Uniti

di Najara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo capitolo ***
Capitolo 3: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 4: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 5: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 6: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Dopo mesi di assenza… forse anche un anno non ricordo… ho deciso di inserire questa storia, spero vi piaccia, buona lettura

Dopo mesi di assenza… forse anche un anno non ricordo… ho deciso di inserire questa storia, spero vi piaccia, buona lettura!

 

 

Uniti

 

Prologo

L’Sg1 al completo aspettava, nella sala d’imbarco, l’apertura dello Stargate. “Allora cos’ha questo pianeta di interessante?” “Jack non hai ascoltato al briefing?” “Sicuro… era solo per ingannare il tempo!” Daniel fece una faccia da ‘ma certo!’ poi guardò Sam con aria disperata, Carter sorrise leggermente, poi, raccogliendo la supplica di Daniel, intervenne “Si tratta di un pianeta che crediamo disabitato, vegetazione rigogliosa e molta acqua, è simile alla Terra e sarebbe perfetto come sito beta, dobbiamo fare una ricognizione per essere sicuri che tutto vada bene” Jack annuì “Certo mi ricordavo… qualcosa del genere…” In realtà aveva passato tutto il briefing ad ammirare Sam, senza ascoltare una parola ovviamente! Amava vedere i suoi occhi accendersi nello spiegare qualche tecnologia aliena o descrivere le particolarità scientifiche, assolutamente meravigliose, di un pianeta ancora inesplorato. Sam sorrise alla sua risposta, sapeva che non ascoltava una parola, ma era Jack!

Hammond prese il microfono nella sala controllo “Sg1 pronti?” “Sì signore” rispose Jack con un gesto di assenso verso il vetro “Bene allora rapporto tra ventiquattr’ore, buona fortuna” Ogni membro della squadra rispose alla sua maniera Teal’c con un piccolo cenno, Sam con un sorriso, Daniel con un cenno della mano e Jack con un “Grazie generale”. Lo Stargate si aprì e l’Sg1 lo attraversò.

La sonda che avevano inviato non aveva mentito, il pianeta era davvero un paradiso, il paesaggio era stupendo, il sole rispendeva su prati e foreste, dallo Stargate si poteva perfino vedere un lago. “Sì credo proprio di averlo trovato!” Sam, Daniel e Teal’c si voltarono interrogativi verso Jack che rimase in silenzio osservando il paesaggio “Cosa signore?” Chiese Sam, curiosa, “Un luogo bello quasi quanto il Minnesota!” Sam sorrise, quello era una complimento, nulla batteva il Minnesota nel cuore di Jack! “Mettiamoci in marcia, dobbiamo darci una mossa se vogliamo dare un’occhiata seria a questo pianeta in sole ventiquattr’ore!” Si misero in cammino in direzione del lago con l’idea di raggiungere le colline che distavano qualche ora di cammino, da lì forse avrebbero potuto farsi un idea un po’ più precisa del territorio ed individuare possibili problemi.

Camminavano da poco più di un’ora nel bosco quando raggiunsero una piccola radura e Sam chiese di fare una pausa per poter fare alcuni rilevamenti, Jack acconsentì e Sam estrasse dallo zaino i suoi rilevatori. “Daniel ti dispiacerebbe raccogliere la pianta che abbiamo visto vicino a quella grotta pochi minuti fa?” “Certo Sam, Teal’c vieni con me?” Jack sorrise leggermente, evidentemente il suo racconto sull’orso che aveva trovato in una grotta identica a quella aveva fatto il suo effetto! Teal’c fece un piccolo cenno di assenso e seguì Daniel. Sam continuò con un sorriso ad annotare i dati che riceveva. Jack stava per fare una battuta, avendo notato il divertimento di Sam, quando un piccolo rumore lo fece voltare verso la foresta ed impugnare il P-90, Sam reagì nella stesso istante, posò velocemente il rilevatore e puntò l’arma. Nulla sembrò muoversi. Quando Jack stava per dichiarare che era stato un falso allarme sei alieni spuntarono dalla foresta, ebbero appena il tempo di stupirsi nel riconoscere la specie, poi furono colpiti contemporaneamente da due raggi. Caddero al suolo privi di sensi.

 

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Capitolo 2
*** Primo capitolo ***


Primo capitolo

Primo capitolo

 

“Non credo che O’Neill parlasse sul serio” “Avrei dovuto immaginarlo… Ma sei sicuro Teal’c… c’erano degli orsi su Ciulac’k?” “No Daniel Jackson” Daniel si voltò, il Jaffa aveva la solita aria impenetrabile, eppure era sicuro di aver percepito dell’ironia in quell’affermazione. Alzò le spalle e proseguì verso la radura. Ci avevano messo poco a trovare la pianta, ma più del previsto a raccoglierla, era tenacemente ancorata alla roccia e Daniel non voleva rovinarla, in più continuava a lanciare occhiate alla bocca d’entrata della grotta, quando infine si era staccata l’aveva messa nel contenitore e insieme a Teal’c aveva ripreso la strada per ricongiungesi a Sam e Jack. Giunti alla radura si guardarono intorno, non c’era nessuno. Teal’c reagì immediatamente abbassando la lancia, poi perlustrò la zona. Daniel si guardava attorno incredulo “Se questo è uno scherzo non è affatto divertente!” “Non credo lo sia Daniel Jackson” Daniel si avvicinò a Teal’c “Cosa hai trovato?” Il Jaffa stava osservando il terreno “Ci sono delle tracce, molte, sono stati colpiti e trascinati via” Daniel lo guardò inorridito “Sono stati dei Jaffa?” “Non credo, non ci sono segni di lotta sono stati colpiti di sorpresa e resi incoscienti” “Non possono essere stati colpiti da degli Zat?” “No, non si sono dibattuti cadendo, erano già immobilizzati” “Sai che arma ha potuto fare una cosa simile?” “No Daniel Jackson” “Possiamo seguire le loro tracce?” Teal’c si guardò intorno per alcuni minuti poi indicò una direzione Daniel fece per incamminarsi, ma Teal’c rimase fermo, l’archeologo lo guardò interrogativo, sul volto del Jaffa c’era del disagio, misto a dispiacere e delusione verso se stesso “Non sono sicuro” Daniel lo guardò stupito, Teal’c riusciva a seguire qualsiasi traccia! “Qualcosa dobbiamo fare Teal’c! Sono sicuro che hai ragione!” Detto questo si mise in marcia nella direzione precedentemente indicatagli. Dopo pochi istanti fu raggiunto e superato da Teal’c che, con il volto concentrato e teso, si mise sulle tracce dei rapitori.

