Unfaithful' s Requiem

di Lyam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The sound of Rain ***
Capitolo 2: *** Over the sky where I fly ***
Capitolo 3: *** Profumo ***
Capitolo 4: *** Against a nightmare... ***
Capitolo 5: *** Scar' s Memory ***
Capitolo 6: *** Il Passato 1: Un' orfana ***
Capitolo 7: *** Try (parte prima) ***



Capitolo 1
*** The sound of Rain ***


Primo capitolo completo U'sR
Il rumore della pioggia...
... Era come un fischio che non finiva mai.
Risuonava nella testa, come un sussurro persistente e acuto che cancellava ogni altro rumore...
.... Quello delle foglie che cadevano.....
.... Quello dei passi malfermi che inciampavano nelle pozzanghere e nelle radici...
I canti e le orazioni funebri ormai non si sentivano più, solo un lieve eco nelle orecchie, musiche e parole che conosceva a memoria da quand' era nata; erano svanite inseme all'odore dell'incenso e dei fiori di ciliegio, insieme al tepore del sole, insieme agli ultimi anni.
Tutto ciò era svanito.
Scomparso.
Non c'era -e non ci sarebbe stato- più.
Quando ormai fu certa che era lontana, finalmente si fermò.
La ragazzina -non poteva avere più di quindici o sedici anni- si appoggiò stanca contro un albero, la corteccia fradicia e scivolosa le lasciava attaccata alla mano della resina, ma non ci fece caso.
Il respiro era affannoso, qualcosa di pungente le provocava dolore alla gola, le gambe tremavano e non riuscivano più a reggere il corpo magro.
Crollò in ginocchio fra le felci piegate dalla burrasca e lì rimase, le ginocchia che affondavano nel terriccio pregno d'acqua.

" Uno spillo nel cuore...
Lui... Era morto... "

Alcune lacrime non riuscì a trattenerle, e queste scivolarono lungo il viso e si mischiarono alle gocce di pioggia, salate e calde.
Calde...
Calde...

"Calde...
Come le mani del Maestro..."

"-Vieni piccola mia!- le tendeva una grande mano abbronzata, che la bambina prese titubante, quasi avesse paura che si trattasse di una semplice ed effimera illusione...
Ma..
Al tatto, la pelle del Maestro era calda e piacevole... morbida come i petali di ciliegio...
Gliela strinse con forza, desiderando assorbire tutto quel dolce calore..."

Quella del Maestro nel giardino illuminato dal sole fu un'immagine che le trasmise forza, la spinse a tirarsi in piedi, reggendosi all'albero, e guardare avanti, verso Sud, dove, le aveva assicurato il Maestro, avrebbe trovato un villaggio, e la salvezza.
Salvezza...
Salvezza...
.... Lei...
.... Avrebbe mai ottenuto la salvezza, per tutto ciò che aveva fatto?
.... Avrebbe mai ottenuto la salvezza, dopo ciò che aveva deciso di sacrificare... per lui?
.... Avrebbe mai ottenuto la salvezza, dopo quello che era diventata?
Sarebbero state quelle, le domande che l'avrebbero accompagnata sempre, giorno e notte, negli anni a venire.
Cullando le sue notti insonni, portando conforto alle sue giornate di pianto.
In quelle domande che necessitavano di una risposta, ma che era quasi impossibile per lei trovarla, si sarebbe rifugiata tutte le volte che la nostalgia per quell'uomo sarebbe stata troppo forte, quando l'amore incancellabile per lui sarebbe esploso in tutta la sua sofferenza.
Sistemandosi il kimono, tagliato in fondo frettolosamente con un coltello per facilitare la fuga, dall'interno della manica sinistra sbucò appena un lembo di stoffa, una minuscola parte di cordicella rossa, che la ragazzina ripose in fretta sotto la stoffa, al riparo dalla pioggia.
Non si doveva bagnare, non doveva essere scalfito in alcun modo e non doveva mai, - mai -, essere infranto il sigillo.
E lei lo doveva proteggere, sempre e comunque.
Quell'oggetto.
Gli ultimi ordini del Maestro. E lei intendeva ubbidirvi.
Anche perchè....
Quel sigillo...
... Era l'unico che poteva salvarla dalla pazzia.
Il potere di quell'oggetto...
... Era come un cancro che si cibava dell' energie di chi lo usava.
Lei, una semplice sedicenne -una bambina cresciuta troppo in fretta-, che in vita sua aveva conosciuto solo due volti amici...
.... Sarebbe stata in grado di adempiere a quel dovere?

"L'uomo serrò la mano su quella piccola di lei.
Kohai lo avvertì, anche se lui tentava di schermarsi al suo potere, avvertì tutta la sofferenza del Maestro, e in quell'attimo seppe che mancava poco alla fine
-Promettimi che lo farai... mia piccola Kohai...-"

.... Sì.
Ce l'avrebbe fatta.

La ragazzina riprese a camminare, non curandosi degli abiti e dei capelli bagnati.

Il rumore della pioggia...
... Era come un fischio che non finiva mai.
Risuonava nella testa, come un sussurro persistente e acuto che cancellava ogni altro rumore:
Quello delle foglie che cadevano,
quello dei passi malfermi che inciampavano nelle pozzanghere e nelle radici...

Quello dei suoi singhiozzi che si mischiavano al fruscio delle felci,
piegate dalla pioggia.


- 1


-Un' altra nevicata fuori stagione- osservò l'oste, pulendo con un cencio un boccale vuoto e guardando verso la finestra. I quattro ragazzi seguirono il suo sguardo: gli alberi, i tetti delle case e le strade erano di un candore immacolato, i vetri delle finestre leggermente appannati. Erano arrivati al villaggio qualche ora prima, dopo aver viaggiato nel nulla più assoluto per tre giorni, braccati dai demoni e dalla stanchezza.
Quand' erano giunti in quel paese, non avevano faticato a trovare una locanda; giusto il tempo di entrare, e all' esterno avevano cominciato a cadere i primi fiocchi; i camerieri avevano acceso in fretta i due camini e i numerosi bracieri che in quel momento scaldavano l'immensa sala da pranzo.
-Comincio a chiedermi che stia succedendo al nostro povero clima... E dire che fra poco sarà estate!- proseguì l' uomo, scuotendo appena il capo; aveva raggiunto quei quattro stranieri per chiedere le ordinazioni, e poi perchè di quei tempi era raro incontrare dei forestieri, con tutte le storie che circolavano sui demoni che assaltavano carovane e viaggiatori di vario tipo: era abbastanza incuriosito da quel quartetto.
-Qui...- Hakkai spostò lo sguardo dal panorama all'oste -... non nevica spesso?-
-Rarissime volte in inverno, ma si tratta di casi eccezionali. Erano anni che non vedevo una nevicata così- ammise l'interpellato; -ma... voi venite da tanto lontano?- chiese poi, cedendo alla curiosità; il demone dagli occhi verdi sorrise un pò imbarazzato -ehm, bè, ecco, sì... diciamo che il nostro è un "viaggio d'affari"...- Goku e Gojyo lo guardarono un pò incuriositi, mentre Sanzo si limitò ad accendersi una sigaretta e a guardare l'uomo in piedi di fronte a loro; al locandiere sembrò bastare quella risposta e si allontanò scuotendo il capo e borbottando: -andando avanti così, i raccolti andranno a farsi benedire...-
-"Viaggio d'affari"?- chiese poco dopo il rosso, ridacchiando appena -amico, la prossima volta ricordami che tocca a me, dare le spiegazioni!-
-Sul momento non sapevo cosa dire!- si giustificò Hakkai con un sorriso -e poi non dobbiamo dare troppo nell'occhio, ricordatelo-
-Non dare nell'occhio? Una battaglia persa in partenza, con un kappa e una scimmia....-
-Coooosa?!-
-Razza di bonzo stempiato, ma come osi?!-
-Hai intenzione di morire?!-
-Vi prego, calmatevi!- il demone dagli occhi verdi riuscì a frenare l'ennesima lite -ricordatevi l'obiettivo "non dare nell'occhio" sopra citato...- e sorrise conciliante ai clienti al tavolo vicino -state tranquilli, signori, i miei amici stanno solo scherzando...!!- e nel frattempo con una mano bloccava quella di Sanzo che già calava sulla Shoreiju.
I tre si risedettero, e dopo qualche minuto ritornò la calma.
-Passando ai discorsi seri....- fece dopo un pò Gojyo, senza distogliere lo sguardo dal paesaggio all'esterno.-questa nevicata.... E' un altro effetto dell'anomalia?-
-Probabile- rispose Sanzo, portandosi la sigaretta alle labbra -così come i deserti sono avanzati a Est, allo stesso modo in queste regioni centrali nevica sempre più spesso. L'anomalia sta facendo impazzire il mondo... Però...-
-Però noi non ci possiamo fermare, dico bene?- lo interruppe tranquillo il mezzodemone. -Esatto- rispose il monaco -dobbiamo raggiungere l'Ovest, anche ignorando ciò che può distruggere queste regioni...- nessuno rispose, e calò il silenzio.
Allora Goku, che non aveva seguito minimamente il discorso, allontanò l'ennesimo piatto svuotato e si voltò verso gli amici come se li vedesse per la prima volta -ehi, ma di che stavate parlando? Perchè quei musi lunghi?-
Hakkai ridacchiò appena, mentre Sanzo cercava di trattenersi dal sfoderare l'harisen e Gojyo commentava: -sei proprio un idiota sai?-
-Ma come ti permetti, razza di....!- ma il rosso gli tappò la bocca con una mano senza troppa gentilezza e si allungò dalla sua sedia, verso un tavolo poco lontano: la sua attenzione era stata attirata da un giovane cameriere che un pò in imbarazzo stava facendo una predica a una cliente, con tutta probabilità abituale.
-Miss Serina, non pensate di stare esagerando con tutto quel sakè?-
Il mezzodemone continuò a fissare incuriosito, cercando di scorgere almeno in parte il viso della ragazza, mentre qualcuno borbottava:
-A quest'ora una donna così bella tutta sola a bere sakè...-
-Ormai non ci sono più le signore di una volta... ai miei tempi...-
-Nonno, finiscila...-
-E' miss Serina- fece una cameriera non troppo lontana dai ragazzi -viene qui tutte le sere, ormai dai qualche anno. E' sempre molto gentile, una donna riservata. I figli dell'oste l'adorano...-
Qualcuno obiettò seccato, ma tutto i brusii, che avevano suscitato l'attenzione dei quattro, e che man mano erano cresciuti, vennero interrotti da una voce femminile che tratteneva appena una risata -so badare a me stessa, Yuei! Mi hai mai vista forse ubriaca?-
-Ehm, bè, no... però...- il cameriere si scostò leggermente, ancora più a disagio di prima, forse imbarazzato dal bel sorriso della donna, e Gojyo esultò -oh oh, quella sì che è un vero splendore!!- riuscendo finalmente a vedere la sconosciuta; doveva essere una sua coetanea, i lineamenti fini ed eleganti. Il viso era ovale, di un colore caldo e rosato; i capelli si fermavano alla linea delle guance, in un caschetto lucido e castano e copriva l'occhio destro, mentre il sinistro era di un castano intenso quasi nero, il colore del caffè. Vestiva quello che sembrava un corpetto di morbida stoffa rosata lavorato con cuoio; una corta giacca che copriva appena le scapole si allargava nelle maniche, come quelle di un kimono, sino a coprire le mani, ed era di un nero che nelle maniche sfumava al rosso.
Tutto il ventre restava scoperto, mentre dalla vita ingiù scendeva una gonna dello stesso colore del corpetto, con in fondo dei decori floreali, che copriva le gambe lunghe e tornite. Alla vita era appuntato un grosso giglio tigrato, dai petali aranciati rigati di nero(1)*. La donna calzava un paio di sandali tipicamente giapponesi, e nell'insieme irradiava un'aura sicura di sè ed elegante(2)*.
Alla fine il cameriere aveva lasciato perdere e se n'era andato, lasciando la giovane donna sola con la sua ennesima bottiglia di alcolico; anche il brusio era andato pian piano sciamando.
-Sei il solito pervertito di un kappa- commentò cinereo Goku, guardandolo male, avendo notato il modo in cui l'uomo guardava la sconosciuta.
-Di fronte a una bellezza simile, anche tu dovresti rimanerne sconvolto!- ribattè Gojyo -per questo mi preoccupi un pò. Non sarebbe ora che cominciassero a interessarti la bambine, piccola scimmia?-
-Non trattarmi come un moccioso!- esclamò il ragazzo, balzando in piedi -solo perchè non sono un kappa arrapato come te, che alla prima ragazza carina che vede va in fibrillazione, questo non significa che...!-
-Se evitaste di urlare...- fece impassibile Sanzo.
-... Ve ne saremmo davvero grati!- concluse sorridendo Hakkai -anche perchè non siamo troppo lontani dall' "oggetto" della vostra conversazione, e in questa stanza c'è molto rimbombo...-
Bloccati come statue di sale, Goku e Gojyo guardarono verso l'altro tavolo: la donna che doveva chiamarsi Serina li stava guardando un pò incuriosita. Inclinò appena il capo, abbozzando un sorriso, verso i ragazzi , che si affrettarono a risedersi e darle le spalle.
-Che figura...- borbottò Goku.
-Siete una coppia di imbecilli- commentò senza mezzi termini il bonzo, mentre Hakkai sorrideva imperturbabile.

***

- " Il volto squadrato e scuro dell' uomo si addolcì in un sorriso, mentre rivolgeva lo sguardo verso la finestra -ah, guarda Kohai! Finalmente ha smesso di nevicare!!-
La bambina alzò lo sguardo dalla sua pergamena; erano rari i momenti in cui poteva stare sola col Maestro, ed era sua intenzione dimostrargli che era bravissima a studiare e ripetere la lezione. Ma l'uomo in quel momento era molto più interessato a ciò che accadeva là fuori: raggiunse la finestra e le fece cenno di raggiungerlo. -avanti Kohai, vieni a vedere!-
La bambina scese dalla sedia e raggiunse il Maestro.
Ciò che c'era fuori la stupì: tutto era bianco.
Bianchi i tetti, bianchi gli alberi, tutto ciò che vedeva lo trovava bianco, immacolato.
Incredibile.
-Che... che bello...- mormorò Kohai, sincera. Il Maestro le sorrise -farà freddo, quando usciamo nel cortile vedi di coprirti-
Uscire?
Kohai si voltò verso l'uomo -usciamo nel cortile?!-
Da quant'era che non stava un pò all'aria aperta?
Non le facevano mai lasciare le stanze del Tempio...
Ogni giorno vedeva tutti i bambini all'esterno che giocavano, studiavano, o pulivano il cortile dalle foglie...
Lei mai...
Il maestro annuì e le accarezzò i capelli -hai bisogno di respirare un pò d'aria fresca... Sei pallida come uno spettro, bambina!- aggiunse ridendo.
Lei arrossì appena, e di colpo il Maestro le parve un uomo qualunque, non ciò che rappresentava per i monaci; un semplice uomo appena trentenne che aveva intenzione di portare nel cortile innevato a divertirsi la piccola trovatella di sei anni e mezzo... " -

Serina versò ancora del sakè nel suo bicchiere, mentre si voltava verso la finestra.
"La neve..."
Sospirò appena, appoggiando il mento sulla mano sinistra. La luce della candela sul tavolo tremolava leggermente, riempiva di ombre il piccolo fiore nel bicchiere di fronte a lei. La porta della locanda sbattè, e la donna rivolse la sua attenzione al ristorante: era ormai quasi deserto, ma d'altra parte era mezzanotte passata; c'erano più pochi uomini al bancone, un gruppetto a un tavolo, prima chiassoso, ora più tranquillo, e infine quei quattro uomini.
.... Già, quei quattro: il monaco, il ragazzo moro, il mezzodemone e il ragazzino dagli occhi dorati.
Un demone prima umano... un uomo... un mezzodemone... E un demone eretico...
Che strano gruppetto, pensò un pò divertita, osservandoli meglio. Avvertì un leggero fischio alle orecchie, e la sua vista sembrò appannarsi per un attimo...
... Erano vicini.
Si massaggiò la fronte con le mani, se andava avanti così le sarebbe venuta una terribile emicrania...

"Voglia... di cibo...
Voglia... di sangue... carne...
Vittime... umane... Esseri umani, teneri da sgozzare... facili e divertenti da uccidere... da plagiare... da torturare...
In capo a qualche ora..."

Serina scrollò con forza la testa, quasi volesse espellere qualcosa al suo interno. No, no, non doveva lasciar entrare quelle sensazioni... Non doveva lasciarsi sconfiggere...
I demoni... solo i demoni fuori dal villaggio provavano una cosa simile...
Solo loro...
Lei no...
No...
"NO!!!!"
La donna sospirò, bevve un altro sorso di sakè, tentò di calmarsi, e decise di concentrare la sua attenzione su quei quattro, che tanto la incuriosivano. Che strano, non riusciva neanche a sfiorare le loro menti; se avesse voluto, avrebbe potuto sondare l'anima di ogni singolo cliente in quel locale.... Ma invece, quei quattro... Resistevano alla sua magia...
Li guardò con più attenzione.
Stavano giocando a carte, e il tavolo era ingombro di bottiglie e lattine vuote; doveva essere successo qualcosa, perchè il rosso e il ragazino se le stavano dando di santa ragione, e il bonzo era riuscito a fermarli solo tirando due colpi con la pistola che teneva con sè.
Lo sguardo di Serina cadde sul sutra posato sulle spalle del monaco.
Un sutra...
Un monaco... Sanzo...
Un Sanzo...

"-Promettimi che lo farai... mia piccola Kohai-
-Sì, Maestro!-"

****

-Allora, che ne dite se andassimo a domire?- chiese Hakkai, raccogliendo le carte sparse sul tavolo e riordinandole.
-Cosa?! E' appena mezzanotte!!- protestò Gojyo -mica siamo dei vecchietti o dei poppanti!!!- l'amico gli fece semplicemente cenno col capo e il rosso si voltò: Goku russava beato sul tavolo, mentre la testa di Sanzo, seduto dritto, ciondolava. Il mezzodemone sospirò -ma chi me l'ha fatta fare di viaggiare con 'sti qui? Va bè, voi andate pure a dormire, ma io...- il suo sguardo cominciò a vagare nella stanza semi deserta, soffermandosi infine sulla figura della donna chiamata Serina che si versava l'ennesimo bicchiere di sakè -... mi cercherò un pò di compagnia per stanotte. Anzi, l'ho già trovata! Non si può lasciare una bella donna sola a bere sakè, giusto? Non aspettatemi alzati!-
Hakkai si limitò a sorridere e scuotere il capo, per poi andare a svegliare Goku e Sanzo, mentre il rosso si alzava e si avvicinava al tavolo di Serina.
-Scusa...- la voce bassa e calda di Gojyo attirò l'attenzione della ragazza, che alzò gli occhi dal suo bicchiere e guardò l'uomo. Così da vicino, il ragazzo rimase per un attimo affascinato dall'unico occhio che vedeva (l'altro coperto quasi dai capelli) dello stesso colore del caffè. Il viso, di un colorito sano per natura, era perfezionato da un leggero trucco naturale, le labbra piccole e piene e appena colorate di rosa. -sì?- fece piano la ragazza; la voce era vibrante e calda, resa così forse dall'alcol.
-Ti ho vista tutta sola a quest'ora, così...- Gojyo era intenzionato ad usare anche tutte le sue tecniche, pur di portarsi a letto una bellezza simile -... così ho pensato di tenerti un pò di compagnia...- indicò la sedie di fronte a lei -... posso?-
Serina lo guardò per pochi istanti, poi sorrise. La curva della bocca era dolce, ma la donna sorrideva senza esagerare. Tutto in quel corpo sapeva di autocontrollo, e aveva un che di "cauto", ragionò il mezzodemone; troppo gentile, o troppo intimidita, per mandarlo a quel paese, eppure non così "leggera" o frivola per lasciarlo accomodare lasciando intendere altro, senza smettere di sorridere s'allungò appena verso il ragazzo e rispose: -direi che per stasera dovrai rinunciare, sai? E poi...- gli fece cenno con la testa, e Gojyo si voltò verso i suoi amici: Hakkai s'era caricato sulle spalle Goku, che dormiva beato, ma riusciva a stento a reggerlo, mentre Sanzo minacciava di crollare e addormentarsi sulle scale.
-.... E poi credo che il tuo amico abbia bisogno del tuo aiuto...!- concluse la donna con una mezza risata; Gojyo sospirò -non è la mia giornata fortunata, direi. Bè...- si voltò e le fece l'occhiolino -... vorrà dire che ci rivedremo presto...-
Serina sorrise -direi di sì. Allora...- alzò la mano destra e agitò le dita come saluto -... ci vediamo-
Il rosso sorrise e fece un cenno col capo -ci vediamo- girò sui tacchi e s'incamminò.
"E anche per stasera dovrò accontentarmi di dividere la stanza con tre uomini...."
-Riposati più che puoi, stanotte!- da dietro gli giunse chiara e limpida la voce della donna...
-... Perchè non avrai un risveglio piacevole- aggiunse una voce più bassa.
Il mezzodemone si fermò e guardò verso la ragazza.
"Ma che...?"
Eppure, quando si voltò, vide Serina intenta e bere l'ennesimo bicchiere di sakè, e quando ingoiò si voltò nuovamente verso Gojyo e ripetè il saluto di prima, stavolta con un sorriso più cordiale.
Il ragazzo scosse il capo e raggiunse gli amici.
"Devo essermi sbagliato"

***

- " -Così, alla fine... seri riuscita a leggere il mio passato....-
-Perdonatemi... perdonatemi, Maestro...- la ragazzina singhiozzava inconsolabile sul corpo stanco e stravolto dal dolore dell'uomo, che con le ultime forze posò una mano sui suoi lunghi capelli castani, e abbozzò un sorriso -non... non piangere... mia piccola Kohai...-
-Maestro!-
-Lo so, lo so, hai ragione, non ti piace essere chiamata "piccola"... ma ai miei occhi, appari ancora così giovane e inesperta del mondo...-
La ragazzina alzò gli occhi scuri verso l'uomo coricato davanti a lei; la penombra della stanza gli conferiva un'aria ancora più malata, scavava ancora di più nei solchi sul suo volto stravolto e magro; d'improvviso il Maestro si tirò a sedere e cominciò a tossire; dalla mano colò un rivolo di sangue, e Kohai fu pronta a porgergli un fazzoletto e dell'acqua -Maestro mio!- gemette; in parte il dolore dell'uomo l'aveva colpita, ma soprattutto era il suo dolore, strettamente personale, di doverlo perdere, che la distruggeva.
Ma l'uomo rifiutò entrambi con la mano libera -non c'è più... tempo... Kohai...- " -

****

La neve infine si era tramutata in una lieve pioggerellina; Goku e Gojyo russavano pacifici, mentre Sanzo s'era acceso una sigaretta e guardava fuori dalla finestra, imitato da Hakkai.
-La pioggia...- fece piano quest'ultimo -... sta sciogliendo tutta la neve; senti che silenzio?-
Il bonzo non rispose, e prese un'altra bocconata di fumo -c'è qualcosa di strano- fece poco dopo.
Hakkai lo guardò -strano?- Sanzo annuì, e il demone passò lo sguardo dal biondo alla finestra -l'ho sentito anch'io. Ma non è un'aura di demone...-
-Se è per questo neanche umana- lo riprese il monaco -ed è qui vicina...-
-Un qualche dio?- chiese Hakkai, e sorrise -visto i precedenti non mi stupirei...-
Ma il biondo non rispose, e la conversazione venne interrotta dall'improvvisa comparsa di presenze che ben conoscevano...
-Sanzo...?-
... Più di una decina.
-I soliti demoni?-
... Un branco, come sempre.
-Andiamo?-
... Tanto il loro obiettivo era sempre uno.
-Vediamo di sbrigarcela in fretta-
Il gruppo uscì in fretta dalla locanda, cercando di non fare rumore: finchè si poteva, era meglio non coinvolgere la popolazione.
La pioggia aveva quasi dissolto la neve; era lieve ma persistente, e abbatteva tutti i fiori e le piante; il paese era strutturato in una serie di vicoletti e vicoli ciechi in cui era facile perdere le tracce dei nemici; ma almeno una trentina di demoni alla fine si trovano; di certo, non passano inosservati.
In una strada che costeggiava le case più ricche, celate da una serie di muri in legno e bambù, l'aria era pregna dell'aura e dell'odore di demone; un branco intero attendeva i quattro ragazzi ad armi sguainate.
Non ci fu bisogno di parole: sotto la pioggia che lentamente aumentava di intensità, i due gruppi iniziarono a combattere; il rumore svegliò il paese, e con la coda dell'occhio i quattro videro le luci delle case accendersi, qualcuno addirittura che dal balcone guardava verso il campo di battaglia, le madri che costringevano i bambini a tornare in casa, qualche ragazzo che voleva uscire e dare un mano...
... Ma tutti ebbero il buonsenso di non avvicinarsi troppo.
-Comunque è strano!- obiettò Hakkai, mentre col ki abbatteva quattro nemici -anche se tutta la popolazione si rendesse conto del pericolo... in ogni caso qualcuno farebbe qualcosa!! E' come se...-

Il suono di una campana...
.... Il braccio teso nel buio...
" -Vi concederò... il privilegio della vera paura...- "

-... Se qualcuno li bloccasse!!-
-Uno di questi demoni?- chiese Goku -magari il capo!-
-Un demone così forte da fare una cosa tipo alzare una barriera?- fece notare Gojyo; la catena della Shakujyo roteava in aria e falciava demone su demone -e come abbiamo fatto a non accorgercene subito?!-
-State sbagliando in pieno!- esclamò Sanzo; la sua voce s'alzò sopra gli spari della Shoreiju -c'è qualcun altro dietro!-
I ragazzi avrebbero voluto chiedere chi fosse, ma dovettero concentrarsi sugli avversari.
Goku abbattè un demone dopo l'altro, ma quando colpì con lo Nyoibo l'ultimo, ebbe come una scossa elettrica, un brvido che corse lungo tutta la schiena; i suoi sensi parvero affinarsi; la pioggia aveva un suono che rimbombava e riecheggiava nel suo cervello... Le foglie, i fiori, i muri... i loro colori erano più nitidi, più forti.... Avvertì come in lontananza il suono di un campanello, e per un attimo vide buio....

L' ultimo rintocco...
" -E' finita...- "
E' sotto la pioggia...
" -Hai avvertito... la fame dei demoni?- "
I passi si avvicinano...

