bon-jour!
Spero che il precedente capitolo vi sia piaciuto... Adesso ritorniamo
alla trama principale, dopo circa mezzo secolo di ritardo (sorry ^^')
che comincerà a prendere una strana piega...XD
-7-
-E
ovviamente ci siamo persi- borbottarono all' unisono Goku e Gojyo.
-E
sta per piovere- precisò il mezzo demone.
-E
non abbiamo da mangiare- aggiunse il demone dagli occhi d'oro.
-E
Hakkai dopo all' incirca venti tentativi, non è ancora
riuscito ad accendere un fuoco...-
-Perché,
Gojyo, non ci provi tu?- chiese il demone moro, sorridendo all' amico
mentre una vena pulsava sulla sua tempia; i due ragazzi che avevano
brontolato si bloccarono e sorrisero concilianti al ragazzo,
terrorizzati dal sorrisetto del demone.
-Abbiam
capito, non parliamo più...-
Sanzo
aveva rinunciato a leggere nella penombra del crepuscolo, per di
più
in un bosco; chiuse il giornale e guardò verso
l'alto.
Annunciò, laconico: -arriva la pioggia-
-Dopo
queste splendide previsioni del tempo, perché non ci dai una
mano con la tenda?- lo riprese piccato il rosso; il bonzo lo
fulminò
con lo sguardo -bada a come parli, kappa-
-Sarà
una notte lunga...- osservò serafica Serina, ridacchiando
appena nascosta dal suo libro; nessuno dei ragazzi sapeva come, ma
riusciva a leggere con una semplice torcia che non faceva neanche
tanta luce.
Hakkai
le sorrise -spero non ti dispiaccia, dividere la tenda con noi...-
-Ma
figurati! Non preoccuparti, anzi, visto che non avevate progettato un
viaggiatore in più nella compagnia, dovrei dormire di
fuori...-
-Adesso
non esagerare- la riprese gentilmente il ragazzo, e i due si
sorrisero, mentre gli altri tre li guardavano un pò stupiti.
Era
come se i due fossero circondati da un aureola luminosa, cosparsa di
fiorellini.
Molto,
*molto* inquietante.
-Ehi...-
fece piano Gojyo -... Non è che fra quei due c'è
qualcosa?-
-Bé,
Serina è una signorina molto bella e gentile...-
cominciò
Goku -... E Hakkai è sempre così bravo con
noi...- ma
il mezzo demone gli aveva tappato la bocca e cercava di strozzarlo
-non fare congetture a vuoto, scimmia!-
-Smettetela
di agitarvi come degli animali in gabbia!-
Serina
e Hakkai guardarono i tre ragazzi incuriositi.
-Ma...
State bene?-
Qualche
minuto dopo che Hakkai era riuscito, finalmente, ad accendere un
fuoco, aveva cominciato a piovere a dirotto, tuonando. I cinque
ragazzi erano entrati nella tenda e da lì guardavano il
bosco
abbattuto dal temporale.
Gojyo
e Sanzo fumavano in silenzio, mentre Goku si asciugava i capelli
bagnati; Hakkai, che era entrato per ultimo nella tenda ed era
bagnato fradicio, si tolse la maglia e restò a torso nudo.
Fu
allora che Serina notò la lunga e grossa cicatrice che gli
sfregiava l' addome.
-Come...
Te la sei fatta?- domandò a mezza voce la donna; il demone
moro fu il solo che la sentì, gli altri non la degnarono
neppure di uno sguardo. L' interpellato scrollò le spalle.
-E'
stato qualche anno fa... Una ferita... Combattendo, diciamo...- fece
Hakkai, cercando di troncare il discorso, ma Serina sembrava non
sentirlo; si alzò da dov' era seduta, si avvicinò
al
demone sfiorò con le dita gelide e umide la pelle ferita del
demone, che per un attimo s' irrigidì.
La
donna avvertì come una scossa bloccarle i movimenti: la
vista
le si annebbiò, mentre non riusciva a staccare le dita dalla
cicatrice; le sembrò che bruciasse, bruciasse da impazzire,
e
fosse aperte, sanguinante fra le sue mani; sangue caldo che colava,
colava nel fuoco, e poi la vista si tingeva di rosso...
...
Il puzzo del sangue era così forte che le dava la nausea...
C'
era puzza di sangue, interiora, morte...
