Everywhere

di Beeble
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutti parlano dell’Amore... ma io, ad essere sincera,mi chiedo ancora dove sia la sua casa ***
Capitolo 2: *** L'amore è una scelta ***
Capitolo 3: *** L’AMORE non ha necessariamente un senso ***
Capitolo 4: *** Il Dio dell’AMORE non ha necessariamente un solo nome ***
Capitolo 5: *** L’AMORE non ha prezzo e non vuole ringraziamenti ***
Capitolo 6: *** L’AMORE non deve per forza avere un volto ***
Capitolo 7: *** L’AMORE non è grigio: o è sempre o è mai ***
Capitolo 8: *** L’AMORE non è grigio: o è sempre o è mai ***



Capitolo 1
*** Tutti parlano dell’Amore... ma io, ad essere sincera,mi chiedo ancora dove sia la sua casa ***





Everywhere
(in ogni dove)

 
Alcune storie narrate in questa raccolta traggono ispirazione da eventi reali,
altri sono frutto solamente della mia immaginazione, in ogni caso ogni riferimento a persona o luogo è puramente casuale.

 

Tutti parlano dell’Amore...
ma io, ad essere sincera,mi chiedo ancora
dove sia la sua casa

 
Tutti parlano dell’Amore, gli amici, i fidanzati, i preti, i soldati, i genitori, i figli, i giovani, i vecchi, ne parla il passato e lo si immagina nel futuro, ne parlano le persone timide e quelle estroverse, quelle buone e quelle cattive, quelle sole e quelle che non lo sono mai, quelle povere e quelle ricche, quelle famose e quelle anonime, ne parlano i medici, ne parlano i meccanici, ne parlano gli avvocati e ne parlano le impiegate, ne parlano gli affaristi, i giocatori di baseball e quelli di poker, ne parlano le ballerine, le presentatrici e le cantanti, ne parlano in televisione, alla radio, nei telegiornali, nei documentari, ne cantano da tempo indefinito tutti, ne fanno poesia i poeti di tutte le epoche e ne fanno danza le popolazioni di tutta la terra, ne parlano le favole e tutte le storie del mondo... ma io, ad essere sincera, mi chiedo ancora dove sia la sua casa.
 
Un giorno, era settembre ed io avevo 11 anni... molti pensano che a quell’età non si è ancora in grado di capire le cose che riguardano il mondo, quelle del mondo là fuori, quello reale, ma non è così.
Io stavo capendo eccome: capivo che se più di sei canali trasmettevano le stesse immagini e non c’era nessun errore, era successo qualcosa di grave.
Capivo che se c’era un grattacielo incendiato con un aereo dentro non era tutto a posto, c’erano persone che gridavano, persone che piangevano e ce n’erano altre che si lanciavano da molto in alto, c’erano anche dei poliziotti e dei pompieri.
C’erano notizie che non riuscivo ad ascoltare e quindi non riesco a ricordare.
Io piangevo.
E piangevo molto.
 
Per me l'amore è dappertutto. Spesso non è particolarmente nobile o degno di nota, ma comunque c'è: padri e figli, madri e figlie, mariti e mogli, fidanzati, fidanzate, amici. Quando sono state colpite le Torri Gemelle, per quanto ne so nessuna delle persone che stavano per morire ha telefonato per parlare di odio o vendetta, erano tutti messaggi d'amore. Io ho la strana sensazione che – se lo cerchi – l'amore davvero è dappertutto. [Love Actually]
 
A partire da questa frase di Love Actually voglio parlare dell’Amore dedicando questa raccolta a tutti coloro che in quel giorno di guerra sono morti, sopravvissuti, hanno prestato soccorso in un modo qualsiasi, hanno raccontato l’avvenuto, hanno raccolto testimonianze, a coloro che sono rimasti in silenzio, a coloro che hanno gridato, a coloro che hanno perso qualcuno... e infine a tutti coloro che credono nella guerra, perché la speranza che ho nel cuore è che un giorno il mondo capisca l’inutilità delle armi – e dell’odio – e l’unicità del dialogo, di una mano tesa, della pace – dell’Amore.
Allora a sostegno della tesi per cui l’Amore è dappertutto voglio raccogliere queste dieci storie di vita nelle quali si intravede la guerra, la possibilità di portare l’odio nella propria vita...
 