... Quando finalmente tutto tornò come prima, i demoni erano stati sconfitti, e la via era piena di cadaveri che lentamente svanivano; il sangue però rimaneva, e la pioggia faticava a lavarlo via; il rosso aveva chiazzato fiori, alberi, muri...
Anche loro avevano delle macchie sugli abiti. Lo spettacolo era desolante, e la notte e la pioggia in qualche modo accentuavano quella sensazione.
Il demone alzò lo sguardo dai cadaveri alla strada davanti a loro, e di colpo s'irrigidì: di fronte ai quattro, di fronte al campo di battaglia, rimaneva perfettamente immobile quella donna che avevano incontrato, Serina; nella mano destra reggeva un ombrello di fine carta cinese rosso e nero, in tinta con la giacca...
... Ma l'ombrello, gli abiti, la mano... erano chiazzati di sangue demoniaco.
Una solitaria e grossa chiazza vermiglia aveva macchiato la guancia sinistra, e il sangue colava lungo il mento, come una lacrima rossa.
Nessuno mosse un muscolo, mentre un leggero soffio di vento agitava gli abiti e i capelli, lasciando intravedere l'occhio destro, di Serina, che semplicemente sussurrò, con una voce appena udibile: -Una... una pioggia... Una pioggia di sangue...-
E Goku fece giusto in tempo a correre e prenderla fra le braccia, prima che la donna finisse fra i cadaveri, priva di sensi.

- Fine Capitolo 1-



*** Note di Fine Capitolo ***

(1)* : Si tratta di un "TIGER LILY", conosciuto in Corea, Cina e Giappone col nome di ONI-YURI. Nel linguaggio dei fiori significa "abbondanza\ricchezza" e "orgoglio". E' lo stesso fiore sul tavolo di Serina, e lo stesso che questa ha appuntato, in formato gigante, sulla gonna, al fianco destro.

(2)* : Descrizione presa pari pari del personaggio di SERINA del videogioco MAGNA CARTA. Per quanto non la sopporti con tutte le mie forze come carattere, trovo comunque che sia bellissima.




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Capitolo 2
*** Over the sky where I fly ***


Capitolo due U'sR - 2 -

***

- "-Non c'è più... tempo... Kohai...- il Maestro indicò alla ragazzina il comò -presto... l' ultimo cassetto...-
Kohai non se lo fece ripetere due volte; balzò in piedi e fece qualche passo, ma d' improvviso venne colta dalle vertigini; crollò in ginocchio e le sembrò di non avere fiato.
Quello... Non era il suo dolore...
No... era del Maestro...
Dietro di lei, l'uomo la guardò sofferente -temo che sia un peso troppo grande... per te...- mormorò.
-N... No!- la voce di Kohai era quasi divenuta un cupo ringhio, mentre si rialzava tenendosi al mobile, e facendo appello a tutte le sue forze apriva il cassetto indicatole. Eccola.
La Campana.
-Prendila- fece piano il Maestro; Kohai si voltò intimorita verso l'uomo, gli occhi spalancati per il timore. -no.. non come l'altra volta...- " -

***

-Ci scusi ancora se l'abbiamo spaventata- Hakkai mise sul tavolo davanti a Serina una tazza di caffè caldo. La donna lo ringraziò con un cenno del capo, mentre metteva dello zucchero nella tazza -non preoccupatevi. Non sono svenuta per la paura...- i suoi occhi indugiarono su Goku e Gojyo, che la guardavano entrambi un pò incuriositi, poi la sua attenzione tornò al demone dagli occhi verdi -... Devo aver esagerato col sakè questa sera!- e sorrise cordiale.
-Allora stai bene?- Goku la raggiunse e la guardò, trovando finalmente il coraggio di parlare; non riusciva a spiegarsi perché, ma quella donna lo intimoriva. Serina rivolse il suo sorriso al ragazzo, e questi d' istinto rispose.
"Che splendido sorriso!" pensò.
-Sto benissimo, non devi preoccuparti; piuttosto... Siete stati veloci e sconfiggere quei demoni...-
-Siamo abituati a peggio!- le rispose Gojyo, alzandosi in piedi e intenzionato ad attirare l' attenzione della donna su di sè -una volta abbiamo sconfitto un gruppo di demoni che era tre volte quello di stanotte..!-
-Da... Davvero?- mormorò stupita l' interpellata.
-Certo...- rispose il rosso, avvicinandosi tanto da riuscire a vedere l' occhio destro nascosto dai capelli di Serina; proprio allora Goku si mise in mezzo -e in quella situazione Gojyo non era stato di nessuno aiuto!!-
-Cosa?! Razza di stupida scimmia! Non mi sembra che tu abbia fatto più tanto, quella volta!-
-Ma se li ho sconfitti quasi tutti io i demoni!!!-
Hakkai sorrise imbarazzato verso la donna, che osservava un pò stupita i due demoni, intenti a litigare e a darsele di santa ragione. -ehm, li scusi... sono fatti così...-
-Sono sempre così allegri?- chiese ridendo Serina; l' interpellato sospirò -ahimè, sì-
Il sorriso della donna divenne appena accennato, mentre si rivoltava verso Goku e Gojyo -che bello...- sussurrò piano. Hakkai guardò incuriosito il profilo della giovane donna; aveva modi gentili, e non sembrava una criminale, né tanto meno un demone con un dispositivo di controllo addosso. Allora cos' era che gli impediva di fidarsi di lei?
-Piuttosto...- Sanzo era stato tutto il tempo in disparte, ascoltando i discorsi dei compagni e fumando in silenzio; in quel momento però si era leggermente avvicinato, stanco dei battibecchi dei due demoni e delle gentilezza di Hakkai, e ora squadrava la donna -che ci facevi così vicino a dei demoni?-.
Il kappa e la scimmia interruppero la litigata e guardarono verso Serina, pronti ad intervenire, e magari a blandire un pò il bonzo; e invece la donna lo fronteggiava senza problemi. Un solo occhio marrone riusciva a tenere testa a quelli violacei del monaco. -come detto prima, Venerabile Sanzo, ero ubriaca- rispose piano la donna -non sapevo bene neanch'io dove stavo andando. Quando poi sono arrivata al limite, e sono svenuta, non mi ero quasi resa conto di essere in mezzo a un campo di battaglia...- il volto si rilassò, e Serina si voltò verso Goku sorridendo -... fortuna che mi hai presa in tempo; se fossi finita in mezzo a quei cadaveri...-
-... Un abito così bello si sarebbe rovinato- la interruppe suadente Gojyo; la donna si sfiorò appena l'allacciatura della giacca e del corpetto, e alzò il viso per vedere bene il rosso -ti ringrazio per il complimento...-
Poi l'occhio marrone si bloccò su quelli rossi del mezzo demone, e Serina rimase immobile per alcuni istanti...

- "Sangue...
Lacrime...
-MI FAI MALE MAMMA!!!-" -

-Signorina Serina?- l' interpellata fece quasi un balzo sulla sedia, e si voltò verso Hakkai, che la guardava -sta bene?-
-Cosa? Oh sì, scusatemi...- si portò una mano alla testa; rieccola, l' emicrania ricominciava....

- " -Non c' è più tempo... Kohai...- " -

-... E' che sono molto stanca, tutto qui-
-Posso capirla, d' altronde è mezzanotte passata- il demone dagli occhi verdi guardò fuori dalla finestra; i vetri erano picchiettati dalla pioggia che non accennava a smettere -vada a letto; ci saluteremo domattina con calma-
-Partite di già?- domandò incuriosita Serina, ignorando il paesaggio di fuori; Hakkai scrollò le spalle e le sorrise -sì, se il tempo migliora-
La donna abbassò il capo -capisco...-
-Perché hai detto "di già"?- chiese allora Sanzo; la domanda sembrò scuotere Serina, che alzò il volto ma tacque per qualche secondo.
-Ehi, ma che domande sono?...- cominciò Gojyo, ma la donna seduta accanto a lui lo interruppe e rispose con un filo di voce -bé, io... io desideravo solo farvi fare un giro per la città, e magari offrirvi la cena, visto che mi avete salvata...- sembrò riprendersi sul finire della frase, tanto che abbozzò appena un sorriso -in fondo quei demoni ci avrebbero uccisi tutti, se non fosse stato per voi...- Goku allora le sorrise -è una bellissima idea! Un pranzo gratis lo accetto sempre volentieri!!-
Ma l' harisen lo zittì con un colpo solo; il bonzo guardò la donna senza battere ciglio -se vuoi metterla così...- Serina seguì il suo sguardo, e l' espressione parve indurirsi -come detto prima, vi sono grata, Venerabile Sanzo e compagni...- sembrò pronunciare la frase con un che di scherno, e il monaco rimase alcuni minuti a guardarla.
Serina risposa al suo sguardo con la stessa intensità...

".........................."

"Niente, non avverto nulla..."
-Ora lasciamo pure che la signorina Serina si riposi- Hakkai ruppe il silenzio creatosi, e tese la mano alla donna -ce la fa ad alzarsi o siete ancora stordita?- La ragazza accettò la mano tesale, e ringraziò con un cenno del capo. Accompagnata da Hakkai, svanì su per le scale.
-Si può sapere che ti è preso, razza di bonzo misogino?!- esclamò allora Gojyo -non mi sembra che quella bella donna ci abbia fatto qualcosa di male!!-
-Tsè, sei veramente uno stupido..!-
-Che hai detto!-
-Ehi, ora smettetela!- li interruppe Goku; guardò verso il monaco, sistemandosi su una sedia -Sanzo, credi che la signorina Serina sia un demone? Eppure io non ho avvertito nulla!!-
-Appunto- aggiunse il mezzo demone -è questo stupido bonzo che è troppo diffidente...!-
-E tu troppo imbecille, che fai cadere ogni difesa di fronte a una femmina...-
-Ma come...!-
Proprio in quel momento Goku ebbe uno spasmo e i due ragazzi si voltarono verso di lui; gettandosi sul tavolo e buttando a terra la tazza di caffè, il ragazzo batté la fronte, tenendosi forte la testa.
Di nuovo...
Di nuovo quel fischio...
Forte, persistente.... Sembrava fargli esplodere il cervello...
Il suono della campana...
-Ehi scimmia, che ti prende?!- Gojyo corse da lui e lo scosse leggermente, mentre Sanzo andava alla finestra. -e tu invece di stare a fissare il panorama, vieni un pò qui!!-
-Non ce n'è alcun bisogno- il rosso spostò lo sguardo dal bonzo al demone; in effetti ora Goku sembrava stare meglio. Si mise a sedere, guardando i due ragazzi -ma voi... non l' avete sentito?-
-A che ti stai riferendo?-
-Un fischio...- il demone rabbrividì appena, mentre abbassava gli occhi -come se qualcuno mi stesse urlando fortissimo nella testa... e poi...- tacque; e poi cosa?
Non riusciva a ricordare l' altro rumore che aveva sentito...
-Non è che hai bevuto di nascosto e anche tu ora hai i postumi di una sbronza?-
-Ma finiscila di dire cretinate!!!-
-Quello che ha sentito Goku...- fece Sanzo con voce atona, che spinse i due demoni a guardarlo -... è ciò che ha impedito agli abitanti del villaggio di avvicinarsi... E ciò che ha indebolito i demoni di questa notte...-
-Ovvero? Un fischio? Un grido? Ultrasuoni?- gli fece notare un pò seccato Gojyo; il monaco si voltò verso di loro, e guardò Goku -diciamo di sì...-

Hakkai nel frattempo aveva accompagnato Serina sino alla sua camera. La donna barcollava, ancora sotto gli effetti dell' alcol, e il demone aveva dovuto cingerle la vita con un braccio per impedirle di cadere; la stoffa della gonna era morbida al tocco, ma sotto le ossa erano fragili, e l' uomo aveva l'impressione che un minimo soffio di vento avrebbe fatto crollare la ragazza.
Fragile. E allora, cosa c' era che non lo convinceva?!
-Eccoci, siamo arrivati. Grazie- Serina si staccò da Hakkai, e si appoggiò alla porta. -è stato molto gentile ad accompagnarmi sin qui-
-Si figuri...- i due rimasero un attimo in silenzio, a scrutarsi, finché il ragazzo le sorrise conciliante -sa, è stato strano; per una volta nessuno degli abitanti ha tentato di aiutarci o di mettersi nei guai...-
-A parte una povera donna ubriaca...- fece notare ironica Serina; il demone scosse appena il capo -è arrivata quando avevamo già sconfitto tutti i demoni...-
-Ce ne saranno altri...- mormorò allora la ragazza; Hakkai la guardò un pò incuriosito, mentre la donna sembrava parlare a sè stessa più che ad entrambi: -e poi... altri... ancora...- si appoggiò completamente alla porta, rivolgendo lo sguardo alla finestra lì accanto, alla sua destra; così Hakkai poteva vedere l' occhio sinistro, che ardeva come una brace nella penombra del corridoio. -i demoni...- sospirò appena, stancamente.
-Di questi tempi nessun villaggio è sicuro, purtroppo- ammise l' uomo -neanche rifugiandosi sulle montagne...-
-Lontano... da qui...- fece allora Serina -più ad Ovest... c' è... anzi, c' era, un tempio... offriva rifugio a tutti coloro che erano stati vittime di demoni...-
-Davvero?-
-Grazie... all' energia spirituale...- continuò piano la donna -... I monaci proteggevano la zona...-.

***

- " -Ancora un altro vagabondo?! Basta, vattene via, ne abbiam già fin troppi qui!!-
-Ma dai, lasciala entrare. E' solo una bambina, non vedi?-
-Bambina o non bambina chissene frega! Solo un altro mendicante...!- il sacerdote alzò il bastone e fece per colpirla, quando una voce sovrastò tutti gli altri rumori.
-Che cosa succede qui?-
I due sacerdoti fecero quasi un balzo nell' udire quella voce, e fecero un profondo inchino all'uomo appena comparso -ci perdoni, Venerabile Katsuro!!!- esclamò il primo sacerdote -noi...-
-Quella bimba? E' un'altra vittima dei demoni?- l' uomo s'avvicinò, e i due bonzi fecero largo al sacerdote, mentre la bambina fece qualche passo indietro, lo sguardo fisso a terra.
-Guardami, piccola- l' ordine era perentorio, la voce del monaco molto calda e bassa, impossibile resistergli. La bambina alzò gli occhi, incrociando due grandi iridi nere come pece, sfumate di viola. E per un attimo, un pensiero di lui le invase la mente...
"Forse finalmente ti ho trovata, Piccola Chimera..." -

***

-... E poi, signorina, cos'è successo al tempio?-
Serina scosse il capo, alzò la mano come se Hakkai l' avesse schiaffeggiata in viso e volesse difendersi, poi quando provò a fare qualche passo crollò in ginocchio sul pavimento di legno. -signorina Serina!!-
-Mi perdoni... Io...-
-Vada a riposarsi- le aprì la porta e la spinse all' interno della stanza -ne riparleremo domani con calma-
La donna annuì appena -sì... Buona notte-
-Altrettanto-
Serina richiuse la porta, e traballando fece qualche passo verso la finestra; si cinse le braccia, alla ricerca di calore.
Sì, ci sarebbero stati altri demoni. Demoni su demoni, strage su strage.
Un' ossessione...
Stupide creature, coloro che si lasciavano andare alla furia omicida...
Un pensiero improvviso la fece sorridere appena: e cos' era lei allora?
Il sorriso si trasformò in uno sbuffo divertito, e lo sbuffo divertito divenne ben presto un singhiozzo trattenuto.
Lei in fondo... Era alla stregua di quei demoni che uccidevano, violentavano, bruciavano, depredavano.
Lei...

- "-Mia Piccola Chimera...-" -

Serina alzò gli occhi verso la finestra, incontrando un muro di pioggia, e si morse un labbro.
-Maestro mio...-



Dovevano essere le tre di notte. No, forse le quattro; l' oscurità avvolgeva ancora tutto, la pioggia un sibilo che non accennava a smettere. Sanzo rimaneva ormai da ore immobile, accanto alla finestra, la coperta tirata su solo fino alle ginocchia. Un colonnina di fumo non accennava a svanire, persisteva nell' aria, dandole l' aroma della sigaretta.
Il bonzo guardava verso l'esterno ma in realtà non vedeva nulla: non gli importava di quel villaggio sconosciuto perso fra i ponti, e nemmeno della pioggia che bagnava quel luogo.
Per lui La Pioggia...
... Era quella che aveva bagnato, e bagnava tutt' ora, così vivida e reale nella sua mente, il corpo mutilato del suo adorato Maestro, di suo padre, dell' uomo che per lui era tutto.
La Pioggia...
Era quella che inzuppava la terra della tomba di quell' uomo, tomba che per lui non era a Kinzan, ma dentro di sè, nella sua anima, nel suo cuore. E aveva giurato che mai, mai nessuno avrebbe oltrepassato il muro di quel cimitero per accedervi.
Eppure...
Qualcuno... Aveva tentato... Aveva *osato*...
Così come aveva detto al kappa e alla scimmia... quella donna... nascondeva qualcosa...
-Fammi indovinare; non ti addormenterai mai con questo tempo, ho ragione?- Sanzo guardò Hakkai, sorridente, con due tazze fumanti in mano, una per sè e una per il bonzo, che si limitò a prenderla e a soffiarci sopra. -tu non sei nella posizione per criticare-
-Sai, l' ho accompagnata sino alla porta- il demone dagli occhi verdi sapeva bene cosa avrebbe potuto chiedergli il biondo, quella notte, così era andato direttamente al sodo -è molto gentile, garbata. E' strano come però riesca a insospettirci tanto...- e sorrise; Sanzo si limitò a guardarlo -e quindi?-
-Non è un demone-
-Questo l' avevo capito anch' io... Ma allora cos' è?-
-Da quando in qua t' importa di qualcuno che non sia tu?- Hakkai era stupito e divertito al temo stesso; d' accordo che la pioggia rendeva Sanzo volubile, ma...
-Se non è un demone... e neppure un dio... allora il suo potere deriva da un particolare oggetto...-
-Credi che custodisca un sutra?!- domandò allora il demone, sedendosi di fronte al bonzo, che alzò le spalle -ce ne sono cinque. Uno ce l' ho io...-
-Uno il nemico...-
-Un altro il Maestro di quello psicopatico giocattolaio...-
-Intendi Kamisama?-
-Uhm-
-E' vero il suo Maestro era un Sanzo...-
-Sanzo... Ukoku...- mormorò piano il biondo.
-Poi un altro disperso nel deserto... E' vero, manca l' ultimo, potrebbe averlo la signorina Serina...-
Seguì il silenzio fra i due, fuori la pioggia aumentava d' intensità. -e quindi?- chiese allora il demone; il bonzo rispose: -tsè, mi secca dirlo ma...-
-Ci portiamo dietro la bella signora- completò per lui la frase una voce alle loro spalle: Hakkai e Sanzo si voltarono, e videro Gojyo seduto sul letto, perfettamente sveglio, che si accendeva una sigaretta. Accanto a lui, Goku russava beato. -direi che non ci sono altre soluzioni...-
-Tsè... mi secca dirlo...-
-E se no, che vorresti fare?- chiese ridendo Hakkai; il kappa ridacchiò appena -non chiederglielo! Questo bonzo misogino sarebbe in grado di ucciderla e rubarle il sutra!-
Proprio in quel momento uno sparo sibilò velocissimo al mezzo demone, che scattò in piedi -cerchi rogne, bonzo?!-
Ma improvvisamente un grido riecheggiò nella locanda.
-Oh no, di nuovo!- gemette Gojyo; infilando pantaloni e gilet mollò un calcio a Goku -in piedi scimmia, c' è del lavoro da fare!-
-Uhm, ma che succede...?- il gridò si ripeté, e il demone eretico sembrò tornare in sè d' un tratto -muoviamoci!!-
I quattro uscirono di corsa dalla camera e si precipitarono giù per le scale; Hakkai controllava ogni porta della camera.
Tutte chiuse...
Le grida erano forti...
Ma... le porte rimanevano chiuse...
-Ehi, ma com 'è possibile che nessuno si svegli?!- fece notare Goku; il demone dagli occhi verdi e Sanzo si scambiarono un' occhiata, e Gojyo intercettò i loro sguardi -ora abbiamo *due* misogini diffidenti...- sbuffò.
Alla fine i ragazzi piombarono nelle cucine; dopo qualche istante che si guardavano attorno, alla fine videro le trace di sangue che andavano alla dispensa. La porta era spalancata, e da là si levava l' odore di morto e di sangue. Qualcuno doveva essere entrato per rubare... Ma era finito dritto nelle fauci di qualche demone...
E infatti...
Una sagoma, le lunghe orecchie che spiccavano nella semi oscurità, dava il colpo di grazia a un corpo mutilato, che col sangue aveva macchiato tutto il pavimento... Goku ebbe come un brivido...
-Smettilaaaa!!!!!- e si lanciò con tutte le sue forze contro il demone.
-Non ha avuto un buon risveglio...- osservò Hakkai; Gojyo sfoderò l' arma -di certo neanche il poveretto mutilato a terra...-
-Tsk- Sanzo caricò la pistola, mentre i suoi occhi si spostavano all' intera stanza.
"Fatti vedere..."
Goku abbatté il demone con un unico colpo: si stupì da solo della rabbia e dalla voglia di uccidere con le quali si era scagliato contro quell' avversario.
Era stato come se... Qualcuno gli avesse dato una spinta... Ad odiare quel demone...
Ad odiare... Odiare un....

"Assassino..."

Il ragazzo si voltò d scatto verso gli amici, per capire se era stato uno di loro a pronunciare quel sussurro; ma no, quel sibilo era scivolato come acqua troppo vicino al suo orecchio... Come se la persona che aveva mormorato fosse stata accanto a lui, a pochi centimetri dal suo orecchio...
Poi, d' improvviso, il fischiò tornò: il ragazzo crollò a terra, in ginocchio sul pavimento insanguinato, e gli sembrò che la testa stesse per esplode gli.
Fischio... Fischio... No, non un fischio: era un grido. Un grido terribile, così acuto che sembrava un ultrasuono...
Il grido...
"Assassino..."
Il grido... Frammentato da quel mormorio pregno di rabbia e odio...
"Assassino...!-
E poi...
"ASSASSINO!!!"
Il rintocco... di una campana... Che da... pace...
Un improvviso bruciore alla guancia lo fece tornare in sè; Gojyo era chino su di lui, e senza la minima delicatezza gli aveva tirato un sonoro ceffone. -torna in te, razza di stupido!!-
Goku dovette sbattere un paio di volte le palpebre, prima di riuscire a rendersi conto di cosa stava succedendo. -di nuovo...- mormorò; il kappa e Hakkai lo guardarono un pò stupiti, mentre Sanzo si limitava a voltarsi, deciso ad andare in fondo alla questione; e proprio allora si rese conto che, sulla soglia della dispensa, la misteriosa Serina stava osservando la scena.
Dalla manica sinistra s' intravedeva la fine sfrangiata di una corda rosso sangue, ma niente di più.
Anche i tre demoni s' erano infine accorti della sua presenza.
-Signorina Serina...- il demone dagli occhi verdi fece un passo in avanti, ma la donna cominciò ad avvicinarsi; superò Sanzo, Gojyo e Hakkai, ignorandoli tutti, inginocchiandosi infine accanto a Goku, ancora intontito. Posò una mano morbida e fredda sulla spalla del ragazzo, che rabbrividì appena; ma il tocco di Serina in qualche modo lo tranquillizzava... Sembrava annullare ciò che ancora riecheggiava del grido acuto e del rintocco della campana...
-Scusami- mormorò infine la donna -... Forse ho esagerato-
Goku la guardò stravolto -sei stata tu?!- gli altri tre si scambiarono un' occhiata, e Sanzo fu il primo a riprendersi. -dicci chi diavolo sei-
Continuando a tenere la mano sulla spalla di Goku, Serina si voltò verso il bonzo; i due si scrutarono per un breve, brevissimo istante, poi la donna abbassò appena il capo -va bene, è giusto che sappiate. Però...- i suoi occhi andarono al cadavere dell' uomo mutilato, e l' unico occhio visibile divenne lucido di pianto -... prima, seppelliamo quell' uomo. Ve lo chiedo per favore...-
Hakkai fece un passo in avanti -certo-
Mezz' ora dopo, in un cortile interno della locanda, Goku e Gojyo finirono di seppellire la vittima, Hakkai e Serina che li proteggevano dalla pioggia con degli ombrelli. A lavoro finito il demone dagli occhi d' oro guardò verso la donna, e si accorse che si stava pulendo gli occhi -Serina...?-
-Oh, non preoccuparti- disse in fretta la ragazza, con un sorriso appena accennato; il suo sguardo andò alla tomba fresca -è un altro... lato negativo del mio potere...-
-Potere?- domandò Goku; ora tutti guardavano la ragazza, che annuì -empatia. Una forma della "telepatia"...-
-E cosa sono?- chiese sincero il demone eretico; Serina rise appena a poi spiegò: -la telepatia permette di leggere i pensieri della gente. L' empatia... Ne avverte i sentimenti. I sentimenti della gente sono in grado di toccarmi, di diventare parte di me...- prese un respiro, deglutendo a vuoto -dormivo, quando... Mi ha raggiunta la paura, il terrore e il dolore di questo pover uomo. Sono *dovuta* scendere, perché i suoi sentimenti mi stavano facendo quasi... impazzire...-
Tutti rimasero in silenzio per qualche istante, e istintivamente Goku strinse la mano della donna che, dopo qualche istante di stupore, gli sorrise; quel ragazzo, per quanto non avesse i suoi stessi poteri, era incredibilmente "buono"...
"Terribilmente... E tragicamente buono..." pensò con rammarico Serina...
-Non è esatto- la voce del bonzo interruppe i suoi pensieri -tu hai fatto addormentare gli abitanti del villaggio, hai impedito loro di avvicinarsi a noi; come?- I tre demoni rimanevano in silenzio; guardavano un pò il biondo e un pò la donna. Questa rimase un attimo in silenzio, poi cominciò piano: -siete un Sanzo, credo... credo di potermi fidare di voi...-
-Parla-
-Grazie a quest' oggetto- passò il manico dell' ombrello a Goku, poi prese dalla tasca sinistra dell' abito quella che era una piccola campana *(1): in un bronzo incredibilmente e finemente lavorato, pieno di fregi; all' anello era intrecciata e legata una corda rosso sangue, sfrangiata in fondo.
-La campana...- sussurrò l' eretico; Serina lo guardò per un attimo, e il ragazzo fu certo che la sua espressione fosse di sofferenza. Poi la donna si rivolse a Sanzo fredda e sicura di sè -i SambutsuShin mi hanno affidato l' incarico di portarla al sicuro, ad Ovest, in un tempio dove verrà custodita-
-I SambutsuShin?!- ripeté stupito Gojyo; Serina lo guardò e annuì. Il mezzo demone scosse appena il capo, stupito, e questo suscitò un sorriso sulle labbra della giovane donna. -lo so che sembra incredibile a pensarlo, eppure è così...- abbassò lo sguardo sulla campana che teneva fra le mani -questo oggetto... ha una potenza incredibile... e dev' essere custodito in un luogo sicuro...-
-Perché ce l'ha lei?- domandò allora Hakkai; la domanda sembrò aver ferito profondamente Serina, perché quando la donna guardò l' uomo per rispondergli, l' occhio visibile era lucido di pianto -mi è stata affidata...- tacque, come se non riuscisse a parlare; allora Gojyo le venne in aiuto attirando l' attenzione su di sè -ora questo non ci serve a nulla. Il punto è: questa splendida donna sta viaggiando tutta sola verso Ovest, per di più con un oggetto così prezioso...- guardò Sanzo come se stesse dicendo la cosa più ovvia -... ergo: Serina viaggerà con noi-
-Tsè, cosa ti fa pensare che...-
-No, non importa- si affrettò a rispondere la donna; rimise al sicuro la campana, e alzò lo sguardo sul rosso; ora gli occhi scuri erano di nuovo come schermati, come protetti da tutti i sentimenti che potevano affiorare. Come quella sera stessa, al momento del loro primo incontro, Serina si rivolgeva a Gojyo con un comportamento assolutamente controllato e innaturale.
-Questa missione riguarda solo me. E' gentile da parte tua chiedere una cosa simile, ma...-
-Il viaggio che sta affrontando è duro- le fece notare allora Hakkai -anche noi, se viaggiassimo da soli, rischieremmo molto. In gruppo si è più sicuri. Viaggerà con noi sino a che non sarà giunta a destinazione.-
-Ma...-
-Anche al nostro bonzo va bene!- Gojyo raggiunse la donna e la spinse verso la locanda -quindi non preoccuparti, principessa... Devi solo capire che il nostro Sanzo non è altri che un monaco misogino e diffidente che...-
*STUMP!*
-Razza di imbecille, vuoi morire?!-


Mezz' ora più tardi, Serina tornò nella sua camera; richiuse piano la porta, spostando il suo sguardo dal letto, alla sua sacca da viaggio.
Un viaggio...
Il suo viaggio...
Ricominciava. Questa volta suoi compagni sarebbero stati quei quattro. Aveva dovuto inventare la storia della sua missione, e sfortunatamente loro si erano offerti di accompagnarla.
Accompagnarla... Accompagnarla dove poi?!
Lei non aveva meta... Solo... Un posto in cui poter vivere tranquilla...
Le sembrava di averlo trovato, un luogo così, in quel villaggio...
... Da quanto era lì? Tanto; non ricordava neanche più i giorni in cui quel paese le era parso estraneo.
Quello era il luogo ideale in cui custodire la Campana...
Eppure... *Loro*...
L' avevano trovata...
... E così era di nuovo in fuga.
Dai nemici, dai demoni, da coloro che volevano il potere. Da *loro due*. Da ciò che *loro due* rappresentavano ai suoi occhi, e cioè il suo passato, le sue colpe, ciò che poteva essere, ciò contro cui lottava.
Sé stessa. Solo e semplicemente sè stessa.
Una battaglia persa in partenza.
Serina sedette sul letto, affondando il viso nelle mani, dopo aver dato una veloce occhiata alla pioggia.
La pioggia...