Da
un momento all' altro avrebbe vomitato...
E
la ferita perdeva sangue... Tanto, tanto... Tanto...
Fu
certa che davanti a lei ci fosse una donna con gli occhi verdi...
Vide
calare un coltello...
Le
sue mani affondarono nel sangue...
-SERINA!!-
l' urlo di Hakkai fece voltare tutti; il demone teneva saldamente fra
le braccia la donna che, pallida come un cencio, era quasi caduta a
terra, non riuscendo a reggersi sulle gambe, una mano sulla bocca
mentre sussultava come se stesse per vomitare.
-Serina,
stai bene?!-
-Che
ti succede?!-
L'
interpellata, riacquistato il controllo di sé, scosse appena
il capo, come per tranquillizzare i ragazzi -perdonatemi... La mia
empatia...- alzò gli occhi verso Hakkai, e senza rendersene
conto mormorò, le lacrime agli occhi:
-Perché
si è uccisa quella donna?-
Il
ragazzo si bloccò e s' irrigidì come se
l'avessero
colpito in pieno con un coltello. Serina si scostò i capelli
dal viso, rivelando anche l' occhio sinistro, ed entrambi si
soffermarono sul viso del moro, le pupille dilatate a dismisura, come
se lei fosse stata sotto ipnosi. Parlava senza rendersene conto.
-Perché?
Tu non l' avresti amato... Il bambino?-
Hakkai
sbarrò gli occhi, il respiro mozzo, mentre Sanzo si
avvicinava
e gli faceva cenno di allontanarsi. Il ragazzo, come in trance,
indietreggiò e s' infilò in fretta una maglia
asciutta,
mentre il bonzo si rivolgeva gelido a Serina:
-Prendi
un ombrello e vieni fuori-
Goku
e Gojyo non fiatavano, guardavano la scena da semplici spettatori: il
biondo prese un ombrello e uscì, senza aspettare Serina che,
tremante, si mise in piedi; vacillò, e il mezzo demone le fu
subito accanto.
-Grazie-
sussurrò la donna; guardò verso l' esterno
-cosa...
Vorrà dirmi?-
-Non
lo so, ma sembrava il maestro che aspetta fuori dalla classe lo
studente monello per sgridarlo-
Serina
fece un sorrisino tirato -non è un bel paragone- si
sistemò
la maglia traforata, prese un ombrello verde e s' incamminò;
poco prima di uscire lanciò un' occhiata ad Hakkai che,
lontano da Goku e Gojyo, la guardava ancora in silenzio, un'
espressione quasi spaventata.
Gli
occhi di Serina luccicarono.
-Perdonami-
sussurrò appena la ragazza. Poi uscì all'
esterno,
pronta ad affrontare il bonzo.
"
All i know
Is
everything is not as it's sold
But
the more i grow the less i know... "
(Tutto
ciò che so
E'
che nulla è come te lo vogliono vendere.
Ma
più cresco, meno so...)
La
pioggia era fine ma forte, piegava i rami degli alberi, appannava la
vista; il bosco sembrava un miscuglio di chiazze verde spento e nero.
Serina aveva seguito Sanzo per qualche metro, sotto l' ombrello,
sentendo le scarpe che si bagnavano e affondavano nel terriccio
fradicio.
Il
bonzo non aveva detto una parola, non si era neanche voltato quando
la donna era inciampata; la vista alle volte le si annebbiava, e la
testa le girava, tanta era stata forte e dolorosa la visione che
aveva avuto sfiorando la cicatrice di Hakkai; era stato come se
avesse ricevuto un fortissimo colpo alla testa, e il sangue avesse
abbandonato il suo corpo, lasciandola spossata e debole.
Cos'
era mai accaduto nel passato del giovane demone?
Aveva
visto una donna... Una donna molto bella e simile ad Hakkai... E
aveva visto qualcos'altro, ma tutte le altre immagini erano state
cancellate dal sangue. Tanto, tanto sangue, di un rosso forte e vivo.
Un
passato di dolore...
"Credevo
di sapere cosa aspettarmi da questa vita...
Come
se tutto fosse già predisposto...
Poi
qualcosa era cambiato, che io l' avessi voluto o meno..."
Sacrificatasi
per il Maestro...
Abbracciato
una vita che non credeva potesse essere *davvero* sua...
E
poi...
Tutto
si era rivelato una farsa...
