La vita di una donna coraggiosa di ecila94hina (/viewuser.php?uid=88206)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° capitolo ***
Capitolo 2: *** 2°capitolo ***
Capitolo 3: *** 3°capitolo ***
Capitolo 4: *** 4°capitolo ***
Capitolo 5: *** 5°capitolo ***
Capitolo 6: *** 6°capitolo ***
Capitolo 7: *** 7°capitolo ***
Capitolo 8: *** 8°capitolo ***
Capitolo 9: *** 9°capitolo ***
Capitolo 10: *** 10°capitolo ***
Capitolo 11: *** 11°capitolo ***
Capitolo 12: *** 12°capitolo ***
Capitolo 1 *** 1° capitolo ***
1°capitolo
Ciao,
a tutti. Spero tanto che questa fic vi piaccia e che vi possa
coinvolgere. Ho scelto di scrivere su Caterina Sforza perchè
è un personaggio storico che mi ha molto colpito. Sebbene non
sia per niente brava ho tentato. Spero troviate la forza di arrivare di
arrivare a fine capitolo (il che è già una conquista) e
magari di lasciarmi un recensione(se propio volete essere magnanimi).
Buona lettura
Sono
Naruto
Uzumaki e vi voglio narrare di una donna. Si, una donna, ma dal
coraggio e
dalla fierezza che solo pochi uomini possiedono.
Fu signora di Imola e Forlì, diventò poi reggente del figlio, si
distinse per
le sue azioni coraggiose e temerarie. Nel privato fu una donna
passionale, ma
anche un amorevole madre. Combattè per il suo posto nel mondo, per
sollevarsi e
distinguersi dalle donne sottomesse ai loro mariti e parenti
diventandone un
simbolo, lei è Caterina Sforza o per i più intimi Temari.
Temari nacque a seguito di uno dei tanti rapporti illegittimi tra
Lucrezia
Landriani e Galeazzo Maria Jiraya Sforza, all'epoca successore del duca
di
Milano, e che diedero vita anche a Carlo Kankuro, Alessandro Gaara e
Chiara. I
primi anni della sua vita li trascorse tra le dolci mura della casa
materna tra
risate, giochi e carezze. Lucrezia Landriani, sua madre, fu sempre
molto legata
ai figli e Temari mi descrisse più volte l'affettuoso rapporto che le
legò
sempre, prima e dopo la morte di lei.
Era risaputo che i figli di Lucrezia non fossero del marito Gian Piero
Landriani e che lei fosse ritenuta la concubina del giovane condottiero
Sforza,
ma questo non potè che aumentare l'influenza e la potenza della
famiglia.
Alla morte di Francesco Sforza l’8 Marzo del 1466, il figlio Galeazzo
Maria
Jiraya che al momento era in Francia
alla guida di una spedizione militare inviata appunto
dal padre in aiuto a Luigi XI, in lotta contro i grandi feudatari,
venne richiamato in patria per succedere al
genitore. Dopo essere diventato Duca fece trasferire i figli
illegittimi Carlo
Kankuro, Caterina e Alessandro Gaara di otto, tre e un anni
a corte. Temari mi raccontò che quel
giorno pioveva terribilmente e la sensazione di ansia invadeva i loro
corpi. Lucerzia aveva gli occhi arrossati, probabilmente da un lungo
pianto e informò loro dell'imminente separazione, sorvegliata dal
marito seduto
comodamente su una poltrona accanto alla finestra che la guardava con
aria
impassibile.
Non posso che provare pena per quel pover uomo che sopportò di avere
una moglie
non sua e dei figli non suoi solo per il potere, non rendendosi conto
di
quello che stava perdendo.
L<< Adorati figli miei, presto partiremo. Andrete a vivere alla
corte di
Milano dove verrete istruiti e diventerete ufficialmente i figli del
nuovo
Duca>>
K<< Madre voi non verrete a vivere con noi?>>
Gian Piero Landriani<< Lei vi accompagnerà e presenterà a vostro
padre,
niente di più. Dora in poi dovete considerarlo tale, ma non dimenticate
la
famiglia da cui provenite>>
Con queste parole del capofamiglia si chiuse il discorso. La signora
Landriani
e i tre figli partirono per la corte. Si può solo immaginare il
miscuglio di
sentimenti che si celavano dietro quei volti all'interno della sfarzosa
carrozza. Probabilmente nei bambini c'era l'entusiasmo per il viaggio ,
ma
anche l'inquietudine per l'abbandono in un mondo diverso dalla casa in
cui
avevano vissuto fino ad allora ed in cui arrivavano impreparati e come
unico punto di riferimento un padre mai visto. Nel cuore di Lucrezia
l'afflizione per la separazione, ma anche la gioia di rivedere
quell'uomo
che seppure usandola aveva amato e le aveva dato la felicità più grande.
T<< Madre quanto manca?>>
L<< Siamo arrivati>>
La visione di quello sfarzo esagerato, diverso da quello di casa loro
li
meravigliò. Percorsero i lunghi corridoi a testa alta facendo finta di
non
notare gli sguardi scrutatori e critici della nobiltà milanese.
Sicuramente
alcuni bisbigli devono essere giunti alle orecchie dei piccoli perchè
Temari
ricordò sempre l'ipocrisia dei nobili e in quegli anni imparò a
valutare le
persone che la circondavano. Vennero annunciati al Duca Jiraya che li
ricevette
in una delle camere dei suoi appartamenti.
L<< Buongiorno sua signoria, questi sono...>>
J<< I miei figli, è un piacere conoscervi, io sono il Duca di
Milano
vostro padre>>
So che fin da subito erano stati abituati a non rivolgersi al marito di
loro
madre con l'appellativo di padre ed essendo stati preparati da tempo a
questo
non ne rimasero particolarmente sorpresi.
J<< Lucrezia, vedo che il tempo per voi non scorre. Siete rimasta
uguale
dall'ultima volta che vi ho incontrato. Il parto, credo anzi, vi ha
reso più
splendente che mai>>
L<< Vi ringrazio sua signoria. Non posso che essere felice, tutti
i miei
figli sono nati forti e sani, merito del padre >>
Posso solo immaginare lo sguardo malizioso che deve averle rivolto,
nonostante
l'età Lucrezia è sempre stata una bella donna e di certo questo non è
sfuggito
a quel mal riuscito condottiero troppo festaiolo.
J<< Ora temo dobbiate andare o vostro marito si impensierirà.
Spero di
rivedervi PRESTO>>
Quanto deve esserle costato sentire quelle parole ed ubbidire
cosciente
dei propi limiti di donna e lasciando solo un abbraccio a quei poveri
bambini
sull'orlo delle lacrime.
J<< Ora credo sia il momento di condurvi da colei che vi
insegnerà tutto
ciò di cui avrete bisogno per essere considerati veramente gli eredi
del Duca
di Milano. Seguitemi>>
Galeazzo Maria Jiraya Sforza li portò a una grande porta a cui bussò.
All'interno della stanza c'era una donna anziana vestita a lutto.
J<< Lei è mia madre, vostra nonna, si occuperà della vostra
educazione>>
B<< Mi presento sono Bianca Maria Chiyo Visconti, potete
chiamarmi nonna
o semplicemente Chiyo>>
Forse quell'arzilla vecchietta vide in Temari la gloria che portò poi
alla
famiglia Sforza o forse fu solo colpita dalla sua sicurezza e dallo
sguardo
fiero e deciso che le lanciò perchè le si avvicinò e le sussurrò :
<< Tu devi essere Temari, credi riuscirai ad allontanare le
catene che
legano ognuna di noi?>>
Il senso della domanda la comprese solo molto dopo, troppo piccola per
capire all'epoca.
Nell'ultima lettera che mi mandò poi mi accennò di quest'episodio e mi
scrisse:
Credo
di aver fatto tutto quello che è stato in mio potere per infrangere
quelle catene, sono riuscita pian pianino ad allentarle causando
problemi agli
uomini più potenti del mondo. Non posso che essere orgogliosa di
quello
che ho fatto e sebbene non abbia liberato tutte le catene che legano le
donne
io le mie non c'è le ho più perchè ci sono uomini che si sono nascosti
al mio
arrivo, altri che si sono inchinati e molti altri che scrivono e
cantano delle
mie gesta. Passo il testimone alle donne che verranno dopo di me come è
stato
fatto da quelle prima di me , un accordo non scritto e non detto, ma
che ci
porterà a un futuro in cui ognuna di noi potrà scegliere. Lascio a te i
miei
ultimi pensieri fissati su carta con la mano debole di una vecchia
malata, ma
potenti nella convinzione. Sarò di certo onorata se ci sarai anche tu a
cantare
della mia vita, tu e tua moglie.
La vostra Temari
Gli unici uomini che riuscirono a domarla non furono con ordini o
punizioni, ma
a suon di carezze e baci e nemmeno sempre su un letto oserei dire.
Sono
sicuro che
tutte le donne del mondo ti ringrazieranno per la libertà che hai
reclamato,
per il simbolo che sei diventata e prenderanno spunto da te, come spero
farà la
mia piccolina.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 2°capitolo ***
2°capitolo
Voglio ringraziare tantissimo Sarhita e Vaius che hanno
recensito, sfortunatamente non ho tempo per rispondere scusatemi tanto. Buona
lettura, spero di ricevere altre recensioni. Ciao
Temari e i suoi fratelli si abituarono
presto alla vita di corte. Tra le lezioni dei loro precettori e le lettere da
essi indicati le giornate passavano veloci a corte, ma le ore più attese della
giornata per Temari erano quelle trascorse con la nonna che le raccontava le
eroiche gesta del capostipite della famiglia Sforza. Chiyo aveva una
predilezione per quella bambina bionda che si legava i capelli nei modi più
assurdi e che affrontava tutti con autorità. A Temari brillavano gli occhi al
sentir solo nominare i suoi antenati, soprattutto il nonno che per lei era un
punto di riferimento non solo perché forte e temerario ma anche intelligente ed
ogni volta che la nonna ne parlava trapelava l’immenso amore che provava per
lui.
<< Temari devi sempre esser
orgogliosa del passato della tua famiglia>>
Soleva dirle la nonna materna.
<< Si nonna>> Rispondeva
allora la bambina conscia dell’imminente racconto.
<< Per quanto riguarda il ramo degli
Sforza non ci sono antiche tradizioni, il tuo glorioso nonno si chiamava Muzio
Kakashi e a tredici anni rubò il cavallo di suo padre per unirsi ai soldati di
Boldrimo Obito da Panicate. Combattè aspre battaglie in ognuna delle quali
vedeva i suoi compagni cadere nel fango sotto le armi nemiche, ma lui no.
Sospinto dal suo coraggio continuò a lottare battaglia dopo battaglia. Le
cicatrici erano ormai come medaglie al valore per lui e il suo nome riecheggiò
in lungo e in largo. Si ricoprì di onore e fama, combattè per Perugia, Firenze,
i Duchi Estensi ed anche per il re di Napoli. Venne soprannominato Sforza da un
grande condottiero dopo una valorosa battaglio in cui dimostrò il suo valore e
la sua temerarietà.
Quel soprannome divenne poi il suo simbolo
e lo trasmise a suo figlio Francesco, mio marito e fu come la stella guida per
lui, diventò uno dei migliori condottieri conosciuti. Non sono parole al vento
quelle che ti dico nipote mia, ho visto io stessa mentre combatteva, dopo il
nostro matrimonio l’ho seguito sempre. Non sai la potenza che emanava ad ogni
suo movimento, il suo sguardo pareva bruciare ogni avversario e le sue urla in
battaglia terrorizzavano i nemici facendo tremare anche il mio cuore lontano
dal campo di battaglia e al sicuro dove lo aspettavo. Un Dio.
Nel 1450 riuscimmo a diventare i Signori
di Milano grazie alla sua fama e alla nobiltà del mio sangue. Da quel momento
ci occupammo della città anima e corpo. Anche tuo padre esercitò la carriera
militare, sfortunatamente è sempre stato troppo impulsivo e prepotente, ma dopo
di lui toccherà a te e ai tuoi fratelli portare avanti questo cognome che
guiderà anche il vostro futuro, risplendendolo. Ricorda, derivi da una famiglia
di potenti condottieri, hai nel sangue il coraggio di cui hai bisogno. Non
farti intimidire, non mostrarti mai debole, non far vedere che hai paura o sarà
quella a condannarti>>
E Temari a quelle parole rispondeva
sognante un” si nonna”.