***
- "-Sai Piccola Chimera, adoro la pioggia-
-Davvero? E come mai?-
-Sembra dare la calma- il Maestro sospirò appena e guardò fuori dalla finestra; i riflessi viola nei suoi occhi si fecero più scuri -per noi che camminiamo sulla terra, la pioggia sono le lacrime della nostra sconfitta-
-La nostra sconfitta?-
-Il non poter volare nel cielo...- rispose piano Katsuro -la libertà... è solo nel cielo. Per questo, noi siamo più idonei alla pioggia. Perché esprime il nostro animo sconfitto.-
-Ma...- Kohai s' avvicinò appena all' uomo -il cielo azzurro... è così bello...-
Katsuro sorrise alla bambina -siamo tutti... alla ricerca di un cielo azzurro in cui volare...-" -

***

-Sbaglio o la principessa ci sta mettendo un pò troppo?- Gojyo si appoggiò alla jeep e guardò verso la porta della locanda -e sì che le donne ci mettono tanto a prepararsi, però...-
-Siamo andati tutti a letto alle cinque di mattina...- fece notare Hakkai col sorriso sulle labbra; il rosso lo guardò -e tu allora come fai a essere così sveglio e arzillo, eh...?- e sbadigliò rumorosamente.
-Fatela finita voi due- li interruppe bruscamente Sanzo; il bonzo si era già seduto sulla jeep e s'era acceso una sigaretta -se fra cinque minuti non è arrivata, partiamo senza di lei...-
-Sarebbe scortese...- gli fece notare il demone dagli occhi verdi; Goku si tirò in piedi ed annunciò -vado a chiamarla!!-, ma proprio in quel momento sulla soglia della locanda comparve Serina. Non sembrava neanche lei, con abiti diversi: il pregiato vestito con cui l' avevano incontrata era stato sostituito da un paio di pantaloni di iuta marrone scuro, larghi al centro ma stretti in vita e in fondo, lasciando scoperte le caviglie sottili e il ventre piatto. Un paio di scarpe da ginnastica basse di suola e chiare e una maglia senza maniche color panna, chiusa da una cerniera e con un cappuccio completavano il nuovo abbigliamento, che sminuiva un pò la bellezza di Serina, e la faceva sembrare molto giovane; il viso però era sempre lo stesso, bello, misterioso e celato per metà dai capelli. Aveva sistemato sulla spalla destra una sacca di iuta dall'aria piena, che ondeggiò intorno al corpo quando la donna fece un profondo inchino per scusarsi del ritardo -perdonatemi; mi sono appisolata solo qualche ora fa e così...-
-Non preoccuparti- Gojyo l'aveva raggiunta e spinta a raddrizzarsi dopo averla presa per le mani -noi aspettiamo anche tutta la vita, per una bella donna...-
Serina rimase un attimo interdetta, un mezzo sorriso sulle labbra, ma proprio allora Sanzo colpì in pieno il ragazzo con un harisen ben lanciato -cominci già di prima mattina, razza di stupido?- la ragazza scoppiò a ridere, mentre Hakkai le sorrideva con aria di scusa e curava Gojyo col ki; Goku invece, ignorando il corpo tramortito del mezzo demone, prese per mano Serina e la trascinò verso la jeep -come mai non hai dormito? Hai avuto un incubo?- l'interpellata lo guardò un pò stupita, poi mosse appena le spalle -qualcosa di simile...- alzò lo sguardo verso il cielo sereno e privo di nubi, e le sfuggì un sospiro.
"Un cielo azzurro... in cui poter volare..."




*** Note di fine Capitolo ***

*(1): la Campana di Serina non è come quelle che siamo abituati a vedere nelle chiese; l' aspetto è quello di un oggetto di bronzo che durante il lavoro è stato allungato, sino a raggiungere un forma ad arco. E' come quella che utilizzava la signorina Mizuki nella prima serie di "Card Captor Sakura"...

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Capitolo 3
*** Profumo ***


Terzo capitolo U'sR - 3 -


-Hai sempre viaggiato da sola?- Goku tempestava Serina di domande da almeno una buona mezz'ora, e la donna rispondeva ogni volta, pazientemente -quasi sempre...-
-E non ti annoiavi?- la donna gli sorrise -un pochino; ma quando mi hanno dato il compito di raggiungere l' Ovest purtroppo non mi hanno la libertà di scegliermi dei compagni...-
-Guarda che noi abbiamo ricevuto un'ordine, mica ci siamo offerti!- le spiegò Gojyo; sospirò -se avessi avuto la libertà di scegliere, avrei preferito viaggiare in compagnia di una bella donna, invece che con due uomini a una scimmia...!-
-Cosa hai detto?! Razza di stupido scarafaggio!!!-
Serina osservò ridendo la litigata dei due, finché Sanzo non impose loro silenzio con l'harisen; mentre i due ragazzi gemevano per il dolore, la donna spostò lo sguardo da loro alla campagna che attraversavano a gran velocità.
Dopo la burrasca della notte prima, ora il sole splendeva con luce intensa, e l'aria era calda e piacevole.
Goku si sdraiò sul sedile della jeep, lasciando che gli occhi vagassero nel cielo azzurro e terso. Non si vedeva un solo uccello, o una sola nuvola. Respirò a pieni polmoni l' aria fresca, che trascinava ancora qualche rumore del villaggio appena lasciato; era raro che il vento non portasse odore di bruciato, di morte, di sangue.
Villaggio dopo villaggio, strada dopo strada, i demoni lasciavano i segni del loro cammino.
Ma in quella zona l' aria era pulita, e sembrava purificare i polmoni...
... Proprio allora, uno strano profumo lo raggiunse: era dolce, morbido, ma in qualche modo insistente, se cominciavi a respirarlo non ti abbandonava più.
Il ragazzo si tirò in piedi, continuando ad annusare con forza, tanto che Gojyo lo sfottè: -cos'è, ora invece che scimmia ti sei scoperto un cane da tartufi?- ma Goku lo ignorò, troppo occupato a cercare la causa di quell' aroma: gli sembrava di non poterne fare a meno... Alla fine l'occhio gli cadde su Serina che, di fronte a lui, leggeva silenziosa un libro.
Era lei...
"Che buon profumo..."
-Grazie!- gli era sembrato di aver solo pensato quella cosa, eppure la donna aveva parlato e lo guardava sorridendo; il demone arrossì appena -ehm, ecco...-
Che si fosse sbagliato e avesse parlato ad alta voce?
Ah no... Vero, Serina aveva il potere di sondare le menti altrui...”
Gojyo guardò rispettivamente prima l'uno e poi l'altra, poi chiese: -mi sono perso qualcosa?-
-Niente di grave- spiegò con un sorriso Serina -Goku mi ha fatto solo un complimento per il profumo che porto...-
-Profumo?- il rosso rimase un attimo in silenzio ad annusare l' aria, poi annuì -allora sei tu! Me l' aspettavo un profumo così femminile e morbido indosso a te...-
-Ma finiscila- lo interruppe Goku, guardandolo male; poi si rivolse a Serina -è veramente dolce! Non riesco a sentire altro!-
-E' vaniglia e patchouli- rispose la ragazza; aprì una tasca esterna della sua sacca, tirò fuori un piccolo astuccio e vi frugò all' interno; dopo poco ne tirò fuori una boccetta piuttosto piccola, dalla forma arrotondata, piena di un liquido chiaro.
-Ne bastano solo due gocce; è un aroma molto intenso- spiegò, poi ne versò pochissimo sul polso del ragazzo -si dice che allontani demoni e spiriti maligni..- spiegò poi, a mezza voce, rimanendo ad osservare come il profumo veniva assorbito dalla pelle di Goku, che la guardò un po' incuriosito.
-E tu ci credi?-
Serina scoppiò a ridere -direi proprio di no...! Io...-
"Io...
Maestro..."
-... Non credo molto a queste cose- aggiunse poi la donna, scrollando appena le spalle; Hakkai, guardando un pò la strada e un pò il trio attraverso lo specchietto retrovisore, sorrise -ci sono molte credenze, a questo mondo...-
-... Ma molto spesso sono solo favole che fanno dormire i bambini...- completò la ragazza, senza che il suo sorriso svanisse; il demone dagli occhi verdi si limitò a continuare a guidare, mentre Sanzo, dopo averle lanciato una rapida occhiata con la coda dell'occhio, tornò al giornale.
-Ma allora tu sei una sacerdotessa?- chiese dopo un pò Goku; Serina lo guardò, rimanendo in silenzio, e abbassò il capo; i capelli scivolarono da dietro l'orecchio sinistro e celarono l' occhio; così era impossibile vedere l' espressione sul volto della donna, che si era concessa un sorrisetto sarcastico.
"Io... una sacerdotessa?! Per quello che ho fatto e per quello che sono diventata..." pensò con amarezza “... Potrei anche essere il demonio stesso..."
-No... No, Goku- rispose piano Serina; alzò il viso verso il cielo, sorridendo appena, come se alzando gli occhi verso le nuvole e il manto azzurro sopra di lei riuscisse a vedere il suo amato Maestro e tutto le fosse più chiaro.
-Non sono una sacerdotessa, non ho mai preso i voti. In realtà i SambutsuShin mi hanno dato la custodia della Campana esclusivamente a causa dei miei poteri...-
-Avevi sin da piccola il potere della.... Ehm...-
-Telepatia?- lo completò la donna -.... sì. Sin da bambina potevo sentire le emozioni delle persone attorno a me, e leggerne i pensieri più superficiali...- guardò il demone e sorrise -... come il tuo complimento per il mio profumo- Goku arrossì e abbassò il capo, mentre Gojyo scoppiava a ridere e lo prendeva in giro.
"Per essere una bugiarda sei credibile..."
Sanzo era certo che quel pensiero avrebbe raggiunto Serina, e d'altronde era proprio il suo scopo... anche se la donna non mostrò di esserne toccata. Il bonzo era più che certo che quella donna nascondesse qualcosa, e che la sua storia fosse vera solo in parte... Perché solo una persona con una potenza spirituale come la sua avrebbe potuto tentare di leggergli nel passato, com' era accaduto la sera prima.
Il mezzo demone intanto, dopo aver quasi fatto a botte con Goku, s' era avvicinato alla donna. -Quindi non hai preso di voti- riepilogò, e poi concluse: -e sei... libera come tutte le altre donne...- Serina sorrise cortesemente, ma s'allontanò di poco -se vogliamo metterla così...- Gojyo sorrise con fare seducente, mentre il demone dagli occhi d' oro lo guardava male, Hakkai faceva un sorriso di circostanza e Sanzo cercava già l' harisen.
Libera come tutte le altre donne...
Lei in fondo non era una sacerdotessa, non era legata a nessun tempio, a nessun voto.
A nulla.
Se non a una promessa. E a una maledizione...
... Ma una sacerdotessa no, quello proprio no...

- " -Cosa ti credi, più santa di noi? Solo perché il tuo Maestro veniva definito un "martire" da degli sciocchi, pensi forse d' avergli succeduto anche nella carica sacerdotale?! Ma figurati! Tu sei come noi!!-
-No! No, non è vero!!- Kohai urlò più forte, alzando le mani davanti al viso, come se le parole della donna la stessero schiaffeggiando -io non sono come voi!!! Non lo sono, NON LO SONO!!-
-Come no!- la donna la intrappolò fra lei e il muro, sibilandole in faccia con gelida rabbia: -Pretendi forse di alzarti al di sopra di noi e ritenerti perfetta, o a superiore alla "feccia" come me e tutta la mia razza? Non farmi ridere..! Se noi siamo la feccia, tu sei anche peggio, non dimenticarlo. Perché tu non sei vera, perché tu non puoi esistere... perché le tue mani sono sporche quanto le nostre... Ciò che vedi quando ti guardi in uno specchio... E' solo la maschera che porti per essere riconosciuta nel mondo... per il resto, tu sei come me... come tutti noi...-
-NO! NO!! NO!!! Io non lo sono!!! Io non lo sono!!! Io non sono...- "-

".... Un demone"
Serina era tanto presa dai suoi ricordi che non si accorgeva degli occhi di Goku e Gojyo puntati su di lei, il rosso che ancora aspettava una risposta. Fu il demone dagli occhi d'oro che alla fine allungò una mano con incertezza per richiamarla: -Serina...-
La giovane donna sobbalzò leggermente -... cosa?-
-Stai bene? Mi sembri un pò pallida...- fece piano il demone; il mezzo demone decise di non essere da meno: -vuoi che ci fermiamo un attimo?- Serina scoppiò a ridere di fronte a tutte quelle premure -sto bene, sto bene! Tranquilli, solo che non ho dormito, e ho molto sonno...-
-Bé, fra poco ci accamperemo in quella piccola macchia d'alberi- l'informò Hakkai; all' orizzonte di profilava una grande valle dove a un lato c'era un boschetto ombreggiato -giusto per far riposare un pò Hakuryu. Se desideri potrai riposare anche tu...-
-La ringrazio del pensiero...-
-Non darmi del "lei"!- la riprese osservandola ridendo dallo specchietto retrovisore -siamo coetanei, e poi sarai nostra compagna di viaggio per molto tempo! Per cui...-
Serina sembrava imbarazzata dalla gentilezza di Hakkai; chinò appena il capo e annuì -d'accordo. Allora grazie... Hakkai- il ragazzo si limitò a sorridere, mentre Sanzo faceva un verso stizzito per l' improvviso romanticismo del momento.
-Una fanciulla pudica e delicata...- commentò invece Gojyo; la donna lo guardò e fece un sorriso che doveva essere cordiale, ma in realtà prese piuttosto la forma di una smorfia sul viso delicato di Serina -se vogliamo metterla così...-
-Ora basta Gojyo!- saltò su Goku -non puoi continuare a romperle così le scatole!-
-Io faccio un pò quello che mi pare, stupida scimmia!-
-Se cerchi di sfiorarla con un dito sei morto!-
-Cos'è, sei geloso perché non le interessano i mocciosi come te?!-
-Sanzoooo!! Picchialo con l'harisen!!!-
-Finitela coppia di imbecilli!!!-
E mentre Serina li guardava un pò stupita, Hakkai continuava a guidare sorridendo e dicendole semplicemente: -non farci caso, sono sempre così!-
-Lo posso immaginare...- la donna era divertita dalla gran confusione che quei ragazzi creavano, dalle risse e dai litigi che finivano sempre con un veloce colpo del ventaglio del bonzo.
Stando lì aveva come la sensazione che la tristezza e l'amarezza con le quali conviveva potessero svanire veloci come un battito di ciglia...
La ragazza si portò un polso al naso, per annusare un pò del suo profumo.
Lo ricordava addosso a una persona, come se fosse stato ieri...
Quella boccetta era una delle sue cose che aveva portato via con sè il giorno in cui tutto era finito.
O, da un certo punto di vista, quando tutto era cominciato.
"Quante volte la mia vita è nata e finita? Quante volte sono morta e rinata? Quanto volte ho perso l'anima, e poi l'ho riconquistata...? ... Tre, forse....?"
Alzò gli occhi, che aveva abbassato sul suo braccio, e vide Goku e Gojyo zittiti da Sanzo che ancora si guardavano in cagnesco, e alla fine si girò verso i due uomini seduti sui sedili anteriori.
"Quante volte sono morta e rinata? Sì, tre. Solo in questa vita, per tre volte ho perso e ritrovato l' anima..."
Avvertiva qualcosa di strano, che nasceva da quei quattro e poi avvolgeva lo spazio.
Loro... erano insieme da prima di quella vita, ne era certa. E in quel presente erano uniti dalle molte cicatrici del loro passato.
Un passato di dolore...
Erano simili a lei, dopotutto, sembrava quasi logico che si fosse unita a loro...
Eppure, si sentiva soffocare.
Osservandoli insieme poteva dimenticare la tristezza e l'angoscia, ma erano momenti che duravano pochi istanti, perché poi era di nuovo sola.
Lei non era parte di quel tutto, era come se la loro presenza scivolasse su di lei, ma non le entrava dentro, non la svegliava, non cancellava ciò che sentiva.
Anzi, quasi le loro sensazioni e sentimenti l' annegavano... E si sentiva soffocare...
Chiudere la gola...
Come se affondasse sempre più in acque oscure e torbide...
L' unica cosa che la salvava era...
Odorò piano e ancora il profumo.
Quell' aroma così particolare che aveva sentito solo una volta, in tutta la sua vita, sulla pelle della persona a lei più cara al mondo.
L' unica persona che poteva essere definita "amica".
Quell' uomo...

- "E così l'aveva avvolta davvero nel suo kimono migliore, per proteggerla dal freddo.
-Hai tentato di scappare?- le chiese Katsuro; Kohai annuì e l' uomo sospirò -mia piccola Chimera... avrei dovuto sapere che cosa ti avrebbe aspettato, andando negli alloggi dei fanciulli...- fu allora che, in un gesto totalmente inusuale per lui, il Maestro la strinse a sè con forza; la bambina avvertì il calore che animava l' uomo, e su di lei scivolarono la sua preoccupazione e la sua ansia per quella trovatella che si avventurata da sola nel bosco, di notte e d' inverno. Avvertì anche l'odore del sangue dei lupi, e anche quello dell' uomo, che si era ferito per salvarla...
Ma poi, qualcosa coprì quegli odori; un profumo forte e inebriante da lasciarla senza fiato.
Che buono...-" -

Era uno dei ricordi più cari del Maestro, che aveva portato con sè la notte della fuga.
L' unica cosa che le impediva di soffocare in quel luogo, fra quegli uomini, fra tutte quelle sensazioni che l'empatia amplificava e potenziava tramite il suo corpo.
Serina guardò a lungo verso la sua pelle chiara, dalla quale si alzava l' odore di vaniglia e patchouli.
Tutto ciò che la teneva in vita...
Un catena che la legava a quel mondo...
"Maestro..."
-Eccoci- fece infine Hakkai rallentando leggermente -potremo starcene tranquilli per qualche ora...-
-E' già ora di pranzo, vero?- saltò su Goku, correndo verso la radura ombreggiata dagli alberi, mentre Sanzo e Gojyo lo seguivano.
-E' mai possibile che pensi sempre a quello, razza di scimmia col verme solitario?!-
-Anche tu hai un chiodo fisso, Gojyo, o sbaglio?!-
-Almeno i miei pensieri sono molto più interessanti dei tuoi!-
-Razza di kappa pervertito!-
-Finitela un pò! Basta per un paio d'ore state tranquilli!!!-
Serina scese per ultima, e vide che Hakkai l'aspettava -mi spiace se siamo partiti presto e non hai avuto tempo di riposare...- si scusò, ma la donna fece un cenno di diniego col capo -non preoccuparti, sto bene- accettò la mano dell' uomo per scendere giù dalla jeep, poi la vettura si ritrasformò in draghetto; svolazzò un pò attorno a Serina e poi atterrò sulla spalla di Hakkai. Questi sorrise -Hakuryu credo che si stanchi più di tutti!-
-Oh, è felice di viaggiare- rispose d'impulso la donna, sorridendo verso il draghetto -gli piace vedere posti sempre nuovi...-
Notando come la guardava il demone, la ragazza distolse in fretta lo sguardo -scusa... a volte parlo senza pensare...-
-E' il tuo potere, vero?-
Serina annuì piano -il mio... dono...-
"La mia maledizione..."
Il ragazzo le si avvicinò e le fece cenno di andare -se ritardiamo di così tanto, gli altri si preoccuperanno. Serina, qui nessuno ti vuole giudicare...- l'interpellata guardò Hakkai, che sorrise come se fosse a disagio -ognuno ha le sue croci, e fra noi non ce n'è uno che abbia un passato che non gli fa paura o non lo disturba. Quindi non preoccuparti...-
Serina sorrise -grazie- e insieme ad Hakuryu s'incamminarono verso il gruppetto.

***

" Il rumore del pianoforte era quasi assordante.
Don' era? Non lo capiva; percepiva solo il pianoforte, e l' eco dei suoi passi sul legno, in quel luogo deserto.
Era forse il tempio?
No, non poteva esserlo, non lo credeva; percorse il lungo corridoio, e fu su quello che poteva essere solo un palco, immerso nella penombra e nella polvere. I sedili alla sua sinistra erano quasi del tutto smontati, la platea non esisteva, era un grande spiazzo vuoto. Il sipario, una tela di pesante velluto rosso sangue, era lasciato sciolto e copriva in parte il palco.
Nella' aria, il dolce profumo di vaniglia e patchouli, persistente e forte.
Non c'era nessuno.
Solo lei...
Si guardò attorno, poi guardò sè stessa, il lungo abito nero che arrivava ai polpacci, la braccia libere che fendevano l'aria gelida, che le gelava la gola scoperta, la schiena nuda; i capelli le solleticavano il collo. Si tormentò un' unghia, come faceva quand'era nervosa o non capiva; il suo era un sogno? Una visione?
Vide un anellino di madreperla serrarle il medio sinistro, rilucendo di riflessi a ogni suo movimento; era un oggetto da nulla, ma lei c'era molto affezionata.
Quell' anello...
... Dopo averlo baciato a pelo di labbra l'aveva posato sul corpo esanime del Maestro, così che l' uomo si portasse qualcosa di lei nella tomba. Ora però riluceva al suo dito...
Alzò lo sguardo, e vide nascosto dal sipario il pianoforte; era a coda, nero e lucido, quasi imponente, elegante. Un uomo era chino su di esso, suonava con scioltezza sempre la stessa melodia, ininterrottamente, assordando quasi Serina.
La donna fece qualche passo verso di lui, i suoi piedi nudi che facevano un rumore sordo sul pavimento di legno impolverato...
... O forse era solo per il rimbombo nel vecchio teatro deserto?
... Oppure l' eco era solo dentro di lei...?
Quando fu abbastanza vicina, sfiorò il pianoforte con una mano, lenta, quasi avesse paura che tutto svanisse come un battito di ciglia; i capelli neri dell' uomo, lunghi sino alle spalle, ne coprivano il volto...
Ma...
... Lei era certa che fosse proprio quella persona...
L' uomo alzò d'un tratto la testa, e Serina rimase perfettamente immobile, trattenendo il fiato; il suo cuore si bloccò e poi riprese la sua corsa, sempre più veloce.
Gli occhi neri, neri come la notte, sfumati di un caldo viola intenso, dal taglio allungato e all' ingiù...
... Il volto rasato, i capelli lisci e neri che, quasi sempre raccolti in un codino, ora invece accarezzavano le spalle...
Come quella notte...
Dimostrava sì e no trent'anni, aveva sempre mantenuto quell'aspetto giovane, era impossibile decifrare la sua reale età...
... E nessuno mai l' aveva saputa...
La donna lo guardò in silenzio, quasi non volesse credere che proprio lui fosse lì di fronte a lei, seduto al pianoforte, intento a suonare quella melodia ossessionante, che si ripeteva nel ritornello all' infinito. Alla fine, emise un sussurro; un' unica, semplice parola, che flebile s' alzò nell' aria sovra stando, con un' acustica impossibile, la melodia assordante che riempiva il teatro.
-... Maestro...-
La musica si fermò. Il tempo continuò a scorrere.
Katsuro fece un mezzo sorriso, senza smettere di guardarla, le mani immobili sulla tastiera del pianoforte. Il silenzio era quasi opprimente, mentre la giovane ascoltava le sue parole, la voce del Maestro che riecheggiò per alcuni istanti, viva, reale, calda e gentile come lei la ricordava:
-Per quanto... vuoi scappare?-
Prima che Serina potesse dire o fare qualunque cosa, le porte del teatro si spalancarono, rivelando all' esterno una luce abbagliante.
Lei si voltò di scatto.
Due ombre si stagliarono sulla soglia...