Ma alla fine l’Amore senza alzare nemmeno un dito sguscia silenzioso sotto le porte, tra le fessure delle porte del cuore, e vive ancora.
 
 

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Angolo dell'autrice

Ciao a tutti,
ritorno con una nuova storia che ho già concluso... Aggiornerò quindi abbastanza velocemente...
Grazie in anticipo a chi legge e commenta.

Fabiola

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Capitolo 2
*** L'amore è una scelta ***




 

L’AMORE è una scelta

 dedicata ai miei meravigliosi genitori 
 
  A quanto pare le coincidenze non esistono, perlomeno non per Carolina, 24 anni che oggi festeggia con Luca il primo anno di matrimonio.

Stamattina aveva detto a Luca che non serviva che si prendesse le ferie anche per la seconda ecografia, con molte probabilità non sarebbe successo nulla di particolare e il medico avrebbe solamente detto che tutto andava bene.
 
Ma ora, alle 16.30 del pomeriggio, sono già passate 5 ore dall’ecografia e Carolina non ha avuto la forza nemmeno di chiamarlo al lavoro...

Il medico d’un tratto si era incupito in volto, ed era rimasto silenzioso per il resto dell’ecografia.

Carolina alla fine soffocata dall’ansia aveva chiesto che le dicesse chiaramente cosa l’aveva colpito.

Lui si era tolto gli occhiali prima di parlare, a lei era parso quasi irreale, sembrava solo un film.

“Sinceramente non me lo so spiegare signora, ma suo figlio ha la testa grande, troppo grande rispetto a come dovrebbe essere, e la scorsa ecografia non lo mostrava. Per ora non so dirle altro, le prescriverò altre analisi così poi potrà decidere meglio...” aveva detto lasciando la frase in sospeso.

Carolina era rimasta quasi senza respiro.

Testa grande. Cosa voleva dire? Lei non ne aveva idea, non aveva mai studiato nulla di medicina...

Altre analisi per decidere? Della vita di suo figlio?

Così come immersa in una nebbia, in un torpore quasi irreale era tornata a casa.

Non aveva nemmeno preparato il pranzo, non aveva acceso la televisione né provato ad accendere il computer per fare una ricerca.

Così quando ora, sono le 17.00 ormai,  suona il campanello della porta, lei si riscuote dai pensieri tornando alla realtà: era raro che Luca si ricordasse di portare via le chiavi di casa.
Apre la porta al marito con un mezzo sorriso.

Lui ha 6 anni più di lei, capelli castani che tiene sempre un po’ lunghi, la barba sempre ben fatta, e quel sorriso che l’ha fatta innamorare fin dal primo momento in cui l’aveva visto.

Suo figlio avrebbe avuto lo stesso meraviglioso sorriso anche se avesse avuto la testa più grande?

Il loro figlio avrebbe avuto gli occhi castani e profondi di Luca o quelli azzurri e intensi di Carolina?

Avrebbe preso la sua serietà e agitazione o la goliardia e la tranquillità di Luca?

Carolina scoppia in lacrime fra le braccia del marito che indossa ancora il giubbotto.

Lui la stringe a sé senza capire, le accarezza piano i capelli in attesa che si calmi e riesca a spiegargli tutto.

Dopo qualche minuto Carolina risolleva il volto dal suo petto, e in un sussurro gli dice “Il bambino...il medico ha detto che ha la testa grande...” dice lei seria.

Luca realizza in qualche secondo, nemmeno lui ne sa molto in questo campo, ma cerca le parole giuste... “È questo quello che ti preoccupa di più?” chiede sperando di conoscere abbastanza sua moglie da aver compreso cosa chiederle.

Lei scuote la testa.

Aveva posto la domanda giusta.

“Il medico dice che faranno altre analisi e poi potremo decidere...” Carolina fa una pausa “Ma io amo questo bambino...”

Anche Luca si lascia catturare dalla profondità e intensità delle poche parole dette da Carolina.

Lei aveva paura di perdere suo figlio.

Lui la abbraccia e con il suo solito spirito dice “Forse sarà solo un po’ troppo intelligente, ma qualsiasi cosa sarà e qualunque cosa il destino vorrà non saremo noi a far uccidere nostro figlio” Luca sospira e aggiunge “Amo questo figlio di cui non conosco nemmeno la forma esattamente come amo te”.

