Amico del nemico

di Neko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La solitudine di un bambino ***
Capitolo 2: *** La shoccante scoperta ***
Capitolo 3: *** Ninja di Konoha ***
Capitolo 4: *** Chiarimenti ***
Capitolo 5: *** Amici ***
Capitolo 6: *** Allenamento ***
Capitolo 7: *** Sospetti ***
Capitolo 8: *** Prima missione ***
Capitolo 9: *** Davanti al nemico ***
Capitolo 10: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 11: *** Membro dell'Akatsuki ***
Capitolo 12: *** nel covo dell'Akatsuki ***
Capitolo 13: *** Rifletti su quello che ti dico ***
Capitolo 14: *** il sigillo ***
Capitolo 15: *** tecnica di scioglimento ***
Capitolo 16: *** Cambio di personalità ***
Capitolo 17: *** Jinchuuriki riuniti ***
Capitolo 18: *** L'arte è un'esplosione ***



Capitolo 1
*** La solitudine di un bambino ***


Salve a tutti.

È da un po’ che non pubblico sul sito di efp, ma sono in un periodo nero da cui non riesco a uscire.

Ho voluto provare a pubblicare l’inizio di una fanfic che scrissi tempo fa, sperando che le vostre recensioni mi aiutino

a sbloccarmi.

Che posso dire di altro? Godetevi la storia, spero vi piaccia.

Buona lettura.

 

 

Amico del nemico

 

Tutti voi saprete della tragedia che colpi il villaggio della foglia anni fa. Un terribile mostro venne scagliato sui poveri e ignari abitanti di Konoha.

Il suo intento? Mettere fine a uno dei villaggi ninja più potenti del villaggio del fuoco.

Molti ninja furono impiegati nella missione che avrebbe comportato fermare il famoso demone della volpe a nove code. Le sue dimensioni erano impossibili da descrivere. Nessun essere vivente poteva e può essere paragonato a quell’essere.

Ci furono molti caduti quel giorno e tutti finirono per essere ricordati sulla lapide della memoria.

Gli abitanti del villaggio non riuscirono a dimenticare cosa comportò quel giorno tutti volevano poter scaricare il loro odio e le loro sofferenze.

Solo una persona ebbe la forza sufficiente per contrastare la potenza immane del Kyuubi. Yondaime, il giovane Hokage del villaggio, conosciuto come fulmine giallo e miglior ninja che Konoha abbia mai avuto.

Fu lui che, sacrificando la propria vita, applicò una tecnica per sigillare il demone all’interno di un corpo umano. Un neonato. Suo figlio.

Così piccolo e già aveva conosciuto il dolore della perdita sia del padre che della madre e inoltre doveva anche accaparrarsi un demone all’interno del suo corpo, ignaro delle conseguenze che esso avrebbe portato nella sua vita.

Morto Yondaime, Sandaime riprese la sua vecchia carica di hokage.

I primi giorni fu lui a prendersi cura del piccolo, ma l’hokage, ormai vecchio, non aveva l’energie necessarie per badare a un bimbo in fasce.

Il problema più grande era trovare una famiglia per lui. Chi mai lo avrebbe accolto in casa sua sapendo quello che nascondeva al suo interno?

Yondaime aveva espresso che il bimbo non fosse discriminato, ma fosse considerato un eroe, ma gli abitanti del villaggio, sarebbero stati disposti a esaudire il suo ultimo desiderio?

Sandaime convocò una riunione con alcuni dei suoi ninja più affidati. C’erano Kakashi, Iruka, Asuma, Kurenai, Gai, Ebisu, kotetsu, Genma, Izumo, Hayate, Tsunade, Jiraya, Shibi, Shikaku, Inoichi e altri ninja meno conosciuti.

La sua priorità oltre quella di restituire al villaggio il suo vecchio vigore, dato i danni riportati dal demone, era trovare una famiglia al piccolo.

Sandaime incaricò ai suoi ninja di trovare qualcuno disposto a prenderlo con se. Non era un incarico adatto a dei ninja, ma più erano, più c’era la possibilità di agire in fretta. Ma qualcosa lo sorprese.

Tsunade alzò la mano.

“Si? cosa vuoi Tsunade? Parla!” ordino l’hokage.

hokage-sama, se lei non ha niente in contrario, vorrei occuparmi io del bambino!” disse la donna.

“Sei sicura? È un impegno gravoso e sai anche che in lui c’è Kyuubi.  Davvero te la senti?” chiese conferma l’hokage.

“Si signore! La madre del piccolo era una mia grande amica ed ero molto affezionata anche al padre. Sarei onorata di prendermi cura del loro figlio!” rispose in modo determinato la donna.

“Anch’io le darò una mano!”

La kunoichi si girò stralunata verso il proprio vicino.

Ji-Jiraya? Ma cosa…” chiese Tsunade sorpresa. Non si aspettava di certo un intervento del genere dal suo compagno di squadra.

“Non guardarmi in quel modo Tsunade. Ricordati che Minato era il mio allievo e inoltre ho scelto io il nome del piccolo,sono suo padrino, non vedo niente di  male se ti aiuto” disse andando a prendere il bimbo dalle braccia di sandaime “e poi come tutti gli altri bambini, anche lui ha il diritto ad avere due genitori,non credi?”

“Su questo punto hai ragione, ma se questa è solo una tattica per far colpo su di me, puoi anche girare i tacchi e andartene!” disse Tsunade minacciosa.

“Ah ah, non preoccuparti, non mi permetterei mai. So bene che la ferita della perdita di Dan è ancora fresca. Non infierirò promesso, ora pensiamo solo a lui.” poi  guardò il piccolo disse “Vero Naruto?”

Naruto? Ma che razza di nome hai scelto?” chiese Tsunade facendo una faccia un po’ schifata.

“Veramente sono stati Kushina e Minato a sceglierlo, prendendolo dal mio primo romanzo. Io li ho avvertiti che avevo scelto il nome davanti a una ciotola di ramen, ma Kushina lo trovava bellissimo!” si giustificò l’uomo.

Tsunade lo guardò storto “figuriamoci, da te poteva solo uscire un nome assurdo!”

“Io lo trovo adatto per il bambino” disse Sandaime sorridendo “Bene,visto che il problema è stato risolto più in fretta del previsto, potete andare, se ci saranno missioni da affidarvi vi chiamerò. Per ora occupatevi della costruzione del villaggio!”ordinò il terzo agli altri ninja.

Sandaime guardò i due neo genitori “Tsunade, Jiraya voi due siete sollevati dall’incarico di ninja per un po’. Pensate a Naruto per ora!”

Detto questo tutti i ninja andarono via e Tsunade prendendo il bimbo in braccio, si incamminò verso casa sua.

Jiraya le camminava accanto e spostava il suo sguardo dalla donna al bambino.

“Sai? Non avrei mai detto che avresti voluto fare la mamma!” ammise sincero

“Perché no? se io e Dan ci fossimo sposati, mi sarebbe piaciuto avere una famiglia. E poi sarà il mio istinto materno ad avermi fatto prendere questa decisione” disse la bionda

“già! Io invece ho fatto una promessa a Minato. Sapeva che non sarebbe uscito vivo dallo scontro con Kyuubi e che per Kushina non ci sarebbero state speranze. Mi ha chiesto di occuparmi del bambino. E inoltre glielo devo. Non sono riuscito a proteggerlo. Lui era ancora giovane, avrei dovuto usare io quella tecnica!” disse a testa china.

“A parte il fatto che tu non conosci una tecnica del genere, in quel caso saresti morto tu!” disse Tsunade

“Ma chi vuoi che rimpianga la morte di uno come me? io non ho famiglia e sono sempre in viaggio, chi vuoi che senta la mia mancanza? Mentre lui avrebbe avuto questo piccolino da crescere e gli avrebbe insegnato a essere un grande Shinobi!” disse l’uomo tristemente.

Ci fu un attimo di silenzio.

“Non potrò mai perdonarmi di averlo lasciato andare. Come hokage era compito suo proteggere il villaggio questo è vero, ma allo stesso tempo mi sembra così assurda questa regola. Dove è scritto che se c’è qualche pericolo deve essere per forza l’hokage a rimetterci? Non siamo forse tutti abitanti dello stesso villaggio? perché tocca soprattutto a lui proteggerlo?” chiese

Jiraya, lui sapeva quali rischi correva diventando hokage. Era il suo sogno e dovresti essere felice che sia riuscito a realizzarlo!” gli ricordò la donna.

Jiraya annuii “Ma continuo a trovare la sorte che è toccata a lui e al bambino così ingiusta!”

Naruto che fino a un attimo prima aveva dormito beatamente fra le braccia di Tsunade, cominciò a piangere, facendo spaventare Jiraya.

“Cosa gli prende? Ha fame? deve essere cambiato? Ha male da qualche parte? Cos’ha?”

Tsunade sorrise. Dopotutto lei era un ninja medico e qualcosa di bambini se ne intendeva “Calmati” disse mentre cullava il piccolo e lo rincuorava che tutto andava bene “I bambini sentono le emozioni di noi adulti, sentendoci così afflitti, si sarà spaventato. I neonati si devono sentire protetti e le nostre debolezze li fanno sentire spaesati.”

“Ah! Sei esperta a quanto pare! Di un po’ non è che hai qualche marmocchio nascosto da qualche parte?” disse Jiraya prendendola in giro.

Tsunade per ripicca pesto il piede al mal capitato, il quale si mise a urlare del dolore.

Naruto invece fu divertito dalla scena e scoppiò a ridere.

“Oh guarda, gli piace quando te le suono!” Tsunade guardò Jiraya di sottecchi, il che fece intendere al povero uomo che le avrebbe nuovamente prese.

“Suvvia che non ti ho fatto niente! Vero piccolino?” disse la donna accarezzandogli il nasino.

Naruto fece qualche versetto di consenso.

“Vi siete messi d’accordi voi due?” disse imbronciato.

Finalmente Naruto mise piede nella sua nuova casa. I due dovettero accordarsi su dove avrebbe vissuto il piccolo. Più che un accordo, Tsunade pretese che il piccolo andasse a vivere con lei.  Jiraya si chiedeva il perché, ma la spiegazione era semplice, la sua casa oltre a essere un buco era anche un porcile, non adatto a far crescere un bambino.

Ora rimaneva solo la questione di procurarsi i mobili necessari, come la culla e il fasciatoio e magari anche qualche pannolino, dato che Naruto aveva urgente bisogno di essere cambiato.

“ricordami di non mangiare mai su quel tavolo. Oh mamma che tanfo!” si lamentò l’uomo,portandosi una mano al naso.

“ E sentiamo dove avrei dovuto cambiarlo? Non sono attrezzare per tenere un neonato. Ma ci penserai tu vero?” disse la donna approfittando della situazione.

Jiraya rimase perplesso per quella richiesta, ma si rassegnò anche all’idea di dover rimanere al verde. Si sa, i bambini costano.

“Non sei con noi che da mezz’ora e già mi hai mandato  in banca rotta piccoletto! Mi ripagherai con gli interessi quando crescerai!” disse premendo un dito sulla guanciotta rossa di Naruto, il quale strinse il dito con la sua piccola manina.

“Sembra che si sia già affezionato a te, non sa che errore grossolano stia facendo!” disse Tsunade sorridendo alla tenera scenetta.

Jiraya invece era arrossito. Quel piccoletto come lo chiamava lui, si stava creando un posto nel cuore dell’uomo.

 

 

Passarono 5 anni dal giorno in cui Naruto venne affidato alle cure di Tsunade e Jiraya. I due avevano deciso di vivere insieme, così da dare al bambino una vita il più normale possibile, dato che non lo sarebbe mai stata.

Infatti il bambino veniva trattato male da chiunque, anche dai propri coetanei. Solo coloro che credeva i suoi genitori, gli volevano bene.

Tsunade però era spesso impegnata a lavorare in ospedale e Jiraya sovente andava in giro in cerca  di materiali preziosi per poter scrivere uno dei suoi libri. In un modo o nell’altro Naruto era solo.

Il piccolo durante i pomeriggio odiava restare in solitudine in casa e spesso si recava al  parco giochi, nella speranza che qualcuno lo invitasse a giocare e diventasse suo amico. Ma non accadeva mai.

Quel giorno decise di ritentarci. Si recò al parco piuttosto presto, subito dopo aver mangiato insieme a Tsunade all’ospedale. La donna gli aveva raccomandato di stare attento. Sapeva che ogni volta che il bimbo usciva da solo, veniva sempre preso di mira da qualcuno, ma non poteva tenerlo al guinzaglio per paura che gli accadesse qualcosa. Sperava nel buon senso di Naruto per quanto piccolo fosse.

Arrivato al parco non c’era ancora nessuno e si andò a sedere alla sua solita postazione sull’altalena.

Per un paio d’ore rimase li solo a dondolarsi, poi cominciò a intravedere i primi bambini. Verso le quattro del pomeriggio il parco era pieno, ma come al solito nessuno gli aveva chiesto di giocare.

Decise che quella volta si sarebbe fatto avanti lui. Si avvicinò a un bimbo seduto per terra appoggiato a un albero. Era anche lui da solo, magari aveva voglia di trascorrere del tempo con lui.

“Ciao, vuoi giocare con me?” chiese  timidamente.

Il bimbo che aveva i capelli legati in una coda alta disse “sai che seccatura! Perché giocare se si può stare tranquilli a osservare le nuvole?”

Il morale di Naruto cadde sotto i piedi. Poi si sentii una voce.

“Ehi Shikamaru, vieni con me a comprare un gelato? Fa molto caldo oggi!” disse un bambino cicciottello.

“Uffa! Ma pensi solo a mangiare Chouji? Va bene, andiamo!” disse Shikamaru alzandosi e andando via con l’amico senza degnare di uno sguardo Naruto.

Il biondino era molto triste, come al solito aveva ricevuto un no come risposta, ma avrebbe ritentato con un gruppo di bambini che giocava poco distante da lui.

Un bimbo subito lo riconobbe”Noi non giochiamo con i mostri come te, vattene via!” disse tirandogli la sabbia addosso.

Anche gli altri bambini si unirono al loro compagno e iniziarono a spingerlo senza dare peso al fatto che gli facevano del male. Ma qualcuno intervenne in sua difesa, una bambina dai capelli corvini corti e occhi bianchi.

“Smettetela, lui non e un mostro, a me sembra solo un bambino come noi!” disse la bambina, la quale, avvicinandosi  a Naruto ormai per terra e sporco di fango, gli allungo una manina per aiutarlo ad alzarsi.

“Ciao! io  mi chiamo Hinata, tu?” chiese timidamente

N-Naruto!” disse sorpreso il bimbo. Era la prima volta che qualcuno si dimostrava gentile nei suoi confronti.

Ma qualcuno arrivò a rompere quel momento. Un altro bambino dagli occhi chiari e capelli castani lunghi, si avvicinò a loro due e distanziando Hinata da Naruto, spinse quest’ultimo a terra.

“Stai lontano da mia cugina mostro! Non osare avvicinarti a lei!” disse il bambino di 6 anni in modo arrogante.

“Bravo Neji!così si fa!” lo incitarono gli altri bambini.

Questa volta Naruto non potè sopportare oltre e nonostante le richieste di Tsunade di non fare a botte con gli altri bambini, si rialzò e diede un pugno in pancia a Neji.

“Io non sono un mostro!” disse con lo sguardo arrabbiato.

“Di certo non puoi esserlo con una potenza così misera, ma una femminuccia si!” disse il bimbo, dopo di chè ricambio il pugno, dandogliene uno in faccia al biondino.

“Nessuno si deve osare a colpire un membro del clan Hyuuga, né tanto meno uno come te!” disse Neji prima di andarsene trascinando con se la cugina.

Naruto rimase a terra per un po’ cercando di non far scendere le lacrime. Con il braccio si asciugò il sangue che gli era colato dal naso dopo di chè vide sull’altalena una bambina dai capelli rosa che piangeva.

Il biondino era indeciso sul da farsi, se andare a vedere cosa aveva oppure lasciarla perdere. Anche lei in fondo avrebbe potuto cacciarlo via, ma il suo buon cuore lo fece optare per la prima opzione.

“ehi, perché piangi?” gli chiese mettendosi a sedere sull’altalena accanto.

La bimba che aveva i pugnetti stretti sugli occhi per asciugare le lacrime che cadevano incessantemente, alzò la testa per guardarlo.

“Allora?” chiese nuovamente il bimbo per incitarla a parlare.

“Perché le mie amiche mi prendono in giro. Dicono che ho la fronte spaziosa e che sono una smidollata.”

Naruto la guardò perplessa “Io non ci trovo niente di male nella tua fonte, stai bene così!”La bimba arrossì al complimento.

“Ma se proprio la tua fronte non ti piace, coprila con la frangetta!”

Gli occhi della bimba si illuminarono “Hai ragione, non ci avevo pensato!” gli sorrise “Tu sei Naruto vero? Quello che chiamano il mostro!”

Il bimbo annuì a testa bassa.

“Piacere io sono Sakura! Ho visto la scena prima. Perché ti fai trattare così dagli altri bambini?” chiese curiosa.

“Perché la mamma non vuole che io reagisca e poi hai visto che risultato ho ottenuto tirando un pugno a quel Neji?” disse indicando il suo naso.

Sakura frugò nella tasca del suo vestitino “Tieni, pulisciti con questo!”

“SAKURA” gridò la madre della bambina,la quale le si avvicinò di fretta e furia quando vide il bambino con cui era in compagnia.

“Sakura, quante volte ti ho detto di non avvicinarti a lui? è pericoloso” la rimproverò-

“Ma mamma, non è vero” replicò la bimba strattonata via.

“Zitta a casa ne riparliamo!”

Sakura si girò un ultima volta verso Naruto per salutarlo.

 

Tsunade tornò casa piuttosto tardi quel giorno, il sole era quasi tramontato. Quando aprì la porta e vide che era tutto buio, si preoccupò nel non vedere Naruto in casa. Era sua abitudine tornare quando il sole era ancora alto.

Accese la luce e si diresse in camera del bambino, ma di lui nemmeno l’ombra.

L’ansia cresceva.

Si diresse verso camera sua per posare  la sua borsa da lavoro, ma quando entrò vide una piccola sagoma scura rannicchiata sul suo letto.

Capì subito che si trattava del bambino e se si trovava li, c’era solo una spiegazione. Qualcosa anche quel giorno era andata per il verso sbagliato.

Accese la lampada del comodino per poter vedere meglio suo figlio e vide in che condizioni era.

Naruto, cosa ti è successo?” chiese la donna preoccupato.

Il bambino vedendo la madre l’abbracciò e silenziosamente si mise a piangere inzuppandole la maglia. Tsunade accarezzò i capelli del bimbo.

“Anche oggi è andata male, vero?”

Naruto annuì.

“Ah guarda in che condizioni sei, sei tutto sporco e anche ferito per giunta. Hai litigato con dei bambini.”

Il piccolo annuii nuovamente.

Tsunade prese il  bambino in braccio per portarlo in bagno dove gli avrebbe dato una bella ripulita e medicato.

Mentre veniva lavato Naruto chiese “Mamma? Perché tutti mi chiamano mostro? Cosa ho che non va?”

“Tesoro non hai niente che non va!” disse la donna, sapendo di non essere di conforto

“Allora perché gli altri bambini non giocano con me e gli adulti mi guardano con quegli occhi pieni di odio?” chiese con le lacrima agli occhi.

“Perché la gente non sempre capisce quale fortuna ha nel conoscere nuove persone e non sanno cosa si perdono ignorando un bambino come te.”

“Ma se fosse così non sarei l’unico trattato in questo modo. Invece si! e inoltre perché io non posso reagire se mi fanno del male?”

“Perché a te non piace essere picchiato giusto? Conosci quel proverbio che dice di non fare agli altri quello che non vorresti che sia fatto a te?” chiese la donna guardandolo dolcemente.

Naruto scosse la testa “No, ma fino adesso sono solo io che l’ho prese e mi sono stancato!  Oggi però ho reagito!”

“Hai picchiato un tuo coetaneo?” chiese Tsunade sorpresa.

“No, era più grande e infatti si è vendicato dicendo che non dovevo permettermi di toccare uno Hyuuga!”

Tsunade sorrise “Oh Naruto, tu hai una dote speciale per ficcarti nei pasticci! Fra tutti i bambini che ci sono proprio con uno  di un clan prestigioso come quello degli Huuyga dovevi  litigare?”

Il bimbo mise le mani in conserte “ Se l’è cercata! Sua cugina voleva giocare con me e lui mi ha spinto. Mi ha chiamato anche femminuccia! Io non sono una femminuccia! Io sono forte”

“Non lo metto in dubbio! “ disse Tsunade rivestendolo e scompigliandogli i capelli.

“Vedrai che domani troverai qualcuno con cui fare amicizia all’accademia!” disse la donna cercando di incoraggiarlo.

Il bambino era dubbioso su questo ultimo punto, ma era eccitato all’idea di dover finalmente frequentare l’accademia ninja. Il suo sogno era diventare uno shinobi forte e rispettato da tutto il villaggio…e perché no, diventare Hokage.

Jiraya rincasò in quel momento. Naruto gli corse in contro e l’uomo lo accolse prendendolo in braccio “Come sta il mio campione?”

“Adesso che ci sei tu, bene!” disse il bimbo sorridendo.

“E stato preso di mira di nuovo dagli altri bambini!” lo informò Tsunade.

Jiraya poggiò a terra il bambino e sospirò. Avrebbe voluto fare qualcosa per lui, ma cosa?

Naruto aveva la testa bassa, aveva paura che il padre lo avrebbe sgridato e invece l’uomo lo accarezzò sulla testa. Naruto alzò lo sguardo e lo fissò sorpreso.

“Non sei arrabbiato?” chiese il bimbo ingenuamente.

“No, perché dovrei? Sono sicuro che non è stata colpa tua! Quindi non ho niente da rimproverarti!”

Il piccolo sorrise e abbracciò la gamba dell’uomo.

Quest’ultimo infine diede un sacchettino al biondino. Al suo interno c’era il suo dolce preferito che gli aveva preso tornando dal villaggio vicino. Gli promise che il giorno seguente, gliene avrebbe portato un altro, dato che doveva tornare sul posto.

Naruto sorrise felice fino a quando non senti la madre rimproverare il padre.

“Eh no! tu domani non vai da nessuna parte mio caro. Ti devo ricordare che giorno è domani?” disse la donna con una vena pulsante sulla testa. Sapeva bene cosa andava a fare l’uomo in altri villaggi.

“domani tuo figlio comincia la scuola ninja e tu lo accompagnerai e andrai anche a riprenderlo, sono stata chiara?” lo minacciò la donna.

L’uomo impaurito non osò rifiutare.

 

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Fine capitolo 1:

come vi è sembrato?

Bhe l’inizio è abbastanza simile a molte altre storie e il tema e stato ripreso molte volte, ma mi piace  questa parte della vita di Naruto.

A mio parere è un buono spunto per creare nuove storie.

Spero che vi sia piaciuto. Fatemi sapere e recensite numerosi.

 Presto

Neko =^_^=

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Capitolo 2
*** La shoccante scoperta ***


Capitolo 2: la shoccante scoperta

 

Il giorno seguente arrivò presto e Naruto si ritrovò davanti alle porte dell’accademia con suo padre.

Il piccolo intimorito, non voleva lasciare i pantaloni dell’uomo, il quale per incoraggiarlo dovette abbassarsi.

Naruto, non devi avere paura! Li dentro ti insegneranno a diventare un grande ninja e ti prometto che oggi pomeriggio, ci alleneremo insieme! D’accordo?”

Gli occhi del bimbo si illuminarono. Naruto annuì e entrò nell’edificio.

Entrando nell’aula vide un sacco di bambini della sua età chiacchierare tra loro, vide anche lei: Sakura.

Sorrise al pensiero di essere in classe con la bambina conosciuta il giorno prima. Le si avvicinò, aveva qualcosa da restituirle.

“Ciao Sakura!” disse sorridendo

La bimba si girò e si stupì di vederlo.

“Ti sei fatta la frangia? Stai bene sai?” le disse, dopo di chè frugò nella tasca della sua tuta arancione “Tieni, questo è tuo. Grazie per avermelo prestato” disse porgendogli il fazzoletto.

Sakura si girò e se ne andò senza nemmeno dirgli una parola.

Naruto ci rimase molto male, non capiva perché anche lei aveva preso a comportarsi come gli altri.

In quel momento entrò l’insegnante.

“Seduti ai vostri posti bambini! Io sono Iruka, il vostro insegnante. Per i sei anni che trascorrerete qui dentro, vi insegnerò le nozioni basi per essere un buon ninja e farò in modo di far scoprire ad ognuno, verso quale abilità è più portato! Tutto chiaro?”

“Si Iruka-sensei!” dissero tutti i bambini all’unisono.

“Bene! ora faccio l’appello. Rispondete presente quando chiamo i vostri nomi!”

Chiamò un tot di nomi fino a giungere a quello di Naruto.

Naruto Uzumaki!” Il piccolo alzò la mano lentamente e disse con un tono di voce basso “presente!”

Ci fu un mormorio da parte di tutta la classe e nessuno dei bambini si risparmiò qualche insulto nei suoi confronti.

Iruka battè le mani “Silenzio bambini!” poi osservò Naruto. Era seduto all’ultimo banco da solo “Naruto, perché sei tutto da solo? Vieni qui a sederti vicino a Sakura”

Il bimbo incerto si alzò e obbedì al maestro.

La  prima lezione passò tranquillamente. Naruto era entusiasta e stava attento a ogni minima parola che il maestro diceva, all’improvviso vide un bigliettino vicino a lui.

Lo aprì e lo lesse:

 

“Scusa Naruto se prima non ti ho salutato. Sono contenta che tu sia nella mia stessa classe, ma non posso rivolgerti la parola. I miei genitori me l’hanno proibito, ma sappi che mi sei simpatico.  Scusa se ti dovrò ignorare, ma non voglio essere punita. Scusami,

ps. Il fazzoletto te lo regalo. Tienilo in segno della nostra amicizia!”

Sakura

 

Naruto fu triste e felice allo stesso tempo. Finalmente aveva un’amica, con la quale però non poteva né parlare, né giocare.

 

Passarono due anni e mezzo dal suo primo ingresso all’accademia. Naruto ormai aveva otto anni ed era conosciuto come la peste della classe, un ragazzino impossibile da tenere e che non avrebbe mai fatto carriera nel mondo dei ninja.

Spesso combinava scherzi ai suoi professori e durante le lezioni disturbava.

Lo faceva solo per attirare l’attenzione. In quegli anni la situazione non era cambiata, nessuno voleva ancora stare con lui e quella solitudine al di fuori della propria famiglia, era diventato un fardello troppo pesante per lui, il quale non capiva il perché gli capitasse tutto ciò.

Comportarsi in modo ribelle era l’unico modo per sfogarsi, per farsi notare, dato che comportarsi da bravo bambino non era mai servito niente.

Aveva smesso anche di fare domande sul perché tutti lo odiassero ai propri genitori.

Non otteneva mai una risposta esauriente, che lo aiutasse a sentirsi sollevato.

Tsunade gli ripeteva spesso che non era colpa sua, ma era la gente ad essere ignorante, ma ormai quelle poche parole che da piccolo lo convincevano che fosse un  bambino normale, non funzionavano più.

Ormai era convinto…era lui ad avere qualcosa di sbagliato.

 

Un giorno durante un esercitazione in classe che prevedeva la creazione di un clone, Naruto fece cilecca creando le risate di tutta la classe. Alcuni dei peggiori della classe, quando compivano quella tecnica, riuscivano ad ottenere una copia di se stessi, per quanto male fosse fatta, ma il biondino , non otteneva nient’altro che  fumo.

Durante la pausa pranzo il ragazzino non mangiò il suo pasto, ma rimase seduto al suo banco con la testa chinata su di esso. Si sentiva umiliato per la figuraccia che aveva fatto durante la lezione, nonostante non fosse la prima volta.

“Ehi guardate un po’ chi è rimasto in classe solo soletto!” cominciò un bambino prendendosela con Naruto “cosa ci fai ancora qui? Non ti vergogni a voler tentare ancora di provare a essere un ninja”

Naruto non alzò la testa dal banco, incasso il colpo e basta.

“Allora? Non dici niente? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Bhe sei talmente debole che un tenero e innocuo micetto potrebbe fare questo ed altro…femminuccia!”

Quel termine era il secondo che odiava di più al mondo dopo “mostro”.

“Io non sono una femminuccia” disse guadandolo storto, dopo essersi alzato di scatto e sbattuto le mani sul banco.

“Ah giusto, le femmine sono più forti di te!”

Naruto non sopportò oltre e, non trattenendosi oltra, gli diede una forte spinta che lo fece cadere addosso a un altro compagno.

“AHI, Ma che ti è preso? Sei forse impazzito Mostro?” disse l’altro bambino.

“Questo è il massimo che sai fare? Tsè, mi fai pena!” disse il moccioso voltandogli le spalle, ma la voce di un altro bambino, lo fece voltare, dato che quel bambino in questione, raramente rivolgeva la parola a qualcuno, soprattutto non interveniva mai in difesa di qualcuno.

“Ehi tu! Perché invece di criticare gli altri, non guardi prima te stesso? Non mi pare che tu abbia fatto una bella figura nell’esercitazione! Hai fatto veramente pena!” disse un ragazzino dai capelli scuri e occhi dello stesso colore.

S-Sasuke?” disse debolmente Naruto, sorpreso del fatto che un suo compagno lo stesse difendendo.

“Perché lo difendi?” chiese un terzo bambino unitosi al gruppo “Ah già fra orfani vi capite!”

Sasuke lo fulminò con lo sguardo, mentre Naruto sussultò.

C-cosa stai dicendo? Io non sono orfano!”disse stringendo i pugni il biondino.

“Si, come no! ma non farmi ridere. Vuoi dire che davvero credi che Tsunade-sama e Jiraya-sama sono i tuoi genitori?” disse ridendo il moccioso.

“è così!” disse Naruto con la lacrime agli occhi.

“Svegliati! In realtà nemmeno i tuoi veri genitori ti hanno voluto e dato che nessuno ti voleva perché sei un mostro, ti hanno affidato a due ninja più potenti della foglia per poterti controllare.” Continuò divertito, ma il sorriso dal volto del bambino scomparve, quando Naruto perdendo la pazienza, gli diede un pugno in faccia.

Si avventò su di lui e cominciò a menarlo, ricevendo in cambio altre botte.

 I due se le darono di santa ragione, ma alla fine fu solo l’altro bambino a farsi notevolmente male, dato che venne spinto giù dalle scale. Fu fortunato, perché se si fosse trovato a un livello più altro, il bambino avrebbe potuto rischiare grosso.

Invece la caduta, per quanto brutta poteva essere stata, non aveva procurato danni gravi, tanto da causare danni permanenti.

“Che succede qui?” Chiese il maestro Mizuki sentendo una certa confusione e vedendo uno dei suoi allievi a terra ferito, si precipitò da lui “Yuki stai bene? Presto Iruka, vai a chiamare un medico. Disse al chunin, giunto in classe in un secondo momento.

“Chi è stato?” chiese severamente  il maestro dai capelli chiari.

Tutti i compagni di Naruto si apprestarono a indicarlo.

Mizuki arrabbiato afferrò in malo modo il bambino per un braccio, non curandosi del fatto che gli faceva male.

“Ora ti sistemo io Kyuubi!”

Naruto si spaventò per lo sguardo che il maestro gli lanciò, ma soprattutto si chiese cosa era quel nome.

Passò mezz’ora e Naruto era seduto su una sedia aspettando l’arrivo di qualcuno.

Naruto, tesoro! Cosa è successo? Perché ci hanno chiesto di venire urgentemente a prenderti?” chiese Tsunade abbassandosi all’altezza del bambino.

Naruto non rispose, ma si scostò dalle carezze della madre.

“Ci vuole spiegare cosa è successo Mizuki?” chiese Jiraya incrociando le braccia e fissando l’uomo.

Non gli era mai piaciuto quell’insegnante, sapeva che non vedeva di buon occhio il figlio.

“Ve lo spiego subito. Questo mostro ha picchiato un compagno di classe. Ora il poveretto è in ospedale con una gamba rotta e un leggero trauma cranico!”

Tsunade sussultò, era il bambino che aveva visto entrare in ospedale mentre lei usciva perché convocata a scuola.

Naruto perché l’hai fatto?” chiese seria la donna.

Nessuna risposta.

Naruto!” lo rimproverò Jiraya costringendolo a parlare.

“Se lo meritava!” disse solamente non guardando in faccia i due.

“Qualunque cosa abbia fatto, non dovevi agire così, mi hai deluso Naruto! Non ti ho forse insegnato che non devi reagire alle provocazione dei tuoi compagni?” chiese Tsunade guardandolo severamente.

“Questa è già la terza volta che veniamo qui a riprenderti, Naruto. Mi dispiace, ma questa volta sono obbligato a punirti severamente, hai superato i limiti!” disse in modo serio Jiraya.

“C’è ancora un ultima cosa. Naruto è stato espulso dalla scuola. Non potrà mai diplomarsi e diventare un ninja. Un mostro come lui non potrà mai essere utile a Konoha. Il terzo avrebbe dovuto eliminare il bambino quando era ancora in fasce, invece di lasciarlo crescere e farlo diventare una minaccia per il villa…

Mizuki non potè terminare la frase che Tsunade lo stese con un pugno.

“Non osare mai più parlare in questo modo di mio figlio o ti darò una ragione valida per farti desiderare di non essere mai venuto al mondo!”

Tsè” disse Mizuki pulendosi il sangue dalla bocca.

Jiraya prese il braccio di Naruto e lo condusse fuori con la forza dalla struttura, dato che il bambino non voleva saperne di andare con loro.

 

Una volta a casa Naruto si beccò una bella lavata di capo dai due sennin, ma il ragazzino non sembrò ascoltare.

“Ma guardalo, non mi sta nemmeno a sentire!” disse Jiraya esasperato. “Ehi ragazzino quando ti parliamo ci devi guardare in faccia!” disse l’uomo, ma non ottenne nemmeno un minimo movimento dal bambino, il quale se ne stava seduto sul letto apatico, fermo come una statua.

“Bene, quando ti deciderai a prestarci ascolto faccelo sapere. In tanto sei confinato in camera tua per una settimana, senza giochi o altro per svagarti. L’unica cosa che puoi fare è prendere i libri di scuola e studiarli. Il che non ti farebbe male dato che non vai tanto bene!” gli disse Tsunade, ma neanche quello sembrò scuotere il bambino.

I due adulti andarono nella camera accanto.

Jiraya cosa dobbiamo fare con lui? probabilmente avrà aggredito un suo compagno per un’altra calunnia, ma non possiamo andare avanti così! La nostra presenza non è abbastanza, ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino anche fuori dall’ambiente famigliare. Speravo seriamente che facesse amicizia all’accademia, ma…Tsunade sospirò sconsolata “Ora cosa farà se  non verrà più riammesso all’accademia?”

“In tal caso lo addestrerò io a diventare un vero ninja! Comunque la decisione di escluderlo dall’insegnamento è stata un’idea di Mizuki. Sono sicuro che l’hokage non permetterà che ciò accada!” disse cercando di consolare la donna.

All’ora di cena, Tsunade chiamò il bambino, ma esso non diede segni di vita. Andò a bussare alla porta e non ottenendo risposta, decise di lasciare perdere, pensando che avesse bisogno di tempo,  ma di sera…

Naruto?” lo chiamò con voce dolce, aprendo leggermente la porta.

Il bambino era ancora seduto allo stesso modo in cui lo avevano lasciato il pomeriggio in camera sua, l’unica differenza era che non c’era luce che illuminasse la stanza.

Poco gli importava se quella posizione, a lunga andare, gli procurasse male alla schiena.

Naruto?” lo chiamò nuovamente Tsunade accendendo la luce.

Il bambino chiuse un attimo gli occhi abbagliato. Tsunade si avvicinò al letto e si sedette accanto a lui , preoccupata.

“Ti va di parlare ora?” chiese dolcemente, ma il silenzio tombale che era caduto in quella casa, non sembrava voler sparire.

Naruto cosa speri di ottenere standotene qui fermo e non dire…

Il bimbo non la lasciò finire che disse qualcosa.

“Uhm? Ripeti?” chiese Tsunade sperando di aver sentito male.

“Chi è Kyuubi?” disse continuando a fissare la stessa mattonella del pavimento che guardava da ore.

D-dove hai sentito questo nome?” chiese Jiraya che si era affacciato in camera sua.

“Mi ha chiamato così il maestro Mizuki!” disse solamente.

“Quel disgraziato, domani mi senti quel lurido verme! Non doveva osare aprire bocca su quella faccenda e…

Jiraya!” lo chiamò Tsunade facendolo tacere.

Naruto alzò lo sguardo di scatte “Che faccenda? Mi state nascondendo qualcosa?” chiese il bambino.

“Ma no, cosa vai a pensare!” disse Jiraya  non sapendo come tirarsi fuori da quel pasticcio.

“Allora perché mi ha chiamato in quel modo?”

“La gente inventa sempre dei nuovi modi per chiamare la gente!” continuò a dire Jiraya sperando di convincere il bimbo.

“Non mi stai dicendo la verità, lo si capisce da lontano Jiraya!” disse il bimbo arrabbiato.

I due si sorpresero del fatto che Naruto non lo avesse chiamato papà.

Naruto strinse i pugni e cominciò a singhiozzare “Ma d’altronde, non fare che mentirmi da una vita!”

“Tesoro che stai dicendo?” disse Tsunade mettendogli le mani sulle spalle come a volerlo a calmare, ma Naruto si liberò dalla presa della donna e si alzò in piedi sul letto.

“Sto dicendo che voglio che voi mi diciate la verità una volta per tutta!” disse ormai in preda alle lacrime.

“ Ma su cosa?” chiese Jiraya

“Sul perché tutti mi chiamano mostro, ma soprattutto la verità su di voi!” disse urlando.

Jiraya e Tsunade trattennero il respiro e si guardarono dubbiosi.

“Figliolo, calmati!” cominciò Jiraya.

Naruto era furente e sbattendo un piede urlò “Non chiamarmi figliolo, non sono tuo figlio, non sono niente per voi!” Il biondino con gli occhi chiusi, come se volesse trattenere quelle lacrime che non smettevano di uscire.

C-chi te l’ha detto!” chiese Jiraya sorpreso.

“Quel bambino che ho picchiato!” alzò lo sguardo e lo passò prima su Jiraya e poi su Tsunade “Allora è vero? Non siete i miei genitori! Voglio la verità questa volta!”

Tsunade sospirò “è vero! Ma Naruto noi volevamo solo che tu avessi una vita normale!”

“Normale? La mia vita è tutto tranne che normale! È solo una bugia. Con due sennin a cui sono stato affidato solo per tenermi sotto controllo! Non mi hanno voluto i miei genitori e probabilmente neanche voi mi volevate!” disse cercando di pulirsi il viso con la manica della sua tuta.

“Ma che assurdità stai dicendo! Non è vero che non ti volevamo. Abbiamo scelto noi di prenderti con noi e non ci pentiamo di questa scelta!” disse Tsunade dispiaciuta per come si stava mettendo la situazione.

“Figliolo, qualunque cosa ti abbia detto quel moccioso, dimenticala. Noi non saremo i tuoi genitori biologici, ma ti vogliamo bene come se lo fossimo!”