Il
mondo non è come te lo vogliono far credere...
Ed
era cresciuta con quella consapevolezza...
"Hakkai...
Ha
imparato a caro prezzo questa realtà?
Ha
dovuto perdere qualcosa per scoprire che nel mondo, chiunque e
qualunque cosa,
ha
sempre una doppia faccia? Una maschera?
Sono
andata avanti pensando che ormai potevo aspettarmi di tutto dalla
vita...
...
Ma quando incontrai loro...
...
Electra e Turibo...
Riprecipitai
nell' illusione che, una volta trovato un luogo in cui poter vivere,
tutto si sarebbe ripresentato per com' era realmente..."
Serina
si portò una mano gelata alla tempia, respirando forte l'
aria
umida di pioggia. Finalmente il bonzo si fermò, voltandosi a
guardare la donna.
-E'
il tuo potere?- chiese semplicemente; l' interpellata annuì,
piano -la mia empatia... E' qualcosa di più di quello che v'
ho raccontato....-
-Cos'hai
visto?- la domanda la colse impreparata; era certa che il monaco le
avrebbe detto di tutto perché aveva mentito, oppure che
l'avrebbe cacciata dalla compagnia... Ma questo...
-Ecco...-
prima ancora che potesse rispondere, però, Sanzo
l'interruppe:
-Vediamo di essere chiari. Tu non dovrai mai
fare un commento su ciò che hai visto, qualunque
cosa sia stata. Hai
capito?-
Serina
annuì in fretta.
-E
un' altra cosa- quegli occhi viola sembrarono fulminarla; fu come se
la donna avesse ricevuto un colpo secco in viso, mentre l' uomo
concludeva, gelido: -non provare a violare le nostre menti-
Serina
rimase per un attimo in silenzio, poi si rese conto di una cosa:
-Venerabile
Sanzo...- disse allora, mentre cercava di mascherare un sorrisetto
-voi... Mi
temete?-
"
And i lived so many lives
Though
i'm not old
And
the more i see, the less i grow
The
fewer the seeds the more i sow "
(E
ho vissuto così tante vite,
anche
se non sono vecchia.
e
più cose vedo, meno cresco
meno
sono i semi, più ne semino)
"
Ho passato la mia vita a fuggire.
Fuggire
da ciò che ero diventata...
Fuggire
dal mio passato..
Fuggo
tutt' ora da loro...
Che sono sia la mia coscienza, sia ciò che potrei
diventare...
Ho
perduto e riacquistato la mia anima tante e tante volte...
...
Tante che non so neppure se, ora come ora, quello che mi tiene in
vita è *davvero* un' anima...
Il
cammino di redenzione che porto avanti mi ha mostrato cose, persone,
vite e luoghi, recessi dell' anima che potrebbero costituire vite su
vite...
Sono
ancora giovane, ma sono cresciuta così in fretta, sotto il
peso di ciò che sono divenuta, sotto il mio Potere, che mi
assoggetta, mi controlla e dirige le mie azioni e la mia vita, che
è
come se avessi più di mille anni. Ma nella mia perpetua
fuga,
non faccio che tremare e avere paura come una bambina...
Eppure..."
...
Eppure non poté trattenere l' ombra di un sorriso, nel
pensare
che in fondo c' era davvero qualcuno che poteva avere timore, o
quantomeno... Rispetto,
per lei...
Un
rispetto che lei non aveva mai ricevuto... Perché debole,
perché priva della forza tale che l' avrebbe resa temibile...
"Divenire
temibile...
Avrebbe
significato abbracciare quella parte della mia personalità
che
ho seppellito in fondo al cuore..."
Calò
il silenzio fra i due, mentre il monaco la guardava immobile. Poi
andò verso di lei sino a superarla; i due ombrelli si
scontrarono generando spruzzi.
-Non
sperarci, donna. L' ultima mente che puoi sperare di sondare
è
proprio la mia-
Ed
effettivamente aveva ragione. La prima e unica volta che aveva
tentato, Serina aveva visto solo una nebbia scura. Nient'altro.
La
donna aspettò finché il bonzo non si fu un
pò
allontanato, poi prese un profondo respiro.
-Il
mio potere non è un dono- disse piano -è una
maledizione.