 

Sam si svegliò, la testa ovattata, era stesa a terra, si guardò intorno, la stanza era completamente bianca, non c’erano finestre ed era sola. Si tirò su lentamente e fu presa da delle vertigini, ma presto si calmarono e lentamente si sentì meglio e più lucida. Appoggiò la schiena alla parete, chiuse gli occhi e cercò di ricordare quello che era successo. Ricordava la radura, stava prendendo dei campioni e facendo dei rilevamenti di routine… poi c’era stato un allarme, le immagini ritornavano a flash come se il suo cervello si stesse ricomponendo… ricordava Jack in tensione, il dito sul grilletto, poi il momento di rilassamento e… si alzò di scatto. La testa si rimise a girare con violenza, appoggiò le mani alla parete per non cadere, appoggiò anche la fronte, la parete fredda le dava sollievo, ora ricordava, erano stati colpiti da quei maledetti alieni! Evidentemente non volevano ucciderla, ma visto come avevano trattato Teal’c l’ultima volta, avevano intenzione di studiarla! Teal’c! Ma certo! Lui e Daniel non erano stati presi, o almeno lo credeva… non doveva sperarci troppo, per ora doveva solo contare sulle sue forze! Quando si sentì di nuovo meglio aprì gli occhi e si guardò intorno, sulla parete di fronte a lei c’era una porta. Sì avvicinò, non c’erano fessure, non c’erano panelli da smontare, non c’erano possibilità, era in una cella studiata per non permettere a nessuno di evadere. Si accasciò a terra, non poteva fuggire! Poi pensò a Jack, doveva fare qualcosa, lui avrebbe voluto che lei agisse! Era inutile rimanere immobili ad aspettare il proprio destino! Si allontanò dalla porta ed iniziò ad esaminare ogni centimetro della stanza. Quegli alieni erano più avanzati tecnologicamente, ma non erano immuni agli errori! In fondo li aveva sconfitti già una volta e proprio grazie alla tenacia e alla fiducia in sé stessa, non avrebbe mollato! 

Lavorò per più di un’ora, si interrompeva solo quando sentiva i pesanti passi degli alieni passare davanti alla sua porta, li sentiva arrivare da lontano ed avvicinarsi, i passi risuonavano in maniera strana in quella struttura di cui non sapeva nulla, ogni volta temeva che si sarebbero fermati, ma passavano oltre. Alla fine si ritrovò di nuovo alla porta, la esaminò attentamente questa volta e di nuovo non trovò nulla. Stava per arrendersi all’evidenza che non sarebbe mai uscita di lì quando sentì di nuovo dei passi avvicinarsi, ma questa volta si arrestarono. Si allontanò dalla porta, pronta ad agire al minimo passo falso dell’alieno, avrebbe lottato, non intendeva rendergli la vita facile e non avrebbero fatto esperimenti su di lei

! La porta si aprì e davanti a lei si stagliò una figura che avrebbe riconosciuto ovunque.

“Colonnello!” “Salve Carter, bisogno di una mano?” “Signore come ha fatto a liberarsi?” “Hanno calcolato male l’ora del mio risveglio, così li ho soprafatti al momento giusto!” “E come ha fatto a trovarmi?” “Beh passavo di qui e ho visto queste porte che hanno tanto l’aspetto di celle, mi sono detto che darci un’occhiatina non avrebbe fatto male, ora se non ti dispiace direi che dobbiamo uscire da qui e riunirci con Teal’c e Daniel” “Certo signore… e se sono stati catturati anche loro?” “No, non credo tutte le altre celle sono vuote” Sam annuì. Mentre parlavano erano usciti dalla cella e stavano percorrendo un corridoio bianco, Jack aveva con sé la stessa arma che li aveva colpiti nella radura. Il colonnello apriva la strada e Sam lo seguiva. “Signore dove stiamo andando?” “Carter, secondo te lo so? Sto semplicemente gironzolando, se siamo fortunati troveremo l’uscita” Sam annuì di nuovo, non aveva idee migliori, continuarono a percorrere i corridoi che si trovavano davanti, tutti bianchi, non incontrarono nessuno. Jack sembrava scegliere a caso i corridoi, ignorava le stanze che incontrava e proseguiva, senza un’esitazione. La struttura sembrava enorme, camminavano da almeno dieci minuti, senza che ci fosse un segno dell’uscita, poi all’improvviso Jack si fermò e guardò con circospezione oltre l’angolo, si tirò indietro velocemente “Eccola!” Sam lo guardò stupita “L’uscita! C’è una sola guardia, non sarà difficile, poi potremmo cercare Daniel e Teal’c!” Sam lo guardò, poi senza il minimo preavviso lo colpì con violenza al volto senza lasciarli il tempo di reagire.

 

 

Kloe2004: Grazie! Soli, ottimo, in prigionia… un po’ meno ottimo!

 

Jolinar: Chissà perché siamo tutte contente quando finiscono nei guai… purché siano insieme! Grazie!