***

Il richiamo di un qualche uccello lontano svegliò di colpo Serina. La donna si tirò lentamente a sedere, togliendosi dell' erba dai capelli. Poco lontano da lei, Goku russava pacifico, mentre Sanzo leggeva il giornale seduto contro un albero, Hakkai curava Hakuryu.
-Fatto un brutto sogno?- la donna si voltò, e vide accanto a lei Gojyo che le sorrideva e le tendeva una bottiglietta d' acqua; Serina scrollò le spalle e scosse il capo -più che altro, un sogno strano. Ho... ho mica parlato?-
Il ragazzo fece di no, poi aggiunse: -perché? Temevi di aver detto qualche nome che mi avrebbe fatto ingelosire?-
La donna ridacchiò, poi spostò un ciuffo di capelli dietro l' orecchio -tu sei certo che nessuna donna possa resisterti, vero?- domandò divertita, inclinando il capo.
-Bé, nessuna l'hai mai fatto...-
-Perché menti?-
La domanda era sbocciata spontanea e quasi istintiva; il rosso la guardò stranito, mentre Serina spostava gli occhi -... no, niente; non farci caso-
Si portò una mano alla bocca, imponendosi di non lasciarsi sfuggire altro; maledetto, maledetto il suo potere. Accanto a lei, Gojyo rimaneva immobile e in silenzio, anche se poteva avvertire la sua presenza...

"-MI FAI MALE MAMMA!!-"

Perché quel grido riecheggiava nella sua testa quasi con ossessione?!
Sentiva tanto, tanto dolore... un dolore infinito... e il sapore salato delle lacrime in bocca...
Così triste...
"Ti prego... non torturarmi così..."
Serina guardò nuovamente il mezzo demone, che era rimasto in silenzio a guardarla, e sussurrò: -scusa-
Il ragazzo le sorrise appena -ehi, mica sono arrabbiato! In effetti, qualche "no" c'è stato... ma le donne sposate e con figli non contano...-
La donna rispose al sorriso, mentre il rosso si accendeva una sigaretta e alzava lo sguardo a uno spiraglio di cielo azzurro che trapelava fra gli alberi verdi.

"Amami!"

Serina sentì come se qualcosa tentasse di soffocarla.
Tossì un paio di volte, si batté sul petto, ma l' urlo si ripeté.

"Amami!"

Quell' urlo, quel grido...
Quell' implorazione... quella preghiera...
... Di chi era?!
Dell' uomo che le stava accanto? Del bambino dentro ad esso che cercava con tutte le sue forze di conquistare la madre?
... Di lei, di Serina?!
Oppure...


- "
<< ... And if you go,
I wanna go with you.
And if you die,
I wanna die with you... >>(*)

Kohai era l'unica figura piccola e senza ombrello, con il mantello nero che copriva il corpo sedicenne, col cappuccio che celava il volto segnato dalle lacrime e i lunghi capelli castani.
La pioggia inzuppava la terra sotto di lei, le vesti e gli ombrelli della gente.
Due monaci robusti presero la bara, lasciata aperta come da tradizione, e la lasciarono cadere nella fossa; qualcuno buttò dei fiori, qualcun altro delle stecche d' incenso, chi tagli di pregiata stoffa di broccato; nessuno vide la figuretta di Kohai che, dopo essersi portata alle labbra un anello piccolo e di madreperla, lo lanciava sul corpo senza vita di Katsuro, e lasciava scivolare altre stanche e calde lacrime.
"No...
Non voglio...
Ti prego, ti prego...
Ti prego non lasciarmi...
Se vuoi... Vengo anch'io..." " -



... Oppure della piccola Kohai, della Piccola Chimera?
Serina tossì ancora, le sembrava che quella semplice parola potesse ucciderla.
-Ti da fastidio il fumo? Scusa, allora la spengo...- la donna guardò verso Gojyo, che schiacciò la sigaretta su un sasso, e alzò una mano come segno di scusa -vedrò di fare attenzione-
La giovane avrebbe voluto dire che non era per quello che aveva tossito, ma poi lasciò perdere e sorrise al ragazzo -perdonami, ma l' odore del fumo proprio non lo sopporto...- mentì.
-Allora dovrò coprire quello che ho addosso con del profumo...- il rosso si allungò verso di lei, sfiorandole appena i capelli col naso -... come quello che hai addosso tu...- prima che potesse scendere verso il collo, Serina mormorò appena -mi spiace, ma...-
-Razza di stupido bastardo imbecille maledetto pervertito di un kappa scarafaggio!!! Che diavolo stai facendo?!- Goku si buttò letteralmente addosso al mezzo demone, bloccandolo al suolo con una rapida mossa di judo. -non osare toccarlaaaa!-
-Credo che questa valga almeno dieci punti!- esclamò Hakkai, annuendo con vigore.
-Se si risparmiava lo sproloquio di presentazione, gliene avrei dati quindici- osservò Sanzo, senza alzare neanche gli occhi dal giornale; Serina guardò verso i due ragazzi, mentre Gojyo e il demone eretico se le davano di santa ragione sull' erba, e rise -però c'è da dire che l'attacco è stato molto preciso! Io direi venti punti! In fondo l' introduzione è stata pittoresca!-
Il bonzo guardò con la coda dell' occhio la donna, mentre il suo sguardo in realtà cercava la sua sacca dove, con tutta probabilità, doveva essere custodita la Campana. Invece Hakkai rise -sono d'accordo con te!-
Era quasi sera quando ripartirono. A Ovest già cominciavano a sciamare i primi riflessi del tramonto, col sopraggiungere delle stelle, e Goku guardava verso quel punto come se stesse aspettando di vedere il sorgere della luna; Gojyo si era allungato verso Hakkai per chiedere entro quanto avrebbero raggiunto la prossima città.
-Bé, più o meno verso mezzanotte- rispose il guidatore -volete proseguire finché non arriviamo o...-
-Io mi rifiuto di passare la notte all' agghiaccio!- lo interruppe il rosso; Goku gli diede man forte -neanch'io! E poi voglio cenare!-
-E ti pareva...-
-Cos'è, problemi kappa?-
-Uno: TU, scimmia!-
Hakkai scosse il capo e continuò a guidare sorridendo, mentre Sanzo si tratteneva dal sparare ai due; Serina li guardò, divertita mentre litigavano, ma poi di nuovo quell' urlo invase la sua mente..

"Amami!"

"Chi sei?"
Si portò il polso al naso, respirando lentamente e a fondo il profumo di Katsuro, sentendosi un pò meglio.


*** Note di fine Capitolo ***
1(*) Il testo presente nel capitolo è della canzone “Lonely Day” dei System of a Down


Grazie a Yui_chan e a tutti quelli che leggono la fanfic!

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Capitolo 4
*** Against a nightmare... ***


Capitolo 4 U'sR - 4 - 

Era notte inoltrata quando nella valle cominciarono a riecheggiare i rumori della battaglia.
Goku abbattè due demoni con lo nyoibo, poi si precipitò verso Serina e mise fuori gioco un demone che cercava di colpirla alle spalle -sta attenta!-
-Ti ringrazio!-
Gojyo fece roteare la falce, e gli avversari tutt'attorno a lui svanirono nell' aria della notte -sono troppo facili; quand' è che troveremo dei demoni veramente forti?!-
-Temo che siamo noi superiori alla media!- gli rispose Hakkai; lanciò il ki e poi sorrise all' amico -siamo noi quelli "troppo" forti!-
-O troppo belli, dipende dalle circostanze!-
-Finitela con le cazzate!- gli spari di Sanzo sibilavano nell' aria, mentre il bonzo fulminava con lo sguardo il mezzo demone e l'altro ragazzo.
-Insisto col dire che sei troppo nervoso, Sanzo... Non è che ormai stai diventando vecchio per questo genere di cose?-
-Sta zitto!-
Goku piroettò nel campo di battaglia, atterrando al fianco del bonzo -ehi, di che stavate parlando?-
-Affari nostri scimmia!-
-Ma come osi kappa?!- i due ragazzi abbatterono dei demoni e poi si guardarono in cagnesco.
-Avanti, non ora!- Hakkai schivò una lama, poi colpì al basso ventre un avversario; con una gomitata ben assestata mise fuori gioco un altro demone che voleva prenderlo alle spalle; Goku e Gojyo saettavano da un punto all' altro del campo, le armi che vorticavano attorno a loro e falciavano chiunque si avvicinasse troppo; Sanzo sparò ancora due colpi, poi cercò con lo sguardo Serina.
La donna aveva arretrato leggermente, con Hakuryu che le svolazzava a fianco, e stava aprendo il borsone senza perdere di vista i demoni. Il bonzo stava aspettando proprio quello: la giovane infatti aveva tirato fuori dalla sacca la piccola Campana, il nastro rosso sangue che svolazzava contro vento; la donna prese un profondo respiro, mentre alzava il braccio e faceva vibrare un rintocco.
In quanto umano, il bonzo non sentì alcun dolore, ma in quanto "Sanzo", avvertì forte e chiara una corrente di energia, quasi rovente, che appesantiva lo spazio, inglobava i demoni avversari che, bloccatisi di colpo, cominciarono a guardarsi attorno come terrorizzati; qualcuno si portò le mani alla testa, tutti crollarono in ginocchio e ben presto rimasero come bloccati al suolo, torcendosi sotto i colpi di un' arma invisibile. Poi qualcuno urlò, e tutti svanirono nel vento, ormai polvere.
Hakkai si portò una mano al viso, e si accorse che il naso gli sanguinava; prese dalla tasca un fazzoletto e cercò di bloccare l' emorragia con la mano; Gojyo invece si guardò attorno, alla ricerca della fonte di quell' energia, e quando l 'occhio gli cadde su Serina, s'acquietò.
Goku invece si sentì tremare le gambe, e cadde in ginocchio sulla terra, mentre un dolore lancinante lo colpiva alla testa; no, non di nuovo...
Il fischio....
Quel grido assordante, gli ultrasuoni...
... Chi era, chi era che soffriva così tanto?!
Ebbe solo una fugace immagine di uno spazio buio, di una sagoma in ginocchio che si teneva il volto fra le mani...
L' eco della Campana portò infine la pace nella sua mente; tentò di mettersi in piedi, ma tremava da capo a piedi, e allora sentì delle braccia robuste che lo tiravano su -avanti scimmia, non fare la femminuccia-
-Ma finiscila, kappa...- il ragazzo si guardò attorno, ancora disorientato, e vide che i demoni erano scomparsi -ma che...-
-Serina- rispose subito Gojyo; guardò verso la donna, che stava aiutando Hakkai a fermare l' emorragia dal naso -credo abbia usato quell' affare... La campana...-
-Uhm...-
Sanzo li superò a grandi passi -avanti, muoviamoci. Ormai dovremmo essere vicini al villaggio-
-Ok...- borbottò il kappa, incamminandosi; Goku riusciva benissimo a camminare da solo, e raggiunse Hakkai e Serina: -va tutto bene?-
-Non preoccuparti!- gli rispose il demone dagli occhi verdi; la donna gli premeva forte il setto nasale così da fermare il sangue -mi spiace- mormorò -tento di controllare la Campana... ma... il suo potere è rivolto a tutti i demoni nel raggio dei due chilometri...-
-Non fa niente, è ovvio che non l'hai fatto apposta...-
-Ormai dovrebbe aver smesso di sanguinare-
-Ti ringrazio-
Mentre si avvicinavano alla jeep, Serina sfiorò appena la fronte di Goku -hai sentito tanto dolore prima?-
Il demone si sentì in imbarazzo, di fronte allo sguardo così preoccupato e dolce della donna; il solo occhio visibile, il sinistro, era di un nocciola così intenso che a seconda della luce sembrava nero, ma in ogni caso riluceva di mille emozioni. Un sguardo simile riusciva a colpire al cuore chiunque.
-Ehm... No, non tanto- rispose l' interpellato, grattandosi il capo e sorridendo alla ragazza -sta tranquilla!- Serina rimase a guardarlo per pochi istanti, poi gli sorrise, piano -d' accordo... Scusa ancora. Ora andiamo, o arriveremo all' alba al villaggio!-
Tutt' e due s'incamminarono, mentre la donna rivolgeva un ultimo sguardo al luogo dove pochi minuti prima c'erano stati i demoni; per un attimo la sua bocca s' aprì in un sussurro, ma poi la richiuse e serrò i pugni.

-Permettete che paghi la mia parte di cena- fece a un certo punto Serina, mentre la jeep sfrecciava verso il villaggio che si vedeva all'orizzonte.
-Ma figurati!! Tanto paga il bonzo corrotto!!- osservò Gojyo; l' interpellato lo fulminò con lo sguardo -taci, kappa!-
-Appunto per questo!- rincarò la dose la donna -già mi offrite un passaggio per l' Ovest...-
-Fai come ti pare- la interruppe Sanzo, mentre si accendeva una sigaretta e le dava le spalle -ma tanto sappi non sono neanche soldi miei- la giovane rimase in silenzio a guardarlo, un pò incuriosita, mentre il rosso le si avvicinava -quello è il suo modo più gentile di dire che paga tutto lui con al carta- le spiegò, poi sospirò -ah, per il nostro bonzo è così difficile esprimere i suoi sentimenti..!-
Due spari sibilarono sfiorando i capelli del ragazzo, mentre d'istinto Serina cacciava un urlo e Gojyo faceva un balzo a sinistra: -ma sei completamente impazzito?!-
La donna si scostò leggermente -temo che restando vicino a te rischi la vita...-
-Fossi in te starei attenta alle pallottole vaganti, in effetti!- osservò bonario Hakkai; il rosso lo guardò con un sopracciglio alzato -possibile che niente ti disturbi...?-
Goku aveva ceduto alla stanchezza e s'era addormentato, ma la fame doveva tormentarlo anche in sogno, perché ogni tanto borbottava: -no, ne voglio ancora un pò... ancora due shumai... sì, vanno bene anche i nikuman....-
Serina s'intenerì nel guardarlo, e gli passò una mano fra i capelli per rasserenare il suo sonno; ben presto il demone dagli occhi dorati s'acquietò e dormì profondamente e senza agitarsi.
-Ma come ci sei riuscita?- osservò interessato Gojyo, avvicinandosi ai due -di solito gli devo tirare due calci perché la pianti di borbottare a notte fonda...-
La donna rise appena, mentre continuava ad accarezzare la testa di Goku, le dita che giocavano coi nodi e le ciocche castane -dimentichi che con la mia empatia posso captare le emozioni. E' difficile da spiegare, ma... posso far sì che il mio corpo funga da catalizzatore, per incanalare i sentimenti... e poi passarli a qualcun altro. Ho semplicemente trasferito la calma e la serenità a Goku, per farlo dormire bene...-
-Affascinante...- il rosso si avvicinò ancora un pò all' eretico, mentre questi prendeva a russare; per puro dispetto, il mezzo demone lo tirò per una guancia -ma senti come russa 'sta stupida scimmia...!- Serina ridacchiò, mentre Gojyo alzava il volto per poterla guardare negli occhi, nocciola profondo, quasi nero. Il vento lasciava intravedere anche quello destro, solitamente nascosto dai capelli; la donna rimase per un attimo in silenzio, guardando il ragazzo così vicino a lei. Era facile intuire il perché di quello sguardo negli occhi dell' uomo; sapeva bene che per il rosso lei non sarebbe stata altro che l' ennesima conquista, ma era anche qualcosa di più rispetto alle altre altre donne: lei non gli aveva ancora ceduto.
Rimase immobile per qualche istante, come se non riuscisse a staccare gli occhi da quelle iridi rosse...
Rosse...
Rosse...
Rosso...

Sangue...


*-" Il buio, il buio più nero...
Il dolore delle catene era insopportabile...
Una mano corse al viso, dove colava qualcosa...
Le dita si sporcarono di rosso...
Sangue.... "-*

*-" -E allora? Il tuo Pianto sarebbe questo?!- la donna scoppiò a ridere, mentre con un dito le sfiorava il volto, e poi le mostrava la pelle d'ebano del polpastrello sporca di sangue -credi che solo per questo tua sia meno feccia degli altri?!- "-*


Serina sbatté un paio di volte le palpebre, mentre scostava il viso e guardava verso l' orizzonte.
Quegli occhi...
Era come se la sua stessa Colpa la guardasse in viso...
La sua Colpa... in forma umana...
Quelle iridi... E quei capelli che scendevano come una pioggia, come del sangue sgorgante da una ferita...
Tanto, tanto sangue...


*-" Basta... Basta...
La Colpa... uccide...
-Tranquilla, Piccola Chimera...-
Kohai alzò di scatto la testa, non credendo all' uomo che le stava davanti: era lì, Katsuro era veramente lì.
Il Maestro le sorrise, bello come lo ricordava, con quel gentile sorriso che aveva sempre avuto sul volto quando parlava con lei.
-Non avere paura. La libertà non te la può togliere nessuno... mai... nessuno...-
La giovane avrebbe voluto urlare, chiamarlo a gran voce, ma tutto era sovrastato dall' urlo disumano, da quel grido ad ultrasuono.... "-*


Goku s'agitò nel sonno, captando il disagio e la sofferenza dalla donna tramite la mano sul suo capo, e Serina si riprese. Si voltò verso il ragazzo, accarezzandogli i capelli, trasmettendogli la calma, mentre cercava di scacciare quei ricordi terribili...
Quei ricordi... Parte del suo Incubo Perenne...
-Siamo arrivati!- annunciò Hakkai, mentre cominciava a rallentare -sarà meglio entrare nel villaggio a piedi-
Sanzo e il demone dagli occhi verdi scesero dalla vettura, mentre si guardavano attorno; Gojyo prese Goku e se lo caricò su una spalla sbuffando -ma quanto pesa questa scimmia?!-
-Aspetta- Serina si mise dietro il rosso e l'aiutò a sistemarsi il ragazzo dagli occhi d'oro sulla schiena, allacciandogli le mani sul collo -attento a non farlo cadere...-
-Tanto questo qui ha una pellaccia dura...- la donna sorrise e poi superò i due a grandi passi, raggiungendo Sanzo e Hakkai.
-E' un paese tranquillo?- chiese sottovoce; i due uomini la guardarono -probabilmente i demoni più vicini erano quelli che abbiamo affrontato stanotte- le rispose il demone dagli occhi verdi -potremo dormire tranquilli-
-Non sperarci troppo- gli disse Sanzo, mentre s'incamminava verso le porte del villaggio; il ragazzo moro sorrise -non saprei dire se sei più diffidente o più negativo...-
-Io opterei per "negativo"- gli rispose Gojyo, curvo sotto il peso di Goku -e ora sbrighiamoci a trovare una locanda-
-Alcune luci sono ancora accese- osservò Serina, mentre con gli altri s'incamminava per le vie del paese; si trattava di strade piccole e polverose, fiancheggiate da alberi e dalle case.
La donna si guardava attorno incuriosita, il suo passo non faceva il minimo rumore; qualunque cosa, anche la cadenza dei passi, aveva un che di controllato, osservò Hakkai.
Come se nascondesse a stento un istinto di rabbia...
Poi si rese conto che Serina era un'empatica, e tra l'altro gli stava camminando anche a fianco; si voltò in fretta verso la donna, cercando di capire se lei aveva captato quei suoi pensieri, ma l'interessata si limitò a sorridergli.
-Forse hai ragione tu. Non sembrano esserci pericoli qui..-
Hakkai inghiottì, poi le sorrise -già... potremo dormire basta tre ore...-
-... Anche se tu speri di più!- concluse ridendo la donna; il ragazzo la guardò, e lei si affrettò a precisare -non ti ho guardato nella mente per completare la tua frase, tranquillo... a volte per capire qualcosa basta leggere lo sguardo! E il tuo è piuttosto assonnato!!- la risata della donna si espanse per le vie del villaggio. Goku, sulle spalle di Gojyo, si agitò debolmente, e aprì gli occhi. -ehi... ma siamo già arrivati?-
-Da almeno un quarto d'ora scimmia, ma russavi così forte che non siamo riusciti a svegliarti...-
-Ma che cosa stai dicendo, stupido kappa che non sei altro!- il ragazzo si dimenò tanto che il rosso perse l' equilibrio ed entrambi crollarono per terra, alzando un gran polverone; Sanzo tirò loro due ventagliate, tuonando di smettere di fare casino, mentre Hakkai rideva.
Serina guardò la scenetta col sorriso sulle labbra, mentre continuava a camminare per la via del paese. Cercava una locanda, ma prima di ogni altra cosa desiderava camminare.
L' aria notturna era fresca e morbida; gli abitanti che dormivano e facevano sogni tranquilli, e la loro serenità la raggiungeva. Serina respirò piano, ad occhi socchiusi, trovando un istante di pace...
Poi qualcuno le batté sulla spalla, e si riscosse; Gojyo la guardava divertito -visto che stai dormendo d'in piedi, direi di andare-
Le indicò una casa illuminata alla loro destra, dove stavano già entrando gli altri tre ragazzi. -Forza-
La donna annuì appena -certo. Arrivo-
La locanda era illuminata a giorno e, anche se dovevano essere le undici, c'era ancora qualcuno ai tavoli; i ragazzi entrarono e trovarono subito posto per cenare.
-Finalmente, non ci vedevo più dalla fame!- esultò Goku, lasciandosi cadere pesantemente su una sedia.
-Ma che novità...- borbottò Gojyo; Sanzo invece fece per uscire dalla locanda.
-Vai a comprare le sigarette?- gli chiese Hakkai seguendolo con lo sguardo.
-Già-
-Hai intenzione di cenare dopo?-
-No- rispose il bonzo; il demone bruno sorrise -allora cercheremo di non fare rumore quando verremo in camera- il biondo non rispose neanche e s'incamminò.
-Ehi, non mangi neanche tu?- Goku guardava incuriosito Serina, che anche lei si stava incamminando; la ragazza scosse il capo e sorrise -se non vi dispiace vorrei prima farmi una doccia e cambiarmi d'abito. Ho tutta la polvere del viaggio addosso, e vorrei darmi una rinfrescata. Ordinate pure anche per me, non aspettatemi!- e dopo aver fatto un rapido inchino di saluto scomparve su per le scale.
Le avevano assegnato una camera proprio di fronte a quella dei ragazzi. Alla fine era riuscita a convincerli a pagare da sola basta la stanza.
Erano molto gentili...
... *Troppo* gentili.
-Vorrei che non fossero qui...- sussurrò Serina, guardandosi alla specchio; l'immagine che le rifletteva era quella di un volto morbido e delicato, a cui aderivano i capelli bagnati per la doccia. Gli occhi erano braci ardenti, castano intenso. Sfiorò lo specchio appena appannato, con inquietudine crescente.
-... Quando loro arriveranno...-


*-" Era una notte di luna nuova, l' oscurità era più fitta che mai.
-Ora... basta- il vecchio la guardava in silenzio, mentre Kohai s'immergeva nel fiume, sino alle ginocchia. Sentiva i jeans che si appiccicavano alle gambe -tornerò, e lascerò quegli assassini. La mia vita... l' ho consacrata a Katsuro Shirogawa, e intendo onorare il mio giuramento- alzò la daga, afferrando con l'altra mano i lunghi capelli, e con un gesto secco li tagliò.. "-*

*-" -Sappi che noi ci rivedremo, mia cara Kohai...- sibilò la donna; sì, era *davvero* divertita da ciò che aveva detto la ragazza pochi istanti prima -... Perché tu non puoi liberarti di te stessa. Noi resteremo in agguato, come le ombre della tua oscurità, ti braccheremo, come i predatori dei tuoi Incubi, ti staremo accanto, come la coscienza che tu ormai hai perduto... E, quando meno te lo aspetterai, torneremo. E, credimi, sarà un vero piacere per me strapparti qualcosa a te prezioso... "-*


La donna respirò piano, le spalle nude vennero percorse da un brivido di freddo -non posso... proteggerli tutti... Anzi, non posso proteggere nessuno di loro- abbassò lo sguardo e poi lo rialzò, fissando lo specchio, la sua immagine, così femminile e fragile.
Non riesco a proteggere nemmeno me stessa!”.
Uscì dalla camera con indosso una gonna di jeans lunga sino alle ginocchia e una maglia di tulle turchina, a maniche lunghe. Stivali morbidi turchini arrivavano sino alle ginocchia e avevano un pò di tacco, eppure i suoi passi rimanevano silenziosi. S' era abituata a camminare senza far rumore, ormai quattro anni prima...
... Gli assassini, non devono far rumore...
Scrollò le spalle e richiuse la porta, trovandosi nel corridoio, di fronte a Genjo Sanzo. Il bonzo era nell' atto di entrare in camera; la donna si affrettò a fare un inchino di saluto -le auguro una buona serata, Venerabile Sanzo- l'interpellato la guardò in silenzio per qualche istante, e la ragazza cercò di evitare il suo sguardo, rimettendosi dritta e mormorando qualcosa.
-Spero... che i demoni ci lascino dormire, basta per stanotte-
Il monaco scrollò le spalle, e aprendo la porta della sua stanza, osservò con tono incolore: -non ci saranno attacchi, stanotte-
Ma Serina capì che c'era dell'altro, dietro a quelle parole, e chinò il capo per non doverlo guardare in viso -no, per stanotte nessuno... "Ci"... Cercherà...-
Entrambi capirono il vero significato delle rispettive frasi, poi Sanzo entrò nella camera senza dire nulla e Serina scese nella sala da pranzo.

"Per stanotte... Nessuno... "MI" cercherà... E voi sarete in salvo...".