E sono ventitrè anni che tento di combatterla. Voi siete la
prima persona che il mio potere non voluto non è riuscito a
piegare-
Si
voltò di scatto verso di lui, fissandolo con un unico occhio
che ardeva come una brace. -Ritenetevi fortunato-
Sanzo
rimase a fissarla per qualche istante, poi le voltò le
spalle
-torniamo alla tenda; non vorrei che quelli imbecilli ci venissero a
cercare- fece qualche passo -e comunque... Dono o maledizione, in
entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non viceversa-
"
Then I see you standing there
Wanting more from me
And all I
can do is try...
"
(E
poi ti vedo lì, Che vuoi di più da me,
E tutto ciò che posso fare è tentare...)
Serina
sgranò gli occhi, fissando la schiena del bonzo. Credette
per
un attimo di essersi sbagliata.
Ma
non poteva aver commesso errori.
Quelle
parole...
Erano
state pronunciate da un uomo molti anni prima....
*-"
-Bambina, non devi essere così triste- il monaco
posò
la mano sulla testa di Kohai, in una gentile carezza. Il sole
brillava forte dietro la schiena del bonzo, mettendolo contro luce, e
rendendolo un'ombra indistinta; l' unica cosa riconoscibile, era la
lunga treccia che s' agitava trascinata dal vento; la bambina
avvertì
una profonda dolcezza e serenità provenire dall' uomo.
Grazie
alla sua empatia, raggiunse la sua mente e vide solo una grande luce;
chiarezza, gentilezza.
Bontà.
-Dono
o maledizione, in entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non
viceversa...
Ricordalo sempre, d' accordo?-
-Sì,
Venerabile Sanzo- "-*
Serina
venne scossa da un brivido.
-Voi....-
fece piano; Sanzo le dava ancora la schiena, ma si era fermato.
-...
Siete il discepolo di Komyo Sanzo, vero?-
Il
monaco si bloccò di colpo e si voltò verso di
lei,
guardandola senza parole.
***
-Secondo
voi le dirà di tutto? La manderà via?- Goku
scrutava al
di fuori della tenda con aria apprensiva.
-Ma
và!- esclamò Gojyo -che non ci pensi neanche,
quel
bonzo! Altrimenti dovrà passare sul mio cadavere!-
-Cosa
che farebbe senza alcun problema- commentò tranquillo
Hakkai,
soffiando sulla sua tazza di the; il rosso lo guardò con un
sopracciglio alzato -è sempre bello avere il conforto di un
amico...- poi il suo sguardo si fece serio -di un pò, per
caso
Serina ha visto..?- capendo a cosa stava alludendo, il moro
annuì.
Goku
invece guardava i due senza capire.
-Ma
di cosa state parlando?
-Lascia
perdere scimmia-
-No,
voglio sapere! Se riguarda Serina...-
-Lei
ha visto parte del mio passato- lo interruppe gentilmente Hakkai, che
guardava fisso il proprio riflesso sulla sua tazza. -ha visto... L'
ultima parte della mia vita prima che diventassi un demone...-
Il
demone eretico tacque, chinando appena lo sguardo -ah... Capisco...-
Anche
se in realtà capiva a stento; erano pochi quelli che
conoscevano per intero il passato di Hakkai, e uno era in quella
tenda e l' altro sotto la pioggia, in quel bosco.
Goku
sapeva poco del passato dell' amico: aveva scoperto frammenti di
passato del giovane demone carpendoli dalle conversazioni fra gli
amici, o a volte chiedendo al diretto interessato. Sapeva che aveva
ucciso più di mille demoni per vendetta, sapeva che anni
prima
aveva avuto una fidanzata; quale che fosse il legame che univa quelle
due cose, Goku non lo sapeva.
Così
come non avrebbe mai potuto notare come i due fidanzati si fossero
assomigliati, nell' aspetto, così tanto, né
sapere il
perché.
Fissò
in silenzio Gojyo e Hakkai, il rosso che si era voltato verso l'amico
-stai bene?-
-Sì,
certo- Hakkai fece un debole sorriso -non devo prendermela con
Serina. Neanche lei voleva ricevere quelle immagini... E' stato
qualcosa di inaspettato per entrambi.
I
due ragazzi rimasero in silenzio, aspettando che il loro amico
continuasse, ma tacque. La pioggia di fuori era l' unico rumore che
si sentiva.
Poi,
all' improvviso, avvertirono un rumore di passi; erano passi
frettolosi, di chi sta scappando, di chi è in fuga.
