In the Shadow

di anzy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Di nuovo con noi! ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno - Chi è Eowyn? ***
Capitolo 3: *** Capitolo Due - Silenzi... ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre - Incontro tra...Dee ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quattro - Il nemico alle porte ***
Capitolo 6: *** Capitolo Cinque - La Messaggera ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sei - Primi attriti ***
Capitolo 8: *** Capitolo Sette - La prima missione Parte Prima ***
Capitolo 9: *** Capitolo Otto - La prima missione Parte Seconda ***
Capitolo 10: *** Capitolo Nove - Esploratori ***
Capitolo 11: *** Capitolo Dieci - Il ritorno degli incubi ***
Capitolo 12: *** Capitolo Undici - Una decisione irremovibile ***
Capitolo 13: *** Capitolo Dodici - Prigionia ***
Capitolo 14: *** Capitolo Quattordici - La barriera cede ***
Capitolo 15: *** Capitolo Quattordici - Fuoco ***
Capitolo 16: *** Capitolo Quindici - Terra ***
Capitolo 17: *** Capitolo Sedici - Acqua ***
Capitolo 18: *** Capitolo Diciassette - Aria ***
Capitolo 19: *** Capitolo Diciotto - Luce ***
Capitolo 20: *** Capitolo Diciannove - La trappola ***
Capitolo 21: *** Capitolo Venti - Diversivo Parte Prima ***
Capitolo 22: *** Capitolo Ventuno - Diversivo Parte Seconda ***
Capitolo 23: *** Capitolo Ventidue - Tebe ***
Capitolo 24: *** Capitolo Ventitre - Ricongiungersi...o quasi! ***
Capitolo 25: *** Capitolo Venticinque - Vittoria...? ***
Capitolo 26: *** Cap 26 - Quiete apparente ***
Capitolo 27: *** Capitolo Ventisei - Per Athena! ***
Capitolo 28: *** Capitolo Ventisette - Attacco a distanza ***
Capitolo 29: *** Capitolo Ventotto - In the Shadow (parte prima) ***
Capitolo 30: *** Capitolo Ventinove - In the Shadow (Parte Seconda) ***
Capitolo 31: *** Capito Trentuno - In the Shadow (parte terza) ***
Capitolo 32: *** Capitolo Trentuno - In the Shadow (parte quarta) ***
Capitolo 33: *** Capitolo Trentadue - Il giuramento ***
Capitolo 34: *** Capitolo Trentatre - Triste vittoria ***
Capitolo 35: *** Epilogo - Written in the Stars ***



Capitolo 1
*** Prologo - Di nuovo con noi! ***


cap1
In the Shadow

Prologo – Di nuovo con noi!

Un anno…

Un anno era passato da quando, in un giorno particolarmente sereno, Samia si era diretta nel luogo dove era sepolto Gabriel, il suo amato fratellino, sacrificatosi per salvare lei e l’intera umanità dalle mire di Era, la madre di tutti gli Dei.
Quel giorno, Shaka l’aveva poi raggiunta per recarle conforto, e insieme avevano fatto ritorno alla Tredicesima Casa del Grande Tempio di Grecia, ma non erano soli…

Lungo il cammino, poco distante dal Cimitero dei Cavalieri, avevano sentito il pianto di un bambino e, seguitolo, ne avevano scovata la fonte: un neonato di pochi giorni, un maschietto, era avvolto in un pezzo di stoffa bianca e sbraitava come un ossesso.
Avevano così deciso di portare il bambino al cospetto della Dea Atena che avrebbe sicuramente trovato la soluzione adatta al problema, anche se Shaka, osservando l’espressione di Samia mentre si allontanavano, aveva intuito quali fossero i sentimenti che albergavano nel suo cuore e che sarebbe intervenuta lei stessa sulla sorte del piccolo…

Dodici mesi erano passati e il piccolo Aaron, così decisero di chiamarlo sotto suggerimento di Kiki al quale piaceva tanto il nome, era entrato a far parte della grande famiglia quale erano: Samia aveva convinto Saori, con poche parole tra l’altro, che il fato aveva decretato che fossero loro a trovarlo, e che forse li stavano come dire ‘ricompensando’ della perdita subita con la morte di Gabriel.
Saori, che stava in quel momento tenendo il piccolo tra le braccia, lo guardò e si convinse della veridicità delle sue parole. Solo più tardi si era resa conto che la sua giovane amica l’aveva aggirata come un’allocca, facendo leva sull’amore che probabilmente lei teneva ben chiuso nel suo cuore, non potendolo concedere a nessuno!

Samia e Shaka avevano poi portato il bambino a vivere con loro, e i problemi non erano stati pochi, soprattutto per Shaka: innanzitutto Samia gli aveva commissionato una quantità enorme di cose da comprare, così lui e Mur, che era più pratico essendosi preso cura del fratellino, si erano recati in città a fare la ‘spesa’, mentre Samia si occupava d’incombenze quali il bagnetto e tentare di calmargli i morsi della fame…

I primi giorni furono tremendi per il Cavaliere della Vergine: veniva svegliato nel cuore della notte, o interrotto sul più bello, mentre lui e Samia erano intenti in ben altre faccende e pensavano stesse dormendo!
Aveva persino pensato di chiedere asilo ad un suo compagno e abbandonare momentaneamente la custodia della Sesta Casa, oppure di prendere possesso di una di quelle rimaste vuote dopo la Guerra contro Hades, ma bastava guardare la sua ragazza negli occhi per capire come fosse felice della presenza di Aaron, e la fuga gli passava di mente.

Per Samia non vi era stato il tempo di iniziare alcun allenamento per tenere sotto controllo il suo potere, al momento latente, e a dire il vero non se ne era neanche parlato, ma tutti sapevano che avrebbe dovuto farlo per il suo bene soprattutto.
Per fortuna per lui, invece, c’erano le riunioni con Saori a tenerlo lontano per qualche ora anche perché, dopo aver iniziato a reggersi sulle sue gambe, Aaron aveva scoperto il suo amato giardino segreto, se così si vuole chiamare, che tale non rimase…e nemmeno tanto amato!
Non poteva farci nulla…non era assolutamente in grado di badare ad un bambino, non ne aveva le capacità, ma soprattutto la pazienza.
Aveva accettato tutto per amore di Samia ma, certe volte, rischiava di scoppiare, fino a quando…

“Pa-pà…” due sillabe pronunciate a stento.

Samia e Shaka si trovavano in cucina, lei intenta a preparare la cena al piccolo e per loro, Shaka deciso a tenerle compagnia leggendo un libro acquistato da poco.
Aaron si agitava sul seggiolone, cercando di attirare la sua attenzione, ma non serviva a molto; evidentemente la disperazione permetteva anche ai bambini di farsi ascoltare in qualsiasi modo e lui riuscì a pronunciare la prima parola della sua vita, sentita però sì e no cinque volte, quando gli altri Cavalieri facevano battute sul giovane ‘padre’!

I due ragazzi interruppero nello stesso momento le loro occupazioni e guardarono prima il bambino, poi incrociarono i loro sguardi stupiti più che mai e si sorrisero, ma Samia cambiò espressione all’improvviso e divenne seria.
Volse lo sguardo per evitare che Shaka se ne accorgesse, ma fece male i conti con la conoscenza di lei che il ragazzo aveva acquisito.

--------

Quella sera Samia non riusciva a prendere sonno così, dopo l’ennesima ricerca della posizione adatta, decise di alzarsi per non disturbare il giovane al suo fianco, che l’indomani mattina presto avrebbe avuto una riunione con Saori e Mur per decidere la costruzione di nuove aree all’interno del Santuario.

Uscì sul retro del Tempio e si sedette sul dondolo che avevano acquistato quando si resero conto che Aaron si addormentava più in fretta se lo si cullava dondolandosi.
Appoggiò la testa all’indietro e chiuse gli occhi, cercando di calmare il tumulto del suo cuore: aveva scoperto una cosa molto importante, ma non sapeva come affrontare la situazione.
Stava ripensando all’espressione di Shaka quando Aaron lo aveva chiamato papà, quando sentì all’improvviso un nuovo peso sul materassino del dondolo. Sapeva che si trattava proprio dell’oggetto dei suoi pensieri, perciò non aprì gli occhi fino a quando lui le parlò.

“Non riesci a dormire?”

“No…e non so il perché!”

“Bugiarda!” l’accusò lui sorridendo. Samia sollevò allora la testa e lo guardò chiedendo una spiegazione.

“Se credi che non mi sia accorto del cambiamento nella tua espressione di prima, ancora non mi conosci bene allora! Non mi sfugge niente di te, lo sai!” Samia continuava a non dire nulla. Shaka l’avvicinò a sé e le fece appoggiare la testa sulla sua spalla.

“Riguarda Gabriel? Sei triste perché ti manca?”

“Quello sempre, mi mancherà per tutta la vita! Non si tratta di quello, però!” aveva deciso di dirglielo.

“E di cosa allora?” le chiese ancora, accarezzandole la fronte. Samia sollevò un braccio e afferrò la mano che la stava accarezzando.

Se la portò piano sul ventre e la lasciò lì, in attesa che lui capisse…


--------

Il giorno dopo, mentre Shaka si trovava alla riunione con Mur e Saori, Samia si era recata a trovare padre Stephanos, accompagnata da Ioria e Kanon. Aveva lasciato Aaron nelle mani di Aldebaran e Dohko, sicura che sapessero cavarsela.
Il buon vecchio Sacerdote stava molto meglio dopo l’attacco subito l’anno precedente da Atlas, le ferite erano in sostanza scomparse e anche lo shock sembrava essere svanito.
Saori gli aveva poi offerto il posto di un vecchio Padre, venuto a mancare mentre lui era in convalescenza, alla guida di un orfanotrofio in città, sostenuto dalla Fondazione Kido.
Stephanos aveva accettato di buon grado la carica ritenendosi, in un certo qual modo, responsabile per la morte di Gabriel al quale aveva voluto davvero molto bene. Samia lo aveva rassicurato su quel fatto: senza entrare nei particolari, cosa che tra l’altro lui non voleva conoscere, gli aveva fatto capire che non avrebbe potuto fare nulla per lui, anche volendo.

Quel giorno, Samia arrivò insieme a Kanon e Ioria con un cestino ciascuno, carico di dolci fatti in casa. 
In quel momento i bambini, che stavano quasi tutti giocando con la palla, interruppero il gioco, e li raggiunsero correndo e aggrappandosi alle loro gambe.
Kanon quasi perse l’equilibrio, se non fosse stato per la sua prontezza di riflessi e un aiutino da parte di Stephanos che si trovava vicino a lui.
In quel momento una ragazza che aveva circa un anno in meno di Samia, alta come lei ma dai colori chiari, occhi verdi come smeraldi e capelli biondi come il sole, uscì dalla porta principale e si diresse verso di loro…

“Ciao Samia! Ragazzi…” salutò con calore la ragazza, ma arrossendo di fronte ai giovani Cavalieri, dei quali conosceva il nome, ma non la…professione!

Indossava abiti smessi da ragazze di buona famiglia, che li inviavano lì quando non sapevano più che farsene: erano in concreto nuovi, ma loro li gettavano come stracci vecchi!

“Ciao Eowyn, come stai?” ricambiò il saluto Samia, mentre Kanon e Ioria si limitarono ad un cenno con la mano, conoscendo la sua eterna timidezza.

“Bene, grazie…” le rispose, prendendole di mano il cesto e avviandosi verso un tavolo che veniva lasciato fuori per ogni evenienza.

Anche i due Gold Saints fecero altrettanto, e i bambini li seguirono…

Solo uno di loro rimase indietro, avendo notato che il pallone abbandonato era rotolato oltre il cancello rimasto aperto, e ora si trovava in mezzo alla strada.
Jimmy si stava muovendo per andarlo a recuperare, quando la voce di Eowyn lo bloccò.

“Fermati, Jimmy!” gli ordinò raggiungendolo “Lo prendo io…tu vai a mangiare, perché altrimenti rischi di non trovare più nulla!” gli disse accarezzandogli la fronte.

Samia, vedendo tornare il bambino, voltò le spalle al cancello e dedicò la sua attenzione ad una piccola bimba con i codini che la stava chiamando…

Eowyn, prima di scendere il gradino del marciapiede, si accertò che non stessero arrivando macchine, poi si apprestò a recuperare la palla.
Uno stridio di pneumatici attirò la sua attenzione, ma anche quella delle persone all’interno del cortile; Eowyn si voltò giusto in tempo per vedere arrivare, alla sua sinistra, un furgone con la musica a tutto volume e il conducente intento ad accendersi la sigaretta.

L’uomo aveva svoltato l’angolo poco distante da dove si trovava Eowyn, senza guardare se qualcuno stesse attraversando la strada e, accortosi all’ultimo istante della sua presenza, cercò inutilmente di frenare e sterzare…

Samia aveva emesso un urlo strozzato, a voler richiamare l’attenzione della ragazza, ma non le riuscì e Kanon e Ioria rischiavano di far cadere i bambini con i quali stavano giocando, se li avessero mollati all’improvviso per raggiungere la giovane.

Eowyn era ormai certa che il furgone l’avrebbe investita in pieno, paralizzata com’era dalla paura.
Quando lo scontro sembrava ormai inevitabile, un’ombra sfuggente passò tra il mezzo e la ragazza, portando quest’ultima con sé e attraversando in un sol balzo la strada.
Il furgone riuscì poi a frenare, lasciando la maggior quantità possibile di pneumatico sull’asfalto, mentre due corpi si trovavano sul marciapiede opposto all’ingresso dell’orfanotrofio.

Tutti si avvicinarono per vedere cosa fosse successo, e almeno tre di loro rimasero a bocca aperta…

…Milo sorreggeva Eowyn con un braccio…

Continua…


Non ce la facevo piùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù!!! Erano giorni che avevo in testa il seguito di Ritorno al passato e oggi ho voluto assolutamente scrivere il prologo e pubblicarlo!
Il problema è che ora mi ritrovo con un'altra storia da aggiornare, e non so come e quando riuscirò a fare tutto! Dipende anche dal riscontro che me ne darete voi...XD!!!!
Ringrazio, con questo, tutti voi che avete letto Ritorno al passato, sperando che vi sia piaciuta e che vi possa piacere anche questa!!!
A PRESTO DUNQUE!!!!!!

by anzy

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Capitolo 2
*** Capitolo Uno - Chi è Eowyn? ***


cap1 Capitolo Uno –  Chi è Eowyn?

…Milo sorreggeva Eowyn con un braccio…

Samia, Kanon e Ioria non riuscivano a proferire parola, tanto era stato prima lo spavento, poi la sorpresa di rivedere il Cavaliere di Scorpio davanti a loro.
Fu Samia la prima a riprendersi: avanzò piano verso la coppia che non si era ancora mossa…

Milo, subito dopo aver lanciato uno sguardo omicida nei confronti dell’autista del furgone che era sceso dal mezzo guardandoli stupito, si rivolse alla ragazza.

“Tutto bene, dolcezza?” a quell’appellativo Eowyn arrossì violentemente e distolse lo sguardo. Lo shock causato dal quasi incidente era stato forte, per non parlare del ritrovarsi tra le forti braccia di un ragazzo affascinante! Lei era raro che anche solo rivolgesse la parola ad un individuo di sesso maschile, figurarsi starci a stretto contatto…

Con la coda dell’occhio, Eowyn vide avvicinarsi Samia, anche se con passo incerto; ringraziò mentalmente la ragazza che le aveva appena fornito il pretesto per staccarsi da lui.

“O-ora puoi anche lasciarmi andare, per favore…” avrebbe voluto agire e basta, ma era più forte di lei. Aveva preferito parlare con lui, invece di agire.

Quando Milo la lasciò, tirò un sospiro di sollievo e riprese un po’ di colorito normale; si era resa conto di aver trattenuto il respiro per la maggior parte del tempo!
La sua avversione verso il sesso maschile non si sarebbe mai attenuata, e tutta per colpa di quell’uomo, colui che si definiva suo padre!

Si allontanò di un passo ancora, quando Samia li raggiunse.

“Eowyn, stai bene? Non sei ferita, vero?”

“Sto bene” mormorò, allontanandosi e preparandosi a riattraversare la strada.

Samia la osservò rientrare all’interno del cortile dell’orfanotrofio, poi si voltò verso Milo.
Lo fissò per un po’, in silenzio: non sapeva se rallegrarsi per il suo ritorno o se infuriarsi per non aver avuto sue notizie per tanto tempo, poi decise di non iniziare a litigare da subito.

“Ciao…” riuscì a dirgli, la voce rotta dall’emozione. Milo la guardava, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal suo viso. C’era qualcosa di diverso in lei, che la rendeva più bella rispetto ad un anno prima.

“Piangi perché sei contenta di vedermi, o perché la mia presenza ti rattrista?” le chiese con ironia. Samia riconobbe in lui il solito Milo, e sorrise felice.

“Quanto sei scemo! Vieni, fatti abbracciare!” gli si avvicinò, passandogli le braccia dietro al collo e stringendolo a sé.

“Bentornato…ci sei mancato, sai?” gli disse dopo essersi staccata da lui.

“Voi no…” le rispose, trattenendo a stento le risate. Samia si rabbuiò per un secondo, poi capì le intenzioni dell’amico.

“Milo!” esclamò in quel momento Ioria, arrivando con Kanon.

“Ragazzi…” sorrise Milo. Kanon gli tese la mano, subito afferrata dal nuovo arrivato, poi fu il turno di Ioria.

“Era ora che ti facessi vivo!” affermò Kanon.

“Veramente non sono qui di mia iniziativa…” Samia aggrottò le sopracciglia, impensierita.

“Che i sogni ricorrenti di questi ultimi giorni abbiano a che fare con il suo ritorno?” si chiese.

“E cosa ti ha portato di nuovo ad Atene, dunque?” questa volta fu Ioria a formulare la domanda.

“Saori! Mi ha ordinato di tornare, senza però fornire una spiegazione!” rispose leggermente seccato.

“Forse si era stancata di avere un'altra delle Case dello Zodiaco vuota…” provò ad immaginare ancora Ioria.

“Non ne ho idea, perché il messaggero che mi ha portato l’ordine, non mi ha saputo dire altro…”

“Non importa perché ti ha convocato, per il momento! L’importante è che sei qui, di nuovo con noi, e che sei arrivato in tempo per salvare Eowyn!” affermò Samia.

“A proposito, dov’è finita la ragazza? Mi ha chiesto di lasciarla, ma non mi ha rivolto altre parole…mi aspettavo almeno un ‘grazie’!”

“Non te la prendere: Eowyn non saluta nemmeno noi molte volte! Si limita ad arrossire quando ci vede, e ad allontanarsi immediatamente. Se ci siamo noi, lei non dice una parola; parla solo con padre Stephanos, i bambini…e Samia!”

“Ma non è muta! Perché fa così?” fu Samia a rispondere.

“Non te lo so dire: è arrivata qui poco dopo padre Stephanos, ma noi non conosciamo la sua storia! L’unica cosa che sappiamo, e non riguarda il suo passato, è che Saori non si fida di lei, e sempre più di rado mette piede all’orfanotrofio se lei è presente!” spiegò.

“Ma è assurdo!”

“Lo so, ma pensaci bene: non sappiamo chi sia o da dove venga…Saori la ritiene una minaccia, anche per me, e non vuole che io mi rechi in città se non sono accompagnata da uno dei Cavalieri!”

“Sembra impossibile, è vero: quella ragazza è la timidezza fatta persona, ma se Saori ha deciso così, ci sarà un motivo!” intervenne Kanon.

Pochi minuti dopo, i quattro ragazzi salutarono i bambini e Stephanos…di Eowyn nemmeno l’ombra…
Il cammino verso il Santuario non avvenne in silenzio, come invece Samia aveva immaginato, a causa del leggero imbarazzo che provava nel chiedere a Milo dove fosse stato e cosa avesse fatto.
Le domande le fecero i due Gold che l’avevano accompagnata, liberandola così di quel peso.

Durante la salita per raggiungere i rispettivi Templi, Samia dovette fermarsi per riprendere fiato, e la cosa insospettì non poco i tre giovani.

“Non ti senti bene?” le chiese Ioria avvicinandosi.

“No, tutto bene! Sono solo un po’ stanca…questa notte non ho dormito molto bene, e non so perché!” rispose sorridendogli. Con Shaka aveva deciso, quella mattina, che avrebbero dato la notizia della sua gravidanza insieme, appena se ne fosse presentata l’occasione, perciò decise di dire quella piccola bugia.

I tre Gold sembrarono accettare quella spiegazione, non appena Samia riprese a camminare tranquilla al loro fianco.
Salutato prima Kanon e poi Ioria, Samia e Milo rimasero soli, e in silenzio.

D’un tratto Milo si bloccò e Samia quasi gli cadde addosso.

“Ehi! Che ti prende, perché ti sei fermato così, di colpo?”

“Sediamoci un attimo, ti va?” le propose.

“D’accordo!” rimasero ancora in silenzio per un po’, poi Milo iniziò a parlare.

“Volevo chiederti scusa!” Samia si voltò di scatto a fissarlo, corrucciata.

“E perché mai?”

“Un anno fa me ne sono andato senza fornirti una spiegazione precisa, ma so che tu avevi intuito quali fossero i miei sentimenti, perché non sei una stupida!”

“Puoi ben dirlo!” gli diede così ragione.

“Sei diventata anche presuntuosa, però…” le sorrise.

“Credo di esserlo sempre stata!” concordò Samia. Milo rise di cuore, e quella risata le scaldò il cuore…il suo amico era di nuovo con lei!

“Come ti dicevo, i miei sentimenti per te mi avevano costretto a prendere la decisione di allontanarmi, e se non fosse stato per Saori, non sarei ancora tornato! Voglio essere sincero con te: non provo più le stesse cose, ma la ‘sconfitta’ ancora mi brucia un po’! Ti prometto una cosa, però: non sono qui per interferire nel tuo rapporto con Shaka, non lo farei mai, ma non voglio più andare via, perché questo posto, come tutti voi, mi è mancato molto, e me ne sono accorto appena vi ho visti. Se non fosse per la presenza di Seiya che, so già, mi farà venire un ictus prima della vecchiaia, darei una festa oggi stesso per il mio ritorno!”

“Sono contenta che tu sia qui!” esclamò Samia “Voglio presentarti una persona…” Milo la guardò stranito…chi mai poteva essere, se lui al Santuario conosceva praticamente tutti? Lo scoprì presto…

Arrivati alla Sesta, Samia gli fece cenno di entrare.

“Al, ci sei?” chiamò Samia.

“Arriviamo!” rispose la tonante voce del Saint del Toro.

“Arriviamo?” chiese curioso Milo. Tacque quando vide entrare, dal giardino, Aldebaran che teneva per mano un bambino di circa un anno che ancora camminava tentennante.

Samia gli corse incontro e prese il piccolo in braccio, baciandogli la guancia paffutella.

“Milo…ti presento Aaron! Lui è l’ultimo arrivato al Santuario di Grecia…” Milo era senza parole.

D’un tratto, Aaron tese le braccia verso di lui ed emise un gridolino stridulo che gli fece rizzare i capelli: prevedeva guai!

“Vuole che lo prendi in braccio…”

“Chi? Io? Noooo, non se ne parla nemmeno!”

“AHHHH, non dirmi che hai paura di un bambino!” intervenne a quel punto Aldebaran. Milo si voltò verso di lui, piccato.

“IO NON HO PAURA…solo non vado un granché d’accordo con i bambini!”

“E come fai a saperlo se non provi?” gli domandò Samia, porgendogli il piccolo senza che lui potesse replicare: o lo prendeva, o cadeva a terra!

Aaron rise contento e si aggrappò alla sua chioma, divertito.

“Lo sapevo…” gemette fra sé.

“Samia, io vado! Devo fare alcune commissioni…” le spiegò Al “Ah, Milo…bentornato!”

“Ciao Al…” salutò Samia “Dai, Milo, vieni di là!” I due giovani si diressero verso la cucina, poi Samia prese Aaron dalle braccia del ragazzo, ormai sull’orlo di una crisi di nervi, e lo lasciò nel box a giocare tranquillo.

“Certo che voi uomini non ci sapete proprio fare con i bambini! Anche Shaka non ha pazienza, il che è strano a dirsi!” Milo sorrise all’idea dell’amico alle prese con un bimbetto agitato quanto Aaron sembrava essere.

Samia iniziò a preparare il pranzo e, mentre sminuzzava le verdure, spiegò la storia di Aaron a Milo che rimase sorpreso di come abbia fatto ad entrare all’interno dei confini del Santuario.

“Bhè, se ci pensi, anche per quanto riguarda me e Gabriel non si sa come siamo riusciti ad entrare! Era e rimarrà un mistero, probabilmente! Guardalo, non è un amore?”

“Se lo dici tu…e Saori come si è convinta a fartelo tenere?”

“Le è bastato tenerlo in braccio qualche minuto, qualche parolina piazzata bene e via…in fondo non è così gelida come vuole far credere lei, sai?”

“Ti ripeto…se lo dici tu! Adesso vado, oppure mi darà per disperso e mi farà cercare fino in capo al mondo! A presto!” la salutò, incamminandosi verso l’uscita della Sesta.

“Milo, aspetta!” Samia lo raggiunse, gli si avvicinò e si alzò sulle punte per dargli un bacio sulla guancia, lasciandolo per l’ennesima volta di stucco.

“Ancora bentornato…” Milo se ne andò sorridendo, e Samia tornò in cucina allegra.

Quando Shaka tornò per il pranzo, la trovò assorta nelle faccende domestiche, mentre intonava una canzone allegra che stavano trasmettendo in quel momento alla radio.
Senza farsi scorgere, le si avvicinò e le circondò la vita con le braccia, poggiandole una mano sul ventre ancora piatto; Samia si rilassò immediatamente contro il corpo virile del suo compagno e posò la mano sulla sua.

“Non ti starai affaticando troppo?” le chiese.

“Guarda che non sono malata…aspetto un bambino, e sono molto felice!” si voltò a guardarlo e lo baciò a fior di labbra.

“Lo sai che è tornato Milo?” gli chiese.

“Sì! Ero ancora alla Tredicesima, quando è arrivato! Tu come fai a saperlo?”

Samia gli raccontò dell’incidente scampato ad Eowyn grazie all’intervento di Milo, e della loro chiacchierata quando erano rimasti da soli, tutto, perché tra loro due non esistevano segreti…tranne uno!

“A proposito di Eowyn…Saori ritiene che sarebbe meglio se tu non la vedessi molto!”

“E perché mai?” chiese immediatamente Samia.

“Non se lo spiega neanche lei, ma sente che in quella ragazza vi è qualcosa di negativo, che potrebbe causarci diversi problemi!” le spiegò.

“Non se ne parla nemmeno! Eowyn è una ragazza molto sola, che secondo me ha sofferto molto nella sua vita, e io so cosa vuol dire non parlare dei propri problemi con nessuno, neanche con un’amica! No, Shaka, mi dispiace, ma questa volta non darò ascolto a Saori.”

“E quando mai lo hai fatto?” le chiese ironico.

“Ehi! Come ti permetti?” gli chiese, afferrando un cuscino e colpendolo in pieno viso, ma contenendo la sua forza…

“Come se avessi potuto fargli male con la mia forza bruta!” si disse.

Di lì a poco iniziò un guerra di cuscinate che terminò, guarda caso, con la sconfitta di Samia che, stremata, chiese un armistizio temporaneo…

Dopo pranzo, Shaka dovette assentarsi nuovamente per tornare da Saori che voleva organizzare un banchetto per il ritorno di Milo.

“Mi chiedo perché io e Mur dobbiamo aiutarla ad organizzarlo…” disse ad alta voce, aiutandola a sparecchiare.

“Si vede che le piace la vostra compagnia…e un po’ mi rende gelosa!” Shaka le si avvicinò e le ravviò una ciocca ribelle.

“Lo sai che non è il caso…”

“Infatti scherzavo!” gli rispose, prendendolo in contropiede.

“Peste!”

“Ingenuo…”

Si salutarono con un bacio, poi Samia prese con sé Aaron e insieme si distesero a riposare.
Non riusciva a prendere sonno, pensava a Eowyn…

“Vorrei esserle d’aiuto in qualche modo, ma non conosco niente di lei! Posso provare a chiedere a padre Stephanos, forse lui mi saprà dire qualcosa di più…”

Così pensando si addormentò, ma il suo sonno era molto disturbato…

Immagini sfocate e poco chiare affollavano la sua mente, luoghi a lei sconosciuti e ombre al posto di corpi ben definiti: ombre avvolte da un cosmo oscuro, malvagio, e assetato di sangue.
Poi un volto familiare: una figura esile le camminava incontro, fermandosi ad una certa distanza…Eowyn! Il suo sguardo era vacuo e fisso su qualcosa alle sue spalle, poi mosse un braccio ad indicarle qualcosa.
Samia si voltò e rimase sconcertata: un ragazzo magro, con le braccia e le gambe particolarmente lunghe e magre, la fissava con sguardo carico d’odio…
Samia si voltò di nuovo verso Eowyn, ma questa era scomparsa!

Si svegliò di soprassalto, sudata e tremante. Quando si rese conto che era stato solo un sogno, si riappoggiò al cuscino, cercando di calmarsi.

“Calmarmi? E come faccio? Eowyn, e noi con lei, potrebbe essere in pericolo! Devo andare da lei al più presto!” pensò.

In quello stesso momento, alla Tredicesima, Saori si alzò all’improvviso dalla sedia dietro la sua scrivania e, impensierita, si diresse alla finestra, concentrando il suo cosmo per sentire meglio ciò che l’aveva preoccupata.

“Saori…?” le chiese Shaka, alzandosi a sua volta. Saori aprì gli occhi e fissò fuori.

“E’ tornata!”

Continua…


Ed eccomi finalmente qui!!! Chiedo scusa per il ritardo, ma questa settimana ho avuto un paio di problemi di salute che non mi hanno aiutata a concentrarmi, purtroppo! E poi non sapevo bene come rendere il capitolo, se serio o anche un pò ironico...spero che così vada bene!!!
Ne approfitto per ringraziare chi ha commentato l'ultimo capitolo di "Complicated", ovvero: Ai91, Whitesary, sesshy94, piccolabulma, Snow Fox e dark_innocence...grazie davvero !!!
Ora, invece, passiamo ai ringraziamenti per questa fanfic:

Ai91: forse qualche infarto ti capiterà ancora, ma è presto!!! Sono contenta che già ti piaccia...speriamo continui così! Ciaooooo!!!

sesshy94: Lost Canvas non l'ho mai letto...per Aaron ho preso spunto da Lost, il telefilm, e per Eowyn, come hai scritto tu, dal Signore degli Anelli, perchè è il mio personaggio femminile preferito!!! Fammi sapere che ne pensi, un bacio cicci!!!

Snow Fox: Shaka lo vedremo alquano incasinato con due pargli, mi sa!!! E poi, con la minaccia di un nuovo nemico...nuovo??? E chi lo sa!!! Baci cara!!!

roxrox: non ti preoccupare se non riesci a commentare! Io so che ci sei e mi rende felice ugualmente!!! Grazie delle belle parole, davvero, mi commuovono sempre!!! Ciaoooo e bacioooo

miloxcamus: che ne dici di questo Milo? Mi raccomando fammi sapere che sai che ci tengo molto....Ciao e buono studio!!!

Hoshiro: immagina immagina!!! Eccoti il seguito, però non ho svelato ancora granchè!!! Alla prossima, ciao!!!

Spero che continuiate a leggere la storia, mi rendete immensamente felice!!!!!!!!!!!!!!!!! CIAOOOOOO

by any

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Capitolo 3
*** Capitolo Due - Silenzi... ***


cap3 Capitolo Due – Silenzi…

Il giorno seguente, Samia si recò all’insaputa di tutti in città: non aveva confidato a nessuno ciò che si stava accingendo a fare, perché chiunque glielo avrebbe impedito, conoscendo le disposizioni di Atena.
Si era alzata con Shaka, e insieme avevano consumato una leggera colazione, come loro solito; poi il Saint di Virgo era dovuto uscire per recarsi all’arena dei combattimenti dove, insieme a Mur che aveva il compito di accompagnare Saori, avrebbe incontrato un gruppo di persone che altri non erano che attori, pronti ad interpretare una delle tragedie più famose dell’antico mondo greco: l’Edipo.
Samia si era ben guardata dal raccontare al compagno cosa aveva organizzato quella mattina, quando lui le porse la domanda; aveva risposto, vagamente, che si sarebbe riposata e che avrebbe portato Aaron a fare un giretto per il Santuario, con la promessa di non tardare…

Era poi uscita dalla Sesta un’ora dopo di lui, quando il bambino si era finalmente svegliato e aveva fatto colazione; era stato relativamente facile lasciare il Santuario indisturbata, facendo credere alle sentinelle di turno che aveva l’autorizzazione per allontanarsi. Aaron lo lasciò alle cure di Marin, alla quale aveva chiesto il favore di occuparsene, e che aveva accettato volentieri, non avendo impegni per la mattina.

Lungo la strada che conduceva in città, si pentì leggermente per i guai che avrebbe potuto procurare alle due giovani reclute, se solo qualcuno avesse scoperto che l’avevano lasciata passare, ma ormai era troppo tardi! Doveva saperne di più…

Arrivò all’orfanotrofio in circa quaranta minuti di cammino e, una volta varcato il cancello d’ingresso, venne assalita da un gruppo di tre bimbetti scalmanati che si rincorrevano urlando; sorridendo ai piccoli amici, si allontanò per andare incontro a padre Stephanos che era uscito per capire che cosa stesse succedendo.

“Samia…Che bella sorpresa! Sei sola?” le chiese guardandosi intorno.

“Sì, padre Stephanos, sono venuta da sola!”

“Lo sai che è pericoloso…Io non voglio entrare nel merito di tutto ciò che è accaduto un anno fa, ma hai almeno avvisato che ti allontanavi? Conoscendoti, direi che te ne potresti anche essere…’dimenticata’!” la redarguì.

“Tranquillo…ho avvisato che mi sarei allontanata!” mentì.

“Chissà perché non ti credo…” le disse, osservandola bene “Vieni, posso offrirti qualcosa?”

“No grazie! Ma…Eowyn non c’è?”

“Eowyn è andata al mercato con due delle bambine, ma tornerà presto!” le spiegò.

“Allora devo sbrigarmi! In realtà sono venuta per parlarvi di lei…anzi per avere alcune informazioni sul suo conto!” Stephanos la guardò stupito.

“E come mai?”

“Possiamo sederci su quella panchina?”

“Certo, andiamo! Non stai bene, forse?”

“No, tutt’altro! E’ che…bhè…non so come dirvelo…” alzò lo sguardo incontrando quello del buon vecchio padre, gentile come sempre “…ecco io aspetto un bambino!”

“Ma è meraviglioso! Sono molto contento per te, e per Shaka! Non vorrei sembrarti inopportuno, ma non sarebbe meglio se a questo punto voi due vi sposaste?”

“E’ complicato da spiegare, padre…Diciamo che per il momento stiamo bene così, e che, mi perdoni, ma stiamo ancora cercando di trovare la strada giusta, ecco!”

“Va bene, non insisto, ma sappi che mi piacerebbe celebrare la cerimonia, se un giorno decideste di compiere il passo”

“Lei è l’unico che avrei mai preso in considerazione, mi creda!” Stephanos sorrise, poi cambiò argomento.

“Ma dimmi…perché ti interessa sapere di Eowyn?”

“Ho fatto un sogno, ieri, e lei era presente in esso: mi indicava qualcosa alle mie spalle, un ragazzo che non ho riconosciuto…ma quello che mi stupisce è il legame che ho sentito tra noi due. E’ come se io e lei fossimo legate invisibilmente dal destino, o dal passato, non so! Chi è Eowyn, padre Stephanos, e perché è qui?”

“Io non posso rivelarti ciò che so, anche perché non conosco i particolari della sua storia” le rispose ma, leggendo la delusione sul suo volto, continuò “Eowyn è arrivata qui poco dopo di me, accompagnata dagli assistenti sociali che, nel suo caso, avevano ritenuto necessario assegnarla ad un istituto come questo, e anche perché nessuno aveva intenzione di adottare una ragazza già grande”

“E’ orfana?” chiese Samia incuriosita.

“No, non è orfana, ma forse per lei sarebbe stato meglio se lo fosse stata! Non ti dirò altro; se vuoi saperne di più, dovrai conquistarti la sua fiducia e fare in modo che si confidi con te! Sappi, però, che ha un carattere molto chiuso e che difficilmente lo farà: come avrai certamente notato, ha un’avversione molto forte nei confronti del sesso maschile, e neanche con le donne è molto diversa! Solo nei confronti dei bambini, e anche un po’ nei tuoi, è diversa, perciò potresti anche farcela!”

“E con lei, padre?”

“Inizialmente aveva una paura tremenda di rimanere qui con me, ma con il passare dei giorni ha probabilmente capito che non avevo intenzione di farle alcun male, e si è rilassata; non per questo ha cominciato a confidarsi con me, però! Anzi, si limita ai saluti e a chiedermi cosa ci sia bisogno di fare, per il resto niente!”

“Ho capito, padre Stephanos: non sarà impresa facile!” si voltò verso l’ingresso “E’ tornata…le vado incontro!”

“Non fare sforzi però!” le gridò dietro il suo vecchio amico. Samia sorrise mentre si avvicinava ad Eowyn che traballava sotto il peso delle buste.

“Dovresti chiedere a qualcuno di farti aiutare con questi pesi!” le disse, prendendole una delle due grosse buste, non curandosi delle raccomandazioni di padre Stephanos. Poi pensò che se Shaka l’avesse vista in quel momento, di sicuro non sarebbe stato contento.

“Potrei chiedere ad uno dei ragazzi di farlo…” le propose, ma Eowyn  arrossì vistosamente e rifiutò cortesemente.

“Non è necessario, ce la faccio! Ti ringrazio per l’offerta e l’aiuto proposto, però…” Eowyn distolse lo sguardo, ma Samia riuscì ugualmente a cogliere l’espressione di paura mista ad odio nei suoi occhi; capì che non era ancora arrivato il momento per iniziare una conversazione più amichevole, e cambiò argomento…

“Che cosa hai comprato di buono? Posso aiutarti?” le chiese con un sorriso.

“Se ti va…Sei sicura che non farai tardi?” le chiese di rimando.

“Non ti preoccupare…ho avvisato!” mentì ancora, per nascondere le sue vere intenzioni.

Le ore successive passarono serene e tranquille, chiuse in cucina a preparare il pasto per le piccole pesti dell’orfanotrofio, mentre di loro si occupava il buon Stephanos.
Samia desiderava sapere qualcosa di lei, ma non osava farle domande per paura di vederla chiudersi in un guscio dal quale, poi, farla uscire sarebbe stato difficilissimo.
Decise  così di accantonare temporaneamente il suo progetto e di tenere d’occhio segretamente la ragazza, per scoprire se qualcosa o qualcuno la minacciasse.
Durante il tempo passato insieme, riuscì a strapparle almeno un paio di sorrisi, raccontandole di come alcuni dei ragazzi si trovassero impacciati alle prese con un bambino di un anno, soprattutto Milo...

Samia le spiegò inoltre che Milo era il ragazzo che l’aveva tratta in salvo il giorno prima e, al solo ricordo delle sue braccia forti , le guance di Eowyn si colorarono vistosamente, e Samia se ne accorse.

“Ehi! Non è che per caso ti piace Milo? Se è così ti faccio i miei complimenti…hai buon gusto!”

“Ma che dici? No…a me non piace nessuno, davvero!” replicò timidamente Eowyn “…N-non mi interessano queste cose!” disse chiudendo il discorso, e voltandosi per prendere uno dei vassoi da portare in tavola.

“E’ già qualcosa: ha ammesso, più o meno, che non le interessano gli uomini...ma non è questo che voglio scoprire! Io voglio sapere perché è entrata nei miei sogni e chi è il ragazzo che mi ha indicato…” pensò Samia.

Samia aiutò Eowyn a servire i bambini poi, notando l’ora tarda, decise di tornare al Santuario; salutò tutti augurando un buon appetito e s’incamminò tranquilla.
Una volta fuori, provò la strana sensazione di essere osservata, ma guardandosi intorno non scorse nessuno.
Stranamente però, man mano che procedeva per la strada, la sensazione cresceva, fino a diventare qualcosa di reale quando, attraversando una stradina dove si stava svolgendo un mercato rionale, le sembrò di scorgere un volto familiare…biondo con gli occhi color del cielo…

Samia si voltò di scatto, ma il giovane era già scomparso; guardò prima a destra, poi a sinistra; si voltò alle sue spalle, ma niente…il via vai di persone aveva nascosto ciò che le sembrava di aver visto!
Quando tornò a guardare di fronte a sé, per poco non le prese un colpo: Shaka le stava di fronte, immobile, e la fissava serio.

“Shaka…sei tu! Mi ha fatto prendere un colpo?”

“Vieni con me!” le disse senza un accenno di sorriso. Samia era certa: avrebbero discusso, e la colpa era soltanto sua…aveva torto marcio!

Camminarono in silenzio, fianco a fianco, fino a quando varcarono i confini del Santuario di Atena; Shaka non la condusse verso le Dodici Case, bensì in una zona più isolata, dove avrebbero potuto parlare tranquillamente.

Samia osservò il luogo dove si trovavano: erano le rovine di un antico teatro, dove probabilmente si svolgevano le rappresentazioni nel passato. Grandi massi sparsi qua e là su un tratto di terreno pianeggiante, sovrastato da una parte ancora intatta degli antichi spalti, era tutto ciò che era rimasto.
Shaka le dava le spalle, e Samia aveva una tremenda paura di discutere con lui, di averlo deluso…

“Shaka…?” lo chiamò.

Silenzio per qualche secondo…troppi!

Gli si avvicinò, appoggiando una mano sul suo braccio.

“Perché?” chiese lui “Perché mi hai mentito, stamattina?” tremava leggermente, ma Samia se ne accorse ugualmente.

“Sapevo che non avresti approvato la mia scelta…scusami…” lui si voltò a guardarla.

“Ed è così: lo sai quali sono le disposizioni in merito, ma hai deciso lo stesso di fare di testa tua!”

“Scusa…” disse Samia abbassando il tono della voce. Shaka le strinse le braccia…

“Non sono così arrabbiato come può sembrare: il problema è che tu mi hai mentito, Samia, e questo non mi va giù! Stiamo per avere un bambino e tu che fai? Te ne vai in città senza avvertire e per di più depistando tutti quanti! E se ti fosse successo qualcosa?” si stava sfogando Shaka.

Si fissavano intensamente, come capitava all’inizio del loro rapporto, quando ancora i sentimenti che provavano reciprocamente non erano cosa chiara.

“Noi adesso non ci muoviamo di qui, se prima non mi racconti il perché di questa tua genialata!” le impose.

“Shaka…non posso!”

“Oh sì che puoi! Ce lo siamo promesso, ricordi?”

“Certo che me lo ricordo…”

“E allora perché mi stai tenendo nascosto qualcosa?”

“Semplicemente perché ho paura che possa trattarsi di qualcosa di pericoloso…! Volevo solo saperne di più, prima!”

“Non c’è tempo!” esclamò. Samia lo guardò incuriosita da tanta fretta “Saori ha sentito la presenza del nemico, ma non ci ha rivelato di chi si tratta questa volta, perché come te vuole prima saperne di più! Con lei non posso insistere più di tanto, ma da te esigo una spiegazione!” continuò sempre serio.

“D’accordo! Promettimi che, prima di parlarne con Atena, cercheremo di capirne qualcosa noi; se poi si tratterà di qualcosa di più serio di ciò che pensiamo, lo riferiremo!”

Shaka le si avvicinò, abbracciandola e infondendole coraggio.

“Perché ci tieni tanto a questo segreto?” le chiese.

“Riguarda Eowyn: a Saori lei non piace, ma io credo che sia una brava persona, solo con qualche problema…!”

“E….” la incalzò.

“Ultimamente, da quando ho scoperto di aspettare un bambino, ho iniziato a fare dei sogni strani: inizialmente erano luoghi a me sconosciuti, dove si era appena placato l’eco di una furiosa battaglia; c’era sangue, ma non vedevo i corpi dei guerrieri…sentivo solo il dolore che tutto quel male aveva provocato. Poi è entrata lei nei miei sogni e in uno di essi, mi indicava qualcosa alle mie spalle: quando mi sono voltata, mi sono ritrovata faccia a faccia con un ragazzo, molto magro, con braccia e gambe più lunghe rispetto alla norma…Non so chi fosse, non lo avevo mai visto, ma la sua espressione non era per nulla benevola…sembrava mi sfidasse con lo sguardo, ma non so a cosa! Ho pensato che Eowyn potesse trovarsi in pericolo, e sono andata da lei, o meglio, da padre Stephanos per scoprire qualcosa sul suo conto. Non mi ha voluto rivelare nulla, se non che non è orfana, ma che sarebbe stato meglio lo fosse, e che prova una forte repulsione verso il sesso maschile. Questo è tutto, davvero!” gli rivelò, alzando lo sguardo verso di lui, carico d’amore e sincerità.

“Non è una novità che Eowyn non possa soffrire gli uomini…”

“Non è questo il punto: c’è dell’altro sotto, lo sento, e vorrei riuscire a capirlo per aiutarla, in modo che anche lei possa aiutare noi…Shaka, sono sicura che lei fosse realmente presente nei miei sogni, ma che non se ne rende conto!”

“Va bene, cercheremo di capirci qualcosa, ma ho bisogno di consultare Mur a proposito del ragazzo del sogno!”

“Ma così dovrai rivelargli tutto…” replicò Samia.

“Ascoltami bene: dalla descrizione che ne hai fatto, ho l’impressione di aver già visto una figura simile, ma da solo non riuscirei a ricordare…Mur ci può essere d’aiuto, ma gli chiederò di non farne parola…”

“Al Grande Sacerdote? Anche ammettendo che Mur, Cavaliere d’Oro di Aries, ci dia una mano e mantenga momentaneamente il segreto, come puoi chiedergli di tacere, in veste di Primo Ministro di Atena?”

“Mur è nostro amico…ci aiuterà, vedrai!” la rassicurò avvicinandosi e posandole una mano sul ventre.

“Non lo puoi sentire…è troppo presto!” sorrise Samia.

“Questo lo dici tu!” le rispose, sorridendo a sua volta. Si fece poi serio improvvisamente.

“Samia…” la chiamò. Samia alzò lo sguardo ad incontrare il suo.

“…devi assolutamente promettermi che non mi terrai mai più segreto niente!”

“Va bene…ma tu dammi la tua parola che non mi impedirai di approfondire la mia amicizia con Eowyn!”

“Solo se questo non ti metterà in pericolo…” ammise Shaka.

Tornarono alla Sesta, ma lungo il cammino Samia volle sapere come aveva fatto il suo uomo a sapere dove si trovasse…

“E’ un segreto…”scherzò lui.

“E dai, dimmelo!” lo strattonò leggermente lei.

“Ma come vuoi che lo abbia saputo? Ho incontrato per caso una delle sentinelle che tu hai furbamente raggirato; mi ha riferito che, in caso io ti stessi cercando, tu non eri ancora rientrata…Quando si è accorto che io non sapevo nulla del fatto che ti eri allontanata, ha iniziato a biascicare scuse, affermando che li avevi convinti a lasciarti andare perché ne eri autorizzata!” Samia lo guardò con aria quasi supplichevole.

“Mi sento tremendamente in colpa…cosa succederà a quei due ragazzi?”

“Niente, per questa volta…Se un nuovo nemico sta tramando nell’ombra, tutti sono indispensabili!”

“Meno male! Mi scuserò di persona con loro…”

Continuarono a salire verso la Casa della Vergine, dove ad attenderli c’era…

Continua…

E chi c'è ad attenderli alla Sesta??? Pensavate che ve lo rivelassi adesso...ma siete matiiiiiiiii!!!! Scherzo, ovviamente! Sapete che mi piace tenervi sulle spine...
Parlando del capitolo, non sono molto convinta della conversazione tra Shaka e Samia, ma era necessaria per mettere al corrente della situazione almeno un paio di Saints!
Spero che vi sia piaciuto il capitolo, e come al solito fatemi sapere!!!!
Passo ai ringraziamenti personali, adesso...

sesshy94: che dire sono davvero contenta per le belle parole che mi scrivi ogni volta. Mi lusingano davvero!!! Mi sa che alle tue domande non ho risposto, ma ne ho aggiunte altre...Sadica sempre di più sìììììììììììììììììììììì!!! Baci bella e grazie!!!!!!!!!!!!

Ai91: e mi sa che di curiosità ne ho aggiunta abbastanza, vero? A volte mi diverte questa cosa!!! Alla prossima!!!

miloxcamus: grazie per i complimenti (anche per l'altra fanfic!) Comunque fantastica pure...io non te lo impedisco di certo....BAcioooooooo!!!!!

Snow Fox: anche se ho aggiornato, mi sa tanto che non ho risolto i tuoi quesiti, vero??? Ti ripago con la stessa moneta ih ih!!!! Spero di riuscire ad aggiornare presto, un mega BACIO ciao!!!!!!!!!!!!!

roxrox: ne vedrai ancora di Cavalieri alle prese con i bambini...Oltre a divertirti, spero anche che tu ti appassioni alla storia, la sto scrivendo con tutto il cuore!!! Cercherò di aggiornare presto, ma anche tu lo dovrai fare....!!!!Ciaoooo!!!

Grazie a tutti voi che leggete soltanto, un bacio a tutti!!!

by anzy





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Capitolo 4
*** Capitolo tre - Incontro tra...Dee ***


cap4 Capitolo Tre – Incontro tra…Dee

Samia fissava ormai da diversi minuti davanti a sé, ma senza vedere che cosa stava succedendo in realtà: al centro dell’arena dei combattimenti, Kanon e Ioria stavano svolgendo il loro allenamento quotidiano, cercando però di scaricare la tensione che si era venuta a creare poche ore prima alla Sesta Casa dello Zodiaco.

Ormai aveva accettato da tempo ciò che il destino le aveva riservato, ma mai avrebbe immaginato, e come lei tutti gli altri abitanti del Santuario, ciò che in realtà lei rappresentava...

…Inizio flashback…

Arrivati all’ingresso della Casa della Vergine, Shaka si immobilizzò di colpo, tendendo orizzontalmente un braccio, per fermare il cammino di Samia.
La giovane futura mamma lo guardò stupita da un tale comportamento, ma lui serio gliene spiegò subito il motivo.

“Ho avvertito un cosmo estraneo, ma con qualcosa di familiare, all’interno del Tempio. Ho l’impressione di avere già avuto a che fare con costui…”

“Chi mai può essere? Il Santuario è protetto dal cosmo di Atena, quindi non può certo trattarsi di un nemico, o sbaglio?” affermò lei.

“Su questo hai perfettamente ragione, ma non possiamo peccare d’imprudenza…perciò resta qui! Io entro a controllare.”

“Non se ne parla nemmeno! Entri tu, ed io entrerò con te, non si discute!”

“La solita testarda!”

“E’ per questo motivo che mi ami, no?” sorrise Samia.

All’interno della Sesta, appoggiato con la schiena ad una delle colonne, le braccia incrociate, c’era…

“Tu!” esclamò Shaka, assumendo una posizione di difesa nei confronti di Samia “Che cosa ci fai qui? Chi ti ha dato il permesso di entrare?”

“IO!” esclamò una voce femminile, che entrambi riconobbero come quella di Saori.

La Dea Atena apparve alle spalle del nuovo arrivato, posizionandosi al suo fianco.

“Ho sentito il suo cosmo invocare il mio aiuto…e l’ho lasciato entrare all’interno del Santuario. Insieme a Ioria e Milo gli sono andata incontro, e l’ho condotto qui!” uno ad uno i Gold Saints ritornati in vita dopo la guerra contro Hades e che avevano contribuito, l’anno precedente, a sconfiggere Era, apparvero come d’incanto, nessuno con la Sacra Armatura indosso.

Samia, dal canto suo, si era irrigidita e aveva assunto un’espressione contrariata alla vista del suo nemico, ma al contempo spaventata.

“Atlas…” mormorò appena, senza farsi sentire da nessuno, ma non notando che invece Shaka l’aveva udita e la stava ora osservando incuriosito. Effettivamente, Samia non aveva ancora staccato gli occhi dal viso del Cavaliere, rimasto immutato a distanza di un anno.

“Come se avesse potuto compiere chissà quali cambiamenti!” si disse.

“Dal momento che mancavate solo voi due, ho ritenuto necessario che lo svolgimento di questa…’riunione’ avvenisse qui! Cavaliere della Corona, ci vuoi finalmente spiegare il motivo della tua venuta?” spiegò Saori, rivolgendo poi la domanda all’ospite.

“Un anno fa vi ero nemico, accecato dalla sete di potere che la Dea Era mi aveva promesso…” alzò lo sguardo verso Samia “…e dal desiderio di possedere qualcos’altro!” affermò sorridendo beffardo.

“Falla finita!” perse la pazienza Shaka, furioso per questa intrusione nella pace della sua Casa, e per la presenza indesiderata di Atlas. Il fatto, poi, che ancora osservasse Samia con quell’espressione, lo mandava su tutte le furie, cosa che capitava molto di rado, ma quel giorno era già la seconda volta! Decisamente una giornata negativa…

“Shaka, ti prego…lascialo continuare!” intervenne Saori.

“Durante lo scontro finale, quando mi resi conto di cosa fossero i sentimenti quali l’amore e l’amicizia, decisi di abbandonare spontaneamente il campo di battaglia, attirando su di me le ire della mia ex Signora! Per un anno ho viaggiato, spostandomi in continuazione per evitare che mi trovasse…”

“Ma se il suo cosmo è scomparso, come avrebbe potuto trovarti?” lo interruppe Milo.

“E’ qui che ti sbagli…Era non è stata del tutto sconfitta: il suo cosmo è molto potente e, nonostante gli interventi Divini, è riuscita a sopravvivere!”

“Spiegati meglio…perché stai parlando di interventi Divini al plurale, quando tutti sappiamo che l’unica a venire in nostro soccorso è stata Atena?” fu Kanon a porre la domanda.

Atlas rivolse lo sguardo verso la diretta interessata, che decise così di intervenire.

“Vi chiedo perdono, Cavalieri, ma c’è un particolare della battaglia, di cui voi non siete a conoscenza…Non sarei mai riuscita a contrastare il cosmo di Era, essendo questo molto più potente del mio, se non fosse stato per l’intervento provvidenziale del Divino Zeus!” lo stupore si poteva chiaramente leggere sui volti dei presenti, prima tra tutti Samia che stava iniziando ad immaginare le conseguenze che quel gesto avrebbe comportato.

“So che non avrei dovuto tenervi all’oscuro della situazione, ma con tutto il cuore ho sperato voi dimenticaste gli ultimi scontri!”

“Lo sai che non sarebbe potuto succedere…mio fratello è morto in quella battaglia…” le rispose piano Samia, la voce rotta dall’emozione. Si appoggiò ad una colonna, per evitare che le gambe le cedessero “Questo cosa significa? Era è dunque tornata per finire con ciò che aveva iniziato?” chiese rivolta ad Atlas. Shaka le fu vicino per sostenerla.

“Era è furiosa: furiosa con Atena, furiosa con Zeus, ed infine sì…vuole ancora te!”

“Ma perché?”

“Perché in te è racchiuso un forte potere…”

“Quale?”

“Io non lo so!”

“Forse ho capito…” affermò Saori. Tutti rivolsero l’attenzione alla loro Dea.

“Come Shaka già ne è a conoscenza, ieri ho avvertito un cosmo potente, molto vicino a noi, e l’ho riconosciuto quasi subito…Non si tratta di Era, come voi avete capito, essendo anche io sorpresa del suo, per così dire, rapido ritorno alla vita, ma di un’altra divinità, ovvero di…”

Anche Saori venne interrotta, ma non da qualcuno, bensì da una forte luce che proveniva dal punto in cui Samia era appoggiata alla colonna.
I presenti non riuscirono a tenere aperti gli occhi, per cui non notarono il cambiamento nella postura della ragazza che si era raddrizzata in tutta la sua statura, più bella e splendente che mai!

Appena Saori riuscì a riaprire gli occhi, le si avvicinò e le si inginocchiò di fronte…

“Sorella…Afrodite!” le disse.

Nessuno osava fiatare; erano rimasti letteralmente basiti…Samia indossava gli stessi abiti, ma emanava un forte carisma e tutti ne erano attratti, chi più chi meno...

Afrodite si avvicinò alla sorella, aiutandola ad alzarsi e prendendole le mani tra le sue.

“Atena…non devi inginocchiarti di fronte a me, semmai è il contrario: sei tu che guidi una schiera di valorosi guerrieri che tante volte hanno sacrificato la vita per salvare te e il genere umano! Io sono venuta qui, sulla Terra, con il permesso di Zeus, nostro padre, per aiutarti nel contrastare Era che sta diventando ogni giorno sempre più forte. Il Divino Zeus, però, mi ha imposto di non rimanere personalmente al tuo fianco, perché questa non è la mia battaglia…”

“E allora come farai ad aiutarci?” chiese Atena.

“Mi è stato concesso di ‘prestare’ il mio cosmo ad una mortale, temporaneamente è ovvio, ed io ho scelto questa ragazza: vi conosce e voi conoscete lei, ma ovviamente ci vorrà del tempo prima che sia in grado di gestire il cosmo di una Divinità! So che voi l’aiuterete, ma dovete fare in fretta…il tempo stringe!”

“Che sarà di te, se la guerra fosse vinta da Era? Cosa ti accadrà?” le chiese preoccupata Atena.

“Non ti preoccupare! Sarà dura, ma vincerete voi…ne sono sicura!” le sorrise “Il tempo stringe, ed io devo tornare sull’Olimpo, dove nostro padre si prenderà cura di me e mi proteggerà!”

“D’accordo! Grazie, Afrodite…il tuo aiuto è come una manna dal cielo!” esclamò Atena.

Le due Sorelle-Dee si abbracciarono, poi di nuovo la forte luce avvolse il corpo di Samia, e poco dopo la ragazza tornò in sé…quasi.

Non appena la Dea della Bellezza e dell’Amore ebbe abbandonato il suo corpo, le forze vennero a mancare e sarebbe caduta a terra, se Shaka, pronto di riflessi, non le fosse stato vicino per sostenerla.
La prese tra le braccia e la portò nella loro stanza, dove la depose delicatamente sul letto; dopo averle impresso un bacio sulla fronte, lasciò la stanza per tornare dai compagni e da Atena.

“Sta bene, non vi preoccupate…ma c’è una cosa che dovete sapere, a questo punto, e di cui vi avremo presto informato. Samia aspetta un bambino…” affermò diretto. Tutti si dissero molto contenti della notizia, anche se preoccupati per gli imminenti scontri, e anche Milo sorrise all’idea di Shaka padre per la seconda volta!

Solo Atlas non risultava essere molto contento della situazione, anche perché le sue mire su Samia non erano del tutto cessate: quella ragazza gli piaceva ancora, e la speranza di conquistarla non era svanita.

“Siamo tutti molto contenti della notizia, ma purtroppo avete sentito cosa ci è stato riferito da Atlas e da Afrodite: Samia ora possiede un cosmo, anche se in prestito, e dovrà imparare a governarlo in fretta. Shaka, lo so che la cosa ti preoccupa e non poco, io provo la stessa cosa, ma è necessario farlo, con le dovute precauzioni…” il Cavaliere di Virgo annuì, sapeva che Atena aveva ragione, ma provava una sorta di risentimento nei suoi confronti, per aver omesso la verità sullo scontro tra lei ed Era, soprattutto perché a farne le spese poteva essere principalmente Samia, che al momento era la più indifesa.

“Possiamo quindi ritenere sciolta la riunione…” stava iniziando a dire Saori.

“E invece no!” la interruppe Milo “C’è una cosa che ancora non mi quadra: come fai tu a sapere tutte le cose di cui ci hai parlato finora, eh?” chiese rivolto ad Atlas.

“Ho i miei informatori…” rispose quest’ultimo, in modo evasivo.

“Spiegati meglio!” lo incalzò Milo che non lo aveva perso d’occhio dall’inizio della riunione.

“E va bene…c’è una persona, o meglio una sorta di messaggero, che mi ha riferito le novità!”

“Immagino tu ti riferisca ad Eowyn…” affermò Shaka. Atlas lo fissò stupito.

“E tu come lo sai? Come hai fatto a scoprirla?” gli chiese.

“In realtà è merito di Samia: sono diversi giorni che fa strani sogni, nei quali lei è presente, e nell’ultimo le ha indicato una figura strana, un ragazzo molto magro con braccia e gambe più lunghe del normale, ma non sono riuscito a capire di chi si trattasse, anche se ho una figura che mi frulla in testa! Adesso si spiega perché Eowyn è nei suoi sogni, ma in realtà chi è?”

“Si è presentata a me come la Divina Messaggera, Iris il suo antico nome…Ha incominciato a fornirmi vaghe spiegazioni sulla rinascita di Era e ieri, nel nostro ultimo incontro, mi ha detto che il Divino Zeus mi ordinava di presentarmi al Santuario di Atena per esporvi i fatti!”

“Quindi adesso te ne andrai?” chiese sarcastico Milo.

“Io mi offrirei anche volontario per combattere al vostro fianco, ma dubito che qualcuno accetterà la proposta!” rispose, riferendosi a Shaka.

Il diretto interessato gli si avvicinò lentamente, e lo fissò dritto negli occhi.

“Un Cavaliere in più sarà utile, ma sei avvisato: stai il più lontano possibile da Samia, o te la dovrai vedere direttamente con me, e questa volta in Ade ti ci spedisco davvero, anzi ti ci accompagno di persona!” lo minacciò, prima di lasciare l’atrio della Casa e raggiungere la sua donna.

“Un tantino geloso?” chiese Atlas, sollevando un sopracciglio.

“Attento, fringuello…ti teniamo d’occhio!” gli intimò Milo passandogli di fianco.

“Alloggerai alla Tredicesima, ma sia chiaro: niente scherzi, anche se sento che posso fidarmi di te…” gli disse Saori.

La Sesta Casa rimase silenziosa, e Shaka potè finalmente rilassarsi al fianco di Samia che riposava tranquilla.

…Fine flashback…

Samia stava ripensando a tutto questo, soprattutto all’ultima parte che le era stata raccontata da Shaka al suo risveglio, dopo circa un’ora, quando una mano le si posò sulla spalla e, voltandosi, notò Milo che le sorrideva dall’alto.

“Pensierosa?” le chiese.

“Un po’…In realtà stavo valutando ciò che è successo alla Sesta oggi: sono arrabbiata e confusa, ma da un lato mi sento anche bene e in pace con me stessa…saranno gli ormoni!”

“A proposito: congratulazioni! Sono felice per voi due, ma dovrai fare molta attenzione d’ora in avanti!”

“Milo per favore, non ti ci mettere anche tu! Solo per il fatto che sono voluta venire all’arena ad assistere agli allenamenti, Shaka mi ha fatto una testa grossa come la Casa di Gemini, sdoppiata però! Starò attenta, e voi mi aiuterete a governare il cosmo”

“Saranno soprattutto ‘Milady’ e Shaka a fare questo: noi ci limiteremo a proteggerti!”

“Perché hai usato un tono di scherno nei confronti di Saori e l’hai chiamata Milady? E’ da tanto che nessuno lo fa!”

“Perché sono sicuro che la Signorina-so-tutto-io-nessuno-è-più-bravo-di-me si è semplicemente dimenticata di metterci al corrente di come stavano in realtà le cose! Se lo avesse fatto, probabilmente io non sarei partito e non avrei lasciato in sospeso i miei compiti di Cavaliere di Atena!”

“E non pensi che lo abbia fatto anche per questo?” gli chiese ancora.

“No…”

“Sei diretto, a quanto vedo! Tu sei ancora prevenuto nei suoi confronti, provi ancora rabbia perché i tuoi più cari amici non sono tornati in vita, mentre Seiya e compagnia bella sì! Sbagli: Saori ha dovuto compiere una scelta, e credo sia stata la migliore, per il momento…”

“Lasciamo perdere…Mi ha incuriosito la questione della Messaggera Divina, perciò che ne dici se andiamo a trovare la tua amica?” le propose.

“Non so se è il caso: ho promesso a Shaka di non uscire dal Santuario senza avvertirlo prima, e adesso lui è in riunione con Saori…” protestò Samia con una smorfia.

“Non ti preoccupare, ci ho già pensato io! Sa che con me sei al sicuro e che non ti farei correre rischi inutili, perciò possiamo andare!” le spiegò porgendole la mano, che Samia strinse con un sorriso.

Insieme si incamminarono, per la seconda volta quel giorno, in città, mentre Samia si informò di cosa aveva fatto l’amico nell’arco di tempo in cui erano rimasti lontani.

Continua…


Sono tornata!!! Chiedo innanzitutto scusa per il ritardo, ma non riuscivo a mandare avanti il capitolo, soprattutto la parte del flashback (quindi tutto 
), ma finalmente ci sono riuscita!!! Spero che vi sia piaciuto, ho voluto inserire qualche battutina per sdrammatizzare un pochino la situazione, altrimenti mi taglio le vene!!!
Ho deciso di adottare, nei confronti di afrodite, la leggenda che la vuole figlia di Zeus e della ninfa Dione, invece che nata dalla spuma del mare, altrimenti non sapevo come spiegare la sua decisione di intervenire! Fatemi sapere che cosa ne pensate, mi raccomando....BACIIIIII!!!!

miloxcamus: ecco svelato il nome, anzi...i nomi!!! Milo entrerà nel viso della storia moooolto presto, tranquilla, per adesso lasciamolo un pò in pace!!!! Ciao carissima, fammi sapere che ne pensi, OK??? Bacissimi!!!

roxrox: anche a me Shaka arrabbiato piace molto, poi se si arrabbia con Atlas ancora meglio, no? Grazie mille dei complimenti, e sono contenta che ti appassioni alla storia così tanto!!! Un menga bacio, alla prossima...dove però ancora non si scoprirà chi è questo ragazzo!!! CIAOOOO

Snow Fox: sono onorata che ti prendi tempo per leggere la fanfic, Grazie!!! Sei soddisfatta? Sai chi è Eowyn, sai chi in realtà è Samia...cosa vuoi di più dalla vita??? Bacio grandissimo...a presto, emi raccomando aggiorna anche tu!!! CIAUUUUU!!!

Buona notte a tutti!!!! E grazie a chi mi ha già inserito tra i preferiti!!!!! Stra baci a tutti!!!!

by anzy

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Capitolo 5
*** Capitolo Quattro - Il nemico alle porte ***


cap5 Capitolo Quattro – Il nemico alle porte

Samia e Milo sorridevano ancora, quando si ritrovarono davanti al cancello dell’orfanotrofio; fu padre Stephanos ad accoglierli con entusiasmo, non mancando di ringraziare Milo per l’ennesima volta, dopo aver salvato la vita di Eowyn…

“A proposito di Eowyn…è qui?” chiese subito Samia “Milo è l’unico dei ragazzi che non le è stato ancora presentato!”

“Sì, c’è, ma sicuramente si starà nascondendo da qualche parte…per non incontrarvi!” spiegò Stephanos, rivolto soprattutto al giovane.

Milo guardò Samia stupito…

“Te lo avevo detto che è molto timida, ma adesso proverò io a convincerla a uscire! Non ci metterò molto, vedrete!” si diresse sorridendo all’interno della struttura e, in breve, raggiunse la porta della stanza della ragazza.

Bussò, ma non ottenne alcuna risposta; attese ancora qualche secondo, poi provò ad abbassare la maniglia, ed entrò…

“Eowyn?” la chiamò, trovandola di spalle a fissare fuori dalla finestra.

“Perché sei tornata con quel ragazzo?” le chiese subito con un tono di voce insolitamente alto per lei.

“Qual è il problema, scusa? Hai conosciuto tutti gli altri miei amici, mentre Milo no…e poi è lui che ti ha salvato la vita, perciò mi è sembrato giusto presentartelo almeno!” le spiegò con tranquillità.

Eowyn si voltò lentamente, sul viso aveva dipinta un’espressione impaurita, ma anche allarmata, come se stesse cercando di sfuggire a qualcosa o qualcuno.
Samia, essendo ormai a conoscenza della sua vera identità, cercò di indagare su ciò che la sua amica potesse sapere, o almeno ricordare…

“Ti vedo stanca…anche stamattina me ne sono accorta, ma non ho voluto chiederti niente! Per caso non dormi bene la notte?” le si avvicinò, lo sguardo preoccupato.

Eowyn sospirò, poi si sedette sul bordo del letto, fissando a terra.

“Effettivamente ho qualche problema…” ammise, poi alzò lo sguardo “…strani sogni mi turbano, e m’impediscono di riposare bene!”

“Ne vuoi parlare?”

“Veramente non so bene neanche io di cosa si tratta…so solo che mi sembra di trovarmi su un campo di battaglia, come se ci fosse appena stata una guerra, ma non ci sono corpi a terra! Nel sogno ci siamo io e una figura strana che non riesco a ricordare…Mi sveglio sudata e non riesco più a riprendere sonno!” il suo sguardo ritornò triste “C’è qualcosa che non va in me, questo l’ho sempre saputo, ma se penso che potrei aver bisogno ancora di uno strizza cervelli…” s’interruppe, sapendo si aver detto troppo.

“Ancora?” chiese spontaneamente Samia.

“Non ne voglio parlare!” Eowyn si chiuse immediatamente a guscio, decisa a non rivelare null’altro, e si alzò dal letto.

“Eowyn, ascolta: tu sei una bella ragazza, questo te lo avranno già detto, e non puoi isolarti dal mondo come stai facendo! Non è giusto! Hai diciassette anni, e non sai nulla del mondo là fuori…” Eowyn si voltò di scatto verso di lei che rimase impietrita dallo sguardo duro che le rivolse.

“IO so fin troppo bene cosa c’è la fuori! Tristezza, odio, rabbia e vergogna…Ti ho detto che non ne voglio parlare, però!” poi si pentì di averle parlato in quel modo e le chiese subito scusa “Scusami…tu non c’entri nulla, non avevo il diritto di parlarti in questo modo! Perdonami, se puoi!”

“Non c’è niente da perdonare, almeno ti sei sfogata un po’, giusto?” le sorrise come suo solito e le tese la mano “Dai, vieni a conoscere quel bel fusto…è venuto qui apposta per te!”

“Dici sul serio?” le chiese arrossendo.

“Sì!” le rispose Samia, omettendo il vero motivo della loro visita “E poi hai visto com’è carino, no?” le chiese ancora, facendole l’occhiolino.

“I-io non so c-cosa dire…”

“Dimmi solo che è vero!”

“E-è vero…è molto carino, ma non dirglielo, per favore!”

“Sarà il nostro segreto…!” le promise. Insieme lasciarono la stanza e si diressero in cortile, dove Milo stava ancora chiacchierando con Stephanos che era un fiume in piena, tanta era la curiosità di sapere che cosa aveva visto durante l’anno passato.

“Eccovi, finalmente! Cominciavo a credere che non voleste più uscire!” esclamò il vecchio.

“Abbiamo chiacchierato un po’, e non ci siamo accorte che i minuti passavano…”

“Non vi chiedo di cosa abbiate parlato…tanto non riceverei risposta!” affermò ancora lui.

Samia si girò verso Eowyn e le sorrise…

“Eowyn, ti presento Milo! Durante l’anno appena trascorso ha viaggiato un po’, ma ha deciso di tornare perché sentiva la nostra mancanza!”

Milo, senza attendere oltre, le afferrò la mano e gliela strinse nella sua, almeno due volte più grande.
Eowyn sentì un’improvvisa vampata di calore colorarle le guance, tanto forte iniziò a batterle il cuore a quel contatto; la mano di Milo era calda e la presa forte, ma lei riusciva solamente a sentire i battiti del suo cuore accelerare e la sudorazione aumentare.
Cercò di allontanarsi con la scusa di andare a prendere qualcosa di fresco da bere, ma Stephanos la precedette, offrendosi di farlo lui al suo posto.
Samia era tentata di fare la stessa cosa, ma notò la difficoltà della ragazza ad aprire bocca, così decise di fare un po’ da intermediario, e rimase…

“Allora, Eowyn…quanti anni hai?”

Eowyn avrebbe voluto rispondere, ma il problema che per tanti anni l’aveva afflitta e che l’aveva costretta a decine di sedute di psicoterapia, proprio non voleva saperne di abbandonarla; dovette chiudere forte gli occhi e concentrarsi solo sul presente, per evitare che la paura potesse avere il sopravvento.

“D-diciassette!” riuscì finalmente a dire, sentendo la tensione interna allentarsi e rilassandosi pian piano.

“Hai la stessa età di Samia, quando l’abbiamo conosciuta! Che coincidenza!” Samia lo fulminò con lo sguardo, tipo “Non ci provare…non è il momento di svolgere indagini!”

Milo le sorrise appena, e cambiò argomento.

“Ti piacciono i bambini?” le chiese indicandole un gruppo di ragazzini che giocava a calcio.

Eowyn guardò Samia costernata.

“Milo, ma che domande fai?” gli chiese allora lei.

“Che male c’è…è una domanda come tante!” rispose lui, facendo spallucce.

“Ad un primo incontro, non so se la cosa ti giunge nuova, non si chiede ad una ragazza se le piacciono i bambini…” gli rispose sarcastica. Eowyn sorrise al loro scambio di battute, sembravano proprio amici quei due…Peccato non sapere la verità!

Per fortuna il dibattito venne interrotto da padre Stephanos che riapparve con un vassoio carico di bevande e bicchieri; Samia gli si fece incontro, ma lui le impedì di aiutarlo.

“Quando capirete che non sono malata, ma incinta?” chiese esasperata.

“Sei incinta?” chiese sorpresa Eowyn. Samia si voltò verso di lei, sorridente.

“Sì, l’ho appena scoperto!” una lacrima scese sul viso della sua amica che non fece nulla per asciugarla. Milo la osservò con curiosità, così come Samia e Stephanos.

“Perché piangi, Eowyn?” le chiese quest’ultimo.

“Perché sono contenta per lei…” si stupì lei stessa della velocità con la quale rispose, ma le era venuto spontaneo. Alle parole pronunciate da Samia, aveva sentito come una corda legarsi al destino della futura mamma, e qualcosa in lei si era risvegliato dal più profondo, qualcosa che non sapeva di essere, o forse non ne aveva solo coscienza.

Fece per alzarsi e andarle incontro, quando Milo si alzò di scatto e le afferrò il polso, chiamando l’amica al tempo stesso.

“Samia! Vieni subito via di lì!” Samia e Stephanos sembravano non capire cosa intendesse dire Milo, così lui, velocissimo, concentrò il cosmo e li fece allontanare.

Quando si ritrovarono di nuovo vicini, Samia lo guardò interrogandolo in silenzio, ma un forte colpo si abbatté nel punto in cui i due bersagli si trovavano poco prima.

“E’ il nemico…sono arrivati!”

Stephanos sembrò intuire immediatamente cosa stesse succedendo.

“Io porto dentro i bambini…voi andatevene subito via di qui, e portate Eowyn con voi! Non preoccupatevi, non è me che cercano!”

“I-io non so di cosa voi stiate parlando, ma non credo che cerchino neanche me! Perché ha detto così?” Stephanos la guardò dolcemente e le accarezzò i capelli.

“Avevo intuito che sei una persona speciale…vedrai che non mi sbaglio!” poi fissò Milo “Proteggile, ma fai attenzione!” si allontanò veloce e riunì i bambini che fissavano terrorizzati il cratere che si era formato dove il colpo era esploso.

“Milo, cosa facciamo?” chiese Samia. Eowyn, invece, non riusciva più ad aprire bocca.

Neanche il tempo di rispondere, che Mur e Kiki si materializzarono di fronte a loro e, occupandosi rispettivamente di Milo che prese improvvisamente in braccio Eowyn, e di Samia che prese d’istinto la mano del ragazzino, scomparvero in un istante…


L’arrivo alla tredicesima Casa, nella sala delle riunioni, non fu dei più tranquilli: le due ragazze non erano certo avvezze con il teletrasporto, soprattutto Eowyn che proprio non si aspettava nulla del genere…

I cinque Gold Saints rimasti al Santuario e Saori li attendevano con trepidazione; non appena Samia lasciò la mano di Kiki, barcollò non riuscendo a reggersi in piedi, ma Shaka fu pronto a sorreggerla e a stringerla tra le braccia.
Il contatto con il freddo metallo dell’armatura, le diede la possibilità di riprendersi in fretta, ma non si staccò dall’abbraccio del Saint di Virgo, cullata dal ‘calore’ che il suo corpo emanava.

Altra storia fu per Eowyn che, talmente spaventata e sorpresa, aveva serrato le braccia al collo di Milo e nascosto il viso sulla sua spalla, stringendo forte gli occhi.
Si trovava ancora in quella posizione, quando sentì qualcuno tossicchiare.

“Ehmmmm…Milo…forse è meglio se la rimetti a terra!” disse qualcuno con ironia. Eowyn aprì lentamente gli occhi e si osservò intorno…

Dire che era più che mai sorpresa della visione che le si presentò, era dire poco!

Cinque ragazzi, tutti quelli che lei conosceva essere amici di Samia, indossavano una corazza dai bagliori dorati, l’una differente dall’altra, e uno di loro, Shaka le parve di ricordare, teneva la sua amica abbracciata stretta, accarezzandole la schiena.
Oltretutto, Saori Kido si trovava nella stanza, sempre vestita per lei in modo orrendo, ed era affiancata da un ragazzo che le parve di aver già visto, ma non sapeva assolutamente dire dove…

Quando si rese conto di trovarsi ancora tra le braccia di Milo, per la seconda volta, arrossì come suo solito e si agitò per farsi rimettere a terra.

Pessima idea…

La stanza vorticò e le gambe cedettero; sarebbe finita dritta a terra, se Kanon, che si trovava al fianco di Milo, non l’avesse sorretta in tempo ed accompagnata poi ad una sedia.
Le porse poi un bicchiere d’acqua, per riprendersi dallo shock, ma non ebbe l’effetto desiderato.
Respirò a fondo per sopraffare le vertigini e il senso di nausea, e il colore riprese possesso del suo viso.

“Va meglio, Divina Messaggera?” chiese gentilmente Saori avvicinandosi. Eowyn si accorse che si stava rivolgendo a lei, anche se il suo sguardo tradiva una certa diffidenza nei suoi confronti.

“Come, scusi? Come mi ha chiamata?”

“Tu sei Iris, la Divina Messaggera, giusto?” le chiese ancora.

“No! Il mio nome è Eowyn…né Divina, né tanto meno Messaggera? E Messaggera di cosa, poi?”

“Ma sono io che ho parlato? Ma che mi succede?” si chiese subito dopo.

Samia, notando le due amiche entrambe in difficoltà, si staccò dall’abbraccio di Shaka, rassicurandolo con lo sguardo, e si avvicinò a Eowyn. Le si sedette di fianco, e cercò di spiegarle la situazione…

“Ascoltami, Eowyn: c’è qualcosa che devi sapere, ma che probabilmente nel tuo subconscio già sai, solo che non ne sei cosciente…” iniziò a spiegarle. Guardò poi Saori, chiedendole il permesso di continuare. Saori annuì.

“Ti trovi al Grande Tempio di Grecia, la dimora in cui risiede la reincarnazione della Dea Atena, presente nella figura di Saori Kido, e questi ragazzi con indosso un’Armatura d’Oro, sono i Cavalieri posti in sua difesa, per garantire la pace e la libertà sulla Terra. Lo so che tutto questo può sembrarti strano, all’inizio, ma credimi, ti ci abituerai anche tu, come è successo per me poco più di un anno fa!”

Eowyn non parlava, la guardava con sorpresa sempre crescente…

“Non pensavo…sì, insomma, io sono stata in psicoanalisi per anni, ma che anche voi lo foste mi stupisce parecchio!” esclamò, lasciando tutti di stucco.

“Messaggera…Eowyn! Questo non è uno scherzo: stiamo per affrontare un nemico molto forte e tu potresti essere in pericolo di vita! In qualità di Messaggera Divina, tu sei libera di viaggiare dall’Olimpo alla Terra anche i tempi di Guerra come questi! Ma se una delle Divinità in causa decidesse di arrecare danno all’avversario, potrebbe anche tarparti, per così dire, le ali…e farti prigioniera, se non ucciderti!” Saori era stata dura e volutamente severa con lei.