“Bugiardo! Non vi credo più! Vi odio, vorrei non avervi mai avuto come genitori!”

CIAFF

Naruto si portò una mano alla guancia ormai diventata rossa, Tsunade gli aveva tirato uno schiaffo.

“Non ti azzardare a dire di nuovo una cosa del genere! Mi hai capito?” disse la donna furiosa e ferita.

“Calmati Tsunade! Naruto possiamo capire che sei sconvolto per la notizia appena ricevuta, ma stai esagerando. Puoi urlare, sbattere i piedi per terra e rompere le cose, ma attento a quello che dici!” disse serio Jiraya “L’odio non è una cosa da prendere alla leggera, quindi devi riflettere prima di usare certi paroloni!”

“Riflettere dici? E perché? È proprio così che mi sento! Odio voi due, odio tutti i miei compagni, odio tutta Konoha! Non mi importa niente di nessuno!” disse urlando.

“Bene, allora ti lasciamo qui da solo  e vediamo se ci odi a tal punto da non dover più chiedere il nostro aiuto!” disse furente Tsunade.

 

Passò l’intera notte. Nessuno dei due sennin aveva dormito. La serata prima era stata terribile per tutti e tre. Forse non avevano agito nel migliore dei modi. Infondo Naruto era sempre stato trattato con odio da tutti e il fatto che le due persone di cui si fidava maggiormente lo avessero preso in giro per tanti anni,era stato un duro colpo per lui.

Avevano deciso che quel giorno stesso avrebbero chiarito e cercato di mettere le cose come una volta.

Jiraya uscì presto la mattina, si sarebbe recato all’ufficio dell’hokage per discutere dell’espulsione di Naruto dall’accademia.

Tsunade invece preparò una abbondante colazione e la torta preferita del bambino. Sperava di poterlo vedere mangiare con gusto e sporcarsi tutto il viso, anche se sapeva che non sarebbe stato così facile. La donna sperava con tutto il cuore che tutto si mettesse apposto. Non avrebbe sopportato che Naruto ce l’avesse con lei per sempre. Lei adorava quel bambino e non capiva il perché tutti dovessero trattarlo in un modo tanto perfido, per una cosa che non aveva voluto lui.

Si diresse verso la stanza del piccolo, con l’intenzione di svegliarlo delicatamente, ma quando aprì la porta vide il suo letto vuoto e la finestra spalancata.

 

Dall’hokage Jiraya stava discutendo con il terzo.

“Si sono venuto a sapere di quello che è successo ieri Jiraya! Per fortuna il bambino non ha riportato danni considerevoli, ma sarà difficile riuscire a riammettere Naruto nella scuola, dato che tutti i genitori hanno espresso il loro volere di non volerlo come compagno dei loro figli” disse il terzo.

“Ma non possiamo discriminare ancora di più quel ragazzo! Diventare un ninja è il suo sogno!”

“Per quello non mi preoccuperei. Puoi benissimo diventare ninja anche senza frequentare l’accademia, basta che riceva l’adeguata educazione e tu saresti un insegnante perfetto per Naruto!”

“Già, ma non credo che sarà molto entusiasta di avere me come maestro, non adesso almeno!”

“Cosa vuoi dire? Problemi con il bambino?” chiese sandaime preoccupato.

Jiraya sospirò e racconto tutto quello che era avvenuto la sera prima e anche della storia del Kyuubil

“Capisco! Povero ragazzo! Provvederò provvedimenti contro Mizuki, la questione di Kyuuni e ancora top segret e non avrebbe dovuto infrangere…

La porta si spalancò improvvisamente.

Jiraya!” urlò Tsunade entrando nell’ufficio senza bussare. La donna era sconvolta e tutta trasandata, l’uomo a vederla così si spavento temendo per Naruto.

“Calmati Tsunade e dimmi cosa è successo!” disse il terzo Hokage.

Na-Naruto è…è scappato!”

Nella sala calò il silenzio, quando il terzo chiamò un suo aiutante e gli ordinò di chiamare delle squadre ninja di ricerca per scovare il ragazzino.

Anche Jiraya e Tsunade vollero dare una mano. Cercarono per tutto il villaggio, ma di Naruto non c’era traccia. Si cominciò a pensare che avesse abbandonato Konoha.

Jiraya, se è fuori da Konoha, come farà? È solo un bambino e li fuori è pieno di pericoli!”

“Riusciremo a trovarlo, stanne certa!” disse l’uomo per consolare la donna.

Le ricerche vennero estese anche fuori dal villaggio.

Naruto era scappato appena dopo il litigio, quindi aveva avuto il tempo di allontanarsi parecchio, ma presto una squadra di ninja arrivò nel territorio dove il bambino si nascondeva.

“Accidenti, sono già arrivati! Come farò a scappare da quei ninja? Non voglio tornare in quel villaggio!” disse mentalmente mentre si allontanava il più silenzioso possibile per non farsi sentire.

Ma la faccenda si stava facendo complicata. Era difficile fuggire, soprattutto dai ninja del clan Inuzuka, che con loro avevano una decina di cani, tutti con un fiuto imbattibile.

Ma quando Naruto stava per perdere le speranze, qualcuno apparve davanti a lui.

Il bimbo sfoderò un Kunai e guardando minaccioso il ninja, gli puntò l’arma contro. “Non tornerò mai a Konoha, non mi puoi costringere!”

“Calmati, non sono di Konoha…o almeno non più! Anch’io ho abbandonato il villaggio!” disse l’uomo misterioso.

“Davvero? Puoi aiutarmi a scappare?”

L’uomo guardò prima lo sguardo determinato del bambino, poi alcuni ninja li vicino. Tese una mano al bambino, il quale la afferrò e disse “Andiamo!”

 

*********************

Fine secondo capitolo.

Come vi sembra? Spero vivamente che vi sia piaciuto.

Ringrazio coloro che hanno letto la ff e in particolar modo coloro che hanno recensito : tomis; saeko94;  Sarhita

; Vaius; telesette.

Grazie infinite

Alla prossima

Neko =^_^=

 

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Capitolo 3
*** Ninja di Konoha ***


Capitolo 3: ninja di Konoha

 

Quando il misterioso ninja e il ragazzo furono al sicuro, Naruto lo ringraziò di tutto cuore.

“Non ringraziarmi, piuttosto spiegami perché un bambino come te, dovrebbe scappare da Konoha!” chiese seriamente il ninja.

Il bimbo si rabbuiò “ perché tutti mi odiano e io odio loro!”

“Anche i tuoi genitori?” chiese l’uomo.

“Io non ho genitori!” disse il bambino voltando la testa infastidito.

“i due sennin cosa sono allora? Non sono i tuoi genitori naturali, ma ti hanno cresciuto come se fossi realmente loro figlio! Dovresti essere loro grato!”

Naruto sgranò gli occhi, come faceva quell’individuo a conoscere certi particolari?

“come ho detto prima! Anch’io ero di Konoha, sono andato via da un paio di anni, quindi so anche chi sei! Tu sei Naruto! Vero?” disse sorprendendo il biondino, il quale successivamente annuì.

 “E tu chi sei?” chiese a sua volta “io non ti conosco!” disse squadrando in tutta la sua figura l’uomo misterioso. Indossava una lunga tunica nera, con nuvole rosse contornate di bianco. Capelli neri come l’ebano, occhi rossi e indossava il copri fronte di Konoha con un lungo graffio sopra che cancellava il simbolo.

“Il mio nome è Itachi, Itachi Uchiha!”

Uchiha?” il bambino non si rese subito conto di quel che significava quel cognome.

“Probabilmente conoscerai mio fratello Sasuke!” disse Itachi per metterlo al corrente di chi fosse. La sua storia era conosciuta ormai in lungo e in largo ed era impossibile che il bambino ignorasse la sua vicenda.

“Si, un tipo strano…ma aspetta, allora tu sei quello che ha sterminato la sua famiglia!” disse il biondino facendo qualche passo indietro impaurito.

“Tranquillo, non voglio ucciderti! Ho avuto le mie ragioni per farlo!” disse il ragazzo cercando di tranquillizzarlo, mantenendo però sempre la sua compostezza.

“Quali?” chiese curioso

“Forse un giorno lo saprai!” disse voltandosi.

“Un giorno? Vuoi dire che mi porti con te? Sarai il mio maestro? Vorrei diventare un ninja,ma tanto a Konoha non lo sarei mai più diventato!” disse triste il ragazzino.

Itachi voltò il capo e lo fissò. Gli piaceva quel ragazzino e la sua determinazione “D’accordo, sarò il tuo maestro, ma pretendo che tu ti dia da fare sul serio e che non mi faccia perdere tempo!”

 

Passarono 4 anni da quel giorno.

Tsunade non si era arresa nel trovare Naruto e, dopo essere diventata Hokage, tre anni dopo la sua scomparsa, ogni tanto mandava delle squadre ninja a cercare delle tracce.

Jiraya non c’era quasi mai al villaggio, anche lui impegnato nella ricerca del figlio. Aveva addirittura abbandonato il suo hobby di raccogliere informazioni per i suoi libri.

Naruto andò a vivere con i membri dell’Akatsuki non tutti molto contenti della cosa. Solo quando scoprirono un particolare del bambino decisero di accoglierlo a braccia aperte.

Itachi decise di prenderlo sotto la sua ala protettiva e Kisame spesso gli dava una mano negli allenamenti del bambino.

All’inizio fu difficile per lui. Spesso si rinchiudeva in se stesso a pensare agli avvenimenti che si erano susseguiti e che lo avevano spinto ad abbandonare il villaggio. Non furono rare le volte che Itachi lo sorprese a piangere, nella stanza che gli avevano assegnato.

Inoltre doveva abituarsi a un posto nuovo e a che fare con gente non del tutto normale. Inoltre, anche lì, non mancavano persone che non lo vedevano di buon occhio.

Infatti Naruto si sentiva spesso a disagio con i membri dell’akatsuki, soprattutto con: Pain, che gli incuteva timore con quegli strani occhi; Zetsu, non lo poteva vedere per la sua doppia personalità che una volta avrebbe voluto ucciderlo, un'altra lo trovava simpatico;  Kakuzu e Hidan gli sembravano solo dei pazzi e infine Konan l’unica ragazza del gruppo che non faceva altro che fissarlo con quello sguardo pieno di disprezzo.

Pain a volte si era offerto di fare da insegnante a Naruto, ma il bambino si era sempre rifiutato, dato che sapeva dell’antipatia che esso provava nei suoi confronti.

Inoltre c’era qualcosa in lui che gli diceva di starci il più lontano possibile.

Invece con gli altri membri dell’akatsuki andava d’accordo.

Sasori era spesso sulle sue, ma i primi giorni giocava con lui, quando lo vedeva piuttosto abbattuto e nel corso degli anni gli aveva insegnato anche ad usare le marionette. Non era particolarmente capace, ma poteva tornare utile.

Deidara lo trovava simpaticissimo,soprattutto quando si metteva a litigare con sasori sulla faccenda dell’arte è un esplosione. Quando era appena arrivato, il criminale biondo lo faceva giocare con la creta e ogni tanto dava vita alle sue creazioni. Per esempio aveva dato vita a un cagnolino da lui creato. Era un po’ storpio, ma tanto era solo per poco.

Kisame era spesso severo e burbero. Quando lo sentiva lamentarsi o piangere, entrava con poca delicatezza in camera sua per rimproverarlo. Diceva che non doveva essere un debole e che le lacrime non servivano a niente, che doveva farsi forza e dimostrare a tutti di che pasta era fatto. Nonostante questo aspetto severo, Naruto lo ammirava.  Era forte e si guadagnava sempre il rispetto di tutti e anche se dall’aspetto non si direbbe, anche lui era in grado di affezionarsi a qualcuno. Difficilmente Kisame dava il permesso a qualcun altro di maneggiare la sua spada, ma con lui aveva fatto un eccezione. Diceva che quando sarebbe riuscita a maneggiarla a dovere, sarebbe diventato uno dei ninja più forti esistenti al mondo. Inutile, non ci riuscì mai, sia perché non era ancora pronto, sia perché quella spada andava ghiotta per il suo chakra e aveva provato a impugnarla, non poche furono le volte che essa cominciò a sottrargli l’energia. In quel caso Kisame doveva allontanare la sua amata “compagna” dal bambino, per evitare che venisse prosciugato da ogni energia.

 Infine c’era Itachi. Era di gran lunga colui che preferiva. Fin da subito gli aveva messo in chiaro le cose e detto la verità sul quel che era. Si era solo esentato dal dirgli un piccolo particolare, ma era per non spaventarlo.

Finchè un giorno non fu costretto a rivelargli anche quella “piccola” verità.

 

Naruto! ti devo parlare!” disse attirando la sua l’attenzione, dato che si era buttato a capofitto nell’allenamento. “Ti ricordi di quando ti ho parlato dei bijuu?”

Il ragazzo ormai dodicenne si portò una mano in pancia e annuì.

“C’è una cosa che non ti ho detto! devi sapere che l’akatsuki è nata…” non riuscì a finire perché venne interrotto.

“Aspetta, anche noi vogliamo essere presenti quando glielo dirai. Vogliamo essere certi che non ce l’abbia con noi” disse Deidara.

Itachi tossicchiò per riprendere il discorso “L’akatsuki è nata con il solo scopo di catturare tutti i bijuu e controllarli per far tornare la pace nel mondo…come dice Pain.”

“Ma solo lui può chiamare pace,quella che otterrebbe con il potere dei bijuu!”disse Deidara

Naruto sgranò gli occhi.

“Il fatto Naruto e che non puoi più restare con noi” disse Itachi abbassando la testa.

“Cosa?  perché?” disse Naruto agitandosi.

“Perché per ottenere un bijuu bisogna estrarlo dal corpo del jinchuriki…” cominciò Kisame.

“E la sua estrazione comporterebbe la morte del contenitore umano!” termino Sasori.

“Cosa? volete dire che voi avete intenzione di uccidermi per avere Kyuubi?” disse Naruto stupito e spaventato.

Aveva imparato a voler bene a quelle persone che lo avevano accolto tra di loro, apparentemente senza secondo fine e ora sapere che una motivazione valida per cui accettarlo nel gruppo c’era, lo terrorizzò. Non  poteva credere che loro lo avessero solo usato in quegli anni.

Itachi sembrò capire i pensieri del ragazzo, guardando i suoi occhi spaventati, delusi e lucidi e si affrettò a mettere in chiaro le cose.

Gli appoggiò le mani sulle spalle e guardandolo negli occhi disse “Non  abbiamo mai pensato di fare una cosa del genere, Naruto. Sei un prezioso amico e alleato per noi. Non vogliamo che ti accada qualcosa di spiacevole e per questo ti stiamo avvertendo proprio perché tu possa andartene prima che Pain decida di cominciare la sua caccia! Noi ci siamo uniti all’akatsuki solo perché non sapevamo dove andare, ma non siamo d’accordo con il suo piano e soprattutto non vogliamo che Pain arrivi a te!”gli spiegò Itachi.

“Per questo devi andare! Noi non siamo forti abbastanza per proteggerti!” disse Kisame.

Deidara si mise a piangere come uno sciocco “Buaaaaa mi mancheraiiiiii.” Disse abbracciandolo.

Pain e gli altri staranno via per un po’, così avrei tempo per tornare a casa!” intervenne Sasori.

“A casa?è questa la mia casa! Io non voglio lasciarvi ragazzi”disse urlando Naruto.

“Devi tornare a Konoha, solo li sarai al sicuro! Ti accompagnerò io per un po’!” disse Itachi scompigliandogli i capelli.

“Ma perché proprio Konoha, io non voglio…Itachi lo fulminò con lo sguardo“Ok, ho capito!” disse abbassando la testa.

Salutò tutti dicendo loro che gli sarebbero mancati parecchio e che sperava di rincontrarli un giorno.

 

A Konoha in quegli anni i compagni di classe di Naruto avevano ottenuto il diploma ninja e tutti erano stati smistati in delle squadre da tre componenti. Solo una era composta da due membri a causa di assenza di allievi. Il team numero 7 composta da Kakashi Hatake, Sasuke  Uchiha e Sakura Haruno.

L’hokage avrebbe inserito un nuovo membro, quando ne avrebbe trovato uno, ma per il momento dovevano svolgere le missioni da soli.

I tre vennero incaricati di eseguire una missione che andò a buon esito, ma facendo rientro a Konoha vennero presi d’assalto da un gruppo di ninja di tre componenti. L’unico problema e che erano due jounin e un chuunin, quindi i due ragazzi, pur combattendo, avrebbero avuto qualche difficoltà. Kakashi si avventò su uno di loro  mettendolo subito in difficoltà, così l’altro jounin intervenne in aiuto del suo compagno. In quel modo Kakashi non avrebbe più potuto controllare i suoi allievi che si trovavano da soli contro un chuunin.

Era molto abile e nonostante le doti dell’Uchiha, Sasuke e Sakura erano in difficoltà. Soprattutto quest’ultima che non era molto abile nel combattimento. Era ancora troppo intimorita e Sasuke si vedeva costretto a lottare da solo e a proteggere Sakura.

Sasuke però giunse prestoo al limite e Kakashi era ancora impegnato con i due jounin, ma proprio in quel momento qualcuno arrivò in soccorso del ragazzo.

“Ehi tu! Non si colpisce alle spalle, non lo sai?”

“e tu chi sei?”chiese il nemico.

“mi chiamo Naruto, ma non vedo che importanza abbia metterti al corrente del mio nome, dato che ti eliminerò!”disse sicuro di se il ragazzo.

Ahahaha! Ma se sei solo un moccioso!”

Naruto fece di no col dito “Sbagli,non sono solo, guarda sopra di te!”

Il ninja alzò lo sguardo e dal cielo vide piovere altri nove Naruto che gliele suonarono di santa ragione, mettendolo ko.

Sasuke e Sakura rimasero a bocca aperta.

Kakashi intanto aveva messo al tappeto un jounin, ma distraendosi per controllare i suoi allievi, non si accorse che l’altro ninja lo stava per colpire a tradimento.

Naruto senza spostarsi afferrò un Kunai e lo lanciò sulla gamba del nemico, facendolo cadere a terra dolorante e salvando Kakashi. Il copia ninja sistemò l’ultimo brigante, dopo di che si avvicinò al ragazzo.

“Grazie del tuo aiuto! Sei abile per essere così giovane!”

Il ragazzo alzò le spalle “basta avere i giusti insegnati!”

“Vero!” Kakashi prese un filo di chakra e legò il ragazzo in modo tale che non potesse fuggire.

“Ehi ma che fai?” disse infastidito.

“Ti riporto a Konoha, hai detto di chiamarti Naruto. Lo sai che Tsunade e Jiraya ti stanno cercando insistentemente da 4 anni? Ora credo che sia ora che tu faccia ritorno!”disse cominciando a tirare il ragazzo che continuava a dimenarsi.

I 4 si avviarono al villaggio, ma Naruto per l’ultima volta si girò per vedere Itachi, il quale si era nascosto per non farsi vedere. Entrambi come ultimo saluto si scambiarono un sorriso.

 

Finalmente Naruto rimise piede a Konoha. La gente lo guardava storto e faceva commentini dietro le spalle.

Lo avevano riconosciuto.

“Ignora le loro parole! Non te la devi prendere!” gli disse gentilmente Sakura.

Tsè, non mi importa di quello che dicono. Sono superiore a certe cose!” disse serrando le labbra.

Finalmente i 4 giunsero al palazzo dell’hokage e Tsunade quando vide il ragazzo biondo rimase sorpresa.

N-Naruto? non ci posso credere, s-sei davvero tu?” chiese per avere conferma. Aveva troppa paura che si trattasse di un’allucinazione.

“L’ultima volta che ho controllato, il mio nome era ancora quello!” disse sarcastico.

Kakashi finalmente si decide a liberarlo dalla sua prigionia, dato che omai il ragazzo non sarebbe più potuto scappare tanto facilmente.

Tsunade si avvicinò al ragazzo provando ad abbracciarlo, ma Naruto si spostò, ignaro che con quell’atteggiamento avrebbe ferito la donna.

“Team 7 potete andare, verrete più tardi a farmi rapporto!” disse congedandoli, Tsunade voleva rimanere sola con il figlio, sperando di riappacificarsi in qualche modo e di far tornare tutto come prima di quel brutto giorno in cui Naruto scappò via.

“Ma guarda un po’ sei diventata Hokage. Chi l’avrebbe mai detto?”cominciò Naruto non guardandola negli occhi.

“Già! Ma dimmi di te! Guarda come sei cresciuto, sei diventato un ometto ormai. Dove sei stato tutto questo tempo? non sai quanto ci hai fatto preoccupare!” disse la donna con aria triste.

“Si, certo! A me sembra che il villaggio era piuttosto contento di non avermi fra i piedi. Infatti dovevi vedere le loro facce quando mi hanno visto!”

“Non parlavo del villaggio, ma di me e tuo padre!”

Naruto scrollò le spalle “Sto bene vedi? Perché preoccuparsi?”

“Perché sei scomparso nel nulla. Avevamo paura che ti fosse successo qualcosa o che fossi addirittura morto!” disse la donna.

Bhe vi sbagliavate di grosso!” disse scontrosamente.

Tsunade tacque per qualche istante “Quel che conta ora, è che stai bene e che tu sia tornato a casa!” disse la donna sorridendo.

“Veramente non volevo, ma mi è stato chiesto di tornarci  e non ho potuto dire di no!” disse voltando il capo.

Tsunade alzò il sopracciglio “Chi te l’ha chiesto?”

“un amico che non riteneva più prudente che io rimanessi con lui!” disse rimanendo sul vago.

“Posso sapere il motivo?” chiese sorpresa

Bhe…in quanto jinchuuriki avrei rischiato di far finire il potere della volpe a nove code nelle mani sbagliate e non potevo permetterlo!” disse il ragazzo senza distogliere lo sguardo dalla donna, come a volerle rimproverare il fatto di non avergli mai detto niente.

Tsunade sgranò gli occhi.

“Eh già. Ora so perché tutti mi chiamano mostro. Almeno la gente fuori da Konoha è più sincera dei suoi abitanti!” disse guardandola negli occhi, ma questa volta fu Tsunade a non guardare negli occhi il figlio.

Naruto, non potevamo dirtelo! Ne avresti sofferto e…!” cercò di dire la donna, ma venne interrotta.

“Ah si? e che ne sai? Ti dirò invece che quando lo sono venuto a sapere mi sono sentito in parte sollevato! Almeno non avevo fatto niente per meritarmi l’odio di tutti, ma la colpa e del demone dentro di me!” disse il ragazzo arrabbiato.

Naruto io…mi dispiace. Io e tuo padre non sapevamo cosa fare. Eri un bambino e non sapevamo se avessi capito o no. Avevamo paura che potessi soffrire ancora di più, cerca di capirci!” abbassò la testa Tsunade.

Ci fu un silenzio lungo dopo di che la donna riprese a parlare.

“Ora hai intenzioni di tornare a vivere con me e tuo padre?”

Naruto alzò il sopracciglio “Primo, Jiraya non è mio padre, secondo spiegami perché dovrei tornare a vivere con voi?”

“vorresti vivere per strada? O su un albero?”

“Se devo!” disse con menefreghismo.

“Non dire idiozie, tu verrai a vivere nella tua vecchia casa!” disse la donna seccata dal comportamento del figlio.

“Se proprio insisti, ma se speri che tutto torni come una volta…scordatelo! Appena posso tornerò da coloro che mi hanno cresciuto in questi anni e che considero la mia famiglia, che sia chiaro !” disse il biondino determinato.

Tsunade sospirò.

 

Naruto lasciato l’ufficio, cominciò ad andare in giro per il villaggio. Notò che non era cambiato niente a parte il monte degli hokage ,dove ora c’erano non più 4, ma 5 volti, e la considerazione che il villaggio aveva di lui.

Mentre camminava passò davanti a un negozio di fiori dove c’erano due ragazze che litigavano.

“Sei solo una mocciosa che non si decide a crescere, fronte spaziosa.”disse una ragazza dai capelli biondi.

“solo perché non mi do arie per la mia bellezza e non faccio diete da fame per conquistare i ragazzi? E poi sono io quella che deve crescere! Io preferisco che qualcuno mi noti per quello che sono. Ti è chiara la questione?”disse la rosa.

Tse. Ecco perché Sasuke è interessato solo a me!”disse mentendo.

“Ma non farmi ridere!” rispose Sakura.

Quando le due si accorsero di essere osservate, Sakura arrossì mentre Ino si arrabbiò.

“Ehi tu, che hai da fissare?”

“Ciao Naruto!” disse Sakura sorridendogli.

Naruto? dove ho già sentito quel nome…aaaaaah vuoi dire quel Naruto? il mostro?”disse fissandolo Ino.

“Esatto! Mostro in carne ed ossa!”

“Sei tornato?” disse la ragazza con una faccia di dissenso .

“Oh non nascondere la tua felicità! Esprimila tranquillamente!” disse Naruto sarcastico.

Sakura rise.

“Vedo che ti sei fatta crescere la frangia, ma ora hai di nuovo la fronte scoperta. Ti dava fastidio se non ricordo male!”

“t-te lo ricordi? Bhe si, ma non tutti disprezzano la mia fronte!” disse Sakura arrossendo.

“Già infatti secondo me stai molto bene, a differenza di altre ragazze troppo magre che si vestono in modo tale da far vedere lo scheletro.” Disse prendendo in giro Ino.

“Ma come ti permetti? Sei un maleducato!” disse Ino sbattendo furiosa un piede a terra.

“è vero, a volte non so tenere ferma la lingua, ma sai…chi la fa l’aspetti! Tu hai chiamato mostro me…e io ti restituisco la moneta! Bhe vi saluto ragazze!”disse allontanandosi, seguito successivamente dalla rosa dai capelli rosa.

 “Aspetta! Hai conciato Ino per le feste. Se lo meritava! Nessuno mai era riuscita a farle chiudere il becco!”

“Basta farle capire chi è che comanda!”disse il ragazzo semplicemente.

Sakura si rattristò “Senti volevo chiederti scusa!”

Naruto la guardò perplesso.

Bhe per averti ignorato quando eri a Konoha! Sei un tipo bizzarro, ma mi sembri simpatico. Potevamo essere amici, se solo non avessi dato retta ai miei genitori!” disse fermandosi e non alzando lo sguardo verso Naruto.

Si vergognava per il comportamento che aveva tenuto nei suoi confronti, ma era solo una bambina e temeva le punizioni che i suoi genitori avrebbero potuto infliggerle, non aveva minimamente pensato di ferire il ragazzo.

“C’è sempre tempo per essere amici!” disse spontaneo.

Sakura alzò la testa di scatto sorpresa e annuì felice.

Gli si avvicinò di nuovo e lo invitò a venire con lei all’allenamento. Lo informò che ci sarebbe stato anche Sasuke . Il ragazzo accettò l’invito, era curioso di vedere come si svolgeva un allenamento normale fra ninja, dato che nell’akatsuki veniva sempre messo sotto pressione, soprattutto quando era il turno di Kisame fargli da maestro. A volte con lui era anche arrivato a collassare, dato che l’uomo pesce non gli permetteva di fare pausa nemmeno quando vedeva che il ragazzo era allo stremo.

Giunsero al campo di allenamento numero tre in un paio di minuti e vi trovarono Sasuke , il quale già da diverso tempo era appoggiato a un albero con braccia conserte e occhi chiusi ad attendere l’arrivo del resto della squadra.

“ah, ci sei anche tu!” disse l’Uchiha appena notò il ragazzo.

“Se ti do fastidio posso anche andarmene!”disse il biondino.

“No, non mi fai ne caldo ne freddo!” disse sinceramente il moro.

Naruto lo fissava insistentemente.

“Che hai da guardare?”chiese Sasuke infastidito .

Naruto sorrise  e scosse la testa.

“Allora come mai sei tornato?” chiese.

Il biondo alzò un sopracciglio “Ti interessa davvero?”

“No!”ammise sincero Sasuke, beccandosi un richiamo da Sakura.

Naruto era divertito da quel ragazzo “Mi è stato chiesto di tornare da un mio conoscente che ti somiglia tantissimo!”

“Ma non sentivi nostalgia di casa?” chiese Sakura sorpresa.

“Non si sente la mancanza di un luogo dove non sei apprezzato!” disse.

Sakura abbassò la testa tristemente pensando di avere anche lei la sua parte di colpe.

 

Il silenzio era calato fra i tre ragazzi e venne interrotto dall’arrivo di Kakashi che proprio in quel momento disse “Salve a tutti!” e poi notando anche qualcuno di nuovo sul posto disse “Bene Naruto vedo che ci sei anche tu! Hai fatto benissimo a venire! Ho appena parlato con l’hokage e mi ha chiesto di inserirti nella mia squadra! Sarai il 4 membro!”

Sakura era contenta di avere in squadra anche Naruto “benvenuto nella squadra!”

Naruto non fece una piega“Non bisogna essere un ninja per essere parte di una squadra?”

Kakashi annuì

“ebbene Io non lo sono!” ammise il biondino.

Kakashi si porto un dito al mento “A me è parso il contrario! Chi ci ha aiutato stamattina con quei ninja nella foresta?”

“il fatto che so combattere non fa di me un ninja!” gli ricordò il biondino.

“Non ufficialmente, ma ho già parlato con Tsunade delle capacità che hai mostrato di avere poche ore fa.  Un piccolo test e ti guadagnerai il copri fronte della foglia!”

Naruto sospirò “Io non voglio nessun copri fronte della foglia! Piuttosto non divento ninja ufficialmente!”

Kakashi sospirò “sei difficile ragazzino! Ma per ora vediamo come te la cavi!”

“Solitamente per diventare genin viene chiesto di fare la prove della moltiplicazione del corpo!” disse Sakura. “Non è difficile sono sicura che potrai farcela”

“abbiamo già avuto la dimostrazione che sei in grado di eseguire la tecnica della moltiplicazione, quindi passerei a un altro test!” disse Kakashi.

“Se vuoi verificare se so la teoria….te lo dico subito! La risposta e no! ma se sai la pratica che problema c’è? Non sono nozioni su dei libri che ti salvano la pelle in battaglia!”affermò Naruto.

“questo è vero, ma volevo vedere se avevi spirito di squadra!”propose Kakashi

“Sono abituato a lottare da solo! “ disse senza indugio.

Kakashi guardò sorpreso il ragazzo, dopo di chè dopo una mossa veloce, lanciò un Kunai verso Sakura, che venne prontamente fermato da Naruto a 5 cm di distanza dal petto della ragazza.

“Però tu è già la seconda volta che dimostri si saper intervenire quando qualcuno rischia grosso! Non saprai collaborare con altri in caso di bisogno, ma è già un buon segno il fatto che non pensi solo a te stesso!”

“il mio maestro riteneva importante difendere gli altri, anche se nell’ambiente in cui mi trovavo si pensavava solo a se stessi e il lavoro di squadra non era nemmeno presente sul nostro vocabolario!” raccontò Naruto mettendo gli altri al corrente di  con quali persone aveva avuto a che fare “Comunque hai rischiato di fare del male a Sakura, te ne rendi conto? E se non fossi intervenuto?”

“ Avrei fermato il Kunai!” disse il maestro sicuro di .

“Con il filo di chakra che era collegato al Kunai? Hai fatto un errore di calcolo. Il filo era troppo lungo, l’avresti colpita comunque e a quest’ora Sakura sarebbe morta!”

Sakura sussultò e rimproverò il maestro“kakashi-sensei!”

“Tranquilla Sakura! Non ti sarebbe successo niente! Naruto, mi complimento con te! Pochi ninja sono un grado di notare i fili di chakra. Comunque avevo un altro asso nella manica!”

Dal sottosuolo usci una copia di Kakashi che subito si ritrasformò in un tronco d’albero.

“La tecnica della sostituzione! Capisco, avrei dovuto arrivarci!” Naruto sospirò.

“Da quello che ho visto hai le caratteristiche giuste per essere un ninja, ma devi ancora migliorare parecchio, ma a quello ci penseremo poi! Ora vieni con me” gli ordinò Kakashi.

Naruto lo fissò dubbioso “Dove?”

“dall’hokage, mi sembra ovvio!”lo informò avviandosi.

 

“Così hai superato le aspettative di Kakashi! Mi fa piacere Naruto!”ammise l’hokage sorridendo.

“Non ho fatto niente di così straordinario” disse il ragazzo alzando le spalle.

“mi farebbe piacere sapere chi ti ha addestrato in questi anni!” disse la donna sperando di sapere qualcosa di più su dove avesse vissuto il ragazzo in quel periodo, ma ovviamente Naruto stette bene attento a non farsi scappare una parola.

“Signorina, ecco quello che mi ha chiesto!” disse l’assistente di Tsunade, portando in mano il tipico copri fronte della foglia.

 “Tieni Naruto, da oggi sarai ufficialmente un ninja di Konoha!” disse fiera la donna.

“L’ho già detto a Kakashi, non voglio essere un ninja di questo villaggio! l’odio che ho provato in questi anni verso i suoi abitanti, non si è trasformato in amore in poche ore!” disse il ragazzo seccato.

Tsunade lo guardò serio “Naruto quando è troppo è troppo! Sai che con questo tuo modo di ragionare, potresti essere considerato un traditore di Konoha?”

“Traditore, mostro che differenza fa? Sarebbe un nomignolo in più che mi sarebbe stato affibbiato!”

“Non ti permetterò di compiere altre cretinate come quella di 4 anni fa! Tu accetterai questo copri fronte che tu lo voglia o no!”disse urlando la donna.

Naruto rimase impassibile “E credi di convincermi con le minacce Tsunade?” disse guardandola con aria di sfida.

Sakura si avvicinò a Shizune e prese il copri fronte dalle mani dalle donne. Successivamente si avvicinò a Naruto e delicatamente cominciò a legarglielo sulla fronte, lasciando di stucco il ragazzo e i presenti.

“Sakura c-che stai facendo?”

“Voglio solo vedere come ti sta! Chissà magari ti piace!” disse la ragazza sorridendo e allontanandosi “io trovo che tu stia benissimo, sarebbe un vero peccato che tu lascia quel copri fronte in un cassetto. È fatto apposta per te”

Naruto rimase stupito dal comportamento di Sakura. Era la prima volta che una ragazza in quegli anni si dimostrava gentile con lui e non potè fare a meno di arrossire.

“Allora per cosa hai deciso?” chiese Tsunade

“Va bene, lo tengo!” disse diventando di nuovo serio “ma non finisce qui!”

Detto questo se ne andò.

bhe un primo passo lo abbiamo fatto!” disse Kakashi.

“solo grazie all’intervento di Sakura! Chissà, magari quella ragazza sarà  colei che potrà alleviare la sofferenza dal cuore di Naruto.

 

 

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Capitolo 4
*** Chiarimenti ***


Capitolo 4: Chiarimenti

 

Calò la notte sul villaggio, ma Naruto non tornò a casa come Tsunade sperava.

Il ragazzo non voleva ancora tornare nell’abitazione che lo aveva ospitato per tanti anni e decise di stare fuori il più a lungo possibile.

Si recò sulla montagna degli hokage e si sedette sulla testa del 4° a pensare, tenendo in mano quel copri fronte che il pomeriggio aveva ricevuto dall’hokage.

Lo fissò a lungo, dopo di chè sospirò. Era insicuro sul da farsi.

“Alla fine hai accettato di diventare un ninja di Konoha!”disse una voce che lo fece sussultare“Bhe in un giorno ne hai fatta di strada Naruto

Naruto si girò e sorrise “Sei pazzo a venire qua! E se ti vedono?”

“Ho corso il rischio. Volevo vedere se te la cavavi bene…ma mi sono preoccupato inutilmente!” disse Itachi.

Naruto annuì e tornò a posare il suo sguardo sull’oggetto. Itachi vedendolo pensieroso, gli si avvicinò e lo affiancò sedendosi anch’esso.

“non sembri molto felice di aver ricevuto quel coprifronte!” disse l’Uchiha con aria seria.

“In realtà non so se voglio essere un ninja di questo villaggio. Insomma mi hanno sempre disprezzato e continuano a farlo. Perché ora dovrei combattere per difenderli?” disse il ragazzo stringendo il copri fronte.

Itachi sorrise “Forse sei stato un po’ troppo con noi e preferisci agire per conto tuo, ma non disprezzare così il luogo dove sei nato. Infondo ci sono persone che ti vogliono bene e a cui tu vuoi bene! Se non per il villaggio, combatti per queste persone, poi il resto verrà poco alla volta!”

Naruto ci pensò sopra “per le persone che amo? Cioè coloro che mi hanno sempre mentito?”

“Ti avranno mentito, ma pensavano al tuo bene. Tutti possono sbagliare Naruto, compreso tu. Non te l’ho mai detto per non offenderti e per rispettare la tua scelta, ma penso che tu abbia agito troppo di impulso quando sei scappato di casa. Oltre a fare del male ai tuoi genitori, hai fatto del male a te stesso e sono sicuro che questo concetto ti sia ben chiaro. So bene che in quel momento eri disperato e confuso e che scappare da quello che ti faceva male, ti sembrava l’unica cosa sensata da fare! Ora che sei tornato, hai la possibilità di rimediare ai tuoi e agli errori dei tuoi genitori, anche se non lo ammetti, so che è quello che vuoi” disse Itachi fissandolo, nonostante il ragazzo non lo stesse guardando.

Naruto stette in silenzio per lungo tempo.

Itachi sospirò “comunque sia, so che non li odi e nemmeno questo posto …conoscendoti avresti preferito farti uccidere piuttosto che tornare qui!”

Naruto sorrise tristemente“forse! Ma una parte di me non voleva davvero tornare!”

“per non essere di nuovo preso di mira?” chiese l’uomo.

Annui.

“Sono qui solo da un giorno e mi sono sentito chiamare mostro già un bel po’ di volte…è irritante anche se cerco di mantenere la calma!” disse stringendo i pugni.

“quando Deidara ti chiamava piccolo mostro, però non ti arrabbiavi con lui!” gli disse ricordando i vecchi tempi.

“Scherzi? Gliele suonavo!”

“Giocavate!” ribatté

“Già! Bei tempi quelli! Ma lui lo diceva solo perché a colazione gli fregavo i suoi biscotti, non per offendermi! Bhe poi lui non può definirsi tanto normale dato che ha delle bocche sulle mani! Comunque non è solo per quel motivo che non volevo tornare”

Itachi aspettò che continuasse, ma  vedendo che il ragazzo non era intenzionato a parlare, capì che non voleva renderlo partecipe dei suoi sentimenti e accettò la sua scelta.

Ci sarebbe sempre stato se avesse avuto di lui, ma non lo avrebbe mai costretto a parlare se non ne sentiva la necessità.

Itachi sorrise e scompigliò i capelli del ragazzo.

Naruto lo osservò per un po’ e notando il suo guardo malinconico rivolto verso il villaggio disse “Dimmi la verità, tu vorresti tornare a Konoha vero? Leggo nei tuoi occhi molta malinconia!”

“Che importanza ha? Tanto non posso tornare dopo quello che ho fatto, sono un traditore!”

Naruto sospirò “Ti rivedrò ancora vero? E anche gli altri?”

