Quando anche le stelle ti girano le spalle...

di Epicuro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aria di tempesta ***
Capitolo 2: *** Sciopero! ***
Capitolo 3: *** casa dolce casa! ***
Capitolo 4: *** Sono un genio!!! ***
Capitolo 5: *** L'Agorà ***
Capitolo 6: *** Tutta questione di...corrente! ***
Capitolo 7: *** L'apprendista esorcista! ***
Capitolo 8: *** L'Armata dei Morti! ***
Capitolo 9: *** Operazione Puzzola ***
Capitolo 10: *** Truffa agli anziani ***
Capitolo 11: *** G.S. ***



Capitolo 1
*** Aria di tempesta ***


Quando anche le stelle ti girano le spalle...

 

I personaggi presenti nella fanfic sono una creazione di Masami Kurumada.

 

INTRODUZIONE

 

Finalmente, dopo i lunghi e sofferti scontri tra la dea Atena e i suoi antagonisti, la Terra può tirare un sospiro di sollievo e l’umanità godersi la pace da poco conquistata.

Ades, infatti, capendo la sua inettitudine come comandante, ha deciso di lasciar perdere la conquista del mondo e di convertire il suo esercito in una maxi agenzia di pompe funebri, attiva in tutto il mondo, con tanto di slogan: “Dove c’è un lutto , c’è Ades”. Nettuno, invece, fiutando l’affare, ha preferito trasformare il suo regno sottomarino in un parco divertimenti.

Anche i cavalieri d’oro sono stati rimessi al loro posto con stipendio dimezzato.

Atena aveva infatti scoperto il loro imbroglio: al “Muro del Pianto”, i dodici paladini della giustizia, non si erano dissolti in un “Mondo di luce”, ma , con una magistrale messa in scena, si erano teletrasportati tutti a Ibizza a far baldoria. Lasciando agli sfigat...(hem volevo dire valorosi) cinque cavalieri di bronzo l’onore di proteggere la dea (...quando si dice che la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo...).

Perfino Saga della costellazione dei Gemelli è stato rintracciato nella clinica psichiatrica in cui si era rifugiato dopo il teatrale, ma finto, suicidio. Qualcuno doveva pur pagare gli ingenti danni provocati dalla sua guerra intestina! E stessa sorte era toccata al suo compagno lavativo Aiolos del Sagittario, che, approfittando dello scontro con Shura di Capricorn, aveva preso la palla al balzo per spacciarsi morto e trasferirsi alle Hawaii ( lasciando a Saori Kido, alias Atena, lo scrigno contenente un’armatura falsa.....mica scemo!).

La spensieratezza e la calma di questi giorni sta però per terminare, mentre una nuova e tremenda sventura sta per calare sugli ignari santi di Atena. Riusciranno i nostri eroi a sopravvivere?Oppure soccomberanno per opera delle loro stesse mani?

 

Note:

La parodia è nata dall’episodio della serie a fumetti “Episode G” dove Galan offre ad Aiolia e Milo fette di mela tagliate a forma di coniglietto. Ho quindi pensato, senza invidia, alla vitaccia che gli assistenti dovevano farsi dietro le quinte e ho deciso di portare alla luce il variegato mondo, sommerso e sconosciuto, degli inservienti della dea. Tramite loro potremo vedere l’altro lato della medaglia dei dorati eroi di Atena.

 

Nell’introduzione, come nel resto del racconto, mi sono preso alcune libertà. Per i più intransigenti...portate pazienza!

 

Siccome Death Mask più che un nome è un soprannome ho deciso di battezzarlo Calogero.

 

 

Questi invece sono personaggi nuovi di mai creazione.

 

Epicuro: assistente di Aiolos

Mario: assistente di Mu

Palmira: assistente di Aldebaran

Carlos: assistente di Aldebaran

Lucio: assistente di Saga

Salvatore: cugino e assistente di Calogero alias Death Mask del Cancro

Luca: assistente di Shaka

Leda: assistente di Doko

Cassandra: assistente di Milo

Nestore: assistente di Milo

Penelope: assistente di Shura

Natalia: assistente di Camus

Riccardo: fisioterapista e massaggiatore

Ugo: postino

Antonio: elettricista

 

 

 

 

 

Aria di tempesta ( capitolo 1)

 

Epicuro camminava irrequieto e pensieroso per il magazzino in rovina, alla periferia del Grande Tempio.

La giornata era grigia e uggiosa e la cosa non lo aiutava a dimenticare gli eventi del fine settimana.

Era troppo, persino per uno come lui, e la rabbia, al solo ricordo, cresceva a dismisura.

“Non è tutto oro quello che luccica”. Pensò amaramente. Come aveva ragione quel vecchio proverbio!

“Sorvoliamo su tutte le menzogne che ho dovuto dire, in questi 13 anni, per reggerli il gioco, passino tutte le ore che ho dovuto stare al telefono per convincerlo a spedire la sua armatura in aiuto al cavaliere di Pegaso, ....passi pure quella volta che l’ho beccato a letto con la mia fidanzata (ora ex), ma questo è davvero troppo....Vendetta.....TREMENDA VENDETTA!!!!!!!!” Questo era quello che stava pensando e ....come dargli torto? Svegliarsi nel cuore della notte legato ad una colonna con una mela in testa, non era certo il massimo! Se poi si aggiungono Aiolos del Sagittario e il santo d’argento della Freccia, ubriachi fradici, che ti prendono per un tiro al bersaglio per stabilire chi ha la mira migliore......

«Heilà Epicuro, come mai hai deciso di vederci proprio qui?, la solita bettola non andava bene?»

La voce pimpante di un ragazzo lo ridestò dai suoi pensieri:

«Ciao Mario! Come va? »

«Sono appena tornato dal Jamir e sono un po’... sotto sopra»

Epicuro guardò bene l’amico:

«Santi Numi! Hai i piedi girati al contrario! »

«Si, Mu deve aver sbagliato qualcosa durante il teletrasporto. Sia, gli piace sperimentare, ma i miei piedi sono nulla...chissà dove ha spedito il mio bagaglio. Che ci vuoi fare, ormai ci sono abituato: ad ogni teletrasporto ho qualcosa fuori posto e devo rifarmi il guardaroba»

SBAM!

Il rumore di una porta, aperta violentemente con un calcio, li fece voltare entrambi.

«NON LO SOPPORTO! Milo è proprio un pervertito! Fa tanto il figo con i suoi discorsi sul dovere e il rispetto delle regole, ma in realtà ha una sola cosa in testa......»

La ragazza si fermò per prendere fiato ed estrarre dalla borsa un completino da coniglietta di play boy « Guardate cosa vuole che indossi mentre faccio le pulizie! ».

«Cassandra, a me non va certo meglio...ieri, mentre lucidavo l’argenteria, Shura mi ha chiesto di dare anche una passata alla sua “Excalibur asimmetrica”. E pensare che da fuori sembra un tipo cosi serio è composto. Che delusione! Poi sinceramente non ho ancora capito cosa centra Excalibur con la dea Atena! Lasciamo perdere và ... » Esclamò Penelope entrando dopo di lei.

«Ragazze, vi prego, calmatevi» Nestore, il secondo assistente del santo dello Scorpione, era arrivato proprio in quel momento.

«Nestore, che ti è successo? Sei pieno di bolle...sembra uno sfogo allergico! » Commentò Penelope inorridita ( Nestore sembrava un incrocio tra la Pimpa e la Cosa dei fantastici 4).

«Quel simpaticone di Milo ha deciso di darsi all’ago puntura, per far colpo sulla nuova infermiera, e ha scelto me come cavia. Peccato che spesso e volentieri si dimentichi di togliere il veleno urticante alla sua cuspide! Sapesse dove ho voglia di ficcargli la sua Antares!»

«Tutta fatica sprecata! » disse ridendo Luca, assistente di Shaka «la biondina dell’infermeria è già territorio di caccia privato del Cavaliere della Vergine! Se fossi in te consiglierei allo Scorpione di lasciar perdere. Mai competere con Shaka o...disturbarlo mentre medita! Io ne so qualcosa...non sento più gli odori da un sacco di anni »

« Ma dai, non ci credo. Non è una specie di santone indiano? E poi si dice che sia l’uomo più vicino ad un dio» disse Mario.

«Santone Indiano? » Luca scoppiò in una sonora risata «ma l’hai visto bene? É biondo con gli occhi azzurri! Ha messo in giro questa voce solo per fare il figo. Però é vero che è l’uomo più vicino ad un dio...si, si a Bacco ci si avvicina molto...sopratutto il fine settimana. Quello, di Vergine, ha solo la costellazione!»

«L’hai visto negli occhi e sei qui a raccontarlo? »

«Si, anche questo è un mito da sfatare. La storia che accumula cosmo con gli occhi chiusi è una balla. É semplicemente cieco come una talpa, ma non vuole andare dall’oculista perchè non sopporta le lenti a contatto e gli occhiali non gli donano. Già, ma con queste frottole se le rimorchia tutte, mentre io vado sempre in bianco!»

«Come mai? »

«Guarda caso gli piacciono sempre le tipe che piacciono anche a me. Secondo me lo fa apposta»

«Però avresti qualche possibilità con Afrodite di Pesci. Se vuoi ti combino un appuntamento; così me lo levi di torno.» Gli propose Riccardo, fisioterapista e massaggiatore del Grande Tempio.

«No grazie, non dividerei mai una così bella coppia!»

«Lasciamo perdere. Per colpa sua ora tutti pensano che io sia gay. Sono veramente stufo di essere sfottuto da tutti »

«Fossero solo quelli i problemi seri!» Lucio, l’assistente di Saga dei Gemelli, era entrato seduto su una carrozzina spinta da Salvatore, cugino e assistente di Calogero del Cancro(alias Death Mask).

«Che hai fatto! Sembri una mummia appena uscita dal sarcofago!» Esclamarono tutti i presenti.

«Che volete...una volta al mese, al santo dei Gemelli, girano storte...»

«Ma non potevano lasciarlo in clinica?» Chiese Cassandra preoccupata.

«Qualcuno doveva pur pagare il restauro delle dodici case. E se non beccavano lui sarebbero stati detratti dai nostri stipendi. Mica siamo sotto sindacato. Poi, anche se sembrerà strano, lo preferisco quanto è schizzato che quando è in versione “pace e amore”. A Gennaio ha deciso di staccare il riscaldamento, perchè inquina e due settimane fa ha dato tutti i soldi, del conto corrente della terza casa, in beneficenza. Ma la cosa peggiore è quando va in crisi depressiva e inizia a parlare come Calimero: “ nessuno mi vuole perchè ho la doppia personalità e i capelli blu” e poi parte con “ ma almeno tu mi vuoi bene?”. Uno strazio».

«Secondo me gli manca una donna »Sogghignò Salvatore «Leda perchè non ci fai un pensierino? Intanto sei abituata a fare assistenza sociale! »

Leda, la badante del Cavaliere di Libra, lo guardò con occhio assassino «ma sei scemo? Piuttosto accetto la corte di quello sfigato dell’Unicorno! »

«Ma dai che lo sanno tutti che ti sei passata suo fratello gemello. Già, com’è che si chiama? Mi sembra avesse il nome simile ad una marca di macchie fotografiche....a si, ora ricordo: Kanon!»

«E questo che centra?»

«Come pazzia non era certo inferiore a Saga»

«Allora, precisiamo...Kanon non è pazzo, è B******o e non chiama la mamma nel bel mezzo della notte. E poi da quando fai l’agente matrimoniale?»

«Speravo che in questo modo si sarebbe trasferito a casa di Doko. Sai la casa del Cancro è sopra la sua...e avere un pazzo sclerato come vicino non è un gran che! Comunque...Leda...come fai a sapere che a volte Saga chiama la mamma nel bel mezzo della notte, se la casa di libra è tre case più in su?»

Il silenzio calò sui presenti che, interessati alla conversazione piccante, si erano voltati tutti in direzione della giovane.

«Scusate il ritardo!»Finalmente erano arrivati anche Carlos e Palmira, i due servi di Aldebaran del Toro ( con gran sollievo di Leda, che evitò la domanda imbarazzante) «Abbiamo appena finito di preparare gli stuzzichini per il festino che il cavaliere del Toro ha organizzato per i santi d’oro; con tanto di ballerine di samba brasiliane! In totale abbiamo cucinato per un centinaio di persone!» I due erano visibilmente sfiniti e si sedettero a terra.

Nel frattempo era giunta, al magazzino, anche Natalia, ancella di Camus dell’Acquario «Mi è venuta all’orecchio la motivazione di questa bislacca riunione e non intendo approvare! I cavalieri d’oro sono uomini con una missione importante e noi abbiamo il dovere di sostenerli in tutto! ...Dimenticavo: Galan e Lythos non verranno»

«I soliti lecchini» Sibilarono in coro tutti i presenti.

«Natalia! Non sei ancora morta ibernata?» Ugo, il postino, aveva fatto il suo ingresso e, appoggiandosi alle stampelle, si era diretto verso una colonna caduta per sedersi: «A quanto pare, a forza di passarti le ferie in Siberia, ti si è ghiacciato il cervello! Ma come può piacerti quel francese spocchioso?»

«Non è spocchioso! É un vero cavaliere ligio al dovere, serio, determinato e responsabile!»

«Come no! Te lo dico io chi è Camus! Un freddo e tirchio calcolatore e...un gran S@@@@@o!Se sono ridotto così è solo colpa sua!»

«Non dire assurdità! Lui ghiaccia la rampa di scale, che porta alla sua casa, per ostacolare eventuali nemici!»

«Ma non mi dire? E guarda caso lo fa solo il giovedì mattina, quando devo consegnare le raccomandate della dea! Maledizione a lui! La scorsa settimana, quella rampa, me la sono fatta tutta di testa!».

«Probabilmente non ha ancora digerito la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio di quattro anni fa e...la scritta, a caratteri cubitali, “CAMUS CIUPA” sulla parete dell’undicesima casa!» Ridacchiò Salvatore con aria colpevole. Poi proseguì dicendo « Comunque, cara Natalia, io non sarei così sicuro dell’integrità morale del cavaliere dell’Acquario».

Il ragazzo, aveva infatti passato il filmato, sul suo cellulare, all’ancella, che lo guardò sconvolta:

«Che bas@@@@@XXXX######» inveì Natalia in lacrime.

Il video riprendeva il glaciale e impassibile Camus in atteggiamenti osé, in compagnia di alcune spogliarelliste dell’est, che l’avevano soprannominato “ ghiaccio bollente”.

«Mi dispiace, ma hai le corna più lunghe di quelle dell’elmo di Shura!» Sentenziò in modo melodrammatico Salvatore, con un sorrisino soddisfatto stampato sulla faccia( a volte si vedeva proprio che era parente del cavaliere del Cancro).

«Dove hai preso il filmato?»Chiese Riccardo.

« Me l’ha passato Minosse del Grifone. Sapete, facendo il giudice infernale, conosce i peccatucci di tutti!»

«E da quando siete amici?»

«A forza di essere spedito nell’Ade da mio cugino, ho finito per conoscere un po’ tutti. A proposito, Radamante della Viverna è in cerca di una donna. Cassandra che ne dici? Guarda che da quando gestisce l’agenzia di pompe funebri del suo signore si è fatto i soldi!».

In risposta ricevette una scarpa in piena fronte.

«Scusate se vi interrompo, ma se non è un problema vorrei partecipare anch’io a questa riunione» Antonio, l’elettricista, attirò l’attenzione di tutti: «Dovete sapere che ho un conto in sospeso con Aiolia del Leone. Quella faccia da schiaffi, tutte le volte che si allena con il “Lighting Bolt”, fa saltare l’impianto elettrico del Grande Tempio»

«E non sei contento? Più lavoro, più palanche!» Chiese Nestore

«Peccato che il Grande Sacerdote prima, la dea poi, sostengano che le spese devono essere coperte da Aiolia, poiché ha provocato il danno. Aiolia, invece, replica che i suoi allenamenti sono indispensabili per la pace nel mondo e quindi non tocca a lui. Morale della favola: è da anni che non vedo l’ombra di un quattrino!»

A quel punto Epicuro prese la parola, facendo cessare il brusio e i pettegolezzi:

«Non ho potuto fare a meno di notare una certa insofferenza nei confronti dei nostri amati padroni. E...avete pienamente ragione! Ci trattano peggio dei loro nemici, ci usano come cavie e la loro considerazione, nei nostri confronti, è pari a zero!E noi, nonostante questo, li serviamo in tutto , accontentando ogni loro desiderio! Gran bei paladini della giustizia! Ci fanno lavorare 24 ore su 24, senza ferie e senza copertura sanitaria ( Lucio, Nestore e Ugo annuirono tristemente col capo). Ma è ora di dire BASTA; è ora di SCENDERE in PIAZZA; è ora di un’INSURREZIONE POPOLARE!»

«Epicuro, quello che hai detto è sacrosanto, ma ti rendi conto che vuoi affrontare uomini dai poteri sovraumani?»Esclamò Carlos

«Finiremo per trovarci contro tutto il santuario» Disse in modo più pacato Mario

«Sicuri?» Chiese Epicuro con un sorrisetto di sfida

«Che vuoi dire?» Chiese Penelope

«Intendo dire che non solo noi siamo stufi di questa situazione...»

«Non dirmi che sei riuscito a convincere...»

«I Cavalieri d’Argento e di Bronzo. Al dire il vero non è stato pio così difficile.....sopratutto Seiya e gli altri. È bastato toccare il tasto giusto e sono saltati come molle»

«In fondo non è così strano» Commentò Leda: «Shiryu tutte le volte lo riempiono di mazzate, gli rompono lo scudo e lo accecano. E fa tutto questo per cosa? Una stretta di mano, una medaglia al valore e una pacca sulla spalla. Avrebbero dovuto dare anche a lui una casa lussuosa. Magari quella di Libra; intanto Doko, per volere della dea, è tornato decrepito, quindi potrebbero rifilarlo ad una casa di riposo»

«Si, ma la dea? Non si arrabbierà?» Chiese timorosa Palmira

«Credo non le dispiacerà se rimettiamo in riga i suoi cavalieri» Rispose Epicuro

«Ma cosa possiamo fare? Noi siamo solo dei servitori?» Chiese scoraggiata Cassandra

«Prova a pensare, che noi, proprio perché siamo il loro servi e viviamo con loro sotto lo stesso tetto, conosciamo tutti i loro vizi e punti deboli»

«Già è vero! Senza di noi non sanno fare praticamente nulla! Pensate che Galan, una volta, mi ha detto che Aiolia non sa nemmeno pelare una mela e che le mangia solo se sono tagliate a forma di coniglietto» concluse la ragazza tra le risate generali.

«E se fossero meno imbranati del previsto?» chiese Natalia

«Non preoccuparti, si può sempre combinare qualche piccolo scherzo “ innocente”, e il gioco è fatto» Gli occhi di Salvatore scintillavano maligni e sfregandosi le mani aggiunse: «Ho giusto un paio di cosette in programma per quel simpaticone di mio cugino.........»

«Bene, se siamo tutti d’accordo, domani mattina, alle sei, ci troviamo qui per marciare uniti verso le dodici case. Mi raccomando spargete la voce. Le stelle li proteggeranno anche dai nemici, ma chi li proteggerà da se stessi?» concluse Epicuro con pathos.

Un applauso si levò spontaneo dai presenti e un MUHAHAHAHA generale fece tremare il magazzino fino alle fondamenta; mentre i nostri ignari eroi dorati conducevano la loro tranquilla esistenza, senza pensare minimamente alla sciagura che incombeva sulle loro teste!

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Capitolo 2
*** Sciopero! ***


( Capitolo II)

 

Sciopero!

 

Il sole era già sorto e, con i suoi caldi raggi, accarezzava i bianchi marmi della facciata della prima casa, facendola risplendere di un candido bagliore.

Kiki fu il primo a svegliarsi, non per il profumo di caffè e cialde appena sfornate ( come di consueto), ma per gli assordanti fischi, le trombe e le urla che provenivano dal piazzale antistante la casa.

«Mu, Mu! Svegliati! Siamo sotto attacco!»

Il cavaliere dell’Ariete, ancora intontito dal sonno, indossò l’armatura e corse all’ingresso rimanendo a bocca aperta. “ Assurdo! Forse sto ancora sognando!” pensò incredulo.

Il piazzale era gremito di gente con striscioni e bandiere, che urlavano all’unisono: «SCIOPERO! SCIOPERO!»e «FANNULLONI ANDATE A LAVORARE!» ( questa ultima frase era urlata a squarciagola da Seiya, Shiryu, Hyoga, Shun e Ikki, stufi di prendersele secche ad ogni puntata, mentre i cavalieri d’oro se ne stavano tranquilli, chi a casa a vedere gli episodi in TV, chi agli inferi a giocare a briscola con i custodi infernali).

Mu non sapeva minimamente cosa fare (mai gli era capitata una cosa del genere) e, incredulo, rimase sulla soglia a prendersi gli insulti. Epicuro gli si avvicinò, porgendogli una lettera da consegnare alla dea, dicendogli:

«Questa epistola contiene le nostre richieste. Nel caso non venissero soddisfatte continueremo lo sciopero ad oltranza e...potrebbe non essere piacevole»

Il cavaliere non se lo fece ripetere due volte e schizzò come un fulmine lungo le scalinate deserte (gli altri santi dormivano ancora beati nei loro lettucci!). Avrebbe fatto qualsiasi cosa per allontanarsi da quella bolgia inferocita!.

Arrivò ansimante alle stanze della dea e iniziò a battere i pugni sulla porta:

«Venerabile Atena è successa una cosa terribile!»

La dea aprì la porta in vestaglia e con una maschera di bellezza, di colore verde, sul viso ( il santo dell’Ariete per poco non ci rimase secco dallo spavento). Era abbastanza irritata:

«Mu! Dov’è finita la tua declamata calma! Un po’ di contegno, sono le sei del mattino!»

