La vita di una donna coraggiosa

di ecila94hina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° capitolo ***
Capitolo 2: *** 2°capitolo ***
Capitolo 3: *** 3°capitolo ***
Capitolo 4: *** 4°capitolo ***
Capitolo 5: *** 5°capitolo ***
Capitolo 6: *** 6°capitolo ***
Capitolo 7: *** 7°capitolo ***
Capitolo 8: *** 8°capitolo ***
Capitolo 9: *** 9°capitolo ***
Capitolo 10: *** 10°capitolo ***
Capitolo 11: *** 11°capitolo ***
Capitolo 12: *** 12°capitolo ***



Capitolo 1
*** 1° capitolo ***


1°capitolo

Ciao, a tutti.  Spero tanto che questa fic vi piaccia e che vi possa coinvolgere. Ho scelto di scrivere su Caterina Sforza perchè è un personaggio storico che mi ha molto colpito. Sebbene non sia per niente brava ho tentato. Spero troviate la forza di arrivare di arrivare a fine capitolo (il che è già una conquista) e magari di lasciarmi un recensione(se propio volete essere magnanimi). Buona lettura 

Sono Naruto Uzumaki e vi voglio narrare di una donna. Si, una donna, ma dal coraggio e dalla fierezza che solo pochi uomini possiedono.
Fu signora di Imola e Forlì, diventò poi reggente del figlio, si distinse per le sue azioni coraggiose e temerarie. Nel privato fu una donna passionale, ma anche un amorevole madre. Combattè per il suo posto nel mondo, per sollevarsi e distinguersi dalle donne sottomesse ai loro mariti e parenti diventandone un simbolo, lei è Caterina Sforza o per i più intimi Temari.

Temari nacque a seguito di uno dei tanti rapporti illegittimi tra Lucrezia Landriani e Galeazzo Maria Jiraya Sforza, all'epoca successore del duca di Milano, e che diedero vita anche a Carlo Kankuro, Alessandro Gaara e Chiara. I primi anni della sua vita li trascorse tra le dolci mura della casa materna tra risate, giochi e carezze. Lucrezia Landriani, sua madre, fu sempre molto legata ai figli e Temari mi descrisse più volte l'affettuoso rapporto che le legò sempre, prima e dopo la morte di lei.

Era risaputo che i figli di Lucrezia non fossero del marito Gian Piero Landriani e che lei fosse ritenuta la concubina del giovane condottiero Sforza, ma questo non potè che aumentare l'influenza e la potenza della famiglia.
Alla morte di Francesco Sforza l’8 Marzo del 1466, il figlio Galeazzo Maria Jiraya che al momento era in Francia alla guida di una spedizione militare inviata appunto dal padre in aiuto a Luigi XI, in lotta contro i grandi feudatari, venne richiamato in patria per succedere al genitore. Dopo essere diventato Duca fece trasferire i figli illegittimi Carlo Kankuro, Caterina e Alessandro Gaara di otto, tre e un anni a corte. Temari mi raccontò che quel giorno pioveva terribilmente e la sensazione di ansia invadeva i loro corpi. Lucerzia aveva gli occhi arrossati, probabilmente da un lungo pianto e informò loro dell'imminente separazione, sorvegliata dal marito seduto comodamente su una poltrona accanto alla finestra che la guardava con aria impassibile.
Non posso che provare pena per quel pover uomo che sopportò di avere una moglie non sua e dei figli non suoi solo per il potere, non rendendosi conto di quello che stava perdendo.

L<< Adorati figli miei, presto partiremo. Andrete a vivere alla corte di Milano dove verrete istruiti e diventerete ufficialmente i figli del nuovo Duca>>

K<< Madre voi non verrete a vivere con noi?>>

Gian Piero Landriani<< Lei vi accompagnerà e presenterà a vostro padre, niente di più. Dora in poi dovete considerarlo tale, ma non dimenticate la famiglia da cui provenite>>

Con queste parole del capofamiglia si chiuse il discorso. La signora Landriani e i tre figli partirono per la corte. Si può solo immaginare il miscuglio di sentimenti che si celavano dietro quei volti all'interno della sfarzosa carrozza. Probabilmente nei bambini c'era l'entusiasmo per il viaggio , ma anche l'inquietudine per l'abbandono in un mondo diverso dalla casa in cui avevano vissuto fino ad allora ed in cui arrivavano impreparati e come unico punto di riferimento un padre mai visto. Nel cuore di Lucrezia l'afflizione per la separazione, ma anche la gioia di rivedere quell'uomo che seppure usandola aveva amato e le aveva dato la felicità più grande.

T<< Madre quanto manca?>>

L<< Siamo arrivati>>

La visione di quello sfarzo esagerato, diverso da quello di casa loro li meravigliò. Percorsero i lunghi corridoi a testa alta facendo finta di non notare gli sguardi scrutatori e critici della nobiltà milanese. Sicuramente alcuni bisbigli devono essere giunti alle orecchie dei piccoli perchè Temari ricordò sempre l'ipocrisia dei nobili e in quegli anni imparò a valutare le persone che la circondavano. Vennero annunciati al Duca Jiraya che li ricevette in una delle camere dei suoi appartamenti.

L<< Buongiorno sua signoria, questi sono...>>

J<< I miei figli, è un piacere conoscervi, io sono il Duca di Milano vostro padre>>

So che fin da subito erano stati abituati a non rivolgersi al marito di loro madre con l'appellativo di padre ed essendo stati preparati da tempo a questo non ne rimasero particolarmente sorpresi.

J<< Lucrezia, vedo che il tempo per voi non scorre. Siete rimasta uguale dall'ultima volta che vi ho incontrato. Il parto, credo anzi, vi ha reso più splendente che mai>>

L<< Vi ringrazio sua signoria. Non posso che essere felice, tutti i miei figli sono nati forti e sani, merito del padre >>

Posso solo immaginare lo sguardo malizioso che deve averle rivolto, nonostante l'età Lucrezia è sempre stata una bella donna e di certo questo non è sfuggito a quel mal riuscito condottiero troppo festaiolo.

J<< Ora temo dobbiate andare o vostro marito si impensierirà. Spero di rivedervi PRESTO>>

Quanto deve esserle costato sentire quelle parole ed ubbidire cosciente dei propi limiti di donna e lasciando solo un abbraccio a quei poveri bambini sull'orlo delle lacrime.

J<< Ora credo sia il momento di condurvi da colei che vi insegnerà tutto ciò di cui avrete bisogno per essere considerati veramente gli eredi del Duca di Milano. Seguitemi>>

Galeazzo Maria Jiraya Sforza li portò a una grande porta a cui bussò. All'interno della stanza c'era una donna anziana vestita a lutto.

J<< Lei è mia madre, vostra nonna, si occuperà della vostra educazione>>

B<< Mi presento sono Bianca Maria Chiyo Visconti, potete chiamarmi nonna o semplicemente Chiyo>>

Forse quell'arzilla vecchietta vide in Temari la gloria che portò poi alla famiglia Sforza o forse fu solo colpita dalla sua sicurezza e dallo sguardo fiero e deciso che le lanciò perchè le si avvicinò e le sussurrò :

<< Tu devi essere Temari, credi riuscirai ad allontanare le catene che legano ognuna di noi?>>

Il senso della domanda la comprese solo molto dopo, troppo piccola per capire all'epoca.
Nell'ultima lettera che mi mandò poi mi accennò di quest'episodio e mi scrisse:

Credo di aver fatto tutto quello che è stato in mio potere per infrangere quelle catene, sono riuscita pian pianino ad allentarle causando problemi agli uomini più potenti del mondo. Non posso che essere orgogliosa di quello che ho fatto e sebbene non abbia liberato tutte le catene che legano le donne io le mie non c'è le ho più perchè ci sono uomini che si sono nascosti al mio arrivo, altri che si sono inchinati e molti altri che scrivono e cantano delle mie gesta. Passo il testimone alle donne che verranno dopo di me come è stato fatto da quelle prima di me , un accordo non scritto e non detto, ma che ci porterà a un futuro in cui ognuna di noi potrà scegliere. Lascio a te i miei ultimi pensieri fissati su carta con la mano debole di una vecchia malata, ma potenti nella convinzione. Sarò di certo onorata se ci sarai anche tu a cantare della mia vita, tu e tua moglie.
La vostra Temari

Gli unici uomini che riuscirono a domarla non furono con ordini o punizioni, ma a suon di carezze e baci e nemmeno sempre su un letto oserei dire.

Sono sicuro che tutte le donne del mondo ti ringrazieranno per la libertà che hai reclamato, per il simbolo che sei diventata e prenderanno spunto da te, come spero farà la mia piccolina.

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Capitolo 2
*** 2°capitolo ***


2°capitolo

Voglio ringraziare tantissimo Sarhita e Vaius che hanno recensito, sfortunatamente non ho tempo per rispondere scusatemi tanto. Buona lettura, spero di ricevere altre recensioni. Ciao

 

 

 

 

Temari e i suoi fratelli si abituarono presto alla vita di corte. Tra le lezioni dei loro precettori e le lettere da essi indicati le giornate passavano veloci a corte, ma le ore più attese della giornata per Temari erano quelle trascorse con la nonna che le raccontava le eroiche gesta del capostipite della famiglia Sforza. Chiyo aveva una predilezione per quella bambina bionda che si legava i capelli nei modi più assurdi e che affrontava tutti con autorità. A Temari brillavano gli occhi al sentir solo nominare i suoi antenati, soprattutto il nonno che per lei era un punto di riferimento non solo perché forte e temerario ma anche intelligente ed ogni volta che la nonna ne parlava trapelava l’immenso amore che provava per lui.

 

<< Temari devi sempre esser orgogliosa del passato della tua famiglia>>

Soleva dirle la nonna materna.

 

<< Si nonna>> Rispondeva allora la bambina conscia dell’imminente racconto.

 

<< Per quanto riguarda il ramo degli Sforza non ci sono antiche tradizioni, il tuo glorioso nonno si chiamava Muzio Kakashi e a tredici anni rubò il cavallo di suo padre per unirsi ai soldati di Boldrimo Obito da Panicate. Combattè aspre battaglie in ognuna delle quali vedeva i suoi compagni cadere nel fango sotto le armi nemiche, ma lui no. Sospinto dal suo coraggio continuò a lottare battaglia dopo battaglia. Le cicatrici erano ormai come medaglie al valore per lui e il suo nome riecheggiò in lungo e in largo. Si ricoprì di onore e fama, combattè per Perugia, Firenze, i Duchi Estensi ed anche per il re di Napoli. Venne soprannominato Sforza da un grande condottiero dopo una valorosa battaglio in cui dimostrò il suo valore e la sua temerarietà.

Quel soprannome divenne poi il suo simbolo e lo trasmise a suo figlio Francesco, mio marito e fu come la stella guida per lui, diventò uno dei migliori condottieri conosciuti. Non sono parole al vento quelle che ti dico nipote mia, ho visto io stessa mentre combatteva, dopo il nostro matrimonio l’ho seguito sempre. Non sai la potenza che emanava ad ogni suo movimento, il suo sguardo pareva bruciare ogni avversario e le sue urla in battaglia terrorizzavano i nemici facendo tremare anche il mio cuore lontano dal campo di battaglia e al sicuro dove lo aspettavo. Un Dio.

Nel 1450 riuscimmo a diventare i Signori di Milano grazie alla sua fama e alla nobiltà del mio sangue. Da quel momento ci occupammo della città anima e corpo. Anche tuo padre esercitò la carriera militare, sfortunatamente è sempre stato troppo impulsivo e prepotente, ma dopo di lui toccherà a te e ai tuoi fratelli portare avanti questo cognome che guiderà anche il vostro futuro, risplendendolo. Ricorda, derivi da una famiglia di potenti condottieri, hai nel sangue il coraggio di cui hai bisogno. Non farti intimidire, non mostrarti mai debole, non far vedere che hai paura o sarà quella a condannarti>>

 

E Temari a quelle parole rispondeva sognante un” si nonna”.