In una delle lettera che mi inviò scrisse
queste parole:
Il cuore pieno di orgoglio,
nel corpo un energia tale da spaccare il mondo. Quelle parole le ho sempre
ritenute veritiere e sono il mio credo nella vita. Ho sempre ricorso a queste
parole nei momenti difficili e sempre lo farò. Mi hanno aiutato ogni volta e
non smetto di ringraziarla per questo.
Temari
Il 9 maggio 1468 il Duca di Milano sposò
Bona Tsunade di Savoia, cognata del re di Francia Luigi XI. Dopo i
festeggiamenti Chiyo accompagnò la figlia Ippolita fino a Serravalle, ma a
Melegnano, lungo la strada del ritorno, il 18 agosto venne colpita da un forte malessere con febbre
alta che la obbligò a trascorrervi tutto il mese di agosto e quello di
settembre. Agli inizi di Ottobre le sue condizioni peggiorarono e il 19 di quel
mese Jiraya venne richiamato per dare l’ultimo addio alla madre in fin di vita.
Le lacrime sgorgano spontanee al ricordo della sua resistenza contro quel male
silenzioso che la uccise quel 28 ottobre. Fu sepolta nel Duomo di Milano
accanto al marito dopo una solenne cerimonia a cui tutta Milano partecipò
commossa. Ancora la pioggia a far da cornice a quel giorno.
Il dolore fa parte dell’esistenza umana,
ma senza di esso noi non potremmo apprezzare la felicità ed ogni singolo momento
della nostra vita.
Non posso dire molto su Bona Tsunade di
Savoia, Temari le fu sempre molto legata, soprattutto dopo la morte della nonna.
Fu la madre che le mancò in quegli anni di crescita difficili e si mantennero
sempre in contatto.
Bisogna dire che comunque Temari rimase sempre in contatto con tutte le
figure più importanti della sua infanzia, soprattutto con la sua vera madre.
La mancanza dei luoghi in cui aveva
vissuto fino ai tre anni con la famiglia materna veniva cancellata ogni giorno
di più dalla labilità dei ricordi umani.
Ci sono cose però che non dimenticò mai
perché legate al suo cuore e sono sicuro che le rivide nell’esalazione del suo
ultimo respiro su questa terra, come ad esempio quella piccola camera di cui mi
parlò tanto in cui osservava sua madre ricamare mentre cantava dolci canzoni
oppure la radura vicino casa in cui con i fratelli giocava a nascondino o il
piccolo ruscello dove il fratello Gaara aveva trovato Sambi, divenuto poi loro
cucciolo e ritenuto un demonietto dalla quantità di disastri causati.
Crescendo Temari si appassionò alle armi e
alla caccia, passione che ereditò dal padre. Dei momenti che trascorreva con
Jiraya nei boschi scrisse a me e alla mia consorte una lettera intera, ma
riporterò solo una parte di essa per non annoiarvi.
Come ben sapete io adoro la
caccia, è un attività che mi rilassa molto e mi ricongiunge a Dio e alla
natura. Vi ho già detto che cominciai
quando ero molto piccola, seguendo mio padre e i miei fratelli maschi. I boschi
di Galliate e di Cusago erano i nostri luoghi di caccia preferiti e
soggiornavamo li abbastanza spesso.
Scusate l’interruzione ma sospetto che il
Duca desiderasse allontanarsi il più possibile dalla moglie, girava il
pettegolezzo che quest’ultima non apprezzasse molto il comportamento fin troppo
libertino del marito e che reagisse anche in maniera violenta, si dice anche
che il “poveretto” fu costretto a pubblicare testi intitolati “la violenza della pomiciata” ed
altri di cui non so il nome sotto mentite spoglie per non farsi scoprire dalla
consorte.
Solo in quelle occasioni mi
soffermavo ad osservare veramente mio padre. Era un uomo giovane, forte e
imponente, almeno così mi sembrava. Nei momenti passati insieme in quei periodi
potei riscontrare che, come detto dalla nonna, Jiraya era davvero troppo
impulsivo ed usciva allo scoperto troppo presto, per certi versi tu Naruto gli
assomigli molto. Furono bei tempi quelli peccato che crescendo e dopo essermi
sposata il mio tempo libero per quest’attività sia stato molto ridotto. Spero
sempre mi veniate a trovare presto.
La vostra amica Temari
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 3°capitolo ***
3°capitolo
Un
ENORME GRAZIE a Vaius e a Sarhita. Sono
felicissima delle vostre recensioni, non so proprio come ringraziarvi.
Avverto
che le coppie saranno molto…particolari poiché è stato difficile
scegliere i
personaggi e basare la storia su di loro. Se avete dei consigli o delle
richieste cercherò il più possibile di seguirli.
Vaius: di
nuovo grazie! In effetti mi piace molto la storia e prima di scrivere
questa
fic ho voluto documentarmi al meglio per essere il più corretta
possibile. La
fic vuole essere ambientata dopo la morte di Temari ed è Naruto a
narrarla;
Hinata ci sarà a partire dal 5° capitolo. Spero continuerai a seguirmi.
Ciao
Sarhita: Grazie
di cuore! Mi sono ben documentata in effetti e sono felice sia stato
notato.
Grazie per avermelo detto, spero di fare un capitolo abbastanza
corretto prima
o poi. Ti affido il compito di correggermi XD Posso presumere di averti
fatto
interessare al personaggio di Caterina Sforza e quindi affermare che
almeno
minimamente ne valeva la pena?? Spero di si e trovare nel prossimo cap
un'altra
tua recensione.
BUONA
LETTURA A TUTTI!!!!
L’anno
1473 fu per Temari l’anno dei cambiamenti. Le cose cominciarono a
variare a
inizio anno quando i nobili della corte si fecero più adulanti del
solito e
spettegolavano più vivacemente.
A
corte si cominciò a nominare sempre più spesso la famiglia Riario e il
loro
erede Girolamo Sasuke. La famiglia veniva da Savona e la madre del
giovane era
la sorella del papa. Si vociferava di un eventuale matrimonio con la
cugina di
Temari, Costanza Fogliari, ma non so se per fortuna o per sfortuna il
contratto
matrimoniale non venne mai firmato. Il problema stava nel fatto che la
madre
della fanciulla, di soli 11 anni, pretendeva che l’unione, per così
dire,
carnale avvenisse dopo il raggiungimento della sua età legale, ovvero
di
quattordici anni, ma il Riario deve aver pensato che attendere tre anni
fosse
soltanto una perdita di tempo e decise di cambiare sposa. Fu così che
si pensò
alla piccola Caterina di appena dieci anni, ma in questo caso non ci
furono
pretese da parte della famiglia di aspettare. Girolamo Sasuke Riario,
all’epoca
di 30’anni, aveva un futuro brillante davanti a se, figlio di Paolo
Fugaku
Riario e Bianca Mikoto della Rovere, come già detto, era il nipote di
Papa
Sisto Madara IV che per il matrimonio gli aveva concesso la signoria di
Imola.
Era di bel aspetto: alto, magro, muscoloso, moro, pelle lattea e occhi
indagatori.
La
prima visita deve essere stata comica. Mi immagino quell’uomo già
cresciuto da
un pezzo osservare accanto a lui una bambina di 20 anni più piccola e
pensare
che di li a poco avrebbero dovuto… condividere il letto, insomma. Deve
essere
stato questo ad averlo bloccato quella notte, il pensiero che poteva
essere sua
figlia.
Seguirono
altre visite in cui si ultimarono gli ultimi preparativi per il
fatidico evento
e nelle quali Sasuke potè interloquire con la fidanzata scoprendone la
grande
intelligenza e carattere ancora “crude” per la sua giovane età e per la
poca
conoscenza del mondo al di la delle mura della protettiva Milano.
Il
giorno del matrimonio c’era bel tempo e il cielo era limpido, questo
venne
interpretato come il segno che l’unione era ben voluta da Dio e che
avrebbe
portato a una lunga discendenza.
Il
matrimonio, pensava prima Temari, non era niente di particolarmente
gravoso,
anzi era una buona chance per far vedere
quel che valeva; non conosceva ancora il mondo che c’era nel privato di
una
coppia. È consuetudine nascondere alle propie figlie tutto quello che
riguarda
il sesso fino all’arrivo del matrimonio, quando queste si ritrovano del
tutto spaesate
tra le braccia di uno sconosciuto, spesso più vecchio di 20-30 anni,
incapaci
di capire cosa è successo e se il dolore provato si ripeterà per le
volte
successive.
Quando
le spiegarono il meccanismo Temari era al quanto inorridita. Pensare
che “un
arto dalla lunghezza variabile entrerà al tuo interno dalle tue zone
intime
rilasciando il suo seme che ti permetterà di rimanere incinta e che la
prima
volta ti farà sentire un forte dolore causandoti una perdita di sangue
fondamentale per attestare la tua verginità perduta” non la
tranquillizzava di
certo, ma giunto il momento dovette raccoglie il coraggio a due mani.
Fortunatamente l’arrivo di quel momento venne di molto ritardato.
Dopo
il banchetto infatti Temari venne accompagnata nella sua stanza dove la
svestirono e le infilarono la pregiata camicia da notte. Camminare per
quei
corridoi freddi seguita solo da due serve e Tsunade con solo una
vestaglia e
una camicia da notte a nascondere il suo corpo infantile deve essere
stato
terrorizzante almeno quanto lo fu per mia moglie e per molte altre
bambine
costrette a sottomettersi a questa barbaria, mai permetterò che mia
figlia viva
un momento del genere.
Consapevole
del momento che stava per giungere non riusciva a capire come
comportarsi. Arrivata alla porta della camera a
loro
assegnata si fermò e il ricordo delle parole della nonna nella sua
mente le
permise di mettere mano alla maniglia quando venne fermata da Tsunade.
La
madre adottiva le carezzò la guancia scostandole una ciocca di capelli
ribelli
e le disse:
-
Temari, da questo momento in poi sei una moglie. Ricorda che dietro a
un grande
uomo c’è sempre una grande donna e tuo marito può esserlo, non
permettere a
nessuno di ostacolarvi o di portartelo via. Prima farai un figlio e
prima sarai
al sicuro. È stata dura anche per me la prima volta, ma ora sono la
Duchessa di
Milano quindi abbi coraggio-
Temari
annuì ed entrò nella stanza. La camera era illuminata dalla tenue luce
di due
candele su di un comodino vicino al letto. Si diresse
all’inginocchiatoio e
pregò come faceva ogni sera. La sua Ave Maria venne interrotta dal
rumore della
porta che si apriva. La mano che si chiude a pugno per farsi coraggio.
Lui
entra nella stanza e sbuffa nel vederla inginocchiata a pregare.
Comincia a
spogliarsi velocemente. Temari finisce la sua preghiera, troppo fiera
per
fargli vedere che il suo arrivo la ha resa più tesa. Lui infila la sua
camicia
da notte e si dirige verso il letto, lo stesso fa lei. Lei si libera
della vestaglia
e si stende, osserva il soffitto pensando che il momento si avvicina.
Sente lui
spegnere le candele, scostare le coperte e stendersi a sua volta. Un
altro
movimento e all’improvviso lo sente sopra di se. Ferma. Incapace di
muoversi,
mentre tenta di controllare il suo istinto che le dice di reagire, di
spingerlo
via, consapevole del male che sta per farle, dell’innocenza che sta per
perdere. Tutto tace. Lui la guarda, misura le sue reazioni, comincia a
sbottonarle l’occhiello, la guarda di nuovo e poi…il peso su di lei
scompare.
Si è disteso di nuovo accanto a lei. Tace. Non da spiegazioni per la
sua
interruzione. Il battito del cuore che torna normale. Il tempo che
passa. Il
respiro di lui sempre più lento a indicare che si è addormentato.
L’ansia diminuisce
via via e anche lei si addormenta. Così mi scrisse:
Non capivo per
quale motivo
si fosse fermato, ma allo stesso tempo non potei che ringraziarlo
mentalmente.
Mi spiegò solo il giorno dopo il motivo e devo ammettere che questo,
nonostante
molti contrasti, mi permise di imparare ad apprezzarlo e più tardi di
amarlo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** 4°capitolo ***
4°capitolo
Ciao
a tutti e…si spera più di due. Grazie a chi a recensito e a chi ha
avuto il
coraggio di leggere.
Sarhita:
sono fiera
di sapere che ti piace. Mi dispiace molto che sia stato corto lo scorso
capitolo e forse anche questo non è il massimo per lunghezza ma il
tempo è
veramente poco (colpa dello stage). Spero che questo cap ti piaccia.
Vaius:
grazie. Spero
ti piaccia anche questo cap e, pensala così, il momento del loro arrivo
si avvicina.
Mi dispiace per il capitolo corto, cercherò di rifarmi con i prossimi.