Eowyn si alzò lentamente dalla sedia…

“Saori…forse sei stata un po’ troppo dura con lei!” esclamò Samia

“Non possiamo permetterci di essere delicati, in questo momento! Il nemico ha completamente circondato i confini del Santuario, e nessuno di noi può uscire, tranne lei…” Eowyn nel frattempo si era ripresa.

“Io non credo a una sola parola di ciò che state dicendo, perciò me ne vado…poiché sono l’unica che può farlo, no?”

“Ma da quando è diventata così ironica?” chiese bisbigliando Ioria.

“Chi l’ha mai capita, questa ragazza!” gli rispose Aldebaran.

Giunta dinanzi alla porta, Eowyn venne bloccata da un’invisibile morsa che le impediva di oltrepassarla: Saori aveva manifestato una piccola parte del suo potere per bloccarla e costringerla a restare.
Non era doloroso, ma per Eowyn fu come rivivere una scena di alcuni anni prima, nella stanza di un motel, dove un uomo rude e crudele la teneva ferma, mentre un altro…

Le lacrime iniziarono a scendere copiose sulle sue guance, ormai la loro corse era inarrestabile, e il suo corpo prese a tremare visibilmente, nonostante non riuscisse a muoversi. Aveva un’espressione terrorizzata, guardava i Saints come se fossero mostri intenzionati a farle del male; la sua mente urlava come fece lei quella notte, ma nessuno venne in suo soccorso. Questa volta, invece, poté chiaramente sentire la voce di Milo.

“Saori…forse stai esagerando!” lei parve non sentirlo nemmeno, tanto era concentrata nella sua missione…quella di aiutarla, più che costringerla, a ricordare. Non sapeva, in realtà, che Eowyn stava sì ricordando, ma non ciò che desiderava lei.

“Atena! Adesso Basta!” il cosmo che invase la stanza era potentissimo, tanto che Saori dovette lasciare la presa su Eowyn che, caduta a terra, si trascinò in un angolo dove rannicchiò le ginocchia al petto e vi nascose il viso.

Tutti i presenti, tranne Samia che ancora non ne era in grado, riconobbero il cosmo del Divino Zeus, e s’inginocchiarono di fronte a ciò che era per loro invisibile ma palpabile come se fosse stato presente.

“Padre…” lo salutò Atena.

“Non è questo il modo per permettere alla Messaggera di ricordare il suo compito!”

“Padre…siete sicuro che lei non stia fingendo, collaborando con Era?”

“Certo che lo sono…perché sono stato io a toglierle i ricordi delle sue azioni, subito dopo averle compiute! Portava a termine i suoi compiti, e subito dopo tornava a essere la ragazza umile e timida dell’orfanotrofio…”

“Possiamo dunque fidarci di lei?”

“Solo tu, figlia mia, non ti sei mai fidata di lei, nonostante fosse un’innocente ragazzina!”

“Avevo i miei buoni motivi, padre!” protestò Atena.

“Adesso la questione è risolta, ma tu dovrai imparare a collaborare con lei, perché la Divina Sposa ha alleati molto potenti che stanno cercando di impedirmi di comunicare con voi! Intervengo in questo momento per riportare al suo antico splendore la ‘fanciulla dai piedi alati’ che tante volte mi ha servito con devozione e sincerità, nelle guerre passate…”

Una luce abbagliante avvolse il corpo di Eowyn, come era già successo quella mattina con Samia, quando era intervenuta Afrodite; quando il bagliore scomparve, Eowyn era profondamente addormentata, ma sul suo viso vi erano ancora tracce delle lacrime versate.

“Saint di Scorpio” tuonò la voce di Zeus “Hai già salvato una volta la vita di questa ragazza, perciò affido a te la sua protezione! La ospiterai all’Ottava Casa, e la proteggerai anche a costo della tua stessa vita!”

“Come volete, divino Zeus!” Milo si alzò e prese tra le braccia la giovane addormentata, allontanandosi in direzione della Casa dello Scorpione.

“C’è ancora una cosa che vi devo comunicare: il nemico che dovrete affrontare è molto potente, più di quanto immaginiate, ma ho deciso di darvi un ulteriore aiuto! Non vi rivelerò di chi si tratta, sappiate solo che saranno qui a breve, perciò vogliate accoglierli come si conviene…La Messaggera, al suo risveglio, ricorderà ogni cosa, e saprà quali sono i suoi compiti e come affrontarli. Buona fortuna a tutti voi, Cavalieri, e a voi due…figlie mie adorate!” il silenzio prese il posto della voce del Padre degli Dei.

“Ha chiamato anche me, figlia?” chiese stupita Samia.

“Possiedi il cosmo della Dea Afrodite, quindi perché stupirtene?” le chiese Ioria avvicinandosi e sorridendole.

Saori la guardava anch’ella sorridendo, ma con un’espressione stanca…

“Ho sbagliato nel giudicare Eowyn prima di sapere chi fosse in realtà, e me ne dispiace…” ammise.

“Vedrai che capirà, se le spieghi le tue motivazioni!” le rispose Samia.

“Hai ragione!”

Shaka posò una mano sulla spalla di Samia.

“Che ne dici di riposare un po’?” le chiese.

“Volentie…” l’emanazione di sei cosmi potenti la interruppe.

Tutti si voltarono verso l’ingresso della Tredicesima…

“Stanno arrivando…” esclamò Ioria.

Continua…

Et voilà il nuovo chappy!!!!!!! Scusate il ritardo, ma ho avuto diversissime cose da fare e poco tempo per aggiornare anche questa storia! Peò adesso c'è e spero vi sia piaciuta....poi adesso Milo dovrà vedersela con Eowyn in casa, da soli...mah!!!Chissà! Mi stavo anche chiedendo se qualcuno si è fatto l'idea di chi possano essere i cosmi dei nuovi arrivati...provate ad indovinare!!!

Snow Fox: che di Atlas non ti fidi è chiaro, ma in questo capitolo non ha detto nulla, non c'entrava poi molto1 Probabilmente, ma non sono sicurissima, lo rivedremo dal prossimo capitolo in poi...perciò tu attendi tranquilla e prova ad immaginare chi sta arrivando!!! Un mega bacio, grazie dei complimenti! Ciao!!!!!!!!!!!!!!

roxrox: e di questa Saori che viene interrotta da Zeus che ne dici? I capelli, da viola, le sono diventati verdi per la rabbia AH AH AH!!! A parte gli scherzi, Atlas è un personaggio un pò ambiguo, prima nemico, poi amico, non so bene ancora che cosa gli farò fare, ma si vedrà dai!!! Grazie di tutto, un super mega bacio e mi raccomando aggiorna anche tu!!!

Ricky78:  fai bene a seguire la storia, perchè i colpi di scena saranno diversi...Perciò alla prossima puntata, ciaooooo!!!

miloxcamus: Milo entrerà ben presto in azion, ma per il bimbo dovrai aspettare ancora otto mesi circa IH IH IH!!! Per ora Shaka se la dovrà vedere con Aaron!!! Spero di non averti fatta attendere troppo, bacioni bella!!! Ciaooooo!!!

Ringrazio che si sta limitando a leggere, ma soprattutto chi ha già inserito la fanfic tra i preferiti...GRAZIE MILLE!!!!!!!!!!!!!!!

Buona notte e buona domenica a tutti!!!

by anzy

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Capitolo 6
*** Capitolo Cinque - La Messaggera ***


cap5 Capitolo Cinque – La Messaggera

Milo aveva disteso Eowyn sul letto, e si era soffermato a osservare i suoi lineamenti: il viso sottile e delicato, gli occhi erano contornati da lunghe ciglia, nonostante non avesse un filo di trucco.
Quando l’aveva sollevata, addormentata, tra le braccia, si era stupito di quanto fosse leggera; mentre scendeva le scale che dalla tredicesima conducevano fino all’Ottava Casa, aveva provato una sorta di deja vù: la prima volta che aveva incontrato Samia, lei era svenuta e lui l’aveva portata in braccio fin da Atena, e l’aveva osservata attentamente. Probabilmente era stato quello il momento stesso in cui aveva iniziato a provare qualcosa per lei, ma con Eowyn sarebbe dovuto essere diverso: Zeus gliel’aveva affidata per proteggerla e lui non aveva intenzione di fare altro…

C’era un particolare, però, che non abbandonava la sua mente: Eowyn aveva dichiarato di essere stata in psicanalisi per anni, ma non aveva spiegato il motivo di questa cosa, e in lui era nata una grande curiosità. Sapeva, però, che non sarebbe mai riuscito a chiederle il motivo di quell’affermazione, ed era anche sicuro che comunque lei non gli avrebbe mai permesso di farlo.
Una cosa era certa: la sua non era timidezza nei confronti degli uomini, ma paura! E, secondo Milo, questa paura si sarebbe presto trasformata in rabbia, o in qualcosa di peggio…Forse l’intervento di Samia, con l’aiuto del cosmo della Dea Afrodite, avrebbe migliorato le cose…

Non aveva ascoltato l’ultima parte del discorso di Zeus, preso com’era a portare la sua protetta in un posto più comodo, e lontano da Saori Kido il più possibile: era sicuro che, nonostante le parole del Tonante, la spavalda reincarnazione della Dea Atena non vedesse di buon occhio la sua presenza al Santuario.

All’improvviso li sentì!

Si fiondò come una furia fuori dal Tempio…era sicuro di essersi sbagliato, non potevano essere loro!
Con il cuore che aveva accelerato i battiti quasi a sentirli anche dall’esterno, attese di scoprire se ciò che aveva captato fosse reale…

D’un tratto eccoli…

Sei figure…

Sei corpi che stavano salendo le scale, provenienti dalla Settima Casa, quella della Bilancia…

_______________

“Stanno arrivando…” aveva esclamato Ioria.

Tutti, tranne Samia, avevano compreso a chi appartenessero i sei cosmi appena sentiti ma nessuno, e tantomeno Saori, riusciva a credere che essi fossero di nuovo tra loro…

Non persero tempo: corsero tutti all’ingresso della Tredicesima, dove ancora non c’era nessuno.
Attesero per almeno una decina di minuti, ma quelle che passarono sembrarono ore.

Poi eccolo…

Un bagliore dorato proveniva dalla penultima rampa che, dalla Casa dei Pesci, conduceva al Tempio d Atena.
Ormai, nel cuore dei sei Cavalieri presenti, la speranza si era trasformata in certezza, la certezza di aver ritrovato i vecchi compagni, amici…e fratelli!

Saga, Death Mask, Micene, Shura, Camus e Aphrodite li stavano raggiungendo; indossavano tutti, tranne Saga, la loro Sacra Armatura.
Saga non possedeva più un’armatura: le Sacre Vestigia di Gemini appartenevano ormai a suo fratello, a Kanon, che le aveva meritate dimostrando il suo pentimento, la sua devozione ad Atena.

Saori aveva quasi le lacrime agli occhi, tanta era l’emozione che stava provando in quel momento: non vedeva quei Cavalieri da molto tempo, ma non li aveva cancellati dal suo cuore!
Sapeva, tra l’altro, che c’era chi, come Milo, la incolpava silenziosamente, o quasi, della scomparsa di questi paladini della giustizia: l’accusavano di aver preferito i Cavalieri di Bronzo a loro, anche se essi stessi si erano sacrificati per dare la possibilità a Seiya e company di oltrepassare il Muro del Pianto e raggiungere i Campi Elisi e, una volta lì, salvarle la vita per l’ennesima volta.
Sapeva anche che la sua scelta di non raccontare la verità a coloro che avevano combattuto contro Era, avrebbe causato non poche rimostranze, anche da parte di Samia che considerava ormai una sorella, anche prima di scoprire che la sua vera sorella, Afrodite, le aveva dato in dono il suo potere.

I sei Gold Saints, giunti sulla sommità del Grande Tempio, si inginocchiarono, abbassando lo sguardo fiero, in segno di rispetto nei confronti della loro Dea.
Saori si avvicinò loro immediatamente.

“Alzatevi, Cavalieri!” attese poi che questi obbedissero al suo ordine e proseguì, passando in rassegna ognuno di loro “Non sapete quanto il mio cuore gioisca nel rivedervi tutti quanti in vita…sono davvero molto contenta di avermi al mio fianco, a combattere l’ennesima battaglia per la pace sulla Terra!”

“Parole, parole, parole…Sa dire solo una gran quantità di parole!” pensò Milo che aveva seguito i compagni e ora si era portato al loro fianco. Aveva lasciato Eowyn alle cure di due delle inservienti addette alla cura del suo Tempio. Esse avevano ricevuto l’ordine di avvisarlo non appena la giovane avesse ripreso conoscenza.
Cercò di contenersi dall’esternare i suoi pensieri, soprattutto perché l’occhiataccia che ricevette da Mur fu tale da indurlo a starsene buono.
Alzò gli occhi al cielo, chiedendo mentalmente pietà…

“Avevo dimenticato che abbiamo un sensitivo qui al Santuario…” si disse ironico.

“Guarda che ti ho sentito!” lo fulminò Mur. Per tutta risposta, Milo sorrise e alzò le spalle in segno d’impotenza.

“Più tardi faremo i conti…” lo redarguì ancora Mur. Milo, a quel punto, stentava a trattenere le risate, ma dovette farlo…non era il momento più opportuno per il sarcasmo.

“Cavalieri…c’è una persona di cui vorrei faceste la conoscenza!” Saori fece segno a Samia di avvicinarsi. Samia lasciò la mano di Shaka, che per tutto il tempo aveva tenuto stretta, per infondergli tutto il suo calore, e si affiancò all’amica “La persona di cui parlo è Samia, nostra ospite da più di un anno ormai, e considerata a tutti gli effetti della famiglia, soprattutto ora…”

“Sappiamo tutto! Dea Atena, siamo stati rimandati qui dal Possente Zeus, dopo essere stati messi al corrente dei fatti principali: sappiamo come Samia sia arrivata al Santuario, accompagnata dal fratello ormai scomparso…” un’ombra di tristezza velò gli occhi della ragazza, mentre fissava colui che stava parlando a nome di tutti, Saga di Gemini “…sappiamo com’è stata dura e dolorosa la battaglia contro Era, e sappiamo come si è conclusa! Inoltre siamo a conoscenza di una nuova presenza, qui al Santuario, affidata alla protezione di Milo, ma anche alla nostra! Siamo tutti, chi più chi meno, responsabili della sicurezza della Messaggera Divina, solo non sappiamo ancora che aspetto abbia!”

Saori era rimasta sorpresa dall’intervento non richiesto di Saga, ma soprattutto, e cosa molto più importante, non sopportava di essere messa a tacere alla presenza di tutti gli abitanti più altolocati del Santuario, del SUO Santuario.
Era certa, però, che il Divino Padre la stesse osservando, e che la stesse mettendo volutamente alla prova, dato il suo comportamento dell’ultimo anno di cui, era consapevole, avrebbe dovuto prima o poi pagarne lo scotto.
Sperava solo che questo avvenisse il più tardi possibile.

D’un tratto, vide i sei Gold inginocchiarsi di fronte a Samia, in segno di rispetto e fedeltà; Saori voleva bene a Samia, ma vedersi mettere da parte in quel modo era troppo. Per fortuna, Samia era una persona intelligente, e seppe fronteggiare alla perfezione la situazione.

“Dea Afrodite…il nostro dovuto rispetto!” disse ancora Saga a nome di tutti.

“No, no, no…Cavalieri, vi prego alzatevi” obbedirono immediatamente “Prima di tutto io non sono Afrodite…di lei possiedo momentaneamente il cosmo e, quando questa guerra sarà finita, spero voglia riprenderselo al più presto: è troppo faticoso sapete? In secondo luogo, questo è il Santuario di Grecia, il Santuario dedicato ad Atena, perciò non inginocchiatevi davanti a me! E poi…mi sentirei un tantino in imbarazzo per tutto questo, e il piccolino qui dentro inizia anche a protestare!” con l’ultima frase si portò la mano al ventre, a sottolineare che una vita cresceva dentro di lei.

Probabilmente quella era l’unica informazione che non era in loro possesso, a vedere dalle espressioni sui loro volti.

“E chi sarebbe il fortunato?” chiese Micene sorridendo.

Camus e Shura si voltarono immediatamente verso Milo, per loro sicuramente il ‘colpevole’.
Milo alzò entrambe le mani in segno di difesa.

“Non guardate me, io non c’entro! E’ stato lui…” affermò, indicando poi Shaka che fino a quel momento era rimasto in attesa di poter manifestare i suoi sentimenti.

Il diretto interessato si avvicinò a Samia e le cinse la vita con un braccio, tanto per puntualizzare che il territorio era suo!
Samia sorrise per quel gesto: quando voleva, Shaka la stupiva sempre con un atteggiamento che lei non si aspettava.

“Bhè…allora congratulazioni a tutti e due!” continuò Micene, seguito poi dagli altri.

In tutto questo, Saori continuava a rimanere esclusa…

“Nobile Cavaliere di Scorpio!” gridò una voce affannata. Tutti si voltarono verso le scale, la direzione da cui proveniva quella voce. Uno degli inservienti di Milo stava correndo verso di lui agitando un braccio. Arrivò in cima alle scale con il fiatone.

“Che cosa è successo? Perché sei così allarmato?” gli chiese Milo.

“La Messaggera…” iniziò lui.

“Che cosa è successo alla Divina Messaggera?” intervenne subito Saga, scuro in volto.

“Si è svegliata, ma non c’è stato verso di trattenerla e…sta venendo qui!”

“Cosa?” chiesero all’unisono diversi dei presenti.

“Esattamente quello che ha detto lui…sto venendo qui!” esclamò una voce alle loro spalle. Tutti si voltarono verso le scale, dove una figura vestita di un candido vestito bianco, lungo fino alle caviglie, sorretto da sottili spalline, una scollatura generosa e una stola trasparente avvolta intorno alle spalle.

Ai nuovi arrivati sembrava un angelo sceso dal cielo, e più o meno era così, mentre per chi già la conosceva era una sorpresa incredibile, e piacevole, soprattutto per Saori che si vide messa ancora di più in ombra.

Samia si scostò da Shaka, per andarle incontro; le poggiò una mano sul braccio, e chiese della sua salute.

“Eowyn…come stai?” le chiese dolcemente.

Eowyn la guardò, un’espressione dolce, ma stanca, sul viso. Le sorrise comunque.

“Mi sento stanca, ma sto bene, grazie Samia!” si voltò poi verso Saori e le si avvicinò lentamente.

Quando le fu davanti, si inchinò leggermente e piegò la testa in segno di rispetto.

“Atena, sono al vostro servizio…”

Saori la fissò, incrociando le braccia, e le rivolse un sorriso di sufficienza.

“Sei molto giovane…spero solo che tu ti renda conto delle responsabilità che hai e che sia all’altezza dei compiti che ti verranno affidati!” le rispose, prima di voltarsi e rientrare, senza però essere seguita da nessuno.

Eowyn era rimasta per tutto il tempo nella stessa posizione, ma dentro di sé sentiva un sentimento nuovo farsi strada poco alla volta: risentimento e indignazione!
Sentì il peso di una mano sulla spalla; voltandosi, riconobbe Milo.
D’istinto si ritrasse da quel contatto e, per un attimo ancora, il giovane Cavaliere poté nuovamente scorgere la paura nei suoi occhi.
Eowyn si accorse che il suo comportamento poteva sembrare molto strano agli occhi dei presenti, ma era più forte di lei…nessun uomo poteva toccarla…mai più! Lei era lì per svolgere il compito di Messaggera, certo assai difficile in tempo di guerra, ma non per questo doveva fare amicizia per forza con gli altri abitanti del Grande Tempio: al suo risveglio, poco prima aveva ricordato quali erano state le parole di Zeus la prima volta che l’aveva richiamata a sé.

“Eowyn, o meglio…Iris, mia fidata Messaggera…devo affidarti un compito assai difficile e pericoloso: il nemico è tornato, e minaccia nuovamente la Terra! Atena, la mia adorata figlia, interverrà sicuramente, aiutata dai suoi Cavalieri e da una giovane donna che avrà un ruolo molto importante in questo conflitto. Era, la Sposa Divina, è riuscita ad allearsi con due temibili nemici che non esiteranno a distruggere tutto quello che troveranno sul loro cammino. Io da solo non potrò contrastare il loro potere, perché gli altri Dei a cui ho chiesto aiuto non mi appoggeranno, essendosi dichiarati neutrali; non potrò comunicare con Atena e i suoi guerrieri, se non tramite te! Tu sarai l’unica a poter uscire dal Santuario di Grecia indisturbata, ma questo comporterà comunque dei gravi rischi. Era è sempre stata gelosa della tua bellezza, sebbene fosse lei la mia Sposa e non tu; questa volta, però, potrebbe decidere di sfruttare i tuoi poteri... e poi eliminarti…stai attenta ogni qualvolta ti verrà affidata una missione! Purtroppo, però, i tuoi problemi si presenteranno anche all’interno del Santuario stesso: la giovane donna in cui la Dea si è reincarnata, è molto bella, ma anche molto presuntuosa e viziata. La tua bellezza potrebbe mettere in secondo piano la sua, perciò dovrai portare pazienza e sopportare più che puoi i suoi comportamenti…Buona fortuna, mia adorata!”

Eowyn aveva ascoltato quella filippica senza avere la possibilità di replicare, o almeno provarci; si addormentò quasi subito e, al suo risveglio, ogni ricordo di quel discorso era svanito, per poi ricomparire una volta assunto il compito della Messaggera.

Distolse lo sguardo da quello di Milo, sorpreso e sconcertato dal suo comportamento, per poi posarlo sui nuovi guerrieri appena arrivati.
Si diresse verso di loro e s’inchinò come aveva fatto di fronte ad Atena, solo che si rialzò velocemente per guardarli in faccia.

“Cavalieri d’Oro del Grande Tempio di Atene, mi presento…Io sono la Divina Messaggera, al Vostro servizio, come a quello della Dea che proteggete…Vi prego di rivolgervi a me se avrete bisogno di comunicare con l’esterno…Buona fortuna a tutti voi, Cavalieri!” detto questo di voltò e prese a ridiscendere le scale.

“Ma…” aveva iniziato a dire Saga, rivolto ai vecchi compagni “Vuole che scavalchiamo gli ordini di Atena, rivolgendoci direttamente a lei?”

“No…vuole solo che scavalchiamo Saori Kido! Non credo che la trovi molto simpatica!” aveva risposto Aphrodite che parlò per la prima volta da quando erano tornati.

"E chi lo fa? E' troppo superba quella donna!" continuò Death Mask, con il suo solito ghigno.

“Ne vedremo delle belle, nonostante la guerra che incombe…” sorrise Milo.

“Come si chiama la fanciulla? Non il suo nome antico…” chiese Micene, osservando la fragile e leggera figura allontanarsi da loro.

“Eowyn…” rispose Ioria, avvicinandosi al fratello e poggiandogli una mano sulla spalla.

Eowyn si era allontanata senza dire altro; aveva trovato dentro di sé la forza per guardare negli occhi quegli uomini che sì, erano coraggiosi, ma che per lei non erano che uomini. E gli uomini, per Eowyn, avevano cessato di esistere una notte di tanti anni prima!
La paura…la paura non era passata dentro di lei, ma la consapevolezza che aveva un compito da svolgere, le aveva dato la forza per accettare il suo destino e per continuare ad andare avanti a vivere…almeno fino alla fine della Guerra.

Poi…chissà…

Continua…

Ed ecco pronto il nuovo capitolo!
Chiedo scusa, ma non ho resistito...per me Saori è e sarà sempre spocchiosa, viziata ed egoista e...non la sopporto, si nota??? Ho provato a darle un ruolo più gentile, e per un pò ci sono riuscita, ma quando ha visto i Gold inginocchiati davanti a Samia...non vi dico come si sentiva dentro!!! AH AH HA!!!
A proposito di gold...che ne dite della rinascita dei sei mancanti??? Fatemi sapere che sono curiosa!!! E poi ancora una cosa? Ve ne siete accorti che i Bronzini sono rimasti all'esterno del Santuario??? Mi sa che mi sono scordata di farli rientrare in tempo...che cattivaaaaaa!!!!!
Ora passo ai ringraziamenti che è meglio va...

Snow Fox: hai visto che sorpresa? Ma ti saresti mai immaginata che fossero loro i nuovi arrivi al Santuario??? Spero di avere reso l'effetto! A colpi di scena, non sono certo finiti, perciò leggi, leggi, leggi!!! Grazie come sempre, un super bacio Ciaooooo!!!

Ricky78: come vedi l'Olimpo non lo scomodo, quindi dalla parte dei buoni abbiamo solo Atena e Afrodite!!! E poi forse avevi inteso male, perchè ad arrivare non erano i nemici, ma gli amici!!! I nemici staranno ancora per un pò al di fuori del Santuario...insieme ai bronzini (poveretti!!!) Bacio alla prossima!!!

miloxcamus: Milo e Eowyn sotto lo stesso tetto sì, hai ragione, ne vedremo di belle, ma non solo con lui...la ragazza è cambiata e non si farà mettere i piedi in testa, anche se il suo trauma a volte rischierà di farla crollare (non dico altro perchè se non ti dico tutto) Grazie come sempre dei complimenti, Ciaoooo e bacioniiiii!!!

roxrox: il divin piedino ha alzato il tacco ed è rientrato con la coda tra le gambe (come ci ho goduto sai?) Milady ha parlato di Era, infatti uno dei nemici è Era, come Zeus ha detto a Eowyn, ma chi saranno gli alleati? Lo scopriremo solo leggendo!!! Grazie bella, alla prossima Ciauuuuu!!!

A questo punto non mi resta che aggiornare...
Grazie a chi ha già inserito la fanfic tra i preferiti, mi rendete felice! E grazie ai lettori volanti che non lasciano commenti...siete sempre tanti(non per vantarmi)

Ciriciao gente!!!

by anzy

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Capitolo 7
*** Capitolo Sei - Primi attriti ***


cap7 Capitolo Sei –  Primi attriti

Eowyn fissava un punto indefinito dinanzi a sé, senza però scorgere nulla di ciò che le si parava di fronte, e senza sapere dove si trovasse esattamente.

Aveva camminato a lungo, dopo aver abbandonato lo spiazzale della Tredicesima, dove tutti i presenti erano rimasti fermi a osservare la sua schiena allontanarsi.
Uno a uno, aveva attraversato i dodici Templi dello Zodiaco, senza dover chiedere a nessuno il permesso di farlo, essendo al momento vuoti.
Ogni volta che aveva messo piede in ognuno di essi, aveva percepito chiaramente l’eco delle battaglie svoltesi al loro interno.

Dolore, tristezza, morte…

Non aveva mai saputo, da comune mortale qual era, di possedere quella sorta di empatia del passato ma, dentro di sé, sapeva che questo…’potere’ sarebbe fiorito, suo malgrado, anche per quanto riguarda il presente.

Non lo voleva, non lo aveva desiderato…non aveva chiesto niente a nessuno, se non l’essere lasciata in pace, chiusa nel suo guscio che le serviva come unica protezione contro il male di cui il mondo era saturo.
E invece qualcuno aveva ben pensato di spaccare questo guscio in mille pezzi, esponendola alla paura che con tanta fatica era quasi riuscita a imprigionare, per non esternarla ogni volta che metteva piede fuori della sua stanza!
Non era giusto…cosa aveva fatto di male per meritarselo?

I ricordi della sua infanzia riaffiorarono all’improvviso: immagini sfocate, sorrisi e giornate felici passate insieme alla sua famiglia.

Già…la sua famiglia…lei ora non aveva più una famiglia, perché per lei erano tutti morti!

Oltrepassata la Prima Casa dell’Ariete, Eowyn aveva proseguito in linea retta senza fermarsi, aggirando inconsapevolmente tutti gli ostacoli che le si paravano di fronte, persone comprese.
Nessuno aveva osato rivolgerle la parola, neanche per sapere se avesse avuto bisogno di qualcosa; vedendola completamente rapita dai suoi pensieri, si scostavano di lato, lasciandola passare, colpiti soprattutto da quell’aura argentata che si sprigionava dal suo corpo, come se riflettesse i raggi della Luna…con l’unica differenza che era pieno giorno!

Si era fermata solo quando un muro di roccia invalicabile le si era parato di fronte; ora il suo corpo era fermo, immobile, lo sguardo fisso, la mente offuscata dai ricordi…

Si rivide bambina, allegra, mentre indossava un vestitino giallo corto, con le maniche a sbuffo, come piaceva tanto a sua madre, Elise, che la trattava come se fosse una bambola di porcellana.
Correva, Eowyn, nel grosso giardino della grande casa in cui vivevano, circondato da rosai di vari colori; il profumo delle rose le piaceva, era fresco e ogni giorno ne raccoglieva una che portava alla madre, seduta su una delle panchine in legno posizionate qua e là.
Passavano interi pomeriggi così, tra risate e giochi, fino a quando calava il buio e l'incubo aveva inizio…

Eowyn chiuse gli occhi e strinse i pugni; non voleva rivivere ancora quelle scene, lei voleva dimenticare…ma qualcuno stava manovrando la sua mente e la stava ‘aiutando’ a ricordare tutto nei minimi dettagli!

Dopo cena, la madre la conduceva immediatamente nella sua stanza, al primo piano, dove l’aiutava ad addormentarsi cantandole dolci melodie, o leggendole fiabe leggendarie, piene di eroi che salvavano le principesse indifese e sconfiggevano il cattivo di turno.
Eowyn sapeva benissimo, però, che le fiabe non esistevano, che la realtà non era come quella descritta nei libri, e tutto questo, nonostante fosse solo una bambina di nove anni!

Ogni volta che si trovava nel pieno del sonno, Eowyn era svegliata da tonfi sommessi, provenienti dal piano inferiore…
La prima volta che aveva visto suo padre picchiare crudelmente la madre, era stato per lei uno shock tremendo: si era alzata ed era uscita dalla sua stanza perché aveva sentito dei rumori, ed era andata in cerca della madre, ma nella sua camera non l’aveva trovata. Era scesa così nell’ingresso, dove aveva visto la porta della sala appena aperta e la luce accesa.

La scena che si era presentata ai suoi giovani occhi era, ancora adesso, un incubo…

Non ricordare…non ricordare…non ric…

Si appoggiò con una mano alla parete rocciosa, ma le gamb cedettero ugualmente e dovette inginocchiarsi, abbassando la testa; le lacrime presero a solcarle le guance, mentre il suo corpo tremava.

Per sua fortuna, o forse per un qualche intervento divino, una mano le si posò sulla spalla, arrestando così il flusso dei ricordi…almeno per il momento.
La sorpresa fu grande, ma anche accolta con un sospiro di sollievo, tranne per quando si voltò, trovandosi di fronte Milo e Camus, lo sguardo fisso sul suo corpo tremante e gli occhi gonfi di pianto.
Eowyn osservò per un po’ la mano di Milo sulla sua spalla, quando un flash le ricordò un’altra mano che la esplorava, ruvida e viscida come un serpente…

Di colpo si ritrasse, provocando in entrambi i Cavalieri che le stavano di fronte, sorpresa e sbigottimento; come ci riuscì, non se lo seppe spiegare, ma piantò le sue iridi smeraldo in quelle blu del Saint di Scorpio; con sguardo risoluto gli rivolse la parola, alzandosi lentamente in piedi, appoggiandosi alla roccia dietro di lei.

“Mi stavate cercando?” chiese duramente. Milo e Camus rimasero sorpresi ancora dal suo tono ma, mentre Camus riuscì a mantenere la calma come suo solito, Milo non ne fu capace.

“Direi proprio di sì, e non siamo gli unici! Sono esattamente tre ore che ti sei allontanata dalla Tredicesima Casa, ma noi tutti pensavamo fossi tornata all’Ottava, mentre in realtà nessuno ti ha più vista! Con tutto il dovuto rispetto, Divina Messaggera, cosa diavolo ti è saltato in mente di sparire così?” le chiese adirato.

“Milo…forse non è il caso di scaldarsi tanto!” intervenne Camus che attirò su di sé lo sguardo della Messaggera.

“E’ il caso eccome! Mi sembra che di ragazzina viziata e incapace di difendersi da sola ce ne sia già una qui al Santuario, non ne vogliamo un’altra! La signorina qui presente, sarà anche veloce come vuole il mito, ma non conosce l’arte del combattimento e non potrebbe difendersi se fosse in pericolo…Zeus mi ha affidato la sua incolumità, ed è mio compito proteggerla!” si sfogò.

“E chi ti dice, Cavaliere, che io non sia in grado di difendermi?” chiese a quel punto Eowyn.

“Vogliamo provare?” la sfidò Milo.

“Smettetela voi due, sembrate due bambini!” intervenne ancora Camus, anche questa volta senza essere ascoltato “Mi spieghi cosa sono venuto a fare con te, se non mi dai retta?” chiese infastidito all’amico.

“Sei venuto per aiutarmi a cercare questa scellerata…” gli rispose.

“Cavaliere di Scorpio, devo ricordarti qual è il rispetto che devi portare alla mia persona?” questa volta Eowyn era proprio arrabbiata.

“No, non me lo devi ricordare, ma se vuoi che io, o chiunque altro qui al Santuario, ti porti rispetto, devi iniziare a farlo tu stessa!” Eowyn rimase colpita da quell’accusa, e ritornò ad assumere nuovamente un’espressione triste. Abbassò il viso, guardandosi le punte dei piedi.

“Hai ragione, ti chiedo scusa! E chiedo scusa anche a te, Cavaliere di Acquarius…”

“A me?” si stupì ancora Camus.

“Sì! Io non posso e non devo permettermi di mettere in allarme l’intero Santuario per un mio capriccio…non succederà più, è una promessa!” s’incamminò per tornare alla scalinata delle Dodici Case, ma si fermò di colpo.

“Mi fareste strada, per cortesia? Io non saprei proprio dove mi trovo!” Milo e Camus la affiancarono silenziosi e ripresero il cammino inverso.

“Sei sicura di sentirti bene?” le chiese più gentilmente Milo.

“In che senso?” chiese lei.

“Sei strana: un momento sei aggressiva come una pantera e il momento successivo torni a essere docile come una gatta…Non è che soffri anche tu di sdoppiamento della personalità?” Milo ricevette una gomitata al fianco e un’occhiataccia da parte di Camus.

“Se ti sentisse…” iniziò l’amico.

“Saga?” terminò per lui Eowyn “So quali sono stati i problemi causati dalla personalità doppia del Cavaliere di Gemini, ma non credo di soffrirne anch’io…” rispose seria.

“Senza offesa, eh?” le spiegò Milo “Ero solo curioso” l’ultima affermazione causò in Camus un sospiro di rassegnazione.

“Non cambierà mai…” si disse tra sé.

Continuarono a camminare in silenzio, fino a quando raggiunsero l’Ottava Casa, dove Camus lasciò soli i due occupanti e proseguì verso l’Undicesima.
Milo ed Eowyn entrarono restando sempre in silenzio, ma si diressero in direzioni opposte.

“Non vuoi mangiare qualcosa?” le chiese lui.

“Non ho fame, grazie!”

“Sei a digiuno probabilmente dall’ora di pranzo!” cercò ancora di convincerla lui. Eowyn si rese conto solo in quel momento che il ragazzo aveva pienamente ragione,e cambiò idea.

“Va bene…” gli inservienti avevano lasciato tutto pronto sul tavolo, cosicché i due dovettero solo sedersi e riempirsi i piatti.

Per Eowyn era una situazione del tutto nuova e imbarazzante: mai si era seduta a tavola da sola con un uomo prima d’ora; non sapeva cosa dire, anche se era cosciente di doverlo fare. Non lo fece ma, mentre stava riordinando, prese la decisione finale.

“Volevo chiederti ancora scusa per il mio comportamento di prima…” affermò dandogli le spalle. Milo, dal canto suo, avrebbe voluto avvicinarsi per parlare con lei, ma il ricordo delle reazioni avute quando si trovava vicino, se non a contatto con l’altro sesso, lo fece desistere. Rimase così vicino al tavolo, mentre Eowyn appoggiava una mano al frigorifero.

“Non ce n’è bisogno: è tutto risolto!” le confermò.

“Grazie…” rimase zitta qualche secondo, poi prese il coraggio a due mani “ Posso farti una domanda?”

Milo le fece un cenno affermativo.

“Quando prima hai detto che c’è già una ragazzina viziata qui al Santuario, a chi ti riferivi?” Milo sorrise.

“Non riesci proprio a immaginarlo? Eppure oggi ha dato mostra del suo egoismo in perfetto stile!”

“Non puoi riferirti a…”

“E invece sì, proprio a lei! La più viziata, egoista e strafottente delle ragazze che io abbia mai conosciuto!”

“Atena?”

“No, Saori Kido!”

“Ma è pur sempre una Dea, e Zeus si è raccomandato di sopportare i capricci della sua reincarnazione!”

“Forse si sarà raccomandato con te, ma a me non ha detto nulla!”

“Sei strano sai?”

“Chi, IO?” si sorprese della sua affermazione.

“Sì! Non la reggi, ma la proteggi…” affermò Eowyn, più che altro a se stessa.

“Sono un Cavaliere, e il mio dovere è quello di proteggere Atena, che mi piaccia o no la persona che riveste questo ruolo!”

“Io ti ho capito, sai?” Milo si fece più attento, ed Eowyn continuò.

“Quando oggi ho attraversato questo Tempio, nel mio vagabondaggio, ho sentito i tuoi sentimenti. A dire la verità ho sentito quelli di tutti voi Cavalieri, ma il tuo risentimento in particolare! Mi ha stupita, perciò mi sono inconsciamente soffermata a valutarlo! Tu provi del risentimento verso Saori, perché lei ha lasciato indietro le persone a te care, permettendo ai Cavalieri di Bronzo di tornare in vita al loro posto…e questo non glielo hai mai perdonato, per questo sei così scontroso nei suoi confronti! La rabbia per la perdita delle persone a te care, ti ha portato a combattere fino allo stremo delle tue forze, ma questo non ha cambiato la situazione! Sono convinta che, ora che tutti sono di nuovo in vita, tornerai alla normalità!”

“E da quando hai studiato psicologia, tu?” chiese sarcastico. Eowyn gli rispose punta sul vivo.

“Non ho studiato psicologia, se ti interessa tanto! Volevo solo farti intendere che ho capito quello che provi, che hai provato…e sperare che tu possa, in futuro, cambiare idea, tutto qua!”

“Non ho bisogno del tuo aiuto!” la fissò con orgoglio, poi lasciò la stanza dove lei rimase a fissare la sua immagine ormai scomparsa.

“AHHH! Figurati se mi lascio analizzare da una ragazzina, io! Sarà anche la Messaggera degli Dei, ma mi deve lasciare in pace! Ne ho già troppi di pensieri per la testa, maledizione…ci mancava solo questa!”

“Non ti sembra di esagerare un po’?” chiese una voce alle sue spalle. Milo era uscito dalla Casa e si era incamminato lungo la strada laterale che conduceva in altri luoghi del santuario. Si fermò di colpo a quella domanda.

“Mur…la devi piantare di leggere i miei pensieri!” esclamò.

“Non sono io che leggo i tuoi pensieri, sono loro che risaltano sopra quelli di tante altre persone e che non riesco proprio a ignorare, come faccio con gli altri!”

“Mi scusi…Signor Houdinì!” Mur sorrise appena.

“Houdinì era un mago…” lo corresse.

“Non importa! Adesso scusami, ma devo farmi un giro per calmarmi!”

“Cosa ti avrà mai fatto di così crudele, quella ragazza, per renderti così instabile?”

“La psicologa!” esclamò ancora lui.

“Di certo tu ne avresti bisogno, ma non credo lo abbia fatto con uno scopo negativo! Forse voleva solo aiutarti…”

“Lo dico a te, come l’ho già detto a lei: io non ho bisogno di aiuto, chiaro?” detto questo, si allontanò velocemente.

“Secondo me ne avrai eccome…” si disse piano il Cavaliere di Aries.

Eowyn era stanca, quella sera; le emozioni contrastanti provate durante la giornata, l’avevano davvero sfiancata! I ricordi indesiderati le avevano lasciato l’amaro in bocca e, dopo un’iniziale scontro con Milo, aveva scelto la resa, confinandoli nell’antro più buio della sua mente e sigillandoli momentaneamente.
Decise di andare a letto presto, tanto più che il giorno dopo aveva udienza da Atena! Sicuramente, la Dea aveva in serbo per lei la prima missione…

Quando Milo rientrò, a notte fonda, tutte le luci erano spente ma, passando davanti alla camera di Eowyn, notò che questa era leggermente aperta; non vi era luce artificiale all’interno, ma i raggi della Luna illuminavano la figura della giovane Messaggera che, addormentata, sembrava anche lei una Dea…

Continua…


Vi ho sorpresi? Un aggiornamento quasi lampo!!! Oggi mi è venuta l'ispirazione, così non me la sono lasciata scappare e ho scritto per un pò, pensando anche già al capitolo successivo!!!
Spero vi sia piaciuto, anche se il carattere che ho dato a eowyn è un pò strano, e so già che gestirlo sarà una faticaccia, ma a me le sfide in tal senso piacciono e l'ho presa con filosofia!!!

Ora, prima di passare ai ringraziamenti privati, passo un attimo ad un altro argomento: nell'ultimo capitolo di Complicated, avevo poi chiesto nello spazio autrice, cosa ne pensavate di un eventuale seguito, visto più come una sorta di spin off, sulla vita di Saga in un'altra città! Le vostre risposte vertevano principalmente a favore di questo progetto e, bene, diciamo che il filo guida della trama io lo avrei già bene in mente, adesso dovrei solo tesserci intorno tutta la storia! Spero vi faccia piacere!!!

Snow Fox: tu non sai che cosa ho in mente per Saori in questa storia! Mi raccomando continua a seguirla perchè lo scoprirai presto, anzi no...non troppo presto!!! Grazie, tesoro, per le belle recensioni che mi lasci sempre! Ciaooooo baciooooooo!!!

miloxcamus: amicaaaa!!!! Hai visto Milo ed Eowyn fanno scintille!!! E se ne vedranno parecchie te lo posso assicurare!!! Alla prossima bella!!! Bacioniiiiiii!!!

sesshy94: ne passerà di acqua sotto i ponti prima di vedere, e se la vedrai, Eowyn tra le braccia di Milo! Mi sa che lo farò penare parecchio!!! I tuoi commenti sono sempre mitici, davvero!!! Ciao carissima ti mando un super bacio!!!

roxrox: può darsi che Eowyn lo convinca Zeus a riprendersi la sua cara figlioletta, mah!!! Grazie di tutto, mi raccomando seguimi ancora e aggiorna la tua!!!!

Anzi...aggiornate tutteeeeee!!!

Un saluto e super bacio ai fantasmini, come qualcuno li ha già chiamati...CIAOOOO

by anzy

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Capitolo 8
*** Capitolo Sette - La prima missione Parte Prima ***


cap8 Capitolo Sette – La prima missione Parte Prima

Eowyn si svegliò riposata, la mattina seguente: aveva dormito profondamente, nonostante il piccolo battibecco avuto con Milo. Per la prima volta dopo quella maledetta notte, non aveva avuto incubi e aveva provato una sensazione di protezione, un calore affettivo che non si sarebbe mai aspettato di provare.
Si era chiesta se tutto ciò era dovuto alla presenza del Saint di Scorpio, ma non riuscì a darsi risposta…sapeva soltanto che, a un certo punto della notte, il cosmo di Milo aveva riempito l’Ottavo Tempio, e vi aveva regnato sovrano per lunghe ore, mentre la Luna, con i suoi lucenti raggi, la aiutava a rilassarsi.
Si era sentita come a casa, anche se sapeva di non esserlo…

Fece colazione con Milo in silenzio ma intuendo dalla sua espressione che non era più adirato nei suoi confronti; avrebbe voluto dirglielo, ma sapeva che un’affermazione del genere lo avrebbe infastidito, per cui tacque.

Anche il giovane Cavaliere era silenzioso, assorto nel ricordo di come aveva reagito la sera precedente, prima alle parole della Messaggera, poi a quelle del Saint di Aries.
Aveva riflettuto per tutta la notte perché, dopo aver osservato la serenità del viso della sua giovane ospite, addormentata, si era perfettamente reso conto di aver esagerato, ma non sapeva come affrontare quella situazione!
Lui aveva il compito di proteggerla, ordine giunto direttamente dal Padre degli Dei che si aspettava lui lo portasse a termine con successo; sapeva che non sarebbe stato facile perché, a causa del suo ‘lavoro’, la Messaggera era sottoposta costantemente al pericolo…
Finché si trovavano all’interno del Grande Tempio, poteva affiancarla in qualsiasi cosa in cui lei avesse ritenuto opportuno il suo intervento, ma fuori dai confini era diverso!

Il problema si presentò di lì a un’ora circa, quando entrambi si trovavano alla Tredicesima, nella Sala del Trono, al cospetto di Saori Kido.
Eowyn era inginocchiata di fronte ad Atena, mentre Milo attendeva poco dietro, insieme a Camus e Mur.
Eowyn indossava una veste molto simile a quella che portava il giorno prima, ma celeste questa volta; i capelli, sciolti, le ricadevano sulle spalle e lungo la schiena. Due sottili trecce partivano dalle tempie e si univano in un’unica dietro il capo, mentre due ciocche di boccoli le incorniciavano il viso; sembrava un cherubino…femmina!

Saori la osservava seria, mentre soppesava le parole che le avrebbe rivolto: quella ragazza non le era piaciuta sin dall’inizio, anche se non ne conosceva il motivo. Credeva si trattasse di qualcosa legato a un nuovo nemico, mentre in realtà era semplicemente una poveretta cui era stata data tanta importanza, e da Zeus poi!
Questo pensiero la colse impreparata…era gelosia la sua! Lei era Atena, la Signora di quel luogo mistico…e quella ragazzina il giorno prima le aveva, per ben due volte, rubato la scena. I Gold Saints si erano inginocchiati al suo cospetto, mentre il Padre, poco prima, l’aveva difesa dal suo potere…
Certo anche Samia era diventata molto importante, ma era una sua amica e non le avrebbe mai portato via ciò che le apparteneva di diritto…

“Divina Messaggera, ho una missione molto importante da affidarti! Non sarà un compito facile, ma confido nelle capacità che Zeus in persona ha riscontrato in te, e mi aspetto che lo porta a termine con risultati positivi…” attese per vedere se osava risponderle, anche dopo aver usato un tono autoritario.

Osava!

“Il Grande Zeus mi ha mandata qui per obbedire a ogni vostro ordine, mia Dea…aspetto solo che mi diciate cosa volete io faccia!”

“Sfacciata…ma se pensa di sfidarmi, sarò io a vincere!” si disse Saori.

“Ebbene! Ci sono cinque Cavalieri, oltre i confini del Santuario, la cui incolumità mi sta molto a cuore, e che vorrei tu raggiungessi e accompagnassi qui, grazie all’uso dei tuoi poteri. Dovresti essere in grado di arrivare velocemente nei luoghi dove essi riposano, anche se molto lontani: Seiya di Pegasus si trova a Luxor, in Giappone, Shun di Andromeda si è recato in visita sull’isola omonima. Ikki di Phoenix, invece, è sull’isola della Regina Nera; Shiryu del Dragone è in Cina, mentre Hyoga del Cigno è in Siberia. Il tuo compito è raggiungerli e condurli qui, al sicuro…” terminò impassibile.

Eowyn non accennava a muoversi, come se la difficoltà della missione che le aveva appena affidato non la preoccupasse minimamente.

“Puoi andare…Prima inizierai, prima porterai a termine il tuo compito!”

Eowyn si alzò lentamente, senza guardarla negli occhi, e le voltò le spalle per uscire dalla Sala, senza dire una parola, senza fare alcun commento.

Al contrario, Milo fremeva di rabbia e stentava a trattenersi: osservava la Messaggera avanzare verso di lui, lo sguardo fisso di fronte a lei, nessuna emozione sul suo volto…

“Atena!” la giovane Dea spostò lo sguardo sul Cavaliere.

“Questa missione non è adatta a una Messaggera…non è questo che ha ordinato Zeus!”

“Vuoi forse opporti a un mio ordine, Milo di Scorpio?” chiese stupita Saori.

Alle parole del Cavaliere, Eowyn si era bloccata e aveva voltato il viso verso di lui, osservandolo con attenzione: vide ancora rabbia nei suoi occhi, un risentimento profondo e malcelato che rischiava di rovinare l’armonia che avrebbe invece dovuto regnare in quel luogo.

“Cavaliere…” intervenne, ma lui la bloccò alzando una mano.

“No! Ricordati qual è il mio compito…” si rivolse poi di nuovo ad Atena “Atena, perché mandare lei, e non un Cavaliere d’Oro, in questa missione che tutto è meno che semplice! Per cinque volte, dovrebbe spiegare chi è e qual è il suo ruolo in tutta questa storia, mentre il tempo a sua disposizione sarebbe pochissimo e mal usato…” cercò di convincerla.

“Cavaliere di Scorpio…la mia decisione non sarà messa in discussione da nessuno! Tutti i Cavalieri d’Oro devono rimanere all’interno del Santuario, per la vostra sicurezza e a difesa di questo luogo, in caso il nemico decidesse di attaccare all’improvviso. Potete andare, ora…” li congedò con una mano, conscia del poco tempo che Eowyn aveva a sua disposizione.

“Ma…” cercò di continuare Milo.

“Basta, Cavaliere!” questa volta Eowyn era intervenuta con autorità “Questa missione è stata affidata a me e intendo assolvere il mio dovere fino in fondo! Se, per qualsiasi ragione, Zeus dovesse infine ritenere superfluo e inutile ciò che mi è ordinato di fare, sarà lui stesso a prendere i dovuti provvedimenti, al termine del conflitto! Cinque Cavalieri potrebbero essere in pericolo, là fuori, ed io non intendo perdere altro tempo!” detto questo, un bagliore argentato avvolse il suo corpo.

Quando la luce svanì, Eowyn non indossava più veste lunga, ma una corta tunica chiara, composta di veli semitrasparenti, bianchi e rosa, e un paio di calzari legati attorno ai polpacci; in un batter d’occhio scomparve, mentre al suo posto qualche piuma si posava dolcemente a terra.
Ai tre Cavalieri che avevano assistito alla sua partenza, era parso di veder spuntare un paio di ali sulle spalle della giovane, ma tutto sembrava così effimero da non poterci neanche credere…


“Maledizione!” esclamò Milo al colmo della rabbia, colpendo con un poderoso pugno una delle colonne poste ai lati del corridoio centrale dell’Ottava Casa.

“Milo…adesso ti devi calmare! Non è infuriandoti così che potrai risolvere la situazione!” lo riprese Mur. Milo lo fissò con ancora più rabbia.

“Ti rendi conto di quello che è successo? Saori Kido ha deliberatamente sovvertito agli ordini impartiti da Zeus, sapendo perfettamente che lui non era in grado di intervenire, questa volta! Ha affidato alla Messaggera una missione difficile e pericolosa!” gli rispose.

“Lo so bene, non credere…Sono d’accordo con te, anzi lo siamo tutti!” con una mano indicò gli altri Cavalieri d’Oro che erano accorsi quando avevano sentito il cosmo di Scorpio sull’orlo dell’esplosione “Siamo qui apposta per decidere che cosa fare…tutti quanti insieme!”

“E che cosa facciamo, dunque?” chiese spazientito.

“Non essere impaziente…”

“Cavalieri!” Samia intervenne per la prima volta “Lasciate che parli io con Saori, magari riesco a convincerla a cambiare atteggiamento…”

“E cosa ti fa credere che tu possa riuscirci?” le chiese Milo.

“Rappresento o no sua sorella, in questo momento?” gli rispose, alzando un sopracciglio sarcasticamente.

Effettivamente era molto bella…

Questo era il pensiero che passò per la mente di alcuni di loro, soprattutto tra i nuovi arrivati, tra cui Camus e Saga. La gravidanza non era ancora evidente, ma il suo aspetto era giovale e molto attraente: indossava un semplice vestito corto al ginocchio, verde acqua, con spalline larghe e una cintura gialla a stringerle alla vita, ai piedi un paio di semplicissimi sandali bianchi.

Certo, Afrodite aveva scelto bene la sua rappresentante in Terra: nonostante fosse molto semplice come donna e non una bellezza prorompente come si poteva immaginare nelle vesti della Dea dell’Amore, Samia possedeva qualcosa di carismatico che teneva imprigionati chiunque la osservasse.

“Lasciatemi provare, male che vada non mi darà retta…”

“Vuoi che venga con te?” le propose Shaka, prendendole la mano.

“E’ meglio di no: se Saori anche solo immaginasse che state architettando un colpo di mano, non so come potrebbe reagire…e ne abbiamo già abbastanza di guai! E poi la considero come una sorella, o quasi, e confido che un minimo mi dia retta!” gli diede un veloce bacio sulla guancia e uscì dall’Ottava, per dirigersi con calma, molta calma, alla Tredicesima.

Lasciò una scia dorata, al suo passaggio, tanto da attirare nuovamente l’attenzione della maggior parte dei presenti. Per un attimo tornò il buonumore.

“Ehi Shaka…te la sei scelta bene la pupa!” esclamò Death rivolto al compagno che si voltò verso di lui e, stupendo tutti, rispose a tono.

“Geloso?”

“Bhè, devo dire che la ragazza non è niente male, e sa anche tenere testa a Milo! E’ raro, giacché tutte le donne, o quasi almeno, sono pronte a cadere ai suoi piedi vittime del suo fascino!” continuò il Cavaliere di Cancer.

“Samia non è certo una di quelle!” intervenne Kanon.

“E si vede…”

Le battute continuarono ancora per qualche minuto, poi la ‘riunione’ si sciolse e tutti tornarono alle faccende che stavano sbrigando prima di interrompersi a causa dello scoppio d’ira di Milo.


Eowyn decise che il primo Cavaliere di Bronzo che avrebbe recuperato, sarebbe stato Shun, il Cavaliere di Andromeda; di lui conosceva la sua emotività, ma anche la sua grande bontà d’animo e l’apertura al dialogo; questi furono i motivi che la spinsero a raggiungere lui per primo, contando sul fatto che con lui avrebbe sicuramente potuto dialogare…

Quando comparve sull’isola situata nel Mediterraneo, captò immediatamente il cosmo del ragazzo, così decise di raggiungerlo.
Shun si trovava sulla scogliera che fronteggiava la roccia cui, secondo la leggenda, era stata incatenata Andromeda stessa, come sacrificio da donare al mostro che Poseidone aveva mandato per punire la vanità della madre Cassiopea.
A quella stessa roccia Shun era stato incatenato dopo aver sconfitto Reda e Sanzius, i suoi due compagni che concorrevano con lui per l’assegnazione dell’Armatura…
I ricordi delle sofferenze passate nel periodo dell’addestramento, dei sacrifici che aveva dovuto compiere prima e dopo l’investitura, contrari alla sua natura nobile, riaffioravano a periodi e lo rendevano malinconico.

Questo era uno di quei periodi…

Eowyn lo osservava in silenzio, sentendo chiaramente cosa stesse provando in quel momento, ma decise di lasciarlo solo ancora per qualche minuto.

Ma…

“Quando hai intenzione di manifestare la tua presenza?” chiese Shun.

“Sapevo che non potevi non esserti accorto di me!”

Shun si alzò e la osservò, notando in primo luogo la sua bellezza e poi la sua regalità.

“Chi sei?” le chiese. Eowyn s’inchinò leggermente a lui.

“Il mio nome è Eowyn; sono la Divina Messaggera…Atena mi ha mandata da te e dai tuoi quattro compagni per portarti in salvo all’interno dei confini del Santuario di Grecia. I tempi sono funesti, un nemico molto potente ha intenzione di muovere guerra a lei e ai suoi Cavalieri ma nessuno, al momento, è in grado di entrare o uscire dal Grande Tempio, tranne la sottoscritta!” spiegò in modo conciso ma chiaro.

“Chi è questo nemico?” chiese ancora Shun.

“Non c’è tempo per le domande adesso: tu sei il primo che ho deciso di salvare, e troverai risposta ai tuoi dubbi una volta al sicuro!”

“Capisco…”

“Vogliamo andare?” gli chiese allungando il braccio verso di lui, a indicare di afferrare la sua mano.

Shun non rispose, si limitò a sfiorare con delicatezza la mano della giovane che le stava di fronte, intuendo che di lei ci si poteva fidare; com’era comparsa, Eowyn scomparve all’improvviso, portando con sé il giovane Cavaliere, e lasciando al loro posto una scia argentata che svanì poco a poco.

Poco distante, due nere figure avevano osservato l’intera scena senza fiatare, senza nemmeno muovere un muscolo.

“Dunque…è così che comunicano con l’esterno!” esclamò uno dei due, un ghigno malefico sul viso.


Comparvero di fronte alla prima delle Dodici Case, dove ad attenderla c’erano Mur e Milo che subito le si fece incontro.

“Tutto bene?” le chiese. Salutò con un cenno Shun che intuì che il Gold volesse restare da solo con la ragazza.

“E’ andato tutto bene, non ti preoccupare! Non ho tempo per i racconti, devo recuperarne altri quattro, e non voglio ricominciare con le discussioni!”

“Non posso permettere che tu corra certi rischi! Preferisco disubbidire a un ordine e seguirti in questa follia!”

“No! Atena ha ragione: se il Santuario venisse attaccato, voi dovrete essere tutti presenti, per difenderlo!” si allontanò di nuovo da lui.

“Dimmi almeno da chi vai!”

“La prossima tappa sarà l’Isola della Regina Nera…” Milo rimase di stucco, pensava che si sarebbe recata a recuperare prima i più semplici ma Ikki tutto era tranne che semplice.

Si voltò verso Shun…

“Speriamo che tuo fratello non le causi troppi problemi!”

“Speriamo…” rispose quest’ultimo.

Continua…

Salveeeee!!! Avevo promesso ed eccomi qua con l'aggiornamento!!! Il capitolo è diviso in due parti, altrimenti sarebbe troppo lungo, ma spero vi piaccia lo stesso!!! Stasera mi dilungo meno del solito nei ringraziamenti, perchè ho un pò di cose da fare, perciò...

Snow Fox: arrivi sempre prima con i commenti, grazie di tutto tesoruccio! Però ricordati che non hai ancora aggiornato...ispirati daiiiii!!! Bacioooooo!!

miloxcamus: sei sempre un mito, e il capitolo è tutto tuo!!! Super bacioooooooo

sesshy94:  ciao bella, grazie davvero di tutto. Una cosa te la devo dire purtroppo: il seguito che ho in mente, per ciò che riguarda complicated, deve per forza di cose avere un rating rosso, di meno non credo sia possibile...Però se non puoi leggerla, come hai fatto prima? Se poi non riuscissi, te la spedisco via mail!!! Ciao a presto bacioniiiiiiii

roxrox: non importa il ritardo, va benissimo perchè so che ci sei! E mi fa super piacere! Hai ragione su Milo: non amerà mai Saori Kido, come non l'amerò io!!! Non ce la faccio!!! Super ciao e super bacio!!!

Grazie a tuttiiiiii!!!

by anzy

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Capitolo 9
*** Capitolo Otto - La prima missione Parte Seconda ***


cap9 Capitolo Otto – La prima missione Parte Seconda

Eowyn era consapevole che la missione affidatale era molto difficile e dispendiosa di energie, ma non immaginava che la sua natura empatica si sarebbe accentuata una volta giunta sull’Isola della Regina Nera, nel Pacifico del Sud.
Dopo la scomparsa di Guilty, il maestro di Ikki, per mano del suo allievo, l’atmosfera sull’Isola era tornata alla normalità; non si respirava più quell’aria di odio e di disperazione come al tempo dell’addestramento del giovane per l’assegnazione dell’Armatura della Fenice.
Nonostante questo, Eowyn era in grado di percepire ogni singola emozione vissuta in passato, come se fosse reale…

Anche per Ikki, come per Shun, non le fu difficile individuare il punto preciso in cui il Cavaliere si trovava in quel momento, e vi si recò immediatamente, nonostante il sordo dolore che provava a causa della sua…’dote’.

Ikki era seduto di fronte alla tomba in cui giaceva il corpo di Esmeralda, la ragazza che rappresentava l’unica goccia di umanità in quell’inferno e di cui lui si era innamorato; la sua morte, provocata dal padre stesso nonché suo maestro, lo aveva spinto più di ogni altra cosa ad abbracciare il male e diventare così il guerriero spietato che per tanto tempo era stato, anche nei confronti del fratello tanto amato.

Erano passati anni dalla morte di Esmeralda, ma Ikki non aveva dimenticato che era morta a causa sua, a causa della sua indecisione a diventare spietato e crudele come Guilty desiderava.
Fissava la lapide con occhi spenti, come ogni volta che con la memoria tornava a  quei tempi…

“Basta angustiarti per ciò di cui non hai colpa, Cavaliere di Atena!” esclamò Eowyn, comparsa improvvisamente alle sue spalle. Ikki si voltò di scatto e fissò la ragazza con indifferenza, per poi tornare a darle le spalle.

“E tu chi saresti, di grazia?” le chiese con tono duro.

“Sono la Divina Messaggera, e il mio compito è quello di scortarti al Grande Tempio, dove sarai al sicuro!” spiegò velocemente Eowyn.

“AH AH AH! E perché mai dovrei essere in pericolo? Non è me che cercano, lo dovresti sapere bene, se davvero sei chi affermi di essere…” insinuò lui.

“Sapevo che non sarebbe stato facile convincerti, ma la mia missione non comprende la persuasione... solo i fatti!” gli rispose per le rime. Ikki, a quelle parole, si alzò lentamente e le si avvicinò.

Quando le fu di fronte, Eowyn poté leggere nei suoi occhi tutta l’amarezza e la stanchezza che anni di lunghi e duri scontri avevano lasciato. Decise, quindi, di provare a ‘convincerlo’ a seguirla.

“Cavaliere, Atena stessa mi ha affidato questa missione: condurre al Grande Tempio i Cavalieri di Bronzo che tante volte le hanno salvato la vita, perché il nemico impedisce loro di entrarvi e di unirsi agli altri Cavalieri loro compagni, nella guerra che presto avrà inizio…”

“Ascoltami bene, ragazzina: Divina Messaggera o meno, in questo momento tu per me sei una scocciatura! Torna da Milady e riferiscile che Ikki di Phoenix non ha alcuna intenzione di tornare al Santuario di Atena, perché ha altro cui pensare!”

“Ma tu sei un Cavaliere di Atena! Hai giurato di proteggerla, anche a costo della tua vita: bene…ora Atena ha bisogno del tuo contributo, e i tuoi compagni del tuo aiuto! Lascia stare l’odio che porti dentro e compi il tuo dovere!” lo rimproverò aspramente. Ikki la guardava con un sopracciglio alzato, in segno di strafottenza.

“Sia chiaro: non è Atena che odio e disprezzo, ma colei che ha scelto come sua reincarnazione, colei che rappresenta tutto ciò che nella mia vita mi è stato negato!”

“Quando odiamo qualcuno, odiamo nella sua immagine qualcosa che è dentro di noi..." affermò Eowyn con tono pacato, abbassando lo sguardo a terra. Quella frase era stata detta più per sé stessa che per lui, perché era ciò che in realtà lei provava.

“Sei anche psicologa?” le chiese Ikki ironico. Eowyn lo fissò stupita.

“E due!” esclamò.

“Due cosa?”

“Sei la seconda persona che me lo chiede nel giro di due giorni! E la risposta è no: non sono una psicologa…esprimo solo quello che sento di dover dire…e che provo anche io!” si lasciò scappare ma, prima che il ragazzo potesse dirle qualcosa, continuò “Abbiamo poco tempo a nostra disposizione…IO ho poco tempo! Se ti può interessare, tuo fratello si trova già all’interno del Santuario, e ti sta aspettando!”

Ikki sembrò calibrare le sue parole, poi decise di cambiare atteggiamento, almeno per il momento.

“D’accordo! Ti seguirò…ma solo perché mio fratello ha scelto di farlo e, conoscendo il suo buon cuore, avrà pur trovato qualcosa di positivo in tutta questa faccenda! Sia chiaro…non intendo sottostare agli ordini di Milady!”

“Questo non mi riguarda: io eseguo gli ordini di Saori Kido, perché è la missione che mi ha affidato Zeus in persona! Toglimi una curiosità: tu e Milo di Scorpio siete amici?”

“Perché mi fai questa domanda?” chiese Ikki stupito. Eowyn non aveva voglia di spiegargli la situazione, e lasciò perdere.

“Non importa…andiamo!” allungò la mano che appoggiò sul suo braccio, e scomparvero insieme.

__________

Mur, Milo e Shun stavano aspettando l’arrivo dei due ‘viaggiatori’ ma, mentre Mur e Shun se ne stavano tranquilli seduti sui gradini che portavano all’ingresso della prima casa, Milo camminava nervosamente avanti e indietro, come una bestia in gabbia.

“Milo, la vuoi piantare? Primo mi stai facendo venire l’emicrania a forza di vederti muovere, e secondo lascerai un solco su questi gradini…”

“Ti sembra il caso di fare dello spirito, Mur?” gli chiese adirato.

Il Cavaliere dell’Ariete non fece in tempo a rispondere, perché lo spazio di fronte a loro si fece all’improvviso carico di potere e, dopo qualche secondo, Eowyn e Ikki fecero la loro comparsa nella stessa identica posizione in cui erano scomparsi dall’Isola.
Ikki si voltò vero la ragazza con fare accigliato…

“Se ti bastava sfiorarmi per portarmi via con te, perché non lo hai fatto e basta, invece di analizzare i miei sentimenti?” le chiese. Eowyn lo guardò, ma non sapeva che cosa rispondere, perché effettivamente avrebbe potuto fare così, ma il suo cuore le diceva che non era il metodo giusto.

“Cosa vuoi che ti dica, Cavaliere? La natura Divina è così…” rispose.

“Lo ha fatto anche con te? Ti ha psicanalizzato?” chiese Milo al compagno, avvicinandosi ai due, insieme a Shun e Mur. Ikki guardò prima lui e poi Eowyn…

“Adesso capisco…”

“Che cosa?” chiese ancora Milo che per la seconda volta non ottenne risposta.

“Te lo spiegherà lui, se vorrà! Io ora devo andare…A più tardi!” e scomparì.

“Ma dove vai?” le urlò dietro Milo, sempre più frustrato per la situazione.

“Quella ragazza mi farà impazzire…” disse, passandosi una mano tra i capelli.

“Fratello!” chiamò Shun. Ikki si voltò verso di lui e gli tese la mano…

“E’ un po’ che non ci vediamo, come stai?” gli chiese.

“Sto bene, e sono contento di vedere che anche per te è la stessa cosa!” Shun lo abbracciò come non faceva da tempo, fregandosene della condizione di Cavaliere. Amava il fratello, era tutta la sua famiglia…

“Ehmmm, ragazzi…” tossicchiò Milo “Le effusioni da un’altra parte, vi prego!”

“Milo sei sempre il solito guastafeste!” lo rimproverò Mur.

“Va bene! Noi andiamo a parlare da un’altra parte, chiamateci se aveste bisogno…”

“Sì, sì…”

__________

La notte era scesa da un pezzo, ai Cinque Picchi, ma Shiryu e Shunrei contemplavano in silenzio il cielo stellato, seduti di fronte alla grande cascata dov'era solito meditare il Maestro.

Eowyn li osservava da lontano, sicura però che il Cavaliere del Dragone si fosse già accorto della sua presenza, ma che volesse restare solo ancora per qualche minuto con la sua compagna di sempre. Le bende non ricoprivano più i suoi occhi, dopo la battaglia contro Hades, ma il suo cuore non aveva smesso mai di sanguinare per le numerose volte che egli aveva sacrificato la vita per salvare la Dea Atena.
Anche adesso, sapendo che per l’ennesima volta avrebbe dovuto abbandonare la sua amata, non faceva altro che urlare silenziosamente il suo strazio, e Eowyn questo poteva sentirlo chiaramente.

Attese per almeno una decina di minuti, poi si incamminò verso di loro; giunta in un punto da cui poteva ben distinguere le loro figure, si accorse che le loro mani erano unite in un intreccio colmo di passione e desiderio represso per tanto tempo. Si stavano salutando silenziosamente, perché solo in quel modo riuscivano a comunicarsi tutto l’amore che provavano l’uno per l’altra.
Eowyn si odiò per il compito che doveva svolgere, ma il tempo a disposizione diminuiva sempre più velocemente, e Ikki aveva di sicuro rallentato la sua tabella di marcia…

“Shyriu…” lo chiamò.

Senza dire una parola, i due ragazzi si voltarono verso di lei e si alzarono; gli occhi di Shunrei erano colmi di lacrime per l’imminente separazione.

“Mi dispiace Shunrei…” le disse soltanto.

“Vorrei almeno sapere tu chi sei!” esclamò la ragazza, non lasciando la mano di Shiryu che gliel’aveva stretta ancora una volta.

“Il mio nome è Eowyn, sono la Messaggera Divina che Atena ha mandato per portare al sicuro i Cavalieri suoi protettori; il mio compito, dunque, è di separarlo dalla persona che lui ama più di sé stesso e che da questa viene ricambiato. Non è questo quello che il mio cuore vorrebbe, ma è questo quello che il mio giuramento richiede di fare! Ricorda, Shunrei, che l’uomo è dov’è il suo cuore, non dove è il suo corpo! Shyriu sarà sempre con te, come tu lo hai seguito in tutte le sue battaglie; prega per lui, e non perdere mai la speranza di un futuro migliore…” allungò il braccio in direzione di Shiryu che si staccò da Shunrei con il cuore gonfio di pianto.

Mentre scomparivano, gli occhi dei due ragazzi si fissarono così intensamente da imprimersi nella memoria della Messaggera che aveva anche lei il cuore gonfio di tristezza.

___________

Eowyn decise di portare Shiryu dall’unica persona che lo avrebbe potuto aiutare ad affrontare la Guerra che si stava preparando: Douko era il suo vecchio Maestro, tornato giovane durante la guerra contro Hades, ma con la saggezza tipica di un uomo straordinario qual era.

Il Saint di Libra li stava aspettando all’ingresso della Settima Casa, quella della Bilancia, pronto ad accogliere e ospitare il suo allievo, nonché grande amico.
Eowyn li lasciò subito soli, rifiutando il consiglio del Gold di riposarsi, perché il suo aspetto non era molto florido in quel momento.

Voleva prima rassicurare Milo e Mur di aver portato a termine buona parte della missione e avvisare che si accingeva a raggiungere Seiya in Giappone, ma una vertigine la colse nel momento in cui stava per oltrepassare la Casa di Gemini: aveva percorso la strada che, dalla Settima Casa, conduceva alla terza, a velocità sostenuta, non considerando le energie spese durante gli spostamenti precedenti.

Sarebbe ruzzolata per diversi metri, se due forti braccia non l’avessero sostenuta in tempo: Milo le fu subito di fianco e l’aiutò a sedersi per riprendersi un po’.

“Avresti fatto meglio a seguire il consiglio di Douko: avrà anche l’aspetto giovane, ma la sa più lunga di tutti noi messi assieme, fidati!”

“Grazie…ma non c’è tempo per riposare! Devo ancora raggiungere Seiya e Hyoga e stavo giusto venendo ad avvisarti che mi sarei recata in Giappone!”

“Quei due possono aspettare…”

“No che non possono, e neanche Atena aspetterà ancora a lungo!”

“Lascia stare Atena, per il momento!” Eowyn si alzò abbastanza adirata.

“Sentimi bene: ti ho già detto che se tu ti puoi permettere di sovvenire agli ordini, sei libero di farlo, ma io non posso e non voglio farlo!” lo rimproverò.

“Se ti degnassi di ascoltarmi una buona volta, sapresti cosa avrei da dirti…”

“E va bene, ti ascolto!”

“Saori ha acconsentito, dopo una discussione che è parsa lunga un’eternità e il pacato intervento di Shaka che è riuscito a calmarla, ad affiancarti qualcuno nella missione!”

Eowyn lo guardava stupito.

“Sei sicuro di ciò che dici?”

“Sì, lo sono! Però aspetta a cantare vittoria, perché questa persona non è un Cavaliere, ma Kiki, il fratello minore di Mur, che possiede il potere della telecinesi e del teletrasporto…”

“Non se ne parla nemmeno, scordatelo!”

“Non essere avventata! Ragiona: Kiki ti può essere d’aiuto a convincere i due Cavalieri restanti, perché li conosce; e poi potrebbe utilizzare i suoi poteri per potenziare i tuoi, no? Anche a me non piace molto l’idea ma, dal momento che le cose stanno così, almeno accetta un piccolo aiuto!” le suggerì.

“Milo, io non metto in dubbio le capacità di Kiki, ma non mi sognerei mai di mettere in pericolo la sua vita! Sono sicura che, in caso di attacco durante la missione, sarebbe in grado di mettersi al sicuro o di difendersi, ma non sopporterei i sensi di colpa se gli dovesse succedere qualcosa! La mia risposta è no, punto e basta!” si allontanò di qualche passo da lui “Sai dove mi sto recando, e questo ti basti!” detto ciò, scomparve e, come sempre, Milo non poté fare nulla per fermarla.

___________

Seiya e Seika stavano passeggiando nell’ampio parco di villa Thule, dove Saori gli aveva permesso di trasferirsi permanentemente; chiacchieravano del più e del meno, e ridevano quando Seiya faceva qualche battuta oppure se la sua pancia emetteva strani gorgoglii.

Eowyn comparve all’improvviso davanti a loro, facendo spaventare Seika e allarmando Seiya che subito si pose in difesa della sorella, pronto ad attaccare.

“Chi diavolo sei?” chiese poco garbatamente.

“Mi avevano parlato della tua solita sgarbatezza, Cavaliere, ma non pensavo lo fossi fino a questo punto!” gli rispose chiudendo gli occhi e concentrando le energie che sentiva venire meno.

“Rispondi alla mia domanda!”

“D’accordo: come ho già spiegato a tre dei tuoi compagni di innumerevoli battaglie, il mio nome è Eowyn, e sono la Divina Messaggera che, in nome di Atena, è venuta a prenderti per scortarti al Grande Tempio, al sicuro!” riaprì lentamente gli occhi e fissò prima lui, poi sua sorella.

“Io sono già al sicuro, qui! E poi non c’è nessun pericolo!”

“Possibile che tu non ti sia reso conto di niente? Possibile che non hai sentito i cosmi negativi che sono scesi nuovamente sulla Terra e che minacciano la vita della Dea che tu hai giurato di servire e di difendere, se non che quella dell’intera umanità? Che razza di Cavaliere sei, se ti fai trovare così impreparato? Come può, Saori Kido, pensare anche solo di affidare la sua vita a te che tutto sembri, tranne che un paladino della Giustizia? E se io fossi un nemico? Ti avrei sopraffatto in pochissimo tempo, ma devi ringraziare la tua buona sorte se loro non hanno ancora deciso di attaccare!” Eowyn era davvero adirata.

La discussione con Milo l’aveva stressata parecchio ed era dovuta per così dire ‘scappare’, se non voleva che degenerasse in un litigio; si era così ripresa molto poco e, sentire le parole pronunciate da quel ragazzino, l’aveva mandata su tutte le furie.

“Come osi! Adesso ti faccio vedere io!” Seiya si preparò ad attaccare, ma il braccio di sua sorella lo bloccò. La guardò stupito, mentre lei scuoteva la testa in segno di fermarsi.

“Ma Seika!”

“Ha ragione lei, Seiya: ti sei fatto cogliere impreparato, e questo anche a causa mia che ti ho distratto! La tua vita di Cavaliere non potrà mai essere come la sogni tu, priva di preoccupazioni e con un futuro ben delineato di fronte! Adesso vai con lei, io ti aspetterò qui!”

“Non esiste!” guardò Eowyn “Se lei non verrà con noi, io non mi muoverò di qui!”

“Questo non è possibile!”

“Lascialo giudicare a Saori, se è possibile o no!”

“Sono spiacente, io ho ricevuto l’ordine di scortare te, non tua sorella! Per quanto mi dispiaccia farlo, non posso permettere che venga anche lei! Tra l’altro, non avrei la forza per farlo!”

“Chi se ne frega della tua forza, allora! Tornatene da dove sei venuta!”

“Stolto…”

“Cosa?”

Eowyn fissò Seika e le parlò in silenzio…"Ti chiedo di perdonarmi…” Seika le sorrise e, in men che non si dica, Eowyn afferrò il braccio di Seiya e scomparve.

_________

Quando ricomparvero, si trovavano al centro della grande arena dei combattimenti, dove Seiya aveva ottenuto l’Armatura di Pegasus. Eowyn si guardò intorno sconcertata, mentre teneva ancora saldamente il braccio del ragazzo.

“Sto perdendo colpi…ho sbagliato punto di atterraggio!” disse ad alta voce.

Seiya, furioso, si staccò con forza da lei che, per la sorpresa, perse l’equilibrio e cadde malamente a terra; nella caduta, cercò di mantenere l’equilibrio, ma si appoggiò con tutto il peso su un braccio e sentì un’acuta fitta alla spalla sinistra.
Si toccò la parte dolorante, emettendo un urlo di dolore, ma Seiya non accennava a muoversi per aiutarla a rialzarsi.

“Dov’è mia sorella?” le chiese urlando e avvicinandosi minaccioso.

“E’ rimasta in Giappone, in attesa che tu torni sano e salvo!” gli rispose con calma.

“Non prendermi per il culo!” urlò ancora Seiya afferrando la sua veste e avvicinando il suo viso a quello della Messaggera che iniziò a tremare vistosamente.

“No, no, no, non adesso!” cercò di auto convincersi Eowyn.

“Seiya!” chiamò una voce femminile. Il diretto interessato si voltò e incontrò lo sguardo adirato di Marin, accompagnata da Milo, Mur e Camus che avevano avvertito il loro arrivo. Il quartetto si avvicinò e Seiya lasciò andare malamente Eowyn che cadde ancora a terra con una smorfia di dolore.

“Sei per caso impazzito?” la voce di Milo era un sibilo, ma il risentimento era chiaramente intriso nel suo tono.

Camus si avvicinò ad Eowyn, mentre Mur cercò di fare da paciere.

“Non è il momento, questo, per le discussioni private! Ci penserete a Guerra finita!”

“Ringrazia che non sei qui da solo, e che il mio compito è più importante rispetto al mio desiderio di ridurti in cenere, ma prima o poi mi capiterai a tiro!” Milo voltò le spalle a Seiya e si avvicinò a Camus che aveva preso Eowyn in braccio.

“Camus…lasciami a terra, per favore! Devo ancora raggiungere Hyoga…”

“No!” fu l’unica sillaba che il Cavaliere di Acquarius pronunciò.

Eowyn si rassegnò a questo fatto, e ne approfittò per riposarsi un attimo e recuperare le forze.
Si sentiva strana, protetta da quel caldo abbraccio, insolito nel Cavaliere che governava i ghiacci….

“Camus…”

“Sì?”

“Parlami di Hyoga, per favore! Sono stanca, e vorrei conoscere i tasti giusti per convincerlo in fretta a seguirmi…”

“Non sarà facile, perché Hyoga tende a celare i suoi sentimenti dietro una corazza, proprio come me, solo che per lui è ancora peggio! La Siberia è il luogo dove ha affrontato un addestramento molto duro, dove ha visto morire il suo Maestro per propria mano, ma soprattutto è il luogo dove riposa la madre, Natassia, sotto uno strato di ghiaccio eterno…Il cuore di Hyoga è freddo, ancora nessuno è riuscito a scalfirlo più di tanto; a quanto ne so, nemmeno Flare di Polaris è riuscita, con il calore del suo cuore, a sciogliere il suo sguardo di ghiaccio!”

Arrivarono alla Prima Casa e, approfittando dell’occasione in cui Camus le si allontanò di poco per lasciarla riprendere, Eowyn lo ringraziò.

“Grazie, Cavaliere!” gli sorrise appena e scomparve.

Camus non riusciva a comprendere il suo attaccamento ad una missione così inadeguata al suo ruolo. La mano di Milo sulla sua spalla, lo distrasse.

“Non te la prendere! Io ho rinunciato a comprenderla, almeno fino a quando questa missione sarà conclusa! Dopo, la signorina mi dovrà certamente delle spiegazioni più che valide!”

________-

Eowyn sapeva che in Siberia avrebbe patito il freddo, ma non aveva avuto il tempo di prepararsi adeguatamente alle basse temperature…il nemico stava arrivando, e lei doveva fare in fretta, se non voleva incontrarlo!

