The Day After the Night Before

di Merlyn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Drunken Detective ***
Capitolo 2: *** Sherlock Holmes and the Missis Four Hours ***



Capitolo 1
*** The Drunken Detective ***


The drunken detective

Ecco un’altra traduzione, stavolta molto breve e molto poco seria. Già dalla presentazione si capisce la peculiarità della storia in cui ho comunque trovato i personaggi stranamente IC, malgrado quello che succede. L’autrice, Merlyn, ha acconsentito alla traduzione, trovate qui la storia originale.

Buona lettura!!

 

Scesi le scale nella frizzante mattina ad un’ora piuttosto tarda, le dieci e mezza. Era il mattino del 7 gennaio 1889 e non mi aspettavo di vedere il mio caro amico Sherlock Holmes sveglio ad un’ora simile. La notte precedente era stato celebrato il suo trentacinquesimo compleanno e, come risultato di tutti i drink che i membri della polizia e gentili ex clienti hanno insistito per offrirgli, era stato particolarmente difficile riportarlo a Baker Street nelle prime ore del giorno.

Potete quindi capire la mia sorpresa quando, entrando nel soggiorno trovai Sherlock Holmes (per quanto non rasato e dall’aspetto un po’ scompigliato) seduto al tavolo da pranzo, la testa appoggiata sulle braccia e la colazione intatta. Chiusi la porta con un colpo secco e lui contrasse il viso visibilmente.

“Buongiorno, Holmes. Come si sente?”

“Glielo dirò quando la stanza smetterà di girare.”  Fu la sua replica poco chiara.

Risi e presi il mio posto al tavolo. “Dovrebbe mangiare qualcosa.”

“Non posso reggere né il cibo né solo l’idea del cibo al momento.”

“Si, ho sentito stamattina.” Dissi mentre mi versavo due tazze di caffè forte.

“Mi dispiace per averla svegliata.” Mormorò. “E’ piuttosto difficile vomitare a bassa voce.” Si alzò per attraversare la stanza, fino al divano, dove ci si buttò senza fare molte cerimonie, portando il braccio sugli occhi. “Perché non mi ha fermato?”

“Le è consentito sentirsi allegro al suo compleanno.”

“Allegro!”

“In tutta onestà.” Replicai guardando verso di lui mentre prendevo ancora un po’ delle eccellenti salsicce che la nostra governante aveva portato. “Non avevo idea che fosse così ubriaco. Non finché non è caduto da quello sgabello.” Holmes gemette al ricordo.

Sospirai alzandomi e mi avvicinai all’armadio chiuso dove tenevo la mia borsa da medico. Lì aprii l’armadio, tolsi la borsa cercai dentro finché non trovai quello che mi serviva. Tolsi il pacchetto con una delicata polvere bianca e sciolsi la mistura in un bicchiere d’acqua, avvicinandomi a Holmes.

“Ecco.” Mi accovacciai vicino a lui, porgendogli il bicchiere.

Sedendosi lentamente lo prese in mano. “Cos’è?”

“Qualcosa che aiuterà a calmare il suo stomaco.”

Sembrava un po’ sollevato. “Grazie.” Bevve la mistura in un colpo solo e mi porse il bicchiere vuoto.

Gli sorrisi e mi alzai. “Oh, a proposito, ha la patta aperta.” Grugnì in risposta prima di sistemare i pantaloni. “So che non se la sente, ma dovrebbe veramente mangiare qualcosa.” Mi avvicinai al tavolo e sollevai un coperchio. “Toast?”

“Se non lo faccio mi perseguiterà tutto il giorno.” Replicò un po’ a malincuore. In risposta gli sorrisi, passandogli il piatto e tornando alla mia colazione.

Durante il lungo silenzio che seguì l’unico rumore era il suono del masticare lento di Holmes, e il tintinnio del mio coltello e della forchetta, mentre mi riempivo nuovamente il piatto della mia deliziosa colazione.

“Non mi sono reso ridicolo, vero?” Holmes ruppe il silenzio con una voce tranquilla.

“No. Non particolarmente.” Bevvi il mio caffè. “Eccetto dire a Lestrade, a voce molto alta, che lo ama.”

“Oh Dio.”

“Considerato che nessuno l’ha ammanettata penso che tutti si siano divertiti molto, specialmente dopo che ha provato a baciarmi mentre la aiutavamo a salire in carrozza.” Non potei resistere a lanciare un’occhiata in quella direzione. Le orecchie di Holmes erano diventate di un interessante tonalità di rosa.