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Capitolo 3
*** Secondo capitolo ***


Secondo capitolo

Secondo capitolo

 

Jack sorpreso si accasciò alla parete svenuto, Sam lo stese, poi diede un’occhiata alla guardia, non aveva sentito nulla. Spostò di nuovo gli occhi sul corpo del suo superiore, con una fitta di colpa. Poi si fece forza e tirò verso il basso il colletto della maglietta, sospirò di sollievo, non si era sbagliata, sul corpo di Jack c’era un piccolo dischetto luminoso. Lo tolse e davanti a lei comparse uno degli alieni. L’avevano ingannata in quel modo già una volta, non sarebbe successo ancora! Ora però non sapeva come trovare Jack, se l’avevano clonato allora significava che era appeso da qualche parte nella struttura, privo di sensi, ma vivo! Quella struttura era un vero e proprio labirinto, senza la guida di uno degli alieni non sarebbe mai riuscita a raggiungere la porta d’uscita e sicuramente avrebbe incontrato molta più resistenza, era chiaro che volevano che uscisse e che trovasse per loro Teal’c e Daniel. Certo dopo aver percorso parte dei corridoi aveva un’idea della struttura dell’edificio ma trovare Jack era tutt’altra cosa! Mentre rifletteva su come agire il suo sguardo si posò sul piccolo oggetto che teneva in comunicazione la mente di Jack con quella dell’alieno. Un’idea le balzò alla mente, se si fosse connessa con Jack? Era rischioso, non sapeva come avrebbe reagito il suo cervello, non sapeva neanche se avrebbe funzionato, però non aveva altre idee, non aveva nessuna intenzione di abbandonare Jack e se fosse uscita per cercare Teal’c e Daniel dubitava di riuscire poi a rientrare, sempre se li avesse trovati… Prese la sua decisione, staccò il trasmettitore dall’alieno e se lo premette alla tempia. Una fitta di dolore le attraversò la testa, dovette trattenersi per non gemere, ma rimase in silenzio e il dolore passò, quando fu di nuovo in grado di pensare percepì immediatamente un’altra presenza, era come un piccolo grumo… nello stesso momento in cui lo percepì iniziò ad ottenere informazioni e dettagli della vita di Jack dai quali si ritrasse però immediatamente. Non capiva, aveva sperato che Jack si fosse svegliato e che potesse comunicare con lei, ma era chiaro che non stava funzionando. Come poteva svegliare Jack? La sua mente agì mentre lei formulava il pensiero e fu come se gli avesse dato uno scossone, immediatamente la mente di Sam fu invasa da quella di Jack. Confusione, paura, poi comprensione e ricordi. Sam aveva perso il controllo, ora era lei nella mente di Jack, vedeva con i suoi occhi, sentiva con il suo corpo. A quel punto Jack percepì la sua presenza e alle altre emozioni si unì lo stupore “Carter?” non furono parole, ma immagini e sensazioni, tutto quello che era il concetto stesso di Sam per Jack, Sam si vide attraverso i suoi occhi e rimase stupita nel vedersi così diversa… luminosa avrebbe detto. Con un’enorme sforzo di volontà Sam ritornò nel suo corpo ed inviò delle immagini a Jack, chiare ed immediate, la loro cattura, il suo risveglio, l’arrivo del sosia di Jack e poi l’idea di connettersi con lui. Era fenomenale quel sistema di comunicazione, in pochissimi istanti poté dare a Jack un quadro completo della situazione e sentire le sue sensazioni ed opinioni in merito. Rabbia per la cattura e soprattutto finta indignazione per il fatto che l’avesse colpito. Riusciva a stento a mantenere la coscienza di sé spesso non capiva se era Jack o lei ad aver formulato il pensiero, comprendeva perché gli alieni mantenevano le loro vittime in stato d’incoscienza, solo così potevano accedere alla mente senza esserne soprafatti. L’urgenza di fuggire le arrivò chiara dalla mente di Jack insieme alla sensazione della caduta e dell’atterraggio. Jack si era liberato, ma sulla fronte aveva ancora il comunicatore. L’immagine della porta le balzò davanti insieme ad un senso di impotenza e di richiesta. Accanto alla porta c’era un pannello, Sam non ebbe bisogno di formulare parole, nell’istante stesso in cui i suoi occhi lo videro lo vide anche lei e Jack automaticamente lo aprì. Fu come se le sue mani fossero quelle di Sam, in pochi minuti la porta si spalancò. Jack uscì dal corridoio e si guardò intorno, non c’era nessuno, ma un senso di allarme lo fece ritrarre nella stanza velocemente, poi capì che si trattava di Sam, i passi che sentiva erano da tutt’altra parte, erano le orecchie di Sam a sentirli. Sentì il panico di Sam crescere, la stavano già cercando, non aveva tempo! Automaticamente le inviò forza, conforto ed un immagine, se aveva steso lui poteva stendere chiunque. In risposta gli giunse il suo sorriso e sentì che riprendeva il controllo.

Poco lontano c’era una stanza, Sam provò ad aprirla, i passi si avvicinavano, ma non intaccarono la sua calma, doveva aprire quella porta! Smontò il pannello e il suo cervello si mise in azione, era straordinario, percepiva soltanto dei brandelli, era troppo veloce, erano come lampi di luce, pochi istanti e la porta si aprì, Sam prese il corpo dell’alieno e lo trascinò con sé, chiuse la porta e rimase in silenzio, Jack si accorse che stava trattenendo il respiro anche lui e che durante tutti quei secondi era rimasto immobile, in piena vista. L’alieno superò la stanza ed avanzò. Jack e Sam condivisero il loro sollievo.

Jack riprese ad avanzare, aiutato dalla pianta approssimativa inviatagli da Sam che ne aveva percorso una parte e che da ottima osservatrice qual’era aveva automaticamente reperito dei punti di riferimento, anche in quel dedalo di corridoi. Sam si chiuse nella stanza bloccando la porta d’accesso dall’interno, aveva trovato dei lacci e legato l’alieno, in più gli aveva sparato con la sua arma quindi sarebbe rimasto svenuto per un po’, poi si mise a seguire i movimenti di Jack attraverso i suoi occhi, ben presto riconobbe un particolare segno su di una porta e lo guidò in maniera più sicura. Era una situazione alquanto strana, non riceveva soltanto immagini, ma impressioni e frammenti di pensieri, sentiva la tensione di Jack, gran parte della sua mente era concentrata nel non produrre rumore e nel muoversi velocemente ma con prudenza, eppure una piccola parte faceva osservazioni sul fatto che era disarmato e a questo si accompagnava un senso di disagio, oppure rifletteva sulle volte in cui erano capitati in una situazione simile, poi si alternava la preoccupazione per Teal’c e Daniel, mista alla sicurezza che erano capaci di cavarsela. Sam non era più sicura su chi pensasse cosa, in realtà i loro pensieri si mescolavano e provavano le stesse emozioni. A differenza di Sam, Jack incontrò più volte gli alieni e più volte dovette cambiare direzione o nascondersi. Alla fine, dopo molto più tempo di quello che avevano supposto si ritrovò nello stesso corridoio in cui Sam aveva stordito l’alieno. Sam si alzò per aprire la porta ma, in contemporanea con Jack, sentì dei passi di corsa dirigersi verso di loro, da entrambi le direzioni. Jack raggiunse la porta di Sam che velocemente iniziò a disinserire il blocco che aveva immesso. Le mani le tremavano, percepiva la doppia urgenza premere nella sua mente e il suo cervello produceva un tasso eccessivo di adrenalina, il rumore dei passi, amplificato dai corridoi, le risuonava raddoppiato nelle orecchie.