Raggiunse Hyoga nel punto esatto della lastra di ghiaccio sotto la quale riposava la madre del Cavaliere.

“Cavaliere di Atena!” dovette urlare, perché il vento era molto forte e lei stessa faticava a sentirsi.

“Lo so chi sei e cosa sei venuta a fare, ma ormai è troppo tardi!” le rispose, voltandosi e fissandola con il suo famoso sguardo di ghiaccio.

“Non che non lo è, se ti affretti ad allungare la mano e ad afferrare la mia!” gli rispose.

“Non farei nemmeno in tempo a muovermi: siamo circondati, nonostante tu non riesca a vederli!” Eowyn abbassò lo sguardo, pensierosa.

“Ho forse fallito?” si chiese, ma un colpo alla spalla già dolorante la fece barcollare in avanti…

Continua…

Ed eccomi qui!!! Pensavate che avrei terminato il capitolo con la fine della missione di Eowyn? Ma voi siete pazzi!!! No, no...io sono cattivella e vi lascio con il fiato sospeso, almeno è quello che spero!!! Bene, bene, bene, che faticaccia questa missione, quasi più per me che per Eowyn!
Qualcuno si è accorto del mio amore per Seiya? Cooome no!!! Ho scelto un caratterino un pò più cattivo per lui, e quindi tra lui ed Eowyn potrebbero essere scintille, perchè la Messaggera, nonostante il suo doppio carattere, non ha peli sulla lingua e dice tutto quello che pensa!
Ora...due precisazioni che sono d'obbligo!

1-
“Quando odiamo qualcuno, odiamo nella sua immagine qualcosa che è dentro di noi..." Questa è la frase che Eowyn dice a Ikki, ma non è frutto della mia testolina: il proprietario di queste parole è Hermann Hesse, e io le ho prese in prestito!!!

2-
l’uomo è dov’è il suo cuore, non dove è il suo corpo! altra frase presa in prestito, questa volta da Gandhi!

Mi sembra doveroso precisarlo, perchè non si sa mai...
Ora passo ai ringraziamenti!!!

roxrox: e sì questa volta sei prima!!!Anche io non soffro Seiya, perciò gli ho dato un ruolo abbastanza bruttino...vedremo che fine fargli fare!!! Grazie mille delle sempre belle parole, carissima!!! Bacio ciaooooo!!!

Snow Fox: allora, ti è piaciuto il capitolo? Io spero di sì, anche se so che adesso ti starai chiedendo che fine faranno quei due!!! Lo saprai nella prossima puntata! Ahhhh, grande aggiornamento il tuo ;) ;) ;)  CIRICIAO e CIRIBACIO!!!

miloxcamus: anche io ti adoro!!! Cercherò di aggiornare sempre con questa velocità, ma non so fino a quando durerà l'ispirazione!!! Bacio amicaaaa!!!!

sesshy94: credo che Samia avrà presto bisogno di Raquel e dei suoi draghi ma, poveretta, ne ha bisogno anche lei!!! Cercheremo di cavarcela da sole dai!!! Super bacio bella! Ciaoooo!!!

Gente...ora vi saluto!!! Buona serata a tutti!!!
by anzy

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Capitolo 10
*** Capitolo Nove - Esploratori ***


cap10 Capitolo Nove – Esploratori

Eowyn cadde in ginocchio a causa del colpo appena ricevuto; il contatto con il duro ghiaccio le procurò diverse escoriazioni a entrambe le ginocchia, mentre il dolore alla spalla si acuiva ogni secondo di più.
La Messaggera era afflitta dal rimorso di non essere riuscita a portare a termine la missione che Saori Kido le aveva affidato, non del tutto almeno! L’aveva messa davvero tutta, ma non aveva calcolato che Seiya sarebbe stato più testardo di un mulo!

Il Cavaliere di Pegasus era il preferito di Saori, non di Atena, perché a lui i quattro compagni donavano le loro residue energie, ogni qualvolta si apprestavano ad affrontare l’ultimo scontro con il nemico più forte; sapendo quali fossero state, in passato, le prove ardue che i cinque Cavalieri di Bronzo avevano dovuto affrontare, Eowyn si chiese perché proprio a lui spettava l’onore di salvare la Dea.
Ikki, a suo avviso, era molto più forte fisicamente rispetto a Seiya, ma probabilmente quel ragazzino aveva qualcosa, racchiuso dentro di sé, che gli donava la forza di rialzarsi sempre, anche se Saori interveniva spesso e lo esortava a reagire…

Eowyn si rialzò con non poca fatica, trattenendo a stento una smorfia di dolore, e cercando di raggiungere Hyoga con un ultimo
sforzo.

“Non ti muovere…” le suggerì lui “…te l’ho già detto: siamo circondati e credo che, se anche solo provassimo a muoverci, ci colpirebbero alle spalle!” le spiegò. Eowyn si bloccò all’improvviso, fissandolo stupita…

“AH AH AH! E bravo il nostro cigno…” rise una voce maschile, maligna, alle spalle di Hyoga.

Hyoga si voltò e, all’improvviso, due figure comparvero davanti ai loro occhi, una maschile e una femminile.

L’uomo indossava un’Armatura azzurra, con sfumature blu a livello di braccia e gambe; i bracciali e i gambali non lasciavano molti punti scoperti, anzi sembrava difendere molto bene il corpo di chi la indossava; il busto dell’Armatura era ornato da una cintura d’oro, spessa e con al centro una pietra che sembrava uno zaffiro, a prima vista; sui copri spalle vi erano piccole sfumature dorate, riprese anche per la parte frontale dell’elmo che lasciava il viso completamente scoperto.
I capelli biondi gli ricadevano oltre le spalle, mentre gli occhi azzurri emanavano un bagliore malvagio, come il sorriso con cui, in quel momento,  li stava fissando.

La donna, invece, possedeva un cosmo che dire potente era dire molto poco, poiché riempiva completamente lo spazio vuoto intorno a loro e copriva un territorio vastissimo, almeno due volte rispetto al Santuario.

Eowyn era certa si trattasse di Era, giacché solo lei, la madre di tutti gli Dei, possedeva un cosmo simile; era molto bella, ma diversa nell’aspetto, in confronto all’anno precedente: i capelli, rosso fuoco, le ricadevano sulle spalle in morbidi riccioli, mentre gli occhi azzurri sembravano di ghiaccio. La sua espressione denotava odio e desiderio di vendetta nei confronti di Atena e di tutti i suoi Cavalieri; lei stessa rappresentava un ostacolo al compimento dei suoi piani, perciò probabilmente andava eliminata.
Indossava un lungo abito sbracciato, rosso come il fuoco, che metteva in risalto la carnagione lattea di un corpo che dire perfetto era dire poco…

“Dunque siete già scesa in campo, Divina Era…” pronunciò quelle parole senza neanche rendersene conto, ma stranamente non se ne pentì. Si chiese, però, perché la paura non stesse riaffiorando, come ogni volta in cui la sua vita era in pericolo…Perché?

Hyoga si voltò verso di lei, sorpreso di tanta audacia: non conosceva quella ragazza ma, a prima vista, aveva intuito che in lei ci fosse qualcosa di strano. Se davvero era la Divina Messaggera degli Dei, perché leggeva paura mista a determinazione nei suoi occhi? Per quanto ne sapeva lui, il Messaggero degli Dei non correva alcun rischio nel compiere le missioni che una o l’altra Divinità gli affidava; a meno che…

“A meno che si sia schierata dalla parte di una sola Divinità, e a questo punto credo possa trattarsi solo di Atena!” stava riflettendo, ma un colpo lanciato dal Cavaliere nemico, colpì di nuovo Eowyn alla spalla, provocandole una ferita da cui il sangue iniziò ad uscire copioso.

Eowyn non riusciva a tenersi in equilibrio, perciò cadde nuovamente in ginocchio, stringendo i denti per non piangere.

“Stolta ragazza! Davvero credevi di poterti rivolgere alla Madre degli Dei con così poco rispetto? Ritieniti fortunata, per il momento, se sei ancora in vita: la mia Signora non ha intenzione di farti fuori troppo presto…potresti esserle ancora utile!” affermò il Cavaliere sconosciuto.

“Vigliacco!” esclamò Hyoga “Ti diverti a prendertela con chi è evidentemente più debole di te! Chi sei?”

“Mi presento, Cavaliere: il mio nome è Makarios, e sono il Guerriero che governa le forze dell’Acqua! Altro non ti dirò…sappi solo che sarò il tuo ultimo avversario!” rispose con fervore. Si voltò verso la sua Signora, e attese un cenno per intraprendere la lotta.

Era mosse impercettibilmente il capo…e Makarios si concentrò sull’imminente scontro, certo di poter battere quell’insetto in pochi minuti!

“Ebbene, Guerriero…hai bisogno del consenso per combattere?” lo provocò Hyoga.

“Come osi, piccolo insulso umano! Credi di essere un Cavaliere solo perché indossi quella che ti ostini a chiamare Armatura?” ribatté Makarios furioso.

Il Guerriero della Terra non lasciò a Hyoga il tempo di rispondere, attaccandolo con uno dei suoi colpi.
Makarios tese un braccio verso di lui, con il palmo della mano rivolto verso l’alto; una sfera luminosa, azzurra, prese forma in breve tempo; sia Hyoga che Eowyn erano in grado di percepire la forza che quel colpo avrebbe posseduto…

“Potere dell’Acqua!” esclamò il Guerriero.

_________

Al Grande Tempio, i Cavalieri d’Oro e quelli di Bronzo, Samia e Saori, erano riuniti alla Tredicesima, dove aspettavano il ritorno della Messaggera.

Tutto era silenzioso…

Samia era appoggiata con la schiena a una delle colonne, e vicino a lei c’erano Shaka, Milo, Kanon e Camus; Mur, Aldebaran, Saga e Ioria formavano un gruppo, mentre Aiolos Douko, Shura, Death e Aphrodite ne formavano un altro; i quattro Cavalieri di Bronzo erano gli unici a trovarsi vicino a Saori che era seduta tranquilla sul suo trono. Seiya, Shun e Shiryu si guardavano intorno, tra tutti Seiya il più annoiato. Solo Ikki era immobile, appoggiato con un piede a una colonna, gli occhi chiusi e le braccia incrociate al petto.

Saori aveva l’espressione contrariata: non era ancora mai successo che, durante un incontro, anche se informale come quello, la sua persona fosse volontariamente ignorata da quasi tutti i presenti; la sua rabbia e il suo risentimento nei confronti di Eowyn crescevano di pari passo con quell’assurda situazione.
Anche Samia, che di solito le era vicina e si dimostrava sua amica, in quel momento preferiva starle lontano e non aiutarla, nonostante fossero ormai come sorelle.

“Capisco che la nostra discussione in merito alla mia decisione di affidare questa missione pericolosa alla Messaggera, l’abbia messa in crisi e allontanata da me, ma al punto di non degnarmi nemmeno di uno sguardo…non me lo sarei mai aspettato!” pensava imbronciata.

Samia sospirò e appoggiò la testa alla colonna, chiudendo gli occhi.

“Stai bene?” le chiese Shaka.

“In realtà no…Tutto questo è assurdo! Saori ha un comportamento che non le si addice, come se la Dea Atena non fosse più presente in lei, e l’avesse abbandonata. Prende delle decisioni assurde e discutere con lei è diventato più difficile che scalare l’Aconcagua. E, come se non bastasse, Eowyn e Hyoga sarebbero dovuti essere qui già da un pezzo!” rispose lamentandosi.

“Ha ragione! Cosa sarà successo per trattenersi così a lungo in Siberia?” sbottò Milo, agitandosi.

“Non lo so, Milo, ma devi stare calmo, altrimenti le cose non potranno che peggiorare…” intervenne Kanon.

“E come credi che possa stare calmo, quando sua Signoria ignora volutamente che potrebbero esserci dei problemi seri?” Milo alzò la voce, e indicò apertamente la figura di Saori.

Quest’ultima, resasi conto della tensione presente nell’aria, si voltò verso il gruppo e si alzò dal trono per avvicinarsi.
Quando fu di fronte a Milo, gli parlò.

“Qual è il problema, Cavaliere di Scorpio? Cosa affligge il tuo animo?” il tono utilizzato, pacato e amorevole, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Milo si voltò e, ignorando la solida presa della mano di Camus sul suo braccio, parlò con la donna che lui tanto detestava.

“Mi chiedi cosa c’è che non va?” cominciò “Ti rendi conto che in questa stanza manca qualcuno, e per la precisione uno dei tuoi amati Cavalieri di Bronzo, e la Divina Messaggera?”

“Certo che me ne sono accorta, cosa credi? Sono sicura, però che saranno qui a momenti…”

“E come fai a esserne certa?” aveva alzato maggiormente la voce, tanto che anche gli altri Cavalieri d’Oro si avvicinarono, mentre Seiya e gli altri lo avevano fatto già in precedenza. Ikki fu l’unico a non muovere un muscolo.

Saori stava per rispondere, quando sentirono il cosmo di Hyoga e un altro sconosciuto scontrarsi.

“Lo sapevo! Sono stati attaccati e hanno bisogno di aiuto!” proruppe Milo.

“Nessuno lascerà il Santuario, questo è un ordine!” esclamò Saori “La Divina Messaggera sarà di certo in grado di risolvere da sola la situazione…”

“Ma tu sei uscita di senno? Come puoi anche solo dire una cosa del genere?” le rinfacciò ancora Milo.

“Milo…devi calmarti adesso!” intervenne Micene.

“E come faccio?” lo fulminò con lo sguardo.

“Se succederà qualcosa a Hyoga perché quella ragazzina non è riuscita a portarlo qui in tempo…” Seiya espresse il suo parere ad alta voce, ma non riuscì a continuare perché Milo gli fu addosso, più furioso che mai.

“Sentiamo…che cosa farai se succederà qualcosa a Hyoga?” gli chiese, espandendo il suo cosmo carico di frustrazione.

Camus e Kanon intervennero immediatamente, bloccando il pugno che Milo stava per sferrare, e separandolo da Seiya che, comunque, ricevette il loro sguardo di disapprovazione. Allontanarono Milo, ma loro stessi rimasero accanto all’amico che di calmarsi proprio non ne voleva sapere.

“Saori…” iniziò a dire Mur “…in veste di Grande Sacerdote, mi permetto di affermare che sarebbe il caso di mandare qualcuno in loro soccorso! Il cosmo che abbiamo sentito è molto potente, e non credo che Hyoga sia in grado di difendere se stesso ed Eowyn allo stesso tempo. Teniamo presente che conosciamo l’identità di solo uno dei nostri nemici, ma degli alleati di Era non sappiamo nulla, né tantomeno dei Cavalieri a loro difesa…”

“Mur…le tue sono sagge parole: è vero quello che hai appena affermato, ma è anche vero che Eowyn potrebbe portare via entrambi, se solo lo volesse…”

“Saori!” Samia si staccò dalla colonna, sorpresa dalla testardaggine della sua ‘amica’ “Potrebbe essere ferita, e non in grado di fare ciò che tu hai detto! Quando è stata vista l’ultima volta, giù all’arena, era molto provata e stanca! Aveva avuto uno scontro verbale con Seiya, e la sua resistenza a seguirla l’aveva messa in difficoltà…”

“Staresti per caso insinuando che è colpa mia, se lei non è in grado di compiere una semplice missione?” l’aggredì il diretto interessato.

“Seiya ti consiglio vivamente di interrompere i tuoi sproloqui…” disse Shaka “…non sai nemmeno di cosa stai parlando, quindi sta’ zitto!”

“Saori, pensaci…Potrebbero non riuscire a tornare!” continuò Samia, quasi in lacrime.

“La mia risposta è no! Zeus ha espresso chiaramente la sua volontà, perciò se la dovranno vedere da soli!”

“Questo è troppo! Le parole del Divino Zeus non sono state esattamente queste…”Milo scoppiò per l’ennesima volta.

“Mi permetto di dissentire per l’ennesima volta” affermò Mur, ricevendo in cambio un’occhiata infastidita dalla Dea “A questo punto, credo che prenderò in mano io la situazione, e andrò personalmente a recuperare i due nei guai” si voltò verso Milo che non se lo fece ripetere due volte. Gli si avvicinò, e appoggiò la mano sulla spalla del Cavaliere dell’Ariete. In men che non si dica, scomparvero dalla vista di tutti.

Samia si voltò a osservare Saori: era livida di rabbia e stringeva i pugni convulsamente.

__________

Makarios lanciò il suo colpo, ma non in direzione di Hyoga, bensì verso il ghiaccio ai suoi piedi; la superficie ghiacciata assorbì quel colpo che a prima vista sembrò aver fatto cilecca. Hyoga non abbassò la guardia, ma pian piano riuscì ad avvicinarsi a Eowyn che stava rapidamente perdendo le forze, diventando sempre più pallida a causa dell’emorragia ancora in corso.

D’un tratto, il ghiaccio emise uno scricchiolio sinistro: sembrava sul punto di cedere, sotto il peso di una forza invisibile ma così potente da non riuscire a resisterle.

Una crepa, poi un’altra e un’altra ancora...

Hyoga si rese conto che, se lui sarebbe riuscito a resistere alla temperatura gelida di quelle acque profonde, per la ragazza non sarebbe stata la stessa cosa, anche se avesse indossato abiti più adatti rispetto a quello leggero che portava.

Nel momento stesso in cui la lastra ghiacciata si spaccò in due, Hyoga raccolse con un balzo il corpo della Messaggera e si allontanò saltando da un punto all’altro; si voltò indietro un secondo solo, per vedere se il suo avversario era rimasto immobile, ma ciò che vide lo sorprese…

Makarios era scomparso…

Non si preoccupò più di tanto di quello, perché gli premeva maggiormente mettere in salvo la giovane, ormai priva di sensi. La lasciò ai piedi di un ghiacciaio, guardandosi poi intorno per capire dove potesse trovarsi il suo avversario; si era alzato un vento gelido, molto forte, e fiocchi di neve presero a turbinare trasportati dall’aria.

“Hai buoni riflessi, Cavaliere!” la voce proveniva dalle sue spalle.

Hyoga alzò gli occhi, individuando Makarios, in alto, su uno spuntone di ghiaccio.

“Pensavo avessi abbandonato lo scontro…” lo punzecchiò.

“Ciò che hai visto non è niente, rispetto a quello che sono in grado di fare! Preparati a morire, Cigno…” caricò il suo colpo di nuovo sul palmo della mano e lo lanciò questa volta verso di lui. Hyoga si preparò a ribatterlo, quando…

“Muro di cristallo!” la barriera, che Hyoga sapeva appartenere al Grande Mur, riflesse il colpo lanciato da Makarios che riuscì a schivarlo per un pelo.

Il Guerriero dell’Acqua fissò con odio i due nuovi arrivati, e scomparve in un batter d’occhio.

“Ci rivedremo presto…statene certi!” la sua voce riecheggiò nel nulla.

Milo si precipitò a soccorrere Eowyn; la prese delicatamente tra le braccia e si avvicinò a Mur che si era sincerato delle condizioni di Hyoga.

“Mur fai in fretta!” lo esortò. Mur si apprestò a teletrasportare tutti quanti ad Atene.

“Giuro che questa volta Saori me la paga!” esclamò il Cavaliere di Scorpio furioso, prima di scomparire con i compagni.

Continua…

Ce l'ho fatta!!! Buona sera a tutti, chiedo scusa se ho aggiornato in ritardo, ma il capitolo me lo sono immaginato più e più volte, con il risultato che non veniva nulla di buono! Non sono del tutto soddisfatta del risultato, ma se avessi aspettato avrei aggiornato probabilmente a Natale!!! E qualcuno non me lo avrebbe mai perdonato...Saori ha accennato, pensando, alla discussione avuta con Samia, ma io ancora non vi ho fatto sapere come sono andate le cose. Lo saprete solo nel prossimo capitolo...
Spero comunque che vi sia piaciuto, perciò fatemi sapere al più presto!!!

Snow Fox: carissima, ho aggiornato, visto??? Meno male che ci sei tu che me lo ricordi...Sinceramente parlando, anche a me piace Camus in questa storia, come si comporta e come reagisce sempre! Altrimenti non sarebbe il mio preferito!!! Grazie come sempre delle belle parole, mi aiutano ad andare avanti cicci!!! Un bacio, a presto...CIAOOOO!!!

roxrox: prometto che, se mai Milo dovesse andare in bianco, te lo lascerò volentieri perchè avrà veramente bisogno di conforto!!! Non so come andranno le cose, è una questione che si risolverà solo con il proseguimento della storia, in quanto non ho ancora deciso!!! Per ora leggi, leggi, leggi!!! Un bacio e alla prossima!!!

sesshy94: anche qui Seiya è insopportabile, quanto e anche più di Saori! Hai visto Milo che grande??? Ribellioneeeee!!! Nel prossimo capitolo ho in mente una grrrraaaande novità!!! Non dico altro và, che è meglio! Spero quindi che il capitolo ti sia piaciuto, ciaooooo e bacioooo!!!

MeMs: mi fa piacere che questa ficcy ti piaccia, e sono contenta ti piaccia Eowyn che, come ho sempre detto, sarà difficile da gestire...Continua a seguirla, mi raccomando! A presto!!!

Grazie a tutti voi lettori silenziosi, perchè mi date davvero un gran piacere!!!
Baci Baci!!!
by anzy


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Capitolo 11
*** Capitolo Dieci - Il ritorno degli incubi ***


cap11 Capitolo Dieci – Il ritorno degli incubi

Samia si trovava da diverse ore all’Ottava Casa al capezzale di Eowyn che, stremata, non aveva ancora ripreso conoscenza; Milo e Mur avevano fatto in fretta a trovare lei e Hyoga, e a riportarli al Santuario.
C’era voluto un gran coraggio a sfidare Saori così: probabilmente, al momento, la giovane si trovava in una delle sue stanze alla Tredicesima, e stava pensando fervidamente a una punizione da infliggere ai due Cavalieri disobbedienti. Samia sperava solo che questa non fosse troppo vendicativa e che Saori decidesse di metterla in atto a guerra ultimata, sempre che la vittoria fosse stata loro!

“Ma perché penso a questa cosa? Perché credo che potrebbe esserci la possibilità di una sconfitta? Forse perché l’armonia all’interno del gruppo sta venendo meno, o forse perché penso che qualcuno si stia preoccupando di tutto, fuorché dell’imminente conflitto?”

Una mano si posò sulla sua spalla, e la fece sussultare; Samia si voltò e incrociò le iridi azzurre di Shaka, preoccupato per lei. Non gli diede nemmeno il tempo di parlare, perché sapeva dove sarebbe andato a parare.
Si voltò a osservare il viso di Eowyn, pallido ma sereno, così prese la mano del suo uomo e uscirono dalla stanza.
Una volta fuori, abbracciò subito Shaka che ricambiò il gesto con slancio, e lo baciò delicatamente.

“Sto bene!” lo rassicurò fissandolo.

“A me sembri stanca…” provò a convincerla.

“E invece ti dico che sto benone! Non mi va di lasciare Eowyn da sola, perciò starò qui ancora per un po’…Se però vorrai farmi compagnia, te ne sarò grata!” gli disse.

“Purtroppo non sarà possibile, ed ero venuto fin qui ad avvisarti, oltre che a convincerti a riposare…”

“Bhè, non sei riuscito a convincermi, ma mi ha fatto piacere vederti…Ti sembrerà strano, ma quando non ti vedo per diverse ore, mi manchi…! Saranno gli ormoni impazziti!” gli sorrise. Shaka ricambiò il sorriso e l’abbracciò.

“Sentiamo…quale compito ti ha dato Saori da svolgere?”

“Ho paura che ti arrabbierai, se te lo dirò!”

“Sono già abbastanza arrabbiata con lei, una in più una in meno…cosa vuoi che sia!”

“Va bene! Mi ha ordinato, senza possibilità di replica, di continuare a organizzare la serata in onore del ritorno di Milo, anche se ormai non è più quello il tema della serata! Credo che lo stia facendo più per ripicca che altro: nessuno di noi si è schierato dalla sua parte, e si sarà sentita abbandonata a tal punto da prendere decisioni che non hanno capo né coda!”

“Ci sarà anche Mur con te?”

“Assolutamente no! Non vuole né vedere né parlare con Mur e Milo…” le rispose scuotendo la testa “Ho l’impressione che, se sopravviveremo a questa nuova guerra, dovranno affrontare una punizione molto severa, anche se noi tutti ci opporremo a questo!”

“Anche tu?” gli chiese tristemente Samia.

“Anche io cosa?”

“Anche tu credi che potremo essere sconfitti?”

“La possibilità c’è, come c’è sempre stata in passato…ma noi tutti, uniti, faremo il possibile perché questo non accada! E’ una promessa…” tentò di rassicurarla.

“Ci conto…”

Shaka lasciò Samia nuovamente sola, con il pensiero alle sue ultime parole…”Ci conto” aveva detto! Con tutto sé stesso, sperò di non deluderla mai…

Quando la giovane donna si ritrovò nuovamente all’interno della stanza, si appoggiò con la schiena alla porta, chiuse gli occhi e cercò di calmare l’ansia che la stava assalendo.
Sussultò quando, nel silenzio assoluto, la voce di Eowyn riecheggiò nella stanza.

“Non devi preoccuparti, Samia…” disse tenendo gli occhi chiusi.

Samia si staccò dal muro e le si avvicinò.

“Ti sei svegliata…come ti senti?” le chiese.

“Sto bene, anche se mi sento debole…” le sorrise, aprendo gli occhi.

“E’ naturale: hai perso parecchio sangue dalla ferita alla spalla! Inoltre sei rimasta per diverso tempo esposta alle temperature gelide della Siberia con solo la tua veste leggera indosso!”

Eowyn chiuse di nuovo gli occhi, e una lacrima le scappò.

“Ho fallito…” disse con voce flebile.

“Non devi assolutamente dire così! I cinque Cavalieri che Saori ti ha ordinato di rintracciare stanno tutti bene, sono qui al Santuario e questo per merito tuo!” le rimproverò Samia.

“Non è così: la mia missione consisteva nel portarli qui al sicuro, senza far loro correre alcun pericolo, e Hyoga ha rischiato parecchio!”

“Eowyn! Sono Cavalieri, e sono abituati a combattere per difendere sé stessi e chi non è in grado di farlo. Tu seri rimasta ferita, e Hyoga era disposto a combattere per te!”

“E’ proprio ciò che non doveva succedere…ho perso tempo a discutere con Seiya e non lo dovevo fare!” Eowyn si agitò cercando di alzarsi.

“Eowyn, per favore, sta calma, la ferita potrebbe riaprirsi!”

“No, devo andare da Atena e spiegarle cosa è successo!”

“E invece tu non ti muovi di qui!” le due ragazze si voltarono all’ordine perentorio.

Milo e Camus erano sulla porta, il primo aveva lo sguardo fisso sulla Messaggera, mentre Camus era appoggiato allo stipite e fissava Samia ammirato dalla sua bellezza.

Effettivamente era molto bella, i capelli raccolti in una coda alta, indossava un top bianco leggero, con un ricamo floreale sul fianco, e un pantalone al ginocchio, blu con spacchetti laterali. Era molto semplice, ma la sua semplicità era illuminante. Camus si costrinse a ricordarsi che Samia era la compagna di Shaka e che presto avrebbe messo alla luce un figlio suo; distolse lo sguardo ma la seguì fuori dalla stanza, dove lasciarono soli Milo e la Messaggera.

In cucina, Samia si apprestò a preparare qualcosa da bere per loro due, e un the per Eowyn; Camus continuava ad osservarla, non riuscendo e distogliere lo sguardo, catturato dalla calma rassicurante che emanava da lei.

“Come fai a essere sempre così calma? Non ti arrabbi mai, neanche con Saori lo hai fatto!” le chiese. Samia si bloccò, continuando a dargli le spalle.

“Forse tu non conosci tutta la storia…” gli rispose.

“Conosco il tuo potere…”

“E allora saprai che non sono sempre stata così, e che m’impongo ogni secondo di non esplodere!” gli rispose a bruciapelo “Scusa, non volevo risponderti male!”

“Non ti preoccupare!” le si affiancò “Solo credo che possa farti bene sfogarti ogni tanto”

“Non credo! Io non so controllare la mia collera, non ho avuto il tempo di imparare a farlo e, se mi sfogassi, probabilmente scatenerei il finimondo!”

“C’è almeno qualcuno con cui riesci a parlare?”

“Certo che c’è! Shaka mi sa ascoltare, e mi aiuta a superare i momenti di crisi, com’è successo alla riunione con Saori! E, non credere, io sono molto arrabbiata con lei!” gli sorrise.

“Come immaginavo…” affermò Camus.

“Cosa intendi dire?”

“Niente, lascia stare!” si allontanò da lei per sistemarsi sul divano a fingere di guardare la televisione. Samia rimase perplessa, ma decise di non indagare perché sapeva, per sentito dire, che il Cavaliere dell’Acquario era un tipo molto introspettivo e si apriva poco agli altri.

_________

“Non puoi ordinarmi che cosa devo fare o meno!” esclamò Eowyn accigliata.

“Adesso tu mi ascolti bene: Zeus ti ha affidata alla mia protezione, ed io ho intenzione di attenermi al compito che mi è stato assegnato. Ho già commesso un errore lasciandoti affrontare da sola una missione a dir poco assurda, non ne commetterò un altro permettendoti di addossarti colpe inesistenti…”

“Non puoi…”

“Smettila di dirmi cosa posso o non posso fare! La missione è finita, i Cavalieri di Bronzo stanno tutti bene e tu devi recuperare le forze! Credo che Saori stia meditando vendetta anche, e soprattutto, contro di te!”

“Come puoi dirlo? Lei è Atena, giusto? Allora come potrebbe anche solo sfiorarla il desiderio di vendetta?”

“Quella donna non è più degna di essere chiamata Atena!” esclamò Milo arrabbiato.

Eowyn distolse lo sguardo e abbassò il capo.

“Scusami…non avrei dovuto alzare la voce! Forse adesso è meglio se riposi, perché domani Lady Saori ha indetto una riunione.”

“D’accordo!” non si mosse dalla posizione che aveva assunto. Milo uscì, e al suo posto rientrò Samia. La giovane futura mamma le si avvicinò e l’abbracciò.

“Non te la prendere…Milo è fatto così, anche con me si comportava in quel modo!”

“Perché dice che Saori non è più degna di essere Atena? Il Divino Zeus mi aveva avvisato che la donna in cui si era reincarnata era viziata e talvolta egoista, ma non a questo punto! Credi che Milo abbia ragione? Perché, se così fosse, io non riesco a comprendere quale possa essere il mio ruolo in tutta questa faccenda…”

“Prima di risponderti, forse è meglio che tu conosca i dettagli della conversazione che ho avuto io con lei, dopo che tu sei partita per recuperare Shun…” Eowyn assentì.

“Milo era furioso, sembrava un animale in gabbia, perché gli era appena stato impedito di compiere il suo dovere. Come tu già probabilmente saprai, la sua rabbia contro Saori risale al momento in cui lei decise di dare una seconda possibilità ai Cavalieri che non avevano ancora mai perso la vita in battaglia, decisione per la quale perse definitivamente alcuni dei suoi più grandi amici, Camus in primis. Voleva a tutti i costi ‘parlare’ con lei per farla tornare sulla sua decisione, ma decisi di farlo io perché sapevo che sarebbe finita male…”

Inizio flashback

Samia arrivò alla Tredicesima convinta di poter riuscire a convincere Saori che stava esagerando, ma dovette ricredersi poco dopo.
Entrò nella sala del trono, dove Saori l’accolse con un sorriso.

“Credo tu sappia perché sono qui…” iniziò lei.

“Credo di sì, ma voglio avvisarti che non cambierò idea!”

“Posso sapere almeno il perché?”

“E’ molto semplice: la Messaggera è stata inviata al Santuario con lo scopo di asservire alle mie richieste, ed è quello che sta facendo!”

“Sì, ma…” Saori non le diede il tempo di continuare.

“No, Samia! Non posso crederci, anche tu sei contro di me…” affermò adirata, alzandosi dal trono.

“Non sono contro di te, io sono tua amica! Se, però, essere tua amica significa assecondare ogni tuo volere, anche se assurdo, allora non posso fare altro che obiettare ed esprimere il mio parere contrario! Ragiona, ti prego: non dico che non avresti dovuto mandarla in missione, ma che almeno avresti potuto affiancarle un Cavaliere, dal momento che è una missione pericolosa! So benissimo che i Cavalieri di Bronzo possono difendersi da soli, ma cosa farebbero se fossero attaccati da più nemici contemporaneamente?”

“Lei è veloce! A cosa le servirebbe questo dono, se non potesse utilizzarlo e volatilizzarsi con il Cavaliere di turno?”

“Mi spieghi perché t’intestardisci così?” Samia la fissò seria.

“Ma come osi…”

“Saori!” la voce di Shaka le fece sussultare. Non lo avevano sentito arrivare. Il Cavaliere d’Oro si affiancò a Samia.

“E’ inutile, Shaka di Virgo!” lo prevenne Saori.

“Saori, la mia richiesta viene da tutti i Cavalieri d’Oro: permetti ad almeno uno di noi di affiancare Eowyn e aiutarla nella missione, per volontà del Sommo Zeus!”

“Zeus non ha espresso tale volontà!”

“La esprimiamo noi, interpretando le sue parole nell’affidarla alla nostra protezione, come ha affidato Atena in passato…”

“Belle parole! Sai cosa ti dico? E va bene: le affiancherò qualcuno che potrà aiutarla…Kiki!”

“Ma sei forse impazzita?” esplose Samia. Shaka le afferrò il braccio e le impedì di avvicinarsi alla ragazza.

“Va bene, Saori, vada per Kiki..” disse piano.

“Eowyn non accetterà mai!” esclamò Samia.

“Lo so…” furono le uniche parole di Shaka in risposta. Insieme si allontanarono, ma Samia rimase nervosa per il resto della missione.

Fine flashback

“Adesso capisci il perché delle parole di Milo?”

“Sì, ma sta di fatto che Zeus mi ha chiesto di portare pazienza, ed è ciò che intendo fare!”

Samia si portò una mano alla fronte.

“Sei irrecuperabile!” le disse sorridendo. Anche Eowyn sorrise, poi cercò di reprimere uno sbadiglio, ma non ci riuscì.

“Adesso è meglio se riposi, domani sarà una giornata pesante!” le suggerì.

“Va bene” acconsentì Eowyn “Ahhh, Samia…grazie di tutto!”

“Figurati!” le rispose, poi uscì.

Eowyn si addormentò subito dopo aver appoggiato la testa sul cuscino…

Camus e Milo si trovavano ancora in salotto, quando Samia li raggiunse; entrambi la guardarono senza chiedere nulla, ma lei capì ugualmente i loro pensieri.

“Sta meglio…ora riposa! Io vado, o Shaka mi darà per dispersa. A domani e…riposate anche voi!”

“Vuoi che ti accompagno?” le chiese Camus.

“Assolutamente no!” uscì dall’Ottava per dirigersi alla Sesta, dove ad attenderla ci sarebbe stato Al che ormai era stato eletto baby-sitter ufficiale.

“Hai ragione, sai?” disse Camus rivolto a Milo che lo guardò corrugando la fronte.

“Parlo di Samia: è intraprendente, molto bella…e testarda!”

“Senti, senti, senti! Amico mio, ti consiglio di togliertela dalla testa, o non ne uscirai molto bene! Samia non ha occhi che per Shaka, ed è stato così sin dall’inizio, anche se per me si è sacrificata mettendo a rischio la sua vita! Fidati di me…” gli suggerì Milo.

“Guarda che io ho solo espresso un’opinione, non ho detto di provare qualcosa per lei!” si difese Camus.

“Come se non ti conoscessi!”

“E vedo che mi conosci molto poco, allora!”

“Va bene, non ti scaldare. Se tu dici di non provare nulla per lei, allora io ti credo ma, se fosse il contrario, ascolta il mio consiglio e cambia strada!” Camus sorrise alle affermazioni del compagno di tante battaglie.

“Sarà meglio che vada, prima che inizi a farmi la paternale!” anche Camus uscì dall’Ottava, mentre Milo decise di farsi una doccia e poi di andarsene di corsa a letto.

___________

Quella notte, le vesti della Messaggera Divina abbandonarono momentaneamente il corpo di Eowyn, per lasciare posto a incubi che la ragazza non viveva ormai da qualche giorno e di cui sperava di essersi liberata…

Si ritrovò catapultata direttamente nella squallida stanza di un motel dove suo padre l’aveva venduta a due uomini che avevano pagato bene per possedere il suo corpo.
Si sentiva strana, però, perché solitamente si ritrovava all’interno della stanza e riviveva tutto con gli occhi di un estraneo, percependo il dolore, la frustrazione e l’umiliazione che la sua anima stava subendo. Quella notte, invece, si ritrovò all’interno del suo corpo, costretta a rivivere tutto in prima persona…

Era seduta in un angolo, la testa appoggiata alle ginocchia raccolte al petto; tremava, sapendo che in breve tempo suo padre avrebbe commesso il più grande tradimento mai compiuto nella sua vita! Non sapeva perché quell’uomo era cambiato così nei suoi confronti, anche se era a conoscenza del trattamento che riservava a sua madre; con lei, però, era stato diverso: era gentile, le dava sempre tutto ciò che voleva e, in un certo senso, Eowyn aveva imparato a volergli bene come si vuole a un padre. Poi tutto era cambiato  quando, crescendo, il suo corpo era diventato quello di una donna, forse fin troppo presto…

Aveva solo quattordici anni, quando suo padre la vendette per la prima volta!

La notte più brutta della sua vita, la notte in cui lei desiderò ardentemente di morire; all’inizio aveva tentato di lottare, ma in due contro una ragazza indifesa era eccessivo. Si arrese quando uno schiaffone la colpì in pieno viso, lasciandola senza fiato e con il labbro spaccato. Li lasciò fare i loro comodi, fino a quando ne ebbero a sufficienza e la lasciarono nuda e piena di lividi su tutto il corpo.

Semi incosciente, vide suo padre rientrare nella stanza, lanciarle una fugace occhiata e annuire soddisfatto, mentre contava il denaro contante che i due gli consegnarono. Riuscì a percepire il giorno e l’ora per un nuovo appuntamento, ma sapeva che lei non ci sarebbe mai arrivata a quel giorno…

L’uomo che lei aveva definito come suo padre, la fece sollevare con forza dal letto.

“Avanti, vai a lavarti! Tra un’ora dobbiamo lasciare la stanza…e non voglio pagare altro denaro!” la chiuse in bagno e si appoggiò alla porta.

Eowyn scoppiò in lacrime appoggiandosi alla porta…


Nel sonno, la sua disperazione arrivò fino alla camera di Milo che si svegliò sentendola piangere disperata; entrò nella sua stanza dopo aver bussato ma senza aver ricevuto risposta. Notò che stava dormendo, e le si avvicinò, scuotendola leggermente.

Quando Eowyn aprì gli occhi pieni di lacrime, e riuscì a mettere a fuoco il viso del Cavaliere, il suo sguardo si caricò di puro terrore e si scostò da lui urlando, e coprendosi con il lenzuolo.

“No! Ti prego vattene, non farmi più del male!” la sorpresa di Milo nel sentire la sua voce intrisa di paura era palese, ma Eowyn non poteva rendersene conto…non era ancora del tutto cosciente di dove si trovasse.

Tremava e teneva gli occhi chiusi, per non essere costretta a rivedere le facce di quei due individui.

“Eowyn…guardami!” le disse Milo.

“No, non, no…vai via! Non voglio più farlo…VAI VIA!” Milo decise di agire di conseguenza alla crisi isterica. Le strinse forte le braccia e la scosse ordinandole di aprire gli occhi e guardarlo.

Pian piano, la voce del ragazzo penetrò nella sua mente; Eowyn aprì lentamente gli occhi e mise a fuoco il suo viso. Lo guardò stranita, dopo averlo riconosciuto.

“Ma…cosa è successo? Perché sei qui, nella mia stanza?” chiese più che stupita.

“Stavi piangendo nel sonno, sembravi disperata e, quando ho provato a svegliarti, ti sei spaventata…credevi fossi qualcun altro!” le spiegò.

Le immagini del sogno le tornarono vivide nella memoria, e una fugace espressione di terrore le passò nuovamente nello sguardo.

“Ne vuoi parlare?”

“NO!” Milo si sedette sul bordo del letto.

“Come vuoi…” Eowyn spostò lo sguardo dal suo viso al torace…nudo!

“Oh miseria!” arrossì e voltò lo sguardo “Per piacere, mettiti qualcosa addosso…”

“Non hai mai visto un ragazzo a petto nudo?” domanda sbagliata.

“Fuori di qui!” gli urlò lanciandogli il cuscino “E non rientrare se prima non ti sei messo qualcosa, anzi non rientrare proprio!” il carattere della Divina Messaggera era nuovamente riaffiorato.

Milo rinunciò per l’ennesima volta a capirla e, mormorando qualcosa a proposito delle donne e dei loro repentini cambiamenti d’umore, uscì e si chiuse la porta alle spalle.

_______________

Eowyn si osservò allo specchio: l’immagine riflessa era evidentemente quella di chi non aveva dormito bene la notte precedente. Le occhiaie e il pallore del viso la dicevano lunga sulla nottata trascorsa…Per fortuna, Samia era stata così gentile da aiutarla a prepararsi, mentre Milo e gli altri Cavalieri si trovavano già alla Tredicesima, in attesa del suo arrivo.
Samia si era avviata poco prima, con la promessa di non attardarsi.
Era quasi ora: sapeva che Saori avrebbe proposto una punizione sia nei suoi confronti sia in quelli di Mur e Milo, ma sperava di poterle far cambiare idea in qualche modo.

Indossava una lunga veste blu, in vita una cintura dorata intrecciata e pendente di lato; al collo aveva un monile d’oro che riprendeva l’intreccio della cintura, e una fila di sottili bracciali, sempre d’oro, le ornavano il polso destro. I capelli ondulati erano stati lasciati liberi di muoversi a loro piacimento.
S’incamminò per la strada che l’avrebbe condotta al patibolo, quella che costeggiava le Dodici Case dello Zodiaco e che veniva percorsa quando i custodi dei templi non erano presenti al loro interno. La prima volta che era salita alla tredicesima, non aveva percorso quella strada, sotto lo sguardo inorridito dei vari inservienti che la pregavano di non entrare nelle Case senza il permesso dei custodi.
Adesso, però, si era preoccupata di non commettere ulteriormente quell’errore.

A metà strada circa, quindi all’altezza della Decima Casa presieduta da Shura di Capricorn, si fermò di colpo; si concentrò su ciò che la circondava, chiudendo gli occhi e azzerando la su aura.

“Perché mi stai seguendo?” chiese ad alta voce dopo pochi secondi, rivolta a qualcuno alle sue spalle.

Atlas fece la sua comparsa da dietro un grosso masso.

“Complimenti! Vedo che sei ben allenata in queste cose…”

“Devo forse ricordarti chi sono?”

“Non ce n’è bisogno! Mi chiedevo, però, come mai hai riconosciuto me e non ti sei accorta dei nemici che circondavano te e Hyoga, in Siberia!”

L’accusa la colpì in pieno, e abbassò lo sguardo.

“Non ho giustificazioni, ho fallito! E sto per l’appunto andando a sentire l’ardua sentenza…”

“Bene! Comunque Lady Saori mi ha chiesto di tenerti d’occhio, ed è ciò che sto facendo”
“Non credi di doverle maggiore rispetto? L’hai appena chiamata con il suo nome e non come si conviene…Atena!” gli rispose alzando un sopracciglio.

“Non fare la spiritosa con me!”

“Altrimenti?”

“Vedremo quando ‘Atena’ avrà preso la sua decisione!” sorrise sapendo già cosa le aspettava.

Eowyn non gli diede retta, e si apprestò a raggiungere la Tredicesima…

Continua…

Eccomi qui, ragazzi!!!Subito una cosa: avevo accennato alla sorpresa in questo capitolo, ma ho infine deciso di rimandarla al prossimo, perchè mi stavo dilungando troppo! Chiedo venia, ma prometto che nel prossimo capitolo ci sarà!
Come ho già detto precedentemente, gestire Eowyn è una gran fatica, e in questo capitolo ne ho fatta parecchia! Il sogno è drammatico, lo so, ma rivela finalmente tutto il perchè della sua paura recondita!!! Spero ugualmente vi sia piciuto come capitolo...

miloxcamus: come sempre le tue parole mi rincuorano e il fatto che il capitolo ti piaccia mi rende felice! Grazie di tutto amica!!! Bacioooo

MeMs: grazie dei complimenti, sono contenta che la storia continui a piacerti! Spero sia così anche per questo capitolo!!! Grazie e alla prossima!!!

sesshy94: non ti dirò nulla se non che dovrai continuare a leggere per conoscere i futuri nemici!!! Un mega grazie e un super mega bacio!!! Ciauuuuuu

roxrox: Eowyn non verrà eliminata, ma subirà...non te lo dico!!! Leggi e vedrai carissima!!! Come sempre grazie e alla prossima! super bacioooo

Snow Fox: Seiya sarà ancora più rompiballe, vedrai!!! Grazie delle parole e dell'incoraggiamento!!! Visto che ho aggiornato? Ripasso la parola dicendo che tocca a te adesso! Baciooooo ciaoooo

Dedico questo capitolo ad una mia amica che sta uscendo da un periodo difficile: Stefania, questo capitolo è per te! Ti voglio bene!!!

Grazie ancora a tutti quanti, soprattutto chi ha inserito la storia tra i preferiti!!!

by anzy



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Capitolo 12
*** Capitolo Undici - Una decisione irremovibile ***


cap12 Capitolo Undici – Una decisione irremovibile

“Divina Messaggera, l’accusa che ti muovo è quella di non essere stata in grado di portare a termine la missione affidatati! Hai messo a repentaglio la vita di uno dei miei Cavalieri, quando ti era stato esplicitamente ordinato di non farlo, ma ti viene anche data la possibilità di difenderti da quest’accusa…Cos’hai da dire in tua discolpa?”

Le parole pronunciate da Saori, nella sala del trono, lasciarono tutti di stucco…quasi tutti!
Seiya era soddisfatto di quanto stava accadendo alla scellerata che gli aveva impedito di portare con sé la sorella, mentre Atlas già sapeva cosa stava per succedere, perché lui faceva parte dell’imminente futuro di quella ragazza.

I Cavalieri d’Oro, Samia e i quattro Cavalieri di Bronzo, non potevano credere che a parlare fosse Atena, non era possibile! Perché Zeus non interveniva?
Eowyn era inginocchiata davanti al trono, sola e con la testa china; sapeva, e lo aveva affermato più volte contro il parere di molti, che avrebbe dovuto tacere e assumersi le sue responsabilità ma, alzando lo sguardo, incontrò quello di Seiya che in quel momento tutto le sembrò, tranne un Cavaliere, e quello più che soddisfatto della giovane donna che la stava accusando, sicura com’era che lei non si sarebbe opposta al suo giudizio.

Già in passato aveva chinato la testa al volere di qualcuno che l’aveva usata solo per subdoli scopi e per guadagnare, vendendo la sua pelle, adesso non era più disposta a farlo: si sarebbe difesa con tutte le sue forze, disubbidendo così al volere del Divino Padre, ma rendendo orgogliosa innanzi tutto sé stessa, e poi le persone che credevano in lei e che fino a quel momento l’avevano aiutata.

“Chiedo perdono, Divino Zeus, ma quando è troppo, è troppo!”

Con sguardo fiero fissò la sua antagonista e, con tutta la sicurezza che sapeva di possedere ma che non aveva mai mostrato fino a quel momento, parlò.

“Discolpa, mia Signora?” chiese accentuando l’ultima parola.

“Sono assolutamente convinta di aver portato a compimento la missione che mi avete affidato! I Vostri amati Cavalieri sono qui al Santuario, al sicuro, e nessuno ha riportato lesioni di sorta…Se ho commesso un errore, è stato quello di aver perso tempo con uno dei Cavalieri di Bronzo qui presenti, testardo sopra ogni limite e convinto che tutta la faccenda fosse una specie di gioco!”

“Come osi! Stai forse dicendo che è a causa mia se Hyoga ha rischiato la vita, quando sei tu a non essere stata in grado di organizzare al meglio le tue doti?” scattò Seiya punto sul vivo, avvicinandosi minacciosamente a lei. Milo fu pronto a intervenire, ma Eowyn alzò un braccio per fermarlo, ringraziandolo con lo sguardo. Si trovava faccia a faccia con il Cavaliere di Pegasus, e si sfidavano a vicenda…

“Meglio di così non potevi esprimere i miei pensieri, ma ho una cosa da rettificare: Hyoga è un Cavaliere tuo pari, in grado di difendersi da solo, anche se il nemico può essere all’apparenza più forte di quanto ci si aspetti. Offendi lui, se affermi che avrebbe potuto perire in quello scontro! Io ammetto di aver perduto le forze nel momento meno opportuno, ma non tollero che mi si dia dell’incapace solo perché ho avuto a che fare con uno stolto…Se sono qui, viva, lo devo solamente al tuo compagno, non di certo a te!”

“Tu…” fremette Seiya “…hai abbandonato mia sorella a Luxor, dove potrebbe rischiare la vita, contravvenendo agli ordini impartiti dalla Dea Atena! Se mai dovesse succedere qualcosa a Seika, sarai tu a pagarne le conseguenze, credimi!”

“Ti stai sbagliando, Seiya! La ‘Dea Atena’ ha ordinato di recare qui solo voi Cavalieri, non altre persone; se mi fosse stato possibile, lo avrei di certo fatto, ma è ovvio che alla vostra Signora non interessasse più di tanto…Rispondi a questa domanda: come mai solo tu stai facendo tutte queste storie? Ti sei forse dimenticato che Shiryu ha lasciato sola Shunrei per l’ennesima volta, senza fare troppe storie, ma con la morte nel cuore, e ora non sta dicendo una parola? Ti sei chiesto ‘perché’ Saori Kido non mi ha ordinato di portare anche loro con voi…?”

I Cavalieri assistevano alla scena esterrefatti: la Messaggera stava dando mostra di sé in modo diverso da come l’avevano conosciuta in quei pochi giorni. Chi già conosceva Eowyn, sapeva che tipo di ragazza fosse: timida, tanto da non rivolgere la parola a nessun ragazzo o uomo che fosse; invece, i Gold Saints ritornati in vita, la vedevano sicura, con un leggero velo di timidezza che si trascinava dietro.
Tutti, però, non si sarebbero mai aspettati un carattere simile: fiera delle sue azioni, e convinta di essere nel giusto. Fino a quella mattina, aveva espresso la volontà di assumersi anche le responsabilità che non le appartenevano, con il risultato di accettare qualsiasi punizione Saori avesse decretato infine, ma qualcosa era cambiato…

Milo ammirava la ragazza, non solo per la bellezza mostrata con quel comportamento, ma anche e soprattutto per la forza con cui si opponeva a un’ingiustizia palese a tutti quanti. Era sicuro che qualcosa di brutto si celasse nel suo passato, qualcosa o qualcuno che aveva segnato irrimediabilmente, forse, il suo futuro come donna; lo aveva letto nel suo sguardo spaventato, quella notte dopo l’incubo, quando aveva cercato di starle vicino, ma lei lo aveva rifiutato…

“Cosa nascondi?” si chiese, quando la voce adirata di Seiya lo distolse dai suoi pensieri.

“Non ti permettere di accusare Lady Saori!” esclamò Seiya, iniziando a espandere il suo cosmo.

“Bravo, espandi il tuo cosmo fino ai limiti estremi, fai brillare le tredici stelle della tua costellazione per un motivo infantile come questo!” si voltò verso Saori “E tu saresti la reincarnazione della Dea della Giustizia? Chi sei in realtà? Perché ti ostini a proclamarti tale, quando non ne sei che un clone fasullo? Sono sicura che, sulla Terra, esista una fanciulla ben più degna di te di ricoprire il ruolo di guida di questo posto, una persona che sa cos’è la vera giustizia, che non conosce la bellezza, la ricchezza e gli agi di cui tu sei stata ricoperta sin da bambina! Seiya non è stato in grado di rispondere alle mie domande, ma tu, tu lo sei? Perché mi hai ordinato di riportare al Santuario solo loro cinque, mentre gli altri Cavalieri di Bronzo si trovano là fuori, correndo il rischio di essere uccisi dal nemico? Perché per loro non hai mostrato, e non lo fai tuttora, un po’ di benevolenza?” quelle parole resero Saori furiosa, tanto da espandere il suo cosmo di Dea.

Eowyn si sentì stretta in una morsa: invisibili braccia la braccavano come fosse una preda ormai alla loro mercé, senz'altra via di fuga.
La ferita alla spalla riprese a sanguinare, e la benda che la ricopriva s’intrise nuovamente di sangue, ma Eowyn non sentiva quel dolore. Di nuovo, nel suo sguardo, si poteva leggere la paura di non riuscire a reagire a una forza superiore alla sua, la stessa paura che aveva già provato in passato e che le aveva tolto la gioia di vivere.
Saori interpretò quella paura come una sconfitta da parte della ragazza, e ne approfittò per aumentare la presa sul suo corpo.

Eowyn era a terra, dolorante e con le lacrime agli occhi…

“Saori, smettila!” esclamò Samia. Saori le rispose senza guardarla, continuando però a fissare, senza espressione alcuna, il corpo della Messaggera.

“Questo è ciò che merita chi osa mettere in discussione le azioni della Dea Atena!”

“Tu…non…sei più degna di…essere Atena!” affermò a stento Eowyn.

“Taci!” esplose Saori, espandendo ancora il suo cosmo.

Uno scontro…

Due cosmi a confronto…

Samia era intervenuta!

Non lo aveva mai fatto prima: da poco possedeva un cosmo, e non sapeva nemmeno come si facesse a governarlo! Forse l’ingiustizia cui stava assistendo aveva risvegliato in lei la forza per far sì che si manifestasse da solo, nulla era chiaro in quel momento.
Due auree dorate a confronto, di cui una ovviamente più abituata a essere manifestata, ma Samia non era da meno.

Adesso era il turno di Shaka a essere preoccupato; con l’intervento della sua donna, Milo aveva potuto correre al fianco di Eowyn che però non riusciva ancora a muoversi.
Samia era evidentemente affaticata, dopo pochi minuti, ma era intenzionata a non cedere; guardava Saori con espressione seria…

“Non ti riconosco più! Perché ti comporti in questo modo, perché ti accanisci così tanto contro di lei?” le chiese.

“Non lo hai ancora capito? Lei è venuta qui per occupare il posto sul trono, non per altro! Ha iniziato con l’insubordinazione nei confronti della mia autorità, convincendo alcuni Cavalieri d’Oro a stare dalla sua parte; una volta messa da parte me, sarà il tuo turno!”

“Tu vaneggi! Innanzi tutto, io non ambisco a sedermi su quel trono, perciò non mi sento minacciata quanto te, e poi non è assolutamente vero ciò che dici! Mi dispiace, ma sarò sincera con te: non solo alcuni dei Cavalieri d’Oro qui presenti si sono schierati dalla parte di Eowyn, ma tutti, e non perché lei li ha convinti a farlo, ma perché tu, con il tuo comportamento, li hai spinti a non credere più nella tua persona! Anch’io sono rimasta colpita dalla tua omissione sulla realtà dei fatti: hai deliberatamente evitato di raccontarci come sono andate le cose durante la battaglia con Era, sapendo quanto io stessi soffrendo per la scomparsa di mio fratello, ma ero disposta a perdonarti, e lo avevo quasi fatto! La comparsa della Messaggera ti ha cambiato…oppure sei sempre stata così, in fin dei conti?” il sudore le imperlava la fronte, ma non voleva cedere in quel momento, anche se sapeva che Saori era nettamente più forte di lei.

“Ti credevo mia amica…” sussurrò Saori.

“Anch’io credevo in te!” le rispose Samia.

“Va bene, basta con questo scontro inutile!” Saori ritirò il suo cosmo “Ho preso una decisione: la Messaggera sarà punita per l’atto di tradimento appena compiuto. La punizione consiste in due settimane d’isolamento nelle prigioni ai confini del Santuario, e il suo carceriere sarà Atlas” il giovane si fece avanti, sotto lo sguardo carico d’odio dei presenti.

“Se state pensando che Eowyn potrebbe anche materializzarsi al di fuori della sua cella, vi smentisco subito: sarà circondata dal mio cosmo che le impedirà di uscirvi senza il mio permesso, o senza un intervento Divino maggiore del mio! La decisione non si discute…la riunione è chiusa!” fece per andarsene…

“A COSA SONO SERVITE LE MIE PAROLE?” urlò Samia.

“A nulla…” le rispose. Lasciò la presa sul corpo della Messaggera.

“Medicatela e conducetela alla sua nuova dimora!” uscì dalla sala del trono, senza che nessuno potesse dire o fare nulla.

I Cavalieri non riuscivano a credere che quella che fino a due secondi prima si trovava di fronte a loro, fosse Atena. La Dea aveva abbandonato quel corpo mortale, non vi era alcun dubbio, oppure la volontà di Saori era diventata così forte da relegarla chissà dove?
In quel periodo di conflitto, non potevano permettersi di scatenare una ribellione all’interno del Santuario, ne valeva il futuro della Terra e di tutta l’umanità.

Milo sollevò Eowyn tra le braccia, sanguinante e priva di sensi, mentre Shaka si avvicinò finalmente a Samia e la strinse a sé dolcemente.

“Non ci sono riuscita…non sono stata in grado di affrontarla come si conviene a una Dea…” si lamentò.

“Tu hai fatto tutto il possibile, piuttosto noi non abbiamo saputo fare altro che guardarvi discutere, senza muovere un dito…”

“Non servirebbe ribellarvi a lei! Si scatenerebbe solamente il Caos, e credo che sia proprio quello che i nostri nemici stiano aspettando!” Samia si voltò a seguire con lo sguardo Milo che, insieme a Mur e Camus e seguito da Atlas, si recava in infermeria per medicare la spalla di Eowyn e poi condurla nella cella che le era stata riservata.

Non poteva permetterlo, proprio no!

Si staccò da Shaka e si diresse con impeto verso le stanze di Saori, ma una presa ferrea sul braccio la bloccò: Seiya la guardava con ostilità, e Samia ricambiò lo sguardo.

“Lasciami immediatamente il braccio!” gli intimò.

“Non riuscirai a contrastare nemmeno me, non sei abbastanza forte!

“Lei no, ma io sì!” anche sul braccio di Seiya si posò una mano, quella del Cavaliere di Virgo che in quel momento aveva dipinta sul volto un’espressione furiosa.

Grazie alla distrazione, Samia liberò il suo braccio e raggiunse Shaka, convincendolo con non poca fatica ad allontanarsi prima di commettere un errore irreparabile…
Negli occhi di Shaka, però, Seiya poté leggere la promessa di un futuro incontro, in cui avrebbero chiarito finalmente la situazione…

_________

Su una scogliera a picco sul mare, poco lontano da Atene, Era fissava il mare calmo della sera sotto di lei, quando la figura di un bellissimo uomo le si inginocchiò alle spalle…Alto, con lunghi capelli rosso fuoco e occhi come acque marine; indossava una tunica bianca e dorata, gambali rossi e un ampio mantello bianco.

“Hai sentito?” domandò la Dea.

“Certo! Atena è in difficoltà, e prima o poi cederà!” rispose il giovane uomo.

“Finalmente la tua amata si è fatta sentire…”

“Finalmente l’ho trovata…madre!”

Continua…

Et Voilà, il nuovo capitolo pronto per voi!!! Oggi a Torino c'è un vento assurdo, e non mi andava di uscire, così mi sono concentrata e l'ho sfornato...Spero sia di vostro gradimento!!!
Questo è un periodo strano, per me, pieno di colpi di scena che ogni tanto mi mandano in tilt il cervello, per questo non sono super soddisfatta di ciò che scrivo come è successo tempi addietro! Grazie a voi, però trovo la forza e l'ispirazione per continuare, GRAZIE MILLE A TUTTI!!!
Per l'ennesima volta, però, ho rimandato la sorpresa perchè, scrivendo, ho notato che dovevo aggiungere qualcosa quindi ora non prometto più nulla e vedremo se nel prossimo capitolo riuscirò ad inserire ciò che ho in mente!!!

Snow Fox: hai visto che trattamento? Samia e Eowyn sono proprio furiose...e non solo loro! Ti ringrazio per le parole, soprattutto quelle che lasci nei tuoi di ringraziamenti, mi lusingano veramente tanto!!! Mi fa piacere che ti piaccia come scrivo, ma tu non sei da meno fidati! Bacio bella ciaooooooo!!!

sesshy94: ecco l'aggiornamento, spero ti sia piaciuto, ma dalle tue recensioni direi di sì, fino a questo momento! io sono iscritta al fan club "uccidiamo Saori Kido" da diverso tempo ormai, si vede? Se poi ci va di mezzo anche Seiya, bhè, meglio di niente...anzi, facciamo fuori anche lui e sostituiamolo per cortesia!!!! Ciaooooo e grazieeeee!!!
       
roxrox: tranquilla, a Shaka non portano via la donna!!! almeno per ora...ma non posso aggiungerti altro! Hai intuito chi è il bellissimo ragazzo che ha trovato la sua amata, sul finale??? Fammi sapere che ne pensi, ciaoooo e baciooooo

miloxcamus: anche io non avrei detto a Milo di rivestirsi, anzi probabilmente lo avrei aiutato a spogliarsi maggiormente...XD Eowyn ha sì sofferto, ma vedi che carattere si ritrova? E' forte e decisamente imprevedibile...mannaggia a me che l'ho fatta così, prima o poi mi scoppierà la testa!!! Coem sempre ti super ringrazio per i complimenti, ti do un super bacio e ti super saluto!!! Ciao!!!

Ricky78: per il capitolo Otto che hai commentato, grazie mi fa piacere ti siano piaciute le citazioni che, peccato, non sono mie! Seiya lo faccio apparire così perchè non lo reggo, è una questione di pelle!!! Bacioneeeee!!!

Grazie super mitici lettori silenziosi, siete tanti...e grazie a chi ha inserito la storia tra i preferiti...e ha inserito me tra gli autori preferiti!!! GRAZIEEEEEEE

by anzy

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Capitolo 13
*** Capitolo Dodici - Prigionia ***


cap13 Capitolo Dodici – Prigionia
Eowyn fu svegliata da un ritmico gocciolio poco distante; non riconobbe subito il luogo ma, abituandosi all’oscurità che vi regnava, poco alla volta ricordò della riunione tenutasi alla Tredicesima, del dolore che Saori le aveva procurato volontariamente…
Probabilmente, pensò, adesso si trovava nel luogo in cui si sarebbe svolta la sua punizione, che sicuramente la giovane Dea si era premunita di sigillare con il suo cosmo, impedendo a lei di uscire, ma anche di entrare a chiunque altro non avesse prima ottenuto il suo permesso. E dubitava di poter rivedere i suoi compagni chissà per quanto tempo!


Il dolore alla spalla era diminuito, ma non cessato del tutto; tastandosi la parte lesa, si rese conto che era stata fasciata con bende pulite e che la veste blu era stata sostituita con abiti da tutti i giorni, i suoi abiti. Sperò con tutta sé stessa che a cambiarla fosse stata una donna…
Si mise a sedere, ma un capogiro la costrinse a sdraiarsi nuovamente; cosa le avevano fatto? Perché si sentiva così debole e perché non riusciva a richiamare i suoi poteri?  Certo, se lo era appena detto: era il potere di Saori ad impedirglielo!
Si portò una mano alla fronte, imponendosi la calma che rischiava di sfuggirle di mano; non doveva pensare al fatto di trovarsi rinchiusa in un luogo sconosciuto, alla mercé di chiunque, e non doveva pensare che tutta questa situazione aveva diversi punti in comune con ciò che le aveva fatto suo padre!
 
Impossibile farlo…
 
“Maledizione, no!” si disse ad alta voce, coprendosi il viso con le mani.
 
Una risatina divertita la fece sussultare; non aveva avvertito il suo cosmo, intenta com’era a concentrarsi su sé stessa, l’ennesimo errore che non si poteva permettere!
 
Si alzò per la seconda volta, ma con più calma, e fissò un angolo buio della cella; poco alla volta riuscì a mettere a fuoco l’immagine del suo carceriere.
 
“E così, ti sei venduto a lei? Che cosa ti ha promesso, una volta terminata tutta questa storia?” gli chiese sprezzante.
 
Atlas si scostò dal muro e si piazzò al centro della stanza.
 
“Te…”
 
“Tu sei folle! Per quanto sia altezzosa ed egoista, non credo proprio che Saori abbia così tanta voglia di rischiare una ribellione all’interno del suo Santuario, quindi non ti credo!”
 
“Come vuoi, lo vedrai a tempo debito…E poi, non è detto che gli altri Cavalieri siano al corrente del nostro accordo!”
 
“Non te lo permetteranno mai, Zeus in primis!”
 
“Che peccato…siamo soli adesso e lo saremo per diverso tempo!”
 
“Tu non eri quello che voleva Samia?” gli chiese alzando un sopracciglio “Oh giusto! Samia sta con Shaka e il Cavaliere di Virgo te le ha già suonate abbastanza, giusto? Io ti conosco, Atlas! So tutto di te e del tuo passato: hai tradito la madre degli Dei e hai cercato rifugio da Atena che, ingenuamente devo ammettere, te lo ha concesso. Non hai cuore, non hai nemmeno un’anima se per questo, e ti fa paura tutto ciò…”
 
Atlas le fu addosso in un lampo; l’afferrò per il braccio ferito, provocandole una smorfia di dolore, e l’attirò a sé; la baciò con impeto, tenendola stretta. Eowyn cercò di richiamare tutte le sue forze, ma invano. Chiuse gli occhi, cercando di rinchiudere la paura…
 
“Anche io conosco il tuo passato…” le disse Atlas con cattiveria, dopo averla lasciata andare sul letto “…e ricordati che siamo soli qui e io posso disporre di te quando voglio!”
 
Eowyn cercò di mascherare tutta la paura che stava provando.
 
“Dicevi la stessa cosa a Samia…” lo rimbeccò.
 
“Non mi provocare, o te ne pentirai amaramente!”
 
“Milo ti darebbe la caccia e ti ucciderebbe in breve tempo…”
 
“Milo? Visto che sai tante cose, dovresti essere a conoscenza del fatto che io e lui ci siamo già scontrati, e che io ho avuto la meglio in quel duello!”
 
“Solo perché Samia si è intromessa e gli ha fatto scudo con il suo corpo, non per altro!”
 
“TACI!” le intimò, avvicinandosi e appoggiando entrambe le mani ai lati del suo corpo. Avvicinò il viso a quello di lei “Io lo avevo già atterrato, quel maledetto!”
 
“Il fatto che sia stata una donna a fermarti ti dà molto fastidio, vero? Perché sei così ostile? Cosa ti spinge ad essere crudele? Forse il non aver avuto una famiglia alle spalle che ti potesse aiutare ad affrontare un’infanzia serena…E’ per questo che ti sei messo al servizio di Apollo? E’ per questo che il tuo cuore piange?” gli appoggiò con coraggio una mano sul petto, e chiuse gli occhi “Sento il tuo desiderio di essere amato, il grido di aiuto che stai soffocando nelle profondità del tuo essere…” lo schiaffo che la raggiunse in pieno viso la riportò alla realtà.
 
Lo sguardo del Cavaliere era duro, carico di odio; respirava affannosamente…
 
“Non ti azzardare mai più a fare una cosa simile! Io non ho il compito di proteggerti, e ti assicuro che preferisco attirarmi le ire dei Cavalieri d’Oro e quella di Zeus, ma ti faccio fuori se ci riprovi!” Eowyn capì che non stava mentendo.

_________
  
Samia si trovava al cospetto di Saori: le due giovani donne si fissavano con intensità, ognuna persa nei propri pensieri…
 
“Perché?” chiese solo Samia.
 
Saori alzò un sopracciglio, chiedendo ulteriori spiegazioni.
 
“Perché ti stai accanendo così tanto nei confronti di quella ragazza?”
 
“Perché è un’impertinente!” le rispose con tranquillità.
 
“Non è vero, e tu lo sai! Eowyn sta solo eseguendo gli ordini che il sommo Zeus le ha impartito!”
 
“Zeus le ordinò di fare tutto ciò che io le avrei chiesto, ma lei non ha portato a termine il suo compito come di dovere!”
 
Samia le si avvicinò, la afferrò per le braccia e fissò lo sguardo scuro nei suoi occhi…
 
“Smettila di mentire! Sai benissimo che, se un certo Cavaliere testone non le avesse fatto perdere tempo ed energie, la situazione in Siberia non sarebbe degenerata e né Hyoga né lei avrebbero corso alcun pericolo!”
 
“Non puoi permetterti di incolpare Seiya!”
 
“Certo che posso, perché è la verità!”
 
“Samia, non litighiamo! Noi siamo amiche, e siamo anche sorelle in questo momento; non voglio che ci sia collera tra noi e vorrei che fossimo dalla stessa parte!”
 
“Come fai a chiedermi una cosa simile, quando tu sei la prima a tenere un comportamento scorretto? Se proprio vogliamo essere sincere, lo farò: mi ha colto una delusione profonda, quando ho saputo ciò che ci ti sei ‘dimenticata’ di riferire sullo scontro con Era, perché tu sapevi cosa ho provato alla morte di Gabriel e, tenendomi nascosto che il nemico non era stato del tutto sconfitto, mi hai ferito! Non capivo perché Milo provasse rancore nei tuoi confronti, ma adesso sì: tu hai pensato solo a te stessa e non hai avuto il minimo rispetto per i sentimenti dei Cavalieri che per te hanno sempre combattuto, che ti hanno protetta e salvata tante volte, eccezion fatta per i Cavalieri di Bronzo…La Dea della Giustizia riconoscerebbe i propri errori e farebbe di tutto per rimediarvi, ma tu no: hai trovato in Eowyn la persona su cui sfogare le tue frustrazioni, non riconoscendo in lei un’autorità che potrebbe anche sovrastare la tua! Anzi, mi correggo: forse proprio perché l’hai riconosciuta ti stai comportando così!” lo sfogo di Samia non sembrò avere l’effetto desiderato.
 
Saori continuava a fissarla senza lasciar trapelare alcun sentimento.
 
“Ma che fine ha fatto Atena?” si chiese Samia.
 
La vertigine la colse all’improvviso, tanto da impedirle di reggersi in piedi: si portò la mano alla testa, cercando di respirare e recuperare il controllo dei battiti del cuore, ma non vi riusciva. La stanza sembrava vorticare intorno a lei; Samia si accasciò a terra, pallida e sudata.
Prima che Saori riuscisse a raggiungere la porta per chiedere aiuto, questa venne spalancata da Shaka che, non degnandola del minimo sguardo, si precipitò verso la sua compagna e la prese tra le braccia. Samia aveva perso i sensi e Shaka, evidentemente preoccupato, si diresse velocemente alla Sesta dove avrebbe cercato di capire cosa fosse successo.
Saori non poté fare altro che attendere, perché il Cavaliere di Virgo rifiutò categoricamente il suo aiuto; la giovane e viziata reincarnazione della Dea Atena si rese conto che i suoi Cavalieri non nutrivano più alcuna fiducia in lei, soprattutto dopo la riunione di quella mattina.
Rimase in piedi a fissare la porta aperta, senza riuscire a muovere un muscolo…

________
  
Eowyn si svegliò di soprassalto: si era addormentata poco dopo lo scontro con Atlas, dopo lo schiaffo che lui le aveva rifilato e dopo la sua decisione di evitare un’ulteriore discussione, tentando di convincerlo a schierarsi dalla sua parte. Una sensazione strana la pervase all’improvviso, come se fosse successo qualcosa a qualcuno che lei conosceva. Temeva che, tra tutti i presenti al Santuario, la persona che si trovasse in difficoltà fosse Samia, l’unica che l’aveva sostenuta dal momento che si erano conosciute, fino all’arrivo di Camus e …di Milo!
Sapeva che, per quanto riguardasse i due Cavalieri d’Oro, non correvano grandi pericoli, essendo in grado di difendersi benissimo da soli, in fondo erano Cavalieri di Atena, ma Samia la preoccupava. Aspettava un bambino e non era ancora in grado di governare il cosmo ‘prestatole’ da Afrodite; e poi…c’era quel presentimento!
Era convinta che qualcuno di molto potente, alleato della Madre degli Dei, avesse delle mire su di lei, ma ancora non riusciva a capire di chi si potesse trattare.
 
Si avvicinò all’inferriata per attirare l’attenzione del Cavaliere che la teneva sotto custodia.
 
“Cavaliere!”
 
“Che vuoi?” le chiese avvicinandosi, le mani nelle tasche dei pantaloni.
 
“Sempre gentile…”
 
“Senti, se non è per invitarmi a farti compagnia, dimmi subito cosa vuoi e falla finita!”
 
“Devo uscire!”
 
“Sì, certo, come no?”
 
“Tu devi farmi uscire…”
 
“E perché mai, di grazia?”
 
“Perché qualcuno ha bisogno di me!”
 
“Chi? E perché?”
 
“Non sono tenuta a risponderti…”
 
“Allora puoi rimanertene tranquillamente dove sei!”
 
“Ti prego…”
 
“No!”
 
Eowyn non era facile alla rabbia ma, in quel momento, non riusciva quasi a controllarsi; richiamò a sé, e con uno sforzo enorme, tutte le sue forze, cercando di sovrastare il potere di Saori. Chiuse gli occhi e un’aura argentata l’avvolse, illuminandola dal basso; i capelli erano smossi da un’invisibile e inesistente soffio di vento; allargò le braccia ai lati del suo corpo, concentrando il potere sui palmi delle mani.
In realtà non era del tutto consapevole di cosa stesse facendo e perché ci stesse riuscendo, sapeva solo che sentiva le forze tornare a farla da padrone, rinvigorendo le sue membra.
Quando seppe che il potere accumulato nelle sue mani era sufficiente allo scopo, le congiunse all’altezza del petto, per poi rivolgerle verso la serratura in ferro.
 
“Che cosa stai facendo?” le chiese adirato Atlas.
 
Eowyn non rispose…
 
“Non ci provare!”
 
In quel momento Eowyn aprì gli occhi e li fissò in quelli del ragazzo: il verde delle sue iridi brillava come non era mai successo. La determinazione l’aveva sopraffatta per la prima volta nella sua vita, non era riuscita a controllare le sue azioni, il suo corpo aveva agito da solo…L’ennesima trasformazione!
 
La serratura scattò e la porticina si aprì; Eowyn uscì dalla cella, senza smettere di guardare Atlas negli occhi, poi si allontanò.
 
“Dove credi di andare?” le chiese afferrandola per un braccio.
 
“Lasciami…” gli suggerì calma.
 
“Pensi di potermi dare ordini?”
 
“No…ma tu lasciami!”
 
“Non se ne parla!” iniziò a riportarla verso la cella. Eowyn non oppose molta resistenza ma, rendendosi conto finalmente che il nemico era pronto ad attaccare e che il potere di Atena stava diminuendo, si riprese e cercò di liberarsi dalla sua presa.
 
“Atlas, ascoltami: il nemico potrebbe attaccare da un momento all’altro, dobbiamo andare a dare una mano…”
 
“Ti ho detto che tu non vai da nessuna parte!”
 
“E va bene, lo hai voluto tu! Io non sono incline alla violenza, ma non mi lasci altra scelta…”
 
“Ma che stai…” voleva concludere con ‘dicendo’, ma dal braccio di Eowyn si sviluppò una potenza tale da scaraventarlo contro la parete.
 
“Mi dispiace!” pensò la Messaggera.
 
Non aveva molte energie, ma cercò ugualmente di concentrarsi e di materializzarsi all’Ottava Casa, dove effettivamente arrivò, stanca e sfibrata…
 
Milo si accorse immediatamente della sua presenza, le fu accanto e l’aiutò a sedersi sul divano. Eowyn aveva il fiatone, ma cercò ugualmente di parlare.
 
“Samia! Le è successo qualcosa…”
 
“Stai tranquilla, Samia sta già meglio…Si è sentita male, ma Shaka l’ha soccorsa subito e l’ha aiutata a riprendersi!” le spiegò calmo, prendendole la mano. Eowyn lo lasciò fare: quel contatto le infondeva calore…
 
Milo si accorse del segno rosso sulla guancia.
 
“Cosa hai fatto? Non dirmi che quel verme ha osato…”
 
“Non ti preoccupare per me! Adesso ascoltami: sono sicura che il nemico sia praticamente pronto ad attaccare; il cosmo protettivo di Atena si sta indebolendo poco alla volta e loro non aspettano altro per sfondare definitivamente la barriera. Io forse posso provare a rinvigorirla, ma non sono sicura di riuscirci e non so per quanto tempo!”
 
“Sei troppo stanca, non ce la farai mai!”
 
“Grazie per la fiducia!” gli rispose piccata “Non importa, ne parleremo un’altra volta! C’è un’altra cosa: sono sicura al cento per cento di aver individuato, finalmente, il cosmo di uno degli alleati di Era ma Samia, in questo caso, corre un grave pericolo!”
 
“Perché?”
 
“Perché Ares, il dio della Guerra, è venuto qui per riprendersi ciò che un tempo era suo!”
 
“Maledizione!”
 
Eowyn si alzò, anche se a fatica.
 
“Io vado alla Tredicesima: tenterò da lì di prendere tempo rafforzando il potere di Saori, ma voi cercate di organizzarvi in fretta! Te lo ripeto: non so quanto potrò resistere…” si concentrò per smaterializzarsi quando, inaspettatamente, si sentì afferrare per le braccia e stringere forte ad un corpo muscoloso…
 
Che strano: il contatto con il corpo vigoroso di Milo non le suscita imbarazzo, come le volte precedenti, anzi!
 
“E’ bello…Sento calore, sento…cosa sento?” non poteva permettersi di continuare ad indugiare.
 
Si staccò da lui e lo guardò fisso; si mosse senza rendersene conto, alzandosi sulla punta dei piedi e sfiorandogli la guancia con un tenero bacio…
 
Continua…
 
Mamma mia che ritardo abnorme, scusateeeeee!!!! Finalmente sono riuscita a riprendere in mano la storia e portarla avanti un pochino, con la speranza che non mi abbiate dimenticata! Non ho aggiornato da diverso tempo perchè mi sono dedicata ad un progetto di cui spero di potervene parlare più avanti, se andrà a buon fine! Ne va anche del mio futuro diciamo...per ora incrocio solo le dita!!!!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto: ho inserito il nome dell'alleato di Era perchè qualcuno lo aveva comunque già azzeccato, quindi ho preferito non attendere oltre! nel prossimo chappy probabilmente entrerà in scena anche lui maggiormente. Ora passo ai ringraziamenti...

Snow Fox: chiedo ancora scusa per il ritardo, spero di farmi perdonare...Grazie come sempre e, tranquilla, prenderò in seria considerazione il tuo desiderio di far fuori qualcuno!!! Alla prossima carissima, baciooooo

sesshy94: dunque spero che la tua curiosità inizi ad essere colmata! Eowyn e Atlas...hai visto che gli combino? e poi hai ragione: Milo la consola...E lei che lo bacia? MI è nata spontanea la scena, spero sia piaciuta!!! Ora cercherò di non far passare tanto tempo per l'aggiornamento, ma tu fammi comunque sapere che ne pensi, OK? Super grazie e super bacio!!!! Ciaooooo

roxrox: hai indovinato!!!! E' proprio Ares, ma qualche sorpresa la riservo ancora!!!! Mi sa che Saori davvero verrà sostituita...ma vedremo! Shaka adesso dovrà combattere con un nemico ostico per non farsi portare via Samia e la vedo dura! Ares è forte...Fammi sapere che ne pensi del capitolo OK? sono curiosa...ciao bacio e grazie come sempre!!!!

Ringrazio tutti voi che avete anche solo letto il capitolo, senza commentare....so che comunque ci siete!!!! Grazieeeeeee

by anzy
 
 

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Capitolo 14
*** Capitolo Quattordici - La barriera cede ***


cap14 Capitolo Tredici – La barriera cede
Eowyn lottava contro i demoni della sua anima, che la esortavano a tornare indietro e non interrompere il contatto con il corpo caldo e forte di Milo, ma il dovere e il desiderio di proteggere quel posto ormai a lei familiare e…caro, era forte e prese il sopravvento sulle altre emozioni.
Raggiunse in un batter d’occhio la Tredicesima Casa, dove trovò Saori di fianco alla Statua di Atena, lo sguardo fisso davanti a sé, ma vuoto! Le si avvicinò, conscia del fatto di non provare più alcun risentimento nei suoi confronti: aveva intuito che non era una persona cattiva, ma una ragazza sola, viziata sin dall’infanzia e incapace di rivestire un ruolo così importante come quello della reincarnazione della Dea della Giustizia.

