Voglio vivere di te di Risa_chan (/viewuser.php?uid=63749)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Living for you ***
Capitolo 2: *** Perfect Balance ***
Capitolo 3: *** Falling in Love ***
Capitolo 1 *** Living for you ***
Note
dell'autrice:
Questa
è la m mia prima ff Frobin** si sente orgogliosa** e
necessita di qualche piccola precisazione. Veniamo subito al
dunque.
E' ambientata dopo
Thriller Bark, perchè è in quelle saga che mi
sono accorta di questa coppia stupenda, e penso che sia il vero
"inizio" della Frobin, per quanto nella saga precedente sia piena di
indizi Frobin, o come diavolo si chiamano. A me piacciono, e
sinceramnto li vedo bene insieme per una serie di motivi del tipo,
compatibilità di carattere, complicità e
capacità di comprendere visto il passato simile (non
uguale). ecc.
Per questo ho deciso
di scrivere questa storia, ma credo che sia ovvio
ù.ù.
La storia vuole
descrivere come si sviluppa il loro legame, come appunto si arriva ad
un sentimento d'amore. Franky e Robin dopo gli avvenimenti TB, iniziano
a capire che tra di loro esiste un legame più forte. Spero
vivamente di esserci riuscita.
Prendo sia il punto di
vista sia di Robin che del Cyborg.
OOC:
ho inserito quest'avvertimento essensialmente perchè ritengo
sia Robin che Franky personaggi difficili da descrivere rimanedo in IC,
sopratutto in coppia. Quindi, essendo la prima volta che scrivo su di
loro, o voluto proteggermi da eventuali pestaggi
é_é ma spero davvero di essere riuscita a
rimanere IC il più possibile! ^.^
Ogni vostra
recensione è gratita!
Buona lettura
fanny87
Voglio vivere di Te
La navigazione procedeva tranquilla e molto lentamente a causa della
mancanza di vento, poco disposto a favorire il loro viaggio
verso la prossima meta. In compenso, si fa per dire, faceva molto
caldo, l’aria afosa comprimeva i polmoni, i vestiti si
appiccicavano fastidiosamente alla pelle sudata.
Robin se ne
stava seduta sulla sdraia,
riparata da un ombrellone, leggendo uno dei suoi libri di storia
nonostante quella calura opprimente.
Sulla Sunny era
difficile rimanere in pace a godere di un po’ di silenzio,
data l’esuberanza del capitano e dei suoi compagni.
Tuttavia, quel giorno, il caldo era riuscito a sconfiggere
anche l’animo irrequieto e assetato
d’ avventura di Rufy crollato
addormentato sul prato erboso della Sunny. Quel silenzio anomalo era
rotto soltanto dai colpi di martello di Franky, intento a
costruire nel laboratorio qualche nuova diavoleria.
Robin chiuse gli occhi
e si lasciò cullare da quell’insolita musica. Per
Nami suonava strano, eppure quel suono metallico continuo e costante,
sempre uguale, aveva agli occhi di Robin un no so che di
rassicurante. Rassicuranti come le stesse braccia che
sferzavano quei colpi . Sentire qualcosa che rimaneva sempre
uguale, per lei, dava certezza, la certezza che c’era
qualcosa per lei di durevole e non passeggero.
“eeeh! Che
caldo che faaaaaaaaaa!” ululò Rufy svegliato da
quel pisolinio.
Robin
ridacchiò chiudendo e il libro, si alzò dallo
sdraio osservando il suo capitano. Rufy si grattò
la testa guardando in giro ancora un po’ assonnato,
ma si accorse che il ponte era deserto.
“Ben
svegliato Rufy.” Salutò la mora
Il ragazzo
alzò la testa di poco e incontrò lo sguardo
divertito ma stranamente dolce della donna.
“ Sanji ha
preparato limonata e bibite ghiacciate per tutti.
Sicuramente ne darà anche un po’ anche a te,
Rufy.” Informò divertita Robin.
“
Sanjiiiiiiiiii voglio anch’io la limonata!”
esclamò quello correndo verso la cucina.