 

In una delle lettera che mi inviò scrisse queste parole:

 

Il cuore pieno di orgoglio, nel corpo un energia tale da spaccare il mondo. Quelle parole le ho sempre ritenute veritiere e sono il mio credo nella vita. Ho sempre ricorso a queste parole nei momenti difficili e sempre lo farò. Mi hanno aiutato ogni volta e non smetto di ringraziarla per questo.

Temari

 

Il 9 maggio 1468 il Duca di Milano sposò Bona Tsunade di Savoia, cognata del re di Francia Luigi XI. Dopo i festeggiamenti Chiyo accompagnò la figlia Ippolita fino a Serravalle, ma a Melegnano, lungo la strada del ritorno, il 18 agosto  venne colpita da un forte malessere con febbre alta che la obbligò a trascorrervi tutto il mese di agosto e quello di settembre. Agli inizi di Ottobre le sue condizioni peggiorarono e il 19 di quel mese Jiraya venne richiamato per dare l’ultimo addio alla madre in fin di vita. Le lacrime sgorgano spontanee al ricordo della sua resistenza contro quel male silenzioso che la uccise quel 28 ottobre. Fu sepolta nel Duomo di Milano accanto al marito dopo una solenne cerimonia a cui tutta Milano partecipò commossa. Ancora la pioggia a far da cornice a quel giorno.

Il dolore fa parte dell’esistenza umana, ma senza di esso noi non potremmo apprezzare la felicità ed ogni singolo momento della nostra vita.

Non posso dire molto su Bona Tsunade di Savoia, Temari le fu sempre molto legata, soprattutto dopo la morte della nonna. Fu la madre che le mancò in quegli anni di crescita difficili e si mantennero sempre in contatto.

Bisogna dire che comunque  Temari rimase sempre in contatto con tutte le figure più importanti della sua infanzia, soprattutto con la sua vera madre.

La mancanza dei luoghi in cui aveva vissuto fino ai tre anni con la famiglia materna veniva cancellata ogni giorno di più dalla labilità dei ricordi umani.

Ci sono cose però che non dimenticò mai perché legate al suo cuore e sono sicuro che le rivide nell’esalazione del suo ultimo respiro su questa terra, come ad esempio quella piccola camera di cui mi parlò tanto in cui osservava sua madre ricamare mentre cantava dolci canzoni oppure la radura vicino casa in cui con i fratelli giocava a nascondino o il piccolo ruscello dove il fratello Gaara aveva trovato Sambi, divenuto poi loro cucciolo e ritenuto un demonietto dalla quantità di disastri causati.

Crescendo Temari si appassionò alle armi e alla caccia, passione che ereditò dal padre. Dei momenti che trascorreva con Jiraya nei boschi scrisse a me e alla mia consorte una lettera intera, ma riporterò solo una parte di essa per non annoiarvi.

 

Come ben sapete io adoro la caccia, è un attività che mi rilassa molto e mi ricongiunge a Dio e alla natura.  Vi ho già detto che cominciai quando ero molto piccola, seguendo mio padre e i miei fratelli maschi. I boschi di Galliate e di Cusago erano i nostri luoghi di caccia preferiti e soggiornavamo li abbastanza spesso.

 

Scusate l’interruzione ma sospetto che il Duca desiderasse allontanarsi il più possibile dalla moglie, girava il pettegolezzo che quest’ultima non apprezzasse molto il comportamento fin troppo libertino del marito e che reagisse anche in maniera violenta, si dice anche che il “poveretto” fu costretto a pubblicare testi  intitolati “la violenza della pomiciata” ed altri di cui non so il nome sotto mentite spoglie per non farsi scoprire dalla consorte.

 

Solo in quelle occasioni mi soffermavo ad osservare veramente mio padre. Era un uomo giovane, forte e imponente, almeno così mi sembrava. Nei momenti passati insieme in quei periodi potei riscontrare che, come detto dalla nonna, Jiraya era davvero troppo impulsivo ed usciva allo scoperto troppo presto, per certi versi tu Naruto gli assomigli molto. Furono bei tempi quelli peccato che crescendo e dopo essermi sposata il mio tempo libero per quest’attività sia stato molto ridotto. Spero sempre mi veniate a trovare presto.

La vostra amica Temari

 

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Capitolo 3
*** 3°capitolo ***


3°capitolo

Un ENORME GRAZIE a Vaius e a Sarhita. Sono felicissima delle vostre recensioni, non so proprio come ringraziarvi. Avverto che le coppie saranno molto…particolari poiché è stato difficile scegliere i personaggi e basare la storia su di loro. Se avete dei consigli o delle richieste cercherò il più possibile di seguirli.

Vaius: di nuovo grazie! In effetti mi piace molto la storia e prima di scrivere questa fic ho voluto documentarmi al meglio per essere il più corretta possibile. La fic vuole essere ambientata dopo la morte di Temari ed è Naruto a narrarla; Hinata ci sarà a partire dal 5° capitolo. Spero continuerai a seguirmi. Ciao

Sarhita: Grazie di cuore! Mi sono ben documentata in effetti e sono felice sia stato notato. Grazie per avermelo detto, spero di fare un capitolo abbastanza corretto prima o poi. Ti affido il compito di correggermi XD Posso presumere di averti fatto interessare al personaggio di Caterina Sforza e quindi affermare che almeno minimamente ne valeva la pena?? Spero di si e trovare nel prossimo cap un'altra tua recensione.

BUONA LETTURA A TUTTI!!!!

L’anno 1473 fu per Temari l’anno dei cambiamenti. Le cose cominciarono a variare a inizio anno quando i nobili della corte si fecero più adulanti del solito e spettegolavano più vivacemente.

A corte si cominciò a nominare sempre più spesso la famiglia Riario e il loro erede Girolamo Sasuke. La famiglia veniva da Savona e la madre del giovane era la sorella del papa. Si vociferava di un eventuale matrimonio con la cugina di Temari, Costanza Fogliari, ma non so se per fortuna o per sfortuna il contratto matrimoniale non venne mai firmato. Il problema stava nel fatto che la madre della fanciulla, di soli 11 anni, pretendeva che l’unione, per così dire, carnale avvenisse dopo il raggiungimento della sua età legale, ovvero di quattordici anni, ma il Riario deve aver pensato che attendere tre anni fosse soltanto una perdita di tempo e decise di cambiare sposa. Fu così che si pensò alla piccola Caterina di appena dieci anni, ma in questo caso non ci furono pretese da parte della famiglia di aspettare. Girolamo Sasuke Riario, all’epoca di 30’anni, aveva un futuro brillante davanti a se, figlio di Paolo Fugaku Riario e Bianca Mikoto della Rovere, come già detto, era il nipote di Papa Sisto Madara IV che per il matrimonio gli aveva concesso la signoria di Imola. Era di bel aspetto: alto, magro, muscoloso, moro, pelle lattea e occhi indagatori.

La prima visita deve essere stata comica. Mi immagino quell’uomo già cresciuto da un pezzo osservare accanto a lui una bambina di 20 anni più piccola e pensare che di li a poco avrebbero dovuto… condividere il letto, insomma. Deve essere stato questo ad averlo bloccato quella notte, il pensiero che poteva essere sua figlia.

Seguirono altre visite in cui si ultimarono gli ultimi preparativi per il fatidico evento e nelle quali Sasuke potè interloquire con la fidanzata scoprendone la grande intelligenza e carattere ancora “crude” per la sua giovane età e per la poca conoscenza del mondo al di la delle mura della protettiva Milano.

Il giorno del matrimonio c’era bel tempo e il cielo era limpido, questo venne interpretato come il segno che l’unione era ben voluta da Dio e che avrebbe portato a una lunga discendenza.

Il matrimonio, pensava prima Temari, non era niente di particolarmente gravoso, anzi era una buona chance per far vedere quel che valeva; non conosceva ancora il mondo che c’era nel privato di una coppia. È consuetudine nascondere alle propie figlie tutto quello che riguarda il sesso fino all’arrivo del matrimonio, quando queste si ritrovano del tutto spaesate tra le braccia di uno sconosciuto, spesso più vecchio di 20-30 anni, incapaci di capire cosa è successo e se il dolore provato si ripeterà per le volte successive.

Quando le spiegarono il meccanismo Temari era al quanto inorridita. Pensare che “un arto dalla lunghezza variabile entrerà al tuo interno dalle tue zone intime rilasciando il suo seme che ti permetterà di rimanere incinta e che la prima volta ti farà sentire un forte dolore causandoti una perdita di sangue fondamentale per attestare la tua verginità perduta” non la tranquillizzava di certo, ma giunto il momento dovette raccoglie il coraggio a due mani. Fortunatamente l’arrivo di quel momento venne di molto ritardato.

Dopo il banchetto infatti Temari venne accompagnata nella sua stanza dove la svestirono e le infilarono la pregiata camicia da notte. Camminare per quei corridoi freddi seguita solo da due serve e Tsunade con solo una vestaglia e una camicia da notte a nascondere il suo corpo infantile deve essere stato terrorizzante almeno quanto lo fu per mia moglie e per molte altre bambine costrette a sottomettersi a questa barbaria, mai permetterò che mia figlia viva un momento del genere.

Consapevole del momento che stava per giungere non riusciva a capire come comportarsi. Arrivata alla porta della camera a loro assegnata si fermò e il ricordo delle parole della nonna nella sua mente le permise di mettere mano alla maniglia quando venne fermata da Tsunade.

La madre adottiva le carezzò la guancia scostandole una ciocca di capelli ribelli e le disse:

- Temari, da questo momento in poi sei una moglie. Ricorda che dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna e tuo marito può esserlo, non permettere a nessuno di ostacolarvi o di portartelo via. Prima farai un figlio e prima sarai al sicuro. È stata dura anche per me la prima volta, ma ora sono la Duchessa di Milano quindi abbi coraggio-

Temari annuì ed entrò nella stanza. La camera era illuminata dalla tenue luce di due candele su di un comodino vicino al letto. Si diresse all’inginocchiatoio e pregò come faceva ogni sera. La sua Ave Maria venne interrotta dal rumore della porta che si apriva. La mano che si chiude a pugno per farsi coraggio. Lui entra nella stanza e sbuffa nel vederla inginocchiata a pregare. Comincia a spogliarsi velocemente. Temari finisce la sua preghiera, troppo fiera per fargli vedere che il suo arrivo la ha resa più tesa. Lui infila la sua camicia da notte e si dirige verso il letto, lo stesso fa lei. Lei si libera della vestaglia e si stende, osserva il soffitto pensando che il momento si avvicina. Sente lui spegnere le candele, scostare le coperte e stendersi a sua volta. Un altro movimento e all’improvviso lo sente sopra di se. Ferma. Incapace di muoversi, mentre tenta di controllare il suo istinto che le dice di reagire, di spingerlo via, consapevole del male che sta per farle, dell’innocenza che sta per perdere. Tutto tace. Lui la guarda, misura le sue reazioni, comincia a sbottonarle l’occhiello, la guarda di nuovo e poi…il peso su di lei scompare. Si è disteso di nuovo accanto a lei. Tace. Non da spiegazioni per la sua interruzione. Il battito del cuore che torna normale. Il tempo che passa. Il respiro di lui sempre più lento a indicare che si è addormentato. L’ansia diminuisce via via e anche lei si addormenta. Così mi scrisse:

Non capivo per quale motivo si fosse fermato, ma allo stesso tempo non potei che ringraziarlo mentalmente. Mi spiegò solo il giorno dopo il motivo e devo ammettere che questo, nonostante molti contrasti, mi permise di imparare ad apprezzarlo e più tardi di amarlo.

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Capitolo 4
*** 4°capitolo ***


4°capitolo

Ciao a tutti e…si spera più di due. Grazie a chi a recensito e a chi ha avuto il coraggio di leggere.

Sarhita: sono fiera di sapere che ti piace. Mi dispiace molto che sia stato corto lo scorso capitolo e forse anche questo non è il massimo per lunghezza ma il tempo è veramente poco (colpa dello stage). Spero che questo cap ti piaccia.

