Impatto solare

di KillerQueen86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Piccola avventura ***
Capitolo 2: *** Richiesta d’aiuto ***
Capitolo 3: *** Vicino alla morte ***
Capitolo 4: *** Seguire il cuore ***



Capitolo 1
*** Piccola avventura ***


Impatto solare

 

Note dell’autore: Eccovi il primo capitolo dell’episodio “Impatto solare” della mia terza stagione con Rose, questo è un capitolo che va collocato prima dell’episodio, mi è venuto in mente dopo aver rivisto Blink.

Leggete e commentate, aspetto le vostre recesioni.

 Disclaimer: Doctor Who e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento

 

Capitolo 1

Piccola avventura

 

Rose dopo una bella dormita, quella mattina era di buonumore aveva ritrovato la sua felpa lilla, che aveva cercato per giorni, e alla fine l’aveva trovata nella soffitta del Tardis, senza neanche sapere come ci era finita. Arrivò nella sala della console canticchiando la canzone di Elvis e ripensando alla splendida serata che lei e il Dottore avevano passato insieme. Diede un occhiata in giro, Martha ancora non si era vista e il Dottore era impegnato in una delle sue manutenzioni alla console, era così concentrato da non accorgersi di lei.

“Ehi!” lo chiamò attirando la sua attenzione, il Dottore per la sorpresa saltò in aria e sbatté la testa contro la console, Rose trattenne una risata.

“Ohi!” si lamentò grattandosi il punto dolorante, Rose si mise seduta davanti a lui.

“Tutto bene?” gli chiese trattenendosi dal ridere.

“Dovresti avvertirmi prima.” Le rispose un po’ scorbutico.

“Scusa.” Si scusò lei.

“Allora cosa stavi facendo?” chiese curiosa, il Dottore mise in tasca il cacciavite sonico che aveva usato.

“Soliti controlli di manutenzione. Credevo che ancora dormivi.” Rispose.

“Non avevo più sonno. Dov’è Martha?” chiese invece lei guadandosi attorno.

“Ancora non l’ho vista.” Disse

“Vedo che hai trovato la tua felpa.” Disse notando la felpa che indossava, mentre si alzava e mettendosi allo schermo, Rose gli fu subito dietro.

“Si, la cosa buffa e che lo trovata nella soffitta del Tardis, mentre cercavo il regalo per mamma.” Rispose la ragazza.

“Tu per caso hai idea di come ci sia finita lì?” chiese innocentemente, il Dottore le sorrise voltandosi a guardarla.

“Te la sarai dimentica lì per qualche ragione.” Le rispose, ritornando a concentrarsi sul monitor.

“Allora, stavolta dove ci porti?” chiese cambiando discorso.

“Uhm …. vediamo un po’… forse c’è un posto dove ti piacerebbe andare.” Le rispose pensandoci su, Rose sorrise mordendosi il labbro inferiore.

“Davvero?” chiese speranzosa.

“Si, che ne pensi di andare.… non lo so, ad Atene.… magari nel periodo di massimo splendore.… oppure posiamo andare su qualche pianete sconosciuto.. o ancora lasciare che sia il Tardis a decidere.” Le propose avvicinandosi.

“L’ultima opzione mi diverte di più.” Affermò la ragazza, gli guardò le labbra desiderosa di poterlo baciare, quanto le sarebbe piaciuto.

“Bene. Controlli modalità casuali inseriti.” Disse giocherellando con i comandi del Tardis, mentre la ragazza lo osservava, nella stanza arrivò anche Martha, allegra e pimpante

“Buongiorno.” Salutò entrando.

“Arrivi giusto in tempo.” Disse il Dottore, prima di avviare il Tardis.

“Ehi, dormito bene?” chiese Rose.

“Splendidamente, anche se qualcuno si è messo a suonare in mezzo alla notte.” Disse guardando il Dottore.

“Si sentiva così forte?” chiese il Dottore.

“Tu non lo hai sentito?” chiese la ragazza a Rose,che imbarazzata guardò il Dottore.