Sentirono
che la persona era inciampata, rialzata in fretta, e aveva continuato
a correre. Si stava avvicinando...
-Aiuto!-
I
tre ragazzi uscirono in fretta dalla tenda, sfoderando le armi.
-Dite
che saranno i soliti demoni?- chiese Goku.
-Se
non è così offro da bere a tutti-
commentò per
nulla allegro Gojyo; fece qualche passo in avanti, superando dei
cespugli di rosmarino che, con la pioggia, andavano liberando il loro
odore, e procedette. Il rumore di passi si fece ancora più
vicino, e prima che il rosso se ne rendesse conto, una donna gli era
finita addosso con violenza, buttandolo a terra. Il ragazzo la
tirò
in piedi a forza, mentre Goku e Hakkai li raggiungevano, cercando
eventuali assalitori.
Ma
il bosco era deserto e silenzioso, anche la pioggia stava finendo.
Gojyo
guardò la donna che aveva accanto. -stai bene?-
Piano,
l' interpellata annuì. Era una giovane donna poco
più
che ventenne, i capelli biondi che scendevano, bagnati e in disordine
per la lunga fuga, fino alle spalle. Pioggia, terra e lacrime avevano
sporcato un viso affilato dalla curva dura della guancia; i jeans
chiari e il maglione verde che indossava erano sporchi e strappati in
più punti. Ciò che però attirava l'
attenzione
erano gli occhi, uno azzurro ghiaccio e l'altro verde smeraldo; la
donna abbozzò un sorriso un pò timido.
-Perdonatemi se
vi ho spaventato... Con questa pioggia mi sono persa, e all'
improvviso dei banditi mi hanno circondata...-
-Gojyo,
ci devi offrire da bere- fece Goku, allontanando il mezzo demone
dalla ragazza e sorridendole -non preoccuparti, l' importante
è
che stia bene! Quei banditi ti hanno forse fatto qualcosa?-
L'
interpellata scosse il capo -No. Solo... Hanno rubato il mio
bagaglio...-
Hakkai
le passò protettivo un braccio attorno alle spalle -stia
tranquilla, signorina; se mai dovessero giungere fin qui quei
banditi, la proteggeremo noi- la donna gli sorrise.
-Grazie-
mentre il suo sguardo correva alla tenda domandò -ma voi...
Siete solo in tre?-
-No,
due nostri compagni di viaggio sono fuori; ormai dovrebbero essere
tornati....- la bionda annuì piano, e starnutì.
Hakkai
riprese: -la ragazza che è con noi magari ha qualcosa di
asciutto da prestarvi- facendosi caldo con le braccia, la ragazza
rabbrividì -siete... Davvero molto gentili...-
Poco
prima che rientrassero nella tenda, la donna lanciò
un'occhiata al folto della boscaglia, da dov' era spuntato il muso di
uno scoiattolo; la bionda fece un veloce gesto delle dita, senza
essere notata, e qualcosa d' invisibile colpì in pieno l'
animaletto, che cadde fra il verde senza emettere un solo verso.
*
"
Then
I see you standing there
Wanting more from me
And all I can
do is try...
"
(E
poi ti vedo lì, Che vuoi di più da me,
E tutto ciò che posso fare è tentare...)
Sanzo
si voltò verso Serina, non riuscendo a credere alle proprie
orecchie; la donna, dal canto suo, sembrava stravolta dalla domanda
che lei stessa aveva posto; l'unico occhio visibile era sgranato,
luminoso nella boscaglia notturna. Prendendo fiato, Serina
ripeté:
-voi siete il discepolo di Ko...-
-Come
conosci quel nome?- il tono del monaco era freddo; fece qualche passo
verso la donna, guardandola senza sbattere le palpebre; quanto tempo
era che non sentiva quel nome ripetuto ad alta voce? Da quanto
qualcuno non gli chiedeva una cosa simile? Il ricordo del maestro gli
balenò davanti; l' immagine rasserenante e luminosa dell'
anziano monaco, il lieve odore di pipa che aleggiava nelle sue
stanze... La pioggia, che come in quel momento gli cadeva addosso...
Il
ricordo più terribile della sua vita... Che la donna davanti
a
lui aveva cercato di profanare giorni prima...
E
ora...
Pronunciava
proprio quel nome...