Vaius: grazie. Spero ti piaccia anche questo cap e, pensala così, il momento del loro arrivo si avvicina. Mi dispiace per il capitolo corto, cercherò di rifarmi con i prossimi. Spero di ricevere altre tue recensioni.

La mattina successiva Temari si svegliò da sola. Accanto a lei il letto era vuoto. Su una sedia vi era la camicia da notte del nuovo marito. Ancora impossibile per lei definirlo tale. Prese la vestaglia e se la mise. Poco dopo arrivarono le serve che la lavarono e cambiarono.

La giornata trascorse veloce e anche se nessuno lo dava a vedere tutti volevano sapere se effettivamente i nuovi coniugi Riario si fossero uniti quella notte.

Dopo cena, una volta soli, Temari decise di parlare a suo marito e gli chiese spiegazioni.

-Volete sapere perché ieri notte non vi ho deflorata evitando così di causarvi un trauma infantile?!- domandò seccato il Riario.

Temari rispose di si.

La risposta di lui non tardò ad arrivare - Ora lo sapete. Ci uniremo solo al momento giusto, non mi va di sprecare le mie ore di sonno a fare una cosa che sicuramente in questo momento della vostra vita non porterebbe a niente. Ne riparleremo all’arrivo del vostro primo mestruo-

- Vi ringrazio per l’accortezza da voi compiuta nei miei riguardi allora- disse lei.

- Questo non vuol dire che passerò tutte le mie notti A DORMIRE da solo- la informò lui.

Sebbene fosse ancora piccola Temari comprese pienamente il significato di quella frase, troppo abituata con suo padre e come forma di ultima resistenza a quella provocazione rispose:

- Non esponetevi troppo alle chiacchiere della nobiltà e- disse voltandosi per andare verso la sua camera personale- non appena, come dite voi, io sarò nelle condizioni di non farvi più perdere ore di sonno inutilmente credo dovrete cambiare le vostre abitudini-

-Se voi riuscirete a soddisfarle pienamente- controbatté lui, quasi divertito.

Temari tremò al pensiero, ma continuò senza darlo a vedere.

- Vedremo se c’e l’ho nel sangue allora-

Tutti erano a conoscenza della sua condizione di figlia illegittima, non se ne vergognava e non le creava problemi ammetterlo, e il chiaro riferimento riuscì a far ridacchiare il moretto che rispose.

-Attenderò con impazienza quel momento sperando arrivi presto-

-Lo spero. Buona notte marito- controbatté orgogliosa

- Buona notte -

E se ne andò.

I giorni e i mesi passarono e così volarono due anni, permettendo ai due coniugi di conoscersi meglio.

Alcuni giorni Temari poteva notare sotto gli occhi di lui un leggero velo di occhiaie e allora lui le sorrideva furbo puntando lo sguardo su qualche sghignazzante nobildonna. A quel punto Temari gli si avvicinava e diceva

- Non avete dormito molto questa notte. Brutti sogni? Vi consiglio una buona tisana-

-Penso di aver avuto un sonno parecchio agitato.- rispondeva lui allusorio

Sasuke si divertiva molto a punzecchiarla e credo che anche lei si divertisse.

Lei rispondeva tranquilla - Devo consigliare la stessa tisana alla contessa Ino temo, ho notato un piccolo ematoma sull’avambraccio sinistro e un segno rosso sul collo, difficile da coprire con la cipria. Temo che anche lei soffra del vostro stesso disturbo notturno-

E allora lui controbatteva - Non lo chiamerei disturbo-

Lei non rispondeva e continuava a guardare dritta davanti a se.

Con il tempo l’impazienza di punzecchiarsi sull’argomento aumentò andando a sfociare su battutine sempre più esplicite e questo non potè che favorire l’instaurarsi della complicità e…del desiderio.

Crescendo Temari cominciò a notare sempre più, particolari che prima non aveva notato o che non riteneva importanti come il volume dei muscoli al di sotto della sua veste, il suo sguardo intelligente o il suo modo di parlare lento e caldo al momento delle loro comuni provocazioni.

Un giorno lui partì per Imola, la città affidatagli dal papa suo zio, e la informò che si sarebbe assentato per parecchio tempo. Lei lo avrebbe atteso a Milano. Il momento dell’addio fu breve, poche parole formali e un bacio leggero sulla fronte di lei, grosso miglioramento rispetto all’inizio.

Eccetto brevi periodi della durata da una a due settimane lui mancò per quasi un anno e mezzo. In quel lasso di tempo Temari si accorse che il suo corpo stava lentamente, ma inesorabilmente cambiando e non solo quello.

Ecco mi sento un po’ in imbarazzo a parlar di certe cose, ma capisco siano fondamentali per un’ esatta comprensione dello scorrere degli eventi e del personaggio. Credo sia necessario qui l’inserimento di una delle lettere di Temari a mia moglie Hinata.

In quei giorni mi sentivo strana, mi sembrava di avere tanta aria compressa nel ventre. Ero anche molto irritabile e non riuscivo a stare ferma. Tu puoi riconoscerne i sintomi sicuramente. Una mattina, poco prima dell’alba mi svegliai con una strana sensazione di bagnato. Bastò uno sguardo per capire, per avere la conferma. Il momento che stavo attendendo era giunto. Per mio marito era finito il tempo di andare con le altre donne. Sapevo cosa sarebbe successo, quello che avevo evitato i tre anni e mezzo prima, ma devo ammettere che non provavo più lo stesso ribrezzo che avevo all’inizio al solo pensiero, ma provavo invece una strana emozione, forse curiosità. Vedi Hinata, non sono così coraggiosa come credi, quando ci unimmo la prima volta io e Sasuke era un momento desiderato da tutti e due, fu speciale, anche se doloroso e sono felice di averlo avuto con lui. Mi rattrista molto, invece, sapere di quello che accadde con tuo marito e realizzo che tu sei stata molto più coraggiosa di me e non c’è solo questo episodio a confermarmelo. Sei molto più forte di quello che credi. Ricorda sempre che nutro un grande affetto per te e per il bambino che porti in grembo. Ti verrò a trovare molto presto.

La tua fedelissima amica Temari

Questa lettera la inviò prima che io e Hinata ci sposassimo, quando lei era incinta del figlio del suo primo marito. È una storia molto lunga da raccontare ed assai dolorosa che avvenne nel periodo in cui tutti noi vivevamo alla corte di Roma. Inutile anticiparvi

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Capitolo 5
*** 5°capitolo ***


5°capitolo

Vaius: grazie per la recensione, sono felice che sia gratificante per te, posso considerarti un recensitore affezionato????Lo spero anche perché Hinata comparirà finalmente in questo capitolo. Spero recensirai anche questo e non vedo l’ora di sapere cosa ne pensi:-)

Sarhita: grazie per la recensione. La donna che ho descritto qui è il risultato di come me la immagino io, ma sono molti i cronisti dell’epoca a considerarla una tigre e si vedrà anche prossimamente cosa ha fatto. Per ora sta ancora crescendo e sta imparando come comportarsi, vedrai quali azioni determineranno il suo futuro e quelle non saranno minimamente determinate dalla mia immaginazione, ma da fatti avvenuti veramente.

Passarono altri lunghi mesi prima della notizia del ritorno di Sasuke. Temari era cambiata molto in quei quattro anni: era diventata più alta, il seno si era gonfiato dandole forme più simili a quelle di una donna, il ventre piatto (contributo dato anche dal bustino), i lineamenti più eleganti e la voce più armoniosa.

Quando lo rivide scendere dalla carrozza con quel suo fare raffinato sentì una scarica elettrica percorrerle la spina dorsale. Lui non mostrava il minimo segno di invecchiamento, anzi in quegli anni aveva acquisito ancora più fascino o forse era stata la lontananza e la gioia di rivederlo dopo tanto tempo a renderlo tale per i suoi occhi. Difficile era distogliere lo sguardo dal suo. Lui la osservava, nota va i suoi cambiamenti e le sorrideva soddisfatto.

-Buongiorno marito, sono felice che siate tornato- lo saluta lei.

Lui ricambia il saluto, con una mano le scosta un ciuffo di capelli dietro all’orecchio ed avvicina il viso al suo. Può sentire il suo profumo dolce ma deciso e per prolungare il più possibile quel momento le stampa un bacio sulla fronte.

Quello si poteva definire il loro primo vero segno d’affetto.

Camminano verso la sala dei ricevimenti dove Sasuke dovrebbe incontrare il Duca per discutere della situazione politica con Venezia, sono fianco a fianco e stanno cercando di combattere contro la tentazione di toccarsi. Entrambi non si sanno spiegare come mai d’un tratto si sentono quel fuoco dentro al minimo sfiorarsi. Lungo la strada la coppia scopre di essere al centro dell’attenzione dei cortigiani, o meglio Sasuke è al centro dell’attenzione delle giovani dame milanesi mentre Temari dei gentil uomini. Così Sasuke scopre di non essere l’unico a venir conteso dagli sguardi altrui e irritato la trascina via. Non si diresse verso il luogo dell’appuntamento. Ordinò ad una serva di riferire al Duca di sentirsi poco bene ed entrò nella loro camera.

Temari sebbene sorpresa dal suo comportamento continuava a ridacchiare.

- Credi sia molto divertente? –disse lui.

Lei annuì, incapace di smettere. Lui le sollevò il mento e la baciò passionalmente. La alzò e la spinse nel letto. Le mani occupate nella febbrile ricerca di slacciare i vestiti l’uno dell’altro. I baci sempre più lunghi ed affrettati. Il respiro sempre più affannoso. In poco tempo sono uno sopra l’altra ad osservarsi; la calma prima della tempesta. Un nuovo bacio intrappola le labbra di lei che poggia le mani sulla sua nuca per avvicinarlo, tenerlo stretto a sé. Un dolore potente tra le gambe che le strappa una lacrima, l’unico suono che esce dalle sue labbra è il suo nome.

L’emozione più forte che avessi provato fino ad allora. Mai avevo sentito un misto così acceso di emozioni. Il piacere e il dolore si fondevano insieme con una naturalezza sorprendente.

Dopo qualche ora che passarono abbracciati Sasuke decise di interrompere quel momento di silenzio.

-Presto dovrò ripartire per Imola, ma questa volta voglio che tu venga con me- le annuncia lui

-Davvero?Vuoi davvero che io venga con te?-domanda stupita lei

- Sei mia moglie, dai oggi più che mai, logico che voglia che tu venga e poi… devo congratularmi, hai superato ogni mia aspettativa-disse lui

-Ne sono felice. Quando partiremo?-

- Devo avvertire vostro padre ed occuparmi di alcuni affari, direi entro cinque giorni-

Temari lo abbracciò più forte, poggiandogli la testa sul petto.

- Staranno parlando di noi la fuori secondo te?-gli domanda

- Ci sono buone probabilità a riguardo, ma ancora cinque giorni e sarai fuori di qui. Inoltre prenderai possesso del posto accanto al mio come signora di Imola a tutti gli effetti- le risponde

-Non vedo l’ora-

- Anch’io-

I giorni passarono lenti. Combattere contro l’istinto di toccare qualcosa o qualcuno che desideri più di qualunque altra cosa senza darlo a vedere è una cosa molto difficile. A corte li si vedeva sempre meno e quando erano insieme facevano sempre in modo di avere un contatto ravvicinato. I pettegolezzi più aspri venivano diffusi dalle dame più indignate che giustificavano la freddezza del Riario nei loro confronti dicendo che Temari lo aveva stregato con un filtro d’amore. Gli uomini supponevano solo che la Sforza si fosse dimostrata a letto molto migliore delle altre.

Eppure non era solo una passione passeggera quella che li travolse. Gli ormoni adolescenziali non potevano essere la causa di tanta emozione. Nessuno dei due aveva mai provato un sentimento come quello e decisero di considerarlo amore, il sentimento più decantato dai poeti. Che lo fosse o non lo fosse non cambiava

quello che provavano l’uno per l’altra e del resto una rosa con un altro nome, manterrà sempre il suo dolce profumo. Con un giorno d’anticipo decisero di partire per Imola. Il viaggio non fu duro, anzi fu molto piacevole. Il loro arrivo a Imola venne annunciato da un coro festante di voci.