“Oh … beh ecco ero con lui.” Disse sorridendole timidamente. Un suono del Tardis attirò l’attenzione dei tre ponendo fine alla discussione.

“Che succede?” chiese Rose guardando verso il monitor accanto al Dottore.

“Vediamo.… Uhm, interessante.… oh molto interessante.” Disse sorridendo.

“Allora cosa succede?” chiese Martha.

“Qualcosa di divertente?” chiese invece Rose, riconoscendo il sorriso che, il Dottore aveva sulle labbra.

“Mi sa che la nostra piccola gita dovrà aspettare.” Disse impostando le coordinate.

“Ma che succede?” chiese ancora Martha.

“Una covata rossa, su Londra.” Disse raggiante.

“Torniamo di nuovo a casa?” chiese Martha un po’ delusa.

 

Rose e Martha uscirono dal Tardis, che si era fermato in un vicolo accanto al centro di Londra, Rose aveva sulle spalle una serie di frecce.

“Fantastico, mi avete promesso viaggi nel tempo e nello spazio, invece alla fine ci ritroviamo sempre a Londra.” Si lamentò Martha, mentre l’altra si guardava attorno.

“Oh cavolo ha sbagliato di nuovo.” Disse ignorando la sua amica, entrò di nuovo nella navicella.

“Ti sei nuovamente confuso.” Disse avvicinandosi alla console, dove il Dottore al disotto della grata stava cercando qualcosa.

“Come mi sono confuso?” disse tirando fuori la testa.

“Beh, avrai sbagliato le coordinate, dovevamo andare vicino a Queen Street, invece ci troviamo da tutt’altra parte.” Si lamento la ragazza, i Dottore venne fuori con un arco per le frecce.

“Oh .… sapevo di averlo ancora.” Disse sorridendo, Rose alzò gli occhi al cielo.

“Dottore!” lo richiamò, cercando di farlo concentrare.

“Si, scusa, che stavi dicendo?” chiese tornando a concentrarsi su di lei.

“Hai sbagliato le cordonate, di nuovo.” Gli spiegò.

“Impossibile.” Disse avvicinandosi allo schermo, Martha rientrò nel Tardis.

“Si può sapere cosa state combinando voi due, dobbiamo andare.” Disse la ragazza entrando.

“Prenditela con lui.” Si difese Rose indicando il Dottore.

Argh .… il Tardis ha bisogno di calibrarsi. Pazienza andremo a piedi.” Disse il Dottore.

“Cosa?” chiese sconvolta Martha.

“Non arriveremo mai in tempo.” Continuò Rose.

“Vergognati Tyler, mai demoralizzarsi, lo dovresti sapere.” Disse riprendendo l’arco in mano.

“Una bella corsetta e arriveremo in tempo.” Aggiunse sorridendo.

“Scordatelo, prenderemo un taxi stavolta.”rispose Martha avviandosi di nuovo fuori.

“Ecco, questa soluzione mi piace di più.” Aggiunse Rose.

“Ma così non è molto divertente.” Si lamentò i Dottore, la bionda lo prese per mano e fece strada.

“Avanti non fare il bambinone, ti prometto che al ritorno ci faremo una bella corsa.” Gli promise uscendo dal Tardis, il Dottore le sorrise e le strinse ancora di più la mano.

 

Entrarono nel Tardis sghignazzando come tre adolescenti, ricoperti da una strana sostanza verdognola.

“Oh mio Dio! Non c’e la faccio più” disse Rose tra le lacrime mentre si accasciava sul sedile del pilota, il Dottore invece si affrettò a portare il Tardis nel vortice.

”No riesco a credere a quello che abbiamo fatto.” Aggiunse Martha, tenendosi i fianchi.

“Questo si ch’è divertimento.” Continuò Rose guardando verso il Dottore.

“Oh ma è stato brillante, assolutamente fantastico.” Disse il Dottore mentre si metteva accanto a Rose.

