Accadde una notte!

di Isy_264
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Dormo o son Desto? ***
Capitolo 2: *** 1 - Di consigli e pazzia ***
Capitolo 3: *** 2 - Chiare dichiarazioni ***



Capitolo 1
*** Prologo - Dormo o son Desto? ***



Quarta Classificata al Multifandom Contest for Albert Einstein indetto da NonnaPapera! nel forum di Efp (http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9292961).

Talvolta un pensiero mi annebbia l'Io:
ma sono pazzi gli altri o sono pazzo io?

(Albert Einstein)

Accadde una notte![i]


Prologo – Dormo o son Desto?:

Strusciò il viso sul cuscino e gemette leggermente: la luce del sole estivo, quella traditrice, entrava tra le fessure delle persiane colpendo i suoi occhi, rendendogli impossibile il riposo.
Sospirò pesantemente cercando di scrollarsi di dosso quella strana sensazione di fastidio che lo aveva sorpreso appena sveglio e alzò il braccio destro che sentiva addormentato:
“Mmm...”
Non riusciva a ricordare così aveva fatto la sera prima, sì, rammentava la festa, rammentava le persone e quel deficiente del suo amico che gli riempiva il bicchiere, ma da un certo punto in poi tutto si faceva così confuso...
Strusciò il braccio sul lenzuolo per cercare di riprenderne possesso e stupendosi nel non riuscire nemmeno a muoverlo come voleva, mentre un leggero cerchio alla testa iniziava a farsi sentire. Doveva aver bevuto veramente tanto... - pensò dolorante.
Improvvisamente un peso a cui non aveva fatto ancora caso - ma che effettivamente quasi lo schiacciava - scomparve di colpo, e qualcosa di umido gli sfiorò il collo.
“Mmm...” Cos'era?
Si stiracchiò leggermente, strofinando il viso sulla stoffa del lenzuolo - era una sensazione piacevole, una sensazione che non ricordava da tempo...almeno...un anno? No, di più, il suo ex non era una persona così dolce, anzi, non lo era per niente, chissà poi perché erano stati assieme...forse all’altro affascinava andare con gli italo-americani come lui, di certo non poteva essere per...no, un attimo, cosa stava pensando?
La sua mente pulsò dolorosamente alla fatica di quel ricordo poco appropriato, bloccando quello strano vaneggiamento dovuto forse al sonno mentre qualcosa dentro di lui si svegliava ulteriormente: quella era una sensazione decisamente strana, e... e...inusuale!
Spalancò gli occhi di colpo, sedendosi sul letto e notando appena il peso, ancora posato su di lui, che gli ricadeva addosso in un gemito di replica, talmente tanto concentrato a trovare una spiegazione plausibile per tutto quello, da non accorgersi nemmeno di averla davanti.
“Mmm...ben svegliato Kyle...”
Abbassò gli occhi stupito, strizzandoli fastidiosamente per mettere alla luce chi aveva parlato, focalizzando così un bel ragazzo moro con la pelle chiara e gli occhi assonnati che cercava di rialzarsi dalle sue ginocchia: “...oh...” mormorò sovrappensiero, pensando chissà a cosa.
Il ragazzo aveva la linea del cuscino che gli segnava la guancia, notò, e un viso gentile oltre che confuso che lo osservava di rimando, era così...affascinante...
Affascinante?
In quel momento la mente gli si schiarì di colpo, ritrovò la parola e l'unica cosa che gli venne in mente fu un:
“Aaahh...e tu chi accidenti sei??? Che ci fai qui? Via, via, via, VA' VIA!”

Uno sconosciuto dentro la mia camera da letto, uno sconosciuto sotto le mie coperte, uno sconosciuto sdraiato su di me!!!