Spero di
ricevere altre tue recensioni.
La
mattina successiva Temari si svegliò da sola. Accanto a lei il letto
era vuoto.
Su una sedia vi era la camicia da notte del nuovo marito. Ancora
impossibile
per lei definirlo tale. Prese la vestaglia e se la mise. Poco dopo
arrivarono
le serve che la lavarono e cambiarono.
La
giornata trascorse veloce e anche se nessuno lo dava a vedere tutti
volevano
sapere se effettivamente i nuovi coniugi Riario si fossero uniti quella
notte.
Dopo
cena, una volta soli, Temari decise di parlare a suo marito e gli
chiese
spiegazioni.
-Volete
sapere perché ieri notte non vi ho deflorata evitando così di causarvi
un
trauma infantile?!- domandò seccato il Riario.
Temari
rispose di si.
La
risposta di lui non tardò ad arrivare - Ora lo sapete. Ci uniremo solo
al
momento giusto, non mi va di sprecare le mie ore di sonno a fare una
cosa che
sicuramente in questo momento della vostra vita non porterebbe a
niente. Ne riparleremo
all’arrivo del vostro primo mestruo-
-
Vi ringrazio per l’accortezza da voi compiuta nei miei riguardi allora-
disse
lei.
-
Questo non vuol dire che passerò tutte le mie notti A DORMIRE da solo-
la
informò lui.
Sebbene
fosse ancora piccola Temari comprese pienamente il significato di
quella frase,
troppo abituata con suo padre e come forma di ultima resistenza a
quella
provocazione rispose:
-
Non esponetevi troppo alle chiacchiere della nobiltà e- disse
voltandosi per
andare verso la sua camera personale- non appena, come dite voi, io
sarò nelle
condizioni di non farvi più perdere ore di sonno inutilmente credo
dovrete
cambiare le vostre abitudini-
-Se
voi riuscirete a soddisfarle pienamente- controbatté lui, quasi
divertito.
Temari
tremò al pensiero, ma continuò senza darlo a vedere.
-
Vedremo se c’e l’ho nel sangue allora-
Tutti
erano a conoscenza della sua condizione di figlia illegittima, non se
ne
vergognava e non le creava problemi ammetterlo, e il chiaro riferimento
riuscì
a far ridacchiare il moretto che rispose.
-Attenderò
con impazienza quel momento sperando arrivi presto-
-Lo
spero. Buona notte marito- controbatté orgogliosa
-
Buona notte -
E
se ne andò.
I
giorni e i mesi passarono e così volarono due anni, permettendo ai due
coniugi
di conoscersi meglio.
Alcuni
giorni Temari poteva notare sotto gli occhi di lui un leggero velo di
occhiaie
e allora lui le sorrideva furbo puntando lo sguardo su qualche
sghignazzante
nobildonna. A quel punto Temari gli si avvicinava e diceva
-
Non avete dormito molto questa notte. Brutti sogni? Vi consiglio una
buona
tisana-
-Penso
di aver avuto un sonno parecchio agitato.-
rispondeva lui allusorio
Sasuke
si divertiva molto a punzecchiarla e credo che anche lei si divertisse.
Lei
rispondeva tranquilla - Devo consigliare la stessa tisana alla contessa
Ino
temo, ho notato un piccolo ematoma sull’avambraccio sinistro e un segno
rosso
sul collo, difficile da coprire con la cipria. Temo che anche lei
soffra del vostro
stesso disturbo notturno-
E
allora lui controbatteva - Non lo chiamerei disturbo-
Lei
non rispondeva e continuava a guardare dritta davanti a se.
Con
il tempo l’impazienza di punzecchiarsi sull’argomento aumentò andando a
sfociare su battutine sempre più
esplicite e questo non potè che favorire l’instaurarsi della
complicità
e…del desiderio.
Crescendo
Temari cominciò a notare sempre più, particolari che prima non aveva
notato o
che non riteneva importanti come il volume dei muscoli al di sotto
della sua
veste, il suo sguardo intelligente o il suo modo di parlare lento e
caldo al
momento delle loro comuni provocazioni.
Un
giorno lui partì per Imola, la città affidatagli dal papa suo zio, e la
informò
che si sarebbe assentato per parecchio tempo. Lei lo avrebbe atteso a
Milano.
Il momento dell’addio fu breve, poche parole formali e un bacio leggero
sulla
fronte di lei, grosso miglioramento rispetto all’inizio.
Eccetto
brevi periodi della durata da una a due settimane lui
mancò per quasi un anno e mezzo. In quel
lasso di tempo Temari si accorse che il suo corpo stava lentamente, ma
inesorabilmente cambiando e non solo quello.
Ecco
mi sento un po’ in imbarazzo a parlar di certe cose, ma capisco siano
fondamentali per un’ esatta comprensione dello scorrere degli eventi e
del
personaggio. Credo sia necessario qui l’inserimento di una delle
lettere di
Temari a mia moglie Hinata.
In
quei giorni mi sentivo strana, mi sembrava di avere tanta aria
compressa nel
ventre. Ero anche molto irritabile e non riuscivo a stare ferma. Tu
puoi
riconoscerne i sintomi sicuramente. Una mattina, poco prima dell’alba
mi
svegliai con una strana sensazione di bagnato. Bastò uno sguardo per
capire,
per avere la conferma. Il momento che stavo attendendo era giunto. Per
mio
marito era finito il tempo di andare con le altre donne. Sapevo cosa
sarebbe
successo, quello che avevo evitato i tre anni e mezzo prima, ma devo
ammettere
che non provavo più lo stesso ribrezzo che avevo all’inizio al solo
pensiero,
ma provavo invece una strana emozione, forse curiosità. Vedi Hinata,
non sono
così coraggiosa come credi, quando ci unimmo la prima volta io e Sasuke era un momento desiderato da tutti e
due, fu speciale, anche se doloroso e
sono felice di averlo avuto con lui. Mi rattrista molto, invece, sapere
di
quello che accadde con tuo marito
e realizzo che tu sei stata molto più
coraggiosa di me e non c’è solo questo episodio a confermarmelo. Sei
molto più
forte di quello che credi. Ricorda sempre che nutro un grande affetto
per te e
per il bambino che porti in grembo. Ti verrò a trovare molto presto.
La
tua fedelissima amica Temari
Questa
lettera la inviò
prima che io e Hinata ci sposassimo, quando lei era incinta del figlio
del suo
primo marito. È una storia molto lunga da raccontare ed assai dolorosa
che
avvenne nel periodo in cui tutti noi vivevamo alla corte di Roma.
Inutile
anticiparvi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** 5°capitolo ***
5°capitolo
Vaius:
grazie per la
recensione, sono felice che sia gratificante per te, posso considerarti
un
recensitore affezionato????Lo spero anche perché Hinata comparirà
finalmente in
questo capitolo. Spero recensirai anche questo e non vedo l’ora di
sapere cosa
ne pensi:-)
Sarhita:
grazie per
la recensione. La donna che ho descritto qui è il risultato di come me
la
immagino io, ma sono molti i cronisti dell’epoca a considerarla una
tigre e si
vedrà anche prossimamente cosa ha fatto. Per ora sta ancora crescendo e
sta
imparando come comportarsi, vedrai quali azioni determineranno il suo
futuro e
quelle non saranno minimamente determinate dalla mia immaginazione, ma
da fatti
avvenuti veramente.
Passarono
altri lunghi mesi prima della notizia del ritorno di Sasuke. Temari era
cambiata molto in quei quattro anni: era diventata più alta, il seno si
era
gonfiato dandole forme più simili a quelle di una donna, il ventre
piatto (contributo
dato anche dal bustino), i lineamenti più eleganti e la voce più
armoniosa.
Quando
lo rivide scendere dalla carrozza con quel suo fare raffinato sentì una
scarica
elettrica percorrerle la spina dorsale. Lui non mostrava il minimo
segno di
invecchiamento, anzi in quegli anni aveva acquisito ancora più fascino
o forse
era stata la lontananza e la gioia di rivederlo dopo tanto tempo a
renderlo
tale per i suoi occhi. Difficile era distogliere lo sguardo dal suo.
Lui la
osservava, nota va i suoi cambiamenti e le sorrideva soddisfatto.
-Buongiorno
marito, sono felice che siate tornato-
lo saluta lei.
Lui
ricambia il saluto, con una mano le scosta un ciuffo di capelli dietro all’orecchio ed avvicina il viso al
suo. Può sentire il suo profumo dolce ma deciso e per prolungare il più
possibile
quel momento le stampa un bacio sulla fronte.
Quello
si poteva definire il loro primo vero segno d’affetto.
Camminano
verso la sala dei ricevimenti dove Sasuke dovrebbe incontrare il Duca
per
discutere della situazione politica con Venezia, sono fianco a fianco e
stanno
cercando di combattere contro la tentazione di toccarsi. Entrambi non
si sanno
spiegare come mai d’un tratto si sentono quel fuoco dentro al minimo
sfiorarsi.
Lungo la strada la coppia scopre di essere al centro dell’attenzione
dei
cortigiani, o meglio Sasuke è al centro dell’attenzione delle giovani
dame
milanesi mentre Temari dei gentil uomini. Così Sasuke scopre di non essere l’unico a venir conteso dagli
sguardi altrui e irritato la trascina via. Non si diresse verso il
luogo
dell’appuntamento. Ordinò ad una serva di riferire al Duca di sentirsi
poco
bene ed entrò nella loro camera.
Temari
sebbene sorpresa dal suo comportamento continuava a ridacchiare.
-
Credi sia molto divertente? –disse lui.
Lei
annuì, incapace di smettere. Lui le sollevò il mento e la baciò
passionalmente.
La alzò e la spinse nel letto. Le mani occupate nella febbrile ricerca
di
slacciare i vestiti l’uno dell’altro. I baci sempre più lunghi ed
affrettati.
Il respiro sempre più affannoso. In poco tempo sono uno sopra l’altra
ad
osservarsi; la calma prima della tempesta. Un nuovo bacio intrappola le
labbra
di lei che poggia le mani sulla sua nuca per avvicinarlo, tenerlo
stretto a sé.
Un dolore potente tra le gambe che le strappa una lacrima, l’unico
suono che
esce dalle sue labbra è il suo nome.
L’emozione
più forte che avessi provato fino ad allora. Mai avevo sentito un misto
così
acceso di emozioni. Il piacere e il dolore si fondevano insieme con una
naturalezza sorprendente.
Dopo
qualche ora che passarono abbracciati
Sasuke decise di interrompere quel momento di silenzio.
-Presto
dovrò ripartire per Imola, ma questa volta voglio che tu venga con me-
le
annuncia lui
-Davvero?Vuoi
davvero che io venga con te?-domanda stupita lei
-
Sei mia moglie, dai oggi più che mai, logico che voglia che tu venga e
poi…
devo congratularmi, hai superato ogni mia aspettativa-disse lui
-Ne
sono felice. Quando partiremo?-
-
Devo avvertire vostro padre ed occuparmi di alcuni affari, direi entro
cinque
giorni-
Temari
lo abbracciò più forte, poggiandogli la testa sul petto.
-
Staranno parlando di noi la fuori secondo te?-gli domanda
-
Ci sono buone probabilità a riguardo, ma ancora cinque giorni e sarai
fuori di
qui. Inoltre prenderai possesso del posto accanto al mio come signora
di Imola
a tutti gli effetti- le risponde
-Non
vedo l’ora-
-
Anch’io-
I
giorni passarono lenti. Combattere contro l’istinto di toccare qualcosa
o
qualcuno che desideri più di qualunque altra cosa senza darlo a vedere
è una
cosa molto difficile. A corte li si vedeva sempre meno e quando erano
insieme
facevano sempre in modo di avere un contatto ravvicinato. I
pettegolezzi più
aspri venivano diffusi dalle dame più indignate che giustificavano la
freddezza
del Riario nei loro confronti dicendo che Temari lo aveva stregato con
un
filtro d’amore. Gli uomini supponevano solo che la Sforza si fosse
dimostrata a
letto molto migliore delle altre.
Eppure
non era solo una passione passeggera quella che li travolse. Gli ormoni
adolescenziali non potevano essere la causa di tanta emozione. Nessuno
dei due
aveva mai provato un sentimento come quello e decisero di considerarlo
amore,
il sentimento più decantato dai poeti. Che lo fosse o non lo fosse non
cambiava
quello
che provavano l’uno per l’altra e del resto una rosa con un altro nome,
manterrà sempre il suo dolce profumo. Con un giorno d’anticipo decisero
di
partire per Imola. Il viaggio non fu duro, anzi fu molto piacevole. Il
loro
arrivo a Imola venne annunciato da un coro festante di voci.