 

 

Kloe2004: Ovviamente Sam ha un ottimo motivo per stendere Jack… voglio dire per picchiarlo! Eh eh eh ;-) 

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Capitolo 4
*** Terzo capitolo ***


Secondo capitolo

 Terzo capitolo

 

Daniel steso su di una collina, accanto a Teal’c, osservò la piccola costruzione nascosta tra gli alberi. Avevano raggiunto quel rudere seguendo un gruppo di alieni. La sua sorpresa era stata grande quando, dal nascondiglio in cui lo aveva gettato Teal’c, aveva visto spuntare dal bosco un gruppo di alieni e non alieni sconosciti, ma gli stessi che anni prima avevano tentato di invadere la Terra e che solo grazie alla presenza di Teal’c e Sam erano stati fermati. Li avevano seguiti e non c’erano dubbi, erano loro gli autori del rapimento di Sam e Jack. Il gruppo era chiaramente alla ricerca di qualcuno, Daniel non ci aveva messo tanto a capire che si trattava di loro, poi visto che le ricerche erano infruttuose erano ritornati a quella che doveva essere la base. Daniel si era aspettato qualcosa di diverso, sicuramente non quella struttura vecchia e ormai cadente. Da quella piccola collinetta avevano una vista privilegiata ed avevano seguito i movimenti degli alieni per quello che restava della mattinata, erano usciti ed entrati a numeri di cinque per alcune ore, poi tutte le attività si erano fermate e le squadre erano rientrate, o avevano rinunciato, cosa di cui dubitava, o avevano un altro piano, aspetto più inquietante. Non ci volle molto per capire che la costruzione era sotterranea o occultata, quella struttura non avrebbe mai potuto accogliere un simile numero di alieni. Teal’c gli fece un cenno e insieme si ritirarono in un luogo più sicuro. “Teal’c, cosa possiamo fare?” “Non lo so Daniel Jackson, quella costruzione è inattaccabile e infiltrarsi è impossibile” “Ma qualcosa dobbiamo fare!” “Sì” Teal’c rimase pensieroso poi aprì una delle tasche del suo giubbotto e ne estrasse del C4 “Possiamo dar loro una possibilità offrendogli un diversivo” Daniel annuì era l’unica opzione.

 

Sam aprì la porta e Jack si fiondò all’interno, i due gruppi di alieni in corsa si fermarono davanti alla stanza, si scambiarono delle informazioni nella loro lingua, poi presero la stessa direzione, sempre correndo, tutta la base sembrava ormai a conoscenza della loro fuga. Entrambi avevano il fiatone, come se avessero corso, mescolare le emozioni le amplificava nettamente, era come se non avessero più lo stretto controllo che erano stati addestrati ad avere in situazioni di pericolo. Si guardarono e le emozioni fluirono tra di loro… gioia, sollievo, amore. Era come se si vedessero per la prima volta, davanti ai loro occhi non c’era l’immagine che avevano di solito ma l’immagine proiettata dal loro cervello, un immagine creata dai sentimenti che provavano uno per l’altro, i loro cuori battevano più velocemente, il desiderio che ognuno provava per l’altro e che controllavano così bene da anni si fuse, crescendo e diventando insostenibile, prima ancora che se ne rendessero conto, le loro bocche si trovarono, i loro corpi si strinsero nel tentativo di imitare le menti e non fare più che uno. Provarono sensazioni indescrivibili, era più di quello che avevano provato fino ad allora la gioia, il piacere, le emozioni che sentivano trovavano eco nella mente dell’altro ritornando amplificate. Non avevano più coscienza dei loro corpi, eppure percepivano con estrema chiarezza ogni movimento, ogni carezza, ogni bacio, senza sapere chi dava e chi riceveva, ma beneficiando del piacere di ricevere e dare insieme.