                                                       
Zeus le aveva riferito che qualche tempo prima, quando ancora non aveva risvegliato il suo spirito nel corpo di un essere umano, si era reso conto del precario equilibrio in cui si trovava la ragazza, soprattutto dopo la battaglia contro Hades, quando tutti i Cavalieri d’Oro si erano sacrificati per abbattere il Muro del Pianto dietro il quale era tenuta prigioniera. Non si conosceva il motivo, però, per cui ella prese la decisione di chiedere la rinascita di solo una parte di loro, nonostante avesse avuto la possibilità di riportarli tutti in vita! Ovviamente i Cavalieri questo non lo sapevano, e neanche il Padre degli Dei se ne spiegava il motivo, perciò le aveva fatto promettere di mantenere il silenzio sulla questione.
L’egoismo della ragazza aveva poi prevalso su tutto, e il cosmo della Dea in lei presente si era indebolito, tanto che Era ne aveva approfittato e organizzato un nuovo esercito con l’aiuto del Figlio adorato; ora, non solo il Santuario e tutta la Terra erano in pericolo, ma soprattutto Samia lo era, se Ares fosse riuscito a riprendersi colei che da secoli bramava!

Inoltre Eowyn era convinta di un’altra cosa: Ares e il suo fortissimo esercito non erano gli unici alleati della Madre degli Dei!

Qualcuno o qualcosa era nascosto nell’ombra, celando il suo potere e la sua presenza, aspettando il momento propizio per fare la sua comparsa; non capiva di chi si potesse trattare…sapeva solo che era lì!
 
“Saori…” la chiamò piano. La giovane le rivolse uno sguardo spento, privo di ogni forza battagliera che un tempo lo aveva contraddistinto.
 
“Perché non combatti?” le chiese.
 
“Perché? Perché io non voglio più combattere! Io non voglio più interpretare il ruolo della Dea, non fa per me…”
 
“Io da sola non ce la farò mai!”
 
“Sei più forte di me…provaci!” le rispose sicura. Eowyn non era affatto convinta di questo, ma non aveva alternative.
 
Si posizionò ai piedi della grossa statua, le braccia lungo i fianchi; chiuse gli occhi e si concentrò. Come era successo poco prima con Atlas, non sapeva da dove provenisse quel potere e perché lo possedesse, ma sapeva che poteva farne uso ed era più che convinta di doverne fare un ‘buon’ uso!
Dal suo corpo si sprigionò la solita luce argentea, e un potere abbastanza forte da rimediare alle crepe nel cosmo di Atena.
Il suo corpo era immobile…

 
Milo si precipitò alla Sesta Casa, dove Samia si era ripresa e la consapevolezza di essere in pericolo era leggibile sul suo viso. Aveva cercato di cancellare il calore che il bacio di Eowyni gli aveva lasciato sulla guancia, ma era stato del tutto inutile. Si concentrò così su quello che doveva fare...
 
“La sentite?” chiese Milo rivolto sia a lei che a Shaka.
 
“Chiaramente!” rispose quest’ultimo.
 
“Saori non collabora…” sussurrò Samia tristemente.
 
“Samia…” iniziò Milo passando lo sguardo da Shaka a lei “…sei in pericolo!”
 
“Lo so!” Milo non rimase sorpreso più di tanto dall’affermazione della ragazza.
 
“L’ho sentito…la sua potenza è tale da farmi credere di essere a pochi passi da me, nonostante non possa entrare nel Santuario! Mi ha fatto intendere cosa vuole da me, e come intende ottenerlo!” gli spiegò con calma.
 
“Bé ci riuscirà di certo se non interveniamo: dobbiamo aiutare Eowyn dato che quella stolta di Saori non intende farlo! Se il cosmo di Atena si indebolisse troppo, non sarebbe in grado di riparare il danno, una breccia si aprirebbe e il nemico farebbe irruzione nel Santuario!” Milo si stava innervosendo.
 
“Milo devi calmarti! Gli altri Cavalieri d’Oro stanno arrivando, mentre i Cavalieri di Bronzo sono stati mandati alla Tredicesima!” lo rimbeccò Shaka.
 
“E tu credi che servirebbe a qualcosa? Non credo che Seiya sia disposto a collaborare con Eowyn!” rispose ancora Milo.
 
“Disposto o meno, dovrà prendere in considerazione che l’ordine proviene direttamente dal Grande Sacerdote e lui non può opporsi! Comunque, se non lo farà lui, ci saranno gli altri quattro Cavalieri pronti a proteggerla…” rispose con sicurezza Shaka.
 
Da lì a qualche secondo tutti i Cavalieri d’Oro erano riuniti nella Casa della Vergine, compreso Saga!
Quando entrarono, Milo e Shaka rimasero stupiti nel vedere Saga con indosso la Sacra Armatura dei Gemelli, mentre Kanon indossava quella del Sea Dragon, il Dragone del Mare!
Il Marine non diede tempo ai due compagni di chiedere spiegazioni…
 
“Ho ritenuto giusto restituire l’Armatura d’Oro dei Gemelli a mio fratello, ritornando ad indossare le vestigia di Generale degli Abissi! Voglio combattere con voi e sconfiggere il nemico; quando tutto sarà finito, deciderò se restare al Grande Tempio o meno!” Shaka e Milo annuirono.
 
I Cinque Cavalieri di Bronzo si trovavano al cospetto di Saori Kido, silenziosi, in attesa che la loro Dea parlasse rivelando il suo piano, ma questo non avvenne.
Sapevano che, al momento, Eowyn si stava occupando di mantenere equilibrata la barriera che impediva al nemico di entrare nel Santuario, ma sapevano anche che il potere della Messaggera non sarebbe stato sufficiente a mantenerla integra ancora per molto.
 
“Saori…” si fece avanti Seiya “…quali sono i tuoi ordini?”
 
Alla parola ‘ordini’ Saori si voltò a guardare il Cavaliere di Pegasus.
 
“Non ci sono ordini…” disse con tono piatto.
 
“Come?” chiese ancora Seiya, convinto di aver capito male.
 
“Semplice: ho smesso i panni della vostra Dea, non voglio più affrontare alcuna Guerra e Atena questo deve averlo capito, perché il suo cosmo ha abbandonato il mio corpo! Sono libera, libera di vivere la mia vita come meglio credo, e in questo momento io voglio solo lasciare questo posto!”
 
Seiya e i compagni erano increduli: tutti, tranne Phoenix, fissavano la ragazza stupiti di aver udito tali parole uscire dalla sua bocca. Saori se ne rese perfettamente conto, e decise di andar loro incontro. Li fissò come un tempo era solita fare e vide i loro volti rilassarsi.
 
“Voi siete e resterete sempre Cavalieri di Atena: sono certa che la Dea troverà una giovane donna più adatta di me a ricoprire questo ruolo così difficile e tremendamente ingiusto per una ragazza della mia età. Io non posso più essere la vostra guida, e non voglio neanche esserlo. Un giorno mi perdonerete, ma adesso vi chiedo un’ultima cosa: combattete in nome della Giustizia, aiutate i Cavalieri d’Oro e la Messaggera a sconfiggere Era e Ares! Solo questo vi chiedo…” li guardò uno ad uno, poi voltò loro le spalle e si ritirò nelle sue stanze, dove rimase ad attendere la fine di quell’agonia durata così tanto tempo…
 
 
“Vi rendete conto? Cosa dovremmo fare adesso noi? Prendere ordini da quella stupida ragazzina che sta tentando di emulare una Divinità?” chiese irato Seiya.
 
“Non essere sciocco Seiya!” lo riprese per la prima volta Hyoga “Hai sentito che cosa ha detto Saori: noi siamo e saremo sempre Cavalieri devoti ad Atena, che sia lei o meno! Il nostro compito è garantire che la pace sulla Terra rimanga inviolata, ed è ciò che faremo…Eowyn non sta emulando nessuno, sta solo cercando di aiutarci, nonostante il suo compito non sia quello di impedire al nemico di entrare! Potrebbe benissimo stare a guardare e fare la spola da qui all’esterno senza intervenire nella battaglia, ma non lo sta facendo e sta esaurendo le sue energie in fretta!”
 
I compagni lo fissarono stupiti: mai avevano visto Hyoga difendere una donna, sconosciuta tra l’altro, come stava facendo in quel momento. Seiya assunse un’espressione ironica, alzando un sopracciglio.
 
“Ha conquistato anche te la ragazzina?” gli chiese mezzo divertito.
 
Hyoga, per tutta risposta, lo fissò con lo sguardo gelido tipico del suo carattere, pronto a rispondere per le rime, ma decise di non stare al suo gioco e gli voltò le spalle, uscendo dalla Tredicesima per raggiungere la Divina Messaggera ai piedi della statua di Atena. Shun, Shiryu e Phoenix lo seguirono quasi subito, mentre Seiya si voltò ancora una volta a fissare la porta chiusa, dietro la quale Saori ormai si era trincerata, abbandonandoli. Pensando alla sorella indifesa, decise di raggiungere gli amici di sempre per combattere ancora una volta al loro fianco.
 
I Cavalieri d’Oro riuniti alla Sesta avevano organizzato come meglio potevano le difese del Santuario, sapendo ormai che l’esercito che stava per fare il suo ingresso era potente oltre ogni limite.
Le Dodici Case sarebbero state momentaneamente abbandonate, sapendo che non era la testa di Atena l’obiettivo principale di quell’attacco; Shaka, Camus e Milo avrebbero condotto Samia alla Tredicesima dove sarebbero rimasti a difesa sua e di Eowyn insieme ai Cavalieri di Bronzo.
Gli altri Cavalieri d’Oro si sarebbero divisi in coppie, alla ricerca del nemico che, come prevedevano, si sarebbe riversato nei punti più disparati del Santuario.
Una volta deciso questo, Shaka prese Samia tra le braccia e, insieme ai compagni, velocemente si diresse alla Tredicesima.
 
Quando arrivarono, notarono subito il pallore sul volto di Eowyn e percepirono il suo potere ormai ridotto al minimo. Milo le si avvicinò giusto in tempo per vederla cedere e accasciarsi su sé stessa, priva di forze.
In quel preciso istante il cosmo di Atena scomparve del tutto, per lasciar posto a quello di Era e di suo figlio, il Dio della Guerra.
 
Un’orda di guerrieri oltrepassò i confini che fino a pochi istanti prima erano risultati invalicabili, e si riversò sul Santuario di Grecia come cavallette affamate di sangue.
Due figure imponenti si ritrovarono a fissare ciò che entro breve sarebbe loro appartenuto: Era e Ares avevano indossato le loro Kamui che li rendevano praticamente privi di punti deboli; erano accompagnati dai comandanti dell’esercito del Dio, sei Guerrieri del tutto privi di anima e completamente malvagi.
 
Una figura sinistra si nascondeva dietro al gruppetto: un ragazzo giovane, magro e dalle lunghe e magrissime braccia, lo sguardo fisso a terra, la carnagione pallida e il viso marcato da profonde occhiaie.
Quando il suo sguardo si posò lontano, sulla Tredicesima Casa, la malvagità e la sete di vendetta che gli si lessero in volto avrebbero provocato i brividi a chiunque…
 
Continua…
 

Ed eccomi di nuovo qui, finalmente dirà qualcuno di voi...almeno così spero io!!! Innanzitutto Buon Anno nuovo a tutti!!! Chiedo come sempre scusa per l'attesa, ma l'ennesimo blocco dell'ispirazione mi ha mandato in tilt i neuroni, come se già di loro non lo fossero!!! Ma bando alle ciance e passiamo alle spiegazioni... Il mio quasi odio per Saori  è scemato leggermente in questo capitolo, ma solo perchè Natale è passato da poco! Diciamo che ho preferito fare in modo che fosse lei a ritirarsi dagli 'affari', per così dire! Ora bisognerà solo vedere che fine farle fare, ma è presto per questo! Per quanto riguarda Seiya, invece, non ce la posso fare e si vede: cerco di ridicolizzarlo in tutti i sensi...ma il mio non è odio nei suoi confronti: è più difficoltà nell'accettare il ruolo che ha nella storia originale!!! Adesso basta altrimenti i suoi fans mi uccidono e poi decidono di non proseguire nella lettura della storia..........Vi prego continuate a leggere!!! Dal prossimo capitolo arriverà il difficile, perchè inizieranno gli scontri e la vedrò dura descriverli, speriamo in bene!!!

sesshy94:  come vedi Saori non muore alla fine, ma lascerà ugualmente il comando!!!!Sono comunque contenta che la storia ti piaccia sempre e che la coppia Eowyn-Milo ti vada a genio!!! Adesso non so quando riuscirò ad aggiornare, spero comunque presto!!! Un super mega bacio cara ciaooooo

miloxcamus:  bè le tue parole sono sempre rincuoranti per me, che bello!!!! Tu hai bisogno di leggere e io ho bisogno di ispirarmi, infatti in questo periodo sto leggendo qualsiasi cosa mi capiti a tiro!!! Buona lettura dunque!!!! Bacione ciaooooo

Terry Alchemist 22: ti piace Atlas? Sei la prima a dirlo: tutti lo vorrebbero morto! Comunque fa piacere che anche i personaggi con un ruolo minore piacciano, è stimolante e credimi in questo periodo mi serve proprio lo stimolo!!!! Grazie e continua a seguirmi...alla prossima ciaoooooooo!!!

roxrox: innanzitutto grazie per l'augurio, incrociamo le dita...poi sì: Saori se ne va!!!!!!! Bello eh??? Atlas non è comparso in questo capitolo, ma tornerà a rompere i maroni a Milo vedrai...Mi raccomando fammi sapere che cosa ne pensi ok? Grazie mille un bacio ciauuuuuuu

Snow Fox: non ti preoccupare per il ritardo, lo sono di più io!!! Comunque hai ragione: sono guai seri adesso!!! Fammi sapere cosa ne pensi del capitolo ok? Un super bacione ciauuuuu

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Capitolo 15
*** Capitolo Quattordici - Fuoco ***


cap15 Capitolo Quattordici – Fuoco
 
Samia entrò nelle stanze private della Tredicesima, dove sapeva trovarsi Saori: aveva deciso di provare a chiedere alla ragazza di badare ad Aaron mentre fuori infuriava la battaglia. Bussò piano, ma non attese il permesso di entrare: Saori era seduta su una delle comode poltrone nel salottino privato, dove era solita incontrare gli ‘amici’.
 
“Ciao…” la salutò piano Samia. Saori la guardò, evidentemente sorpresa di vederla lì.
 
“Ho bisogno di un favore da parte tua!” continuò.
 
“Ti ascolto” le rispose Saori con un timbro piuttosto dolce, rispetto a quello che aveva adottato durante gli ultimi giorni.
 
“Mi chiedevo se fossi disposta a badare ad Aaron…è troppo pericoloso per lui e di certo non posso lasciarlo da solo alla Sesta!”
 
“Nessuna problema: mi fa piacere tenerlo qui, relativamente al sicuro, ma credo che anche per te sia troppo pericoloso stare là fuori, nelle tue condizioni!”
 
“Anche Shaka la pensa come te, ma mi sono rifiutata di non affrontare le  mie responsabilità…” le rispose, alludendo velatamente al comportamento che Saori stessa stava tenendo “…comunque grazie! Vado…là fuori c’è bisogno di me!” le voltò le spalle e chiuse piano la porta dietro di sé.
 
 
 
Nel frattempo Milo aveva aiutato Eowyn a riprendersi: quando erano giunti alla Tredicesima, l’avevano trovata stremata, non abituata ad un tale dispendio di energie, se poi non si considerava tutto quello che aveva già fatto per loro lì in pochissimo tempo!
Inizialmente il Cavaliere di Scorpio aveva insistito per scortarla in una delle camere del Tempio, ma Eowyn si era rifiutata categoricamente, asserendo che in pochi minuti si sarebbe ripresa e chiedendo solo il tempo di riprendere fiato.
 
Milo sapeva che ormai la barriera creata dal cosmo di Atena aveva ceduto, e che il nemico era entrato nel luogo Sacro alla Dea, quindi non poté che concordare con la Messaggera, valutando tra l’altro la necessità di trovarsi a spalleggiare i suoi compagni qualora il nemico si fosse fatto vivo; restare chiuso in una stanza con lei non gli avrebbe permesso di farlo, per non contare quanto potesse risultare frustrante per il suo self control, riconosciuto da tutti come molto debole…
Era anche convinto che i suoi compagni avrebbero fatto qualunque cosa, anche sacrificare per l’ennesima volta la vita, pur di impedire agli invasori di ottenere ciò che volevano, ma percepiva chiaramente quanto il nemico fosse forte e anzi, in quel preciso istante, il cosmo di due dei suoi amici, stava brillando come non mai…
 
 
 
Mur e Dhoko avevano percepito da tempo la presenza del nemico intorno a loro: sapevano per certo che uno dei Comandanti dell’esercito di Ares li stava osservando da qualche parte, premuroso di non farsi ancora scorgere, ma non era solo…
Continuavano a camminare come se niente fosse, ma tutti i loro sensi erano volti a lui, a quello che, ne erano consapevoli più di ogni altra cosa, poteva anche essere il loro ultimo avversario!
 
Una risata attirò la loro attenzione su un costone di roccia sopra le loro teste; alzarono lo sguardo, abbagliati dal riflesso dei raggi del sole su una scintillante armatura rosso fuoco. Mur rimase stupito di quanto fosse simile a quella del Guerriero che aveva attaccato Hyoga ed Eowyn in Siberia; solo il colore differiva: quella che si trovarono di fronte, era rossa come il fuoco vivo, con sfumature nere su bracciali e gambali che, come per l’altra, non lasciavano scoperti molti punti, quindi rendeva più difficile trovare un punto debole nel nemico che aveva capelli e occhi di un nero profondo, come le tenebre. La cintura che ornava questa Armatura era nera, con al centro una pietra rossa, un rubino supposero sia Mur che Dhoko.
 
“Mi stavo chiedendo, Cavalieri di Atena, quando avreste mostrato di esservi accorti della mia presenza…Mi sono spazientito, e ho deciso di presentarmi da solo: il mio nome è Zenais, e sono il Guerriero che governa il Fuoco!” con un agile scatto, saltò giù dalla roccia e si parò di fronte a i loro occhi.
 
Li fissava con un ghigno disegnato sulle labbra.
 
“E questi…” fece un ampio gesto con le braccia, ad indicare il punto in cui poco prima si trovava “…sono i miei sottoposti!”
 
Mur e Dhoko si ritrovarono ad osservare una schiera di combattenti dalle armature nere; Mur si rese immediatamente conto che si trattava di soldati semplici, ma dotati di una forza notevole, maggiore di quella delle guardie del Grande Tempio.
 
“Avete perso la lingua, Mur dell’Ariete e Dhoko di Libra?” li apostrofò con sfacciataggine.
 
Lo sguardo di Mur si fece serio.
 
“Dhoko, amico, ti chiedo cortesemente di lasciare che me ne occupi personalmente…” il Cavaliere di Libra sorrise, scrollando le spalle.
 
“Ti concedo il privilegio, per questa volta!” si allontanò, consapevole che, fatti pochi passi, i soldati che accompagnavano Zenais lo avrebbero circondato. E così fu…
 
Dhoko chiuse gli occhi e si concentrò.
 
Mur, nel frattempo, osservava attentamente il nemico, cercando di captare ogni più piccolo movimento il suo corpo compisse, persino il suo respiro. Probabilmente, decretò mentalmente infine, era l’avversario adatto a lui: nonostante l’elemento da lui governato, manifestava un sangue freddo e una calma pari a quella di Shaka prima di affrontare uno scontro.
 
“Mi hai studiato a fondo, Cavaliere? E, dimmi, ti piace quello che hai scoperto?” chiese Zenais sarcastico.
 
“Non ha importanza tutto questo: credo che, anche se con un pizzico di difficoltà, potrei batterti!”
 
“Come sei diventato arrogante!” Mur sorrise a quell’affermazione, riconoscendola come vera. Probabilmente, pensò, tutti loro erano cambiati un po’ alla luce degli ultimi avvenimenti. Il comportamento di Saori e l’abbandono momentaneo della protezione della Dea Atena li aveva riportati ad una realtà diversa da quella cui erano abituati.
Loro, però, erano e sarebbero continuati ad essere Cavalieri devoti alla Giustizia e avrebbero protetto il Santuario alla loro Dea consacrato, in attesa di sapere se essa avrebbe prima o poi scelto un’altra fanciulla a cui affidare il suo cosmo.
 
“Potere del Fuoco!”
 
Le parole pronunciate da Zenais lo riportarono allo scontro imminente: si accorse in tempo di una scia di fuoco che una sfera incandescente lasciava al suo passaggio, bruciando la terra.
 
“Crystal Wall”  la barriera protettiva era un’arma molto potente, legata alle sue capacità psicocinetiche. Nonostante questo, Mur si accorse che con molte probabilità, se l’avesse usata ancora una volta per difendersi da un colpo di tale intensità, questa non avrebbe retto.
 
Zenais rise, avendo ottenuto il suo scopo: una delle tecniche del suo avversario era praticamente fuori uso!
 
“Non credere di avermi sconfitto così facilmente!” affermò Mur chiudendo gli occhi.
 
“Fino a questo momento ho soltanto giocato, in verità!” gli rispose il Guerriero di Ares.
 
“Allora inizia a fare sul serio, mi sto stancando di questo gioco! Avete invaso il Grande Tempio, luogo Sacro per la Dea Atena, pretendendo di impadronirvi della Terra e degli esseri umani, come se fosse un capriccio al quale non sapete resistere. Un anno fa la vostra Dea, Era, non ha avuto a che fare con tutti noi, ma solo con una piccola parte! Adesso è tempo di rimediare!” il cosmo di Mur si stava espandendo a dismisura, ormai sull’orlo di una rabbia incontrollabile.
 
Dhoko, impegnato a tenere a bada i soldati dell’esercito invasore, si sorprese nel constatare il cambiamento avvenuto nel compagno di battaglia: Mur quasi mai aveva perso la calma in uno scontro, neanche contro gli Spectre di Hades. Solo contro Saga, Camus e Shura fu sul punto di farlo, se non fosse stato per l’intervento dei Cavalieri di Bronzo! La rabbia rendeva il suo cosmo molto più potente di quanto ci si potesse immaginare…Povero Zenais!
 
“Come vuoi, Cavaliere!” rispose Zenais, anche lui sul punto di esplodere.
 
“Firestorm!” Zenais raccolse un’enorme quantità di potere nella mano destra e, in meno di un nanosecondo, la scagliò contro Mur.
 
Nel breve percorso tra i corpi dei due avversari, l’energia si divise in più parti, in una vera e propria tempesta di fuoco che per poco non si abbatté sul corpo di Mur che non si aspettava la suddivisione in più colpi…
Solo il tempestivo intervento dello Shield dell’Armatura della Bilancia impedì al colpo di centrarlo in pieno, dandogli così la possibilità di allontanarsi di qualche metro.
Furioso più con sé stesso che altro, Mur lanciò uno sguardo di ringraziamento all’amico, e si concentrò sul suo colpo conclusivo, con cui riteneva di poter chiudere la partita una volta per tutte.
 
“Starlight Extintion!” esclamò con foga.
 
Zenais tentò con tutte le forze di evitare la luce che inesorabilmente lo avvolse, ma l’esplosione stellare lo risucchiò senza pietà, trasportandolo chissà dove…
Quando la luce si dissolse, di Zenais non vi era alcuna traccia, solo un piccolo pezzo dell’Armatura da lui indossata, che loro riconobbero come la parte inferiore di uno dei due bracciali.
 
Mur si avvicinò a Dhoko e, fissandolo intensamente, gli tese una mano in segno di ringraziamento per avergli praticamente salvato la vita; guardandosi poi attorno, riconobbe i corpi senza vita di tutti i soldati che aveva affrontato.
 
“Non ne hai risparmiato nemmeno uno, a quanto pare!” affermò alzando un sopracciglio.
 
“E perché avrei dovuto? Sono venuti qui per annientarci: hanno trovato la fine che meritavano!” rispose implacabile, ma con un sorriso.
 
 
 
 
“Mur e Dhoko hanno sconfitto i loro nemici!” esclamò Seiya.
 
“Avevi qualche dubbio?” gli rispose sarcastico Milo che ricevette un’occhiata di rimprovero da Camus. Il Cavaliere di Scorpio decise che non valeva la pena discutere in quel momento e si concentrò sulle figure di Eowyn e Samia.
 
Samia aveva chiesto a Shaka di aiutarla a concentrarsi, per provare ad aiutare Eowyn nel compito che si era imposta: ripristinare la barriera costituita dal cosmo di Atena. Non sapeva come Eowyn ci stesse riuscendo, anche se per brevi intervalli, ma voleva aiutarla. Avrebbe avuto poco tempo, ma voleva almeno provarci.
Fu così che si ritrovò seduta a terra, nella posizione del loto, con gli occhi chiusi e la mente concentrata sulla sua forza interiore. Shaka le aveva detto di eliminare ogni pensiero dalla sua mente, di escludere tutte le emozioni e di cercare dentro di sé un piccolo universo dal quale attingere le forze. Non sapeva come ci fosse riuscita, ma in breve aveva trovato ciò che il suo compagno le aveva descritto come qualcosa di infinitamente piccolo, ma da cui poteva sprigionarsi un potere immane. Si ritrovò a pensare che forse la gravidanza la stava favorendo, ma quel pensiero rischiò di farle perdere il contatto che aveva stabilito dentro di sé, così riprese a concentrarsi, fino a quando il cosmo di Afrodite iniziò a risvegliarsi. Shaka le suggerì, riportandola alla realtà, di non esagerare e di intervallare la ricerca con brevi pause.
 

Eowyn aveva riacquistato gran parte delle sue energie in breve tempo, grazie anche all’intervento di Shaka, e aveva ripreso posto sulla sommità della scalinata e da lì aveva sprigionato tutto il suo potere sconosciuto, lasciando i tre Cavalieri d’Oro stupiti.

 
“Da dove proviene quel potere?” chiese Milo incuriosito.
 
“Credo di averlo intuito, ma forse mi sbaglio!” rispose Shaka calmo.
 
“Prova a spiegarlo anche a noi!” continuò Milo. Anche i Cavalieri di Bronzo si avvicinarono per ascoltare le sue parole.
 
“Non ne sono sicuro, ma credo che sia una parte del potere del Divino Zeus, seppur molto piccola, ma abbastanza potente da riequilibrare il cosmo di Atena ormai scomparso.”
 
“Come è possibile che una ragazzina come quella sia in grado di governare un potere così grande?” chiese stizzito Seiya.
 
“Si può sapere perché ce l’hai tanto con lei?” intervenne Samia che si stava prendendo una delle pause suggerite da Shaka. “Sei ancora in collera perché tua sorella si trova a Luxor?”
 
“Senti tu, ragazzina, chi ti dà il diritto di parlare di mia sorella?” si infervorò Seiya. Camus e Milo sarebbero voluti intervenire nel dibattito, ma Shaka alzò una mano a fermarli, pronto ad intervenire lui stesso se Samia ne avesse avuto bisogno. Al momento, però, era interessato a scoprire fino a che punto la sua donna sarebbe riuscita ad arrivare.
 
“Ascoltami bene, Cavaliere di Pegasus: smettila di essere ostile a me e alla Divina Messaggera! Non è il caso di farci la guerra anche tra di noi, siamo tutti nella stessa barca! Perché non provi a pensare al fatto che, se non fosse per Eowyn che si è rifiutata di portare qui tua sorella, Seika si troverebbe in grave pericolo al momento?”
 
“E cosa ti fa credere che non le sia capitato nulla là fuori?” Samia rivolse gli occhi al cielo, in una muta preghiera a Zeus.
 
“Sei ottuso più di quanto credessi! Mettiamola così: questi sono gli ordini che il Grande Sacerdote ti ha impartito, ovvero interrompere ogni genere di ostilità e combattere al nostro fianco senza remore! Non discutere e fa’ ciò che ti è stato detto! Quando tutto questo caos sarà terminato, sarai libero di andartene, nessuno si strapperà i capelli dalla voglia di fermarti!” dopo la sfuriata, Samia gli voltò le spalle, raggiunse Eowyn e le prese la mano.
 
La Messaggera la osservò sorridendo, e riprese a concentrarsi. Anche Samia si concentrò, chiuse gli occhi e attinse il potere del cosmo della Dea dell’Amore. Un’aura chiara, rosa pallido tendente al dorato, l’avvolse…
 
Il cosmo di Afrodite si era manifestato!
 
 
 
Ares ed Era si trovavano nello stesso punto in cui si erano fermati una volta entrati nel Santuario, immobili con lo sguardo fisso sulla Tredicesima Casa.
 
“Zenais è stato sconfitto, Madre…” affermò il Dio della Guerra.
 
“Lo so! Non importa: i combattimenti con i tuoi Guerrieri terrà lontano dal nostro obiettivo la maggior parte dei Cavalieri d’Oro, ma non è ancora giunto il momento di muoverci, almeno per noi! C’è già chi sta risalendo le Dodici Case lasciate incustodite, mantenendo celata la sua presenza per non farsi scoprire. Non appena avrà raggiunto l’obiettivo, tu avrai ottenuto ciò che brami da tempo ma, prima di abbandonare questo luogo, sai che pretendo la tua collaborazione…”
 
“La stai già avendo, Madre!” Era sorrise soddisfatta, mentre Ares rimase zitto in attesa…
 
“Usa tutto il potere che vuoi, mia cara, ma questo non ti sarà d’aiuto quando lui verrà a prenderti!” pensò il Dio osservando la lunga scalinata che conduceva alle stanze di Atena, dove credette di scorgere un’ombra furtiva che la percorreva senza intoppi.
 
Continua…



Ce l'ho fatta!!!! Ciao a tutti...
Ecco qui il primo capitolo con un pò di mazzate: spero sia venuto abbastanza bene, io devo ammettere che ne sono soddisfatta, ma mi rimetterò al vostro giudizio! Ovviamente, come mio solito, mi auguro che vi sia piaciuto:anche gli altri personaggi, come qui Mur, inizieranno ad essere un tantino diversi, proprio per quello che ha pensato Mur stesso, sull'abbandono da parte di Saori!!! Non so se mi sto impelagando in qualcosa di impossibile, vedremo, ma voi fatemi sapere ok??? Siete voi che mi date la carica mi raccomando!!!!

Comunque...grande Samia che ne ha cantate quattro a Seiya!!!!!!!!!!!!!!!!!


Snow Fox: grazie per la solidarietà!!! Per quanto riguarda Seiya, come vedi continuo a tartassarlo, soprattutto con le fanciulle!!! Coraggio anche a te, dai!!! Grazie di tutto bacioooooooo ciaooooooo

miloxcamus: vorrei tanto conoscere i tuoi motivi per pensare che Camus avrebbe accompagnato Shaka e Milo alla Tredicesima, mi incuriosisce molto questa cosa!!! Come non smetterò mai di scrivere, grazie mille delle belle recensioni che mi lasci!!! super bacio ciaoooooooo

roxrox: ti dirò....al momento nessuna eliminazione in vista....FORSE....E mica te lo posso dire, anche perchè questi capitoli di mazzate li scrivo di getto e decido sul momento!!!! Perciò dovete solo pregare che la mia mente non subisca danni irreparabili.....Comunque grazie di tutto, sempre bacio!!!!! Ciaoooo

sesshy94: guarda Hyoga tutto può essere, fuorchè innamorato di Eoyn , te lo assicuro!!! La sua è più che altro ammirazione!!!! il ragazzo misterioso non ti dirò chi è, ovviamente, ma sappi che sei fuori strada!!!! Senti un pò, ma tu che fine hai fatto con la tua storia??? Un bacio e grazie come sempre ciauuuuuuuuu

ti con zero: sono contenta che tu ti sia aggiunta tra i recensori!!!! hai ragione per quanto riguardo gli affinamenti nei confronti di Ritorno al passato( sono anche contenta che ti sia piaciuta). Seiya vedo che non lo sopporti nemmeno tu...benone!!! Fammi sapere cosa pensi di questo capitolo, perchè lo ritengo un pò una prova!!!

Terry Alchemist 22: ecco l'aggiornamento, piaciuto??? Fammi sapere...comunque anche io sono stracontenta che Saori abbia fatto armi e bagagli e via!!!! Alla prossima ciaoooooooooo


Grazie a tutti i fantasmini leggendari....
Un bacio e Buon Sabato sera a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 16
*** Capitolo Quindici - Terra ***


cap16 Capitolo Quindici – Terra
 
Aldebaran e Ioria camminavano in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri, nonostante tenessero i loro sensi allertati, come se da un momento all’altro qualcosa dovesse succedere. Effettivamente era così: entrambi sapevano che qualcuno li stava seguendo ormai da tempo e, tacitamente, avevano deciso di non intervenire per primi, fingendo indifferenza nei confronti del loro nemico. Erano altresì consapevoli che non avrebbero dovuto sottovalutarlo, perché percepivano il suo potere celato, come se lo stesse trattenendo nascosto sotto mentite spoglie.
 
Si trovavano in uno spazio aperto, sotto il sole cocente, e non vedevano l’ora che costui si facesse avanti per intraprendere la battaglia.
 
Ioria covava una rabbia profonda nei confronti di questi nemici, gli ultimi di una lunga serie, che erano giunti fin lì a distruggere una pace che tutti loro, i fedeli Cavalieri di Atena, cercavano di mantenere sulla Terra. Era furioso con coloro che si definivano Guerrieri, e che si erano messi al servizio di un Dio che non agognava a niente di meglio se non alla guerra e che, a sua volta, aveva affiancato Lei, la Madre degli Dei, che da ormai più di un anno bramava il potere assoluto.
Ioria però sapeva che il suo rancore era accentuato a causa del comportamento di quella che fino al giorno prima era stata la loro guida, la donna che aveva accolto dentro di sé lo spirito della sua Dea! Non si sarebbe mai aspettato un ritiro simile da parte di Saori, soprattutto non in un momento simile…Loro avevano giurato di proteggerla in qualsiasi occasione, e così avevano fatto, sacrificando la vita in più di un’occasione. Dopo la battaglia delle Dodici Case, in cui Pegasus e compagni erano riusciti a dimostrare che la Dea Atena era lì, rappresentata da quella ragazza così giovane, Ioria aveva cambiato atteggiamento nei confronti delle sue responsabilità, diventando un uomo con uno scopo preciso.
E lei? Cosa aveva fatto lei? Si era stufata di interpretare il ruolo di Divinità…assurdo! Probabilmente non glielo avrebbe mai perdonato…
 
Aldebaran stava pensando all’anno appena trascorso: da quando Samia e Shaka erano arrivati, una sera come tante, con in braccio un fagottino strillante, il suo cuore si era aperto di gioia ogni qualvolta quelle urla giungevano alle sue orecchie. Era stato il primo, insieme al Cavaliere di Virgo, a spalleggiare Samia nel convincere Saori a lasciarglielo tenere, e da quel giorno si era spesso preso cura di lui, soprattutto quando la ragazza cercava un po’ di tranquillità dopo il trambusto della battaglia contro Era. Quando lei si recava in città, all’orfanotrofio, oppure quando Shaka era impegnato in interminabili riunioni con la Kido, lui era sempre pronto e disponibile. Si era affezionato a quel bambino come se fosse un fratellino da accudire, tanto da rendergli insopportabile, ora, il pensiero che gli potesse succedere qualcosa se la Guerra fosse stata persa. Per questo si era ripromesso di non lasciarsi sopraffare dal nemico, e di abbattere chiunque avesse avuto l’ardire di pararsi sul suo cammino.
 
I suoi pensieri si trasformarono in realtà, quando una nebbia fitta e insolita sbarrò il cammino a lui e a Ioria…
 
 
 
Eowyn volse lo sguardo nella direzione da cui sentì sprigionarsi il potere nemico: chiuse gli occhi e provò a captare chi, tra i suoi amici, stesse per scontrarsi con quella potenza. Percepì il cosmo di Ioria e Aldebaran crescere poco alla volta, in attesa della rivelazione dell’identità di chi si trovasse loro di fronte.
Probabilmente anche gli altri occupanti della Tredicesima avevano ‘sentito’, e meglio di lei sicuramente!
 
“Al…” mormorò Samia preoccupata. Eowyn le prese la mano e tornò a concentrarsi sulla barriera.
 
“Non preoccuparti: Al è forte, e con lui c’è Ioria! Vedrai che li sconfiggeranno!” la rassicurò.
 
Samia guardò dove poco prima la sua amica si era concentrata, notando l’espressione tesa di Shaka, Milo e Camus: erano concentrati sull’emanazione di cosmo dei compagni, e nulla al momento li avrebbe distratti. Si volse anche verso i Cavalieri di Bronzo, notando come anche loro fossero in leggera apprensione. Solo Seiya sembrava tranquillo, seduto con la schiena appoggiata ad una colonna, le braccia dietro la testa e gli occhi chiusi, come se stesse dormendo.
Non era da lei solitamente ma, in quel preciso momento, il risentimento che provava nei confronti di quel ragazzo crebbe a dismisura; con la coda dell’occhio,però, le sembrò di scorgere un punto scuro che avanzava sulla scalinata dei dodici templi, muovendosi con cautela all’altezza della Sesta Casa. Cercò di concentrarsi e di mettere a fuoco, ma la distanza era tanta e si convinse di essersi sbagliata quando, dopo un paio di minuti, non riuscì a scorgere nulla di sospetto…
 
 
Ioria affiancò Aldebaran osservando, con circospezione, il dissolversi della nebbia che lasciò posto ad una schiera di soldati, al cui centro si stagliava una figura alta e massiccia.
L’armatura che quella figura inquietante indossava era di un colore scuro, marrone come la terra bruciata dal sole, con sfumature arancioni su gambali e bracciali e una gemma gialla, simile ad un Topazio, al centro della cintura che gli avvolgeva la vita. L’uomo che avevano di fronte era alto quanto Al, aveva mani grosse e forti che richiamavano alla mente la capacità di spezzare una vita se solo lo avesse voluto; capelli castani e occhi verdi, sguardo malvagio e assetato di sangue…
I due Cavalieri d’Oro intuirono immediatamente che avrebbero dovuto utilizzare non solo gran parte delle loro energie, ma anche una notevole astuzia, se avessero voluto sconfiggerlo!
 
“Se permetti, amico, vorrei occuparmi di lui: come avrai notato, abbiamo più o meno la stessa taglia…” sussurrò Al a Ioria.
 
“D’accordo, ma solo per questa volta! Rinuncio al divertimento solo per poco…”
 
“Se avete finalmente deciso chi morirà per primo per mano mia, possiamo anche cominciare!” esclamò il Guerriero. Aldebaran gli si fece incontro.
 
“E’ buona norma presentarsi, per cominciare!” gli disse ironico.
 
“Se ti fa piacere…Il mio nome è Soter, e sono il Guerriero che governa le forze della Terra! Contento?”
 
“Molto…” rispose Aldebaran “…immagino non ci sia bisogno di dirti il mio nome…”
 
“Assolutamente, Cavaliere del Toro!” senza dare spazio ad ulteriori chiacchiere, Soter concentrò il suo potere nella mano e, con un pugno potentissimo, creò un cratere ai suoi piedi.
 
“Potere della Terra!” esclamò.
 
In principio non successe nulla poi, con un forte boato, la terra iniziò a creparsi e grossi massi fluttuarono per aria, dirigendosi all’improvviso e tutti insieme verso Aldebaran che riuscì a schivarli quasi tutti…quasi! Una pietra di medie dimensioni lo colpì ad una coscia, provocando una crepa nell’Armatura d’Oro e lasciandolo completamente esterrefatto.
Soter sorrideva compiaciuto.
 
“Sorpreso, Cavaliere? Pensavi forse che il mio colpo fosse banale e debole? La potenza scatenata dal mio pugno ha conferito una forza immensa anche al più piccolo sassolino, come puoi vedere…” Aldebaran lo fissava senza esprimersi, solo con un disprezzo che andava aumentando di pari passo con la sua rabbia.
Ioria, che fino a quel momento era rimasto calmo ad osservare le loro azioni, si accorse immediatamente di qualcosa di strano: i soldati che accompagnavano il Guerriero di Ares erano spariti all’improvviso per poi comparire, senza provocare alcun rumore, alle spalle del Cavaliere del Toro. Con un unico movimento, il Cavaliere di Leo comparve loro davanti, sbarrando la strada ed invitandoli a vedersela con lui.
 
Tutti si mossero all’unisono: i soldati caricarono, Ioria lanciò il suo Lightning Bolt e Aldebaran incrociò le braccia al petto…
 
“Great Horn!” lanciò la sua energia contro Soter che venne colpito in pieno, ma che riportò pochi danni, nonostante la caduta a terra fosse stata molto dura. Con poca fatica si rialzò e si preparò a lanciare un colpo mortale…
 
 
Eowyn aprì di scatto gli occhi e lasciò la mano di Samia che la guardò stupita.
 
“Ioria….” disse soltanto. Anche Milo e Camus si avvicinarono.
 
“Cosa?” le chiese Camus.
 
“E’ ferito…devo aiutarlo!”
 
“Non puoi…non devi allontanarti da qui!” le proibì Milo. Eowyn lo guardò sconcertata.
 
“Potrebbe essere in pericolo!”
 
“Lui e Al se la sapranno cavare!” le rispose ancora una volta.
 
“Tu non capisci: questo è uno dei miei compiti!”
 
“Il tuo compito è quello di comunicare con Zeus, tutto qua! Anche quello che stai facendo non rientrava negli ordini che ti ha dato il Tonante!” Milo si stava arrabbiando per l’ennesima volta.
 
“Questo lo credi tu…”
 
“Che cosa non ci hai detto, Eowyn?” le chiese Camus intervenendo.
 
“Molte cose a quanto pare…” sopraggiunse Seiya.
 
“E ti pareva che se ne stesse buono, per una volta!” sospirò esasperata Eowyn. Seiya l’afferrò per un braccio e la fissò negli occhi. Questa volta nessuno lo fermò.
 
“Adesso ci devi delle spiegazioni!” le disse serio.
 
“Non c’è tempo…forse più tardi…”
 
“Tu non ti muovi da qui!” la strattonò un’altra volta, quando la mano di Shaka lo bloccò imperiosa.
 
“Così non risolveremo nulla” si volse verso di lei “Spiegaci…”

Non era una richiesta!

 
Eowyn si rassegnò…
 
“Inizialmente il mio compito era solo quello di comunicare con Zeus, e cercare di assecondare il volere di Saori Kido, in qualità di rappresentante della Dea Atena, ma ci sono delle cose che non vi posso rivelare, non mi è concesso! Posso solo dirvi che Zeus mi ha concesso poteri che neanche io sapevo di avere fino a qualche ora fa: mentre mi concentravo per ristabilire la barriera, sono anche riuscita ad entrare in comunicazione con lui, per pochissimo tempo. Io devo aiutare tutti voi, soprattutto Samia, ma non mi ha spiegato il motivo di questo ordine: lo farà lui stesso appena ne avrà la possibilità, quando potrà lasciare l’Olimpo assicurandosi che Afrodite non corra alcun rischio…Altro non posso dirvi!” concluse le spiegazioni guardando Milo, chiedendogli silenziosamente perdono.
 
“Tutto questo è ridicolo: come possiamo sconfiggere il nemico se siamo tenuti all’oscuro di fatti importanti?” sbottò Seiya.
 
“Anche tu sei ridicolo…” Seiya cercò di afferrarla ma, prima di riuscirvi, Eowyn scomparve.
 
 
Quando giunse nel punto in cui si stava svolgendo lo scontro, rimase un attimo ferma ad osservare la desolazione del luogo: la terra era crepata in più punti e grandi crateri facevano bella mostra di sé in mezzo alla polvere.
Varie armature erano sparse qua e là, vuote…
Si avvide di una figura poco distante: Ioria aveva una ferita alla tempia e sanguinava copiosamente. Corse verso di lui e cercò di constatare le sue condizioni; doveva aver subito un duro colpo, perché era debole e poco lucido.
Un’esclamazione piena di rabbia la fece sussultare: Al si era voltato sentendola arrivare e aveva notato il compagno a terra ferito, ma dovette distogliere da loro l’attenzione perche Soter lanciò il suo colpo.
 
“Whirlground!” un vortice di terra si diresse a grande velocità verso Eowyn e Ioria ma, prontamente, Al si parò loro davanti e lanciò il suo Great Horn con le braccia protese verso il nemico.
 
Questa volta Soter non riuscì a parare il colpo, talmente la rabbia con cui Al lo aveva scagliato era tanta, da renderlo micidiale. Il Guerriero dell’esercito di Ares cadde a terra, lo sguardo vitreo rivolto al cielo. Pochi istanti dopo, il suo corpo scomparve…
 
Aldebaran si avvicinò a Eowyn.
 
“E’ grave?” le chiese, riferendosi alla ferita di Ioria.
 
“No…ha ricevuto un forte colpo in testa, che lo ha stordito, ma si riprenderà!” si alzò e posò una mano sul braccio del Cavaliere del Toro.
 
“Grazie per averci salvato!” osservò attentamente il suo viso e il suo cuore “Aaron è fortunato ad avere un amico come te e credo che, quando sarà grande, si riterrà fiero se tu lo vorrai allenare!” gli disse.
“Ma…come…” Eowyn non gli diede il tempo di chiederle come avesse fatto ad indovinare che, anche in quel momento, lui stava pensando al piccolo trovatello; afferrò la mano di Ioria e scomparve così come era arrivata.
 
Al fissò il punto in cui prima si trovavano i due ragazzi, poi sorrise e riprese a camminare, riportando l’attenzione alla presenza di un eventuale nemico…
 
 
Eowyn affidò Ioria alle cure di Shaka che si fece aiutare da Samia; si sedette poi sulla scalinata e chiuse gli occhi, concentrandosi per recuperare le forze. Camus era concentrato a fissare il punto in cui si trovava l’Undicesima Casa, come se dovesse vedere apparire qualcuno all’improvviso, mentre i Cavalieri di Bronzo stavano cercando di calmare un Seiya che proprio di cambiare non ne voleva sapere!
Si sentì afferrare per la vita da un braccio forte e sollevare senza darle il tempo di reagire.
 
“Non provare a materializzarti da qualche parte!” le intimò Milo.
 
La condusse all’interno della Tredicesima, in una delle stanze la cui porta era chiusa. Eowyn si rese immediatamente conto che era una camera da letto e, appena ne ebbe l’occasione, cercò di sgusciare fuori. Milo l’afferrò di nuovo per la vita e la fece sedere sul letto; una forte sensazione di nausea invase i suoi sensi…
Trovarsi su un letto in compagnia di un uomo le riportava alla mente ricordi impossibili da cancellare dalla testa; tutto divenne ovattato…individuò una porta che pensò si aprisse su un bagno e, con una mano davanti alla bocca, vi si precipitò senza pensare a richiuderla.
Riuscì a liberare l’angoscia che l’aveva pervasa, rimanendo però priva di forze con la fronte appoggiata al sanitario, scossa da singhiozzi sempre più violenti. Quando Milo si permise di cingerle nuovamente la vita, Eowyn si scostò da lui spaventata, rintanandosi in un angolo e guardandolo impaurita. Milo ricambiò il suo sguardo con costernazione.
 
“Perché mi fai questo?” gli chiese tremando ancora.
 
“Cosa ti faccio?” le chiese lui di rimando, piegando le ginocchia per riuscire a guardarla meglio in viso.
 
“Perché quando mi tocchi rievochi i miei ricordi?”
 
“Io non capisco di cosa tu stia parlando!”
 
“Niente! Non voglio ricordare, fa male…”
 
“Invece parlarne forse ti aiuterebbe!”
 
“Non posso! E non con un uomo: sono gli uomini che mi hanno ridotta così…!” si bloccò consapevole di aver rivelato già troppo.
 
“Perché mi hai portata qui, in questa stanza? Cosa vuoi?” gli chiese facendosi coraggio.
 
“Parlare”
 
“In una camera da letto?” chiese sarcastica.
 
“Ho aperto la prima porta che ho incontrato! Qual è il problema?” le chiese esasperato.
 
Eowyn non rispose. Milo le tese la mano e lei, dopo qualche secondo di esitazione, l’afferrò, permettendogli di aiutarla ad alzarsi.
 
“La prossima volta dimmelo, per piacere!”
 
“Voglio una spiegazione, lo so che ce l’hai!”
 
“Te l’ho detto: non posso rivelarvi nient’altro, lo farà Zeus a tempo debito, quando…”
 
“Quando?” la incalzò.
 
“Quando…potrà!”
 
“Mi stai prendendo in giro?”
 
“Lo sai che non potrei mai!”
 
“Ah no? E allora perché non hai ascoltato quello che ti avevo detto? Io ti dico di non andare e tu lo fai lo stesso…grazie tante!”
 
“Non ti arrabbiare!”
 
“Non solo sono arrabbiato, ma anche preoccupato, e avrei voglia di…” si bloccò fissandola; non doveva perdere il controllo e peggiorare la situazione.
 
Eowyn si sentì attratta come una calamita da quello sguardo: colmò la distanza che li separava con pochi passi e…gli cinse la vita con le braccia, appoggiando la testa sul suo torace.
 
“Scusami…” mormorò. Milo le passò le braccia dietro la schiena e l’abbracciò a sua volta.
 
“Corri sempre pericoli assurdi: non sai in realtà come e chi sia il nemico, ma ti precipiti a salvare tutti!”
 
“Lo farei anche con te…”
 
“Lo so…”
 
Il silenzio che seguì servì a censire la pace tra i due…’amici’….
 
Continua…


Seconda prova!!!! Ciao a tutti!!! Visto che lo scorso capitolo ha avuto abbastanza successo, ho azzardato un pò di più con questo: ho decisamente descritto un Aldebaran diverso (credo) da ciò che si vede di solito (Al affezionato così tanto ad un bambino intendo) . Tra l'altro spero sia anche piaciuto il dialogo tra Milo e Eowyn(altro azzardo), inserito anche per spezzare un pò la monotonia del combattimento!!! Chissà cosa ne è uscito fuori! Me lo direte voi!!!!!! Ora passo velocemente ai ringraziamenti personali...

ti con zero: sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto, spero di aver ben reso le mazzate anche qui...Certo che Era non bastava.......e sennò che mente malata sarei io?????  Seiya non cambierà mai nella mia testa: così è e così rimarrà per sempre...un ronzino!!!! Grazie alla prossima ciaooooo

sesshy94: non è che stai perdendo colpi, è che probabilmente non ti ho dato abbastanza indizi per capire di chi possa trattarsi, così al momento giusto dirai davvero 'Oh my God!!!'. Mi dispiace che tu abbia cancellato la storia: se il problema è il seguito, perchè non provi a renderla una storia a sè? Cambia i personaggi da te inventati e prova, magari ti viene!!! Comunque grazie per le belle parole, un bacio e fammi sapere che ne pensi!!!! Ciauuuuuuuuuu

miloxcamus: su Camus ci hai quasi preso....quasi perchè è vero che sente la necessità di proteggere Samia, ma non c'è un interesse chiamiamolo amoroso....Come sempre ti ringrazio per i complimenti, spero che anche Al e Ioria ti siano piaciuti!!! Bacioooooooooooooo

roxrox: mi sa che se continua così Seiya lo mando davvero a fare il baby sitter, ma povero Aaron!!!! Grazie grazie grazie!!!!!!!!!! Fammi sapere che ne pensi Ok??? Comunque credo che tu stia decisamente migliorando nelle tue scene...super baciooooooooooooo

Terry Alchemist 22: bene bene bene...tutti approvano il trattamento riservato a Seiya!!! Tra Samia e Eowyn non so chi sia peggio!!!!!!!!!!!! Grazie alla prossima ciaoooooooooo

Snow Fox: sììììììììì arriva Fly con tutti i suoi demoni!!!!!!!!!!!!!!Spero che la tua curiosità si ingrandisca ad ogni capitolo....fammi sapere ok????? Bacioneeeeeeeeeee

bad93: capisco i tuoi problemi scolastici, anche se ormai sono otto anni che non mi capitano più!!! Per rispondere alla tua domanda: inizialmente il seguito di Ritorno al passato partiva direttamente dall'arrivo di Afrodite che entrava nel corpo di Samia e combatteva con Atena; poi, facendo varie ricerche, mi sono imbattuta nella figura mitologica della Divina Messaggera agli ordini di Zeus e di altri Dei e l'ho inserita facendola poi diventare co-protagonista! Per quanto riguarda il suo passato, a me piace aggiungere sempre un tema tragico nelle mie storie (se hai letto anche le altre te ne sarai accorta)!!! Grazie per l'avviso degli errori: confermo che sono errori di copiatura perchè a volte rileggo di corsa...Fammi sapere che ne pensi, alla prossima ciaoooooo

Un caloroso ringraziamento ha chi ha aggiunto la fic tra i preferiti, grazie davvero!!!!!!!! E grazie a voi, fantasmini miei carissimi!!!!!
By anzy

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Capitolo 17
*** Capitolo Sedici - Acqua ***


cap17 Capitolo Sedici – Acqua
 
Eowyn fu felice di constatare di persona che Ioria stava bene e che, come aveva dedotto lei stessa, la ferita alla testa non era molto grave…
La ‘pace’ con Milo era stata sancita da un gesto che, per la seconda volta nel giro di pochissimo tempo, si era resa conto di non aver mai compiuto nei confronti di un uomo che non fosse suo padre, prima che questi diventasse l’uomo crudele e privo di scrupoli.
“Lo farei anche con te…” gli aveva confessato “Lo so…” erano state le uniche due parole che il giovane Cavaliere le aveva rivolto in risposta.
 
Era vero quello che gli aveva detto ma, senza ombra di dubbio, per lui avrebbe offerto anche la vita, e questo non se lo sapeva neanche lei spiegare. Nel silenzio che era sceso durante il loro lungo abbraccio, la tentazione di raccontargli la storia della sua vita era stata molto forte: la gioia provata da bambina con i genitori, il dolore per la scomparsa della madre e quello che suo padre le aveva provocato…la sua paura nei confronti degli uomini e del prossimo. Poi erano arrivati loro, ma soprattutto lui: lo aveva visto come un angelo caduto dal cielo, che le aveva salvato la vita una prima volta e che poi aveva giurato di difenderla ad ogni costo. Purtroppo, però, non sarebbe stata in grado di spiegargli quali fossero i suoi reali sentimenti…non lo sapeva neanche lei! Infine la responsabilità che stava affrontando in quelle terribili ore ebbe il sopravvento, si staccò dal suo corpo e, arrossendo come suo solito, uscì dalla stanza per raggiungere quella in cui Samia e Shaka avevano condotto Ioria.
 
Stabilito che il Cavaliere del Leone era pronto per riprendere la battaglia, Eowyn lasciò la stanza e si diresse verso la statua di Atena, per riprendere il lavoro da dove lo aveva interrotto.
 
Fu un attimo!
 
Un urlo…
 
Il cosmo di Afrodite che perdeva intensità…
 
Una scarica elettrica che la colpiva in pieno e la perdita dei sensi…
 
 
 
Saga e Micene si trovavano nei pressi dell’Arena dei combattimenti, il luogo più frequentato di tutto il Santuario; senza consultarsi vi si erano diretti, perché sapevano che uno dei nemici si sarebbe sicuramente fatto vivo lì. Entrarono iniziando a guardarsi intorno, in cerca anche del più piccolo movimento, ma nel loro intimo pensavano a come la loro vita stava cambiando per l’ennesima volta.
 
Saga stava valutando i cambiamenti che erano accorsi durante il suo cammino di Cavaliere ‘devoto’ ad Atena: ricordava benissimo che, prima di prendere parte alla Notte degli Inganni, era uno tra i Cavalieri d’Oro più carismatici, saggi e rispettati, così devoto alla Dea da compiere un gesto estremo nei confronti del fratello, per evitare che quest’ultimo potesse distruggere tutto ciò che di bello vi era sulla Terra; poi lui stesso tentò di assassinare una bambina ancora in fasce, posseduto da Arles, diventando un tiranno dispotico e violento…fortunatamente la bambina divenuta fanciulla lo aveva aiutato a rinsavire, ma lui aveva preferito la morte alla vergogna di essere additato come traditore! In un secondo momento, dopo che il Dio dei Morti gli ebbe concesso una vita effimera che sarebbe durata solo poche ore, indossò nuovamente i panni del traditore, attraversando le Dodici Case, combattendo contro il fratello e contravvenendo ad una delle regole fondamentali: mai utilizzare l’Athena Exlamation, il colpo proibito! Ma lui era cambiato: la sua era solo finzione, utilizzata per avvertire Saori di cosa fare per affrontare Hades…Sacrificò la vita per lei, ma gli era stato concesso di tornare una seconda volta, suo fratello gli aveva volentieri consegnato l'Armatura di Gemini e lui intendeva farne buon uso! Non era più sua intenzione nemmeno fingere di tradire: era lì per salvare la Terra e lo avrebbe fatto! Saori Kido si era rifiutata di vestire ancora i panni della Dea e Athena l’aveva abbandonata per tornare chissà quando, poco male! Lui era devoto alla Dea, non alla ragazza che possedeva il suo cosmo…E poi c’era la Messaggera: il Sommo Zeus aveva parlato con lui di questa giovane ragazza dall’animo puro, ma dal carattere ambiguo, come poteva essere il suo; solo che, a differenza sua, in lei non vi era la minima traccia di ombra!
 
Micene osservava Saga immerso nei suoi pensieri: intuiva cosa potesse celarsi nel suo animo, quali potessero essere i suoi dubbi riguardo a tutta la situazione, ma sapeva anche che, di qualsiasi natura essi fossero, Saga avrebbe voluto affrontarli da solo, per sconfiggere le ombre che potevano ancora celarsi dentro di lui! Avrebbe dovuto provare un certo risentimento nei suo confronti: in fin dei conti, fu a causa sua che perse la vita nel tentativo di salvarla alla bambina in fasce, a causa sua era stato additato come traditore del Grande Tempio e suo fratello aveva dovuto subire l’onta della tradimento per le sue azioni! Invece no…non era nel suo animo provare rancore, aveva perdonato Saga da tanto tempo, dopo la battaglia contro i Cavalieri di Bronzo quando, per evitare di fare del male alla ormai riconosciuta Saori Kido come Dea Athena, si era tolto la vita lui stesso!
In un certo senso, nella situazione in cui si trovavano ora, era stata Saori ad aver tradito loro, lasciandoli senza una guida a prendere decisioni riguardo al futuro; non che, negli ultimi tempi, le sue di decisioni fossero state le più azzeccate, ma un tale comportamento non le si addiceva proprio! Forse era meglio così: Athena avrebbe scelto qualcuno di più degno per portare il suo nome…
Adesso lui era lì con Saga, spalleggiandosi l’un l’altro contro un nemico che sarebbe comparso all’improvviso.
 
Nello stesso istante in cui sentirono il cosmo nemico divampare e videro un uomo che indossava un’armatura azzurra comparire di fronte a loro, avvertirono il cosmo di Afrodite diminuire notevolmente d’intensità; i due compagni si guardarono sconcertati, sapendo che qualcosa di tremendo stava accadendo alla Tredicesima, ma consapevoli che nessuno dei due avrebbe abbandonato il campo di battaglia!
 
 
 
I Cavalieri d’Oro e quelli di Bronzo presenti alla Tredicesima erano a terra, bloccati da forti braccia invisibili: sembrava fossero dappertutto e non riuscivano a liberarsene. Shaka in particolare tentava di tutto per riuscirci ma, più cercava di fare forza, maggiore era la stretta sui suoi arti…
Eowyn riuscì ad aprire gli occhi giusto in tempo per vedere il corpo di Samia inerte tra le braccia di un ragazzo giovane e magro: le sembrava di averlo già visto da qualche parte e si sforzò di ricordare.
 
Ma certo!
 
I sogni…i sogni in cui Samia vedeva lei che cercava di indicarle qualcosa alle sue spalle: un ragazzo giovane e magro dalle lunghe braccia quasi scheletriche! Chi? Chi era?
 
Il giovane si voltò nella sua direzione e, con sguardo maligno, le indirizzò contro  un fascio di energia, colpendola in modo da farle perdere conoscenza, colta dall’improvviso dolore; l’ultima cosa che la Messaggera riuscì a vedere, fu una luce forte…poi il nulla…
 
“Eowyn!” fu l’urlo di Milo quando la vide perdere conoscenza.
 
 
 
Saga e Micene osservavano cupi il nemico che si trovava di fronte a loro; Saga ricordò la descrizione di Mur riguardo al Guerriero che aveva attaccato Hyoga e Eowyn in Siberia.
 
“Makarios suppongo…” gli disse.
 
“Bene Cavaliere, mi hai risparmiato l’inutile presentazione! Anche se credo non vi sarebbe servita a nulla, dal momento che state per perire per mano mia!”
 
“Non esserne così convinto!” affermò Micene con tono carico di rabbia.
 
“Vi siete accorti di quello che è appena successo alla Tredicesima Casa? I vostri amici non sono stati in grado di combattere contro un esserino quasi inutile a mio avviso, e la ragazza sarà ormai nelle mani del mio Signore…fuori una!” li derise. Nel frattempo un numeroso gruppo di soldati aveva fatto la sua comparsa alle spalle dei due Cavalieri di Athena. Sembravano…trasparenti!
 
“Mi occupo io di loro, tu se vuoi prenditi cura del nostro nemico!” disse Micene a Saga che rispose con un sorriso soddisfatto.
 
Saga si voltò nel momento stesso in cui Makarios, cercando di coglierlo di sorpresa, lanciò il suo colpo.
 
“Potere dell’acqua!” a differenza del combattimento contro Hyoga, questa volta non vi era ghiaccio ai suoi piedi, così indirizzò il colpo direttamente verso Saga. Un vortice d’acqua carico di una potenza sovrumana stava per raggiungerlo…
 
Il Cavaliere dei Gemelli sorrise di nuovo, beffardo; allungò un braccio di fronte a sé e catturò tutto quel potere nel palmo della mano, lasciando il Guerriero di Ares stupefatto.
 
“Tutto qui? Sei stolto se credevi di farmi un qualche effetto…Galaxian Explosion!”
 
Makarios non si lasciò cogliere impreparato: accolse l’esplosione galattica deviandola all’ultimo secondo.
 
“Anche tu non mi devi sottovalutare, Cavaliere!”
 
“Infinity Break!” stava nel frattempo urlando Micene, lanciando il suo pugno alla massima potenza. I corpi dei soldati si dissolsero liquefacendosi appena colpiti, per poi ricomparire a qualche metro di distanza. Micene strinse i pugni e osservò un attimo il suo compagno impegnato nello scontro. Incoccò una freccia dorata e si preparò a scagliarla, espandendo il suo cosmo al limite, come Saga stava facendo nello stesso istante.
 
“Glacier snout!” la temperatura si abbassò di colpo, mentre un enorme massa di ghiaccio prese forma e rimase sospesa a mezz’aria tra i due lottatori. Makarios la scagliò verso Saga, prosciugando quasi per intero le sue energie, ma questi riuscì a parare il colpo con una seconda Galaxian Explosion, frantumando il ghiaccio in tante piccole schegge, diverse delle quali lo investirono procurandogli numerosi tagli alle braccia.
Si voltò quando sentì la freccia d’oro di Micene lasciare l’arco per colpire i nemici e, senza perdere ulteriore tempo, colpì Makarios cinque volte con Il Sacro Gemini, lasciandolo a terra privo di ogni senso, ma anche della vita. Guardò di nuovo, affannato, in direzione di Micene che aveva sbaragliato l’esercito nemico; senza dire una parola, i due compagni di battaglia scattarono a gran velocità verso le Dodici Case, per aiutare in caso di bisogno.
 
 
Eowyn aprì gli occhi, ma dovette richiuderli per il dolore che sentì alle tempie; si rese conto di trovarsi sdraiata in un letto, ma era priva di forze. Piano cercò di mettere a fuoco chi o cosa la circondava e, con un po’ di fatica, riuscì a riconoscere la figura di Milo al suo fianco: aveva le braccia fasciate, dove l’Armatura le lasciava scoperte e il viso pallido.
 
“Samia?” gli chiese debolmente. Milo scosse la testa.
 
“Mi dispiace…è scomparsa insieme a quella creatura!”
 
“Creatura?” gli chiese ancora sconcertata. Lei aveva visto un giovane ragazzo!
 
“Nel momento in cui i loro corpi sono scomparsi, ci è parso di vedere non un ragazzo, ma una specie di demone…” Eowyn lo guardò spaventata.
 
“Dimmi com’era!” gli disse con la voce tremante.
 
“Aveva delle ali sulla schiena, lunghe braccia magre e la lingua di serpe. Quando si è voltato verso di te, il suo sguardo era carico di odio, come se fosse con te che avrebbe voluto avere a che fare!” le spiegò. Eowyn si mise seduta di scatto, massaggiandosi le tempie e iniziando a tremare.
 
“Non può essere…no…” Milo le si avvicinò e le prese le mani. Eowyn lo guardò disperata, le lacrime che le bagnavano le guance.
 
“So di chi si tratta, ma non avevo ancora percepito tutto il suo potere. Adesso lo distinguo perfettamente…”
 
“Dimmi chi è!” le disse in tono che non ammetteva repliche.
 
“Il mio più acerrimo nemico!”
 
Continua…


Evvai con il nuovo capitolo!!!! Speravate che vi rivelassi il nome della creatura, vero? Sbagliatissimo!!!!!!! Dunque iniziamo dal principio: innanzitutto spero di aver azzeccato l'accoppiata Micene/Saga: dal momento che le loro strade si erano incrociate da nemici anni addietro, questa volta ho ritenuto necessario renderli complici e 'quasi' amici! Ditemi voi se ho fatto bene! Ho anche cercato un minimo di analizzare i loro pensieri giusto per dare un pò di colore alla battaglia. A proposito della battaglia: i colpi dei Guerrieri di Ares credo abbiate capito che me li sto inventando di sana pianta e sto cercando di coniare dei termini appropriati all'elemento che governano (glacier snout ho trovato sul vocabolario che significa bocca del ghiacciaio: ho cercato di adattarla come riuscivo, perdonatemi se non vi garba!!!) per un capitlo ho lasciato stare Seiya, ma vi assicuro che nel prossimo ricomparirà, come finalmente svelerò il nome di questa benedetta creatura...Sono aperte le scommesse! Come unico indizio posso solo dirvi che è una figura mitologica realmente presente nei testi, anche se magari poco nominata! Fatemi sapere...Ora passo ai ringraziamenti!!!


Snow Fox: bhè l'idea di tramortire Seiya non è male, ma io ho un'idea un pò diversa, anche se non so se la realizzerò, staremo a vedere come prosegue la storia! Sono contenta che i due piccioncini ti piacciano, effettivamente sembrano tom e Jerry!!! Prima o poi Eowyn parlerà, ma non so ancora con chi, come quandoe perchè...bene ho le idee chiare devo dire!!! Bacione alla prossima ciaoooooooo


sesshy94: ti dico subito che il pensiero di Eowyn su Aaron e Al non è come credi, era solo una constatazione...non so che ruolo darò al piccolo, staremo a vedere anche per questo perchè, come già detto, conosco il finale della storia ma non quello che ci sta in mezzo! Scrivo quando mi viene l'ispirazione e scrivo tutto di getto come questo capitolo che l'ho scritto tutto oggi! Grazie come sempre continua aleggere mi raccomando! Bacio ciauuuuuuuu


ti con zero: tranquilla se hai bisogno io sono qua, per quanto possa aiutarti ci proverò! Anche a me Milo e Eowyn fanno tenerezza...La tua preoccupazione per Samia era fondatissima a quanto vedi! Cosa le succederà???Riuscirà questa volta Shaka a salvarla? Bhooooo!!! Fammi sapere cosa ne pensi, un grazie urlato fortissimo e un bacio ciao!!!


roxrox: bene sono contentissima che i misteri ti piacciano speravo di fare questo effetto! Ora, come vedi, ho lanciato una sfida: indovinate chi è la creatura...Non so cosa potreste vincere...magari un soggiorno al Santuario in tempo di pace ovviamente! Alla prossima bacioneeeeeeeeeeee


miloxcamus: non ti crucciare sull'interesse di Camus...perchè non so bene neanche io come definirlo, ma non è amore!!! solo una cosa....Camus l'ho già prenotato io!!! Perciò se vuoi te lo presto, ma solo qualche volta...e solo perchè sei mia amica!!!!! Grazie come sempre un super mega baciooooooooooo


Terry Alchemist 22: certo che Milo è affezzionato alla Messaggera...e molto anche come vedi nel capitolo!!!! Fammi sapere che ne pensi ok???? Grazie ciauuuuuuuuuuuu


Un super ciauuuuuuuuuuu a tutti i lettori silenziosi!!! Bacioniiiiiiiii

by anzy

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Capitolo 18
*** Capitolo Diciassette - Aria ***


cap18 Capitolo Diciassette – Aria
 
Saga e Micene si precipitarono alla Tredicesima, consapevoli che non sarebbero mai arrivati in tempo per salvare la situazione.
Trovarono Shaka in piedi con lo sguardo fisso nel vuoto, in un punto indefinito della scalinata che attraversava i dodici Templi: aveva una postura rigida e lo sguardo severo e carico di rabbia repressa.
 
Notarono subito la figura della Messaggera, provata in viso, che usciva in quel momento dal Tempio di Atena, accompagnata da un Milo dall’espressione truce e preoccupata.
 
“Che cosa è successo?” chiese Micene mentre Saga si posizionava al fianco del Cavaliere di Virgo.
 
“E’ stato un attimo…” intervenne Eowyn, attirando anche l’attenzione di Saga “…stavo uscendo dal Tempio, dopo aver controllato lo stato di Ioria, e mi sono sentita percorrere da capo a piedi da una forte scarica elettrica. Devo aver perso conoscenza per poco perché, quando ho riaperto gli occhi, tutti i Cavalieri erano a terra bloccati e Samia…tra le braccia di quell’essere!”
 
“Essere?” chiese Saga a sua volta. Eowyn si rese conto che anche i Cavalieri di Bronzo, Ioria e Camus si erano avvicinati. S’imbarazzò sapendo che tutti attendevano una spiegazione.
 
 
 
Death Mask avrebbe tanto voluto affrontare il nemico da solo, senza un compagno a cui coprire le spalle; invece si era ritrovato con al fianco Shura che, tra tutti, era quello che gli somigliava maggiormente quanto a carattere.
Non vedeva l’ora di trovarsi di fronte al nemico, di farlo a pezzi per aggiungere il suo nome sulla lunga lista di omicidi commessi; non era più il Cavaliere del Cancro di un tempo, malvagio e indifferente alla sofferenza che causava alle sue vittime. Il piacere che ricavava dall’eliminare gli avversari, ma anche le persone innocenti quali donne e bambini, era scomparso; aveva aiutato i compagni ad abbattere il Muro del Pianto per salvare Saori, e poi il Sommo Zeus gli aveva dato nuovamente la vita, questa volta non effimera, per redimersi completamente. Non lo avrebbe mai ammesso con nessuno se non sé stesso, ma era pronto a sacrificarsi un’altra volta per la pace sulla Terra; se qualcuno lo avesse saputo sarebbe stata la sua rovina…sperava solo che Mur non provasse a leggergli nel pensiero!
 
Shura stava ricordando il periodo in cui non aveva capito nulla sulla vera identità della Dea Atena nei panni di Saori Kido: durante la battaglia delle Dodici Case, in cui i Cavalieri di Bronzo fecero di tutto pur di salvarle la vita, sacrificando la loro. In particolare ricordava Shiryu che aveva usato il suo Rozan Kouryuha pur di fargli comprendere che si trovava dalla parte del giusto…riuscendoci! Shura aveva poi deciso di salvargli a sua volta la vita permettendogli di continuare a combattere al fianco dei suoi compagni. Non aveva mai più avuto ripensamenti, anche se aveva dovuto fingere di tradire la sua Dea in favore del Dio dei Morti, insieme a Camus e Saga; Atena aveva capito le loro intenzioni e li aveva perdonati e loro non avevano esitato a sacrificarsi per permettere l’ennesima volta a Seiya e company di correre in suo soccorso. Lui non era mai stato fanatico della persona di Saori Kido, riconoscendola sin dall’inizio come una ragazzina viziata e priva di ogni elemento per rappresentare una Divinità come Atena. Il fatto che adesso se ne fosse resa conto anche lei, non poteva che confermare la sua idea: Atena avrebbe dovuto scegliere una persona più adatta, in grado di prendere le giuste decisioni e di far combattere al suo fianco i Cavalieri giusti! Poteva anche sembrare presuntuoso, ma era ciò che pensava lui e non avrebbe esitato a dirlo se ce ne fosse stata l’occasione.
 
“Finalmente!” esclamò Death Mask all’improvviso. Shura si voltò verso di lui che a sua volta stava osservando un costone di roccia alla sua sinistra.
 
“Era ora che ti facessi vivo!” continuò a parlare con qualcuno che Shura ancora non aveva visto, ma di cui iniziava a percepirne il potere.
 



“Che cos’hai detto?” esplose ad alta voce Seiya. Eowyn lo guardò stupita: era sicura che tutti avevano associato il nome che lei aveva fatto alla figura prima di ragazzo e poi di demone che tutti avevano visto durante l’attacco. Solo lui non aveva collegato…

 
“Puoi ripetere, scusa?” chiese ancora.
 
“Ho detto che il rapitore di Samia è Tifone!” rispose cercando di mantenere la calma.
 
“E chi sarebbe, di grazia? Io non l’ho mai sentito nominare!” Eowyn alzò gli occhi al cielo.
 
“Non è colpa mia se nessuno te lo ha mai insegnato!” riuscì a trattenersi dal prenderlo a schiaffi, comportamento che avrebbe suscitato non poco scalpore. Si allontanò agitata, e per fortuna fu Shaka a dare le dovute spiegazioni a Seiya.
 
“Tifone è il figlio minore di Gaia e Tartaro; Gaia si lamentò con Era per la sconfitta che Zeus impartì ai Giganti, i suoi amati figli. La madre degli Dei era già allora sul piede di guerra con il marito a causa delle sue continue infedeltà, ed era decisa a vendicarsi, così si rivolse a Crono, già sconfitto in precedenza. Più che soddisfatto per essere stato interpellato, il dio del Tempo si masturbò su due uova che poi affidò ad Era, dicendole di sotterrarle per poter far sì che, una volta dischiuse, un demone molto potente, in grado di spodestare Zeus, avrebbe visto la luce! Così nacque Tifone. C'è anche chi dice che, in realtà, Tifone sia figlio di Era stessa, nato per partenogenesi, come contrappasso per il parto monogenetico di Athena. Sei soddisfatto della lezione, o devi intervenire con altre domande inutili?” Shaka terminò con voce severa, lasciando tutti a bocca aperta.
 
Eowyn sorrise divertita, invece! Seiya, offeso come suo solito, preferì allontanarsi onde evitare di irritare maggiormente i presenti.
 
 
 
“Ah Ah Ah” fu la risata che Death Mask ricevette in risposta al benvenuto “Complimenti Cavaliere di Cancer, mi hai beccato!” il ghigno che si disegnò sul volto di Death Mask avrebbe indotto chiunque a pensare che fosse tornato ad essere lo spietato assassino di qualche anno prima.
 
“Il tuo nome!” tuonò Shura.
 
“Come vuoi…sono Karpos, il Guerriero che governa le forze dell’Aria e voi, miei cari, perirete tra poco!” Karpos era, o almeno sembrava, molto giovane ma, come tutti i suo compagni, aveva lo sguardo duro e malvagio. Indossava un’Armatura blu notte con sfumature azzurre su braccia e gambe, in vita la solita cintura con al centro un Turchese. Capelli chiari, quasi bianchi, e occhi neri…uno strano contrasto!
 
“Miei cari hai detto? Sei sicuro di essere un uomo?” lo canzonò Death. Shura si limitava a fissarlo con rabbia.
 
“Questo non ha importanza, visto che stai per morire!”
 
“Sei monotono…e noioso! Te lo lascio” disse Death rivolto prima al nemico, poi a Shura che annuì col capo, mentre lui si dirigeva verso la schiera di soldati sopraggiunti.
 
Shura fu il primo ad attaccare…nello stesso istante in cui Death lanciava il suo Sekishiki Meikaiha, spedendo nel limbo diversi spiriti nemici. La cosa sembrò divertirlo, tanto che continuò a lanciarne due o tre di seguito.
 
Shura alzò il braccio destro e si lanciò contro il nemico, con l’intento di farlo letteralmente a pezzi, ma non fece bene i calcoli: Karpos era molto agile e deviò il colpo con un unico movimento del braccio sinistro, come avrebbe fatto un abile Karateka, vista la velocità.
 
“Potere dell’Aria!”
 
Karpos mimò la posizione di un arciere, come se stesse per scagliare una freccia, ma non fu quella che prese forma dalle sue mani, bensì un turbine d’aria potente che si diresse verso il Cavaliere di Capricorn che, a sua volta, non si lasciò sorprendere e, sfruttando l’impeto dell’attacco nemico, lo aggirò e lo scaraventò verso l’alto sfruttando la forza delle sue gambe.
Karpos, usando nuovamente un’abile mossa, puntò i piedi sulle gambe di Shura facendolo cadere a terra di schiena e preparandosi a colpirlo con un altro colpo.
 
Shura ebbe il tempo di lanciare un’occhiata verso Death e, notando i corpi privi di vita di tutti i soldati, lo chiamò.
 
“Death Mask!” gli fece un cenno impercettibile con il capo verso il Guerriero di Ares e, con un colpo di reni, si rimise in piedi.
 
Imitando il nemico, lo colpì con un forte calcio degno di un judoka esperto, tanto che Karpos, preso alla sprovvista, finì ai piedi di Death Mask che non si lasciò pregare…
 
“Sekishiki Meikaiha!” e lo spedì in Ade. Il suo corpo si dissolse e solo l’Armatura vuota rimase di un Guerriero che nulla aveva da invidiare ai Cavalieri d’Oro.
 
“Ben fatto!” esclamò Shura. Death Mask sorrise ad indicare che era stato un gioco da ragazzi.
 
 
 
“Riesci ad individuare dove si trova Samia?” chiese Shaka a Eowyn che lo guardò con sospetto.
 
“Cosa vuoi fare, Shaka?” gli chiese circospetta.
 
“Non c’è bisogno che tu me lo chieda…” le rispose secco.
 
“Shaka, calmati per favore! Anche io sono preoccupata per Samia, ma andare a riprendercela è quello che si aspettano di sicuro! Cadremo nella loro trappola certamente!” cercò di calmarlo Eowyn.
 
“Maledizione lo so! Ma come puoi dirmi di stare qui e non fare nulla?” Milo si avvicinò sentendo la voce piena di rabbia dell’amico.
 
“Tutto bene?” chiese guardando ora uno ora l’altro.
 
Shaka si allontanò senza rispondere, lasciando Eowyn dispiaciuta per quel battibecco non voluto.
 
“Non te la prendere…” le suggerì.
 
“Non ho voluto dirgli dove si trova Samia!”
 
“Tu sai dov’è?” le chiese stupito.
 
“Non lei, ma so dove si trova Tifone, mi sta chiamando…”
 
“Alt, aspetta un attimo…spiegami perché lui è il tuo più acerrimo nemico…”
 
“Tu sai che la Messaggera Divina è stata scelta da Zeus in persona…” attese che Milo annuisse “…credo che, all’epoca, quel mostro se la sia presa, essendo lui il preferito di Era! Probabilmente avrebbe voluto ottenere i miei incarichi: mi fece la guerra, cercando in ogni modo subdolo di rovinarmi agli occhi del Tonante, fino a quando venne confinato nell’Etna provocandone le eruzioni! Questo spiega il luogo dove Era aveva portato Samia l’anno scorso…Comunque, Tifone giurò di farmela pagare, e sembra arrivato il momento di farlo, a quanto pare!” concluse la sua spiegazione distogliendo lo sguardo.
 
“Togliti dalla testa di recarti là da sola!”
 
“Lo sai che non puoi impedirmelo…” gli rispose.
 
“Non mettermi alla prova!”
 
