La Prova del Drago

di L_Fy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 : Nuovo anno a Durmstrang ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 : La Maestra di Cerimonie ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 : L'incomparabile Prova ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 : Tregua armata ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 : Lo Specchio Magico ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 : Convocazione ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 : Eppur si muove... ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 : Preparativi ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 : La festa di Halloween ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 : In fuga dai Guardiani ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 : Chi di scopa ferisce... ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 : La Stanza delle Punizioni ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 : Il ritratto del preside Hessler ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 : Tempo di disgelo ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 : Una gita fuori porta ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 : La Piccola Baita dell'Orso ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 : Madame Madescu ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 : Il muro di ghiaccio ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 : Catarsi ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 : Arrivo a Palazzo Valenskij ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 : Riunione di famiglia ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 : Marianna di Roccaglia ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 : Vigilia ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 : Balthus ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 : Tempo di vendetta ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 : Capodanno ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 : Col senno di poi... ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 : Ritorno a Durmstrang ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 : Accordi ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 : Scoperte notturne ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 : Piccoli draghi crescono ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 : Il quinto piano ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 : Ricordi pericolosi ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 : Carte in tavola ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 : Il Dio buono ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36 : Agonia ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37 : Il piano di Karkaroff ***
Capitolo 39: *** Capitolo 38 : Presi! ***
Capitolo 40: *** Capitolo 39 : In trappola ***
Capitolo 41: *** Capitolo 40 : La resa dei conti Parte 1 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 41 : La resa dei conti Parte 2 ***
Capitolo 43: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


PROLOGO

Una discreta folla di persone sostava sulle rive paludose e infide del lago Atanasovsko, in Bulgaria: agli occhi di qualunque persona normale la cosa sarebbe apparsa per lo meno bizzarra, visto l’ambiente ostico e senza attrattive che presentava la giornata piovosa e bigia. Tuttavia, nessun occhio babbano poteva scorgere l’andirivieni eccitato di maghi e streghe che, convenientemente avvolti in pesanti mantelli, accompagnavano i propri preziosi rampolli al piccolo e anonimo molo da cui sarebbero partite le barche che avrebbero portato gli studenti vecchi e nuovi ad iniziare un nuovo anno scolastico presso la scuola di magia e stregoneria di Durmstrag. La nebbia avvolgeva gli arbusti rinsecchiti e le caviglie delle persone, una nebbia gelida e grigia che da sola bastava a mortificare la giusta eccitazione del primo giorno di scuola. Gli studenti più anziani, che già conoscevano a menadito la procedura, sapevano bene che di lì a poco avrebbe anche iniziato a piovere: una pioggia fine e diaccia che avrebbe reso solo più cupo e sinistro lo specchio del lago, come ad ammonire che quello che si apprestavano a vivere sarebbe stato davvero un anno poco piacevole. Gli studenti si potevano riconoscere subito dalla foggia severa e antiquata delle loro divise: lunghi mantelli grigi trattenuti da alamari di cuoio e bordati di pelliccia svolazzavano irrequieti senza tuttavia permettersi niente di giocoso o allegro: la sobrietà era la parola d’ordine a Durmstrag, concetto che i suoi abitanti imparavano prima ancora di aver messo piede sui duri pavimenti di sasso della scuola.

Una figura solitaria sostava sul molo, dritta e immobile come una statua. La sua postura, regale e scostante senza tuttavia accennare un movimento, sembrava essere altezzosamente naturale. In realtà c’erano voluti anni di duro apprendistato per apparire così nobilmente indifferenti quando una ridda di sensazioni confuse agitava la mente del proprietario. O meglio, della proprietaria, nel nostro caso. Nemmeno gli occhi, scuri e insondabili, tradivano la minima emozione e se non fosse stato per l’aspetto ribelle e vitale dei riccioli neri che si agitavano intorno al suo viso, la giovane donna avrebbe potuto benissimo essere una statua di pietra. Ma non lo era. Oh, no, non lo era affatto.

"Un altro anno" stava pensando la ragazza, cupamente "Un altro anno con Karkaroff e Valenskij attaccati come zecche pustolose ai miei stivali. Non ce la posso fare"

Un gufo sbucò dalla nebbia sul lago e con un’elegante planata le si posò su una spalla: dopo aver distrattamente carezzato il becco dell’animale con un dito, la ragazza srotolò la pergamena legata alla sua zampa e ne lesse il contenuto con crescente rassegnazione. Con il tono arrogante e autoritario che gli era intrinseco, l’eminentissimo preside Karkaroff la informava che anche quell’anno era stata designata come Maestra di Cerimonie per gli studenti del primo anno. Ben lungi dall’essere un titolo di merito, quel ruolo significava dover guidare una delle barche piene di nuovi studenti fino al centro del lago, evocare le nebbie con una formula magica che, se eseguita nel modo sbagliato provocava un’immediata e poco elegante decapitazione, e attendere che venisse espletata tutta la cerimonia di Smistamento, sotto la pioggia e col vento gelido che strappava la pelle. Come minimo, quello che la aspettava era un raffreddore coi fiocchi e l’accusa di inettitudine se qualcosa fosse andato storto per qualsiasi motivo. Questo per farle capire subito cosa l’aspettava in quell’anno scolastico: di essere messa alla prova, sempre e comunque, e che ogni sbaglio avrebbe pagato un prezzo salato. Caro, carissimo preside Karkaroff.

"Un altro anno" pensò di nuovo come per rendere reale un incubo intollerabile "Ma è anche l’ultimo, se Merlino mi assiste"

* * *

E’ credenza comune che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. In realtà, una certa megalomania prettamente inglese ha influenzato il pensiero popolare. Per gli addetti ai lavori, per coloro, cioè, che possono valutare con cognizione di causa la preparazione degli studenti che terminano gli studi, è indubbio che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Durmstrang. Hogwarts, a dire il vero, non è nemmeno la scuola più antica del mondo magico, primato che spetta di nuovo alla scuola di Durmstrang: Salazar Serpeverde in persona, uno dei maghi fondatori della scuola inglese, fu lui stesso studente di Durmstrang per breve tempo, durante il suo tirocinio di Pozioni Mistiche Avanzate; la famosa Dama del Lago, regina di Avalon, imparò alla scuola di Durmstrang il segreto di evocare le nebbie tra cui nascondere la sua isola. I più brillanti maghi dell’ultimo ventennio contano come minimo un diploma di M.A.G.O. a Durmstrang; i migliori giocatori di Quiddich hanno fatto almeno un tirocinio a Durmstrang per l’apprendimento del Volo Acrobatico; i ministeri del mondo magico pullulano di diplomati a Durmstrang come un cane pullula di pulci. Eppure, tutti considerano Durmstrang un istituto frequentato da maghi rozzi e triviali, più dediti alla bassa manovalanza che ai lavori di concetto. Non c’è niente di più falso in tutto ciò: la prerogativa della scuola bulgara e dei suoi studenti è quella di non rendere nota la loro superiorità, principalmente a causa di un retaggio di antichi e nobili princìpi, ma anche (o forse soprattutto…?) perché gli studenti di Durmstrang tendono in genere a voler "gestire le fila" dall’ombra…

Un esempio che vale per tutti: il capo dello stato maggiore dell’Europa Magica Unita è un baffuto mago belga dallo stomaco prominente diplomato a Beauxbaton: ma i suoi consiglieri, coloro che varavano e approvavano le nuove leggi valide per tutto il mondo magico, sono tutti studenti di Durmstrang.

Gli studenti che intendono frequentare questa scuola sono destinati a sette anni di durissimo lavoro, sempre che si venga accettati dopo la selettiva prova di ammissione che richiede, innanzi tutto, un pedigrèe di sangue nobile di almeno quattro generazioni: nei tempi moderni, con il moltiplicarsi di maghi e streghe mezzosangue, questa selezione non è vista di buon occhio, ma rimane comunque uno dei capisaldi del regolamento scolastico. Eppure, Durmstrang fu la prima e unica scuola ad accettare e tutelare studenti vampiri e licantropi: la vicinanza con la Romania, terra di nobilissime e antichissime famiglie di vampiri, favorì sicuramente questo anomalo sviluppo e giustificò anche la possibilità di far possedere agli studenti come Famiglio (generalmente gufo, gatto, rospo o ratto) anche un pipistrello, un ermellino o un serpente (che non fosse un esotico pitone o razze similmente ingombranti).

Una volta accertata la nobiltà di natali degli studenti, la prova di ammissione richiede poi la conoscenza di almeno due lingue: il romeno antico e il latino. Durmstrang accoglie principalmente studenti provenienti dall’Est europeo, dalla Germania alla Siberia passando per i paesi baltici: la scelta di una lingua comune, ricaduta sul romeno, non fu forse la più felice, ma, come tutte le regole della scuola, venne e viene tutt’ora rispettata come un dogma.

Per essere accettato a Durmstrang, riassumendo, lo studente deve essere un mago o una strega purosangue e conoscere alla perfezione due lingue morte da millenni: in più, deve essere in grado di pilotare una scopa a occhi chiusi nel famigerato Bosco di Querce Oscillanti della scuola, deve possedere un campionario di almeno dieci pozioni preparate dal proprietario, deve saper cavalcare thestral e unicorni e sapere almeno impugnare una Spada Magica (e chi pensa che quest’ultima sia una cosa da poco, evidentemente non ha mai dovuto maneggiare una autentica Spada Magica…).

Una volta ammessi alla scuola, gli studenti vengono assegnati ad una delle tre Torri dopo l’insindacabile giudizio dello Specchio Smistatore: la Torre dei Lupi, la Torre delle Aquile e la Torre dei Draghi accolgono gli studenti nelle loro fredde e buie dimore per tutti i sette anni di scuola. Una volta a Durmstrang per gli studenti comincia un vero e proprio calvario: oltre alle classiche materie scolastiche (Storia della Magia, Trasfigurazione, Pozioni, Cura delle Creature Magiche, Difesa Contro le Arti Oscure, ecc ecc) dovranno affrontare prove di Forgiatura dei Metalli Nobili, Malìa Trascendentale, Maledizioni Antiche, Occlumanzia e l’inutile ma pur sempre divertente Lingua dei Troll.

Alla fine di ogni anno scolastico, gli studenti affrontano prove durissime su tutte le materie e vengono giudicati da una commissione esterna (più volte i professori della scuola di Hogwards hanno fatto parte di tale commissione).

Questa, grazie a Merlino, è una di quelle regole che l’attuale preside Karkaroff (affettuosamente denominato "puzzide Caccaroff" dai suoi adorabili studenti), non è riuscito a cambiare ed è forse l’unica regola che ha permesso al genere femminile di frequentare la scuola. In realtà Igor Karkaroff voleva addirittura proibire l’iscrizione a tutte le aspiranti streghe. Pur essendo un ottimo mago dalle potentissime capacità, è probabilmente il peggior preside che la nobile scuola di Durmstrang abbia mai avuto: misogino oltre l’inverosimile, fa di tutto per rendere la vita difficile alle (ormai pochissime) streghe iscritte alla sua scuola. Solo chiedersene il perchè è motivo di espulsione visto che Karkaroff ha fatto della legimanzia la sua arte principale.

Comunque, attualmente le streghe a Durmstrang sono ancora ammesse: per disgrazia o per fortuna? Per le testarde studentesse che, armate di pazienza e di indomita cocciutaggine continuano a frequentare al scuola, è una fortuna. Ma non sempre la pensano così.

Ferma sotto il cielo cupo e piovoso sulle rive del lago Atanasovsko, avvolta nel suo mantello di pelliccia con la coccarda argentata della scuola ricamata sul cappuccio, Costanza Malatesta, studentessa al settimo e ultimo anno della scuola di magia e stregoneria di Durmstrang pensa con cupa rassegnazione che essere stata ammessa a quella maledetta scuola è stata la cosa peggiore che le sia mai capitata in tutta la vita.

 

 

 

NOTE DELL’AURICE:

Mi scuso in anticipo per il prologo lungo e noioso, ma dovevo spiegare in quale ambiente si svolgerà la storia. Confesso di aver peccato un po’ di megalomania (citare nientemeno che Avalon…), ma chiedo tuttavia ai gentili lettori un pizzico di condiscendenza e la voglia di apprezzare la mia storia per quello che vuole essere: un’avventura nel mondo magico "presa a prestito" e rivisitata secondo le mie personali turbe psichiche. Commetterò sicuramente una marea di errori in questo scritto, in quanto pur essendo un’accanita lettrice delle opere della Rowlings tendo a dimenticare elegantemente i dettagli tecnici e le impostazioni di complemento del mondo magico da lei così meravigliosamente dipinto. Prego chiunque abbia voglia di continuare a leggere questa storia di farmi presente tutti i miei errori, che mi affretterò a correggere e di cui chiedo fin d’ora umilmente scusa.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 : Nuovo anno a Durmstrang ***


Capitolo 1 : Nuovo anno a Durmstrang

Mentre Costanza Malatesta rimuginava sui suoi pensieri tutt’altro che soavi, una nuova figura si avvicinò alle sue spalle rigide, sfidando bellamente il chiaro messaggio di ostilità della proprietaria.

"Costanza!" trillò una voce piacevolmente festosa.

La ragazza si girò e un lampo di gioia passò sul suo viso, rapido come un’ombra passeggera.

Prima ancora che potesse rispondere, venne avvolta da un abbraccio fin troppo espansivo per l’atmosfera pomposa e formale che l’ambiente suggeriva.

"Ti trovo benissimo" continuò con voce melodiosa la seconda ragazza, schioccando un sonoro bacio sulla guancia pallida della prima "Devi piantarla di diventare sempre più carina: mi rovini la piazza e mi toccherà farti una fattura pustolizzante per riprendermi il primato"

"Baronessa Iljovich" rispose con voce musicale e fintamente sprezzante Costanza "Non lo vedi che sto facendo la sceneggiata della studentessa remota e solitaria? Se fai così mi rovini l’effetto autoritario sulle caccole del primo anno, accidenti a te"

La baronessa Nadja Iljovich fece un sorrisetto storto e malizioso scrollando con graziosa indifferenza le spalle.

"Ah, tanto lo capirebbero subito che è tutta una bufala" rispose noncurante "Di nuovo di corvèe alle barche?"

"Ovviamente" rispose Costanza, lasciando che un piccolo sorriso malevolo le increspasse le labbra "Vuoi che il puzzide Caccaroff si lasci scappare una possibilità di farmi decapitare da un fulmine prima ancora di mettere piede a Durmstrang?"

"Non succederà" rispose con noncuranza Nadja arrotolando una graziosa ciocca bionda sul dito in un gesto civettuolo "Nessuno sa evocare le nebbie come te"

"Ciò non toglie che qualche ragazzino in crisi pre-adolescenziale si farà sicuramente prendere dal panico e finirà dentro al lago: e di chi sarà la colpa, secondo te? La nomina a Maestra di Cerimonie è una garanzia di almeno un giorno nella Stanza delle Punizioni"

"Dì la verità, scommetto che hai nostalgia di quella stanza, visto tutto il tempo che ci hai passato" ribatté Nadja con una smorfia sadica.

"Come no" sbuffò Costanza "Come ho nostalgia di quella faccia da Troll decerebrato di…"

"…Valenskij!" mormorò Nadja, disinteressandosi all’istante di Costanza quando avvistò un’alta e arrogante figura dal mantello svolazzante, circondata da alcune persone intente a salutarla con entusiasmo.

"Ti pareva" mormorò Costanza trattenendo a stento un moto di insofferenza: aveva sperato di incontrare Valenskij il più tardi possibile, magari verso Natale o giù di lì…e invece, eccolo che si incamminava sul molo, il passo indolente e sicuro di un vero Durmstaghiano, un sorriso da schiaffi stampato sul viso e la sua corte di zombie appresso come un corteo funebre.

Dopo il preside Karkaroff, la persona che Costanza Malatesta odiava di più al mondo era Sasha Valenskij. Primo, perché detestava cordialmente i burbanzosi e snob figli di papà che affollavano Durmstrang, e Valenskij sembrava esserne l’esatto vessillo: altezzoso, ferocemente caustico, narcisista fino al parossismo e con tanta puzza sotto il naso da sembrare che avesse sempre un calzino sporco appeso alle narici. Secondo, Costanza disprezzava i giocatori di Quidditch, dai cervelli più piccoli del boccino a cui davano così affannosamente la caccia e Valenskij era il capitano della squadra della Torre dei Lupi; il fatto che Costanza avesse fatto le audizioni per il ruolo di cacciatrice e fosse stata da lui scartata nonostante avesse volato meglio di chiunque altro incideva non poco su questo indelicato giudizio.

Terzo, Costanza diffidava dei ragazzi belli e Valenskij era bello in maniera quasi offensiva: le poche ragazze che potevano essere alleate di Costanza nella sua personale guerra contro Valenskij dimostravano una resistenza pastosa degna del peggior burro fuso davanti al fascino di quel suo sorriso ironico. Quarto e principale motivo: Valenskij era il suo odiatissimo fratellastro, involontariamente ereditato dal matrimonio del padre di Costanza con la madre di Valenskij otto anni prima. Al tempo, Costanza era una ragazzetta bruna e secca come un chiodo piuttosto timida e schiva che portava due occhialoni fumèe a fondo di bottiglia: Valenskij, pur essendo poco più di un bambino pestifero, aveva dato prova di una ferocia e di una cattiveria unici, umiliandola in tutte le maniere possibili e facendola sentire in imbarazzo e fuori luogo dovunque lui riuscisse ad infilare il suo lungo naso patrizio. Essere approdati alla stessa scuola e addirittura essere smistati nella stessa Torre non aveva fatto altro che moltiplicare i motivi di scontro tra i due. L’odio che provavano l’uno per l’altra era proverbiale in tutte le Torri di Durmstrang e, alle loro spalle, si scommettevano fior di galeoni su chi sarebbe stato il primo a sparare una maledizione Cruciatus verso l’altro.

Il fatto di essere nemica pubblica di Valenskij aveva inciso non poco sulla già traballante attività sociale di Costanza, che attualmente era quasi nulla. Nadja in lei non aveva sicuramente una rivale in campo sentimentale: bastava l’ombra del fratellastro per rendere Costanza più indesiderabile di un foruncolo ricoperto di puzzalinfa, agli occhi dei ragazzi. Non che le importasse ricevere attenzioni da quegli ammassi ambulanti di sterco di vermicoli, pensava lugubremente mentre la squadra di Quidditch di Torre dei Lupi si avvicinava a lei ed a Nadja sul molo. Bè, doveva ammettere che Detlef Himmell, battitore, aveva messo insieme una presenza fisica piuttosto notevole (se non si considerava la sua ben nota povertà neuronica) e che Dimitri Korsakov, cacciatore, aveva un sorriso indubbiamente affascinante (superati i problemi di acne giovanile che l’avevano afflitto per i primi quattro anni di scuola; problemi che erano stati abbondantemente ingigantiti dalle fatture segrete di Costanza e socie). L’unico che sembrava un po’ fuori luogo in quel branco di boriosi manichini era il giovanissimo Viktor Krum, allievo al secondo anno ma destinato a rimanere negli annali della storia di Durmstrang come uno dei migliori cercatori degli ultimi anni: era un ragazzino timido e serio che, quando scendeva dalla sua scopa, perdeva qualsiasi attrattiva agli occhi delle ragazze: era goffo, ombroso e, rispetto ai compagni, molto silenzioso. Per questo motivo era l’unico di cui Costanza sopportasse la presenza.

"Stanno venendo qui!" chiocciò Nadja con la voce eccitata di una vecchia comare, sistemandosi i capelli febbrilmente. Costanza alzò gli occhi al cielo: ormoni del cavolo, pensò cupamente mentre la sua amica si trasformava, non senza imbarazzo da parte di Costanza, in una bambola tutta sorrisi all’indirizzo dei sette ragazzi che si stavano avvicinando. Costanza si girò a fronteggiarli con un segreto sospiro di rassegnazione: evidentemente, dopo due mesi di astinenza, Valenskij aveva bisogno di una nuova dose di vetriolo verbale per iniziare bene l’anno scolastico. Venisse pure: ne aveva fatto scorta per dieci anni a venire, pensò con una rabbia che non trasparì minimamente dal bel volto serio.

* * *

"Un altro anno" pensò Sasha Valenskij, ignorando che poco distante da lui Costanza Malatesta stava rimuginando esattamente la stessa cosa "Ma è anche l’ultimo, se Merlino mi assiste"

Non aveva nemmeno fatto in tempo a mollare la sua passaporta che i suoi compagni di squadra l’avevano preso d’assalto; appena messo piede sul terreno fangoso sulle rive del lago, Dimitri Korsakov gli aveva mollato un pugno sul braccio che aveva rischiato di mandarlo lungo disteso per terra; fortunatamente, Detlef Himmell aveva bilanciato il colpo con una presa da lottatore di sumo che gli aveva strizzato fuori il fiato in un sibilo secco.

"Era ora che arrivassi, maledetto sterco di stercoraro!" aveva tuonato Dimitri sinceramente felice di vederlo.

"Dove diavolo eri finito, caccola di Troll!" aveva ribadito il concetto Detlef scrollandolo gioiosamente.

Sasha si era liberato dalla sua presa e si era sistemato i capelli con un’elegante scrollata di testa.

"Sono lieto di sentire che avete passato l’estate a raffinare il vostro linguaggio" disse con ironica pomposità "Comunque sto bene e anche voi, a quanto vedo. Dimitri, se mi molli un altro pugno così giuro che ti trasformo in un nargillo bavoso"

Dimitri se ne uscì nella sua classica risata a raglio d’asino che fece girare oltraggiate non poche teste.

"Nemmeno esiste, un nargillo bavoso" informò Sasha alla fine, ridanciano.

"Esisterà quando ti ci avrò trasformato" ribatté Sasha che intanto aveva cominciato a guardarsi intorno con blanda curiosità "Sbaglio o quest’anno ci sono ancora meno femmine che l’anno scorso?"

"Se vuoi considerare femmine quelle tavolette di legno che ti stanno guardando come se fossi Merlino in persona, direi che sì, il loro numero è tristemente bassissimo" brontolò Dimitri lanciandosi intorno uno sguardo torvo "Quest’anno promettimi che cercherai di convincere il puzzide Caccaroff ad organizzare un torneo di Quidditch con Beauxbaton: mi hanno detto che la loro squadra è composta solo da ragazze…"

"Ragazze francesi" specificò Detlef allusivo, come se questo spiegasse tutto. Un sorriso riottoso illuminò il viso di Sasha che scosse il capo.

"Farò del mio meglio, tovarich" rispose divertito.

Detlef, che già superava tutti in altezza di dieci centimetri buoni, si era alzato sulle punte dei piedi e sbirciava incuriosito una figura solitaria sul molo.

"Hei, Valenskij, la tua adorata sorellina è già arrivata" informò Sasha con un perfido sorriso.

Immediatamente, il buonumore sparì dalla faccia di Sasha per lasciare posto ad una studiata indifferenza: girò lo sguardo verso il punto indicato da Detlef e fissò con espressione corrucciata la giovane donna sul molo: nonostante fosse incappucciata e di spalle, la figura di Costanza Malatesta era riconoscibilissima, prima di tutto per la rigidità da principessa sul pisello della sua schiena, ma soprattutto per i capelli che sfuggivano al cappuccio e che danzavano intorno alla sua testa. Neri, ricciuti, un vero e proprio marchio di fabbrica del nobile e antico casato italiano di cui portava il nome. Proprio in quel momento, Nadja Iljovich le arrivò di spalle e le parlò e Costanza si girò offrendo loro un profilo sorridente mentre il vento le incollava addosso il pesante mantello disegnandone le forme.

"Diamine, che schianto" mormorò a mezza voce Dimitri attirandosi lo sguardo sprezzante di Sasha.

"Certo, se ti piacciono le scope di saggina con emettitore di ultrasuoni incorporato" gli rispose con la voce pericolosamente simile ad un ringhio. Dimitri gli lanciò uno sguardo sorpreso.

"Ho parlato ad alta voce?" borbottò vergognoso. Detlef iniziò a ridacchiare come un matto nel vedere la faccia disgustata di Sasha.

"Che dici, andiamo a darle una pacca sulla spalla giusto per vedere se cade di sotto?" ghignò poco dopo mentre Viktor Krum e gli altri compagni della squadra di Quidditch della Torre dei Lupi si avvicinavano a loro festosi.

"Certo, non vedo l’ora di farmi sputare addosso da quel rospo velenoso" pensò Sasha che però non tradì minimamente il suo stato d’animo e rispose ai saluti dei compagni con calore.

"Se proprio ci tieni, andiamo" rispose alla fine quando capì che Detlef stava ancora aspettando una sua risposta "Ho notato tra l’altro che Nadja Iljovich sembra aver migliorato la sua carrozzeria esterna. Devo assolutamente verificare"

In realtà non gliene fregava un fico secco di Nadja e avrebbe preferito farsi un bagno in una vasca di piranha piuttosto che subire lo sguardo sprezzante di Costanza. Ma non poteva di certo far capire ai suoi compagni che Costanza gli faceva soggezione…cosa peraltro falsissima, a ben pensarci. Solo, detestava con tutto il cuore quella maledetta strega che provava in tutti i modi a farlo sentire come letame di Thestral, cioè invisibile ma puzzolente.

Mentre con passo sicuro si incamminava sul molo, Costanza si girò verso di lui: la vide irrigidirsi e assumere quell’espressione altezzosa che gli faceva prudere le mani dalla voglia di tirargliela via con una fattura pustolizzante. Le sorrise da lontano, un piccolo velenoso sorriso che trasudava odio come il lago trasudava nebbia.

* * *

"Diavolo, che occhi che ha!" sospirò Nadja a mezza voce chiaramente riferendosi a Sasha e Costanza si costrinse a non schiantare l’amica almeno finché quel pallone gonfiato di Valenskij le stava davanti. Sasha si fermò a due metri da lei e fece un piccolo, arrogante inchino al suo indirizzo. Nadja se ne uscì con una specie di gorgoglio liquido che fortunatamente solo Costanza sentì mentre il giovane si drizzava di nuovo e la guardava dritto negli occhi.

"Adorata sorella" sospirò con voce grondante scherno.

Costanza non piegò nemmeno la testa in segno di saluto.

"Amatissimo fratello" rispose come se stesse sputando puzzalinfa.

"Che piacere vedere che sei già qui" continuò Sasha sempre con lo stesso tono di voce "Vedo che nessuno è riuscito a trattenerti in Italia…d’altra parte, gli italiani sono sempre stati famosi per il loro buongusto"

Detlef e Dimitri se ne uscirono con una risatina nasale che Costanza accolse con un altezzoso sopracciglio alzato.

"Però anche tu sei qui" tubò con un sorriso angelico "Eppure in Albania siete famosi per la vostra completa mancanza di buongusto. Come hai fatto a sfuggire all’orda indiavolata delle tue fans?"

"Non potevo di certo lasciare le nuove generazioni in balia della tua sclerosi galoppante" rispose Sasha amabilmente.

"Mica fai loro un favore se poi gli propini la tua" ribatté Costanza sullo stesso tono.

"Per lo meno, io sono decorativo mentre tu…"

"Oh, Valenskij, ti dirò una cosa che potrebbe spezzare il tuo piccolo, inutile organo pompatore di sangue. Non per tutti sei decorativo. Alcune persone ti trovano persino disgustoso"

"Se è così, stai allegra! Al mondo ci sarà sicuramente qualcuno che non troverà disgustosa te"

"E chi ti dice che non l’abbia già trovato?"

"Per favore… nessun Troll è stato avvistato da queste parti, ultimamente"

"Come no…e i tuoi amici che diavolo sono, allora?"

Mentre i due si scambiavano piacevolezze i compagni intorno spostavano interessati gli sguardi da uno all’altra: quello di Dimitri aveva cominciato ad essere vacuo e perplesso intorno all’"orda indiavolata" nominata da Costanza. Sulla "sclerosi galoppante" di Sasha, invece, le labbra di Nadja avevano tremato pericolosamente davanti ad un sorriso represso. Tutti comunque si scostarono millimetricamente per paura di beccarsi qualche imprevista fattura Orcovolante quando videro la faccia di Sasha rannuvolarsi seriamente.

"Sei più velenosa di un crotalo cornuto"

"Sei più vanesio di un ricciocorno schiattoso"

"Strega"

"Babbeo"

"Ragazzi! Stanno arrivando le barche!"

La voce acuta ed eccitata di Dimitri mise definitivamente fine al duello verbale su un zero a zero che per il momento soddisfò entrambi. Intanto dalla nebbia erano emerse le snelle e scure figure di molte barche che si avvicinavano silenziose alla riva con inesorabile precisione pur senza avere nessuno alla guida.

"Costanza, gli altri Maestri di Cerimonia ti aspettano" disse Nadja segnando con il capo uno sparuto gruppo di studenti che aspettavano con aria mesta di svolgere il loro ingrato compito. Costanza drizzò le spalle e nemmeno guardò in faccia il fratellastro.

"Addio a tutti, spero" disse altezzosa. Poi, passando accanto a Viktor Krum, gli rivolse un sorriso e un cenno del capo quasi civile "Ciao, Viktor" disse con voce molto più morbida.

"Ciao, Costanza" rispose questi arrossendo penosamente ed affondando lo sguardo nel lago.

Senza volerlo, e senza nessun motivo ragionevolmente valido, Sasha si sentì montare dentro una collera bruciante. Si voltò verso la figura dritta che si allontanava ed usò un tono di voce molto più secco di quanto avrebbe voluto.

"Puoi evitare quel naso per aria, principessa sul pisello: è inutile che fai tanto l’altezzosa se poi tenti di concupire un minorenne del secondo anno come Krum"

Costanza non rallentò nemmeno l’andatura ma quando parlò la sua voce vibrava di ira repressa.

"Solo un malato di mente come te può scambiare un saluto civile con un tentativo di abbordaggio. Mi auguro che il mostro marino che abita nel lago si pappi in un sol boccone la tua barca, Valenskij"

"Altrettanto, cara sorella, altrettanto" rispose Sasha con un ringhio.

Dopo qualche secondo di silenzio divertito, Detlef sembrò accorgersi che lo scontro tra i due fratellastri era finito e che anche per quella volta nessuno aveva subito una maledizione senza perdono.

"Così non vale" piagnucolò mentre si allontanavano dal molo seguendo un Sasha con la falcata insolitamente pesante "Nemmeno uno schiantesimo piccolo così…in fondo ci ha praticamente detto che siamo dei Troll, potevamo anche vendicarci"

"Oh, già" brontolò Dimitri scrollando le spalle "Non ti ricordi cos’è successo l’ultima volta che hai provato a schiantarla?"

Dopo qualche secondo di dolorosa attività cerebrale, Detlef si illuminò e ricordò.

"Oh" disse, spegnendosi subito dopo "Era meglio se non ricordavo"

"Esatto" approvò Dimitri "Comunque, abbi fede. Abbiamo un sacco di tempo e ho tanti bei progetti per questo nostro ultimo, glorioso anno accademico. E poi, per quanto riguarda la principessa sul pisello…c’è sempre il mostro del lago su cui sperare, no?"

"Come no" brontolò Detlef, affranto "Come minimo quella ne fa polpette"

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Oggi non riesco a smettere di scrivere…per favore, se qualcuno legge lasci un commento, anche solo un "fa pena", giusto per capire se è meglio che mi dia alla botanica o se posso continuare…

RINGRAZIAMENTI:

JY : La prima recensione è quella che ti si annida nel cuore e ti fa sospirare di sollievo: allora è vero, qualcuno sta leggendo la tua storia!! E non ti ha nemmeno mandato a fare il bucato!! Grazie per l’incoraggiamento, spero che continuerai a seguire i miei deliri mentali…

Pè: Che bello, una tua recensione!! Sono DAVVERO felicissima perchè quello che scrivi non è mai scontato e so che, se c’è da dare alla sottoscritta delle bastonate, tu lo farai senza pietà e sempre con quell’adorabile ironia che ti caratterizza. Caccaroff, come vedi, è amatissimo dagli studenti (affogarlo sarebbe troppo facile…ho altri progetto per lui, uaz uaz!!). Costanza Malatesta è italiana, anzi, italianissima. Le sue origini verranno spiegate più avanti. Per il momento ci tenevo a far capire quanto si odiano i due fratellini. A proposito, si è capito o non sono stata abbastanza chiara…?

Un saluto e un grazie anche a chiunque passi di qui.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 : La Maestra di Cerimonie ***


Capitolo 2 : La Maestra di Cerimonie

L’aria funerea e severa che aleggiava sul viso di Costanza era perfettamente coordinata al suo ruolo di Maestra di Cerimonie. Quando salì sulla barca con altera grazia si trovò addosso dodici paia di occhi giovani e impauriti che la guardavano con soggezione e meraviglia. L’unica ragazzina presente si azzardò a lanciarle un sorrisetto adorante e per un attimo Costanza ebbe quasi pietà di lei.

"Magari questa vorrebbe essere come me" pensò allarmata "Che Merlino l’aiuti!"

Non rispose al sorriso, anche se avrebbe voluto: il Maestro di Cerimonie aveva un rigido codice da rispettare e Costanza lo seguì, anche se, dopo sette anni, trovava quella messinscena piuttosto ridicola. Con un sospiro rassegnato, andò ad occupare il posto in piedi sulla punta più alta dell’imbarcazione e si girò verso i giovani occupanti col mento alzato a sfidare il vento sferzante.

"Studenti del primo anno alla scuola di magia e stregoneria di Durmstrang" disse con voce chiara e tonante "Io sono Costanza Malatesta, studentessa del settimo anno della Torre dei Lupi e per questa giornata sarò la vostra Maestra di Cerimonie. Questo vuol dire che guiderò la vostra barca fino in mezzo al lago dove evocherò le nebbie con una formula magica che solo gli studenti di Durmstrang possono imparare ed usare. Se la mia magia sarà abbastanza potente, le nebbie si apriranno e voi finalmente vedrete l’isola su cui risiede la scuola in cui passerete l’anno. A riva ci aspetterà l’intero corpo insegnanti che vi spiegherà quante e quali materie dovrete affrontare in questo primo anno di studi. Poi, prima di varcare le porte della scuola, dovrete superare la prova dello Specchio Smistatore che deciderà a quale Torre assegnarvi. La prova consiste nel rispondere alle domande che lo Specchio vi farà e, successivamente, dovrete passare attraverso di esso: ne uscirete con la divisa e lo stemma della Torre a cui lo Specchio vi avrà smistato. Quando tutti avrete finito, i Maestri di Cerimonie delle rispettive Torri vi accompagneranno ai vostri dormitori dove troverete ad aspettarvi i vostri effetti personali, i libri di testo e i vostri Famigli. E’ tutto chiaro?"

Non una testa si mosse, non un paio di occhi si abbassò: i ragazzini sembravano ipnotizzati…o, forse, erano solo letteralmente terrorizzati.

"Avete qualche domanda da farmi prima che partiamo?" domandò Costanza, già stufa della pomposità del suo ruolo.

La timida manina di un ragazzetto dai cortissimi capelli color carota si alzò sopra le teste immobili dei compagni.

"Io vo-volevo chiedere…" balbettò il ragazzino, arrossendo tanto quanto i suoi capelli "E’ ve-vero che passare attraverso lo Specchio Smistatore è pe-pericoloso?"

Costanza trattenne a stento un sorriso indulgente: ricordava le leggende metropolitane che aleggiavano intorno a Durmstrang ed ai suoi strani riti, la maggior parte delle quali era completamente falsa. D’altra parte, quei ragazzini avevano tutto il tempo che volevano per perdere le loro illusioni e Costanza si trovò ad annuire con aria seria.

"Si dice che non tutti gli studenti passino attraverso lo Specchio: pare che alcuni di loro siano entrati nello Specchio e che non ne siano mai più usciti"

Le labbra di Costanza tremarono in un sorriso mentre gli occhi dei ragazzini si dilatavano e le bocche si socchiudevano in una specie di "ohhhh…" di terrore.

"Posso però assicurarvi che nei miei sei anni precedenti a Durmstrang, non ho mai visto nessun studente sparire dentro lo Specchio. Magari qualcuno ci ha sbattuto il naso o la fronte…"

Qualche flebile risatina serpeggiò dubbiosa fra i ragazzini.

"Lo Specchio è molto permaloso e pignolo: non passateci attraverso finchè non ve lo dirà lui" terminò Costanza con voce più morbida "Possiamo andare, adesso? Vedo che le altre barche sono pronte"

Al segnale convenuto, i Maestri di Cerimonia alzarono tutti insieme le loro bacchette e, con un mormorio indistinto, pronunciarono la formula magica. Le barche iniziarono a solcare silenziosamente le acque scure e infide del lago allontanandosi in mezzo alla nebbia. I ragazzini si girarono tutti verso la riva che si allontanava, come se temessero di non rivederla mai più. Alcuni di loro tirarono persino su col naso, nascondendo subito la loro paura agli occhi degli altri. Ben presto la nebbia li avvolse completamente: calò un silenzio innaturale, interrotto a malapena dallo sciabordio dell’acqua contro lo scafo della barca e i passeggeri sembrarono stringersi in ranghi compatti come per difendersi da chissà quale forza maligna esterna.

"Signorina…è ve-vero che nel lago c’è un mo-mostro?" chiese all’improvviso pel di carota con una voce flebile flebile che gli uscì a malapena dalle labbra.

"Certamente" rispose Costanza, disinvolta "E’ una specie di grosso gamberone che vive sul fondo del lago. Ma, in confidenza, è un gran timidone: quando c’è troppa folla non si fa mai vedere"

"Oh" mormorò pel di carota, rinfrancato "Non deve essere tanto grosso, allora"

"E’ lungo più o meno dieci metri" spiegò Costanza facendo diventare la faccia di pel di carota di un preoccupante color ricotta.

Un ragazzino dalla faccia piccola e appuntita come un topo iniziò ad ansimare e a guardarsi intorno come un animale braccato. Costanza gli puntò contro la bacchetta, scuotendo il capo.

"Prova a muovere un muscolo e ti pietrifico all’istante" lo minacciò seria ed il ragazzino si immobilizzò come se Costanza lo avesse sul serio pietrificato "Nessuno di voi agiterà anche solo un capello. State calmi e andrà tutto bene. Agitatevi e quanto è vero Merlino vi trasformo tutti in statue di sale"

I ragazzini obbedirono e nemmeno si permisero di fiatare mentre la barca si fermava dolcemente e beccheggiava appena immersa nel silenzio più completo. La pioggia fine e incessante aveva completamente inzuppato tutti gli abiti ed iniziava a scorrere sui visi dei ragazzini come lente lacrime. Costanza lanciò un ultimo sguardo circolare di ammonimento, poi si girò verso la nebbia grigiastra davanti alla barca: chiuse gli occhi, inspirando profondamente l’aria fradicia e odorosa di melma mentre la pioggia le batteva sulle palpebre chiuse e le gonfiava i capelli. Al ritmo lento del respiro, Costanza svuotò completamente la mente da pensieri ed emozioni, adeguando il battito del cuore al rollio della barca. Quando si sentì pronta, alzò lentamente le braccia al cielo con la bacchetta magica ben stretta nel pugno.

"Evoca Nebulis" mormorò con voce bassa e gutturale ed impresse un movimento secco alla bacchetta. Immediatamente, le nebbie si infittirono: dense volute di vapore freddo e grigiastro avvolsero la barca con un fruscio indistinto di voci lontane. I ragazzini non emisero un fiato: immobili, senza nemmeno respirare, fissavano Costanza come se guardassero Merlino in persona. Sempre con le braccia alzate e tese e gli occhi chiusi, Costanza attese di sentire il giusto odore e la giusta densità di umidità sul viso, poi abbassò di colpo le braccia, esclamando con voce potente:

"Nimbus Leviosa!"

Per alcuni secondi non successe nulla: una familiare sensazione di costrizione allo stomaco accompagnò quei pochi istanti di dubbio ("…questa volta ho sbagliato, un fulmine mi strapperà via la testa…") prima che le nebbie si aprissero di colpo, come affettate da un gigantesco coltello. Ed ecco, a poche decine di metri dalla barca, la figura tozza ed imponente della scuola di Durmstrang. Un "Aaaahhh" meravigliato si sollevò involontariamente dalla barca mentre Costanza, col solito sospiro di sollievo, osservava la ormai familiare struttura severa dell’edificio arroccato sulla piccola isola e circondato da una fitta foresta verde. Durmstrang era una antica rocca rettangolare di pietra grigia con quattro enormi torri agli angoli. Su tre di loro sventolavano le bandiere simbolo delle Torri di Durmstrang: quella azzurra e argento di Torre dei Lupi, quella arancio e nero di Torre dei Draghi e quella bianca e marrone di Torre delle Aquile. Sulla quarta sventolava il vessillo di Durmstrag ed era la torre in cui risiedevano gli alloggi dei professori. Abbassando lo sguardo, Costanza vide una fila dritta di persone in attesa sul molo dell’isola: l’intero Gotha degli insegnati aspettava l’arrivo dei nuovi studenti, incurante del vento gelido che agitava i loro mantelli e della pioggia incessante. Li riconobbe tutti da lontano: quella col cappello così a punta che sembrava bucare il cielo era la professoressa Bilenska, insegnante di Pozioni e unica femmina dell’intero corpo insegnanti. Poi, c’era la figura tonda e morbida del professor de Angelis, insegnate di Trasfigurazione, quella alta e segaligna di Frankenberg, insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, e via via fino all’ultima, quella che sembrava più minacciosa di tutte persino da così distante: il preside Karkaroff. Costanza distolse immediatamente lo sguardo da lui, come se solo la sua vista bastasse a disgustarla.

"Un altro anno" pensò Costanza quasi con angoscia mentre la barca arrivava a riva e i ragazzini scendevano frettolosi, felici di calpestare per la prima volta il suolo di Durmstrang "Un altro anno. L’ultimo"

Di sfuggita, vide il preside Karkaroff girarsi a guardarla, la faccia gialla e acida come un limone e lo sguardo malevolo di chi cova qualcosa di viscido e malsano. Costanza gli girò le spalle, rabbuiata.

"Ce la devo fare" pensò con un lampo indomito negli occhi "E, per Merlino… ce la farò!"

* * *

Ore dopo, quando ormai la grigia luminosità del giorno aveva lasciato il posto ad una cupa notte uggiosa, Costanza si trascinò all’interno del dormitorio femminile della Torre dei Lupi, accolta da un coro festoso di allegre voci femminili.

"Era ora che arrivassi!" la accolse Nadja, comodamente appollaiata sul suo letto "Cominciavo a pensare davvero che il mostro del lago ti avesse fatto fuori"

"Magari" piagnucolò Costanza buttandosi a peso morto sul suo letto senza nemmeno togliersi il mantello fradicio "Sono talmente stanca che essere tranciata a metà da due chele giganti mi sembra molto più allettante che rivedere per un solo minuto la faccia di Caccaroff"

"Andiamo" tubò Sigrid Hausermayer, studentessa del sesto anno, andandosi a sedere sul bordo del letto di Costanza stando ben attenta a non infradiciarsi la camicia da notte col suo mantello grondante "Il nostro amatissimo puzzide…non dovresti parlar male di lui davanti alle fanciulle del nuovo anno: potresti traumatizzarle"

Il dormitorio femminile accoglieva infatti le ragazze di tutte le classi appartenenti alla Torre dei Lupi; naturalmente, ogni anno i letti vuoti erano sempre più numerosi.

"Levati quell’affare fradicio" ordinò Nadja alla compagna stesa sul letto "Ti beccherai un accidenti e quest’anno ho ancora bisogno di te nel pieno delle tue scarse capacità mentali per poter copiare al meglio i tuoi compiti"

"Non posso" miagolò Costanza col viso tuffato nel cuscino "Ho le gambe e le braccia trasformate in cera d’api velenose"

"Tutto a me tocca fare" sbuffò Nadja agitando la bacchetta "Vingardium Leviosa!"

Il pesante mantello di Costanza si staccò con grazia dal suo corpo e finì appeso nell’angusto armadio di fianco al letto.

"Ti sono davvero grata" mormorò Costanza "Non è che potresti anche riattaccarmi la testa al resto del corpo?"

"Non ancora" rispose Nadja sedendosi sul letto di fianco a Sigrid "Prima voglio vedere che vestiti ti sei portata dietro da casa"

Prima ancora che Costanza gemesse una qualsiasi protesta, il pesante baule col sigillo dei Malatesta di ferro battuto si aprì e il suo contenuto iniziò a vorticare verso l’altro inventariato dalla voce musicale di Nadja.

"Libri, pergamene, inchiostro, calzettoni di lana, di nuovo libri, due maglioni che nemmeno mia nonna se li metterebbe mai, mutandoni di latta, canottiera della salute, ancora libri…signorina Costanza Malatesta, si vergogni! Questo baule sembra appartenere a una vecchia strega centenaria! Nemmeno un capo di lingerie, nemmeno una Pozione Profumosa Tramortimaschio… Che delusione! Non hai proprio imparato niente in questi sette anni?"

"Ho imparato a fingere di ascoltarti" rispose amabilmente Costanza girando il viso sorridente verso di lei.

Nadja non sembrava per niente contenta.

"Costanza, questa è una cosa seria: è il nostro ultimo anno, siamo maggiorenni ed è arrivato per noi il momento di divertirci. Hai presente, ridere, scherzare, flirtare, ballare…lanciare fatture Orcovolanti alle matricole e cose così?"

"Sulle fatture Orcovolanti ci sono" borbottò Costanza rabbuiata "Non conosco nessuna delle altre parole che hai detto. Soprattutto "flirtare"…cos’è, un nuovo metodo di depilazione poco invasivo?"

"Non accetto spiritosaggini sull’argomento" ruggì Nadja frustandole il sedere con la bacchetta "Quest’anno ho deciso che ti troverò un ragazzo"

"Come no" mugugnò Costanza di nuovo seria "E Karkaroff mi preparerà una corona di fiori. Ma per favore!"

"Guarda che parlo sul serio" si inalberò Nadja drizzando la schiena "Non è salutare arrivare a 18 anni così carine e così…prive di esperienza! Durmstrang avrà un sacco di difetti, ma per lo meno pullula di maschi"

"Per me è la tua testa a pullulare di corbellerie" ribatté Costanza, seccata.

"Maschi giovani e con tutti gli ormoni al proprio posto…" sospirò Sigrid, sbattendo leziosamente le ciglia "Nadja, io sono dalla tua parte!"

"Io invece declino la tua gentile offerta" disse Costanza sollevandosi finalmente a sedere sul letto e iniziando a sbottonarsi la pesante camicia grigia della divisa "Ho ben altro a cui pensare, quest’anno, senza contare anche un branco di babbuini in calore"

"Tu non declini proprio niente" ordinò Nadja con una vocetta oltraggiata "E’ giunta l’ora per te di prendere in considerazione l’universo maschile che hai snobbato fino ad ora"

"Scordatelo" rispose Costanza, gentile ma decisa.

"Andiamo!" la supplicò Nadja sedendosi accanto a lei e spalancando gli occhioni azzurri "Non puoi lasciarmi sola ad affrontare tutto questo! Ci sarà pure uno studente di Durmstrang che faccia al caso tuo"

"Disposto a sopportarla, vuoi dire?" rettificò Sigrid con uno sguardo dubbioso.

"Sigi, non ti ci mettere anche tu…Nadja, lascia perdere"

"Vediamo…un tipo che potrebbe piacerti… Alois Dinu dell’ultimo anno di Torre delle Aquile?"

"Piuttosto che uscire con lui mi faccio spuntare un terzo braccio in mezzo alla fronte" si schifò Costanza "Ha un alito che stenderebbe un drago imbottito di puzzalinfa"

"Uhm… allora… Dimitri Korsakov, che ne dici?"

"Piuttosto che uscire con lui, bacio sulla bocca Alois Dinu" rabbrividì Costanza "Senti, non hai argomenti meno raccapriccianti per la nostra prima sera?"

"Dimitri è carino" si difese Nadja imbronciandosi "Se solo smontassi dal trono per un attimo ti accorgeresti che odiare tutto e tutti è un enorme spreco di tempo. Tempo che potresti utilizzare in maniera molto più produttiva…"

"…magari tra le braccia di un bel ragazzo…" sospirò Paulina Madiscu del quinto anno, avvicinandosi.

"… magari a cavallo della scopa di un bel giocatore di Quidditch…" trillò Sigrid portando le mani intrecciate sul cuore.

"…o magari tra le lenzuola con uno ottimo studente di anatomia…" ridacchiò perversamente Nadja.

"Ragazze, un po’ di contegno!" rise Costanza togliendosi la camicia e iniziando a srotolare la spessa treccia di capelli sulla nuca.

"La smettiamo se prometti una cosa" trillò Nadja con aria complice.

"Purché non sia dovermi innamorare di Caccaroff…" schivò prudentemente Costanza, sospettosa.

"Prometti che proverai ad essere meno acida del solito con i ragazzi"

"Io sono buona e cara come una fata madrina" si stizzì Costanza "E’ il resto del mondo che ce l’ha con me"

"Prometti!"

"E va bene" cedette Costanza, sfinita.

"Prometti che ricambierai i saluti e sorriderai almeno una volta al giorno"

"Si può fare una volta alla settimana?"

"Prometti!"

"E va bene!" sbottò Costanza, rannuvolandosi.

"Prometti che eviterai di trasformare un ragazzo in sterco di Troll se questi tenterà di abbracciarti"

"Questo lo posso fare" approvò Costanza noncurante "In fondo c’è sempre la maledizione Cruciatus…"

"E prometti che tenterai di andare d’accordo con Sasha Valenskij"

Costanza smise di colpo di scherzare e fissò Nadja con durezza.

"Piuttosto mi fidanzo con Karkaroff" sbottò irritata, ma le compagne non la sentirono nemmeno, già partite per la tangente.

"Ah, Valenskij!" sospirò Paulina con lo sguardo sognante "Quando sorride sembra che ti faccia una fattura Gambemolli!"

"E’ l’unico della scuola che porta la divisa facendola sembrare elegante" rincarò la dose Sigrid.

" E che mani!" scappò detto anche a Olga Sharapova, superando la sua proverbiale timidezza e arrossendo come un gambero subito dopo.

"Ma che mani, portamento e sorriso…" gorgogliò Nadja, lasciva "Dico, gli avete guardato il sedere?"

"Ragazze!" strillò Costanza alzandosi in piedi di scatto "Mi avete fatto venire la nausea. Adesso vado a vomitare"

"Scappa pure, puritana" la schernì Nadja sdraiata voluttuosamente sul letto mentre Costanza marciava a passo di carica verso i bagni "Ma se posso darti un consiglio che ti converrebbe davvero ascoltare…"

"Cosa?" sbuffò Costanza senza nemmeno girarsi.

"Butta via i mutandoni di latta: quest’anno non li dovrai mai usare"

"E’ una minaccia?" borbottò Costanza, imbronciata.

"E’ una promessa" sorrise Nadja, indulgente "Buona doccia fredda, signorina Malatesta!"

* * *

Quando Costanza tornò indietro dal bagno, le ragazze erano già tutte a letto. Fortunatamente: i discorsi troppo "caldi" la mandavano in confusione ed era davvero troppo stanca per affrontarne uno. Si infilò nel letto ma prima di spegnere la luce lanciò uno sguardo di sfuggita all’interno del suo baule: le pila ordinata di severe e antiquate mutandone bianche in dotazione con la divisa di Durmstrang erano state sostituite da altrettante mutandine di pizzo argentato, tanto microscopiche quanto assolutamente scandalose. Costanza chiuse con rabbia il coperchio del baule mentre una risatina soffocata proveniva dal letto della baronessa-ficcanaso- Iljovich.

"Questa me la pagherai" pensò Costanza, sfinita, buttandosi sotto le coperte "…da domani, però"

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Che bello-bellissimo! Quante recensioni! Sono molto onorata. Vi prego, non mi abbandonate, sono come un cucciolo smarrito se nessuno mi fa le carezzine…Marò, che scema! Passiamo alle cose serie:

 

Minako-chan: Si dice "a buon intenditor poche parole..." . Bè, un pensiero che mi viene dal cuore: tu sei realmente una buona intenditrice! Grazie per aver commentato e per aver lasciato un giudizio positivo, è davvero piacevole sapere di essere apprezzati!!

Serintage: Senti, io ti amo. E’ ufficiale. Adoro il tuo humor, adoro la tua ironia al vetriolo…e adoro i tuoi baci, ovviamente, anche se d’ora in avanti ci limiteremo a qualche strofinata di guancia (sai, il mio Beppe comincia ad essere un po’ geloso…). Guarda, Costanza la sto disegnando sulla base di come ti vedo. Spero che ti piaccia! Ho corretto gli errori segnalati: grazie di averlo fatto, non sopporto di lasciare in giro minchiate simili! Fallo di nuovo, ti prego (Si! Si, fallo ancoraaaa!!). Sono anche felice di averti insegnato cose nuove: per quanto riguarda l’aggettivo "bigio", ce l’avevo in testa per l’antico detto di nonna Berta "di notte tutti i gatti son bigi", quindi credo che bigio voglia dire fastidiosamente miagolante e inopportuno… scherzo, bigio per me vuol dire tristemente grigio, autunnale. Ho trovato il tuo cervello in metro l’altra sera! Ci siamo fatti due chiacchiere, devo dire che è un tipo simpatico…non lo mollerei definitivamente, fossi in te. Magari ne hai ancora bisogno per qualche annetto. Comunque, concludendo, sono d’accordo con te che per iniziare bene la giornata ci vuole un insulto di quelli tosti: infatti, appena entra in ufficio, il mio capo esordisce con un "buongiorno, caccole!" e io ed i miei colleghi stiamo subito meglio! Perché la gente non lo capisce? Ah, "babbuino" lo prenderò a prestito…Costanza ha bisogno di farcire il suo vocabolario. Grazie, Serintage, sei meravigliosa!!

Helen Lance: Io spero davvero che valga la pena leggere la mia storia…per me ne vale la pena scriverla se la leggono persone deliziose come voi. Spero di sentirti ancora, a presto!!

Asmara: Che dirti…bentornata su EFP!! Anche io ho fatto un lungo periodo lontano dal computer (motivi di salute, purtroppo…) e mi ritengo onorata se vorrai continuare a leggere la mia storia: spero che continui a piacerti e che, se troverai qualcosa di sbagliato, me lo segnalerai…vero? Ho bisogno di voi recensori, spesso tendo a divagare troppo nei meandri bui della mia psiche malata…

: Aaaaah, quel tiiiipo di botanica!! Non ci avevo pensato…allora mi ci sto già dando!! Ma tu guarda quanti hobbies scopro di avere senza saperlo…Comunque!! Costanza è italiana e non c’è un motivo preciso, è solo che dentro di me sono davvero molto patriottica e non riesco a staccarmi del tutto dal nostro italico suolo (Gesù, fermatemi!!!). Non ti dico di più…ti avviso però che sei già sulla buona strada con le tue "intuizioni" su Sasha e Costanza, anche se per arrivare a qualcosa di concreto ci vorrà molto, molto tempo. Se non hai capito niente di quello che ho scritto, tranquilla, è colpa mia e della mia schizofrenia…tutto regolare, insomma. La vena ironica di sottofondo deve essere l’argomento portante: questa storia è una commedia, perdincibacco!! Ti lascio con un commento che mi viene dal cuore: grazie di esistere!!! A presto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 : L'incomparabile Prova ***


Capitolo 3 : L’incomparabile Prova

A differenza di Hogwarts dove la parola d’ordine era "opulenza", a Durmstrang vigeva uno stretto regime di sobrietà e severità. Tutte le strutture, a partire dalla sala comune per arrivare alle aule ed ai dormitori, sembravano al primo colpo d’occhio più i locali di una prigione che quelli di una scuola. Tutte le finestre alte e strette avevano minacciose inferriate, i muri erano di pietra grigia e umida, i tavoli e le sedie di legno avevano una foggia austera e antiquata… nessuna cupola magica sovrastava la sala mensa, nessun arazzo decorava pareti e in tutta la scuola c’erano moltissimi quadri tutti raffiguranti maghi dall’aria arcigna e intollerante che abbaiavano contro gli studenti a prescindere da quello che stavano facendo. Anche il cibo si adeguava a questa prerogativa e il più delle volte si traduceva in ammassi informi di poltiglia marrone da deglutire in fretta per ridurne gli effetti nauseanti. Anche quella mattina, quindi, la colazione venne consumata velocemente dagli studenti vecchi e nuovi: quando iniziarono le lezioni, Costanza e Nadja erano già sedute ai tavoloni di marmo dell’aula di Cura delle Creature Magiche. O meglio, Nadja era seduta con una certa parvenza di compostezza, Costanza invece era spalmata sul tavolo come burro su una fetta di pane.

"Non ho chiuso occhio" si lamentava con voce gutturale e l’aria sfinita "Mi è venuto il raffreddore…ho la febbre…la testa pesante come il sedere di un Troll…le ossa come vetro frantumato…uccidimi, ti prego, sto troppo male…"

"Costanza, tirati su" la rimproverò l’amica, scuotendole un braccio "Stanno arrivando i ragazzi e non voglio che ti vedano così orribile. Non si avvicinerà nessuno"

"Meglio così" esalò Costanza senza muovere un muscolo "Non potrei affrontare quella faccia da tritone di Valenskij in questo stato"

"Quel cafone ieri non mi ha nemmeno salutato" si imbronciò Nadja alzando il mento "Ho deciso che non gli rivolgerò più la parola fino a Natale. Costanza, alzati! E ricordati la promessa di ieri sera"

"Chissà cos’ha promesso la mia cara sorella per meritarsi tanta rudezza di prima mattina?" chiese una voce alle loro spalle che le fece sobbalzare entrambe dalla sorpresa.

Costanza si tirò su giusto in tempo per incrociare lo sguardo altezzoso e divertito di Sasha Valenskij e della sua corte dei miracoli piazzata strategicamente giusto alle loro spalle.

"Ciao Nadja" disse Sasha con un sorriso sornione che fece di colpo diventare asmatica la ragazza.

"Ciao Sasha" miagolò Nadja, con tanti saluti ai buoni propositi di poco prima.

"Diamine, Malatesta!" gioì Valenskij quando posò lo sguardo sulla faccia congestionata di Costanza "Non mi ero mai accorto che il tuo naso fosse tanto grosso…"

"Valenskij" Già dire il suo nome fece diventare la faccia di Costanza ancora più blu "Buongiorno anche a te. Come vedi sono impegnata: possiamo continuare un’altra volta questo arguto scambio di battute? Che so…il prossimo anno bisestile, magari?"

"Devo dire che quel colorito bluastro ti dona molto" continuò Sasha , ignorandola "In tinta perfetta con la divisa grigia. Molto, molto chic, complimenti"

"Grazie" grugnì Costanza girando il viso dall’altra parte "Spendo fior di galeoni per il mio consulente d’immagine"

"Ma guarda, che perfezione, che cura nei particolari…" continuò Sasha girandole intorno estasiato "Narici rossastre, occhi gonfi e pesti, chiazze sparse fin sul collo… invece di somigliare come al solito al mostro della laguna sembri quasi un essere umano"

"Effetto che a te non è ancora riuscito, a quanto pare" ringhiò Costanza, cominciando ad arrabbiarsi.

Non era giusto: lei si sentiva come un uovo di quaglia spiattellato ai piedi del nido, lui sprizzava vitalità e benessere da tutti i pori. Guardandolo di sfuggita mentre faceva lampeggiare i denti bianchissimi in un sorriso ironico, pensò che non era giusto, non era assolutamente giusto che fosse così perfidamente in forma. E così schifosamente bello, ammise anche controvoglia.

"Mi impegnerò per rientrare nei tuoi standard di normalità, sorella adorata" mormorò Sasha con voce morbida mentre il professor Radchenko entrava in classe, ancora più gobbo e infido dell’anno passato.

"Ecco, bravo, fai così" mugugnò Costanza voltandogli le spalle.

"Allievi del settimo anno alla scuola di magia e stregoneria di Durmstrang!" tuonò improvvisamente il professor Radchenko attirando l’attenzione degli studenti che smisero immediatamente di parlottare fra loro. Il professore di Cura delle Creature Magiche si erse dietro la cattedra, pronto a fare il suo discorsetto di inizio anno.

"Come sapete, per il vostro ultimo anno di studi a Durmstrang è prevista una prova che, se superata, vi permetterà di accedere agli esami finali per il diploma in stregoneria. Ovviamente, il non superamento della prova metterà in seria discussione il vostro futuro di maghi e streghe diplomati"

Sorrise, arcigno, come se la prospettiva lo allettasse non poco.

"La prova richiederà l’intero anno scolastico per essere completata e consiste nel portare a termine un compito molto delicato che dovrete eseguire in coppia con un altro studente: ad ogni coppia verrà affidato un uovo di una creatura magica e voi dovrete, a turno, accudirlo fino alla schiusa che prevediamo avverrà verso Natale. Successivamente, dovrete occuparvi del cucciolo, nutrirlo, curarne l’igiene e insegnargli i rudimenti di sopravvivenza tipici della sua razza"

"Speriamo che a me capiti un vermicolo" sussurrò Detlef Himmell scatenando una selva di risatine tra i compagni.

"In collaborazione con il ministero dell’ambiente della Romania, quest’anno abbiamo il privilegio di ospitare molte creature interessanti, ma per i dettagli lascio la parola al preside Karkaroff"

Con un gesto della mano indicò la porta d’ingresso dalla quale fece la sua entrata il preside, accolto dai saluti fiacchi degli studenti.

"Comodi, comodi" disse questi con condiscendenza avvicinandosi alla cattedra: alle sue spalle, alcuni elfi domestici stavano trascinando pesanti forzieri di legno che i ragazzi scrutarono con curiosità, allungando il collo. Costanza sentì acuirsi la pesantezza alla testa e un vago senso di nausea le invase lo stomaco: iniziare la giornata con un raffreddore micidiale e con una visita a sorpresa di Karkaroff rientrava nella sfera delle sue personali maledizioni senza perdono. Stranamente, il preside sembrava essere di ottimo umore: la sua faccia, di solito cupa, era quasi sorridente. "Sta covando qualcosa, che Merlino ci aiuti", pensò la ragazza, allarmata.

"Ragazzi" esordì lietamente il preside "Ho l’immenso onore di comunicarvi che quest’anno il ministero dell’ambiente romeno ci ha concesso un enorme privilegio"

Girò lo sguardo sulla classe che tratteneva il respiro: tutti conoscevano il preside Karkaroff per la sua attitudine a complicare il più possibile la vita degli studenti, quindi erano in trepidante attesa della mazzata che l’uomo stava sicuramente per infliggere loro.

"Le uova che dovrete curare e far schiudere quest’anno per la prova di Cura delle Creature Magiche appartengono alla specie più rara e nobile che popola il nostro mondo. Voi, ragazzi, avrete il privilegio di diventare genitori adottivi di quattordici, bellissimi draghi"

* * *

Un silenzio attonito scese sulla classe mentre sulle facce dei ragazzi si dipingeva un’identica espressione di orrore.

"Come il professor Radchenko vi ha sicuramente insegnato, le uova di drago e i cuccioli che ne derivano necessitano di una cura e di un’attenzione costante. So che questo compito vi potrà sembrare gravoso, ma confido che saprete portarlo a termine con la dedizione che si richiede a qualunque studente di Durmstrang"

Dimitri Korsakov si azzardò ad alzare un braccio e Karkaroff con un condiscendente cenno del capo lo invitò a parlare.

"Preside…uhm…Karkaroff…le uova di drago sono…uhm…molto delicate e…uhm…sappiamo che di una nidiata di dieci uova solo uno sopravvive. Non le sembra che…uhm…sia una prova un po’ difficile…? Voglio dire…uhm…con gli allenamenti di Quidditch e i M.A.G.O. in tutte le materie…"

"Lei ha perfettamente ragione, signor Korsakov" lo interruppe il preside con un sorriso infido "E’ per questo che svolgerete la prova in coppia con un altro studente. Ora, se permette, andrò ad assegnare ad ogni uovo una coppia…"

Con un rapido movimento della bacchetta, fece comparire una pergamena a mezz’aria, mentre i ragazzi, a metà tra l’inebetito e lo sconvolto, si scambiavano sguardi attoniti e confusi "Per agevolare gli studenti nella cura del proprio uovo, abbiamo pensato di formare coppie di studenti dello stesso sesso e appartenenti alla stessa Torre" disse il preside scorrendo con noncuranza l’elenco.

Costanza, ancora tramortita dalla notizia delle uova di drago, si riscosse abbastanza per sobbalzare sulla sedia: in quella classe, le femmine di Torre dei Lupi…erano cinque!! Un presentimento di sventura, diaccio e soffocante, le strinse la gola e la faccia le divenne ancora più bluastra di prima.

"Vediamo: Korsakov e Himmell! Venite a ritirare il vostro uovo"

I due ragazzi si alzarono e si avvicinarono al preside come automi. Con un gran sorriso malefico, Karkaroff tolse dal primo forziere una palla marroncina che lasciò cadere nelle mani di Dimitri. Lui la fissò come se fosse una caccabomba pronta ad esplodere.

"Il vostro drago è un Petardo Cinese" li informò Karkaroff "Potete andare. Dinu e Popov!"

I ragazzi vennero chiamati in coppia e ognuno di loro mostrava l’entusiasmo di un condannato al patibolo mentre riceveva il meraviglioso uovo di drago. Costanza si ritrovò a pregare con tutto il cuore che quello che stava per succedere non succedesse, qualsiasi cosa fosse: se prevedeva Karkaroff e un drago, non poteva sicuramente essere niente di buono. Alzò la mano, faticosamente, e Karkaroff le rivolse uno sguardo da gelare il sangue nelle vene.

"Sì, signorina Malatesta?"

"Ecco, mi stavo chiedendo…" iniziò Costanza che aveva la bocca impastata come se avesse appena ingoiato un centinaio di cioccorane "Le ragazze della Torre dei Lupi sono cinque: come è possibile che vengano divise in coppie?"

Karkaroff lasciò che un lento, viscido sorriso gli stirasse le labbra.

"La sua è un’ottima domanda, signorina Malatesta" disse con voce bassa e carica di esultanza "Infatti, una studentessa dovrà necessariamente fare coppia con uno studente maschio. Per non creare disagi ci è sembrato opportuno valutare eventuali parentele fra studenti. Siccome l’unica con un legame di parentela a Torre dei Lupi è risultata essere lei… signorina Malatesta, lei è destinata a lavorare in coppia con il suo fratellastro, il signor Valenskij"

* * *

Sulla classe scese un silenzio ovattato, come se tutti i ragazzi fossero andati momentaneamente in apnea. Nadja Iljovich, seduta di fianco a Costanza, se ne allontanò lentamente, come se si aspettasse da un momento all’altro che lei tirasse fuori la bacchetta e iniziasse a sparare maledizioni senza perdono tutto intorno. Che sarebbe stato più o meno quello che Costanza avrebbe fatto, se non fosse stata completamente paralizzata sul posto.

"Come…? Come…?" sfiatò invece dalle labbra livide.

"Malatesta, Valenskij, venite a ritirare il vostro uovo" ordinò Karkaroff quasi schiattando dalla gioia.

La mente di Costanza era ancora immersa in un penoso senso di irrealtà. "E’ tutto un sogno" provò a dirsi deglutendo affannosamente per non mettersi ad urlare "Per favore, qualcuno mi svegli!"

Ma non era un sogno: glielo fece capire lo sguardo lampeggiante di ira e frustrazione di Valenskij quando questi si alzò e si diresse verso la cattedra con la solita, tranquilla arroganza. Non aveva detto una parola e anche se la piega del mento sembrava più dura dell’acciaio non una emozione trasparì dal bel volto vagamente annoiato. Lentamente, come trascinata dalla sola forza di volontà, Costanza lo seguì cercando di imprimere la stessa dignità anche nella sua andatura. Il centinaio di validissime proteste che le era salito alla bocca venne faticosamente ricacciato in gola dallo sguardo di assoluta e sadica vittoria che Karkaroff le lanciò.

"Ma certo" pensò finalmente Costanza riuscendo a sbloccare il cervello dalla paralisi che l’aveva attanagliato "Tutta questa messinscena è a mio uso e consumo…Quel vecchio porco bastardo di uno schiopodo sparacoda ha fatto di tutto per incastrarmi. E c’è anche riuscito!"

Lacrime di frustrazione le salirono di colpo agli occhi mentre Karkaroff raccoglieva dal forziere un uovo perfettamente sferico, di un anonimo grigio opaco.

"Signori, a voi tocca il drago più raro e bello di tutti…un Pungolo Islandese!"

La sfera cadde nelle mani tese di Sasha: quelle di Costanza erano ancora troppo intorpidite per poter essere usate.

"Potete andare" li congedò Karkaroff fingendo indifferenza "Suggerirei alla classe di disporsi secondo le coppie appena formate: durante le ore di Cura delle Creature Magiche dovrete necessariamente lavorare fianco a fianco"

Costanza, come un automa, seguì Sasha verso un tavolo vuoto e si sedette nell’angolino più esterno, il più lontano possibile dalla spalla di Valenskij. Questi sembrò non accorgersene nemmeno, preso com’era a masticarsi l’interno della guancia con feroce stizza. I due non si mossero per tutta la lezione cupi e immobili come due gargoyle di pietra, mentre Karkaroff terminava la distribuzione delle uova di drago e spiegava che i giocatori di Quidditch avrebbero avuto una licenza speciale di esonero dalla cura dell’uovo per le ore di allenamento. Costanza lo ascoltò appena: si sentiva amareggiata e svuotata come mai le era capitato nei sei anni precedenti a Durmstrang. Dover subire la presenza di Sasha Valenskij, dover condividere con lui un intero anno per quel maledetto uovo…era inaffrontabile. Inconcepibile. Bastardo, bastardissimo puzzide Caccaroff!!

"Durmstrang chiama Plutone. Ripeto, Durmstrang chiama Plutone. Rispondete"

La voce di Valenskij. L’avrebbe riconosciuta anche tra un milione di anatre starnazzanti. Costanza si riscosse e vide che la classe si era quasi vuotata. C’erano rimasti solo lei e Sasha che si era alzato in piedi e la guardava tra l’irritato e l’incuriosito con le braccia incrociate sul petto.

"Oh, a quanto pare sei tornata tra noi" l’apostrofò con un altezzoso sopracciglio alzato "Per un attimo meraviglioso ho creduto che il tuo unico neurone ti avesse definitivamente abbandonato"

"Valenskij…" iniziò Costanza, ma si interruppe. Che senso aveva? L’odio per il fratellastro aveva avuto come unico risultato quello di legarli insieme con un nodo scorsoio. Oramai, abbaiarsi contro l’un l’altro voleva dire fare il gioco di Karkaroff.

"Senza parole, Malatesta?" ringhiò Sasha quando capì che non avrebbe proseguito "Se sapevo che ci voleva un uovo di drago per tapparti la bocca ne avrei comprato uno al primo anno!"

Costanza non rispose alla provocazione: era talmente abbattuta che riuscì solo a sollevare uno sguardo umido e disperato sul fratellastro che, per grazia divina, finalmente tacque. La fissò con sguardo truce e vagamente sorpreso mentre lei si alzava in piedi e inspirava profondamente.

"Stai male?" le domandò infine, seccamente "Se devi vomitare fallo dall’altra parte: ho le scarpe nuove, oggi"

Costanza annuì, abbassando lo sguardo. Sì, sto male. Voglio scappare il più lontano possibile da Durmstrang, lontanissimo da Karkaroff il puzzide e, soprattutto, ad anni luce da te.

"Non mi sento molto bene" mormorò infine abbassando lo sguardo "Io…devo andare in infermeria"

Detto questo, girò i tacchi e quasi scappò dalla stanza. Sasha la lasciò andare via, pensieroso. Ma quando abbassò lo sguardo e vide di nuovo l’uovo di drago, i suoi occhi si oscurarono di tempesta.

"Magnifico" pensò rabbiosamente "Un anno intero in coppia con miss Spocchia! Ci voleva questo per finire in bellezza sette schifosissimi anni di scuola"

 

 

 

 

Note dell’autrice:

A richiesta, un breve glossario della terminologia Durmstaghiana.

MUTANDE DI LATTA: non so se esiste realmente biancheria di tale materiale; le mutande di latta intese nel mio scritto sono classici e semplici mutandoni in cotone, denominati "di latta" per il loro effetto castrante sulla libido maschile.

GOTHA: Termine che indica l’insieme degli dei nordici (tra cui per esempio Odino e Wotan). Viene usato per indicare le "alte sfere", tipo "L’Olimpo".

Lo so, le mie spiegazioni fanno pena…però sono tutte originali, non ho rubato niente al dizionario!

 

Minako-chan: Io…hem…ti ringrazio tanto tantissimo per i complimenti, ma ho una cosa molto triste da dirti: la storia di cui parli, quella dal titolo inglese, non l’ho scritta io. Con mio grande rammarico, perché da come ne parli doveva essere molto buona …Per rispondere alla tua domanda, le battute le tiro fuori in parte dai meandri nebulosi della mia mente malata in parte dalla vita reale: ho la fortuna di avere delle amiche che sono una vera fucina di stupidaggini! I mutandoni, invece, sono esclusiva farina del mio sacco…Un bacio, a presto!!

Helen Lance: Le personalità di Costanza e Sasha sono molto forti e prevedo che ci voglia ancora un po’ per esprimerle al meglio. Costanza piace molto anche a me, così determinata, così (falsamente) indistruttibile…Sasha, come hai giustamente intuito, non è affatto il mostro dipinto da Costanza. Anzi, togliendo il fatto che è un figone da urlo, è ironico e intelligente anche se discretamente bastardo. Vedrete, vedrete…c’è il caso che cambi pairing più avanti! Piaciuta l’idea dell’uovo di drago? Io sto schiattando dalle risate, Costanza e Sasha un po’ meno…

Pe: Costanza e io contraccambiamo con tutto il cuore i complimenti, sospirando sulla tua recensione come in preda ad un efisema polmonare. Grazie delle belle parole, sei davvero un tesoro!! Per rispondere alle domande, a parte il glossario di cui sopra, avrai capito che i mutandoni di latta sono in realtà mutande normali, anche se un po’ mortificanti. Comunque, adesso non ci sono più, Nadja li ha fatti sparire per benino! Grazie mille per gli appunti: questa storia la sto scrivendo senza beta reader e qualche stronzata mi scappa. Segnalami tutti gli errori, ti prego, così li metto a posto. Sasha, notando il tuo interessamento per lui, chiede se sei disposta ad andare a Durmstrang per quello che ha definito "un briefing formativo". Però aveva in mano due calici e una bottiglia di champagne…non capisco…comunque, sappimi dire cosa devo rispondergli. Intanto, beccati un bacione con schiocco dalla sottoscritta! Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 : Tregua armata ***


Capitolo 4 : Tregua armata

 

La sala comune di Torre dei Lupi era insolitamente tranquilla quel pomeriggio. Merito degli studenti del settimo anno che, a differenza del solito, se ne stavano seduti compostamente e, soprattutto, muti, guardando le loro uova di drago come se fossero sfere di cristallo in cui leggere il loro futuro. Su uno dei divanetti bitorzoluti davanti al caminetto, diversamente dai compagni, Dimitri Korsakov e Detlef Himmell stavano animatamente discutendo davanti al loro uovo.

"Sul libro c’è scritto che questo affare deve essere tenuto ad una temperatura costante" ringhiava Dimitri a muso duro "Questo vuol dire che buttarlo tra le braci del camino è una pessima, pessima idea"

"Inventati tu qualcosa di intelligente allora, paparino" rispose Detlef, offeso "Sia chiaro che io non mi metto a covare un uovo, nemmeno per tutti i M.A.G.O. del mondo"

"Perché, pensi che lo voglia covare io, mammina?"

"Dammi ancora della mammina e ti spacco la faccia"

"Sei stato tu a darmi per primo del paparino"

Si guardarono in cagnesco, mortalmente offesi.

"Va bene" cedette alla fine Detlef "Niente mammina e paparino. Saremo zio Detlef e zio Dimitri, ok?"

"Ci sto" decise Dimitri "Allora…chi dei due lo cova per oggi?"

"Io non covo un bel niente!"

"E secondo te dovrei farlo io, zietto?"

"Dammi dello zietto un’altra volta e torno a chiamarti paparino!"

E via di questo passo. Generalmente, Sasha Valenskij sarebbe già intervenuto da un pezzo a sedare il battibecco fra i due amici: quel giorno invece, se ne stava seduto sul divano, immusonito e silenzioso. Non alzò nemmeno la testa quando Costanza Malatesta fece il suo ingresso nella sala comune. La ragazza lo cercò con lo sguardo e quando lo trovò gli si avvicinò a passo di carica.

"Valenskij" disse con voce insolitamente formale "Dobbiamo parlare"

Detlef e Dimitri smisero di litigare per osservare incuriositi la scena. Costanza sembrava essersi ripresa dallo scoramento del mattino: dopo aver fatto un bel aerosol di erbe aromatiche in infermeria ed essersi sparata una barretta gigante di cioccolato superfino, la vita aveva ripreso una parvenza di colore rosato. Certo, quello di Karkaroff era stato un bel colpo basso. Bassissimo, anzi. Da vero bastardo, per dirla tutta. D’altra parte, Costanza non aveva intenzione di darla vinta a quel puzzide dopo sei anni passati a subire i suoi sporchi soprusi. Avrebbe digerito anche quello smacco, e una volta fuori da Durmstrang, avrebbe fatto di tutto per fargliela pagare. Parola di Malatesta.

"Lieto di vedere che hai deciso di interessarti a questo progetto scolastico" mugugnò Valenskij senza nemmeno alzare lo sguardo su di lei. Intorno a loro si stava radunando una discreta folla, intenta a non perdersi nemmeno una parola di quello che si dicevano fingendo di fare tutt’altro. Un dialogo tra Valenskij e Malatesta poteva avere sviluppi molto interessanti e tutti erano ansiosi di assistere ad un vero e proprio duello tra maghi. Gli studenti in possesso di una macchina fotografica avevano caricato febbrilmente i loro rullini, speranzosi di immortalare un momento catartico della storia di Durmstrang. Costanza chiuse gli occhi, contò fino a centottanta poi li riaprì.

"Devo ammettere che questo progetto è la cosa più schifosa che mi sia capitata da quando sono a Durmstrang" esordì con voce calma e pacata "E sia chiaro, preferirei essere in coppia col mostro del lago piuttosto che con te. Tuttavia, abbiamo bisogno entrambi di un voto positivo e quindi ho deciso che sorvolerò sull’odio profondo che provo per te e cercherò di mantenere una conversazione civile"

"Infatti, vedo che ti stai impegnando tantissimo" ribatté ironico Sasha sollevando un sopracciglio.

"Tu non mi rendi affatto le cose facili, però" rispose Costanza glaciale e Sasha si decise finalmente a guardarla negli occhi. I due si sfidarono con lo sguardo per un lungo momento mentre intorno a loro i ragazzi di Torre dei Lupi bevevano assetati di sangue ogni loro parola.

"E va bene" concesse alla fine Sasha con un gesto secco della mano "Cosa proponi di fare?"

"Quello che ci si aspetta da due maghi adulti e responsabili" rispose Costanza, pacata "Ci prenderemo cura dell’uovo, porteremo a termine il compito senza ucciderci a vicenda e ci diplomeremo alla fine dell’anno, per non rivederci mai più in tutta la vita. Sei d’accordo?"

Sasha si alzò in piedi e accarezzò il lungo mantello grigio con aria pensosa.

"Quella di non rivederci mai più in tutta la vita…è una promessa?" domandò infine con blando divertimento.

Costanza annuì solennemente.

"Ti avviso però…se solo trascurerai anche solo per un attimo i tuoi doveri nei confronti dell’uovo o se, per causa tua, verrò bocciata all’esame di fine anno, ricordati che ti aspetta una serie di Avada Kedavra lunga da qui a Hogwarts"

"Diciamo che questo splendido progetto vale per tutti e due" ringhiò Sasha con un sorriso malefico. Allungò una mano all’improvviso, sempre con un’espressione feroce sul viso.

"Allora…pace?"

Costanza rispose al sorriso, altrettanto a denti stretti.

"No. Tregua" rettificò stringendogli la mano. La sua era ghiacciata e piccola, quella di Sasha era grande, calda e asciutta. Nel momento in cui suggellarono il patto di armistizio, una decina di flash immortalarono il momento tra le facce incredule e deluse degli studenti. Entrambi mollarono la presa velocemente, imbarazzati da tanto interesse intorno a loro.

"Bene" esclamò Costanza, fingendosi disinvolta "Adesso che abbiamo risolto la questione principale…come la mettiamo con l’ovide?"

Sasha lanciò uno sguardo dubbioso alla sfera grigia.

"Direi, per prima cosa, di documentarci su di lui"

"Già fatto" rispose Costanza con voce saccente "Ovviamente, quella gran stella marina di Karkaroff ci ha assegnato l’uovo più delicato e difficile da accudire. Il Pungolo Islandese è un drago rarissimo e necessita di cure continue. Deve essere mantenuto ad una temperatura costante tra i 30° e i 50°, deve essere nebulizzato almeno tre volte al giorno con una mistura di acqua e zolfo, deve ricevere un contatto a pelle almeno per un’ora al giorno…"

"Ferma, ferma" la interruppe Sasha, allarmato "Contatto a pelle, hai detto?"

"Dobbiamo covarlo" rispose pazientemente Costanza mentre la faccia di Sasha si arricciava in una smorfia molto poco elegante "E non credere, la cosa schifa anche me. Ma il libro "Genesi dei Draghi" dice che è obbligatorio. Il cucciolo deve sentire il battito del cuore"

"E non possiamo mettergli di fianco un orologio a cucù?" sbottò Sasha sempre più cupo.

A Costanza scappò un sorrisetto velenoso.

"Ah, capisco…effettivamente la tua immagine di tombeur des femmes risulterebbe un po’ appannata se le tue fans ti sorprendessero intento a covare…"

"Hei, ragazzi!" li distrasse la voce di Nadja che entrava in quel momento in sala comune: aveva indossato una specie di zaino con pettorina dove aveva amorevolmente avvolto il suo uovo in un nido di pelliccia tiepida. Accanto a lei, la sua compagna Sabina Jansen leggeva a voce alta le istruzioni per occuparsi al meglio dell’uovo di drago.

"Ma che quadretto meraviglioso…" tubò la giovane avvicinandosi a Sasha e Costanza "Voi due che conversate senza azzannarvi e senza lanciare fatture Orcovolanti. Qualcuno vi ha fatto una foto? Voglio immortalare il momento storico"

"Davvero spiritosa" borbottò Costanza, distratta "Ingegnoso quel marsupio…dove l’hai trovato?"

"I genitori di Sabina allevano grifoni" spiegò Nadja radiosa "Dice che questo è il metodo migliore per covare le uova senza sembrare un banco di galline vergognose"

"E’ un’idea furba" commentò Sasha pensieroso "Ho giusto una custodia per pluffe che potrebbe fare al caso mio…"

"Al caso nostro" rettificò Costanza, velenosa.

"Allora, voi che nome gli avete dato al vostro cucciolo?" trillò gradevolmente Nadja scongiurando una nuova battaglia verbale "Il nostro si chiama Fifì. Non è adorabile?"

Costanza e Sasha si scambiarono uno sguardo sorpreso.

"Nome…?" domandò la prima "Francamente, non ci avevo pensato"

"Nadja ha ragione" approvò Sasha, convinto "Visto che dovremo sorbircelo per tutto l’anno, almeno battezziamolo. Così saprò come insultarlo meglio… che ne dici di Balthus?"

Costanza aggrottò la fronte, corrucciata.

"Chi ti dice che sia un maschio?"

"E a te, chi ti dice che sia una femmina?"

"La vuoi piantare di rispondere a ogni mia domanda con una domanda?"

"Hei, smettetela entrambi!" si intromise Nadja, severamente "Come genitori adottivi dell’uovo dovete cercare di andare d’accordo. Per il suo bene"

"Comincio già ad odiarlo, ‘sto maledetto rettile pennuto" sibilò Sasha, malevolo "Va a finire che prima di sera ne faccio una frittata"

"Bravo, così io ci faccio uno spezzatino con le tue inutili membra" grugnì Costanza prima di ricevere una gomitata intercostale da Nadja.

"Costanza…" la ammonì seria.

Costanza chiuse di nuovo gli occhi, contò fino a millequattrocentododici poi riaprì gli occhi.

"E va bene" sbuffò, vinta "L’uovo lo chiameremo Balthus o comunque Sua Grazia Eminentissima lo voglia chiamare. Contento?"

"Sto schiattando di gioia" sputò fuori Sasha, con una smorfia corrucciata "Vado a prendere la custodia per pluffe. Se nel frattempo fossi così gentile da accudire tu Balthus senza farne zabaione ti sarei immensamente grato"

"Ai tuoi ordini, commodoro" ruggì Costanza "Ah! Visto che ci sei, attaccati una pluffa al collo, magari funziona meglio di quella inutile palla che hai per cervello"

"Vipera"

"Staffilococco"

"Questo sì che si chiama andare d’amore e d’accordo" mormorò Nadja, abbattuta mentre Sasha marciava a passo di carica verso il suo dormitorio.

* * *

Finiti gli allenamenti di Quidditch, la squadra di Torre dei Lupi tornò al dormitorio maschile: erano tutti sufficientemente stanchi e abbacchiati per guardare con odio le uova che attendevano pazienti il loro ritorno. Tutti a parte Sasha che aveva lasciato Balthus alle amorevoli cure di Costanza, con la speranza che le attaccasse qualche rara malattia esotica e la facesse schiattare nel giro di una notte.

"Ragazzi!" esclamò Detlef sollevandosi a sedere dal letto su cui era buttato "Con tutto il putiferio che è scoppiato oggi me ne ero quasi scordato! Ho una sorpresona per voi"

"Sarà mica un nuovo tipo di Caccabomba" domandò Dimitri, dubbioso "L’ultima volta che hai portato una sorpresa al dormitorio hai quasi demolito il muro portante e ci siamo beccati due giorni nella Stanza delle Punizioni…"

"No no, niente Caccabombe" ribatté eccitato Detlef "E’ un regalo che mi ha fatto mio zio Yuri…fa il custode a Beauxbaton ed è incaricato di requisire i manufatti magici illegali che gli studenti introducono a scuola"

"Che cos’è?" domandò Dimitri, incuriosito.

"Venite in bagno, vi faccio vedere" squittì Detlef afferrando un oggetto dal baule e saltellando verso il bagno.

"Ooooh…zia Detlef vuole farci vedere qualcosa in bagno!" tubò con voce mielosa Dimitri attirandosi un’occhiataccia da parte di Detlef.

"Se continui così per prima cosa ti sbatto l’uovo sulla testa e per seconda cosa non ti faccio vedere la sorpresa. Sasha, vieni, ci sarà da divertirsi!"

"Va bene" sospirò Sasha seguendolo "Con la giornataccia che ho avuto oggi, ho proprio bisogno di un po’ di divertimento"

Giunti in bagno, un agitatissimo Detlef tolse dalla custodia di pelle un sottile rotolo argentato simile ad un foglio di stagnola.

"Cos’è?" chiese Sasha allungando il collo.

"E uno Specchio Magico" trillò Detlef, allegramente "Se lo appoggi ad una parete, crea una finestra sulla stanza opposta senza che dall’altra parte riescano a vederla. Zio Yuri l’ha trovato nel dormitorio delle ragazze: spiavano il dormitorio maschile, a Beauxbaton…"

"Le ragazze spiavano i maschi..?" esalò Dimitri, rapito "Lo sapevo io che avevo sbagliato scuola"

"Noi lo piazzeremo qui, su questa parete…indovinate cosa vedremo?"

"Il bagno delle ragazze!" esultò Dimitri, di colpo radioso come una sposa "Ma…è fantastico!"

"Già, sarà un vero spasso ascoltare le ragazze che chiacchierano del più e del meno mentre si disboscano le ascelle" borbottò Sasha, nervosamente.

"Non fare il guastafeste, Valenskij: aiutami ad appendere lo Specchio. E attento a non romperlo, è molto fragile"

Dopo qualche minuto di laboriosa attività, i tre si piazzarono davanti alla lamina opalescente appesa sbilenca al muro.

"Non succede niente" mormorò Dimitri imbronciato. Lanciandogli uno sguardo di sufficienza, Detlef sguainò la bacchetta magica e la puntò contro lo Specchio Magico.

"Rivela Speculum" declamò esultante. Dopo qualche secondo, la superficie dello Specchio si intorbidì come agitata da acque oscure: poi, pian piano, cominciarono ad apparire degli oggetti finchè la visione divenne cristallina come se al posto della lamina metallica si fosse aperto uno squarcio sul muro. Davanti ai tre apparve il bagno delle ragazze di Torre dei Lupi, momentaneamente disabitato.

"Cavolo" mormorò Dimitri, impressionato "Questa sì che è una magia coi fiocchi"

"Zitto, arriva qualcuno" squittì Deltef, eccitato.

Olga Sharapova entrò canticchiando nel locale, addobbata di tutto punto con un orribile pigiamone a fiori: con noncuranza, andò a piazzarsi dritta davanti ai ragazzi scrutando davanti a sé come se li vedesse; venne istintivo trattenere il fiato, inutilmente.

"Ci sarà uno specchio nell’altra parete" azzardò Sasha inquieto. Infatti, Olga allungò il viso, concentrata come se si stesse guardando attentamente la faccia. Dopo qualche secondo di diligente analisi, si piazzò due dita sul mento e schiacciò un grasso foruncolo, soddisfatta.

"Ma che schifo!" strillò Dimitri facendo un salto all’indietro mentre Sasha scoppiava a ridere come un matto.

"Ben ti sta, spione dei miei stivali!" gorgogliò poi divertito "Cosa credevi, che le ragazze avrebbero fatto una sfilata in lingerie solo per tuo sollazzo?"

"Più o meno l’idea era questa" borbottò Dimitri, affranto.

Poi, tutti e tre ammutolirono quando nel bagno delle ragazze fecero il loro ingresso Costanza Malatesta e Nadja Iljovich che chiacchieravano amabilmente, ancora vestite di tutto punto.

"Ecco così andiamo meglio" chiocciò sostenuto Detlef. Sasha invece smise di ridere e si rabbuiò appena: chissà perché ma non aveva un buon presentimento.

"Ragazzi…" provò a dire, ma Detlef lo zittì seccamente con una mano.

"Zitto!" strillò eccitato "Nadja Iljovich ha appena cominciato a spogliarsi!"

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Lo so, lo so…comincio a cazzeggiare un po’ troppo. D’altra parte avevo in mente la scena del bagno delle ragazze da un sacco di tempo e mi sto divertendo come una pazza a scriverla. Quindi, perdonate la mia puerile scenetta e abbiate pazienza. Prima o poi tornerò seria. Più poi che prima, però…Ci si risente lunedì, arrivedorci!

RINGRAZIAMENTI:

Minako-chan : Hei, non scherzare: fare i complimenti non è MAI inutile! Qualunque scrittore vive per essere apprezzato anche dagli altri e non solo dal suo strabordante ego. Quindi, continua pure, ripetiti se vuoi, mica mi offendo…Sì, avere delle amiche come le mie è una grossa fortuna, non ci si annoia mai. Quando poi cominciamo ad insultarci…è uno spasso! Perché la parola d’ordine è "mai usare parole classicamente offensive". Devi sentire che roba fiorita che salta fuori…Un giorno ti farò qualche esempio, quando saremo più intime… Baci, a presto

Helen Lance: Effettivamente…come si è letto chiaramente in questo capitolo, e ancora di più nel prossimo (uaz uaz!! Che sadika!!) ai maschietti di Durmstrang Costanza non fa proprio schifo. Certo, le tirerebbero il collo per il suo caratteraccio, ma un giro turistico ce lo farebbero (e scusa il francesismo "turistico", hai capito cosa intendo, no?). Sasha ancora non ho finito di dipingerlo come vorrei. Sappi solo una cosa: lo amo. E’ sexy, ironico e bastardo… la quintessenza di quello che fa andare fuori di testa noi donnette. Fortuna che è solo un parto di fantasia, o me ne sarei già innamorata davvero!! Un bacione, alla prossima!!

Pé: Per questa settimana, questo è l’ultimo capitolo.. nel week-end devo pulire casa, lavare la macchina, stirare, depilarmi le gambe, finire il cambio degli armadi e trovare una cura per il virus della pellagra. No, scherzo, non farò proprio tutte quelle cose… non mi depilerò le gambe! Comunque (coff coff!!) grazie per la "segnalazione orrori": ho corretto. Mi raccomando, continua a farmi da beta reader postuma (….), sei un tesoro! Adesso passiamo alle cose serie: voglio sapere TUTTO del tuo Sasha: quanti anni ha, capelli, occhi, altezza, peso, numero di scarpe, taglia di pantaloni, hobbies, numero dei peli sull'ombelico…tutto, insomma! Già il nome basta a renderlo figo (eh, quanto conta un semplice nome!!). Il mio Sasha invece ti sta preparando la camera degli ospiti (…in camera sua…okkio, non è mica tanto biondo, questo qui!). Aspetto tue notizie…a lunedì!!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 : Lo Specchio Magico ***


Capitolo 5 : Lo Specchio Magico

 

Effettivamente, mentre Costanza Malatesta stava seduta sul bordo di una delle semplici panche che contornavano il bagno, Nadja Iljovich aveva cominciato a sbottonare l’interminabile fila di bottoni che chiudevano il davanti della casacca grigia e informe della divisa.

"…cioè, capisco che quel vermicolo verminoso di Caccaroff ci odi a morte, ma così ha raggiunto l’apoteosi!" stava dicendo Nadja col tono petulante di una vecchia comare "Quella sottospecie di snaso gigante mica crederà che respiriamo solo in funzione dei compiti che ci appioppa…Costanza, ma mi stai a sentire o no?"

"Ho smesso di ascoltarti un quarto d’ora fa" rispose Costanza, depressa "Sto ancora pensando a Balthus…"

"Stiamo per vedere Nadja Iljovich senza divisa!" gorgogliò Detlef come se annunciasse lo sbarco dei venusiani sul suolo di Durmstrang.

"Chissà che roba" biascicò Sasha, truce "Se andavi in Costa Azzurra questa estate potevi vedere Nadja ben più che svestita"

"Ma non è la stessa cosa" lo rimproverò Dimitri, saccente "Vedere una donna che si spoglia, è molto, molto più intrigante di una donna in bikini…"

In quel momento, Nadja si tolse la casacca buttandola in un angolo, seguita subito dopo dalla pesante gonna a pieghe lunga fino al polpaccio: mostrò disinvolta una deliziosa sottoveste rosa (assolutamente non regolamentare, per Durmstrang), continuando a chiacchierare bella come il sole. Costanza, invece, sembrava a metà tra l’assorto e l’esasperato: faceva dondolare un piede contro la vasca e teneva lo sguardo basso e distante.

"Cieli beati!" sfiatò Detlef, gonfiandosi peggio di una rana-toro.

"Non può fare così" sibilò Dimitri con voce acutissima "Rischia di farmi venire un colpo secco!"

"Che dementi!" borbottò Sasha, esasperato "Se c’è materia grigia nei vostri cervelli, quella è sporcizia, non neuroni"

"Andiamo, Sasha…riesci a pensare ad un modo migliore di questo per morire?" domandò Detlef, sospirando.

"Con un po’ di impegno, riesco a pensarne almeno uno" ribatté Sasha, acido.

Nel frattempo, Nadja aveva cominciato a pettinare i lunghi capelli biondissimi mentre Costanza giocherellava dubbiosa con il primo bottone della divisa.

"Comunque hai ragione, Karkaroff stavolta l’ha fatta grossa" disse poi questa mordendosi un labbro pensosa.

"Io scommetto che per i suoi preziosi giocatori di Quidditch ha già pronto un piano di riserva" chiocciò Nadja.

Costanza fece spallucce e si slacciò il primo bottone, provocando un doppio singulto al di là della parete fantasma.

"Dev’essere per forza così" approvò, ignara "Quegli invertebrati non arriveranno ad Halloween con un solo uovo intatto"

Aprì il secondo e il terzo bottone, mostrando una gola morbida e bianca e facendo gemere Dimitri come un topo agonizzante.

"Comunque, qualcosa di buono è venuto da questo assurdo progetto delle uova…" mormorò Nadja, allusiva. Costanza smise di slacciarsi i bottoni e fissò Nadja dubbiosa (sospiro frustrato di Detlef).

"E cosa sarebbe?" chiese aggrottando le sopracciglia.

"Sto parlando di te e di Sasha Valenskij" sospirò Nadja, sbattendo leziosa le ciglia.

"Il bottone" suggerì suadente Dimitri, come se Costanza potesse sentirlo.

Lei invece lanciò uno sguardo rabbioso a Nadja mentre Sasha, dall’altra parte del muro, rizzava le orecchio incuriosito.

"Io, Valenskij e "qualcosa di buono" non possiamo di sicuro stare nella stessa frase" grugnì Costanza, offesa.

"E apri quel maledetto bottone!" ringhiò scalpitando Detlef attirandosi lo sguardo di rimprovero di Dimitri e Sasha. Come se l’avesse sentito, Costanza slacciò anche il quarto e il quinto bottone e finalmente si cominciò ad intravedere il bordo della semplice sottoveste di cotone che faceva parte della divisa di Durmstrang da secoli. Mentre Detlef iniziava a respirare come un bollitore sul punto di esplodere, Costanza smise di armeggiare con i bottoni e iniziò a togliersi le forcine dai capelli strettamente raccolti sulla nuca.

"Andiamo, Costanza" si lamentò Nadja guardandola accorata "Se solo provassi ad essere un filino meno corrosiva dell’acido muriatico e ti fermassi a guardare che gran bel pezzettone di mago che è diventato Valenskij in questi anni…"

"Smettila di sparare Caccabombe" sferzò dura Costanza "Mi fai venire da rigurgitare la cena"

"Ma che simpatica ragazza, questa baronessa Iljovich" sorrise Sasha, divertito suo malgrado "Devo ricordarmi di mandarle un mazzo di crisantemi. Lo firmerò "quel gran bel pezzettone di mago", che dite?"

Finito con le forcine, Costanza srotolò la lunga e pesante treccia con una leggerezza quasi magica: una cascata di lucidi ed italianissimi riccioli neri le piovve fino in vita e lei li scrollò infilandoci in mezzo le dita.

"Che capelli!" sospirò Dimitri senza muovere le labbra.

"Quand’è che torna dai bottoni?" singhiozzò invece Detlef col naso praticamente appiccicato allo Specchio Magico.

Sasha non disse niente, ritornato di colpo cupo e serio. Era talmente tanto tempo che odiava Costanza Malatesta che ormai ne aveva perso le ragioni. Il matrimonio della madre di Sasha col padre di Costanza, avvenuto due mesi dopo la morte del padre di Sasha, l’aveva portato a disprezzare tutto e tutti, soprattutto quell’ingombrante sorella acquisita che poteva spodestarlo dal suo trono di figlio prediletto. Sasha aveva odiato tantissimo Costanza ed era stato ampiamente ricambiato in tutti quegli anni. Non aveva nessuna voglia, in quel preciso momento, di cominciare a trovarla…attraente.

"Io ho una teoria" esordì Nadja, seriamente e Costanza sorrise ironica mentre si toglieva le scarpe e le mandava a raggiungere quelle di Nadja nell’angolo.

"Evento rarissimo, al pari del passaggio di una cometa" disse semiseria.

"Io credo che tu gli piaccia" sentenziò Nadja, saccente come se avesse coniato un nuovo postulato matematico.

"Ma per favore!" esplosero Costanza e Sasha, praticamente nello stesso momento.

Costanza si strappò rabbiosa i bottoni della casacca e se la sfilò continuando a guardare truce Nadja negli occhi.

"Se quello trattasse così le ragazze che gli piacciono, la sua fidanzata non arriverebbe viva al matrimonio" sibilò poi scrollando i fianchi per far cadere a terra la gonna. In piedi di fronte al suo pubblico, era del tutto ignara dell’effetto devastante che le sue forme disegnate dalla sottoveste stavano avendo sui ragazzi al di là della parete.

Dimitri se ne stava a bocca aperta con l’espressione perplessa e assente di un salmone di fiume; Detlef, invece, alzò per un secondo gli occhi al cielo, completamente in estasi, e si poterono leggere le parole "Merlino esiste" dal labiale.

"Hai capito cosa nasconde miss Spocchia sotto quei metri di puzza sotto il naso?" mormorò invece Sasha, talmente distratto da dimenticare per un attimo di odiarla con tutto il cuore.

"Senti, non starai mica ancora pensando di trovarmi un ragazzo, vero?" borbottò truce Costanza con le mani bellicosamente posate sui fianchi.

"Mia cara, la tua sclerosi galoppante segnala che ne avresti assolutamente bisogno" tubò Nadja, per niente scalfita.

"Sono qui!" mugugnò Deltlef con gli occhi appiccicati alla sottoveste di Costanza.

"Fatti in là, ci sono prima io!" strepitò Dimitri, spintonandolo.

"Tu sei da ricoverare" sentenziò Costanza sedendosi sul bordo della panca e sollevando la sottoveste sulle cosce per iniziare a sfilare i lunghi calzettoni di lana trattenuti da un antiquato reggicalze "E oltre alla cena di stasera, mi fai venire da vomitare anche il tacchino di Natale!"

Di colpo, la visione del bagno delle ragazze venne con forza strappata dalla parete che tornò anonima e vuota.

"Noooo!" strillò Detlef schizzando in piedi "Sasha, maledetto, stupido Troll…rimetti lo Specchio dov’era!"

Sasha Valenskij, con un gesto lungo, tese la lamina accartocciata che una volta era stato lo Specchio Magico verso il legittimo proprietario: aveva una faccia particolarmente scura e seria, tanto che Deltef, in un lampo di meraviglioso istinto di sopravvivenza, pensò bene di non sollecitarlo ulteriormente.

"Ce la stavamo spassando un mondo" piagnucolò Dimitri raccogliendo i lembi dello Specchio come se fosse una reliquia "Che ti è saltato in mente, Valenskij?"

Sasha non rispose. In realtà, non avrebbe saputo bene cosa rispondere e la cosa lo imbarazzava non poco. Cos’era stato quel lampo che lo aveva trapassato? Per un attimo (assurdo!!) era sembrato…ah, sciocchezze. Però, aveva ancora stampata sulle retine la visione di quella calza grigia che veniva srotolata dalla coscia di Costanza Malatesta e, non senza una certa soffusa confusione, non riusciva a staccarsi da quel pensiero. Al diavolo!

"E’ ignobile che degli uomini come noi perdano tempo con queste bambinate" disse con voce severa alzando sprezzante il mento. Detto questo, girò sui tacchi e uscì alla svelta dal bagno, prima che i compagni si accorgessero di quanto poca verità aveva messo in quelle parole.

* * *

Il mattino dopo, quando Costanza e Nadja scesero dallo scalone della Torre dei Lupi per andare a fare colazione, doverosamente bardate con i marsupi contenenti le rispettive uova di drago, successe una cosa a dir poco bizzarra: un gruppo di giovani studenti schizzarono in piedi e raggiunsero le due ragazze ai piedi della scala, spintonandosi come giocatori babbani di rugby in vista della palla ovale. Due di loro riuscirono ad accaparrarsi la prima posizione e si inchiodarono di fronte alle due perplesse ragazze.

"Buongiorno, ehm…buongiorno!" tuonò Dimitri Korsakov esibendo uno smagliante sorriso.

"Come va stamattina?" si informò Detlef Hmmell puntellandosi contro il compagno con un gomito.

Nadja e Costanza si scambiarono uno sguardo blandamente sorpreso.

"Qualsiasi compito vogliate copiare, la risposta è no" dichiarò Costanza, adombrandosi "E comunque, fossi in voi io farei un salto in infermeria a prescindere"

Dimitri e Detlef si scambiarono un sorriso fesso senza smettere di spintonarsi.

"No, no, non vogliamo copiare i compiti" disse Detlef sempre con quel sorriso ebete sulla faccia.

"Vi abbiamo tenuto il posto per la colazione…." Squittì Dimitri, congestionato "Sì, noi vi abbiamo tenuto il posto per la colazione!"

"Che idea carina" commentò Nadja, sorridendo suo malgrado.

"E’ un’idea carina anche ripetere due volte quello che dici, Korsakov" disse acida Costanza "Così magari riesci persino tu a capirne il significato"

Di nuovo Detlef e Dimitri si sorrisero, completamente alla deriva.

"Ah, ah, che simpatica!" sospirò Dimitri, deliziato.

"Vuoi che ti porto l’uovo, Costanza?" si agitò Detlef, allungando le mani. Costanza si ritrasse, più perplessa che arrabbiata.

"Ce la faccio da sola, grazie. Sul serio, ragazzi, avete ingoiato qualche pastiglietta babbana, ieri sera? Sembrate completamente fuori di cotenna"

"Già, sembra che la ragione vi abbia definitivamente abbandonato, stamattina" rincarò la dose Nadja.

"No, no" ripeté Dimitri, come un disco rotto "Volevamo solo…essere gentili"

"Sì, ehm…cortesia tra maghi e streghe" balbettò Detlef.

Costanza fissò su di loro un altezzoso sguardo ironico.

"Cortesia tra maghi?" chiese divertita "Dopo sei anni passati a svuotare la borsa dai vostri puerili scherzetti, a difendersi dalle vostre fatture Orcovolanti, a sopportare le vostre battute da giocatori di Quidditch decerebrati…adesso volete essere cortesi?"

"Costanza, non essere così cattiva" la blandì Nadja, sorridendo "In fondo per fare pace non è mai troppo tardi"

"Fai tu pace con loro, allora" ribatté bruscamente l’amica allontanandosi verso la sala mensa "A me questa cortesia puzza di letame di ippogrifo lontano un chilometro"

"Tu senti sempre puzza dappertutto" rispose in tono leggero Nadja, porgendo la borsa con i libri a Dimitri che la prese come se fosse il santo Graal "Io ho deciso che approfitterò di questa improvvisa gentilezza. Andiamo a fare colazione, miei cari?"

Mentre Nadja veniva scortata come una regina a capotavola, Costanza marciò immusonita all’angolo opposto della tavolata dove Sasha Valenskij stava svogliatamente spiluccando un bitorzolo grigiastro che voleva a tutti i costi somigliare ad un pezzo di torta.

"Valenskij" lo aggredì Costanza piazzandosi in piedi alle sue spalle "Che diavolo stai combinando oggi con quegli gnomi foruncolosi dei tuoi compari?"

Sasha girò elegantemente su di lei uno sguardo altezzoso e vagamente divertito.

"Buongiorno anche a te, madre putativa del mio caro uovo" rispose con voce musicale "Sì, ho passato una buona nottata, e tu?"

"Piantala con questa buffonata" ringhiò lei a muso duro "Voialtri smidollati state covando qualcosa. Voglio sapere cosa avete in mente"

Un lento, allusivo sorriso incurvò le labbra di Sasha, che le rivolse uno sguardo condiscendente.

"No che non vuoi saperlo, miss Spocchia" disse con voce morbida e bassa "Credimi: sono assolutamente certo che non lo vuoi sapere"

"Senti, ieri ho dovuto rivolgerti la parola per ben tre volte durante il giorno, ed è molto di più di quanto avessi preventivato di fare durante tutto l’anno. Stamattina quei due semi-troll dei tuoi amici mi tengono il posto al tavolo come se fossimo culo e camicia quando invece, se potessi, li trasformerei tutti in radici di rabarbaro velenoso, costringendomi a parlarti di nuovo di prima mattina. La cosa va spiegata e alla svelta, perché non ho intenzione di intraprendere una nuova conversazione con te prima di Natale. Vuoi dirmi che cosa è successo?"

"Niente di importante" sospirò Sasha, indifferente come un gatto che si è appena pappato un topo "Ti basti sapere che gli ormoni, a volte, possono ottenebrare la mente fino a rendere ciò che è petulante, fastidioso e insulso addirittura interessante. A volte. E non per tutti, grazie al cielo"

"Che diavolo vorresti dire con questo discorso a pera?" sbottò Costanza, confusa "Avete tutti fumato per caso una partita avariata di erba pipa?"

Sasha rise e un gruppo di ragazze di Torre dei Draghi si girò a guardarlo, sospirando in segreto.

"Magari fosse così" rispose alla fine, senza perdere il sorriso "Comunque datti pace: i miei amici non hanno intenzioni bellicose. Tu, invece, tendi a soffrire un po’ di megalomania, sorella adorata: avresti bisogno di una bella doccia fredda per ridimensionare il tuo ego dilagante"

"Senti da che pulpito viene la predica" reagì Costanza, funerea "Parla proprio il reuccio di Durmstrang"

"O magari hai solo bisogno di una sana colazione" suggerì con garbo Sasha sempre con quel sorriso scintillante.

"A vedere la tua faccia, mi è passata la fame" brontolò Costanza, indietreggiando sospettosa.

"O forse, potresti seguire il suggerimento di cercare un po’ di sana compagnia maschile per smussare i tuoi acutissimi spigoli" terminò Sasha spalancando gli occhi innocentemente.

Costanza ridusse gli occhi a due fessure sospettose.

"Come fai a…?" iniziò, poi serrò la bocca seccamente "E va bene, non me lo vuoi dire. Ma stai attento, Valenskij: ti tengo d’occhio"

Sasha si alzò con indolenza e la guardò scettico dall’alto in basso.

"Ti prego di non farlo assolutamente. Non vorrei che a forza di tenermi d’occhio, iniziasse a piacerti quello che vedi" le mormorò con un sorriso velenoso.

Costanza boccheggiò, oltraggiata.

"Spocchioso narcisita!" sibilò.

"Gallina repressa" ribatté Sasha, piacevolmente.

Costanza girò sui tacchi e si allontanò a passo di carica, seguita dalla risatina di scherno di Valenskij : era confusa e leggermente basita perché, per la prima volta da quando frequentava Durmstrang, si ritrovava completamente senza parole.

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto: io mi sono spataccata, nello scriverlo. Ah, l’erba pipa menzionata da Costanza è il mio personale tributo a Dama Gilraen, spacciatrice ufficiale del suddetto vegetale nel Forum. Vi amo tutti, questa pioggia di recensioni è come droga non tagliata per il mio povero cervellino malato! Concludo con un monito: non andate MAI nel bagno delle ragazze di una scuola di magia senza esservi depilate le gambe…Grazie, a tutti quanti:

Serintage: Amore! Ho tremato per la tua sorte (e la mia…non sentirti è stato un inferno, mi chiedevo sempre "…dove ‘azzo è finita quella pazza furiosa?" Ed eccoti qui!) Magari sei uscita subito a cercare il famoso studente di anatomia….oh, se lo trovi piuttosto valido, fammi un fischio, l’idea è mia e ho il diritto di prelazione. Tranquilla, Costanza (alias Serintage) non è affatto suora: deve solo arrivare il momento giusto. Sei anni di odio fraterno non si spazzano via così, per due ormoni vaganti, no? Oh, ehm, davvero i draghi erano illegali…? Ecco, vedi che l’ho fatta la mia prima cazzata? Bè, la Bulgaria ha delle leggi diverse. O magari sfrutterò la cosa alla fine…sì, è un’idea!! Grazie per la dritta! Sasha dovrebbe adottare il tuo cane..? Sono disorientata. E anche un po’ offesa: perché ce l’avete tutti col nome Balthus? E’ così carino, così "adatto". Sentiamo, tu che nome gli avresti dato, eh? Comunque, cocca…. Io ti amo tanto e mi fai schiattare dalle risate e se potessi ti farei un monumento per le tue recensioni, ma…giù le mani da Johnny Depp. E’ mio, e mi altero quando qualcuno me lo tocca. Ti lascio tutto il resto, se vuoi, anche la torta Sacher con l’impronta del sedere di Brad Pitt sopra…ma Johnny è mio. Punto. Prenditi Sasha, se vuoi: è bello, maggiorenne, opportunamente stronzo e ci sa fare un casino. E poi gli piacciono le donne col senso dell’humor. E studia anche anatomia…

Yeran: Un grazie di cuore per il commento lusinghiero…e per la supposta "dipendenza" dalla mia ff (sto diventando un pusher di quelli tosti, uaz uaz uaz!!). Non so nemmeno io perché ho scelto Durmstrang per ambientare questa storia. Beauxbaton mi sembrava troppo frivola, dove tutto può succedere. Volevo invece un ambiente duro, dove è davvero difficile che succeda qualcosa… è molto più intrigante, così! Spero di essere riuscita nell’intento di divertirvi, voi lettori: non chiedo di più! Baci e grazie ancora!!

Romina: NOOOO!!! MA SEI PROPRIO TU!! Amoooore, tessssssooooro, mi querrrrrida, mi corazonnnnnn!! Sentirti è stato come incontrare una vecchia e cara amica…è stato davvero bello! Quindi, parlavi di …sezione preferita? Perché, in che sezione mi sono messa? Non ricordo più. Il mio neurone, sai…poverino. Effettivamente, e in questo capitolo ce n’è stato "un assaggino", i motivi dell’odio tra Sasha e Costanza è da ricercare nella loro infanzia, al momento del matrimonio dei genitori…Sasha non l’ha digerito molto bene, a suo tempo. Visto che parliamo tra noi e che tu capirai bene quello che voglio dirti , garantisco che Sasha e Costanza pattuglieranno fino allo sfinimento. Ok, hanno Caccaoff sul groppone, ma nessuna DDW in cui zompare con soldati che ti sparano nelle chiappe… Con questo spoilerino ti saluto, mi amor. A presto, sono stata davvero contenta di risentirti!!

Helen Lance: Effettivamente, mi sono proprio divertita a scrivere questo capitolo…Non saranno tutti così divertenti (il prossimo, per esempio, deve spiegare una certa cosetta ed è un po’ meno spiritoso….). Però non mi abbandonare, eh?!? Necessito assolutamente del tuo giudizio spassionato, please!

Minako-chan: Ecco qua!! Spero di aver concluso degnamente la parte dello Specchio. E’ ovvio ormai che Sasha e Costanza cominciano a sentire l’effetto devastante dei loro ormoni, ma voglio che se ne rendano conto mooolto lentamente… Dimitri e Co. Ringraziano sentitamente per i complimenti e chiedono quando farai un salto nel bagno delle ragazze…mah! Baci, a presto!

Pè: Gioia mia!! Certo che sono sadica! Impazzisco per le manette e gli stivaloni di vernice col tacco a spillo… ehm…non volevi dire quel tipo di sadismo?! Ops. Scusa. Che i maschi siano maschi, non ci piove. E, come direbbe Serintage, i babbuini sono babbuini, e nemmeno qui ci piove (anche se ogni tanto un po’ d’acqua non farebbe male…). Qui, il Clark Kent della situazione, un Sasha in stato confusionale, ha interrotto quello che rischiava di essere l’episodio che mi obbligava a cambiare rating. Non ancora, gente, non ancora…ma ci arriveremo!! Le mie erbe, tesoro, sono esclusivamente balsamiche. Te ne mando un campioncino (fanno 20 euro) ma dopo averlo fumato e/o inalato non metterti alla guida di un veicolo, a meno che non sia il triciclo di tuo nipote. Anche tu ce l’hai con me per Balthus? Perchèèèèèè? A me piace tanto, questo nome. Ovviamente, Fifì è orribile, ma Balthus…così carico di dignità… voglio sapere come lo avresti chiamato tu. Facciamo il toto Drago, dai!! Passiamo alle cose serie (cof): la parola "ovide" non esiste, è un neologismo creato da me per l’occasione: mi sembrava adattissimo. E il tuo Sasha…ma che stai a fare, perdere tempo per scrivere recensioni con un quarto di manzo del genere nei paraggi…?! Dico, ma non hai imparato ancora niente?!! Fagli un placcaggio con gamba gigia alle ginocchia, una presa a forbice e provocagli un inizio di asfissia con i tuoi baci. Il primo è da parte mia…hem…

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 : Convocazione ***


Capitolo 6 : Convocazione

 

La giornata di Costanza passò in un turbine di impegni. La cura di Balthus richiedeva un sacco di tempo e lei non vedeva l’ora che arrivasse sera per passare le consegne al padre putativo, Valenskij nella fattispecie, con la speranza che quel maledetto uovo sfinisse lui quanto aveva sfinito lei. Nadja aveva passato quasi tutta la giornata in compagnia di Detlef e Dimitri divertendosi un mondo, a giudicare dal sorriso con cui entrò nel dormitorio femminile quella sera dopo cena.

"Vedo che i due babbuini hanno incontrato il tuo favore" le sibilò addosso Costanza mentre spalmava una crema verdastra e puzzolente sulla superficie di Balthus. Si pentì subito dopo del suo tono da zitella centenaria e sorrise all’amica con più trasporto.

"A dire il vero, non mi ero mai divertita tanto in sei anni a Durmstrang" sospirò Nadja atterrando morbidamente sul letto "Dimitri e Detlef sono davvero molto simpatici e divertenti. Dovresti conoscerli meglio"

"No, grazie, preferisco vivere" ribatté immediatamente Costanza fissando lo sguardo concentrato sull’uovo.

"Mi hanno fatto una corte serratissima per tutto il giorno" chiocciò ancora sognante Nadja "E’ stato davvero molto appagante. Ovviamente, non ho fatto preferenze ed ho flirtato con tutti e due in modo equo"

"Immagino che te ne saranno grati in eterno" ringhiò Costanza, sostenuta.

"Sì, mi sono sembrati entrambi soddisfatti" sorrise Nadja "Oh, naturalmente non ho pensato solo a me stessa: ho lavorato anche per te"

"E in che modo, di grazia?" domandò Costanza, incuriosita suo malgrado.

"Ma prendendo informazioni su Sasha, naturalmente!" rispose Nadja con un sorriso condiscendente.

La bocca di Costanza si strinse come se avesse ingoiato un limone.

"Mi sembra di averti già espresso il mio parere sul signor Valenskij, cara baronessa ficcanaso… un miliardo di volte, più o meno"

Nadja liquidò le parole di Costanza con un gesto vago della mano.

"Sì, sì, lo so…vanesio, altezzoso, superficiale..e bla bla bla. Magari ti interesserebbe sapere cosa pensa lui di te"

"Non mi interessa affatto quello che pensa quella boriosa radice di mandragola" rispose Costanza un po’ troppo in fretta. Nadja nascose un piccolo sorriso.

"E io te lo dico lo stesso. Lui pensa che tu sia vanesia, altezzosa, superficiale e bla bla bla. Notevole come le vostre opinioni coincidano, vero?"

"Hai detto qualcosa, per caso? Non ti ho ascoltato" grugnì Costanza, spalmando la crema su Balthus con la foga di un fabbro accanito su un ferro di cavallo.

"Ho detto a Detlef e Dimitri che tu non sei affatto così…cioè, che lo sei solo con loro"

"Magnifico" ringhiò Costanza "Possiamo passare adesso ad argomenti più interessanti?"

"Comunque sembra che Valenskij sia momentaneamente impegnato" proseguì Nadja ignorandola "Quella specie di Nimbus 2000 di Natasha Ivanovich gli sta attaccata come una sanguisuga da almeno tre anni e Valenskij ha deciso di trastullarsela un po’"

"Tanti auguri e Troll maschi" concluse Costanza, abbondantemente stufa dell’argomento "Se permetti interrompo questa dottissima conversazione: oggi il professor Frankenberg mi ha appioppato due ore nella Stanza delle Punizioni perché sono arrivata in ritardo a lezione"

"Vuoi che mi occupi io di Balthus?" si offrì Nadja, comprensiva.

Costanza le sorrise e sospirò.

"No, grazie. Lo vado a portare da Valenskij…sperando che gli scoppi tra le mani, magari mentre è in dolce compagnia"

Le ultime parole, però, le disse parecchio sottovoce mentre si avviava verso la sala comune di Torre dei Lupi.

* * *

Alla fine degli allenamenti di Quidditch, Sasha Valenskij venne informato che il preside Karkaroff l’aveva convocato nel suo ufficio con urgenza. Senza nemmeno cambiarsi d’abito, Sasha marciò spedito verso la Torre Centrale dove venne fatto passare con non poco sospetto dai due elfi domestici che custodivano la porta dell’ufficio. Karkaroff era comodamente seduto su una mastodontica poltrona di pelle di unicorno dietro ad una scrivania immensa piena zeppa di oggetti magici tra i più disparati. All’ingresso di Sasha, si alzò in piedi, affabile e sorridente.

"Signor Valenskij" esordì con calore "Vedo che non ha perso tempo ed ha risposto subito alla mia chiamata. Molto bene, apprezzo la solerzia nei miei studenti"

"Dovere" rispose Sasha secco: una sottile inquietudine gli prudeva sulla nuca a causa di quella chiamata improvvisa. Karkaroff era famoso per non chiamare mai nessuno nel suo ufficio. Sasha stesso poteva contare sulle dita di una mano le volte che era stato convocato lì in sei anni, la maggior parte delle quali per ricevere un premio per i meriti nel Quidditch. Quella volta invece aveva tutta l’aria di essere una convocazione informale e Sasha si stava domandando cosa mai avesse Karkaroff di così urgente da dirgli.

"Ho controllato la sua scheda, Valenskij" proseguì Karkaroff sventolando una lunga pergamena presa dal tavolo ingombro "Vedo che ha sempre raggiunto ottimi risultati in tutte le materie in tutti questi anni a Durmstrang. Questo le fa onore"

"Grazie" mormorò Sasha, sempre più sospettoso. Era ben conscio che i professori di Durmstrang erano sempre stati oltremodo generosi con i giocatori di Quidditch e che non tutti i bei voti che aveva erano meritati. Un po’ gli bruciava anche, che le cose stessero così. Karkaroff gli voltò le spalle con finta noncuranza.

"Capisco che il settimo anno si presenti molto difficile per voi, soprattutto per il fatto che la squadra di Quidditch verrà sottoposta a parecchi provini dagli esaminatori di squadre professioniste"

Fece una pausa come aspettando un commento, ma Sasha rimase muto e guardingo.

"Immagino che la prova dell’uovo di drago vi sia sembrata un po’ un fulmine a ciel sereno" proseguì Karkaroff, sempre con quel tono leggero e salottiero "Lei, oltretutto, ha subito la sorte peggiore essendo stato sorteggiato per stare in coppia con la sua sorellastra"

"Puoi ben dirlo, puzzide" pensò Sasha senza che un solo muscolo della sua faccia si muovesse.

"Quindi, in via del tutto confidenziale e ufficiosa, volevo informarla che, nel suo caso specifico, per l’ammissione ai M.A.G.O. di fine anno verrà preso in seria considerazione il suo impegno sulle altre materie e potremo, come dire?, chiudere un occhio se la prova di Cura delle Creature Magiche non avesse proprio l’esito sperato…"

Un senso diaccio di sospetto corse lungo la schiena di Sasha che riuscì a mascherare la sorpresa con una educata espressione di dubbio.

"Non credo di aver capito bene, signor preside" disse con voce calma e misurata "Mi sta dicendo che non mi devo occupare dell’uovo?"

"Certo che no" si affrettò a smentire Karkaroff con un sorriso infido "Sto solo dicendo che, se il vostro drago non arriverà vivo alla fine dell’anno, lei non subirà nessuna penalizzazione nel punteggio di valutazione per accedere ai M.A.G.O."

"Oh"

Sasha aveva qualche sferzante commento che gli premeva dietro le labbra, ma preferì non indagare oltre: Karkaroff non amava le domande e l’argomento era troppo delicato per rischiare di perdere il favore del preside.

"Molto bene" esclamò Karkaroff tornando dietro la scrivania "Volevo solo che lei fosse informato delle mie intenzioni per renderle l’anno più tranquillo"

"La ringrazio" borbottò brevemente Sasha, sempre con la faccia di pietra.

Karkaroff gli lanciò un lungo sguardo indagatore che Sahsa riuscì a sostenere con calma apparente.

"Bene, può andare, allora" terminò infine il preside, congedando lo studente con un gesto secco della mano.

Sasha fece un rapido dietrofront e stava per aprire la porta quando Karkaroff fece sentire di nuovo la sua voce con un basso sottofondo di ammonimento.

"Naturalmente mi aspetto che questo colloquio resti strettamente confidenziale, signor Valenskij"

Sasha girò appena il viso nella sua direzione.

"Certamente, signor preside" rispose seriamente.

Karkaroff annuì, soddisfatto, e tornò a concentrarsi sulle sue carte. Sasha uscì dall’ufficio e si concesse un lungo respiro di sollievo. Tuttavia, non era affatto contento di quello che era emerso da quella convocazione. Praticamente, Karkaroff gli aveva fatto capire che poteva benissimo disinteressarsi di Balthus e che l’unica a farne le spese sarebbe stata Costanza. Quello, dalle sue parti, era un colpo basso. Aveva sempre sorvolato con vago disinteresse sul proverbiale odio di Karkaroff verso le femmine, la signorina Malatesta sopra di tutte, ma quella gli sembrava un’ingiustizia bella e buona.

"Mi piacerebbe sapere perché ce l’ha tanto con lei" mormorò sovrappensiero, a metà della scalinata stretta e buia che scendeva verso l’atrio "Sì, mi piacerebbe proprio saperlo"

"Te l’ha mai detto nessuno che non è buona norma parlare da soli?" tuonò un azzimato signore immortalato in un quadro appeso alla parete.

Sasha si morse le labbra, contrariato di essersi fatto sorprendere in flagrante meditazione da uno stupido ritratto.

"Mi scusi, signore" disse educatamente, riprendendo la discesa.

"Comunque" gli sibilò dietro l’uomo del ritratto, in tono da cospiratore "Se ti interessa davvero l’argomento io so a chi chiederlo"

"No, grazie, non sono interessato" concluse Sasha passando decisamente avanti.

* * *

Sasha non fece nemmeno in tempo a mettere il piede nel corridoio che portava a Torre dei Lupi che venne investito da un turbine azzurro e morbido.

"Sasha!" cinguettò piacevolmente Natasha Ivanovich, sesto anno di Torre delle Aquile, piombandogli tra le braccia "Sono ore che ti cerco! Avevi promesso che dopo l’allenamento di Quidditch saremmo andati insieme in biblioteca a studiare…"

"Me ne ero dimenticato" rispose brutale Sasha senza cedere di un millimetro: non era assolutamente dell’umore per passare del tempo con quella carta moschicida di Natasha. La ragazza gli fece il broncio e si allacciò ancora più stretta a lui.

"Dovrei essere in collera con te, Valenskij, ma per questa volta farò finta di niente. Andiamo adesso?"

"Non posso" tagliò corto Sasha mentre Natasha gli legava le braccia dietro la vita e gli si appoggiava contro il petto con espressione rapita "Devo andare a cambiarmi, non ho ancora fatto la doccia dopo l’allenamento"

"A me piace il tuo odore" mormorò Natasha socchiudendo gli occhi allusiva "Lo trovo molto…eccitante…"

Allungò il viso verso di lui, arrendevole, e Sasha ci ripensò: oh, bè, dopotutto non è poi così male pensò chinando la testa verso di lei e lasciando che Natasha lo avvolgesse con un lungo, profondissimo bacio.

"Hem"

Un suono secco proveniente dalle sue spalle lo fece staccare da Natasha e girarsi in quella direzione. Ferma poco oltre la porta della sala comune di Torre dei Lupi, Costanza Malatesta se ne stava ritta con un’espressione insondabile sul viso e la faccia appena più pallida del solito.

Dopo il primo attimo di vergognosa sorpresa, qualcosa di atavico e vagamente crudele suggerì a Sasha che l’imprevisto arrivo di Costanza poteva anche essere una cosa buona… Subire la vista del bacio di Natasha poteva essere il giusto prezzo che miss Spocchia doveva pagare per quella maledetta calza srotolata che si ostinava a rimanergli inchiodata in testa.

"Hai bisogno di me, Malatesta?" domandò Sasha disinvolto senza smettere di abbracciare Natasha che gli si appese addosso come se volesse fagocitarlo.

"Ovviamente" rispose Costanza con la voce secca come un ramo spezzato "Non ho l’abitudine di spiare le effusioni tra studenti, se non ho un ottimo motivo"

Sasha le lanciò un piccolo, irriverente sorriso e allontanò Natasha da sé.

"Scusami, ma devo conferire con la mia degnissima collega" disse con voce grondante scherno.

Natasha si slacciò a malincuore dall’abbraccio di Sasha e gli rivolse un sorriso radioso.

"Ci vediamo dopo, tesoro. Arrivederci, Malatesta" disse quasi cantando, poi si allontanò col naso per aria.

Sasha si girò verso Costanza e si passò noncurante una mano tra i riccioli spettinati che gli piovevano sulla nuca e sulle orecchie.

"Allora, che vuoi?" sbuffò avvicinandosi a lei.

"Ti devo lasciare Balthus per un paio d’ore" rispose Costanza con voce neutra senza nemmeno guardarlo negli occhi "Sono stata gentilmente convocata nella Stanza delle Punizioni"

"Passi più tempo là che nel dormitorio" sogghignò Sasha prendendo in consegna Balthus, ben avvolto in una calda coperta di lana "Diamine, ma quanto puzza quest’uovo! Gli hai fatto il bagno nel letame, per caso?"

"L’ho spalmato con una crema di zolfo e terra vulcanica islandese" ribatté Costanza, saccente "Direi che l’unica cosa che devi fare per queste due ore è accertarti che non cada per terra. Pensi di potercela fare o sei ancora impegnato a controllare lo stato di salute delle tonsille di tutte le studentesse di Durmstrang?"

Sasha si lasciò scappare un sorriso luminoso che fece involontariamente indietreggiare Costanza.

"Penso di potercela fare, sì" rispose con blando divertimento "Perché ti allontani? Non ho nessunissima intenzione di controllare le tue, di tonsille"

"Non avevo dubbi in proposito" ribatté Costanza, alterandosi controvoglia "E’ solo che non profumi esattamente di mammole e alcune ragazze, me compresa, non apprezzano l’eau de sudore da Quidditch"

"Natasha apprezzava" le ricordò Sasha, salottiero.

"Natasha non sa riconoscere uno gnomo dal proprio naso" sfuggì di bocca a Costanza prima che potesse trattenere le parole "Ma è un mio parere personale: visto che ormai sei intimo con le sue tonsille, sei tu il più adatto a giudicare"

"Perché ho l’impressione che tu sia gelosa?" la stuzzicò Sasha, avvicinandosi e facendola di nuovo arretrare.

"Gelosa! Di te! Sai dirmi come si definisce una persona che è convinta che tutto il mondo giri intorno a lei?"

"Costanza Malatesta, forse?"

"La vuoi piantare con questo giochetto delle domande su domande?" si stizzì Costanza, ormai in trappola contro il muro.

"Tu non lo trovi divertente?" rise Sasha, vicinissimo.

"No" si decise a rispondere Costanza sgusciando velocemente verso la porta "E comunque quando controllerai di nuovo le tonsille di Natasha potrebbe rimanere narcotizzata dal tuo odore. Fossi in te procederei con la disinfestazione"

"Come lei ordina, miss Spocchia" sibilò Sasha, rabbuiandosi.

"A mai più rivederci, mister Letamaio" rimbeccò Costanza, chiudendosi la porta alle spalle con insolita foga.

 

 

 

 

Note dell’autrice:

I miei protagonisti si amano sempre di più… e io amo sempre di più voi, mia droga e mio sprone!!

N.B: Ah! Importante!! Domani forse salto la pubblicazione del capitolo: è già scritto (anticipo il titolo, "Eppur si muove…". Ho cazzeggiato taaanto ma taaanto scrivendolo!!) ma sono all’ospedale, quindi forse non faccio in tempo. Se va male, ci sentiamo giovedì!

 

Serintage: Effettivamente, non hai tutti i torti per quello che riguarda Johnny Depp (oh, Johnny…): va bene, ti lascio Sasha (con Dimitri e Detlef in omaggio), Brad Pitt, tutto l’Olimpo Hollywoodiano e tutte le sezioni di anatomia comparata della nazione (isole comprese). Io mi tengo solo Johnny, che vale per cento (oh, Johnny…). Anche tu hai associato Balthus con Balto! Certo, la somiglianza c’è, ma io invece ho preso spunto dal film "Il mistero di Sleepy Hollow" con il mio Johnny (oh, Johnny…). Così, vuoi perdertic on Sasha sulla strada della perdizione anatomica, eh? Bene bene…a proposito, non ti ho ancora visto da queste parti. Magari sei ancora all’inizio della strada? Addentrati, addentrati, ci siamo qua noi ad aspettarti….Il tuo cervello ha ragione! Diamine, almeno una passata con l’aspirapolvere potevi darla! Comunque, se ti servisse un posto dove piazzarlo momentaneamente, ci sono ottimi modelli di cervelliera nuovi, quelli dove puoi mettere dentro l’organo senza usarlo per un bel pezzo…rimane come nuovo! Io ne faccio un uso smodato, anche se mi dimentico spesso di cambiare l’acqua e dopo viene su un miasma… però , a volte, quando la congiunzione astrale lo permette, funziona ancora, povero cervellino mio (oh, Johnny…che non c’entra niente, ma ci stava bene). Bergil è davvero un gran bel nome: posso sfruttarlo per altri draghi non protagonisti? Avevo chiamato il drago di Dimitri e Detlef Rambus, ma se mi dai il benestare, lo cambio in Bergil…è fichissimo!!…. Se davvero potessi vedere la mia faccia al di là del pc (e sopravvivere all’esperienza), vedresti non stupore, non EEG piatto (….) ma un sorriso un po’ ebete e felice. Perché sto leggendo quello che hai scritto e la tua simpatia è eccezionale!! P.S.: Le pulci di ippogrifo, che forza…adesso lo faccio dire anche a Costanza!

Pè: Oh, mia dea…Ci avevo pensato al fatto di far scoprire a Costanza l’imbroglio dello specchio, ma i protagonisti mi servivano vivi per qualche altro capitolo, così…ho dovuto far fare tutto a Sahsa che è ancora incavolato per la figura da feticista sessuofobo che ci ha fatto. Mi ha detto di dirti che lui non si emoziona affatto davanti ad una calza qualsiasi e che sarebbe davvero onorato di vedere la tua. Terrà sotto controllo i suoi istinti animaleschi, ha detto…però stava facendo una faccia allupata e mi ha sbavato tutto il parquet…mah, io non mi fiderei. Stì maghi…Attila!! Che bel nome!! Che presagio di sventura…no no, forse era meglio Titti. Giustamente, coi genitori adottivi che ha, non può saltarci fuori niente di buono!! Costanza, molto onorata dalla tua ammirazione, contraccambia e Sasha, in un lampo di genio, propone un menage à trois con o senza calze. Roba da màt! Cos’è che devi scartabellare fino a mezzanotte…? Una tesi sulle uova di Drago? Se vuoi, ti do qualche dritta. Ah, su un giornale ho trovato LA FACCIA DI SASHA!! Se ti interessa, ti farò sapere qual è (ero talmente concentrata sulla faccia che ho scordato cosa pubblicizzava…moan…).

Yeran: Ciauz! Eh, la Dama Gilraen mi passa solo la roba ad uso personale, non un grammo di più. Ha paura che le invado il mercato sulla sezione Harry Potter, e hai voglia a spiegarle che qui sono già tutti ampiamente fatti…non le vai alla testa! Comunque, passiamo a cose meno ludiche (chiamarle serie mi sembrava esagerato): bravissima!! Anche io ho pensato la stessa cosa di Beauxbaton (trucchi, cremine, ecc) ed è per questo che ho dirottato su Durmstrang, che, sadicamente, ho dipinto come una scuola davvero ostica e cupa…Dimitri e Detlef come Tyger e Goyle? A livello neurale, siamo lì. I miei due cavalieri, però, sono più gigioloni e simpatici, ammettilo!! Uhm…non avevo pensato al fattore freddo, per la depilazione…forse hai ragione!! Però se c’hai un bel tappetino sui polpacci, ammetti che persino un maschio potrebbe accorgersene..? Un besito, a presto!!

JY: Sasha è il nome del tuo cane…ooops. Spero almeno che non gli assomigli anche di carattere, altrimenti poveretta!! Avresti un bel daffare a mandare via le cagnette innamorate che ti affollerebbero il prato. Finchè c’è ispirazione alla scrittura c’è speranza, e con le vostre recensioni cresce ogni giorno di più!!

Romina: Il caro Sahsa "flashato"… che termine aulico, che frasologia ricercata! Sono esterrefatta. Chi ti dice che la calza di Costanza fosse triste? Mi sembrava di averla dipinta piuttosto sexy, invece…certo, addosso a lei fa un’altra figura che addosso a me, ma questo è un altro film. Le motivazioni di Sasha e Costanza salteranno di nuovo fuori, più avanti (quei due si dovranno pur spiegare, prima o poi), ho solo voluto dare un assaggino. Comunque, l’ispirazione per i dialoghi la prendo dai discorsi di tutti i giorni (infatti, ho in mente di inserire quel "flashato" nella storia: mi è piaciuto troppo come termine!). Dai, non dire che sono la tua preferita…mi fai tanto arrossire come un papavero! (se smetti di dirlo ti spezzo un braccio…ricordati che sono pur sempre la "mamma" di Pat). Aspetto gli striscioni, voglio vedere che cosa escogita la tua mene malata… Un bacione, mi querida, a presto!

Lilyblack : Ti sei firmata "una nuova fan" e io mi sono sdilinquita dalla gioia (bel verbo, sdilinquire, vero? Si usa così di rado…). Se continuo con questo stato di delirio, posto un capitolo al giorno, ma non prometto che sarà così fino alla fine…tendo ad impantanarmi in certi frangenti! Comunque, grazie mille per la recensione, spero di risentirti presto!

Teta : Ciao!! Innanzi tutto, grazie per la recensione, è sempre un enorme piacere leggere di qualcuno che apprezza i tuoi vaneggiamenti (…hem…). Hai ragione, è nel mio stile partire in sordina: non riesco a cazzeggiare se prima non ho spiegato almeno un po’ l’ambientazione, e le spiegazione sono sempre un po’ noiose. Grazie per aver continuato a leggere, spero che ne sia valsa la pena!

Helen Lance: Gli ormoni in giostra!! Che forte, posso farla dire a Costanza una cosa così? Sasha & Co ringraziano sentitamente e avvisano che l’autrice non ha nessuna colpa se loro sono risultati essere dei pazzi scatenati. Grazie mille, anche tu sei fantastica!!

Minako-chan : he he he…ben detto, anche Sasha bello è rimasto scosso dalla calza di Costanza… il sangue non è acqua, gente!! Ho riso meno a scrivere di questo capitolo, ma mi è venuta in mente un’ideuzza…. Se mi viene bene, prossimamente mi spatacco di nuovo dal ridere a scriverla!! Grazie per i complimenti, sei sempre carinissima!! SMACK!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 : Eppur si muove... ***


Capitolo 7 : Eppur si muove…

 

La mente umana, si sa, col tempo si abitua a qualsiasi aberrazione. Fu così che, dopo qualche settimana di assestamento, le famigerate uova di drago dei ragazzi del settimo anno entrarono a far parte della routine di Durmstrang: ormai era all’ordine del giorno vedere dei giovani che passeggiavano con insolite imbracature contenenti i preziosi rampolli di drago e se l’odore di zolfo ormai permeava qualsiasi ambiente nessuno ci faceva più caso. Con grande scorno del preside Karkaroff, tutte le uova superarono intatte il giro di boa delle prime due settimane: la cosa lo infastidiva parecchio e la sua faccia accartocciata di disappunto non faceva che confermare la cosa a tutti gli studenti. Costanza Malatesta e il fratellastro Sasha Valenskij, rispettando dignitosamente la tregua armata che avevano firmato, condividevano la cura dell’uovo Balthus riuscendo ad incontrarsi e a parlarsi il meno possibile. I loro rapporti non erano affatto migliorati, ovviamente, ma le rare volte che erano costretti a scambiarsi informazioni mantenevano una conversazione civile, anche se gelida e telegrafica. Il preside Karkaroff sembrava essere tornato alle sue puerili punizioni come gli anni precedenti e Costanza, essendone la maggiore beneficiaria, tirò quasi un sospiro di sollievo: certo la Stanza delle Punizioni era uno dei suoi incubi ricorrenti, ma era comunque qualcosa di conosciuto. Sapere che Karkaroff tramava alle sue spalle qualcosa di nuovo l’avrebbe messa assai di più in ansia di questo. Comunque, col passare del tempo Costanza si accorse sorpresa di essersi affezionata a Balthus: spesso gli parlava, mentre lo accudiva, e qualche volta si era addormentata abbracciata all’uovo, vergognandosene non poco al momento del risveglio. Dover condividere Balthus con il fratellastro la irritava senza nessun motivo se non quello di dover sentire sull’uovo, a volte, l’odore nauseante della sua acqua di colonia. Era proseguita felicemente anche l’amicizia interessata di Nadja con Dimitri Korsakov e Detlef Himmell. Si poteva spesso incontrare quei tre che ridacchiavano per i corridoi e Costanza si chiedeva come mai quei due cervellini di Troll non si fossero ancora ammazzati a vicenda per rimanere i soli a godere dei favori di Nadja. Durante le ore in dormitorio, Nadja teneva aggiornata Costanza sulle vicende amorose di Valenskij, ricevendo dalla ragazza sempre la stessa altezzosa indifferenza. La vita sentimentale di Valenskij non era cero affare suo, no? Nadja poteva anche risparmiarsi quegli assurdi pettegolezzi che sapevano solo infastidirla. Tuttavia Costanza non riusciva a capire come mai, a tradimento, le ritornasse così spesso alla mente la scena della testa bruna di Valenskij che si chinava su quella bionda di Natasha Ivanovich, come un tarlo fastidioso e inopportuno nel cervello.

"Sai ,mi sono accorta che stai cominciando a trovare simpatici Detlef e Dimitri" cinguettò una sera Nadja mentre Costanza stava vaporizzando Balthus con un composto allo zolfo.

"Cosa te lo fa pensare?" chiese Costanza alzando dubbiosa un sopracciglio.

"Ieri non li hai insultati nemmeno una volta" spiegò Nadja sorridendo "E quando loro ci hanno raggiunto a colazione stamattina hai resistito ben cinque secondi prima di andartene. Quei due sono rimasti talmente flashati dall’episodio che si sono ripresi solo verso sera"

"Accidenti, mi hai proprio colto in flagrante" sorrise Costanza carezzando l’uovo con attenzione "Deve essere per colpa di Balthus: sta facendo venire fuori il mio lato umano"

"Infatti, anche Dimitri e Detlef ti trovano più simpatica" proseguì Nadja "Parlo loro talmente tanto di te che ormai è come se ti conoscessero anche se ti ostini ad ignorarli"

"La cosa, a quanto pare, è reciproca" ribatté Costanza, depressa "A forza di parlarmi di loro so anche quante volte frequentano il bagno giornalmente. Ti assicuro però che ne avrei fatto volentieri a meno di questa conoscenza"

Nadja sorrise, giocherellando con il suo uovo, quando all’improvviso si sentì un rumore ovattato e sordo.

"Cos’era?" chiese Costanza, guardandosi intorno.

"Oh, niente, era Fifì che si muoveva" rispose calma Nadja picchiettando con l’unghia dell’indice la superficie rugosa dell’uovo "Da una settimana non fa altro: se continua così si schiuderà ad Halloween, altro che Natale!"

Costanza abbasso lo sguardo sul suo uovo, preoccupata.

"Balthus non si è mai mosso" mormorò a metà tra l’offeso e il dispiaciuto "Che tu sappia anche l’uovo di Cip e Ciop si è mosso?"

"Stai parlando di Bergil, l’uovo di Dimitri e Detlef?" si informò Nadja con un sorriso "A sentir loro quel drago si agita talmente tanto che è già un giocatore di Quidditch prima ancora di nascere. Che stelle, sono così attenti ad affettuosi con il loro uovo!"

"Scusami" disse d’un tratto Costanza alzandosi rapidamente a sedere e caricandosi Balthus nel marsupio.

"Dove vai?" chiese Nadja, incuriosita mentre Costanza si allontanava svelta verso la porta.

"Devo parlare con Valenskij" rispose funerea Costanza uscendo: fortunatamente non si voltò, quindi non poté vedere il sorriso saputo spuntato improvvisamente sulle labbra di Nadja.

"Hai fatto proprio un bel lavoro, Fifì" mormorò al suo uovo quando l’amica fu uscita dal dormitorio.

* * *

Valenskij, tanto per cambiare, era tornato da poco dall’allenamento di Quidditch e se ne stava stravaccato su un divano della sala comune di Torre dei Lupi (miracolosamente vuota) ad occhi chiusi. Non si era nemmeno tolto gli stivali infangati e la camicia aperta sul collo era fradicia di pioggia e chiazzata di terra.

"Valenskij" lo chiamò Costanza piantandosi di fronte a lui "Dobbiamo parlare"

Lui aprì un occhio e lo richiuse immediatamente con una smorfia di sofferenza sul viso.

"Dimmi quello che devi cercando di usare massimo dieci parole" sospirò esausto "Sono talmente stanco che di più non riuscirei ad elaborarne"

"Balthus non si muove" disse Costanza, drammaticamente.

Valenskij aprì di nuovo l’occhio, sospettoso.

"Cosa?" chiese, confuso e Costanza sospirò di impazienza.

"Ho espresso chiaramente il concetto usando solo cinque parole: le uova degli altri hanno dato tutte segni di vita, Baslthus no. Si è mai mosso quando era con te?"

Valenskij si alzò a sedere, gemendo e portandosi una mano alle costole.

"Non bastava un bolide nello stomaco, oggi…" brontolò irritato "No, ci si mette anche mamma chioccia con le sue paturnie"

"Allora se vuoi che io e le mie paturnie torniamo nel dormitorio femminile, perché non rispondi alla mia domanda?"

Valenskij ci pensò un po’ su, concentrato.

"No, effettivamente Balthus non si è mai mosso nemmeno con me" rispose alla fine a malincuore.

Costanza sbuffò e cominciò a passeggiare avanti e indietro nervosamente.

"Pensi che Karkaroff ci abbia rifilato un uovo finto?" domandò fermandosi improvvisamente davanti a Sasha.

"No" rispose lui, sicuro "Il professore di Cura delle Creature Magiche ha controllato personalmente ogni uovo. Ha in archivio il certificato che, nel momento in cui ce l’ha consegnato, Balthus era vivo e vegeto…per quanto possa esserlo un uovo" rettificò alla fine, dubbioso.

"Perfetto" ringhiò Costanza riprendendo il suo andirivieni cogitabonda: dopo un po’ Sasha ne aveva già abbastanza.

"La vuoi piantare di ronzare intorno come una zanzara?" sbottò irritato.

"Mi aiuta a concentrarmi" rispose Costanza, sostenuta.

"Bè, invece deconcentri me" ribatté Sasha, altrettanto velenoso.

"Come se fosti davvero capace di concentrarti su qualcosa che non sia biancheria intima femminile" borbottò Costanza sottovoce.

"Ah, mi stavo giusto chiedendo quando avresti ricominciato a sputare veleno, miss Spocchia" grugnì Sasha di rimando.

"Ne devi sapere qualcosa tu di veleno, visto che ne hai la testa imbottita"

"Non doveva essere piena di biancheria intima femminile?"

"Oh, senti…" iniziò a dire bellicosa Costanza, ma si interruppe di colpo mentre sul viso compariva un’espressione di attonita meraviglia.

"Che succede?" domandò Sasha, preoccupato "I tuoi due neuroni si sono finalmente scontrati distruggendosi a vicenda?"

"Si è mosso" mormorò Costanza abbassando attonita lo sguardo sull’uovo che le premeva sullo stomaco. Immediatamente, Sasha balzò in piedi e appoggiò le mani sull’uovo caldo, palpandolo con delicata attenzione.

"Sei sicura?" domandò infine dubbioso "Io non sento niente"

"Ho sentito un movimento" ribadì Costanza appoggiando a sua volta le mani sull’uovo "Un colpetto leggero, attutito"

"Non è che stavi semplicemente digerendo la granata che ci hanno propinato per cena?" borbottò dubbioso Sasha. Costanza sollevò su di lui uno sguardo lampeggiante.

"So perfettamente distinguere il movimento delle mie viscere da quello di un uovo, sapientone"

"Io non sono affatto sicuro…" iniziò Sasha, ma stavolta fu lui ad interrompersi quando sotto le loro mani un raspare attutito fece fremere la superficie dell’uovo. Di nuovo le due teste brune si chinarono su Balthus, concentrate.

"L’hai sentito?" mormorò Costanza, eccitata "Ti prego, dimmi che l’hai sentito anche tu"

"Sì, proprio qui in alto" rispose Sasha parimenti esaltato "Si è mosso! Balthus si è mosso!"

Alzarono contemporaneamente lo sguardo, sorridendo felici e si guardarono. Costanza si accorse di colpo che la sua mano era intrecciata sull’uovo con quella di Valenskij; una mano grande, calda e asciutta, stranamente piacevole da toccare. Si accorse anche che il viso di Sasha era a pochi centimetri dal suo e che il suo sorriso, visto da vicino, era bello in maniera quasi scandalosa. Immediatamente smise di sorridere e si allontanò di scatto, quasi incespicando sul tappeto. Sasha sembrò non accorgersene: era rimasto immobile con un’espressione stupita sulla faccia che subito mascherò con un sorriso di scherno.

"Tranquilla, miss Spocchia" disse con voce malevola "Stavo toccando l’uovo, non te"

"Mi sono allontanata per l’odore disgustoso che viene dalla tua camicia" rispose Costanza in fretta, sputando quasi le parole "Hai di nuovo usato la crema di Balthus o è tutta farina delle tue ghiandole sudorifere?"

Sasha si allontanò di un passo, oltremodo irritato.

"Sai, Malatesta, nei rari momenti in cui abbassi la guardia non faccio nemmeno in tempo a sperare che tu sia un essere umano che subito ti ritrasformi in un mostro a tre teste. Non so come faccia a sopravvivere in eterna compagnia di te stessa"

Costanza boccheggiò, ferita più dal tono malevolo della voce che dalle parole in sé.

"Non tutti hanno la fortuna di amarsi follemente come tu ami te stesso" rispose con voce tremante d’ira. Girò i tacchi e stava per andarsene via ma una nuova, confusa sensazione le rallentava il passo e le rendeva le gambe pesanti. Una vocina impellente la supplicava, le ordinava di non andarsene così e benché fosse la prima a stupirsene, decise su due piedi di ascoltarla. Senza nemmeno sapere bene quel che faceva, tornò indietro e si piazzò davanti a Sasha col mento alzato.