Dalla
finestra della carrozza Caterina vedeva gli abitanti della città, il
popolo, il
suo popolo. Si sentiva una regina, le sembrò che tutto quello che aveva
vissuto
fino ad allora fosse stato per preparala a quel momento.
Fu
in quel preciso istante che capii che avrei passato tutta la mia vita a
lavorare per quella città. Quello poteva essere il mio trampolino di
lancio per
aggiungere fama e gloria alla mia famiglia, per essere io stessa
ricordata tra
gli antenati più importanti, per dimostrare quello che valevo, che non
ero solo
una moglie sottomessa, ma una donna forte e coraggiosa.
Il
palazzo non era grande come quello di Milano, ma molto accogliente e
dignitoso.
Negli anni in cui i coniugi Riario erano signori di Imola vennero
edificate
molte opere pubbliche come i palazzi Sersanti e Della Volpe.
Sfortunatamente
Sasuke si dovette dividere molto tra Imola e Roma dove c’era il papa
suo zio.
Temari imparò in breve tempo ad occuparsi della città, ma la distanza
dal
marito la straziava così anche lei si trasferì a Roma lasciando una
persona di
fiducia alla reggenza della città.
L’arrivo
di Caterina fu ben accolto dal papa e dall’aristocrazia romana. Roma
era una
città ricca di fervore culturale e desiderosa di rinnovamento. Fu
facile per
lei inserirsi nella sua vita mondana fatta di balli, pranzi, battute di
caccia
e riunioni sociali alle quali partecipavano artisti,
filosofi,
poeti
e musicisti.
Fu
in quegli anni che lei sbocciò appieno diventando la donna
intelligente, fiera
e coraggiosa di cui tutti hanno sentito parlare. Grazie alle sue
innumerevoli
doti diventò l’intermediaria tra Roma e le altre corti, soprattutto con
quella
di Milano. Anche Sasuke stava facendo carriera dimostrandosi l’uomo
intelligente che era.
Fu
in uno di quei tanti balli che la conobbi. Non c’era persona che non la
conoscesse o che non desiderasse parlarle e lei si destreggiava,
apparentemente
tranquilla, nel mare di adulatori che la circondavano. Io ero appena
arrivato a
Roma e contavo di rimanerci per un breve periodo, ma i miei piani
vennero
sconvolti.
Spero
scuserete se dora in poi comincerò a parlare anche di me, ma desidero
farvi
conoscere non solo il suo lato da grande guerriera, ma anche quello di
amica e
confidente.
Riuscì
a parlare con lei perché essendo il nuovo arrivato avevo catturato
l’attenzione
dell’alta nobiltà. Devo ammettere che
ricevetti anche delle proposte di conoscenza più approfondite, ma non
credo che
questo vi possa interessare. Un giorno lei e suo marito si proposero di
spiegarmi le cose fondamentali per sopravvivere in quella corte e
devono avermi
trovato simpatico perché da quel momento in poi mi invitavano sempre
più spessa
a “casa” loro. Credo che capirono subito che di me si potevano fidare e
Sasuke
non era geloso del mio rapporto di AMICIZIA con Temari.
Una
sera in particolare cambiò la mia vita. Era un anno che vivevo a Roma
ed ero
stato invitato a uno di quei tanti balli a cui Sasuke odiava
partecipare,
quando la vidi. La donna più bella su cui i miei occhi avessero posato
lo
sguardo. La pelle diafana, i capelli lunghi e neri raccolti in una
semplice
acconciatura, gli occhi perlacei puntati a terra e un timido sorriso.
Portava
un delicatissimo vestito lilla ornato dalle migliori stoffe e un paio
di
orecchini dall’aria molto preziosa. Ero così concentrato nel cercar di
cogliere
ogni minimo particolare di quella figura che non mi accorsi di quella
accanto a
lei. Sasuke e Temari andarono loro
incontro e li salutarono.
-
Conte Federico Hidan, è un piacere incontrarvi. -
-
Il piacere è tutto mio. Questa deve essere Caterina, vostra moglie.
Siete
davvero bella come dicono e voi Sasuke molto fortunato- disse l’uomo
-
Troppa gentilezza-rispose modesta lei
-Un
dato oggettivo direi. Vi voglio presentare la contessa Anna Hinata, mia
moglie-presentò lui
In
quel momento lei alzò lo sguardo che si incrociò con il mio. Non
riuscivo
nemmeno a respirare. Temari se ne accorse e mi presentò subito.
-
Lui invece è il conte Naruto Uzumaki, un nostro caro amico-disse
-
è un piacere-disse fingendo cordialità il conte
-Il
piacere è tutto mio- risposi invece io sincero, ma non riguardo a lui
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** 6°capitolo ***
6°capitolo
Buon inizio
settimana a tutti i miei
carissimi lettori, sono felice che siamo arrivati al sesto
capitolo(praticamente un miracolo divino il fatto che abbiate resistito
tanto
XD), ma soprattutto le 10 recensioni (scusate ma non posso che essere
felice,
per me è un record, anche arrivare al sesto cap se è per questo) e
bisogna
festeggiare!e tra l’altro sono stata anche promossa e ho finito stage
:-)
Volevo chiedere
se potevate indicarmi il
vostro capitolo preferito e cosa ne pensereste di un'altra storia su un
altro
personaggio storico (anche uomo).
Che dire, BUONA
LETTURA A TUTTI, SPERO
VI PIACCIA!!!!
Vaius:
caro il mio recensitore affezionato in questo
capitolo troverai la risposta alle tue domande. Spero di aver descritto
bene la
vicenda e reso Hidan il più simile possibile a come è nel manga. Ti
devo anche
ringraziare per aver recensito anche l’altra storia e si ho visto il
difetto è
come ai detto tu, grazie per avermelo fatto notare. Anche io desidero
che
quello che ho scritto non avvenga(ero un po’ arrabbiata per come sta
andando il
manga nei confronti di Hinata, poi) e quando la ho riletta mi sono
venuti i
sensi di colpa, sai?
Sarhita:grazie
per la tua recensione. A fine storia ti dirò
tutto. Lo so che può sembrare brutto il loro modo di parlare ma
all’epoca era
così, ma secondo me nonostante questo serve anche per rendere ogni loro
gesto
più significativo e speciale, non so se mi sono spiegata bene.
Mi
affascinava il suo modo di fare tranquillo, la sua timidezza, il suo
sorriso.
Lei e Temari divennero amiche e successivamente nessuna delle due era
più in
grado di stare senza i consigli dell’altra, sembra strano ma è così.
Presto fu
chiaro a me e a Temari l’orribile rapporta che legava Hinata a suo
marito. Si
era sposata con lui molto presto, circa a undici anni con l’arrivo del
suo
primo ciclo ma se Sasuke si era dimostrato clemente con Temari, Hidan
no.
Hinata si confidò con Temari e le
raccontò della loro orribile prima notte. La sera di quello stesso
giorno
Temari si sentì malissimo e mi confessò poi che pianse tra le braccia
di
Sasuke. Venni a sapere in seguito cosa le raccontò. Di come lui si
scaraventò
su di lei con violenza graffiandola e mordendola costringendola a
sottomettersi
al suo volere, sordo alle richieste di una bambina 40’anni più piccola
di lui
di lasciarla andare e così si era ripetuto più e più volte nel corso di
quella
notte e delle notti seguenti. Provo tutt’ora rabbia per questo e non mi
pento
di quello che feci poi.
Circa
a metà giugno di quel 1478 Hinata e suo marito tornarono nella loro
casa fuori
Roma. La corrispondenza di quei mesi fu ingente anche perché Hinata
confessò di
aver scoperto di essere rimasta incinta. Sperava che grazie a quel
bambino che
portava in grembo Hidan smettesse di cercarla la notte, ma le sue
speranze
erano vane. Un giorno scrisse una
lettere terribile in cui chiedeva aiuto a Temari e a me, Hidan in un
impeto di
rabbia l’aveva picchiata e lei aveva perso il bambino. Quando la
ricevemmo
partimmo immediatamente. Sebbene arrivammo circa dopo due giorni dal
fatto le
sue condizioni erano orribili. Aveva braccia e gambe coperte di lividi
ed era
in stato di schok. Trovarla così fu per me e Temari straziante.
Quell’essere
aveva fatto del male ad Hinata, la persona più dolce e gentile che io
avessi
mai incontrato ed anche la persona che lo meritava di meno. Restammo
delle ore
li, seduti accanto a lei. Temari si dimostrò eccezionale, riuscì a
gestire
tutto e a rincuorarla. Io ero furioso e l’unica cosa che mi fermava
dall’andare
a spaccare la faccia a quel vile erano gli occhi arrossati di Hinata
che mi
supplicavano di starle accanto.
Quando
Hidan rincasò e ci trovò li si comportò come se nulla fosse successo e
questo
mi fece arrabbiare ancor di più e lo sfidai ad un duello.
-Oso
chiedervi come mai nutrite tutto questo interesse per mia moglie, avete
forse
una storia?!- ringhiò lui
Io
dissi- Accettate si o no, razza di vigliacco!-
-Vigliacco?Sarò
io a dover pretendere un duello per la vostra impertinenza- rispose lui.
Intervenne
allora Sasuke- Bene, come sapete i duelli sono illegali, ma ho il
consenso del
papa per chiunque dei due lo pretenda-
Hidan
parve sorpreso- Eravate già d’accordo?!-
Fu
Temari a parlare- Vista la gravità della situazione ho consigliato a
mio marito
di parlarne con il papa che ha ritenuto importante legalizzarlo. Vi
ripeto, ne
siete sicuro?-
Lui
rispose indignato- Si, difenderò il mio onore. Domani all’alba, in
giardino
davanti alla fontana. Duello all’ultimo sangue. L’arma scelta è la
spada. Sono
convinto che Girolamo Sasuke possa fare da secondo e controllare che le
armi
siano uguali. Non voglio che dopo mi si dica che inganno-
Per
la prima volta fu Hinata a parlare- Vi prego, ascoltatemi. Non c’è
alcun motivo
di duellare per me, io non valgo tanto. Vi scongiuro, desistete dal
vostro
intento-
Hidan
rispose- Questo non è solo per te, ma anche per
il mio onore offeso. Un modo per risolvere una disputa tra
persone di pari
rango. Se comunque il signor Uzumaki desidera ritirarsi io dimenticherò
questo
increscioso fatto non appena si sarà scusato-
-Mai-
ringhiai io
-Allora
a domani. Vi devo pregare però di lasciare la mia dimora-disse lui
-Certamente,
ma Hinata verrà con noi- specificò Temari
-No-
e rivolse un ghigno malefico prima a me e poi ad Hinata- lei è mia
moglie e
come tale deve sottomettersi al volere di suo marito e io voglio che
resti qui-
rispose lui.
-Ti
conviene non toccarla- lo avvertii io
-È
una minaccia?!- domandò acido lui
Sasuke
sbuffò e rispose al posto mio- No, è un avvertimento. Al papa sta molto
a cuore
la salute della contessa Hinata, essendo anche un amica di famiglia e
se
dovesse succederle qualcosa, in particolare questa notte, sono sicuro
che ci saranno
delle conseguenze per voi-
A
quel punto Hidan se ne andò furente verso non so dove.
Temari
si avvicinò ad Hinata e le sussurrò di chiudersi in camera a chiave
quella
notte dopo averla abbracciata, mentre Sasuke fece un cenno col capo e
trascinò
via Temari. Ci lasciarono soli, io non sapevo cosa dire o fare, ma fu
lei a
fare la prima mossa. Mi abbracciò forte per un momento lunghissimo e
cercò di
dirmi di ritirarmi, ma io la interruppi- Non ti preoccupare, dopo un
abbraccio
così non posso che vincere-
Per
quella notte fummo ospitati da una coppia di amici di Sasuke tali
Maddalena
Sakura e Giovanni Rock Lee. Feci molta fatica quella notte a prender
sonno, mi
tormentava il pensare alle conseguenza di quel duello.
Se
avessi vinto io avrei lasciato Hinata vedova e a causa del motivo del
duello
dubito che i suoi famigliari le lascerebbero i beni del defunto marito
e non la
manderebbero in convento se lei non intendesse più sposarsi, mentre se
vincesse
lui…non serve specificarlo.
Ad
un certo momento sentii Temari e Sasuke parlare nella stanza accanto
alla mia.