-Ah- sospirò seccato Gojyo -speravo ti rimettessi quello splendido kimono rosa...- Serina sorrise un pò imbarazzata -è un abito a cui tengo molto, e ho sempre paura di rovinarlo...-
-E l' ultima volta hai rischiato di sporcarlo di sangue...- osservò Goku, addentato un boccone enorme di qualcosa che la donna non riuscì a riconoscere; ora che aveva messo qualcosa nello stomaco, il ragazzo dagli occhi d'oro sembrava completamente sveglio e attento; Serina gli sorrise, non riuscendo a nascondere la simpatia che provava per il demone.
-Già, spero non ricapiti più un episodio come quello...-
Per lei avevano ordinato del riso e a parte dei gamberi; Serina li aveva ringraziati sorridente, e si era seduta accanto ad Hakkai, con alla sua sinistra la finestra che dava al paese semi addormentato.
-Senti...- chiese improvvisamente Goku, dopo quasi un quarto d'ora di silenzio; avevano finito di cenare, Gojyo fumava tranquillo una sigaretta, e Hakkai stava finendo di dare un boccone ad Hakuryu, posato sulla spalla; la donna lo guardò -dimmi-
-... Tu hai sempre vissuto nel villaggio dove ti abbiamo incontrato?- chiese piano; un' ombra velò appena il volto di Serina, e il demone spiegò un pò in imbarazzo -sono solo curioso....-
-Curioso come una scimmia..- commentò Gojyo; ignorò l'occhiataccia che gli lanciava il demone, e guardò la donna. Era affascinato quell' occhio marrone intenso, il sinistro, l' unico visibile, che in quel momento brillò di una qualche emozione trattenuta. -... Però anch'io sono curioso-.
Serina posò le bacchette unite sulla ciotola vuota, bevve un sorso d'acqua e scrollò le spalle -ad essere sincera, la mia storia non ha nulla di particolare. Sono vissuta in un villaggio tranquillo nella campagna del Nord, con la mia famiglia. Sono figlia unica, e i miei genitori erano dei semplici contadini. Non so dire da chi abbia ricevuto il dono dell'empatia... Forse da qualche lontano parente. Ad ogni modo, quando avevo all' incirca dodici anni, il mio paese venne attaccato da dei demoni... E tutti gli abitanti vennero sterminati...- Goku la guardò tristemente, sicuro di vedere il volto della giovane donna addolorato, e invece il viso era immobile e inespressivo, come quello di una maschera -... Mia madre mi fece scappare nei boschi, e dopo un lungo girovagare venni accolta presso un tempio. E' proprio perché novizia in quel tempio che i SambutsuShin mi rintracciarono e mi affidarono la Campana...-
-Ah...- mormorò piano il demone dagli occhi d'oro; Serina sorrise a fior di labbra -come ho detto prima, una storia molto noiosa....-

"Bugiarda.

Sono solo una grandissima bugiarda."

Si morse il labbro, e bevve ancora un pò.

"Perdonatemi".


Salirono le scale che portavano alle camere dormendo quasi d'in piedi.
-Sarà meglio fare piano- sussurrò Hakkai, posandosi l'indice sulle labbra -non vorrei svegliare Sanzo...-
-Sarebbe capace di spararci senza alcuna pietà- borbottò in risposta Gojyo; Serina rise sottovoce, ma di fronte all'occhiata che le lanciò il rosso ammutolì -ne sarebbe davvero capace...?- mormorò preoccupata; il mezzo demone le sfiorò una spalla -te lo saprò dire domattina- la donna sorrise appena -allora, buona fortuna... E buona notte-
-Grazie e altrettanto- le rispose Hakkai, allontanando Gojyo e lasciando che Serina si avvicinasse alla propria camera. Goku la raggiunse: -buona notte- la donna gli sorrise e gli sfiorò il capo con una mano -ti ringrazio, e la auguro anche a te-.
La nottata trascorse per più di quattro ore nella quiete più totale. Serina aveva temuto che i suoi incubi, che la perseguitavano da anni, le facessero visita quella notte, ma per fortuna non successe e poté dormire tranquillamente...
... Fino a quando un leggero bussare alla porta la svegliò di soprassalto, e con uno scatto si tirò a sedere sul letto, la mano che correva alla Campana posata sul comodino, lo sguardo alla finestra. Ma tutto era silenzioso, e non c'erano pericoli.
Serina sbuffò irritata.
"Sono troppo nervosa...".
Finalmente si accorse che il rumore era lieve e veniva dalla porta. La donna scese dal letto, sentendo sotto i piedi nudi il freddo pavimento di legno; indossava una leggera camicia da notte composta una canotta con le spalline sottili, e dei pantaloncini di morbido raso verde-acqua. Raggiunse la porta e la socchiuse, scorgendo appena in parte la sagoma di...
-Goku! Ma che ci fai qui?- sussurrò nella notte, mentre con una mano cercava di sistemarsi i capelli spettinati; il demone indossava dei corti pantaloncini e una canotta sopra, e stringeva il cuscino. -ecco...-
-E' successo qualcosa?- chiese allarmata la donna..
"Ti prego, fà che non siano già qui..."
Ma Goku scosse il capo -non riuscivo a dormire, e allora... ecco...-
-Entra- Gli aprì completamente la porta e lo invitò ad entrare. La camera della donna aveva un'ampia finestra, che con le tende scostate lasciava penetrare la luce della luna e illuminava debolmente la camera. Aguzzando la vista, Serina tentò di leggere l'ora sulla piccola sveglia che aveva sistemato sul comodino, accanto alla Campana.
Cinque e mezzo.
Almeno per cinque ore era riuscita a dormire...
Intanto Goku si era seduto sul bordo di un piccolo divanetto poggiato contro il muro, e stringeva ancora forte a sè il cuscino.
-Scusa- mormorò piano -se sono venuto qui così, col cuscino in mano. Ti sembrerò un moccioso....-
-Assolutamente- lo interruppe gentilmente Serina, sedendosi a fianco a lui -anch'io a volte la notte non riesco a dormire...-
-Davvero, e perché?-
-Faccio... Degli incubi- rispose piano la donna, sfiorandogli appena i capelli; Goku la guardò sorpreso , per poi esclamare, al culmine dello stupore:
-Anch'io!-
Serina rise, scuotendo appena la testa -perché ti sembra così strano?- domandò.
-Non so... Gojyo dice sempre che chi fa gli incubi è solo un moccioso...-
-Eppure lui ne fa...- sussurrò piano Serina; il demone eretico la fissò incuriosito -cosa?-
-Nulla, nulla. Ma perché sei venuto da me?-
-Ecco...- Goku abbassò gli occhi, come se fosse in profondo imbarazzo -io... cercavo di dormire... Ma... Mi sembrava che mancasse qualcosa. Allora... Non so perché, ma sono venuto da te...- Serina capì all' improvviso; scivolò in ginocchio di fronte al ragazzo e posò le mani sulle sue spalle. Lo guardò negli occhi, e l'immagine che vide riflessa nelle iridi dorate le provocò un'immensa rabbia.
"Dovrei vergognarmi di me stessa...".
Non eri neanche accorta dell' imbarazzo di Goku, che da dov' era seduto avrebbe potuto vederle perfettamente il seno dalla scollatura della canotta di lino. Ma lui non lo fece, e si limitò ad arrossire mentre la donna mormorava piano: -perdonami... E' colpa mia...-
-Ma di cosa?- Goku sembrava preoccupato.
"Preoccupato per la mia reazione...
*Devo* vergognarmi di me stessa..."
-Questa notte, mentre viaggiavamo...- spiegò piano la donna, deglutendo e abbassando gli occhi, così da non doverlo guardare -... Ho usato un pò del mio potere su di te. Ti agitavi nel sonno, e così... Ecco...- tacque, mancandole il fiato. I suoi occhi corsero alla Campana, e lì si fermarono.
"Il mio Potere..."
-Hai usato la tua empatia?- il ragazzo la riportò alla realtà; Serina prese fiato lentamente, annuendo piano; i capelli si mossero fluidi al suo movimento. -... Sì. Volevo solo trasferirti della calma, e farti dormire bene. Però... Mi sono dimenticata l'effetto che hanno i miei poteri sui demoni...-
-Cioè?-
-Ho creato dentro di te una specie di "dipendenza" dai miei poteri...- la donna tacque; senza volerlo, lo aveva fatto. Si era promessa e ripromessa di non compiere mai un simile gesto, perché non era giusto, perché l'avrebbe resa ciò che non voleva diventare...
... Una manipolatrice...
E invece...
D'impulso, Serina gettò le braccia al collo del demone eretico, che la guardò spaventato -Serina! Perché fai così?! Stai male?!- lo preoccupava vedere la giovane donna così spaventata; lei, che era sempre così controllata nei movimenti e nelle emozioni!
Ricambiò appena l'abbraccio, arrossendo, ma eli si staccò in fretta -l' ho fatto senza volerlo, Goku. Ti prego di perdonarmi- chinò il capo e poi lo rialzò -cercherò di porre rimedio- il ragazzo, un pò turbato dal repentino cambiamento di umore della donna, si limitò ad annuire.
Serina prese fiato, sfiorando le tempie del demone con le piccole mani fredde, socchiudendo gli occhi e mormorando qualcosa...
"Devo farcela...
Ti prego....
Maestro...."
Avvertì qualcosa, come uno schiocco di dita, e poi le sembrò che le braccia affondassero in acque gelide; stava sfiorando la mente di Goku. Ricordi, pensieri, emozioni, sogni.. poteva vedere, ascoltare, saggiare tutto.
Mettere a nudo un'intera personalità...
... Sarebbe stato fantastico, e la donna sentì ricevere addosso come la risacca dell'oceano una sensazione di potenza e forza...
Assuefarsi al Potere...
... Era un sentimento che provava tutte le volte usava le sue doti...
Scosse con forza la testa, ad occhi chiusi.
No.
No, no, no... Non doveva.
Violare la mente era ingiusto, sbagliato, abominevole. Era come violare il corpo.
E lei... Non avrebbe *mai* fatto una cosa simile a una persona dolce e adorabile come il giovane demone davanti a lei.
"No... Devo... Devo... Resistere..."
Non ricordava cos' era successo l' ultima volta che avevano fatto una cosa simile a lei?!
Era stato orribile... Un incubo...

*-" -Meraviglioso! Assolutamente meraviglioso!!!- l' uomo proruppe nella sua solita risata, orribile, volgare, terrorizzante, più simile a un latrato -ora capisco cosa provi tu, Kohai! E' fantastico!-
-Meglio del sesso?- chiese la donna, a qualche metro di distanza; l' interpellato la guardò -puoi dirlo forte!- La donna s'alzò e raggiunse i due; Kohai era riversa a terra, sulla pancia, ansimava e gemeva come un animale in trappola. -dannato....- sibilò, sputando bile e sangue.
-Uhm? Come dici?- la prese in giro l'uomo -sei così debole... Non capisco niente di quello che dici...-
-Tu... Fottutissimo bastardo!- urlò a pieni polmoni la ragazza; ma cominciò a tossire, e l'uomo alzò una mano verso di lei -razza di..!-
-Basta- lo fermò la donna -ne ha avute abbastanza- s'inginocchiò sui talloni così da poter vedere bene la ragazza a terra, e disse, quasi gentilmente -ora hai capito, Kohai? Non andare mai contro ai Principi Demoniaci... Oppure la punizione sarà sempre questa. E tu non vuoi riprovare una cosa simile... No?-
Tossendo e piangendo, Kohai scosse il capo piano. La donna fece un sorriso che doveva essere gentile, ma risultò maligno e orribile; allungò una mano a sfiorare i lunghi capelli della ragazza, mettendo quasi le labbra a broncio.
-Povera piccina...- cantilenò come per prenderla in giro... "-*

"No, Goku, non permetterò che ti accada una cosa simile...".
Poi finalmente sentì come se qualcosa che si spezzava; il legame era infranto.
Serina sospirò di sollievo, riaprendo gli occhi e sorridendo al ragazzo che le stava di fronte. -Fatto- disse semplicemente.
-Di già?- chiese un pò stupito il demone -temevo... Avrebbe fatto male...-
-No. Non preoccuparti- la donna gli sfiorò gentilmente i capelli con una mano, e si tirò in piedi, seguita da Goku. Questi osservò, trovandosi di fianco alla ragazza, che non era grazie ai tacchi se era alta; così a piedi nudi doveva essere alta come Sanzo.
Serina raggiunse la porta, mormorando gentilmente: -ora và pure a riposare-
Ma il ragazzo non si muoveva. Guardò per terra, imbarazzato.
-Che c'è?- chiese la donna; Goku scrollò le spalle -niente, solo che... Vorrei sapere...-
-Cosa?-
-Ecco...-
Serina rimase in silenzio a guardarlo...
-... Come ci si libera dagli incubi?- quella domanda fece tacere per qualche istante Serina; liberarsi degli incubi...
Le venne quasi da ridere.
"Se solo lo sapessi...".
La donna cercò di frenare l'amaro sorriso che tentava di affiorarle in viso, e sedette di nuovo, imitata ancora una volta da Goku. Il ragazzo sembrava pendere dalle sue labbra. La donna sistemò i capelli dietro l'orecchio sinistro, poi rispose: -sai Goku... Non so se si possono sconfiggere gli incubi... Io... Non ho ancora trovato il modo...-
-Uhm... Ma i tuoi incubi... Cosa sono?- mormorò il demone nella notte; una nuvola coprì la luna. Serina sospirò, piano, e avvertì un poco la sensazione di curiosità e imbarazzo insieme del ragazzo accanto a lei -il mio incubo eh? Il mio...-

*-" Buio...
Tristezza...
-Maestro... dove siete?- "-*

-... Il mio incubo perenne... E' che sono in prigione... Nel nero più totale. Sono incatenata, non posso scappare. La mia empatia ha raggiunto un livello tale... Che sento tutti i dolori del mondo, dei vivi, dei morti, del presente, del passato e del futuro. Ed è un dolore troppo forte, sicché sanguino per tutti coloro che stanno soffrendo...- sussurrò piano; si accorse che stava rabbrividendo, come se avesse freddo.
"Che stupida..."
Improvvisamente sentì la mano di Goku che calava sulla sua; il giovane demone chinò la testa sulla spalla della donna, come se cercasse conforto e calore.

"Questo ragazzino... Non ha mai conosciuto sua madre...?".

-Anch'io... Sogno le tenebre- mormorò lui improvvisamente; Serina sentì il suo sospiro -vago nel buio... Sono solo... E ho paura. Già una volta sono caduto nelle tenebre, ma poi una persona mi ha salvato. E io... Ho paura... Ho paura che, se dovessi tornare nelle tenebre, quella persona non riuscirebbe di nuovo a salvarmi...-
Ricambiando la stretta della mano del demone, la donna posò la sua guancia sul capo di Goku -è solo un incubo... Una cosa simile non accadrà mai, ne sono certa...-
E per un attimo, vide chiaramente nella sua testa l'immagine di una grotta, dell'oscurità... Le sembrò di avvertire il peso delle catene...
E un richiamo...
Una persona... *lei* forse, o *Goku*, invocava qualcuno...
Ma non sapeva (o sapevano?) che nome invocare...

"Come me... Tu cercasti una guida per uscire dalle tenebre..."

Serina chiuse gli occhi, e cadde in un sonno profondo e piacevole, come se la sola presenza di Goku potesse tranquillizzarla...

*" I don't know anymore
What it's for
I'm not even sure
If there is anyone who is in the sun
Will you help me to understand?
'Cause i been caught in between all I wish for and all I need
Maybe you're not even sure what it's for
Any more than me..."
(Non so altro
Perché
non ne sono nemmeno sicura
se ci sia qualcuno nel sole,
Mi aiuterai a capire?
Perché mi sono trovata per caso tra tutto ciò che desidero e tutto ciò di cui ho bisogno.
Forse non sei neppure sicuro del perché
Ancor più di me) (1)*



La mattina venne pallida, la luce del sole fragile e impalpabile nell'aria mattutina...


*** Note di fine Capitolo***

(1)* Il testo è della canzone “In the Sun”, di Joseph Arthur


Ringrazio moltissimo Yui_chan, blackygrace e tutti coloro che leggono la fic!!!!!!!! ^__^

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Capitolo 5
*** Scar' s Memory ***


capitolo 5 completo U'sR - 5 –

*-" L' albero era stato tranciato con una grossa lama; un altro, a fianco, era stato letteralmente sradicato. I cadaveri dei demoni giacevano in terra, alcuni mutilati, altri fatti a pezzi e poi sparpagliati in giro; altri invece erano ancora integri, privi di ferite, ma giacenti a terra con un' espressione di dolore dipinta in viso. Questo incuriosiva.
-Che lavoretto pulito, Kohai- osservò la donna, attraversando il campo di battaglia e squadrando la ragazza.
-Non mi piace il disordine- rispose l'altra, rispondendo allo sguardo dei gelidi occhi color ghiaccio con uguale intensità; l' uomo era poco lontano, che lasciava il loro Marchio su un albero con un coltello che aveva alla cintola: una croce in mezzo a un cerchio a doppio bordo.
-Fatto- fece semplicemente, scavalcando una robusta gamba di demone come se fosse uno dei tanti tronchi sradicati e passando in una pozzanghera di sangue come se nulla fosse.
-Andiamo?-
-Sì, voglio lavarmi i vestiti, mi sono sporcata di sangue- la donna voltò le spalle alla carneficina e s'allontanò, lanciando un unico richiamo: -avanti Kohai, muoviamoci!-
La ragazza annuì, per poi voltarsi nuovamente verso il massacro; serrò le labbra, gli occhi che si facevano appena lucidi, sfiorando appena la Campana di freddo metallo aureo che aveva fissato alla vita.... "-*

Lo spettacolo in quell' istante era pari identico.
Ma le vittime non erano semplici demoni armati, ma anche donne, bambini, anziani: fatti a pezzi e poi lasciati lì. L'odore di morte era forte e asfissiante. Goku non aveva retto ed era andato dietro a un albero a vomitare, mentre Gojyo si era acceso una sigaretta, come se sperasse che l'odore del fumo mitigasse quello della morte; Hakkai e Sanzo non avevano avuto nessuna reazione, o se l'avevano avuta la mascheravano molto bene. Serina s'era aggirata in silenzio fra le vittime, non sentendo più nessuna emozione provenire da quei pezzi di carne.
Anche lei...
Anche lei...
Ripeteva nella sua testa quella cantilena, mentre quel ricordo non le dava tregua: anche lei aveva compiuto una carneficina simile, anni prima.
Anche lei...
Anche lei...
Anche lei aveva fatto a pezzi dei demoni, a volte fisicamente, altre volte squassando la loro psiche e la loro anima. E altre volte, ha incontrare un fato simile erano stati semplici esseri umani.
Anche lei...
Anche lei...
"No... Non volevo... Non sono stata io...
... Ma l' Altra..."
Si mosse silenziosa e agile fra i resti del massacro, raggiungendo infine l'unico tronco che era rimasto integro; cercò sulla corteccia, e poi lo vide: la croce in mezzo a un cerchio col doppio bordo.
Il Marchio...
"Ti prego, fà che siano lontani..."
-Direi che possiamo andare- la voce dietro di lei la fece sussultare: Hakkai era serio in volto, solo gli occhi tradivano tristezza, e forse disgusto.
-Non credo che questo sia il posto migliore dove sostare-
-Già- convenne piano la donna; il demone le tese una mano e lei gliela prese volentieri; aveva bisogno di un pò di conforto, in quel momento, anche se per questo si dava della stupida debole. Il ragazzo di certo pensava che Serina fosse semplicemente un donna turbata da quella carneficina...
... Lei invece era terrorizzata all'idea che loro fossero lì...
"Sono qui vicino..? Ti prego, ti prego, ti prego... Fai di no... Ti prego.."
A chi si rivolgeva, poi? A Dio? Al Buddha?
... Al Maestro?
Scrollò il capo e andò con Hakkai verso la jeep; Goku era già seduto, così come Sanzo, mentre Gojyo stava buttando la cicca di sigaretta; rivolse una veloce occhiata a Serina, mentre si metteva le mani in tasca -ci siamo tutti?-
-Sì, possiamo partire-
Il demone eretico teneva la testa bassa, come se temesse di vedere anche solo con la coda dell'occhio quel massacro; gentilmente, Serina posò una mano calda sulla sua. Anche se la dipendenza del demone verso il potere della donna s'era estinta, si era comunque formato un legame fra i due, che non poteva essere definito né come amore, né come amicizia; esisteva e basta, ed era forte.
Il demone alzò appena gli occhi, incrociando l' unico visibile di Serina, che sorrise appena, incoraggiante.
-Dovrebbe esserci un lago qui vicino, giusto Hakkai? Potremmo fermarci là, anche per sciacquare i vestiti...-
-Ehm, sì, perché no...- il demone al volante guardò prima la donna attraverso lo specchietto retrovisore, poi Sanzo, come a cercare conferma; il bonzo annuì, e il ragazzo gli fece cenno di aprire la cartina -dovremmo essere sulla strada giusta...-
-Qualunque posto è meglio di quel massacro- fece rabbioso Goku; togliendosi dal tocco di Serina serrò i pugni; la donna avvertì come una vampata di calore uscire dal corpo del ragazzo, espandersi e liquefare tutto ciò che aveva attorno.
Quanta rabbia...”
-Se solo... Sapessi chi è stato a fare una cosa simile... C'erano... Anche dei bambini...-
-Certi demoni non si fermano davanti a nulla- rispose asciutta Serina, mentre alzava gli occhi verso il panorama di fronte a loro -e non esiterebbero a uccidere anche il proprio migliore amico...- si accorse che anche lei serrava i pugni, le nocche erano diventate quasi bianche; scrollò le spalle, respirando piano, e voltandosi incrociò gli occhi di Gojyo; il ragazzo la guardava, probabilmente aveva notato le mani serrate per la rabbia della giovane donna.
-Era una di quelle cose che nessuno vorrebbe mai vedere...- commentò semplicemente il mezzo demone, e stava per aggiungere qualche commento per far colpo sulla donna quando lei lo interruppe:
-E voi viaggiate perché simili "cose" non accadano più, dico bene?- il rosso alzò le spalle -più o meno...- guardò verso Sanzo -... Tu che dici, signor "Caposquadra"? Cosa possiamo dire a questa bella signorina?-
-Noi ci stiamo solo dirigendo a Ovest- rispose freddo il biondo -non siamo i Paladini della Giustizia- Gojyo ritornò con lo sguardo a Serina, facendo un sorriso: -sentito il "Caposquadra"?- la donna guardò prima l'uno poi l'altro, l'occhio visibile che non lasciava trapelare alcuna emozione.
-Ho capito-.
Paladini della Giustizia...
... Erano mai davvero esistiti?

*-" -Sono gli uomini a dettar legge; la Giustizia è uno di quegli ideali che certi uomini seguono-
-Voi credete nella Giustizia, Maestro?- Katsuro rimase in silenzio, fissando la pioggia al di là del vetro... "-*

Serina si appoggiò pesantemente al sedile della jeep, chiudendo gli occhi sotto il sole; i pallidi raggi del mattino le scaldavano dolcemente il viso.
Di certo erano lontani, perché in giro non avvertiva la loro aura; di questo ne era praticamente certa.
Ma prima o poi...
Rivedeva ancora quella carneficina, rivedeva ancora tutto quel sangue; e fra le innumerevoli vittime vedeva una persona, una giovane donna in piedi, incurante dei corpi che la circondavano, che impugnava con freddi occhi vacui una campana dorata...
No... Io... Non sono più...”.
-Hai detto qualcosa?- chiese Goku, guardandola incuriosito; la donna aprì gli occhi di scatto, sorrise e scosse il capo -tranquillo, stavo solo parlando fra me e me...- il demone annuì poco convinto, e riprese la partita a carte con Gojyo.
Serina si rese conto che doveva essersi addormentata senza accorgersene, perché il paesaggio era cambiato, e la macchia d'alberi che aveva visto all'orizzonte era ormai vicina; l'odore di morte, sangue e putrefazione si era quasi del tutto estinto, resisteva solo un pò sui loro abiti.
-Eccoci, era questo il lago che diceva Serina, giusto?- Hakkai frenò, indicando il piccolo specchio d'acqua che s'apriva davanti a loro, circondato da alberi e erba.
-Finalmente, non resistevo più con 'sta puzza addosso!-
-Ah, ma non è il tuo odore naturale?-
-Credi di essere divertente, stupido kappa?-
-Che hai detto?! Prova a ripetere!-
-Finitela!!!-
Serina oltrepassò tranquilla Goku, Gojyo e Sanzo, ormai abituata alle loro litigate, e raggiunse Hakkai sul bordo del lago; il demone s'era tolto la maglia sporca di sangue e stava entrando nell'acqua.
-Non mi è venuto in mente...- fece lui, improvvisamente imbarazzato -... Tu di sicuro vorrai lavarti, ma...- indicò con lo sguardo i tre ragazzi dietro Serina, che rise e scrollò le spalle -credo che andò dietro a quelle piante laggiù!-
-Non dovrebbero esserci demoni in giro, ma fa attenzione-
-Certo, non preoccuparti- la donna prese la propria sacca da viaggio e s'incamminò; dopo qualche minuto fu scomparsa dietro a degli alberi e gli altri tre ragazzi avevano raggiunto Hakkai.
-Serina?- chiese Gojyo, lasciando cadere la maglia sull' erba.
-E' andata laggiù, dietro a quelle piante per lavarsi-
-Ah bene, allora...- fece tranquillo il mezzo demone incamminandosi...
-Non ci provare maledetto!-
-Non farti sempre riconoscere, razza di stupido kappa erotomane!-
Goku balzò addosso a Gojyo, buttandolo in acqua ancora con i jeans addosso, mentre Sanzo lo colpiva in pieno l' harisen, il tutto sollevando spruzzi.
-Ma siete impazziti tutti e due?!- fu l' unica cosa che riuscì a dire il mezzo demone, prima di cominciare a dimenarsi in acqua, memore del fatto che non era capace a nuotare.
Serina sentiva abbastanza vicini gli schiamazzi dei ragazzi, e rise; immersa nell' acqua fredda del lago fino al collo, cercò di vedere oltre la barriera di giunchi che la proteggevano dagli sguardi, ma vide solo un gruppo di colline a Nord.
Chiuse gli occhi e prese fiato, immergendo la testa sott'acqua; bollicine d' ossigeno s'agitarono attorno al suo viso, salendo in superficie; avvertì immediatamente freddo, ma non tornò su. Sentiva il rumore dell'acqua, del sangue che pulsava forte nelle orecchie; sentì i capelli che ondeggiavano attorno al suo viso; per lunghi istanti sembrò che il tempo si fosse fermato.
Così... Così, come se il tempo non esistesse affatto...
Così... Così, come se ci fosse solo lei al mondo....
Così... Così...
Poi un movimento, fuori dall'acqua, vicino a lei; passi, forse, l'odore che tanto conosceva...
Tornò su di scatto, guardando veloce i cespugli e gli alberi.
Nulla.
Che si fosse sbagliata?
Ma quell' odore...
Tutto era silenzioso e immobile attorno e lei, e Serina si rilassò. Doveva essersi sbagliata.
Prese un' avida boccata d'aria fresca, che le gelò i polmoni; tossì e guardò in alto, vedendo un banco di nubi che aveva oscurato il sole. Si tirò indietro i capelli bagnati, e cercò di farsi caldo stringendosi le braccia attorno al corpo; sentiva ancora le voci dei ragazzi, ma dovevano essere tornati su.
Erano lontani, e c'erano solo loro là attorno.
Era stata una sua falsa impressione.
Solo una falsa impressione.
Uscì dall'acqua, avvolgendosi nell' asciugamano che aveva appeso a un ramo, cercando di scaldarsi.
"Non può essere qui... Certo, loro sono vicini, ma lui... Non viaggia mai con loro...”.
Ma non poteva esserne sicura.
Maledizione..."
-Serina! Stai bene?- l' urlo di Goku le fece quasi fare un balzo.
-Sì... Sì, sto bene!- esclamò, vestendosi in fretta; aveva lavato i pantaloni, la maglia e le scarpe, che avrebbero impiegato tutta la notte ad asciugarsi; indossò in fretta un paio di jeans e un' ampia maglia di lana nera traforata; raccolse i capelli ancora umidi sulla nuca con una pinza e raggiunse in fretta i ragazzi.
-Che freddo che è venuto all' improvviso!- esclamò cordiale, sedendosi sull' erba accanto e Gojyo e a Goku; Sanzo leggeva il giornale e Hakkai stava stendendo sui rami i loro vestiti perché asciugassero.
-E' scesa in fretta la sera- concordò il demone dagli occhi verdi -ma un freddo così...-
Goku starnutì rumorosamente e Gojyo tirò su col naso.
-Soffiatelo-
-Mica sei mia madre, bonzo!-
-Tira di nuovo su così rumorosamente e sarà l'ultima cosa che farai-
-Cosa?!-
-Ragazzi, andiamo...- li riprese bonario Hakkai, accendendo un fuoco e sedendosi sull' erba umida -adesso ceniamo con calma ed evitate di uccidervi a vicenda!-
-Io e Hakuryu abbiamo pescato!- informò Goku Serina, che gli sorrise -siete stati bravi!- Hakuryu richiamò l'attenzione della donna con grido, e le svolazzò attorno; poi ebbe come un brivido e planò accanto al fuoco.
-Anche lui sente freddo come noi- osservò placido Hakkai; Serina annuì, guardando il draghetto bianco -già, ora c'è freddo...-
E un improvviso ricordo le folgorò la mente...