-Come
lo conosci?- ripeté ancora più duramente, mentre
Serina
lo guardava a lungo negli occhi viola, cercando di capire cosa
provasse il giovane monaco in quel momento....
Come
un fulmine a ciel sereno, le parve di vedere qualcosa...
"Il
più giovane Sanzo mai esistito....
Tredici
anni...
La
pioggia..."
-Due....
Sutra....- sussurrò appena la donna, gli occhi dilatati a
dismisura -il sangue... Piove... Forte...- si bloccò mentre
la
gola le si chiudeva e non riusciva a respirare; le pupille si
dilatarono sino a farla sembrare inumana.
Ebbe
come un brivido, mentre cadeva in ginocchio a peso morto sull' erba
bagnata, portandosi le mani alla gola; Sanzo l' afferrò
saldamente per le spalle, scrollandola con forza, senza capire che
stava succedendo.
-Accidenti
a te, donna! Riprenditi!- le tirò un sonoro ceffone, che
risuonò per il bosco; solo allora Serina scosse con forza la
testa, e prese a tossire con forza, sporgendosi verso l' erba, il
corpo scosso dagli spasmi.
Quando,
all' ultimo colpo di tosse, macchiò di sangue l' erba sotto
di
lei, il bonzo l' aiutò a rimettersi in piedi, e la donna si
appoggiò senza forze a lui, prima di rimettersi dritta.
Sanzo
la guardò; Serina era alta quanto lui, e non era di ossatura
debole, né era troppo minuta, eppure dava l' idea di essere
fragilissima, eterea e quasi irreale; l' unico occhio visibile era
grande e splendeva in un viso ancora da bambina, una mano piccola e
fredda correva alla bocca per dare gli ultimi colpi di tosse.
Dopo
il kappa e la scimmia, ora ci mancava una così a cui
badare...
-Come
conosci il nome del mio maestro?- domandò alla fine Sanzo, a
voce leggermente più bassa; Serina lo fissò,
accorgendosi di come il bonzo sembrava spazientito, quasi come se gli
costasse parlare di Komyo Sanzo.
Al
pensiero, la donna sorrise amaramente; perché criticare quel
cinico monaco?
In
fondo neanche a lei piaceva ricordare Katsuro Shirogawa...
-Komyo
Sanzo... Incontrò il mio maestro alcune volte, durante la
mia
infanzia...- prese fiato, sentendosi ancora la gola chiusa -... Una
volta sola lo incontrai, e mi disse le stesse parole che voi avete
pronunciato qualche minuto fa: Dono
o maledizione, in entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non
viceversa. E' per
questo, che vi ho chiesto se eravate voi il giovane discepolo di quel
monaco. Ricordo che aveva parlato di voi col mio maestro...-
Serina
si pulì i jeans sporchi di terra, scrollando le spalle:
-tutto
qui. Perdonatemi se ve lo chiesto, forse non vi piace parlare del
vostro...-
-Chi
era il tuo maestro?- la interruppe velocemente il biondo; la donna
fece qualche passo in avanti, dirigendosi verso la tenda, torcendosi
le mani.
Dire
quel nome, ad alta voce...
Dopo
tanti anni...
-Allora?-
Prese
fiato, voltandosi poi verso Sanzo.
"...
Try"
(Tentare)
-Katsuro
Kohai Shirogawa- sorrise appena, e dei ricordi le balenarono veloci
nella mente...
*-"
-Te l' ha dato Shirogawa questo nome, vero?-
-Sì-
bisbigliò in risposta la piccola. L' uomo annuì
-me l'
aspettavo- "-*
*-"
-Il nome dei diretti discendenti del Dio, il marchio e il kanji che
contraddistingue i successori di ogni Custode... "-*
*-"
-Solo in quell' attimo mi resi conto dell' importanza del nome che
portavo...
...
Ora... Non ne sono più degna...- "-*
"
I wish I hadn't seen all of the realness
And all the real people
are really not real at all "
(Avrei voluto non
vedere che tutta la realtà...
E tutte le persone
reali che in realtà non sono reali affatto....)
...
Il sorriso non svanì dalle labbra di Serina, mentre diceva
semplicemente:
-Molto
spesso i grandi uomini restano nell' ombra, e sono in pochi a
ricordarli-
E
s' incamminò.
Sanzo
alzò per un attimo gli occhi verso il cielo, le nuvole nere
gonfie di pioggia sopra di lui, poi seguì la donna verso la
tenda.