“Eccetto quello è stato un ubriaco modello.”

“Ritorno a letto.” Borbottò prima di affrettarsi in direzione della sua stanza. Mi concessi un sorriso mentre sentivo la porta chiudersi con un click.

Il pomeriggio sul tardi sbirciai, dalla porta, nella camera di Holmes e lo trovai ancora addormentato profondamente, quindi lo lasciai per tornare in soggiorno ed immergermi in una delle mie storie di mare preferite. Tempo dopo bussarono alla porta.

“Avanti.” Dissi.

La porta di aprì ed entrò l’ispettore Lestrade. “Buon pomeriggio dottore.” Indicò col cappello in direzione della porta di Holmes. “Ancora addormentato?”

“Ah, si. Ne è emerso stamattina, ma è tornado a letto subito dopo. Si sieda, Lestrade.”

“Grazie.” Si sedette sul divano vicino a me. “Non lo biasimo, se fossi stato ridotto come lui non avrei neppure pensato di uscire dal letto, prima di tutto!”

Risi. “Per fortuna non era troppo ubriaco, non credo avrei potuto far fronte alla cosa se si fosse messo a cantare o altro. ”

“Non era troppo ubriaco, ah! Eccetto per gridare al mondo che mi ama!” Lestrade arrossì leggermente. “Non ho sentito altro allo Yard, glielo dico io.”

“Qualcosa da bere?”

“Oh…si, grazie.” Gli versai un bicchiere dal decanter e glielo porsi. “Grazie.” Ne bevve un sorso. “Gregson si è divertito molto a mie spese. Dice che capisce perché il signor Holmes è sempre impegnato con me nelle indagini.”

“Lo sa che non intendeva, Lestrade.”

“Oh, lo so, lo sanno tutti. A dire la verità dottore, ho pensato spesso a lui. Lei no?”

“Mi scusi, pensare a lui in che senso?”

“Lo sa…se è…”

“Oh.” Risi. “Ad essere onesti, Lestrade, non ho pensato molto alla…natura intima di Holmes. Non credo proprio ne abbia una.”

“E lei non ha mai…?”

“Beh, non del tutto consciamente. L’idea di lui…romantico con qualcuno è…beh, è…è…” Non riuscivo a trovare le parole e Lestrade capì.

Finì il suo bicchiere e si alzò. “Grazie per la bevuta, gli faccia sapere che sono passato.”

“Oh…perchè?”

“Oh, speravo di trovarlo alzato, vorrei prenderlo in giro per la scorsa notte. Ricorda qualcosa?”

“Non credo e non gliel’ho ancora detto. Ripassi questa sera.”

Lestrade sorrise e indossò il cappello. “Lo faro. Buon pomeriggio.”

“Buon pomeriggio, ispettore.”

Mi voltai per trovare Holmes in piedi sulla porta della sua camera da letto, con un espressione inorridita sul viso.

“Che cosa intendeva con ‘non gliel’ho ancora detto?’”

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Capitolo 2
*** Sherlock Holmes and the Missis Four Hours ***


Sherlock Holmes and the Missing Four Hours

Sul tardi, quella sera, Sherlock Holmes riemerse per la seconda volta e sembrava stare molto meglio di prima. Non aveva ancora fatto la barba, ma i suoi occhi avevano di nuovo il familiare scintillio  e sembrava di buon umore. Rifiutò la mia offerta di un po’ di brandy e si sedette subito nella poltrona con una tazza di tè, puntellando i piedi sul bordo del tavolo. Aveva un sorriso molto particolare e lo osservai con uno sguardo diffidente.

Mezz’ora dopo, l’ispettore Lestrade ci raggiunse. Sorrise a Holmes e gli chiese cordialmente come si sentisse.

“Molto meglio, grazie Lestrade.” Rispose, piegando la sua tazza di tè in direzione dell’ispettore.

“Sono contento di sentirlo.” Replicò Lestrade, sedendosi sulla sedia e accettando un bicchiere di brandy da me. Holmes, dopo che mi fui seduto nella mia poltrona, ci osservò entrambi.

“Signori.” Si appoggiò allo schienale. “Ho pensato molto a ciò che ha avuto luogo la scorsa notte. Ci sono approssimativamente quattro ore che non riesco a spiegare.”

Gli sorrisi. “Ah si?”

“Ed essendo lei così riluttante a raccontarmi la mia condotta della serata, sicuramente volendo utilizzare le informazioni per altri scopi, ho deciso di investigare.” Si alzò dal suo posto e ritrovò la pipa sulla mensola del camino.