“Semmai sei tu che non devi farlo con me!” gli rispose a tono, evidentemente irritata.
 
“Eowyn…”
 
“Milo…”
 
In men che non si dica, Milo intuì che Eowyn stesse per scomparire come suo solito; le afferrò il braccio e lo tenne stretto, seguendola chissà dove…
 
Continua


Eccomi quiiiiiiii!!! Questo capitolo mi ha dato non pochi problemi: descrivere gli stati d'animo di Cancer e Shura non è stato molto semplice!!! Veniamo al misterioso personaggio: era Tifoneeeeeee!!! Si era capito no? Allora...le notizie sulla nascita del mostro sono vere, prese da fonti ufficiali, ma il potere e la sua schermaglia con Eowyn sono entrambi mio frutto!!! Quindi non me ne vogliate!!! Vi ho sorpresi comunque??? Fatemi sapere Ok?

Snow Fox:  mi fa piacere essere una buona pausa tra un pò di studio e l'altro e, in quanto ad essere sadica, non lo sono poi più di te! Grazie del continuo sostegno alla prossima ciaooooooooo

ti con zero: allora queste meningi hanno funzionato? ci sei arrivata? e di Shura e Death insieme che ne dici???? un bacio anche a te ciauuuuuuu

sesshy94: visto che figuraccia Seiya? e Milo e Eowyn che litigano sempre??? Scusa se sono veloce alla prossima baciooooooooo

miloxcamus: spero di aver chiarito i tuoi dubbi...fammi sapere!!! bacioneeeee

roxrox: allora questo viaggio lo hai vinto? ti mando al Santuario comunque dai!!!! Bacio caiooooooooo

Terry Alchemist 22: chissà se salveranno Samia???? Bho...non lo so nemmeno io!!! Ciaooooooooooooo


Chiedo scusa per i messaggini così corti ma sono un pochetto stanca...vi voglio comunque un mondo di bene!!!!! Ciao a tutti quanti!!!!
by anzi

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Capitolo 19
*** Capitolo Diciotto - Luce ***


cap19 Capitolo Diciotto – Luce
 
“Dove diavolo siamo?” sbottò Milo sorpreso.
 
“Avevo detto di non intrometterti…” Milo guardò Eowyn con espressione severa. Le si avvicinò fino a sovrastarla con la sua mole.
 
“Stai scherzando, spero…”
 
“No!”
 
“E tu credi che ti avrei lasciata venire qui, qualunque posto sia questo, da sola? Adesso mi spieghi quali sono le tue intenzioni e poi ce ne andiamo!” Milo si stava davvero infuriando.
“Primo: se ti dicessi quali sono le mie reali intenzioni, tu non mi permetteresti di muovermi; secondo: è pericoloso per te rimanere qui!” Milo scoppiò a ridere, senza rendersi conto di ferire i suoi sentimenti.
 
“Pericoloso per me? Ti devo ricordare il mio grado di combattimento?”
 
“Certo che no…ma tu non conosci il nemico!”
 
“E tu sì? Non lo hai nemmeno riconosciuto in tempo…” si accorse troppo tardi dell’errore commesso parlando, quando vide il volto della Messaggera oscurarsi e farsi triste. Eowyn abbassò lo sguardo, fissando a terra. Quelle frase non finita l’aveva ferita come non succedeva da diverso tempo.
 
“Hai ragione: è solo colpa mia se Samia si trova nelle mani del nemico! E’ per questo motivo che sono venuta qui…Ho sentito chiaramente il richiamo di Tifone!” Milo le prese le mani e la costrinse a guardarlo. Si sentiva tremendamente in colpa per averla resa così triste e per il tono con cui lei si accusava.
 
“Perdonami! Non era mia intenzione accusarti di nulla…”
 
“Ti credo, ma resta il fatto che sia la realtà dei fatti e ora siamo qui!” Eowyn cercò, sul momento, di dimenticare quelle parole, e magari di ripensarci in seguito…
 
“Qui dove?” le chiese lui incuriosito.
 
“Siamo in Turchia!”
 
“Cosa?”
 
“Siamo in Cilicia e questo è l’antro Coricio, la grotta in cui Tifone rinchiuse Zeus, affidandolo alla custodia di Delfine, la mostruosa fanciulla metà donna e metà animale”
 
“Quindi siamo nella tana del lupo! E questa Delfine è ancora qui? Percepisci la sua presenza?”
 
“Oh sì che la sento! Non si è mai mossa da qui!”
 
“Allora stammi vicina: ti proteggerò io!”
 
“Non credo che…”
 
Un boato assordante interruppe la sua risposta…
 
 
 
Kanon e Aphrodite avevano percorso un lungo tratto di strada, nella loro ronda, che li aveva riportati nei pressi della Prima Casa; quando erano partiti la calma regnava in quel posto…ora, invece, un potere malvagio permeava l’aria!
Il nemico, però, stentava a farsi riconoscere. Probabilmente, pensavano i due Cavalieri, li stava studiando attentamente…
 
Kanon era, sicuramente, il più furioso tra tutti coloro che avevano appreso con stupore la ‘ritirata’ di Saori: dopo che lei, in rappresentanza di Atena, gli aveva concesso generosamente una seconda possibilità, aveva giurato fedeltà oltre ogni limite alla causa della Giustizia. Si era sottoposto alla tortura inflittagli da Milo, pur di far comprendere al Cavaliere dello Scorpione che era un uomo diverso, che la sua malvagità era stata debellata e che era diventato un Cavaliere al servizio della sua stessa Dea. In passato la sua malvagità lo aveva portato ai limiti estremi: per causa sua Saori si era trovata spesso in pericolo e i Cavalieri di Bronzo erano sempre accorsi in suo soccorso, per non parlare dei Cavalieri d’Oro che si erano sacrificati più volte, chi per aver creduto in precedenza alle parole di Arles e chi per far intendere ai primi che stavano sbagliando…poi era arrivato Hades! Il suo sacrificio contro Radamantys era stato il gesto estremo che aveva deciso di compiere per la sua completa redenzione; Saori lo aveva scelto in seguito tra i Cavalieri da riportare in vita e, in un certo senso, le era molto grato nonostante la sua decisione di scegliere solo alcuni di loro, escludendo tra l’altro il fratello!
Il solo pensiero che, di punto in bianco, si fosse stancata di rappresentare una Divinità così importante, lo mandava in bestia; avrebbe voluto scuoterla fino a farle capire che non era quello il comportamento giusto da tenere, ma sapeva quanto quella ragazza potesse intestardirsi! E poi, ormai, era troppo tardi: Atena si era ritirata e i suoi Cavalieri avrebbero dovuto fare affidamento solo sulle loro forze e su due ragazze inesperte in questioni di guerra ma che, per lo meno, s’impegnavano a fondo per proteggere la Terra.
 
Aphrodite si era sempre considerato un Cavaliere con un alto livello di tecnica e d’onore, ma aveva sempre sbagliato e di questo si era reso conto troppo tardi! Sapeva che il Grande Sacerdote celava dietro la maschera la malvagità di Arles, ma non per questo aveva mai rifiutato un incarico da lui assegnatogli, tra cui l’assassinio del maestro di Shun, Albione. Il suo metodo fu certamente sbagliato, ora lo sapeva, ma in passato lui partiva dal principio che la sua grande forza fosse l’unico modo per proteggere la Terra e la pace che su essa regnava: lo scopo era identico a quello degli altri Cavalieri, per questo non vi vedeva nulla di male! Aveva un’alta considerazione di sé, e lo si denotava dall’aspetto regale e curato. Eppure lui aveva le sue idee e le portava avanti con convinzione e dedizione: credeva che solo un uomo potente potesse fare da tramite con la Dea Atena e, allo stesso tempo, sedere sul trono di Grecia per governare e mantenere l’equilibrio di pace e giustizia; solo un uomo molto forte poteva difendere i deboli che, a loro volta, non si dovevano lamentare, ma dovevano solo sottostare al suo volere. E così lui aveva appoggiato e sostenuto il Grande Sacerdote per anni, forse l’unico tra tutti i Cavalieri d’Oro a svolgere fino in fondo il compito di proteggere il Grande Tempio, fino all’arrivo del Cavaliere di Andromeda. Nella battaglia contro Shun, in punto di morte, aveva ceduto alla sconfitta, ammettendo i propri errori e affermando di aver capito le motivazioni che spingevano i Cavalieri di Bronzo a sacrificarsi per la fanciulla che giaceva ai piedi della scalinata, trafitta al cuore da una freccia d’oro. La redenzione completa la trovò quando, sconfitto da Mur alla prima Casa, decise di tornare al Palazzo del Dio degli Inferi per combattere contro il supremo Giudice Infernale, finendo per essere rispedito nuovamente nel cogito; con grande sorpresa di tutti, rivolse infine parole d’incoraggiamento a Shun, su come non dovesse mollare mai, prima di abbattere il muro del pianto. Ora non si trattava di salvare la vita di Atena, ma quella di tutte le persone a lui più care, e di due fanciulle che avevano dimostrato un coraggio senza pari. Lo avrebbe fatto, a costo di sacrificarsi per l’ennesima volta…
 
I due compagni si bloccarono contemporaneamente: davanti a loro si stagliava l’alta figura di un uomo che vestiva un’Armatura verde smeraldo con sfumature tendenti al nero, in vita una cintura con una pietra verde molto simile allo smeraldo. Aveva lunghi capelli biondi e occhi verdi splendenti odio, ma era l’aura di luce che sembrava circondarlo a destare maggiore curiosità.
 
Aphrodite era certo che a Kanon avrebbe fatto piacere combattere contro di lui, vista la rabbia che sembrava covare e mantenere a fatica. Si diresse così verso lo stuolo di soldati…
“E’ tutto tuo!” Kanon non se lo fece ripetere due volte. Fissò con sguardo torvo il suo nuovo…’amico’.
 
“Facciamo un po’ di allenamento…” pensò il Marine.
 
“Non voglio conoscere il tuo nome, combatti e basta!” gli intimò.
 
“Sono solito farmi conoscere dalle mie vittime! Così, tanto per informarle, quindi…il mio nome è Varsos! Sono il Guerriero dell’esercito di Ares che governa le forze della Luce!”
 
“Hai finito?” lo interruppe Kanon.
 
“Hai così fretta di visitare l’Ade?” gli rispose a tono.
 
“Già fatto, ma preferisco questa ambientazione! Ti ho chiesto se avessi finito perché ho fretta di sfogarmi e concludere…”
 
Varsos non rispose e si preparò a lanciare il suo colpo.
 
“Potere della Luce!” urlò.
 
Una sfera luminosa si concentrò nella sua mano destra; quando il potere accumulato fu sufficiente a suo avviso, alzò il braccio verso l’alto e sprigionò la sfera di energia. Una pioggia di stelle, lanciate ad alta velocità, si diresse verso Kanon che si preparò a ribatterle una ad una.
Era quasi sul punto di farcela quando, all’improvviso, un ultimo gruppo di stelle lo raggiunse e lo colpì in pieno, disintegrando una parte dell’Armatura e ferendolo alle braccia su cui numerosi tagli presero a sanguinare.
La smorfia di dolore sul volto di Kanon rese allegro Varsos. Quelle ferite bruciavano da impazzire, fino a renderlo cosciente solo del dolore che cercò di debellare dalla sua mente. Era o non era un Cavaliere di alto Rango? E allora forza…!
 
“Mi avevi sottovalutato, vero?” gli chiese Varsos.
 
“Certo che no! Ti ho solo messo alla prova…” rispose Kanon con strafottenza.
 
“Genro Mahoken!” un fascio di luce attraversò la fronte di Varsos la cui espressione passò dal divertito al sorpreso.
 
Non era questo il colpo che Kanon aveva destinato come colpo di grazia, ma aveva bisogno di qualche informazione…
Varsos lo fissava basito, mentre questa volta era Kanon a sembrare divertito; il dolore che provava per le informazioni che le stava carpendo quel maledetto era lancinante. Cercava di resistere ma, più si opponeva, maggiore era il dolore. Non doveva riuscirci, ma cedere sembrò la soluzione migliore…
 


Milo assunse la posizione di difesa, ponendosi davanti ad Eowyn che sembrava
terrorizzata.
 
“Stammi vicino…” le disse.
 
“Non ho paura!”
 
“Non si direbbe, dalla tua espressione!” Eowyn si arrabbiò, a quell’affermazione.
 
Lo sorpassò, dando le spalle all’antro oscuro della grotta, e fissandolo con le mani sui fianchi.
 
“Ascoltami bene…” gli puntò l’indice al petto “Te l’ho già detto una volta: Zeus ti avrà anche affidato l’incarico di proteggermi, ma sono io a decidere della mia vita, non tu!”
 
Milo le afferrò il polso, attirandola verso di sé.
 
“Sto solo cercando di proteggerti, evitando che tu faccia qualche cazzata!” le sibilò in faccia. Eowyn cercò di staccarsi, ma Milo glielo impediva.
 
Come posseduto da una volontà sconosciuta, abbassò il viso e la baciò con impeto, sapendo di farle un torto, ma non riuscendo a fermarsi; quando si rese conto del gesto inappropriato, la lasciò libera e la mano di Eowyn saettò sulla sua guancia come un fulmine, lasciando un segno che si arrossava a vista d’occhio.
 
“Stammi lontano!” gli intimò, incamminandosi verso il buio. Milo le fu subito dietro, senza perderla di vista.
 
Eowyn era turbata, arrabbiata, furiosa…ma anche tanto emozionata. Quello era stato solo un attimo di…passione che Milo si era lasciato sfuggire di mano, ma per lei era stato qualcosa di più: nel suo intimo si era chiesta spesso cosa avrebbe provato ad un contatto simile, soprattutto con lui. Adesso lo sapeva, anche se non era così che se l’era immaginato…Il problema rimaneva il fatto che lei non avrebbe mai potuto avere niente a che fare con lui, da quel punto di vista…o forse non voleva soltanto? Questa fu una questione che, insieme alla frase dolorosa di poco prima, avrebbe dovuto prendere in considerazione in seguito.
 
Milo stava, invece, imprecando contro sé stesso, rimproverandosi di quel gesto insensato: se mai avesse sperato di portare il loro rapporto ad un livello superiore, adesso si era giocato l’occasione. Con la coda dell’occhio notò una debolissima luce proveniente dalla destra della Messaggera.
 
“Eowyn attenta!” esclamò d’un tratto Milo. La sollevò di peso e si gettò a terra, facendole scudo con il suo corpo.
 
L’impatto con la dura terra le tolse il respiro e per un attimo tenne gli occhi chiusi, cercando di recuperare.
 
“Stai bene?” le chiese Milo, scostandole una ciocca di capelli dalla fronte.
 
“Credo di sì…” rispose riaprendo gli occhi. La stava fissando intensamente, mozzandole  ancora il fiato in gola, ma non ebbero tempo di dire nient’altro che una risata li sorprese.
 
“Ma che bella coppietta…” Eowyn e Milo si voltarono e riconobbero subito l’uomo di fronte a loro.
 
 
 
Aphrodite osservò il terreno ricoperto dai petali delle sue rose rosse e pensò che era stato un gioco da ragazzi ridurre in polvere quel nugolo di incapaci. Poi guardò il suo compagno di battaglia e sorrise, riconoscendo il colpo che stava utilizzando.
Kanon interruppe l’effetto del suo attacco, dopo aver appreso i piani del nemico; Varsos impiegò qualche secondo a riprendersi e a rendersi conto di quello che era successo. Una furia cieca si impossessò di lui.
Con un ringhio si portò in posizione per un nuovo attacco, le braccia davanti a sé e le mani intrecciate…
 
“Thunderbolt!” urlò provocando una serie di fulmini che avvolsero in men che non si dica Kanon.
 
Unito al dolore alle braccia, quello provocato dalle saette faceva diminuire il suo livello di sopportazione; Kanon decise di interrompere il gioco…
Con un urlo si liberò dei fulmini e rispose all’attacco.
 
“Galaxian Explosion!” gli rivolse il suo colpo più forte che lo scaravento sui primi gradini della Casa custodita da Mur.
 
Varsos ebbe lo stesso la forza di alzarsi, nonostante le ferite che ormai lo avevano steso; Aphrodite non perse occasione per infliggergli il colpo di grazia, lanciandogli la sua Royal Demon Rose che lo rese inerte per l’eternità, il volto a terra e il corpo aggraziato abbandonato all’oblio…
 
Kanon si avvicinò al giovane.
 
“Forse non era il caso di lanciare la tua rosa…”
 
“Semplice precauzione, e poi un po’ di divertimento anche per me, insomma!” gli rispose.
 
“Allora, che cosa hai saputo dei loro piani?” gli chiese a sua volta.
 
“Raggiungiamo la Tredicesima, poi ne parleremo…”
 
Senza aggiungere altro, iniziarono a correre il più in fretta possibile…
 
Continua…
 

Ciao a tutti!!! Dunque, dedico questo capitolo ad una persona particolare (se sta leggendo capirà che mi riferisco a lei) che non lascia un commento, ma che mi segue sempre in ogni mia storia e che, con tutta sincerità, critica o dà il suo parere positivo! Essendo lei del segno dei pesci, mi è sembrato giusto farlo con questo capitolo in cui c'era Aphrodite!!! Comunque...ci ho messo il cuore nel scriverlo, mi sono impegnata con tutta me stessa e spero che il risultato sia positivo...Come avete visto, Milo ha commesso la ca.......ata del secolo, giudicate voi!!!

roxrox: certo che ti mando ugualmente al Santuario, ma ogni tanto ti verrò a trovare! Eowyn è testa dura ed è riuscita a far spazientire Milo, e in che modo!!! Shaka al momento è rimasto indietro, ma arriverà anche il suo turno vedari...Per ora ti mando un bacione!!!! Ciaooooooooooo

Terry Alchemist 22: l'essere vuole vendetta, chissà se riuscirà ad ottenerla!!!! Spero che anche l'accoppiata di questo capitolo ti sia piaciuta!!! Grazie alla prossima ciauuuuuuuu!!!

Snow Fox: Samia e Milo se la vedranno brutta...forse... o forse no!!!! Vedrai...Fammi sapere cosa ne pensi del capitolo OK? Bacione carissima!!!!!!

ti con zero: oddio lezioni private addirittura? non so se ne sarei capace ma se hai bisogno sono qui!!!grazie della continua presenza, bacioneeeeee!!!!

miloxcamus: nessun problema per il ritardo, so che sei impegnata!!!! Che dire...sempre un enorme grazie e un bacio super grande  ciaoooooooo

sesshy94: questa volta non hanno solo litigato, c'è scappato il bacio!!!! Non ti preoccupare per il ritardo, non fa niente!!!! Bacio a te grazie ciaooooooooo

Ragazzi grazie a tutti quanti: chi mi segue, chi mi lascia il commento, chi ha inserito la storia tra i preferiti e a chi legge soltanto GRAZIEEEEEEEEEEEEEEE

by anzy
 

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Capitolo 20
*** Capitolo Diciannove - La trappola ***


cap20 Capitolo Diciannove –  La trappola
 
Eowyn non era pentita della sua scelta: non aver dato retta a Milo per l’ennesima volta era stata la soluzione migliore! Il problema, ora, era che si trovava sola, al buio e in un luogo sconosciuto…alla mercé del nemico. Certo, possedeva un potere straordinario o meglio, era in grado di compiere determinate azioni che nemmeno lei sapeva di poter fare, ma le riusciva spontaneo, naturale e, in quel preciso istante, non era in grado di affermare di poter usare quella forza straordinaria a comando. Mentre camminava verso una meta sconosciuta, pensò al modo in cui aveva scaraventato Atlas contro la parete della cella, quando lui voleva impedirle di correre al Tempio di Atena, e questo la fece stare meglio.
Si chiese poi se Milo stesse bene: lo aveva lasciato nel bel mezzo dello scontro con il nemico, senza che lui potesse impedirle di farlo se non voleva che questi ne approfittasse, ma era comunque preoccupata. Si preparò mentalmente alla sua sfuriata, ma l’unica cosa cui riuscì a pensare fu il bacio che le aveva rubato; perché poi rubato? Non lo aveva forse provocato con le sue accuse, conoscendo il suo carattere di fuoco e impulsivo? E non le era forse piaciuto? Arrossì al solo pensiero…
 
“Non devo pensare a questo ora! Sono nei guai…il mio nemico potrebbe giungere da un momento all’altro e devo concentrarmi sullo scontro che ne conseguirà! Sono forte, Zeus mi ha donato un potere decisamente maggiore al suo…”
 
Era sul punto di convincersi di potercela fare da sola, che non aveva bisogno di alcun aiuto, quando un ghigno divertito e allo stesso tempo maligno iniziò ad echeggiare nell’antro oscuro. Si guardò intorno in cerca di un indizio sul punto da cui proveniva la voce…
 
 
Milo e Atlas non avevano fatto che lanciarsi deboli colpi, in confronto alle loro reali forze, da quando lo sgherro di Era li aveva sorpresi insieme.
Nessuno dei tre aveva parlato, ma l’odio e il disprezzo con cui Milo lo aveva osservato erano tali da farlo divertire molto, pregustando già lo scontro.
Eowyn invece lo aveva fissato nascondendo alla perfezione ogni emozione, cosa che lo mandava in bestia più di qualsiasi altra cosa.
Atlas aveva sempre creduto che non potesse esistere nessun’altra ragazza o donna che, al pari di Samia, gli facesse perdere il controllo delle sue azioni, ma era poi comparsa lei che, con il suo sguardo impaurito e fiero al contempo, lo confondeva oltre ogni limite.
Questa volta era convinto che la battaglia sarebbe stata vinta dalla sua Signora, e che quindi la bella Messaggera sarebbe poi stata sua, ma era bastato cogliere lo sguardo preoccupato del Cavaliere di Scorpio nei suo confronti, per capire che si ritrovava di fronte all’ennesimo ostacolo. Il suo scopo, dunque, era eliminare l’ostacolo…
 
“Ma bene…avevo dunque ragione a dubitare della tua redenzione!” esordì Milo una volta capito di non poter raggiungere Eowyn. Lo fissò con uno sguardo carico di odio e risentimento.
 
“Avevate tutti ragione a dubitare del cambiamento; solo la vostra Dea non si è accorta di nulla, e poi sono bastate due paroline buttate giù a caso per portarla a prendere una decisione così drastica da un momento all’altro. Vi ha lasciati soli in un momento molto difficile…cosa farete adesso?” gli chiese Atlas strafottente.
 
“Ti posso dire cosa farò io in questo momento: non avrò pietà per te…perirai per mano mia!” gli rispose serissimo.
 
“Ma fammi il piacere!” rise Atlas di gusto.
 
Milo scattò in avanti come un fulmine, colpendolo al fianco con un poderoso calcio che lo scaraventò a terra a qualche metro, lasciandolo sorpreso. Gli si avvicinò e lo sovrastò con tutta la sua altezza, lo sguardo ormai cattivo.
 
“Non ti farò alcun piacere…preparati a morire…” l’unghia del suo indice destro si allungò, pronta a colpire.
 
Atlas, però, si dimostrò non disposto a subire la famosa tortura del Cavaliere di Scorpio: prendendolo alla sprovvista, lo colpì alla spalla con un colpo carico di energia, mandandolo a sbattere contro la parete che si riempì di crepe nel punto in cui avvenne il contatto. Soddisfatto, il Cavaliere devoto a Era sorrise malignamente, alzandosi in piedi.
Milo lo fissò e sorrise sarcastico; si alzò senza troppa fatica.
 
“Tutto qui ciò che sai fare?” gli chiese.
 
“Era solo l’inizio…” lo informò Atlas.
 
“Sarai morto prima di aver concluso!”
 
“Questo lo dici tu…Fuoco della Corona!” il potere che si sprigionò dal pugno del giovane Cavaliere superava di gran lunga quello cui Milo era a conoscenza…
 
 
 
“Finalmente ci si rivede!” sibilò una voce dal timbro malvagio e tetro.
 
Eowyn visualizzò il punto da cui essa provenne e tentò di mettere a fuoco la figura che si celava nell’ombra, riconoscendola appena questa si accostò maggiormente alla luce.
Tentò di smaterializzarsi da quel posto, ma si accorse con orrore che non le era possibile, probabilmente c’era una sorta di barriera che glielo impediva.
 
“E’ inutile…non puoi sfuggirmi più…dopo secoli potrò finalmente vendicarmi…”
 
“Perché ti mostri sotto queste sembianze, e non per quello che sei in realtà?” gli chiese immediatamente.
 
“E cosa sarei in realtà, di grazia?”
 
“Uno spregevole mostro…che per pura invidia ha commesso azioni infamanti nei miei confronti e in quelli del Sommo Zeus!” Tifone utilizzò una delle tante voci che in realtà possedeva per ridere della sua affermazione. La stava beffeggiando con ironia, crudeltà e sdegno allo stesso tempo.
 
“A proposito di Zeus…ho l’impressione che non potrà più venire in tuo soccorso…”
 
“Perché mai?” chiese stupita Eowyn.
 
“La mia Signora e il suo alleato hanno fatto in modo che questo non potesse più avvenire, diciamo con un piccolo ricatto: sai…avendo ora preso possesso del corpo che ospita il Cosmo di Afrodite…non credo che, posto di fronte ad una scelta, il Tonante sceglierebbe la sua pur adorata Messaggera, rispetto alla figlia!”
 
“Per questo motivo sento scorrere in me tanto potere? Zeus me lo ha donato di nascosto…che sia il suo? Fulmini e saette? Ma come utilizzarlo?”
 
“Vigliacchi!”
 
“Chiamaci come ti pare…”
 
“Samia non è qui, vero?” chiese Eowyn rendendosi conto della trappola in cui era caduta, trascinandovi anche Milo, seppur involontariamente.
 
“Come sei perspicace! E’ ovvio che non sia qui, credi forse che il Divino Ares l’avrebbe portata in questo luogo?”
 
“Sei tu che l’hai catturata…”
 
“Io mi sono limitato a consegnarla viva tra le sue braccia…e la ricompensa per questo compito assolto con successo sei tu, mia cara!”
 
“Non chiamarmi così!” gli intimò. Tifone fece spallucce.
 
“Come vuoi…” cominciò ad avanzare verso di lei ma Eowyn, più per inesperienza combattiva che altro, gli si scagliò contro creando la stessa energia con cui aveva colpito Atlas.
 
Quando gli fu perfettamente di fronte, tentò di colpirlo al centro del petto, ma Tifone fu molto più lesto e sprigionò il potere con cui aveva reso innocui i Cavalieri d’Oro alla Tredicesima, travolgendola in pieno e scaraventandola a terra.
Eowyn rimase immobile, terrorizzata da tanta potenza: era convinta più che mai che non sarebbe stata in grado di utilizzare il potere del Divino Padre prima che quel mostro la facesse fuori.
Fece mente locale su quali fossero i punti più doloranti del suo corpo, constatando che, a parte le ferite alle braccia, sanguinanti ma non gravi, aveva pressoché tutte le ossa intatte. Provò ad alzarsi, ma una forza invisibile la inchiodò a terra; iniziò a dimenarsi per sfuggire a quella presa ferrea che le imprigionava polsi e caviglie per impedirle ogni tentativo di fuga; volse lo sguardo verso il nemico e lo vide avanzare verso di sé…
 
 
 
“Per il Sacro Scorpio!” Milo attese il potente colpo lanciato da Atlas e lo fermò, anche se a fatica, congiungendo le mani all’altezza del petto; una luce abbagliante si diffuse tutt’intorno, ma i due avversari sembravano non patirne gli effetti. Milo trattenne per qualche secondo la sfera di fuoco avversaria, poi la scagliò verso Atlas infondendogli anche una parte del suo potere. Purtroppo, però, il Cavaliere di Era aveva acquisito un Cosmo potente, quasi pari ad un Cavaliere d’Oro, e riuscì a muoversi alla velocità della luce, portandosi alle spalle di Milo e imprigionandogli le braccia.
 
“Non crederai di farmi un qualche effetto solo muovendoti così velocemente, vero?” lo sbeffeggiò.
 
“Non sottovalutarmi, Cavaliere di Atena!”
 
“Non commetterò più questo errore, puoi starne certo! Un anno fa non eri così forte, e devo complimentarmi con te per essere riuscito a celare bene il tuo cosmo in presenza di una Divinità e della schiera dei suoi Cavalieri…ma adesso il gioco è durato fin troppo e tu non sai veramente con chi hai a che fare in questo momento. Hai osato tradire la fiducia che una Dea ti aveva concordato, alleandoti con chi desidera solo distruggere la pace e la Terra, hai acconsentito a fare da carceriere alla Messaggera Divina, e questo Zeus non te lo perdonerà mai, ammesso e non concesso che tu sopravviva a questa guerra…E per ultimo, hai levato la mano su colei che per tutti noi al Santuario era da ritenersi inviolabile, la cui incolumità mi è stata affidata…Solo per questo meriteresti di morire! Ti concedo una morte dolorosa ma veloce…dopo il mio trattamento di te non resterà che il ricordo!”
 
Si scostò da Atlas con uno scatto fulmineo e si voltò a fissarlo.
 
“Restriction!”
 
“Fuoco della Corona!” il colpo di Atlas non riuscì nemmeno ad abbandonare la sua mano. Si ritrovò immobilizzato alla parete.
 
“Scarlet Needle!” la prima puntura colpì Atlas che lanciò un urlo di dolore, ma Milo volle mantenere la sua promessa.
 
“Sono solito offrire al nemico di arrendersi dopo la prima puntura, ma per te farò un eccezione…” un ghigno si disegnò sul suo viso, mentre si preparava a scagliare la prima di una serie di punture letali…
 
 
 
Eowyn fissava terrorizzata il volto di Tifone chino su di lei, immobilizzata a terra dal suo potere…
 
“Cosa aspetti, perché mi fissi?” gli chiese stupendosi della freddezza del suo tono. Stava sforzandosi di non cedere al panico di ritrovarsi nella stessa posizione di quella maledetta notte…
 
“Stavo notando che Zeus non si smentisce mai, sceglie sempre ragazze molto belle al suo servizio,  con cui intrattenersi di nascosto dalla consorte…”
 
“Tra me e il Divino Zeus non c’è nulla di tutto questo, maledetto…” insinuò Eowyn a denti stretti.
 
“Dicono tutte così…” le prese il viso tra le mani viscide e lo avvicinò al suo. L'alito fetido e gli occhi bramosi le erano fin troppo conosciuti; lacrime di frustrazione cominciarono a bagnarle il viso; chiuse gli occhi, pronta a subire l’ennesima offesa, quando d’un tratto si sentì nuovamente libera e il cuore riprese pian piano un ritmo regolare.
 
Quando decise finalmente ad aprire gli occhi, notò una figura a lei molto familiare, di schiena, che sovrastava il corpo gracile con cui Tifone si era manifestato, un piede appoggiato al suo torace e l’ago della cuspide pronto a colpire. Eowyn rimase terrorizzata da quello che sarebbe potuto accadere…
“No Milo, aspetta!” lo chiamò con forza. Milo la osservò sbalordito, chiedendole silenziosamente una spiegazione.
 
“Non servirebbe a nulla colpirlo in quel modo, perché è in grado di assorbire il tuo colpo e non faresti altro che aumentare la sua potenza! Ricordati che è dotato di un potere Divino…”
 
“E allora come lo dovremmo distruggere una volta per tutte?”
 
“Mentre voi discutete sul da farsi, io mi allontanerei per un po’! Alla prossima mia cara…” detto fatto, Tifone scomparve così com’era venuto.
 
“Maledetto vigliacco!” urlò Milo. La rabbia stava per sopraffarlo per l’ennesima volta, quando un tocco delicato lo riportò in sé. Eowyn lo fissava con gli occhi pieni di lacrime di vergogna e di rimorso.
 
Nonostante la rabbia che provava nei suoi confronti, Milo avrebbe voluto abbracciarla, confortarla e farle dimenticare i brutti momenti vissuti, ma aveva paura di esagerare come già successo, e di non riuscire a fermarsi prima di commettere lo stesso errore, così si limitò a domandarle come si sentisse.
 
“Sto bene, grazie, ma tu?”
 
“Non ha importanza questo! Te la senti di tornare al Santuario?” Eowyn annuì solamente, gli prese la mano e, in breve, si ritrovarono all’ingresso dell’Ottava Casa.
 
Era buio quando arrivarono al Grande tempio; Eowyn lasciò la mano del ragazzo, ma subito un leggero capogiro la costrinse ad aggrapparsi al suo braccio; Milo, seppur stanco, non disse nulla e la sollevò tra le braccia per portarla nella sua stanza, dove la depose delicatamente sul letto e le intimò di riposarsi, perché il mattino seguente avrebbero dovuto discutere seriamente. La lasciò in preda allo sconforto più totale…
 


Dopo una doccia ristoratrice, Milo cercò di rilassarsi nel suo letto e dormire un sonno riposante senza interruzioni, ma Morfeo tardava ad arrivare; dopo essersi innumerevoli volte girato e rigirato nel letto, si alzò per prendere una boccata d’aria fresca ma, dinanzi alla porta socchiusa della camera di Eowyn, sentì un singhiozzo sommesso. Si disse che avrebbe dovuto proseguire e lasciarla sfogare da sola, ma il suo braccio si mosse autonomamente e aprì maggiormente la porta senza far rumore.

 
Eowyn era seduta sul letto, le gambe al petto e la fronte appoggiata alle ginocchia; non si era accorta della presenza di Milo, ma sembrava non volesse rendere partecipe nessun altro del suo dolore; ogni tanto un singhiozzo mal trattenuto le scuoteva il corpo e un lieve gemito usciva dalle sue labbra.
Non riusciva a vederla in quello stato…
Le si avvicinò e, sorprendendola, le si sedette di fianco abbracciandole piano le spalle; la sentì irrigidirsi all’istante ma, senza esitare, le prese il viso e la fece voltare verso di sé.
 
“Adesso mi spieghi che cosa ti prende?” le chiese dolcemente, stupendo più sé stesso che lei per il tono usato.
 
“N-niente! Ti ho svegliato, scusami…”
 
“Ero sveglio, e passando qua davanti ti ho sentita piangere…Sai, può anche non sembrare, ma non sono così insensibile!”
 
“Non l’ho mai detto” gli rispose flebilmente.
 
“Allora? Posso aiutarti in qualche modo?”
 
“Non credo…”
 
“Provaci almeno!”
 
“Dovrei rivelarti una parte di me che odio, per la quale mi vergogno immensamente e per cui tanto detesto questo corpo e questa maledetta vita…e per colpa della quale oggi non sono stata in grado di contrastare il mio nemico! Sinceramente non me la sento…” gli rispose ricominciando a piangere.
 
“Scusa se insisto, ma forse ti farebbe solo bene!”
 
Eowyn era combattuta: forse Milo aveva ragione, ma rievocare ancora quel dolore non era facile…decise comunque di provarci, tanto avrebbe sempre potuto interrompersi se non fosse stata in grado di continuare. Tornò a fissare davanti a sé.
 
“Ho vissuto un’infanzia felice fino a quando ho scoperto che mio padre picchiava a sangue mia madre quasi tutte le notti, fino alla sua morte!” lo sentì irrigidirsi impercettibilmente, visto che lui continuava ad abbracciarla.
 
“Per un certo periodo mio padre continuò ad essere, nei miei confronti, l’uomo premuroso di sempre, ma un giorno cambiò e decise di fare di me la sua fonte di guadagno…” Milo chiuse gli occhi, immaginando già quello che Eowyn gli avrebbe rivelato.  Avrebbe volentieri disintegrato quell'uomo, se solo lo avesse avuto a portata di mano...
 
E fu così che venne a conoscenza dell’orribile notte in cui la serenità di una ragazzina appena adolescente fu distrutta da un uomo che decise di vendere la figlia ai primi offerenti, in cambio di poco denaro che gli sarebbe servito per vivere qualche giorno.
Poi avvenne la fuga e l’intervento delle Istituzioni Sociali che altro non poterono fare se non relegarla in un orfanotrofio, permettendole di entrare in psicanalisi per combattere la sua omofobia, ma con scarsi risultati, fino a quel momento.
Come previsto, rivelare i propri sentimenti non fu facile, ma le fu utile perché si sentiva molto più leggera di prima…
 
“Oggi mi sono ritrovata in una situazione analoga: so che Zeus mi ha donato parte del suo potere, ma non so ancora come utilizzarlo e non sono stata in grado di combattere!”
 
“Tu non dovresti combattere…” queste parole furono seguite da un lungo silenzio, poi Milo parò di nuovo.
 
“Non farlo mai più!” le disse.
 
“Che cosa?”
 
“Non abbandonare mai più il mio fianco: io ti proteggerò, questo è il mio compito e non voglio più provare l’angoscia di non poterlo fare, come quest’oggi…”

“Perdonami..e cerca di non odiarmi per come mi sono comportata!”

 
“Non potrei!” sussurrò Milo. Eowyn si rilassò contro il suo torace muscoloso che ormai non le incuteva più alcun timore.
 
Milo si sdraiò, facendola coricare su un fianco; le cinse la vita con il braccio e la tenne così fino a che non si addormentò, poi cadde anche lui in un sonno riparatore…
 
Continua…



Finalmente ce l'ho fatta!!! Avevo completamente perso fiducia nelle mie capacità e di conseguenza anche l'ispirazione; non che adesso le abbia recuperate del tutto, anzi, ma sono almeno riuscita a terminare questo capitolo! Un passo avanti dunque...
Allora, capitolo completamente dedicato a Milo e Eowyn, per la felicità di qualcuno...La scena finale non era prevista, mi è venuta mentre scrivevo ma credo che un pò di tenerezza faccia bene ogni tanto, almeno sta povera ragazza si è un pò rilassata! E poi che dire...cioè dormire tra le braccia di Milo, ma volete che non capiti una cosa del genere? Sia mai....!!!! Passo subito ai ringraziamenti che è meglio...

Snow Fox: la scoperta di Kanon la metterò credo nel prossimo capitolo, per ora ecco il romanticismo da te citato! Che ne dici??? Grazie come sempre della tua presenza cicci! Ciaoooo

Terry Alchemist 22: secondo me Milo ha fatto benissimo a baciare Eowyn e poi ad abbracciarla in quel modo in questo chappy...secondo te??? Fammi sapere ok? Grazie mille ciauuuuuuuuuu

sesshy94: come sempre mi rendi allegra con i tuoi commenti grazie mille cara e fammi sapere che ne pensi di questo...altro che bacio io preferirei mille volte così, con un bacio finale ovviamente!!!! Bacioooooo

roxrox: ecco, Eowyn si è sciolta ma i piani del nemico non sono ancora svelati mi spiace, per ora beccati la scena romantica....Alla prossima fammi sapere ciauzzzzzz

miloxcamus: Milo delicato è arrivato, come tu desideravi e Eowyn si è finalmente lasciata andare....chiamala scema!!!! Grazie come sempre amica ciaooooooooo

Grazie a tutti per esservi anche solo soffermati a leggere, un kiss enorme a tutti!!!!!!!!!!!

by anzy

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Capitolo 21
*** Capitolo Venti - Diversivo Parte Prima ***


cap21 Capitolo Venti –  Diversivo Parte Prima
 
Era l’alba quando Milo aprì gli occhi, decisamente più riposato e rilassato; subito, però, gli tornò alla mente l’angoscia che aveva scorto nello sguardo di Eowyn, mentre lei apriva finalmente il suo dolore e raccontava l’esperienza passata. Ricordò di averla abbracciata e aiutata a calmarsi, addormentandosi poi al suo fianco, esausto.
Ora la Messaggera non si trovava al suo fianco, così decise di scendere anch’egli dal letto per controllare che tutto fosse a posto.
La trovò seduta sul divano del salottino, le gambe raccolte e le braccia a circondare le ginocchia, più o meno nella stessa posizione della sera prima, come se volesse difendersi da qualcosa; questa volta non piangeva, ma teneva lo sguardo fisso davanti a sé e, per l’ennesima volta, non si rese conto della sua vicinanza.
Milo la raggiunse e le si sedette di fronte, per terra, guardandola direttamente in viso; Eowyn abbassò lo sguardo ad incrociare il suo che rimase fisso e, per un tempo che parve infinito, nessuno dei due parlò; poi qualcosa cambiò in Eowyn che si mosse e s’inginocchiò davanti a Milo, completamente immobile.
 
Fu un gesto che entrambi non si aspettavano…
 
Eowyn abbracciò Milo e, dopo anni di disperazione, sorrise. Il Cavaliere di Scorpio esitò un attimo, ma subito cambiò idea e le passò le braccia attorno alla vita abbracciandola più forte. Non lo avrebbe mai ammesso con il suo compagni, ma quella ragazza gli aveva mandato in tilt tutti i circuiti…
 
“Grazie…” gli sussurrò all’orecchio e, senza dargli il tempo di rispondere, si alzò ma Milo fu lesto a riprendersi dalla sorpresa e le afferrò il polso prima che lei potesse allontanarsi troppo, attirandola verso di sé.
 
I loro volti erano vicinissimi, e il primo istinto di Milo fu quello di colmare la distanza e baciarla ma sapeva, o meglio, intuiva, che sarebbe stata la mossa sbagliata, e decise di cambiare strategia.
 
“Di niente…” sorrise ammaliante. Eowyn, che non era in grado di rallentare i battiti del suo cuore, abbassò lo sguardo turbata. Non sapeva se dirsi delusa per il bacio che non vi era stato, o sollevata proprio per lo stesso motivo: da un lato lo aveva desiderato, ma dall’altro ne provava timore…e un terzo lato era curioso di sapere cosa si provasse a condividere un contatto tanto intimo!
 
“V-vado a farmi la doccia! Se hai fame, dopo posso preparare qualcosa per colazione…”

Per tutta risposta, Milo sorrise di nuovo ed Eowyn si precipitò in bagno…
 
 
All’incontro indetto da Mur alla Tredicesima Casa parteciparono tutti i Cavalieri e le Sacerdotesse presenti al Santuario; Eowyn giunse accompagnata da Milo: aveva indossato una semplice veste bianca monospalla, al ginocchio, ornata da una cintura color oro e una spilla dello stesso colore, a tenere ferma la stoffa sulla spalla coperta. Mentre percorrevano in silenzio la strada che dall’Ottava conduceva alle stanze della Dea, la Messaggera ripercorse i minuti passati tra le braccia del Cavaliere: si era sentita protetta dalla sua presa calda e sicura, e le parole le erano uscite spontaneamente. Il dolore di rivivere per l’ennesima volta la violenza era stato forte, ma Milo l’aveva abbracciata e lei si era finalmente sfogata addormentandosi infine, cullata dalla dolcezza di un abbraccio che non riceveva da tempo immemore ormai.
Si riscosse quando arrivarono: Milo aveva rispettato il suo silenzio, permettendole di mettere ordine nella sua testa, ma era giunto il momento di chiudere il cassetto di quella parentesi, questa volta però non a chiave…
Entrarono.
Il nemico, ottenuto il proprio scopo almeno in parte, aveva momentaneamente abbandonato il campo di battaglia, quindi nessuno aveva ritenuto necessario indossare ancora l’Armatura.
L’atmosfera era tesa: nessuno parlava e anche Seiya aveva forse finalmente capito che era giunto il momento di starsene zitto…
 
Il silenzio venne interrotto da un’inserviente che si avvicinò al Grande Sacerdote; Eowyn osservò lo sguardo preoccupato della donna che parlava con Mur e le si avvicinò.
 
“Che cosa succede?” le chiese dolcemente e con un sorriso appena accennato, tentando di rassicurarla.
 
“Il piccolo Aaron piange, e la Signorina Kido non è in grado di badare a lui! E’ nervosa e non sa come comportarsi…”
 
Prima che chiunque avesse sentito quelle parole, lì intorno, potesse replicare o anche solo commentare, Eowyn decise di occuparsene lei.
 
“Vengo io! Lo terrò qui con me, cercando di farlo calmare…” guardò Mur chiedendogli una conferma e, ottenuta con un impercettibile movimento del capo, si allontanò seguendo la donna.
 
Eowyn non impiegò molto a calmare il bambino, dopo diverso tempo passato a contatto con i piccoli dell’orfanotrofio e, quando tornò nella sala del trono, Aaron dormiva tranquillamente tra le sue braccia. Milo la osservò avvicinarsi a Mur e riferirgli qualcosa: si rese conto, dalla sua espressione, che qualcosa di nuovo era presente sul suo viso, una luce diversa rispetto a quella che, solo il giorno prima, la preoccupava e intimoriva chiaramente. Si chiese se lui c’entrasse qualcosa in quel cambiamento…anzi lo sperò!
Aldebaran si avvicinò alla Messaggera, parlandole con un timido sorriso, e convincendola ad affidare a lui il bambino, lui che tanto ormai vi si era affezionato…
 
Quando tutto tornò com’era prima dell’interruzione, Mur lasciò un attimo la parola ad Eowyn.
 
“Saori ha espresso il desiderio di tornare a Nuova Luxor, nella tranquillità della sua dimora. Credo che, visto il momento di calma, la si possa scortare e me ne posso occupare tranquillamente io!”
 
“E chi ci dice che non commetterai errori, questa volta?” chiese stizzito Seiya che non riuscì più a trattenersi.
 
Milo si mosse per andargli incontro, ma la mano del suo più caro amico lo bloccò.
 
“Lasciami, Camus! Non lo sopporto più…!”
 
Per tutta risposta, Camus gli fece cenno di guardare Eowyn: la ragazza lo stava guardando a sua volta seriamente, ma con la muta richiesta di lasciarla fare. Milo si calmò, ma solo apparentemente.
Eowyn avanzò con calma e si posizionò di fronte al Cavaliere di Pegasus.
 
“Vuoi tornare a Luxor con Saori, così da poterla difendere in caso di attacco e riabbracciare tua sorella?” gli chiese.
 
Seiya sorrise beffardo…
 
“Non mi freghi! Lo so che ti libereresti volentieri di me, ma non ti darò questa soddisfazione, ragazzina…”
 
“Porta rispetto!” lo redarguì per la prima volta Saga. Eowyn lo ringraziò con lo sguardo.
 
“No, Seiya…non voglio liberarmi di te, non adesso almeno! La mia era solo una provocazione…C’è una guerra in corso, una persona a noi cara è stata rapita e il nemico che dovremo affrontare è forte, dannatamente forte! Qui tutti siamo utili, anzi indispensabili! Mettiti bene in testa che, a meno che tu non decida di tradire il Grande Tempio, da qui non te ne andrai. Quando tutto questo sarà finito, e se sarai ancora vivo, potrai tornare a Luxor dalla tua bella…”
 
“Ma come osi…parlare così ad un Cavaliere di Atena…” Seiya strinse i pugni “…sarai anche la Messaggera Divina, ma non ti permetto di parlare così…” la fronteggiava con il viso molto vicino a quello di lei.
 
Eowyn sorrise. Poteva sembrare un sorriso dolce e comprensivo, ma in realtà nascondeva un sentimento carico di frustrazione e impazienza talmente acuti da volerlo quasi soffocare con un gesto violento. Si stupì di sé stessa: mai aveva provato il desiderio di far volontariamente del male a qualcuno, soprattutto da quando era in grado di farlo.
Tutti i presenti la stavano osservando increduli: quella ragazza era un misto di semplicità e concretezza da lasciarli ogni volta spiazzati…Solo Milo aveva imparato a capire che, sotto la maschera di indulgenza e calma, si nascondeva un temperamento caparbio e testardo.
 
“Seiya ascolta…” tentò di riprendere a parlare con tutta la calma che possedeva “…forse io e te abbiamo iniziato con il piede sbagliato! Dovremmo cercare, in questo frangente, di sotterrare l’astio che si è venuto a creare…”
 
“Ma fammi il piacere!” la derise lui “Credi davvero che io mi beva queste storie? Io e te non ci sopportiamo, e la questione finisce qui. Cerca di non starmi tra i piedi durante questa battaglia e le cose andranno bene” i Cavalieri d’Oro si stavano alterando a causa di tanta sfacciataggine.
 
“Non puoi parlare così…siamo tutti compagni e dobbiamo aiutarci a vicenda!”
 
“Ho detto piantala!” la respinse.
 
Fu Shaka ad intervenire. L’espressione sul suo viso era la solita di sempre, calma e imperturbabile, ma tutti potevano percepire l’agitazione del suo cosmo. Fissò Seiya serio.
 
“Credo sia giunto il momento di interrompere il tuo show, Seiya! Te l’ho già detto una volta: non puoi permetterti di non portare rispetto a chiunque sia qui presente, Cavaliere d’Oro o meno che sia! Sei un compagno, e come tale ti chiedo di dare ascolto alle parole della Messaggera…Quando tutto questo sarà finito, potremo seriamente parlare del problema che ti assilla…” Seiya non rispose, limitandosi ad appoggiare la schiena ad una delle colonne, in attesa di accettare o meno le proposte sul da farsi che di lì a poco sarebbero giunte. Anche Milo si rassegnò, soprattutto dopo aver colto lo sguardo dolce di Eowyn riflesso nel suo. Intuiva, anzi sapeva con certezza, che qualcosa nel cuore di lei si stava smuovendo e che il desiderio di provare un sentimento forte si stava poco a poco risvegliando, ma purtroppo l’esito di quella guerra era incerto e lui si augurava soltanto di essere ancora vivo alla fine di tutto.
Vivo per lei…
 
Mur riprese la parola riportando, can la pacatezza tipica del suo carattere, la calma e il silenzio.
Nessuno, tranne Kanon che lo aveva scoperto, sapeva quali fossero i piani del nemico, ma era giunto il momento di parlarne con i compagni di battaglia e di decidere il da farsi.
 
“Kanon è riuscito a scoprire quali sono i piani del nemico, e dove si trovi in questo momento…In sostanza il piano principale era quello di invadere il Santuario e uccidere chiunque vi si trovasse al suo interno, tranne Samia e la Divina Messaggera; la prima perché in lei alberga il cosmo di Afrodite, colei che lo ha reso folle di gelosia, la seconda perché il loro alleato, Tifone, l’ha chiesta in premio per la sua collaborazione. Per quanto riguarda Samia, sappiamo che ad Ares interessa il suo cosmo, e del suo corpo non se ne farà più niente, una volta ritrovato il vero corpo della sua Dea, per cui dobbiamo intervenire al più presto e portarla in salvo…Al momento Zeus sembra riuscire a proteggere la Dea, ma non sappiamo per quanto tempo riuscirà ancora a farlo.
Gli Dei nostri nemici, però, potrebbero riservare delle sorprese, essendo sicuramente a conoscenza della sconfitta subita dall’esercito di Ares, quindi propongo di prepararci al meglio, prima di intervenire…” concluse.
 
“Credo che tutti qui siamo d’accordo con te, ma dicci…dove si trova in questo momento il nostro nemico?” intervenne Micene per la prima volta.
 
“Sono molto vicini…si trovano a Tebe!”
 
“Almeno non ci dovremo spostare di molto…” intervenne a quel punto Death Mask.
 
“Ci prepareremo per tre giorni, poi attaccheremo, decidendo chi parteciperà allo scontro direttamente e chi rimarrà momentaneamente al Grande Tempio per proteggere chi vi dimora…”

Nessuno rispose. Eowyn si avvicinò ad Aldebaran offrendosi di badare lei ad Aaron, mentre lui sicuramente avrebbe voluto allenarsi. Mur aveva deciso di accompagnare lui stesso, insieme a Micene, Saori a Luxor, per poi fare subito ritorno.
A nessuno, tranne i Cavalieri di Bronzo, saltò in mente di salutare la giovane donna, presi com’erano dall’imminente scontro. Se Saori ne fu dispiaciuta, non lo diede a vedere.
 
Milo accompagnò Eowyn all’Ottava, dove la lasciò sola con il piccolo ancora addormentato tra le sue braccia…
L’allenamento si rivelò da subito molto duro: dopo l’abituale serie di esercizi, gli scontri furono caratterizzati da una tensione palpabile e tutti i Cavalieri erano al limite della resistenza psichica. Milo avrebbe voluto affrontare da subito Seiya, così tanto per sfogarsi un po’, ma quel giorno la fortuna assistette il Cavaliere di Pegasus.
 
Quando fu di ritorno all’ Ottava Casa, il sole stava praticamente tramontando; regnava il silenzio in quel posto, ma era cosciente della presenza di Eowyn che ormai permeava tutto quanto. La fragranza naturale della sua pelle faceva ormai parte di quegli odori che si riconoscono in un attimo, appena percepiti…
Sotto il getto ghiacciato della doccia, Milo si chiese che cosa gli stesse succedendo. Perché, nonostante la tensione che il nuovo nemico aveva scatenato, non poteva fare a meno di pensare a lei? Cosa, di quella ragazza, aveva fatto breccia nel suo cuore che, spezzato poco più di un anno prima, ora si stava ricomponendo pezzo per pezzo? Si era ripromesso di non provare mai più un sentimento simile, ma ci era cascato per la seconda volta, e per di più con colei che sembrava detestare gli uomini sopra ogni altra cosa…
Poteva mai lui riuscire a sciogliere quel cuore infranto? Lui, Milo di Scorpio, che di ragazze ne aveva avute a bizzeffe e che adesso non gli avrebbero procurato che maggiore amarezza? Tentò di ricordare i volti delle sue numerose conquiste, ma ogni volta non poteva fare altro che paragonarle a lei…
 
“Smettila, dannazione…!”
 
Si ripromise di non pensarci…ma come avrebbe potuto farlo, soprattutto dopo aver trovato la cena pronta? Di Eowyn non vi era traccia, ma gli aveva lasciato una prova tangibile che qualcosa stesse cambiando.
Milo si rese conto di essere affamato, e gustò tutto con calma.
Dopo cena, decise di ringraziare la sua ‘amica’…

Bussò delicatamente alla porta e, quando Eowyn la socchiuse, lui le si presentò con un sorriso disarmante che le fece fremere il cuore.
Facendogli segno di non parlare, uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle.
 
“Sono appena riuscita a farlo riaddormentare! Oggi è molto agitato…forse sente la mancanza di Samia…come tutti del resto!” aggiunse con tono triste.
 
“Hai mangiato?” gli chiese cambiando discorso.
 
“Sono venuto qui per ringraziarti, infatti!”
 
“Oh, ma io non ho fatto niente…se non chiedere ad un’inserviente di prepararti qualcosa!”
 
“Basta il pensiero!” le rispose alzando le spalle. Eowyn abbassò lo sguardo imbarazzata, ma Milo la costrinse a rialzarlo, fissandola intensamente.
 
“In realtà credo che noi due dovremmo parlare…” affermò.
 
“Di cosa?” chiese lei in un soffio.
 
“Della battaglia…e di noi!”
 
“Noi?”
 
“Cominciamo dalla battaglia…ma sediamoci dove potremmo stare più comodi!” la prese per mano, socchiuse la porta della stanza e la condusse nella sua camera, lasciando la porta completamente aperta.
 
“Perché nella tua stanza?”
 
“Perché sono stanco e il materasso del mio letto è molto comodo” le rispose sorridendo e gettandovisi sopra. Eowyn non si mosse.
 
“Non ti mangio!”
 
“Lo so…”
 
“E allora vieni qui!” le fece segno di raggiungerlo sul letto. Dopo un attimo di esitazione, la ragazza lo raggiunse e si sedette sul bordo, lontano il più possibile, scatenando in lui ilarità.
 
“Ripeto…non ti mangio!”
 
“E va bene!” sbottò Eowyn sedendosi di fronte a lui ed incrociando le gambe “Allora?”
 
Milo attese qualche secondo prima di parlare, poi lo fece.
 
“Secondo me è rischioso per te prendere parte allo scontro!”
 
“Non crederai davvero che rimanga qui con le mani in mano, vero?” gli chiese alzando un sopracciglio.
 
“So che convincerti non sarà facile, ma mi piacerebbe che fosse così, sì!”
 
“Scordatelo!”
 
“Non sarei in grado di concentrami al cento per cento, se mi dovessi preoccupare anche per te!”
 
“E allora non farlo…so badare a me stessa!”
 
“Ieri non mi è sembrato così!”
 
Touché. Eowyn sussultò per la sorpresa.
 
“Non succederà più quello che è capitato ieri…”
 
“Non vuoi ripensarci?”
 
“Io ci sarò!”
 
“Lo sapevo…” affermò Milo rassegnato.
 
“Allora perché me lo hai proposto?”
 
“Perché volevo prendere tempo prima di parlarti di noi…”
 
“N-noi…non capisco cosa intendi!”
 
“Te lo mostro subito…” senza darle il tempo di replicare, mosso da un istinto incontrollabile, le prese il viso tra le mani e, per la seconda volta, la baciò.
 
Questa volta il bacio non era guidato dalla rabbia o dalla frustrazione, solo da semplice desiderio di farlo, per capire cosa provasse davvero lui, ma anche per sondare le reazioni di Eowyn, dopo gli sviluppi della sera prima e di quella mattina.
Dapprincipio Eowyn si paralizzò, colta di sorpresa ma non spaventata; poi, quando si rese conto che si trattava del suo primo vero bacio, non considerando quello in Turchia, e che il ragazzo che la stava baciando altri non era che il Suo Cavaliere, si rilassò e, tentennando un po’, iniziò a ricambiare.
Milo l’attirò maggiormente a sé, avvolgendola in un caldo abbraccio.
Il bacio non durò a lungo e, quando il ragazzo la lasciò libera con le guance in fiamme, rimasero fermi a fissarsi senza fiatare.
 
“Era questo quello che intendevo!” esclamò.
 
Continua…
 




Vai così!!! Prima parte di questa Odissea di capitolo è andata! Spero solo di avervi soddisfatti...Ho deciso seduta stante di introdurre, in ogni capitolo, il proseguimento della storia tra Milo e Eowyn, tanto per non lasciarvi troppo in sospeso...ditemi voi se ho fatto bene! Adesso il gestire questa storia, sarà dura anche se, una volta iniziato a scrivere, mi viene spontaneo proseguire...Dunque dunque...i piani del nemico credo che fossero stati abbastanza chiari sin dall'inizio, perciò non mi sono dilungata molto. Dalla seconda parte del capitolo, ci saranno di nuovo i tanto temuti scontri, quindi non so bene quando riuscirò ad aggiornare, dovendo ancora decidere chi fare scender in campo! Mi volete consigliare? Sono tutta orecchie...anzi occhi che è meglio! XD
Ora passo ai ringraziamenti....grazie grazie grazie grazie....no scherzo facciamo i seri va...

Snow Fox: le tue parole mi hanno commosso, sul serio, ti ringrazio davvero tanto e sono strafelice che tu cia sia sempre!!!!!!!!!!!!!! Anche io invidio Eowyn , soprattutto dopo questo bacio...finalmente si sta svegliando ma non credere sia così facile!!!! Ti mando un super bacio con posta celere così arriva prima.......bacioooooooooooooooo

sesshy94: sei un tesoro...davvero!!!! Grazie mille per le belle parole...Allora: Atlas ha subito il trattamento di Milo per cui, credimi, questa volta non credo ritornerà in vita...o forse sì? Bho???? Sai con me tutto è possibile.... Dopo il bacio vuoi ancora bene a Eowyn? Speriamo di sì! Per ora il bacio te lo mando io....baciooooooooo Ciaooooooooo

bad93: benissimo!!!!!! sono contenta ti piaccia la storia (e anche che tu abbia letto Ritorno al passato) Quella di Milo e eowyn piaceva anche a me come scena ma, come ho scritto prima, inizio a scrivere e le dita vanno da sè...la storia la creo sul momento e se mi piace la lascio così com'è venuta! Io adoro creare suspence per cui dovrai farci l'abitudune al fatto che lasci sempre le cose in sospeso e i lettori carissimi a chiedersi cosa succederà! Grazie dei complimenti ciao alla prossima!!!!

roxrox: un ringraziamento di cuore anche a te che mi sostieni sempre!!!! Spero di aver soddisfatto almeno un minimo la tua curiosità...fammi sapere bacioneeeeeeeeeee

Grazie a tutti voi fantasmini miei adoratiiiiiiiiiiiiiiiiii

by anzy

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Capitolo 22
*** Capitolo Ventuno - Diversivo Parte Seconda ***


cap22 Capitolo Ventuno – Diversivo Parte Seconda
 
Eowyn rimase immobile, lo sguardo fisso negli occhi di Milo che la guardava a sua volta senza battere ciglio. Solo quella frase…
 
“Era questo quello che intendevo!”
 
Una lacrima bagnò la guancia della Messaggera, ma il giovane uomo di fronte a lei l’asciugò con un semplice movimento della mano. Il tocco leggero tra i due corpi provocò un brivido lungo la schiena di Eowyn e Milo se ne rese conto.
Avvolse la ragazza in un caldo abbraccio e le permise di rilassarsi senza interruzioni.
Passarono così diversi minuti; erano entrambi persi nei loro pensieri, inconsapevoli che, in realtà, questi erano identici.
 
“Milo…” lo chiamò Eowyn.
 
“Mmmm”
 
“Perché?”
 
“Non lo so…” mentì lui.

Dopo quella risposta Eowyn scivolò in un sonno tranquillo, ma nel cuore della notte si svegliò e, senza far rumore, scese dal letto e lasciò la stanza. Prima di uscire, però, si voltò ad osservare il volto del suo angelo custode: lo trovava affascinante, se non addirittura bello, ma in realtà lei non conosceva il vero significato di quelle due parole…sapeva solamente che lui le piaceva, e tanto!

La paura, però, la rendeva rigida, incapace di abbandonarsi alle emozioni e ai sentimenti che colmavano il suo cuore e la sua anima.
Per il resto della notte non dormì, ma rimase immobile a fissare luna e stelle, e a pensare e ripensare a Samia: sapeva che sicuramente la ragazza stava bene, perché Ares non era ancora riuscito a impossessarsi del corpo di Afrodite, ma si chiedeva anche per quanto tempo il Sommo Zeus sarebbe riuscito a proteggerla da solo. Era praticamente sicura che Ares contava sulla presenza di altre due figure malvagie, figli suoi e della Dea Afrodite stessa: Deimos e Phobos erano creature infide e malvagie, senza scrupoli e con il desiderio di distruggere e annientare chiunque si fosse posto sul loro cammino, proprio come il padre.
 
Stava riflettendo su quale comportamento adottare durante la battaglia, se concentrarsi unicamente sul suo nemico e lasciare ai Cavalieri d’Oro il compito di liberare Samia oppure di buttarsi direttamente nella mischia e dare il suo contributo per quanto le fosse stato possibile, quando due forti braccia le circondarono la vita. Un po’ sorpresa, ma altrettanto felice e rassicurata, Eowyn salutò il suo compagno di avventura.
 
“Già sveglio?”
 
“Non ti sei accorta che il sole è sorto da diversi minuti?” le chiese Milo di rimando. Eowyn guardò stupita il cielo.
 
“Effettivamente no! Ero immersa nei miei pensieri e non me ne sono resa conto”
 
“Facevo parte di questi pensieri?”
 
“In un certo senso sì, ma non nel senso che speri tu!”
 
“Così mi spezzi il cuore…” si finse offeso.
 
“Non ti arrendi mai, vero?”
 
“No…soprattutto dopo ieri sera!”
 
“Milo…” la bloccò prima che potesse dire qualcosa di spiacevole. Al momento non voleva sentire nulla di simile.
 
“Ascoltami: ieri sera ci siamo baciati ed è piaciuto ad entrambi, ma adesso dobbiamo concentrarci sulla battaglia imminente! Quando tutto questo sarà finito, e noi ne usciremo vincitori, riprenderemo il discorso da dove lo abbiamo abbandonato, ti va?” le propose.
 
Eowyn si voltò a mezzo e lo fissò seria, emozionata e preoccupata al contempo.
 
“D’accordo!” Milo le sorrise e, senza darle il tempo di replicare o anche solo di muoversi, la baciò, per poi interrompere quasi subito il contatto e dirigersi verso la porta.
 
“Ehi, così non vale!” protestò Eowyn.
 
“In amore e in guerra tutto è lecito…” le rispose uscendo.
 
“Amore?” si chiese a quel punto Eowyn.
 
 
I due giorni seguenti furono dedicati interamente alla preparazione fisica per i Cavalieri e spirituale per Eowyn; come concordato, Mur scortò personalmente Saori a Nuova Luxor, portando con sé notizie di Patricia: la ragazza stava bene e niente e nessuno aveva minacciato la sua sicurezza. Seiya, risollevato dalla notizia, prese ad allenarsi con maggiore impegno e più nessuno ebbe da ridire sul suo comportamento.
Le giornate erano pesanti per tutti, abituati o meno ad affrontare simili nemici; per Eowyn, però, la situazione risultava ancora più complicata a causa del suo potere empatico: nonostante cercasse in tutti i modi di reprimerlo, non vi era verso di evitare lo scontro con i sentimenti di chiunque le si fosse trovato vicino.
Sentiva il dolore e la frustrazione di Shaka, nonostante questi non lo desse a vedere: la preoccupazione per Samia era tanta e il desiderio di sfogare la rabbia sul nemico altrettanto forte. Si allenava per la maggior parte del tempo da solo, meditando e cercando dentro di sé la forza per abbattere il muro di malvagità che si stagliava davanti a loro.
La cosa più difficile per Eowyn era affrontare Milo: aveva percepito benissimo la preoccupazione che nutriva per lei, e aveva anche intuito che il ragazzo stesse escogitando qualcosa per fare in modo che, all’ultimo momento, lei non potesse partire, ma inutilmente aveva trovato una soluzione. Di questo la Messaggera fu contenta, perché mai e poi mai avrebbe rinunciato a combattere al loro fianco, per lei, per Samia e per l’umanità intera!
 
La sera precedente la partenza, al Santuario regnava il silenzio più assoluto: le dodici Case erano custodite dai rispettivi Cavalieri, ognuno intento a pensare a quello che li attendeva il giorno seguente.
Sarebbero partiti per Tebe, oltre a Shaka ed Eowyn ovviamente, Milo, Camus, Micene, Saga e Shura, le cui Case dello Zodiaco sarebbero state custodite rispettivamente da Ikki, Shun, Hyoga, Seiya, Kanon e Shiryu.
La veste corta indossata da Eowyn, legata al collo, era di un celeste acceso, ai piedi indossava dorati sandali alla schiava e i capelli ricadevano in boccoli dorati sulle spalle. Le braccia nude erano ornate da due spessi bracciali dorati rigidi, poco più su del gomito, e finemente lavorati.
In molti tentarono di convincere la Messaggera a rimanere al sicuro, ma Eowyn non volle sentire scuse e non lasciò loro la possibilità di continuare con quella storia.
 
“Cavalieri, la mia non è solo una missione affidatami dal Sommo Zeus, ma anche una questione di orgoglio e di principio. Tifone mi ha sfidata e io ho accettato la sfida…” guardò Milo che ricambiò lo sguardo leggermente adirato “…non potrete di certo farmi cambiare idea, anzi non provateci nemmeno!”
 
“In fin dei conti potresti anche essere utile, viste le tue grandi capacità!” la canzonò Seiya. Eowyn gli sorrise.
 
“Per una volta non posso che trovarmi d’accordo con te, Cavaliere!” Seiya sapeva di aver perso l’ennesima battaglia, ancor prima di ascoltare la risposta della ragazza. Si allontanò come al solito contrariato.
 
“Ahh, non so cosa ci troviate in una mocciosa così convinta di sé!”
 
“Senti da che pulpito…” fu la secca risposta di Milo.
 


Giunti a Tebe, nessuno di coloro che era partito da Atene si aspettava uno spettacolo tanto meraviglioso: la convinzione comune era quella di dover affrontare il nemico tra i resti della città, i pochi rinvenuti dopo anni di scavi e ricerche, invece a stagliarsi di fronte ai loro occhi stupiti era la città stessa in tutto il suo splendore ritrovato.

Le mura che la circondavano erano alte e massicce, mentre una porta di proporzioni spropositate permetteva loro l’ingresso.
Eowyn avanzò lentamente, incantata ad osservare cosa aveva di fronte.
 
“Messaggera!” la chiamò Shaka. Eowyn si voltò verso di lui e lo trovò con gli occhi chiusi ma attento e vigile come al solito.
 
“Fai attenzione: non sappiamo se questa è la porta principale della città, potrebbe anche essere una trappola!”
 
“Cos’è questa storia delle porte principali?” chiese incuriosito Milo. Eowyn lo guardò, poi volse l'attenzione alla porta.
 
“Si narra che nel circuito delle antiche mura della città vi erano sette ingressi, ma i resti ritrovati nel corso degli anni non dimostrano nulla di tutto ciò, in quanto troppo esigui. Ora la città è tornata allo splendore di un tempo ma, come Shaka ha già detto, potrebbe trattarsi di una trappola; propongo di avanzare tutti insieme e dividerci una volta fatto il nostro ingresso”
 
“Concordo” rispose Saga disponendosi alla testa del gruppo. Subito Milo e Camus si posero ai fianchi della Messaggera, per proteggerla. Micene affiancò Saga e Shura chiuse la fila con Shaka.
 
I passi che li dividevano dalla meta erano pochi, ma a Eowyn parvero un’infinità; provava una strana sensazione, come se stesse per entrare nella fossa dei leoni. Cercò di dissimulare queste sensazioni, concentrandosi su ciò che stavano per affrontare.
 
Entrarono.
 
Era immensa: la Messaggera possedeva un vago ricordo della città, che non si rispecchiava assolutamente in quello che stava osservando al momento.
Di fronte a loro, sebbene non nelle immediate vicinanze, vi erano due sontuosi palazzi, abbelliti da colonne pittoresche e statue raffiguranti personaggi che i Cavalieri d’Oro non conoscevano, ma Eowyn sì.
 
“Se non fosse per il nemico che vi soggiorna, questo posto sarebbe cento volte meglio del Grande Tempio!” esclamò Shura ammirato.
 
“Non dire così, Cavaliere…” lo ammonì Eowyn “…Tebe era una città dal carattere bellicoso, caratterizzata da innumerevoli scontri dinastici e guerre violente, come quella che stiamo per affrontare noi. Fu rasa al suolo da Alessandro Magno, a cui si era ribellato e da allora non riconquistò più il suo splendore…fino a questo momento!” Shura rimase sbalordito da tanta sicurezza nella sua voce.
 
“Cosa sono quei due palazzi?” chiese Camus con espressione assorta.
 
“La loro presenza è strana e non so spiegarmela: l’unica cosa che ti posso dire è che quello alla nostra sinistra è sicuramente il più antico dei due, ossia la casa di Cadmo, il mitico fondatore della città. Fu distrutto da un incendio, causato dal fulmine di Zeus che incenerì l’amante Semele, la figlia di Cadmo, come punizione per aver voluto vedere la sua immagine divina. Il secondo palazzo, credo sia quello costruito in seguito al crollo del primo”
 
“Probabilmente la loro presenza serve unicamente allo scopo di dividerci, anche se questa era comunque la nostra stessa strategia…” concluse Micene.
 
“Direi di affrettarci dunque!” esclamò Shaka, aprendo gli occhi e iniziando a muoversi. Micene si mosse dietro di lui e insieme presero la via che portava a quello che, a detta di Eowyn, era il secondo palazzo della città.
 
“Se a voi sta bene, io e Shura perlustreremo i dintorni” affermò Saga. Milo e Camus annuirono e i due si allontanarono, uno diretto a Est e l’altro a Ovest.
 
Il terzetto avrebbe affrontato la ‘casa di Cadmo’.
 
 
Arrivati di fronte alla grande scalinata che conduceva al suo interno, si fermarono qualche secondo. Eowyn avrebbe voluto chiedere loro di non intervenire in suo favore e di guardarsi sempre le spalle, ma sapeva che in cambio avrebbe ottenuto l’esatto contrario.
Mise piede sul primo gradino, seguita a ruota da Milo e Camus.
Ai lati dell’ingresso del palazzo vi erano due statue.
Eowyn le fissava senza riuscire a parlare, perché i suoi sospetti si rivelarono dunque fondati.
 
“Cosa ti succede?” le chiese Camus posandole una mano sul braccio. Al contatto si riscosse.
 
“Voi sapete chi sono questi due individui?” chiese loro.
 
“Chiunque essi siano siamo pronti ad affrontarli!” esclamò convinto Milo.
 
“Non sto scherzando!” lo fulminò con lo sguardo "Sono Deimos e Phobos, i figli di Ares e Afrodite! Terrore e Paura, così li chiamavano gli antichi: due esseri malvagi quanto il padre, se non di più; fratelli di sangue e battaglia…Deimos è la divinizzazione del terrore che suscita la Guerra, mentre Phobos lo è per la paura. Guardatevi bene dal mostrargli le spalle, Cavalieri!”
 
“Non ti preoccupare, ce la caveremo…”
 
“Non ho alcun dubbio…” tagliò corto e avanzò verso l’oscuro antro che le si trovava di fronte.
 
“Ehi! Non avere fretta: non posso iniziare da subito a starti dietro!” Milo la raggiunse afferrandole il braccio e fissandola con il blu dei suoi occhi.
 
“E tu non essere troppo sicuro di ciò che fai! Non conosci il tuo nemico, ma io sì! Ho avuto modo di vedere come agiscono quei due, e il mio era solo un avvertimento dettato dal buon senso! E per la cronaca: non ti ho chiesto di starmi dietro, perché me la caverò da sola!” gli rispose per le rime.
 
“Basta litigare voi due! Le vostre questioni personali le risolverete a faccenda conclusa!” li redarguì Camus. I due litiganti interruppero le ostilità, riprendendo il cammino verso l’ignoto, entrambi allo stesso modo irrequieti e poco concentrati.
 
Quello che si poteva definire atrio del palazzo era del tutto simile ai Templi del Santuario:un lungo corridoio delimitato da ampie e alte colonne, con la sola differenza che ognuna rappresentava una scena differente, identicamente riflessa sulla colonna di fronte. Eowyn si avvicinò alla prima e sfiorò delicatamente il bassorilievo finemente lavorato.
 
“Questa è Harmonia, la figlia di Ares e Afrodite, data in sposa a Cadmo: fu un rito solenne come per pochi altri, come qui viene raffigurato”
 
“Su ogni colonna vi è una scena della loro vita?” chiese stupito Camus. Eowyn si avvicinò a quella successiva e la studiò.
 
“Sì. Qui vi è raffigurato il banchetto di nozze a cui presero parte tutte le divinità, cosa assai rara…E su quella colonna è raffigurata la loro discendenza, tutta femminile”
 
La loro distrazione fu fatale!
 
All’improvviso la stanza si illuminò della luce di decine di candele, fino a quel momento invisibili, e un cosmo oscuro invase tutto. Eowyn si sentì stretta in una morsa d’acciaio, molto più forte di quella cui l’aveva sottoposta Saori, e la testa parve scoppiarle, come punta da centinaia di spilli. Crollò in ginocchio, urlando di dolore e tenendosi la testa tra le mani e non riuscendo a trattenere le lacrime.
Milo e Camus avrebbero voluto intervenire prontamente, ma anche loro erano imprigionati da una morsa ferrea, simile a quella che Tifone aveva utilizzato alla Tredicesima per rapire Samia.
Eowyn era certa che entro breve sarebbe impazzita: non sapeva quale fosse lo scopo di tale tortura, sperava soltanto che potesse finire in fretta.
 
Il suo desiderio venne esaudito: perse i sensi in poco tempo, sotto lo sguardo furioso dei due Cavalieri d’Oro che cercavano in tutti i modi di liberarsi, espandendo il cosmo fin quasi al massimo delle loro possibilità, ma senza successo.
Quando Eowyn chiuse gli occhi, una luce accecante si sprigionò dal punto in cui ella si trovava ma, una volta spentasi, della Messaggera non vi era più traccia...
In quel momento Milo e Camus si resero conto di essere liberi di muoversi a loro piacimento.
 
 

“Nooo! Che cosa le hai fatto, maledetto?” urlò Samia scaraventandosi contro il Dio suo rapitore.

 
La forza della ragazza, però, non era minimamente paragonabile a quella di Ares che la bloccò serrandole una mano intorno al collo, lasciandola quasi priva di aria.
 
“Ti ho già detto una volta che devi stare calma! Non posso ancora farti fuori perché il tuo corpo mi serve da involucro al cosmo della mia donna, ma potrei anche decidere di divertirmi con te diversamente: sei bella e io ho poca pazienza quindi, se non vuoi conoscere la mia ira e piegarti ai miei desideri, non intervenire più…siamo intesi?”
 
Samia annuì per quello che poteva e Ares lasciò la presa; tenendosi la gola dolorante e cercando di respirare profondamente, si allontanò da lui che la squadrò da capo a piedi con sguardo lussurioso.
Temendo un ripensamento riguardo le sue minacce, decise di non chiedere nessuna spiegazione, ma fu Ares stesso a soddisfare la sua curiosità.
 
“Ho deciso di divertirmi un po’ con la Messaggera, prima di lasciarla in mano al suo acerrimo nemico; mi piace logorare la mente delle persone e, se vuoi, sei libera di osservare tutto ciò che le succederà e le sue reazioni”
 
“Non farle del male, ti prego…”
 
“Non chiedermelo, non ho nessuna intenzione di accontentarti” con un gesto della mano le mostrò una stanza riccamente ammobiliata, al centro della quale vi era un letto a baldacchino e, distesa sopra e priva di sensi, Eowyn.
 
“La tu amica è bella quanto te: peccato non possa divertirmi anche con lei!” detto questo si voltò a guardarla e la sovrastò con la sua mole.
 
Continua…
 

Salve a tutti miei cari lettori!!!! Come al solito l'ispirazione per il capitolo è arrivata a rallentatore, però spero sia arrivata bene! Finalmente si sa qualcosa di Samia: al momento sta bene, ma non so ancora per quanto (adesso tutti mi odierete XD). Milo ed Eowyn mi piacciono sempre di più: si piacciono, ma hanno entrambi un carattere molto forte per cui destreggiarmi nel loro rapporto non è facile come potete vedere! Per la descrizione di Tebe ho dato libero sfogo alla mia fantasia, nel senso che ho messo i due palazzi insieme proprio perchè il capitolo si intitola 'Diversivo', e la descrizione degli interni è anche opera mia ma quella si vedrà nel prossimo capitolo...Un ringraziamento particolare va a sesshy94, perchè in una delle sue storie lei aveva utilizzato Spavento e Terrore come personaggi malvagi e, dal momento che volevo farlo anche io, ho chiesto il suo parere e per lei non ci sono stati problemi! Grazie carissima!!!!
Ora passo a ringraziare personalmente....

Snow Fox: ho cercato di aggiornare in fretta, ma più di così non ci sono riuscita e temo che per il prossimo capitolo l'attesa si prolungherà un pochino! Intanto fammi sapere cosa ne pensi di questo OK? Un super bacio ciaooooooooooooooooooooooooo

sesshy94: ti avevo detto che ci avrei messo ancora un pò, ma ti ho fatto una sorpresa e nel giro di due giorni ho postato il capitolo!!! Sono contenta che ti piaccia sempre più la storia e sono d'accordo sul lasciare Shaka per ultimo, ma ancora non so bene come fare...vedremo! Per il momento ti saluto e ti mando un bacione grossissimo!!!!  Ciauzzzzzz

roxrox: la battaglia è rimandata di un capitolo, almeno l'inizio...questo è stato più descrittivo dal punto di vista dell'inizio della missione1 Spero di non averti delusa...mi raccomando fammi sapere. Ciao e kiss kiss grossi grossi

Fantasmini mi raccomando continuate a leggere, grazie a tutti!!!!

by anzy

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Capitolo 23
*** Capitolo Ventidue - Tebe ***


cap23 Capitolo Ventidue –  Tebe
 
Eowyn riaprì gli occhi con difficoltà, cosciente solo del dolore che ancora provava alle tempie; l’ultima cosa che ricordava era lo sguardo carico di frustrazione e rabbia di Milo e Camus che cercavano in tutti i modi di liberarsi da invisibili catene che li immobilizzavano al suolo.
Lasciò che il dolore facesse il suo corso, rilassando le braccia lungo i fianchi e aprendo la mente a qualsiasi pensiero la potesse aiutare a cancellarlo: l’immagine della sua adorata mamma, nonostante fosse leggermente sbiadita, le apparve come d’incanto, il volto illuminato dal sorriso con cui le si rivolgeva sempre. Eowyn sorrise insieme a lei mantenendo gli occhi chiusi, ma alzando le braccia come a volerla toccare; sapeva benissimo che questo non sarebbe stato possibile e che ciò che stava vedendo era solo frutto della sua immaginazione di bambina, ma sperò ugualmente in un miracolo, anche solo per pochi istanti.
Quando si rese finalmente conto che si trattava di un illusione, la figura avvolta di luce iniziò ad allontanarsi e, una volta scomparsa definitivamente, Eowyn riaprì gli occhi accorgendosi di non provare più dolore.
 