"Mi…dispiace" disse a voce bassa ma udibilissima. Parlare le costò uno sforzo, palesato dalla smorfia che fece subito dopo, ma non abbassò lo sguardo "Balthus si è mosso per la prima volta e come genitori adottivi non è carino che ci scanniamo a morte proprio in questa occasione. Poi, per quanto riguarda il tuo sudore, devo ammettere che non puzzi tanto quanto il nostro prezioso uovo. Non ancora, almeno"

Sasha la fissò con una strana espressione seria sul viso. Sembrava corrucciato quando in realtà stava pensando a quanto sembrassero grandi e neri gli occhi di Costanza visti da così vicino. Tanto grandi, troppo neri: erano bellissimi.

"Ho per caso un Doxy che mi esce dalla narice?" chiese Costanza, innervosita dallo sguardo troppo intenso di Sasha. Si stava già pentendo di aver chiesto scusa (chiesto scusa!!) a Valenskij: gli aveva servito su un piatto d’argento un nuovo modo per umiliarla e per riderle in faccia. Sasha invece sbatté le ciglia, come risvegliandosi da un breve sonno, e si decise a sorridere. Un sorriso tiepido ma sincero, così inaspettato che fece sentire Costanza stranamente indifesa.

"No, non hai Doxy che scorrazzano per la faccia" le disse con voce decisamente più morbida "Non ancora, almeno"

"La tregua è ripristinata, allora?" chiese Costanza non senza un certo nervosismo.

"Perché no" rispose Sasha, disinvolto "Però prima di andartene insultami ancora un po’: non mi sembra normale chiudere una conversazione con te in tono così civile"

A Costanza scappò un sorriso che si trasmise subito alle labbra di Sasha.

"Fermi tutto" borbottò questi incantato "Quello era un sorriso?"

"Ci mancherebbe" si ricompose Costanza, altezzosa "Era un inizio di una paraplegia facciale. Buona notte, mister Letamaio due, la vendetta"

"Buonanotte miss Spocchia" rispose Valenskij, nello stesso tono vagamente complice.

Costanza girò i tacchi e tornò nel dormitorio femminile con una leggerezza nel passo di cui pensò fosse molto meglio non chiedersi affatto il perché.

* * *

Costanza tornò nel dormitorio. Posò amorevolmente Balthus nella cesta accanto al suo letto, si spogliò e si infilò la camicia da notte di flanella, ripose con cura la bacchetta magica sotto il cuscino e finalmente si mise a letto. Per tutto il tempo, non smise mai di canticchiare a labbra chiuse, come se lo facesse senza nemmeno rendersene conto. Nadja Iljovich, dal suo letto nell’ombra, si mise un mano sulla bocca per soffocare un sorriso a metà tra l’affettuoso e il divertito: Costanza canticchiava raramente e comunque non era mai successo che lo facesse dopo un colloquio con Valenskij, quando sfoggiava un corollario di imprecazioni che avrebbe fatto arrossire come un’educanda anche un galeotto incallito.

"Eh, già" pensò Nadja stiracchiandosi voluttuosa sotto le coperte calde "Credo che sia finalmente giunto il momento di organizzare una bella festa di Halloween"

 

 

 

Note dell’autrice:

 

Vi avverto: ho intenzione di infilare in questa storia tanti più clichè delle storie romantiche possibili. Ci sarà una festa, ci sarà una "vestizione" di Costanza, ci saranno tante cose che sono scontate. Sappiate che LO SO. Volevo darne la mia personale interpretazione e spero che queste mie paturnie non incidano sul vostro desiderio di continuare a leggere questa storia. Grazie mille per la comprensione.

Visto che lo spazio recensioni è diventato una specie di mercatino di sostanze stupefacenti, ricordo le seguenti regole:

  1. L’erba pipa io la fumo (e strafumo) e basta. Chi volesse uno spacciatore serio, rivolgersi alla sezione LOTR e chiedere del "mio tesssoro".
  2. Potete drogarvi sia prima che dopo aver recensito: al pari della proprietà commutativa della somma, il risultato non cambia.
  3. Non saprei, ma un punto tre ci deve sempre essere (OPB insegna…)
  4. Se avete qualche sostanza nuova da pubblicizzare, prima fatecela provare, grazie
  5. Alla COOP c’è il tre per due sulle cervelliere (Serintage, approfittane…)

 

Ok, per oggi è tutto. Un grazie particolare a:

 

Serintage: Ti giuro, Sasha non puzza affatto, se non per esigenze di copione. Comunque, per te è disposto a farsi un peeling supplementare con deodorante incorporato. Va bene, così? Ok, Rambus come nome non ti piaceva…tanto l’ho cambiato in Bergil, dopo il tuo benestare. Però, che kattiva che sei…Dimitri ha proprio visto il cartellone di Stallone e ne è rimasto impressionato, per questo aveva proposto Rambus. Grazie per la "concessione edilizia" sul prodotto della tua mente…saccheggerò il meglio dalle tue sagaci parole e lo metterò sulla bocca di Costanza, che tanto ti somiglia. Per avere in cambio Johnny Depp, ti mando un camion con rimorchio di erba pipa purissima, proveniente dalla Contea, pura al 100%! Johnny li vale. Vedrai che dopo averne fumata un po’ anche il tuo petulante cervello sarà più accomodante!! Fidati, il mio ormai è andato a vivere in Jamaica da anni e anni: ci scriviamo cartoline e andiamo d’amore e d’accordo. Grazie per le "segnalazioni orrori", provvederò a correggere. Ah! Il puzzide ringrazia per le belle parole e ti augura una emorroide rettale. Che kattivo, anche lui!! Vedrai che alla fine della storia lo metto a posto io. Ti mando un bacio con Caccabomba incorporata, sei fantastica!!
: Ciao, o mia musa ispiratrice! Eh, non sei l’unica a chiedermi di uccidere il puzzide, ma la storia della Rowling vuole che non sia per mano mia la sua dipartita. Oddio, con un po’ di fantasia si potrebbe anche rimediare…vedremo. Per adesso, lasciamolo lì a cuocere nel suo brodo (…mmmm….che voglia di tortellini! Vado a rubarne un po’ alla mamma). Comunque, l’idea della tonnellata di escrementi di ippogrifo e del vestilo da donna sexy è mondiale!! Costanza gelosa di Sasha? Noooo! Quando gliel’ho detto mi ha sparato dietro tanti schiantesimi che c’è venuta una finestra nuova sul muro di casa. La cosa mi dice che un filino di verità ci sia… Il quadro salterà fuori di nuovo, ovviamente. Ma più avanti: ho in mente qualche "contrattempo" per Sasha e Costanza…uaz uaz, che sadika!! La faccia di Sasha…dunque, non ho più trovato il giornale (groan!) ma ricordo che erano tre ragazzi in piedi (2 maschi e una femmina) e un bambino accucciato vestiti da indiani pellerossa in piedi in mezzo ad una strada con dei grattacieli dietro alle spalle. L’indiano di sinistra (Bertinottiano, insomma) era Sasha, a parte i capelli. Comunque, sono certa che non pubblicizzava eau de sudore! Costanza ringrazia per la tua solerzia nell’allontanare la concorrenza da Sasha, il gamberone invece ringrazia un po’ meno.

Helen Lance: Grazie mille, provvederò ad incorporare le tue parole "all’impasto"…ormai questa fic è più vostra che mia, a forza di metterci dentro le battute delle recensioni! Mi chiedi come faccio a scrivere questa fic? E’ presto detto: mi drogo!! Scherzo, eh…semplicemente, adoro scrivere. E adoro voi!! Grazie di cuore.

Yeran: Come avrete capito, il puzzide odia Costanza. Ed ha un motivo, sì, ma non posso mica spiegarlo adesso…ci dovete arrivare piano piano, eh! Comunque, mi hai lasciato basita… la storia della doccia e dei due piccioni con una fava proprio non mi era venuta in mente. Sei davvero un genio, sono ammirata! Comunque, Sasha non è affatto puzzone!! Oh, per chi l’avete preso?!? Il suo è il sano odore dell’uomo vero che lavora di muscoli. Un po’ triviale, ma molto efficace sulle galline mononeuroniche come Natasha. Per quanto riguarda il whisky incendiario...che aspettavi a dirmi che ne avevi una fornitura?! La grazia divina?! Ti perdono solo se me ne mandi una cassa, grazie. Un bacione, a presto!

Romina: Bè… esagerato chiamarmi "regina incontrastata dell'olimpo degli autori"? Forse, un filino…Ma noooo… però, scusa, eh? Potevi anche metterci "Magnificente e bellissima", così sembro sì regina, ma cozza! Va bene, migliorerai la prossima volta…Anche per me la calza deve essere nera, ma mi sembrava troppo "opportuno" fare nera quella di Costanza! In fondo, è la divisa di Durmstrang: chi ci crede che la scuola dà in dotazione un autoreggente in Lycra 20 denari col bordo di pizzo? Passiamo alle cose serie: benchè mi ci stia mettendo d’impegno, Sasha non sarà mai mortalmente fico come Garrie. Io ci provo, ma quel ragazzo è troppo avanti persino per me che ne sono la creatrice. Lo amo. E lui mi ama, ovviamente, anche se cazzeggia un po’ troppo con chiunque passi dalle sue parti. Finito di postare The Runners, riprendo con The Runners – part 2. Ci sto lavorando…ragazze, tremate!! Vai con gli striscioni, hai la mia benedizione, anche per quello con scritto "arbitro cornuto" che ci sta sempre bene…

Minako-chan: Che beeella l’idea del film!! Magari qualcuno volesse finanziarmi…Cercasi produttore!! Minako, vai e cerca dei finanziamenti: con un po’ di buona volontà, possiamo farcela!! Baci anche a te

Nisi Corvonero: A momenti mi viene un coccolone di quelli seri quando ho visto il numero di recensioni…poi vado a vedere e chi è spuntato fuori, come un bel tartufone sotto ad un pioppo? La meravigliosa, unica, incomparabile Nisuccia bella! Sono andata immediatamente a vedere se c’era Johnny Depp nella cassetta della posta (mi hanno detto che le fortune non arrivano mai sole, così speravo…ma forse erano le sfighe…?). Che dirti, grazie mille!! Sono così felice di leggere le tue recensioni che quasi me la faccio addosso dalla gioia! A parte alcune ovvie cadute di gusto (la battuta sulla cova dell’uovo…no, no, non si fa, doveva essere mia, mannaggia!!) apprezzo ogni tua singola parola, ogni congiunzione, ogni avverbio di tempo e di luogo…lascio indietro qualche articolo, ma solo perché ne hai usati pochi. Grazie, davvero: sai che ti adoro come scrittrice e sapere che stai leggendo la mia storia è davvero motivo di grande gioia per me. Un besito fortissimo, se vuoi anche con la lingua! SMACK Elfie

Liliblack: Dove fabbricano quelli come Sasha…? Vediamo….ce l’ho!! I ragazzi bellissimi, un po’ burberi ma dal cuore d’oro, coraggiosi, generosi, sexy da buttarsi via e, soprattutto, LIBERI sentimentalmente, li fabbricano…nella fantasia delle donne. Ovvio, no? Se Sasha esistesse davvero, sarebbe Costanza (cioè, donna). Se vuoi Sasha te lo presto per la tua storia…ha detto che sarebbe molto felice di farne parte, ma come veto dice di volere almeno tre protagoniste femminili, insieme a lui, e che deve farsele tutte e tre prima della fine della ff. Mah, vedi tu!! P.S: Io non voglio affatto liberarmi di te!! Anzi…ti buco le gomme della bici se te ne vai, chiaro?

Maharet: Approfitto di questo spazio per ringraziarti delle belle parole anche per OPB…sono onorata e molto, molto lusingata. Non pensavo che quella storiellina leggera potesse avere tanto successo, come d’altra parte per La prova del drago….spero di poter continuare a intrattenervi e, magari, a divertirvi un po’: ne sarei felicissima! Anche tu sei grande, grazie!!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 : Preparativi ***


Capitolo 8 : Preparativi

 

Gli studenti di Durmstrang stavano covando qualcosa, era ovvio. Un sotterraneo fermento agitava le masse in un fenomeno ciclico come le maree che i professori ormai conoscevano bene. Ogni anno, in vista della festa di Halloween, l’atmosfera era sempre quella, una specie di silenziosa attesa di qualcosa che il più delle volte si traduceva in qualche innocua marachella. Questa volta però gli studenti del settimo anno sembravano decisi a rimanere negli annali della storia di Durmstrang con qualcosa di mai visto prima ed i professori, in attesa di sapere cosa stavano farneticando, facevano fioccare castighi su castighi tanto che la Stanza delle Punizioni era sempre affollata come un pub irlandese. Costanza si teneva prudentemente ai margini del fermento generale: aveva già il suo bel da fare a smaltire le conseguenze del malumore di Karkaroff per il fatto che il suo uovo era ancora vivo per interessarsi alle manifestazioni goliardiche dei compagni di scuola. Di ben altro avviso era Nadja Iljovich che ogni giorno di più sprizzava vitalità e segreta soddisfazione. Stava studiano un piano a favore (o a danno?) dell’amica e aspettava solo il momento giusto per sferrare il suo attacco. Costanza era un po’ delusa dal suo comportamento: Nadja passava moltissimo tempo confabulando coi giocatori di Quidditch di Torre dei Lupi e di Torre delle Aquile ma alla sera nei dormitori femminili non si sbottonava più di tanto. Vedendola spesso in compagnia di Valenskij e soci Costanza friggeva dalla voglia di sapere di cosa parlassero insieme e, pur non ammettendolo nemmeno sotto tortura, era gelosa dell’attenzione che la sua amica riceveva dai coetanei. Giunse così il 31 ottobre senza che riuscisse a scoprire cosa tramava la compagna e ormai era certa di non fare parte del progetto escogitato tanto in segreto da Nadja. Perché, maledizione, la cosa doveva dispiacerle?!?

* * *

La cena quella sera era stata in perfetto stile Halloween, con i ragazzini del primo anno lasciati liberi di schiamazzare più del solito nelle loro tavolate. Venne lanciata persino qualche fattura Orcovolante, benignamente ignorata dal tavolo dei professori che si ostinavano a guardare con sospetto le fila stranamente tranquille degli studenti del settimo anno. Costanza sparì in fretta dal salone e si chiuse nel dormitorio femminile di Torre dei Lupi per accudire Balthus e per terminare un saggio di Divinazione lungo tre pergamene. Quando Nadja la raggiunse, ore dopo, stava quasi per andare a letto, arrabbiata e ancora più arrabbiata perché non sapeva il motivo della sua arrabbiatura.

"A letto con le galline, stasera?" domandò con voce flautata Nadja accomodandosi sul letto di Costanza con un sorriso insondabile.

"Già" rispose asciutta la compagna "Dopo una certa età, i sabba di mezzanotte vengono un po’ a noia "

"Ma è la notte di Halloween" ribatté Nadja serenamente "E’ la sera dove noi streghe dovremmo divertirci…dove dovremmo accantonare le nostre personali turbe da studentesse psicotiche e lasciarci andare ad un po’ di sano svago"

"Chissà perché, ma quello delle turbe psicotiche mi sembra un riferimento molto personale" sorrise Costanza "E comunque cos’hai intenzione di fare? Un pigiama party con la professoressa Bilenska?"

"Ho in serbo qualcosa di meglio" confidò Nadja sottovoce con tono da cospiratrice "Noi del settimo anno abbiamo organizzato una cosa da urlo…"

"Intanto, bastava incorniciare la faccia di Korsakov per fare una cosa da urlo" disse Costanza, sollevata che Nadja finalmente le parlasse del progetto che preparava da mesi "Poi, grazie per avermi incluso in quel noi del settimo anno… sono due mesi che confabuli con i cavernicoli del Quidditch senza dirmi cosa state tramando. Cominciavo a pensare fosse qualcosa a sfondo sessuale"

"Infatti lo è" ribatté Nadja con un sorrisetto saputo "Ma mi devi promettere che non ne farai mai parola con nessuno"

"E con chi dovrei parlare, secondo te?" sbottò Costanza, insospettita "Sei l’unica persona che quasi mi rivolge la parola in tutta Durmstrang"

Nadja le si avvicinò e le prese la mano, pensierosa.

"Costanza, io sono preoccupata per te" disse con un tono greve che stonava col faccino frivolo "Sei una ragazza intelligente, interessante e anche carina, quando non hai quell’espressione truce da fattucchiera in pensione che ti stampi in faccia ogni mattina. Ma hai bisogno di socializzare, di lasciarti un po’ andare…Non è normale alla tua età essere così seri"

"Spero che non sia di questo che avete disquisito per due mesi" grugnì Costanza, punta sul vivo "Se così fosse, immagino che tu non abbia faticato per far credere loro che sono una sociopatica frustrata, maniaca compulsiva e antiestetica per scelta"

"Ebbene sì" ammise Nadja con un sorriso sfolgorante "Ma per darti una chance di riscatto, questa sera sei invitata alla festa di inizio anno che hanno organizzato i giocatori di Quidditch di Torre delle Aquile. Che ne dici?"

"Non verrei nemmeno se ci fosse il cadavere di Karkaroff da ammirare" rispose tranquilla Costanza. Nadja annuì saggiamente.

"E’ esattamente quello che Valenskij si aspettava che dicessi" la informò con studiata indifferenza "Ha detto che miss Spocchia …a proposito, carino come soprannome, non trovi? Appropriato, direi…comunque, ha detto che sei talmente altezzosa, arrogante, presuntuosa e bla bla bla che non saresti mai venuta ad una festa di comuni maghi. A quanto pare, aveva assolutamente ragione"

Costanza si girò verso la sua amica con un sorriso che le tremava sulle labbra.

"E tu pensi davvero che mi beva una panzana di queste dimensioni?" chiese con voce dolce "Valenskij dimentica che io esisto nel momento stesso in cui mi molla Balthus e sale su una maledetta scopa. O su Natasha Ivanovich, anche se non capisco dove trovi la differenza"

Nadja ricambiò il sorriso con una deliziosa aria trionfante.

"Non trova nessuna differenza, infatti; è che adora le scope in generale. Comunque, questa festa sarà l’evento mondano dell’anno e in qualche modo dovevo pur provarci…"

"Non bastava chiedermelo normalmente?" la rimproverò Costanza, severa.

"Con te le cose normali non funzionano mai" rispose Nadja facendo il broncio "Allora, verrai?"

"No" sospirò Costanza "Se solo c’è il rischio che Caccaroff lo sappia…."

"Ma non c’è nessunissimo rischio!" esclamò Nadja balzando sul letto "La festa non sarà all’interno della scuola"

"Impossibile" sbottò Constanza, ma Nadja era ben intenzionata a proseguire.

"La festa si terrà nello spiazzo erboso ai confini del Bosco di Querce Oscillanti"

"E come pensate di raggiungerlo se di notte non si riesce nemmeno a mettere il naso fuori dalla scuola?"

"Si vede che tu non hai mai avuto a che fare coi ragazzi" mormorò Nadja con un sospiro eccitato "Normalmente sembrano amorfi, lo so, ma se gli fai sventolare davanti un paio di mutandine diventano più efficienti dell’intero Wizengamot, credimi. Hanno messo una passaporta sugli spalti della Torre Centrale, quella che stanno ristrutturando…lo sapevi che nelle zone in costruzione la magia di protezione non vale finché non la rinnovano?"

"No, non lo sapevo" concesse Costanza "Non avevo calcolato il fattore mutandine: se sono capaci di far funzionare il neurone in multiproprietà che hanno i maschi, dovrò rivalutarle"

"Costanza, Costanza, tu ragioni sempre con la testa di una vecchia puritana" sorrise Nadja condiscendente "Abbiamo diciotto anni e questo è l’ultimo anno che passeremo tutti insieme. Non vuoi fare felice la tua unica, pazientissima, adorabile amica ed accompagnarla alla festa?"

"Bè…" mormorò Costanza, tentata suo malgrado.

"Ti prego ti prego ti prego ti prego…." Supplicò Nadja con le mani giunte in preghiera.

"Nadja, sai anche tu che un solo passo falso può costarmi il diploma" sospirò Costanza, dispiaciuta.

"Potrebbe costarlo anche a me, gioia, ma non mi faccio tutti i tuoi problemi" ribatté Nadja dolcemente.

"Sì ma tu…" Costanza si fermò, mordendosi il labbro inferiore.

"Dai, Malatesta…" miagolò Nadja suadente "Devi pur interagire con qualcuno dell’altro sesso prima della prossima glaciazione. Per una volta, comportati come una ragazza della tua età…e rischia!"

"Rischio già il colpo apoplettico ogni giorno quando vedo Karkaroff" sbuffò Costanza.

"Ti scongiuro…sarà bellissimo…se vuoi ti presto il mio vestito nuovo…"

Mentre Nadja tratteneva il fiato in trepidante attesa, Costanza rimuginò a lungo, dubbiosa. Per qualche assurdo motivo, le affiorò di nuovo alla mente il ricordo di Valenskij che baciava Natasha Ivanovich e di colpo si sentì davvero molto vecchia e molto stufa di essere sempre arrabbiata con tutti.

"Che strazio…vuoi dire che non ci andiamo in divisa?" sorrise alla fine, vinta.

Nadja eruppe in una serie di gridolini eccitati e corse a baciarle più volte le guance.

"Che bello, sarà fantastico!" squittì eccitata "Devo andare a studiare un look adatto…ovviamente, non ti presterò il mio vestito nuovo, diventeresti troppo carina, ma posso trovare qualcosa di adeguato ad una vecchia ed acida zitella diciottenne…"

"Brava, impegnati" sorrise Costanza, ancora incerta della sua scelta.

"Sarai la più bella" promise Nadja ispirata "Dopo di me, naturalmente"

"Naturalmente" sorrise Costanza, un pelino più sicura.

* * *

"Scordati che io esca conciata così" ringhiò truce Costanza qualche ora dopo.

Era in piedi davanti allo specchio portatile di Nadja (una specie di portacipria che si trasformava in un chilometro quadrato di specchio, a comando) e i lampi che saettavano dai suoi occhi avrebbero incendiato un’intera foresta.

"Quello di prima era troppo corto, quello prima ancora era troppo rosso…" si lamentò Nadja "Che ha questo che non va?"

"Oh, proprio niente…porto tutti i giorni abiti con queste scollature. Anzi, questa è un po’ troppo severa, non mi si vede l’ombelico…"

"Ma qualcosa dovrai pur far vedere!" si stizzì Nadja, frustrata "Hai un seno che cederei in cambio tutta la mia considerevole eredità e non vuoi mettere abiti scollati. Niente gonne corte, niente trasparenze, niente spacchi…Insomma, andiamo ad una festa, non ad un raduno di palombari!"

Era così offesa che Costanza le si avvicinò contrita strisciando i piedi.

"Scusami" sospirò toccandole gentilmente la spalla "E’ che sono talmente abituata a fare miss Spocchia con tutti che mi dimentico che mi stai solo aiutando. Ma cerca di capire, mi vergognerei troppo e passere la sera a ringhiare contro tutti quelli che mi guardano anche solo per sbaglio… è la mia prima festa e preferirei divertirmi. Aiutami, per favore"

Nadja si girò verso di lei, di nuovo tutta sorrisi.

"Certo che ti aiuterò" trillò, allegra "Se ti vestissi da sola saresti capace di uscire con addosso un prodotto delle sartorie pontificie. Dunque, vediamo…"

Agitò la bacchetta e dal suo baule cominciarono ad uscire turbinando una marea di vestiti che si ammonticchiarono con grazia sul letto di Costanza.

"Diavolo" mormorò Costanza, impressionata "Quanti magazzini di vestiti hai stipato in quel baule?"

"Oh, solo un paio" rispose Nadja, concentrata "Ricordo di aver visto qualcosa che potrebbe accontentare anche una becera suora laica come te…"

"Se va tutto bene, sarà un perizoma" brontolò Costanza mentre Nadja, con uno squittio eccitato, trovò quello che cercava, una specie di sottoveste con sopra una tunica a ragnatela dalle ampie maniche a campana.

"Questo è il tuo!" esclamò porgendolo a Costanza con uno sguardo ammonitore "Lo stile è molto gotico medievale che quest’anno non va per la maggiore, ma si adatta perfettamente con la tua pelle bianca e ai capelli neri. Dopo il trucco sarai uno schianto"

"Dopo che…?" iniziò a dire Costanza allarmata, ma Nadja non la fece finire: con piglio militaresco la trascinò in bagno e, tra mille proteste e attacchi incontrollati di ridarella, riuscì finalmente ad imprimere alla faccia di Costanza il suo estro artistico.

"Ecco, adesso ti puoi guardare" concesse alla fine, sfinita. Costanza si sentiva la faccia appiccicaticcia come se ci avesse spalmato sopra una delle creme di Balthus.

"Allora?" eruppe alla fine Nadja, eccitata "Non sei favolosa?"

"Come no" pensò Costanza, scettica "E Karkaroff è la fatina dei denti"

Andò allo specchio e guardò a lungo, dubbiosa, la ragazza che vi appariva: doveva ammettere che quella tizia sembrava piuttosto attraente, anche se di Costanza Malatesta era rimasta solo la ruga severa tra le sopracciglia.

"E’…uhm…sono molto carina" disse con voce incerta "Ma..uhm…non ho la bocca un po’ troppo…rossa?"

"E’ perfetta così" la rimproverò Nadja mentre si infilava in un microscopico tubicino nero che si scoprì essere un vestito "Il rosso è l’ideale per le tue labbra sempre imbronciate. Sono molto sexy, così: devono dire hei, io sono Costanza Malatesta, e al diavolo tutti quanti!"

"Il mio rossetto dice questo?" sorrise Costanza, ironica "Diamine, pensavo di dover socializzare, stasera, non di mandare al diavolo tutti solo sporgendo il labbro!"

"Socializzerai, fidati" predisse Nadja con un sorriso saputo "Con quei capelli, quella bocca rossa e la tua solita aria da miss Spocchia li stenderai tutti"

Costanza fece scivolare lo sguardo sull’abito che le segnava le forme, accorgendosi solo in quel momento di quanto fosse terribilmente aderente.

"Sarà" borbottò poco convinta "Comunque porto con me qualche schiantesimo nuovo: qualcuno potrebbe tentare di rivolgermi la parola, dopotutto"

* * *

Alle undici in punto sulla scuola di Durmstrang regnava un silenzio innaturale. Eppure, a ben ascoltare, qualche fruscio sotterraneo muoveva appena l’aria che sembrava essere diventata di colpo piena di fantasmi scricchiolanti. Soprattutto sulla scala traballante e fatiscente e sugli spalti in via di restauro della Torre Centrale, i fruscii sembravano intensificarsi e trasformarsi in voci vere e proprie.

"Nadja, torniamo indietro" mormorò con voce soffocata Costanza Malatesta, appiccicata all’amica che teneva alta la bacchetta in un Incantesimo Mimetizzante: una volta messo piede fuori dal dormitorio femminile di Torre dei Lupi, nel silenzio buio e severo dei corridoi pattugliati dagli elfi domestici al servizio di Karkaroff e dai Prefetti, l’eccitazione aveva lasciato il posto a vero e proprio panico per la situazione assurda in cui si stava ficcando. La paura di essere beccata in flagrante effrazione era talmente forte che si era persino dimenticata di essere praticamente svestita e truccata come una ballerina di can can.

"Piantala" sibilò seccamente Nadja "Tra un minuto è il nostro turno per la passaporta. Nel frattempo, stai zitta: inventa una nuova ricetta culinaria, programma le prossime vacanze, conta le pecore…quello che vuoi, ma taci"

Costanza ubbidì: chiuse gli occhi, respirò col naso e fece finta di non sentire il freddo pungente che si infilava nella scollatura. Stava quasi per proporre di nuovo una ritirata strategica quando Nadja si mosse velocemente, costringendola ad incespicare per seguirla. Come un folletto fantasma, la giovane sgusciò attraverso la porta opportunamente socchiusa che dalla scalinata immetteva sugli spalti; un freddo vento rabbioso per poco non le strappò la bacchetta di mano e strizzò fuori l’aria dai polmoni di Costanza. Resistendo stoicamente, le due strisciarono contro il muro in ombra e raggiunsero un’impalcatura traballante che copriva appena appena una sezione di muro franato. In un angolo, giacevano anonimi un secchio incrostato di cemento e una triste cazzuola arrugginita che Nadja indicò con entusiasmo.

"Dobbiamo darci all’edilizia o siamo finalmente arrivate?" sfiatò Costanza, praticamente congelata. Nadja non le rispose nemmeno: prese Costanza per una mano e con l’altra afferrò con entusiasmo la cazzuola. Immediatamente, Costanza sentì uno strappo e una spinta mastodontica, come se un gigante le avesse dato un buffetto affettuoso e l’avesse sparata sulla luna: in men che non si dica, come passando attraverso un tunnel variopinto, le due ragazze piombarono pesantemente a terra e rotolarono per qualche metro, boccheggiando dal contraccolpo. Immediatamente, vennero investite da una cacofonia di suoni e colori come se fossero atterrate magicamente nel bel mezzo di un carnevale brasiliano.

"Muoversi, fare largo!" sbraitò un ragazzo, evidentemente addetto allo smistamento ospiti "Sta arrivando il carico delle undici e tre minuti!"

Detto fatto: un gruppo di tre giovani di Torre dei Draghi arrivò rotolando sul terreno polveroso e iniziando a ridere come pazzi furiosi. Costanza, ancora frastornata, si alzò in piedi spazzolandosi l’abito impolverato, ma subito la sua attenzione venne catturata dalla Festa che si svolgeva davanti a lei: una enorme cupola di vetro perfettamente trasparente sotto la luce della luna ospitava una marea di giovani maghi intenti per la maggioranza a ballare come forsennati: luci stroboscopiche e improvvisi scoppi di fuochi artificiali illuminavano di mille colori la folla accalcata. Su tutti, sospesa nel cielo, illuminata e roboante, una enorme caricatura gonfiabile di Karkaroff ricoperta di lustrini tuonava ogni cinque minuti un "BUON HALLOWEEN A TUTTI QUANTI!!!" che faceva tremare le pareti della cupola. Costanza rimase per un pezzo col naso all’insù, abbacinata da tanto colore e da tanto rumore in una volta. In vita sua, non aveva mai visto niente di simile e lo trovava a dir poco pazzesco. E sarebbe anche rimasta lì tutta la sera in contemplazione, se Nadja non l’avesse afferrata per un braccio, sorridendole con una gioia che le sprizzava da tutti i pori.

"Signorina Malatesta…" gridò per farsi sentire sopra al frastuono incessante "Benvenuta alla sua prima festa di Halloween a Durmstrang!"

 

 

Note dell’autrice:

Vi lascio per il week end mentre ancora scrivo della Festa di Halloween: mi sto divertendo tantissimo!! Un bacio a tutte, passate una buona domenica e, se potete, strapazzate sessualmente il vostro uomo fino a sfinirlo: il guadagno è garantito. Non c’entra il fatto che i vostri uomini mi abbiano pagata per dirvelo… è il pensiero che conta!!

 

Serintage: "Eppur si muove…" non potevo riferirlo alle capacità neurali dei protagonisti, in quanto esse sono pubblicamente inesistenti…è come parlare del ricciocorno schiattoso, insomma. Ma no, dai, non sei brutta e cattiva…sei solo "bella a modo tuo" e scaltra: una vera donna dei tempi moderni (sfido chiunque a trovarne una a cui il tamagoci è sopravvissuto). In questo periodo di campagna elettorale, mi sento libera di esprimere un mio spassionato giudizio: VOTATE SERINTAGE! Ovviamente, gli altri esseri viventi, vertebrati e non, causa scarsità neurale non potranno mai afferrare il portentoso messaggio di forza morale che il tuo programma propone, quindi, per arraffare voti, ti consiglio di allestire un palco con ricchi premi e cotillon, ballerine in perizoma e bei maschioni in costume adamitico disposti ad elargire favori sessuali. Ma che vai a pensare, non è corruzione!! E’ che il mondo va così: io per un’occhiata alle mutande di Johnny Depp ti darei anche il voto di castità, guarda. Passiamo alle cose serie: non essere così sconvolta se Sasha e Costanza si sono parlati…la mia ff non durerà in eterno e voglio farli copulare prima della fine, quindi qualcosa devo pur smuovere!! Spero che i clichè che ho in mente vengano sufficientemente ben sviluppati: aspetto un tuo parere spassionato. Sei un mito, ti adoro, lo sai vero?

Yeran: …Hic!…dov’ero…ah, Yeran…hic!…Come butta, vecchia spugna…? Hic!…Non ricordo cosa volevo dirti, fa niente se rimando alla prossima volta?…hic!…Un bacione….hic!… a presto, se sopravvivo…hic!…. A proposito, t’ho detto che la cassa di Whisky incendiario è arrivata…? Hic!

Maharet: Ogni tanto anche io devo farmi una scorpacciata di "già visto"…è come indossare un paio di ciabatte vecchie e calde, mi dà conforto. Speriamo che la mia versione dei clichè non sia così penosa. Sappiatemi dire!!

lilyblack: Dai, la bici non è plebea! E’ contestatrice, è ecologica, è sana…se si fumasse, la comprerei subito!! Dunque, parliamo di questo provino…Sasha aveva richiesto tre donne per esprimere al meglio la sua esuberante attività sessuale. Ci siamo io, te e Costanza (e siamo tre donne, più o meno…). Va bene…ci sto!! Prepara il letto a castello, siamo in arrivo!! P.S.: L’orfanatrofio per bonazzi…ma da dove ti è venuto…?

Helen Lance: Eh, aspetta a dire che Sasha e Costanza si sono dati una sbrigata…la strada per il Paradiso è ancora lunga. Intanto, siamo partiti col rossetto… Un bacione, e grazie come sempre!

Minako-chan : Brava, brava…una bella raccolta fondi non fa mai male!! Se poi non facciamo il film, li usiamo per andare in Autralia, che ne dici?! Grazie infinite per la recensione su OPB, sono davvero felice che quella storia senza pretese abbia riscontrato tanto favore dal pubblico. Un bacio, a presto!!

Romina:Le droghe che girano per Durmstrang sono rigorosamente naturali e alle erbe, ma ti assicuro che Sasha e Costanza non ne fanno uso, anche se sembrerebbe. Effettivamente, il personaggio di Nadja mi piace da morire: sembra svanita e cazzeggiatrice, e invece è una vera faina. Scaltra, burattinaia e furba…meglio non averla come nemica!! Oh, mi sono spataccata dalle risate a sentire il verbo "rondare". Ti giuro, questa la uso di sicuro!! Prima fammi introdurre l’argomento, però: ancora non ne ho parlato, ma Durstrang ferve di attività illecite per minorenni, non so se mi spiego…La stanza delle punizioni la descriverò più avanti, quando Sasha e Costanza avranno l’onore di finirci insieme…oops, spoiler!! Alla fine, dopo tutto questo cazzeggio, una cosa seria: grazie. Sei davvero tanto carina.

Nisi Corvonero: Ciao, mia adorata melanzanona (giusto per stare in tema culinario…). Prima di tutto, se sei davvero in contatto con Johnny Depp e non me l’hai mai detto prima, ti depenno dal mio albo d’oro delle autrici preferite. Secondo, ho appena fatto piazzare un container al posto della cassetta della posta, completo di divano letto, televisione satellitare, doccia idromassaggio e impianto surround…certo, è un po’ ingombrante e i vicini si solo leggermente alterati (mi hanno dato fuoco alla casa, hem…) ma ho spiegato a Beppe che ne vale la pena. Non so come la prenderà quando arriverà Johnny al posto di Uma Thurman come si aspetta…ti farò sapere. Sasha e Costanza si piacciono ma ancora non lo sanno: più che uno stufato rischia di venirci fuori una ribollita, se continuo a tenerli lontani così. Adesso mi do una mossa. Grazie per avermi fatto sapere che anche su te faccio l’effetto Euchessina: le mie amiche vogliono brevettarmi e vendermi al posto delle Fave di Fuca. Non so se prenderlo come un complimento…che devo fare? Un bacio grosso (senza lingua…che sollievo, mi hai tolto un peso dallo stomaco!)

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 : La festa di Halloween ***


Capitolo 9 : La festa di Halloween

 

Nadja dovette praticamente spingere via Costanza che continuava a guardarsi intorno piena di meraviglia: alla destra dell’ingresso su due tavoloni zeppi di dolci e bottiglie, una specie di fontanella a forma di zucca stillava burrobirra in quantità industriali: in un angolo facevano bella mostra di sé una fila impressionante di bottiglie di vodka start fire dal tappo fiammeggiante, prese d’assalto dalla folla assetata. Dietro ai tavoloni, una fila ordinata di scope attirò l’attenzione di Costanza.

"A cosa servono quelle?" urlò nell’orecchio della compagna che le sorrise con aria tranquillizzante.

"In caso di fuga di emergenza!" rispose e Costanza perse di colpo interesse per la festa.

"Fu-fuga…?" iniziò, ma Nadja stava decisamente veleggiando verso un tavolo dove erano più o meno seduti i ragazzi di Torre dei Lupi vestiti con coloratissimi abiti babbani, e non rallentò nemmeno il passo. Costanza vide Dimitri Korsakov che le avvistava e si cristallizzava sul posto e la testa bruna e arrogante di Valenskij svettare sulle altre davanti al bar improvvisato: la sua vista provocò in Costanza un fastidioso quanto inopportuno sfarfallio alla bocca dello stomaco.

"Forse è meglio che io torni indietro…" provò a dire titubante ma Nadja la liquidò con un gesto della mano.

"Sciocchezze. Detlef, Dimitri, tesori miei! Guardate un po’ chi ho portato alla festa?"

Costanza venne praticamente buttata davanti ai due giovani, intenti a osservarla con le bocche aperte e sagge espressioni da cozze sul viso. La ragazza alzò il mento, puntando bene lo sguardo il più lontano possibile da Valenskij che, di spalle, si stava rifornendo all’affollatissimo bar.

"Hem…ciao, ragazzi" salutò debolmente, pronta a darsela a gambe non appena Nadja le avesse mollato il braccio. Dimitri non dava segni di vita, mentre Detlef, seduto sul tavolo, scivolò in piedi con un sorriso abbagliante.

"Wow!" disse solo, rapito, prendendo la mano di Costanza e sbavandoci un po’ sopra con un baciamano un tantino troppo entusiastico "Malatesta, sei uno schianto stasera!"

"Non ti allargare troppo, Himmel, ho sempre la bacchetta a portata di mano" dichiarò Costanza imbarazzatissima pulendosi la mano di nascosto.

Nadja, intanto, aveva teso la mano aperta verso Dimitri con piglio militaresco.

"Sgancia, Korsakov…mi devi trenta galeoni" disse con voce squillante attirandosi lo sguardo incuriosito di Costanza.

Dimitri, riprendendosi dalla sua momentanea paralisi, scucì i soldi richiesti sul palmo di Nadja senza fiatare.

"Quelli per cosa sono?" chiese Costanza, insospettita.

"Una scommessa" trillò gradevolmente Nadja spulciando accuratamente le monete "Lui era convinto che non saresti mai venuta alla festa"

"Nadja!" esclamò Costanza, incerta se ridere o arrabbiarsi "E tutta quella storia dell’amicizia e del fatto che dovevo socializzare… erano tutte panzane per attirarmi qui?"

"Più o meno" sorrise Nadja, angelica "E sarei arrivata anche a cinquanta galeoni se fossi riuscita a farti mettere quella minigonna…"

"Sono disgustata" berciò Costanza mentre un sorriso le curvava gli angoli della bocca "Mi sembrava strano che mi trovassi così attraente da volermi denudare a tutti i costi. Chiederò a qualcuno di darti una sculacciata, uno di questi giorni"

"Io mi offro volontario!" proruppe Dimitri ancora incredulo di stare parlando con Costanza Malatesta senza subire uno schiantesimo "Comunque, Malatesta, sei davvero molto bellissima questa sera"

"Oh, ah…grazie…" balbettò incerta Costanza: immersa nell’imbarazzo fino al collo, sentì una specie di caldo prurito sulla nuca, come se qualcuno le avesse soffiato sul collo. Sta arrivando Valenskij, pensò fuggevolmente con una punta di autentico panico.

"Ma guarda" disse infatti una voce annoiata alle loro spalle "Io pensavo che la mia diletta sorella fosse un Troll camuffato da befana, e invece scopro stasera che è una acromantula camuffata da Troll camuffato da befana"

Costanza aveva avvertito lo sguardo di Sasha sulla schiena prima ancora di girarsi a guardarlo in faccia: sorrideva ironico, ma il suo sguardo era leggermente aggrottato, come se per qualche assurdo motivo ce l’avesse con lei. Sicuramente non voleva che venissi alla festa, pensò Costanza dispiaciuta suo malgrado.

"L’ultima volta ero una gallina repressa" rispose al sorriso a denti stretti "Poi un Troll, ora sono una acromantula: sto passando di grado nella scala sociale, a quanto pare"

Sasha distribuì i bicchieri che aveva in mano agli amici, senza smettere di guardarla.

"Bè, visto che siamo ad una festa dove è d’obbligo sprecare complimenti per qualsiasi scarafaggio di sesso femminile, posso dirti che hai…un rossetto davvero sobrio"

"Mi lusinga il tuo impegno nel trovare qualcosa da dirmi" ribatté Costanza innervosita "Ti sei sforzato davvero tanto"

Costanza e Sasha si pesarono con lo sguardo mentre Nadja, Dimitri e Detlef stavano impalati, attentissimi al loro scambio di battute come se aspettassero da un momento all’altro un improvviso spargimento di sangue.

"Mi ha ispirato la ragnatela che hai addosso" rispose Ssha sollevando il calice a mò di brindisi. La guardò da capo a piedi con una intensità quasi fisica e Costanza sentì qualcosa di innominabile che le si arrampicava lungo la schiena.

"Anche tu hai uno stile niente male" rispose in fretta arretrando di un passo "Cos’è, il famoso look Pompe Funebri?"

Sasha inarcò un sopracciglio, divertito, spazzolandosi con intenzione la lunga giacca nera ed elegante.

"Così si che riconosco miss Spocchia" disse con voce più morbida "Con quella faccia sperduta da Cappuccetto Rosso che avevi prima quasi non sembravi tu. Non bevi?"

Le offrì amabilmente un bicchiere che Costanza accettò, dubbiosa, più per riflesso condizionato che per altro.

"Che diavoleria è?" borbottò annusando con precauzione il contenuto del bicchiere "Dall’odore sembra alito di Troll"

"E’ una pozione Polisucco che ti trasformerà miracolosamente in un essere umano" rispose serio Sasha e Costanza scoppiò a ridere, suo malgrado.

"Ah" approvò Sasha con un sorriso che fece diventare roventi le orecchie della ragazza "La tua paraplegia facciale sta nettamente peggiorando, vedo"

"Che disgrazia, eh?" sospirò lei "Comunque adesso che mi hai spiegato la storia della pozione Polisucco capisco perché la tua faccia sembrava simpatica, stasera"

Gli occhi di Sasha brillarono mentre si avvicinava a lei di un passo, casualmente.

"Questa non ti è venuta bene: ti è quasi scappato un complimento" la avvisò con voce bassa.

"Colpa degli effluvi della pozione Polisucco" rispose Costanza, con la testa che le girava: doveva essere colpa del rumore e delle luci, di certo. Il profumo piacevole ed arrogante della colonia di Valenskij non c’entrava affatto, si convinse il suo cervello ansimando dubbioso.

"Mi stupisce questa tua discesa tra i comuni mortali" stava continuando a dire Sasha, salottiero "Sei venuta a vedere com’è il mondo reale o ci stai semplicemente studiando perché devi fare una tesi sul comportamento dei giovani d’oggi?"

"Caro Valenskij, come al solito ti sopravvaluti" rispose con un ringhio Costanza, ampiamente destabilizzata dal comportamento del fratellastro "Se avessi dovuto preparare una tesi su di voi, sarei andata ad osservare una colonia di pipistrelli giganti del Caucaso, che, se non altro, hanno il pregio di puzzare meno. Ed i loro ultrasuoni sono molto più comprensibili della vostra musica, oltretutto"

Sasha girò il viso verso la pista, sorridendo: un brano musicale di un famoso gruppo inglese (le Sorelle Stravagarie, per la precisione) aveva radunato sulla pista decine di ragazzi che saltellavano sudati e congestionati.

"Ci stiamo solo divertendo" rispose poi a Costanza "Capisco che questo è un concetto che non rientra nella tua sfera di percezione, ma con un po’ di impegno, persino tu potresti capire"

"Zompare come un branco di locuste non mi sembra il massimo del divertimento" rispose Costanza sostenuta.

Valenskij sorrise indulgente mentre un gruppo di ragazze di torre dei Draghi, passando di lì, lo salutava con un entusiasmo ormai prossimo allo stato gassoso. Costanza, per qualche assurdo motivo, ne fu indispettita: per migliorare la situazione ingoiò in un sorso solo il contenuto del bicchiere e, immediatamente, la sua gola subì una reazione termonucleare che le fece arricciare le labbra dal disgusto.

"Hei, occhio!" la avvisò Detlef avvicinandosi e ridendo "Quella è vodka start fire. Devi avere lo stomaco di amianto per buttarla giù così come fosse burrobirra!"

"Siete carini a dirmelo adesso" sfiatò Costanza mentre il calore le si propagava per il torace come un virus infetto.

Nadja le arrivò di fianco e le batté la mano sulla spalla, materna.

"Ci farai l’abitudine" disse, salottiera.

"Prima o dopo il trapianto di fegato?" boccheggiò Costanza mentre Dimitri si perdeva in contemplazione del petto abbondantemente in vista di Nadja.

"Dopo. Korsakov, la pianti di sbirciare la mia scollatura?" sbuffò Nadja, oscurandosi appena "Per quanto frughi non troverai nessuna pentola d’oro, li in mezzo"

"Va bene" sospirò Dimitri, per niente abbacchiato "Vorrà dire che darò un’occhiata in quella di Malatesta…"

Deltef trattenne il respiro, certo che Costanza avrebbe spappolato come una zucca la testa del compagno con una maledizione senza perdono.

"Come vuoi, ma fai attenzione perché ci ho nascosto dentro un Basilisco, stasera" lo avvertì invece Costanza con una scioltezza che lasciò esterrefatta lei e di sasso i ragazzi. Miracoli della vodka start fire, pensò Costanza basita. Prima che Dimitri cominciasse ad approfondire l’argomento scollatura, Nadja prese sottobraccio lui e Detlef e li trascinò verso la pista, senza accampare una scusa ma stringendo allusiva l’occhio a Costanza che la odiò con tutte le sue forze.

"Noto con piacere di essere l’unico beneficiario del tuo meraviglioso umorismo all’acido cloridrico" sorrise Sasha guardando i tre che si allontanavano "Comunque quello del Basilisco nella scollatura sarebbe un argomento da approfondire"

"Si trattava della mia scollatura, non delle tonsille di Natasha Ivanovich" tubò Costanza spalancando innocente gli occhi. Sasha rimase impassibile.

"Appunto" gli scappò detto e l’allusione era talmente palese che Costanza sentì con orrore che le sue guance stavano pubblicamente prendendo fuoco.

"Non…vorrei che il mio Basilisco rimanesse pietrificato, vedendoti" balbettò Costanza di riflesso, ma era sinceramente sconvolta.

Sasha se ne accorse e un lento, mefistofelico ghigno di vittoria gli stirò le labbra.

"Non ci credo…" rise esaltato "Tu potrai chiamarla pure paraplegia facciale, ma quello dalle mie parti si chiama arrossire. Non avrei mai pensato che ne fossi capace: sono agghiacciato"

"Giuro che è paraplegia, ma ho dimenticato di prendere la pozione per attenuarne gli effetti, oggi" ribatté Costanza con le guance ormai completamente rosse "Sai, mi aiuta a sorridere anche se davanti ho un cadavere in decomposizione, il mostro della laguna, te…banalità del genere "

Sasha non si lasciò ingannare: vedere la granitica, inespugnabile Malatesta arrossire come un essere umano qualsiasi l’aveva riempito di autentico stupore. E vedere il suo petto che si alzava e si abbassava al ritmo del respiro accelerato gli aveva smosso qualcosa dentro che aveva a che fare con l’essere un bambino molto, molto cattivo. Si avvicinò di un altro passo, lasciandosi distrarre dai mille riflessi colorati che i riccioli di Costanza, sciolti sulle spalle, catturavano dai giochi di luci circostanti. La ragazza sentì il cambio di temperatura di quello sguardo, da caldo a bollente, mentre le sfiorava i capelli e seguiva le curve del vestito, come un indolente, lascivo dito fantasma.

"E poi sono allergica alle persone troppo alte" continuò balbettando con voce flebile "Mi hanno detto che dopo una certa altezza il resto è tutta boria"

"Davvero?" si informò Sasha avvicinandosi ancora e costringendola ad alzare il viso per guardarlo in faccia.

"Sì, ehm…Potrei anche andare in shock anafilattico. Sei….troppo vicino "

E parecchio allergizzante, con quegli occhi, pensò, ma non osò dirlo.

"Credo di aver trovato il tallone di Achille dell’inespugnabile miss Spocchia" mormorò Sasha, avvicinandosi ancora "Gli insulti praticamente ti rimbalzano addosso, ma i complimenti fanno breccia, a quanto pare"

"Ti ho già parlato, vero?, della mia allergia?" annaspò Costanza cercando di guardare qualcos’altro che non fossero quei liquidi occhi neri e non riuscendoci per niente. Sasha fece un altro passo e Costanza sentì il fruscio sommesso della stoffa dei suoi pantaloni che lambivano quella del vestito da acromantula. Le sembrava di avere il cervello schiantato senza saperne assolutamente il motivo: colpa della vodka start fire!, pensò poi con un tremulo sospiro di sollievo.

"Non smonti proprio mai da quel piedistallo, eh? Miss Spocchia?" sorrise Sasha, incerto. Provava un irresistibile desiderio di afferrare una ciocca di quei capelli magnifici per sentire se erano davvero morbidi come sembravano. Allungò persino una mano, incerto, mentre Costanza apriva la bocca e la richiudeva di scatto. Ma prima che la mano di Sasha giungesse a destinazione, la musica altissima si interruppe improvvisamente su una nota stonata e tutte le facce dei presenti si girarono di scatto verso l’ingresso con identiche espressioni di stupore.

"Alois!" stava gridando il ragazzo di Torre delle Aquile addetto alla sorveglianza della passaporta "Guarda fuori…si stanno avvicinando i custodi del Bosco delle Querce Oscillanti!"

Alois Dinu, che fino a due secondi prima era intento ad esplorare il cavo orale di qualche studentessa del quarto anno, si avvicinò barcollando al bordo della cupola, imitato dai compagni: da lontano intorno alla radura su cui era stata piazzata la costruzione di vetro, si cominciavano ad intravedere ombre scure e minacciose in veloce avvicinamento.

"Alois, razza di sterco di grifone…" grugnì Detlef, indietreggiando "Non avevi detto che ti eri messo d’accordo con i Guardiani?"

"Credevo l’avessi fatto tu…" sfiatò con voce flebile Alois, impallidendo di colpo.

"Ma se mi hai detto che avevi già preso contatti!" strillò Detlef cominciando a spaventarsi sul serio.

"Certo…li avevo presi con te, i contatti!" piagnucolò Alois senza staccare gli occhi sbarrati dal pericolo che incombeva dall’esterno.

Sotto la cupola, scese un silenzio attonito: si poteva quasi sentire lo scalpiccio del panico che cominciava a galoppare fra i presenti mentre Costanza si guadava attorno disorientata e vagamente preoccupata.

"Che succede?" domandò sinceramente confusa, ma nessuno le rispose: Dimitri e Detlef erano parecchio lontani e Costanza non riusciva a vedere la testa di Nadja in mezzo alla folla. Sasha, di fronte a lei, sembrava aver perso completamente l’interesse per i suoi capelli (caso mai fosse davvero esistito tale interesse… nel caos generale degli ultimi minuti Costanza ormai non era più sicura di niente). Nemmeno la guardò in faccia mentre il suo viso si induriva in un’espressione tesa e lo sguardo di ghiaccio teneva d’occhio il movimento dei Guardiani fuori dalla costruzione.

"Valenskij, vuoi dirmi che succede o devo spaccarti in testa una di quelle zucche?" tornò alla carica Costanza, con più convinzione.

Finalmente Sasha sembrò ricordarsi di lei: il suo sguardo gelido la attraversò quasi senza nemmeno vederla e Costanza sentì un brivido di irrealtà attraversarla. Fino a un secondo prima tutto era divertente e rumoroso e lo sguardo di Sasha caldo e sorridente. Che diavolo era successo…?

"Valenskij…" sfiatò Costanza, inquieta suo malgrado.

"Stammi vicino, miss Spocchia" sibilò Sasha all’improvviso indietreggiando di un passo: sembrava di colpo un gatto pronto a ficcare le unghie negli occhi del nemico, in attesa di un minimo segnale di pericolo per scattare.

All’improvviso le ombre dei Guardiani, al di là della cupola, si mossero tutte insieme avvicinandosi minacciose in un gran rumore di zoccoli e grida oltraggiate. I ragazzi sotto la cupola, attoniti, nemmeno respirarono, immobili come l’esercito di pietra cinese, finchè Alois Dinu si girò verso i presenti, gonfiò i polmoni fino a farseli scoppiare e gridò con quanta forza aveva:

"Ragazzi!! TUTTI FUORI DI QUI!!"

Non passò nemmeno un secondo che fu l’inizio dell’Apocalisse.

 

 

Note dell’autrice:

Lo so, la festa per Costanza è durata davvero poco…e ancora non sa cosa l’aspetta!! Rimarrà traumatizzata, poverella…d’altra parte, quasi se lo merita, l’inossidabile miss Spocchia!!

Un bacio particolarissimo a:

Pè: Non so perché, ma quando faccio parlare insieme Sasha e Costanza, mi vengono sempre fuori dei mezzi litigi anche quando non vorrei. In questo capitolo, per esempio, volevo far sbottonare un po’ di più Sasha e invece m’è venuto fuori solo quel : "Appunto" che riguardava la scollatura di Costanza. Dici che la stia tirando troppo per le lunghe? Ma devono succedere ancora delle cose…e poi è dura passare sopra a sei anni di odio…comunque, ho scritto già i prossimi due capitoli e ancora non riesco a farli avvicinare. Consigliami tu una buona terapia…o un buon approccio per quei due cerebrolesi. Ma torniamo all’argomento mutandine: vuoi dire che all’università non le hai ancora usate!?!? E lo sanno i tuoi compagni che vai in giro senza!?? Scommetto che apprezzerebbero questa tua "libertà di pensiero". Come vedi, alla fine, la festa è finita senza gioco della bottiglia. Era un’idea, magari la rispolvero più avanti. Però hanno 18 anni…io la bottiglia l’ho mandata in pensione a sedici. Ah, quasi scordavo!! Alla COOP, vicino al reparto dove c’è il tre per due sulle cervelliere, c’è anche il reparto dei Karkaroff gonfiabili (senza lustrini: con i lustrini era la versione cinematografica solo per Durmstrang). Spero di esserti stata utile. Tu lo sei stata, per me! Ti adoro!! Bacionis

Delfinocurioso: Ciao a te!! Grazie mille per le belle parole e concordo con te sul fatto che il primo capitolo fosse un po’ "palloso"… ma ho lamania di spiegare tutto per bene prima di partire con i miei deliri, insomma, sono un po’ un diesel letterario…forse un diesel e basta. Uhmm… a presto, spero! Baci baci

Helen Lance: Effettivamente, Sasha ha sudato per il rossetto di Costanza, anche se ho preferito lasciarlo più come intuizione vostra che scriverlo nero su bianco. Nadja ringrazia sentitamente per la simpatia espressale, e anche io ti ringrazio per i complimenti (che non sono mai soliti, fidati!!) Baci

Minako-chan: Piaciuta la cupola? Anche a me: mi sono chiesta perché diavolo ho frequentato un istituto tecnico in Italia invece di andare pure io a Durmstrang. Però, ormai è andata! Se la Warner non ti risponde, prova con la Band Apart (quella di Tarantino). Sono così abituati a produrre roba assurda che magari trovano un posticino anche per noi. Dopo l’Australia, io preferirei l’Irlanda al Regno Unito. Stì inglesi, sono così snob!! Un bacione!!

Lilyblack: Sedativo per Costanza…? Come credi di tramortirla, quella? Altro che sedativi, le ci vuole una botta sulla testa, altrimenti è capaced i parlare anche nel sonno…Harem maschile a doppia conduzione…? Cos’è? Illuminami. Putroppo non ho msn (grunt): io e la tecnologia non siamo proprio intime, sai…

Syberia Malfoy: Sono davvero felice quando spunta fuori una nuova lettrice! Quando poi si presenta entusiasta e piena di verve come te, il piacere è doppio, credimi. Carina la definizione di Costanza (adorabilmente insopportabile…io toglierei l’adorabilmente, comunque…). Grazie per le belle parole, sono davvero felice e lusingata del tuo apprezzamento. Lo sono ancora di più Sasha, Nadja e Costanza…Detlef e Dimitri, invece, domandano come mai loro non abbiano ancora nessun fan. Vaglielo a spiegare: siete troppo tonti, ecco perché!! Sasha ti manda un bacio "accessoriato" che quando gli ho chiesto cosa vuol dire mi ha risposto : lo sa Syberia…bo, contenti voi! A proposito…sai che il cappello parlante ha smistato anche me a Serpeverde?!? Diamine, e io che credevo di essere sufficientemente intelligente per Corvonero…me tapina. Ti saluto: a presto, spero!!

Romina: Nadja effettivamente sta riscuotendo un successo inaspettato, un po’ come Garrie a suo tempo: dovrebbe essere una spalla e salta fuori invece come personaggio a sé stante, ricco di sfumature. Anche io la amo, non quanto quella schizofrenica di Costanza, ma abbastanza per tenerla in vita fino alla fine della storia (…he he he…paura, eh?). Spero che il capitolo sia piaciuto: a presto, e grazie per la recensione!

Nisi Coronero: E’ vero, tu per me sei edibile. Ma non riesco a paragonarti a sana verdura…ti vedo più come un babà, un plum cake alla panna, qualcosa di dolce e tremendamente dannoso per il colesterolo. Ma così buonooooo! Passiamo alle cose serie: la festa di questo capitolo non ha niente a che fare con le feste della mia (lontanissima) gioventù: io no ero affatto come Costanza, tra parentesi, che mi sembra un po’ troppo ingessata…d’altra parte, mica potevo dipingerla come la sosia di Paris Hilton se è sempre stata chiusa a Durmstrang a studiare, no? A parte il brivido di panico pensando a te come agenzia matrimoniale, lancerò un sondaggio tra i miei lettori per sapere come si sviluppano i miei effetti diuretici e antiurici. Se tutti confermano l’impellente bisogno di scaricare le proprie viscere dopo avermi parlato e/o letto, ti contatto così mettiamo su un business. Pensa ad uno slogan adatto, il mio non era il massimo…(Con nisi ed Elfie, vero portento, cagherai anche il cemento). Grazie per i complimenti, detto da te valgono doppio…non perché tu sia così brava (anche se lo sei), in questo sito di bravi ce ne sono tanti…ma tu hai una marcia in più, secondo me, e dai tuoi scritti questa cosa salta fuori. Mi sto divertendo a scrivere questa storiellina: non richiede l’impegno di The Runners, ma mi fa ridere, e questo basterebbe come motivo per scrivere. Spero di sentirti presto: un bacione (con cioccolato fuso sopra)

Maharet: Tranquilla, io e il tuo uomo abbiamo già firmato un accordo: pagherà con ricevuta bancaria entro il dieci del prossimo mese, come da contratto. Condivido comunque la tua opinione sul lunedì: vorrei fare una ricerca di mercato e scoprire se la media dei suicidi si impenna in questo giorno così odiato da tutti i lavoratori. Sasha è tornato, visto? Ti manda un bacione (ci prova con tutte, contratto o no…). A presto, e grazie per la stupenda recensione!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 : In fuga dai Guardiani ***


Capitolo 10 : In fuga dai Guardiani

 

Il mondo magico, si sa, è popolato da creature davvero bizzarre. Tra queste, i Guardiani del Bosco delle Querce Oscillanti di Durmstrang meritano un posto particolare per la loro inquietante posizione sociale. Essi sono gli ultimi discendenti di una antica razza di centauri: gli antenati dei Guardiani vivevano nel Bosco delle Querce Oscillanti mantenendo un ferreo controllo sul loro territorio ed avevano sempre avuto fama si essere delle creature crudeli, triviali e molto poco predisposte al dialogo con chiunque non fosse un centauro a sua volta. Quando Durmstrang venne edificata nel bel mezzo del Bosco, i centauri insorsero per protesta tanto che fu necessario stipulare una specie di armistizio tra loro e i dirigenti scolastici: il territorio venne diviso per giurisdizione e per contratto nessuno degli uni poteva invadere lo spazio degli altri. Tassativamente, per nessun motivo. Ovviamente, nel corso dei secoli, gli studenti di Durmstrang violarono questa norma in svariate occasioni, tanto che i rapporti tra i Guardiani e la scuola furono sempre tesi e sull’orlo del collasso, ma le cose peggiorarono ancora di più durante il mandato del preside Karkaroff. Egli, infatti, oltre ad essere odioso di suo, era anche notoriamente contrario alla protezione di specie magiche in via d’estinzione come i centauri, cosa che i Guardiani avevano ampiamente intuito. Infatti, se c’era qualcuno che odiava Karkaroff e tutto il corpo insegnanti più degli studenti, questi erano i Guardiani e spesso gli studenti approfittavano di questo odio per stringere alleanze "pro tempore" con loro per organizzare feste studentesche nel Bosco sotto il naso degli insegnanti. Tuttavia, i Guardiani non amavano affatto l’intrusione non autorizzata degli studenti nel loro territorio e, benché evitassero accuratamente di riferire l’accaduto al preside di Durmstrang, avevano comunque i loro metodi per farla pagare a quei rumorosi intrusi. Per esempio, un bello spavento e una sana scazzottata era quanto di più invasivo intendessero fare i centauri a danno degli studenti.

Tutto questo, però, era assolutamente sconosciuto a Costanza Malatesta che rimase ben radicata al suolo mentre intorno a lei scoppiava l’inferno. L’unico pensiero che le invase la mente, potente e abbacinante come un lampo in un cielo estivo, fu che Karkaroff l’avrebbe espulsa senza nemmeno dover faticare per farlo. Lei stessa gli aveva servito l’occasione su un piatto d’argento, imbucandosi a quella maledettissima festa. Che idiota!! Sei anni di duro lavoro buttati via per…una festa! Era talmente arrabbiata con sé stessa e spaventata dall’arrivo minaccioso dei Guardiani che non si mosse di un passo, nemmeno quando fu stretta in una morsa di gente sudata e odorosa di panico che sciamava impazzita. Non riusciva nemmeno a muoversi, le braccia e le gambe bloccate dalla ressa di gente che spingeva a destra e a sinistra, spintonando, gridando, piagnucolando, senza curarsi minimamente l’uno dell’altro. Il primo impulso di tutti fu, ovviamente, buttarsi verso la passaporta per tornare indietro a Durmstrang, con l’unico risultato di creare un mastodontico tappo all’ingresso. Costanza vide in un lampo la testa bionda di Nadja girarsi verso di lei e urlarle qualcosa che non capì prima di venire fagocitata dalla folla. Uno studente di Torre delle Aquile la urtò pesantemente facendola barcollare, un altro inciampò sl suo vestito e cadde lungo disteso, calpestato subito dopo dai compagni impazziti. Una ragazza cominciò ad urlarle dritto nell’orecchio prima di venire trascinata via da un giovane ancora più terrorizzato. Costanza si guardò intorno, inebetita: aveva perso di vista Sasha nel momento stesso in cui Alois aveva iniziato a gridare e per qualche assurdo motivo si sentiva per questo ancora più sola e spaesata. Un altro urto potente la fece cadere in ginocchio con un gridolino spaventato; stava per essere travolta di nuovo quando un’ombra le calò sopra, oscurandole la vista.

"Sali!" ordinò perentorio Sasha Valenskij che, a cavallo di una scopa dall’aria stremata, aveva bloccato il flusso di persone che potevano calpestarla.

"Verrò espulsa…" singhiozzò Costanza, ancora inginocchiata a terra con un’attonita espressione sul viso "Io…espulsa! Non posso permetterlo!"

"Che diavolo vai farneticando?" sbuffò Sasha faticando a tenere la scopa dritta in mezzo alla folla ondeggiante "Tirati su e sali sulla scopa, presto!"

Costanza alzò su di lui uno sguardo perso, ancora incapace di rendersi conto della situazione.

"Non posso…" balbettò confusa "Karkaroff…"

"Per l’ultima volta, miss Spocchia: o sali o me ne vado le ti lascio qui da sola a farti battere come un tappeto!" ruggì Sasha facendo impennare la scopa. Forse fu per il tono di comando, forse fu per quel miss Spocchia quasi sputato, ma Costanza si arrabbiò e la rabbia le diede la forza per tirarsi in piedi.

"Tu…" iniziò ma Sasha non la fece finire: tirandola bruscamente per un braccio, la caricò di traverso sulla scopa come se fosse un ingombrante sacco di patate e si sollevò immediatamente, sovrastando la ressa urlante. Costanza vide il pavimento allontanarsi bruscamente, subito accecata dai propri capelli che le piovvero davanti alla faccia come un sudario mentre la scopa si alzava in verticale.

"Mettimi giù, troglodita!" strepitò mentre le ginocchia di Sasha le bucavano lo stomaco in una brusca virata della scopa.

"Stai buona" le ordinò Sasha concentrato sulla guida "Almeno finché non usciamo di qui"

Virò di nuovo sfiorando con la coda della scopa la cupola di vetro e Costanza si aggrappò al ginocchio di Sasha per non scivolare giù.

"Fermati!" strillò presa dal panico "Fammi scendere SUBITO!"

Sasha non la stava nemmeno a sentire: sempre volando ad una velocità vertiginosa, aveva estratto la bacchetta magica e la stava puntando con decisione verso uno squarcio sulla parete di vetro attraverso cui stavano entrando a frotte i Guardiani.

"Expecto patronum!" tuonò con voce potente: dalla sua bacchetta fuoriuscì una luce accecante che si condensò subito in una enorme figura alata che piombava con uno stridio assordante sui Guardiani attorno al buco frastagliato nella cupola. Costanza riuscì appena ad intravedere un lucente grifone di luce atterrare su un Guardiano e scaraventarlo lontano che la scopa guidata da Sasha sfrecciò attraverso il foro sulla parete di vetro e si librò in alto verso il cielo notturno. Il cambio di temperatura fu improvviso come una frustata e fece spremere fuori, boccheggiando, il respiro a Costanza. Riuscì in qualche modo a passare un braccio attorno alla vita di Sasha e schiacciò con forza il viso contro il suo polpaccio mentre la scopa virava bruscamente a destra per schivare uno schiantesimo lanciato dai Guardiani a terra.

"Tieniti!" gridò Sasha per superare il rombo del vento: si butto in una picchiata verticale e Costanza gridò aggrappandosi ancora di più alla gamba di Valenskij. La scopa urtò pesantemente un Guardiano che aveva intrappolato momentaneamente Alois Dinu il quale, improvvisamente libero, se la diede a gambe più veloce di una lepre. Mentre la scopa si rialzava repentinamente, un Guardiano riuscì ad afferrare una gamba penzoloni di Costanza, frenando bruscamente la corsa della scopa. Costanza strillò e scalciò con tutta la forza che aveva, pestando come uno stantuffo col piede su qualcosa di morbido. Evidentemente doveva aver fatto centro perché il Guardiano la mollò bruscamente, rimanendo con solo una sua scarpa in mano; la scopa di Valenskij si alzò di nuovo, poi si tuffò in mezzo al Bosco ad una velocità vertiginosa. Con la guancia premuta sul polpaccio di Sasha, praticamente a testa in giù e con i capelli che le coprivano completamente la visuale, Costanza percepì più che sentire l’immersione nella fitta foresta. Sasha manovrava il manico della scopa come se fosse un prolungamento di sé: si alzava, abbassava, scartava a destra e sinistra senza minimamente rallentare, schivando i rami delle querce che si protendevano verso di loro, disturbate da quell’intrusione e sempre pericolosamente rapide e silenziose. Alcuni rami colpirono anche la testa di Costanza, uno addirittura riuscì ad afferrarle la caviglia lasciandole una dolorosa abrasione quando se ne liberò. Il volo notturno nel Bosco delle Querce Oscillanti sembrò durare un secolo. Costanza, ormai completamente intirizzita e piena di contusioni varie, pensava che non avrebbe resistito oltre appesa alla gamba di Sasha quando, all’improvviso, per schivare un ramo particolarmente grosso e bellicoso, il giovane perse il controllo della scopa che rovinò a terra in un gran rimescolio di arti, stoffa nera, pezzi di scopa rotti e grida spaventate. Costanza finì con la schiena addosso ad un tronco d’albero e per un attimo vide centinaia di stelle appiccicarsi alle palpebre. Poi, lentamente riprese a respirare mentre la consapevolezza di essere ancora viva si impadroniva di lei insieme a un dolore soffuso in tutto il corpo. Con un braccio tremante si scostò la fitta cortina di capelli dalla faccia e si guardò intorno: erano finiti in una piccola radura erbosa e sopra di loro i rami delle Querce Oscillanti si agitavano minacciosi. Sasha Valenskij era finito addosso ad un grosso cespuglio e se ne stava supino ad occhi spalancati. Per un terribile momento Costanza pensò al peggio ed allungò un braccio verso di lui, incapace di parlare, quando il giovane si drizzò faticosamente a sedere, mollò qualche imprecazione alla vista della bella giacca tutta lacerata e alla fine le indirizzò un largo sorriso fanciullesco.

"Diamine!" tuonò con voce estasiata "Era un pezzo che non mi facevo un voletto così divertente!"

Al che, Costanza decise che il fratellastro era diventato completamente ed irrimediabilmente pazzo.

* * *

Sasha fu in pedi, bello lindo e spazzolato, molto prima che Costanza si raccapezzasse della sua posizione accasciata contro l’albero. Il giovane le si avvicinò e le tese una mano con una punta di sadica condiscendenza.

"Dai, alzati" disse sbrigativo "Ti sei fatta male?"

"Non ho un solo pezzo allo stesso posto di prima" mormorò Costanza alzandosi in piedi tutta scricchiolante come se avesse le ossa di legno "Ma la scuola…riportami a scuola, devo…devo…"

"Hei, calmati" brontolò Sasha guardandola stupito "Non sono abituato a vederti in preda al panico: potrei morire dallo chock"

"Verrò espulsa!" tremò Costanza arrovellandosi le mani "E tutto per una stupidissima festa…non ci volevo nemmeno venire…"

"Di che stai parlando?" si informò Sasha, tranquillo.

"Karkaroff" sputò fuori Costanza, indignata "Appena saprà …mi sbatterà fuori prima ancora che possa dire addio"

La consapevolezza di quello che aveva appena detto le provocò una voragine di buia angoscia nel ventre. Sorprendentemente, Sasha scrollò le spalle, noncurante.

"I Guardiani non fanno mai la spia con Karkaroff" la informò con sicurezza "A volte si comportano come stasera così, per terrorizzarci un po’… un bello spavento, qualche sonoro ceffone e tutti amici come prima. O forse sarebbe meglio dire nemici come prima?"

Costanza ansimava pesantemente, ancora sconvolta.

"E io dovrei crederti! Vienimi a dire che essere attaccati da un branco di quadrupedi bellicosi e assetati di sangue è all’ordine del giorno, alle vostre feste!"

"Certamente" rispose Sasha con un sorriso sornione "Qualche volta è venuto a farci visita anche il mostro del lago e devo dire che si è sempre divertito molto. E’ meno schizzinoso di te, ovviamente"

"Figurasi se non era così" sibilò Costanza, un po’ più calma: l’assoluta tranquillità di Sasha l’aveva contagiata, almeno un poco.

Sasha la osservò con un sorriso segreto dietro le labbra mentre Costanza faceva un rapido inventario del proprio corpo e scopriva di avere più rami in mezzo ai capelli che nel resto del Bosco, il vestito rotto in più punti e decisamente da buttare, una scarpa mancante e un graffio doloroso intorno alla caviglia. Invece che disperata o spaventata, sembrava scocciata: Sasha non poté fare a meno di pensare che miss Spocchia era l’unica che riuscisse a sembrare una principessa sul pisello anche in quelle condizioni disastrose.

"Datti pace, miss Spocchia" le disse quando la sentì sbuffare "Devi essere l’unica che non sa come ci si diverte qui a Durmstrang. Si vede proprio che questa è la tua prima festa"

"Festa?" trasecolò Costanza, bellicosa "Nei dieci minuti che sono stata a questa vostra presunta festa ho rischiato di morie un centinaio di volte: affogata da quel veleno per topi che chiamate vodka, calpestata da una folla delirante peggio che a un concerto rock babbano, appesa ad una scopa e frustata dalle Querce Oscillanti e adesso qui con te nel bel mezzo del Bosco, di notte e con un freddo lappone che mi sta congelando gli alluci…davvero, una festa riuscitissima!"

"Sai qual è il tuo problema, Malatesta?" domandò Sasha divertito.

"A parte il fatto di essere l’unica persona con un grammo di cervello attivo in tutta la scuola?"

"Sei troppo legnosa" la informò piacevolmente Sasha "Hai questa mania ossessiva di essere succube di Karkaroff, sei indisponente e petulante come una vecchia suocera babbana e parli dandoti talmente tante arie che un tornado a tuo confronto è una brezzolina leggera. Saresti anche guardabile, con un po’ di fantasia e di impegno, ma tratti tutti i ragazzi che ti si avvicinano come letame di ippogrifo; in conclusione, non ti sai affatto divertire"

Costanza indicò sdegnata i rottami della scopa.

"Quello non è divertirsi: quello è tentare l’omicidio plurimo. Che diavolo fai, adesso?"

Sasha si era seduto su un tronco d’albero e guardava verso il cielo con aria annoiata.

"Mi rilasso" rispose logico "Cosa di cui tu avresti un immenso bisogno. Mi è già successo un sacco di volte di rimanere fuori la notte. Bisogna solo aspettare che i Guardiani si calmino, poi torniamo indietro, cerchiamo la passaporta e ci infiliamo a letto prima che i Prefetti ci vengano a dare la sveglia. Ognuno nel suo letto, vorrei specificare"

"Preferirei infilarmi nel letto di Karkaroff piuttosto che nel tuo" sibilò Costanza, convinta.

"Argomento interessante, questo del letto" ribatté Sasha con un pigro sorriso allusivo "Comunque, siamo qui soli io e te. Potremmo approfittarne"

Costanza divenne bianca come un cencio lavato e poi, di colpo, tutta rossa come un ravanello maturo. Tremante di sdegno e segretamente terrorizzata, si allontanò di un passo, si tolse la bacchetta dalla cintura e la puntò minacciosa contro il fratellastro.

"Tu…non oserai…lurido sudicione!" balbettò, completamente alla deriva.

Sasha fece una risatina di scherno con gli occhi scintillanti e divertiti.

"Io stavo proponendo di sviscerare l’argomento Karkaroff" tubò innocente come una faina in un pollaio "Ma devo dire che mi piace il tuo modo di pensare"

Costanza divenne di nuovo bianca e rossa a fasi alterne e Sasha rise fin quasi a piegarsi in due.

"Ah, Malatesta" ghignò alla fine, esilarato "Mi hai aperto nuovi e immensi orizzonti di divertimento scoprendo il tuo pudore da verginella virtuosa. Sarà uno spasso imbarazzarti a morte, d’ora in avanti"

"Ne sono lieta" ribatté Costanza con giustificato livore " E’ sempre stato il mio sogno diventare il tuo giullare"

"Anche il mio, a dire il vero" le confidò Sasha appoggiandosi indolente al tronco di un albero "Allora, mi parli di Karkaroff o vuoi che ci conosciamo un po’ in senso biblico?"

"Quello che voglio è tornare immediatamente a scuola" sbottò Costanza, furibonda "Ho freddo, sono stanca e mi sento un coacervo di dolori articolari. Voglio ficcarmi nel mio letto, dormire e dimenticarmi di aver mai partecipato a questa f-festa del cavolo!"

"Liberissima di andare" sbuffò Sasha, irritato. Costanza, presa in contropiede, si guardò intorno.

"Da…hem, da sola?" domandò compunta. Sasha le indirizzò un blando sorriso saputo.

"Non avrai pensato che morivo dalla voglia di stare solo con te per farmi sfinire dalla tua petulante dialettica, vero?"

Costanza non gli rispose nemmeno: gli girò le spalle, si guardò intorno e, sempre immersa nel suo silenzio oltraggiato, si chinò sui resti della scopa e iniziò a raccogliere i pezzi sparsi sul prato.

"Ti metti a fare una partita a Shangai o stai tentando di riparare la scopa?" chiese in tono salottiero Sasha, senza sollevare nemmeno un dito.

"Non ne ho una di riserva nascosta nel vestito"

"Lo so" replicò Sasha sempre con quel suo sorrisetto blando " Se avessi avuto addosso qualche scopa l’avrei vista sicuramente. A proposito, ti ho già detto che quel vestito ti sta un amore?"

"Valenskij, procedi su questo tono e vedi dove te la ritrovi, la scopa" ringhiò Costanza, di nuovo rossa come un papavero.

"Detta così potrebbe anche piacermi" ribatté lui "Vedo che il manico è intatto. Ti serve qualcosa per legare insieme i rami della coda, però"

"Potrei rigurgitare un po’ di bava e fare una ragnatela, ma haimè, non sarebbe sufficientemente resistente" propose Costanza, sempre parecchio più alterata del solito. Sasha sorrise di nuovo, per niente scalfito.

"Hai ragione" la blandì, salottiero "Oppure potresti usare uno di quei deliziosi calzettoni di lana spesse un dito che voi studentesse amate tanto portare"

Per qualche motivo, nonostante il freddo, gli acciacchi, la paura per l’espulsione e chi più ne ha più ne metta, Costanza si vide scorrere davanti agli occhi, con una chiarezza sconcertante ed una impressionante dovizia di dettagli, l’immagine di Sasha Valenskij che, con quel suo sorrisetto sardonico, sfilava una delle calze che aveva appena descritto a Natasha Ivanovich. Invece che farla fremere dal disgusto o, meglio ancora, suscitarle indifferenza, quell’immagine riuscì a scatenarle un lampo di scintillante, impossibile furore. La giovane si alzò in piedi di scatto, ormai arrivata al punto di ebollizione.

"Ne ho abbastanza delle tue battute da cinghiale in calore!" strepitò, offesa e imbarazzatissima "Me ne vado a piedi"

"Tutta questa sceneggiata per non dire che non sei riuscita a riparare la scopa?" ridacchiò Sasha, e Costanza non trovò di meglio che girargli le spalle e allontanarsi a grandi passi addentrandosi nella foresta. Divertito, Sasha spiò per un po’ la lunga chioma dondolante e oltraggiata che si allontanava maestosa: poi lo sguardo gli scivolò lungo la figura snella e un nuovo, perfido sorriso gli stirò le labbra.

"Hei, miss Spocchia!" la chiamò.

"Che c’è" ringhiò Costanza, senza nemmeno girarsi.

"Non so se il tuo è solo un subdolo modo per farmi ammirare il tuo posteriore o se si tratta di sano bisogno di evasione, ma ti avviso che Durmstrang è dall’altra parte"

Costanza lo guardò per un lungo minuto, fremente di rabbia. Poi, senza una parola, si incamminò nella direzione opposta e ben presto sparì in mezzo al buio della notte, claudicando su una sola scarpa. Sasha la guardò andare via con un blando sorrisetto divertito: magari ne avrebbe pagato in seguito le conseguenze, ma quella gita fuori porta con miss Spocchia era stata oltremodo divertente!

 

 

Note dell’autrice:

Serintage: Sapessi che sollievo! Il primo clichè (la vestizione) mi faceva un po’ paura…grazie per avermi detto che non ha fatto così vomitare. Ma passiamo alle cose serie che ho Sasha che mi scalpita qui dietro alle spalle: mi dice di riferirti che lui è taaaanto ma taaanto bravo a fare il bambino cattivo, che per due "calde" fanciulle italiane (ed ha sottolineato la nazionalità come se fosse indicativa… sa qualcosa che io non so ?!?), con il vostro meraviglioso senso dell’umorismo è disposto a diventare pompiere e a condividere menage a due, a tre e anche a quattro…purchè rimanga l’unico maschietto nella combriccola. Disgraziato! Fortuna che è giovane e siccome l’ho inventato io, so di per certo che a livello di "prestazioni" non lo batte nessuno. Mica potevo crearlo così fico e poi, sul più bello…"già fatto?". No, eh? Comunque…Johnny Depp è mio, l’ho già più volte ampiamente ribadito e comincio a stufarmi di quelle sciacquette che vogliono metterci le mani sopra. Guardate che se divento cattiva, tiro fuori il prosciutto e ve lo do forte sulla testa, eh? (le mie origini emiliane si fanno sentire nel momento del bisogno….). Ah, i miei errori!! Uno l’ho corretto, l’altro il "sei molto bellissima" di Dimitri era voluto. Che vuoi, è un troglodita anche lui! Ti mando un bacio "groso groso" (devo risparmiare sulle "S", noi emiliani ne facciamo un uso smodato) è una domanda cosmica: ma la grigliata è di pesce o di carne? Pesce: scampi e gamberoni. Carne: costolette di agnello (slurp!). Chiamatemi e spiegatemi cosa c’entrano i pompieri.

Pè: Qui siamo al delirio!! Si fanno grigliate a destra e a manca e sono invitata solo come accompagnatrice (bè, per lo meno non pago l’ingresso…). Sasha s’è già messo il pantalone di pelle nero per l’occasione. Io gli ho detto che è un po’ da tamarro, lui mi ha graziosamente spiegato che a Durmstrang non esistono tamarri, al che volevo dissentire, ma la diatriba che ne sarebbe nata ci avrebbe distratto dall’evento mondano della stagione (la vostra grigliata!) allora ho desistito. Che brava, eh? Comunque, gli ho fatto mettere la camicia di seta invece che il giacchino con le frange: tamarro va bene, ma anche stile Village People no, eh?!? Sasha si è parecchio gasato su quel "vigoroso" che hai scritto. Effettivamente, complice la giovane età, di vigore ne ha a pacchi, il bel Sasha. Hai trovato la pubblicità che lo ritrae? Dico, ma non è bellissimo lì!!!!? Effettivamente, Costanza ci metterà un po’ a "partire" sentimentalmente, ma nel frattempo ho in mente tante belle cosucce per i due fratellastri. Ah, cosa importante: Dimitri e Detlef sono qui che strisciano per terra piagnucolando e chiedono, supplicano anzi, di essere invitati alla grigliata anche loro: chiamali, credimi, ne vale la pena (se non bruci qualcuno, che ci stanno a fare i pompieri?). Costanza, visto che non è stata invitata, sta preparando una fatturina Orcovolante solo per voi….Occhio!! Un bacione, sei fantastica e io ti adoro ("Anche io!" "taci, Dimitri, tanto non ti vuole…"). Ok, siamo alla frutta…

Maharet: Ciao!! Oh, prima di tutto "invorniti" è un termine ampiamente sfruttato anche dalle mie parti, quindi il concetto mi è stato chiaro da subito. Tranquilla, il bacio ci sarà…non prestissimo (sto scrivendo il capitolo 12 e sto divagando un casino, qualcuno mi fermiiiii!), ma prima della menopausa, tranquilla. Adesso, però, mi devi spiegare com’è il tuo peggior nemico senza tirare in ballo la scusa del lunedì. Sono contenta che questa storia ti stia appassionando: io, al contrario, m sto appassionando a VOI! Un bacione!

Yeran: Vedo che la sindrome del lunedì colpisce tutti, indipendentemente dallo stato sociale e neuronico…Sono felice di aver contribuito a rendere vivibile il tuo, comunque tu e le altre avete reso il mio lunedì sinceramente bellissimo! Ah, Nadja ringrazia per i complimenti e dice che ti aspetta a Durmstrang per offrirti un bicchierozzo di vodka start fire. Ti mando un bacione grossissimo, ciao!!

Romina: Amore mio, guarda che il principio matematico "dopo una certa altezza, è tutta boria" vale naturalmente solo per il genere maschile. Per le femmine, il buon Iddio aveva tanta roba buona da darci che ha dovuto allargare i contenitori. A te è andata bene perché si è allargato in verticale…a me invece mi è toccato l’ingrandimento orizzontale. Quindi, non lamentarti, please, povera Calimera tutta nera. He he he, si comincia a vedere che tra Sasha e Costanza "qualcosina" c’è? Bene, bene. Tra un po’ partono i fuochi d’artificio, poi non lamentatevi se cambio rating…siete voi che mi spingete! Ti mando un grosso bacio e una cassa di vodka start fire, ma la seconda è per il tuo uomo che oltre al bonifico mi ha mandato un mazzo di rose rosse e un braccialetto con brillanti. Ma che caro che è! Uno sbaciuz anche a te, mitica!

Nisi Corvonero: Dissento, dissento e dissento. Se proprio devo paragonarti ad una macchina, ti vedrei di più come una Rover 4X4. Intanto è inglese e tu sei molto "international" (birra a Liegi, soggiorno in Inghilterra, gituzza in Islanda, pied-à-terre a Busto Arsizio…). Non è un’offesa, eh? Anzi, è un complimentone. Pensa a me, che sono come una Mutlipla Bipower (come mi ha gentilmente fatto notare il mio ammmore). Gli hem hem hem tra Costanza e Sasha ci saranno…più avanti. Poi, quando comincio non mi fermo più, quindi non lamentatevi se copulano troppo, va bene? Ah! Mi hai dato un’informazione che mi ha lasciato sconvolta, basita, stupefatta: ma davvero Paris Hilton LEGGE?!? Non l’avrei mai detto. Però è davvero brava a fare quello che fa, cioè niente. Ce ne fosse di gente così! Al ristorante dei miei genitori sei invitata quando vuoi, ti aspetta una abbuffata di tortellinilasagnepolentacolcinghiale che basterebbe a sfamare il Ruanda per due giorni. Sappimi dire che prenoto il suino per te. Ti mando un bacione, ma spiegami quella cosa dei pantaloni a vita bassa: c’entra per caso il famoso principio dei vasi comunicanti, che se premi di sopra si gonfia il di sotto?

Minako-chan : Ok, prima di andare in Irlanda ci fermiamo a prendere un thè a Londra…ma solo cinque minuti, eh? Poi, visto che ci siamo sparate due bei paesotti civilizzati, che dici di una puntata nel selvaggio Uzbekistan? Scherzo, eh. Proponi tu una nuova meta, và!

Lilyblack: Ah, adesso capisco…alla faccia del sedativo! Non vorrei elencare gli effetti collaterali, ci viene fuori una Bibbia…Bella idea l’Harem maschile e concordo con te che occorre assolutamente affiancare questo servizio pubblico con l’orfanatrofio per bonazzi. Ragazze!! Adottate un bel maschione, altro che balene e panda!!! Ok, dopo questa signorile esortazione…passiamo alle cose serie. Se la genetica lo permettesse, quanti cloni di Jonhhy Depp occorrerebbe creare per mettere su un business redditizio? Fai due calcoli e sappimi dire. Comunque la mia mail è presto detta: asiab96@tiscali.it. Sono curiosa di sentire i deliri del tuo "morbo"…un bacione, a presto!!

Helen Lance: Bè, povera Costanza davvero…comunque, è già un pezzo che l’erba pipa circola abitualmente a Durmstrang. Ho idea che Csotanza tra un po’ se ne farà dosi industriali…ah, ah, che cattiva che sono! Ma no, dai, sono fin troppo buona (guarda che fratellastro che le ho creato…da mangiare con gli occhi!)…un bacione!!

Delfinocurioso: Eh, Sasha, Sasha, quanti cuori che spezzano quegli occhioni neri… come vedi, miss Spocchia non è poi così piena di sangue freddo come dice. Cederà, prima o poi. Abbiate fede! P.S.: dicevo "a presto" perché speravo di risentirti. Io sono sempre qui, dove vuoi che vada?!? Sono drogata di vostre recensioni. Datemi la mia doseeee!

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 : Chi di scopa ferisce... ***


Capitolo 11 : Chi di scopa ferisce…

 

Costanza rientrò nel dormitorio femminile di Torre dei Lupi che erano le quattro passate: una visione in bianco e nero infangata e furibonda fece il suo ingresso claudicando e le ragazze presenti, accoccolate sui letti in trepidante attesa, balzarono in piedi tutte insieme.

"Costanza!" esclamò Nadja, stravolta dal sollievo, correndole incontro. Costanza si lasciò abbracciare senza muovere un solo muscolo della faccia e Nadja quasi scoppiò a piangere dalla gioia di rivederla.

"Cominciavamo a pensare che non saresti più tornata!" balbettò Paulina, sull’orlo delle lacrime.

"Tra poco passeranno i Prefetti a dare la sveglia!" si preoccupò Sigrid, prendendola sottobraccio.

Costanza le ignorò, con la faccia di pietra.

"Balthus?" chiese solo, a voce bassa e misurata.

"Sta bene" la tranquillizzò Nadja "Ho pensato io a spalmarlo con quella colla verdastra…"

"Allora, ci dici che è successo?" proruppe Paulina, smaniando di curiosità.

"Non ha importanza" tagliò corto Costanza.

"Ti abbiamo aspettato per un pezzo sugli spalti" le mormorò all’orecchio Nadja accompagnandola verso il suo letto "Per un attimo abbiamo sperato che fossi già qui, quando siamo tornate…"

Costanza si tolse il vestito con una smorfia di dolore sul viso: era letteralmente intirizzita, stanca ed i suoi capelli erano una specie di nido di cormorano appoggiato sulla testa.

"Ti ringrazio davvero tanto, Nadja" sibilò infilandosi con foga la camicia da notte "E’ stata una festa splendida. A proposito, grazie per non avermi informato prima dei Guardiani: mi sarei persa la gioia immensa di credere di stare per morire, altrimenti"

Nadja sbatté le ciglia, confusa.

"Io…non pensavo…" sussurrò.

"Ecco, brava. Continua pure a non pensare. Buonanotte"

Costanza si infilò a letto e stava per tirarsi le coperte sopra alla testa quando un braccio di Nadja la bloccò.

"Hai tutti i diritti di essere arrabbiata con me" le disse con un vaghissimo tono di scusa dal sapore sospetto "E domani ti autorizzo a punirmi nella maniera che più ti aggrada. Ma adesso, non puoi metterti a dormire senza dirci cosa è successo tra te e Sasha!"

Costanza perse qualche secondo a fissare esterrefatta le facce fameliche delle ragazze che contornavano il suo letto.

"Non posso crederci" disse infine, più allibita che arrabbiata "Tutta questa premura, poi siete solo qui ad aspettare che vi racconti un qualsiasi pettegolezzo…Nadja, ma tu pensi davvero che in questo universo conosciuto possa succedere qualcosa tra me e Valenskij che non sia una guerra nucleare?"

"Bè, mica stiamo parlando di uno stoccafisso qualunque" giustificò Paulina, timidamente "Ti abbiamo vista tutti salire sulla sua scopa…"

"Non sono salita sulla sua scopa" rettificò Costanza, ancora furiosa "Sono stata caricata. Tra me e un sacco del pattume non ci sarebbe stata nessuna differenza"

"Ma Costanza" si intromise Sigrid con gli occhioni spalancati "Sasha ti ha caricato sulla sua scopa!"

"Il concetto l’ho capito" si spazientì Costanza "Quello che non capisco è tutto questo orgasmo per una scopa. Neanche fosse stata d’oro zecchino! E non lo era, vi assicuro"

"Costanza" sospirò Nadja passandosi drammaticamente una mano sulla fronte "Forse non hai ben chiari i rituali di comportamento qui a Durmstrang"

"Salire sulla scopa di un ragazzo, soprattutto di un giocatore di Quidditch, ha un significato ben preciso" rincarò la dose Paulina, annuendo.

"Un significato a sfondo sentimentale" specificò Sigrid.

Costanza girò lo sguardo da una all’altra mentre la costernazione si sostituiva alla rabbia.

"Quando sali sulla scopa di qualcuno significa che…accetti la sua corte" riprese Paulina vedendo che Costanza non ci era ancora arrivata del tutto.

"Ma…ma….era una situazione di emergenza!" balbettò Costanza "Avevamo addosso quei maledetti Guardiani e tutti erano impazziti e in preda al panico…Valenskij non voleva assolutamente caricare me nel senso che dite voi! Chi è che in quella baraonda si è messo a cavillare su chi fugge sulla scopa di chi?"

Le tre ragazze di Torre dei Lupi si guardarono tra loro, stupite.

"Bè, tutti" ripose Nadja con semplicità "L’unica scopa partita in volo è stata quella guidata da Valenskij. Tutti vi hanno visto sparire nel Bosco delle Querce Oscillanti"

"Ma…si trattava di una fuga! Nient’altro!"

"Costanza, tu non capisci" sospirò Sigrid "Valenskij non ha mai fatto salire nessuna sulla sua scopa. Come informazione potrebbe anche passare in secondo piano se parlassimo di uno sbarbatello del secondo anno, ma stiamo parlando di Sasha Valenskij. Mi spiego?"

Costanza sollevò su di lei due occhi pieni di dubbio.

"Pensavo che avesse caricato un intero esercito di ragazze, su quella scopa disgraziata" bofonchiò.

Le tre ragazze dissentirono con enfasi contemporaneamente.

"Nessuna" dichiarò Nadja, solenne.

"Mai" rincarò la dose Sigrid, scura in volto.

"Ditemi che è un incubo" mormorò Costanza, ormai più depressa che infuriata "Così avete pensato che io e lui…"

Un radioso sorriso illuminò il viso di Nadja.

"A dire il vero, era quello che io e le ragazze pregavamo che succedesse da un sacco di tempo"

"Sai, stare sole non fa proprio bene ai nervi" confidò Paulina, complice "Così ci siamo dette: se trovasse un ragazzo, sarebbe sicuramente più rilassata!"

"Andava bene un ragazzo qualsiasi, ma sei riuscita ad accalappiare proprio Valenskij…wow!!" terminò Sigrid, eccitata.

"Adesso però ci devi dare i dettagli!" trillò Paulina sfarfallando le ciglia

"E’ vero che non ti bacia mai per primo, ma aspetta sempre che sia tu a dover fare il primo passo?"

"E’ vero che quando ti bacia sembra che ti faccia un incantesimo di memoria perché non capisci più niente?"

"E’ vero che…" quello che chiese Nadja era talmente privato che Costanza rimosse la domanda dalla memoria immediatamente dopo averla ascoltata. Sotto quel bombardamento, non sapeva se ridere o se ucciderle tutte con una maledizione Cruciatus cumulativa.

"No, no!" esclamò congestionata sedendosi sul letto "State sbagliando tutto! Io e Valenskij siamo fuggiti insieme, sì, anche se non sapevo niente di questa cosa della scopa dei giocatori di Quidditch…roba da matti! Comunque, siamo crollati in mezzo al Bosco, la scopa si è rotta in mille pezzi, abbiamo litigato un po’ poi io sono venuta a casa a piedi…tutto qui. Non è successo assolutamente niente di niente!"

"Vuoi dire che eri sola, nel Bosco, di notte, con Valenskij…e non è successo niente?" domandò scettica Sigrid.

"Ve lo devo imprimere a lettere infuocate sulla fronte?" grugnì Costanza, arrossendo suo malgrado "Non è. Successo. Niente"

Sulla faccia delle tre ragazze, un identica espressione di dubbio lasciò il posto ad una costernata consapevolezza ed, infine, ad un rassegnato compatimento.

"Oh…" disse Nadja a nome di tutte. Costanza si riappropriò delle coperte e si mise a sistemarle con foga: tutto quel parlare di Sasha e di riti di accoppiamento e prestazioni sessuali le aveva messo addosso una tristezza cupa e inspiegabile.

"Ragazze" disse con voce più misurata senza guardare nessuno negli occhi "Forse non avete ancora capito che Valenskij non ha nessuna mira verso di me. Mi odia, mi ha sempre odiata e la cosa è felicemente ricambiata"

"Sì, ed io sono la fata madrina" mormorò scettica Nadja.

"Quello di stanotte è stato un triste equivoco che non si ripeterà mai più" terminò Costanza in tono molto definitivo.

"Valenskij non fa mai errori di questo tipo" dissentì Paulina tornando verso il suo letto mogia mogia.

"Lo sa bene Natasha…quando vi siete alzati in volo la sua faccia sembrava pozione Polisucco tanto era verde" mormorò Sigrid, vagamente preoccupata.

"Eravate così belli!" sospirò Nadja, rapita "Così…perfetti! Miss e Mister Spocchia, finalmente insieme!"

"Sono spiacente di aver infranto i tuoi sogni da agenzia matrimoniale" brontolò Costanza ficcandosi sotto le coperte "Buonanotte a tutte, adesso"

Le ragazze strisciarono verso i propri letti mentre Costanza aspettava ancora, allerta.

"Ma nemmeno un bacetto piccolo così…?" domandò infatti Nadja indomita, interrotta da una secchissima Costanza.

"No. Ed ora, Nadja, ti auguro definitivamente la buonanotte. Mi sono spiegata?"

* * *

Il giorno dopo, o forse sarebbe più corretto dire due ore dopo, Costanza si svegliò con un raffreddore micidiale e con un senso di stanchezza nelle ossa che andava ben oltre ogni immaginazione, senza contare che era ancora talmente arrabbiata con tutti che le sembrava le fossero cresciute le zanne. Marciò verso la mensa con una espressione talmente truce che nessuno di quelli che le si avvicinavano per chiederle della sera prima osò rivolgerle la parola. Nadja era già là, al tavolo con Detlef , Dimitri e tutta la squadra di Quidditch al completo. Valenskij, lucido e smagliante come se fosse arrivato fresco fresco da una beauty farm, si girò a sorriderle con aria di scherno, ma Costanza finse di non vederlo: si sedette nell’angolo opposto del tavolo, si versò un litro di caffè bollente e prese a sorseggiarlo ad occhi chiusi, recitando un mantra himalayano per recuperare il controllo dei propri nervi. Un’ombra le disturbò la concentrazione: aprì gli occhi corrucciata e si trovò davanti nientemeno che Natasha Ivanovich, circondata da quei tre gargoyle di gomma delle sue compagne di Torre delle Aquile.

"Buongiorno, Malatesta!" trillò Natasha con un sorriso smagliante. Ancora stupita Costanza borbottò un saluto lanciando una rapida occhiata sospettosa verso Valenskij che si era girato a guardare la scena interessato.

"Ti ho vista ieri sera alla festa" continuò Natasha, insolitamente affabile "Eri davvero molto carina"

"Grazie" rispose Costanza mentre un vago senso di inquietudine le serpeggiava lungo la schiena "Anche tu, ehm… stamattina non mi sento molto bene: se vuoi scusarmi…" fece per alzarsi in piedi, ma una mano di Natasha la ributtò indietro con durezza.

"Non ho finito di parlarti" sussurrò Natasha, sempre con un sorriso infido sulla bocca "Mi hanno detto che ti hanno vista andare via prima di mezzanotte e tornare all’alba. Immagino che tu ti sia divertita parecchio, in quel lasso di tempo"

Costanza si appoggiò allo schienale della sedia con gli occhi pericolosamente luminosi. Ne aveva decisamente abbastanza: di Natasha, di Valenskij e soci che ridacchiavano dall’altra parte del tavolo, di tutti i maledetti rituali segreti dei ragazzi, del mal di testa e persino di sé stessa.

"Mia cara" disse con voce flautata (e per chiunque conoscesse Costanza quello era un chiaro invito a darsela a gambe immediatamente) "Non so perché di colpo ti impicci degli affari miei, e francamente non mi interessa. Ti avviso solo che se ti azzardi di nuovo a sfiorarmi anche solo per sbaglio con quelle zampe da grifone che ti ritrovi per mani, passerai i più brutti cinque minuti della tua vita"

"Credi di spaventarmi, lurida ladra di ragazzi?" sibilò Natasha, perdendo di colpo il sorriso. Costanza inarcò un sopracciglio, altezzosa.

"Oh, adesso capisco il perché di questo dotto scambio di vedute. Stai tranquilla, dolcezza: il tuo Valenskij non lo toccherei nemmeno con i guanti di amianto e la cosa mi sa tanto che sia reciproca. Quindi, evita di maltrattare tutte quelle che si avvicinano al tuo prezioso bufalo da Quidditch, soprattutto se si sono avvicinate a lui per sbaglio"

"Se non ti interessa, come mai te ne sei andata via con lui? Da sola? Sulla sua scopa?" la voce di Natasha era salita ti tono in maniera preoccupante, ma Costanza sembrò non darsene pena.

"Se c’eri anche tu dovresti ricordare che non eravamo esattamente in compagnia di una delegazione diplomatica di Guardiani. Tra parentesi, più che salire sulla scopa di Valenskij ci sono stata buttata sopra. Ho anche perso una scarpa e mi dispiace molto averla persa perché era di Chanel"

"Certo, continua pure a fare la sceneggiata dell’intoccabile principessa sul pisello" sibilò Natasha sporgendosi verso di lei con espressione feroce "A me non la dai a bere: sempre con quella faccia da madre priora, sempre a comportarti come se esistessi solo tu nell’universo magico… le conosco quelle come te. Cagne in calore mascherate da duchesse snob"

"Ci mascheriamo per differenziarci dalle cagne in calore e basta" sorrise Costanza "Quelle come te"

Natasha, ovviamente, non vedeva l’ora di essere provocata per reagire: con un gridolino rancoroso, afferrò la bacchetta magica e l’agitò in aria come una sciabola.

"Wingardium Leviosa!" strillò e la tazza del caffè di Costanza si alzò di scatto, pronta a rovesciarsi sulla testa della proprietaria.

"Esilio" mormorò Costanza senza scomporsi con la bacchetta comparsa all’improvviso nella sua mano e la tazza eseguì

un perfetto dietro front e si rovesciò leggiadra sulla testa di Natasha. Mentre la giovane strillava portandosi le mani alla testa fumante e gocciolante liquido ambrato, i ragazzi si girarono tutti a guardare quello che succedeva al tavolo di Torre dei Lupi; alcuni iniziarono a ridere, altri rimasero a bocca aperta dallo stupore, qualcuno particolarmente sveglio fece persino una foto. Costanza non ebbe nemmeno il tempo di alzarsi dalla sedia che una isterica Natasha le puntò contro la bacchetta di nuovo.

"Stupeficium!" ruggì la ragazza, accecata dalla rabbia e dal caffè che le gocciolava dalla testa.

Due perfetti lampi di luce azzurrina, colpirono Natasha l’esatto secondo prima che finisse di pronunciare la sua formula.

Il primo "Rinoaugeo!" fu sparato da Costanza; il secondo "Finite incantatem!" arrivò, sorprendentemente dalla bacchetta di Sasha Valenskij che si era alzato in piedi così velocemente che nessuno l’aveva visto. Natasha, colpita da due incantesimi contemporaneamente, si alzò praticamente in volo e il suo corpo fece una graziosa parabola discendente, finendo a terra e strisciando per alcuni metri. Il suo naso aveva preso una consistenza gommosa e stava crescendo a vista d’occhio, come un rotolo di salsiccia informe. Ben presto si allungò tanto da caderle sul petto e la giovane cominciò a strillare con quanto fiato aveva in gola di disgusto e terrore. Uno scoppio di "oooh!", alcuni allibiti, altri trionfanti, accompagnò le urla della ragazza, ma gli schiamazzi terminarono immediatamente quando accanto al corpo lungo disteso di Natasha apparvero le scarpe a punta e il naso aguzzo e fremente della professoressa Bilenska.

"Cosa…succede…qui?" strillò la donna spalancando gli occhi più per la sorpresa che per altro. Il suo sguardo fulmineo bruciò la sala piena ormai di occhioni innocenti e di capi chini e individuò immediatamente le bacchette ancora alzate di Costanza e Sasha.

"Valenskij e Malatesta!" strepitò la professoressa facendo un minaccioso passo avanti "Mi dovete immediatamente delle spiegazioni!"

 

 

Note dell’autrice:

Serintage: Ah, ah!! L’unica che ha fatto notare a quel campione di boria di Sasha che si è sfracellato con la scopa sei stata tu. Naturalmente, lui è offesissimo (anche perché io e Costanza continuiamo a prenderlo per il c..o ogni due minuti). Ovviamente, si impegnerà ancora di più nella "pièce de resistance" a sfondo ludico che avete organizzato tu e Pè intorno al fuoco di una grigliata. A proposito, concordo con le costolette da azzannare tenendole con le mani nude. Divento un po’ triviale, quando si tratta di cibo…io adoro mangiare. ("E si vede, tranquilla!" n.d. Sasha) Zitto, sgorbietto, se non vuoi che ti faccia spodestare da Krum come capitano della squadra…Ma toglimi una curiosità: i pompieri sono pompieri veri o è un gruppo tipo i California Dream Men travestiti sulla falsariga del Village People? Illuminami, ti prego, non ci dormo la notte…

: La cosa più faticosa, o mia dolcissima, meravigliosa amica, è proprio quella di far avvicinare Sasha e Costanza pur rimanendo "in character" coi loro personaggi. Hanno entrambi caratteri forti e orgogliosi, sto sudando sette camice per non scrivere "Costanza capì che stava sbagliando tutto, si chiuse con Sasha in bagno e zomparono per tre giorni dietro fila senza nemmeno mangiare. Per il bere c’era l’acqua del rubinetto". Però, sai, mi sembra così…banale. Adesso veniamo alla grigliata, magari lì ci viene un’ispirazione. Costanza, entusiasta al massimo, dice che ADORA i pompieri!! Ma che hanno di così particolare? Mica sono tutti come William Baldwin e Kurt Russell, ve? Ce ne sono alcuni che sembrano Woody Allen, e per quanto sia intelligente, caustico e meravigliosamente ironico, ammetterai che è uno scorfano! Va bè, sto divagando. Grazie per i complimenti (immeritati), leggere le tue recensioni è sempre più divertente! Un bacione forte forte, Elfie

Maharet: Soppa!! Ma c’ho una compaesana, qui! A dire il vero io abito tra Modena e Reggio (Emilia, se dicevo Calabria la zona di residenza era un po’ troppo ampia…). Allora, anche tu ti fai in vena di tortellini e lasagne? Io sto tentando di smettere, ma alla lepre in umido "cun la puleinta" proprio non resisto. E’ anche la stagione giusta…Innalzamento del rating? Ancora no, ma quando arriveremo lì…he he he…se non mi blocca la timidezza (che c’è, dentro di me: un po’ sepolta, ma c’è). Un bacione, paisà! At Salùt!

Lilyblack: Confesso che non avevo valutato eventuali parentele con i personaggi della Rowling: Costanza cugina di terzo grado di Ron? E Sasha? Direi che lui è un diretto discendente dei Malfoy, a veleno siamo lì. Come vedi, lui non l’è andata a cercare e lei non è tornata indietro, ma la situazione si è parecchio evoluta! Finalmente si è mosso qualcosa…che bello, sono così emozionata che non smetterei mai di scrivere! Grazie per i complimenti, mi lusingano troppo (quindi, non smettere, please…). Ah! Ovvio che voglio la tessera di socia, però Johnny Depp lo voglio in esclusiva ogni giovedì, dalle otto del mattino al mezzanotte. Lo distruggo così tanto che per il resto della settimana è fuori uso, poveruomo…

Yeran: Ciao! Come hai giustamente intuito, Costanza per sei anni più che un topo da biblioteca è stata un pipistrello da grotta sepolta. Non l’ho scritto, ma non è mai andata ad una partita di Quidditch…e non perché non le piaccia, ma perché si è offesa quando l’hanno scartata ai provini. Lei è così: vendicativa, refrattaria alla vita mondana, permalosa… ma anche molto generosa, quando vuole. Il fatto è che fin’ora non ha voluto! Sasha più che sveglio è scaltro…Che adorabile bastardo che ho creato! Lo amo tanto. Grazie per il commento, fa sempre piacere leggere di te!!

Minako chan: Che bello il tuo secondo nick! Solo che, detto tutto insieme, viene fuori uno di quei nomi tipo gli spagnoli che nominano i parenti dino alla terza generazione indietro…Minako chan Aurora Ginevra y Ramones y Rodriguez y Gutierrez viva Zapatero ola donde està el toro…Ah! Beata te! Il mio nick è così corto che mi vergogno…Grazie per i complimenti, sei sempre troppo carina!

Helen Lance: Grazie, come sempre, di non mancare mai all’appuntamento quotidiano! Potremmo fondare un movimento, PEPI (Protezione Erba Pipa Italiana), che dici?

Romina: Ah…sarà per questa tua imbarazzante idiosincrasia che il tuo uomo mi aveva detto "Non dire niente a Romina, ti preeeeegooooo!" Comunque, la vodka start fire consumatela insieme, così vi chiarite meglio. Il braccialetto l’ho restituito, non vorrei mai farti soffrire, o mia Musa!! …E poi lui mi ha promesso un Rolex…Le rose, invece, le ho portate al cimitero. Scusami, ma detesto i fiori recisi, e devo essere l’unica donna nel pianeta!! Cambio di rating? Adesso vediamo. Le idee ci sono, bisogna vedere se riesco a concludere!! Comunque, sei stata l’unica a notare che l’allusione di Sasha sulla calza era riferita a quella che aveva visto luie di cui ancora sogna, effettivamente…Che intuito, che sensibilità, che meravigliosa capacità di analisi!! Peccato per l’altezza, eh. Scherzo! La mia è tutta invidia. Un bacione fortissimo, sei troppo forte! (ah, dai un bacetto da parte mia anche a "lui"…se l’è meritato!)

Nisi Corvonero: Nisuccia bella, o mio krapfenino anglosassone (Gesù, ho già fame e nemmeno ho nominato la crema dentro al krapfen…) perché vuoi lasciare a tutti i costi l’italico suolo che ti ha dato i natali? Non lo sai che, gira e rigira, alla fine ti ritrovi sempre con gli stessi problemi? Mia nipote, che ha sogni di internazionalità anche lei, mi ha guardato altezzosa e mi ha risposto "Sì, ma sarebbero problemi inglesi". Chiaro il concetto, no? Roba da màt…passiamo alle cose serie, adesso. Mi hai aperto nuovi orizzonti letterari con il tuo verbo "scofanarsi". Intanto, il riflessivo mi attizza (sai, la mia vena Von Masoch…) e poi rende bene e con rudezza l’intento del soggetto. Posso usarlo nella vita di tutti i giorni? Graaazie… Ma dai, anche tu parli coi sassi? No, io non lo faccio, ma conosco tanta gente in casa di cura che lo fa. Forse è meglio se emigri davvero in Inghilterra, lì sono tutti pazzi furiosi ma a loro piace pensare che sono "eccentrici". No, scherzavo, non andartene via…mi mancheresti troppo!! Un bacio, e grazie come sempre!!

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 : La Stanza delle Punizioni ***


Capitolo 12 : La Stanza delle Punizioni

 

La Stanza delle Punizioni era senza dubbio il prodotto di una mente malata e sadica, anche se a suo modo geniale. Tra quelle quattro pareti di nuda roccia senza finestre si consumavano le punizioni degli studenti di Durmstrang: il più delle volte venivano smaltite singolarmente ma in alcuni casi era previsto di punire più di uno studente contemporaneamente. La caratteristica peculiare della Stanza era quella di capire quale sarebbe stata la punizione più infame per lo studente e di presentare al suo ingresso la giusta ambientazione per subire proprio quella. Benché Costanza avesse passato secoli in quel posto, non mancava mai di stupirsi per come la Stanza intuisse sempre con precisione quale fosse la cosa che più detestava fare in quel momento e gliela propinasse con immancabile puntualità. Lei e Sasha Valenskij, dopo essersi sorbiti un quarto d’ora buono di predica da parte di una furibonda professoressa Bilenska, si ritrovarono spalla a spalla avanti alla porta della Stanza delle Punizioni per scontare insieme le due ore canoniche affibbiategli dalla professoressa. Costanza ormai aveva sbollito la rabbia e il sentimento portante, in quel momento, era una cupa rassegnazione. Valenskij invece mascherava la sua irritazione dietro alla sua solita aria altezzosa. La professoressa, che li aveva accompagnati davanti alla Stanza, lanciò loro un lungo sguardo indagatore prima di sciorinare il suo sermone finale.

"Sono oltremodo disgustata dal vostro ignobile comportamento" sibilò col naso per aria "Quella povera ragazza dovrà passare tutto il giorno in infermeria per farsi ridimensionare il naso. Meritereste molto di più di due ore di punizione, ma a quanto pare il Quidditch richiede i servigi di Valenskij e così chiuderò un occhio. Spero che comunque queste due ore vi siano sufficientemente di lezione. Ed ora, a me le bacchette, signori"

Costanza e Sasha consegnarono contriti le loro bacchette alla professoressa che le fece immediatamente sparire nei meandri del suo ampio vestito. Dopo di che, fece loro un gesto secco e Sasha, con un sospiro di malcelata sopportazione, aprì la pesante porta di legno della Stanza delle Punizioni. Come sempre, all’inizio l’oscurità permeava il locale tanto che non si riusciva a vedere cosa contenesse la stanza. Successivamente, un tenue bagliore grigio illuminò una triste carriola piena di mattoni, un secchio e dei sacchetti di polvere grigiastra che non poteva essere altro che cemento.

"Magnifico" brontolò Sasha a denti stretti mentre Costanza gemeva sottovoce.

Per quel giorno la punizione scelta dalla Stanza per loro era un fine lavoro di edilizia, pronto ad affaticare le loro membra già provate dalla stanchezza: dovevano costruire un muro.

* * *

Quando la porta si fu chiusa alle loro spalle, Costanza si girò immediatamente verso Sasha con aria bellicosa, parlando a raffica senza quasi respirare.

"Tu, lurido verme approfittatore maniaco decerebrato spocchioso narcisista megalomane millantatore bugiardo!"

Sasha la guardò con blanda noncuranza, alzando appena un sopracciglio.

"Forse non lo dimostro, ma sono colpito dal tuo lessico fantasioso" mormorò, altezzoso "Se vuoi fare una gara posso impegnarmi un po’ anche io: tu, stupida gallina petulante presuntuosa seccante comare babbana… eccetera, eccetera, eccetera"

"Che diavolo ti è saltato in mente di caricarmi sulla tua stramaledetta scopa?" strepitò Costanza senza ascoltarlo "Avrei preferito finire travolta da quel branco di guerriglieri mustang piuttosto che far credere che io e te…nemmeno riesco a dirlo, guarda!"

"Non ci ho pensato, va bene?" alzò la voce Sasha, oscurandosi "Pensavo che tutti sarebbero corsi alle scope…chi lo sapeva che erano tutti talmente bevuti da rimanere a terra come galline da pollaio?"

A Sasha risultava molto difficile spiegare che l’urgenza di mettere in salvo quella dannata rompiscatole petulante gli aveva fatto dimenticare il bon ton durmstranghiano. Non poteva assolutamente dirlo a miss Spocchia, comunque!

"E quella pazza furiosa di Natasha!" cambiò argomento Costanza, intuendo suo malgrado che l’argomento scopa andava accuratamente evitato "C’è mancato poco che le facessi un’Adavra Kedavra a quella disgraziata!"

"Natasha non si meritava quella fattura orribile. Che diavolo di incantesimo hai mollato a quella poveraccia?"

"Poveraccia…lei?!? Allora Voldemort è prossimo alla beatificazione!! "

"Per colpa tua mi sono beccato due ore di punizione…il muro da costruire è niente confronto al dover passare tutto questo tempo con te!"

"Io invece preferirei portare da mangiare al mostro del lago piuttosto che stare qui, ma la tua mania di protagonismo mi ha incastrata. La prossima volta che ti viene voglia di fare l’angelo custode ed io sono nei paraggi, fammi un favore… e impiccati!"

"Non capisci proprio niente, miss Spocchia!"

"Capisco molto più di quello gnomo decerebrato della tua fidanzata, mister Letamaio!"

"Sei…una strega!"

"E tu un borioso pallone gonfiato!"

Valenskij si allontanò bruscamente da Costanza, voltandole le spalle.

"Io e Natasha ci siamo lasciati ieri sera" disse a voce bassa e neutra "Ce l’aveva con te perché ci ha visto insieme e ha pensato che fosse a causa tua se l’ho scaricata"

"Lei pensa che tu l’abbia mollata per me?" trasecolò Costanza, allibita "Rettifico: uno gnomo decerebrato è un genio, confronto a lei"

Scese un silenzio pesante mentre i due giovani lasciavano sedimentare il livore accumulato in quella mattina. Dopo un po’ di tempo, Sasha sbuffò e diede un calcetto stizzito al sacco del cemento.

"Odio questo stupido lavoro babbano" sibilò imbronciato "Per digerirlo meglio fingerò di stare per murarti viva"

"Mi hai dato un’idea meravigliosa per sopravvivere a queste due ore" grugnì Costanza incrociando le braccia sul petto.

"Allora, che aspetti?" berciò Sasha cupo. "Muovi quel sedere secco da lì e vieni ad aiutarmi"

Costanza spalancò la bocca, offesa.

"Tu… non prendo ordini da te, signor reuccio. E il mio sedere non è affatto secco!"

"Mi spiace dissentire ma lo è" ribatté Sasha con un sorriso infido "Ce l’ho avuto davanti per tutto il volo stanotte e ho visto abbastanza per parlare con cognizione di causa"

"Sei un lurido animale da cortile e cacci solo amene falsità da quella boccaccia che ti ritrovi, ma ci passerò sopra" cedette Costanza, ormai al limite della sopportazione "Basta che iniziamo. Se tra due ore non abbiamo finito la punizione raddoppia"

"Lo so, miss Spocchia. Non è la prima punizione che sconto. E adesso fai un piacere all’umanità e taci"

Oltraggiata, Costanza cominciò a strattonare il sacchetto del cemento mentre Sasha iniziava a scaricare i mattoni dalla carriola dopo essersi arrotolato le maniche sopra i gomiti. Dopo un’ora di lavoro passato in un cupo silenzio, la rabbia di entrambi era quasi completamente sbollita per lasciare il posto ad un vago senso di imbarazzo. Sasha fu il primo a mollare la cazzuola piena di cemento dentro al secchio con un sospiro frustrato.

"Va bene, principessina, puoi tornare a parlare" disse con voce stanca "Questo silenzio mi uccide quasi più della tua presenza"

"Come se aspettassi il tuo benestare per parlare" sbottò Costanza malevola.

"Quello di ieri sera è stato un incidente, va bene?" ammise controvoglia Sasha "Ti giuro che la prossima volta che sarai in pericolo non muoverò un dito e lascerò che riducano a brandelli le tue petulanti, spocchiose membra"

"Sarebbe meraviglioso" ringhiò Costanza, ancora ansimante di rabbia. Sasha rimase per un pezzo col viso corrucciato girato verso il muro ed osservandolo un poco della rabbia di Costanza si sciolse alla vista di quella cupa espressione remota. Stava per parlare di nuovo (il silenzio opprimeva anche lei) quando Sasha intervenne bruscamente.

"Balthus come sta?"

"Sta bene" borbottò Costanza, leggermente ammansita "Ci ha pensato Nadja finché non sono tornata a casa. Stamattina. Mezza congelata. Coi capelli sconvolti e senza una scarpa"

"Chissà che amore che eri" mormorò Sasha con un sorriso così disarmante che Costanza sentì sbollire del tutto la sua rabbia "Se fossi un bravo e rispettabile mago ti chiederei scusa"

"Ma non lo sei, giusto?" finì Costanza, intuendo che quello era il massimo che ci si poteva aspettare da Sasha in fatto di scuse.

"Proprio rispettabile non direi. Per il bravo, dipende dagli argomenti trattati" mormorò Sasha, allusivo.

"Se non ti ho ancora polverizzato è solo per il sollievo di sapere che Karkaroff non mi ha espulsa" ribatté Costanza, sostenuta.

"Ancora con questa storia?" sbuffò Sasha noncurante "Il preside mi odia e non capisco perché visto che sono tanto buona e bella…Avanti, visto che muori dalla voglia di sfogarti, dimmi perché il puzzide dovrebbe tanto avercela con te, principessa sul pisello"

"Che dovrei dirti?" sbuffò Costanza, sbattacchiando un mattone con malagrazia "Mi odia e non vede l’ora di sbattermi fuori da Durmstrang. Fine della confessione"

"Così sembra solo che la tua megalomania galoppi un po’ troppo" ribatté Sasha, noncurante "Ci vogliono prove"

"Negli esami di ammissione ho ottenuto il punteggio più alto" iniziò Costanza con voce neutra "Tuttavia la mia domanda fu respinta dal preside in persona. Dovette intervenire mio padre con un’ordinanza della Confederazione Internazionale dei Maghi per farmi riammettere"

"Niente popò di meno" commentò Sasha alzando un sopracciglio dubbioso.

"La media di permanenza per studente nella Stanza delle Punizioni, è di un’ora a settimana. Io ci passo almeno un’ora al giorno da sei anni a questa parte"

"Perché sei una bimba cattiva che meriterebbe ogni giorno una bella sculacciata" ribatté Sasha "Poi?"

Costanza, dopo aver inspirato a fondo, sciorinò una dopo l’altra le ingiustizie subite in sei anni di scuola: all’inizio la sua voce era calma e incolore, verso la fine si fece tremante di rabbia repressa, fino ad arrivare al famigerato uovo di drago ed alla convivenza forzata con l’odiato fratellastro. Sasha ascoltò in silenzio, la faccia progressivamente sempre più seria. Quando Costanza tacque, sfinita, Sasha rimase per un po’ cogitabondo prima di rispondere senza ironia.

"Effettivamente, il preside sembra avere un interesse particolare nei tuoi confronti" disse tranquillo "Magari gli piaci e sogna sempre di dartela lui, quella sculacciata"

"Ma per favore" sbuffò Costanza arricciando le labbra dal disgusto "Anche le altre ragazze hanno il loro carico di peste da sopportare. Non come me, ma comunque più di voi, preziosi maschietti burbanzosi"

"Scusa la morbosa curiosità" sospirò Sasha "Ma una strega in gamba come te avrebbe potuto tranquillamente diplomarsi a Beauxbaton o ad Hogwarts senza nessun problema. Chi te l’ha fatto fare di venire a subire tutto questo a Durmstrang?"

Costanza rimase un attimo in silenzio, indecisa se parlare o mandare al diavolo quella bella faccia di bronzo.

"E’ per mia madre" disse alla fine, bruscamente "Prima di morire mi fece promettere che avrei frequentato Durmstrang ad ogni costo. Ed io…ho promesso"

"Oh" mormorò Sasha. Era la prima volta in otto anni che Costanza nominava la madre. Sasha aveva addirittura pensato che non l’avesse mai conosciuta. D’un tratto si rese conto di non sapere niente della vita di Costanza al di fuori delle mura di Durmstrang. Magari in Italia aveva cugini, amici, fidanzati…no, fidanzati no, decise matematicamente. Con quel caratteraccio, nemmeno un italiano sarebbe riuscito a sopportarla! La guardò di sottecchi mentre mesclava svogliatamente il cemento dentro al secchio. La faccia scura di Costanza sembrava stranamente indifesa con quelle ciglia chilometriche abbassate ed un baffo di cemento sulla guancia pallida. Sasha rimase un pezzo a guardare quel baffo, trovando interessante in maniera quasi morbosa finché distolse lo sguardo, imbarazzato.

"Se è così… Hai qualche idea sul motivo per cui Karkaroff ti odia tanto?"

"Sono così impegnata a smaltire le sue punizioni che non ho proprio il tempo materiale per pensarci" borbottò Costanza "Comunque direi che nessuno può saperlo, a parte il suo stesso microscopico cervellino"

Sasha annuì ma un sorriso saputo gli stese le labbra: si piegò verso di lei con l’aria di un cospiratore.

"Forse, conosco qualcun altro che può saperlo"

* * *

Costanza era rimasta sorpresa dalla dichiarazione di Sasha.

"Chi te lo ha detto?" chiese dubbiosa disinteressandosi del mattone che aveva in mano.

"Il tizio di un ritratto" rispose Sasha evasivo "Ero andato da Karkaroff a proposito di Balthus…"

"Karkaroff ti ha parlato di Balthus?" scattò Costanza, sospettosa.

"Già" rispose Sasha, asciutto "Mi ha fatto velatamente capire che per noi giocatori di Quidditch la prova dell’uovo di drago è più o meno…facoltativa ai fini del diploma"

"Ci avrei giurato" mormorò Costanza con amarezza "Bella fregatura, però…"

"Rilassati" sospirò Sasha, irritato "Non ho intenzione di venir meno ai miei doveri di padre adottivo. E poi quasi mi sono affezionato a quella palla puzzolente"

Costanza sollevò le ciglia e gli sorrise: il primo, autentico sorriso della giornata, così fragile che Sasha trattenne il fiato per paura di spezzarlo.

"Dici che quella puzza possa dare assuefazione?" mormorò lei quasi vergognosa " In confidenza…anche io tengo a Balthus, a prescindere dal diploma. E’…confortante avere qualcosa da accudire"

"Senza contare la rara e preziosa qualità di saper ascoltare senza protestare" specificò ironico Sasha con un sorriso scintillante.

Costanza sentì qualcosa di molto indecoroso muoversi nel petto alla vista di quel viso sornione.

"Allora…dove posso trovare quel ritratto?" disse in fretta per distrarsi.

"Lungo la parete di destra delle scale che portano all’ufficio di Karkaroff" rispose Sasha, di nuovo serio.

"Come dire nella costellazione di Andromeda" sospirò Costanza, depressa "Quell’ufficio è più inespugnabile della Gringott"

"Ma no" ribatté Sasha con leggerezza "Ti ci porto io, se vuoi"

Le parole gli scapparono prima che potesse fermarle: diamine! Offrire aiuto ad una studentessa era ritenuto un chiaro segno di predisposizione all’avventura sentimentale, a Durmstrang. Ovviamente, Sasha non aveva mai avuto intenzione di avvicinarsi all’argomento romanticismo con Malatesta, ma la facilità con cui continuava a dimenticare l’etichetta a cui era sempre stato ligio lo preoccupava non poco: non è che a livello inconscio pensava che Miss Spocchia…no, no, andiamo! Inconscio o no, pensare a lei senza associarla ad una Caccabomba era ad anni luce dai suoi progetti per il futuro. Chiaro? Sasha si stava esponendo suo malgrado e l’unico pensiero che gli fu di sollievo in quel momento fu la consapevolezza che Costanza era all’oscuro dell’etichetta amorosa della scuola e che, fortunatamente, non avrebbe frainteso le sue intenzioni. Lo sguardo che gli lanciò Costanza, però, era talmente insondabile che Sasha fu tentato di ritirare la proposta.

"Sarebbe carino da parte tua. Ma perché lo faresti?" domandò la ragazza, con durezza.

"Perché anche se pensi il contrario, ho anche io un codice morale che non prevede il maltrattamento delle ragazze, per quanto siano streghe petulanti, fastidiose e isteriche. Karkaroff mi rovinerebbe la gioia di essere il loro personalissimo aguzzino, ed il mio spirito sadico non lo accetterebbe"

Costanza ci pensò su mentre Sasha tentava di ricomporre la sua improvvisamente traballante dignità da grande conoscitore delle regole. Poi, di nuovo Costanza sfoderò il suo sorriso particolarissimo, tra lo scettico e l’indifeso, e la dignità di Sasha passò di colpo in secondo piano.

"Ah…così mi è tutto più chiaro" mormorò lei, convinta.

"Bene" decise Sasha, sollevato: per un attimo aveva pensato che Costanza gli avrebbe riso in faccia, umiliandolo per quella sua cavalleresca proposta. E poi c’era quel sorriso che lo mandava un po’ in confusione. Solo un pochino. Diamine, parecchio, dovette ammettere.

"Adesso ti spiego cosa dobbiamo fare" disse Sasha deciso mettendosi di fronte a lei e smettendo il lavoro da manovale.

"Purché il tuo piano non comprenda un nuovo giro nel bosco delle Querce Oscillanti" mormorò Costanza, rabbuiandosi.

 

 

 

Note dell’autrice:

RAGAZZE!!! CENTO RECENSIONI!!! 100 RECENSIONI!! Sono emozionata, commossa, esalata…ok, mi faccio un Prozac e torno normale. Che dirvi, nemmeno nelle mie più rosee previsioni avrei sperato di ricevere tante belle parole. Non so cosa dirvi se non grazie, dal profondo del cuore. Mando un bacio a tutte, con un avviso…il prox capitolo lo pubblico lunedì. Spero che ci sarete ancora tutte, eh? (Vi buco le gomme, se non ci siete).

Ed ora, un saluto speciale a:

: Meno male che qualcuno apprezza il mio disgraziato difettuccio di scrivere fino allo sfinimento…questa storia, in origine nei miei pensieri, doveva avere massimo 20 capitoli di due pagine l’uno, e sto già scrivendo il 14 (di tre pagine l’uno, mediamente) e non sono nemmeno a metà. Che vuoi farci, soffro di incontenibile diarrea verbale. E ora passiamo ai pompieri…diamine, se sapevo così venivo prima alle vostre grigliate!! Anzi, mi facevo arrostire io stessa, con tanto di anicetta e rosmarino, se poi venivo salvata da un maschio di siffatta specie! Mica che possa lamentarmi, eh: nella vita "vera" (si fa per dire) ho il mio uomo che è bello come un Apollo, simpatico e caustico come un Sasha cresciutello, bravo a cucinare…è un po’ disordinato (lo chiamo Napalm domestico, fai tu…) ma è adorabile. Nessun pompiere regge il suo confronto…Comunque, uno strappettino virtuale alla promessa di fedeltà si può fare. Credo che non sarebbe geloso. E poi, mi sono sciroppata Kill Bill vol. ½ per 4 ore dietro fila solo per permettergli di ammirare la Divina Uma, un pompiere me lo deve! Arrivooooo!

Maharet: Che ci sei andata a fare a Milano? C’è la nebbia, lo smog e un sacco di cotolette. Sono davvero contenta che paragoni la mia storia ad una dose di droga: le vostre recensioni lo sono per me, almeno non sono l’unica tossica della situazione!! La zompata di tre giorni nel bagno la tengo da parte, descrivere tre giorni di amplessi diventa difficile anche per una logorroica come me. Un bacino, bel sufflè emiliano!! Diamoci dentro di "taiadeli al ragò!"

Helen Lance: PEPI in effetti è un nome così carino!! Non sembra affatto un covo di fumati fuori di testa. Le apparenze, certe volte…comunque, mi è arrivata una partita fresca dalla Contea (erba pipa purissima!) e passerò il week end a studiarne gli effetti benefici. Ti saprò dire lunedì com’è andata… Bacioni!!!!

Yeran: Todo bien, muchacha? Qui da me Natasha ti ringrazia tanto per i complimenti (il suo neurone è in lavanderia, adesso come adesso è sola ed abbandonata…). Bella la storia del manuale di corteggiamento!!! Posso farlo dire anche a Costanza? Sì, verooooo!!? Io il permesso di usare le mie battute te l’ho già dato, per normale cortesia dovresti ricambiare… Sasha, effettivamente, è un gran topone, e non solo fisicamente. L’ho tirato su bene, altro che palle! Il manuale di corteggiamento l’ha praticamente scritto lui, non so se mi spiego…ehm…immagino che la Stanza delle Punizioni non abbia incontrato troppo il vostro favore. Ragazze, è presto per la zompata selvaggia!! Ma arriverà, tranqui. Spero che l’effetto-droga perseveri durante il week-end, sarà dura resistere fino a lunedì senza le vostre meravigliose recensioni!! SOB! A presto, spero. Ti mando un bacionazzo fortissimo!

Lilyblack: Socia della mia vita, io nella casella di posta c’ho guardato, ma non mi sono arrivate mail (se non una che mi proponeva un viaggio in Thailandia….se era la tua, ti prego, rimandamela subito!!!!) Ho già avviato con Minako Chan le trattative per trovare un produttore per il film tratto dalla Prova del drago: ci siamo un po’ arenate su chi farà Balthus. Se hai qualche proposta, ti prego, suggerisci…Tornando alle cose serie, il bell’Hayden mi va benissimo (tranquilla, ho capito benissimo cosa intendevi…hem hem…), ma sai, io sono un po’ selettiva e rompiballe sugli uomini. Mi piace solo Johnny, quindi se mi date lui va benissimo così. Un bacione, a lunedì!!

Delfinocurioso: He he…quando mi ci metto, sono un treno a scrivere (ma, soprattutto, non devo avere niente da fare al lavoro). Per scrivere di più salto la pausa pranzo e non vado nemmeno in bagno. Apprezzate lo sforzo, per favore!! Il primo bacio…sto ancora cercando l’ambientazione giusta. Anzi, se avete suggerimenti, li accetto volentieri!

Minako-chan: Sono lusingata per i complimenti per il mio nick, ma ti avverto che non è farina del mio sacco: l’ho scopiazzato da un libro che avevo letto ambientato in una chat room. Era fico, tra l’altro, chissà dove l’ho ficcato…Comunque, io nemmeno in un millennio di spremitura del neurone l’avrei mai trovato. Probabilmente, in un sublime sforzo di fantasia, avrei messo il mio nome vero. Allora, ti sono arrivati i depliant per lo Zimbawe? Qual è la prossima tappa? Io ho già la valigia pronta, dimmi tu da dove parte il tour promozionale…

Romina: Come ti capisco…anche io mi sono dovuta allenare una settimana per scrivere bene Durmstrang. E poi, ancora adesso, preferisco un bel copia-incolla, con genuflessione di ringraziamento a chi ha inventato questa meravigliosa funzione. Che il subdolo Sasha fosse cosciente di infrangere una regola d’oro dell’albo del corteggiamento, non ci è dato di sapere: lui dice che "si era dimenticato…". Facciamo finta di credergli, non indaghiamo su cosa cova il bel Sasha a livello inconscio e passiamo oltre. Nadja voleva sapere…ma posso dirlo? Ci sono minorenni, qui? Ed io lo dico lo stesso (sull’argomento ne sanno più loro di me, ‘fanculo). Nadja era interessata alle misure. Punto. Credo che tu abbia già capito, no? Comunque, per sicurezza, ti avviso che non erano le dimensioni della scopa quelle a cui era interessata. Oh, quanto ho riso con la Bilenska Sbilenca!!! Effettivamente, il nome è nato proprio così, anagrammando il nome della più grande ballerina russa Ciolanca Sbilenka (l’avevo scritto sul diario, alle medie…roba da piena prima infanzia, lo so). Mi perdonerai mai la caduta di gusto, o stupenda e torreggiante creatura? Sappimi dire…ci sentiamo lunedì.

Nisi Corvonero: Buongiorno a te, o mio calzoncino farcito! Oggi ho una voglia di pizza che azzannerei qualsiasi passante che assomigli ad una mozzarella. Effettivamente, l’aspetto culinario del nostro rapporto può essere dovuto al fatto che posto il capitolo e scrivo le risposte alle recensioni nel mezzogiorno, quando il mio stomaco comincia a cantare la Traviata ed io non posso fare a meno di sbavare se penso a qualsiasi cosa di commestibile. Forse è per questo che "scorfanarsi" mi ha tanto colpito. Ne ho uno anche io da suggerirti, che è "impalugarsi". Sempre rigorosamente riflessivo, indicherebbe quello stato di disagio che comporta la difficoltà a deglutire perché il boccone non è stato sufficientemente idratato e forma una specie di tappo semisolido in gola. Un impalugo come si deve, di solito, ha una consistenza sabbiosa e cementa le fauci tra di loro tipo Super Attack. Hai presente? Bene, dopo questo dotto scambio culturale, ti saluto con un bacio fortissimo, avvisandoti che oltre ai biscottini, quando sarai ricoverata alla neuro, ti porterò anche il lambrusco, la porchetta con tanto di girarrosto (ma non so se te la faranno tenere), le cozze in guazzetto, il montone in umido e qualche caciotta. Se hai bisogno di qualcos’altro, fammelo sapere!

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 : Il ritratto del preside Hessler ***


Capitolo 13 : Il ritratto del preside Hessler

 

Quando, un’ora dopo, la professoressa Bilenska aprì la porta della Stanza delle Punizioni, trovò un muro che divideva la stanza in due parti: a sinistra, Costanza se ne stava a braccia conserte e un’espressione funerea sul viso, a destra Sasha Valenskij era appoggiato con indolenza contro il muro e fischiettava con somma noncuranza. Costanza marciò fuori dalla Stanza col naso così per aria che sembrava voler fendere il soffitto e si avviò verso la sala mensa, seguita da un Sasha molto rilassato e vagamente divertito. Giunti nell’atrio, parecchi occhi si girarono incuriositi a guardarli: Detlef ridacchiò oscenamente, mentre Dimitri sganciava sbuffando un altro pacco di galeoni alla mano tesa di Nadja,.

"Sono ancora vivi" mormorò esilarato "Dimitri, con le scommesse non te ne va bene una, ultimamente!"

Quando fu ben certa di avere l’attenzione puntata su di sé, Costanza si girò bellicosa verso Sasha e gli puntò contro un dito accusatore.

"Questa punizione è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso!" esclamò con voce accusatoria.

"Non capisco di cosa stai parlando, miss Spocchia" rispose placido Sasha con un sorriso velenoso.

"Sto parlando di te e della tua inettitudine! Sto parlando del fatto che condividere con te l’impegno dell’uovo di drago è un’impresa insostenibile! Oltre agli allenamenti di Quidditch e alle altre mille panzane che mi rifili per evitare di prenderti cura dell’uovo…ne ho abbastanza!"

"Che succede qui?" domandò la professoressa Bilenska entrando: quando vide i soggetti della diatriba, per un pelo non seguì l’impulso di darsela a gambe.

"Succede che madame Isteria qui sta avendo una inutile quanto inopportuna crisi di nervi" spiegò Sasha divertito.

La professoressa non fece nemmeno in tempo ad aprire bocca che Costanza contrattaccò.

"E’ inammissibile e oltremodo ingiusto che io sia costretta costantemente a sopperire alle mancanze di questo sfaticato cumulo di boria ambulante!" strillò, in pieno delirio creativo.

"Vorrei ricordarti che le coppie per la prova dell’uovo di drago sono state scelte dal preside in persona e che non c’è niente che la tua galoppante sclerosi possa fare per cambiare le cose" ribatté Sasha, perfido.

"Ragazzi…" tentò il professor Radchenko, avvicinandosi titubante. Una discreta folla di studenti si era radunata intorno ai due giovani, ansiosa di vedere scorrere finalmente del sangue.

"Se ti può consolare, anche io detesto dover interagire con te a causa di Balthus" proseguì imperterrito Sasha "E anche io non ne posso più della tua lingua forcuta e delle tue battute al vetriolo!"

"Ragazzi…" si intromise la professoressa Bilenska, completamente ignorata.

"Sei solo un arrogante, perfido, ignobile e viscido opportunista ricoperto di bava di Troll!"

"E tu sei una presuntuosa, infida, petulante rompiscatole complessata fino alle orecchie!"

"Ragazzi!"

Questa volta la voce della professoressa Bilenska riuscì ad ammutolire i due ragazzi che continuarono a guardarsi in cagnesco.

"Tutto questo è davvero assurdo ed inopportuno!" sibilò la donna, congestionata "Visto che la diatriba riguarda Cura delle creature Magiche, professor Radchenko, non può fare niente per risolvere la situazione?"

"Il compito ci è stato affidato da Karkaroff in persona" si intromise Sasha "Solo lui ha il diritto di ascoltare le nostre lamentele. Le lamentele di miss Spocchia, per la verità"

"Ruffiano" sibilò Costanza, con voce udibilissima.

"Isterica" ringhiò Sasha, sullo stesso tono.

"Adesso BASTA!" tuonò la Bilenska, finalmente spaventata "Questo vostro atteggiamento negativo vi ha appena fruttato due ore supplementari nella Stanza delle Punizioni! E adesso, sarete immediatamente convocati dal preside Karkaroff per spiegare come è successo che una sua decisione venisse così pubblicamente e scandalosamente contestata!"

"Ne sarò ben lieta!" rispose Costanza, girando altezzosa le spalle a Sasha.

"Non vedo l’ora" ribatté lui, incrociando le braccia sul petto. Costanza veleggiò decisa verso lo scalone che portava alla Torre centrale e Sasha la seguì fingendo di ignorarla con sommo disprezzo. Quando salirono la scala e sparirono alla vista delle persone nel salone, Costanza si girò verso Sasha e lasciò che l’espressione truce del viso lasciasse il posto ad un largo ghigno furbesco. Sasha le strizzò l’occhio e sollevò i pollici con blanda indolenza.

"Sapevo che la Bilenska se la sarebbe fatta sotto e ci avrebbe mandato subito dal puzzide a sbrigarcela da soli" sorrise avvicinandosi a lei "Comunque, complimenti per l’interpretazione degna dell’Accademia di arte drammatica, miss Spocchia. Sembravi quasi arrabbiata sul serio"

"Ti ringrazio" concesse graziosamente Costanza, rispondendo al sorriso "Mi viene molto bene fingere di odiarti a morte…"

Costanza si avvide della gaffe quando ormai era troppo tardi e, naturalmente, Sasha ne approfittò sadicamente.

"Ah…allora fingi solo di odiarmi!" sospirò, estasiato "Perché non me lo hai detto prima? Molliamo Karkaroff e Balthus alle loro beghe e fuggiamo via insieme!"

"Che deficiente" non trovò di meglio Costanza, arrossendo.

"Vivremo in campagna e passeremo il giorno ad insultarci, a lanciarci fatture Orcovolanti e a fare lunghi voletti sulla mia scopa…"

"Te lo scordi che io salga un’altra volta sulla scopa con te" rimbeccò immediatamente Costanza, furiosamente.

"Cos’è, hai paura che ti guardi di nuovo il sedere?" ridacchiò Sasha osservando poi esilarato le guance di Costanza che prendevano una delicata colorazione bluastra.

"Ma tu, non la smetti proprio mai di provocare?" si spazientì la ragazza girandogli oltraggiata le spalle.

"A forza di provarci, magari una di queste volte ti scappa concesso qualcosa"

"Tipo?" domandò Costanza, confusa. Quando Sasha inarcò un sopracciglio, sornione, e finalmente capì la velata allusione, Costanza sentì di nuovo la collera bollirle nello stomaco (insieme ad una notevole dose di farfalle, sbucate da chissà dove).

"Tu…porco!" sibilò, oltraggiata, alla fine.

"Timidona" rispose Sasha con un sorriso condiscendente.

Fortunatamente erano arrivati davanti alla scala che portava all’ufficio di Karkaroff, sorvegliata da due elfi domestici, e non ci fu più tempo per rispondere a tono.

* * *

I due giovani vennero radiografati dai due elfi domestici, che erano così truci e sospettosi che sembravano due Troll combattenti, e vennero fatti passare solo dopo un accurato controllo. Costanza seguì Sasha che aveva iniziato a salire le scale mentre l’emozione cominciava a scorrerle nelle vene: era piuttosto scettica sul risultato di quell’operazione, ma oltre che utile, quella cosa si presentava anche oltremodo divertente. E in più, Sasha si era comportato come un essere umano nei suoi confronti per la prima volta in sei anni. Benché non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto l’effetto del Veritaserum, questo le faceva un poco piacere. Parecchio piacere. Non era mai stata così bene in sei anni di scuola, a dire il vero. Sasha intanto era salito di qualche gradino e si era fermato trionfante davanti ad un vecchio e polveroso ritratto.

"Trovato!" esclamò esultante. L’uomo del ritratto si aggiustò l’antiquato copricapo a tricorno che aveva in testa e squadrò con non poco sospetto il giovane che gli stava davanti.

"Di nuovo voi, messere?" tuonò poi alla fine, corrucciato "Sbaglio o siete transitato da qua non più di un mese fa?"

"Sissignore" rispose Sasha, stimolato dal piglio militaresco dell’uomo "Sono effettivamente tornato per chiederle spiegazioni riguardo quello che mi ha detto l’ultima volta…"

Ma l’uomo del ritratto no lo ascoltava più: aveva adocchiato Costanza sulle scale ed il suo atteggiamento si era immediatamente trasformato. Tenendo le spalle dritte e il petto in fuori come un galletto pronto a strillare il suo verso, fece un sorriso scintillante ed estasiato verso di lei.

"Una fanciulla!" esclamò pieno di incantata trepidazione "Da secoli mancava la visione di una creatura di siffatta specie! Ormai ero persuaso che fossero estinte al pari dei dinosauri e degli uomini onesti…"

"Buongiorno, hem…" salutò Costanza, imbarazzata dallo sguardo adorante del vecchio signore "Io sono Costanza Malatesta, studentessa di Durmstrang. Lui è Sasha Valenskij"

"Ed io sono il professor Hessler, prima docente e poi preside di Durmstrang dal 1656 al 1667" rispose pomposamente il vecchio "Se potessi, mi inchinerei alla vostra leggiadra bellezza, Madonna Costanza, ma haimè, le mie condizioni statiche me lo impediscono alquanto"

"Lei è davvero gentile.." iniziò Costanza ma Sasha si intromise piuttosto rudemente.

"Preside Hessler, scusi la brutalità e la maleducazione, ma abbiamo una certa fretta: siamo venuti a chiederle informazioni su quello di cui accennava l’ultima volta che ci siamo visti…"

"Che splendido incarnato che avete!" sospirò Hessler all’indirizzo di Costanza, ignorando Sasha con sommo disprezzo "E che magnifica chioma possedete! E che portamento! Siete d’italiche origini, dite? Avete sicuramente sangue reale che vi scorre nelle vene"

"Bè, non proprio" sorrise Costanza, divertita suo malgrado.

"E ditemi, Madonna Costanza, per quale diletto motivo siete a conferire col mio indegno successore?"

"Non ha importanza" tagliò corto Sasha, spazientito "Senta, vorremmo…"

"Messere!" tuonò Hessler, oltraggiato "Sto parlamentando con una leggiadra creatura di cui non vedo simili da troppo tempo. Se non vi è di troppo disturbo, gradirei che desisteste dalla vostra petulante insistenza"

Sasha chiuse di scatto la bocca, offeso e Costanza trattenne a stento un sorriso perfido.

"In poche parole, chiudi il becco e lascia parlare la leggiadra creatura" gli disse altezzosa, sorpassandolo "Preside Hessler, scusi la premura ma siamo attesi altrove. Voi avete accennato al signor Valenskij di sapere quali sono le motivazioni che hanno spinto l’attuale preside Karkaroff a contrastare l’ingresso nell’istituto alle giovani donne, seppur di nobile casato"

"Ah, Madonna Costanza!" sospirò estasiato Hessler "Sapeste quale giocondità sia per le mi orecchie sentire una tale padronanza del linguaggio! Siete davvero una nobile e meravigliosa creatura…"

"Mai sentito niente di più vomitevole" sbuffò Sasha scettico ed Hessler gli lanciò uno sguardo di puro rimprovero.

"Mi chiedo come una gentildonna come voi possa aver accettato la corte di un tale zotico ed impaziente figuro" berciò poi all’indirizzo del giovane che spalancò gli occhi, trasecolato.

"Corte?" mugugnò, stizzito "Io che faccio la corte…a miss Spocchia?"

"Messere!" tuonò Hessler mentre Costanza tratteneva a stento una risata "Madonna Costanza, perdonatelo. Il giovine è evidentemente sconvolto dalla prospettiva di perdere il vostro favore a causa di un decrepito gentiluomo come me"

"Messere, non ve ne curate" sorrise Costanza con perfidia "Mastro Valenskij soffre costantemente di turbe mentali ed è riconosciuto per le sue intemperanze. Ma vi prego, diteci quello che sapete sull’argomento postovi poc’anzi"

"Ah, il preside Karkaroff!" sospirò Hessler, oscurandosi "Mai prima d’ora Durmstrang aveva avuto un tale villano alla sua guida!"

"Non sa quanto concordi con voi" intervenne Costanza annuendo vigorosamente.

"Guardate dove ha relegato i ritratti dei presidi predecessori…sulla scala!! Come quadri qualsiasi! Inaudito!"

"Il nostro cuore sanguina per questo" si intromise Sasha, impaziente "Ma non potrebbe stringere i tempi del suo racconto, prego…?"

"Giovanotto" ruggì Hessler, altezzoso "La vostra villania è oltremodo indecorosa! Sappiate che l’unica cosa che mi trattiene dal richiedere la vostra dipartita è l’ovvio interesse che Madonna Costanza nutre per voi"

"Ovvio cosa?" si intromise Costanza, presa in contropiede. Hessler le lanciò un materno sorriso.

"Non ve ne crucciate, o soave fanciulla. Mastro Valenskij ha un indubbio ascendente su di voi, ampiamente giustificato dalla sua innegabile prestanza fisica. Tuttavia, ascoltate il suggerimento di un attempato consigliere: tanta arroganza nasconde sicuramente una fragilità di fondo. Sappiatela rinvenire"

"Come?" trasecolò Sasha, confuso.

"Messere" dichiarò Costanza molto seria, ignorandolo "Voi state prendendo un mastodontico abbaglio: Mastro Valenskij non ha nessun ascendente su di me, se non quello di farmi infuriare al solo spalancarsi delle sue fetide fauci"

"Madonna Costanza" si intromise Sasha, irritato "Rimanderei ad altro momento il piacere di sputarci addosso a vicenda, visto che non facciamo altro durante l’intero giorno. Potresti domandare alla vecchia cariatide informazioni su Karkaroff?"

"Rilassati e non essere offensivo: stava solo dicendo che sei decorativo, anche se insopportabile" spiegò Costanza, affrettandosi a cambiare argomento "Messere, per quale motivo il preside Karkaroff…"

"Ah, Karkaroff, certamente!" ritornò sul seminato Hessler "Appariva a tutti gli effetti un estimatore del genere femminile come i suoi predecessori, prima dell’avvento di quella indegna bifolca…"

"Di chi sta parlando?" domandò Sasha, di colpo interessato.

"Oh, una tale madame Madescu…una zotica ed infida megera grondante collane e avvolta da orrido ciarpame. Fu ospite del preside Karkaroff per alcuni giorni, otto anni orsono, e da allora tutto è mutato"

"Sa per caso cosa ha fatto questa madame Madescu per convincere Karkaroff che le donne non possono frequentare Durmstrang?" domandò Sasha, incupendosi.

"Ovviamente no" rispose Hessler, sostenuto "Dalla mia posizione su queste anguste scale non mi è concesso di partecipare alle attività del mio successore. Quel che è indubbio è che madame Madescu è certamente l’artefice dell’attuale ostruzionismo perpetrato da Karkaroff ai danni di queste innocenti studentesse"

"Adesso, non esageriamo col melodramma" mugugnò Sasha, irritato "Se le conoscesse meglio le innocenti studentesse di cui parla, cambierebbe idea"

"Sa per caso dove possiamo trovare questa madame Madescu?" domandò Costanza, cogitabonda.