Carolina annuisce mentre un breve sorriso compare sul suo volto.
 


L’Amore li aveva condotti fino a lì, li aveva aiutati a superare le difficoltà... il loro bambino aveva reso ancora più grande la loro capacità di amare: mai e poi mai, qualsiasi forma avesse avuto quel figlio generato dal loro stesso amore, lo avrebbero abbandonato.
  

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Ecco il primo capitolo di questa raccolta....
Spero vi piaccia...
Vorrei che potesse trasmettervi qualcosa che per me è davvero esistenziale...

Fabiola

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Capitolo 3
*** L’AMORE non ha necessariamente un senso ***




 

L’AMORE non ha necessariamente un senso

 dedicata alle mie sorelle
 
 


Sara è insopportabile negli ultimi giorni...
D’accordo che è adolescente, d’accordo che a scuola non sta andando troppo bene, d’accordo che dice di avere pochi amici, ma Giulia non ne può più dei suoi modi arroganti, della sua sfacciataggine e del suo cattivo umore che fa stare male tutta la famiglia.
Anche oggi sarebbe tornata a casa da scuola distrutta e l’avrebbe trovata lì, pronta ad attaccare chiunque le fosse intorno.
Infatti come aveva previsto, mentre entra in casa, sente che Sara sta già litigando con la mamma.
“No, non capisci” dice Sara in tono quasi canzonatorio alla madre.
“Non hai ancora preso una sufficienza dall’inizio dell’anno, oggi sei tornata con una nota sul libretto perché hai risposto con una parolaccia all’insegnante e io dovrei lasciarti andare in discoteca da mezzanotte alle quattro del mattino?” riepiloga incredula la mamma.
 
Nel frattempo Giulia passa silenziosa dietro di loro rifugiandosi dietro la porta della cucina che socchiude dietro di sé.
Quella della discoteca poi!? Da dove usciva fuori!? si chiede Giulia.
Di certo aveva scelto un modo infallibile per far infuriare la mamma, tenendo conto che, per quanto comprensivo fosse papà, di certo non sarebbe stato contento della nota sul registro, soprattutto per via della motivazione.
Diceva sempre “Se non ti piace studiare puoi andare a lavorare, ma qualsiasi delle due cose tu voglia fare, serve rispetto per gli altri”.
Ora cerca però di concentrarsi sul suo pranzo: la mamma le aveva lasciato in caldo la minestra.
Dopo averla versata nel piatto Giulia si siede a tavola e sta qualche secondo col volto sopra il piatto per inspirarne il vapore, sentendo il calore salire e sfiorarle le labbra.
Molti non apprezzano la minestra, ma lei la preferisce alla pastasciutta.
Mentre col cucchiaio prende la minestra per portarsela alla bocca, un altra uscita dai toni alti di sua sorella la fa sussultare.
“No! Io voglio solo avere delle amiche, tutto qui!” dichiara.
La madre sempre più irritata dal fatto che la sua figlia minore si prenda gioco di lei risponde: “E la discoteca è un luogo dove si fanno molte amicizie vero? È facile comunicare con la musica che ti perfora i timpani”
 
“No, ma è fuori dal gruppo se non ci va”
Questa voce è nuova nella discussione, è nuova anche perché è la più pacata delle voci della casa: è Giulia.
Sia la mamma che la sorella rimangono senza parole: l’una perché sta tentando di capire la risposta datale e l’altra perché stenta a credere che la sorella abbia potuto comprenderla.
Giulia, che non faceva altro che evitarla, risponderle male e riferire ogni sua mossa sbagliata ai genitori.
Giulia approfitta di quel momento di smarrimento per abbracciare la sorella.
Sara lasciando, se possibile, ancora più basita la madre, ricambia l’abbraccio iniziando a piangere silenziosamente.
“Non ho amici Giù” dice piano quest’ultima.
“Hai me, e non ti chiederò di andare in disco per esserti amica” dopo un secondo riprende: “Vedrai che i veri amici arriveranno e nemmeno loro vorranno nessuna dimostrazione se non la sola amicizia”
Sara sospira e stringe ancora di più la sorella a sé.
 
L’Amore non ha necessariamente un senso.