"Grazie, mamma..." si ritrovò a pensare.

Ricordò quello che era successo nel momento stesso in cui si rese conto di non essere più in compagnia dei Cavalieri di Athena, al che si decise a guardarsi intorno: era una stanza regale, ammobiliata sfarzosamente e abbellita da oggetti di antica fattura.
Non fu la bellezza del luogo, però, ad attrarre maggiormente l’attenzione della Messaggera: la porta della stanza era chiusa e, fuori, Eowyn avvertiva chiaramente qualcosa o meglio, qualcuno, che la chiamava silenziosamente.
Prima di apprestarsi a scendere dal letto, diede un’occhiata al suo abbigliamento, notando come non fosse cambiato e in alcun modo rimasto sgualcito; la vertigine che la colse appena fu in piedi passò in pochi istanti e, raccogliendo tutto il suo coraggio, Eowyn cercò di materializzarsi al di fuori, scoprendo però con stupore di non esserne assolutamente in grado: il suo potere era stato annullato!
 
 
Milo e Camus stavano sondando attentamente l’atrio del palazzo, in tutti gli antri più scuri, quando Shaka e Micene li raggiunsero di corsa.
 
“Che cosa è successo?” chiese il Cavaliere di Sagittar.
 
“Ci siamo fatti cogliere di sorpresa come sciocchi, ecco cosa!” sbraitò Milo.
 
“Vuoi spiegarti?” chiese Shaka con calma.
 
“Sparita! Eowyn è scomparsa e noi non abbiamo potuto fare nulla per impedirlo!”
 
“Stavamo osservando questo posto, quando siamo stati attaccati da un cosmo ostile e molto potente che ci ha imprigionati, probabilmente divino visto l’effetto che ha avuto su Eowyn, e poi lei è scomparsa nello stesso istante in cui noi siamo riusciti nuovamente a muoverci…” intervenne Camus visto lo stato d’animo dell’amico. Anche lui era preoccupato per la Messaggera, ma non voleva darlo a vedere più di tanto.
 
“Forse è lo stesso cosmo che abbiamo percepito noi!” esclamò Micene.
 
“Esatto” intervenne Saga entrando in quel momento, seguito a ruota da Shura.
 
“Che cosa intendete dire?” chiese Milo accigliato.
 
“Qualcuno ci ha deliberatamente trattenuti all’interno del secondo palazzo, facendoci girare intorno continuamente, senza trovare la via d’uscita fino a quando è scomparso all’improvviso e l’entrata è apparsa davanti a noi!” spiegò ancora Micene.
 
“Era un’illusione, del tutto simile a quella che potremmo creare io o Kanon alla Terza Casa!”
 
“Chi può fare questo?” intervenne per la prima volta Shura.
 
“Un Cavaliere nostro pari come minimo, oppure uno dei guerrieri di Ares…” spiegò Shaka.
 
“Oppure uno dei suoi figli…” esclamò Milo.
 
“Complimenti Cavaliere, ci sei arrivato finalmente!” qualcuno parlò con tono derisorio rivolto soprattutto a Milo, ma osservando tutti e sei i Cavalieri presenti, che si misero subito in posizione di difesa.
 
 
 
Abbassò lentamente la maniglia della porta; ovviamente, dopo aver scoperto di non essere in grado di usare il suo potere, capì che avrebbe trovato la porta aperta. Raccolse tutto il suo coraggio e la raggiunse…
Si ritrovò in un lungo corridoio dalle pareti a prima vista bianche; face qualche passo ma dovette fermarsi di colpo, sgranando gli occhi: le pareti non erano affatto bianche come poteva sembrare, bensì raffiguravano scene dei tempi antichi, molto dettagliate.
 
Eowyn decise di soffermarsi a osservare meglio ciò che stava prendendo ‘vita’ davanti ai suoi occhi; come catapultata in un’altra dimensione, non riusciva a distogliere lo sguardo, ignara di essere osservata da almeno due paia di occhi…
 
 
 
Samia osservava i movimenti dell’amica come in trance: quando Ares si era voltato verso di lei, sovrastandola, aveva davvero temuto che volesse mettere in atto le sue minacce. Il volto del Dio, per quanto bello fosse, possedeva un’espressione intrisa d’odio e malignità tale da mozzarle il respiro.
Non voleva guardare ciò che sarebbe spettato subire a Eowyn entro pochi minuti, ma Ares la tenne stretta a lui in una morsa ferrea, costringendola a fissare davanti a sé le reazioni della Messaggera.
 
“Ti prego, smettila…” si ritrovò a scongiurare.
 
“Mi diverte troppo questo gioco!”
 
“Questo non è un gioco! Non puoi sapere cosa sta provando Eowyn in questo momento e cosa in passato possa averla resa così fragile!”
 
“Oh sì in vece! Io conosco benissimo la storia di quella ragazza e, a breve, la conoscerai anche tu!”
 
“Perché fai questo? Perché contro di lei che non ti ha fatto niente?”
 
“Non c’è un motivo particolare ed è vero che lei non mi ha fatto nulla, ma io mi diverto a torturare che si schiera contro i miei nemici e quindi non è mio alleato! In realtà l’unica che m’interessa veramente sei tu…” le posò una mano sul ventre ancora piatto “…e quello che tenti a tutti i costi di proteggere qui dentro!”
 
Samia represse la nausea che l’assalì, abbassando la testa e respirando a fondo. Ares la sostenne quando cercò di accasciarsi a terra.
 
“Che cosa intendi dire?” gli chiese appena si riprese un po’.
 
“Come, non lo hai ancora capito? Credevo che Shaka di Virgo fosse più furbo, invece ancora non ha riconosciuto chi, in realtà, ha preso vita dentro di te!”
 
“I-io non capisco…”
 
“Ci sarà tempo per capire, adesso continua a osservare la tua amica” le ordinò.
 
 
Eowyn non poteva credere ai suoi occhi: sulla parete aveva preso vita l’intera storia della città di Tebe! Le immagini erano abbastanza nitide e i volti di coloro che popolarono quei tempi erano ben distinguibili.
La storia di Cadmo fu la prima ad essere raffigurata: il rapimento della sorella Europa da parte di Zeus, lui che partì con i fratelli Fenice e Cilice per raggiungere l’Oracolo di Delfi che, a sua volta, gli suggerì di lasciar perdere la cerca e di seguire una vacca fino al luogo in cui questa si sarebbe fermata, perché il suo destino era quello di diventare il fondatore di una nuova città.
Cadmo obbedì al suggerimento e, quando l’animale si fermò al centro della Beozia, prese la sua decisione ma, mentre egli stava per sacrificare la vacca ad Athena e i fratelli attingevano acqua da una sorgente vicina, il drago che custodiva la sorgente stessa li attaccò. Cadmo riuscì a eliminarlo, ma non a salvare i suoi compagni, così rimase solo.
 
In quel momento a Eowyn parve che l’uomo avesse rivolto la sua attenzione su di lei che d’istinto indietreggiò fino a toccare con la schiena la parete opposta. Lo sguardo del fondatore di Tebe era risoluto e non accennava a staccarsi dalla sua figura ma, con uno sforzo, Eowyn riuscì a distogliere il suo, imprecando mentalmente contro sé stessa per essersi fatta così tanto imbambolare. Tentò di fare qualche passo verso il centro del corridoio, per allontanarsi da quella che sembrava essere solo pura follia, ma scoprì nuovamente di non esserne in grado.
Come mossa da mano invisibile, riportò lo sguardo sulla parete.
 
Cadmo si trovava ora vicino alla vacca, dopo aver deciso di sacrificarla ugualmente alla Dea che, per riconoscenza, gli apparve e gli suggerì di seminare i denti del drago ucciso. Da ogni dente seppellito comparve un uomo armato. Cadmo lanciò alcuni sassi tra di loro che, vistosi in pericolo, si attaccarono a vicenda; ne rimasero in vita solo cinque che aiutarono l’uomo a costruire la Cadmea, la rocca della città di Tebe. Il palazzo, almeno esteriormente, era esattamente come quello in cui Eowyn, Milo e Camus erano entrati poco tempo prima e che ora li teneva prigionieri.
 
Eowyn sapeva di trovarsi sotto l’effetto di un potere illusorio molto forte e, tra coloro che le erano ostili in quel momento, solo tre erano in grado di utilizzarlo, fatta eccezione per Era che non era ancora scesa in guerra.
 
“Sicuramente sta aspettando il gran finale” si disse ad alta voce.
 
A quelle parole la scena si trasformò nel matrimonio tra Cadmio e Armonia a cui prese parte l’intero Olimpo e da cui nacquero le quattro figlie: Ino, Agave, Autonoe e Semele a causa della cui curiosità il palazzo venne raso al suolo dal fulmine di Zeus che provocò un incendio indomabile.
Prima, però, Zeus e Semele concepirono un figlio, Dioniso la cui gestazione Zeus stesso terminò cucendolo nella sua coscia.
Eowyn conosceva la storia di Dioniso e delle maldicenze che la zia Agave divulgava sul conto della madre e le conseguenze delle sue parole, ma tutto veniva ampiamente rappresentato, come se ella fosse una spettatrice del estranea.
Le guerre che seguirono quel periodo furono cruente; poi fu la volta di Edipo e delle empie nozze con Giocasta…
 
E fu proprio in contemporanea all’accoppiamento di madre e figlio che altre immagini si sovrapposero all’incesto. Eowyn le riconobbe in un istante e, scossa da un tremito sempre più forte, si accasciò a terra piangendo, ma costretta ugualmente a guardare l’orrendo passato che tanto ancora la perseguitava.
 
 
I sei Cavalieri d’Oro recatisi a Tebe erano immobili; fronteggiavano un nemico che possedeva un cosmo potentissimo, molto simile a quello di una Divinità, anche se non riuscivano a comprendere di chi si trattasse.
 
“Chi sei tu, Cavaliere?” ringhiò Milo.
 
“Definirmi Cavaliere non è proprio il modo giusto per chiamarmi: sono di livello molto superiore al vostro, e non mi garba questo paragone!”
 
“Sei presuntuoso però!” intervenne Saga.
 
“Certo Cavaliere di Gemini, lo sono perché posso permettermelo! Mi presento: il mio nome è Deimos, vi dice qualcosa?”
 
“Sei uno dei due figli che Ares ha avuto da Afrodite, non è così?” intervenne Camus.
 
“Vedo che la Divina Messaggera vi ha istruito bene; spero solo che vogliate seguire anche il suo consiglio e allontanarvi da qui prima che per voi sia troppo tardi…Sia chiaro, il mio è solo un suggerimento per risparmiarvi la vita”
 
“Questo mai!” esclamò Milo pronto ad attaccare.
 
Saga lo bloccò posandogli una mano sul braccio.
 
“Lascialo a noi: tu e Camus correte a cercare la Messaggera e portatela via di qui, al resto penseremo noi. Shaka, vai anche tu con loro, così saremo divisi equamente!” Shaka annuì rapidamente.
 
“Fa come ti dice, Scorpio: cerca la tua amichetta prima che impazzisca del tutto, e salutala da parte mia!”
 
“Che cosa le hai fatto, maledetto?” chiese Micene.
 
“Mi sto solo limitando a divertirmi un po’ con la sua parte umana…”
 
“Non devi farlo, così la distruggerai!” intervenne Milo, catturando su di sé l’attenzione dei suo compagni.
 
“Milo!” lo chiamò di nuovo Saga “Andate!”
 
I tre Cavalieri non se lo fecero ripetere oltre e scattarono in avanti superando Deimos che non impedì loro di passare.
 
Saga, Shura e Micene lo osservarono con astio mal celato, il che lo rese immensamente felice del compito ricevuto: li avrebbe eliminati divertendosi parecchio!
 
 
Eowyn piangeva come la notte in cui due perfetti sconosciuti avevano abusato del suo corpo, piangeva come la notte in cui la madre morì e piangeva per l’amaro destino che suo padre le aveva riservato. Non voleva guardare, non voleva più sentire quel dolore profondo che le aveva lacerato l’anima, che le aveva cancellato la gioia di vivere dal cuore. L’uomo che lei idolatrava da bambina…altri non era che un assassino e un verme che non aveva esitato a vendere la propria figlia, sangue del suo sangue!
Con tutta sé stessa lottò contro la forza invisibile che la costringeva a fissare la parete; le sue urla di dolore e terrore non si potevano sentire, ma sapeva che c’erano state, vedeva come cercava di liberarsi di quelle mani viscide che la violavano e che versavano il suo sangue.
Vedendosi impossibilitata a muoversi, si concentrò maggiormente per ritrovare il suo potere; dentro di sé c’era ancora una piccola luce che poteva diventare più forte, più luminosa.
Nonostante le lacrime e il dolore al cuore tirò fuori tutta la sua frustrazione e, con urlo, sprigionò un potere sufficiente da farle perdere ogni forza e accasciarsi al suolo.
 
In quel preciso istante, una porta che non esisteva poco prima si aprì e Milo e Camus entrarono di corsa.
Quando i due Cavalieri si accorsero della figura stesa a terra si precipitarono da lei, ma la trovarono con gli occhi chiusi, tremante e le guance bagnate dal pianto.
Milo la prese tra le braccia, cercando di farla riprendere e tenendola stretta a sé.
Quando Eowyn aprì lentamente gli occhi e riconobbe il volto preoccupato di Milo, gli si aggrappò alle spalle ricominciando a piangere disperata.
 
“Vi prego, fatelo smettere!” supplicò.
 
“Che cosa?” chiese Camus non vedendo nessun altro a parte loro.
 
“Sulla parete…le immagini che ci sono sulla parete…io non le voglio più vedere!” quasi urlò disperata.
 
“Shhh, calmati ora!” le sussurrò Milo cullandola.
 
“Come faccio? Qualcuno sa del mio passato, sanno cosa mi è successo e mi stanno torturando…”
 
“Qui non c’è nulla!” esclamò Camus avvicinandosi alla parete.
 
Eowyn si irrigidì alle sue parole e si scostò da Milo per guardare anche lei. Rimase interdetta quando, al posto della squallida camera di un motel, vi era un paesaggio limpido e soleggiato.
 
“Non ci sono più quelle immagini, ma non capisco di quale posto si tratti ora!”
 
“Cosa stai dicendo Eowyn? Non c’è nulla su questa parete!” le chiese Milo avvicinandola.
 
“Non sono pazza!” gli rispose voltandosi verso di lui con uno scatto.
 
“Non sto dicendo che tu sia pazza, forse solo un po’ confusa…” le suggerì.
 
Eowyn prese a camminare lungo il corridoio, passando lo sguardo dai due Cavalieri al muro da cui l’immagine non era scomparsa.
 
“E’ possibile che non la vediate?” chiese con un filo di voce.
 
Camus le si avvicinò e la bloccò delicatamente per le braccia; la fissò intensamente, ma nel suo sguardo non si poteva che leggere fiducia nei suoi confronti.
 
“Ci vuoi spiegare meglio?” le chiese.
 
“Quando ho ripreso i sensi mi trovavo in quella stanza laggiù, ma non potevo utilizzare il mio potere per scappare così l’ho fatto nella maniera classica: ho aperto la porta e mi sono ritrovata in questo corridoio. Dopo pochi istanti le pareti hanno preso forma e ho rivissuto l’intera storia della città di Tebe, almeno i fatti principali! Era come trovarsi in un’altra dimensione, in un altro tempo, catapultata nel mondo antico dove ho vissuto per tanti anni al fianco di Zeus. Le immagini poi si sono trasformate in qualcosa di spiacevole, di cui non voglio parlare scusami, e lì sono crollata fino a quando siete arrivati voi…E adesso io lo vedo e voi no!”
 
“Cosa vedi?” le chiese ancora Camus. Eowyn distolse lo sguardo da lui e si avvicinò alla parete, toccandola.
 
“…una collina…ci sono diversi templi e uno più grande sulla sommità, e una grande roccia circondata da pini. Sulla roccia è scolpita una scalinata, e sembra esserci una specie di pulpito in cima Si affaccia su una città antica…sembra Atene ma di questo non sono sicura. Aspettate: l’edificio più grande non è un tempio, adesso lo riconosco! E’ un…”
 
“Tribunale!” finì la frase per lei Shaka, appena entrato e fisso a osservare la parete.
 
“Samia si trova lì: ci hanno attirato a Tebe per farci perdere tempo e dividerci. Sento i nostri compagni impegnati nella battaglia, ma non possiamo correre ad aiutarli. Dobbiamo andare via di qui, e subito!”
 
Tutti annuirono, conoscendo il pericolo che Shura, Saga e Micene stavano correndo, ma senza poter fare altrimenti. Milo sostenne Eowyn che ancora si sentiva debole e, con il cuore colmo di preoccupazione, lasciarono la città di Tebe.
 
Destinazione……….
 
Continua…

Buon sabato sera a tutti e Buon 25 aprile anche se quasi terminato!!! Dunque vediamo da dove cominciare...vi ho lasciato forse con un trio di dubbi:
- dove si trovi in realtà Samia;
- cosa significano le parole di Ares sul figlio di Samia e Shaka;
- come se la stanno cavando Saga, Shura e Micene.
Benissimo: lo saprete solo nel prossimo capitolo, sempre che non cambi idea!!! Scherzo ovviamente!!!
Per quanto riguarda la scena nel corridoio è d'obbligo puntualizzare che ho usato parecchia fantasia, tranne che per le scene raccontate, ovvero la fondazione di Tebe e il mito di Cadmo, come molti di voi conosceranno! Spero solo di non avervi annoiato con questo capitolo, ma a me personalmente garba!!! Fatemi comunque sapere voi!!!

Chiedo scusa se non rispondo ai commenti, ma ho alcune cosucce da fare!!! alla prossima am voi leggete sempre ok??? Un beso a tutti!!!!!

by anzy
 

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Capitolo 24
*** Capitolo Ventitre - Ricongiungersi...o quasi! ***


cap24 Capitolo Ventitre – Ricongiungersi…o quasi!
 
Saga giaceva a terra, quasi completamente privo di forze: lo scontro con Deimos aveva ridotto lui in quello stato, con varie ferite ancora sanguinanti su tutto il corpo, mentre Micene e Shura versavano in condizioni forse peggiori. Sentiva i passi del nemico avvicinarsi, rialzatosi dopo l’ultimo colpo che gli aveva lanciato, consumando la maggior parte delle sue energie: il Galaxian Explosion aveva colpito in pieno il figlio di Ares, scaraventandolo con violenza contro una colonna del palazzo ma, evidentemente, la forza che Saga vi aveva impresso non era stata sufficiente per provocare seri danni.
Deimos sovrastò con la sua imponente mole colui che era considerato uno dei Cavalieri d’Oro più potenti mai esistiti ma che, in quel preciso istante, giaceva inerme e privo di sensi a terra, senza più alcuna possibilità di muoversi e provare a difendersi. Poco distante, anche i corpi di Micene e Shura erano immobili, dopo essere stati colpiti più volte dal colpo micidiale del guerriero.
Di nuovo la sfera luminosa e carica di energia, che apparentemente non sembrava essere molto potente, si era formata nella mano destra di Deimos che osservava con un ghigno malefico il volto sofferente dei tre Cavalieri. Per loro era giunta la fine, il momento di perdere nuovamente la vita, questa volta senza possibilità di tornare indietro perché Atena non avrebbe interceduto per loro. Li aveva abbandonati…questo era ciò che Saga si ripeteva in continuazione nell’incoscienza.
 
La luce abbagliante che scaturiva dalla mano di Deimos riuscì a riportarlo momentaneamente alla realtà, giusto per vedere il colpo lasciare la sua mano e lui perdere tutte le speranze…
 
 
 

“Si può sapere perché siamo tornati ad Atene?” chiese spazientito Milo.

 
Come al loro arrivo alla città di Tebe, i quattro compagni d’avventura si ritrovavano in un luogo a loro sconosciuto o meglio, a loro per la prima volta apparso.
 
“Esattamente cosa sarebbe questo?” chiese cautamente Camus rivolto a Shaka, indicando la collina sulla quale si trovavano e il grosso tempio che si stagliava sulla sua sommità.
 
“Forse la Messaggera è in grado di spiegarlo meglio di me, dopotutto lei dovrebbe conoscerlo bene!” rispose il Cavaliere della Vergine “Ti prego solo di fare presto: Samia si trova là dentro ed io sto perdendo la pazienza…”
 
“Samia sta bene, Cavaliere…è solo preoccupata per te e per tutti noi: finalmente riesco a percepire la sua presenza!” rispose Eowyn.
 
“Ci vuoi spiegare?” le chiese Milo avvicinandosi e fissandola con un’espressione che la lasciò quasi senza fiato. Distolse mal volentieri lo sguardo dal suo, per concentrarsi su quello che aveva da dire.
 
“Il culto di Ares era originario della Tracia, ma si diffuse anche in Grecia senza diventare però molto popolare, tranne che a Sparta e Tebe, dove siamo stati attirati con una trappola, allo scopo di farci perdere tempo. L’unico tempio che fu consacrato al dio della guerra qui ad Atene fu questo…l’Areopago, ovvero il Tribunale Supremo. Su questa collina sorgeva già un Tempio dedicato ad Ares, ma l’Areopago fu a lui consacrato dopo la vicenda che lo vide protagonista, quando Poseidone lo accusò di omicidio…Qui venne giudicato da dodici Dei riuniti per fare da tribunale”
 
“Possiamo andare?” chiese Shaka incamminandosi verso la scalinata che portava all’ingresso. Eowyn annuì e Milo le cedette il passo, seguito subito da Camus.
 
Quando il Cavaliere della Vergine si trovava ormai a metà percorso, la Messaggera si bloccò di colpo scossa da violenti brividi; un dolore improvviso la colpì alla testa, tanto intensamente da costringerla a stringersi il capo tra le mani e crollare in ginocchio. Milo e Camus le furono immediatamente al fianco.
 
“No…!”
 
“Cosa ti prende adesso?” le chiese Milo preoccupato.
 
“Saga…Shura…Micene…” mormorò con timbro di voce disperato.
 
“Eowyn…cosa succede?” s’intromise Camus, mentre Shaka si era voltato a sua volta e li stava raggiungendo.
 
“Sono in grave pericolo! Sento la sofferenza delle loro anime, e questa volta anche dei loro corpi…Deimos…sta per ucciderli!” pronunciò le ultime parole con l’affanno e fissando Milo con gli occhi sbarrati.
 
“Maledizione!” esplose Milo.
 
“Io…devo andare…” continuò Eowyn.
 
“Tu non ti muovi di qui!” al tono imperioso del Cavaliere la Messaggera parve rinsavire, lo sguardo fiero e duro fisso nell’azzurro di quello di Milo.
 
“Cavaliere…quante volte te lo devo ripetere che non puoi darmi ordini?” si alzò in piedi.
 
La veste leggera le aderiva al corpo mossa da una brezza improvvisa, i lunghi capelli biondi le incorniciavano il viso giovane ma allo stesso tempo sicuro di quello che stava per compiere, anche se si trattava di una mossa troppo azzardata.
 
“Eowyn!” la richiamò ancora Milo.
 
“Come al solito non c’è tempo per le nostre discussioni! Voi proseguite, io vi raggiungerò non appena mi sarò assicurata che i vostri compagni si troveranno al sicuro…è una promessa!” questa volta non guardò in faccia Milo, consapevole di essere in torto per averlo trattato così duramente.
 
Scomparve in un batter di ciglia…
 
 
 
In una stanza riccamente ammobiliata all’interno del Tempio, Samia era ancora sconvolta per la verità che aveva appreso sul passato dell’amica: quello che aveva dovuto sopportare, le violenze subite e le conseguenze dello shock provato, erano impresse nella sua memoria ormai…indelebili. Confrontando le sue esperienze con quelle di Eowyn, decisamente i sensi di colpa per la morte dei genitori non erano nulla a confronto: certo lei aveva anche perso Gabriel, sacrificatosi per salvarle la vita, ma da quel momento in poi il futuro le aveva riservato solo belle sorprese…Aaron e il piccolino o la piccolina che stava aspettando, l’amore di Shaka…
 
“Shaka…” mormorò tristemente portandosi la mano sul ventre appena accennato.
 
Udì una risata divertita alle sue spalle: Ares la osservava divertito.
 
“Come sei sdolcinata…”
 
“Lasciami in pace! Perché ti ostini a non capire che non ti lascerò mai mio figlio?”
 
“Sei sicura che sia un maschio?”
 
“Anche se fosse una bambina, di sicuro non l’abbandonerò al suo destino: preferisco morire prima e portarla con me, piuttosto che lasciarla nelle tue mani!”
 
“E dimmi…” le si avvicinò minaccioso “…quale metodo avresti trovato per toglierti la vita?” le alzò il mento con due dita.
 
“Qualcosa escogiterò, stanne certo!”
 
“Perché non aspettare? Magari non sopravvivrai nemmeno al parto…”
 
“Ti piacerebbe fosse così eh?” lo derise.
 
“No mia cara, fino a quando non potrò far ricongiungere il cosmo della mia adorata con il suo corpo di Dea…anche se ti ho già detto che tu non sei niente male e potrei nel frattempo divertirmi con te!”
 
“E io ti ho già detto che non devi toccarmi!” esclamò Samia.
 
Per contro, Ares la spinse contro il letto costringendola a sdraiarvisi; sovrastandola in tutta la sua altezza, l’osservava con un sorriso divertito e promettente nulla di buono; iniziò a sganciare le spille che fermavano il bianco mantello che portava sulle spalle. Samia iniziò a provare davvero timore nei confronti del Dio; indietreggiò lo spazio necessario per consentirsi una via di fuga, ma sapeva di non avere scampo comunque.
 
D’un tratto un cosmo da lei conosciuto e tanto amato invase lo spazio all’interno del tempio, unito ad altri due anch’essi conosciuti. Ares sorrise soddisfatto.
 
“Finalmente!” esclamò.
 
“Shaka!” esclamò Samia al contempo.
 
 
 
Deimos osservava esterrefatto l’uomo che gli si trovava di fronte: il Cavaliere d’Oro di Aries aveva creato la sua barriera protettiva e lo fissava con calma apparente. Effettivamente il cosmo di Mur era inquieto come mai lo era stato in passato; sapeva che i suoi tre compagni stesi a terra erano gravemente feriti e che il tempo a sua disposizione per aiutarli in qualche modo era pochissimo. Eowyn lo aveva raggiunto proprio nel momento in cui egli aveva deciso di recarsi a Tebe per dare una mano, dopo essersi reso conto che anche l’ultimo dei tre Cavalieri, Saga, aveva perso ogni speranza di sopravvivere. La Divina Messaggera era tesa quando gli era apparsa, ma non vi era stato bisogno di parole; tacitamente avevano stabilito il da farsi, in altre parole creare una barriera con il Crystal Wall e, uno alla volta, trasferire i feriti al Grande Tempio dove gli altri Cavalieri li attendevano per prestare le prime cure fino al ritorno di Mur.
 
Deimos spostò lo sguardo dal Cavaliere di Atena alla giovane donna che, alle sue spalle, si stava chinando sul corpo di Saga; per essere sopravvissuta alla guerra psicologica che Ares aveva indotto in lei doveva di sicuro possedere un grande potere, oppure era solo stramaledettamente fortunata.
 
“E così il tuo passato non ti scalfisce più?” le chiese alzando il tono di voce.
 
Eowyn si bloccò prima di toccare il corpo di Saga, chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sul suo compito. In quel momento il Cavaliere di Gemini aprì gli occhi e tentò di parlarle.
 
“Non devi sforzarti, Saga di Gemini” lo rimproverò. Con un grande sforzo Saga le bloccò la mano e le rivolse una supplica.
 
“Prima loro” le disse indicando Shura e Micene che continuavano a non dar segni di vita “Sono messi peggio di me e necessitano di cure più urgenti! Te lo chiedo come favore personale…” Eowyn esitò qualche secondo, ma poi acconsentì. Si staccò da lui e raggiunse Shura che, tra i due, era quello il cui cosmo si stava indebolendo maggiormente.
 

Al suo arrivo al Santuario Aldebaran le si fece incontro.

 
“Lo lasci a me, Messaggera!” le disse. Eowyn annuì e scomparve, per ritornare dopo poco più di un minuto con Micene.
 
Quando si alzò per ripartire barcollò in preda a una vertigine ma Kanon la sorresse prontamente.
 
“Forse è meglio se riprendi fiato e recuperi le forze”
 
“Non vi è il tempo necessario per farlo…” e scomparve.
 

Nel palazzo di Cadmo, nel frattempo, Deimos tentava di colpire la barriera di cristallo di Mur, ma questa non accennava a cedere, anche se la fatica iniziava a farsi sentire per il Cavaliere di Aries.

Poi accadde.
Una crepa, piccolissima, iniziò a formarsi nel muro proprio quando Eowyn ricomparve avvicinandosi a Saga; Mur la raggiunse, le posò una mano sulla spalla e, insieme, scomparvero.
In quel momento il Crystal Wall si infranse e il colpo lanciato da Deimos si schiantò contro la parete.
 
“Maledetti…me la pagheranno, soprattutto quella ragazzina priva di senso!” ringhiò il figlio di Ares.
 
 
Il terzetto ricomparve al Grande Tempio nella medesima posizione in cui aveva lasciato Tebe: Eowyn teneva la mano di Saga e Mur la sua appoggiata sulla spalla della Messaggera. Saga riaprì gli occhi e la guardò.
“Grazie…” le sussurrò.
 
“Dovere” gli rispose con un velo di tristezza negli occhi, prima che egli sprofondasse nelle tenebre più scure.
 
Eowyn decise di non lasciare nessuna spiegazione, non ne aveva il tempo ma la solita vertigine la colse e dovette appoggiarsi a una colonna per non cadere.
 
“Non credi sia il caso di aspettare prima di tornare ovunque siate stati?” le chiese Ioria con sguardo preoccupato.
 
“Non c’è tempo! Ioria ascolta…non siamo più a Tebe…era una trappola per farci perdere tempo. Ares tiene Samia segregata nell’Areopago e Shaka, Milo e Camus sono già entrati. Hanno bisogno comunque del mio aiuto là! Ares non è solo, come Mur vi spiegherà! Sappiate solo che i nemici sono dannatamente forti, molto più di ciò che pensavate e il loro scopo è quello di distruggere questo posto. Preparate le difese…” detto questo scomparve lasciando il Cavaliere di Leo a fissare la colonna alla quale poco prima era appoggiata.
 
 
 
Eowyn ricomparve all’ingresso del Tempio di Ares: era spossata come dopo ogni missione, e sapeva che all’interno di quel luogo i suoi poteri non avrebbero funzionato. Un vantaggio però lo aveva: probabilmente Ares non era al corrente della Folgore che Zeus le aveva ‘prestato’, quindi non aveva utilizzato una porzione di cosmo maggiore rispetto a quella usata a Tebe…con un pizzico di fortuna lo avrebbe colto di sorpresa!
Ripreso fiato, s’incamminò all’interno dove, ad attenderla, altri non vi era che Tifone.
 
La fissava con il solito sguardo carico di desiderio di vendetta, di ritorsione nei suoi confronti e di malvagità.
La Messaggera dovette cambiare idea sull’effetto sorpresa: avrebbe utilizzato da subito quel potere magnifico!
 
“Sei arrivata! Attendevo con impazienza la tua venuta…”
 
Prima di rispondergli, Eowyn tentò di captare i cosmi dei tre Cavalieri con cui era arrivata, ma non vi riuscì: anche quel potere era andato…e lei avrebbe dovuto fidarsi unicamente delle sue capacità.
 
“Eri impaziente di finire in Ade, Tifone?” lo derise. La lingua del mostro saettò in avanti con velocità impressionante.
 
“Non vi andrò da solo, questa è una promessa!”
 
“Vediamo cosa sai fare, dunque…” lo sfidò. Sapeva di rischiare alla grande.
 
Non era sciocca: sapeva benissimo di non avere speranze di vittoria contro di lui, ma sapeva anche di essere veloce e, appellandosi sempre alla fortuna, sperava di trovare il modo di colpirlo abbastanza forte per avere almeno il tempo di allontanarsi.
Distratta da quel pensiero, venne colta alla sprovvista dalla solita morsa ferrea del nemico, che l’atterrò e le impedì di muoversi.
Questa volta Tifone non perse tempo e la colpì con una forte scarica elettrica che la costrinse a urlare per il dolore; quando il trattamento cessò, Eowyn non aveva la forza di muovere un muscolo.
Come suo solito, si era dimostrata incapace di affrontare una battaglia con la B maiuscola e si rammaricò di non poter essere più di alcun aiuto nella corsa per la vittoria.
Tifone continuava a colpirla, utilizzando non solo il potere ma anche il corpo; calci ben assestati la colpivano in più punti lasciandola senza fiato e nemmeno più la forza di urlare.
Eowyn chiuse gli occhi convinta di essere giunta ormai al termine delle sue sofferenze: le risate del mostro le giungevano ovattate e ormai non provava più dolore, solo un leggero fastidio quando veniva colpita con le scosse. La fine sarebbe giunta presto, così si sarebbe ricongiunta con la sua mamma; sorrise all’idea di poterla finalmente rivedere e abbracciare, di poter finalmente essere cullata dal suo caldo abbraccio che tanto le mancava…
 
“Eowyn!” una voce familiare la stava chiamando, ma non voleva ascoltarla.
 
“Eowyn…” di nuovo non l’ascoltò.
 
“Divina Messaggera, non credere di potertene andare così!” la rimproverò la voce.
 
“Milo lasciami in pace, almeno nel momento della morte..”
 
“Non se ne parla nemmeno! Alzati e combatti, non fare la vigliacca”
 
“Non ne ho la forza e tantomeno la voglia!”
 
“Non credevo rinunciassi così in fretta…”
 
“La mia mamma mi sta chiamando!”
 
“Anche io!”
 
“Mi dispiace…”
 
“Eowyn, forza! Samia ha bisogno di te, IO ho bisogno di te!”
 
“Tu sei forte, e Samia ha Shaka che l’aiuterà ad andare avanti!”
 
“Non essere sciocca, ricordati che io e te abbiamo un discorso in sospeso”
 
“Forse è meglio non riprenderlo quel discorso: io non farei altro che farti soffrire!”
 
“SMETTILA CON QUESTE STRONZATE! RIALZATI E COMBATTI...FAI VEDERE A TUTTI CHI E’ EOWYN! IO SO CHE CE LA PUOI FARE!”
 
“Non è il caso che ti scaldi tanto, ti sento ugualmente”
 
“Allora fai come ti dico per favore…fallo per me, solo per me…”
 
Fu il tono utilizzato in quella frase che la riportò alla realtà, ricordandole cosa in realtà si agitava nel suo cuore, quali fossero i sentimenti che provava per quel ragazzo…
Anche il dolore tornò a farsi sentire e, in contemporanea la rabbia e l’odio che provava per gli esseri viscidi come quel nemico.
Si tastò la spalla dolorante e scoprì che la ferita di qualche giorno prima aveva ripreso a sanguinare; con uno sforzo per lei immane si concentrò per raccogliere il potere nelle mani.
 
“Non pensavo sinceramente fosse così semplice sconfiggerti, Messaggera! Non sei stata nemmeno tanto veloce come lo eri un tempo…forse questo corpo non va bene in fin dei conti!” si abbassò verso di lei, e questo fu il suo più grande errore.
 
Eowyn spalancò gli occhi all’improvviso e con un sorriso di sufficienza lo fissò.
 
“E qui ti sbagli!” alzò le mani in contemporanea appoggiandole al suo petto.
 
Il calore che emanavano lasciò  segno rosso fuoco sul corpo del mostro mitologico; quando Eowyn liberò l’energia, tifone venne scaraventato a distanza contro una colonna, frantumandola e lasciandolo seppellito sotto le macerie.
Eowyn poggiò di nuovo la testa sul pavimento, riprendendo fiato e lasciandosi scappare alcune lacrime provocate dal dolore e dallo sconforto; si portò una mano sugli occhi singhiozzando.
In quel momento due forti braccia la sollevarono da terra; Eowyn si sentì stringere a un corpo duro e potente.
Sapeva chi fosse e, automaticamente, si lasciò trasportare dai sentimenti e si aggrappò a Milo come ad un’ancora di salvezza.
Milo le accarezzo i capelli.
 
“Non piangere, ero sicuro che ce l’avresti fatta da sola!” la rassicurò. Eowyn lo guardò interrogativamente.
 
“Che cosa intendi dire?”
 
“Solo che ti stavo tenendo d’occhio…e non avrei comunque mai permesso a quell’essere di farti del male!”
 
Eowyn rifletté un attimo su quelle parole.
 
“Tu…eri qui? Tu…hai permesso a quel mostro di…farmi questo?” si stava arrabbiando.
 
“Diciamo che ho voluto spronarti per superare certe tue paure!”
 
“Hai appena detto che non gli avresti permesso di farmi del male! Mi ha quasi ammazzata!” replicò.
 
“Solo perché ti stavi arrendendo…”
 
“Non ci posso credere…i-io volevo morire…ero pronta!” Milo le strinse le braccia.
 
“NO! Tu non eri pronta a morire, tu ti stavi lasciando andare, rifiutandoti di pensare ad un futuro…con o senza di me!”
 
Eowyn si alzò di scatto, rabbiosa.
 
“IO NON CE L’HO UN FUTURO!” gli urlò in faccia.
 
Uno schiaffo. Non forte, ma ben assestato; la lasciò senza fiato e sorpresa da un gesto così improvviso.
 
“Sei folle se pensi una cosa simile…”
 
“Sei folle tu se credi il contrario, se pensi di potermi ridare la fiducia nelle persone…negli uomini!”
 
“Io non mi arrendo tanto facilmente!”
 
“Faresti bene a farlo, perché noi non abbiamo più nulla da dirci…” si allontanò da lui voltandogli le spalle e cercando di non dargli a vedere quanto il suo gesto l’avesse ferita e delusa.
 
Milo rimase a fissare la sua figura allontanarsi, consapevole di aver commesso un gravissimo errore con lei…forse addirittura irrimediabile.
 
Continua…



OK OK OK!!! Non ammazzatemi: innanzitutto chiedo scusa per aver sospesa per più di un mese la storia, ma ho deciso di prendermi un pò di tempo (un bel pò) prima di riprendere a scrivere (per varie questioni personali e non). Ora...al capitolo non avevo nemmeno pensato fino a questo pomeriggio, quando mi sono detta che potevo anche provare ad iniziarlo. Poi, come mio solito, una volta cominciato non ho smesso e l'ho finito a quest'ora! Spero di non avervi deluso, nonostante la scena finale del litigio ma si sa che l'amore no è bello se non è litigarello no? Ma sarà amore sì o no??? Bho???? E chi lo sa!!!
Ora passo ai ringraziamenti...

sesshy94: hai visto cos'era questo tribunale? Ogni tanto mi impegno a cercare qualcosa di nuovo, qualche amientazione mai vista (almeno credo XDXDXD) Comunque...come sempre grazie millissime tesorinooooo alla prossima baciooooooooo

roxrox: dai qualche cosa l'ho risolta, tipo Eowyn che si riprende e sconfigge il nemico (uno almeno), Saga e company salvati in extremis ma non si sa in quali condizioni...però sempre salvi (o no?) Tranquilla per le recensioni ok? Un bacio alla prossima!!!!

miloxcamus: cosa dire??? grazieeeeeeeeeeeeeeeee sei sempre un mito ogni volta che mi lasci un commento! Comunque per la storia del bambino mi sa che dovrai aspettare la fine della storia...visto che sono sadica!!!! Un bacio alla prossima ok ????????? ciaooooooooo

Grazie a tutti i fantasmini...siete invisibili ma tanti!!!!!
by anzy

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Capitolo 25
*** Capitolo Venticinque - Vittoria...? ***


cap25 Capitolo Ventiquattro – Vittoria…?
 
Shaka correva a perdifiato in quello che sembrava essere un labirinto di stanze e corridoi uno identico all’altro; appena messo piede all’interno del tempio, quando Milo si era finalmente calmato vista la nuova e improvvisa partenza della Messaggera, aveva percepito ancor meglio la presenza di Samia…la sua Samia.
Si meravigliò di come, al solo pensiero di lei ferita o in pericolo, il suo perfetto autocontrollo vacillasse al punto da rendergli intollerante persino la presenza dei compagni di tante battaglie. L’anno precedente non era andata così: era in collera per la scomparsa della ragazza, e aveva odiato a tal punto Atlas da non riuscire più a distinguere cosa fosse bene fare o meno, ma era riuscito a mantenere i nervi saldi e a riportare la giovane a casa sana e salva, anche se con un grosso sacrificio. Ora, invece, sarà perché il loro rapporto si era rafforzato maggiormente nel corso dell’anno, sarà perché Samia portava in grembo il frutto del loro amore, era irrequieto…appesantito dal senso di colpa per essersela lasciata portare via una seconda volta.
 
Correva e non pensava ad altro, solo alla gioia che avrebbe provato nel rivederla e riabbracciarla; purtroppo, però, Ares sembrava divertirsi parecchio con l’illusione che aveva creato intorno a lui. Forse voleva esasperarlo a tal punto da costringerlo a desistere dal suo scopo ma, se così fosse stato, di sicuro il Dio della Guerra non conosceva il Cavaliere di Virgo molto bene! Scacciò l’ipotesi dalla sua mente, perché in cuor suo sapeva che non era quello il motivo: semplicemente Ares stava giocando con lui, e probabilmente anche con i suoi due compagni e con la Messaggera. Sicuramente     Milo e Camus se la sarebbero potuta cavare da soli molto bene, ma lo stesso non sapeva se avesse potuto dirlo anche per Eowyn…
Stava pensando a questo, quando sentì il grande potere della Divina Messaggera prima affievolirsi e quasi abbandonarsi all’oblio, poi esplodere dopo pochissimo tempo e scaraventarsi contro quello che, probabilmente, era il suo mitologico nemico…almeno a giudicare da ciò che poteva sentire.
Sorrise tra sé al pensiero di quella fragile e insicura figura qual’era, sconfiggere un nemico di gran lunga superiore, dovendo ammettere di aver appena commesso un errore nel giudicare.
Quasi non si accorse di essersi fermato di fronte a una porta in legno massiccio, dietro la quale sentiva celarsi il potere straordinario di colui che aveva preso possesso di ciò che gli apparteneva: la sua famiglia!
 
 
I Cavalieri d’Oro rimasti a difesa del Grande Tempio avevano deciso di non occupare momentaneamente i Templi, in attesa di un eventuale attacco, sicuri di riuscire a farvi ritorno in tempo se quest’eventualità si fosse avverata. Si trovavano riuniti alla Prima Casa, quella del Montone Bianco, attendendo notizie dei tre compagni feriti. Le ferite riportate erano abbastanza gravi, ma la capacità dei Gold di tornare in forze era superiore a quella di un uomo qualunque, anche se avrebbero impiegato un po’ di tempo a rimarginarsi e le forze a ristabilirsi completamente: non erano supereroi, ma possedevano comunque qualcosa di straordinario…il cosmo! Senza contare, poi, la forza di volontà derivata da anni di allenamenti in condizioni atmosferiche, fisiche e psicologiche assolutamente critiche e poco adatte a chiunque vi si fosse sottoposto.
 
Quando Mur li raggiunse, si diresse immediatamente da Ioria che era rimasto per tutto il tempo appoggiato ad una colonna, gli occhi chiusi e concentrato al massimo sulle condizioni di salute del fratello. Mur gli posò una mano sulla spalla e sorrise appena.
 
“Si riprenderà” disse solamente. Ioria lo guardò, annuì impercettibilmente e richiuse gli occhi tirando un sospiro di sollievo.
 
Gli altri Cavalieri gli si fecero incontro; anche Kanon aveva rischiato di perdere il fratello ma, a differenza di Ioria, non dava a vedere la sua preoccupazione, abituato com’era a rimanere nell’ombra e a non mostrare i propri sentimenti. Non era necessario per Mur leggere ciò che gli passava per la testa, sapeva e basta cosa stesse provando in quel momento, non poteva essere altrimenti tra fratelli!
 
“Shura e Micene hanno riportato varie fratture e contusioni ma, tutto sommato, si riprenderanno rapidamente; Saga, invece…” guardò Kanon “…ha subito la parte peggiore del colpo di Deimos, riportando numerose ustioni, anche se non pericolose. Il colpo lo ha centrato in pieno e qualche costola ne ha subito il danno peggiore, ma la cosa più grave è il completo consumo delle proprie energie nell’ultimo tentativo di contrastare il nemico, per cui non ha ancora ripreso conoscenza. Micene e Shura sono svegli, ma sarebbe meglio lasciarli riposare. Suggerisco di tornare ognuno a occupare il posto che ci spetta e attendere il ritorno degli altri. Il nostro compito, adesso, è difendere il Santuario da un possibile attacco, anche se non credo sia questo il momento in cui avverrà. Sanno che tutte e dodici le Case dello Zodiaco sono ben difese e staranno programmando un attacco in massa…”
 
Non aggiunse altro, ma fu Shun a parlare…
 
“Come possiamo essere certi che all’Areopago non abbiano bisogno di aiuto?”
 
“Non possiamo esserlo, Cavaliere di Andromeda, ma il nemico che presto attaccherà il Santuario di Atena è così potente che i generali che abbiamo sconfitto qualche giorno fa non sono niente a confronto!” spiegò ancora Mur.

“Vuoi dirci di chi si tratta questa volta?” chiese a quel punto Aldebaran.
 
“Ares è fiancheggiato da Deimos e Phobos, i figli avuti dalla Dea Afrodite: sono due guerrieri forti e dotati di doti straordinarie, se consideriamo il fatto che sono semi-dei…”
 
“Abbiamo affrontato nemici assai più ostici di questi!” tutti guardarono Seiya con sguardo sorpreso.
 
“Dove hai sentito quella parola, mocciosetto?” chiese Death Mask.
 
“Quale…ostici? Bho, non so, da qualche parte…forse!”
 
Shun gli si avvicinò e gli posò una mano sulla fronte, attese qualche istante, poi guardò i presenti.
 
“Non ha la febbre…” constatò.
 
“Che sia un virus?” chiese ancora Death.
 
“Se esistesse un virus che riuscisse a renderlo un po’ più furbo ci risparmieremmo ore di chiacchiere inutili!” intervenne Ikki.
 
“Guardate che sono qui e vi sento, se non ve ne foste accorti!” replicò Seiya con risentimento e un’espressione basita, provocando un sorriso a diversi dei suoi compagni.
 
“Tutti al lavoro!” intervenne Mur per evitare altra perdita di tempo, ma voltandosi per nascondere le risa che rischiavano di sopraffarlo.
 
Aldebaran fu l’ultimo a lasciare la Casa e, prima di farlo, non poté non commentare.
 
“Bhè, almeno quel ragazzo un po’ di divertimento lo causa…anche se solo per pochi minuti! Certo, la maggior parte delle volte è irritante, ma in questo frangente ci è stato di aiuto per distrarci un pochino” Mur sorrise e rientrò nell’ala del Tempio a lui riservata.
 
 
Eowyn era ferma ai piedi della colonna contro la quale aveva scagliato il corpo di Tifone, frantumandola a metà; probabilmente il mostro era rimasto gravemente ferito, se non addirittura ucciso, ma voleva accertarsene di persona e, se così non fosse stato, liberarsi di lui immediatamente una volta per tutte.
Il corpo le faceva male: la spalla sanguinava e i lividi sulle braccia e le gambe ormai stavano affiorando. Anche respirare le era diventato fastidioso: probabilmente quel maledetto le aveva tirato un calcio più forte degli altri e una costola ne aveva risentito. Al momento, però, non poteva permettersi di pensare al dolore che, nonostante la sua buona volontà, non accennava a diminuire.
 
Lei era la Messaggera degli Dei, la Messaggera del Padre degli Dei che le aveva concesso una fiducia pari a quella che avrebbe dato a un figlio, e il suo scopo era quello di portare a termine la missione, salvare la Terra e il genere umano e, forse, finalmente poter intraprendere una vita migliore…di questo ormai era sicura.
Iniziò a scavare con foga, inginocchiata, cercando di non pensare al diverbio appena avuto con Milo, al dolore che gli aveva provocato il gesto del Cavaliere nei suoi confronti, a quanto l’avesse delusa…
 
Si sentì afferrare il polso e tirare su con forza; si ritrovò a fissare lo sguardo in quello celeste di Milo che ormai sembrava scarico di ogni astio nei suoi confronti, a differenza del proprio.
 
“Cosa vuoi ancora?” gli chiese con disprezzo.
 
“Stai sanguinando! Lascia che me ne occupi io!” le propose.
 
“Non sono cose che ti riguardano, Cavaliere! Tifone è un mio nemico e me ne devo occupare di persona…è una questione privata!”
 
“Invece sì che mi riguarda: è il compito che mi ha affidato Zeus, quello di proteggerti!”
 
“Ancora con questa storia? Ti assolvo dai tuoi doveri, non te ne devi preoccupare; non sei più tenuto a occuparti di me!”
 
“Ci tengo a farlo”
 
“Ma per piacere! Ho appena rischiato la vita e tu sei rimasto a guardare senza muovere un dito, solo con l’intenzione di spronarmi a reagire! E se non ce l’avessi fatta?”
 
“Te l’ho già detto: ne ero sicuro!”
 
“BALLE! Non ci tengo a far parte dei tuoi esperimenti per farmi acquistare fiducia, sto bene così come sono!”
 
“Non si direbbe: hai paura degli uomini, hai paura di tutto quello che ti circonda…”
 
“E qui ti sbagli: io ho paura degli uomini che mi mettono le mani addosso...e tu sei uno di quelli! Ora: vuoi occuparti tu di verificare che il mostro sia morto? Accomodati, ma non osare seguirmi: da questo momento le nostre strade si dividono…buona fortuna!”
 
Milo si sentì sprofondare la terra sotto i piedi: la furia che leggeva negli occhi di Eowyn fu disastrosa per il suo ego e, probabilmente, anche per tutte le speranze che nutriva per aver finalmente trovato qualcuno per cui valesse la pena di vivere e combattere. Lo schiaffo che le aveva dato aveva cancellato ogni possibilità di conquistare il cuore di colei di cui, ormai, era perdutamente innamorato. Ogni volta commetteva un errore fatale, ogni volta sbagliava nel momento meno opportuno, e ogni volta, irrimediabilmente, perdeva tutto!
Con rabbia cieca, frantumò ogni più piccola pietra si trovasse ai suoi piedi sincerandosi, così, di aver distrutto tutto ciò che vi era seppellito…per sempre!
 
 
Shaka oltrepassò la porta e rimase fermo immobile a fissare la figura di Samia ai piedi del letto a baldacchino che occupava gran parte della stanza; non provò nemmeno a muoversi, avendo percepito la barriera di potere che divideva in due quel luogo, lui da una parte e la sua donna dall’altra. La sua pazienza infinita stava man mano esaurendosi e il cosmo iniziò a vibrare talmente forte da non dare per scontato l’esito di un imminente scontro.
Sapeva che per Samia era pericoloso rimanere lì, ma non era in grado di combattere contro Ares che, dal canto suo, lo fissava istigandolo a colpirlo, e mettere al riparo lei.
Si concentrò più del solito per trovare una via d’uscita quando, all’improvviso, sorrise beffardo; anche Ares, probabilmente, percepì la stessa cosa, e lasciò cadere la barriera nel momento stesso in cui Shaka si preparò a colpire.
 
Tutto avvenne in un attimo: Shaka assunse la posizione del Bhudda e lanciò il suo “Abbandono dell’Oriente” imprimendogli la maggior energia possibile. Il colpo fu pressoché tremendo, ma Ares lo parò con facilità e rise di gusto.
 
“E questo cos’era, Cavaliere? Giochiamo a farci il solletico per caso?” lo derise.
 
“Assolutamente no” rispose Shaka con tranquillità “Era più che altro un diversivo anche se, devo ammettere, non ero sicuro riuscisse. Ho sottovalutato la nostre capacità!”
 
In quel momento qualcosa si mosse alle spalle di Shaka, e Camus fece il suo ingresso nella stanza, con un sorriso divertito sulle labbra; Ares era incredulo, si era lasciato bleffare con niente: tutto intorno a sé era completamente congelato, persino le sue braccia che si trovavano in posizione di difesa, e il cosmo del Cavaliere di Acquarius splendeva a più non posso. Samia si trovava al di fuori del cerchio congelato, tanto da poterle permettere di muoversi.
 
Shaka la fissò per un lungo istante, ricambiato, prima di lasciarla nelle mani dell’amico.
 
“L’affido a te: riportala al Grande Tempio! Andatevene tutti…”
 
“No…” replicò preoccupata Samia.
 
“Non c’è tempo per discutere ora…và” continuò Shaka rivolto a Camus, senza però riuscire a guardare Samia per la seconda volta.
 
Camus non se lo fece ripetere una seconda volta: sollevò Samia tra le braccia e iniziò a correre verso l’uscita.
Incrociarono Milo nell’esatto momento in cui l’effetto del colpo ghiacciato di Camus svanì; lo sentirono tutti e tre e Samia dovette affondare il viso nella spalla di Camus per evitare di iniziare a urlare.
Rimasero qualche secondo impietriti, poi Camus fu il primo a riscuotersi.
 
“Dobbiamo andare, non possiamo fare niente! Dov’è Eowyn?” a quella domanda Samia alzò lo sguardo sul viso di Milo che, concentrato, non se ne rese nemmeno conto.
 
Dopo una manciata di secondi, fissò l’amico con esasperazione.
 
“E’ con Shaka…” si rassegnò a dire.
 
“Ce la faranno insieme, ne sono sicuro!” lo incoraggiò Camus.
 
Milo annuì solamente. Attesero ancora qualche secondo, poi decisero che la loro parte era conclusa e si allontanarono dal Tempio: Samia preoccupata più che mai, sia per Shaka che per Eowyn, Camus silenzioso e privo di espressioni sul viso, e Milo attanagliato dai sensi di colpa per aver abbandonato così la Messaggera, per aver fallito nel compito che Zeus gli aveva affidato…
 
 
Nel preciso istante in cui il ghiaccio si sciolse Shaka si preparò a ricevere in pieno il colpo del dio, consapevole al cento per cento di non essere in grado di contrastarlo. Chiuse gli occhi e concentrò il cosmo per creare la bolla protettiva che per un po’ avrebbe retto, giusto il tempo di dare la possibilità ai compagni di uscire.
 
“Me la pagherai cara!” quando la sfera luminosa carica di energia abbandonò la mano di Ares, Shaka era pronto…ma non avvenne nulla.
 
Il silenzio invase la stanza, un silenzio carico di tensione e di energia; Shaka rimase abbagliato dalla luce argentata che invadeva la stanza, non permettendogli di distinguere alcuna sagoma. Poco alla volta, però, la sua vista si abituò alla luce e, davanti a sé, scorse la figura della Messaggera.
 
I capelli e l’abito leggero smossi dal vento che soffiava nella stanza, le braccia protese in avanti e i palmi delle mani rivolti verso Ares che era rimasto letteralmente folgorato dalle saette che Eowyn stava producendo. Il potere esploso dal suo corpo non aveva provocato danni ingenti al Dio, ma non gli permetteva nemmeno di muoversi,e  questo era un punto a loro vantaggio.
 
“Come ci sei riuscita? Pensavo non potessi utilizzare i tuoi poteri qui dentro!” esclamò Ares sorpreso all’ennesima potenza.
 
“Non chiedermelo, perché non lo so nemmeno io! Ero convinta di non essere in grado di usarlo nemmeno io, ma ho anche imparato a non sottovalutare il destino, come hai fatto tu in questo momento!”
 
Tese un braccio all’indietro, verso Shaka.
 
“Afferra la mia mano: abbiamo poco tempo, sto esaurendo le energie, ma possiamo ancora tornare al Grande Tempio”
 
Shaka non perse tempo e le strinse la mano; la solita luce argentata avvolse i loro corpi che, in un nanosecondo, sparirono. Solo l’eco irritato dell’ira di Ares aleggiò nell’aria per qualche secondo.
 
“Ve la farò pagare cara! Ci rivedremo presto, quando meno ve lo aspetterete!” aveva urlato contro la loro ombra ormai svanita.
 
 
Mur fu il primo ad accorgersi del cambiamento dello spazio tempo di fronte all’ingresso della prima casa: si trovavano di nuovo riuniti tutti lì, dopo il ritorno di Camus, Milo e Samia. Non ci fu bisogno di parole, lo sguardo di Mur era eloquente. Milo si precipitò fuori, seguito a ruota da Camus e Samia.
Eowyn e Shaka ricomparvero in quell’istante, stanchi e affaticati, soprattutto Eowyn che, tra l’altro, aveva perso anche parecchio sangue dalla ferita alla spalla. Il vestito era ormai zuppo di sangue, i capelli biondi spettinati e incollati alla fronte dal sudore, i lividi messi in evidenza dal pallore del suo corpo e gli occhi verdi privi completamente di energie…in confronto Shaka era fresco come una rosa!
 
Eowyn si staccò dal Cavaliere della Vergine per cercare refrigerio all’interno della Prima Casa ma, appena compiuti un paio di passi dovette fermarsi, la vista completamente annebbiata e le gambe un pezzo di legno.
 
Nel momento in cui Samia veniva avvolta dal caldo abbraccio di Shaka, Eowyn si lasciò cadere al suolo con un sorriso compiaciuto, ma le braccia di Milo le impedirono di toccare terra; la sollevò e la portò dentro, accompagnato da Mur che lo guidò in una delle stanze private.
 
Continua…

Eccomi di nuovo qui! Vi ho fatto aspettare anche questa volta, ma forse un pò meno del solito XD!!! Come sempre, la mia mente malata ultimamente non ragiona più molto bene, quindi non riesco a sviluppare il capitolo nel corso dei giorni come facevo prima, bensì tutto in un colpo solo: questo è stato sviluppato nel corso di tre ore...il mio record personale. Personalmente sono soddisfatta: sono riuscita a descrivere tutte le situazioni come me le figuravo in testa man mano che procedevo...quindi possiamo anche analizzarle! Eowyn e Milo: siamo in una fase di rottura, Milo l'ha combinata grossa e ovviamente Eowyn ha cercato di ferirlo il più possibile, ma vi posso assicurare che, in quel momento, le parole erano più che sentite...Milo se l'è più che meritata! Come procederà? Qualcosa ho in mente...povero Milo!!! (fan di Milo non odiatemi vi prego...). Samia e Shaka: finalmente di nuovo insieme! Ovviamente non rivelerò ancora nulla su chi si cela dietro il bambino o bambina che Samia aspetta e sono indecisa se tenerlo per me fino alla fine o se fra qualche capitolo rivelarlo, magari proprio ne prossimo...bho? Ovviamente conosco la vostra risposta...I Gold feriti: ma secondo voi potevo lasciar morire anche solo un Gold? Io che AMO i Gold? No...direi proprio di no! Ovviamente un pò KO ho dovuto metterli, Deimos era veramente forte e loro non si aspettavano un nemico così...ostico!!! A proposito di ostico: vi ha stupiti Seiya? L'ho reso per un decimo di secondo un pò più colto di come me lo figuro io solitamente, ma poi mi sono divertita a farlo ricadere nel baratro di ignoranza da cui proviene...sìsì lo adoro proprio così! e poi un attimo di umorismo ci vuole sempre per spezzare la tensione no?
Comunque spero di tutto cuore vi sia piaciuto il capitolo e attendo con impazienza questa volta, i vostri cari, teneri e dolci coomentini...XDXDXD
OK dopo questo sproloquio...forse è meglio passare ai ringraziamenti:

sesshy94: visto che non è morto nessuno? tranquilla figurati se li lasciavo morire dai!!!! spero il chappetto ti sia piaciuto e di averti tolto un pò di tensione!!!BAcio bella alla prossima ciaoooooooo

ti con zero: grazie per la pazienza dimostrata nell'attesa! Samia sta bene, Eowyn è un pò stanchina ma per il resto va tutto alla grande! oddio, non ne sono così sicura però lo voglio sperare!!! Grazie come sempre della tua presenza ciao bacio alla prossima!

Ringrazio vivamente chi ha inserito In the Shadow tra i seguiti e spero continuiate a farlo!!! Vi senti vicini e grazie a voi riesco a continuare con la storia! GRAZIE MILLISSIMEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE

by anzy

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Capitolo 26
*** Cap 26 - Quiete apparente ***


cap26 Capitolo Venticinque – Quiete apparente
 
“Cavaliere…” una voce flebile e dolce, proveniente da chissà dove, giunse a disturbare il suo sonno. Saga provò a non prestarle attenzione, ma l’armonia di quel suono stava diventando quasi fastidiosa.
 
“Saga di Gemini…è giunto il momento di riprendere possesso delle tue energie e di tornare a combattere per tutto quello a cui tieni”
 
La mano di Saga, disteso immobile su un letto da ormai due giorni, si mosse impercettibilmente, più una contrattura che un movimento volontario.
 
“So che sei in grado di sentire la mia voce. Ascolta: pochi giorni ancora e il Santuario di Grecia verrà attaccato dai nemici. Tutti i Cavalieri presenti saranno chiamati a combattere e a rischiare la vita per l’ennesima volta, e tu non rappresenti alcuna eccezione…”
 
“Non vi è più nulla per cui vale la pena combattere! Atena ha abbandonato il Grande Tempio e ha lasciato i suoi devoti servitori a combattere senza più una guida, come puoi dirmi di combattere ancora?”
 
“Non ti riconosco, Cavaliere! Dov’è finito l’uomo che, più di ogni altro, ha sacrificato la vita dopo aver riconosciuto gli errori commessi? Combatti contro l’oscurità che tenta di sopraffare la tua anima, con tutte le tue forze…è un ordine! E ricorda: non sei solo! Atena non ha abbandonato voi, ma solo Saori Kido, la fanciulla che ormai non poteva più essere una Dea. Sono certa che tornerà appena le sarà possibile. Io sono qui con te…voglio e posso aiutarti, ma solo se tu me lo permetterai! Anche io ho bisogno del tuo aiuto…”
 
“Chi siete?” chiese Saga con una certa curiosità.
 
“Apri gli occhi e lo scoprirai”
 
Lo fece.
 
Lentamente le sue palpebre si sollevarono; Saga tentò di mettere a fuoco l’ambiente che lo circondava, con cautela per evitare sforzi eccessivi. In meno di un minuto riprese coscienza del suo corpo, della sensazione del leggero lenzuolo che copriva il suo corpo, la brezza delicata che entrava dalla finestra aperta.
Si portò una mano all’altezza del viso e l’osservò: tremava leggermente, segno che le energie iniziavano a tornare poco alla volta; la riposò sul lenzuolo e con la coda dell’occhio colse un movimento alla sua sinistra.
Si voltò appena e si accorse solo a quel punto di un secondo letto presente nella stanza.
 
 
Eowyn aprì gli occhi, conscia di essere osservata; si voltò verso Saga e sorrise appena.
 
“Bentornato Cavaliere! E’ stata dura trovarti e convincerti a tornare tra noi…”
 
“Messaggera? Eravate voi?” le chiese stupito.
 
“Quante volte devo dirtelo di non darmi del voi? E poi mi chiamo Eowyn…e sì: ero io! Abbiamo tutti bisogno di te, io per prima!” lo rimproverò sorridendo maggiormente.
 
“Non sono sicuro di aver capito bene ma…cosa vi, anzi ti è successo?” si sollevò su un gomito, sorprendendosi di quanto gli fosse risultato facile farlo nonostante la debolezza che ancora sentiva. Non pensò di poterle causare imbarazzo, trovandosi a torso nudo per via della fasciatura all’addome.
 
Eowyn si mise seduta a sua volta, lasciando le gambe libere. Quando si rese conto di indossare solo una leggera camicia da notte arrossì e tentò di coprirsi il più possibile. Guardò verso Saga, accorgendosi solo in quel momento che anche lui non era del tutto vestito; arrossì, se possibile, ancora di più e si volse verso la finestra aperta.
Saga sorrise per il maldestro tentativo di non apparire per quello che era: la sua entità divina creava un’aura magica intorno al suo corpo, emanava una tale calma e serenità da rendere difficile a chiunque prendersela a male con lei. Non si rendeva conto dell’effetto che le stava facendo trovarsi nella stessa stanza con un uomo e, in effetti, come avrebbe potuto saperlo?
Si chiese come facesse Seiya a essere sempre così scortese nei suoi confronti: forse era stata l’influenza negativa di Saori ma, una volta uscita di scena l’ereditiera, avrebbe dovuto tornare normale la situazione. Invece peggiorava in continuazione, almeno fino all’ultima volta che riusciva a ricordare.
E poi, quella ragazza era davvero bella…
Eowyn riprese a parlare, riportandolo alla realtà.
 
“L’ultima cosa che ricordo è di essere giunta davanti alla casa di Mur con Shaka; ero stanchissima, senza un briciolo di energia; mi sono semplicemente lasciata andare all’oblio”
 
“Ti sei stancata troppo in questi giorni” constatò Saga.
 
“In realtà credo si sia trattato dello scontro con Ares!”
 
“Cosa?” scattò in piedi, incurante della fitta di dolore proveniente dalla spalla destra ferita, e le si avvicinò “Hai affrontato Ares da sola?”
 
“Solo in un certo senso: ho protetto Shaka dal suo colpo, bloccandolo con il mio potere e scagliando qualche folgore qua e là” spiegò vagamente Eowyn.
 
“Non ci posso credere…è da incoscienti!” esclamò Saga.
 
Eowyn rimase un secondo basita per quella reazione, ma la sua non si fece attendere: rimanendo seduta, utilizzò un tono serio per rispondere al Cavaliere.
 
“Saga di Gemini…c’è già un Cavaliere tuo pari che mi rimprovera fin troppo spesso delle decisioni da me prese, ti prego di non farlo anche tu! So qual è il mio compito e so anche come devo svolgerlo!”
 
“Ti chiedo scusa, il mio non era un rimprovero: era preoccupazione per la tua incolumità”
 
“Devo forse ricordarti i miei poteri, cosa sono in grado di fare o meno?”
 
“No che non devi…dannazione! Ma lo sai quanto è pericoloso affrontare una divinità, Ares poi, senza un minimo di organizzazione?”
 
“Certo che sì! Però ha funzionato, anche se per poco! Quel che è fatto è fatto…perciò non pensiamoci più!” Eowyn si alzò dal letto e gli si pose di fronte. Dovette alzare lo sguardo per riuscire a guardarlo negli occhi.
 
“Quando mi hai riportato qui hai detto che potevi aiutarmi, ma che anche tu avevi bisogno del mio aiuto…perché?”
 
“Semplice: io posso aiutarti ad affrontare la momentanea scomparsa di Atena, e tu aiutare me nell’affrontare quello che sarà l’immediato futuro del Santuario! Me ne sono assunta la responsabilità, ma non so se sono in grado di reggere da sola il peso di tutto questo…”
 
“C’è Milo che potrebbe aiutarti” le suggerì.
 
“Non voglio parlare del Cavaliere di Scorpio in questo momento! E poi è a te che ho chiesto aiuto, non a Milo…”
 
“E’ successo qualcosa?”
 
“Lasciamo perdere. Allora, mi vuoi aiutare?” lo fissò “Per favore…”
 
“D’accordo, ma credo che qualcuno non sarà molto contento di questa situazione!”
 
“Non m’interessa…”
 
“Non credi che almeno qualcosa me la dovresti dire?” le chiese.
 
“A che proposito?”
 
“Eowyn…”
 
“E va bene: io e Milo non andiamo d’accordo e le nostre strade si sono divise. Continueremo a combattere la stessa guerra, ma non saremo niente più che semplici compagni di battaglia”
 
“Mi accontenterò di questa misera spiegazione…”
 
“Dunque…amici?” Eowyn gli tese la mano che Saga strinse con non troppa forza.
 
Si sorrisero ma, in quel preciso istante, la porta si aprì e Mur fece capolino accompagnato da Milo che rimase del tutto sconcertato dalla scena che gli si parava di fronte. Eowyn e Saga non sembravano per nulla imbarazzati…e questo non sembrava potesse essere vero, visto la sua avversione nei confronti del sesso cosiddetto ‘forte’.
Milo guardò la Messaggera cercando, nei suoi occhi, una spiegazione per tutto quello che era successo nelle ultime ore, ma non vi trovò nulla di ciò che cercava. Era come se la mente della ragazza fosse ormai preclusa per lui! Se ne rammaricò parecchio, ma decise di non abbandonare la stanza, anche se il sangue gli ribolliva nelle vene come non mai.
Era geloso? Di Saga?
 
“E perché no?” risuonò una vocina dall’interno “E’ decisamente un bel ragazzo, almeno quanto te, e potrebbe anche renderla felice…”
 
“Ma cos…” si accigliò tentando di non darlo a vedere.
 
“Milo tutto bene?” gli chiese Mur. Milo lo guardò, poi passò in rassegna i suoi due ‘pazienti’, notando la camicia indossata da Eowyn e meravigliandosi della semplicità con cui riusciva a rimanere davanti a Saga senza vergognarsi.
 
“Tutto bene, volevo sincerarmi solo delle condizioni della Messaggera”
 
Eowyn lasciò la mano di Saga e camminò nella sua direzione.
 
“Come vedi sto bene, perciò non c’è più bisogno di preoccuparti per me” uscì dalla stanza in cerca del bagno.
 
Milo fissò a terra, i pugni serrati per la rabbia, il desiderio di disintegrare tutto ciò che gli capitava a tiro; respirò a fondo e, con un grande sforzo, si congedò.
 
“Visto che non c’è più bisogno di me, vi lascio soli…” uscì anche lui.
 
“Ma cosa diavolo prende a quei due?” chiese Saga ad alta voce quando il compagno fu uscito?
 
Mur fece un cenno di diniego a significare di non averne completamente nessuna idea; in realtà, un’idea se l’era appena fatta: poco più di un anno prima lo aveva messo in guardia dal comportamento che aveva adottato a causa dei sentimenti che provava nei confronti di Samia…e adesso sembrava che la situazione si stesse ripetendo con la Messaggera.
Pensò che, forse, era il caso di parlare nuovamente con lui…
Si accertò che le condizioni di salute di Saga e di Eowyn fossero in ripresa, ma consigliò loro ancora un paio di giorni di riposo; sapeva dove Milo si era diretto, così decise di raggiungerlo subito.
 
Come previsto Milo si trovava all’arena, dove stava avendo luogo un allenamento tra soldati semplici; Mur gli si sedette di fianco e attese una sua reazione che non tardò ad arrivare.
 
“Se pensi che io abbia voglia di stare ad ascoltare ciò che hai da dirmi sul mio comportamento di poco fa ti sbagli! Saranno le stesse cose che mi hai già blaterato una volta e, come allora, non ho voglia di seguire il tuo consiglio…”
 
“Ti sbagli: l’altra volta lo hai seguito eccome il mio consiglio!”
 
“Bhè..questa volta non succederà, te lo assicuro!”
 
“Vuoi sfogarti?” gli chiese Mur. Milo si voltò e finalmente riuscì a guardarlo in faccia, un lampo di adrenalina negli occhi.
 
“Al primo che viene atterrato?” gli chiese con un sorriso divertito.
 
“Mmm, perché no?” fece Mur alzandosi e iniziando a scendere verso il centro dell’arena. Milo lo seguì immediatamente.
 
Tutti coloro che erano presenti si fecero da parte, consapevoli che da lì a pochi minuti avrebbero imparato qualcosa di utile.
 
 
 
Quando Saga tornò nella stanza che divideva con Eowyn, la trovò su una sedia posta vicina alla finestra, le gambe rannicchiate al petto…persa in chissà quali pensieri. Si era allontanato per dare la possibilità a Mur di controllarle la ferita alla spalla e non metterla in imbarazzo ma, trovandola così assorta, non aveva avuto il coraggio di disturbare.
 
Si chiese se, per caso, non avesse battuto la testa! Lui, Saga di Gemini, che si preoccupa della tranquillità di un’altra persona che non sia sé stesso, o al massimo suo fratello Kanon…che strano!
Come se si fosse resa conto della sua presenza, la Messaggera si voltò nella sua direzione, ma questa volta non sorrise; Saga riuscì a non farle notare il proprio interesse nei suoi confronti, distogliendo immediatamente lo sguardo e andandosi a sedere sul suo letto, con la schiena appoggiata alla spalliera.
 
“Cavaliere…” lo chiamò Eowyn. Saga la guardò tacitamente, invitandola a proseguire “…quando mi sono permessa di entrare nel tuo sonno per riportarti indietro, ho sentito la tua sofferenza”
 
“Non capisco di cosa stai, parlando!” le rispose nascondendo la sorpresa.
 
“E’ inutile che fingi con me: la sento anche adesso! Per quanto sia Atena che l’intero Santuario abbiano perdonato il tuo tradimento, i sensi di colpa ti accompagnano ogni giorno, nonostante tu faccia di tutto per ignorarli.”
 
Saga rimase in silenzio per qualche minuto, senza più guardarla, poi le rivolse uno sguardo duro.
 
“Non credo che tutto questo ti riguardi, Eowyn” la chiamò per nome per la prima volta da che si erano conosciuti.
 
Eowyn si alzò lentamente: sapeva che non sarebbe stato per nulla semplice convincere quel cavaliere testardo e orgoglioso a confidarsi e aprire il suo cuore, esternando la sua pena. Si sedette sul letto al suo fianco, trattenendo il brivido di apprensione che le attraversò il corpo…non si sarebbe mai abituata, soprattutto non dopo il comportamento di Milo!
 
“Parlami…” lo supplicò quasi.
 
“No” fu una risposta secca.
 
“Perché no? Ricordi che abbiamo stretto amicizia prima che entrassero Mur e Milo?”
 
“Certo che me lo ricordo, ma non sono convinto di voler condividere con qualcun altro i miei pensieri”
 
“E’ già successo però…io vorrei solo farti capire che puoi superare tutto quanto e andare avanti”
 
“Belle parole” le rispose sarcastico “Mi chiedo solo perché non le applichi a te stessa…”
 
Colpita e affondata. Rimase ferma a fissarlo con espressione stupita, poi si alzò dal letto e si avvicinò alla porta.
 
“Hai ragione…scusa se mi sono intromessa” uscì a testa bassa chiudendosi piano la porta alle spalle.
 
Saga fissò la porta qualche secondo, dandosi silenziosamente dell’idiota; avrebbe dovuto farsi perdonare, chiederle scusa e tutte quelle cose che non era mai stato in grado di fare.
 
“Maledizione!” imprecò alzandosi e uscendo a sua volta dalla stanza.
 
 
Milo e Mur erano entrambi sdraiati a terra, ansanti e pieni di polvere; il finto scontro li aveva lasciati senza fiato…
 
“Devo ammettere che come scacciapensieri non sei niente male…” asserì Milo.
 
“Grazie” rispose Mur compiaciuto “Cerca solo di non farci l’abitudine”
 
Milo si alzò e gli tese la mano.
 
“Siamo intesi!” Mur accettò la mano e si alzò a sua volta.
 
Si diressero con passo calmo verso la scalinata delle Dodici Case, in silenzio.
 
“Grazie..” sussurrò Milo quando furono quasi arrivati, alzando il viso per osservare l’ingresso del primo tempio.
 
“Di niente, per un amico questo e altro!” Mur lo guardò, ma l’attenzione del Cavaliere di Scorpio era stata attratta da altro.
 
Seguì il suo sguardo e una scena sconcertante si presentò ai suoi occhi: Saga si trovava sulla sommità della scalinata e stava abbracciando…Eowyn! Eowyn? Ma che diavolo stava succedendo? Riportò lo sguardo su Milo che, impietrito, fissava i due con rabbia e risentimento.
Il suo cosmo friggeva dall’impazienza di spaccare la faccia al compagno, e Mur lo percepì benissimo.
 
“Devi riuscire a calmarti” gli suggerì.
 
“Parole semplici…ma fatti difficili…” ruggì Milo in risposta.
 
“Non so cosa in realtà tu stia provando, ma so che questo non è il momento giusto! Ti sei già trovato in una situazione simile, ma cerca di reagire in un modo diverso questa volta!”
 
“Per una volta cercherò di seguire il tuo consiglio! Ci vediamo…” continuò a salire fino a quando si trovò di fronte alla coppia. Non degnò di un saluto Saga, ma riservò a Eowyn uno sguardo severo e duro.
 
La Messaggera lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e lo fissò a sua volta, riuscendo a leggere nei suoi occhi tutto il disprezzo che in quel momento provava nei suoi confronti. Avrebbe voluto urlare che, probabilmente, aveva frainteso tutto, ma l’orgoglio glielo impedì e rimase ferma a guardarlo. E poi lui non se lo meritava affatto!
Milo riprese a camminare dopo un tempo che parve infinito, voltandosi un paio di scalini più in alto.
 
“Spero vi divertiate insieme!” esclamò.
 
Si voltò senza aspettare una risposta e si allontanò con calma apparente…
 
Continua…
 
 OK OK OK so di avere un ritardo stratosferico, e chiedo immensamente perdono anche per l'altra storia lasciata in sospeso (ma non abbandonata lo giuro!)...ma è un periodo di stress a palla e di tanti, tanti impegni..tra cui i week end al mare XDXDXD
Questo è un capitolo, l'ennesimo, di transizione (forse ne seguiranno altri ma non so bene) prima della fase finale della guerra dove si scopriranno le sorti dei nostri eroi!
Ho inserito il personaggio di Saga nel rapporto Milo/Eowyn per complicare ulteriormente le cose e per lanciare un sondaggio...creare una sorta di triangolo o no? Far crescere il rapporto di Saga con la Messaggera solo come amicizia o complicare ancora tutto?
Fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando e perdonatemi ancora per il ritardo!!!!

miloxcamus: avevi ragione...Eowyn non degna più Milo di uno sguardo, anche se mi rattrista riportarli così!!! Per quanto riguarda la fine hai letto...ci siamo quasi, ma conosci il mio quasi: magari ci meto dieci capitoli a finire!!! Ti ringrazio tanto per la presenza amica...bacioneeeeee

Sesshy94: speravi in una breve attesa ma ho dovuto farti aspettare...mi spiace!!!! Spero ti sia piaciuto tutto, soprattutto l'entrata in scena di Saga...fammi sapere ok???? super bacioooooooooooo

Un saluto a tutti i super fantasmini.....a presto!!!

by anzy

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Capitolo 27
*** Capitolo Ventisei - Per Athena! ***


cap27 Capitolo Ventisei – Per Athena!
 
Eowyn passeggiava nervosamente da diversi minuti; dopo l’incontro più che imbarazzante con Milo e il disprezzo dimostrato da quest’ultimo, era giunto Mur con la sua solita tranquillità. Li aveva guardati per un breve istante e, senza profferire parola, si era diretto all’interno del Tempio, fermandosi giusto il tempo per annunciare loro che, se si fossero sentiti in grado di tornare ai rispettivi compiti, erano perfettamente in grado di farlo.
Saga accompagnò così Eowyn alla Tredicesima dove la Messaggera ebbe la possibilità di dare libero sfogo alla sua frustrazione.
 
Non parlava, ma si capiva benissimo che avrebbe voluto urlare dalla rabbia.
 
“Ti vuoi fermare?”le chiese Saga più esasperato di lei.
 
“Devo tenermi in movimento, o potrei scoppiare!”
 
“Comportandoti in questo modo sembra proprio che le parole e lo sguardo di Milo abbiano lasciato il segno…” insinuò il Cavaliere di Gemini. Eowyn si bloccò per guardarlo negli occhi.
 
“Non mi interessa un accidente delle parole di quel testone!” replicò, per poi ricominciare la sua solitaria passeggiata.
 
“Te lo ripeto: non si direbbe affatto!”
 
Eowyn sospirò esasperata “Non sono state le sue parole a darmi fastidio, quanto il suo comportamento in generale…Non è il caso che io ti racconti tutta la storia, credo tu possa capire anche da solo che cosa sia successo fino a questo momento! Il fatto, però, che anche Mur possa aver frainteso la scena mi manda in confusione: non so come affrontare la situazione, ecco!”
 
“Credo che ci siano questioni ben più importanti, al momento, cui pensare!” la rimproverò, ma senza cenno di rabbia nella voce. Eowyn sembrò accusare il colpo, nonostante tutto, e riprendersi in pochi istanti.
 