Il capitano
era buffo, pensò fra sé. Ma era anche un ottimo
capitano.
In tanto
, Franky continuava lavorale alla sua invenzione
facendo risuonare nell’aria i colpi di
martello scandendo il tempo di quella giornata afosa.
Aveva preso un
bicchiere di limonata per lui, sapendo che non se sarebbe rimasta molta
al passaggio del capitano. Era ancora lì sul tavolo,
così decise di portargliela personalmente.
Robin silenziosamente scese sotto coperta a curiosare un poco: Franky
era volto di spalle e non si accorse della sua presenza.
Rimase lì ad osservare i movimenti ritmici ed instancabili
di quelle spalle possenti, le stesse che l’avevano
così prontamente protetta ad Enies Lobby.
Provò a
scappare, nonostante le manette di agalmatolite
marina, cercò di correre con
quanto fiato in gola perché ormai aveva capito, lei voleva
vivere, lei poteva vivere ed aveva un motivo per farlo, e doveva
vivere: per i suoi nakama, per il suo sogno.
Cadde.
I
marine avevano iniziato a sparare, ma qualcosa
improvvisamente impedì ai proiettili di arrivare, un ombra
immensa si era pota tra lei e la morte.
Robin
alzò lo sguardo , sorpresa, perché davanti a lei
vide le possenti spalle di Franky.
Lui
era lì per lei.
Non
sapeva nulla di lei, eppure, era riuscito a leggerle dentro, a capire
cosa veramente le faceva male, quello di cui più temeva. E
questo le faceva paura.
Non
riusciva nemmeno a capire perché Franky si ostinava a
volerla aiutare, a volerla fare tornare a tutti i costi in quella
ciurma che aveva deciso di abbandonare.
Si
era arresa. Ma lui, la spingeva a continuare a combattere:
sul treno marino prima, nella torre della giustizia in seguito, e ora
lì sul Ponte che portava alla porta della giustizia, Franky
stava combattendo perché lei tornasse dai suoi,
stava combattendo per lei.
Perché?
E una risposta non la trovava. Con la ragione almeno.
Tutto
accadeva troppo velocemente: Spanda, come lo chiamava Franky,
venne colpito da un misterioso proiettile, così i suoi
marine: era Usopp c lanciò tutte le chiavi che avevano
raccolto.
Una,
due, tre, quattro e alla fine quelle manette si aprirono: Era libera!
Robin
per un momento si sentì mancare tuttavia c’era
lì Franky pronto a sorreggerla.
Robin non poteva dimenticare nemmeno quando finalmente Rufy
sconfisse Rob Lucci, di come per sfuggire si erano gettati nella
cascata.
Kokoro, la sirena,
lanciò i fruttati sulla barca, Chopper e Rufy rovinarono a
terra, mentre lei cadde fra le braccia di Franky. Protetta di
nuova dal suo corpo metallico.
Ripensando agli avvenimenti di Enies Lobby, Robin
si era ricordata di quanto Franky l’aveva
aiutata, sorretta, protetta. Per questo, forse, aveva finito
per sentire tutto ciò che riguardava il carpentiere come
protettivo e rassicurante. Anche il suono dei colpi del martello sul
ferro delle armi che costruiva.
Non erano
così, infondo, le sue bambine? Non erano forti e resistenti?
Proprio come chi le costruiva.
Franky era
così imponente, e a lei le cose imponenti le erano sempre
piaciute. Per un momento ripensò a Sauro.
Fu in quel momento che
il Cyborg si voltò e si accorse che Robin lo stava
osservando lavorare. Con un dito alzò gli occhiali e
guardò Robin perplesso.
“Tieni, è un po’ di limonata, ti
rinfrescherà.” Disse sorridendo.
“Hmm…”
borbotto lui prendendo il bicchiere che la donna gli porgeva. Con
l’altra invece cercava di afferrare un fazzoletto di carta
per asciugarsi la fronte madida di sudore, ma stranamente non lo
trovava.