“Non lo so Naruto, ma se accadrà…vivrò aspettando quel giorno, infondo ti considero come un fratello minore e mi dispiacerebbe perderne un altro!” disse alzandosi e regalandogli un sorriso triste.

Sasuke ti somiglia molto, anche se tu sei meno scontroso…però ti dirò che è un ragazzo interessante!”

“si lo so! Come ti ho già detto, diventerà più abile di me!” disse Itachi in un sorriso.

“lo vedremo! Ci sono già io che ti devo superare!” disse il ragazzo determinato.

 

Naruto!” disse una voce diversa dalle loro.

Naruto si spaventò  e girandosi vide che Itachi era già sparito nel nulla.

“chi sei?” disse il ragazzo portando la mano al suo marsupietto con dentro le armi.

“Non riconosci più il tuo vecchio?” disse l’uomo uscendo da dietro una roccia.

Jiraya!”

“Vedo che ti ricordi ancora il mio nome! Tsunade mi aveva detto che eri tornato. Fatti vedere ragazzo mio!” disse girandogli intorno “Uhm…non c’è male! Fra qualche hanno diventerai un ruba cuori!”

“Non sei cambiato una virgola…sempre il solito pervertito!” constatò Naruto.

eheh…già! Ma dimmi…con chi stavi parlando prima. Ho sentito distintamente due voci provenire da qui!”

Naruto venne colto di sorpresa “con nessuno, te lo sarai immaginato.”

JIraya lo fissò seriamente “stai nascondendo qualcosa!”

“Non sono affari che ti riguardano Jiraya! E se anche fosse, non sarei il primo ad avere dei segreti”

L’uomo sospirò “lasciamo stare e torniamo a casa” disse poggiando una mano sulla schiena del ragazzo come a guidarlo verso casa, ma lo sguardo del sennin, fu attirato da un luccichio e afferrò l’oggetto da cui proveniva.

Era una Katana.

 Naruto, questa è tua?” chiese l’eremita porgendogli l’arma.

Il ragazzo l’afferrò e la tolse dal fodero. Sulla lama c’era inciso un nome scritto con una calligrafia che pochi sarebbero stati in grado di decifrare: Kisame. Il ragazzo sorrise e si strinse al petto l’arma.

 

Una volta rincasati, Tsunade si rilassò. La donna era molto tesa, aveva timore che Naruto potesse scappare di nuovo.

Naruto, mi hai fatto preoccupare!” disse la donna.

“che c’è? Mica ti avevo promesso che sarei ritornato a vivere qui!” disse il ragazzo.

Tsunade lasciò perdere. L’ultima cosa che voleva fare era litigare ancora con lui.

“Dove hai preso quella spada?” chiese la donna, non avendogliela notata prima di allora.

Naruto stringendola disse “è un regalo di un amico!”

“L’amico in questione è per caso lo stesso con cui stavi parlando prima?” chiese Jiraya sperando di fare svuotare il sacco il ragazzo.

Naruto lo guardò storto “Non sono affari che vi riguardano! Quello che è successo in questi anni e coloro che ho conosciuto, non vi devono interessare. Sono fatti miei, avete capito?”

Naruto perché ti comporti così? Noi siamo solo preoccupati per te!” disse Tsunade

Bhe non dovete esserlo!”

“Non puoi chiederci questo. Siamo i tuoi genitori e ovvio che siamo ansiosi. Soprattutto dato che sei così cambiato!” disse Tsunade.

“Che vi aspettavate? Che rimanessi il bambino che piangeva ogni volta che lo insultavano e che correva da mamma e papà per essere consolato?” disse Naruto scappando dal loro sguardo. “Ora sono così, se mi accettate bene se no…due persone in più che mi disprezzano non mi cambiano la vita!” disse quasi a voler convincere se stesso.

Naruto, noi non potremmo mai disprezzarti!” disse Tsunade.

“Allora finitela di farmi pesare il mio modo di essere! Ora vado a dormire se non vi dispiace!” disse sgarbatamente e chiudendo la porta della sua camera dietro di se.

 

Naruto non riuscì a prendere sonno e decise di uscire sul balcone a prendere aria.

Il cielo era limpido e le stelle che lo ricoprivano erano talmente tante che il nero della notte si era fatto di un blu intenso.

 Il ragazzo fissò per qualche istante le stelle e un ricordo gli tornò in mente.

Quando era un bimbo, lui e Jiraya, dopo che quest’ultimo era tornato da un suo lungo viaggio, andavano in un prato vicino e stendendosi sull’erba, ammiravano le stelle. Questo finchè Naruto non si addormentava e allora Jiraya amorevolmente lo prendeva in braccio e lo portava a casa, dandogli il bacio della buona notte e riboccandogli le coperte.

Quando era all’akatsuki gli capitava spesso  di ammirare le stelle, quando non riusciva a prendere sonno, come a voler compiere alcuni rituali a cui era abituato a Konoha. Solo che quando capitava di addormentarsi, nessuno lo andava a prendere per portarlo a letto e lui si risvegliava sulla dura roccia con la schiena dolorante.

Quel pensiero lo rattristò non poco e quando vide una stella cadente non potè fare a meno di esprimere un desiderio. L’unico che esprimeva da anni.

Notò solo poco dopo che nella stanza accanto, che corrispondeva alla cucina, c’era ancora la luce accesa.

Era convinto che i due sennin fossero andati a dormire già da un pezzo dato l’ora tarda.

Si avvicinò alla stanza e dato che la porta era socchiusa, spiò al suo interno.

Vide Jiraya e Tsunade seduti al tavolo, con diverse bottiglie di sakè, alcune svuotate.  Jiraya aveva appena finito di bere il suo bicchierino, mentre toglieva di mano la nuova bottiglia che l’hokage stava per aprire.

“Ora mi sembra che tu stia esagerando, ora non hai più motivo per continuare a bere!” le disse  Jiraya. Era sempre lui a dover fermare la donna quando iniziava a bere.

“Non sei tu a dirmi quello che devo fare!” gli disse guardandolo storto.

Jiraya sospiro e alzandosi si diresse verso la porta d’entrata per andarsene.

Naruto fu incerto sul da farsi. Non capiva cosa fosse successo. Guardò nuovamente in cucina e vide Tsunade con la testa appoggiata al tavolo.

Piano piano entrò e chiamò la donna.

L’hokage si sorprese nel vederlo.

La donna non aveva un bell’aspetto. Era spettinata, e le guance erano rosse, a causa del troppo alcol bevuto.

N-naruto!” disse sopresa “ c-cosa ci fai alzato? Pensavo dormissi!”

“Pensavo anch’io la stessa cosa di voi due!” disse il ragazzo andandosi a sedere sulla sedia di fronte a quella di Tsunade.

“Da quando hai iniziato a bere? Non mi pare di averti mai visto farlo!”

Tsunade abbassò lo sguardo, non voleva dirglielo, lo avrebbe fatto sentire in colpa, ma il ragazzo ci arrivò da solo.

“Quando sono scappato vero?”

La donna sgranò gli occhi e guardò il ragazzo, ma non reggendo il suo sguardo, lo abbassò nuovamente e quel gesto diede conferma a Naruto.

“capisco!” fu l’unica cosa che riuscì a dire mentre con lo sguardo cercava di contare le bottiglie per poi sospirare.

Jiraya? Dove è andaro a quest’ora?” chiese il ragazzo. Non era suo solito andare in giro di notte. Poteva sparire per dei giorni interi, ma se era a casa, la notte non usciva per nessun pretesto.

Tsunade non fece nessuno giro di parole, ma gli disse la verità “è tornato a casa sua!”

Naruto sgranò gli occhi “C-cosa? a-avete divorziato?”

Tsunade sorrise tristemente “No,Naruto! non siamo mai stati sposati!”

C-come è possibile?” chiese il ragazzo sorpreso.

“Io e Jiraya eravamo sempre stati degli ottimi amici, ma non siamo mai stati una coppia, anche se lui avrebbe tanto voluto. Abbiamo deciso di vivere insieme, quando ti portammo a casa la prima volta, per darti almeno una famiglia normale.  Ogni bambino ha bisogno di una figura femminile e maschile e dato che immaginavamo che non avresti avuto vita facile all’interno del villaggio, volevamo che almeno avessi una famiglia normale!” disse Tsunade triste.

Naruto abbassò lo sguardo per nascondere gli occhi lucidi. Non voleva piangere, Kisame non sarebbe stato contento se lo avesse saputo, ma non poteva farne a meno.

M-mi dispiace!” disse Naruto a bassa voce.

Tsunade sussultò.

“Non lo sapevo. Non posso incolparvi di avermi mentito anche su questo. Non mi avete mai detto di essere sposati, l’ho dato io per scontato!”

bhe forse avremo dovuto comunque mettere in chiaro le cose!” disse Tsunade.

“forse, ma voi avete fatto tutto questo per me e io vi ho ringraziato andandomene via. So bene che non c’è niente di male a essere adottato, ma scoprirlo in quel modo mi ha fatto perdere la testa. Mi sono sentito ferito quando ho scoperto che mi mentivate, avevo paura che anche voi mi odiavaste e che tutte quelle volte che mi avevate detto che mi volevate bene fossero state solo delle bugie, che  voi avevate l’incarico di tenermi a bada e soprattutto che non mi volevate.

Naruto io…” cominciò Tsunade, ma Naruto le chiese di non interromperlo.

“Quando la rabbia e la confusione hanno cominciato a diradarsi ho pensato molto. A tutto quello che avevamo fatto insieme, a quello che voi avevate fatto per me e mi sono reso conto che i vostri gesti non potevano essere dettati dall’indifferenza, ma che mi volevate veramente bene. che a voi non importava se fossi o meno Kyuubi, ma che mi vedevate veramente come vostro figlio. Ho capito anche che ho fatto uno sbaglio a scappare e non posso fare altro che chiedere scusa!”

Tsunade osservò commossa il figlio “Per questo sei tornato?”

Naruto scosse la testa “No, come ti ho accennato ieri, sono tornato perché me l’hanno chiesto, io non volevo tornare!”

Tsunade sgranò gli occhi non capendo.

“Avevo paura! Non solo degli insulti che avrei potuto ricevere dagli abitanti di Konoha, per quanto male possono fare avrei potuto sopportarli, ma non avrei potuto sopportare un vostro rifiuto. Adesso avreste un valido motivo per non volermi più con voi. Vi ho fatto preoccupare per  quattro anni, non vi ho detto che stavo bene e soprattutto l’ultima cosa che vi ho detto prima di andarmene e stata “vi odio”. Avevo paura che questa volta non mi avreste perdonato l’ennesima cretinata da me compiuta. Da piccolo ho fatto di tutto e mi avete sempre dimenticato qualsiasi cosa, ma l’odio è qualcosa che difficilmente si dimentica e questo lo so meglio di chiunque altro. Sentendomi odiato tutti i giorni della mia vita so cosa si prova. Io non credo di riuscire a perdonare l’intero villaggio per tutto quello che mi hanno sempre fatto e quindi credo che anche voi non possiate perdonarmi!” disse Naruto a testa bassa stringendo i pugni sulle gambe, mentre qualche lacrima sfuggiva al suo controllo.

Tsunade si alzò di scatto a abbracciò il ragazzo, il quale si sorprese.

Era da tanto che desiderava sentire quell’abbraccio e gli sembrava quasi come se il tempo si fosse fermato.

Naruto, io ti ho perdonato il giorno stesso che tu sei andato via e anche Jiraya, l’unico nostro desiderio era che tu tornassi con noi e che stessi bene, che ci perdonassi per averti mentito e che non ci considerassi dei  cattivi genitori. L’unica cosa che ci interessa e che tu sia felice piccolo mio!”

A quelle parole Naruto non potè resistere, abbracciò forte la madre come a non volerla lasciare più andare.

 Rimasero abbracciati per diversi minuti, finchè non fu Tsunade a sciogliere l’abbraccio prendendo il viso del ragazzo tra le mani e asciugandogli le lacrime.

“Non dovresti piangere, sei un ometto ormai!” disse sorridendo.

Naruto mise un finto broncio “Anche tu stai piangendo!” disse pulendosi il volto con la manica della tuta.

Tsunade sorrise poi disse “Forza, è tardi ci conviene andare a dormire!”

Il ragazzo annuì.

“Vuoi dormire con me?” chiese Tsunade amorevolmente. Quando era piccolo Naruto andava spesso nel letto con lei quando non c’era Jiraya e adorava addormentarsi tra le braccia della madre.

“Mamma, hai detto che  sono un ometto e ora mi chiedi di dormire con te, come se fossi un poppante?”

Tsunade rise “Hai ragione, scusa!”

Ci fu silenzio, poi con il rossore sulle guance Naruto disse timidamente. “Penso che per sta notte, mi comporterò da moccioso, ma io voglio dormire dalla parte destra!” e detto ciò corse nella stanza della madre.

Tsunade non potè fare a meno che sorridere a vedere che le cose stavano tornando lentamente come una volta.

 

*****************
 fine 4° capitolo

Spero vi sia piaciuto.

Forse la scorza dura di Naruto è ceduta un po’ troppo presto, ma spero che si sia capito che si comportava in quel modo per difendersi, anche se in realtà è ancora un bambino è

Sente il bisogno di sentirsi amato dai propri genitori.

Ringrazio per le recensioni, che sono tante per il mio solito standard e non potrei esserne più felice.

A presto con un nuovo capitolo.

Neko =^.^=

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Capitolo 5
*** Amici ***


Capitolo 5: Amici

 

Dopo tanti anni, quella notte Naruto riuscì a dormire tranquillamente, senza che i sensi di colpa e il rimorso lo tormentassero.

Fece un sonno senza sogni e nemmeno i soliti insulti da parte del villaggio sembravano volerlo disturbare.

Al suo risvegliò si sentì felice e rinvigorito.

Spesso aveva desiderato, davanti a una stella cadente, che tutto tornasse come una volta e finalmente le sue preghiere cominciavano a essere esaudite.

Si diede dello stupito, perchè se avesse seguito le sue paure, non sarebbe tornato e ora chissà dove sarebbe.

Si mise a sedere sul letto e notò di essere solo nella stanza.

Si recò in cucina per vedere se ci fosse qualcuno, ma la casa era troppo silenziosa.

Per un attimo temette di aver solo sognato di essersi riappacificato con la madre, ma quando vide sul tavolo un’abbondante colazione e un bigliettino, un sorriso comparì sul suo viso.

 

Buon giorno tesoro. Dormito bene?

Scusa se non ti ho salutato prima di recarmi nel mio ufficio,

ma dormivi talmente bene che non ho voluto disturbarti.

Ti ho preparato la tua colazione preferita, sperando che in

questi anni i tuoi gusti non siano cambiati.

Mangia tutto e dai il tuo meglio all’allenamento di oggi.

A sta sera.

Bacio.

                                                           Mamma

 

Naruto sorrise, ma il sorriso durò poco, perché una domanda gli sorse spontanea.

“Allenamento? Quale allenamento?” si chiese, ma i  suoi pensieri vennero interrotti da un bussare incessante alla porta.

“Ah ecco dov’eri! Cosa ci fai ancora qui e in quelle condizioni?” disse Jiraya sorprendendo il figlio ancora in pigiama e tutto trasandato “Kakashi ti sta aspettando all’allenamento!”

“Tutti sanno dell’allenamento tranne io?” chiese esasperato il ragazzo.

Jiraya lo guardò stralunato poi scoppiò in una risata che lasciò sorpreso Naruto

 “Non ci posso credere, Kakashi ti ha accettato nella squadra, ma non ti ha detto orari e giorni di allenamento!” disse continuando a ridere di gusto.

Ehm…papà…” disse Naruto preoccupato per la momentanea pazzia dell’uomo.

Kakashi non cambier…c-cosa hai detto?” disse tornando serio improvvisamente.

I-io?” chiese titubante Naruto, sbattendo gli occhi.

C-come mi hai chiamato?”

Naruto stava per ripeterlo, ma  Jiraya non gli diede la possibilità di farlo, perché lo strinse forte , con un fiume di lacrime che gli uscivano dagli occhi

Aaaah, da quanto tempo sognavo di sentirmi chiamare ancora così! Figliolo, non sai quanto mi rendi felice!” disse continuando a “piangere” come una fontana.

P-papà m-mi stai s-soffocando!”

Jiraya lo lasciò e gli sorrise, mentre Naruto abbassò tristemente lo sguardo.

Ecco…io volevo…ehm” cominciò, ma Jiraya scompigliandogli i capelli gli disse

Tsunade mi ha detto cosa vi siete detti ieri sera. Non hai niente di cui farti perdonare e non è vero che abbiamo un motivo per non volerti più con noi” dopo un momento di pausa disse “bentornato a casa!”

Naruto sorrise e abbracciò l’uomo amorevolmente, senza la foga con cui prima jiraya lo aveva stretto a se.

 

Jiraya accompagnò il ragazzo al campo di allenamento, dove Sasuke e Sakura si stavano scontrando tra di loro. Il moro sembrava poco interessato alla lotta e faceva poca fatica a schivare i colpi della ragazza, ma quando decideva di attaccare, cercava di atterrarla senza farle troppo male.

Naruto si chiese se quel comportamento era dettato dalla gentilezza o semplicemente Sasuke non aveva voglia di impegnarsi con un avversario così debole.

Infatti a vederla, Sakura sembrava piuttosto deboluccia, ma Naruto era convinto che con l’allenamento avrebbe fatto molta strada, d'altronde anche lui era sempre stato considerato debole da tutti e con i giusti maestri, si era notevolmente rafforzato.

Naruto era intento a osservare i due, tanto che si spaventò quando Kakashi gli comparve davanti.

“Salve!” disse il copia-ninja “Che dire Naruto, sei ancora più ritardatario di me!”

Naruto mise il broncio e volto la testa “Non è colpa mia, se qualcuno si fosse degnato di mettermi al corrente dell’incontro di oggi, magari sarei arrivato puntuale!”

Jiraya intervenne “Sii sincero Kakashi. Lo hai messo al corrente di questo allenamento?”

Kakashi guardò Jiraya serio, poi portando una mano dietro la testa disse “Ehm…credo di essermene dimenticato!”

Naruto sospirò. Si chiedeva se con lui avrebbe potuto fare carriera, ma da quello che aveva sentito, anche al covo dell’akatsuki, Kakashi era un ninja in gamba, che preoccupava non poco i membri dell’organizzazione.

Kakashi andò dagli altri suoi allievi e Naruto approfittò per fare una domanda a Jiraya.

“Senti papà, ho sentito grandi cose su Kakashi e qualcuno mi ha anche raccontato che dietro il copri fronte si nasconde lo sharingan, con cui è in grado di fare cose straordinare come copiare le tecniche altrui. Ma è davvero così? Insomma a vederlo sembra un’idiota!”

Jiraya scompigliò i capelli del ragazzo “Non si giudicano le persone dal loro aspetto, aspetta di conoscerli fino in fondo prima!”

Naruto!” lo chiamò Sakura, la quale in lontananza stava sventolando una mano per richiamare la sua attenzione.

Naruto si incamminò per raggiungerla, ma prima si girò verso il padre per guardarlo. Jiraya rispose con un cenno della testa.

“Bene ora che siamo tutti qua, possiamo iniziare l’allenamento vero e proprio!” disse Kakashi

Tsè, finalmente” disse Sasuke che si era stufato di giocare.

“Eh no1 è mezzo giorno passato ed è ora di pranzo, riprenderemo gli allenamenti dopo!” disse Sakura sorprendendo il maestro, il quale, stupito dallo spirito di iniziativa della rosa, non riuscì a controbattere.

“Vieni Naruto andiamo a mangiare! Sasuke-kun vieni anche tu?” disse trascinando per un braccio il biondo, il quale non sapeva cosa fare, se dar retta alla ragazza o allenarsi come aveva detto Kakashi, ma il dubbio gli scomparve, quando Sakura tornò indietro a prendere per la maglia Sasuke che non si decideva a muoversi, mentre Kakashi si avvicinava con una nuvola nera sulla testa a Jiraya, il quale disse ridendo “Quella Sakura mi ricorda Tsunade, quando decide qualcosa nessuno glielo può impedire!”

“è così bello quando in battaglia si affida a me perché non sa cosa fare!” disse sconsolato l’uomo.

“Suvvia, non mi pare di farne un dramma, in fin dei conti quando vi allenate sul serio, i tuoi allievi ti danno retta!”

Kakashi annuì.

 

Sakura stava continuando a trascinare i ragazzi finchè “Sakura, siamo in grado di camminare da soli!” disse Sasuke scocciato.

“Ehm scusate!” disse lasciandoli andare “Allora,cosa vi va di mangiare?”

Sasuke alzò le spalle, mentre Naruto la informò che aveva appena fatto colazione.

“Bene allora decido io, andiamo all’Ichiraku ramen!”

Sasuke alzò il sopracciglio “E perché proprio li?”

Bhe perché…” Sakura esitò nel parlare “Diciamo che il proprietario del ristorante è uno dei pochi che non vede Naruto come un mostro!”

Naruto si fermò di scatto.

“Cosa ti prende?” chiese Sasuke

Bhe ecco…” abbassò la testa “non voglio che siate costretti a scegliere un posto in base all’opinione che la gente ha di me, andate pure dove volete, tanto come vi ho detto io ho mangiato da poco!”

Sakura gli si avvicinò e mettendo le mani sui fianchi gli disse “Sciocchezze, siamo una squadra no? e in una squadra si dividono momenti belli e momenti brutti, dico bene Sasuke-kun?”

Sasuke si limitò ad annuire, anche se cercava di  mantenere la sua aria indifferente.

“Bene, andiamo!” disse Sakura riprendendo a camminare.

Sasuke affiancò Naruto e gli disse “Ti avverto che se Sakura dovesse prendersi una cotta per te, sarà alquanto appiccicosa!”

“Davvero? Io la trovo carina e gentile, non mi da fastidio!” ammise Naruto sincero.

“Sarà!” disse Sasuke per poi superare il biondino, portandosi le braccia dietro la testa.

Naruto seguiva tranquillamente i suoi amici, quando improvvisamente qualcuno gli diede una spallata violenta.

Il ragazzo si girò verso il responsabile, il quale arrabbiato lo insultò “Sta attento dove vai brutto mostro!”

Naruto si girò e lasciò correre, mentre Sasuke lo osservò con la coda dell’occhio. Ma non fu l’unico incidente di percorso.

Naruto incominciava a infastidirsi e non sapeva quanto a lungo avrebbe continuato a starsene buono e sembrava che il moro si fosse accorto di questo nervosismo.

Un uomo di media statura stava avvicinandosi a loro, tenendo ben nascosta la mano destra, pronto per lanciare qualsiasi cosa avesse a Naruto, ma proprio quando stava per caricare il colpo, Sasuke gli si avventò contro e facendolo cadere con un colpo dietro alle ginocchia, gli puntò un kunai al collo. Lo guardò in modo minaccioso e gli disse “Io non ci proverei fossi in te!”

L’uomo inghiottì la saliva di troppo, mentre Sakura si accinse a raccogliere il pomodoro, in possesso dell’uomo, e a lanciarglielo dritto in faccia.

Naruto fu sorpreso di quel comportamento dei compagni, non si sarebbe mai immaginato niente del genere. Anche se non era la prima volta che Sasuke lo difendeva.

I due continuarono il tragitto mettendosi uno a destra e l’altra a sinistra del biondo e rivolsero uno sguardo in cagnesco a chiunque avesse il semplice coraggio di guardare storto il loro compagno.

Naruto sorrise e sentì una strana sensazione crescergli dentro, qualcosa che lo faceva stare bene. Ora sapeva cosa volesse dire amicizia.

Arrivarono presto all’Ichiraku dove vennero accolti a braccia aperte.

“Salve e benvenuti all’Ichiraku! Oh Sakura, sei tu, vedo che hai portato i tuoi amici…aspetta , tu chi sei?”chiese una ragazza al biondo.

Ehm…io sono Naruto!” disse per poi strizzare gli occhi e prepararsi a ricevere qualche insulto, ma non sentendo niente, riaprì gli occhi e vide la ragazza sorridergli.

“Piacere io sono Ayame! Su sedetevi, cosa vi porto?”

Ramen con verdure!” disse Sakura

Ramen con miso!” disse Sasuke

Naruto invece stette in silenzio. Gli sembrava tutto strano quella situazione.

“Allora Naruto? cosa ti porto?” chiese Ayame vedendo il ragazzo titubante.

“Io non so…fai tu!” disse

“D’accordo. Papà? Hai sentito? Tre porzioni di ramen belle bollenti!”disse Ayame al padre che cucunava nella piccola cucina che si trovava alle spalle della ragazza.

Quando le tre porzioni di ramen furono pronte, vennero servite ai tre ragazzi, i quali iniziarono a mangiare con gusto.

“Allora? Vi piace?” chiese ansiosa Ayame

Sakura espresse la sua approvazione per il piatto.

Naruto rispose che era squisito, mentre Sasuke si limitò a un “non c’è male!”.

“Sakura, è lui il Naruto di cui ci parlavi ieri? Colui che viene considerato da tutti mostro?” chiese Ayame curiosa.

Naruto smise di mangiare e abbassò la testa.

Il padre della ragazza, uscito dalla cucina appena in tempo per sentire, rimproverò la figlia per la domanda poco opportuna, dopo aver notato la reazione del ragazzo, ma Ayame non si preoccupò del padre, ma si mise davanti a Naruto e gli chiese.

“Com’è essere un Jinchuuriki?”

Naruto alzò la testa e sgrano gli occhi. Le parole gli erano morte in gola.

“ci si sente più forti o cosa?” insistette la ragazza.

“d-dipende!” disse il ragazzo ancora sorpreso.

“Da che cosa?” insistette la ragazza.

Bhe se fai o no uso del chakra del demone. Se no si è una persona completamente normale!”

“Ma non è pericoloso usare quel chakra?” chiese questa volta il padre “Alla fine è pur sempre un chakra che non appartiene a te dalla nascita, non comporta dei rischi usarlo e soprattutto non si rischia che la volpe si liberi?”

Naruto si alzò e sbattè le mani sul bancone

“Mi state facendo l’interrogatorio, per capire o meno se sono pericoloso vero?” chiese infastidito dalle troppe domande.

Il vecchio agito le mani “Oh no, scusa, non volevamo essere invadenti. È semplicemente curiosità!”

Ayame intervenne “Abbiamo visto di cosa è capace il demone dalle nove code e ci chiedavamo cosa significasse esserne la forza portante!”

Naruto si calmò “Bhè non è una passeggiata! Tutti ti odiano pensando che tu stesso sei il demone, devi combattere tutti i giorni con la solitudine che comporta essere un jinchuuriki e soprattutto…il potere di un demone può fare gola a chiunque criminale e questo vuol dire, combattere per la sopravvivenza! Se potessi scegliere, vorrei essere un ragazzo normale!”

Il silenzio calò all’ichiraku, tutti colpiti dalle parole del ragazzo, Sasuke compreso, il quale fissava il ragazzo.

Vedeva in lui qualcuno che aveva dovuto subire, una sorte simile alla sua. Essere circondato da mille persone, ma sentirsi costantemente solo.

“Sinceramente pensavo fosse più facile essere un jinchuuriki. Mi dispiace Naruto se ho ficcato il naso dove non dovevo!”

Naruto non disse niente.

“Però qui sarai sempre il benvenuto e anche quella volpe!” disse Ayame sorridendo affiancata dal padre.

Naruto non potè fare a meno che sorridere e essere grato a quelle persone che lo avevano accettato come uno di loro.

************

Ehilà, eccomi tornato con un nuovo capitolo.

È ancora concentrato sulla vita di naruto, ma credo che da qui a poco inizierà un po’ di movimento (anche se non so esattamente come gestirlo T_T)

Speriamo in bene.

Grazie a chiunque segui la storia e grazie mille per le recensioni.

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.

Ciao alla prossima

Neko =^_^=

 

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Capitolo 6
*** Allenamento ***


Capitolo 6: Allenamento

 

Passarono diverse settimane dal ritorno di Naruto a Konoha. Esso aveva fatto amicizia con diversi ragazzi, che ai tempi dell’accademia, erano in classe con lui.

Tutti sembravano ricordarsi del biondo, in particolar modo del suo nomignolo “mostro”, ma nessuno si era rivolto a lui con quel termine, più che altro si erano soffermati a chiedergli se sapesse il perché venisse chiamato così.

Naruto stette bene attento a non far parola con i suoi compagni del Kyuubi, ora che aveva legato con qualcuno della sua età, voleva evitare di perderli.

Però il ragazzo spesso si diceva, che se fossero realmente suoi amici, avrebbero accettato quella parte di se, ma Tsunade e Jiraya avevano messo al corrente del fatto che l’argomento Kyuubi era top secret, solo si chiedeva l’utilità di tenerlo nascosto dato che la maggior parte della popolazione era al corrente di chi fosse lui realmente.

Comunque fosse, si sentiva meno solo rispetto a una volta, nonostante  gli adulti continuassero a detestarlo e a tenerlo alla larga.

Non gli importava più di tanto, era solo irritante quando esageravano, arrivando anche a spintoni e a lanciargli le cose. Ma cercava di ignorare il più possibile.

Come aveva detto Itachi “se non per il villaggio, lotta per le persone a cui vuoi bene” ed era proprio per questo che ogni giorno dava del suo meglio negli allenamenti, rendendo orgoglioso di se Kakashi e i genitori.

Era più avanti rispetto ai ragazzi della sua età, grazie agli allenamenti estenuanti dell’akatsuki.

Ma esso non aveva ancora messo in mostra tutte le sue capacità.

Inoltre, questo suo modo d’essere, stimolava Sasuke a fare di più per raggiungerlo e Sakura non era da meno. Soprattutto quest’ultima, con l’incentivo del biondo, era migliorata parecchio, anche se all’interno della squadra rimaneva la più debole.

 

Una mattina Kakashi arrivò al campo di allenamento con solo un’ora di ritardo e questo sorprese i ragazzi. Esso aveva qualcosa di nuovo, qualcosa che non era solito portarsi dietro: una spada.

Kakashi-sensei, che cosa ci fa con quella?” chiese Sakura “Non sapevo sapesse usare la spada!”

“Quando si entra nella squadra ambu, si ha un insegnamento completo e si apprende ad usare qualsiasi tipo di arma!” poi continuò guardando Naruto “Ho pensato, dato che hai una Katana, che vorresti allenarti un po’!”

“E mentre voi vi allenate con la spada, noi cosa dovremo fare? Stare a guardare?” chiese Sakura. Da una parte avrebbe voluto vedere le capacità di Naruto, ma allo stesso tempo non voleva rimanere in disparte, mentre il suo amico diventava ancora più forte e lo stesso pensava Sasuke.

Kakashi sorrise “Ho pensato anche a voi!”disse, dopo di chè chiamò a gran voce “Kotetsu!”

Il ninja dai capelli scuri, che solitamente stava alle porte di Konoha con Izumo e che si caratterizzava per la benda che portava sul naso, comparve a fianco di Kakashi, con un mano tre spade di bambu.

Sasuke e Sakura si guardarono incerti, non capendo l’intenzione del loro maestro. Naruto dal canto suo sorrise, aveva capito ormai come ragionava il maestro.

“Ho notato che c’è una specie di competizione tra di voi, da quando è arrivato Naruto. Essendo più avanti di voi vi siete messi sotto con il lavoro, vi siete allenati duramente pur di raggiungerlo e devo dire che avete ottenuto proprio dei buoni risultati per essere solo dei genin. Quindi ho pensato che vi piacerebbe, per non rimanere troppo indietro, imparare a destreggiarvi anche con una spada, oltre agli shuriken e kunai, dato che queste ultime due, sono diventati parte di voi. Che ne dite?” chiese il copia-ninja già conoscendo la risposta dei ragazzi.

Sasuke non disse niente, ma dal sorriso che si dipinse sulle sue labbra, Kakashi capì, come aveva previsto, che era compiaciuto dall’idea e già prevedeva che in un tempo non molto lontano, avrebbe affrontato il compagno per sconfiggerlo.

Sakura invece era entusiasta e lo esprimeva allegramente, anche se non  nascose un certo timore.

“Bene, ho chiesto al mio amico Kotetsu di darmi una mano. Ci siamo allenati insieme quando eravamo compagni nella squadra ambu e sono convinto che possa essere un buon insegnante. Voi lo conoscete come un simpaticone, ma state attenti, come maestro non scherza e vi farà sudare sette camicie!”

“Siamo pronti, vero Sasuke-kun?” chiese la ragazza, mentre il moro si era già interessato di afferrare la spada di bambu e impugnarla con una presa salda.

“Buon lavoro ragazzi!” disse             Naruto sorridendo.

Sakura lo ringrazio e sorrise di rimando, ma maneggiando la spada un po’ troppo energeticamente la fece volare via.

 

Kakashi e Naruto si distanziarono da loro di diversi metri e cominciarono anch’essi con l’allenamento.

“Ci andrò piano all’inizio, giusto il tempo di capire a che livello sei. Non ti chiedo se la sai usare, perché in caso contrario non avresti una tale spada sempre appresso!”

“Sono stato addestrato ad usarla dal migliore spadaccino che esista al mondo! Disse Naruto.

“Bene allora vediamo cosa sai fare!” disse Kakashi correndo verso il ragazzo con la katana sguainata. Non caricò troppo il colpo. Non poteva esagerare da subito, Naruto doveva prima dimostrare la sua bravura.

Il ragazzo non si mosse fino all’ultimo, poi quando il maestro era a pochi metri da lui, estrasse la katana e lo parò con facilità.

Kakashi con un salto tornò indietro e provò nuovamente ad attaccarlo. Prima dall’alto, poi dal basso, da sinistra e da destra e Naruto era riuscito benissimo a parare tutti i colpi, dimostrando buone capacità di leggere in anticipo le intenzioni dell’avversario.

“mi complimento con te, in difesa sei davvero bravo, ma cosa mi dici dell’attacco?”

Naruto inizialmente sorrise, poi facendosi serio si mise in una posizione di attacco particolare, la quale ricordò qualcosa nella mentre di Kakashi.

Il ragazzo però non gli diede il tempo di ragionare e lo attaccò. Kakashi non si fece cogliere impreparato e parò ogni sua mossa, dopodiché  contrattaccò.

Naruto fece lo stesso con lui.

Se Kakashi all’inizio ci andava leggero, si rese conto di dover cominciare a fare sul serio con il ragazzino, perché non era un principiante come molti potevano pensare, data la sua giovane età.

“Questo modo di combattere, l’ho già visto!” pensò Kakashi parando un altro colpo.

Cominciò uno scontro senza esclusioni di colpi, ma nessuno sembrava voler cedere all’altro.

Il rumore delle lame che si scontravano erano udibili a parecchia distanza e il loro incessante darsi battaglia, richiamò l’attenzione del compagni del biondo, che non poterono fare a meno di fermarsi ad osservare.

“Però, ci sa davvero fare quel ragazzo!” disse Kotetsu.

Sasuke strinse la spada di bambu con forza, poi tornò immediatamente ad allenarsi. Troppo era il distacco che c’era tra lui e Naruto e questo non poteva accettarlo.

Sakura non fu da meno. Rimase a guardare lo spettacolo ancora qualche minuto, dopo di chè affiancò Sasuke e cominciò nuovamente ad allenarsi.

Kakashi e Naruto erano  fermi. Spada contro spada.

Kakashi aveva un leggero fiatone, mentre Naruto doveva prendere dei respiri profondi per immettere aria nei polmoni.

Odiava ammetterlo, ma non avrebbe resistito ancora per molto, ma Kakashi non volle farlo sentire umiliato, infliggendogli il “colpo di grazia”.

“Fermiamoci, qui, sono un po’ stanco!” disse facendo  sussultare Naruto.

“Perché ti è fermato? Avresti potuto sconfiggermi facilmente ora!” disse il ragazzo.

“è un allenamento, non una battaglia. Inoltre bisogna dire basta quando non è necessario andare avanti!” disse Kakashi facendo riflettere il ragazzo.

Kisame gli aveva sempre detto di non fermarsi mai, finchè il proprio avversario non fosse caduto a terra stremato e pronto da eliminare.

Non che avesse intenzione di uccidere Kakashi, ma almeno di arrivare al punto di disarmarlo e il fatto di non esserci riuscito, gli fece comprendere di avere ancora molto da imparare. Inoltre quello che lo metteva a disagio era il fatto di aver deluso Kisame. Era sicuro che se l’avesse visto, il suo maestro non sarebbe stato contento della sua lotta.

Kakashi sembrò accorgersi del momentanea tristezza di Naruto e cercò di sollevarlo “I miei complimenti, sei riuscito a mettermi in seria difficoltà. Non molti ci sarebbero riusciti!” disse.

Naruto abbassò la testa “Non è vero. io ero sfinito, mentre tu avevi a malapena il fiatone e sono sicuro che ti sei anche trattenuto!” disse un po’ infastidito.

Naruto, da quanti anni hai cominciato ad allenarti con la spada?”

Bhe tutti i giorni da tre anni, con qualche pausa qua e là quando venivo ferito seriamente!” disse il ragazzo.

“Ferito seriamente? Non ci andavano leggeri quindi! Comunque io mi sono allenato con la spada per molti più anni ed è normale che abbia più esperienza, inoltre hai mai usato la spada in un combattimento che non fosse allenamento?” chiese l’uomo.

Naruto scosse la testa.

“L’allenamento è importante, ma è in battaglia che si conclude il vero addestramento. Ti sei allenato sempre con la stessa persona deduco, ma in campo di battaglia, affronti vari stili di combattimento e ogni volta ti devi adeguare per sopravvivere ed è così che si migliora sempre di più, quindi fossi in te io sarei alquanto soddisfatto del risultato ottenuto oggi!” disse Kakashi sorridendo.

Naruto lo guardò sorpreso poi sorrise “Si, credo che tu abbia ragione, grazie!”

Kakashi gli scompigliò i capelli “Andiamo a vedere come se la cavano gli altri!”.

Nei giorni successivi Naruto e compagni si allenarono per numerose ore con la katana e Naruto, quando mancava Kotetsu, aiutava Kakashi a insegnare a usare la spada ai suoi amici e in una sola settimana, i ragazzi riuscirono ad ingaggiare uno scontro base tra di loro, sempre con spade di bambu.

Il team 7, quella sera, tornò a casa poco prima del tramonto, dove il biondino si recò a guardarlo dal balcone di camera sua. Si vedeva mezza Konoha da li e i tetti, rossastri di loro, a quell’ora sembravano diventare di un rosso accesso. Notò qualcosa di strano però. Sopra un tetto, non molto lontano, una figura nera sembrava osservarlo.

Era una figura robusta molto alta e portava qualcosa con se, qualcosa di molto grande e non facile da maneggiare.

Naruto sussultò riconoscendolo.

Si catapultò fuori dalla stanza e, avvertendo Tsunade che aveva dimenticato una cosa al campo di allenamento e che sarebbe rientrato subito, si precipitò sul luogo dove aveva visto la figura.

Chiunque fosse, era scomparso, ma Naruto non si arrese, voleva vederlo e sperava vivamente che si trovasse ancora nei paraggi e che avesse semplicemente scelto un luogo più riparato.

Fu così, perché lo vide nuovamente poco più in là in un viale piuttosto buio dove di sicuro sarebbe passato inosservato.

“Ce ne hai messo di tempo Naruto!”

Naruto trattenne il fiato, aspettando che la figura uscisse dal buio e si mostrasse.