I
due procedettero in silenzio, l' uno accanto a l' altra, senza
neanche guardarsi in viso; la donna sentì la pioggia che
ricominciava a battere sul suo ombrello, e per un attimo
desiderò
davvero sapere che significato avevano quelle parole che aveva
pronunciato prima, in trance, cercando di leggere la mente del
monaco.
Ma
non doveva farlo. Violare la mente è come violare il corpo,
andava contro a tutto ciò per cui aveva combattuto in quegli
anni....
"La
prima volta che riuscii a leggere nella mente, mi parve di sfiorare
con le dita uno specchio d' acqua immobile e freddo, che a un
semplice cenno prendeva a muoversi, a ribollire, a proiettare
riflessi e immagini di vite e persone diverse...
Sentii
che avevo... Del potere... Qualcosa che nessun altro aveva, e che mi
rendeva speciale.
Ma
quando, leggendo nella mente del Maestro, ne provai il medesimo
dolore...
Quando
percepii gli stessi, identici sentimenti che anche lui aveva
provato... Credetti di morire.
Credetti
di perdermi nel ricordo stesso dell' uomo che veneravo più
di
tutti.
Quando
il Maestro morì, mi ritrovai sola, con una
responsabilità
e un potere che con le mie sole forze non ero in grado di affrontare.
Affidarmi
al mondo...
Era
qualcosa di cui avevo paura.
E
credere alle persone...
Temevo
si rivelasse la scelta sbagliata...
Ho
provato ugualmente, rendendomi poi conto che le persone che sono
attorno a noi molto spesso non sono come vogliono sembrare...
L'ho
imparato quando avevo sedici anni... Come me, Genjo Sanzo ha imparato
questo quand' era ancora giovane..."
Si
sentì all' improvviso molto vicina al monaco, che come lei
aveva perduto il suo mentore, la sua guida, in tenera età e
con grande dolore. Ma prima che potesse voltarsi verso il biondo e
pronunciare quelle parole, erano giunti alla tenda; la spalancarono,
e Goku si precipitò dai due.
-Finalmente!
Ma dove siete stati?- guardò la donna -Serina, ma sei
bianchissima! Che ti è successo? Un' altra visione? Ha
ricominciato a piovere? Cos' è successo?-
-E
dacci un taglio scimmia!- l' urlo di Gojyo era provenuto da un'
angolo della tenda, e Serina e Sanzo lo guardarono; era seduto a
fianco a una giovane donna, le mani giunte in grembo, che teneva
pudicamente la testa abbassata, i capelli biondi che ne celavano il
volto.
-E
ora questa chi è?- fece laconico il bonzo, seccato oltre
ogni
limite; Hakkai sorrise tranquillissimo e lo informò: -stava
scappando da dei banditi, ed è giunta sin qui. Direi che
può
restare per la notte, che dici?-
-Non
si lascia una bella fanciulla da sola e in pericolo!-
rincarò
la dose Gojyo, sorridendo sornione; lanciò una veloce
occhiata
a Serina, quasi sperando che quest' ultima s' ingelosisse, vedendolo
vicino a un'altra; ma la donna li guardò in silenzio per
qualche istante, poi raggiunse la bionda e tese gentile una mano.
-Dovrei
avere qualcosa di asciutto; vuoi cambiarti?-
La
bionda non si mosse, e allora Hakkai aggiunse: -ovviamente noi
usciamo dalla tenda e la chiudiamo, se dite di sì...-
Allora
la ragazza annuì con forza e mormorò: -grazie...
Signorina...- alzò di scatto il volto e fissò
Serina in
pieno viso.
La
donna non ebbe alcuna reazione, mentre incrociava gli occhi spaiati,
ma un brivido corse velocissimo lungo la schiena; non mosse un
muscolo, mentre il cuore batteva più veloce, e un improvviso
fischio le invase le orecchie; l' occhio verde sembrava non avere
vita, da esso non s' alzava alcuna emozione....
Ma
quello azzurro....
Azzurro
ghiaccio....
*-"
Rimase sconvolta dalla bellezza di quegli occhi, così grandi
e
belli, eppure freddi. Azzurro ghiaccio, che rilucevano nel viso color
ebano... "-*
E
per un attimo Serina si sentì morire.
"Electra".
-
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