«Si....ha...per.. perfettamente ragione, ma la situazione è critica» balbettò, imbarazzato per la figuraccia, il cavaliere.

«Su, vediamo di che si tratta».

Atena lesse la lettera con attenzione:

«Interessante...per quanto mi riguarda hanno la mia approvazione. Per il resto sbrigatevela voi. Chissà, magari metterete un po’ di sale in zucca»

Detto ciò, prese carta e penna e scrisse due righe di risposta. Poi mise tutto in busta e disse:

«Consegna questa a Epicuro, poi, mentre scendi, sveglia i tuoi colleghi ed andate tutti al piazzale per vedere cosa vogliono».

Mu notò uno strano sorriso soddisfatto sotto il cerone e, perplesso, prese congedo.

Poco dopo i cavalieri d’oro erano scesi in piazza. Tutti tranne Mu, che era rimasto in casa a medicarsi un bernoccolo. “Mai svegliare Saga...Mai!” pensava mentre cercava del ghiaccio nel congelatore.

Milo, infuriato per il risveglio improvviso e ancora in pigiama, prese subito la parola:

«Che cos’è tutto sto casino? Se non tornate subito ai vostri doveri vi punisco tutti con la Cuspide!»

Seguito a ruota da Aiolia:

«E poi chi vi ha dato il permesso di scioperare? E tu Galan, che ci fai li in mezzo?»

Galan aveva cambiato partito dopo la suadente opera di persuasione di Leda e una piccola bustarella.

«Il permesso l’abbiamo ed è firmato dalla dea Atena» Epicuro mostrò la risposta che la dea gli aveva indirizzato.

«Dammi qua, sarà sicuramente un falso!» Proseguì Aiolia che passò la lettera al fratello. Ma Aiolos non poté far altro che constatare l’autenticità del documento:

«Appurato che è tutto in regola, potreste dirci il motivo di questa manifestazione improvvisa?» Chiese il cavaliere del Sagittario.

«Il motivo è semplice» iniziò Epicuro, guardando Aiolos negli occhi. «Siamo stufi di essere trattati come schiavi. Anche noi contribuiamo nel mantenere la giustizia nel mondo, permettendo a voi di concentrarvi solo sulle battaglie. Quindi ESIGIAMO RISPETTO!»

Un’ovazione si alzò tra le file degli assistenti.

«Ok e quindi?» Sbuffò Shura spazientito. Tutti quei discorsi retorici non li sopportava. Era un uomo d’azione lui!

«Quindi esigiamo ferie retribuite, copertura sanitaria con assicurazione per infortuni domestici e un sindacato riconosciuto, che difenda i nostri diritti. E non dimentichiamo le marchette della pensione!»

Un “ W Epicuro”, “ Sei tutti noi” e “ Meno tasse per tutti”si alzò tra le file dei dimostranti.

«Ma siete matti?» Esclamò Camus con calcolatrice alla mano: «Darvi tutte queste cose ci costerebbe una fortuna ed è tutto a carico nostro!»

La lettera di Atena non dava scampo; i servi erano loro e quindi non avrebbe scucito un centesimo.

«E abbiamo pure lo stipendio dimezzato» Aggiunse Shaka con fare mistico, ma Luca lo mise subito a tacere:

«Menomale! Altrimenti al posto della villa con piscina cosa ti facevi costruire?un castello in Swarowsky?»

Shaka, infatti, si era fatto costruire un lussuoso villone decorato con statue del Budda al posto della sesta casa, andata distrutta durante lo scontro conto Ades.

«Ehi! Io sono pensionato!» Esclamò Doko.

«Allora cedimi l’armatura di Libra» intervenne Shiryu.

L’atmosfera si stava scaldando, quindi Saga decise di prendere parola:

«Signori calma! Sono sicuro che riusciremo a risolvere la questione con diplomazia!»

«Ma senti chi parla» Sbottò Seiya, ancora memore del pestaggio alla sala del Grande Sacerdote; mentre Antonio faceva esplodere la sua rabbia repressa:

«Come no! Se la risolviamo come la storia dei miei arretrati, fra tredici anni siamo ancora qui a parlarne!»

Epicuro alzò quindi la mano destra e la folla vociante si calmò. Poi prese parola:

«Nobili santi di Atena, noi non scendiamo a patti. Queste sono le nostre richieste e se non verranno tutte accolte, vi posso garantire che ve ne pentirete amaramente»

«Mi dispiace, ma non intendiamo accettare» Rispose con voce ferma e decisa Aiolos.

«Bene. Da ora in poi, cavatevela da soli. Ah...dimenticavo...Atena ci ha lasciato carta bianca su come condurre lo sciopero, quindi..»

«Ci sarà da divertirsi!» Concluse Salvatore con gli occhi più spiritati di quelli del cavaliere del Cancro.

La folla si dissolse e gli undici rimasero soli, davanti al piazzale deserto.

Afrodite e Aldebaran: «Non so perché, ma ho un brutto presentimento»

Calogero: «Non fatemi ridere. L’unico che dovrà guardarsi le spalle, da ora in poi, è solo mio cugino»

«Su, non perdiamoci d’animo! Noi siamo i Cavalieri d’Oro, l’ultimo baluardo in difesa della dea Atena! Non ci faremo mica spaventare da ramazze, pentole ed elettrodomestici! Gli faremo vedere noi chi sono i casalinghi provetti!»

Tutti (eccetto Saga) esclamarono “ URRÁ”, “ AIOLOS GRANDE SACERDOTE SUBITO” e “ W IL CAVALIERE OPERAIO”.

Il tutto ignari di non godere più della protezione delle stelle...

 

 

adfghcei

 

Teniamo duro!

 

Era passata ormai una settimana dalla manifestazione e i santi d’oro tenevano duro.

Non si poteva certo dire che se la passassero bene, ma, a parte le scottature, le dita incerottate e il disordine che ragnava sovrano nelle dodici case, tiravano avanti.

Aiolos, da leader, ogni giorno correva su e giù dalle scalinate per incoraggiare i suoi colleghi a non cedere.

A dire il vero segni di crisi c’erano stati: Aldebaran, passando davanti all’accampamento dei sevi ( che si erano stabili alla periferia del Grande Tempio), era corso via in lacrime, dopo aver visto la succulenta braciolata che Palmira e Carlos stavano preparando per gli altri servi e i cavalieri di bronzo e d’argento. Il povero cavaliere del Toro era infatti costretto a mangiare tutti i giorni insalata per colpa di Mu dell’Ariete(vegetariano), che lo obbligava a pranzare a casa sua pensando di fargli un piacere.

“Maledetti quattro salti in padella!” pensò Epicuro, che data la situazione aveva deciso di dare una svolta alla faccenda:

«Stimati santi di Bronzo e d’Argento, onorati colleghi; visto l’andamento di questa settimana proporrei di passare al piano B: guerriglia urbana! Salvatore, posso contare su di te?»

Salvatore, già in assetto da guerra con scolapasta in testa e mestolo in mano, non se lo fece ripetere:

«Certo, piatto ricco mi ci ficco...ma ho bisogno della collaborazione di Ikki e Shun»

 

 

adfghcei

 

Una brutta nottata e un pessimo risveglio!

 

Era una notte buia e senza stelle e la luna era nascosta da grigie e plumbee nubi. Latrati di cani si sentivano in lontananza, mentre una figura nera dal lungo mantello scendeva dal cielo proiettando l’ombra di un pipistrello...ehm scusate! Ho sbagliato parodia!

Ricominciamo...

 

Era una notte calda e afosa, come spesso succedeva ad Atene, e lui continuava a rigirarsi nel letto inquieto e fradicio di sudore. Sogni oscuri tormentavano la sua mente, mentre il suo respiro si era fatto pesante. Proprio lui, il più spietato e cinico, ora tremava nel sonno.

Si svegliò di soprassalto al sorgere dell’alba.

“Menomale, era solo un incubo” pensò mentre si dirigeva in bagno per darsi una rinfrescata. Nulla gli faceva più ribrezzo dei film d’amore e quella notte si era sorbito “Tre metri sopra il cielo”.

Ancora frastornato si accostò al lavandino, ma quando i primi raggi di luce illuminarono la stanza....

 

«Che succede Calogero?» Le urla del cavaliere del Cancro avevano fatto precipitare Aiolia e Saga alla porta dei sui appartamenti.

«Apri, siamo noi!» Insistette Saga, ma non ricevendo risposta decise di sfondare la porta con il suo colpo più potente: Galaxain Explosion.(“Il solito megalomane esibizionista. Bastava una spallata” pensò Aiolia).

Entrarono quindi nel grande androne della quarta casa immerso nella penombra e, rannicchiato contro una colonna, trovarono Death Mask sconvolto. Il cavaliere guardò i due colleghi e, senza parlare, indicò la porta cha dava sulle stanze private.

Saga e Aiolia si avvicinarono circospetti e preparati al peggio: “ Chissà che essere spaventoso ci aspetta sa ha terrorizzato una sadico come Calogero” pensarono entrambi.

Aiolia poggiò la mano sulla maniglia e piano, piano, aprì la porta, mentre un cigolio sinistro faceva da sottofondo e......

PIKAPIAKACHÙ!

I due trasalirono dallo spavento prima di capire che il rumore era stato provocato da un pupazzo pestato, inavvertitamente, dal cavaliere del Leone. Saga allora, per vederci chiaro, aprì le tende per far luce nella stanza e capire la causa di tanto orrore: il pavimento del soggiorno era ricoperto da peluche dei Pokémon, mentre il soffitto era tappezzato di cuori rosa e puttini alati. I due decisero quindi di proseguirono nella perlustrazione dell’abitazione. In cucina trovarono una gigantografia di Antonella Clerici e “Le tagliatelle di nonna Pina” come sottofondo musicale; in bagno lo specchio era stato sostituito da un poster delle Winx, mentre i sanitari erano stati dipinti di azzurro con pois bianchi ed, in fine, la ciliegina sulla torta: le adorate maschere mortuarie di Calogero erano state sostituite dalle faccine di Hello Kitty.

Ad Aiolia era venuta la nausea, mentre i capelli di Saga avevano iniziato a cambiare colore (“Le tagliatelle di nonna Pina” erano troppo pure per lui, ma sui sanitari a pois ci aveva fatto un pensierino).

Nel frattempo era arrivata anche Lythos, che aveva iniziato a ficcare il naso ovunque con occhi sognati:

«Che belli i puttini alati sul soffitto!Li mettiamo anche noi nella casa del Leone Dorato?però, al posto delle faccine di Hello Kitty preferirei quelle dei protagonisti di Twilight. Aiolia posso far dipingere la facciata di fucsia?Ti prego, ti prego, ti prego!»

«Levatelo dalla testa! Non se ne parla!»

«Almeno posso prendere uno di questi pupazzi?»

«Si, ma poi sparisci!»

La ragazzina prese il peluche di Pikachu che le sfuggì di mano andando a cadere ai piedi Death Mask. Il cavaliere fece un salto e finì in braccio a Saga che perse la pazienza e lo lasciò cadere a terra dicendo:

«Insomma, vuoi darti una calmata? Non è successo nulla di grave!» ma Calogero era sotto shock.

«Sarà meglio accompagnarlo in infermeria. Li sapranno come calmarlo» propose Aiolia, ed insieme lo trascinarono di peso fuori dalla quarta casa.

 

Nel frattempo Shiryu aveva raggiunto Ikki, Shun e Salvatore in una delle tende allestite dai servitori. I tre stavano ridendo a crepapelle ( si, anche Ikki. Strano, ma vero) mentre guardavano tutta la scena tramite un monitor collegato al circuito di sorveglianza del Grande Tempio.

«Perché ridete?»chiese Siryu.

«Da un’occhiata a questo video»gli disse Salvatore riavvolgendo il nastro della cassetta e girando il monitor verso il ragazzo.

«Assurdo! Chi l’avrebbe mai detto che Calogero aveva paura dei Pokémon!L’avessi saputo prima, durante la corsa alle dodici case, avrei evitato un sacco di botte!»

«Caro mio, questa si chiama strategia!Conosci il tuo nemico, scopri i suoi punti deboli, cullalo in un falso senso di sicurezza e poi colpiscilo senza pietà! »

«Queste si che sono perle di saggezza, altro che quelle del mio maestro; ma ditemi, come avete fato a fere tutto?»

«Salvatore ha ideato il piano e poi ci ha fatto entrare in casa tramite una porta di servizio, dopo di che ho colpito Calogero, con il “Houo genma ken”(Fantasma Diabolico), mentre dormiva e gli ho fatto vedere il film nel sonno» spigò Ikki

«Intanto io e Salvatore ci siamo occupati della decorazione degli interni»concluse Shun.

«I cuoricini rosa e i puttini sono stati veramente un’idea di classe Shun» disse Salvatore.

«Grazie, grazie, mentre le tue faccine a posto delle maschere sono state fantastiche, come l’espressione di Death Mask quando le ha viste!»

I quattro non la smettevano più di ridere.

«Bene, vedo che il vostro piano ha funzionato alla perfezione!»Epicuro era entrato nella tenda e guardava la scena soddisfatto.

«Già, meno uno!» esclamò Salvatore

«Ne mancano ancora undici però» intervenne Ikki, tornando serio.

«Non preoccuparti, ho già dato disposizioni. Sono sicuro che Luca e Babel del Centauro faranno un bel lavoretto!»

«Cosa hanno in mente?»chiese curioso Shun

«He, he! Segreto!Posso solo dirti che sarà una bella sorpresa!» Concluse Epicuro con un sorrisino diabolico prima di uscire dalla tenda.

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Capitolo 3
*** casa dolce casa! ***


( Capitolo III)

 

Casa dolce Casa!

 

Atene, Grande Tempio.

12:30, ora locale.

 

GROOOOWN!

Il brontolio della pancia vuota del cavaliere risuonava per tutta la sesta casa. Digiunava dall’inizio dello sciopero, per aumentare la sua capacità di viaggiare in astrale e comunicare con gli dei. Almeno, questo era quello che aveva fatto credere ai colleghi, ma in realtà non era semplicemente in grado di accendere il gas. Già, da quando era diventato cavaliere della Vergine, Shaka, si era sempre e solo occupato di meditazione e yoga, e non si era mai interessato della conduzione della casa. D’altronde pensava a tutto Luca! Ma ora il suo servo non c’era e lui era solo davanti al fornello.

“Dai, fatti forza. Non sarà poi così difficile accendere questo aggeggio infernale; se ci riesce Milo posso farcela anch’io! Infondo ho combattuto contro i Titani e sono sopravvissuto...che sarà mai prepararsi un uovo sodo?”

Con questi pensieri cercava di darsi forza mentre metteva il padellino sul fornello.

“Conto fino a tre e poi l’accendo”:

«Uno...due...due e mezzo....due e tre quarti...tre!»

Shaka girò la manopola e la fiammella azzurra iniziò a danzare allegra sotto la padella.

«PFIÙ! Non era poi così complicato! Sono proprio il migliore tra i dodici!»

La soddisfazione del santo della Vergine però durò poco. Infatti, la simpatica fiammella azzurra, si mutò di colpo in un’enorme fiammata che, dopo aver incenerito il pentolino, si diresse sinuosa verso le tende della cucina:

«NO! Le tende in pura seta!»

Ma la fiamma le bruciò senza pietà e, ancora affamata, si diresse verso il servizio da tè in preziosa porcellana cinese:

«Maledizione, anche quello no!»

Il cavaliere non poté far altro che guardare impotente mentre correva a prendere la pompa dell’acqua, ma nemmeno con questa riuscì a placare il diabolico fuoco.

Nel frattempo il fumo aveva allarmato Aiolia, che raggiunse la casa della Vergine munito di estintore.

«Lascia fare a me! Con questo riusciremo sicuramente a domare le fiamme».

Aiolia si diresse sicuro di se verso il rogo e aprì l’estintore. Purtroppo la pressione era troppo elevata e la schiuma bianca fece partire a razzo la bombola con attaccato il santo del Leone. L’anomala accoppiata si diresse fuori dalla cucina, attraversò il salotto e schizzò fuori verso la rampa che dava alla casa del Leone, andandosi a schiantare contro una colonna dell’ingrasso.

«Argh! Il mio salotto d’ebano con intarsi pregiati!» Shaka aveva iniziato a soffrire di un tic nervoso al sopracciglio destro.

«Buon giorno a tutti! Ho una fantastica notizia da darvi! Al supermercato in piazza Caio e Sempronio ci sono gli sconti sui prodotti del banco frigo. Si risparmia fino al 10%! Aiolia perché abbracci una colonna? Carenza d’affetto o vuoi imitare Seiya?»

Aiolia guardò truce Camus che era appena arrivato con le borse della spesa.

«Insomma perché queste facce?» continuò il santo dell’Acquario rivolgendosi a Shaka, ma il cavaliere era troppo preoccupato per il tappeto in ermellino dell’androne per dar retta a lui.

«Ma non vedi che la casa sta andando a fuoco?» Sbottò Aiolia che nel frattempo si era staccato dalla colonna.

«Tutto qua? Vi perdete proprio in un bicchiere d’acqua!» Canus guardò con sprezzante superiorità il saint del Leone e della Vergine (“Ok che si l’unico diplomato, ma cala la cresta!” pensarono gli altri due). Poi, con il suo solito fare glaciale, aggiunse:«non ci vuole mica una laurea per spegnere un incendio! Ora spostatevi che sistemo tutto io: Freezing coffin!»

«NOOO! Che hai fatto!» urlarono Shaka e Aiolia in coro.

«Che c’e? il fuoco è spento no?»

Il fuoco effettivamente si era spento, ma...la casa della Vergine era inglobata in una maxi bara di ghiaccio eterno. Al santo del Leone caddero le braccia, mentre Shaka gli saltò addosso per riempirlo di botte.

«Ehi! Ma che fate? Abbiamo un nemico in comune e voi vi azzuffate come niente fosse; mentre loro se la ridono »

«Fratello mio, per fortuna sei arrivato!» esclamò Aiolia ed insieme ad Aiolos separarono i due litiganti ( più che altro trattenevano Shaka perché Camus era più di là che di qua).

«Shaka calmati! Non che ci importi molto di Camus, ma è l’unico che può scongelarti la casa! Poi, a cosa ti servono tutte le ore che passi in meditazione, se non riesci a tenere i nervi saldi per così poco!» l’apostrofò il santo del Sagittario.

Il cavaliere si placò, più che altro per non perdere la sua fama di santone.

«Bene, ora cha siamo tornati tutti amici, qualcuno mi spieghi l’accaduto»

Il cavaliere della Vergine allora raccontò i fatti al collega.

«Humm, un comportamento veramente anomalo per un fornello. Mi sa che c’è sotto qualcosa di losco; sarà meglio che vada a fare una visita ad Epicuro» commentò Aiolos strofinandosi il mento.

Il nobile gold saint del Sagittario si allontanò, mentre Aiolia aiutò Camus a tornare all’undicesima casa:

“ E che cavolo, oggi mi hanno preso per un crocerossino?” pensava il cavaliere del Leone mentre portava a spalle il collega.

 

XXXXXXXX

 

«Epicuro! Dove sei? Io e te dobbiamo scambiare due parole». Aiolos era giunto all’accampamento dei servi.

« Oh! Nobile gold saint del Sagittario! Qual buon vento vi porta? Avete preso la saggia decisione di accettare le nostre richieste?»

«Giammai! Non acconsentirò assolutamente alle vostre assurdità, soprattutto dopo gli ultimi eventi! Questo non è uno sciopero, ma una vera e propria guerra!»

«Guerra? Che brutta parola. Io la chiamerei “ simpatici scherzi tra amici”»

«Cosa!? Quali scherzi! Questi sono attentati alle nostre vite! Ma se pensate che staremo a guardare vi sbagliate di grosso»

Il cavaliere se ne andò furente seguito dallo sguardo soddisfatto di Epicuro: “Meglio del previsto direi. Stanno iniziando a perdere le staffe”

«Epicuro, la missione è riuscita perfettamente!» la voce di Luca lo fece voltare.

«Luca ha manomesso il gas ed io, Abel del Centauro, ho direzionato la fiamma!» Aggiunse fiero di se il santo d’argento.

«Ho avuto modo di costatare. Ottimo lavoro ragazzi! Inoltre ho delle buone notizie da darvi: Calogero ha ceduto, a patto che Salvatore ripulisca la casa del Cancro. Ora però bisogna mettere fuori gioco Camus, in modo che Shaka sia costretto a patteggiare con Hyoga, ma di questo si sta già occupando Natalia».

 

XXXXXXXXX

 

Un’ancella troppo sexy

 

Camus, dopo essere stato accompagnato a casa, si era sdraiato sul letto con un sacchetto di ghiaccio sulla fronte.

“Uno cerca di dare una mano e guarda come lo ripagano! Sono solo invidiosi perché io mi passo le ferie al fresco in Siberia, mentre loro stanno qui a schiattare di caldo!”. I suoi pensieri vennero però interrotti da due morbide labbra che delicatamente si posarono sulla sua guancia.

«Natalia!? Che ci fai qui? Non scioperavi con gli altri?»

«Camus dovresti saperlo che non potrei mai stare senza di te. Ho fatto solo finta di aderire allo sciopero per fare il doppio gioco»

«Allora non è rischioso per te stare qui?»

«Un po’, ma ho saputo della zuffa e mi sono preoccupata, poi....mi mancavi!»

«Naty quanto sei dolce!»

La ragazza si slacciò il kitone e, lasciandolo lentamente scivolare a terra, scoprì un baby-doll in pelle nera alla cat woman.