Una mano
fiorì all’improvviso con il fazzoletto e
delicatamente tamponò la sua fronte sudata.
Robin sì
ridacchiò, era troppo buffo con quell’aria
imbarazzata, quasi timida. Si sedette elegantemente su un pezzo di
ferro senza parlare.
“SUPER…
ma niente è meglio di una cola fresca!”
notò Franky poggiando il bicchiere sul pavimento.
Robin sembrava come
ogni giorno, eppure non sembrava la stessa.
“Che
c’è?” chiese spazientito.
“Niente”
rispose lei.
Accavallò
le gambe, sporse il busto verso di lui e appoggiò
il mento sulla mano,il gomito sulla gamba.
“Ti osservo. Mi piace vederti al lavoro.Non Posso?”
“Mpf…come
vuoi”.
A lei non sarebbe mai riuscito a negargli nulla, dio solo sapesse
perché.
La verità,
quella più inconfessabile, era che Franky non avrebbe mai
potuto rifiutare qualcosa alla donna che una volta gli aveva strizzato
le palle per costringerlo ad unirsi ai pirati di Cappello di paglia.
Per un uomo SUPER come lui era difficile superare lo shock.
Dopo essere riusciti a
seminare il vice ammiraglio Garp, ripreso il viaggio vero e proprio,
aveva provato a chiedere spiegazioni alla donna, anche con un
certo tono offeso. La risposta che ricevete lo spiazzò.
“fufu… sei un tipo ostinato e ci avevano
detto di usare le maniere forti, no?” rispose lei
“
Dopotutto quello che hai fatto per farmi tornare, non potevo
lasciarti fare una sciocchezza simile.” Continuò
guardandolo negli occhi. Franky ne era rimasto ipnotizzato, quasi non
potesse più staccare gli occhi dai suoi e pensare che aveva
ragione.
Robin era diversa, lo sentiva, e fin da subito gli fu chiaro.
Nonostante lei ere un pericolo per il mondo, nonostante il suo amato
Tom lo avesse avvertito di quanto pericolosa fosse,
Franky aveva visto ciò che si nascondeva
dietro a quei occhi profondi e impenetrabili, e sapeva che Robin non
era quello che dicevano e diceva di essere.
Aveva visto nei suoi
occhi la stessa sua sofferenza, quella sensazione dilaniate di sentirsi
colpevoli a tal punto di considerare anche la vita un crimine.
Franky si era
ripromesso che non avrebbe più costruito Navi, aveva dato
vita a qualcosa che aveva fatto del male gli si era rivoltata contro,
Robin, voleva una verità, e il suo sogno l’aveva
costretta a una vita impossibile.
Erano diversi, ma
erano simili,e rano complici. I loro destini si erano
incrociati ancor prima di conoscersi. Quel legame si era
sempre più stretto correndo fianco a fianco nei
corridoi bui del castello a Thriller Bark. Ed era a certo che Robin
sentisse la stessa cosa.
Franky riprese a
lavorare al SUPER cannone Battle Franky 73, così
concentrato in ciò che stava facendo da
non accorgersi più di nulla.
Continuò a
lavorare senza stancarsi mai perché per lui tutto quello non
era fatica ma era passione. Franky amava il suo lavorare e amava quello
che costruiva mettendoci anima e corpo. Si compiva quasi una
trasfigurazione quando Franky costruiva uno dei suoi progetti.
Era per questo che
Robin piaceva osservarlo. Era un anima curiosa
dopotutto, e quello per lei era qualcosa di interessante e
affascinante: un attaccabrighe, scontroso, che andava in giro in
mutande e in camicia Hawaiana e per giunta scoppiava in lacrime tutte
le volte che sentiva una storia commovente, quando lavorava ad una
nuova invenzione si trasfigurava dalla felicità che provava;
si, tutto quello secondo Robin era dannatamente bello.
Era la stessa felicità, lo stesso stupore che compariva nel
suo viso ogni volta che un nuovo pezzo di storia trovava il suo posto
nel enorme puzzle di quel passato taciuto, lo stesso inspiegabile
appagamento che provava Robin nel seguire il suo sogno.