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Salve a tutti....
un grazie a tutti coloro che leggono...
questa seconda storia intende sondare un'altro ambito dell'amore in famiglia...
vi annuncio che il prossimo capitolo sarà dedicato all'amicizia...

le recensioni sono sempre gradite...

A presto

Fabiola

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Capitolo 4
*** Il Dio dell’AMORE non ha necessariamente un solo nome ***




 

Il Dio dell’AMORE non ha necessariamente un solo nome

 sai che questa storia è dedicata a te...
...nella speranza che possa fare in modo che i nostri sogni possano realizzarsi e la nostra amicizia duri per sempre...

 




Quando Lucy e Marianna si erano incontrate trovandosi nella stessa classe sembrava che mai due persone così diverse si fossero avvicinate.
La prima vestita quasi dark: calze a rete, alti stivali neri, minigonna a pieghe  e maglia scura, bracciali con le borchie o polsini con i teschi, sicura di sé e capace di ridere del mondo, delle difficoltà e di sé stessa.
La seconda era un paté di colore, pareva che una sarta cieca abbinasse i suoi capi, e a volte persino che li cucisse per lei, i cappelli che indossava potevano essere individuati da chilometri di distanza e i suoi capi erano assolutamente al limite fra l’originalità e l’eccentricità.
E ne andava orgogliosa, non abbassava mai il capo, era pronta a fare una battuta bruciante in risposta ad una presa in giro.
Per non dire che la prima adorava i film dell’orrore e la seconda non poteva soffrirli.
Lucy fumava e intercalava parolacce nel suo modo di parlare mentre a Marianna risultava difficile sopportare entrambe le cose.
Un proverbio popolare dice che gli opposti si attraggono... e anche nell’amicizia è così.
Le due ragazze dopo qualche mese si avvicinarono ed iniziarono a parlare del più e del meno finendo per notare le mille differenze che c’erano fra loro.
Tutto ciò invece di allontanarle, le affiatava ancora di più, sembrava che le differenze fossero il fulcro della loro amicizia.
Lucy affermava certa che esistevano più Dei: gli Dei celtici, mentre Marianna aveva invece una fede profonda nel Dio cristiano.
Nello stesso periodo in cui discutevano per ore su chi credeva nella cosa più giusta, cosa c’era di sbagliato in ciò in cui credeva l’altra, mentre ognuna metteva in dubbio il proprio credo e poi lo confermava più forte di prima, le due amiche iniziarono a scrivere una storia a quattro mani.
E così parlarono attraverso la scrittura, tramite i loro personaggi, nell’intermezzo fra un dialogo e l’altro, fra la ‘svolta decisiva della storia’ e la stesura della sua parte più triste e commovente.
La loro amicizia crebbe fino a diventare una vera grande amicizia.
 
Ora, dopo 5 anni, nonostante strade diverse le allontanino, sono ancora migliori amiche , la loro fede è la stessa di allora... ma questo conta  davvero poco...
Lucy e Marianna riescono a parlare di fede e di ogni argomento che riguarda la loro vita senza alcun problema, come non riescono a parlarne con nessun altro.
 
Sono però certe di aver dimostrato al mondo una cosa: le diversità non sono nemiche dell’amicizia e il Dio dell’Amore non può avere e non ha un solo nome.




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Spero che vi piaccia questa storia.
Grazie anche solo a chi legge...
Spero davvero di passarvi quell'emozione che ho provato
nello scrivere questa raccolta....

Fabiola
 
 

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Capitolo 5
*** L’AMORE non ha prezzo e non vuole ringraziamenti ***



 

L’AMORE non ha prezzo e non vuole ringraziamenti

 dedicato a tutti i bambini che aspettano un trapiant di midollo osseo

 
 

Ero andata a fare gli esami del sangue per donare il sangue circa 2 mesi fa.
In quell’occasione, mentre aspettavo la visita medica mi ero soffermata, per passare il tempo, a leggere qualche manifesto.
Mi aveva colpito un cartello abbastanza grande dove c’era scritto a caratteri cubitali:
“DA ANNI VAI IN GIRO A DIRE CHE SEI UNICO... È MALEDETTAMENTE VERO.
  1 persona su 100.000 è compatibile con chi sta aspettando un trapianto di midollo osseo.”
Rimasi colpita ma è il mio turno e decisi di informarmi meglio quando fossi tornata a casa.
Uno su 100.000 è davvero poco.
Sentii il mio nome “Elena!”
Entrai nel piccolo ambulatorio: visita e prelievo procedettero senza problemi, un mese dopo mi sarebbe arrivata la lettera che mi avrebbe detto se ero o meno idonea.
 