«Wow!» il cavaliere rimase letteralmente senza fiato «sei sempre stata super sexy, ma così hard mai!» esclamò Camus, mentre i suoi occhi percorrevano ogni sua curva da brivido.

«Vedi, le persone non si conoscono mai abbastanza»

L’ancella estrasse un paio di catene dorate dal reggiseno ed incatenò l’accondiscendente santo dell’Acquario alla testiera del letto. Le sue labbra rosse si posarono su quelle di lui, che già pregustava tutto il resto, ma con un sorrisetto perfido si allontanò dicendo:

«Ragazzi è tutto vostro!»

Camus sbiancò alla vista di Ugo, il postino, con in mano una siringa contenente anestetico per cavalli e Seiya con uno scatolone pieno di oggetti non meglio identificati. Cercò di divincolarsi, ma le catene erano troppo resistenti.

«É inutile che ti agiti, non riuscirai a liberarti nemmeno se bruci al massimo il tuo cosmo» gli disse Seiya ( le catene erano infatti state fornite dall’armatura sacra di Shun).

«Quindi stai buono e sarà una cosa rapida ed indolore» cercò di tranquillizzarlo Ugo, anche se la sua espressione era tutto tranne che rassicurante.

«Natalia, perché?» urlò disperato e confuso Camus.

«Il perché chiedilo alle spogliarelliste del night club che frequenti. Caro “ Ghiaccio bollente”»

gli occhi impietosi dell’ancella furono l’ultima cosa che vide prima di perdere i sensi.

 

Più tardi al piazzale della Meridiana.

 

«Togliete subito quel coso dalla meridiana; è indecente!»

Camus fu svegliato dall’urlo di Atena e aprendo gli occhi vide: la dea infuriatissima, Shaka con gli occhi sgranati, Aldebaran, Calogero e Doko che ridevano come matti, Mu, Saga, Aiolia, Aiolos e Milo che facevano delle smorfie assurde cercando di non scoppiare a ridere anche loro, Shura con un espressione schifata e Afrodite che continuava a fargli l’occhiolino.

«Perché ridete?» chiese prima di avvampare di rosso per la vergogna.

Il cavaliere era appeso alla meridiana in boxer a fiori con un boa di piume di struzzo rosa confetto attorno al collo, babbucce di paperino ai piedi e due fantastiche alette di cartone sbrilluccicanti al sole, sulla schiena.

«Argh! Tiratemi subito giù prima che qualcun altro mi veda!» urlò in preda al panico il gold saint (ma ignaro di essere già finito su youtube).

«Si tiratelo giù, non è una bella visuale» ordinò Atena mentre si allontanava per tornare ai suoi appartamenti. Però, prima di salire l’immensa scalinata, non perse l’occasione di fare il mazzo a tutti e dodici:

«E cercate di ripulire i vostri templi. Diamine sembrano un porcile!»

la dea era infatti scesa per fare un’ispezione e vedere come procedeva la situazione.

Raggiunta finalmente la sala del trono, Saori ( dopo aver ben controllato di essere sola), scoppiò in una sonora risata. “Era da anni che non mi divertivo così! Già, da quando, da bambina, prendevo a frustate gli attuali santi di bronzo per giocare alla domatrice di cammelli! Quei servitori sono veramente ba@@@@di”.

 

Sesta Casa

 

«Bella casa Shaka, di poca utilità, ma d’effetto. Magari potresti provare ad affittarla a qualche pinguino».

«Hyoga, accidenti, c’è poco da scherzare! Ora che Camus è stato spedito in Africa a combattere la desertificazione del Sahara, come punizione per atti osceni in luogo pubblico, chi è che può liberarla dal ghiaccio!»

Shaka era seduto sui gradini dell’ingresso della casa della Vergine e si teneva la testa tra le mani con aria depressa ( come se normalmente fosse l’ottimismo fatto a persona).

«Si potrebbe provare con le armi di Libra. Ah, dimenticavo, Doko è già tanto che si regge in piedi e la dea ne ha vietato l’utilizzo senza la sua autorizzazione e....mi è giunta voce che non te l’abbia concessa»

Shaka era sempre più depresso

«Ma se ti può interessare» continuò Hyoga «io sono riuscito a superare il mio maestro, raggiungendo lo zero assoluto. Quindi, per me, rompere la teca di Camus è una bazzecola»

«Davvero? Dici sul serio?» Gli occhi del santo della Vergine si illuminarono ( era così depresso che si era dimenticato di chiuderli)

«Certo amico! Basta solo che metti una firmetta qui, qui e qui!»

 

Occhio per occhio, dente per dente

 

La riunione era stata convocata da Aiolos e si sarebbe tenuta nella sua casa dopo cena.

«Bene, visto che ci siamo tutti possiamo cominciare» aprì il cavaliere del Sagittario.

«Ma Aiolos, siamo solo in nove. Mancano tre cavalieri all’appello» fece notare Mu.

«Non credo che verranno. Calogero e Shaka hanno ceduto, mentre Camus è stato mandato in missione in un posto molto caldo» Il Gold Saint fece un lungo respiro e ricominciò con tono solenne «Nobili Cavalieri d’Oro di Atena sarò breve e conciso. Gli eventi successi oggi al Grande Tempio non sono stati accidentali, ma sono opera della mente diabolica di Epicuro e dei suoi. Io penso che non sia onorevole, da parte nostra, stare con le mani in mano subendo passivi i loro subdoli tiri mancini»

«Cosa hai in mente?» chiese Saga.

«La vecchia legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente. Se vogliono la guerra noi li accontenteremo. Siete liberi di agire come meglio credete, basta che li mettiate in ginocchio. Voglio vedere Epicuro supplicare pietà!»

«Devo ammettere che è una strategia geniale! Saresti stato un ottimo grande sacerdote» commentò compiaciuto Doko.

«Grazie, ma bando alle ciance. Andate e fate quello che ogni saint sa fare meglio: perseverare, perseverare e perseverare ancora fin quando il nemico non è sconfitto!»

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Capitolo 4
*** Sono un genio!!! ***


(Capitolo IV)

 

Sono un genio!

 

Milo era seduto in cima ad un tempietto diroccato, immerso in una lussureggiante vegetazione, su una delle alture del Santuario. Da li si aveva una splendida visuale di tutto il Grande Tempio e c’era sempre un venticello leggero che gli scompigliava i capelli. Si rifugiava sempre in quel piccolo angolo di paradiso, tra terra e cielo, tutte le volte che doveva pensare. Ma quella mattina non riusciva proprio a ragionare. Normalmente, in combattimento, non gli era difficile mantenere la mente lucida ed analizzare in modo distaccato la situazione, ma questa volta era diverso. Non era il solito corpo a corpo, ma una gara d’astuzia e non gli veniva in mente proprio nulla per far cedere i propri servi. Il suo sguardo si era ormai perso nel vuoto quando una leggiadra figura a valle attirò la sua attenzione.

La fanciulla era Cassandra, la sua ancella, con il cesto dei panni puliti, che si stava dirigendo verso un’assolta piazza erbora per stenderli.

“Ideona! Le brucio i vestiti, così sarà costretta a lavorare alle mie condizioni per rifarsi il guardaroba!”

Milo saltò giù dal tempietto e si affrettò a procurarsi il necessario: tanica di benzina e accendino.

Dopo di che, quatto, quatto e facendo ben attenzione a non farsi scoprire, mise in atto il suo piano. Prima cosparse di benzina i vestiti e poi appiccò il fuoco con l’accendino: “ he, he sono proprio un genio!”, ma proprio in quel momento Cassandra si accorse della sua presenza:

«O per la dea! Milo cos’hai combinato!»

«Così impari a metterti contro un cavaliere d’oro!»

«Scemo, questi non sono i miei vestiti, ma quelli di Atena!»

«Certo, certo e pensi che io mi beva una così banale frott..» le parole gli morirono in gola mentre un gigantesco cosmo minaccioso si stagliava alle sue spalle.

«A...A...Atena! Che piacere vederla!Lo sa che oggi è più bella del solito!» farfugliò il santo dello Scorpione.

«Milo, sai quanto mi è costato il kitone in stile ionico ,con ricamo d’oro ed inserti in diamante, fatto su misura per me da Armadi?»

«Hem, no» al cavaliere erano venuti i sudori freddi.

«Più di quanto tu possa raccimolare nella tua carriera di Gold Saint! Non basterebbe vendere la tua armatura! Ora vieni con me alla sala del trono che facciamo un bel discorsetto!» Saori, furibonda, costrinse Milo a seguirla tirandolo per un orecchio.

 

Un’ora più tardi.

Spogliatoi dell’arena.

G. T.

 

SPLOSH! SPLASH! GRAT GRAT! WOSSH!

«Uff! che faticaccia pulire le latrine e che schifo! Ora capisco perché Cassandra si arrabbiava tanto quando dimenticavo di alzare la tavoletta del water!»

Milo era finito li per punizione, dopo essersi subito una maxi sgridata di un’ora da Atena. Non l’aveva mai vista così alterata e battagliera. “Magari avesse tirato fuori tutta quella furia durante le battaglie” pensò, ma perdersi in pensieri era controproducente. Ora l’unica cosa che doveva fare era finire alla svelta prima che qualcuno lo venisse a sapere.

Il cavaliere era infatti a carponi, con i capelli raccolti in una bandana rossa tra scovoloni del w.c., spugne e detersivi.

« Milo, sorridi!»

«He?»

CLICK

«Splendida! Proprio una foto da Face Book!»

«Cosa? No, Nestore, aspetta!»

Nestore, l’altro inserviente di Milo, sventolava allegramente la foto, ottenuta con la polaroid, davanti al naso del cavaliere:

«Sei proprio foto-igienico Milo! ( Sorry, lo so che è proprio una battuta brutta, brutta, ma visto il contesto ci stava! Comunque torniamo a loro) Questa finisce dritta, dritta in rete!»

«Tu con quella non vai da nessuna parte!» lo minacciò Milo.

«UUU! Che paura! Altrimenti che mi fai? Mi lanci lo spazzolone che hai in mano. Effettivamente è un arma chimica di tutto rispetto!»

Era troppo e Milo si preparò ad usare la sua Scarlet Needle:

«Adesso vediamo se hai ancora voglia di scherzare! Dammi quella foto!»

«Milo, lascia perdere, che figura ci faresti ad usare uno dei tuoi colpi più potenti contro un povero servo indifeso? E poi vorrei ricordarti che ormai sono diventato immune al tuo veleno; sai, le tue sedute di agopuntura sono servite a qualcosa!»

Il cavaliere si placò. Nestore aveva ragione, non poteva perdere le staffe in quel modo, ci avrebbe rimesso la faccia. Poi, le regole di cavalleria parlavano chiaro: un cavaliere che si rispetti non poteva attaccare un uomo indifeso e disarmato, e Milo al rispetto delle regole e all’onore cavalleresco ci teneva parecchio (era infatti membro onorario del fan club di Joda)

«Suvvia, Milo,non fare quella faccia. Si può sempre scendere a patti, magari si trova un accordo conveniente per entrambi».

Il gold saint guardava sospettoso il suo assistente, ma gli fece cenno di proseguire.

«Vedi, se vuoi la foto, basta che accetti le richieste di Epicuro: Copertura sanitaria, marchette ecc...»

«Non mi sembra molto vantaggioso, visto che perderei credibilità agli occhi dei miei colleghi. Se cedo verrò ritenuto un debole».

«Intanto perderesti la faccia comunque, non credi?» Nestore accarezzò la foto « Comunque credo che sarebbe meglio ti preoccupassi di Atena, più che della tua faccia. La dea è molto, molto arrabbiata con te, e sai che è tanto intransigente con i suoi paladini, quanto inutile in battaglia. Però, Cassandra, siccome è in rapporti confidenziali con lei, potrebbe mettere una buona parola su di te....poi, un volta conclusa questa spiacevole faccenda, io e Cassandra, ripeto, Cassandra, torneremo nella casa dello Scorpione. Non fare quell’espressione sorpresa, lo so perfettamente quanto ci tieni a lei, ma se preferisci Aiolos...come si dice: de gustibus. Comunque pensaci e fammi sapere».

Nestore fece per allontanarsi, ma dopo pochi passi:

«Aspetta, dove devo firmare?»

«Ottima scelta Milo dello Scorpione, qui va la firmetta ed ecco a te la foto più una bella raccomandazione di Cassandra al capo. É sempre un piacere fare affari con te!»

 

 

XXXXXXXXXXX

 

Tesi

 

Era una splendida giornata limpida e lei era al settimo cielo. Il suo sogno, dopo tanti sacrifici si stava per realizzare: il giorno seguente avrebbe consegnato la sua tesi, in diritto greco-romano, al suo relatore e finalmente anche lei avrebbe potuto aiutare la dea della giustizia, anche se non come sacerdotessa.

Aveva lavorato sodo per pagarsi le tasse universitarie, ma ora poteva vedere il traguardo raggiunto. Certo, c’era ancora il praticantato prima di poter esercitare la nobile arte oratoria, ma sapeva anche che più nulla, o nessuno, l’avrebbe potuta fermare.

Lo sciopero, poi, era stato una vera e propria manna, in quanto le aveva consentito di portare a termine gli ultimi ritocchi in santa pace e..senza Shura tra le scatole.

“Shura” il pensiero di Penelope si soffermò sul cavaliere “ Chissà come se la sta passando!”.

Lei e l’ombroso spagnolo erano amici di vecchia data e gli era molto riconoscente; infatti era grazie a quel lavoro che aveva potuto frequentare la facoltà di giurisprudenza: la sua ultima possibilità di diventare paladina della giustizia.

Aveva quindi deciso di non aderire agli “scherzi”, ma di attuare uno sciopero passivo. Questo per solidarietà ai colleghi e perché Shura, dopo il soggiorno negli inferi, era diventato veramente insopportabile. La seguiva ovunque come un ombra e senza spiaccicare parola. Non che fosse mai stato un chiacchierone, s’intende, ma con lui si riuscivano a fare discorsi seri, era un’ottima spalla su cui sfogarsi e una tomba con i segreti. Ora, invece, quel poco che riusciva a dire erano discorsi degni di Luca Giurato. Per non parlare di quando iniziava a pavoneggiarsi con Excalibur.

Le scena tipo, che si ripeteva puntualmente ogni giorno nella decima casa, era:

Lui che entrava in casa esclamando frasi come:

«La mia spada è indistruttibile! Non fare complimenti, se vuoi te lo faccio vedere!»

Lei stizzita che le urlava di risposta :

«Sei veramente impossibile!»

E lui che rimaneva con un espressione inebetita sul volto mentre domandava:

«Ma cosa ho detto di male?»

“Va bene che sarà stato traumatico, ma si è proprio rincitrullito! E poi diamine, anch’io ho sofferto, ma mica ho dato di testa!”

Pensando, pensando, Penelope era arrivata in un campetto in cui era stato allestito il gioco della pignatta e, incuriosita, si fermò a osservare i partecipanti. Come previsto c’erano tutti i gold saint più festaioli: Aldebaran, Aiolia, Aiolos, Doko e persino Mu. Mancava solo Milo intento a tinteggiare la sala del trono ( alla dea non era ancora passata l’arrabbiatura). Infine, guardando meglio, notò anche Shura che, bendato, sventolava un bastone cercando di colpire l’asinello di cartapesta, incitato dai compagni.

A Penelope sfuggì un sorriso “ Beh, allora essermi allontanata gli ha fatto bene. Finalmente ha iniziato a socializzare con gli altri cavalieri”.

CRACK!

Il colpo alla pancia della sfortunata pignatta fu quello decisivo e una pioggia di coriandoli e caramelle cadde sui divertiti santi di Atena.

“ Sono contenta che non se la passi poi così male”. Questi furono gli ultimi pensieri dell’ancella, mentre si dirigeva all’accampamento dei servi.

Però, appena raggiunta la sua tenda, si accorse che c’era qualcosa che non andava: la tesi, da poco rilegata, non era sul tavolino su cui l’aveva lasciata. Presa dal panico iniziò a frugare ovunque, ma senza risultato. Ad un certo punto gli balenò in mente un sinistro pensiero: “ No, non può essere! Non è da lui!” continuava a ripetersi mentre correva veloce come il vento verso il gioco della pignatta.

Purtroppo una volta giunta sul posto il suo presentimento si rivelò esatto: Shura aveva ricavato i coriandoli tagliuzzando la sua tesi. Si lasciò scivolare a terra tra i bianchi pezzetti di carta, mentre calde lacrime le rigavano il volto. Ma la disperazione lasciò presto posto alla rabbia e, inferocita, decise di andare in cerca del cavaliere del Capricorno.

Lo trovò seduto sui gradoni dell’arena, in compagnia di Aldebaran e Aiolos, mentre si godeva il sole del tardo pomeriggio, dopo il solito duro allenamento. I tre erano intrattenuti dalle storielle di Doko ( il solito vecchio arzillo, che quando non c’erano in giro il suo discepolo e la dea, si improvvisava cabarettista. Altro che vecchio saggio!). Shura, come i compari, si era levato l’armatura ( che giaceva fradicia di sudore in un angolo) ed era rimasto in canotta e short.

«Shura! Questa volta ti sei scavato la fossa con le tue mani!» Penelope aveva fatto il suo ingresso sul finale della storiella, suscitando ilaritfà con la sua frase:

«Che graziosa bambolina ci è venuta a trovare!Hai del fegato bambina, se osi minacciare un cavaliere d’oro! Ti consiglio di chiedere scusa e di fare un bel massaggio ai miei piedi stanchi. Sono un povero vecchio io!» commentò Doko.

«Non sembri così minacciosa! Cucciolotta!» Rincararono la dose Aiolos e Aldebaran.

L’unico che non aprì bocca fu Shura, che assunse un espressione molto seria.

«Rilassati spagnolo, è alta un metro e un tappo, cosa vuoi che ti faccia?» disse il santo del Toro, tirando una poderosa pacca sulla spalla al collega.

I tre furono però azzittiti da un lampo verde che illuminò per una frazione di secondo gli occhi dell’ancella. Penelope si avvicinò a Shura e, afferrandolo per la canottiera, lo costrinse a chinarsi fino a quando la sua faccia non fu a pochi centimetri dalla sua:

«Sarà anche l’ultima cosa che faccio, ma giuro che ti rovino!» sibilò la ragazza. Dopo di che se ne andò lasciando il cavaliere seriamente preoccupato: “questa volta sono veramente nei guai” sospirò, mentre Doko e Aldebaran toglievano velocemente il disturbo.

Rimase solo Aiolos incuriosito dalla scena:

«Quello che ho visto alle spalle della tua ancella era un cosmo o sbaglio?»

«Non ti sbagli. Penelope non è come le altre. A lei era destinata l’armatura del Tucano ed era la migliore guerriera del santuario»

«Incredibile! Allora quella sacerdotessa con l’armatura da sfilata di carnevale di Rio era lei! Non l’avevo riconosciuta»

«É normale visto che portava sempre la maschera. Purtroppo, poco prima della tua scomparsa, durante una missione, ha riportato gravi danni alla schiena ed è stata quindi sospesa dalla carica».

«E l’armatura che fine ha fatto?»

«Non è più stata data a nessuno, anche perché le aspiranti sacerdotesse, quando la vedevano, disertavano».

«Si, mi ricordo che era veramente imbarazzante, con tutte quelle piume...»

«Già, solo Misty della Lucertola la trovava bella. Ma a parte questo, Penelope, quando s’infuria, ha un cosmo veramente terrificante ed in più sta per diventare avvocato. Aiolos, sono nella m@@@a fino al collo!».

 

Due giorni dopo....

 

“Ci voleva proprio una bella doccia calda per stendermi i nervi! Sono proprio uno stupido, è da due giorni che dormo con un occhio aperto, ma Penelope non si è fatta viva. Probabilmente ha ragione Al ( questo era il soprannome dato al santo del Toro dai colleghi): cosa vuoi che mi faccia?” Shura risciacquò via lo shampoo dai capelli e rimase, ad occhi chiusi, sotto il getto caldo ancora par qualche istante. Poi aprì le tendine della doccia:

«ARGH! AFRODITE CHE DIAVOLO CI FAI NEL MIO BAGNO!!!!!!»

«Visto che Ugo è in sciopero mi sono offerta di sostituirlo. Ora sono io la vostra nuova postina. Sei contento?» il cavaliere di Pesci assunse una posizione molto sexy, che metteva in risalto il suo decolté imbottito «Comunque gran bel ...hem...cosmo, Shura!»

«CHE SCHIFO!!! Per tutti gli dei dell’Olimpo esci subito di qui prima che ti faccia a fette, razza di travestito depravato!» Tuonò il santo del Capricorno, mentre Afrodite se la dava a gambe per evitare gli arredi del bagno che gli venivano lanciati.

Shura si rivestì in fretta e furia : «Roba da matti! Ma che diamine gli è venuto in mente a Sion, quando ha dato l’armatura dei Pesci a quella sorta di Platinet versione manga!»

Comunque, nonostante le imprecazioni dello spagnolo, Afrodite aveva fatto il suo dovere di postino ( pardon, postina!) e aveva lasciato una lettera sul mobiletto della biancheria sporca.

Shura l’aprì:

«Cosa!? Sono stato citato all’Agorà da Penelope!»

 

 

Quello che vorrei sottolineare è l’affetto che ho verso tutta l’opera di Masami Kurumada, anche se lo dimostro in un modo molto particolare ;-). I cavalieri dello zodiaco non rappresentano, per me, solo uno splendido manga, ma racchiudo ricordi molto importanti legati alla mia infanzia: Hyoga e Seiya sono stati i miei primi giocattoli e l’anime in Tv rappresentava l’ora in cui io, mio fratello e i miei cugini ci trovavamo assieme per vederlo.