Robin
ripensò all’ultimo poignee
griffe trovato nel l’isola del cielo, al messaggio lasciato
da Gold Roger e alla sensazione che aveva provato.
Si diede della
sciocca, perché arrivata ad Water Seven aveva dimenticato
quella sensazione, e aveva permesso all’oscurità
di prenderla di nuovo.
“Vivere non è una colpa!”
Quella frase sussurrata l’aveva colpita al centro
della sua ferita, per Franky lei era una persona semi
sconosciuta eppure era riuscito a cogliere la paura più
profonda, i motivi del suo comportamento grazie alla sua
capacità di capire gli altri.
Per la prima volta,
dopo i suoi compagni, trovò qualcuno capace di scuoterla a
tal punto da far vacillare le sue convinzioni.
Robin sorrise.
Si alzò e
si avvicinò a Franky, si sedette in modo che le
loro schiene combaciarono perfettamente.
Quel gesto improvviso
fece sussultare il cyborg che rimase con un braccio alzato, il martello
in mano, i suoi occhiali scivolarono dal naso, ma una mano comparsa dal
nulla impedì loro di frantumarsi al suolo.
“Ma
cosa..”
“Shhhhhhhh”
lo azzittì lei.
Rimasero in mobili
così per un po’, potevano sentire il loro
rispettivo profumo: Robin odorava di fiori, un gusto dolce. Delicato al
contempo deciso, ipnotico come i movimenti eleganti del suo corpo.
Franky sapeva di cola e metallo, forte e frizzante.
“Sono felice
che ti sei unito alla ciurma.” Disse dopo un po’
Robin.
“Mpf
… non avevo molta scelta … non potevo lasciare
una nave SUPER come questa nelle vostre mani.”
“Fu,fu,fu..
solo per questo motivo,Franky?”
Il Cyborg
arrossì e prese a tossicchiare.
Era una donna
diabolica nel vero senso della parola, ed era una persona
straordinaria, o meglio ,una donna SUPER, proprio come lui.
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Capitolo 2 *** Perfect Balance ***
Perfect Balance
Note
dell'autrice
Buona sera! finalmente
sono tornata, dopo quasi un mese, ma sono tornata^_^
Come sempre alcune
piccole note di introduzione ci vogliono. Risponderò alle vostre
graditissime recensioni a fine capitolo.
Dopo un attenta
riflessione, ho deciso di trasformare questa storia in una serie di
One-schot dedicate alla Frobin. Tutte avranno però un filo
conduttore e cioè, la lenta compresione dei nostri due
protagonisti dei loro sentimenti.
per la storia in
sè, ho deciso di prendere il punto di vista di uno dei mebri
della ciurma, ossoa Brook, che si accorge del cambiamento rea Franky e
Robin-chan. E' stata ispirata dal film strong Word, ma non
preoccupatevi, non ci sono spoiler.
Ogni vostro commento
sarà molto gradito dalla sottoscritta!
Buona
lettura a dopo
fanny87
Per colpa del tanto camminare, le ossa avevano preso a fargli un gran
male. Per Brook, iniziava a essere un bel supplizio, sudava, eppure non
aveva pelle, le gambe dolevano, eppure non aveva muscoli. Forse, era
colpa dell’artrosi, se mai uno scheletro come lui potesse,
soffrine. Avrebbe chiesto a Chopper, più tardi.
“ Che fai,
mucchietto d’ossa? Sbrigati!” esclamò
Franky.
Lui e Robin
camminavano davanti a lui di un paio di metri, senza che Brook
riuscisse a raggiungerli.
“Avrei
bisogno di una pausa ...” disse Brook.
“Niente
pausa! Dobbiamo tornare prima di notte!” rispose il
carpentiere.
Robin ridacchio e si
rivolse allo scheletro: “Non manca molto, Brook.
Presto potrai riposare.”
Infondo i suoi
compagni avevano ragione, avrebbe dovuto resistere! Ora era un pirata
di cappello di paglia, e avrebbe dovuto comportarsi come tale.