“Soprattutto quando la madre si è accorta di quello che stavamo per fare.” Aggiunse Rose.

“Sarà l caso di andarmi a dare una bella pulita.” Disse invece Martha riprendendo fiato, uscendo dalla stanza.

 “Avanti Rose, mi vuoi forse dire che non ti sei divertita, che non è stato fantastico?” chiese retorico il Dottore, la ragazza scoppiò a ridere di nuovo, seguita dal Dottore.

“Questa.… questa è una storia da non dimenticare.” Disse il Dottore tra le risate, Rose si asciugò le lacrime e prese un lungo respiro per calmare le risate. Guardò verso il Dottore, una domanda gli ronzava per la mente da qualche ora.

“Chi era quella ragazza che ti ha fermato?” chiese innocentemente guardando da tutt’altra parte, come se la cosa non le interessasse realmente.

“Un amica .… a quanto sembra.” Rispose vagamente.

“Cosa ti ha dato?” chiese ancora con curiosità.

“Una specie di kit di sopravivenza, dice che in futuro potrebbe servirci.” Le spiegò tirando fuori il blocco che la ragazza gli aveva consegnato.

“Adesso che si fa?” chiese il Dottore, cambiando discorso.

“Io direi di andarci a dare una bella ripulita. Sperando che questa roba si tolga facilmente.” Disse mentre cercava di togliere quella sostanza dai suoi capelli.

“Credo sia una buona idea, poi prometto di portarti ovunque tu desideri, cara mia Rose.” Annunciò alzandosi, la ragazza fece lo stesso.

“Interessante, ci sono due o tre posti dove mi hai detto che mi avresti portato, ma non lo hai mai fatto.” Disse iniziando ad uscire dalla stanza.

“Ogni tuo desiderio è un ordine, lo sai.” Disse andandole dietro.

“Dovrò sfruttare di più questa opzione.” Rispose facendogli una linguaccia, fermandosi davanti alla sua camera.

“Sono sicuro che me ne pentirò.” Le rispose alzando gli occhi al cielo.

“Spero solo che questa cosa verde non rovini questa felpa. Adoro questa felpa.” Disse la ragazza cambiando discorso.

“Tranquilla non è dannosa.… Beh .… non proprio.” Riflette.

“Ok, sarà meglio cambiarci. A dopo.” Disse entrando in camera.

Fine

Capitolo 1

 

 

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Capitolo 2
*** Richiesta d’aiuto ***


Note dell’autore: Eccovi il secondo capitolo dell’episodio “Impatto solare” della mia terza stagione con Rose, spero che vi piaccia, con questo entriamo nel vivo della storia.

Comunque spero entro domani di aggiornare anche l’altra storia, voi continuate a seguirmi.

 

Capitolo 2

Richiesta d’aiuto

 

Poco dopo il Dottore, aspettando che Rose fosse pronta per il prossimo viaggio, si mise a fare i soliti lavoretti di manutenzione al Tardis. Sbuffò frustrato perché sembrava che non riusciva mai a trovare un momento adatto per parlare con Rose, ogni volta succedeva qualcosa o venivano interrotti. Era diventato il suo chiodo fisso, Rose, Rose non faceva altro che pensare a lei, non faceva altro che pensare a loro, a quello che potrebbe essere. Sentì qualcuno entrare nella sala, balzò subito in piedi sperando si trattasse di Rose, ma rimase un po’ deluso nel vedere solo Martha.

“Rieccomi, pronta per il prossimo viaggio.” Disse la ragazza sorridendogli.

“Giusto!” disse prendendo a giocare con i comandi del Tardis, senza una vera motivazione.

“Allora, stavolta dove ci porti?” chiese avvicinandosi.

“Ah non lo so ancora, volevo aspettare Rose.” Disse senza dargli troppo peso, Martha sorrise.

“Oh, quasi dimenticavo. Telefono prego.” Le disse porgendole la mano, la ragazza lo guardò confusa.

“Come scusa?” chiese.

“Ho bisogno del tuo telefono.” Insistette senza specificare. Con qualche dubbio, Martha gli diede il suo cellulare.