 

x Diana924 -Sono contento che quello che hai letto fin ora ti sia piaciuto, io a scriverlo mi sono divertito! Anche io sono un appasionato di storia soprattutto medioevale!

 

x DavideC88- Grazie, ma te non fai testo! Sei di parte!

 

x LadyBlue- Ti ringrazio sia per gli apprezzamenti sul mio stile di scrittura, che per aver espresso le tue opinioni sul contenuto. I complimenti fanno sempre piacere, ma le critiche sono altrettanto gradite in quanto aiutano a crescere e migliorare. Comunque, più che ubriaconi e assetati di....nella mia parodia, i cavalieri d’oro, si sono trovati ingenue vittime ignare di servetti un po’ troppo maligni, maliziosi e che, spesso e volentieri, fanno passare i loro padroni per quello che non sono. Le uniche eccezioni, lo ammetto, sono Camus, ma perchè ha voluto rifarsi degli incontri ravvicinati con Milo in altre sedi e Afrodite che, in una parodia, non può che essere dell’altra sponda (nel manga già Seiya espone perplessità sull’indirizzo del cavaliere dei Pesci). Comunque c’è in programma anche una storia seria dal titolo “ I figli del fato” che però non so bene quando riuscirò a metterla per scritto. Le vacanze sono terminate, la scuola riprende e quindi il tempo verrà a scarseggiare!.

 

x charm_strange Grazie troppo gentile! L’idea era proprio quella! I santi di bronzo mi hanno sempre fatto pena, a loro le botte e ai santi d’oro la gloria! La Mamma di Crystal! Mitici li guardo anch’io!

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Capitolo 5
*** L'Agorà ***


Capitolo V

 

L’Agorà

 

«Gentile pubblico in sala e telespettatori a casa, benvenuti ad una nuova puntata di “Zuffe e baruffe all’Agorà”, la versione greca di Forum! Vi comunico che da oggi siamo passati sul satellite e quindi potremmo essere seguiti da tutto il mondo! Bene, detto ciò, facciamo entrare il giudice e godiamoci la gente che si insulta!»

Squittì la presentatrice.

Il giudice entrò e, dopo essersi accomodato, annunciò i contendenti:

«Entrino in sala la signorina Penelope Fernandez e il signor Shura di..» il giudice si stropicciò gli occhi: «di Capricorn?»

«Si ha letto giusto» intervenne il cavaliere.

«Mai pensato di cambiare cognome?»

«Tecnicamente non è il mio cognome, ma il mio titolo di cavaliere di Atena»

Il pubblico in sala scoppiò a ridere.

«Giovanotto mi prende per i fondelli! Guardi che la sbatto dentro per oltraggio a pubblico magistrato!»

«Ma veramente io..»

«Silenzio! Lei deve parlare solo se interpellato! Signorina, prego ci esponga i fatti, di che accusa il qui presente “cavaliere”»

Altre risate da parte del pubblico.

«Signor giudice, gentili signori...» esordì Penelope, mentre sfoggiava un candido sorriso e due occhioni da cerbiatta verso le telecamere «Sono qui per accusare il signor Shura di avermi costretta a lavorare per lui, in nero e sotto ricatto e per richiedere un risarcimento danni!»

«Ma cosa dici! Ti ho solo detto, che se saresti venuta a lavorare da me, ti avrei pagato gli studi! Dovresti essermi grata! Senza di me non avresti nemmeno un posto dove stare!»

«Come può vedere, signor giudice, lui ha approfittato della mia condizione di bisogno!»

«Ma non è vero, ho solo ..»

«Silenzio, le ho già detto di rispondere solo se interpellato! Signorina prosegua!»

«Oltre a lavorare in nero, mi ha costretto a vivere in semi schiavitù e quando tornava a casa, ubriaco fradicio, mi picchiava!» la ragazza scoppiò in singhiozzi.

«Ma se ti ho sempre trattata con i guanti e poi lo sanno tutti che sono astemio!»

«Silenzio! Signorina può dimostrare ciò che afferma?» intervenne nuovamente il giudice.

«Si signor giudice. Ne ho le prove!» Penelope passò alla presentatrice due foto, che vennero proiettate su un monitor in modo che tutti potessero vederle. Nella prima c’era lei vestita di stracci che, con una catena ai piedi, strofinava un pavimento in legno con uno spazzolino da denti, nella seconda c’era lui che le assestava un gancio in piena faccia.

Il pubblico era sconvolto.

«Assurdo! Si vede lontano un miglio che è un foto montaggio! Quella è una delle scene del film di Cenerentola! E poi non ci sono pavimenti in legno nella decima casa e posso provarlo! Inoltre non ti ho mai picchiato. Quella è un istantanea dei nostri allenamenti e non conta e poi nemmeno tu ci andavi leggera con i cazzotti!»

«Si, è vero, oggi i pavimenti sono tutti in marmo, ma tredici anni fa il salotto aveva il parquet. L’hai sostituito dopo averlo macchiato con il sangue di Aiolos. Mi ricordo bene che eri ricoperto di sangue dalla testa ai piedi, dopo aver tentato di ucciderlo con la spada! Signor giudice qui ho i preventivi e il saldo della ditta assunta per la ristrutturazione.»

Il pubblico in sala era sotto shock e una signora svenne.

«Signor Shura, sinceramente, non so proprio come una signorina così a modo possa fare a pugni, comunque, è in grado di provare che la seconda foto sia riferita ad un allenamento e non ad un pestaggio? E cosa risponde all’accusa di tentato omicidio?» chiese il giudice.

Il cavaliere pallido come un cencio rimase in silenzio. Il giudice allora continuò: «La signorina qui presente ha appena detto che lei è in possesso di una spada?»

«Non registrata tra l’altro!» aggiunse Penelope.

«Ah! Penelope, ora voglio proprio vedere come farai a dimostrare che nel mio braccio destro c’è Excalibur!»

«He? Scusi può ripetere?» chiese il giudice incredulo.

«Si la dea Atena, per cui lavoro, mi ha dato Excalibur, la leggendaria spada indistruttibile!»

«Signor giudice, lo perdoni, sa, a forza di partecipare alle sfilate di cos-play, si è convinto di essere re Artù!»

Risate generali tra il pubblico.

«Comunque mi riferivo a quella che è appesa sopra il camino!Shura!» Penelope passò un’ulteriore foto al giudice.

«Signorina, è sicura di volere solo un risarcimento in denaro? Qui c’è materiale sufficiente per spedirlo in galera per il resto dei suoi giorni!» chiese il giudice.

«Si, è sufficiente!»

«Bene allora dichiaro che il qui presente signor Shura di hem...quello che è, sia costretto a versare la somma di un milione di euro alla signorina Penelope. Cosi è deciso!»

«Dopo questa puntata ricca di colpi di scena, vi invitiamo a seguirci anche domani, sempre qui a “ Zuffe e baruffe all’Agorà”! Buona giornata a tutti!» concluse la presentatrice sfoggiando il suo lato migliore.

 

Poco dopo

Fuori dagli studi televisivi.

 

« Penelope perché mi hai coinvolto in questa buffonata? Accidenti, ti ho solo rubato e distrutto la tesi! Da te mi sarei aspettato un comportamento più serio!» gli disse alterato Shura dopo averla raggiunta.

«Ma lei non è quell’ubriacone sadico e violento che crede di essere re Artù?» lo interruppe una signora che passava di li.

«Si è vero, è lui, lo visto poco fa in televisione!» aggiunse un secondo passante.

«HAAAAAAAA! Allora lei è anche un ladro! » Il panico si diffuse per il quartiere e in poco tempo la strade rimasero deserte.

Il cavaliere era sbigottito:

«Me che cosa succede? Perché scappano?»

«Probabilmente hanno visto la tua splendida performance all’Agorà! Effettivamente all’inizio avevo intenzione di citarti davanti ad una comune corte di tribunale. Epicuro però mi ha fatto notare che, anche se ti avessero sbattuto in prigione e buttato via la chiave, la cosa non avrebbe fatto notizia. Si, insomma, saresti stato uno tra i tanti in gattabuia, ma nulla di più. Dopo di che, mi ha ancora fatto notare, che la cosa peggiore per un cavaliere è la perdita dell’onore e della reputazione, e cosa c’è di peggio di farlo in mondovisione?»

«Così ora non potrò più mettere il naso fuori dal Santuario!» il santo del Capricorno era scioccato.

«Esatto! Atena non ti manderà più in missione per un bel po’, per non scatenare il panico tra i civili! La tua carriera è rovinata fratello! Così impari a provare a rovinare la mia! Sei pronto a mettere a nuovo il campo di bocce? Perché Doko ti sta già aspettando!E non dimenticarti delle interminabili gare di barzellette del saggio guru della Bilancia!» Penelope intanto estrasse una busta da sotto la giacca e fece per consegnarla a Shura, che tremando le si gettò ai piedi:

«No! Ti prego un altra citazione in tribunale no! Abbi pietà in nome della nostra vecchia amicizia! Poi, lo giuro, non farò più nulla che ti faccia arrabbiare e ti chiedo immensamente scusa per... »

«Rilassati! È solo la mia lettera di licenziamento! Non che ce ne fosse bisogno, visto che non ero regolarmente assunta, ma era per essere formali.»

«HAI FATTO TUTTO STO CASINO E ORA TI LICENZI PURE??» Esplose il Gold Sanit.

«Si, Atena mi ha chiesto di trasferirmi in Giappone per far praticantato sotto i legali della Fondazione Grado! Quindi addio e ...non crucciarti troppo per la mia tesi. L’avevo salvata su chiavetta!!!!»

«NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!» fu l’urlo di Shura mentre lei saliva sulla limousine nera inviatale da Saori Kido.

 

Nona casa

 

«Ciao Shura! Come va!» Aiolos diede il benvenuto al collega nella sua casa. «Sei di passaggio o ti fermi a bere qualcosa?»

«COME VUOI CHE VADA RAZZA DI SCEMO!» fu la risposta del saint « Ho perso la mia migliore amica e ancella, l’onore e la reputazione e non sono più proprietario nemmeno delle mutande che indosso! Vaf@@@@@lo e te e alle tue idee del menga! La prossima volta che ti viene in mente di giocare alla pignatta usa la tua collezione di Diabolik!» il Saint del Capricorno se ne andò rosso in viso e fumante di rabbia.

 

XXXXXXXXX

Lasagne!!!!!

 

«Trallalero, trallalà, quanto è bello spolverà, firuli e firulà!»

Questo era il simpatico motivetto che Aldebaran canticchiava ( improvvisando passi di samba) mentre spolverava il soggiorno.

«Ora si che è tutto bello pulito! Però non avrei mai pensato che mi piacesse così tanto fare il casalingo e non parliamo del cucito! Adoro fare il punto croce! »

Rimase estasiato, per un paio di minuti, davanti alla sua prima opera: una mucca che pascolava su un prato (che gran fantasia ne!). Aveva trovato ago e filo nella cesta del filato di Palmira ( la sua, non più giovanissima, assistente) e così, tanto per scherzare, aveva iniziato a ricamare e... gli era piaciuto un casino!

«Ora devo solo più togliere la polvere dalla mia preziosissima collezione di souvenir in vetro di Murano! Sono molto delicati e devo fare molta, molta attenzione!»

Come non detto. Appena toccò con il piumino il gattino di vetro, si scatenò un effetto domino, che portò, in pochi istanti, alla distruzione dell’intera collezione.

«Al, sei in casa? Ti ho riparato il corno dell’elmo, ma la prossima volta evita di usarlo per sturare il lavandino, d’accordo?» Mu, la paciosità fatta persona, si aggirava flemmatico per la seconda casa:

«Al! Perchè sei in lacrime?»

«Sigh! Spolverando ho distrutto la mia collezione di vetri di Murano! »

«Su non piangere. Te la ricompro io made in Cina per Natele.»

«Ma erano pezzi originali!»

«Quanto sei pignolo! Sa, allora, per tirarti su il morale, ti invito a pranzo a casa mia!»

«Non ti devi disturbare Grande Mu! Sto già meglio non vedi?» Al sfoggiò la sua migliore faccia gioiosa.

«Figurati, nessun disturbo! Kiki ci preparerà un bella insalata mista! Oppure preferisci una caprese? È la nostra specialità!»

Al desolato santo del Toro non restò altra scelta che accettare per l’ennesima volta l’invito dell’amico e seguirlo verso la casa del Montone Bianco.“Era meglio se accettavo la collezione made in Cina”, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.

Giunti a destinazione Mu iniziò a chiamare Kiki:

«Kiki! Kiki! Abbiamo ospiti, su vai in cucina a preparare il pranzo!» (Il povero Kiki, era stato messo a fare lo sguattero al posto di Mario, l’assistente di Mu).

Ma non avendo risposta iniziò a cercare per le varie stanze:

«Ma dove si sarà cacciato mio fratello? Scommetto che sarà andato a giocare a calcio con le riserve di bronzo! Appena lo vedo mi sente!»

«Mu, non senti questo profumino celestiale!» chiese Al.

«Si, effettivamente sento qualcosa» il cavaliere dell’Ariete annusò l’aria «odore di morte!»

«Ma no, è pollo ai ferri!» Aldebaran partì in quinta lasciandosi trasportare dalla scia odorosa, come un cane da tartufi, seguito dal contrariato Mu.

Il profumino li condusse sul piazzale antistante la casa, dove era stato allestito un capanno tipo quelli delle proloco alle sagre di paese.

Al suo interno c’erano Seiya, Shiryu, Hyoga e Ikki che si stavano rimpinzando di ogni ben di dio, peggio di Goku al ristorante( Shun era troppo attento alla linea e alle buone maniere per ingozzarsi, come un maiale, con la faccia dentro ad una ciotola! A Seiya, invece, gli veniva benissimo!):

Seiya: «Questo tempura di gamberi è la fine del mondo! Carlos sei un mago dei fornelli!»

Shiryu:«E non parliamo di questi ravioli al vapore ripieni di carne, delicati e saporiti!»

Hyoga: «Il salmone alla piastra, poi, è insuperabile!»

Ikki: «Ma avete assaggiato questo pollo alla diavola? Favolosamente piccante! Mi ricorda la lava dell’isola della Regina nera!»

«Siete troppo buoni!Così mi fate arrossire!» rispose Carlos (lo chef del santo del Toro), da dietro il bancone.

Aldebaran stava sbavando come una cane davanti ad una bistecca, mentre Mu stava per dar di stomaco. Tra i partecipanti, al succulento banchetto, c’era anche Kiki seduto comodamente su una seggiola, che si apprestava ad aggredire una bella pizza valdostana fumante, con tanto di tovagliolo legato al collo.

«Com’è, ti piace?» gli chiese Palmira

«Si, è stratosferica! Non avevo mai assaggiato una cosa così buona! Con il mio fratellone si mangia solo verdura la vapore senza grassi aggiunti!» rispose Kiki addentando la seconda fetta.

«Allora dacci sotto! Che devi crescere!»

Il ragazzino non se lo fece ripetere due volte.

«Kiki! Sei passato al nemico! Vergognati!» lo riprese Mu

«Che ci vuoi fare? La pizza è la pizza!» rispose il ragazzino prima di fiondarsi nuovamente sul piatto.

Intanto Al si era avvicinato a Carlos, che era intento a sfornare una teglia dal profumo e dall’aspetto molto invitante:

«Ma quelle sono...LASAGNE!» il santo del Toro guardava il prelibato piatto degli dei con gli occhioni del gatto con gli stivali di Shrek.

«Le vuoi?» gli chiese il cuoco.

Aldebaran annuì con il capo.

«Allora devi firmare» Carlos gli allungò scartoffie e panna.

«No! Non lo fare, è una trappola! Vogliono prenderti per la gola!» Il grande Mu cercò di risvegliare l’amico dalla sottospecie di trans in cui era caduto.

«Nobile santo dell’Ariete gradisce dello stufato d’agnello? Oppure abbiamo anche del kebab con carne di montone di primissima qualità!» Palmira piazzò i due piatti proprio sotto il naso del cavaliere.

«ARGH! NO, Il MONTONE NO! ASSASSINI!» il Grande Mu scappò via veloce come un fulmine e si chiuse nel bagno a vomitare.

«Bene, quella mozzarella voilacea anti colesterolo non ti disturberà più, mangia pure in santa pace che ti vedo sciupato! Bambinone della zia!» Palmira rifornì il gold saint di piatto forchetta e coltello, mentre Carlos riordinava i fogli firmati del contratto.

E finalmente, dopo tanto tempo, anche il nostro Al poté nuovamente gustare il prelibato sapore della pietanza più sublime e, contento come una pasqua, ficcò anche lui il suo immenso testone dentro la scodella!

 

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x Diana924-Si, effettivamente vedere Shura incatenato al computer mentre sbiella per copiare pagine su pagine di un trattato di diritto, con Penelope armata di frusta alle sue spalle, era un’immagine allettante, ma per riscriverla tutta ci avrebbe messo un’eternità! E una donna in carriera non può perdersi il lusso di perdere tutto sto tempo. Poi, purtroppo per lui e per gli altri cavalieri, i loro “ servetti” sono tanto infami quanto loro valorosi! ;-)

Per Doko, ogni cosa a suo tempo!

 

x apheniti- Grazie, sono contento che ti faccia divertire!

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Capitolo 6
*** Tutta questione di...corrente! ***


Capitolo VI

 

Paurosi segni di crisi!

 

 

Aiolos stava aspettando i suoi colleghi per fare nuovamente il punto della situazione e, come al solito, erano tutti in stramaledetto ritardo. Le cose non stavano esattamente andando come sperava ( i servi li stavano letteralmente massacrando) e lui era indeciso sul da farsi.

«Ciao ciccino! Scusa il ritardo, ma ho dovuto consegnare un po’ di posta. Non pensavo che Atena avesse una corrispondenza con gran parte dei paesi del mondo! Oggi ho sfacchinato peggio di Babbo Natale la sera della vigilia. Chissà come fa Ugo a reggere il ritmo! Comunque, come puoi vedere, per te sono sempre disponibile!» il Saint di Pesci, vestito da scolaretta giapponese, andò a fare le fusa al collega.

«Si, si, grazie, ma non è il caso! E levati insomma!» Aiolos lo spinse lontano da se, sperando ardentemente che arrivasse qualcun altro.

«Salve gioventù! Aiolos ti ho scaricato il DVD che mi avevi chiesto: Pornasuss!» esclamò Doko.

«UUU! Facciamo i porcellini!» Afrodite si era nuovamente francobollata ad Aiolos.

«Veramente ti avevo chiesto Parnasuss con Johnny Deep, Jude Law e Colin Farrell! Afrodite staccati che hai rotto!! »

«E bhe, dai! che differenza vuoi che ci sia!!» disse Doko sbuffando.

«Cambiando discorso, Doko tutto bene? Ti vedo un po’ rigido?»

«Problemi con le supposte!Non ci vedo più tanto bene!»

«Potevi chiamarmi! Non sono male come infermiera! » si offrì Afrodite.

«Vedo che i migliori sono già arrivati!» disse in modo molto sarcastico Saga.

«Saga! Non sono mai stato così contento di vederti!» esclamò il santo del Sagittario.

«Io invece no!» gli rispose il saint dei Gemelli andandosi a sedere il più lontano possibile dal trio.

«Lascialo perdere fratello, come al solito ha la luna storta!» Il santo del Leone era spaventosamente pallido.

«Aiolia dove eri finito? È da quattro giorni che ti devo dare la trilogia del Signore dei Bordelli!»

«Guarda che volevo il Signore degli ANELLI! Doko forse è ora che porti a riparare il tuo apparecchio acustico! E per la cronaca mi hanno ad poco rimesso dall’ospedale!»

«Uffa, con voi non si possono mai fare battute!Sono un comico incompreso!Ai miei tempi era diverso!» commentò il saint di Libra scuotendo la testa.

« Fratellino perché non me l’hai detto!Sarei venuto a trovarti!»

«Non ho avuto il tempo. Mi hanno ricoverato d’urgenza per un intossicazione alimentare. Mi hanno fatto la lavanda gastrica.»

«Aveva cucinato Lythos?»

«Esatto»

«Buongiorno a tutti! Sono venuto solo a salutarvi perché sono in partenza.» Mu aveva fatto il suo flemmatico ingrasso con tanto di valigie, poi, con tono pacato, aggiunse: « Buona fortuna ragazzi, ne avrete bisogno!».

«Mu, non puoi andartene, siamo in un momento critico!» cercò di fermarlo Aiolia.

«É proprio per questo che me ne vado! Mica sto qui a prendermele da quattro servetti! Ma non preoccupatevi, veglierò su di voi dal Jamir!»

«Aspetta parliam..» Aiolia non fece in tempo a finire, che il santo dell’Ariete era già sparito in un PUF!

«Quanto lo odio quando fa cosi! Tutte le volte che ci sono dei problemi lui sparisce!» boffonchiò il saint del Leone.

«A quanto pare siamo rimasti in quattro gatti» disse amaramente Aiolos.

«Cinque per la precisione!» lo corresse Saga.

«Mon mi sembra il momento di fare dell’ironia!» intervenne Aiolia.

«Quanto siamo permalosi micetto! Sentite, io mi levo da questa bambinata. Infondo sono l’unico tra voi che se la sa sbrigare benissimo da solo, visto che il mio servo passava più tempo in ospedale che nella terza casa. Quindi se Lucio si licenzia per me non è un problema. E poi lasciatelo dire Aiolos, come stratega fai pena!!»

«Ma stai zitto! Parli proprio tu che ti sei fatto battere da cinque marmocchi con l’armatura di bronzo!» squittì Aiolos.

«Sempre meglio di te, che per paura di affrontarmi ti sei trasferito alle Hawaii! Io almeno ci ho provato!» ringhiò Saga.