"Lasciati questi didattici lidi, tale aberrante personaggio non ne ha mai più fatto ritorno" rispose Hessler "Dubito comunque che frequenti a tutt’oggi degli istituti atti all’insegnamento. Ritengo possibile se non certo che, nel malaugurato caso fosse ancora in circolazione, si potrebbe trovarla presso congregazioni d i girovaghi o truffaldini gestori di subdoli luoghi di intrattenimento"

Costanza annuì pensierosa mentre Sasha dava un’occhiata veloce al proprio orologio da taschino.

"Bene, se non può dirci di più, signor Hessler, noi la ringraziamo e leviamo le tende…" iniziò poi sbrigativo.

"Messere" si intromise Costanza con voce piena di gratitudine "Il vostro aiuto è stato oltremodo prezioso e insostituibile. A nome di tutte le studentesse di Durmstrang, vi porgo i nostri più sentiti ringraziamenti e auspico un rapido e trionfale ritorno al vostro meritatissimo posto, nell’ufficio del preside"

Hessler si gonfiò tanto di gioia che sembrava quasi che stesse scoppiando. Ci mise un po’ a recuperare l’uso della favella e quando lo fece era visibilmente commosso.

"Madonna Costanza" disse, solenne "Oltre che rifulgente di sublime bellezza, siete una fanciulla oltremodo brillante ed assennata. Dubito che il vostro fidanzato Mastro Valenskij comprenda appieno in quale immensa buona ventura è incappato facendo innamorare una giovine del vostro calibro"

"Fi…fidanzato?" trasecolò Costanza, incupendosi di colpo "No, guardi Messere, che ha proprio sbagliato valutazione…"

"Piuttosto che fidanzarmi con lei, mi sposo un cacatua berciante dell’Amazzonia" brontolò Sasha, convinto.

"Ed io piuttosto che fidanzarmi con te divento la concubina di un branco di mammuth" ribatté Costanza, abbandonando di colpo il suo ruolo di leggiadra creatura.

"Oh, finalmente abbiamo smesso di parlare come un poema in endecasillabi?"

"Ti rodeva il fatto di non capire una parola, troglodita?"

"E tu credi che qualcuno che non sia un vecchio ritratto rimbambito possa davvero trovarti una leggiadra creatura?"

"La pianti di rispondere a una mia domanda con una domanda?!?"

Sparirono oltre la curvatura delle scale, seguiti dallo sguardo condiscendente dell’eminentissimo preside Hessler, sempre continuando a litigare sottovoce come due vecchie comari.

"Ah, che bizzarro ed indomabile sentimento che è l’Amore!" sospirò il nobiluomo sorridendo estasiato.

 

 

 

 

RINGRAZIAMENTI: Siete sempre di più, e io sono sempre più drogata di voi. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, a domani (spero…non mi abbandonate!)

 

: Effettivamente, a ‘sto povero gamberone gli stiamo rifilando gli esseri più infami in circolazione nel mondo magico e non. Karkaroff? Dal gamberone!! Natasha? Dal gamberone!! Berlusconi?! Dal gamberone!! Sfido io che poi diventa cattivo! Non avevo pensato ai risvolti della faccenda. Ci sarà un capitolo, "La rivolta del gamberone", dove il povero invertebrato uscirà dall’acqua ululando "Mi avete rotto i co…iiii!! Tutti da me dovete mandarli gli st..i?!? Mi licenzio, c…o!". Un po’ poco fine, magari, d’altra parte è un gamberone, mica la duchessa di York. Comunque, a parte la vendetta di Rambus, il gamberone, l’idea del puzzide innamorato di Costanza non la posso applicare. Intanto, lei aveva 11 anni quando è entrata a Durmstrang, e per quanti difetti possa avere il puzzide, anche pedofilo no…porello! Mi è sembrato troppo. Comunque, sto scrivendo il capitolo 16 e…ancora niente contatto fisico!! La sto tirando troppo per le lunghe? E’ che ho poco idee sulla dinamica dell’operazione. Dammi qualche dritta, và, mi fido del tuo giudizio (…povera me…). Ricambio i bacioni, a presto!!

Serintage: Ne ho trovata una che ti devo far leggere, è troppo una figata: Pagina 254 del manuale sul Corteggiamento, articolo 47/B paragrafo 48 versetto 11: "Indossare la divisa di Durmstrang lasciando il primo bottone slacciato è un chiaro indice di lascivia e disponibilità sessuale". Dico, hai capito perché Costanza se ne sta sempre abbottonatissima?! Ah, ma lei il manuale non lo conosce. Diavolo. Poi, ne ho trovato un altro che forse fa al caso nostro: pagina 52, capitolo 17: "Interrare i bulbi dei tulipani significa seppellirli, non spaccarli in due come mitili ed imbottirli di terra tipo polpettone ripieno". Uhm…ho sbagliato libro, questo era il manuale del buon giardiniere domestico. Consigliami tu qualche lettura illuminata, và!! Sei troppo un mito, ti mando tanti bacioni

Syberia_Malfoy: Mi sembra di avere vagamente intuito che tra te e Sasha….hehehe…come dire, ci sia del tenero. Hai capito, la serpeverde? Come sceneggiatrice della storia, ti chiedo vivamente di aspettare la fine dello scritto prima di convolare a giuste nozze, ne perderei in credibilità…grazie per tutti i complimenti, spero che continuerai a seguirmi sempre!!

Dk86: Bè, che dire….sono davvero onoratissima!! Personalmente non conosco il sito, ma verrò immediatamente a dare un’occhiata. Ancora grazie di cuore, che emossione!!

Yeran: E’ tutto il week end che festeggio con la vodka start fire…ormai mi esce dalle orecchie, senza contare il ricovero immediato nella clinica a fare compagnia a Kate Moss e Lapo "rigadoro". Una volta ci finiva anche Johnny, in quei bei posticini lì, poi è diventato un pirata e tutto è cambiato. Me tapina! Dalla vodka è meglio se passo al rhum!! Grazie per la "concessione diritti d’autore" e per i complimenti; adesso puntiamo alle 200 recensioni!! EVVAIII!!

Maharet: Ma dai!! C’erano davvero le tagliatelle?! E’ assodato, sono un’indovina. Merito degli ottimi studi a Durmstrang, dove tra manuali di corteggiamento e gamberoni, siamo ormai arrivati al delirio. Per il romanticismo, mia cara…ci arrivo pian piano, mi piace il gioco di seduzione verbale che sta perpetrando Sasha, è così intrigante!! Comunque, alcune risposte (quelle che non hanno rilevanza ai fini della storia): il padre di Costanza e la mamma di Sasha si sono sposati perché si piacevano. Niente secondi fini. Punto. Ci stiamo avvicinando, lentamente lentamente, ad una sorta di "complicità armata" tra i due fratelli: mica posso passare in quattro e quattrotto dall’odio più profondo alla zompata selvaggia, no? Dammi tempo. Oggi, comunque, saranno spaghetti al pomodoro. Se ci becco anche stavolta, ne voglio un piatto anche io (e comincio a venderti i numeri per il superenalotto, poi dividiamo) Baci, a presto!!

Romina: Come hai visto, la mente di Sasha non si è rivelata poi così geniale, ma alla fine qualcosa si è scoperto. Mi è piaciuta la tua frase "le difese del playboy…". Sei l’unica che ha notato che le reticenze non sono esclusivo appannaggio di Costanza. Anche Sasha bello ha le sue paturnie, le sue paure di innamorarsi e di soffrire, come tutti i bravi maghetti che si rispettino. Adesso….voglio ASSOLUTAMENTE sapere l’aneddoto sulla Natasha, o non rispondo più alle recensioni. Non puoi attizzare la mia curiosità e poi mollarmi lì come una fessa per tutto il week end…è da giovedì che ci penso. Esigo una risposta (e ricordati che aspetto un Rolex dal tuo uomo. D’oro tempestato di rubini e con uno smeraldo a fare da lancetta delle ore, chiaro?)

Sbaciuzzoni anche a te, o mia Adorata.

Helen Lance: Week end di delirio…erba pipa veramente ottima e abbondante. Ordinata un’altra partita per prossima domenica, chiama qualche amico che facciamo la prima riunione del PEPI

Lilyblack: Grandi progetti crescono…sia quello dell’orfanatrofio per poveri bonazzi soli e l’altro, quello a più mani (per chi si collegasse adesso, specifichiamo che non si tratta di un progetto di scienze e non è nemmeno il bucato). Johnny…solo a nominarlo mi sdilinquisco, che non so cosa vuol dire, ma dal suono rende l’idea. Sono già in astinenza, posso prenotarlo per oggi? Graaazie…U/n bacione, a presto!!

Minako-chan: L’Australia in mongolfiera? Perché no, pur di viaggiare sono disposta a tutto. Mi hanno detto che un tratto del deserto lo devi attraversare a dorso di coccodrillo, previo incontro con i canguri bellicosi del Bengala (ma non erano in India…? Qualcuno mi sta pigliando per il c…?) Due giovanotti inclusi!?! Tutti per noi?!? Me ne va bene anche mezzo, con gamba di legno o protesi uncinata, fai tu!! Il mio uomo non è geloso, finchè non sa niente…he he he!!! P.S.: Avevi avuto l’intuizione giusta?!?

Nisi Corvonero: Non ti piacciono le vongole?!? Mi cade un mito. Col guazzetto di vino bianco e aglio e prezzemolo…solo al pensiero comincio a sovrasalivare, e non è bello davanti ad una tastiera sensibile all’umidità. Per quanto riguarda l’impalugo, hai azzeccato in pieno!! La torta paradiso strapiena di fecola di patate è proprio il massimo dell’impalugo. Stamattina, siccome qui da me c’erano –1°C, ti presento un altro termine nazional-dialett-popolare: la sibiola. E’ quel vento gelido che ti fa un peeling alla pelle senza nemmeno andare dall’estetista, quello che ti punta gli spilli dentro gli occhi e che ti fa domandare con religiosa gratitudine chi sia il santo che ha inventato il termosifone. Adesso voglio un temine "Lumbàrd", questo scambio culturale è una vera figata!! Ah, un’altra cosa…se penso a Johnny ignudo come mamma sua l’ha fatto, l’ultima cosa che mi viene da fare è scrivere. Quindi, è meglio che pensi ad altro, qualcosa di piacevole ma non così spudoratamente arrapante, sennò è finita. Consigli?! Un quintalone di besos, carmencita!!

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 : Tempo di disgelo ***


Capitolo 14 : Tempo di disgelo

 

Costanza finì il suo soggiorno nella stanza delle Punizioni che era mezzanotte passata. Karkaroff non aveva affatto apprezzato il pubblico sfogo della giovane e oltre alle due ore già preventivate dalla professoressa Bilenska, Costanza se ne era beccate altre tre per gentile concessione del preside. Karkaroff, come lei e Sasha avevano previsto, non aveva cambiato una virgola dei suoi progetti riguardo all’uovo e la protesta formale di Costanza aveva avuto come unico risultato quello di rendere il preside perfidamente contento di vederla cedere al suo volere. Era la prima volta che Costanza gabbava Karkaroff sotto il suo stesso naso: doveva ammettere che l’alleanza segreta con Sasha aveva avuto un sacco di effetti benefici! Primo tra tutti, quello inconfessabile e segreto di essersi sciroppata cinque ore nella Stanza delle Punizioni senza accorgersene, sull’onda delle nuove scoperte riguardanti la confessione del professor Hessler.

"A chi la vuoi dare a bere" sbuffò una vocina petulante dentro la testa di Costanza "In cinque ore non hai pensato un solo secondo a madame Madescu o come diavolo si chiama. Hai pensato a lui"

Valenskij, ovviamente. Complice la stanchezza per la giornata davvero pesante, Costanza non riuscì a ricacciare indietro il pensiero come riusciva a fare di solito e se lo trovò davanti, costretta ad affrontarlo con tutte le sue imbarazzanti conseguenze. Negare a sé stessa che la presenza di Sasha al suo fianco aveva smesso di essere un tormento per diventare un vergognoso piacere era infantile e stupido. D’altra parte, se tra sé e sé poteva anche ammettere di non provare più un odio sviscerato per il fratellastro non voleva assolutamente dire che lo avrebbe ammesso pubblicamente. E che diamine! Con un sospiro esausto Costanza entrò nella sala comune di Torre dei Lupi, che a quell’ora di notte era vuota, silenziosa e buia e si trascinò sulla poltrona ammaccata davanti al camino, piombando su di essa con tutto il peso. Ad occhi chiusi, si tolse i pesanti ed antiquati scarponcini d’ordinanza e fletté le dita dei piedi con un sospiro di sollievo. Poi si slacciò la pesante giacca della divisa e si sciolse i capelli legati severamente sulla nuca come al solito. Per il giorno dopo aveva una montagna di compiti da fare e per quella notte probabilmente doveva scordarsi il letto. Sempre trascinando i piedi, accese una candela e fece per avviarsi verso una delle scrivanie di uso pubblico quando la fiamma traballante illuminò una figura seduta su di una poltrona in un angolo e per un pelo la ragazza non cacciò uno strillo acuto dallo spavento.

"Chi c’è!" tuonò con voce malferma mettendo immediatamente mano alla bacchetta magica che teneva infilata in vita.

"Scusa se non ho esternato prima la mia presenza" si sollevò dal buio la voce divertita di Valenskij "E’ che mi ero addormentato…quando mi sono svegliato ti stavi svestendo ed ho pensato che fosse una buona occasione per verificare che la tua anatomia non comprendesse ali membranose o tentacoli bitorzoluti come ho sempre pensato"

Un misto di sollievo, imbarazzo e vaga eccitazione fece abbassare a Costanza la bacchetta.

"Non immaginavo che fossi uno sporco guardone, Valenskij" mormorò poi altezzosa controllando di non avere slacciato la giacca in maniera compromettente. In effetti c’era un bottone aperto di troppo ma qualche capriccioso impulso la indusse a lasciarlo com’era.

"Ti ricordo che sei in sala comune, non chiusa a chiave nel tuo bagno" convenne amabilmente Sasha con un blando sorriso " Comunque, di solito preferisco agire, è che oggi è stata una giornataccia"

"Non parlarmene" sbuffò Costanza tornando a sedersi esausta sulla poltrona. Valenskij si allungò verso di lei e il suo viso venne illuminato dalla fioca luce della candela: aveva i capelli neri un po’ spettinati, un’ombra di stanchezza sotto gli occhi e un accenno di barba che gli ombreggiava le guance. Costanza perse un minuto buono a convincere i suoi occhi a staccarsi da quella bocca dalla piega ironica per concentrarsi sulle proprie interessantissime punte dei capelli.

"Che ci fai qui a quest’ora?" domandò poi fingendo noncuranza.

"Tornato dagli allenamenti ho fatto il bagnetto a Balthus, l’ho imbrattato di quella bava pustolosa che tu hai preparato per lui, ho fatto il bagnetto a me per togliere i residui di quest’ultima dal mio corpo provato e mi sono messo qui a raccontare una favola al nostro ovetto finché non sono schiantato addormentato come un monolite preistorico"

Il resoconto raccontato con il tono diligente di un bravo scolaro fece sorridere Costanza suo malgrado.

"Insomma, sei rimasto tramortito dagli effluvi odorosi del nostro pargolo e non lo vuoi ammettere" mormorò con voce seria. Sasha voleva rispondere a tono, ma non ci riuscì: il viso di Costanza, ombreggiato dalla massa oltraggiosamente fitta dei suoi capelli, era così esausto ed indifeso che sarebbe rimasto a guardarlo senza parlare per ore.

"Sasha? Ti sei di nuovo cloroformizzato?"

Figurarsi se quella riusciva a tenere la bocca chiusa per più di un nanosecondo.

"Credo di sì, ma questa volta deve essere a causa dei tuoi calzettoni" sospirò infine Sasha, senza cattiveria "Perché non te ne vai a dormire?"

"Devo fare una marea di compiti" brontolò Costanza lanciando un’occhiata malevola alla scrivania "Oggi ho collezionato la bellezza di sette ore di punizione. Il mio curriculum ne sarà impressionato"

"Tanto lavoro per niente" disse Sasha senza ironia "Mi dispiace che la visita al ritratto di Hessler non abbia dato i frutti che speravi"

"E chi l’ha detto che non ha dato frutti?" ribatté Costanza, più ottimista "Questa madame Madescu sarà pure da qualche parte. La troveremo e le faremo sputare la verità su Karkaroff. Parola di Malatesta"

"Poveraccia" gorgogliò Sasha sorridendo "Quella donna non sa con che bomba di determinazione ha a che fare"

Costanza sorrise annuendo e non rispose. Dopo un po’ il silenzio divenne palpabile, come se si fosse trasformato in una nebbiolina mattutina stranamente piacevole e complice. Sasha non aveva voglia di parlare e per la prima volta in vita sua non aveva nemmeno voglia di scappare lontano da miss Spocchia. La guardava cogitabondo e lei guardava lui, apertamente ma senza la solita acrimonia. Di nuovo Sasha si stupì di come i sui occhi sembrassero grandi, limpidi e torbidi nello stesso tempo.

"Sasha, posso chiederti una cosa?" chiese Costanza con voce velata da quella che poteva essere stanchezza, o forse semplice timidezza.

"Quello che vuoi, purché non richieda uno sforzo fisico…non ne sarei in grado, adesso" rispose Sasha ancora distratto da quelle ciglia così lunghe.

"Perché quando feci il provino per la squadra di Quidditch mi bocciasti senza diritto di replica?"

Sasha aspettò un attimo prima di rispondere, sorpreso dal tono colloquiale della domanda.

"Perché ti odiavo con tutto il cuore" rispose infine sinceramente e Costanza abbozzò un sorrisetto stanco.

"Accidenti, questa sì che è diplomazia. Non fare il timido, parla pure fuori dai denti, se vuoi"

"Mio padre era morto all’improvviso, mia madre aveva da poco sposato tuo padre e Durmstrang si era rivelato essere un posto difficile in cui vivere" spiegò Sasha grattandosi distrattamente la nuca in un gesto che rivelava il suo nervosismo "Avevo trovato in te un perfetto capro espiatorio su cui riversare tutte le mia rabbia di moccioso viziato e spaventato"

"Grazie tante" mormorò Costanza, arrossendo senza nessun motivo al mondo "Però adesso non lo sei più".

"Cosa?" chiese Sasha, confuso.

"Un moccioso spaventato. Sul viziato, non me la sento di dissentire"

Sasha scrollò il capo, divertito.

"Direi che le cose sono cambiate, già. Ma ti prego, non smettere di odiarmi: i tuoi insulti sono la cosa più colorita e divertente che ci sia qui a Durmstrang, non potrei mai rinunciarci"

"Figurati" rispose Costanza in un accenno di superbia "Ho detto che adesso non sei più un moccioso, ma continui ad essere il più borioso, indisponente, approfittatore, spocchioso narcisista megalomane millantatore e bugiardo di tutta Durmstrang"

"Hai dimenticato un paio di appellativi, ma per stavolta ti perdono" concesse Sasha magnanimo "Divento sempre molto buono davanti ad una sottoveste intravista dalla scollatura, fosse anche quella di miss Spocchia"

Costanza sentì l’imbarazzo salirle lungo il petto come un morbo infuocato, ma si costrinse a trattenere le dita che volevano precipitarsi ad abbottonare la casacca fin sotto il mento.

"Oh, te ne eri accorto?" disse cercando di mantenere un tono salottiero mentre le orecchie raggiungevano la temperatura di fusione dei metalli.

"Sarò anche borioso, indisponente, approfittatore, spocchioso narcisista e tutto il resto, ma di sicuro non sono cieco" rispose Sasha con un sorriso così allusivo che Costanza sentì quasi il vapore levarsi dalla pelle delle sue guance.

"Oh…è meglio che vada a fare i compiti" balbettò poi alzandosi bruscamente in piedi, seguita a ruota da un Sasha molto più indolente.

"Già, sarà meglio" sospirò con una punta di rimpianto nella voce "Sai, qui al buio, soli, di notte…potrebbe venirmi anche in mente di approfittarne"

"Mi sembrava che l’argomento Karkaroff l’avessimo già sviscerato, però devo dire che mi piace il tuo modo di pensare" dichiarò graziosamente Costanza, sbattendo leziosa le ciglia. Sasha scoppiò a ridere, senza smettere di guardarla, e Costanza non poté trattenersi dall’imitarlo. Era la prima volta nella loro vita che ridevano insieme. L’effetto delle loro risa intrecciate fu così potente che entrambi smisero subito, imbarazzati.

"Fortuna che non ci ha visto nessuno" mormorò Costanza con una smorfia buffa "La tua reputazione di borioso, indisponente, approfittatore, spocchioso narcisista e bla bla bla è ancora salva"

"Ringraziamo il cielo" disse Sasha ricomponendosi "Comunque, la prossima volta che organizzi uno show notturno con scollatura e calzini puzzolenti, fammi un fischio che non voglio perdermelo"

"Ti farò sapere" concesse altezzosa Costanza, sorridendo. La mano di Sasha si alzò con un gesto tranquillo, come se fosse naturale pensare di toccarla: Costanza trattenne il fiato, cristallizzandosi sul posto con un groviglio di emozioni che premeva sul bassoventre con una potenza imbarazzante, aspettando qualcosa senza sapere cosa. All’ultimo secondo, prima che la mano arrivasse a destinazione sulla sua guancia, Sasha sembrò cambiare idea ed il gesto spontaneo di avvicinamento diventò un saluto fiacco e vergognoso.

"Buonanotte, miss Spocchia" disse girandosi con decisione verso la porta del dormitorio maschile.

"Buonanotte, Valenskij" rispose Costanza con una voce remota e sottile. Chissà perché, quando lui sparì oltre la porta, la stanza vuota e buia le sembrò anche tremendamente fredda.

* * *

Novembre passò rapido e cupo come un severo colpo di tosse. Arrivò la neve che ammantò di bianco il Bosco dalle Querce Oscillanti, rendendo candido e ovattato il cupo paesaggio di Durmstrang. I professori torchiarono gli studenti fino a sfinirli e l’umore generale, pericolosamente alto nelle ultime giornate di ottobre, si sgonfiò repentinamente per lasciare il posto ad una triste e grigia apatia. A Torre dei Lupi raramente si potevano incrociare studenti intenti a ridere o scherzare: tutti erano chini sui libri, dalle prime ore del mattino fino a notte inoltrata. Costanza, come tutti, venne sommersa dal fiume di impegni scolastici tanto che le sembrava di stare in apnea per la maggior parte del tempo. Persino all’esuberante Nadja si appannò lo smalto a causa della desolante vita accademica: dopo aver torchiato l’amica per settimane per carpirle informazioni su quanto era accaduto nella Stanza delle Punizioni con Valenskij (senza cavare un ragno dal buco), tenne un po’ il broncio, poi tornò amica come prima. Chi era rimasta un po’ lesa dall’esperienza, era invece Natasha Ivanovich: il suo naso era stato più o meno ridimensionato dopo l’incantesimo di Costanza, ma il dottor Krueger dell’infermeria la avvisò che per un mese ancora la sua appendice nasale sarebbe rimasta gonfia e bitorzoluta in attesa della guarigione. Per quel motivo, girava per i corridoi sempre coperta da sciarpe e cappelli e fissava su tutti uno sguardo truce e vendicativo che le aveva fatto perdere una bella fetta della popolarità guadagnata come fidanzata di Valenskij. Le uova di drago dei ragazzi del settimo anno prosperavano brillantemente ed ormai tutti i genitori adottivi avevano potuto godere della gioia di sentir muovere il proprio pargolo putativo. Balthus, per esempio, somigliava ogni giorno di più ad una pentola piena di pop corn scoppiettanti che, alcune volte, svegliavano di soprassalto Costanza mentre dormiva. Stranamente, dopo la notte successiva ad Halloween, i rapporti tra Sasha e Costanza divennero freddi e formali: i due si incontravano solo a causa di Balthus e sempre rigorosamente in presenza di testimoni. Costanza fingeva disperatamente che non le importasse, ma quando era sola, di notte, abbracciata all’uovo Balthus, ci pensava e la cosa le appariva fastidiosamente importante. Le dispiaceva, ecco: Sasha sembrava aver perso qualsiasi interesse nei suoi confronti, persino il suo solito odio feroce sembrava aver lasciato il posto ad una altezzosa indifferenza. Avrebbe dovuto essere meglio così, no? Perché diavolo allora ci pensava tutte le sante notti e anche per buona parte di ogni maledetto giorno? La risposta, naturalmente, era troppo sepolta dentro di sé per poterla seriamente prendere in considerazione. Anche quel pomeriggio di dicembre, con un vento gelido che faceva gemere le fondamenta di Durmstrang come le ossa di un vecchio ottuagenario, Costanza se ne stava alla scrivania della sala comune di Torre del Lupi; guardava il buio fuori dalla finestra con la penna d’oca immobile in mano, gli occhiali che le pesavano sul naso e l’espressione del viso remota come se la sua mente fosse lontana anni luce, pensando al perché Valenskij non le rivolgesse quasi più la parola. All’improvviso, un’ombra si frappose fra lei ed il camino: Costanza si girò, irritata.

"Hei, miss Spocchia"

Era Sasha. Costanza sentì qualche elfo dispettoso fare le capriole all’interno del suo stomaco ma si sforzò di mantenere il viso imperturbabile. Sasha, davanti a lei, appariva trascurato e stanco. I capelli spettinati e la barba lunga, invece che renderlo sciatto, lo facevano sembrare in maniera irritante ancora più bello.

"Valenskij" rispose Costanza con voce neutra "Qual buon vento? Non è il tuo turno per tenere Balthus"

Sasha fece un gesto con la mano come a dire che non importava, prese una sedia e le si sedette di fianco. Costanza si irrigidì appena quando le arrivò alle narici l’aroma della sua colonia mischiato a quello caldo della sua pelle.

"Devo parlarti" esordì greve Sasha senza guardarla negli occhi.

"Spara" lo esortò Costanza, con placida freddezza, aggiustandosi gli occhiali sul naso "In senso metaforico, ovviamente"

"Ricordi quando abbiamo parlato col ritratto del preside Hessler?" domandò Sasha prendendo Costanza in contropiede.

"Certo che mi ricordo" balbettò confusa "Ma…"

"Ricordi che parlò di una certa madame Madescu che secondo lui era la causa dell’avversione di Karkaroff per voi femmine?"

"E’ da allora che sto cercando informazioni su di lei, ma non ho ancora trovato uno straccio di pista" mormorò Costanza, irritata.

"Bene, io l’ho trovata" dichiarò Sasha sottovoce. Costanza trattenne il respiro spalancando gli occhi sorpresa.

"Dove…? Come hai fatto?" si meravigliò, piena di stupore, invidia e segreta, anzi, segretissima gioia. Sasha aveva cercato madame Madescu. Per lei. Perché questo piccolo insignificante pensiero doveva farla schiattare di gioia?

"Ho le mie fonti" sorrise Sasha, finalmente più tiepido nei suoi confronti "Ne ho sentito parlare per caso: i locali malfamati sono la mia specialità e, a quanto pare, questa madame li frequenta assiduamente. Pare che sia una maga oscura, una Veggente che si diletta a preparare e vendere pozioni illegali. Un personaggio losco, insomma"

"Dove posso trovarla?" domandò Costanza, intuendo che era molto meglio non approfondire l’argomento.

"In un posto dove è meglio non andare soli" tagliò corto Sasha, sbrigativo " Ti ci porto io. Hai da fare questa domenica?"

Di nuovo una folla di snasi si mise a ballare la tarantella nelle viscere di Costanza che faticò a rimanere altera e immobile come una duchessa.

"A parte due tesi, quattro temi, venticinque esercizi di aritmanzia, quattordici pozioni, occuparmi di Balthus, mangiare, dormire e respirare, direi che non ho altro da fare"

Sasha annuì con un’ombra di sorriso sulle labbra.

"Molto bene. Per questa domenica potresti non respirare e trovare il tempo per fare una gita fuori porta. D’accordo?"

Costanza sorvolò elegantemente sul migliaio di domande che le affollarono la mente alle sue parole: una gita dove? Con chi? Lontano da Durmstrang? E la minaccia di espulsione per gli studenti trovati a bazzicare fuori dalla scuola, dove la mettiamo?

"Per un giorno, non respirerò" annunciò con calma.

Sasha annuì e fece per alzarsi, quando un sorriso maligno gli illuminò il viso.

"Accidenti, miss Spocchia, non avevo notato che ti eri rimessa gli occhiali! Questo però non è lo stesso delizioso modello che avevi il primo anno di scuola. Che ne hai fatto di tutte quelle tonnellate di silicio? Le hai donate ai babbani perché costruissero un Palazzo di Vetro?"

Costanza si spinse gli occhiali su per il naso con una flemma da vera lady.

"E’ andata proprio così, ma purtroppo il palazzo è crollato: pare sia stato il carro armato costruito con la tua ex macchinetta per i denti" rispose altezzosamente dispiaciuta.

Sasha non poté fare a meno di indirizzarle un sorriso affascinante, così intenso che Costanza sbatté le ciglia, abbacinata.

"Mi mancavano le tue frustate, miss Spocchia" mormorò con tono quasi di rimpianto.

"Quando ti stufi di quelle verbali, possiamo passare a quelle fisiche" rispose Costanza sostenuta. Lo sguardo ridente che le lanciò Valenskij avrebbe fatto sciogliere anche un blocco di acciaio temprato.

"Oooo…è una promessa, spero" mormorò sottovoce, allontanandosi.

"A dire il vero doveva essere una minaccia" mormorò Costanza quando ormai Sasha non poteva più sentirla "Ma non so più nemmeno io cosa pensare…"

 

 

Note dell’autrice:

Sempre più vicini al delirio. Si muove qualcosa tra i due amabili fratellini…nel prossimo capitolo vedremo Nadja all’azione, da non perdere. Ah! Qualcuno mi ha chiesto com’è la faccia di Costanza: non ne ho idea. Qualcuno può dare suggerimenti? Graaaazie!

 

: Allora, forse non ne sei informata, ma qui su EFP c’è una bisca clandestina da far paura: si scommette sulle corse di cavalli, cani, bacarozzi e altro, sui combattimenti dei cani, dei galli, dei canguri, dei pensionati davanti alle poste il giorno di paga…si scommette sulla lotta nel fango fra europarlamentari, si scommette su chi sarà il primo ad uccidere la commessa alla cassa che ha finito il rullo di carta del registratore, quale sarà il primo casellante che prenderà a morsi una ViaCard…di tutto, di più, insomma. D’altra parte tra i miei film preferiti c’è Fight Club (ah, Edward Norton…che superfigo!! E tanto bravo!!!). Allora, per Rambus ti devi dare un po’ da fare: io conosco solo cozze, nessuna gamberona. Metti fuori un cartello e cercane una, concordo con te che l’Amore può essere l’unica soluzione!! Non lo è sempre? Marò, che folosofa…torniamo ad argomenti più carnali: Johnny Depp. Um…troppo carnali, così mordo. Ringraziamenti: sei sempre troppo forte!! Baci baci, fammi sapere per la gamberona

Serintage: Allora, visto che ti vuoi buttare nella pubblicità, ho due-tre consigli da mamma orsa da darti:

  1. Evita di pubblicizzare creme contro le emorroidi: è una cosa che ti rimane attaccata per tutta la vita, tra 20 anni ti riconosceranno ancora per strada come "quella delle emorroidi! BWAWAWAWA!!". Dopo saresti costretta ad andare in analisi e spendere un sacco di soldi…credimi, rinuncia prima, è meglio.
  2. Sii meno divertente. Il tuo umorismo surclassa alla grande qualsiasi prodotto e lo sminuisce. Poi, dipende sempre cosa devi pubblicizzare…col fustino di detersivo, per esempio, ti puoi scatenare!
  3. Accetta pagamenti in natura anche da qualche balda fanciulla, ne guadagnerai in esperienza e poi non si sa mai…

Sperando di averti fatto cosa gradita, ti avviso che alla COOP, di fianco al reparto cervelliere, ci sono anche i reggiseni imbottiti di materia grigia da collegare al cervello. Tranquilla, non è una idea così balzana: guarda dove hanno relegato la loro i maschi…

Yeran: Ma ti rendo conto…hai davvero bisogno di una cura ingrassante?!? Ti odio. Io combatto da sempre con quei maledetti chili di troppo che ti si attaccano dappertutto, persino mentre passeggi per strada, ZAC!, ne salta fuori uno da dietro il cassonetto e ti si attacca alla coscia…non è giusto. Non soddisfa il mio desiderio di equità, ecco. Sasha cafone? Ma no, era solo emossionato. Grazie per il paragone con la Rowling, ma non credo però che la Dea ami essere nominata invano…la prossima volta, stai attenta. Un bacione, a domani!!

Romina: Mia Adorata!! Il tuo acume, la tua meravigliosa sensibilità…quanta luce di sapienza vedo, ora che tu hai spalancato le porte della mia percezione!! In poche parole: il tizio indiano della pubblicità mi piaceva un casino e non capivo perché, visto che sono di gusti molto difficili e selettivi. Poi, tu mi hai detto che somiglia a Johnny Depp, ed è vero!! Adesso ho capito perché mi piace!! Non ci sarei mai arrivata da sola, grazie: questo mese il neurone che ho in multiproprietà coi miei colleghi ce l’ha il mio capo, e da sola è dura arrivare a ragionare…soprattutto se nel frattempo devo scrivere…aò, mica siamo tutti multitasking come i computer, eh? La madame Madescu salterà fuori fra un paio di capitoli al massimo…pazientate. Allora, la storia del Rolex non è niente: è solo che io e il tuo uomo ci siamo incontrati, gli ho fatto vedere il mio Swatch risalente alla prima guerra punica e lui mi ha detto che poteva regalarmi lui un Rolex e io ho detto, perché no!, e lui ha detto, si però poi voglio che mi paghi in natura e io pensavo che volesse il mio corpo ed ho comprato un completino nuovo che era un amore e invece lui voleva del cavolfiore e due mandarini…che figura!!!! Adesso capisci perché non amo rivangare l’argomento? Passiamo alla povera Natasha: a parte il fatto che io sono un po’ allergica ai nomi stranieri (sia gli americaneggianti sia i russeggianti, unico caso di reale par condicio!) ce n’è di quelli che proprio te la vai a cercare: Natasha è solo uno di questi, con tutto l’affetto e il rispetto per chi si chiama Natasha…ragazze, non demoralizzatevi: pensate alle povere Moana e Nara, se volete sentirvi meglio….

Minako chan Aurora Ginevra: Hai ragione anche tu…io tendo sempre a sminuirmi, quando posso pretendere 100 mi accontento di 50…Guarda, visto che mi sembri molto più sveglia di me, organizza tu la compagnia: a me basta che sia vivo, che assomigli a Johnny Depp e che sappia fare il bucato. Per il massaggio plantare, porto la mia estetista, non c’è bisogno di altro. Manca qualcosa….ah! I soldi!!!

Helen Lance: Mi raccomando, la prima riunione del PEPI non è mica come quella della Tupperware, eh? Chiama solo bei giovani desiderosi di fare nuove esperienze. Sennò, che gusto c’è?!? Un bacione, a presto!!

Liliblack: Il preside Hessler imparentato con Nadja? Non ci avevo fatto caso. Può essere, nel mondo magico, chissà!! Johnny è stato tanto bravino ieri: prima mi ha preparato il bagno con idromassaggio (con lui dentro al posto dell’olio essenziale…mmmm….), poi mi ha preparato la cena (e gliel’ho mangiata addosso), poi…insomma, davvero, davvero bravino. Stasera replichiamo, mica avevate impegni, vero?!? Un bacione, e grazie per avermi introdotto nel club, ci si diverte un casino, qui!!

Nisi Corvonero: Ma dai, non sono delusa se non ti piacciono le vongole…è che mi chiedo come si fa a non amare un tale sublime sapore. E le ostriche crude con succo di limone!! Una volta ad una inaugurazione ne ho mangiate da sola due chili (e dico due chili, giuro!!). La defecazio ha odorato di viole per un mese, dopo questa performance, ma immagino che tu non voglia vertere la conversazione su questo punto, nevvero? Passiamo alle lezioni di italiese: ravanare lo conosco, anche qui si usa ampiamente anche in senso figurato (i maschi ravanano facilmente nelle scollature delle donne….capish?) Quello che mi ha letteralmente stesa è stato "Mi scappa la vacca nelle verze". Fantastico!! Stamattina l’ho già usata con Beppe che mi ha risposto "Si incontrerà col mio cappone scappato nei broccoli". Non ha capito il senso, ho dovuto spiegarglielo e sono arrivata tardi in ufficio. Me tapina. Ti propongo invece un vecchio detto emiliano che rimembra in una gioventù passata di aver "saltato i fossi per il lungo". Se non ti è chiaro, ti mando un disegnino, ok? Eh, Andrè, lady Oscar…te l’ho già detto che io mi ero innamorata di Oscar? Così algido, così efebico…quando ho capito che gli mancava un’appendice ormai ero già cotta. L’unica esperienza omosessuale della mia vita, chissà in futuro!! Non preoccuparti, non ho intenzione di venirti a concupire…vado a pranzo, oggi c’è risotto ai peperoni, evvai!!

Maharet: Diamine, non ci ho beccato con il menù ieri…Sapevo io che non avevo sangue Veggente nelle vene (faccio fatica ad avere il sangue normale nelle vene, ho la pressione bassissima!). Tanto, non volevo fare l’indovina per sempre: io da grande voglio guidare il trattore con i cingoli…La megera è madame Madescu e, come avrete intuito, tornerà fuori in futuro (non troppo futuro, a dire il vero, tra qualche capitolo è già qui). Com’era la pizza? Io sono classica: margherita o al massimo una napoli, con una birra media ghiacciata….aaaaahhhh….sto sbavando, scusa. A domani!!

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 : Una gita fuori porta ***


Capitolo 15 : Una gita fuori porta

 

"DOVE VAI?!? CON CHI?!?" strillò Nadja Iliovich piena di sacra esaltazione quando Costanza la informò dei programmi per la giornata di domenica. Poco mancò che Costanza le facesse un Incantesimo Silencio per farla tacere: si guardò intorno ma nessuno in sala comune di Torre dei Lupi sembrava prestare loro attenzione.

"Nadja, contieniti o non ti dico più niente" minacciò Costanza seria. Nadja chiuse la bocca di scatto, spalancando gli occhioni azzurri e annuendo con forza. Incrociò le dita sulla bocca come a promettere di non aprirla fino a quando qualcuno non avesse ordinato il contrario. Costanza abbassò il tono della voce e spiegò i suoi piani a Nadja senza guardarla negli occhi per paura che l’amica vedesse quanto fossero brillanti e pieni di aspettativa.

"Domenica Valenskij e io dobbiamo sbrigare una faccenda importante. Fuori da Durmstrang. Ho bisogno che ti occupi di Balthus e che mi copra, in caso i professori mi cercassero"

Nadja pompò la testa su e giù in entusiastico assenso facendo un sorriso a tutte gengive che sfiorava quasi le orecchie.

"Non ti dirò dove andiamo e no, non ho intenzione di saltare addosso a Valenskij per soddisfare le tue fantasie da sessuomane in crisi ormonale. Quindi, non insistere sull’argomento. Capito?"

Di nuovo Nadja annuì, con meno entusiasmo, poi alzò una mano sventolandola come fosse una bandiera per attirare la sua attenzione. Costanza si sforzò di rimanere seria.

"Che c’è, devi andare in bagno?" chiese premurosa.

"Devo farti una domanda di importanza fondamentale" mormorò Nadja drammaticamente.

"Dimmi" la esortò Costanza, preoccupata dalla faccia seria dell’amica. Nadja si guardò intorno per accertasi che non ascoltasse nessuno, si chinò verso di lei con aria da cospiratore e sussurrò con voce tesa:

"Hai già deciso cosa indossare?"

* * *

Domenica mattina giunse in un lampo, dopo una notte insonne ed agitata. Quando si decise ad aprire gli occhi, Costanza si trovò davanti Nadja con in mano un vassoio fumante ed un sorriso serafico sulle labbra.

"Le altre ragazze sono andate a fare colazione" cinguettò la giovane posandole premurosa il vassoio con la colazione sulle ginocchia di Costanza "Ho già informato i professori che oggi hai una forte emicrania e che starai tutto il giorno a letto. Ho messo Balthus e Fifì davanti al fuoco, ho preparato la lozione con cui dovrò imbrattare il tuo uovo puzzolente, ti ho comprato un olio da bagno che solo ad annusarlo sconvolge gli ormoni maschili ed ho fatto arrivare via gufo i nuovi rossetti della collezione invernale da Parigi"

"Efficiente come un orologio svizzero" brontolò Costanza, cercando senza successo di nascondere un sorriso divertito "C’è qualcuna che deve andare al ballo delle debuttanti?"

"Costanza, non si scherza con queste cose" berciò Nadja sollevandosi in tutta la sua patetica altezza da scricciolo delle nevi "Hai un appuntamento. Con Valenskij! Sbrigati, dobbiamo cominciare con la maschera di bellezza: stamattina hai il colorito di un cadavere in decomposizione, urgono immediatamente restauri!"

"Nadja, mia meravigliosa consulente d’immagine, te lo dico una volta e non intendo ripeterlo più: NON ho un appuntamento romantico con Valenskij. La nostra è una missione anti-Karkaroff che non prevede scambi di fluidi corporali di nessuna specie. Sono stata chiara?"

"Una missione?" si aggrottò Nadja, cogitabonda "Allora ci vuole un trucco leggero ma drammatico e un rossetto color prugna… no, mattone è più adatto"

"Merlino, salvami dall’impulso di trasformare le amiche ficcanaso in zuppa di mitili" mormorò Costanza alzando gli occhi al cielo, esasperata.

"Ho deciso: per un appuntamento il rossetto più adatto rimane un bel rosso carminio" sentenziò Nadja mentre con piglio deciso scostava le lenzuola dal letto di Costanza in un chiaro invito a darsi una svegliata.

"Non è un appuntamento!" strillò l’amica balzando in piedi "Puoi trovare un posto in quel cervellino pieno di merletti per depositare il concetto?"

"Guarda che ho capito" la informò leziosa Nadja "La vostra è una missione. Cos’altro dovrebbe essere? Trovarti un ragazzo è stata quasi una crociata…"

"Nadja, tu sei irrecuperabile. E il nostro non è un appuntamento, fine della discussione"

"Come vuoi, mia cara" accondiscese Nadja sorridendo "Per la lingerie preferisci pizzo o seta?"

Costanza girò i tacchi e si chiuse in bagno, trattenendo a stento un urlo isterico. Dopo meno di un’ora era pronta e vestita di tutto punto ma dovette lottare con l’amica che col viso deformato da una smorfia di orrore le bloccava decisamente l’uscita.

"Tu non esci combinata così" le ringhiò dietro Nadja con sorprendente cattiveria "Sembri pronta per un convegno di mummie!"

Costanza chiuse gli occhi e contò le pecore per recuperare il controllo dei nervi: aveva addosso un informe maglione a collo alto, pantaloni di velluto e stivaloni, tutto rigorosamente nero funerale.

"L’idea è più o meno questa" sbuffò Costanza, già agiata di suo "Dovremo volare da qualche parte e fuori c’è un freddo che solo a respirare ti si gela la carotide. Non ho nessuna intenzione di cadere in ipotermia solo perché la mia migliore amica ha avuto una crisi isterica sul mio maglione"

"Ma è così…da pensionata!" sbottò Nadja, accorata "Se almeno fosse un po’ più aderente…ed anche i pantaloni…potrei provare con…"

Improvvisamente, tirò fuori la bacchetta magica e la agitò nervosamente.

"Vestae reductio!" esclamò con decisione e di colpo Costanza sentì che gli indumenti le si stringevano addosso strizzandole fuori il fiato. Incredula si guardò il corpo avvolto come una guaina elastica dai vestiti rimpiccioliti.

"Ecco, così va molto meglio" chiocciò Nadja, finalmente felice.

"Finite Incantatem!" ringhiò Costanza ed i vestiti tornarono come prima "Non te lo dico più, amica mia: se lo rifai trasformo tutti i tuoi rossetti in sterco di Troll"

"Non dire sciocchezze, stavi una favola" ribatté Nadja, tranquilla "Vestae reductio!"

Di nuovo i vestiti di Costanza tornarono aderenti.

"Finite Incantatem!" tornò a berciare Costanza, con le spalle frementi di ira "Nadja, basta con questi infantili capricci. Devo andare nel deposito delle scope senza farmi vedere da nessuno, pensi di potermi dare una mano senza per forza attaccarmi un fiocco nei capelli o devo fare tutto da sola?"

"Che strazio che sei" si imbronciò Nadja "Posso almeno prestarti il mio mantello di velluto o pensi di coprirti con una pelle d’orso appena scuoiata?"

"Che spiritosa" grugnì Costanza, decisamente nervosa "Vada per il mantello di velluto"

"E il colbacco di visone nero e i guanti di capretto?"

"E poi? La sciarpina ricamata in oro zecchino possiamo lasciarla a casa? Sbrighiamoci, Valenskij mi ha dato appunta…" si interruppe in tempo per vedere un ghigno vittorioso devastare il viso di Nadja "Mi aspetta tra cinque minuti" si affrettò a terminare, arrossendo come un pomodoro maturo. Senza aspettare risposta, si incamminò decisamente verso l’uscita seguita a ruota da Nadja che continuava a ridacchiare. Attraversarono l’atrio e i corridoi semivuoti in quel giorno di festa, ma quando arrivarono davanti al deposito delle scope, Costanza scoprì di avere le gambe gommose ed il respiro penosamente a singhiozzo. Sulla porta tentennò un attimo e Nadja le batté comprensiva la mano sulla spalla.

"Coraggio, è normale essere agitate al primo appuntamento" mormorò con voce da chioccia. Costanza si girò a fulminarla con lo sguardo, indecisa tra l’omicidio o il semplice taglio della lingua.

"Nadja, se dici ancora quella parola giuro che ti stacco la testa a morsi" mormorò spingendo la porta con decisione ed entrando nel deposito. Non fece in tempo a fare il primo passo che la voce di Nadja la colpì alle spalle, trionfante.

"Vestae reductio!"

Fu così che quando Valenskij si girò verso la sorellastra, la trovò impalata sulla soglia, avvolta in aderenti abiti neri e sul viso un’espressione così feroce che avrebbe spaventato anche un’orca assassina. I due giovani si guardarono per un lungo momento e Nadja, che sbirciò curiosa da dietro la porta, si stampò in faccia un largo sorriso esultante. Il gelo che Costanza aveva provato dietro la schiena fino a qualche secondo prima, si trasformò improvvisamente in lava bollente e la voce le sprofondò sotto i piedi impedendole di parlare. Lo sguardo di Sasha la attraversò da capo a piedi, caldo come un sole estivo.

"Davvero un look azzeccato" mormorò alla fine il giovane, sornione "Fa molto Missione Impossibile o La Rivincita della Donna Gatto. Quale dei due volevi emulare, di grazia?"

"Volevo emulare L’Omicidio della mia Migliore Amica, a dire il vero" borbottò Costanza recuperando la favella mentre Nadja entrava nel deposito con un saltello aggraziato "Se ci stai a diventare mio complice, procedo immediatamente"

"Buongiorno, Valenskij" canticchiò soave Nadja sorridendo a Sasha "E’ vero i vestiti sono farina del mio sacco. Non potevo permettere che per il primo appuntamento si vestisse con lo scafandro della bisnonna, non credi?"

"Appuntamento?" domandò con blando interesse Sasha inarcando un sopracciglio "E’ questo che ti ha detto?"

Il viso di Costanza passò dal bianco formaggio al rosso peperone passando per un delicato grigio cenere.

"Va-Valenskij, giuro che non le ho detto affatto che questo era… Nadja, dì un’altra volta quella parola e ti ritrovi il tuo armadio ficcato in gola!!"

"Ma perché ti scaldi tanto?" sorrise Sasha, divertito "Nadja, puoi riferire al comitato pettegolezzi che questo era il primo appuntamento ufficiale fra me e miss Spocchia. Ne hai abbastanza per la sessione di oggi o vuoi che le dia un bacio con avviluppo di membra per farti contenta?"

"Cosa… Nadja, guai a te se spargi in giro corbellerie del genere!" boccheggiò Costanza di nuovo bianca come formaggio "Valenskij, torna a dire una cosa così e ti pietrifico all’istante. Non dovresti dare corda a quella ficcanaso di Nadja Già così, secondo lei quando torneremo indietro saremo sposati ed in attesa di tre gemelli…"

"Chissà" sorrise Sasha strizzando l’occhio a Nadja che ricambiò con entusiasmo "Ma in fondo che ti importa? Non mi sembravi una che desse peso ai pettegolezzi"

"Infatti, era così finché una giovane amante respinta non ha tentato di bollirmi la faccia a causa tua" brontolò Costanza scurendosi in volto.

"So che siete stati costretti a dirmi del vostro appuntamento perché sono l’unica disposta a fare da baby sitter al vostro uovo puzzolente" continuò Nadja imperterrita "E in cambio non vi ho nemmeno chiesto un galeone, quindi potreste anche dirmi dove state andando"

"Non è un…basta, ci rinuncio" sospirò Costanza, arrendendosi "Valenskij, andiamocene prima che trasfiguri la baronessa Ilovich in una cinciallegra"

Nadja ridacchiò, poi depositò in mano a Costanza il mantello e i guanti, ficcò il colbacco di pelo nero sulla sua testa e le schioccò un sonoro bacio sulla guancia.

"Torna tardi e non fare la brava" le mormorò nell’orecchio lanciando un allusivo sguardo a Sasha e le guance sfinite di Costanza tornarono grigie a chiazze rosate.

"E tu, se durante il giorno trovi una vasca piena d’acqua, fammi il favore di affogarti" rispose inviperita mentre Nadja spariva fuori dal deposito chiudendosi piano la porta alle spalle, senza smettere di sorridere. Rimasti soli, Costanza non ebbe il coraggio di guardare Sasha negli occhi.

"Che idiota…hem…allora, dove dobbiamo andare?" esordì cercando di non far trasparire la sua agitazione dalla voce. Sasha sembrava invece tranquillissimo ed anche vagamente divertito.

"In un paese lontano lontano, ai confini con la foresta di Sliven" disse indifferente come se parlasse di un posto dietro l’angolo "E’ un po’ fuori mano per noi studenti di Durmstrang: ne ho sentito parlare per vie traverse. Ma pare che una certa madame Madescu abbia una stanza lì dove si diletta in lettura della mano, pozioni d’amore e riti voodoo"

"Perfetto" dichiarò Costanza girandogli le spalle e chinandosi a preparare la sua scopa "Quanto ci metteremo ad arrivare?"

Dopo qualche secondo, non sentendo risposta, si girò a guardare Sasha interrogativa e lo trovò in aperta contemplazione del suo posteriore.

"Sai, visto da qui, devo rettificare il giudizio precedente: il tuo sedere non è poi così secco" dichiarò Sasha, salottiero "Comunque, preferisco lo stesso il davanti col bottone strategicamente slacciato"

Costanza non ebbe nemmeno la forza di controbattere: si avvolse nel mantello accertandosi che il viso arrossato fosse il più coperto possibile e si piantò davanti al fratellastro col mento alzato con aperta sfida.

"Allora, se hai finito di sezionare la mia anatomia possiamo anche andare, che dici? Entro la prossima glaciazione se non ti è di troppo disturbo"

Sahsa sorrise sornione e le si affiancò girandosi verso il portone di uscita del deposito ed indicando col braccio teso il paesaggio innevato e bigio.

"Lo vedi quel passaggio dal muro crollato? Lì adesso gli elfi domestici di guardia si daranno il cambio: dovremo essere molto veloci e passare nell’esatto momento in cui sono distratti. Taglieremo a volo radente per il Bosco e lo attraverseremo senza mai fermarci, il più rapidamente possibile. Avrai capito che i Guardiani non apprezzano la presenza degli studenti nel loro territorio"

"L’avevo vagamente intuito" grugnì Costanza, distratta dal profumo di buono che proveniva dal corpo di Sasha.

"Usciti dal Bosco, invocheremo le nebbie e sorvoleremo sulla riserva babbana del lago Atanasovsko. Da lì, sempre dritto fino alle foreste di Sliven. E’ una bella tirata a cavallo di una scopa e potremmo rischiare di essere visti in qualsiasi momento: sicura che te la senti?"

Costanza lo guardò dritto negli occhi, cercando di contenere il tumulto che la squassava.

"Me la sto facendo sotto" ammise tranquilla "Ma se riesci a farlo tu, non vedo perché non dovrei riuscirci io"

"Brava miss Spocchia" approvò Sasha con voce leggermente velata. Costanza abbassò lo sguardo, giocherellando con le nappe del mantello per trovare il coraggio di dire quello che doveva.

"Io…non so perché tu stia cercando di aiutarmi: forse hai una colpa da espiare ed io sono la tu penitenza ideale, visto quanto ci detestiamo a vicenda. Comunque, volevo…ri-ringraziarti, sì, ecco, l’ho detto finalmente…"

"Che sforzo titanico, eh?" disse Sasha con un sorriso scintillante "Come ho già avuto occasione di dirti, ho anche io un codice morale e intendo sostenere l’ente protezione creature magiche anche nel caso le suddette creature siano delle streghe isteriche, indisponenti e dotate di sedere falsamente secco. Allora, finite le spiegazioni, vuoi montare sulla mia scopa?"

Costanza accolse con un ringhio la risatina irriverente del giovane alla vista della sua faccia oltraggiata.

"Piuttosto faccio la strada a piedi" rispose alla fine "Che ne dici invece di salire tu sulla mia?"

Quella di Costanza voleva solo essere una provocazione, ma la risata che scatenò in Sasha le insinuò seri dubbi sul significato delle sue parole.

"Non mi dire che ho violato un’altra regola del Manuale di Corteggiamento Durmstaghiano, volume II° comma 13" mormorò irritata. Sasha si ricompose senza riuscire a togliersi del tutto il sorriso canzonatorio dalla faccia.

"Credimi, è molto meglio per te non saperlo" concluse afferrando la sua scopa e salendo cavalcioni "Sei pronta?"

Costanza lo imitò mentre il cuore le batteva come un tamburo impazzito: Sasha tornò serio e si mise ad osservare attentamente i movimenti degli elfi domestici di guardia sugli spalti in un silenzio teso. In quei minuti di immobilità, i muscoli di Costanza si tesero penosamente dalla tensione e lo stomaco prese a rombarle mentre un milione di ottimi motivi per non fare quella gita con Valenskij le affollavano la testa. Ma non mosse un muscolo, non ammettendo nemmeno con sé stessa che madame Madescu era importante, sì, ma non era per quello che aveva deciso di fare quella pazzia a rischio espulsione…All’improvviso, Sasha girò appena la testa dalla sua parte e mormorò a fior di labbra: "Via"

"Ci siamo" pensò Costanza, seriamente terrorizzata.

* * *

Le due scope scattarono in avanti perfettamente sincronizzate, rapide e veloci come schegge impazzite. Il un lampo, attraversarono il muro di cinta e si tuffarono nel Bosco delle Querce Oscillanti sfiorando quasi il manto di neve fresca per terra. Costanza sentì lo schiaffo potente dell’aria gelida che le sferzava la faccia e gli occhi le si riempirono immediatamente di lacrime: indomita, si aggrappò al manico della scopa e si concentrò sulla guida, ben attenta a non perdere mai di vista Valenskij davanti a lei. Il giovane era davvero un volatore nato: scivolava elegantemente fendendo l’aria a velocità pazzesca, scartando nelle varie direzioni con una leggerezza quasi magica. Costanza faticò non poco per tenere il passo tanto da scordarsi di stare attraversando il Bosco proibito agli studenti. Quando arrivarono sul lago e Valenskj si fermò a mezz’aria per evocare le nebbie, Costanza aveva quasi il fiatone e l’adrenalina che le galoppava nelle vene ghiacciate. Valenskij le lanciò un’occhiata palesemente ammirata, mantenendo la scopa ben sopra il livello dell’acqua scura e limacciosa.

"Devo ammettere che non voli affatto male" ansimò Costanza cercando di riprendere fiato.

"Dici?" scherzò Sasha, ironico "Sono andato pianissimo per paura di perderti"

"Bugiardo" sibilò Costanza, offesa "Se andavi un po’ più forte tornavamo indietro nel tempo!"

Sasha rise, poi le girò le spalle e si concentrò per evocare le nebbie. Quando uscirono dalla zona magica di Durmstrang, Costanza si sentì stranamente più sollevata, ma Sasha non le diede il tempo di rilassarsi. Partì di nuovo in volo supersonico e Costanza si tuffo in un mondo di pura concentrazione: per un bel pezzo sentì solo il sibilo del vento sulla faccia, il freddo e la tensione dei muscoli per lo sforzo di guidare velocemente la scopa, per quelle che potevano essere ore ma sembravano secoli. Quando Sasha finalmente rallentò, ormai ai margini di una fitta foresta innevata, Costanza aveva perso quasi completamente la cognizione dello spazio e del tempo. Sasha indicò con un braccio una pittoresca baita dal tetto ricoperto di muschio praticamente appesa ad un crostone di roccia immerso tra i pini coperti di neve.

"Eccola là" disse con voce resa metallica dal freddo pungente "La Piccola Baita dell’Orso. E’ lì che dobbiamo andare"

 

 

Note dell’autrice:

he he he…che succederà nella Piccola Baita? Domani un assaggino…intanto, beccatevi questi:

 

Maharet: Eri malata?!? Pooovera! (il mio istinto di crocerossina esce prepotentemente…). Hai bevuto il brodino? Hai messo la maglietta della salute? Il balsamo di tigre sui polsi, sulla fronte e sulla nuca? Molto bene. Piaciuto questo capitolo? Io mi sono divertita tantissimo a scriverlo! Nadja è il mio alter ego perfetto, la adoro. Prendi l’aspirina e dimmi cosa ne pensi…

DK86: Sono davvero rimasta di legno per la tua recensione. In senso buono, naturalmente!!! E’ bellissima, dettagliata, professionale…Sono più che commossa e mi sento di non meritarmela. Grazie davvero di cuore, spero di non deluderti andando avanti! Baci baci Elfie

Pè: Mi corazòn…sei troppo forte. L’annuncio per la gambera mi ha fatto spataccare! Se tu sei contenta di leggere, io sono sempre più contenta di scrivere "per voi" e con voi: tante idee le prendo dalle recensioni e le metto in bocca a Sasha, Costanza, Dimitri, Detlef, Nadja…che ringraziano sentitamente per le cagate che gli fate dire. Aspetta un attimo…devo andare con calma?!? Che devo aspettare, il passaggio della cometa per mettere insieme quei due? Non è che scriverò all’infinito, devo pur darmi un termine, no? Ancora non so come e quando succederà qualcosa tra i due, però comincio ad avere un’idea del "dove"…
PS. Prima risposta all’annuncio: "Gamberona uzbeka, alta, sexy, colta, occhio da triglia e arrendevolezza polacca, risponde a chiamata di Gamberone Lagunare solo dopo aver visionato il conto in banca. W Paris Hilton e il Tonno pinna gialla". Rambus come è messo a galeoni?

Yeran: Mi sembrava strano che ci fosse una in Italia che dovesse fare la cura ingrassante! Ti dirò, più passa il tempo più mi accorgo di una cosa che da giovanissima proprio non mi voleva entrare in testa: ai maschi piacciono le donne morbide. Non grassone, ovvio! Ma una ragazza morbida, femminile, accogliente, è il sogno ricorrente del 87% dei maschi. Che poi quello che sogniamo noi sia in quel restante 13%, bè, lì è un’altra storia…Un abbraccio anche a te, ciao!

Helen Lance: Grazie per i complimenti, non dire come al solito, fanno sempre troppo piacere!! Ti regalo un chilo di erba pipa anche solo per la costanza!! Baci, a domani

Minako-chan: Come li facciamo i soldi? Niente di sessuale, eh? Illegale finchè vuoi, furti, rapine, ecc, ma nei rapporti interpersonali sono una frana. Con J.D. pretendo poco?!? Ma dico…sei matta?!?! Sentiamo, tu chi ti porteresti in valigia…? Un bacione, a domani!!

Lilyblack: Allora, se l’hai prenotato da giovedì, posso prendere Johnny anche stasera? Dovrei uscire con le amiche, ma credo che se danno un’occhiata al soggetto, capiranno…Oh, mi piace l’idea della Catherine Z.J. per Costanza, a parte la differenza d’età. Da giovanissima, esempio, nel primo Zorro, C.Z.J. era di una bellezza indomita e "carnale" davvero potente! Grazie per il suggerimento, per ora vale la tua parola!!

The lost arch angel : Che bello, una nuova lettrice!! Grazie infinite di non esserti scoraggiata e aver letto la mia storia anche "in corso d’opera". Spero che continuerai a leggere e a non annoiarti, intanto grazie di cuore e UN BACIONE!! Elfie

Romina: Mia adorata…chi ti ha detto che questa storia sarà a lieto fine…? Dai che scherzo. Sono geneticamente impossibilitata a scrivere di finali tragici, proprio non mi viene, come trattenere il fiato per più di un minuto, non gliela fò…Le calze di Costanza sono di una marca bulgara piuttosto sconosciuta, e ti sconsiglio di cercarle in giro perché se vai da Calzedonia e chiedi "voglio un paio di calze bulgare, di lana, grigie" come minimo ti mandano a comprarle dalle Carmelitane Scalze…e poi, quello che fa il miracolo non è l’indumento, ma chi e come lo porta, il contesto…guarda i mutandoni di Bridget Jones, per esempio! Il mio indumento "cult", quello con cui ho fatto capitolare il mio uomo, è stato un maglione di lana di pecora tessuto a mano: con la scusa di annusarmi mi ha dato il primo appuntamento! Quindi, visto? Sasha immaginatelo pure come vuoi, essendo un parto di fantasia ed essendo un mago, direi che ognuna di noi si può sbizzarrire e sognarlo come più le aggrada. Accetto con gratitudine la concessione di J.D., è l’unico essere maschile che mi scatena serie fantasie sessuali (ma noooo!!! Non avevamo proprio capitoooo!!) Ciao bacionis!!

Nisi Corvonero: Io adoro i detti dialettali, impregnati di saggezza popolare come pout pourri sono impregnati di oli essenziali aromatici…vorrei tanto avere qualche esempio su quelli che ritieni escatologici, ma devi anche scrivermi cosa significa escatologico, a meno che non significhi che sta dentro una scatola nel qual caso l’ho già capito da autodidatta. Passiamo al nostro dibattito eno-gastronomico (o meglio, eno-gastrologico); il bagno è un ambiente dove è consentito fare puzzette. La mia nonna, molto severa, di quelle che ti bacchettavano le mani se tenevi i gomiti sulla tavola, mi ha insegnato che le puzzette non si fanno MAI per nessun motivo, nemmeno se sta per scoppiarti l’intestino di gas. In bagno, però, puoi fare tutto quello che vuoi…sarà per questo che io adoro stare in bagno. Ci passerei delle ore, se potessi. Ed ora, la risposta alla tua domanda cosmica: dissento assolutamente con la tua affermazione che tutte le cose sexy facciano prendere freddo: hai mai provato a presentarti nuda coperta solo da una pelle d’orso (o, ecologicamente parlando, da un plaid formato famiglia), davanti al tuo uomo? Secondo me lo troverebbe molto sexy, e tu sei in mezzo ad un bel calduccio dove, magari…ok, il resto immaginatelo, no? Bacionissimi, Elfie

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 : La Piccola Baita dell'Orso ***


Capitolo 16 : La Piccola Baita dell’Orso

 

Costanza ci mise qualche secondo a scendere dalla scopa, tanto le membra erano intirizzite e cementate insieme dal freddo. Erano atterrati in un piccolo spiazzo dietro alla baita e per la prima volta la ragazza si guardò intorno con interesse: in un angolo dello spiazzo c’era un minuscolo deposito di scope e slitte volanti gestito da un elfo che portava un allucinante cappello di lana colorata e berciava con voce acuta con chiunque passasse di lì. La baita alle sue spalle, una graziosa costruzione di pietra e roccia dal vezzoso caminetto fumante, dava l’idea di essere un po’ la casetta della nonna di Cappuccetto Rosso, con le tendine ricamate e vasi di pungitopo infiocchettati davanti alla porticina di legno chiaro con un cuore panciuto inciso nel centro.

"Bè, che te ne pare?" domandò Sasha depositando la scopa dall’elfo brontolone.

"Fantastico" grugnì Costanza, sostenuta "Sai se in questo posto vendono delle chiappe di riserva? Le mie sono completamente congelate"

Sasha sorrise, e si avviò verso l’ingresso.

"Erano anni che sentivo parlare di questo posto" confidò agitando il lezioso batacchio a campanellino che pendeva dalla porta "Non ho mai avuto il coraggio di venirci, però"

Una diaccia sensazione di sospetto agitò lo stomaco già sconvolto di Costanza.

"Come sarebbe a dire coraggio? Che posto è questo?"

"Non ti preoccupare: tu stammi vicina, non guardare in faccia nessuno e, soprattutto, tieni il becco chiuso. Ricevuto?"

"Non sono sorda e non mi freghi con queste raccomandazioni da papà orso: adesso dimmi dove mi hai portato"

"Diciamo che la Piccola Baita è famosa per essere frequentata da gente…poco raccomandabile. Ricordati quello che ti ho detto: soprattutto, ti prego, bocca chiusa. Lascia parlare me, capito?"

Costanza non fece in tempo a protestare che la porticina si aprì: si trovò davanti una specie di enorme Troll dalla faccia bitorzoluta e verdastra che li squadrò con un’espressione così feroce che la ragazza si nascose d’istinto dietro la spalla di Sasha. Il compagno, perfettamente a suo agio, salutò con un cenno il Troll gettandogli un sacchetto tintinnante di monete nella mano tesa enorme come un prosciutto. Costanza lo seguì dentro al locale e per poco non finì lunga distesa quando incespicò dalla sorpresa: l’interno della Piccola Baita era un enorme, rumoroso, fumoso e sovraffollato pub vietato ai minori. Su due lunghi tavoloni laterali, una fila di ballerine più o meno svestite danzavano lascive davanti ai clienti intenti ad ingozzarsi di Whisky Incendiario e Vodka Start Fire; nell’angolo, un gruppo di maghi dall’aria assassina giocava a freccette magiche; al centro del locale, bellamente ignorati da tutti, due tizi se le stavano dando di santa ragione, ubriachi fradici e grondanti sangue e sudore. La musica fortissima faceva quasi tramare le pareti e Costanza si aggrappò senza nemmeno accorgersene al mantello di Sasha quando un Troll evidentemente brillo afferrò uno degli elfi camerieri e lo scaraventò contro la porta, mancandoli per un pelo.

"Ambiente interessante" mormorò Costanza quando fu certa di aver ripreso il controllo delle corde vocali "Chissà se ospitano anche il circolo di cucito della fata madrina"

Sasha si girò a lanciarle un sorriso divertito, poi le fece cenno di seguirlo oltre i banconi. Sempre più allarmata, Costanza si accorse che tutti gli avventori li stavano guardando con cupe facce sospettose. Quando Sasha si sedette dietro ad un separè, a Costanza quasi scappò un sospiro di sollievo. Sasha invece sembrava come sempre perfettamente a suo agio.

"Immagino che sia meglio non chiederti come hai saputo di questo posto" vociò Costanza per superare la musica assordante "E nemmeno quanti galeoni ci sono voluti per chiudere la bocca a quel mastino all’ingresso"

"Hai perfettamente ragione, diletta sorella" rispose Sasha con voce musicale "Non chiedere niente. E ricordati, tieni il becco chiuso e lascia parlare me"

"Ho capito, è la terza volta che me lo dici" sbuffò Costanza mentre una cameriera dalle braccia poderose come sequoie si appoggiava contro il loro tavolo, masticando furiosamente qualcosa che poi sputò per terra praticamente ai piedi di Costanza che fissò lo sputo schifata e oltraggiata.

"Allora, fidanzatini, cosa prendete?" domandò con voce annoiata il donnone senza badarle. Prima che Sasha aprisse bocca, Costanza era già partita per la tangente.

"Cos’è questa mania che avete di vedere fidanzati da tutte le parti?" esclamò alzando severamente il mento "Un ragazzo e una ragazza che entrano insieme nello stesso locale devono essere forzatamente legati da vincoli amorosi?"

La cameriera riprese a masticare a bocca aperta con un’espressione paziente sul viso, poi si girò verso Sasha accennando a Costanza con il capo.

"Spero per te che la tua bella sappia far andare bene la bocca anche al momento giusto, cocco" biascicò arrogante, provocando una immediata ed infuocata reazione sulle guance di Costanza.

"Coo-cosa si permette di insinuare…?" balbettò la ragazza oltraggiata, ma prima che potesse continuare la mano di Sasha era scattata in avanti e le aveva afferrato il polso in una morsa ferrea: benché covasse un sottofondo di divertimento, lo sguardo di Sasha era duro come la pietra.

"Tesoro, spiegami dov’è che il concetto di tenere il becco chiuso non ti è stato chiaro" ringhiò sottovoce con un tono pericolosamente ammonitore.

"Ma lei…cioè, hai sentito cosa ha insinuato sulla mia…voglio dire, non ti dà fastidio che…"

La cameriera sbuffò di impazienza, somigliando ad una enorme locomotiva a vapore.

"Rilassarti, figliola" le disse con sufficienza facendo comparire con decisione un taccuino lercio ed una piuma grigiastra davanti al suo poderoso petto "Se avessi io un fidanzato come il tuo invece di farmi venire le crisi isteriche l’avrei già sciupato. Allora, piccioncini, che prendete? Whisky o Vodka?"

"Non c’è un thè al bergamotto…?" sfiatò Costanza prima che una nuova stretta al polso da parte di Sasha la facesse gemere di dolore.

"Vodka start fire" ordinò Sasha, sereno "Sarebbe possibile anche farsi leggere la mano da madame Madescu? La ragazza qui vuole sapere se troverà mai un essere vivente sufficientemente pazzo da sposarla"

"Non ci vuole una veggente per indovinare una cosa così ovvia" mugugnò la cameriera con uno sguardo eloquente a Costanza "Vado a sentire se madame Madescu ha posto per oggi. Comunque, cocco, quando ti stufi della principessina qui, mi trovi dietro il bancone"

Girò i tacchi, non prima di aver stretto l’occhio allusiva a Sasha ed aver fatto di nuovo arrabbiare Costanza.

"Ma dico, l’hai sentita?" berciò furibonda quando si fu allontanata "Che sfacciata millantatrice! E’ una vergogna per il genere magico femminile! Così vomitevolmente spudorata e…e…"

"Costanza, taci" ordinò Sasha in tono definitivo che la giovane chiuse la bocca di scatto. Non fu tanto per l’ordine perentorio ma perché, per la prima volta in sette anni, Sasha l’aveva chiamata per nome. La cosa la fece mancare il fiato così intensamente che le venne subito a girare la testa.

"In questo posto ci sono delle regole" spiegava intanto Sasha, serio "Se non le conosci rischi di farti male. A te e a me. Per una volta nella vita, pensi di poter tenere a freno quella lingua forcuta fino a che non usciamo di qui?"

Costanza annuì appena con la testa, ma non lo ascoltava nemmeno: gli guardava la bocca da cui era uscito il suo nome e non riusciva a pensare a niente che non fosse legato a quelle labbra…

"Hai capito, allora?" domandò Sasha dubbioso.

"Certamente" rispose Costanza, arrendevole e tranquilla, senza guardarlo negli occhi.

Di colpo, Sasha si rese conto che la stava ancora tenendo per il polso ed anche gli occhi di Costanza caddero lì: su una grande mano abbronzata che stringeva un polso bianco e sottile. Per un attimo da capogiro, ad entrambi i giovani sembrò che tutti i sensori della pelle si fossero concentrati su quei due innocenti lembi di pelle a contatto. Altro che vodka start fire, pensò Costanza tremando sfinita mentre Sasha ritirava la mano facendo uno sforzo molto più pesante del previsto per abbandonare quel polso piacevolmente tiepido e pulsante. Un silenzio imbarazzante stava per calare su di loro quando all’improvviso qualcosa piombò in mezzo al tavolo, facendo sobbalzare entrambi dalla sorpresa: era un nano dalle orecchie a punta, così brutto che poteva fermare un orologio con un solo sguardo. Aveva due occhietti giallognoli e infidi che puntò immediatamente su Costanza, pieni di maligna curiosità.

"Ma che bella bambina" cinguettò con voce catarrosa "Sei qui col fidanzato?"

Di nuovo la mano di Sasha corse per afferrare il polso di Costanza, ma la linguaccia della ragazza fu più veloce di tutti.

"Ma che avete tutti con questa mania dei fidanzati? A parte il fatto che il suo alito è una vera offesa per l’odorato, signor Maleducazione, bella bambina lo dice a quel Troll di sua sorella…"

"Non è fidanzato?" domandò il nano indicando Sasha, felice come una pasqua.

"…Costanza, zitta!" sibilò allarmato il giovane, intuendo che la situazione non era delle più rosee.

"Certo che no, ci mancherebbe!" esclamò Costanza, ignorandolo. Sasha per poco non sbatté la testa contro il tavolo, frustrato mentre il nano iniziava a ghignare esilarato.

"Lo sapevo!" iniziò a strillare pestando come un ossesso i piedi sul tavolo "Taurus, vieni qui! Ho trovato ragazza libera! Ragazza disponibile!"

In un attimo, il tavolo di Costanza e Sasha fu circondato da una discreta folla di gente curiosa che studiava Costanza come un interessante reperto archeologico: mentre la ragazza si guardava intorno disorientata, Sasha si sporse verso di lei con gli occhi che brillavano di ira repressa.

"Maledetta…petulante…befana!" sibilò realmente arrabbiato "Ma cosa bisogna fare per farti tacere?"

"Che diavolo è successo?" balbetto confusa "Cos’è questa storia del…disponibile?"

Sasha stava per rispondere quando un’ombra gigantesca oscurò la fioca luce dei candelabri sui tavoli: una specie di gigante calvo, vestito con una pelle d’orso con la testa ballonzolante dell’animale che pendeva sulla spalla, si piazzò dietro le spalle di Sasha, incrociando sul petto poderoso due braccia che sembravano le travi portanti di una cattedrale.

"Ragazza?" domandò con una cantilenante voce bovina così bassa e minacciosa da far vibrare il tavolo e le sedie. Sasha, di spalle, non osò nemmeno girarsi: Costanza sollevò gli occhi cercando alla fine di quell’interminabile corpo un viso su cui posizionarsi, ma quando lo trovò, pensò seriamente che sarebbe stato meglio non trovarlo.

"Hem…" mormorò, con la bocca secchissima, aspettandosi da un momento all’altro di essere schiacciata dal pollice di quella montagna d’uomo.

"Ragazza!" declamò questi rapito afferrandola per un braccio usando solo due enormi dita come se fosse uno stuzzicadente e sollevandola di un metro buono da terra per osservarla bene. Costanza trattenne a stento una smorfia di dolore mentre Sasha si alzava in piedi di scatto.

"Lasciala subito" ordinò con molta calma "Miss Spocchia, tu chiudi quella fornace e lascia che me la veda io, chiaro?"

Ovviamente, Costanza non trovò il concetto affatto chiaro.

"Oh, smettila di fare il cavaliere senza macchia!" sbuffò liberandosi con decisione della stretta di Taurus "So cavarmela benissimo da sola. Vero, signor Taurus, che non ha nessuna intenzione di farmi del male?"

Il gigante annuì felice.

"A Taurus piacciono ragazze" gorgogliò il gigante mostrando denti zannuti grandi come sciabole "Tu beve con Taurus e Taurus diventa fidanzato"

Sasha si lasciò sfuggire un gemito disperato mentre intorno a loro la gente strillava estasiata il proprio favore. Costanza si guardò intorno disorientata massaggiandosi il braccio leso.

"Fida…cosa? Questo menhir preistorico vuole fidanzarsi…con me?" mormorò incerta. Sasha le lanciò uno sguardo che avrebbe fulminato una montagna.

"Questi Troll di montagna non vedono una donna per mesi " sibilò avvicinandosi a lei "Arrivano qui in cerca di compagnia femminile. Adesso ti considera d sua proprietà, disgraziata d’una boccaccia senza fondo!"

"Oh" mormorò Costanza sbiancando di colpo. Non riusciva a staccare gli occhi da quella testa ondeggiante e accartocciata attaccata a quella montagna di muscoli e pelo animale.

"Taurus si offenderà a morte se lo rifiuti" continuò Sasha, furioso "E se si offende davvero tanto, ti stacca la testa e la usa per farci un medaglione da portare al collo. Questo rientrava nei tuoi progetti pre diploma o no, miss Spocchia?"

"Perché diavolo non mi hai detto di tacere?" mormorò Costanza, capendo in quel momento la gravità della situazione.

"Come sarebbe…ah, ci rinuncio" berciò Sasha.

Taurus si appropriò di una bottiglia, la portò alla bocca e in un sol colpo bevve mezzo contenuto. Poi, se la staccò dalla bocca, si pulì col dorso della mano pelosa, ruttò sonoramente facendo tremare i vetri del locale e allungò la bottiglia a Costanza, sorridendo magnanimo.

"Ragazza beve con Taurus" disse mostrando le radici verdastre dei denti in un ghigno che voleva essere amichevole.

Costanza cominciò a sudare freddo: fece un passo indietro, ma fu spinta in avanti dalla folla.

"Veramente…" balbettò esitante "Hai appena bevuto a collo…non mi sembra igienico mettere la bocca dove…insomma, in giro c’è il tifo, la malaria, la tenia bovina, l’afta epizootica…dal colore dei tuoi denti, mi sembra che tu ce le abbia tutte queste allegre cosine, non potremmo provare con i bicchieri?"

Il sorriso di Taurus si trasformò in un ghigno e Costanza sentì il panico arrampicarlesi lungo la schiena.

"Tu beve" ordinò Taurus e Costanza intuì che ciò che poteva impedire alla sua testa di lasciare il collo per attaccarsi al soffitto della baita era un’unica speranza. Ragionando febbrilmente, si avvicinò a Sasha e gli passò un braccio intorno alla vita senza nemmeno guardarlo in faccia.

"Io…f-faccio tanti auguri a Taurus…insieme al mio fi-fidanzato!" esclamò alla fine, completamente a corto di idee. Prontamente, la folla si strinse intorno ai due giovani, sbatacchiando Sasha addosso a Costanza mentre le urla raggiungevano il parossismo. Il giovane si guardò intorno affannosamente.

"Che gli hai detto?" ansimò, spaventato.

"Gli ho detto che siamo fidanzati" mormorò Costanza fingendo di sorridere mentre in realtà stava avendo il mal di pancia dalla paura "Merlino, è il mio incubo ricorrente che si avvera…"

"Perfetto" sibilò Sasha, inviperito "Così invece che solo la tua testa sul trave appenderà quella di tutti e due"

"Vedi alternative?" mugugnò Costanza alzando il viso verso di lui e aggrappandosi più stretta al suo mantello.

"Sì: tornare indietro nel tempo e non averti mai conosciuta, maledizione!" tuonò Sasha, furibondo. Poi, con decisione, le cinse la vita con un braccio e se la strinse addosso in maniera piuttosto eloquente: mentre Costanza tratteneva il fiato suo malgrado, afferrò una bottiglia da un tavolo e si rivolse al gigante con un sorriso stentato.

"Io e la mia fidanzata facciamo tanti auguri a Taurus!" gridò alzando in alto la bottiglia in un brindisi triviale. Ingollò tre lunghi sorsi per dare il buon esempio finché la folla si scatenò in un ululato selvaggio, pestando i piedi e alzando bottiglie in segno di festa; poi, mentre tutti erano intenti a ingurgitare vodka come fosse succo d’arancia, Sasha, con due poderose spallate, si fece largo tra la gente accalcata, trascinando la sua novella fidanzata come se fosse un ingombrante sacco di patate. Raggiunto il bancone, fece un cenno alla cameriera con un certo affanno.

"Abbiamo bisogno di vedere madame Madescu, adesso" ordinò scuro in volto e la cameriera annuì saputa.

"Di qua, Giulietta e Romeo" mormorò facendoli passare oltre una tenda di perline dall’aria lurida mentre dietro alle loro spalle Taurus e compagni si disperdevano in cerca di nuove allegre compagnie. Costanza, sempre aggrappata al mantello di Sasha, sentiva il sangue rombarle nelle orecchie e il sollievo renderle molli e gommose le ginocchia.

"Merlino, che paura che ho avuto" mormorò ancora allucinata "Credevo che quel monolite volesse squartarmi in due con uno sguardo"

"La sua idea era più o meno quella, togliendo lo sguardo" rispose Sasha, un po’ più tranquillo sbirciando attraverso la tendina le dinamiche del buon vecchio Taurus.

"Ti giuro che quest’altra volta ti darò retta" continuò Costanza sinceramene dispiaciuta "Rimarrò muta e sorridente come una bambola giapponese, non emetterò un solo fiato…"

Alzò gli occhi e incontrò i suoi, ironici e vicini. Molto vicini. Diamine, così vicini che poteva contargli le ciglia! Era ancora aggrappata al suo mantello e lui la teneva ancora per la vita. Raccapezzandosi con orrore della posizione altamente compromettente, Costanza fece per allontanarsi incespicando ma la mano di Sasha, possessiva e salda, la tenne inchiodata contro di sé, mandandole il battito cardiaco a mille nel giro di un nano secondo.

"Che stai facendo?" grugnì comunque, corrugando la fronte, più sorpresa che arrabbiata. Sasha fece spallucce, sorridendo evasivo. Il fatto sconvolgente era che trovava piacevole avere il corpo di Costanza premuto contro il suo: era caldo, arrendevole e riottoso allo stesso tempo e parecchio morbido nelle parti alte. Decisamente gradevole, pensò di sfuggita senza approfondire il concetto.

"Siamo fidanzati" rispose Sasha, non sapendo bene nemmeno lui il perché delle sue azioni "Ho tutti i diritti di spupazzarmi un po’ la mia ragazza, dopo che ho valorosamente combattuto per lei"

"Il fidanzamento è finito nel momento in cui abbiamo oltrepassato quella tenda bisunta" disse decisa Costanza, combattendo contemporaneamente contro una assurda paralisi degli arti inferiori che le imponeva di rimanere aggrappata all’alta figura di Sasha.

"Uhm…e la storia della bambola giapponese, allora?" mormorò Sasha sorridendo allusivo.

"Hei piccioncini" li interruppe la voce tonante della cameriera alle loro spalle. Costanza sobbalzò penosamente e Sasha, dopo un attimo di esitazione, la lasciò andare a malincuore. La cameriera sorrideva e sul suo viso si leggevano così bene le parole "l’avevo detto io" che non ci fu nemmeno bisogno di dirle per far arrossire Costanza fino alla radice dei capelli. Il donnone fece cenno col pollice verso un corridoio buio e angusto alle sue spalle, ghignando perversamente.

"Madame Madescu vi vuole vedere, seguitemi" disse girando loro le spalle e avviandosi lungo il corridoio.

 

 

Note dell’autrice:

: Donnina curiosa…il Manuale di Corteggiamento Durmstraghiano è una dotta lettura riservata agli studenti di tale istituto. A quanto mi risulta, tu sei arenata più o meno a livello del lago a bere un thè con Rambus, quindi ancora non fai parte del corpo studentesco. Non sono autorizzata a divulgare informazioni di siffatta specie al di fuori delle mura di Durmstrang….mi dispiace, ma sai, sono un po’ fiscali in Burgaria: se non fai come dicono, ti strappano le unghie, e non sono affatto estetiste, credi a me! Effettivamente…anche qui è nevicato parecchio e stamane mi sono dovuta svegliare alle ore 06,00 (alle SEI!!! Renditi conto!!) per cercare i doposci in cantina, fare la rotta nel viale (non so come si dica in italiano: liberare dalla neve il mantello stradale, per i novizi del dialetto emiliano)e pulire la macchina. Sono distrutta e non è ancora mezzogiorno. Me tapina!! Vado quasi quasi a far compagnia a Rambus, a vedere lui così sfigato magari mi tiro su il morale…A proposito, è arrivato un altro annuncio:

Piovra Horwardiana cerca Gamberone Durmstranghiano, Supercozza Beauxbatoniana e Megacarpa Svedese per una partitella a rubamazzo in territorio belga neutrale. Cercasi lago abbastanza capiente da contenere quattro mostri di siffatta specie.

Che facciamo, glielo passiamo? Intanto che arriva la gambera, si distrae un po’…

Delfinocurioso: Ma che è successo al tuo telefono? Dove abiti, sul cucuzzolo del Cervino? Un ecnico dalla Groenlandia…interssante. Mi hanno parlato bene dei groenlandesi, il tuo com’era? Comunque, tra Sasha e Costanza i segnali ci sono, ma la fase del piacevole disprezzo non l’abbiamo ancora superata. Per il resto…dovrai aspettare domani per la conclusione definitiva della gita fuori Durmstrang! Baci baci, e bentornata!

Yeran: Appoggio incondizionatamente il tuo W le morbide!! Lo proporrei come slogan, ma mi è venuto in mente il pacchetto di sigarette stazzonato dove si infila sempre l’ultima sigaretta nell’angolino in fondo e devi bestemmiare in turco perché venga fuori, allora ho cambiato idea: fanculo le morbide!! Meglio il pacchetto rigido. Dunque, dicevamo? Eh, io amo sciare e la Piccola Baita dell’Orso è un po’ un mio tributo ai rifugi in quei di Canazei, dove mi sono sbafata un centinaio di caprioli in umido e venti cinghiali con polenta…che meraviglia! Un plauso anche alla Merda d’Orso, una grappa trentina al miele dal nome infausto ma dal sapore celestiale. Effettivamente, il manuale di corteggiamento è farina del tuo sacco: te l’avevo detto che vi rubo le idee? Voi mi avete dato il beneplacito, no? Un bacione anche a te, e continua pure a suggerire!!

Liliblack: Sigh, ultimo giorno, sigh! Come farò a resistere fino a domenica senza il mio gionnino? Era così bravino col massaggio plantare e con…hem hem…sabato sera mi vado a vedere HP quattro, ma gli altri giorni, che fo senza di lui??! Me depressa: mangerò come una fogna per sopperire a questo vuoto interiore che mi dilania. Nadja ricambia il tuo amore sviscerato e ti manda un bacio fortissimo (e anche io con lei!)

Helen Lance: Sasha, Costanza e Nadja ringraziano sentitamente per i complimenti, ma aspettate prima di dire "che bella la gitarella": ancora non è finita…che mente geniale che ho (hem…ma stai zitta! Nd Pubblico) . Ok. A domani!

The lost arch angel: Eh…non voglio anticipare niente, ma mi sa che dovremo metere via il fazzolettino per pulire la bava, non servirà. Non questa volta, almeno!! Ma siamo a buon punto nella cottura, spero di non sbagliare poi arrosto, alla fine!! Baci, e grazie ancora per le belle parole!!

Minako chan: Allora, sia chiaro: JD è mio. Tu porta pure chi vuoi (a proposito, chi vuoi? Così, per sapere con chi passeremo le serate il pullman quando viaggiamo…). I soldi si trovano, dici? E dove?!? In vita mia mai trovati soldi: sudati sì, guadagnati anche, ma trovati mai. Dov’è che abiti tu di bello? Ti vengo a trovare!!

Maharet: Ti prego…non vorrei mai essere la causa del tuo licenziamento!! Guarda, metterò in mezzo alla storia un paio di funerali, così non ridi più tanto. Anche se però, sapere di farti divertire è un piacere talmente grande che lo faccio solo perché ti amo selvaggiamente. Comunque, mettiti il cuore in pace: il balsamo di tigre non è afrodisiaco. E’ che brucia: se lo metti sul braccio, profuma di balsamico e stop, se lo metti in parti più delicate, rischi il pronto soccorso, e non credo che questo pensiero sia molto afrodisiaco…ma a te chi te l’ha rifilata questa panzana? Ah, ricordati: il postino è sempre una valida alternativa al balsamo di tigre. Il mio ha ottanta anni e un occhio di vetro, quindi il balsamo è d’obbligo, ma il tuo è un diciottenne svedese alto 1,90, biondo, occhio ceruleo, molto fico, fossi in te gli farei "la posta" sul pianerottolo come un cane da tartufo (OPB docet!). A presto, e occhio alle ricadute…

Nisi Corvonero: Con te non si finisce mai di imparare: adesso so che le deiezioni di vario genere posso chiamarle fenomeni scatologici…non vedo l’ora di poter usare queste parole in pubblico!! SI!! SIETE TUTTI UN AMMASSO SCATOLOGICO!! Lo vado quasi ad urlare in metropolitana, che dici? Ok, mi trattengo. Se gli stranieri sono dei criccoloni (leggasi: sporcaccioni) non è detto che dobbiamo esserlo anche noi! Essere obbligata ad inalare l’emissione gassosa del mio prossimo non fa parte dei miei doveri civici. Passiamo al bagno: anche io in bagno non penso. Prima di entrare, metto il cervello nella cervelliera e la cosa più intellettuale che faccio lì dentro è leggere i residuati bellici di Novella 2000 (di quarta mano: faccio la raccolta di carta nel quartiere e prima di portare i giornali al cassonetto ci do una sbirciatina…quando sono alla toilette ad incipriarmi il naso, ovviamente). AH! Da noi in ufficio c’è un messaggio criptato: quando uno dice "vado a pettinami" tutti sanno che và a fare un goccetto di pipì. Da voi come si dice? Per finire…la pelle d’orso la puoi trovare da "Klaus e gli allegri boscaioli svizzeri", un negozietto in periferia specializzato in robetta primitiva e triviale…ci sono anche le camice da uomo a quadretti bianchi e rossi, se ti interessa. Strabacioni anche a te!!

Romina: Oh, mia Adorata! Ho guardato le foto di Nicole Grimaudo e direi che ci puù proprio stare come Costanza!! Tra l’altro mi sembra bravina, la ragazza… bella scelta! Sorpassi Catherine Zeta Jones nella graduatoria "Cerca una faccia per Costanza". Nadja, ringrazia sentitamente, il culo di Costanza anche (era scocciato di essere stato sottovalutato). Per quanto riguarda l’azione, ancora siamo ai riscaldamenti…ma tra poco…(a forza di dire così, arrivo alla fine che ancora non si è combinato niente!!). A domani, baciottis!!

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 : Madame Madescu ***


Capitolo 17 : Madame Madescu

 

Oltre il corridoio, la musica era misericordiosamente più bassa ed il fumo meno soffocante. Una parvenza di aroma d’incenso superava di poco quello di cera bruciata: infatti, candele in vari stadi di consumazione fluttuavano nell’aria illuminando la stanza angusta e piena di ciarpame. Al centro della stanza stava un tavolino rotondo coperto da un telo celeste e sporco: sopra di esso, troneggiava una sfera di cristallo lattiginosa e sbeccata, una bottiglia di vodka start fire e tre bicchieri più o meno puliti.

“Aspettate qui” masticò la cameriera sempre molto affabile “Madame Madescu arriva subito. Potete bere qualcosa, intanto”

Tese una mano a palmo aperto con decisione finché Sasha non vi depositò sopra un nuovo sacchettino di galeoni.

“Vi ringraziamo per la vostra squisita cortesia” disse il giovane inchinandosi con voce grondante ironia.

La cameriera non sorrise nemmeno: girò i tacchi e sparì ancheggiando col formidabile sederone.

“Questa gita ti sta venendo a costare parecchio” mormorò Costanza in un lampo di rimorso “Mi dispiace”

“Tranquilla” rispose Sasha con un sorriso affascinante “Alla fine ti presento il conto”

Dopo essersi guardati un po’ intorno, si sedettero entrambi a disagio davanti al tavolinetto. Sasha versò la vodka in due bicchieri e ne ingollò subito uno con decisione: Costanza invece sollevò il suo tenendolo prudentemente tra pollice e medio e studiandone dubbiosa il contenuto.

“Chi ci garantisce che questa roba non sia bava di Taurus?” domandò riponendo con cura il bicchiere sul tavolo. Sasha sorrise, versandosi un’altra dose.

“Nessuno” rispose “ Senti, volevo farti i complimenti per il volo da Durmstrang a qui. Sei bravina a volare e non ti sei mai lamentata. Non me lo aspettavo, sai?”

“Grazie” annuì altera Costanza, sorvolando sul fatto che non sarebbe riuscita a sedersi compostamente per due settimane, causa vesciche da scopa volante. Con precauzione, portò il bicchiere alle narici, lo annusò delicatamente e arricciò il nasetto disgustata.

“Questa roba è proprio veleno per topi” dichiarò convinta, poi buttò giù d’un fiato il contenuto del bicchiere. Sasha inarcò entrambe le sopracciglia, sorpreso e Costanza non poté fare a meno di lanciargli un sorrisetto nervoso.

“Scusa, è la reazione al corteggiamento di Taurus” si scusò telegrafica.

“Quindi, non sei preoccupata perché stai per incontrare madame Madescu” chiese garbatamente Sasha. La faccia di Costanza assunse un vago colore cenerino e Sasha, comprensivo, riempì di nuovo il bicchiere di Costanza che lo buttò giù di nuovo come fosse acqua sorgiva, facendo cenno subito dopo di versare di nuovo il liquore.

“Hei, se non ci sei abituata vacci piano” la avvisò Sasha, ubbidendo.

Costanza annuì e buttò giù anche il terzo bicchiere dietro fila: il suo stomaco cominciava a sembrarle una fornace crematoria, ma la sensazione di gelo alla schiena si era leggermente attenuata. Più sciolta, aprì la bocca dire qualcosa a Sasha finché ne aveva il coraggio, qualcosa tipo graziediesserevenutoconmedasolanoncelavreimaifatta, quando un vago fruscio dietro le spalle le fece balzare all’improvviso il cuore in gola.

“Vedo che vi siete messi comodi” disse una voce che sembrava il cigolio di una vecchia porta scardinata: madame Madescu era arrivata.

*             *                *

Una donna uscì dall’ombra inquietante di un paravento e venne avanti sotto gli occhi spaventati e curiosi dei due giovani in attesa. La definizione del preside Hessler era stata sorprendentemente calzante: madame Madescu era un donnino piccolo, gobbo, con una faccia da strega cattiva circondata da orecchini ad anello, collane, bracciali, foulard e gingilli di varia e sospetta natura. Due occhi acuti sparivano quasi in mezzo alle rughe del viso ma fu su quelli che Costanza incatenò lo sguardo, stupita da tanta vivida curiosità.

“Miei cari ragazzi” chiocciò la vecchia con la sua voce che sembrava un fruscio di foglie avvizzite “Sono anni che aspetto la vostra visita: ormai cominciavo a disperare che sareste arrivati prima della Signora con la Falce”

Sasha e Costanza si scambiarono uno sguardo dubbioso mentre la vecchina scivolava a sedere di fronte a loro. Quando si fu accomodata, alzò le braccia in un gradevole tintinnio di chincaglieria: due mani ad artiglio sbucarono dai meandri dell’abito della vecchia ed afferrarono ognuna un polso dei giovani davanti a lei: Sasha rimase immobile, Costanza sobbalzò dalla sorpresa. Tuttavia non trovò troppo spiacevole quel tocco.

“Siamo lieti di conoscerla, Madame Madescu” esordì Sasha cortese “Non avevamo idea di essere attesi”

“So che avete fatto conoscenza con Taurus” sorrise la vecchia fermando il suo sguardo insondabile su Costanza che si agitò sulla sedia, emozionata.

“E’ stata una esperienza che avrei preferito evitare” borbottò mentre madame Madescu annuiva saggiamente “Comunque, se eravamo attesi, allora sa già chi siamo, madame”

“Siete studenti di Durmstrang, ovviamente” tubò la vecchia con un sorriso “Ma non so i vostri nomi”

“Sasha Valenskij e Costanza Malatesta” presentò Sasha educatamente. Un piccolo lampo passò negli occhi di madame Madescu, subito fagocitato dalla selva di rughe del viso.

“Malatesta?” disse solo con un vago accenno di interesse “Sapevo di un Malatesta sposato con la figlia di un certo Zabini…”

“Mio padre” spiegò Costanza lanciando una rapida occhiata verso Sasha “Rudolph Zabini era mio nonno”

“Ah! Rudolph!” sorrise madame Madescu mostrando due gengive quasi prive di denti “Lo conoscevo”

“Lei…conosceva mio nonno?” trasecolò Costanza, presa in contropiede. Madame Madescu sospirò abbassando lo sguardo.

“Più o meno” rispose infine con voce remota “Abbiamo entrambi frequentato Durmstrang, ma lui era di qualche anno avanti a me, e poi era un pazzo scatenato, duro e zuccone come le montagne da cui veniva”

All’improvviso, con una mossa sciolta e fluida, madame Madescu si sporse verso Costanza che si trovò sorpresa a fissare due occhi gialli sorprendentemente giovani e vivi.

“Conoscevo però molto bene tua nonna” disse “Marianna di Roccaglia”

Costanza sostenne lo sguardo della vecchia con tranquillità.

“Non ho conosciuto la nonna” disse con voce leggermente afona “Ho conosciuto a malapena mia madre, a dire il vero”

Madame Madescu tornò ad appoggiarsi contro lo schienale della sedia, di nuovo remota.

“Creature fragili, le femmine di Roccaglia” mormorò flautata “Tu però non sembri affatto fragile. Devi aver preso indubbiamente da tuo nonno Zabini”

“La testa dura, senza dubbio” mormorò Sasha attirandosi uno sguardo severo da parte di Costanza.

“Tutto questo è davvero interessante, madame, ma…”

“Tua nonna era una creatura davvero adorabile” continuò imperterrita madame Madescu, sorridendo persa nei suoi ricordi “Così dolce, così…tragica. Sì, tragica è la parola giusta. Non ho mai capito cosa ci avesse trovato in quel montanaro rumoroso e facilone. Certo, era un bel ragazzo, al tempo…e Marianna era così bella, diafana…”

“Sì, ehm…” si agitò Costanza, impaziente “E’ bello rivangare i ricordi, ma noi saremmo venuti per…” 

“Tu sapevi della maledizione delle donne di Roccaglia?” domandò madame Madescu, come se Costanza nemmeno parlasse. La giovane ammutolì e lanciò uno sguardo cupo a Sasha che la fissava incuriosito.

“Sì, lo sapevo” rispose alla fine seccamente “Ma era tutto un cumulo di stupidaggini solo per…”

“Tu lo sai da cosa deriva questa maledizione, vero?” la interruppe la vecchia e Costanza cominciò ad irritarsi leggermente. Le due si guardarono a lungo, come sfidandosi con lo sguardo.

“Sì” rispose alla fine Costanza con voce dura “E non ho paura di dirlo. Mia bisnonna proveniva da una nobile casata di vampiri dell’alta Italia, ai confini con l’Austria. Mescolare il sangue di vampiro con il sangue di maghi è pericoloso ed i matrimoni misti non sono tuttora ben visti dalla nobiltà magica, per cui i miei avi pensarono bene di coprire le origini della bisnonna. Così, sia mia nonna che mia madre sono morte in casa, senza potersi curare a dovere per il loro problema di sangue promiscuo perché non lo potevano ammettere con nessuno. Era questo che voleva sentirsi dire, madame? A che scopo?”

Costanza non osava alzare gli occhi su Sasha che comunque sembrava immobile e intenzionato a tacere fino alla fine del colloquio con la vecchia Veggente. Madame Madescu annuì soddisfatta alla tirata di Costanza, e fece un sorriso sdentato all’indirizzo della ragazza.

“Eh, sì…questa è decisamente la grinta di Zabini, parola mia. Comunque, era proprio questo che volevo sentirti dire. Proprio così. Ora che sono contenta di aver saputo quello che volevo, sono pronta a rispondere alle vostre domande su Karkaroff e la sua stupida e inutile misoginia”

Sasha e Costanza sobbalzarono contemporaneamente, fulminati dalla sorpresa.

“Vuol dire che sa già perché siamo qui?” domandò Costanza ricomponendosi “Se è così, ci dia la risposta che cerchiamo”

Madame Madescu sorrise mostrando una fila discontinua di denti guasti e grigiastri.

“Il motivo che vi ha spinto è quello sbagliato” annunciò con un sospiro “Ma è stato sufficiente per portarvi da me, ed è questo l’importante. Sapete, ho un messaggio da darvi. Lo custodisco da almeno otto anni, sia lode a Morgana”

“Un messaggio?” domandò Costanza, sorpresa “Per noi? Guardi che si sta sbagliando: noi vogliamo solo sapere perché il preside Karkaroff ostacola a tutti i costi l’ingresso delle ragazze alla scuola di Durmstrang e ci hanno detto…”

“Come dicevo, giovane ragazza impaziente, la domanda e sbagliata, ma ti ha portato comunque alla risposta giusta. Non dimenticare la giovane e delicata Marianna Roccaglia”

“Non vedo assolutamente come possa mia nonna essere in relazione con Karkaroff” berciò Costanza perdendo la pazienza.

“Io sono una Veggente, sapete?” mormorò madame Madescu e Sasha e Costanza si scambiarono uno sguardo perplesso: la vecchia sembrava stare dando i numeri e i suoi discorsi sembravano non avere né capo né coda.

“Madame, se sa qualcosa di Karkaroff potrebbe…?” iniziò Sasha gentilmente ma madame Madescu alzò improvvisamente la voce che risultò essere oltremodo potente e sorprendente.

“Zitti!” tuonò “Voi dovete solo ascoltare. Le domande che fate sono sbagliate, ma io vi do le risposte giuste. Ascoltate”

“E dalli con queste risposte giuste” sbuffò Costanza, irriverente “Va bene, sentiamo cos’ha da dirci, madame Veggente”

La vecchia annuì e chiuse gli occhi inspirando profondamente e concentrandosi a fondo. Costanza alzò gli occhi al cielo, esasperata e Sasha trattenne a stento un sospiro impaziente.

“Dovete ascoltare, ragazzi” mormorò madame Madescu ad un tratto con voce molto bassa e atona “Con le orecchie e con il cuore. Soprattutto con il cuore. Devo parlarvi del nostro mondo…il mondo magico che conosciamo sta per avere fine. Abbiamo conosciuto tempi bui in passato, ma ancora più oscuri sono quelli che devono venire”

“Senta, non vogliamo una versione ridotta dell’Apocalisse” si intromise Costanza “Vogliamo solo notizie di Kar…”

“ZITTA!” tuonò madame Madescu con una voce così forte e potente che Costanza si zittì realmente di botto.

“Non c’è molto tempo e voi dovete ascoltare. Voldemort ha seminato paura e terrore ed anche se lo crediamo dimenticato, il suo regno non è ancora perduto. Io l’ho visto…io lo so…egli tornerà. Presto, molto presto, e sarà più forte di prima”

“Che sta dicendo…?” mormorò Costanza confusa. Sasha le fece cenno di tacere, interessato.

“Un ragazzo è stato destinato a combattere contro Voldemort e l’ordine della Fenice si occuperà della sua educazione. Ma qualcuno del Lato Oscuro…qualcuno sta lavorando al servizio del suo Signore. Qualcuno che può scegliere i maghi e le streghe migliori e indirizzarli verso la strada sbagliata. Qualcuno che può tentare di impedire ai nemici del Signore Oscuro di raggiungere le vette del potere per annientare i suoi seguaci…”

“Non ci sto capendo niente” borbottò Costanza, spaventata suo malgrado da quel discorso profetico e anche vagamente ridicolo. Madame Madescu le sorrise materna, come se capisse il suo turbamento.

“Figliola, non devi avere paura. Hai un vantaggio sui tuoi nemici: tu sai chi sei. E adesso sai anche chi sarai, in futuro”

“E chi sarò?” borbottò Costanza, confusa.

“Sarai una pedina, mia cara. Come tutti noi…ma sarai una pedina molto, molto importante”

“Senta” si spazientì Costanza “Io non capisco questo suo parlare per enigmi e non mi inter…”

“Non capisci perché non ASCOLTI!” tuonò madame Madescu, finalmente furiosa “Questi …giovani!! Sempre a voler sapere tutto e subito!! Non hai pensato che forse se parlo per enigmi c’è un motivo? Non hai pensato che la verità può essere troppo pesante da digerire tutta in una volta e che sto cercando di fartela assimilare a pezzettini…per il tuo bene? No, tu vuoi sapere di Karkaroff. Va bene, te lo dirò a modo tuo, allora: Karkaroff ha udito una mia profezia e sa che la rovina del Lato Oscuro sarà anche a causa di una studentessa di Durmstrang”

Costanza e Sasha, ammutoliti dal tono di madame Madescu, a malapena respiravano. Costanza aveva anche iniziato a tremare, consapevole per la prima volta dell’importanza delle parole della vecchia. Madame Madescu, vedendo i suoi occhi spalancati e spaventati, si rabbonì un poco.

“Sei tu quella studentessa, mia cara” disse con un tono così definitivo che nessuno dei due ragazzi mise in dubbio quell’affermazione “Karkaroff non lo sa, e fai in modo che non lo sappia mai. Ti ucciderebbe”

Lo disse con tranquillità, dandolo come un dato di fatto. Costanza cominciò a respirare dal naso sempre più velocemente per equilibrare il tumulto del suo cuore impazzito.

“Un giorno, sarà per merito tuo se l’Ordine della Fenice potrà avere una possibilità di vincere con…”

“BASTA!”

La voce di Costanza riuscì ad essere persino più potente di quella di madame Madescu. La ragazza si alzò in piedi con calma, lo sguardo fermo e fiammeggiante e la bocca pressata in una smorfia amara.

“Non so chi le ha parlato di me; non so le sue intenzioni; non so perché ci prova tanto gusto a ferire le persone ed a spaventarle. Quello che so è che non permetterò ai vaneggiamenti di una vecchia befana di condizionarmi la vita”

Madame Madescu tese una mano verso di lei in chiaro segno di amicizia.

“Tesoro, non devi aver paura, non sarai sola…”

Costanza indietreggiò di un passo bruscamente per evitare la mano tesa della vecchia. Era molto pallida in viso e molto, molto determinata a non ascoltare niente e nessuno.

 “Venire qui a cercarla è stato un errore” disse decisa “Tutti questi discorsi senza senso su sette segrete, pedine ed i miei antenati…sono tutte baggianate!”

“Costanza, almeno ascoltiamo cos’altro ha da dirci…” provò Sasha che era ancora parecchio frastornato.

“No” decise Costanza in tono definitivo “Questa strega non ha proprio niente da aggiungere per quanto mi riguarda. Ne ho avuto abbastanza, io torno a casa”

Detto questo, girò sui tacchi e corse via lungo il corridoio buio e stretto sparendo oltre la tenda di perline che tintinnò oltraggiata al suo passaggio. Sasha si alzò e fece per seguirla, ma la mano di madame Madescu lo trattenne con insospettabile forza.

“Ha paura” disse con calma e gravità “Stalle vicino e…non permettere che le succeda niente di male. Il suo destino è segnato” Fece una piccola pausa ad effetto “Il vostro destino è segnato”

Sasha si liberò gentilmente della sua stretta, in silenzio.

“Non so se devo crederle, madame” disse infine con voce incerta “Quello che lei ha detto è…fuori dalla nostra portata”

“Purtroppo non lo è” replicò la vecchia cupamente “Ricordati quello che ti ho detto: proteggi Costanza. Da Karkaroff, ma anche da se stessa”

“E’ solo una ragazza” protestò debolmente Sasha.

Madame Madescu annuì solennemente.

“Sì. Però non è sola. Lei ha te. E il drago… anche il drago la proteggerà”

Quelle parole caddero in un silenzio denso di qualcosa che Sasha non seppe assolutamente decifrare: forse predestinazione, forse solennità, o forse solo fumo negli occhi. Lo sguardo di madame Madescu era calmo, spossato e vagamente triste. Sasha la guardò a lungo cercando di trovare la verità in fondo a quegli occhi insondabili. Poi, rassegnato, uscì di corsa dalla stanzetta in cerca di Costanza.

*             *                *

La trovò nella sala principale della Baita dove poco prima avevano incontrato il gigante Taurus. Poco prima…sembravano millenni prima. Costanza se ne stava in piedi, rigida e immobile e quando le arrivò di fronte vide che  il suo viso sembrava scolpito nel marmo tanto era duro e determinato.

“Voglio andare a casa” disse con una sicurezza quasi infantile “Adesso”

“Costanza…” mormorò lui, ma la ragazza scosse il capo tappandosi le orecchie con le mani.

“Non dire Costanza” quasi singhiozzò “Per te sono miss Spocchia, giusto? Questa storia assurda mi ha fatto capire quanto sono stata imbecille e stupida a voler sapere…a credere che ci fosse un motivo…voglio andare a casa, per favore”

A Sasha gli si strinse il cuore perché dietro a quella facciata granitica vedeva una sottile crepa di fragilità attraversare la ragazza. Allungò una mano per posarla sulla sua spalla, ma Costanza si allontanò ancora, seccamente.

“Costanza…” provò di nuovo Sasha, ma lei gli girò le spalle con forza.

“Non provare a compatirmi!” gridò con voce incrinata “E…non dire…Costanza!”

Scappò via veloce e pesante di angoscia, lasciandolo impalato e dubbioso a chiedersi se quello che aveva reso lucidi i suoi occhi fosse davvero pianto.

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE: Ci sentiamo lunes!!

 

 

: Purtroppo il contenuto del comma 13 rimarrà un segreto di stato anche se, con il miraggio della tua calza sotto il naso, ho dovuto trattenere Sasha che era già pronto a cantare come un fringuello. Venduto!! E’ un feticista, che vuoi farci: non ti dico cosa ha combinato quando ho messo i gambaletti color carne… altro che mutandoni di latta!! Caro Sasha, lo amo tanto. Rimango in trepidante attesa di sapere cosa ne pensi di questo capitolo “atipico”, se stona con il contesto della storia o se ci può stare…tu hai una visione d’insieme più obbiettiva di me, che ormai dormo, mangio e lavoro con Costanza e soci e ormai non so più dove comincia la vita reale e dove Durmstrang…Grazie mille per la collaborazione. Rambus parte per il Belgio, allora? Ho trovato anche questo annuncio:

Caterpillar motocingolato vendesi a creature magiche che devono attraversare le Alpi e non hanno arti inferiori a cui affidare tale compito. Guanti in Gore Tex inclusi nel prezzo. Astenersi vampiri” . Che dici, glielo regaliamo per Natale?

Delfinocurioso: Io lo dico sempre: meglio calvi (e sottolineo, completamente ed irrimedabilmente calvi) che con il riporto. Metti una bandana, un basco, un foulard di Hermès, se te lo puoi permettere, ma quella chierica….orribile!! Il groenlandese è bocciato, su tutta la linea. Capisco la smania da segnale di fumo (siamo schiavi della tecnologia, ormai!!) ma non hai preso in considerazione il piccione viaggiatore! Svelto, affidabile, e alla fine biodegradabile nonché gustoso se lo fai arrosto col rosmarino. Stamattina, comunque, a casa mia c’erano –3°C….ti capisco se non vuoi uscire di casa!! Cosa mangio prima di andare a nanna…? Dunque, ceno tardi (verso le 8.30-9.00) e da una settimana a questa parte alle 10,00 circa mi sparo una matera di yerba mate che mi hanno portato dall’Argentina. Magari dici che quell’erba sia “condita” ed io non me ne sono accorta?!?! Farò analizzare il contenuto del sacchetto… 

Maharet: Sgroan…beccata! Io e il tuo postino abbiamo un love affair torrido e tormentato, consumato sui pianerottoli odorosi di soffritto alla cipolla e negli scantinati bui (perché negli scantinati la lampadina è sempre fulminata, è assiomatico!). Forse è per questo che lo vedo biondo, alto e bello? Magari è un quarantenne barese calvo e con la pancetta ed io non me ne sono accorta…”Costanza imparerà finalmente a tenere la bocca chiusa quando glielo chiede sasha...o almeno a non usarla per parlare”. Ma come ti è venuto in mente?!? Mi sono spanciata dalle risate…che forte!! Mi sa che soffro anche io di bronchite, ultimamente. Un bacione anche a te, mon tresor!!

Lilyblack: Sigh, sob!! Sabato sera devo lavorare (per arrotondare faccio la cameriera, non l’intreneuse….sia chiaro!! Che avevi pensato?!?!) quindi salto HP…sigh, sob!! Domenica sono impegnata e lunedì a lavorare di nuovo!! Non ce la posso fare: Johnny, amoooore!!! Ho bisogno del tuo metodo scacciapensieri…hem…per i turni ci mettiamo d’accordo, non so se resisto una settimana intera senza gionnino bello…

Helen Lance:  Come vedi, la “gitarella” non è stata poi così piacevole, alla fine…spero che non me ne vogliate per questa “virata sul nero”. Sappiatemi dire cosa ne pensate!!

Romina: Oh, mia Adorata, un appunto da te è come una scudisciata al cuore!! Come puoi contestare il mio sudato lavoro, la mia creatività…sono sconvolta. Ho bisogno di un paio di giorni per riprendermi…andrò da Cappuccetto Rosso a farmi consolare (ha ha!!). Come vedi, mio cuoricino adorato, non riesco a scrivere senza metterci in mezzo qualche minaccia oscura, qualche cadavere a destra o a manca. E’ dentro di me, non so che farci. Stà a vedere che nel bel mezzo della storia zompa fuori Garrie dallo Specchio Magico!! Chissà, se fumo abbastanza può anche darsi. Sì, più guardo le foto più la giovine Nicole Grimaudo mi sembra adatta ad impersonare la signorina Malatesta! Adesso voglio sapere, chi sarebbe secondo te quella pazza furiosa di Nadja? Ti lascio con questo quesito cosmico e con un bacione che di mezzo ne avresti abbastanza (e infatti, l’altra metà la dai alla tua dolce metà…). Grazie per l’esposizione della “nota stonata”, effettivamente rileggendo faceva cagare!! Vedrò di correggere. Sbaciuzz! 

Minako Chan: Il nome di Taurus l’ha detto il nano quando capisce che Costanza è single. L’ho riletto, per sicurezza…per un attimo avevo pensato di non averlo scritto (che figura, sennò!!). Sasha ricambia con un bacio sulla bocca…ed io voglio sapere chi ti porti in viaggio!!

Nisi Corvonero: Il troll e la trolla come portaombrelli e vuotatasche lì sul pianerottolo? Uhm….mi sembra un po’ eccessivo, a meno che non ti procuri la stuoia di pelle di rinoceronte, che allora fai pandance ed è tutto molto “stile savana magica”…bello. D’effetto. Hem…giusto per rimanere in tema di effetti escatologici (visto che brava allieva che sono?!?)  ieri ne ho imparato un’altra: “tu mi perplimi”. Per un attimo ho sperato che chi me lo ha detto avesse delle smanie sessuali nei miei confronti (non perché mi piaccia, ma è tanto tempo che non suscito più niente che non sia escatologico…), e invece…. Il thè al bergamotto è il mio preferito, rigorosamente Twining, the earl grey tea…MMMMM!!! Anche da te voglio un parere sincero: con questo capitolo sono uscita troppo dal seminato? Se mi dici di sì potrei morire dal dispiacere, ma so che posso superare anche questa dura prova della vita…Aspetto commenti e cilici chiodati. Un bacione!!

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 : Il muro di ghiaccio ***


Capitolo 18 : Il muro di ghiaccio

 

La gente reagisce ad uno shock nei modi più disparati: la maggior parte delle volte, però, tende a rimuovere l’accaduto ed a rinchiudersi in se stessi per evitare di pensare a ciò che tormenta. Così fu esattamente per Costanza: nelle settimane successive, evitò accuratamente qualsiasi contatto con Valenskij, tanto che i monosillabi scambiati con il giovane in quel periodo si potevano contare sulla punta delle dita. Anche con Nadja, Costanza assunse un atteggiamento chiuso e distaccato e a nulla valsero le ripetute sessioni di interrogatori perpetrati dalla giovane baronessa per scucirle una parola su quanto era avvenuto la domenica della gita alla Piccola Baita dell’Orso. Ma la sua non era reticenza: in realtà stava subendo un dilaniante conflitto interiore che le stava spossando l’anima. Mentre tutti gli studenti si preparavano gioiosi alle vacanze di Natale, lei si era chiusa in un piccolo mondo fatto di dubbio ed angoscia dal quale le sembrava di non potere più uscire. Anche quel giorno, mentre sedeva rigida e impettita dietro il banco durante la lezione di Cura delle Creature Magiche, pensava con angoscia ai problemi che le erano piombati addosso con la gravità di un pesante macigno. Il primo problema riguardava una Veggente allucinata che le aveva predetto il futuro, dicendole che nella sua vita era destinata a combattere contro il Lato Oscuro, che qualche ordine nebuloso di fenici o vaneggiamenti del genere contava sul suo aiuto in una futura lotta contro il male e che, dulcis in fundo, se il preside Karkaroff avesse saputo chi era davvero lei e cosa rappresentava l’avrebbe uccisa. Ce n’era abbastanza per provare l’impulso di fuggire in Messico per non fare mai più ritorno, anche per un mago più smaliziato ed esperto di Costanza. E tuttavia, tuttavia, tuttavia… comportandosi da perfetta e stupida mentecatta, c’era un altro pensiero che non la faceva dormire la notte, un pensiero di cui si vergognava talmente tanto che non riusciva nemmeno a prenderlo in considerazione…motivo da cui nasceva il secondo, tragico problema: Sasha Valenskij. Certo, il fratellastro era sempre stato nei suoi pensieri da quando l’aveva conosciuto: l’aveva odiato, detestato, aveva passato notti intere a pensare a come vendicarsi del suo comportamento. Adesso, però, ci pensava in una maniera così…diversa. Era inconcepibile che , con tutto quello che c’era da valutare, lei passasse il suo tempo a pensare a quello spocchioso damerino! Con tutti i pensieri che poteva avere su Karkaroff, sulle parole di madame Madescu e sulle brutture che l’aspettavano in futuro, da vera imbecille il suo pensiero tornava sempre a lui. Giorno e notte, mentre andava a lezione e mentre curava Balthus, mentre tentava di mangiare e mentre studiava…la sua faccia altezzosa era sempre lì, come stampata sulla retina, il suo profumo se lo sentiva sempre vicino come se fosse appestata da un morbo contagioso. Roba da matti! Era pur sempre lo stesso Valenskij che stava seduto accanto a lei per la lezione di Cura delle Creature Magiche, col suo naso patrizio puntato con arroganza verso l’alto, con la sua solita espressione snob, e con quei capelli…neri…chissà come sarebbe stato toccarli…Costanza sobbalzò sul banco e si affrettò a guardare da un’altra parte: ecco, le era successo di nuovo!! Odiandosi con tutto il cuore, pensò che si era nascosta dietro un muro di pietra per paura di quello che aveva saputo da madame Madescu, ma si era anche nascosta da se stessa e da quelle cose orribili che sentiva quando Sasha Valenskij era nei paraggi: sudorazione abbondante, iperventilazione, aritmia cardiaca, confusione mentale, secchezza delle fauci…"Peggio dei primi sintomi di una ischemia cerebrale", pensò cupamente mentre fissava il vuoto davanti a sé, incurante del professor Radchenko che parlava soporifero come una tisana al papavero. Costanza era una ragazza intelligente, abituata a trovare sui libri tutte le risposte, ma per quella specie di malattia aveva trovato poche informazioni imprecise. In un libro, addirittura, aveva letto che quelli potevano essere i sintomi di un innamoramento. Figurarsi! Lei innamorata di Valenskij! Come dire Karkaroff candidato al Premio Bontà dell’Anno: impossibile. Inaudito. Inconcepibile!

"Magari è solo una intossicazione alimentare" pensava scoraggiata disegnando spirali e nodi scorsoi sulla pergamena davanti a lei. D’un tratto, le sembrò che la qualità della luce fosse cambiata: alzò gli occhi e si trovò faccia a faccia con l’amabile espressione da barracuda del professor Radchenko.

"E’ d’accordo con me, signorina Malatesta?" chiese quest’ultimo con un tono di voce impaziente. Costanza, prontamente, si stampò in faccia l’espressione vagamente annoiata e superiore di chi dà per scontata la risposta: si guardò in giro e vide facce perplesse e curiose, quindi diede la sua risposta in piena tranquillità.

"Ovviamente, professore" rispose in tono convincente. Un brusio eccitato alle sue spalle (Nadja, Dimitri e Detlef) e la faccia basita di Sasha al suo fianco fecero nascere il sospetto che quella data non fosse affatto la risposta giusta. Radchenko, invece, sembrava aver appena vinto un premio inaspettato.

"Benissimo!! Visto, signor Valenskij? Lei sottovaluta sempre l’intelligenza della signorina Malatesta"

"Già. Prendi nota accuratamente, Valenskij" mormorò Costanza, ancora incerta lanciando un’occhiata al fratellastro che sembrava essersi pietrificato al suo fianco.

"Quello che sottovaluto di solito è la tua sconfinata perfidia" borbottò Valenskij evidentemente furioso.

"Quindi, le cose sono sistemate: mi aspetto che durante le vacanze di Natale, curiate a casa le vostre uova con la stessa dedizione che avete dimostrato qui a scuola" concluse Radchenko, facendo sprofondare Costanza in un mare di confusione. Annusando un pericolo imminente, si girò appena verso Sasha, cupo e insondabile in maniera sospetta: conoscendolo, sembrava quasi voler nascondere una inaspettata sorpresa.

"Cos’è che ti sconvolge tanto? La mia risposta o il fatto che io abbia della materia organica nel cervello?" grugnì Costanza cercando di capire l’argomento senza palesare la sua assoluta ignoranza in merito. Sasha le lanciò uno sguardo strano.

"Sei l’essere più infame che abbia mai avuto la sfortuna di frequentare" sibilò piano Sasha trattenendo a stento la collera "A che razza di gioco stai giocando?"

Costanza sentì intimamente di aver fatto qualcosa di enormemente sbagliato: si girò appena verso Nadja alle sue spalle che sorrideva con anche i molari luccicanti.

"Costanza, sono così felice che tu abbia accettato!!" mormorò questa agitatissima, facendola sudare freddo ancora di più. Ma che diavolo succedeva? In fondo aveva solo detto di essere d’accordo con il professore e questa di solito era una tecnica infallibile…non poteva essere così grave…La sua faccia smarrita dovette insospettire Nadja che le rivolse uno sguardo incerto.

"Tu…sai cosa ti ha chiesto Radchenko, vero?" mormorò a voce bassissima.

"Mi ha chiesto se ero d’accordo" rispose Costanza con un piccolo broncio indeciso.

"Sì, ma d’accordo su cosa?" incalzò Nadja, sull’orlo del riso, o del pianto, o di entrambi.

"Sul fatto di…curare le uova…per le vacanze di Natale?" tentò Costanza e il sorriso radioso e complice di Nadja le fece tirare un metaforico respiro di sollievo.

"Ma certo!" esultò l’amica. Per un attimo, Costanza sperò con tutto il cuore che quello fosse tutto.

Sasha invece si girò verso di lei, lo sguardo lampeggiante d’ira.

"E’ per questo che Radchenko ti ha chiesto di passare il Natale a casa mia. Così cureremo insieme Balthus durante la schiusa, che dovrebbe avvenire più o meno a Natale. E tu hai accettato"

Una specie di voragine di gelo si aprì improvvisamente sotto i piedi di Costanza che sentì il cuore precipitarvi dentro non più trattenuto dalle sue membra divenute inconsistenti.

"Io…cosa…ho….detto…?" sfiatò, incredula. Sasha, vedendo il colore cenerino che aveva preso la sua faccia, abbozzò un ghigno altamente malefico.

"Hai detto Ovviamente, professore" la informò piacevolmente "Senza nessun dubbio, nessuna esitazione. Anzi, con quel tono vagamente condiscendente tipico delle vere, autentiche miss Spocchia che hanno sempre ragione"

"E che non si rimangiano la parola data ufficialmente" specificò Nadja, già sulla difensiva. Costanza era evidentemente senza parole e decisa a rimanere tale.

"Sarà meraviglioso ospitarti per le vacanze" berciò Sasha "Così potrò gradire la tua conversazione al curaro in ogni momento. Una prospettiva che mi rende pazzo di gioia, credimi"

"Costanza, stai bene?" domandò Nadja, blandamente preoccupata "Dalla faccia, sembra che hai appena ingoiato un topo vivo"

"Magari fosse così" mormorarono atone le labbra livide di Costanza "Merlino salvami!"

Sasha intanto proseguiva la sua filippica delirante.

"…faremo colazione insieme, ti presenterò i miei parenti e a tutti dovrò spiegare come mai quando parli esce della bava allo zolfo dalla tua bocca…sarà davvero interessante, sì"

Costanza non riuscì nemmeno ad aprire bocca: quando la campanella suonò, schizzò via con tanta foga che sembrava inseguita da un branco di Dissennatori. Sasha iniziò a mettere via i suoi libri, sbatacchiandoli irritato, quando si trovò davanti il viso cupo ma indomito di Nadja Iliovich.

"Sasha, ti devo parlare" disse con voce greve.

Valenskij si girò verso di lei e le fissò addosso uno sguardo interrogativo.

"Baronessa Iliovich" mormorò monocorde "Mi dica pure tutto quello che le passa per la testa: oggi ho già ricevuto abbastanza cattive notizie da anestetizzarmi per le prossime 24 ore"

Nadja lo prese per il lembo della manica e quasi lo trascinò lontano da orecchie indiscrete.

"Vista l’urgenza, dimmi tutto" borbottò Sasha tra l’esausto e il divertito.

"Che diavolo hai combinato con Costanza quella domenica che siete andati via insieme?" sputò fuori Nadja piazzandosi bellicosamente i pugni sui fianchi.

Immediatamente sul viso di Sasha si stampò una maschera di indecifrabile tedio: nessuno a parte Nadja aveva saputo del viaggio alla Piccola Baita dell’Orso, ma tutti si erano accorti che da quel giorno qualcosa era cambiato radicalmente. O meglio, qualcuno: l’altezzosa ed irritante miss Spocchia alias Costanza Malatesta, era diventata un oscuro, muto fantasma che frequentava le lezioni e si aggirava per i corridoi senza registrare la presenza di nessuno, senza parlare, senza inveire…un mostro di ghiaccio.

"Io non ho combinato proprio niente" rispose Sasha evasivo ma deciso "Se miss Spocchia ha deciso di diventare miss Non-Parlo-Più-Con-Nessuno non è colpa mia, chiaro?"

"Ma lei…sta così male!" esclamò accorata Nadja "Già prima era chiusa e dava poca confidenza, adesso...sembra un muro di cemento!"

"Ripeto, non è colpa mia" rispose Sasha impaziente "Ho provato a parlarle un paio di volte: mi ha trattato peggio di letame di ippogrifo…" Il ricordo di quei momenti e dell’espressione vuota e remota degli occhi di Costanza gli fece arricciare le labbra in una smorfia amara "Non ho più voglia di farmi prendere a pesci in faccia da lei" concluse, deciso "Senza contare che sarà mia ospite per le vacanze di Natale…solo l’idea mi fa venire voglia di emigrare su Giove"

"Ha bisogno d’aiuto" sentenziò Nadja coraggiosamente.

"Non è un problema mio" dichiarò Sasha, già stufo dell’argomento, ma Nadja lo afferrò per il braccio e puntò decisa il mento verso l’alto per parlargli con grinta.

"A me non vuole dire che cosa è successo. Tu invece lo sai già. Sei l’unico che può aiutarla"

Una voce nella mente di Sasha rimbombò come un tuono minaccioso e lontano: "Ha paura. Stalle vicino e…non permettere che le succeda niente di male". Madame Madescu. E adesso quella ficcanaso di Nadja. Maledizione! Quella congiura di donne cominciava ad irritarlo parecchio.

"Per aiutarla, ci vuole una catapulta" sentenziò Nadja decisa.

"Hai provato con uno schiantesimo?" tentò Sasha speranzoso ma Nadja gli piantò in faccia un broncio risoluto.

"Tu sei la catapulta" decise pungolandogli il petto con un ditino microscopico "Lei ha un debole per te…"

"Sì, come no" sbuffò Sasha esasperato "Se non fossi il tutore congiunto di Balthus mi avrebbe già dato fuoco. Credimi, quella mi odia con tutto il cuore. Fine della discussione"

Nadja assunse la faccia saputa di un professore di storia antica.

"I manuali dicono che per demolire i muri di ghiaccio costruiti dalle miss Spocchia del mondo c’è un metodo infallibile che comprende un maschio, una camera da letto chiusa a chiave e viveri a sufficienza per alcuni giorni… "

"Mi stai proponendo di approfittare della virtù di quel mostro a tre teste?" la interruppe Sasha ridendo "Sai, non credo che miss Spocchia approverebbe questo metodo, ed io sono ancora troppo giovane per beccarmi un Avada Kedavra solo per averci provato: ci tengo alla mia vita, per quanto insulsa possa sembrare a Sua Maestà Studentessa Modello"

Nadja ci pensò un po’ su, mordicchiandosi il labbro.

"Uno shock" disse decisa "Dobbiamo fare in modo che subisca una forte pressione in modo da portarla al limite. Deve buttare fuori tutto il veleno che si tiene dentro, deve piangere disperata come una bambina…"

"Dì un po’, ma sei sicura di essere sua amica?" domandò dubbioso Sasha.

"La catarsi è l’unica strada verso la guarigione dell’anima" mormorò Nadja piena di filosofia Zen.

"Sono impressionato dalla tua cultura ascetica" sorrise Sasha, ancora poco convinto; Nadja fece spallucce.

"Continuo a pensare che la prima proposta sarebbe la più valida, ma se non si trovano volontari disposti ad immolare il proprio corpo per la causa…"

Come una meteora, nella testa di Sasha passò un’immagine sfocata di sé che immolava il proprio corpo con miss Spocchia, sufficientemente perversa per farlo sorridere in maniera compromettente. Nadja sbatté le ciglia, conquistata da quel sorriso.

"Hai avuto un’idea?" chiese Sasha, pensieroso.

"Ne ho avuta più d’una, cocco" pensò Nadja tenendo ben chiusa la bocca dietro ad un sorriso da Gioconda "E se Costanza non fosse la mia migliore amica ti spiegherei anche quali"

"Io sono una fucina di buone idee" disse invece in tono professionale.

Sasha inarcò le sopracciglia, dubbioso.

"Sentiamo" disse. E Nadja parlò.

* * *

Costanza era seduta sul letto e spalmava una crema addosso a Balthus, ma la sua faccia era così remota che Nadja ci mise due minuti buoni ad attirare la sua attenzione senza passare alle percosse fisiche.

"Costanza, dove ti sei cacciata tutto il giorno?" esclamò sedendosi si schianto sul letto accanto a lei.

"In giro" rispose Costanza monocorde: per tutto il giorno aveva cercato di scappare da se stessa e il fatto di non esserci riuscita l’aveva gettata in uno strano stato di apatica angoscia.

"Non puoi sparire così" borbottò Nadja corrucciata "Per un attimo ho anche pensato che avessi tentato l’insano gesto…"

"Il suicidio? Non mi era venuto in mente. Buona idea, però"

"Intendevo andare da Valenskij e ritirare l’offerta di andare a casa sua per le vacanze di Natale"

Un breve lampo d’ira passò negli occhi di Costanza, prima di venire di nuovo riassorbito dall’indifferenza.

"Prima di tutto, amica cara, io non ho offerto proprio niente a nessuno. Ma non posso ritirare la parola data…" Maledetto, maledettissimo professor Radchenko, pensò fra sé e sé, ignara che Nadja, nello stesso momento, per la prima volta in vita sua lo stava invece benedicendo "Sono stata vittima di un malinteso, maledetta me…la prima volta che mi distraggo durante una lezione, guarda che Apocalisse succede!"

"Non è poi così grave" mormorò Nadja, condiscendente "Sarai a casa di Valenskij con tutti i vostri parenti…in fondo, siete fratellastri, no? Hai già avvisato tuo padre che passerete il Natale in Albania?"

"Sì" sospirò Costanza, truce "Sono anni che mi ordina di passare il Natale con loro e sono anni che gli disobbedisco. Mi rifugio sempre dalla nonna e lui non ha mai avuto il coraggio di contraddire sua madre…"

"Scommetto che schiatterà dalla gioia, allora!"

"Già. Ed io schiatterò e basta" sospirò Costanza, depressa.

"Senti, perché stasera non andiamo a farci un bel bagno caldo nella toilette in disuso della Torre Centrale?" propose Nadja, materna, accarezzandole la spalla "Lasciamo Baltuhs e Fifì al calduccio e noi ci mettiamo in ammollo con l’essenza di Gelsomino finché non ci vengono le branchie. E ti giuro, non aprirò bocca nemmeno una volta nominando Valenskij, pena la morte immediata per annegamento. Che ne dici?"

Per la prima volta da giorni, Costanza sorrise: aveva davvero molto bisogno di un bagno caldo per lenire il malessere dell’anima che la attanagliava, e ancora di più aveva bisogno di passare qualche ora senza che il pensiero di Valenskij le mordesse il cervello.

"Sarebbe bellissimo" accettò con un sospiro di sollievo, e Nadja sorrise, esultante.

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Cosa avrà in mente la nostra carissima Nadja…? A domani la risposta.

Rosielle: Che bello, una nuova lettrice!! Sono molto onoratissima della tua recensione, è davvero meraviglioso essere apprezzati con tanto entusiasmo! Sono davvero felice che la trama non risulti banale o monotematica…nel senso che volevo fare una storia romantica, ma che non fosse tutto fine al sesso. Spero di esserci riuscita, almeno in parte. Anche io ho guardato ieri il calice di fuoco e mi è piaciuto tantissimo! Che fighi i ragazzi di Durmstrang, eh? Meno male che coi cappotti di pelliccia e coi colbacchi ci avevo beccato. Un po’ meno il colore delle divise, ma direi che ci può stare tutto, no? Grazie ancora per le belle parole, spero che continuerai a far sentire la tua lusinghiera voce!! P.S.: Quanti capitoli scriverò in tutto? Saperlo…avevo preventivao 25, non saranno meno di trenta ma potrei sconfinare anche verso un quaranta, chissà! Scrivo a braccio e senza controllo, se qualcuno nn mi ferma sono capace di far diventare questa storia Sentieri II, la vendetta…Baci Elfie

DK86: Effettivamente…più che bulimia scriptoria, quella da cui sono affetta la chiamerei diarrea verbale! Per quanto riguarda gli aggiornamenti, non sarà sempre così, purtroppo: la vena si sta esaurendo e al lavoro se continuo a cazzeggiare così, mi licenziano. Spero però di assestarmi sui due-tre aggiornamenti settimanali…avviserò sempre prima, comunque. Grazie ancora per aver recensito la mia storia, e per continuare a seguirla!! Spero di non deluderti mai. Baci Elfie

Mokarta: Ancora una nuova lettrice!! Che meraviglia!! Intanto complimenti per esseri sciroppata 18 capitoli in una volta…roba da fare indigestione, credimi! Poi, grazie per i complimenti immeritati ma pur sempre apprezzatissimi. E ancora…Sasha è un po’ il mio sogno proibito, l’ho fatto come secondo me deve essere un ragazzo perché sia mortalmente fico e spero di aver reso l’idea. Comunque, ha i capelli neri, mossi, non cortissimi. Abbronzato, con un viso dagli zigomi alti, la bocca arrogante e gli occhi neri, sopracciglia folte, fisico asciutto, alto…buono da morire, insomma! Non vedo l’ora di vedere i tuoi schizzi, sono così curiosa! E’ la prima volta che qualcuno si impegna in tal senso, sono davvero commossa. Effettivamente, Costanza è un po’ sfigata, ultimamente…che l’abbia disegnata troppo come la piccola fiammiferai? Noo….poi adesso recupera (a casa Valenskij…he eh he…). Spero di risentirti presto, un bacione!!

Yeran: Tesora!! Quando ho pubblicato il capitolo scorso non avevo visto la tua recensione…me ne scuso profondamente e spero che, per questa volta, questa risposta che ti scrivo valga doppio!! Ogni vostro commento è importante per me, mi fa sentire apprezzata da una specie di "comunità" che si crea man mano che scrivo capitoli, e la cosa mi piace da impazzire!! Anche io ho visto il Calice di Fuoco!! Che bel film, più il primo tempo che il secondo. Krum l’ho trovato puttosto attraente, anche se quel collo da Minotauro proprio non mi piace. Diggory è (era, porello) adorabile ed io…sono innamorata di Fred e George. Non saprei decidere quale dei due scegliere, forse Fred perché Geroge è un nome orribile, per me. Credi che potrei schiaffarli nella mia storia…? No, ancora troppo giovani, all’epoca. E poi, ho tanta di quella carne al fuoco!! Karkaroff, invece, mi ha un po’ deluso. A parte i denti, che ho trovato davvero meravigliosi! Un bacione, a presto!!

Delfinocurioso: Analizzato il contenuto della Yerba mate. Risultato: comprala subito!! Scherzo, eh, non so cosa ci sia dentro, ma i sui effetti allucinogeni sono un portento sulla mia psiche malata. La storia, comunque, la scrivo un capitolo alla volta, cercando di congiungere in maniera credibile due o tre punti fermi che ho in mente dall’inizio. Esempio: madame Madescu l’avevo già in mente per quello che doveva rivelare a Costanza, ma dal capitolo uno a lì ci sono arrivata un po’ a sentimento. E’ grave? Me lo fai lo stesso il monumento? Che bello, un architetto tra noi…ho giusto da disegnare la casetta sull’albero, mi faresti mica qualche preventivo?

Helen Lance: Tiro un sospiro di sollievo quando leggo certe recensioni. Ho sempre paura di sbagliare e che prima o poi mi arrivi un sacrosanto "Questa storia fa schifoooo!" sentiti ringraziamenti, a presto!

Lilyblack: Aaahhh…così tu ti becchi anche Jude, tra una jonnata e l’altra! Io invece rimango fedele alla linea…Johnny mi sfinisce abbastanza da solo (ma fosse vero!!!!!!!!). Week end al cinema, a stirare una montagna di lenzuola (grunt!) e a pensare alla storia. Confesso di aver avuto un mini blocco…Vai con la filosofia, che non ho ancora capito a cosa serva nella vita, ma se al mondo c’è la Lecciso, ci sta sicuramente bene anche lei. Giusto? Baci!!

Romina: Oh, mia Adorata, scusami per il ritardo nella pubblicazione di venerdì, ma ho avuto dei contrattempi… purtroppo devo darti una brutta notizia: Balthus NON è un ungaro spinato, è un pungolo islandese. Quindi, non è il drago di Harry (e per fortuna…se hai visto il film, guarda che fine ha fatto!! Povero Balthus, gli vuoi così male?!?). Effettivamente, se non ho fatto male i conti, la mia storia è ambientata l’anno prima che Harry cominci la scuola. Giusto? Fammi un fischio se ho cannato, eh? Per la mitica Nadja più che Jessica Alba, preferisco la proposta di Alicia Silverstone…ha una faccetta furba che mi sembra proprio la sua! Ma, se la cosa ti offende, accetterò qualsiasi proposta tu mi dia, pur di non perdere il tuo favore. Oh, mia adorata! A domani.

Minako chan: Ciauz! No, nn credo che infilerò Harry nel racconto. Qualcuno di già conosciuto sì, però! Ma solo alla fine. Così, tu vuoi portarti Sasha in giro per il mondo? MA lo reggi un tale ammasso di boria per tutto quel tempo? Mah…nn venire poi a concupirmi Johnny, se ti stufi di lui…

Nisi Corvonero: Mio tesoro, dov’è che ho usato la parola consumazione che ti ha tanto perplessa? Illuminami, o mia cara! Ho tirato un sospirone di sollievo al commento positivo relativo al mio "giro di vite": grazie, avevo intenzione di "darkeggiare" la storia ma non sapevo se l’avrei snaturata troppo…adesso guardiamo come procedere (boh! Ho un attimo di crisi). Comunque, io non ho chiodi fissi in testa! Ho un paio di travi, due o tre milioni di immagini di Johnny Depp, qualche palude, due o tre buone idee…il resto è vuoto assoluto. Ma niente chiodi, ho controllato ben bene!! Quindi, non mettere in linea certe illazioni false e tendenziose, altrimenti comincio a dire che tu hai un troll e una trolla come comodini in camera e che le doghe del tuo letto sono zanne di licaone (…ce le ha le zanne il licaone? E poi, che minchia è un licaone?). Le tisane non le ho provate, ma ultimamente mi faccio pesantemente di Yerba Mate. Mai sentita? Uno sbaciuzzo, a presto!

Maharet: Un tour in Transilvania…che bello!! Se ci vai davvero ho bisogno che prendo nota di tutto quello che puoi, ho intenzione di ambientare una storia in Transilvania…he he he, ormai che mi sono buttata sul vampiresco! Comunque, prima è meglio che finisca questa storia, che è già dura così. Spero che anche il prossimo capitolo ti piaccia, farò avvicinare quei due in maniera intima ma non esplicitamente sessuale (non ancora, he he ). Sono felice che apprezzi lo sforzo di dare una trama un po’ "dark" a quello che sembrava un semplice romanzetto…mi piace stupire!! Un bacione,e grazie mille per le belle parole! P.S.: Alicia Silversotne ha una faccia adattissima per fare Nadja, con quel sorrisetto ironico e gli occhioni da falsa ingenua! E’ proprio lei!!

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 : Catarsi ***


Capitolo 19 : Catarsi

 

Quella sera, Costanza non ebbe minimamente sentore di essere stata gabbata: era talmente abbattuta e coi nervi a fiordi pelle che quando Nadja le chiese se era pronta per il bagno annuì di buon grado; quando l’amica insistette per scioglierle i capelli e farle indossare un suo pigiama di seta (rosa, ovviamente) le sembrò che rientrasse nella sua normale psicosi estetica e ci passò sopra. Si fidò di lei, tranquillamente, finché Nadja non la spinse praticamente nel bagno facendole uscire un verso di sorpresa. Solo nel momento in cui la porta del bagno si chiuse con un tonfo secco alle sue spalle prima ancora che l’amica ci mettesse dentro il naso, capì che Nadja-ficcanaso-Iliovich l’aveva fregata su tutta la linea. Nel locale, completamente vuoto, c’era Sasha Valenskij, seduto sul bordo di un lavandino con la stessa indolenza con cui un re siede sul trono. Nessun altro. Un locale completamente vuoto, di notte, con solo Sasha Valenskij dentro: il suo incubo che si avverava! Per alcuni secondi Costanza rimase impalata davanti alla porta, sentendo un vago rimescolio di odio ribollirle nello stomaco, poi si girò di scatto e provò ad aprire la porta per uscire ma questa rimase saldamente chiusa.

"Datti requie, non si aprirà" la raggiunse la voce leggermente sostenuta di Valenskij.

"Fammi uscire!" strillò Costanza, in piena crisi isterica.

"Tranquilla, Malatesta" continuò Sasha "Non è stata mia l’idea di chiuderci qua dentro, ma della tua amica Nadja"

"Cosa…cosa state macchinando voi due?" sibilò Costanza rimanendo ben aderente alla porta: era letteralmente terrorizzata, in quel momento. Rimanere da sola con Sasha era la cosa più destabilizzante che le potesse capitare, e lei aveva un gran bisogno del suo equilibrio per mantenere i nervi saldi. Sasha agitò una mano in un gesto noncurante.

"La tua amica è convinta che la tua recente conversione al mutismo non sia salubre e che solo io posso aiutarti. Ho provato a spiegarle che la tua è una deficienza congenita, ma non mi ha voluto ascoltare…"

"Fami uscire di qui" ordinò Costanza quando fu certa di aver ripreso il controllo della propria voce.

"Non prima che tu mi abbia fornito delle spiegazioni" ribatté Sasha e il tono metallico della sua voce avrebbe dovuto avvertire Costanza che non era il caso di scherzare. Lei, naturalmente, ignorò il segnale di pericolo.

"Io non ti devo nessunissima spiegazione" dichiarò con forza, puntando altezzosa il naso per aria. Sasha smontò dal lavandino e le si avvicinò. C’era un’ombra strana sul suo viso e solo dopo qualche secondo Costanza si rese conto che era letteralmente furioso.

"Non mi devi spiegazioni?" domandò gelidamente Sasha avvicinandosi "Ti faccio il favore di portarti da madame Madescu, rischio il collo con quel gigante allupato che voleva controllarti l’anatomia interna, fingo di essere il tuo fidanzato anche se il solo pensiero mi provoca un attacco di bile, mi sorbisco i vaneggiamenti di una vecchia delirante che parla di fenici e di lati oscuri ed in cambio cos’ho? La tua spocchia centuplicata e due monosillabi di ringraziamento. Poi, bella come il sole, accetti di rovinarmi le vacanze di Natale piazzandoti in pianta stabile a casa mia. E non mi devi spiegazioni?"

"Io…non avevo ben capito le parole di Radchenko" balbettò Costanza, leggermente spaventata. Sasha si era avvicinato ancora e ormai poteva sentire il suo profumo…quella maledettissima colonia così avvolgente…

"Dovrebbe bastarmi come scusa?" continuò Sasha alzando la voce "Per anni sei stata l’essere più indisponente del globo, poi quando quasi che ti comportavi da persona civile, paf! eccoti trasformata nella Regina delle Nevi. Voglio sapere se ha deciso di rovinarmi la vita per puro diletto o se c’è qualche scusante che ti renda più umana di un sasso"

Sasha ormai era vicinissimo: benché si fosse praticamente distesa contro la porta, Costanza sentiva il suo respiro sul viso e poteva vedere gli occhi neri luccicanti d’ira. Qualcosa le si smosse nel profondo ma, con suo enorme imbarazzo, non era né rabbia né dolore. Era qualcosa di caldo e liquido e Costanza lo rifiutò con tutte le sue forze. Si tolse la bacchetta di tasca e con un gesto nervoso la puntò dritta davanti a Sasha.

"Spiegazioni?!" strillò così improvvisamente che Sasha fece un passo indietro dalla sorpresa "Dopo sette anni passati a subire ingiustizie di tutti i tipi, vengo a sapere che potrei anche essere destinata a crepare per mano di un essere viscido e disgustoso che mi tormenta da anni…e devo delle spiegazioni a te?"

"Metti via quella bacchetta" ordinò Sasha con gli occhi che fiammeggiavano pericolosamente, ma Costanza era ormai partita per la tangente.

"Mister Letamaio vuole spiegazioni!! E a me chi le dà le spiegazioni? Chi mi dice perché devo essere io a subire tutto questo? Chi risponde ad un solo, maledettissimo perché?!?"

"Io non lo so!" rispose Sasha altrettanto furioso "Metti via quella bacchetta o ti schianto su due piedi, maledizione!"

"Stupeficium!" strillò Costanza e Sasha schivò per un pelo il fiotto di luce vermiglia che uscì dalla bacchetta di Costanza. Si tolse la sua di tasca e la puntò contro la ragazza con una velocità tale che lei nemmeno se ne accorse.

"Expelliarmus!" sibilò e la bacchetta di Costanza volò oltre i lavandini.

"Ma dico, sei impazzita?" le urlò contro Sasha "Volevo solo parlarti da amico!"

"Tu sei stato il mio nemico per sei anni! Perché dovrei fidarmi di te, adesso? Perché tu possa ferirmi meglio?"

"Io non voglio ferirti! Ma tu hai così paura e sei così incapace di ammetterlo che allontani chiunque voglia aiutarti!"

"Io…io non ho paura!" gridò Costanza stringendo i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi "E tu sei un maledetto…bugiardo…ficcanaso!"

Le braccia di Sasha scattarono così veloci che Costanza incassò la testa tra le spalle, convinta che l’avrebbe schiaffeggiata. Invece Sasha appoggiò le mani contro la porta alle sue spalle, imprigionandola. Alzando lo sguardo su di lui, Costanza vide che era completamente fuori di sé ed iniziò a tremare per la paura e l’emozione di averlo così vicino.

"Tu hai paura" disse Sasha con forza, guardandola negli occhi "E questa paura ti ha bloccata e non ti permette di vedere al di là del tuo aristocratico naso. Sei così piena di te che piuttosto che ammetterlo ti faresti schiantare!"

"Lasciami andare!" strepitò Costanza appoggiando le mani sul petto di Sasha e spingendolo via "Tu non sai assolutamente niente di me! Io non ho paura e tu…devi solo lasciarmi andare!"

Sasha fece resistenza e Costanza, in preda al panico, cominciò a tempestargli di pugni il petto.

"Maledetta isterica, fermati!" esclamò Sasha furibondo, afferrandola per i polsi.

"Lasciami! Lasciami subito!" singhiozzò Costanza ormai sull’orlo delle lacrime.

"Non ti lascio finché non ammetterai la tua psicosi, maledetta, stupidissima miss Spocchia!"

"Ammettere cosa?" strillò Costanza con gli occhi che le bruciavano dalle lacrime trattenute e la voce tremante "Che ho paura? E va bene, eccoti servito: ho paura! Cos’è cambiato adesso? Niente di niente! Ho una paura del diavolo ma non c’è un cane a dirmi per chi o per cosa valga la pena stare così! Perché faccio tutto questo? Perché non mollo questa scuola, Karkaroff, e tutte le maledettissime promesse che ho fatto? A nessuno frega niente di me e di quello che faccio!"

"A Nadja invece importa!" le gridò in faccia Sasha "E anche a me importa!"

"Bugiardo! Tu mi odi!" gridò di rimando Costanza mentre due grosse lacrime di rabbia, frustrazione e sfinimento le rigavano le guance "Tu non lo sai cosa vuol dire essere…sempre…soli!"

Ammettere anche questo fu troppo: Costanza chinò il capo e scoppiò a piangere con lunghi e dolorosi singhiozzi che la squassarono dall’interno. Sasha le liberò i polsi dalla sua ferrea stretta e la abbracciò, stringendola forte contro di sé e facendole appoggiare la testa contro la sua spalla con un gesto così dolce e così determinato che Costanza, sfinita, pianse ancora più forte. Pianse per tutte le volte che aveva subito un’ingiustizia e nessuno l’aveva consolata; pianse perché aveva paura da sempre e non lo aveva mai ammesso nemmeno con se stessa; pianse perché ammetterlo era stato così difficile che ancora le parole le bruciavano in gola; pianse perché sulla spalla di Sasha per la prima volta sentiva di potersi lasciare andare, come una piccola barca bistrattata che trova finalmente un porto sicuro. Pianse così a lungo che alla fine rimase senza lacrime e anche allora continuò a singhiozzare, esausta, col viso congestionato premuto contro la spalla di Sasha. Aveva perso completamente la cognizione dello spazio e del tempo, chiusa in quel nido rassicurante a spurgare il proprio malessere; poi, pian piano, i singhiozzi rallentarono e l’angoscia che aveva provato scivolava via insieme agli ultimi residui di lacrime, lasciandola vuota e sorprendentemente tranquilla. Man mano che recuperava il controllo di sé, Costanza si accorse che Sasha la stava cullando, con la guancia appoggiata sui suoi capelli: mormorava qualche parola d’incoraggiamento, ogni tanto, ma soprattutto se ne stava lì, paziente, ad aspettare che lei finisse di sfogarsi, e le sue braccia erano tenere e decise allo stesso tempo, come se potessero durare in quella posizione per sempre. Non le era mai capitato di avere una spalla su cui piangere, fino ad allora, e la cosa era così confortante da lasciarla completamente indifesa. Con un sospiro ancora tremulo, Costanza accomodò meglio la testa nell’incavo della spalla di Sasha, chiuse gli occhi e respirò a lungo il suo profumo. Era così buono, così inebriante…una sensazione soffusa di benessere la avvolse mentre sentiva di essersi completamente abbandonata a quella stretta avvolgente e, per quanto lo ritenesse sconvolgente e distruttivo per la sua già labile psiche, non avrebbe voluto essere in nessun altro posto al mondo in quel momento. Potevano essere passate parecchie ore o anche solo qualche minuto in quel fragile involucro di meraviglia quando le giunse all’orecchio la voce di Sasha, leggermente canzonatoria ma ancora molto, molto dolce.