“Hai ragione: è una questione, personale tra l’altro, che non riguarda la battaglia che dovremo affrontare. E poi, non c’è niente di male in ciò che è successo: io e te abbiamo stretto un patto e possiamo considerarci amici, giusto?” gli chiese fissandolo speranzosa.
 
“Certo…” le rispose Saga, sapendo di mentire non solo a lei, ma anche a sé stesso.
 
Saga la lasciò riflettere da sola subito dopo, dichiarando la sua intenzione di riprendere immediatamente l’allenamento.
Eowyn rimase sola per non molto tempo perché, raggiunta la statua di Athena con l’intenzione di seguire l’esempio di Saga, notò la presenza di un Cavaliere d’Oro che fece poca fatica a riconoscere.
 
“Cosa ci fai tu qui?” gli chiese giungendo alle sue spalle. Milo si voltò a fissarla con sguardo truce e carico di rimprovero.
 
 
 

Samia osservava Shaka da diversi minuti: il Cavaliere di Virgo non l’aveva più lasciata sola da quando, grazie alla Messaggera, la sua donna era riuscita a tornare al Santuario sana e salva. Quando, finalmente, Samia era riuscita ad addormentarsi per qualche ora senza svegliarsi a causa degli incubi che la ossessionavano, Shaka aveva deciso di rifugiarsi nel suo angolo di paradiso e rilassare il proprio spirito in cerca di nuove forze per affrontare il nemico.

Samia lo osservava e provava ad immaginare cosa avesse potuto passare stando lontano da lei: ormai lo conosceva abbastanza per sapere che i sensi di colpa lo avevano attanagliato per tutto il tempo, ma essere a conoscenza dell’impazienza con cui avrebbe voluto affrontare gli scontri fu per lei sconcertante. Shaka era un uomo più che paziente, calmo e solitamente tutto d’un pezzo; ora, il solo fatto che possa aver perso la pazienza con Seiya era dire davvero tutto!
 
“Sei già sveglia?” le chiese Shaka continuando a tenere gli occhi chiusi e senza nemmeno accennare a muoversi.
 
“Lo sapevo che non avrei mai e poi mai potuto nascondermi da te”
 
“Non sei solo tu che percepisco, ma anche un cosmo nuovo che si sprigiona dal tuo ventre” le spiegò. Samia lo raggiunse e gli si sedette di fronte.
 
“Che cosa intendi dire? Il bambino o bambina che sia possiede un cosmo?” era stupita e spaventata allo stesso tempo per ciò che quelle parole potevano implicare.
 
“Sì, ne sono praticamente certo! Quello che ancora non ho capito è di che genere di cosmo si tratti, se umano o no!”
 
“Vorresti dire che potrebbe trattarsi di un cosmo divino?”
 
“Esatto”
 
“E scommetto che hai anche idea di chi si tratti, ma che non hai nessuna intenzione di rivelarmelo, vero?”
 
“Esatto per la seconda volta, ma il mio è solo un sospetto!”
 
“E come credi che io possa rendermi utile, se nemmeno so che cosa sono in grado di fare o meno? Se si trattasse di una Divinità, tra l’altro, il suo cosmo non sarebbe in contrasto con quello di Afrodite?”
 
“Questo è il motivo per cui, nonostante sia rischioso, devi concentrarti per governare al meglio il cosmo che già conosciamo! Afrodite non farà mai del male a un suo simile, ne sono sicuro!” la rassicurò prendendole la mano e stringendola forte.
 
“Vogliamo cominciare?” chiese Samia con maggiore sicurezza nella voce.
 
Era rischioso: il suo bambino avrebbe potuto risentire degli sforzi che lei avrebbe commesso, ma era più che necessario tentare. Ares si era meravigliato del fatto che proprio Shaka di Virgo non si fosse accorto di chi la sua compagna portava in grembo e Samia, lì per lì, non aveva compreso…in fin dei conti Eowyn in quel momento stava subendo una tortura psicologica da far venire i brividi!
Non era ancora riuscita a rivederla, stanca com’era lei e ferita la Messaggera, ma si ripromise di farlo subito dopo l’allenamento…

 
 

“Non sono nemmeno più libero di girare per il Santuario come mi garba, se rischio di incontrare te? Oppure il tuo nuovo amichetto non gradisce la mia presenza così vicina?” Milo le si rivolse con sarcasmo, deliberatamente scelto per ferirla.

 
“Non dire sciocchezze! Sei libero di fare ciò che vuoi, solo non mi aspettavo di trovarti qui…”
 
“Bhè, eccomi invece! Sai, forse tu penserai il contrario, ma sono ancora legato al compito che il Tonante Zeus mi ha affidato, anche se tu hai già trovato un degno sostituto a quanto pare” Milo incrociò le braccia al petto, curioso di conoscere la risposta alla sua velata accusa.
 
La reazione di Eowyn non fu quella che si era immaginato: era convinto di riscontrare indifferenza in lei, e non era preparato alla rabbia che la colse.
“Tu non sai niente…” iniziò Eowyn con lo sguardo a terra, ma un timbro di voce decisamente incollerito “…tu non ti puoi permettere di giudicare le mie azioni, visto e considerato che sono esclusivamente il risultato del tuo comportamento” alzò lo sguardo.
 
I suoi occhi avevano assunto una colorazione più scura, o forse era solo un’impressione; sta di fatto che Milo stentava a riconoscere la docile fanciulla che lui aveva imparato ad amare nonostante la sua volontà contraria.
 
“Il mio comportamento? E il tuo allora? Se ti riferisci al fatto che ti ho praticamente costretta ad affrontare il tuo nemico, sei fuori di testa se non riesci a capire che l’ho fatto solo per aiutarti!”
 
“Ah, certo…non gli avresti mai permesso di farmi del male vero?”
 
“Esattamente!”
 
“Bhè, sai che ti dico? CHI TE L’HA CHIESTO? Potevi lasciarmi morire una volta per tutte, visto che io da sola ci ho già provato e non ci sono riuscita!”
 
“Che cosa stai dicendo? Tu non puoi voler morire…tu sei matta se lo desideri!” Milo si stava infuriando a sua volta.
 
“Vedo che non hai capito niente di me! Io fino a poco tempo fa ero una ragazza normale…quasi normale…che aveva deciso di farla finita con questo schifo di vita che si ritrova! D’un tratto sono diventata l’unica speranza di sopravvivenza di questo posto incantevole, in possesso di poteri che mi permettono di fare ciò che voglio e responsabile di una missione che non volevo ma che, nonostante tutto, ho affrontato perché il potere della Divina Messaggera è ormai parte integrante di me. Dimenticare il passato, però, è impossibile…lo vuoi capire?”
 
“Non che non capisco!”
 
“Lo fai apposta?” gli chiese allargando le braccia.
 
“Forse è proprio il contrario! Ti ho chiaramente dato a intendere cosa provo per te e avevo promesso di aspettare la fine di questa dannata guerra, ma non potevo rimanere a guardare mentre rinunciavi a combattere…”
 
“Bravo! Hai assolto il tuo dovere: sono viva e vegeta e posso continuare a proteggere il Santuario al meglio delle mie forze anche perché, grazie al tuo tanto decantato aiuto, adesso so come usare il potere che Zeus mi ha donato! La mia dipartita è solo rimandata…”
 
LA DEVI SMETTERE CON QUESTO DISCORSO IDIOTA! TU NON MORIRAI, HAI CAPITO? IO NON TE LO PERMETTERO’!”
 
“E perché mai dovresti impedirmelo?”
 
“PERCHE’ TI AMO!”
 
Silenzio. Eowyn era rimasta senza parole, non riusciva a muovere più un muscolo, nemmeno il più piccolo e non era in grado di replicare.
Milo, dal canto suo, la fissava dandosi silenziosamente dell’idiota: non era stato in grado di controllarsi e aveva pronunciato probabilmente la frase più errata che esistesse.
Dopo qualche minuto vide Eowyn muoversi lentamente e avvicinarsi alla statua di Athena, per lasciarsi poi cadere ai piedi della Dea.
 
“Tu…non…puoi amarmi” disse piano. Milo le si sedette di fianco; forse ora avrebbero potuto nuovamente parlare in modo civile.
 
“Sì invece! Non ho chiesto io di provare questo sentimento, ma è successo” le spiegò. Eowyn riuscì finalmente a guardarlo negli occhi, quei due pezzi di cielo che tanto le erano mancati, ma che non aveva il coraggio di affrontare per paura di svelare i suo sentimenti e per paura di perdere ciò che, per la prima volta nella sua vita, aveva trovato…la felicità!
 
“Perché ti ostini nel voler morire?” le chiese Milo riportando il discorso sull’argomento precedente.
 
“Per paura…” si sentì rispondere Eowyn. Milo sapeva che, finalmente, quelle parole erano verità assoluta, così decise di continuare. Non poteva più aspettare, ormai!
 
“Di cosa?” le chiese ancora con calma.
 
“Di perdere quello che ormai ho trovato e che non vorrei mai cancellare! Se io morissi, alla fine di questa dannata guerra, come la chiami tu, probabilmente non rischierei di soffrire per l’abbandono che ne conseguirà al periodo di pace!”
 
“Chi ti ha detto che verresti abbandonata?”
 
“Perderei i miei poteri di Messaggera, in fin dei conti sono temporanei”
 
“Zeus potrebbe cambiare idea; hai svolto un ottimo lavoro fin’ora”
 
“Io ho un passato che non mi permette di vivere come una persona normale; la mia vita, il mio futuro sono segnati dalla cattiveria delle persone, da quello che mi hanno costretta a fare quando ancora credevo nell’amore e negli affetti”
 
“Adesso non ci credi più?”
 
“Come potrei?”
 
“Non credi in me? Non pensi che il mio sentimento sia così forte da bastare per tutti e due?”
 
“Milo…forse tu credi di amarmi, ma vedi che non riusciamo a stare tranquilli quando siamo insieme! I-io provo…conosco i miei sentimenti come tu conosci i tuoi, e soffrirei troppo nel vederli calpestati per l’ennesima volta!”
 
“Stai dicendo che mi ami anche tu? Oppure il sentimento è rivolto a qualcun altro?” Eowyn sapeva che Milo si stava riferendo a Saga, ma per lei Gemini non era altro che un amico, il primo amico che avesse mai conosciuto.

“Vedi che non vuoi capire?”

 
“Invece capisco benissimo, solo voglio sentirmelo dire! Cos’è Saga per te?”
 
“Mi stai mettendo in imbarazzo…”
 
“E’ la mia specialità!” scherzò Milo.
 
“Saga è un amico, punto! Sei libero di non credermi, ma è così!”
 
“E’ un bell’uomo…” insinuò Milo.
 
“Tu credi davvero di piacermi solo per il tuo aspetto fisico?” appena pronunciate quelle parole Eowyn si rese conto del madornale errore in cui era incappata.
 
“Ho vinto! Hai appena ammesso che io ti piaccio…”
 
“E va bene! Mi piaci, provo qualcosa di mai conosciuto prima, ma non lo so definire! Sei un bell’uomo, e anche Saga lo è, ma tu mi fai sentire di nuovo a casa, in famiglia. Contento ora?”
 
“Adesso sì, ma abbiamo ancora tante cose da chiarire e io non voglio più aspettare la fine della guerra…”
 
“Quindi vuoi chiarire adesso?” gli chiese incredula.
 
“Perché no?”
 
“Perché faremmo notte?” gli suggerì.
 
“Non sarebbe una cattiva idea…”
 
“Scordatelo! C’è una difesa da organizzare o te ne sei dimenticato completamente?”
 
“Hai ragione, parleremo un’altra volta, ma c’è una cosa che voglio fare prima di occuparmi dei miei compiti…”
 
 
 

Camus fissava pensieroso la sommità della scalinata, laddove sapeva si trovavano Eowyn e Milo; aveva sentito la loro rabbia e sapeva che, probabilmente, stavano discutendo animatamente. Micene lo affiancò silenziosamente.

 
“Credi che abbiano finito di scannarsi quei due ?” chiese il Cavaliere del Sagittario.
 
“Da qualche minuto tutto sembra tranquillo, per cui deduco di sì! Cosa si stiano dicendo rimarrà un mistero, credo…”
 
“Chi avrà la meglio?”
 
“Milo è testardo, ma la Messaggera nasconde un caratterino niente male! La prima volta che l’ho incontrata ho creduto di vedere un angelo sceso dal cielo, ma non sapevo che, se solo minimamente provocata, si potesse trasformare in un tornado e la furia con cui prima ha fronteggiato Milo ne è la prova; avresti dovuto sentirla e vederla di fronte ad Ares: sicura di sé come davanti a noi non si mostra quasi mai…” rispose Camus come se stesse parlando da solo.
 
“E di Samia che mi dici?” gli chiese ancora Micene che aveva intercettato diverse volte il suo sguardo verso la ragazza che possedeva il cosmo di una Dea.
 
“Samia è una donna caparbia e sicura di ciò che vuole; ha l’animo nobile e sensibile proprio di una Dea, ma è una donna occupata e non oso pensare altro di lei!” gli rispose Camus francamente.
 
“Anche Eowyn è…quasi…occupata!”
 
“Infatti non mi sbilancio più di tanto…” stava rispondendo Camus all’ennesima domanda, quando un cosmo molto vasto avvolse l’intero Santuario.
 
Micene e Camus non potevano non riconoscerlo e, voltandosi nella direzione da cui proveniva, osservarono increduli la Sesta Casa
 
 
Milo non diede a Eowyn il tempo di replicare; sapeva che, questa volta, non avrebbe riscontrato problemi. Si alzò di scatto afferrandola per un braccio e passandole il suo intorno alla vita; l’espressione sorpresa della messaggera lo divertì, ma non lo bloccò. La baciò con tutto il sentimento che era cresciuto dentro di lui fino a quel momento; Eowyn rispose immediatamente al bacio, non essendo più in grado di reprimere la natura di ciò che ormai provava. Lasciò che le sua mani accarezzassero le braccia dell’uomo che la stava abbracciando, ma l’incantesimo si ruppe all’improvviso.
 
Anche loro, come Micene e Camus, avvertirono la nuova presenza dentro i confini del Tempio; non era un cosmo nemico, anzi!
Si guardarono per qualche secondo sconcertati da ciò che stava succedendo ma poi, prendendosi per mano, si avviarono di corsa verso la Sesta
 
 
Samia guardava Shaka più stupita che mai; il biondo Cavaliere vedeva finalmente confermati i suoi sospetti: Athena era nuovamente tra loro e tutto lasciava presagire che l’esito della battaglia potesse essere a loro favore!
I primi ad arrivare furono i Cavalieri custodi delle Case più vicine, tra cui Mur e Douko che sorrisero: erano gli unici due a cui Shaka aveva rivolto le sue perplessità, chiedendo aiuto per riconoscere meglio il cosmo del nascituro, ma il nemico non gliene aveva dato il tempo e la questione era stata lasciata in sospeso.

 
Quando Eowyn e Milo arrivarono, per ultimi, ebbero la stessa identica reazione di tutti i loro compagni: Samia era avvolta dal cosmo di Afrodite ma, alle sue spalle, l’imponente figura di Athena sembrava osservare i suoi difensori e sorridere compiaciuta.
Eowyn fu la prima ad avanzare e inginocchiarsi con solennità alla Dea della Giustizia che finalmente aveva trovato la persona adatta per reincarnarsi; tutti i Cavalieri seguirono l’esempio della Messaggera e porsero i loro omaggi alla loro Dea.
Quando la figura di Athena si dissolse, poco dopo, chiunque nel Santuario poteva sentire il suo cosmo potente proteggere nuovamente il suo tempio sacro,anche se per copo tempo; i dubbi e le perplessità crebbero all’istante in Samia.
 
Eowyn l’abbracciò con forza, cercando di infonderle tutto il coraggio che le serviva per affrontare la prova che aveva di fronte: ora il suo compito era quello di proteggere la piccolina che cresceva nel suo grembo, colei che avrebbe regnato sull’umanità con coraggio e giustizia, difendendo la Terra con l’aiuto di valorosi guerrieri pronti a sacrificarsi per lei. Forse quello era il motivo principale per cui Afrodite aveva scelto il suo corpo, forse gli Dei già sapevano…anzi sicuramente sapevano: Ares lo sapeva e per questo voleva ucciderla, voleva fare del male alla sua bambina, ad Athena, e favorire così la conquista della Terra da parte di Era!
 
“Non ti devi preoccupare: io starò sempre al tuo fianco, e ti proteggerò a costo della mia stessa vita!” le disse Eowyn più convinta che mai. Milo sussultò a quelle parole, ma ormai aveva rinunciato a capire del tutto quella ragazza: pochi minuti prima voleva morire, adesso voleva vivere e proteggere Samia e Athena!
 
Samia ringraziò Eowyn sorridendo, ma la serenità del gruppo venne stravolta dall’ennesima intrusione di Seiya.
 
“Finalmente Athena è tornata e non dovremmo più affidarci alle scarse capacità del cosmo di qualcun altro!” esclamò senza timore di causare l’ira dei presenti, convinto com’era che tutti fossero d’accordo con lui.
 
“Seiya…” lo chiamò Eowyn.
 
“Che c’è? Ti brucia?” le chiese con le mani in tasca e il sorriso ironico stampato in viso.
 
“E come potrebbe visto che, al solito, non hai capito un’acca di quello che sta succedendo?”
 
“Come osi parlarmi ancora così, anche alla presenza di Athena? Verrai sicuramente punita…”
 
“Adesso basta!” Eowyn utilizzò un tono imperioso che lo lasciò a bocca asciutta “Innanzitutto Athena si è solo manifestata momentaneamente, per darci ad intendere che, una volta terminata la guerra contro Ares ed Era, si reincarnerà nella bambina che Samia porta in grembo. Secondo, visto che la bambina non nascerà ancora per diversi mesi, dovresti sapere che il cosmo della Dea non potrà più manifestarsi, e che quindi il suo è stato un gesto momentaneo per farci comprendere che non ci ha abbandonati e per infonderci coraggio…Terzo: mi sono stancata di questa mancanza di rispetto! Lo pretendo come tu lo pretendi da me, vista la situazione! Chiaro?” Eowyn si avvicinò a Milo e gli prese la mano, senza nascondersi alla vista dei presenti. Seiya la fissò con astio come al solito ma, una volta tanto decise di non recriminare oltre.
 
“Credo che il ritorno della nostra Dea ci sia stato d’aiuto per rinforzare il nostro spirito, per infonderci una forza di volontà maggiore, per spingerci a ottenere la vittoria che ci spetta e che vogliamo. Io dico che ce la faremo, che usciremo vincitori…per Athena!” disse Eowyn stringendo la mano di Milo che ricambiò la stretta. Saga fissava la Messaggera orgoglioso, ma anche rabbuiato a causa dei sentimenti che avrebbe dovuto reprimere per sempre.
 
Shaka prese a sua volta la mano di Samia e le sorrise ricambiato.
 
“Per Athena!” esclamò anche lui.
 
“Per Athena!” risposero all’unisono tutti i presenti.
 
Continua…


Non ce la facevo a lasciarvi senza capitolo prima di partire per le vacanze! Avete visto che scoopo? Athena è tornata e io ho voluto riportare la storia alle origini, quando la Dea si era reincarnata in una bambina in fasce! ovviamente non la chiamerò Saori!!! Non sono nemmeno riuscita a lasciare Milo e Eowyn lontani più di tanto, ma sapete che mi piace torturare i personaggi (anche quelli non miei) e quindi Saga dovrà soffrire in silenzio...E camus?  Sinceramente la scena con Micene non era prevista, ma mi è scappata...spero solo di non aver toppato...ma voi fatemi sapere ok? Scusate se le risposte saranno brevi...ma sono di corsaaaaaaaaaaaa

sesshy94: hai visto che è arrivata Athena? spero l'idea ti sia piaciuta!!! E per quanto riguarda il triangolo tranquilla...è scongiurato...per ora ahahahah!!! ti saluto bella ciaooooooe grazie!!!

roxrox: allora l'esame com'è andato? spero bene XD Visto che Milo si è ripreso? Ok Saga te lo lascio se vuoi, ma sai che è tra i miei preferiti e non posso lasciarlo stare per sempre....grazie della presenza un super mega bacio ciaooooooooo


Auguro a tutti buone vacanze, non credo aggiornerò prima di partire per cui ci si rivede l'ultima settimana di agosto!!!!!!! ciaoooooooo

by anzy

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Capitolo 28
*** Capitolo Ventisette - Attacco a distanza ***


cap28 Capitolo Ventisette – Attacco a distanza
 
Seduta sul trono di un palazzo sontuoso, l’ennesimo facente parte delle sue proprietà, la Divina Sposa osservava il figlio inginocchiato ai suoi piedi; nel suo sguardo non vi era l’amore che ogni madre dovrebbe provare nei confronti di una sua creatura, ma la determinazione di ottenere tutto ciò che da anni bramava ad ogni costo: la vendetta!
Athena aveva intenzione di reincarnarsi nella bambina che sarebbe venuta al mondo da lì a qualche mese, mentre la donna che la custodiva altri non era se non la pseudo reincarnazione di Afrodite, la Divinità sgualdrina che aveva reso ridicolo suo figlio e di conseguenza ella stessa!
Avrebbe ottenuto due piccioni con una fava: Athena finalmente annientata e la sciagurata amante del figlio alla sua totale mercé; per non parlare di quella ragazza, Samia, il cui potere ancora era un mistero…
Come faceva a emanare una simile energia era una cosa che si chiedeva da più di un anno, ma che non aveva ancora trovato risposta.
Guardò di nuovo Ares.
 
“Non riesco a esprimere tutta la delusione che sto provando in questo momento: eri a un passo dal successo, avremmo vinto questa guerra e conquistato il mondo intero…e ti sei lasciato sfuggire tutto! Te l’hanno portata via da sotto i tuoi occhi!”
 
“Avete ragione, madre! E’ tutta colpa della Divina Messaggera: un tempo quella ragazza aveva solo la capacità di spostarsi velocemente tra la Terra e l’Olimpo, ora possiede una parte del potere di Zeus…”
 
“Non accetto questa spiegazione come scusa lo sai! Zeus ha donato le folgori o un altro potere a quella ragazzina, ma tu sei un Dio e nulla dovrebbe riuscire a sconfiggerti! Sta di fatto che quella ragazzina adesso mi ha incuriosita: ha sconfitto Tifone, questo vuol dire che è abbastanza forte da potermi essere utile. Portamela affinché io scopra come prenderle il potere e poi sarà completamente tua” gli promise.
 
“Grazie madre!” le rispose alzandosi e uscendo dalla sala del trono. Sul suo viso si poteva leggere il desiderio di vendetta.
 
 
 
Al Santuario di Grecia tutto procedeva come negli ultimi due giorni: la preparazione al futuro attacco di Ares e compagnia bella ferveva e tutti si davano da fare. La consapevolezza che Athena sarebbe presto tornata rendeva l’atmosfera meno tesa, ma non per questo c’era qualcuno che non si dedicava agli allenamenti o alla ricostruzione delle zone distrutte in precedenza.
Seiya rimase silenzioso per un giorno intero, dopo la lezione che Eowyn gli aveva dato: prima o poi avrebbe avuto l’occasione per rifarsi, avrebbe aspettato un passo falso di quella Messaggera da quattro soldi e avrebbe ottenuto la sua rivincita.
Dal suo punto di vista, invece, Eowyn decise di non rispondere più alle provocazioni del Cavaliere di Pegasus, non ne aveva né la voglia né il tempo.
Osservando il paesaggio dalla sommità della scalinata che portava alla Tredicesima Casa, non si rese conto dell’arrivo di Saga alle sue spalle.
Sussultò quando se lo ritrovò di fianco.
 
“Ti ho spaventata?” le chiese.
 
“No…ero solo distratta”
 
“Da due giorni lo sei fin troppo” insinuò il Cavaliere.
 
“Cosa intendi dire?”


“Mi stavo solo chiedendo se stessi concentrando le tue energie unicamente per la difesa di questo posto o avessi deciso di divederle per qualcun altro”
 
“Ma come ti salta in mente?” gli chiese stupita.
 
“Sto solo cercando di dirti che so di te e Milo, e volevo suggerirti di andarci piano visti i precedenti”
 
“Ascoltami bene: io e te siamo amici e alla nostra amicizia tengo molto, ma questi non sono affari tuoi fino a prova contraria!”
 
“Come siamo suscettibili! Volevo solo aiutarti, ma fa’ pure come vuoi” Saga rimase fermo a fissare dinanzi a sé. Eowyn lo guardò per qualche istante, poi si allontanò senza aggiungere parola.
 
 
 
Era sorrise: aveva appena utilizzato il suo potere, una minima parte per evitare di essere scoperta, per scoprire cosa stesse pensando la Messaggera in quel momento e, ciò che aveva visto, non poteva che renderla più felice.
I sentimenti che provava nei confronti del Cavaliere di Scorpio erano così forti che, probabilmente, avrebbe fatto qualunque cosa per lui e questa era una cosa che volgeva la situazione a suo vantaggio.
Questa volta suo figlio avrebbe dovuto a tutti i costi badare alle sue azioni, e non farsi sfuggire la preda.
 
 
 
“Come possiamo essere sicuri che attaccheranno il Grande Tempio, invece di attirarci lontano da qui come hanno fatto la volta scorsa?”
 
Eowyn sentì quelle parole mentre si dirigeva verso la sala delle riunioni per restare un po’ da sola e riflettere; dietro la grande statua della Dea Athena i Cavalieri di Bronzo stavano discutendo tra loro e la domanda era stata posta niente popò di meno che da Seiya.
“Non abbiamo una certezza assoluta di questo, Cavaliere…” si intromise Eowyn. Seiya la fissò con disprezzo.
 
“Chi ti ha chiesto di intervenire?” le chiese amaramente.
 
“Ho sentito la tua domanda e conoscevo la risposta!”
 
“Da te non m’interessa saperla” Eowyn decide di ignorarlo.
 
“Se fossimo sicuri di ciò che ci riserverà il futuro, di dove attaccheranno gli sgherri di Ares o di come si evolverà la situazione, non ci sarebbe alcuna guerra: sapremmo noi dove attaccare loro e li sconfiggeremmo in breve tempo, per cui la cosa migliore da fare è quella di non farci cogliere impreparati per la seconda volta e attenderli qui!”
 
“Ti ho detto che devi stare zitta!” le urlò contro Seiya. Eowyn lo fissava senza lasciar trapelare le sue emozioni, anche se dentro di sé ribolliva dalla voglia di scagliarlo lontano. Quella sensazione la lasciava basita nei propri confronti: come poteva provare il desiderio di far del male a qualcuno, quando lei stessa sapeva cosa voleva dire soffrire a causa di persone senza scrupoli e totalmente malvagie? Lei era come loro? No, non poteva crederci.
 
“Perché ti agiti così tanto? Perché non cerchiamo di collaborare pacificamente, almeno fino alla fine di questa storia? Poi potrai odiarmi quanto vuoi, anche senza darmi nessuna spiegazione…”
 
Hyoga e gli altri presenti osservavano la scena tentando anche loro di interpretare il comportamento di Seiya: era davvero solo infastidito perché Eowyn aveva rifiutato di portare con sé la sorella o c’era sotto qualcos’altro? Si trattava forse di Saori?
Seiya fu così veloce che nessuno si rese conto che si fosse mosso, fino a quando notarono la Messaggera con le spalle al muro e le mani del loro amico strette attorno al suo collo.
 
“Seiya ma che ti prende?” intervenne Shun.
 
“Voi statene fuori!” ordinò ai compagni Seiya.
 
“Adesso basta Seiya!” Ikki gli si avvicinò appoggiando una mano sul suo braccio, ma si ritrovò scaraventato a terra da una forza che in Seiya nessuno avrebbe mai immaginato esistesse.
 
La stretta sul collo di Eowyn si fece più serrata; la Messaggera tentava di liberarsi con tutte le sue forse, ben poca cosa visto il dispendio di queste per proteggere il Santuario dai nemici. Il suo viso iniziò a diventare rosso per la mancanza di ossigeno al cervello; Eowyn faticava a respirare a tal punto da interrompere la lotta per risparmiare energie.
La sua agonia non durò a lungo, perché Seiya si sentì sollevare da terra come se pesasse poco più di un fuscello: la furia che si poteva leggere sul volto di Milo era tale da non lasciare alcun dubbio…Seiya sarebbe morto per mano del Cavaliere d’Oro di Scorpio, ma così non fu!
 
L’indice di Milo era già pronto per colpire a morte, ma venne bloccato dall’ennesimo intervento in favore di Seiya; questa volta, però, non si trattava di un compagno di battaglia, ma dal cosmo Divino della Dea dell’amore: Samia stava arrivando con Shaka ed era intervenuta per bloccare il colpo di Seiya che, steso a terra, sembrava completamente privo di sensi. Samia tocco leggermente la spalla di Milo.
 
“Non farlo! Secondo me non era in sé: io e Shaka abbiamo avvertito per un breve attimo un cosmo ostile entrare al Santuario, ma poi svanire come se nulla fosse successo” gli spiegò con calma.
 
“E con questo?” le chiese Milo.
 
“Non conosciamo tutti i poteri dei nostri nemici! E se fossero in grado di manipolare la mente da lontano come già altri sanno fare? C’è la possibilità che abbiano cercato di eliminare Eowyn per agire con meno problemi, perciò concediamogli il beneficio del dubbio e poi vedremo…”
 
“E va bene, ma tenetelo il più lontano possibile da me!” Milo si alzò lasciando andare Seiya poco delicatamente e dirigendosi verso Eowyn che aveva ripreso un colorito quasi normale, aiutata a sorreggersi da Shun.
 
“Come ti senti?” le chiese.
 
“Meglio…”
 
“Vuoi riposarti?” le chiese Shun ancora al suo fianco.
 
“No, vorrei solo sapere come sta Seiya!” Milo la fissò stupito “Hai sentito Samia, no? Potrebbe essersi trattato di un attacco nemico…anzi io ne sono quasi sicura! Gli Dei dell’Olimpo sono davvero complicati, non sai quanto!”
 
Una risata maligna echeggiò all’improvviso nell’aria, un suono nitido e carico di odio tanto la far ghiacciare il sangue nelle vene di coloro che si trovavano ai piedi  della statua di Athena.
 
“Era…” mormorò Eowyn.
 
“Indovinato, Messaggera! Ho una richiesta per te, solo per te…” si degnò di risponderle la Madre degli Dei.
 
“Ti ascolto”
 
“Se ti arrenderai e ti consegnerai a me spontaneamente non succederà nulla di male ai tuoi amici”
 
“Cosa vuoi da me?” le chiese ancora.
 
“Lo saprai quando potremmo parlare a tu per tu”
 
“Non mi fido di te!” esclamò Eowyn. Milo era al suo fianco e lei non temeva nulla, se non per la sua vita e per quella degli altri.
 
“Fai male a non farlo, perché io ho bisogno di te e questo è stato l’unico modo civile per chiederti di arrenderti che ho trovato”
 
“Cosa intendi dire?” le chiese ancora Eowyn. Era non rispose. Qualche minuto di silenzio, poi…
 
“Ahhhhh!” Milo si portò le mani alla testa contorcendosi per il dolore insopportabile.
 
“Cosa stai facendo?” urlò Eowyn avvicinandosi a Milo per aiutarlo.
 
“Non ti azzardare a toccarlo, hai capito?” le ordinò Era.
 
“Tutti quanti dovrete rimanere dove vi trovate in questo momento, o per Milo di Scorpio sarà la fine!” la voce ormai aveva cambiato tonalità ed era carica di odio malcelato.
 
“Ti prego, lascialo!” la supplicò Eowyn.
 
“Il tuo Cavaliere sarà libero ad una sola condizione che tu già conosci”
 
Eowyn rimase immobile: sapeva già cosa avrebbe scelto di fare, perché per lei Milo era troppo importante e non avrebbe dovuto soffrire a causa sua.
Doveva farlo subito!
 
“Va bene, ma prima tu fermati”
 
“Mi hai presa per una sprovveduta? Consegnati a mio figlio e poi lascerò il ragazzo libero” Eowyn guardò ancora una volta Milo contorcersi per il dolore, poi si rese conto di una figura alle sue spalle.
 
Ares!
 
Eowyn lo fissò bloccata dalla tensione, mentre il dio allungava il braccio verso di lei.
Saga, Camus e Hyoga scattarono per impedirle di toccarlo, ma Era intervenne nuovamente.
 
“Ho detto che dovete stare fermi! Oppure preferite vedere il vostro amico morto?” la sua voce alterata li bloccò immediatamente.
 
“Eowyn non farlo!” la supplicò Samia. La Messaggera la guardò e notò che faticava per non piangere.
 
“Perdonami…” anche Eowyn trattenne a fatica una lacrima. Si voltò così verso Ares, tentando a tutti i costi di non guardare nemmeno una volta Milo che in quel momento non poteva rendersi conto di cosa stava accadendo.
 
Con determinazione afferrò la mano del dio della Guerra e con lui, in pochi istanti, scomparve lasciando tutti in preda all’ansia e al rimorso per non essere stati in grado di fare nulla per cambiare le carte in tavola; per l’ennesima volta si erano lasciati ingannare da un nemico astuto e con molti assi nella manica.
Saga si allontanò dal gruppo con passo deciso; se qualcuno avesse osservato il suo viso, avrebbe di sicuro intuito cosa si stesse agitando nel suo animo: rabbia, frustrazione, ma soprattutto ansia per colei che gli aveva rubato i sentimenti che non aveva mai mostrato a nessuno.
 
 
 
Ares scortò Eowyn dalla madre senza infastidirla, ma lasciandole chiaramente intendere cosa le sarebbe toccato subire una volta finito tutto; Eowyn non voleva nemmeno pensarci: i suoi amici erano guerrieri valorosi e sicuramente avrebbero trovato il modo per liberarla e sconfiggere una volta per tutte il nemico.
 
“Bene, bene, eccoti qui, la tanto amata Messaggera di Zeus; devo ammettere che mio marito ha scelto molto bene per l’ennesima volta: sei molto bella e hai imparato a usare il tuo potere con maestria a quanto pare!”
 
“Adesso puoi finalmente dirmi cosa vuoi da me!” le suggerì Eowyn.
 
“Non essere sfrontata ragazzina! Io posso distruggerti con il solo movimento di una mano, perciò non mi provocare!”
 
“Cosa aspetti a farlo?”
 
“Sto cercando di essere paziente perché ho promesso a mio figlio di lasciarti a lui una volta conquistata la Terra” Eowyn sussultò a quelle parole. Sapeva di aver insultato il Dio affrontandolo e contrastandolo all’Areopago, e sapeva che lui bramava vendetta…
 
“Dammi la folgore che Zeus ti ha donato!” le ordinò Era.
 
“Scordatela!” fu la risposta secca di Eowyn.
 
“Me la darai con le buone o con le cattive”
 
“Non saprei nemmeno come fare…” cercò di risponderle a tono Eowyn.
 
“Bugiarda! Dovresti sapere che la mia pazienza ha un limite scarso…” Era guardò Ares che aveva già capito le intenzioni della madre.
 
“A quanto pare potrai divertirti anche prima del previsto!”
 
“Grazie, madre!” si avvicinò a Eowyn e le prese il mento tra le mani “Questa è ancora più bella dell’altra…è proprio il mio tipo!”
 
“Lasciami!” Eowyn si scostò bruscamente da lui.
 
“Attento figlio mio, mi serve intera!”
 
Ares si riavvicinò a Eowyn e la circondò con il suo mantello; quando il telo tornò al suo posto, la Messaggera aveva perso conoscenza e Ares la prese tra le braccia per portarla fuori da quella stanza.
Era osservò il figlio con sguardo divertito: aveva già capito tutto…
 
Continua…

Eccomi qui finalmente dopo le vacanze!!! Bentornati a tutti quanti, spero che non vi siate dimenticati di questa mia storia che va un tantino a rilento per ora perchè le idee ci sono, ma scarseggia la facoltà di essere in grado di metterle per iscritto. Non ho riletto il capitolo per questioni di premura...per cui attendo i vostri commenti si da ora...quando potete ovviamente! Però fatevi sentireeeee!!!

Ringrazio vivamente sesshy94 che mi lascia sempre il suo commento per me molto importante...grazie tesoroooooo!!!

Scusate ancora per il ritardo e per il poco tempo a mia disposizione!!!! Bacioniiiiiiiiiiiiiii

by anzy

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Capitolo 29
*** Capitolo Ventotto - In the Shadow (parte prima) ***


cap29 Capitolo Ventotto –  In the Shadow (Parte prima)
                                  
“Milo!” Eowyn si sedette di scatto sul letto, accaldata e in ansia per ciò che, in sogno, aveva visto.
Si era svegliata per la seconda volta, nel giro di pochi giorni, in una stanza sfarzosamente arredata; tentò di mettere a fuoco ciò che la circondava, ma tutto le risultava sfocato.
Si portò una mano a coprire gli occhi, la luce all’interno della stanza le dava troppo fastidio; poco a poco riuscì a rilassarsi e a ricordare che, probabilmente, in quel momento Milo stava sicuramente meglio…
 
 
“E’ la seconda volta che mi dici di stare calmo, Mur! Come credi che possa riuscirci, quando quella scellerata ha deciso di gettarsi in pasto ai leoni?” Milo sembrava un animale in gabbia, in ansia per la donna che amava e per le sorti del loro futuro insieme.
 
“Guarda che lo ha fatto per te! Se non si fosse consegnata spontaneamente tu a quest’ora saresti sicuramente morto!” intervenne Saga, stanco di osservare la furia che aveva colto il suo compagno d’armi…e deciso a non dimostrare ciò che realmente provava in quel preciso istante.
 
“Lo so bene!” gli rispose Milo a tono.
 
“E allora piantala di dire stronzate!” lo redarguì ancora Saga.
 
“Forse è meglio che vada a fare due passi!” Milo lo incenerì con lo sguardo.
 
“Forse è meglio: ti calmerà visto che sei così agitato…”
 
“Cosa vuoi che ti dica? Io non riesco a rimanere calmo come te!” Milo uscì dalla Tredicesima senza rivolgere la parola a nessuno.
 
“Beato te, io devo farlo invece!” si disse Saga guardandolo uscire.
 
 
 
Quando i suoi occhi riuscirono ad abituarsi alla luce, Eowyn li riaprì lentamente; ovviamente non si aspettava di ritrovarsi in una stanza sobria, e decise che non valeva la pena soffermarsi sui particolari raffinati del posto. L’unico suo pensiero era quello di sopravvivere fino all’arrivo dei Cavalieri e da lì combattere insieme a loro!
Un movimento impercettibile alla sua sinistra catturò la sua attenzione: c’era qualcuno nella stanza, ma Eowyn sapeva che non si trattava di Ares perché altrimenti lo avrebbe riconosciuto. Si voltò in quella direzione e notò la figura di una donna appoggiata al muro, vicino alla finestra.
La donna si mosse e si fermò quando fu certa che la Messaggera potesse vederla bene.
Era alta, quasi quanto Ares stesso, e di una bellezza glaciale e feroce al contempo: lunghi capelli corvini le ricadevano altre le spalle, mentre occhi color del ghiaccio la fissavano con ostilità. Possedeva un’armatura rosso carminio con sfumature azzurre su bracciali e gambali, molto simile a quella dei Guerrieri che avevano attaccato il Santuario alcuni giorni prima.
 
Eowyn la riconobbe all’istante anche se, nei tempi antichi, l’aveva incontrata pochissime volte, ma tante da farle credere che non esistesse un’altra donna con uno sguardo così crudele da augurarsi di non dover avere mai niente a che fare con lei.
 
“Tu sei…” in quel momento la porta della stanza venne spalancata da un Ares decisamente furioso, che fissò Eowyn con evidente rancore. Si rivolse subito dopo all’altra donna.
 
“Puoi lasciarci soli, adesso, m occupo io di le!” le ordinò senza un minimo di calore nella voce, nonostante quella fosse sicuramente una sua alleata.
 
Eowyn tentò in ogni modo di restare calma, tradendo però un’evidente desiderio di trovarsi altrove. Ares si avvicinò minaccioso al letto.
 
“E così finalmente siamo soli…” le disse.
 
“Cosa vuoi da me?” gli chiese Eowyn con disprezzo.
 
“Non lo hai ancora indovinato? Tu, ragazzina, mi hai umiliato tenendomi testa…e io questo proprio non lo sopporto!” le si avvicinò maggiormente, ma Eowyn indietreggiò “Scappare non ti servirà a nulla! Dopo che tutto questo sarà finito, dopo che avrai visto i tuoi amici morire, uno dopo l’altro, farò di te ciò che più mi aggrada!” Eowyn deglutì a fatica.
 
“Era vuole la folgore, se mi ucciderai non la farai contenta!”
 
“E chi ha parlato di ucciderti? Sì, forse dopo essermi divertito abbastanza potrei anche farlo, ma non prima”
 
“Non mi avrai mai!” Eowyn saltò giù dal letto velocemente e si diresse alla finestra. Sapeva che non le sarebbe stato possibile scappare, perciò si concentrò sul paesaggio che si stendeva oltre le mura.
 
Una distesa di pini si perdeva oltre l’orizzonte. Sullo sfondo di quella foresta verde vi era un Tempio con pianta stretta e allungata, costituito da sedici colonne sui lati lunghi e sei su quelli corti.
Come trasportata da una forza invisibile, Eowyn si ritrovò improvvisamente all’interno del Tempio; al suo fianco Ares la fissava con un sorriso beffardo.

 
“Sembravi interessata…”
 
“Lo sono, infatti! Tutto, pur di allontanarmi da te…” Eowyn iniziò a studiare quel posto familiare.
 
Il Tempio al suo interno si articolava in tre ambienti differenti: il pronao, ovvero l’ingresso, la cella che era la zona sacra che ospitava il Dio, o la Dea, e l’opistodomo, il locale dietro la cella. Le statue e tutte le offerte votive dedicate a Era l’aiutarono a comprendere dove si trovasse: nella cella, poi, si trovava un gruppo statuario che rappresentava la Dea seduta sul trono e Zeus, con barba ed elmo, in piedi al suo fianco.
 
“L’Heraίon... siamo a Olimpia!”
 
“Vedo che ricordi questo posto!” le disse Ares.
 
“Come potrei dimenticare? Qui, nel tempio a lui dedicato, Zeus mi ha resa Messaggera!”
 
“E proprio qui cesserai di esserlo!” la voce di Era alle sue spalle la fece sussultare. Non aveva avvertito il suo cosmo all’interno del Tempio ma, probabilmente, si sarebbe dovuta aspettare la sua presenza lì. La guardò con quel poco di dignità che il pensiero della sua sorte le aveva lasciato.
 
“Quando finalmente mi sarò impossessata della folgore che tu possiedi potrò sconfiggere quel reietto di marito che mi ritrovo! Nel momento in cui Zeus scomparirà per sempre, tu lo seguirai ragazzina, perché sai di essere indissolubilmente legata a lui, vero?”
 
Eowyn lo sapeva! Era l’unico dettaglio che aveva volontariamente omesso con tutti, anche con Samia. La Divina Messaggera non poteva esistere se colui che l’aveva creata periva.
 
“Immagino tu abbia già in mente un valido sostituto…” la incalzò Eowyn.
 
“In verità no! Tu hai sconfitto l’unico candidato da me scelto, Tifone!”
 
“Tifone non era degno di chiamarsi Messaggero: era un essere ripugnante e malvagio, proprio come lo siete voi!” Eowyn tentò di provocare l’ira della Dea, ma non vi riuscì.
 
“Non credere che io non abbia capito quale sia il tuo intento! Non mi lascerò sopraffare dal desiderio di distruggerti qui, sul momento, non fino a quando tu possiederai ciò che io voglio! Dopodiché soffrirai, questo te lo garantisco: non dovevi posare gli occhi su mio marito, tu insulsa ragazzina…”
 
“Cosa? Io e il Divino Padre non…”
 
“Zitta! Ormai è deciso: io distruggerò Zeus, Athena e i suoi Cavalieri…dopodiché la Terra e l’Olimpo saranno miei! Lascerò mio figlio a regnare su questo misero pianeta, come lui meglio crede; se con il terrore e la paura, piuttosto che la benevolenza e la giustizia, non m’interessa!”
 
“Non gli permetterò di farlo!” ribatté ancora Eowyn.
 
“Non credo avrai altra scelta!” con un quasi impercettibile movimento del capo, Era creò una sorta di bolla d’aria intorno alla Messaggera, imprigionandola senza però provocarle alcun dolore se non quello della consapevolezza di essere completamente inutile.
 
“I tuoi amici arriveranno presto: il messaggero che abbiamo inviato a quest’ora avrà compiuto la sua missione per cui tempo di organizzare l’attacco e saranno qui. Verranno accolti con tutti gli onori del caso, non temere, ma tu non saprai chi sopravvivrà fino a quando non avrà luogo l’ultima battaglia…davanti ai tuoi occhi!”
 
Eowyn tentò di parlare, ma la sua voce non oltrepassava la sottile barriera della bolla d’aria, e si sentì impotente come solo una volta le era capitato nella vita; lo sconforto ebbe il sopravvento, lasciandola afflitta e coscientemente impreparata ad affrontare tutto quello che sarebbe accaduto nel giro di pochissimo tempo.
Si sedette portandosi le ginocchia al petto e circondandole con le braccia; lanciò una fugace occhiata verso il Dio della Guerra, cogliendolo a fissarla con sguardo truce e carico di sarcasmo. Non poté fare a meno di notare quanto madre natura fosse stata generosa nei suoi confronti: era decisamente un uomo molto bello, nonostante i lineamenti stravolti dalla malvagità. Possedeva quello che ogni comune mortale, almeno così Eowyn credeva, desiderava per sé: fascino, fisico scolpito e atletico, e un magnetismo tale da far cadere ogni donna ai suoi piedi, ma Eowyn non era tra quelle…lei provava solo disprezzo misto a paura! I suoi capelli di fuoco e gli occhi più freddi del ghiaccio le incutevano un timore assai più intenso rispetto a quello provato anni addietro, forse perché lui aveva la capacità e la volontà di distruggere chiunque e qualsiasi cosa solo con il movimento di una mano…o forse perché, Eowyn ne era più che consapevole, lo sguardo che le stava rivolgendo era tutto tranne che benevolo.
A conferma di ciò che stava pensando, sentì giungere le sue parole taglienti come la lama di un coltello appena affilato.
 
“Non temere: dopo Milo di Scorpio, sarai tu la mia vittima! Hai osato sfidarmi, tu semplice Messaggera che dovrebbe solo prostrarsi ai miei piedi…”
 
Eowyn lo fissò con freddezza, una freddezza che non avrebbe creduto di riuscire a dimostrare; Ares ricambiò il suo sguardo per qualche secondo ancora, poi le voltò le spalle e la lasciò sola.
Giunto all’ingresso del Tempio si fermò di colpo, per l’improvvisa apparizione di più cosmi potenti: i Cavalieri d’Oro erano giunti!
Ares allargò le braccia e alzò il volto al cielo.
 
“Che la Guerra abbia inizio, e l’ombra del giorno avvolga finalmente la Terra!” disse alzando la voce quel tanto da farsi sentire da Eowyn.
 
Appena terminata la frase, come per magia il cielo si oscurò e la tenebra calò sulla città antica. Ares si voltò un’ultima volta verso la Messaggera.
 
“La tua ora è quasi giunta…” le disse tornando verso di lei “Potrei anche decidere di godermi lo spettacolo da qui, in fin dei conti, almeno ti terrei compagnia!”
 
Eowyn non gli rispose, ma si concentrò per capire chi, tra i suoi amici, aveva deciso di rischiare la vita per salvarla.
 
 
Milo osservava la piana che gli si trovava di fronte: era una distesa di pini molto ampia, interrotta qua e là da piccoli templi o ammassi rocciosi mentre, sulla sommità di una collina, si trovava quello che tutti loro conoscevano con il nome di Heraίon. Eowyn si trovava lì, ne era certo anche se non poteva avvertirne realmente la presenza. Il suo obiettivo, in quel momento, era quello di raggiungere il Tempio di Era, abbattendo qualsiasi ostacolo gli si ponesse di fronte, di qualsiasi natura fosse, distruggere il nemico e liberare Eowyn dalla prigionia che si era auto inflitta per salvare lui dal potere della Dea.
I suoi compagni erano lì per dargli man forte, per spianargli la strada e aiutarlo nel raggiungere il suo scopo; a guerra ultimata, avrebbe potuto ringraziarli a dovere per il rischio che avevano deciso di correre ancora una volta. Una cosa era certa: tutti e sette i presenti, e anche coloro che erano rimasti ad Atene, sapevano che ormai Athena era tornata e che, molto presto, si sarebbe nuovamente manifestata con la nascita della figlia di Shaka e Samia.
Milo si voltò verso gli amici e, con un cenno del capo, diede il via alla loro missione.
Si divisero quasi subito, tranne lui e Camus che decisero di proseguire per un pezzo insieme. L’amicizia che li legava era molto forte tanto da credere che, se gli fosse successo qualcosa di male e Camus fosse sopravvissuto, sarebbe stato lui a prendersi cura di Eowyn! Era l’unico a cui avrebbe mai chiesto una cosa simile, l’unico a cui avrebbe affidato la sua vita e quella della sua donna, consapevole di essere l’unica persona alla quale anche Camus avrebbe chiesto una cosa simile.
Avanzando con velocità, ma estrema cautela, Milo pregò che tutti quanti superassero l’ennesima prova di forza e coraggio e che la luce trionfasse sull’ombra che era calata su di loro.
 
 
Il primo a incontrare il nemico fu Micene; da qualche minuto, ormai, il Cavaliere di Sagitter sapeva di essere seguito da un’ombra silenziosa; ne aveva percepito la presenza per un fuggevole attimo ma, nonostante continuasse a celarsi, Micene sapeva che lo stava studiando da poco distante. Fu quando irruppe in una piccola radura che decise di fermarsi, le braccia lungo i fianchi e gli occhi chiusi, la mente volta a captare ogni più piccolo movimento.
 
Il cosmo del nemico si manifestò all’improvviso, quando una sfera grigia carica di energia venne scagliata contro Micene che la schivò con un salto verso l’alto.
La risata soffocata di colui che l’attaccò gli giunse chiara, cosa che prima riusciva a stento a percepire.
 
“E così hai deciso di attaccare…” disse Micene rivolto a qualcuno che ancora non si rendeva visibile “…perché non mostri il tuo volto, se proprio vuoi combattere?”
 
Dall’ombra apparve una figura imponente, ma tetra; un uomo alto, dai lunghi capelli neri, il volto scuro e gli occhi di un nero impenetrabile. A Micene parve l’esatta copia di Aldebaran, con l’unica differenza della luce malvagia presente nel suo sguardo.
Indossava una sorta di armatura di varie sfumature del grigio, e un mantello nero a completare la figura.
Quando se lo ritrovò di fronte, Micene si rese conto della differenza di stazza, ma ciò non gli impedì di affrontarlo con la dovuta fierezza di un Cavaliere di Athena.
 
“Chi sei?” gli chiese con durezza.
 
“Il mio nome è Cratos! Sono la personificazione della potenza…”
 
“Ho sentito parlare di te: sei il figlio di Stige; nel tempo che fu ti alleasti con Zeus contro i Titani, dunque perché adesso sei contro di lui?”
 
“Semplice: mi piace stare dalla parte del più forte, e Ares in questo momento ha la potenza dalla sua parte. Finita l’intervista? Vuoi combattere sì o no? Non ho tempo da perdere, ci sono altri sei Cavalieri d’Oro da annientare!”
 
“Non penserai che sia così facile, vero?” gli chiese ancora Micene preparandosi.
 
“E invece sì!” rispose Cratos che, per dimostrare la sua forza, alzò un pugno caricandolo di potenza e lo abbatté al suolo.
 
La terra intorno al cratere formatosi si crepò e subito iniziò a tremare; Micene si guardò intorno, pronto ad affrontare qualsiasi cosa spuntasse fuori dal terreno; di certo non si sarebbe mai aspettato di trovarsi scaraventato in aria da una furia devastatrice.
Purtroppo fu proprio così: il terreno sotto di lui esplose scaraventandolo lontano di parecchi metri. La potenza con cui il colpo di Cratos aveva avuto il suo effetto rese Micene inerme; atterrò al suolo come un sacco di patate, incapace di muovere un solo muscolo. L'armatura d'oro attutì il colpo, ma non del tutto.
Cratos gli si avvicinò con un ghigno malefico stampato in volto.
 
“Visto che avevo ragione, Cavaliere? Se questa è tutta la forza con cui voi, Cavalieri di Athena, vi siete presentati qui per sconfiggere due degli Dei dell’Olimpo più potenti, mi spiace dirtelo ma avete sbagliato strategia!” la risata che gli uscì dal petto riecheggiò nella radura, disperdendosi poi tra il fitto degli alberi.

"Non hai...ancora vinto..." sussurò Micene, tentando di rialzarsi.
 

“Basta con i convenevoli…facciamola finita” detto questo, Cratos prese a colpirlo con il suo poderoso pugno.
 
Il suo non era un colpo ad effetto, capace di scaraventare l’avversario in una qualche dimensione sconosciuta o addirittura in grado di privarlo dei sensi principali, ma possedeva una potenza tale da stritolare un corpo anche solo con una ‘piccola’ stretta.
Micene non reagiva all’assalto di colpi, e forse per il Cavaliere del Sagittario era giunta, per l’ennesima volta, l’ora di abbandonare la Terra…e suo fratello…
 
Continua…
 

Eccomi qui, finalmente dopo una lunga revisione del pc che tra l'altro ancora non funziona a dovere, ma ormai sta diventando vecchio e gli acciacchi sono sempre più frequenti (speriamo regga ancora fino a maggiore età XDXDXD). Dunque, dunque...capitolo come avete notato non molto lungo, in quanto diviso in più parti che già avviso non so quante saranno! Innanzitutto ho deciso di non svelare la sorte di Micene fino alla seconda parte, perchè io lo so che vi manca la suspance e ho voluto essere così generosa da lasciarvene un pò!!! Seconda cosa: il fatto che la figura della Messaggera sia indissolubilmente legata a Zeus me lo sono completamente inventata, per cui non prendetemi per una pazza che ha scovato una notizia del genere da qualche parte, semmai sono pazza perchè me lo sono inventata io!!! Per quanto riguarda Cratos non darò un nome al suo colpo anche perchè non me ne viene in mente uno decente quindi evito di scrivere boiate!!! Spero che comunque sia il capitolo vi sia piaciuto e che vogliate farmi sapere la vostra opinione!!!

sesshy94: ok spero che anche questo chap ti sia piaciuto come gli altri, visto che è iniziata anche l'azione (poca ma è solo l'inizio)! Come sempre ti ringrazio immensamente per la presenza costante!!! Ciao alla prossima bacioniiiiii

Terry Alchemist 22: che ne dici del chappy nuovo? Lo so che mi odierai per la sospensione sulla sorte di Micene ma, in fondo, anche le puntate dell'anime erano così no? Un bacio alla prossima ciaoooooooo

miloxcamus: tranquilla non dico più niente sui ritardi dei tuoi commenti...è passato l'indulto!!! Ti ringrazio per le belle recensioni che mi lasci sempre!!! ti aspetto per quando riuscirai a commentare un bacione enorme ciaoooooooo

Grazie mille, ma che dico 100000000 a tutti coloro che si fermerano e avranno voglia di spendere qualche minuto per leggere!!! Baci!!!

by anzy

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Capitolo 30
*** Capitolo Ventinove - In the Shadow (Parte Seconda) ***


cap30 Capitolo Ventinove – In the Shadow (parte seconda)
 
Da diversi minuti, ormai, il Cavaliere di Sagitter giaceva a terra privo di forze, ma Cratos non mostrava alcuna pietà nei confronti dell’avversario; continuava ad accanirsi su di lui come una furia, tanto che la Sacra Armatura mostrava evidenti segni di incrinatura in più punti.
Il cosmo di Micene era ormai allo stremo e il Cavaliere devoto ad Athena sembrava destinato a morte certa; mille immagini vorticavano nella sua mente obnubilata dal dolore, immagini che si sovrapponevano l’una all’altra cronologicamente in ordine sparso: la notte degli inganni, Saga che impugnava l’arma con cui voleva uccidere la piccola Dea, Ioria che lo ascoltava rapito dai suoi insegnamenti…tanti ricordi che andavano man mano sbiadendosi, lontani anni luce.
Micene non provava paura, ormai era abituato a sacrificare la propria vita nel nome della giustizia, ma rabbia…quella sì e tanta! Era morto due volte, e tutte e due le volte aveva combattuto e dato tutto sé stesso allo scopo di ottenere la pace; vero è che in Ade era solo spirito, privo di un corpo terreno vero e proprio, ma il concetto era lo stesso: Athena doveva trionfare e lui, ora, doveva trovare la forza di rialzarsi, nonostante le ferite e la stanchezza, doveva rendere suo fratello orgoglioso di lui e delle sue azioni.
 
Qualcuno venne in suo aiuto…
 
Tutti sentirono il caldo cosmo di Afrodite avvolgere il corpo di Micene per tentare di riportarlo alla realtà, per aiutarlo a reagire e combattere; Micene, nell’oblio in cui era caduto, sorrise e ringraziò la Dea amica per il supporto che stava ricevendo. Per lui era come tornare indietro nel tempo quando, durante i lunghi anni di addestramento, sentiva il cosmo di Athena sostenerlo e spronarlo a non arrendersi mai. Ora Samia non gli stava parlando, ma stava utilizzando molta della sua energia per dargli man forte e restituirgli un po’ di forza.
 
I Cavalieri d’Oro presenti a Olimpia, compresi Kanon e Saga che stavano già affrontando il loro avversario, si fermarono per qualche secondo, consapevoli del grande aiuto che giungeva inaspettato da Atene, e ringraziando la loro amica per il sacrificio che stava compiendo.
 
  ***
 
Eowyn si alzò di scatto quando il cosmo di Afrodite si espanse a tal punto da essere riconosciuto a occhi chiusi; sapeva che l’amica stava correndo un grosso rischio, ma era certa che Shaka la stava aiutando in tutti i modi possibili, proteggendo la loro bambina con il proprio cosmo e permettendo a Samia di utilizzare quello della Dea.
Il senso di colpa che provava per non essere in grado di sostituirla, però, gravava sulla sua coscienza come un enorme macigno, lasciandola priva di ogni fiducia in sé stessa.
 
Ares poteva sentire ciò che lei stava provando, questo era poco ma sicuro, e di certo si stava divertendo tantissimo a vederla demotivata a tal punto; non la stava guardando, ormai non lo faceva da diversi minuti, e di questo gli era decisamente grata, ma la tranquillità era giunta al termine.
All’improvviso Eowyn sentì svanire la barriera che la teneva imprigionata; Ares aveva ripreso a fissarla nuovamente con sguardo glaciale ma divertito allo stesso tempo…
 
“Mi divertirò di più se sarai libera di muoverti, anche perché ci vorrà del tempo prima che il tuo adorato Cavaliere arrivi fin quassù, sempre che ci arrivi ovviamente!” le disse avvicinandosi.
 
“Arriverà…ne sono certa!”
 
“Probabilmente hai ragione, ma devo metterti al corrente di un piccolo particolare: gli avversari che incontreranno i tuoi amici, questa volta, non sono esattamente allo stesso livello dei guerrieri che avevo mandato al Santuario di Grecia! Sono molto più forti, sono combattenti sanguinari e violenti, come puoi sentire in questo momento da quello che sta succedendo al Cavaliere del Sagittario, quindi non so quanti di loro sopravvivranno! Sei sicura di non volere che tutto questo cessi immediatamente?”
 
“Arrendendomi a te? No! Preferisco affrontare io stessa queste bestie al tuo servizio!”
 
“Allora perché non inizi con l’affrontare me?” Ares sorrise sganciando il mantello e lasciandolo cadere a terra.
 
“Senza la tua armatura anche tu potresti essere vulnerabile…Ricordati che posso usare la folgore di Zeus!” Ares rise sguaiatamente alle sue parole, sbriciolando quel poco di sicurezza che ancora Eowyn possedeva. Cosa certa, però, era che non glielo avrebbe mai dimostrato!
 
“Allora cosa ne dici? Un po’ di allenamento?”
 
“Scordatelo…ti sconfiggerò quando sarà il momento giusto!” “Anche se non so ancora come farò…” aggiunse tra sé in preda all’ansia.
 
“Come vuoi! Nel frattempo, però, tu non ti allontanerai più da me!” le disse minaccioso.
Con un movimento impercettibile Ares si mosse ed Eowyn si ritrovò stretta al suo corpo, come se una colla invisibile li avesse congiunti. Non c’era modo di sottrarsi a quell’attrazione da parte sua involontaria, e le sembrò di impazzire…
 
  ***

Cratos osservò il corpo di Micene immobile e privo di forze abbandonato in mezzo alla polvere; il pugno era pronto per colpire ancora, infierendo sull’avversario senza pietà, senza rimorso e senza nessuna rimostranza.

 
“Che delusione! Nemmeno questo debole cosmo giunto in tuo soccorso è riuscito a ridarti un po’ di vita! Sei finito, Cavaliere dei mie stivali…”
 
Quando il colpo, carico di forza e decisamente quello definitivo, fece per colpire il petto del Cavaliere di Athena, la mano di Micene si alzò di scatto e lo bloccò senza difficoltà. Cratos rimase basito per qualche istante, immobile a fissare la sua grossa mano bloccata da quella decisamente più piccola del nemico.
Nessuno aveva mai visto lo sguardo di Micene carico di odio e disprezzo come si presentava in quel momento, forse solo Saga nei tempi che furono…
 
“Se non sei in grado di riconoscere un cosmo divino, carico di amore e gentilezza come quello della Dea Afrodite, sei uno stolto! Solo un guerriero di bassa categoria come te può sottovalutare il potere dell’amore e della fratellanza!”
 
“Io non sono un guerriero di bassa categoria, piccolo uomo di poca importanza! Io sono Cratos, la forza bruta, e te lo dimostrerò immediatamente!” Cratos rispose con grande rabbia alle parole di Micene e colpì nuovamente il terreno con il suo poderoso pugno.
 
Micene scattò verso l’alto, rinvigorito dal cosmo venuto in suo soccorso, e passò immediatamente al contrattacco utilizzando il suo colpo sacro.
I colpi lanciati alla velocità della luce disorientarono Cratos abbastanza velocemente, perché quest’ultimo era abituato a distruggere in breve tempo i propri avversari e non a tentare di difendersi schivando i loro colpi. Micene tentò di disorientarlo lanciando svariati colpi senza però centrarlo in pieno e la sua tattica riuscì in pieno. Non sapendo più da che parte iniziare a parare il Sacro Sagitter, non si avvide dell’ultimo colpo diretto a centrarlo in pieno. Il petto sembrò squarciarsi  e l’urlo di dolore riecheggiò a lungo nella radura.
 
Cratos rimase immobile al suolo, senza muoversi…privo di vita…
 
Micene lo osservò per lunghi istanti, sovrastandolo e chiedendosi come e quando un uomo dal potenziale tanto importante avesse ceduto alle lusinghe del male e delle tenebre. Perché gli Dei dovevano combattere tra loro in continuazione, senza lasciare l’umanità in pace, senza godere delle bellezze della pace e dell’armonia di convivere tutti quanti insieme?
Probabilmente non sarebbe mai stato in grado di rispondere a quella domanda, probabilmente non c’era una risposta, probabilmente agli Dei non interessava davvero la pace!
Alzò la testa per osservare il cielo e, lentamente, proseguì il suo cammino; una guerra alla volta, si disse, adesso era il turno di Ares!
 
  ***

“E così il tuo amico se l’è cavata, ma non grazie a te!” esclamò Ares deridendo Eowyn, dopo averla sentita trarre un sospiro di sollievo.

 
“Fosse stato per me sarei intervenuta con piacere, ma tu me lo hai impedito!”
 
“E ti impedirò ancora di farlo: non sarai tu a salvarli questo è poco ma sicuro”
 
“Sei un lurido verme!” per tutta risposta Ares accentuò la stretta intorno alla sua vita e si abbassò a livello del viso di Eowyn.
 
“Ti conviene stare zitta, o ti tapperò quella bella bocca che ti ritrovi!” Eowyn prese l’avvertimento sul serio e voltò il viso dalla parte opposta.
 
“Vediamo un po’ a chi tocca adesso” disse Ares concentrandosi.
 
Eowyn aprì gli occhi di scatto: aveva appena sentito esplodere un cosmo a lei molto caro. Iniziò a tremare impercettibilmente, ma Ares riusciva a sentirla lo stesso.
 
“Tieni molto a questo Cavaliere…” insinuò “…hai deciso che sarà il tuo amante, Divina Messaggera?” Eowyn lo fulminò con lo sguardo.
 
“E’ mio amico, ma cosa ne vuoi sapere tu dell’amicizia o di qualsiasi sentimento dolce esista nel cuore degli esseri umani? Tu sei un essere spregevole, capace di sottrarre al proprio fratello la donna a lui destinata! Non sei degno di essere adorato come un Dio, il tuo culto e i templi a te dedicati dovrebbero essere tutti quanti distrutti! Tu mi fai schifo e pagherai per tutto questo fosse anche l’ultima cosa che farò nella mia vita!” la rabbia di Eowyn esplose nonostante l’impossibilità di muoversi.
 
D’un tratto si ritrovò con la schiena appoggiata a una colonna, dolorante per il colpo subito ma con il cuore che le martellava nel petto; non era paura adesso, ma rabbia e disgusto per tutto quello che lei e i suoi amici erano costretti ad affrontare.
 
“Stai esagerando, ragazzina! Ti ho già avvertito una volta che faresti meglio a stare zitta!”
 
“Ammazzami ora così la facciamo finita una buona volta!”
 
“Non credere che non ne sia tentato, ma soffrirai ancora nella tua vita, come in passato! Vuoi iniziare adesso?” le chiese avvicinandosi al suo viso. Eowyn sostenne lo sguardo, provando al contempo una sorta di timore per quello che avrebbe potuto farle, ma lei era la Messaggera…Zeus aveva fiducia in lei e glielo aveva dimostrato donandole il suo potere, dandole la possibilità di cambiare le sorti del mondo e di costruirsi un futuro lontano dal dolore e dalla paura.
 
“Fa pure…” lo invitò sapendo che Ares non avrebbe perso tempo. E così fu.
 
Era diverso dal bacio di Milo: non c’era tenerezza, non c’era dolcezza e non c’era sentimento…e lei riuscì a restare immobile per tutta la sua durata.
 
“Vedo che stai imparando a non farti coinvolgere…t’insegnerò altro prima di ucciderti! Però adesso occupiamoci dei due fratellini!”
 
“Saga, Kanon…fate attenzione vi prego!” Eowyn chiuse gli occhi e si concentrò a dovere sullo scontro in atto.
 
 
***
 
Kanon si trovava a terra, con la schiena appoggiata a una grossa roccia; la smorfia di dolore che gli si poteva leggere negli occhi era causata da un profondo e lungo taglio sul braccio destro. Gli era quasi impossibile muoverlo perché, ad ogni piccolo spostamento, una fitta lancinante lo colpiva come una staffilata; il copri spalla era spezzato a metà, e il braccio completamente libero da protezione. Il colpo che quella donna dagli occhi di ghiaccio gli aveva inferto era stato così potente da ridurre in pezzi l’armatura al primo impatto. Nel momento stesso in cui si era ritrovato a terra, ferito, il cosmo di suo fratello era esploso.
 
Fratello…
 
Era da tanto tempo che lui e Saga non affrontavano una battaglia insieme e la situazione non era facile; l’ultima volta, contro Hades, avevano combattuto per la stessa causa, è vero, ma Kanon questo non lo sapeva in principio. Solo durante lo scontro con Radamantys, quando aveva percepito che Saga aveva bisogno dell’armatura dei Gemelli, aveva compreso quanto anche suo fratello era pentito per le azioni compiute in passato. Adesso era arrivato il momento per cambiare il futuro della Terra, per salvare di nuovo Athena e riportare la pace…insieme!
Osservò Saga di fronte alla donna che rappresentava il loro nemico: il Cavaliere di Gemini era serio, sul suo viso non si poteva leggere alcun sentimento, nessuna emozione.
 
“So chi sei…” disse rivolto alla donna.
 
“Illuminami allora!”
 
“Il tuo nome è Enio, sei sempre stata alleata di Ares…”
 
“Complimenti, sei istruito!”
 
“Non ho ancora finito: sei la Dea degli spargimenti di sangue, una donna crudele e violenta ma, per quanto nell’antichità Ares venisse adorato e idolatrato, nessuno ha mai innalzato un tempio in tuo onore o dato vita a una sorta di culto per te! Sei una divinità inferiore, cui nessuno fa caso da molto tempo…”
 
“Io…non sono un essere inferiore! La mia potenza è superiore alla tua e a quella di tuo fratello messe insieme, se non addirittura della vostra amata Dea Athena! Io combatto, uccido e distruggo solo per il piacere di farlo; amo la guerra e uccidere i miei avversari facendoli soffrire immensamente. Voi due sarete i prossimi a cadere sotto i miei colpi, tuo fratello ne ha già avuto un assaggio!”
 
“Questo lo vedremo!” Saga si strappò il mantello dalle spalle e lo gettò lontano da sé.
 
River ‘s Blood!” esclamò Enio prima che Saga potesse partire all’attacco.
 
Una serie di colpi velocissimi lo raggiunse alle gambe, ma Saga pareva non risentirne affatto; non sentiva dolore, ma qualcosa sembrava ribollire all’interno del suo corpo. Quel fiume di sangue era caldo, sembrava sangue vero e proprio e, poco alla volta, gli stava obnubilando la mente: tutto intorno a lui era buio, tenebra, niente e nessuno ostacolava il suo cammino verso l’ignoto.
Enio continuava a colpire, ferendolo in più punti, ma lui non vi faceva caso; nemmeno la voce di Kanon che tentava di riportarlo alla realtà aveva alcun effetto, poi qualcosa gli attraversò la mente: una voce dolce e amichevole che già una volta lo aveva riportato al presente, al suo dovere…e gli aveva chiesto aiuto! Adesso era lei che tentava di aiutare lui…Eowyn!
 
“Saga, ti prego…reagisci! Io non posso fare altro per aiutarti, ma tu ne hai le capacità! Usa la stessa tecnica…usala!” gli stava dicendo “Saga, aiutati e aiuta me a liberare la terra dall’ombra che ci sovrasta…”
 
All’improvviso fu sveglio. Fissò la donna di fronte a lui e, assumendo la sua conosciuta espressione maligna, sorrise.
 
Illusione del Re Diavolo!” per un attimo i suoi capelli assunsero la vecchia colorazione di quando era posseduto da Arles e i suoi occhi divennero rossi ma, appena lanciato il colpo, il suo corpo si rilassò e tornò alla normalità.
 
Enio fu centrata in pieno; d’istinto si portò le mani alla testa e tentò di liberarsi da quello che credeva di vedere: tutti coloro che aveva sterminato, interi popoli ed eserciti, le si facevano incontro per riservarle lo stesso trattamento che avevano subito. Già sentiva il dolore che il loro odio le provocava e si ritrovò a urlare disperata, inginocchiandosi.
Saga e Kanon la fissavano con intensità, speranzosi di aver quasi compiuto una parte della loro missione.
L’urlo di Enio si trasformò presto e il corpo della Dea era scosso da risa divertite.
 
“Davvero credevi che quel misero colpo potesse esserti utile per sconfiggermi? Sei davvero uno stolto se così fosse!”
 
Saga non si scompose minimamente, ma Kanon era preoccupato notando la posizione d’attacco che la donna aveva assunto.
 
“Saga…attento!” gli disse tentando di alzarsi, ma la perdita di sangue era stata copiosa e si sentiva debole.
 
Saga non lo guardò, ma aveva chiaramente sentito il suo avvertimento.
 
“Certo che non lo credevo sufficiente, non sono un Cavaliere alle prime armi e so riconoscere il valore di un avversario, per quanto maledetto questo sia! Adesso sei indebolita dalla ma illusione, anche se non te ne rendi conto…” e non le diede la possibilità di farlo…
 
Dimensione Oscura!” creò la nuova dimensione per la donna che aveva tentato di ucciderli e che si era meritata un viaggio infinito in uno spazio sconfinato e tutto per sé.
 
Enio venne scaraventata in aria, e il suo corpo non ricadde al suolo come per un qualsiasi altro colpo; svanì nel nulla per non farvi più ritorno.
 
Saga si voltò immediatamente verso il fratello, recuperò il mantello e si accinse a fasciargli la parte lesa per fermare la fuoriuscita di sangue.
 
“Grazie, fratello…” per tutta risposta Saga allungò la mano per aiutarlo a rialzarsi. Kanon si appoggiò a lui con il braccio sano e si trovò così alla sua altezza.
 
“Te la senti di continuare?” gli chiese.
 
“Non sarà un taglio a mettermi fuori gioco…”
 
“Strano, non mi era parso finora!”
 
“E’ stata tutta una finzione; volevo che fossi tu a divertirti un po’…” gli rispose Kanon sorridendo. Anche Saga sorrise.
 
“Certo, come no!” insieme si allontanarono dal luogo dello scontro in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri, soprattutto Saga che stava ringraziando mentalmente una certa ragazzina a lui ormai troppo cara.
 
 
Eowyn sorrise tra sé; fortunatamente stavano entrambi bene, o quasi, ma soprattutto erano vivi! Guardò Ares seduto sul trono al centro della stanza: niente! L’aver perso un'alleata così forte e a lui devota da millenni non sembrava scalfirlo minimamente; ormai Eowyn aveva capito che, anche volendo, non sarebbe stata in grado di evitare di parlare, nonostante i precedenti avvertimenti.
 
“Possibile che non t’importi nulla della sua scomparsa?” gli chiese.
 
“Si è lasciata sconfiggere come una dilettante! Non era degna di continuare questa guerra!”
 
“La conosci da sempre…perché non riesci a provare un minimo di compassione, almeno nei confronti di chi ha perso la vita per combattere un’assurda guerra che TU hai voluto? Perché?”
 
“E perché tu ti ostini a non pensare ai fatti tuoi?”
 
“Semplice: perché io ho un cuore e delle emozioni!”
 
“Se non vuoi che te lo strappi immediatamente quel tuo bel cuoricino faresti bene a stare zitta!” le disse con rabbia alzandosi.
 
“Allora non sei del tutto indifferente alla sua morte…lo sento!”
 
“Ma bene! Adesso sei anche sensitiva…e dimmi: che cosa senti?”
 
“Bhè…rabbia soprattutto!”
 
“Forse perché ho perso uno dei giocattolini con cui mi divertivo ogni tanto…”
 
“E’ già qualcosa!” gli rispose, tentando di sopraffare l’ansia che stava crescendo in lei.
 
“Vuoi forse sostituirla tu?”
 
“No! Ti ho già detto che non mi avrai mai, chiaro?”
 
“Qui le regole del gioco le faccio io, non tu!” Eowyn indietreggiò con passo svelto.
 
“Questo è l’ultimo avviso che ti do: taci oppure, quando arriveranno qui, i tuoi amici troveranno solamente il tuo cadavere…dopo che mi sarò divertito a dovere!”
 
“Non lo farai!” fu più forte di lei e parlò ancora.
 
“Lo hai voluto tu!” le disse sovrastandola in tutta la sua altezza.
 
Continua…


Ciao a tutti, finalmente il capitolo è sfornato, spero solo che sia cotto a puntino! Dunque che ne dite? Ovviamente io non posso fare a meno di cacciare nei guai le mie protagoniste, è più forte di me come per Eowyn stare zitta! Micene si è salvato (credevate davvero che avrei potuto farlo morire? Sia mai!!!!!!!!), Saga ha sconfitto Enio (ne siamo davvero sicuri? Mha...) e il prossimo non so proprio chi sarà...Si accettano scommesse! Come già accennato alla fine del capitolo precedente, non so in quante parti sarà divisa questa battaglia, ma penso che saranno almeno (e con almeno dico poco) quattro, per cui armatevi di pazienza mi raccomando e continuate a seguirmi!!!


sesshy94: lo so che vorresti aggiornamenti più frequenti, ma sai che non riesco a fare di meglio, soprattutto se voglio che il capitolo venga bene (almeno spero che vengano bene...) Visto che Micene non è morto? Però Eowyn è sempre più nei guai...mi sa che ha fatto un tantinello infuriare Ares...ops poveretta lei! Grazie mille per tutti i complimenti che mi lasci, mi emoziona sempre!!!! bacio alla prossima!!!!!


miloxcamus: lo so che siamo quasi alla fine e me ne dispiace (sarà per questo che tendo ad allungare la parte finale? non credo...XD ) Micene ne ha prese di santa ragione e Saga ci è andato vicino, Kanon ha giusto riportato uno sbercio di qualche centimetro...va bene così? Carissima come sempre grazie mille un super bacio ciaooooooo

Continuo ringraziando chi continua ad aggiungere la fanfic tra le preferite e tra le seguite e chi mi ha aggiunta tra gli autori preferiti...grazie mille davvero!!!!
Ora vi saluto, mi tocca la palestra con una estenuante lezione di step!!!
Baci a presto ciaoooooooooo

by anzy

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Capitolo 31
*** Capito Trentuno - In the Shadow (parte terza) ***


cap31 Capitolo Trenta – In the Shadow (parte terza)
 
Death Mask correva attraverso la fitta vegetazione da diversi minuti ormai; era tutto così strano: aveva la netta sensazione che qualcuno si stesse prendendo gioco di lui perché vedeva la fine del sentiero, ma questa non giungeva mai! Ricordò all’improvviso il giochetto che il Cavaliere di Gemini era solito tirare a coloro che osavano oltrepassare la soglia della Terza Casa, al Grande Tempio, senza il suo consenso: costoro si trovavano costretti a vagare all’infinito tra i corridoi del Tempio, oppure ad affrontare lo spettro di colui che lo custodiva. D’un tratto Death Mask si bloccò, conscio di aver appena fatto la figura dell’imbecille, per averci messo troppo a capire cosa stesse accadendo. Il suo nemico era lì da tempo, e chissà come si era divertito a osservarlo!
 
Rimase immobile, nell’attesa di sentir manifestarsi il cosmo del suo avversario. Non dovette attendere a lungo!
 
“Mi stavo giusto chiedendo quanto ancora avrei dovuto aspettare, prima che tu ti accorgessi del mio piccolo inganno!”
 
“Sono stato uno stolto, devo ammetterlo, ma non sottovalutare le mie capacità!” rispose Death, mantenendo la posizione immobile e gli occhi chiusi.
 
“Forse sei tu che ti sopravvaluti, in realtà”
 
“Chi sei?”
 
“Davvero non mi hai riconosciuto, Death Mask di Cancer? Eppure ho quasi ammazzato tre dei tuoi amici poco tempo fa…”
 
“Maledetto, tu sei Deimos!”
 
“Complimenti, non sei così stupido quanto sembra or dunque!”
 
“Preparati a morire…” lo avvertì Death iniziando a espandere il suo cosmo.
 
“Calma, Cavaliere! Non sono qui per combattere, ma solo per farti una proposta”
 
“E io non ho alcuna intenzione di ascoltarti!” l’espressione di Death Mask era truce, e carica di desiderio di distruzione.
 
“Invece lo farai perché potrebbe interessarti parecchio, vista la tua inclinazione alla violenza e alla barbarie” Death sembrò pensarci su.
 
“E va bene, sentiamo queste parole che potrebbero rallegrare la mia giornata!”
 
 
 
Eowyn era fermamente convinta di non riuscire a farla franca, dopo la provocazione che aveva lanciato ad Ares, ma di nuovo la fortuna fu dalla sua parte: la voce imperiosa di Era bloccò il Dio mentre questi si accingeva a farle del male,  e non solo fisico.
 
“Ti ho detto di non toccarla fino a quando il suo potere non sarà in mano nostra!” lo redarguì seriamente.
 
“Non l’avrei di certo uccisa!” replicò Ares.
 
“Osi contraddirmi?”
 
“No, madre…”
 
“Fa’ come ti ho detto: tienila con te, ma non la toccare! Quando tutto sarà finito, e noi saremo i padroni incontrastati della Terra, avrai il giocattolino tutto per te…” scomparve come era venuta, lasciando Ares ed Eowyn a fissarsi con astio.

"Paura  della mammina?" gli chiese.

"Piantala!" la redarguì.

"Perchè non ti ribelli a lei, eh?"