«Ehi! Giovanotti calma! Lo sappiamo tutti che fra voi due non scorre buon sangue! Ma datevi una calmata, che se demoliamo qualcosa, Atena, ce lo fa ripagare con gli interessi! » Doko li fermò appena in tempo.

Saga, dopo aver fulminato tutti con lo sguardo se ne andò senza proferire parola. L’enorme somma che aveva dovuto sborsare ad Atena, per il restauro delle colonne delle dodici case, gli bruciava ancora.

«Bene, ora che si fa?» chiese Aiolos.

Afrodite: «Scusa ciccino, ma devo proprio andare! Sono in ritardo da paura e devo ancora consegnare un sacco di posta! Ciao, ciao, cucciolotti!» e si defilò come un ninja tra petali di rose.

Doko: «Io devo andare a prendere la pastiglia della pressione e poi ho la partita di briscola al circolo. Scusate.»

Rimasero solo Aiolia e Aiolos.

«Fratello, non perderti d’animo, sono sicuro che le cose si risolveranno per il meglio! Semplicemente siamo un po’ sotto pressione. Tutto qua.»

«Già, probabilmente hai ragione tu Aiolia. A sto punto direi che la riunione è sciolta. Sa, è meglio che vada a buttar la spazzatura prima che i topi aprano un ristorante nella mia casa!».

 

XXXXXXXXXX

 

Tutta questione di...corrente!

 

La giornata era trascorsa tranquilla e senza incidenti, ma Aiolia non riusciva a darsi pace. Non riusciva a capire il motivo di tanta diffidenza nei confronti di suo fratello.

«Dovrebbero avere più fiducia in lui! Accipicchia! Aiolos è sempre stato il Gold Saint più fedele ad Atena ed è sempre buono e disponibile con tutti. Meriterebbe più rispetto e considerazione! Anche se devo ammettere che Saga non aveva tutti i torti: Atena è veramente un’arpia! Ma cosa sto dicendo! Sono un cavaliere e devo portare rispetto alla nostra amata dea! Accidenti sarà meglio che vada a fare un po’ di esercizio per svuotarmi la mente! Sto pensando troppo e non va bene! »

Il sole rea ormai tramontato dietro le colline del tempio, e le stelle, protettrici dei nostri amati paladini, fecero capolino sulla cupola scura del cielo.

Aiolia, come al solito, si stava allenando in un posto a lui molto caro: una piazzola erbosa tra colonne diroccate. Lì aveva fatto i suoi primi passi come cavaliere, grazie all’addestramento del fratello.

Dopo un paio di calci e pugni alla velocità mach 1, decise di dar sfogo al suo cosmo ferino e scagliò il suo colpo più famoso: il Lightning Bolt.

Imprecazioni si alzarono da ogni parte del Santuario ed un’unica frase venne urlata all’unisono da tutti gli abitanti di quel piccolo angolo di paradiso:

«AIOLIA!!!!!!SEI UN PIRLA!!!!!»

Il suo colpo aveva infatti provocato un black out generale e tutti i Gold Saint, infuriati neri (Atena inclusa), si precipitarono dal santo del Leone.

«Con tutti i posti che ci sono, proprio vicino al centralino dell’impianto elettrico ti dovevi allenare! Dovresti sapere che se c’è troppa corrente salta l’impianto! E si che Camus te l’ha detto un sacco di volte!» sbraitò Milo.

«Per colpa tua adesso rimarremo senza luce! Antonio l’elettricista è in sciopero!» Gli urlò Shaka.

«Beh! Di che ti preoccupi, intanto non sei un illuminato?» la battuta non piacque molto al cavaliere della Vergine, che gonfiò paurosamente il suo cosmo.

«Grazie Aiolia! Addio elettrodomestici!» Saga aveva gli occhi pericolosamente rossi e Shura il braccio alzato in posizione d’attacco.

«E io come faccio senza piastra per i capelli!» piagnucolò Afrodite, mentre tirava fuori una rosa bianca.

Il povero leoncino si fece piccolo piccolo e chiese aiuto al fratello:

«Fratellone diglielo anche tu che non l’ho fatto apposta!»

Ma anche Aiolos stava facendo schioccare le nocche delle mani in contemporanea ad Aldebaran, mentre Death Masck brandiva una mazza ferrata.

Comunque i più furibondi erano Doko e Atena ( volevate che si perdesse l’occasione di fare i fondelli ad uno dei suoi sacri guerrieri? Certo che no! É la sua attività preferita!)

Doko : «Ho perso la puntata di “Colorado”! Aiolia adesso te le prendi!»

Atena: «E io non ho visto il finale dell’ultima puntata di “ Un posto all’ombra!” e ora non saprò mai chi si è fatto cosa e cosa si e fatto chi! Doko, distribuisci le armi di Libra!»

«HAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!» il cavaliere del Leone tremava come una foglia.

Il gruppetto stava per saltargli addosso quando la voce di Epicuro fermò il tutto:

«Divina Atena, a vedervi così crucciata, mi duole il cuore! Ma la vostra pena non dovrà durare a lungo:Antonio ha appena riattivato la corrente nei vostri appartamenti.» Antonio, con la cassetta degli attrezzi, salutò i presenti con la mano « Ed ecco qui la chiavetta con la puntata che avete perso, appena scaricata da internet! »

«Epicuro, mio salvatore!» esclamò la dea.

«La vostra felicità è anche la mia!» Epicuro si esibì in un solenne inchino dopo aver lanciato un’occhiata ad Aiolos che faceva intendere: “ guarda e impara!”.

La rabbia della dea era placata, ma quella degli altri cavalieri, no, e Aiolia era ancora pericolosamente a rischio botte, ma in suo aiuto intervenne Antonio:

«Calma gente! In nove contro uno, che esagerati; e solo perché è saltata la corrente! Dai che ci metto un attimo a far tornare tutto a posto!».

«Antonio grazie, sei un amico. Ti devo un favore!» Aiolia tirò un sospiro di sollievo.

«Allora puoi iniziare a pagarmi gli arretrati. Puoi fare a rate se preferisci.» Antonio presentò il saldo al cavaliere.

«Mai è poi mai! È una cifra esorbitante!»

«Come vuoi, ma ricordati che ti ho appena salvato da un pestaggio coi fiocchi. Ah, dimenticavo... buona fortuna con i tuoi colleghi!»

Alle spalle dell’elettricista c’erano i restanti Gold Saint che ringhiavano come cani con la rabbia.

«Ok, va bene, pago! Ma solo con il mio stipendio non coprirò mai quella cifra!»

«Scusate se vi interrompo. Mi sono preso la briga di spedire il tuo curriculum a Poseidone.» intervenne Epicuro.

«Ma io sono un Saint di Atena, non voglio diventare anche Generale di Nettuno!» protestò il cavaliere.

«Chi ha detto che Poseidone è in cerca di guerrieri! Il dio dei mari ha da poco aperto una catena di discoteche ed è in cerca di cubiste e cubisti. E tu, mio caro, sei stato assunto!»

«COSA!?» Aiolia era allibito, mentre Afrodite fumava d’invidia.

«Ottima idea, così potremmo spiare da vicino le attività del dio Nettuno! Bel colpo Epicuro!» Si complimentò la dea.

«Vi ringrazio o mia divina. Sapervi contenta mi riempie di gioia!»

«No, No e poi No!» cercò di protestare il leoncino, ma senza risultato.

«Bene allora è deciso, domani partirai per il regno sottomarino e , mi raccomando, voglio rapporti dettagliati sull’attività imprenditoriale del dio dei mari!» concluse senza appello la giovane dea della giustizia.

 

XXXXXXXX

 

Pazzo e più pazzo: iniziò così...

 

Lucio, l’assistente di Saga di Gemini, si era da poco tolto il gesso e aveva perso le sue sembianze di mummia, per riacquistare quelle di darchettuso. Insieme a lui c’erano anche Ikki, Seiya e Jamian del Corvo che parlottavano del più e del meno. Il discorso inevitabilmente finì sugli ultimi eventi del santuario:

Seiya: «Bisogna dire che Epicuro sta facendo un’ecatombe! »

Jamian: «Già, ormai sono rimasti alla resistenza solo Afrodite, Doko, Mu, Saga e Aiolos. Mu, tra l’altro, se le già data a gambe e gli altri sono tremendamente sotto pressione. La dea, inoltre, certo non li aiuta!»

Ikki: «Credo che l’osso più duro sarà il cavaliere di Gemini. Insomma, sono tutti crollati per crisi nervosa, ma il gemellino è abituato ad avere i nervi a fior di pelle; non so se si riesce a farlo sclerare più di così! »

Seiya:« A proposito di Saga; dopo il nostro scontro mi ricordo bene che il male aveva abbandonato il suo corpo, eppure è ancora psicolabile!»

Lucio: «Il fatto che non sia più posseduto, non vuol dire che sia tutto finito di testa. Già prima della possessione gli mancavano qualche venerdì. Pensate che adorava i Teletubbies e l’unica trasmissione radiofonica che ascoltava era Radio Maria, anche se devo ammettere che è l’unica che riusciamo a prendere anche qui! Grazie alla barriera protettiva sul Santuario, siamo fuori campo!»

Ikki: «E come è successo? La possessione intendo.»

«É successo tutto durante una notte buia e tempestosa...» incominciò sotto voce il dark.

«Piantala con le tue storie di fantasmi! Tutto il santuario le sa a memoria!» Leda era arrivata insieme ad Epicuro, attirando le attenzioni di tutti i maschietti, in particolare quelle del cavaliere d’argento:

«Leda sei libera sta sera? Ho giusto due biglietti per il cinema...»

«Cala le penne merlo! Con i tuoi guadagni non ti puoi nemmeno permetterti di provarci! Al minimo dovresti avere il conto corrente di un cavaliere d’oro e sarebbe gradito quello ironman o batman!»

«Che affarista! E comunque sono un corvo!» il cavaliere si voltò imbronciato dall’altra parte.

«Comari, passiamo ad argomenti più seri per favore!» Epicuro rimise Leda e gli altri in riga. «Sono qui per affrontare il problema Saga»

«Era proprio di questo che stavamo parlando, prima che arrivaste» disse Ikki.

«Quel tipo è già pazzo! Come facciamo?» chiese Seiya.

«Per quanto ne so io, è impossibile farlo andar fuori di testa più di così» disse Lucio.

«Avete mai sentito il detto: combatti il fuoco con il fuoco? Perché è proprio ciò che faremo. Leda per caso hai ancora il numero di Kanon?»

«Si, perché?»

«Perché Lucio ora deve fare una telefonata!»

 

 

XXXXXXXXXX

 

X Diana942- Ma cadranno proprio tutti ?Chissà! ;-)

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Capitolo 7
*** L'apprendista esorcista! ***


Regno Sottomarino.

 

DRIN!!DRIN!!!DRIN!!!

«Pronto! Sono Kanon il Dragone del Mare, chi parla? Lucio?! Ah si, aspetta, mi ricordo! Tu eri...la mummia! Sei stato il mio assistente durante il periodo in cui ho lavorato per Atena! Come te la passi con il mio fratellino? Ah, ah....un mese in terapia intensiva...ah...ah...ti ha fatto precipitare dallo Star Hill? però gran bel volo! E per cosa? He?...gli avevi messo il sale a posto dello zucchero nel caffè? Sempre il solito il mio fratellino! Comunque prima o poi il CD dei Sepoltura te lo restituisco...ah, non e tuo? Quindi posso tenerlo?... É di Saga e quindi posso anche bruciarlo? Fantastico ! Quindi a cosa devo la tua telefonata? .......si , certo, Costantino lo vedo ancora....no, il suo numerò però non c’è l’ho. Dopo che ha visto “ The Ring” ha staccato il telefono, però sta sera ci becchiamo al bar. Cosa vuoi da lui? Ha...ha...si....humm.....però...siete in sciopero?.....quindi Epicuro per mettere fuori gioco Saga...ah...ah ....figo! La prossima volta che cercherò di fregare una divinità ricordami di chiedergli una consulenza!... Certo, ve lo mando sicuramente, ma mi raccomando tienimi informato sui fatti. Non è che potresti salutarmi Leda e dirgli che la penso ancora?»

«Chi é questa Leda, Kanon? E con chi stai parlando al telefono? Lo sai che non puoi usare il telefono aziendale per questioni private! Se ti becco un’altra volta lo faccio presente a Poseidone e poi son cacchi tuoi!»

«Tetis guarda che sto parlando con un cliente per organizzare un addio al celibato “dannata sirena rompi balle”!....Scusa Lucio, ma devo andare! Ci sentiamo, ciao!!! »

 

 

L’apprendista esorcista!

 

«E ora le previsioni del giorno: tempo soleggiato su tutta la Grecia, con basso tasso d’umidità e mari debolmente mossi. Le massime toccheranno i 28 gradi, mentre le minime i 22. Dal meteo è tutto, buona giornata!»

CLIK!

Saga spense il televisore e iniziò a frugare tra gli acquisti appena effettuati da Golden Bottom Ne tirò fuori un costume blu con un drago d’argento. Più veloce di un fulmine lo indossò e, dopo essersi ben spalmato di crema solare protezione 12, si spaparanzò su uno sdraio sul terrazzino della terza casa.

«Oggi, tintarella! E chi prova a disturbarmi lo smonto! Solo Leda ha il permesso di farlo!»

...Dieci minuti di silenzio...

«Buahhh! Ma a chi voglio darla a bere!Leda ha occhi solo per qull’impiastro di mio fratello! Da quando lo ha incontrato non fa altro che chiedermi di lui; di me non le importa più niente. Se penso a tutti i bei momenti passati insieme e ai regali che le ho fatto quando ero ancora il Grande Sacerdote, mi viene da piangere! Ma da poco ho letto, su una rivista di gossip, che quest’anno va di moda l’uomo abbronzato e sono sicuro che appena riuscirò a sfoggiare una tintarella perfetta, sul mio corpo scolpito, lei tornerà da me!».

Il caldo astro, donatore di luce e vita, avvolgeva, con il suo caldo abbraccio, il corpo del Gold Saint dei Gemelli. Una gocciolina scese dal torace fino all’ombelico, seguendo la linea dei suoi addominali da urlo (i maschietti mi scusino per lo stacchetto Harmony!). Caldo...molto caldo...troppo caldo! Dopo una quindicina di minuti Saga stava già boccheggiando e la gocciolina maliziosa si era trasformata in un lago di sudore.

«É meglio che vada a bere qualcosa»

Saga si diresse verso la cucina, ma la sua attenzione fu attirata dai rumori provenienti dal corridoio che permetteva il passaggio attraverso la sua casa. Aprì la porta e rimase di stucco vedendolo gremito di gente, mentre, al di sopra di un palco, allestito in pompa magna, un tizio assegnava dei premi.

«Bene, dopo aver assegnato il Premio Nobel per la Letteratura, passerei alla consegna del premio più ambito: il Premio Nobel per la Pace! Accogliamo con un caloroso applauso Saga di Gemini!»

CLAP!CLAP!CLAP!

Applausi risuonarono ovunque mentre la luce di un riflettore venne puntata sul nostro incredulo cavaliere, che, magicamente, si era trovato vestito in smoking.

Il presentatore proseguì: « Con questo premio l’umanità ti vuole dimostrare la sua riconoscenza per aver eliminato le divinità Olimpiche, liberandoci dal loro giogo tirannico. Grazie per aver fatto cessare le sanguinose guerre tra dei, che tante vittime innocenti hanno provocato!» fragorosi applausi da parte del pubblico « Entri la valletta con il riconoscimento»

Leda salì sul palco con la targhetta dorata.

«Grazie, sono veramente commosso!» disse il saint asciugandosi le lacrime.

«Sono orgogliosa di te Saga!» le sussurrò Leda mentre dolcemente lo abbracciava.

Poi le luci si spensero e il cavaliere sentì un dolore lancinante al collo:

«Leda, che fai!!!» Saga spinse lontano da se la donna, portandosi istintivamente la mano in direzione del dolore. Il sangue aveva iniziato a sgorgare copioso da due fori e, colando lungo il collo, andò a tingere la camicia di un rosso cupo. Due occhi gialli lo scrutavano famelici nella penombra, mentre due canini aguzzi risplendevano nel ghigno purpureo della donna che tanto amava. Il cavaliere indietreggiò.

«Sangue! Voglio sangue! Il TUO!!!» urlò Leda, prima di scagliarsi nuovamente verso il collo della sua preda, ma Saga riuscì facilmente a schivarla, facendola finire giù dal palco. E fu in quel momento che si accorse di essere circondato da cadaveri in decomposizione che strisciavano con tremendi rantoli verso di lui. Ringraziò mentalmente di essere sul palco e non in mezzo a loro; perché, se così non fosse stato, sarebbe diventato un lauto pasto.

«E che ca@@o! Hanno assunto Ades in persona! Sta volta hanno veramente esagerato!»

Il cosmo dorato si diffuse impetuoso per tutto l’ambiente richiamando, in questo modo, l’armatura di Gemini.

CLANG! CLANG! CLANG! Le sacre vestigia ricoprirono il loro legittimo proprietario e la luce emanata da esse fece dissolvere tutte le oscure presenze. Tutte tranne una: il conduttore, che impugnando una croce d’argento, gli saltò addosso dicendo:

«Esci da questo corpo satana!»

Il cavaliere cercò di contrattaccare, ma l’armatura iniziò a farsi pesante e a stringere in modo insopportabile le sue membra:

«Mi manca l’aria!»

«Muori maledetto demonio!»

«Sto soffocando Aiutoooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!»

Saga si risvegliò, ansimante, seduto a cavallo dello sdraio. Stordito riaprì lentamente gli occhi...

...e si ritrovò davanti un tizio, vestito alla matrix, che lo osservava attentamente:

«Humm! Strano, nemmeno un lamento ed un urlo! Normalmente nei film, durante gli esorcismi, i posseduti si dimenano un casino e gridano imprecazioni con schiuma alla bocca!»

Saga, ancora rintronato per l’insolazione, guardò a sua volta lo strano individuo:

«HAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!Il presentatore dei Premi Nobel!!!!!!»

«Allora sei solo a scatto ritardato! Ma sta di fatto che il mio incantesimo non ha fatto effetto: dovrò rileggermi più attentamente la saga di Herry Potter. Ok , passiamo alle maniere forti allora!»

SPLASH!

Una secchiata d’acqua gelida investì in pieno il povero Saga, che, ripresosi, si infuriò come una bestia:

«CHI DIAVOLO SEI E CHE CAVOLO VUOI DA ME? ORA TI SMONTO PEZZO PER PEZZO!!!»

«Per la precisione il diavolo sei tu. Io sono Costantino l’apprendista esorcista! Tuo fratello mi aveva detto che era una caso di possessione piuttosto grave, ma non temere! Con me sei in una botte di ferro!» disse in tutta calma il migliore amico di Kanon «Visto che nemmeno l’acqua benedetta ha funzionato non ho altra scelta che usare lo specchio!»

Costantino alzò uno specchio barocco a figura intera e fischiettando si diresse in direzione del gemellino.

«Ma che ca@@o fai?» Esclamò Saga, che nel frattempo si era intrappato nella sedia a sdraio per cercare di evitarlo e, non rimanendogli altra alternativa, decise di attaccare:

«ANOTHER DIME..»

CRASH!

Troppo tardi (maledetto vizio di urlare i colpi prima di effettuarli!) Lo pseudo esorcista gli scassò lo specchio sulla testa.

«Che bello, ci sono tante stelline e anche Tom e Jerry!» queste furono le ultime parole di Saga prima di svenire definitivamente.

«Mi sa che non era questo il modo di imprigionare l’entità maligna nello specchio» constatò Costantino, contemplando il sorriso ebete stampato sul viso della sua vittima.

 

Infermeria

 

Saga si risvegliò su una barella nell’infermeria del Santuario.

«Hoi, Hoi, dove sono finito? Mi fa male una cifra la testa!»

«Sei in infermeria zuccherino! Ma era meglio se rimanevi senza sensi, perché ora ti devo operare!»

Brunilde, l’infermiera/ dottoressa/ chirurgo (una sorta di valchiria appassionata di body building) si apprestò a disinfettare un coltello da macellaio sulla fiamma di un fornello da campo.

«Che voi fare con quello!!!» si agitò nervosamente il saint.

«Mi sembra ovvio! Ti devo rimuovere i pezzi dello specchio dalla testa!»

«Senza anestesia?!»

«AH! Vogliamo pure l’anestesia! Siamo delicatini! Ok come vuoi!»

Brunilde prese una bottiglia di barbera da una mensola e, senza tanti complimenti, la fece ingurgitare la cavaliere dei Gemelli.

«Bevi, bevi, che ti fa bene!mio nonno lo diceva sempre: il vino fa buon sangue!»

Il gemellino, arrivato a metà bottiglia era già sverso:

«Le principesse sirene!!» e iniziò a cantare la sigla di apertura “Io sono Lucia e sono una sirena...” ecc...( vi risparmio il resto e i ragli del saint perchè Saga non è esattamente un tenore!)

«Bha! Non ci sono più i cavalieri di una volta: forti, rudi, maschi! Per farne sbronzare uno non bastava una damigiana di grappa! Questi qui sembrano dei damerini con la puzza sotto il naso, altro che anestesia, ai miei tempi buoni con un cavaliere d’oro, mentre lo operavi, ci potevi giocare pure a carte. Ora invece strillano peggio delle donne quando vedono un topo! Sarà meglio darci una mossa che si fa tardi!»

E detto ciò completò l’anestesia con un paio di malrovesci dall’effetto assicurato.

 

Quattro ore più tardi.

 

Il povero Saint della costellazione di Gemini era da poco uscito dall’infermeria e, barcollando, raggiunse la sua dimora.