Dalla finestra della carrozza Caterina vedeva gli abitanti della città, il popolo, il suo popolo. Si sentiva una regina, le sembrò che tutto quello che aveva vissuto fino ad allora fosse stato per preparala a quel momento.

Fu in quel preciso istante che capii che avrei passato tutta la mia vita a lavorare per quella città. Quello poteva essere il mio trampolino di lancio per aggiungere fama e gloria alla mia famiglia, per essere io stessa ricordata tra gli antenati più importanti, per dimostrare quello che valevo, che non ero solo una moglie sottomessa, ma una donna forte e coraggiosa.

Il palazzo non era grande come quello di Milano, ma molto accogliente e dignitoso. Negli anni in cui i coniugi Riario erano signori di Imola vennero edificate molte opere pubbliche come i palazzi Sersanti e Della Volpe. Sfortunatamente Sasuke si dovette dividere molto tra Imola e Roma dove c’era il papa suo zio. Temari imparò in breve tempo ad occuparsi della città, ma la distanza dal marito la straziava così anche lei si trasferì a Roma lasciando una persona di fiducia alla reggenza della città.

L’arrivo di Caterina fu ben accolto dal papa e dall’aristocrazia romana. Roma era una città ricca di fervore culturale e desiderosa di rinnovamento. Fu facile per lei inserirsi nella sua vita mondana fatta di balli, pranzi, battute di caccia e riunioni sociali alle quali partecipavano artisti, filosofi, poeti e musicisti.

Fu in quegli anni che lei sbocciò appieno diventando la donna intelligente, fiera e coraggiosa di cui tutti hanno sentito parlare. Grazie alle sue innumerevoli doti diventò l’intermediaria tra Roma e le altre corti, soprattutto con quella di Milano. Anche Sasuke stava facendo carriera dimostrandosi l’uomo intelligente che era.

Fu in uno di quei tanti balli che la conobbi. Non c’era persona che non la conoscesse o che non desiderasse parlarle e lei si destreggiava, apparentemente tranquilla, nel mare di adulatori che la circondavano. Io ero appena arrivato a Roma e contavo di rimanerci per un breve periodo, ma i miei piani vennero sconvolti.

Spero scuserete se dora in poi comincerò a parlare anche di me, ma desidero farvi conoscere non solo il suo lato da grande guerriera, ma anche quello di amica e confidente.

Riuscì a parlare con lei perché essendo il nuovo arrivato avevo catturato l’attenzione dell’alta nobiltà. Devo ammettere che ricevetti anche delle proposte di conoscenza più approfondite, ma non credo che questo vi possa interessare. Un giorno lei e suo marito si proposero di spiegarmi le cose fondamentali per sopravvivere in quella corte e devono avermi trovato simpatico perché da quel momento in poi mi invitavano sempre più spessa a “casa” loro. Credo che capirono subito che di me si potevano fidare e Sasuke non era geloso del mio rapporto di AMICIZIA con Temari.

Una sera in particolare cambiò la mia vita. Era un anno che vivevo a Roma ed ero stato invitato a uno di quei tanti balli a cui Sasuke odiava partecipare, quando la vidi. La donna più bella su cui i miei occhi avessero posato lo sguardo. La pelle diafana, i capelli lunghi e neri raccolti in una semplice acconciatura, gli occhi perlacei puntati a terra e un timido sorriso. Portava un delicatissimo vestito lilla ornato dalle migliori stoffe e un paio di orecchini dall’aria molto preziosa. Ero così concentrato nel cercar di cogliere ogni minimo particolare di quella figura che non mi accorsi di quella accanto a lei. Sasuke e Temari andarono loro incontro e li salutarono.

- Conte Federico Hidan, è un piacere incontrarvi. -

- Il piacere è tutto mio. Questa deve essere Caterina, vostra moglie. Siete davvero bella come dicono e voi Sasuke molto fortunato- disse l’uomo

- Troppa gentilezza-rispose modesta lei

-Un dato oggettivo direi. Vi voglio presentare la contessa Anna Hinata, mia moglie-presentò lui

In quel momento lei alzò lo sguardo che si incrociò con il mio. Non riuscivo nemmeno a respirare. Temari se ne accorse e mi presentò subito.

- Lui invece è il conte Naruto Uzumaki, un nostro caro amico-disse

- è un piacere-disse fingendo cordialità il conte

-Il piacere è tutto mio- risposi invece io sincero, ma non riguardo a lui

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Capitolo 6
*** 6°capitolo ***


6°capitolo

Buon inizio settimana a tutti i miei carissimi lettori, sono felice che siamo arrivati al sesto capitolo(praticamente un miracolo divino il fatto che abbiate resistito tanto XD), ma soprattutto le 10 recensioni (scusate ma non posso che essere felice, per me è un record, anche arrivare al sesto cap se è per questo) e bisogna festeggiare!e tra l’altro sono stata anche promossa e ho finito stage :-)

Volevo chiedere se potevate indicarmi il vostro capitolo preferito e cosa ne pensereste di un'altra storia su un altro personaggio storico (anche uomo).

Che dire, BUONA LETTURA A TUTTI, SPERO VI PIACCIA!!!!

Vaius: caro il mio recensitore affezionato in questo capitolo troverai la risposta alle tue domande. Spero di aver descritto bene la vicenda e reso Hidan il più simile possibile a come è nel manga. Ti devo anche ringraziare per aver recensito anche l’altra storia e si ho visto il difetto è come ai detto tu, grazie per avermelo fatto notare. Anche io desidero che quello che ho scritto non avvenga(ero un po’ arrabbiata per come sta andando il manga nei confronti di Hinata, poi) e quando la ho riletta mi sono venuti i sensi di colpa, sai?

Sarhita:grazie per la tua recensione. A fine storia ti dirò tutto. Lo so che può sembrare brutto il loro modo di parlare ma all’epoca era così, ma secondo me nonostante questo serve anche per rendere ogni loro gesto più significativo e speciale, non so se mi sono spiegata bene.

Mi affascinava il suo modo di fare tranquillo, la sua timidezza, il suo sorriso. Lei e Temari divennero amiche e successivamente nessuna delle due era più in grado di stare senza i consigli dell’altra, sembra strano ma è così. Presto fu chiaro a me e a Temari l’orribile rapporta che legava Hinata a suo marito. Si era sposata con lui molto presto, circa a undici anni con l’arrivo del suo primo ciclo ma se Sasuke si era dimostrato clemente con Temari, Hidan no. Hinata si confidò con Temari e le raccontò della loro orribile prima notte. La sera di quello stesso giorno Temari si sentì malissimo e mi confessò poi che pianse tra le braccia di Sasuke. Venni a sapere in seguito cosa le raccontò. Di come lui si scaraventò su di lei con violenza graffiandola e mordendola costringendola a sottomettersi al suo volere, sordo alle richieste di una bambina 40’anni più piccola di lui di lasciarla andare e così si era ripetuto più e più volte nel corso di quella notte e delle notti seguenti. Provo tutt’ora rabbia per questo e non mi pento di quello che feci poi.

Circa a metà giugno di quel 1478 Hinata e suo marito tornarono nella loro casa fuori Roma. La corrispondenza di quei mesi fu ingente anche perché Hinata confessò di aver scoperto di essere rimasta incinta. Sperava che grazie a quel bambino che portava in grembo Hidan smettesse di cercarla la notte, ma le sue speranze erano vane. Un giorno scrisse una lettere terribile in cui chiedeva aiuto a Temari e a me, Hidan in un impeto di rabbia l’aveva picchiata e lei aveva perso il bambino. Quando la ricevemmo partimmo immediatamente. Sebbene arrivammo circa dopo due giorni dal fatto le sue condizioni erano orribili. Aveva braccia e gambe coperte di lividi ed era in stato di schok. Trovarla così fu per me e Temari straziante. Quell’essere aveva fatto del male ad Hinata, la persona più dolce e gentile che io avessi mai incontrato ed anche la persona che lo meritava di meno. Restammo delle ore li, seduti accanto a lei. Temari si dimostrò eccezionale, riuscì a gestire tutto e a rincuorarla. Io ero furioso e l’unica cosa che mi fermava dall’andare a spaccare la faccia a quel vile erano gli occhi arrossati di Hinata che mi supplicavano di starle accanto.

Quando Hidan rincasò e ci trovò li si comportò come se nulla fosse successo e questo mi fece arrabbiare ancor di più e lo sfidai ad un duello.

-Oso chiedervi come mai nutrite tutto questo interesse per mia moglie, avete forse una storia?!- ringhiò lui

Io dissi- Accettate si o no, razza di vigliacco!-

-Vigliacco?Sarò io a dover pretendere un duello per la vostra impertinenza- rispose lui.

Intervenne allora Sasuke- Bene, come sapete i duelli sono illegali, ma ho il consenso del papa per chiunque dei due lo pretenda-

Hidan parve sorpreso- Eravate già d’accordo?!-

Fu Temari a parlare- Vista la gravità della situazione ho consigliato a mio marito di parlarne con il papa che ha ritenuto importante legalizzarlo. Vi ripeto, ne siete sicuro?-

Lui rispose indignato- Si, difenderò il mio onore. Domani all’alba, in giardino davanti alla fontana. Duello all’ultimo sangue. L’arma scelta è la spada. Sono convinto che Girolamo Sasuke possa fare da secondo e controllare che le armi siano uguali. Non voglio che dopo mi si dica che inganno-

Per la prima volta fu Hinata a parlare- Vi prego, ascoltatemi. Non c’è alcun motivo di duellare per me, io non valgo tanto. Vi scongiuro, desistete dal vostro intento-

Hidan rispose- Questo non è solo per te, ma anche per il mio onore offeso. Un modo per risolvere una disputa tra persone di pari rango. Se comunque il signor Uzumaki desidera ritirarsi io dimenticherò questo increscioso fatto non appena si sarà scusato-

-Mai- ringhiai io

-Allora a domani. Vi devo pregare però di lasciare la mia dimora-disse lui

-Certamente, ma Hinata verrà con noi- specificò Temari

-No- e rivolse un ghigno malefico prima a me e poi ad Hinata- lei è mia moglie e come tale deve sottomettersi al volere di suo marito e io voglio che resti qui- rispose lui.

-Ti conviene non toccarla- lo avvertii io

-È una minaccia?!- domandò acido lui

Sasuke sbuffò e rispose al posto mio- No, è un avvertimento. Al papa sta molto a cuore la salute della contessa Hinata, essendo anche un amica di famiglia e se dovesse succederle qualcosa, in particolare questa notte, sono sicuro che ci saranno delle conseguenze per voi-

A quel punto Hidan se ne andò furente verso non so dove.

Temari si avvicinò ad Hinata e le sussurrò di chiudersi in camera a chiave quella notte dopo averla abbracciata, mentre Sasuke fece un cenno col capo e trascinò via Temari. Ci lasciarono soli, io non sapevo cosa dire o fare, ma fu lei a fare la prima mossa. Mi abbracciò forte per un momento lunghissimo e cercò di dirmi di ritirarmi, ma io la interruppi- Non ti preoccupare, dopo un abbraccio così non posso che vincere-

Per quella notte fummo ospitati da una coppia di amici di Sasuke tali Maddalena Sakura e Giovanni Rock Lee. Feci molta fatica quella notte a prender sonno, mi tormentava il pensare alle conseguenza di quel duello.

Se avessi vinto io avrei lasciato Hinata vedova e a causa del motivo del duello dubito che i suoi famigliari le lascerebbero i beni del defunto marito e non la manderebbero in convento se lei non intendesse più sposarsi, mentre se vincesse lui…non serve specificarlo.