Non ne fui del tutto sorpreso. “Davvero?”

Volgendosi verso di noi, pipa alla mano, continuò. “Il mio primo indizio è arrivato dall’ispezione dei vestiti che stavo indossando la scorsa notte.”

“Oh? E che cosa le hanno detto i suoi vestiti, Holmes?” Lestrade si appoggiò sulla sedia, lo sguardo in cerca del mio, e mi ritrovai a dover sopprimere una risata.

“Un buon indizio, Lestrade. Dallo stato della mia manica sinistra,” indicò la sua manica. “ne ho dedotto che ad un certo punto mi sono sentito male su una carrozza, quindi siamo stati costretti a camminare dal Seven Dials*  finché non abbiamo trovato un trasporto alternativo.”

“Abbastanza giusto. Il vetturino non era troppo impressionato. Come sa che eravamo vicino al Seven Dials? Sicuramente era troppo ubriaco per capire dov’eravamo.” Ancora non ero sorpreso.

“Può capirlo dal fango sulla parte sinistra della mia scarpa destra. Questo tipo di fango si trova solo vicino al Seven Dials, proprio arrivando da Queen Street. Non passo di lì da parecchi giorni e così ho fatto una semplice connessione.”

Impressionante. Qualcos’altro?”

“Si. Parecchie cose. C’è anche…una distinta macchia sulla mia biancheria, proprio vicino alla patta. Credo mi abbia accompagnato lungo Little Earl Street in direzione di Cambridge Circus dove c’è un orinale. Lo ha fatto perché non c’è dubbio che volessi dare vergogna di me stesso in uno dei palazzi vicini e Lestrade avrebbe dovuto arrestarmi per atti osceni. ”

“Aspetti un minuto.” Interruppe Lestrade. “Come sa che non…ha avuto un incidente?”

“Perchè, mio caro ispettore, ci sarebbero stati molti più segni nella mia biancheria, se fosse così.”

A questo punto devo ammettere che iniziai ad essere sorpreso dal ragionamento di Holmes. “Perché Cambridge Circus?”

“Perché c’è un orinale vicino al Seven Dials e non riesco ad immaginare che volesse portarmi lontano verso Shaftesbury Avenue.”

“Cos’è successo allora?”

“Credo che lei Watson sia stato costretto a slacciarmi i pantaloni e io devo aver fatto qualche commento particolarmente osceno, che non dubito deve averla fatta arrossire, e se qualcun altro, oltre Lestrade, mi avesse sentito credo che ora sarei seduto in una cella. Questo perlomeno richiede una domanda su ciò che ho detto. Cos’ho detto, Watson?” Mi sorrise nel suo modo esasperante.

Mi ritrovai ad arrossire sotto il suo sguardo e potei solo mormorare: “Qualcosa che non dovrebbe essere ripetuta di fronte ad un ufficiale di polizia.”

“Ah!” Emise un grido trionfante. “Quindi ho detto qualcosa di osceno.”

“Cosa? Era un bluff?” Mi maledii, quante volte lo avevo visto fare lo stesso giochetto negli anni?

“No, non un bluff, solamente pensavo di averle detto qualcosa.”

“Che cosa glielo ha fatto pensare?”

“Molto le vostre maniere questa mattina, era determinato a vendicarsi mettendomi in imbarazzo, quindi devo aver detto o fatto qualcosa che l’ha disturbata. Quando lei… mi ha gentilmente informato di essere caduto dallo sgabello, e del fatto che ho cercato di baciarla, dubitavo fossero questi gli eventi che l’hanno imbarazzata, altrimenti non me lo avrebbe detto.”

“Va bene, cos’altro?”

“Abbiamo camminato, o meglio, mi avete trasportato, su per Charing Cross Road, dove ha avete avuto la fortuna di trovare una carrozza. Qui Lestrade mi ha mollato nella carrozza e lasciato il povero dottore a prendersi cura di me da solo. Siamo tornati a Baker Street dove credo di aver svegliato tutta la casa con un’interpretazione stonata di ‘HMS Pinafore’.”

“Come sa che non sono venuto con voi?” Interruppe di nuovo Lestrade.

“E come sa che era il Pinafore?” Domandai.

“Perché la signora Hudson mi ha informato che ha aiutato Watson sulle scale con me. E’ nelle prime ore del giorno che mi avete finalmente tirato fuori dal bar. Il fatto che la signora Hudson fosse in piedi ad una tale ora mi dice che fossi abbastanza rumoroso da svegliare la nostra povera padrona di casa. E per il Pinafore, era quello che il giovane agente stava suonando al piano quando siamo andati via.”