Improvvisamente un forte boato risuonò nella stanza Sam e Jack ripresero coscienza del presente, si separarono ancora storditi dalla forza delle emozioni provate, non sapevano quanto tempo era passato, si guardarono e di nuovo le parole non furono necessarie, si amavano era un fatto, non potevano negare ciò che era avvenuto, non potevano dare la colpa alla tecnologia aliena, quella era la verità, ma ora dovevano uscire vivi da lì, non era esattamente il momento adatto, eppure lo era stato… Sospirando distolsero lo sguardo e ripresero il pieno controllo del loro corpo e in parte della loro mente. Uscirono dalla stanza, Jack impugnava l’arma recuperata da Sam. Sbirciò nel corridoio, c’era un gruppo di alieni che parlavano tra di loro agitati, poi sopraggiunse un altro alieno, era riconoscibile grazie al colore blu sulla testa, disse qualcosa e la maggior parte, in silenzio, lo seguì lasciando alla porta cinque guardie… troppe. Sam, che aveva seguito tutto attraverso di lui, gli propose un piano, Jack annuì e lei ritornò veloce nella stanza. Quando uscì dalla stanza aveva le sembianze di Jack. Il Jack originale si stesa a terra. Entrambi percepivano la tensione, se il loro piano falliva era difficile che ne sarebbero mai usciti. Sam uscì alla vista delle guardie “Due qui!” Sperò che capissero e sperò che come sulla Terra i subalterni reagissero ad un tono di comando senza fare domande. Trattenne il respiro, ma poi due di loro si avvicinarono anche se apparivano guardinghi, cosa difficile da affermare visto quanto erano diversi, Sam abbassò il collo della maglietta per mostrare il dischetto poi fece un cenno verso Jack steso a terra “Dobbiamo portarlo fuori…” Poi per buona misura aggiunse “La donna ci è sfuggita, per ora”. Non provennero domande e Sam rimase in silenzio, i due alieni sollevarono Jack e si avviarono verso la porta, Sam li seguì con la massima calma. Solo Jack sapeva il turbamento che la agitava e che lui stesso provava, avevano già vissuto esperienze rischiose, ma qui stavano davvero sul filo del rasoio, il minimo errore, un piccolo colpo di sfortuna e sarebbero stati scoperti. Jack le impose di smetterla di elencare i componenti della tavola degli elementi, capiva che era il suo modo di abbassare la tensione, ma stava iniziando a saperli anche lui e questo era troppo! Sam si rilassò grazie alla semplice finta insofferenza e lo ringraziò, era tra le braccia di due alieni, immobile e riusciva ancora a rassicurarla! Quando furono abbastanza lontani, lo avvertì e Jack che fece un brusco movimento facendo cadere i suoi due custodi, Sam non si fece pregare e prima che potessero reagire, li aveva colpiti entrambi con la loro arma, poi si misero a correre verso il bosco, di comune accordo deviarono e facendo un vasto giro si ritrovarono alle spalle dell’edificio. Si acquattarono su una collinetta per osservare i movimenti, gli alieni entravano ed uscivano in grossi gruppi, Sam e Jack si chiedevano cosa avesse provocato tutta quell’agitazione e soprattutto il rumore che avevano sentito, poi udirono di nuovo un forte boato, un po’ più lontano del primo, si scambiarono uno sguardo sorridendo, quello era molto probabilmente del C4. Rimasero sdraiati, osservando la reazione degli alieni per alcuni minuti, poi udirono un rumore alle loro spalle e si voltarono all’unisono, Jack puntando l’arma, che Sam gli aveva consegnato, davanti a loro comparve un esterrefatto Daniel. Poi spuntò Teal’c che puntò verso di loro la sua arma. Daniel lo imitò e Jack stupito alzò la sua. “Che diavolo…?” Iniziò a chiedere, poi fu raggiunto da un pensiero di Sam che sembrava divertita, immediatamente capì anche il perché. Abbassò l’arma e si voltò verso Carter, che aveva ancora le sue sembianze e la vide togliersi il discetto e ricomparire. Teal’c abbassò la lancia e Daniel fece altrettanto. “Ottima idea il C4!” Teal’c inchinò leggermente la testa poi intervenne Daniel “Che cosa è successo?” “Il solito… direi che non c’è tempo è ora di andarsene” Detto questo si alzò e si incamminò poi si fermò, scambiò dei rapidi messaggi con Sam che rispose nella stessa maniera poi alzò le spalle, Teal’c e Daniel li guardavano incuriositi “Jack… perché hai ancora quella roba sulla testa” Jack si sfiorò la fronte, non ci aveva neanche pensato, fece un gesto di noncuranza “Teal’c ti dispiace fare strada… noi eravamo incoscienti quando siamo arrivati qui e non ho la più pallida idea di dove sia lo Stargate” Teal’c annuì poi si mise in testa, Daniel che chiudeva la fila non poté non notare lo strano comportamento di Sam e Jack che sorridevano apparentemente senza motivo oppure facevano gesti come se fossero nel pieno di una conversazione, vide persino Jack colpirsi la fronte con una mano e Sam sorridere di gusto per uno scherzo che chiaramente solo loro vedevano. Incontrarono diverse truppe aliene, ma Teal’c ormai conosceva il territorio e seppe come aggirarle. La notte li colse che erano ancora a diverse ora di marcia dallo Stargate e Jack fece cercare un posto per accamparsi, era troppo pericoloso avanzare ancora, rischiavano di finire senza accorgersene in un gruppo di alieni. Trovarono un posto adeguato vicino ad un ruscello, era facilmente difendibile e un solo uomo di guardia poteva vedere arrivare il nemico da lontano. Vi si sistemarono per la notte.

 

 

Kloe2004: credo che da svegli sia tutto più interessante… concordi? Non penso che Sam abbia ancora intenzione di colpire Jack… anzi direi che tutto questo stress faccia un bel po’ di bene!

 

Ramo87: Grazie! Spero ti piacerà fino alla fine!

 

23jo: Wow! Dai così arrossisco! Grazie mille, come al solito sei troppo gentile!

 

Cipollina: Direi che ci hai preso l’idea è proprio quella! E in effetti ora chi se li toglie più quei simpatici aggeggini!

 

 

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Capitolo 5
*** Quarto capitolo ***


Secondo capitolo

Quarto capitolo

 