“Cosa devi fare?” chiese, vedendo che tirava fuori anche il cacciavite sonico.

“Un attimo di pazienza e lo vedrai.” Disse puntando il cacciavite sul telefono. Rose entrò in quel momento nella sala.

“Ehi che state facendo?” chiese avvicinandosi a Martha.

“Non ne ho idea, ha voluto il mio telefono, e adesso non so cosa vuole fargli.” Spiegò con un po’ di preoccupazione, Rose le sorrise e si avvicinò al Dottore.

“Ecco, il roaming universale.” Disse lanciandole il telefono.

“Il cosa?” chiese confusa.

“Il tuo telefono è appena diventato super.” Specificò Rose.

“In qualunque parte del tempo o dello spazio ci troviamo, avrai sempre il segnale.” Spiegò il Dottore girando attorno alla console.

“E’ stupendo, posso davvero chiamare chiunque, da qualsiasi parte.” Disse la ragazza entusiasta all’idea.

“Provare per credere.” Le suggerì Rose, mentre si guardava con il Dottore.

“Privilegio di chi viaggia spesso.” Aggiunse il Dottore.

“Allora Rose, dove hai deciso di andare?” le chiese, cambiando discorso.

“Oh beh ecco …. ci sarebbe Barcellona da visitare, o non lo so, ci potresti portare a qualche concerto.” Suggerì la ragazza, facendo spuntare la lingua trai denti.

“Barcellona ah? In effetti non ci siamo più andati.” Ragionò il Dottore.

“Perché stavolta non fai decidere me?” chiese Martha intromettendosi. Rose e il Dottore si guardarono.

“Oh …. Beh ….” tentò di rispondere il Dottore in difficoltà, rendendosi conto di non aver mai chiesto a Martha dove le sarebbe piaciuto andare, a differenza di come aveva fatto con Rose la prima volta.

“Si …. direi che sarebbe una bella idea.” Intervenne Rose.

Prima che la ragazza decidesse, il Tardis tremò per un attimo, i tre si aggrapparono alla console, una sirena iniziò a suonare.

“Che succede?” chiese Rose guardando il Dottore.

“Richiesta d’aiuto, blocco tutto. Rose potresti.” Le indicò un pulsante giallo al di fuori della sua portata, la ragazza si aggrappò alla console e si mosse in direzione dell’interruttore.

“Potrebbe esserci un po’ di ….” Cercò di avvertire, ma il Tardis atterrò bruscamente facendo cadere tutti e tre sulla grata del Tardis

“Turbolenza .… scusate.” Disse rialzandosi.

“Tutto bene?” chiese Rose aiutando Martha ad alzarsi.

“Si, devo solo abituarmi a questi atterraggi di fortuna.” Disse la ragazza, il Dottore passò correndo tra le due.

“Andiamo, non perdiamo tempo, diamo un occhiata fuori.” Disse aprendo le porte del Tardis.

 

Dopo essersi accorto di cosa stava per accadere, il Dottore corse verso il capitano prendendola per le braccia.

“Quanto siete?” chiese allarmato.

“Sette inclusi noi.” Rispose la donna.

“Trasportiamo merci nelle galassia, e tutto automatizzato, noi pensiamo solo.…” stava cercando di spiegare l’altro, ma il Dottore lo interruppe.

“Chiamate gli altri vi porto via.” Disse correndo verso la porta da cui erano entrati, mentre gli altri tentavano di fermarlo.

Non appena aprì la porta fu investito da un ondata di vapore caldo, che lo fece cadere a terra, Rose fu subito accanto a lui, aiutandolo ad alzarsi, mentre l’ultima arrivata protetta da una tuta chiudeva la porta.

 “La mia nave è li dentro.” Disse con furia.

“Nella camera di ventilazione?” chiese il ragazzo più giovane.

“E’ la nostra via d’uscita.” Aggiunse ancora.