"Hei, miss Spocchia…sei in stato catatonico o sei finalmente soffocata?"

Costanza sorrise, senza spostarsi di un millimetro dalla sua posizione abbandonata.

"Sono ancora viva, per tua disgrazia" disse con una vocina flebile che non sembrava nemmeno la sua "E’ che sto cercando di riprendermi: non piangevo così da…un sacco di tempo"

"Stai meglio, adesso?" le domandò Sasha, anche lui senza smettere di abbracciarla.

"Molto" ammise Costanza non senza una punta di vergogna "Io avevo proprio bisogno di sfogarmi. Ti devo…ti devo un favore"

"Me ne devi ben più d’uno, e anche una giacca nuova: questa l’hai completamente inzuppata"

"Scusa" mormorò Costanza contrita col viso sempre affondato nella sua spalla.

"Cosa intendi fare, adesso?" le chiese Sasha che in fondo, non aveva nessuna voglia di chiudere quella parentesi amichevole. Costanza fece spallucce, sospirando.

"Di preciso non lo so. Penso che forse dovremmo andare di nuovo da madame Madescu. L’ultima volta ho…chiuso il discorso un po’ troppo in fretta"

"Sei scappata via come uno struzzo, vuoi dire" sorrise Sasha con la bocca in mezzo ai suoi capelli "Comunque, per le vacanze di Natale, potremo farci un salto, se ti va"

"Sì" rispose Costanza ad occhi chiusi "Sì, mi va"

In un lampo di sospetto, pensò che probabilmente avrebbe risposto la stessa cosa anche se Sasha le avesse proposto di baciare Karkaroff, purché continuasse a tenerla stretta in quel modo. Rimasero abbracciati in silenzio ancora per un bel pezzo, abbastanza perché Costanza si rendesse conto che stare tra le braccia di Sasha non era più così tranquillizzante: un centimetro alla volta, il suo corpo si stava risvegliando ed assaporava il contatto con quel fisico solido e caldo in maniera piuttosto imbarazzante e tutt’altro che fraterna.

"Senti…pensi di dover aprire ancora le cataratte o ti fai un pisolino?" domandò Sasha con una strana voce incerta.

"Si sta bene qui" mormorò Costanza, vergognosa "Hai…un buon profumo"

"Miss Spocchia che piange e mister Letamaio che profuma…abbiamo decisamente sovvertito l’ordine naturale delle cose" sogghignò Sasha e anche a Costanza scappò un piccolo sorriso "Comunque, se non hai intenzione di urlarmi di nuovo in faccia, potremmo anche sciogliere questo abbraccio"

Costanza alzò appena il viso verso il suo, delusa e confusa.

"Perché?" mormorò con un piccolo broncio ancora umido di lacrime.

"Perché siamo soli, di notte, al buio, l’argomento Karkaroff è lontano anni luce e, terminato il mio ruolo di spalla su cui piangere, rimango pur sempre un uomo con una ragazza spalmata addosso"

Costanza si decise a guardare Sasha negli occhi e le parole sferzanti che aveva pensato le morirono sulle labbra. Gli occhi del giovane erano socchiusi, torbidi e quello che vi si leggeva dentro era così chiaro che il respiro le si fermò in gola bruscamente. Anche Sasha la guardava negli occhi ancora umidi di pianto, trovandoli indifesi, innocenti e conturbanti in maniera snervante; aveva una lacrima sulle ciglia, ancora indecisa se cadere o no sulla guancia pallida e Sasha si ritrovò a fissarla incantato.

"Non mi freghi" balbettò Costanza senza quasi sapere cosa stava dicendo "Tanto lo so che non hai intenzioni romantiche nei miei confronti"

"Romantiche forse no. Ma se continui a guardarmi con quegli occhi e ad imbronciare quella bocca, mi vengono intenzioni ben più pericolose"

Costanza quasi non sentiva le sue parole: il sangue le rombava nelle orecchie e ogni cellula del suo corpo strillava un unico, trivilale imperativo: bacialo, bacialo, bacialo…

"Io non rischio niente…tanto lo so che tu non baci mai per primo una ragazza" sfiatò incerta.

Sasha alzò un sopracciglio mentre un lento, pericolosissimo sorriso gli stirava le labbra.

"Sicura?" mormorò con una voce che sembrava una carezza.

"Devo averlo letto sul manuale di Corteggiamento Durmstaghiano" sfiatò Costanza incapace di schiodare gli occhi dalla sua bocca "E’…come la Bibbia, per voi, no?"

"Sicura…?" ripetè Sasha avvicinandosi pericolosamente.

Costanza chiuse gli occhi e allungò il viso verso il suo, la mente persa completamente in un liquido mare di desiderio mentre Sasha la fissava masticandosi l’interno della guancia, indeciso se mangiare di baci o prendere a schiaffi quella bella faccia di bronzo che un attimo prima voleva schiantarlo e un attimo dopo era più desiderabile di un dolcetto alla crema. Costanza rimase in quella posizione per qualche secondo, poi incerta aprì un occhio e si trovò davanti il sorriso strafottente di Sasha.

"Sai, credo che tu abbia proprio ragione" disse questi a metà tra l’incerto e l’irritato "Le regole vanno rispettate"

Costanza, improvvisamente piena di vergogna, si staccò bruscamente da lui, atteggiando il viso ad un’espressione di sommo disprezzo.

"Tu…Sei l’essere più abbietto e manipolatore che abbia mai frequentato questo istituto e appena potrò ti trasformerò in un candelabro di peltro!"

"Però ti saresti fatta baciare, da questo essere abbietto e manipolatore" disse Sasha con sussiego "Per poi domani accusarmi di aver approfittato di te in un tuo momento di debolezza…no, grazie. Posso ancora permettermi di baciare qualcuna che lo voglia sul serio"

Costanza arrossì fino alla radice dei capelli mentre Sasha scoppiava in una risata deliziata.

"Figurati!" strillò offesissima "Io non volevo affatto baciarti, signor Cadono-tutte-ai-miei-piedi! Io volevo solo…essere gentile. Ringraziarti, ecco"

"Oh, certo" approvò Sasha compunto "Se sapevo che eri così disposta a ringraziarmi, avrei accettato la prima proposta di Nadja, che era molto più audace. A proposito, te le sai scegliere proprio bene le amicizie…"

Fece un sorriso che parlava da solo e Costanza sentì qualcosa che le appiccava il fuoco alle orecchie.

"Va bene, ringrazierò anche lei con una Caccabomba ficcata in gola" sibilò allontanandosi "Adesso che ti ho deliziato con la mia crisi di pianto posso andare?"

Sasha fece una specie di mezzo inchino: con un "Accio" appena accennato recuperò la bacchetta di Costanza e gliela riconsegnò sussiegoso, agitò la sua con grazia dicendo "Alohmora" e la porta si aprì con un delicato cigolio.

"Ritengo opportuno informarti che non farò parola con nessuno di questo tuo sfogo lacrimatorio" disse con voce irriverente mentre Costanza marciava con decisione fuori dal bagno "Anche se ricorderò volentieri l’immagine di te che aspetti un bacio. La rispolvererò nel momento del bisogno"

"Tu…sei…" balbettò Costanza , ma Sasha la precedette, annuendo con condiscendenza.

"Sì, so già tutto… borioso, indisponente, approfittatore, spocchioso narcisista megalomane millantatore e bugiardo, giusto? E’ bello riaverti tra noi con tutta la tua indomita tracotanza. Allora…buonanotte, miss Spocchia"

Costanza uscì dal bagno leggermente delusa, infuriata e vergognosa, sentendo che lo sguardo di Sasha la seguiva. E, nonostante fosse di nuovo arrabbiata col mondo, non era mai stata così ottusamente ottimista in tutta la sua vita.

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Abbiamo o no rotto il ghiaccio? Uno abbraccio forte a tutti

 

Rosielle: Effettivamente, il menù delle prossime puntate prevede la schiusa delle ova…e qui sono un po’ in crisi perché non so com’è un drago appena nato. Potrei prendere a prestito l’immagine del draghetto di Hagrid (non mi ricordo…come si chiamava?!). Ci penserò. Concordo con te nel dire che fin’ora è stato il film più bello, ma devo dirti che anche come libro il 4° è quello che ho apprezzato di più. Però, il sesto non l’ho ancora letto…Forza Balthus! Un bacione e grazie per la bella recensione! Elfie

Laurie: Sono sempre bene accolte le parole di qualcuno che ha letto e analizzato attentamente qualcosa che hai scritto! Sono molto onorata di questo tuo commento, ma ti assicuro che sto scrivendo per puro diletto: non voglio fare una saga, non mi prendo sul serio (anche perché ho in testa una trama talmente nebulosa che sarei ridicola solo al pensiero!!) e non ho nemmeno intenzione di farlo più avanti. E’ talmente "leggera" questa ff, si autoalimenta di ironia e divertimento! Nel momento in cui verrebbero a mancare questo, mancherebbe anche la storia. Grazie ancora, davvero grazie infinite: spero di risentirti presto. Ciao!! Elfie

Yeran: Sono ancora prostrata ai tuoi piedi chiedendo umilmente perdono…aspetto le frustate del cilicio chiodato…e tu….porti una tuta di pelle nera…?! Siamo finiti in un incubo sado-maso? Interessante. Oddio, so che nella vita bisogna provare di tutto, ma non ero ancora pronta…Solletico sotto ai piedi, no!! A parte che ho un 41 di scarpe e ci vogliono 10 minuti per sollecitarne tutta la superficie, soffro davvero moltissimo il solletico. Che crudele che sei! Sì, fammi male!! Ehm…Okkio ai prof, a volte sono più smaliziati degli studenti. Fanno un po’ come i genitori: ci lasciano la convinzione di essere furbi quando loro ci tengono per la coda. Che perla di saggezza ti ho elargito! Questa incorniciala. Alla prossima, mia dolce fanciulla…

Kiba: Ciao! Sbaglio o abbiamo qui un lettore?! Che bello! Sono felice e lusingata che il prologo ti sia piaciuto tanto da volerlo inserire in una tua storia: ne sarò onorata! Offesa? Ma scherziamo?!? Spero di sentire ancora la tua opinione, intanto grazie ancora!!

Helen Lance: Effettivamente, Nadja è un po’ il mio alter ego: è la mia voce all’interno della storia, quella che è un po’ al di sopra delle parti. Scrivere di lei mi diverte tantissimo, è così spassosa! Faina e agnello insieme, una bomba! Grazie della recensione e di esserci sempre! Baciuzzi

Minako-chan: Spero che questo capitolo ti sia piaciuto…Sasha è molto dispiaciuto che l’hai mollato come una patata bollente a poco tempo dalla partenza per il viaggio. Si è un po’ offeso, anche…occhio alle fatture Orcovolanti!! Baci e grazie, come sempre

Maharet: Effettivamente, il Karkaroff del film è troppo "normale": ha una faccia che sembra il mio salumiere! Come faccio ad odiarlo se mi viene da dirgli "Due etti di cotto?". Preferisco mantenere la mia immagine mentale, molto più infida ad odiosa. Mi hai fatto morire con l’affermazione che Hermione era più figa di Fleur! Cosa peraltro verissima ed obbiettivamente sconcertante…nemmeno fatto un accenno alla Veela! E anche il fatto che la Rowling scrive chiaramente che gli studenti di Beauxbatons e Durmstrang sono MASCHI E FEMMINE MISTI, mentre nel film è sembrato l’opposto. Va bè, con la mia storia calza a pennello…no? Spero di aver accontentato le tue velleità romantiche con questo capitolo! Aspetto notizie dalla Transilvania (tutte quelle che puoi: leggende, luoghi tipici, castelli, laghi…tutto quello che serve per una ambientazione!) Baci, a presto!

Nisi Corvonero: Nadja un genio alla moda? Noooo…più che un genio, una sadica latente, direi. Comunque, ci azzecca sempre in maniera snervante. Direi che Nadja è quella che mi assomiglia di più (in senso metaforico, of course: io sono bionda, sì, ma tinta…) Ah! Ho capito di che consumazione parlavi! Per un attimo pensavo che volessi consumare qualcosa di più interessante….magari un pensierino ce l’avrei fatto…parlavo delle tisane, depravata!!!! Secondo te, con i comodini orribili che hai, pensavo a qualcos’altro? Comunque, non lo so che diavolo sia un licaone: te l’ho chiesto apposta, mia cara, confidando nella tua onniscenza, ma con quella tua teoria dei ragni un po’ ti ho ridimensionata…io li ammazzo perché d’estate ne entrano talmente tanti che certi angoli dei muri sono così carichi di ragnatele da sembrare la Tokyo degli aracnidi. Arrivo con l’aspirapolvere e faccio strage! Il giorno dopo sono già lì, con la concessione edilizia in mano. Maledetti sgorbi. Mai peggio delle formiche, comunque: quest’anno è stata una tragedia! Una guerra all’ultimo sangue, ho persino dato fuoco al vialetto in cemento, per la disperazione…Il figo della mia scuola di chiamava Trail (cognome: nome non me lo ricordo), ed era uno stronzo di primissima categoria. Chissà che fine ha fatto….Uno sbaciuzzo e grazie, come sempre, per le tue parole illuminanti!

Romina: Mia Adorata, non ti preoccupare per il drago errato…Balthus ha tirato un sospirone di sollievo quando ha capito di non essere lui quel gigantesco istrice che viene fatto fuori nel film…. E anche io! Meno male che ho azzeccato la collocazione temporale…è importante ai fini della storia (avrei fatto una di quelle figure…sorvoliamo, và!). Krum che voce aveva nel film? Non lo so. Ma ha parlato? Forse lo ha fatto quando ero distratta a guardare il suo collo: davvero enorme, mi ha impressionata! Come vedi, non è proprio andata come pensavi (per via delle calze…) ma qualcosa si è mosso, no? Comunque, Sasha detesta il gelsomino: dice che lo instomaca (voce del verbo dialettale instomacare = nauseare). Preferisce i toni agrumati e fruttati, i suoi preferiti sono ambra e pompelmo, ma anche mora e muschio, iris e lampone…Ricambio forte forte gli sbaciuz!

Lilyblack_Melian_Istel: Ma quanti nick hai? Megalomane! Mi è piaciuto il verbo "randellizzare"…pur avendone fatto ampiamente uso nella mia vita, non mi era mai venuto in mente di incanalare il concetto il un così adatto neologismo. Sono ammirata! Ho letto la vostra storia e ho lasciato un commento: spero che ti abbia fatto piacere. Johnny è stato un grande, come sempre: ha reso il lunedì un giorno da ricordare (eh, the power of love!)per tanti e bei motivi. E stasera si replica!! Ti dirò com’è andata…

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 : Arrivo a Palazzo Valenskij ***


Capitolo 20 : Arrivo a Palazzo Valenskij

 

In un attimo, era arrivato anche il primo giorno delle vacanze di Natale. Costanza entrò nel dormitorio e trovò Nadja intenta a preparare la valigia canticchiando, poiché di lì a poco sarebbero arrivate le barche che avrebbero portato a riva gli studenti che abbandonavano la scuola per le vacanze. Già vestita di tutto punto, si mise a fissare dubbiosa la marea di biancheria intima che invadeva il suo letto.

"Hai intenzione di cambiarti le mutande dieci volte al giorno durante le vacanze o vuoi fare una donazione a qualche ente di suore babbane?"

"Tesoro, forse non lo sai ma una ragazza deve sempre farsi trovare con la biancheria intima adatta all’occasione" rispose Nadja in tono molto serio "Che ne dici di questo vestito da sera? Non è un amore?"

"Credevo fosse un puntaspilli" rispose Costanza amabilmente "Te lo vuoi mettere per Capodanno?"

"Non saprei" mormorò Nadja ponderando con impegno la domanda "Certo, sarà sempre meglio del tuo completo da palombaro…Sai che Sahsa ha invitato me, Detlef e Dimitri per il veglione di Capodanno nella tenuta dei Valenskij? Sarà meraviglioso trovarci di nuovo tutti insieme!!"

"Già" rispose Costanza, più dolcemente: aveva capito benissimo che Sasha aveva invitato i suoi amici per far sentire lei, Costanza, più a suo agio in mezzo al parentado semisconosciuto, e gliene era davvero grata, benché fosse un altro motivo per cui doverlo ringraziare, prima o poi.

"Sempre se arrivo viva a quella data" precisò con un sospiro.

"Certo che ci arriverai" chiocciò Nadja condiscendente "E di questo che ne dici?" le sventolò sotto il naso un abitino blu notte dalla scollatura così abissale che non si capiva quale fosse il sotto e quale fosse il sopra.

"Una parola: imbarazzante" decretò Costanza mentre Nadja riponeva soddisfatta il vestito nella valigia.

"Molto bene: se tu lo trovi imbarazzante ai ragazzi piacerà" decretò convinta.

"Non avevo dubbi. Com’è che stavolta non tenti di rifilarmi qualche tua pezzuola fiorita?" domandò dubbiosa Costanza mentre Nadja stipava microscopiche mutandine di pizzo in ogni angolo del baule.

"Ho pensato che devo lasciarti libera di esprimere il tuo estro, per quanto orribile esso sia" rispose l’amica con un sorriso angelico "E poi hai chiuso il baule a chiave"

"Te ne sei accorta, eh?" sorrise Costanza, mefistofelica.

"Comunque, sarai a casa di Valenskij…e se tanto mi dà tanto, non avrai bisogno di troppi cambi di vestiario"

L’allusione fece sobbalzare Costanza come se l’avesse punta uno spillo.

"Nadja, piantala con questa mania di volermi accasare con Valenskij! Io non gli piaccio, non l’hai ancora capito?"

"Ma lui piace a te" decretò Nadja con una tale convinzione che Costanza ritenne assolutamente inutile mentire ancora.

"Ammetto che è sicuramente un ragazzo…attraente" si sforzò di dire con noncuranza "Ma anche il conte Dracula lo era, e guarda che fine ha fatto"

"Attraente?" sbuffò Nadja con un sopracciglio alzato "Tutto qui quello che ti viene in mente?"

No, non era affatto tutto lì: ma Costanza non lo ammetteva nemmeno con se stessa, figurarsi con quella ficcanaso di Nadja. In quel momento il richiamo delle barche suonò insistente e Nadja, in un turbine cinguettante, chiuse i bauli, si avvolse nel suo mantello di pelliccia e trascinò Costanza giù per le scale. Sasha Valenskij era nell’atrio che aspettava con Balthus ben avvolto in una coperta termica e Costanza sentì suo malgrado il solito coacervo di sensazioni contrastanti rimescolarle lo stomaco alla sua vista. Fingendo indifferenza, gli si avvicinò noncurante.

"Tutto pronto?" domandò con cortese freddezza e Sasha le rispose con un sorriso scintillante "Stanno caricando adesso i nostri bauli. A riva ci aspetta la carrozza che in un paio d’ore ci porterà dritto a palazzo Valenskij. Ma se vuoi, il mostro del lago sarà ben felice di ospitarti al posto mio"

"Simpatico. Ho allora un’ultima possibilità di affogarti nel lago prima di partire?" tubò Costanza, di rimando. Sasha ammiccò irriverente mentre una ragazzina di Torre dei Draghi che passava di lì per poco non si liquefaceva, guardandolo con venerazione.

"Sarà un piacere fare il viaggio con te"

"Già…come camminare scalzi sui carboni ardenti" borbottò Costanza allontanandosi. Lo perse di vista sulle rive del lago e si imbarcò insieme ad una Nadja che sprizzava gioia da tutti i pori. Quando arrivarono a riva, Nadja aveva già sciorinato un intero manuale di raccomandazioni ad una Costanza più che esausta, ormai.

"E ricordati di sorridere almeno una volta al giorno" la stava ancora catechizzando mentre Sasha, individuatala vicino alle carrozze in partenza, si stava avvicinando a loro giungendo di spalle "Hai un così bel sorriso…quell’espressione truce che hai di solito è un grandissimo deterrente per lo sviluppo dei tuoi rapporti interpersonali"

"Non ho nessuna intenzione di sviluppare i miei rapporti a casa Valenskij" sbuffò Costanza, irritata "E ti ho già detto un milione di volte che il mio amato fratellastro non ha nessuna intenzione di concupirmi. La vuoi piantare di volermelo affibbiare come fidanzato?"

"Diciamo che il fatto che hai appena ammesso che lo trovi attraente ha rintuzzato le mie speranze" dichiarò Nadja ammiccando a Sasha alle spalle di una ignara Costanza "E anche il fatto che, dopo la vostra chiacchierata nel bagno della Torre Centrale, hai ripreso una parvenza di aspetto umano, mi fa sperare in bene. Confesso che friggo dalla voglia di sapere che argomenti ha usato per riportarti in vita…"

"Niente di quello che avrebbe riportato in vita te, depravata" berciò Costanza, arrossendo.

Comunque, il fatto che te ne stai così abbottonata su di lui è molto sospetto. E incoraggiante, nel tuo caso dove tutto va considerato a rovescio del normale. Ed infine, so di per certo che anche lui ti trova attraente"

"Bugiarda. A lui piacciono bionde, procaci e possibilmente mute" sentenziò Costanza nervosamente "Ed io non sono nessuna delle tre cose. Soprattutto bionda"

"Soprattutto procace" rettificò Nadja con un sorriso scintillante.

"Soprattutto muta" si intromise Sasha facendo sobbalzare penosamente Costanza "D’altra parte, mi ritengo abbastanza duttile da poter cambiare idea, se mi si presentano i giusti argomenti…sul mutismo, però, non transigo"

Nadja scoppiò in una risata argentina mentre Costanza si affannava a sperare di non aver detto niente di compromettente mentre quello spione le stava alle spalle.

"Bene, allora sono in una botte di ferro" sentenziò rizzando le spalle "Mi hai più volte rimproverato di essere incredibilmente logorroica. Pensavo fosse un difetto ed invece è una bella fortuna, col senno di poi"

"Qualche argomento per farti tacere lo si può trovare, miss Spocchia" rispose Sasha condiscendente e Nadja salutò in fretta tutti quanti sventolando baci a destra e a manca e scappò via per non scoppiare a ridere in faccia a Costanza, che era diventata del solito color cenere.

"A volte sei di un’antipatia disumana" sibilò Costanza già arrabbiata ancora prima di partire.

"Lo so: ai più piaccio così. La slitta ci aspetta, andiamo?"

Si girò incamminandosi verso il parco carrozze, costringendo Costanza a seguirlo di malavoglia. La slitta volante dei Valenskij si riconosceva lontano un miglio, primo per il un folto branco di ombrosi lupi che la trainavano e che tenevano a distanza le cavalcature delle altre carrozze, secondo per i colori nero e oro dello stemma sobrio e regale sulle fiancate. Costanza prese posto all’interno (un tripudio di velluto nero e drappi dorati molto snob-chic per i suoi gusti) e aspettò a disagio che Sasha prendesse posto di fronte a lei. Quando la carrozza partì in volo per poco non fece cadere Balthus a terra tanto era emozionata e tesa.

"Fifa?" la canzonò Sasha accomodandosi semidisteso sul morbido divanetto.

"Un po’" ammise Costanza controvoglia: era molto meglio che Sasha pensasse che il suo disagio era dovuto al fatto che avrebbe incontrato i parenti piuttosto che si accorgesse di essere lui la causa del suo turbamento.

"Tranquilla, i parenti non mordono, a parte un paio di loro di sospetta origine transilvana"

"Hai qualche vampiro in famiglia?" domandò Costanza, incuriosita. Sasha fece un cenno con la mano.

"Qualche trisavolo, forse. No, i miei parenti, se mordono, è per fare del male in senso figurato. Tu credi che io sia snob, ma appena conoscerai i miei zii e cugini, ti sembrerò simpatico e affabile come un frate francescano"

"Immagino. Chi ci sarà al castello?" si informò Costanza, suo malgrado eccitata.

"Bè, a parte mia madre e tuo padre, ci sarà nonna Franziska, un residuato bellico dell’epoca dei dinosauri con la lingua più velenosa dell’emisfero boreale. Non ama molto tuo padre, quindi preparati a qualche frecciatina…facciamo qualche palla di cannone, anzi. Nonna Franziska non va molto per il sottile. Sai, lei è tedesca"

"Oh" disse Costanza, come se quello spiegasse tutto.

"Poi, ci sarà mio zio Leone, fratello di mio padre, con i cugini Anton e Vanja. Due caccole di marciotti che non ti dico. Ti sono così affini che magari a loro risulterai simpatica"

"Non vedo l’ora di conoscerli" tubò Costanza, sorridendo a denti stretti "Poi?"

"Poi ci saranno i parenti dalla parte di mamma zio Vlad e i cugini Tomasz e Mathias; zio Marius e i cugini Willi e Karol; il prozio Sebastian, generale maggiore dell’Esercito Magico che se fa tanto di trovarti simpatica ti affogherà nei suoi ricordi di battaglie contro i giganti fino a che non spererai che arrivi Pasqua al più presto…Ah, poi dovrebbero esserci anche un paio di cugini tuoi, invitati da tuo padre"

"Saranno sicuramente quegli invertebrati di Edmondo e Carlo Maria" sospirò Costanza, di nuovo di cattivo umore "Miei cugini da parte di padre. Te li presenterò subito, così eviterai la figuraccia di scambiarli per sterco di Troll davanti al parentado"

"Ti ringrazio fin d’ora per la cortesia" si inchinò Sasha, con una smorfia ironica molto conturbante. Costanza sbatté gli occhi, confusa.

"Comunque…a parte tua madre, tua nonna ed io non sono previste altre presenze femminili?"

"Che vuoi, nella famiglia Valenskij per un motivo o per l’altro le donne non hanno vita lunga" sorrise Sasha, affascinante "Deve essere una questione di tempra morale"

"E’ la storia della mia vita" borbottò Costanza, abbattuta "Devo avere qualche sensore che non funziona bene: sto sempre in mezzo ai maschi e non ce n’è mai uno che sia più umano di un paramecio"

"Nadja ci andrebbe a nozze" disse Sasha divertito "Scommetto che per Capodanno sarà la più corteggiata di tutti"

"Ti prego, no!" grugnì Costanza, semiseria "Ne parlerà per mesi ed indovina chi dovrà sorbirsi le sue filippiche?"

"Una certa miss Spocchia, forse?" domandò garbatamente Sasha "Comunque, non so chi delle due meriti il premio pazienza dell’anno: tu a sopportare quella fioccosa ficcanaso o lei a sopportare te"

"Io il premio lo darei a Balthus, per averci sopportato entrambi senza auto-affogarsi nell'albume" propose Costanza e Sasha rise. Un riso allegro, franco, complice, così irresistibile che Costanza si rilassò suo malgrado. Ridere insieme a Sasha era di un tale sollievo… e anche guardare il suo viso, per una volta illuminato dalla luce del giorno che entrava a fiotti dai finestrini della slitta, finalmente lontani da quella livida penombra che permeava tutta Durmtrang. La luce faceva brillare i suoi denti bianchi e i suoi capelli neri erano attraversati da qualche prezioso riflesso bluastro. Era davvero un bellissimo ragazzo, ammise controvoglia. Attraente in maniera quasi snervante. Affascinante, quando cambiò argomento e la obbligò a disquisire con somma serietà sui vari gusti delle Gelatine Tuttigusti+1. Pericolosissimo con quel sorrisetto storto e saputo, quando infilò qualche allusione nel bel mezzo del discorso con il solo scopo di mandarla in confusione. Due ore e mezzo di viaggio passarono così velocemente che quando Sasha all’improvviso si sporse dal finestrino le sembrò impossibile che fossero già arrivati. Eppure, la slitta volò attraverso un alto cancello dorato, superò un lungo filare di pini enormi ed altezzosi e finalmente giunse in vista di un severo castello a base esagonale, dalle mura color cipria e la bandiera nera e oro dei Valenskij che si agitava pigramente dalla torretta più alta. Mentre Costanza tratteneva il respiro, impressionata da tanta opulenza, Sasha si girò verso di lei con un piccolo inchino ironico.

"Miss Spocchia" annunciò solennemente "Benvenuta a Palazzo Valenskij"

* * *

La slitta atterrò davanti ad un imponente scalone di pietra che dava su un massiccio portone di metallo lucente riccamente intarsiato. La slitta non fece nemmeno in tempo a fermarsi del tutto che Sasha aveva già aperto lo sportello ed era balzato giù con un agile salto. Sulla scala, in bell’ordine, c’era una piccola fila di elfi domestici in attesa degli ospiti che accolsero con un discreto silenzio condiscendente la mancanza di etichetta del padrone; tutti, fuorché un figuro dall’aria terribilmente aristocratica, alto e segaligno come uno scettro d’argento ed altrettanto rigido, con due formidabili orecchie a punta, che si avvicinò al giovane quasi sprizzando rimprovero dalle narici.

"Signorino Sasha!" tuonò senza alzare la voce, ma risultando comunque trasudante biasimo "E’ ormai prossimo al diploma e ancora non ha imparato a comportarsi da gentiluomo?"

"Ho imparato, Hodges, ma perché mai levarmi la soddisfazione di sentirla brontolare appena arrivato?" rispose Sasha con un sorriso sinceramente affettuoso. Costanza si azzardò a sbirciare dal finestrino e l’espressione esasperata ed amorevole di Hodges si trasformò subito in una maschera di cortese affabilità.

"Hem…salve" disse Costanza arrabattandosi con la maniglia dello sportello. Scandalizzatissimo, Hodges corse ad aprire lo sportello e si profuse in un inchino che gli fece quasi sfiorare il lunghissimo naso per terra.

"Signorina, sono oltremodo dispiaciuto del comportamento villano del signor Valenskij…mi permetta"

Le offrì il braccio, galante, e Costanza scese dalla slitta sentendosi come una regina. Appena scesa, si concesse un sorriso maligno verso Sasha che si era fatto da una parte.

"Grazie, signor Hodges. Lei sì che sa comportarsi da gentiluomo" tubò, calcando intenzionalmente sull’appellativo. Hodges fece un lungo, dolente sospiro.

"Signorina, non sa quanto mi biasimi ogni giorno per non essere riuscito nell’intento di insegnare l’educazione a questo giovane ribelle. La prego di perdonarlo e mi permetta di farle strada"

"Sentito?" sibilò Costanza a Sasha mentre un Hodges impettito si avviava solenne su per la scalinata "Ho sempre saputo che la tua maleducazione era congenita, e non acquisita. Ma…fermi tutti!"

Due elfi domestici che stavano scaricando i bauli dalla slitta, si impietrirono immediatamente mentre una Costanza dall’aria stupefatta e furiosa marciava verso di loro.

"Che cos’è questo?" berciò poi, molto poco elegantemente. Sasha la raggiunse dopo aver scambiato uno sguardo eloquente con un oltraggiato Hodges.

"E’ il tuo baule, mia cara sorellastra" la informò dopo aver controllato lo stemma dei Malatesta sul dorso. Costanza gli rivolse uno sguardo truce e molto poco aristocratico: quasi le usciva il fumo dalle orecchie, a dire il vero.

"No che non lo è!" sibilò infuriata "Quella maledetta ficcanaso di Nadja…ha scambiato i bauli e mi ha rifilato il suo! Se la prendo la uccido, quella…"

La serie di coloriti epiteti che uscirono dalla sua bocca convinsero il maggiordomo Hodges che la mancanza di etichetta di Valenskij di poco prima poteva tranquillamente passare inosservata.

"Sarà un lungo Natale" sospirò lugubremente tra sé e sé, osservando come gli occhi di Sasha si erano illuminati mentre fissavano quella ciarliera e sconosciuta sorellastra.

 

 

 

Note dell’autrice:

Scusate il mancato aggiornamento di mercoles, ma avevo seri problemi al lavoro (seri per gli altri, of course: per me, grande scocciatura!!)

Un saluto particolare a :

 

Helen Lance: Sasha ringrazia vivamente per quel "CRETINO!" detto col cuore: sa di esserlo, il gran bastardo, e per tuttaa risposta sghignazza sotto i baffi…adesso lo metto a posto io! Ciccio, sono l’autrice, remember? Se mi va ti faccio finire dritto sul primo espresso per Hogwarts ad incontrare la piovra gigante!! Lo faccio o no…?

Rosielle: Giusto!! Norberto!! Ma chi sei!!!!!! Grazie per il suggerimento: ovviamente Balthus sarà mille volte più bello di Norberto, già col nome l’ha superato…Costanza non verrà presa in giro come si meriterebbe: in fondo, Sasha è taaaanto buono…hem…Sarò anche la madre letterari, ma per me Sasha è troppo figo! Un bacione, grazie per le recensioni!!

Kiba: Troppo modesta? Io mi definisco fin troppo realista-ottimista. Fin troppo, finchè ci sono Berlusconi e Caramell al governo…Sbaciuzzi!!

Yeran: Inguaiata in una tuta di pelle nera, più che Cat Woman io sembrerei una mortadella al nero di seppia…magari ad alcuni gran Gourmet potrei anche piacere! Eh, no, neve o no, il completo sadomaso richiede d’obbligo il tacco a stiletto. Mai visto una sadica con le zeppe? Troppo comode, eh. No, madame Madescu non sverna alle Maldive (quanto ho riso!). Quali erano gli errorini? Bè, quando li vedi dimmeli che li correggo. Non sopporto di lasciare un lavoro "sporco" di errori…segnalameli, grazie!! Sasha ti manda tanti baci, dice che gli piace il tuo modo di pensare (questa l’ho già sentita…). Comunque, piace anche a me! Un bacione!!

Lilyblack: Ah, lo so che la vostra è una specie di cooperativa di svitate…invece di studiare qui a cazzeggiare su Internet, MA ALLORA!! Scherzo, eh? Tua madre mi ha pagata per dirtelo, adesso che mi sono guadagnata la pagnota, proseguiamo con le nostre cavolate…Johnny è mio fino a venerdì: i patti erano questi, no? Dobbiamo…finie di fare un puzzle. Sì, ecco, è per questo che non te lo posso lasciare. Ehm…Felice di averti deliziato, arriveranno altri capitoli romantici, tranqueilla!! Un baciones (olè!)

Minako-chan: abbi pazienza, o mia cara compagna di viaggio…quando dovrà succedere succederà. Ti sei vergognata per Costanza? Dici che ho esagerato? Ma no…in fondo, lo sanno tutti e due di piacersi! Un bacione, grazie di esserci sempre!

Green Apple: Mi sto divertendo un casino a leggere le tue recensioni, ma levami una curiosità: che diavolo è il topos avaloniano? Scusa l’ignoranza, ma sono rimasta impressionata dalle tue parole! Effettivamente Costanza NON è una velina ed ha il suo bel carico di difetti…non credo alla donna perfetta (anche perché esiste già ed è la mamma) e non credo alles storie facili… per ottenere qualcosa bisogna sudare!! Per la poltrona di pelle di Unicorno… è un residuato dei tempi che furono, quando ancora la pelle di unicorno era legale (cosa mi tocca inventare…comunque, complimenti per l’occhio di falco e il desiderio di coerenza!!). Altra domandina da ignorante nel senso che ignora e imbecille nel senso che imbelle: che vuol dire ROTFL? Comunque, ho riso due ore per la scritta sulla maglietta dei giocatori di Quidditch…Ovvio che ci sia il giornale di gossip a Durmstrang, sono ancora indecisa se chiamarlo Pravda Magica o Novellus 2000…ci penserò. Poi, ovviamenter, rispondo alla domanda sugli abiti babbani indossati dai ragazzi per la festa di Halloween: mi sembra logico! Se noi babbani ci vestiamo da maghi e streghe per quella festa, è giusto che loro si vestano da babbani….o no? Un bacione e grazie davero per le tue parole!

Vigi e/o Virgi: Ma ciaooo!! DK86 mi ha fatto un enorme favore recensendo la mia storia su quel sito…sarebbe possibile pubblicarlo anche lì? Con chi devo parlare per poterlo fare? Grazie per avere letto e commentato…spiacente per la bocca asciutta, ma non era ancora il momento…(he he he…)

Nisi Corvonero: Io ti ho offeso i comodini? Ma nooooo! Ho solo detto che fanno cagare, ma la mia è una opinione personale…poi, vedessi i miei! Sono un tutt’uno con la testiera del letto, di ciliegio, molto revival anni 70 (e invece è originale anni 70…). Ho capito di che farfallette parli! Mi sono capitate una volta nella farina: orribili! Mia madre, invece, abitando in collina per anni ha lottato contro esseri davvero ributtanti come le sgrintelle, le sarabighe d’estate e le sempre schifosissime panarazze! Detto ciò, io me ne farei una pippa della valenza terapeutica di una bella frignata se quello stronzo di Sasha si decidesse a baciarmi. Ma tant’è, è un maschio, pertanto congenitamente impossibilitato a comportarsi secondo le scritture…Anche io quando si parla di consumare penso al mangiare: più che un senso unico, sono una strada chiusa. Che tristezza. Sempre grazie per i tuoi graditissimi commenti, ti prego, non mi abbandonare!! Bacionis

Kannuki: OH, MIA DEA!! Caso mai arrivassi fin qui (cosa di cui dubito fortemente) beccati questi miei ringraziamenti vivie sinceri, conditi da due sbaciuzzi e anche due mini lacrimucce (le mie due writer preferite, Nisi e Kan, che mi recensiscono! Sto skiattando dalla gioia!!!). Però, ehm…che vuol dire sekka?

Maharet: Dite tutte così…doveva baciarla, doveva baciarla, poi quando la bacerà direte era troppo presto!! Ormai non ci capisco più niente, con questi numeri di capitoli: lievitano come il pane nel forno, uff! Non so programmarmi troppo bene, scrivere a braccio è snervante anche per questo: quando mi viene in mente una idea nuova, ce la ficco dentro e zac! Altri tre capitoli sul groppone. Devo fare qualcosa per questa diarrea verbale…Un bacio anche a te, mia carissima!!

Romina: Non so ancora se alla fine Sasha e Costanza consumeranno questo po’ po’ di sentimento…La mia vena sadika si crogiola nei vostri commenti e rimanda di un altro capitolo il "qualcosa"…che vuoi farci, sono bastarda! Io l’avevo detto da subito, poi non lamentatevi, eh? Che bella quella frase che hai scritto! Sintetizza perfettamente il mio pensiero per quanto riguarda questa ff…la metterò di fianco a "eppur si muove", nella mia hit parade personale. Che ne pensi del nuovo sgobbo di Nadja? Stavolta Costanza la uccide, e farebbe bene! Ma no, poi tutto torna utile…tutto fa brodo, anche la gallina vecchia, mi dicono! Sono molto saggio-popolare oggi. Quasi Zen. Suggerisci qualche perla, o mia Adorata, mio crogiuolo di sapere, mia stangona intellettata… Un bacione, a presto!!

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 : Riunione di famiglia ***


Capitolo 21 : Riunione di famiglia

 

Per aspettare l’arrivo dei giovani studenti, i parenti si erano riuniti nel salotto, tanto impettiti e rigidi da sembrare una fotografia di rappresentanza. Quando passarono dall’enorme atrio illuminato al salotto dove erano attesi, Costanza aveva ancora sul viso un’aria particolarmente truce, che si accentuò ancora di più quando l’alta e rotondeggiante figura di Alfonso Malatesta si avvicinò a lei a braccia tese e sorriso da pubbliche relazioni stampato sulla faccia.

"Costanza!" tuonò avvolgendo la figlia in un abbraccio tanto plateale quanto poco ricambiato "Che cosa meravigliosa averti qui, insieme alla famiglia! Non è così, tesoro?"

Sonja Djomarkaj Valenskij Malatesta, la madre di Sasha, si avvicinò quasi scivolando sul lucido pavimento di marmo e Costanza non poté fare a meno di notare quanto fosse ancora incredibilmente bella ed altera, una fotocopia al femminile di Sasha. Più che la madre sembrava esserne la sorella maggiore; anzi, la sorella diligente, a giudicare dalla piega severa della bocca.

"Ma certo, Alfonso" disse la donna con voce musicale, senza che il sorriso di circostanza che le aveva stirato le labbra raggiungesse lo sguardo gelido ed inquisitore "Fatti ammirare, mia cara: sono anni che non ti vedo…quanto sei cresciuta!"

Le sfiorò le guance con una specie di finto bacio di circostanza mentre Alfonso Malatesta si rivolgeva a Sasha battendogli amichevolmente la mano sulla spalla.

"Giovanotto! Diventi sempre più alto, eh? Ah, il Quidditch! E quello che hai in mano cos’è?"

"Questo è Balthus" spiegò Sasha consegnando l’uovo a Costanza mentre sua madre lo abbracciava brevemente con un indistinto mormorio di benvenuto "La nostra prova di Cura delle Creature Magiche. O il motivo di questa imprevista riunione di famiglia, che dir si voglia"

Sonja concesse un lungo sguardo indifferente all’uovo accuratamente avvolto in panni termici mentre una donna piccola e secca, vecchia come il tempo ma dall’aria incredibilmente elegante si avvicinava altera a Sasha, attirando la sua completa attenzione.

"Nonna Franziska!" esclamò Sasha inchinandosi doverosamente davanti alla vecchia con una punta di allegra irriverenza; lei concesse un affettato cenno del capo al nipote prima di piantare due occhi acuti come spilli su Costanza.

"Sasha, nipote degenere" salutò brevemente la vecchia senza staccare gli occhi dalla giovane "I tuoi capelli hanno urgente bisogno di un barbiere ed i tuoi modi sono sempre orribilmente irriguardosi. Così, tu sei la figlia di Alfonso?"

Si avvicinò a Costanza che fece un inchino impeccabile e nervoso cercando di ricambiare francamente l’esame dettagliato.

"Signora Valenskij "

Non aggiunse il classico "è un piacere rivederla" perché sarebbe stata una bugia troppo spudorata : la signora Valenskij se ne accorse e fece un piccolo sorriso scaltro.

"Non ti vedo da sei anni" sentenziò seccamente "Sei diventata una giovane donna, ormai. Non si può proprio dire che tu sia graziosa nel senso classico del termine, ma tranquillizzato: la bellezza è una qualità altamente sopravvalutata"

"Che gioia: le prime parole che mi rivolge e mi ha già dato del brutto sgorbio" pensò Costanza senza cedere di un millimetro mentre Sasha ridacchiava sotto i baffi.

"La ringrazio" rispose cortesemente "Immagino che il suo volesse essere un complimento"

Un lampo di approvazione passò nello sguardo di nonna Valenskij che accennò un assenso col capo mentre Alfonso, palesemente sulle spine, sembrava aver paura di qualsiasi cosa potesse uscire dalla bocca della figlia.

"Dunque, ehm…" si intromise, affannato "Visto che dovrete occuparvi insieme del vostro uovo, ho dato disposizione perché Costanza occupi la stanza adiacente alla tua, Sasha"

"Perfetto" mugugnò Sasha, un po’ meno ilare di prima.

"Magnifico" ribadì Costanza e si vedeva benissimo che pensava l’esatto contrario. La cosa sembrò piacere a Sonja che prese a braccetto il figlio e lo condusse verso l’enorme divano di pelle di drago che troneggiava davanti al camino acceso; Alfonso tentò di fare lo stesso con Costanza, ma la giovane lo precedette e si accomodò da sola su un’ampia poltrona

"Allora, Sasha" esordì salottiera Sonja sorridendo condiscendente "Raccontami com’è andata quest’anno a Durmstrang. Karkaroff ti ha trattato bene?"

"Naturalmente" rispose il giovane, telegrafico e definitivo in maniera snervante. Alfonso, agitato, si rivolse alla figlia con un sorriso nervoso.

"E tu…uhm…Costanza? Tutto bene?"

"Veramente no" rispose Costanza con tranquilla sicurezza "Karkaroff è uno schiavista misogino e crudele e rende la vita difficile a qualsiasi ragazza abbia la tenacia di sopportare i suoi soprusi. Però, a parte questo, tutto nella norma"

La sua risposa gelò la già fredda atmosfera intorno al camino: Alfonso arrossì, tra la vergogna e la rabbia, Sonja finse elegantemente di guardare da un’altra parte e Sasha trattenne a stento un sorriso ironico.

"Costanza!" sfiatò alla fine Alfonso, scandalizzato.

"Tu mi hai fatto una domanda ed io ho risposto, papà" rispose la giovane, piuttosto duramente.

L’unica che sembrò apprezzare la franchezza di Costanza fu la signora Franziska Valenskij che lanciò uno sguardo duro al marito della nuora.

"Alfonso, non fare l’ipocrita" disse con un inequivocabile tono di rimprovero "La franchezza di questa giovane è ammirevole. Oltretutto, Karkaroff è esattamente l’essere spregevole che ha dipinto ed è inutile che fingiamo di pensarla diversamente. Ora, immagino che i giovani vogliano andare a riposare. Costanza, stasera conoscerai il resto dei parenti: te ne avrà accennato il mio nipote degenere. Sederai accanto a me, a tavola. Ora, con permesso, mi ritiro nei miei appartamenti"

La faccia di Costanza rimase insondabile mentre quella di Alfonso, Sonja e persino quella di Sasha si atteggiavano a blanda sorpresa. La vecchia veleggiò fuori dalla stanza, regale come una regina, e Costanza capì che, incredibilmente, aveva trovato una insospettabile e formidabile alleata in quel covo di serpi che era casa Valenskij.

* * *

"Hei, c’è nessuno?"

Sasha, senza nemmeno bussare, si infilò nella stanza di Costanza, ricevendo in cambio un ringhio oltraggiato.

"Chi ti ha detto di entrare? Potevo essere nuda!"

"La speranza era proprio questa" rispose Sasha, salottiero "Allora, sei pronta? Giù stanno tutti aspettando con ansia che tu ti decida a scendere per poterci finalmente nutrire: mi hanno mandato a vedere se eri ancora viva"

Costanza era in piedi davanti al baule aperto e le scintille che sprizzavano dai suoi occhi avrebbero gareggiato con un camino scoppiettante.

"Non so cosa mettermi" grugnì Costanza furibonda "Quella mentecatta di Nadja ha riempito il baule con della roba che sarebbe già scandalosa al carnevale di Rio. La cosa più voluminosa che ho trovato è un fazzoletto da naso! Quando la becco…maledetta gallina russa!"

"Adoro il senso dell’umorismo di quella gallina russa" rise Sasha mentre Costanza sollevava disgustata un negligè di pizzo con la punta della bacchetta magica "Anche se non so se arriverà viva al diploma, dopo questo sgobbo"

"Ridi pure, tu: devo affrontare quei manichini ingessati dei tuoi parenti vestita da Nadja…che orrore!"

"Rilassati" la blandì Sasha tranquillo "Non avrai niente da temere. Per qualche assurdo motivo nonna Valenskij ti ha preso in simpatia, forse perché ha capito che sputate lo stesso tipo di veleno, voi due…contenta lei, contenti tutti, mi spiego?"

"A tua madre invece non sono piaciuta" mormorò Costanza, fingendo indifferenza.

"A mia madre non piace nessuno, tranne se stessa" ribatté Sasha tranquillo "Allora, pensi di metterti un gonnellino di banane o ripieghi sul tanga di lustrini?"

"Non scherzare" berciò Costanza lugubremente "Aiutami a trovare qualcosa che non assomigli ad un costume da bagno, se non vuoi che trasformi la tua cena in bulbi oculari crudi"

Sogghignando, Sasha le propose un affare rosso e fluttuante come un enorme papavero.

"Questo mi sembra sobrio" disse cercando di trattenere le risa. Costanza glielo strappò di mano, le labbra pressate in una smorfia irritata "Non mi sei di nessuna aiuto, così. Sii serio e trova qualcosa fornito di maniche, grazie"

Fischiettando allegramente, Sasha scartabellò dentro al baule fino a trovare una parvenza di vestito intero color vinaccia.

"Che ne dici di questo?" domandò sventolandoglielo sotto il naso.

"E’ così trasparente che mi si potrebbero vedere gli organi interni" brontolò Costanza.

"Sì, ma se sotto ci metti quella guaina che hai tirato fuori prima, quella che sembra una custodia impermeabile per scope…ecco, questa qui"

Costanza studiò dubbiosa i due indumenti.

"Ti sembra la mise adatta per la presentazione ufficiale con la super spocchiosa famiglia Valenskij?"

"No. Mi sembra più la mise adatta per una ballerina del Moulin Rouge" rispose Sasha sogghignando. Costanza lanciò uno sguardo febbrile all’orologio, cacciò due improperi che fumavano e corse dietro il paravento.

"Già sarebbe stato difficile incontrare una intera famiglia di Valenskij in condizioni normali, figurarsi così!" strillò mentre Sasha ridacchiava esilarato "E tu, non ti azzardare a farmi scendere da sola!"

"Ti aspetterò fino al giorno del giudizio, se ti decidi a lanciarmi le mutandine…"

Non fece in tempo a dirlo che gli arrivò quasi in testa uno scarpone.

"Hei, avevo detto le mutandine…ah, ho capito!! Forse non le porti, eh?"

Costanza uscì dal paravento, furibonda, pronta a lanciare un nuovo schiantesimo sul fratellastro, ma lo sguardo che Sasha le piantò addosso spazzò via tutto quello che aveva avuto intenzione di dirgli. Incerta, ammutolì mentre il sorriso allegro di Sasha si spegneva lentamente: con un ribollire sospetto allo stomaco, lasciò che i suoi occhi la accarezzassero in maniera molto esplicita mentre una serie di brividini incontrollati le percorrevano la schiena.

"Forse…" balbettò con la bocca secchissima "Forse è meglio che mi cambi ancora"

Con due lunghi passi Sasha le fu vicino. Molto, molto vicino. Ma, con quegli occhi famelici, sarebbe sembrato vicino anche ad un chilometro di distanza.

"No, stai benissimo così" sentenziò stranamente asciutto "Magari mamma e nonna Franziska storceranno il naso, ma i miei cugini ne saranno entusiasti"

Senza aggiungere altro, la prese per un gomito con decisione e la condusse fuori dalla camera. Costanza lo seguì giù per lo scalone, fingendo di non sentire di quelle cinque dita che le bruciavano la pelle del braccio. Quasi non si accorse dell’improvviso mutismo che piombò sulla sala da pranzo quando entrarono: la bocca di suo padre si chiuse di scatto mentre quelle dei cugini di Sasha si spalancavano molto poco elegantemente. L’unica che non fece una piega fu nonna Franziska che accolse i due giovani con la sua solita aria altezzosa. A Costanza scappò quasi un gemito: il suo vestito risaltava come una camiometta dei pompieri in un campo di grano in mezzo ai sobri e severi abiti neri della famiglia Valenskij. Ma Sasha le strinse il braccio in un chiaro messaggio di sfida e Costanza alzò il mento, cercando di contrastare il forte impulso di scappare via che le faceva tremare le gambe. Sempre tenendola possessivamente per il braccio, Sasha fece il giro presentandola a tutti e, apparentemente, il suo abito riscosse parecchio successo in mezzo ai cugini: il più piccolo, Vanja di 14 anni, arrossì violentemente quando lei gli strinse la mano e zio Leone, notoriamente amante delle belle donne, per poco non si mise a raspare per terra con il piede come un toro da corrida. Costanza rispondeva ai saluti a fior di labbra, senza quasi guardare negli occhi le persone per paura di arrossire più del dovuto. Quando arrivarono davanti a Franziska Valenskij, Costanza si azzardò ad alzare gli occhi, ma la vecchia faccia arcigna non guardava lei: guardava Sasha con una vaga espressione sorpresa.

"Sei in ritardo per la cena come al solito, nipote degenere" disse poi con voce secca, alzando il mento altezzosamente "Ora che abbiamo finito le presentazioni, possiamo accomodarci in sala da pranzo. Immagino che tu preferisca accompagnare Costanza invece che tua nonna, dico bene?"

"Dici benissimo, nonnina cara" sorrise Sasha, irriverente senza staccare la presa dal braccio di Costanza che sentì un caldo fiotto salirle alle guance. Nonna Valenskij fece un gesto secco con il braccio e Leone, suo secondogenito, si materializzò al suo fianco porgendole diligentemente il braccio. Tentando di mantenersi altera e distaccata, Costanza lasciò che Sasha la accompagnasse nel salone dove veniva servita la cena. Quando però lui andò a sedersi lontano, lasciandola in balia di nonna Valenskij alla destra e del prozio Sebastian a sinistra, si sentì di colpo stranamente nuda ed indifesa. Quasi non toccò cibo durante quella pesantissima prima cena. I Valenskij parlavano poco e guardavano molto: soprattutto, guardavano lei che con quel vestito si sentiva più o meno come la meretrice di Babilonia piombata nel bel mezzo di un comitato d’Inquisizione. Chissà per quale benedetto motivo, il prozio Sebastian la prese in simpatia e le impedì di parlare per tutto il tempo della cena, sciorinandole la sua carriera militare dalla notte dei tempi alla pensione. Verso metà cena, anche i cugini Tomasz e Mathias parteciparono alla conversazione ed i cugini Willi e Anton riuscirono addirittura a far nascere qualche sorriso stiracchiato raccontando le loro disavventure nel mondo babbano. Costanza fu impegnata tutta la sera a sostenere lo sguardo gelido di Sonja, a sorridere educatamente alle battute di Anton, a fingersi interessata ai discorsi del prozio Sabastian… e a non guardare mai dalla parte di Sasha anche se sentiva il suo sguardo addosso come se fosse un faro abbagliante. Fu molto più faticoso di quanto pensasse: alla fine della cena era completamente esaurita e la tensione le aveva irrigidito i muscoli delle spalle. Sasha invece rimuginava sul fatto che non era riuscito a staccarle gli occhi di dosso in tutta la sera, e la cosa lo irritava parecchio. Anche gli sguardi insistenti del cugino Anton, quello che si riteneva un Adone personificato in mago, lo irritavano più del dovuto. Certo, non era quello l’effetto che si aspettava facesse Costanza su di loro: ma quell’abbigliamento a dir poco bizzarro e atipico per lei, abbinato alla sua innata riservatezza era diventato un mix esplosivo di rarefatta sensualità che non lasciò indifferente nessuno, nemmeno nonna Valenskij. Sonja, ovviamente, sembrava sprizzare dissenso e alterigia ogni volta che posava lo sguardo sulla figliastra, mentre Alfonso sembrava volersi scusare con tutti di tutto. Fortunatamente, i cugini appena arrivati si ritirarono presto, non senza aver salutato la nuova ospite con baci e abbracci inconsueti per lo standard di famiglia. Con la scusa di dover accudire Balthus, Costanza chiese educatamente di potersi defilare subito dopo, ormai giunta allo stremo della sopportazione. Il padre concesse il permesso quasi con sollievo e Costanza per poco non corse via, sforzandosi di mantenere un passo elegante e di fare una uscita dignitosa. Sasha la guardò mentre usciva, chiedendosi sorpreso perché lo infastidisse tanto che la sorellastra non lo avesse degnato di uno sguardo in tutta la sera. Quasi non vide nonna Valenskij che gli si avvicinava di soppiatto, un sorriso altero che le aleggiava sulle labbra secche.

"Oggi sei diverso dal solito, nipote degenere" lo apostrofò con convinzione "Sembri arrabbiato perché la tua deliziosa sorellastra ti ha completamente oscurato la scena, stasera"

"Non era sua intenzione" brontolò Sasha, in modo che tutti lo sentissero "A scuola hanno scambiato il suo baule con quello di un’altra persona"

"Oh" sorrise Sonja, un po’ meno rigida "Mi sembrava che fosse abbigliata in uno stile che poco si confà alla sua persona. Domani allora la dovrai accompagnare a comprarsi qualcosa di …adatto per la cena di Natale"

"E’ una fanciulla oltremodo attraente" si entusiasmò zio Leone gonfiando le guance rubizze "D’altra parte, le streghe italiane sono famose per la loro avvenenza, vero?"

Lo sguardo corrucciato di Alfonso mise immediatamente termine a quella imbarazzante conversazione. Nonna Valenskij, intanto, strattonava Sasha perché le porgesse il braccio e quasi lo trascinò accanto al camino, lontano da orecchie indiscrete.

"Detesto quando tua madre fa così la moralista" berciò la vecchia seccamente "Quando si sposò con tuo padre la sua scollatura rimase negli annali della storia dei Valenskij…comunque, tranquillizza Costanza: questa sera si è comportata egregiamente. E’ una ragazza dall’ottima fibra morale: è sorprendente che sia la figlia di quel mollaccione di Alfonso"

"Glielo dirò domani" sentenziò Sasha, sudando freddo al solo pensiero di vedere di nuovo Costanza, al buio, di notte…aveva bevuto troppo vino per poter reggere una situazione del genere. Per poter trattenersi dal fare qualcosa di tremendamente stupido, rettificò poi controvoglia.

"Quella ragazza mi piace" lo sorprese la voce decisa di nonna Valenskij "Sembra avere un’anima d’acciaio sotto quella imbarazzante chioma italiana. Non somiglia per niente a Marianna…"

"Conoscevi sua nonna?" domandò bruscamente Sasha, improvvisamente attento. Nonna Valenskij scrollò le spalle, indifferente.

"Tutti i rampolli di buona famiglia del sud e dell’est Europa frequentavano Durmstrang, al tempo" commentò con noncuranza "Ho conosciuto anche il nonno di Costanza, Rudolph Zabini. Un giovane irriverente beffardo ed insolente oltre ogni dire…un Sasha Valenskij dei tempi che furono, a ben pensarci. La nipote, però, non sembra somigliare nemmeno a lui"

"Costanza è incredibilmente snob, spocchiosa, saccente e indisponente" specificò Sasha di malumore "E’ ovvio che ti piaccia: quasi somiglia a te"

La vecchia non si scompose mentre lasciava che un sorrisetto saputo le increspasse le labbra avvizzite.

"Forse, ma non è interessante il motivo per cui piace a me" rispose tranquilla, allontanandosi altera "Quello che sarei curiosa di sapere è per quale motivo piace a te"

Sasha ci mise un po’ a trovare una risposta a tono e quando la trovò nonna Valenskij era ormai lontana.

 

 

Note dell’autrice:

DUECENTO RECENSIONI!!! Mai successo: sono sull’orlo dell’estasi mistica. Grazie a tutti voi che avete contribuito.

Questo era un capitolo di transito. La nonna mi piace, Alfonso no (già con un nome così…), e Sonja è quella che dalle mie parti si definisce con un termine che non è carino riportare sul sito. A voi il resto!

 

Green Apple: Grazie mille per le spiegazioni: non mi vergogno di ammettere la mia abissale ignoranza sia in inglese (grunt) sia in topis vari. Anche io adoro i dialoghi aulici, ma solo se finalizzati ad un discorso ironico e/o ludico. Trovo l’abbinamento davvero intrigante, anche se parecchio difficile da sviluppare. Mi sono sciroppata le opere della Marion tra i dodici e i tredici anni, e capirai che ne sono rimasta lesa…spero che perdonerai i miei continui rimandi al "già visto e rielaborato"! Intanto, ancora basita per il confronto con Jane Austen (che più che rivoltandosi sta avendo un attacco epilettico nella tomba), ti mando i miei più sinceri ringraziamenti per la recensione e tanti baci umidicci. Ciao!!

Romina: Oh, mia diletta, mia adorata, pensavo che mi avessi abbandonato! E invece era tutta una questione di bacilli. Bene, bene, ci vogliono anche quelli per far lavorare gli idraulici, no? Come vedi, la Nadja-mossa ha avuto esiti devastanti, soprattutto sulla libido di Sasha: sto scrivendo il capitolo 23 e ci siamo vicini…non ho intenzione di deluderti, mia musa, ma devo creare il contesto adatto…troppo smielato non sarebbe nel mio stile, lo sai. E pi, rischia di essere peggio di una Caccabomba, con tutte le aspettative che ho creato…magari ti esco a metà capitolo con un bel "e si misero la lingua in bocca e tutto finì lì". Potrei anche farlo, opportunamente drogata…Pensiamoci. Intanto, ti mando un bacio (da lontano, sai, i bacilli…). A lunedì!!

Charlotte Doyle: Una nuova recensora!! Che schifo di parola…una nuova collega!( molto serioso, mi piaaaace). Non mi è sembrato che tu fossi impedita nella recensione, anzi, io l’ho trovata ottima ed abbondante, nonché deliziosamente gratificante. Motivo per cui, mia cara, ti ringrazio dal profondo del cuore. FFFever mi ha reso un enorme servigio, facendomi conoscere a così tanta gente! Per quanto riguarda le tue domande…l’idea è di finire la storia alla fine dell’anno scolastico, ma ho intenzione di lasciare aperte molte porte. Non per scrivere un eventuale seguito (non credo ne sarei in grado!) ma perché è nella mia natura essere ottimista e lasciare il lettore libero di fantasticare sul futuro dei miei personaggi. Comunque, è tutto da vedere: magari schiattano in blocco al primo alito di Balthus…chissà!?! Grazie ancora, un bacione!!

Yeran: O mia meravigliosa donna gatto con tacco a stiletto in mezzo alla neve…se hai da studiare non ti preoccupare, studia!! Fortunatamente io ho finito questo calvario dello studio-esame (marò, non so un c…o di niente!) di nuovo studio-esame (marò, so meno dell’altra volta!) e via di questo passo. Per gli errori, amore mio, non ti angosciare! Quelli che trovi me li segnali, gli altri, ciccia! In fondo, mica sono la Rowling (era ovvio, NdCostanza). Bè, sono lusingata per aver crato dipendenza…adesso, da vera sadika, comincio a centellinare i post, così vi farò soffrire orribilmente…UAZ uaz!! Ebbene sì, Voldemort è mio cugino di terzo grado…Ci sentiamo lunes!! Un baciones, chica!

Laurie: Come avrai capito, sono più che favorevole ai commenti "sui generis" sia in un senso che nell’altro. Scrivere mi diverte e siccome non ci guadagno una lira (anzi, subisco un notevole dispendio di materia grigia, incredibile ma vero ce n’è ancora nella mia scatola cranica!) è ovvio che scriva per puro diletto (mio: vostro, non saprei). Che eri una persona seria l’avevo capito, una che vuole conoscere in modo "più ravvicinato" un po’ po’ di prodotto letterario come Sasha è ovvio che sia una personcina ammodo e con tutte le rotelle al posto giusto. Gli ho parlato della colonia e mi ha spiegato che si lava le ascelle tutti i giorni, ma che per tramortire le ragazze da qualche parte bisogna pur partire! Quando arriverai a conoscerlo, ha detto che ne farà volentieri a meno….questo ragazzaccio sta tentando di concupire tutte le recensitrici (???), che disgraziato…Sul bacio si/no non mi pronuncio: non ho ancora pensato a niente, a dire il vero… ma ho paura che salerà fuori qualcosa di comico. Il dramma proprio non è nei miei geni, temo!! Grazie per la recensione, mi hai fatto davvero felice. Un bacio, a presto!!

Lilyblack: Nadja ti ringrazia sentitamente, ma fai attenzione: il rischio, con lei, è che ti prenda in simpatia e decida di venire ad aggiustare la tua vita sentimentale ed il tuo guardaroba. E’ pur sempre una strega pazza come una mucca col morbo, quindi fai attenzione a quello che dici! Ultimo giorno con Johnny: SSOOOOOOBBBBB!! Jonnino AMA i puzzle, bisogna solo vedere come glieli presenti…è tanto bravo ad incastrare i pezzi, ehm…ci sentiamo lunes per il cambio della guardia: non strapazzarmelo troppo, mi serve integro, eh? Baci

Helen Lance: Sasha dissente, dissente assolutamente, ma purtroppo per lui non ha assolutamente voce in capitolo. Dice che è disposto a mutare idea in cambio di una tua calza. Che malandrino….

Minako-chan: Nadja ricambia l’amore sviscerato. Dice che, quando vuoi, può venire anche a rovinare la tua, di vite, come sta brillantemente facendo con quella di Costanza. Baci baci

Virgi: AH! Vedi che ci avevo beccato col tuo nick? Effettivamente, Vigi mi sembrava più la marca di un gorgonzola, non so perché…oh, io apprezzo i prodotti caseari italiani, anche quelli che non odorano esattamente di viole!, però per un nick mi sembrava esagerato. Ho pubblicato il primo capitolo su damaverde.net, pian piano mi metto in pari! Grazie a te ed alla webmistress del sito per l’opportunità. Un bacione!

Nisi Corvonero: io sono una feticista dei comodini: mai sentito dire? Nemmeno io: comincio a sentirmi un po’ strana, a dire il vero. Ho cambiato quella cosa del tuorlo e dell’albume (grazie tesssora!) ma sono ancora sconvolta dal fatto che il mio draghetto , in origine, fosse una balotta (leggasi, tuorlo in dialetto socio-emiliano) che, se soda, rende al massimo l’impalugo. Ci scappa una mandria di vacche nelle verze, a notizie del genere. Quel porcellino di Osiride e quella gran…brava donna di Iside erano già nei miei pensieri più reconditi: effettivamente, le parole di Costanza volevano giust’appunto essere un richiamo a quella delicata vicenda NC17. Se m inviti a casa tua vengo volentieri: noi emiliani siamo gente generosa, non arrivo mai a mani vuote! Lasagne, tortellini, lambrusco, due maiali e una dozzina di capponi…dimmi tu csu cosa sei orientata, ma per favore!, non dirmi che sei vegetariana, ne morirei dal dolore. Intanto, uno sbaciuzzo e grazie, sempre, delle tue recensioni allucinate, mi fanno scompisciare!! P.S.: sgrintelle= lucertole, panarasse= scarafaggi, sarabighe= zanzaroni…non sai proprio niente, meno male che ci sono io a tirarti su il livello di cultura…

Maharet: Andiamo…ve l’avevo detto che Nadja era il mio alter-ego: come poteva passare sopra ad una cosuccia così importante come i vestiti? Il ballo di capodanno? Uhm…non avevo pensato ad anche questo clichè. Non so perché ma non ce lo vedo Sasha a ballare la salsa come un serpente cubano…devo meditarci sopra. Intanto, ci sarà un nuovo dibattito con un ritratto, ormai i quadri sono il mio tarlo fisso! A presto, mon petit chou, merci du fond de coueur e, come disse la saggia Kannuki, la vie c’est un infer.

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 : Marianna di Roccaglia ***


Capitolo 22 : Marianna di Roccaglia

 

Sasha si svegliò nel cuore della notte dopo un sonno agitato: la cucina di casa Valenskij era sempre stata pesante, senza contare quella specie di sotterranea agitazione che l’aveva preso alla bocca dello stomaco da quando era tornato a casa. Colpa di quel pezzo di ghiaccio di sua madre…o colpa di miss Spocchia? Pur di non rispondersi, con un sospiro, buttò indietro le coperte e si alzò da letto. Nel silenzio teso della notte, sentì un frusciare sospetto fuori dalla porta e, senza nemmeno pensarci troppo, afferrò la sua bacchetta, si avvicinò alla porta e la spalancò all’improvviso. Qualche metro più in là, completamente colta in flagrante con un panino in bocca e vari generi alimentari tra le braccia, Costanza Malatesta fece un salto all’indietro, soffocando un gemito terrorizzato nel pane che le riempiva la bocca. Dopo qualche secondo passato a scambiarsi uno sguardo attonito e sorpreso, Sasha colse il lato comico della situazione e scoppiò in una risata il più possibile silenziosa mentre abbassava la bacchetta, ammansito.

"Ma dico, sei pazzo?!?" squittì sottovoce Costanza, furibonda, dopo essere riuscita a deglutire il boccone di pane che le si era quasi incastrato in gola "Hai rischiato di farmi affogare e contemporaneamente di beccarti una maledizione senza perdono!"

"Figurati" la prese in giro Sasha, appoggiandosi indolente allo stipite della porta "Che ci fai in giro a quest’ora, miss Spocchia? Tenti di decimare la famiglia facendo prendere un accidente ai miei cugini con una visione erotica notturna?"

Costanza strinse al petto i biscotti e le mele che aveva rubato in cucina, tentando di mimetizzare la lunga camicia da notte di pizzo trasparente, altra gentile concessione della baronessa Iliovich.

"Avevo fame" ringhiò per risposta, arrossendo "Per la tensione non ho mangiato niente, a cena"

"Non sembravi tesa" ammise Sasha guardandosi le unghie, pensoso "Hai fatto un’ottima impressione alla famiglia: zio Leone, poi, era letteralmente entusiasta di te. Ti sarai accorta che cugino Anton ti faceva una corte spietata, no?"

"No, non me ne sono accorta" brontolò Costanza arrossendo senza volerlo "Ero troppo impegnata a controllare che non mi uscissero compromettenti pezzi di pelle dalla scollatura per seguire seriamente la conversazione"

Sasha sorrise e, con una mossa irriverente, guardò allusivamente l’orologio.

"Allora, pensi di stare a lungo qui in corridoio? I fantasmi dei miei antenati saranno felici di avere una così discinta compagnia, una volta tanto"

"Nomina un’altra volta i vestiti di Nadja e te li faccio mangiare domattina a colazione" berciò Costanza, che non aveva nessuna voglia di andare in camera sua e perdersi quella visione affascinante di Sasha coi capelli spettinati, la giacca del pigiama semiaperta e il sorriso più seducente che avesse mai visto.

"Avrei anche io un certo languorino" disse lui, mentendo sfacciatamente "Perché non vieni dentro a fare uno spuntino davanti al camino?"

Costanza si ammutolì con un’espressione indecifrabile sul viso: la tentazione di dire sì era davvero forte, tuttavia le era saltata addosso una paura folle. Non di Sasha, ma di se stessa: ormai dubitava seriamente del proprio autocontrollo quando Valenskij ed il suo maledetto profumo stordente erano nei paraggi.

"Prometto che non attenterò in nessuna maniera alla tua virtù" precisò Sasha in un tono annoiato, tergiversando il suo mutismo "E poi, c’è sempre Balthus a farti da chaperon. A meno che non sia tu a decidere il contrario…"

Costanza buttò alle ortiche le sue remore e marciò decisa dentro la stanza di Valenskij.

"Credo di averti già detto che sei un essere abominevole e villano. Vengo dentro solo perché detesto mangiare da sola" berciò col naso per aria e Sasha chiuse la porta con una risatina di scherno. Costanza sentì immediatamente salire la pressione sanguigna quando Sasha si sdraiò con scioltezza sul divanetto strategicamente posizionato davanti al caminetto scoppiettante, le braccia incrociate dietro al testa e il sorriso strafottente.

"Allora, miss Spocchia? Che menù offre la casa?" chiese salottiero e Costanza lo odiò per la sua tranquillità mentre lei si sentiva sull’orlo del collasso cardiaco.

"Biscotti, mele e pane masticato" borbottò appoggiando i viveri sul tavolino basso a lato del divanetto e sedendosi sul tappeto a gambe incrociate, il più lontano possibile da Sasha.

"Roba da gran gourmet" sogghignò Sasha allungandosi ad afferrare una mela e addentandola con gusto "Allora, che ne pensi della famigerata famiglia Valenskij?"

"E’ esattamente come mi aspettavo che fosse" mugugnò Costanza sbocconcellando di malavoglia una mela: le era passato completamente l’appetito, per l’agitazione "A parte tua nonna: mi sembra una persona formidabile. Decisa e fin troppo franca, anche se opportunamente diplomatica"

Fece una pausa, indecisa.

"Non mi sembra che vada molto d’accordo con tua madre" azzardò poi alla fine, titubante. Sasha non si mostrò toccato dalla sua affermazione.

"Mia madre non va d’accordo con nessuno" rettificò, noncurante "Per lei esiste solo la sua opinione ed il suo personalissimo microcosmo. E’ la quintessenza dell’egoismo e nonna Valenskij non perde occasione per ricordarglielo"

"Però è davvero bellissima" mormorò Costanza, rinunciando a masticare visto che aveva la gola completamente chiusa dall’emozione "Adesso che sono adulta capisco perché mio padre abbia perso la testa per lei. Mia madre…non era tutta questa gran bellezza. Mi somigliava, sai"

Sasha le lanciò uno sguardo irridente e canzonatorio.

"Vuoi dire che anche tua madre era petulante, logorroica e terribilmente sexy con la camicia da notte della sua migliore amica?" domandò noncurante "Mi sarebbe piaciuto conoscerla, allora"

Le orecchie di Costanza presero fuoco alla velocità della luce e contemporaneamente ammutolì, sconcertata: non capiva mai come interpretare i complimenti misti ad insulti di Sasha.

"Non ti sarebbe piaciuta" si decise a rispondere, glissando su quel terribilmente sexy che le rimbombava nelle orecchie "Era una persona molto dura e disciplinata. Ha…sofferto moltissimo per i suoi problemi di sanguemisto"

"Come è morta?" si azzardò a chiedere Sasha, con voce più morbida.

"Era incinta" rispose Costanza in tono incolore "Per un sanguemisto vampiro partorire è un’esperienza mortale. Già con me aveva rischiato la vita…la seconda volta non ce l’ha fatta. E nemmeno il bambino"

"Oh. Mi dispiace" mormorò Sasha, seriamente. Il suo sguardo era talmente caldo e sincero che Costanza si agitò sul pavimento, turbata.

"Succede. Anche mia nonna è morta dando alla luce mia madre…a quanto pare, pure nella mia famiglia le donne non hanno vita lunga"

"Marianna di Roccaglia, giusto?" meditò Sasha riflessivo "Nonna Franziska mi ha parlato di lei, stasera"

"Davvero?" si sorprese Costanza, rizzando le orecchie.

"E anche madame Madescu l’ha menzionata, alla Baita dell’Orso…Curioso il fatto di sentirla nominare due volte in così breve tempo" continuò Sasha meditabondo.

"Trovo anche io" mormorò Costanza pensosa "Mi piacerebbe sapere qualcosa di più su di lei. Magari, ha qualche segreto nascosto che può tornarci utile"

Ssha balzò in piedi così alla svelta che a Costanza scappò un gridolino spaventato.

"Che ti salta in mente?" strepitò alzandosi in piedi.

"Vieni con me" le ordinò Sasha prendendola per mano e trascinandola fuori dalla camera da letto "Devi conoscere una persona"

"Costanza si guardò bene dal protestare: la mano calda e sicura di Sasha era così piacevole che l’avrebbe seguito scalza anche in mezzo alla neve. I due scesero silenziosamente lo scalone principale e passarono per due o tre corridoi bui arrivando infine in un ampio salone tappezzato di imponenti ritratti di famiglia circondate da preziose cornici. Al loro arrivo, qualche indisponente antenato brontolò cupamente sulla completa mancanza di rispetto da parte delle giovani generazioni, ma Sasha ignorò bellamente quelle voci.

"Lumos! Sono tutti parenti tuoi questi? " domandò Costanza incuriosita alzando la bacchetta con la punta illuminata per vedere meglio le facce arcigne dipinte sui quadri. Uno di loro le abbaiò contro in maniera così convincente che Costanza si affrettò a spegnere la bacchetta, attirando un sogghigno da parte di Sasha.

"Quello è il bisnonno Cornelius" la informò salottiero.

"Faccia simpatica" rabbrividì Costanza "Sembra che abbia appena ucciso sua madre"

"Potrebbe anche essere" rispose Sasha, sorridendo "Eccoci! Costanza, ti voglio presentare una persona molto, molto speciale: mio nonno, Balthus Valenskij"

Costanza alzò gli occhi su di un imponente ritratto che rappresentava un distinto signore a cavallo di un ippogrifo; la somiglianza con Sasha era notevolissima, soprattutto nella piega ironica della bocca e nei folti capelli ondulati che faticavano a rimanere in ordine. Due formidabili baffoni arricciati vibrarono come antenne quando Balthus inquadrò i due giovani davanti a lui.

"Per mille sirene!" tuonò con una gradevolissima voce baritonale "Questo è o non è il mio nipote degenere Sasha?"

"Ciao nonno" disse Sasha con un tono affettuoso che Costanza non gli aveva mai sentito adottare.

"Ti sembra questa l’ora di venire a disturbare i vecchi ruderi come me?" chiocciò Balthus tra il burbero e il divertito: i suoi occhi si posarono su Costanza che rabbrividì senza volere sotto a quei caldi fari ironici, così simili a quelli del nipote.

"Invece di ringraziarmi perché mi sono ricordato di te, mi rimproveri peggio della nonna" protestò Sasha, irriverente.

Balthus agitò oltraggiato la bacchetta sopra la testa, gli occhi che sprizzavano scintille.

"Nipote degenere! Sei in compagnia di una signora e ancora non mi hai presentato? Ma chi ti ha tramandato tutta questa villania? Lo perdoni, signorina: la sua maleducazione è sicuramente dovuta alla confusione indotta dall’avere accanto a sé una così deliziosa fanciulla"

"Oh, certo" rise Costanza, sentendosi perfettamente a suo agio davanti al vecchio signore, come se lo conoscesse già da tempo "Ma la prego, non ci scambi anche lei per fidanzati: ne abbiamo abbastanza di sgolarci per smentire una così falsa e raccapricciante visione…"

Sasha le fece una smorfia buffa, ricambiata, mentre Balthus guardava incuriosito i due giovani.

"Nonno, ti presento Costanza Malatesta, figlia di Alfonso e quindi mia diletta sorellastra"

"Ah! Costanza!" si illuminò Balthus pieno di meraviglia "Quella di cui hai parlato per tutti questi anni? Quella che dicevi essere una virago che sputa veleno, snob, indisponente, sapientona e crudele? Quella che chiamavi sempre miss Spocchia? Ma non le hai assolutamente reso giustizia, figliolo: sarà anche una strega terribile, ma è così graziosa!"

"Graziosa?" berciò Sasha, oscurandosi "Ma se è appena passabile! Ti stai facendo traviare dalla sottoveste, nonno, che tra l’altro non è nemmeno sua"

"Dunque, mister Letamaio, hai parlato di me a tuo nonno?" sorrise ironica Costanza quando vide che Sasha era leggermente a disagio "Sono davvero lusingata"

"Io non ho affatto parlato così tanto di te" brontolò Sasha, di colpo di malumore.

"Certo che ha parlato così tanto di lei" lo sbugiardò Balthus, salottiero "Ma ditemi, a cosa devo questa vostra così inopportuna visita notturna?"

"Volevamo parlarti senza qualche parente ficcanaso tra i piedi" si affrettò a spiegare Sasha, sollevato dal cambio di argomento "Volevamo sapere se ricordavi qualcosa della nonna di Costanza, Marianna di Roccaglia"

"Ah, Marianna di Roccaglia!" sospirò Balthus "Mi ricordo di lei…davvero una splendida, leggiadra creatura"

"Ancora con questa leggiadra creatura?" sbuffò Sasha "Deve essere un vizio congenito dei ritratti"

"Non saprebbe dirci qualcosa di particolare su di lei?" lo ignorò Costanza, interessata "Qualcosa che riguardi Durmstrang…e una certa madame Madescu?"

"Madescu?" si stupì Batlhus "Mai sentita nominare. D’altra parte, potrebbe portare il cognome del marito…comunque, non saprei dire cosa potesse avere di particolare Marianna. Era una persona molto riservata e schiva, poco incline alle goliardiche espressioni studentesche. Tutta un’altra pasta da quel pazzo furioso di Zabini che poi ha sposato. Era un’ottima studentessa, adorata dal preside e dai professori. L’unica di tutta Durmstrang ad avere mai avuto libero accesso agli uffici del quinto piano di Torre Centrale"

"Ma…la Torre ha solo quattro piani" obbiettò Costanza.

"Esattamente" annuì grave il vecchio del ritratto.

"E cosa ci sarebbe al quinto piano di Torre Centrale?" domandò Sasha, insospettito.

"Uffici" rispose Balthus, sbuffando per l’ovvietà della risposta "Il preside era molto abbottonato su quello che succedeva lì. E anche Marianna, ovviamente. L’ultimo anno lo ha praticamente passato là dentro! Lei e la sua amica, com’è che si chiamava…? Non ricordo. Una specie di Veggente, brutta come il peccato e simpatica come un vespaio infilato nei pantaloni"

"Chissà perché, ma la definizione di questa amica mi ricorda tanto madame Madescu" borbottò Sasha, pensieroso "Nonno, sai come si accede a questo fantomatico quinto piano?"

"Ovviamente no" rispose Balthus senza perdere la sua ironica flemma "C’è un accesso segreto, dietro ad un ritratto, ma è vietatissimo a tutte le persone non autorizzate"

"Un altro ritratto?" sospirò Costanza, depressa "Deve essere una maledizione che ci perseguita"

"Ho come l’impressione che tramate di cacciarvi nei guai" brontolò Balthus con un formidabile e buffo cipiglio "Siete certi di non aver nient’altro di interessante da fare a scuola?"

Sasha e Costanza si scambiarono uno sguardo perplesso.

"E’ una cosa importante" confidò infine Costanza con scioltezza: aveva l’assoluta sensazione di potersi fidare ciecamente di quel vecchio arzillo e distinto "Se ha un po’ di tempo, potremmo raccontarle tutta la storia…"

"Il tempo è l’unica cosa che non mi manca, mia cara" ribatté quietamente Balthus. Sasha e Costanza, seduti a gambe incrociate davanti al ritratto, iniziarono a raccontare: nelle ore successive spiegarono a nonno Valenskij la loro avventura partendo dal ritratto del preside Hessler fino ad arrivare a madame Madescu. Ovviamente, nel frattempo, non persero occasione per insultarsi, intromettersi l’uno nei discorsi dell’altra e scoppiare anche a ridere, al ricordo di certe imbarazzanti situazioni. Balthus ascoltava interessato e rapito, spostando lo sguardo dal nipote a Costanza con un sorriso indecifrabile sul viso. Quando terminarono il racconto, sospirò dubbioso.

"Questa faccenda sembra nascondere qualcosa di pericoloso" li avvertì gravemente "Ma capisco che sia perfettamente inutile dirvi di desistere dal vostro proposito di continuare con questa indagine…"

"Io non posso fare finta che sia finita qui" spiegò Costanza con limpida sincerità "Ma non pretendo assolutamente che Sasha si metta nei guai a causa mia"

"Come se non mi ci fossi già messo" sbuffò Sasha, sovrappensiero "E poi, madame Madescu non ha predetto il futuro solo a te: mi ha riservato un gioiellino d’incarico, mentre tu eri impegnata a scappare via come una lepre"

"Davvero? E che ti ha detto?" domandò Costanza, sorpresa.

"Mi ha praticamente obbligato a diventare il tuo cavaliere servente" sbuffò Sasha, e per qualche assurdo motivo il buonumore di Costanza si spense di colpo insieme al suo vago sorriso.

"Oh" disse, atona "Allora è per quella profezia che continui ad aiutarmi?"

Chissà perché, la cosa le dispiaceva moltissimo.

"Più o meno" glissò Sasha senza guardarla negli occhi e Balthus trattenne a stento un sorriso indulgente.

"Ah, voi giovani!" tuonò estasiato "Proprio non capite niente finché non ci sbattete il naso…comunque, Sasha, non ti azzardare a lasciare sola la signorina Malatesta: profezia o no, se cercherà di intrufolarsi al quinto piano di Torre Centrale avrà sicuramente bisogno di aiuto"

"Non la lascerò sola" dichiarò Sasha con tranquilla sicurezza "E poi, cosa farebbe senza di me?"

"Ma sentilo" sbuffò Costanza, arrossendo senza volerlo "E poi dice che sono io miss Spocchia!"

In quel momento, un leggero tramestio proveniente da chissà dove li fece ammutolire tutti quanti.

"Che succede?" domandò Costanza, spaventata.

"Sono gli elfi domestici" spiegò Balthus, tranquillamente "Si sono alzati per preparare la colazione agli ospiti…diamine, è già mattino! Sbrigatevi ad andare a letto, voialtri debosciati. Se vi trovano in giro a quest’ora, in pigiama, da soli…"

"Abbiamo capito" rise Sasha prendendo Costanza per mano e aiutandola ad alzarsi con una naturalezza che fece balzare di colpo il cuore in gola alla ragazza "Mi raccomando, nonno: non parlare con nessuno di quello che ti abbiamo detto"

"Certo che no, per chi mi hai preso?" si offese Balthus, drizzandosi a sedere sulla scomoda sella "Sarà davvero piacevole sapere qualcosa che quella strega di mia moglie ignora… custodirò gelosamente il segreto"

Costanza, in un insolito slancio di calore, tese le dita verso il ritratto e sfiorò con affetto i lineamenti di pittura del vecchio Balthus.

"Lei e sua moglie siete persone davvero formidabili" disse sinceramente "Sono molto onorata di avervi conosciuto"

Balthus fece un goffo inchino, sempre garbatamente appeso alla sua sella.

"E per me è stato un piacere conoscere lei, signorina Malatesta. Devo dire che dissento assolutamente sull’opinione che ha di lei mio nipote: io l’ho trovata davvero una fanciulla intelligente, dignitosa ma per niente arrogante. E anche molto graziosa, checché ne dica Sasha della sua camicia da notte"

"Sasha non perde occasione per denigrarmi" ribatté Costanza, con un sorriso complice "Sono ormai tanti anni che lo fa che la cosa non mi tocca assolutamente"

"Il suo è tutto fumo negli occhi" le confidò Balthus sottovoce "In realtà, è tipico di noi Valenskij sminuire quello che desideriamo. Una maledetta questione di orgoglio"

Le parole di Balthus ebbero il potere di fare ammutolire entrambi i giovani come un improvviso incantesimo Silencio: Costanza, arrossendo come un papavero, si azzardò a lanciare una breve occhiata a Sasha che sembrava di malumore e anche leggermente imbarazzato.

"Dopo questa inutile millanteria, possiamo anche andare a dormire" disse questi dopo un po’, piuttosto seccamente "Buonanotte, nonno"

Si incamminò senza attendere risposta e Costanza lo seguì docilmente. Attraversarono silenziosamente l’atrio mentre un’alba livida dipingeva di grigio le pareti.

"Pensi che ci stiamo davvero cacciando nei guai?" domandò sottovoce Costanza mentre salivano lentamente lo scalone.

"Certamente" rispose Sasha con tranquilla sicurezza "Ma non credo che questa consapevolezza ti fermerà. Giusto?"

"Giusto" rispose Costanza con un sospiro rassegnato.

Erano arrivati davanti alla porta di Costanza e Sasha si appoggiò con la schiena allo stipite della porta, il suo solito snervante e blando sorrisetto stampato in faccia.

"Bè…" disse in un sussurro allusivo "E’ stata una nottata interessante"

"Già" rispose Costanza ancorandosi ben bene allo stipite opposto per paura di volargli accidentalmente addosso. Non le faceva piacere ammetterlo, ma dentro di se, sotto sotto, sapeva che quella era stata una delle notti più belle della sua vita…per colpa di Sasha. Quell’essere era odiosamente perfido, ma il tempo con lui volava, tra le sue battute irriverenti e la sua caustica intelligenza. Maledetto, affascinante narcisista, pensò Costanza, rabbuiandosi. Forse per l’ora tarda, forse per la luce obliqua dell’alba, o forse solo perché voleva vederlo così, lo sguardo di Sasha le sembrava particolarmente dolce e allusivo.

"Allora…buonanotte" disse nervosamente Costanza, a corto di argomenti.

Con suo sommo orrore, Sasha alzò una mano indolente verso di lei: con la punta delle dita, prese una ciocca di capelli e, lentamente, tese un lungo ricciolo scuro fino a farlo arrivare vicino al suo viso: socchiudendo appena gli occhi, aspirò il profumo dei suoi capelli, come un intenditore di vini che aspiri l’aroma di una bottiglia appena stappata.

"Mmmm…" mugugnò, soddisfatto "E’ esattamente come lo immaginavo"

Costanza era così pietrificata dall’emozione che non osò nemmeno respirare. Quasi a malincuore, Sasha lasciò ricadere la ciocca e con un sospiro incerto si staccò dallo stipite.

"Buonanotte, miss Spocchia" disse con voce stranamente formale prima di girarle le spalle. Costanza sbatté le ciglia, come svegliandosi da un lungo sonno: aveva detto buonanotte? Allora non aveva intenzione di …?

Certo che no!, pensò quasi con rabbia subito dopo. Glielo aveva detto chiaramente più volte. Cos’era stata allora quella stupida sceneggiata dei capelli da annusare? Voleva verificare che puzzassero come la crema di Balthus?

"Buonanotte un corno, mister Letamaio" rispose piuttosto seccamente entrando di corsa nella sua stanza e lasciando un Sasha piuttosto perplesso a domandarsi cosa fosse successo.

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

 

 

"Tu scendi dalle stelleeeee…o Fierobe-e-e-cco!".

Ormai si sente aria di Natale: ieri ho fatto l’albero e il presepe, e chi si azzarda a dirmi che sono cresciutella per queste cose gli ficco un omogeneizzato Plasmon in gola. Saluti e baci particolari a:

 

Rosielle: Sto scrivendo proprio di Balthus che da mero uovo si sta trasformando in un protagonista di tutto rispetto…mi sto divertendo come una pazza! Grazie per gli stimoli che le vostre recensioni bellissime mi danno sempre, spero di non deludervi mai!

Virgi: Mmmm.Un bacio per la vigilia di Natale di sicuro no, per capodanno…sarebbe davvero così scontato? Guarda, me ne sbatto: tanto, ormai ho scritto tanti di quei clichè che la mia fic sembra quasi un manuale di tutto quello che NON si dovrebbe scrivere! Vada per il bacio di Capodanno, udite udite!!!! Grazie per lo spunto, un bacione!

Charlotte Doyle: Amore!! Sugli aggiornamenti posso dirti che io scrivo in modo molto discontinuo: adesso vado come un treno, tra un po’ magari mi pianto e per un mese non scrivo niente…chissà! Quasi quasi prendo spunto dal tuo suggerimento e faccio nascere il draghetto proprio a Natale…Ma sì! Effettivamente, Alfonso e Sonja non mi piacciono, ma non importa perché sono solo figure di contorno. E il nonno, ti è piaciuto? Grazie ancora per i complimenti, sempre immeritati e sempre graditi!

Shaka: I complimenti fanno sempre piacere, non c’è dubbio! Soprattutto quel commento "se tuta la gente fosse così…". Sai, certe volte basta "essere" delle persone così per contagiare le altre. Un esempio che vale per tutti: il mio salumiere. Brutto da fermare un orologio, sguardo feroce da azzannamento immediato se chiedevi qualcosa di diverso da un etto di prosciutto… un giorno gli ho sparato un battutone assurdo, con un sorriso da scema sulla faccia, e lui…ha risposto a tono, senza fare una piega, sempre con quella faccia da funerale!! Adesso, il nostro scambio di battute al banco salume della Coop è quasi proverbiale e alcuni di quei dialoghi sono finiti qui in questa storia. Sì, perché lui mi ritiene una "bèla spousa", cioè appetibile a livello sessuale (subito dopo di me c’è il gorilla femmina dello zoo…no, non mi sono esaltata). Grazie per gli auguri, grazie per le belle parole, grazie di tutto! Un bacione

Romina: Oh, mia Adorata, come vedi niente massaggio, niente incursioni in camera a scopo sessuale (per ora…ci sto ancora pensando), niente balli avvinghiati come piovre…sembra che codesta maldestra scrittrice abbia la mente pura e casta, ma credimi, non è così! E’ che devo decidere quale dei miei film sconci su Sasha e Costanza posso farvi "vedere": un po’ per il rating, un po’ per dovere di coerenza, sono molto indecisa. Comunque, mi sembra palese che tra Sasha e Costanza c’è qualcosa, perché ormai lo vedono tutti quelli che non hanno due copertoni da rally sugli occhi. Ormai la situazione è satura, e prima o poi scoppierà…spero davvero di non deluderti. E se quando lo scrivo te lo faccio leggere in anteprima così mi dici cosa ne pensi? Eh, che dici? Fammi sapere. Bacioni, Elfie

Maharet: Anche tu hai una capa? La mia è odiosa: io e i miei colleghi abbiamo pensato per regalo di Natale di darle tre ore di libera uscita con un senegalese superdotato. Dici che funzionerà? Il papà di Costanza doveva essere un a figura in ombra, dove rimarrà per sempre (a meno che il mio cervello bacato non partorisca qualche altra sciocchezza, da cui mi dissocio fin d’ora). Un bacione, a presto!

Minako Chan: Tendenzialmente adoro descrivere le "mise" dei miei personaggi, ma qui ho glissato per mancanza di tempo: se dovessi cacciare dentro tutte le descrizioni che mi vengono in mente, starei scrivendo Guerra e Pace! Comunque, se ti interessa, l’idea era: sottoveste nera aderente (molto stile D&G) con sopra abitino trasparente color vinaccia con gonna a campana e scollatura abissale. Contenta? Baci, Elfie

Helen Lance: Cosa vuol dire "tutti così i maschi"? Così come Sasha? Vuoi dire che lì da te sono tutti come lui? Ma dove abiti tu? Vengo subito lì a prenderne un paio da riproduzione e li porto a casa mia!!!!!

Green Apple: Anche tu leggi e/o scrivi dal lavoro? Disgraziata! Poi ci chiediamo come mai l’Italia va a rotoli…io sono mesi che lavoro e scrivo contemporaneamente, ho quasi messo su due arti supplementari come Shiva (o era Kalì?). Sono rimasta davvero lusingata dalle tue parole: quella dello "stile cinematografico" poi è stata bellissima, anche perché succede proprio così: io ho l’immagine nella testa e scrivendo faccio il reportage del film che si svolge nel mio cervelletto. Immaginati nel settore "libido" che film proietto…roba da màt!! Ti prego, ho un favore grosso da chiederti: ho bisogno di delucidazioni e consulti per fare in modo che quello che ho in mente di scrivere non stoni troppo con il sesto libro: mi puoi mandare la tua mail? La mia è "asiab96 – chiocciola – tiscali.it (la chiocciola deformava la pagina, l’ho dovuta togliere…sorry). Grazie!

Nisi Corvonero: Anche la mia nonnina si chamava Paola, anzi, come un segno del destino, il suo vero nome era Paolina (infatti, era alta 1 metro e trenta, più o meno…). Comunque, bando alle cianche e veniamo a noi: il foglio protocollo nn l’ho trovato, ma il dialetto milanese non si discosta moltissimo da quello modenese, quindi non ho faticato a tradurre. Mi merito almeno un "Oltre Ogni Previsione", prof!! Piuttosto, mi sono un po’ inceppata su quel tuo "sono una donna ecumenica" finale. Ma non avevi detto di essere atea? Tu mi perplimi di nuovo, Nisi bella! Bauscia da noi si traduce in tanti modi, il più "trattabile" è sandrone (o sandrona, se femmina o dichiaratamente gay). Anche saltafossi andrebbe bene, però quest’ultimo in genere viene utilizzato in contesti più a sfondo sessuale (e aridalli…torniamo sempre lì, cibo e sesso! Siamo più tematicamente ristrette degli uomini, almeno loro hanno anche i motori…). Ora, veniamo al pranzo di Natale. Io ho una famiglia che tra cugini, sorelle, mariti, bisnonni e panettieri siamo in una trentina. Considerando che i miei hanno un ristorante, non ti dico come si svolge il pranzo di Natale a casa dei miei genitori perché è anche troppo ovvio: mangiamo! Mangiamo così tanto che il nostro pranzo di Natale basterebbe da solo a sfamare l’Uganda per una settimana…e ci divertiamo come dei pazzi. Incredibile ma vero, io adoro la mia famiglia: alla fine facciamo la gara di barzellette e ridiamo tanto che alla fine quasi ci viene da vomitare…poi, conoscessi mia madre!! Una vera Resdora dalla battuta sempre pronta, una macchietta! Se la vena comica fosse ereditaria, saprei subito da chi l’ho presa. Non vedo l’ora che arrivi Natale, io!! E il tuo pranzo com’è…? Un bacione, sempre tua (in senso lato…) Elfie

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 : Vigilia ***


Capitolo 23 : Vigilia

 

Quando scese a fare colazione, indossando gli abiti da viaggio del giorno prima, Costanza era ancora di cattivo umore: a dire il vero ce l’aveva con se stessa e non sapeva nemmeno lei perché. Magari era solo l’effetto destabilizzante dell’atmosfera in casa Valenskij, pensò dubbiosa. I cugini di Sasha accolsero molto tiepidamente il suo cambio di look: cugino Anton, che si era quasi offerto di accompagnarla a fare compere, la sera prima, si defilò quasi nello stesso momento in cui mise piede in sala da pranzo, con il suo bravo vestitino accollato e la sua crocchia severa sulla nuca; zio Leone ci mancò poco che le chiedesse chi diavolo era, con suo sommo imbarazzo. Miracoli della luce mattutina, pensò Costanza con un sorriso diabolico. Finita la colazione, accompagnò Hodges a dare da mangiare ai lupi volanti, tradizionale mezzo trainante delle slitte magiche in tutto il territorio albanese. Dopo di che, si chiuse in camera sua per accudire Balthus, senza che lo strano malessere che la attanagliava dalla notte prima le desse tregua.

"E’ tutta colpa di quello spocchioso damerino di Valenskij" ringhiò sottovoce mentre con la bacchetta magica avvolgeva l’uovo insolitamente quieto in una nuvola di vapore bollente "Non so bene perché, ma deve per forza essere colpa sua. Dannato mister Letamaio"

"Vedo che, oltre a tutto il resto, hai anche la fastidiosa abitudine di sparlarmi alle spalle" disse una voce irriverente dietro a lei "Stai tentando di mettermi contro al nostro pargolo prima ancora che nasca o è solo uno sfogo personale?"

Costanza nemmeno si girò a guardare Sasha entrato di soppiatto in camera sua.

"Immagino che le porte chiuse per te siano un opional, Valenskij" rispose con voce particolarmente acida "D’altra parte, dovevo immaginarlo che tra tutti i tuoi difetti fosse da annoverare anche quello di spione"

Sasha non si scompose: non sembrava però rilassato come al solito e una delicata ombra azzurrina sotto gli occhi tradiva il fatto che anche lui non aveva avuto sonni tranquilli.

"Noto con piacere che ti sei svegliata col dente avvelenato" sorrise Sasha abbandonandosi con indolenza sul divanetto davanti al camino "Niente di nuovo sotto il sole, insomma"

"Che sei venuto a fare, qui?" domandò bruscamente Costanza sedendosi di fronte al camino senza guardarlo in faccia. Sasha aspettò un po’ prima di rispondere e quando lo fece l’espressione del suo viso era grave e assorta.

"Ci ho pensato molto stanotte e non credo che sarebbe saggio proseguire con questa storia di profezie e uffici fantasma" disse con voce insolitamente seria "Potrebbe diventare parecchio pericoloso"

Costanza drizzo la schiena e pressò le labbra in una smorfia ostinata.

"Ti ho già detto che non sei obbligato a rischiare per me" rispose con voce sferzante "Nessuno ti costringe a seguirmi ed io ce la posso fare benissimo da sola. Ti esonero dal ruolo di cavalier servente, signor Valenskij: ora, puoi andare al diavolo quando più ti aggrada"

Sasha le lanciò uno sguardo a metà tra l’esasperato e il divertito.

"Tu non capisci proprio niente, miss Spocchia" disse dopo un po’ con voce calma e quasi dispiaciuta.

"Che novità" sbuffò Costanza, irritata "Hai niente di nuovo da dirmi a parte il fatto ovvio che mi trovi stupida?"

"Io non ti trovo affatto stupida" rispose Sasha con voce dolce "Antipatica, boriosa, lunatica e molto, molto irritante, questo sì. Ma stupida, no: non l’ho mai pensato di te"

Di nuovo confusa dal cambio di temperatura dell’atmosfera intorno a loro, Costanza di decise ad arrabbiarsi.

"Immagino di doverlo prendere come un complimento" sibilò contrita "Adesso devi annusarmi ancora i capelli per sentire se odorano di alghe islandesi o posso andare a comprarmi un vestito per stasera?"

Sasha fu in piedi di fronte a lei con un agile balzo che la costrinse ad indietreggiare per non toccarlo.

"Tu…" iniziò Sasha, ma poi tacque, affondando severamente gli occhi nei suoi. E di nuovo, per Costanza, ci furono sudorazione abbondante, senso di mancamento, desiderio di qualcosa senza sapere cosa…

"Ti accompagno" affermò Sasha con una tale decisione che Costanza si infuriò ancora di più.

"Ti ho già detto che non ho bisogno di te, mister Letamaio" sbottò indietreggiando "Non ho nessun bisogno di un cavalier servente e nemmeno ho bisogno della fastidiosa cardiopatia che mi prende sempre quando ci sei tu. Sto molto meglio da sola!"

Detto questo girò i tacchi e quasi fuggì fuori dalla porta. Sasha era rimasto in piedi di fronte al fuoco, la faccia atteggiata ad una espressione dubbiosa. Si girò appena verso Balthus, ai suoi piedi, e con voce frustrata e confusa chiese incerto:

"…cardiopatia?"

* * *

Costanza si fece preparare la slitta volante e in dieci minuti era già in viaggio verso la città. Velocemente, si ficcò nel primo negozio di vestiti che trovò e comprò il più accollato e severo pezzo di stoffa disponibile. Dopo di che, ubbidendo ad un tragico colpo di testa e sempre furiosa senza sapere perché, ordinò all’elfo cocchiere di dirigersi verso la Piccola Baita dell’Orso; questi ubbidì senza fiatare, nonostante il luogo indicato fosse lontanissimo da lì. Per tutto il viaggio, Costanza rimuginò assorta sui motivi che la inducevano ad essere così suscettibile e odiosa con tutti. La colpa era di Valenskij, di sicuro, ma ancora non aveva capito per quale strana alchimia la sua presenza fosse così destabilizzante. Non voleva prendere assolutamente in considerazione il fatto che lì sola, sulla slitta, lui le mancava… Assurdo! Quando c’era lui, non facevano altro che litigare. "E tu non fai altro che sperare che ti baci" aggiunse una vocina perfida dentro la testa. Per poco non si prese a schiaffi da sola, pur di non considerare quel pensiero assurdo. Eppure, quello ristagnava ancora lì, fastidiosamente ancorato ai suoi sensi, insieme al sorriso strafottente di Valenskij e ai suoi occhi neri e liquidi… "Non riesci a togliertelo dalla mente, fai continuamente sogni imbarazzanti su di lui e ancora non ti decidi ad ammettere che quello ti fa venire le scalmane?" sbuffò di nuovo la vocina nella testa "Sei peggio di uno struzzo così ficcato nella sabbia da non vedere più come se ne esce"

"Io non ho affatto le scalmane per Valenskij" sentenziò Costanza a voce bassa e vibrante di orrore.

"Già. E non sei nemmeno sull’orlo della schizofrenia, parlando da sola su una slitta magica" ribatté la vocina nella testa "Sei o non sei una strega ragionevole? Ammetti che Sasha ti piace e comincia a pensare ad una soluzione!"

Costanza, ormai stremata dalla sua doppia personalità, ammise finalmente che quella vergognosa affermazione era assolutamente vera. Sasha Valenskij era un tarlo che le si era annidato nel cervello, un tarlo che le smuoveva sensazioni e sentimenti mai provati prima di allora. La sua voce era capace di toccarla ad una profondità che nemmeno immaginava di avere, e le sue mani….le sue mani erano l’unica cosa che desiderasse, da chissà quanto tempo a quella parte. Il cuore prese a farle male come se una lancia appuntita l’avesse trafitto.

"E’ così?" mormorò con angoscia "E’ davvero così che funziona?"

La risposta era talmente ovvia e davanti al suo naso che si vergognò di non averla colta prima: sconvolta, disperata, quasi sull’orlo delle lacrime, Costanza Malatesta ammise finalmente di essere irrimediabilmente, furiosamente cotta di Sasha Valenskij.

* * *

Era ormai sera inoltrata: benché non lo desse a vedere, Sasha era letteralmente furioso con la sorellastra che era partita la mattina con la slitta di famiglia senza dire dove andava e, ormai prossima l’ora di cena, ancora non era rientrata.

"Dove diavolo si sarà cacciata quella dannata testa di gallina?" pensava cercando di contenere la rabbia passeggiando indolente lungo la galleria dei ritratti di famiglia. Senza quasi rendersene conto, tornò davanti al ritratto del nonno Balthus Valenskij che, in sella al suo ombroso ippogrifo, sembrava quasi aspettarlo.

"Ciao nonno" salutò Sasha lugubremente ficcandosi le mani in tasca.

"Buongiorno, figliolo" rispose il ritratto, canzonatorio "Tutto solo soletto, oggi? La dolce compagnia di stanotte è già sparita nel nulla?"

"Magari" grugnì con forza Sasha, aggrottandosi ancora di più "Possibilmente soffrendo"

"Che esagerato!" rise Balthus, per niente impressionato "Stanotte sembravate così intimi che mi aspettavo da un momento all’altro un annuncio di matrimonio ed oggi parli di Costanza come se fosse una delle Furie"

"Una delle Furie, a confronto di Costanza, è dolce come Biancaneve" rispose Sasha, irritato "Con quella non sai mai come va a finire: quando credi di aver fatto un passo avanti e di averla un po’ conosciuta, torna a trasformarsi nel tuo peggiore incubo peggio di un Molliccio!"

Balthus fece un sogghigno saputo che irritò ancora di più il nipote.

"Caro Sasha" esordì Balthus nel suo migliore tono condiscendente "Mi sembra che tra te e Costanza i rapporti non siano dei più facili"

"L’unico rapporto che ho con lei è il fortissimo desiderio di strozzarla quando apre bocca" mugugnò Sasha inviperito.

"Capitava la stessa cosa a me con tua nonna" commentò piacevolmente Balthus arricciandosi i baffi "Solo dopo ho capito che la frenesia di metterle le mani addosso era di altra natura"

"Per favore, risparmiami la tua versione della seduzione inquinata dal fenotipo di nonna Franziska" berciò Sasha, ampiamente di malumore "E poi Costanza non è proprio il mio tipo. A me piacciono bionde, procaci e mute"

"Come a tutti gli uomini" sospirò Balthus "Però, quando abbiamo avuto abbastanza bionde procaci e mute da farne indigestione, cerchiamo quelle che ci fanno sudare perché non le capiamo e perché siamo mortalmente curiosi di sapere cosa nascondono sotto a quei loro severi colletti chiusi"

"Stai fresco se credi che io perda tempo a pensare al colletto di Costanza" ribatté Sasha, confuso dal fatto che il nonno avesse così facilmente centrato il bersaglio del suo malumore.

"Tu non lo vuoi ammettere, ma ti intrigano le donne intelligenti come Costanza. Il fatto è che sei ancora troppo giovane per capire quelle come lei"

"E chi vuole capirla? Io preferirei una maledizione Cruciatus"

Balthus fece una breve risata saputa.

"Io invece credo che tu sia molto attratto da lei"

"Figurati!" sbuffò Sasha, irritato "Non mi interessa assolutamente sapere cosa nasconde miss Spocchia sotto la sottana"

"Sicuro?" domandò Balthus, scettico e Sasha cambiò velocemente discorso dopo che, come una meteora, gli aveva attraversato la mente il ricordo di Costanza che si srotolava una calza nel bagno delle ragazze.

"Stamattina ero andato a parlarle e quasi mi ha sputato in faccia: adesso è sparita chissà dove…capacissima di essere corsa a Durmstrang per lanciare a Karkaroff un’Avada Kedavra. Che razza di isterica, insopportabile…strega!!"

"Sembri seriamente preoccupato per lei" ammise Balthus, impressionato "Spiegami cos’è di lei che ti fa andare così tanto il sangue alla testa"

"Tutto!" sbottò Sasha, sfogandosi "Proprio non capisco gli improvvisi cambiamenti di umore di quella psicopatica: per anni è stata la seria e indisponente miss Spocchia; poi all’improvviso, diventa dolce e arrendevole, con quei capelli e quella… bocca…poi, torna ad essere più acida di una pozione Polisucco concentrata! Semplicemente, la odio!"

"Io penso che a darti fastidio sia il fatto di non avere sotto controllo la situazione" meditò Balthus e Sasha lo fissò come se fosse sorpreso di trovarselo davanti "Sei un bel giovane e sicuramente fino ad ora non hai avuto difficoltà ad ottenere quello che volevi. Ma con Costanza non funziona così, e la cosa ti brucia"

"Mi brucia il dover sopportare la sua presenza" sbuffò Sasha, passeggiando nervosamente avanti e indietro. Balthus stava per replicare quando venne interrotto dal campanello che avvisava che la cena era in tavola.

"Ecco!" strepitò Sasha, furibondo "E’ la vigilia di Natale, la cena è pronta e quella disgraziata ancora non si è fatta viva! Se non ci pensa suo padre a punirla, giuro che le scaglio due schiantesimi io!"

"Che succede qui?" intervenne la voce secca di Franziska Valenskij alle sue spalle: Sasha si girò verso la nonna, contenendo il suo malumore.

"Niente, nonna: stavo parlando con il nonno di….cose personali" brontolò cupo.

"Allora, saresti così gentile da accompagnarmi in sala da pranzo? Forse te lo sei dimenticato, tutto preso dai vostri discorsi tra uomini, ma è la vigilia di Natale ed abbiamo la sala piena di ospiti"

"Stavo aspettando il ritorno di Costanza" sbottò Sasha, controvoglia e Franziska accolse la sua dichiarazione con un altezzoso sopracciglio alzato.

"Curioso" disse dopo, con una parvenza di sorriso nella voce "Perché Costanza è appena scesa dalla sua stanza e sta aspettando noi di là in sala con tua madre e Alfonso e tutti gli altri. Ora puoi porgermi il braccio e muovere il tuo prezioso deretano prima che gli ospiti comincino a spazientirsi?"

Mezzo confuso e palesemente infuriato, Sasha obbedì e veleggiò con la nonna verso la sala da pranzo riccamente addobbata per le feste: in un tripudio di agrifoglio e candele fluttuanti a mezz’aria, la tavola imbandita dava un’idea di ricca, aristocratica opulenza. Come entrò nella stanza, Sasha inchiodò due occhi furenti su Costanza che, avvolta nel suo abito nuovo e con i capelli ben stretti sulla nuca, sembrava una versione giovane della signora Franziska Valenskij. Mentre mangiava (poco) e beveva (molto), Sasha non tolse mai gli occhi di dosso a Costanza senza mai essere ricambiato: rispondeva a monosillabi alle domande di Sonja, grugniva appena a contorno di una più tiepida conversazione e intanto lanciava anatemi fumanti verso la sorellastra che non si degnava nemmeno di girare il suo altezzoso naso verso di lui. Se qualcuno si accorse che l’atmosfera natalizia non verteva affatto su pace e amore, tra i due fratellastri, non lo diede a vedere: dopo la cena, si trasferirono in salotto dove l’atmosfera sembrò scaldarsi un pochino al momento di scartare i regali. Zio Leone, abbondantemente carburato da un ottima vodka start fire, si degnò persino di riconoscere Costanza come la stessa persona della sera precedente e i cugini Edmondo e Carlo Maria intonarono due canti tipicamente italiani accompagnati dal coro di piccoli elfi che addobbava l’enorme albero di Natale in mezzo alla stanza. Sasha ricevette, come al solito, vestiti e libri da sua madre e sua nonna; Alfonso gli regalò, a sorpresa, un fucile babbano di ottima fattura, raro cimelio con il quale Sasha accarezzò l’idea di uccidere su due piedi la sorellastra. Costanza, invece, ricevette libri e un set da cucito sul quale si trattenne per un pelo dallo storcere il naso. Al momento del brindisi di mezzanotte, Sasha e Costanza si trovarono casualmente vicini e abbastanza furibondi l’uno con l’altra da intraprendere una conversazione.

"Ti sei divertita oggi a fare compere?" sibilò Sasha sprizzando scintille dallo sguardo.

"Immensamente" rispose Costanza con un ringhio indistinto "E tu che hai fatto di bello? Ti sei dilettato nella nobile arte di crocifiggere qualcuno o sei rimasto a rimirarti allo specchio tutto il giorno?"

"Per tua informazione, la prossima volta che decidi di sparire per tutto il giorno accertati che nessuno ti stia aspettando" riprese Sasha a voce più alta "Non tutto il mondo è a tua completa disposizione 24 ore su 24"

"Ti ho già detto che non ho bisogno di un cavalier servente" dichiarò Costanza, altezzosa.

"Dove diavolo sei stata?" sbottò Sasha, incapace di trattenere la domanda che gli premeva dietro le labbra.

"Non sono affari tuoi"

"Sì che lo sono. Dimmi dove ti eri cacciata"

"A comprare un vestito"

"Quello scafandro che hai addosso? Ci avrai messo due nanosecondi. Che hai fatto, dopo?"

"Sono andata alla Piccola Baita dell’Orso" rispose Costanza, riottosa. Per poco Sasha non sputò fumo dalle narici.

"Sei stata…dico, sei impazzita?"

"Io ancora no, ma tu sei davvero pronto per il ricovero coatto" sbadigliò Costanza.

"Quello è un covo di galeotti, truffatori, assassini…come ti è saltato in mente di andarci da sola?"

"Forse non ho espresso chiaramente il concetto" ribadì Costanza, rannuvolandosi "Io. Non ho. Bisogno. Di te. Devo tatuartelo su un braccio come il segno del Male Oscuro?"

"Sei una boriosa, assurda mentecatta!" scattò Sasha mentre cugino Vanja si girava verso di loro, interessato "Che ci sei andata a fare, fin laggiù?"

"A parlare con madame Madescu" rispose Costanza, di malumore "Ma se n’è andata il giorno stesso che ci ha incontrato"

"Potevi finire schiantata, stregata o anche uccisa!" strepitò Sasha e un altro paio di cugini si girarono ad ascoltare, incuriositi "Meriteresti di finire nella Stanza delle Punizioni fino al nuovo millennio!"

"Ma chi ti dà il diritto di fare il giudice della Corte Suprema dei Maghi?" strillò finalmente Costanza, mollando gli ormeggi "Ne ho abbastanza della tua boria e del tuo naso aguzzo ficcato nei miei affari!"

"Non sono solo tuoi affari, maledetta miss Spocchia!"

"Certo che lo sono, dannato mister Letamaio!"

"RAGAZZI!"

La voce gelida di Franziska Valenskij sarebbe stata in grado di spegnere da sola un incendio. La stanza piombò immediatamente nel silenzio più assoluto mentre Sasha e Costanza si rendevano conto di essere al centro dell’attenzione generale.

"Vi sembrano questi il momento ed il luogo per litigare?" tuonò la vecchia con un’espressione terribile sul viso "Non ho mai visto una tale mancanza di riguardo e di educazione! Fate immediatamente le vostre scuse!"

Nessuno dei due ragazzi aprì bocca, ostinatamente. Franziska sembrò gonfiarsi come un panettone babbano.

"Ragazzi!" esclamò e il tono di comando della sua voce era così potente che i due furono costretti a girarsi l’uno verso l’altra, riottosi.

"…dispiace" mormorò Sasha a denti stretti.

"…cusa" masticò Costanza senza muovere le labbra.

"E adesso, visto che è mezzanotte e siete giusto sotto il vischio, scambiatevi un bacio fraterno di pace e amicizia!" intervenne zio Leone, evidentemente esaltato da una dose massiccia di vodka. Alle sue parole, Costanza e Sasha fecero entrambi un salto indietro come se si fossero spruzzati l’un l’altro di puzzalinfa.

"Piuttosto bacio un ippogrifo!" strillò Costanza, esagitata.

"Piuttosto, bacio una ferita purulenta!" grugnì Sasha sullo stesso tono.

"Ragazzi!" tuonò Franziska ma persino lei fu interrotta dall’arrivo di Hodges, insolitamente congestionato e oltremodo preoccupato.

"Signor Sasha, signorina Costanza…" quasi balbettò, trafelato.

"Che c’è!" sbuffarono contemporaneamente i due, senza degnarsi di un’occhiata.

"Il vostro uovo…su in camera…sta facendo strani rumori" mormorò Hodges in un fiato.

Per un attimo, Sasha e Costanza rimasero cristallizzati sul posto, increduli.

"Balthus…" sfiatarono le labbra livide di Costanza. Sasha le lanciò uno sguardo insondabile.

"Sì" disse gravemente "E’ ora"

Senza dire una parola in più i due si avviarono con passo pesante, perfettamente sincronizzati, ignorando persino nonna Franziska che, per la prima volta in vita sua, sembrava essere senza parole.

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE: Il prossimo capitolo faremo la conoscenza con Balthus il drago o questi affogherà nel proprio albume? Ai posteri l’ardua sentenza…

 

delfinocurioso: Bentornata! Spero che il progetto prosegua bene, magari mettici anche Johnny Depp in un angolino…ne sarei molto felice. Effettivamente, la piccola ficcanaso è un personaggio adorabile! Un po’ mi manca, nn vedo l’ora di scrivere del Capodanno! Ma dove vai sempre in giro per il mondo? Vagabonda! (la mia è tutta invidia…). Fatti sentire presto e aggiornami sullo stato dei lavori! Baci baci

Green Apple: Intanto, ti ringrazio infinitamente per le belle parole: effettivamente, il phatos tra Sasha e Costanza lo vivo sulla pelle e vi garantisco che non vedo l’ora che "consumino"… nn mi sopporto più a stare dei minuti interi davanti al video con la bocca semiaperta e l’occhio da triglia! Ti ho spedito una mail con delle richieste (niente a sfondo sessuale, tranquilla!). Scartoffie o no, grazie per essere sempre pronta a scrivere la tua recensione: ci tengo davvero tanto, sappilo! Un besito fuerte

Lilyblack: Mia tessssora, non ti preoccupare! Ci mancherebbe che fossi col fucile puntato a minacciare coloro che, in fin dei conti, mi stanno facendo un favore…Oh, mi sono spataccata con questo neologismo "stupendoso"! Soprattutto abbinato a Johnnino bello, credo che ci stia proprio bene! Senti, a proposito di Johnnino…sarei in leggera astinenza (sgroan!) non è che me lo rimanderesti per un tour de force di 24 ore? Grazie…a presto!

Yeran: Mi è piaciuto la tua raffinata descrizione della mamma di Sasha: rispecchia esattamente il mio pensiero! Sono felice di avervelo trasmesso con tanta chiarezza. Effettivamente, appena tornano a scuola, il quinto piano incombe…una curiosità: avevo scritto che il piano era il sesto, ma rileggendo un dotto discorso di Krum nel libro HP e il calice di fuoco, ho dovuto correggere. Apprezzate lo sforzo di mantenere al coerenza, please. Ah, grazie per l’informazione sulla sformatura della pagina…ho corretto. Bacioni fortissimi!!

Aurora Ginevra (Minako chan): Piccola genealogia durstranghiana: Rudolph Zabini e Marianna di Roccaglia sono i nonni materni di Costanza; Balthus e Franziska Valenskij sono i nonni paterni di Sasha. La mamma di Costanza e il papà di Sasha sono morti; il papà di Costanza, Alfonso, e la madre di Sasha, Sonja, si sono sposati. Non hanno altri figli. Se ti serve un albero genealogico dettagliato dimmelo: mi divertirei come una pazza ad inventare nuovi nomi e personaggi!! Baciotis

Virgi: Effettivamente, Capodanno è ancora lontano…devono succedere un paio di cosine, tra cui l’arrivo di Nadja. Prevedo una nuova vestizione, più consapevole, stavolta…ma non accenno di più, sennò rovino la sorpresa!! Comunque, dai ammettilo, la maggior parte delle situazioni è un già visto. Che io mi diverta a rivisitarle, è un altro paio di maniche, no? Baci baci

Romina: Mia diletta…innanzi tutto, mandami una mail, così ti posso aggiornare su quando e come avverrà il grande evento. Oh, se non mi dai un parere sincero, i rompo i tacchi delle scarpe, ci siamo capite? Però gli striscioni…mi hanno un po’ imbarazzato…te lo assicuro, non è che io sia questo gran genio di scrittrice, sai? Mi diverto e sono felicissima di far divertire, ma proprio "Elfie forever"…ti concedo un "Elfie non sei male" oppure "Elfie, c’è di peggio, và" ma di più no, mi sentirei inadeguata (sto scherzando: la prossima volta fammi una targa in bronzo con l’impronta delle mie preziose manine). Mi sto un po’ incartando con la trama, magari sto mettendo troppa carne al fuoco!! Se passo al delirio fammelo presente, ok? Un bacionissimo

Helen Lance: Come hai ragione! Gli uomini saranno pure utili e dilettevoli, ma hanno proprio tutti un neurone in multiproprietà (di solito, sintonizzato su calcio o tette, a scelta). Sasha si salva solo perché è mortalmente fico…

Nisi Corvonero: Madaiiii! Nonnina Paolina per entrambe, famiglie materne fuori di cotenna, stessa passione per la cucina, stesso appetito (in tutti i sensi), stesso segno zodiacale, stessa povertà neuronica…Nisi bella, ci somigliamo un po’ troppo. Potremmo scambiarci i posti e magari nessuno se ne accorgerebbe! (forse il mio Bepi sì…è parrucchiere e dovrebbe accorgersi che da bionda sono diventata mora, o no?). chiedo umilmente venia per la definizione di Bauscia: effettivamente, quando l’hanno spiegata a scuola io avevo il morbillo…anche nella mia famiglia, comunque, le donne hanno la nomea di personcine attive: se pensi che siamo una ventina, tra fratelli e cugini! E poi, lo sai cosa si dice delle emiliane, no? Potrebbe essere un’ottima pubblicità per raccattare su qualche ometto…uhm…ci devo pensare. "Giovane e procace emiliana bionda tinta, fa benissimo i tortellini e tante altre cose. Astenersi perditempo, calvi e persone dotate di bassa resistenza fisica" Troppo spudorato, così? Dammi un consiglio, o Divina, tu che sai a menadito il galateo…un bacio con lo schiocco, a presto!

Maharet: Scuuuuusa per la cavata agli occhi…era deformata la pagina! Adesso dovrebbe essere ok e ti assicuro che next time farò in modo che non succeda più. Povera Maharet, che cattivona questa Elfie!! Non vedo l’ora di leggere di questa protagonista influenzata da Costanza…io la conosco talmente bene (grazie, sono io!) che non riesco a capire cosa di lei può toccare l’immaginario collettivo (ma sentimi! Un libro stampato, il mio prof di italiano se la farebbe sotto dalla gioia, se mi sentisse). Beata te che tra un po’ la capa non ce l’hai più…io ho il mio capo nr. 1 (troppo forte e simpatico) e, sopra di lui, una capa affettuosamente denominata dai maschietti del mio ufficio "la gran tr..a". Detto tutto? Bacioni, a presto!!

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 : Balthus ***


Capitolo 24 : Balthus

 

Sasha e Costanza quasi si incastrarono nella porta della camera da letto di Sasha per la fretta di entrare. Balthus era davanti al camino scoppiettante e il rumore raspante che veniva da lui sarebbe stato agghiacciante, se non fosse stato attutito dallo spesso guscio. Sia Costanza che Sasha piombarono in ginocchio davanti all’uovo che si muoveva a scatti, improvvisamente, come in preda ad una strana maledizione. Sasha allungò una mano ma la ritirò subito quando sentì la temperatura altissima del guscio.

"Sta per schiudersi" sentenziò gravemente e Costanza, per qualche assurdo motivo, si sentì terribilmente in colpa.

"Io…l’ho lasciato solo, oggi" balbettò mordendosi confusamente il labbro inferiore "Ero così arrabbiata che quasi non l’ho salutato…"

Sasha le lanciò uno sguardo stranito.

"Non era solo" dichiarò calmo "Era con me. Non sei l’unica responsabile di Balthus, te ne vuoi rendere conto sì o no?"

Costanza stava per rispondere quando l’uovo prese a fremere e a rotolare convulsamente facendo spaventare entrambi i giovani.

"Che dobbiamo fare?" chiese Sasha, preoccupatissimo, quando Balthus tornò a fermarsi. Costanza corse nella sua camera a recuperare i libri di Cura delle creature Magiche su cui aveva scritto i suoi appunti.

"Per prima cosa dobbiamo scaldare la stanza" sentenziò leggendo febbrilmente "Un drago non può nascere ad una temperatura inferiore ai 40°"

Sasha buttò tutta la legna che c’era nel camino poi si assentò un attimo per sbraitare agli elfi domestici di portare su ancora carbone e legna.

"Non è sufficiente" mormorò Costanza dopo varie misurazioni "Ci vuole anche vapore e zolfo"

Insieme, stregarono la stanza con un incantesimo sigillante e crearono dei fuochi sospesi a mezz’aria tutto intorno all’uovo che rotolava a singhiozzo, come impazzito. Con la magia, vaporizzarono dell’acqua islandese che Sasha si era fatto arrivare direttamente dall’Islanda con la metropolvere. Ben presto i due cominciarono a sudare copiosamente: si tolsero le scarpe e le calze e Sasha si arrotolò le maniche della camicia sopra i gomiti ma il caldo umido cominciava ad essere davvero insopportabile. Più il tempo passava e più l’uovo sembrava in preda a strani e raspanti deliri: nelle ore successiva i due ragazzi lessero una intera biblioteca di libri sull’argomento senza cavarne nessuna informazione utile a sedare il loro nervosismo. L’uovo sussultava e il rumore raspante era ormai continuo, ma ancora la superficie del guscio era integra e liscia. Sasha e Costanza persero la cognizione del tempo, impegnati a vaporizzare acqua, buttare legna nel fuoco, controllare la temperatura, spezzettare alghe dall’odore rivoltante in mezzo alle fiamme…poi di nuovo vapore, fuoco, zolfo, alghe…ancora e ancora e ancora. Parlavano pochissimo, usando voci basse e strozzate, unendo i loro sforzo per creare un ambiente adatto alla nascita di un drago. Con un gesto rabbioso, Costanza si strappò la giacca del vestito di dosso, ormai completamente zuppa di vapore, odorosa di fumo e tutta acciaccata: nemmeno per un secondo si pentì di aver rovinato l’unico abito buono che aveva. Ad un certo punto il prezioso tappeto di Avalon sul pavimento prese fuoco accidentalmente e sprecarono preziosi minuti per spegnere le fiamme. Al termine, erano spossati, sudati e col viso sporco di fuliggine.

"Cerchiamo di stare più attenti" sfiatò Sasha in un fiacco tentativo di umorismo "Non credo che i miei parenti apprezzerebbero l’idea di dover lasciare la casa in fiamme proprio la notte di Natale"

Costanza era troppo terrorizzata per controbattere. Ripresero di nuovo le attività di preparazione ma il tempo passava e i sussulti dell’uovo si facevano sempre più fiacchi e sporadici. I due rimasero a guardare l’uovo accucciati per terra spalla a spalla, omai stanchissimi e demoralizzati: lentamente, Balthus si immobilizzò fino a non dare più segni di vita.

"Magari era un falso allarme" mormorò Sasha poco convinto, tentando di spezzare il silenzio teso che era sceso sulla stanza, interrotto solo dallo scoppiettio del fuoco e dal sibilo del vapore.

"O forse sta morendo" sussurrò quasi in un singhiozzo Costanza mordendosi a sangue l’unghia del pollice.

Sasha rimase in silenzio, senza smettere di fissare cupamente la superficie grigiastra dell’uovo come se volesse romperlo con la sola forza del pensiero. Ad un tratto, Balthus ebbe un sussulto improvviso che fece balzare il cuore in gola ai due giovani. Una piccola, lucente crepa era apparsa sulla sommità dell’uovo e i due ragazzi si sporsero a guardarla come se vedessero Merlino in persona.

"Una crepa!" mormorò Costanza come a confermare un sogno che si avverava.

Trattennero il fiato, in trepidante attesa, mentre da dentro l’uovo giungevano dei decisi "toc!" attutiti dal guscio. Aspettarono e aspettarono, in uno snervante silenzio che si protraeva per lunghi minuti fra un colpo e l’altro, sempre più debole e sempre più soffocato. Ma la crepa non si decideva ad allargarsi, immobile. Un ultimo "toc!", quasi definitivo come l’ultimo rintocco di mezzanotte lasciò il posto ad un silenzio pesante, in cui l’ansimare del respiro dei giovani si perdeva come in mezzo alla nebbia.

"Non si muove più" mormorò Costanza, sull’orlo del collasso nervoso.

"Aspetta" rispose Sasha, senza togliere gli occhi arrossati di dosso all’uovo.

"Non si muove più! Dobbiamo aiutarlo!" strillò Costanza allungandosi di scatto verso Balthus. Sasha, con un gesto fulmineo, le bloccò le mani prima che toccassero l’uovo.

"Non possiamo!" sibilò, frustrato ma deciso "Lo sforzo di aprire il guscio è fondamentale per fare in modo che il drago sviluppi potenza sulle ali! Se lo aiutiamo a rompere il guscio lo condanniamo per sempre a una vita a terra, e tu sai che un drago che non vola è un drago morto!"

"Ma lui ha bisogno di noi!" strillò Costanza, divincolandosi "Se non lo aiutiamo soffocherà…Balthus morirà!"

"Non morirà" decise Sasha a voce più bassa e convincente "Fidati di me, per una volta nella vita. Fidati di lui"

Costanza rimase per un lungo momento a guardare Sasha negli occhi, ansimando e cercando di raccogliere un po’ della sua sicurezza: il silenzio dell’uovo era però un peso enorme che le premeva sul cuore, secondo dopo secondo…ma la crepa apparsa sul guscio di Balthus non era l’unica che quel piccolo "toc!" aveva scatenato: anche l’involucro di pessimismo e sfiducia di Costanza era danneggiato e lei era troppo stanca di lottare con tutto e con tutti per opporsi. Con gli occhi arrossati e lucidi sempre fissi in quelli di Sasha, stanchi ma indomiti, Costanza lasciò che l’angoscia si stemperasse in fiducia, cosa che non aveva mai fatto in tutta la sua vita di ragazza cocciuta e solitaria.

"Va bene" mormorò in un singhiozzo, seguito subito dopo da un pizzicore agli occhi che preannunciava lacrime di debolezza in arrivo "Va bene, mi fido"

Sahsa rimase muto per un lungo minuto a fissarla con un’espressione terribilmente seria, quasi arrabbiata: era così indifesa, con quegli occhioni umidi, le guance sporche di fuliggine, i capelli scarmigliati mezzo sciolti sulla nuca e la sottoveste appiccicata alla pelle sudata. Così indifesa e così bella.

"Proviamo a chiamarlo" disse con le labbra contratte, lasciandole bruscamente i polsi "Ha sentito le nostre voci per quattro mesi…forse…"

Costanza, inginocchiata sul pavimento, annuì incerta e si sporse verso Balthus quasi con aria di supplica.

"Forza, Balhus" disse con la voce che tremava "Andiamo, fai uno sforzo…"

Sembrò solo o un leggero fremito aveva scosso l’uovo? Sasha si inginocchiò di fianco a Costanza, gomito a gomito, il viso che quasi sfiorava il guscio immobile.

"Andiamo, mucchio di cacche di pipistrello" ringhiò imprimendo tutta la sua decisione in quelle poche parole "Se non esci subito di lì ti trasformo in un piccione viaggiatore, mi hai sentito?"

"Balthus…ti prego, Balthus" mormorava Costanza, come se stesse recitando una preghiera "Coraggio, ce la puoi fare"

L’uovo vibrò davvero, questa volta. Un debole "toc!" interruppe il silenzio crepitante di zolfo e i due ragazzi sgranarono contemporaneamente gli occhi, increduli. Continuarono ad incoraggiare l’uovo, lo insultarono, lo blandirono, lo supplicarono fino quasi allo sfinimento, fino a quando, cioè, con l’ennesimo "toc!", un minuscolo pezzetto di guscio rotolò a terra, fumando.

"Forza, Balthus!" esclamò Sasha, speranzoso.

"Balthus, andiamo…un ultimo sforzo!" gridò quasi Costanza mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Come se Balthus l’avesse presa in parola, i rumori aumentarono: con un ultimo "toc, toc! TOC!" un grosso pezzo di guscio si staccò dal resto e un piccolo becco verdastro, ricoperto di bava collosa, fece capolino boccheggiando. Sasha e Costanza, trasformati in perfette statue di marmo, guardarono con gli occhi brillanti di stupefatta meraviglia e senza quasi respirare quel piccolo becco che, con enorme fatica, spingendo e grattando, pezzettino per pezzettino, sbriciolò il guscio fino a far uscire una testa squamosa da rettile con due spropositati occhi gialli sporgenti come quelli di una rana. Quegli occhi velati fecero il giro della stanza e si fermarono sulle facce attonite di Sasha e Costanza che se ne stavano perfettamente immobili e con le bocche semiaperte come quelle di due gemelli tonti. Il piccolo drago e i due ragazzi, si guardarono a lungo, stupefatti, incuriositi, spaventati. Poi, la testa del drago uscì con decisione dal pertugio che si era creato nello spesso guscio: un lungo collo squamoso ondeggiò incerto per sostenere il peso della testa bitorzoluta, il becco adunco si aprì e Balthus emise un debole "Rah!" che, alle orecchie di Costanza, suonò come la più bella musica del mondo. Non c’erano dubbi: il piccolo drago era finalmente nato.

* * *

Costanza si accasciò praticamente col sedere per terra come se qualcuno l’avesse schiantata, Sasha emise un ululato liberatorio che quasi fece tremare le pareti. I due giovani si guardarono mentre un sorriso tremulo increspava le labbra di Sasha: tempo due secondi ed erano volati una nelle braccia dell’altro strillando di gioia come se avessero appena vinto tutti soli la coppa del mondo di Quidditch.

"Balthus è vivo!" gridò Costanza stringendo così forte il collo del fratellastro che quasi lo strozzò, costringendolo a liberarsi ridendo e boccheggiando.

"Diamine, mammina!" esclamò poi, quasi senza fiato "Un po’ di contegno! Balthus è nato da due secondi e già lo rendi testimone di uno strangolamento?"

"Balthus è vivo!" ripetè Costanza, piangendo e ridendo nello stesso tempo "E’ vivo…"

Il drago uscì definitivamente dal guscio, zampettando incerto come un ubriaco: fece una specie di piccola tosse rauca, sputò una leggera nuvoletta di fumo grigio e tentò di aprire le ali membranose, accartocciandosi subito dopo sul pavimento con un "rah!" decisamente offeso e frustrato. Costanza rise deliziata, poi, con estrema delicatezza, si sporse vesso di lui e gli tolse dalle ali alcuni residui di guscio. Gli sfiorò la testa con dita tremanti, sempre fissata dagli occhioni perennemente stupefatti del draghetto, ed infine lo raccolse stringendoselo al petto. Balthus emise un altro "rah!" soddisfatto, si dimenò un poco ed infine appoggiò la testa ondeggiante sul petto di Costanza con un sospiro esausto. La ragazza cominciò a cullarlo, mormorando qualche parola senza senso, raggiante di felicità. Sasha non riusciva a staccarle gli occhi di dosso: non le aveva mai visto quell’espressione sul viso, non le aveva mai sentito la sua voce così dolce. Lei, di solito così altera e sferzante, sembrava essere la persona più felice del mondo tutta sporca, sudata, sconvolta e con il piccolo drago appoggiato al seno. Dopo parecchi minuti di silenzio, Costanza alzò gli occhi e incontrò quelli di Sasha fissamente ancorati su di lei. Le scappò un piccolo, vergognoso sorriso.

"Peggio di un parto trigemino, eh papà?" disse con una voce insolitamente tremula.

"Già" rispose Sasha, anche lui incerto "A quanto pare, siamo diventati genitori di un orribile, bavoso piccolo drago"

"Orribile?" canticchiò Costanza, posando lo sguardo amorevole sulla testa squamosa appoggiata al suo seno " Per me è bellissimo…non ho mai visto niente di più bello in vita mia"

"Infatti, l’ho sempre detto che i tuoi gusti sono deprecabili" scherzò Sasha, ricevendo in cambio un sorriso così smagliante che ne rimase abbagliato.

"Non so cosa avrei fatto se fosse morto" ammise Costanza con voce rotta "Devo essermi affezionata a lui più del dovuto. Quando non usciva più dal guscio, io ho perso la testa…come al solito, dirai tu, e avresti ragione. Io ti…devo ringraziare di nuovo. Grazie, Sasha"

Il giovane non rispose: la fissava e pensava che quel momento di tregua fra loro fosse fragile e prezioso come un diamante raro, da custodire con cura.

"Perché te ne sei andata senza di me, stamattina?" domandò senza preavviso, costringendo Costanza ad essere sincera.

"Perché non sopportavo più la tua presenza" rispose la giovane "Non voglio che tu mi stia vicino solo perché ti senti obbligato dalla profezia di madame Madescu"

"Costanza, nemmeno una profezia di Merlino in persona mi costringerebbe a fare qualcosa che non mi va di fare" spiegò Sasha con molta pazienza "Non ci crederai, anzi, faccio fatica a crederci io stesso, ma mi piace sprecare il mio prezioso tempo con te. Devo avere una vena masochistica nascosta"

"Questa vena sarà contagiosa, perché anche a me piace farmi insultare da te"

Le orecchie di Costanza erano molto rosse, ma con Balthus tra le braccia e la prospettiva di vederlo morto ormai lontana, affrontare Sasha e il tumulto che le provocava il suo sguardo sembrava molto più facile. Balthus si mosse strofinando la testa contro il suo petto e Sasha gli lanciò un lungo sguardo amorevole.

"E’ avvero orribile" berciò senza convinzione "E mi sta già antipatico: ho deciso che al primo sgarro lo faccio fuori. Sono buoni i draghi arrosto?"

"Non mi fai fessa: gli occhi ti brillano troppo per potermi mentire. Stai morendo dalla voglia di coccolarlo un po’ tu"

"Figurati" rispose Sasha con una smorfia "Quel draghetto è troppo furbo per i miei gusti. Non ha nemmeno un minuto di vita e guarda dove si è piazzato a dormire. Ma come dargli torto? Sta esattamente dove starei io al suo posto"

Costanza, con la testa di Balthus platealmente appoggiata al seno destro, gli fece un lento, malizioso sorriso che lo stordì, letteralmente.

"Carenza di affetto materno?" domandò ironica. Sasha lasciò che il suo sguardo corresse sulla figura raggomitolata sul pavimento, dai piedi nudi alla gonna arrotolata sulle ginocchia, dalle braccia strette sul petto ai capelli arruffati e mezzo appiccicati alla spalla al seno velato dalla sottoveste stazzonata.

"Credimi" le disse con una voce molto morbida e molto sincera "Il senso materno è l’ultima cosa che ho in mente, in questo preciso momento"

Un lungo, squassante brivido percorse la schiena di Costanza e le lasciò sulla pelle una scia di calore, come se il drago le avesse alitato addosso. Ma non riuscì a staccare gli occhi da quelli di Sasha…era troppo stanca per fingere ancora che quelle parole non la toccassero, che quegli occhi brucianti non la toccassero. Sasha rimase immobile con la schiena appoggiata contro il piede del divano sentendo qualcosa crescergli nelle viscere, una specie di rombo di tuono che faceva crepitare l’elettricità sulla sua pelle e che portava un unico desiderio impellente: la voglio. Sasha voleva Costanza, la voleva con una intensità così elementare che si stupì di non averlo voluto ammettere prima. E lei voleva lui. Lo leggeva nei suoi occhi con chiarezza, lo capiva da quella bocca socchiusa e dal respiro corto, dal fremito che le aveva scosso le spalle, da come stringeva al petto Balthus come per difendersi da qualcosa… Il desiderio aleggiava tra di loro come un velo di nebbia, ed era così palpabile che fingere che non ci fosse sarebbe stato impossibile.

Un improvviso e discreto bussare alla porta riuscì ad infrangere la magia di quel momento come una doccia ghiacciata addosso a qualcuno steso al sole. Costanza sobbalzò penosamente e sbatté gli occhi confusa, come riprendendosi da una sessione di ipnosi.

"Avanti" ringhiò Sasha con una tale cattiveria nella voce che sembrava voler ammazzare l’intruso con la sola forza della voce. Sulla soglia, elegantissima ed altera, comparve Franziska Valenskij: si lanciò uno sguardo intorno con il viso imperscrutabile e l’aria vagamente disgustata.

"Sano cielo, qui dentro sembra un forno crematorio!" esordì con piglio severo "E quel pollo spennato verde che ha addosso Costanza, che diavoleria è?"

"Ciao nonna" disse Sasha, più formale del dovuto "Questo è Balthus, il nostro drago"

Lo disse con una certa riottosa fierezza e nonna Valenskij trattenne a stento un sorriso.

"Il nome di tuo nonno, eh? In effetti, la tua faccia mi ricorda molto la sua la notte che nacque tuo padre" dichiarò, ironica "E anche la tua faccia, mia cara Costanza, ricorda un po’ la mia di quella notte. Sembri distrutta. Oh, anche il mio tappeto di Avalon lo è, a quanto pare"

Sasha e Costanza si scambiarono un fuggevole sguardo contrito prima di guardare entrambi da tutt’altra parte.

"Non era nostra intenzione bruciarlo, nonna" si scusò Sasha, per niente dispiaciuto "Anche se il motivo a foglie arancione e blu offendeva il mio delicato senso estetico. Comunque, te ne compreremo un altro"

"Era sottinteso. E quella robaccia bavosa e giallastra che sta macchiando tutto il mio parquet di querce oscillanti?" domandò a voce un po’ più alta la vecchia, drizzando il monocolo che aveva piazzato severamente sull’occhio destro: si riferiva al liquido all’interno dell’uovo che era colato e spruzzato dappertutto alla nascita di Balthus "Immagino che non vi sia proprio passato per la testa di trasferirvi nelle stalle invece di attentare alla mia dimora avita, vero?"

Sasha prese la sua bacchetta e mormorò un "gratta e netta" molto poco convinto.

"Puliremo tutto, non ti preoccupare" disse poi quando vide che i risultati non erano apprezzabili. Franziska gli lanciò un terribile sguardo di rimprovero e diede un’occhiata circolare alla stanza.

"Se questo diventerà la tana di quel pollo spennato, fai sparire gli arazzi e il tavolino del seicento: sono cimeli di famiglia e preferirei tramandarli ai miei eredi, se non ti dispiace"

"No, non mi dispiace" sorrise Sasha, irriverente. Franziska fece un gesto vago con la mano, come a dire farò finta che non mi importi, ma me la pagherai cara.

"Sono venuta a chiedervi se pensate di poter venire a colazione insieme agli altri: dopotutto, drago o non drago, è pur sempre Natale e voi due avete dei doveri da rispettare. Che Merlino ci salvi, è così"

"Co…colazione?" balbettò Costanza, basita "Ma che ore sono?"

Sahsa lesse l’ora ad alta voce e Costanza la guardò meravigliata, incredula che fosse già mattino. Franziska alzò gli occhi al cielo e girò loro le spalle, uscendo con grazia regale dalla porta.

"Sasha, ti aspettiamo giù tra dieci minuti" dichiarò solenne mentre chiudeva la porta "Costanza, tu hai il permesso di rimanere: non vorrei che il vostro Balthus decidesse di farci consumare una colazione flambè…e poi, mio figlio Leone non si è ancora ripreso dalla tua scollatura dell’altra sera, non credo che reggerebbe quella odierna"

Quando la porta si fu chiusa alle sue spalle, Costanza sbirciò verso il basso e si accorse con orrore di avere Balthus praticamente infilato dentro alla sottoveste. Arrossendo come una camionetta dei pompieri, si alzò di scatto e ignorando dignitosamente il sogghigno di Sasha, alzò il naso per aria con sommo disprezzo.

"Potevi anche dirmelo" sibilò contrariata "Avrei evitato di fare una figuraccia con tua nonna"

"Fossi matto" pensò ilare Sasha, godendo della vista di Costanza deliziosamente rossa in viso.

"Non me ne ero nemmeno accorto" mentì spudoratamente con uno snervante sorriso da schiaffi. Costanza sembrò arrabbiarsi ancora di più mentre con le mani si aggiustava la scollatura: rossa, confusa, imbarazzata, era così bella senza rendersene conto che di nuovo Sasha sentì quell’imperativo impellente e definitivo dentro di sé: la voglio. Lui voleva Costanza e non aveva mai voluto nessuna con quell’intensità… mai nessuna l’aveva toccato così nel profondo. Tutto questo era molto, molto pericoloso, soprattutto perché Nonna- occhio di falco – Valenskij aveva già ampiamente subodorato qualcosa. Doveva trovare subito un rimedio. Confusa dallo sguardo improvvisamente distante e freddo di Sasha, Costanza sentì addosso d’un colpo tutta la stanchezza della notte in bianco.

"Vado a cambiarmi d’abito" disse con calma "E comunque…buon Natale, Sasha"

"Buon Natale anche a te, miss Spocchia" rispose Sasha, sottovoce.

Costanza uscì più svelta che poté senza essere scambiata per un centometrista al traguardo del suo record personale.

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

 

Causa festività, aggiornerò venerdì e, se riesco a scrivere nel week end, lunedì. Sono rimasta indietro, chiedo umilmente venia…Buona Immacolata a tutti!!!

 

 

Charlotte Doyle: Tranquilla, tesoro mio!! Qui non devi mica timbrare il cartellino! A me fa troppo piacere quando vi ricordate di lasciare un commentino per la sottoscritta, ma non è un obbligo o un dovere!! Io mi diverto a leggere suggerimenti, consigli e anche critiche, la maggior parte delle volte seguo le vostre indicazioni con vero piacere. Insomma, una ff inteattiva! Tu dici "voglio che Sasha compaia con un baby doll di pizzo" e io te lo faccio avere ("Col cavolo!!" Nd Sasha). Zio Leone, debitamente allupato da una nuova bottiglia di vodka, chiede se gradiresti un incontro "a lume di bacchetta" con lui. Tieni conto che ha 60 anni, grassoccio, pelato e rubizzo, tipo contadinotto emiliano, per intenderci. Se ti piace l’articolo…Bacionissimi !!

Yeran: Purtroppo (per i miei datori di lavoro, almeno) io scrivo nei ritagli di tempo al lavoro: a casa non ce la faccio, non ci sono le vibrazioni adatte (devo sempre stirare, lavare, cucinare…piccola, povera Cenerella!). Aaaah! Allora esistono quelle sciroccate come Costanza che diventano delle furie quando si innamorano!! Io, al contrario, divento tenera e pastosa come un Teletubbie: infatti, non becco mai niente (povero il mio uomo, così poco considerato!! Lo amo tanto). Piaciuto il capitolo? Spero di sì: sono sempre in ansia di "prestazione" quando devo far succedere qualcosa di grosso! Bastonami pure, se pensi che non sia stata all’altezza dei precedenti capitoli (sì! Fammi male!!). Hem…baci, a venerdì!!

Romina: O mia adorata, avevo pensato di mandarti in anteprima i capitoli da qui all’eernità (al bacio, per intenderci), ma poi ho pensao: e se dopo non mi scrive più? Sono dilaniata dal dubbio. Dimmi tu che devo fare, mia diletta, per non spezzarmi il cuore (…hem…il bacio non l’ho ancora scritto. Ma quanto mi dilungo!!!). Ti mando un DHL con l’impronta del piede per la targa di bronzo (ovale o quadrata?), occhio che siccome porto un 41 di scarpe il calco è un chilometro quadrato…non so se riuscirai ad appenderlo alla parete. Al massimo, puoi estrapolare l’impronta dell’alluce e mettere solo quella (otto metri quadrati…si, si può fare). La calza ormai è un cult, ho pensato di inserirla più avanti…magari farlo fare a Sasha, stavolta, e realizzare così il suo sogno proibito (Sì!!!SI!!! Nd Sasha). Suggerimenti? A presto, mia tesora, ti adoro!!

Lilyblack: Ah, Johnny…altro che Potter e Voldemort, qui il vero mago in tutti i sensi sei tu!! Ho studiato l’albero genealogico dei Weasley ed effettivamente la nonna materna si chiamava Valenskij di cognome…Che occhio di falco che hai!! Complimenti!! Salutos e bacios

Green Apple: Hem…quale pittore si chiamava Balthus? No, io il nome l’ho preso da un film di Johnny Depp (oh, Johnny!) dal titolo "Il mistero di Sleepy Hollow". Gionnino bello è il mio sogno proibito (nel mio immaginifico, Sasha gli somiglia moltissimo!) , dove posso ce lo ficco. Piaciuta la nascita di Balthus? Sappimi dire, ci tengo alla tua opinione!! Sei sempre così precisa nel dire quello che va e quello che non va della mia storia. Ti prendo come beta reader postuma, d’accordo? Baci baci

Helen Lance: Ecco qua Balthus, in tutto il suo serpentesco splendore. Che te en pare? Nonna Valenskij rinrazia sentitamente per i complimenti (e ti ricorda di tenere dritta quella schiena, smidollata!). Baci baci

Nisi Corvonero: Le tettone!! Come scordarsi di questo ingombrante, plateale fardello che tanto ci accomuna? Vediamo se siamo davvero anime gemelle e rispondi sinceramente a queste domandine: 1) Ami lo sport? (Rispose: sì, no, solo se si fa orizzontalmente) ; 2) Film preferiti? (risposte: d’amore, d’azione, cos’è un film?, Tarantino forever, introspettivi, d’essai) ; 3) Ami la cioccolata? (Risposte: sì) . Ecco, con queste siamo a posto: scopriremo se siamo davvero le due mezze mele renette del Simposio di Platone. Mi sa che la fame/a delle emiliane è un po’ leggendaria (voglio dire, trovi queste e quelle, magari molte di queste e poche di quelle…). Beati voi milanesi per sant’Ambrogio…ci sentiamo lunes, allora. Mi mancherai, mia adorata gemella putativa!! Per i festeggiamenti, vanno bene i panzerotti pomodoro e mozzarella o la piadina salsiccia e cipolla. Devo stare leggera, sai, il fegato…Bacionissimi!!

Virgi: Ho scritto dell’arrivo di Nadja e del vestitino di Capodanno…un amore!! Tra qualche capitolo, vedrai….baci baci!!