K-Kisame!”

“Sorpreso di vedermi, vedo!”

Naruto agendo di impulso lo abbracciò, ma si staccò subito ricordandosi che certe smancerie non piacevano al ninja, il quale per una volta si lasciò andare e sorridendo, scompigliò i capelli al biondino.

“Non che non sia contento di vederti, ma cosa ci fai qui? E come hai fatto ad entrare?”

“Ora non è il momento per le spiegazioni. Non posso stare qui a lungo, rischierei di essere scoperto e di mettere in pericolo anche te. Ascoltami bene, sono qui per darti un messaggio importante!” disse  serio il ninja.

Naruto stette bene ad ascoltare il discorso che ne seguì dopo.

Pain ha cominciato a dare la caccia a tutti bijuu. Siamo riusciti a guadagnare un po’ di tempo riuscendo a convincerlo che sarebbe stato meglio catturare il nove code per ultimo, ma presto arriverà anche qui. Forse è questioni di mesi, non escluderei anche anni, dato la complessità del compito che si è assunto, ma…” il ninja si fermò a fissarlo “Stai attento. Noi faremo in modo di rallentarlo il più possibile, ma non ti possiamo garantire niente. Pain sospetta che noi siamo stati complici della tua fuga. Per ora non ha prove e non sa niente, né dove ti trovi, né il perché te ne sei andato, quindi Konoha è ancora un posto sicuro, ma continua ad allenarti a diventare più forte, perché noi non saremo in grado di proteggerti per sempre!” spiegò Kisame con un aria tremendamente seria.

Naruto sussultò “Con questo cosa vorresti dire? Non avete intenzioni di compiere gesti avventati se le cose dovessero mettersi male vero?”

Kisame lo fissò, ma non rispose “Ora devo andare, ti salutano tutti!”

Kisame aspetta!” disse Naruto afferrando un arto del ninja.

Kisame guardò il ragazzo dall’alto al basso e accennò a un sorriso e prima di andarsene disse “Hai fatto un bel combattimento oggi. Sei migliorato, pochi sarebbero riusciti a resistere così tanto contro Kakashi! Continua ad allenarti moccioso e rendimi orgoglioso di te!”

Naruto lasciò la presa e abbassando la testa annuì. Quando la rialzò lo spadaccino delle nebbie si era volatilizzato, lasciando una profonda tristezza nel cuore di Naruto.

 

****************

Sesto capitolo terminato.

Cosa vi sembra? Spero vi sia piaciuto e che vi abbia incuriosito. Fatemi sapere!!!

Grazie a: JhonSavor; Lady Moonlight; Killerjack; saeko94; Vaius; Tomis: Krikka86; BlueAngel; Chariss; godemo per le recensioni sempre  molto gradite.

 Ovviamente un grazie spetta anche a chi ha aggiunto la storia a preferiti e seguite e tutti coloro che leggono.

Ciao al prossimo capitolo

Neko =^_^=

 

 

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Capitolo 7
*** Sospetti ***


Capitolo 7: Sospetti

 

Naruto rimase pensieroso per giorni dopo l’incontro con Kisame.

Era  felice di averlo incontrato dopo tanto tempo e che la parte dell’akatsuki con cui andava d’accordo non si era dimenticato di lui.

Il ragazzo non avrebbe mai potuto cancellare i momenti passati con loro, felici o dolorosi che fossero: Sasori, Deidara, Kisame e soprattutto Itachi avrebbero sempre avuto un posto nel suo cuore.

Ma la felicità di quell’incontro aveva lasciato anche tanta preoccupazione. L’avvertimento di Kisame l’aveva spaventato e non poco.

Sapeva già di essere ricercato da Pain e dagli altri, per ottenere il demone che si portava dentro, ma finchè non si fosse dimostrata una minaccia presente, aveva deciso di non pensarci.

Ora invece Kisame l’aveva messo al corrente del fatto, che il capo dell’Akatsuki aveva dato il via alla caccia ai Jinchuuriki e sarebbe stata solo questione di tempo, prima che quegli esseri arrivassero a lui.

Aveva paura. Paura di morire e di soffrire ancora, ma soprattutto paura per coloro che lo avevano cresciuto in quei quattro anni, i quali, per proteggerlo, stavano rischiando la loro vita.

Non sopportava l’idea di essere la causa della morte dei suoi amici. Si chiedeva se fosse giusto nascondersi e far rischiare così tanto agli altri.

Gli sembrava solo di essere un codardo.

 

Qualcuno bussò alla porta della camera del ragazzo, il quale era sdraiato sul letto a pancia all’aria con le mani dietro la testa per tenerla sollevata.

Naruto, posso entrare?” chiese Tsunade.

Naruto si mise a sedere e annuì con la testa. La donna gli si affiancò preoccupata.

“Tesoro, sono giorni che ti vedo pensieroso, c’è qualcosa che ti preoccupa?”

Naruto guardò la madre, indecisa sul da farsi “Diciamo di si!”

“Me ne vuoi parlare?”

Naruto sospirò “Mi chiedevo, cosa succederebbe se qualcuno si mettesse alla ricerca di tutti i jinchuuriki e ne estraesse i bijuu?”

Tsunade fu sorpresa dalla domanda “Non so cosa potrebbe accadere, ma di certo nulla di buono. Ogni demone ha un potere eccezionale impossibile da gestire, ti immagini cosa potrebbe fare un uomo con un tale potere?”

“Potrebbe arrivare anche a distruggere il mondo se solo volesse!” disse il ragazzo sconsolato.

“Esatto!”

“Quindi tu ritieni giusto nascondersi per sfuggire a un pericolo, rischiando però di mettere in pericolo altre persone?”

Tsunade sgranò gli occhi “Cosa vuoi dire?”

Naruto sospirò “Mamma, sei l’hokage e dubito che tu non sappia cosa stia succedendo là fuori. Solo non vuoi mettermi al corrente per non farmi spaventare, bhe sappi che sono più forte di quello che credi!”

Tsunade abbassò il capo.

“Tu sai che l’akatsuki sta cercando tutti i bijuu vero?” chiese Naruto.

“Come fai a saperlo?” chiese tsunade sorpresa.

“Il primo giorno che ho messo piede a konoha, ti dissi che ero a conoscenza del fatto di essere un jinchuuriki e che mi avevano mandato qui, proprio perché il mio potere non finisse in mani sbagliate. Mi hanno informato che questo qualcuno, è l’akatsuki! Ora io ti chiedo, è giusto che io mi nasconda quando altri sono in pericolo per proteggermi?” richiese nuovamente.

“A chi ti riferisci? Alle persone che ti hanno cresciuto?”

“Non solo, anche voi. Insomma se l’akatsuki dovesse attaccare,  non sarei solo io quello in pericolo!” disse il ragazzo tristemente. “in poche parole io mi sento un codardo a rimanere qui, tranquillo mentre qualcuno rischia per me!”

Tsunade abbracciò il figlio “Naruto è normale proteggere le persone che si amano, anche a costo della vita!”

“Ma non è normale starsene tranquilli a far niente, aspettando che queste persone muoiano!”

“Non mi pare che tu te ne stia qui a far niente. Ogni giorno ti alleni per migliorarti, dimmi, perché lo fai?”

Perchà Ita…cioè una persona mi ha detto di combattere per le persone che amo!”

Tsunade sorrise “Vedi? Alla fine ti alleni per fare la stessa cosa che noi stiamo facendo con te!”

In ragazzo ci pensò su e poi sospirando disse“Si, è vero, ma spero vivamente che nessuno ci rimetta la vita!”

 

L’ora x era scattata ormai da un pezzo. Sasuke e Sakura erano quasi sul punto di mettersi ad urlare. Non bastava il loro maestro a essere in ritardo agli allenamenti, ora si ci metteva anche Naruto.

“Salve ragazzi!” disse quest’ultimo appena giunto.

Naruto, ti sembra l’ora di arrivare? Dovevamo trovarci qui due ore fa!” disse Sakura contrariata.

“Lo so, ma Kakashi non arriva mai puntuale, perché aspettare qui inutilmente!”

“Perché lo dico io!” disse l’interessato comparendo alle spalle del ragazzo, il quale sussultò non avendolo avvertito.

Bhe mi sembra ingiusto farci stare qui come degli idioti, mentre tu fai…bhe non so cosa!” ammise Naruto incrociando le braccia.

“Vedo che ti piace mettere in discussione i miei ordini, facevi così anche con coloro chi ti hanno insegnato a maneggiare la spada?”

Il ragazzo solo al pensare a cosa gli succedeva quando gli capitava di disobbedire a un ordine, divenne blu dalla fifa.

N-no!” disse abbassando la testa “m-mi massacravano s-se osavo discutere una loro decisione!”

Kakashi alzò un sopracciglio incuriosito dall’atteggiamento del ragazzo, il quale si era letteralmente irrigidito “Bene, pensa che posso fare molto peggio di loro, se domani non ti presenterai qui all’ora da me stabilita!” disse divertito, ma cercando di nasconderlo al ragazzo, il quale scattò sull’attenti e disse “Sissignore!”

“Bene oggi faremo un allenamento speciale, che non riguarderà nessuna tecnica in particolare, ma, non meno importate,  impareremo come di fa a non cadere sotto l’inganno di un illusione!” disse Kakashi scoprendosi lo sharingan.

Naruto, sai che cos’è questo?”

“è lo sharingan, una delle tre arti oculari esistenti al mondo, insieme al byakugan e al rinnegan!”

Kakashi sorpreso disse “E-esatto! Quindi deduco anche che tu sappia che lo sharingan è un avversario insidioso in battaglia!”

“Insidioso, ma raro!” disse Naruto, il quale era ben a conoscenza dei pochi Uchiha esistenti al mondo.

“vero, ma comunque non da tenere da parte, solo perché difficilmente vi scontrerete con uno sharingan. Comunque questo occhio può creare illusioni molto potenti, letali a volte” Detto questo creò un’illusione all’interno della quale imprigionò i tre ragazzi, ma prima di rinchiuderli all’interno di quel “sogno” disse “provate  a uscirne da soli, senza che io intervenga!”

Naruto si guardava attorno, come anche Sasuke e Sakura.

“Dove ci troviamo?” chiese Sakura.

“In un’illusione!” disse Sasuke.

Naruto guardò il compagno “Sasuke, tu disponi dello sharingan come è possibile che tu sia caduto nell’illusione? Pensavo non accadesse!”

“La mia presenza qua dovrebbe farti ricredere. Lo sharingan può aiutarti a non cadere in un illusione, ma non ti impedisce di caderci e a quanto pare  Kakashi non c’è andato molto leggero, mi chiedo il perché!” si domandò Sasuke.

“Ha detto di provare a liberarci. Ma come si fa?” chiese Sakura “Sasuke?”

“Io so che deve essere il creatore dell’illusione a fermarla, ma una volta Kakashi mi aveva accennato ad altri modi…solo che non si è degnato di spiegarmeli!” ammise Sasuke seccato. Kakashi li aveva rinchiusi là dentro senza dire loro cosa fare e questo, a parere suo, perché il maestro era convito di aver già detto qualcosa in proposito.

“Dovete arrestare il flusso di chakra!” disse Naruto “Fate come vi dico e vedrete che riuscirete a tornare alla realtà!” Disse concentrandosi per poi sparire dall’illusione, lasciando i compagni da soli ad affrontare quello che sarebbe accaduto da li a pochi secondi e come tutte le illusioni, non sarebbe stato niente di piacevole, se solo Kakashi avesse esagerato.

“Mi sorprendi di nuovo Naruto, conosci anche come uscire dalle illusioni!” disse Kakashi vedendo il ragazzo riprendersi.

“Ho già avuto a che fare con lo sharingan, ci vuole ben altro per intrappolarmi in un illusione!” disse non rendendosi conto del fatto che poteva far nascere dei dubbi in Kakashi.

“Sbaglio o non stanno arrestando il flusso del chakra?” domandò Naruto, osservando i suoi compagni.

“Non è una cosa semplice, non è facile riuscirci al primo colpo!” disse Kakashi, ma appena terminata la frase, anche Sasuke riuscì a liberarsi  dall’illusione.

C-ci sono riuscito!” disse incredulo.

“Manca solo Sakura!” disse Naruto

“Dubito che ci riuscirà, è in preda al panico a causa della mia illusione!” disse Kakashi, meglio tirarla fuori da lì” disse interrompendo l’illusione.

Sakura cadde in ginocchio a riprendere fiato e Kakashi le si avvicinò e, piegandosi alla sua altezza, le mise una mano sulla spalla “Tutto bene Sakura?”

La ragazza era ancora troppo spaventata per rispondere.

“Forse ho esagerato un pochino, ma pensavo di spronarvi a trovare una soluzione facendo così!”

Ammise l’uomo rimettendosi in piedi.

“Ti sei dimenticato un particolare Kakashi-sensei, cioè spiegarci come ci si deve comportare! Se Naruto non lo avesse saputo a quest’ora…”

“Ho avuto un buon motivo per non mettervi al corrente!” disse Kakashi rimanendo sul vago, per non destare sospetti in Naruto. Infatti il copia-ninja cominciava ad avere qualche dubbio sul ragazzo e sperava vivamente di sbagliarsi.

“ Comunque sia, nterrompere il flusso di chakra non è una cosa semplice e mi meraviglio che voi ci siate riusciti come niente!”

“Scherzi? Sai quante illusioni terrificanti mi sono dovuto beccare prima di riuscirci? Qui se c’è qualcuno che merita complimenti è Sasuke, lui ci è riuscito in un solo colpo!” ammise Naruto.

Sasuke accennò a un sorriso.

Kakashi-sensei, se questo modo risultasse troppo difficile?” chiese Sakura.

“questo è un modo per rilasciare un illusione, in caso di fallimento…non c’è nient’altro che potete fare se non arrendervi!” disse Kakashi.

“Ma ci deve essere un modo meno complicato!” disse Sakura ormai ripresasi.

Kakashi  ci pensò su “Si, un modo ci sarebbe ed è quello di…

…farsi passare il chakra da un compagno!” disse Naruto interrompendo Kakashi.

Naruto, qui chi è il maestro, tu o io?” chiese Kakashi.

Ops, scusa Kakashi-sensei, non lo faccio più!” disse Naruto portandosi una mano dietro la testa.

Il copia-ninja però lo guardò con sospetto, c’erano un po’ troppe cose che non gli tornavano. Non riusciva a spiegarsi come facesse a conoscere così bene sia lo sharingan, sia come evitarne gli effetti. Pochi erano a conoscenza  di quei trucchi e alcuni di questi erano proprio i possessori di sharingan, i quali ormai non erano più numerosi come una volta.

Ma i sospetti che Kakashi incominciò ad avere, già dal tempo degli allenamenti con la katana, ebbero una conferma quasi sicura, il giorno del compleanno di Sakura.

Naruto aveva provveduto a fare un regalo alla ragazza e in particolare, aveva costruito 4 marionette di legno, che ritraevano i membri del team 7 e aveva ingaggiato un piccolo spettacolino, per la ragazza.

“Fantastico Naruto! queste marionette sono bellissime!” disse Sakura prendendone due in mano e guardandole.

Bhe, non mi sono venute molto somigliati. Riesco a fare delle marionette di legno, ma non so cucire molto bene e i “nostri” vestiti si vede che sono un po’…come dire…improvvisati.” Ammise il ragazzo imbarazzato.

“Beh vorrà dire che a quello ci penserò io. Però Sasuke lo trovo identico. Stessa aria imbronciata!” disse la ragazza divertita  “ e nello spettacolino l’hai reso proprio bene!”

Tsè!” fu l’unico commento che uscì dalla bocca del moro.

 

“Quelle marionette sono state mosse da fili di chakra. Da quanto ne so, alcuni ninja della sabbia sono in grado di manovrare marionette in battaglia. Mi chiedo quali siano le capacità di Naruto in questo campo, ma soprattutto chi glielo abbia insegnato!” pensò Kakashi, poi tornando a parlare ad alta voce chiese “Naruto, ho notato che quelle non sono marionette normali, ma sono fatte esattamente come delle marionette da combattimento!”

Bhe si,  ma non hanno quello scopo, non nascondono nessun marchingegno o arma. Solo che le so fare solo in quel modo!” disse il ragazzo.

“è stato un ninja della sabbia a insegnartelo?” chiese Kakashi.

ecco…veramente diciamo di si!” ammise il ragazzo abbassando la testa “Ha provato a insegnarmi a usarle in combattimento, ma sono proprio una frana, decisamente non è una tecnica che fa per me!”

“Ma se sei riuscito a farle muovere benissimo!” disse Sakura.

“Si è incartato un bel po’ di volte!” disse Sasuke.

Naruto appoggiò il compagno “non riesco a  muovere una marionetta senza, annodare i fili, chissà che scempio mi verrebbe in battaglia!”

“incastreresti i nemici in una rete di fili!” disse Sasuke.

Naruto lo guardò “Sarebbe una cosa fortuita, ma potrebbe funzionare!” disse Naruto, poi sentendosi osservato disse “Kakashi-sensei, qualcosa non va?”

“No, no. tutto apposto. Devo svolgere una commissione, voi prendetevi il resto della giornata libera e festeggiate il compleanno di Sakura tranquillamente!”Disse allontanandosi con uno sguardo serio sul viso.

Naruto  e Sakura furono ben felici dell’idea, mentre Sasuke era alquanto infastidito. Non amava quel genere di cose e scocciato osservò il suo maestro allontanarsi.

 

 

 

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Capitolo 8
*** Prima missione ***


Capitolo 8: Prima missione

 

 

 

Kakashi dopo aver lasciato il suo team, si recò al palazzo dell’hokage.

Ci andò con calma, forse per timore che i suoi sospetti fossero fondati.

Naruto aveva conoscenze su larga scala sul mondo degli shinobi e in pochi avrebbero potuto dargli un’educazione di un tale livello e soprattutto non ninja provenienti dallo stesso villaggio.

Aveva pensato a come potesse essere possibile.

Aveva ideato diverse ipotesi del tipo che il ragazzo, in quei quattro anni, avesse girovagato per il mondo e conosciuto varie persone che si erano offerti di insegnargli le proprie abilità.

Questa vana speranza però, morì subito. Non era possibile che i fatti si fossero svolti in quel modo.

Naruto sapeva usare molto bene la spada e non poteva di certo essere un insegnamento fortuito, ma un allenamento costante con lo stesso allenatore, tanto da prenderne anche le movenze.

E poi c’era lo sharingan.

Naruto sembrava conoscerlo piuttosto bene, anche se non i segreti più celati, ma era impossibile che qualcuno all’esterno di Konoha avesse potuto rivelargli il meccanismo di quell’arte oculare.

Solo gli abitanti di Konoha sapevano di cosa era capace quell’occhio, essendo il clan Uchiha originario di quel villaggio.

 

Tsunade venne disturbata dal suo sonnellino nell’ufficio dell’hokage da un bussare alla porta.

“Vi ho svegliato?” chiese Kakashi entrando. Avendo bussato più volte, aveva intuito che la donna si fosse addormentata, dato che non era la prima volta. Anche se, durante l’assenza di Naruto, la donna non doveva mai farsi attendere, dato che per il minimo rumore si svegliava di soprassalto a causa dell’ansia che la tormentava giorno e notte.

“Cosa vuoi Kakashi?” chiese la donna notando lo sguardo serio dell’uomo.

“Volevo parlarle di una cosa importante, ma vorrei che ci fosse anche Jiraya-sama se non vi dispiace!”

Tsunade alzò un sopracciglio sorpresa “Jiraya non è al villaggio al momento, dovrebbe tornare a giorni! Ma se è una cosa importante, non vedo perché dovresti consultare anche lui, dopo tutto sono io l’hokage!”

Kakashi annuì “Ha ragione, il fatto è che volevo parlarvi di Naruto!”

Tsunade si preoccupò. L’uomo spesso le riferiva le capacità del ragazzo, ma con un aria serena e quello sguardo serio e pensieroso, la inquietavano.

“è successo qualcosa?” chiese ansiosa.

Kakashi scosse la testa “No, non ancora almeno!”

“non girarci intorno Kakashi e arriva al punto!”

Kakashi sospirò “Ho il motivo di credere che Naruto, in questi quattro anni sia stato…in contatto con l’Akatsuki!”

Tsunade sgranò gli occhi “La tua affermazione è piuttosto grave. Cosa ti ha fatto giungere a questa conclusione!” disse guardando storto l’uomo.

“Ho delle buone ragioni per sospettarlo. Ha conoscenze che non può aver appreso da persone comuni. Gli è stato insegnato a usare la spada e nella mia carriera ninja, ho avuto a che fare con un solo ninja che destreggiava la spada come fa Naruto: questo ninja è il traditore del villaggio della nebbia Kisame. Ha detto di aver avuto già a che fare con lo sharingan e sa come annientare una sua illusione e gli unici in possesso di quest’arte innata, come lei ben sa, siamo io,Sasuke e…

Itachi!” concluse la donna in un bisbiglio.

“Infine c’è un’altra cosa che mi ha fatto arrivare a questa conclusione. È in grado anche di fabbricare marionette e di manovrarle, come solo un ninja della sabbia può fare. Ho anche pensato che un qualsiasi ninja di quel villaggio ha potuto insegnarglielo, ma se si prendono in considerazione le ipotesi prima elencate allora…” fece una pausa di silenzio per vedere la reazione di Tsunade, la quale non distoglieva il suo sguardo dal suo “…nellAkatsuki c’è un membro appartenente al villaggio della sabbia ed è piuttosto abile con le marionette, se non la sua specialità!”

“Non abbiamo prove attendibili per insinuare questo. Inoltre ti rammento che l’Akatsuki è alla ricerca dei bijuu. Se veramente Naruto fosse stato un loro membro, come spiegheresti il suo ritorno a Konoha?” chiese Tsunade seria.

“Io credo che dovremo prendere in considerazione, che Naruto sia un infiltrato per conto dell’organizzazione e che finga con noi, per ottenere qualche sorta di informazione!” ammise Kakashi constatando le varie possibilità che Tsunade non voleva nemmeno sentire.

“Questo lo escludo categoricamente. Naruto, mio figlio, non è un traditore!”

Kakashi sospirò “Per quanto possa essere doloroso, deve considerare il fatto che potrebbe essere così!”

“Prima di tutto, non abbiamo niente che all’Akatsuki potrebbe interessare, a parte Naruto, secondo, mio figlio ha detto più volte che gli è stato chiesto di tornare a Konoha per nascondersi dall’Akatsuki!”

“il ragazzo potrebbe mentire!” disse Kakashi facendo sussultare la donna.

“No!” disse determinata la donna “Ho visto la paura che aveva negli occhi, quando abbiamo parlato del fatto che l’Akatsuki vuole tutti i bijuu! Per quanto una persona possa essere brava a recitare, alcune emozioni non si possono trasmettere attraverso gli occhi!” disse Tsunade sbattendo un pugno sul tavolo.

Kakashi mantenne la sua compostezza “Sto solo facendo delle ipotesi, dato che il ragazzo mi ha condotto a dubitare più volte. Però avrei una proposta per scoprire se Naruto ci stia effettivamente nascondendo qualcosa che potrebbe non piacerci!”

Tsunade lo guardò, per poi fargli un cenno con la testa per farlo continuare.

“Una missione!”

“Di che genere di missione stai parlando?” disse la donna la quale per il nervosismo si era messa a girare per la stanza.

“Una missione che preveda la ricerca di qualche membro dell’Akatsuki e vedere come reagisce al loro incontro!”

Tsunade si girò di scatto verso il ninja sconvolta “Hai la minima idea di quanto assurda sia questa tua richiesta? Se dovessi sbagliarti e nel peggiore dell’ipotesi essere sconfitti, Naruto sarebbe catturato e ucciso!”

“Si, me ne rendo conto, ma nonostante non abbia prove, sono quasi sicuro di quello che affermo. Naruto non vi ha mai voluto dire con chi è stato in questo tempo. Perché? Probabilmente ha qualcosa da nascondere. Inoltre mi prendo la piena responsabilità che non accada niente al ragazzo. Lo proteggerò a costo della vita, inoltre mi farò accompagnare oltre che dai miei allievi, da qualcuno di cui mi possa fidare!”

Tsunade mantenne il silenzio senza dare una risposta né negativa, né positiva.

 

Naruto tornò a casa e si chiuse la porta di camera sua dietro le spalle sospirando.

Quella giornata si era proprio divertito e gli dispiaceva che il sole fosse già tramontato.

Si avvicinò alla sua scrivania e apri un cassetto per porvi una cosa. L’oggetto in  questione si trovava nella tasca dei suoi pantaloni ed dopo averla estratta da quel “nascondiglio” la fissò a lungo. 

La porta di camera sua si aprì lentamente e il ragazzo in tutta fretta nascose quell’oggetto nel cassetto il più veloce possibile, senza evitare però di insospettire la donna che era appena entrata.

“Cosa stai nascondendo?” chiese Tsunade sorpresa.

Naruto balbetto un niente, ma continuava a rimanere vicino al cassetto con atteggiamento nervoso.

“Stai nascondendo qualcosa?” chiese Tsunade sospettosa. Aveva paura che aprendo quel cassetto avrebbe trovato qualcosa che lo avrebbe incastrato.

Naruto abbassò la testa, mentre la donna si avvinava e apriva il cassetto. Il ragazzo non aveva fatto alcuna resistenza.

Tsunade prese l’oggetto e l’osservò. La sua aria preoccupata si trasformò in serena e sorrise.

Naruto vedendo la donna divertita, si avvicinò e le strappò la foto che cercava di nascondere e la strinse a se.

“Perché cercavi di nascondere la tua foto con Sakura?”

Naruto arrossì “Bhe…ecco…mi è venuto istintivo e…e…

“Ti piace vero?” chiese la donna divertita dalla faccia del figlio che era di un colore rosso acceso per l’imbarazzo.

M-ma cosa dici? No, è s-simpatica, gentile con me, ma ciò non significhi che…che…Naruto alzò lo sguardo e vedendo il sorriso della donna ammise “Si, mi piace, ma non dirlo a papà!”

Tsunade sgranò gli occhi “Perché?”

“Perché mi farebbe fare brutta figura. Quel pervertito cercherebbe di darmi consigli su come conquistarla e temo solo all’idea di pensare a cosa potrebbe farmi fare!”

Tsunade scoppiò in una sonora risate “Hai proprio ragione tesoro. Va bene, non gli dico niente, ma a dirla tutta, non è che non si noti che ti piace!”

Naruto sussultò “C-come? L’avevi capito?”

Tsunade annuì “Le volte che passo a guardarvi allenare, vedo gli sguardi che le mandi, anche quando dovresti essere concentrato!”

Naruto arrossì “Dici che lei se n’è accorta?” si interruppe un attimo “Ma no è impossibile, secondo me a lei piace Sasuke!”

“solitamente la persona che piace, non si accorge se qualcuno è interessato a lei!” disse facendo l’occhiolino al ragazzo.

“Cosa vuoi dire con questo?” chiese il ragazzo convinto che la madre facesse riferimento a qualcosa di particolare, ma la donna non gli disse niente, ma si alzò per andarsene.

“Mamma aspetta! Sei entrata in camera per parlarmi o chiedermi qualcosa giusto?”

La donna tornò seria e mantenne il silenzio per qualche secondo. Non sapeva esattamente cosa fare, se andare dritto sul punto e chiedergli con chi aveva passato quei quattro anni o meno. Ma decise di tacere vedendo l’allegria che il figlio aveva negli occhi. Raramente l’aveva vista e non voleva cancellarla per alcuno motivo, così sospirando disse “Niente tesoro, volevo solo avvertirti che presto assegnerò una missione a te e alla tua squadra!”

A Naruto gli si illuminarono gli occhi “Davvero? Non vedo l’ora. Di che missione si tratta?”

“Si tratta di una missione di livello C, che potrebbe trasformarsi in B. Tu e la tua squadra dovrete cercare dei ninja e portali a Konoha sperando che non impongano troppa resistenza!”

 

Il giorno seguente tutto il team Kakashi venne messo al corrente della missione.

Sasuke come al solito non fece una piega, Naruto era al settimo cielo, mentre Sakura era un po’ timorosa.

Nelle scorse missioni non aveva fatto praticamente niente, oltre che a dipendere dagli altri e aveva paura di essere nuovamente di intralcio alla squadra.

“Bene ragazzi! Dato che la missione potrebbe essere più rischiosa del normale, ho deciso che vi affiancherò un altro jounin!” disse per poi fare entrare il jounin in questione accompagnato da un ragazzo di cui Tsunade non sapeva niente.

Yamato, chi è questo ragazzo?”  chiese la donna, ma l’uomo scosse la testa.

“Il mio nome è Sai, hokage-sama!” disse il ragazzo sorridendo, ma tutti si accorsero che in quel sorriso c’era qualcosa di strano.

Tsunade!” disse una terza persona entrata dopo il ragazzo.

Naruto storse il naso. Quell’uomo, di nome Danzo, non gli era mani andato a genio. Aveva sempre rivolto degli sguardi tremendi al ragazzo e più volte lo aveva sentito chiedere a sua madre di tenerlo legato come un cagnolino, quando andava a trovare sua madre in ufficio.

“Cosa vuoi Danzo?” chiese la donna regalandogli uno sguardo di ghiaccio.

“Io e i consiglieri, non siamo d’accordo con la missione che sta affidando a questo team, a uno di loro in particolare!” disse guardando Naruto “Ritengo inopportuno fare uscire il jinchuuriki in questo periodo. Lo sai meglio di me che l’Akatsuki è alla sua ricerca o non ti importa di tuo…figlio!” disse questa ultima parola con disprezzo.

Tsunade si innervosì “Ho pensato a lungo se affidare o meno questa missione a loro. prima di tutto non posso tenere mio figlio legato al villaggio, secondo ho piena fiducia in lui e so che saprà cavarsela egregiamente! Inoltre ti vorrei ricordare che stai mettendo in dubbio le abilità dei miei ninja!”

“So bene che Kakashi e Yamato sono dei buon ninja, ma ritengo comunque troppo avventata questa tua mossa. Per questo io e gli anziani, abbiamo deciso di aggiungere un elemento alla tua squadra!” disse indicando Sai.

“Ha la nostra stessa età, se noi non siamo adatti a questa missione, non lo è nemmeno lui!” disse Sasuke infastidito dall’uomo, sentendosi offeso.

“attento a come parli Uchiha. Sai è già un ambu a differenza di voi che siete solo dei genin appena usciti dall’accademia!”

Tsunade intervenne “La forza non è l’unica cosa che conta in missione, serve anche abilità e furbizia e questi ragazzi ne sono dotati, che tu voglia crederlo o no!”

“comunque sia, non puoi sottrarti a questo nostro ordine. O Sai si aggiunge alla vostra squadra di ricerca o loro non vanno da nessuna parte!” disse Danzo per poi uscire.

Tsunade diede il permesso a tutti di uscire, dando l’ordine a Kakashi e Yamato di restare.

“Quel ragazzo potrebbe essere un problema!” disse Tsunade “Non mi fido di Danzo. Chissà cosa ha in mente!”

“Più che preoccupato per l’esito della missione, mi sembrava interessato!” affermò Kakashi.

“è risaputo che detesta mio figlio e la volpe a nove code, ma mi chiedo cosa altro nasconda. Kakashi, Yamato, oltre al compito di proteggere mio figlio, vi affido l’incarico di sorvegliare Sai. Non è detto, ma potrebbe fare una mossa falsa e far saltare in aria qualsiasi piano abbia in mente.

I due ninja annuirono, per poi chiedere il permesso di allontanarsi.

 

La missione ebbe inizio il giorno dopo e i ragazzi giunsero alle porte di Konoha puntuali.

“Tu devi essere Sai, piacere io sono Sakura. Lui è Sasuke, mentre lui è Naruto!”

Sai li guardò tutti, ma si soffermò soprattutto su Naruto, poi chiudendo gli occhi e sorridendo disse “il piacere è mio!”

Sasuke gli si avvicinò e gli disse “Tu non mi piaci. Ci stai nascondendo qualcosa!”

Sai sempre sorridendo disse “Che vi piaccia o no, cerchiamo di portare a termine la missione!”

“Sai ha ragione Sasuke! Chissà magari non è poi così antipatico come credi!” disse Naruto.

Tsè, il mio intuito non sbaglia mai!” disse Sasuke distaccandosi dal gruppo.

“Grazie per avermi difeso, mostro!” disse il nuovo arrivando, non calcolando però il fatto che chiamandolo con quel nome, avrebbe potuto suscitare le ire del biondo.

Infatti Sai si ritrovò a terra con una guancia dolorante.

“Non osare mai più chiamarmi così, intesi?”

Sakura intervenne “Naruto, calmati. Non risolverai niente comportandoti così. Dobbiamo andare d’accordo, ne va della missione. Quindi ora chiedi scusa e prometti di mantenere la calma, per le prossime volte che ti chiamerà così!”

Naruto girò il viso contrariato, poi sospirando si arrese “D’accordo. Scusa di averti colpito, prometto che non lo farò più per tutta la durata della missione!”

Sai sorrise e alzandosi accettò le sue scuse, ma un nuovo pugno, sull’altra guancia, lo buttò nuovamente a terra.

S-Sakura-chan!” disse Naruto stupito.

“Ho fatto promettere a Naruto di non colpirti più, ma prova a richiamarlo di nuovo in quella maniera davanti a me e niente potrà impedire che il mio pugno si scontri “accidentalmente” con la tua faccia. Intesi?” lo minacciò la ragazza fuori di sé.

Sai si alzò nuovamente e annuì.

“Vedo che avete già fatto amicizia!” Disse Kakashi ironico “evitate di uccidervi fra di voi per favore. Non possiamo badare anche a dei bambini oltre a cercare dei criminali!”

I ragazzi abbassarono la testa e annuirono.

 

Passò circa un ora in cui i ragazzi e i loro insegnanti, saltarono da un albero all’altro, seguendo Pukkun il cane ninja di Kakashi, il quale era stato invocato per seguire un odore particolare.

Kakashi-sensei, stiamo saltando da un sacco di tempo. Ci puoi dare qualche informazione in più su chi stiamo cercando?”

“Non posso darvi informazioni precise, dato che non sappiamo chi ci ritroveremo esattamente davanti, ma…Kakashi lanciò uno sguardo a Naruto “stiamo cercando un qualsiasi membro dell’Akatsuki!”

Naruto a quelle parole si fermò di colpo, suscitando gli sguardi sorpresi dei suoi amici, tranne di Kakashi.

 

 

***************

 

Fine ottavo capitolo.

Cosa vi sembra?

Ora corro subito a scrivere l’altro prima che l’ispirazione mi passi.

Grazie a tutti di avermi seguito fino a questo punto e spero vivamente che la storia continui a interessarvi.

A presto

Neko    =^_^=

 

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Capitolo 9
*** Davanti al nemico ***


Capitolo 9: davanti al “nemico”

 

Naruto al sentire pronunciare il nome dell’Akatsuki, arrestò di colpo la sua corsa.

Tutti si girarono verso di lui sorpresi.

Naruto, cosa ti è preso?” chiese Sakura preoccupata dall’atteggiamento del nemico.

Naruto aveva lo sguardo basso e stringeva i pugni “Kakashi-sensei, perché ci è stata affidata questa missione?” chiese il ragazzo senza alzare lo sguardo.

“Sono stato io a chiedere all’hokage di affidarci questa missione, non devi avercela con tua madre!” disse Kakashi.

Naruto alzò di scatto lo sguardo, mostrando per la prima volta gli occhi rossi del Kyuubi.

Tutti sussultarono e Sasuke e Sakura si spaventarono a quella vista.

Sapevano cosa nascondesse dentro di se Naruto, ma vederlo con i propri occhi era più agghiacciante.

 “Tu lo sai che l’Akatsuki mi sta cercando, di sicuro mia madre ti ha messo al corrente. Perché hai accettato una missione di questo genere? Sei solo pazzo o vuoi farmi uccidere?”chiese Naruto adirato.

“Ho i miei motivi per cui l’ho fatto. Volevo mettere alla prova le vostre capacità e solo con un avversario temibile, si tira fuori il meglio di se stessi!” mentì Kakashi. “Ho già pensato ai rischi che potremmo correre, per questo mi sono fatto accompagnare da un altro jounin, per intervenire in caso di pericolo e di proteggerti se è necessario!”

“Voi non sapete di cosa sono capaci quelli dell’Akatsuki!” disse Naruto continuando a guardarlo storto.

“Tu invece?” chiese Kakashi guardandolo serio.

Naruto sussultò poi abbassando la testa rispose di no.

Non era una menzogna al 100% dato che non sapeva esattamente di cosa erano capaci i membri con cui non aveva legato.

“Allora non dovresti temere così tanto senza conoscere a fondo i rischi!” ammise Kakashi.

“Ma l’akatsuki sta cercando i bijuu. Non sono dei ninja da quattro soldi o non rischierebbero nell’attuare un tale piano!” ammise Naruto.

“Chi è l’Akatsuki? E i bijuu?” chiese Sakura non riuscendo a capire niente di quello che il suo compagno e il maestro si dicessero.

“L’Akatsuki è un’organizzazione criminale, composta da vari membri. Al momento se ne contano nove e ognuno appartiene a un villaggio differente!” disse Kakashi.

“E i bijuu?” intervenne Sasuke curioso anch’esso di capirci di più.

“è un argomento top secret a Konoha!” disse Yamato cercando di interrompere la conversazione, ma a quel punto intervenne Naruto “Sono demoni dotati di una quantità di chakra enorme, se non infinita. Ne esistono nove e ognuno di loro ha un numero di code differente! L’Akatsuki sta cercando di impossessarsi di questi demoni, alcuni dei quali sigillati in persone, per qualche motivo ancora sconosciuto!”

“La volpe a nove code che è racchiusa dentro di te quindi è…” cominciò Sakura.

“Si, è un bijuu!” disse Naruto.

 

Kisame e Itachi erano alla ricerca del Jinchuuriki del gatto a due code.

L’avevano trovata e ora si trovavano faccia a faccia con lei pronti a darsi battaglia.

La ragazza intuendo di essere in svantaggio contro quei ninja, sfoggiò il potere del Nekomata, attirando così l’attenzione del Team Kakashi che si diresse verso quel luogo.

Itachi, si sta avvicinando qualcuno!” disse Kisame avvertendo la presenza di alcuni intrusi che si avvicinavano a velocità sostenuta.

“Penseremo a loro quando e se avranno il coraggio di mettersi contro di noi. Per il momento cerchiamo di portare a termine la missione!” disse Itachi determinato attivando il suo sharingan.

In realtà non voleva catturare così in fretta il jinchuuriki, ma si era accorto che oltre a degli intrusi, qualcuno li stava spiando e al primo passo falso questa spia avrebbe fatto rapporto al capo, rovinando la loro copertura e mettendo in pericolo Naruto.

Poteva solo sperare che i ninja che si stavano avvicinando loro, fossero alleati del jinchuriki e fossero abbastanza potenti, da dar loro del filo da torcere e permettere alla donna di scappare.

 

Il team Kakashi stava avanzando velocemente nonostante Naruto si tenesse in fondo alla fine e cercasse di rallentare.