Ad un certo momento sentii Temari e Sasuke parlare nella stanza accanto alla mia. Lei stava chiedendo – Secondo te chi vincerà domai?-

E lui le rispose- Hidan è un condottiero, ha molti anni di esperienza nel campo delle battaglie, ma Naruto dalla sua ha la testardaggine di un Uzumaki, è molto più giovane ed è innegabilmente innamorato di Hinata-

Temari ci mise qualche minuto a rispondere- Si sono finalmente trovati, sono convinta che il destino non li farà più separare-

Poi non sentii più niente, probabilmente si erano addormentati ed io non potei che sussurrare un - grazie amici miei- prima di addormentarmi con l’immagine del volto della mia amata.

Il giorno seguente ci dirigemmo alla villa. Hidan ci aspettava già, sul viso un sorriso presuntuoso. Non vedevo Hinata e questo mi rese ancora più agitato. Ci disponemmo uno davanti all’altro. Sasuke doveva fare da giudice e ci consegnò le spade dopo aver elencato le regole del duello. Temari si guardava intorno, di sicuro a tormentarla erano i miei stessi dubbi: dov’era Hinata?

Non potevamo sapere che Hidan l’aveva rinchiusa nella cappella la mattina presto quando lei vi era andata per pregare.

Il duello doveva cominciare e non si poteva più aspettare. Il primo ad iniziare fu lui. I suoi colpi erano rapidi e precisi, ma riuscii a schivarli. Temari era indecisa se continuare a seguire il duello o cercare Hinata, poi la vidi correre verso l’ingresso della villa.

Il duello era duro, il mio avversario aveva anni ed anni di esperienza alle spalle che lo avevano temprato e lo rendevano quasi invincibile. All’improvviso inciampai in una pietra e stavo per avere la peggio. Hidan stava tagliando l’aria con la sua spada diretto verso il mio cuore, quando vidi Hinata. Era sana e salva, aveva le lacrime agli occhi e correva nella mia direzione. Bastò quello a darmi la forza di non arrendermi. Attesi fino all’ultimo secondo, poi rotolai di lato e mentre lui tentava di estrarre la spada dal terreno dove vi si era conficcata con forza lo colpii. Una volta che fu caduto a terra e smise di respirare Hinata mi abbracciò e dalla commozione mi baciò. Lo fece d’istinto, senza pensarci e solo poco dopo esserci staccati si rese conto di quello che aveva fatto ed era divenuta di quell’adorabile rosso scarlatto che mi diverto tutt’ora a provocarle. Alle nostre spalle Temari non riusciva a trattenere le risate, mentre Sasuke faceva finta di niente.

Come già detto io e Hinata ci sposammo poco dopo e posso garantire che per lei fu molto diverso dal suo primo matrimonio.

Questa interferenza, più incentrata su me ed Hinata che su Temari, è perché volevo darvi l’idea di che amica è stata per noi e ci sono molti altri esempi a confermarlo.

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Capitolo 7
*** 7°capitolo ***


7°capitolo

Sono tornata anche questa settimana. Sfortunatamente sto finendo i capitoli che avevo già pronti di scorta e per questo motivo penso che mi sarà difficile pubblicare ancora con regolarità. Se ricevessi qualche recensione in più forse riuscirei ad essere più produttiva…XD

Ringrazio chi ha recensito e chi ha letto e spero di non aver perso l’attenzione di Sarhita proprio ora J

Vaius: hai perfettamente ragione, i diritti umani una volta venivano tranquillamente calpestati a favore dei potenti. Sono felice di aver trovato un altro appassionato di storia XD comunque non mi hai detto che ne pensavi di un seguito(fa così paura la sola idea?XD spero di no).Per le tue domande troverai risposta più avanti. Spero di aver descritto bene la storia di Hinata e di essere stata esauriente. Spero anche che continuerai a recensire e che scuserai i miei prossimi ritardi (ho già spiegato sopra i motivi). Alla prossima

Vorrei dedicare questo breve capitolo a Omar, il mio caro fratello che non ho avuto l’opportunità di conoscere, ma con il quale mi sento legata profondamente.

Nel 1479 Temari ebbe il suo primo figlio. Dopo aver saputo che era incinta, tramite una lettera, io ed Hinata ci dirigemmo immediatamente da lei. Mia moglie restò lì per tutti i mesi di gestazione e i primi dopo al parto finché non era nelle condizioni di occuparsene da sola, mentre io sfortunatamente me ne dovetti andare una settimana dopo essere arrivato per quei soliti noiosissimi problemi d’affari.

Poiché la vecchiaia avanza e la mia mano fatica sempre di più a scrivere coglierò quest’occasione per riposarmi e farò continuare ad Hinata questo mio scritto con quello che accadde in quei mesi, anche perché non me ne intendo molto sebbene le sette gravidanze che rallegrò la mia famiglia.

Sono stata presentata da mio marito in modo finn troppo elogiativo a mio dire, ma cercherò di esserne all’altezza. Quando ricevemmo quella meravigliosa lettera, che conservo ancora, fummo così felici che partimmo immediatamente senza pensar troppo al nostro bagaglio. In effetti in quei giorni demmo molto lavoro da fare ai nostri servitori per farci portare tutto a casa di Temari. Al momento del nostro arrivo lei ci attendeva seduta su di una panchina in giardino, Sasuke era dovuto andare dal papa a discutere di alcuni problemi e per questo non era potuto restare ad attenderci. Lei era al primo mese di gravidanza e, come normale, il ventre non dava ancora a vedere la creatura che vi stava crescendo, la trovavo molto felice e i suoi occhi trattenevano lacrime di commozione al vederci. Ebbi modo di vedere che le nausee mattutine non la lasciavano indifferente come invece pensavo all’inizio e questo mi strappava ogni volta un risolino quando se ne lamentava. Sapevo cosa voleva dire svegliarsi e dover correre al primo bagno raggiungibile, anche se l’avevo vissuto all’epoca per poco tempo. Rimpiango ancora il mio bambino che non poté nemmeno esalare il primo respiro su questa terra o ricevere un battesimo, ma non è il tempo dei rimpianti e non voglio rattristarvi quando invece dovrei descrivere il primo dei lunghi e felici periodi della vita della mia migliore amica che le portarono i suoi amati figli.

Lei e Sasuke erano molto felici, sebbene lui non sia il tipo da mostrarlo in modo appariscente.

Ogni mattina io e Temari non facevamo che discutere dei preparativi del parto, nonostante fosse troppo presto, oppure di come si immaginava il bambino e il suo “glorioso futuro” come diceva lei; era sicura che suo figlio sarebbe stato un maschio, non poteva essere altrimenti visto il futuro che si immaginava già per lui. È divertente notare la differenza di aspettative dei miei amici. Temari lo immaginasse un abile condottiero temuto da ogni avversario e richiesto in ogni corte, mentre Sasuke un abile politico capace di riunire vicino a sé i più importanti letterati ed artisti trasformando Imola in un punto di riferimento culturale e politico. Io speravo semplicemente che avesse una vita lunga e felice. Ognuno ha delle aspirazioni diverse per i propi cari.

Un mese dopo alla partenza di Naruto le cose cominciarono a peggiorare.

Sebbene Temari avesse sempre vantato un ottimo autocontrollo era pur sempre una donna e come tale viveva quei famosi sbalzi d’umore incontrollati che…come dire… Sasuke gradiva poco. Io cercavo di fare del mio meglio e dovevo ripetere ogni giorno a Temari di non far sforzi eccessivi o di non andare a caccia o a cavallo e a Sasuke di portare pazienza ed accontentarla il più possibile. Dovevo dividere le mie giornate tra l’iper indaffarata Temari e l’iper sbuffante Sasuke, ma non è male come sembra, almeno non sempre.

Il pancione cresceva di giorno in giorno ed anch’io cominciavo a pensare che fosse un maschio, ma di qualunque sesso fosse stato, ero comunque sicura che sarebbe cresciuto forte esano.

Naruto ogni tanto scendeva a trovarci e si stupiva di quanto grande fosse il pancione da chiedermi se non le avessi dato troppa carne, ne sorrido ancora al ricordo.

Il bambino calciava spesso e questo non poteva che allietare la coppia. Agli inizi di aprile Temari cominciò a sentirsi strana, il pomeriggio del sette di quel mese dovemmo chiamare la levatrice perché cominciava ad avere le doglie, il bambino voleva nascere. Il parto fu lungo e doloroso e Temari faceva di tutto per non urlare, troppo orgogliosa e testarda. Il bambino nacque quella notte e come previsto dalla madre era un bel maschietto. Nemmeno Sasuke poté trattenersi dal mostrare felicità. Lo chiamarono Ottaviano e come previsto era un bambino sanissimo. Piangeva con voce forte reclamando la mamma. Ricordo che appena mi fu possibile scrissi una lettera a Naruto per informarlo del lieto evento e che ero così stanca che l’unica cosa che mi impedì di addormentarmi mentre la scrivevo era il suo gran piangere. Era così carino e paffuto che sembrava uno dei tanti putti che si trovavano raffigurati nelle chiese. Dormiva solo quando era in braccio mio o di Temari o di Sasuke, specialmente con lui e mai con le serve. Ricevette anche la visita del papa che era curioso di vedere il risultato dell’unione di un Riario con una Sforza e direi che ne fu soddisfatto.

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Capitolo 8
*** 8°capitolo ***


8°capitolo

Poiché sono stata particolarmente produttiva questa settimana sono puntuale. Devo ringraziare kejti per aver messo la storia tra le preferite e anche tra le seguite, Sarhita e Vaius per aver recensito e naturalmente chi ha letto.

Vaius:seguirò il tuo consiglio ed appena li trovo mi metto a leggerli, grazie. Che dire, spero che questo capitolo ti piaccia e ti auguro buona lettura!Aspetto la tua recensione!

Sarhita:grazie grazie 1000, non sai quanto felice mi rendi!Spero che riuscirai a leggere questo capitolo in tempo perché aspetto una tua recensione XD Sono felice che tu mi abbia corretta e spero di non aver commesso altri errori. Ti posso considerare una recensitrice affezionata?????Spero di si XD

Ho letto la tua fic “La leggenda della succubus e il miracolo di Ai” e mi è piaciuta molto. Spero che la continuerai presto. Al prossimo capitolo!

Nel 1480 il papa assegnò a Sasuke la signoria di Forlì, a scapito della famiglia Ordelaffi. Alla famiglia poi si aggiunsero Cesare e Bianca rispettivamente nati il 24 agosto 1840 e il 30 ottobre1481.

Nel 1484, quando Temari era incinta del quarto figlio, la sfortuna si abbatté su di loro con la morte il 12 agosto del loro protettore, papa Sisto Madara IV. Alla sua morte, infatti, tutti coloro che avevano subito dei torti dal suo governo si diedero al saccheggio. La casa di Sasuke e Temari (Palazzo Orsini di Campo de’ Fiori) fu assalita, spogliata di ogni suo contenuto e quasi distrutta.

Caterina dovette correre a cavallo fino a CastelSant’Angelo per prenderlo a nome di Sasuke che ne era il Governatore. I suoi soldati si posero a controllo del forte ed ubbidivano ad ogni suo ordine.

-Soldati, sappiamo tutti cosa sta succedendo a Roma. I nemici di Papa Sisto Madara IV, IL rappresentante di Dio in terra, stanno distruggendo la città che ha visto nascere molti di voi. Devastano le nostre case, mettono in pericolo i nostri cari, i miei stessi figli e non si fermeranno per niente al mondo. La loro sete non si placherà e ripercuoteranno il loro male su le vostre madri, figlie, sorelle o fidanzate. Dio ci osserva e ci valuta. Io lascerò questo forte solo al nuovo papa e a nessun altro, siete con me?- urlò con voce sicura Temari, spronando i suoi uomini.

Un coro di ‘si’ si espanse per tutte le mura ed anche oltre.

Molti furono in nobili e gli ecclesiastici che tentarono di persuaderla a lasciare la fortezza e a ricongiungersi a suo marito, ma lei rispondeva ostinatamente ogni volta di no.