Tornata a casa, mi fiondai sul pc, controllai le e -mail e poi mi ricordai del manifesto.
Navigando fra i vari siti ho scoperto che per diventare donatori, basta dare un primo campione di sangue con cui confrontare la compatibilità.
Se si risulta compatibili, si fanno poi altri esami del sangue che approfondiscono la compatibilità.
Solo se si risulta compatibili al 100% si viene chiamati a donare il midollo osseo che viene estratto dall’osso.
Penso che sia uno degli atti che con poco sacrificio può fare un bene inimmaginabile.
Guarire un tumore ad esempio.
 
Il solo pensiero mi fa rabbrividire.
Donare una parte di me ad un perfetto sconosciuto.
Sono brividi come di ebrezza, come se fossi ad alta quota.
È un atto eroico o forse non lo è... se tutti lo facessero almeno una parte delle persone in attesa di trapianto non morirebbero.
E questo sconosciuto potrebbe essere sposato, avere figli piccoli, adolescenti, adulti, oppure  dei nipotini, oppure essere solo, una persona che ha bisogno di un’altra possibilità di dare molto al mondo se gli fosse concesso di vivere ancora.
 
...
 
Fatti i nuovi esami!
Tutti nella norma!
Sono ufficialmente iscritta al registro nazionale dei donatori di midollo osseo.
Forse sarà stupido ma mi sento immensamente felice ed in armonia con tutto il creato.
‘In attesa di chiamata’.
Se ci sarà bisogno: io ci sarò.
 



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Pubblico questa storia in una giornata per me speciale, oggi ho donato per la prima volta il sangue
e mi voglio impegnare al più presto a diventare un'iscritta al registro nazionale dei donatori
di midollo osseo....

Vi lascio due link di un film realizzato dall'ADMO.....

http://www.youtube.com/watch?feature=iv&annotation_id=annotation_583237&v=iewBaBD7IbU (parte 1)
http://www.youtube.com/watch?v=Ka4pHraJ8do&feature=related (parte 2)

Buona visione....

Grazie a chi legge...
e grazie a chiunque volesse lasciarmi un suo pensiero anche solo breve.

Fabiola


 

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Capitolo 6
*** L’AMORE non deve per forza avere un volto ***



L’AMORE non deve per forza avere un volto

 dedicata alla mia Claudia che ancora ricordo la sera...


 

 
...può avere anche un nickname ed una storia, naturalmente.
 
Claudia aveva deciso di pubblicare in quel bel sito di fanfiction e storie originali, la sua, che era più di una semplice storia.
Era la storia della sua vita, con sofferenze, difficoltà, amori e amicizie.
 
Francesca era una delle sue lettrici e ‘recensitrici’ più assidue e fedeli.
Oramai da 15 capitoli la storia diventava spunto per riflettere, ringraziare Cla88* per aver condiviso la sua vita e talvolta condividere le proprie esperienze.
Era quasi incredibile questo rapporto mediato da un computer, da una storia e dei commenti, eppure così intenso.
 
P.O.V. Francesca.
 
È quasi passata una quindicina di giorni dall’ultimo aggiornamento, per fortuna oggi però c’è  il nuovo capitolo.
Il titolo è ‘Avviso’.
Peccato... magari avrà qualche esame all’università e deve un po’ ritardare la pubblicazione.
Ma già dalle prime parole Francesca capisce che non è così.
Non è Cla88* a scrivere quel messaggio, o meglio, a quanto pare, la sorella l’ha trascritto sul capitolo per lei.
Riporto la sua scritta “Cari lettori, sto male... per questo devo interrompere la stesura di questa storia a tempo indeterminato. La scrittura è una delle mie fedeli compagne di vita e voi siete stati degli ottimi compagni con cui condividere la mia storia e anche la mia vita, spero di ritrovarvi se un giorno tornerò”.
Resto immobile, in silenzio davanti allo schermo cercando di capire.
Poi, prendo una decisione.
 