Pukkun poco prima aveva riferito loro, di aver scovato l’odore di due membri dell’Akatsuki. Uno di essi lo riconobbe come Kisame, dato che ricordava il suo odore, da quella volta che Kakashi si era dovuto scontrare con lui, mentre l’altro, nonostante lo avesse riconosciuto a causa dell’odore simile a un componente del team del suo padrone, aveva taciuto proprio per non causare chissà quale reazione all’interessato.

Naruto non riuscì a impedire però di giungere a destinazione e presto si ritrovarono davanti ai membri dell’Akatsuki, i quali vedendoli smisero di lottare, permettendo al Nibi di scappare.

Kisame si lasciò sfuggire un imprecazione quando vide Naruto, mentre Itachi mantenne la sua compostezze di fronte ai suoi “due”fratelli.

Sasuke invece sentì una grossa rabbia crescergli dentro e cercò di attaccare, ma Kakashi lo fermò prima che potesse compiere qualche mossa avventata.

Naruto li guardò per poi abbassare la testa.

Kakashi con la coda dell’occhio lo osservò e trovò sospetto questo suo comportamento.

Non era intimorito dalla loro presenza, ma rattristato.

“Ci si rivede Kakashi” disse Kisame “Qual buon vento ti porta qui? Con il Jinchuriki per giunta? Non vi è giunta voce che il nostro obbiettivo sono i bijuu?” disse Kisame afferrando la sua Samehada.

“tutto il mondo ninja sa cosa state tramando e voi dovreste sapere che  tutti il villaggi hanno il compito di catturarvi e annientarvi!”disse Kakashi.

“Tu Kakashi vorresti catturarci? Insieme a quei mocciosi?” disse Itachi non distogliendo lo guardo da Sasuke, il quale bolliva dalla voglia di prenderlo a calci.

Una voce proveniente da un punto non identificato disse “Prendete il Kyuubi!”

Kisame e Itachi si girarono verso il compagno, fino a quel momento nascosto anche ai loro occhi e che aveva pronunciato le fatidiche parole, il quale si mostro a tutti i presenti.

Naruto alla vista di Zetzu sussultò e fece qualche passo indietro.

Kakashi in quell’istante potè leggere paura negli occhi del ragazzo e cominciò a pensare che forse la sua intuizione che esso potesse appartenere all’organizzazione fosse sbagliata. Ma non riusciva  a spiegarsi il perché non avesse agito così anche nei confronti di Kisame e Itachi.

 

Zetsu vedendo i suoi compagni immobili e disobbedire agli ordini, si catapultò verso il biondo, ma Kisame, colpendolo con la spada, lo fermò.

“Non ti azzardare a toccare la nostra preda! Noi abbiamo l’incarico di catturare i Jinchuuriki e solo noi lo faremo. Tu torna pure da dove sei venuto, stupida pianta!”

Zetsu lo guardò storto per poi scomparire, rimanendo comunque a sorvegliarli, e lasciare tutto in mano ai suoi compagni, nonostante non fosse convinto della loro lealtà. La mossa compiuta da Kisame lo aveva insospettito.

Sapeva che lo squalo aveva un orgoglio tale da impedire a chiunque di svolgere un compito affidato a lui, ma sapeva anche che avrebbe potuto reagire così per proteggere il moccioso.

Comunque fosse, con lui a sorvegliarli, Itachi e Kisame non avrebbero potuto tirarsi indietro o sarebbero stati uccisi da Pain, appena esso avesse fatto la spia.

Kisame si buttò all’attacco e colpì Naruto con la spada a un braccio, provocandogli un profondo taglio.

Il ragazzo cadde a terra impreparato, non sapendo cosa fare. Si teneva il braccio dolorante e guardava Kisame dal basso verso l’alto.

“è tutto qui quello che sai fare Jinchuuriki? Pensavo che essendo il possessore del nove code, tu mi dessi maggior filo da torcere!”

Kisame stava nuovamente per attaccare, quando qualcuno con una spada fermò il suo attacco.

Kakashi aveva recuperato la katana di Naruto, la quale era stata spazzata via al momento del colpo, e la usò per proteggere il ragazzo.

Sasuke invece non era più riuscito a starsene tranquillo e cercò di attaccare il fratello, il quale non sembrava intenzionato a farsi colpire.

“Sei patetico fratellino. Se davvero vuoi sconfiggermi, dovrai fare molto meglio di così!” disse Itachi per poi tirargli un pugno nello stomaco e farlo cadere a terra.

Yamato andò in aiuto di Sasuke mentre Sakura si era avvicinato a Naruto per vedere le sue condizioni.

S-sto bene Sakura-chan!” disse il biondo per tranquillizzare la ragazza, ma non servì a molto.

“No, non stai bene, questo è un brutto taglio, non smette di sanguinare!” disse la ragazza premendo sul taglio con un fazzoletto, ormai diventato rosso.

Sai invece stava immobile a osservare le due fazioni combattere, aspettando il momento giusto per attaccare anch’esso.

Fissava insistentemente soprattutto Itachi Uchiha, come a volerne studiare i movimenti e i punti deboli.

Naruto si accorse di questa stranezza del compagno e decise di tenerlo sotto controllo. Non avrebbe attaccato né Kisame, né Itachi. Non sarebbe riuscito a far loro un graffio e con la ferita procurata dallo squalo, poteva anche scusarsi del fatto di non essere intervenuto.

Fissò Sai a lungo, ma un urlo da parte di Sakura lo fece girare, facendogli perdere il contatto visivo che aveva stabilito verso il suo nuovo compagno di squadra.

Kakashi era stato spazzato a terra dalla forza sovrumana di Kisame e ora si avvicinava a Sakura e al biondo.

Kisame lo guardava con uno sguardo che gli chiedeva di fare qualcosa per difendersi e Naruto obbedì. Fece una capriola che lo portò accanto a Kakashi, il quale si stava già rialzando, e si impossessò nuovamente della sua Katana parando il colpo che lo squalo gli stava per riservare.

“I miei complimenti moccioso, sai usare bene quell’arma, ma ci vuole di più per sconfiggermi” disse il ninja. Combattimento o meno, Kisame era sempre pronto a sfidare il ragazzo, per far si che desse il meglio di se stesso.

Kisame e Naruto cominciarono a lottare tra di loro, ma le movenze simili di entrambi, fecero nuovamente tornare i dubbi a Kakashi, anche perché si vedeva benissimo che Kisame non stava facendo sul serio con il ragazzo. Lo colpiva con violenza tale da farlo volare a terra, ma non gli dava mai il colpo di grazia, al contrario gli dava sempre il tempo di rimettersi in piedi e  inoltre  le parole, che dovevano suonare come provocazione, sembravano invece degli incoraggiamenti.

Kakashi cercò di elaborare velocemente i dati che aveva acquisito, ma non riusciva veramente a capire, se Naruto fosse un loro complice o meno.

C’erano tanti elementi che lo potevano incolpare, quanti quelli che potevano scagionarlo.

Naruto venne scaraventato nuovamente a terra a causa di una sua distrazione e esso sapeva benissimo che Kisame faceva pagare queste mancanze.

Naruto aveva lanciato nuovamente un’occhiata a Sai e aveva notato che esso era scomparso.

Nonostante il colpo subito, cercò di rialzarsi cercando di visualizzare Sai, ma l’unica cosa che vide fu un ombra scura avvicinarsi furtivamente ai piedi di Itachi, il quale a causa di Yamato e Sasuke, non aveva il tempo di accorgersi quanto stava succedendo.

Se Sasuke non era un granchè da tenere a bada, Yamato era un osso duro e sembrava non farsi abbindolare dallo sharingan.

Naruto non poteva urlargli di stare attento e Itachi si accorse all’ultimo momento che qualcosa si stava avvicinando.

Un’ombra scura…troppo scura confronto alla sua ombra proiettata a terra del sole.

Era inchiostro, che successivamente prese la forma di Sai, il quale con la sua Katana sfoderata era pronto a colpire alle spalle il traditore di Konoha.

La sua spada passò da parte a parte attraverso il corpo e il sangue gocciolava in modo copioso a terra.

Nessuno aveva minimamente immaginato quello che si sarebbe verificto e rimasero tutti pietrificati a quella scena.

 

 

 

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Capitolo 10
*** Corsa contro il tempo ***


Capitolo 10: Corsa contro il tempo.

 

La lama estratta dal corpo immobile del ragazzo, continuava a gocciolare il prezioso liquido che rappresenta la vita per ogni essere vivente al modo.

“NARUTOOOOO!” Urlò Sakura shoccata da quanto accaduto.

Il ragazzo aveva usato il proprio corpo, per far scudo a Itachi.

Si trovava in piedi con le mani sullo stomaco, punto in cui era stato colpito,  le quali erano ormai intrise di sangue. La vista cominciò a farsi annebbiata e le gambe non riuscirono più a reggere il peso del proprio corpo.

Cadde, ma Itachi lo afferrò prima che potesse toccare il suolo.

Baka, perché lo hai fatto. mi ero accorto di qualcosa di strano, sarei riuscito a cavarmela!” lo rimproverò con voce tremendamente preoccupata.

Naruto aveva gli occhi socchiusi a causa della stanchezza che si impossessava sempre più di lui, ma guardava il ragazzo che lo teneva stretto tra le sue braccia.

Il biondo alzò una mano, come a volergli toccare il viso. Itachi afferrò quella mano, che tante volte lo avevano abbracciato quando era ancora piccola, e la strinse con forza, come a voler essere l’ancora che teneva allacciato Naruto alla realtà.

N-non v-volevo c-che…t-ti f-aces-sero del m-male… n-non p-potevo r-ri-rischiare!” disse il ragazzo a fatica.

Naruto, tu hai tante persone vicino, a me nessuno mi avrebbe rimpianto!” disse l’Uchiha continuando a stringere il debole corpo del biondo.

I-io s-si! n-non v-voglio p-perdere m-mio f-fratello” disse chiudendo gli occhi.

L’uchiha lo chiamò spaventato temendo il peggio, ma Naruto riaprì gli occhi debolmente e sorrise

“Cerca di resistere!” disse Itachi cercando di incoraggiarlo a non mollare. Spesso nel suo periodo all’Akatsuki se l’era vista brutta a causa dei duri allenamenti a cui spesso veniva sottoposto. Certo non erano mai arrivati  a tanto, ma doveva farsi forza come tutte le altre volte.

F-fa m-male e…e h-ho fred-do! I-itachi h-ho paura!” disse il ragazzino facendo uscire qualche lacrima.

“Andrà tutto bene, te lo prometto, ma tu stai sveglio d’accordo?”

Il ragazzo annuì leggermente.

 

La situazione era scappata di mano a tutti presenti, Kakashi per primo.

Aveva promesso a Tsunade che niente sarebbe accaduto al figlio e ora si ritrovava fra la vita e la morte…per cosa poi? Per scoprire se il ragazzo, aveva avuto o meno contatti con le persone che lo volevano morto?

I suoi dubbi erano stati chiariti, ma il copia- ninja si domandava se era il caso di arrivare fino a quel punto per scoprire la verità.

Avrebbe potuto ricorrere ad altri mezzi, come  chiedere aiuto ad Ibiki, un ninja abile nel far parlare le persone. Di sicuro poteva trovare un metodo più sicuro di quello.

 

Kisame osservò tutto la scena da lontano. Non si era mosso dal luogo in cui, fino pochi minuti  prima, stava combattendo proprio con quel ragazzo che ora giaceva inerme fra le braccia del suo compagno.

Si accusò di non essere stato più attento. Aveva notato che Naruto era distratto da qualcosa, ma come al suo solito, esso era troppo concentrato a impartire lezioni al suo allievo, invece di stare attento a tutto ciò che lo circondava.

Avrebbe preferito cento volte che fosse stato Itachi al suo posto. Erano compagni, ma nell’Akatsuki a nessuno importava più di tanto dell’altro. Se collaboravano era solo per sopravvivenza. Invece Naruto era l’unico che era riuscito a trovare del buono in lui e i suoi compagni ed era stato impossibile non affezionarsi a quella facciotta tonda che sorrideva loro, anche quando, nel profondo del cuore, era triste.

Kisame spostò lo sguardo verso colui che aveva inflitto la ferita al ragazzo.

Sai  era anche lui immobile, con un volto inespressivo, come se quella faccenda non lo sfiorasse minimamente.

Kisame si sentì invadere da una grande rabbia e, stringendo più saldamente l’impugnatura della Samehada, si catapultò sul ragazzo dalla carnagione bianca.

Fu una lieve voce a farlo fermare.

Naruto con le poche forze che gli erano rimaste, era riuscito ad impedire allo squalo di  compiere un assassinio.

“Perché?” chiese Kisame non capendo.

Per lui era normale uccidere chiunque si metteva in mezzo alla strada, anche se per la prima volta si era ritrovato a desiderare di eliminare qualcuno  che avesse fatto del male a una persona a lui cara.

Naruto rimase in silenzio. Non aveva la forza di rispondere alla domanda da lui posta.

“Dobbiamo immediatamente curarlo!” disse Itachi prendendo in braccio il ragazzo , alzandosi in piedi e girandosi verso Kakashi.

L’uomo stava per avvicinarsi all’Uchiha con l’intenzione di togliere il biondo dalle sue mani, ma una voce disse “Lo porterò io!”

Tutti si girarono verso l’uomo appena giunto sul posto.

Jiraya-sama!” disse Yamato sorpreso di vedere l’uomo.

“Non c’è tempo da perdere, con la tecnica del richiamo inversa, azionata da uno dei miei rospi, mi farà giungere a Konoha prima che sia troppo tardi!”

Jiraya prese il figlio in braccio e lo fissò tristemente. Esternamente sembrava calmo, ma dentro aveva una paura tremenda di perdere nuovamente Naruto e questa volta per sempre.

Non ci furono sguardi di rabbia verso l’organizzazione che da qualche tempo stava seguendo, per seguirne i movimenti e proteggere il figlio.

Aveva assistito alla scena e aveva intuito che forse non tutti i membri dell’organizzazione potevano essere nemici…o almeno non nemici del figlio.

Mentre cambiava braccia Naruto non mollò la presa dalla mano dell’Uchiha, come a non volerlo vedere sparire un’altra volta, ma quando il padre lo allontanò da lui, con un filo voce e prima di perdere i sensi, pronunciò il nome di Itachi.

 

Jiraya e Naruto sparirono in una nuvola di fumo e i presenti sul luogo si studiarono attentamente.

Sakura era seduta a terra che piangeva. La vista del suo amico ridotto in quelle condizioni, l’aveva sconvolta non poco.

Kakashi e Yamato erano in posizione di allerta, non sapendo cosa aspettarsi dai due.

Sai rinfoderò la sua spada dopo averla ripulita dal sangue di Naruto .

Sasuke invece era fuori di se. Non riusciva a spiegarsi il comportamento di Naruto, né tanto meno quello di suo fratello. Si ricordava ancora la notte in cui aveva sterminato la famiglia. Itachi aveva gli occhi pieni di odio e sembrava che la sua sete di sangue non fosse ancora stata soddisfatta. Ora invece aveva visto nuovamente il fratello che era stato con lui, anni prima dello spiacevole evento.

“Cosa significa tutto questo?” chiese adirato “Come fai a conoscere Naruto. Chi sei per lui?!” disse stringendo i pugni tanto da farsi male.

Itachi non gli rispose, ma si rivolse al compagno dicendo “Kisame, andiamocene! Non abbiamo altro da fare qui!” disse voltando le spalle ai presenti e incamminandosi, seguito poco dopo dallo squalo, il quale prima di andarsene, rivolse a tutti uno sguardo glaciale.

 

Tutti fecero ritorno a Konoha per sapere le condizioni del ragazzo.

Sai era stato letteralmente trasportato di peso. Yamato lo aveva imprigionato con la tecnica del legno, per impedire che il ragazzo facesse brutti scherzi.

Sapeva che non era intenzione del ragazzo colpire Naruto, ma la sua indifferenza gli fecero capire, che lui non contava niente e qualsiasi cosa si era prefissa di fare o gli fosse stata ordinata, il ragazzo l’avrebbe compiuta anche a scapito della vita di innocenti.

 

Tsunade era in sala operatoria, ancora alle prese col figlio.

Era molto grave e la quantità di sangue perso di certo non aiutava la donna, nel compito di salvargli la vita.

Una trasfusione fu d’obbligo e continuando ad immettere il suo flusso di chakra all’interno del corpo del ragazzo, era riuscito a far quasi chiudere la ferita da arma da taglio.

Uscì dalla stanza molto tempo dopo, con Jiraya seduto su una sedia nella sala d’aspetto che attendeva impazientemente notizie del figlio.

Appena vide la donna l’uomo si precipitò da lei.

“Per fortuna è fuori pericolo, l’hai portato appena in tempo. Ancora un po’  e non ci sarebbe stato niente da fare!” disse, poi abbassando il tono di voce e facendo un sospiro di sollievo disse “Grazie!”

Jiraya si buttò nuovamente sulla sedie potendosi finalmente rilassare.

Naruto era stato portato in una stanza singola.

Aveva il respiratore alla bocca, una flebo legato al braccio e varie bende che lo coprivano.

Tsunade gli si avvicinò e gli accarezzò i capelli “Mi hai fatto spaventare!” disse per poi dargli un bacio sulla fronte. Gli stette vicino a lungo e osservò il suo corpo.  Dove non era fasciato, si potevano vedere diverse cicatrici di cui non riusciva a spiegarsi l’origine, ma riconoscendo l’arma che gliele aveva inferte. Sempre un arma da taglio.

“Sembra che non sia la prima volta che ti scontri con questo tipo di arma. Naruto, cosa ti è successo in questi quattro anni?” domandò ad alta voce, consapevole che il ragazzo non le avrebbe potuto rispondere.

“NARUTOOOO!”

Sakura entrò tutta trafelata nella camera del ragazzo.

“Non urlare, ricordati che sei un ospedale Sakura!” la rimproverò la donna.

Sakura si scusò e si avvicinò al letto dell’amico “C-come sta?” le chiese timorosa.

“Potrebbe stare meglio!” disse infastidita, accorgendosi della presenza di Kakashi “Ma se la caverà!”

Kakashi e Sasuke erano rimasti fuori dalla stanza a osservare. Il copia-ninja non aveva il coraggio di guardare la donna, dato la mancata promessa.

Non solo non era riuscito a proteggere Naruto, ma lo aveva anche quasi fatto ammazzare.

 

***************

Come vi è sembrato questo decimo capitolo?

Spero che sia di vostro gradimento.

Fatemi sapere come sempre e grazie tante a chi lascia sempre un commento.

A presto =^_^=

Neko

 

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Capitolo 11
*** Membro dell'Akatsuki ***


Capitolo 11: Membro dell’Akatsuki

 

Tsunade uscì in corridoio, lasciando il figlio in compagnia dei suoi amici.

Kakashi la seguì per parlarle.

Hokage-sana io….Mi dispiace, non ho mantenuto la promessa!” disse il copia-ninja a testa bassa.

“Ti dispiace?” disse in un sussurro la donna.

“Ti dispiace?” disse più forte, poi praticamente urlando continuò “certo che ti dispiace, vorrei ben vedere! Kakashi mi hai molto deluso. Avevi garantito che non sarebbe accaduto niente a mio figlio e invece  mi vedo sbucare dal nulla Jiraya con Naruto più morto che vivo fra le braccia. Dimmi, è questo il tuo modo di proteggere le persone?” Tsunade era fuori di sé.

Jiraya le appoggiò una mano sulla spalla “Calmati Tsunade, non è colpa di Kakashi. Non poteva prevedere quanto sarebbe accaduto!”

Tsunade si calmò “Hai ragione! è colpa mia!” disse facendo sussultare i due uomini “Sono stata io ad assegnare questa assurda missione a un team di genin, facendola passere per una missione di basso livello e ora…è mio figlio a pagarne le conseguenze!”

Tsunade-sama, sono stato io a farle richiesta di una tale missione. Sono stato troppo avventato. Volevo capire se Naruto avesse a che fare o meno con l’Akatsuki!” disse Kakashi intervenendo.

“Ma io sono l’hokage. Avrei dovuto accertarmi dei rischi e non mandare allo sbaraglio quei ragazzi!” disse la donna stringendo i pugni.

“Avrai anche ragione, ma da quello che ho visto non sarebbe successo niente se non fosse stato per l’altro ragazzo che accompagnava il gruppo!” disse Jiraya.

La donna si sorprese a quelle parole. Non era ancora stata messa al corrente di quanto accaduto e aveva dato per scontato che fosse stato uno di quei criminali appartenente all’organizzazione più pericolosa al mondo.

C-cosa vuoi dire?”

“Che l’Akatsuki non ha niente a che fare con quello che è successo al ragazzo. È stato Sai a colpirlo!” la informò Kakashi.

Tsunade sgranò gli occhi “Che cosa?”

Kakashi precisò “Non intenzionalmente! L’obbiettivo di Sai era colpire alle spalle Itachi e Naruto si è messo in mezzo per impedire che venisse fatto male all’Uchiha!”

“Non capisco perché avrebbe dovuto farlo!” disse Tsunade confusa. Per lei era ancora impossibile accettare l’idea che il figlio avesse davvero a che fare con l’Akatsuki.

“Da quanto ha detto Naruto, Itachi per lui è come un fratello… un fratello che non vuole perdere!” disse Kakashi.

“Inoltre Naruro non sembrava indifferente ai membri dell’Akatsuki. Itachi ha immediatamente soccorso nostro figlio, mentre Kisame si è avventato contro Sai per vendicarsi di quanto aveva fatto!”

Kakashi continuò dicendo “Inoltre Kisame non ha mai lottato seriamente con Naruto. Arrivava a ferirlo, ma mai facendogli delle ferite gravi e lo incoraggiava sempre a ad alzarsi, l’unico problema è stato…

“è stato?” chiese Tsunade vedendo che Kakashi si era fermato.

“C’era qualcun altro. Un terzo membro che non si è mostrato. Ho sentito la sua presenza da subito, ma non ho potuto identificare chi fosse!” disse Jiraya.

“Io si. Era un essere che somigliava a una pianta, il quale, da quanto capito, aveva il compito di sorvegliare i suoi compagni. La cosa che mi ha incuriosito è stato l’atteggiamento che ha avuto il ragazzo nei suoi confronti, totalmente diversi rispetto a quello che ha avuto con gli altri due.

Alla comparsa di questo essere, Naruto sembrava terrorizzato, inoltre sembrava davvero intenzionato a colpire il ragazzo…se non fosse intervenuto Kisame a fermarlo, non so cosa sarebbe successo!”  finì Kakashi.

Tsunade sospirò “Potremo avere maggiori dettagli quando Naruto si sveglierà!”

Passò solo mezza giornata, dopo di chè Naruto aprì gli occhi.

Ci mise qualche secondo a mettere le cose bene a fuoco, ma quando ne fu in grado, riconobbe Sakura, la quale, accorgendosi del risveglio del compagno, si alzò e si mise a fissarlo preoccupata.

Naruto, ti sei svegliato. Come ti senti?”

Il ragazzo non rispose. Si sentiva spaesato e non aveva memoria di quanto accaduto.

Il quel momento Tsunade, Jiraya e Kakashi, avvisati dal pulsante di emergenza, premuto in precedenza da Sasuke, di correre nella stanza di Naruto,  entrarono nella stanza.

Tsunade controllò le condizioni del figlio, se il respiro e il battito cardiaco fossero regolari e i riflessi buoni.

Accertata che stesse bene, gli tolse la mascherina dell’ossigeno e gli chiese come si sentisse.

C-cosa mi è successo?”

“Non ricordi?” chiese Sakura

Il ragazzo scosse la testa. La madre gli fece un resoconto di tutta la faccenda e Naruto, ricordando, non potè fare a meno di sfuggire agli sguardi dei presenti che presto lo avrebbero inondato di domande.

Tsunade diede l’ordine ai compagni del biondo di tornare a casa, nonostante Sakura volesse rimanere al suo fianco.

Sasuke obbedì, ma non lasciò la stanza senza lanciare un occhiataccia a Naruto.

Gli adulti tornarono a rivolgersi al ragazzo.

Incominciò Jiraya dicendo “Ci vuoi spiegare il tuo “eroico” gesto figliolo?”

Naruto cercò di evitare l’argomento, con la scusa che non si sentiva bene, ma Tsunade era a conoscenza del fatto che Kyuubi lo aiutasse a ristabilirsi in fretta e lo aveva anche appurato poco prima. “Naruto, l’Akatsuki tu vuole morto e tu ne difendi uno, perché?” chiese Tsunade contrariata.

Il ragazzo sospirò e si vide costretto a parlare “Perché per proteggere le persone a cui si vuol bene, si è disposti anche a rischiare la propria vita. Non è questo che mi dicevi qualche sera fa, mamma?” disse guardando in modo determinato la donna negli occhi.

Tsunade sussultò “Quindi non smentisci di avere un legame con l’Akatsuki!”

Naruto scosse la testa “Sono cresciuto con loro in questi quattro e hanno fatto tanto per me. Mi hanno sfamato, accettato come uno di loro, mi hanno allenato e soprattutto mi hanno amato. Gli devo molto!” disse stringendo le lenzuola bianche del suo letto d’ospedale.

Naruto, ho paura a chiedertelo, ma sei tornato al villaggio con uno scopo ben preciso che quell’organizzazione  ti ha affidato?” chiese Tsunade timorosa.

Naruto informò i presenti che il motivo per cui era tornato era sempre lo stesso che aveva detto dal primo giorno in cui aveva messo piede a Konoha.

Jiraya fece una faccia stranita “Cioè l’Akatsuki tu ha mandato qui, per proteggerti da loro?”

Naruto annuì, ma  precisò meglio la situazione “Solo una parte dell’Akatsuki ha voluto mandarmi via, col rischio di essere scoperti e puniti. I componenti dell’organizzazione sono nove e solo cinque di loro sono interessati ai bijuu: Zetsu, Konan, Hidan, Kakuzu e Pain.

Gli altri quattro: Kisame, Itachi, Deidara e Sasori invece sono in quel giro, per il semplice fatto che non sanno dove andare. Sono loro le persone con cui ho legato, gli altri mi vedono come un mostro da usare per i loro scopi e per quanto non li conosca molto, sono sicuro che siano molto pericolosi. I miei amici sono molto forti e mi sembra che voi li conosciate abbastanza per darmi ragione, ma dovete sapere che nonostante la loro fama, anche loro hanno timore di Pain e degli altri. Pain sarebbe il capo e ha un potere speciale, pericoloso e si proclama essere un dio. Hidan e Kakuzu, magari non sono più temibili dei miei amici, ma hanno dalla loro parte la loro immortalità. Zetsu e Konan…bhè loro sono i più misteriosi. Il primo so che non è un grande combattente, ma è un buon alleato e un ottima spia, inoltre ho il sospetto che qualcosa la sappia fare. Per quanto riguarda Konan, è un’amica di Pain ed è brava con gli origami, ma non l’ho mai vista combattere, ci ho mai parlato!”

Jiraya riprese “Quindi, a parte quei cinque che sono una minaccia verso la tua persona, gli altri quattro come dovremmo considerarli?”

Jiraya, sia che abbiano aiutato nostro figlio o meno, sono sempre dei traditori e come tali pericolosi, da catturare e uccidere se il consiglio lo decide!” disse Tsunade non dimenticandosi il suo ruolo di hokage.

Naruto si mise a sedere di scatto ignorando la fitta allo stomaco e urlò “No! loro non faranno del male a nessuno se non provocati!”

Naruto, cerca di capire la mia posizione…io…” cominciò Tsunade, ma Naruto la interruppe.

“Non cerco di capire un tubo. Quelle persone, criminali o meno, si sono dimostrate migliori di molte persone presenti qui a Konoha. Avranno ucciso persone, ma le almi e tecniche ninja non sono gli unici strumenti per uccidere qualcuno. Gli sguardi d’odio, le parole dure, gli insulti sono altri modi per “uccidere” una persona, eppure alle persone che compiono tali gesti non viene detto, né fatto niente. Personalmente sono stato ucciso centinaia di volte al giorno quando ero piccolo e ancora adesso quando cammino per il villaggio, qualcuno mi “uccide”. Perché loro non sono considerati traditori e condannati a morte se è necessario?” chiese il ragazzo arrabbiato “Vi avverto, se si decide di fare del male ai miei amici, non ci penserò due volte a mettermi contro di voi e a  diventare un traditore di Konoha!”

Naruto, per favore non dire sciocchezze!” disse Jiraya infastidito da quanto detto.

“Non è una sciocchezza, sarei disposto a farlo. Voi cosa fareste al posto mio?”

Naruto, sono il capo di un villaggio e per quanto ti voglia bene, non posso anteporre il tuo desiderio di non nuocere a quelle persone, alla sicurezza dell’intero villaggio!”

Naruto abbassò la testa “Ma io garantisco che loro non faranno niente a Konoha. Anzi dato che sono contro quello che vuole fare Pain, potrebbero essere degli informatori piuttosto utili al villaggio, non credete? Cosa c’è di meglio che precedere le mosse dei propri avversari? Loro possono aiutarci!”

Kakashi intervenne “ non ha tutti i torti! ho visto lo sguardo di Kisame e Itachi quando Naruto è stato colpito…posso affermare che tengono davvero molto a lui e credo che possiamo escluderli momentaneamente, dall’elenco dei nemici”

Naruto annuì “Inoltre sono convinto che faranno di tutto per rallentare Pain nella sua conquista ai bijuu!”

Jiraya ricordò una cosa al ragazzo “Naruto, stai dimenticando il terzo membro dell’Akatsuki presente sul campo di battaglia!”

Natuto sgranò gli occhi e bisbigliò “Zetzu!” il ragazzo abbassò la testa, conscio del fatto che quell’essere avesse già fatto rapporto a Pain, sul tradimento dei suoi amici e che presto avrebbe preso provvedimenti.

Ma proprio in quel momento qualcosa arrivò a tranquillizzarlo. Un uccellino di strane fattezze, volò sul davanzale del ragazzo, con qualcosa in becco.

“Che strano animale!” disse Jiraya avvicinandosi per osservarlo.

“Attento! Non è un animale qualunque. È un essere di creta esplosiva e potrebbe causare non pochi danni se non maneggiato con cura. Faccio io!” disse il ragazzo alzandosi e afferrando l’uccello, per poi prendergli il pezzo di carta che aveva nel becco.

Lentamente lo aprì, timoroso di leggervi qualcosa che non gli sarebbe piaciuto.

 

Naru –ch aaaaan !!!

Itach i  ci h a  appena messo  al  corrente  di quanto  accaduto. .

Dimmi che  sei ancora vivoooo  !!! Kisame   èFuori di s è e   per poco non distruggeva  l ‘ intero covo  .

Stai bene  ? Kyuubi ti h a  guarito  prima  del  tempo  come  al  suo solito  , vero  ? vero  ? vero  ?

AAAAAH sto impazz  e ndo. , Dacci presto  tue   notiz ie  !

Verremmo  a  trovarti se  ci f osse  consentito  , ma sai  com ‘ è …

Senti un  po ‘, ora  che  quelli di Konoh a h a nno  scope rto  che   se i  uno di noi , non ti butte ranno  f uori a  calci , vero  ?

Se  lo f anno  , senz a  nemmeno pensarci  un  attimo  , spedisco  un’enorme  bomba su quel misero villaggio  e       poi … BOOOOM.

Quella  si che  sarebbe  arte  .

Qui mi  dicono  di i n f ormarti  di  non  preoccuparti  per  noi . s i , Zetsu h a  f atto la spia  , ma  Pain  ci h a  risparmiato  . Secondo me  gli siamo ancora necessari  . 

Quindi tranquillo  ,Siamo  vivi  e   vege ti e  in gran  f  orma  …bhe  tranne  Sasori , il quale  se ripete  ancora una volta che   l ‘ arte  non  è un’esplosione  , passe r à dei  brutti cinque minuti .

Tu  pensa  a  ristabilirti .

Tutti ti salutano..

Ciao mostriciattolo.

Il t uo  simpaticone

DEIDARA

Ps  : fi in almente i biscotti me  li mangio  solo  e   soltanto io. XD

 

Naruto sorrise e strinse a se la lettera.

Tsunade sospirò e disse “E va bene Naruto, dato che tieni così tanto a loro, gli daremo una tregua per il momento. Ma un solo passo falso e non ci penserò due volte a  mandargli tutti i ninja di Konoha alle spalle!” poi mettendogli una mano sulla spalla “è stato carino, a parte la minaccia di far saltare in aria Konoha. Gli vuoi rispondere? Almeno avvertilo che non ti mandiamo via…e che stai bene, mi sembra che quella sia la notizia che vogliano sapere di più!”

Il biondino sorrise a trentadue denti e annuì.

Scrisse molto, dopo di chè infilò il bigliettino nel becco del volatile e lo rispedì al mittente.

 

 

********************
XI capitolo terminato.

Non succede niente di particolare ed è una specie di riassunto dei precedenti, ma era necessario.

Spero che vi sia piaciuto comunque

Fatemi sapere.

E GRAZIE a tuttiii.

A presto

Neko =^.^=

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Capitolo 12
*** nel covo dell'Akatsuki ***


Capitolo 12: Nel covo dell’Akatsuki

 

Itachi e Kisame, dopo aver camminato a lungo, con l’ansia per le condizioni in cui si trovava Naruto, giunsero finalmente al loro covo.

L’entrata da loro scelta si trovava all’interno di un albero cavo, nel quale, appesi tra i rami più nascosti dell’arbusto, si trovavano  dei sigilli in grado di avvertire il chakra di coloro che cercano di intrufolarsi in quel territorio “illegalmente” e che non appartenevano ai membri dell’Akatsuki.

In caso di minaccia, questi sigilli si attivavano, saltando in aria e facendo esplodere una delle connessioni col covo dell’organizzazione.

Il covo era molto grande, tanto che per accedervi, vi erano varie entrate, tutte situate in punti strategici e nei posti più impensabili.

Era tutto scavati nella roccia e andava fino in profondità.

Infatti i raggi del sole non sono mai  stati in grado di toccare la superficie di quel luogo sconosciuto a quasi tutto il mondo, tranne che per un piccolo spiazzo che fungeva come campo da allenamento e dove si poteva ammirare il cielo.

L’unica illuminazione presente, erano delle torce, poste a un metro di distanza una dall’altra, le quali, al minimo movimento, si azionavano da sole.

Naruto spesso andava nella dispensa per rubacchiare un po’ di cibo, dato che in quel posto ci si teneva leggeri, e non poche volte rischiò di prendersi un infarto quando le luci si accesero improvvisamente, convinto che qualcuno lo avesse scoperto…alla fine si era sempre trattato di qualche topo o un altro genere di animale che era stato capace di penetrare all’interno della struttura.

Le stanze non erano molte ed ognuna di essa era parecchio distante dall’altra.

A volte bisognava addirittura percorrere 500 metri prima di giungere nel locale accanto.

Le camere di ogni membro non erano distinguibili, dato che nessuno aveva avuto la brillante idea di personalizzarle.

Un estraneo avrebbe potuto assegnare una stanza a ogni membro, solo grazie a qualche effetto che uno di loro lasciava appoggiato al letto, unico mobile presente nella stanza a parte un piccolo comodino accanto.

 

Itachi e Kisame  percorsero la scala a chiocciola che li avrebbe portati in profondità e solo poco dopo giunsero nella sala comune dell’Akatsuki.

All’interno di questa sala, molto più grande rispetto alle singole stanze, vi si trovava un enorme tavolo dove i membri cenavano.

Sasori e Deidara erano gli unici presenti al momento e sembravano impegnati in una discussione.

La solita, cioè che cos’è l’arte.

Il rosso esternava le proprie idee con assoluta calma e risolutezza, mentre Deidara era agitato, come sempre quando si affronta quell’argomento.

L’uomo era in piedi dalla parte opposta del tavolo davanti a Sasori. Aveva la gamba destra appoggiata alla sedia e urlava contro il mal capitato.

Non si accorsero nemmeno dell’arrivo dei compagni.

Kisame già fuori di se, prese la sua spada e la sbatté violentemente contro il tavolo, spaccandolo in mille pezzi e lasciando i due perplessi.

“Che cavolo ti è presto? Volevi farci venire un infarto, pesce puzzolente?” chiese Deidara, mentre cercava di far calmare il suo battito cardiaco.

“Ti conviene tacere se non vuoi andare a fare compagnia al tavolo!” rispose Kisame nero dalla rabbia.

Sasori invece osservò Itachi e gli chiese come mai fosse ricoperto di sangue, attirando anche l’attenzione di Deidara.

“Wow, avete avuto problemi con il Nibi? È solo una gattina, non dovrebbe crearvi così tanti problemi, vi credevo più forti ragazzi!” disse Deidara non dando il tempo a Itachi di rispondere.

Itachi sospirò e si sedette dicendo “è sangue di Naruto!”

Ci fu silenzio.

“Ripeti?” disse Deidara

“Hai capito bene idiota!”gli rispose Kisame.

“Cosa è successo?” intervenne Sasori mantenendo la calma nonostante l’aspetto preoccupato dei due compagni, gli facesse temere il peggio.

“Ha voluto proteggermi, facendosi colpire al posto mio” disse Itachi con le immagini ancora vive negli occhi.

C-come sta?” chiese sta volta Deidara pallido.

“Come vuoi che stia? Ora ti sventro e voglio vedere se stai bene!” disse Kisame sempre più fuori di sé.

Itachi intervenne “Ha subito una grave ferita all’addome da un’arma da taglio, ma Tsunade riuscirà a salvarlo. Ne sono sicuro, inoltre mentre lo stringevo tra le mie braccia, ho sentito il chakra della volpe lavorare per guarirlo!”

I due messi al corrente sospiravano, anche se non era bastata quella notizia per farli stare meglio.

Ci fu nuovamente silenzio interrotto da un rumore di passi.

Konan entrò nella sala comune, guardò il tavolo a pezzi, ma sorvolò sulla questione e guardando i presenti con aria seria disse loro “Siete convocati dal capo. Pain vi deve parlare. Vi aspetta nella sala principale!”

Quando se ne fu andata Deidara e Sasori si guardarono non capendo il perché di quella convocazione, mentre Itachi alzandosi dalla sedia disse loro che non conveniva fare aspettare Pain.

“Siamo nei guai?” chiese Deidara.

Zetzu era sul posto e ha visto che non facevamo sul serio con Naruto!” disse Kisame, questa volta senza urlare o insultare il compagno.

Sasori sospirò e si incamminò anch’esso verso la sala richiesta.

Arrivarono a destinazione pochi minuto dopo e rimasero sorpresi a trovarsi davanti Nagato al posto del Pain divino. Era sempre quest’ultimo a dare loro comunicazioni e ordini da seguire, mentre Nagato raramente si faceva vedere e quello non fu per loro un bel segno.

“Ci hai convocato?” chiese Itachi con aria calma. Qualsiasi cosa fosse successa, lui aveva la coscienza a posto e lo stesso valeva per gli altri.

Zetzu era affianco all’uomo. La parte nera sogghignava divertito per la situazione “Ora li farà fuori!”mentre la parte bianca lo rimproverava “Non c’è niente di divertente, sono dei traditori, potrebbero crearci dei problemi!”

Nagato parlò lanciando un occhiataccia a Zetsu “So che non avete portato a termine il vostro compito. Vi avevo ordinato di catturare il Nibi. Mi avete estremamente deluso!”