Lei stava chiedendo – Secondo te chi vincerà domai?-
E
lui le rispose- Hidan è un condottiero, ha molti anni di esperienza nel
campo
delle battaglie, ma Naruto dalla sua ha la testardaggine di un Uzumaki,
è molto
più giovane ed è innegabilmente innamorato di Hinata-
Temari
ci mise qualche minuto a rispondere- Si sono finalmente trovati, sono
convinta
che il destino non li farà più separare-
Poi
non sentii più niente, probabilmente si erano addormentati ed io non
potei che
sussurrare un - grazie amici miei- prima di addormentarmi con
l’immagine del
volto della mia amata.
Il
giorno seguente ci dirigemmo alla villa. Hidan ci aspettava già, sul
viso un
sorriso presuntuoso. Non vedevo Hinata e questo mi rese ancora più
agitato. Ci
disponemmo uno davanti all’altro. Sasuke doveva fare da giudice e ci
consegnò
le spade dopo aver elencato le regole del duello. Temari si guardava
intorno,
di sicuro a tormentarla erano i miei stessi dubbi: dov’era Hinata?
Non
potevamo sapere che Hidan l’aveva rinchiusa nella cappella la mattina
presto
quando lei vi era andata per pregare.
Il
duello doveva cominciare e non si poteva più aspettare. Il primo ad
iniziare fu
lui. I suoi colpi erano rapidi e precisi, ma riuscii a schivarli.
Temari era
indecisa se continuare a seguire il duello o cercare Hinata, poi la
vidi
correre verso l’ingresso della villa.
Il
duello era duro, il mio avversario aveva anni ed anni di esperienza
alle spalle
che lo avevano temprato e lo rendevano quasi invincibile.
All’improvviso
inciampai in una pietra e stavo per avere la peggio. Hidan stava
tagliando
l’aria con la sua spada diretto verso il mio cuore, quando vidi Hinata.
Era
sana e salva, aveva le lacrime agli occhi e correva nella mia
direzione. Bastò
quello a darmi la forza di non arrendermi. Attesi fino all’ultimo
secondo, poi
rotolai di lato e mentre lui tentava di estrarre la spada dal terreno
dove vi
si era conficcata con forza lo colpii. Una volta che fu caduto a terra
e smise
di respirare Hinata mi abbracciò e dalla commozione mi baciò. Lo fece
d’istinto, senza pensarci e solo poco dopo esserci staccati si rese
conto di
quello che aveva fatto ed era divenuta di quell’adorabile rosso
scarlatto che
mi diverto tutt’ora a provocarle. Alle nostre spalle Temari non
riusciva a
trattenere le risate, mentre Sasuke faceva finta di niente.
Come
già detto io e Hinata ci sposammo poco dopo e posso garantire che per
lei fu
molto diverso dal suo primo matrimonio.
Questa
interferenza, più incentrata su me ed Hinata che su Temari, è perché
volevo
darvi l’idea di che amica è stata per noi e ci sono molti altri esempi
a
confermarlo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** 7°capitolo ***
7°capitolo
Sono
tornata anche questa settimana. Sfortunatamente sto finendo i capitoli
che
avevo già pronti di scorta e per questo motivo penso che mi sarà
difficile
pubblicare ancora con regolarità. Se ricevessi qualche recensione in
più forse
riuscirei ad essere più produttiva…XD
Ringrazio
chi ha recensito e chi ha letto e spero di non aver perso l’attenzione
di Sarhita
proprio ora J
Vaius: hai
perfettamente ragione, i diritti umani una volta venivano
tranquillamente
calpestati a favore dei potenti. Sono felice di aver trovato un altro
appassionato di storia XD comunque non mi hai detto che ne pensavi di
un
seguito(fa così paura la sola idea?XD spero di no).Per le tue domande
troverai
risposta più avanti. Spero di aver descritto bene la storia di Hinata e
di
essere stata esauriente. Spero anche che continuerai
a recensire e che scuserai i miei
prossimi ritardi (ho già spiegato sopra i motivi). Alla prossima
Vorrei
dedicare questo breve
capitolo a Omar, il mio caro fratello che non ho avuto l’opportunità di
conoscere, ma con il quale mi sento legata profondamente.
Nel
1479 Temari ebbe il suo primo figlio. Dopo aver saputo che era incinta,
tramite
una lettera, io ed Hinata ci dirigemmo immediatamente da lei. Mia
moglie restò
lì per tutti i mesi di gestazione e i primi dopo al parto finché non
era nelle
condizioni di occuparsene da sola, mentre io sfortunatamente me ne
dovetti
andare una settimana dopo essere arrivato per quei soliti noiosissimi
problemi
d’affari.
Poiché
la vecchiaia avanza e la mia mano fatica sempre di più a scrivere
coglierò
quest’occasione per riposarmi e farò continuare ad Hinata questo mio
scritto con
quello che accadde in quei mesi, anche perché non me ne intendo molto
sebbene
le sette gravidanze che rallegrò la mia famiglia.
Sono
stata presentata da mio marito in modo finn troppo elogiativo a mio
dire, ma
cercherò di esserne all’altezza. Quando ricevemmo quella meravigliosa
lettera,
che conservo ancora, fummo così felici che partimmo immediatamente
senza pensar
troppo al nostro bagaglio. In effetti in quei giorni demmo molto lavoro
da fare
ai nostri servitori per farci portare tutto a casa di Temari. Al
momento del
nostro arrivo lei ci attendeva seduta su di una panchina in giardino,
Sasuke
era dovuto andare dal papa a discutere di alcuni problemi e per questo
non era
potuto restare ad attenderci. Lei era al primo mese di gravidanza e,
come
normale, il ventre non dava ancora a vedere la creatura che vi stava
crescendo,
la trovavo molto felice e i suoi occhi trattenevano lacrime di
commozione al
vederci. Ebbi modo di vedere che le nausee mattutine non la lasciavano
indifferente come invece pensavo all’inizio e questo mi strappava ogni
volta un
risolino quando se ne lamentava. Sapevo cosa voleva dire svegliarsi e
dover
correre al primo bagno raggiungibile, anche se l’avevo vissuto
all’epoca per
poco tempo. Rimpiango ancora il mio bambino che non poté nemmeno
esalare il primo
respiro su questa terra o ricevere un battesimo, ma non è il tempo dei
rimpianti e non voglio rattristarvi quando invece dovrei descrivere il
primo
dei lunghi e felici periodi della vita della mia migliore amica che le
portarono i suoi amati figli.
Lei
e
Sasuke erano molto felici, sebbene lui non sia il tipo da mostrarlo in
modo
appariscente.
Ogni
mattina io e Temari non facevamo che discutere dei preparativi del
parto,
nonostante fosse troppo presto, oppure di come si immaginava il bambino
e il
suo “glorioso futuro” come diceva lei; era sicura che suo figlio
sarebbe stato
un maschio, non poteva essere altrimenti visto il futuro che si
immaginava già
per lui. È divertente notare la differenza di aspettative dei miei
amici.
Temari lo immaginasse un abile condottiero temuto da ogni avversario e
richiesto
in ogni corte, mentre Sasuke un abile politico capace di riunire vicino
a sé i
più importanti letterati ed artisti trasformando Imola in un punto di
riferimento culturale e politico. Io speravo semplicemente che avesse
una vita
lunga e felice. Ognuno ha delle aspirazioni diverse per i propi cari.
Un
mese
dopo alla partenza di Naruto le cose cominciarono a peggiorare.
Sebbene
Temari avesse sempre vantato un ottimo autocontrollo era pur sempre una
donna e
come tale viveva quei famosi sbalzi d’umore incontrollati che…come
dire… Sasuke
gradiva poco. Io cercavo di fare del mio
meglio e dovevo ripetere ogni giorno a Temari di non far sforzi
eccessivi o di
non andare a caccia o a cavallo e a Sasuke di portare pazienza ed
accontentarla
il più possibile. Dovevo dividere le mie giornate tra l’iper
indaffarata Temari
e l’iper sbuffante Sasuke, ma non è male come sembra, almeno
non sempre.
Il
pancione cresceva di giorno in giorno ed anch’io cominciavo a pensare
che fosse
un maschio, ma di qualunque sesso fosse stato, ero comunque sicura che
sarebbe cresciuto
forte esano.
Naruto
ogni tanto scendeva a trovarci e si stupiva di quanto grande fosse il
pancione
da chiedermi se non le avessi dato troppa carne, ne sorrido ancora al
ricordo.
Il
bambino calciava spesso e questo non poteva che allietare la coppia.
Agli inizi
di aprile Temari cominciò a sentirsi strana, il pomeriggio del sette di
quel
mese dovemmo chiamare la levatrice perché cominciava ad avere le
doglie, il
bambino voleva nascere. Il parto fu lungo e doloroso e Temari faceva di
tutto
per non urlare, troppo orgogliosa e testarda. Il bambino nacque quella
notte e
come previsto dalla madre era un bel maschietto. Nemmeno Sasuke poté
trattenersi dal mostrare felicità. Lo chiamarono Ottaviano e come
previsto era
un bambino sanissimo. Piangeva con voce forte reclamando la mamma.
Ricordo che
appena mi fu possibile scrissi una lettera a Naruto per informarlo del
lieto
evento e che ero così stanca che l’unica cosa che mi impedì di
addormentarmi
mentre la scrivevo era il suo gran piangere. Era così carino e paffuto
che
sembrava uno dei tanti putti che si trovavano raffigurati nelle chiese.
Dormiva
solo quando era in braccio mio o di Temari o di Sasuke, specialmente
con lui e
mai con le serve. Ricevette anche la visita del papa che era curioso di
vedere il
risultato dell’unione di un Riario con una Sforza e direi che ne fu
soddisfatto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** 8°capitolo ***
8°capitolo
Poiché
sono stata particolarmente produttiva questa settimana sono puntuale.
Devo ringraziare
kejti per
aver messo la storia tra le preferite e anche tra le seguite, Sarhita e
Vaius
per aver recensito e naturalmente chi ha letto.
Vaius:seguirò
il tuo consiglio ed appena li trovo mi metto a leggerli, grazie. Che
dire,
spero che questo capitolo ti piaccia e ti auguro buona lettura!Aspetto
la tua
recensione!
Sarhita:grazie
grazie 1000, non sai quanto felice mi rendi!Spero che riuscirai a
leggere
questo capitolo in tempo perché aspetto una tua recensione XD Sono
felice che
tu mi abbia corretta e spero di non aver commesso altri errori. Ti
posso considerare
una recensitrice affezionata?????Spero di si XD
Ho letto la tua
fic “La leggenda della succubus e il miracolo di
Ai” e mi è piaciuta molto. Spero che la continuerai presto. Al prossimo
capitolo!
Nel
1480 il papa assegnò a Sasuke la signoria di Forlì, a scapito della
famiglia
Ordelaffi. Alla famiglia poi si aggiunsero Cesare e Bianca
rispettivamente nati
il 24 agosto 1840 e il 30 ottobre1481.
Nel
1484, quando Temari era incinta del quarto figlio, la sfortuna si
abbatté su di
loro con la morte il 12 agosto del loro protettore, papa Sisto Madara
IV. Alla
sua morte, infatti, tutti coloro che avevano subito dei torti dal suo
governo
si diedero al saccheggio. La casa di Sasuke e Temari (Palazzo Orsini di
Campo
de’ Fiori) fu assalita, spogliata di ogni suo contenuto e quasi
distrutta.
Caterina
dovette correre a cavallo fino a CastelSant’Angelo per prenderlo a nome
di
Sasuke che ne era il Governatore. I suoi soldati si posero a controllo
del
forte ed ubbidivano ad ogni suo ordine.
-Soldati,
sappiamo tutti cosa sta succedendo a Roma. I nemici di Papa Sisto
Madara IV, IL
rappresentante di Dio in terra, stanno distruggendo la città che ha
visto
nascere molti di voi. Devastano le nostre case, mettono in pericolo i
nostri
cari, i miei stessi figli e non si fermeranno per niente al mondo. La
loro sete
non si placherà e ripercuoteranno il loro male su le vostre madri,
figlie,
sorelle o fidanzate. Dio ci osserva e ci valuta. Io lascerò questo
forte solo
al nuovo papa e a nessun altro, siete con me?- urlò con voce sicura
Temari,
spronando i suoi uomini.
Un
coro di ‘si’ si espanse per tutte le mura ed anche oltre.
Molti
furono in nobili e gli ecclesiastici che tentarono di persuaderla a
lasciare la
fortezza e a ricongiungersi a suo marito, ma lei rispondeva
ostinatamente ogni
volta di no.