Erano da poco
approdati in una nuova isola dopo parecchi giorni di mare; sembrava
un’isola tranquilla. Dal punto di approdo
della Sunny non s’intravedeva nessun tipo di agglomerato
urbano, nemmeno una piccola casuccia. Eppure l’isola dal mare
era sembrata piuttosto grande.
“Da qui, la
vista non è una delle migliori. Quella parete della montagna
ci compre la vista. Dividiamoci per esplorare
l’isola.” Decise Nami come tutte le volte.
Nami, Sanji
e Usopp,il primo gruppo, il secondo Rufy, Zoro, Chopper, e infine loro
tre, Franky, Robin e Brook.
Persero un lumacofono
per gruppo e la spedizione iniziò.
Da quel
momento, era passata circa un ora e nulla di strano o particolare era
accaduto.
Una strana sensazione,
tuttavia, aveva percorso la mente di Brook, il quale era rimasto per
tutto il viaggio in silenzio, mentre i due compagni davanti a
lui chiacchieravano del più e del meno, sempre allineati
perfettamente, spalla contro spalla.
Il Musicista si
sentiva quasi fuori posto, come una nota stonata, come un violino
scordato.
Rimase per un secondo
perplesso ma poi capì.
“Oh,oh,oh,ohoh!
Deve essere così…” rifletè.
Brook non
era che un vecchio scheletro, ma, di cose ne aveva viste
tante e sapeva quando ciò che aveva
davanti era amore.
Non se ne era accorto
prima, a dire il vero, eppure qualcosa nei loro gesti tradiva quel
segreto che solo loro conoscevano . Un linguaggio senza parole che
diventa musica a chi sa ascoltare.
I passi sembravano
sincronizzati, lo stesso numero, stessa velocità, stessa
sicurezza. In quel momento stavano camminando e lo facevano
“insieme” , non uno separato dall’altro
ma camminavano come se fossero una cosa sola. Erano un tutto come le
note di uno spartito.
Franky e Robin si
fermarono improvvisamente, Brook colto alla sprovvista,
sussultò e per poco non andò a sbattere contro i
due amici.
L’archeologa
si voltò verso di lui sorridendo.
“ Siamo
arrivati.”
Li raggiunse
e si affacciò ad una sporgenza: sotto di loro si stagliava
una villaggio piuttosto grande.
Per Brook
arrivare o no, non aveva più importanza: non pensava
più a quando si sarebbe riposato, le ossa non facevano
più male, solo la gioia che sentiva scoppiare in
quel cuore che non aveva più.
Era felice
perché dopo tanto tempo, assisteva ad un dei miracoli
più belli che la vita donava alle persone. La stessa gioia
nel sentirsi vivo, felice di esserlo.
Brook
ricambiò lo sguardo di Robin:
“Posso
vedere le tue mutandine?”
“No.”
“Brutto
mucchietto d’ossa….”
“Vogliamo
andare?” chiese divertita Robin trattenendo per un braccio il
carpentiere.
***
Il villaggio
s trovava all’interno di una piccola valle dove scorreva un
fiume che divideva in due la piccola città.
Scesero il pendio che
portava fino all’entrata del villaggio; Era molto
grazioso e putito, la gente presa da mille affari
quotidiani quasi non si accorsero dei visitatori.
“Robin…”
sussurrò a malapena il carpentiere, eppure lei aveva
già capito cosa lui volesse intendere. Prese il lumacofono
dallo zaino e compose un numero.
“Nami?”
parlò attraverso il lumacofono.
Brook era
strabiliato da come due persone potessero capirsi così al
volo; era così tra Franky e Robin.
Uno era il
sole, l’altra la luna, insieme formavano il tutto, in un
equilibrio prefetto. Nulla stonava in loro, guardarli era qualcosa di
una sublime bellezza; fra loro era nata l’intesa perfetta e
pian piano lo stavano scoprendo.
“Ci
raggireranno presto. Sembra che loro si sono già
riuniti, dall’altra parte c’è un altro
piccolo villaggio, ma gli abitanti hanno
consigliato di venire qui.”