“Lo so, ma ci sono state delle complicazioni!” disse Kisame sulla difensiva.

Naruto?” disse semplicemente il possessore del rinnegan essendo al corrente della situazione.

Kisame abbassò il volto.

Zetzu mi ha riferito che non avete nemmeno provato a catturarlo…” la tensione cresceva “…come dovrei interpretare questa vostra azione?”

“Avevamo deciso di catturare il Kyuubi solo una volta che tutti gli altri bijuu sarebbero stati in nostro possesso!” intervenne Sasori.

“Lo so bene, come so che siete stati voi a farlo scappare per permettersi di salvarsi la pellaccia. Ho sempre fatto finta di niente fingendo di non sapere. Era chiarissimo e Zetzu ha solo perso del tempo prezioso spiandovi.” Disse per poi rivolgersi alla pianta “tu potevi benissimo continuare il lavoro che loro due non sono riusciti a portare a termine!”

Zetzu sussultò “Ho provato a catturare Naruto, ma Kisame me l’ha impedito!”

“Vuoi chiudere quella boccaccia?” chiese Kisame infastidito.

“Sei bravo a spiare senza farti vedere, ma non sei in grado di capire ciò che ti circonda. Loro si sono affezionati a quel jinchuuriki e non gli faranno mai del male. Per questo non avrei mai chiesto loro di svolgere un tale compito, so che non lo avrebbero fatto nemmeno con una minaccia di morte. Tu però invece che trovare una scusa per far eliminare i tuoi compagni, potevi continuare il loro compito di catturare il Nibi!” disse guardandolo arrabbiato.

“Ma noi pensavamo di farti un piacere!” disse la parte nera

“Si, hai ragione mio signore!” disse la parte bianca facendo tacere il compagno.

“Tuttavia ho deciso che per questa volta sarò clemente. Ho bisogno di voi per catturare gli altri bijuu, ma se farete in modo ancora di ostacolare il mio piano, vi garantisco che diventerete dei corpi che potrò utilizzare come mie marionette e li userò per catturare Naruto e sbarazzarmi delle persone a cui tiene!” disse Nagato guardando i presenti con quei suoi occhi inquietanti “Che sia chiaro!”

I ragazzi annuirono.

“Ora andate pure, ma domani voglio che il Nibi venga catturato e non ammetterò scuse questa volta” disse per poi andarsene.

 

Deidara era con le braccia dietro alla testa e camminando guardava in aria “Certo che pensavo fosse molto più incavolato. Nagato oggi è stato quasi gentile!”

“Gentile? Ci ha detto che ancora uno sgarro e ci ammazza!” disse Sasori.

“Poteva eliminarci subito!” disse Deidara.

“Così perderebbe quattro alleati in un colpo solo, non gli sarebbe vantaggioso. Sa bene che essendo dei criminali, senza appartenere a questo gruppo, con le cinque terre alle calcagna, saremmo dei facili bersagli e che quindi non è vantaggioso nemmeno per noi, metterci contro di lui!” disse Itachi.

“Ci siamo già messi contro di lui non volendo catturare Naruto!” disse ovvio Deidara.

“Hai sentito cosa ha detto? Non ci chiederà mai di catturare Naruto!” disse Kisame “Anche se mi chiedo cosa diavolo cambia. Sia che siamo noi, o qualcun altro a catturare il ragazzo…per lui sarà la fine!” disse l’uomo pesce stringendo i pugni.

“Appunto, non ha senso questa cosa! alla fine è come se non stessimo proteggendo Naruto da quello che lo aspetta! Se non vogliamo catturare Naruto con le nostri mani, dovremmo opporci seriamente. Scioperare, scendere in piazza con dei cartelloni o qualcosa del genere.” disse Deidara.

“Io credo che preveda già una nostra opposizione quando giungerà il momento!” disse Kisame.

“Forse aspetta che gli consegniamo gli altri bijuu e poi ci farà fuori!” disse Sasori.

“Per ora direi di fare quello che dice lui. L’importante che non accada niente a Naruto. Poi in futuro si vedrà come si evolverà la situazione e solo allora agiremo!” disse infine Itachi.

Camminarono in silenzio per diversi metri, poi Deidara mettendosi ad urlare spaventò tutti.

“giuro che lo uccido prima di Nagato a sto cretino!” disse Kisame fra sé e sé.

“Ho un idea! Scriviamo una lettera a Naru-chan per sapere come sta!” disse Deidara allegro.

“Per una volta dalla tua bocca esce qualcosa di sensato!” disse Sasori.

“hai avuto una buona idea. Avvertilo anche di non preoccuparsi per noi!” disse Itachi.

Kisame mantenendo il broncio disse “Salutalo!”

 

La lettera venne spedita e diverse ore dopo il volatile di creta che l’uomo biondo aveva spedito, tornò indietro con una lettera di risposta.

 

Sono un impiastro con le lettere e non so come si comincia.

Bhè inizio con il salutarvi tutti.

Io sto bene, sono ormai in via di guarigione.

Mi sono stupito nel ricevere una lettera da voi. Pensavo che Pain sarebbe riuscito a intercettarla o qualcosa del genere. Spero solo che la mia sia giunta nelle vostre mani.

Non sapete quanto mi faccia sentire sollevato il fatto che Zetzu non l’abbia avuta vinta, ma permettetemi di dire che strano che Pain non abbia reagito male.

Quindi se voi mi chiedete di stare tranquillo, io chiedo a voi di fare attenzione.

So che per voi è difficile, ma state uniti e difendetevi l’uno con l’altro, solo così se Pain cercherà di giocarvi brutti scherzi, potrete farcela.

Inoltre sono felice di dirvi, che qui a Konoha…mi hanno fatto il terzo grado, ma non mi butteranno via a calci (quindi Deidara butta via la creta) e che per il momento sono riuscito a convincerli a non farvi del male, finchè non finisce questa storia di Pain.

Però c’è una condizione, più di tanto non posso chiedere, cioè che facciate i bravi e che non vi fate venire in testa strane idee. Non create problemi a Konoha e se c’è qualche informazione utile che potete fornirci, fatecelo sapere…sempre stando attenti. Non rischiate inutilmente… non voglio che vi accada qualcosa ragazzi.

Mi mancate

Vi voglio bene

Naruto

 

Ps: Deidara, detesto essere chiamato Naru-chan, spero che i biscotti ti vadano di traverso.

 

 

Itachi sorrise, ma era un sorriso rilassato, come se finalmente il peso che sentiva nel cuore si fosse affievolito.

“Per fortuna il moccioso sta bene!” disse Kisame.

“Ma vi rendete conto? mi ha detto di strozzarmi. Mi sento offeso!” disse Deidara mettendo il broncio “E io che ero preoccupato per lui!”

“se non ti provocasse non sarebbe Naruto. almeno hai la conferma che sta veramente bene!” disse Sasori.

I quattro andarono ognuno nella propria stanza e Itachi e Kisame si prepararono per il giorno dopo. Volenti o nolenti, il Nibi sarebbe stato da catturare.

 

*****************

 

Ecco a voi il 12° capitolo con un piccolo disegno.

Spero che anche questo chappy vi sia piaciuto.

Fatemi sapere e grazie a tutti.

Ciao a presto

Neko =^.^=

 

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Capitolo 13
*** Rifletti su quello che ti dico ***


Capitolo 13: rifletti su quello che ti dico!

 

Durante la sua permanenza in ospedale, Naruto non venne quasi mai lasciato da solo.

Nemmeno la notte.

Tsunade non era stata contenta di sapere con chi aveva passato quei quattro anni il figlio e vedendo il legame che aveva con alcuni di loro…addirittura da arrivare a morire, aveva paura di deludere il ragazzo, di essere un fallimento come madre  e che per una ragione o per l’altra, Naruto decidesse di lasciarla nuovamente, spezzandole nuovamente il cuore.

infatti appena aveva un po’ di tempo, la donna andava dal ragazzo e lo ricopriva d’attenzioni, tanto che il fatto insospettì sia Jiraya che Naruto, anche se a quest’ultimo non dispiaceva affatto sentirsi al centro dell’attenzione.

Il secondo giorno sia Jiraya che Tsunade erano presenti nella camera del figlio e, tra una frase e l’altra, i due avevano preso a discutere animatamente e la donna era arrivata anche a minacciare jiraya di pestarlo.

Essa aveva scoperto che l’uomo si era nuovamente intrufolato nelle terme femminili, per raccogliere informazioni per il suo libro e aveva cominciato a raccontare al figlio cosa aveva visto.

Per lei Naruto era ancora il bambino bisognoso di lei, nonostante si rendesse conto del fatto che cresceva ogni giorno di più somigliando sempre di più al suo vero padre, e certe cose non doveva sentirle.

Per questo motivo la donna subito si era scatenata e lo aveva ricoperto di insulti.

Naruto era scoppiato a ridere per la scena, provocando anche le ire della madre.

“Cosa diavolo hai da ridere? Tuo padre è il pervertito numero uno al mondo e tu lo incoraggi anche? Non voglio che ascolti certe cose”

Naruto scosse la testa cercando di trattenere le risate “Mamma, vivevo in un’organizzazione piena di uomini, vuoi che certe cose della vita non le sappia? Anche Deidara ogni tanto spiava le donne e mi portava con se dicendo che era tutto allenamento!”

“E bravo il mio figliolo. Mi è simpatico questo Deidara. Me lo presenti?” chiese Jiraya.

“Saprebbe indicarti certi posticini e…” cominciò Naruto, ma la donna si mise a gridare di farla finita.

Naruto era più divertito che mai. Conoscendo le reazioni che avrebbe potuto avere, soprattutto nei confronti di Jiraya, l’aveva voluta  provocare un po’.

“Se non la finisci di ridere le suono anche a te!”

Naruto trattenne le risate“No e che…non vi vedevo fare così da un bel po’ di tempo. Non siamo mai più stati tutti e tre insieme!” disse con una punta di amarezza.

I due si guardarono sorpresi e annuirono.

“comunque mamma secondo me sei gelosa del fatto che papà guardi le altre donne e non solo te!” disse Naruto guardandola di sottecchi.

Tsunade arrossì “Ma cosa dici? Figuriamoci!” disse mettendo il broncio.

“perché lo neghi? Sareste una coppia perfetta e…sarebbe bello vivere tutti e tre insieme!” tentò nuovamente Naruto.

“Invece di far mettere insieme noi due come un Cupido, pensa a far colpo sulla tua Sakura. Vi ho visti oggi ? Eravate così carini!” disse Tsunade facendo cambiare argomento al ragazzo che era diventato rosso porpora.

“Ma cosa dici? Non è successo niente!” disse Naruto.

“Sbaglio o ti stava imboccando oggi a pranzo?”

Naruto si affrettò a spiegare indicando con il braccio sinistro il suo braccio destro “Fino a prova contraria non sono mancino e a causa di questa flebo, ormai inutile dato che mi sono ripreso, non riesco a muovere il braccio. Sakura-chan mi ha solo aiutato, intesi?”

“Come, come, come? Cosa sentono le mie orecchie, c’è del tenero fra te e la ragazzina dai capelli rosa? Interessante!” disse Jiraya addrizzando le orecchie.

Naruto fece uno sguardo preoccupato “Mamma, avevi promesso di non dirglielo!”

“Perché mai? Sono tuo padre e certe cose le devo sapere, potrei darti qualche consiglio!” disse jiraya.

“è per questo che non volevo che tu sapessi niente!” disse sospirando il ragazzo.

“Che moccioso, sappi che i miei consiglio ti faciliterebbero la vita!” disse l’uomo facendo un aria da so tutto io.

“Allora spiegami…come mai sei ancora single?” chiese Tsunade divertita.

Jiraya evitò di rispondere e chiese al ragazzo “Figliolo mio adorato, mi permetteresti di raccogliere informazioni su te e Sakura, per il mio nuovo libro?”

Naruto lo guardò perplesso “S-C-O-R-D-A-T-E-L-O!” disse poco prima che Tsunade facesse volare Jiraya dalla finestra.

 

Il terzo giorno andò avanti come i primi due tra visite, scherzi, ma colui che Naruto non vide mai entrare nella stanza era proprio Sasuke.

Da una parte era molto sollevato di questo. Sapeva che aveva qualche problema con il fratello maggiore e  quindi non sapeva come affrontarlo.

Prima o poi lo avrebbe incontrato e allora avrebbe dovuto dare lui molte spiegazioni.

Finalmente il quarto giorno il ragazzo venne dimesso dall’ospedale, nonostante non avesse ancora il permesso di riprendere gli allenamenti. Era completamente guarito, ma Tsunade non voleva sentire ragioni.

Il lunedì successivo,  per fortuna del ragazzo, arrivò presto e si preparò per recarsi al campo di allenamento. Solitamente l’appuntamento era per le otto del mattino, ma al rientro a casa dopo una passeggiata, trovò appeso un bigliettino di Sakura con sopra scritto che l’appuntamento era slittato alle sette.

Al ragazzo sembrò un po’ strano quella faccenda, anche perché avendo incontrato Kakashi poco prima ed esso non gli aveva riferito nulla, ma non era la prima volta che l’uomo si scordava di metterlo al corrente di qualcosa.

Arrivò all’ora stabilita, ma non si vedeva né Sakura, né Sasuke.

Si mise seduto con la schiena appoggiato a un albero e aspettò, quando un sibilo lo costrinse ad abbassarsi.

Ci mancò poco.

Il kunai lanciatogli gli sfiorò per poco la testa, tagliando alcuni dei suoi biondissimi capelli.

Il ragazzo si alzò di scatto e togliendo il kunai dall’albero lo impugnò per difendersi.

Sasuke scese da un albero vicino e lo guardava con aria contrariata.

Sasuke…avrei dovuto immaginarmelo! Sei stato tu a mandarmi quel biglietto con il cambio d’ora, vero? C’era bisogno di farlo passare di Sakura? Avevi paura che non avrei avuto il coraggio di affrontarti?” disse il ragazzo mettendo via l’arma.

“Volevo coglierti di sorpresa. Non ti conviene rinfoderare l’arma!” disse minaccioso il ragazzo.

“Hai intenzione di batterti con me? Per cosa?”

“Lo sai per cosa?” disse con disprezzo.

“Perché conosco tuo fratello? Oh no scusa, forse perché gli ho salvato la vita, nonostante tu non veda l’ora di vendicarti della morte dei tuoi genitori! Dico bene?”

Sasuke strinse il kunai “No, devo essere io a eliminare Itachi, ma tu potresti crearmi non pochi problemi. Ti sei messo in mezzo questa volta, chi mi assicura che non ti metterai in mezzo anche la volta in cui sarò io ad affrontarlo?”

Naruto sorrise “Nessuno. Difenderò Itachi a costo della vita…dovessi prendere a calci quel sedere che ti ritrovi!” disse mettendo le braccia in conserte.

Sasuke non sopportò la presunzione del biondo e iniziò ad attaccarlo.

Naruto non si fece cogliere impreparato e schivò abilmente tutti gli attacchi del moro.

“Primo avvertimento. Non combattere se sei adirato, fai veramente schifo e non rifletti su quello che fai. Secondo se vuoi davvero combattere contro nostro fratello, dovrai migliorarti…e parecchio. Itachi non è uno sprovveduto, ti batterebbe come niente!”

Sasuke si fermò di colpo “Nostro fratello?” disse sorpreso.

Naruto sorrise nuovamente “Fino a prova contrario nelle tue vene scorre lo stesso sangue che ha Itachi e io…bhe non avrò legami di sangue con lui, ma mi vuole bene come se fossi suo fratello minore!”

Sasuke strinse i kunai “A quanto pare preferisce fratelli addottivi a fratelli sanguinei!”

“Geloso?”

“No, decisamente furioso!” disse Sasuke

“Comunque come ho detto prima, farò di tutto pur di impedirti di far del male a Itachi, ma quando e se ti troverai di fronte a lui…io mi farò da parte. Qualunque sia l’esito…che sia tu a morire o lui!” disse abbassando la testa e stringendo i pugni. Era duro per lui dire quella frase e sperava vivamente che non si arrivasse mai a tanto.

Sasuke sussultò “Perché?”

Naruto lo guardò negli occhi con sguardo serio “Perché gliel’ho promesso e so quali sono le sue volontà e per quanto non sono d’accordo…le rispetterò!” disse determinato.

Ci fu silenzio in cui Sasuke studiò il compagno per capire quali intenzioni avesse.

“Conosco la tua storia, anche meglio di chiunque altro…meglio di te!” iniziò Naruto.

“Non puoi conoscere la storia meglio di me, sono io che l’ho vissuta sulla mia pelle. Tu saprai la versione che ti ha raccontato mammina e smettila di fare il so tutti io o finirò il lavoro di Sai!”

“Se somigli solo leggermente a tuo fratello, non riuscirai a farcela!” disse Naruto serio.

“Se somiglio solo un po’a Itachi, tu sei morto!”

“No! Itachi non è quello che tu credi e che tutti credono…non è un assassino…” abbassò la testa “…cioè lo è, ma non per colpa sua!” disse a bassa voce tanto da non farsi sentire dal moro.

“Che cosa vai dicendo? Itachi ha eliminato tutto il mio clan, i miei genitori e tu mi vieni a dire che non è un assassino? Tu sei pazzo o cerchi davvero di farmi perdere quel poco di pazienza che mi sta trattenendo dal prenderti a calci seduta stante.” disse Sasuke fuori di sé.

“Non ha ucciso te eppure saresti stato una facile preda. Chiediti, perché eliminare tutto il tuo clan, bambini compresi, ma non te? Non venirmi a dire per testare i suoi poteri perché non avrebbe senso. Gli Uchiha potevano essere valorosi, ma molte persone che ha eliminato non valevano la pena di essere uccisi. Se davvero voleva testare i suoi poteri avrebbe affrontato qualcuno di più forte. Il terzo hokage ad esempio o ninja della squadra speciale, ma si è fermato solo al tuo clan e nonostante tutto ha voluto risparmiare te. Perché?” disse serio e fissando insistentemente il ragazzo negli occhi, come se volesse fargli capire quel qualcosa che non poteva dire.

Sasuke lo guardò smarrito “Cosa stai cercando di dirmi?”

“Sto cercando di farti ragionare sulla vicenda che è accaduta la sera dello sterminio. Io non posso dirti niente, l’ho promesso a Itachi. Ho già parlato troppo, ma se fossi in te, darei ancora una chance a Itachi!” disse Naruto superandolo e raggiungendo Sakura che si stava avvicinando.

Ormai l’ora dell’allenamento era giunto e se anche Kakashi probabilmente si sarebbe fatto vivo in ritardo, non poteva rischiare che il copia ninja sentisse la conversazione.

Era un argomento top-secret a Konoha e solo pochi elementi erano a conoscenza dei veri fatti svlti quella notte in cui il clan Uchiha è stato eliminato.

Non spettava a lui fare chiarezza, ma ai diretti interessati.

Quello che sapeva però era che quelle persone non l’avrebbero fatta franca per sempre.

 

 

*****************

 

Fine 13 capitolo, come sempre ditemi che vi sembra.

So come far terminare la storia, chi deve sopravvivere e chi morire, ma non so bene come sviluppare quello di mezzo. Quindi vorrei informarmi che magari non aggiornaròin fretta come ho fatto fino ad ora scusate, però non è ancora detto, se i sogni mi vengono in aiuto come spesso fanno.

Risposta a:

Brando: felice che la storia ti entusiasma e spero che lo continui a fare in futuro. Come previsto da te, Sasuke e Naruto si sono incontrati anche se non si sono propriamente azzuffati. Sasuke ci ha provato, ma ha fatto pena…dopo tutto e sconvolto possiamo perdonarlo XD. Spero che ti piaccia il capitolo. Ciao

Lady moonlight: ma miao, come va? Grazie per aver recensito, me tanto contenta. E già quei quattro sono carini, adoro soprattutto Deidara, anche se lo faccio molto più idiota di come sia in realtà, ma ce lo vedo troppo bene ^^

Sinceramente non ho ancora deciso cosa farne dei bijuu, forse qualcuno non sarà catturato o forse li farò prendere tutti, non so, devo vedere. Nel caso dovessi far apparire l’otto code….aiuto non so fare le rimeeee. Vorrà dire che gli metterò un boscotto di Deidara in bocca così non parla. Ihih

Ciao alla prossima. Ci sentiamo presto ne! Miao miao =^.^= salutami Romeo

 

Krikka86: eccoti accontentata con il confronto Naruto vs Sasuke. Avevo intenzione di farlo il capitolo scorso, ma mi sono resa conto che do sempre troppo spazio ai buoni e i cattivi li cito solamente e racconto poco di loro, allora ho deciso di dedicare un capitolo unicamente all’akatsuki. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Grazie per aver sempre recensito.

A presto.

 

Saeko94 : ciao. Grazie per la recensione. Spero che questo capitolo ti piaccia. Per quanto riguarda Tsunade e Jiraya non saprei nemmeno volendo dirti come andrà a finire, dato che la storia cambia a seconda del capitolo che mi viene in mente. Quindi se un giorno progetto di metterli insieme, magari il giorno dopo cambio e decido di lasciarli così o di far morire qualcuno o tutti e due…insomma lo sapremo in futuro.

Sono contenta che il disegno ti piaccia. Si, lo fatto io, ma ci sono un po’ di difetti, del tipo, Itachi è un po’ strabico XD povero.

Fammi sapere cosa ne pensi del capitolo, mi raccomando.

 

Vaius: ciao. Grazie mille per le tue recensioni. Le apprezzo moltissimo, dico davvero. Vedo che già da qualche recensione che citi, Madara…sinceramente non so se inserirlo o no. è un personaggio ancora troppo misterioso e difficile da gestire, quindi non ti posso garantire se comparirà o meno, anche se forse potrebbe tornarmi utile…si si. comunque devo vedere cosa deviderò di fare con Pain. Tutto dipende da lui.

Al prossimo capitolo e ancora tante grazie.

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Capitolo 14
*** il sigillo ***


Capitolo 14: Il sigillo

 

Tsunade faceva avanti e indietro per il suo ufficio nervosamente.

Insieme a lei erano presenti Kakashi, Jiraya e Yamato e Sai.

Quest’ultimo era seduto su una sedia e tenuto legato dalla tecnica del legno di Yamato.

“Calmati Tsunade, stai consumando il pavimento!” disse Jiraya, beccandosi un’occhiataccia da parte della donna.

“Non è il momento dei fare dello spirito!” disse la donna fuori di sé r guardando storto il ragazzo.

“Ok che Sai ha trafitto nostro figlio, ma è anche vero che è stato Naruto a mettersi in mezzo. Il suo vero obbiettivo era Itachi!” disse l’uomo, il quale provava pena per il ragazzo che da giorni era stato recluso, senza che avesse compiuto intenzionalmente un crimine.

“Io non ce l’ho con questo bamboccio in particolare, ce l’ho con Danzo. È stato lui a voler a tutti i costi che lo aggiungessi alla squadra, quindi quanto successo è colpa sua! Ma sono sicura che questo ragazzino è ha conoscenza di qualcosa che potrebbe tornarmi utile. Dico bene?” disse fermandosi e guardando Sai che sorrideva.

“Io non posso raccontarle niente Hokage-sama!”

Tsunade afferrò per il colletto il moro, sollevando lui, la sedia e i legni a lui legati e cominciò a strattonarlo “Togliti quel fastidioso sorriso che hai sulle labbra e sputa il rospo!”

“Cosa dovrei dire? Il mio bersaglio era Itachi e fino a prova contraria la missione era scovare e possibilmente catturare i membri dell’Akatsuki!” disse Sai raccontando cose che tutti i presenti già sapevano.

“Non ti ho chiesto quale era la missione e cosa avevi intenzione di fare. Voglio sapere perché Danzo ha voluto che tu ti unissi alla squadra!” disse la donna urlando.

Sai la osservò, ma non un suono usci dalle sue labbra.

Tsunade lo lasciò andare facendo cadere il ragazzo, il quale non potendo avere il senso dell’equilibrio, cadde a terra con tutta la sedia.

Kakashi gli si avvicinò per tirarlo su “Ti conviene parlare o non solo tu passerai dei brutti momenti!” disse l’uomo a bassa voce per non farsi sentire dall’hokage.

“Se potessi aiuterei, ma non posso parlare per via di questo!” disse il ragazzo mostrando la lingua.

Tutti sussultarono e Tsunade non potè fare a meno di sospirare.

“A quanto pare Danzo ha studiato  un modo per eliminare coloro che avrebbero fatto la spia sul suo conto. Piuttosto furbo, ma ciò sta anche a significare che ha qualcosa da nascondere. Mi chiedo cosa!”

“è un sigillo quello che ha sulla bocca?” chiese Jiraya non avendolo mai visto quel tipo di sigillo.

“Esatto. È un sigillo che se dici qualcosa di sconveniente contro la persona che l’ha compiuto, la persona a cui è stato inferto muore all’istante.” Disse Tsunade per poi rivolgersi  a Yamato “Lascialo andare, a questo punto non posso pretendere che apra bocca su di lui!”

Sai fu libero e guardò i presenti.

“Ora sparisci dalla mia vista, prima che cambi idea!” disse Tsunade nervosa.

Sai si congedò e chiuse dentro di se la porta dietro di se.

 

Sai si diresse al covo della radice e si mostrò davanti a colui che coordinava le operazione di tutti gli anbu che avevano promesso la loro lealtà.

Danzo si trovava al centro dell’intersezione di due ponti e aspettò pazientemente che Sai si avvicinasse

Il ragazzo si inginocchiò al suo cospetto.

“Sai, mi domandavo che fine avessi fatto! Spiegami come mai non sei venuto a farmi rapporto una volta rientrato dalla missione!” disse l’uomo che si era avvicinato al ragazzo, appoggiandosi al suo bastone.

Lo guardava dall’alto verso il basso e non per via delle loro posizioni, ma semplicemente perché l’uomo di credeva migliore di chiunque altro.

“Ci sono stati degli imprevisti! Non ho potuto portare a termine la mia missione! Sono desolato!” disse il ragazza abbassando la testa.

Danzo strinse il bastone contrariato “Che tipo di  imprevisti?”

Itachi Uchiha era presente sul posto come da lei sperato. Purtroppo a causa della presenza degli altri membri non sono riuscito a eliminare il traditore. Stavo per farlo ma…” si fermò pensando di aver detto troppo.

“Continua!” gi impose Danzo.

“Ma Naruto si è messo in mezzo e la mia spada ha trafitto lui e non la nostra preda! Per questo motivo L’hokage mi ha tenuto prigioniero. Per raccogliere informazioni su di voi, ma non sono riusciti nel loro intento.” disse Sai continuando a guardare a terra. Quando si ci rivolgeva a Danzo nessun dei suoi sottoposti doveva osare guardarlo negli occhi.

“Lo vedo con i  miei occhi. Sai, sono molto deluso dal tuo operato. Mi fidavo di te. Avevo bisogno di quegli occhi, ma…ho riposto male la mia fiducia. Pagherai per il tuo fallimento! Fuu!”

Un ninja dai capelli castano chiaro, appartenente al clan Yamanaka apparve a fianco dell’uomo. Esso era, insieme a Torame Aburame, i ninja appartenenti alla radice, che Danzo riteneva i migliori.

“Porta Sai nelle segrete e assicurati che abbia il trattamento che merita chi non porta a termine il proprio dovere!” Disse l’uomo sorridendo con cattiveria, mentre Sai sussultò.

Il ragazzo venne afferrato per un braccio e malamente portato via, nonostante non avesse intenzione di porre resistenza.

 

Danzo rimase sul posto e disse “Hai sentito tutto?”

Un ninja con una maschera sul volto si avvicinò e disse “Si, signore. Ho sentito tutta la conversazione!”

“Bene Torame, cosa ne pensi?” chiese Danzo.

“Non saprei signore. Sinceramente mi ha sorpreso il fatto che Sai non sia riuscito nel suo intento. È raro che accada, ma il fatto che il Jinchuukiki abbia protetto Itachi Uchiha è ancora più sorprendente. Potremo usare questa carta a nostro vantaggio!” disse l’uomo.

“è proprio quello che avevo in mente. Devo solo studiare bene le mie carte e colpire al momento giusto! Mi cara Tsunade presto avrai una bella sorpresa!” disse divertito l’uomo.

 

Due giorni dopo, Sai venne rilasciato in libertà.

Non si poteva dire che ci erano andati leggeri con lui. Ma nella radice vigeva una regola. Chi non portava a termine un compito veniva punito con la reclusione e veniva picchiato ripetutamente.

Danzo era un tiranno che praticava la tecnica del terrore. I suoi ambu per non essere puniti, avrebbero fatto di tutto pur di portare a termine i loro compiti.

Il ragazzo venne mandato a casa con una mantellina che coprisse il corpo, in modo tale che i lividi e le ferite non fossero visibili.

Sai camminò verso il suo appartamento cercando di evitare le strade più affollate.

Zoppicava e questo avrebbe potuto insospettire le persone, i quali lo guardavano stranamente.

Era quasi giunto a destinazione, quando una fitta alla gamba lo fece cadere malamente a terra.

Provò ad alzarsi, quando qualcuno lo afferrò per un braccio per aiutarlo ad alzarsi.

“Tutto bene?” chiese una voce femminile.

Il ragazzo si girò per ringraziare, ma destino volle che quella persona fosse proprio Sakura, la quale dopo averlo riconosciuto, lo lasciò andare e lo guardò storto.

“Tu!” disse malamente. Ce l’aveva  ancora con lui per quello che aveva fatto a Naruto.

Sai la ignorò e si girò per riprendere a camminare, ma il fatto che era malconcio, insospettì qualcuno che era insieme alla rosa.

“Sai aspetta!” disse Naruto ponendosi davanti al ragazzo “Cosa ti è successo?”

Sai sussultò. Si domandava del perché gli importasse, dato che lo aveva quasi ucciso.

“Perché ti interessa?” chiese Sai trattenendo un gemito di dolore. “Non dovresti odiarmi?”

“Perché hai tentato di uccidere Itachi? No, sono fermamente convinto che ti è stato ordinato da colui che ti ha ridotto in questo stato!” disse Naruto.

Sakura sgranò gli occhi “Dici sul serio? Perché avrebbero dovuto fargli del male?”

Naruto sorrise “Vedo che al villaggio nessuno conosce Danzo come dovrebbe e forse nemmeno tu Sai, dico bene?” disse, ma il ragazzo abbassò la testa.

“Non è stato lui a conciarmi così. Ho messo male un piede e sono caduto per delle scale!” ammise sta volta senza sorridere, chiaro segno che stava nascondendo la verità.

“Non ti crederebbe nessuno!” disse Sakura togliendogli la mantellina “Le scale non provocano certi tipi di ferite, senza contare che sei un ninja della squadra Ambu e se avessi inciampato, saresti riuscito a rimetterti in equilibrio.

Il ragazzo sospiro, dopodiché venne portato all’ospedale nonostante continuasse a ripetere che stesse bene.

 

“Avanti” disse Tsunade seduta alla sua scrivania. “Naruto, cosa ci fai qui?”

“Volevo parlarti di Sai!” disse e la donna alzò il sopracciglio sorpresa.

Il ragazzo la mise al corrente di quanto successo. Tsunade si recò a guardare fuori dalla finestra, ma non disse una parola.

“Non mi sembri molto sorpresa mamma!” disse Naruto.

“non che sappia cosa succeda all’interno della radice, ma che Danzo sia una pessima persona…quello lo so da sempre. Non ho prove per provarlo altrimenti l’avrei già buttato via dal consiglio!”

Naruto sospirò. Con l’aiuto di Itachi avrebbe potuto incastrare Danzo come niente e non solo lui, ma anche gli altri due anziani che non avevano la coscienza pulita.

“Mamma, Itachi mi ha parlato di un sigillo che viene posto a ogni membro della radice per impedire il tradimento. Scommetto che anche Sai ce l’ha. Non si può sciogliere?”

Tsunade si girò, lo guardò e poi sorrise. Certo che sei proprio figlio di tuo padre. Jiraya ha avuto la stessa idea!”

Naruto sorrise “Eh allora?”

Jiraya qualcosa ne sa di sigilli, ma non conosceva questo in particolare. Ora è andato in un posto per vedere di scoprire qualcosa. Non resta che aspettare che torni con buone notizie, così noi avremo qualche carta da giocare contro Danzo!”

 

 

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Capitolo 15
*** tecnica di scioglimento ***


Capitolo 15: la tecnica di scioglimento

 

Jiraya tornò a Konoha due giorni dopo l’inizio della sua ricerca e portò con se dei rotoli di carta che sarebbero potuti tornare utili.

Rientrò nel suo monolocale a notte fonda e non un filo di luce entrava dalla finestra a causa dell’assenza della luna e quando accese la luce trovò una sorpresa, che lo fece spaventare talmente tanto da far cadere i rotoli.

Il rumore provocato dalla caduta degli oggetti fece spaventare anche la sorpresa, la quale era appisolata sul divano che c’era nella sala.

Naruto, che ci fai qui?” chiese l’uomo riprendendosi dallo spavento.

Il ragazzo si strofinò gli occhi “Ti aspettavo! C-che ore sono?” chiese il ragazzino. Jiraya gli rispose, ma esso si era nuovamente riaddormentato.

“Figlio degenere, nemmeno mi ascolta”  disse seccato, per poi dirigersi verso l’armadio per prendere una coperta e coprire il figlio, dopo di chè si apprestò a nascondere i documenti trovati.

Non voleva che Naruto li trovasse e leggesse doveva prima discutere con Tsunade di una faccenda importante.

Il mattino seguente fu Naruto a svegliarsi per primo e trovò il padre per terra.

“Belle signorine venite dal vostro caro…” non potè terminare né il sogno che la frase che Naruto gli diede un pugno in testa.

Tsè il solito pervertito!” disse con una vena pulsante sulla testa

Jiraya si svegliò e si grattò la testa e non sembrava di ottimo umore. Era stato svegliato proprio sul più bello.

“Che ci fai li per terra?” chiese il ragazzo curioso.

“Un  moccioso occupa il divano e devo pur arrangiarmi!” disse l’uomo tirandosi su e spolverandosi i pantaloni.

“Non hai un letto?” chiese Naruto. Era la prima volta che entrava nell’abitazione del padre.

Jiraya lo guardò e disse ”dove lo metto? Se a malapena ci entro io in questa casa?”

“Un buon motivo per tornare a vivere con me  e la mamma, no? Oppure potremo far saltare in aria questo posto e la mamma ti  accoglierebbe a braccia aperte!” disse furbone il ragazzo.

Jiraya scoppiò a ridere “Sei proprio buffo. Se speri che tua madre mi faccia rimettere piede in casa sua, per una tale sciocchezza...bhe non accadrà!”

“Dai, la mamma sarà tremenda quando si arrabbia, ma non è cattiva!”

“Come no! è una vecchia zitella antipatica e scontrosa. L’unica cosa buona che si ritrova e quel davanzale che ha!” disse l’uomo, quando improvvisamente dal naso gli cadde un rivolo dal naso.

“Sarà, ma secondo non ti piace solo quel davanzale!” disse Naruto sornione poi aggiunse “lo sai che mi hai dato un arma con cui potrei minacciarti?”

“cioè?” chiese l’uomo sgranando gli occhi.

“Se dicessi a mamma che l’hai chiamata vecchia zitella antipatica ecc., ti ucciderebbe!”

Jiraya sbiancò “Non avrai intenzione di dirglielo!”

“Chissà!” disse Naruto guardandolo di sottecchi.

“Cosa vuoi in cambio del tuo silenzio?” chiese Jiraya sospettoso.

Naruto sorrise trentadue denti “Che mi dici cosa hai scoperto  sul sigillo che ha Sai e soprattutto perché hai nascosto quei rotoli di carta nell’armadio, con tanta fretta e facendo attenzione che io non ti vedessi!”

Jiraya sussultò. Era convinto che il ragazzo dormisse e invece l’aveva fregato come se fosse stato un pivello.

“Non sono riuscito a scoprire molto sul sigillo di Sai. Si può sciogliere, ma solo con una tecnica inversa che richiede un chakra almeno dieci volte maggiore di quello che l’ha impresso, oppure usando il chakra di Danzo stesso, ma dubito che voglia collaborare.”

Naruto fece una faccia sorpresa “Non so quanto sia potente Danzo, ma avere un chakra dieci volte più potente del suo…bhe è piuttosto complicato!”

“piuttosto? Io credo sia impossibile, nemmeno l’uomo più potente al modo avrebbe la potenza necessaria. Danzo è potente, anche se non è il migliore, ma non credo che ci sia qualcuno così tanto più potente di lui!”

Naruto sorrise “Non mi preoccuperei di quello. Per quanto riguarda i rotoli invece?” chiese. Jiraya sperava che se ne fosse dimenticato.

“Sono solo rotoli di carta vuoti, che ho portato con me per prendere appunti sulla tecnica di scioglimento!”

Naruto lo guardò poco convinto “Non sei bravo a raccontare bugie. Avanti fammi vedere!” disse recandosi verso l’armadio.

Jiraya lo precedette e colpì l’anta dell’armadio che Naruto aveva aperto per richiuderla “Non c’è niente che ti deve interessare li dentro, chiaro?” disse con voce grossa, tanto che sorprese Naruto.

“Non provare ad avvicinarti più a questo armadio o è la volta buona che vedi di cosa sono capace se mi arrabbio sul serio e non sai di cosa sono capace!”

Naruto sgranò gli occhi. Suo padre non gli aveva mai parlato in quel modo e questo aumento la sua curiosità per quanto riguardava i rotoli, ma allo stesso tempo temeva che il padre potesse davvero attuare la sua minaccia. Sbuffò e sconfitto decise di lasciare perdere.

“Va bene, se ci sono novità fammi sapere!” disse semplicemente il ragazzo andandosene, offeso per come Jiraya si era rivolto a lui. Lo aveva preso alla sprovvista.

Jiraya quando vide la porta del suo appartamento chiudersi, sospirò e si lasciò andare sul divano sconsolato.

 

Jiraya verso metà mattinata si recò da Tsunade assicurandosi  che nessuno fosse presente nei pressi della stanza in grado di avvertire anche una minima parte del discorso che avrebbe  intrapreso.

“Allora come è andata!” chiese Tsunade seria.

“Non bene come speravo, ma sono ancora tutto intero. Introdursi in quel villaggio, per quanto ormai sia solo una massa di macerie, è impossibile. Se non avessi portato con me questa maglia di Naruto, probabilmente gli spiriti guardiani del luogo mi avrebbero fatto fuori e addio rotolo per sciogliere le tecniche di sigillo!”

Tsunade lo guardava non sorpresa del fatto. “Sapevamo che intrufolarsi nel vecchio villaggio del vortice era un pericolo, solo gli Uzumaki possono accedervi tranquillamente. Mi chiedo solo come ti sia venuta una tale idea. Infondo Sai non è niente per te, perché vuoi aiutarlo!”

Jiraya si fece serio “Non lo faccio per Sai, ma per incastrare Danzo.  Quel tipo non mi piace. Sappiamo che ha sempre cercato di prendersi la carica di Hokage e che è contro le leggi di tutti gli hokage che si sono susseguite e inoltre io credo che…” fece una pausa “…Hiruzen-sensei,  una volta mi ha parlato della storia degli Uchiha e mi è venuta una pulce nell’orecchio!”

Tsunade disse “Cioè?”