Minako Chan: Chiedi A ME se puoi pubblicizzare la mia ff sul forum? Stai scherzando?!?! Ti faccio un monumento per il solo pensiero, io! Vanno bene anche commenti negativi (so che questa storia non ha la caratura di Guerra e Pace, ad esempio), anzi, grazie infinite per il pensiero!! Purtroppo, non scriverò cosa è successo a Costanza il secondo giro alla piccola baita dell’Orso: scriverei davvero Guerra e Pace se dovessi soffermarmi su tutto quello che vorrei…un bacio e grazie ancora!!

Maharet: Anche io sono talpa, oltre che faina, ma mi ostino a non portare gli occhiali, con conseguente espressione da pesce perennemente stampata in viso. So che non ne guadagno in fascino (tanto, peggio di così…i miei colleghi mi chiamano Puffetta, immagina il livello del mio sex appeal) ma sono mortalmente distratta e ho già perso due paia di occhiali. Basta!! Direi che tutti gli eventi, nella ff, vertano verso un momento che ormai è maturo: feeling per feeling, se la tiro avanti ancora troppo, impazzisco io! Un bacione a te, mio tesssoro, avvertimi quando pubblichi la tua storia nuova!!

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 : Tempo di vendetta ***


Capitolo 25 : Tempo di vendetta

 

Costanza decise che il genere maschile, Balthus il drago escluso, non aveva senso di esistere e accarezzò l’idea di progettare un piano per sterminalo. Dalla nascita di Balthus in poi, dopo che Costanza era riuscita con molta fatica ad ammettere con se stessa che tra lei ed il suo maledetto fratellastro Sasha ci fosse "qualcosa", lui aveva cambiato radicalmente atteggiamento nei suoi confronti, diventando di colpo freddo e sfuggente. La cura di Balthus era congiunta, ma rarissime volte capitava che i due fossero soli nella stanza dove viveva il drago: se capitava, Sasha si affrettava ad andarsene o a chiamare qualche elfo domestico per inutili commissioni. Costanza era troppo intelligente per non capire cosa stava succedendo: Sasha la evitava. Dopo lunghe notti passate a pensare al possibile motivo del suo comportamento (l’idea di avere Sasha sdraiato in un letto ad una parete di distanza proprio non la faceva dormire…) giunse all’ovvia conclusione che Sasha si era divertito a provocarla e, una volta ottenuto il suo ovvio interesse, se era completamente disinteressato di lei. Inconcepibile! Costanza era letteralmente furiosa. A dire il vero, le sue sensazioni a riguardo erano molto più complicate e confuse: prima di tutto c’era un forte dispiacere perché lo sguardo rovente di Sasha e quel muto ma palese desiderio dei suoi occhi su di sé le era entrato nelle ossa e le dava continuamente il tormento. Poi c’era la collera, lucida e fumante, per essere stata presa in giro ed essere caduta nella sua rete di rubacuori come una ragazzina qualunque. Ma soprattutto, la nostalgia fortissima di quel momento magico in cui lei e Sasha avevano capito che c’era qualcosa…Da dimenticare! Per non perdersi in inutili e liquidi rimpianti, Costanza decise che Sasha il maledetto tombeur des femmes aveva bisogno di una lezione, e lei, povera fanciulla ingannata, aveva bisogno di una plateale vendetta. Come poteva mettere insieme le due cose entro Capodanno? Dopo lunga riflessione, capì che aveva bisogno di un aiuto esterno, qualcuno di incredibilmente ferrato in sotterfugi, vendette e colpi bassi. Scrisse una lunga pergamena farcita di suppliche e minacce, dove richiedeva la gradita presenza della baronessa Nadja Iliovich a Palazzo Valenskij al mattino presto dell’ultimo giorno dell’anno.

* * *

Nadja arrivò così in fretta che Costanza sospettò che fosse già nei paraggi ad attendere un segnale, come un avvoltoio che annusa la preda. Fu molto educata e gentile durante le presentazioni ufficiali con la famiglia e la sua classica bellezza bionda riscosse parecchio successo tra i cugini italiani di Costanza. Prima che cominciasse a flirtare spudoratamente e perdesse di vista il vero scopo della sua visita, Costanza la trascinò a "conoscere Balthus", nella stanza di Sasha in cui dormiva il piccolo draghetto. Quando entrarono, Sasha era intento a nutrire il drago con delle grasse cavallette verdi che il cucciolo si divertiva a rincorrere sotto il letto ed a scarnificare col suo becco ricurvo quando le immobilizzava. Sasha salutò Nadja con particolare calore ricevendo in cambio due entusiastici baci sulle guance (e un’occhiata di fuoco alle spalle da parte di Costanza). Nadja si sprecò doverosamente in complimenti alla vista di quella specie di lucertolone alato dallo sguardo diffidente, ma la sua espressione dubbiosa la diceva lunga su quale fossero le sue reali simpatie.

"Balthus è…davvero molto carino" disse con una spudorata faccia tosta a Costanza mentre il piccolo drago annusava sospettoso la sua lunga gonna a balze "Fifì è nata il 23 dicembre ed ha rotto il suo uovo in più o meno dieci secondi! E’ così cara, la vedessi: mangia e dorme, quasi non sporca in giro!"

Diede un’occhiata alla cassettina di fianco al camino che Balthus aveva artisticamente farcito con i suoi bisognini.

"Forse perché è una femmina…ho letto che i maschi sono molto più indisciplinati. Ahi! Che diavolo fai, razza di sottospecie di rana gigante?"

Balthus le aveva pizzicato un piede con il duro becco ricurvo e la fissava fiero con i suoi occhioni gialli.

"Balthus capisce subito quando qualcuno è uno sporco millantatore bugiardo e ficcanaso" replicò Costanza lanciando uno sguardo amorevole al piccolo drago che zampettò fino a lei e le si accucciò in grembo, addormentandosi quasi subito dopo.

"Bè, visto che ora ci sei tu io…vado a mangiare un boccone" decise Sasha su due piedi dopo aver lanciato un’occhiata fuggevole a Costanza che faceva le coccole a Balthus.

"Come vuoi" rispose seccamente la sorellastra alzando il mento. Incrociarono brevemente l’uno gli occhi dell’altra mentre Nadja passava lo sguardo attento da uno all’altra e sorrideva segretamente compiaciuta. Fu un attimo solo, ma fu più che sufficiente per mandare il battito cardiaco di Costanza a mille. Poi, Sasha uscì dalla stanza con un indistinto mormorio di saluto.

"Mi dici cos’era quello?" esordì Nadja alzando altezzosa un sopracciglio. Costanza si rannuvolò perplessa.

"Quello cosa?"

"Quello sguardo, cocca: se un gufo fosse passato tra di voi mentre vi guardavate, sarebbe morto fulminato!"

"Sciocchezze" mormorò Costanza, arrossendo suo malgrado "Avanti, andiamo in camera mia"

Si trasferirono nella stanza di Costanza e chiusero ben bene la porta.

"Allora" sospirò Nadja e sedendosi sul letto e trattenendo leziosamente la sua curiosità "Sono davvero felice che la mia migliore amica sentisse tanto la mia mancanza da mandarmi a chiamare prima del previsto! Sono tanto lusingata e …"

"Non credere che mi sia dimenticata del tuo schifosissimo sgobbo del baule scambiato" sibilò Costanza altezzosa incrociando ben bene le braccia sul petto "Subirai anche tu la mia vendetta, ma adesso ho bisogno di te e della tua indubbia arte di scaltra impicciona"

"Che è successo alla mia timida Biancaneve?" scherzò Nadja spalancando gli occhioni blu "Per aver bisogno dei miei servigi devi esserti arrabbiata proprio tanto"

"Lo sono, infatti" confermò Costanza imbronciandosi. Nadja aggiustò le pieghe della gonna sul letto, mascherando con un sorriso da Gioconda la sua ilarità. Tutto stava procedendo secondo i suoi piani: conoscendo Costanza, quella rabbia e quel desiderio di vendetta erano un segnale che stava cedendo alle lusinghe di Valenskij. Ovviamente, questa cosa, chiara e lampante per una smaliziata come lei, dovevano rimanere assolutamente top secret per Costanza, la quale andava indirizzata verso la capitolazione senza che ne avesse minimamente sentore.

"Racconta tutto a mamma Nadja" disse quindi, condiscendente "Chi è che ti ha fatto tanto arrabbiare? Vado là e gli faccio tanta tanta bua"

"Valenskij" sputò fuori Costanza con odio. Nadja finse doverosamente stupore, ridacchiando sotto i baffi.

"Sasha?" domandò angelica "E che ti ha fatto quel vile dongiovanni?"

"Lui…" Costanza si impappinò: come spiegare le cose a Nadja senza sbilanciarsi troppo e senza cadere sul (Merlino ci salvi!) sentimentale?

"Sto aspettando" fece Nadja materna con espressione innocente.

"Bè, ecco...non è che lui abbia proprio fatto qualcosa…"

"Oh, è questo che ti irrita?" tubò Nadja, ilare "Avrebbe dovuto farti qualcosa che non ha fatto?"

"No, no" arrossì Costanza, trasparente come una lastra di vetro "E’…un po’ più complicato di così…"

"Ti ha fatto qualche proposta indecente che hai rifiutato?"

"No" rispose Costanza e mancò poco che dicesse "purtroppo no".

"Gli hai fatto tu qualche proposta indecente che ha rifiutato?"

"Certo che no!" berciò Costanza, scandalizzata.

"Bè, forse dovevi fargliela" sentenziò Nadja, salottiera "Gli uomini non rifiutano mai una proposta fatta da una donna"

"Non sono il tipo che fa…proposte" si imbronciò Costanza, evitando lo sguardo azzurro di Nadja "Primo perché mi sembra un comportamento da debosciata affamata di sesso, secondo perché…non ne sarei capace, ecco"

"Quindi, non ti ha ancora baciata?" domandò Nadja, sorpresa. Le guance di Costanza assunsero un netto color mattone.

"No!" esclamò con forza "E non ha intenzione di farlo da qui all’eternità! Me lo ha fatto capire piuttosto chiaramente"

"Ooooh" mormorò Nadja, saputa "Credo di aver capito qual è il nocciolo della questione: a te piace Sasha, glielo hai fatto più o meno capire ma lui non ti considera più e tu ti ritieni mortalmente offesa nell’orgoglio"

Il viso di Costanza tornò pallido e platealmente costernato.

"Tu…io…come puoi pensare queste cose?" strillò così forte che Balthus alzò il lungo collo ed emise un "rah!" di rimprovero. Nadja la liquidò con un gesto secco della mano.

"E’ inutile che perdiamo tempo a girarci intorno" sentenziò, decisa "Se è così, ed è così perché nelle faccende di cuore io non mi sbaglio mai, quel damerino narcisista che si crede di essere placcato d’oro ha bisogno di una bella lezione"

"Diciamo che sorvolerò sulle tue teorie assurde e deturpate dal tuo vomitevole romanticismo per passare subito alle giuste conclusioni" concesse Costanza, ancora con le orecchie rosse "Cosa mi consigli di fare?"

Nadja le si avvicinò con aria da cospiratore: sembrava molto seria, solo gli occhi scintillanti tradivano la sua eccitazione e una certa sospetta allegria.

"Lo devi sedurre" sentenziò con un tono così convincente che Costanza ci mise qualche secondo a reagire.

"Tu sei tutta suonata" sospirò delusa ma Nadja non si diede per vita.

"Costanza, credimi, ne ho visti tanti di uomini come Sasha: bugiardi, dal cuore di pietra, anche se molto decorativi…e simpatici e affascinanti…e bellissimi e molto bravi a…"

"Arriva al dunque, Nadja" la interruppe Costanza in un ringhio.

"L’unica lingua che parlano è la loro. Niente toccherebbe Sasha come essere battuto sul suo stesso terreno"

Costanza meditò dubbiosa sulle parole di Nadja per un lungo momento.

"Credo che, in un certo senso, la tua ottusa e complicata teoria non sia proprio tutta da buttare"

Nadja si trattenne a stento dal lanciare un ululato vittorioso e mantenne uno sguardo calmo.

"Tesoro, tu sarai un genio in Incantesimi e Trasfiguazione e Pozioni, ma su faccende di maschi ti beccheresti una sonora insufficienza. Dai retta a me. Seducilo, irretiscilo, spingilo a volerti baciare a tutti i costi, e poi mollalo lì a bocca asciutta, altezzosa come solo una autentica miss Spocchia riesce ad essere…ed ecco fatta la vendetta perfetta!"

"Dimentichi un piccolo particolare" mormorò Costanza, demoralizzata "Non sono capace di sedurre nessuno. Ho il sex appeal di una scatola da scarpe e la mia esperienza in faccende di cuore è pari alla mio uso personale della prostata"

"Ma tesoro, ed io che sono venuta a fare?" cinguettò Nadja, tutta sorrisi "Sono qui per mettere a tua completa disposizione la mia decennale e conclamata esperienza sul campo, no?"

"Bè, allora seducilo tu" borbottò Costanza, già verde d’invidia.

"Lo farei volentieri se servisse alla causa" sorrise maliziosamente Nadja sbattendo le ciglia "Sasha sarà anche uno scavezzacollo senza cervello, ma è maledettamente sexy ed ha un sedere che…"

"Sì, hai già ampiamente reso noto a tutto il mondo la tua opinione in merito" si affrettò ad interromperla Costanza, arrossendo furiosamente "Allora, cosa intendi fare?"

"Innanzi tutto dobbiamo partire dalle basi" si esaltò Nadja scattando in piedi e raggiungendo a passo di danza il suo baule: lo colpì con un rapido colpo di bacchetta e quello si aprì a portafoglio trasformandosi immediatamente in un enorme armadio a sei ante che occupò tutto lo spazio disponibile "Purtroppo abbiamo poco tempo per arrivare a stasera…serata cruciale e adattissima per lo svolgimento del mio pia…della tua vendetta. Dunque, dicevamo? Ah, sì. Per essere piacevole fuori devi sentirti piacevole dentro. Quindi, adesso indosserai subito questo"

Scartabellò un poco nei meandri dell’armadio e tirò fuori trionfante un delicato completino intimo con tanto di vezzosa giarrettiera che Costanza fissò costernata.

"E quello cos’è?" domandò meravigliata.

"Un trattato sull’economia del mondo magico" rispose Nadja, ironica.

"Infatti, mi sembrava di averlo adocchiato in biblioteca a scuola" sorrise Costanza, ammansita "E cosa dovrei farci?"

"Indossarlo" rispose Nadja, logica "Sotto i vestiti, naturalmente. Nessuno lo vedrà ma tu saprai di averlo e questa consapevolezza ti renderà più sicura di te e più incline alla seduzione. Avanti, mettilo"

Costanza rinunciò al diritto di replica e, incuriosita, si infilò dietro al paravento e indosso quello striminzito ed imbarazzante fazzoletto di stoffa. Rimessasi i vestiti, uscì dal paravento con aria oltremodo incerta.

"Allora?" sorrise Nadja, eccitata "Ti senti più bella, seducente e ammaliatrice?"

"No" rispose seccamente Costanza con una smorfia "Mi sento solo molto più scema. E poi questa roba pizzica"

"Sciocchezze" sentenziò Nadja "Ora, devi andare allo specchio, guardarti per bene e dirmi cosa vedi"

Costanza ubbidì: allo specchio c’era una faccia pallida e corrucciata dagli occhi troppo seri e i capelli troppo neri.

"Vedo una tizia qualunque con la faccia antipatica" mormorò demoralizzata e Nadja annuì vigorosamente.

"Esatto! Una tizia qualunque con la faccia antipatica e senza nemmeno un filo di trucco"

"Certo che sei davvero brava a tirare su il morale alle amiche, tu" berciò Costanza, irritata, ma Nadja la ignorò.

"Non vedi il lato positivo di tutto questo: tu non sei spaventosamente brutta, quindi la situazione non è irrimediabilmente compromessa. Immagina il tuo viso come un foglio bianco in cui io dipingerò la nuova, affascinante, misteriosa, bellissima Costanza Malatesta"

"Pensi di usare la pozione Polisucco o ti limiterai a trasfigurarmi la faccia?" domandò Costanza, scettica. Nadja le sorrise, condiscendente e prese in mano una capiente borsa piena zeppa di creme, belletti e strane boccette di vetro.

"Vedrai" disse solo, e con zelo si mise all’opera.

* * *

Nel tardo pomeriggio a Palazzo Valenskij erano cominciati ad arrivare gli ospiti per il veglione di Capodanno. Un Sasha piuttosto ombroso accolse gli amici Detlef e Dimitri che arrivarono su una slitta sgangherata già mezzi sbronzi e così bellamente incuranti dell’etichetta e delle buone maniere che Sasha li invidiò con tutto il cuore. Nonna Valenskij non degnò i due di un’occhiata: li catalogò come "sottosviluppati amici del nipote degenere" dopo dieci secondi e si eclissò dignitosamente adducendo un’emicrania fulminante dovuta al "tono troppo alto e i contenuti troppo bassi della loro conversazione". Per niente scalfiti i due tartassarono Sasha sullo svolgimento delle vacanze natalizie e si lanciarono in colorite quanto improbabili descrizioni delle loro. Stranamente, la loro presenza rumorosa riuscì ad alleggerire il senso di pesantezza che Sasha provava da qualche giorno a quella parte, riuscendo persino a farlo sorridere delle loro irriverenti battute. Il loro drago, Bergil, non era ancora nato, ma l’avevano affidato alle cure dei genitori di Dimitri, che, se avessero potuto, ne avrebbero fatto volentieri una frittata. Era ormai giunta la sera e i tre, dopo essersi cambiati d’abito, puliti e azzimati come mai prima d’allora, si riunirono nel salone ad aspettare l’arrivo delle signore, chiacchierando e gesticolando platealmente come al solito. Sasha si lanciò in una entusiastica descrizione della nascita di Balthus, sorprendendosi di quanto quell’episodio l’avesse toccato nel profondo e di quanto si fosse affezionato al piccolo drago. Detlef e Dimitri, ovviamente, glissarono sulle cose importanti e si impuntarono su quelle futili.

"C’era anche Malatesta con te?" domandò Dimitri, con gli occhi accesi di curiosità.

"Ovviamente" rispose Sasha sospettoso "Abbiamo accudito Balthus tutta la notte"

"Ed eravate in camera tua?" incalzò Detlef agitandosi eccitato "Soli? Tutta la notte?"

"Sì" rispose Sasha nascondendo una smorfia amara "Ma non fatevi strane idee: ho già capito dove volete andare a parare, perverti, e non c’è niente da raccontare su quel frangente"

Detlef e Dimitri si scambiarono uno sguardo saputo e scoppiarono contemporaneamente in un ghigno osceno.

"Certo, certo" lo blandì Dimitri "Sasha Valensij, il più grande ammaliatore di femmine di tutto il mondo magico rimane da solo in una camera da letto con un po’ po’ di esemplare di fauna femminile come Costanza Malatesta e ci viene a dire che non c’è niente da raccontare!"

"E’ esattamente così" rispose Sasha bruscamente "Che ci crediate o no, non è successo proprio niente, tra me e lei"

Detlef gli lanciò uno sguardo dubbioso.

"Dì un po’…sei tu che ti sei rammollito o è lei che ti ha respinto? Se così fosse, merita tutto il mio rispetto!"

"Una tipa difficile…mi piace!" sospirò Dimitri sorridendo sognante "Allora, se è andata male a te, posso provarci io stasera con lei?"

Sasha sembrò ruminare un centinaio di risposte diverse, tutte piuttosto offensive.

"Accomodati" disse alla fine, truce "Tanto la situazione con cambierà solo perché è Capodanno: lei sarà sempre la solita miss Spocchia, arcigna, irritante e abbottonata come nonna Valenskij"

Come evocata dalle sue parole, nonna Valenskij scese in quel momento dallo scalone, riccamente illuminato da un centinaio di candele dorate fluttuanti a mezz’aria. Era davvero splendida e regale chiusa in un severo abito di luccicanti diamanti e Sasha le offrì il braccio sorridendole malizioso.

"Nonna, sei splendida stasera" le disse con un inchino "Scommetto che vuoi far ingelosire il nonno ballandogli sotto il naso così agghindata e appesa a un qualche diplomatico panciuto, vero?"

"Ovviamente" rispose nonna Valenskij in uno spazzo di altero humor "Devo dire che stasera sei quasi passabile anche tu, nipote degenere. Una ospite alle tue spalle ha sbattuto il naso contro Hodges, tanto era distratta a guardarti. Costanza e la sua amica sono già scese?"

"Ancora no" rispose Sasha, tornando serie e quasi irritato. Nonna Valenskij gli batté la mano sulla spalla, ammonitrice.

"Ti ordino di aspettare le due ragazze prima di entrare nel salone: almeno per l’ingresso ufficiale manteniamo la forma e l’etichetta. Poi, venite da me che devo presentarvi a qualche ospite importante"

Sasha fece una smorfia spazientita.

"Non vedo l’ora, nonnina cara" mugugnò di malumore.

Nonna Valenskij veleggiò via dopo aver lanciato a Detlef e Dimitri lo stesso sguardo che avrebbe riservato a due ratti in decomposizione trovati nel piatto della cena. L’atrio e il salone si stavano riempendo di ospiti e ben presto il quartetto d’archi prese a suonare una musica d’atmosfera, ovviamente senza l’ausilio di nessun suonatore. I tre ragazzi si lasciarono contagiare dall’eccitazione della serata, carburati dagli sguardi languidi che parecchie invitate lanciavano loro mentre transitavano per l’atrio.

"Ma quando arrivano quelle due?" sbuffò Detlef, impaziente "Sono chiuse lassù da stamattina…devono filare loro stesse il tessuto del vestito da indossare?"

"Credono di farsi desiderare e invece ci rompono solo le scatole" ribadì Dimitri, gonfiando le guance.

Sasha, esasperato, alzò gli occhi verso lo scalone, borbottando irritato.

"Come se un pezzo di stoffa potesse trasformare una odiosa miss Spocchia in un…un.."

Le parole gli morirono sulle labbra, ma nessuno lo ascoltava più, ormai.

* * *

Sulla cima delle scale, Costanza sentiva il cuore che le batteva come un tamburo nel petto. Le sue mani erano ghiacciate e le guance erano roventi…come diavolo faceva Nadja a sopportare tutto quello ogni volta che usciva con un ragazzo? Incerta, si girò verso il suo riflesso su uno specchio nel corridoio. Doveva ammettere che Nadja aveva superato se stessa, quella sera. Persino lei si trovava bellissima, elegante e seducente senza sembrare una volgare passeggiatrice. Il trucco sapiente aveva esaltato l’incarnato perfetto e i grandi, liquidi occhi neri. I capelli raccolti sulla nuca e fermati da alcune rose bianche erano per una volta ordinati e ricadevano sulle spalle in boccoli composti. Il lungo abito grigio perla, colore insolito per una strega, era accollato sul petto ma lasciava le spalle e la schiena nude, attraversandole con leggerissimi fili argentati che sostenevano il vestito. Quei colori tenui le donavano molte e rendevano il nero dei suoi occhi ancora più drammatico e caldo. Lo specchio le rimandava l’immagine di una giovane donna molto bella…e molto spaventata. In un lampo di coraggio, Costanza provò a guardare in fondo allo scalone e vide l’elegante nuca di Valenskij inchinarsi al passaggio di qualche ospite.

"Nadja" sussurrò d’un tratto "Io non vengo. Mi viene da vomitare"

Nadja, dietro di lei, la spinse con impazienza.

"Sciocchezze" brontolò eccitatissima " Allora, vuoi muoverti o no? Ho visto i ragazzi in fondo alle scale e voglio vedere che faccia farà Sa…che faccia faranno tutti quando ti vedranno così"

"Io…non credo di farcela" mormorò Costanza in preda al panico "Il mio cuore…credo di stare avendo una crisi cardiaca"

Nadja sbuffò e senza tante cerimonie la spinse oltre il primo gradino. Costanza si appoggiò al corrimano per non sbilanciarsi: guardò giù ed incontrò lo sguardo di Sasha fermo su di sé.

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Purtroppo, forse salterò l’aggiornamento di lunedì….non ho più scritto niente e questo week end lavoro. Abbiate pietà per questa tapina e pazientate, grazie

 

Serintage: Oh, mia diletta! Oh, mio angelo del focolare!! Oh, mia meravigliosa e inquietante visione arcaica del cielo e della terra (bè, qui ho un po’ esagerato…), oh, mia musa ispiratrice…Per farla breve…oh! Dove sei stata tutto questo tempo? Mi mancavi tanto tanto tanto, e credevo di averti perduta per sempre: meno male che sei ancora in circolazione, simpatica e deliziosa come al solito…non ti preoccupare, non ho fretta, fai con calma, coltiva il tuo giardino Zen. Io sono qui che aspetto gemente e piangente un segno della tua benevolenza (esagerato di nuovo? Eh, ma allora non sei mai contenta!!). A presto, mio tessssoro, un bacione!!

Pe : TESOROOOOOO!!! Che spaghettone che mi hai fatto prendere, temevo che non venissi più a pascolare in questi lidi…io e Rambus eravamo completamente affranti! La mia beta reader, la mia sagace commentatrice….amore, mi sei mancata tanto! Sapessi che faccia ho fatto quando ho letto le tue (graditissime, non smettere!!!) correzioni: il problema del sé e se proprio non l’avevo mai saputo…forse quando alle elementari l’ha spiegato la maestra avevo il morbillo e alle medie ero intenta a studiarmi il brufolo sul naso (e a voler, di conseguenza, morire) e alle superiori ero in fila per il concerto degli U2…sì deve essere andata così. Spero di ricordarmelo, d’ora in poi, ma non garantisco niente. Sai, l’Alzheimer…sono davvero felice e sollevata che tu sia ancora viva (lo so che hai fatto "tiè!" a queste mie parole…sorvolerò), temevo di aver fatto o detto qualcosa che ti aveva urtato…magari ti chiami Natasha e siccome ho parlato un po’ male di quel nome…guarda che Natasha mi piace tantissimo come nome, sai? Certo, non lo darei nemmeno al mio gatto, ma nemmeno Giulia lo chiamerei, e di Giulia ce ne sono davvero, davvero tante!! Comunque, problema risolto, sei di nuovo qui ed è questo che conta. Dunque, passiamo all’incazzatura: dove sei stata fino ad ora?! Ti sembra il caso di sparire senza lasciare traccia, senza avvisare…potevi essere in pericolo, frequentare brutte compagnie, drogarti (vabbè…anche io, ogni tanto…), diventare una malvivente!!! Che non succeda più, mai più, altrimenti…mando Rambus con il Caterpillar motocingolato a schiaffeggiarti il sedere con un cilicio chiodato! E stai due giorni in ginocchio sui ceci a scrivere "non farò mai più arrabbiare Elfie che ha dei problemi con sé stessa"; sì, con l’accento, così impari. Ok, ho finito lo sfogo…spero di risentirti presto, mi querida, mi corazòn, mi estrela! Un bacio, a presto!!

Bea_chan: Buondì a voi, Madonna Bea! Che magnifica giornata oggi, quando ho letto di una nuova lettrice che spreca tante belle e graditissime parole per una lusingatissima ma ben consapevolmente mediocre scrittrice come me!! Ok, parlare forbito mi sfinisce, passo al colloquiale: come butta, vecchia spugna!! Sono davvero felice che i personaggi e la trama della prova del drago risultino così accattivanti come li hai descritti…è un piacere enorme che soddisfa una certa curiosità, sentir descrivere i propri personaggi da qualcun altro, capire quali tratti sono stati recepiti dal lettore…per esempio, nonna Valenskij doveva essere un po’ stronza e fredda, e invece è piaciuta a tutti, ma proprio a tutti. Anche a me!! Nadja, invece, doveva essere poco più che un contorno, adesso è una specie di Deux ex machina…(qualsiasi cosa voglia dire quella stronzata latina, dopo la figuraccia dell’errato utilizzo del "sé" con un’altra lettrice, volevo rifarmi!). Spero che continuerai a seguire la nostra storia (dico nostra a ragion veduta: se vuoi che sia anche tua, suggerisci frasi o scene che vorresti vedere e farò di tutto per inserirle!!). Ah, e grazie per quel Divina: quanto mi piace!! Fa tanto prostituta d’alto bordo…ok, adesso ti saluto con un bacio fortissimo e ancora con tanti, tanti ringraziamenti.

Shaka: Ammmore!! Se tolgo la suspance, che ci rimane? Due ragazzetti qualunque troppo scemi per accorgersi che tutti vogliamo vederli appiccicati come francobolli. Comunque, ovviamene, fra un po’ concluderanno, o io muoio…non ce la faccio più a tenerli divisi!! Ah, una cosa davvero importante: sono molto, molto onorata e lusingata dalle tue parole. Quando sento certe cose mi vengono le lacrime dalla gioia: sapessi quanto di me c’è in ogni personaggio, capiresti perché adoro il fatto che voi lettori li apprezziate: mi sembra come un modo per apprezzare me, in qualche contorta maniera!! Ti lascio con tanti carie sinceri bacioni, e rispondendo alla tua domanda: Viktor ricomparirà? Sinceramente…non lo so. La trama ha qualche punto fermo, ma per il resto invento sul momento. Potrebbe diventare il fidanzato di Karkaroff come non essere mai più nominato. Se preferisci risentirlo, però, lo tiro fuori, in qualche maniera!! Baci baci

Virgi: Mia adorata (prendo anche io confidenza: adoro la confidenza! Quest’altra volta ci scambieremo dichiarazioni d’amore). Della sindrome di Korsakoff non ne avevo mai sentito parlare (anche se mi sembra adattissima e molto allusiva per il povero Dimitri!!). Il cognome l’ho scopiazzato dal musicista Rimski (o Rimsky?!?) Korsakov, autore de "il calabrone". Non ho ancora pensato al vestito di Nadja, che tragedia!!

Romina: Amore. Mia Adorata. Mio profumatissimo fiore di loto. Sono a pezzi. Ancora non ho scritto niente (sennò l’avresti saputo), questo week end lavoro e non so se riuscirò a mettermi al computer per cinque minuti. Me tapina!! Perché il fato si accanisce contro di me? Oh, che tragedia!!! Quale infausta disgrazia si è abbattuta sulla mia contrada!! Oh, Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo!! Ok, ho cazzeggiato anche troppo: comunque, ribadisco l’offerta: appena finisco, prima ancora di correggere gli errori, ti spedisco tutto. Non ti preoccupare, l’Evento che l’ho nella cervellide, devo solo tradurlo a parole…sperando che la cervellide non mi molli prima!! Effettivamente, le calze di Costanza sono un immagine che, se la mia ff fosse un libro, le metterei in copertina, di fianco all’immagine di Rambus (il gamberone del lago), e al sorriso saputello di Nadja. Che dici? Ovviamente, la scena sulla calza la rimandiamo a Durmstrang…il suo ambiente di coltura naturale, dove tutto è nato…Comunque, come al solito, mia Adorata, ci hai beccato su tutta la linea: potrebbe essere anche un gambaletto coloro carne che a Sasha quello che interessa è toglierlo…Un bacione, a presto!!

Charlotte Doyle: Scusa il mio inglese maccheronico, ma come si legge Aw? AU? Av? Aò? Mi piace, comunque: semplice, conciso, entusiasmante!! Ho pensato molto all’improvvisazione di zio Leone (fa rima!!) ed effettivamente penso che verrebbe fuori una cosa spassosissima! Purtroppo, mancanza di tempo e di spazio (non vogliamo che questa ff duri in eterno, dopotutto…) non l’ho inserita nel testo. Mi piacciono i tuoi commenti, così ricchi di spunti educativi. Non smettere, ti prego, mi diverto troppo a leggere le vostre corbellerie!! Un bacione, sei forte!!

Minako chan: Tu non mi puoi vedere, ma in questo momento sono prostrata ai tuoi piedi in plateale e completa adorazione. Mio tesoro, ho letto la tua recensione e sono commossa: grazie, di più non so cosa dire! Ritengo che siate sempre troppo buone con me, e che sopravvalutiate davvero la mia capacità di scrivere, ma finchè mi diverto e in qualche maniera riesco a tenermi il vostro favore, non smettete di dirmi cosa ne pensate!! Un bacio e ancora un grazie dal profondo del corazòn.

Lilyblack: Sasha, come da te previsto, è venuto a trovarmi in sogno: siccome però alla sera avevo mangiato peperonata, era vestito da Grande Puffo, mi ha brontolato per un’ora che non ce la fa più a contenere la bestie che è in sé e che se non lo faccio concludere con Costanza si dimette dal ruolo di protagonista ed ha sbandierato una bandiera rossonera. Forse perché pensavo al derby di domenica? Comunque, niente di nuovo sotto il sole: mi sa che siamo entrambe più che fulminate…

Helen Lance: Grazie!!!! Spero nei capitoli successivi di mantenere le vostre aspettative…sono troppo emozionata!! Bacioni, e come sempre grazie per la recensione!!

Maharet: Vedrò di controllare al più presto cosa stai scrivendo…cos’è la storia del sogno proibito di Sasha? SonoIO il sogno proibito di Sasha!! (Sì, quando mangiotroppe cozze la sera proma… Nd Sasha). Che impertinente! Comunque, rendere Balthus puccioso non era proprio nelle mie intenzioni…credevo di averlo dipinto dolce, ma bruttissimo. Molto stile rettile, se mi spiego! Rileggendo, ho capito dove ho sbagliato: così viene voglia anche a me di coccolarlo!! Un bacione e in bocca al lupo per le tue storie!!

Green Apple: Sono qui a ringraziarti con tutto il cuore per il "buon gusto" che mi hai assegnato: con Johnny di mezzo, si va sempre sul sicuro! Ah! A proposito, ecco come li hai capelli Sasha, proprio come Johnny in quel film!! Anche la faccia, più o meno…e il resto…ok, taglio qui altrimenti facciamo un commento NC17. Nonna Franziska ha detto che si è accorta di avere pallini collosi appesi alla severa acconciatura: fortuna per te che ha pensato fossero nargilli caduti dal vischio ed ha pettinato gli elfi domestici…ti è andata bene!! Tornando a 21 Jump Street…guarda che era nel mesozoico, non nel paleolitico. Ripassa la storia, per favore!! Per finire: rane in umido? Io le mangio fritte, belle croccanti…in umido non so se mi andrebbero giù, però, giusto per provare, mi dai la ricetta? E poi, scusa, che piatto tipico sono le rane in umido? Dove vivi? In Patagonia!?!?

Yeran: Uhm….un flagello medievale…mi piace!! E se non aggiorno nemmeno lunedì, cosa usiamo di bello? La gogna? No, troppo banale. Illuminami, bella panterona con tacco a stiletto!! Mi sono informata sui negozi di animali, ma il massimo che si possa ottenere è un armadillo australiano. Niente draghi, almeno qui in Emilia. Che noi donne siamo più intelligenti non c’era nemmeno da discutere…che Costanza però sia arrivata prima…uhm, di nuovo…tira pur fuori il cilicio chiodato, perché devo dissentire. Un premio in galeoni per il fidanzato porello e paziente che ti sopporta (ma che scommetto si diverte come non mai con una pazza scatenata simpatica e frizzante come te!). Bacius

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 : Capodanno ***


Capitolo 26 : Capodanno

 

Costanza scese i primi due scalini senza nemmeno alitare: le sembrava di avere le vie respiratorie rivestite di piombo. Guardando giù, vedeva i contorni delle cose appannati, offuscati dall’intensità degli occhi di Sasha agganciati a lei. Vagamente, sentì i mormorii di Detlef e Dimitri (qualcosa che assomigliava a "che Merlino mi fulmini!" o "diamine!" o qualcosa di ancora più incisivo), ma le giungevano ovattati e privi di senso. Solo gli occhi di Sasha avevano senso e quello che si leggeva loro dentro era così potente e così familiare…era lo stesso irresistibile richiamo che sentiva nei suoi. Nadja passava soddisfatta lo sguardo da uno all’altra, congratulandosi con sé stessa e valutando, come una brava cuoca, che il punto di cottura raggiunto era davvero ottimale: lo sguardo affamato di Sasha parlava da solo. Dopo qualche secondo di perfetta immobilità, diede un colpetto discreto alla schiena di Costanza, molto leggero per paura che la ragazza rotolasse giù dalle scale come una statua di marmo.

"Tesoro, muoviti" le mormorò suadente all’orecchio "Non vorrei che arrivasse mezzanotte e noi fossimo ancora qui a fare le belle statuine. Ah, e ricordati di respirare, di tanto in tanto: giova parecchio al colorito della pelle"

Costanza ubbidì come un automa: scese le scale lentamente facendo frusciare gli strati di stoffa che si allargavano all’altezza delle caviglie e tentò anche di inalare aria dal naso: in effetti, trasse un notevole giovamento al senso di costrizione che le attanagliava il petto. Ben altra faccenda era il disagio dovuto agli occhi di Sasha che aumentava in maniera inversamente proporzionale con l’avvicinarsi a lui. Febbrilmente, cercò di ripassare mentalmente le istruzioni impartitele da Nadja: sii cortese ma fredda, bacia e saluta gli altri ma ignora lui, non sbracciarti troppo, non balbettare, non arrossire, non inciampare…e che altro? Ah! Respira! Troppe cose in una volta da ricordare: in quel momento si sentiva in grado a malapena di prenderne in considerazione una. Giunse comunque sana e salva sul pavimento dell’atrio senza che ancora fosse riuscita a schiodare gli occhi da quelli di Sasha. Facendo forza su sé stessa, girò il collo verso Detlef e Dimitri e si esibì in un sorriso sorprendentemente convincente.

"Ragazzi, che bello trovarvi qui!" esclamò con voce appena tremante: nemmeno nella parte più remota del cervello registrò le loro entusiastiche risposte, concentrata com’era a combattere contro l’impulso di girarsi a contraccambiare lo sguardo muto di Sasha che le bucava la nuca. Con un gesto studiato, prese sottobraccio Detlef da una parte e Dimitri dall’altra e si avviò verso il salone, contenta che i due cavalieri le impedissero di stramazzare a terra tramortita. Sasha la guardò allontanarsi, ancora completamente senza parole: sentiva fisicamente il fastidio di vedere le mani dei suoi due amici a contatto con le braccia di Costanza. In quel momento di confusione e intenso furore, avrebbe volentieri ammazzato tutti quanti, compresi gli ospiti che solo si arrischiavano a lanciare sguardi di apprezzamento alla sorellastra. "Hem" tossicchiò una voce ilare di fianco a lui. Sasha girò la testa e vide il musetto saputo e il sorriso scintillante di Nadja ben piantato su dì sé. Nadja, trattenendosi a stento dall’applaudire, attese qualche secondo prima di parlare con voce flautata.

"Sasha caro, sei bellissimo stasera. Saresti così galantuomo da porgermi il braccio e accompagnarmi nel salone o devo chiamare il maggiordomo?"

Sahsa obbedì automaticamente, sempre senza dire una parola ed entrò nel salone con Nadja appesa al braccio che si era lanciata in un frizzante cicaleccio di cui non carpì nemmeno una sillaba. Quando raggiunsero Costanza, Detlef e Dimitri, i tre avevano già un bicchierino di vodka stat fire in mano e chiacchieravano ridanciani come se fossero stati da sempre buoni amici. Costanza non degnò Sasha di un’occhiata e lui faticò ad ingollare il primo bicchierino offertogli da Hodges, furibondo senza assolutamente saperne il motivo. Quando la nonna gli fece un gesto imperioso, si allontanò quasi con sollievo: lo torturava il desiderio di mollare un bel ceffone sulla faccia allusiva e sorridente di Costanza (che non guardava lui), insieme al pensiero della sua schiena nuda su cui Detlef appoggiava la mano un po’ troppo spesso, in un gesto di amichevole entusiasmo. Venne presentato a tantissima gente, sorrise e fu affabile ed educato: lasciò che una ragazza dall’aria adorante gli si appendesse al braccio con il solo scopo di attirare l’attenzione di Costanza, che rimaneva ostinatamente girata di spalle, offrendogli alla vista quella indecente schiena velata da fili d’argento. Per tutta la sera non fece altro che fare forza su se stesso per evitare di correre da Costanza e prenderla a sberle, quella sdegnosa, maledetta, altezzosa miss Spocchia. Prenderla a sberle o farle qualcos’altro su cui preferì non indagare per non perdere definitivamente il controllo. La vodka start fire, che subito lo aiutava ad affrontare al situazione, non fece altro che indebolirlo ancora di più. Costanza gli passava spesso di fianco, al braccio di diverse figure alle quali dispensava sempre il suo nuovo, malizioso sorriso; ballò con tutti i maschi della sala fuorché con lui; si infervorò in una discussione con Anton che le teneva stretta la mano come se volesse staccargliela dal braccio, rise con Detlef appoggiandosi alla sua spalla, uscì sul balcone con cugino Karol, accettò con un sorriso affascinante un mazzetto di fiori da cugino Tomasz, sussurrandogli chissà cosa all’orecchio. Sasha era furibondo e la cosa lo rendeva confuso e spiazzato: perché diavolo doveva prendersela tanto se Costanza si comportava come una stupida civetta? Non si era ripromesso di starle lontano il più possibile per evitare…evitare cosa? Di saltarle addosso, rispose con calma una vocina dentro alla sua testa, così sicura e incontestabile da farlo infuriare ancora di più. A mezzanotte, mentre stava con il calice alzato di fianco a nonna Franziska, vide Costanza girarsi un attimo a guardarlo: in mezzo alle grida generali che accoglievano il nuovo anno, con lancio di tappi di bottiglia, musica assordante e pioggia di coriandoli dorati altamente coreografica, entrambi rimasero immobili a sfidarsi con lo sguardo, mentre tra loro correva una corrente di risentimento misto a qualcosa di innominabile che gli diede finalmente la forza di avvicinarsi a lei, strettamente incuneata tra un Detlef quasi completamente sbronzo e a una Nadja che sembrava un gatto che si è appena pappato un canarino. Quest’ultima lo baciò sulle guance, augurandogli il buon anno, Costanza finse di rimirare il contenuto trasparente del suo bicchiere.

"Noto con piacere che vi state divertendo" esordì con voce bassa e ringhiosa guardando fissamente la sorellastra.

"Immensamente!" rispose Nadja con entusiasmo mentre Costanza stava cercando di non farsi uscire il cuore dalla scollatura tanto le batteva forte. Aveva passato tutta la sera obbedendo ciecamente agli ordini di Nadja, ignorando Sasha anche se non guardarlo le costava una fatica immane: aveva riso anche se non ne aveva voglia, aveva ascoltato con finto interesse i discorsi sconclusionati di cugino Willi che sbagliava cinque verbi su due (e lei odiava chi sbagliava i verbi!), aveva accettato un mazzolino di fiori che avrebbe volentieri ficcato in gola a cugino Tomasz tanto le sue allusioni erano pesanti e volgari…tutto per cosa? Sasha non le aveva rivolto una parola in tutta la sera e quando la guardava sembrava furibondo e disgustato. Aveva parlato e ballato con tutte, tranne che con lei. A cosa era servita tutta quella faticosa messinscena? Irritata, si girò finalmente verso di lui, più che stufa di tutto e di tutti.

"E tu, carissimo fratello, ti stai divertendo?" domandò fingendo un educato disinteresse.

"Da morire" sibilò Sasha col viso di pietra.

"Andiamo, Valenskij!" tuonò Dimitri, ondeggiando con un ampio sorriso verso di lui "Prendi un bicchiere…facciamo un brindisi! Al nuovo anno che è arrivato! Dasdarovia, tovarich!"

Lui e Detlef tracannarono i loro bicchieri mentre Sasha rimaneva immobile con il suo in mano.

"No" rispose, seccamente "Ne ho avuto abbastanza, per stasera. E poi, questo tipo di vodka proprio non mi piace"

"Strano" tubò Costanza alzando altezzosa un sopracciglio "Avrei giurato che andavi pazzo per la vodka da compagnia"

"Tutti l’hanno apprezzata parecchio, questa sera" aggiunse Nadja, cogliendo al volo l’allusione di Costanza che ovviamente non parlava affatto di vodka.

"A dire il vero, la maggior parte delle persone non si intende di vodka" ribatté Sasha, sibillino "Ad alcuni basta vedere una bella etichetta per credere di bere qualcosa di speciale"

"Per me non fa differenza: una vodka è una vodka" rise Detlef, che non aveva capito proprio niente.

"Ci sono alcuni tipi di vodka che hanno una pessima etichetta e vengono bistrattate pur essendo di gran lunga le migliori; altre da sempre vengono apprezzate, pur avendo un contenuto orribile, solo perché la loro confezione è decorativa" disse Costanza con voce altera " Naturalmente, che beve quest’ultimo tipo di vodka non ha le capacità di apprezzare seriamente una bella bevuta"

"Dite?" mormorò Dimitri, confuso "Io sono d’accordo con Detlef: purché si beva, una vodka va sempre bene"

"Ma taci, tu" lo zittì Nadja che aspettava incuriosita la risposta di Sasha. Questi, avendo perfettamente capito l’allusione di Costanza, aveva ristretto gli occhi a due fessure malevole e si tratteneva a stento dal mollare un sonoro ceffone alla sorellastra.

"Sai cosa penso, Costanza?" sibilò infine "Che puoi bardare a festa una bottiglia scadente e farla franca per una sera, ma alla lunga non c’è etichetta che tenga: il sapore acido salta sempre fuori e dopo qualche bicchiere non ne va proprio più giù. Nemmeno a quelli di bocca buona come cugino Willi"

Costanza sentì un sordo, acuto senso di rabbia rombarle nelle viscere: come osava quello spocchioso, insulso damerino dare dell’acida e scadente…a lei?

"Il fatto che tu ti ritenga il più bello e irraggiungibile esemplare di maschio sulla faccia della Terra non obbliga noi, poveri mortali dall’etichetta scadente e dal sapore acido, a dover condividere la tua opinione" sbottò con voce carica d’ira "E, tra parentesi, se qualcuno apprezza quello che tu così platealmente disprezzi, forse vuol dire che tanto male non è!"

Dimitri girò uno sguardo annebbiato e sorpreso su di lei mentre Nadja tratteneva il fiato, allarmata.

"Che succede?" mormorò spaesato Detlef "Non si stava parlando di vodka?"

"Qualsiasi sciacquetta può fare successo, se sventola la schiena nuda sotto gli occhi di uomini in fregola!" rispose Sasha sferzante, alzando la voce "Queste donne hanno un nome ben preciso, e per quanto tu, miss Spocchia, l’abbia sempre usato per le altre femmine che non ritenevi alla tua altezza, quel termine stasera ti calzerebbe proprio a pennello!"

Nadja trattenne il respiro ed indietreggiò, esitante; Detlef e Dimitri si scambiarono uno sguardo perso, completamente nel pallone; il respiro di Costanza si bloccò in gola mentre la sua faccia si incendiava e i suoi occhi prendevano un pericolosissimo bagliore minaccioso. Come mossa da una forza invisibile, la mano che sorreggeva il suo bicchiere si mosse di scatto rovesciando il suo contenuto dritto sulla faccia di Sasha. Il giovane chiuse di scatto la bocca, incredulo, mentre il liquido trasparente gli gocciolava dal mento sulla camicia candida.

"Ma tu…chi ti credi di essere!" strillò Costanza, completamente fuori di sé "Tu…lurido, sporco doppiogiochista, bugiardo manipolatore…che ti dà il diritto di giudicare le persone…di dare della poco di buono a me! Io…io ti ODIO!"

Detto questo, girò i tacchi e corse via, spintonando con malagrazia gli ospiti che nemmeno si erano accorti di nulla, in mezzo al rumore generale. Corse via con gli occhi pieni di lacrime, umiliata e con il cuore a pezzi, furibonda e con addosso una gran voglia di spaccare tutto. Sullo scalone quasi inciampò sul suo stesso vestito quando una voce ben nota, furiosa come non l’aveva mai sentita in sette anni, la raggiunse alle spalle:

"COSTANZA!!"

La giovane non si girò nemmeno: corse ancora più forte reggendo il vestito nei pugni stretti, gli occhi appannati da pesanti lacrime di frustrazione fino a raggiungere la sua camera e chiudersi dentro, appoggiandovisi contro con tutto il peso. Quasi subito, sentì Sasha arrivare e cercare di forzare la porta con rabbia.

"Costanza, apri subito!" gridò la sua voce, perentoria e tremante d’ira.

"Vattene via!" strillò di rimando Costanza "Vattene a cercare la tua vodka perfetta, stupido…deficiente!"

"Aprimi subito o butto già la porta! Mi hai sentito?"

"Ho detto vattene VIA!" urlò Costanza, ma non aveva ancora finito di dirlo che un calcio di Sasha fece tremare la porta, costringendola ad allontanarsi incespicando.

"APRI QUESTA PORTA, COSTANZA!" ruggì la voce spaventosa di Sasha, seguita da un nuovo calcio nello stipite.

Il panico cominciò a gareggiare con la rabbia nella testa d Costanza: indietreggiò ancora, ansimando, guardandosi intorno in cerca di un’arma di difesa. Agguantò la bacchetta magica, diligentemente lasciata sul comodino, e la puntò verso la porta.

"Entra qua dentro e quanto è vero Merlino di trasformo a vita in un vermicolo!" strillò cercando di mettere nella voce una sicurezza che non aveva. Per tutta risposta, Sasha assestò un nuovo calcio alla porta e quella si aprì, sbattendo oltraggiata contro il muro. Il giovane entrò con due lunghi passi e l’espressione del suo viso era così terribile che Costanza indietreggiò spaventata.

"Sa…Sasha" balbettò puntandogli contro la bacchetta "Hai due secondi per uscire immediatamente dalla mia stanza…"

Sahsa, che aveva già al bacchetta in mano, fece chiudere a chiave la porta con un tonfo secco e fece un nuovo passo verso Costanza che, presa dal panico, agitò la bacchetta con un acuto "Stupeficium!"

Sasha schivò lo schiantesimo che si abbatté sul prezioso comodino antico di nonna Valenskij, mandandolo a sbriciolarsi contro l’armadio. Gli occhi di Sasha mandavano scintille di puro furore.

"Sei impazzita?" ruggì avvicinandosi minaccioso mentre Costanza indietreggiava ancora, finendo per urtare il letto, sbilanciandosi. Sasha ne approfittò per puntarle la bacchetta contro.

"Expelliarmus!" gridarono contemporaneamente e le due bacchette volarono una da una parte e una dall’altra della stanza. Improvvisamente disarmato, Sasha balzò verso di lei mentre Costanza, con un gridolino spaventato, scattava dalla parte opposta, ma venne placcata in pieno dal fratellastro: insieme caddero di schianto sul letto e il prezioso e fragile baldacchino di avorio di Mammuth crollò in un gran rimescolio di garza di seta. In preda al panico, Costanza cominciò a scalciare come una forsennata.

"Lasciami! Lasciami!" strepitò senza fiato mentre Sasha le bloccava i polsi in una morsa d’acciaio e le premeva addosso con tutto il suo peso per immobilizzarla.

Costanza riuscì a liberarsi un polso e graffiò con rabbia il viso di Sasha, centrandogli l’orecchio: con un grugnito soffocato, lui la bloccò di nuovo, infilando un ginocchio tra le sue gambe e inchiodandola sotto di sé con una spinta secca del bacino.

"Stai ferma, maledizione!" sibilò Sasha, minaccioso "Stai ferma o giuro che ti strappo i vestiti seduta stante!"

Costanza si immobilizzò di colpo, come se qualcuno l’avesse pietrificata: lei e Sasha si guardarono negli occhi da pochi centimetri di distanza, ansimandosi addosso, prendendo lentamente coscienza di essere vicini come non lo erano mai stati. Costanza smise di colpo di essere furiosa: sentì la rabbia cadere a velocità supersonica nella voragine che le si era aperta nelle viscere, lasciando il posto a un desiderio violento e insopportabile. Il respiro di Sasha, caldo e rapido, le incendiava la guancia; i suoi occhi scintillanti e torbidi la obbligavano all’immobilità quasi di più che la sua indubbia supremazia fisica; ogni centimetro di pelle tremava di consapevolezza che il suo corpo era lì, separato da quei frustranti strati di tessuto, premuto addosso fino a farle male. Anche Sasha sembrava essersi dimenticato di volerla picchiare a sangue: fissava cogitabondo le sue labbra che tremavano, sentendo sotto di sé la morbidezza del suo petto e le ossa del bacino contro i suoi fianchi. Era ancora furibondo, ma adesso lo era con se stesso perché non sapeva nemmeno più il motivo per cui ce l’aveva con lei: l’unica cosa che voleva, come un impellente bisogno naturale, era strapparle davvero i vestiti di dosso come aveva minacciato di fare. Quei suoi maledetti occhi spalancati e offuscati da qualcosa che sentiva ribollire nei suoi stessi visceri, quella bocca da cui usciva il respiro rapido, quel cuore che batteva forsennato contro il suo petto….cos’era di lei a mandarlo così in confusione da non capire più niente?

"Allora è questo che vuoi, Costanza?" domandò con voce rotta, rabbiosa e quasi supplice "Tutti i tuoi giochetti, i tira e molla, i tuoi sguardi da bambina spaventata e poi da ammaliatrice… Tutto questo perché vuoi farti un giro con il fratellastro belloccio ma scemo, che non può competere con la tua sublime intelligenza? Nella tua mania di onniscienza vuoi essere quella che sfaterà il mito di Sasha Valenskij che non bacia mai nessuna per primo?"

Le sue parole caddero addosso a Costanza come macigni, facendole sbattere gli occhi per il contraccolpo: eppure, il messaggio degli occhi di Sasha era un altro: era desiderio, supplica, paura… E le guardava le labbra tanto da incendiargliele. Non riuscì a dire una parola, ma socchiuse la bocca come se lui glielo avesse ordinato e lo sguardo di Sasha divenne ancora più torbido e cattivo: crudelmente, la strinse ancora più forte, spingendosi addosso a lei con il bacino fino a farla gemere e tremare come una foglia.

"Allora la risposta è sì?" ringhiò, furente "Vuoi che ti baci, miss Spocchia? Eccoti servita"

Si chinò di colpo verso di lei e la baciò.

* * *

Quello di Sasha non fu affatto una leggera pressione di labbra da primo bacio: la sua bocca affondò in quella di Costanza con prepotenza e rabbia, con arroganza e con passione, con una brama che non chiedeva e non condivideva niente. Prendeva e basta con un desiderio così esplicito che Costanza si sentì annientata. Non provò nemmeno a contrastare la sua furia: rispose al bacio lasciando che Sasha invadesse la sua bocca e i suoi sensi con la forza di un terremoto, con una prepotenza subito al di qua della rabbia. Tutto nella sua mente era stato spazzato via: esisteva solo il sapore della sua bocca, la ruvidità del tessuto dei suoi pantaloni che premevano sulle cosce, la durezza delle sue dita che lasciarono i polsi per affondare nei suoi capelli, sulla nuca, attirandola vicina per violare ancora di più la sua bocca. Le mani finalmente libere di Costanza si infilarono tra i suoi capelli con la stessa foga di Sasha, stringendolo e avvicinandolo come se avesse voluto annullarsi in lui, come intuendo che la frenesia che le pulsava nei lombi era ormai troppo insostenibile per essere mascherata. Sasha registrò vagamente che Costanza stava rispondendo al suo bacio, ma la sua mente era troppo ottenebrata dai suoi stessi sensi per analizzare il fatto: le sue dita, dure e impazienti, scesero dalla nuca al collo, dalle spalle alle braccia….seccamente, strattonarono la lunga gonna di Costanza per liberarle le cosce, accarezzandole poi con mano pesante e possessiva. Le mani di Costanza si erano infilate nello stretto colletto della camicia di Sasha, facendo saltare i bottoni dalla foga; le sue unghie gli artigliarono le spalle stringendolo a sé, facendo uscire la camicia dal bordo dei pantaloni. Un verso animalesco, soffocato, passò dalla sua bocca a quella di Sasha quando le sue mani impazienti, salendo lungo fianchi e l’addome, le strinsero il seno, prepotenti e dominatrici ma nello stesso tempo lente e tremanti. Ogni singola cellula del corpo di Costanza si era accesa di qualcosa che mai nella sua vita aveva considerato: un anelito, un’urgenza di avere di più, di fondersi con quelle labbra dure che le succhiavano le labbra, strappandole un sospiro rotto e singhiozzante. Con un suono tintinnante e delicato una delle fragili spalline di fili d’argento del vestito cedette e la bocca di Sasha smise di tormentarle le labbra per scorrere saldamente lungo il mento, sul petto, sul seno, lasciandole addosso una scia di fuoco indelebile e una sensazione di attesa insopportabile. Poi, lontanissimo , quasi in un'altra dimensione, Costanza e Sasha sentirono un rumore di sottofondo, a malapena recepito dai sensi ottenebrati. Qualcuno stava percuotendo la porta chiusa e li chiamava a gran voce in tono preoccupato.

"Sasha! Costanza! Aprite, vi prego! Siete ancora vivi?"

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!! Baci a tutti

 

The lost arch angel: Fine patimento, visto? Cioè…non è ancora finita, ma qualcosa c’è stato, no? Eddai, datemi una soddisfazione!!

Mewsana: Ma buongiorno a voi, novella lettrice! Sono contenta che la storia ti sia piaciuta e che tu sia entrata subito il sintonia con l’atmosfera pazzoide che aleggia tra i commentatori della ff. Sei autorizzata a degenerare quanto più ti aggrada! Grazie per i complimenti, non credo di meritare tanta stima, anche se mi fa indubbiamente piacere ricevere tante lodi!! Ti mando un bacione fortissimo insieme ai miei più sentiti ringraziamenti!!

Shaka: Nn credo che Nadja si butterebbe su un ragazzino di dodici anni…è perversa, ma non fino a questo punto!! Magari, dopo che è cresciuto ed è diventato quel gran pezzo di manzo del film (con collo taurino come accessorio), un pensierino ce lo farebbe anche! Comunque, perché svaluti così la povera Hermione? Io trovo sempre consolante che un ragazzo si accorga di una ragazza se non bruttina per lo meno anonima e le permetta di diventare "qualcosa di meglio". Se non succede nei libri, dove caspita potrebbe capitare?!?

Charlotte Doyle: Nadja al supermercato?!? Scherziamo!! Nadja è l’antitesi esatta di nonna Valenskij, non so come mai risultino entrambe così irresistibili: forse perché a tutte e due faccio dire quello che mi pare fuori dai denti…L’idea dell’intervista mi intriga parecchio: magari, a fine ff, organizziamo un incontro con la stampa. Voi fate el domande e i personaggi rispondono…carina!! Teniamola in considerazione!!

Bea_chan: Cortigiana d’alto bordo mi piace…! Continua pure così, ogni tuo commento mi viene in mente la canzone di Terence Trent Darby e mi viene voglia di dimenarmi come un’anguilla…va bene, sorvoliamo: carino, eh, il vestito di Costanza? Se avessi il fisico, me lo metterei anche io (tieniti i jeans! Acclamazione della folla ). Si è abbastanza incendiata la situazione o non ho calcato abbastanza la mano? Aspetto commenti…Baci baci

Lilyblack: Ammmmmore…non oso pensare come commenterai questo capitolo…ti prego, niente pomodori, risparmiali per il sugo che è meglio!! Il derby (moan…) è passato e da milanista con classe piangerò le mie lacrime in separata sede: ti ricordo solo che se la tua fede è neroazzurra, i nostri rapporti subiranno un brusco congelamento (Johnny a parte: lui è al di sopra delle parti, come la Juve che ormai non la becca più nessuno….) . Da chi ci facciamo accompagnare al ballo? Senza Johnny come opzione di scelta?!!?? Mah, piuttosto non ci vado: se viene Sasha, forse…glielo chiedo, ma oggi mi sa che è di cattivo umore…Baci baci

Romina: Mia Adorata…che dire che non ti ho già detto? Come esprimerti con diverse parole quello che per te è ormai limpido come acqua sorgiva? Questo capitolo lo hai già letto e commentato, quindi più che ringraziarti con tutto il cuore per la tua anticipazione, non saprei cosa fare. Sbaciuzz a te, e grazie davvero di cuore!

Green Apple: Bella parola, impasse…me la ricordavo da una canzone di Battisti, quindi sapevo già il suo significato, ma è bello poter usare una terminologia, se non desueta, almeno insolita! Oltre al paragone, immeritato!, con guerra e pace (ma forse a lunghezza della storia arriviamo lì….). Sasha lo lascio volutamente misterioso, in fondo non voglio scoprire subito le carte! Dunque, siamo quasi compaesane, eh? Io emiliana (lancio prosciutto a mo’ di freesbee, e tramortisco 20 passanti), tu romagnola, un connubio indissolubile nella storia d’Italia. Armiamoci e partite! Ma solo se si gioca a Risiko…a proposito (…) com’erano le rane?

Minako-chan: Ho paura che sopravvaluti le mie reali capacità…però sono davvero curiosa di sapere cosa pensi di questo capitolo!! Se ti ho deluso, chiedo umilmente venia… Però, hai visto che ho anticipato di un giorno la pubblicazione? Sono stata brava, eh? Baci baci

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 : Col senno di poi... ***


"Che sciocchezze vai dicendo, ragazzina! Al massimo, si saranno schiantati a vicenda, quelle due teste calde…"

Nadja e nonna Valenskij, al di là della porta, parlavano con voci concitate. Sasha e Costanza si staccarono l’uno dall’altra e si guardarono negli occhi per un lungo momento, così lungo che sembrò un’eternità e magari fu solo un secondo.

"Erano così arrabbiati! Li avesse visti! Capacissimi di uccidere, le dico!"

"Sei una fanciulla troppo fantasiosa e suggestionabile, mia cara: Sasha è un Valenskij e non si abbasserebbe mai a commettere un omicidio in casa propria. Per lo meno, non senza farsi uccidere a sua volta. Ora forziamo la porta"

Il tempo di registrare la notizia e Sasha era balzato giù dal letto finendo dallo slancio contro la parete opposta mentre Costanza strisciava contro la testiera del letto, cercando di aggiustarsi senza molto successo la spallina rotta del vestito. Un attimo dopo, Nadja si precipitò nella stanza seguita a ruota da una altera e irritatissima nonna Valenskij.

"Sasha! Costanza! Siete ancora vivi!" sospirò la ragazza con un tale evidente sollievo che nonna Valenskij alzò gli occhi al cielo, esasperata.

"Che ti avevo detto, figliola? Sasha!! Ma che è successo qua dentro…? Il mio tavolino del quattrocento…il mio baldacchino di zanne di Mammuth…siete completamente impazziti?!?"

La vecchia era talmente e giustamente distratta dalle suppellettili sfasciate da non accorgersi della camicia senza bottoni di Sasha, della spallina scandalosa di Costanza né delle loro facce sconvolte con dietro lo zero assoluto, cosa che invece non sfuggì a Nadja già dal primo colpo d’occhio: dopo un primo attimo di sorpresa, la giovane riprese abbastanza spirito da correre ad abbracciare Sasha, aiutandolo contemporaneamente a chiudere la camicia sul petto.

"Oh, Sasha!" esclamò strattonandogli i lembi della camicia con uno sguardo allarmato che diceva tutto "Ma perché dovete sempre litigare così!"

"La mia lampada da tavolo….la mia lampada da tavolo!! Era di cristallo elfico!! Avete idea di cosa costasse?! E voi…l’avete polverizzata!"

La costernazione di nonna Valenskij riuscì in qualche modo a fare breccia nelle testa di Costanza che si guardò intorno come risvegliandosi da un lungo stato comatoso.

"Io…ci scusi, signora Valenskij…noi…le bacchette sono…cadute e…il letto…"

Balbettava penosamente, con la bocca ancora umida e gonfia, così palesemente sconvolta di baci da sembrare evidente come una insegna al neon. Nadja decise di prendere in mano la situazione: con piglio deciso, corse da nonna Valenskij e le si appese al braccio, sorridendo sfacciatamente.

"Bene, ora che abbiamo verificato che sono ancora vivi, possiamo lasciarli soli a…rimediare al danno fatto. Vero, Sasha?"

Il giovane annuì per puro riflesso condizionato: Nadja trascinò una riottosa e fumante sdegno nonna Valenskij al di là della porta, cianciando con voce acutissima.

"Non è la prima volta che quei due si azzuffano…come due fratelli veri, parola mia! Le ho già detto che è splendida stasera, signora Valenskij? Di che tessuto è il suo vestito?"

Riuscì a chiudersi al porta alle spalle, quasi trascinando con sé la vecchia signora. La stanza piombò in un silenzio teso e irreale, mentre il sangue ghiacciato riprendeva lentamente a scorrere nelle vene dei due ragazzi che non riuscivano a decidersi a guardarsi negli occhi. Il primo a recuperare il controllo fu Sasha che, con un lungo e tremulo sospiro, si passò una mano fra i capelli spettinati.

"Io…non volevo che succedesse questo" mormorò con un filo di voce, incerto. Per qualche assurdo motivo, il suo tono contrito causò un depresso brontolio alle viscere di Costanza che, d’un colpo, si trovò sull’orlo delle lacrime. Deglutendo disperatamente per ricacciarle indietro, lo fissava senza riuscire a spiaccicare una parola.

"Ho perso le staffe " continuò Sasha, arrischiandosi a guardarla negli occhi. Vide il suo mento che tremava, la sua bocca umida e supplichevole e di colpo si sentì di nuovo pericolosamente debole e indifeso.

"Sasha…" mormorarono le labbra di Costanza, una voce così roca e flebile d sembrare una preghiera. La bocca di Sasha si indurì in una piega caparbia.

"Cosa vuoi, ancora? Hai avuto quello che volevi, no? Mi hai dimostrato chi è il più forte, chi ha il controllo. Complimenti, miss Spocchia: hai vinto. Sarai contenta adesso"

Gli occhi di Costanza si riempirono improvvisamente di lacrime e la sua faccia era così sincera e indifesa che Sasha sentì qualcosa di pesantissimo stringergli il cuore. La voce di Costanza uscì strozzata dal petto, quasi contro la sua volontà.

"Io non sono capace di giocare a questo gioco…" mormorò piano "Se c’è qualcuno che ha vinto quello sei tu, Sasha. Ora lo sai" terminò poi in tono definitivo.

Sasha scosse il capo, senza staccarle gli occhi di dosso: quando lei fece per muoversi verso di lui, alzò una mano con un gesto imperioso.

"Fermati!" disse, allarmato "Non ti avvicinare! Non posso pensare lucidamente se sei …vicina"

"A cosa devi pensare lucidamente?" domandò Costanza, misurando la voce "A come prenderti meglio gioco di me?"

"Guarda che non è così" ringhiò Sasha, arrabbiato "Se non fossero arrivate Nadja e nonna Franziska io avrei…avrei…"

"Sì" rispose Costanza sottovoce, arrossendo penosamente "Anche io"

Sasha si masticò rabbiosamente l’interno di una guancia, chiedendosi come poteva resistere a quella visione così mortalmente seducente, con le spalle nude, l’acconciatura mezza disfatta sulle spalle e quegli occhi caldi, trasparenti…così bella da prenderla a schiaffi. Aveva ancora il suo sapore in bocca, così dolce e desiderabile che averla baciata una volta sola era paragonabile al bere una goccia d’acqua salata per un assetato. Ma cosa c’era dietro a quel palese desiderio? Una realtà così pesante ed incombente che non potevano non tenerne conto. Loro non erano due adolescenti qualunque che potevano giocare al sottile e pericoloso gioco della seduzione: dovevano comportarsi in maniera molto diversa, se volevano avere una possibilità di uscire indenni dalle malevoli trame di Karkaroff, con annessi e connessi. Facendo violenza a se stesso, distolse lo sguardo e si sforzò di parlare anche se le parole doveva pescarle più o meno sotto le scarpe.

"Costanza, fra noi due c’è di mezzo Karkaroff, madame Madescu, una profezia…il tuo futuro è già incerto così, senza che complichiamo le cose"

"Per tua informazione, le cose sono già complicate" mormorò Costanza, ricacciando con forza indietro le lacrime.

"Senti, non so se ti rendo conto a che gioco pericoloso stai giocando. Cosa pensi ci farebbe Karkaroff se ci scoprisse…come eravamo prima? Non pensi che userebbe la nostra debolezza per usarci e per fare del male a noi, ai nostri amici…e a Balthus?"

Debolezza…? Tutto qui? Quello che c’era tra loro si riduceva a un prurito sopportabile ai fini della causa? Il cuore di Costanza si fermò come schiacciato da un blocco di ghiaccio.

"Non lo so" ammise con voce di colpo molto fredda "Forse hai ragione"

Ogni singola cellula del suo corpo gridava ben altro, ma non poteva fingere di non capire il messaggio di Sasha: non gliene importava abbastanza di lei per mettere a rischio la benevolenza di Karkaroff nei suoi confronti. Ecco perché l’aveva infastidito tanto il fatto che lei avesse ceduto: le piaceva stuzzicarla, finché non si era accorto di aver oltrepassato il limite che lui stesso si era preposto. Lurido verme schifoso… Il cuore di Costanza ricevette una scossa, come se si fosse spaccato in due, ma riuscì a mantenere il viso di pietra e lo sguardo fermo. Non avrebbe permesso che Sasha l’avesse vinta su tutta la linea, lasciandosi andare alle lacrime davanti a lui. Era o non era miss Spocchia, dopotutto?

"Faremo come di ci tu: dimenticheremo quello che è successo e la smetteremo con gli stupidi giochetti da ragazzini in crisi ormonale, ammesso che fosse questo che stavamo facendo. Questi ultimi dieci minuti non sono mai esistiti e noi ci limiteremo a odiarci da lontano, come abbiamo sempre fatto. Va bene?"

Sasha rimase con la bocca semiaperta, incerto: non era esattamente questo quello che voleva dire lui. Come avrebbe potuto fingere di non averla mai baciata quando quel pensiero gli si era stampato dietro le retine, direttamente nel cervello, aggrappato coi denti ai suoi stessi sensi?

"Costanza, io non…"

"Sì, ho capito: dopotutto, non sono così stupida, sempre che tu non abbia cambiato idea in proposito. Ci siamo comportati come bambini capricciosi, ma d’ora in avanti, col senno di poi, ci comporteremo da persone mature e responsabili. Adesso puoi andare" disse lei sottovoce, girando ostinatamente il viso verso il muro. Sasha tentennò, aprì e chiuse la bocca un paio di volte, poi crollò le spalle, vinto.

"Al diavolo" masticò a denti stretti, e con passo incerto uscì dalla camera senza girarsi indietro. Solo quando sentì la porta chiudersi definitivamente, Costanza si concesse il lusso di respirare di nuovo.

* * *

Qualche ora dopo, Nadja entrò nella stanza in punta di piedi e trovò Costanza intenta a preparare le valigie: i resti del comodino e della lampada di nonna Valenskij giacevano ordinatamente per terra, il baldacchino era stato rimontato e Costanza aveva indossato un severo abito da viaggio. La sua faccia era pallida ed imperscrutabile: ogni traccia di trucco era sparita e, se possibile, la piega della sua bocca era ancora più dura di prima. Tutto il buonumore di Nadja e la serie interminabile di domande pungenti che la ragazza si era preparata per torturare l’amica svanirono di colpo come neve al sole quando Costanza alzò su di lei due occhi scuri che grondavano angoscia come lacrime.

"Costanza!" la chiamò l’amica correndo ad abbracciarla, premurosa "Che è successo? Io credevo che tu e Sasha…"

"Ti prego, Nadja, non pronunciare più quel nome in mia presenza" ordinò Costanza con la voce così vibrante che la sua sembrava una preghiera "Quell’essere immondo…lo odio con tutto il cuore!"

"Ma io credevo che…insomma, dalle vostre facce e il tuo vestito…diavolo, state insieme adesso, no?"

Costanza si liberò del suo abbraccio e chiuse le sue emozioni dietro una faccia imperscrutabile.

"Perché dovremmo farlo?" ribatté, sentendosi ancora troppo debole per negare l’evidenza.

"Andiamo, gioia, vi ho visti prima…ho abbastanza esperienza di uomini per capire che eravate un bel po’ più in là del bacetto della buonanotte, quando io e nonna Valenskij siamo entrate!"

Costanza le girò le spalle e raschiò sul fondo della sua determinazione per quell’ultima, spossante bugia.

"Tra me e Valenskij non c’è stato niente, non c’è niente e non ci sarà mai niente. Scolpiscitelo in quella zucca vuota, una volta per tutte"

Nadja sembrò metabolizzare la notizia con un piglio insolitamente serio sul faccino appuntito. Quando ormai Costanza pensava di averla fatta franca, Nadja sbottò con un tono di voce decisamente impaziente.

"Voi due…perché diavolo dovete essere così stupidi? A chi volete darla a bere? Non c’è niente, non ci sarà mai niente…balle! Anche un cieco si accorgerebbe che voi due vi morite dietro l’un l’altra! Vi si annusa da lontano un chilometro, voi e la vostra maledetta puzza sotto il naso!"

Costanza si passò una mano sul viso, sfinita, e Nadja le tornò vicina abbracciandola.

"Mi dici perché la fate tanto difficile? Tu gli piaci, lui ti piace, e a chi non piacerebbe uno come Sasha, vorrei proprio saperlo…insomma, che aspettate a buttarvi su un letto e farla finita con questo assurdo tira e molla?"

"Nadja, ci sono delle cose che non sai" mormorò Costanza, senza guardarla negli occhi "Delle cose che riguardano Karkaroff e la scuola…e anche più importanti. Si tratta di pericolo e di cose più grandi di noi…"

"Tra tutte le scuse che ho sentito per coprire una assoluta mancanza di esperienza in campo sessuale, questa è la più stupida. Fantasiosa, ma stupida"

"Non ti sto mentendo" rispose sinceramente Costanza, ignorandola "E ti prego, non forzarmi a raccontarti più di così…è molto meglio per te, credimi"

"Mettiamo pure di vivere in un universo parallelo e che le corbellerie che dici siano vere" sospirò Nadja "Mi dici cosa c’entrerebbe questo con te e Sasha?"

"C’entra" mormorò Costanza, col cuore che le doleva come un dente guasto "In un universo parallelo, forse, un fratellastro e una sorellastra potrebbero anche ammettere di piacersi, se non ci fossero di mezzo…troppe cose a dividerli. Ma qui siamo nella realtà"

"E nella realtà Sasha ti ha baciata o no?"

Costanza cominciò ad arrabbiarsi.

"Ti ho detto che ci sono di mezzo cose importanti, che le nostre vite potrebbero essere in pericolo e tu vai a cavillare di un bacio, che, fra parentesi, non ci sarà mai? La tua mente è ristretta come un chicco di riso"

"Come un signor chicco di riso, grazie" rettificò Nadja compunta "Se vuoi che allarghi i miei orizzonti allora parlami del motivo per cui la camicia di Sasha era senza bottoni"

"Nadja…ti ho già spiegato dell’universo parallelo, vero?" borbottò Costanza, tentando di sviare il discorso.

"Questo universo parallelo mi sta già antipatico: sembra tanto una tragedia teatrale" brontolò Nadja cupamente "D’altra parte, solo in una tragedia teatrale due tizi possono sfasciare una camera prima di riuscire a baciarsi. Mi piacerebbe sapere cosa succederebbe in caso le cose si facessero ancora più intime. Comunque, nel vostro melodrammone c’è anche il cavaliere senza testa che viene a rapire la bella sorellastra che si è immolata per amore?"

Costanza chiuse gli occhi, affranta.

"Vorrei anche io che fosse uno scherzo, Nadja, ma quello che devi sapere si riduce a questo: togliti dalla testa di vedere Sasha Valenskij corteggiare Costanza Malatesta. Non succederà mai, né in questo né nel prossimo secolo"

"Amen" sbuffò Nadja, scettica "D’altra parte, mai è un concetto abbastanza duttile. Avevano detto che i babbani non avrebbero mai volato e oplà!, loro non hanno forse inventato quegli uccelli di latta, come si chiamano…gli aerei?"

"Senti, pensa quello che vuoi" concluse Costanza, sfinita "Basta che io possa venire a casa tua fino alla fine delle vacanze di Natale"

Un lampo scaltro e un sorriso birichino attraversarono il viso ridente di Nadja.

"Ti ospiterò…a una condizione"

"Va bene. Purché tu non mi faccia di nuovo indossare biancheria intima di pizzo….non lo sopporterei"

"Oh, niente di così devastante" sorrise Nadja insondabile "Solo una domandina, piccola piccola"

"Spara" sospirò Costanza, rassegnata.

"Come bacia Sasha Valenskij?"

Un arcobaleno di espressioni diverse fece in tempo ad attraversare il viso di Costanza prima che la giovane riuscisse a tornare padrona delle sue emozioni.

"Certe volte, mi chiedo come faccio a considerarti la mia migliore amica" berciò alla fine, girandole le spalle mentre Nadja annuiva soddisfatta.

"Masochismo latente, direi. E comunque non c’è più bisogno che tu mi risponda: la tua faccia mi ha detto chiaramente tutto quello che volevo sapere"

* * *

Il mattino dopo, Costanza si scusò con estrema e convincente umiltà davanti a nonna Valenskij per aver sfasciato la camera da letto e subito dopo annunciò a tutti che gli ultimi giorni delle vacanze di Natale li avrebbe passati con Balthus a casa di Nadja che si era gentilmente offerta di ospitare sia lei che il piccolo drago. Nonna Valenskij accolse sorpresa la notizia, ma non commentò davanti alla faccia tirata e scura della ragazza. Alfonso protestò debolmente, più sollevato che dispiaciuto e Sonja mormorò qualche vaga parola di saluto. Sasha non disse niente: non osò nemmeno salutarla quando la vide uscire al fianco di Nadja, con Balthus ben avvolto in coperte termiche appeso al suo petto e la schiena dritta e fiera dentro al pesante mantello di pelliccia. Ma non poté fare a meno di sentire un vuoto enorme aprirglisi nello stomaco al pensiero che, in quel momento, probabilmente, la stava perdendo per sempre.

"Tu, nipote degenere…che hai fatto a quella povera ragazza per farla scappare così dalla casa della sua famiglia?"

La voce di nonna Valenskij gli giunse alle spalle a sorpresa, con un tono così perentorio che pensare di sviare la domanda era pura fantasia.

"Io e Costanza non andiamo d’accordo" rispose il giovane girandosi a guardare la nonna che, con un cipiglio severo, lo scrutava fino in fondo all’anima con quei suoi occhi aguzzi come pietre.

"Nemmeno io e tua madre andiamo d’accordo, ma le nostre lampade sono ancora tutte intatte dopo quasi vent’anni di convivenza" sferzò la nonna, incurante della sua risposta "E non credere che solo perché sono vecchia non mi sia accorta di come vi guardate: da cui, la conclusione che tu devi avere in qualche modo ferito i sentimenti di Costanza in un frangente che sconfina parecchio al di là dell’ambito familiare"

Sasha sospirò depresso, scuotendo il capo.

"Senti, nonna, possiamo non parlarne? Questa situazione non fa schiattare di gioia nemmeno me, checché ne pensiate tu e miss Spo…Costanza"

Nonna Valenskij guardò a lungo e con estrema serietà il volto del giovane, impedendogli di defilarsi per l’ennesima volta.

"Figliolo" esordì lei dopo un lungo silenzio parlando con estrema convinzione "Lasciatelo dire da una persona che ti conosce bene: tu sei un imbecille"

"Grazie, nonnina cara" ringhiò Sasha, imbronciandosi "Adesso sì che sono finalmente felice"

"Costanza mi piace: è una ragazza assennata, intelligente e molto più adulta della sua età, una perla rara nella marea di mediocrità che compone la tua generazione"

"Ci avrai scambiato si e no dieci parole in tutto" brontolò Sasha punto sul vivo "Non pretendere di conoscerla più di me che la conosco da sette anni"

"Ma cosa vuoi conoscere, tu?" sbuffò nonna Valenskij, stizzita "A malapena guardi al di là del tuo nobile e bellissimo naso. D’altra parte, tutti i Valenskij nascono così: altezzosi e convinti di avere la verità in tasca e di poterla tirare fuori in qualsiasi momento. Costanza l’ho capita dal primo momento che l’ho vista, e ho capito anche che, per tua enorme e incompresa fortuna, è attratta da te. Non accetto minimamente l’idea che tu ti prenda gioco di lei!"

"E se fosse lei a prendersi gioco di me?" grugnì Sasha, stufo di far sempre la parte del cattivo quando in quel caso si sentiva una vittima completa "Costanza è in pericolo e io…la devo proteggere. Io non posso permettere che lei mi piaccia, e lei non dovrebbe permettersi di…provocare"

"Che sciocchezze!" tuonò nonna Valenskij, aggrottata "Da cosa la dovresti proteggere? Certe panzane che inventi sono addirittura più grosse di te…e comunque, Costanza non mi sembra affatto il tipo che ho bisogno della tua protezione. Quelle che inventi sono tutte scuse perché quella ragazza ti spaventa e non sai come gestirla"

"Io spaventato…? No, senti, lasciamo stare: sembra quasi che tu voglia che io e Costanza ci sposiamo, in barba allo scandalo che il matrimonio fra due fratellastri provocherebbe nella nobile e correttissima famiglia Valenskij"

"Infatti" sentenziò nonna Valenskij con sicurezza, spiazzandolo completamente "Costanza è esattamente il tipo di moglie che ti ci vorrebbe"

Sasha era indeciso se ridere o arrabbiarsi sul serio: guardò la nonna con palese interesse, leggermente basito dalle sue parole.

"Capisco che tu sia smaniosa di avere un nipotino prima che la demenza senile abbia la meglio su di te, ma ti ricordo che ho 19 anni e tante intenzioni di sposarmi come tu di partecipare ad un carnevale babbano nel ruolo di danzatrice del ventre"

"Tesoro" lo ammonì severamente la nonna "La persona giusta si acchiappa al volo quando capita, non quando ti senti pronto. Il fatto che Costanza sia la tua sorellastra acquisita per me è solo un insignificante dettaglio. Se tu ti innamorassi di lei sarebbe un vero e proprio colpo di fortuna come quello che capitò a tuo nonno quando incontrò me….fortuna che, purtroppo, tuo padre non ha avuto, quando ha sposato Sonja"

Sasha era rimasto a bocca aperta dallo stupore: ma era davvero la rigida e bacchettona nonna Valesnkij quella che parlava…? Lo sguardo della vecchia si addolcì davanti alla sua palese confusione.

"Figliolo" gli mormorò posando una mano rugosa sulla sua spalla "Non voglio propinarti consigli non richiesti, ma sono stata una giovane donna anche io e credo di capire Costanza molto più di quanto la possa capire tu. Lei non ti prenderebbe mai in giro. Ricambiale il favore"

"Cioè, non la devo più prendere in giro?" rispose con un mesto sorriso Sasha, cercando di recuperare la sua aria ironica. Nonna Valenskij scosse il capo, saputa.

"Anche. Ma soprattutto, non prendere in giro te stesso riguardo quello che senti per lei"

Che diavolo voleva dire con quelle parole? Sasha aspettò che nonna Valenskij si spiegasse meglio, ma la vecchia, con un cenno secco della mano, si voltò verso le scale e salì con la solita rigida dignità verso i propri appartamenti.

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Purtroppo, causa problemi di lavoro, aggiornerò solo 2/3 volte a settimana: se va tutto bene, ci sentiamo giovedì.

Pe: Non è male l’idea di spararsi una coppetta di gelato mentre si legge…devo provare! Per quanto riguarda le meringhe sul fondo, vorrei ricordarti che no solo i cavalli apprezzano le zollette di zucchero: anche le capre, i mufloni, le mucche, gli stambecchi, i licaoni della Costa D’Avorio (anche se questi ultimi ti mangiano anche il braccio che sorregge la coppetta….), i liocorni e i ricciocorni schiattosi. Immagino che adesso mi odierai per aver fatto di nuovo separare i due piccioncini, ma mi sembrava più che naturale che non si capissero e che si incasinassero ancora di più la vita. O no? Per stavolta, comunque, sei perdonata: ma la prossima assenza ingiustificata ritorni accompagnata dai genitori, anzi, se hai un fratello maggiorenne e carino, porta lui! Poi mentre noi…parliamo, ti vai a prendere un gelato con le meringhe. Sì, mi piace quest’idea!!! Rambus non è arrabbiato, ma si sta liquefacendo nella tristezza, senza la tua logorroica compagnia: credo si sia preso una mezza cotta (e, checchè ne pensino gli altri, far innamorare un mostro di dieci metri non è così bello: chiedilo alla bionda di King Kong…). Correzioni: chiedo venia per i due sé stessa superstiti dallo spoglio preventivo, questo capitolo l’ho pubblicato senza guardarlo due volte. Per quanto riguarda il salvataggio di Sasha, sarei anche d’accordo in linea di principio, ma tu vuoi Sasha, io salverei Johnny Depp, magari un’altra vuole Brad Pitt….insomma, pensa a come diventerebbero stronzi questi maschietti solo perché sono rimasti gli ultimi sulla faccia della terra!! No, direi che lo sterminio di massa è la soluzione migliore. Per concludere…"ippogrifo in calore" è buono, ma non ha la stessa forza e la stessa immediatezza di "vacca in calore". Che ne dici invece di "schiopodo in calore?" Non so perché, ma mi sembra più incisivo…P.S.: Ti adoro, te l’ho già detto? Sei troppo forte, quando Sasha finisce la storia te lo regalo come ringraziamento per essere così…pucciosa!!

Mokarka: Ti ringrazio infinitamente per la recensione 1 e 2, sono davvero onorata di tanto entusiasmo!! Magari, con questo capitolo mi odierai….ma non ti preoccupare, la soluzione è sempre dietro l’angolo!! Sperando in una rapida "guarigione" della tua ADSL malata, ti mando tanti tanti bacioni e un grazie sincero!!

Delfinocurioso: E adesso….? Non mi odiare, ti prego: io sono piccola e nera ed ho tanto bisogno di affetto….poi, il vulcano è ancora lì: prima o poi erutterà, no? Un bacione e grazie come sempre della recensione (apprezzatissima!!)

Mewsana: Con quelle due teste calde, non potevo fare proprio una scena alla Romeo e Giulietta…però…l’idea non è male!! Lancio a me stessa la prossima sfida: bacio romantico! Tempi e modi da definire, datemi qualche idea!!!

Virgi: Ehm….perdonata? Sapevo che sapevi: loro non avevano nessuna intenzione di fermarsi e se non lo facevo io, la storia d’amore era già finita!! Comunque, ho in serbo altre sorprese…Baci!!!!

Minako-chan: Ciauz!! Ebbene sì, primo bacio da arrabbiati….secondo? Qualche preferenza? Come avrete intuito, bisognerà aspettare un po’ per il secondo…Costanza stavolta si è davvero arrabbiata. Resisterà lontano da quel delinquente (ma figo) di Sasha? Ai posteri…ecc ecc ecc. Grazie, come sempre, per le tue parole: un bacione!!

Bea_chan: Bè, dai…Apocalisse….se Nadja e nonna Valenskij stavano fuori dalle balle, allora si che ci veniva una Apocalisse: così, è venuta solo una piaghetta d’Egitto piccola così. Ma non disperare: la mia mente malata è una fucina di idee…Le tue recensioni sono come le canzoni di Battisti. Non Cesare, Lucio: hai presente, inseguendo una libellula sul prato, un giorno che avevo rotto col passato…lì si parla di una impasse. Voi nuove generazioni, non sapete proprio niente….scherzo!!! Sbaciuzz, a presto!

Green apple: Effettivamente, nonna Valenskij si è incazzata di brutto per il comodino e la lampada elfica…d’altra pare, se tutti noi per il primo bacio avessimo dovuto distruggere qualche mobilia, a quest’ora l’Ikea sarebbe una superpotenza mondiale!! Ti ringrazio sinceramente per i complimenti e le belle parole…il tuo appoggio "morale" è davvero importante, per me, mi stimola a scrivere ogni giorno con ancora più entusiasmo!! Grazie, baci baci

Tsukino Chan: Che bella, sintetica descrizione!! Insulti e amore….è proprio il concetto che volevo esprimere!! Grazie per aver letto la mia ff, per aver commentato e soprattutto per aver apprezzato i miei scritti: sono davvero onoratissima!! Baci, a presto

Lilyblack: Esatto, non parliamo di calcio (solo al pensiero dei mondiali in Germania mi faccio la pipì addosso dall’emozione…Viva l’Italia!! Spacchiamo il culo a quei brasiliani samberi del cavolo!!). In che senso ti sembra che manchi un pezzo? Spiegati meglio: se il caso, modifico! Tra quelli nominati l’unico che mi intiepidisce appena appena è Colin Farrell. Scusa, ma sono molto monogama, inside in my deep. Però va bene tutto, quando c’è da divertirsi sono di bocca buona!! Bacioni, a presto!!!

The lost arch angel: Immagino, con questo capitolo, di aver consumato tutti i miei crediti nei tuoi confronti….Sorry!! Recupereremo, non ti preoccupare!! Baciosi

Romina: Oh, mia Diletta! Senza di te come potrei vedere un fine in questa valle di lacrime? Senza di te, una rosa potrebbe mai essere una rosa o sarebbe…che so, un girasole?! Lasciamo perdere, la prosa non è il mio forte. Adesso, cosa vorresti che succedesse? Aspetto suggerimenti, o mia musa, mio clone, mia merendina farcita. A presto, sbaciuzz!!

Maharet: Effettivamente, non ce li vedevo molto Sasha e Costanza a dirsi pucci pucci e micio micio …però, la prossima volta (perché, ovviamente, ci sarà una prossima volta) sarà molto diverso: devo studiare. Inventare. Creare. Scolpire!! Ah, che artista che sono!! (Ma taci, và….Nd Tutti).

Nisi Corvonero: Dunque….ho sfogliato la mia cartella medica, qui in clinica, per vedere se una delle mie personalità multiple si chiamasse per caso Silvia Roncaglia…no, nessuna Silvia. Quella stronza sarà una inserviente che mi ha rubato il diario mentre io ero a farmi un viaggio con la torazina…adesso la denuncio!! Nisuccia bella, mio amore, my darling, mi corazòn, mon petit chou, meine fraulein, la mè sdora… Spero tu abbia fatto buone vacanze e che ti sia buttata nelle danze sia orizzontali che verticali che oblique, a scelta. Magari, ci stava anche qualche avviamento, qualche pliè…la Pavlova di Milano! Sono commossa. Mi sei mancata tanto tantissimo, e per reazione ho fatto baciare Sasha e Costanza in un torrido, very hot momento catartico. Passando al paragone con Lady Oscar…ti ho già detto che a me piaceva lei? Mi pare di sì. Questa cosa mi fa uno strano effetto, questa omossessualità latente…certo però, anche i disegnatori, tratteggiare Oscar così figo…non si fa. Poi una per forza si fa le turbe. Andrè è troppo buono per i miei gusti, io ho bisogno di un uomo con la frusta…hem…passiamo oltre! Come vedi, non ho intenzione di far schiattare i miei protagonisti subito dopo aver consumato il loro amore, e nemmeno di farli aspettare 20 anni prima che questo succeda (Andrè, aripijate!!). Grazie per tutte le belle parole di incoraggiamento, ma per Costanza su un piatto d’argento con la mela in bocca stile porchetta dovremo aspettare ancora un po’… Baci baci, a presto!!

Shaka: Non potevo fare un incontro romantico tra due che si prendono a pesci in faccia da una vita: la coerenza, gente, la coerenza!! Po, siccome sono anche io una inguaribile romanticona, prima o poi lo sweet moment ci sarà. Abbi fede!! Ancora non si quanti capitoli scriverò in tutto: come trama siamo più di metà, ma bisogna vedere quanti capitoli mi porta via la storia amorosa…spero che comunque mi seguirete fino alla vecchiaia, se occorre!! Baciotti

Serintage: Ammore!! Mia Costanza putativa!! Allora, l’avresti fatto anche tu il salto dal comodino con Sasha o avresti graziosamente declinato l’offerta? Spero di risentirti presto "on line", in linea con l’assassino, per intenderci (l’assassino sarei io: è meglio specificare, eh…). La lacca effetto cemento non l’avevo considerata: diamine, che genio che sei!! Chiedo umilmente scusa per la svista, la prossima volta non la dimenticherò (Nadja, prendi nota!! Lacca effetto cemento e rossetto indelebile. No, non ho detto rossetto effetto cemento e lacca indelebile!! Questa bionda qui è proprio svanita…). Un bacione fortissimo, mia adorata, le tue recensioni sono sempre una forza della natura!!

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 : Ritorno a Durmstrang ***


Capitolo 28 : Ritorno a Durmstrang

A Costanza sembrò piuttosto strano che, al ritorno a scuola, nessuno si accorgesse del suo cuore spezzato e rattoppato: a lei sembrava evidente come un’insegna luminosa piazzata in fronte. Evidentemente, miss Spocchia era abbastanza brava a simulare le proprie emozioni da coprire anche questo significativo, insopportabile peso che si portava addosso come un’ingombrante zavorra. I primi giorni a Durmstrang dopo le vacanze di Natale passarono per lei come avvolti da una fitta nebbia: dormiva pochissimo, si svegliava già sfinita e tutto il giorno lo passava sforzandosi furiosamente di non pensare a Sasha, studiando come una forsennata ed occupandosi di Balthus in maniera quasi morbosa. Il drago e la sua salute erano diventati la sua principale ragione di vita: era l’unico che fosse in grado di strapparle qualche riottoso sorriso, in quei bui e gelidi primi giorni di gennaio. Il piccolo drago cresceva a vista d’occhio e aveva cominciato a sviluppare una forte e giocosa personalità da cucciolo invadente e curioso. Amava inseguire le prede che Costanza gli procurava, prima insetti di grossa taglia poi rane, lucertole e grassi topi di cui andava pazzo; amava beccare qualsiasi superficie gli capitasse a tiro, compresi gli stinchi di chi non trovava simpatico (Nadja sopra di tutti), detestava la neve che gli si appiccicava agli artigli adunchi delle zampe, facendolo strillare oltraggiato finché Costanza non lo riprendeva in braccio; insomma, Costanza si trovò ad amarlo con un selvaggio istinto materno che non sospettava minimamente di avere. Balthus e Fifì non erano i soli draghi ad essere nati durante le vacanze di Natale: anche tutte le altre uova si erano schiuse e i dormitori pullulavano di grida rauche e di tremendo odore di zolfo. Karkaroff, piuttosto frustrato e irritato dal fatto che nessun drago fosse morto dall’inizio del progetto, dovette allestire una delle stalle del seminterrato per accogliere i cuccioli che crescevano a vista d’occhio e che cominciavano a rendere pericoloso e irrespirabile l’ambiente dei dormitori. Con fierezza, confrontandolo con tutti gli altri draghetti che occupavano i vari box individuali della stalla, Costanza si accorse che Balthus era indubbiamente il più grosso e simpatico di tutti. Fifì era un Ironbelly Ucraino femmina piuttosto tranquillo che Balthus ignorava con sospettosa superiorità, Bergil era un Petardo Cinese che adorava masticarsi la lunga coda forcuta fino a guaire di dolore mentre Balthus continuava a guardarlo con le perplesse pupille verticali aggrottate; Oswald, il Grugnocorto Svedese di Alois Dinu e compagno, era un insopportabile urlatore che i padroni riuscivano a malapena a zittire. Balthus, crescendo, stava assumendo uno spettacolare colore verde smeraldo e sul dorso stavano cominciando a spuntare i primi duri spunzoni d’osso della criniera. Le robuste ali membranose in poco tempo avevano raggiunto il metro di ampiezza ed a Costanza scoppiava il cuore di orgoglio quando il drago si esibiva nei primi goffi tentativi di spiegarle: nessun drago si azzardava ad avvicinarsi a lui che a malapena sopportava la presenza di Bergil e Fifì. L’ombroso e aggressivo Balthus venerava solo i suoi padroni dal quale era ampiamente ricambiato: Costanza sapeva che se avesse di nuovo parlato con Sasha sarebbe stato anche per merito suo.

* * *

Per chissà quale benedetta combinazione astrale, Costanza era riuscita ad evitare qualsiasi contatto con Sasha nella prima settimana, anche a causa dei super allenamenti di Quidditch alla quale la squadra di Torre dei Lupi si era sottoposta in previsione dell’imminente incontro con Torre dei Draghi di fine gennaio. Le lezioni di Cura delle Creature Magiche, dove era costretta a sedere di fianco all’odiato fratellastro, erano state misericordiosamente spostate nelle stalle che ospitavano i draghi e la presenza di Balthus riusciva sempre in qualche modo ad evitare ai due di parlarsi. Nadja, pazientemente, non aveva mai più chiesto notizie sugli avvenimenti di Capodanno, e questo era un bene, visto che Costanza continuava a pensarci sempre e comunque anche da sola. Di notte si svegliava di soprassalto mentre sognava di essere ancora su quel letto dal baldacchino rotto e ogni centimetro di pelle le doleva come se ci avesse passato sopra una torcia infuocata. Più passavano i giorni e più quell’intimo tormento aumentava: Costanza si chiedeva sfinita se tutto quello stravolgimento potesse davvero essere una semplice "debolezza", come l’aveva definita quel verme verminoso di Valenskij. Come faceva a mancarle il fiato al solo pensiero di non poter più parlare con lui? Il sospetto che potesse essere qualcosa di più di una debolezza, riusciva a gettarla nel panico più completo.

* * *

Quella sera, dopo aver studiato tutto lo studiabile, per non farsi prendere di nuovo dallo sconforto (o dall’isteria, secondo il modesto parere di Nadja) andò come al solito da Balthus. Il piccolo drago, che in tre settimane di vita aveva raddoppiato il proprio volume, le zampettò incontro con un "rah!" festoso che le allargò il cuore. Accarezzando la dura e liscia scorza di squame che lo ricopriva, Costanza gli mormorò parole senza senso ricche di affetto: si sentiva un po’ stupida, ma non poteva fare a meno di pronunciarle quando Balthus le balzava in grembo gioioso.

"Stai diventando grasso come un maiale, piccoletto" lo rimproverò dolcemente posandolo a terra "Noto che ti sei dato di nuovo da fare col prodotto interno lordo, eh?" brontolò poi indicando il box pieno di escrementi dal rivoltante odore di zolfo. Balthus la guardò con i gialli occhi lucidi, beccuzzandole con affetto un laccio della scarpa. Costanza si lasciò sfuggire un sorriso tenero: ormai non aveva più un paio di scarpe decenti, tutte rovinate dal becco insaziabile del drago.

"Non riuscirai mai a volare se ti fai venire un pancione grosso come una mongolfiera" mormorò chinandosi ad accarezzargli il testone verde "Cosa ti dà da mangiare quel decerebrato del tuo padrone?"

"Dalle tue parole, immagino che evitare di sparlare alle spalle degli assenti non era annoverato fra i buoni propositi per l’anno nuovo" disse una voce indolente alle sue spalle che la fece sobbalzare penosamente.

Valenskij. Un fiotto di calore liquido le invase le viscere mentre il cuore lottava furiosamente per uscire dalla cassa toracica e farsi un giro chissà dove. Lentamente, mantenendo il più possibile l’espressione del viso immobile, si girò verso il fratellastro che era uscito dall’ombra e si era appoggiato con noncuranza contro il muro tenendo le mani in tasca con snervante tranquillità.

"Nemmeno tu hai perso la fastidiosa abitudine di spiare la gente ignara, quindi direi che siamo pari" ribatté altezzosa "E comunque, uno di questi giorni ti beccherai una maledizione Cruciatus come si deve, a forza di ficcare il naso dove non sei gradito"

Balthus, quando vide finalmente Sasha, strillò estasiato e claudicò sbatacchiando le ali fino a finirgli in braccio, gracchiando follemente di gioia.

"Non è che proprio per tutti io non sia gradito" rise Sasha coccolandolo mentre Costanza cominciava seriamente a ridimensionare l’affetto che provava per quel mostriciattolo verde.

"Che diavolo vuoi, Valenskij?" sbottò infine, voltandogli bruscamente le spalle: la vista di Sasha con quel sorriso tenero e con quelle mani delicate sulla testa di Balthus era davvero troppo per lei.

"Devo parlarti" rispose seccamente Sasha dopo qualche attimo di silenzio passato a guardare il collo bianco e ostile di Costanza: dopo tanto tempo passato a ripetersi come un mantra che lui stava benissimo e che non era successo niente su quel letto a baldacchino e che se aveva baciato centinaia di ragazze senza nemmeno ricordarne le facce poteva dimenticare anche di aver baciato Costanza, era stato un duro colpo rivederla. Non solo non aveva dimenticato ogni singolo secondo di quel bacio, anzi, il ricordo del suo sapore gli si era inchiodato alle meningi come un virus infetto. Non gli era mai successo niente di simile, prima.

"Dimmi quello che devi dirmi in modo rapido e indolore" borbottò impaziente Costanza, già di cattivo umore. Sasha scosse il capo, molto serio.

"No, non qui" disse indicando casualmente alcuni studenti che entravano e uscivano dalle stalle per accudire i loro draghi "Facciamoci una passeggiata"

"Io non vengo da nessuna parte con te" sbottò immediatamente Costanza con profonda convinzione.

Sasha, come se nemmeno l’avesse sentita, infilò a Balthus una specie di imbracatura a mò di guinzaglio: il piccolo drago, con un "rah!" profondamente estasiato, iniziò a sbatacchiare le ali trascinandolo verso l’uscita.

"Andiamo" disse Sasha trattenendolo e girando appena la testa verso Costanza che incrociò le braccia sul petto, decisa e vagamente arrabbiata.

"Riassumerò il concetto con una parola sola, visto che ti ostini a non elaborare frasi troppo complicate per quel tuo cervellino atrofico: scordatelo"

Sasha sospirò impaziente, ma dentro di sé qualcosa gli punse il cuore con insistenza: era forse rabbia…o malinconia? Non lo avrebbe ammesso nemmeno sul letto di morte, ma gli era davvero mancata la sua voce al vetriolo.

"Devo dedurre che ogni notte continuerai a vagare come un fantasma per i corridoi del quarto piano, rischiando di essere beccata dagli elfi guardiani e da Prefetti in qualsiasi momento?" domandò con noncuranza mentre il viso di Costanza si faceva di colpo stupefatto e guardingo.

"E tu come fai a…" balbettò prima di serrare la bocca di scatto "Se ti sei ridotto a perdere delle preziose ore di sonno a causa della tua nuova sindrome dello spione, la cosa non mi tocca"

"Ma tocca me" sbadigliò Sasha, altezzoso "Ci sono modi molto migliori per avere informazioni sul quinto piano di Torre Centrale senza rischiare l’espulsione per essere stata beccata a girovagare di notte nei corridoi. E con quella specie di scafandro da palombaro che hai per camicia da notte, poi…roba da carcerazione immediata"

Costanza sentì la rabbia montarle dentro insieme a un debole rimpianto da dejà vu: quel tipo di conversazione costantemente all’attacco era così tipica di Valenskij da essere quasi un marchio di fabbrica, temuto quanto stimolante…in un certo modo contorto, anche piacevole! Evidentemente, mister Letamaio l’aveva seguita: non dormendo molto, di notte, quando i pensieri su di lui diventavano così insostenibili da toglierle il sonno, si era data da fare per cercare il famoso ingresso degli uffici del quinto piano di Torre Centrale. Le prime volte era stato terribile, con la paura di essere smascherata in ogni secondo e la frustrazione per non trovare nessuna traccia visibile di quello che cercava. Dopo, era diventato quasi un passatempo piacevole: aveva tracciato una mappa del quarto piano e dei corridoi che aveva esplorato, ma la complessità della struttura del piano era tale da scoraggiare chiunque fosse un po’ meno determinato di lei….comunque, durante quelle notti in esplorazione, non si era mai accorta di essere seguita. Da Valenskij! Quel pensiero le provocò un improvviso e immediato fiotto di furore.

"Per caso ti sei appassionato alle lingue morte?" chiese velenosamente e Sasha le rivolse uno sguardo interrogativo.

"Come hai detto?"

"Ho chiesto se ti sei appassionato alle lingue morte: magari se te lo dico in aramaico antico che non ti voglio fra i piedi riesco a farmi capire"

Sasha le rivolse un sorriso scintillante che fu in grado di rendere le ginocchia di Costanza fragili e gommose.

"Andiamo, miss Spocchia" le disse molto più rilassato e complice "Ti chiedo solo una breve tregua e ti assicuro che ne trarrai un enorme vantaggio"

"Ti avevo già concesso una tregua e guarda cos’è successo" sfuggì di bocca a Costanza e d’un tratto il bacio di Capodanno fu in mezzo a loro con tutto il suo pesantissimo fardello di ricordi e di sensazioni. Balthus strattonava l’imbracatura impaziente, Sasha aveva la faccia assorta come un drammaturgo in fase di ispirazione e Costanza avrebbe voluto più o meno seppellirsi: si era ripromessa di non parlare mai e poi mai di quel bacio: soprattutto con Sasha. E la prima volta che poteva aprir bocca in sua presenza, che faceva, invece?

"E’ successo che…per accudire Balthus durante i tuoi interminabili allenamenti di Quidditch mi sono davvero affezionata a quel draghetto puzzolente" aggiunse in fretta voltandogli le spalle "Questo non giova assolutamente alla reputazione di miss Spocchia"

Sasha si permise il lusso di fissarle a lungo la schiena, sorridendo: così dritta, nervosa, con quella piega del collo ombreggiata dalla massa dei capelli raccolti sulla nuca, così pura da essere quasi commovente. Bellissima, ai suoi occhi, per quella perfetta imperfezione. Quanto avrebbe voluto dirglielo e finirla finalmente col tormento di volerla sempre vicina, ogni giorno, ogni ora…

"Ti devo parlare degli uffici del quinto piano" disse bruscamente in tono molto piatto avviandosi deciso verso l’uscita "Non ti ruberò più di due minuti"

Costanza gli lanciò uno sguardo dubbioso che lui ricambiò con molta calma.

"Sarà una conversazione mirata, breve e civile" aggiunse Sasha con molta dignità.

Pensare a loro due intenti in una conversazione mirata, breve e civile era così surreale che entrambi si trattennero a stento dallo scoppiare a ridere: con gli occhi scintillanti di divertimento e la bocca ben pressata, Costanza si affiancò a Sasha incamminandosi elegantemente verso l’uscita.

"Hai due minuti" disse con voce involontariamente più morbida "Fatteli bastare"

* * *

Ci vollero ben più di due minuti per raccontare tutto, ma Costanza era troppo intimamente felice di avere Sasha di fianco per cavillare sul tempo che trascorreva troppo vigliaccamente veloce in sua compagnia. Usciti dalla stalla, presero il sentiero che costeggiava il Bosco delle Querce Oscillanti: il cielo era grigio scuro e nevicava, una neve leggera che non infastidiva. Anzi, non c’era nemmeno tanto freddo: o era solo un’impressione perché la reciproca vicinanza provocava ad entrambi un moto inconsulto di calore? Chi sembrava veramente disturbato era Balthus che con lunghi "rah!" di raccapriccio cercava con cura di non calpestare la neve fresca con le zampe uncinate. Durante i primi passi affiancati, Sasha e Costanza rimasero in silenzio. Non era però un silenzio imbarazzato o vigile: era una mancanza di parole riempita dalla consapevolezza di essere insieme, con vergognoso e inconfessato piacere. All’ennesimo salto disgustato di Balthus, Sasha però finalmente si riscosse.

"Quando ti ho vista scorrazzare di notte con un foglio in mano a sfogare le tue velleità di architetto mancato, ho pensato che da qualche parte dovevano già esistere delle planimetrie della scuola"

"In biblioteca non ci sono libri che descrivano con chiarezza la struttura di Durmstrang" rispose Costanza, saccente "E nemmeno fuori dalla biblioteca: ho controllato attentamente"

Sasha le lanciò uno sguardo canzonatorio, sorridendo appena.

"Sapevo che miss Spocchia avrebbe dato prova di incrollabile efficienza" mormorò indolente "Così, intuendo che in biblioteca non avevi trovato le risposte giuste, ho pensato a chi potesse averle all’interno della scuola"

"Hai pensato?" si sorprese Costanza, sbattendo leziosamente le ciglia "Sono davvero lusingata di aver provocato un evento così epocale"

"Spiritosa. Io comunque la risposta l’ho trovata e miss Spocchia no, nonostante la sua sconfinata sapienza"

"Che hai trovato?" chiese Costanza, genuinamente curiosa e Sasha tirò fuori dalla tasca del mantello una pergamena arrotolata dall’aspetto piuttosto consunto.

"Voilà, mademioselle: la planimetria del quarto piano, comprensiva di passaggi segreti e nicchie nascoste"

Costanza quasi gliela strappò di mano, con un verso a metà tra l’eccitato e il sorpreso: dopo averla aperta, studiò meravigliata il disegno completo.

"Come diamine hai fatto a trovarla?" chiese poi, sinceramente stupefatta.

"Era nell’ufficio dei custodi" rispose Sasha con noncuranza guardandosi le unghie con alterigia. Costanza gli lanciò un lungo sguardo sospettoso.

"Non posso crederci: narciso, spione e pure ladro…perché se non ho capito male tu l’hai rubata, vero?"

Sasha si esibì in un perfetto sguardo grondante alterigia.

"Un Valenskij…rubare? Per favore, Malatesta, rientra in te"

"Io sono in me con piena consapevolezza" rispose Costanza, fingendosi scandalizzata "Ma se l’hai preso senza permesso, a casa mia si chiama furto"

"A casa mia si chiama prestito coatto" rispose graziosamente Sasha "E comunque, se questo urta così tanto il tuo senso etico, posso restituirlo..."

Fece per riprendersi la planimetria, ma Costanza gliela strappò di nuovo dalle mani.

"Vuoi scherzare?" rispose, tranquillamente "Questa piantina è una miniera di informazioni: è comunque un maledetto passo avanti, nonostante sia ancora lontanissima anche solo dall’intuire dove sia quel benedetto ingresso del quinto piano"

"Nessun indizio durante le tue scorribande notturne?" domandò Sasha, alzando un sopracciglio.

"Niente di niente" confessò controvoglia Costanza "Solo nei corridoi che ho controllato ci saranno almeno duecento ritratti. E’ impensabile trovare quello giusto, sempre che sia tra quelli esposti e non rinchiuso in qualche antro segreto"

"Così non ne verremo mai a capo" borbottò Sasha, imbronciato.

"Cos’è questa mania che hai di parlare sempre al plurale?" sbottò Costanza aggrottandosi "Ti ho già detto di tenere fuori il becco dai miei affari. Ti ringrazio per la planimetria, ma l’assioma di partenza non si cambia"

"Pensi di trovare tutta sola l’ingresso del quinto piano?" berciò Sasha, offeso: come poteva dirle che non riusciva proprio a tenere il becco lontano dai suoi affari…lontano da lei?

"In qualche modo farò" rispose Costanza distogliendo lo sguardo per non fargli vedere quanto si sentisse male nel dirlo "Ci sarà pure un qualche mo…"

Si interruppe di colpo, fermandosi bruscamente al centro del vialetto con la bocca spalancata da un’illuminazione.

"Costanza?" la chiamò Sasha con blando interesse "Hai avuto un’idea o il tuo intelletto è definitivamente collassato?"

"Ma certo!" esplose Costanza, esultante "Gli elfi domestici che fanno le pulizie! Loro sanno come accedere al quinto piano!"

Sasha la fissò sorpreso per qualche secondo.

"Non ce lo diranno mai" dichiarò alla fine, un po’ irritato dal fatto che un’idea così maledettamente buona fosse venuta a lei e non a lui.

"Attento al plurale, e comunque non ce ne sarà bisogno" rispose Costanza, sorridendo contenta "Mi informerò sui loro turni di pulizia e riuscirò a seguirli quando accederanno al quinto piano"

"Non potrai mai seguire i turni di tutti" obbiettò Sasha, di cattivo umore.

"Andrò per esclusione e un giorno mi darò malata per sfruttare la mattinata" rimbeccò Costanza, più seria "E se posso scegliere un giorno, sarà sicuramente quando c’è lezione di Cura delle Creature Magiche"

"Non hai decisamente la tempra per fare l’eroina solitaria: ti serve qualcuno che ti faccia da palo"

"A te serve qualcuno che ti faccia da cervello, ma se tu hai potuto fare a meno di tale figura per tutti questi anni, penso di riuscire anche io a stare senza un palo, in questo frangente"

Sasha smise di camminare, facendo rotolare Balthus con un verso oltraggiato, e fissò Costanza con un fiero e impaziente cipiglio. La giovane sostenne il suo sguardo duro senza battere ciglio ma col cuore che batteva ad un ritmo forsennato e il mento che tremava in maniera impercettibile. Sasha, intanto, stava cercando di nascondere a se stesso perché il pensiero di stare lontano da Costanza non fosse nemmeno da prendere in considerazione.

"E va bene" cedette alla fine, staccando gli occhi dai suoi "Useremo la diplomazia e raggiungeremo un compromesso"

Costanza fece un sorrisetto ironico, incrociando le braccia sul petto.

"Cosa proponi, Valenskij? Do ut des?"

"Non fare così: sai che il latino mi provoca nausea e vertigini" sorrise Sasha, canzonatorio "Ti propongo questo: io ti aiuterò e tu ti lascerai aiutare. Che ne dici?"

Costanza indicò il piccolo Balthus che, con estrema cautela, stava scaricando la vescica in un mucchietto di neve, schizzandola di un liquido fumante e verdastro.

"Dico che Balthus esprime al meglio il mio stato d’animo" rispose altezzosa "Grazie per la planimetria. Tanti saluti"

Girò i tacchi e fece per andarsene col naso per aria.

"Aspetta!" tuonò Sasha con un tale tono di comando che Costanza si fermò davvero. Il fratellastro la raggiunse con due lunghi passi impazienti.

"Il fatto è questo" disse Sasha parlando veloce e conciso "Ho promesso di aiutarti e ti aiuterò, che tu lo voglia o no. Visto che comunque non ti libererai di me, ti converrebbe avermi sottocchio invece che dietro le spalle, non credi?"

Costanza fece un lungo sospiro, chiedendosi se fosse il caso di arrabbiarsi o di essere contenta delle sue parole. Ovviamente, decise per la prima opzione.

"Sei più cocciuto di un ippogrifo" brontolò con livore "Perché sei così maledettamente ostinato?"

"Perché non riesco a starti lontano" rispose Sasha, sincero come non era mai stato. Costanza sentì un familiare senso di calore salirle dai lombi verso il collo e decise che ne aveva abbastanza di Sasha e dei suoi giochetti da casanova decerebrato tutto ormoni e niente cervello: con un balzo si allontanò da lui e dal suo maledetto profumo che le faceva quasi venire l’acquolina in bocca ogni volta che lo sentiva, stanca di sentirsi male per lui e stanca persino di possedere quell’inutile cuore che batteva solo in presenza di Sasha.

"Non ti azzardare a ricominciare con quei tuoi stupidi giochetti da ipocrita senza cervello!" esclamò puntandogli decisa l’indice contro "Non ti permetterò di prendermi in giro un’altra volta!"

Sasha la fissò sorpreso con un blando sorrisetto furbo e triste insieme: si girò verso Balthus che guardava Costanza come se si aspettasse da un momento all’altro di vederla esplodere come una caccabomba.

"Lo vedi cosa ci si guadagna ad essere sinceri, vecchio mio?" gli mormorò Sasha, sospirando "Va bene, miss Spocchia: niente giochetti se ti farai aiutare. Ci stai?"

Costanza era ancora troppo arrabbiata per prendere in considerazione anche solo il concetto.

"Tu non detti condizioni!" strillò, felice di potersi sfogare "Tu non mi dai ordini e tu non decidi proprio un bel niente!! Tu non provocherai più semplicemente perché te lo dico io e non mi aiuterai mai perché non voglio essere aiutata!"

"Questa sembra quasi una sfida" sorrise Sasha, molto tranquillo. Costanza indietreggiò di un passo, sfidandolo col mento alzato.

"Te lo dico per l’ultima volta, Valenskij: stai fuori dalla mia vita!"

"Me lo puoi dire ancora?" domandò educatamente Sasha.

"Certamente: stai fuori dalla mia vita. Chiaro?"

"Non di stare fuori dalla tua vita, sai che non posso: volevo che pronunciassi ancora il mio nome. Come lo dici tu, non lo dice nessuna"

Le guance di Costanza divennero pallide e poi rosa confetto nel giro di qualche secondo: senza rispondere, girò i tacchi e tornò dritta e impettita verso i dormitori mentre la neve che le si attaccava al bordo del mantello come per trattenere la sua marcia e Balthus strattonava il guinzaglio per seguirla. Sasha la guardò allontanarsi, cogitabondo: dopo un po’ si riscosse e si chinò ad accarezzare Balthus che lo fissava amorevole con le gialle pupille verticali.

"Perché non riesco a mandarla al diavolo come si meriterebbe e basta?" domandò pensieroso al drago.

Balthus mollò un ultimo, dolente "rah!" e Sasha annuì solennemente.

"Quanto hai ragione, vecchio mio" sospirò alzandosi e incamminandosi verso le stalle "Quando diamine hai ragione"

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Scusate il ritardissimo, ma fino all’anno nuovo aggiornare sarà un problema. Comunque, per la cronaca, sono anche stata malata: influenza, febbrone alto e disturbi di vario genere e natura. Se quello che ho scritto vi sembra fuori di testa, forse c’è un perché…

Mokarta: Hai ragione, hai ragione…capisco che quei due debbano essere sembrati due fuori di testa, ma entrambi hanno paura e non sanno bene cosa ascoltare…udito selettivo, come capita nelle migliori famiglie. Gran brutta cosa, eh, già!! Allora, veniamo a noi!! Poveretti quelli che prendono sotto dai clienti anche se non ne hanno colpa…pensa a quante saracche ti ha tirato dietro quella telefonista, quando hai riattaccato! D’altra parte, è una ruota che gira: io le prendo da te, tu le prend dal salumiere, il alumiere le prende dal panettiere, eccc ecc . Pensa al becchino, che è l’ultima ruota del carro…io ne conosco uno, ed è una persona squisita, poverino!!! Poi, mia cara…anche io sono una fumatrice, purtroppo. So cosa vuoi dire…infatti, vado a farmi una paglia, adesso…

Ale: Una nuova voce!! Grazie per avermi avvisato che ci sei anche tu: spero che l’attesa non sia stata troppo penosa….l’astinenza è una brutta cosa, lo so bene, come drogata cronica!! Scherzo, eh…bacioni e buon Natale

The lost arch angel: Noooo, depressione, noooo!! Non mi dare queste colpe, che poi somatizzo e sto male io…siate buone con questa autrice piccola e nera, tanto buona…in fondo, è Natale!!!

Shaka: Amore mio, l’unica cosa buona che si concedono quei due decerebrati dei miei protagonisti è l’assoluta dedizione per il loro drago! Balthus viene sopra di tutto, ed anche se ognuno di loro lo inquina alla sua maniera con le proprie psicosi, come succede a qualsiasi bimbo con genitori semi-normali, gli vogliono davvero bene e non obbligherebbero mai l’altro a non accudirlo. Grazie epr i complimenti, spero di non deluderti mai!!

Armonia: Wow, che bel nick che hai!! Sembra il nome di una fata buona: lo sei? Quanto ho riso quando hai scritto nonna V.: sembra il nome di una nuova cantante rap!! Costanza è complessata perché, in fondo, è una insicura. Ha l’ansia di prestazione, è leggermente isterica e nessuno le ha mai dimostrato un granchè di affetto: coem dovrebbe essere? Una novella madre Teresa? No…è strana, su questo no ci sono dubbi, ma è tosta. Vedrai!! Sasha non solo è molto appetibile: è affascinante, ironico, sexy da morire e anche bravo a cucinare. E a fare altre cosette. Però non esiste….che maledetto difetto!!! Baci baci, a presto!!

Serintage: Effettivamente, il tuo metodo "zittisci miss Spocchia" ha entusiasmato il nostro baldo giovine, ma ancora non dall’autrice, che preferisce far sudare gli scambi di fluidi corporali (eh, vè! Il sudore non è un fluido, a sua volta…? Ok, taccio). L’immagine di Sasha e Costanza come burattini tra le tue mani mi è molto piaciuta: che dici, ti va di prendere il mio posto e di scrivere il finale di questa storia allucinante? Se sei interessata, fammi un fischio. Vedo che sei molto ferrata sullo sterco di capra in generale, e siccome questa storia non è tanto distante da lì, potresti trovarti bene a scriverla…Anche Sasha si butterebbe con te, soprattutto il piscina o su un letto (senza baldacchino). Eviterebbe solo il bungjee jumping, se non ti dispiace. Però ti ama tanto tanto, su questo non ci piove!! Tanti "Smack" da me e da lui

Charlotte Doyle: Amore mio, il tuo stile telegiornale è comunque apprezzato (purchè non ricalchi il metodo di Emilio Fede di sparare cazzate spacciandole per notizie di cronaca….). Non rimanerci secca, ti prego, ho bisogno di te!! Pensi che Sasha e Costanza si stiano davvero comportando in maniera così incomprensibile? Secondo me era chiaro dal primo capitolo che erano due pazzi furiosi…tu che dici? Baci

Bea-chan: Amore mio, luce dei miei occhi, ho dovuto farli smettere, altrimenti non avevo più materiale per arrivare alla fine della storia con dignità!! Cercate di capirmi, e non dirmi che sono crudele, mi fai stare coooosì maaaaale!! (Elfie con gli occhioni da cucciolo….)Come vedi, la scuola è ricominciata…ed anche il tira e molla tra quei due. Non cambieranno mai, per fortuna….Comunque, alla domanda "come bacia Sasha Valenskij", se vuoi ho la risposta ufficiale di Costanza da divulgare…fammi sapere se ti interessa!! Baci baci

Dk86: Povero Sasha…l’unico lettore di sesso maschile che invece di essere solidale con lui, lo trova un puzzone! Guarda che la storia del mister Letamaio era una bufala di Costanza perché non sapeva come insultare Sasha se non con Mister Spocchia, ma l’aveva già usato lui quel termine, quindi… Nadja ti manda lo stesso un bacione, anche perchè effettivamente ha esagerato in questo capitolo, e quindi la metto in punizione. Comunque, per le scene di sesso…ne parliamo. Se ci saranno (ancora non lo so), rientreranno comunque nel rating. Più che sesso, adesso, vorrei un avvicinamento sentimentale. Ti disturba, la cosa? Spero di no…fammi sapere cosa ne pensi!!

Lilyblack: Franziska Valenskij ha letto le tue recensioni ed ha graziosamente commentato il tuo desiderio di essere da lei adottata. Te lo riporto (ambasciator non porta pene…) "Figliola, noto con piacere che hai apprezzato i miei interventi in questa sottospecie di storia romantica di davvero bassa levatura, e sono lusingata da ciò. Tuttavia, possedendo già un nipote degenere e fin troppo sessualmente attivo, non mi sentirei in grado di dividere i miei sforzi di educazione su due fronti così palesemente poco "ricettivi". Spero che tu capisca le mie motivazioni. Ti ringrazio, studia e stai dritta con la schiena. Saluti".

Tsukino Chan: Se tu e i commenti siete nemici giurati, mi ritengo lungamente (…?…) lusingata dal fatto che tu commenti la mia storia: finché ci sarà qualcosa da dire, non smettere!!! Esattamente, siamo al punto di prima: con un bacio in più, che sicuramene non verrà dimenticato…he he he!! Baci baci a presto

Green Apple: Come hai meravigliosamente espresso nel tuo graditissimo commento, Sasha e Costanza sono persone che hanno paura, sbagliano e si comportano da coglioni, come spesso capita anche a noi: il fatto di essere personaggi letterari non li esime dall’umanità dell’autrice…non umanità in senso di bontà d’animo, ma tutt’altro!! Per me, devono comportarsi così: se facessero tutto bene, sarebbero Mr e Mrs Mary Sue Smith, no? Dammi ragione, dai: mi devo ancora riuscire a convincere…

Virgi: Non potevo lasciare che si comportassero da persone normali…il mio senso sadico si è rivoltato nella tomba (…). Però, il feeling c’è ancora, e Nadja è meglio che tenga il becco fuori, almeno per un po’….

Romina: o mia Diletta, ancora non ti avevo chiamato merendina farcita? Quale imperdonabile mancanza, da parte mia. Spero mi perdonerai, mio fagottino al cacao, mia girella cremosa, mio croissant alla marmellata di albicocche (sembri il mio menù per la prima colazione…). Che bella la tua frase del fraintendimento dilagante: era esattamente il concetto che volevo trasmettere!! Costanza e Sasha hanno talmente tanta paura l’uno dell’altro che non si ascoltano e si nascondono persino da se stessi. Pattuglieranno mai i corridoi di Durmstrang? Chissà: intanto alla ricerca del quinto piano perduto, qualche pattugliatina individuale c’è stata, senza doppio senso biblico, però! Purtroppo, non credo che avremo il piacere di incontrare di nuovo m.me Madescu: secondo me è definitivamente uscita di scena, anche se la mano sul fuoco non ce la metto…Ordine della Fenice? Chissà. Come sono sibillina e mistriosa…(ok, puoi anche dire stronza, facciamo prima). Un bacione a presto, mia Adorata!!

Maharet: Beeeella la definizione che hai dato di Sasha: " lo perdono solo perchè è un sì un gran tocco di ragazzo, ma pur sempre un ragazzo, e come tale irrimediabilmente leeento". Quanto hai ragione!!! Ho riso per mezzora!! Comunque…alla faccia di Mr e Mrs Smith, Sasha non va a riprendersi Costanza, come vedi. Oramai, il ruolo del cavaliere senza macchia è la sua unica ancora di salvezza!! Baci baci, a presto!!

Minako chan: Tranquilla…la mia cattiveria è pari a quella dell’orsetto Winnie Poh. Non ce la faccio a scrivere di cose tristi: non è nel mio sangue. Se ci provo, faccio schifo!! Spero di ripigliarmi presto. Baci baci!!

Nisi Corvonero: Mia luminosa stellina, sono davvero lusingata che tu ti senta così affine a me, e sappi che il sentimento è ampiamente ricambiato. Neuro o no (cos’è, solo perché siamo malate terminali di inaridimento neuronico non possiamo coltivare amicizie?!? Il mio dottore dice che posso, ma solo le prendo tutto il Prozac che mi ha prescritto lui) la verve di cui parli ha contagiato i miei geni, tanto che hanno persino sconfitto il germe dell’influenza in un combattimento degno della Trilogia del Signore degli Anelli!! Scusa, eh, hai parlato di una certa Zorba: è una danza greca o un soufflè al tofu? Con tutti quei termini strani, cosa credi che siamo tutti illetterati e ignoranti?!? Le Deror Ykra lo so anche io cosa sono: ne ho un paio di camoscio che sono una bellezza! Ok, ritorno in me: certi balli tribali sono bellissimi (la grazia delle danzatrici balinesi o le danzatrici del ventre…), anche se quelle irlandesi (Deror ecc…immagino che venga da lì, no?) un po’ meno, ma devono essere divertenti da ballare! Ti lascio con un bacione fuerte fuerte, e due piroette da polka in omaggio.

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 : Accordi ***


Sasha rimuginò parecchio ed alla fine concluse che, per quanto quel pensiero sembrasse assurdo e inconcepibile, lui non riusciva a stare lontano da Costanza Malatesta. La quale, ultimamente, fingeva che lui nemmeno esistesse. Come ripristinare l’ordine naturale delle cose? Ovviamente, il proposito migliore sarebbe stato quello di lasciarla in pace e smettere di pensare a lei ogni singolo momento del giorno, ma dopo svariati ed inutili tentativi, capì che non poteva fare meno di lei o, per lo meno, del pensiero che lei fosse cosciente della sua presenza al suo fianco. La profezia di madame Madescu, in questo frangente, c’entrava molto poco, purtroppo: c’entrava tantissimo il fatto, sorprendente e del tutto nuovo per lui, che Costanza gli si fosse infilata sottopelle come un acaro particolarmente fastidioso, sempre presente nei suoi pensieri e sempre pronto a muovergli il sangue in un rimescolio sospetto. Sasha non voleva ammetterlo, ma l’interesse che provava nei suoi confronti prescindeva il suo ruolo di cavaliere servente che si era scelto: Costanza gli piaceva davvero. Ammettere questo era stato lo sforzo più grosso che avesse mai fatto in tutta la sua vita. Lui era Sasha Valenskij: come poteva ammettersi vulnerabile di fronte ad una ragazzetta saccente, neanche bellissima e pure italiana? Nonna Franziska aveva ragione, ovviamente. Ragione su tutta la linea. Quel bacio che aveva dato a Costanza, mascherato di rabbia e frustrazione, in realtà era stato il coronamento di un sogno proibito che coltivava da chissà quanto. Con la conseguenza, inconcepibile, di avere paura: una paura matta di quella ragazzetta saccente, neanche bellissima e pure italiana che gli aveva fatto capire che persino lui, glaciale dongiovanni, aveva un cuore. Ecco perché, dopo il bacio, aveva reagito, nascondendosi dietro al suo ruolo di cavalier servente, cercando di allontanare Costanza e l’idea che lui fosse alla sua completa mercé. Ma più cercava di allontanarla, più il suo pensiero lo mordeva, e Sasha non era certo tipo da scappare per sempre. Stufo di aver paura di soffrire, stufo di girare intorno ad un desiderio così plateale che ignorarlo era addirittura ridicolo, decise che avrebbe unito l’utile al dilettevole: si sarebbe riavvicinato a Costanza perché il pensiero di averla persa per sempre era davvero troppo inconcepibile, e contemporaneamente, l’avrebbe protetta da quello che poteva succederle di brutto come aveva predetto la profezia. Ottimo, lineare e consolante: sarebbe stato così sincero da sembrare bugiardo, così disarmante da sembrare armato…le avrebbe detto la verità, finché lei non gli avesse creduto. Dunque, come obbligare Costanza a cadere tra le sue braccia al più presto? Come ottenere il suo perdono, dopo il suo comportamento ignobile a casa Valenskij? Come riguadagnarsi la sua fiducia che sembrava completamente smarrita per strada? Ovviamente, l’unica maniera per obbligare miss Spocchia ad abbandonare la sua irritante propensione ad ignorarlo era quello, plateale e irritante, di provocarla.

* * *

Qualche giorno dopo, mentre erano tutti a fare colazione in sala comune, un enorme gufo marrone planò sulla tavola di Torre dei Lupi con un gigantesco pacco il quale, prima di atterrare davanti alle tre ragazze in fondo al tavolo, riuscì a rovesciare tre brocche, quattro cesti di pane e sei bicchieri. Uno di questi ultimi versò il suo contenuto (succo di arancia) direttamente sul petto di Costanza che stava parlando con Nadja alla sua destra e con Sigrid alla sua sinistra: irritata, agitò la bacchetta per eliminare la macchia mentre Nadja, tutta eccitata, provava a scartare il pacco.

"Deve essere un regalo di papà!" strepitava agitata e sorridente "La confezione è della sartoria Chez Sabine di Parigi, dove vado sempre a comprare i vestiti per il cambio di stagio…haia!"

Si interruppe quando il gufo postino le beccò imperiosamente la mano, chiaramente insoddisfatto.

"Ma che ha questo gufo?" domandò meravigliata Nadja mentre Sigrid ridacchiava divertita.

"Sarà un gufo francese" rispose distrattamente Costanza, ancora alle prese con la macchia sulla camicia "Sai come sono lunatici, quei mangiarane"

"A dire il vero, il gufo è della scuola" obbiettò Sigrid con un gran sorriso "Ma ha tutte le ragioni di beccare Nadja: questo pacco non è per lei"

"Non è per me?" si imbronciò Nadja stringendo il dito beccato dentro ad un fazzoletto di pizzo "Ma la carta è indubbiamente di Chez Sabine"

"E il pacco è indubbiamente di Costanza Malatesta" ribatté Sigrid "C’è scritto proprio lì, sulla busta attaccata al pacco"

"Per me?" chiese meravigliata Costanza, interrompendo l’opera di lavanderia con una sincera espressione di sorpresa.

"Dai, aprilo" cinguettò Nadja, di nuovo felice "Vediamo chi te lo manda!"

Incuriosita, Costanza osservò il pacco da tutte le angolazioni. Chi poteva mai mandarle un pacco da Parigi?

"Magari è di mio padre" mormorò lentamente allungando un pezzo di pane al gufo postino che lo prese e volò via soddisfatto "Forse si è sentito in colpa per come me ne sono andata, dopo le vacanze…"

"O potrebbe essere la reincarnazione di Merlino che vuole donarti un capo d’abbigliamento conoscendo il tuo avvilente cattivo gusto" tubò Nadja, sbattendo le ciglia "Possiamo stare qui a fare congetture fino a maggio, oppure puoi aprire il pacco e svelare l’arcano prima dell’inizio delle lezioni"

"Quando hai ragione, Nadja, hai ragione" sorrise Costanza scartando il pacco con entusiasmo. Da vari strati di preziosa carta velina, venne fuori un batuffolo rosa pallido leggero quanto inconsistente. Gli studenti dei tavoli intorno allungarono incuriositi i loro colli verso di loro per sbirciare il contenuto misterioso della scatola.

"Cos’è?" domandò Costanza, sinceramente perplessa. Nadja prese due lembi di stoffa e sollevò alto l’indumento fino a rendere chiaro a Costanza (e a tutta la sala comune) cosa fosse: una camicia da notte lunga e scollata con una vestaglia scandalosamente trasparente, così eterea e sexy da sembrare un pugno in un occhio in mezzo a quella marea di gente grigia e accollata.

"Wow" mormorò Sigrid, abbacinata "Roba da notte di fuoco!"

"Io escluderei tuo padre come mandante del pacco" dichiarò Nadja con leggerezza "Anche se Merlino è ancora tra i sospettati. Che ne dici di leggere il biglietto?"

Costanza, dopo qualche secondo di completo smarrimento, divenne improvvisamente rossa come un pomodoro maturo e si guardò intorno come presa in trappola: la maggior parte dei ragazzi rideva di cuore, Sigrid era ancora in palese contemplazione del fine lavoro di sartoria magica e Nadja la fissava con un sopracciglio inarcato, in attesa.

"Sarà…sarà uno scherzo" balbettò Costanza cercando di recuperare la dignità perduta.

"Uno scherzo, dici? Un fazzoletto da Chez Sabine costa tanto come un monolocale ad Avalon. Nessuno può permettersi scherzi tanto dispendiosi. Adesso, vuoi leggere quel biglietto o hai intenzione di farmi morire di curiosità?"

"Lo leggo, va bene" ringhiò Costanza, irritata "Ma tu metti via quell’affare: ormai l’hanno visto tutti e stanno ridendo anche i Guardiani del Bosco"

Mentre Nadja ubbidiva riottosa, prese la busta dove il suo nome era scritto con una elegante scrittura inclinata: Nadja e Sigrid si piazzarono sulle sue spalle ben decise a leggerne il contenuto anche prima di lei. Con un sospiro rassegnato, Costanza tolse il biglietto dalla busta e lesse le poche parole scritte.

Per le tue evoluzioni notturne…

la tua leggiadria dovrà risplendere al meglio quando coronerai il tuo sogno, la tua ricerca affannosa di qualcosa di più elevato. Ti auguro di trovare presto questa tua nuova dimensione, magari insieme a me.

Un ammiratore segreto

"Un ammiratore segreto?" strillò Nadja così forte che si girarono persino i professori dalla parte opposta della sala.

"Nadja, chiudi quella fogna" sibilò Costanza, ma ormai Nadja era partita per la tangente.

"Oh, cara, hai un ammiratore! Certo, la cosa è davvero sconvolgente, uno che spende tutti quei galeoni per farti un regalo del genere… proprio a te, l’unica ragazza al mondo che forse avrebbe preferito un telescopio al posto di quel delizioso completo da notte…che romantico!!"

Costanza stava zitta, masticandosi il fegato senza far trasparire il suo livore dall’espressione del viso. Quello scherzetto doveva essere sicuramente opera di Valenskij. Lo cercò con lo sguardo e lo trovò dalla parte opposta del tavolo intento a guardarla con palese curiosità. Quando si vide osservato, le riservò un ampio sorriso innocente come quello di un cherubino e Costanza lo odiò con tutte le sue forze. Seccamente, chiuse il coperchio del pacco e si alzò in piedi decisa: intorno a lei, la gente stava ancora ridendo, compresa Sigrid che la fissava con occhi scintillanti.

"Un ammiratore, Malatesta!" tubò estasiata "Qualcuno della scuola ti sta spudoratamente corteggiando!"

"Non dire fesserie" berciò Costanza raccogliendo i libri e mantenendo lo sguardo serio "Evidentemente, in giro c’è della gente che ha galeoni da buttar via per i suoi stupidi scherzi da asilo prescolare"

"Ma Costanza, questo completo è splendido!" mormorò Nadja, accorata "Che hai intenzione di fare?"

"Lo butterò nel pattume" rispose convinta Costanza "Così forse qualcuno penserà meglio a come sprecare i suoi soldi ed il suo tempo"

Detto questo, uscì dalla sala comune, impettita e furiosa con Valenskij e con tutti quei deficienti che ridevano al suo passaggio, indicandola col dito. Quello stupido scherzo glielo avrebbe fatto pagare, pensò Costanza stringendo i denti furiosamente: quel buono a nulla, quel vigliacco voltagabbana senza cuore…glielo avrebbe fatto vedere lei!

"Hei, Malatesta, devi avere un ammiratore davvero innamorato!" ridacchiò Dimitri appoggiato allo stipite della porta d’ingresso dell’aula di Trasfigurazione.

"Come fai a saperlo già?" grugnì Costanza, aggrottandosi "Non eri nemmeno in sala comune…"

Altre risate dall’interno dell’aula la insospettirono e con due lunghi passi decisi entrò a scoprire il motivo di tanta ilarità: tre splendidi ed enormi mazzi di rose rosse a stelo lungo coprivano letteralmente il suo banco, completi di fiocchi svolazzanti e bigliettino in bella vista col suo nome sopra. Mentre le risate intorno raggiungevano il parossismo e le sue orecchie cominciavano ad incendiarsi, strappò con rabbia la busta e lesse il contenuto con le sopracciglia aggrottate e furenti.

Voglio far parte del tuo più intimo desiderio.

Accettami, e ti sarò vicino al momento giusto.

Un ammiratore segreto

Intorno a lei si levarono alti i ragli divertiti dei compagni e Costanza pensò furibonda che questa era davvero l’ultima goccia che faceva traboccare il vaso, l’ultima provocazione di quel bastardo spocchioso: naturalmente, si sbagliava di grosso.

* * *

All’ora di pranzo, in sala mensa, un altro gufo atterrò davanti a lei con una strillettera che Costanza non poté fare a meno di aprire: le assordanti note di una melensa canzone d’amore invasero tutta la sala, accompagnate da effluvi di bollicine rosse a forma di cuore. Dalla sala si levò alto un boato di risate miste a fischi ed applausi che Costanza cercò di ignorare mantenendo la faccia di pietra. Aspettò che la musica finisse, sopportando stoicamente le battute dei compagni che fioccavano da tutte le parti, sentendo che la vergogna la sommergeva lenta ed inesorabile come la marea. Come sanzione disciplinare della baraonda scatenata dalla strillettera, si beccò anche due ore nella Stanza delle Punizioni e per la prima volta in vita sua accolse la notizia con un sospiro di sollievo. Passò il resto del giorno a masticarsi il labbro inferiore, muta ma con gli occhi così fiammeggianti che nessuno osò rivolgerle la parola. Nessuno, a parte Nadja che passava continuamente dai più miti "che cosa romantica!" ai più prosaici "cogli la palla al balzo, cocca, non ti capiterà mai più!". Arrivata a sera e trovato il suo letto letteralmente coperto di petali di rose, per la gioia delle ragazze di Torre dei Lupi che finsero svenimenti e sospiri fino a farsi venire l’asma tutte quante, Costanza si decise a prendere in mano la situazione: uscì dal dormitorio senza essere vista e con molta prudenza, e si infilò velocemente nello spogliatoio della squadra di Quidditch di Torre del Lupi. L’intento era quello di infilare nell’armadietto di Sasha una potente Caccabomba, che sarebbe scoppiata all’apertura dell’anta, e un biglietto dove gli ordinava di trovarsi nella stalla da Balthus entro un’ora dalla fine degli allenamenti per ricevere uno shampoo di rimproveri da pettinargli ben bene i capelli. Ma quello non era destinato ad essere il suo giorno fortunato: la Caccabomba le esplose addosso mentre ancora era in corridoio, schizzandole le mani e la faccia di materia marrone e odorosa di cadavere. Dopo che si fu pulita nel lavandino dello spogliatoio, imprecando come uno scaricatore di porto, stava per uscire dallo spogliatoio quando sentì un rumore sospetto: uno scalpiccio di passi pesanti e una cacofonia di voci rudi e stanche, la avvisarono che, per suo sommo diletto, i giocatori di Quidditch di Torre dei Lupi si erano arresi alla tempesta di neve che infuriava all’esterno e stavano rientrando in anticipo dagli allenamenti. Dopo il primo attimo di totale glaciazione, Costanza si guardò intorno febbrilmente per trovare un posto dove nascondersi: fece appena in tempo a tuffarsi in un armadietto in disuso che la porta dello spogliatoio si aprì e i ragazzi sciamarono dentro.

"Mai visto un tempo più schifoso" annunciò Dimitri crollando su di una panca, bagnato fradicio e completamente intirizzito "Ho le dita dei piedi così congelate che se le gratto cascano a terra come pezzi del domino"

"Come se qui a Durmstrang ci fosse mai un maledetto raggio di sole" brontolò Pavel Herzog, un armadio albino del sesto anno, brutto come la morte "Solo Viktor è riuscito a rimanere in sella alla scopa"

Il giovane Krum sorrise soddisfatto e si tolse la pesante giacca, denudando un petto glabro e sorprendentemente muscoloso per un ragazzino così giovane. Costanza, che spiava da una grata i loro movimenti, si affrettò ad abbassare lo sguardo, vergognandosi come se si fosse trovata nuda nel bel mezzo di una piazza babbana. Non le piaceva assolutamente violare la privacy dei ragazzi: giurò con se stessa che se ne sarebbe rimasta zitta, con le orecchie tappate e gli occhi chiusi finché non se ne fossero andati…sempre sperando con tutto il cuore che non la beccassero lì dentro: oltre all’espulsione immediata da Durmstrang, avrebbe fatto una tale figuraccia che nemmeno emigrare su Plutone sarebbe bastato a dimenticarla.

"…idea di chi potrebbe essere l’ammiratore segreto di Malatesta?"

L’ultimo pezzo della salottiera domanda di Detlef penetrò nella testa di Costanza che tolse le mani dalle orecchie e spalancò gli occhi. E tanti saluti alla promessa di stare con le orecchie tappate e gli occhi chiusi, mormorò una vocina canzonatoria dentro la sua testa. Attraverso la grata, vide Dimitri che si avviava fischiettando verso le docce con un asciugamano avvolto intorno alla vita mentre Sasha Valenskij, quello sporco millantatore sadico doppiogiochista, sorrideva sornione seduto sulla panca, a petto nudo e con una scarpa in mano.

"Evidentemente, questo tizio possiede una specie di seconda vista" rispose ridacchiando con leggerezza e facendo dondolare la scarpa "Avrà trovato in lei qualcosa che solo il mostro del lago aveva intuito: che Malatesta è una femmina"

"Guarda che anche io me ne ero accorto" si intromise Detlef, riottoso "Se quella avesse la decenza di tacere, di tanto in tanto, sarebbe piuttosto attraente…la sera di Capodanno, era un vero schianto, ammettilo"

Sasha inarcò le sopracciglia, buttando la scarpa contro il suo armadietto.

"Attraente non è il termine che avrei usato io" brontolò sibillino.

"Nemmeno io!" si intromise Dimitri, stillante acqua dopo una doccia razzo "Quella sera era davvero da paura! Con quella schiena nuda e quelle due…"

"Vuoi dire che sei tu l’ammiratore segreto?" lo interruppe Sasha, un secondo prima che Costanza uscisse dall’armadietto con una confezione formato famiglia di Avada Kedavra per il signor Korsakov.

"Io?" trasecolò Dimitri, genuinamente sorpreso "Prima di arrivarle addosso mi avrebbe già tramortito con quella boccaccia senza fondo che ha…no, no, io preferisco donne con meno cose da dire. Costanza è troppo complicata per me"

"A me piace" ammise con sorprendente candore Viktor, arrossendo leggermente "Ha senso dell’umorismo, è sempre correttissima con tutti a parte che con Valenskij ed è molto, molto intelligente"

"Merlino ci salvi dalle donne intelligenti" rincarò la dose Detlef "Però, se imparasse a tenere il becco chiuso per un mezzoretta, un pensierino ce lo farei volentieri anche io…"

"Mezzora?" rise Sasha avvolgendosi un asciugamano sui fianchi "Avresti intenzione di farti una partita a scacchi magici, dopo i tuoi due minuti canonici?"

Le risa sguaiate dei ragazzi che si avviavano verso la doccia coprirono misericordiosamente il sibilo furibondo che sfuggì dalle labbra di Costanza: decise su due piedi che al più presto avrebbe rispolverato quel suo piano per sterminare il genere maschile, con molta più convinzione, stavolta. Dimitri rimase a rivestirsi, impedendole di uscire dall’armadietto e di non subire più quell’infamante tortura. Quando gli altri tornarono indietro, fortunatamente, non stavano più parlando di lei: parlarono della prossima partita contro Torre dei Draghi, insultandosi piacevolmente e permettendo a Costanza di rilassarsi un pochino e di sbirciarli mentre si cambiavano. O meglio, sbirciare Sasha: i suoi occhi venivano sempre calamitati lì, sui suoi capelli spettinati e umidi , sul suo petto dalle linee armoniose, sulle sue braccia toniche, sul suo sorriso rilassato e, per una volta, non arrogante. Era così bello che le faceva male il cuore, guardarlo. Vergognosa, ma anche segretamente esaltata, incamerava immagini di lui stipandole nel suo archivio mentale segreto, per una volta libera di osservarlo senza l’assillo di doversi guardare alle spalle per paura che qualcuno la cogliesse sul fatto, libera di addolcire lo sguardo e di arrossire…si, arrossire, per il calore che le si sprigionava dal petto, quando si concedeva di lasciarsi andare. Sapeva che di lì a pochi minuti si sarebbe pentita delle sue stesse azioni e si sarebbe rimproverata di non potersi assolutamente permettere certi tipi di pensieri su Sasha, ma in quel momento, combattuta tra la paura di essere scoperta e la vergogna di spiare un momento privato della sua vita, non poteva far altro che guardarlo…e desiderarlo. Come se le sue labbra l’avessero abbandonata solo pochi secondi prima invece che da parecchi giorni…Dopo pochi minuti i ragazzi cominciarono a sciamare verso l’uscita. Sasha annunciò che avrebbe riordinato il suo armadietto e che sarebbe salito più tardi, così che, in breve tempo, rimase solo a fischiettare allegramente un motivetto in voga. Costanza ce la mise tutta per trattenere il fiato e non farsi scoprire, ma tutti i suoi sforzi risultarono vani quando Sasha chiuse l’armadietto e ci si appoggiò contro con indolenza.

"Adesso puoi anche uscire, miss Spocchia" disse con voce alta e divertita.

* * *

Costanza, dopo aver pensato a mille e uno possibili modi per suicidarsi e non dover affrontare lo sguardo di Sasha, si decise ad uscire dall’armadietto, ostentando la stessa altera dignità di una regina che scende dal suo cocchio dorato.

"I trogloditi sono tornati nelle caverne?" chiese ostentando una noncuranza che parve ridicola ai suoi stessi occhi. Sasha le rivolse un ampio e trionfante sorriso di scherno.

"Per tua fortuna sì" disse salottiero "Noto con piacere che quella sindrome dello spione di cui vaneggiavi è contagiosa…"

"Come hai fatto a sapere che ero qui?" domandò Costanza evitando di guardarlo negli occhi.

"Il biglietto" rispose Sasha, tranquillamente. E il tuo profumo: lo riconoscerei tra mille, pensò poi, tenendo ben serrate le labbra perché non gli sfuggisse quella vergognosa ammissione di debolezza.

"Non era mia intenzione spiarvi" si sforzò di ammettere Costanza, arrossendo penosamente ma mantenendo il mento alzato "Siete…rientrati troppo presto"

"Non ti crucciare, mia cara" sorrise Sasha, velenoso "Capisco che un giretto nei bassifondi possa essere terapeutico per una legnosa bacchettona come te"

Costanza si decise a guardarlo in faccia, ma distolse subito in fretta lo sguardo: era troppo schifosamente affascinante per poterlo guardare senza subire danni a livello neuronico.

"Ti dovevo parlare per quella vergognosa storia dell’ammiratore segreto" si decise a dire Costanza, con voce più decisa "Trovo che sia stato un colpo maledettamente basso, disonesto e oltremodo viscido. Se non la smetterai subito con questi tuoi meschini trucchetti, credimi che troverò il modo per fartela pagare molto cara"

"Luce dei miei occhi, cosa ti fa credere che sia io il tuo ammiratore segreto?" sospirò Sasha in modo molto convincente.

"Perché fingi di non capire?" sbuffò Costanza, spazientita "Vuoi che ti spedisca uno schiantesimo per rinfrescarti la memoria?"

"Non dovresti denigrare tanto quello che, agli occhi di tutti, è un così palese dono del cielo" tubò Sasha "Trovare un ammiratore così devoto non è cosa da tutti i giorni, soprattutto per una miss Spocchia acida come te"

"So che sei stato tu, Valenskij" berciò Costanza, furente "Piantiamola con questa messinscena"

"Oh, siamo passati al plurale?" si stupì Sasha inarcando un sopracciglio "Mi sembrava che fossi contraria al suo uso: sono commosso. Forse hai deciso di rivedere la tua decisione di avventurarti da sola alla ricerca del quinto piano?"

Costanza gli piantò in faccia uno sguardo omicida, meditando febbrilmente.

"Se compatirò la tua presenza in quel frangente, la smetterai con quegli stupidi scherzi da pazzo furioso?"

"Mettiamola così, Malatesta: sono quasi sicuro che l’insistenza plateale di quel tipo svanirebbe come neve al sole, se di notte avessi compagnia durante le tue scorribande notturne"

"Sei un subdolo maniaco pericoloso, Valenskij" berciò Costanza con rabbia "Un giorno non troppo lontano brucerai all’inferno, tu e le tue maledette rose rosse. Alle quali, tra parentesi, sono allergica"

Sasha si lasciò sfuggire un sorriso subdolo che tentò di mascherare con l’indifferenza.