*-" Al suo arrivo fu come se l'aria si fosse gelata.
L' uomo, che era senza maglia, rabbrividì, mentre la donna e Kohai si strinsero la giacca al petto e l'allacciarono sino in cima.
-Ecco la cosa fastidiosa di Kiro- sbottò la donna -ogni volta che arriva congela l'ambiente...-
-E non è un modo di dire- rispose una voce allegra attraverso la nebbia.
-Lui ha il potere di creare l' illusione, dentro di noi, dell'inverno- spiegò la donna all'orecchio della ragazza...
-Interessante- mormorò in risposta Kohai, senza aggiungere altro. "-*

Serina s' alzò di scatto, e Hakkai la guardò incuriosito -che succede?-
La donna si guardò attorno, ogni ombra, ogni albero, ogni cespuglio; freddo, ovunque, ed era arrivato improvviso, neanche il fuoco pareva dissiparlo...
"Kiro...".
-Ehm, no, niente- risedette accanto a Goku e sorrise -mi era sembrato... Di aver visto qualcosa. Ma mi ero sbagliata-
Hakkai passò una trota a ciascuno dei ragazzi, mentre la donna si mordeva pensosa un labbro.
"Perché Kiro è qui?".
Attese fino a mezzanotte.
Tutti s'erano addormentati, Goku e Gojyo russavano pacifici, Hakkai e Sanzo risposavano silenziosi; Serina si tirò in piedi, senza fare il minimo rumore come sempre, e s'allontanò verso la zona nascosta dai giunchi dove s'era immersa quel pomeriggio; la luna era quasi piena, si rifletteva tremolante sulla superficie fredda del lago, circondata dalla nuvole.
Il buio e il silenzio della notte erano densi e sembravano vincere su tutto...
Era un buio profondo, un bambino avrebbe pianto di paura...
Forse anche un adulto...
Serina sorrise amaramente fra sè e sè; il suo Buio, la casa del suo Incubo Perenne, era molto, molto peggio...
Il suo Buio... Era freddo e terribile come il gelo della morte...

*-" -Promettimelo... Promettimelo...- il sussurro di Katsuro divenne sempre più roco e fievole, mentre la ragazzina teneva stretta la mano dell' uomo, sempre più stretta, anche quando questa divenne fredda e rigida, priva del soffio della vita... "-*

Deglutì a vuoto e procedette, immergendosi nella macchia d'alberi; il freddo sembrava aumentare d'intensità, per questo era certa della direzione che aveva preso...
-Come quando dici "Fuocherello" o "Fuochino" a qualcuno che cerca qualcosa...- mormorò quasi divertita la donna.
-Sì, ma Fuocherello non è per niente appropriato- rispose una voce alle sue spalle; Serina si voltò di scatto, trovandosi di fronte a un demone.
-No, per niente Kiro- concordò.
L' uomo sorrise. Non era troppo alto, me era longilineo e snello come un danzatore; i capelli biondi scendevano ondulati e fitti fino alle spalle, e gli occhi rossi erano truccati leggermente di verde. Serina fece una smorfia, che la imbruttì visibilmente; per un attimo, sembrò un'altra persona, e anche il demone sembrò accorgersene.

"L' Altra... C' è sempre...".

-Non hai ancora perso questa cattiva abitudine di truccarti?- disse poi lei, per spezzare la tensione.
Il demone sorrise e scosse il capo -trovo che il verde mi doni molto- sedette tranquillo su un sasso, e questo all' istante si coprì di un sottile strato di brina gelida. La guardò, in apparenza pacifico.
-Sai che loro sono qui, vero?- poi sembrò sentire il dovere di aggiungere: -intendo... Qui in zona, non accanto a noi...-
-Sì, l'avevo capito- lo interruppe Serina; Kiro era un demone incredibilmente logorroico, se lasciato a ruota libera -e sì, so che sono... "In zona"-
Kiro inclinò il capo, i capelli seguirono docili il suo movimento, e poi disse tranquillo: -ti donano i capelli corti, sai? L'ultima volta che ti ho vista...- si indicò un fianco -... Li avevi lunghi fin qui, se non erro. E avevi l' abitudine di truccarti veramente tanto gli occhi...-
-Kiro, smettila di tirar fuori argomenti così stupidi- lo interruppe la donna, appoggiandosi a un tronco e incrociando le braccia -sai che vuol dire se loro sono qui intorno?-
-Vendetta- sibilò il demone, facendo una voce agghiacciante, ma troppo drammatica; rise della sua stessa imitazione e batté le mani a sè stesso. Serina si morse il labbro inferiore, tentata di tirare un pugno al demone che le stava davanti.
Lui sembrò non notarlo: -comunque... Sì, so cosa vogliono. Da me e da te. E tu ci sei proprio appoggiata-
Serina si voltò di scatto e guardò il tronco; la croce col doppio cerchio era incisa sul legno vivo.
-Non esiste tregua per noi, vero?- sussurrò, con tono stanco. Kiro s'alzò in piedi e s'allontanò di qualche passo.
Per la prima volta parlò seriamente: -no. E più cerchiamo di cambiare, tanto peggio sarà. Perché noi non possiamo cambiare-
-E invece sì- sussurrò con veemenza Serina -io l'ho fatto. Io non sono più un'assassina.- il demone la guardò, e sembrò divertito dalla rabbia che affiorava negli occhi della donna. Infine alzò le spalle -bé, pensala come vuoi. Ci vediamo- s'allontanò di qualche metro, e senza quasi voltarsi aggiunse: -posso chiederti una cosa, Kohai?:- calcò sul nome: -dove andrai, se nessuno è in grado di salvarti da te stessa?-
Serina sorrise con gelida ironia -ho sempre apprezzato le tue perle di saggezza- Kiro scoppiò a ridere, e in una folata di vento gelido scomparve. Nel silenzio della notte aleggiò ancora per qualche istante il suo sussurro: -salutami tanto... I tuoi Tre Compagni-
La donna abbassò il capo -non mancherò; loro sono sempre con me. Come la Follia è sempre con te- e s'incamminò verso l'accampamento.
Tutto era tranquillo come l' aveva lasciato...
-E allora?- la voce di Sanzo la fece voltare di scatto; il bonzo era seduto dove la donna l'aveva lasciato, gli occhi aperti e vigili. Non era mai stato realmente addormentato. Goku nel sonno s'era tolto la coperta, visto che, una volta andatosene Kiro, la temperatura era tornata normale.
-Come al solito... Non riesco a dormire- disse piano Serina, non volendo svegliare gli altri; sorrise cordiale al monaco, che la fissò ancora per qualche secondo.
-Gli altri potranno anche essere degli imbecilli, ma io non lo sono-
Serina smise di colpo di sorridere, e abbassò lo sguardo, sentendosi ancora addosso gli occhi viola e freddi del biondo. Non aveva senso mentire a uno come lui.
-La redenzione... E' molto difficile da ottenere- mormorò infine, scrollando le spalle; guardò verso Sanzo, sentendosi improvvisamente stanca -viaggiando con me, vi tirate addosso altri guai.... E' questo...-
La voce acquistò potenza; più parlava e più Serina si sentiva... Infuriata con quei quattro, anche se non sapeva perché.
Lo faccio solo per proteggerli...”.
-... E' questo, che non capisco di voi- scosse il capo, incredula -perché mi permettete di stare qui?!-
-Perché non si lascia sola una bella donna e sfidare il mondo- Gojyo si tirò a sedere e fece un sorriso malizioso a Serina -è più forte di noi, siamo dei gentleman-.
-E perché sarebbe scortese lasciare a piedi un' ospite così cortese- aggiunse Hakkai, con il suo solito sorriso serafico.
-Se la scimmia fosse sveglia, ti direbbe più o meno la stessa cosa- concluse Gojyo, indicando Goku che russava pacifico; la donna tacque e lo guardò, mentre sentiva qualcosa che le scaldava, anche se per pochi e rari istanti, il cuore.
Come quando Katsuro era ancora in vita...
-E a me di te come di chiunque altro me ne importa meno di zero, finché non ti intrometti nella mia vita- aggiunse laconico Sanzo -e ora dormite, razza di stupidi, o vi farò tacere personalmente- e chiuse gli occhi senza degnare di un'altra occhiata la donna.
Gojyo s' avvicinò e tolse la pinza a Serina; i capelli ricaddero asciutti e lisci sino a metà collo di lei, che si voltò verso il rosso, come chiedere altre spiegazioni.
-Tutto qui- fece invece lui, tranquillo. La ragazza di fronte a lui abbassò il capo -allora... Grazie-
-Se vuoi ringraziarmi davvero...-
-Dormi kappa erotomane, o ti apro un terzo occhio in fronte!-
Gojyo fece una smorfia verso Sanzo, mentre Serina scoppiava a ridere e si infilava nel sacco a pelo, accanto a Goku -allora... buonanotte- lo salutò educatamente, troncando ogni discorso.
Il rosso si arrese e si rimise a dormire.

****

-E quindi? Vorresti andare da Kohai e prendere la Campana?-
Due occhi azzurri guardarono l' uomo come se avessero davanti un idiota -e a cosa potrebbe mai servirci?-
-Ricordi che una volta aveva abbattuto trenta demoni in un colpo solo?-
L' uomo si alzò dalla sedia dove si era lasciato pesantemente cadere e raggiunse la donna -vuoi raggiungere Kohai solo per riaverla indietro?-
L' interpellata si voltò; gli occhi rilucevano nella penombra e sulla pelle d' ebano della donna scivolava tutta la luce che entrava dalla finestra.
-... Certo- sorrise, un sorriso storto e maligno -l' ultima volta che ci siamo incontrati mi ha lasciato questa...- si slacciò in parte l' abito bianco e mostrò una lunga cicatrice sopra il seno sinistro -... E voglio ripagarla-
L' uomo fece uno sbuffo -e io che pensavo che volessi finire quel discorso che avevi iniziato... Mi ero divertito a vedervi...-
-Taci o ti taglio la lingua- la donna s' allontanò e sedette sul balcone, accavallando la gamba destra; il vestito si spostò così che lo spacco rivelasse completamente la gamba, dalla caviglia che usciva dallo stivale sino alla coscia.
-Cerchi di irretire qualche passante?- la prese in giro l' uomo -hai fame?-
-No, stavo solo pensando- la donna fece uno sbuffo -sei solo tu che vedo il sesso ovunque, Turibo-
-Oh, chiedo scusa, allora- l' uomo fece un inchino e ghignò -allora cerchiamo di raggiungere la piccola Kohai, ovunque sia, e.... Vendichiamoci. Perché è solo questo che vuoi da lei, dico bene?- il ghignò s'allargò -e sono solo io che vedo il sesso ovunque... Giusto, Electra?-
La donna lo guardò -se non fosse per il Clan giuro che ti ucciderei senza esitare; sei davvero un insopportabile imbecille-

****

" Nevicava piano, ma con insistenza. Una morbida e fredda coltre bianca aveva tinto di una mano immacolata gli alberi, l' erba, i sassi, i tetti e la pagoda del tempio.
Serina si mosse silenziosa e tranquilla, capendo che quello era solo un sogno; il sole era pallido nel cielo azzurro, la neve malleabile e gelida sotto i suoi passi; fermandosi e guardandosi, s'accorse che era ritornata ragazzina.
Doveva avere quindici o sedici anni, il suo corpo era quasi del tutto formato, anche se era ancora un pò bassa. I capelli erano lunghi sin sotto le spalle, castani, pieni di riflessi color miele; sopra gli abiti del tempio aveva allacciato stretta una mantella di lana azzurra che arrivava sino alle caviglie, bordata di pelliccia bianca, e portava dei pesanti stivali foderati: erano un regalo del Maestro per il suo compleanno, che si era da poco festeggiato, il due di Marzo.
Serina ricordava perfettamente tutti i giorni che aveva vissuto dall' inizio della vita al tempio, come se fosse stato ieri.
Camminava nel cortile innevato tranquilla, non incontrando nessuno; nella mente la stessa melodia al pianoforte che aveva già sentito, in un sogno precedente.
All' improvviso, una porta di bambù degli appartamenti interni dei monaci s'aprì; Serina si voltò, trovandosi di fronte a Katsuro Shirogawa, avvolto in un mantello rosso sangue bordato di pelliccia scura e lucida, sul quale cadeva come una riga d'inchiostro la treccia nera dei capelli.
Serina sentì qualcosa di caldo che le fece ribollire il sangue e battere più forte il cuore, sorrise e corse verso l' uomo, che però la bloccò con un gesto della mano. La ragazzina che Serina era stata guardò implorante il Maestro; lei voleva, voleva assolutamente riabbracciarlo...
Almeno una volta...
Un' ultima volta...
Ma Katsuro la guardò, con un' espressione sconsolata sul volto, e Serina aggrottò le sopracciglia.
-Credi sia finita?- "

Serina spalancò gli occhi di scatto, trovandosi davanti il cielo terso della mattina.
-Incubo?- Gojyo le tese la mano per aiutarla ad alzarsi, e fece un sorrisetto: -se ieri notte mi stavi a sentire, di sicuro di incubi non ne avevi...-
-Finiscilaaaa!!!- Goku saltò addosso al rosso, buttandolo per terra; i due cominciarono a darsele di santa ragione, mentre Hakkai raggiungeva Serina. -Buon giorno! Per fortuna oggi c'è più caldo di ieri sera!- la salutò gentilmente, ignorando i due ai suoi piedi che rotolavano per terra tirandosi pugni.
La donna rispose al sorriso -già! Ti do una mano a raccogliere i bagagli?-
-Grazie, sei molto gentile- i due ragazzi caricarono tutto sulla jeep mentre Sanzo, riportando all' ordine Gojyo e Goku con due colpi ben assestati di harisen, li trascinava verso Hakuryu. -Muovetevi, coppia di imbecilli!!-
Serina li guardò e sorrise fra sè e sè; il sole caldo sopra di lei non era pallido e debole come quello del sogno, ma forte, vivo, pieno di energia e calore.
"Credi che sia finita?".
Il Maestro l' aveva guardata sconsolato, come se la stesse aspettando, e lei non fosse ancora pronta.
Ma cosa aveva da fare, ancora, in quel mondo?
Custodire la campana? ... Che senso aveva mai, custodire un oggetto tale, dotato di una propria volontà, di una propria forza?
Lei non aveva parenti, amici, o un marito o figli che l' aspettavano da qualche parte; tutta la sua famiglia in ventitrè anni di vita era stata Katsuro Shirogawa, e... Un famiglio(1)*.
Ed entrambi l' avevano lasciata; quindi, cosa aveva ancora da fare in quel mondo?
Serina si morse un labbro, come faceva da piccola per trattenere le lacrime, e respirò a fondo l'aria inebriata di fiori.
-Oggi dovremo evitare le fermate intermedie- annunciò Hakkai, mentre Hakuryu ripartiva veloce e abbandonava la radura e il lago -la prossima città dista parecchie ore, e abbiamo praticamente finito le provviste-
-E io mi rifiuto di digiunare- aggiunse Goku, laconico; Gojyo sbuffò -sai che novità, per una scimmia come te-
-Che hai detto, prova a ripeterlo!-
-Quanto volte vuoi, scimmia!-
-Finitela!!!-
Serina chiuse gli occhi e si addormentò in un sonno profondo e senza sogni.


*** Note di fine Capitolo ***

(1)* : un famiglio è l' animale protettore di una famiglia, che secondo certe tradizioni dota il proprio padrone di diversi poteri magici.


  • Angolo dell' Autrice -

Siamo ormai al quinto capitolo! Lo considero un buon risultato... Anche perché l' ispirazione non mi ha ancora abbandonata, per cui c' è speranza di superare il sesto... XD
Ma se ciò è possibile è anche grazie a tutti coloro che leggono la fic... Ma soprattutto a coloro che la commentano!!!

Yui_chan i tuoi complimenti mi stordiscono!!! XDD Lo so, effettivamente, lì per lì, Serina non è particolarmente simpatico come personaggio, però poi recupera... Più che altro cercavo di renderla una donna forte, capace di badare a sé stessa, senza sacrificare la sua femminilità...

Blackygrace sei ufficialmente nel gruppo che ha trovato “puccioso” Goku nell' ultimo capitolo!!! XD e il bello è che me lo dico anche da sola... Grazie anche a te per i commenti e i complimenti...

Akira95 sono contenta che la storia ti coinvolga... Sì, in effetti cerco di ricordarmi di fare il controllo ortografico ad ogni capitolo, perché so bene quanto possa dare fastidio un testo pieno di errori..! :D

E con questo ho concluso... Al prossimo capitolo! ^_^

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Capitolo 6
*** Il Passato 1: Un' orfana ***


Capitolo 6 U'sR I' m back!!! Nota di un' autrice piuttosto euforica... E senza una particolare ragione.
Anyway, da questo capitolo si comincia a fare un po' di chiarezza sul passato della nostra Serina\Kohai... Chiedo perdono se questo primo flash-back a qualcuno sembrerà un po' lento o lungo, ma fatevi forza... Su, che ci sono anche quei simpaticoni di Ukoku e Komyo Sanzo!
Prima di procedere, ci tengo a ringraziare le fedelissime che continuano a leggere, capitolo dopo capitolo...
Yui_chan: lo so, è difficile capire la vera indole di Kiro!! XD Ma è il personaggio che dev' essere così... Prossimamente riapparirà, anche se neanch' io so bene come e quando... Sul significato del nome devo crederti sulla parola, perché non lo so neanch' io!!! XDDD

Blackygrace: nooo, metti del ghiaccio sull' occhio!!! XD sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto..! Grazie per i complimenti, spero che anche questo capitolo ti piaccia!

Akira95: l' ispirazione continua ad esserci, fortunatamente! Sono contenta che ti piacciano le litigate fra Gojyo e Goku, la cosa più difficile nello scrivere una FF è riproporre situazioni già presentate dall' autrice, facendo in modo che non siano noiose...

Un ulteriore ringraziamento a rikachan92, che si sta rileggendo tutti questi capitoli!!!
Un bacione e buona lettura!!!
Lyam




-6-

-Kohai! Kohai! Santo cielo, ma si può sapere dove va sempre a nascondersi quella mocciosa?! KOHAI!!!-
Una donna di corporatura grossa e vestita con un abito tradizionale logoro e vecchio attraversò la grande stanza delle preghiere, deserta a quell' ora, e si buttò nel corridoio principale, gridando a gran voce.
La bambina si affacciò dalla grossa statua del Buddha dietro alla quale si era nascosta, e fece una linguaccia all' ombra della donna che andava svanendo.
Che stupida, si era dimenticata di guardare nel posto più ovvio.
E poi, non sopportava che si dicesse il suo nome con leggerezza.
Quell' uomo ci aveva pensato su con con molta dedizione, prima di chiamarla così. Doveva essere un nome importante.
Non bisognava usarlo quando non serviva.
Kohai.
Le piaceva molto quel nome.
La bambina guardò i fiori rosa e bianchi freschi, appena messi nei vasi accanto alla statua, e le sembrò di averli già visti. Erano i fiori che a sua madre piacevano tanto...
... O piacevano a suo padre? Oppure a lei?
Non ricordava. Secondo quell' uomo era normale, per colpa dello shock subito, che avesse dimenticato i primi quattro anni di vita.

Il suo villaggio era stato attaccato da dei briganti, le avevano detto. Sua madre l' aveva fatta fuggire per le foreste a Nord attraverso le quali, sapeva, avrebbe raggiunto il tempio di Basyo Koori(1)*, e sarebbe stata al sicuro. Il suo villaggio era stato distrutto, tutti gli abitanti uccisi.
Era orfana.
Aveva corso disperatamente, era l' unica cosa che ricordava, col terrore che i banditi fossero dietro di lei, le armi sguainate, pronti a ucciderla o a riservarle una sorte peggiore.
Poi finalmente aveva visto le imponenti e sicure mura di legno massiccio, il grande portone ricco di fregi e scritte dipinte con l' inchiostro rosso e nero; aveva aperto un poco l' uscio ed era entrata.
Il cortile principale del Basyo Koori, il tempio più vicino al suo villaggio, che sorgeva in cima a una collina, era largo e arioso, con piante basse e curate che lo abbellivano.
I monaci andavano avanti e indietro con calma, alcuni portando vassoi, altri conversando fra loro. La piccola era sgattaiolata all' interno e si nascose dietro a un cespuglio, decisa a studiare la situazione prima di fare qualsiasi cosa...
-Ehi, tu! Perché non sei a lezione?!- prima che la bambina potesse capire da dove veniva la voce, qualcuno l' aveva afferrata da dietro per il corto abito logoro e la teneva a mezz' aria; un bonzo pelato, dal volto allungato e un naso aquilino le stava urlando contro, e lei capiva la metà di ciò che le stava dicendo.
Con una mano la teneva saldamente, con l'altra impugnava un grosso bastone di legno, che agitava come se si stesse trattenendo dal colpirla.
Poi s' era alzata un'altra voce: -mettila giù, Migo! Non vedi che è una nuova?- un altro monaco, più giovane, con una lanugine scura che ancora copriva la testa e il mento si era avvicinato, apparentemente annoiato.
Il bonzo che la teneva l' aveva lasciata cadere a terra con forza, tanto che la bambina si era sbucciata le ginocchia e si era morsa il labbro per non piangere. Il monaco la guardava con quasi più disprezzo di prima.
-Ancora un altro vagabondo?! Basta, vattene via, ne abbiam già fin troppi qui!-
-Ma dai, lasciala entrare. E' solo una bambina, non vedi?-
-Bambina o non bambina chissene frega! Solo un altro mendicante..!- il sacerdote aveva alzato il bastone e stava per colpirla, quando una voce aveva sovrastato tutti gli altri rumori.
-Che cosa succede qui?-
I due sacerdoti avevano fatto quasi un balzo nell' udire quella voce, e avevano rivolto un profondo inchino all'uomo che era appena comparso.
-Ci perdoni, Venerabile Katsuro!- aveva esclamato il primo sacerdote -noi...-
-Quella bimba? E' un'altra vittima dei demoni?- l' uomo s' era avvicinato, e i due bonzi avevano lasciato spazio al sacerdote, mentre la bambina era indietreggiata, lo sguardo fisso a terra.
-Guardami, piccola- l' ordine era stato perentorio, la voce del monaco molto calda e bassa, impossibile resistergli. La bambina aveva alzato gli occhi, incrociando due grandi iridi nere come pece, sfumate di viola.
E per un attimo, un pensiero di lui le aveva invaso la mente...
"Forse finalmente ti ho trovata, Piccola Chimera..."
La bambina, spaurita, aveva scosso con energia la testa.
No, non doveva ricominciare con quel gioco. La mamma gliel' aveva proibito.
Sì, gliel' aveva detto giusto qualche giorno prima, che non bisognava leggere i pensieri degli altri...
....
....
... Cosa le aveva detto più?
Com' era la voce della mamma?
E il suo volto?
... Non ricordava....
Non ricordava nulla.
Non ricordava neppure il proprio nome!
L' uomo era sembrato accorgersi dell' improvviso terrore della bambina, perché le aveva posato una mano sul capo e le aveva accarezzato i capelli in disordine come per rassicurarla. Poi aveva guardato i due novizi.
-Prendo quest' orfanella con me; dirò alle schiave di pulirla e vestirla come si conviene a un tempio e resterà qui finché non avremo trovato una sistemazione migliore per lei- li aveva informati con calma.
I due bonzi si erano scambiati un' occhiata quasi di disgusto, e quello col naso aquilino aveva cercato di dire qualcosa: -ma... Venerabile Maestro... Quella è una... Bambina...-
-E' un' orfana, e non ha un posto dove rifugiarsi- lo aveva interrotto l' uomo; la voce non s' alzava mai di tono, restava calma, ma era sempre decisa e quasi tagliente -la terrò con me, e basta. Altro da dire, Migo?-
L' interpellato aveva infine chiuso la bocca -no... Maestro...-
-Bene, allora mi congedo da voi. E... Migo, butta quel bastone- l' uomo aveva teso la mano grande e bianca alla bimba, sorridendole appena -andiamo?-
Dopo un attimo di incertezza, la piccola aveva annuito e si era lasciata condurre docile all' interno del tempio.