-Consegnerò
questo forte solo al nuovo papa. Se ve lo lasciassi non rispetterei i
miei
principi e che cosa dovrei insegnerei ai
miei figli se non a combattere per essi e per la propia libertà. Sono
Caterina
Sforza e non mi piegherò davanti a nessuno. È il mio orgoglio ad
impedirmelo-
Nel
frattempo Sasuke si era posizionato con il suo esercito in una
posizione
strategica . La situazione a Roma era di stallo: i disordini
aumentavano
insieme alle violenze, i cardinali non assistettero alle esequie del
defunto
papa e si rifiutavano di entrare in conclave temendo l’artiglieria di
Temari.
Il
Sacro Collegio chiese a Sasuke di lasciare Roma ed in cambio gli
offrirono
ottomila ducati per i danni alle sue proprietà, la conferma della
signoria di
Imola e di Forlì e la carica di Capitano Generale della Chiesa. Lui
accettò e
si preparò a partire. Quando Temari venne a sapere della decisione del
marito
si arrabbiò molto e decise di aumentare il contingente dei suoi soldati
per
continuare la resistenza e costringere i cardinali a trattare con lei,
ma
questi si diressero nuovamente da Sasuke il quale la smentì e le inviò
un
biglietto con queste parole:
Lasciate
il forte e raggiungeteci. Non
fate la stupida a cercare di costringere quelle vecchie carogne a
trattare con
voi. Roma ha amici potenti e non potete permettervi di inimicarveli,
qui non
c’entrate solo voi e i vostri principi, ma anche i domini del nostro
Stato e dei
nostri figli.
Temari
non poté far altro, si dovette arrendere ed abbandonò
CastelSant’Angelo.
Per
la prima volta vide nettamente il confine che divide da sempre le donne
dagli
uomini. Il mancato potere e la sottomissione che esse devono loro, le
famose
catene di cui le aveva parlato la nonna al loro primo incontro.
Fu
un momento molto duro per Temari quello. Lo sconforto era grande e
faticava a
tornare la donna di sempre, ogni volta che guardava Sasuke vedeva in
lui le sue
barrire, tutto quello che le era proibito fare. Ma lei è sempre stata
forte ed
il suo carattere non le permetteva di arrendersi completamente senza
lottare,
forse grazie anche alle parole della nonna paterna con i suoi
insegnamenti, o
il parto difficilissimo del suo quarto figlio in cui tutti la davano
per
spacciata a cui invece sopravvisse, o le lettere in cui la pregavamo di
non
abbattersi, o l’amore di Sasuke. Questo non lo so, so solo che tornò
tutto come
prima, o quasi.
Arrivati
a Forlì Temari e Sasuke vennero informati dell’elezione del nuovo papa,
questo
era Innocenzo Sai VIII che adempì al patto con Sasuke, ma lo dispensò
dalla
presenza a Roma rendendo l’incarico di Capitano Generale dell’esercito
pontificio solo un incarico formale che nemmeno gli veniva retribuito.
Nonostante
la mancanza delle entrate dallo Stato Pontificio Sasuke non ripristinò
le tasse
di cui erano esenti i cittadini forlivesi.
La
famiglia continuò ad espandersi con la nascita di Galeazzo Maria e poi
con Francesco nel 1487.
Sfortunatamente
la spesa pubblica divenne insostenibile e Sasuke dovette, anche su
consiglio di
un membro del consiglio degli anziani tale Nicolò Danzo Panesco,
ripristinare
le tasse.
Presto
si diffuse il malcontento tra la popolazione, non solo tra i poveri, ma
anche
tra i nobili e tutto questo sfociò in complotti sempre meglio
organizzati che
alla fine portarono alla morte del mio amico il 14 aprile del 1488.
Quei
traditori, non contenti di aver ucciso il loro signore saccheggiarono
il suo
palazzo e resero prigionieri la loro ignora e i suoi figli che
restarono in
prigione per dei giorni. Temari aveva appena perso l’uomo della sua
vita, il
suo protettore, il padre dei suoi figli ai quali in quel momento si
prospettava
un futuro incerto, ma nonostante tutto questo riuscì a reprimere il suo
dolore
ed a rincuorare i figli.
L’unico
ancora fedele in città alla famiglia Riario era il castellano della
Rocca
di Rivaldino, Tommaso Shino Feo che si
rifiutava di cedere la rocca agli usurpatori.
Temari
in questo vi vide una possibilità e si offrì di andare alla rocca a
convincere
il castellano ad arrendersi. La lasciarono andare, convinti che avendo
loro in
ostaggio i figli non avrebbe creato problemi, ma su questo si
sbagliavano.
Una
volta entrata nella rocca si rifiutò di ascoltarli e si preparò alla
riconquista della città dicendo che se avessero ucciso i suoi figli
avrebbe saputo
come vendicarli. Molti raccontarono di un episodio (io non sono sicuro
che sia
avvenuto realmente, ma lo racconterò ugualmente) secondo cui Temari da
sopra le
mura avrebbe risposto a chi la minacciava di uccidere i figli dicendo:
-Fatelo, se volete-
Ed
alzando le gonne, mostrando con la mano il pube dire:
-Ho con me lo stampo per farne
degli
altri-
Che
sia andata effettivamente così o no, quei traditori non osarono toccare
i suoi
figli.
Grazie
anche all’aiuto di Ludovico il Moro riuscì a recuperare il potere su
Imola e
Forlì.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** 9°capitolo ***
9°capitolo
Salve
a tutti!
Sono
tornata anche questa settimana perché i miei recensitori affezionati
sono stati
particolarmente gentili con i complimenti quindi bisogna ringraziare
loro o
ucciderli dipende dai punti di vista …XD
Comunque
spero che questo capitolo vi piaccia e che anche qualche altro
coraggioso mi
faccia sapere cosa ne pensa.
Sarhita:
Sono felice
che tu abbia recensito!Non mi ricordo se te l’ho già detto, ma non vedo
l’ora
che tu la aggiorni (almeno un po’ di spoiler potresti farmelo, no???)!!
Ho
solo un altro capitolo di
riserva scritto sul computer quindi non posso promettere di essere
puntuale
prossimamente, continua comunque a seguirmi! Un bacio
Vaius:
grazie per la
recensione!!Non so cosa farei senza le tue recensioni, probabilmente
sarei
ferma ancora al primo capitolo!XD Sai, ho cominciato a leggere le
recensioni
che lasci nelle altre storie (tu le recensisci tutte praticamente!!)
perché ho
notato che gran parte delle tue previsioni sono azzeccate!! Sei una
specie di
indovino!!Per le informazioni non ho un singolo sito. Sono andata su
diversi
siti ed ho tento per sicuri gli eventi che confermavano un po’ tutti.
Spero di
essermi fatta capire!Comunque nell’ultimo capitolo spiegherò meglio
tutto
quanto. Alla prossima.
P.S. questa è Caterina
Sforza:
Il
30 aprile 1488 cominciò a governare a nome del figlio Ottaviano di soli
9 anni
all’epoca. La prima cosa che fece fu vendicarsi di quegli ignobili
uomini che
avevano ucciso suo marito. Ordinò che tutte le persone coinvolte
venissero
imprigionate, tra di loro vi era il governatore del papa, tutti i
generali
pontifici, il castellano della rocca di Forlimpopoli che l’avevano
tradita ed
anche tutte le donne delle famiglie coinvolte. Le loro dimore vennero
distrutte
e gli oggetti preziosi vennero distribuiti
ai poveri. Sebbene però la vendetta e la rabbia l’avessero
distratta dal
dolore questo si ripresentò presto.
Cari
amici miei, vi ringrazio per i vostri pensieri e non voglio vi
preoccupiate .
Ora sono la Signora di Imola e Forlì e mi occupo io di tutto. Ci sono
molte
cose di cui preoccuparsi come mantenere i rapporti con i Signori degli
altri
Stati, le trattative matrimoniali per i miei figli, revisionare il
sistema
fiscale ed eliminare parte dei dazi( non
voglio che si ripeta quello che è successo a Sasuke), l’addestramento
dei
soldati e il loro rifornimento con armi e cavalli. Mi occupo poi io
stessa del
bucato e del cucire. Voglio che la vita nel mio stato sia pacifica.
In
verità c’è un'altra cosa a preoccuparmi, o per meglio dire una persona.
Lui è
il cardinale Raffaele Riario che è qui, a detta sua, per proteggere i
miei
figli, ma non mi fido di lui e credo voglia solo intromettersi nel mio
governo.
Spero di ricevere presto la vostra visita, così da poter conoscere il
nuovo
arrivato.
La
vostra Temari
Due
mesi dopo la morte di Sasuke qualcuno diffuse la voce la voce che
Temari stesse
per sposare Antonio Maria Deidara Ordelaffi che aveva cominciato a
farle
visita. Tutti pensavano che con questo matrimonio potessero terminare
le
rivendicazioni della famiglia di lui ed il nobile stesso scrisse una
lettera ad
un amico in cui dava questo per sicuro.
Sebbene
non lo ammetterà mai, la ferita nel suo cuore era ancora aperta e
sentire
quelle voci la irritò terribilmente.
[…]
Come può quel nobile da strapazzo pensare che io lo voglia sposare. Non
lascerò
il risultato di tutte le fatiche mie e di mio marito ad un uomo del
genere. Si
pentirà di quello che ha fatto. Mi rivolgerò al senato di Venezia e lo
farò
esiliare. Vedrà chi è veramente Caterina Sforza. […]
Ed
in effetti fu quello che ottenne. Il poveretto venne esiliato in Friuli
per 10
anni.
Una
sera invitò a casa sua Tommaso Shino Feo, l’uomo che non l’aveva
abbandonata
nel momento di crisi e con lui venne anche il fratello Giacomo Kiba
Feo, un
ragazzo di vent’anni.
Lui
non somigliava al fratello. Alto, capelli castani e mossi, muscoloso,
il tipico
ragazzo intenzionato a spaccare il mondo. Temari lo trovò molto
simpatico
all’inizio, lui era molto diverso da lei. Era più energico, solare e
spontaneo;
poi, con il tempo, cominciò a sentire un sentimento più profondo che
andava
oltre l’amicizia. Per Temari fu la via d’uscita da una quotidianità
oppressiva,
quel cambiamento che rende le tue giornate speciali. Questa volta
poteva
decidere lei chi sposare ed amare. Sotto le sue mani Kiba diventò un
vero e
proprio uomo.
Quando
stavano insieme non vi era alcun timore, ansia o bisogno di affermare
la propia
superiorità, ma soltanto quell’amore passionale che tanti ricercano in
rapporti
più o meno importanti.
Lei
si innamorò veramente di lui e decise di sposarlo in segreto per non
perdere la
tutela dei figli e, di conseguenza, il governo del suo Stato.
Io
e Hinata partecipammo al matrimonio, eravamo gli unici invitati e ci
sentivamo
un po’ a disagio. Ci eravamo incontrati tutti a mezzanotte davanti ad
una
piccola chiesetta diroccata dove c’era ad attenderci un vecchio prete
che
temari aveva scelto per la sua discrezione.
Lei
indossava uno stupendo abito ricamato che comunque non poteva essere
paragonato
a quello che aveva indossato quindici anni prima al matrimonio con
Sasuke, ma
in quel momento lei non poteva sembrare più felice. Lui era vestito
molto
semplice ed era completamente rapito dalla figura di Temari accanto a
lui, io e
Hinata temevamo che ricercasse il matrimonio solo per arricchirsi, ma
quel suo
modo di guardarla totalmente adorante ci rassicurò sulla veridicità dei
suoi
sentimenti.
Quando
imboccarono l’entrata della chiesa mano nella mano e percorsero lo
sporco ed
ormai stinto tappeto rosso sembravano la coppia più felice del mondo.
La
mancanza di Sasuke ha portato molto dolore e solitudine nella sua vita,
anche
se faceva di tutto per non darlo a vedere e si teneva impegnata il più
possibile per tenere lontano il cervello dal cuore, ero sinceramente
felice che
avesse trovato Kiba, ma ora conoscendo gli eventi successivi non so se
esserne
altrettanto felice.
Mentre
si dirigevano all’altare Temari sussurrò all’orecchio di lui delle
scuse e ne
sembrava veramente pentita.
-Mi
dispiace che questo non possa essere il grande matrimonio che ti
aspettavi-
-Io
vedo la donna che amo, i suoi migliori amici che presto diventeranno
anche i
miei ed una chiesa…è il giorno più bello della mia vita-rispose lui.
Fu
tutto molto commovente. Io e Hinata, dai vecchi ed ormai rovinati
banchi vicino
all’altare che nessuno si era preso la briga di ripulire dalla ormai
secolare
polvere, riuscimmo a captare solo brevi parti di quella conversazione.
Tutto
sommato l’arrivo di Kiba nella vita di Temari non fu questo grande
errore
ripensandoci perché nei pochi anni che trascorsero insieme lei fu
veramente
felice.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** 10°capitolo ***
10°capitolo
Ciao a tutti
quelli che mi seguono!