"Davvero? Bè, forse il tuo ammiratore segreto non lo sapeva. Le rose rosse sono un chiaro simbolo di passione…magari voleva solo comunicarti qualcosa di bello"

"Qualcosa di bello? Da lui?" sibilò Costanza acida, imbronciandosi "Solo la sua rapida ma sofferente dipartita potrebbe rallegrarmi, in questo momento. Ero più felice se si preparava un minestrone con le sue puzzolenti verzure e ci si affogava da solo"

Sasha guardò quel labbro sporgente con un desiderio irresistibile di affondarci i denti e assaporarne il sapore dolce che sapeva avere….il suo sorriso si smorzò appena mentre distoglieva lo sguardo, distrattamente.

"Magari il tuo ammiratore voleva solo chiederti scusa" mormorò in tono piatto senza guardarla negli occhi.

Costanza sentì nel petto quella familiare sensazione di strappo e catapulta che le provocava sempre la sua voce quando diventava così bassa e vibrante. Incrociò le braccia sul petto, cercando di prendere le distanze.

"Sa benissimo che non merita di essere perdonato, quel mentecatto" borbottò più dolcemente di quanto avrebbe voluto "E’ così abituato a trattare la gente come zerbini da non accorgersi quando ferisce veramente"

"Magari non voleva ferirti: magari aveva paura che fossi tu a ferire lui"

Costanza scosse il capo, incredula.

"Lui…paura di me? Per favore, inventane un’altra" borbottò, nervosamente; ma lo sguardo di Sasha era così franco e aperto da dare ai nervi.

"Lui non ha mai conosciuto una come te" sussurrò Sasha, molto serio, e il cuore di Costanza fece un doppio salto mortale con avvitamento nel suo petto.

"E..Eppure…" balbettò, confusa "Ha conosciuto un bel po’ di femmine, a quanto mi risulta"

"Magari in te ha visto qualcosa che non ha il coraggio di ammettere nemmeno con se stesso" mormorò Sasha, in tono molto definitivo.

Le sue parole riuscirono ad ammutolire Costanza definitivamente, facendola collassare nella voragine che le si era aperta a livello lombare. Sasha si girò a guardarla, inchiodandola sul posto con il suo sguardo liquido e caldo, così caldo da ustionarle la pelle dove si posava, mentre il muro eretto tra di loro si sgretolava lentamente mattone dopo mattone. Quando Sasha però si staccò dall’armadietto, Costanza uscì dal suo stato di trance e fece precipitosamente un passo indietro. Ricomponendosi, alzò di nuovo il mento mentre le guance le diventavano di un vivo color ciliegia.

"Dopo tutti questi magari, direi che sei abbastanza intimo con l’ammiratore segreto da potergli riferire alcuni messaggi" disse con voce severa ed una leggera nota di panico.

Sasha allargò le braccia, così traboccante di tranquillità da dare assolutamente ai nervi.

"Riferirò ogni tua singola parola" rispose con un mezzo sorriso canzonatorio.

"Primo" berciò Costanza, agitatissima "Il fatto che l’ammiratore sia pentito di essersi comportato come un deficiente non vuol dire che otterrà l’assoluzione immediata da tutti i suoi peccati"

"Amen" sbottò Sasha, divertito "E in un futuro non troppo lontano, potrà sperare in un po’ di sana indulgenza cristiana?"

"Secondo" continuò Costanza, evitando per un pelo dal dirgli un anche domani che avrebbe frantumato la sua dignità "So che come complice per i suoi loschi traffici ha usato la baronessa Iliovich, in cambio della camicia da notte che io avrei sicuramente rifiutato. La poverina sconterà la sua pena, ma se la cosa capitasse di nuovo i due si troveranno a condividere la stessa tomba, in quanto non sarà possibile scindere il cadavere di uno dall’altra"

"Sembra una prospettiva allettante, condividere lo stesso loculo con una bella bionda per l’eternità" mormorò Sasha, divertito.

"Terza cosa: se dovesse succedermi di nuovo di ricevere regali imbarazzanti in pubblico, l’ammiratore sappia che si troverà detti regali stipati in parti molto intime del suo stesso corpo"

"Secondo me l’ammiratore preferirebbe la storia del loculo" specificò Sasha, dubbioso.

"Quarta e ultima cosa: domani sera comincerò a seguire gli elfi domestici per scoprire l’ingresso del quinto piano. Se l’ammiratore ha intenzione di condividere questa esperienza con me, che si vesta di scuro e che lasci a casa il suo sarcasmo: non servirebbe ad aprire nessuna porta, ma sarebbe fondamentale per tappare la di lui bocca"

"Stai parlando di omicidio o di un bacio?" sorrise Sasha, candidamente.

Costanza sobbalzò penosamente, oscurandosi ancora di più.

"Omicidio, ovviamente. Non so a cosa sia dovuto questa tua testardaggine e questo tuo rinnovato ruolo dell’innamorato servile, ma sappi che con me non attacca. Io so con chi ho a che fare: non mi farai soffrire un’altra volta, che sia chiaro e cristallino. Credi di poter incamerare tutte queste informazioni nella tua testolina vuota o hai bisogno di un cervello di riserva?"

Man mano che parlava, un lento, serafico sorriso invadeva il viso di Sasha, divertito e sottilmente ammirato: quando finì, il giovane si riappoggiò all’armadietto, ficcandosi ben bene le mani in tasca.

"Penso di potercela fare" disse sornione "Ma vorrei aggiungere una cosa alle tue soavi parole"

"E allora aggiungi, così dopo possiamo andare tutti quanti a dormire in pace" sbuffò Costanza, già in ansia. Sasha le lanciò un lungo, caldissimo sguardo che la attraversò da parte a parte, friggendole il cuore come se attraversato da una scossa elettrica.

"Sei adorabile quando fai la cattiva" mormorò strizzandole l’occhio allusivo.

Costanza ci mise qualche secondo ad assimilare le sue parole: poi, girò i tacchi e scappò via, prima di decidersi a schiantare quel maledetto, affascinante mascalzone di Sasha Valenskij.

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Questo è l’ultimo capitolo dell’anno di grazie 2005: tornerò con voi i primi giorni di gennaio, sperando di trovarvi ancora tutti qui, allegri e pimpanti come vi siete dimostrati fin’ora. Vi ringrazio infinitamente di essere stati sempre così simpatici, propositivi, pieni di allegria e sinceri (spero) con le vostre magnifiche recensioni. Ci vediamo più vecchi di un anno, più carichi che mai!!

Grazie infinite a tutti, Buon Natale e felice anno nuovo in tutte le lingue del mondo !!!

Charlotte Doyle: Balthus ingrato? No, solamente che il nostro amato draghetto è insofferente alle persone subdole e manipolatrici…e Nadja, è la regina in questo campo!! Comunque, faranno pace, prima o poi. Segnalami gli errori della punteggiatura, ti prego, io non li vedo e sono tanto sola qui, lasciata a correggere tutto senza un cane o un ricciocorno che mi dia una manoooo…aiutatemi voi!!! Grazie. Baci baci

Mewsana: Buonasera voi, mia diletta commentatrice!! Eh, qui ogni capitolo c’è da aspettarsi di tutto…sconvolgimenti ormonali, prigioni, morti che fioccano a destra e a manca, profezie, pericoli…di tutto!! Balthus, come noto, è molto amato da tutti voi: se riesco, alla fine, pubblicherò una sua foto, è tanto carino!! Ti manda un bacio e una strinacchiata alle sopracciglia. Io mi aggrego, ovviamente!! Senza strinacchiata alle sopracciglia, però…

DK86: Ah, che bello!! Qualcuno che parla fuori da denti!! Ti adoro, è ufficiale. Sono contenta che ti esprimi con chiarezza, senza assolutamente essere offensivo o deprimente…la tua opinione validissima sarà condivisa da tante persone, immagino, e quindi sono contenta di averla ascoltata. Ovviamente, come tu giustamente suggerisci, non farò marcia indietro su quello che ormai ho deciso per Sasha e Costanza, ma apprezzo davvero tantissimo la tua franchezza e il tuo incondizionato apprezzamento. Aspetto sempre e comunque suggerimenti e consigli, detti da una persona che è franca e solare come te sono sempre ben accetti. Grazie mille, un bacione!!

Armonia: La genesi mitologica di Armonia la sapevo anche io (adoro i miti greci, così incasinati e promiscui…peggio di Beautiful!!). Somiglianze o no, è molto bello il tuo nick, ancora complimenti per la scelta! Costanza la voglio rendere il più possibile umana, quindi fallace e vittima di se stessa come tutti noi. Se davvero riuscirà ad abbandonarsi all’istinto aminale, ancora non lo so: scrivo di getto e quello che viene, viene! Speriamo comunque che a livello inconscio io abbia recepito il tuo messaggio e che si inizi a zompare come Dio comanda…Ehm!! Sasha ha detto che vuole il tuo indirizzo: gli piace il tuo nome, la tua simpatia e la tua naturale indole amante dei draghi…che faccio, glielo do? Un bacione, a prestum!!

Yeran: Ma mio dolcissimo fiore di loto, non ti devi preoccupare!! Sentirti è sempre un vero piacere, soprattutto ghignare sulle tue battute…Il vile Dio Denaro ha corrotto anche me, povera anima pura in cerca di regali di Natale a buon mercato. Ho fatto la cameriera, la parcheggiatrice, la baby sitter e poi mi sono ammalata. Però, due soldini li ho guadagnati (e subito spesi per lo sciroppo per la tosse…che sfigaaaaa!) Set delle torture nell’armadio? Interessante. Quella cosuccia carina con i lacci di seta da appendere alla testiera d’ottone del letto, ce l’hai anche tu? Dopo vari tentativi, non ho ancora capito come funziona: ho deciso di portarci a spasso il cane, tipo guinzaglio natalizio (è di colore rosso, sta bene, no?). Balthus, a parte delle deiezioni particolarmente odorose, è davvero un cucciolo adorabile: lo sarà un po’ meno tra qualche capitolo, quando inizierà a sputare fuoco…tremate, gente!! Intanto, bacioni e alla prossima, oh mia adorata!!

Minako chan: Compromessi tra Sasha e Costanza? Mai!! Piuttosto si fanno saltare in aria con qualche sano schiantesimo, mi sa. Sasha però è interessato te e chiede se le tue proposte passate sono ancora valide…

Lilyblack: Io adorabile? Ma va là. Sono una faina rabbiosa, molto infida e bastarda. Perché tutti mi vedete come un Trudi coccoloso? Non sono sexy i Trudi coccolosi: sono stufa di non essere sexy! Voglio essere una pericolosa, sensuale adescatrice di giovani orfani…il protagonista te lo trovo io, dopo un attento collaudo. Come lo vuoi? Maschio, femmina, moro, rosso, giovane, maturo…tu dimmi il tipo e io te lo trovo!! Baci baci, mio tesssoro

Shaka: Anche io sto seriamente rivalutando Sasha: insomma, si è innamorato e questo sentimento stempera la sua puzza sotto il naso e lo rende più accessibile…più dolce…e anche più fico, ok, hai ragione!! Costanza non scoppierà come una caccabomba, tranquilla: però, sulle sorti di Nadja, non metterei la mano sul fuoco…Baci baci e grazie come sempre delle belle parole!!

Romina: Oh, mia Diletta, mio cornetto con cappuccino, che meraviglioso paragone che hai trovato per la mia coppietta…Sasha come Raimondo e Costanza come la Sandrocchia nazionale!! Approvo, approvo incondizionatamente e ti bacio mani e piedi per l’ardita metafora. Spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento, ero troppo stufa di girare intorno ai sentimenti…adesso è tutto più chiaro, non trovi? Il prossimo capitolo si parla di passaggi segreti, porte nascoste e altre cosette misteriose…mi sto divertendo tantissimo a scriverlo!! Oh, mia Adorata, non disperare: tra un cotechino e un pandoro, un posto per scrivere lo troverò, abbi fede!! Un bacione, mia musa

Maharet: Brodino? Fatto (con la gallina nostrana e il muscolo di mucca, il migliore). Maglia di lana? Ho quella del dottor Gibaud, lana fuori cotone sulla pelle. Coccole? Ormai l’ho consumato, il mio povero Beppino bello e santo. Non hai menzionato la borsa dell’acqua calda, accessorio indispensabile per la cura dell’influenza e la cioccolata bollente, valida in qualsiasi situazione di stress emotivo. Adesso sto molto meglio, grazie: so di aver infettato tutto l’ufficio, e che presto ne subirò le conseguenze…Secondo bacio? Forse dopo le feste, chissà…

Nisi Corvonero: Amore mio, mia condivisora di bacilli, mia untrice di malattie aerobiche…come la mettiamo col coro gospel? Che disdetta, atc!, che disdetta…Ho sempre sognato di far parte di un coro. Non canto nemmeno male, da piccola io e mia sorella abbiamo anche vinto un premio (il nome del concorso era tutto un programma, meglio non divulgare certe informazioni…). Poi abbiamo allestito un musical per la parrocchia, canto sotto la doccia, mentre cucino e anche mentre lavoro, con gran gioia del mio collega dirimpettaio di scrivania che, se potesse, mi darebbe fuoco. Quindi, se vuoi un contralto (attualmente molto simile a Janis Joplin, e non parlo solo della voce ma anche dell’aria disfatta), sono qi. Mia querrida!! Ripigliati presto, sai che non posso stare senza le tue sagge considerazioni. Baci baci

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 : Scoperte notturne ***


Capitolo 30 : Scoperte notturne

 

Era risaputo in tutta Durmstrang che gli elfi domestici lavoravano come schiavi giorno e notte. Nessuno si era mai preso la briga di verificare il loro numero e la loro identità e Costanza si accorse di quanto in realtà fosse difficile ottenere quelle informazioni. Gli elfi domestici si preoccupavano di non comparire mai in presenza degli studenti o degli insegnanti: fino a quel momento era capitato un paio di volte al massimo di vedere un’ombra scivolare via lungo un corridoio buio, a testimonianza che quei piccoli esseri magici popolavano il severo edificio della scuola. Costanza si diede un gran daffare per scovare e seguire più elfi domestici possibili, ma si accorse, frustrata, che quei piccoletti avevano un udito finissimo e una irritante propensione a chiamare i custodi quando si sentivano minacciati da studenti spilungoni dall’aria sospetta come Costanza. Quel giorno, la giovane si assicurò tre ore nella Stanza delle Punizioni, rea di aver spaventato una piccola elfa rugosa che era fuggita strillando quando l’aveva sorpresa a seguirla. Comunque, a fine serata, Costanza era giunta alla conclusione che gli elfi domestici che bazzicavano al quarto piano di Torre Centrale erano non meno di tre e non più di cinque. Ignorava invece completamente le loro mansioni e gli orari di lavoro. In ogni caso, l’avvicinarsi delle ore notturne le provocava un incalzante e devastante disfunzione degli organi interni, non tanto per il pensiero della ricerca del quinto piano fantasma, ma soprattutto per il fatto che sarebbe stata sola con Valenskij… la facilità con cui l’aveva immediatamente perdonato per averla fatta soffrire a Capodanno, era un preoccupante campanello di allarme che la diceva lunga su quanto la sua "debolezza" sconfinasse in qualcosa di più profondo e coinvolgente. E benché la paura di soffrire di nuovo fosse tanta, il richiamo verso di lui era davvero irresistibile e le sue deboli difese le sembravano di ora in ora sempre più insufficienti. Quando, alla giusta ora, si mise a letto in attesa di mezzanotte per poter sgattaiolare indisturbata fuori da Torre dei Lupi, era tesa come una corda di violino, con le guance febbricitanti e le mani ghiacciate. Nadja, nel letto accanto al suo, si addormentò quasi subito, ancora imbronciata per il fatto di aver trovato il suo prezioso armadio devastato da una selva raccapricciante di doxy che le aveva decimato il prezioso guardaroba. Ovviamente non aveva lanciato accuse, ma sapeva benissimo chi fosse stato, e Costanza trovava la cosa oltremodo appagante. Quando finalmente arrivò mezzanotte, Costanza scivolò silenziosamente fuori dal letto, si legò i capelli in un lunga e pratica coda di cavallo, indossò pantaloni e maglione neri, silenziose babbucce di lana e, con la bacchetta ben stretta nel pugno tremante, uscì dal dormitorio. In sala comune di Torre dei Lupi non c’era nessuno: Costanza non sapeva se esserne felice o se rammaricarsi dell’occasione perduta. Non si diede il tempo per verificare il suo reale stato d’animo: quatta quatta, uscì dalla sala comune e si intrufolò nel buio dedalo di corridoi del quarto piano di Torre Centrale. Decise di nascondersi dietro un grande e polveroso arazzo dall’aria sfinita, situato in posizione strategica all’incrocio con tre corridoi: si era appena acquattata in un angolino quando una presa d’acciaio le serrò le braccia e una mano asciutta e pesante le calò con forza sulla bocca, soffocando il suo ovvio gridolino spaventato. Una testa scura si affiancò alla sua, tanto che i suoi capelli le sfiorarono l’orecchio. Immediatamente, Costanza riconobbe Valenskij: il suo odore di buono era inconfondibile.

"Finalmente sei arrivata miss Spocchia" le sussurrò nell’orecchio, così vicino che il suo alito le solleticò i capelli sulla tempia "Ormai ti davo per dispersa"

Una specie di coperta di spilli avvolse il corpo di Costanza che reagiva con snervante debolezza alla vicinanza di Sasha: rimase immobile senza quasi respirare mentre la presa alle braccia si allentava senza tuttavia lasciarla e la mano premuta sulla bocca scivolava via, con una specie di rude carezza alle labbra. Deglutendo penosamente, Costanza girò appena la testa verso di lui, incontrando nel buio due occhi pericolosamente vicini e parecchio divertiti.

"Ma dico, sei pazzo?" sibilò a fior di labbra Costanza, senza riuscire a muovere un muscolo "Mi hai fatto quasi prendere un accidente!"

"L’ultima volta che ti ho sorpreso alle spalle mi hai promesso uno schiantesimo ed io non volevo rischiare" rispose Sasha accomodante, senza spostarsi di un millimetro.

Costanza si disse, con molta serietà, che era assolutamente il caso di allontanarsi da lui, possibilmente di qualche chilometro: sapeva che era molto pericoloso averlo così vicino, ma lo stesso non riuscì a trovare la forza per spostarsi o per respingerlo. Sentiva il suo petto premerle sulla schiena, le sue braccia avvolgerle la vita ed i gomiti, e il profumo travolgente della sua guancia a qualche centimetro di distanza dalla bocca, così a portata di bacio che quasi le veniva l’acquolina in bocca. Sasha risolse il suo dilaniante tormento interno lasciandola andare molto lentamente, facendole sudare ogni centimetro guadagnato con esasperante indolenza. Quando si fu definitivamente staccato e si sedette accanto a lei, Costanza era senza fiato, congestionata e di nuovo furibonda col mondo e con se stessa.

"Fin’ora sono passati solo due elfi" annunciò Sasha in tono molto professionale e Costanza sbatté gli occhi, frastornata.

"Eh?" chiese con la bocca secchissima.

"Non hai collegato il cervello a tutte le sue periferiche nervose?" sbuffò Sasha, sempre con un filo di voce "Ti ho detto che fin’ora sono passati solo due elfi domestici"

Costanza ci mise qualche secondo a ritornare in carreggiata e a ricordarsi perché era lì. Non per farsi toccare da Sasha Valenskij, ma per trovare il quinto piano di Torre Centrale. E che diamine!!

"Hai visto dove sono andati?" domandò bruscamente fingendo di controllare il corridoio da uno spiraglio dell’arazzo.

"Sì, uno verso gli spalti e so che da quella parte hanno nidificato un centinaio di corvi…magari andava a ripulire qualche deiezione di troppo. L’altro è andato dritto vero i dormitori dei professori e ne è uscito subito dopo"

"Niente di nuovo, insomma" mormorò Costanza scoraggiata.

"Tranquilla" sospirò Sasha accomodandosi meglio con la schiena contro il muro e cercando senza successo di allungare le chilometriche gambe "Abbiamo tutta la notte a disposizione"

Una leggera tensione bloccò la già rigidissima schiena di Costanza che prese distrattamente ad arrotolarsi i capelli della coda con un dito.

"Oh" mormorò pianissimo "Magari possiamo fare dei sonnellini, a turno"

Sasha si lasciò sfuggire un sorriso molto allusivo fortunatamente coperto dall’oscurità.

"Sono d’accordo" disse con studiata indifferenza "Se non ti dispiace, comincerei io: tu sembri rigida come un manico di scopa e poco propensa a rilassarti con un sonnellino"

"Non sono tesa" protestò Costanza con un ringhio oltraggiato "Sono scomoda"

"Oh" approvò Sasha, canzonatorio "Vuoi per caso un massaggino alla schiena? Sono molto bravo a fare i massaggi"

Costanza lo fulminò con lo sguardo ma non disse niente mentre Sasha ridacchiava piano e incrociava le braccia dietro la testa, soddisfatto. Per un po’ il giovane finse di dormicchiare quando invece osservava Costanza che si sbrinava pian piano: averla così vicina e così silenziosa era una novità assoluta per lui, anche se stranamente piacevole. Una soffusa sensazione di benessere lo avvolse, sospendendo misericordiosamente quella rabbia mista ad agitazione che lo prendeva ogni volta che la vedeva. Doveva essere ridotto piuttosto male, pensò con un sorriso, se gli bastava la sua presenza silenziosa per stare meglio. Cambiò un poco idea quando Costanza si agitò e inarcò la schiena, irrigidita dalla posizione scomoda: le sue forme disegnate dal maglione e velate dall’oscurità furono un motore sufficiente a strapparlo da quel fluttuante benessere per catapultarlo di nuovo nella frustrante smania di toccarla. Per un attimo, accarezzò l’idea di piantarla con quella stupida messinscena di indifferenza per stringerla a sé e farle tutto quello che sognava, ma, con un sospiro esasperato, ricordò i sui buoni propositi e il motivo della loro missione…e anche che il luogo non era per niente adatto…nonché il fatto che Karkaroff dormisse beatamente a qualche metro di distanza…

"Sasha" la voce di Costanza era poco più che un sussurro, ma già così era ben carica di riprovazione e rabbia trattenute.

"Uhm?" mugugnò lui, distratto.

"Piantala" sibilò la ragazza senza nemmeno guardarlo in faccia.

"Di fare cosa, di grazia?" chiese lui, salottiero.

"Di guardarmi. Mi…dà fastidio"

Sasha si lasciò sfuggire un sorriso indulgente e luciferino insieme.

"Sei paranoica, miss Spocchia. Non ti stavo affatto guardando"

"Comunque sia, tu piantala"

"Se questo placa la tua psicosi, va bene, non ti guarderò più"

Passarono altri lunghi minuti di silenzio: dopo aver guardato fino alla nausea il retro tarmato dell’arazzo, Sasha tornò a fissarsi sulla schiena dritta di Costanza, lasciando vagare lo sguardo sulle sue linee slanciate.

"Sasha"

"Che c’è?"

"Lo stai facendo di nuovo"

Sasha sorrise del tono oltraggiato della ragazza.

"Mi sto annoiando" rispose candidamente facendola infuriare ancora di più "Invece di contare le pecore ti conto i riccioli, è più divertente"

"Magnifico" berciò Costanza "E quando sei arrivato fino a dieci ed hai finito le dita come fai a contare ancora?"

"Non conto più" rispose Sasha, sempre sorridendo "Penso"

"Non credevo che ne fossi capace" brontolò Costanza, girandosi verso di lui "D’altra parte, se è vero che anche i pipistrelli sognano…".

Sasha guardò per un lungo minuto le linee sfumate del suo viso in ombra, sentendo che se non diceva qualcosa di quello che sentiva sarebbe scoppiato.

"Penso al profumo che hanno i tuoi capelli" mormorò serio, alla fine.

"Eau de Balthus?" domandò Costanza, senza smettere di guardarlo.

"No. Muschio e mele. Con una punta di assenzio, molto intrigante"

Costanza sentì la gola che le si chiudeva per l’ennesima volta: Sasha aveva sempre quella snervante capacità di gettarla nella confusione più totale, accidenti a lui! Merlino, evidentemente, ebbe pietà di lei e mandò proprio in quel momento un elfo domestico a transitare con sospetta circospezione davanti all’arazzo che nascondeva Sasha e Costanza. Immediatamente, i due giovani si tesero in ascolto, spiando con cautela le mosse dell’elfo dai buchi dell’arazzo tarmato. L’elfo era un vecchio brontolone che Costanza ricordò di aver incrociato qualche volta nei corridoi di Torre dei Lupi: camminava silenzioso sulle sue corte e tozze gambette trascinandosi dietro un secchio e una scopa che sembrava volergli cadere in testa da un momento all’altro. Sasha e Costanza si lanciarono uno sguardo d’intesa, immobili senza quasi respirare: l’elfo si fermò un attimo in mezzo al bivio dei corridoi, annusando l’aria come un cane da caccia: Costanza trattenne il fiato, temendo che fiutasse la sua eccitazione e la sua paura ma fortunatamente l’elfo si rilassò leggermente e, claudicando e caracollando, si avviò verso il corridoio di sinistra, quello più buio e spoglio che si avvicinava agli alloggi privati dei professori. Sasha aspettò che l’elfo scomparisse dietro l’angolo poi sgusciò silenziosamente fuori dal nascondiglio dietro l’arazzo, seguito a ruota da Costanza. La giovane aveva il cuore che premeva impazzito dietro alle orecchie: l’adrenalina scorreva a fiotti nelle vene e le faceva sudare la mano che stringeva spasmodicamente la bacchetta magica. Sbirciando da dietro l’angolo del corridoio, videro l’elfo incamminarsi a sinistra, aprire una porticina mimetizzata dietro ad un terribile orso bianco impagliato e salire una angusta scala di pietra sbeccata fischiettando sommessamente. Nascondendosi dietro all’orso impagliato, Costanza tirò fuori la planimetria la quarto piano con Sasha che sbirciava da dietro la sua spalla. Quando trovò l’indicazione della scala gliela indicò con il dito e Sasha le rispose stringendosi nelle spalle e sorridendo malizioso. Costanza aggrottò dubbiosa le sopracciglia e Sasha mimò con le labbra le parole "Ispiration Point". Costanza scollò le spalle senza capire ma il sorriso di Sasha non si smorzò: quella scala portava alle piccionaie private del preside, luogo di culto per tutti gli studenti di Durmstrang in cerca di intimità e solitudine. Ispiration Point era così famoso che occorreva prenotare il posto con largo anticipo, se si voleva avere l’assoluta certezza di essere soli. Sasha stesso era salito su quella scala svariate volte senza minimamente sospettare di essere vicino all’ingresso del fantomatico e sfuggente quinto piano. Con un cenno secco del capo, Sasha ordinò a Costanza di seguirlo e cominciò a salire con circospezione la piccola scala a chiocciola. Dopo qualche metro, si cominciarono a sentire i richiami dei piccioni mentre qualche piuma bianca ondeggiava pigra nel buio e nell’aria smossa dal passaggio silenzioso dell’elfo domestico. Prima di arrivare alla sommità della piccionaia, su un microscopico pianerottolo, l’elfo spinse delicatamente tre pietre del muro in rapida successione e questi si aprì con uno stanco strusciare di roccia su roccia. Sulla parete si aprì un varco da cui partiva una nuova scala in salita, molto più umida, vecchia e scura della precedente. Dopo aver doverosamente atteso che l’elfo sparisse su per la scala, Sasha e Costanza si infilarono nel pertugio sul muro, costretti ad ingobbirsi per passare attraverso la bassa apertura. L’elfo, intanto aveva abbandonato la scala per un nuovo corridoio dal soffitto talmente basso che Sasha lo sfiorava con la testa, pur camminando accucciato. Sulla parete umida e invasa dalle ragnatele c’erano alcuni dipinti dall’aria antichissima e quasi completamente deturpati dall’umidità. L’elfo si fermò davanti al ritratto piuttosto statico di una seria ed arcigna strega dal lungo cappello aguzzo e lo sguardo assente: si schiarì la gola e parlò con voce chiara e monocorde.

"Elfo domestico Alino, pulizie quinto piano"

Dopo qualche secondo il ritratto si aprì scricchiolando e gemendo: l’elfo sgusciò dentro all’apertura ed immediatamente il quadro si richiuse con un tonfo definitivo. Sasha e Costanza si sedettero dietro all’angolo del corridoio: mentre Sasha tracciava il percorso fatto sulla planimetria del quinto piano, aggiungendo a mano il passaggio segreto dalla piccionaia e il corridoio su cui troneggiava il ritratto che fungeva da ingresso del quinto piano, Costanza si mordeva l’unghia del pollice cogitabonda. Trovare il ritratto giusto non sembrava essere stato quel traguardo vittorioso che si aspettava: sorpassare l’ottusa sorveglianza della vecchia strega del ritratto le sembrava impossibile. Fece un cenno a Sasha indicando il ritratto e scrollando il capo, scettica. Sasha sollevò il pollice e le strizzò l’occhio, ottimista, allora Costanza alzò gli occhi al cielo, sillabando muta le parole "sei pazzo". Sasha annuì solennemente e mimò qualcosa che Costanza non capì. Aggrottò le sopracciglia e gli si avvicinò per leggere meglio il labiale in quel buio soffuso. Sasha sorrise e ripeté lentamente quello che aveva detto. Costanza, di nuovo non capì e scrollò il capo, più mortificata che irritata. Sasha fece per ripetere per la terza volta quando, con il consueto forte cigolio, il ritratto della vecchia strega arcigna si aprì: il piccolo elfo domestico di prima uscì nel corridoio con passo svelto e costante, gettando i due giovani spioni nel panico più completo. Senza emettere un suono, Sasha afferrò la mano di Costanza e la trascinò lungo il corridoio e giù dalla scala. Quando arrivarono al passaggio segreto, trovarono con orrore un muro compatto: il passaggio si era chiuso, probabilmente con un incantesimo a tempo. Febbrilmente, si misero a spingere su tutti i mattoni sporgenti mentre il passo leggero dell’elfo si avvicinava con inesorabile velocità. Un secondo prima che l’elfo sbucasse dalla scala a chiocciola, Sasha strattonò il braccio di Costanza e la spinse senza tante cerimonie contro l’angolo più lontano del pianerottolo, appoggiandosi subito contro di lei con la testa incassata tra le spalle e le mani appoggiate contro il muro. Costanza si aggrappò al suo maglione smettendo di respirare mentre il cuore batteva così forte di paura nel petto che sembrava volerle schizzare fuori da un momento all’altro. Forse per la forza dell’abitudine, forse per il buio, forse perché un angelo custode particolarmente indulgente vegliava su di loro, l’elfo passò accanto alla schiena di Sasha senza notarla: davanti al muro, spinse di nuovo in rapida successione tre pietre e i mattoni scivolarono gli uni sugli altri, creando il passaggio da cui l’elfo uscì fischiettando sommessamente. Ci vollero parecchi secondi prima che il sollievo, travolgente come una inondazione, liberasse il respiro di Costanza: ascoltò i passi leggeri dell’elfo che si allontanavano, senza avere il coraggio di aprire gli occhi, strizzati fino a far male, e senza riuscire a staccare le dita che artigliavano il maglione di Sasha. Quando finalmente si arrischiò ad aprire un occhio trovò a pochi centimetri di distanza la faccia di Sasha che la fissava con inequivocabile sollievo, ma anche con una indomita punta di divertimento.

"Se miss Spocchia ha finito di farsela sotto, gradirei riavere l’uso dei miei indumenti" disse con voce molto bassa e molto condiscendente.

Costanza mollò immediatamente la presa sul suo maglione, cercando senza successo di apparire più calma e tranquilla. Sasha a questo punto avrebbe dovuto allontanarsi, invece le rimase appiccicato addosso sempre con quell’espressione curiosa sul viso.

"C’è mancato un pelo" mormorò Costanza con voce tremante, passandosi una mano sulla fronte che trovò caldissima a confronto delle dita ghiacciate.

"Sì, siamo stati discretamente fortunati" rispose Sasha salottiero attirandosi uno sguardo di odio palese da parte di Costanza.

"Ma tu non perdi mai la calma?" sbottò improvvisamente lei che ancora aveva il cuore a livello tonsille e le gambe molli per la tensione.

"Sono in un passaggio segreto, scampato per miracolo all’espulsione da Durmstrang, spalmato addosso ad una ragazza che ha un profumo di mele…cosa ti fa credere che io sia calmo?" mormorò Sasha molto cortesemente.

Costanza si rese d’improvviso conto della loro posizione compromettente e immediatamente posò le mani sul petto di Sasha per respingerlo. Ma lui, più velocemente, le bloccò le braccia lungo il corpo appoggiandosi a lei con ancora più decisione. Il livello di adrenalina di Costanza tornò a schizzare a livelli da infarto, con il cuore che ballava la rumba premuto contro il petto di Sasha. Cercando di mantenere un‘espressione feroce sul viso, la giovane lanciò uno sguardo di rimprovero a Sasha che sorrideva come se non avesse un problema al mondo.

"Togliti" sibilò Costanza, sperando di risultare convincente.

"Conviene aspettare che l’elfo sia lontano" rispose candidamente Sasha senza spostarsi di un millimetro.

"A quest’ora l’elfo sarà arrivato in Cambogia" borbottò Costanza, piccata "Togliti, ho detto"

La testa di Sasha si avvicinò pericolosamente a quella di Costanza che quasi sbatté la nuca contro il muro nel tentativo di allontanarsi, mentre il respiro le si bloccava di nuovo in gola come un batuffolo di ovatta. La punta del naso di Sasha, leggera come una piuma, le sfiorò una guancia; il suo respiro caldo le accarezzò le orecchie mentre qualcosa di liquido e rovente cominciava a scorrerle sottopelle, incendiandole il sangue già parecchio congestionato.

"Lo sai che sarei obbligato a baciarti, vero?" mormorò la voce di Sasha direttamente nell’orecchio di Costanza che sentì il suo calore avvolgente entrarle direttamente nel cervello e dimezzare in un nanosecondo le sue resistenze.

"Io…no…sì…cosa?" balbettò, completamente in confusione.

Sasha sfiorò con le labbra la tempia e lo zigomo di Costanza che, per un puro riflesso condizionato, girò appena la testa verso di lui e socchiuse le labbra, non aspettando altro che il suo respiro sulla bocca. Ma Sasha, a sorpresa, sospirò e obbedì alla sua richiesta, allontanandosi: Costanza si ritrovò di colpo senza sostegno perché le gambe avevano preso la stessa consistenza gommosa del caucciù e si rifiutavano di tenerla in piedi. Si appoggiò contro il muro mentre ogni centimetro di pelle protestava urlando che non voleva saperne di quel distacco, che voleva ancora il corpo di Sasha premuto addosso come una coperta di lana. La reazione, ovvia, fu quella di arrabbiarsi con il fratellastro il più possibile.

"Cosa…ti è saltato in mente?" berciò con un filo oltraggiato di voce "Abbiamo appena rischiato di farci beccare da quell’elfo domestico e tu…ti metti a fare lo scemo come se non avessi nessun controllo sui tuoi maledetti ormoni?"

"Non è una questione di ormoni, ma un ordine superiore" rispose Sasha, per niente scosso dalle sue parole, apparentemente in pieno controllo delle proprie facoltà "Nessuno studente di Durmstrang che si rispetti passa da Ispiration Point senza aver baciato una ragazza. Regola numero uno del manuale di corteggiamento Durmstranghiano"

"Cosa?" ansimò di nuovo Costanza, completamente nel pallone. Sasha la prese per mano, piuttosto delicatamente, a dire il vero, e la condusse al di là del passaggio ancora aperto sul muro. Con il pollice le indicò la scala che saliva verso la piccionaia, lasciandosi sfuggire un sorrisetto allusivo.

"Ispiration Point" spiegò con molta calma "Non mi dire che in sette anni non l’hai mai sentito nominare"

Costanza, ovviamente, non sapeva assolutamente di cosa parlasse.

"Certo che l’ho sentito nominare" mentì spudoratamente. Sasha incrociò le braccia sul petto, indolente.

"Allora saprai che per passare di qui è obbligatorio scambiarsi un bacio, vero?"

"Stupidaggini da ragazzini decerebati" protestò immediatamente Costanza, indietreggiando e rischiando di ruzzolare giù dalla scala "Mi sembra ovvio che io e te non siamo qui per…ispirarci in quel senso"

"Strano" sorrise Sasha, piuttosto divertito "A me sembravi ispirata. Io lo ero di sicuro"

"Ti ho già detto di non tediarmi con i tuoi stupidi giochetti da seduttore" ringhiò Costanza, arrabbiata "Tu e le tue insensate regole del cavolo…"

"Non è colpa mia se l’ingresso del quinto piano passa per Ispiration Point" rispose logico Sasha, avviandosi con calma giù dalla scala, seguito da una riluttante ed ancora sconvolta Costanza "Comunque, visto che sei completamente digiuna di regole di comportamento amoroso, per questa volta lascerò perdere e non ti bacerò. Ma dovremo tornare a passare di qui, prima o poi, e la prossima volta non avrai scuse: sei avvertita"

"Se provi ad avvicinarti a me in modo troppo ispirato ti stacco la testa dal collo" mugugnò Costanza, inviperita "Anche tu sei avvertito"

Sasha si lasciò sfuggire una risatina sarcastica che naturalmente ebbe il potere di far arrabbiare ancora di più Costanza.

"Vedremo" mormorò sibillino, sgusciando via prima che Costanza potesse rispondergli per le rime.

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Sono dovuta venire al lavoro, contro la mia volontà…allora ho deciso che avrei passato il tempo cazzeggiando, alla faccia del mio capo (anzi, della mia capa: che Merlino la fulmini…).

Spero di aver fatto cosa gradita, postando questo capitolo. Un bacio a tutti, e dal profondo del cuore…

BUON ANNO!!!!

 

 

Armonia: Mia dolce, delicata donzella…io l’indirizzo a Sasha gliel’ho dato (farei prima a dire che me l’ha quasi strappato di mano, a dire il vero…), ma tu sei pronta a subire le sue pesantissime avances? Non sai con chi hai a che fare, giovinetta…A Costanza è piaciuto molto il diminutivo Costy, anche se a me sembrava un po’ il nomignolo di un certo Vitigliano che proprio mi sta sul piloro… A proposito di Scrubs! Adoro quel programma: Beautiful non l’ho mia nemmeno guardato di striscio…lo tengo per dopo la lobotomia. Bacioni!!

Green Apple: Oh, mia adorata Golden Delicious, sono così lieta di aver allietato le tue giornate!! Sapessi tu quanto allieti le mie, con i tuoi commenti frizzanti e salaci…Ricambio di cuore gli auguri e spero di risentirti, di un anno più vecchia (o più giovane, a seconda della teoria fisica applicata alla situazione….). Baci baci!!

Romina: Sto ancora cercando disperatamente di far piovere capitoli, ma proprio non mi viene…ho fatto piovere rane, me tapina! D’altronde, sono babbana, purtroppo (altrimenti, correrei ad Hogwarts per concupire Fred Weasley…troppo fico!). Ti avevo mandato una mail, speriamo che tu possa leggerla presto. Aspetto tue notizia, o mia adorata, insostituibile pandorina ripiena! Un bacione, a presto!!

Bea_Chan: Mia cara, delirante amica…vedo che l’influenza ha scatenato la tua vena apocalittica!! Che bello, adoro le persone in grado di apprezzare il lato tragico della vita. Comunque, Buddha o no, siamo qui, e spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Ti ringrazio infinitamente per il bellissimo commento, sono così contenta quando qualcuno mi spiega cosa scrivo di buono (e anche cosa scazzo platealmente, of course…). Sono morta alla tua definizione "La notte del baldacchino!" Sembra il titolo del nuovo film di Romero, dopo "La notte dei morti viventi" e "La sera dei peperoni ripieni"…Comunque, non buttare i testi di Platone: benché si possa pensare il contrario, scrive molto meglio di me ed ha avuto anche più successo, tra parentesi. Concludo questa singolar tenzone con un inchino ossequioso, un bacio bavoso, un ricciocorno schiattoso (che non c’entrava niente, ma faceva rima), auspicando nella tua solerte risposta alla qui presente missiva. Bacioni!!

Minako chan: Intanto grazie per gli auguri di buon Natale: sono cristiana, ma anche se mi avessi fatto gli auguri di buon bar mitzvah li avrei apprezzati comunque. A chi non fa comodo un pacco di auguri? Ti ringrazio anche per i complimenti sul capitolo, spero di battere di nuovo il record delle preferenze!! Comunque, tranquilla, se vuoi davvero discutere con Sasha, Costanza la lego, così non ti dà noia…

Maharet: Adorabile creatura, ma che gioia sentire che apprezzi i miei vaneggiamenti mentali e le mie cattiverie verso la povera Costanza! (Scrittrice mentecatt…lettori ancora peggio…in che ff del cavolo siamo finiti??!? Nd Costanza). Appena posso, mi fiondo sulla tua nuova storia, non vedo l’ora!! A presto, dolcezza!

Nisi Corvonero: Oh, mia adorata…l’indirizzo di Chez Sabine te lo mando, se vuoi, ma ti avviso che per noi non c’è niente di buono in quel postaccio da snob. Tu dirai, noi chi? Noi senza soldi o noi con tante tette? Tutte e due, mia cara, tutte e due…la taglia massima di Chez Sabine è una 854, che corrisponde ad una 38 babbana. Fai un po’ tu…Guarda che Costanza, in fondo, non è mica brutta. E’ interessante. Anche uno pieno di donne come Sasha alla fine si stufa delle Mary Sue (almeno, nelle mie ff funziona così: nel mondo reale, non so. Cioè, lo so, ma non lo accetto. Fine discussione). Adoro mettere in imbarazzo Costanza…ho in mente un sacco di idee carine, per quel frangente!! Sbaciuzzi e grazie per gli auguri, che ti tornino indietro tutti centuplicati!!

Syberia-Malfoy: Sei viva!! Che cosa meravigliosa. Ero seriamente preoccupata per la tua salute, e invece era il PC ad essere in sala di rianimazione. Capisco, capisco…meno male che la tua amica santa ti ha tenuta aggiornata. Ho molti progetti per i due stupidoni innamorati senza saperlo! Spero approverete le mie sadike scelte…he he he! Ti mando tanti baci conditi al Pandoro, anche se ormai Natale è andato (sob! Adesso devo cominciare la dieta!).

Delfinocurioso: Che bella sensazione, averti allietato il giorno di Natale!! Mi auguro che la tua anima nomade sempre in giro per il mondo faccia il pieno di queste vacanze natalizie "in famiglia". E la prossima volta che vai in un posto dove trovi aria pulita, mandamene una fornitura via gufo, ti va? Qui da me si respira piombo allo stato puro. La mente diabolica da te menzionata è tutta mia: Sahsa è troppo decorativo per penare veramente a cose intelligenti che no comprendano biancheria intima femminile…hem! Per i presunti traumi di Balthus non ti preoccupare, a fine ff lo mando da uno specialista a curarsi. Ci risentiamo presto, vero? Il prossimo viaggio dov’è? Tienimi informata, tu sarai delfinocurioso, ma io sono più curiosa di te!

Tsukino Chan: Il computer fa le bizze? Tipico. Hai guardato se non c’è per caso qualche doxy infilato nell’hard disk? A me è successo, una tragedia. Grazie per i saluti e per gli auguri, speriamo che servano!! Un bacione anche dall’"ammiratore segreto"….

Rik Bisini: O mio caro, nuovo lettore, spero vivamente che tu non ti sia arenato lì dal sesto capitolo…se dovessi miracolosamente arrivare fin qui, spero che tu ti becchi con gioia i miei saluti e i miei ringraziamenti. Concordo sul tuo parere di non riuscire a snaturare troppo personaggi con una loro storia (scritta, oltretutto, molto meglio di come io potrei mai fare). Ecco perché non ho potuto usare i personaggi della Rowling, lasciando che la povera donna dorma sonni tranquilli. Un bacione, a presto!!

EyeOfRa: Amore!! Che splendido nick che ti sei scelto! Dunque, per rispondere alla tua domanda, la cara Nadja ha un baule magico (ovviamente) che le ho proposto di brevettare e lanciare sul mercato babbano, composto da un centinaio di scomparti segreti dove ci starebbe dentro anche il guardaroba di Jennifer Lopez tutto intero. Il tutto compresso alle dimensioni di una comunissima Samsonite. Se deciderà di brevettarlo davvero, ti farò un fischio, ok? Baci!

Mewsana: Cosa devono ascoltare le mie orecchie…Viktor e Costanza insieme? Per cosa mi hai preso, una scrittrice pedofila? Viktor è un bambinello, io tratto solo merce maggiorenne, grazie. Sasha, effettivamente, così immensamente bastardo mi fa morire. Adoro i bastardi, almeno sulla carta. La mia mente contorta ha in serbo ancora qualche sorpresina, spero vivament dinon deludere le vostre aspettative (a proposito…quali aspettative hai tu?). Rispondo alla tua domanda prettamente tecnica: il cuore di Costanza ha preso lezioni da Yuri Chechi e alle prossime olimpiadi si esibirà agli anelli per la nazione Bulgara (cittadinanza onoraria Durmstranghiana). Contenta? Ricambio con entusiasmo i bacioni e spero di risentirti presto. Ciao!!!

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 : Piccoli draghi crescono ***


Capitolo 31 : Piccoli draghi crescono

 

I primi giorni di febbraio arrivarono in un lampo, portando un leggerissimo innalzamento delle temperature polari che avevano ghiacciato il lunghissimo inverno di Durmstrang. Il cielo era sempre grigio e deprimente, ma le giornate si erano sensibilmente allungate e, durante il giorno, era facile vedere rivoletti d’acqua sciolta cadere giù dagli spalti di pietra della costruzione. Quel mite pomeriggio, Balthus il drago correva avanti e indietro lungo il vialetto ghiacciato al limitare del Bosco delle Querce Oscillanti, felice come non mai di passare del tempo con i suoi adorati padroni. Che, a dire il vero, in quel momento lo stavano completamente ignorando. Sasha e Costanza erano seduti su un tronco d’albero caduto, chini con identiche facce cogitabonde sulla planimetria del quarto piano. Dopo la gita notturna dove avevano scoperto la presenza del passaggio per il quinto piano, avevano aggiunto a mano il percorso, inserendo tutti i dettagli che erano riusciti a ricordare: ma da allora, si erano arenati sul modo per superare la vigilanza del ritratto. Infatti, se arrivare al ritratto della strega arcigna era stato relativamente facile, molto più ostico sembrava superare lo scoglio della sua apertura. Non erano più saliti insieme fino al ritratto ma, a fasi alterne, avevano seguito gli elfi domestici e avevano constatato che la procedura per accedere al quinto piano era sempre quella: la persona davanti al quadro diceva il suo nome, la sua mansione e il passaggio si apriva, senza chiedere null’altro.

"Allora, ricapitoliamo" sospirò per l’ennesima volta Costanza, passandosi una mano sugli occhi "Per aprire il passaggio sul muro dietro al quadro della strega arcigna non serve una parola d’ordine."

"Bella fregatura" borbottò Sasha, imbronciato "Solo gli elfi domestici addetti alle pulizie e le persone autorizzate possono passare. E se provassimo a sparare nomi a caso? Prima o poi uno valido lo becchiamo."

Costanza lanciò a Sasha un severo sguardo di rimprovero.

"Da quando sei arrivato a Durmstrang, sette anni fa, hai mai sentito parlare del quinto piano?"

"No." rispose Sasha, sinceramente.

"Esatto. Questo vuol dire che nessun studente, da un bel po’ di tempo a questa parte, è autorizzato ad accedere al quinto piano. Potremmo nominare tutti gli studenti della scuola e non ne verremmo a capo comunque. Poi, mio caro, non sappiamo se oltre alla prova vocale, ci sia anche una prova visiva: se andiamo davanti al quadro a dire ‘Preside Karkaroff’ credi che il ritratto si aprirebbe bello come il sole?"

"Non saprei" mormorò Sasha, di cattivo umore "So che il tempo passa e noi siamo ancora qui a pensare a come entrare in quel maledetto quinto piano."

Costanza ripiegò la pergamena e si lasciò sfuggire un piccolo sospiro appagato. A dire il vero, passare tutti quei pomeriggi insieme a Sasha e a Balthus non era stata affatto una completa perdita di tempo. Anzi, le era piaciuto parecchio perché la compagnia del fratellastro non smetteva mai di essere una fonte continua di sorprese. Insieme discutevano animatamente, quasi sempre si insultavano, spesso ridacchiavano delle reciproche battute…Tra di loro, sotterraneo ma fortissimo, si era creato un legame di malcelata attrazione, una sorta di sentimento inespresso così palpabile che, a volte, Costanza pensava di poterlo toccare. E non era solo per le continue e sempre meno velate allusioni di Sasha: era anche, o soprattutto, per i silenzi, così carichi di parole non dette che sembrava impossibile non respirarle. Era per il modo in cui il cuore le balzava in gola ogni volta che casualmente Sasha la toccava, quando le aggiustava i capelli dietro l’orecchio, quando le sfiorava un ginocchio con il suo, quando la guardava così intensamente che sentiva male in tutto il corpo dal desiderio di ….di cosa?

Di lui. Inutile negarlo: Costanza immagazzinava nei ricordi ogni singolo momento passato insieme perché ormai stare un giorno senza vederlo era come cadere in crisi d’astinenza. Le sue allusioni, la sua franchezza così spudorata da sembrare una bugia avevano inequivocabilmente allentato le sue difese, finché era quasi arrivata ad ammettere che non poteva più fare a meno di lui. Costanza sospettava che se solo ne avesse avuto l’occasione, se solo lui sul serio l’avesse stretta di nuovo tra le braccia, non sarebbe affatto riuscita a resistergli, questa volta. Non aveva nessuna voglia di resistergli, per dirla tutta con sincerità.

"E se provassimo a trasformarci in Karkaroff con la pozione Polisucco?" tentò Sasha, dubbioso.

"Sarebbe un po’ difficile tagliare una ciocca di capelli di Karkaroff, visto che li ha sempre coperti con quel berretto bisunto" rispose Costanza, dubbiosa "E poi, chi ci assicura che il quadro non si accorga dell’incantesimo?"

"A me quel quadro sembra molto vecchio e stupido." dichiarò Sasha, imbronciato.

"Usa magia elementare, che a quanto pare è molto efficace." sospirò Costanza.

In quel momento Balhus arrivò zampettando felice come una pasqua e mollò ai piedi di Costanza e Sasha una enorme marmotta sgozzata, emettendo un "rah!" di pura estasi. A Costanza per poco non venne da vomitare.

"Bravo, Balthus" disse a denti stretti accarezzando la testa bitorzoluta del drago, senza guardare la cosa sanguinolenta ai suoi piedi "Sei diventato davvero bravo a cacciare le prede. Adesso però fai sparire questa schifezza se non vuoi che i tuoi padroncini si esibiscano in un dar di stomaco corale."

Balthus, soddisfatto, riprese la marmotta fra i denti e saltellò via, sculettando.

"Balthus cresce a vista d’occhio" sorrise Sasha, affettuoso "Tra poco dovremo insegnargli a volare."

"Sarebbe molto meglio se imparasse a controllare gli sfinteri" mugugnò Costanza, rabbuiandosi "E’ il terzo paio di scarpe che devo buttare, a causa delle sue deiezioni corrosive."

"Perché non gli insegni ad usare il bidè?" domandò Sasha, sorridendo.

"E ad usare con cognizione di causa le zanne che gli stanno crescendo" berciò Costanza, oscurandosi "Guarda qui che mi ha fatto, l’altro giorno."

Sollevò la manica e sul candore della pelle dell’avambraccio spuntò una brutta abrasione rossastra.

"Diamine" commentò Sasha, fingendosi schifato "Fa lo stesso se non ti do un bacino sulla bua?"

"Deficiente" rispose Costanza come se fosse il commento più naturale del mondo "Noi non ce ne rendiamo conto, ma Balthus è davvero cresciuto e se non gli insegniamo a comportarsi bene, sarà un pericolo anche per noi. Oppure, in alternativa, gli smusserò le zanne con una lima per unghie."

Insieme, fissarono il drago che aveva raggiunto le dimensioni di un piccolo pony: il bel colore verde smeraldo delle sue squame si stava scurendo sul dorso dove era spuntata una serie perfetta di corni appuntiti che si estendeva dal cranio fino alla punta della coda.

"Balthus, prima o poi, dovrà tornare in libertà" disse Sasha all’improvviso, con voce monocorde "Quando sarà adulto, avrà bisogno di quelle zanne. E anche della sua aggressività verso gli umani: gli servirà quando avrà a che fare con i cacciatori di draghi."

Il silenzio sospetto di Costanza lo obbligò a girarsi verso di lei e così si accorse, con sua somma sorpresa, che la ragazza aveva gli occhi lucidi e la bocca caparbiamente serrata.

"Bè?" domandò, meravigliato.

Costanza distolse lo sguardo, fingendo di controllare la planimetria che aveva in mano.

"Non amo pensare al momento in cui Balthus se ne andrà." disse in tono molto professionale e definitivo.

"Ma succederà, alla fine dell’anno scolastico." mormorò Sasha piuttosto dolcemente. Costanza annuì e fece per alzarsi in piedi quando una mano di Sasha la trattenne con una presa ferma ma anche delicata.

"Anche a me mancherà, nonostante la puzza immane che abbiamo addosso da quando lui è in circolazione." ammise Sasha con una franchezza e un’umiltà che il livello umidità negli occhi di Costanza peggiorò sensibilmente.

Si tornò a sedere di fianco a lui, per una volta propensa a confidargli qualcosa di vero: una sua debolezza.

"Balthus è l’unica cosa che abbia mai reso Durmstrang sopportabile." sussurrò la giovane con altrettanta sincerità, lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso di scuse: lui e tu, aggiunse nella sua mente e quasi le sembrò di averlo detto a voce alta, tanto lo sguardo di Sasha divenne dolce e caldo. La sua mano sul braccio si trasformò in una specie di lenta carezza, consolante ma a suo modo anche destabilizzante. Balthus, intuendo chissà come che era il momento giusto, arrivò tra di loro agitando con forza la lunga coda squamata e sbatacchiando le ali, rischiando di decapitare l’uno e di rompere il naso all’altra. "Rah!" ululò con entusiasmo, spargendo tutto intorno una salva di goccioline di bava fumante.

"Calma, bello!" rise Sasha spazzolandosi con cura la manica imbrattata "Io e la tua adorabile padroncina non siamo ancora pronti a queste effusione di gruppo. Anche se, appena troviamo il modo di accedere al quinto piano, dovremo passare per Ispiration Point e allora…"

Costanza non poté fare a meno di ridere, quando Sasha le strizzò l’occhio allusivo.

"Ancora con questa storia!?" esclamò fingendosi scandalizzata.

"Perché credi che ci tenga tanto a trovare quel maledetto quinto piano?" rispose Sasha con una incredibile faccia seria "Ci dovrà pure essere un ritorno economico di questa…"

Si interruppe di colpo e Costanza fissò incuriosita la sua faccia ispirata.

"Che succede?" domandò salottiera "Ti è venuto in mente un nuovo modo per concupire le ragazzine del primo anno?"

Sasha sembrò rimanere assente per parecchi secondi: fissava il viso di Costanza con una intensità che quasi la mise in imbarazzo. Balthus, ancora stretto fra loro due, passava lo sguardo da una all’altra, piuttosto deluso dal fatto che nessuno dei due lo considerasse. Agitandosi sul tronco, Costanza arrossì furiosamente distogliendo lo sguardo da Sasha.

"Se mi guardi così, sembra che ti sia venuta in mente una di quelle idee che ti porteranno prematuramente alla tomba." mugugnò irritata, ma Sasha sembrava essere completamente perso nei suoi pensieri. Solo dopo un bel pezzo, quando ormai Costanza dava il suo intelletto per disperso, Sasha si decise a parlare con voce carica di urgenza.

"Costanza, tu assomigli a tua nonna Marianna di Roccaglia?"

Costanza non provò nemmeno a capire il ragionamento contorto di Sasha: con un sospiro, si indicò i capelli ben raccolti sulla nuca ma ancora decisamente lucidi e neri.

"Mia nonna era bionda." rispose depressa.

"E tolti i capelli?" insistette Sasha, pensieroso.

"Mica avrai intenzione di rasarmi a zero, vero?" domandò Costanza, allarmata.

"No. Ma tua nonna era l’unica persona ad avere accesso agli uffici del quinto piano, a quanto ci risulta. Se riusciamo a convincere il quadro che tu sei Marianna di Roccaglia…"

"Ma io sono Marianna di Roccaglia." rispose Costanza, con un sorriso divertito.

"Eh?" chiese Sasha confuso: Balthus, irritato dal fatto di essere così platealmente ignorato, se ne uscì in un dolente "rah!" piuttosto offeso, mentre Costanza si stringeva nelle spalle, intimidita.

"Il mio nome completo è Costanza Marianna Lucia di Roccaglia Zabini Malatesta" rispose con un misto di vergogna e fierezza "Ogni volta che devo firmare un documento mi viene un crampo al polso…hei, che ti prende?"

Sasha si era alzato in piedi di scatto, sgomitando senza volere Balthus che ruggì un "Rah!" decisamente irritato.

"Tu sei…Marianna di Roccaglia?" strepitò Sasha, ispirato come se avesse visto sorgere due soli "E perché diavolo non me lo hai detto prima?"

"Bè, quello è solo una parte del mio nome." si difese Costanza, rabbuiandosi ed alzandosi in piedi a sua volta. Balthus, spodestato dalla sua posizione al calduccio in mezzo ai due padroncini, si gonfiò di rabbia e strillò un "RAH!" decisamente arrabbiato.

"Ma non capisci?" esclamò Sasha, esaltato "Tu hai libero accesso al quinto piano, perché tu…sei Marianna di Roccaglia!"

"Mettiamo il caso assurdo che il ritratto si apra: io passerei, ma tu come faresti ad infilarti indisturbato?"

"Non lo so" rispose Sasha, sorridendo tranquillo "Qualcosa ci verrà in mente."

"Ma così rischiamo l’espulsione da Durmstrang!"

"Hai alternative valide?" rispose Sasha, rannuvolandosi "No, perché ormai siamo vicini a marzo e ancora non siamo riusciti a scoprire un bel niente. Se vogliamo provare, dobbiamo rischiare."

"Come no" protestò Costanza, con le mani sui fianchi e l’espressione corrucciata "Sempre se qualcuno non ha cancellato mia nonna dalla lista degli abilitati, nel qual caso come mi presento davanti al quadro quello mi spedisce dritto dritto da Karkaroff con i miei bagagli già fuori ad aspettarmi e una lettera di dimissioni da Durstrang pronta per essere spedita via gufo …a tre mesi dal diploma, per di più!"

Il drago Balthus, ignorato bellamente dai padroni durante l’accesa discussione, all’improvviso si gonfiò di rabbia e frustrazione represse e con un terribile, acutissimo "RRRRAAAHHH!" buttò fuori tutto il suo scontento. Dalle narici e dalla bocca gli uscì una densa e puzzolente nuvola di fumo grigiastro, insieme ad una notevole fiammata verde e gialla che investì in pieno Sasha e Costanza. Il contraccolpo fumoso li mandò entrambi a planare in mezzo alla neve fresca a qualche metro di distanza. Dopo qualche secondo di attonito silenzio, mentre il fumo si diradava lentamente lasciando intravedere il muso comicamente sconvolto del povero Balthus che proprio non capiva cosa fosse successo, Sasha e Costanza si tirarono su a sedere, tossicchiando e tastandosi la faccia come per accertarsi che fossero entrambe ancora al proprio posto. I due si fissarono, ancora sconvolti e ammutoliti dallo sgomento: i loro visi erano completamente coperti di fuliggine nera su cui risaltava il bianco degli occhi spalancati e stupefatti. I due non fecero nemmeno in tempo a guardarsi per bene che si scoppiarono a ridere in faccia contemporaneamente, indicandosi l’un l’altro senza riuscire ad infilare una parola di senso compiuto in mezzo ai singulti. Risero così tanto da farsi venire il mal di pancia, rotolando nella neve e singhiozzando finché Costanza, prendendo finalmente respiro, si mise a sedere, ansimando e pulendosi le lacrime che le avevano rigato le guance.

"Merlino, quanto sei ridicolo!" singhiozzò con qualche residuo di ridarella che le scappava tra una parola e l’altra.

"Ti vedessi tu" rispose Sasha passandosi sul viso un fazzoletto nel vano tentativo di pulirsi la faccia "Miss Spocchia con la faccia nera…e quell’espressione altezzosa…scommetto che se potessi avresti ucciso il povero Balthus…" rise di nuovo, sinceramente, scuotendo il capo.

Costanza, lanciandogli uno sguardo canzonatorio, si alzò in piedi e corse ad abbracciare il drago, che si aspettava tutto fuorché un così plateale sfoggio di affetto.

"Il nostro piccolo drago" sospirò estasiata Costanza strusciando la guancia contro il collo squamoso dell’animale "Ha fatto fuoco per la prima volta!! Sono davvero fiera di te, piccolo mio."

Anche Sasha, dopo un primo attimo di sorpresa, si alzò in piedi e si avvicinò a Balthus fino ad accarezzargli la testa, ricevendo una leccata collosa e fumante dalla lunga lingua forcuta del drago.

"Già" sorrise divertito guardando Costanza "Il nostro piccoletto per poco non ci ha fatto arrosto e noi siamo qui a congratularci con lui…rientra sempre tutto nella tua normale visione inversa del mondo, vero?"

"Di che ti lamenti?" sorrise Costanza che con la faccia bianca e nera, i capelli sconvolti e il sorriso più sincero che Sasha le avesse mai visto addosso gli sembrava bella come non mai.

Senza pensare a quello che faceva, Sasha allungò una mano verso il viso di Costanza: con il pollice accarezzò la guancia tornata improvvisamente immobile e seria, togliendo un baffo particolarmente ostinato di fuliggine con un movimento lento e delicato. Poi, come per caso, lo stesso dito passò leggero sulle labbra, lasciandole a fior di pelle una scia infuocata molto più calda del primo fuoco di Balthus. Costanza non respirava, guardando Sasha seriamente negli occhi; lui, quasi a malincuore, abbassò finalmente la mano dalla sua guancia.

"Ecco fatto" disse allontanandosi, con una strana voce incerta "Così va bene."

"Sono pulita, adesso?" chiese Costanza fingendo indifferenza e arrossendo come un gambero al vapore.

"No" rispose Sasha, recuperando la sua incrollabile ironia "Però sei più uniforme."

"Dici che sia il caso di andarci a lavare?" domandò Costanza graziosamente, incamminandosi verso la stalla di Balthus.

"E perché mai?" domandò Sasha, salottiero "Trovo che tu sia molto più interessante così."

"Anche tu" ammise Costanza, altezzosa "Sembri più intelligente…sai, ti si vede meno la faccia."

Sasha sorrise di nuovo, indicando con il pollice la costruzione severa ed incombente di Durmstrang.

"Sarà meglio che vada a farmi un bagno" disse strizzandole l’occhio "Stasera proveremo a forzare il passaggio del quinto piano…"

"… rischiando la mia espulsione, vorrei ricordarti." berciò Costanza, di nuovo seria e preoccupata.

"…e siccome passeremo per Ispiration Point, questa volta mi toccherà baciarti."

Costanza gli lanciò uno sguardo esasperato.

"Perché invece di tentare di baciare me non baci il tuo prezioso manuale di corteggiamento a cui sei così devoto?"

"Non è regolare" rispose solenne "E non è nemmeno divertente."

"Dal mio punto di vista, lo è." rispose Costanza, piccata.

Erano arrivati davanti alle stalle e alcuni ragazzi, vedendoli, ridacchiavano incuriositi segnando con il dito le loro facce abbrustolite.

"Ora vai" mormorò nervosamente Costanza, temendo che quella gente pensasse a qualcosa di troppo su loro due "Ci vediamo stanotte dietro l’arazzo."

Sasha le strizzò l’occhio, allontanandosi con un irresistibile sorriso sornione.

"Farò i gargarismi con l’essenza di rose." le promise con un sussurro da cospiratore a cui, stremata, la giovane preferì non rispondere.

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Non ve lo avevo ancora detto, ma Ispiration Point esiste davvero: è così chiamata una zona collinare vicino a dove abito io, poco frequentata e dalla vista mozzafiato in cui si appartano spesso le coppiette. Io stessa ho passato molti bei momenti lassù, e non è stato certo per il panorama. Comunque, Se i fili d’erba potessero parlare…

 

Nisi Corvonero: Mia divina, come iniziare l’anno nuovo senza leggere delle tue mirabolanti imprese contro l’orda infernale dei gianduiotti ? E’ successo anche a me, ma la mia è una guerra persa in partenza… mi vedono da lontano e prima ancora che io respiri il loro odore ce li ho già ancorati alle chiappe. Hai mica una cura che non contempli il napalm, per favore? Aspetterei un mesetto prima del raid a Chez Sabine, mentre invece da domani subito vorrei cimentarmi con una creazione di Chez Morbidelle…quella cosa del ponte di Brooklyn mi ha fatto illuminare d’immenso! Non è che usano quei tessuti in fibra d’amianto di Regina di Quadri, vero? E’ svilente andare in giro con un affare addosso che, volendo, si può trasformare in una alabarda spaziale…A me, dal cenone dell’ultimo dell’anno, mi è rimasto un chilo di alici marinate e un paio di confezioni di zuppa inglese della Bauli (portate dagli ospiti). Non resisterò a lungo al loro richiamo da sirene, anche se ufficialmente dovrei essere a dieta. Oggi, per esempio, come pranzo mi sono fatta un panino alle alici marinate che sta spandendo il suo aroma in tutto l’ufficio ed ha già tramortito un paio di colleghi (mononeuronici, non è una gran perdita). Domani magari mi faccio un panino alla zuppa inglese, che dici? Tu hai provato col panino ai gianduiotti? Sappimi die com’è andata. Un bacione forte forte, a te ed al tuo delizioso consorte che ancora non ha capito con chi ha a che fare…porello…

Syberia_Malfoy: Effettivamente…pensare a Costanza tenera e pucciosa mi risulta un po’ difficile, anche se a suo modo confortante. In fondo, anche lei è un essere umano, sangue vampiro a parte. Sono sicura che quando arriverà il momento saprà come far fruttare le doti femminili di cui la natura l’ha fornita (e se non ci pensa lei, ci penso io a fare in modo che sia così…uaz uaz!). Sasha è piuttosto interessato alla possibilità di scambiare quell’acidona di Costanza con te…magari alla fine della storia ti metto in mezzo come l’amante segreta di Sasha, cugina di terzo grado di Draco abitante a Vienna o giù di lì…però, che idea! Ci penserò su. Intanto, ti mando tanti baci alla frutta!

Green Apple: Ciao, o mia rossa Stark Delicious! Dove vai di bello in ferie dal 9 gennaio? Caraibi? Cortina d’Ampezzo? Casal Pusterlengo? Spero per te che sia comunque un posto dove ti troverai bene, in compagnia di un computer, ovviamente, così potrò godere anche in ferie delle tue esilaranti recensioni! Per quanto riguarda Sasha e Costanza, devo dirti che ormai sono alla frutta: rischio di diventare ripetitiva e monotona, se li tengo ancora separati. Non ne posso proprio più delle minacce di morte di Sasha, se non mi decido a farlo consumare prima della fine del racconto…vedremo, vedremo. Intanto, beccati un pacco di bacioni formato famiglia e un saluto! A presto!

Bea_chan: Cantami, o leggiadra pulzella, le liete novelle che ci apprestiamo a saggiare in questo nuovo anno di grazia! Dio, che sforzo immane parlare a modo…posso passare a cosucce più colloquiali? Mi sento tanto un incrocio tra il preside Himmel e Balthus il vecchio, così! Amore, mi sono scompisciata con "la mattina del dar di stomaco"…che però avrei trovato più consona alla mia situazione come "la mattina dell’alito all’antrace e lo stomaco cementizio", per dirla tutta. Non li digerisco proprio i peperoni….metabolizzo anche le rocce calcaree, ma i peperoni no! Perché, comunque, non dovrebbe essere un argomento di conversazione? Preferisci parlare delle emorroidi post abbuffata di cibo piccante? Dimmi, tu, io sono favorevole a qualsiasi disquisizione. Con te, oltretutto, sarebbe divertente anche un trattato sull’economia mondiale…però, ti prego, evitiamolo…Un bacione, a presto!!!

Pe: Sapessi come aspetto con ansia le tue recensioni…così dettagliate, così esilaranti, così maledettamente utili per correggere i miei plateali errori… sono commossa. E ti ringrazio davvero tanto per aiutarmi a migliorare me stessa (notare, non ho usato l’accento!!) e la mia storia, per quanto sia possibile migliorare una cosina leggera e priva di spessore come "la prova del drago". Sul problema annoso del c’entra, centra, centrino e merletto, direi che si è disquisito a sufficienza durante l’ultima riunione del club del cucito: siccome non ci ho mai capito una beata fava, sorvolerò elegantemente sul problema, non senza essermi doverosamente impressionata della tua spaventosa cultura e/o precisione e/o umiltà. Sei troppo forte, darling, se non ti sposi con Rambus cambio sesso e ti sposo io. Anzi, facciamo che cambi tu sesso e sposi me (adoro essere donna…nemmeno per Johnny Depp rinuncerei a tale privilegio). Balthus il puccioso è lusingato delle tue parole, ma comincia ad essere un po’ stufo di essere trattato come un peluche della Trudi. Sta crescendo, è in crisi ormonale…mi sa che tra un po’ raggiunge Rambus in fondo al lago in cerca di draghe (o concupisce Fifì, che non vede l’ora, tra l’altro…). Ah, un’altra cosa!! Costanza si era trovata negli spogliatoi di Torre dei Lupi per lasciare un biglietto a Sasha nel suo armadietto dove richiedeva un incontro (nei suoi progetti, il biglietto era farcito di una caccabomba, ma poi le cose sono andate come sono andate). Capita la genesi del biglietto? Sapevo che non sarebbe stato chiaro, ma ormai l’avevo scritto. Potrai mai perdonare questa mia fallace versione dell’accaduto? Confido in te, o mia musa, mia diletta, mia incomparabile beta reader. Ti mando un bacione formato millennio aspettando la tua prossima incursione a Durmstrang…a presto!!

Maharet: Ho riferito il tuo messaggio a Costanza, che mi ha assicurato che da parecchio tempo, più che sciolta, si è liquefatta ai piedi di Sasha, ma che è colpa della scrittrice stronza e sadica se non è saltata addosso al co-protagonista già dal primo capitolo…oh! Che maleducata!! Non ci sono più i personaggi di una volta: me la vedrò col sindacato, ecco. Comunque, previsioni per l’anno nuovo: basta fughe romantiche, mi hanno stufato. And…action!!

Lilyblack: Ma mio tesoro e mio amore, non ti preoccupare!! Come dice il saggio (saggio= eufemismo se non ci si ricorda chi cacchio l’ha detto), errare è umano, perseverare è diabolico, perdonare è divino, fregarsene è da stronzi…insomma, ti perdono. Non so perché dovrei perdonarti visto che non ti sei macchiata di nessuna pena, ma visto che ci faccio una bella figura, ti perdono lo stesso!! Un bacione anche a te, o mia carissima, e grazie per i complimenti!!

Charlotte Doyle: Ma ciao!! Purtroppo devo disilluderti, non ci sarà a breve un incontro tra Nadja e Balthus…anche se, spero, ci sarà qualcosa di meglio!! Ti ho rispedito la mail che mi hai mandato… come sono andata, stavolta? Sono stata brava o mi e scappato qualcosa?? Aspetto tue notizie, o mia dolcissima…!

Mokarta: Sono…sono….basita!! Che meraviglia, giuro!!, che meraviglia!! Il vestito di Costanza è ESATTAMENTE come lo avevo immaginato…e i capelli di Sasha!! Sono proprio così!!!!! Ma che brava che seiiiii!! In più, sono davvero lusingata del fatto che ci sia un’artista che esprime il suo estro grazie anche ad una mia storia…è elettrizzante! Un milione di baci e ringraziamenti, non so davvero come esprimerti la mia gioia e la mia ammirazione!!

Rik Bisini: Tesoo, ma sei già qui!! Che velocità di lettura, che tempra morale, che perseveranza!!! Ok, la smetto coi complimenti sennò poi pensi che ti prendo in giro, e invece tengo solo al tuo giudizio perché mi sembra assennato, sincero e anche competente. Non so, forse per la terminologia che usi…forse perché hai espresso il mio stesso (ma inespresso) pensiero!! Non so. Continua a commentare e a farmi notare se qualcosa non va, per favore. E grazie infinite!!

Yeran: Ammmore!!! Anche tu hai cucinato per l’ultimo dell’anno? Io ci ho messo quattro giorni a preparare tutto (eravamo in 14…). Cenone di pesce: carpaccio di pesce spada con funghi e scaglie di grana, alici marinate, cozze in rosso e soutè di vongole, cannelloni di salmone, mazzancolle agli agrumi, capesante+astici+calamari al gratin, fonduta di frutta e cioccolato. Che te ne pare? Ho fatto un successone!! (calorie incamerate 8578, calorie spese 1500, che non sono poche ma non è stato sufficiente…). Devo dimagrire. Devo dimagrire!!! Me tapina. A presto!!

Helen Lance: E’ sempre una gioa sapere che sei ancora in giro e che, ogni tanti, mi pensi. Amore mio, mi corazon, mi querrrrida adorata…Hem. Spero di sentirti presti, come sempre grazie infinite per gli immeritati complimenti!!

Mirmo: Heilà, salve!! Spero che tu arrivi da queste parti per beccarti la risposta: no, Durmstrang non è una scuola per soli maschi. E’ prevalentemente maschile, ma ci sono anche studentesse femmine. Rileggi il quarto libro, se non mi credi. Saluti e bacioni!!

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 : Il quinto piano ***


Capitolo 32 : Il quinto piano

 

Quella notte, Costanza rimase a letto aspettando la mezzanotte, supina, muta e immobile come un sarcofago egizio. Gli occhi spalancati nel buio ripassavano mentalmente ciò che la aspettava di lì a poco e un gonfio groviglio di sensazioni confuse le chiudeva lo stomaco e la trachea, impedendole di respirare normalmente. Primo: rischiava l’espulsione per essere stata sorpresa in giro di notte, e quello era il meno che potesse capitarle; secondo, doveva tentare di forzare la vigilanza del ritratto ed entrare al quinto piano di Torre Centrale, pronunciando il suo nome e sperando che una fortuita serie di combinazioni improbabili si allineassero e le rendessero quel compito possibile; terzo, ma non ultimo, doveva passare per Ispiration Point con Valenskij e benché la cosa sembrasse irrilevante di fronte alle altre prove che la aspettavano, non poteva fare a meno di pensarci con un sentimento di somma agitazione che le attanagliava le viscere. Tutta questa inversione di priorità la diceva lunga sul suo stato mentale, ormai alla completa deriva, spinto da una parte dall’attrazione per Valenskij e dall’altra dalla paura di Karkaroff. Quando i passi sommessi della ronda notturna dei Prefetti annunciarono la mezzanotte, Costanza scivolò fuori dalle coperte già vestita di tutto punto, tesa come una corda di violino e sull’orlo del collasso nervoso. Per poco non si sparò uno schiantesimo sul piede quando una voce, severa ma sottilmente divertita, la inchiodò sul posto, in prossimità dell’uscita.

"Dove crede di andare anche stanotte, signorina Malatesta?"

Quando il cuore riprese a battere e la mano che stringeva la bacchetta magica si sbloccò dal gelo polare che l’aveva immobilizzata, Costanza mormorò "Lumos" e vide così la baronessa Nadja Iliovich seduta sul suo letto, con le braccia incrociate e un sorriso da Gioconda stampato sul viso.

"Allora?" mormorò Nadja sottovoce per non svegliare nessuno "Sto aspettando una risposta"

Costanza pensò alle duecento possibili risposte che poteva inventare ma alla fine decise di rispondere con qualcosa di più incisivo.

"Non sono affari tuoi" rispose girandole le spalle e aprendo la porta per uscire.

"Se non mi dici dove vai, ti seguirò" chiocciò Nadja con un certo tono soddisfatto nella voce "Ho sempre adorato le gite notturne! Io, Detlef e Dimitri ci troviamo spesso di notte per chiacchierare…bere…fumare…cosucce così"

"Tu rimani lì, chiudi i tuoi begli occhietti e ti dimenticherai seduta stante di avermi visto in piedi a quest’ora" sibilò Costanza con un tono di voce così convincente che Nadja ci mise due nanosecondi ad uscire dal suo letto ed a zampettarle dietro in sala comune.

"Ma che ti dice la testa?" ruggì Costanza, girandosi verso di lei con una severa espressione di rimprovero "Torna immediatamente a letto!"

"Voglio sapere dove stai andando" rispose Nadja con un serafico sorriso d’angelo "Sai che ti coprirò qualsiasi cosa tu stia architettando, dall’omicidio di Karkaroff alla rivolta dei Guardiani del Bosco, ma in qualità di tua migliore amica devo essere informata sui tuoi progetti"

"Non mi risulta che, ultimamente, tu ti sia comportata proprio da migliore amica" berciò Costanza, funerea "E comunque non puoi seguirmi. Sono…in missione segreta"

"Di nuovo?" cinguettò Nadja, per niente scalfita "Con Valenskij?"

Costanza rimase cogitabonda per qualche secondo sotto lo sguardo ai raggi X di Nadja, ma alla fine cedette.

"Sì, con Valenskij" rispose sottovoce e per poco non strozzò la compagna quando proruppe in un eccitatissimo gridolino soffocato.

"Nadja, se ci tieni alla tua inutile vita, taci!" sibilò allarmata, guardandosi intorno per accertarsi che gli strepiti di Nadja non avessero svegliato nessuno.

"Tu e Valenskij in missione insieme! Che cosa meravigliosa!" tubò Nadja, abbassando al massimo il volume della voce senza perdere un grammo di eccitazione.

"Sì, va bene, adesso però te ne torni a letto?" mormorò Costanza arrossendo senza motivo.

"Dove andate di bello?" chiese invece Nadja, saltellando sul posto come un bimbo a cui è stato promesso un gelato.

Costanza sospirò, esasperata.

"Non sono…"

"…affari miei. Ho capito. Ma dove andate?"

Costanza contò fino a centodieci senza riuscire a sbollire un filo di rabbia repressa.

"A Ispiration Point" buttò fuori alla fine e la successiva danza della vittoria di Nadja la fece sprofondare più o meno al centro della Terra dalla vergogna.

"Finalmente!" sospirò alla fine Nadja, buttandosi su una poltrona, senza fiato "Il mio progetto segreto si è realizzato! Lasciatelo dire, voi due insieme fatte una coppia meravigliosa… un po’ sopra le righe, forse, tu così isterica e lui così appetitoso…ma comunque, azzeccatissima! E’ molto che andate in missione insieme?"

"Sì…no…Nadja, non è affatto come credi" balbettò Costanza, gettando moralmente la spugna.

Nadja le rispose con un sorriso materno e saputo.

"Certo, mia cara, lo so…con Valenskij non è mai come uno pensa che sia…è molto meglio!"

"Pensa quello che ti pare" sbuffò Costanza, girandole le spalle "Adesso mi prometti che torni a letto buona buona?"

"Mi sveglierai quando torni per raccontarmi come è andata?"

"Non ci penso nemmeno per sbaglio" rispose Costanza, seccamente avviandosi verso l’uscita "Buonanotte, Nadja"

"Costanza, aspetta!"

La voce di Nadja era così carica di allarme che Costanza si girò a guardarla, apprensiva.

"Che c’è?" domandò con un filo di voce. Nadja si guardò intorno, guardinga, e sporse il viso verso di lei per parlarle all’orecchio.

"Hai messo il reggiseno di pizzo?" domandò con profonda serietà.

Costanza uscì sbattendo quasi la porta in faccia alla baronessa Iliovich, non senza una punta di profonda soddisfazione.

* * *

Il corridoio di Torre Centrale, quella notte, pareva ancora più buio e minaccioso del solito: merito dell’assoluta assenza di luna nel cielo nero o della paura che le attanagliava le viscere, Costanza non avrebbe saputo dirlo. Quando si intrufolò dietro l’arazzo e Valenskij alzò su di lei uno sguardo serio, si sentì però assurdamente più al sicuro e protetta.

"Ce ne hai messo di tempo" mormorò il giovane, corrucciato "Ormai pensavo che non venissi più"

"Ho avuto un contrattempo firmato Chez Sabine" tagliò corto Costanza, ansimando "L’elfo Alino è già passato?"

"Non ancora" rispose Sasha apprensivo "Per fortuna: abbiamo solo tre ore tra il turno di Alino e quello dell’elfo successivo"

"Sempre che a qualcuno non venga in mente di farsi una gita notturna al quinto piano proprio stasera" sussurrò Costanza, con un brivido di raccapriccio.

Sasha le rivolse un sorriso canzonatorio che risultò essere oltremodo consolante in quel clima di tensione che la avvolgeva.

"Paura?" le domandò, tranquillo.

"Solo le mie ginocchia hanno paura" rispose Costanza con molta serietà "Le mie budella, invece, sono letteralmente terrorizzate"

Sasha rise piano e le appoggiò comprensivo una mano sulla spalla.

"Andrà tutto bene" le disse, convinto.

Distratta dal calore del suo palmo che filtrava dallo spesso maglione nero, Costanza si imbronciò, seria.

"Se lo dici tu" brontolò poco convinta.

Un leggero rumori di passi affrettati li distolse dal discorso: entrambi trattennero il fiato mentre l’elfo Alino, più imbronciato e frettoloso del solito, transitò davanti all’arazzo diretto verso il quinto piano, brontolando sommessamente. Costanza lanciò un lungo sguardo da animale in trappola a Sasha che, tornato di nuovo serio, annuì con convinzione.

"Aspettiamo" disse, telegrafico.

Dopo un’attesa che parve eterna, si sentirono i passi dell’elfo domestico che tornava indietro senza apparentemente aver migliorato il suo cupo umore a giudicare dal borbottio sordo che proveniva dalla sua bocca. Quando fu definitivamente sparito dal corridoio di Torre Centrale, Sasha posò di nuovo una mano sulla spalla di Costanza che dalla tensione sobbalzò penosamente.

"Andiamo" le mormorò all’orecchio sgusciando fuori dal nascondiglio e Costanza lo seguì con le gambe così pesanti che sembravano di colpo essersi trasformate in pietra. Silenziosamente, attraversarono il corridoio, sorpassarono l’orso impagliato e salirono verso la piccionaia nel più completo silenzio. Arrivati al pianerottolo, Sasha spinse con decisione i tre mattoni che nascondevano il passaggio segreto e l’ingresso si aprì, puntuale ed affidabile come la morte. Curvi lungo la scala a chiocciola dalle pareti umide e diacce, il cuore che martellava assordante nel petto, arrivarono finalmente nel corridoio del ritratto della vecchia strega arcigna e lì Sasha si fermò a riprendere fiato. Si girò verso Costanza che si sentiva le labbra insensibili e le mani fredde come ghiaccio.

"Sei pronta?" le sussurrò incoraggiante.

"No" rispose Costanza, sinceramente "Mi viene da vomitare"

"Coraggio" rispose Sasha con un sorriso comprensivo "Se vediamo che va male, ci penso io a salvarti"

"Mi porti di nuovo via di traverso sulla tua scopa o ti infili un mantello azzurro e chiami il tuo candido cavallo alato?"

"Qualcosa del genere" sorrise Sasha, allusivo "Vai e vedi di non farti beccare: mi urterebbe essere espulso da Durmstrang senza essere stato con te a Ispiration Point"

"Sicuro che per me questo sia uno stimolo e non un deterrente?" mormorò Costanza in un ultimo sprazzo di humor prima di essere sospinta con decisione lungo il corridoio buio e umido. Con passo lento e tremante, Costanza si avvicinò al ritratto della vecchia arcigna: man mano che il ritratto diventava più nitido e imponente, il cuore di Costanza prese a battere sempre più forsennato nel petto, fino a diventare un rombo indistinto dietro le orecchie. Quando si fermò di fronte al ritratto la giovane sentì su di sé lo sguardo assente e imperturbabile della vecchia strega dal cappello aguzzo: visto da vicino, quel quadro sembrava ancora più decrepito e sciupato. Doveva davvero essere antichissimo, pensò Costanza fuggevolmente, dalla foggia dei vestiti poteva anche risalire a prima dell’anno mille. La ragazza e la strega del ritratto si fissarono a lungo, immobili: Costanza non sapeva bene se aspettare la fine del mondo o scappare a gambe levate finché era ancora in tempo. Dopo quello che parve un tempo infinito, Costanza si decise a inspirare profondamente. Ebbe per un attimo l’impulso di serrare gli occhi, ma poi decise di vedere bene in faccia di che morte doveva morire: con voce leggermente rauca e definitiva, riuscì in qualche modo ad articolare poche telegrafiche parole.

" Costanza Marianna Lucia di Roccaglia Zabini Malatesta, studentessa al settimo anno"

Le sue parole risuonarono cristalline e fortissime lungo l’antro buio e vuoto, terribilmente squillanti rispetto al silenzio cadaverico del contorno. La faccia della vecchia strega del ritratto non si mosse di un millimetro: lunghi, terribili secondi di silenzio ovattato passarono mentre Costanza vedeva scorrere davanti agli occhi la sua rovina.

"Tu sei Marianna di Roccaglia?" sospirò ad un tratto una voce sommessa che fece fare un salto indietro a Costanza dalla paura: era la voce della strega del quadro, statica, afona e arrugginita come lo stesso aspetto sciupato della tela del dipinto.

"Io…ah…sì" rispose Costanza, incapace in quel momento di pensare coerentemente.

Il quadro assunse un’aria saggia e vagamente indifferente.

"Sì, è vero" disse infine con quella voce afona e inquietante "Lo sei. Ma c’è qualcun altro dietro di te"

Un leggero rumore di passi, alle sue spalle, l’avvertì che Sasha aveva abbandonato la sua posizione nascosta e che era arrivato a passo di carica a vedere cosa stava succedendo.

"Solito?" chiese la strega del quadro sibillina, esigendo una risposta: Costanza per un microsecondo non seppe cosa dire, cristallizzata sul posto dal terrore, ma poi si imbatté in un pensiero assurdo che poteva anche essere una via di salvezza. In un attimo di sfolgorante tensione, pensò che in quel momento stava giocando a dadi con la buona sorte, mettendo in palio la sua stessa vita. Si girò appena verso Sasha che si immobilizzò sul posto, a pochi metri da lei: come per miracolo, la paura lasciò il posto ad una assurda sicurezza mentre tornava a girare il viso verso il terribile ritratto.

"Marianna di Roccaglia e Rudolph Zabini" disse con voce chiara e decisa, serrando subito dopo la bocca ben stretta, in attesa dell’intervento divino.

Sembrò passare un tempo infinito, immerso in un silenzio saturo d’attesa rotto solo dal battito irregolare dei loro cuori: Sasha e Costanza si strinsero nelle spalle, spasmodicamente, senza quasi respirare, senza assolutamente pensare. Poi, con un suono discreto e inatteso, il quadro si staccò dalla parete, liberando il passaggio per il quinto piano con un cigolio legnoso e sfinito.

* * *

Costanza, per parecchi secondi, non riuscì a capacitarsi di quello che era successo. Sarebbe probabilmente rimasta per tutto il tempo davanti all’ingresso del quinto piano senza muovere un muscolo se Sasha non si fosse mosso per primo, quasi trascinandola con decisione al di là del passaggio dietro il ritratto. Fu così che i due giovani si ritrovarono a calpestare per la prima volta il suolo del quinto piano di Torre Centrale. Se non fosse stata ancora piena zeppa di adrenalina, Costanza probabilmente sarebbe rimasta delusa: il fantomatico e irraggiungibile quinto piano altro non era se non un’anonima stanza dal pavimento di pietra, circondata da alti e stretti finestroni del tutto simili a quelli del piano terra e piena zeppa di scaffali polverosi. Un tavolo tarmato ed una sedia che sembrava stare in piedi per miracolo troneggiavano al centro della stanza; in poche parole, il quinto piano aveva tutta l’aria di essere un archivio in disuso. Un ufficio, per l’appunto. Costanza e Sasha si guardarono intorno, meravigliati e silenziosi: ancora non sembrava vero di essere arrivati fin lì, il fulcro delle loro aspettative da mesi. Quando Costanza posò lo sguardo su Sasha, dopo aver fatto un doveroso giro panoramico della stanza, trovò il suo viso solenne e vagamente divertito.

"Bè…eccoci qui" sfiatò piano la giovane, giusto per dire qualcosa.

"Bel posticino intimo" dichiarò Sasha guardandosi intorno "Mi chiedo cosa diavolo puliscano gli elfi domestici, quassù: e tutto coperto di ragnatele come un sudario"

"Se non ti spiace vorrei sedermi" annunciò Costanza dirigendosi con decisione verso la sedia sgangherata "Solo in attesa che il mio apparato digerente ritorni nella sua posizione originale: non ho ancora ben ripreso l’uso delle gambe"

Sasha sorrise e si sedette con precauzione sull’angolo polveroso del tavolo.

"Sei stata davvero convincente, lì fuori" disse convinto dopo una breve pausa di riflessione "Marianna di Roccaglia e Rudolph Zabini…come ti è saltato in mente?"

"Mia nonna e mio nonno si sono conosciuti qui a Durmstrang" spiegò Costanza, distrattamente "E se tanto mi dà tanto, diciotto anni ce li avevano anche loro. Visto che mia nonna aveva libero accesso a questi deliziosi uffici vuoti e segreti, vuoi che non ne avessero approfittato per i loro incontri, in barba al dilettevole preside di allora?"

"Giustissimo" approvò Sasha, ammirato "La tua mente contorta e geniale non è poi così puritana, dopotutto"

"Diamo un’occhiata in giro?" domandò Costanza, intuendo che il discorso stava scivolando un po’ troppo sul personale.

Incuriosito, Sasha si avvicinò agli imponenti scaffali incolonnati che ricoprivano buona parte del pavimento della stanza, seguito a ruota da Costanza. I ripiani erano zeppi di libri, pergamene, strani alambicchi e, soprattutto, piccole ampolle di vetro dal contenuto ben sigillato e lattiginoso.

"Che diamine è questa roba?" domandò Sasha prendendo con delicatezza un’ampolla e rigirandosela tra le dita. Costanza guardò interessata da dietro la sua spalla.

"Potrebbe essere una pozione" mormorò dubbiosa "Anche se così, senza etichetta e senza indicazioni…che fai?!"

Sasha aveva con decisione stappato la bottiglietta e stava annusando il contenuto con precauzione.

"Non ha odore" annunciò sorpreso "Ed ha un aspetto fumoso che non la fa sembrare nemmeno una pozione"

"Perché non provi ad assaggiarla?" grugnì Costanza, disturbata dalla sua audacia "Se ti spunta una coda forcuta puoi sempre dire che l’hai presa in prestito da Balthus"

Sasha la ignorò mentre continuava a studiare il contenuto della bottiglia cogitabondo.

"Eppure…" mormorò dopo un’attenta analisi "Sono certo di aver già visto una cosa del genere…"

"Qualcosa che ci hanno propinato alla mensa scolastica?" tentò di nuovo Costanza, imbronciata.

D’un tratto, Sasha ebbe come un’illuminazione: prese la bacchetta magica e con molta precauzione la infilò nelll’ampolla roteando leggermente la punta.

"Cosa…" iniziò a domandare Costanza, ma si interruppe quando vide il contenuto della bottiglietta agitarsi e vorticare, diventando cangiante. Strane figure grottescamente allungate sembravano catturate dalle spire di quello strano liquido che Costanza si trovò a fissare affascinata.

"Lo sapevo" esclamò Sasha, esultante.

"Che cos’è?" domandò Costanza, incuriosita.

Sasha le lanciò una lunga, trionfante occhiata vittoriosa.

"Queste ampolle contengono pensieri umani" annunciò, soddisfatto "Il quinto piano di Torre Centrale, a quanto pare, è un enorme magazzino di ricordi di Durmstrang"

* * *

Le tre ore a disposizione scapparono via in un lampo: Sasha e Costanza passarono il tempo a verificare che le ampolle contenessero effettivamente i ricordi dei presidi di Durmstrang, cosa che alla fine poterono affermare con certezza.

"Purtroppo, queste ampolle senza etichette non ci dicono molto" sospirò Costanza, smontando l’euforia che l’aveva trascinata fin lì "Ci metteremo mesi a controllare il contenuto di ogni ampolla, prima di trovare qualcosa di utile. Nel frattempo, io sarò morta di sonno, tu di noia e la scuola sarà già finita"

"Dovremo solo procedere per piccoli passi senza farci prendere dal panico" annunciò Sasha con un plateale sbadiglio "Ma per stanotte direi che ne abbiamo avuto abbastanza: vorrei arrivare ad Ispiration Point senza dovermi addormentare proprio sul più bello…"

Costanza, che aveva un’ampolla in mano, la ripose seccamente sullo scaffale e si decise a piantare uno sguardo duro addosso a Sasha.

"Valenskij, è giunto il momento di lasciar perdere questi assurdi e inutili giochetti infantili per cominciare a pensare un po’ più da adulti"

Sasha inarcò le sopracciglia con un abbagliante sorriso malandrino.

"Pensare da adulti!" disse avvicinandosi pericolosamente "Oh, speravo davvero di trovare prima o poi una donna disposta a saltare i soliti e inutili preliminari"

Costanza fece uno scandalizzato salto indietro, provocando la risata beffarda del fratellastro.

"Ma…che ti salta in mente?" strillò arrossendo furiosamente "Quand’è che ti decidi a mettere in moto il cervello?"

"Guarda che è già abbondantemente in moto: anzi, sta sanguinando dallo sforzo" ammiccò allusivo Sasha avvicinandosi ancora "E poi, tu stessa hai detto che qui è un ottimo posto per sviscerare certi argomenti…se Ispiration Point è troppo da bambini, per te, possiamo seguire le orme dei tuoi nonni e approfittare dell’intimità del quinto piano…"

"Tu starai lontanissimo da me" sibilò Costanza, sfoderando la bacchetta magica "E’ già tardi, ho sonno, sono moralmente a pezzi e ci mancano solo le tue battute da mandrillo per chiudere in bellezza la giornata"

Sasha le si avvicinò ancora senza nemmeno appannare il suo sorriso canzonatorio.

"In qualità di cavalier servente, meriterei un po’ più di comprensione" disse in tono semiserio.

Costanza arretrò ancora e finì contro il muro.

"Meriteresti un colpo in testa" dichiarò con un leggerissimo tono di panico nella voce "E comunque non ti ho chiesto io di farmi da spalla: la tua vicinanza è più nociva che utile, per me"

"Nociva?" domandò Sasha morbidamente, avvicinandosi ancora.

Costanza si appiattì contro il muro: ogni volta che Sasha la guardava direttamente negli occhi a quel modo si sentiva avvampare e ghiacciare insieme, e purtroppo per lei quelli non erano affatto i sintomi di una menopausa precoce.

"Tu…mi fai …un brutto effetto" confessò sinceramente "Mi fai arrabbiare e quando sono arrabbiata non sono lucida e quando non sono lucida sono pericolosa. Sei avvertito per l’ultima volta, Valenskij"

Sasha, incurante delle sue parole, fece un altro passo verso di lei e le finì così vicino che le loro ginocchia quasi si sfiorarono.

"Provocarti è maledettamente facile e divertente" le disse in un sussurro ironico "Mi piace moltissimo stupirti e scandalizzarti a morte. E poi, sei davvero affascinante quando arrossisci"

Costanza gli lanciò uno sguardo pieno di livore: ormai le sensazioni improvvise di quella notte le avevano talmente tramortito il cuore che non sapeva più se stava battendo o se aveva dato definitivamente forfait.

"Non ne posso più di questo stillicidio" ringhiò all’improvviso, talmente satura da scoppiare "A parte farmi infuriare, cos’è di preciso che vuoi da me, Valenskij?"

Il sorriso di Sasha si smorzò ed il suo viso diventò serio: troppo serio, pensò Costanza allarmata. E troppo, troppo vicino. Si guardarono negli occhi e Sasha si chiese perché diavolo con Costanza diventasse tutto così difficile…persino fare lo scemo. Sembrava che ogni sua parola la toccasse troppo da vicino, nonostante la scorza dura che si ostinava a presentare.

"Voglio un bacio" mormorò con una franchezza disarmante facendole incastrare il respiro in gola "E’ inutile che ci giriamo intorno"

Costanza boccheggiò, sinceramente allibita.

"Non …dovevamo pensare a…Karkaroff e…alla profezia…?"

"Infatti, ci stiamo pensando" ammise Sasha, tranquillo "Ma mi sono reso conto che una cosa non impedisce l’altra"

"Tu sei decisamente impossibile" ansimò Costanza, tramortita dalla sorpresa "Sei talmente stupido che …Non credo ad una sola tua… Questo è…"

"Sarebbe carino se finissi una frase, ogni tanto" sorrise lui, divertito.

"Tu non capisci" sospirò Costanza, passando immediatamente dalla collera alla disperazione.

"Decisamente. Prova ad usare qualche aggettivo e qualche verbo ogni tanto e vedrai che riusciremo a scambiarci qualche informazione di base"

Costanza ne ebbe decisamente abbastanza. Con un lampo negli occhi, furente e satura fino all’orlo, alzò il mento con un inequivocabile gesto di stizza.

"Finiamola con questa sceneggiata" ringhiò con tono definitivo "Una cosa non impedisce l’altra? Perfetto"

Prima ancora che Sasha aprisse bocca, gli afferrò i lembi della camicia, lo attirò bruscamente verso di sé e gli stampò un rapido e schioccante bacio sulle labbra; poi, mollò la presa alla velocità della luce, sgusciando immediatamente di lato. Il tutto non era durato più di due secondi, ma furono sufficienti per dipingere un’espressione di comica sorpresa sul viso di Sasha.

"Ecco fatto" disse Costanza, sollevata "Ci voleva tanto? Adesso possiamo anche andare a dormire"

Sasha si girò verso di lei, ricomponendosi: il suo viso era ancora un misto di sorpresa e curiosità.

"Diamine" riuscì a dire con un sorriso scintillante: quella volta Costanza era decisamente riuscita a scioccarlo, doveva ammetterlo.

Costanza indietreggiò verso la porta senza abbassare il mento alzato in chiaro messaggio di sfida.

"Tutta questa perdita inutile di tempo per un bacio" disse molto in fretta "Adesso, finalmente, potremo transitare per Ispiration Point senza che io debba subire le tue continue provocazioni. Siamo d’accordo? Molto bene. Buonanotte"

Fece per girare i tacchi e scappare, ancora incredula di essersela cavata con così poco.

" Dì un po’, miss Spocchia…"

La voce di Sasha riuscì in qualche modo a rallentare la sua precipitosa fuga.

"Che c’è?" domandò senza nemmeno girarsi.

"Lo chiamerai mica bacio quella cosa di prima, vero?"

Costanza inspirò profondamente, cercando di non scappare via a gambe levate al suono di quella voce che era come una carezza un po’ troppo intima.

"Mettiamola così, Valenskij: dopo Capodanno, è l’unica cosa che un cavalier servente potrà mai ottenere da me"

Sahsa sorrise: Costanza, anche se di spalle, gli sentì il sorriso nella voce.

"Uno di questi giorno ti farò vedere cos’è un vero bacio" disse con un tono così tranquillo e definitivo che Costanza sentì i brividi correrle lungo la schiena "Per il momento…buonanotte anche a te… dal tuo cavalier servente"

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Qualcuno di voi ha parlato di scatole cinesi…? Bene, perché non è affatto così. Nel prossimo capitolo, scoperte sorprendenti ci attendono…a presto!!

 

 

 

Yeran: Beata te, sulle nevi a sciare e spararti bombardini a tutto spiano mentre io qui, povera tapina, a scrivere e sospirare su questi personaggi che non so più come tener lontani…che ingiustizia, che ingiustizia. Vedo che un Ispiration Point ce l’abbiamo tutti, più o meno. Nel nostro Ispiration Point si prende il numero come alla Coop e c’è un ambito premio in preservativi per il milionesimo imbosco causa pomiciata selvaggia. Io ormai non posso più concorrere, ma se passi da queste parti col tuo ragazzo, magari…ti faccio sapere dov’è. Tanti baciosi anche a te, oh mia diletta, a presto!!

Bea-Chan: Oh, mia carissima e zuccherosa compagna, scusami ma proprio non ho capito il senso del tuo ultimo, aulico discorso, certamente troppo elevato e sublime per le mie povere ed inutili meningi…quello che mi è parso chiarissimo, invece, è stata la "notte delle allegre coliche", che ho replicato di recente (ma non tanto allegramente, anche se farebbe rima) dopo una elegante abbuffata di cozze in guazzetto…sono stata malissimo ed ho seriamente rivalutato i peperoni. Ah, niente economia, allora, per una studiosa di mitologia (vai con le rime!! Oggi mi sento molto pascolesca, o cavallina cavallina storna…). Di nuovo buio totale sull’ardita similitudine tra i fili d’erba e i banchi di scuola, ma questo perché i miei banchi di scuola erano in antica pietra lavica e scrivevamo ancora su tavolette di argilla…eh, bei tempi quelli!! Un bacione fortissimo, mia cara, sei una forza!!

Galadwen: Una nuova lettrice!! Spero con tutto il cuore di risentire di nuovo le tue opinioni, sia positive che negative, perché, fortunatamente, ho tutto da imparare. Tanti baci e un saluto!

Helen Lance: Mia adorata!!! Sempre troppo buona. Un bacione, un abbraccione e un salutone!!!

Serintage: Oh, mia musa!! Quando vedo che hai recensito, mi devo sempre fare un flebino di camomilla perché mi sovreccito troppo…torniamo a noi, più composte che mai. Dunque: per l’A.B.I. (associazione befane italiane) io ho la Carta Gold, che prevede un soggiorno alle Maldive con la bambola gonfiabile di Johnny Depp in omaggio, un seminario sulle nuove tecniche di volo acrobatico tramite scopa, un ciclo di sedute di depilazione dalla ditta "Napalm disboschi e affini snc" e tanti sconti nei negozi…comunque, ti ringrazio dell’offerta, mia cara: una di queste volte ti invito al nostro club a bere un camparino, ok? Bene. Passiamo alle cose serie: ma CVD non voleva dire Cavalli Vapore Diesel? Sai, io ho frequentato un istituto tecnico, da noi non si andava molto per il sottile. Comunque, devo farti un appunto: "… vedere quei due decelebrati più cechi di una talpa…". Ti assicuro che le talpe non sono tutte ceche: esistono anche talpe slovacche, romene e bulgare. Ne hanno avvistata qualcuna anche in Lettonia, ti dirò…Sappimi dire se sai qualcosa della lontra svedese, comunque. Baci baci, a presto!!

Armonia: Amore mio, ma cos’è questa sindrome della recensione mancata? Io ti amo sempre e comunque, anche se ogni tanto commetti questi imperdonabili peccatucci capitali…dai che scherzo!! Sasha è già in viaggio con una valigia piena di calze da srotolarti addosso (sue testuali parole). Sei sicura di poterlo tenere a bada? E’ un ottimo mago, oltre che un figo della Maddonna…molto, molto pericoloso. Fai un po’ tu…Costanza (Costy, per gli amici) ha preso in seria considerazione le tue parole, ma la suddetta esimia autrice ci mette lo zampino di mezzo e come al solito incasina le cose…ma non per molto, my darling, non per molto!! Preso ci sarà il tanto sospirato contatto fisico. Non lamentatevi, poi, eh? Un bacione fortissimo a te, Ermione o Armonia o dolcissima creatura, che dir si voglia…a presto!!

Pe: Oh, mia dolce musa…ma chi sarei io senza di te? Niente e nessuno, credimi. A parte il fine lavoro di correzione errori, sei il mio stimolo artistico, il mio mentore e saggio consigliere, la mia purga mentale…Oltretutto, un grazie serio (per una volta) e sincero (come sempre) per la segnalazione da parte del comitato…sono davvero onorata, grazie. Ed ora, passiamo al cazzeggio: provvederò a correggere tutto, anche le piccole cose, e ti ringrazio di essere sempre così precisa e puntigliosa. Per la questione sé stesso e se stesso, ormai ho preso il via con la tua versione e proseguirò così, altrimenti rischio di confondermi le idee e dopo non ci salto più fuori, mentalmente parlando!! Sai, anche io ho trovato che qualche capitolo fosse flappo, ma dovevo passare da una situazione all’altra e mi servivano dei "cuscinetti"…non potendo utilizzare quelli che ho ancorati sui fianchi, con mio sommo disappunto, ho dovuto scrivere "di forza" e quando faccio così non esce mai niente di buono, lo so. Mea culpa…mi ami lo stesso? No, perché io sono seriamente invaghita dalle tue parole, sincere e ironiche fino al parossismo, adorabili in ogni loro parte…Che peccato, quella cosa che hai detto del platonico!! Io stavo già valutando una cosa di gruppo…vabbè, in un’altra vita, magari. Sasha come insegnante di rimorchio per Balthus mi ha fatto schiantare dal ridere: ma come ti vengono certe idee? Comunque, Fifì è già cotta del nostro draghetto verde…buon sangue non mente, gente!! Per il deodorante di Sasha, invece, ci toccherà aspettare ancora un po’: mi risulta che gli ingredienti usati da noi non siano legali (noi babbani, intendo). Ti mando un milione di baci…a presto, oh mia adorata!!

Rik Bisini: Carissimo!! Ti assicuro che quello che troveranno i due giovani protagonisti al quinto piano sarà qualcosa di assolutamente IC (sempre se ci ho beccato con queste sigle del cavolo…). Ti bacio metaforicamente mani e piedi per le segnalazioni, a cui rispondo immantinente: lo schiopodo lo sapevo che ancora non esisteva all’epoca delle vicende narrate, ma non ho trovato nessuna creatura magica che esprimesse bene il concetto come lui e allora l’ho lasciato, sapendo di peccare…Potrai mai perdonare questa mia assurda presa di posizione? Per quanto riguarda l’elfo lavapavimenti, hai assolutamente ragione: cambierò al più presto la descrizione, sostituendo secchio e spazzettone con una Rotowash di ultima generazione…Ti lascio con un sentito ringraziamento, un entusiastico bacio (sei l’unico maschio, ne approfitto!!) e un "a presto"!!

Ruka88: Ci credo, ci credo!! Con somma gioia, ci credo! Grazie infinite per aver recensito la storia e per esserti sciroppata tutti i miei deliri in una giornata…sono lusingata e anche vagamente ammirata per la perseveranza. Rispondendo al tuo quesito sui miei prossimi "lavori" (ha ha ha!! Che ridere!!) . Non credo che mi cimenterò subito con qualcosa che riguarda HP e il suo mondo magico. Ho tanto bisogno di riprendere il contatto con i miei amati personaggi della storia The Runners che ho scritto e adorato in ogni sua parola. Mi cimenterò in un sequel e poi…vedremo. Intanto, tanti baci baciosi e ancora grazie per le tue belle parole!!

Virgi: Purtroppo, di cose ne succedono, ma per il lato romantico c’è ancora un capitoletto o due da aspettare…ti prego, per la bucatura delle gomme della macchina aspetta ancora un po’!! Grazie per gli auguri (ricambiati, of course). Bacioni!!

Minako Chan: Amore, stai quieta, per le recensioni mancate non mi inalbero di certo…ogni vostra parola è tutto grasso che cola! Bacio, bacio…ancora qualche sospiro, poi arriva. Non mi linciate, ancora!! Ho grandi progetti!! Baci

Maharet: Anche io mi dilanio nel tentativo di trovare una soluzione al fatto che Balthus dovrà tornare allo stato brado. Sono prostrata dal dolore dell’infausta aspettativa. Ma qualcosa bolle in pentola: il povero drago avrà qualcosa a cui pensare, nei prossimi capitoli…un bacione anche a te, tosssorissimo!

Charlotte Doyle: Io odio i nomi lunghi: li trovo forzatamente filo-aristocratici, inutili e deleteri quando si deve firmare per esteso, ma in questo caso mi serviva così. Dovresti sapere quello di Sasha! Mi ha proibito tassativamente di riferirlo in giro, ma sotto lauto compenso potrei anche cambiare idea. Fammi sapere se sei interessata!! Balthus in casa? Uhm…Potrebbe aiutare molto quando nel caminetto la legna non prende fuoco, ma insieme alla legna andrebbe distrutto anche il comò antico, quindi non penso che il gioco valga la candela…mah!! Baci baci!!

Syberia Malfoy: E chi l’ha detto che essendo cugina di terzo grado non puoi essere anche l’amante di Malfoy? Certo, il rischio con tutti questi amanti in giro, è che ti considerino "poco seria" più che incestuosa, ma se va bene a te…io, decisamente preferirei il signor Zabini. Non so perché, ma Draco proprio non lo digerisco, anche se nella versione di Savannah è molto, mooolto digeribile (scrittrice effetto Plasmon, bravissima!!). Comunque….adesso siamo al quinto piano: che succede oraaaa?!?

Mewsana: Io non ho cuore…! Cosa mi tocca sentire!! Amore mio, ho tanto cuore che mi tocca venderlo al mercato a ettari, ecco…mi hai molto ferita dicendo così…e io che pensavo di farvi una cosa gradita…voi commentatori siete crudeli e insensibili ed io…vi mando Balthus a farvi un caldo salutino, ecco cosa faccio!! Ok, dopo lo sfogo, torniamo a noi: quindici anni? Sei ancora una fanciulla, o mia cara, ma a Sasha piacciono molto le fanciulle, depravato mentecatto! Non esagerare col vino, però, a parte il sesso, per ogni cosa nella vita va applicato il concetto "poco ma buono". Concordi? Baci baci, a presto!!

Nisi Corvonero: Ti dirò…con quel "colpo di scena!" che hai scritto all’inizio, ho creduto di aver a che fare con un clone di Mike Bongiorno…un brivido mi ha attraversata da parte a parte, in quel momento!! Ma dopo ti ho ritrovata, in tutta la tua delirante simpatia, e il briviodo è passato. Poi, è tornato e mi sono accorta che era di nuovo febbre alta…diamine!! Ho passato la mia festa a letto con la borsa dell’acqua calda invece che a svolazzare sulla mia scopa a sputare in testa agli uomini pelati che camminavano per la strada…sono arrabbiatissima!! Comunque, parto subito con una precisazione: Ispiration Point si scrive proprio così perché si legge così (ispirescion point, giusto per maccheronizzarci fino in fondo). Siccome è un nome tradizionalmente riconosciuto fra la fauna locale da generazioni e generazioni, non mi sono azzardata a cambiare e correggere le cose…mi capisci, o mia divina? Spero di sì: almeno tu, nei tuoi deliri, dovresti avviinarti alla mia visione contorta e gastronomica della vita. Passando ad altro…interessante la proposta del tuo amico architetto brevettatore di tessuti in poliuretano espanso che respira come cotone egiziano…com’è sto tizio? Assomiglia a Johnny Depp? Se la risposta è sì, dimmelo: metterò un po’ di dinamite sotto i piloni portanti della struttura acquistata da Chez Morbidelle e reclamerò il suo supporto fisico fino al completo rimborso…fammi sapere, ok? Un bacione fuerte fuerte, mi corazòn!!

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 : Ricordi pericolosi ***


Capitolo 33 : Ricordi pericolosi

Aprile arrivò il un lampo e Durmstrang, lentamente, diventò un enorme e fumoso focolaio di piccoli incendi. I draghi dei ragazzi del settimo anno stavano crescendo proprio bene e stavano imparando a sputare fuoco, con somma gioia dei padroni e con somma disperazione di Karkaroff che dovette allargare le stalle e renderle ignifughe. L’infermeria della scuola era sempre zeppa di studenti con vari stadi di ustioni addosso: il primo giorno d’aprile, per esempio, gli infortunati furono costretti ad occupare d’emergenza un’intera aula supplementare. La povera Frau Bruna, la grassa e severa infermiera, era quasi sull’orlo dell’esaurimento. Fortunatamente, la baraonda creata dai draghi in pieno sviluppo non fece che giovare alle ricerche segrete di Sasha e Costanza. A turno, di notte, setacciavano i ricordi contenuti nei pensatoi del quinto piano di Torre Centrale in cerca di prove e indizi sulle attività criminali di Karkaroff, trovando solo, per il momento, noiosissime riunioni con i vari ministeri della magia, lamentele dei genitori, varo di nuove normative scolastiche ed altre entusiasmati piacevolezze del genere. Tra le lezioni sempre più pesanti con l’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico e dei M.A.G.O., la cura di Balthus che, ormai, aveva già raggiunto la stazza di un giovane toro e le cui effusioni non mancavano mai di provocare ai padroni una discreta serie di contusioni corporali, le notti passate al quinto piano di Torre Centrale e tutto il resto, Costanza Malatesta ormai era sull’orlo dello sfinimento. Una mattina di domenica si svegliò e si accorse di colpo che la neve non ricopriva più gli alberi del Bosco delle Querce Oscillanti.

"Quando è successo?" chiese con profonda meraviglia osservando affascinata gli alberi pieni di piccole, timide gemme.

"Tra una tua incursione e l’altra a Ispiration Point" rispose Nadja assicurandosi di essere sola in sala comune di Torre dei Lupi con Costanza "Esci quasi tutte le notti, a lezione ti trasformi in un cadavere ambulante, da mesi parli meno di una statua di marmo e adesso perdi anche il conto delle stagioni. E’ ufficiale: sei ad un passo dalla lobotomia"

Costanza si sedette sul divano, sospirando e passandosi una mano sulla fronte: ormai era talmente stanca e confusa da non riconoscersi davvero più nemmeno lei. Il turbinio di impegni, segreti, studio, notti in bianco, l’avevano davvero travolta e con sorpresa si accorse che quello era il primo giorno da un sacco di tempo a quella parte che parlava con Nadja. Da sola e, miracolosamente, ascoltandola.

"Sono stanca come un ippogrifo da soma" ammise con un timido sorriso all’indirizzo dell’amica che sembrava invece piuttosto ostile "A questo ritmo diventerò vecchia senza nemmeno accorgermene"

"Vecchia, sola e sclerotica come Ebenezer Scrooge" grugnì Nadja con profonda convinzione.

"Che cara che sei. Cos’hai? Ti ha punto una acromantula?" sorrise Costanza, sdraiandosi sul divano.

"Mi ha punto il fatto che la mia amica abbia una storia d’amore infuocata con il più carrozzato ragazzo della scuola e che non me ne abbia mai nemmeno accennato se non sotto tortura" rispose Nadja, imbronciata, al che Costanza si lasciò sfuggire un lungo sospiro esasperato.

"Nadja, credimi, io non ho nessuna storia d’amore in corso con Valenskij" disse tentando di essere decisa e risultando debole e poco convincente.

Davvero non c’era niente tra lei e Sasha? Persino lei cominciava a dubitarne. Ogni volta che si incontravano, ogni volta che per sbaglio si sfioravano, ogni maledetta volta che i loro sguardi si incrociavano, Costanza sentiva palpabile la presenza di qualcosa tra loro, qualcosa fatto di finzione, paura e desiderio, tutto mescolato in una miscela esplosiva che i due ragazzi sapevano bene di dover maneggiare con cura. Le notti passate al quinto piano, di tacito accordo, erano per lo più solitarie: entrambi sapevano che insieme, da soli, di notte…

"Sei falsa come un galeone verde" rispose Nadja strappando Costanza ai suoi pensieri "Per sei anni ogni volta che vi vedevate vi insultavate con una convinzione e uno sfoggio di dialettica che rimarrà per sempre negli annali della scuola. Poi, da Capodanno a questa parte, non vi parlate più nemmeno per sbaglio e quando vi guardate sputate fuoco peggio della cara Fifì. Certo, non c’è nessuna storia tra di voi. Dillo anche a quella deliziosa fanciulla di Natasha Ivanovich"

Costanza prese in considerazione la deliziosa fanciulla.

"Cosa c’entra Natasha adesso?" domandò sospettosa.

"Ma sei proprio cieca?" sbuffò Nadja "Sasha non la considera nemmeno di striscio ed ha occhi solo per la sua preziosa sorellastra. Natasha è verde di bile e prima o poi scoppierà. Sei l’unica di tutta Durmstrang a non essertene accorta: più che due fette di prosciutto, direi che hai due lamiere di amianto sugli occhi"

Costanza sospirò di nuovo, affranta.

"Non ho tempo per queste stupidaggini: ho in testa solo un enorme rompicapo da risolvere"

Nadja, scrollò le spalle, scettica.

"Come no. Oh, ma guarda: il tuo rompicapo in arrivo. Vi lascio soli"

Detto questo veleggiò via mentre Sasha entrava in sala comune di Torre dei Lupi con una faccia piuttosto funerea. Quasi non si accorse di Nadja che salutò distrattamente prima di dirigersi con decisione verso Costanza, provocandole senza volere il solito destabilizzante sfarfallio allo stomaco.

"Stanotte" le disse senza preamboli e Costanza sentì di colpo il sangue che le si ghiacciava nelle vene "Ho trovato qualcosa che devi assolutamente vedere"

* * *

Per una volta, Sasha era sembrato serio e anche piuttosto preoccupato: Costanza non sapeva bene se esserne contenta o dispiacersi. Quando arrivò negli uffici del quinto piano, quella notte, trovò Sasha che passeggiava nervosamente su e giù per la stanza, corrucciato e funereo.

"Di che si tratta?" esordì Costanza, tralasciando le inutili battutacce di rito.

Sasha sollevò davanti a sé una delle anonime ampolle che rivestivano le pareti della stanza.

"Questo" disse molto compostamente "E’ un ricordo recente di Karkaroff. Mi sembra…importante"

"Recente quanto?" domandò Costanza, guardinga.

"Non lo so. Potrebbe essere di ieri o di un anno fa…ancora non ho capito l’ordine cronologico di queste maledette ampolle del cavolo"

Costanza gli si avvicinò, fissandolo dritto negli occhi.

"Guardiamo, allora" disse annuendo solennemente.

Sasha rovesciò il contenuto del flacone nel contenitore di vetro che ogni volta si portava dietro e che Costanza sapeva essere un vecchio ed affidabile Pensatoio. Contemporaneamente, lei e Sasha infilarono la punta delle rispettive bacchette nel liquido lattiginoso e iniziarono a far roteare la punta finché il liquido non prese a vorticare, riempendosi di strane ombre scure. Continuando a mescolare, ben presto una nebbia azzurrina uscì dall’imboccatura del Pensatoio e avvolse lentamente le due figure affiancate: dopo pochi secondi, a seguito di un leggero strappo che li aveva sollevati dal pavimento, la nebbia si diradò e Costanza e Sasha si trovarono a calpestare il ricco tappeto orientale dell’ufficio di Karkaroff.

 

Costanza si guardò intorno, intimidita: ancora non aveva superato del tutto la brutta sensazione di spiare la vita altrui, quando visionava i ricordi nel pensatoio. La stanza era buia e alcune persone sedevano piuttosto rigidamente davanti all’imponente scrivania di Karkaroff. Erano tutti adulti dalle facce sconosciute e molto serie: portavano ricchi mantelli dalla foggia moderna e dagli sguardi che si lanciavano era chiaro che erano piuttosto nervosi e scontenti di essere lì. Karkaroff, seduto dietro la scrivania, stava parlando in inglese con un terribile accento bulgaro, parecchio infervorato dalla discussione.

"Ed io vi dico che questa è un’opportunità unica che vi viene offerta su un piatto d’argento" diceva alzando la voce "Qui a Durmstrang è tutto pronto: gli insegnanti migliori, la possibilità di affinare le Arti Oscure, l’insegnamento del combattimento magico… qui da noi i vostri figli impareranno tutto ciò che occorre ad un ottimo mago per diventare un fedele seguace del Lato Oscuro: Legimanzia, Serpentese, uso di Armi Magiche…Maledizioni Senza Perdono…in quale scuola al mondo, ditemi, vi viene offerta questa possibilità?"

Dall’ombra, quasi di fianco a Costanza, una figura si sporse verso Karkaroff: era un uomo dai lunghi capelli biondi, piuttosto di bell’aspetto anche se l’aria infida dei suoi occhi provocò un immediato brivido di raccapriccio nei due ragazzi che lo guardavano affascinati.

"Quello che dici sembra essere davvero molto interessante, Igor" disse l’uomo con una voce pericolosamente affabile e bassa "Ma tu sai bene in che delicata e precaria posizione ci troviamo: le nostre famiglie sono costantemente sotto l’occhio vigile del Wizengamot che controlla ogni nostra mossa… il passato di un Mangiamorte non viene mai ignorato. E tu dovresti saperlo bene"

Karkaroff si alzò dalla sedia, sporgendosi verso l’uomo biondo con cupa determinazione.

"Lucius, sai bene che sono stato costretto a fare quello che ho fatto. Non pretendo di certo di essere creduto senza una ovvia dose di sospetto da parte vostra che siete rimasti sempre fedeli e puliti, agli occhi del mondo ed ai Suoi occhi.

Quello che voglio fare in questa scuola non è un tentativo di riabilitazione: è …un tributo. A Lui, a voi, e agli ideali che ho perseguito per tutta la vita"

"Almeno finché Silente e l’Ordine della Fenice non ti hanno incastrato" rispose amabilmente l’uomo biondo con un sorriso freddo come una lama.

"Quello che è successo nel passato di Igor non mi sembra argomento di discussione, adesso" si intromise un omone alto e scuro dall’aria oltremodo nervosa "Quello di cui dobbiamo discutere è: vogliamo davvero rischiare di finire di nuovo sotto la sorveglianza del Wizengamot per aver iscritto i nostri figli ad una scuola straniera?"

"Silente si farà delle domande" approvò il suo vicino di sedia, un tizio grasso come un maiale dallo sguardo bovino "Le famiglie Malfoy, Tiger, Parkinson e Goyle hanno sempre frequentato Hogwarts, dalla notte dei tempi. Non pensate che risulterebbe sospetto se, tutto in un colpo, trasferissimo i nostri figli a Durmstrang?"

"Quello di cui dovremmo davvero tener conto è il fatto che Lui ritornerà" rispose Karkaroff, rabbrividendo suo malgrado "Tutti i quesiti che ci poniamo adesso non avranno più senso. Ma i vostri figli…saranno al sicuro, ad Hogwarts, allora? E saranno pronti? Lui approverà le scelte che avete fatto? Queste sono le vere domande importanti, miei cari"

"Risparmiati la retorica, Igor" sferzò la voce dell’uomo biondo, seccamente "Sappiamo i motivi che ti spingono a fare questo. Ma per seguirti in questo tuo assurdo progetto, abbiamo bisogno di garanzie che tu non puoi offrirci"

"E’ vero" si intromise faccia-di-porco " In nessuna scuola del mondo è permesso l’uso delle Maledizioni Senza Perdono. Durmstrang non è tenuta a rispettare delle regole internazionali?"

"Sì… e no" rispose Karkaroff, sorridendo vittorioso "E’ compito del governo bulgaro far rispettare le regole internazionali. E il governo bulgaro approverà qualsiasi decisione io ritenga idonea alla conduzione della mia scuola"

"E perché dovrebbe farlo?" domandò nervosamente l’omone alto e scuro, attirandosi il viscido sorriso di Karkaroff.

"Perché c’è una persona molto importante che agirà per conto nostro: una persona di fiducia lascerà che Durmstrang diventi un scuola per l’insegnamento delle Arti Oscure, perché costui sa quali sono i miei progetti e li approva incondizionatamente. E anche perché detesta Silente almeno quanto lo detestiamo noi. O forse perché anche lui, come me, ha qualcosa da farsi perdonare da Lui… Il governo bulgaro non è un problema, credetemi, e di conseguenza nemmeno il Wizengamot. Ho disposto che, da quest’anno, la commissione di vigilanza internazionale, per Durmstrang, venga eseguita direttamente dal governo che stilerà un rapporto. Nessun insegnante straniero varcherà la soglia della mia scuola, nessun ficcanaso verrà a vedere cosa insegniamo qui ai ragazzi senza la mia diretta autorizzazione"

Le parole di Karkaroff vennero seguite da una serie silenziosa di sguardi dubbiosi.

"Ci servono le prove di quanto dici" disse infine l’uomo biondo, alzandosi in piedi con decisione "Per nessuna ragione al mondo metterò a rischio la reputazione di mio figlio, se non mi darai delle valide garanzie"

"Silente sa che i nostri figli dovrebbero entrare a Hogwarts quest’anno" rincarò la dose faccia-di-porco, alzandosi a sua volta "Per quanto l’idea di istruire mio figlio in questa nuova Durmstrang che hai progettato sia allettante, mi associo con Malfoy"

"Dacci le prove, e noi ti daremo i nostri figli" terminò l’omone alto e scuro, con un vago tono di minaccia nella voce.

Karkaroff sorrise, vittorioso.

"Le avrete" disse solennemente "Tante belle prove fiammeggianti. Se ne stanno proprio occupando i miei studenti dell’ultimo anno."

 

Sasha e Costanza tornarono indietro sul duro pavimento del quinto piano mentre la nebbia grigia, con un sibilo di risucchio, tornava ad infilarsi velocemente nel Pensatoio. Costanza, ancora stranita, indietreggiò fino ad appoggiarsi al muro, respirando velocemente. Sasha, dopo qualche secondo di silenzio, con la bacchetta trasferì il ricordo dal Pensatoio all’ampolla originale che sigillò e ripose accuratamente sullo scaffale dove era stata trovata. Quando tornò indietro, Costanza si era leggermente ripresa e lo guardava con somma serietà.

"Vediamo se ho capito bene" mormorò, sorpresa che la sua voce non tremasse "Karkaroff ha intenzione di trasformare Durmstrang in un focolaio di maghi e streghe dediti alle Arti Oscure? E usa i nostri draghi come prova?"

"Allevare draghi è illegale in quasi tutti i paesi" mormorò Sasha "Se riesce a dimostrare che nella sua scuola possono sopravvivere tranquillamente…"

"Ma cosa crede di ottenere così? Un diploma al merito dall’Ente Salvaguardia Creature Magiche?"

"Io credo che il suo vero intento sia quello di formare un esercito" rispose calmo Sasha, sedendosi sull’orlo del tavolo "Ricordi quello che disse Madame Madescu? Qualcuno che può scegliere i maghi e le streghe migliori e indirizzarli verso la strada sbagliata. Qualcuno che può tentare di impedire ai nemici del Signore Oscuro di raggiungere le vette del potere per annientare i suoi seguaci…"

"Te lo ricordi a memoria?" grugnì Costanza, corrucciata "Sorprendente. Comunque, non ho capito io che dovrei c’entrare con tutto questo"

"Bè, mi sembra ovvio" si oscurò Sasha "Noi sappiamo dei progetti di Karkaroff. Faremo in modo di impedirli"

Costanza per poco non scoppiò a piangere.

"Ma dico…l’hai sentito? Karkaroff è in una botte di ferro. I professori di Durmstrang sono dalla sua parte. Il governo è dalla sua parte. Ogni maledetta persona a cui potremo rivolgerci è dalla sua parte. Cosa possono fare due studenti vicini al diploma se non beccarsi una giustificatissima espulsione per diffamazione?"

Sasha sbuffò, irritato.

"Costanza, hai sentito Karkaroff: Durmstrang diventerà la roccaforte del Lato Oscuro. La profezia di Madame Madescu parlava chiaro, tutto conduceva qui, al quinto piano ed ai progetti segreti di Karkaroff. Sembrerebbe quasi che tu non voglia fare niente per impedire che questo succeda"

"Forse è così" rispose Costanza con un filo di voce, distogliendo lo sguardo.

Sasha ci mise un po’ ad assimilare le sue parole: quando capì che parlava sul serio, smontò velocemente dal tavolino e le si avvicinò con due lunghe, poderose falcate.

"Come hai detto, scusa?" chiese con voce misurata ma fremente d’ira.

"Hai sentito" rispose Costanza, ostinatamente girata di spalle "Tutta questa storia…questi rischi, questa angoscia…è troppo per me. Più andiamo avanti e più rischiamo, non solo l’espulsione, ma la vita. Io…non posso permetterlo"

Sasha sbatté le ciglia un paio di volte, come se Costanza l’avesse schiaffeggiato: Costanza si arrischiò a guardarlo in faccia ma distolse subito gli occhi, ferita da tanta incredulità.

"Stai…dicendo sul serio?" mormorò il giovane, dubbioso "Davvero vuoi gettare la spugna, sapendo quello che sai?"

"Io…tu…non posso permettere che…"

"Vuoi finire una frase, che Merlino ti maledica?!" strepitò Sasha, furibondo.

"Lo sai già" balbettò Costanza senza riuscire a districarsi dal discorso.

Sasha le si avvicinò ancora, decisamente irritato.

"Costanza, dimmi una volta per tutte quello che vuoi dire e smettila di parlare per enigmi: stai davvero dicendo che te ne lavi le mani di tutto questo?"

Costanza non riuscì a mentirgli del tutto: come sempre quando si trovava in difficoltà, decise di scappare via senza una risposta. Girò i tacchi e fuggì silenziosamente fuori dal quinto piano, giù per Ispiration Point, lungo i corridoi di Torre Centrale fino ad arrivare, ansimante e col fiatone, il sala comune di Torre dei Lupi. Che, con sua somma sorpresa, non era vuota: lo sguardo attonito e vagamente assente di Dimitri Korsakov si posò su di lei. Il giovane, beccato in flagrante delitto mentre fumava qualcosa di vagamente aromatico ed assolutamente illegale stipato sotto la cappa del camino, stava per dire qualcosa probabilmente in sua difesa, quando dalla porta entrò come un turbine Sasha Valenskij, silenzioso ma così evidentemente fuori di sé che Costanza si dimenticò all’istante della presenza dell’amico nell’angolo.

"Sasha..." mormorò allungando una mano, ma il giovane era troppo furioso per ascoltarla: le agguantò le spalle e la scrollò come se fosse una bambola di pezza.

"Adesso la pianti!" sibilò con la voce così carica di rabbia che Costanza ammutolì di colpo "La pianti di scappare quando le cose diventano complicate, la pianti con questa tua mania di pensare a nome del mondo intero, la pianti con questa assurda sceneggiata da miss Spocchia… la pianti con tutto! Voglio sapere perché ti comporti così e lo voglio sapere subito!"

"Hem…" mormorò Dimitri dal suo angolino, imbarazzato e confuso.

"Sasha…c’è…ci sono…" balbettò Costanza, ma Sasha la scollò di nuovo, furibondo.

"Ne ho piene le scatole delle tue scuse assurde, del tuo sgusciare via quando cominciavo a capirci qualcosa… sei una vigliacca o sei solo completamente impazzita?"

"Forte" sussurrò Dimitri liberandosi alla svelta dal suo imbarazzo "Una lite tra innamorati?"

Sasha non lo sentì nemmeno, oppure decise di ignorare la sua voce divertita: scrollò di nuovo Costanza, affondando le dita nelle spalle fino a farle male.

"Allora?! Ti decidi a rispondermi dicendo la verità, per una volta nella vita?!"

"Non posso!" sfiatò di rimando Costanza: tutta la stanchezza accumulata in quei mesi frenetici, tutta l’angoscia e la paura e la confusione le piombarono addosso dandole una infinita sensazione di sconfitta "Non posso, Sasha!"

"Cosa non puoi?" ringhiò lui, vicinissimo al suo viso e ai suoi occhi all’improvviso lucidi.

"Non posso permettere che succeda qualcosa…"

"Che cosa non puoi? Cosa diamine vuoi dire, maledizione!"

"Non posso permettere che succeda qualcosa A TE!" riuscì finalmente a strillare Costanza, liberando un nodo che le strizzava il petto in una morsa d’acciaio "Sei finito in questo calderone di schifezze per causa mia, ed io non vo-voglio che ti succeda qualcosa di ma-male!! Non posso, non posso e non voglio e basta!"

"Che succede qui?" sibilò oltraggiata la voce di Nadja Iliovich, sbucata come un fungo dalla porta del dormitorio femminile in un tripudio di pizzi e merletti rosa.

"Ciao, Nadja. Credo che c’entri un calderone, ma la faccenda non è chiara" rispose Dimitri ridacchiando.

Sasha, per tutta risposta, si girò di scatto verso i due fastidiosi compagni e con un gesto secco tirò fuori la bacchetta magica e sparò "Oblivion!" verso di loro: Nadja per un attimo si incantò a guardare il soffitto, poi rientrò nel dormitorio mormorando qualche parola sconnessa, Dimitri ricominciò a fumare sotto la cappa del camino con grande concentrazione e lo sguardo rarefatto di chi non sa bene dove si trovi. Sasha, tornò ad afferrare Costanza per le spalle e la scrollò ancora, facendola gemere di dolore.

"Cosa vuol dire che non puoi e non vuoi? Sono io che non posso e non voglio che tu sia sola ad affrontare tutto questo! Perché fai diventare tutto così maledettamente difficile!?"

"Perché ci tengo a te!" ruggì di rimando Costanza, cercando di divincolarsi dalla sua presa ferrea "E’ questo che vuoi sentirti dire per averla vinta su tutta la linea?"

"Che diavolo pensi, che io sia qui per vincere qualcosa?" abbaiò Sasha con gli occhi che mandavano lampi pericolosi.

"Sì…no…non lo so!" singhiozzò Costanza, sull’orlo delle lacrime "Non capisco se tu vuoi farmi male…e io sto già male abbastanza dalla sera di quel tuo maledettissimo ba-bacio!"

"Bacio?" domandò Dimitri, ritornando placidamente sulla terra "Oh, salve ragazzi. Qual buon vento? Vi va un tiro?"

"Che succede qui?" esclamò Nadja Iliovich uscendo di nuovo dal dormitorio femminile in una perfetta imitazione di se stessa pochi minuti prima.

"E’ per questo che vuoi che stia fuori dalla tua vita?" ringhiò Sasha, ignorandoli completamente "Perché ho avuto la scandalosa idea di baciarti, quella sera?"

"E’ perché quell’idea non l’hai mai più avuta, deficiente!" urlò Costanza, sfinita.

Nemmeno finì di dire quelle poche parole che serrò le labbra da cui erano sfuggite, chiudendo gli occhi dalla vergogna. Sulla stanza scese un silenzio irreale, mentre Sasha fissava con uno sguardo terribile Costanza e Nadja e Dimitri cercavano di raccapezzarsi sull’accaduto.

"Che succede?" mormorò Nadja, stizzita "Perché nessuno mi risponde? Sono per caso diventata trasparente?"

"Non lo so" rispose Dimitri, sognante "Magari stiamo avendo una visione: sembra che questa roba che fumo abbia effetto anche per osmosi"

Sasha, senza staccare gli occhi da Costanza, che restava immobile senza respirare, girò appena il mento nella loro direzione.

"Voi. A nanna" ordinò con un tale tono di comando nella voce che Nadja e Dimitri ubbidirono immediatamente ancora sotto l’effetto dell’Incantesimo di Memoria di prima, Nadja scivolando nel suo dormitorio e Dimitri trottando in quello maschile, sempre sorridendo con aria ebete e rasentando i muri. Quando furono usciti, Costanza incassò ancora di più la testa nelle spalle, iniziando a tremare.

"Costanza" sussurrò Sasha, con una voce insolitamente seria e carezzevole "Costanza, guardami"

Costanza scosse il capo con foga, cercando di liberarsi.

"No" rispose piagnucolando come una bambina capricciosa "So già che mi rideresti in faccia…o, ancora peggio, mi guarderesti con compassione…lasciami andare, per favore!"

"Costanza, guardami" ripeté Sasha, paziente senza mollare le sue spalle.

Costanza si arrischiò ad aprire un occhio, titubante e rimase di nuovo senza fiato: lo sguardo di Sasha avrebbe incendiato una foresta, ma di sicuro non era né divertito né compassionevole.

"Costanza Marianna Lucia di Roccaglia Zabini Malatesta" elencò Sasha con voce lenta e solenne "Finiamola con queste inutili discussioni: adesso ti bacerò sul serio"

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Spero che tutti voi intuiate cos’ho in mente per il prossimo capitolo…che pubblicherò giovedì o venerdì, o magari il mese prossimo, se al lavoro mi sassano ben bene gli zebedei. Ditemi cosa ne pensate, per favore: i vostri commenti sono molto importanti per me!!

 

 

Rik Bisini: Non so gli altri scrittori (non ho trovato un termine migliore per definire la massa che rappresentiamo…) ma io ogni volta che pubblico un capitolo mi aspetto una valanga di rimproveri: hai sbagliato la tempistica, quella scena fa schifo, ma a cosa pensavi quando hai scritto questa stronzata?!?, mangia meno cozze per cena….cose così. Poi arrivano i commenti come il tuo, un balsamo lenitivo al mentolo sulle mie ferite (immagine un po’ drammatica, ma efficace: nota che ho evitato di chiamarle "ferite purulente", anche se ci ho pensato). Eh, Rik, non dovevi proporti così spudoratamente: italiano (e già lì è una garanzia, almeno a confronto dei bulgari…), passionale, e affascinante come un drago verde, puzzolente di zolfo e con la lingua forcuta!! Il sogno di ogni donna. Nadja è già qui che si prova tutto il campionario di biancheria intima e che ti chiede qual è il tuo colore preferito! Altre domande che mi ha fatto non le riporto, almeno finchè ci saranno dei minorenni in giro. Grazie ancora per i tuoi commenti graditissimi, un bacione!!

Minako Chan: Ancora poco, tesoro mio, ancora poco….nel prossimo capitolo potrebbe esserci qualcosa di molto simile ad un vero e proprio contatto fisico. Non ti scoraggiare, mia dolcissima amica, anche questa scrittrice (…) mediocre e sadica è dotata di ormoni! Vedrai. Baci!!

Mewsana: Ma dai…povera Nadja!! Dici che sta invecchiando? Che non è più attiva come una volta? Che la sua innata capacità di ficcare ben bene il dito nella piaga sta perdendo mordente? Nooo…vedrò di rimediare as soon as possible. Mio tessoro, concordo con te sul proposito di mantenerti verde e minuta per tanto e tanto tempo, ma credimi, anche la vecchiaia ha le sue attrattive: il bingo al giovedì sera, radio Maria ogni pomeriggio durante il lavoro a maglia, la dentiera fresca di Polident alla mattina…non sottovalutare queste perle, danno le loro porche soddisfazioni anche loro. Ma che bella che sei!! La mia Costanza in carne ed ossa!! Sei già scritturata, adesso dimmi chi vorresti come Sasha (apetta il prossimo capitolo per decidere, però…). Sbaciuzz!!

Armonia: Eh, Nadja è il personaggio che mi assomiglia di più in questa storia: irriverente, fintamente scema e bionda (anche se io sono bionda per scelta e non per natura). Ma come, non ti ricordi all’inizio della storia, l’allucinante Specchio Magico che ha mostrato Costanza che si srotolava una calza e Sasha rimaneva leso psicologicamente da questa sublime visione? Da allora non è più stato lo stesso: un feticista delle calze, porello. Fallo felice e srotola fino allo sfinimento, lo conquisterai per la vita!! Sappimi dire, un bacione

Ruka88: He he he…Le ragazze moderne sono parecchio piùà sveglie della mia povera Costanza, che si vergogna come una ladra ogni volta che qualcuna di voi le suggerisce con garbo di zompare selvaggiamente addosso a Sasha bello. Tranquilla, verrà anche il suo momento molto, molto presto (il prossimo capitolo, per dirla tutta). Spero di non deludere le aspettative di nessuno, sono molto in ansia per quel momento!! Baci baci, a presto!!

Romina: Oh, mia adorata!!!! Ormai ti davo per dispersa, nei meandri bui delle ferie natalizie…foruna che sei ancora in circolazione, mi mancavi tanto tanto. Mi sa che qui dei grossi pattugliamenti non ne vedremo (balla: lo sto già scrivendo, ma tienitelo per te) e comunque so benissimo riconoscere un bacio da un bacio bacio (Nadja docet, qualche capitolo avanti…un giorno capirai). Che sia meglio avere Sasha spalmato addosso Costanza l’ha capito da un pezzo: sono io che mentre scrivo sogghigno sadicamente e ogni capitolo le do buca…che stronza che sono!! Ma mi diverto troppo, è più forte di me. Ti mando tanti sbaciuzzi anche io, e bentornata!!

Shaka: Carissima, che piacere risentirti!! Ah, guarda, io ho scritto il capitolo prima di leggere il Principe Mezzosangue…pensa come ci sono rimasta di merda quando Silente tira fuori il primo ricordo!! Stavo per andare dalla Rowling e sbraitarle "Mi hai rubato l’idea, stronza!!" poi ho pensato che glielo dico quando ha finito il settimo libro, così se c’è da litigare, si litiga per bene. Per rispondere alle tue domande…il preside tornerà fuori, sì, molto presto: la nonna Vaalenskij invece non so, forse farà un’apparizione alla fine. L’indirizzo di Sasha è stato reso pubblico (sotto sua specifica richiesta) all’inizio della ff: il bel Sasha è già in tour promozionale in giro per l’Italia a concupire (con estrema gioia) le sue fans. Può passare da te al più presto, lui adora le ventiduenni sciroccate! E ricordati, non si è mai troppo vecchi per innamorarsi di un essere inesistente (guarda me, che ho ben più anni di te…ok, non sono un esempio da seguire, scusami). Baci baci, a presto!

Syberia Malfoy: Bene, benissimo! Ora che abbiamo definito l’albero genealogico e le trame amorose di questa allucinante storia…com’è la trama? Syberia è innamorata di Draco, ma poi fa sesso con Sasha perché è un figo della Madonna e l’intero genere femminile l’avrebbe linciata se non l’avesse fatto…poi siccome c’è anche Blaise e siccome anche lui fa parte della categoria di Sasha…ok, dimmi tu come deve procedere la storia! Baci baci

Delfinocurioso: Hai ragione, mia cara, hai assolutamente ragione…ho il capo talmente cosparso di cenere che sembro nonna Valenskij, tanto sono grigia. Per chiedere venia, passo ad illustrarti come la mia mente sanguinante ha elaborato l’ingresso del quinto piano. Dunque, solo chi è autorizzato può entrare, quindi chiunque possieda per diritto di nascita quello specifico nome. Marianna di Roccaglia era autorizzata, ma aveva anche 18 anni ed una notevole dose di ormoni in circolo per il corpo. Essendo innamorata di Zabini, ha truccato il quadro per fare in modo che qualcuno potesse passare in qua presenza se da lei accompagnato. Il fatto che potesse passare qualsiasi ragazzo la dice lunga sull’effettiva scaltrezza della giovane e delicata Marianna…non credo che abbia mai approfittato del quinto piano con qualcuno che non fosse Zabini, ma è stata lungimirante a non vincolare a lui solo l’ingresso (almeno, lo è stata per i nostri fini!!). Bologna!! Anche io sono emiliana e lo shopping selvaggio è la mia morte (economica, of course). Oggi ho in programma un full immersion, non vedo lora!!! Rivalutiamo l’idea delle collanine, và…Oh, quasi dimenticavo: su quello che facevo io a Ispiration Point c’è in circolazione un opuscolo piuttosto interessante: te lo consiglio, è molto istruttivo (ti do il nome in separata sede). Bacissimi!!

Nisi Corvonero: Nadja ringrazia per l’augurio, oh mia dolcissima, adorata vedetta lombarda, ma assicura anche che lei punta direttamente ad un ducato o ad un principe (niente mezzosangue, ovviamente). Svaligiare Chez Sabine? E cosa credi che faccia, dall’anno che le sono spuntate le tette? Ma passiamo a cose serie: ingegneri = cefali. Questo è un postulato matematico che, più che un assioma, è una triste verità…però ci rimane sempre salumiere = grossi salami, che ad una certa età comincia a diventare interessante (così mi racconta chi ha una certa età, ovviamente). E poi c’è il sempre valido arbitri = cornuti che non so cosa c’entra, ma su questo postulato non ci piove. Eh, i reggiseni…ne ho trovato uno nero di pizzo (in fibra di titanio, probabilmente) che è un amore! Tiene su anche un mappamondo, volendo. Beppe lo adora, per ovvi motivi…hem, non scadiamo nell’NC17, và. Tesoro, io non ho mai messo in dubbio la presenza ottima e abbondante di materia grigia nel tuo cervello!! Anzi, so che tale gelatinoso materiale abbonda dalle tue parti (ogni tanto ne arriva qua una fornitura, per fortuna). Quello su cui potremmo disquisire è l’uso che ne fai. Più che Bernadette, la Bernarda, ma dai. Insomma, un po’ di contegno…il fatto che io mi sia buttata via dal ridere a leggere le tue auliche parole non significa niente, in quanto la MIA povertà neurale è ormai proverbiale (e ti ho pure fatto la rima, tiè!). Ricambio gli auguri per la nostra festa, speravo di vederti allo scoparaduno ma come al solito c’era troppa gente…Sarà per la prossima volta. Un super bacio a te, mia musa ispiratrice, sei fantastica!!

Helen Lance: Bè, non è che Costanza si sia mossa molto, eh? Almeno, non so tu ma io quando mi muovo faccio di molto peggio. Comunque, nel prossimo capitolo vedremo chi si muove!! He he he!! Baci baci

Yeran: Economia al mattino di lunedì? Devi avere un fegato delle dimensioni della Sardegna, povera cara…il quinto piano luogo per imboscamento selvaggio? Noooo…cioè, so che una certa Marianna e un certo Rudolph l’hanno spazzolata per bene, quella stanza, ma non so bene in che termini a Durmstrang si intenda "spazzolare". Lascio il compito alla vostra galoppante fantasia…Un bacione al lampone, al prox capitolo!

Maharet: Ma tesoro mio, secondo te quella sottospecie di contatto fisico io l’ho considerato un bacio? Per piacere…so bene cos’è un bacio, io (Ispiration Point docet!). Quello nel prossimo capitolo sarà un vero bacio con la B maiuscola. No, Costanza è allergica alle rose, non ai violini, a meno che non siano in legno di rosa, nel qual caso può darsi che qualche eruzione cutanea ci scappi. Mi sa che la nonna di Valenskij non la rivedremo fino alla fine, però saluta tutta quella "masnada di giovani italiane dall’aria così perbene e dal lessico così sorprendente", sue testuali parole. Ti rimando il bacione moltiplicato per mille, ciao!!

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 : Carte in tavola ***


Capitolo 34 : Carte in tavola

Costanza sbatté gli occhi un paio di volte, provando a deglutire senza assolutamente riuscirci.

"Co-cosa?" balbettò "Tu…non stai dicendo sul serio. Io sono…miss Spocchia!"

Sasha si lasciò sfuggire un sospiro a metà tra l’esasperato e il divertito mentre le sue dita sulle spalle di Costanza smettevano di essere dolorosi artigli per diventare leggere e calde carezze. Costanza rabbrividì, rispondendo silenziosamente alla muta domanda delle sue mani.

"E’ vero, Malatesta" mormorò Sasha, vicinissimo "Dovrei davvero ricordarmi che sei indisponente, petulante e bizzosa come un animale selvatico. Ma è già difficile dover pensare di salvare il mondo magico senza metterci in mezzo anche il dover salvare me stesso…da te"

Come attirata da una forza invisibile, Costanza girò lentamente il viso verso il suo: aveva paura e tremava come una foglia, ma gli occhi di Sasha non mentivano.

"Ma…a te pi-piacciono… bionde, procaci e mu-mute…"

Sasha fece un sospiro, paziente. Una mano si staccò con calma dal suo braccio e le cinse la vita attirandola contro di sé con dolcezza. Costanza trattenne il fiato, rigida come un manico di scopa, con le gambe che erano diventate due inutili appendici attaccate ad un tronco dove gli organi interni sembravano diventati all’improvviso di pietra.

"Hai ragione" mormorò Sasha serio, quasi sulla sua guancia "Sul bionda posso soprassedere, sul procace mi sembra che ci siamo, nonostante il sedere un po’ secco…ma, se ricordi bene, sul muta non transigo. Quindi, vedi di chiudere il becco, miss Spocchia"

I suoi occhi erano sinceri e molto caldi: Costanza ammise finalmente che ne aveva abbastanza e che non voleva più resistere al richiamo di quegli occhi di brace. "‘Al diavolo tutto" sospirò una vocina nella sua testa, arrendendosi. Rimase immobile mentre la bocca di Sasha si posava lentamente sulla sua. Una bocca calda, asciutta, leggera… irresistibile. Ci fu un attimo di esitazione, come se quel casto contatto fosse comunque troppo, poi le labbra di Sasha ripresero ad accarezzare le sue, pigre ed incredibilmente eccitanti…

"Sasha mi sta baciando. Sasha Valenskij sta baciando ME. Impossibile. Sto sognando" pensò Costanza in mezzo all’ovatta che stava avvolgendo il suo cervello, ma fu il suo ultimo pensiero razionale. Poi, non pensò più. Il suo corpo si rilassò contro quello di Sasha, gli occhi si chiusero e le mani salirono a circondargli il collo, intrecciandosi ai capelli della nuca. La bocca di Sasha si mosse sulla sua, più decisa, respirando il suo respiro: il bacio si spezzò in tanti piccoli tocchi brucianti, sempre più profondi, sempre più impazienti. La mano di Sasha salì a carezzarle la nuca, avvicinandola ancora di più: lei tremò contro il suo petto, cedendo del tutto a quello stupefatto e liquido desiderio che la sommergeva. Il bacio cambiò ritmo impercettibilmente, la bocca di Sasha si fece più impetuosa, più avvolgente. Costanza socchiuse le labbra mossa da un istinto atavico e Sasha affondò dentro di lei. Il sapore di Sasha sulla bocca, dentro la bocca, scivolò direttamente verso il cuore, gonfiandolo in un anelito, uno struggimento che Costanza non aveva mai provato, ma era così che aveva sempre sognato che fosse; rispose al bacio per puro istinto, assecondando le carezze della lingua di Sasha, lenti cerchi di puro piacere che spazzarono via tutti i suoi deboli ancoraggi alla ragione. Non sapeva più valutare il tempo e lo spazio: avrebbe potuto essere lì da sempre o altrove da un secondo, non lo sapeva.

Questa volta nessuno arrivò ad interrompere quel momento sospeso nel nulla, quasi che anche il tempo si fosse arreso davanti all'inevitabilità di quel bacio, davanti alla elementare alchimia di quei due corpi allacciati nel buio. Una magia che non si interruppe nemmeno quando la bocca di Sasha si staccò da quella di Costanza per scivolare lungo lo zigomo, sulla tempia, sulle ciglia vibranti. Costanza, incantata, aprì finalmente gli occhi e Sasha le sorrise, appoggiando la fronte alla sua, senza smettere di accarezzarle il mento con il pollice, delicatamente.