“SUPER!
Possiamo fare un giro nel frattempo.”
“Mh..”
rispose Robin annuendo sorridente.
Brook seguiva i suoi
amici senza fiatare, non voleva disturbarli, ora che aveva capito cosa
bolliva in pentola.
Era curioso di vedere
come, quella storia appena nata, andava sviluppandosi. Come una vicina
troppo curiosa e pettegola fingeva di osservare le vetrine, ma era
attento a ciò che i suoi amici facevano o dicevano, aiutato
dal fatto che, essendo uno scheletro, non possedeva più
occhi.
Ad un certo
punto, raggiunsero nella periferia della città
poiché i loro compagni sarebbero dovuti giungere da quella
direzione.
A differenza del
centro, quel posto sembrava deserto e silenzioso. Grossi palazzi dalla
vernice scrostata affiancava la via, che era pina
d’immondizia. I gatti randagi facevano a gara per poter
rovistarci con la speranza di trovare un bel pezzo di tonno o di carne.
“Oh,oh,oooooh…
questo posto non mi piace..è troppo deserto.”
“Non siamo
soli,Bones-chan.” Rispose Franky
Lo scheletro canterino
non ebbe il tempo per capire le parole del Cyborg perché
vennero circondati da un gruppo di uomini minacciosi. A quanto pareva
non erano gli unici pirati approdati da quelle parti.
“Uh,uh
… guarda chi abbiamo qui…la ciurma di cappello di
paglia,pezzi grossi,uh?”
“cos’
è un gorilla?” chiese Robin serafica come sempre.
“Boh
…” rispose Franky preparandosi a combattere.
Più che un
combattimento sembrava una danza, erano agili, sincronizzati, veloci:
un, due, tre,, ad un colpo di uno, corrispondeva il colpo di un altro,
Robin immobilizzava i nemici, Franky li colpiva, se era il caso,
schivava i colpi per entrambi.
Uno spettacolo
magnifico. Per il quale Brook rimaneva strabiliato ogni volta, un fuoco
si accendeva, orgoglioso di essere uno di Loro.
Si dava di fare,
Brook, veloce, micidiale colpiva e i suoi nemici cadevano come foglie
secche a terra.
Ci misero poco, forse
non più di 10 minuti. Ma furono 10 minuti d’
estasi.
***
“Non..non ce
ne avete lasciati neanche uno?”
Brook, Robin e Franky
si votarono, e videro il resto della ciurma guardare loro, in mezzo a
quel macello.
“Ha ragione
Il capitano, avreste anche potuto aspettarci! Un
po’ d’esercizio ci voleva.”
Sbuffò Zoro.
“Parla per
te!” esclamarono in coro Nami ed Usopp.
Dovettero sentire la
voce lamentosa di Rufy per un altro po’ fino a che, distratto
da altro smise.
Si divertirono,
mangiarono, beverono, fecero provviste perché il
giorno dopo avrebbero ripreso il mare verso una nuova
avventura.
Tornarono verso sera
alla Sunny, Sanji preparò un'altra delle sue deliziose cene,
fecero baldoria ancora un po’ finché Nami non
ordinò a tutti di andare a letto.
Quella sera il turno
di guardia aspettava a Robin.
Se ne stava in piedi
guardando il mare con una tazza di caffè fumante. Nessuno
sapeva dire con certezza cosa provava o pensava, Brook, quella sera
riuscì ad intravedere un espressione di assoluta
serenità.
Forse, una nuova luce,
una più a quella che i suoi compagni avevano
acceso in lei. Brook ebbe la presunzione di conoscere chi o cosa,
l’avesse accesa.
“Sera,
Brook.”
L’aveva
scoperto, forse con uno dei suoi occhi che faceva comparire.
“Oh,oh,oh,oh…mi
avevi visto.”
“Cosa non ti
fa dormire?”
Non volle rispondere
subito. Pareva quasi di essere scortese e ficcanaso.
“Ti sei
innamorato mai Brook?”