Bisogna
festeggiare visto che siamo arrivati al 10° capitolo ancora tutti
incolumi (tranne la connessione di Sarhita)!
Dedico il capitolo (visto che è così importante, fate finta che per voi
lo sia XD) ai miei due recensitori Sarhita per la sua capacità di
affronate i problemi di connessione e perchè le sue recensioni mi
mettono di buon umore e a Vaius perchè gli do sempre tanto lavoro da
fare!
Ringrazio chi
legge, recensisce e chi ha messo la storia tra le preferite e le
seguite (spero di ricevere una recensione anche da te XD).
Mi dispiace
per l'immagine dello scorso capitolo cercherò di metterla prossimamente
(sull'anteprima si vedeva uffa!),grazie a chi me lo ha segnalato.
Vaius:
leggi e vedrai. In questo capitolo ci sarà qualche chiarimento, ma non
ci sarà ancora la tragedia che avverrà nel prossimo capitolo. Alla
prossima ^^
Sarhita:
grazie per la recensione e per l'impegno nello scriverla tre volte! Ho
letto il capitolo e non vedo l'ora di leggere il prossimo (ti ho fatto
anche un po' di pubblicità che non guasta mai) quindi sbrigati a
pubblicare! In questo capitolo ci saranno dei chiarimenti, ma la
tragedia averrà nel prossimo. Spero di ricevere presto la tua
recensione. Al prossimo capitolo ^^
BUONA LETURA A TUTTI E GRAZIE
ANCORA!!!!
Dopo
la cerimonia e negli anni successivi non avemmo molte possibilità di
vederli
insieme perché già il giorno dopo la loro unione noi dovemmo partire,
mio
figlio Michele si era ammalato e Hinata era terribilmente in ansia per
lui
poiché Iddio ha sempre bisogno di angeli nel suo paradiso e
successivamente i miei impegni abbinati
alle gravidanze di Hinata non ci permisero di tornare spesso.
La
vita dei miei amici trascorse, ad intervalli regolari, tranquilla e
pacifica
per sette anni finché un nuovo scossone si abbatté sulle loro vite. In
quei
pochi anni Temari aveva trovato la serenità, la loro vita insieme era
stata
rallegrata dall’arrivo di Bernardino, ma tutto questo venne seguito da
grandi
sconvolgimenti nella vita politica.
Nel
1492 morì Lorenzo il Magnifico e successivamente Innocenzo Sai VIII al
quale
successe il cardinale Rodrigo Choji Borgia con il nome di papa
Alessandro VI.
La
morte del precedente papa fu accolta positivamente da Temari sia perché
era suo
nemico e sia perché il nuovo papa oltre ad essere il padrino di
Ottaviano era
anche un loro amico.
Il
timore di una imminente guerra si trasformò in realtà con la morte del
Magnifico, ma non è questo il grande sconvolgimento di cui vi avevo
parlato e
che avverrà in seguito.
Si
riaccesero gli attriti tra Napoli e Milano e Ludovico il Moro, zio di
Temari,
nel 1494 convinse Carlo VIII di Francia a rivendicare il regno di
Napoli.
Durante il conflitto Temari cercò di rimanere neutrale, ma ben presto
dovette
schierarsi. Da una parte c’era lo zio con Carlo VIII e la sua Milano,
mentre
dall’altra il papa e Napoli.
Scelse
questi ultimi e si preparò a difendere
le sue città.
La
via del soldato deve essere difficile, sapere che da un giorno
all’altro
potresti essere morto e che la tua vita dipende dalla strategia di un
altro
uomo, vivere nell’incertezza continua di non poter più sentire il
profumo dei
fiori solleticare il tuo naso, vedere il cielo azzurro sopra di se e il
sole
rallegrare le tue giornate, dover dire addio a tutte le cose e le
persone a cui
tieni come una moglie, dei figli, i parenti, gli amici o perché no
anche ad un’amante
o più.
Il
momento dello scontro si avvicinava con il passare delle ore. Temari
doveva
prepararsi come stavano facendo i suoi soldati.
Quella
notte lei e Kiba restarono svegli l’uno nelle braccia dell’altra ad
osservarsi
perché incapaci di chiudere gli occhi per il timore di perdersi per
sempre.
[…]Sapere
che di li a poco avrei potuto non rivedere più i suoi splendidi occhi o
non
sentire più le sue morbide labbra su di me mi faceva sentire…come se ci
fosse
un enorme buco davanti a me, l’incertezza mi divorava. Non sopporterei,
temo,
di risentire il vuoto che ho provato dopo la morte di Sasuke. Allora mi
sembrava impossibile che quel mio marito
così forte e sano potesse…morire.
Mi
sembrava invincibile, ma ora so che la morte può colpire ognuno di noi
e che
nessuno è invulnerabile ad essa, non sopporterei di rivivere quel
tenebroso
momento. Combatterò perché questo non accada.
Temari
Se
Temari aveva inviato una lettera così a Hinata doveva essere veramente
preoccupata. Sul foglio vi era anche il segno di una lacrima
all’altezza del
nome di Sasuke e dunque soffriva ancora silenziosamente per la sua
scomparsa. I
sentimenti trattenuti solo la cosa più pericolosa perché ci corrodono
dall’interno
e quando non riusciamo più a trattenerli scoppiamo e ci ammaliamo.
L’attacco
stava arrivando e Temari si preparò ad incoraggiare i suoi uomini.
-Soldati,
so che sarà dura e che gli avversari li fuori sono difficili, ma noi
abbiamo il
coraggio, la forza e l’onore dalla nostra parte perché IO so quello che
valete!
Ricordate che per ogni freccia che scoccherete, ogni sciabolata che
tirerete ed
ogni nemico che cadrà ai vostri piedi la vostra città e i vostri cari
saranno
in salvo!! Dimostriamo ai francesi e al mondo di che pasta siamo
fatti!!!-urlò
con tutto il fiato che aveva in corpo.
L’esercito
della città era carico. Attendevano solo la possibilità di scagliarsi
contro il
nemico, di manifestare il loro odio e distruggere i nemici che
minacciavano la
loro pace. Lo scontro cominciò e con il passare delle ore aumentavano
vittime e
feriti. Temari continuava ad impartire ordini ai suoi sottoposti,
troppo
impegnata e concentrata per avvertire la stanchezza. Kiba le si
avvicinò
preoccupato, il viso teso.
-I
napoletani ci hanno abbandonato in balia dei francesi- disse sempre più
arrabbiato.
-E
noi faremo altrettanto, voglio allearmi contro Napoli –rispose lei
sicura.
-Mi
fido di te- le dice lui dandole un bacio sulle labbra.
Come
appena detto Temari decise di schierarsi con i francesi e li lasciò
passare
così che potessero raggiungere Napoli.
La
città venne conquistata in soli 13 giorni e questo spaventò così tanto
i
principi italiani che si riunirono in una lega antifrancese che
costrinse il re
straniero a ritornare indietro. In questa occasione Temari riuscì a
rimanere
neutrale.
Passò
il tempo e le vite continuarono ad andare avanti arricchite di un nuovo
capitolo. Caterina apportò dei cambiamenti importanti al suo governo.
Ridistribuì
i ruoli sostituendo i castellani delle rocche con i suoi parenti più
stretti
cercando persone di cui potersi fidare.
Kiba
divenne castellano della Rocca di Rivaldino al posto del fratello, a
Gian Piero
Landriani (il marito di sua madre) affidò la Rocca di Imola, a Piero
Landriani
quella di Forlimpopoli e diede in sposa sua sorella Bianca a Tommaso
Shino Feo,
una bella coppia oserei dire.
Giacomo
Kiba nel ruolo di amante di Caterina divenne molto potente
politicamente, non
solo per l’ascendente che aveva su di lei, ma anche per le diverse
cariche che
ottenne. Fu insignito con un ordine cavalleresco da Ludovico il Moro e
divenne
Barone di Francia.
C’era
chi temeva che Temari volesse affidargli il suo stato al posto di darlo
al
figlio Ottaviano e, come si sa, il potere attira l’invidia e le
sventure.
La
situazione era grave, tutti temevano Kiba e gli stessi figli di Temari
lo
vedevano come l’usurpatore del posto di loro padre.
Anche
se non dovrei, li capisco bene.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** 11°capitolo ***
11°capitolo
Ciao
a tutti!
Questo
capitolo arriva in anticipo rispetto al solito perché domani vado al
mare e
quindi non riuscirei a pubblicare. Ringrazio chi continua a seguirmi e
vi
dedico il capitolo!Rispondiamo alle recensioni:
Vaius:ciaoooo,
grazie per la recensione! Di solito tu ti rovini da solo le sorprese
con le tue
supposizioni da detective Conan!!XDIn questo capitolo troverai le
risposte alle
tue domande!Ci sentiamo su facebook,Ciaooo!
Sarhita: Ciao! Ho
pubblicato anche prima del previsto,visto?XD Il capitolo delle
risposte/tragedia è arrivato(risata malefica con musichetta di
sottofondo!).
Ci ringraziamo a
vicenda???? Non vedo
l’ora di leggere il prossimo capitolo della tua fic quindi sbrigati a
pubblicare!!!Se no mi metto in sciopero con la mia!
Buona
lettura a tutti!!!!!
Come
se la morte fosse il destino di chi si lega in modo così profondo a
Temari ci
furono due congiure, entrambe sventate, per uccidere Kiba.
La
sera del 27 agosto del 1495 avvenne l’attentato decisivo, quello non
previsto.
Erano
tutti di ritorno da una battuta di caccia. Caterina con la figlia
Bianca ed
alcune dame di compagnia erano sedute sulla carretta di corte, mentre
Ottaviano, Cesare e Kiba le seguivano a cavallo insieme a numerosi
staffieri e
soldati. All’improvviso Kiba venne assalito e ferito a morte. Era
avvenuto
tutto molto velocemente e la dinamica degli eventi non avevano permesso
una
risposta pronta.
L’assalitore
venne preso ed imprigionato.
Così
quel nefasto giorno d’estate Kiba moriva tra le braccia di Temari
carezzandole
dolcemente il volto trattenendo il suo ultimo respiro in un tenero
bacio.
Per
Temari fu come un Deja vu. L’evento che più l’aveva ferita nella vita
si stava
ripetendo un'altra volta e lei era di nuovo impotente contro la morte.
I
congiurati non si accorsero del passo falso che stavano per fare. Il
loro capo,
Gian Antonio Ghetti commise l’errore che lo portò alla morte. Andò da
Caterina
soddisfatto dell’esito dell’attentato perché convinto, come tutti gli
altri
congiurati, che fosse stata lei stessa a dare il primo ordine per
compiere
l’attentato, ma le cose ovviamente non erano così. Si avvicinavano
momenti
tristi per Forlì.
La
furia di Temari fu potentissima e devastante. Fece imprigionare tutti
quelli
che facevano parte o che erano a conoscenza della congiura e molte
furono le
vittime. Questa perdita portava con se anche il dolore di quella
precedente. Si
lasciò finalmente andare al dolore e rimase delle ore a vegliare sul
corpo
sempre più freddo e rigido dell’amato nella camera mortuaria. Per molto
tempo
non rispose alle nostre lettere, né a quelle degli altri.
Passò
molto tempo prima che riuscisse a riprendere il suo autocontrollo e
Nei
giorni in cui andammo a trovarla, sfortunatamente molto tempo dopo la
tragedia
poiché io e la mia famiglia eravamo in viaggio presso un nostro parente
molto
lontano da Forlì, stentavamo a riconoscerla. Il dolore e la rabbia
l’avevano
resa un corpo senz’anima e desideri se non quello di rivendicare le
teste degli
ultimi congiurati ancora vivi.
Quando
io e Hinata scendemmo dalla carrozza lei non era lì ad attenderci come
faceva
invece solitamente. Vi erano invece i suoi figli che, ebbimo modo di
vedere poi, sembravano insensibili al suo
dolore o
perfino indignati.
Ottaviano
si stava facendo grande e non mancò di osservare bene mia moglie che,
come al
solito, era ignare dell’attenzione ricevuta, mentre io cominciavo a
sentire una
forte avversione nei suoi confronti.
Ci
accompagnarono in sala e lì cominciammo a colloquiare di argomenti
frivoli per
evitare quello più importante e difficile, Temari. Lei ci raggiunse un
ora dopo
il nostro arrivo. Un’ora di sguardi truci nei confronti di un certo
giovanotto
che si soffermava troppo sul seno di mia moglie.