"Mia madre mi darà ciò che voglio, una volta conqlusasi la Guerra...e tu sarai il mio primo trofeo! Giuro solennemente che ti divertirai al mio fianco!" affermò sorridendo beffardamente.

"Ne dubito!"

"Non mi sfidare più: sto davvero perdendo la pazienza, ma il tuo gioco mi sta anche inziando a piacere..." finalmente riuscì a farla tacere.

Eowyn, recuperata un po’ di calma dopo qualche minuto, si concentrò sugli scontri che stavano avvenendo nelle vicinanze.

 
“Cosa vuole Deimos da Death Mask?” chiese con durezza.
 
“Non ci arrivi da sola?” le rispose con ironia Ares.
 
“No, di grazia!”
 
“Pensaci un po’: cosa può volere un Dio assetato di sangue, di guerre e distruzioni da un uomo altrettanto cinico e ricco di malvagità come il Cavaliere di Cancer?”
 
“Vuoi convincerlo a stare dalla tua parte? A tradire Athena e il Grande Tempio? Sei folle!”
 
“La folle sei tu se credi che non abbiamo le capacità per farlo!”
 
“Death non è più l’uomo malvagio che era una volta: è cambiato da quando Athena, nelle vesti di Saori Kido, lo ha perdonato e gli ha dato una seconda chance. Altrimenti perché si sarebbe sacrificato con gli altri Cavalieri d’Oro davanti al Muro del Pianto?”
 
“Non ti è mai passato per la testa che lo abbia fatto per convenienza?”
 
“Assolutamente no!”
 
“Staremo a vedere…” Ares si allontanò di qualche passo, avvicinandosi al trono.
 
“Cosa vuoi dire?” gli chiese seguendolo. L’unica risposta che ottenne fu un sorriso derisorio.
 
 
 
Death Mask fissò il suo avversario per un minuto che parve eterno.
 
“Le tue promesse sono vere? Mi darete ciò che hai appena detto? Non sembrate molto credibili…”
 
“Cosa te lo fa credere?”
 
“Forse il fatto che sei la divinizzazione del terrore che suscita la guerra, figlio del grande Dio della Guerra stessa?” la risata di Deimos non lo smosse.
 
“Sei perspicace Cavaliere, ma bando alle ciance…cosa rispondi alla proposta che ti ho fatto?”
 
“Cosa vuoi che risponda? Accetto più che volentieri!”
 
“Non sei forse stato troppo veloce ad accettare?” Deimos incrociò le braccia al petto e lo fissò seriamente.
 
“Quale stolto non afferrerebbe al volo un’occasione simile?”
 
“Dopotutto hai ragione anche tu! Siamo attesi al Tempio, adesso…”
 
“Dopo di te, fai strada” Death Mask s’inchinò di fronte al suo nuovo…padrone.
 
 

Milo e Camus arrivarono a un bivio: la strada proseguiva in due direzioni completamente opposte, ma a vista d’occhio sembrava si ricongiungessero sotto la scalinata che portava al Tempio di Ares, da Eowyn.

Il cambiamento improvviso di un cosmo, diventato oscuro, li lasciò interdetti.
 
“Che cosa credi sia successo?” chiese Milo visibilmente preoccupato per la situazione.
 
“Un cosmo a noi prima alleato è ormai cambiato, passato sotto il controllo nemico, ma non capisco se per volontà  di chi lo possiede o caduto in balia del male…” Camus sì concentrò nel tentativo di stabilire un qualche contatto, ma fu tutto inutile. Le sue capacità non arrivavano a tanto!
 
“Non si tratta di Eowyn, questo è certo, ma allora di chi? Saga? No, Saga è ancora dalla nostra parte, non tradirebbe Athena per l’ennesima volta, e a questo punto direi che non tradirebbe nemmeno la Messaggera…” tentò di ragionare Milo. Si era ormai reso conto dei sentimenti di Saga nei confronti di Eowyn, ma quest volta c'era prima lui!
 
“Resta un’unica persona, qui con noi, a poter essere passato nuovamente dalla parte del nemico…”
 
“Death Mask! Maledetto…” Milo avrebbe voluto affrontare subito l’ex compagno di battaglia ed eliminarlo una volta per tutte! Zeus gli aveva concesso di nuovo la sua fiducia, e lui alla prima occasione aveva compiuto un vile atto di tradimento. L’avrebbe pagata molto cara, questa volta!
 
“Credo sia giunto il momento di dividerci. La strada si ricongiunge laggiù, ma ho la netta sensazione che due diversi nemici ci attendano prima; per affrontare Ares dobbiamo sincerarci che tutti i suoi alleati siano resi innocui” tese la mano a Milo che la strinse con vigore.
 
“Che Athena vegli su di noi…” disse Milo. Camus annuì impercettibilmente e prese a correre nella direzione da lui scelta. Milo lo osservò per qualche secondo, ma l’imminente scontro lo rese irrequieto e si apprestò a seguire l'esempio dell’amico di sempre.
 
 
Saga camminava al fianco del fratello; entrambi con l’espressione seria e impegnata in una qualche elucubrazione mentale. Fu Kanon il primo a parlare e rompere così il pesante silenzio che si era venuto a creare.
 
“Lo hai sentito, vero?” chiese senza guardarlo. Saga si limitò ad annuire.
 
“E’ Death Mask!” continuò Kanon sempre più teso.
 
“Sì, è lui! Non mi aspettavo nulla di simile ovviamente, ma una cosa è certa: se è passato dalla parte del nemico, e oserà alzare un dito sulla Messaggera, sarò io stesso a eliminarlo…con le mie mani!”
 
“Sbaglio o ci hai messo troppa foga nell’affermarlo?” Kanon utilizzò un tono lievemente ironico per sdrammatizzare la situazione.
 
“Non capisco a cosa ti riferisci”
 
“Oh, sì che lo capisci! Ti conosco abbastanza bene, dopotutto siamo fratelli anche se non ci siamo rivolti la parola per molto tempo”
 
“E questo cosa c’entra? Non ti dà comunque il diritto di farmi determinate domande!”
 
“Vedo che ho colto nel segno…”
 
“Cosa vuoi sapere di preciso, Kanon?” gli chiese Saga spazientito.
 
“I tuoi sentimenti per la Messaggera!”
 
“Vai al sodo…Siamo amici, tutto qua!”
 
“Balle!”
 
“La vuoi smettere? Ti sembra il caso di parlare di questo ora? Abbiamo altro a cui pensare!”
 
“Va bene, ma così non fai altro che confermare i miei sospetti!”
 
Saga aumentò il passo, e si chiuse in un mutismo ferreo per evitare ulteriori domande indiscrete da parte di un fratello troppo impiccione. Era vero, però, che la preoccupazione di ciò che Death Mask avrebbe potuto fare a Eowyn, se davvero fosse passato dalla parte del nemico, era tanta! Ed era vero che lo avrebbe volentieri ammazzato subito…
 
 
Death arrivò all’ingresso del Tempio di Ares preceduto da Deimos; sul viso era ricomparsa la sua migliore espressione malvagia, quella che dava a intendere alle sue vittime che per loro era giunta la fine, e non vi era via di scampo. Eowyn era seduta a terra, con le spalle appoggiate su un lato del trono e , quando lo vide entrare, rimase a bocca aperta per lo stupore.
Si alzò lentamente; lo fissò tentando di sondare la sua mente, ma il male regnava intorno a lui e a niente valse ogni suo tentativo di capire cosa fosse successo senza rivolgergli la parola.
Con qualche passo in avanti si ritrovò di fronte al Cavaliere.
 
“Perché?” gli chiese soltanto.
 
“Perché cosa, Messaggera?” l’apostrofò con scherno e la vide sussultare lievemente.
 
“Perché sei passato dalla loro parte? Athena e Zeus…”
 
“Non me ne frega un cazzo di Athena e Zeus, sia chiaro! Io sto dalla parte del più forte, e in questa guerra sono loro i più forti!” le rispose indicando Ares e Deimos.
 
“Ma…” la interruppe afferrandole la testa con una mano e avvicinandosi al suo viso.
 
“Ma?” la incitò a continuare, ma Eowyn non riuscì a continuare la frase “Ma cosa? Athena e Zeus mi hanno dato fiducia e io li ripago così? Sia chiaro, era ora di liberarsi di quei due!”
 
“Sei ignobile, Cavaliere! Non sei più degno di portare l’Armatura del Cancro; mi chiedo solo il perché essa non si sia ancora staccata dal tuo corpo” Death aumentò la presa strappandole un piccolo gemito di dolore.
 
“Non hai ancora capito che anche l’Armatura del Cancro è malvagia? Ormai è impregnata del mio cosmo, non mi verrà mai più tolta! E adesso fatti da parte…” la strattono, spingendola di lato e lasciandola cadere a terra come uno straccio. La leggera veste che indossava le si arrotolò attorno al corpo lasciando scoperte una buona parte delle gambe.
 
Death s’incamminò per seguire Deimos all’interno del tempio, ma la voce cupa di Ares lo fermò.
 
“Ti sei appena preso una libertà per la quale saresti già morto, se non fosse che mi servono i tuoi poteri! Dovessi ancora azzardarti a toccarla anche solo con un dito ti faccio a pezzi: quella donna è mia e solo io ho il diritto di fare ciò che voglio di lei, chiaro?” gli intimò, soffermando lo sguardo sugli arti affusolati della giovane donna a terra che, accortasi della direzione del suo sguardo, si apprestò a coprire ciò che la stoffa aveva ormai rivelato.
 
“Chiaro, mio Signore…” fu la laconica risposta di Death Mask che continuò la sua strada, lasciando una Eowyn inebetita e un Ares parecchio disgustato per la presenza di un Cavaliere d’Oro all’interno del suo Tempio, nonostante questo si fosse ormai schierato dalla sua parte.
 
Ciò non toglieva, però, il dubbio che Cancer potesse anche fingere, ma l’espressione che portava dipinta in viso la diceva lunga sulle sue intenzioni…
 
Continua…


Buona sera e Happy Epifania!!! In questo giorno magnifico compio esattamente 29 anni, e ne manca uno per raggiungere gli 'enta', così ho deciso di scrivere e pubblicare un nuovo capitolo, sperando nel vostro perdono per il clamoroso ritardo...siate clementi!!!
Come avrete notato di certo, il capitolo non presenta combattimenti perchè un certo Cavaliere è passato dalla parte del nemico! Io fossi in lui scapperei a gambe levate e non mi farei piùvedere, voi che dite? Poi cos'altro...ormai è palese l'attrazione che Ares prova nei confronti di Eowyn in che, se non fosse il Dio della Guerra, non guasterebbe visto il gran bel pezzo di figliolo che è!
Spero vogliate davvero perdonarmi e avere un pò di pazienza, ma ho talmente tanti di quei progetti per la testa che non so più con cosa andare avanti...Passo ai ringraziementi e magari a scrivere un qualche capitoletto nuovo OK???

sesshy94: wow grazie per il Dea della scrittura, magari esistesse!!! Spero che il chap ti sia piaciuto, nonostante l'assenza di colpi di scena clamorosi...fammi sapere carissima ciao bacioooooooooooooooo

miloxcamus:nessun pestaggio in questo capitolo, ma è anche vero che Milo e Camus si sono diretti nella fossa dei leoni...Chi sarà il prossimo protagonista??? Bho??? Ciao amica e grazie come sempre ciaooooooo

Continuerò vita natural durante a ringraziare chi mi segue con tanta pazienza e chi si è affezionato alla fanfic, fantasmini compresi....alla prossima ciaoooooooo

by anzy

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Capitolo 32
*** Capitolo Trentuno - In the Shadow (parte quarta) ***


cap32 Piccola premessa: chiedo immensamente venia per non aver aggiornato da tanto tempo....spero di riuscire a farmi perdonare, e che qualcuno abbia ancora voglia di leggere la storia! Buona lettura...XD


Capitolo Trentuno – In the Shadow (parte quarta)

 
Eowyn fissava ormai da diversi minuti un punto indefinito davanti a sé; era immobile e pallida, quasi fosse una statua, mentre seguiva con molta attenzione ciò che stava accadendo all’uomo che ormai le aveva catturato il cuore. Sì, perché era proprio Milo quello che aveva incontrato il primo nemico, dopo essersi diviso da Camus; Eowyn maledisse per l’ennesima volta l’impossibilità di utilizzare il suo potere per aiutarlo, ma ripromise a sé stessa che, una volta finita la guerra, avrebbe dedicato a lui la maggior parte del tempo a lei disponibile…in tutti i sensi!
 
“Io non ci spererei troppo se fossi in te!” la voce di Ares, giunto senza il minimo rumore al suo fianco, la fece sussultare. Eowyn si voltò per osservare il viso diabolico del suo nemico.
 
“A cosa ti riferisci?” gli chiese stupita.
 
“Se davvero pensi di poterti concedere a lui, semmai doveste vincere, fatto del tutto improbabile, sei una sciocca…”
 
“Come fai a sapere cosa stavo pensando?”
 
“Ti devo ricordare che sono un Dio?”
 
“Certo che no! Non potrei mai dimenticare la tua malvagità e la tua sete di sangue e potere, ma non tutti gli Dei possono leggere il pensiero…”
 
“Questo lo dici tu! Comunque, tornando all’argomento, il caro Zeus non te lo ha mai detto?”
 
“Detto cosa?” gli chiese nuovamente Eowyn.
 
La Divina Messaggera non potrà mai giacere con un mortale, ma solo con noi esseri superiori, gli Dei!” lo shock si dipinse sul volto di Eowyn che si vide costretta a indietreggiare per cercare l’appoggio solido di una colonna alle sue spalle. Si lasciò scivolare a terra, le gambe abbandonate di lato e le mani appoggiate a terra. Fissò il pavimento dell’ingresso del Tempio con sguardo vitreo.
 
“Non è possibile…” sussurrò. La risata di Ares le confermò che, quanto appena appreso, era la pura e semplice verità.
 
“Ecco perché sarai mia, e soltanto mia!” Ares continuò a girare il coltello nella piaga mentre, avvicinatosi, si abbassò verso di lei e le prese il mento tra le dita, obbligandola a fissarlo negli occhi iniettati di piacere.
 
 
 
“Vieni fuori!” esclamò Milo, immobile di fianco a un grande albero. Il suo avversario, perché di colui si trattava, rise sommessamente applaudendo per la capacità del Cavaliere di Atena di percepire la sua presenza.
 
“Complimenti, Milo di Scorpio, sei stato molto attento ai segnali che ti ho mandato! Certo, se avessi usato maggiore impegno non mi avresti mai scoperto, ma ho voluto giocare un po’ con te inviandoti scorci del mio cosmo mano a mano che proseguivi nella tua corsa. Peccato che questa si fermi qui!”
 
“Ti consiglio di non sottovalutarmi troppo, Phobos!”
 
“Come vuoi, Cavaliere! Voglio mostrarti una cosa: se guardi verso la tua sinistra noterai un buco nel terreno a qualche metro di distanza; quella è la tua tomba, deve solo essere riempita con il tuo cadavere!”
 
“E’ più probabile che il cadavere che la riempirà sarà il tuo!” rispose Milo sorridendo appena. La battaglia era cominciata e il suo ultimo pensiero fu rivolto a lei, Eowyn, che lo attendeva e che pregava per la sua vittoria! Fu questo a dargli la carica per attaccare per primo, e fu questo il primo errore che commise…
 
 
 
Eowyn fissava esterrefatta la sguardo compiaciuto di Ares, tentando di scovarvi anche il più piccolo dubbio su ciò che stava affermando, ma non trovandovene la minima traccia.
D’un tratto il cosmo di Milo esplose in quasi tutto il suo potere, facendola sussultare per la sorpresa; Eowyn si concentrò per tentare di individuare il suo avversario ma, quando le fu chiaro chi fosse quest’ultimo, un brivido di terrore le percorse il corpo. Ares se ne rese conto e rise sommessamente.
 
“A quanto pare ti sei resa conto che il tuo amato Cavaliere non potrà mai sconfiggere mio figlio, un Dio, anche se con poteri inferiori ai miei!” le disse.
 
“Non dire assurdità! Milo è un ottimo guerriero e, seppur dovesse incontrare delle difficoltà, queste non lo abbatteranno di certo…” gli rispose per le rime.
 
“Sei troppo sicura delle sue capacità, ma seguiamo insieme la battaglia e vediamo come andrà a finire!” detto questo l’avvolse tra le sue braccia, costringendola a un contatto indesiderato, ma soprattutto ad assistere alla violenta battaglia che stava per avere luogo poco lontano da lì.
 
 
Milo attaccò Phobos con una furia selvaggia, tentando di sovrastarlo fisicamente, ma questi era molto più veloce di lui e in grado di schivare ogni pugno, sebbene portato alla velocità della luce. Phobos assomigliava molto ad Ares, soprattutto osservando con quanta malignità fissava il suo avversario, considerandolo non uno scorpione, ma una piccola formica da schiacciare. E quella era proprio la sua intenzione, nonostante sapesse fosse il padre a voler compiere quel massacro.
Quei minuti di attività fisica non potevano che fargli del bene, ma se ne stancò presto e decise di dare un piccolo assaggio al prode Cavaliere. Un pugno ben assestato alla bocca dello stomaco costrinse Milo a perdere l’equilibrio, piegandosi in due non tanto per il dolore riportato, quanto per la sorpresa.
Alzò lo sguardo per osservare il nemico, e sul suo viso lesse solo soddisfazione.
 
“Non credere di sconfiggermi con così poco…” gli disse.
 
“Sarebbe noioso se così fosse! So già che sarai un avversario piuttosto duro, forse, ma so anche con certezza che ti abbatterò in ogni caso, e che non vedrai mai più la tua bella Messaggera! Tra l’altro, ho un messaggio per te da parte del mio caro Padre: la Divina Messaggera ti ha messo al corrente che voi due non potrete mai consumare quello che vi ostinate a chiamare amore?”
 
“Di che accidente parli, si può sapere?” Milo era sul punto di perdere le staffe, ma si costrinse a stare calmo.
 
“Evidentemente non lo sai: quando Zeus, ai tempi che furono, creò la figura della Messaggera, impose a quest’ultima di non poter giacere, in qualsiasi caso, con i mortali e guarda caso tu sei proprio uno di essi, perciò la piccolina dovrà trovare soddisfazione solo con noi Divinità, ma non so con quanta benevolenza possa essere trattata, soprattutto dal Dio della Guerra…” lo stava destabilizzando, ne era certo.
 
“Menti!” lo accusò Milo. Aveva capito che contro Phobos avrebbe dovuto giocare d’astuzia, e non contare unicamente sul cosmo o sulla forza fisica.
 
“Assolutamente no, non potrei mai!”
 
Milo chiuse gli occhi e si concentrò.
 
“Non ti credo!” gli disse ancora, abbassando il tono della voce.
 
“Non essere così sconsolato, Cavaliere, ci sono decine di donne che sicuramente bramano per venire a letto con te, perché è di questo che si tratta giusto? Il sesso per voi mortali è una tentazione troppo forte, e la bella figura della nostra amica attira lo sguardo degli uomini, in fin dei conti ha attirato anche il tuo! Rassegnati, non te la potrai mai fare!”
 
“Ti sbagli!” Milo aprì gli occhi all’improvviso “Restriction” disse a bassa voce, fissando lo sguardo negli occhi di Phobos. Le onde concentriche del suo colpo avvolsero l’avversario, immobilizzandolo all’istante “Il mio scopo non è quello di intraprendere una relazione sessuale con la Messaggera, bensì di amarla e di donarle tutto ciò che ho, fosse questo anche solo il mio cuore”
 
“Sei…patetico!” esclamò Phobos, in difficoltà dopo essere stato avvolto dalle Onde di Scorpio “Tutti i mortali…lo sono! Per questo dovete…essere distrutti!”
 
“Ti assicuro che…ma cosa?” Milo interruppe la frase a metà, sorpreso come non mai di vedere il corpo di Phobos scosso dalle risa. Lo stava canzonando, sicuro di aver ottenuto il suo scopo.

“Stolto! Davvero credevi di essere riuscito a intrappolarmi nelle tue assurde onde?” il corpo di Phobos si mosse come se nulla fosse.

 
“Non è possibile! Nessuno finora, tranne Hyoga, era riuscito a sfuggire al mio colpo…”
 
“Ecco perché sei uno stolto! Ecco perché morirai tra poco…!”
 
“Questo lo dici tu!” esclamò Milo assumendo la posizione di difesa.
 
“Fear of Darkness!”
 
“Per il Sacro Scorpio!”
 
I colpi si scontrarono a metà strada tra i due avversari creando una situazione di parità, ma il colpo di Milo, a differenza di quello di Phobos, era un colpo volto alla difesa ed ebbe presto la peggio…
 
 
 
“No! Milo, no!” Eowyn tentò di staccarsi da Ares, ma questi la strinse ancora più a sé, sfiorandole con la mano la guancia.
 
“Lasciami, devo andare da lui…” gli chiese.
 
“E perché mai? Per rischiare di farti ammazzare nel tentativo di salvarlo?” le prese nuovamente il mento tra le dita, costringendola a fissarlo. Una lacrima abbandonò il suo posto e le bagnò la guancia.
 
“Forse posso aiutarti a non soffrire troppo” senza attendere repliche si abbassò catturandole le labbra in un bacio quasi violento che la vide irrigidirsi e tentare di lottare per sottrarsi a esso…
 
 
 
La luce azzurra che colpì Milo in pieno petto emanava un bagliore oscuro, sovrastato da scariche elettriche nere. Milo giaceva a terra, gli occhi chiusi in un espressione dolorosa; l’Armatura dello Scorpione sembrava intatta, ma all’improvviso diverse crepe si aprirono e vari pezzi della stessa rimasero sospesi qualche secondo per aria, per poi cadere a terra con un piccolo tonfo metallico. Il sangue iniziò a sgorgare dalla ferita, come un fiume che avesse rotto i suoi argini dopo giorni di pioggia continua.
 
“Peccato, è bastato un solo colpo a farti fuori! E’ una delusione vedere uno dei Cavalieri di Atena, temuto da tanti, cadere dopo un colpo così debole!” con un piccolo calcio mosse il corpo di Milo che rimase comunque immobile. Certo che ormai lo scontro fosse concluso, fece rotolare il corpo di Milo fino alla buca poco distante lasciandovelo cadere all’interno. Sadicamente, decise che avrebbe lasciato il corpo del suo avversario esposto alla luce del sole, come monito per chiunque dei suoi compagni si fosse avventurato fin lì per raggiungere il Tempio principale.
 
Soddisfatto del suo operato, Phobos si allontanò voltando le spalle alla buca, pensando che l’ira del padre non sarebbe stata poi tanto difficile da affrontare, considerato il fatto che aveva appena sconfitto uno dei nemici più temuti in quella battaglia…
 
 
Saga, Kanon e Micene, che si erano incontrati uscendo da un piccolo bosco, avvertirono contemporaneamente il cosmo di Milo diventare flebile come la fiamma di una candela ormai consumata, e tutti e tre non poterono fare a meno di pensare a ciò che stesse provando in quel preciso istante Eowyn.
Saga, in particolar modo, era consapevole che la ragazza non sarebbe stata in grado di superare la situazione da sola, senza l’aiuto di un amico che avrebbe potuto sostenerla in tutto e per tutto. E quell’amico era certo fosse lui, per quanto difficile sarebbe stato interpretare quel ruolo.
Era forse vero quello che Kanon pensava, ovvero che i suoi sentimenti non erano solamente fraterni, ma che avesse incominciato a provare qualcosa di più profondo nei suoi confronti? Era vero che lui, l’uomo che aveva tradito Atena e che si era sempre considerato un mostro, provasse ora i sentimenti che provano tutti gli esseri umani?
Ne avevano discusso finchè incontrarono Micene, quando lasciarono cadere il discorso, ma era sicuro che il fratello lo avrebbe ripreso il prima possibile.
In quel momento, sentiva che Eowyn si trovava sempre più vicina al pericolo, e sapeva che tutti quanti avrebbero dovuto muoversi per giungere in tempo a salvarla. Avrebbero pianto la scomparsa del un compagno quando la guerra avrebbe avuto fine…
 
 
Camus correva, correva e correva…
Stringeva i pugni per non dare libero sfogo alla pena che provava nel cuore, avendo avvertito la totale scomparsa del cosmo di Milo. Dal momento in cui il suo potere era esploso a quando si era estinto erano passati pochi minuti. Il suo avversario era stato nettamente più forte, o almeno più astuto! Era quello il punto debole di Milo: la sua avventatezza, la sicurezza di poter fare qualsiasi cosa senza riportarne le conseguenze, e la cocciutaggine di non soffermarsi a pensare alle conseguenze prima di agire.
 
Fu il primo ad arrivare al Tempio di Ares; la scalinata non era imponente come quella che attraversava le Dodici Case del Santuario di Atena, né tantomeno lunga. Fu in grado di notare le due figure sulla sommità, davanti all’ingresso. Li riconobbe all’istante: Ares, in tutta la sua divina maestosità, teneva tra le braccia una Eowyn evidentemente stremata; la stava baciando, non corrisposto! Il braccio sinistro di Eowyn pendeva lungo il fianco, e il  corpo della Messaggera era scosso da singhiozzi strazianti.
 
Camus non poteva tollerare una situazione simile: Milo era morto, ed era giunto il momento di mantenere fede alla promessa fatta prima di dividersi!
Avanzò lentamente, fino ad arrivare di fronte al Dio che, finalmente, interruppe il contatto con il corpo di Eowyn, lasciandola a terra priva di forza e volontà. Gli occhi della Messaggera erano spalancati, fissi verso l’alto, verso l’oscurità che ormai si estendeva a vista d’occhio, verso la fine del mondo…
 
A un cenno della testa di Ares, Death comparve alle sue spalle attirando su di sé lo sguardo glaciale del Cavaliere di Acquarius. Non erano necessarie parole da parte del Dio, e Death capì quello che doveva fare: si avvicinò a Eowyn e la sollevò da terra prendendola tra le braccia. Senza soffermarsi a guardare Camus, voltò loro le spalle e si addentrò nel Tempio.
Quando fu sicuro di essere completamente solo, abbassò lo sguardo sulla ragazza che sembrava lo stesse fissando senza però vederlo.
 
“Avanti Messaggera…è il momento di reagire, di combattere! Svegliati dal letargo e torna in te!” le disse senza troppe cerimonie, non ottenendo però alcuna risposta. La scosse leggermente, tentando di destarla dal suo sonno apparente, ma ancora nulla.
 
“Allora Messaggera…dobbiamo passare alle maniere forti?” le chiese lasciandole scivolare le gambe a terra, ma sostenendola per la vita con un braccio.
 
“Vediamo…” si disse, iniziando ad accarezzarle un braccio e risalendo piano verso la gola e il viso. Le passò la mano tra i capelli, catturandole la testa e obbligandola a “guardarlo”.

Avvicinò il viso a quello di Eowyn lentamente, sperando di darle uno scossone, ma non ottenne alcuna risposta se non quando sfiorò le labbra di lei con le proprie. Fu in quel momento che la mano di Eowyn scattò e si stampò sulla sua guancia, lasciando un evidente segno rosso.

 
“Era ora! Mi stavi costringendo a fare qualcosa che proprio non mi andava…” la redarguì.
 
“Si può sapere cosa ti è preso?” gli chiese rossa in viso.
 
“Ho provato a parlarti, ma non mi hai degnato di attenzione, così non mi è rimasto altro da fare che passare all’azione! Sai, non è che abbiamo molto tempo…”
 
“Tempo per cosa?” si limitò a chiedergli.
 
“Vuoi salvare la vita di Milo, o no?”
 
“Ma…”
 
“Niente ma, la sua anima non è in Ade…fidati di me, è ancora vivo! Tu puoi ancora aiutarlo, con un po’ di fortuna!”
 
“E cosa stiamo aspettando?”
 
“Che tu ti muova, accidenti!”
 
“Andiamo, fai strada!” lo incitò. Death sorrise e si limitò a prenderla per mano e iniziare a correre. Destinazione: la tomba fittizia di Milo! Death non sapeva come sarebbe andata a finire quella storia, insomma tradire un Dio non era mica poco! E un Dio di nome Ares, poi…
Avrebbe avuto tempo per pensarci quando Milo sarebbe tornato in forma, ma si ripromise di chiedere i danni al Compagno d’armi, in caso ne avesse riportati!
 
 
 
Camus non si era reso conto di nulla, come Ares del resto; il Cavaliere di Atena continuava a fissare con odio malcelato il Dio di fronte a lui.
 
“Non fare così, Cavaliere, non è il caso di darsi pena per così poco…” gli disse Ares.
 
“Non parlare, combatti e basta!” gli si rivolse Camus.
 
“Credi di essere in grado di sconfiggermi da solo?” gli chiese ancora Ares, sicuro di sé.
 
“Non è solo!” la voce di Saga provenne dalle spalle di Camus che, voltandosi, poté vederlo avanzare insieme a Kanon e Micene, tutti e tre avvolti dai loro splendenti cosmi dorati…
 
Continua…


Ok, è giunta l'ora delle scuse vere e proprie: in realtà non sono vere e proprie scusa, ma spiegazioni sul perchè non ho più scritto! Dunque...avete presente quand...puff...la fantasia vi viene strappata violentemente dal cervello? Ecco questo è il mio caso, o quasi: sapevo esattamente cosa volevo succedesse in questo capitolo, ma metterlo per iscritto è stata la prova più dura che abbia affrontato da quando ho intrapreso quest'avventura di fanwriter! Avevo come la sensazione che la storia non piacesse più, e questo mi ha destabilizzata parecchio, lasciandomi vari interrogativi a cui ancora adesso non so dare risposta. Spero vivamente di essere in grado di portare avanti la vicenda perchè a me personalmente piace e parecchio, ma non so se è così per voi!
Per questo motivo, e anche perchè ormai è passato troppo tempo, non risponderò alle ultime recensioni, ma non posso non ringraziare sesshy94, winnie343 e zamina per avermi lasciato il loro commento!!!
Per quanto riguarda l'evolversi della situazione, so che mi starete odiando per la quasi morte di Milo, non sapendo ovviamente se Eowyn sarà in grado di salvarlo o meno, ma qualcuno magari avrà tirato un sospiro di sollievo per il finto tradimento di Death, almeno nei confronti di Atena, anzi di Samia e Eowyn!!!!
Per ora è tutto, vi saluto, vi bacio e vi ringrazio fin d'ora se vi soffermerete a leggere il capitolo!!!
Grazie a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

by anzy
 

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Capitolo 33
*** Capitolo Trentadue - Il giuramento ***


cap33 Capitolo Trentadue – Il giuramento
 
“Samia…” Shaka trovò la ragazza ai piedi di uno dei due salici gemelli, nel suo angolo di paradiso, dove solo a lei nell’ultimo anno aveva concesso di entrare. Aveva la testa appoggiata alle ginocchia, a loro volta raccolte in petto; non gli rispose. Le si avvicinò e le appoggiò delicatamente una mano sulla spalla.
 
“Ehi!” la scosse leggermente. Samia alzò di poco la testa, per fissarlo con occhi gonfi di pianto e l’espressione triste di chi aveva appena perso qualcosa, o qualcuno, d’importante.
 
“Va tutto bene…” Shaka le sorrise, tentando di calmarla.
 
“Come fai a dire che va tutto bene? Milo è…”
 
“Vivo!” la precedette Shaka.
 
“Cosa?” gli chiese più stupita che mai.
 
“Hai capito bene: Milo è ancora vivo, malconcio ma vivo!”
 
“Il suo cosmo…” tentò di ribattere Samia.
 
“Il suo cosmo è molto debole, e la sua vita appesa a un filo sottile, ma sento che qualcuno sta correndo in suo soccorso” Samia ci pensò per qualche secondo.
 
“Eowyn?” Shaka annuì “E’ riuscita a eludere la sorveglianza di Ares?” chiese ancora.
 
“Sì, ma non so quanto possa durare”
 
“Come ha fatto da sola? No un momento…non è sola, vero? Death Mask ha finto di tradire il Santuario…in realtà ha fatto solo il doppio gioco!” intuì da sola “Shaka, dobbiamo aiutarli, non credo che ce la faranno da soli! Lo so che così dimostro poca fiducia nei loro confronti, ma ho un brutto presentimento!”
 
“No, Samia, non possiamo mandare nessun altro laggiù! Se attaccassero il Grande Tempio ci troveremmo in difficoltà questa volta! Sono certa che Camus, Saga, Kanon e Micene se la caveranno benissimo, come sono convinto che Milo riacquisterà le forze completamente”
 
“Come al solito hai ragione, ma non riesco a stare ferma qui e non fare nulla per aiutarli!”
 
“Tu stai proteggendo il Santuario di Atena al posto di Saori, e hai aiutato Micene nel momento di difficoltà! Adesso tocca alla Messaggera aiutare i suoi Cavalieri…perché in questo momento è lei che servono!”
 
“Va bene…” Samia si arrese facendosi abbracciare dal suo uomo che la cullò rassicurandola che tutto si sarebbe risolto presto, e per il meglio.
 
 
 
Death Mask correva, trascinandosi dietro una Eowyn per nulla affaticata, ma con dipinta in viso la più preoccupata delle espressioni; Milo era in fin di vita, e toccava a lei questa volta salvarlo. Il comportamento di Death Mask l’aveva stupita non poco: non era stata in grado di riconoscere il suo finto tradimento, probabilmente troppo presa da ciò che stava accadendo a lei stessa e ai suoi amici. Si rimproverò per la sua scarsa attenzione ai segnali che, era sicura, Death le aveva lanciato; se fossero riusciti a vincere quella guerra, il Cavaliere del Cancro avrebbe ricevuto non solo il suo encomio, ma anche maggiore rispetto da parte dei suo compagni, l’assoluzione definitiva per ciò che un tempo aveva fatto…
 
Giunsero nella piccola radura in cui giaceva Milo, ed Eowyn si fiondò letteralmente su di lui, prendendo il suo corpo tra le braccia e stringendolo a sé. Lo cullò come fosse un bambino, ma il ragazzo non sembrava nemmeno accorgersi della sua presenza: era pallido e un rivolo di sangue gli bagnava la tempia. Eowyn sapeva che quella non era l’unica ferita che aveva riportato, bensì l’unica visibile; le altre ferite erano sicuramente interne e l’unico modo per aiutarlo era accingere ai poteri che Zeus le aveva donato, ma non era sicura di sapere come fare. Alzò gli occhi su Death Mask.
 
“Non so se sono in grado di fare qualcosa…non saprei da dove cominciare!” gli disse.
 
“Quando hai affrontato Ares con la folgore  sapevi da dove cominciare?” le chiese di rimando lui.
 
“Bhè…no…”
 
“E allora? Provaci almeno!” la spronò.
 
“D’accordo” Eowyn chiuse gli occhi e si concentrò. Catturò nella sua mente le immagini dei giorni passati con Milo, il loro primo bacio, le loro litigate, ma anche i sentimenti che avevano scoperto provare l’uno per l’altra. Su questo punto si deconcentrò, consapevole che avrebbe dovuto distruggere quei sentimenti e che mai più avrebbe permesso al suo cuore di provarli, ma ora…ora aveva bisogno di loro per aiutare Milo.
 
Una flebile luce dorata si sprigionò dal suo corpo e avvolse entrambi; Eowyn comprese che era quello il potere dell’amore che Zeus le aveva concesso, ma sentiva che non era abbastanza forte per salvare il Cavaliere. Si concentrò maggiormente, ma nulla di più accadde.
 
“Non è possibile, non ce la faccio!” si lamentò.
 
“Non essere sciocca, riprovaci!” la rimproverò Death Mask.
 
“Non capisci, Cavaliere…non mi è possibile aiutarlo, Zeus stesso sta limitando i miei poteri, anche se non so come!”
 
“Però ne conosci il motivo…” le suggerì.
 
“Tu sai?” gli chiese stupita.
 
“Ho sentito ciò che Ares ti ha raccontato” le spiegò. Eowyn sembrava mortificata. Death si inginocchiò al suo fianco.
 
“Sai cosa accomuna noi Cavalieri di Athena, oltre al fatto di aver giurato di proteggere la nostra Dea? Spirito di sacrificio, Messaggera: per salvare Athena, o addirittura uno dei nostri compagni, ci siamo sempre sacrificati! Io un po’ meno degli altri, questo lo ammetto, ma è così che funziona…” Eowyn sembrò pensarci su qualche minuto.
 
“Hai ragione!” esclamò infine fissandolo con rinnovato sguardo combattivo. Alzò di scatto la testa al cielo.
 
“Zeus, Padre degli Dei, ascoltami ti prego! Concedimi la forza necessaria a salvare il Cavaliere di Scorpio, te ne prego…Obbedirò a ciò che hai stabilito per me: non concederò mai il mio amore a un mortale, sia esso un Cavaliere di Athena o un uomo qualunque! Sarà un Dio, chiunque tu voglia, ad avermi; è una promessa solenne, ma salvalo! Questa guerra non può essere vinta senza l’aiuto di tutti i Cavalieri!” mentre parlava al cielo, la luce intorno ai loro corpi divenne più intensa, ma Eowyn sembrava non farci caso.
 
“Zeus ascoltami, ti prego!” urlò le ultime parole con disperazione.
 
“Eowyn…no…” la voce flebile di Milo interruppe la sua preghiera.
 
“Milo, ti sei svegliato! Grazie, grazie, grazie…” lo abbracciò come se fosse l’ultima volta che avrebbe potuto farlo.
 
“Come ti senti, amico?” chiese Death sorridendo soddisfatto.
 
“Un po’ ammaccato, ma meglio…grazie a Eowyn!”
 
“No, grazie a Zeus! Io no ho fatto nulla”
 
“Le tue parole…” iniziò Milo.
 
“Sì” lo prevenne Eowyn ”hai sentito bene: io e te non staremo mai insieme” gli disse tristemente.
 
“Ho promesso: seguirò le istruzioni del Divino Padre, e tu non puoi impedirmelo!” senza aggiungere altro si chinò verso di lui e appoggiò le labbra sulle sue, lasciando scorrere le lacrime. Quando si staccò, Milo la fissò sbalordito.
 
“E questo che cos’era?” le chiese.
 
“Era un addio…” gli disse semplicemente.
 
Prima di poter ribattere, una voce alle loro spalle giunse inaspettata.
 
“Parole sante, cara Messaggera: quello era proprio un addio!” Phobos era dietro di loro, con il solito ghigno stampato in faccia.
 
Senza lasciare nessuna spiegazione, e cogliendo i tre del tutto impreparati, balzò verso di loro e afferrò Eowyn per la vita, allontanandola dai due Cavalieri.
 
“Lasciami immediatamente!” gli ordinò Eowyn.
 
“Davvero credi che prenderò ordini da te, dolcezza?” la canzonò Phobos che, con la sola pressione del dito alla base del collo dietro la nuca, le fece perdere i sensi. Milo tentò di rialzarsi, ma Phobos fu nuovamente più veloce e lanciò contro lui e Death Mask il suo micidiale colpo.
 
Quando la nube di fumo creatasi si diradò, Death stava aiutando Milo a reggersi in piedi, ma di Eowyn e Phobos non vi era traccia.
 
“Maledizione! Anche questa volta non sono stato in grado di aiutarla…” imprecò Milo.
 
“Non credo tu sia nelle condizioni adatte per fare qualcosa…”
 
“Non sottovalutarmi Death…mi sto già riprendendo!”
 
“Allora comincia a correre, salviamo la Messaggera e facciamola finita una volta per tutte con questa storia!” lo incitò Death. Milo non se lo fece ripetere una seconda volta, voltò le spalle all’amico e corse…corse per raggiungere e salvare colei che ormai non avrebbe più potuto fare a meno di amare.
 
 
 
“Samia ti ho già spiegato che non è possibile!” ribadì Shaka per la terza volta, mantenendo la calma come era solito fare.
 
“E io ti ho già detto che non lascerò Eowyn nei guai! E’ una mia amica, per non parlare di Milo e degli altri Cavalieri, e non posso tollerare di rimanere ferma qui con le mani in mano e far nulla…” gli rispose Samia, camminando avanti e indietro nella Sala del Trono alla Tredicesima Casa.
 
“Perché non vuoi capire che la tua presenza qui è indispensabile e che, probabilmente, il nemico sta attendendo con pazienza che le difese del Santuario si indeboliscano?”
 
“Non è vero che non lo capisco…” disse Samia appoggiandosi a una colonna e chiudendo gli occhi esasperata “…solo non credo che sia così! Il nemico è concentrato a Olimpia, dove si sta giocando il tutto e per tutto”
 
“Ed Era dove la metti?” le chiese sperando di coglierla impreparata.
 
“Era non è qui, avvertirei in ogni caso la sua presenza dal momento che ormai si è manifestata a noi! Sono certa che si sta godendo lo spettacolo, lasciando fare il gioco sporco ad Ares e i suoi scagnozzi!”
 
“Samia…sarebbe troppo pericoloso per te recarti a Olimpia, e io non ho alcuna intenzione di lasciarti andare lì da sola!” affermò Shaka più serio che mai.
 
“Non andrò da sola: verrà Kiki con me!”
 
“E tu credi che mi stia bene?”
 
“Deve starti bene! La tua presenza è necessaria qui; se si dovesse presentare un problema, Kiki mi teletrasporterà qui!”
 
“E se ciò non fosse possibile?”
 
“Allora penseremo al da farsi, ma solo nel qual caso qualcosa andasse storto!”
 
“A malincuore, allora, ti dico di andare, nonostante il mio parere contrario!”
 
“Grazie…” gli disse avvicinandosi e abbracciandolo con forza.
 
“Proteggi  te stessa e la nostra Dea, la nostra bambina…OK?” le chiese dopo averle deposto un delicato bacio a fior di labbra.
 
“D’accordo! Vado a cercare KIKI…vieni con me?” Shaka annuì e le si affiancò, ma nel suo cuore aleggiava la pena e lo sconforto.
 
“Non fare così…” gli disse Samia “…sento cosa stai provando, forse perché porto in grembo la futura Dea Atena, ma ti prego di non stare in pena, non mi succederà nulla!” per tutta risposta Shaka le passò un braccio attorno alle spalle e proseguì in silenzio.
 
 
Milo giunse ai piedi del Tempio dove i suo compagni tentavano in ogni modo di abbattere la barriera che avvolgeva il corpo di Ares. Avevano provato tutti i loro colpi migliori ma, a quanto pare, non erano serviti a nulla. Milo fissò il Dio con astio, ricambiato da uno sguardo carico di scherno.
 
“Dunque sei vivo, Cavaliere! Ti aspettavo…per invitarti a seguirmi, la Messaggera ci aspetta…” scomparve come se un alito di vento lo avesse appena disintegrato in piccolissimi frammenti, lasciando dietro di sé una scia rossa per aiutare il Cavaliere di Scorpio a capire dove fosse diretto.
Al suo posto, sorridenti e felici, Phobos e Deimos, erano pronti per l’ultima fase della Guerra che li avrebbe di certo visti vincitori.
 
“Milo, vengo con te…” gli disse Camus, ma l’amico gli fece cenno di no.
 
“Qui c’è bisogno di te, me la saprò cavare!”
 
“Fa attenzione!” lo esortò Camus.
 
“Vale anche per te…a presto!” Milo iniziò a correre, senza trovare ostacoli sul suo cammino.
 
 
Presto, molto presto, alle sue spalle si sarebbe scatenato l’inferno…
 
Continua...



Ecco il capitolo, come al solito in ritardo ahahahha! Bhè questa volta il pc mi ha giocato un brutto tiro ehhh sì! La connessione farlocca mi ha abbandonata, ma sono di nuovo qui con voi!!! Spero di avervi lasciato un pò di suspance....speriamo!!! Non mi dilungo con le solite chiacchiere per non annoiarvi e passo ai commenti!!! See you later....

Ai91: ci vorrà un pò per sapere se Ares verrà sconfitto, ma non tantissimo te lo prometto...probabilmente dopo le vacanze sarà tutto finito! Visto che Milo è vivo??? Baci bella ciaoooo;

winnie343: meno male che sei paziente, altrimenti addio!!! Cercherò di aggiornarmi anche sulle tue storie appena il tempo a mia disposizione me lo permetterà! Grazie per le belle parole sul cap precedente grazie davvero bacione!!!

sesshy94: tu lo sai che le mie storie sono sempre travagliate, altrimenti come farei a scrivere? Quindi i due piccioncini non so se e quando troveranno pace....Baci tesoro alla prossima e come sempre grazie di cuore!!!

Grazie a tutti!!!!!!!
by anzy


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Capitolo 34
*** Capitolo Trentatre - Triste vittoria ***


cap34 Capitolo Trentatre – Triste vittoria
 
Uno spesso strato di polvere aleggiava nell’aria, rendendo impossibile distinguere ciò che ci si poteva trovare di fronte, ma la cosa più opprimente era il silenzio: il nulla sembrava aver avvolto tutto ciò che si trovava a Olimpia qualche minuto prima, e inghiottito chiunque si fosse trovato nei paraggi.
Eowyn fissava il cielo, o almeno quello che lei credeva fosse il cielo: riusciva a distinguere con facilità la miriade di particelle che riempiva l’aria e rendeva difficile anche il più debole respiro. Tutto di fronte a lei aveva assunto un colore grigiastro, come una nebbia appartenente alle antiche e desolate lande delle leggende celtiche, ma quella era la realtà e non la fantasia anche se, se esistevano gli Dei dell’antica Grecia, era pur vero che potesse esistere tutto il resto…

 
Si sentiva debole e sapeva di essere ferita gravemente, anche se sul suo corpo non ve ne era alcuna traccia. Probabilmente si trattava di un’emorragia interna che presto le avrebbe tolto anche la minima traccia di lucidità che le fosse rimasta, ma prima voleva accertarsi che tutti stessero bene, soprattutto lui!
Si voltò verso destra: Samia giaceva a terra, apparentemente illesa anche se incosciente; le aveva fatto scudo con il suo corpo, quando tutto aveva iniziato a crollare loro addosso, proteggendola per evitare che rimanesse ferita o peggio. Eowyn era ancora in grado di percepire il cosmo di Afrodite, per cui si rasserenò al fatto che la sua amica stesse bene e che presto si sarebbe ripresa, ma lei non avrebbe più potuto salutarla…S’intristì al pensiero, ma questo era il suo destino: tornare a ricoprire il suo ruolo mitologico e lasciare che il tempo aiutasse le persone che l’avevano conosciuta a dimenticare, dimenticare chi e cosa era stata.

 
Un rumore a pochi passi di distanza la distrasse dai suoi tristi pensieri; si concentrò per ciò che poté per riconoscere il cosmo di chi le stava di fronte, ma la poca energia che le era rimasta glielo impedì. La “nebbia” si dissipò un poco, ed Eowyn vide una sagoma tirarsi su a sedere, appoggiare una mano a terra per sostenersi e portare l’altra alla testa, reprimendo un gemito di dolore. Immediatamente pensò che l’unico in grado di rialzarsi dopo un simile scontro non poteva che essere Ares, ma era anche certa di averlo visto scomparire sotto il micidiale colpo che lo aveva colpito in pieno petto. La figura riuscì a mettersi in ginocchio e poi in piedi: il cuore di Eowyn iniziò a battere più forte, riconoscendo colui a cui si era donato, l’uomo che l’aveva riportato alla vita e che era riuscito a strapparla dalla sua agonia, o quasi almeno!
Milo non indossava più il mantello, già stracciato in più punti durante lo scontro, e la sua armatura era par la maggior parte un’unica crepa, ma era vivo! E la stava cercando…un rivoletto di sangue gli colava dalla tempia, ma la ferita non sembrava grave, mentre il taglio sulla gamba necessitava di cure immediate.
Eowyn avrebbe voluto chiamarlo e poi alzarsi, ma al minimo cenno di movimento gemette di dolore, attirando nonostante tutto l’attenzione del Cavaliere.

 
Quando gli occhi di Milo si posarono sulla sua figura e incrociarono il suo sguardo e il debole sorriso, in essi Eowyn poté leggere un immediato sollievo, ma anche una subitanea preoccupazioni per le sue condizioni.
Zoppicando vistosamente le si fece incontro e le s’inginocchiò di fianco, prendendole la mano e portandosela alle labbra; lo sforzo di Eowyn per parlare fu evidente, ma la Messaggera riuscì ugualmente a rivolgergli la parola.

 
“Stai bene?” gli chiese. Al suo cenno di assenso continuò “Samia ha bisogno di essere condotta al Santuario! Cerca Kiki per favore…” Milo volse lo sguardo all’amica ancora priva di sensi, per poi riportarlo sulla sua donna.
“Anche tu hai bisogno di cure…” le disse.
“Per me non c’è più tempo” gli rispose.
 
“Non dire sciocchezze, tornerai più in forma di prima!”
 
“Milo ascoltami…”
 
“Eowyn…”
 
“Ti prego, è importante che tu capisca”
 
“Cosa devo capire?” le chiese allarmandosi. Una lacrima bagnò la guancia di Eowyn, ma nessuno dei due tentò di fermarla.
 
“Milo, ho giurato a Zeus che io e te non ci saremo amati…mai!”
 
“Lo so, ero presente…”
 
“Lasciami finire ti prego!” il tono di voce si fece disperato e Milo ammutolì “Sul mio corpo non si vedono ferite, ma in realtà le forze mi stanno lentamente abbandonando e tra pochi minuti io non sarò più qui con te, e non potrò essere riportata indietro come succede per voi Cavalieri. Zeus mi sta richiamando a sé, ma starò bene una volta giunta lànon ti devi preoccupare”
 
“Come puoi dire una cosa simile? Mi stai dicendo che morirai, qui e tra pochi minuti…” Milo aveva assunto un’espressione furente, simile a quella usata poco prima quando aveva preparato il colpo finale insieme a Camus e Shaka.
 
“Almeno non soffrirò più, e tu potrai riprendere la tua vita e incontrare una ragazza che sappia amarti per l’uomo meraviglioso che sei!”
 
“Smettila di dire queste stronzate!” le urlò contro, riprendendo a espandere il suo cosmo. Una mano si posò sulla sua spalla, cogliendolo impreparato e con le difese abbassate. Milo si voltò pronto a combattere ancora, ma si calmò quando riconobbe Camus e Saga, seri e concentrati sulle parole che avevano appena udito da Eowyn.
Camus spostò per qualche secondo lo sguardo da Eowyn a Samia, per poi riposarlo sul viso della Messaggera che ne approfittò per avanzare una richiesta.

 
“Camus, occupati tu di Samia per cortesia, ha bisogno di pace e tranquillità”
 
“Non è necessario!” Shaka intervenne nella discussione e si avvicinò ai compagni “ me ne occupo io…” prese Samia tra le braccia e si allontanò, ma prima riservò a Eowyn uno sguardo carico di gratitudine per aver salvato la vita della sua amata.
 
Milo tentò di imitare Shaka, prendendo Eowyn tra le braccia, ma la smorfia di dolore che ne seguì lo costrinse a desistere dal suo intento di aiutarla.
 
“Milo te l’ho detto non puoi fare nulla per me…io…è finita!” Milo la osservò senza replicare, poi volse lo sguardo verso i due compagni che erano rimasti con lui. Con rabbia lasciò la mano di Eowyn e si allontanò, seguito prontamente da Camus.
 
Saga ne approfittò per prendere il posto di Milo al fianco della Messaggera; la fissò con sguardo serio, ma esprimendo tutto il dolore per l’imminente perdita.
 
“E così ci stai lasciando…” le disse “…non avrei mai pensato che fossi tu a rimetterci in tutto questa storia!”
 
“Invece era proprio quello che doveva succedere: ho concluso la mia missione tra di voi e torno da dove sono venuta!”
 
“Questa è la divina Messaggera che parla non Eowyn, la ragazza che ha rubato più di un cuore con il suo carattere timido e battagliero allo stesso tempo, che ha rubato il mio di cuore…”
 
“Ti stai dichiarando Cavaliere?” gli chiese sorridendo.
 
“Sia chiaro: questa è una cosa che rimarrà tra di noi!”
 
“Per forza: sto morendo Saga!” a confermare queste parole Eowyn chiuse gli occhi per affrontare il dolore che la stava devastando. Saga avvertì che il momento era giunto e richiamò Milo vicino a lei. Milo ed Eowyn rimasero soli per gli ultimi istanti che restavano loro.
Con uno sforzo sovrumano Eowyn si spostò di poco e riuscì ad aiutare Milo a stringerla tra le braccia; il viso della Messaggera venne a contatto con il petto del Cavaliere di Scorpio. Il cuore di Milo era un treno in corsa...
 
“Milo” lo chiamò piano.
 
“Dimmi” le rispose altrettanto a bassa voce.
 
“Vivi…vivi per me, nel mio ricordo”
 
“Stai vaneggiando”
 
“Mai stata così seria te lo posso assicurare…”
 
“Vuoi sempre avere ragione eh? Anche in un momento come questo…”
 
“Devi sapere…che mi sono innamorata …di te…” gli disse in un soffio, chiudendo gli occhi per non riaprirli mai più. Milo avvertì il momento esatto in cui il cuore di Eowyn smise di battere, il momento in cui il proprio iniziò a sanguinare per la perdita subita. Odiò la vita che conduceva, che per l’ennesima volta gli aveva strappato una persona cara; odiò l’essere Cavaliere, perché la giustizia non aveva realmente trionfato nemmeno questa volta! L’aver sconfitto Ares e i suo sgherri non aveva che portato all’ennesimo dolore.
Come avrebbe fatto a sopportare tutto senza di lei? Come avrebbe continuato a vivere, accontentando la sua richiesta?
 
“Continuando come hai sempre fatto!” la voce di Mur lo distrasse dai suoi pensieri. Milo aveva avvertito la sua presenza alle spalle, ma non aveva accennato a rivolgergli la parola.
 
“Hai ragione Mur: andrò ovviamente avanti, non mi tirerò di certo indietro dai miei doveri, ma il vecchio Milo non esisterà più! Il vecchio Milo è morto con Eowyn…” abbassò lo sguardo sulla ragazza che sembrava dormire pacata e sorrise al pensiero di lei con indosso una lunga e leggera veste dalle tinte chiare, al fianco del padre degli Dei che lui si figurava come un uomo canuto, ma non per questo poco attraente. Eowyn fiera del ruolo di Messaggera…magari qualche volta avrebbe fatto visita al Santuario…
 
“No, Cavaliere di Scorpio: la Messaggera non tornerà al Grande Tempio di Grecia mai più! Avete infranto una delle leggi fondamentali del culto della Dea Athena, utilizzando il colpo proibito da lei stessa non una, ma ben due volte! La Terra dovrà affrontare molte insidie in futuro, e la pace dipenderà sempre da voi, per questo motivo non posso richiamare indietro i Cavalieri cui ho dato un’ulteriore possibilità di riscattarsi. Nonostante tutto meritate una punizione: la Messaggera aveva messo radice nei vostri cuori, soprattutto nel tuo, per questo motivo l’ho richiamata al mio fianco, il posto che ha occupato per secoli! Il suo ricordo albergherà per sempre in voi, come monito a non contravvenire mai più una legge fondamentale come il divieto di effettuare l'Athena Exlamation…Addio Cavalieri di Athena, o meglio arrivederci!” la voce di Zeus aveva raggiunto tutti i presenti, ma anche coloro che si trovavano ad Atene avevano ascoltato le sue parole di rimprovero e la conseguenza delle azioni intraprese dai compagni. Nessuno poteva recriminare su ciò che era successo, ma non potevano nemmeno negare il fatto che Eowyn ormai era entrata a far parte della “famiglia” e che la sua perdita avrebbe lasciato un’altra cicatrice che non si sarebbe rimarginata troppo presto.
 
Alle parole di Zeus seguì una luce abbagliante che avvolse il corpo di Eowyn; quando il bagliore si affievolì, Milo si ritrovò con le braccia vuote! Il corpo della ragazza era scomparso, lasciandolo disperatamente solo. Con lentezza si alzò da terra e raggiunse Saga e Camus che erano rimasti a osservare la scena da lontano senza fiatare. I tre ripresero il cammino verso il Santuario di Atene, dove la loro vita avrebbe ripreso a scorrere da dove era stata interrotta.
 
 
 
 
 
Le notti e i giorni si alternavano senza variazioni di sorta: allenamenti, allenamenti e ancora allenamenti, soprattutto per alcuni dei Cavalieri che di fare altro non ne volevano proprio sapere. Milo in primis non aveva alcun interesse se non quello di dimenticare la morsa che gli attanagliava il petto, la solitudine che aveva preso possesso della sua mente e che faticava a sradicare.
C’era una persona, però, che aveva cambiato radicalmente le proprie abitudini: Saga si allenava come tutti gli altri ma, se prima non aveva mai fatto più di tanto caso ad altre distrazioni quali il sesso, ora sembrava che questa occupazione fosse diventata indispensabile. Il titolo di latin lover del Santuario era passato poco alla volta da Milo a lui: era pur vero che il suo fascino non era da meno di quello del Cavaliere di Scorpio, ma le Sacerdotesse e le allieve di queste ultime sembravano attratte dall’ombrosità che lo caratterizzava. Una notte, due al massimo e via, avanti la prossima che avrebbe catturato la sua attenzione…
 
 
Saga aveva appena finito l’allenamento con Shaka, quando venne raggiunto da Kanon che gli si sedette di fianco su una delle scalinate dell’arena dei combattimenti. Era completamente sudato, ma anche così attirava l’attenzione di qualsiasi donna si trovasse nei paraggi.
 
“Ti consiglio una doccia fratello…puzzi!” Saga lo degnò solo di uno sguardo ironico.
 
“Cosa ti porta qui, Kanon?”
 
“Deve per forza volere qualcosa?”
 
“Sì”
 
“E va bene, lo ammetto! Sono preoccupato per te!”
 
“Tu? Preoccupato per me?”
 
“Esatto: sei cambiato, non fai che allenarti e concupire tutte le donne del Santuario”
 
“E cosa c’è di male in un po’ di sano sesso?”
 
“Un po’? Ma se ogni notte cambi compagna di avventura!”
 
“Dì un po’, sei diventato bacchettone?”
 
“Sono serissimo, Saga! Da quando Eowyn ci ha lasciati è come se tu avessi perso qualcosa, come se fossi andato con lei!”
 
“Ma di che cosa stai parlando, si può sapere?” gli chiese adirato, fissandolo serio.
 
“Siamo gemelli, Saga. Dimentichi forse che io posso percepire i tuoi stati d’animo? Per non parlare, poi, del fatto che so esattamente cosa provavi, o forse provi ancora, per la Messaggera. Tu ti sei innamorato di lei senza poterci fare nulla, e adesso non puoi dimenticare. Oppure non vuoi? Abbiamo utilizzato due colpi proibiti, ma quello che abbiamo creato io, te e Micene lo hai proposto tu e ti senti in colpa adesso…”
 
“Tu vaneggi, fratello!” Saga si alzò di scatto e gli voltò le spalle. La sua espressione era dura “Non pensare a me come a un rammollito dal cuore tenero! Ricordi chi sono? Sono colui che voleva Athena morta…”
 
“Te lo ripeto Saga: sei diverso in tutti i sensi…” Saga decise di non voler più ascoltare nulla e si allontanò, lasciando Kanon a sorridere per aver fatto pieno centro.
 
 
Samia entrò nell’Ottava Casa senza chiedere il permesso, attraversò l’atrio e si diresse verso l’appartamento privato; ormai era sua abitudine andare a controllare lo stato d’animo di Milo, fermarsi a chiacchierare con lui di qualsiasi cosa. Quel giorno erano esattamente cinque mesi che la battaglia contro Ares era terminata, una triste vittoria conquistata con il sacrificio di una persona a loro molto intima.
Samia ricordava costantemente ogni particolare della battaglia, da quando lei era giunta nell’ Heraion e vi aveva trovato Milo e Ares che si fronteggiavano con sguardi cupi. Eowyn era incatenata al muro e sembrava soffrire. Osservando meglio, Samia si era poi resa conto che le catene che le imprigionavano i polsi emanavano un forte calore e che la ragazza stava sudando copiosamente.
La scena la lasciava senza fiato ogni volta che vi ripensava…
 
“Samia…” la chiamò Milo distraendola dai suoi pensieri.
 
“Ciao Milo” lo salutò sospirando e sedendosi sul divano.
 
“Sei stanca?”
 
“Solo affaticata…la futura Dea scalcia un po’” Milo sorrise, ma si fece subito serio.
 
“Lo sai che giorno è oggi vero?" Le chiese.
 
“E perché sarei qui altrimenti?”
 
“Perché non puoi fare a meno di me?” le suggerì ironico.
 
“Simpatico! No, lo sai che solo insieme a te sono in grado di pensare a lei come se fosse ancora qui. E ricordare mi fa bene, come fa bene anche a te. Mi aiuta a far diminuire il senso di colpa, anche se non scomparirà mai del tutto”
 
“Te l’ho già detto tante volte: tu non hai colpe!”
 
“Ah no? Se non fossi stata così testarda da voler venire a tutti i costi a Olimpia, Ares non avrebbe tentato di prendermi di nuovo e tu, Camus e Shaka non avreste dovuto decidere di abbatterlo con l’Athena Exlamation! Ricordo perfettamente lo shock che ho provato vedendovi assumere la posizione per preparare il colpo. Il boato che ne è conseguito, la luce abbagliante e il Tempio che ha preso a tremare…” Samia represse un brivido.
 
“Siamo noi a doverci sentire in colpa, lo sai! Non mi ero reso conto che Eowyn si era liberata, anche se a fatica, e l’ultimo sforzo l’ha fatto per mettere in salvo te dalla nostra pazzia! Mi chiedo se arriverà mai il giorno in cui non ci sentiremo più così, ma ne dubito”
 
“Promettiamoci di uscire da questa situazione; non dico di dimenticarla, ma di riuscire ad andare avanti..insieme! Cosa ne dici?”
 
“A me sta bene” le rispose alzando le spalle, ma dentro di sé sapeva che avrebbe tenuto il ricordo di Eowyn per sempre….

Continua…



Ecco qua il penultimo capitolo...adesso sono pronta a ricevere gli insulti più svariati: ho fatto morire la protagonista!!!!!!!!!!!!! So che speravate di vedere un happy end come al solito, ma questo non lo è...solo che ho scritto che è il penultimo capitolo, e chi lo sa cosa succederà nel prossimo??? Siete curiosi? e non vi resta che leggere!!!
Forse vi aspettavate anche un resoconto dettagliato della battaglia, ama mi ero stancata di quell'andamento e ho deciso di lasciarvelo intuire a pezzi, mentre i protagonisti ricordano o ne parlano, cosa ne dite? Mi raccomando fatemi sapere OK???


winnie343: nemmeno questa volta hai dovuto attendere troppo visto? Scorpio ha dovuto affrontare niente popò di meno che la morte di Eowyn...te lo saresti mai aspettata? Mi fa sempre piacere leggere  i tuoi commenti grazie bacioooooooooo

sesshy94: ops le minacce non sono servite...la storia non si sta concludendo benissimo!!!! Spero ti sia piaciuto lo stesso il capitolo fammi sapere kisssssssssssss

Ai91: Eowyn  è morta e tu mi starai maledicendo alla grande, ma ormai mi conosci no? Detto questo detto tutto!!! Ciao belllaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

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Capitolo 35
*** Epilogo - Written in the Stars ***


cap35 Epilogo – Written in the Stars
 
I due mesi successivi alla promessa che Milo e Samia si erano scambiati a proposito di riuscire ad andare avanti passarono in un lampo, e la gravidanza di Samia era ormai quasi al termine. Sostanzialmente la routine giornaliera della futura mamma non era molto cambiata, se non nella sedentarietà: dalla Sesta Casa non era facile per lei raggiungere i piedi del Santuario o il  Tredicesimo Tempio, per cui Samia attendeva pazientemente che fossero gli altri a farle visita. Per fortuna i Cavalieri erano parecchi e quindi la noia le teneva compagnia solo per brevi periodi della giornata, fino a pochi giorni prima quando, al rientro di coloro che erano stati inviati in missione, si era stabilito che quel giorno si sarebbe tenuta una riunione consultativa, e nessuno era ancora passato a salutarla…
 
Dopo le parole di Zeus in merito ai pericoli che la Terra avrebbe corso in futuro, diversi Cavalieri, d’Oro e non, erano stati inviati nei più sparati luoghi per captare una qualsiasi forma di energia negativa che potesse destare sospetto. All’appello mancavano Aldebaran, Death Mask e Ioria che, per l’appunto, erano tornati da qualche giorno.
Solo i Cavalieri di Bronzo non si trovavano al Santuario: avevano ottenuto, anzi avevano ricevuto l’ordine di allontanarsi per risolvere le loro questioni personali che, al momento, li rendevano inutili in qualsiasi battaglia.
Fu così che Seiya raggiunse Saori che, a sua volta, da Nuova Luxor si era trasferita a Tokyo per prendere in mano le redini della Fondazione Kido e diventare, così, a tutti gli effetti una ragazza che poteva vivere una vita “quasi” normale. Seiya sapeva che, se fosse stato necessario, avrebbe dovuto far ritorno al Santuario e prendere parte alle future battaglie, proprio come faceva Shiryu, ma avrebbe comunque provato a vivere un’esistenza serena con la giovane ereditiera.
Shiryu tornò come suo solito ai Cinque Picchi, fino a quando il destino glielo avesse concesso, dove scoprì che ben presto Shunrei avrebbe messo al mondo suo figlio.
Ikki e Shun partirono per un lungo viaggio in Sudamerica, su consiglio di Shaka e Mur, per tentare di ricostruire il rapporto fraterno che li aveva sempre legati e che, dopo lo scontro con Hades, li aveva visti mano a mano allontanarsi fino a non riconoscersi più come una famiglia.
Hyoga, infine, tornò in Siberia dove venne ben presto raggiunto da Flare, e dove cominciò ad allenare giovani aspiranti Cavalieri che un giorno avrebbero preso il suo posto e quello di Camus.
 
Era al Santuario che tutto si era fermato alla morte di Eowyn; Samia forse era l’unica a essere riuscita a superare la cosa, distratta dalla piccola Dea che cresceva dentro di lei, o più probabilmente per il semplice fatto che si era resa conto che l’amica non avrebbe voluto vederli in quelle condizioni.
Milo, dal canto suo, si era creato una maschera che indossava quando era in compagnia di qualcuno, ma che gettava via quando si trovava da solo; aveva conosciuto molte ragazze, alcune di esse lo avevano apertamente invitato nel loro letto, ma galantemente lui aveva rifiutato, nonostante l’avvenenza di quelle creature. Camus sosteneva al meglio il suo migliore amico, ma era facile accettare questo nuovo lato del suo carattere: Eowyn aveva messo radici talmente profonde nel cuore di Milo, che sradicarle sarebbe stato difficile, se non impossibile, sempre che Milo stesso glielo avesse permesso.
E che dire di Saga? Kanon, dopo tanto insistere…e alcool a volontà, era riuscito a fargli ammettere che si era innamorato della Messaggera ma che, se lei fosse stata ancora viva, non avrebbe mai interferito con i suoi sentimenti, lasciandola libera di amare chi volesse. Sotto minaccia di morte, però, Kanon fu costretto a giurare di non rivelare mai ciò che il gemello gli aveva confidato, e lasciò che Saga dimenticasse Eowyn come meglio credeva, ovvero tra le braccia di altre donne!
 
Samia si sentiva particolarmente stanca quel giorno, la posizione della bambina sembrava ormai quella definitiva quindi era chiaro che mancasse davvero poco al parto; per fortuna quel giorno Aldebaran aveva deciso di portare con sé Aaron alla riunione alla Tredicesima, chiedendo a Shaka di accompagnarlo per poi occuparsene personalmente tutto il giorno. Samia, grata del silenzio che regnava alla Sesta, si sdraiò sul letto, addormentandosi appena ebbe appoggiato la testa sul cuscino.
Il suo sonno, però,durò poco e non fu tranquillo come sperava: sogno Eowyn, dopo tanto tempo che non accadeva, e sognò il momento in cui l’amica l’aveva spinta lontano per evitare che una colonna le cadesse addosso. Si svegliò di soprassalto, avvertendo una tensione al basso ventre e accorgendosi, con sgomento, di essersi bagnata.
 
“Oh santo cielo…sono entrata in travaglio…” si disse ”… e proprio adesso che sono sola!” Si alzò a fatica con l’intenzione di raggiungere la Tredicesima Casa, con la convinzione che, essendo appena cominciate, le doglie non sarebbero state né ravvicinate né tantomeno dolorose.
 
Si sbagliò su tutti i fronti…
 
Aveva appena cominciato a salire le scale che una contrazione le tolse il fiato e la costrinse a sedersi e a respirare a fondo.
 
“Calmati Samia…non sei la prima e nemmeno l’ultima donna che sta per mettere al mondo un figlio” si disse per tentare di rassicurarsi, ma poi fece una smorfia ironica “…come se tutte le donne del mondo dessero alla luce la Dea Athena!” esclamò.
 
“Posso essere d’aiuto?” una voce femminile a lei nota la distrasse momentaneamente dai suoi problemi. Quando Samia alzò lo sguardo al volto della nuova arrivata rimase senza fiato per qualche secondo, sbigottita e sorpresa da ciò che stava osservando.
 
“E…Eowyn…” riuscì a dire appena fu in grado di parlare.
 
“Come, scusa?” le chiese la giovane.
 
“Sei…sei qui, non sei…morta!”
 
“Forse ti stai confondendo…” le suggerì “Il mio nome è Julie!” Samia avrebbe voluto replicare, ma una seconda contrazione le tolse nuovamente il respiro. Si portò una mano alla pancia e chiuse gli occhi per concentrarsi.
 
“A giudicare dal tempo trascorso tra una contrazione e l’altra, direi che ci siamo quasi! Vieni, ti aiuto a rientrare in casa…” Julie le tese la mano e Samia non poté fare altro che accettare l’aiuto offertole.
 
“Aspetta, devo far sapere a S…”
 
“Non ti preoccupare: il Nobile Shaka sta arrivando!” le rispose Julie interrompendola. Samia si voltò di scatto verso di lei con gli occhi sbarrati per la sorpresa.
 
“Come fai a sapere il nome di Shaka, e quale sia il suo rango?” Julie parve ella stessa confusa per ciò che aveva appena detto.
 
“Non lo so, non ne ho la più pallida idea” mormorò accingendosi a entrare in casa. Samia non fu più in grado di chiederle nulla perché ormai i dolori si stavano facendo via via più forti.
 
“Rimani qui e cerca di calmarti, io ti preparo qualcosa di fresco da bere, va bene?” le propose Julie dopo averla aiutata a sdraiarsi di nuovo sul letto. Non impiegò molto a preparare una semplice limonata fresca così, dopo appena cinque minuti di attesa, Samia la vide ritornare.
 
Julie si sedette al suo fianco, prendendole la mano nel tentativo di rassicurarla, ma il gesto, unito al sorriso che ne seguì, non fece altro che agitare Samia maggiormente: quella ragazza era Eowyn, ne era sicura…Il sorriso gentile con cui la stava guardando in quel momento era la prova che la sua amica era tornata tra loro, anche se, a quanto pare, non era cosciente di ciò.
Un rumore alla porta le fece voltare entrambe e Shaka entrò nella stanza rivelando quanto fosse in subbuglio il suo animo; il Cavaliere di Virgo si bloccò di fronte alla presenza di Julie. La fissò per una manciata di secondi, senza battere ciglio.
 
“Eowyn?” le chiese infine.
 
“No, mi chiamo Julie e ho aiutato Samia a rientrare in casa quando sono cominciate le doglie” gli rispose.
 
“Io non ti ho detto il mio nome!” riuscì a esclamare Samia dal letto.
 
“E’ vero, ma…è come se lo avessi già saputo, ancor prima di incontrarti!” Shaka e Samia non poterono ascoltarla perché, in quel momento, l’ennesima contrazione li colse di sorpresa. Di lì a qualche secondo il medico che avrebbe guidato Samia nel parto entrò e Julie ne approfittò per uscire inosservata dalla stanza.
 
Avviandosi verso la cucina Julie udì un paio di voci maschili e, tentando di passare inosservata, decise di cambiare strada e passare per il soggiorno, ma il destino volle che anche gli altri due occupanti scegliessero quella stanza per attendere il lieto evento.
Quando Julie e Milo si ritrovarono l’una di fronte all’altro il tempo sembrò fermarsi: a entrambi parve di essere sospesi per aria, con niente e nessuno attorno a loro, catapultati in una dimensione diversa a quella terrena.
La magia durò meno di un minuto perché un rumore proveniente dalla stanza di Samia li distrasse.
Milo fece per aprire bocca chiamando Julie, ma lei lo prevenne e scosse il capo.
 
“Non mi chiamo Eowyn! Il mio nome è Julie e…”
 
“Chi accidenti saresti allora? E perché sei uguale a Eowyn?” scattò Milo adirato per l’atteggiamento leggero della ragazza. Com’era possibile che non fosse lei? Erano identiche in ogni aspetto, almeno fisicamente…
 
“Te l’ho detto: mi chiamo Julie e sono venuta qui con la compagnia teatrale che metterà in scena l’Edipo. Siamo arrivati questa mattina…”
 
“Cosa diavolo ci fai in questa zona del Santuario?” la interruppe di nuovo Milo suscitando, questa volta, un’espressione di disappunto sul volto di Julie che gli ricordarono maggiormente la sua Eowyn.
 
“Visto che non mi lasci parlare è inutile che io ci provi anche solo a spiegartelo, no? Vi saluto, tornerò per sapere come sta Samia…e la bambina…” aggiunse le ultime parole stupendosi nuovamente di essere a conoscenza di qualcosa che in realtà non avrebbe dovuto sapere.
 
Julie si mosse per oltrepassare Milo e Camus ma, quando passò vicino a Milo, quest’ultimo le afferrò il braccio costringendola a guardarlo in viso a distanza ravvicinata.
 
“Dove credi di andare?” le chiese minaccioso. Fu in quel momento che successe.
 
Julie credette di essere stata catturata da un ciclone: tutto vorticava intorno a lei, immagini sfocate e voci lontane, fino a quando tutto si fece nitido e, con vari flash, si rese conto di chi era realmente o, almeno, di chi fosse stata fino a qualche mese prima. Vide Eowyn, o meglio sé stessa, combattere contro un uomo dallo sguardo malvagio, litigare e fare la pace con Milo e poi…infine vide la sua morte. I sentimenti sopiti dentro di lei riaffiorarono all’improvviso, ma ciò fu uno shock più che altro: perché aveva due identità, perché era stata rimandata al Santuario se la punizione era quella di tenerne separati gli abitanti dalla sua persona? Perché?
Con uno strattone si liberò dalla presa di Milo e, fissandolo con le lacrime agli occhi, scosse lentamente la testa.
 
“Eowyn…” la chiamò dolcemente Milo.
 
“No…non chiamarmi così! I-io non so più chi sono, p-perché sono qui…” lasciò scorrere le lacrime liberamente, ma si scostò quando Milo tentò di abbracciarla.
 
“Devo pensare, devo stare da sola…” disse Eowyn abbassando lo sguardo, come per scusarsi.
 
“Assolutamente no!” questa volta Milo fu più veloce e la strinse forte a sé, convincendo così Camus a lasciare la stanza per donargli un po’ di privacy “Fin troppo a lungo ho atteso questo momento, sperando e sognando che accadesse realmente! Ti ho lasciata andare una volta, non succederà più…te lo prometto!” furono quelle parole a sciogliere le ultime rimostranze di Eowyn che si abbandonò completamente tra le forti braccia di Milo, pronta a lasciarsi amare completamente questa volta.
 
Dopo un paio di minuti stretti in quell’abbraccio, Milo l’allontanò leggermente da sé, unicamente per riuscire a osservare il suo volto da mesi sognato, e fare ciò che più gli premeva: la baciò con estrema gentilezza, assaporando il contatto con tutto il suo essere, e godendo appieno della risposta che ricevette senza nulla dover chiedere.
 
Tre avvenimenti stavano accadendo in quel preciso istante: due cuori che avevano ritrovato la strada da percorrere insieme, la nascita di colei che avrebbe avuto il compito di portare la pace sulla Terra e il sorriso felice di un uomo che aveva appena riconosciuto una presenza amata all’interno del Santuario di Athena…
Saga sedeva sui gradini della Terza Casa e poco dopo venne raggiunto dal fratello.
 
“E’ lei” disse Kanon.
 
“Lo so..” fu la laconica risposta di Saga.
 
“Cosa farai?”
 
“E’ semplice: la saluterò come sempre perché per prima cosa io ed Eowyn siamo amici!”
 
“E le altre donne? Continuerai su questa via?”
 
“E perché no? E’ così divertente!” Saga si alzò e abbassò lo sguardo su Kanon “Te lo consiglio, fratello: svagati un po’ anche tu…” mise le mani nelle tasche dei jeans e si allontanò continuando a sorridere.
 
Il cosmo della Dea Athena colmò il vuoto che si era venuto a creare nel Grande Tempio, e tutti coloro che furono in grado di percepirlo gioirono per la nuova venuta e iniziarono a sperare in un futuro privo di guerre e distruzioni.
 
 
Sera inoltrata…
 
Milo ed Eowyn erano rientrati all’Ottava Casa, mano nella mano e restando in silenzio; poco prima Eowyn era andata a salutare la sua grande amica Samia, congratulandosi con lei, ma non sapendo comunque dare una spiegazione al fatto che le fosse stato concesso di tornare. Milo nel frattempo aveva scambiato due chiacchiere con Camus che, a sua volta, aveva parlato con il capo della compagnia teatrale: circa sette mesi prima, spostandosi da una città all’altra utilizzando vecchi caravan e roulotte, avevano trovato Julie/Eowyn sul ciglio della strada, seminuda e priva di sensi. L’avevano poi accolta tra di loro, accettando la spiegazione della ragazza sul fatto che non ricordasse chi fosse e da dove venisse; era stato facile per loro affezionar lesi, visto il suo carattere dolce e mansueto e le avevano subito dato la possibilità di lavorare con loro dietro le quinte degli spettacoli. Era stato così che erano giunti al Santuario, contattati dalla signorina Kido mesi addietro…
 
“Eowyn…” disse Milo seduto all’ingresso dell’Ottava e tenendo stretta tra le braccia la sua donna. Stavano osservando il cielo stellato e da poco era apparsa una stella cometa.
 
“Mh?” gli rispose lei.
 
“Cosa ricordi?”
 
“Tutto, ma soprattutto ricordo che ti amo…” gli rispose. Milo sospirò.
 
“Mi chiedo solo perché abbiamo avuto una seconda possibilità” disse ancora il Cavaliere.
 
“E’ semplice, Cavaliere di Scorpio! La vostra punizione era durata abbastanza da concedervi una seconda possibilità! Non avrei mai potuto togliere la vita alla mia adorata Messaggera, quindi eccola di nuovo qui con i suoi poteri, i suoi pregi…e i suoi difetti!” la voce di Zeus tuonò nelle loro menti “Sia chiara una cosa: non ve ne sarà un’altra, per cui vi consiglio di ponderare le vostre future decisioni! A presto…e vegliate su Athena per me!” com’era venuta, la voce scomparve lasciandoli stupefatti, ma allo stesso tempo felici.
 
Eowyn si alzò con il sorriso di chi aveva ormai ottenuto tutto ciò che desiderava e tese la mano verso Milo che la guardò aggrottando le sopracciglia.
 
“Vieni” lo invitò “E’ ora di amare…completamente!” Milo accettò l’invito e la seguì fino alla porta chiusa della su stanza dove la precedette e , abbassando la maniglia, le diede la precedenza a entrare.
 
Quando anche lui fu dentro, la porta si richiuse lentamente alle sue spalle e, se qualcuno fosse stato in grado di osservare dall’alto, avrebbe potuto vedere la luce della camera affievolirsi fino a spegnersi del tutto, lasciando che solo i raggi lunari illuminassero la scena d’amore che vi si stava svolgendo all’interno.
 
FINE
 

Un buon rientro a tutti dalle vacanze!!! Come regalo ecco a voi l'epilogo di questa storia...Credevate che l'avessi fatta morire a Eowwin eh!!!! Ma come avrei potutoooo?????Spero che vi sia piaciuta l'evoluzione della storia, spero che vi sia davvero piaciuta tutta la storia e che vi siate affezionati ai personaggi come è successo a me!!!

Ringrazio di tutto cuore chi mi ha sostenuta, chi ha creduto in me e mi ha spronata a continuare a scrivere: mille baci e baciotti!

GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!

by anzy
 

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