"Incredibile" sussurrò col sorriso nella voce "Miss Spocchia ammutolita. Sei così perfetta che sembri quasi bionda"

Costanza non disse niente ma gli guardò le labbra così intensamente che il respiro di Sasha accelerò in maniera pericolosa: la scostò leggermente perché quello sguardo esigeva di avere un altro bacio, subito!, e lui non aveva momentaneamente ben chiaro il concetto di fermarsi al momento giusto. Poi, Costanza lo baciò con la bocca socchiusa, con l’urgenza di un assetato che invoca acqua fresca e il concetto di fermarsi sparì definitivamente nei meandri di quella carne tenera e rovente sotto le sue labbra per un bel lasso di tempo che non seppe assolutamente quantificare. Costanza si staccò a lui e lo guardò di nuovo senza parlare e di nuovo Sasha pensò che le sue labbra erano la cosa più dolce e succosa che avesse mai assaggiato.

"Per essere una maledetta secchiona, baci piuttosto bene" disse con voce malferma e rauca, con un sottofondo vibrante che accese i terminali nervosi di Costanza. Gli sorrise di rimando, senza riuscire a mettere assolutamente in moto le corde vocali. Rimasero in silenzio per un bel pezzo a guardarsi, quasi intimiditi, sicuramente sorpresi loro stessi dall’intensità di quella vicinanza così segretamente agognata. Costanza, per la prima volta nella sua vita, era letteralmente senza parole e felice di esserlo: nella sua vita aveva conosciuto pochi momenti felici ed era in grado di riconoscerne uno quando capitava. Bè, quello era sicuramente un momento felice e temeva che il solo suono della sua voce avrebbe potuto spezzare quell’incanto, quel perfetto momento di assoluta e pura felicità che la avvolgeva. Non sarebbe durato, lo sapeva…fuori dal cerchio tiepido delle braccia di Sasha era tutto come prima, tutto difficile e pericoloso e ignoto, tanto che l’angoscia cominciò a rosicchiare gli angoli del suo nido di estemporanea felicità. Sasha se ne accorse e corrugò la fronte.

"Oh-o. Questa è la faccia da movimento neurale. Che c’è?" chiese col sorriso nella voce.

Costanza si schiarì un paio di volte la voce prima di riuscire a parlare.

"Hem…Sto pensando"

"Lo sapevo: piantala, tu pensi troppo e questo non giova affatto alla salute"

"Sto pensando a te"

"L’ho sempre detto io che pensare giova alla salute: continua pure"

"Mi chiedo com’è successo"

"A dire il vero, io mi chiedo come hai fatto a resistermi per così tanto tempo" sorrise Sasha canzonatorio "Comunque, sapevo che prima o poi avresti ceduto al mio corteggiamento o, come ultima risorsa, ti avrei tramortita con la famosa Eau de Balthus"

Costanza gli lanciò uno sguardo divertito.

"Corteggiamento? Insulti, prediche, lesioni fisiche, rischi…dalle mie parti questa non è proprio una tecnica di rimorchio"

"Dalle mie, invece sì. Devi imparare a leggere tra le righe, donna: il linguaggio dei maghi moderni è una specie di codice segreto. E’ tutto scritto nel Manuale Durmstranghiano…tu non lo sapevi, ma ti stavo corteggiando da mesi"

"Preferisco il metodo classico"

"Quale…questo?"

Sasha si chinò su di lei e la baciò di nuovo. E di nuovo. Quando ormai Costanza aveva completamente dimenticato il discorso ed anche buona parte della sua vita passata, Sasha si staccò da lei con gli occhi velati e il respiro corto.

"Effettivamente, il metodo classico dà sempre i suoi frutti" mormorò con voce piuttosto incerta.

Costanza sorrise di nuovo, specchiandosi immediatamente negli occhi di Sasha.

"Devo essere impazzita" mormorò in un ultimo sussulto di resistenza "Non riesco a capire perché ti permetto di baciarmi. Proprio tu! Il più borioso, autocrate, vanesio e superbo…"

"Lo pensi davvero o stai solo elencando i sette peccati capitali?"

"Sto cercando di ricordarmi perché sono sempre scappata da te"

Sasha ebbe un improvviso e malizioso lampo negli occhi.

"Direi che abbiamo felicemente smesso di scappare"

Costanza annuì mentre la gola le si stringeva in un nodo scorsoio.

"E adesso?" mormorò con voce incerta.

Sasha sospirò e, con un gesto deciso, attirò la sua testa sulla spalla.

"Ferma le meningi, per favore: a tutto il resto ci pensiamo domani. Adesso stiamo qui un po’ ad approfondire questo interessante argomento testé affrontato, ma non troppo perché la mia debole carne mortale non può resistere a lungo alla sollecitazione di quei tuoi occhietti languidi senza degenerare"

Costanza si lasciò scappare un sorriso segreto, premuta contro la sua spalla.

"Non ti facevo così vulnerabile"

"E io non ti facevo così morbida: devo impegnarmi per tenere le mani a posto e questo allenta decisamente le mie difese. A proposito, le tue come sono messe?"

"Malandate, direi" rispose Costanza molto seria "E poi, che succede?"

"Se resisteremo entrambi al richiamo della carne, andremo a dormire per un paio d’ore, poi ci sveglieremo e cominceremo a pensare a cosa fare per quello che abbiamo scoperto al quinto piano "

"E poi?" incalzò Costanza, chiudendo gli occhi e abbandonandosi contro la sua spalla.

"E poi…" mormorò Sasha con la bocca fra i suoi capelli "E poi vedremo di trovare un posto tranquillo che non richieda l’uso smodato di Incantesimi di Memoria, come qui in sala comune"

"Per fare che?" chiese Costanza candidamente ridacchiando sotto i baffi.

"Per chiacchierare" rispose Sasha prontamente "Magari per prendere un thè insieme, per raccontarci ricordi d’infanzia…disquisire sull’anatomia comparata dei draghi…cose così, insomma"

Costanza rise piano e si staccò da lui allontanandosi di un passo, sorpresa che le gambe la reggessero ancora.

"Allora è meglio che vada a preparare il discorso" disse leggermente imbarazzata "Hem…a domani"

Sasha si appoggiò con la schiena contro il muro, ficcandosi ben bene le mani in tasca.

"Buonanotte, miss Spocchia" disse sottovoce, sorridendo in maniera un po’ troppo seducente per le difese allentate di Costanza. Aveva quasi chiuso la porta del dormitorio quando sentì la sua voce, bassa come un sussurro.

"E ricordati: se domani tenterai di scappare di nuovo diventerò molto, molto cattivo"

Costanza si lasciò sfuggire un sorriso ironico.

Dovrebbe essere un deterrente?, pensò segretamente prima di chiudere piano la porta.

* * *

Mattino. Costanza, ovviamente, non aveva chiuso occhio, incapace persino di formulare un pensiero coerente che non prevedesse il ricordo delle labbra di Sasha sulle sue. Quando Nadja si svegliò, miagolando e stiracchiandosi come un gatto, la trovò a fissare con occhi spalancati il soffitto sopra il letto, immobile come una statua di cera.

"Costanza!" esclamò la giovane buttandosi giù dal letto.

Quando l’amica sbatté le palpebre e si girò a guardarla, Nadja tirò un sospiro di sollievo.

"Ragazzi, credevo che fossi morta o, quanto meno, pietrificata" disse sedendosi di schianto sul letto e portandosi drammaticamente una mano sul petto "Che ti salta in mente di…Costanza? Stai bene?"

Il viso di Costanza, immobile per parecchi secondi, si aprì d’un tratto in un ampio, radioso sorriso, così inusuale per lei che Nadja rimase letteralmente di sasso, vedendolo.

"Oh, certo che sto bene, mia cara" disse sollevandosi a sedere "Benissimo!"

Nadja la fissò dubbiosa corrugando la fronte.

"Mia cara? Mi hai chiamato mia cara? Tesoro, ti sei buscata sicuramente un qualche virus."

Costanza le dedicò un altro dei suoi nuovi sorrisi, facendola preoccupare ancora di più.

"Non ti preoccupare per me, mia c…Nadja. Sto davvero bene. Sto meravigliosamente! E’ una giornata bellissima, non trovi?"

Nadja guardò dubbiosa fuori dalla finestra: dal cielo grigio e uggioso sembrava più novembre che aprile. Tornò a girare lo sguardo su Costanza che, canticchiando, aveva raccolto le sue cose e si dirigeva verso il bagno, trattenendosi a stento dal saltellare. Sigrid, che usciva in quel momento dal bagno, si becco un bacio sulla guancia e rimase a bocca aperta a guardare Costanza che si chiudeva la porta alle spalle.

"Che ha?" domandò, sinceramente sconvolta "Devo chiamare l’infermeria?"

"Ci penso io" disse Nadja marciando all’inseguimento di Costanza e chiudendo a chiave la porta del bagno alle spalle.

Costanza si era fermata davanti allo specchio e si guardava meravigliata come se si vedesse davvero per la prima volta.

"Sono carina" mormorava sorpresa "Sono davvero carina, oggi. Nadja, non trovi che io sia carina?"

"Trovo che tu sia completamente fuori di cotenna" ringhiò Nadja, avvicinandosi a passo di carica "Qualcuno ti ha fatto un incantesimo rimbecillente, è ov…"

Si interruppe di colpo, osservando da vicino la faccia di Costanza che, assurdamente, arrossì. Sul viso di Nadja passò un arcobaleno di emozioni: stupore, incredulità, sollievo…poi, un sorriso enorme le allargò il viso in un ghigno assolutamente mefistofelico.

"Noooo!!" esclamò spalancando gli occhi e spaventando a morte Costanza che, di colpo, smise di sorridere con aria radiosa.

"Cosa?" domandò allarmata, fingendo indifferenza.

Nadja iniziò a saltellarle intorno come un grillo impazzito.

"Non far finta di niente, Malatesta! La riconoscerei lontano un miglio…quella è una faccia da bacio!!"

"Non capisco di cosa parli" minimizzò Costanza concentrandosi sullo spazzolino da denti.

"E’ stato Valenskij? Dimmi che è stato Valenskij, ti prego!" continuò Nadja imperterrita.

"Nadja, rilassati e ricomponiti. Proprio non capisco di cosa stai…"

"Va bene, lo chiederò a lui" annunciò Nadja veleggiando verso la porta.

"No!" gridò Costanza, balzandole davanti e sbarrandole la strada "No, cioè… non è il caso di…"

"Allora dimmelo tu" la interruppe Nadja, impietosa "Valenskij ti ha baciata si o no?"

Costanza aprì e chiuse un paio di volte la bocca, incapace di far uscire anche solo l’ombra di una bugia, mentre con orrore sentiva le labbra che si stiravano nel loro nuovo, odioso sorriso scemo. Nadja piegò la testa all’indietro e se ne uscì in una specie di ululato di gioia.

"Finalmente!" strillò verso il soffitto "Fi-nal-men-te!"

Costanza le chiuse la bocca col palmo della mano, allarmata.

"Chiudi il becco!" ringhiò sottovoce "Vuoi che ti sentano fino a Beauxbatons?"

Nadja smise di ululare e la afferrò per le braccia.

"E com’è stato?" domandò con gli occhi spalancati dalla curiosità.

"Oh…ehm…" tossicchiò Costanza, arrossendo come un gambero e scatenando altri di ululati da parte di Nadja.

"Lo sapevo!! Stavo per sacrificare una giovenca purché voi due concludeste questa sceneggiata da fratelli coltelli"

"Nadja, ti prego, parla sottovoce" supplicò Costanza, seriamente allarmata "Nessuno deve sapere niente!"

"Tranquilla, non sono mica stupida" sorrise Nadja con aria complice "Se Karkaroff venisse a sapere che tu e Sasha copulate insieme quando lui era convinto che vi odiaste…"

"Noi…non copuliamo affatto!!" strillò Costanza, allibita e Nadja annuì saggiamente.

"Va bene, non ti scaldare…se Karkaroff sapesse che tu e Sasha siete fidanzati…"

"Fidanzati?" singhiozzò Costanza, quasi soffocandosi da sola.

"Che devo dire, allora? Promessi sposi, partner, coppietta…Dimmi tu che termine preferisci. Comunque sia, tu e Sasha state insieme, non è così?"

"Non…non lo so" balbettò Costanza, arrossendo di nuovo furiosamente "Almeno… non abbiamo parlato di stare insieme…"

"Ci mancherebbe solo che aveste sprecato tempo a parlare" sbuffò Nadja "Te lo posso dire io se state insieme. Fin dove siete arrivati?"

"Oh, ehm…Torre Centrale?" balbettò Costanza, confusa. Nadja alzò gli occhi al cielo, esasperata.

"Intendevo in senso biblico" chiarì pazientemente.

"Oh…ah…" borbottò di nuovo Costanza, più rossa del sole al tramonto.

"Andiamo, non fare la moralista. Ti ha baciata, no?"

"Hem…"

"Lo prenderò per un sì. E’ stato un bacio o un bacio bacio?"

"E che differenza c’è?" domandò Costanza, vergognosa.

Nadja le posò fraternamente un braccio sulla spalla.

"Ti farò un disegnino, dopo. Ma piantala di arrossire, o tutta la sala comune si accorgerà che hai preso una cotta prima ancora che tu apra bocca!"

"Davvero?" mormorò Costanza con espressione colpevole "Si vede così tanto…?"

Nadja le sorrise materna con gli occhi che scintillavano.

"Abbastanza. Ma tu mettiti tranquilla e seguimi: se darai retta a zia Nadja e tutto andrà per il meglio. Fidati!"

Costanza si lasciò trascinare via in silenzio perché era troppo scandalosamente felice per ribattere; ma in un angolino segreto continuava a dubitare non poco dei consigli di zia-ficcanaso-Iliovich.

* * *

Mentre scendevano le scale per andare a fare colazione, Costanza cominciò a sentire un pesantissimo rimescolio allo stomaco e rallentò decisamente l’andatura: l’idea di rivedere Sasha in mezzo a tutti quanti la riempiva di puro, incomparabile panico. Le sembrava di avere stampato in faccia a caratteri cubitali "HO BACIATO SASHA VALENSKIJ" con il sottotitolo piuttosto imbarazzante "e mi è anche piaciuto". Arrivati sulla soglia della sala mensa, per poco non fece dietro front.

"Rilassati" mormorò Nadja al suo fianco senza nemmeno guardarla in faccia "Sembri una che è appena uscita da Azkaban, tanto hai la faccia colpevole"

"Non ce la faccio" ammise Costanza deglutendo penosamente "Mi sento tutta sottosopra"

"Tipico" commentò Nadja ilare, poi sospirò impaziente e, come amichevole incoraggiamento, la spinse letteralmente in sala mensa dove Costanza entrò quasi incespicando. Nessuno si girò a guardarla: gli studenti sbadigliavano, mangiavano, leggevano furiosamente appunti scolastici e chiacchieravano come al solito. Leggermente tranquillizzata, Costanza riuscì a trascinarsi in qualche modo verso il tavolo di Torre dei Lupi seguita a ruota da una Nadja dall’espressione piuttosto soddisfatta. Ovviamente, non riuscì ad ingoiare niente per colazione, limitandosi ad una tazza di caffè. Nadja prese a cianciare allegramente di lezioni, vestiti e ragazzi, e tutto era talmente normale che Costanza riuscì persino a rilassarsi un poco. Almeno finché Detlef Himmel e Dimitri Korsakov non andarono a sedersi esattamente di fianco a Nadja, ridacchiando e borbottando come al solito, rigettandola nel suo nuovo stato di panico continuo.

"Ragazzi, oggi sono completamente stordito" annunciò Dimitri con una certa soddisfazione.

"E che c’è di nuovo?" rispose Detlef infilandosi un intero panino in bocca.

"Simpatico" ringhiò Dimitri, offeso "Ieri sera ho provato una cosa che mi ha mandato mio cugino dalla Turchia…Roba forte, diavolo!! Non mi ricordo nemmeno quando sono andato a letto"

"Tu già normalmente non ricordi nemmeno quello che hai fatto un’ora prima" rispose Detlef annoiato mentre Costanza, tesa come una corda di violino, mescolava così furiosamente la sua tazza di caffè da scavare un solco sul fondo.

"E voi, tutto bene? Ti vedo un po’ giù di corda, Malatesta" buttò lì piacevolmente Dimitri.

"Miss Spocchia è giù di corda?" cantilenò una voce ironica alle loro spalle che ebbe il potere di dissanguare completamente la faccia di Costanza "Non ha dormito bene, stanotte?"

Costanza girò lentamente la testa e si trovò a fissare la faccia sorridente e rilassata di Sasha Valenskij. Per un momento fu indecisa se svenire o schiaffeggiarlo tanto era invidiosa della sua naturalezza: decise per una via di mezzo.

"Ho dormito magnificamente" disse, incredula del fatto che la sua voce sembrasse così normale.

Sasha si sedette di fianco a lei che rimase rigida come un manico di scopa e col cuore che le schizzava via dal petto.

"E tu, Sasha, che hai fatto stanotte?" domandò Detlef, ingoiando il terzo panino della mattina.

"Già. Stamattina sei tornato all’alba" rincarò la dose Dimitri "Viaggio di lavoro o di piacere?"

Sasha si lasciò sfuggire un sorrisetto ferocemente allusivo mentre Costanza scivolava lentamente sotto il tavolo, trattenendo il respiro.

"Un po’ questo e un po’ quello" rispose, noncurante mentre Nadja masticava furiosamente la sua brioche, cercando di non scoppiare a ridere.

"Prima o poi ci dirai quali sono i famigerati impegni notturni che ti tengono così tanto indaffarato" sbuffò Dimitri.

"Conoscendolo, giurerei che ci sia di mezzo una femmina" affermò Detlef, convinto.

"Davvero?" tubò allegramente Nadja beccandosi un poderoso calcio sotto il tavolo da Costanza.

"Ci devo pensare" rispose Sasha molto seriamente "Ecco…sì, direi che una femmina c’è di mezzo"

Costanza si permise di lanciargli uno sguardo di fuoco e Sasha le rispose con un ampio, luminoso sorriso da cherubino, avvicinando in maniera pericolosa il ginocchio al suo sotto il tavolo.

"E’ carina?" chiese Dimitri, interessato.

"Carina non è esattamente il termine che userei per definirla" rispose Sasha evasivo mentre Costanza si scottava la lingua bevendo una enorme sorsata di caffè che rimase a galleggiarle in gola.

"Allora come la definiresti?" continuò Dimitri, curioso.

Nadja si sporse in avanti, con gli occhi lucidi di interesse mentre Costanza pregava con tutto il cuore che un fulmine piombasse in mezzo alla sala mensa, interrompendo quella imbarazzante conversazione.

"Difficile dirlo" rispose Sasha, premendo con decisione il ginocchio contro quello di Costanza "E’ una femmina di tipo speciale: se dovessi definirla con una parola sola, direi notevole"

"Bionda?" domandò Detlef a bocca piena.

"Quando tace, sì" rispose Sasha sorridendo amabilmente.

"Carrozzeria?" chiese Dimitri, con la stessa tranquillità con cui avrebbe parlato del tempo.

Costanza ebbe un sussulto, come se qualcuno l’avesse punta con uno spillo.

"Che domande del cavolo" riuscì ad articolare, decisamente infuriata col mondo intero "Tipico di voi maschi ridursi a parlare di una ragazza come se fosse una scopa magica"

"Questa terminologia maschile ti turba, miss Spocchia?" buttò lì amabilmente Sasha con un gran sorriso da schiaffi.

"Decisamente" sibilò Costanza, decidendosi a guardarlo negli occhi "Non credo che questa tua fantomatica ragazza approverebbe questo genere di conversazione"

"Effettivamente, la conversazione non è quello che apprezza di me. Ma nemmeno io di lei, d’altronde" dichiarò Sasha ammiccando e Costanza si decise ad allontanare bruscamente il ginocchio dal suo.

"Allora, lei ti piace?" non si trattenne Nadja, beccandosi un altro calcio sotto il tavolo.

"Oh…moltissimo" rispose Sasha con una voce così bassa ed allusiva che Costanza sentì le orecchie che prendevano fuoco alla velocità della luce.

"Davvero?" domandò, alzando un sopracciglio "Ma tu piaci a lei?"

"Moltissimo" ripeté Sasha con sicurezza facendo ovviamente imbestialire Costanza più del dovuto.

"Non ci metterei la mano sul fuoco" berciò, acidissima "Non è attendibile quello che ti fa credere una donna quando hai le mani infilate sotto i suoi vestiti "

"Ma non avevo le mani infilate sotto i suoi vestiti" rispose Sasha, candidamente "Non ancora"

Costanza si alzò in piedi così di scatto che riuscì a rovesciare la tazza di caffè, distraendo l’attenzione da Nadja che stava quasi soffocando dalle risate trattenute.

"Che mentalità a senso unico" sputò fuori, rossa in viso e decisamente congestionata "Io me ne vado. Ma mi auguro che questa ragazza ti faccia pagare cara la tua boriosa insolenza. Molto, molto cara"

"Me lo auguro anche io" rispose Sasha, tranquillamente rilassato contro la sua sedia "A rivederci, miss Spocchia"

"Che il cielo ti fulmini, mister Letamaio" ruggì Costanza marciando via, seguita dalla risata deliziata di Valenskij.

 

 

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Marikotter: Una nuova lettrice!! Che meraviglia!!!! Intanto, grazie per i complimenti: so bene di non meritare tanto entusiasmo, ma mentirei se dicessi che non mi fa piacere sapere che qualcuno ha passato qualche ora piacevole in compagnia dei miei scritti. Ti mando un bacione e un abbraccione fortissimo (più di Sasha che mio, sai quanto ci tenga al parere delle lettrici…megalomane!) sperando di sentirti presto e sperando, soprattutto, di non aver deluso le tue aspettative, proseguendo la storia. Bacioni!!

Shaka: Tesoro, vorrei ricordarti che Sasha è un mago…per cui, aspettati da un momento all’altro soto casa, col suo solito sorriso da schiaffi e una bottiglia in mano "per festeggiare". Non berla!! E’ un filtro d’amore,diventeresti sua schiava del sesso per 24 ore di fila…però, ben pensarci l’idea non è poi così male…Torniamo a noi: anche io sono una romanticona (ecchè, non si vede?!?) ed ho sempre questa necessità di far finire tutto bene, anche se ormai lo so che il "e vissero felici e contenti" non è più vero di Babbo Natale. Spero che le "evoluzioni" del bacio ti siano piaciute…io mi sono spataccata a scriverle!! Baci baci, a presto!!

Green Apple: Oh, mia dolcissima renetta, che bello!! La costruzione di un nido d’amore!! Mi ricordo quando io e il mio Bepi giravamo per l’Ikea, il Mercatone Uno, Leroy Merlin e tutti i negozi fai da te, ringhiandoci addosso ("Vorrai mica comprare quel cesso post moderno, eh?" "Perché, hai intenzione di usare il settimino tarmato di tua nonna, per caso?" e piacevolezze simili via andare). Siamo entrambi giunti sull’orlo dell’esaurimento, e lo siamo tutt’ora dopo anni e anni. Che vuoi, dalla sindrome della prima casa non si guarisce più (soprattutto quando hai sul groppone un mutuo a 20 anni….che dolooooore!). Tornando a noi: il feticista delle calze sta sfogando le sue psicosi con le lettrici…non so se lo ammetterà mai con Costanza. Bacici anche a te, ma tanti tanti!!

Aurora Ginevra / Minako chan: Ebbene sì…spero di aver fatto cosa buona e giusta, ma ormai non li reggevo proprio più ‘sti due senza farli "consumare" un po’…solo un poco!! E poi, la faccia di Nadja quando ha capito che Costanza e Sasha si erano baciati…Ce l’ho in mente più o meno dal terzo capitolo! Un bacione e grazie, come sempre!!

Charlize_Rei: Ma grazie, o mia spettacolare, nuova amica!! Le belle parole fanno sempre piacere, non c’è che dire, anche se ammetto di ritenermi una scrittrice se non pessima, per lo meno mediodre…però mi diverto a scrivere, mi diverto a leggere le vostre recensioni, mi diverto ad inventare situazioni assurde (come la Nadja obliviata… era un secolo che volevo farlo!). Ogni parola di conforto e sprone è ben accetta: un dieci a voi recensori per la carica e la verve insostituibile!! Baci, a presto!!

Yeran: Spero che tu sia sopravvissuta all’immane sforzo di trasferirti dalla sedia al divano…e spero ardentemente di sentire ancora i commenti di questa coraggiosa lettrice, che sfida le mortifere spire del sonno per leggere e commentare. Lucius = Figo e Karkaroff = viscido è un dato di fatto, non ci piove, almeno quanto Balthus = Puccioso. Ma…c’è un ma, e forse mi odierete a morte, fra qualche capitolo: ti prego, sii clemente!! Non sono cattiva, è che mi disegnano così (Jessica Rabbit docet). Siamo quasi in dirittura d’arrivo…e il finale come deve essere? Dark o happy? Io un’idea ce l’ho già, ma se mi dai delle valide argomentazione, posso anche cambiare idea… sappimi dire, e intanto buon riposo!!

Mewsana: Nadja è molto sollevata: non reggeva la pressione psicologica di Sasha che continuava a punzecchiarla a causa delle tue accuse…Ti manda un bacio e un tanga di Chez Sabine (comprato alle svendite, non illuderti). Comunque, Dimitri non recita la parte dell’idiota, lui E’ un idiota: simpatico e anche piuttosto belloccio, a modo suo, ma indissolubilmente idiota. Lucius piace anche a me (il fascino del cattivone ha sempre la sua porca attrattiva), Karkaroff invece è schifido e basta: niente attrattive. Ti lascio con un bacione forte forte e la speranza di averti fatto cosa gradita, con questo capitoletto "sentimentale". Aspetto notizie!!!

Maura85: Che bellezza, una nuova lettrice!! Lo ammetto, sono molto felice quando i lettori mi accusano di essere come una sostanza stupefacente…mi dispiace per i tuoi libri, ma io sono più contenta se leggi le mie storie!! Sasha, molto lusingato e compiaciuto, chiede se deve mandarti il poster autografato, Costanza è già sospettosa e io sono molto onorata di sapere che la mia faccia apparirà su un feticcio voo doo al quale verranno sacrificati agnelli e giovani vergini. Preferisco gli agnelli, a dire il vero, preferibilmente arrosto con molto aglio e rosmarino….un bacione grosso grosso, spero di risentirti presto!!

Romina: Effettivamente, un po’ del tira e molla tra Sasha e Costanza l’ho rubato proprio ai mitici Rett e Scarlett…ho amato quel film fino all’incoscienza, durante la mia infanzia (certo, amavo Actarus di Goldrake per l’aspetto fisico, ma la seduzione di Rett…eh, Actarus col gilè di frange aveva un bel po’ da imparare…). Ma che cara e che doooolce che sei, con quel divinissima!! Potremmo creare una eau de toilette da far concorrenza a Diorissimo, che dici? Un po’ di squame di Balthus, un po’ di sudore post-quidditch di Sasha, un po’ di mele dei capelli di Costanza…e il gioco è fatto!! Pensaci, potrebbe essere un business interessante. Per le domande, in ordine rispondo: no comment; forse; certo, appena finisco "La prova del drago" mi catapulto sulla prima DDW a concupirmi un po’ Garrie che mi manca taaaanto…Sbaciuzzissimi anche a toi!!

Syberia Malfoy: Parto rispondendo alla tua domanda, così dopo cazzeggiamo a tutto spiano: alla riunione nell’ufficio di Karkaroff c’erano Malfoy, Tiger, Goyle e Parkinson: una piccola rappresentanza di serpeverde, insomma. Ti ringrazio tantissimo per i complimenti, ma credimi, sono immeritati. Io ho questa assurda teoria: le storie sono lì che aleggiano nell’aria, entrano nelle persone passando per il naso e si annidano nel cervello, sviluppando varie forme di psicosi: la mia è "La prova del drago", che a volte sorprende persino me (quando mi chiedo: che cacchio ho scritto, in quel capitolo…?). Sono da ricovero coatto, vero? Bè, farò compagnia a Luna Lovegood, che mi spiegherà quella cosa dei nargilli…Comunque, bravissima!! Approvo incondizionatamente l’idea del quadrilatero Malfoy-Zabini-Valenskij-tu: quando ne liberi uno (mica li userai tutti e tre in una volta, vero?), fallo venire da me, che ci penso io a rimetterlo in sesto…ehm…ok, alla prossima!!!

Nisi Corvonero: I lattai!! Me ne ero dimenticata. E i postini (che suonano sempre due volte), dove li mettiamo?!? Hanno generato una razza a parte, i figli dei postini, tipicamente riconosciuti dai capelli color topo e dal naso leggermente camuso. Io adesso ho una postina femmina (che non suona affatto) con due spalle da boscaiolo che fa un po’ paura…che stia cadendo un mito riproduttivo? Sinceramente, io sono sempre al lavoro (a parte il sabato) e finché non mi consegna la posta Johnny Depp, niente perizoma leopardato per aprire la porta. A livello accademico, io adoro i ricercatori matematici o fisici: sembrano sfigati (e un po’ lo sono) e in genere sono magri come chiodi, ma ti assicuro che sono piuttosto ben dotati (lascio a te i postulati successivi). Visto che non ho interrotto niente? Sono stata bravina, questa volta? Aspetta il prossimo capitolo per dire che sono taaanto buona e taaanto dolce!! He heh he…allora, scoparaduno: i calderoni li ho girati tutti (sapevo che ti avrei trovato da quelle parti ed ero in cerca di una delle tue meravigliose torte…), ma, a parte beccarmi una coda squamosa che non so bene come mimetizzare, qui in ufficio, e una eruzione di margherite sulla schiena, non ho beccato nient’altro. Dov’eri, mia divina, dov’eri?!? Dai, sai fare un filtro d’amore come si deve? Ne hai mica un barile che lo mando a Johnnino bello? Sappimi dire: un bacione, un ettaro di bacioni, un pianeta di bacioni!!!!

Ruka88: Io adoro Raul Cremona quando fa l’attore sfigato! Grazie, quindi, per avermi donato non uno, ma ben tre "bbbbravissima!". Spero con tutto il cuore di non aver deluso le tue aspettative…sono molto in ansia, devo dire la verità (un po’ per il bazooka che hai velatamente proposto, un po’ per la prossima recensione…). Visto che il mio automezzo è ancora intatto, direi che per oggi posso stare tranquilla, vero? Dimmelo prima se intendi spalmarmi a spruzzo su un muro, devo ancora fare testamento (daaai, lasciami vivere, sono tanto carina e puccioooosa!!). Aspetto la tua sentenza a.s.a.p.!!!!

Mokarta: Ma…ma…FAVOLOSO!!! Sei davvero, davvero brava, complimenti. Hai disegnato anche Nadja! Ti prego, fammela vedere, daaaai…tipregotipregotiprego!! E’ davvero bellissimo ad emozionante sapere che hai pensato ai miei personaggi abbastanza a lungo e abbastanza intensamente per ritrarli così somiglianti. Grazie, grazie di cuore, davvero! Sono commossa e lusingata, spero che in molti accorreranno a guardare le tue opere. Baci baci baci!!

Helen Lance: Non ce la faccio a non inserire qualche dettaglio grottesco nelle scene d’amore: è più forte di me!! Grazie per apprezzare lo sforzo, come sempre!! Un super bacione!!

Rik Bisini: Ormai era ora, vero? Non ne potevo davvero più di quello stillicidio. Io adoro il gioco della seduzione, ma dopo 34 capitoli un bacio era il minimo che potessi concedere, concordi? Il fatto che Karkaroff, al tempo del calice di fuoco, sarà meno sicuro del ritorno dell’Oscuro Signore ha qualcosa a che fare con la fine della mia ff…non aggiungo altro. Grazie per aver lodato l’idea del pensatoio…purtroppo, però, sembrerà sempre che io abbia scopiazzato l’idea e non il contrario (perché sono certa che la Rowling è venuta di notte a spiare nel mio PC, lo so!!! Paranoia pura, scusate, adesso mi faccio un Prozac e torna tutto a posto…). Pizzo nero? Ci avrei giurato. Il maschio italiano tra i dodici e i quarant’anni nel 90% dei casi preferisce il pizzo nero (o la più intrigante variante pelle nera): garanzia di qualità o mancanza di fantasia? Non saprei, però concordo: alla fine, gira e rigira, è anche quello che sta meglio addosso (alle altre…). Comunque, Nadja è scappata a chez Sabine e dice che ti farà una bella sorpresona di pizzo nero! E ha detto anche che a lei aggraderebbe lo chalet a St. Moritz con caminetto, coppa di champagne e pelle d’orso stesa a terra…

Delfinocurioso: Vedi che poi, alla fine, non smentisco la storia: noi emiliane non siamo affatto crudeli! Siamo pastose e ripiene come i tortellini, basta un nulla per commuovere i nostri cuoricini…. Sono davvero taaanto curiosa di sapere cosa ne pensate della versione Durmstranghiana del primo bacio (e conseguenze). Eh, Ispiration Point…tanto tempo fa, prima della seconda glaciazione, anche io bazzicavo in quei lidi, l’ultima volta col mio attuale compagno (sai, gli avevo mostrato i cadaveri dei precedenti…). Se trovi qualcosa di bello in montagnola fammi un fischio, ho speso tutto lo spendibile per un paio di anfibi chiodati che sono un amoooore! Baci baci, a bientot!!

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 : Il Dio buono ***


Capitolo 35 : Il Dio buono

 

Balthus sembrava aver sviluppato una sorta di simbiosi telepatica con i suoi padroni tanto che, quando Costanza scese nelle stalle per accudirlo, lo trovò di pessimo umore e oltremodo nervoso. In quei giorni il drago soffriva di una fastidiosa tosse secca che, normalmente, avrebbe solo irritato la gola dell’animale, ma Balthus, essendo un drago e non avendo ancora il pieno controllo del suo apparato respiratorio, trasformava ogni colpo di tosse in uno sbuffo di fuoco verde. Le pareti della sua stalla erano nere di fuliggine ed era riuscito ad incenerire persino i propri escrementi, nonché qualsiasi cosa infiammabile nel raggio di dieci metri. Da pochi giorni aveva superato Sasha in altezza e il suo considerevole peso sembrava aumentare di minuto in minuto. Costanza spazzolò la spessa corazza squamosa fino a renderla lucente e Balthus la ringraziò incendiandole l’orlo della divisa con un dolente "rah!" di scuse.

"Stai diventando odioso quasi come il tuo padrone" gli brontolò Costanza accarezzandolo riottosa "Quel disgraziato prendingiro millantatore e bugiardo…"

"Sempre in vena di complimenti, miss Spocchia?" chiese la voce divertita di Valenskij, sbucando dal corridoio.

Costanza, dopo aver subito la solita contrazione neuro-muscolare dovuta alla sua presenza, si girò a guardarlo col mento alzato e lo sguardo severamente aggrottato.

"Oh, ma guarda…si parla del diavolo e, come al solito, ne spunta la lingua forcuta"

"Hai dimenticato la coda squamosa e le corna da minotauro nel tuo elenco" rispose lui avvicinandosi e sorridendole sfacciatamente "A cosa è dovuto questo tuo solare e brillante umore?"

"Come se non lo sapessi" berciò Costanza, facendo un prudente passettino indietro "La tua performance in sala mensa è stata a dir poco disgustosa."

"Io l’ho trovata necessaria, ma divertente" rispose con leggerezza Sasha, avvicinandosi ancora "E anche piuttosto sincera, a dire il vero."

"Sincera!" si infuriò Costanza "Di tutte le…"

Sasha, con un movimento rapido e fluido, le fu davanti agguantandole un polso con molta delicatezza ed attirandola verso di sé dolcemente. Prima ancora che Costanza pensasse di protestare, la stava baciando piuttosto intensamente e con una certa, rude urgenza che la sconvolse fin dentro le viscere. Il bacio fu breve e subito Sasha si allontanò opportunamente da lei che rimase in piedi, ondeggiando leggermente imbambolata ed evidentemente spiazzata.

"Era da quando ti ho vista in sala mensa che volevo farlo" commentò piacevolmente Sasha abbastanza tranquillo appoggiandosi al muro, subito raggiunto da Balthus in vena di coccole "Allora, stavi dicendo?"

Costanza ci mise qualche minuto a separare i pensieri razionali dagli ormoni e nel frattempo la rabbia verso Valenskij era completamente sbollita, lasciando il posto ad uno sfacciato e vergognoso desiderio che lui la baciasse di nuovo. E di nuovo. E di nuovo…

"Hem" tossicchiò, imbarazzata "Stavo dicendo che…ti sarei grata se non parlassi di me ai tuoi amici. Soprattutto nei termini in cui ne hai parlato questa mattina."

"Non ho potuto fare meno di rispondere alle loro domande" rispose Sasha, divertito "Primo, li avrei insospettiti inutilmente, secondo…lo ammetto, è stato troppo divertente vederti così sulle spine."

"Troverai meno divertente quello che ti farò la prossima volta con l’ausilio della mia bacchetta magica, se ti azzarderai ancora a divertirti alle mie spalle in quella maniera." ringhiò Costanza, minacciosa.

Balthus, intuendo che tra i due adorati padroni le cose non stavano andando tanto bene, se ne uscì con un poderoso colpo di tosse, con conseguente fiammata: Sasha e Costanza furono costretti a spruzzare velocemente acqua con le loro bacchette, col risultato di trovarsi in men che non si dica neri di fuliggine, fumanti e completamente zuppi di acqua nerastra e odorosa di zolfo.

"Diamine" commentò Sasha aggiustandosi elegantemente i capelli "Se è vero che lo zolfo è un’ottima cura contro la forfora, direi che non ne vedremo l’ombra sui nostri capelli per secoli"

Costanza non riuscì a trattenere un risolino a fior di labbra.

"Sei davvero carino così conciato" approvò divertita.

"Anche tu sei bellissima" mormorò Sasha con un tono di voce così vibrante che, di colpo, l’aria tra loro si arroventò immediatamente, senza nessuna colpa da parte di Balthus. Il drago, perplesso dalla loro immobilità, si avvicinò a Costanza e le passò la lunga lingua collosa sulla guancia in segno di armistizio, facendola balzare di lato ridendo.

"Costanza, dobbiamo parlare" esordì Sasha drizzando la schiena e cambiando completamente tono di voce. Il sorriso di Costanza si smorzò, lentamente: sapeva che quel momento sarebbe arrivato, per quanto l’avesse paventato e rimandato. Il momento in cui avrebbero parlato di quello che avevano visto al quinto piano di Torre Centrale.

"Sì" rispose semplicemente "Portiamo Balthus a fare un giro"

Imbracarono il drago con il solito guinzaglio che era diventato patetico e inutile, vista al stazza raggiunta da Balthus, ma lui si lasciò docilmente imbrigliare e zampettò loro dietro felice, fuori dalle stalle, dimenando la lunga coda come un cagnolino da salotto. Quando furono abbastanza lontani, Sasha non perse tempo in inutili chiacchiere.

"Dobbiamo avvisare qualcuno di quello che sta architettando Karkaroff" dichiarò senza mezze misure.

"E chi, di grazia?" rispose Costanza, scoraggiata "Qualcuno a Durmstrang è fuori discussione. Qualcuno del governo bulgaro, è fuori discussione. Merlino, sfortunatamente, è fuori discussione. Chi potremmo avvisare?"

"Il Wizengamot internazionale" rispose deciso Sasha "Hai sentito anche tu, Karkaroff non vuole avere niente a che fare con quel Silente. Forse lui è la persona giusta"

"E’ il preside di Hogwarts, giusto?" mormorò Costanza, dubbiosa "E come lo avvisiamo? Gli mandiamo un gufo?"

"Ovviamente no" rispose Sasha, paziente "Chi prenderebbe sul serio le farneticazioni di due studenti? Dobbiamo procurarci delle prove. Che so…provare a far uscire le ampolle dal quinto piano di Torre Centrale?"

"Ci ho già provato" sospirò Costanza "Volevo ottimizzare i tempi ed analizzare le ampolle nel dormitorio…ma quelle proprio non escono dal quinto piano. E’ come se un elastico gigante le tirasse indietro quando varcano la soglia del ritratto"

"Dovremo pensare a qualcos’altro" rimuginò Sasha, pensoso.

Rimase in silenzio per un po’, camminando e lasciando che lo sguardo corresse sul paesaggio gocciolante di primavera, nonostante il cielo come sempre grigio. Una strana sensazione malinconica aggredì Costanza giusto a livello del cuore mentre vedeva spuntare una ruga preoccupata sulla fronte di Sasha. Sapeva che si stavano di nuovo ficcando nei guai, guai seri, questa volta. E, per quanto non si sentisse più sola e la presenza di Sasha al suo fianco fosse confortante e le desse sicurezza, non poteva fare a meno di avere paura. Paura per se stessa, per Balthus…per Sasha. Senza riuscire a trattenersi, si affiancò a lui e gli sfiorò il dorso della mano con la propria, timidamente: mano che fu subito afferrata dalla presa salda del giovane. Costanza rispose alla sua stretta, cercando di non far trasparire la sua angoscia dal quel semplice gesto.

"Ho paura" ammise in un sussurrò senza riuscire a guardare Sasha negli occhi "E’ tutto così…difficile"

Sasha smise di camminare, costringendola a fermarsi di fronte a lui: sollevò la sua mano verso il viso e le posò un bacio sulle nocche.

"Non tutto è difficile" mormorò con la bocca contro le sue dita "Anche io ho paura: saremmo stupidi a non averla. Ma abbiamo dalla nostra parte il fatto che nessuno sa che noi sappiamo e, in qualche modo, riusciremo a far sapere al Wizengamot i progetti di Karkaroff. Ne usciremo vincenti. E diplomati, visto che questa cosa per te è più importante del salvare il mondo magico dalla rovina."

Costanza lo guardò dritto negli occhi : vi lesse fiducia e sicurezza ma anche la solita retroguardia cocciuta, indomita e ridente. Si chiese stupita come avesse fatto fino a quel momento a vivere senza quella mano intrecciata alla sua e gli sorrise, radiosa.

"Sul diplomati voglio la garanzia in carta da bollo" borbottò fingendo sicurezza "A proposito…sai che da domani cominciano gli esami preliminari per i M.A.G.O.?"

"Diamine, non me lo ricordavo." brontolò Sasha, improvvisamente corrucciato.

"Eppure sono mesi che ce lo dicono. Che diavolo fai durante le lezioni? No, aspetta, non dirmelo, è meglio."

"Mi toccherà prendere in mano i libri." si imbronciò il giovane, riprendendo a camminare senza lasciarle però la mano.

"Sarebbe la prima volta dall’inizio dell’anno, vero?" lo prese in giro Costanza, emozionata dal piacevole contatto di pelle con la mano del giovane.

"Certo che no" rispose Sasha, disinvolto "Li uso spesso come fermacarte o per tenere aperte le porte o come corpi contundenti durante le guerriglie armate nel dormitorio maschile."

"Guerriglie…? Facciamo che non voglio sapere nemmeno questo." sospirò Costanza, ormai in vista delle stalle.

"Ma come, voi giovani streghe non guerreggiate durante la notte? Ah, è vero: voi sparlate di ragazzi."

"Non è affatto così." reagì immediatamente Costanza, punta sul vivo.

"Oh" si stupì Sasha, inarcando le sopracciglia "Vuoi dire che la nobile baronessa Iliovich di notte disquisisce sulle teorie della trasfigurazione cellulare?"

Costanza si morse l’interno della guancia mentre pensava a Nadja infervorata in una discussione sulla trasfigurazione cellulare.

"Non sempre" rispose compunta "Noi ragazze abbiamo anche il nostro circolo di cucito e stiamo mettendo su un ricettario regionale piuttosto interessante."

"Quindi…non hai occasione di parlare delle tue esperienza amorose con le tue compagne?"

Le guance di Costanza passarono dal color marmo ad un bel rosso mattone nel giro di qualche secondo.

"Valenskij, penso che dovresti avere altre aspirazioni nella vita, oltre al chiodo fisso in biancheria intima che hai ancorato al cervello: che so, lo studio, il volo acrobatico…il suicidio…"

"Attualmente, sono impegnato in un abile gioco di prestigio che comprende salvare il mondo, diplomarmi senza studiare e nel frattempo tentare di rimanere solo una certa finta bionda piuttosto intrigante."

"Finta bionda?" domandò Costanza, dubbiosa. Al sospiro esplicativo di Sasha, arrossì di nuovo come un gambero.

"Forse è meglio se non ti spiego nemmeno questa." tubò Sasha amabilmente e Costanza per poco non lo fulminò con lo sguardo.

Alcuni studenti del settimo anno transitavano lì davanti e, a malincuore, Sasha lasciò la mano di Costanza e assunse un’espressione remota. Costanza, tenendo Balthus per il guinzaglio, gli girò le spalle.

"Allora…vedi di studiare mentre io mi faccio venire in mente qualcosa di intelligente." mormorò pragmatica e vagamente dispiaciuta. La voce di Sasha la raggiunse dopo qualche passo, ridente e allusiva come al solito.

"Sarà fatto, capitano. Comunque, io un paio di idee intelligenti ce le avrei…se vuoi che te le illustri, non hai che da chiedere."

Costanza si girò a guardarlo, aggrottata ma con gli occhi scintillanti.

"Sei un maniaco pervertito, Valenskij" affermò altezzosa "E ti fai troppo distrarre dalle bionde, per i miei gusti."

Il sorriso di Sasha, brillante e ironico, la scaldò con improvvisa forza fin dentro al petto lasciandola quasi senza fiato.

"Distrarsi è maledettamente divertente. Vedrò di distrarre anche te, una di queste volte."

"Non sarà facile." berciò Costanza, aggrottandosi.

"Non ho mai pensato il contrario. Anzi, mi piacciono le sfide…ed ho un conto in sospeso con una certa chioma nera all’odore di mele."

"Pensa a studiare, mister Letamaio." grugnì Costanza, col naso per aria.

"E tu pensa a me, miss Spocchia." mormorò Sasha quando era già di spalle, ma Costanza lo sentì lo stesso. Lo sentì molto, molto bene.

* * *

Buffo come per Costanza, tutto d’un tratto, il mondo avesse preso una soffusa e riposante colorazione rosata. Non che ci fossero davvero molti motivi per tale ottimismo: lo studio delirante e affannoso non lasciava nemmeno il tempo per respirare, figurarsi per gli incontri galanti ed i pensieri romantici! I quali, effettivamente, erano bruscamente spariti dal vocabolario studentesco per lasciare il posto a cose più prosaiche come Pozioni Avanzate; vari incantesimi borbottati a fior di labbra avevano sostituito i pettegolezzi ed i nomi degli innamorati per quasi tutti gli studenti del settimo anno. Il tempo di un battito di ciglia ed era già arrivata la primavera. Costanza quasi non se ne accorse: d’altronde era così immersa nella sua nuvoletta rosa da ricordarsi appena di dover mangiare, dormire e respirare oltre a massacrarsi di studio. Il Dio buono degli innamorati aveva creato per lei un piccolo nido sospeso nel tempo e nello spazio, un nido dove c’era posto solo per il pensiero di lei e Sasha; tra gli esami preliminari per i M.A.G.O. e tutto il resto non c’era tempo per niente, ma il loro desiderio reciproco era sempre lì, come un fuoco malamente alimentato anche se indomito e rovente. Dopo il loro primo bacio in sala comune, non avevano mai avuto occasione di rimanere soli abbastanza a lungo da lasciarsi andare ad un po’ di intimità: entrambi sapevano che il pericolo di essere scoperti si nascondeva dietro ogni angolo e a malapena si permettevano di guardarsi, di tanto in tanto, di sfiorarsi con le spalle quando erano affiancati, in un muto linguaggio del corpo che entrambi avevano imparato a parlare benissimo. Gli altri studenti si erano a malapena accorti dell’improvvisa e sospetta freddezza tra lei e Valenskij in pubblico, accompagnata da un sorprendente disinteresse di Valenskij per il restante genere femminile. Costanza e Sasha non si permettevano nemmeno di parlarsi in mezzo alla gente, timorosi di venire scoperti. Avevano appena il tempo per alimentare il sentimento che li univa, rabbioso ed esclusivo, esasperato e centellinato come una rara pozione magica. Dover stare sotto gli occhi di tutti senza poter allungare una mano l’uno verso l’altra, doversi insultare e fingere di odiarsi era una tortura che aveva a volte il suo lato divertente, ma che risultava sempre più frustrante col passare del tempo. Gli unici momenti di solitudine erano quelli che passavano insieme a Balthus che stava imparando a volare, goffo e timoroso come un uccellino che sbuca fuori dal suo nido per la prima volta. Il drago era ormai grosso come un bovino adulto e quando spiegava le ali membranose sembrava un piccolo ed improbabile aereo babbano. I suoi primi tentativi di volo erano stati quasi più faticosi per i suoi padroni che per lui, tanto si erano impegnati ad incoraggiarlo, minacciarlo, blandirlo, supplicarlo… Quei pomeriggi passati al limitare del Bosco delle Querce Oscillanti erano impressi a fuoco nella mente di Costanza per la loro totale, incommensurabile e pura felicità. Mentre Balthus spiegava incerto le ali, Sasha le sfiorava la mano, la guardava dicendo con gli occhi tutto quello che Costanza voleva sentirsi dire…cose così piccole che sembravano niente e che erano diventate tutto. In quella rarefatta, cristallina felicità, Costanza credeva di avere a disposizione tutto il tempo del mondo, ma sapeva che si stava facendo ingannare. Non aveva a disposizione tutto il tempo che voleva per concludere il piano contro Karkaroff, perché giugno era alle porte e gli uffici del quinto piano erano ancora un segreto inviolato. Lo sapeva lei, lo sapeva Sasha, ma nessuno dei due trovava il coraggio per spezzare quel fragile involucro di felicità da cui erano avvolti.

Così…

qualsiasi divinità si stanca presto dei mortali dalle loro stupide diatribe interne: anche il Dio buono degli innamorati si stufò di proteggere Sasha e Costanza dal mondo esterno e li abbandonò bruscamente al loro destino. La sfortuna, che aveva girato intorno ai due giovani come un predatore che studia la sua preda, si decise ad avventarsi su di loro. Li morse, piantando le sue fauci crudeli sulle loro vite, arrivando sottoforma di due occhi azzurri, increduli e carichi d’odio, che spiarono le loro mani furtivamente intrecciate.

Due occhi dolenti, feriti, rabbiosi, che ben presto divennero freddi e calcolatori.

Il tempo di un battito di ciglia ed era già arrivata la primavera. E, con essa, l’inizio della fine.

* * *

"Hei, Valenskij."

Era talmente diversa la voce di Natasha quel giorno che Sasha dovette voltarsi a guardarla per riconoscerla. La giovane sembrava leggermente più formale del solito: era sparito il suo sorriso adorante e allusivo che era praticamente il suo marchio di fabbrica. Ad un occhio più attento, sarebbero balzati all’attenzione il timbro metallico della voce e il sottofondo gelido dello sguardo, ma Sasha era distratto dai libri di Trasfigurazione e non ci fece caso.

"Ciao, Natasha." rispose con voce molto educata e molto fredda.

La ragazza si sedette accanto a lui e per poco Sasha non sbuffò di disappunto: era in biblioteca da ore tentando di sopperire alle lacune dovute a sette anni di indifferenza nei confronti di quella materia scolastica, ma ancora non aveva ottenuto risultati apprezzabili.

"C’è qualcosa che non va?" chiese sbrigativo alzando un altezzoso sopracciglio.

"Certo che no" rispose Natasha fingendo indifferenza "E’ solo che…è un sacco di tempo che non ci si vede e mi chiedevo se eri ancora al mondo"

"Effettivamente, bazzico ancora questo suolo" rispose Sasha senza sorridere "Ma, come vedi, sono piuttosto preso da questa relazione di odio-amore con Trasfigurazione, quindi…"

"Tutto questo zelo studentesco non è da te." affermò Natasha passando distrattamente un dito sul dorso del libro che Sasha teneva in mano.

"Credo che il diploma si possa meritare un minimo della mia attenzione" rispose Sasha piuttosto freddamente "E tu, che ci fai in biblioteca? Non mi ricordo che fosse il tuo ambiente di coltura ideale."

"Infatti non lo è" rispose Natasha con un piccolo sorriso "Ero venuta a cercarti per chiederti come stavi."

"Scoppio di salute" rispose Sasha, un po’ più morbido "Ti ringrazio per l’interessamento. Ora, se mi vuoi scusare…"

"Mi chiedevo se ti andrebbe di trovare un po’ di tempo per i vecchi amici" continuò imperterrita Natasha, sempre accarezzando il suo libro "E’ un sacco che non ti fai vedere. Mi manchi."

Le ultime parole le uscirono a voce bassa e lenta, come se le costasse fatica pronunciarle. Sasha inspirò a fondo, in bilico tra l’impazienza e una specie di velato dispiacere.

"Sei davvero molto cara a dirmi così, Natasha, ma credimi, in questo momento proprio non è il caso…."

Un sorriso gelido stirò le labbra di Natasha che lo guardò a fondo negli occhi.

"Davvero molto cara?" lo canzonò, velenosa "Santo cielo, quel cadaverino ambulante di miss Spocchia ti ha contagiato anche con il suo lessico da snob sotutto!"

Le spalle di Sasha si irrigidirono impercettibilmente.

"Il contagio di miss Spocchia?" chiese educatamente "E’ una teoria interessante, ma proprio non capisco di cosa tu stia parlando."

"Andiamo, Sasha" continuò Natasha in tono canzonatorio "Ti ho visto mentre la guardavi! Come se non conoscessi le tue tattiche di rimorchio…proprio io! E’ ovvio che tra te e miss Spocchia c’è qualcosa, e non sto parlando del vostro vomitevole drago."

Sasha si trattenne a stento dallo scattare in piedi: mantenendo la faccia di pietra, rivolse a Natasha un sorriso di circostanza che risultò piuttosto convincente.

"Qualcosa tra me e miss Spocchia? Oh, certo: a parte la parentela forzata, l’eredità da spartire e quello che tu hai graziosamente chiamato il nostro vomitevole drago, direi che tra noi ci sono abissi di cose. Prima fra tutte, la sua impressionante puzza sotto il naso. Comunque, non vedo come questo possa riguardarti, mia cara."

Il sorriso falso di Natasha si spense di colpo, come azionato da un interruttore, per lasciare il posto ad una rabbia repressa che le fece lampeggiare gli occhi.

"Non farmi passare per stupida, Sasha" minacciò con un ringhio "D’altra parte, capisco che per uno come te che ha sempre avuto tutte le ragazze che voleva, arrivare alle mutandine di miss Spocchia deve essere una tentazione troppo forte…una conquista! Quello che mi chiedo è: ora che le hai ottenute, pensi di tornare sulla retta via o le scodinzolerai dietro fino alla fine dell’anno scolastico?"

Sasha sbatté appena gli occhi senza smettere di sorridere, facendo sfoggio di un ottimo self control: in realtà per un pelo non incendiò la faccia di Natasha tanto una furia incandescente gli bruciava nel petto.

"Sai, Natasha" disse quando fu certo di aver ripreso il controllo della voce "Dover allevare un drago con la mia sorellastra non è stata la cosa peggiore che mi sia capitata qui a Durmstrang: quel primato spetta alla stupidaggine di aver sprecato il mio prezioso tempo con te. Ripetutamente. Come un vero idiota masochista! Ma per fortuna sono rinsavito, adesso, e quella insana idea non mi sfiora più nemmeno per sbaglio. Ora, se mi vuoi scusare, devo studiare. Arrivederci, mia cara."

Girò elegantemente le spalle a Natasha che se ne rimase seduta immobile, come una statua di alabastro per parecchi minuti. Sasha la ignorò completamente, tranquillo e rilassato, anche quando la giovane si alzò lentamente in piedi, scricchiolando come se le giunture le fossero diventate di legno.

"Ti pentirai di queste parole." mormorò così piano che Sasha per un attimo sospettò di non averle nemmeno sentite. Senza alzare gli occhi dal libo, agitò lezioso le dita in un saluto annoiato.

"Bye bye, mia cara." rispose salottiero, ma Natasha era già sparita dietro l’angolo della libreria.

* * *

Era l’ultimo giorno di pre-esami M.A.G.O. e una discreta folla di studenti del settimo anno affollava il prato in discesa sul retro dell’edificio scolastico. Altri giovani si aggiungevano a quelli già presenti man mano che finivano gli esami preliminari e subito si buttavano sull’erba tenera e verde, tutti con la stessa faccia stravolta dal sollievo e dallo sfinimento.

"Ho bisogno di una trasfusione di neuroni" si lamentava Dimitri Korsakov, steso a pancia in giù e con la faccia praticamente sommersa dall’erba ai piedi di Costanza e Nadja che se ne stavano sedute compostamente all’ombra di una quercia in fiore.

"Ma quando mai hai avuto della reale, autentica materia grigia in quella custodia per pluffe che hai per cervello?" domandò Detlef Himmel che, seduto tra Nadja e Costanza, sembrava ancora piacevolmente in pieno possesso delle sue facoltà mentali.

"Non confondere la mia custodia per pluffe con la tua" berciò Dimitri, sollevando la faccia dall’erba "Il tuo cervello è altrettanto inutile e vuoto quanto la tua sfera di cristallo a Divinazione"

Mentre Nadja rideva deliziata dallo scambio di battute e Costanza sorrideva, suo malgrado, un Sasha Valenskij piuttosto provato si schiantò di fianco a loro, rotolando supino e a occhi chiusi sul morbido terreno erboso.

"Odio Trasfigurazione" disse deciso e palesemente disgustato "Quella megera dell’esaminatrice mi ha obbligato a trasformare due ratti in movimento in un gufo e un rettile. Indovinate cosa mi è saltato fuori?"

"Un perizoma piumato e una borsetta di coccodrillo?" domandò cortesemente Costanza nascondendo un piccolo sorriso.

Sasha si limitò a lanciarle uno sguardo altezzoso, per niente mitigato dalla posizione abbandonata sul terreno.

"Sempre spiritosissima come un bezoar nello sfintere, miss Spocchia" borbottò offeso "No, mi è uscito un allucinante fenicottero rosa e una scimmia dall’aria piuttosto infuriata. Ancora non mi capacito di come sia successo, anche se l’esaminatrice sembrava piuttosto impressionata dalla quantità di escrementi che il primate è riuscito a scaricare sul pavimento prima che correggessi l’errore"

Costanza scoppiò a ridere e parecchi studenti si girarono a guardarla, sorpresi dall’evento più unico che raro. Anche Sasha la fissò incantato, con un mezzo sorriso dietro le labbra e Costanza si affrettò a tornare seria prima di sciogliersi sotto quello sguardo caldissimo.

"A te non è andata poi così male" borbottò Dimitri depresso "Tu almeno sei rimasto nell’ambito animale. Io ho trasformato i miei ratti in due mazzetti di primule che non sono più riuscito a trasfigurare. L’esaminatore, simpaticissimo, ha ipotizzato che sentissi un po’ troppo l’aria di primavera e mi ha mollato una T grossa come una casa. Bastardo."

"Te lo sei meritato" ribatté Detlef, saggiamente "Con tutta la verdura che ti sei fumato negli ultimi tempi…"

Dimitri stava per ribattere quando fu interrotto dall’arrivo del professor Radchenko che piombò in mezzo a loro insolitamente trafelato e congestionato.

"Valenskij! Malatesta!" ansimò senza fiato e Sasha si decise a mettersi a sedere, nascondendo un sorriso serafico.

"Professore, qual buon vento!" salutò cortesemente, ma l’espressione per niente gioviale del professor Radchenko gli smorzò di colpo tutto il buonumore.

"Ragazzi, dovete venire…subito!" boccheggiò l’uomo, abbastanza agitato perché Costanza sentisse qualcosa di freddo e diaccio scorrerle lungo la schiena: orribile ma non inatteso, quel vago senso di disgrazia imminente che aveva finto di ignorare per tutti quei mesi le piombò addosso e la giovane si alzò in piedi di scatto per fronteggiarlo.

"Che succede, professore?" domandò con un filo di voce, ma con una saettata di dolore lancinante lo intuì ancora prima che il vecchio docente aprisse la bocca. Lo intuì e il cuore rotolò verso il centro della terra, trascinando con sé la sua piccola, inutile nuvoletta rosa.

"Balthus" mormorò il professore angosciato "E’ stato avvelenato"

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

QUATTROCENTO RECENSIONI!!! Il mio record in assoluto…Sono in estasi…grazie di cuore a tutti quanti!!

 

Moaning Myrtle: Heilà! Una lettrice che lascia un commento è sempre il regalo più prezioso, per me! Ma una letrice che ne lascia uno AD OGNI STORIA CHE HAI POSTATO è decisamente molto, molto meglio! Grazie di cuore per le belle parole lasciate a tutte le mie ff, sono davvero onorata e commossa…Ma torniamo alla prova del Drago: grazie per la recensione, per il commento positivo e per aver seguito questa storia travagliata, che ormai vede da lontano una fine… Karkaroff sta tornando! Molto presto, avremo di nuovo a che fare con lui….purtroppo! Grazie ancora per essere passata di qui e per esserti ricordata di me, sei stata carinissima ed un BACIONEEE non te lo leva nessuno!!

Shaka: Che sollievo sentirti parlare così! Ero molto in ansia per sta storia del bacio. Dopo così tanti capitoli, dell’aspettativa c’era e non volevo deluderla a nessun costo! Quindi, grazie di cuore, mi hai davvero reso felice con le tue parole. Passiamo a noi: un corteggiatore per Nadja? A parte Detlef e Dimitri, che la scelta dell’uno comporterebbe l’omicidio dell’altro, quindi non posso azzardarmi a farlo, Nadja ha ai suoi piedi metà della popolazione maschile della scuola! Benchè le sue traversie amorose non vengano riportare in questa sede, non significa che non esistano. Credimi, Nadja non ha bisogno di fidanzato, per adesso. Ho una ideuzza, alla fine…si vedrà. Grazie ancora, a presto!!

Marikotter: Aaaamore diiiimmiiii! Cosa mai posso fare per teeeee!! Era la strofa successiva della canzone che hai lanciato tu, poi però non ricordo come continuava…qualcosa tipo "io ti voglio aiutare, amore, amor!". Volevo ringraziarti in questa sede anche per la recensione a OPB: grazie di cuore, sono davvero felice che anche quella storiella ti sia piaciuta!! Sasha si sta interessando parecchio a te: ha sentito del tuo batticuore e chiede informazione per venire a trovarti, di notte, al buio…diamine, che essere abbietto e manipolatore! Sei sicura che ti piaccia proprio lui? Ho in svendita Dimitri, che non ha ammiratrici/tori di nessun genere, poverello…se lo vuoi, costa la metà! No? Va bene, ti manderò Sasha, allora. Ma sai attenta! Non ti far ingannare dal suo faccino sornione, è un tizio pericoloso e subdolo. Che ti manda tanti, caldissimi baci …A presto!! P.S.: Una delle mie migliori amiche si chiama come te, sappi che sarai privilegiata anche solo per questo!!

Maharet: Non ci si abitua mai abbastanza agli agi, vero? Quando te li tolgono, sembra di tornare all’età della pietra. Fortuna che io scrivo dal lavoro (…fortuna per me: il mio capo non approva esattamente questa mia affermazione!!). Lunedì guarderò se hai postato qualcosa, sono curiosa!! Un bacione!

Ruka88: He, queste madri moderne che si interessano di computer invece che fare la maglia o preparare torte genuine…Mia madre è di tutt’altra pasta: rifiuta persino il cellulare, fosse per lei andrebbe ancora a prendere l’acqua al pozzo! Però la televisione la sa usare e guai a chi le tocca la raffacarra, eh? Ma torniamo a noi: Sasha sarebbe d’accordissimo con la tua idea, ma bisogna vedere cosa sta tramando quella sadika dell’autrice…Ho in mente grandi cose! Vedrete, miei cari, vedrete…Un bacione fortissimo, a presto, ciao!! P.S.: mi sono ricordata adesso!! Grazie infinite per la recensione a OPB, sono davvero felice che ti sia piaciuta anche quella storia!!

Delfinocurioso: Che emossione le tue parole…grazie! No, amore mio, nessun incantesimo (ne fossi capace dove credi che sarebbe adesso Johnny Depp?!?). Comunque, cos’è questa storia "ritiro tutto quello che ho detto?" Perché, cosa avevi detto? Mi sono persa un pezzo? Attendo con ansia la tua risposta…

Green Apple: Le trombe squillate ed i tamburi rollati…uhm…ma saranno buoni da fumare, ‘sti tamburi? Prova prima tu, o mia succosa Melinda, poi mi sai dire. Innanzi tutto, grazie per le belle parole, ero davvero in ansia…credevo di aver fatto qualcosa di troppo "fuori stile" ma mi sembrava ormai ora e sinceramente anche la mia Costanza ha un cuore (e tanti begli ormoncini…). Adesso, miei lettorini viziati, vi metto a posto io: i prossimi capitoli sono molto, molto drammatici…non crocifiggetemi, vi prego, dopo andrà meglio (uhm…)! Ricambio i baci alla mela cotta, che ho un po’ male al pancino…

Rik Bisini: Mio diletto amico, prima di tutto grazie, grazie infinite per le rassicurazioni sulle mie tempistiche: sai che sono molto fragile, su quel frangente. Poi, volevo avvisarti che non sei l’unico maschietto che segue questa fic! C’è anche il carissimo Dk86 che scrive sempre recensioni con ottimo spirito critico…Evviva i maschietti!! Per quanto riguarda il Quidditch, è indubbio che in questo periodo il mio Sasha sia oltremodo stufo di questo sport, ma come dicevano i nonni saggi….hai voluto la bicicletta? Pedala! Mister sono-bellissimo-e-sono-il-capitano-e-ce-l’ho-solo-io-ed-è-anche-d’oro deve imparare quanto costa il sale (altra perla della nonna, anche se non l’ho mai capita a fondo…). Ma passiamo alle cose serie: devo farti una confessione, la pelle d’orso Nadja non l’aveva nominata, ma l’ho aggiunta io perché mi sembrava attinente. Lei aveva richiesto un tappeto in zibellino siberiano, a me sembrava un po’ troppo da sborona e l’ho cambiato in pelle d’orso, (ovviamente sintetica e acquistata tramite il commercio equo e solidale). Comunque, ti assicuro che per la dolce Nadja, se ti sai vendere bene, non farà differenza tra lo zibellino ed il mocho Vileda…provare per credere!! A presto, bacioni!!

Bea_chan: He he, visto che celerità? E poi ti dirò, sto scrivendo il capitolo 38, una tristessa infinita…come mi piace far soffrire i miei personaggi!! Sarò clemente e concederò graziosamente il perdono alla mia Bea, che ha usato tanti ceci da farci una zuppa di quelle sane. E poi, se c’è di mezzo niente po’ po’ i meno che Cesarone…eh, la priorità va a lui. Sai che, nella mia tenera infanzia, mi ero quasi innamorata di cesare? Così forte, determinato, e poi una morte così cruenta, tipo Goldrake con l’alabarda spaziale…che romantico! Ovvio che la velata allusione all’attività di Marianna di Roccaglia in quei del quinto piano fosse qualcosa di inerente agli ormoni…insomma, non aveva mica 18 anni per niente! E anche la cara nipote, così refrattaria all’istinto animale non è. Per la fanart, cliccare sl nick di Mokarta, le ha inserite direttamente nel suo profilo. Per i saluti a Detlef…non lo dovevi fare, mein Gott!! E’ bastato quel "caro", probabilmente ironico, per scatenarlo come un toro da monta: chiede chi sei, quanti anni hai e se sei viva: il resto ha detto che non ha importanza, nemmeno il livello culturale (però gli ho spiegato che per noi donzelle italiane è importante essere apprezzate anche per la nostra mente e lui ha detto che apprezza moltissimo, persino le logorroiche come noi…noi? Perché noi?!!). Un bacione, mia cara, konnichiwa!!!

Maharet: L’importante è sapere che ci sei, oh, mia diletta! Ricambio i besitos dal più profondo del cuore e tanti saluti a tutti gli sgobboni in biblioteca con te (ce n’è uno decente, ogni tanto…?). Salutos!!

Mewsana: Bandiera rossa la trion-fe-ràààà! Ah, non era uno slogan di sinistra, il tuo? Nessuna intenzione di mettere su una comune dove spararci le canne e disquisire sulla politica totalizzatrice delle superpotenze nei confronti del Rwanda? Va bene, scusami, ho toppato…Dopo le tue ultime parole, Nadjja aggiunge un balconcino taglia 3° coppa B al tanga promesso, con un appunto della sua eccelsa dottrina: un tanga nell’armadio serve sempre, è un must come il jeans, il lupetto nero e la gonna a tubino. Se lo dice lei, sarà vero: a me mancano tre capi su quattro dei suoi cosiddetti must (tanga compreso). Ah, un pacco di brioche calde via gufo ti dovrebbero arrivare entro pasqua, sappimi dire se le vuoi ripiene alla crema bulgara o vuote. Bacionissimi, a presto!!

Syberia Malfoy: Allora, Zabini senior non c’era nell’allegra combriccola in visita a Durmstrang (in fondo, è parente lontano di Costanza, non mi va di farlo passare per cazzone come Tiger e Goyle!). Sono assolutamente d’accordo sull’elaborazione della tua teoria, che poi era anche quello che intendevo io, è che per non essere troppo prolissa a volte taglio anche le parti fondamentali…comunque, la mia storia non è poi così originale: due tizi in una scuola si innamorano (più banale di così si muore), e anche se c’è di mezzo un drago, la magia, un preside strunz e la possibilità di sventare un piano di portata internazionale, non è poi che la rama si discossti molto da un normalissimo "già visto". D’altra pare, anche un bacio è solo un bacio, ma sfido chiunque di noi a non darne più solo perché sono "banali!". Ce ne fossero di banalità così piacevoli e "uniche"!! Dico bene? Grazie per la concessione dell’usufrutto dei tuoi ometti, se per te va bene comincerei con Zabini: Sasha ormai l’ho provato in tutte le salse (sempre ottimo, come al naturale), Malfoy ha un faccino troppo da giovincello per me (magari un giro con suo padre…he)…e se c’hai Johnny Depp da quelle parti, mollo tutto per lui. Lo amo!! Non lo sapevi? Comuqnue…grazie di tutto e bacioni!!

Helen Lance: Meno male che vi è piaciuto!! Tremavo nell’attesa dei vostri commenti: grazie di cuore per non avermi linciato (per adesso). Baci anche a te, ciao!!

Minako-chan: Balliamo e cantiamo? E perché no!! Adoro cantare (mentre cucino sfodero un repertorio davvero invidiabile!) e anche ballare: sono bravissima a ballare i latini, a pogare e so anche ballare il liscio (retaggio delle mie radici emiliane…mi amate lo stesso, vero?). A presto e grazie, come sempre!!!

Lilyblack: Tessssorrroooo!! Una statuetta tutta per me?!? Oh, mio Dio, non so cosa dire…sono così emozionata…commossa…(strombazzatina nel fazzoletto di pizzo). Volevo ringraziare qualche persona: (srotolo una pergamena che i dieci piani di morbidezza della Scottex gli fanno un baffo): intanto, Adamo ed Eva, per aver dato vita al genere umano; poi, a Noè per aver salvato Cam dal diluvio; poi…(dopo due ore e quattro dosi in vena) …ed infine il fratello del mio commercialista, che mi ha offerto un cappuccino nell’estate del 2003. Grazie, grazie a tutti, sono davvero felice, grazie!!

Charlize_Rei: Che sospiro di sollievo!! Ogni capitolo che posto per me è un dramma, mi chiedo sempre quando succederà che qualcuno di voi dirà le temutissime parole: aò, Elfie, fa schifooo! Comunque, finchè trovo delle chicche come le tue recensioni, pericolo scongiurato!! Intanto, beccati i miei più sinceri ringraziamenti, un chiletto di baci e anche due pacche sulla spalla, che fanno sempre molto "uè, paisà!". A presto!!

Maura85: Sashino….Gesù, ho riso due ore! Avessi visto la faccia di Sasha quando gli ho letto la recensione: Sashino non lo aveva ancora chiamato nessuno, era bianco e rosso come una mela. Irresistibile!! Comunque, ha detto che viene volentieri ad autografarti qualsiasi capo di biancheria tu voglia, preferibilmente perizomi di pizzo, ma si rifiuta categoricamente di farsi chiamare Sashino. Costanza è mezzo tramortita dalle risate, non mi preoccuperei di lei…messa così, è innocua! Tornando a noi, grazie un milione di volte per le belle parole, ti mando tantissimi baci e un arrivederci (dopo la vacanza…dove vai di bello?!?). Ciauz!!

Romina: Oh, mia divina Rominissima, le tue meravigliose parole sono sempre uno stimolo enorme per me, sei la mia Euchessina romanzifera, sei il mio Falqui mentale…tu recensisci e io TRAC, corro a scrivere un capitolo, febbrilmente, con l’urgenza della diarrea verbale che mi preme le meningi. Detta così fa un po’ schifo, ma credimi!, è una cosa buona!! Devo confessarti una cosa: mi manca Garrie. Mi manca la sua solare ironia, il suo sorrisone da cherubino, la sua cotta inespressa (non per Pat, vorrei ricordarti…). E Morales, e Cardie, e Pat!! Il mio cinghialone. Si, si, appena posso torno da loro: non so bene come, ma qualcosa verrà fuori (ho rispolverato TR2 ed ho cominciato a metterlo a posto…). Uno sbaciuzzissimo e grazie, come sempre, o mia insostituibile musa!!

Dk86: Mio caro, mio carissimo, effettivamente mi sei mancato! Capisco gli impegni (tre esami!!! Gulp!) e siccome sono molto buona non tirerò molotov dentro la tua abitazione, ma sappi che presto dovrai farti risentire, pena il trovarsi un bel mattino con una notevole coda verde e squamosa difficile da mimetizzare dentro ai Levi’s. Tanti tanti baci, a presto!!

Yeran: Ave a voi, splendida fruitrice di mezzi pubblici dell’italico suolo!! Quante ore al giorno ti spari su treni e affini per arrivare a destinazione? E che fai, nel tragitto? Ai tempi della scuola (c’erano le macchine dei Flinstone, allora) alle 6 meno 5 ero alla fermata dell’autobus per essere a scuola alle 8,15. In corriera facevo di tutto: ripasso, colazione, trucco, hair style, deodorante, filo interdentale, piccolo show mattutino, confessione clericale con le amiche, sbirciatina al bello di turno (che, ovviamente non mi cagava mai) e qualche volta anche la manicure. Voglio avere l’elenco delle tue attività per sapere se, dopotutto, i tempi non sono cambiati troppo in questo millennio passato! Amore mio, la cara Costanza non è metamorphomagus, è solo Sasha che nella sua brillante ironia ne inventa una più stupida dell’altra; Nadja è geneticamente una ficcanaso categoria gold e Detlef e Dimitri…mah, mi sembrano un po’ Winnie the Poh e Tigro, non so perché (aspetto fisico a parte: Detlef è un ragazzotto piuttosto belloccio, a dire il vero). Per il finale…vedremo. L’altro giorno ventilavo l’ipotesi di inserire una morte, ma poi ho letto il principe Mezzosangue e non vorrei ricalcare le orme…adesso vedremo. Intanto, bacionissimi e a presto!!

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Capitolo 37
*** Capitolo 36 : Agonia ***


Capitolo 36 : Agonia

 

Il resto, accadde come in un sogno: a Costanza sembrò quasi di staccarsi dal proprio corpo e di poter vedere lei e Sasha che, senza una parola, correvano verso le stalle, inseguiti da un sempre più angosciato professor Radchenko, immersi in una specie di nebbiolina grigia in dissolvenza che rendeva i contorni fumosi e indistinti. Il buio delle stalle sembrò il giusto sudario che calava su un periodo di tempo che non doveva esistere: il tempo di Balthus, che i due giovani si lasciavano alle spalle man mano che si avvicinavano al loro drago. Sasha arrivò per primo e si inchiodò sulla soglia della stalla senza quasi respirare. Costanza arrivò subito dietro a lui e immediatamente si inginocchio accanto al drago perché le ginocchia si rifiutarono di sostenerla ancora.

"Balthus…" sfiatarono le sue labbra improvvisamente rigide e insensibili.

Il bel drago verde brillante, vivace, saltellante e sempre curioso di tutto, era accartocciato sul pavimento con la testa abbandonata sul lungo collo squamoso. Accartocciato era proprio il termine giusto: le sue squame avevano preso una blanda sfumatura lattiginosa e il volume del suo corpo sembrava essersi improvvisamente dimezzato a causa del dolore; le zampe raspavano debolmente sulla paglia, percorse da lenti brividi, la lingua forcuta penzolava fra le zanne semiaperte, gonfia, bianchiccia, immobile. Gli occhi gialli dalle pupille verticali guardavano un punto lontano, socchiuse e sofferenti. Il respiro usciva in rantoli sfiniti accompagnato da un suono sottile, un uggiolio di agonia che riuscì quasi a fermare il cuore nel petto di Costanza.

"Balthus" ripeté a voce bassa, allungando una mano verso il lungo collo pulsante del drago: le pupille di Balthus rotearono impazzite, le grosse narici vibrarono per un attimo e l’uggiolio indistinto si intensificò, disperato come una richiesta di aiuto. Con gli occhi appannati dalle lacrime, Costanza accarezzò il dorso del drago mormorando inutili parole di conforto mentre il professor Radchenko, ansimando, arrivava sulla soglia della stalla e affiancava Sasha, il quale era rimasto immobile come una statua per tutto il tempo.

"Ragazzi, sono veramente costernato" balbettò il vecchio professore, sinceramente sconvolto.

"Cosa è successo?" domandò Sasha gelido senza staccare gli occhi dal drago.

"Ieri sera, durante l’ultimo giro di ronda, Balthus stava benissimo: sbuffava come al solito ed ha incendiato un paio di volte il soffitto giusto per attirare la mia attenzione, come fa di solito. Ma stamattina…" Deglutì penosamente "Stamattina mi sono accorto che qualcosa non andava perché Fifì e Bergil sputavano fuoco come se fossero impazziti. Solo quando sono riuscito a calmarli mi sono accorto che Balthus era steso per terra nella sua stalla. Ho capito subito che si trattava di avvelenamento: c’era una carcassa di zibellino nell’angolo. L’ho analizzata subito ed ho scoperto che era imbottita di veleno mortale"

Sahsa sbatté appena le ciglia, come risvegliandosi da un sogno.

"Mortale?" mormorò. Costanza non ascoltava nemmeno, china si Balthus ed intenta ad accarezzarlo.

"Mortale, sì" sospirò Radchenko "Ma non è ancora detta l’ultima parola: Bathus non ha mangiato tutto l’animale ed ha vomitato quasi subito…E poi, è molto forte e grosso per la sua età… I draghi sono immuni alle magie ed agli incantesimi e non è facile nemmeno avvelenarli…"

Il resto delle parole di Radchenko si perse in un mormorio indistinto, ma Sasha lo ignorava già: sembravano tutte patetiche scuse a cui il professore suggeriva di aggrapparsi mentre Balthus moriva ai loro piedi. Lentamente, Sasha si avvicinò a Costanza e le posò una mano sulla spalla. Le giovane girò appena il viso verso di lui e Sasha si accorse che, nonostante gli occhi lucidi e il viso deformato da una smorfia di pena infinita, Costanza non stava piangendo.

"E’ stato Karkaroff" mormorò la ragazza con una pericolosa e vibrante nota bassa nella voce "Quel maledetto ladro….assassino…lo ucciderò, giuro che lo ucciderò…"

"Non credo che sia stato Karkaroff ad avvelenare Balthus" rispose pianissimo Sasha, sforzandosi di tirare fuori le parole dalla gola contratta "Ma so chi è stato."

Costanza lo guardò a lungo negli occhi senza parlare: la furia cieca che si leggeva dietro le pupille nere di Sasha dicevano anche troppo. Alle loro spalle, Radchenko si schiariva la voce, imbarazzato.

"Ragazzi" si decise a dire alla fine, avvicinandosi "Ho già informato Karkaroff dell’accaduto ed il personale docente è già al lavoro per scoprire chi può aver fatto un atto tanto perfido. Vi assicuro che quello sporco personaggio non rimarrà impunito."

Né Sasha né Costanza sembravano impressionati dalle sue parole: Costanza tirò fuori la bacchetta dalla tasca e, con una amorevole carezza al collo del drago, la agitò sopra alla sua testa, mormorando a fior di labbra parole incomprensibili in una strana lingua musicale. Con una certa sorpresa, Sasha si accorse che parlava con un omplicato alfabeto runico in un incantesimo che leniva il dolore. Radchenko rimase a guardarla per un pezzo prima di sospirare e scuotere il capo, depresso.

"Malatesta, gli incantesimi non funzionano sui draghi" disse con una voce molto dispiaciuta "Ho già provveduto a somministrare l’antidoto a Balthus, ma il veleno era già in circolo da troppo tempo…"

"Balthus non morirà" sferzò decisa la voce di Sasha ammutolendo all’istante il professore "Ora ci siamo noi con lui."

"Non potete rimanere qui" dichiarò il professore, mitigando l’ordine secco con un mezzo sorriso stentato "Balthus è ormai troppo grosso per essere tenuto a freno da due ragazzi: è incosciente e rischiate di essere morsi o di rimanere bruciati. Se si dovesse rivoltare verso di voi, potrebbe anche uccidevi."

"Balthus non lo farebbe mai." Rispose secca Costanza, dando segno per la prima volta di averlo ascoltato.

"E’ un drago" rispose Radchenko, più deciso "E non vi riconosce in quello stato. Come professore, vi proibisco di rimanere qui con lui."

"Io non me ne vado." mormorò Costanza con calma, senza nemmeno girarsi verso Radchenko.

"Nemmeno io." disse Sasha con un tono talmente definitivo nella voce che Radchenko si ammutolì di nuovo.

Sasha prese la sua bacchetta e si unì a Costanza nella magia di Costanza, mormorando sottovoce e muovendo lentamente la bacchetta sul capo di Balthus. Il drago non dava segni di miglioramento: ansimava a bocca aperta ed ogni rauco respiro sembrava sfinirlo di fatica e dolore. Radchenko rimase per un po’ alle spalle dei due giovani, indeciso, poi alla fine pensò bene di lasciarli fare.

"E va bene" disse piano, sospirando "Ma vi prego, siate prudenti. Lì c’è una Campanella Magica: in qualsiasi momento, se avete bisogno, avvisatemi senza indugio. Passerò comunque ogni ora per somministrare una pozione calmante. Ogni due ore si deve spruzzargli l’antidoto direttamente in gola. Non è facile perché la bocca del drago è bloccata e si rischia di farsi azzannare. Lui non riconosce nessuno in questo momento e soffre molto, quindi siate prudenti finché…"

Si impappinò e tacque.

"La ringraziamo molto, professore." venne in suo aiuto Costanza, più gentile del solito.

Radchenko tentennò ancora qualche secondo, indeciso, poi si decise al allontanarsi mestamente. Ad entrambi i padroni di Balthus, sembrò il segnale per poter finalmente respirare liberamente: la schiena rigida di Costanza si ingobbì di colpo, come schiacciata da un peso enorme e il braccio di Sasha corse subito a circondare le spalle che sussultavano piano al ritmo dei singhiozzi trattenuti in gola.

"Non può morire" gorgogliò con voce rotta Costanza, trattenendo furiosamente le lacrime "Balthus non può, non deve morire…"

"Non morirà" ripeté Sasha attirandola a sé e lasciando che le dita gelide di Costanza gli artigliassero il bavero della divisa "Ci siamo noi qui con lui. Lo sa che siamo qui e che non lo molleremo mai."

"Sta così male!" singhiozzò Costanza col volto sempre premuto contro la sua spalla "Guarda la sua lingua…e gli occhi!!"

"Lui non morirà" disse deciso Sasha per la terza volta "Noi staremo qui con lui e gli daremo le pozioni che lo aiuteranno a guarire. Gli parleremo, lo sgrideremo, gli prometteremo eserciti di quei topi grassi che gli piacciono tanto e lui non morirà. Te lo prometto, Costanza."

La ragazza si staccò dal suo petto per scrutarlo negli occhi: lo sguardo di Sasha era così fermo e sicuro che, per qualche assurda ragione, gli credette. Annuì in silenzio, sentendo che il groppo nel petto che non la faceva respirare si allentava leggermente.

"Va bene" disse con voce leggermente tremante "Ma tu devi prima fare una cosa per lui."

Sasha annuì: non c’era bisogno di parole per quello.

"Torno subito" disse alzandosi da terra senza smettere di impugnare la sua bacchetta. Lanciò un ultimo sguardo a Balthus che non aveva mai smesso di rantolare debolmente e gli accarezzò brevemente il capo squamoso.

"Tieni duro e aspettami, socio" mormorò a fior di labbra. Poi, girò i tacchi deciso ed uscì dalle stalle.

* * *

Natasha Ivanovich non sentì nemmeno arrivare l’incantesimo che la pietrificò all’istante nel bel mezzo del corridoio di Torre delle Aquile, ma immediatamente capì da chi era arrivato: Sasha Valenskij. Mentre le sua amiche schiamazzavano lontano da lei lo vide arrivare con un insolito passo lungo e lo sguardo furente e capì immediatamente di essere stata scoperta.

"Tu….lurida vipera!" sibilò Sasha fermandosi a un metro da lei e per un attimo Natasha pensò che la volesse percuotere, tanto sembrava furibondo. Lui invece agitò la bacchetta e l’immobilità che la tratteneva si sciolse di colpo, permettendole di indietreggiare incespicando.

"Come hai potuto pensare di passarla liscia dopo un atto tanto schifoso!" ringhiò Sasha avvicinandosi pericolosamente mentre un piccolo drappello di persone si fermava a guardarli, incuriosito e vagamente preoccupato. Natasha deglutì un paio di volte mentre pensava febbrilmente a cosa dire in sua discolpa.

"Sasha, non so proprio di cosa tu stia parlando" mentì così malamente che Sasha non si prese nemmeno la briga di sbugiardarla.

"Credevi che qualcun altro in questa scuola potesse anche solo pensare ad una cosa così meschina e sporca?" ruggì quasi sputandole addosso "Se è così sei ancora più stupida di quello che pensassi."

Una specie di palla organica di bile e odio rotolò dentro le viscere di Natasha che faticò a respirare sotto lo sguardo carico di disprezzo di Sasha.

"Tu…come puoi venire qui a dire queste cose…" balbettò mentre la vista le si annebbiava di rosso "Non hai nessuna prova di quanto vai farneticando…"

Sasha alzò il braccio e puntò decisamente la bacchetta verso il suo viso congestionato.

"Ammettilo, Natasha!" gridò implacabile "Se credi che te la farò passare liscia ti sbagli di grosso!"

Natasha sentì che la palla di bile le saliva in gola, soffocandola di puro odio.

"Tu, borioso damerino senza cervello…come osi parlarmi così?" strillò d’un fiato, vomitando tutta la rabbia che le fremeva in corpo "Non te ne è mai fregato niente di quello stupido drago! E’ per lei che te la prendi tanto, eh? E’ per la tua preziosa miss Spocchia che vieni qui ad offendermi come se fossi una ragazzetta qualunque che ti sei spupazzato per qualche tempo? Non credere di potermi trattare così, Valenskij! Non ti conviene avermi come nemica!"

Sasha se ne uscì in una risata feroce, così grondante disprezzo che Natasha sentì le orecchie prendere fuoco dalla vergogna.

"Povera Natasha…quello che non hai ancora capito è che tu sei una ragazzetta qualunque che mi sono spupazzato per qualche tempo. Lo sanno tutti, in tutta la …"

"Crucio!" strillò Natasha furibonda estraendo di colpo la bacchetta, ma Sasha non aspettava altro: schivò la maledizione della ragazza e gridò subito: "Expelliarmus!"

La bacchetta di Natasha volò sul via lungo il corridoio e lei fu afferrata da una mano dura e tenace che le strinse con forza la gola.

"Hai creduto davvero di poter essere così furba da fare del male al mio drago senza subire la mia rabbia?" le sibilò sul naso Sasha "Sei proprio una ragazzetta stupida e ottusa, signorina Ivanovich."

Natasha inspirò a fondo e gli sputò in faccia: Sasha non si scosse nemmeno, continuando a guardarla con occhi furibondi.

"Quella tua maledetta lucertola creperà!" strillò la ragazza proprio nel momento in cui il professor Frankenberg correva verso di loro, richiamato dalle grida concitate di alcuni studenti "E sarà me che dovrai ringraziare!"

"Giovanotto!" ruggì il professore, costernato "Metta subito giù quella ragazza!"

Sasha si lasciò sfuggire un sorrisetto sadico mentre obbediva lentamente: Frankenberg gli si affiancò, ansimando e sistemandosi febbrilmente gli occhiali rotondi sul naso.

"Ha sentito tutto, professore?" chiese Sasha ritornato di colpo calmo e flemmatico come al solito. Frankenberg annuì, lanciando uno sguardo terribile a Natasha che, sbollita la rabbia furibonda iniziale, capì di essersi messa nel sacco da sola.

"Signorina Ivanovich" la apostrofò Frankenberg, molto serio "Credo che lei debba immediatamente essere ricevuta dal preside Karkaroff che le comunicherà la sua immediata espulsone da Durmstrang"

Natasha boccheggiò sotto le parole sferzanti dell’insegnante: continuava a guardare Sasha sul cui viso era spuntato un sorriso amaro e altezzoso.

"Molto bene" concluse il giovane, ignorandola: si tolse con calma un fazzoletto dalla tasca e si pulì distrattamente là dove Natasha gli aveva sputato addosso "Direi che non ho altro da aggiungere. Torno dal mio drago, se permettete"

Girò le spalle e si allontanò con la solita camminata indolente ed elastica e Natasha capì che lo stava perdendo per sempre.

"Sasha!" lo chiamò con voce carica di disperazione. Il giovane non rallentò nemmeno: ignorò il suo grido disperato come se lei non esistesse, come se non fosse mai esistita…stupida e ottusa ragazzetta….

"Signorina Ivanovich, mi segua" ordinò il professor Frankenberg, prendendola per un braccio. Natasha aspettò che Sasha sparisse dalla sua vista, sentendo il cuore che andava in mille pezzi per lasciare il posto ad un enorme, gelido nulla. Poi girò la testa verso l’insegnante che aspettava impaziente che si muovesse.

"Signorina, il preside l’aspetta"

Il preside. Karkaroff. Nemico numero uno dell’intoccabile miss Spocchia. Un lento, diabolico sogghigno le stirò le labbra fredde.

"Subito" disse con voce esultante, incamminandosi.

* * *

Strano come cambi la percezione del tempo a seconda dello stato d’animo: per Costanza Malatesta, i giorni passati immersa nella felice consapevolezza di essere innamorata erano volati via veloci ed effimeri come stelle cadenti; i minuti passati ad ascoltare l’agonia di Balthus erano lenti e pesanti come lastre di piombo. Vagamente, Costanza si rese conto di persone che andavano e venivano al rallentatore, intorno a lei: Nadja che insisteva per portarla a mangiare qualcosa, il professor Radchenko che somministrava a Balthus l’antidoto con una faccia rassegnata che diceva tutto, Dimitri e Detlef stranamente contriti, Sasha….Sasha che sembrava essere l’unico soggetto in reale movimento nel caldo loculo della stalla. Guardarlo che carezzava la testa di Balthus, vedere la sicurezza del suo sguardo era l’unica cosa che la tratteneva dallo scoppiare in furiose lacrime di disperazione, una continua trasfusione di incrollabile fiducia che la teneva aggrappata alla speranza che Balthus vivesse. Lo stato del drago era, se possibile, peggiorato: il suo petto si muoveva sempre più lentamente ed i suoi occhi avevano preso una brutta sfumatura lattiginosa: ogni respiro sembrava essere l’ultimo e a lungo Costanza pensò che il respiro successivo nasceva dalla sola forza del suo pensiero. I minuti si trasformavano lenti in ore che sprofondavano in buie spire di attesa, colme di mormorii indistinti e fruscianti. Costanza non riusciva a ricordare come fosse arrivata lì, in quel loculo odoroso di morte, ogni fibra del corpo tesa a credere in quella sola parola ripetuta come una nenia druidica: vivi, vivi, vivi…

Nessuno riuscì a schiodala dalla sua posizione inginocchiata con la testa di Balthus appoggiata in grembo: la schiena e le ginocchia urlavano di dolore e di tensione, ma lei si rifiutava categoricamente di spostarsi di un millimetro. Carezzava il capo del suo drago con infinito amore, immersa in una nuvola di inconsistente consapevolezza che Balthus sarebbe morto se solo si fosse allontanata da lui. Radchenko mantenne la promessa e passò ogni ora per somministrare al drago le pozioni per guarirlo, tutte le volte sorpreso di trovarlo ancora vivo e certo che la volta successiva non sarebbe stato tale. Il pellegrinaggio di timidi visitatori si intensificò nel pomeriggio quando ogni studente passava a rendere omaggio ai loro compagni, sorpresi di trovare Valenskij così duro e serio e Malatesta così concentrata e assente. Ammiravano il loro coraggio e la loro determinazione ma bastava uno sguardo per capire che la vita del drago era appesa ad un filo sottilissimo. Verso sera, passò persino la professoressa Bilenska che provò senza molta convinzione a convincere i ragazzi a rientrare nei dormitori. Davanti al loro muro di ostinazione, si rassegnò a stilare un permesso speciale per permettere loro di rimanere nella stalla anche dopo l’ora di cena. Poi, di nuovo lenti minuti, lenti e sofferti respiri, lente e tenaci preghiere, minacce, suppliche, una per ogni respiro faticosamente strappato alla morte. Radchenko passò ad accendere le lampade che gettarono su di loro una luce stentata e giallastra, in perfetta sintonia con la rarefatta atmosfera di attesa che li aveva assorbiti.

"Ragazzi, andate a letto" sospirò il vecchio docente, rassegnato "Ormai non c’è più nulla da fare."

Costanza nemmeno lo sentì. Sasha alzò su di lui due occhi neri cerchiati di scuro, stranamente indomiti e sicuri.

"Balthus vivrà." disse monocorde, per la centesima volta.

Radchenko si allontanò scuotendo il capo e Sasha e Costanza rimasero del tutto soli con il loro drago agonizzante, immersi in un irreale silenzio rotto solo dal rantolo flebile di Balthus. Il silenzio era così opprimente che Costanza chiuse gli occhi per trovare il rumore consolante del proprio cuore mentre stringeva al petto la testa di Bathus.

Un respiro. Pausa. Un altro respiro. Pausa lunghissima. Un respiro. Pausa. Pausa. Un respiro. Nulla.

Costanza spalancò gli occhi, congelata nella sua posizione raccolta.

Nulla, sempre nulla, nessun segno di vita dalla testa bitorzoluta stretta tra le sue braccia.

"Sasha…" gemette così piano che le sembrò di non aver emesso nessun suono, eppure lui sentì lo stesso e in un attimo fu accanto a lei, gli occhi colmi di angoscia e le labbra pressate. Uno sguardo agli occhi di Balthus e capì.

"No" disse in un soffio. Costanza cominciò a piangere senza nemmeno accorgersene, lente e silenziose lacrime dolorose che iniziarono a scorrerle sulle guance nere di fuliggine.

"Sasha…" mormorò ancora, incapace di dire altro, ma Sasha la scostò bruscamente di lato e posò le mani sul petto immobile di Balthus.

"No!" ruggì con sorprendente potenza. Le sue mani spinsero con decisione il petto di Balthus e Costanza strizzò gli occhi in un impeto di pena.

"No!" gridò ancora Sasha spingendo di nuovo il petto di Bathus che sussultò inerme. Scrollandosi di dosso il gelo che l’aveva legata, Costanza gattonò fino al drago e posò le mani su quelle di Sasha, ancora appoggiate al petto di Balthus, e spinse con quanta forza aveva. Spinse e spinse ancora e poi spinsero insieme; Costanza piangeva mute lacrime mentre Sasha continuava a inveire sul corpo del drago con selvaggia determinazione, accompagnando le spinte con ordini perentori, secchi, decisi. I secondi rotolavano via, traditori, rubando la vita di Balthus pezzo per pezzo, ma Sasha e Costanza non lo permisero: con un’ultima, poderosa spinta un rauco respiro uscì dalla bocca del drago, spezzato, debole. Costanza si bloccò incredula e guardò Sasha che, sospeso sopra al petto di Balthus, sembrava più sorpreso di lei.

"Sasha?" mormorò la giovane, pianissimo e un altro respiro uscì dal petto sfinito del drago.

Poi un altro. E un altro. Passarono secoli ad ascoltare quei respiri sconnessi, sempre più decisi. Le palpebre membranose di Balthus vibrarono un attimo sulle pupille gialle e assenti; vibrarono ancora, gli occhi rotearono stancamente…poi si posarono su Costanza e Sasha. Ferme, velate, stanche pupille vive guardarono i due ragazzi disfatti e scarminiati immobili su di loro, le mani intrecciate appoggiate al petto che aveva ripreso a sollevarsi al ritmo del respiro. Balthus mosse la testa, faticosamente e socchiuse le fauci serrate: un flebile "raaaaah…." uscì dalla sua gola, bello come il canto di una fenice e Costanza scoppiò a piangere, sfinita, senza nemmeno coprirsi la faccia. Sasha, dopo lunghi secondi di attonito silenzio, sbatté finalmente le ciglia e crollò seduto sulla paglia tiepida intorno a Bathus. Per lunghi minuti nessuno di loro fu in grado di parlare, finché Balthus mosse la testa e, gemendo per lo sforzo, la appoggiò di nuovo sulle ginocchia di Costanza che riprese a carezzarlo, ridendo e piangendo contemporaneamente mentre le spalle sussultavano dai singhiozzi che le squassavano il petto. Sembrò passare un’eternità e magari fu solo qualche minuto, ma quando i passi del professor Radchenko che si avvicinava risuonarono nelle loro orecchie, a Sasha e Costanza sembrò che fosse passato un millennio. Sasha si alzò in piedi, incerto: Costanza sentì un mormorio indistinto di parole mentre continuava a cullare la testa del drago, poi Radchenko la scostò piuttosto rudemente per visitare Balthus: gli sollevò le palpebre, gli aprì di forza la bocca, gli palpò il petto squamoso e il lungo collo abbandonato e quando si girò verso i due ragazzi aveva lo sguardo stupefatto e radioso di chi ha assistito ad un miracolo.

"Vivrà." disse, sorpreso dalle sue stesse parole e Costanza, finalmente, sorrise.

* * *

"A che pensi."

Costanza alzò lo sguardo su Sasha che le aveva posto la domanda con voce vagamente assonnata.

"Penso che non ti ho mai visto così spettinato." ammise con un sorriso stanco.

Automaticamente, Sasha si passò una mano fra i capelli con una smorfia buffa sul viso.

"Senti chi parla" ribatté risentito "Madame Covone-di-fieno-sulla-testa."

Costanza si toccò il nodo disfatto di capelli sulla nuca, ben attenta a non svegliare Balthus che dormiva un sonno di piombo con la testa appoggiata alle sue ginocchia.

"Già, non devo essere uno spettacolo entusiasmante" ammise con una smorfietta.

"A dire il vero, non ti ho mai vista così bella" rispose piano Sasha dopo un po’, come sovrappensiero. Costanza lasciò che uno strano calore le salisse dal petto per incendiarle le guance senza distogliere gli occhi da quelli di Sasha, ma il sorriso le si smorzò sul viso lentamente, mortificato da un pensiero oscuro.

"E’ stata Natasha ad avvelenare Balthus, vero?" chiese con voce molto calma e Sasha annuì subito, come aspettandosi da un pezzo quella domanda.

"Ha confessato. Bè, quasi. Comunque, a quest’ora sarà già da un pezzo fuori da Durmstrang."

Costanza annuì, ma non sembrava affatto contenta della cosa.

"Avrà parlato con Karkaroff." si sforzò di ammettere Sasha, oscurandosi.

"Sì" rispose Costanza dopo una breve riflessione "Karkaroff sarà furibondo."

"Almeno non sa del quinto piano." sospirò Sasha, anche se non sembrava consolante.

"Ma saprà di noi." mormorò Costanza con un tono così definitivo che Sasha alzò lo sguardo, così serio da sembrare quasi triste. Costanza continuava a guardarlo negli occhi con un curioso brillio di sottofondo, come se stesse covando chissà quali pensieri segreti: era fin troppo consapevole del fatto che quella era, forse, l’ultima occasione che aveva per vedere Sasha da solo. Ma il fatto che Balthus fosse miracolosamente vivo, dopo una giornata intera passata nell’angoscia e nella tensione, l’aveva riempita di una strana euforia…come se sapesse che, in quel momento, tutto era possibile e a portata di mano. Sorrise e Sasha la guardò dubbioso.

"Che hai?" le domandò un po’ più bruscamente del solito: quel sorriso inatteso l’aveva vagamente stordito.

"Tu hai sempre saputo che Balthus sarebbe sopravvissuto." mormorò Costanza, serenamente.

"Più o meno" rispose Sasha evasivo, scacciando il pensiero del panico che l’aveva preso quando il cuore di Balthus si era fermato "E questo che c’entra?"

"Balthus vivrà, ma non so che fine faremo noi." rispose Costanza in un tono di voce leggero: molto lentamente alzò le mani dietro al testa e iniziò a sfilasi le forcine dai capelli senza smettere di fissare Sasha negli occhi.

Lui aggrottò le sopracciglia, vagamente sorpreso dalla gestualità languida delle dita di Costanza tra i suoi capelli e alterato da quello sguardo un po’ troppo invadente.

"Non lo so nemmeno io. Che stai facendo ai capelli?"

"Li sciolgo" rispose Costanza con estrema tranquillità "Perché?"

"Se tu non fossi tu e se non fossimo qui con Balthus che è appena resuscitato, giurerei che….ah, impossibile"

Un lento, vago sorriso da Gioconda sollevò gli angoli della bocca di Costanza: aveva finito con le forcine e, con un gesto di una semplicità quasi magica, si srotolò la lunga treccia di riccioli che grondarono sulle spalle come un mantello di seta. Il cuore di Sasha prese a battere più velocemente, suo malgrado.

"Che cosa è impossibile, Sasha?" domandò Costanza con una voce da fata che sembrava non appartenerle.

Sasha ci mise qualche secondo a rispondere: i suoi riflessi erano decisamente rallentati dal battito furioso del cuore.

"E’ impossibile che tu stia cercando deliberatamente e coscientemente di …fare la femmina."

Costanza non rispose: con gesti molto calmi e amorevoli, prese la testa di Balthus e la spostò dalle sue ginocchia, poggiandola su di un morbido cuscino di paglia. Il fuoco che scoppiettava nel camino di fortuna allestito dal professor Radchenko faceva guizzare fiamme rossastre tra i fitti riccioli e riempiva di ombre morbide gli angoli del suo viso. Remotamente, Sasha pensò che davvero non l’aveva vista mai così bella. Bella, viva…e accessibile. Quando lei alzò gli occhi su di lui, quello che vi lesse lo lasciò letteralmente senza fiato: un caldo, liquido desidero, una solida determinazione, un ordine, una supplica… il cuore di Sasha fece una decisa capriola nel petto mentre Costanza si avvicinava a lui, carponi.

"Hei, miss Spocchia" mormorò con voce arrochita dallo stupore "Che diavolo ti salta in mente di fare? Radchenko non ci ha mica assicurato che ci lascerà soli…e se Karkaroff è abbastanza infuriato con noi da volercelo dire subito? E se piomba qui come un falco e ti vede con quei capelli …"

Costanza si fermò a un millimetro da lui, così vicina che Sasha poté sentire il calore del suo corpo arroventare l’aria intorno a lui.

"Stavolta chiudi tu il becco, Valenskij" rispose lei in un soffio prima di baciargli le labbra.

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Non resisto: domani pubblico un capitolo "caldo" sotto molti punti di vista…vi aspetto, eh? Baci a tutti

 

 

Maharet: Hei!! Io ho letto il Principe Mezzosangue il 07/01: tempo stimato, 12 ore…senza spoilerare, ci sono rimasta di merdissima, ma era anche fisiologico (la Rowling non ha la fastidiosa abitudine di affezionarsi ai suoi personaggi e tenerli in vita anche quando dovrebbero schiattare…come invece faccio io, sob!!!). Per le 400 recensioni…non mi era mai capitato prima, è veramente esaltante e gratificante. Vi sono davvero grata, a tutti voi, per questo. Ti mando tanto baci, a presto!!

Yeran: Hoibò, la ceretta sulla metro non l’ho ancora provata…sembra interessante. Dovrò provare anche questa esperienza…Tesoro, vorrei tanto che quei 42 anni di differenza da te menzionati si traducessero in 42 cerette da farsi di seguito. Sull’inguine. Non sono offesa, noooo….Balthus, redivivo, ringrazia tutti per l’interessamento e per i fiori che gli avete mandato (fortuna che non ha capito che erano corone funebri…). Adesso, a chi tocca? Karkaroff è tornato, e non mi sembra che abbia voglia di ceretta, non so se mi spiego. Ti mando anche io tanto baci, tesssora mia, ei davvero insostituibile!! Smack!!

Mewsana: Lo scontrino…? Roba da babbani, che volgarità. Nadja è molto offesa da questa tua richiesta (anche perché, avendolo comprato in saldo, la merce non si cambia…). Avrei una curiosità, anche se la risposta mi sembra più che ovvia: la borsetta l’hai lasciata lì, vero? Bene. Ma l’hai almeno usata per percuotere selvaggiamente il commesso sulla testa? No? Allora, ne hai di strada da fare, prima del Rwanda. Quindi, Must-woman, cosa ne pensi di questo capitolo? Spero bene, anche se è molto melodrammatico, lo so. Natasha strozzata dal tanga…o magari soffocata dal balconcino! Sai, non vorrei mai privarti di uno dei tuoi must. Anche io ti adoro, sei di una simpatia unica!! bacionissimi

Ruka88: Eh, la vita dei personaggi di fantasia è dura…ci saranno capitoli difficili, di qui in avanti. Ma abbiate fiducia in me, so quello che scrivo (hem!!!). Balthus, come vedi, non è morto, ma per quanto riguarda la bocciatura di Costanza…basta, non dico altro. Di Natasha, ora che è fuori da Durmstrang, alla vostra mercè, fate quello che volete. Bacionissimi e grazie come sempre!!

Syberia_Malfoy: Hem…non era colpa di Karkaroff, ma mantieni intatta la tua rabbia: sarà colpa di Karkaroff molto presto, e ti servirà tutta quanta. Balthus è ancora vivo (e ti credo, dopo tutta la fatica che ho fatto ad arrivare fin qui…come potevo farlo morire?!?). Carini, eh?, Sasha e Costy? Nel prossimo capitolo…ok, non posso dirlo, c’è lo sceneggiatore che mi fa gestacci da dietro le quinte…però domani pubblico, perché non resisto proprio!! Ho paura di doverti però dare una brutta notizia: non ci sarà un seguito della prova del drago, o almeno, non nell’immediato futuro. Certo, la storia si presterebbe ad un sequel…ma, dopo questa ff, devo tornare dai miei unici, insostituibili, veri amori e cioè i miei Runners…Ah, grazie per la precisazione della storia di Zabini!! Visto che brava che sono? Che coerenza, che precisione? (che colpo di culo…? Nd Sasha Oh, zitto tu!! Nd Elfie). Ehm, Syberia cara, mi sei tanto simpatica e ti voglio quasi bene, ma le mani su Johnnino non ce le metti. A parte l’età, su cui glisserò elegantemente con la spiegazione che sono ampiamente maggiorenne, Johnny Depp è l’unico che scatena in me la vena omicida: lasciatemelo stare o faccio una strage!! Chiaro?!?! Baci baci (e pozioni avvelenate, occhio…)

Helen Lance: Ho riso troppo!! Quel tuo grazioso avviso, telegrafico e asciutto, così serio da essere assolutamente esilarante!! Ti adoro, non c’è che dire. Sbaciuzzissimi!!

Minako-Chan: Aggiornato prestissimo, vedi? Sono davvero una pessima scrittrice: non ce la faccio a mantenere la suspance per più di un capitolo…ho sempre paura che i miei personaggini soffrano troppo. Che stupida!! Che vuoi farci, ho il cuore tenero…come te, del resto. Bacioni!!!

Moaning Myrtle: Anche tu concordi col nome?!? Povere Natasha di tutto il mondo…vorrei spezzare una lancia in loro favore e dire che non hanno affatto colpa se si ritrovano con un nome così…Bene, scaricato il mio senso di colpa, torniamo a noi: ci aspettano capitoli truculenti e bui…prima, però, qualcosa di carino: un mio personale tributo a chi pensa che il romanticismo non esista più. Nel prossimo capitolo!! Spero che saremo ancora qui a raccontarcela insieme…grazie davvero di tutto, un bacione super!!

Lilyblack: Eppure…Dimitri mi ha detto che quella roba gliel’hai venduta tu! Chi dei due ha ragione?!? Non ho ancora capito chi dei due sia più pazzo, e tieni conto che lui non esiste…Grazie ancora per l’Oscar, l’ho messo sulla mensola del camino e mi ci è già finito dentro un paio di volte (sono un po’ distratta), ma con l’Attack abbiamo rimesso a posto la testa e le caviglie, niente paura!! Sasha ricambia con baci appassionati (….) ma Johnnino bello che fin ha fatto?!?

Romina: A forza di dai e dai, mi hai convinto…a farli pattugliare! Ma chi sei, o mia musa, mia dea? Mancano pochi capitoli alla fine: nn so se reggerà il distacco!!! (reggerai, reggerai…Nd Garrie). Non potevo lasciare che Balthus morisse. Cioè, nella mia prima versione mentale era così, ma poi non ce l’ho fatta. Perché diavolo mi affeziono tanto ai miei personaggi?!? Non vale… Mia Jessica Fletcher putativa (e, mi auguro, più giovane!), tra poco ci saranno un paio di capitoli che ti aggraderanno, ho idea. Per la simpatica Nadja…fuori da Durmstrang, fatele quello che volete. Baci baci!!

Rik Bisini: Mio caro, mio carissmo! Perché mai vuoi l’indirizzo di Nadja quando quella ti aspetta sul divano di casa tua, avvolta in una pelle d’orso (sintetica) e con una cassa di champagne nascosta sotto il letto? Hai dimenticato un particolare importante: è una strega, ed è parecchio interessata ai babbani, attualmente. Io coglierei la palla al balzo, fossi in te! Allora, che ne di ci di questo capitolo? Troppo "mèlo"? Il prossimo è una svolta definitiva: ci appropinquiamo alla fine. Sob! Sono già triste!! Ti mando un grosso bacio e aspetto con trepidazione i tuoi commenti!

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Capitolo 38
*** Capitolo 37 : Il piano di Karkaroff ***


Capitolo 37 : Il piano di Karkaroff

 

Sasha rimase per un attimo immobile dalla sorpresa, ma la bocca di Costanza sulla sua era davvero troppo invitante: tempo un secondo e le sue mani erano già in mezzo alla selva ricciuta dei suoi capelli e la trascinavano verso di sé con possessiva decisione. Costanza si lasciò avvolgere dalle sue braccia, buttando al vento tutti i maledetti "se" e "ma" che miss Spocchia continuava a urlarle nella testa con voce sempre più flebile, sempre più lontana…mentre le mani di Sasha le accarezzavano la schiena, pensò che in nessun momento della sua vita si era mai sentita così a posto, così sicura di quello che faceva, così perfettamente in sintonia con lo spazio e con il tempo. Baciò Sasha con un tale desiderio e con una tale convinta passione che fu lui a interromperla bruscamente, ansimando e con gli occhi lucidi.

"Costanza" sussurrò con voce rauca "Non credo che tu sappia esattamente…cosa mi stai facendo"

"No" rispose Costanza guardandogli la bocca con le palpebre socchiuse "E non ho nemmeno molta…esperienza…"

Gli posò una mano sul petto dove sentì il suo cuore che batteva a un ritmo forsennato: lo accarezzò col palmo aperto, lentamente e Sasha gemette suo malgrado.

"Costanza" mormorò tra le labbra socchiuse "Io non sono di legno, maledizione."

"Nemmeno io." rispose lei in tono definitivo baciandolo di nuovo, affondando le dita tra i suoi capelli e lasciando che Sasha la stringesse i fianchi con mani tremanti.

* * *

Costanza avrebbe voluto ricordare quella notte minuto per minuto, secondo per secondo…in realtà, quello che le rimase nella mente fu una serie di immagini spezzate, ovattate e nebulose, inframmezzate da sensazioni di un nitore e di una chiarezza abbaglianti: la visione di un bottone che veniva slacciato con angosciante lentezza, l’odore della paglia tiepida sotto la sua schiena, il mormorio garbato degli indumenti che scivolavano a terra, il sapore dolce e salato insieme della pelle di Sasha….il tocco delle sue mani, impaziente ma nello stesso tempo così languido da farla impazzire d’attesa. Sembrava che Sasha sapesse da sempre cosa farle e quando farlo, ma lasciava che fosse lei a chiederglielo, bisbigliando a fior di labbra i segreti più inviolabili dei suoi desideri. Con Sasha tutto appariva facile, naturale, legittimo. Ogni volta che Costanza spingeva più in là la sua fantasia, trovava Sasha ad accoglierla: ogni volta che osava toccarlo ed esplorarlo, trovava la sua esaltante risposta. Forse il Dio buono degli innamorati aveva concesso una breve tregua, o forse fu solo grazie alla loro forza di volontà se nessuno li disturbò: quella notte, la stalla di Balthus si era trasformata in un involucro caldo che nessuno avrebbe potuto violare. Un nido fatto di bisbigli confusi, di labbra su labbra, di pelle contro pelle, di travolgenti emozioni che nessuno avrebbe potuto spiegare in un milione di anni. Sasha non avrebbe mai più dimenticato l’odore fumoso e umido della stalla, la sensazione setosa dei capelli di Costanza sul suo petto, la morbida resistenza delle sue ginocchia contro le proprie. Ogni gesto era sorprendentemente nuovo, ogni lembo di pelle scoperto era una conquista. Beveva ogni suono che usciva dalla gola di Costanza come un assetato, spiando il suo viso per sapere come e quando muoversi. Lasciò che lo chiamasse come da una distanza siderale quando scivolò sopra di lei.

"Sasha…Sasha… "

Il sapore del suo respiro nella bocca era quanto di più dolce avesse mai assaporato; il suo corpo stretto contro di sé era quanto di più arrendevole avesse mai accarezzato; la sua voce spezzata, urgente come una supplica, era quanto di più bello avesse mai ascoltato.

"Sasha…Sasha! "

Le sue unghie sulla schiena, le sue cosce strette contro i fianchi, i suoi denti sulla spalla, feroci e imploranti.

"Oh, Sasha…"

Poi, la sua bocca dolce che lo copriva di baci teneri sul viso, delicati come fiocchi di neve, ed i suoi occhi lucidi, specchio fedele della più assoluta completezza.

Mentre poggiava sfinito il capo sulla spalla di Costanza, Sasha Valenskij pensò che se avesse dovuto battezzare un momento della sua vita per riassumerla completamente, avrebbe sicuramente scelto quello.

* * *

Il professor Radchenko aveva la strana sensazione che qualcosa non andasse per il verso giusto. Strano, perché si era svegliato di buonora, era subito corso a controllare lo stato di salute di Balthus e aveva constatato che il drago addormentato stava decisamente meglio.

"Ha dormito tutta la notte" gli assicurò Costanza Malatesta che aveva lo sguardo insolitamente sognante e i capelli malamente raccolti sulla nuca, pieni di fili di paglia.

"Come un angioletto" ribadì il concetto Sasha Valenskij che aveva la divisa stropicciata e aperta sul collo.

Radchenko passava lo sguardo dall’uno all’altra dubbioso, cercando di capire cosa ci fosse di strano in quei due a parte la loro evidente stanchezza fisica.

"Dovreste andare a riposare un po’" disse alla fine, rinunciando all’impresa "Il preside non vi permetterà di perdere un altro giorno di lezioni ora che il vostro drago sta meglio."

"Sì" rispose Malatesta, sorridendo.

"Bene, ehm…" bofonchiò Rdchenko allontanando lo sguardo da lei: non si era mai accorto di quanto fosse carina quella ragazza, forse perché non l’aveva mai vista sorridere, prima d’allora…anche se la sua divisa era ancora più stropicciata di quella del fratellastro.

"Sì, adesso possiamo andare." disse Valenskij sorridendo raggiante e Radchenko notò che aveva anche lui la paglia nei capelli. E anche sotto il colletto della divisa, a dire il vero.

"Bene, ehm…" ripeté assorto mentre Malatesta baciava con estrema delicatezza Balthus sul capo, si rizzava in piedi e si metteva al fianco di Valenskij, anche se ben discosta da lui.

"Grazie professore. A dopo." disse sempre sorridendo.

Radchenko evitò per un pelo il terzo "bene, ehm" che l’avrebbe reso vagamente ridicolo e scrutò i due giovani che uscivano lentamente dalle stalle nella bigia luminosità dell’alba. Paglia a parte, c’era qualcosa di strano in quei due: non si guardavano nemmeno, ma sembravano stranamente…complici, sì, complici era la parola giusta. Decisamene strano, visto come solitamente si azzannavano ad ogni occasione. Poco prima che la porta della stalla si chiudesse alle spalle dei due, però, Radchenko si rese improvvisamente conto di cos’era che non quadrava: a Malatesta mancava una delle deprimenti calze grigie della divisa di Durmstrang.

* * *

Karkaroff era furibondo. No, furibondo era una parola troppo delicata per descrivere il suo reale stato d’animo: era letteralmente inviperito! Si sentiva enormemente offeso, sottilmente preso in giro e aveva anche paura. Mentre misurava a lunghi passi nervosi il pavimento del suo ufficio, si accorse stizzito che la paura stava decisamente prendendo il sopravvento sul resto, ma quello non lo avrebbe ammesso mai, oh, no! Paura di una coppia di stupidi ragazzini dagli ormoni scombussolati che avevano pensato bene di prenderlo per il naso? Oh, no! Natasha Ivanovich, prima di uscire definitivamente da Durmstrang, aveva reso un grande servizio al preside: gli aveva svelato l’unico segreto che non aveva mai lontanamente sospettato, l’unica cosa che aveva dato per scontato non succedesse mai. Malatesta e Valenskij…Valenskij e Malatesta! Certo, con la reputazione che aveva quel ragazzaccio di Valenskij, poteva anche aspettarselo, dopotutto…come aveva fatto a non sospettarlo nemmeno? Quei due erano stati maledettamente bravi, ecco perché. E lui maledettamente stupido. Malatesta era la sua spina nel fianco da sempre, era solo colpa sua se aveva trascurato di sorvegliarla a dovere. Lasciare che gliela facesse proprio sotto il naso…rintanata nella piccionaia che gli studenti chiamavano Ispiration Point, così vicina a… Karkaroff smise immediatamente di camminare, gelandosi su posto. No. Impossibile. Non poteva essere che quei due fossero incappati nel quinto piano, era inammissibile! Il preside riprese a passeggiare su e giù, febbrilmente. Il quinto piano era il custode dei suoi segreti, il posto dove metteva al sicuro i ricordi troppo pericolosi per essere tenuti in mente, alla portata di qualsiasi Legilimens. Era un posto segreto da anni: sapeva che, in tempi antichi, gli studenti più meritevoli erano abilitati all’accesso, ma da parecchio tempo nessuno era più stato autorizzato. Anzi, erano anni che non se ne parlava nemmeno. Karkaroff avrebbe scommesso mille galeoni sul fatto che nessun studente fosse al corrente dell’esistenza del quinto piano. A meno che…Karkaroff si schiantò a sedere sulla sua poltrona di pelle di unicorno, torturandosi febbrilmente la barba sul mento: se c’era solo un vaga possibilità che Malatesta fosse venuta a conoscenza del quinto piano, la profezia di quella vecchia befana di madame Madescu avrebbe anche potuto avverarsi. Un lampo di luce lo fulminò sul posto: ma certo! Madame Madescu! Solo lei avrebbe potuto sapere del quinto piano…lei che aveva partorito quella stupida predizione che una studentessa di Durmstrang ne sarebbe stata anche la distruttrice. No, decise furibondo e determinato, nessuna studentessa avrebbe distrutto il suo sogno di una nuova Durmstrang quale regno del Signore Oscuro! Nessuna…tantomeno quella maledetta impicciona di Costanza Malatesta! Con gesti secchi e nervosi, Karkaroff scartabellò un plico di appunti nascosto dentro l’ultimo cassetto dell’imponente scrivania: alla fine, trovò esultante una pergamena su cui aveva scritto poche e concise parole.

Madame Madescu, Piccola Baita dell’Orso

Senza perdere tempo, entrò dentro al camino, ormai spento con l’arrivo della primavera. Gettando una grossa manciata di Metropolvere ai suoi piedi, tuonò forte e chiaro le parole: "Piccola Baita dell’Orso!"

E, in un vorticare di fiamme verdi, sparì dal suo ufficio per comparire nel camino del salone della Baita dell’Orso, pieno di gente dall’aria equivoca come al solito. Karkaroff marciò con estrema decisione verso il bancone: non era nuovo a quel genere di gentaglia e la sua aria infida e pericolosa lo immunizzava da qualsiasi possibile provocazione.

"Voglio parlare con Madame Madescu" esordì senza preamboli rivolto alla cameriera dietro al bancone che stava agitando svogliatamente la bacchetta per riporre dei boccali dall’aria sudicia sugli scaffali alle sue spalle.

"Spiacente" rispose quella dopo aver lanciato a Karkaroff un lungo sguardo indagatore "Madame Madescu se n’è andata. Parecchi mesi fa è sparita e non ha lasciato detto dove, quindi eviti di chiederlo, grazie"

Karkaroff si masticò furibondo l’interno della guancia, cogitando febbrilmente sulle implicazioni di quanto aveva detto la cameriera. Tamburellò con le dita sul ripiano del bancone mentre la cameriera lo fissava con aperta ostilità.

"Perché se n’è andata?" sbottò Karkaroff, traducendo in parole la sua paura più profonda.

"Non lo so" sbuffò la donna "E’ successo subito dopo che due ragazzi vennero a farle visita, parecchi mesi fa…"

"Due ragazzi?" domandò Karkaroff socchiudendo pericolosamente le palpebre.

"Sì, due ragazzi" berciò la cameriera sogghignando "I piccioncini…me li ricordo bene. Lui era un giovanotto piuttosto attraente, lei una tizia dall’aria snob. Hanno avuto qualcosa da dire con Taurus, prima di essere ricevuti da Madame Madescu. Poi, sono scappati via in tutta fretta e quello stesso pomeriggio, Madame Madescu ha fatto le valigie e se n’è andata."

Karkaroff era rimasto impietrito, appoggiato al bancone con un’aria così feroce sul viso che la cameriera si zittì di colpo. La descrizione dei due ragazzi che avevano fatto visita a Madame Madescu era così calzante che non c’era nessun dubbio: Valenskij e Malatesta avevano parlato con Madame Madescu. Quindi…sapevano del quinto piano.

"Signore? Vuole una vodka start fire?" domandò la cameriera, vagamente preoccupata.

Karkaroff si riscosse e si girò a guardarla: la cameriera fece in tempo ad indietreggiare spaventata, prima che Karkaroff recuperasse un po’ di sangue freddo.

"No" rispose dopo una pausa lunghissima di silenzio "Ho già avuto quello che volevo."

Detto questo, si girò su se stesso e tornò verso il camino, incombente e minaccioso come l’arrivo di un temporale.

* * *

Balthus, fortunatamente, si era ripreso dall’avvelenamento con sorprendente velocità: dopo due giorni già scalpitava d’insofferenza per essere rimasto chiuso nella stalla mentre gli altri draghi uscivano spesso a lezione di volo con i rispettivi padroni. In quel periodo, Sasha e Costanza avevano accuratamente evitato di guardarsi anche solo per sbaglio, sicuri di avere gli occhi di Karkaroff puntati addosso. Ma, per quanto sapesse che quel comportamento era necessario e che stare lontano da Sasha fosse l’unica cosa sensata da fare, Costanza viveva in uno stato continuo di frenesia interiore, che a fatica riusciva a nascondere in pubblico. La colpa era tutta di Sasha: non passava minuto senza che il suo pensiero tornasse a lui, come uno snervante disco rotto. Il desiderio della sua presenza la soffocava, fingere indifferenza quando ogni centimetro di pelle urlava il bisogno di lui era una tortura insopportabile. Solo Nadja aveva intuito la verità: il primo sguardo che le aveva lanciato la mattina che era tornata dalla stalla, con i capelli pieni di paglia e gli occhi pieni di luce, per poco non era scoppiata a piangere dalla gioia. Per una volta, miracolosamente, aveva evitato le battute e le domande cosmiche che, francamente, Costanza non sarebbe proprio riuscita a reggere: si era limitata ad abbracciarla forte, sospirando "Perfetto" con un tono di voce così convinto che aveva portato anche Costanza sull’orlo delle lacrime. Ovviamente, però, non aveva capito la successiva freddezza dei loro rapporti in pubblico.

"Ora che la faina rab…voglio dire, ora che Natasha non c’è più e che gli esami pre-M.A.G.O. sono finiti, perché diavolo non vi saltate pubblicamente addosso come due animali?" domandò imbronciata una mattina che vide Sasha e Costanza evitarsi come la peste bubbonica.

"Lascia perdere, Nadja" mormorò Costanza con velata tristezza "E’ così che deve andare"

"Che stupidaggini da tragedia greca" ribatté Nadja, convinta "L’hanno capito anche le Querce Oscillanti che avete fatto sesso, chi credete di prendere per il naso?"

"Nadja!" ruggì Costanza, arrossendo come una mammola "Non ti permettere più di parlare in questo modo!"

"Finiscila con quel pudore da suora laica" sbuffò Nadja, irritata "Ho visto la tua faccia, quando sei tornata dalla stalla, e saprei dirti per filo e per segno quello che avete fatto, praticamente tutto, e quello che non avete fatto. Ho il naso finissimo per queste cose, io"

"Non mi sembra comunque il caso di sbandierarle come se fossero materie valide per i M.A.G.O." rispose Costanza, piccata "Evidentemente, c’è una ragione se io e Sasha abbiamo deciso di non copulare pubblicamente per 24 ore al giorno. Motivi che forse non condividi, ma che sicuramente non ti riguardano"

"Ma lui è cotto di te!" sospirò Nadja facendo il broncio "Si capisce lontano un miglio, per tutti le volte che non vi siete guardati, per tutte cose che no vi siete detti…è lampante come la deficienza congenita del cervello di Dimitri. Sarebbe bellissimo vedere Valenskij, il Valenskij su cui tutte le studentesse hanno fatto un pensierino, pubblicamente innamorato di …miss Spocchia!!"

"Continuo a dire che le nostre vite non sono state create in funzione del tuo personale sollazzo" berciò Costanza spazientita "Quindi per favore smetti di…"

"Malatesta!"

La voce della professoressa Bilenska raggiunse le due ragazze che stavano parlottando con i libri stretti al petto nel bel mezzo del corridoio di Torre dei Lupi. Nel sentirsi chiamata, Costanza fece un salto indietro e strinse i libri come se fossero un’ancora di salvezza.

"Sì?" domandò cercando di controllare la voce mentre la professoressa si avvicinava a loro, stranamente imbarazzata.

"Malatesta, devi venire con me" dichiarò quest’ultima in tono molto professionale "Sembra che ci siano delle cose da chiarire sul tuo curiculum scolastico. Se mi vuoi seguire…"

Costanza scambiò un lungo sguardo con Nadja di cui l’amica capì perfettamente il significato: bocca chiusa, piedi in terra, occhi aperti.

"Vengo" disse infine Costanza seguendo la professoressa che marciava con decisione verso Torre Centrale.

* * *

Sasha aveva finito gli allenamenti di Quidditch tardissimo: il professor Frankenberg aveva avuto la splendida idea di testare alcune pozioni sulle loro scope, vaneggiando di improbabili effetti velocizzanti e costringendo la squadra a rimanere sul campo di Quidditch ben dopo l’ora di cena. Quando, sfinitI, entrarono negli spogliatoi, Sasha era stanco, affamato e nervoso molto più del dovuto. Dentro all’armadietto, infilato sotto la divisa, trovò un pezzo di pergamena stracciato: nascondendolo agli altri, lo lesse cogitabondo. In una calligrafia storta e frettolosa, c’erano scritte poche perentorie parole.

Devo parlarti. A mezzanotte, quinto piano. Costanza

Sasha aggrottò le sopracciglia, oscurandosi: lui e Costanza avevano deciso di sospendere le incursioni notturne a Ispiration Point. D’altronde, erano passati parecchi giorni dall’espulsione di Natasha Ivanovich e Karkaroff non sembrava dare segni di sapere qualcosa di troppo. E poi….un pensiero gli rotolò in testa, facendogli immediatamente accelerare i battiti del cuore: un pensiero al profumo di mele e al sapore di sale…Rivedere Costanza da solo era il suo sogno proibito da giorni. Si svegliava dopo aver sognato lei tutta la notte, passava il giorno sforzandosi di non guardarla e guardandola comunque, così incredulo di quello che era successo tra loro che doveva passarsi una mano sulla spalla, dove lei l’aveva morso, per assicurarsi che davvero avevano passato insieme quella notte. Era rimasto piuttosto sconvolto dalle ripercussioni che quella notte aveva lasciato su di lui. In tanti anni di onorata attività sessuale, non gli era mai capitato di sentirsi così frustrato, così maledettamente coinvolto. Tutta colpa di Costanza: aveva detto di non avere esperienza, ma era riuscita lo stesso nell’intento che nessun’altra aveva raggiunto, quella di farsi volere sempre, ogni ora, ogni maledetto minuto. Dio ci scampi dalle ragazze intelligenti, aveva detto Dimitri, ed ora più che mai Sasha approvava le sue parole. Inoltre, sospettava che quella cosa che gli bruciava in petto (e nei lombi) avesse un altro nome oltre a lussuria, ma non osava nemmeno prendere in considerazione l’idea: che ne sarebbe stato di lui se avesse ammesso che era… innamorato… di miss Spocchia?

Distogliendo con fermezza il pensiero da quelle assurdità da donnicciola, marciò verso la sala comune di Torre dei Lupi, deciso a chiedere spiegazioni, ma Costanza non c’era. Dopo essersi guardato intorno fino alla nausea, si decise ad avvicinarsi a Nadja che ciondolava con indolenza su una poltrona.

"Ciao Nadja" la apostrofò nervosamente.

La ragazza si girò verso di lui con un sorriso scintillante.

"Valenskij, qual buon vento" tubò deliziata.

Sasha si accertò di essere sufficientemente fuori portata d’orecchio prima di avvicinarsi a lei.

"Hai mica visto miss Spocchia?" chiese sottovoce.

Nadja scrollò le spalle, sorridendo maliziosa.

E’ tutto il giorno che non la vedo" rispose in tono da cospiratrice romantica "La Bilenska l’ha requisita con la scusa di dover riguardare il suo curriculum scolastico e da allora non l’ho più vista. Perché? Hai in mente qualcosa che comprenda di nuovo un ettaro di paglia nei capelli?"

A Sasha scappò un sorriso involontario, subito nascosto dalla solita espressione altezzosa.

"Non so di cosa parli, baronessa: la paglia non rientra tra le mie sostanze stupefacenti preferite" rispose allontanandosi con indolenza. Najda annuì, con aria saputa.

"Oh, io credo proprio che sia vero il contrario" mormorò fra sé e sé, sorridendo.

* * *

Costanza rientrò il sala comune di Torre dei Lupi che era quasi mezzanotte: aveva passato tutto il dannato giorno con la professoressa Bilenska chiusa nel suo soffocante ufficio a controllare un migliaio di noiosissime ed inutili carte di cui non aveva capito assolutamente l’utilità. Aveva saltato la cena, era stanca, morta di noia e sufficientemente nervosa per pensare di strozzare qualcuno. Sospirando, attraversò la sala comune vuota e si infilò in punta di piedi nel dormitorio. Nadja, ovviamente, non dormiva affatto, in attesa del suo ritorno con occhi brillanti.

"Che ci fai ancora sveglia?" mormorò Costanza sedendosi sul letto con una decisa punta di impazienza nella voce: non aveva nessuna voglia di subire una nuova filippica sulla libertà sessuale da parte di Nadja, non adesso che si sentiva così vulnerabile e che il desiderio di Sasha le mordeva il ventre come un cane rabbioso.

"Il tuo bel giocatore di Quidditch ti ha cercato, stasera." sussurrò Nadja eccitatissima "E c’è un biglietto sotto al tuo cuscino."

"Tu come fai a saperlo?" grugnì irritata Costanza infilando una mano sotto al cuscino e ritirando un pezzo di pergamena stracciata.

"Pattuglio sempre i letti di tutte le ragazze in cerca di particolari succosi." ammise Nadja con una sfacciata faccia tosta.

Evitando misericordiosamente di replicare, Costanza lesse il telegrafico biglietto.

Devo parlarti. A mezzanotte, quinto piano. Sasha

"Ci andrai?" squittì Nadja agitandosi e Costanza si alzò in piedi sospirando.

"Nadja, se imparassi a tenere il becco lontano dagli affari altrui…"

"…morirei di noia." Terminò per lei la giovane con un sorriso "Immagino che sia inutile suggerirti di indossare qualcosa di più…adatto…della divisa."

"Ti sorprenderà saperlo, ma qualcuno adora la divisa" ribatté Costanza avviandosi con passo leggero verso la porta "Sai…ha tanti intriganti bottoni."

"Adoro quando parli così." ghignò Nadja tuffandosi fra le coperte.

* * *

Costanza raggiunse il quinto piano col cuore che le batteva fortissimo nel petto: aveva talmente tanta voglia di vedere Sasha che non le era nemmeno passato per l’anticamera del cervello l’idea di non andare. Quando si infilò nella stanza buia e polverosa, Sasha era già là ad aspettarla, seduto sul bordo del tavolo con indolenza e così bello da buttarsi via. Quando la vide arrivare, le fece un sorriso che riuscì a rendere le sue ginocchia consistenti come un panetto di burro sciolto.

"Era ora, miss Spocchia." mormorò alzandosi in piedi.

Costanza quasi non lo lasciò finire: atterrò tra le sue braccia e lo baciò con foga, artigliandogli con urgenza le spalle e la nuca. La risposta di Sasha fu immediata ed altrettanto imperiosa: tempo due secondi e le sue mani erano già sotto la gonna a carezzare rudemente le cosce. Senza fiato, Costanza si staccò appena da lui, cercando di non cadere per terra tanto tremava e si sentiva debole.

"Sei stato un pazzo furioso a mandarmi quel biglietto" mormorò con voce roca mentre Sasha le mordicchiava la pelle sensibile alla base del collo "Ancora non siamo sicuri che…"

Sasha si staccò bruscamente dal lei, il viso divenuto di colpo una maschera di sospetto.

"Biglietto?" domandò allarmato "Ma…sei stata tu a mandare un biglietto a me…"

I due ragazzi si guardarono negli occhi per un lunghissimo istante con il terrore che dilagava inesorabile dentro le loro pupille. Poi, il silenzio di piombo venne tagliato dal suono della porta che si apriva lentamente, sottile ma minaccioso come una lama puntata alla gola.

"Bene bene." disse una voce esultante proveniente dal buio.

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Volevo fare una piccola precisazione sulla parte iniziale del capitolo: personalmente, ritengo che un rapporto d’amore sia basato principalmente sulle sensazioni e quindi non ho voluto includere nella storia la descrizione di un atto sessuale. Speravo che voi aveste un’idea di cosa è rimasto impresso nei personaggi: e poi, non volevo cambiare rating e non volevo nemmeno ficcare troppo il naso nell’intimità di una coppia che si scopre per la prima volta. Spero che non me ne vogliate per questo…

Ok, dopo questa disquisizione…cominciano i guai!! Prossimo aggiornamento lunedì, purtroppo sono rimasta indietro… Baci a tutti!!

 

 

Virgi: Miiii, ma quanto lavori?!? Quasi peggio di me: analista programmatore, cameriera, donna delle pulizie….e quando trovo qualcuno disposto ad ascoltarmi, anche cantante in erba (molta erba, di quella particolarmente aromatica, per intenderci…). Balthus ringrazia me e voi per lo scampato pericolo, dice che senza il vostro supporto io l’avrei fatto schiattare tra mille sofferenza, cosa che peraltro è offensiva e sbagliatissima! Io lo amo, quel draghetto puzzolente!! Un bacione, a presto!!

Bea_chan: Cof cof! Grazie dell’abbraccio stritolante, sono contenta che la mia invasiva diarrea verbale venga apprezzata…Giustamente, non includere Natasha nei Serpeverde (in cui sono stata smistata con mio grande gaudio e stupore: io credevo di essere pacioccosa come una perfetta Tassorosso, ma evidentemente il cappello parlante ha capito tutto di me…faina inside!!). Piccola parentesi: non sottovalutare il potere erotico delle stalle! Personalmente, i miei primi approcci sessuali sono avvenuti proprio in prossimità di una stalla e mi hanno lasciato un sacco di bei ricordi, oltre alla fastidiosa abitudine di trovare eccitante l’odore del concime organico…sorvoliamo. Guarda che il tuo spasimante non è il preside Hessler, ma il buon vecchio Detlef Himmel!! Il preside ringrazia per averlo preso in considerazione, Detlef è caduto in depressione e non si vedono nipoti all’orizzonte. Che succede, adesso? Ti mando un superbacio fortissimo, ciao!!

Helen Lance: Gesù, il tuo coltello è stato davvero un colpo da maestra! Natasha è sparita, e Costanza ti ha mandato via gufo i suoi ringraziamenti. Adesso, però, metti via quell’affare, eh…?

Pe: Mia adorata beta reader, che farei senza di te? Quando vedo le stronzate che lascio in giro e che solo tu, mia Dea, hai il coraggio di segnalarmi, affogo nella vergogna…con tutte quelle capre, mio Dio! Sorvoliamo, ho già corretto e spero che nessuno se ne accorga. L’essemmese nn lo uso neanche al cellulare, figurati! E’ che le vocali nella mia tastiera sono un po’ dure e se non vado di scalpello non mi vengono bene. Torniamo a noi: sono schiattata dal ridere con i tuoi slogan da cioccolatino pro Rambus e pro Balthus! Ma sono entrambi fidanzati, Balthus con Fifì e Rambus con te: non credo che vorrebbero orde di fans scatenate sul loro cammino, e non sarebbe nemmeno produttivo vista la loro inclinazione alla distruzione di massa, che dici? Ah, Sasha chiede quando potrà esprimere la sua gratitudine per il tuo giudizio sui suoi baci, e propone anche una seduta di test per controllare la veridicità delle tue affermazioni, possibilmente a casa tua e senza Rambus tra i piedi…Costanza, invece, è ancora in stato catatonico e si controlla continuamente per assicurarsi che non le siano spuntati nuovi tentacoli lungo il corpo. Asptto sempe con ansia e con gioia le tue recensioni, sei davvero sempre spassosissima! Un bacio al cacao, smack!!

Marikotter: Che Natasha sia una gran s*****a l’avevamo capito già quando si spupazzava Sasha, mi pare…una figura su cui sfogare tutto il mio livore, a parte Caccaroff, ci voleva, no? Per rispondere alla tua domanda, Harry non comparirà nella mia storia, se non mi viene in mente qualcosa di furbo. Ci sarà una special guest di Hogwarts, ma non è lui. Sasha, alla tua gentile sollecitazione, è partito di fretta sulla scopa a velocità Mac 2, te lo dovresti trovare infilato dentro al letto questa sera stessa, direi, già in pigiama di flanella e sguardo sornione. Apprezzo gli apprezzamenti sulla velocità di aggiornamento, nn resisto senza tenervi aggiornati sulle mie farneticazioni mentali!! Un bacio baciosissimo!!

Syberia Malfoy: Hai ragione anche tu, un bell’omicidio poteva starci, ma che vuoi! Io ho il cuore tenero. Sono una specie di Hagrid durmstraghiano, per intenderci, barba esclusa. Sibillina quella tua frase "intanto Sasha non vedrà niente che non ha già visto… ". Me la spieghi o mi mandi un disegnino? Grazie. Visto che sei così ferrata in Potter verse, sai dirmi quando si è diplomato Charlie, il fratello di Ron? Ne avrei bisogno per usi futuri….Grazie per la Johnny-concessione (rimetto via il mio set di pozioni letali) e se mi dici quando è il tuo compleanno vedo cosa posso fare. Ho molte richieste, però, e vorrei usarlo anche io, ogni tanto…spesso…sempre!! Oh, Johnny, quanto mi piaci…ehm! Torniamo a noi (Johnny…rah!). Scuola? Elementare, media, superiore, serale, Cepu? Ci sta tutto, dai 60 ai 90 anni, quindi la tu indicazione non è rilevante, ma soprassederò. Ti mando tanti baci, a presto!

Lilyblack: Aaaaah, lo sapesse Gionnino delle tue…distrazioni…solo io gli sono fedele, solo io penso solo a lui (e fu così che saltò Garrie fuori dall’armadio e Sasha fuori da sotto il letto…hem!! Loro non contano, sono creazioni mie!!). Bello lo striscione, lo appendi di fianco a quello aecobvaleno con scritto "give peace a chance" ? Coerente, direi. Un bacione fortissimissimo!!

Mewsana: Insomma, non hai imparato proprio niente da Pretty Woman? Ehm…spero che tu non sia troppo giovane per NON AVER VISTO Pretty Woman, ne qual caso vado a buttarmi giù da un ponte dalla disperazione. Me tapina!! Me vecchia ciabatta!! Torniamo a noi: mi devi spiegare cosa c’entrano le bioches ripiene alla crema bulgara, che, per quanto sembrino attraenti, non ho capito in che contesto erano inserite. E ancora: che diavolo è un " mptruzzo"? Mi sono lambiccata il cervello per ben tre secondi prima di dare forfait e chiedertelo, quindi apprezza lo sforzo! Nadja offre consulenze a pagamento il giovedì mattina nel suo studio a Sofia, per appuntamento mandale un gufo o un piccione viaggiatore. Sintomi da panterite…ma come ti vengono!!! Sono morta dalle risate!! Sei un mito, spettacolare davvero!! Bacissimi, a presto!!

Ruka88: Spero di non averti deluso con il "fare qualcosa"…per l’espulsione, come avrai capito, è inevitabile. Ma non disperare, ci sono io a scrivere, qui di dietro, ed io sono geneticamente impossibilitata a scrivere finali tragici: quindi, su col morale, beccati un bacione e abbi fede!! A presto!!

Minako chan: Eh, non potevo deludere la mia Minako numero uno!! Non ce l’ho fatta ad uccidere Balthus…gli voglio troppo bene! (ho il cuore troppo tenero per fare la scrittrice…)

Rik Bisini: E adesso…che mi dirai? Sono davvero curiosa, ti prego, commenta!! Hai ragionissimo sulla "stonatura" dell’incantesimo elfico di Costanza, ma ci avevo pensato su (incredibile, lo so, una volta all’anno capita anche a me di pensare…) e mi sembrava adatto proprio perché antico, elementare, triviale…una sorta di canzoncina della nonna, non so se mi spiego. Dici che lo devo cambiare lo stesso? Fammi sapere, o Sommo. Oh, a proposito…Nadja è tornata con una faccetta strana, come un gatto che ha ingoiato un topo piuttosto grasso e pasciuto…com’è andata sopra e sotto la pelle d’orso?!? Baci appassionati (ci sto prendendo gusto), a presto!!

Yeran: L’ascia bipenne…che immagine esaltante!! Comunqe, mi sa che Natasha se n’è andata in vacanza molto, mooolto lontano…l’ho sentita parlare del Perito Moreno, giù in Patagonia, credo che starà per un po’ in mezzo ai lama finchè non rinfodererai l’ascia di guerra, anche se promette che farà moltissime cerette preventive. Davvero li porto bene i 42 anni di differenza?! Dici che quella crema alla radice di radicchio trevigiano che mi ha rifilato la commessa in profumeria funzioni davvero? Stavo per passare direttamente alla malta da muratore…ormai sono tutta un cedimento strutturale, mio Dio!! Massaggio plantare accettato, anche se preferivo il calumet della pace, imbottito di Yerba Mate…ehm…sarà per la prossima volta, ok? Bacissimi!!

Romina: Mia musa, mia dea, mia adorata! E’ esattamente la reazione che volevo esprimere…dove le trovi le parole per tradurre im iei sconsederati pensieri? Com’è che io penso e tu traduci? Abbiamo per caso lo stesso neurone in multiproprietà? Ho paura di sì. Come hai visto, niente fuochi troppo "espliciti": mi piace lasciare che sia il pensiero a fare quello che le parole renderebbero troppo "carnale". Sai che non ami scrivere cose troppo "hot": l’amore, per me, è sentimento, e il sentimento non si descrive…si sente. Ma che poetessa che soooonoooo!!! Hei, cocca, giù le mani da Garrie. Ti lascio Eric, Elijah, Pat e anche Damon, ma Garrie-O è mio. Troppo figo, ehm…! A presto, ammore mio!!

Nisi Corvonero: Meno male che non mi hai abbandonata!! Ammore, tessora mia…la mia capa è in ferie a sciare (stiamo contattando tutte le Pro Loco del Trentitno per contattare un killer delle nevi…ancora non l’ho trovato forse dovrei rivolgermi a Kannuki?). Purtroppo Madame Madescu è sparita e non tornerà su queste sudate pagine: credo che sia alle Bahamas a farsi spalmare succo di zucca sulla schiena da un indigeno locale di 17 anni. Quando le ho mandato un gufo per chiederle se tornava a fare la special guest negli ultimi capitoli, mi ha mandato la seguente risposta: BWAHAHAHAHA!! Capito, adesso? Anche Natasha (che fa rima con…) mi sa che raggiungerà M.M. e non tornerà più. Ma ormai siamo vicini alla fine…Sob! Grazie mille per esistere (io ti amo, lo sai!!) e un bacione fortissimo, a presto!!

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Capitolo 39
*** Capitolo 38 : Presi! ***


Capitolo 38 : Presi!

 

Per un agghiacciante momento, Sasha e Costanza rimasero immobili nel bel mezzo della stanza ancora abbracciati, come due amanti pietrificati. Poi, mentre il preside Karkaroff metteva piede nell’ufficio del quinto piano, sogghignando esultante, si staccarono lentamente l’uno dall’altra, sulle facce due identiche espressioni di gelida e cupa determinazione.

"Cosa vedo qui?" cinguettò Karkaroff, rabbioso e giubilante "Due teneri piccioncini beccati in piena infrazione di almeno un migliaio di regole dell’istituto. E non due piccioncini qualunque: il signor Valenskij e la signorina Malatesta, i miei studenti preferiti! Erano anni che non mi capitava una fortuna così sfacciata!"

"Ci hanno ingannati" osò ringhiare Sasha, un passo avanti a Costanza "Ci hanno mandato dei biglietti per tenderci questa trappola!"

"Davvero?" domandò Karkaroff, fingendo innocente stupore "Oh, sono certo che il corpo insegnanti sarà lieto di analizzare le vostre prove. Dove sono i vostri biglietti?"

Costanza si mise immediatamente una mano in tasca dove aveva riposto il biglietto, ma trovò solo un piccolo mucchietto di cenere. Karkaroff scoppiò in una risata deliziata.

"Ma che peccato! Bè, dopotutto il motivo per cui vi trovate qui è ininfluente. Siete in una zona proibita della scuola, a mezzanotte, soli ed in chiaro atteggiamento equivoco. Uno solo di questi fattori comporterebbe l’immediata espulsione da Durmstrang, quindi mi sento in dovere di avvisarvi che non avete molte speranze di redenzione, cari signori."

Costanza strinse le labbra livide in una smorfia disgustata e Karkaroff rise ancora più forte.

"Signorina Malatesta, quanto disappunto! Devo ammettere che agognavo questo momento da sette anni: il momento in cui l’avrei bandita per sempre dalla mia scuola. E’ proprio vero che i sogni si avverano, a volte."

Costanza sbatté più volte le ciglia, ancora annichilita: Sasha le sfiorò un braccio col proprio, in un muto segno di solidarietà.

"E che dire del prode signor Valenskij?" continuò Karkaroff, gioiosamente "Un giovane così promettente! Così attraente, così palesemente affascinante! Capitano della squadra di Quidditch, indiscusso idolo dei più giovani, figura carismatica per eccellenza…avevo già pensato di indirizzarla verso la carriera politica, se non avesse poi mostrato attitudini così pessime da farmi perdere interesse verso di lei. Peccato che, insieme all’espulsione, si porti a casa anche una denuncia da parte di una minorenne che è stata molestata…sa di chi sto parlando, vero?"

"Natasha" ringhiò Sasha con gli occhi lampeggianti di furore "Né quella pazza né lei, preside, la passerete liscia"

Karkaroff mimò di nuovo una blanda sorpresa mentre picchiettava pigramente la bacchetta magica sulle nocche della mano sinistra.

"Mi sta minacciando, signor Valenskij? E che scuse avrebbe da presentare per diffamarmi?"

Sasha e Costanza si girarono contemporaneamente verso la lunga e disordinata fila di ampolle polverose, attirandosi una nuova risata di scherno da parte di Karkaroff.

"Oh, il mio pensatoio, dite? No…in confidenza, se qualcuno dovesse venire qui a cercare qualcosa di equivoco, non troverebbe altro che i ricordi di noiosissime riunioni col personale docente."

"No…" mormorò Costanza mentre una diaccia sensazione di panico cominciava a invaderle le membra.

"E invece sì, signorina Malatesta. E poi, francamente…chi volete che ascolti i vaneggiamenti di due ragazzi espulsi perché trovati ad amoreggiare in un luogo proibito? Sembrerebbe tanto una inutile ed infantile ripicca…almeno per chiunque faccia parte del ministero di stato bulgaro, ovviamente."

"Forse il ministero bulgaro non ci ascolterà" intervenne Sasha, deciso "Ma il Wizengamot internazionale sarà felice di sapere cosa bolle in pentola, qui a Durmstrang."

"Davvero?" domandò Karkaroff con un sorriso maligno "Il Wizengamot è un ente subissato dalle richieste di mitomani e pazzi furiosi che invocano attenzione. Non vi riceverà nemmeno una volta se non avete uno straccio di prova da presentare. Nemmeno. Una. Volta."

Un lampo di genio attraversò la mente di Costanza: i draghi! Quelli erano la prova che Kakraroff avrebbe fornito ai Mangiamorte per sostenere la sua nuova versione di Durmstrang. Contemporaneamente, potevano risultare anche come prova a carico!

"Ma noi una prova ce l’abbiamo!" esclamò esultante.

Karkaroff si lasciò sfuggire un sorrisetto viscido.

"Volete dire…i vostri draghi?" domandò serenamente "Oh, quelli…sapete, i draghi sono di proprietà del governo bulgaro e verranno molto presto trasferiti nelle riserve in Romania. Dubito che chiunque avrà mai il permesso di rintracciarli, fosse anche il Wizengamot internazionale."