-Consegnerò questo forte solo al nuovo papa. Se ve lo lasciassi non rispetterei i miei principi e che cosa dovrei insegnerei ai miei figli se non a combattere per essi e per la propia libertà. Sono Caterina Sforza e non mi piegherò davanti a nessuno. È il mio orgoglio ad impedirmelo-

Nel frattempo Sasuke si era posizionato con il suo esercito in una posizione strategica . La situazione a Roma era di stallo: i disordini aumentavano insieme alle violenze, i cardinali non assistettero alle esequie del defunto papa e si rifiutavano di entrare in conclave temendo l’artiglieria di Temari.

Il Sacro Collegio chiese a Sasuke di lasciare Roma ed in cambio gli offrirono ottomila ducati per i danni alle sue proprietà, la conferma della signoria di Imola e di Forlì e la carica di Capitano Generale della Chiesa. Lui accettò e si preparò a partire. Quando Temari venne a sapere della decisione del marito si arrabbiò molto e decise di aumentare il contingente dei suoi soldati per continuare la resistenza e costringere i cardinali a trattare con lei, ma questi si diressero nuovamente da Sasuke il quale la smentì e le inviò un biglietto con queste parole:

Lasciate il forte e raggiungeteci. Non fate la stupida a cercare di costringere quelle vecchie carogne a trattare con voi. Roma ha amici potenti e non potete permettervi di inimicarveli, qui non c’entrate solo voi e i vostri principi, ma anche i domini del nostro Stato e dei nostri figli.

Temari non poté far altro, si dovette arrendere ed abbandonò CastelSant’Angelo.

Per la prima volta vide nettamente il confine che divide da sempre le donne dagli uomini. Il mancato potere e la sottomissione che esse devono loro, le famose catene di cui le aveva parlato la nonna al loro primo incontro.

Fu un momento molto duro per Temari quello. Lo sconforto era grande e faticava a tornare la donna di sempre, ogni volta che guardava Sasuke vedeva in lui le sue barrire, tutto quello che le era proibito fare. Ma lei è sempre stata forte ed il suo carattere non le permetteva di arrendersi completamente senza lottare, forse grazie anche alle parole della nonna paterna con i suoi insegnamenti, o il parto difficilissimo del suo quarto figlio in cui tutti la davano per spacciata a cui invece sopravvisse, o le lettere in cui la pregavamo di non abbattersi, o l’amore di Sasuke. Questo non lo so, so solo che tornò tutto come prima, o quasi.

Arrivati a Forlì Temari e Sasuke vennero informati dell’elezione del nuovo papa, questo era Innocenzo Sai VIII che adempì al patto con Sasuke, ma lo dispensò dalla presenza a Roma rendendo l’incarico di Capitano Generale dell’esercito pontificio solo un incarico formale che nemmeno gli veniva retribuito.

Nonostante la mancanza delle entrate dallo Stato Pontificio Sasuke non ripristinò le tasse di cui erano esenti i cittadini forlivesi.

La famiglia continuò ad espandersi con la nascita di Galeazzo Maria e poi con Francesco nel 1487.

Sfortunatamente la spesa pubblica divenne insostenibile e Sasuke dovette, anche su consiglio di un membro del consiglio degli anziani tale Nicolò Danzo Panesco, ripristinare le tasse.

Presto si diffuse il malcontento tra la popolazione, non solo tra i poveri, ma anche tra i nobili e tutto questo sfociò in complotti sempre meglio organizzati che alla fine portarono alla morte del mio amico il 14 aprile del 1488.

Quei traditori, non contenti di aver ucciso il loro signore saccheggiarono il suo palazzo e resero prigionieri la loro ignora e i suoi figli che restarono in prigione per dei giorni. Temari aveva appena perso l’uomo della sua vita, il suo protettore, il padre dei suoi figli ai quali in quel momento si prospettava un futuro incerto, ma nonostante tutto questo riuscì a reprimere il suo dolore ed a rincuorare i figli.

L’unico ancora fedele in città alla famiglia Riario era il castellano della Rocca di Rivaldino, Tommaso Shino Feo che si rifiutava di cedere la rocca agli usurpatori.

Temari in questo vi vide una possibilità e si offrì di andare alla rocca a convincere il castellano ad arrendersi. La lasciarono andare, convinti che avendo loro in ostaggio i figli non avrebbe creato problemi, ma su questo si sbagliavano.

Una volta entrata nella rocca si rifiutò di ascoltarli e si preparò alla riconquista della città dicendo che se avessero ucciso i suoi figli avrebbe saputo come vendicarli. Molti raccontarono di un episodio (io non sono sicuro che sia avvenuto realmente, ma lo racconterò ugualmente) secondo cui Temari da sopra le mura avrebbe risposto a chi la minacciava di uccidere i figli dicendo:

-Fatelo, se volete-

Ed alzando le gonne, mostrando con la mano il pube dire:

-Ho con me lo stampo per farne degli altri-

Che sia andata effettivamente così o no, quei traditori non osarono toccare i suoi figli.

Grazie anche all’aiuto di Ludovico il Moro riuscì a recuperare il potere su Imola e Forlì.

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Capitolo 9
*** 9°capitolo ***


9°capitolo

Salve a tutti!

Sono tornata anche questa settimana perché i miei recensitori affezionati sono stati particolarmente gentili con i complimenti quindi bisogna ringraziare loro o ucciderli dipende dai punti di vista …XD

Comunque spero che questo capitolo vi piaccia e che anche qualche altro coraggioso mi faccia sapere cosa ne pensa.

Sarhita: Sono felice che tu abbia recensito!Non mi ricordo se te l’ho già detto, ma non vedo l’ora che tu la aggiorni (almeno un po’ di spoiler potresti farmelo, no???)!!

Ho solo un altro capitolo di riserva scritto sul computer quindi non posso promettere di essere puntuale prossimamente, continua comunque a seguirmi! Un bacio

Vaius: grazie per la recensione!!Non so cosa farei senza le tue recensioni, probabilmente sarei ferma ancora al primo capitolo!XD Sai, ho cominciato a leggere le recensioni che lasci nelle altre storie (tu le recensisci tutte praticamente!!) perché ho notato che gran parte delle tue previsioni sono azzeccate!! Sei una specie di indovino!!Per le informazioni non ho un singolo sito. Sono andata su diversi siti ed ho tento per sicuri gli eventi che confermavano un po’ tutti. Spero di essermi fatta capire!Comunque nell’ultimo capitolo spiegherò meglio tutto quanto. Alla prossima.

P.S. questa è Caterina Sforza:

Il 30 aprile 1488 cominciò a governare a nome del figlio Ottaviano di soli 9 anni all’epoca. La prima cosa che fece fu vendicarsi di quegli ignobili uomini che avevano ucciso suo marito. Ordinò che tutte le persone coinvolte venissero imprigionate, tra di loro vi era il governatore del papa, tutti i generali pontifici, il castellano della rocca di Forlimpopoli che l’avevano tradita ed anche tutte le donne delle famiglie coinvolte. Le loro dimore vennero distrutte e gli oggetti preziosi vennero distribuiti ai poveri. Sebbene però la vendetta e la rabbia l’avessero distratta dal dolore questo si ripresentò presto.

Cari amici miei, vi ringrazio per i vostri pensieri e non voglio vi preoccupiate . Ora sono la Signora di Imola e Forlì e mi occupo io di tutto. Ci sono molte cose di cui preoccuparsi come mantenere i rapporti con i Signori degli altri Stati, le trattative matrimoniali per i miei figli, revisionare il sistema fiscale ed eliminare parte dei dazi( non voglio che si ripeta quello che è successo a Sasuke), l’addestramento dei soldati e il loro rifornimento con armi e cavalli. Mi occupo poi io stessa del bucato e del cucire. Voglio che la vita nel mio stato sia pacifica.

In verità c’è un'altra cosa a preoccuparmi, o per meglio dire una persona. Lui è il cardinale Raffaele Riario che è qui, a detta sua, per proteggere i miei figli, ma non mi fido di lui e credo voglia solo intromettersi nel mio governo. Spero di ricevere presto la vostra visita, così da poter conoscere il nuovo arrivato.

La vostra Temari

Due mesi dopo la morte di Sasuke qualcuno diffuse la voce la voce che Temari stesse per sposare Antonio Maria Deidara Ordelaffi che aveva cominciato a farle visita. Tutti pensavano che con questo matrimonio potessero terminare le rivendicazioni della famiglia di lui ed il nobile stesso scrisse una lettera ad un amico in cui dava questo per sicuro.

Sebbene non lo ammetterà mai, la ferita nel suo cuore era ancora aperta e sentire quelle voci la irritò terribilmente.

[…] Come può quel nobile da strapazzo pensare che io lo voglia sposare. Non lascerò il risultato di tutte le fatiche mie e di mio marito ad un uomo del genere. Si pentirà di quello che ha fatto. Mi rivolgerò al senato di Venezia e lo farò esiliare. Vedrà chi è veramente Caterina Sforza. […]

Ed in effetti fu quello che ottenne. Il poveretto venne esiliato in Friuli per 10 anni.

Una sera invitò a casa sua Tommaso Shino Feo, l’uomo che non l’aveva abbandonata nel momento di crisi e con lui venne anche il fratello Giacomo Kiba Feo, un ragazzo di vent’anni.

Lui non somigliava al fratello. Alto, capelli castani e mossi, muscoloso, il tipico ragazzo intenzionato a spaccare il mondo. Temari lo trovò molto simpatico all’inizio, lui era molto diverso da lei. Era più energico, solare e spontaneo; poi, con il tempo, cominciò a sentire un sentimento più profondo che andava oltre l’amicizia. Per Temari fu la via d’uscita da una quotidianità oppressiva, quel cambiamento che rende le tue giornate speciali. Questa volta poteva decidere lei chi sposare ed amare. Sotto le sue mani Kiba diventò un vero e proprio uomo.

Quando stavano insieme non vi era alcun timore, ansia o bisogno di affermare la propia superiorità, ma soltanto quell’amore passionale che tanti ricercano in rapporti più o meno importanti.

Lei si innamorò veramente di lui e decise di sposarlo in segreto per non perdere la tutela dei figli e, di conseguenza, il governo del suo Stato.

Io e Hinata partecipammo al matrimonio, eravamo gli unici invitati e ci sentivamo un po’ a disagio. Ci eravamo incontrati tutti a mezzanotte davanti ad una piccola chiesetta diroccata dove c’era ad attenderci un vecchio prete che temari aveva scelto per la sua discrezione.

Lei indossava uno stupendo abito ricamato che comunque non poteva essere paragonato a quello che aveva indossato quindici anni prima al matrimonio con Sasuke, ma in quel momento lei non poteva sembrare più felice. Lui era vestito molto semplice ed era completamente rapito dalla figura di Temari accanto a lui, io e Hinata temevamo che ricercasse il matrimonio solo per arricchirsi, ma quel suo modo di guardarla totalmente adorante ci rassicurò sulla veridicità dei suoi sentimenti.

Quando imboccarono l’entrata della chiesa mano nella mano e percorsero lo sporco ed ormai stinto tappeto rosso sembravano la coppia più felice del mondo.

La mancanza di Sasuke ha portato molto dolore e solitudine nella sua vita, anche se faceva di tutto per non darlo a vedere e si teneva impegnata il più possibile per tenere lontano il cervello dal cuore, ero sinceramente felice che avesse trovato Kiba, ma ora conoscendo gli eventi successivi non so se esserne altrettanto felice.

Mentre si dirigevano all’altare Temari sussurrò all’orecchio di lui delle scuse e ne sembrava veramente pentita.

-Mi dispiace che questo non possa essere il grande matrimonio che ti aspettavi-

-Io vedo la donna che amo, i suoi migliori amici che presto diventeranno anche i miei ed una chiesa…è il giorno più bello della mia vita-rispose lui.

Fu tutto molto commovente. Io e Hinata, dai vecchi ed ormai rovinati banchi vicino all’altare che nessuno si era preso la briga di ripulire dalla ormai secolare polvere, riuscimmo a captare solo brevi parti di quella conversazione.