“Bene, questo spiega tutto quello che è successo dopo essere usciti dal bar.” Sapevo non poteva ricordarsi cos’era successo durante la serata.

“Ah, si, il bar. Credo di essermi reso completamente ridicolo con tre agenti e la moglie dell’ispettore capo.”

Improvvisamente molto imbarazzato, Lestrade iniziò a studiare il disegno sul tappeto. “Ah, sa a proposito della moglie dell’ispettore capo.”

“Si. Credo di averle dato ampi dettagli sulla sua vita privata, concentrandomi sulla mancanza di intimità con il marito, cosa indubbiamente data dall’impotenza, dichiarando a gran voce a proposito miei problemi con la cocaina e degli effetti che ha su quella particolare parte del mio corpo. Quindi ho iniziato a consigliarla sul corso delle azioni che poteva prendere. Watson, quella particolare sfumatura di rosso non le dona affatto.”

“Come fa a ricordarlo?” Rimasi senza fiato, cercando di ignorare il fatto che ero di un forte color cremisi.

“Non lo ricordo.”

“E allora come lo sa?”

“Questa nota.” Tirò fuori un pezzo di carta dalla tasca della vestaglia e me la porse. “Mi si ringrazia per l’aiuto a proposito delle ‘condizioni’ del marito, dicendo che avrebbe trovato quel rimedio che le ho consigliato il più presto possibile.”

Osavo appena chiedere come sapesse degli altri eventi della serata. “E i tre agenti?”

“Ho detto loro che i baffi enormi erano chiaramente un tentativo di riparare all’inadeguatezza in altre aree. Altrimenti perché è apparsa questa vignetta nel giornale di oggi?” Sollevò il giornale della sera dove c’era una divertente vignetta di agenti di polizia con dei baffi lunghi quanto lo Strand. Holmes sorrise ad entrambi in modo gentile. “Sono terribilmente dispiaciuto per avervi rovinato il divertimento, signori, ma sapete che non sopporto qualunque tipo di segreto, soprattutto se riguardano la mia persona.”

Lestrade sospirò. “Suppongo comunque debba sapere che l’ispettore capo non è troppo contento con me per averlo invitato ai festeggiamenti. Spero pensi di scrivergli una lettera di scuse o presentarsi di persona.”

“Non farò niente del genere.” Sbuffò Holmes, buttandosi nella poltrona.

“Holmes!” Lo avvertii.

“In pochi giorni mi vorrà ringraziare per l’intimità riconquistata con sua moglie.”

Con un gemito Lestrade si alzò, scolando il bicchiere, e porgendolo verso di me. “Bene, credo sia meglio andare. Notte signori.” Con questo lasciò frettolosamente il nostro soggiorno.

Sedemmo in silenzio per qualche tempo, finché Holmes, finalmente, si rivolse a me e disse: “Tutto quello che rimane adesso, Watson, è ciò che è successo nella mia camera da letto dopo il nostro ritorno. La signora Hudson sarà contenta con me per aver vomitato completamente sui suoi migliori asciugamani, quando vedrà in che stato si trovano le mie lenzuola…”

 

*Zona centrale di Londra, vicino Covent Garden.

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Vi avevo avvertiti che questa storia era particolarmente breve e stipidotta, ma mi ha divertito tantissimo. Spero sia piaciuta anche a voi :-))

ISI: Io non sono mai arrivata ad ubriacarmi a quel modo, mi sono sempre autoimposta di fermarmi prima, ho troppa paura di quello che posso combinare. Come vedi Holmes non fa il gioca joue, ma se la spassa da matti!!  Viste le premesse, spero tu non sia morta dissanguata dopo l'ultima frase di Holmes, non vengono descritte cose zozzette zozzettine, ma fa notare la cosa a Watson col suo solito savoir fare XD. Ti dico solo che, nell'originale, per poco non mi perdo l'ultima frase: avevo capito male quello che diceva e ho dovuto rileggermela dieci volte prima d'iniziare a ridere come una deficente :-PP.

L_Lawliet_poppy: Grazie grazie
grazie grazie grazie!! :-D Spero di non aver ucciso un'altra lettrice, dopo il finale del capitolo (quanto sangue che devo raccogliere...) ;-)). Spero che Holmes ubriaco ti sia piaciuto, a me ha fatto morire l'uscita con la moglie dell'ispettore capo!  
Fammi sapere cosa ne pensi del finale!! ^__^

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