Sasha e Costanza ammutolirono definitivamente: una crescente sensazione di soffocamento stringeva i polmoni di Costanza che allungò una mano gelida per afferrare quella di Sasha che la strinse con forza.

"Ma ora abbiamo parlato anche troppo" decise Karkaroff, compiaciuto "Immagino che sarete così gentili da seguirmi nelle celle di detenzione dove passerete la notte, in attesa di essere accompagnati fuori dalla scuola, domattina."

"Balthus" mormorò Costanza, lottando furiosamente contro le lacrime che volevano traboccare dalle ciglia "Non possiamo lasciare solo Balhus…è ancora debole…"

Karkaroff si avvicinò ancora di un passo, gli occhi brillanti di maligna soddisfazione: Costanza poté sentire il tanfo nauseabondo del suo alito.

"Non ti devi preoccupare di lui, Malatesta" sibilò esultante "Temo che il vostro meraviglioso Pungolo Islandese non raggiungerà mai le riserve."

Le parole di Karkaroff caddero in basso, rimbalzarono contro le pareti e colpirono i due ragazzi immobili, una volta, due volte…Costanza non riusciva a respirare, affogata dalla disperazione nel vedere tutti i suoi progetti cadere ad uno ad uno, come piccoli castelli di carte in mezzo ad un vento furioso.

"Sapete, gli studenti che si diplomeranno quest’anno avranno il vincolo di non parlare di quanto si insegna a Durmstrang…un antico incantesimo che fa parte della tradizione della scuola e che ho trovato oltremodo utile, in questo frangente! Ma voi, piccioncini…voi siete espulsi ed io non posso permettere che la vostra prova, il vostro drago, sopravviva…capite, vero?"

La mano di Sasha che stringeva quella di Costanza era diventata come una morsa di acciaio: i due giovani, senza bisogno di parlare, arrivarono contemporaneamente alla stessa, identica conclusione ed entrambi fecero scivolare la bacchetta magica nella mano libera.

"Lei …vuole uccidere Balthus?" soffiò fuori Costanza, supplicando una negazione impossibile.

"Oh no, io non sono un assassino!" esclamò Karkaroff ghignando perversamente "E’ solo che i Guardiani del Bosco delle Querce Oscillanti detestano i draghi e Balthus è ancora troppo piccolo per difendersi come si deve. Sapete, quando un drago fugge dalla scuola, poco si può fare per salvarlo."

La mano di Saha su quella i Costanza si allentò e si strinse di nuovo: prendi tempo. Costanza capì il segnale anche se il cuore batteva impazzito in gola.

"Le nostre famiglie non saranno felici di sapere che i loro figli sono stati espulsi con l’inganno" disse febbrilmente mentre Sasha ruotava millimetricamente verso la porta "E qualcuno sarà disposto ad ascoltarci: esistono i giornali, preside Karkaroff!"

"Ho pensato anche a quello, mia cara" sospirò Karkaroff, così soddisfatto di sé da girar loro leggermente le spalle "Diciamo che ho un accordo con…"

Sasha strizzò la mano di Costanza: adesso! Il preside nemmeno si accorse che i due si erano mossi: fulminee, le bacchette erano puntate verso di lui mentre le voci dei due ragazzi si intrecciavano rapidissime.

"Stupeficium!"

"Ricrusempra!"

Karkaroff venne colpito da due getti gemelli di luce carminio e, prima ancora che il suo viso si atteggiasse ad una smorfia sorpresa, volò lungo la stanza andando a sbattere con forza contro agli antichi scaffali. Una pioggia di ampolle polverose gli crollò addosso mentre Costanza e Sasha scattavano verso la porta e la chiudevano con forza dietro le spalle prima ancora che Karkaroff avesse capito cos’era successo. Sasha in testa e Costanza in coda, i due si gettarono lungo il corridoio correndo a perdifiato. Nessuno dei due era ben cosciente di quello che stava facendo: i loro corpi si muovevano mossi dal puro istinto di sopravvivenza e le loro facce sconvolte esprimevano appieno la loro totale sorpresa per quello che stava succedendo. Eppure, nonostante tutto, continuarono a fuggire e travolsero un elfo domestico che stava di guardia sulla sommità della scala a chiocciola proprio mentre la voce furibonda di Karkaroff rotolava con forza giù dal quinto piano.

"PRENDETELI!"

Tutto d’un tratto, l’aria sembrò vibrare: con piccoli scoppiettii attutiti, alcuni elfi domestici si materializzarono davanti ai due ragazzi, costringendoli a puntare di nuovo le bacchette. Un elfo si aggrappò alla gonna di Costanza facendola inciampare e rotolare per terra. Sasha gli sparò un "Wingardium Leviosa!" e strappò dalle mani dell’elfo la gonna di Costanza, poi venne sfiorato da un nuovo "Stupeficium!" della ragazza che schiantò un elfo alle sue spalle, pronto a placcarlo. Spintonando e schiamazzando in qualche modo, i due raggiunsero Ispiration Point e crollarono con un gran rumore nel corridoio di Torre Centrale, ansimanti e con gli occhi sbarrati dal terrore. Bloccarono la porta con l’enorme orso impagliato, precauzione inutile in quanto gli elfi potevano smaterializzarsi e con sonori CRAC! spuntarono come funghi alle loro spalle.

"Impedimenta! Impedimenta!" strillò Costanza, bloccando gli elfi man mano che comparivano, ma erano davvero troppi: Sasha le afferrò la mano e la trascinò con forza lungo il corridoio.

"Di qua, Costanza!"

La ragazza lo seguì correndo, china sotto la pioggia di lampi degli schiantesimi degli elfi. Le gambe andavano avanti per puro istinto poiché la sua mente era ancora bloccata al momento in cui Karkaroff infilava il suo naso grifagno al quinto piano: tutto quello che succedeva intorno sembrava un sogno particolarmente colorato e spiacevole, ma assolutamente irreale. Eppure era vero, naturalmente: glielo confermava un dolore persistente e lancinante al braccio dove era rimasta ferita. Zigzagando e sparando maledizioni, si liberarono degli elfi nel dedalo dei corridoi del primo piano e si arrischiarono a guardarsi negli occhi, allucinati ed attoniti..

"Che facciamo adesso?!" gridò Costanza senza smettere di correre: uno schiantesimo le aveva strappato la manica della divisa ed i capelli si erano mezzi sciolti in un groviglio informe sulla nuca.

"Di qua!" rispose Sasha travolgendo una porta e quasi ruzzolando giù dalle scale buie.

"Lumos! Dobbiamo andare da Balthus!" strepitò Costanza mentre un elfo compariva davanti a Sasha e riusciva a disarmarlo prima che uno schiantesimo di Costanza lo sbattesse con forza contro il muro.

"Va bene! Alle stalle!" ansimò Sasha recuperando la bacchetta mentre un taglio sulla tempia cominciava a sanguinargli copiosamente.

Chissà come, correndo per i corridoi, riuscirono a trovare l’uscita di servizio: l’aria frizzante e immota della notte venne di colpo interrotta dagli scoppiettii e dalle grida concitate degli elfi inseguitori. Tanto frastuono nel bel mezzo della notte non era certo passato inosservato: progressivamente, con snervante lentezza, alcune luci si accesero nelle Torri e qualche faccia assonnata fece capolino dalle finestre.

"Che succede?"

"Cos’è questo baccano?"

"Stiamo subendo l’invasione degli ultracorpi?"

Studenti e insegnanti si accorsero immediatamente dell’inseguimento in corso: era impossibile non notare la salva di scintille luminose degli schiantesimi che circondava e seguiva i due giovani in fuga.

"PRENDETELI, HO DETTO!" ruggì la voce di Karkaroff, così potente che non ci fu studente in tutta la scuola che non lo sentì. Nadja Iliovich, correndo verso le finestre affollatissime, per la prima volta in vita sua aveva perso il sorriso e i suoi occhi blu erano il ritratto del terrore. Quando riuscì ad arrivare davanti al vetro, vide due figure scure che zigzagavano nel prato: una di queste si voltò e sparò uno schiantesimo verso il professor Frankenberg che era uscito all’inseguimento, bardato con una improbabile vestaglia vinaccia lunga fino ai piedi. Era Costanza Malatesta.

"Merlino!" sussurrò Nadja, sconvolta "Costanza! Sasha!"

"Sono …Malatesta e Valenskij!" strillò una ragazza, talmente stupefatta che si lasciò spintonare immobile mentre la sua finestra veniva invasa dai curiosi.

"Malatesta?"

"Che succede, qualcuno me lo vuole dire?!?"

"Valenskij!! E’ proprio lui!"

"Li stanno inseguendo!"

"Costanza è ferita!"

Nadja capì tutto quando vide dove erano diretti e, soprattutto, da chi erano inseguiti. Stava per schizzare verso il dormitorio per recuperare la bacchetta magica e correre in loro aiuto, quando la professoressa Bilenska, chiaramente esagitata, alzò le mani verso la massa di studenti davanti a lei e strillò "Immobilus!". Il brusio frenetico cessò di colpo: solo gli occhi di tutti si muovevano, affannosi, alla ricerca di un appiglio per smetterla di fluttuare nell’aria come inutili piume.

Costanza e Sasha, intanto, erano arrivati alle stalle: piombarono dentro scardinando la porta in corsa con un "Alohomora!" mezzo singhiozzato. I draghi, notoriamente sensibili, erano già svegli e scalpitanti, con le narici dilatale che sbuffavano fumo ed i loro "Rah!" spaventati ebbero per lo meno il potere di rallentare gli elfi domestici, intimiditi. Quasi incespicando, Sasha e Costanza aprirono la cella di Balthus che se ne stava ritto sulle zampe, gli occhi spalancati e le narici frementi di sospettoso allarme.

"Prendi le briglie!" gridò Sasha mentre, protetto da una colonna, sparava schiantesimi verso l’ingresso sempre più affollato.

"Che vuoi fare?!" gridò Costanza, ubbidendo e imbrigliando un agitatissimo Balthus.

"Tu e Balthus dovete scappare!" gridò Sasha girando appena il viso congestionato verso di lei. Costanza si interruppe e gli lanciò uno sguardo orripilato.

"No!" urlò con forza, indietreggiando di un passo "Non se ne parla nemmeno!"

Sasha riuscì a far crollare il fienile sopra la stalla e l’aria si riempì di centinaia di dorati fili di fieno. Il giovane si girò verso Costanza e lei vide nei suoi occhi una determinazione così cupa e selvaggia che ammutolì, angosciata. Sasha aprì la bocca per parlare, ma i draghi alle sue spalle iniziarono a starnutire, irritati dalle polveri del fieno; tempo qualche secondo e l’aria fu un ribollire di scintille di fuoco. Mentre i draghi si agitavano fra le fiamme ed i primi "Aguamenti!" rimbombavano dal di fuori della stalla, Sasha e Costanza agitarono le bacchette, aprendo con forza tutte le porte e liberando i draghi i quali iniziarono a sciamare rumorosamente verso le uscite.

"Seguimi!" strillò Sasha. Agguantò le briglie di Balthus e si ficcò in mezzo al pandemonio creato dai draghi, sibilando a destra e a manca l’incantesimo "Freddafiamma!" per ripararsi dal fuoco che ormai impazzava dovunque.

Come una mandria impazzita, il gruppo di draghi uscì dalla stalla in fiamme, sputando fuoco e scalpitando. Alcuni draghi presero il volo, tra cui Bergil che strillava delirante mentre disegnava lenti cerchi sulla Torre dei Lupi; altri, come per esempio Fifì, corsero verso il Bosco delle Querce Oscillanti, non prima di aver abbrustolito qualche elfo con i loro rabbiosi sputi infuocati. Nascosti da un paio di voluminosi draghi, correndo tra le fiamme altissime e roventi, Sasha, Costanza e Balthus riuscirono ad infilarsi non visti nella foresta. Dopo qualche centinaio di metri tra la fitta vegetazione, i tre crollarono a terra, ansimando, tremando e sputacchiando. Costanza aveva il viso completamente nero di fuliggine e gli occhi che lacrimavano copiosamente; Sasha aveva la parte destra del viso completamente imbrattata di sangue uscito dalla ferita sulla tempia e una brutta bruciatura lungo il braccio destro. L’unico incolume era Balthus che continuava a guardarsi intorno disorientato, mormorando alcuni "Rah?" accorati e agitando la lunga coda, spaventatissimo. Sasha non perse tempo a riprendere fiato: si sollevò subito in piedi e caracollò verso il drago, mormorando qualche confusa parola per tranquillizzarlo.

"Costanza, non abbiamo tempo" disse poi con la voce arrochita dal fumo e dal troppo gridare porgendo impaziente una mano alla ragazza accasciata a terra. Costanza rimase immobile a guardarsi le mani tremanti, incapace di capacitarsi dell’accaduto.

"Costanza" la chiamò Sasha, con urgenza e supplica e finalmente la ragazza si girò verso di lui uno sguardo vacuo.

"Cosa…?" mormorò, ma Sasha la afferrò per il braccio e la costrinse ad alzarsi in piedi, rudemente.

"Non abbiamo tempo" farneticò con voce rotta "Sali su Balthus e scappa via."

Costanza si guardò intorno spaesata.

"Non ce la farà a reggermi" mormorò infine, confusa "E’ ancora troppo debole…"

"Ce la farà" dichiarò Sasha mentre alcune voci concitate si avvicinavano pericolosamente, provenienti dalla scuola "Presto, sali!"

"Non posso!" proruppe Costanza, liberando il braccio dalla morsa di Sasha.

"Non dire sciocchezze" ribatté con urgenza il giovane "Tu sei più leggera di me. Sali su Balthus, presto!"

"Non posso lasciarti qui!" strillò Costanza, afferrandogli il bavero bruciacchiato della giacca mentre grosse lacrime trasparenti le rotolavano sul viso congestionato "Non…non posso…"

"Costanza" mormorò Sasha posando le mani su quelle tremanti e ghiacciate di Costanza "Karkaroff non avrà il coraggio di farmi del male e se tu riuscirai a trovare qualcuno del Wizengamot disposto ad ascoltarti ne usciremo entrambi."

"Ma io…" singhiozzò Costanza, ma Sasha no la lasciò finire.

"Ti prego" le sussurrò, accorato "Non mollare proprio adesso. Sei la persona più coraggiosa e testarda che io conosca: ho fiducia in te e so che non mi lascerai qui a marcire con Karkaroff. Ti prego, sali."

Costanza lo guardò negli occhi per un lungo momento, frugando dentro di lui per trovare le risposte alle sue mille domande. Le trovò, in fondo, nella sua tranquilla certezza e in una sconfinata fiducia che le scese dentro come un balsamo lenitivo.

"Va bene" disse, incerta "Va bene."

Sasha la strinse forte a sé fino a farle male: poi, incalzato da rumori sempre più vicini, la spinse con dolce urgenza verso Balthus che tremava e fremeva vicino a loro.

"Dirigiti a nord ovest" ordinò Sasha mentre Costanza saliva a cavalcioni di Balthus che si agitò, disturbato dal suo peso "Se riesci, arriva fino in Inghilterra e cerca Albus Silente. Sono certo che lui ti ascolterà."

"Sì." annuì Costanza, stringendo con foga le briglie tra le mani. Si guadarono di nuovo ed entrambi sentirono il peso di tutto quello che volevano dirsi e che non potevano, schiacciati e dilaniati da qualcosa che, in entrambi i sensi, era più grande di loro. Alcuni arbusti alla loro destra presero a agitarsi, vicinissimi.

"Vai." ordinò in un soffio Sasha, facendo scivolare un’ultima carezza lungo la sua coscia e allontanandosi di un passo.

Costanza aprì la bocca per parlare, ma in quel momento un elfo domestico spuntò dalla vegetazione e squittì a voce altissima: "Sono qui!! Presto, li ho trovati!"

Sasha si girò verso di lui e sparò uno schiantesimo nella sua direzione: Balthus, spaventato, scalpitò e Costanza dovette aggrapparsi al suo lungo collo per non essere disarcionata.

Intorno a loro la vegetazione cominciò a fremere, annunciando l’arrivo di parecchi ospiti indesiderati.

"BALTHUS, VAI!" ruggì Sasha impugnando la bacchetta e il drago ubbidì: corse goffamente sulle zampe posteriori, spiegando le grandi ali membranose con Costanza sempre aggrappata al suo collo: fece un balzo, poi un altro e cercò di spiccare il volo, ma proprio in quel momento, dal nulla spuntò la figura alta e minacciosa di Kakaroff davanti a lui.

"Crucio!" urlò il preside furibondo e un potente fiotto di luce verde colpì il drago, che scartò con un doloroso sibilo di terrore. Costanza venne bruscamente disarcionata ed atterrò sul tappeto erboso, rotolando proprio verso Karkaroff. Quando le fu a tiro, il preside le puntò la bacchetta contro e rinnovò la sua maledizione: "CRUCIO!"

Un dolore immenso colpì ogni singola fibra del corpo di Costanza che si inarcò fin quasi a spezzarsi, stesa per terra: un grido rauco le uscì dalla gola contratta, ogni pensiero razionale spazzato via dal terribile dolore che l’aveva invasa di colpo.

"Costanza!" ruggì Sasha accorrendo verso di lei, ma fu bruscamente scaraventato lontano da uno schiantesimo. Karkaroff si avvicinò a Costanza, raggomitolata a terra, con due lunghe falcate furibonde: sembrava talmente arrabbiato da poter fare qualsiasi cosa.

"Credevi davvero di poter scappare, maledetta ficcanaso?" gridò il preside con voce piena d’odio "Crucio!"

Una nuova ondata di violento dolore strizzò fuori l’anima di Costanza che non ebbe nemmeno la forza di urlare.

"COSTANZA!" gridò Sasha, colpito da uno schiantesimo sulla schiena e rotolò carponi. In mezzo a quella baraonda, Balthus sembrava non raccapezzarsi: si guardava intorno spaventato, indietreggiando ed emettendo qualche flebile "rah…" di supplica. Ma, quando vide Karkaroff che per la terza volta lanciava una maledizione Cruciatus a Costanza, ormai inerme, cambiò di colpo atteggiamento: gli occhi gialli fiammeggiarono, le narici fumarono pericolosamente e il lungo collo si erse per tutta la sua altezza. Alcuni elfi, vedendolo così grosso e furibondo, si tuffarono spaventati in mezzo alla vegetazione. Balthus spiegò le ali: mentre Karkaroff puntava la bacchetta verso Costanza, uscì in un potentissimo "RRRRRAHHHH!!" seguito dal più spettacolare spruzzo di fuoco che avesse mai prodotto. Il preside fu avvolto da una rovente nube infuocata ed iniziò ad urlare di rabbia e di dolore. Sasha gattonò febbrilmente verso Costanza che giaceva a faccia in giù sull’erba. La rivoltò chiamandola per nome, le mani che tremavano fortissimo. Quasi svenne di sollievo quando vide, in mezzo alla faccia sporca ma pallida come gesso due occhi ancora vividi e presenti.

"Presto, dobbiamo scappare…alzati Costanza…"

Cercò di sollevare la giovane, che rimaneva stesa mollemente sul terreno, gli occhi spalancati puntati verso il cielo. Karkaroff si agitava ancora febbrilmente, avvolto dalle fiamme: Balthus si stava avvicinando ai suoi padroni, zampettando incerto sulle zampe uncinate.

"Presto, Costanza!" mormorò angosciato Sasha, ma le mani di Costanza si arrampicarono faticosamente lungo la sua manica e gli accarezzarono la guancia contratta.

"Tu…" esalò, con un soffio di voce.

Sasha scosse il capo deciso, strattonandole un braccio.

"Non dire stupidaggini!" gridò spaventato "Alzati, Costanza, alzati!"

Sempre stesa a terra, Costanza scosse piano il capo: due lacrime argentee rotolarono lungo le sue tempie mentre lo sguardo diventava duro ed adamantino.

"Io…non…riesco…tu…Balthus…" le parole uscivano dolorosamente dal petto, accompagnate da un preoccupante sibilo nella gola. Costanza fissò lo sguardo supplice su Sasha, determinata. "Tu…torni…" mormorò, e non era una domanda, ma una incrollabile convinzione.

Sahsa si guardò intorno: Bathus si agitava, gli elfi si avvicinavano di nuovo, minacciosi, Karkaroff aveva quasi finito di spegnere le fiamme ed il suo sguardo era più furibondo che mai.

"Costanza, non posso" mormorò con voce rotta, stringendole la mano così forte che Costanza gemette.

"Tu….torni…prometti…"

Karkaroff, fumante e bruciacchiato, si girò verso di loro.

"VOI!" tuonò, inferocito puntando la bacchetta. Balthus si frappose fra lui ed i suoi padroni, vomitando un nuovo getto di fuoco, ma questa volta Kakraroff era pronto: con un Incantesimo Scudo deviò le fiamme che incendiarono una delle querce secolari la quale iniziò a fremere e ad agitarsi con raccapriccianti scricchiolii.

"Sasha…Vai!" supplicò Costanza mettendo in quelle faticose parole tutto il suo cuore. Sasha si decise: si alzò in piedi con la bacchetta stretta nel pugno e la bocca pressata in una smorfia dolorosa, balzò sul dorso di Balthus che sbatacchiò le ali, sorpreso e si aggrappò al suo collo.

"Tornerò a prenderti!" gridò con un tale tono di comando nella voce che Costanza non venne nemmeno sfiorata dal dubbio: annuì, sempre distesa per terra in una posa innaturale, mentre Balthus prendeva la rincorsa e, dopo quattro lunghi passi faticosi, spiccava il volo. Il Bosco bruciava: le urla si alzavano, gli strepiti di Karkaroff si alzavano terribili verso l’alto e l’ombra del drago beccheggiò insicura sopra le fronde.

"Lo giuro!" gridò una voce sopra di tutto, potente e inevitabile come lo scorrere del tempo. Costanza sbatté gli occhi, sfinita, le lacrime che le bagnavano copiose le tempie.

"TORNA INDIETROOOO!" ululò Kakaroff con voce spaventosa, ma il drago prese sicurezza e si alzò in volo, stagliandosi con chiarezza contro la luna brillante nel cielo nero, ormai irraggiungibile. Il cuore di Costanza volò fino là insieme ad una preghiera. Poi, tutto si fece confuso e ovattato: le palpebre divennero pesanti, il sapore metallico del sangue in bocca divenne nauseante e Costanza si lasciò cadere all’indietro, sprofondando in un buio pozzo di tenebra. L’ultima immagine che vide fu l’ombra minacciosa di Karkaroff che copriva il volo del drago, in lontananza.

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Prevedo (tipo Madame Madescu) aggiornamenti lentissimi, per un po’ (al lavoro è un delirio). Se riesco, mercoledì posto il capitolo nuovo, ma lo devo ancora scrivere e anche se nella mia testa c’è tutto, manca il tempo per "mettere a verbale". Abiate pazienza, miei cari!! Vi amo tutti.

 

Diandraflu: Ho letto la recensione su The Runners (graaazie!!!!!!!!) ma ti rispondo qui perché per un po’, finchè non finisce la storia di Sasha e Costanza, sarò da queste parti. Bè, grazie per le tue bellissime parole: ritornerò ad aggiornare The Runners al più presto, appena finita questa storia (ma manca taaanto la Tau centauri!!) Grazie ancora di tutto, bacioni!!

Maura85: Tesssorooo!! O dovrei dire, mon tresor, mon petit chou, ma mie! Che hai fatto di bello en france? Ti sei spupazzat qualche fransè? Ponso che sarà stat una belle experians…(parlo come Fleur, non sono diventata improvvisamente dislessica, tranquilla!). Sashino ha fatto un sorriso tirato (Che cxxxo di nome mi ha datooooo! Nd Sasha) però ricambia il bacio (e noi ce la siamo spassata un po’ con la sua faccia schifata…uaz uaz, grazie mille per lo spasso!!!). Spero di risentirti presto, ma belle. Un bisou!!

Moaning Myrtle: Bentornata in questi infausti lidi! Come vedi, qui andiamo avanti a suon di botte da orbi, altro che micio micio bau bau. Ti piace l’evolversi della situazione? Spero tanto di sì!!! A presto, pero, fatti sentire ancora!!

Green Apple: Malata? Sei stata malata? Vade retro!! Sono due giorni che ho un raffreddore micidiale, non voglio altri batteri in giro che potrebbero danneggiare la mia già precaria salute! Ripensandoci, però…qui al lavoro mi aspetta una settimana di fuoco…e se mi dessi malata?? Ok, mandami via mail qualche bacillo, vedrò di farli proliferare! A Nadja darei un premio Pulitzer (che non so che diavolo sia, ma suona bene e dalla sua espressione rarefatta nemmeno Nadja sa cos’è, quindi…tutto ok!). Per l’orco che anzitempo fa…quelle cose che hai detto (moan, non ho capito niente!) vedi tu cosa si può fare: efferato omicidio? Pensaci, pensaci…baci baci e grazie di tutto!!

Delfinocurioso: Ma sì, ti perdono! Come potrei fare altrimenti? Sei così cara e dolce che mi fai quasi commuovere coi tuoi commenti! Spero che le tue sudate carte non ti abbiano affogata troppo e che tu non abbia incontrato libri assassini sulla tua perigliosa strada da studentessa…un bacio, ciauz!!

Bea_chan: Grazie, grazie infinite per le tue parole: mi esaltano sempre tantissimo, tipo droga non tagliata!! Ma parliamo di noi: Grifondoro o Serpeverde o Tassorosso che sia, l’importante è essere ad Hogwarts non nei panni di Gazza, che ne dici? Detlef si è letteralmente esaltato per le tue parole d’apprezzamento. Riguardo al suo aspetto fisico, direi che trovo assonanze tra il nostro bel giocatore di Quidditch e un tale Chad Michael Murray…mai sentito? Informati e vedi se ti aggrada l’articolo (dalle foto su internet, la faccia di Detlef differisce un po’ per il sorriso prenne e l’aria un po’ svagata rispoetto al vero CMM…). Comunque, ormai te lo tieni perché non sta più nella pelle al pensiero di avere una ragazza che lo sopporti….baci bacissimi, a presto!!

Saphira: Una nuova lettrice!! Complimenti per il full immersion nella storia e per le tue parole davvero lusinghiere (son tutta’n’foco!!). Sasha e Costanza sono molto onorati del tuo giudizio positivo e sperano in una tua continuità (ormai siamo alla fine, non ti ci vuole tanto, tranquilla!). Capitoli in cui Sasha fa il cavalier servente? Di questo che hai appena letto, che te ne sembra? Spero di averti soddisfatta, bacionissimi!!

Helen Lance: Non fare la finta tonta, Helen: "quel" coltello. E’ talmente grosso che nemmeno la tua schiena lo mimetizza. Apprezzo il pensiero, ma Karkaroff deve vivere ancora, quindi metti via quell’affare e prendi il tuo Prozac, su…Ti adoro, un bacione!!

Shaka: Ma come, Sasha non è ancor arrivato? Sarà stato rattenuto da qualche fans particolarmente focosa, non so che dirti. Qui non c’è ed arrivano continuamente cartoline entusiastiche da tutta Italia. Abbi pazienza e arriverà anche lì, vedrai! Non se ne fa sfuggire una, il nostro bravo Valenskij… Una fic su Nadja? Dio ce ne scampi e ce ne liberi!! Sarebbe sicuramente una cosa NC17, conoscendo gli appetiti della baronessa. Magari, in un momento particolarmente ispirato, forse…ci penserò! Prima, però, devo finire questa fic, ripiombare su The Runners, lasciata a metà, e poi…si vedrà. Comunque, grazie per l’idea! Bacioni!!

Syberia Malfoy: Karkaorff e Natasha…una coppia? Non ci avevo pensato: avendo più tempo per esplorare tutte le varie combinazioni dei personaggi, ci sarebbe anche potuta stare, una storiella violenta tra il preside e la studentessa respinta…e perché non Nadja con Radchenko? (VUOI SCHERZARE?!?! Nd Nadja, piuttosto furibonda). Ok, la storia dei biglietti era banale, ma è proprio dalla semplicità che ci facciamo ingannare più spesso…oltretutto, sia Sasha che Costanza non vedevano l’ora di trovare una scusa per vedersi! Ti ringrazio moltissimo per le tue auliche parole di commiato ("E poi questo capitolo finisce in modo così stronzo!!! Proverò a resistere…!") davvero esilaranti!! Così, sei una liceale, eh? Per Charlie Weasley mi sono informata in separata sede, grazie mille lo stesso! Baci baci!!

Mewsana: Gesù, quanto ho riso leggendo la tua recensione!! Prima di tutto, leggendo la parodia dell’armadietto di MiB (ci ho messo un po’ a capire cos’era, ma il film l’ho visto, giurin giurello!!). Ti rispondo con un film che è moooolto difficile da identificare…ti dico solo che è in bianco e nero, una commedia famosissima del 1959…

SCENA: in macchina, Mewsana alla guida, Elfie, di fianco, piuttosto infelice.

E: Io non sono quella che tu credi…

M (faccia molto placida e Zen): Io ti amo lo stesso.

E (molto agitata): Ma io no so scrivere davvero!

M: Non importa: scriverò io per te.

E (togliendosi la maschera e mostrando di non essere umana, ma una specie di drago bitorzoluto): Io non sono una donna…sono un drago!!

M (impassibile): Nessuno è perfetto.

Allora…capito di che si tratta? Un indizio: nel film la tua parte era sostenuta da Jack Lemmon. Ma torniamo a noi. Sasha si è spataccato dal ridere sulla tua gaffe (deficiente: lo punirò, tranquilla). Ah, le brioches!!! Credevo che te le fossi già pappate tutte, gioia, che fanno ancora lì? Dopo due giorni cadono in prescrizione e diventano tossiche, non lo sapevi? Capito anche la storia dell Mptruzzo (ma i tuoi compagni…una bella flebo di c…i loro, mai?). Tu però non devi menare la mani: le vere signorine agiscono con sferzate verbali, non con triviali manifestazioni di violenza fisica…nonna Franziska non approverebbe, sai? Ti lascio con tanti bacioni, sei una forza davvero!!

Maharet: Grazie, grazie, almeno tu non mi sgridi perché nel week end non aggiorno…ma ormai, tempo una, due settimane e tutto sarà finito. Moan, che tristessa!! Mi sono affezionata a tutti i personaggi di questa fic, ma, soprattutto, mi sono affezionata a voi ed alle vostre magnifiche recensioni. Sarà dura disintossicarsi…Ricambio i bacioni, mon tresor!!

Yeran: Miss Perfidia…a me!?!?! Mi piace. Devo dire che non sarebbe male, per una volta, fare davvero la cattiva. Io sono una tipa sempre sorridente, solare, pucciosa. Nemmeno i cani mi abbaiano per strada, tanto sono poco minacciosa, non sarebbe male per una volta essere dall’altra sponda. Mollami quell’ascia bipenne, và, che magari torna utile davvero, se ci prendo gusto….Come vedi, previsioni azzeccate: Caccaroff era in agguato e ovviamente lo sapevate che sarebbe finita così, vero? Ancora non so quanti capitoli mancano perché sto ancora scrivendo: pochi, comunque. Sob! Mi amerai lo stesso, mia divina?

Minako-chan: Grazie infinite per il sostegno nella tesi che il sesso in questa fic deve essere accennato e non esplicito: non lo volevo proprio fare il cambio di rating e benché le scene di sesso torrido possano anche piacermi, nei giusti conesti, qui proprio non ce lo vedevo. Un besito muy fuerte, mi querrrrrrida!!

Virgi: Far fuori Sasha e Costanza? Uhm…è un’idea!! Però come faccio? E poi, se lo ammazzo, come fa Sasha a venirti a trovare nel tuo pigiamino di flanella? Ovviamente, non posso uccidere Karkaroff che deve ricomparire per il Torneo Tremaghi della storia della Rowling, a meno che non tiri fuori dal mio cilindro un improbabile gemello cresciuto , che so, in Uganda…no, troppo soap opera. Davvero fai la segretaria? E che male c’è? Io, tra le altre cose, faccio anche la cameriera, e mi diverto un sacco a servire la gente perché,, ovviamente, la mia bocca non sene sta mai chiusa (incontinenza verbale cronica, sia orale che scritta….me tapina!!!). Bacioni a presto!!

Romina: Eh, bè…potevo dimenticarmi della calza galeotta? E’ stata l’inizio della perversione sessuale di Sasha, non potevo non inserirla nel contesto. C’era anche una scena che poi ho deciso di tagliare: Sasha aveva un regalo per Costanza (compleanno? Onomastico? Bo, avrei inventato qualcosa) e diceva a Costanza che i Valenskij sono soliti regalare gioielli. Chiedeva se poteva darle il suo regalo a patto che gli permettesse di metterglielo lui addosso. Costanza accettava e lui tirava fuori… una calza di seta! E lei: "Ma non avevi detto che era un gioiello?" E lui: "Ho detto che solitamente i Valenskij regalano gioielli, non che l’avrei fatto io". Poi però è rimasta nel dimenticatoio perché non sapevo in che momento inserirla. Però era carina, eh…? Tornando ai beneamati Runners…davvero non vuoi Garrie "in quel senso lì"? Il giovane uomo si è molto offeso di questa tua dichiarazione, nonostante il letargo forzato. Ha detto che te la farà pagare cara (Pat, intanto, sghignazzava come un matto dalla sua crio-bara…). Bacius a presto!!

Nisi Corvonero: Oh, mia diletta, mio cornetto alla Nutella, mio Lindor di cioccolato fondente…anche io sono a dieta, e non riesco a far altro che parlare di cibo. Sogno cosciotti di pollo che danzano sul mio schermo, mi ingozzo di fragole fino a crepare e poi scopro che le ho solo sognate e che sto sbavando sulla tastiera, mordo furiosamente il mouse sperando che almeno nelle parti interne sia commestibile…che dura la vita della donna sovrappeso!! Guarda, capisco m.me Madescu, ma se adesso avessi sottomano un bahamese di 17 anni, probabilmente gli ficcherei una mela in bocca e lo sbatterei in forno. Da cui, la risposta al tuo allucinante quesito: ma come, non lo sai?!? Zucca e carota sono due classici e naturali stimolatori d’abbronzatura e a mezzanotte non si trasformano nemmeno in cocchi dorati. Provare per credere!! Adesso illuminamo tu: che diavolo è un Bretzel? Sembra un carro armato della seconda guerra mondiale…Lele sguinzaglialo qui, invece che dietro alla mia capa, sai che sono molto curiosa di conoscerlo…Lele? Leluccio? Vieni qui da Elfie bella, che ha una mela bella rossa e succosa e il forno acceso…Lele? Andiamo, non essere timido!! Nisuccia d’oro, fammi avere dei viveri o morirò mordendo la mia Cpu!! SALVAMI!!! P.S.: Un bacione, sei sempre una forza della natura!!

Marikotter: Devo dire che i tuoi commenti su Karkaroff mi fanno sempre sbellicare: una tale innata delicatezza, dei siffatti neologismi… sei una forza, davvero! He, vuoi anche tu Sasha…lo manderò presto in tour promozionale così ognuna di voi potrà subire la sua asfissiante superbia (cocca, quella la tengo tutta per te: le fans le soffocherò con ben altre doti… Nd Sasha) (Che razza di presuntuoso…spero che una di loro riesca a farti smontare dal pero, mio caro, sei insopportabile! Nd Elfie) (Oh, grazie! Nd Sasha). Piaciuto questo capitolo? Troppo "americano" o sono ancora in character? Aspetto commenti e verdure varie tirate addosso, così ci faccio il minestrone… Baci!!

Rik Bisini: Capitolo un po’ alla Die hard, ma adoro le scene d’azione e non potevo non scriverne una (o due…vedremo più avanti a secondo dell’indice di gradimento). Ah, così non entri nel merito del tuo "affaire" con Nadja: in compenso, la tua dolce compagna non ha la tua stessa predisposizione alla discrezione, tant’è che sta spargendo lungo tutta Durmstrang il suo verbo, col risultato che ci sarebbe un pulmann di giovani studentesse che vorrebbero venire in Italia a verificare con mano la "discrezione" dei giovanotti italiani. Bravo, bravo!! Ottimo lavoro di public relation patriottiche…una volta gli uomini italiani erano molto famosi all’estero, adesso sono un po’ in calo: ti saranno grati di aver tenuto alto l’onore della tradizione! Ma torniamo a cose serie: grazie mille per la dritta sull’incantesimo in alfabeto runico (ho subito diligentemente corretto il capitolo) e anche per la mail, ma ho avuto dei problemi a risponderti (yahoo diceva che l’account non esiste. Cos’è, ti sei smaterializzato anche su internet?!?). A presto, spero, con altri tuoi preziosi suggerimenti!! Baci baci

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Capitolo 40
*** Capitolo 39 : In trappola ***


Capitolo 39 : In trappola

 

Fu il dolore a risvegliare Costanza. Arrivò prima ancora della coscienza in secche stilettate che le trafissero la carne, dappertutto. Mugugnò piano mentre le sue palpebre fremevano. In mezzo all’ovatta che ricopriva i suoi sensi, le giunse una voce concitata e lontanissima.

"Igor, non puoi mettere questa ragazza in cella d’isolamento! Ha bisogno di cure serie!"

Frau Bruna: allora era in infermeria.

"Questa ragazza è colpevole di aver praticamente distrutto la mia scuola! Non la lascerò in infermeria dove potrebbe venirle in mente di scappare in qualsiasi momento!"

Karkaroff. Furioso, ovviamente, ma lei era ancora viva, e questo era già motivo di enorme soddisfazione per Costanza.

"Igor, non puoi…"

"Sono il preside, perdio! Io posso eccome!"

Figurarsi. Di nuovo ovatta e nebbia ed incoscienza avvolsero la mente di Costanza che ci si tuffò dentro con gioiosa gratitudine.

* * *

Il secondo risveglio fu, se possibile, ancora più doloroso del primo. Passarono parecchi secondi in cui Costanza, ad occhi chiusi, respirò profondamente dal naso, indecisa se vomitare o svenire di nuovo. Alla fine non successe nessuna delle due cose. Quando si decise ad aprire gli occhi, dovette sbatterli parecchie volte prima di riuscire a mettere a fuoco, e anche così ci mise parecchio tempo a capire dov’era. Era buio e le pareti di pietra liscia erano particolarmente umide ed ammuffite. L’aria era irrespirabile, fredda e umida come una cella frigorifera. Quando tentò di muoversi, Costanza si accorse di essere stesa su una dura asse di legno fradicio. Non c’era una sola parte del suo corpo che non gridasse di dolore: faticava a respirare e ancora il respiro era sibilante e odoroso di sangue; la testa pulsava penosamente e, dopo un po’, si accorse di avere un enorme bernoccolo sulla nuca grosso come un melone; le gambe e le braccia erano una landa piena zeppa di escoriazioni, tagli, bruciature; il viso era tumefatto come mai era stato in tutta la sua vita. Dopo questo deprimente inventario personale, Costanza si arrischiò a muovere un braccio e l’asse di legno gemette paurosamente. Nessuno suono seguì quel rumore, segno evidente che in quella cella era sola. Sola e abbandonata nel cuore buio di Durmstrang, che bellezza! Il suo sogno ricorrente. Con precauzione, Costanza si mise a sedere e si tastò il corpo: era stata medicata di fretta e alcune bende intrise di unguento le fasciavano le mani escoriate, ma nessuno si era preso la briga di cambiarla ed aveva ancora addosso una parvenza di divisa, sbrindellata, lercia oltre ogni dire e puzzolente di fumo. La stanza in cui si trovava era un’antica e desolata cella con sbarre d metallo grosse come polsi umani; inutile dire che, senza bacchetta magica, era impossibile pensare di aprirle.

"C’è qualcuno?" tentò di dire la ragazza: dalla gola le uscì una specie di miagolio sfiatato, irriconoscibile.

Con un brivido, Costanza raccolse i piedi nudi e ghiacciati sotto le cosce e tentò di tranquillizzare il tumulto agitato dei suoi pensieri. Dopotutto, era una studentessa di Durmstrang ed era ancora viva: qualcuno si sarebbe certamente chiesto cosa le era successo, senza contare che tutti gli studenti della scuola avevano assistito alla sua fuga. Ci sarà una procedura da seguire in questi casi, pensò affannosamente. Tentava con tutto il cuore di non portare i pensieri su Sasha e Balthus: voleva solo sperare, confusamente e incoerentemente, che fossero riusciti a scappare, come poteva essere dall’ultima cosa che ricordava di aver visto.

"C’è qualcuno?" provò di nuovo con più convinzione.

Un clangore lontano e una serie di passi strascicati le fece capire che qualcuno era di guardia: per lo meno, nessuno l’aveva sbattuta lì a morire di fame, dimenticata dal mondo, pensò lugubremente. Un piccolo e rachitico elfo domestico apparve dall’oscurità del corridoio e Costanza afferrò due sbarre con le mani, appiattendo il viso fra di esse per vedere meglio.

"Che c’è?" chiese l’elfo di malagrazia fermandosi a debita distanza da lei.

"Voglio vedere mio padre." disse con autorevolezza Costanza, o almeno così le parve: in realtà la sua voce era talmente flebile e rauca che assomigliò più ad un bisbiglio che ad un ordine.

L’elfo spostò il peso da un piede all’altro, in evidente stato di agitazione.

"Temo che non sia possibile." borbottò burbero.

"Allora, voglio vedere il preside." dichiarò Costanza, rabbrividendo subito dopo.

"Sei in isolamento" rispose l’elfo girandole le spalle "Non puoi vedere nessuno."

Stava per andarsene: Costanza provò un’altra strada.

"Ho sete" si lamentò, ed era verissimo: la gola sembrava un deserto bruciato dal sole "Posso avere almeno da bere?"

L’elfo non si girò nemmeno a guardarla.

"Sei in isolamento" ripeté monocorde "Niente acqua, per quelli in isolamento."

Costanza ebbe un capogiro: possibile che Kakaroff potesse permettersi di trattare uno studente a quel modo?

"Tutto questo è inammissibile!" berciò con convinzione "E’ una violazione dei più elementari diritti umani! Voglio…"

"Chiudi il becco!" strepitò l’elfo e Costanza capì che la sua non era rabbia: l’elfo era quasi più terrorizzato di lei "Sei in isolamento. Il preside ha detto che devi stare lì finché non deciderà cosa fare."

"Ma…" iniziò Costanza, con la bocca secchissima; l’elfo era già sparito prima ancora che trovasse le parole da dire.

Di nuovo sola, immersa nel buio ostile e freddo della cella, Costanza aspettò di far tornare il suo cuore a battere normalmente, senza, in realtà, risultati apprezzabili. Aveva male dovunque, freddo e una sete del diavolo, ma soprattutto si sentiva tremendamente sola e non c’erano né Sasha né Balthus a consolarla. Chissà se Sasha era davvero riuscito a scappare…aveva una fiducia sconfinata in lui, ma Balthus era ancora così giovane e debole…e se erano caduti nel bel mezzo del Bosco, in balia dei Guardiani? E se fossero finiti nelle mani del governo bulgaro? E se li avesse presi Karkaroff? E se, invece, fossero…morti? Quell’ultimo pensiero entrò ed uscì di forza dalla mente di Costanza. No, non erano morti. Non potevano essere morti, punto e basta! Ma il panico cominciava a rosicchiare le sue deboli difese e Costanza iniziò a tremare ed a sforzarsi di non piangere. Sasha. Balthus. Inutile fingere che quelle non fossero le figure più importanti della sua vita, le più care, le più ferocemente amate… Merlino, fa che siano al sicuro, si trovò a pensare con accorata supplica. Una lenta e dolorosa lacrima le solcò il viso sporco, ma prima che fosse seguita dal mare di sorelle che premeva dietro le palpebre, Costanza ricordò le parole di Sasha.

Non mollare proprio adesso. Sei la persona più coraggiosa e testarda che io conosca: ho fiducia in te.

Sasha aveva fiducia in lei, e lei non lo avrebbe deluso. Le lacrime rimasero dov’erano, ben dietro le ciglia, spinte da una indomita testardaggine e da qualcosa di vago ed etereo che somigliava stranamente a speranza. Dopo parecchie ore in quella posizione, Costanza scivolò lentamente distesa, in posizione fetale. Chiuse gli occhi, pensando ad un ragazzo che volava via a cavallo di un drago e si addormentò col sorriso sulle labbra.

* * *

Costanza fu svegliata da qualcosa di morbido e caldo che le premeva sulla guancia. Aprì faticosamente gli occhi e tentò di muovere la testa che scricchiolò come un ammasso di rami secchi. Era buio e chissà come intuì che era notte: si mise seduta scrutando attentamente attorno a sé, ma anche alla luce soffusa che filtrava dal corridoio non capì che cosa l’avesse sfiorata. Poi, qualcosa le saltò in grembo e per poco Costanza non gridò dallo spavento perché non vide assolutamente niente, pur sentendone il peso e il calore addosso. Dopo qualche attimo di furioso batticuore, un leggero ronfare di fusa le giunse all’orecchio mentre la cosa invisibile le si acciambellava sulle gambe. Con precauzione, Costanza tese una mano e a tentoni cercò di identificarla: sotto le dita, sentì un pelo morbido, un paio di piccole orecchie e lunghi baffi che le solleticarono il palmo. Indubbiamente, quella cosa era un gatto.

"Pandemonio…?" sussurrò in un lampo di intuizione, e il gatto invisibile intensificò le sue fusa, felice.

Pandemonio era il famiglio di Nadja, un bel gattone nero e altezzoso solitamente inopportuno e impiccione come la sua padrona. Incredula ma incredibilmente sollevata, Costanza accarezzò il gatto e ne tastò delicatamente le forme, scoprendo che portava appeso al collo una specie di imbracatura di fortuna che gli legava sul dorso un oggetto piccolo e rotondo e quella che era indubbiamente una bacchetta magica. Togliendola dall’imbracatura, Costanza afferrò incerta la bacchetta invisibile e mormorò "Rivela". Immediatamente, gli oggetti presero forma e Costanza li riconobbe con un tuffo al cuore: la bacchetta magica di Nadja ed il suo specchio portatile. Con dita tremanti aprì lo la custodia dello specchio e vi guardò dentro, incontrando lo sguardo azzurro e febbrile della baronessa Nadja Iliovich in trepidante attesa. Le due ragazze si guardarono per un lungo momento attraverso il piccolo specchio, incredule e senza fiato, finché Nadja, improvvisamente, scoppiò in lacrime di sollievo.

"Merlino sia lodato!!" singhiozzò imbrattando il vetro di lucenti goccioline "Sei ancora viva!"

"Nadja…" mormorò Costanza con la voce resa flebilissima dall’emozione "Sapessi che bello vederti!"

"Lo sapevo che non poteva averti ucciso!" continuò Nadja parlando a raffica con voce nasale "Karkaroff sarà anche malvagio e senza scrupoli, ma non poteva aver fatto una cosa tanto terribile! Ho stregato Pandemonio con un incantesimo difficilissimo, roba che nemmeno Frankenberg sa fare, e l’ho sguinzagliato in tutta Durmstrang alla tua ricerca…sapevo che prima o poi ti avrebbe trovato! Come stai? Sei orribile! Sembri il mostro della laguna…dove sei? C’è qualcuno con te? Se riesco a mettere le mani addosso su quel puzzide puzzesco, gli torco il collo, gli torco!"

"Sto bene, Nadja" sorrise Costanza mentre un enorme groppo di emozione le serrava la gola "Credo di essere nei sotterranei, ma non sono sicura. Non c’è nessuno a parte un elfo domestico di guardia che mi evita come se avessi una malattia infettiva contagiosa e nessuno mi ha detto cosa sta succedendo."

"Cosa sta succedendo? Un enorme casino, ecco cosa sta succedendo!" esclamò Nadja, infervorata "Karkaroff è così furibondo e agitato che speriamo tutti di vederlo schiattare da un momento all’altro per un attacco di cuore! Ci ha propinato la storia assurda di te e Sasha che siete andati fuori di testa e che complottavate contro di lui. Naturalmente, nessuno gli ha creduto, se non qualche caccola del primo anno: tutti abbiamo visto te e Sasha venire inseguiti e schiantati…a proposito, tesoro, eri meravigliosa quella notte! Sembravi una dea infuriata, assolutamente affascinante, parola mia!"

"Cosa sapete di Sasha e Balthus?" glissò Costanza, impaziente.

"Niente" si scoraggiò Nadja "Ma visto che Karkaroff è ancora così furibondo, direi che non li ha ancora trovati. Le lezioni sono state sospese e tutti gli studenti chiusi nelle loro Torri; i draghi scappati nel Bosco non sono ancora stati recuperati e Karkaroff dà fuori di matto per questo: so che ha chiamato dei tizi dalla Romania perché li catturino e li facciano sgomberare al più presto…lurido verme verminoso. Comunque, Bergil e Fifì non li troverà mai: io, Dimitri e Detlef li abbiamo nascosti in un posto sicuro nel Bosco, in accordo coi Guardiani. Brava gente quei Guardiani, dopotutto, e sinceramente affezionati al nostro preside, che Merlino lo fulmini"

"Hai idea di cosa abbia intenzione di fare Karkaroff?" domandò Costanza con urgenza.

"Karkaroff vuole farci credere che tu e Sasha siete due tipi pericolosi che hanno dato fuori di matto. I professori sono tutti molto abbottonati e spaventati quasi quanto noi, ma credo che, per prima cosa, vogliano anticipare gli esami per il Diploma. A detta di Karkaroff vogliono mandarci a casa al più presto per questioni di sicurezza."

"Balle" inveì Costanza con un ringhio "Karkaroff sa che una volta diplomati non potrete più andare a raccontare che cosa è successo qui: è un vincolo magico dei diplomati non raccontare i metodi di insegnamento della scuola"

"Lurido bastardo!" sputò fuori Nadja convinta.

"Ma…di me cosa sai?" chiese Costanza sottovoce.

"Meno che niente" sospirò Nadja "Karkaroff ha solo detto che tu e Valenskij siete stati espulsi per comportamento offensivo e pericoloso e che le autorità bulgare si stanno occupando della faccenda. Ha convocato tuo padre e la madre di Sasha: li ho visti passare oggi pomeriggio e sembravano oltremodo sconvolti, ma non ho assolutamente idea di cosa il puzzide abbia propinato loro."

Costanza rimase in silenzio, meditando alacremente.

"Costanza…come posso tirarti fuori di lì?" domandò Nadja dopo un po’, seriamente.

"Non puoi e non devi" rispose Costanza dopo una lunga riflessione "Già così mi sei stata di grandissimo conforto e non voglio che ti metta nei guai più del dovuto."

"Ma…potrei mandare un gufo a casa e…"

"Vuoi dire che Karkaroff vi lascia comunicare col mondo esterno?" domandò Costanza scettica. Il silenzio di Nadja fu più esplicativo di mille parole "Sul serio, Nadja: finché non so cosa vuol fare Karkaroff con me, è molto meglio se rimani nell’ombra."

"Ma…sei così sola, lì…e così…sciupata…vuoi che ti mandi una crema idratante?"

La preoccupazione nella sua voce era così palese che Costanza si commosse sinceramente.

"E’ un’idea, ma visto che il puzzide mi tiene a digiuno, se riuscissi a passarmi un po’ d’acqua sarebbe meglio."

"A digiuno?" strepitò Nadja, oltraggiata "Quel maledetto suino razzolante… tranquilla, tesoro mio, Pandemonio farà da tramite. Ti serve qualcos’altro?"

Costanza sospirò, così confortata dalla presenza dell’amica che quasi le tremavano le gambe.

"Bè, magari qualcosa da mangiare…un cosciotto di cinghiale, per esempio, sarebbe l’ideale. E il set da manicure, mi annoio così tanto, qui da sola! E anche qualcosa da mettermi, c’è un freddo lappone e non ho nemmeno le scarpe…Il tuo cappotto di visone sarebbe il massimo."

"Meno male che il morale è sempre alto, eh?" sorrise Nadja, commossa "Vedrò cosa posso fare, ma dubito che il mio visone passerebbe inosservato. Comunque, per qualsiasi evenienza, tieni la mia bacchetta magica: non si sa mai."

"Grazie, Nadja" sussurrò Costanza con la gola stretta dalla commozione "Sei davvero la migliore amica che io abbia mai avuto."

"Sante parole" berciò Nadja tirando platealmente su col naso "Ricordatelo quando dovrai scegliere la damigella d’onore al tuo matrimonio."

"E dove lo trovo un povero disgraziato disposto a sposarmi?" sorrise Costanza, rinfrancata.

"Mah! Magari uno di loro sta scorrazzando in giro per l’Europa in groppa ad un drago, in questo momento…ti suggerisco di non fartelo scappare: è l’ideale, più sciroccato di così non lo trovi."

Costanza rise piano, pur avendo da poco pensato che non ne sarebbe più stata capace.

"Sei una forza della natura, Nadja."

"E tu tieni duro, miss Spocchia."

Costanza chiuse lo specchietto e se lo fece scivolare, insieme alla bacchetta magica, su per la manica: Pandemonio abbandonò il suo grembo con un silenzioso fruscio e ben presto Costanza rimase di nuovo sola. Ma nel suo petto era germogliato qualcosa di grande e piacevole che la scaldava.

* * *

Passò il tempo: Costanza non avrebbe saputo quantificarlo, così immersa nel buio e nella solitudine più completa. Pandemonio era tornato con una fiaschetta d’acqua, un vasetto di Pozione Corroborante e, incredibilmente, un tubetto di crema idratante. Sorridendo tra sé, Costanza l’aveva usata pensando che Nadja era veramente una persona unica al mondo e insostituibile, grazie al cielo. Dallo specchietto magico di Nadja, il mattino dopo, venne a sapere che l’amica e la sua associazione a delinquere (Detlef, Dimitri e sorprendentemente una buona parte di tutti gli studenti del settimo anno) aveva fatto in modo, durante un raid all’alba, di devastare l’aula di Pozioni. Karkaroff si era infuriato, ma Nadja aveva assicurato soddisfatta che in tutta Durmstrang non era rimasta l’ombra di Veritaserum, notizia che Costanza trovò oltremodo interessante e utile. Nel frattempo non smetteva un attimo di pensare, divisa fra l’ansia di sapere cosa stava succedendo a Sasha e il terrore di ciò che l’aspettava quando Karkaroff si sarebbe deciso a considerarla. Sapeva che, prima o poi, avrebbe dovuto incontrare il preside per la resa dei conti e ogni ora che passava si sentiva più pronta e più motivata. Karkaroff poteva essere momentaneamente in vantaggio, poteva averla espulsa e imprigionata, poteva avere in mano l’intera Durmstrang, ma non aveva di certo gli studenti dalla sua: la distruzione dell’aula di Pozioni e lo specchio e la bacchetta che le premevano segretamente contro il braccio ne erano la prova lampante. Costanza aspettò paziente mentre le ore scorrevano, incerta ma indomita, brancolando nel buio, ma fiduciosa. Così, quando finalmente l’elfo domestico arrivò, la sera stessa, dicendo che doveva seguirlo, sapeva esattamente cosa fare.

* * *

Uscire dalla cella e tornare finalmente nei luoghi conosciuti di Durmstrang le fece un effetto strano, a metà tra la nostalgia e il terrore più puro. L’immagine di se stessa ragazzina che attraversava quei corridoi con le braccia cariche di libri si sovrapponeva al ricordo di lei e Sasha che correvano inseguiti da Karkaroff e dagli elfi domestici, in un gioco di luci e ombre, di chiari e di scuri assolutamente inquietante. Ovviamente, Karkaroff non l’aveva convocata di giorno, sotto gli occhi di tutti: ufficialmente, lei non doveva essere nemmeno lì! Con precauzione, strinse nel palmo della mano lo specchietto di Nadja aprendone una fessura e sperando che qualcuno fosse in ascolto. Assurdamente, si sentì subito meglio, anche se era molto improbabile che Nadja intuisse le sue intenzioni. I corridoi erano bui, silenziosi e deserti e la sua passeggiata forzata per Durmstrang assomigliava moltissimo ad un viaggio verso il patibolo. Traendo forza dalla bacchetta infilata dentro la manica, Costanza si sforzò di rimanere calma e all’erta, nonostante claudicasse ancora per le lesioni subite durante la notte della fuga di Balthus e Sasha. Quando giunse davanti alla scala che portava all’ufficio di Karkaroff, però, le gambe le tremavano pericolosamente e il cuore le batteva furibondo nel petto. Si sforzava di sperare che Karkaroff fosse spaventato quanto lei e che se avesse voluto farle seriamente del male lo avrebbe già fatto, ma tutto questo non la consolava. Aveva paura come mai ne aveva avuta in tutta la sua vita: si rendeva conto di essere sulla soglia della resa dei conti definitiva e che, vincente o perdente, da quel momento in poi la sua vita non sarebbe mai più stata la stessa. L’idea che quella era forse l’ultima volta che metteva piede a Durmstrang le pungolava il petto con una triste ed insopportabile sensazione di abbandono, attutita tuttavia dall’impellente preoccupazione per la sorte di Sasha e di Balthus. Con passo lento e pesante seguì l’elfo domestico su per la scala passando davanti al ritratto del preside Hessler che la guardò sfilare con un muto sguardo disperato e attonito. Chissà dove, Costanza trovò la forza di sorridergli coraggiosamente e passò oltre, lasciandosi alle spalle l’ultima faccia amica, l’ultimo vessillo della sua vita passata. Davanti alla porta chiusa dell’ufficio di Kakrakroff, esitò. Chiuse gli occhi furiosamente, pregando senza sapere cosa e chi pregare, sperando solo di trovare una fine a quella lenta agonia. Poi, la porta si aprì e Costanza entrò.

* * *

Sembrò strano trovare l’ufficio di Karkaroff immutato, con le solite pile di pergamene e vari oggetti sparsi sulla scrivania. Sembrò ancora più strano vedere l’alta e arcigna figura del preside di spalle ritta contro la finestra. Chissà perché, Costanza si aspettava di trovarlo pronto a balzarle alla gola, emettendo fumo dalle narici. Quella calma apparente non fece altro che spaventarla ancora di più: rimase radicata al suolo, al centro della stanza, tesa e con tutti i sensi all’erta mentre Karkaroff ruotava lentamente su se stesso e la guardava. I suoi occhi sprizzavano scintille di pura furia, la bocca era atteggiata in una smorfia malvagia…ma cos’era quell’ombra che premeva dietro la rabbia? Con enorme stupore, Costanza sospettò che fosse paura.

"Signorina Malatesta"

La sua voce controllata risultò lo stesso più potente di una fucilata: Costanza si obbligò a non rabbrividire e a sostenere il suo sguardo con determinazione.

"Preside Karkaroff" rispose con voce arrugginita, congratulandosi con se stessa per il fatto di essere riuscita a non farla tremare "Voglio vedere mio padre."

Aveva pensato molto a cosa dire a Karkakoff per prima cosa e un attacco le era sembrata la tattica più giusta. Sfortunatamente, il preside sembrò ignorare la sua richiesta: con due lunghi passi nervosi si sedette dietro alla scrivania, sempre con lo sguardo lampeggiante incollato a lei.

"Si sieda, signorina." ordinò perentorio. Costanza rimase ostinatamente in piedi e lo sfidò con lo sguardo.

"Voglio vedere mio padre." ripeté con un convincente tono da vera miss Spocchia.

"Dopo" si decise a dire Karkaroff, trattenendo a stento la collera "Adesso si sieda. Vuole bere qualcosa?"

Con la mano, indicò una invitante caraffa d’acqua appoggiata sulla sua scrivania e Costanza ringraziò fervidamente Nadja ed i suoi rifornimenti segreti, senza i quali non avrebbe saputo resistere all’offerta.

"No, grazie." rispose altezzosa e lo sguardo di Karkaroff lampeggiò ancora di più.

"Come vuole" berciò con un sorriso infido "Volevo informarla sugli ultimi sviluppi della situazione e sulle conseguenze della vostra fuga. Oh, pardon…volevo dire tentata fuga."

Costanza si aspettava un attacco diretto: sbatté appena le ciglia e lo interruppe con voce secca.

"Io voglio vedere mio padre."

Karkaroff sbatté i pugni sul tavolo facendola sobbalzare e digrignò i denti in un ringhio ferino.

"Suo padre è stato convocato" sibilò con un ghigno satanico "Era oltremodo sconvolto e dispiaciuto dalla condotta della figlia e del figliastro. Non era affatto felice di sapere che il suo nome, per colpa vostra, sarebbe stato disonorato e infangato e non ha espresso nessun desiderio di vederla, signorina."

Fece una breve pausa durante la quale sperò forse che Costanza si dispiacesse della notizia, cosa che non avvenne poiché la giovane si aspettava esattamente quel tipo di comportamento dal padre.

"Quando potrò tornare a casa?" chiese invece con profonda calma. Un perfido sorriso stiracchiò le labbra di Karkaroff.

"Oh, questo è un altro discorso" sibilò malignamente "Vede, signorina Malatesta, forse non si è resa conto che le accuse contro di lei sono piuttosto gravi. Oltre a tentare la fuga, ha distrutto parte della struttura scolastica ed ha deliberatamente attentato alla vita del personale della mia scuola."

Fece una pausa, come aspettando che Costanza assimilasse le sue parole. Poi continuò, con un sorriso infido.

"Dovrebbe sapere che questi sono crimini puniti con la detenzione ad Azkaban, per tutti i maghi maggiorenni."

Il suo sorriso si accentuò quando Costanza sbatté le ciglia, investita con forza dalla notizia e dall’orrore conseguente.

"E…lei è maggiorenne, Malatesta. Vero?"

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Ormai, siamo in dirittura d’arrivo. Direi un paio di capitoli più epilogo, e tanti saluti alla prova del drago.

Magnifico. Era ora, dopo più di 40 capitoli!! Bene. Ottimo.

Perché, allora, mi viene da piangere?!?!

 

 

 

Armonia: Eh, mi dispiace averti shoccato, ma qui a Durmstrang non andiamo mica tanto per il sottile, eh? Anche tu ti srotoli la calza pe Sasha? Te lo credo che poi rimane tutto il giorno allupato, povero ragazzo: ovunque si giri, c’è una bella ragazza con una calza in mano! Vuoi un uovo di drago da crescere e allevare? Buon Dio, chiama l’Ente Romeno per la cura e tutela delle creature magiche e te lo mandano subito per metropolvere, se gli dici garantisco io per te. Non anticipo niente sui capitoli a venire, perché ormai sono pochissimi ed è meglio che lo scopriate da soli. Comincio già ad avere nostalgia del presente, sapendo che tra una settimana avrò finito la storia e non potrò più drogarmi con le vostre recensioni…BWAAAA!!! Scoppierò in lacrime ogni volta che entrerò il EFP, lo so!! Super bacioni, bella, a presto!!

Saphira: Oh, mia diletta dilettissima! Davvero non volevi che la storia finisse? Mi rende felice sapere di far soffrire i miei lettori (e questo non so bene cosa renda me…forse stronza?). Capitoli? Dopo questo, direi un paio, tra al massimo. Sequel? Direi di no, ma bisogna vedere: se, finito The Runners, mi torna voglia di scrivere di Costanza, avrei già la storia in mente. Davvero fichissima, tra l’altro!! Ma adesso non avrei le energie per scriverla. Nooooo, Sasha non se l’è filata!! Sapeva che non aveva scelta: entrambi nelle mani di Karkaroff sarebbe stata la loro fine. E’ stato coraggioso e davvero molto bravo, il mio Sasha. Guarda, l’hai fatto piangere! Chiedi scusa, dai. Ricambio i kisses, io e tutta la banda di pazzi scalcinati di Durmstrang!!

Virgi: Non so se a Durmsrtrang sono permesse maledizioni senza perdono….a Hogwarts sì, però! Senza voler spoilerare troppo, nel sesto libro se ne fa un ampio uso, negli ultimi capitoli. Quindi, mi sono sentita perfettaamente IC (qualsiasi cosa voglia dire questa nebulosa sigla…). No, nessuno ha visto Caccaroff che cruciava Costanza, a parte Sasha e Balthus che non ha il dono della parola (grazie a Dio: invadente com’è, se dovesse anche parlare l’avrei già sbattuto in forno con le patate novelle, eh!). I professori, poveretti, sono un po’ in balia delle circostanze…ho preferito tenerli fuori dalle scatole, per adesso. Ti mando tanti baci, da chi del cazzeggio ne ha fatto un’arte (che quasi certamente mi porterà al licenziamento…).

Nisi Corvonero: Buondì a voi, mia edibile fanciulla! Non so per quale contorta alchimia, sentire che qualcun altro soffre i morsi della fame come me mi fa stare meglio. Mal comune mezzo gaudio o semplice stronzaggine cronica? Non saprei. La bretzel!! Ne ho mangiate un quintale all’Oktoberfest e siccome era salata bevevo birra e siccome la birra faceva venir fame mangiavo Bretzel…risultato, vomitai anche lo stinco di maiale del capodanno precedente, ma dopo, almeno, riuscii a godermi Monaco che è ddavvero una sorprendente e bellissima cittadina. Sai, ho una strana avversione per i tedeschi che proprio non mi riesco a spiegare. Sarà per i crauti? Mah. Passiamo a noi: schisceta? Ma come parlate voi a Milano!?!? Si pronuncia skisheta o scisketa? Ma noi, più prosaicamente, si dice "mangiare sul banchino", cosa che io faccio regolarmente (anzi, io mi abbuffo sul banchino…). Con la zucca ci faccio dei tortelli che sono una prelibatezza, dovresti provarli (in periodo post-dieta, ovviamente). A proposito, la tua come procede? Io, dopo due settimane di sofferenze e cilici chiodati, sono ingrassata di mezzo chilo. Deve essere lo stress, mi ha detto la dietologa, al che io l’ho dietologicamente mandata a fare in culo e la dieta me la autogestisco io a zero spese. Peccato per la tua assurda gelosia con Lele bello: quando vorrà fuggire da una tale soffocante virago digli che qui sarà sempre ben accetto (terrò da parte il rametto di rosmarino…). Grazie per le dritte culinarie, ti sbaciuzzo tutta e, come sempre, grazie di esistereeee!!!

Mewsana: Amore mio!! Ma che mente perversa hai? Propinarmi nientemeno che "La corazzata Potemkin"…perché era di questo che si trattava, vero? Ovviamente, tu hai beccato in pieno "Some like it hot", lasciandomi oltremodo ammirata della tua cultura cinefila (o cinofila? Mi confondo sempre…Comunque, i cani ti piacciono, no?). Passiamo all’argomento "ti picchio perché sei stronzo anche se mortalmente fico". Era una tecnica che usavo anche io, ma non ha dato grandi frutti. Se vuoi colpirlo, prova con una scollatura vertiginosa, rimarrà senza parole…Sennò, chiamami che gliela do io una svegliata, mezzo deficiente che non si accorge di una così meravigliosa creatura (tu, ovviamente). Ti amo ogni giorno di più, mia adorata, anche per i tuoi complimenti immeritati ma gustosissimi. Quindi, contrattacco con una vera gemma dell’universo cinematografico, vediamo se la becchi…

Giungla asiatica. Rumore di draghi in volo da tutte le parti. Plotone di scrittrici in divisa e in attesa di ordini. Arriva Mewsana, molto cazzuta con cappello da marines, occhiali RayBan e petto nudo (con reggiseno olimpico, và…). Mewsana si guarda intorno, coi pugni sui fianchi e dice ferocemente:

" Mi piace l’odore dello zolfo alla mattina. Profuma di vittoria".

E’ così facile che non ti do nemmeno un indizio, se non il regista del film: F.F. Coppola…capito?

A presto, must woman, ti adoro!!

Bea_chan: Mia carissima…ma che recensioni pazzesche mi lasci? Sono tramortita dalle risate, really! Bathus ringrazia per la standing ovation con una potente fiammata di entusiasmo (Elfie si assenta per spegnere il fuoco con l’estintore, faccia rassegnata (Prima o poi lo tolgo di mezzo, maledetta lucertola)). Non caricatelo troppo che poi si esalta e mi dà fuoco alla casa, grazie…Ho visto the Phantom of The Opera e, ovviamente, anche io parteggiavo per il fantasma (mooolto fico, con la maschera…fin troppo!). Però non ce l’ho particolarmente coi cavalli, li immagino sempre come unicorni (che dolci!). Ma passiamo ad un argomento che mi preme sviscerare: posso mandarti per posta prioritaria Detlef-Chad al più presto? Non lo sopporto più: da quando ha letto la tua entusiastica risposta non fa altro che girare in tondo come un invasato, strillando "Bea è mia!!" oppure, orribilmente in rima "Bea la mia Dea!!" o, in pieno delirio " sono il suo orsacchiottooooo!". Terribile. Sto andando in depressione, ti prego, liberami di lui!! Grazie, sei una vera amica…Baci baci

Diandraflu: Ovviamente, non anticipo nulla della fine della storia, anche perché nel prossimo capitolo direi che si spiega tutto (o il prossimo o quello dopo, vediamo come va con la diarrea verbale di cui sfortunatamente sono vittima). Comunque, ti ringrazio ancora di cuore per i complimenti, effettivamente i capitoli d’azione mi escono molto "fluidi" (spiegazione tremenda, ma vera!). Nelle scene d’amore, per esempio, mi inceppo continuamente, mi lambicco il cervello per cercare sinonimi o frasi non scontate…invece, le scene d’azione si scrivono da sole, non ho nemmeno bisogno di correggerle, dopo (cosa che non faccio mai, e si vede!). Ricambio con un "RAH!" bello infuocato ed entusiastico, insieme ad un bacione babbano che fa sempre bene. Ciao!!

Maharet: Effettivamente, quando ho letto il sesto libro ci sono rimasta un po’ di merda: ma come!! Blaise è di colore?!? E quel cognome italiano, porca vacca, cosa c’entra? Dopo vari anatemi alla Rowling, ho deciso che le cose sono andate così: il fratello di Rudolph Zabini ha adottato un piccolo ghanese, che poi sarebbe diventato il padre di Blaise. Ok, come spiegazione fa schifo, ma di meglio non ho trovato…a parte le abluzioni con la candeggina, che ho valutato seriamente. Comunque, grazie per la fiducia!! E per i complimenti, sono commossa…esaltata… A quando le spille cambiafaccia e gli striscioni promozionali? Prendi un’Elfie e ne paghi due! Vote for Elfie, ci rimetterai anche la camicia!! Uhm…forse dovrei cambiare slogan?

Marikotter: Non è vero, io non sono crudele: sono autoritaria! Le vite di Sasha e Costanza mi appartengono e posso fare di loro ciò che mi aggrada. Ovviamente, essendo di buon cuore, non lo farò schiattare fra mille sofferenze: mi limiterò a qualcosa di pulito e definitivo, molto tragico e strappalacrime…uhm…non convinco nemmeno me stessa, che pessima bugiarda che sono!! Ricambio con forza i bacioni, e grazie di tutto!!

Rik Bisini: Solito sospirone di sollievo: esame passato! Effettivamente, per la scena della fuga di Sasha e Costanza mi sono un po’ rifatta al quinto libro durante la battaglia all’ufficio misteri…un po’ a quello, un po’ al terzo girone dell’inferno, che non ricordo quale fosse e chi contenesse ma sicuramente rappresentava qualcosa di adatto alla mia situazione…Effettivamente, hai azzeccato in pieno la personalità che volevo imprimere al mio personalissimo Karkaroff: arraffone, subdolo, meschino e anche fondamentalmente vigliacco. Concetto che verrà ovviamente spiegato alla resa dei conti, cioè il prossimo capitolo (soooob!). Ebbene sì, siamo alla fine e ancora avrei migliaia di cose da scrivere, ma è molto meglio se ci do un taglio o rischio di prendermi troppo sul serio. Non vedo l’ora di tornare ad occuparmi di una ff originale che sto pubblicando…ho davvero fatto il pieno di magie ed incantesimi!! Comunque, fossi in te proseguirei davvero quella one shot così promettente che ho recensito. Prova magari con una trama breve, che non ti impegni da qui all’eternità, ma proseguila, per favore, secondo me è davvero ottima. Ti mando tanti baci appassionati (no, questa era Nadja che sta organizzando quel famoso pullman…hai mica degli amici disponibili?) sperando di sentirti presto. Ciao!!

MoaningMyrtle: Tu che imprechi e salti sulla sedia…è una scena bellissima!! Posso venire anche io a dire a tutti quelli che passano "è merito mio!!" piena di sacro orgoglio? Ormai siamo alla resa dei conti: tieni gli insulti per l’ultimo capitolo, và…Baci baci!!

Ruka88: Eh, Karkaroff è particolarmente bastardo, ma tutti i presidi sono più o meno così, vero? Almeno, questa è la sincera opinione di tutti gli studenti del mondo, quindi non infierire, dai. E’ come sparare sulla Croce Rossa, è come inveire contro un arbitro…Comunque, tornando a noi, non so se ci saranno vere e proprie dichiarazioni: vedremo!! Intanto, beccati un bacione, a presto!!

Romina: Mia Adorata!! Che triste sorte si accanisce su di noi, che aneliamo ad un sano far nulla e siamo invero obbligate a lavorare e produrre…noi tapine!! Oramai mancano pochissimi capitoli, due direi, anche se li devo ancora scrivere. Meno male, perché non ce la facevo più: day and night a Durmstrang, mi sognavo anche gli esami di Pozioni per il MAGO!! Basta, per favore! Garrie, arrivoooooo….( il biondino è tornato sorridente dopo la tua ultima dichiarazione: ha detto che ci ama tantissimo tutte e due e che ci aspetta a braccia aperte. Io vado, tu fai un po’ quello che credi…). Bacissimi!!

Helen Lance: Ah, non capisci di cosa parlo…allora, è solo un caso se il tizio che i ha chiesto l’ora si è beccato una scudisciata in faccia da dodici punti di sutura? Comunque, davvero bella l’idea del perizoma!! E poi, il viola è il mio colore preferito!!

Green Apple: Mi è piaciuta la tua esclamazione iniziale: OMG, OMG…ma sei tu o sono io ad aver usato organismi geneticamente modificati? Non l’ho capito bene, sorry…Karkaroff lo puoi menare come e quanto vuoi, ma dopo che la mia storia è finita: per il momento, lo devo menare io, uaz uaz!! A presto, mia succosa Renetta! ( è la mia mela preferita…te l’avevo già detto?)

Maura85: Noooo…Gressonay non è in Fronscia? Ma cosa disci, disgraziat? Adesso vorrai anche dir che la Sardegn non è una provinscia della Corsic? E che le Trenten alto Adije non fa part dell’Allemagne? Questi italiens…queste loro manie di grandess, che volgaritè (Fiorello docet). Allora, mia cara, mi hai fatto venire un’idea: corso collettivo di danza del ventre, con o senza i sette veli a scelta (io chiederò i dodici lenzuoloni, che forse è meglio). Quindi, non ti sei spupazzata nessun valdostano, eh? Peccato: quei montanaroni ben ossigenati, ehm…comunque, se vuoi tornarci da sola e lasciarmi in affido il tuo ragazzo per un paio di giorni, credo che troveremo qualcosa per passare il tempo….ho il Risiko, la Play…qualche aggeggino sadomaso…e altre cose. Chiedigli se a lui va bene: se sì, bon voyage!! Bisou

Yeran: Guarda, il titolo di miss Perfidia te lo lascio (non mi calza, lo devo ammettere molto a malincuore). Trovane un altro, dai!! Le mie amiche hanno proposto miss Faina, che mi sembra più calzante: più che perfida, sono subdola (una volta all’anno, quando mi mordono le caviglie, allora mordo anche io, ma faccio piano…). Davvero hai cominciato a leggere The Runners?!? WOWOWOWOW!!! E come ti sembra? Lo so, i primi capitoli sono un po’ ostici perché si deve entrare nel meccanismo della storia, ma dopo c’è sempre il mio modo di scrivere e dei personaggi a cui sono così affezionata che ho già previsto un sequel. Ah, il mio Garrie-O…Passiamo a noi, o mia adorabile miss Perfidia: Balthus ringrazia sentitamente anche perché qui tutti attentano alla sua vita e adesso chissà dove è finito, magari in Siberia, porello…che ne dici di fondare un ente per la protezione dei Draghi? Ah…c’è già? Marò, non puoi pensare ad una stronzata senza che l’abbia già fatta qualcun altro. Potrebbe essere consolante, invece per me è solo deprimente! Per gli elfi domestici, mi sono ovviamente presa qualche libertà letteraria, qualche "licenza poetica". E poi, gli elfi di Durmstrang sono molto diversi da quelli di Hogwarts: sono infidi, incazzosi ed è stato concesso loro di usare gli schiantesimi per liberarsi dei numerosi ratti che infestano i sotterranei della scuola. Va bene come spiegazione…? Per i brani di miei commenti, don’t worry, faccio così anche io ed è capitato anche a me di lasciare dei brandelli…forse perché la mia mente è a brandelli, oramai. Baci e bisi, mia adorata!! P.S.: Sasha con la RyanAir…come ti salta in mente??!? Non fa scali in Bulgaria, informati.

Minako-chan: Eh, che vuoi farci…siamo alla fine, Sasha chissà dov’è, Costanza è più di là che di qua, Karkaroff sarebbe meglio se non ci fosse…ma, per fortuna, siamo qui anche noi, no? Ancora un paio di capitoli e la storia finisce. Sob! Come farò a vivere senza di voi?!?!

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Capitolo 41
*** Capitolo 40 : La resa dei conti Parte 1 ***


Capitolo 40 : La resa dei conti - Parte 1

 

Costanza si sforzò di recuperare il suo sangue freddo mentre Karkaroff sembrava guadagnare sicurezza ad ogni secondo.

"Dovrei andare ad Azkaban senza nemmeno subire un processo?" domandò la giovane, inarcando un sopracciglio "Peccato. Scommetto che sarebbe stato interessante sentire quello che ho da dire su di lei e su quello che ho visto al quinto piano. Ma sono certa che non permetterebbe mai che succedesse questo, vero?"

Un fremito di rabbia fece allargare pericolosamente le narici di Karkaroff, che recuperò subito il suo autocontrollo.

"Infatti, non ci sarà nessun processo" affermò con un ringhio "Il signor Malatesta e la signora Valenskij mi hanno letteralmente supplicato di non rendere pubbliche le vostre gesta. Suo padre era così preoccupato…mi ha letteralmente scongiurato di non spedirla ad Azkaban come meriterebbe. Ed io…sono così di buon cuore, si sa. Gli ho spiegato che spesso gli studenti soffrono di turbe psichiche, durante gli esami per il diploma: sono sotto pressione e spesso arrivano a fare pazzie. Abbiamo quindi concordato che non sarebbe salutare, per la società e per lei stessa, rinchiuderla in un istituto di pena pubblico. Domattina verrà quindi trasferita presso una struttura in Siberia, controllata da Dissennatori…non esattamente un istituto di reclusione, ma nemmeno il paese dei Balocchi, mi spiego?"

Si lasciò scappare un risolino vittorioso quando il viso di Costanza sbiancò.

" Non si preoccupi, Malatesta, si troverà perfettamente a suo agio, laggiù. Suo padre ha capito che lei ha bisogno di aiuto e mi ha affidato il compito di sincerarmi sul suo stato di salute psichica. Quindi, verrò spesso a farle visita e quando riterrò che lei avrà recuperato il suo equilibrio mentale, sarà prontamente riportata a casa."

Ogni parola detta da Karkaroff scavò un cratere nella fragile corazza di Costanza: pian piano sentì una diaccia e fredda sensazione di panico ed orrore invaderle il petto e si aggrappò ferocemente al suo unico pensiero felice come un naufrago si aggrappa alla sua zattera.

"Preside" disse con voce morbida "Lei potrà anche sbattermi nel dimenticatoio per tutta la vita e convincere tutti che io sono impazzita e che le mie sono tutte farneticazioni. Ma non ero sola: Valenskij è riuscito a scappare ed ha Balthus con sé."

Con somma sorpresa di Costanza, Karkaroff rovesciò la testa all’indietro e rise: una risata cattiva ed esultante che rimbombò nell’ufficio cupa e violenta, colpendo la giovane come un pugno in faccia.

"Già, Valenskij! Come dimenticare quel baldo, coraggioso giovane disperso sopra il Bosco delle Querce Oscillanti a cavallo di un pericoloso drago?"

Improvvisamente Karkaroff si sporse verso Costanza che si trattenne a stento dall’indietreggiare.

"Che disgrazia, che dolorosa perdita…La signora Valenskij era letteralmente distrutta." Buttò lì falsamente dispiaciuto.

Costanza ci mise qualche secondo a riprendere l’uso delle sue funzioni neurali.

"Non gli credere" le diceva una accorata vocina interna "Lo dice solo per ferirti…per farti crollare…Sasha e Balthus sono fuggiti, sono al sicuro!"

Il sospetto, però, era entrato nel suo cuore, freddo e duro come una lama d’acciaio: non poté fare a meno di stringere i pugni, furiosamente, e Karkaroff se ne accorse con un sorrisetto vittorioso.

"Lei è uno sporco bugiardo, Karkaroff!" Sputò fuori Costanza, incapace di trattenersi.

"Temo che non rivedrà mai più il suo delizioso fratellastro. E nemmeno quell’inutile sgorbio verde, a ben pensarci."

"Non è vero!" scattò Costanza con le unghie dolorosamente ficcate nei palmi delle mani "Sasha non è morto! E’ fuggito e troverà qualcuno disposto ad ascoltarlo! Qualcuno che sa bene che razza di viscido, pauroso vigliacco sia il preside Karkaroff!"

"Attenta a come parli, ragazzina!" sibilò Karkaroff, evidentemente furioso, ma la paura, la stanchezza e la speranza in Costanza si erano mischiate formando un esplosivo mix di emozioni che le rotolò fuori dalla bocca sottoforma di veleno e sferzanti parole.

"Il grande Karkaroff!" gridò quasi la giovane, grondante disprezzo "Così subdolo da passare al Lato Oscuro per convenienza ma così vigliacco da tradirlo al momento giusto! Così viscido da corrompere il governo bulgaro e così stupido da farsi fregare da due ragazzini qualunque!"

"Come osi!" tuonò Karkaroff balzando in piedi, fremente "Tu, maledettissima spocchiosa ficcanaso! Ti sbatterò fuori dal mondo a marcire tra i Dissennatori finché non mi supplicherai di poter tornare…"

"Io supplicare? Come ha supplicato lei quando tradiva i suoi compagni Mangiamorte? Come supplicherà quando verrà smascherato e risbattuto ad Azkaban per la sua folle idea di trasformare Durmstrang in un covo di maghi Oscuri…?"

"Tu…non sai…niente…di ME!" strillò Karkaroff incombendo minaccioso su di lei, ma Costanza vedeva un’altra cosa nei suoi occhi che roteavano impazziti: vedeva la paura galoppare sotto la superficie, la paura folle di un coniglio braccato. Una ferma consapevolezza allagò la mente confusa di Costanza: quell’essere viscido e vigliacco non avrebbe mai ammesso la verità, quindi la verità bisognava prendersela da soli. Senza pensarci due volte, fece scivolare la bacchetta di Nadja dalla manica e la puntò contro Karkaroff che ancora le abbaiava contro.

"Legilimens!" ordinò e, con tutta la potenza di cui era capace, entrò nella mente di Karkaroff.

* * *

Il preside era un ottimo Occlumante, il migliore del mondo, forse, ma era impreparato a subire il Legilimens di Costanza perché era certo che lei fosse disarmata. L’incantesimo penetrò nella sua mente come una lama nel burro fuso; le percezioni di Costanza corsero tra i corridoi bui e polverosi dei pensieri di Karkaroff accorgendosi vagamente di quanto tutto fosse cupo e angosciante. Non si soffermò a cercare sogni o desideri o ricordi, ma si precipitò verso il buio con un’unica impellente richiesta: Sasha Valenskij, Sasha Valenskij, Sasha Valenskij…Spalancò invisibili porte chiuse facendole sbattere con forza, liberando dolorosi ricordi, paure, meschinità, mentre Karkaroff se ne usciva in un urlo disperato e offeso, ancora incapace di reagire. Spettri di gente tradita, di alleati precari, di nemici incombenti sfilò ai lati della consapevolezza di Costanza, accompagnati da considerazioni rapide e improvvise. Come meteore, le passarono di fianco le facce del tizio biondo che era apparso nel pensatoio di Karkaroff ("Quel Malfoy sarebbe capace di vendere sua madre al diavolo pur di essere il braccio destro di Voldemort!"), della professoressa Bilenska ("Sarà anche brava, ma ha la faccia di un cavallo, fatta e finita") e la sua stessa faccia, orribilmente deformata dall’odio ("Quella maledetta mezzosangue italiana…quanto le torcerei quel collo aristocratico, se potessi!"). Poi, in mezzo a tutta quella rivoltante spazzatura, Costanza inciampò sul un pensiero rabbioso, frustrato e spaventato:

"Quel maledetto ragazzino senza cervello è riuscito a scapparmi!! Come diavolo ha fatto ad uscire dal Bosco delle Querce Oscillanti? A cavallo di un DRAGO? Impossibile. Impossibile! Lo ucciderò con le mie stesse mani!".

Insieme al pensiero c’era un groviglio di sensazioni confuse che a Costanza sembrarono i miasmi di una palude putrida: risentimento, rimorso, invidia…ma soprattutto, la paura rossa e cristallina di veder distrutto tutto il suo duro lavoro a causa di quel ragazzo sul drago. Mentre Costanza era ancora persa in contemplazione dei pensieri di Karkakroff, in bilico tra l’esultanza e lo schifo, lui si liberò con un ruggito della sua immobilità e chiuse la mente con un secco schiaffo mentale. Mentre Costanza barcollava dal contraccolpo, Karkaroff le puntò contro la bacchetta, furioso come non lo era mai stato in vita sua.

"Stupeficium!" urlò con foga e Costanza su investita in pieno petto e scaraventata contro la parete. La giovane cadde a terra trascinando con sé libri e oggetti che trovò sulla sua rovinosa scia, intontita dal dolore ma ancora esultante.

"Tu!" strillò Karkaroff incombendo minaccioso su di lei "Tu!"

Sembrava così sconvolto da non trovare altro da dire. Costanza alzò su di lui uno sguardo vacuo tentando di mettere a fuoco la vista che era diventata nebulosa e ballerina. Una impellente sensazione di urgenza le gridava nella testa di non mollare, di battere il ferro finché era caldo, di approfittare del momento di confusione di Karkaroff per fuggire…perché ormai non c’era altra strada che quella, per lei. Rendersene conto fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso. Costanza inspirò a fondo e fronteggiò con lo sguardo gli occhi di brace di Karkaroff, mentre con mani febbrili si tastava la manica sgualcita della divisa in cerca dello specchio magico di Nadja.

"Sasha è vivo!" urlò con quanto fiato aveva in gola "Tutto il tuo potere, tutta la tua preparazione non sono riusciti a fermarli!"

"Taci , maledetta!" minacciò Karkaroff, puntandole contro la bacchetta.

Costanza trovò lo specchietto e con esultanza lo strinse tra le dita cercando di distrarre Karkaroff dalle sue azioni.

"Non sei stato nemmeno capace di nascondere la verità a me, come pensi di nasconderla al mondo intero? Sei solo un piccolo, ignobile omuncolo pasticcione!"

"Crucio!" urlò Karkaroff, ma Costanza non aspettava altro: sibilò "Scudo!" scartando di lato in modo che la maledizione rimbalzasse contro al preside stesso. Poi, mentre lui veniva sbalzato lontano dal potente fiotto rosso dell’incantesimo, rotolò di lato e, incespicando. Aprì lo specchio con mani tremanti ma questi le sfuggì di mano e cadde a terra, infrangendosi in mille pezzi. Con un grido disperato, la ragazza si guardò intorno e si avventò contro la porta per scappare.

"FERMATI!" ordinò Karkaroff ma Costanza, ovviamente, non lo ascoltò: filò via come il vento, quasi ruzzolando giù dalla scala a chiocciola. Si slogò una caviglia ma proseguì imperterrita, gemendo di dolore, mentre un rumore terribile di passi incombenti risuonava alle sue spalle, accompagnati da grida di furibonda rabbia. Singhiozzando, la giovane arrivò nell’atrio buio e silenzioso: la porta d’ingresso sembrava lontano anni luce, i passi alle sue spalle sempre più vicini e minacciosi…e anche se fosse riuscita a raggiungere la porta, dove sarebbe andata? Nessuno studente poteva aprirla dall’interno, a quell’ora di notte: tuttavia Costanza continuò ad arrancare claudicando e gemendo, indomita fino in fondo, sperando l’insperabile, assurdamente certa che qualcosa sarebbe successo…

Karkaroff balzò fuori dal buio alle sue spalle, feroce e trionfante.

"MALATESTA!" ruggì vittorioso.

Costanza raggiunse il portone di ingresso e si appese all’enorme chiavistello, armeggiando confusamente per aprirlo.

"DOVE CREDI DI SCAPPARE? MALATESTA!"

Costanza sentiva la voce di Karkaroff vicinissima e contemporaneamente lontana anni luce; un solo pensiero vorticava nella sua testa, inutile e selvaggiamente impellente. Chiavistello. Chiavistello! Alle sue spalle, Karkaroff puntò la bacchetta contro di lei, la mano ferma e immobile come quella di un boia.

"MALATESTA! ORA…"

"Fermo!" strillò una voce, seguita dal frastuono di cento passi in corsa affannosa.

Costanza si arrischiò a guardarsi le spalle: dalla scala di Torre dei Lupi un nutrito gruppo di studenti stava scendendo a rotta di collo, tutti con la bacchetta spianata e la faccia terrea di chi non sa bene cosa stia succedendo. In prima fila, con addosso una assurda veste da camera tutta trine e merletti, stava la baronessa Nadja Iliovich, il bel viso appuntito arricciato in una smorfia di ira furibonda. Di fianco a lei, Detlef e Dimitri si guardavano intorno spaesati, cercando di raccapezzarsi del motivo per cui erano lì con le bacchette puntate contro il loro eminentissimo preside.

"Che sta succedendo?" strepitò Karkaroff, ancora troppo arrabbiato per rendersi conto della gravità della situazione.

"Expelliamus!" gridò di rimando Nadja e la bacchetta di Karkaroff volò via nei bui meandri del corridoio alle sue spalle, lasciandolo disarmato e, finalmente, vagamente attonito. Una leggera "Oooohh!" di scandalizzata sorpresa frusciò in mezzo agli studenti alle spalle di Nadja senza tuttavia convincerli ad abbassare le loro bacchette. Costanza, tra un alito e l’altro, si rese finalmente conto di non essere più sola ed un peso più enorme di un macigno le liberò il petto, permettendole finalmente di respirare. Le gambe tremanti non la ressero più e, dolcemente, scivolò a terra.

"Voi…?" iniziò a dire Karkaroff, con voce oltraggiata, ma Nadja si erse in tutta la sua regale furia e gli puntò di nuovo contro la bacchetta.

"Zitto!" comandò e fu così convincente che non solo Karkaroff, ma tutti i giovani alle sue spalle ammutolirono di colpo.

Dopodiché Nadja, in un incredibile fruscio di pizzi e seta, corse giù dalla scala e si inginocchiò di fianco a Costanza, abbracciandola con forza.

"Che paura che mi hai fatto prendere!" sospirò con voce rotta mentre Costanza si aggrappava a lei "Quando hai aperto lo specchio e poi questo si è rotto ho pensato che…"

Senza finire la frase la strinse più forte, bloccandole quasi la respirazione.

"Credevo di non avere fatto in tempo" gracchiò Costanza trattenendo furiosamente lacrime di sollievo "Ormai mi vedevo già addosso un’Avada Kedavra!"

"Sciocchezze" decise Nadja scostandola da sé e tirando su platealmente col naso "Non avrei mai permesso che ti facessero del male!"

Karkaroff, che era rimasto immobilizzato dalla sorpresa, si decise finalmente a recuperare l’uso della favella.

"Che diavolo credete di fare?" ruggì con tanta forza che gli studenti sulle scale rabbrividirono indietreggiando "Tornate subito nei vostri dormitori, immediatamente! Iliovich, si allontani subito da Malatesta! E’ accusata di tentato omicidio ed è sotto la mia custodia: non permetterò che…"

"Chiudi il becco, maledetto puzzide!" strillò di rimando Nadja con profonda soddisfazione e la piccola folla di studenti la guardò con un unico sguardo orripilato.

Costanza si aggrappò al braccio di Nadja per impedirle di proseguire, ma l’amica si girò verso di lei e le strizzò l’occhio.

"Erano secoli che volevo dirglielo!" le confidò sottovoce prima di alzarsi in piedi, ergendosi a palese scudo della ragazza accasciata sul pavimento.

"Io conosco Costanza e sono sicura che non ha fatto niente di male!" disse alzando il mento.

Karkaroff sembrava deciso ad infuriarsi ancora, ma una sottile ombra di inquietudine si era insinuata nel suo sguardo sfuggente che roteava impazzito sui presenti. Drizzando le spalle in un ultimo guizzo di autorità, puntò il dito minaccioso verso le due ragazze contro il portone.

"Iliovich, per l’ultima volta, togliti dai piedi e lasciami fare il mio lavoro…o sarai immediatamente espulsa!"

"Nadja, vattene via!" sibilò Costanza cercando di alzasi in piedi, ma la mano di Nadja che la sorreggeva era salda e decisa.

"No" disse molto determinata "Se vuole Costanza, dovrà prendere anche me!"

L’attonito silenzio che seguì le sue parole fu interrotto dallo scalpiccio confuso dei passi di Detlef e Dimitri che, come due automi azionati da un burattinaio invisibile, si erano precipitati al fianco della loro compagna. Le loro facce erano ancora più stupefatte e inespressive del solito, ma il sorriso radioso che Nadja dedicò loro fu sufficiente a riportarli miracolosamente in vita.

"Anche io…ehm…anche noi!" disse Detlef con voce incerta, senza trovare però il coraggio di guardare Karkaroff negli occhi.

"Razza di babbei decerebrati…cosa pensate di fare?" borbottò Karkaroff, talmente sopraffatto dalla sorpresa da non riuscire comunque a muoversi. Sigrid, Paulina ed Olga si staccarono dal gruppetto compatto sulle scale e si affiancarono a Detlef e Dimitri.

"Anche noi" disse con estrema calma la prima, attirandosi lo sguardo furibondo di Karkaroff che però non riuscì a profferire verbo. Uno ad uno, silenziosamente, i ragazzi del settimo anno di Torre dei Lupi si raggrupparono intorno a Costanza che ormai aveva la vista annebbiata dalla commozione. Il suo cuore volava alto verso quei ragazzi coraggiosi che stavano mettendo a rischio la loro stessa vita per lei: sollevò il viso verso Detlef e gli sorrise, un sorriso così grato e sincero che il giovane sbatté le ciglia abbagliato prima di ricambiarlo timidamente. Ora, una schiera compatta di persone si frapponeva tra Karkaroff e Costanza e il preside capì improvvisamente di aver perso la battaglia: il suo sguardo passava da un viso all’altro, incontrando non solo paura, ma anche troppa determinazione. La sa faccia si contorse in una smorfia di puro disgusto.

"Siete….tutti…espulsi da Durmstrang!" gridò con una voce terribile "Siete…"

Esattamente in quel momento, la porta d’ingresso si aprì.

* * *

Sia Karkaroff che Costanza che gli studenti del settimo anno rimasero cristallizzati sul posto dalla sorpresa: nessuno si aspettava che il portone di ingresso si spalancasse cigolando furiosamente proprio in quel momento. Costanza trattenne il fiato allarmata mentre il buio fuori dalla porta veniva spezzato da una luce accecante che la costrinse a strizzare gli occhi, così come il gruppo di studenti in pigiama che si girò come un fronte unico contro la luce. Karkaroff nemmeno si mosse: con la bocca atteggiata ad una perfetta "O" di sorpresa, guardò la luce avvicinarsi e superare la soglia con estrema calma. Alla luce fioca delle candele nell’atrio, apparve una figura che reggeva in mano una bacchetta magica da cui si sprigionava la potente luce.

"Nox" fece il nuovo arrivato e la luce si spense.

Alla debole luce delle candele, apparve finalmente con chiarezza una figura alta e arrogante dal capo altezzosamente alzato, così familiare che tutti i presenti provarono un tuffo al cuore, riconoscendo il proprietario di un tale elegante portamento. Sasha Valenskij, vestito con un impeccabile abito nero ed il mantello negligentemente poggiato sulle spalle, girò con arrogante lentezza lo sguardo sui presenti, rimasti congelati nella più totale sorpresa.

"Che folla" commentò con voce divertita il giovane mentre il viso gli si illuminava in un sorriso "Devo dedurre che mi stavate aspettando?"

* * *

Gli studenti, in blocco, se ne uscirono con una specie di ruggito festoso mentre sciamavano attorno al loro compagno. Sasha sorrideva ed abbracciava tutti con uguale esultanza, ma i suoi occhi frugavano in mezzo alla gente alla ricerca di qualcosa. Lo trovarono, accasciato a terra, incastonato negli occhi più neri e stupefatti che si fossero mai visti. Con due decise spallate, Sasha si liberò degli amici e si piantò davanti a Costanza.

"Hei, miss Spocchia." mormorò con un sorriso così radioso e scintillante che sembrò illuminare la stanza buia e cupa.

Costanza sentì riempirsi di luce ogni singola cellula del suo povero corpo dolorante. Il viso le si illuminò come se un centinaio di fuochi d’artificio le stessero scoppiando sottopelle, ed in effetti un tumulto pirotecnico era esattamente quello che stava provando. Si alzò in piedi, ridendo e piangendo contemporaneamente, e claudicò fino a Sasha, atterrando fra le sue braccia con un sospiro sfinito. Sasha l’abbraccio e Costanza affondò il viso sul suo petto, aspirando il suo odore così conosciuto e struggente da spezzare il cuore, scaldandosi al fuoco della gioia più pura che traboccava da ogni poro della sua pelle. Poi, alzandole in mento con un dito, Sasha la baciò e tutto intorno a loro sparì letteralmente, facendo posto a loro due soli ed alla potenza di quello che si stavano trasmettendo, così ovvio e scintillante che tutti, nella sala, ne vennero abbagliati.

"Che cosa meravigliosa!" sfiatò Nadja portandosi le mani al cuore con un sorriso così ampio che poteva circumnavigarle il viso.

"Valenskij e Malatesta?" borbottò Dimitri, stordito come se avesse preso una botta in testa "Cosa…cosa stanno facendo?"

"A te che cosa sembra?" berciò Detlef, parimenti stordito "Di certo non stanno firmando una dichiarazione di guerra."

"Valenskij e miss Spocchia" continuò Dimitri, ignorandolo "Con questa le ho proprio viste tutte."

Sasha e Costanza smisero di baciarsi ma rimasero abbracciati così strettamene e con tanta intensità che tutti distolsero gli occhi, vergognandosi di condividere un momento che sembrava troppo intimo ed esclusivo.

"Sasha…" singhiozzava Costanza con voce debolissima "Sapessi quanta paura che ho avuto…"

"Ti avevo detto che sarei tornato" mormorò Sasha con la bocca contro i suoi capelli "Hai dubitato di me, per caso?"

"Nemmeno per un secondo" rispose Costanza, sinceramente "Dov’è Balthus?"

"Al sicuro ad Hogwarts" sussurrò Sasha sottovoce "Uno studente di lì si sta prendendo cura di lui, insieme al guardacaccia più bizzarro che io abbia mai visto. Tutti e due si sono letteralmente innamorati di lui e Balthus, per il momento, non li ha ancora affumicati. Buon segno, devono essergli simpatici."

"Ma tu…come hai fatto a…dove hai dovuto…"

Costanza si interruppe, nel mezzo di un singhiozzo.

"Ancora la tua solita mania di non finire le frasi, eh?" sorrise Sasha cullandola dolcemente "Meno male. Adoro le dislessiche."

"Hem hem" tossicchiò una voce divertita alle spalle di Sasha e Costanza atterrò di nuovo sul pianeta Terra, spalancando gli occhi.

"Accidenti, quasi dimenticavo le buone maniere!" esclamò allegramente Sasha indicando la porta "Ho portato un ospite con me. La prego, preside, entri pure. Non faccia caso al caos…qui a Durmstrang abbiamo metodi davvero inusuali per accogliere gli ospiti inattesi."

Al di là delle spalle di Sasha, sorpassando educatamente la soglia della stanza, apparve l’alta figura di un anziano mago dai lunghi capelli e dalla formidabile barba bianca. Questi si guardò intorno con interesse con due curiosi e profondi occhi azzurri, velati da un paio di occhialini a mezzaluna in bilico sul lungo naso aguzzo.

"Merlino!" sfiatò Karkaroff senza nemmeno muovere le labbra.

Un leggero e serafico sorriso stese le labbra dell’ospite a cui scintillarono gli occhi.

"Lusingatissimo, ma no, Igor, non sono Merlino. Ci sto lavorando seriamente, però" rispose con voce morbida.

Nessuno dei presenti capì dal suo tono affabile di voce se si era reso conto della drammatica situazione in cui era incappato: tutti gli sguardi erano puntati su di lui, al quale e se sembrò strano trovare un gruppo di studenti in pigiama con le bacchette puntate contro il loro preside nel bel mezzo della notte insieme ad una ragazza lacera e malmessa avvinghiata al suo salvatore, non lo diede di certo a vedere. Nessuno degli studenti aveva mai visto prima quella persona, ma Karkaroff ovviamente sì: quando l’aveva riconosciuto, il suo viso si era sbiancato di colpo e gli occhi gli erano quasi balzati fuori dalla testa.

"Preside Silente" esordì Sasha con un curioso sorriso trionfante sulla faccia "Benvenuto a Durmstrang!"

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Il prossimo è l’ultimo capitolo (più epilogo). Li posterò insieme perché non sopporto l’idea di tenervi sulle spine ancora una volta. Immagino che questo sia allora l’ultima tornata di commenti persona per persona. Sappiate, gente, che vi adoro tutti, dal primo all’ultimo!

 

 

 

Delfinocurioso: Ma che brava!! Io un trenta e lode non l’ho mai visto nemmeno col binocolo…e infatti, sono qui a lavorare invece che cazzeggiare all’università (ok! Era una provocazione voluta, non t’incazzà…). Spero che questa storia sia stata davvero di tuo gradimento: sappi che tu lo sei stata per me, davvero! Un bacione fortissimo e un "a presto". Non so dove, ma da qualche parte di sicure, vero?

Mewsana: Ohm! stavolta credevo di non farcela…per fortuna che mi hai dato l’indizio su Tim Burton (Johnny, mio amore, sei sempre la mia musa…o dovrei dire il mio muso, in questo caso?!?!). Secondo me potrebbe essere "Nightmare Before Christmas"… è lui?! Spero di averci beccato. Passando a faccende più serie, è ovvio che la scollatura deve risiedere sotto ad un maglione di pile creato appositamente per le olimpiadi invernali: quando il bello di turno passa vicino a te a scuola (quando la temperatura non è a livello pinguino) te ne esci con un elegante "Che caldo!" e ZAC! Scollatura proprio sotto il naso. Tempo di tramortire il giovane ignaro e "Accidenti, forse fa troppo freddo senza felpa!" e ZAC! Te ne torni col pile addosso e lui rimarrà a pensare per tutto il tempo se quella che ha visto è stata una visione mistica o se è successo davvero. Che ne pensi? Amore mio, bellissima cultrice cinematografica, purtroppo questo è il mio ultimo commento "ad personam", quindi non ti travierò con impossibili quiz cinematografici, perché non potrei più rispondere, se non in un’altra vita (pfiu, che melodramma….in un'altra ff, magari!). Ti mando un vagone di baci, mia diletta, e spero vivamente di risentirci presto prestissimo!!!!! Ciao, must woman!

Shaka: Amore mio, non fare così!! Mi fate venire voglia di continuare questa storia all’infinito, ma sappiamo tutti che non avrebbe senso…io DEVO finire, sennò rischio di assuefarmi alle vostre recensioni, e ciò sarebbe troppo dannoso per la mia già cagionevole (per non dire inesistente) salute mentale. Comunque, per rispondere alle tue domande: sì, il prossimo è l’ultimo capitolo, più epilogo. Dopo mi dedicherò alla mia ff intitolata "The Runners" di cui sto preparando un sequel. Crisi d’astinenza? Ammoooore! Droghiamoci in compagnia, così forse stiamomeglio…Grazie infinite per i complimenti, è solo merito vostro se siamo arrivati fin qui. Un bacione forte, e anche un po’ umido, SMACK!!

Bea_chan: Bè, non è che Durmstrang sia proprio distrutta…un po’ bruciacchiata, quello sì, però Karkaroff tende ad ingigantire sempe le cose, quel puzzide! Detto, fatto! Detlef è in viaggio (non mi sorprenderei di trovarlo anche già a letto vestito da Teddy Bear…). Oddio, Detlef e Beatrice non suona male! Tranquilla per l’alloro: Detlef sa che si usa solo negli arrosti e nella cacciagione. Preferisce un cappello da baseball (è convinto che i babbani lo usino per pensare meglio, figurati….). Vuoi vedere la parola fine? Tra poco, mia cara. Ma che tristessa infinita… Un alutone grosso come Balthus non te lo leva nessuno. Ciao!!

Lilyblack: Ma grazie, mio piccolo tesoro, mia grappettina alla ruta…sono così felice di averti deliziato con questa storia!! Come ti avevo già preannunciato, finito La prova del Drago avrò a che fare con The Runners e poi con The Rnners part 2 (sto già scrivendolo, quando ho ritagli di tempo). Mi sa che dovrò soffrire ancora molto prima di ritenermi libera…Ma tu, mi ami lo stesso, vero? Basi anche a te, splendore!!

Syberia Malfoy: Ma certo che mi sei mancata!! Ho pensato tutta invidiosa che te la stessi spassando con la tua triade…fortuna che erano libri, invece! Charlie verrà menzionato nell’epilogo…chissà, se un giorno…ok, basta!! Ti mando un caravan di baci, a te ed a tutti i tuoi ottimi compagni d’arme…Bye!!

Maharet: No, niente Azkaban. Era solo una puerile minaccia del puzzide. Hai visto che ci hai quasi beccato con l rivolta degli studenti? Quando ho letto la tua recensione, mi sono detta: Tiens! Io e questa fanciulla ragioniamo con un unico neurone, nevvero? Spero che ti sia piaciuto il capitolo. A presto, cherie!

Romina: Mia diletta, mia musa…che altro aspettasi da te se nonla perla di saggezza più vera di tutta la storia? Più sono grossi e più fanno rumore quando cadono…che concretezza, che poesia. Che scomoda verità! Divina, io ti adoro sempre di più, lo sai? La "tranvata" per Karkaroff è arrivata…prossimo capitolo, vedrai! Intanto, mi preparo per il balzo sulle DDW e ti mando un milione di baci baciosissimi!! Sempre tua, Elfie

Ruka88: Perché finisco i capitoli su una nota d’attesa? Perché sono

  1. stronza
  2. mi piace creare suspance
  3. stronza di nuovo

Capito, adesso? Manca ancora un capitolino e poi è tutto finito…che tristessa!! Ma mi vorrai bene lo stesso, vero?!?!

Helen Lance: Per rispondere ai tuoi punti …1- Silente DEVE arrivare in tempo (e c’è arrivato, visto?!?) 2- Costanza non finirà ad Azkaban..( nemmeno morta, fidati!). Contenta, mi corazon?!?

Minako-chan : Ho finito di scrivere l’Epilogo….bene, il puzzide è vostro. Fatene quello che volete, non mi serve più (grazie a Dio!!!!). Ebbene sì, manca l’ultimo capitolo e l’epilogo. Sono molto triste….SOB!!

Rik Bisini: Per prima cosa, comunicazione di servizio. Io non riesco ad inviarti mail all’indirizzo che mi hai scritto: mi ritorna l’errore che l’account non esiste, sia rispondendo alla tua mail che creandone una nuova. Peccato! Ti avevo scritto un papiro…grunt, perso!! Torniamo a noi: spero che la fine, come l’ho scritta io, non deluda nessuno. Non ho mai pensato seriamente a niente di diverso per Sasha e Costanza.Spero che non me ne voglia nessuno… Ah, quindi per scrivere la tua storia hai bisogno di sapere che fine fa questo medaglione nel settimo libro? Non credo che ti convenga aspettare così tanto! Inventa tu qualcosa, e vai avanti!! Il pullmann è partito da Durmstrang con Nadja in prima fila che canticchia, esibendo uno sguardo da gatta che fa fare le fusa anche hai cani…Ma che gli hai fatto a quella povera ragazza? Non l’ho mai vista così presa. Comunque, per la cronaca, i baci appassionati che hai indirizzato a Nadja me li sono tenuta io: a lei ho rifilato quelli "affettuosi", che le sono piaciuti lo stesso. Ricambio con baci di tipo emiliano (definizione a scelta). Smack!!

Green Apple: Voi usate OMG (oh, my God!)…ma io che sono italiana fino al midollo uso solitamente MS (Madonna Santa!), quindi sono scusata se non l’avevo capito subito, vero? Mia dolce e succosa Granny, benché Sasha si a un figo da urlo, la storia riguarda Costanza ed è lei che seguiremo fino alla fine. E poi, certe cose è bello lasciarle un po’ nebulose, così uno può ricamaci sopra quanto vuole…no? Un seguito della storia…non credo. Dipende dalla richiesta del pubblico!! Trilogia? Per l’amor del cielo, no!! Baci baci? Ok, quelli vanno bene…

Charlize_rei: ….Guarda, non so davvero che cosa dire…e per lasciare senza parole me, ce ne vuole! Non ho mai ricevuto una recensione così attenta, così ponderata e nello stesso tempo così meravigliosamente appagante. Sono commossa, sinceramente!, onorata e lusingata e se solo meritassi davvero un decimo dei tuoi complimenti sarei una donna felice! Nelle tue parole ho trovato esattamente quello che volevo esprimere, quello che il mio stesso pensiero non aveva saputo intrappolare in semplici parole. Sono ammirata da tanta sensibilità! Come hai descritto i miei personaggi, poi…un’analisi così chiara che nemmeno io mi ero soffermata a vagliare in tutte le sue angolature. Brava, bravissima a te, per la scelta dei termini, per la chiarezza d’espressione e per avermi reso fiera di me, cosa che non succede spesso, ultimamente. Più che dirti grazie dal profondo del mio cuore non saprei cosa fare, ma comunque non sarebbe abbastanza per ripagarti delle tue splendide parole. Grazie, grazie, grazie!!!

Diandraflu : Oh, a dire così mi metti un’ansia addosso…e se poi il finale fa schifo? Lo posso riscrivere? Mi date una seconda chance o verrò lapidata alla terza riga? Ti prego, sii clemente, io sono così piccola e nera, nessuno mi ama ed ho taaaanto bisogno del vostro appoggio morale! Va bene, non sono nera e il piccola è un termine sicuramente opinabile (almeno per la taglia di reggiseno), ma ho bisogno di comprensione in un momento così difficile della mia vita! Aiutatemi!!! (Ricoveratela, è meglio Nd Nadja).

Nisi Corvonero: Oh, mia dolce, mia carissima, mia flambatissima milanesina…che mi hai combinato? Stavo per accingermi a leggere la recensione più lunga della storia, quando mi è sparita da sotto il naso! Poi, ho capito tutto (anche se ho dovuto usare il mio neuroncino, e tu sai quanto voglia conservarlo per il mio incontro con Johnny Depp!). Capita, capita…Il mio gatto si chiama Sofia: aborro i nomi troppo lunghi, non sono abbastanza incisivi, secondo me! Però, Pandemonio mi piaceva ed era da un po’ che pensavo a dove poterlo infilare, così…voilà! Sindrome da distacco fanfiction? In pieno delirio. Sono lacerata da due opposte fazioni mentali: da una, non vedo l’ora che finisca per buttarmi sul progetto The Runners, che mi ha tanto appassionato, dall’altra lasciare i miei personaggi e le vostre recensioni mi riempie di sgomento e tristezza…dici che sia tutto nella norma? Ma poi, si guarisce?!? Nel frattempo che curo le mie ferite dell’animo, ho già smesso la dieta e sono calata di colpo di due etti: secondo me, era il peso della fatica di digiunare…ma quanto sono pigra!?! Ribadisco che la Germania e affini (Austria, Svizzera) non mi attirano particolarmente. Sono più attratta dai paesi caldi, dove la gente sarà più incazzosa, ma anche più vitale. Tortelli di zucca alla Elfie Vs Bretzel alla Nisi? Si può fare, anche se il giudice deve essere qualcuno dall’esterno, imparziale…nel frattempo che decidiamo, mandami Lele bello che io ti mando Bepy. Col tuo mi sa che ci viene un bell’arrosto, con le ossa del Bepy non so cosa ci potrai cavare fuori, però è tanto decorativo e simpatico…vedi tu. Ricambio il bacio con doppio avvitamento, ringrazio di nuovo Stefania e Angelo per non essere andati al cinema quella sera (i miei c’erano andati, com’è che io sono qui lo stesso…? I misteri dei cinema emiliani…), e ti mando tuti i miei più sinceri ringraziamenti per tutto. Bacioni!!

Yeran : Buondì a voi, o unica e sola miss Perfidia! Qui miss Faina che risponde con solerzia alla vostra chiamata, iniziando con il ringraziare sentitamente per l’attenzione dedicata a The Runners…spero davvero tanto che la storia ti piaccia! Poi: Sasha ha preferito glissare sui mezzi di trasporto babbani (RyanAir e affini). Per qualche assurdo motivo, non si fida dei nostri "ferrovecchi volanti", così li ha chiamati. Per tutta risposta, gli ho elencato le possibili disgrazie che possono succedere usando mezzi magici. Esempi: trovarsi spaccati a metà durante una smaterializzazione (con tutti gli organi interni ben in vista…); i problemi di destinazione della metropolvere, che se non pronunci bene le parole ti puoi ritrovare in Azerbaijan in men che non si dica; i rischi della scopa magica nemmeno glieli ho elencati…m lui niente! Bene, adesso so ccosa regalarti per il tuo compleanno: due begli specchietti magici per comunicare 24 ore su 24 con chi vuoi tu! Ma…davvero nessuno ti ha parlato del canone? Sono dieci dobloni al mese, fai un po’ tu…meglio le tariffe della Tim!! Ti bacio e ti abbraccio con foga, ringraziandoti per tutte le tue belle parole…sei un tesoro!!

Maura85 : Gesù…Sashino ai Caraibi ad arrostirsi al sole con una Pina colada in mano e l’olio di cocco nell’altra mentre noi qui lo vediamo immerso nella tragedia più nera…mi ha fatto letteralmente scompisciare dalle risate!! Che sagoma che sei! Ma certo che puoi affidarmi il tuo ragazzi, gioia: ho comprato un completino di pelle nero tutto nuovo solo per lui!! Mandamelo via gufo, metropolvere, quello che vuoi, ho anche una passaporta speciale per i bei giovinotti che vengono a farmi visita…siamo sicuri che lui è d’accordo, eh? Non vorrei doverlo legare alla testiera del let….ehm….alla sedia! Simpatica la tua doppia personalità: la vedo affine a Balthus, non so perché! Come si chiama, di bello? Ok, finito di cazzeggiare, ti mando tanti tanti tanti baci, sei davvero adorabile! SMACK!

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Capitolo 42
*** Capitolo 41 : La resa dei conti Parte 2 ***


Capitolo 41 : La resa dei conti – Parte 2

Karkaroff serrò di scatto la bocca, immerso sempre di più nella più nell’orrore e nella paura. L’ospite fece qualche altro passo dentro la stanza con tranquilla indolenza mentre gli sguardi dei ragazzi lo seguivano silenziosi e immoti: oramai, dopo aver visto una loro compagna disarmare il preside e un’altra baciare pubblicamente il suo fratellastro, non li avrebbe scossi nemmeno assistere allo sbarco di una nave di alieni.

"Che meraviglioso comitato di accoglienza che mi hai preparato!" sospirò Silente con voce estremamente calma e divertita rivolto verso Karkaroff, come se questi gli avesse offerto un thè invece che guardarlo come se fosse la morte in persona "Immagino che ti sia arrivato il mio gufo che ci preannunciava: mi scuso fin d’ora per lo sfacciato anticipo, ma vedo che eravate già pronti ad accoglierci"

I penetranti occhi azzurri vagliarono attentamente le facce attonite degli studenti per fermarsi su quella di Costanza, sporca e sconvolta, ancora saldamente ancorata a Valenskij: gli occhi azzurri si animarono come se la riconoscessero.

"Albus Silente" mormorò a fior di labbra Costanza, incapace di credere ai propri occhi.

Il vecchio fece un piccolo inchino ossequioso mantenendo ben stabile il lungo cappello a punta.

"In persona" rispose risollevandosi e sorridendole amabilmente "Ho il piacere di parlare con la signorina Costanza Malatesta, meglio nota con l’irriverente appellativo di…miss Spocchia?"

Costanza ci mise qualche secondo ad elaborare le sue parole, ma il suo cuore arrivò prima del suo cervello: il suo cuore si riempì di qualcosa di immenso ed innominabile e mai come in quel momento amò selvaggiamente il mondo intero.

"Ovviamente" rispose con voce velata di commozione "Anche se preferisco il mio nome di battesimo, se devo essere sincera."

Silente annuì brevemente, ma si girò subito a guardare Karkaroff, ancora immobile come una statua di pietra ed altrettanto espressivo.

"Allora, Igor" esordì giovialmente Silente avvicinandosi a lui "Sono felice di vedere che sei ansioso quanto me di fare due chiacchiere. Ora però, dopo che hanno fatto così brillantemente il loro dovere, direi che puoi anche mandare a letto i tuoi studenti."

"Do…dovere?" balbettò Karkaroff, talmente nel pallone da non capire perché Silente gli parlava amabilmente invece di sbatterlo alla velocità della luce ad Azkaban. Silente inarcò le sopracciglia con leggera impazienza.

"Sì, Igor. Il comitato di accoglienza. Davvero impeccabile e oltremodo gradito, devo ammettere. Ma ora questi giovani possono ritirarsi e riposare, non trovi?"

Sia Karkaroff che i ragazzi si guardarono intorno smarriti. Silente sembrava aver capito perfettamente la situazione, ma, a quanto pareva, aveva deciso di glissare.

"A che gioco sta giocando?" ringhiò Costanza, di colpo sospettosa "Perché fa finta di non aver capito? Mi guardi! Le sembro pronta per un comitato di accoglienza?"

Mentre i ragazzi guardavano incuriositi, Sasha la strinse a sé, come se volesse avvertirla di chiudere il becco.

"Silente non conosce le abitudini di Durmstrang" disse molto dolcemente con uno sguardo serio "Siamo venuti qui per parlare col preside Karkaroff. Gli altri sono decisamente di troppo per poter sperare in una conversazione civile."

Costanza pressò le labbra in una smorfia ostinata ma aveva capito che Silente e Sasha avevano in mente qualcosa: decidendo misericordiosamente di dare retta al suo amato, per una volta nella vita, annuì seriamente, pur continuando a guardare Karkaroff con occhi lampeggianti. Il preside di Durmstrang si guardò intorno smarrito mentre Silente aspettava pazientemente che riprendesse l’uso delle sue funzioni cerebrali.

"Oh, ah…" singhiozzò infine con una parvenza di normalità "Certo…ragazzi, potete…andare…nei vostri dormitori."

Nessuno si mosse: tutti guardavano Sasha e Costanza come se aspettassero il loro nullaosta e ai due giovani scappò quasi un sorriso divertito.

"Benissimo" disse Costanza con voce ferma "Nadja, ragazzi…andate nei vostri dormitori."

Il blocco compatto di studenti iniziò a sfaldarsi: mentre gli altri se ne uscivano in un mezzo sospiro di sollievo, Nadja guardò sospettosa Silente.

"Sicura?" domandò all’indirizzo di Costanza che le sorrise, rassicurante.

"Ma certo. Andate, ora."

Dimitri si arrischiò ad avvicinarsi a Sasha e gli batté una mano sulla spalla.

"Fortuna che sei arrivato" gli bisbigliò all’orecchio "Stavo per farmela sotto davvero, stavolta!"

"E che ci sarebbe stato di nuovo?" ghignò perversamente Detlef, palesemente commosso "A proposito…che entrata d’effetto, capitano!"

Sasha gli scoccò un lungo sguardo altezzoso.

"Bel pigiama, Himmel." rispose candidamente e il giovane si allontanò, scoppiando a ridere.

Nadja scoccò un ultimo sguardo di fuoco a Karkaroff, uno sospettoso a Silente e uno radioso a Sasha.

"E’ bello rivederti in giro, Valenskij" mormorò mentre si avviava verso le scale "Oh, e tieni stretta miss Spocchia: da quando ti ha visto, non sa più nemmeno reggersi in piedi. Come darle torto, dopotutto?"

Quando tutti gli studenti furono spariti, Silente sorrise amabilmente a Karkaroff che sembrava sempre più agitato e verde dalla vergogna: non era mai stato così platealmente ignorato dai suoi studenti , anche se Silente fingeva amabilmente di non essersene accorto.

"Andiamo nel tuo ufficio?" chiese educatamente con un mezzo inchino.

Karkaroff sembrò annaspare cercando una via di fuga, ma la figura di Sasha davanti alla porta lo indusse a desistere immediatamente: rassegnato, scattò verso il suo ufficio, seguito a ruota da Silente e da una claudicante Costanza appesa al braccio sicuro di Sasha. Quando arrivarono nell’ufficio di Karkaroff, Silente finse di nuovo di non vedere la baraonda che vi regnava: con eleganza, agitò la bacchetta e le sedie rovesciate ritornarono prontamente nella loro posizione. Mentre lui si accomodava su una di esse, Sasha si sedette attirando ben stretta Costanza sulle sue ginocchia. Arrossendo furiosamente, Costanza scrollò la testa rimanendo con la schiena fieramente eretta nonostante la posizione non proprio regale. Karkaroff più che sedersi, sembrò sprofondare nella sua poltrona, muto e terrorizzato come un pesce preso all’amo.

"Allora, mia caro collega" esordì giovialmente Silente provocando un conato di vomito in Costanza "Spero che la mia visita non ti abbia importunato troppo."

"Oh…ah…certo che no." balbettò ancora Karkaroff senza guardarlo in faccia.

Con molta calma, Silente appoggiò i gomiti ai braccioli della sedia e giunse le dita delle mani in un gesto di concentrazione.

"Ti sarai sicuramente chiesto il motivo di tanta sollecitudine, non è vero?"

"Co…come? Oh…sì, certo."

"Pusillanime." ringhiò Costanza sottovoce: Sasha ridacchiò ma sia Karkaroff che Silente finsero di non averla sentita, anche se le orecchie del primo divennero color cremisi. Sasha appoggiò con molta calma una mano sul polso di Costanza, stringendolo brevemente e la ragazza capì al volo il messaggio: chiudi quella boccaccia e lascia fare a noi.

"E’ stata con enorme sorpresa che ho accolto il tuo ambasciatore studentesco, pochi giorni fa." proseguì Silente, salottiero. Karkaroff sembrava disperso nel nulla più assoluto.

"Am…ambasciatore?"

"Il signor Valenskij" specificò Silente indicando Sasha che esplose in un sorriso sfacciatamente serafico"E’ stata davvero una mossa degna del migliore dei presidi servirsi di uno studente in incognito per richiedere aiuto."

Il verso schifato di Costanza fu superato solo dal respiro angosciato di Karkaroff. Silente proseguì imperterrito.

"Il signor Valenksij mi ha raccontato ogni cosa."

Karkaroff quasi singhiozzò.

"Tu…non crederai alle parole di un ragazzino…."

"Ragazzino?" domandò Sasha, divertito.

"Naturalmente sì" rispose Silente con naturalezza "Ho creduto ad ogni sua parola."

"Oh…"

La faccia di Karkaroff divenne color cenere mentre Costanza sorrideva vittoriosa.

"Ovviamente, informare il Wizengamot della situazione è stata la mossa migliore da farsi, Igor. Sono molto ammirato dal coraggio delle tue azioni, te ne do atto."

Costanza e Karkaorff lo guardarono entrambi spaesati.

"Co..come?" sfiatò Karkaroff mentre Costanza si incupiva di colpo.

"Ma certo" tubò Silente con un sorriso "Nella tua posizione, che altro potevi fare? Un preside obbligato dal governo bulgaro ad allevare draghi nella sua scuola…Davvero un affronto alle nobili tradizioni di Durmstrang."

"Come ha detto?" fiatò Costanza, ma la mano di Sasha, forte e tenace sul suo polso, la costrinse a tacere.

"Buona, leonessa" le mormorò all’orecchio sottovoce, senza smettere di sorridere.

"Valenskij mi ha parlato dei draghi ed io sono corso subito a documentarmi sulle leggi in merito: ho scoperto che la Convenzione di Warlock proibisce l'allevamento dei draghi dal 1709, ma la Bulgaria non ha mai aderito a questo trattato internazionale."

"Da…davvero?" sfiatò Karkaroff: ovviamente sapeva perfettamente della Convenzione di Warlock, ma proprio non capiva dove volesse andare a parare Silente, se questi era amico o nemico. Francamente, nemmeno Costanza l’aveva ancora capito e si agitò sulle ginocchia di Sasha, impaziente e sospettosa.

"D’altra parte, è anche vero che dal 1750 è in vigore la clausola 73 del Codice Internazionale di Segretezza Magica che dichiara responsabile i Ministeri della Magia di ogni paese riguardo l'occultamento di creature magiche all'interno dei loro confini. Quindi Durmstrang non poteva far altro che accettare il volere del governo bulgaro…non è vero?"

"Ce…certo." annaspò Karkaroff, intravedendo da lontano un barlume di speranza per lui.

Costanza, ovviamente, non apprezzò la cosa: balzò in piedi con lo sguardo di fuoco rivolto a Silente.

"A che gioco sta giocando?" sibilò imbufalita "Cosa c’entrano leggi e trattati magici quando lui aveva intenzione di trasformare Durmstrang in un covo di Mangiamorte?"

Sasha alzò gli occhi al cielo, tra l’esasperato e il divertito.

"Una lingua forcuta della peggior specie e una diplomazia degna di un Troll. Che le avevo detto?" Sospirò rivolto a Silente, ma non sembrava contrariato: anzi, gli occhi gli brillavano più che mai.

Silente posò su Costanza uno sguardo molto franco e disarmante.

"Si sieda, signorina Malatesta." disse severamente.

Prima che lei aprisse bocca, Sasha le aveva afferrato il polso e l’aveva di nuovo attirata sulle sue ginocchia.

"Effettivamente, Igor, il signor Valenskij mi ha parlato di qualcosa del genere" sentenziò Silente con leggerezza "Mi ha parlato di un improbabile complotto per rendere Durmstrang un vessillo del Signore Oscuro…farneticazioni del genere. Mi ha anche detto che ci sono dei genitori inglesi, ex Mangiamorte, disposti a mandare qui i loro figli per educarli alle Arti Oscure."

"Che assurdità!" sfiatò Karkaorff, sbiancando completamente.

"E’ quello che ho pensato anche io" annuì candidamente Silente con un gran sorriso "Comunque, ho verificato i nominativi che Valenksij mi aveva dato: Malfoy, Parkinson , Goyle, Tiger…tutti studenti regolarmente iscritti al primo anno di scuola ad Hogwats a settembre!"

Karkaroff incassò il colpo senza battere ciglio, ma il suo colorito divenne verdastro.

"Ovviamente, ho catalogato questa storia della scuola dedita alle Arti oscure come una notizia falsa e tendenziosa e mi sono concentrato sul problema del governo bulgaro. Ho convocato il Wizengamot…" la faccia di Karkaroff divenne bluastra "…ed insieme abbiamo fatto pressioni affinché la Bulgaria approvASSE in tutto e per tutto le leggi internazionali riguardanti l’ambito scolastico."

Karkaroff deglutì penosamente: "E…?" mormorò incerto.

"E i rappresentanti del governo hanno firmato questa mattina" rispose Silente con semplicità "Ho il sospetto che ci sia stato qualche licenziamento ai vertici, qualche tafferuglio…ma niente di grave."

"E…questo cosa vuol dire?" mormorò Karkaroff, come se aspettasse una sentenza di morte.

"Vuol dire che, ufficialmente, da oggi Durmstrang è sottoposta alle leggi internazionali del Wizengamot! Ed è tutto merito del tuo provvidenziale interessamento, Igor! Non è fantastico tutto ciò?"

* * *

Costanza si arrischiò a guardare la faccia del preside Karkaroff: sembrava un budino spiaccicato sul pavimento. Tutte le sue ambizioni, tutti i suoi sogni malvagi demoliti con grazia da quel simpatico e posato vecchio mago. Un sorriso stanco le spuntò sul viso, sorriso che si rifletté subito negli occhi di Sasha.

"Ovviamente, visto che ora siete sottoposti al controllo del Wizengamot, non potrete più tenere qui i draghi" sentenziò Silente abbassando gli occhialini "Verranno trasferiti in Romania, come da accordi precedenti col governo bulgaro. Naturalmente, la tua scuola non verrà minimamente sanzionato per questa…irregolarità."

"Oh." belò Karkaroff. Era letteralmente senza parole.

"Felice, puzzide?" sibilò Costanza fra i denti, sghignazzando perversamente.

"Che Merlino vi fulmini" rispose Karkaroff con un filo di voce irosa "Voi due, il vostro stupido rettile e quella menagramo di madame Madescu!"

"Mettiamola così" sorrise Sasha perfidamente "La profezia di madame Madescu si è avverata in pieno, ma le mura di Durmstrang sono ancora intatte e lei è ancora preside."

"Le ragazze potranno di nuovo iscriversi liberamente a questa scuola" continuò Costanza "Ma lei potrà ancora sfogare su di loro la sua meschina misoginia."

"I programmi didattici verranno approvati dal Wizengamot" terminò Sasha, pacifico "Ma la lingua dei Troll è ancora tollerata come materia scolastica in ambito internazionale. Insomma, un colpo al cerchio e un colpo alla botte, dico bene?"

Karkaroff arrossì violentemente poi tornò pallido come un cencio: probabilmente stava metabolizzando al sua completa sconfitta, ma la cosa non sembrava del tutto indolore. Silente, che sembrava essersi momentaneamente distratto durante il loro scambio di battute, tornò a rivolgersi verso Karkaroff.

"Così, tutto sistemato, dico bene? Durmstrang è salva e finalmente alla pari con le altre scuole europee, i draghi saranno trasferiti in Romania, la minaccia di una scuola dedita alle Arti Oscure si è rivelata una montatura assurda…cos’altro ci rimane da discutere?"

Sembrò pensare seriamente a qualcosa, mentre Costanza sorrideva vittoriosa senza staccare gli occhi dal suo ex-preside.

"Oh, certo!" esclamò Silente all’improvviso "Ci rimane da discutere dell’espulsione di Malatesta e Valenskij!"

Mentre il sorriso di Costanza scemava lentamente, Karkaroff sembrò rendersi improvvisamente conto di avere ancora un asso nella manica: sorrise mostrando i denti, sollevando miracolosamente il naso dal mare della propria totale sconfitta.

"No, quella non si discute."

Costanza sbatté le ciglia davanti a quella risposta definitiva e sicura.

"Ovviamente" sentenziò Silente, vagamente scandalizzato anche solo all’idea "In fondo, i due giovani si sono macchiati di reati punibili con l’espulsione in qualsiasi scuola europea, quindi ritengo giusta e meritata la punizione da te scelta."

Il viso di Karkaorff si accese di rossa e vendicativa gioia, quello di Costanza impallidì di orrore. D’altra parte, la giovane non aveva mai veramente creduto in un suo ritorno a scuola.

Durmstrang, per lei, era chiusa per sempre.

Abbassò il capo, senza riuscire a guardare Sasha negli occhi: nonostante fosse relativamente felice che tutto si fosse concluso senza spargimenti di sangue e con l’allarme Mangiamorte rientrato, un insistente dolorino le pungolava il petto all’altezza del cuore. Tutti quegli anni passati a sputare sangue e sudore buttati al vento…la promessa fatta a sua madre, rinnegata in dirittura d’arrivo…i suoi sogni di carriera come Auror, spazzati via…il diploma di Sasha, distrutto per colpa sua…Costanza non poté fare a meno di sentirsi divisa in due, felice da una parte e dilaniata dall’altra.

"Però…" sbottò improvvisamente Silente pizzicandosi il naso. Il sorriso di Karkaroff congelò.

"Cosa?" sfiatò incerto mentre Costanza alzava speranzosa gli occhi su Silente.

"Ho controllato i curriculum scolastici di questi due studenti e devo dire che sono rimasto piacevolmente impressionato. Ottimi voti, anche in materia atipiche, perfetta padronanza di Incantesimi e Pozioni, per non parlare di Difesa contro le Arti Oscure! Certo, magari peccano entrambi un po’ sul fattore disciplina…"

Il vecchio lanciò un’occhiata maliziosa e scintillante ai due giovani che lo guardavano, speranzosi.

"Ma, tutto sommato, Malatesta e Valenskij sono davvero un’ottima strega e un ottimo mago."

"Già. Che peccato per loro." Sibilò Karkaroff arricciando le labbra sui denti serrati.

Alle sue parole, Silente sembrò indurirsi di colpo: la sua aria affabile venne sostituita da una adamantina determinazione, i suoi lucenti occhi azzurri divennero freddi come ghiaccio e la sua voce assunse un tono di comando che Costanza ancora non aveva sentito. A vederlo così, era facile intuire come e perché fosse diventato il presidente del Wizengamot. Il suo sguardo si posò su Karkaroff che si immobilizzò, trattenendo il fiato: gli occhi azzurri di Silente erano due pozze di implacabile severità mentre si chinava minaccioso su di lui.

"Questi due ragazzi" disse con voce molto calma e controllata "Hanno subito più soprusi loro in questo anno di scuola che il resto degli studenti in tutta la loro vita. Questa ragazza, per sette lunghi anni, è stata la vittima preferita della tua assurda meschinità. Tuttavia, insieme, hanno perseverato nei loro intenti, mossi solo dallo spirito della giustizia e dal coraggio della verità. Hanno messo in gioco le loro stesse vite, senza smettere un momento di credere nella loro forza. Personalmente, sono disgustato al pensiero che debbano subire ancora un torto, ma sono felice che esistano ancora persone in grado di dedicare la vita alla giusta causa. Sono onorato di essere stato il loro tramite con la verità, per questa volta. Non sei d’accordo con me?"

"Hai ragione, Albus…hai ragione…" pigolò Karkaroff, spaventato dallo sguardo terribile del vecchio preside.

" Il signor Valenskij è arrivato a Hogwarts quasi in fin di vita, la signorina Malatesta sembra duramente provata. Entrambi rimarranno segnati a vita da questa esperienza eppure sono ancora lì a tenersi la mano. E sai qual è la cosa più sorprendente? Che non hanno nemmeno pensato di uccidere chi ha fatto loro tutto questo: si sono affidati alla giudizio della Giustizia del nostro mondo magico. Tutto questo non può passare inosservato: se non fossi il presidente del Wizengamot e se non fossi costretto ad anteporre il bene della comunità al mio, ti assicuro, Igor, che niente e nessuno mi avrebbe fermato dal lanciare una sana maledizione senza perdono al responsabile delle loro sofferenze. Non trovi che sarebbe stato giusto?"

"Sì" balbettò Karkaroff, vinto "Sì, hai ragione tu, Albus."

Karkaroff si era incassato nelle spalle mentre le parole di Silente gli piovevano addosso, pesanti e dure come macigni. Rimase a tremare sotto il suo sguardo implacabile mentre Costanza non poteva fare a meno di provare nausea e quasi pena per un essere tanto meschino e vigliacco. Distolse lo sguardo disgustata mentre Silente tornava a sedersi compostamente e sorrideva magnanimo.

"Quindi, sarai felice di apprendere che ho riunito il corpo insegnati della mia scuola e tutti insieme abbiamo deciso di offrire al signor Valenskij ed alla signorina Malatesta un diploma ad honorem ad Hogwarts."

* * *

La dichiarazione di Silente rotolò in un vuoto a metà tra l’orrore di Karkaroff e la meraviglia di Costanza. Entrambi guardavano Silente increduli, entrambi non si rendevano ben conto di quello che Silente aveva così tranquillamente dichiarato. Il preside di Hogwarts, disinteressandosi alla faccia terrea di Karkaroff, guardava Costanza al di sopra degli occhialini a mezzaluna con occhi sinceramente ammirati.

"Co…come?" balbettò la ragazza, assolutamente tramortita dalla sorpresa.

Allungando le mani dalle dita lunghe e delicate, Silente prese quella di Costanza, avvolta dalle fasciature sporche e a brandelli, e sembrò per la prima volta intimidito e a disagio.

"Signorina Malatesta" disse a bassa voce "So che tutto questo non corrisponde a quelle che erano le sue aspettative. So che avrebbe voluto vedere in catene le persone che l’hanno torturata e diffamata, so che avrebbe voluto diplomarsi nella scuola che fu di sua madre e per cui tanto ha lottato. Ci sono interessi e valutazioni da fare che, purtroppo, non tengono conto di quanto sangue e sudore abbiano richiesto le vostre coraggiose azioni. Quello che posso offrirle, in fondo, non è che un mezzo per cercare di raggiungere i vostri progetti futuri, qualsiasi essi siano. Un diploma ad Hogwarts non è come un diploma a Durmstrang, ma spero che lei possa accettarlo, insieme alla profonda gratitudine mia di tutto il mondo magico"

Mentre Silente parlava, qualcosa di possente e denso si era insinuato nelle viscere di Costanza. Qualcosa che non aveva mai conosciuto ma che riconobbe d’istinto, accogliendolo con insolito abbandono.

Quel qualcosa era la pace.

Mentre due lacrime lucenti le solcavano le guance, Costanza sentì con profondo sollievo che il suo animo si placava, che la sua affannosa ricerca del suo posto nel mondo era finalmente finita…che non aveva niente da rimpiangere di quello che era stato. Con il braccio di Sasha che le cingeva la vita e le mani di Silente posate sulla sua, la ragazza si sentì, per la prima volta in tutta la sua vita, completamente al sicuro. Sorrise a Silente, un sorriso sincero anche se intriso di lacrime.

"Preside Silente" disse con voce tremante ma decisa "Io…accetto. Grazie."

Non avrebbe saputo dire di più senza scoppiare in lacrime. Silente annuì, alzandosi in piedi e Costanza e Sasha lo imitarono. Karkaroff, che sembrava essersi completamente perduto nella melma della sua sconfitta, non sollevò nemmeno gli occhi su di loro.

"Molto bene" cinguettò Silente animandosi di colpo "Ora che abbiamo chiarito tutte le faccende in sospeso, direi che possiamo anche andare. Igor, ti aspetto il mese prossimo, quando ci riuniremo per definire i programmi di studio per il nuovo anno scolastico. I signori Valenskij e Malatesta, ovviamente, verranno con me ad Hogwarts, per preparasi a sostenere i M.A.G.O. di fine anno. A meno che, naturalmente, non vogliano rimanere qui."

Si rivolse ai due ragazzi con sguardo interrogativo.

Rimanere? Costanza ci pensò su, seriamente, poi guardò Sasha.

Il suo sorriso parlava di mille cose da fare, i suoi occhi brillavano accesi da mille promesse da mantenere. Mentre Costanza guardava Sasha, Durmstrang ed i suoi sette anni di pene e gioie, di studio e di amici, di paura e di trionfo, scivolarono giù nel pozzo dei ricordi, esattamente dove era giusto che restassero.

"Andiamo ad Hogwarts" disse Costanza con il riso nella voce, quasi cantando "Se non sbaglio, c’è un certo drago che mi sta aspettando."

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Capitolo 43
*** Epilogo ***


EPILOGO

L’estate sembrava essersi adagiata pigramente sulle rive paludose e infide del lago Atanasovsko, in Bulgaria. Una figura solitaria sostava sul molo, dritta e immobile come una statua. La sua postura altezzosa stonava con l’abbigliamento che indossava: jeans, maglietta e scarpe da tennis, sembravano stranamente inadeguati a quella figura snella e immobile ferma sulle rive deserte del lago. Una ragazza con un largo cappello di paglia, fino a poco prima stesa sotto una delle enormi querce che costeggiavano il lago, si alzò e si avvicinò con indolenza alla figura sul molo.

"Hei, Costanza!" la chiamò con voce allegra "Che stai facendo?"

Costanza Malatesta si girò verso di lei e sorrise. I lunghi capelli neri e ricciuti le ondeggiarono intorno al viso vagamente abbronzato, abbondanti e ribelli come un mare in tempesta.

"Guardo il lago" rispose semplicemente e la giovane col cappello le lanciò uno sguardo in tralice.

"Ti manca?" le domandò e Costanza non finse di non capire.

"Durmstrang? Ancora non l’ho capito. Mi sembra che sia in atto una specie di auto-lavaggio del cervello…le cose brutte che mi sono capitate là dentro stanno perdendo importanza, i contorni dei ricordi sono più sfumati e meno dolorosi. Credo che, col tempo, della scuola mi rimarranno solo i ricordi belli e allora, forse, mi verrà un po’ di nostalgia. "

"Il fatto che Caccaroff sia ancora il preside non incide in questo tuo ponderato giudizio?" domandò Nadja, scettica.

"Poco, a dire il vero. Quell'essere immondo non potrà più imperversare con la sua puzzidità come in passato: avrà attaccato il Wizengamot alla schiena come una sanguisuga! Le ragazze che entreranno a Durmstrang non dovranno penare come noi, e questo mi basta."

Nadja alzò un sopracciglio dubbiosa e Costanza capitolò.

"E va bene. Sì, Durmstrang mi manca. Ma solo un pochino."

"Come è giusto che sia" decretò l’altra, annuendo saggiamente "In fondo, è lì che hai incontrato la persona più importante della tua vita."

"Vuoi dire Sasha?"

"Voglio dire io!" si scandalizzò l’amica, offesa "Certo, ammetto che quel ragazzaccio è diventato ancora più affascinante da quando ha smesso di atteggiarsi a reuccio del mondo…" Fece un sospiro allusivo, accolto con una specie di pernacchia da parte di Costanza "Tuttavia, sono io che ti ho salvato da morte certa per disidratazione. Vedi di ricordartelo, nel tuo testamento."

"Lo considererò al pari del meraviglioso scherzetto dello scambio bauli che mi hai fatto a Natale." Rispose Costanza sostenuta e la baronessa Nadja Iliovich non ebbe nemmeno la buona grazia di arrossire.

"Alla fine ti è servito, no?" ribatté con convinzione "Se hai conquistato Sasha è solo merito della la mia lingerie. Ti sei accaparrata l’esemplare più interessante di tutta Durmstrang e non ho mai visto nessuno andare d’amore e d’accordo come te e Sasha Valenskij."

"Ma se litighiamo almeno venti volte al giorno!" protestò Costanza.

"Appunto" rispose serafica Nadja "Conoscendo Sasha, deve essere oltremodo piacevole fare pace!"

"La solita mentecatta" glissò Costanza, sorridendo radiosa "Allora, hai finito di gingillarti con quei manufatti babbani?"

"Parli di questi?" tubò Nadja Iliovich, inforcando un enorme paio di occhiali da sole con aria estremamente soddisfatta "Non sono di tuo gradimento, miss Spocchia?"

"Oh, li adoro" ironizzò Costanza "Detlef e Dimitri che stanno facendo?"

"Dormono" rispose Nadja disgustata "Dicono che è tutta colpa dello stress post esami, ma secondo me è solo pigrizia multipla e congenita. Razza di lavativi: se vogliono davvero diventare Auror dovranno sudare sette camice"

"E tu non vedi l’ora di poterglielo strillare dietro in ogni momento, vero?" sogghignò Costanza malignamente.

"Ovvio" rispose Nadja con estrema tranquillità "Sasha è ancora in giro con Balthus?"

"Ma sì" sbuffò Costanza imbronciata "Sasha non lo vuole ammettere, ma gli secca da morire dover lasciare Balthus in Romania fino a settembre."

"Sciocchezze, Balthus starà benissimo…ci saranno anche Fifì e Bergil a fargli compagnia. Così, avete poi deciso di farvi un bel viaggetto?" domandò Nadja "Che cosa romantica! Tu e Sasha soli, in mezzo ai babbani ed alle loro triviali cianfrusaglie…"

"Silente ha detto che passare del tempo coi babbani e impararne le abitudini è fondamentale per prepararsi al meglio alla scuola per Auror" sorrise Costanza che ben conosceva l’amore morboso di Nadja per le cianfrusaglie in generale e quelle babbane in particolare "E tu che farai durante l’estate?"

"Mi annoierò a morte" si imbronciò l’amica "Ho bisogno di un fidanzato per distrarmi. Quel tuo amico di Hogwarts, quello che si prenderà cura di Balthus in Romania…è carino?"

"Chi, Charlie Weasley?" chiese sorpresa Costanza "Non saprei. Ha i capelli rossi e la faccia simpatica. Credo che sia troppo onesto per te, non ti piacerebbe. E poi, adora letteralmente il mio drago! Il quale, vorrei ricordarti, ti odia a morte."

"Ampiamente ricambiato, tra l’altro" sbuffò Nadja facendo spallucce "Comunque, per ritornare all’argomento maschi, ho deciso che bacerò Detlef, stanotte."

"Santi numi!" si sorprese Costanza "E Dimitri?"

"Bacerò anche lui, dopo" rispose Nadja con molta naturalezza "Così forse capirò chi dei due mi piace di più."

"E se non dovessi capirlo?" domandò Costanza, nascondendo un sorriso.

Nadja fece di nuovo spallucce, noncurante.

"Vorrà dire che continuerò a baciare tutti e due; così, rischierò meno di annoiarmi."

"Sei una pazza furiosa, baronessa Iliovich." rise Costanza, scuotendo il capo.

"Parla la sana di mente. Oh, ecco che arriva il tuo bello a cavallo della sua lucertola volante!"

Uno strano suono in lontananza aveva attirato la loro attenzione: un puntolino nero nel cielo si avvicinò rapidamente, mostrando di essere in realtà una imponente figura alata.

"Finita la pacchia" sospirò Nadja "Io torno sotto la quercia a svegliare i due catatonici, prima di beccarmi un colpo di tosse dal mostriciattolo verde."

Si allontanò ancheggiando e Costanza attese sorridendo che Balthus atterrasse di fianco a lei. Le squame verde smeraldo del drago scintillavano sotto il sole e le ali spiegate ombreggiavano metri e metri di terreno sotto di loro. Balthus se ne uscì in un "rah!" esultante piegando la testa verso Costanza che lo accarezzò con profondo affetto.

"Vi siete fatti un giretto piuttosto lungo, eh?" domandò al giovane che, in quel momento scivolava con sicurezza giù dal dorso del drago.

Sasha Valenskij era sempre stato un bel giovane, ma in quel momento sembrava essere la quintessenza del fascino maschile: i capelli spettinati, la camicia negligentemente fuori dai jeans e la pelle abbronzatissima facevano risaltare ancora di più i profondi occhi scuri e il bianco sorriso scintillante. Con estrema scioltezza, il giovane afferrò Costanza per la vita e la attirò verso di sé con aria possessiva. Dopo averle posato un bacio leggero sul collo, le lanciò uno sguardo canzonatorio e burbero insieme.

"Non brontolare quando stavo lavorando per te, donna" disse seriamente "Io e Balthus siamo andati in avanscoperta. Ho trovato un posticino, in mezzo al bosco, molto discreto e silenzioso, miracolosamente privo di quei fastidiosi fenicotteri che tu insisti a chiamare zanzare che infestano questo lago."

"Un posticino, eh?" domandò Costanza, sorridendo maliziosa "E che ci vuoi far in quel posticino? Una partitella a scacchi magici?"

"Certo che sì" rispose Sasha, fintamente scandalizzato "Dopo averti strappato i vestiti di dosso ed aver selvaggiamente approfittato di te, ovviamente."

"Adoro quando fai il romantico." sospirò Costanza, sbattendo leziosamente le ciglia.

Sasha la prese in braccio e, senza tante cerimonie, la caricò sul dorso di Balthus che scosse l’enorme capo bitorzoluto dalla gioia.

"Hei, voi due!" strillò Nadja da sotto la quercia mentre Sasha saliva cavalcioni dietro a Costanza "Dove credete di andare?!? E’ pronta la merenda!"

"Sasha vuole andare a fare una partita a scacchi!" rispose Costanza "Quindi, siccome lo straccerò dopo cinque minuti, saremo di ritorno in tempo per il thè!"

"Partita a scacchi?" berciò Nadja piazzandosi i pugni sui fianchi "A chi vuoi darla a bere, Valenskij? Costanza, quel tizio equivoco vuole approfittarsi di te!"

"Lo spero bene!" rise Costanza mente Sasha le circondava la vita con le braccia.

Poi, la giovane si aggrappò al collo di Balthus mentre il drago si girava per spiccare il volo.

"Pronta?" domandò Sasha con gli occhi scintillanti "Niente rimpianti, dubbi, perplessità?"

"Assolutamente" rispose lei fissandolo radiosa "Anzi, se il tuo posticino è davvero carino come dici, ci piazzeremo sopra una targa con i nostri nomi, così tutti sapranno che i famosissimi Auror Sasha Valenskij e Costanza Malatesta, un giorno, passarono di lì e lasciarono un segno per i posteri."

"Perfetto" approvò Sasha "E come preferisci che i posteri si ricordino di noi? Signore e signora Valenskij o Mister e Miss Letamaio?"

Costanza si girò verso di lui, passandogli un braccio intorno al collo: lo guardò a lungo con gli occhi brillanti e Sasha provò vagamente pena per il povero genere umano, destinato a sopravvivere in eterno senza quel sorriso davanti a sé.

"Direi che Mister e Miss Spocchia possa andare" rispose Costanza, decidendosi finalmente a baciarlo.

FINE

Finito di scrivere il 25/01/2006 da Elfie

Ebbene sì: è finita. 41 capitoli più prologo ed epilogo! Non è "Guerra e pace", ma credevo di cavarmela con meno. Mi auguro vivamente che questa storia vi sia piaciuta e vi abbia divertito, come mi sono divertita io a scriverla.

Non mi dilungherò in frasi di commiato, non vorrei scoppiare a piangere come una scema davanti alla tastiera, quindi la terrò corta: grazie a tutti voi.

Grazie per avermi incoraggiato, sgridato, suggerito, divertito…grazie per tutto quanto.

Non saluterò singolarmente, avrei il terrore di lasciare indietro qualcuno e non sarebbe giusto perché ognuno di voi si è ritagliato uno spazio speciale nel mio cuore e non voglio fare differenze proprio adesso, alla fine.

Spero di incontrarvi di nuovo e di poter "parlare" con voi come è successo fra le pagine di questa storia.

Un bacione affettuoso (alle ragazze) e appassionato (ai ragazzi) a chiunque sia passato di qui.

A presto!!

Elfie

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