Daniel non resistette più “Allora volete dirmi quello che succede?! Sam com’è che non hai detto una parola?” Sam lo guardò stupita e lo stesso fece Jack, non aveva fatto che chiacchierare per tutto il tragitto… Si rese conto solo adesso che in realtà aveva scambiato osservazioni, immagini e pensieri solo con Jack, allora alzò i capelli che le erano ricaduti sulla tempia e mostrò il piccolo oggetto a Daniel “Che cos’è?” “Si tratta del congegno con cui questi alieni si collegano mentalmente alle persone che clonano” Daniel la guardava confuso e Teal’c, che era ad un passo da loro, guardò prima Jack poi Sam. Daniel non ci mise molto di più “Siete collegati!” Jack sorrise, avrebbe usato più il termine uniti Sam arrossì e sorrise al commento, le immagini che stavano condividendo erano quelle del loro bacio, anche se chiamarlo così era riduttivo… Daniel li guardava ancora tra il curioso e lo stupito e Sam gli spiegò brevemente come era arrivati a quella situazione. “E come funziona? E’ come parlare, ma nella mente oppure…” “Oh Daniel molto di più!” Jack fece un piccolo sorriso e Sam si morse un labbro, di nuovo erano immagine pericolose quelle che percorrevano il loro cervello. Daniel li guardò sempre più curioso, soprattutto vedendo la reazione di Sam. Teal’c intervenne “Non è dannoso per il cervello umano?” Sam alzò leggermente le spalle “Per Ja… per il colonnello non credo, gli è già stato applicato senza che ne ricevesse dei danni, per me non saprei…” Il sorriso che aveva percepito da Jack a causa del suo lapsus era scomparso e ora da lui proveniva soltanto una forte inquietudine. Daniel fece finta di nulla “Credo che dovresti toglierlo, in più ora non vi serve…”. Sam guardò verso Jack si scambiarono velocemente dei pensieri, nessuno dei due voleva rinunciare a quella intimità, però Jack era inamovibile, se per lei tenerlo poteva rappresentare un problema allora l’avrebbe tolto! Daniel osservò quello scambio silenzioso e ne capì l’esito quando Sam alzò la mano verso la tempia e con forza tirò via il piccolo apparecchio. Di nuovo fu attraversata da una forte fitta, si strinse la testa tra le mani chiudendo gli occhi, il dolore diminuì lentamente e lei si rese conto del vuoto, improvvisamente la mente di Jack non c’era più, non si era resa conto di quanta parte occupasse, era come se fosse priva di forza, priva di quella vitalità e ironia che caratterizzavano Jack e anche priva di quella dolcezza che l’aveva avvolta e che lui mostrava raramente. Nel momento stesso in cui Sam si tolse l’apparecchio Jack la vide piegarsi su se stessa e stringersi la testa, si avvicinò velocemente e la prese tra le braccia, poi si rese conto che nella sua mente c’era il silenzio, era come se mancassero dei colori, la mente vivace e frizzante di Sam era sparita e con lei quel senso di completezza e benessere che ne derivava. Sam aprì gli occhi e lui le sorrise “Come ti senti?” “Meglio…” Jack le accarezzò dolcemente la guancia, non gli importava se Daniel e Teal’c erano lì vicini, voleva averla accanto voleva convincersi che era sempre lì, anche se non più così vicino. “Sai non sapevo che il tuo cervello facesse così tanto rumore quando pensa!” Sam sorrise alla battuta di Jack, era contenta che la stesse stringendo, poteva percepire parte della sua forza. Daniel si schiarì leggermente la voce poi intervenne “Tutto bene Sam? Jack?” Jack la lasciò e si allontanò di qualche passo, fu Sam a rispondere “Sì è stato un po’ doloroso, ma ora va tutto bene…” Si massaggiò la tempia, il dolore non era scomparso del tutto, ma si stava affievolendo, si alzò in piedi “Posso fare il primo turno di guardia” mentre parlava il dolore alla testa ritornò più forte e lei alzò una mano verso la tempia. Jack notò il gesto ed intervenne “Credo che debba riposare maggiore, faremo noi tre i turni questa notte” “Ma signore…” “E’ un ordine Carter” Sam annuì riconoscente “Grazie” “Bene farò io il primo turno poi Daniel e per ultimo Teal’c, tutti a nanna forza” Poi si sistemò nel luogo che offriva la migliore visione, mentre gli altri si stendevano. Passarono alcune ore e Jack rifletté su quello che era successo, su quello che provava. Si volse più volte ad osservare Sam che dormiva, la vedeva appena, era solo una sagoma nella notte, ma poteva facilmente immaginare il suo volto, i suoi occhi azzurri che toglievano il respiro, le sue labbra… la vide agitarsi nel sonno e si chiese cosa la turbasse. Quando passò il suo turno svegliò Daniel e andò a coricarsi, rimase incerto un momento, poi si stese accanto a Sam. Si addormentò in pochi minuti. Qualcosa, però, turbava il suo sonno. Era in uno stato di semi incoscienza quando percepì nella sua mente qualcosa che non era suo e che al contempo conosceva così bene, la accolse nella sua mente e nella stesso tempo si trovò in lei, per un attimo la riconobbe e fu riconosciuto a sua volta si rilassò, capì cosa la turbava e capì cosa turbava anche lui, ma ora erano di nuovo vicini, di nuovo insieme. Un sonno profondo scese su Sam e Jack.

Il mattino dopo Teal’c li svegliò, era l’alba. Dopo essersi stiracchiato Jack sorrise “Non ho mai dormito così bene!” Sam annuì, anche lei si sentiva riposata e tranquilla. “Cosa? Ma ve l’hanno insegnato all’addestramento? Io non ho chiuso occhio!” In effetti anche Jack trovò la cosa strana, riusciva a dormire ovunque, era necessario saperlo fare, ma dormiva sempre con un occhio aperto e non poteva dire di svegliarsi veramente riposato eppure… ricordava qualcosa, non era un sogno… si voltò verso Sam che aveva assunto un aria pensosa poi vide sul suo volto lo stupore e ricordò. “Ma… come è possibile?” “Non lo so signore… credo che si sia creato un… legame… probabilmente è troppo debole se siamo coscienti e vigili, ma se dormiamo…” Jack non ebbe il tempo di rispondere, Teal’c che si era allontanato ritornò correndo “Stanno arrivando” “Ok andiamocene da qui, forza!” Teal’c si mise in testa e partì verso lo Stargate a passo sostenuto seguito dagli altri.

 

 

23jo: Eccoti il nuovo capitolo finalmente!

 

Kloe2004: Sarebbe bello se ad ogni nuova lettura cambiasse qualcosa…! Mi attrezzo e provvedo! ;-)

 

Jolinar: Grazie! Quegli alieni non hanno afferrato le potenzialità della loro tecnologia…  era troppo geniale per non essere sfruttata su Sam e Jack!