“La temperatura è infernale lì dentro, più di tre mila gradi e continua a salire.” Informò la ragazza che aveva chiuso la porta.

“Più ci avviciniamo al sole, più si riscalda la stanza.” Aggiunse il ragazzo, Martha e Rose guardarono verso il Dottore.

“Siamo bloccati qui?” chiese preoccupata.

“Dottore!” lo chiamò Rose dolcemente, non era certo la prima volta che succedeva.

“Risolvere anche stavolta vedrai.” La rassicurò il Dottore guardandola dritto negli occhi.

 “Dobbiamo far ripartire la nave, la sala macchine è quaggiù giusto?” disse rivolto agli altri, prese la mano di Rose correndo via seguito dagli altri.

Fine

Capitolo 2

 

 

Note finali: Su ragazzi lasciate una piccola recensione (anche di due parole)  per capire se la storia vi sta piacendo o meno, accetto anche (soprattutto) le critiche, scatenatevi.

 

 

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Capitolo 3
*** Vicino alla morte ***


Note dell’autore: Eccovi il terzo capitolo dell’episodio “Impatto solare” della mia terza stagione con Rose. Spero davvero che sia di vostro gradimento anche questo capitolo, alla fine ricordatevi di recensire.

 

Capitolo 3

Vicino alla morte

 

“Dottore chiuda il portello adesso.” Gridò Scannell, Rose corse nella sua direzione, preoccupata non vedendolo più rispondere. Le porte si aprirono e lui era inginocchiato a terra con gli occhi chiusi.

“Dottore!” lo chiamò preoccupata, inginocchiandosi accanto.

“Sta lontano da me.” Le disse strattonandola lontano, la ragazza non capì, ma si rese conto che qualcosa non andava. A carponi l’uomo superò la stanza accasciandosi a terra definitivamente.

“Dimmi che ti succede?” chiese lei, avvicinandosi ancora, mentre lo vedeva contorcersi, la paura che cresceva.

“Dottore, Dottore.” Chiamò Martha avvicinandosi con Riley.

“Rose sta lontano ti prego.” Le disse ancora una volta con la voce sempre più sofferente. Le sembrava di rivivere il momento in cui si era rigenerato, aveva una gran paura di perderlo.

“Che sta succedendo?” chiese Martha.

“Non lo so. Dottore dimmi che sta succedendo?” chiese ancora Rose, con le lacrime agli occhi. Il Dottore si voltò verso di loro, appoggiando le spalle alla parete.

“Sta lontano da me.” Disse, stavolta aprendo gli occhi, rivelando alle due ragazze di essere stato infettato, Rose deglutì spaventata.

“Rose fa come dice.” Disse Martha cercando di farla allontanare.

“No, Dottore.” Disse disperata tra le lacrime.

“Che sta succedendo?” chiese il capitano, arrivando di corsa in quel momento.

“E’ colpa tua capitano McDonnell.” L’accusò il Dottore, Riley e Martha la guardarono, mentre Rose rimase concentrata sul Dottore.

“Riley, vai nell’aria dieci e aiuta Scannell con le porte, vai.” Ordinò al ragazzo che con qualche esitazione ubbidì.

“Hai scavato nel sole.… e usato la superficie come carburante.” Accusò il Dottore mentre cercava di contenere la cosa dentro di lui, le altre due non sapevano che fare, Rose era disperata, doveva trovare subito una soluzione, doveva salvarlo.

“Dovevi vedere se c’era la vita.” Le urlò ancora.

“Non capisco.” Disse la donna.

“Dottore di cosa stai parlando?” chiese Martha, ma lui urlò ancora per il dolore.

“Quel sole è vivo, è un organismo vivente. Gli hanno estirpato il cuore come carburante e ora lui grida.” Spiegò ancora con il dolore che cresceva.

“Che vuol dire, un sole non può essere vivo, come fa ad essere vivo.” Continuò il capitano.

“Perché sta vivendo in me.” Disse, Rose si asciugò le lacrime e gli strinse la mano, non poteva lasciarlo soffrire i quel modo, non poteva perderlo, si ricordò di cosa avevano fatto per contenere l’altro.