La testa gli girava, un po’ per l’operazione e un po’ per la ciucca e decise quindi di coricarsi. Mai come in quel momento avrebbe voluto avere in casa Lucio: il suo servo avrebbe sicuramente saputo cosa fare per fargli passare il senso di nausea, in quanto di cure mediche ormai era diventato esperto.

Poi gli venne in mente che Kanon, durante una loro crociera nell’Egeo, aveva vomitato senza sosta per tutto il tragitto in battello e che, per farlo smettere, una signora gli aveva dato del biochetasi. Si recò quindi in cucina per vedere, se per caso,ne aveva qualche bustina. Aprì quindi le antine dell’armadietto dei medicinali, ma venne investito da una cascata di spicchi d’aglio:

«Aglio?! O no, io sono allergico all’aglio!» in una frazione di secondo il cavaliere si ricoprì di bolle.

«HA!HA!Ti ho scoperto!Non sei un demonio sei un Vampiro!!» Costantino, questa volta travestito da Van Helsing, era in piedi sul tavolo della cucina con un paletto di frassino, nella mano destra, e un rosario con croce d’oro, nella sinistra.

«Ancora tu? Ma mi vuoi morto?»

«No! Figurati! Non potrei mai fare del male all’adorato fratello del mio amico Kanon! Sono solo qui per disintossicarti dal male che ha preso possesso del tuo corpo!»

«Guarda che sei in ritardo...ci ha già pensata Atena!»

«Seee! Dicono tutti così! Mai uno che ammette di essere un vampiro!»

«Ma come te lo devo far capire che mi devi lasciare in pace!ARGH!»

ZAC! Crash!

Costantino si era lanciato con il paletto acuminato su Saga, che fortunatamente era riuscito a spostarsi (ma il barattolo dei biscotti no...). al gemellino non rimase altra scelta che darsela a gambe giù dalle scalinate del Grande Tempio con Costantino, l’acchiappa vampiri, alle calcagna:

«Non mi sfuggirai! Ho visto tutti gli episodi di Baffi! » (N.B: Non è scritto sbagliato, e solo che ha visto gli episodi taroccati!)

«Ma che ti fumi, mannaggia! Kanon ti odioooo!!!»

I due raggiunsero l’arena dei combattimenti dove, nel frattempo, si era radunata un po’ di gente incuriosita dal nuovo venuto e dagli schiamazzi. Fra di loro c’erano Lucio, Seiya, Shiryu, Ikki e Shun con una telecamera.

Lucio: «Shun, stai riprendendo tutto vero?»

Shun: «Certamente, dai che lo mandiamo a Paperissima!»

Lucio: «Veramente era per Kanon, ma va bene anche Paperissima! Basta farne due copie»

Nel frattempo Costantino aveva nuovamente cambiato d’abito e ora sfoggiava un completo da Caw Boy:

«Ma come fai a cambiare vestito cosi velocemente,non me ne sono nemmeno accorto!» Chiese Saga impressionato.

«Nel tempo libero lavoro come prestigiatore illusionista al circo! Ma ora rassegnati Conte Dracula! perché sei mio!» Detto ciò, iniziò a roteare il rosario sopra la sua testa a mo di lazzo e, con una mossa da manuale, acchiappò il cavaliere per il collo come se fosse un vitello.

«ADESSO MI SONO VERAMENTE ROTTO!!» Sbraitò Saga con voce sepolcrale e si liberò del lazzo di perline « ANOTHER DIMENSION!»

Costantino, insieme ad un cane che passava di li per caso, fini nell’altra dimensione. ( Si, questa volta Saga si è fatto furbo, il nome l’ha detto dopo aver lanciato il colpo!)

Shiryu: «O dei! E adesso che facciamo?»

Lucio: «Nessuna paura! Quel colpo è pacco come quello di Death Masck! Tutti almeno una volta ci siamo finiti dentro e ne siamo usciti!»

Seyia, Shun e Hyoga (che era arrivato in quel momento) confermarono: «Si, vaghi un po’ qua e un po’ la e poi ti ritrovi a qualche metro di distanza da Saga.»

Ikki: «Si, inutile come il Golden Triangle di suo fratello, ma almeno li avevo ritrovato le chiavi della macchina che avevo perso! In pratica il Triangolo d’Oro di Kanon é il paradiso di ogni antiquario!»

Infatti, dopo pochi istanti nell’arena si aprì un portale simile ad uno Stargate e ne uscì Costantino vestito da Obi One Kenobi.

Lucio: «Visto, che vi avevo detto? Pure il cane che aveva spedito per sbaglio ne è uscito senza problemi!»

Il cane con disinvoltura e aria di sfida andò a fare pipì sul piede del cavaliere sbigottito:

«Non è possibile! Ma tu chi sei in realtà!»

E Costantino «Sono un paladino che veste alla Jedi e sono venuto a punirti in nome della Forza! Ora so come sconfiggerti alieno! Userò la criptonite! » e tirò fuori dallo Stargate un enorme pietra.

«Ma quella non è criptonite è...un asteroide!!!»

Saga tentò la fuga, ma una sinistra ombra iniziò a calare su di lui diventando sempre più grande, sempre più grande...SQUETCH!!

«Che bello, ci sono tante stelline! Mamma ti voglio tanto bene!» queste furono le ultime parole di Saga prima di svenire definitivamente; di nuovo.

 

Infermeria

 

«Ancora qui? Accidenti a voi giovani e alle vostre pratiche sadomaso! Sa, bevi, che così facciamo in fretta!» Brunilde rimpinzò Saga con una bottiglia di malvasia (Saga non ti lamentare che è buono, bevi e campa giù che siamo alla fine!).

«Le Mew, Mew! Anch’io voglio le orecchie da gatto come Strawberry!» (Il Saint dei Gemelli era cotto).

Brunilde completò nuovamente l’opera con due sganassoni.

 

Diverse ore dopo...

 

Saga stava uscendo dall’infermeria con le stampelle quando venne fermato da Lucio ed Epicuro.

Lucio: «Ciao mummia! Com’è essere ricoperto di bende dalla testa ai piedi! Bello no?»

«Allora c’eravate voi dietro a tutto questo, non Kanon!» sputacchiò il gemellino (nell’incontro ravvicinato con l’asteroide aveva perso alcuni denti...)

«Kanon è stato così gentile da fornirci la materia prima! Tipino interessante Costantino, non trovi?» Rispose con aria innocente Epicuro: «Inoltre ti è molto affezionato! Pensa che è venuto di persona per vedere come stavi!»

Costantino, saltò fuori da dietro Epicuro vestito da caccia al cinghiale e con un fucile in mano: «Lupo Mannaro, con te mi ci faccio la pelliccia!»

Saga, ormai alla frutta, iniziò a sgranare il rosario e a ad affidarsi a tutti santi in paradiso, visto che Atena se ne fregava allegramente e ci godeva pure.( Aho! Ha cercato o no di farla fuori per ben due volte?).

CLACK! CLACK! PAM!

«Rischio! Qualche centimetro più in su e Kanon si sarebbe ritrovato una sorella!» osservò compiaciuto Lucio.

La pallottola d’argento era passata pericolosamente tra le gambe del cavaliere.

«Vi prego, pietà, pietà! Farò tutto quello che vorrete, ma tenete lontano da me quello psicopatico! »

«Direi che può bastare. Costantino hai fatto un magnifico lavoro, il tuo paziente è ora purificato da ogni presenza maligna! Comunque per sicurezza terremo il tuo biglietto da visita! Grazie di tutto! Sei stato veramente una figura preziosa!» Epicuro congedò con un bella sviolinata l’aspirante esorcista e allungò contratto e penna a Saga che firmò il tutto alla svelta..

«Figurati! É sempre un piacere combattere le forze del male! Ma se non vi dispiace non mi tratterei oltre. Il mondo ha bisogno di me! Verso l’occulto ed oltre!»

PUF! E fu così che l’amico fumato di Kanon sparì con un magico colpo di bacchetta!

 

 

XXXXXXXXXX

 

Scusate se l’ho tirata un po’ lunga con Saga, ma è il mio preferito!!!!!! Si, strano modo di dimostrare affetto: più mi piace un personaggio e più ci trovo gusto a metterlo alle strette (si, effettivamente ci è quasi rimasto secco!). Psicologia inversa? Chi lo sa, nemmeno io ho ancora capito come funzione il mio cervello contorto! ;-)

 

Purtroppo Kanon era troppo impegnato per intervenire di persona, orami è diventato una delle punte di diamante della Poseidon Entertainment Company e gestisce i rapporti con i clienti. Comunque vi saluta!

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Capitolo 8
*** L'Armata dei Morti! ***


Cap VIII

 

L’armata dei Morti!

 

 

XXXXXXX

PLIN PLON!

Comunicazione urgente dal direttore generale dell’ Ades s.p.a.:

«Non guardate me, io non centro!!!»

Ringraziamo gli utenti per la gentile attenzione.

Ades s.p.a: “ Dove c’è un lutto c’è Ades. Vi accompagniamo nel regno dei morti con stile!”. Per preventivi ed informazioni telefonare al numero: XXXXXXXXXX.

(messaggio informativo).

XXXXXXX

 

 

TOCK! TOCK!

«Si, avanti!» rispose Saori con voce depressa e senza nemmeno alzare gli occhi dalla marea di scartoffie, documenti e conti dai quali era sommersa.

«Divina Atena va tutto bene?»

«Oh! Epicuro che sorpresa! Diciamo che sono immersa in un bel casino! Bollette su bollette da pagare, poi ci sono i preventivi per i vari restauri da controllare, e devo pure portare avanti l’azienda ereditata da Kido! Ed è veramente un bel pasticcio visto che legalmente sono ancora minorenne! Ne ho fin sopra i capelli, ma lasciamo perdere! Piuttosto, a cosa devo questa vista?»

«Nulla di particolare, ero solo venuto a controllare che non le mancasse nulla. Con tutto lo scompiglio di queste settimane, non vorrei che cavalieri e assistenti dimenticassero i doveri nei suoi confronti.» Epicuro si avvicinò estasiato all’armatura della dea che troneggiava in una teca di vetro, a lato della stanza.

«Ti ringrazio per le premure, ma per merito della tua sapiente gestione dello “sciopero” non mi sta mancando nulla, avrei solo bisogno di qualcuno che mi desse una mano a dirigere la baracca, tutto qua» gli sorrise la dea.

«Tipo: un Grande Sacerdote?» rispose distrattamente Epicuro, mentre osservava attentamente il divino cloth.

«Diciamo di si! Insomma ci vorrebbe qualcuno dotato d’astuzia, che sappia come gira il mondo e che sia in grado di tenere a bada, e comandare a bacchetta, tutta questa cozzaglia di valorosi guerrieri!»

«Sono sicuro che troverà la persona adatta mai signora! Mi scusi se la interrompo, ma che cos’è questo segno che vedo sulla sua armatura?»

«Non è nulla di che, è solo un graffio, sai com’è, non è proprio nuova di zecca!» gli rispose Saori osservando meglio la scalfitura: «é da un po’ che voglio farla riverniciare, ma mi dimentico sempre. Senti, vammi a chiamare Mu prima che me ne scordi di nuovo!»

«Hem, lo farei volentieri, ma il santo dell’Ariete non è attualmente al Santuario, è tornato in Jamir!»

«COSA! COME OSA ASSENTARSI SENZA CHIEDERMI IL PERMESSO! È INAMMISSIBILE!» (l’urlo di Atena venne sentito fin dall’altra parte della galassia).

«Vecchie abitudini prese quando dirigeva Saga!»

«Già, quell’imbecille! Voleva governare il mondo e non sapeva nemmeno farsi valere con i suoi sottoposti!» Commentò la dea con tono acido «Senti, ti do un compito, fammi tornare qua Mu alla svelta, che poi a farlo firmare e a dargli un punizione esemplare ci penso io!»

«Sarà fatto, mia divina, ma con il suo consenso vorrei chiederle se potrebbe firmare questa spada»

«Una firma su una spada, e che te ne fai?»

«È per un suo fan!»

«Un autografo? Ho un fan?Certo!va bene qui sull’elsa?»

«Si benissimo. Potrebbe scrivere “a Spaccaossa, il mio scheletro preferito”?»

La dea eccitatissima all’idea di avere un fan, scrisse l’autografo con tanto di dedica.

«Vi ringrazio, con questa il Grande Mu tornerà velocemente al Santuario!»

«Non so cosa hai in mente, ma sono sicura che mi piacerà» commentò la dea con gli occhi che scintillavamo, mentre immaginava Mu, inginocchiato ai suoi piedi, che le implorava pietà. Poi aggiunse: «Epicuro, prima di congedarti voglio chiederti ancora un piacere, non è che..pisss.. e poi pissss ...perché ...pissss... capito?» Bisbigliò Saori.

«Certamente, ogni suo desiderio è un ordine» rispose Epicuro pensando “Povero Pesci, l’ha fatta proprio grossa!”.

 

Jamir

 

«Mario, siamo arrivati!» Kiki si era appena materializzato, con il servo di suo fratello, nei pressi del palazzo di Mu.

«Grazie Kiki, ormai hai superato Mu nei teletrasporti! Ho tutti gli organi interni la posto giusto!» Mario si mise a tracolla una custodia e si avviò verso la sua meta.

«Ma dove vai? Il palazzo di mio fratello è dall’altra parte. Di li si va...»

«Al cimitero dei Cloth!Lo so, ma devo scambiare due parole con il capo dei fantasmi.»

«Allora vengo anch’io! L’ultima volta mi ha fatto vedere la trilogia del Signore degli Anelli con tanto di contenuti speciali, alla facciaccia di Aiolia!»

Arrivati nei pressi della profonda gola iniziò a calare una fitta nebbia, mentre sinistre ombre si alzavano dal suolo circondando i due incauti viaggiatori e una voce gelida risuonò dalle viscere della terra:

«Dove credete di andare e perché siete venuti qui a disturbare il nostro sonno?»

«Perchè è giunta infine l’ora. Io ora vado a Pelargir sull’Arduin, e voi mi seguirete. E quando da questa terra saranno stati spazzati via i servitori di Sauron, considererò mantenuto il giuramento e avrete pace e riposo eterno. Perchè io sono Elessar, l’erede d’Isildur di Gondor ( J.R.R TOLKIEN, Il Signore degli Anelli, Bergamo 2006, pp. 974-975)» Urlò allora Mario, sguainando la spada che aveva nella custodia.

«Si, passuord corretta, peccato per la recitazione...un po’ scadente! Mario, dovresti impegnarti di più!» uno degli scheletri si avvicinò facendo scrocchiare il collo e tutto il resto.

«Heilà Spaccaossa, come ti butta?» Chiese Mario mentre si salutavano a mo di Pari e Dispari.

«A parte un po’ di problemi alle giunture per il resto tutto a posto! Ho sentito dello sciopero e, guarda caso, Mu è tornato al suo vecchio ovile!»

«È per questo che sono venuto da te, devo farlo tornare al Grande Tempio e avrei bisogno del tuo aiuto.»

«Si può fare, ma sai come funziona da noi: non si fa niente per niente!»

«Non ti preoccupare, ho qui una cosetta pregiata che ti piacerà!» Mario porse la spada al fantasma che la esaminò con cura:

«Ammetto che è una riproduzione impeccabile di Pungolo, ma ne ho già una ventina!»

«Guarda meglio l’elsa»

«Cribbio!Cribbio! Cribbio! Ma è autografata da Atena in persona è c’è anche una dedica che dice che sono il suo scheletro preferito!» se fosse stato vivo, a Spaccaossa gli sarebbe preso un infarto «Bene, siamo dei vostri, ma se dobbiamo scendere in campo, lo faremo in grande stile!»

 

Ore 8:00, ora locale.

Jamir

 

«Qui si sta proprio bene, niente chiasso, niente rischio di prendersele dai servi e niente cucina di Palmira e Carlos, a pensare ai quei piatti mi viene ancora mele!» Mu si stiracchiò al sole mattutino dopo la sua solita salutare passeggiata di montagna.

Fruga, Fruga, Cerca, Cerca...

«Cavolo, ma dove le ho messe le chiavi di casa! Nelle tasche dei pantaloni ,no, in quelle della maglietta nemmeno e neppure nello zainetto!» continuava a ripetere mentre rovistava dappertutto, poi, ad un certo punto, esclamò:

«Che scemo che sono, il mio palazzo non ha la porta!»e si mise a ridere da solo ( la solitudine fa male, l’ho sempre detto!)

Il silenzio e la quiete vennero però interrotte dal suono di corni e dal rumore provocato da spade e lance che battevano sugli scudi.

BAWWWUUUUU! Facevano i coni

CLANG! CLANG! Le spade e gli scudi.

Il rumore si fece assordante e migliaia di orchi e trol spuntarono sui declivi delle montagne attorno alla casa del santo dell’Ariete.

Mu iniziò seriamente a dubitare della sua sanità mentale.

«Sion me lo ripeteva di continuo che dovevo uscire di più e farmi degli amici!». Poi si rassicurò pensando che nel Jamir l’aria era molto rarefatta «Saranno soltanto allucinazioni provocate dalla mancanza d’ossigeno»

Ma quando le sue “allucinazioni” iniziarono a scendere verso di lui come una marea verde all’urlo “PER ATENA E PER GONDOR” il cavaliere iniziò a corre a più non posso, inseguito da tutto l’esercito di morti.

«Che ne dite? Grande interpretazione non trovate!» Commentò Spaccaossa compiaciuto, osservando i sui finti orchi.

«Si, si, fantastico, ma perché tu fai il Nazgul e Mario Aragorn, mentre io devo fare l’Hobbit!!!! Io volevo fare l’elfo!» protestò Kiki conciato da Frodo.

«Dai che Frodo è il protagonista e poi porta pazienza, pensa che lo fai per Atena!» lo consolò Mario.

Intanto l’orda di orchi e creature fantastiche tolchieniane aveva circondato Mu, che a sua volta si era barricato dietro il suo Muro di Cristallo. Spaccaossa lo raggiunse con il suo lungo mantello e l’armatura nera, fedele riproduzione del costume del signore dei Nazgul (con tanto di corona e cavalcatura! Scusatemi, ma Spaccaossa voleva precisarlo!):

«Cos’abbiamo qui? Un coniglio in gabbia? Una gustosa preda per il re dei Nazgul!»

«Lungi da me immonda creatura, sono un uomo pacifico, ma so il fatto mio in battaglia, se mi costringono a battermi!E che non amo inutili spargimenti di sangue! Quindi non ti permetterò di darmi del coniglio!» rispose stizzito il Grande Mu offeso per esseri preso del fifone.

«Impedirmelo? Sei pazzo! Nessun uomo vivente può impedirmi nulla! (J.R.R TOLKIEN, Il Signore degli Anelli, Bergamo 2006, p. 1036)» rispose preso dalla parte Spaccaossa.

«Mo te lo faccio vedere io se non posso impedirtelo con una Stardust!» replicò il cavaliere dell’Ariete ancora più stizzito.

«Ma no, dovevi rispondere: “Ma io non sono un uomo vivente! Stai guardando una donna. Eowyn io sono, figlia di Eomund.”( J.R.R TOLKIEN, Il Signore degli Anelli) Eccetera, eccetera. Cavolo, hai rovinato tutto! Era una rievocazione con i fiocchi! Mu sei il solito guastafeste!» Spaccaossa si tolse il costume mostrando il suo cloth a brandelli.

«He?! Spaccaossa!Cos’è tutta questa storia e chi è sta Eowyn? Poi della donna dalla a tuo fratello capito! Non è colpa mia se mi hanno fatto i capelli lilla! Brutto ammasso di ossa senza cervello!!!!» Mu era furente. Prendersi nella stessa giornata della donna e del fifone era stato troppo. Spaccaossa, non si scompose e andò a mettere la sua ossuta mano sulla spalla del cavaliere per compatirlo:

«Deduco che tu non conosca il Signore degli Anelli!»

«Chi è, un orefice?» la cazzata risuonò per tutta la vallata scandalizzando i presenti.

«No, Mu, è un film. Da quanto tempo non vai al cinema con gli amici? O dimenticavo, probabilmente non hai una vita sociale attiva! Comunque non è una scusa, tutti, almeno una volta nella vita dovrebbero vederlo e leggerne il libro! Ma non ti preoccupare, ci siamo qui noi per aiutarti»

«Non è vero che non ho amici! C’è.... c’è....Al si Aldebaran del Toro! Lui è mio amico! Poi c’è...c’è...» la lista si fermò li.

«Guarda, non è il caso di vergognarsi, capita! Ma si rimedia e guarda caso capiti a fagiolo. Questa è la settimana dedicata al mito Tolchieniano. Verrà tantissima gente e ci saranno tutta un serie di incontri interessanti: si parte con la visione integrale dei tre film, poi si continua con le conferenze sugli usi e costumi degli Elfi di Gran Burrone e sulle pratiche estrattive dei nani...poi ci sarà lo special dedicato a “Lo Hobbit” con l’esposizione della tesi di laurea di mio cugino sulla figura di Bilbo e...»

PUF!! Mu era tornato di volata al Santuario.

«Ecco fatto, il Grande Tempio ha di nuovo il suo fabbro. Peccato però, si è perso una bella serie di eventi. Mario, quando lo vedi consigliali di vedere Yesman, ne avrebbe bisogno!»

«Sarà fatto, grazie di tutto Spaccaossa!Su Kiki torniamo al Santuario!» e anche loro sparirono in un PUF!

 

Prima casa.

Grande Tempio di Atene.

 

PUF!

Il grande Mu si materializzò nell’androne del tempio dell’Ariete e si mise a camminare avanti e indietro riflettendo sulle parole di Spaccaossa.

“Non ho una vita sociale attiva! Acciderbolina è vero e praticamente non ho amici! A forza di starmene isolato nel posto più sperduto del mondo ho finito per diventare un asociale” e in quel momento realizzò di sentirsi e di essere solo.