Tutto sommato l’arrivo di Kiba nella vita di Temari non fu questo grande errore ripensandoci perché nei pochi anni che trascorsero insieme lei fu veramente felice.

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Capitolo 10
*** 10°capitolo ***


10°capitolo

Ciao a tutti quelli che mi seguono!

Bisogna festeggiare visto che siamo arrivati al 10° capitolo ancora tutti incolumi (tranne la connessione di Sarhita)!
Dedico il capitolo (visto che è così importante, fate finta che per voi lo sia XD) ai miei due recensitori Sarhita per la sua capacità di affronate i problemi di connessione e perchè le sue recensioni mi mettono di buon umore e a Vaius perchè gli do sempre tanto lavoro da fare!

Ringrazio chi legge, recensisce e chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite (spero di ricevere una recensione anche da te XD).

Mi dispiace per l'immagine dello scorso capitolo cercherò di metterla prossimamente (sull'anteprima si vedeva uffa!),grazie a chi me lo ha segnalato.

Vaius: leggi e vedrai. In questo capitolo ci sarà qualche chiarimento, ma non ci sarà ancora la tragedia che avverrà nel prossimo capitolo. Alla prossima ^^

Sarhita: grazie per la recensione e per l'impegno nello scriverla tre volte! Ho letto il capitolo e non vedo l'ora di leggere il prossimo (ti ho fatto anche un po' di pubblicità che non guasta mai) quindi sbrigati a pubblicare! In questo capitolo ci saranno dei chiarimenti, ma la tragedia averrà nel prossimo. Spero di ricevere presto la tua recensione. Al prossimo capitolo ^^

BUONA LETURA A TUTTI E GRAZIE ANCORA!!!!

Dopo la cerimonia e negli anni successivi non avemmo molte possibilità di vederli insieme perché già il giorno dopo la loro unione noi dovemmo partire, mio figlio Michele si era ammalato e Hinata era terribilmente in ansia per lui poiché Iddio ha sempre bisogno di angeli nel suo paradiso e successivamente i miei impegni abbinati alle gravidanze di Hinata non ci permisero di tornare spesso.

La vita dei miei amici trascorse, ad intervalli regolari, tranquilla e pacifica per sette anni finché un nuovo scossone si abbatté sulle loro vite. In quei pochi anni Temari aveva trovato la serenità, la loro vita insieme era stata rallegrata dall’arrivo di Bernardino, ma tutto questo venne seguito da grandi sconvolgimenti nella vita politica.

Nel 1492 morì Lorenzo il Magnifico e successivamente Innocenzo Sai VIII al quale successe il cardinale Rodrigo Choji Borgia con il nome di papa Alessandro VI.

La morte del precedente papa fu accolta positivamente da Temari sia perché era suo nemico e sia perché il nuovo papa oltre ad essere il padrino di Ottaviano era anche un loro amico.

Il timore di una imminente guerra si trasformò in realtà con la morte del Magnifico, ma non è questo il grande sconvolgimento di cui vi avevo parlato e che avverrà in seguito.

Si riaccesero gli attriti tra Napoli e Milano e Ludovico il Moro, zio di Temari, nel 1494 convinse Carlo VIII di Francia a rivendicare il regno di Napoli. Durante il conflitto Temari cercò di rimanere neutrale, ma ben presto dovette schierarsi. Da una parte c’era lo zio con Carlo VIII e la sua Milano, mentre dall’altra il papa e Napoli.

Scelse questi ultimi e si preparò a difendere le sue città.

La via del soldato deve essere difficile, sapere che da un giorno all’altro potresti essere morto e che la tua vita dipende dalla strategia di un altro uomo, vivere nell’incertezza continua di non poter più sentire il profumo dei fiori solleticare il tuo naso, vedere il cielo azzurro sopra di se e il sole rallegrare le tue giornate, dover dire addio a tutte le cose e le persone a cui tieni come una moglie, dei figli, i parenti, gli amici o perché no anche ad un’amante o più.

Il momento dello scontro si avvicinava con il passare delle ore. Temari doveva prepararsi come stavano facendo i suoi soldati.

Quella notte lei e Kiba restarono svegli l’uno nelle braccia dell’altra ad osservarsi perché incapaci di chiudere gli occhi per il timore di perdersi per sempre.

[…]Sapere che di li a poco avrei potuto non rivedere più i suoi splendidi occhi o non sentire più le sue morbide labbra su di me mi faceva sentire…come se ci fosse un enorme buco davanti a me, l’incertezza mi divorava. Non sopporterei, temo, di risentire il vuoto che ho provato dopo la morte di Sasuke. Allora mi sembrava impossibile che quel mio marito così forte e sano potesse…morire.

Mi sembrava invincibile, ma ora so che la morte può colpire ognuno di noi e che nessuno è invulnerabile ad essa, non sopporterei di rivivere quel tenebroso momento. Combatterò perché questo non accada.

Temari

Se Temari aveva inviato una lettera così a Hinata doveva essere veramente preoccupata. Sul foglio vi era anche il segno di una lacrima all’altezza del nome di Sasuke e dunque soffriva ancora silenziosamente per la sua scomparsa. I sentimenti trattenuti solo la cosa più pericolosa perché ci corrodono dall’interno e quando non riusciamo più a trattenerli scoppiamo e ci ammaliamo.

L’attacco stava arrivando e Temari si preparò ad incoraggiare i suoi uomini.

-Soldati, so che sarà dura e che gli avversari li fuori sono difficili, ma noi abbiamo il coraggio, la forza e l’onore dalla nostra parte perché IO so quello che valete! Ricordate che per ogni freccia che scoccherete, ogni sciabolata che tirerete ed ogni nemico che cadrà ai vostri piedi la vostra città e i vostri cari saranno in salvo!! Dimostriamo ai francesi e al mondo di che pasta siamo fatti!!!-urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

L’esercito della città era carico. Attendevano solo la possibilità di scagliarsi contro il nemico, di manifestare il loro odio e distruggere i nemici che minacciavano la loro pace. Lo scontro cominciò e con il passare delle ore aumentavano vittime e feriti. Temari continuava ad impartire ordini ai suoi sottoposti, troppo impegnata e concentrata per avvertire la stanchezza. Kiba le si avvicinò preoccupato, il viso teso.

-I napoletani ci hanno abbandonato in balia dei francesi- disse sempre più arrabbiato.

-E noi faremo altrettanto, voglio allearmi contro Napoli –rispose lei sicura.

-Mi fido di te- le dice lui dandole un bacio sulle labbra.

Come appena detto Temari decise di schierarsi con i francesi e li lasciò passare così che potessero raggiungere Napoli.

La città venne conquistata in soli 13 giorni e questo spaventò così tanto i principi italiani che si riunirono in una lega antifrancese che costrinse il re straniero a ritornare indietro. In questa occasione Temari riuscì a rimanere neutrale.

Passò il tempo e le vite continuarono ad andare avanti arricchite di un nuovo capitolo. Caterina apportò dei cambiamenti importanti al suo governo.

Ridistribuì i ruoli sostituendo i castellani delle rocche con i suoi parenti più stretti cercando persone di cui potersi fidare.

Kiba divenne castellano della Rocca di Rivaldino al posto del fratello, a Gian Piero Landriani (il marito di sua madre) affidò la Rocca di Imola, a Piero Landriani quella di Forlimpopoli e diede in sposa sua sorella Bianca a Tommaso Shino Feo, una bella coppia oserei dire.

Giacomo Kiba nel ruolo di amante di Caterina divenne molto potente politicamente, non solo per l’ascendente che aveva su di lei, ma anche per le diverse cariche che ottenne. Fu insignito con un ordine cavalleresco da Ludovico il Moro e divenne Barone di Francia.

C’era chi temeva che Temari volesse affidargli il suo stato al posto di darlo al figlio Ottaviano e, come si sa, il potere attira l’invidia e le sventure.

La situazione era grave, tutti temevano Kiba e gli stessi figli di Temari lo vedevano come l’usurpatore del posto di loro padre.

Anche se non dovrei, li capisco bene.

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Capitolo 11
*** 11°capitolo ***


11°capitolo

Ciao a tutti!

Questo capitolo arriva in anticipo rispetto al solito perché domani vado al mare e quindi non riuscirei a pubblicare. Ringrazio chi continua a seguirmi e vi dedico il capitolo!Rispondiamo alle recensioni:

Vaius:ciaoooo, grazie per la recensione! Di solito tu ti rovini da solo le sorprese con le tue supposizioni da detective Conan!!XDIn questo capitolo troverai le risposte alle tue domande!Ci sentiamo su facebook,Ciaooo!

Sarhita: Ciao! Ho pubblicato anche prima del previsto,visto?XD Il capitolo delle risposte/tragedia è arrivato(risata malefica con musichetta di sottofondo!).

Ci ringraziamo a vicenda???? Non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo della tua fic quindi sbrigati a pubblicare!!!Se no mi metto in sciopero con la mia!

Buona lettura a tutti!!!!!

Come se la morte fosse il destino di chi si lega in modo così profondo a Temari ci furono due congiure, entrambe sventate, per uccidere Kiba.

La sera del 27 agosto del 1495 avvenne l’attentato decisivo, quello non previsto.

Erano tutti di ritorno da una battuta di caccia. Caterina con la figlia Bianca ed alcune dame di compagnia erano sedute sulla carretta di corte, mentre Ottaviano, Cesare e Kiba le seguivano a cavallo insieme a numerosi staffieri e soldati. All’improvviso Kiba venne assalito e ferito a morte. Era avvenuto tutto molto velocemente e la dinamica degli eventi non avevano permesso una risposta pronta.

L’assalitore venne preso ed imprigionato.

Così quel nefasto giorno d’estate Kiba moriva tra le braccia di Temari carezzandole dolcemente il volto trattenendo il suo ultimo respiro in un tenero bacio.

Per Temari fu come un Deja vu. L’evento che più l’aveva ferita nella vita si stava ripetendo un'altra volta e lei era di nuovo impotente contro la morte.

I congiurati non si accorsero del passo falso che stavano per fare. Il loro capo, Gian Antonio Ghetti commise l’errore che lo portò alla morte. Andò da Caterina soddisfatto dell’esito dell’attentato perché convinto, come tutti gli altri congiurati, che fosse stata lei stessa a dare il primo ordine per compiere l’attentato, ma le cose ovviamente non erano così. Si avvicinavano momenti tristi per Forlì.

La furia di Temari fu potentissima e devastante. Fece imprigionare tutti quelli che facevano parte o che erano a conoscenza della congiura e molte furono le vittime. Questa perdita portava con se anche il dolore di quella precedente. Si lasciò finalmente andare al dolore e rimase delle ore a vegliare sul corpo sempre più freddo e rigido dell’amato nella camera mortuaria. Per molto tempo non rispose alle nostre lettere, né a quelle degli altri.

Passò molto tempo prima che riuscisse a riprendere il suo autocontrollo e

Nei giorni in cui andammo a trovarla, sfortunatamente molto tempo dopo la tragedia poiché io e la mia famiglia eravamo in viaggio presso un nostro parente molto lontano da Forlì, stentavamo a riconoscerla. Il dolore e la rabbia l’avevano resa un corpo senz’anima e desideri se non quello di rivendicare le teste degli ultimi congiurati ancora vivi.

Quando io e Hinata scendemmo dalla carrozza lei non era lì ad attenderci come faceva invece solitamente. Vi erano invece i suoi figli che, ebbimo modo di vedere poi, sembravano insensibili al suo dolore o perfino indignati.

Ottaviano si stava facendo grande e non mancò di osservare bene mia moglie che, come al solito, era ignare dell’attenzione ricevuta, mentre io cominciavo a sentire una forte avversione nei suoi confronti.

Ci accompagnarono in sala e lì cominciammo a colloquiare di argomenti frivoli per evitare quello più importante e difficile, Temari. Lei ci raggiunse un ora dopo il nostro arrivo. Un’ora di sguardi truci nei confronti di un certo giovanotto che si soffermava troppo sul seno di mia moglie.