“Rose allontanati.” Le urlò di nuovo.

“Te lo scordi, Martha aiutami a portarlo in infermeria.” Ordinò, mentre metteva il braccio del Dottore sulla sua spalla.

“Che vuoi fare?” chiese seguendo l’esempio della bionda.

“Lo dobbiamo congelare nella camera di stasi.” Le spiegò mentre il Dottore si dimenava e urlava dal dolore.

“Lasciate che vi aiuti.”  Disse il capitano avvicinandosi.

“Non avvicinarti, hai fatto anche troppo.” L’accusò Rose fulminandola con gli occhi.

“Devi riuscire a portarmi a meno di duecento gradi.” le indicò il Dottore, mentre le due lo sostenevano.

“Mi userà per uccidervi.… più ci avviciniamo più aumenta il legame.” Spiegò ancora una volta tra le urla.

“Martha tu sai usarla vero?” chiese la bionda.

“Certo.” Rispose entrando nella stanza.

“Avanti Dottore resisti.”gli disse Rose, l’altra lasciò la presa del Dottore e si avvicinò alla macchina per prepararla.

“Rose …. Rose.” Chiamò lui, mentre la bionda lo aiutava a distendersi.

“Sono qui, eccomi.” Lo tranquillizzò stringendogli la mano.

“Mi sta bruciando.… non riesco più a tenerlo …. Rose.” Disse ancora tra le urla, Martha la guardò.

“Potrei ucciderti …. potrei uccidervi tutti. Non voglio che succeda .… non voglio farti del male.” Disse stringendo la presa sulla mano della ragazza.

“Ho paura Rose .… ho molta paura.” Le confessò, la ragazza deglutì lentamente.

“Non voglio andarmene.… devi sapere una cosa .… Rose .… prima che io muoia.… devi saperlo.” Continuò.

“Non ci provare Dottore, non puoi morire.” Gli urlò, si avvicinò al suo orecchio.

“Non ti lascio solo, io sono qui per te …. per sempre.” Gli sussurrò nell’orecchio, il Dottore le strinse ancora di più la mano.

“Devo dirti una cosa” continuò lui.

“Me la dirai sul Tardis, davanti ad una tazza di te caldo.” Insistette lei forzandosi di sorridere, Martha le si avvicinò.

“Rose è il momento.” Le disse, Rose annuì chiudendo gli occhi, senza lasciare la mano del Dottore.

“Io sono qui, per te.” Gli sussurrò ancora, per poi baciarlo delicatamente sulle labbra. Si allontanò da lui, lasciandogli la mano, mentre Martha con un comando lo faceva entrare all’interno della camera e impostava i gradi.

Le due sentirono le urla di dolore del Dottore, Rose chiuse gli occhi e deglutì, continuando a ripetersi che sarebbe andato tutto bene, che il Dottore sarebbe stato bene. Improvvisamente la macchina si spense.

“No, non potete fermarvi, non ancora.” Urlò il Dottore da dentro la camera di stasi.

“Che succede? Martha che sta succedendo?” chiese Rose avvicinandosi all’ altra.

“Non lo so …. io non lo so. Non c’è energia.” Disse ricontrollando i pulsanti.

“Ok, ok non facciamoci prendere dal panico.” Rifletté Rose a voce alta, camminando nervosamente.

“Scusate, ma qualcuno ha tolto l’energia dalla sala macchine.” Disse la voce del capitano dal microfono.

“Chi diavolo c’è lì?” chiese Martha.

“Non vi preoccupate, ci penso io.” Disse la donna. Il Dottore continuava ad urlare, mentre si scongelava sempre più velocemente, le due cercavano un modo per far ripartire la macchina.

“Ascoltatemi, ho solo un minuto .… dovete andare a prua per scaricare i motori, liberate le particelle di sole nei serbatoi.” Disse il Dottore continuando a dimenarsi.