“Sai che gli Uchiha erano un clan famoso come i Senju e che per anni sono stati acerrimi nemici!”

Tsunade annui “i due clan, stanchi delle numerose perdite che subirono a causa delle loro battaglie, fecero una tregua. Venne creato il villaggio di Konoha e come capo villaggio fu scelto un appartenente al clan Senju. Gli Uchiha non si opposero a questa decisione, ma successivamente essendo anche gli altri hokage appartenenti a quel clan, gli Uchiha, da forti e temuti che erano, andarono in contro a un forte declino. Essere eletti come la polizia di Konoha, per loro non era abbastanza, non era un compito all’altezza dei loro poteri e si rivolsero un po’ contro!”

“Esatto, il sensei mi disse  che gli Uchiha cominciarono ad avere odio verso Konoha per la fine che avevano fatto e per far si che il clan si acquietasse, voleva fare un nuovo accordo, dare loro maggiore importanza, ma il consiglio, Danzo soprattutto, si oppose alla decisione del terzo. Li riteneva pericolosi e da eliminare per il bene del villaggio. Poi poco tempo dopo c’è stato lo sterminio del clan Uchiha, per via di Itachi. Credo che tu sia al corrente che Itachi era una spia che riferiva le intenzioni degli Uchiha al consiglio degli anziani. Secondo me hanno saputo qualcosa a loro scomodo è hanno ordinato a Itachi di eliminare tutti e ho il presentimento che ci sia Danzo dietro a questa storia! Non riesco  a capacitarmi che un ragazzino, dalle doti straordinarie di Itachi, fosse così stupido da compiere un tale gesto!”

Tsunade lo guardò preoccupata “è un accusa molto grave Jiraya. Anche se, dato la sete di potere di quell’uomo, la cosa non mi sorprende, non possiamo fare niente se non abbiamo l’assoluta certezza e prove contro di lui!”

Jiraya annuì “Lo so, per questo spero che aiutando Sai, il ragazzo possa dirci qualcosa in proposito!”

“è solo un servo di Danzo, non saprà niente di quella faccenda!”

“Può darsi, ma qualcosa potrà sempre tornare utile!”

“In poche parole vuoi usare quel ragazzo!” disse Tsunade.

“Detto così è brutto! Voglio solo che collabori con noi, sperando che accetti, e non credo che si tirerà indietro dopo il brutto scherzo che Danzo gli ha tirato!”

Tsunade sospirò “Ok, ma rimane il problema che non sappiamo come sciogliere il sigillo!”

Jiraya sospirò “La tecnica dovrebbe essere scritta qui dentro, da quel poco che ci ho capito!”

Tsunade aprì i rotoli e li lesse, poi sollevando lo sguardo verso l’uomo confusa e disse “Quel poco che ci hai capito? Da quando sai leggere questo tipo di lingua? È incomprensibile!”

“Si, ma ti ricordo che la moglie del mio allievo, apparteneva al villaggio del vortice. Mentre aspettava il figlio la sorprendevo spesso a leggere libri in questa lingua e…bhe mi sono incuriosito e mi sono fatto insegnare giusto un po’ la base!”

“Ok, ma ciò non toglie che non sei in grado di leggerli come si deve, esiste nessuno al mondo che sa leggerlo. Non esistono superstiti del villaggio del vortice!” disse Tsunade.

“E qui che ti sbagli mia cara. un superstite c’è…anche se non è un abitante di quel villaggio!”

Tsunade capì a chi si stava riferendo “Prima di tutto non ha mai parlato né sentito quella lingua, secondo lo sai a cosa dovremo andare incontro?”

Jiraya sospirò “Dovremo spiegargli le sue origini, il problema e che non sappiamo molto sulla madre. Inoltre sarà pronto per sapere tutto? E noi?”

Tsunade  sospirò “Prima o poi dovremo dirglielo, ma…forse dovremo chiedere a lui se lo vuole sapere o meno!”

 

La sera arrivò presto e Naruto vide rientrare non solo la madre, ma anche il padre, il quale aveva con se i rotoli.

“Papà? Che ci fai qui?”

“Anch’io sono contento di vederti figliolo!” disse Jiraya con ironia “Dovremo parlarti di una cosa…se vuoi!”

Naruto li guardò preoccupato “Ho fatto qualcosa di male? Perché mi dovete parlare entrambi?”

Tsunade sorrise, anche se era un sorriso nervoso “Non hai fatto nulla!”

Jiraya intervenne “Naruto, tu sei sicuro di voler aiutare Sai?”

Naruto alzò il sopracciglio “Che razza di domanda, certo che lo voglio! Anche lui è una vittima di quel vecchiaccio!”

Jiraya sospirò “Naruto qui dentro c’è come si fa a sciogliere qualsiasi tipo di sigillo, ma…

“Fantastico, così potremo aiutare Sai. Ma perchè allora questa mattina eri tanto misterioso!”

“perché questi rotoli non possono  essere letti da chiunque. Sono scritti in una lingua diversa dalla nostra ed è anche ormai scomparsa! Solo un clan al mondo conosce questa lingua…il tuo. Il clan Uzumaki, di cui tu sei l’unico superstite.”

Naruto a quella rivelazione sussultò.

Tsunade si sedette vicino a lui “Naruto, non ti sei mai chiesto perché tu avessi un cognome diverso da quello di tuo  padre o dal mio?”

Naruto annuì  “Quando ero piccolo si, ma una volta che ho scoperto di essere stato adottato, ho capito che il mio cognome deriva da uno dei miei veri genitori.  Sinceramente mi sono spesso domandato chi fossero, com’erano, cosa facevano, ma non ho mai avuto il coraggio di chiederlo. Avevo paura o che voi non avreste voluto parlarne o che non sapevate niente di loro e quindi ho lasciato perdere!”

Jiraya iniziò “Uzumaki era il cognome di tua madre, una kunoichi del paese del vortice dai lunghi capelli rossi. Si è trasferita a Konoha dopo che il suo villaggio era stato raso al suolo e il suo…tuo clan sterminato. Gli Uzumaki, per quel poco che ne so al riguardo, erano famosi per la loro abilità nelle tecniche di sigillo e per il loro chakra speciale che consentiva loro di avere il controllo sulle bestie dalle code. Diciamo che era la loro abilità innata!”

“il mio essere un’appartenente a quel clan, come può aiutarmi a comprendere un lingua che non conosco?”

“Gli Uzumaki avevano anche questa capacità. Parlavano una lingua sconosciuta a tutto il mondo, che solo loro potevano capire e leggere senza che venisse loro insegnata. Probabilmente veniva usata in campo nemico, quando qualche spia avrebbe potuto sentire i loro discorsi, inoltre credo servisse per le tecniche di sigillo. Se normalmente, per compiere una tecnica si fanno dei sigilli con le mani, loro usavano quella lingua.”

Naruto era invaso da mille pensieri “Mio padre invece?” chiese in un sussurrò.

Tsunade e Jiraya  si guardarono indecisi sul da farsi, ma ormai l’argomento era stato tirato in ballo

“Tuo padre è…yondaime!” disse Tsunade in un sussurrò, che però arrivò alle orecchie del ragazzo.

Naruto sgranò gli occhi e strinse i pugni “Non è vero!”

naruto so cosa stai pensando e...” cominciò la donna

“Non è vero!” disse il ragazzo urlando e alzandosi in piedi “Perché un padre dovrebbe sigillare un demone all’interno del figlio? Perché?”

“Non eravamo presenti quel giorno e non sappiamo come si siano svolti i fatti. So solo che Minato ha usato il sigillo del diavolo per imprigionare il Kyuubi dentro di te, per salvare il villaggio. Conoscevo bene Minato. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere se avesse potuto scegliere!”

Naruto si calmò anche se era piuttosto sconvolto, ma oramai aveva accettato da tempo il suo essere un jinchuuriki, per quanti sacrifici comportasse.

“Se non avessi dovuto leggere quei documenti, ammesso che ne sia in grado, mi avreste mai raccontato dei miei genitori?” chiese il ragazzo tristemente.

“Un giorno forse, ma non ti abbiamo potuto dare molte informazioni, io non conoscevo molto tuo padre e tua madre l’ho vista poche volte!” disse Tsunade.

“Per me è già abbastanza!” disse Naruto accennando un sorriso triste.

Jiraya intervenne “Veramente io di tuo padre potrei dirtene quante ne vuoi. Era un mio allievo e lo conoscevo bene! Ma ne riparleremo un’altra volta con calma!”

Naruto annuì e alzandosi si avvicinò a un rotolo lo aprì e cominciò a dargli un’occhiata.

 

Tutto era pronto.

Sai era stato portato in una stanza segreta sotto gli uffici del palazzo dell’hokage.

Era un luogo enorme e vuoto, con in mezzo solamente le colonne portanti incaricate di reggere il peso dell’intero palazzo.

Sembrava un posto abbandonato, ma non era raro che qualcuno entrasse in quel luogo. Veniva usato anche per ricattare i prigionieri in cambio di informazioni o per compiere qualche rituale come quello che Jiraya si stava preparando a compiere sul ragazzo moro.

Erano presenti anche Naruto, Tsunade e Sakura.

Tsunade era li per visionare la situazione, Naruto perchè era già a conoscenza del fatto che sarebbe tornato utile e Sakura aveva voluto accompagnare i due ragazzi e assicurarsi che tutto andasse per il meglio.

Sai si posizionò al centro della stanza all’interno di un cerchio tracciato sul pavimento con sangue di animale. Per far si che la tecnica funzionasse, il ragazzo non avrebbe dovuto muoversi da lì.

Jiraya fece segno a tutti di allontanarsi e cominciò a comporre con le mani sigilli che Naruto gli aveva detto di comporre la sera prima. Si ricordava ogni passo da compiere per far si che l’annullamento del sigillo avvenisse, ma non aveva la certezza che potesse funzionare, dopo tutto gli mancava un elemento importante…il chakra adeguato.

Decisero di provare comunque, sperando che i rotoli sbagliassero, anche se l’uomo non ci sperava troppo.

L’uomo finiti i sigilli, poggiò la mano all’interno di un cerchiò più piccolo e la tecnica ebbe inizio. Dal punto in cui aveva appoggiato la mano, cominciarono a espandersi delle scritte strane, la stessa lingua che era scritta sui rotoli e che solo Naruto poteva comprendere. Si espansero molto velocemente fino a giungere al ragazzo e ricoprirlo interamente. Improvvisamente dal cerchiò rosso più grande si alzò verso il soffitto una colonna di chakra che rendeva difficile la visione all’interno. Le scritte che prima si muovevano con velocità estrema disegnando varie forme sul pavimento, cominciarono a rallentare, fino a fermarsi.

Fu in quel momento che Jiraya capì che la tecnica non sarebbe arrivata alla conclusione, nonostante avesse aumentato la quantità di chakra.

Le scritte cominciarono ad abbandonare il corpo del ragazzo e lentamente a farsi sempre più indietro.

Tsunade si morse il labbro. Nonostante il fallimento della tecnica non riportasse conseguenze, era nervosa.

Naruto non ci pensò due volte e con tutta fretta diede il rotolo che teneva in mano a Sakura e corse verso il padre.

Compose gli stessi sigilli che aveva compiuto poco prima Jiraya.

“Papà togliti!” disse il ragazzo.

“Cosa hai intenzione di fare?” chiese l’uomo cercando di mantenere la concentrazione “Il tuo chakra non basterà comunque!”

Naruto decise a quel punto di spingere via l’uomo lasciando tutti di sorpresa e in fretta e furia, appoggiò il suo palmo della mano a terra.

Le scritte, nel momento in cui la mano di Jiraya aveva perso il contatto con la tecnica, cominciarono a ritirarsi molto velocemente, tanto che Naruto riuscì a impedire che la tecnica venisse annullata del tutto solo per un pelo.

Si concentrò a fondo chiudendo gli occhi e quando li riaprì essi non erano più azzurri, ma rosso sangue con una pupilla nera assottigliata.

Il ragazzo cominciò ad urlare e il suo corpo venne circondato da un chakra maligno di colore rosso, che fece cambiare colore anche a quello che avvolgeva Sai.

Tutti riconobbero quel chakra come quello della volpe.

Naruto fermati, è pericoloso!” disse Jiraya avvicinandosi, ma il chakra del ragazzo, prendendo vita gli impedì di avvicinarsi buttandolo nuovamente a terra.

Le scritte cominciarono nuovamente a fluire verso Sai, il quale, spaventato da quel chakra maligno, venne alzato in aria.

Passò solo un minuto, che per i presenti sembravano molto di più, dopo di chè la tecnica finì.

Sai rimise i piedi a terra e il chakra rosso si estinse, lasciando solo un Naruto privo di fiato.

C-ce l’hai fatta?” chiese Sakura al ragazzo.

Naruto era troppo impegnato a immettere aria nei polmoni per risponderle. Aprì solo un occhio che rivolse a Sai, il quale,sorridendo, mostrò ai presenti la lingua.

Il sigillo era scomparso.

Yatta! Sei stato grande Naruto!” disse Sakura correndo ad abbracciare il compagno.

Jiraya e Tsunade si guardarono sorpresi, ma preoccupati allo stesso momento.

Non gli andava a genio che il ragazzo avesse ricorso a quel potere, anche se dovevano ammetterlo, il chakra di Kyuubi o di qualsiasi demone con la cosa, era l’unica cosa in grado di annullare il sigillo di Danzo.

 

 

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Capitolo 16
*** Cambio di personalità ***


Capitolo 16: Cambio di personalità

 

Sai era felice di non essere più un sottoposto di Danzo.

Da quando era piccolo era sempre stato sotto il suo servizio. Lo aveva accolto quando era rimasto orfano, ma solo con lo scopo di addestrarlo e renderlo suo servo.

Spesso veniva maltrattato dagli scagnozzi dell’uomo per un semplice errore in allenamento, non tenendo conto che era solo un bambino e che come tutti aveva bisogno di tempo per imparare.

Ma non si arrese, cercò di dare il meglio di se stesso, di esaudire ogni suo desiderio, solo per non dare a Danzo la soddisfazione di prendersela con lui.

Ricordava ancora lo sguardo soddisfatto di quando veniva torturato.

Sai odiava quell’uomo e se non fosse stato per quel sigillo, lo avrebbe fatto fuori con le sue mani.

Era davvero riconoscente a Naruto, il quale, nonostante stesse per morire a causa sua, lo aveva perdonato e dato la possibilità di vivere una vita migliore.

Tsunade si avvicinò al ragazzo per chiedergli come si sentisse dopo il rito.

“Magnificamente Hokage-sama!” rispose il ragazzo. “Avrei una proposta da farle se ha voglia di ascoltarmi!”

Tsunade sgranò gli occhi e gli diede il permesso di parlare “So che ora sono libero dalla prigionia di Danzo, tutta via penso che fingermi ancora un suo alleato potrebbe tornarvi utile. Potrei informarvi di ogni suo passo, fare il doppio gioco”

Tutti rimasero sorpresi a quella richiesta, ma Tsunade mise in chiaro che non era d’accordo. Già Danzo avrebbe creato non pochi problemi una volta scoperto che Sai lo aveva tradito e il ragazzo era già in pericolo di vita così. Non voleva rischiare di metterlo in pericolo ulteriormente.

“Sei coraggioso ragazzo! Ti rendi conto che un passo falso e Danzo ti farà uccidere?” chiese Jiraya.

“Mi ucciderebbe comunque. Ora non ho più nessun sigillo che mi impedisca di riferirvi i suoi piani loschi! Inoltre sono in debito con voi, con Naruto due volte!” disse guardando e sorridendo al biondo.

“Non mi devi niente!” disse il ragazzo mettendo le braccia dietro la testa.

Tsunade,  secondo me, se facciamo come Sai ha detto, potremmo davvero incastrarlo!” disse Jiraya cercando di convincere la donna.

“La prego Hokage-sama, mi sentirei molto più utile!” disse Sai.

Alla fine l’hokage accettò, chiedendo al ragazzo massima cautela.

Una volta messi d’accordo, Naruto propose a Sakura e Sai di andare a festeggiare con un bel pranzo dall’Ichiraku. Era da qualche giorno che non mangiava ramen e sentiva come la necessità di mangiarlo.

Naruto, veramente noi vorremmo parlarti!” disse Tsunade seria.

“Non ora, ne parleremo più tardi, ora bisogna festeggiare!” disse il ragazzo, cercando una scusa per rimandare al più tardi possibile l’argomento Kyuubi. Sapeva che la madre e il padre avrebbero voluto chiarimenti sul suo uso del charkra della volpe.

 

I ragazzi si diressero verso il locale, ma il gruppo non era completo.

“Ragazzi, non dovremmo chiamare anche Sasuke-kun?” chiese Sakura.

Naruto annuì e si offrì volontario nell’andare  a cercarlo. Sapeva benissimo dove trovarlo e di fatto lo trovò al campo di allenamento ad allenarsi.

Sasuke ultimamente era inquieto. Infastidito dal fatto che Naruto fosse più avanti rispetto a lui, innervosito dal fatto di non essere riuscito a scalfire suo fratello, ma soprattutto non gli andavano a genio i misteri che si celavano dietro a Itachi.

Naruto aveva fatto un giro di parole per fargli capire che quello che sapeva sul fratello non era esatto, ma nonostante il tempo che ci aveva perso a rifletterci, non era mai riuscito ad arrivare a una soluzione che avesse senso.

Alla domanda che il biondo gli aveva posto, del perché Itachi lo avesse risparmiato, aveva trovato solo come risposta il fatto che il fratello, nonostante l’aria fredda di quel giorno, ci tenesse a lui, ma un’altra domanda nacque spontanea nel cervello del ragazzo. Itachi non ci teneva anche alla famiglia e al Clan?

 

“Avrei giurato che ti avrei trovato qui!” disse Naruto beccandosi un’occhiataccia da parte del moro “Cos’è?  ti alleni per riuscire a strapparmi qualche informazione in più di tuo fratello?”

“a te o a Itachi. Diventerò più forte di entrambi e finchè uno dei due non si convincerà a dirmi quello che sapete, vi pesterò a sangue!” disse sasuke stringendo un kunai.

Naruto sogghignò “passerai sul mio cadavere, piuttosto che io ti dica quello che so, ma con Itachi dovrebbe essere più semplice, infondo lui vuole dirti la verità, sta solo aspettando il momento giusto!”

“Semplice o no, peccato che lui non sia molto rintracciabile!” disse sbuffando il ragazzo.

Naruto scosse le spalle e cambiò argomento “Vuoi venire a festeggiare la liberazione di Sai con noi?”

“Non mi interessa. Non mi piace quel tipo.” Disse lanciando il kunai.

Naruto mise le mani dietro la testa “Accidenti, sai? Incontrare Itachi ti ha fatto diventare più scontroso! Eddai, non farti pregare, non è che se abbandoni gli allenamenti per un’oretta, cambia qualcosa!”

Sasuke voltò il capo contrariato, quando si accorse che qualcuno li osservava.

“C’è qualcuno!” disse l’Uchiha.

“Si, sono anche in parecchi!” disse invece Naruto.

I tipi nascosti uscirono allo scoperto. Erano ragazzi della stessa età dell’Uzumaki e dell’Uchiha.

Entrambi i ragazzi erano tranquilli nonostante fossero circondati da otto genin come loro.

“Che cosa vuoi Yuki!” disse Sasuke riconoscendo nel ragazzo l’ex compagno di accademia.

Yuki era un ragazzo piuttosto grosso, a capo di una banda ninja che non prometteva bene, più che proteggere Konoha sembrava divertirsi a creare problemi, anche se con piccoli furti e atti vandalici.

Se non fossero stati minorenni, l’hokage li avrebbe già sbattuti nelle segrete delle prigioni, ma la legge lo vietava. Erano ammesse delle sanzioni e punizioni, non molto utili dato che i ragazzi continuavano nelle loro scorribande.

Yuki, dove ho già sentito sto nome? È un lontano ricordo!” disse Naruto facendo finta di rifletterci su.

In realtà sia che lo conoscesse o meno, se era li per grane, le avrebbe trovate, percependo l’aria che girava in quel momento.

“oh non ti ricordi di me mostro! Ora ti faccio tornare la memoria io!” disse il ragazzo prendendo il biondo per il colletto della tuta e spingendolo a terra senza che esso si ribellasse.

Naruto lo guardava serio, ma tranquillo.

“Ricordi il bambino che hai spinto giù per le scale il terzo anno di accademia?” disse.

uhm…si. Era un cretino che si divertiva a prendere di mira i più deboli e spifferare loro, in modo poco delicato, cose di cui non si sarebbe dovuto intromettere! Quindi sei tu. Quella botta in testa non ti ha reso più intelligente vedo!” disse Naruto sorridendo “Sei il solito sbruffone e cretino, ma riconosco che qualcosa in te di diverso c’è!” di porto le mani sulla pancia “Hai messo un po’ di pancetta vedo!”

Yuki assottigliò gli occhi e strinse i pugni “appena ho saputo del tuo ritorno al villaggio, ho cercato di farti pagare l’affronto che mi hai fatto subire!”

“e tu vorresti fargliela pagare? Buona fortuna e sta attento a non farti spezzare troppe ossa!” disse Sasuke allontanandosi, non volendo essere coinvolto in certe ragazzate.

“Aspetta Uchiha. Ho un conto da saldare anche con te! Non mi hai reso la vita facile all’accademia!” disse Yuki facendo cenno a due ragazzi ancora nascosti di farsi vedere.

Questi spingevano una Sakura che cercava invano di liberarsi.

La ragazza era davanti al chiosco del ramen che aspettava i suoi amici, quando la banda l’aveva colta di sorpresa e portata via.

“cosa hai intenzione di farle?” chiese Sasuke guardando il ragazzo minaccioso.

Yuki si avvicinò alla rosa e le alzò il mento “Mi è sempre piaciuta questa bambolina, ma diciamo che la voglio usare come ostaggio. Tu, Uchiha, sei un osso piuttosto duro, anche se non credo che tu sia capace di riuscire a competere contro tutti noi, ma avendo anche l’aiuto del mostro, pensavamo che minacciandovi avreste fatto i buoni e obbedito ai miei ordini!” disse divertito.

“Non lo ascoltate e dategli una bella lezione!” disse Sakura riuscendo a liberare un braccio e dando una gomitata a uno dei ragazzi che la tenevano prigionieri, ma l’altro stringendo la presa impedì la sua fuga. Quella sua reazione però, peggioro la sua condizione dato che le venne puntato alla gola, un coltello dalla lama affilata.

“Vi avverto che i miei compagni non ha paura di usare quell’arma sulla ragazza!” disse Yuki.

Naruto lo guardava con rabbia e stringendo i pugni fece qualche passo verso il suo avversario, ma Sasuke mettendogli una mano avanti, gli disse di calmarsi “Così facendo fai il loro gioco, dobbiamo giocare d’astuzia!”

Un Kunai lanciato, fece separare i due e ogni di loro fu circondato da quattro ragazzi e Yuki decise che come preda preferiva Naruto.

Naruto era pronto a colpirlo, ma il ragazzo lo mise in guardia.

“Per ogni pugno che dai a me o ai miei compagni, la lama affonderà sempre di più nel collo di Sakura! Vuoi davvero essere tu la causa della sua morte?” disse divertito.

Così facendo il ragazzo colpì in faccia il biondo e lo stesso fecero quelli che avevano scelto Sasuke.

Entrambi i ragazzi dovevano subire e basta, ma se per Sasuke mentre cercava di schivare i colpi, pensava anche a un piano per uscire da quella situazione, Naruto perdeva sempre di più la calma e ogni volta che sentiva la mano di qualcuno scontrarsi con il suo viso o la parola mostro.

Naruto era a terra con la testa bassa, ma si rialzò senza nessuna fatica e non potendone più tirò tre pugni a Yuki, uno in faccia e due nello stomaco.

Il ragazzo si piegò in due per il dolore e diede segnale ai ragazzi che tenevano Sakura di procedere.

La lama del coltello premette sul collo della ragazza, la quale emise un piccolo gemito e dalla sua gola Naruto vide scendere un rivolo di sangue.

A quella vista, Naruto non riuscì più a trattenersi.

Fissò il suo nemico con uno sguardo rosso e carico di risentimento. I suoi denti erano più appuntiti e i graffi sulle guance più spesse.

Gli succedeva sempre quando non manteneva la calma, il problema e che perdeva la facoltà di pensare lucidamente, ma in quei momenti non gli importava, voleva solo sfogare la sua rabbia.

Non sarebbe successo niente se di mira fosse stato preso solo lui, ma incastrare anche persone che non centravano niente in certe faccende proprio non lo sopportava.

Si era sempre trattenuto da quando era arrivato al villaggio, anche se spesso gli era capitato di perder la calma, ma grazie ai suoi amici era sempre riuscito a controllarsi.

Quella volta invece non ci riuscì e si mosse con velocità estrema, tanto che solo Sasuke, grazie allo sharingan, riuscì a seguire i suoi movimenti.

Nel giro di pochi secondi, si ritrovò nuovamente nella stessa posizione davanti ad Yuki, con l’unica differenza che quest’ultimo aveva l’aria assente come anche tutti gli altri.

Tutti i componenti della banda caddero a terra privi di sensi, a causa di un forte colpo subito nello stomaco.

Sakura era finalmente libera, ma era sconvolta da quanto accaduto, dato che lei a mala pena si era accorta del movimento del ragazzo.

Sasuke invece lo guardava contrariato, non solo perché non gli aveva dato retta, ma anche perchè  avrebbe dovuto raddoppiare gli allenamenti per riuscire a raggiungere il livello del compagno.

In quel momento arrivò Kakashi, il quale era stato messo in allerta dal chakra della volpe a nove code.

Per quanto poco fosse stato usato, la minima quantità di chakra era percepibile dalle persone con cui erano già entrate in contatto il giorno dell’attacco tredici anni prima.

E Kakashi era in prima linea quel giorno, prima di essere mandato via, al sicuro, dai shinobi più esperti.

Stava tranquillamente passeggiando leggendo il libro di Jiraya, quando dei brividi lo colsero e lo fecero correre verso la direzione da cui proveniva quella spiacevole sensazione.

Al suo arrivo vide Sasuke, Sakura e Naruto in piedi e dieci ragazzi a terra.

Per un attimo temette che fossero morti, ma vedendo che uno si stava per rialzare, dovette ricredersi.

Quello che vide dopo non gli piacque. Naruto si avvicinò a quel ragazzo e gli diede, con cattiveria, un forte calcio che gli fece perdere nuovamente i sensi.

Sakura si avvicinò al ragazzo e mettendogli una mano sulla spalla gli disse di calmarsi, che era tutto finito, ma in risposta ricevette un ringhio e uno sguardo carico d’odio.

Kakashi sussultò riconoscendo sul volto di Naruto i tratti di Kyuubi.

L’uomo intervenne e fece portare via i ragazzi da una squadra medica.

“Cosa diavolo è successo qui?” disse serio guardando i tre ragazzi.

Sasuke fissava un Naruto ancora fuori di sé che stringeva i pugni come a voler calmare i tremiti di rabbia, mentre Sakura spiegò quanto accaduto.

Kakashi sospirò sentendosi sollevato del fatto che non era stato Naruto a procurare quel taglio sulla gola alla ragazza. Da quanto visto bastava un altro po’ che la ragazza avrebbe rischiato seriamente.

Anche Sakura venne accompagnata allo spedale per farsi medicare e con una semplice  quantità di chakra il graffio scomparve.

Sasuke venne mandato a casa e Naruto preso in custodia da Kakashi, il quale si decise a portarlo dall’hokage.

Non trovavamo molto ideale rimproverarlo semplicemente e mandarlo a casa, vedeva che era ancora visibilmente agitato. Infatti durante il tragitto, si guardava a torno con fare agitato, mantenendo comunque la testa abbassata per non dar mostra dei suoi occhi.

Giunsero vicino all’ichirakui ramen dove c’era un Sai annoiato ad aspettarli, con in mano un blocco da disegno, quando li vide si avvicinò.

“Cosa è successo?” chiese Sai sentendo che qualcosa nell’aria non andava.

Naruto appena lo adocchiò gli si scagliò contro. Lo sbatte contro un muro e premette il suo braccio contro il petto del ragazzo per non farlo scappare.

“Perché non sei stato con Sakura?”gli chiese con rabbia.

Sai sussultò a vedere i suoi occhi cosi uguali a quelli di un demone.

S-sono andato a casa a prendere il mio album da disegno. Volevo disegnare qualche momento nostro insieme!”  disse non agitato. Era abituato a certi trattamenti anche se era sorpreso che quello che ora lo teneva contro un muro fosse proprio colui che lo aveva aiutato a liberarsi di coloro che lo torturavano.

Kakashi prendendo Naruto per la tuta lo rimproverò e lo portò di peso dall’hokage, la quale non fu contenta di sapere quanto accaduto, ma la parola si perse quando sgridando Naruto, lo obbligò a guardarla negli occhi.

Naruto, cosa hai…

Il ragazzo riabbassò gli occhi e si liberò dalla presa di Kakashi che non gli mollava il braccio per sicurezza.

“Da quanto ha raccontato Sakura, Naruto ha preso solo le sue difese. Quei ragazzi non si sarebbero fermati, nonostante rischiassero di uccidere la ragazza!” disse Kakashi in sua difesa, vedendo il volto scuro della donna.

“A quei tipi ci penserò più tardi, ma qualsiasi sia la motivazione non accetto che mio figlio abbia fatto utilizzo di un tale potere!” disse Tsunade con voce grossa.

Naruto la guardò con astio, non sembrava essere rimasto niente del ragazzo che Tsunade conosceva “Cosa avrei dovuto fare?” disse con voce roca “Far pestare a sangue me e Sasuke, mentre Sakura era in balia di quei deficienti? È già tanto se mi sono trattenuto dall’ucciderli!” disse agitandosi ancora di più al ricordo di quanto avvenuto.

Tsunade sussultò “Ti rendi conto di quello che hai detto? Saresti stato capace di uccidere quei ragazzi? I tuoi compagni di scuola?”

“Certo e mi sarei anche divertito a dirla tutta!” disse Naruto sorridendo, ma in quel momento Jiraya, il quale un istante prima era seduto sulla sedia dell’hokage e ascoltava quanto si stava verificando, applicò sulla fronte del ragazzo un sigillo, rispedendo indietro il chakra della volpe che era ancora in circolo nel figlio, facendolo sragionare.

Naruto si sentì disorientato per qualche istante e se non fosse per il padre che lo tenne in piedi, sarebbe caduto a terra.

C-cosa è successo?” chiese confuso.

“hai fatto la festa a dieci ragazzi rischiando di ucciderli!” disse Tsunade.

Naruto voltò la testa e l’abbassò “Io non ricordo di averlo fatto!”

Tsunade lo guardò storto non credendogli.

Il ragazzo si arrese “Mi dispiace, volevo solo aiutare Sakura e in quel momento mi sembrava l’unico modo di riuscirci…oltre al fatto che non riuscivo più a sopportare quella situazione!”

“Non si può dire che hai dei nervi d’acciaio!” disse Kakashi.

Naruto, ho una domanda. Hai già ricorso ai poteri del Kyuubi prima d’oggi?”

Naruto annuì “Si, Itachi mi ha insegnato a controllare parte del suo potere!”

“A me non sembra proprio!” disse Tsunade incrociando le braccia “Sbaglio ho hai detto che avresti voluto uccidere quei ragazzi!”

Naruto la guardò seriamente stringendo i pugni “L’ho detto, ma non l’ho fatto. se non fossi stato in grado di controllare Kyuubi, avrei fatto a pezzi quei ragazzi e non mi sarei fermato a loro. Quando uso il suo potere, oltre ad acquisire maggiore potenza e velocità, acquisisco anche parte della personalità della volpe. Posso dire e fare cose che in condizioni normali non farei, ma so quando mi devo fermare e lo dimostra il fatto che Sai non ha subito danni, quando ho usato quel chakra per sciogliere la tecnica, chakra che avrebbe potuto ucciderlo e che quei ragazzi sono solo svenuti!”

“Tu non ricorrerai mai più a quel potere, sono stata chiara?” disse Tsunade arrabbiata “Altrimenti…

“Altrimenti cosa? Cosa è cambiato da stamattina ad adesso? Sapevo usare questo potere da ancora prima che tornassi a Konoha, perché ora sei così fredda?” disse Naruto infastidito dal cambio comportamentale della madre.

“C’è che non lo sapevo!” disse la donna “Le cose sarebbero state diverse!”

Naruto sgranò gli occhi e abbassò la testa “Cioè? Mi avresti fatto rinchiudere, non mi avresti più voluto o che so io? sono sempre lo stesso ragazzo e non sono come ora tu mi vedi!”

“Come ti vedrei?” chiese Tsunade avendo paura di sentir uscire dalla bocca del ragazzo una certa parola

“Come un mostro!”

Tsunade lo fissò “te lo ripeto fino alla nausea. Puoi fare errori e cretinate come tutti gli esseri umani, ma non ti giudicherò mai un mostro. Il fatto che ti stia sgridando e che sia arrabbiata per quello che fai, non ti deve far pensare a una cosa del genere! So bene che il mostro è Kyuubi e non tu, ma non posso accettare che tu faccia spontaneamente uso di quel potere, per vendicarti di qualcosa. Non mi interessa cosa ti hanno insegnato all’akatsuki, la prossima volta che userai quel potere  prenderò dei seri provvedimenti!”

Jiraya intervenne prima che la situazione potesse degenerare. Si abbassò all’altezza di Naruto e gli afferrò le spalle. “Naruto promettimi che non userai più quel potere!”

Naruto guardò l’uomo, ma non fiatò.

Naruto!”

Il ragazzo abbassò il volto.

Jiraya lo scrollò preoccupato per il fatto che il ragazzo esitasse tanto  a rispondere “Guardami negli occhi e promettimelo!”

Il ragazzo alzò gli occhi lucidi e guardando l’uomo,  promise.

 

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Capitolo 17
*** Jinchuuriki riuniti ***


Cap 17 : Jinchuuriki riuniti

 

Passarono diversi mesi e la calma sembrava essere tornata nel paese del fuoco, ma era solo apparenza e questo era ben chiaro all’hokage e chiunque sapesse dell’Akatsuki.

Nell’ultimo periodo però sia Tsunade che Naruto, ricevettero diverse missive, che li informarono della cattura di numerosi bijuu.

Sei in totale.

Entrambi erano molto preoccupati.

Naruto cercava di fingere che tutto andasse bene, ma i messaggi che riceveva dai suoi amici dell’organizzazione, non erano molto confortanti. Il fatto che già sei dei demoni codati erano stati catturati, faceva temere il ragazzo per la sua incolumità e per quella dei suoi amici.

Tsunade invece era preoccupato per il figlio e per l’intero villaggio. Sapeva che Naruto nell’Akatsuki aveva degli alleati, ma i membri che gli erano contro, non le presagivano niente di buono.

In circolazione erano rimasti il Kyuubi, l’Hachibi e lo Shikaku e i tre paesi che li costudivano, avrebbero dovuto collaborare affinchè non accadesse niente ai loro jinchuuriki.

Tsunade chiese di fare in modo di riunire tutte e tre le forze portanti sotto la protezione di un unico villaggio, dove avrebbero potuto aver maggior garanzie di sicurezza, dato che l’Akatsuki avrebbe trovato difficoltoso combattere con tre jinchuuriki contemporaneamente, più i vari ninja che avrebbero messo a repentaglio le loro vite pur di proteggere i tre.

Il raikage non fu d’accordo con l’iniziativa di Tsunade, dato che riteneva che il fratello, l’otto code, fosse benissimo in grado di difendersi da solo e che il suo villaggio bastava per annientare tutte le minacce che si sarebbero messe contro suo fratello.

L’hokage provò a convincerlo di non sottovalutare il nemico. Da quello che Naruto le raccontava, l’Akatsuki nascondeva molto di più di quello che aveva fatto sapere nei loro fugaci incontri nelle varie missioni. Inoltre, il fatto che non si avevano informazioni su alcuni di loro, rendeva ancor più pericolosa la situazione.

Il raikage rimase fermo sulla sua posizione, ma Tsunade non si arrese. Sapeva che  l’otto code era un jinchuuriki in gamba e quindi la sua assenza, avrebbe garantito meno protezione per gli altri due Jinchuuriki, ma fece la sua proposta anche al Kazekage. Esso fu d’accordo, ma non si volle prendere la responsabilità di quanto sarebbe accaduto se i due bijuu fossero stati catturati.

Tsunade non disdegnò l’idea di dover ospitare a Konoha il secondo Jinchuuriki, dato che così non avrebbe dovuto perder di vista il figlio, ma gli dispiaceva il fatto che il Kazekage, l’avesse appoggiata solo per togliersi dai piedi un problema. Infatti, lo Shukaku, nonché “figlio” del capo villaggio, era alquanto pericoloso e impossibile da eliminare.

Il ragazzo aveva la stessa età di Naruto e non poteva credere che un ragazzo potesse compiere le atrocità che il Kazekage le aveva descritto in una sua lettera.

 

Naruto e Sakura stavano tornando alle proprie abitazioni, dopo essersi abbuffati all’Ichiraku ramen.

“Sai, comincio ad adorare quel posto. Il ramen è buonissimo. Comunico ufficialmente che è il mio piatto preferito!”

Sakura rise “Quando eri all’akatsuki cosa mangiavate?”

“Per di più cibi precotti. Nessuno sapeva cucinare…forse Konan sapeva fare qual cosina, dato che una volta lo beccata preparere qualcosa per Pain, ma non c’era un bel legame tra lei e il mio gruppo, quindi dovevamo arrangiarci. Se poi metti in questione che la spesa la dovevo fare io, in quanto non ricercato da tutto il mondo, puoi solo immaginare cosa compravo!” disse Naruto divertito. “Ogni singola cosa che mi capitava sotto il naso pur di fare in fretta. Odiavo svolgere quella mansione. Quindi le volte in cui si mangiava decentemente erano poche!”

“Più che una banda di criminali, l’akatsuki sembra quasi una normale famiglia!” disse Sakura divertita.

Bhe per certi aspetti lo è…ovviamente quando non vanno in giro a uccidere qualcuno!”

Sakura si rabbugliò “Senti Naruto. A te è mai capitato di dover uccidere qualcuno per un loro ordine?”

Naruto la guardò sorpreso della domanda. Scosse la testa “No,  ne ho visti uccidere molti però, a volte anche in modo alquanto crudele!”

Sakura sgranò gli occhi per la leggerezza con cui l’aveva detto.

Il ragazzo non ci aveva fatto caso, era talmente abituato a vedere omicidi, che gli sembrava quasi una cosa normale.

 

Continuarono a camminare, quando sentirono delle voci conosciute e sentendo un po’ di caos decisero di andare a dare un’occhiata.

“Ehi Shikamaru, cosa succede?” chiese il biondo raggiungendo l’amico, che era alquanto seccato.

Chouji si è scontrato per caso con quel tizio e ora non vuole lasciarlo andare!” disse il Nara, indicando un tipo vestito di nero con un trucco pesante in faccia e una marionetta dietro la schiena.

Non era solo, accanto a lui si trovava anche una ragazza da quattro codini biondi.

“Dai Kankuro, non perdere tempo con quel grassone. Lascialo andare, voglio andare a farmi un bagno rinfrescante!” disse la ragazza.