“Tanto tempo
fa,nel West Blue. Ma è è passato molto tempo
d’allora.”
Robin sorrise.
Brook, si fece audace
e chiese:
“Tu?”
“Ora,sì.”
_______________
RINGRAZIAMENTI
eccomi di nuovo qui!
rispondiamo subitissimo alle recesioniXD
Erichan: Frobin
è una coppia stupenda ed è vero che di ff ce ne
sono troppo poche, ma sono certa che guadagneremo terenno
ù_ù sono molto felice che la storia ti sia
piaciuta, o cercato al meglio di curare ogni particolare! cosa mi dici
di questo?
angela90: Io e te la
pensiamo uguale! è impossubile non accorgersi di questa
coppia^.^ Ho scelto proprio quei momenti perchè sono i
più raprresentativi, grazie a loro, che questi due
personaggi si avvicinano e s'innamorano, ovviamente nella mia testa.
Non sai quanto mi faccia piacere sapere che sono Ic, la mia
più grande paura era quella di non rendere come meritano
questi due personaggi. Per l'amore in One Piece, ti dirò, io
preferisco che le cose rimagano come sono. Ma, credo che questo tu
già lo sai. Ora mi sono cimentata in qualcosa di diverso,
cioè vedere il rappotro tra Robin e Franky, dai occhi di
Brook! cosa ne pensi?
giodian: felice che ti
sia piaiuta! ed hai ragione, una buona storia ha bisgono di tempo per
essere elaborata,beh non troppo, peròxD
tre88: ciao, cara! mi
ha fatto molto piacere la tua recensione, ti ringrazio anche per avermi
inserita nei tuoi autori preferiti, me molto onorta! spero di ricevere
un tuo giudizio anche questa volta!
Ncl: va beh, non ci
capiamo al volo, ormai, da tanto che ci conosciamo! sono felice che ti
sia piaciuta anche se non segui più OP.
Vi Vanish:
Tu mi lusighi! come faccio? beh cerco sempre di metermi nei panni dei
protagonisti, scegliere le parole giuste, poi molto intuito! sapere che
mi segui, mi fa molto piacere, dimmi cosa ne pensi di questo nuovo
capitolo.
Rigrazio, inoltre, chi
ha inserito questa storia, fra i preferiti e i seguiti.
Al prossimo capitolo!
fanny87
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Capitolo 3 *** Falling in Love ***
Falling in Love
N/N
ben il nuovo capitolo è pronto per voi. Però non
mi convince, ossia, è stato un vero parto, uno di quelli
devastanti. vorrei sapere la vostra opinione in merito la sciando una
piccola recensione, che sapete io gradsco con piacere!
Buona lettura!
Era abituata a lavorare a notte fonda: c'era calma , molto
silenzio e il buio aiutava i suoi pensieri a scorrere
più veloci.
Stava
studiando i suoi appunti e cercava nel libro, che aveva
acquistato quello stesso giorno, dei nuovi riferimenti per
ampliare la sua ricerca.
Era assetata di
conoscenza, voleva sapere la verità, e nulla l'avrebbe
fermata. Quando c'era una nuova storia che chiedeva di essere ascoltata
e raccontata, per lei era impossibile non rispondere a quel
richiamo, era la sua natura.
Eppure, qualcosa la
distraeva, un pensiero che sembrava tormentarla al quale non sapeva
dare un nome.
Robin
osservava e cercava di capire quello che accadeva e le
persone che incontrava, senza più
guardare dentro di sé: aveva avuto sempre paura di
scorgere quel mostro, quel demone che tutti vedevano in lei.
Era sempre andata
avanti, senza più porsi domande, senza chiedersi dove stava
andando, cercando di sopravvivere e scoprire cosa accadde durante i 100
anni di vuoto.
Costretta ad una vita
in continua fuga, senza potersi mai fermare, costretta a vivere
all’ombra di qualcuno in grado di proteggerla e scappare
quando non poteva più farlo, aveva finito per perdere il suo
sogno e la forza combattiva per realizzarlo.