“Nessuna di noi andrà via, capito!” disse Martha continuando a pigiare tasti, Rose si fermò.

“Devi andare Martha.” Disse improvvisamente, la ragazza la guardò.

“Non posso lasciarvi.” Insistette.

“Devi farlo.” Ordinò Rose a voce alta.

“Ma .…” cercò di dire guardando verso il Dottore, Rose la prese per le spalle.

“Martha, mi serve che tu liberi quelle particelle, ti prego. Io ho bisogno che tu lo faccia.” Le disse con più calma. Martha guardò ancora verso il Dottore e andò di nuovo via.

“Dottore, cerca di resistere, capito!” gli urlò Rose avvicinandosi di nuovo alla macchina.

I minuti continuavano a passare, ma la macchina non si azionava e lei non sapeva più che inventarsi, improvvisamente il Dottore uscì dalla camera di stasi.

“Dottore.” Disse avvicinandosi a lui.

“Che ci fai ancora qui?” chiese strattonandola lontano da lui.

“Non ho alcuna intenzione di lasciarti da solo.” Insistette avvicinandosi ancora.

“Ti prego Rose, non lo controllo più.” Le urlò strisciando via.

“Non mi importa, non ti lascio.” Insistette ancora.

“Non riesco a combatterlo.” Disse ancora appoggiando le spalle al pavimento.

“Devi farlo, non puoi mollare proprio adesso.” Continuò a dirgli.

“Brucia con me Rose, brucia con me.” Disse aprendo gli occhi, a quel punto la ragazza fece un passo indietro, urlò ancora una volta, più forte di prima.

“Rose, va tutto bene?” sentì la voce di Martha arrivare dal microfono.

“Cerca di muoverti dannazione!” le rispose invece.

Il Dottore aveva richiuso gli occhi e Rose si avvicinò di nuovo, mentre lui continuava a dimenarsi, ma quando fu vicina, le bloccò le braccia.

“Brucia con me Rose, brucia con me.” Le disse riaprendo gli occhi, la ragazza chiuse gli occhi terrorizzata, non riusciva a muoversi.

“Ti prego Dottore, sono io …. sono Rose.” Gli diceva tra le lacrime. Quella era la prima volta che aveva paura del Dottore, sperava che Martha si sbrigasse. Riuscì a strattonarlo lontano, in un momento di debolezza, iniziò a strisciare lontano da lui, ma le afferrò la caviglia, bloccandola.

“Ti prego Dottore.” Lo implorò, sempre più disperata, poi improvvisamente, lo sentì urlare ancora una volta e vide che i suoi occhi tornavano normali.

“Dottore?” lo chiamò con la voce che le tremava, lui alzò lo sguardo su di lei.

“Rose?” chiese intimorito, sicuramente da quello che aveva appena passato. Gli sorrise tranquillizzandosi, si avvicinò a lui e l’abbracciò più che poteva.

“Sei tu, sei tornato.” Disse aggrappandosi a lui, lasciando che le lacrime le bagnassero il viso. Il Dottore la stringeva sempre di più, ridendo felice per riavere la sua Rose. Martha che aveva corso per raggiungerli, si fermò a guardarli, lasciandoli il loro momento.

Fine

Capitolo 3

 

 

 

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Capitolo 4
*** Seguire il cuore ***


Capitolo 4

Seguire il cuore

 

Il Dottore rientrò nel Tardis in silenzio, dietro di lui come sempre Rose. Si avvicinò alla console, ripensando a quello che avrebbe potuto perdere, a quello che stava per fare a Rose, non avrebbe sopportato l’idea di farle del male, non se lo sarebbe mai perdonato. Sentì la sua mano sul braccio, si voltò a guardarla, gli stava sorridendo, lo voleva tranquillizzare, ricambiò il sorriso con fatica. Martha rientro nella navicella.