“Accidenti a te Temari. Questo moccioso mi è venuto addosso e deve pagare!” disse Kankuro spingendo a terra Chouji.

Naruto si avvicinò al compagno tranquillamente “Ehi, ti sei visto allo specchio stamattina? Sei tutto sporco in faccia!” disse  guardandolo negli occhi.

“Babbeo è trucco!” disse Temari innervosita.

“Oh scusa, non credevo che il tuo amico avessi certe tendenze, o dovrei dire amica?” disse bleffandosi di lui sogghignando.

Kankuro lo afferrò per la tuta, alzandolo da terra.

“Come ti permetti moccioso!”

“Mi permetto, come tu ti permetti  di fare il bullo con i miei amici!” disse per niente intimorito dalla situazione.

bhe direi che mi divertirò di più a giocare con te!” disse Kankuro ghignando.

“Che schifo! Sai parlare senza sputare? Sai, mi sono giò fatto la doccia stamattina!” disse  Naruto, facendo arrabbiare maggiormente Kankuro, il quale caricò un pugno per  colpirlo.

“Fermati Kankuro!” disse una voce proveniente da un albero.

Il ragazzo si gelò sul posto e lentamente voltò lo sguardo  guardando il fratello minore.

Gaara” disse con voce tremante.

Il ragazzo dai capelli rossi, con una grossa giara sulle spalle, scese dal suo nascondiglio, mostrandosi ai presenti.

Tutti, tranne Naruto, sussultarono a vedere lo sguardo gelido e carico d’odio del ragazzo.

“Se pensi che fissandomi in quel modo, tu mi faccia paura, hai scelto la persona sbagliata!” disse Naruto.

Kankuro fece un passo avanti e disse “Tu moccioso, non ti conviene giocare con il fuoco. Tu non sai chi hai davanti!”

“Nemmeno voi! Quindi state attenti a quello che fate.” Disse minaccioso, fissando Gaara per poi sospirare “Non sono io che ho cominciato a fare il prepotente e non ho nessun interesse a continuare a perdere tempo con voi!” disse girandosi e raggiungendo i suoi amici “Quindi se non vi dispiace noi ce ne andiamo!”

Naruto, i tuoi piedi!” disse Sakura spaventata.

Il ragazzo abbassò lo sguardo, per vedere della sabbia circondarlo lentamente.

“Interessante. Controlli la sabbia!” disse Naruto voltando il capo verso Gaara.

Gaara calmati!” disse Temari impaurita “Lascia perdere quel moccioso, non ne vale la pena!”

“Taci. Ho voglia di uccidere e se non lui, sceglierò te!” disse il ragazzo gelando con uno sguardo la sorella.

“Ehi, calma” disse Chouji muovendo le mani “Ci siamo solo scontrati, che bisogno c’è di arrivare ad uccidere” disse Chouji preoccupato, vedendo che la sabbia aveva quasi interamente ricoperto Naruto.

Shikamaru provò ad attuare la sua tecnica dell’imprigionamento dell’ombra, ma Gaara era ancora sotto l’ombra dell’albero, facendo sì che la sua ombra fosse irraggiungibile.

“Accidenti, non posso fare niente!” disse il Nara mordendosi il labbro.

Naruto!” gridò Sakura cercando di liberare l’amico dalla sabbia.

Il ragazzo sorrise “Non vi preoccupate. Non mi farà assolutamente niente!” disse prima di venire completamente inghiottito dalla sabbia.

Gaara guardò con aria indifferente il corpo intrappolato del biondo e cominciando a stringere il pugno disse “Funerale del deserto!”

Kaknguro e Temari girarono la testa per non osservare la terribile scena che si sarebbe susseguita, a causa della tecnica attuata dal fratello.

“Funerale del deserto!” ripetè Gaara, stringendo nuovamente il pugno.

“Cosa succede?” chiese Kankuro.

Il rosso allentò la presa e richiamò a sé la sabbia.

Naruto, tutto bene?” chiese Sakura, prima di notare che il compagno era completamente avvolto dal chakra del Kyuubi.

“Ma che diavolo…”cominciò Shikamaru sorpreso da quello che gli comparve davanti gli occhi.

Naruto aveva gli occhi rossi, i graffi delle guance inspessiti, i canini allungati e uno sguardo cattivo.

“Doveva forse succedere qualcosa?” chiese Naruto a Gaara sogghignando, il quale non si era scomposto a vederlo in quelle condizioni.

“Chi è quello? Un mostro?” dissero Temari e Kankuro all’unisono, beccandosi un occhiataccia sia dal fratello che dal biondo.

“Ripetetelo ancora un volta e vi faccio fuori!” disse Naruto, il quale, a causa del potere che aveva richiamato a se, aveva cambiato nuovamente personalità.

Naruto in una mossa veloce, lanciò uno shuriken verso Gaara, il quale non venne minimamente scalfito grazie alla sua barriera di sabbia.

Il biondo sorrise “Interessante, sarebbe divertente lottare contro di te... Gaara!” disse per tornare alle sue sembianze normali “Ma direi che uno scontro tra due jinchuuriki creerebbe non pochi danni!”

“Sai quanto me ne importa. Per me questo villaggio è solo un luogo pieno di gente da uccidere!” disse incrociando le braccia.

“Wow, carattere difficile il tuo! Indovino, infanzia difficile e odio costante da parte di tutti. Giusto?”  disse Naruto avvicinandosi a lui e fissandolo negli occhi.

Gaara non si scompose “A quanto pare tu no!” disse spostando il suo sguardo verso gli amici del biondo.

Naruto scrollò le spalle “So cosa significa sentirsi solo e odiato da tutti, ma io ho trovato persone che mi hanno voluto bene e che nonostante la mia condizione, non mi hanno visto come un mostro da eliminare!” disse, guardando principalmente Kankuro e Temari.

I ragazzi si sentirono interpellati e non ebbero coraggio di sostenere il suo sguardo.

“Non mi interessa avere amici!” disse Gaara.

“Si, è più semplice odiare e sterminare chiunque ti capiti a tiro. L’ho pensato molte volte. Ma se vuoi qualcosa di più dalla vita, questo tuo atteggiamento non ti è di aiuto!” gli disse Naruto.

Gaara si girò “Non conosco altri modi di vivere. L’unico modo che ho di sentirmi vivo, è appropriarmi della vita di qualcun altro!” disse facendo sussultare i presenti.

“Oh bhe, allora buon divertimento. Vedi solo di non uccidere i miei amici, se no è la volta buona che sarai tu a morire!” disse Naruto voltandosi di spalle anch’esso.

 

Quando i due gruppi si separarono, nessuno dei due fiatò per lungo tempo.

“Ragazzi, evitate quanto più potete quel tizio dai capelli rossi, mi sono spiegato?” disse Naruto serio.

Chouji annuì “Io non ho capito molto di quanto accaduto!”

“è successo che Naruto e quel tizio, sono due Jinchuuriki!” disse Shikamaru con aria annoiata.

“Non sembra preoccuparti!” disse Naruto sorpreso.

“Basta che la tua cara volpe, non mi venga a mordere e possiamo essere ottimi amici!” disse il Nara con un sorriso abozzato.

“Non sai quanto vorrei che anche la gente del villaggio, la pensasse come te!” disse Naruto sospirando.

Bhe se fossi pericoloso, il villaggio sarebbe già distrutto a mio parere! Ehi, a Kyuubi non piacciono le patatine vero? Posso stare tranquillo e mangiarmele io?”

Naruto lo guardò confuso, cercando di capire se Chouji dicesse davvero o se stesse scherzando, ma vedendolo difendere il pacchetto di snack da Shikamaru, disse “Tranquillo, nessuno te le tocca!” disse sorridendo.

Sakura camminava affianco ai ragazzi, ma il suo pensiero era al trove.

“Sakura, cos’hai? Qualcosa ti preoccupa’” chiese Naruto, dopo essersi accorta del suo turbamento.

“Stavo pensado a quanto successo. Secondo te Gaara ora si divertirà ad uccidere gli abitanti di Konoha?”

Naruto sospirò “Forse. Se uccidere è la sua unica ragione di vita, difficilmente lo si riuscirà a fermare!”

“Ma dobbiamo fare qualcosa. Non possiamo permetterlo. Naruto, dobbiamo avvertire qualcuno!” disse Sakura stringendo i pugni.

Naruto scosse la testa “Calmati. Mia madre mi aveva detto del suo arrivo e che sarebbe stato un ragazzo difficile. Lo terrò d’occhio, non preoccuparti!”

Sakura sgranò gli occhi “Ma quello potrebbe fare del male anche a te!”

Naruto sorrise a trentadue denti “Non ti preoccupare. Hai visto prima no? Non ha potuto scalfirmi e io non ho potuto scalfire lui. I nostri Bijuu ci proteggono, per il solo fatto che se muoriamo noi, anche loro ci accompagnano nella tomba! Se Kyuubi si sentirà minacciato,ricorrerà al suo chakra!”

Sakura sussultò “Ma non ti ha protetto quando Sai ti ha trafitto!”

Naruto alzò la mano e col dito indice indicò un no “In realtà mi ha protetto anche in quel frangente. Il colpo di Sai avrebbe dovuto colpirmi in un  punto vitale e uccidermi quasi all’istante, invece il chakra l’ha deviato in modo tale da garantirmi la soppravivenza. La differenza tra il mio bijuu  e quello di Gaara e che se lo Shukaku, impedisce alla sua forza portante una qualsiasi ferita, Kyuubi evita solo danni mortali, ma non mi protegge da qualsiasi cosa. La tecnica di Gaara non mi avrebbe lasciato scampo e per quello ha formato una specie di barriera, ma Kyuubi non può mica essere vigile 24h su 24h, stando dietro a un ragazzino che non fa altro che ficcarsi nei guai!” disse Naruto divertito.

Sakura sorrise “Sai? Detto così sembra quasi che i bijuu siano buoni!”

“Tutti siamo buoni, se c’è un torna conto!” disse Shikamaru portandosi le mani dietro la testa “Ma dato che l’azione buona dei bijuu viene fatta proprio per proteggere se stessi, definirli buoni non è esatto, direi  egoisti!”

“E cosa volete? In fin dei conti sono sempre demoni!” disse Naruto alzando le spalle.

 

Calò la notte e tutto il villaggio era tranquillamente a dormire, ignaro che sopra le loro case, qualcuno “vegliava” sul loro sonno.

“Dormite razza di poveri ingenui, mentre io mi diverto!”

Una grossa quantità di sabbia, cominciò a volteggiare sul cielo di Konoha, pronta a colpire. Poi un lampo rosso e la minaccia si dissolve.

Naruto apparve dietro le spalle di Gaara, che si trovava sul terrazzo dell’hokage.

“Forse nel tuo villaggio eri abituato a fare stragi, ma finchè sei nel mio, cerca di startene buono o ti metto la museruola!” disse il biondo.

“Sei tremendamente fastidioso. Non sai quanta voglia avrei di ucciderti!” disse Gaara guardando Naruto con odio.

bhe dato che non puoi, che ne diresti di farci quattro chiacchiere?” cheise il biondo avvicinandosi a lui e sedendosi a terra.

Gaara osservando la luna disse “Non ho voglia di parlare con te! Voglio solo sentirmi vivo!”

“Lo sai che ci sono molti altri modi per divertirsi oltre ad uccidere? Perché non vai a ballare o al cinema o ti alleni?”

“Questo lo trovi divertente?” chiese Gaara spostando il suo sguardo sul ragazzo.

Naruto annuì “Hai mai provato a fare una di queste cose?”

Il rosso scosse la testa.

“Oh ma dai. In che mondo sei vissuto!” disse il biondo alzando un sopracciglio.

“In un mondo dove sono sempre stato disprezzato e ho sempre dovuto lottare per sopravvivere!” disse Gaara con rabbia.

Naruto lo fissò, poi con un movimento veloce di gambe, fece lo sgambetto a Gaara facendolo cadere a terra. “Scusa amico, mi stava venendo il torcicollo a furia di doverti guardare dal basso all’alto!”

Gaara ringhiò, per poi sistemarsi meglio.

“Se vuoi possiamo provare a fare una di queste cose insieme. Tranne ballare, in quel caso ci vorrebbe una ragazza!” disse Naruto divertito.

Gaara sgranò gli occhi “Tu mi stai invitando a fare qualcosa insieme? Perché?”

Naruto si rattristò “Perché so cosa provi. So cosa vuol dire non sentirsi apprezzato, sentirsi  insultare dalla gente e sentirsi dire che devi morire. So cosa si prova a sentirsi solo ogni istante della tua giornata e a desiderare la morte di tutti coloro che ti hanno fatto soffrire!”

“Tu non puoi saperlo. Non sei come me. Tu hai degli amici e dei genitori che ti amano” fece una pausa “Amore, non ha significato per me questa parola!”

“Pensi che io abbia sempre avuto tutto questo? Si, ho sempre avuto dei genitori che mi hanno sempre amato, ma…a volte non era sufficiente. Da bambino ero spesso da solo perché mio padre era in viaggio e mia madre al lavoro. Quando uscivo per poter giocare con altri bambini, venivo respinto e il villaggio se la prendeva sempre con me. Non ricordo un giorno in cui sono tornato a casa e mia madre non abbia dovuto curarmi qualche ferita. Quando poi ho scoperto di essere stato addottato…in quel frangente ho odiato tutti, genitori compresi e ho desiderato di distruggere tutto  e tutti. Però ho incontrato delle persone, che hanno visto in me qualcosa di buono, mi hanno fatto vedere che anche un mostro può essere amato. Mi hanno spinto a tornare qui, dove credetti di essere respinto anche da coloro che chiamavo mamma e papà, invece sono stato accolto a braccia aperte, mi hanno inserito in una squadra e mi sono fatti molti amici. Ancora oggi molti abitanti ce l’hanno con me e non ti nascondo la voglia che ho di prenderli a calci, ma non lo faccio e sai perché? Per amore di quelle persone. Loro amano il villaggio e i suoi abitanti e rischierebbero la vita per proteggerlo e io rispetto questa loro volontà. Un giorno un mio caro amico mi disse, se non vuoi proteggere il tuo villaggio, allora proteggi coloro che ami. Ora Gaara ti chiedo, hai qualcuno che ti sta a cuore?”

Gaara rimase silenzioso per un po’ “Avevo una persona. Ha tentato di uccidermi e per difendermi io ho ucciso lui!”

Naruto non si scompose “Qualcun altro ancora in vita?”

Gaara scosse la testa.

“I tuoi fratelli?”

“Loro mi vedono solo come un mostro!” disse Gaara freddo come il ghiaccio.

“Ok, da una prima apparenza, non sono sembrati simpatici nemmeno a me, ma hai mai provato a non minacciarli di morte? A dialogare con loro, anche solo a salutarli e chiedere loro come stavano?”

Gaara scosse la testa.

Bhe prova e vedi cosa accade. Vedrai, se fai entrare nel tuo cuore qualcuno e quel qualcuno fa entrare te nel suo cuore, basta una sola persona e la tua vita cambia. Forse non subito, avrai molti dubbi all’inizio, ma vedrai che è così! Poi se vuoi puoi essere mio amico!” disse Naruto sorridendo.

T-tuo amico?” chiese sgranando gli occhi.

Naruto annui “Chi meglio di un mostro, può capire un altro mostro? Mi sembri un tipo simpatico, dalla scorza dura, ma interessante. Poi non dimenticare che dobbiamo stare uniti in questo periodo, ora che all’Akatsuki mancano solo più i nostri bijuu. Non vorrai dargliela vinta spero?”

Gaara scosse la testa “Ovvio che no. Se provano anche solo ad avvicinarsi li ammazzo tutti!”

“Anche su sto punto dobbiamo fare un discorsetto!”

 

Passarono altre due notti a parlare. Naruto faceva di tutto pur di far desistere Gaara dall’uccidere qualcuno e col tempo, sembrava che il rosso cominciasse ad avere dei dubbi sul suo atteggiamento. Aveva anche provato ad avere un rapporto di maggiore confidenza con i fratelli, i quali rimasero notevolmente sorpresi.

Naruto invitava Gaara ad ellenarsi con lui e il suo gruppo e a causa della stanchezza, dato le notti in bianco, capitava che il biondo si addormentasse di botto durante qualche combattimento.

Nonostante questo, Naruto, sapendo che il rosso era costretto a notti insonni, stava con lui, sia perché sapeva che Gaara ne avesse bisogno, sia perché era lui stesso bisognoso di qualcuno che lo comprendesse totalmente.

Gaara si sentiva come rincuorato dalle lunghe chiacchierate con Naruto.

Un giorno Naruto decise di invitare Sakura, Sasuke e Sai ad andare a vedere un film di azione insieme a lui e a Gaara.

Il rosso aveva accettato l’invito, più che altro incuriosito dal provare nuove emozioni.

Sakura rimase un po’ sulle sue, spaventata da Gaara, mentre Sasuke si infischiava di tutto quello che gli accadeva intorno e Sai aveva rischiato più volte di farsi uccidere dal rosso, per le sue battute fuori luogo.

Il film si mostrò avvincente e Gaara non mostrando nessun sentimento in particolare, ammise che il film non era stato male, soprattutto la parte dei vari combattimenti, dove la gente moriva come niente.

Naruto scoppiò a ridere a quella confessione, affermando che il rosso era fin troppo prevedibile.

“Ehi, vi va di andare a mangiare…” iniziò Naruto, ma un uccello che si era posato sulla sua testa, lo interruppe.

“Guardate, ha un messaggio sulla zampa sinistra!” disse Sakura.

Naruto afferrò il volatile e prese il bigliettino.

La sua preoccupazione era visibile sul volto di tutti e prendendo in disparte Gaara, iniziò a leggere.

 

Pain è entrato in possesso dell’Hachibi, l’estazione comincerà fra un paio di giorni e durerà all’incirca tre giorni. Ci è giunta notizia che lo Shukaku si trova a Konoha con te. Purtroppo non possiamo più fare molto, presto probabilmente ci vedrai costretti ad attaccare il tuo villaggio.

Vai via se riesci e cerca un posto sicuro, dove puoi essere trovato difficilmente. Arrivati a questo punto difficilmente riusciremo a ritardare ancora il capo.

Stai attento.

Itachi

 

Naruto strinse con rabbia il foglietto per poi recarsi subito da Tsunade.

La donna venne messa al corrente di quanto accaduto e sul suo volto si potè leggere parecchia preoccupazione. Prese anche in considerazione l’idea di Itachi di far allontanare i due jinchuuriki dal villaggio per proteggerli, ma Naruto si oppose.

“Non se ne parla nemmeno, allontanarmi non cambierà le cose, ma le ritarderebbe solamente. Il villaggio verrebbe comunque attaccato. Voglio provare a combattere e evitare danni ingenti e niente di quello che potrei dirmi potrà farmi cambiare idea” disse Naruto determinato.

Naruto, se anche Itachi ti suggerisce di andartene, significa che Pain è molto convinto su quello che sta facendo e se è riuscito ad acciufare l’Hachibi, voi due non avete molte speranze!”

Naruto strinse i pugni “Mamma, ti ricordo che ho vissuto con Pain per quattro anni e per quanto non conosca tutti i suoi segreti, so di certo che è un ninja estremamente potente, su cui difficilmente si può sperare di uscire vivi da uno scontro con lui. Ma non permetterò mai che venga fatto del male a te e ai miei amici, senza che abbia posto resistenza. Pain non vuole solo acciuffare i bijuu, ma vuole anche divertirsi a vedere il dolore sul volto delle persone, soprattutto sugli abitanti di Konoha, il villaggio che lo ha reso quello che è!” disse Naruto facendo sussultare Tsunade.

“Se come dici tu, i suoi genitori sono stati uccisi da dei ninja di Konoha, allora sia che tu ci sia, sia che tu sia nascosto, attuerà la sua vendetta!”

“Esattamente!”

Naruto, devi dirci tutto quello che sai sul suo conto, in modo tale da poter preparare un piano di difesa!” disse Tsanade decisa.

“Come ho già detto, non so molto sui suoi poteri. So che non si fa mai vedere, ma usa dei cadaveri per muoversi e comunicare, con l’ausilio del rinnegan!”

Tsunade sussultò “Il rinnegan? Non può essere…quell’arte oculare è…è una leggenda!”

“Esiste e Itachi teme molto quell’occhio. Infatti dubito chei suoi poteri si limiti al controllo sui morti!” disse Naruto.

“Quindi con molta probabilità ci ritroveremo ad affrontare un nemico di cui non sappiamo niente!” disse Gaara intervenendo per la prima volta.

Naruto annuì “Esatto, comunque sia, non ho paura. Posso contare sul tuo aiuto Gaara?”

Il rosso lo fisso stupito. Dagli occhi del biondo poteva leggere fiducia nei suoi confronti.

Sentii qualcosa riscaldarsi all’altezza del petto e accennando un sorriso e annuendo disse “Ti coprirò le spalle!”

 

************

Tadan! Eccomi di nuovo qua. Tengo a precisare che non ho abbandonato la fanfic, sono solo un po’ a corto di idee e quindi ci metterò un po’ ad aggiornare.

Chiedo scusa per l’attesa.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Inizialmente non avevo nessuna intenzione di inserire Gaara, poi non so come, scrivendo sto capitolo è saltato fuori.

Spero che vi vada bene.

Fatemi sapere. Recensite.

Ringrazio tutti coloro che mi seguono e che hanno espresso la loro opinione. Arigatou.

Ciao

Alla prossima

Neko =^_^=

 

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Capitolo 18
*** L'arte è un'esplosione ***


Cap 18: L’arte è un’esplosione

 

L’intero villaggio era stato messo in allerta di una probabile invasione da parte dell’Akatsuki.

Ogni giorno si tenevano varie esercitazioni di evacuazione, per far si che la maggior parte della gente, venisse messa al sicuro il prima possibile.

Ognuno dava una mano come poteva.

I nascondigli erano già stati preparati per ogni evenienza, con scorte di cibo e di acqua.

 

Naruto e Gaara, da quando erano venuti a conoscenza, che il momento di incontrare i loro assalitori si stava sempre più avvicinando, cominciarono ad allenarsi incessantemente, facendo solo qualche pausa per mangiare. A volte ricorrevano anche al chakra dei bijuu pur di continuare, quando erano ormai ai limiti e inutili furono i rimproveri da parte dell’hokage.

Essa temeva che potessero perdere il controllo e creare più problemi di quanti avrebbe potuto causarne l’Akatsuki.

L’hokage era tremendamente arrabbiata con il figlio, essa non voleva assolutamente che il biondo ricorresse a una fonte di potere malvagia come quella di Kyuubi.

Aveva fatto promettere a Naruto, che non avrebbe fatto più ricorso a quel chakra maligno, ma esso non era stato disposto a mantenere la promessa fatta.

“Mi avete costretto tu e papà a promettere di non usarlo, ma sia che vogliate o meno, Kyuubi fa parte di me e come tale, in caso di bisogno utilizzerò i suoi poteri!”

Tsunade inveì contro il figlio “Tu non puoi permetterti di perdere il controllo, né tanto meno fare solo affidamento su quel potere!”

“Oh avanti, non crederai davvero che durante l’attaccò dell’Akatsuki, io non ricorra ai poteri di Kyuubi? Negli miei allenamenti con Kisame e Itachi ho spesso fatto ricorso al suo potere, dato che senza il suo ausilio, non avrei avuto molte speranze di batterli e anche se ora sono migliorato, non credo di essere ancora forte abbastanza fa poterli sconfiggere con le mie sole forze. Ti ricordo che la parte dell’Akatsuki che mi cerca, è più forte dei miei amici e quindi sono senza speranze se non ricorro ai poteri del bijuu. Inoltre sia io che Gaara, siamo perfettamente in grado di controllarli!” disse determinato il ragazzo.

Sta volta la madre non l’avrebbe avuto vinta.

 “Vedi tu cosa vuoi fare. Prima dici di volermi difendere da quei pazzoidi, poi mi impedisci di ricorrere al potere che meglio mi proteggere..certo che ti contraddici così!”

Tsunade sospiro “Non voglio che ti accada niente di male…voglio solo questo. Che non accada niente a te e al villaggio!”

“Allora lasciami usare quel potere. Sono addestrato ad usarlo. Non libererò la volpe, se è quello che temi!”

Naruto non mise la donna al corrente di tutto. Era vero che chakra di Kyuubi lo aiutava molto durante le battaglie difficili, in cui lui difficilmente sarebbe uscito vincitore, ma allo stesso tempo, quel chakra era quasi come una droga. A volte sentiva proprio il bisogno di richiamarlo a sé per sentirsi rassicurato. Lo faceva sentire bene, come se i suoi problemi non esistessero. Esso lo avvolgeva riscaldandolo, proprio come un piumone fa d’inverno. Aveva bisogno di quel contatto che gli dava una sensazione del tutto simile a quella che provava, quando da piccolo, aveva paura e si rintanava nelle braccia della madre.

Quel potere lo rendeva sicuro di e anche se era la causa della sua sofferenza, non avrebbe rinunciato a lui tanto facilmente. Sapeva che anche Gaara infondo si sentiva così, per quanto la sua infanzia fosse stata peggiore della sua.

Il chakra del demone e il bijuu in sé, era l’unica certezza che i due ragazzi avevano nella vita, dato che la paura di provare ancora la solitudine era sempre nei loro cuori. Invece il Kyuubi e lo Shukaku, qualsiasi cosa fosse accaduta loro, non si sarebbero mai separati da loro fino alla morte.

 

Nel covo dell’Akatsuki, si era appena conclusa l’estrazione dell’otto code e tutti i membri andarono a riposare nelle apposite stanze.

Kisame, Itachi, Sasori e Deidara erano quasi giunti nell’ala dove si trovavano le loro camere, ma durante il tragitto si persero in chiacchiere.

“Il raikage è un vero idiota!” cominciò Kisame “Era talmente sicuro di sé e della forza della sua forza portante, che ha disdegnato  aiuto esterno!”

“La presunzione porta spesso alla morte! Ricordatelo Kisame!” disse Itachi.

“Cosa vorresti insinuare?” disse Kisame, fulminando il compagno con lo sguardo.

“Non c’è molto da capire! È il modo di dire di Itachi, che anche tu finirai come una sardina sott’olio a causa della tua arroganza e presunzione!” disse Deidara divertito, il quale poco dopo si prese una gomitata nello stomaco.

“La prossima volta assaggerai i miei denti!”

“Ecco che rincominciate! Mi sembra che abbiamo qualcosa da svolgere, invece di perdere tempo a litigare tra noi!” disse Sasori.

I due si calmarono.

“Non è il caso di parlarne qui fuori! Ormai dovreste sapere che anche i muri hanno orecchie! Entrate nella mia stanza!” disse Itachi, aprendo la porta.

“è la prima volta che entro qui dentro…bhe la tua camera è davvero…uguale a tutto il resto!” sbuffò Deidara, poi accorgendosi delle occhiatacce dei compagni, cambiò argomento dicendo “Dobbiamo aiutare Naruto, ma come facciamo? Pain si è occupato della cattura dell’otto code e nonostante esso avesse il pieno controllo del bijuu e abbia dato non poco filo da torcere al capo, ha perso. Cosa ci fa sperare che Naruto possa avere qualche punto a favore contro di lui?” chiese Deidara.

“Niente, infatti non ha speranze!” disse tagliente Itachi “Anche con l’intero aiuto di Konoha e dello Shukaku, avrà vita dura. Quei due jinchuuriki sono ancora troppo inesperti, per un pieno controllo dei loro bijuu e quindi per riuscire ad annientare Pain!” disse Itachi mettendo  bene in chiaro le cose.

“Non dimentichiamoci poi del fatto che non combatte con il vero corpo!” disse Sasori “Sapete che ho mandato una marionetta a seguire lo scontro contro l’otto code e, se cinque dei sei corpi sono abbastanza semplici da eliminare, il sesto Pain, quello che compare a noi come nostro capo, è praticamente impossibile da scalfire!”

“Dobbiamo comunque riuscire a mettergli i bastoni fra le ruote!” disse Deidare “Potremmo eliminare i 5 Pain tanto per prendere tempo.

“Non servirebbe, verrebbero risistemati in un batter d’occhio! Dobbiamo prendere una decisione…decidere da che parte stare realmente! Finirla con il doppio gioco. Solo così potremo  dare una mano a Naruto. Dunque vi chiedo di scegliere: Naruto o l’Akatsuki!” disse Itachi facendola semplice.

Bhe in entrambi i casi ci spetta la morte. Se scegliamo Konoha, il capo ci uccide, se invece scegliamo l’Akatsuki, Konoha non sarà più magnanima!” disse Kisame appoggiandosi alla spalla la sua Samehada.

“Silenzio. Qualcuno ci sta spiando!” disse Itachi azionando lo sharingan.

La porta si spalancò e vi entrò Pain, il quale, con aria tranquilla, li osservò uno ad uno con il suo rinnegan.

 “Dunque state finalmente per decidere. Ero piuttosto stanco dello continuo cambio di lettere tra voi e Konoha a mia insaputa!” disse l’uomo facendo sussultare i presenti, ma non Itachi.

“Mi sembrava strano che non te ne fossi accorto!” disse l’Uchiha.

“Molto perspicace!” disse Pain.

“Ma se lo sapevi, perché non ci hai riferito niente!” chiese Sasori.

“Perché siamo solo delle pedine e il fatto che non ci abbia ostacolato fino ad ora, lo dimostra. Non teme una nostra rivolta!” disse serio l’Uchiha, non staccando gli occhi da Pain.

“Esatto! Peccato che tu sia contro di me. Sei molto sveglio Itachi, ma non abbastanza da scegliere la parte giusta a quanto pare.  So già quale sarà la tua scelta, ma ora chiedo a voi altri da che parte state. O meglio volete vivere o morire?” chiese Pain non facendo trasparire la ben che minima emozione.

“Non è la morte che ci spaventa!” disse Deidara, mettendosi davanti ai suoi tre compagni dicendo loro di andarsene alla svelta e di dare man forte a Naruto.

I tre non se lo fecero ripetere due volte e uscirono dal covo, lasciandosi alle spalle il compagno, che nel frattempo aveva ingaggiato una lotta contro il capo dell’Akatsuki.

Anche a distanza di vari metri si sentivano le numerose esplosioni e crolli, causati da Deidara, ma per quanto il biondo potesse essere potente, i tre traditori erano certi di quale sarebbe stato l’esito dello scontro.

Nonostante il loro compagno si fosse sacrificato, i tre si allontanarono a passo spedito, in modo tale da non essere più rintracciabili, anche se erano a conoscenza del fatto che Zetzu avrebbe potuto ritrovarli facilmente.

 

“Devo dire di essere sorpreso!” disse Pain schivando una bomba “Non avrei mai creduto che voi foste in grado di sacrificarvi per il bene dei compagni!”

Deidara afferrò dell’altra creta “Tsè, non  mi importa niente di quei tre perdenti, se mi sono messo contro di te è solo per impedirti di fare del male a Naruto!”

“Perché ti interessa tanto quel moccioso?” chiese Pain.

“Perché è mio amico ed è il primo che non mi abbia visto come un mostro e che mi abbia voluto bene, nonostante fossi un criminale!” disse Deidara lanciando una decida di palline di creta che andarono a colpire le pareti in modo tale che cadessero addosso al nemico.

Le pareti crollarono come previsto, ma lo Shinra tensei di Pain, impedì che quest’ultimo venisse sepolto dalle macerie.

“Se vuoi eliminarci dovrai fare molto più di così!” disse Pain preparandosi a rispedire indietro un’altra bomba che andò a colpire in pieno Deidara.

Nonostante fosse la sua arma, il biondo non era immune alle sue bombe e lo dimostrava il fatto che era rimasto seriamente danneggiato dall’esplosione.

“Mi sembra che il tuo braccio sinistro sia fuori uso!” disse il possessore del rinnegan.

“Non per questo ho finito di combattere. Forse non sono abbastanza potente da ucciderti, ma ho un’arma che ti trascinerà nella tomba insieme a me!” disse Deidara spogliandosi, in modo tale da rimanere a petto nudo e attivare una bomba autodistruttiva di potenza micidiale.

“Devo ammetterlo, molto coraggioso e molto stupido da parte tua!” disse Pain intuendo cosa stesse per compiere l’ex componente dell’Akatsuki.

 

Naruto e Gaara stavano nuovamente combattendo tra di loro, sotto lo sguardo vigile di Kakashi, che li teneva sott’occhio per far si che i due non compissero qualche sciocchezza e per allenare gli altri membri del team. Il loro aspetto era più demoniaco che umano e i loro chakra scontrandosi, avevano creato non poche esplosioni, ma presto i ragazzi dovettero cedere alla stanchezza e caddero a terra cercando di riprendere fiato.

Anche Sakura e Sasuke decidero di prendersi una pausa e raggiungendo i ragazzi, offrì loro delle polpette di riso che lei stessa aveva preparato.

Mangiatono tutti insieme, ma quel momento di relax durò poco.

Un enorme esplosione si potè vedere inalzarsi nel cielo.

Era a chilometri di distanza, ma non per questo meno visibile e percepibile.

Una leggera scossa di terremoto, senza ripercussioni, si fece sentire su tutta Konoha, la quale venne messa in allerta.

Kakashi, cosa sta succedendo?” chiese Sakura intimorita.

Kakashi non seppe dargli una risposta, ma quell’esplosione sapeva bene che non era un buon segnale.

 

In tutta Konoha si era scatenato il caos e la gente correva  ovunque potesse andare, convinta che quell’esplosione fosse opera dell’Akatsuki, pronta ad attaccare.

Le esercitazioni di evacuazioni erano servite a poco, dato che nessuno rispettava le indicazioni date nei giorni passati.

Ci volle non poca fatica per calmare tutti.

Tsunade aveva mandato dei ninja a controllare il luogo dove era avvenuta l’esplosione e dopo un paio d’ore ricevette un resoconto della situazione.

Hokage-sama, avete saputo qualcosa?” chiese Kakashi vedendo la donna raggiungere il figlio.

“Si, l’esplosione è avvenuta a dieci 50 chilometri da qui a nord est!” lo informò la donna.

Naruto si irrigidì “cosa? ma…ma li è dove si trova il covo dell’Akatsuki!”

“è stato trovato questo sul posto!” disse la donna porgendo un pezzo di stoffa nera, con un pezzo di nuvola rossa.

Naruto la prese in mano e la osservò. Non avrebbe saputo dire a chi appartenesse, ma aveva una brutta sensazione.

“Qualunque cosa ci fosse in quel poso, ora non era altro che un enorme cratere!” disse la donna.

Naruto sussultò a quelle parole.

“Non si sa cosa ne sia la causa?” chiese Sakura.

Tsunade scosse la testa e mise le mani sulle spalle del ragazzo “Solo tu poi dirci cosa potrebbe essere successo, se realmente è colpa dell’Akatsuki!”

I-io…io non lo so!” rispose il ragazzino non guardando la madre e continuando a stringere quel pezzo si stoffa nelle mani.

“Noi si!” disse una voce conosciuta ai più.

Tutti si girarono verso la loro destra e videro tre figure sbucare fuori.

Kisame, Itachi, Sasori!” disse Naruto felice e correndo loro incontro.

Kakashi, Sasuke e Sakura si misero in posizione di allerta. Alleati o meno, la prudenza non era mai troppo.

“Cosa diavolo ci fanno dei traditori come voi a Konoha? Solo perché ho deciso di concederci una tregua, non avete il permesso di venire al villaggio come turisti!”

Itachi osservò la donna “Siamo qui in veste di alleati di Konoha. Pain attaccherà presto e noi vogliamo aiutarci a combatterlo!”

La donna sgranò gli occhi sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata una piena collaborazione da parte del nemico.

“Questo ovviamente se ci viene concesso!” disse Sasori.

Tsunade li fissò attentamente, mentre Naruto guardava la madre supplichevole, come a convincerla di accettare il loro aiuto.

“Non lo so. Aiuto in più fa sempre piacere, ma…

Pain non attaccherà adesso, hai qualche giorno per decidere!”

“Decidere cosa? Non sarà un capo villaggio a impedirmi di distruggere Pain!” disse Kisame stringendo l’elsa della sua spada.

Itachi lo fulminò per farlo tacere.

Sasuke decise di smettere di assistere a tutto quello che stava accadendo e facendo un passo avanti e lanciando uno sguardo arrabbiato al fratello, gli disse “Tu ed io dobbiamo parlare…adesso!”

Itachi lo guardò con aria fredda. “Ora non mi sembra proprio il momento  di chiacchierare” Lanciò uno sguardo al biondino  “So di cosa vuoi parlare e lo faremo, ma quando le acque cominceranno a calmarsi!”

Naruto si guardava intorno. Era contento di rivedere i suoi amici, ma qualcosa non andava.

“Dov’è Deidara?” chiese, guardando Kisame  dal basso verso l’alto.

Sasori abbassò la testa, mentre Kisame continuava a fissarlo con uno sguardo serio, pronto a parlare.

Itachi però, con un segno di mano, disse al compagno di tacere. Dovevano dare la notizia a Naruto, ma l’uomo pesce era il meno indicato, dato la sua mancanza di tatto.

L’Uchiha si avvicinò al biondo e inginocchiandosi, per raggiungere l’altezza del ragazzo, gli mise le mani sulle spalle e con aria dispiaciuta disse “Naruto, quello che sto per dirti non è facile da accettare. Ti chiedo di mantenere la calma e…

Naruto si liberò dalla sua stretta e cominciò a piangere intuendo cosa era accaduto e chi era l’artefice di quella esplosione.

“Smettila di trattarmi come un bambino piccolo e dì quello che devi dire. Tirarla per le lunghe non lo renderà più semplice!” disse, facendo poi calare un silenzio carico d’ansia.

“Credi che non l’abbia capito? Non sono stupido Itachi. Dillo ,se hai il coraggio!” gli urlò in faccia.

Itachi sospirò e alzandosi in piedi e distogliendo lo sguardo ammise “Deidara è morto!”

 

******

Ecco il diciottesimo capitolo, molto prima di quanto mi aspettassi.

Ammetto che è stato difficile per me eliminare Deidara. Infatti sono un po’ pentita, ma tanto ormai ho deciso la sorte di ogni singolo personaggio e non potevo cambiare idea.

 

Non sono molto convinta del risultato..non so, mi sembra che ci sia qualcosa che non va. Forse non sono riuscita a trasmettere esattamente quello che volevo.

Spero però di riuscire a farlo nel prossimo, dato che in teoria dovrebbe essere un capitolo piuttosto tormentato.

Speriamo.

Intanto fatemi sapere il vostro parere, mi raccomando.

 

Ringrazio Vaius e Vix per i commenti.

Killer Bee non sarà presente per due motivi. Primo ci sono talmente tanti personaggi da gestire, che ho paura di perdermene qualcuno per strada e secondo…non sono capace a creare rime e il tipico linguaggio di Bee poteva crearmi non pochi problemi e se si inserisce un personaggio, bisogna cercar lodi renderlo il più possibile IC…tranne se c’è una motivazione per il cambio di carattere.

 

Vix, hai visto? Non ti ho fatto attendere molto. Non è propriamente una pausa, dato che posso aggiornare il giorno dopo o dopo un mese, tutto dipende. Ti chiedo solo di aver pazienza.

 

Al prossimo capitolo

Ciao

Neko =^v^=

 

 

 

 

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