Era stanca,
svuotata, senza essere più in grado di trovare i suoi
perché:
Perché
cercava i Poignee Griffe? per sua madre o per gli archeologi di Ohara?
per sauro? O per se stessa, perché lei era un archeologa
e quello era suo compito in quanto tale, così da
essere in grado di scrivere la storia?
Essere una archeologa
significava cercare e ricostruire la storia passata che era andata
perduta, perché le persone possano capire ciò che
è accaduto dando un senso agli avvenimenti. Scrivere la
storia per capire gli errori ed evitare che si possano ripetere.
Rufy le aveva
ricordato, senza rendersene conto, che per raggiungere un obbiettivo
bisogna crederci e sapere perché lo si vuole raggiungere.
Non si può arrivare ad una meta senza motivazioni.
I suoi amici
le avevano ricordato il perché del suo sogno. Erano riusciti
a spingerla ed a guardarsi dentro senza avere più paura, a
trovare le motivazioni del suo sogno.
Le avevano dato il
tempore di quel affetto che le era stato donato.
La sua vita era
cambiata, poco tempo prima, ed ora era iniziata un'altra evoluzione.
Forse non aveva tutte
le risposte a quell’interrogativo, conosceva tuttavia, il
colpevole di quel agitarsi del suo cuore: Franky.
Ne era sicura, al
centro di quello strano stato d’animo c’era il
corpulente carpentiere, come ne era certa che lui stesse provando la
stessa calda agitazione.
Franky sorseggiava
lentamente la bottiglia di cola guardando l’orizzonte piatto,
erano rimasti approdati nel arcipelago di Turyn da circa 3
giorni; Erano tre giorni di troppa calma che lo avevano costretto a
pensare, e l’unico pensiero frequente riguardava Robin.
Robin era una
donna magnifica che coraggiosamente era riuscita a scacciare
i demoni del suo passato, uscendo da quella oscurità che
l’avvolgeva.
Gli piaceva pensare
che un poco del merito aspettava anche a lui, nonostante si
conoscessero da così poco.
Si stava innamorando
di Robin, era evidente.
Non era un legame
fisico, ma tutto spirituale, un legame profondo che nessuno tranne loro
poteva capire.
Era strano, ma,
sentiva Robin come quella parte di sé che gli era sempre
mancata. Sentiva una strana sensazione ogni volta che pensava alla
archeologa, una morsa allo stomaco, un desiderio profondo di
abbracciarla per sentire cosa avrebbe provato nel farlo.
Aveva voglia di
sentire quel corpo morbido e caldo ancora contro di sé; E il
profumo di fiori che Robin emanava era ipnotico per lui.
Stava pensando a Robin
ed ecco che lei compariva, avvicina dosi leggera senza far rumore.
“Robin?”
“Ti ho
spaventato?”
“mpfh…
un uomo super come me, non si spaventa.” Ricordò
facendo il suo famoso balletto.
Robin
ridacchiò: “tutto tranquillo?”
“yeah. Non
stavi studiando a qualcosa?”
La donna scosse la
testa.
“Per oggi
basta, domani cercherò altre informazioni.”
“Non ti
stanchi mai di voler conoscere, uh?”
“No. Neanche
tu lo fai.”
Franky sorrise.
Robin aveva ragione,
non avrebbero mai fermato la loro corsa, nessuno di loro.
Risposte racensioni:
Tre88: L'idea di brook mi è venuta per caso^_^
non lo so, lo vedo sempre in mezzo era impossibile che non se ne fosse
accorto. grazzie mille per la recensione e per la fiducia. spero che il
nuovo cap ti piaccia.
Angela90: brook come narratore è perfetto, sopratutto per
una storia FrobinxD felcie che il capitolo ti sia piaciuto, spero anche
questo ti sia di gradimento.
Erichan: mille grazie^^ sei molto gentile, cara. questo capitolo
riprende il punto di vista dei personaggi principali, ma il prossimo
capitolo sarà di nuovo dedicato al punto di vista della
ciurmaxD
blu riza: felicissima che i capitoli ti piaccianoXD che mi dici di
questo?
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