«Mu, dov’eri finito, la dea ti sta cercando da diverse ore!» Al era entrato in casa con aria severa.

«Al tu sei mio amico?» chiese il santo dell’Ariete.

«...si! Tutto a posto Mu?»

«E secondo te sono un associale? E gli altri cavalieri mi trovano un guastafeste? E sembro una donna perchè ho i capelli lilla?»

«Bhe, qualche volta da dietro e da lontano ti si può scambiare per Saori....ma non è il momento di parlarne, Atena ti sta aspettando nella mia casa ed è...leggermente arrabbiata».

«Vedi, non mi sopporta nessuno!» e iniziò a frignare.

Al lo guardò perplesso pensando “cavolo se è messo male!” e, a quel punto, lo agguantò per la maglietta e se lo trascinò dietro fino alla casa del Toro.

La dea nel frattempo si era accomodata nel salotto di Al insieme a Palmira e, all’ingresso dei due saint, era intenta a rimpinzarsi con i pasticcini al cioccolato di Carlos.

«Alla gnam bun ciomp or gnam Mu!» esclamò la dea.

«He!?» chiesero i due.

Saori deglutì:

«Scusate, avevo la bocca piena! Dicevamo...ALLA BUON ORA MU! DOVE DIEMINE TI ERI CACCIATO SENZA IL MIO PERMESSO????»

«BUAAA!!! Nemmeno la dea mi vuole bene! Sono solo!»

«E questo che centra con la domanda che ti ho fatto?»

Ma Mu si era chiuso in un ostinato silenzio e guardava fisso il pavimento.

«Dea Atena, non so che dire, lo trovato già così nella sua casa» gli spiegò Al.

«Santi numi! Guarda che se sei solo è solo colpa tua! Smettila di rifiutare tutte le volte che i tuoi colleghi ti invitano ad uscire e piantala di fare l’eremita!»

«Ma io non so ballare il tango come Afrodite o la samba come Al, il calcio non mi pace e odio le corse di macchine e moto e Camus parla troppo difficile, mentre Shaka non so mai se mi sta ascoltando o se dorme e..e...»

«Puoi sempre venire con me e Kiki alla settimana Tolcheniana di Spaccaossa, ci si diverte sai!» intervenne Mario impietosito dalla scena (sbucato anche lui dal nulla con un PUF!).

«Ma a me non piace!»

«Ma se non sapevi nemmeno che fosse un film! Vedi come sei? Dici sempre di no a priori e poi ti lamenti che nessuno ti calcola!»

La dea si stava spazientendo e decise d’intervenire;

«Sentite, non ho tutto sto tempo da perdere con le vostre paturnie! Quindi adesso Mu firmi qua e mi rivernici l’armatura! Poi fili dritto filato alla settimana Tolcheniana in Jamir con Mario e Kiki e inizi a farti degli amici! Chiaro? E non voglio repliche ho ti faccio pulire le gradinate del Grande Tempio con uno spazzolino da denti insieme a Milo!»

Il cavaliere dell’Ariete stava infatti per replicare, ma chiuse subito la bocca e, dopo aver preso congedo si recò a testa bassa alla sua casa.

Nel frattempo Kiki aveva già sistemato gli attrezzi sul bancone da lavoro, per mettere a nuovo il divino cloth:

«Su fratellone veloce che tra un’ora inizia la proiezione della trilogia!»

«E dai, rilassati, ti è andata ancora bene! Pensa se la dolce Atena come terapia d’urto ti spediva a fare il cubista con Aiolia!» ridacchiò Mario mentre gli metteva il cappello di Gandalf sulla testa a posto dell’elmo.

 

 

 

 

XXXXXXXXXX

 

X Diana942- diciamo che Kanon è molto esperto nel far finta di lavorare ;-). Di sole ne ho preso poco pure io. Sob!

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Capitolo 9
*** Operazione Puzzola ***


Capitolo IX

 

Operazione “Puzzola”!

 

 

Epicuro era nella sua tenda, immerso nella lettura di un enorme volume polveroso, quando venne raggiunto da Shiryu:

«Epicuro, mi volevi vedere?»

«Si Shiryu» rispose Epicuro mentre finiva di scarabocchiare delle stelline sul tabellone da gioco dell’allegro chirurgo: «Volevo chiederti se ho segnato giuste le seimei ten (punti vitali della stella) della costellazione dei Pesci.»

Il dragone girò il tabellone e diede un’occhiata.

«Si, mi sembra di si, ma a che ti servono?»

«Le seimei ten sono i punti deboli di un saint e quindi, se utilizzati nel modo giusto, possono provocare diversi effetti collaterali»

«Si lo so, ma non credo che Afrodite starà fermo a farseli colpire!»

«Lo so, ed è per questo che userò qualcuno di cui il pesciolino si fida ciecamente...o, eccolo che arriva!»

Riccardo, il fisioterapista del Santuario, fece il suo ingresso seguito dal silver saint della Lucertola:

«Era ora che ci prendessi in considerazione! È dall’inizio dello sciopero che vogliamo avere la nostra rivincita e tu non fai altro che ignorarci!» si lamentò Riccardo «Sono un fisioterapista, un professionista altamente specializzato e non ho di certo preso la laurea per far da massaggiatore shatsu a quel pallone gonfiato! Passo più tempo a fare massaggi di bellezza ad Afrodite che ad esercitare la mia professione medica! E non parliamo degli sfottò che da questo derivano!»

«E poi tutti gli anni trucca il concorso di Mr. Sanctuary! É una cosa inammissibile! Dovrei essere io a vincere!» Sbraitò con voce stridula Misty.

Epicoro e Shiryu si guardarono attoniti, mentre un’enorme gocciolina compariva sulle loro teste:

«Hem...si...davvero una tragedia!» tossicchiò Epicuro.

«Epi ecco qua quello che mi hai chiesto!» Salvatore entrò nella tenda sventolando una boccettina contenente un liquido incolore.

«Ottimo, ottimo dalla a Misty!»

Il Silver Saint incuriosito fece per aprirla, ma venne bloccato da Salvatore ed Epicuro allarmatissimi:

«Fermo, non lo fare! Il contenuto è altamente letale!»

«Scusate tanto, e chi lo sapeva, pensavo fosse un regalo per me, “l’acqua di Armadi” è il mio profumo preferito.»

«Ed è anche quello di Afrodite, ma quello che hai in mano non è profumo. Misty, tu dovrai sostituire l’originale boccetta di Afrodite con quella roba.» gli spiegò Epicuro.

«Ehi! E come faccio! Io e Afrodite ci detestiamo cordialmente! Mica posso bussare e chiedergli se mi fa entrare, la cosa sarebbe sospetta!»

«Infatti a distrarlo ci penserà Riccardo!»

«COSA!? Ma manco morto!»

«Vuoi o no la tua rivincita?» Riccardo annuì «Bene, allora lo distrarrai con un bel massaggio Tai e mi raccomando premi bene questi punti nella sequenza da me indicata!» Epicuro porse il tabellone dell’allegro chirurgo a Riccardo.

«A che servono?» chiese senza molto entusiasmo il fisioterapista.

«A togliere temporaneamente l’olfatto al saint di Pesci. Tutto chiaro? Si? Bene, allora possiamo dare il via “All’Operazione Puzzola!”»

Salvatore, Riccardo e Misty tolsero il disturbo per entrare in azione e nella tenda rimasero solo più il Dragone ed Epicuro.

Shiryu: «Scusa l’osservazione, ma non è un po’ esagerato? Si, insomma, Afrodite non è proprio un simpaticone e sa la tira un po’ troppo, ma a parte aver la mania di vestirsi in modo assurdo e trovarci gusto a tormentare Shura e Aiolos, non fa nulla di male a nessuno!»

Epicuro:«Hai perfettamente ragione. Il saint di Pesci è l’unico che si è dato da fare sostituendo Ugo. Inoltre non ha inservienti perché le donne del santuario lo odiano, in quanto ne commenta sempre l’abbigliamento, mentre gli uomini detestano le sue arie da divo e i suoi travestimenti stravaganti.»

«Allora perché tutto questo piano elaborato?»

«Vedi caro Shiryu, non sempre un uomo può fare quello che vuole. A volte bisogna fare ciò che si deve. Ma penso che tu lo sappia meglio di me»

«Intendi dire che te lo ha chiesto espressamente Saori!? E perchè?»

«Afrodite deve imparare a tenere più a freno la lingua. Mai criticare vestiti, trucco e parrucco di una donna...sopratutto se è quella che ti sgancia lo stipendio».

 

Deep Fragrance

 

«Uno, due e tre e quattro e caschè! Ottimo lavoro, ragazzi! Mi raccomando belli carichi per il saggio di tango di domani sera! Afrodite potresti fermarti un secondo?»

La maestra di tango argentino fermò Afrodite sulla porta della palestra.

«Si certo, mi dica!»

«Ti vedo stanco e oggi non eri sciolto come al solito nei movimenti, sicuro che vada tutto bene?. Sei uno dei ballerini migliori e sai che punto molto su di te! »

«In queste settimane ho lavorato parecchio, ho solo bisogno di un po’ di relax»

«Allora ti consiglio un bel massaggio! Tonifica i muscoli e rilassa la mente! Ciao e cerca di essere puntuale!»

«Si, arrivederci!»

Il gold Saint di Pesci si avviò verso il santuario per le affollate vie della città. La gente andava e veniva indaffarata nelle ore del crepuscolo: c’era chi tornava a casa dopo un duro giorno di lavoro e chi si apprestava a riempire i bar per l’Happy Hour. Ma il brusio e i clacson delle automobili non lo distrassero dal suo unico pensiero fisso: “Massaggio”.

«Magari potessi farmi fare un massaggio da Riccardo!»sospirò «Ho provato in diversi saloni di bellezza, ma non c’è nessuno più bravo di lui! C’è poco da fare, Riky è il migliore sulla piazza».

Finalmente arrivò al negozio in cui era situato il passaggio segreto per accedere al Grande Tempio.

Il commesso: «Cosa desidera signore?»

Afrodite: «Un mazzo di rose...secondo te cosa vuoi che voglia! Andare a casa!»

«Mi deve scusare, ma è l’abitudine, oltre a fare il portiere sono effettivamente un negoziante. La vedo un po’ teso, se mi permette le consiglierei un massaggio!»

Al solo sentire quella parola gli occhi azzurri del cavaliere si fecero due fessure:

«LO SO CHE MI SEVE UN MASSAGGIO! E CHE NON ME LO FANNO PERCHÈ SONO TUTTI DANNATAMENTE IN SCIOPERO!!!! E IL PROSSIMO CHE ME LO FA NOTARE LO FACCIO SEPPELLIRE DALLE MIE ROSE!»

Il commesso tremante si rifugiò sotto il bancone e aprì il portale magico, che si richiuse alle spalle del saint.

«Caro cosa è successo?» la moglie del commesso si affacciò dalla porta sul retro.

«Afrodite è in crisi d’astinenza da massaggio!».

 

Il mattino era finalmente giunto, insieme al giorno tanto atteso del saggio di tango, e il nostro eroe dorato si era alzato presto. Dopo una colazione abbondante, ma leggera, aveva fatto una corsa come riscaldamento e dopo di che, si era dedicato agli allenamenti: due ore di potenziamento muscoli e quattro di giardinaggio (le rose che lancia se le coltiva personalmente, mica le compra!).

Mentre era intento ad innestare una giovane rosa velenosa nel suo fazzoletto di terra dietro casa, venne interrotto da una voce amica:

«Afrodite! Come sei sciupato! La tua pelle non è più luminosa, ma tutta tirata! Massagino Tailandese?»

«SIIIIIII!!!!!!!Riky ti voglio bene!» Afrodite iniziò a saltellare peggio di un grillo per tutto il giardino.

«Non è il caso di esagerare per così poco, per me è un piacere servire un nobile Saint di Atena» disse in tono piatto e asciutto Riccardo (leggendo su un foglietto le frasi scritte da Epicuro).

Il massaggio ebbe inizio e al cavaliere di Pesci sembrava di rinascere, ma non capiva la troppa energia che il fisioterapista ci metteva in alcuni punti:

«Riky, questo massaggio Tai è un po’ diverso dal solito» fece notare Afrodite.

«È l’ultima tendenza, in questo periodo ho fatto un corso di aggiornamento»

«Fantastico» e il povero pesciolino, ignaro di tutto, chiuse gli occhi e si abbandonò tra le grinfie del suo carnefice.

Mezz’ora più tardi il massaggio era finito e Afrodite, per completare l’opera, decise di fare sauna e doccia con scrub (per avere la pelle liscia e vellutata come una rosa!)

«Ci voleva proprio il mio solito trattamento di bellezza settimanale! Adesso si che sono un gran figo!» commentò il saint mentre si asciugava i capelli davanti allo specchio.

«Ora manca solo il tocco finale: il mio profumo preferito! E poi vasche pomeridiane nel corso per prendermi la mia dose giornaliera consigliata di complimenti e sana invidia femminile!» e così dicendo si spruzzò una generosa quantità di “Acqua di Armadi”.

SNIF! SNIF!

«Ummm! Che strano, non riesco a sentire la fragranza celestiale del mio profumo! Bha, mi sarò beccato il raffreddore, infondo è il periodo dell’influenza» e senza farsi altre domande uscì di casa.

Tutto truzzo e con l’aria da “sono troppo er mejo” iniziò la sua camminata fra i negozi fashon del corso di Atene. Presto però si accorse che i commenti dei passanti non erano gli usuali: “quanto è bello!” e “Ma come diamine farà per avere dei capelli così? Io nemmeno con un viaggio a Lourdes riuscirei ad averli setosi e disciplinati!”, ma erano del tipo: “Mamma che puzza!”, “Che tanfo insopportabile” e “Aou de Fogne! Esiste il sapone lo sai?”. Il cavaliere dapprima furibondo iniziò a capire che forse puzzava davvero in quanto, nel frattempo, l’olfatto gli era tornato. Imbarazzatissimo scappò di corsa a casa. La cosa più umiliante fu però la salita della lunga scalinata delle dodici case, perché tutti i restanti Gold Saint non si persero l’occasione di vendicarsi sfottendolo alla grande (e in quel momento furono tutti molto grati ad Epicuro! Mentre Shaka si rammaricò di non averci pensato prima).

Ne una decina di docce con tutti i tipi di bagnoschiuma, ne saponette e creme per il corpo riuscirono a mandare via l’olezzo. Però la cosa che lo preoccupava di più in quel momento era il saggio di danza: se non trovava una soluzione quella sera sarebbe stata una catastrofe. Disperato e depresso si recò nel suo giardino per trovare conforto dalle sue rose, ma pure quelle presero ad appassire per il suo insopportabile tanfo.

«Ciao fiorellino! Vuoi lanciare una nuova linea di profumi alla merda? (scusate la parola poco fine, ma altri termini non rendevano altrettanto bene!)» Lo schernì Misty della lucertola, dalla staccionata del giardinetto, indossando una maschera antigas.

«Che cavolo vuoi lurido rettile invidioso?(si vogliono molto bene vero?)» gli occhi di Afrodite scintillavano di odio.

«Atena ti vuole vedere!»

«Cosa! Non in questo stato! Dille che la febbre a 40!»

«Sorry, ma non credo che funzioni come scusa....certo che sei proprio un dodo se credevi di passarla liscia dopo quello che hai fatto! Nemmeno io ho osato tanto nella mia breve apparizione contro Seiya. In quel frangente mi dichiarai il più bello del mondo, ma ovviamente dopo la dea».

«Ma di che stai parlando!»

«Vedrai, vedrai, muoviti che la bellissima Saori ti aspetta!»

Incavolato nero si recò al cospetto di Atena, che per l’occasione si era messa tutta in ghingheri e già pregustava la sua rivincita. Il cavaliere si inginocchio rimanendo a debita distanza:

«Grande Atena mi voleva vedere?»

«Mamma mia che tanfo insopportabile! Ma ti lavi ogni tanto? Sembra che ti sei rotolato in un letamaio!»

«Ma se mi faccio tre docce al giorno più il bagno serale!!!» il cavaliere era rosso come un peperone, un po’ per la vergogna, un po’ per la rabbia siccome aveva capito che la dea lo aveva chiamato solo per sfotterlo.

«Dall’odore non si direbbe! Comunque, come ci si sente ad essere schermiti da tutti?»

Il cavaliere rimase in silenzio capendo dove Atena voleva andare a parare.

«Su, la tua dea ti ha fatto una domanda. Rispondi!» lo incalzò Saori.

«Veramente male.»

«La lezione quindi l’hai capita?»

«Si mia divina, in futuro cercherò di essere meno arrogante e presuntuoso»

«Ottimo. Allora ho il rimedio che fa per te! Epicuro, entra pure con la cura!»

Epicuro entrò nella sala del trono con una boccettina in mano.

«Afrodite, il tuo olezzo è stato provocato da una fialetta puzzolente della nuova linea di scherzi di Niobe di Deep, stella dell’oscurità terrestre, ottenuta dalla distillazione della sua Deep Fragrance. É una puzza micidiale in grado perfino di far appassire le tue rose e per farla andare via bisogna lavarsi con una lozione composta da: estratto d’aloe, acqua distillata di rose, zucchero filato o bacche di vaniglia, a piacere, e...una ciocca dei capelli della divina Atena» spiegò il servo.

«Quindi in futuro ricordati del favore che ti ho fatto e non provare più a criticare il mio abbigliamento e i miei capelli o la prossima volta, le tue dannate rose...TE LE FACCIO INGOIARE!!!!!» La favella e la vocina incantevole della splendida dea della giustizia fece crollare un intonaco. Poi dopo aver ripreso il suo assetto pacioso e austero proseguì:

«Ora Afrodite vai di corsa a lavarti! E poi mandami su Milo che gli faccio rimettere a nuovo gli stucchi della sala.»

Afrodite tirando un sospiro di sollievo e baciando la botticina prese congedo. Rimase solo Epicuro, che, inginocchiatosi a sua volta, chiese il permesso di ritirarsi, ma Saori lo fermò:

«Hai fatto un ottimo lavoro, e vorrei rubarti ancora un paio di minuti perché avrei una proposta da farti!»

 

Allievo Vs Maestro

 

Epicuro si stava recando assorto e meditabondo verso l’accampamento quando Shiryu lo raggiunse di corsa:

«Epicuro aspetta, devo chiederti una cosa»

«Dimmi Shiryu»

«Visto che sono rimasti solo più Doko e Aiolos...bhe ecco....io vorrei occuparmi del mio vecchi maestro! Voglio dimostrargli che posso batterlo e che ormai lo supero anche in astuzia!»

«Sicuro di potercela fare?»

«Certo!»

«Hai già in mente qualcosa? Un piano? una tattica?»

«Veramente...no!»

«Io invece si!» cinguettò Leda, che aveva origliato il discorso da dietro una siepe «Doko, oltre a capire spesso “cioca per broca”, è anche un po’ orbo! Quindi basterà far passare il contratto per una donazione di beneficenza e lui lo firmerà senza problemi!»

«Idea stupenda Leda, andiamo ad attuarla!» esclamò il Dragone, ed entrambi corsero subito via confabulando sul piano.

«Ragazzi, aspettate...Doko, a parte le apparenze, non è così scemo!» ma le parole di Epicuro finirono al vento.

“Si grattino, io li ho avvisati! Poi ho una gatta da pelare ben più grossa...cosa rispondo ad Atena? Quello che mi ha chiesto è un grande onore, ma anche un impegno non indifferente” ed immerso nuovamente nei suoi pensieri tornò alla sua tenda.

 

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X Diana924-già, Mu è messo maluccio, ma è scusabile perchè il Jamir è un posto veramente inculato e lui ci passa il 99,9 % dell’anno!

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Capitolo 10
*** Truffa agli anziani ***


Capitolo X

 

Truffa agli anziani

 

GLIN-GLON!

«Si, arrivo subito» Doko si alzò dal divano da dove stava vedendo le repliche di Mr. Bean ed andò ad aprire la porta. A suonare erano stati una giovane donna bionda ed un giovanotto con baffi e lunghi capelli neri raccolti in una coda.

«Cosa posso fare per voi signori?» chiese gentilmente il vecchi cavaliere di Libra.

«Noi stiamo raccogliendo fondi per beneficenza e speravamo che lei potesse contribuire!» disse il giovane cappellone.

«Ah! E a cosa sarebbe destinato un mio eventuale contributo?»

«Hem...al...al...» il giovane tirò una gomitata alla ragazza che rispose con disinvoltura:

«Per il WWF! Stiamo raccogliendo fondi per finanziare nuove piantagioni di eucalipto in Cina, per i panda giganti!»

«Nobile causa figlioli, su entrate.»Doko squadrò da capo a piedi i due e li invitò ad entrare con la mano.

“Bon, è fatta” pensarono i ragazzi.

«Sapete...» continuò l’anziano saint, mentre li accompagnava in cucina «Io adoro i panda, sono i miei animali preferiti, e anche l’eucalipto, nelle caramelle per la gola è un toccasana, poi chi è che non conosce le famose riserve di eucalipto della Cina! Proprio un patrimonio nazionale!!»

«Già parole sante!» esclamarono gli altri due in coro.

Giunti in cucina Doko li fece accomodare e offrì loro del tè:

«Sono proprio contento che ci siano dei giovani interessati alla salvaguardia della natura!»

«Allora non le dispiacerà firmare qui e qui per il bonifico?» chiese il ragazzo.

«Oh certo, ben volentieri!» il saint di Libra prese le scartoffie e le esaminò con cura, poi alzò gli occhi e guardò fisso i due giovani truffatori e disse:

«Quindi sarebbe questo il famoso contratto? E dovevate fare tutta questa bislacca messa in scena per farmelo firmare?»