Kohai scosse il capo e ritornò alla realtà. Dal giorno che era stata accolta al tempio era trascorsa una settimana. L' uomo l' aveva affidata alle cure della donna corpulenta e rubiconda che in quel momento la stava cercando per tutto il vasto tempio, e con un mezzo sorriso s' era congedato. Prima però aveva detto che sarebbe stato meglio darle un nome, quantomeno provvisorio, in attesa che la bambina ricordasse il proprio.
E allora l' aveva chiamata Kohai.
La piccola non sapeva cosa volesse dire, ma il nome le piaceva molto; e poi quell' uomo sembrava così soddisfatto della decisione presa...
... In effetti era per lui, se spesso scappava dalle sue stanze, si nascondeva dalla sua "guardiana" per così dire, e vagava per l' immenso tempio di Basyo Koori; per rivedere quell' uomo. Non s' era più presentato nella sua stanza, non l' aveva più visto.
E, con sua grande sorpresa, le mancava.
Tantissimo.
D' altronde, era l' unico che le aveva teso la mano quando s' era ritrovata sola; abbandonata da tutto e da tutti, senza un ricordo nella testa.
Era stato lui e raccontarle come i briganti avevano attaccato il villaggio vicino, e che quindi lei doveva essere una fuggitiva, l' unica sopravvissuta. La bambina aveva pianto nel sentire quella storia, senza neanche mettere in discussione il racconto dell' uomo.
Così da una settimana a questa parte, la piccola Kohai l' aveva cercato in ogni stanza del tempio, fin dove riusciva ad arrivare, nascondendosi dalle serve e dai monaci; non riusciva a cercare in ogni singolo cortile interno dell' edificio, perché erano troppi e troppo estesi, per cui si doveva accontentare di una veloce occhiata dalle finestre; una volta aveva visto dei bambini, poco più grandi di lei, che in file di sei si allenavano in un cortile deserto con dei bastoni di legno.
Lei era rimasta stupita: non aveva mai pensato che vi fossero altri bambini nel tempio. Quando aveva chiesto spiegazioni alla serva che doveva badare a lei, questa le aveva risposto che venivano scelti dodici bambini, maschi, dai villaggi vicini e venivano educati e istruiti al tempio. I parametri per essere scelti, li conosceva solo il Venerabile Maestro.
In capo a qualche giorno Kohai aveva imparato che il "Venerabile Maestro" era quell' uomo, l' unico monaco nell' intero tempio ad avere capelli, ecco cosa aveva subito pensato col suo spirito d' osservazione di bimba.
Lunghi e scuri, che teneva legati in una treccia tenuta su un lato del corpo, e che si fermava poco sopra il cuore. Aveva memorizzato ogni particolare di lui, che ben presto era diventata la sua ossessione, l' unico motivo per il quale la bambina trascorreva le sue giornate a correre per il tempio a cercarlo; per avere quattro anni era una bimba vispa e brillante, avevano detto tutti. Sapeva leggere e scrivere perfettamente, aveva una grande memoria visiva.
-Se non fosse per il tuo aspetto, avrei giurato che avessi almeno sette, otto anni- aveva convenuto la donna a cui era stata affidata il primo giorno al tempio, mentre le districava i nodi che aveva nei capelli, strappando strilli alla piccola -o su, un pò di autocontrollo! Non ti sto mica squartando sai? Ringrazia il Maestro Shirogawa, che ti ha concesso addirittura una serva che si occupi di te...-
Kohai aveva drizzato le orecchie; la donna aveva detto un nome.
Shirogawa...
... Era così che si chiamava quell' uomo?
Lei allora cercava Shirogawa....
Ma di lui nel tempio non c' era traccia.
Dopo aver ancora una volta vagato per i corridoi silenziosi, Kohai sedette sul gradino della porta che scorrevole che dava a uno dei cortili interni.
"Ma dove sarà andato...?"
-Ehi, ma tu sei una bambina!-
Kohai si voltò di scatto e guardò diffidente il monaco che le stava davanti: anche lui era pelato, ma dei corti e cespugliosi baffi grigio-argento, simili a un cespuglio, gli coprivano tutta la bocca. Aveva un viso piccolo e dagli occhi neri e luminosi, ingigantiti da degli occhiali rotondi. Da primo acchito sembrava innocuo, ma la piccola preferiva stare in guardia.
-Chi... Chi siete?- chiese piano; il monaco sedette dov' era lei prima (Kohai s' era tirata in piedi al suo arrivo), e prese dalla tasca del largo kimono grigio una pipa; l' accese e prese una boccata di fumo.
-Sono un amico di Shirogawa, il custode di questa parte del tempio, l' Ala Sud-
-Ala Sud....-
Gli occhi gentili e semi coperti da cespugliose sopracciglia del monaco la guardarono senza essere severi né cattivi -Shirogawa ti ha dato una camera nell' Ala Ovest; cosa sei venuta a fare fin quaggiù?-
L' interpellata rimase zitta, guardando per terra la ghiaia del cortile, mentre il bonzo ridacchiava appena: -tranquilla, piccola, non lo dirò a nessuno...-.
-Io... Cercavo il signor... Shirogawa...- mormorò con voce quasi nulla la piccola; aveva parlato così piano che era certa che l' uomo non l' avesse sentita, e invece, dopo aver tirato un' altra boccata di fumo, rispose: -bé, piccina, ti è andata male; Shirogawa non è qui-
Per un attimo il cuore di Kohai si fermò.
Come non era lì?!
Ma non viveva nel Basyo Koori?
Dov' era andato?!
Se n'era andato... Per sempre?!
Kohai fece per correre via (ma dove poi? Dove poteva rifugiarsi?), ma il bonzo la fermò prendendola delicatamente per il polso, col timore quasi di farle male -frena i cavalli, piccolina! Cos' hai capito? Shirogawa ha lasciato il tempio sei giorni fa, ormai dovrà essere sulla via del ritorno!-
La bambina smise di agitarsi per scappare e guardò sgranando gli occhi castani l' uomo.
Shirogawa... sulla via del ritorno?!
-Lui... Tornerà?- bisbigliò con un filo di voce la bambina; l' interpellato sorrise, mettendo in mostra i denti affilati e bianchissimi, simili a quelli di un lupo.
-Ma certo, signorina! Il Koori è suo! Vorrei anche vedere se non torna!- si risedette e gettò un pò di cenere della pipa per terra, poi sorrise alla bambina. Kohai fu certa che non avrebbe mai avuto paura di quell' uomo. Gli si sedette a fianco, e dopo qualche minuto di silenzio, chiese sottovoce: -Ehm, tu... Come ti chiami?-
Altra boccata di fumo, poi l' interpellato rispose: -Figaro. Figaro Moji. Tu puoi chiamarmi Zio Fi-
-Io...- sussurrò allora la bambina -... Mi chiamo Kohai-
Seguì il silenzio, poi Figaro domandò: -te l' ha dato Shirogawa questo nome, vero?-
-Sì- bisbigliò in risposta la piccola.
L' uomo annuì -me l' aspettavo- ma non aggiunse altro.
-Senti, Fi... Zio Fi, perché... Il signor Shirogawa se n' è andato per sei giorni?-
L' interpellato prese una boccata di fumo e rispose: -è morto un monaco suo amico molto famoso, e ha deciso di prendere parte ai funerali... Poi, è anche dovuto andare a rendere omaggio al successore do quel monaco-
-Chi è morto? E in che senso "successore"? E dove si sono tenuti i funerali?- chiese la bimba; Figaro scoppiò a ridere: -ehi, una domanda alla volta! Certo che quando prendi il via hai una parlantina!- Kohai arrossì, e l' uomo le arruffò capelli con allegria, poi rispose:
-Nella casta dei monaci ci sono diversi "gradi" di importanza, sai? Il massimo grado è quello dei "Sanzo"... Loro sono la crème de la crème, diciamo, capisci no?- Kohai fece cenno di sì con la testa, e Figaro riprese: -ecco, e di Sanzo al mondo ce ne sono cinque, sparsi un pò per tutto l' Oriente. Quasi una settimana fa, è morto Godai Sanzo, un buon amico del signor Shirogawa; sai, era stato suo allievo, ed erano sempre rimasti in contatto-
-Com' è.... Morto?. chiese piano Kohai; la risposta di Figaro fu accompagnata da una voce cupa e dura, mentre osservava una colonnina di fumo che s' alzava dalla sua pipa:
-Un suo allievo l' ha ucciso-
La bambina impallidì e tremò.
-Cosa?!- esclamò; l' uomo seduto accanto a lei annuì piano, le spalle curve.
-Godai aveva deciso che chi l' avrebbe sconfitto gli avrebbe succeduto nel ruolo di Sanzo- rispose con voce grave Figaro -e per "sconfitta" lui ne intendeva una totale. Chi decide di diventare un Sanzo deve fare sul serio, servono autocontrollo, disciplina, forza... L' allievo che l' ha ucciso è diventato il nuovo Sanzo, e ora custodisce una delle sacre scritture del nostro mondo; Shirogawa ha deciso di andare sia al funerale del suo ex Maestro, sia all' incoronazione del nuovo Sanzo... E questo, bé... Mi ha un pò stupito-
-Perché?-
Figaro tacque per qualche istante, poi riprese tentennante: -bé, ecco, Shirogawa invero...-
-Accidenti a te, vecchio! Avvisarmi che avevi trovato la ragazzina no, eh?!- alle loro spalle era apparsa la donna grossa e rubiconda che doveva occuparsi di Kohai; la bambina si lasciò afferrare per la collottola come un gatto e sospirò, mentre Figaro esclamava bonario: -andiamo, Miwako, non si può tenere una passerotto in gabbia! Lo sai anche tu, no, che la libertà è quando si hanno le ali del...-
-Tientela per te la tua filosofia!- lo interruppe la donna, additandolo con un dito -se alla ragazzina succede qualcosa, poi dovrai vedertela tu con il Maestro! Sono stata chiara?!- Kohai ridacchiò sotto i baffi, di fronte ai due adulti che si fronteggiavano, Miwako accaldata e rossa in viso, Figaro tranquillo e quasi divertito dalla litigata.
Poi la donna sbuffò, mise a terra Kohai e le fece cenno di seguirla -vieni, piccola vagabonda, e non provare a scappare di nuovo..!- la bambina la seguì docile, e rivolse un ultimo sguardo a Figaro; questi le fece un cenno di saluto, e lei rispose.
-Ci vediamo preso, piccola vagabonda!-

***

-Un uomo di così grande valore....-
Frasi di questo tipo aleggiavano ancora fra la folla, sussurrate con tristezza, devozione, a volte addirittura con rabbia; c'era chi gettava occhiate fredde e diffidenti al giovane dai capelli neri che guardava ancora un pò stupito la tonaca da Sanzo, quasi non fosse certo che il corpo giovane e snello che la indossava fosse proprio il suo.
-Sembri un bambino che il primo giorno di scuola guarda il suo grembiule!- scherzò un bonzo più anziano accanto al ragazzo; questi si tolse gli occhiali, pulì le lenti, poi li rinforcò e guardò il monaco che aveva parlato: -è una similitudine che proprio non mi piace, sai, Komyo?-
Komyo Sanzo, la lunga coda castana che sfiorava la vita, sorrise gentilmente a Ukoku Sanzo. -Scusa, è più forte di me. Quando sono stato proclamato Sanzo avevo venticinque anni, ed ero il più giovane mai esistito; io stesso, guardandomi allo specchio, mi vedevo come un adolescente che prende fra le mani un compito troppo grande per lui. E tu, Ukoku, hai solo diciassette anni...- scosse il capo, e il sorriso divenne più ampio e sincero -permettimi di essere comunque stupito!-
Il ragazzo moro rispose al sorriso -ormai non dovresti più stupirti di me...-
-Allora siete voi Komyo Sanzo- una voce fece voltare i due bonzi; un monaco sulla trentina sorrideva ai due in maniera cortese, leggermente distaccata.
Era un bell' uomo, vestito di un kimono di cotone pregiato color rosso sangue, legato da una fibbia di stoffa nera; una mantella dello stesso colore proteggeva le spalle e il petto, e su di essa si confondeva la sottile treccia di capelli scuri che l' uomo portava; gli occhi erano neri e, a seconda di come batteva la luce, prendevano bagliori violacei. Fra tutti si distingueva per l' aura di potenza e compostezza con cui in quel momento aveva fatto un rapido inchino ai due Sanzo. Komyo fu il primo a parlare, con tono cortese:
-Mi stavate forse cercando?-
Il sorriso sghembo del nuovo venuto non svanì: -a dire il vero no, sono giunto qui solo per rendere omaggio a Godai Sanzo, che era stato mio Maestro. Solo, vedervi mi ha sorpreso; ho sentito parlare di voi con grande devozione e ammirazione- un altro inchino curvò le spalle robuste dell' uomo -mi chiamo Katsuro Shirogawa e dirigo il tempio di Basyo Koori, a Nord-
Komyo Sanzo lo fece rimettere dritto, e s' inchinò a sua volta -Godai mi aveva parlato una volta di te, giovane Katsuro. Mi aveva detto che eri uno dei suoi più brillanti allievi...- il suo sguardo corse a Ukoku, che ancora guardava Katsuro senza parlare -... E uno dei suoi ipotetici successori... Ma tre anni fa l' avevi lasciato, e ti eri trasferito nel Nord...-
-Già- convenne Katsuro -il maestro mi aveva affidato il compito di gestire il Koori, istruendo alla meditazione e ai mantra i bonzi del mio tempio...- guardò verso Ukoku, e i due uomini si fronteggiarono senza dire una parola.
Komyo per un attimo avvertì i loro poteri che si scontravano, e sinceramente si chiese chi dei due fosse più forte; peggio, cosa mai sarebbe potuto accadere, se quei due si fossero affrontati al massimo delle loro capacità?
Perché Katsuro Shirogawa era un comune essere umano, sì, ma c' era qualcosa in lui che lo destabilizzava...
Un potere che non poteva essere umano...
E mentre con la mente tentava di sfondare ogni possibile barriera, per scoprire la verità, il primo a rompere il silenzio fu Katsuro, che s' avvicinò un poco a Ukoku e s' inchinò.
-Permettimi di renderti omaggio, Ukoku Sanzo, e che gli dei possano vegliare su di te- alzò di poco gli occhi, e sorrise in maniera più gentile -permettimi di chiamarti basta una sola volta "fratello"; entrambi abbiamo avuto come guida e Maestro il Venerabile Godai Sanzo, che ci ha lasciati così improvvisamente. Siamo uniti nel suo dolore quanto nella tua gioia nell' essere il suo successore-
Ukoku rimase in silenzio per qualche istante, serio, poi s' inchinò a sua volta e sorrise appena a Katsuro; in quel momento sembrò proprio un ragazzo di diciassette anni.
-E sia, fratello- i due si strinsero brevemente la mano, poi Komyo Sanzo sorrise -ora che la sala è quasi deserta, vi chiedo di tenermi compagnia mentre sorseggio un pò di sakè, in memoria del mio vecchio amico Godai-
Katsuro sorrise -sarà una gioia e un onore, Venerabile-
Ukoku s' incamminò, sorridendo appena -sempre pronto per un goccetto con te, Komyo-
I tre uomini erano di certo più che singolari, all' interno della locanda in cui erano entrati; due Sanzo e un monaco giovane e dall' aria austera e affascinante saltavano all' occhio di tutti, ma loro sembravano non farci caso. Solo il più giovane ogni tanto si guardava attorno, quasi incuriosito dall' attenzione che suscitavano.
-Preparati a questi sguardi, Ukoku- scherzò Komyo, versandosi da bere -ti ci dovrai abituare-
-Non mi dispiace tanta attenzione- ribatté il neo Sanzo, bevendo tranquillo -non sono mai stato una persona conforme alla massa...-
-Credo che questa sia una qualità- osservò Katsuro, guardando il moro -quindi perché non sorridi un pò?-
Komyo Sanzo scoppiò a ridere -vedere Ukoku che sorride è raro quanto vedere il divino Kanzeon scendere in terra!- il Sanzo moro lo guardò un pò risentito -non sono una persona ilare, Komyo, ma mica un' ameba che non sorride mai!- Katsuro scoppiò a ridere, versando altro sakè e tutti e alzando il suo bicchiere.
-Io propongo di brindare a questo nuovo Sanzo, che sembra promettere piuttosto bene!- i tre uomini alzarono i bicchieri e li fecero scontrare lievemente.
Il pomeriggio si consumò in fretta, e il crepuscolo tinse di rosso il cielo ad Ovest.
-Sarà meglio che vada- si accomiatò Komyo, rivolgendo uno sguardo di scuse ai presenti -devo tornare al più presto al Kinzan; Koryu è ancora molto piccolo, e sono sempre in apprensione, all' idea di lasciarlo da solo con i miei novizi...-
-Chi è Koryu, se non sono indiscreto?- domandò Katsuro.
-Il mio allievo prediletto- rispose l' interpellato con un sorriso -l' ho preso con me, essendo solo al mondo; ha da poco compiuto quattro anni-
Katsuro annuì distrattamente, mentre finiva di masticare un dolcetto di soia: -ecco, Ukoku, un monaco importante e che si rispetti deve prendere con sè un allievo prediletto...-
-E tu ce l'hai, Shirogawa?- domandò Ukoku, mentre Komyo guardava l' interpellato interessato; Katsuro annuì -giusto una settimana fa un' orfanella è giunta al mio tempio. Si tratta di una bambina di solo quattro anni, ma ha la prontezza e l' intelligenza di un bambino di dieci. Ho visto un grande potenziale in lei, e per questo ho deciso di...-
-Una femmina!- esclamò interessato Ukoku; scoppiò a ridere -scommetto che i tuoi monaci non l' hanno presa bene!-
Katsuro rispose con un ghigno -in effetti proprio no-
I due ridacchiarono, mentre Komyo Sanzo scuoteva il capo -noto che ormai c'è quasi più alcol che sangue in voi...- sorrise ai due ragazzi -allora, con permesso....- strinse la mano Ukoku, battendogli una mano sulla spalla -spero di rivederti al più presto-
-Anch'io Komyo-
-E Katsuro...- questi s' inchinò, ma Komyo lo fece rialzare e gli strinse con calore la mano -sei davvero un giovane promettente, Katsuro Shirogawa. In un dei miei viaggi credo che mi fermerò al tuo tempio-
-Sarà una gioia e un onore- rispose il monaco; Komyo gli sorrise -spero di rivedere anche te presto, anche per conoscere questa tua allieva...-
-E io spero un girono di conoscere il vostro Koryu- ribatté educato il più giovane.
Dopo che Komyo Sanzo si fu congedato, Ukoku e Katsuro si guardarono.
-Credo che sia ora di andare- concluse il neo Sanzo; l' altro annuì -sono certo che per te sia stata una giornata lunga-
-In effetti sì-
I due uscirono dalla locanda e si strinsero la mano -partirai presto domani, Katsuro?-
-Appena sorge il sole; voglio tornare al più presto al Koori-
I due si scrutarono ancora per qualche istante, poi si separarono; Ukoku scrutò l' uomo in silenzio, quasi per sondarne le potenzialità.
-Allora... Addio, Katsuro Shirogawa-
-Addio, Ukoku Sanzo-
E ognuno prese strade diverse. Quella fu la prima e ultima volta che s'incontrarono.

***

Allo scadere della settimana, appena Kohai fu sveglia si mise sull' attenti davanti alla finestra, con accanto Figaro che fumava tranquillo.
-Sei certo che il signor Shirogawa torna oggi, vero?-
-Sì, piccina, sì-
-E sei certo che arriverà entro il tramonto, vero?-
-Certissimo-
-Davvero?-
-Davvero davvero-
Miwako passò giusto lì davanti, con le braccia cariche di lenzuola e indumenti da lavare -invece di farla stare a guardare fuori come un baccalà, Figaro, perché non le insegni un pò qualcosa? Non hai detto che sei venuto qui per questo?-
Siccome ognuno aveva compiti precisi al tempio, per poter stare con la bambina Figaro s' era proclamato suo precettore; così poteva far visita a Kohai quasi tutti i giorni, e insieme inventavano giochi, storie e soprattutto aspettavano il ritorno del Maestro.
-Ma io la sto istruendo, Miwako- ribatté serafico l' uomo, sorridendo attraverso i baffi cespugliosi -le sto insegnando a riconoscere i segni dell' inverno, e come capire quando è in arrivo il temporale... Lo studio della natura, come ben sai, è importantissimo....-
-Sì, sì- sbuffò la donna -non vedo proprio l' ora che torni il signor Shirogawa per vedere cosa ne pensa delle tue "lezioni"...-
Quando fu scomparsa dalla vista, Kohai e Figaro le fecero in contemporanea una linguaccia e scoppiarono a ridere.
Qualcosa all' esterno però catturò subito l' attenzione della bambina; i monaci s'erano radunati presso il portone del tempio, s'agitavano, parlavano a gran voce... Un polverone all' esterno stava a significare che era arrivato qualcuno...
-E' tornato! Zio Fi è tornato!- la bambina fece per correre fuori, ma Figaro la trattenne -frena i cavalli! Se ti butti nella folla ti schiacciano, piccola! Resta qua, mando il signor Shirogawa da te al più presto!-
Kohai protestò, ma l' uomo non cedette e la chiuse nella camera. Kohai sedette sul letto sbuffando, aspettando impaziente il ritorno dell' uomo.
Seguirono i minuti, lunghi e insopportabili, e sentiva le voci e le esclamazioni allegre che venivano da fuori; tutti festeggiavano il ritorno di Katsuro Shirogawa, meno che lei, perché segregata nella sua camera.
Poi passò un' ora, due, scese il tramonto; Kohai aveva voglia di piangere dalla frustrazione; cercò ancora una volta di aprire la porta, ma niente da fare, era chiusa dall' esterno.
-Accidenti a te, Zio Fi!!!- esclamò con impazienza la bambina; quando infine ebbe la tentazione di rompere la finestra con qualcosa e cacciarsi fuori, sentì la serratura che scattava con rumore.
Figaro aprì la porta ma rimase di lato, lasciando entrare nella stanza per primo un uomo alto e bello, vestito di nero e rosso, con una treccia stretta semi disfatta che posava sul cuore e un' espressione un pò stanca. Sorrise alla bambina.
-Sono contento di rivederti, Piccola Chimera-
Kohai non notò l' espressione che aveva assunto Figaro quando aveva sentito quel nome; corse verso Katsuro gettandosi con tutte le sue forze contro l' ampio petto dell' uomo, che la strinse un pò stupito.
-Bambina, ma che ti succede??Sono trascorsi a malapena sei giorni..!-
-Le donne, Shirogawa, le donne!- scherzò Figaro, chiudendo la porta; Katsuro staccò gentilmente Kohai dal suo petto e la guardò.
-Stai bene?-
Lei annuì.
L' espressione di lui si accigliò appena -hai ricordato qualcosa?-
Kohai scosse il capo.
-Ti sei divertita con Figaro?-
La bambina annuì di nuovo.
A Katsuro sfuggì un sorrisetto -hai la lingua oppure non sai parlare?-
L' interpellata arrossì poi scosse il capo -no... So... So parlare, signor Shirogawa... Io...-
-Ti hanno forse trattato male durante la mia assenza?- l' uomo sembrava preoccupato dalla reazione della bambina al suo ritorno, e Kohai voleva rassicurarlo a tutti i costi.
-No! No, non preoccupatevi, signor Shirogawa... Sto bene...-
-Mi fa piacere- la piccola lo guardò in silenzio, mentre il sacerdote camminava nella stanza. Guardò fuori dalla finestra il cielo ormai scuro della sera, poi sorrise a Kohai. -ti piace il tuo nome?-
La bambina sorrise -sì, molto. Grazie per avermelo dato...-
Katsuro fece un gesto della mano -non devi essere così formale, piccola. Ti ho dato questo nome perché non ricordi il tuo, appena cominci a ricordare ti raccomando di dirmelo... Così forse ti troveremo una casa... Se hai dei parenti che potrebbero tenerti...-
La bambina avvertì come un gelo improvviso: qualcuno che potesse tenerla?
Cioè, lei avrebbe lasciato quel luogo... Quell' uomo?
-Ma fino a quel momento...- la piccola alzò di scatto il volto verso Shirogawa, che sorrise -fino ad allora, starai qui, e ti rimetterai. Ti terrò con me, sei contenta?-
Kohai fu certa che, se avesse ceduto, sarebbe scoppiata in un pianto di gioia. Ma avrebbe preoccupato ancora quell' uomo, e così annuì soltanto, sorridendo -la ringrazio, signor Shi...-
-Non chiamarmi così- la interruppe dolcemente l' uomo, avvicinandosi; tese la mano -mi chiamo Katsuro Shirogawa; ora tu, piccola Kohai, sei una mia gentile ospite... Finché vorrai...-
La piccola, un pò rossa in viso, strinse la mano dell' uomo, accennando un inchino.
Sì, voleva restare.
Solo per quell' uomo, sarebbe rimasta.



*** Note di Fine Capitolo ***

(1)* : letteralmente: "Luogo di ghiaccio"



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Capitolo 7
*** Try (parte prima) ***


Capitolo 7

Bon-jour! Spero che il precedente capitolo vi sia piaciuto... Adesso ritorniamo alla trama principale, dopo circa mezzo secolo di ritardo (sorry ^^') che comincerà a prendere una strana piega...XD




-7-



-E ovviamente ci siamo persi- borbottarono all' unisono Goku e Gojyo.
-E sta per piovere- precisò il mezzo demone.
-E non abbiamo da mangiare- aggiunse il demone dagli occhi d'oro.
-E Hakkai dopo all' incirca venti tentativi, non è ancora riuscito ad accendere un fuoco...-
-Perché, Gojyo, non ci provi tu?- chiese il demone moro, sorridendo all' amico mentre una vena pulsava sulla sua tempia; i due ragazzi che avevano brontolato si bloccarono e sorrisero concilianti al ragazzo, terrorizzati dal sorrisetto del demone.
-Abbiam capito, non parliamo più...-
Sanzo aveva rinunciato a leggere nella penombra del crepuscolo, per di più in un bosco; chiuse il giornale e guardò verso l'alto. 
Annunciò, laconico: -arriva la pioggia-
-Dopo queste splendide previsioni del tempo, perché non ci dai una mano con la tenda?- lo riprese piccato il rosso; il bonzo lo fulminò con lo sguardo -bada a come parli, kappa-
-Sarà una notte lunga...- osservò serafica Serina, ridacchiando appena nascosta dal suo libro; nessuno dei ragazzi sapeva come, ma riusciva a leggere con una semplice torcia che non faceva neanche tanta luce.
Hakkai le sorrise -spero non ti dispiaccia, dividere la tenda con noi...-
-Ma figurati! Non preoccuparti, anzi, visto che non avevate progettato un viaggiatore in più nella compagnia, dovrei dormire di fuori...-
-Adesso non esagerare- la riprese gentilmente il ragazzo, e i due si sorrisero, mentre gli altri tre li guardavano un pò stupiti.
Era come se i due fossero circondati da un aureola luminosa, cosparsa di fiorellini.