P.O.V. Claudia
 
Sono in ospedale da 10 giorni ormai, nessuno sa ben dirmi cos’ho: forse un tumore, forse una malattia del sangue, forse una cosa genetica... sembra un film... e invece è la mia vita.
D’improvviso ero svenuta e continuavo a perdere conoscenza, poi con le analisi erano usciti un altro migliaio di sintomi, che curavano con moltissime medicine che però, dovevano porre molta attenzione, non avessero effetti peggiori dei miei sintomi, combinati.
Dall’inizio della terapia, due giorni fa, non ero più svenuta, ma mi avevano spiegato che non avrei potuto stare a vita sotto tutti quei farmaci perché curavano solo i sintomi e non la base del problema, che loro non erano in grado di capire quale fosse.
Cecilia arriva alle 8.00 in punto come ogni mattina.
“Guarda cos’ho portato sorellina!” esclama.
Ha fra le mani dei fogli... non saprei dire di che cosa si tratta.
Saranno 5 o 6 fogli ad occhio e croce.
“Che sono?” chiedo tendendo il braccio libero, quello che non ha conficcato un bell’ago collegato ad un tubicino che mi porta più di una decina di medicinali nel sangue.
Ceci ritira i fogli: “Indovina” dice solare.
Mia sorella è sempre stata più solare ed enigmatica di me, pessimista e pratica.
“Eddai, non lo so... mi hai scritto una lettera?” butto lì a caso.
“Non avrebbe senso” replica facendo una faccia che mi fa sfuggire una risatina.
Poi me li porge, li giro nel verso giusto e inizio a leggere.
Sono i commenti al capitolo di avviso che ho fatto scrivere a Cecilia.
Alcuni più brevi e altri più lunghi.
E alla fine un’e-mail, lunga circa due pagine.
È di °FrancyStar°!
La sua lettera parla dell’amicizia nata fra noi due senza che ce ne rendessimo nemmeno conto, della solidarietà che prova nei miei confronti in questo momento, mi dice che devo andare avanti e che non devo mollare... ‘devi sopravvivere – mi scrive – non tanto per riprendere la storia’ ma perché oramai si è tessuta un’amicizia così profonda che è come se si conoscessero davvero.
E lo pensa anche Claudia.
 
Pochi giorni dopo...
 
…Claudia viene trasferita in un ospedale più distante dove sonop in grado di fare analisi più specifiche e avanzare ipotesi più veritiere.
Claudia porta con sé la lettera di Francesca e anche gli altri commenti solidali.
La aiuteranno ad affrontare quel cambiamento, quella difficoltà e anche quelle successive.
 
Francesca dopo un po’ pensa al peggio, poiché Claudia non ha risposto alla sua mail.
Poi pensa che naturalmente ci sono cose più importanti per lei in questo momento.
La sera mentre prega si ricorda di lei,con la grande speranza che Dio possa raggiungerla anche se lei non sa dov’è.
 
Quell’Amore senza volti, ma con dei nicknames e delle storie, rimarrà nel cuore di entrambe.

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Scrivo perchè amo farlo,
posto perchè mi va.

Scrivo perchè amo farlo
e recensisco
perchè la recensione nobilita lo scrittore.

Grazie a tutti quelli che leggono

Fabiola

 

 
 

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Capitolo 7
*** L’AMORE non è grigio: o è sempre o è mai ***




 

L’AMORE non è grigio: o è sempre o è mai

a chi se n’è andato ma è ancora con noi

 

Se per te la morte è stata la malattia, la tua morte è la malattia che mi condurrà alla morte.

 

Come possono non capire! Maledizione!

Come possono non capire che sono morta con te anche se mi vedono ancora?

Come possono comprendere che non è il dolore che mi abita, ma io stessa che vivo in una bolla di dolore.

Non vedo il sole, non vedo le nuvole, non sento la pioggia e nemmeno il vento.

Non voglio sentire.

Non ha alcun senso la natura, non a alcun senso Dio, non ha alcun senso il mo presente né il mio futuro.

Rimane salvo solo il passato.

Quando tu c’eri.

C’eri a consolarmi, c’eri quando avevo voglia di parlare, c’eri quando avevo voglia di dire cavolate, di ridere davanti ad un film, di piangere per una cosa triste.
 

Piangere non è sufficiente.