«Maestro, come ha fatto a riconoscerci!» esclamò il ragazzo stupito.

«Shiryu, un semplice paio di baffi finti non serve un gran che come copertura!».

STRAP!

«Ahio!» Si lamentò il dragone quando il suo maestro gli strappò i baffi posticci.

«E tu, Leda, pensi che bastino due codini per farti cambiare aspetto? Qui siamo in Saint Seiya, non in Sailor Moon! E poi, ragazzi, i panda mangiano bambù; non eucalipto, che tra l’altro cresce in Australia!» il cavaliere di libra rimbeccò con aria severa i due complici, che non osavano guardarlo per la figuraccia.

«Facciamo così, se volete che firmi questo contratto dovete mandarmi qui Epicuro, in modo che io possa fare due parole con lui. Così evito di farmi quelle dannate scale!»

«Mai e poi mai! Noi non tradiremo Epicuro e non lo porteremo nella casa del nemico! Potrai torturarci e farci patire fame e sete, ma noi non cederemo!» disse impavido Shiryu, che nel frattempo aveva agguantato Leda che si era alzata per andare a chiamare Epi.

“O dei! Ho creato un mostro!” pensò Doko e poi, vista la situazione, decise di divertirsi un po’ con i suoi “prigionieri”:

«Allora non mi resta altra scelta che usare le maniere forti! Userò una vecchia tortura cinese: “Sali le scale e scendi le scale!”»

«Oh no! Vuoi farci salire e scendere la scalinata delle dodici case per cento giorni di fila?»chiese il dragone al suo maestro iniziando a sudare freddo, mentre Leda era tutta contenta perché pensava fosse un gioco a premi.

«Veramente è una barzelletta un po’ particolare che serve a far saltare i nervi al proprio interlocutore! Vediamo se mi stufo prima io nel raccontarla o se impazzisci prima tu nell’ascoltarla?»

«Va bene, accetto. Ti dimostrerò che nulla mi può fermare!»

«Che bello una gara di barzellette! A me piacciono le barzellette!» intervenne Leda rovinando il momento di sfida tra maestro e allievo.

Doko:«Leda, perché non vai a guardarti Uomini e Donne in salotto?»

Leda:«SIIIIII!!!!»

Doko, rivolgendosi a Shiryu: «Ok ora possiamo cominciare senza altre interferenze. Sei pronto?»

«Certo maestro!»

E Doko cominciò:

«In un albergo arriva un cliente che chiede una stanza al gestore, che manda l’addetto ai bagagli ad accompagnarlo in camera. I due iniziano quindi a salire le scale e sali le scale e scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale. Arrivati a destinazione il cliente chiede all’inserviente se può portargli una coca-cola e quindi l’inserviente si reca al bar. E sali le scale e scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale arriva al bar. Dopo di che torna dal cliente. E sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale. Sempre nello stesso albergo arriva un secondo cliente che chiede una stanza al gestore il quale manda nuovamente l’addetto ai bagagli ad accompagnarlo in camera. I due iniziano quindi a salire le scale e sali le scale e scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale. Arrivati a destinazione il cliente chiede all’inserviente se può portargli una gazzosa e quindi l’inserviente si reca al bar e sali le scale e scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale arriva al bar. Dopo di che torna dal cliente e sali le scale e scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale. Nell’albergo arriva un terzo cliente che chiede una stanza al gestore il quale manda l’addetto ai bagagli ad accompagnarlo in camera. I due iniziano quindi a salire le scale e sali le scale e scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale. Arrivati in a destinazione il cliente chiede all’inserviente se può portargli una coca-cola e quindi l’inserviente si reca al bar e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale arriva al bar. Dopo di che torna dal cliente e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale.....»

Shiryu al terzo cliente aveva già iniziato ad adocchiare lo spigolo del tavolo per sbatterci la testa contro, ma Doko imperterrito proseguì con ineffabile calma:

«Nell’albergo arriva un quarto cliente che chiede una stanza al gestore che manda l’addetto ai bagagli ad accompagnarlo in camera. I due iniziano quindi a salire le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale. Arrivati in a destinazione il cliente chiede all’inserviente se può portargli una coca-cola e quindi l’inserviente si reca al bar e sali le scale e scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale arriva al bar. Dopo di che torna dal cliente e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale e sali le scalee scendi le scale, e sali le scale e scendi le scale e sali le scale e scendi le scale......».

 

Un’ora dopo...

 

«Sali le scale e scendi le scale e..»

«AHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!BASTA! BASTA! BASTA! HAI VINTO MAESTRO! Mi Arrendo! Riconosco la tua superiorità! Vado a chiamare Epicuro!»e così dicendo il povero allievo schizzò come un fulmine il più lontano possibile dal cavaliere di Libra!

«HE!HE!HE! I mie vecchi trucchi funzionano sempre! Ora si patteggia!»

«Signor Doko cosa è successo?» Chiese Leda spuntando dal salotto.

«Shiryu ha appena perso la sfida»

«Allora mi sono persa la gara di barzellette?»

«Torna a guardare Uomini e Donne Leda, che è meglio!»

«SIIII!!!!»

 

Più tardi...

Settima casa.

 

«Maestro dei Cinque Picchi mi voleva parlare?» Epicuro era entrato nel vasto androne della casa di Libra.

«Si, ti aspettavo con ansia. Vieni e accomodati che dobbiamo parlare d’affari» e il vecchio cavaliere accompagnò il “servo” di Aiolos nel suo studio e una volta sedutosi proseguì: «Penso che tu sappia del plateale insuccesso dei tuoi inviati...»

«Si, l’avevo previsto dato che il piano era di Leda, ma bisogna che i giovani imparino anche sbattendo il naso ogni tanto, sopratutto quando non ascoltano gli avvertimenti. Inoltre lei é sopravvissuto a due guerre sacre mica per niente!»

«Già, anche se qui mi passano tutti per rintronato non sono ancora messo così male e di acqua sotto i ponti ne ho vista passare. In più di 200 anni, di esperienza ne ho fatta. Ma nonostante questo gli anni si fanno sentire anche per me ed è giusto far largo alle nuove leve. E quindi ho deciso di firmare, ma ad una condizione»

«Quale?»

«Vedi, sono venuto a sapere di quello che sta bollendo in pentola, anche perché prima che a te Atena l’aveva proposto a me, ma io ho rifiutato. Troppi grattacapi e ormai sono stanco e voglio godermi gli ultimi anni che mi restano. Quindi se vuoi posso appoggiarti e firmare il contratto di Leda, ma devi sganciarmi il 50% degli introiti che ne ricaverai.»

«La sua proposta non mi sorprende, ma il 50% è un po’ troppo, non le pare? E poi non ho ancora accettato»

«Epicuro, lo sappiamo tutti e due che accetterai e anche il perché lo farai»

I due si guardarono per un lungo istante ed Epicuro non poté far altro che ammettere, in cuor suo, che Libra aveva ragione:

«Allora ho una contro proposta.»

«Spara!»

«Il 10% del mio futuro stipendio, più un posto da consigliere, ovviamente stipendiato. Le garantisco niente incombenze burocratiche, ma per i primi tempi avrò bisogno di una spalla della sua esperienza al mio fianco. In più aggiungo la realizzazione di un ascensore alternativo alle scalinate.»

«Ok, ma solo se costringerai i restanti Gold Saint ad assistere al mio show comico del venerdì sera alla bocciofila!»

«Credo che si possa fare. Allora mettiamo tutto per iscritto che così siamo a posto»

Dopo aver firmato entrambi il patto, si strinsero la mano come suggello della futura collaborazione.

 

XXXXXXXXXX

 

Il vecchio Doko è sempre il vecchio Doko! Dall’alto della sua esperienza non poteva che uscirne vittorioso! Siamo alle battute finali!

Per chi si fosse chiesto come finiva la “barzelletta” del guru dei Cinque Picchi eccolo servito: 15 clienti su 20 preferiscono la Coca-cola! (per reclami si prega di contattare il saggio maestro presso la settima casa del grande Tempio di Atene)

 

La prossima settimana non riuscirò ad inserire l’XI capitolo per motivi di forza maggiore (una vagonata di compiti e una seconda storia, questa volta seria o almeno così si spera, da portare avanti). Quindi, l’ultimo capitolo, con finale a sorpresa, slitterà di una settimana. Un enorme grazie a tutti coloro che hanno seguito fin qui questa delirante avventura, e che ancora sono vivi dopo questo capitolo.

Un speciale ringraziamento è doveroso a Diana924, per le puntuali recensioni e a Gufo_Tave, aiolia91, apheniti, DarciaLoveHaar92, Lina Lee, miss uriel, titania76 e charm_strange.

A DavideC88....Grazie di Tutto!

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Capitolo 11
*** G.S. ***


Capitolo XI

 

G.S.!

(non è un supermercato!)

 

Epicuro camminava irrequieto e pensieroso per il magazzino in rovina, alla periferia del Grande Tempio.

La giornata era grigia e uggiosa e la cosa non lo aiutava a prendere una decisione. Non sapeva che pesci pigliare, o meglio: lo sapeva benissimo, ma aveva una gran fifa e poca voglia di farlo. Ma ormai l’accordo con Libra era fatto e il dardo era tratto. Non poteva più tirarsi indietro e poi....era l’unico modo che aveva per vendicarsi di Aiolos. Incrociò le dita, fece un bel respiro e uscì dalla sua tenda, conscio che nulla sarebbe più stato come prima.

 

Casa del Sagittario.

 

«Aiolos scendi, non fare il cretino!» sbottò Aiolia guardando il tetto del tempio del Sagittario.

«Si, scendi prima di rompere qualche tegola, che poi Atena le fa sostituire a me!» sbraitò Milo.

«E dai, firma quel maledetto contratto e facciamola finita! Ci siamo già resi abbastanza ridicoli in questa fanfic. Non rincarare la dose!» cercò di farlo ragionare Camus, da poco tornato dal Sahara (con un’abbronzatura da oscar!)

«Mai e poi mai! É una questione di orgoglio! Sono un cavaliere e non mi arrenderò per nulla al mondo!» Rispose Aiolos da sopra il tetto, in assetto da guerra. La copertura del tempio era infatti stata trincerata con filo spinato e l’arco del Sagittario era stato fissato sul timpano della facciata a mo di mitraglia.

«Ma quale orgoglio!? Scendi e smettila che devo tornare a casa!» disse Afrodite

«Pure io! Quindi se non levi immediatamente la barricata dall’ingresso ti tiro giù con Excalibur!» Urlò Shura incavolato nero come Afrodite e Camus, che per colpa delle fortificazioni del cavaliere di Sagitter non potevano andare su dalle scalinate.

«Non posso, ormai sono l’unico che può opporsi al male che ha preso possesso del Santuario!» rincarò Aiolos.

Aiolia, Milo, Camus, Shura e Afrodite si guardarono perplessi:

«Tuo fratello ha seri problemi, lo sai vero?» disse Camus.

«Fratello, quale fratello?» rispose il cavaliere del Leone guardando in giro.

La discussione fu interrotta dalla figura di un uomo che a passi lenti e solenni stava salendo le scalinate delle dodici case.

«Epicuro tu? Osi ancora salire queste scale dopo tutto quello che hai combinato?» sibilò Shura.

«Non dare la colpa a me del male che ti sei fatto ad solo. Potevi evitare di tirare in ballo Penelope tagliuzzandole la tesi»

«Lurido..» il Capricorno venne agguantato da Camus e Aiolia prima che facesse qualche atto sconsiderato.

«Calmati Shura, non sono venuto qua per infierire su di voi, ma per parlare con Aiolos»

«Che vuoi? Non ho alcuna intenzione di metterti in regola! E non puoi nemmeno farmi cedere!»

«Si, lo so.»

Gli altri cavalieri rimasero completamente sconvolti da quella frase e si divisero in due ali per permettere ad Epicuro di passare.

«Incredibile, ma vero. Sono il tuo servitore eppure non so minimamente come metterti al tappeto. Devo riconoscerlo: tu sei un vero Saint Aiolos. Mi arrendo e do le dimissioni.»

SHOCK!

Il silenzio calò sui presenti

«Quindi ho vinto!?» chiese quasi incredulo il gold saint.

«Si Aiolos, hai vinto la battaglia. Ora scendi e togli tutta questa porcheria così che i tuoi colleghi possano tornare ai loro templi.» e così dicendo Epicuro se ne andò come era venuto, tra la sorpresa dei presenti.

 

Una settimana dopo....

 

La vita era ripresa a scorrere serena e tranquilla al Santuario della dea Atena. Tutto era tornato alla normalità. Certo, diverse cose erano cambiate; alcune in meglio (Afrodite non sfotteva più nessuno, Saga si era dato una regolata e tutti giravano con un portachiavi dei Pokémon come spauracchio per Death Mask) altre in peggio (Camus era singol, Shura in bolletta e Mu scassava tutti con il Signore degli Anelli, di cui era diventato fan), ma molti dissapori si erano calmati. Soltanto Epicuro non si veda più, era come sparito nel nulla e tutti si chiedevano che fine avesse fatto.

«RIUNIONE STRAORDINARIA! RIUNIONE STRAORDINARIA! TUTTI I 12 GOLD SAINT SONO CONVOCATI URGENTEMENTE NELLA SALA DEL GRANDE SACARDOTE!» Ugo il postino aveva ripreso il suo posto e, come ogni volta che c’era una riunione dorata, girava per le dodici case urlando a squarcia gola.

«Una riunione? E per cosa?» chiese Al.

«E che ne so! Io riferisco solo il messaggio di Atena!» e così dicendo Ugo si allontanò verso la casa del Montone Bianco, ripetendo al megafono la tiritela.

Un quarto d’ora dopo tutti i santi d’oro, eccetto Doko, erano nella sala del grande sacerdote, ormai inutilizzata da diverso tempo, e tutti si facevano una sola domanda:

“Che cacchio vuole Atena?”.

Ma tutti anche sapevano che se la dea chiamava c’erano guai in vista...

«Benvenuti miei cari cavalieri» esordì Atena arrivando nella sala e tutti i saint pensarono: “cavolo, se inizia così vuol dire che siamo nella m@@@a”

«Perché queste facce spaurite?» chiese Saori con un’espressioni tra il compiaciuto e il perplesso.

«Normalmente quando viene convocata una riunione d’oro, vuol dire che sta per succedere qualcosa di grave» Spiegò Shaka.

«No, tranquilli, nessun nemico in vista! Vi ho semplicemente chiamato per mettervi al corrente che ho deciso di nominare il nuovo Grande Sacerdote!»

«He?Così, alla sprovvista?» chiese Mu sorpreso, come i colleghi, dalla notizia bomba.

«A dire il vero è già da un po’ che vi tengo d’occhio!» rispose sogghignando la dea (quanto le piaceva fare la misteriosa e temerli sulle spine!)

«Cosa intende dire?» chiese Camus che forse aveva iniziato a capire.

«Credevate che avessi concesso ai vostri sevi di rivoltare come un calzino il Grande Tempio solo per farvi firmare un contratto?»

«Non vorrà mica dire che questo “sciopero” è stato organizzato da lei a tavolino per metterci alla prova?» esclamò Camus esponendo la sua ipotesi e scatenando mormorii tra gli altri cavalieri.

«Ni» rispose la dea con un sorriso sornione ed andandosi a sedere sul trono del Grande Sacerdote «Quando Epicuro aveva chiesto udienza la prima volta, era venuto semplicemente a chiedermi se lui e gli altri servitori potevano essere messi in regola. Ed io, costatando le sue ragioni avevo deciso di farvi firmare i contratti. Essendo la dea della giustizia, non potevo tollerare assunzioni non a norma di legge. Poi però mi è venuto in mente che potevo sfruttare la situazione per vedere effettivamente cosa sapevate fare, al di fuori dei combattimenti a corpo a corpo. Ne ho quindi parlato con Epicuro, che mi ha suggerito di sfruttare i rancori nei vostri confronti dei cavalieri di grado inferiore e dei vostri sottoposti! Da lì poi è partito lo sciopero.»

«Quindi la lettera di autorizzazione...» chiese Aiolia incredulo.

«Serviva per rendere credibile il tutto e farvi abboccare all’amo. E devo dire che mi avete veramente sorpreso! Accipicchia, sarete pure guerrieri valorosi, ma quando c’è da usare la testa e non le mani, di undici non se ne ricava uno! E un Grande Sacerdote deve saper innanzitutto dirigere un esercito in battaglia! E far quadrare i conti del bilancio in tempo di pace!» Atena fulminò con lo sguardo Saga che si nascose, rosso come un peperone, dietro ad una piglia. Dopo di che scrutò con aria severa gli altri, che chinarono il capo consci della pessima figura fatta durante la prova. L’unico sereno e baldanzoso era Aiolos, forte della sua “vittoria” su Epicuro.

«Quindi se mi è concesso azzardare un ‘ipotesi, l’unico che potrebbe essere scelto è Doko? Giusto?» chiese timidamente Mu.

«Infatti inizialmente volevo affidare la carica a lui, ma il cavaliere di Libra ha rifiutato. Quindi...»

«La carica aspetta a me!» Disse Aiolos che, dopo essersi avvicinato al trono si inginocchiò per ricevere l’investitura.

«Ma sei scemo?» gli chiese Atena.

«Cosa?! Io sono l’unico, dopo Doko, ad aver resistito ai tiri loschi del mio servo!»

La dea lo guardò perplesso:

«Guarda che non era un gioco ad eliminazione Aiolos! E vincere una battaglia non vuol dire vincere la guerra! Poi se vogliamo parlare di come hai guidato i tuoi colleghi...lasciamo perdere va! Tra te e Pandora non so chi sia meglio!»

«E quindi chi sarà il nuovo Grande Sacerdote?» chiese ansioso Shaka, che friggeva come i suoi colleghi.

La dea a quel punto sorrise ed espresse il suo verdetto:

«Per l’astuzia, l’ingegno e il talento strategico dimostrato...» piccola pausa per aumentare la tensione in sala: «Per la capacità di dirigere e comandare a bacchetta i propri pari e non solo...e per quel pizzico di infida cattiveria che non guasta mai...nomino mio nuovo Grande Sacerdote...» Altra pausa «...Epicuro

«COSA!?NON PUÓ ESSERE!!!» esclamò Aiolos incredulo, mentre gli altri saint tirarono un sospiro di sollievo (piuttosto di diventare la spalla della dolce, ineffabile e adorabile Atena si sarebbero sparati in bocca! Milo in particolare).

«Non preoccuparti per me Aiolos, c’è la farò. E siccome non voglio che tu pensi che non mi preoccupo per te, ti ho trovato un mio sostituto, visto che non potrò più assisterti.» Epicuro sorridente fece il suo ingresso con Doko ed un’attempata signora; e si andò a posizionare al fianco di Atena.

«No Epicuro, questo non puoi farmelo!» piagnucolò il cavaliere di Sagitter indietreggiando.

«O si che posso! Sono il Grade Sacerdote!»

«Ti prego tutto, ma non zia Aiolina!»

«Brutto nipote screanzato! Cosa vorresti dire; che non mi vuoi come assistente? Dopo tutte le volte che ti ho cambiato i pannoloni e pulito i tuoi rigurgiti dovresti essere più educato nei miei confronti!» la signora attempata si avvicinò ad Aiolos con cipiglio crucciato.

«No zia cara! Non potrei mai dire una cosa del genere!»

«Questo si che è il mio ragazzo! Vieni qui e fatti dare un bacio dalla zia!» ed Aiolina stampò un sonoro bacio sulla guancia al nipote, tra le risate generali.

«Tutto è bene quel che finisce bene! E dopo questa scenetta da “C’è sfiga per te” direi che la riunione è scolta!» a così dicendo Atena congedò i suoi adorati cavalieri per ritirarsi nelle sue stanze.

 

Più tardi

Casa di Sagitter.

 

«Epicuro che vuoi ancora?» chiese Aiolos vedendo arrivare il Grande Sacerdote nella sua casa.

«Sono venuto a prendere le mie cose per trasferirmi nei miei nuovi appartamenti.»

«Lo sai che non finisce qui?» lo minacciò Aiolos.

«Lo so, lo so...io ed Atena stiamo stilando un bel programmino di governo!»

GASP!

«Dai, non fare quella faccia preoccupata! Il diavolo non è mai cosi brutto come lo si dipinge!» disse Epicuro, mentre con un sorriso luminoso lasciava per l’ultima volta il Tempio di Sagitter.

 

FINE?...

 

 

....SI; fine di una storia e...l’inizio di una serie, se vi farà piacere seguirla!

Perché Quando anche le stelle ti girano le spalle....ce l’hai nel ...hem...ci siamo capiti! ;-)

 

Anticipazioni: Dopo averli passati per scemi per 11 capitoli, alcuni Gold Saint capiranno che oltre ai muscoli ci vuole anche un cervello e si adopereranno in tal senso, altri faranno comunella con i loro servitori mettendo via i rancori, altri si vendicheranno alla grande (e in quel caso i servetti malefici se la vedranno molto brutta), altri si innamoreranno della persona sbagliata e soffriranno le pene dell’inferno. Il tutto mentre saranno impegnati a combattere infidi nemici.

 

 

XXXXXXXX

 

X Gufo_Tave: Doko è sopravvissuto a 2 guerre sacre quindi doveva essere uno sveglio! ;-)

 

X titania76: bhe, Doko da buon aspirante cabarettista ne sa un sacco! L’unica cosa ti sconsiglio di raccontare la barzelletta del guru dei 5 picchi se sei in macchina. Io l’ho fatto e i mie amici per poco non mi lasciavano su una piazzola di sosta dell’autostrada!

 

X Diana924: Diciamo che Leda non è tra le serve più sveglie del Grande Tempio!

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