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Capitolo 6
*** Quinto capitolo ***


Secondo capitolo

Quinto capitolo

 

La squadra era ad un’ora dallo Stargate, ma continuavano a dover cambiare direzione oppure a nascondersi per sfuggire alla pattuglie nemiche. La radio di Daniel si attivò “Qui il generale Hammond, Sg1 rispondete” Daniel passò la radio a Jack “Signore siamo leggermente in ritardo, abbiamo avuto un problema…” “Vi servono rinforzi?” “Non lo sappiamo ancora, ma la trasmissione non è sicura, suggerisco un nuovo contatto tra un’ora” La radio rimase in silenzio per qualche secondo poi arrivò la risposta “Bene contatto tra un’ora, tengo i ragazzi pronti, chiudo”. Sam annuì, il messaggio del generale era chiaro, la squadra dei rinforzi sarebbe stata pronta per ogni evenienza. Continuarono ad avanzare, furono fortunati e non incontrarono più gli alieni, in un’ora erano in vista dello Stargate. La loro fortuna finì lì, lo Stargate era presidiato da almeno quindici alieni. Si ritirarono e Jack espose il piano “L’unica possibilità è aspettare i rinforzi, quando si apre lo Stargate avvertiamo Hammond di mandarli ed attacchiamo, impegnandoli su due fronti li possiamo eliminare facilmente, Teal’c non è che hai ancora un po’ di C4? Il nostro se lo sono tenuti…” “No O’Neill” “Non importa useremo le armi che ci rimangono” Fecero un breve inventario di quello che rimaneva loro, non era molto, ma con l’aiuto dei rinforzi sarebbe bastato. Si disposero strategicamente vicino allo Stargate. Non dovettero attendere a lungo, pochi minuti e lo Stargate si attivò, dalla radio provenne la voce di Hammond “Sg1, rapporto” “Sì signore ci servirebbero i ragazzi, i nostri amici tengono lo Stargate, sono quindici, attacchiamo” “Bene colonnello, arrivano chiudo” Jack ritirò la radio e fece un gesto agli altri, poi senza aspettare oltre iniziò a sparare verso gli alieni con la loro stessa arma, Teal’c, Daniel e Sam, che aveva preso lo Zat di Teal’c, fecero lo stesso, ne colpirono diversi presi dalla sorpresa e quando iniziarono a rispondere al fuoco, i rinforzi arrivarono dallo Stargate colpendoli alle spalle. La battaglia durò poco, gli alieni non si aspettavano un attacco simile. L’Sg1 si ricongiunse con gli altri e Jack andò dal maggiore che comandava la squadra “Ottimo lavoro! Ma ce se sono degli altri, meglio sgomberare in fretta!” Daniel era già al DHD, compose le coordinate e tutti attraversarono lo Stargate.

Sulla Terra Hammond aspettava notizie e si rilassò solo quando li vide rientrare tutti sani e salvi “Allora colonnello cosa è successo?” “Signore direi che quel piccolo pianeta paradisiaco è già occupato! Mi dispiace non ci potrà andare in vacanza!” “I Goaul’d?” Fu Sam a rispondere “No signore… si ricorda di quegli alieni che hanno tentato di invadere la Terra e che creavano delle copie di noi?” “Sì, certo” Jack intervenne “Loro!” Hammond annuì “Mi racconterete al debriefing ora in infermeria” “Sì signore” Hammond li vide allontanarsi chiacchierando e scosse la testa, sarebbe stato di nuovo un debriefing interessante!

Janet eseguì gli esami di rito poi, sentendo il racconto di Sam, fece anche analisi più approfondite a lei e a Jack, quando li richiamò più tardi, per i risultati, era sbalordita. “Tutti i valori del vostro cervello sono troppo elevati, ho rifatto i test due volte, pensavo ci fosse un errore! Non capisco e non so che effetti possa avere su di voi!” “E questo… fatto… è grave, dottore? Non mi dica che ci tiene sotto osservazione!” “Invece sì colonnello!” Sam sorrise alla smorfia di Jack, Janet invece lo ignorò “Vi aspetto per ripetere le analisi tra tre ore” “Bene” fu Sam a rispondere. Jack fece un’altra smorfia, poi fece un sorriso a Sam, stava per dire qualcosa quando nella stanza entrò Daniel “Hammond ci aspetta!” “Sì Daniel arriviamo…” Jack fece un sospiro di rammarico poi si voltò e lo seguì, Sam fece lo stesso. Il rapporto post missione durò più del solito, Hammond volle un racconto completo di tutto ciò che era successo, poi visto che un alieno aveva avuto accesso di nuovo alla mente di Jack diede l’ordine di cambiare tutti i codici. Ovviamente Sam e Jack sorvolarono sulla loro particolare esperienza, soprattutto su quello che era successo subito dopo essersi ricongiunti nella base nemica. 

Dovettero ripetere le analisi due volte, i valori stavano lentamente tornando nella norma, ma Fraiser non volendo rischiare li obbligò quella notte a rimanere in osservazione alla base. Jack e Sam si scambiarono qualche sguardo, entrambi avevano altri progetti, ma dovevano essere rimandati. Dormirono insieme in infermeria e il mattino dopo rifecero le analisi poi si diressero alla mensa per la colazione, Daniel si unì a loro e poco dopo li raggiunse anche Teal’c. Chiacchierarono come al solito, ma Daniel non poté fare a meno di notare i continui scambi di sguardi tra Jack e Sam, era chiaro che l’esperienza li aveva uniti ancora più di prima, o forse aveva dato una svolta decisiva al loro rapporto, la cosa gli faceva particolarmente piacere, erano anni che lui, Teal’c e Janet ne parlavano, beh Teal’c più che altro ascoltava e faceva commenti su come su Ciulac’k si risolvevano certe situazioni. Commenti che facevano arrossire Daniel e ridere fino alle lacrime Janet, reazione che sconcertava, per quanto fosse possibile, Teal’c. Sam fu la prima a lasciare il tavolo, quando era partita stava facendo degli esperimenti su un generatore, tentava di potenziarlo, ma ora voleva dedicarsi al comunicatore che avevano usato sul pianeta, quindi desiderava terminare al più presto con il generatore. Jack la seguì poco dopo, doveva compilare il rapporto, Daniel e Teal’c li imitarono, ognuno con le sue occupazioni.