Quando
Temari ci raggiunse aveva profonde occhiaie sotto agli occhi arrossati.
Sebbene
avesse cercato di ricomporsi ci era chiara l’entità del suo dolore.
La
strage che aveva portato avanti come vendetta le stavano costando
l’amore dei
suoi cittadini.
I
suoi figli al suo arrivo si irrigidirono, ma si sforzarono di portare
avanti la
conversazione normalmente.
Hinata
soffriva nel vedere Temari in quello stato e così la convinse a
cambiare sala
per parlare.
Andammo
nella cappella del palazzo. Vi erano tutte le candele quasi
completamente
sciolte dal loro prolungato utilizzo. Dovevo trovare le parole giuste
per
rincuorare la mia amica come lei aveva fatto con me in precedenza.
-Temari
io-cominciai.
-Ti
prego,ho perso due mariti in questo modo. Lasciatemi vivere il mio
dolore, dopo
tornerò ad essere quella di sempre-mi supplicò lei.
Mi
faceva una gran pena e l’abbracciai forte.
-Piangi
pure, sfogati. Non sei costretta a piangere in solitudine. Io mi unirò
al tuo
pianto.-
-Ho
bisogno solo di un momento, uno soltanto- continuava a ripetere
singhiozzando.
Restammo
lì delle ore a compiangere l’amore perduto ed il destino crudele.
-Da
ora non piangerò più per lui, ma rimarrà sepolto nel mio cuore ed ogni
tanto
tornerò a ricordarlo per soffrire ancora un po’ e bearmi dei nostri
ricordi
insieme trovando la forza per andare avanti.- mi disse più decisa, come
a
promettermelo imponendoselo a se stessa.
-Ti
basterà guardare gli occhi dei tuoi figli per ricordarli, tutti e due-
le
sussurrai all’orecchio.
-Grazie,
grazie di tutto- mi disse abbracciandomi forte un'altra volta.
Mentre
Temari ed Hinata erano lontane decisi di affrontare l’argomento tanto
temuto.
-Senti
Ottaviano- cominciai ancora leggermente insicuro.
-Se
volete discutere di quel figlio di servo che stava con mia madre
sappiate che è
già stato tutto risolto- disse aspro lui.
-Risolto?-domandai
io esterrefatto dalla disinvoltura con cui né parlava.
-Mia
madre si è già occupata dei suoi assassini e presto questa storia
finirà-
rispose sempre con il suo tono arrogante.
-Vostra
madre sta ancora soffrendo e non credo che parlando così tu la stia
aiutando-
-Quell’uomo
era di categoria inferiore, non meritava di essere il marito di mia
madre, né
di essere in nella posizione in cui era. Mio padre era l’unico signore
di
questa città ed il suo posto non verrà mai più occupato da un individuo
del
genere. Me né occuperò io personalmente la prossima volta!-ringhiò lui.
-La
prossima volta?? Voi eravate a conoscenza di quello che sarebbe
successo e non
avete detto niente?-chiesi io sempre più infuriato.
-Certo
che lo sapevo, ed anche i miei fratelli. Tutti a corte lo sapevano e
desideravano la sua morte- disse spavaldo.
-Ma
voi sapete quale enorme torto avete fatto a vostra madre??-
-Presto
tornerà come prima –
-Si,
tornerà come prima. Tornerà la solita combattiva Temari e lo farà per i
suoi
figli e per il suo stato che tu erediterai, ma come vivrete sapendo che
le
avete tolto l’amore della sua vita, solo per egoismo.- dissi arrabbiato.
-Diteglielo
se volete- mi disse con tono di sfida.
-No,
non la ferirò così. Non saprà che sono stati i suoi stessi amati figli
a farle
questo-
Poco
dopo Temari ed Hinata tornarono.
Quella
sera raccontai tutto a mia moglie e fu d’accordo con me. Quella fu la
prima ed
ultima cosa che le nascondemmo.
Quando
c’è ne andammo lei era tornata quella di sempre, ma credo che ogni
tanto in un
angolino ben nascosto si lasciasse andare ai teneri ricordi dei suoi
amori.
Trascorsero
gli anni, le brevi notti in compagnia i qualche focoso amnte e di
questo
periodo non se ne parlò più.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** 12°capitolo ***
12°capitolo
Salve!
Questo capitolo arriva
in ritardo
perché, come già annunciato nello scorso capitolo, sono entrata in
sciopero…e
perché dovevo ancora finire il capitolo…comunque il risultato è lo
stesso XD
Se tutti voi lettori o
quasi (ne
basta uno in più) mi recensite questo capitolo, e se Sarhita
soprattutto
pubblica preso i capitoli della sua fic che consiglio a tutti di
leggere (“La
leggenda della succubus e il miracolo di Ai”) mi impegno ad essere di
nuovo
regolare con gli aggiornamenti!XD
Buona lettura, ci
ritroviamo a
fondo pagina!
Nel 1469 giunse
l’ambasciatore di
Firenze alla corte di Caterina. Lui era Giovanni Shikamaru de Medici,
detto il
Popolano. Era un uomo molto intelligente quanto annoiato e l’esatto
opposto di
Temari come modo di fare e credo di vita. Era stato esiliato da Firenze
perché
oppositore di Piero de Medici, ma dopo una cattiva mossa questo era
stato
cacciato e si era instaurata la Repubblica di Firenze che gli aveva
permesso di
ritornare e grazie alla sua intelligenza era divenuto ambasciatore a
Forlì.
Mi risulta che
all’inizio Temari lo
trovasse irritante e lo descriveva così:
Mai ho conosciuto uomo meno attivo, lo si
potrebbe comodamente paragonare a … non c’è animale o cosa più pigra di
lui. Mi
chiedo cosa farebbe se scoppiasse una guerra, probabilmente l’unico
movimento
che farebbe sarebbe quello di voltarsi dall’altra parte per dormire.
Un’amante con lui si
addormenterebbe.
Con il tempo però il
suo giudizio
cambiò, più o meno:
Devo ammettere che mi ha stupito. Si è
dimostrato molto intelligente in quest’occasione, se non fosse così
svogliato
potrei pensare a lui come ad un uomo. Nutro comunque il sospetto che i
suoi
gusti in ambito amoroso non riguardino la riva giusta, ovvero che nutra
attrazione
per gli uomini, ma questi sono solo sospetti e spero che non li
scambiate per
pettegolezzi, come quelli che circolano nella mia corte diffusi dalle
diverse
dame da lui rifiutate e che lo vedono protagonista di serate
peccaminose con
bruni o rossi contadini dalle braccia forti.
Non
lo vedo interessarsi a nessuna delle dame della corte che gli
gironzolano
attorno attirate dal suo importante incarico. Lo ho sentito parlare con
gli
altri nobili divenuti suoi amici e si riferisce a loro come a delle
“seccature”. Preferisce passare il suo tempo in qualche angolo isolato
dei
giardini ad osservare le nuvole. Forse è innamorato di una dama che non
può
raggiungere o che non lo ricambia. Comunque sia è diverso dagli altri e
mi
incuriosisce.
Un giorno Temari stava
passeggiando
intorno alle mura di Rivaldino e lo incontrò, o meglio, lo vide dormire
appoggiato con la schiena alle mura della fortezza. In quel frangente
lo potè
osservare meglio nel dettaglio. Non era muscoloso o alto, o
particolarmente
bello, ma quando dormiva sembrava essere in pace con il mondo , nulla
sembrava
preoccuparlo e nessun pensiero assillarlo. Guardarlo era… rilassante.
-Sapete, dovreste
provarci anche
voi- disse Shikamaru ancora ad occhi chiusi.
-Non ho tempo per
dormire come fate
voi- rispose Temari un po’ imbarazzata dall’essere stata colta in
fragrante
mentre lo guardava.
-Eppure vi farebbe bene
rilassarvi
un po’. Comunque mi riferivo alla domanda-puntualizzò lui.
-Non capisco a quale
domanda vi
riferite- affermò lei.
-Quella che tutti a
corte si
pongono, ma nessuno è così spavaldo dal superare le soglie del pensiero
e
concretizzarlo domandandolo personalmente a me- spiego lui, ora ad
occhi aperti
e la guardava divertito.
-Avete corrotto
qualcuno per
diventare ambasciatore?-chiese lei.
Il nobile rimase
spiazzato per
alcuni secondi e poi cominciò a ridere sincero.
-Non ho chiesto quello
che VI domandate, ma quello che si domanda la
corte. Comunque sono lieto di informarla che la risposta alla vostra
domanda è
no. Essere stato esiliato dal loro Precedente “nemico” mi deve aver
fatto
apparire simpatico ai loro occhi credo-rispose lui.
-Allora credo di
dovervi chiedere
quali sono le vostre preferenze sessuali.- disse lei senza alcuna
titubanza.
-Esattamente.-
-I pettegolezzi non mi
interessano
e per quanto riguarda le vostre preferenze non sono affar mio, comunque
se
volete saperlo credo di aver elaborato una teoria a mio parere corretta-
-Davvero?Sarei molto
curioso di
sentirla- affermò il castano.
-Devo ammettere che
all’inizio ero
alquanto in dubbio, ma poi ho notato che quando siete con certi uomini
apparite
per lo più annoiato. Sentendovi parlare ho notato che vi riferite alle
donne
come a delle “seccature” ed in conclusione ho capito che non siete gay,
ma non
avete voglia di frequentare un certo
tipo di donne che a vostro parere devono comporre interamente la mia
corte-spiegò lei.
-Avete ragione, ottima
deduzione-rispose lui.
-Ne ero sicura e non
occorreva che
me lo confermaste-
-Siete sicura mia
signora, ma su un
punto avete commesso un errore-
Lei lo guarda con un
espressione
tra lo stupito e l’arrabbiato di chi è convinto di aver fatto tutto
alla
perfezione ed è abituato al sentirsi sempre dire di avere ragione.
-Vi è una donna alla
quale sono
interessato in questa corte e che da qualche tempo la sua mancanza mi
impedisce
di dormire come vorrei.- continua lui.
L’intimità della
conversazione li
stava costringendo a parlare ad un tono di voce sempre più basso ed i
loro visi
ad avvicinarsi.
-La serva che vi porta
i
cuscini?!-ironizzò lei.
-No, voi- disse
Shikamaru alzandosi quel poco da permettergli
di
baciarla. La dolcezza di quel bacio la distolse dal pensiero dello
scandalo e
delle conseguenze a cui avrebbe portato e la fece desistere dal
rifiutare quel
contatto.
-Avete messo un servo
maschio per
adempiere a quel compito- disse lui sorridendo ed ignaro (o forse no)
che il
bel servo bruno dalle braccia e il petto forte fosse stato messo per
valutare
le sue reazioni.
-Sarà meglio allora che
non lo
sostituisca con una donna-rispose sorridendo lei al ricordo del giovane
servo.
Le cose continuarono
così per un
breve periodo finché non si sposarono. Questo matrimonio venne accolto
bene dai
figli di Temari e dallo zio di lei Ludovico il Moro (diventato Duca di
Milano molto tempo prima). Dalla loro
insolita unione nacque poi Ludovico un bellissimo bambino che per
fortuna ha
ereditato tutto il carattere di sua madre e l’intelligenza del padre e
che ora
è celebre con il nome di Giovanni dalle Bande Nere (ha preso il nome
del padre
dopo la sua morte).
Angolo
dell’autrice
Rieccomi qui a fondo
pagina. La
storia è agli sgoccioli e spero di ultimarla bene!
Mi piacerebbe sapere
dei tre uomini
di Temari quale vi è piaciuto o vi ha colpito di più! Certo, Shikamaru
è appena
apparso, ma essendo un personaggio con cui spesso la “accoppiano”(nel
senso più
puro del termine XD) molto spesso penso di potervelo chiedere.
RINGRAZIO TUTTI
QUELLI CHE MI SEGUONO E RECENSISCONO!!!!
Ecco le risposte alle
recensioni:
Vaius: Ciao!
Ammetto di avere una certa vena tragica però
tu mi batti tranquillamente!XD
In
questa fic sono scusata perché sto seguendo gli eventi avvenuti
veramente!Caterina
Sforza ha sofferto molto nella sua vita, ma tutte le difficoltà l’hanno
temprata credo. Spero tu abbia risolto con internet e di trovarti
presto in
chat.^^
Sarhita:
Grazie per il complimento, certe volte mi sembra di
acrivere le cose in modo troppo freddo, ma ho anche paura di
esagerare!Sono
felice che lo scorso cap sia stato “in equilibrio”. Ok io ho pubblicato
lo
stesso anche se in ritardo,ma mi aspetto che tu aggiorni presto!XD
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=515681
|