C’eri quando non ne potevo più, quando non avevo nessuna nuova musica da ascoltare.

Vorrei gridare, se mi potessi sentire e rispondere.

C’eri quando avevo bisogno di un sorriso, di un abbraccio.


 

Sento il vento.


 

Qui sul tetto della casa, cercando di lasciare che il manto nero del dolore mi avvolga stringendomi così forte da condurmi da te.


 

Sento il vento sul mio viso.


 

Non so nemmeno cosa vorresti per me adesso, sono un’egoista, vorrei solo te fregandomene della mia famiglia, degli altri amici.


 

Sento un forte vento scorrermi sul viso.


 

E finalmente me ne accorgo.

Una lieve essenza di arrosto nell’aria.

E sorrido. Te la ricordi, Bea, quella sera che avevamo voluto cucinare noi la grigliata fuori?

E le salsicce tutte nere, te le ricordi ancora?
 

Tu mi hai insegnato che non esistono coincidenze: l’odore non è casuale.

Il vento mi asciuga le lacrime. Come facevi tu.


 

E mentre penso a tutte le volte che c’eri...

mi accorgo che ci sei.


 

Ci sei nel vento.

Ci sei nei miei ricordi.

Ci sei nel mio cuore.

 

L’Amore non è grigio: è sempre o è mai.

E la nostra Amicizia è per sempre.

Con affetto, Jè.







-----------------------------------
Cari lettori silenziosi,
vi ringrazio comunque di leggere la mia raccolta...
Chiunque avesse qualcosa da dire su questa storia, bello o brutto, può farlo recensendo, mi farebbe molto picere.

Grazie

Fabiola

 

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Capitolo 8
*** L’AMORE non è grigio: o è sempre o è mai ***




 

L’AMORE non è grigio: o è sempre o è mai

a chi se n’è andato ma è ancora con noi

 

Se per te la morte è stata la malattia, la tua morte è la malattia che mi condurrà alla morte.

 

Come possono non capire! Maledizione!

Come possono non capire che sono morta con te anche se mi vedono ancora?

Come possono comprendere che non è il dolore che mi abita, ma io stessa che vivo in una bolla di dolore.

Non vedo il sole, non vedo le nuvole, non sento la pioggia e nemmeno il vento.

Non voglio sentire.

Non ha alcun senso la natura, non a alcun senso Dio, non ha alcun senso il mo presente né il mio futuro.

Rimane salvo solo il passato.

Quando tu c’eri.

C’eri a consolarmi, c’eri quando avevo voglia di parlare, c’eri quando avevo voglia di dire cavolate, di ridere davanti ad un film, di piangere per una cosa triste.
 

Piangere non è sufficiente.

C’eri quando non ne potevo più, quando non avevo nessuna nuova musica da ascoltare.

Vorrei gridare, se mi potessi sentire e rispondere.

C’eri quando avevo bisogno di un sorriso, di un abbraccio.


 

Sento il vento.


 

Qui sul tetto della casa, cercando di lasciare che il manto nero del dolore mi avvolga stringendomi così forte da condurmi da te.


 

Sento il vento sul mio viso.


 

Non so nemmeno cosa vorresti per me adesso, sono un’egoista, vorrei solo te fregandomene della mia famiglia, degli altri amici.


 

Sento un forte vento scorrermi sul viso.


 

E finalmente me ne accorgo.

Una lieve essenza di arrosto nell’aria.

E sorrido. Te la ricordi, Bea, quella sera che avevamo voluto cucinare noi la grigliata fuori?

E le salsicce tutte nere, te le ricordi ancora?
 

Tu mi hai insegnato che non esistono coincidenze: l’odore non è casuale.

Il vento mi asciuga le lacrime. Come facevi tu.


 

E mentre penso a tutte le volte che c’eri...

mi accorgo che ci sei.


 

Ci sei nel vento.

Ci sei nei miei ricordi.

Ci sei nel mio cuore.

 

L’Amore non è grigio: è sempre o è mai.

E la nostra Amicizia è per sempre.

Con affetto, Jè.







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Cari lettori silenziosi,
vi ringrazio comunque di leggere la mia raccolta...
Chiunque avesse qualcosa da dire su questa storia, bello o brutto, può farlo recensendo, mi farebbe molto picere.

Grazie

Fabiola

 

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