Molto, *molto* inquietante.

-Ehi...- fece piano Gojyo -... Non è che fra quei due c'è qualcosa?-
-Bé, Serina è una signorina molto bella e gentile...- cominciò Goku -... E Hakkai è sempre così bravo con noi...- ma il mezzo demone gli aveva tappato la bocca e cercava di strozzarlo -non fare congetture a vuoto, scimmia!-
-Smettetela di agitarvi come degli animali in gabbia!-
Serina e Hakkai guardarono i tre ragazzi incuriositi.
-Ma... State bene?-

Qualche minuto dopo che Hakkai era riuscito, finalmente, ad accendere un fuoco, aveva cominciato a piovere a dirotto, tuonando. I cinque ragazzi erano entrati nella tenda e da lì guardavano il bosco abbattuto dal temporale.
Gojyo e Sanzo fumavano in silenzio, mentre Goku si asciugava i capelli bagnati; Hakkai, che era entrato per ultimo nella tenda ed era bagnato fradicio, si tolse la maglia e restò a torso nudo. Fu allora che Serina notò la lunga e grossa cicatrice che gli sfregiava l' addome.
-Come... Te la sei fatta?- domandò a mezza voce la donna; il demone moro fu il solo che la sentì, gli altri non la degnarono neppure di uno sguardo. L' interpellato scrollò le spalle.
-E' stato qualche anno fa... Una ferita... Combattendo, diciamo...- fece Hakkai, cercando di troncare il discorso, ma Serina sembrava non sentirlo; si alzò da dov' era seduta, si avvicinò al demone sfiorò con le dita gelide e umide la pelle ferita del demone, che per un attimo s' irrigidì.
La donna avvertì come una scossa bloccarle i movimenti: la vista le si annebbiò, mentre non riusciva a staccare le dita dalla cicatrice; le sembrò che bruciasse, bruciasse da impazzire, e fosse aperte, sanguinante fra le sue mani; sangue caldo che colava, colava nel fuoco, e poi la vista si tingeva di rosso...

... Il puzzo del sangue era così forte che le dava la nausea...

C' era puzza di sangue, interiora, morte...

Da un momento all' altro avrebbe vomitato...

E la ferita perdeva sangue... Tanto, tanto... Tanto...

Fu certa che davanti a lei ci fosse una donna con gli occhi verdi...

Vide calare un coltello...

Le sue mani affondarono nel sangue...

-SERINA!!- l' urlo di Hakkai fece voltare tutti; il demone teneva saldamente fra le braccia la donna che, pallida come un cencio, era quasi caduta a terra, non riuscendo a reggersi sulle gambe, una mano sulla bocca mentre sussultava come se stesse per vomitare.
-Serina, stai bene?!-
-Che ti succede?!-
L' interpellata, riacquistato il controllo di sé, scosse appena il capo, come per tranquillizzare i ragazzi -perdonatemi... La mia empatia...- alzò gli occhi verso Hakkai, e senza rendersene conto mormorò, le lacrime agli occhi:
-Perché si è uccisa quella donna?-
Il ragazzo si bloccò e s' irrigidì come se l'avessero colpito in pieno con un coltello. Serina si scostò i capelli dal viso, rivelando anche l' occhio sinistro, ed entrambi si soffermarono sul viso del moro, le pupille dilatate a dismisura, come se lei fosse stata sotto ipnosi. Parlava senza rendersene conto.
-Perché? Tu non l' avresti amato... Il bambino?-
Hakkai sbarrò gli occhi, il respiro mozzo, mentre Sanzo si avvicinava e gli faceva cenno di allontanarsi. Il ragazzo, come in trance, indietreggiò e s' infilò in fretta una maglia asciutta, mentre il bonzo si rivolgeva gelido a Serina:
-Prendi un ombrello e vieni fuori-
Goku e Gojyo non fiatavano, guardavano la scena da semplici spettatori: il biondo prese un ombrello e uscì, senza aspettare Serina che, tremante, si mise in piedi; vacillò, e il mezzo demone le fu subito accanto.
-Grazie- sussurrò la donna; guardò verso l' esterno -cosa... Vorrà dirmi?-
-Non lo so, ma sembrava il maestro che aspetta fuori dalla classe lo studente monello per sgridarlo-
Serina fece un sorrisino tirato -non è un bel paragone- si sistemò la maglia traforata, prese un ombrello verde e s' incamminò; poco prima di uscire lanciò un' occhiata ad Hakkai che, lontano da Goku e Gojyo, la guardava ancora in silenzio, un' espressione quasi spaventata.
Gli occhi di Serina luccicarono.
-Perdonami- sussurrò appena la ragazza. Poi uscì all' esterno, pronta ad affrontare il bonzo.


" All i know

Is everything is not as it's sold

But the more i grow the less i know... "

(Tutto ciò che so
E' che nulla è come te lo vogliono vendere.
Ma più cresco, meno so...)


La pioggia era fine ma forte, piegava i rami degli alberi, appannava la vista; il bosco sembrava un miscuglio di chiazze verde spento e nero. Serina aveva seguito Sanzo per qualche metro, sotto l' ombrello, sentendo le scarpe che si bagnavano e affondavano nel terriccio fradicio.
Il bonzo non aveva detto una parola, non si era neanche voltato quando la donna era inciampata; la vista alle volte le si annebbiava, e la testa le girava, tanta era stata forte e dolorosa la visione che aveva avuto sfiorando la cicatrice di Hakkai; era stato come se avesse ricevuto un fortissimo colpo alla testa, e il sangue avesse abbandonato il suo corpo, lasciandola spossata e debole.
Cos' era mai accaduto nel passato del giovane demone?
Aveva visto una donna... Una donna molto bella e simile ad Hakkai... E aveva visto qualcos'altro, ma tutte le altre immagini erano state cancellate dal sangue. Tanto, tanto sangue, di un rosso forte e vivo.
Un passato di dolore...

"Credevo di sapere cosa aspettarmi da questa vita...
Come se tutto fosse già predisposto...
Poi qualcosa era cambiato, che io l' avessi voluto o meno..."

Sacrificatasi per il Maestro...
Abbracciato una vita che non credeva potesse essere *davvero* sua...
E poi...
Tutto si era rivelato una farsa...
Il mondo non è come te lo vogliono far credere...
Ed era cresciuta con quella consapevolezza...

"Hakkai...
Ha imparato a caro prezzo questa realtà?
Ha dovuto perdere qualcosa per scoprire che nel mondo, chiunque e qualunque cosa,
ha sempre una doppia faccia? Una maschera?
Sono andata avanti pensando che ormai potevo aspettarmi di tutto dalla vita...
... Ma quando incontrai
loro...
... Electra e Turibo...
Riprecipitai nell' illusione che, una volta trovato un luogo in cui poter vivere, tutto si sarebbe ripresentato per com' era realmente..."

Serina si portò una mano gelata alla tempia, respirando forte l' aria umida di pioggia. Finalmente il bonzo si fermò, voltandosi a guardare la donna.
-E' il tuo potere?- chiese semplicemente; l' interpellata annuì, piano -la mia empatia... E' qualcosa di più di quello che v' ho raccontato....-
-Cos'hai visto?- la domanda la colse impreparata; era certa che il monaco le avrebbe detto di tutto perché aveva mentito, oppure che l'avrebbe cacciata dalla compagnia... Ma
questo...
-Ecco...- prima ancora che potesse rispondere, però, Sanzo l'interruppe: 
-Vediamo di essere chiari. Tu non dovrai
mai fare un commento su ciò che hai visto, qualunque cosa sia stata. Hai capito?-
Serina annuì in fretta.
-E un' altra cosa- quegli occhi viola sembrarono fulminarla; fu come se la donna avesse ricevuto un colpo secco in viso, mentre l' uomo concludeva, gelido: -non provare a violare le nostre menti-
Serina rimase per un attimo in silenzio, poi si rese conto di una cosa:
-Venerabile Sanzo...- disse allora, mentre cercava di mascherare un sorrisetto -voi... M
i temete?-


" And i lived so many lives

Though i'm not old

And the more i see, the less i grow

The fewer the seeds the more i sow "

(E ho vissuto così tante vite,
anche se non sono vecchia.
e più cose vedo, meno cresco
meno sono i semi, più ne semino)


" Ho passato la mia vita a fuggire.
Fuggire da ciò che ero diventata...
Fuggire dal mio passato..
Fuggo tutt' ora da
loro... Che sono sia la mia coscienza, sia ciò che potrei diventare...
Ho perduto e riacquistato la mia anima tante e tante volte...
... Tante che non so neppure se, ora come ora, quello che mi tiene in vita è *davvero* un' anima...
Il cammino di redenzione che porto avanti mi ha mostrato cose, persone, vite e luoghi, recessi dell' anima che potrebbero costituire vite su vite...
Sono ancora giovane, ma sono cresciuta così in fretta, sotto il peso di ciò che sono divenuta, sotto il mio Potere, che mi assoggetta, mi controlla e dirige le mie azioni e la mia vita, che è come se avessi più di mille anni. Ma nella mia perpetua fuga, non faccio che tremare e avere paura come una bambina...
Eppure..."

... Eppure non poté trattenere l' ombra di un sorriso, nel pensare che in fondo c' era davvero qualcuno che poteva avere timore, o quantomeno... Rispetto, per lei...
Un rispetto che lei non aveva mai ricevuto... Perché debole, perché priva della forza tale che l' avrebbe resa temibile...

"Divenire temibile...
Avrebbe significato abbracciare quella parte della mia personalità che ho seppellito in fondo al cuore..."

Calò il silenzio fra i due, mentre il monaco la guardava immobile. Poi andò verso di lei sino a superarla; i due ombrelli si scontrarono generando spruzzi.
-Non sperarci, donna. L' ultima mente che puoi sperare di sondare è proprio la mia-
Ed effettivamente aveva ragione. La prima e unica volta che aveva tentato, Serina aveva visto solo una nebbia scura. Nient'altro.
La donna aspettò finché il bonzo non si fu un pò allontanato, poi prese un profondo respiro.
-Il mio potere non è un dono- disse piano -è una
maledizione. E sono ventitrè anni che tento di combatterla. Voi siete la prima persona che il mio potere non voluto non è riuscito a piegare-
Si voltò di scatto verso di lui, fissandolo con un unico occhio che ardeva come una brace. -Ritenetevi fortunato-
Sanzo rimase a fissarla per qualche istante, poi le voltò le spalle -torniamo alla tenda; non vorrei che quelli imbecilli ci venissero a cercare- fece qualche passo -e comunque... Dono o maledizione, in entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non viceversa-


" Then I see you standing there
Wanting more from me
And all I can do is try...
"

(E poi ti vedo lì, Che vuoi di più da me, 
E tutto ciò che posso fare è tentare...)


Serina sgranò gli occhi, fissando la schiena del bonzo. Credette per un attimo di essersi sbagliata.

Ma non poteva aver commesso errori.

Quelle parole...
Erano state pronunciate da un uomo molti anni prima....


*-" -Bambina, non devi essere così triste- il monaco posò la mano sulla testa di Kohai, in una gentile carezza. Il sole brillava forte dietro la schiena del bonzo, mettendolo contro luce, e rendendolo un'ombra indistinta; l' unica cosa riconoscibile, era la lunga treccia che s' agitava trascinata dal vento; la bambina avvertì una profonda dolcezza e serenità provenire dall' uomo. Grazie alla sua empatia, raggiunse la sua mente e vide solo una grande luce; chiarezza, gentilezza.

Bontà.

-Dono o maledizione, in entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non viceversa... Ricordalo sempre, d' accordo?-
-Sì, Venerabile Sanzo- "-*


Serina venne scossa da un brivido.
-Voi....- fece piano; Sanzo le dava ancora la schiena, ma si era fermato.
-... Siete il discepolo di Komyo Sanzo, vero?-
Il monaco si bloccò di colpo e si voltò verso di lei, guardandola senza parole.


***


-Secondo voi le dirà di tutto? La manderà via?- Goku scrutava al di fuori della tenda con aria apprensiva.
-Ma và!- esclamò Gojyo -che non ci pensi neanche, quel bonzo! Altrimenti dovrà passare sul mio cadavere!-
-Cosa che farebbe senza alcun problema- commentò tranquillo Hakkai, soffiando sulla sua tazza di the; il rosso lo guardò con un sopracciglio alzato -è sempre bello avere il conforto di un amico...- poi il suo sguardo si fece serio -di un pò, per caso Serina ha visto..?- capendo a cosa stava alludendo, il moro annuì.
Goku invece guardava i due senza capire.
-Ma di cosa state parlando?
-Lascia perdere scimmia-
-No, voglio sapere! Se riguarda Serina...-
-Lei ha visto parte del mio passato- lo interruppe gentilmente Hakkai, che guardava fisso il proprio riflesso sulla sua tazza. -ha visto... L' ultima parte della mia vita prima che diventassi un demone...-
Il demone eretico tacque, chinando appena lo sguardo -ah... Capisco...-
Anche se in realtà capiva a stento; erano pochi quelli che conoscevano per intero il passato di Hakkai, e uno era in quella tenda e l' altro sotto la pioggia, in quel bosco.
Goku sapeva poco del passato dell' amico: aveva scoperto frammenti di passato del giovane demone carpendoli dalle conversazioni fra gli amici, o a volte chiedendo al diretto interessato. Sapeva che aveva ucciso più di mille demoni per vendetta, sapeva che anni prima aveva avuto una fidanzata; quale che fosse il legame che univa quelle due cose, Goku non lo sapeva.
Così come non avrebbe mai potuto notare come i due fidanzati si fossero assomigliati, nell' aspetto, così tanto, né sapere il perché.
Fissò in silenzio Gojyo e Hakkai, il rosso che si era voltato verso l'amico -stai bene?-
-Sì, certo- Hakkai fece un debole sorriso -non devo prendermela con Serina. Neanche lei voleva ricevere quelle immagini... E' stato qualcosa di inaspettato per entrambi.
I due ragazzi rimasero in silenzio, aspettando che il loro amico continuasse, ma tacque. La pioggia di fuori era l' unico rumore che si sentiva.
Poi, all' improvviso, avvertirono un rumore di passi; erano passi frettolosi, di chi sta scappando, di chi è in fuga. Sentirono che la persona era inciampata, rialzata in fretta, e aveva continuato a correre. Si stava avvicinando...
-Aiuto!-
I tre ragazzi uscirono in fretta dalla tenda, sfoderando le armi.
-Dite che saranno i soliti demoni?- chiese Goku.
-Se non è così offro da bere a tutti- commentò per nulla allegro Gojyo; fece qualche passo in avanti, superando dei cespugli di rosmarino che, con la pioggia, andavano liberando il loro odore, e procedette. Il rumore di passi si fece ancora più vicino, e prima che il rosso se ne rendesse conto, una donna gli era finita addosso con violenza, buttandolo a terra. Il ragazzo la tirò in piedi a forza, mentre Goku e Hakkai li raggiungevano, cercando eventuali assalitori.
Ma il bosco era deserto e silenzioso, anche la pioggia stava finendo.
Gojyo guardò la donna che aveva accanto. -stai bene?-
Piano, l' interpellata annuì. Era una giovane donna poco più che ventenne, i capelli biondi che scendevano, bagnati e in disordine per la lunga fuga, fino alle spalle. Pioggia, terra e lacrime avevano sporcato un viso affilato dalla curva dura della guancia; i jeans chiari e il maglione verde che indossava erano sporchi e strappati in più punti. Ciò che però attirava l' attenzione erano gli occhi, uno azzurro ghiaccio e l'altro verde smeraldo; la donna abbozzò un sorriso un pò timido. 
-Perdonatemi se vi ho spaventato... Con questa pioggia mi sono persa, e all' improvviso dei banditi mi hanno circondata...-
-Gojyo, ci devi offrire da bere- fece Goku, allontanando il mezzo demone dalla ragazza e sorridendole -non preoccuparti, l' importante è che stia bene! Quei banditi ti hanno forse fatto qualcosa?-
L' interpellata scosse il capo -No. Solo... Hanno rubato il mio bagaglio...-
Hakkai le passò protettivo un braccio attorno alle spalle -stia tranquilla, signorina; se mai dovessero giungere fin qui quei banditi, la proteggeremo noi- la donna gli sorrise.
-Grazie- mentre il suo sguardo correva alla tenda domandò -ma voi... Siete solo in tre?-
-No, due nostri compagni di viaggio sono fuori; ormai dovrebbero essere tornati....- la bionda annuì piano, e starnutì.
Hakkai riprese: -la ragazza che è con noi magari ha qualcosa di asciutto da prestarvi- facendosi caldo con le braccia, la ragazza rabbrividì -siete... Davvero molto gentili...-
Poco prima che rientrassero nella tenda, la donna lanciò un'occhiata al folto della boscaglia, da dov' era spuntato il muso di uno scoiattolo; la bionda fece un veloce gesto delle dita, senza essere notata, e qualcosa d' invisibile colpì in pieno l' animaletto, che cadde fra il verde senza emettere un solo verso.


*

" Then I see you standing there
Wanting more from me
And all I can do is try...
" 

(E poi ti vedo lì, Che vuoi di più da me,
E tutto ciò che posso fare è tentare...)


Sanzo si voltò verso Serina, non riuscendo a credere alle proprie orecchie; la donna, dal canto suo, sembrava stravolta dalla domanda che lei stessa aveva posto; l'unico occhio visibile era sgranato, luminoso nella boscaglia notturna. Prendendo fiato, Serina ripeté: -voi siete il discepolo di Ko...-
-Come conosci quel nome?- il tono del monaco era freddo; fece qualche passo verso la donna, guardandola senza sbattere le palpebre; quanto tempo era che non sentiva quel nome ripetuto ad alta voce? Da quanto qualcuno non gli chiedeva una cosa simile? Il ricordo del maestro gli balenò davanti; l' immagine rasserenante e luminosa dell' anziano monaco, il lieve odore di pipa che aleggiava nelle sue stanze... La pioggia, che come in quel momento gli cadeva addosso...
Il ricordo più terribile della sua vita... Che la donna davanti a lui aveva cercato di profanare giorni prima...
E ora...
Pronunciava proprio quel nome...
-Come lo conosci?- ripeté ancora più duramente, mentre Serina lo guardava a lungo negli occhi viola, cercando di capire cosa provasse il giovane monaco in quel momento....
Come un fulmine a ciel sereno, le parve di vedere qualcosa...

"Il più giovane Sanzo mai esistito....

Tredici anni...

La pioggia..."

-Due.... Sutra....- sussurrò appena la donna, gli occhi dilatati a dismisura -il sangue... Piove... Forte...- si bloccò mentre la gola le si chiudeva e non riusciva a respirare; le pupille si dilatarono sino a farla sembrare inumana.
Ebbe come un brivido, mentre cadeva in ginocchio a peso morto sull' erba bagnata, portandosi le mani alla gola; Sanzo l' afferrò saldamente per le spalle, scrollandola con forza, senza capire che stava succedendo.
-Accidenti a te, donna! Riprenditi!- le tirò un sonoro ceffone, che risuonò per il bosco; solo allora Serina scosse con forza la testa, e prese a tossire con forza, sporgendosi verso l' erba, il corpo scosso dagli spasmi.
Quando, all' ultimo colpo di tosse, macchiò di sangue l' erba sotto di lei, il bonzo l' aiutò a rimettersi in piedi, e la donna si appoggiò senza forze a lui, prima di rimettersi dritta.
Sanzo la guardò; Serina era alta quanto lui, e non era di ossatura debole, né era troppo minuta, eppure dava l' idea di essere fragilissima, eterea e quasi irreale; l' unico occhio visibile era grande e splendeva in un viso ancora da bambina, una mano piccola e fredda correva alla bocca per dare gli ultimi colpi di tosse.
Dopo il kappa e la scimmia, ora ci mancava una così a cui badare...
-Come conosci il nome del mio maestro?- domandò alla fine Sanzo, a voce leggermente più bassa; Serina lo fissò, accorgendosi di come il bonzo sembrava spazientito, quasi come se gli costasse parlare di Komyo Sanzo.
Al pensiero, la donna sorrise amaramente; perché criticare quel cinico monaco?
In fondo neanche a lei piaceva ricordare Katsuro Shirogawa...
-Komyo Sanzo... Incontrò il mio maestro alcune volte, durante la mia infanzia...- prese fiato, sentendosi ancora la gola chiusa -... Una volta sola lo incontrai, e mi disse le stesse parole che voi avete pronunciato qualche minuto fa:
Dono o maledizione, in entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non viceversa. E' per questo, che vi ho chiesto se eravate voi il giovane discepolo di quel monaco. Ricordo che aveva parlato di voi col mio maestro...-
Serina si pulì i jeans sporchi di terra, scrollando le spalle: -tutto qui. Perdonatemi se ve lo chiesto, forse non vi piace parlare del vostro...-
-Chi era il tuo maestro?- la interruppe velocemente il biondo; la donna fece qualche passo in avanti, dirigendosi verso la tenda, torcendosi le mani.
Dire quel nome, ad alta voce...
Dopo tanti anni...
-Allora?-
Prese fiato, voltandosi poi verso Sanzo.

"... Try"

(Tentare)

-Katsuro Kohai Shirogawa- sorrise appena, e dei ricordi le balenarono veloci nella mente...


*-" -Te l' ha dato Shirogawa questo nome, vero?-
-Sì- bisbigliò in risposta la piccola. L' uomo annuì -me l' aspettavo- "-*

*-" -Il nome dei diretti discendenti del Dio, il marchio e il kanji che contraddistingue i successori di ogni Custode... "-*

*-" -Solo in quell' attimo mi resi conto dell' importanza del nome che portavo...
... Ora... Non ne sono più degna...- "-*


" I wish I hadn't seen all of the realness
And all the real people are really not real at all

(Avrei voluto non vedere che tutta la realtà... 
E tutte le persone reali che in realtà non sono reali affatto....)


... Il sorriso non svanì dalle labbra di Serina, mentre diceva semplicemente:
-Molto spesso i grandi uomini restano nell' ombra, e sono in pochi a ricordarli-
E s' incamminò.
Sanzo alzò per un attimo gli occhi verso il cielo, le nuvole nere gonfie di pioggia sopra di lui, poi seguì la donna verso la tenda.
I due procedettero in silenzio, l' uno accanto a l' altra, senza neanche guardarsi in viso; la donna sentì la pioggia che ricominciava a battere sul suo ombrello, e per un attimo desiderò davvero sapere che significato avevano quelle parole che aveva pronunciato prima, in trance, cercando di leggere la mente del monaco.
Ma non doveva farlo. Violare la mente è come violare il corpo, andava contro a tutto ciò per cui aveva combattuto in quegli anni....

"La prima volta che riuscii a leggere nella mente, mi parve di sfiorare con le dita uno specchio d' acqua immobile e freddo, che a un semplice cenno prendeva a muoversi, a ribollire, a proiettare riflessi e immagini di vite e persone diverse...
Sentii che avevo... Del potere... Qualcosa che nessun altro aveva, e che mi rendeva speciale.
Ma quando, leggendo nella mente del Maestro, ne provai il medesimo dolore...
Quando percepii gli stessi, identici sentimenti che anche lui aveva provato... Credetti di morire.
Credetti di perdermi nel ricordo stesso dell' uomo che veneravo più di tutti.
Quando il Maestro morì, mi ritrovai sola, con una responsabilità e un potere che con le mie sole forze non ero in grado di affrontare.
Affidarmi al mondo...
Era qualcosa di cui avevo paura.
E credere alle persone...
Temevo si rivelasse la scelta sbagliata...
Ho provato ugualmente, rendendomi poi conto che le persone che sono attorno a noi molto spesso non sono come vogliono sembrare...
L'ho imparato quando avevo sedici anni... Come me, Genjo Sanzo ha imparato questo quand' era ancora giovane..."

Si sentì all' improvviso molto vicina al monaco, che come lei aveva perduto il suo mentore, la sua guida, in tenera età e con grande dolore. Ma prima che potesse voltarsi verso il biondo e pronunciare quelle parole, erano giunti alla tenda; la spalancarono, e Goku si precipitò dai due.
-Finalmente! Ma dove siete stati?- guardò la donna -Serina, ma sei bianchissima! Che ti è successo? Un' altra visione? Ha ricominciato a piovere? Cos' è successo?-
-E dacci un taglio scimmia!- l' urlo di Gojyo era provenuto da un' angolo della tenda, e Serina e Sanzo lo guardarono; era seduto a fianco a una giovane donna, le mani giunte in grembo, che teneva pudicamente la testa abbassata, i capelli biondi che ne celavano il volto.
-E ora questa chi è?- fece laconico il bonzo, seccato oltre ogni limite; Hakkai sorrise tranquillissimo e lo informò: -stava scappando da dei banditi, ed è giunta sin qui. Direi che può restare per la notte, che dici?-
-Non si lascia una bella fanciulla da sola e in pericolo!- rincarò la dose Gojyo, sorridendo sornione; lanciò una veloce occhiata a Serina, quasi sperando che quest' ultima s' ingelosisse, vedendolo vicino a un'altra; ma la donna li guardò in silenzio per qualche istante, poi raggiunse la bionda e tese gentile una mano.
-Dovrei avere qualcosa di asciutto; vuoi cambiarti?-
La bionda non si mosse, e allora Hakkai aggiunse: -ovviamente noi usciamo dalla tenda e la chiudiamo, se dite di sì...-
Allora la ragazza annuì con forza e mormorò: -grazie... Signorina...- alzò di scatto il volto e fissò Serina in pieno viso.
La donna non ebbe alcuna reazione, mentre incrociava gli occhi spaiati, ma un brivido corse velocissimo lungo la schiena; non mosse un muscolo, mentre il cuore batteva più veloce, e un improvviso fischio le invase le orecchie; l' occhio verde sembrava non avere vita, da esso non s' alzava alcuna emozione....
Ma quello azzurro....
Azzurro ghiaccio....

*-" Rimase sconvolta dalla bellezza di quegli occhi, così grandi e belli, eppure freddi. Azzurro ghiaccio, che rilucevano nel viso color ebano... "-*

E per un attimo Serina si sentì morire.

"Electra".

- Fine Prima Parte -

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