Jack era bloccato alla sua scrivania da mezz’ora, voleva finire quel rapporto e andare a trovare Sam in laboratorio, ma non riusciva a concentrarsi. All’improvviso una fitta di dolore lo colpì in pieno petto. Annaspò, poi capì cosa stava succedendo, si alzò velocemente e correndo raggiunse il laboratorio di Sam, entrò, ignorando il dolore, ma quello che vide non lo stupì, sapeva già cosa avrebbe trovato.

 

 

Kloe2004: Evviva le immagini a bollini rosso! Eh eh eh! Cosa vuoi che sia scappare dal pianeta… normale amministrazione, i bacini con Jack invece no di certo! Penultimo capitolo… e questa volta spero di postare come da programma, cioè tra una settimana!

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Capitolo 7
*** Epilogo ***


Secondo capitolo

Epilogo

 

Sam era stesa a terra, priva di sensi, la prese in braccio e corse in infermeria. “Cosa è successo?” Janet la fece posare sul lettino e due infermiere iniziarono ad attaccarla alle macchine, non c’era battito cardiaco. Jack era come paralizzato, lo avevano allontanato e sapeva di non poter fare niente. Janet non perse tempo ad avere una risposta “Libera!” il corpo di Sam fu scosso dalla scarica elettrica, tutti rimasero fermi, poi sullo schermo apparve un leggero battito. “Bene, ora colonnello può dirmi cosa è successo?” Jack continuava a guardare Sam, il dolore al petto era sparito, spostò lo sguardo sulla dottoressa “Non lo so… io… l’ho trovata così... nel suo laboratorio…” “Credo che ce lo dirà lei stessa” Si voltò, Sam stava riprendendo conoscenza “Allora Sam cosa è successo?” Sam li guardò poi scosse leggermente la testa “Una fuga di neutrini dal generatore, devo variare la carica…” “Dopo! Ora ti devi riposare, sono stufa di dover rimettere in marcia il tuo cuore!” Sam annuì leggermente, poi si voltò verso Jack. Lui aspettò che i medici se ne andassero poi si sedette accanto al suo letto e le spiegò quello che era successo e di come era stato immediatamente consapevole che lei stava male, Sam annuì, pensierosa. “Credi che se vado nel tuo laboratorio trovo ancora qualche nitrito a cui dare una bella lezione?” Sam rise, Jack tendeva a reagire con una battuta quando era senza parole oppure in una situazione delicata, dolcemente gli accarezzò il volto, amava i suoi occhi, amava la piccola cicatrice sul sopraciglio, amava tutto di quell’uomo e sapeva che lui provava gli stessi sentimenti. Aveva avuto paura di perderlo quando aveva spezzato il legame mentale, ma non era vero, bastava che guardasse in quegli occhi marroni per ritrovare ciò che cercava. L’imbarazzo, la tensione, la paura che sembravano colpirli ogni volta che erano soli e tentavano di affrontare l’argomento della loro relazione, erano spariti, volatilizzati, avevano condiviso emozioni e pensieri, l’intimità che avevano raggiunto non lasciava più spazio ai dubbi. Jack si abbassò leggermente su di lei e le depose un bacio sulle labbra. Poi le sorrise “Se Janet ti tiene in osservazione giuro che la zatto e ti rapisco!” Sam rise ancora. In quel momento entrarono Teal’c e Daniel “Sam! Cosa è successo? Stai bene?” Sam rispose a Daniel, rassicurandolo sulle sue condizioni. Janet tornò poco dopo mentre Sam si stava alzando “Non ci pensare nemmeno! Oggi rimani qui! Non puoi strapazzare in quel modo il tuo cuore e poi andartene in giro come ti pare!” Jack ringhiò dall’angolo della stanza e Sam fece un piccolo sorriso a Janet che si voltò prima verso Jack poi verso Sam e infine verso Daniel che le fece un leggero cenno con la testa, la dottoressa sospirò “Va bene… rimani qui un paio d’ore se tutto va bene ti lascio tornare a casa…” Sam le sorrise, ma a sorprendere tutti fu Jack che addirittura la abbracciò! Poi quando gli altri furono usciti si avvicinò al letto di Sam e le bisbigliò all’orecchio “Avevo già preso lo zat! Le è andata bene! Cena da me?” Sam sorrise poi prima che Jack potesse rialzarsi gli diede un rapido bacio sulle labbra “Assolutamente sì!”.

 

 

Jolinar: E’ vero Janet era un gran bel personaggio e viene davvero spontaneo inserirla nella storia.

Mi fa proprio piacere sapere che la scena del bacio ti sia piaciuta perché ho faticato a scriverla, malgrado fosse così chiara nella mia mente! Io tendo a vedere le scene purtroppo una volta sulla carta, o meglio sullo schermo, le immagini non rendono bene l’idea…

 

Kloe2004: Ce l’ho fatta ho mantenuto la promessa! La nostra carinissima coppia ha trovato come al solito il suo lieto fine! Come mi piace essere ripetitiva!

 

Kibylina: Grazie! Sempre bello conoscere un’altra grande fan della coppia più bella e più sfigata della tv! Ma non disperare io conto sempre sul prossimo film o magari su SGU… lo so speranza vana!

Come te e molti altri mi consolo con le ff!

 

23jo: Sì ho voluto mettere nel finale un’ultima piccola scossa, che poi si è presa Sam… Ma nulla di grave il lieto fine è sempre in agguato!

 

Cipollina: Se non fossero così non sarebbero Jack e Sam e a noi è così che piacciono! E poi Sam adora i reattori che ci vuoi fare, sono il suo secondo amore! Per la seconda generazione non ci conterei troppo… ma chissà magari con qualche viaggetto nel tempo/realtà alternativa/modificazione genetica/virus/ecc. ecc. può succedere! Io ci spero! Di sicuro non in questa storia… e per la firma del contratto malgrado il reattore abbia fatto il geloso secondo me questa sera succederà qualcosa di più di un bacetto! Ma lascio all’immaginazione del lettore che tutto può!

 

Grazie mille a tutte per i commenti! Spero di poter ricambiare presto lasciando commenti alle vostre meravigliose storie! (Da leggere come: Scrivete ragazze scrivete!) Alla prossima! Ciao ciao

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