Quando Temari ci raggiunse aveva profonde occhiaie sotto agli occhi arrossati. Sebbene avesse cercato di ricomporsi ci era chiara l’entità del suo dolore.

La strage che aveva portato avanti come vendetta le stavano costando l’amore dei suoi cittadini.

I suoi figli al suo arrivo si irrigidirono, ma si sforzarono di portare avanti la conversazione normalmente.

Hinata soffriva nel vedere Temari in quello stato e così la convinse a cambiare sala per parlare.

Andammo nella cappella del palazzo. Vi erano tutte le candele quasi completamente sciolte dal loro prolungato utilizzo. Dovevo trovare le parole giuste per rincuorare la mia amica come lei aveva fatto con me in precedenza.

-Temari io-cominciai.

-Ti prego,ho perso due mariti in questo modo. Lasciatemi vivere il mio dolore, dopo tornerò ad essere quella di sempre-mi supplicò lei.

Mi faceva una gran pena e l’abbracciai forte.

-Piangi pure, sfogati. Non sei costretta a piangere in solitudine. Io mi unirò al tuo pianto.-

-Ho bisogno solo di un momento, uno soltanto- continuava a ripetere singhiozzando.

Restammo lì delle ore a compiangere l’amore perduto ed il destino crudele.

-Da ora non piangerò più per lui, ma rimarrà sepolto nel mio cuore ed ogni tanto tornerò a ricordarlo per soffrire ancora un po’ e bearmi dei nostri ricordi insieme trovando la forza per andare avanti.- mi disse più decisa, come a promettermelo imponendoselo a se stessa.

-Ti basterà guardare gli occhi dei tuoi figli per ricordarli, tutti e due- le sussurrai all’orecchio.

-Grazie, grazie di tutto- mi disse abbracciandomi forte un'altra volta.

Mentre Temari ed Hinata erano lontane decisi di affrontare l’argomento tanto temuto.

-Senti Ottaviano- cominciai ancora leggermente insicuro.

-Se volete discutere di quel figlio di servo che stava con mia madre sappiate che è già stato tutto risolto- disse aspro lui.

-Risolto?-domandai io esterrefatto dalla disinvoltura con cui né parlava.

-Mia madre si è già occupata dei suoi assassini e presto questa storia finirà- rispose sempre con il suo tono arrogante.

-Vostra madre sta ancora soffrendo e non credo che parlando così tu la stia aiutando-

-Quell’uomo era di categoria inferiore, non meritava di essere il marito di mia madre, né di essere in nella posizione in cui era. Mio padre era l’unico signore di questa città ed il suo posto non verrà mai più occupato da un individuo del genere. Me né occuperò io personalmente la prossima volta!-ringhiò lui.

-La prossima volta?? Voi eravate a conoscenza di quello che sarebbe successo e non avete detto niente?-chiesi io sempre più infuriato.

-Certo che lo sapevo, ed anche i miei fratelli. Tutti a corte lo sapevano e desideravano la sua morte- disse spavaldo.

-Ma voi sapete quale enorme torto avete fatto a vostra madre??-

-Presto tornerà come prima –

-Si, tornerà come prima. Tornerà la solita combattiva Temari e lo farà per i suoi figli e per il suo stato che tu erediterai, ma come vivrete sapendo che le avete tolto l’amore della sua vita, solo per egoismo.- dissi arrabbiato.

-Diteglielo se volete- mi disse con tono di sfida.

-No, non la ferirò così. Non saprà che sono stati i suoi stessi amati figli a farle questo-

Poco dopo Temari ed Hinata tornarono.

Quella sera raccontai tutto a mia moglie e fu d’accordo con me. Quella fu la prima ed ultima cosa che le nascondemmo.

Quando c’è ne andammo lei era tornata quella di sempre, ma credo che ogni tanto in un angolino ben nascosto si lasciasse andare ai teneri ricordi dei suoi amori.

Trascorsero gli anni, le brevi notti in compagnia i qualche focoso amnte e di questo periodo non se ne parlò più.

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Capitolo 12
*** 12°capitolo ***


12°capitolo

Salve!

Questo capitolo arriva in ritardo perché, come già annunciato nello scorso capitolo, sono entrata in sciopero…e perché dovevo ancora finire il capitolo…comunque il risultato è lo stesso XD

Se tutti voi lettori o quasi (ne basta uno in più) mi recensite questo capitolo, e se Sarhita soprattutto pubblica preso i capitoli della sua fic che consiglio a tutti di leggere (“La leggenda della succubus e il miracolo di Ai”) mi impegno ad essere di nuovo regolare con gli aggiornamenti!XD

Buona lettura, ci ritroviamo a fondo pagina!

Nel 1469 giunse l’ambasciatore di Firenze alla corte di Caterina. Lui era Giovanni Shikamaru de Medici, detto il Popolano. Era un uomo molto intelligente quanto annoiato e l’esatto opposto di Temari come modo di fare e credo di vita. Era stato esiliato da Firenze perché oppositore di Piero de Medici, ma dopo una cattiva mossa questo era stato cacciato e si era instaurata la Repubblica di Firenze che gli aveva permesso di ritornare e grazie alla sua intelligenza era divenuto ambasciatore a Forlì.

Mi risulta che all’inizio Temari lo trovasse irritante e lo descriveva così:

Mai ho conosciuto uomo meno attivo, lo si potrebbe comodamente paragonare a … non c’è animale o cosa più pigra di lui. Mi chiedo cosa farebbe se scoppiasse una guerra, probabilmente l’unico movimento che farebbe sarebbe quello di voltarsi dall’altra parte per dormire.

Un’amante con lui si addormenterebbe.

Con il tempo però il suo giudizio cambiò, più o meno:

Devo ammettere che mi ha stupito. Si è dimostrato molto intelligente in quest’occasione, se non fosse così svogliato potrei pensare a lui come ad un uomo. Nutro comunque il sospetto che i suoi gusti in ambito amoroso non riguardino la riva giusta, ovvero che nutra attrazione per gli uomini, ma questi sono solo sospetti e spero che non li scambiate per pettegolezzi, come quelli che circolano nella mia corte diffusi dalle diverse dame da lui rifiutate e che lo vedono protagonista di serate peccaminose con bruni o rossi contadini dalle braccia forti.

Non lo vedo interessarsi a nessuna delle dame della corte che gli gironzolano attorno attirate dal suo importante incarico. Lo ho sentito parlare con gli altri nobili divenuti suoi amici e si riferisce a loro come a delle “seccature”. Preferisce passare il suo tempo in qualche angolo isolato dei giardini ad osservare le nuvole. Forse è innamorato di una dama che non può raggiungere o che non lo ricambia. Comunque sia è diverso dagli altri e mi incuriosisce.

Un giorno Temari stava passeggiando intorno alle mura di Rivaldino e lo incontrò, o meglio, lo vide dormire appoggiato con la schiena alle mura della fortezza. In quel frangente lo potè osservare meglio nel dettaglio. Non era muscoloso o alto, o particolarmente bello, ma quando dormiva sembrava essere in pace con il mondo , nulla sembrava preoccuparlo e nessun pensiero assillarlo. Guardarlo era… rilassante.

-Sapete, dovreste provarci anche voi- disse Shikamaru ancora ad occhi chiusi.

-Non ho tempo per dormire come fate voi- rispose Temari un po’ imbarazzata dall’essere stata colta in fragrante mentre lo guardava.

-Eppure vi farebbe bene rilassarvi un po’. Comunque mi riferivo alla domanda-puntualizzò lui.

-Non capisco a quale domanda vi riferite- affermò lei.

-Quella che tutti a corte si pongono, ma nessuno è così spavaldo dal superare le soglie del pensiero e concretizzarlo domandandolo personalmente a me- spiego lui, ora ad occhi aperti e la guardava divertito.

-Avete corrotto qualcuno per diventare ambasciatore?-chiese lei.

Il nobile rimase spiazzato per alcuni secondi e poi cominciò a ridere sincero.

-Non ho chiesto quello che VI domandate, ma quello che si domanda la corte. Comunque sono lieto di informarla che la risposta alla vostra domanda è no. Essere stato esiliato dal loro Precedente “nemico” mi deve aver fatto apparire simpatico ai loro occhi credo-rispose lui.

-Allora credo di dovervi chiedere quali sono le vostre preferenze sessuali.- disse lei senza alcuna titubanza.

-Esattamente.-

-I pettegolezzi non mi interessano e per quanto riguarda le vostre preferenze non sono affar mio, comunque se volete saperlo credo di aver elaborato una teoria a mio parere corretta-

-Davvero?Sarei molto curioso di sentirla- affermò il castano.

-Devo ammettere che all’inizio ero alquanto in dubbio, ma poi ho notato che quando siete con certi uomini apparite per lo più annoiato. Sentendovi parlare ho notato che vi riferite alle donne come a delle “seccature” ed in conclusione ho capito che non siete gay, ma non avete voglia di frequentare un certo tipo di donne che a vostro parere devono comporre interamente la mia corte-spiegò lei.

-Avete ragione, ottima deduzione-rispose lui.

-Ne ero sicura e non occorreva che me lo confermaste-

-Siete sicura mia signora, ma su un punto avete commesso un errore-

Lei lo guarda con un espressione tra lo stupito e l’arrabbiato di chi è convinto di aver fatto tutto alla perfezione ed è abituato al sentirsi sempre dire di avere ragione.

-Vi è una donna alla quale sono interessato in questa corte e che da qualche tempo la sua mancanza mi impedisce di dormire come vorrei.- continua lui.

L’intimità della conversazione li stava costringendo a parlare ad un tono di voce sempre più basso ed i loro visi ad avvicinarsi.

-La serva che vi porta i cuscini?!-ironizzò lei.

-No, voi- disse Shikamaru alzandosi quel poco da permettergli di baciarla. La dolcezza di quel bacio la distolse dal pensiero dello scandalo e delle conseguenze a cui avrebbe portato e la fece desistere dal rifiutare quel contatto.

-Avete messo un servo maschio per adempiere a quel compito- disse lui sorridendo ed ignaro (o forse no) che il bel servo bruno dalle braccia e il petto forte fosse stato messo per valutare le sue reazioni.

-Sarà meglio allora che non lo sostituisca con una donna-rispose sorridendo lei al ricordo del giovane servo.

Le cose continuarono così per un breve periodo finché non si sposarono. Questo matrimonio venne accolto bene dai figli di Temari e dallo zio di lei Ludovico il Moro (diventato Duca di Milano molto tempo prima). Dalla loro insolita unione nacque poi Ludovico un bellissimo bambino che per fortuna ha ereditato tutto il carattere di sua madre e l’intelligenza del padre e che ora è celebre con il nome di Giovanni dalle Bande Nere (ha preso il nome del padre dopo la sua morte).

Angolo dell’autrice

Rieccomi qui a fondo pagina. La storia è agli sgoccioli e spero di ultimarla bene!

Mi piacerebbe sapere dei tre uomini di Temari quale vi è piaciuto o vi ha colpito di più! Certo, Shikamaru è appena apparso, ma essendo un personaggio con cui spesso la “accoppiano”(nel senso più puro del termine XD) molto spesso penso di potervelo chiedere. RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE MI SEGUONO E RECENSISCONO!!!!

Ecco le risposte alle recensioni:

Vaius: Ciao! Ammetto di avere una certa vena tragica però tu mi batti tranquillamente!XD

In questa fic sono scusata perché sto seguendo gli eventi avvenuti veramente!Caterina Sforza ha sofferto molto nella sua vita, ma tutte le difficoltà l’hanno temprata credo. Spero tu abbia risolto con internet e di trovarti presto in chat.^^

Sarhita: Grazie per il complimento, certe volte mi sembra di acrivere le cose in modo troppo freddo, ma ho anche paura di esagerare!Sono felice che lo scorso cap sia stato “in equilibrio”. Ok io ho pubblicato lo stesso anche se in ritardo,ma mi aspetto che tu aggiorni presto!XD

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