“Ok, pronta per un'altra avventura.” Disse rientrando sorridendo, il Dottore abbassò lo sguardo e fece partire il Tardis. Mentre le due ragazze parlavano di Martha e Riley, lui osservava Rose, stavolta aveva davvero rischiato di perderla, era stato vicino alla rigenerazione, e non era riuscito a dirle ciò ce provava per lei.  Era stanco di doversi nascondere, di dover negare ciò che Rose ha sempre significato per lui.

“E tu Dottore, come ti senti?” chiese Martha distraendolo dai suoi pensieri, non rispose subito, guardò Rose e sorrise cercando di tranquillizzare entrambe.

“Allora hai già deciso dove andare?” chiese, tornando il Dottore di sempre.

“Per prima cosa,ho bisogno di un'altra doccia. Quel posto era una vera sauna.” Rispose invece Martha.

“Giusto, credo che sia meglio.” Concordò il Dottore, ma prima che la ragazza uscì dalla sala la fermò ancora.

“Martha, aspetta.” Disse e le fece dondolare davanti a se, una catenella con la chiave del Tardis.

“Oh mio Dio!” disse sorpresa.

“Te la sei meritata. Privilegio di chi viaggia spesso.” Continuò, posando la chiave tra le mani della ragazza.

“E’ fantastico.” Disse abbracciando prima il Dottore e poi Rose, uscendo dalla stanza saltellando su se stessa.

“E’ stato un bel gesto.” Disse Rose avvicinandosi a lui. Non rispose la guardò per poi attirarla a se in un abbraccio stringendola più che poteva.

“Grazie.” Le sussurrò all’orecchio, ricordando ogni singola parole che lei gli aveva detto, prima di farlo entrare nella camera di stasi.

“Non ho fatto nulla.” Gli rispose con modestia, mentre si scioglieva da quell’abbraccio.

“Sei rimasta al mio fianco.” Le rispose, sorridendole ancora.

“Non ti liberi di me.” Lo minaccio facendo spuntare la lingua tra i denti. Le sorrise con dolcezza.

“Sarà meglio che seguo l’esempio di Martha.” Disse Rose allontanandosi. Quella era la sua ultima occasione per parlarle apertamente senza altre interruzioni, non poteva certo rischiare, di andarsene senza prima parlarle.

“Rose, aspetta.” Disse facendo bloccare la ragazza, ma non appena lei si voltò a guardarlo, le parole gli si fermarono in gola, non capiva perche gli era così difficile parlarle, lui il Signore del Tempo messo in difficoltà da una semplice umana.

“Cosa succede?” gli chiese avvicinandosi di nuovo.

“Io…. volevo dirti….” cercò di parlarle, ma non riusciva trovare le giuste parole.

“Fa niente, lascia stare.”disse infine, pentendosene subito, lo guardò in modo strano poi si voltò per andarsene, ma anche stavolta lui la fermò, la prese per il braccio facendola voltare dalla sua parte, non le diede il tempo di reagire perché appoggiò le labbra sulle sue.

Rispose quasi subito a quel bacio, dischiudendo le labbra lasciando che le loro lingue si potessero incontrare. Che cosa meravigliosa stava succedendo, in quel momento, si sentì l’uomo più felice nell’universo, fece affondare la mano tra quei splendidi e morbidissimi capelli biondi, le circondò la vita con l’altro braccio, stringendola al suo corpo, approfondendo ancora il loro bacio. La sentiva tremare, aggrappandosi al suo corpo, mentre in lui il desiderio cancellava ogni dubbio, ogni paura sul loro futuro, in quel momento esistevano solo loro due.

Si separarono per riprendere entrambi fiato, appoggiò la sua fronte a quella di lei e sorrise.

“Dottore!” lo chiamò in un sussurro, sembrava confusa, felice ma alquanto confusa.

“Non dire nulla, non serve che dici nulla.” Le disse, sussurrandole senza allontanarsi da lei. Cercò di parlare, ma lui catturò di nuovo le sue labbra, per un bacio più appassionato di prima, un brivido gli percosse la schiena quando lei si lasciò condurre completamente da lui, quando rispose ancora una volta al quel bacio.

FINE

 

Revisione Settembre 2011

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