Afferrò il lenzuolo e si coprì fino al mento dopo essersi rannicchiato contro la testiera del letto, realizzando in quel momento la sua attuale situazione e - “Oh cielo..” - il non trascurabile fatto di essere nudo!
“Sono, sono...oddio, chi sei, tu chi sei!?!”
Vide l'altro studiarlo come se fosse impazzito per poi aprire la bocca incerto e sorridergli gentilmente:
“Kyle ma...come chi sono? Il sonno la mattina ti uccide proprio, tesoro.”
...
...Prego?
Spalancò gli occhi scioccato e sbatté le palpebre perplesso: tesoro? Tesoro? Era pazzo? E come sapeva il suo nome? Che ne sapeva lui di...di come si svegliava la mattina? Ma stava ancora sognando? E quel sorriso, ah, c'era qualcosa in quel sorriso che proprio non gli piaceva!
D'un tratto una fitta alla testa lo costrinse a gemere malamente e a fargli ricordare del dolore che il panico aveva temporaneamente coperto.
“Oh, Kyle, cos'hai? E' la testa? Ti porto un’Aspirina se vuoi.”
Strizzando gli occhi lo osservò con attenzione indicando una porta alla sua destra.
Lì, con due occhi spalancati, la bocca socchiusa e la mente vuota, Kyle guardò quell'uomo uscire dalla stanza, dalla SUA stanza, per dirigersi verso il corridoio e scomparire così dalla sua vista. Era completamente nudo.
Bene. Bene.
“Ma bene cosa, deficiente!!!” gemette esasperato.
Gli facevano male tutte le ossa, la testa pulsava, il sole non si decideva a lasciarlo in pace e uno sconosciuto aveva dormito nudo nel suo letto. Per non parlare delle cose che gli aveva detto!
Calma, c'era bisogno di ragionare.
Non ricordava nulla della sera precedente ma evidentemente qualcosa doveva essere successo e prima di tutto era necessario capire chi fosse quel ragazzo. Sì, i documenti!!!
Abbassò lo sguardo verso il pavimento, stringendo gli occhi per vedere meglio e notando che sia i suoi vestiti che quelli dell'altro giacevano indisturbati per tutta la stanza.
Trovò infine un paio di pantaloni a lui sconosciuti in fondo al letto e decise di avvicinarsi certo che lì fosse il portafoglio; in realtà aveva talmente tanta voglia di dormire per poi svegliarsi e capire che era stato tutto un brutto sogno che sarebbe andato a...
“Iiihhh, ma che schifo!!!”
Il ritrovo di un paio boxer che di certo non erano suoi – rosa, figuriamoci se lui aveva dei boxer di un simile colore! - e che aveva scovato per caso tra vestiti e lenzuola, interruppe i suoi pensieri e lo inorridì leggermente, “...che schifo...” mormorò ancora, frugando poi tra le tasche di quelli che si erano rivelati dei jeans scuri.
“Vediamo, ved... Eccolo! E adesso vediamo chi sei...sei...”
“Ehy, che fai?”
Raddrizzò la schiena di scatto, lasciando che portafoglio e carta d'identità cadessero per terra, quando, il movimento troppo brusco che aveva fatto, lo costrinse a gemere di nuovo.
“Attento, ecco, ho trovato solo un Moment nell’armadietto, però non è scaduto” gli sorrise lo sconosciuto mostrandoglielo, “e in cucina c’erano solo questi” aggiunse allungandogli dei cracker “mangiane almeno un paio prima di prenderlo, okay?”
E a lui non toccò far altro che sospirare.

*

Seduto sul letto, con gli occhi che gli bruciavano e le palpebre pesanti, guardava in silenzio l'uomo che aveva davanti.
“Senti...”
“Dimmi, tesoro.”
“Ma perché...perché mi chiami tesoro?” gli chiese esasperato senza riuscire a trattenersi, accantonando per un secondo la vera domanda.
“Probabilmente perché penso che a me piacerebbe essere chiamato così invece che Davide.”
Davide! Davide, il maniaco si chiamava Davide!
“Ah... aaah...c-certo...” mormorò per prendere tempo, pronto per la prossima mossa, e in fondo si sa, la regola numero uno è “mai contraddire i pazzi”!
“E' terribile...” sussurrò sbadigliando.
“La testa?” fraintese l'altro “Mi spiace, so quanto è fastidioso quando fa male. Se ti rincuora sei sempre stato scorbutico la mattina Kyle, almeno oggi hai una scusa!” lo sconosciuto scosse la testa come per alleggerire quella piccola battuta, poi sospirò, “Comunque, beh, volevo dirti solo che sono felice che ci siamo chiariti ieri, dopo tutto questo tempo” ridacchiò imbarazzato, “ora però devo andare al lavoro tesoro, mi spiace ma mi faccio sentire in giornata, okay? Scusa se ti lascio anche se stai male ma devo proprio, tu cercherai di dormire, sì?”
Kyle lo fissò distaccato e assonnato: quel ragazzo parlava davvero a raffica – pensò prima di rendersi conto che aveva a malapena sentito le parole che gli aveva detto e che gli si erano presentate piuttosto come un bisbiglio soffuso.
Sospirò stancamente cercando di dipanare la nebbia che iniziava ad accecarlo e sdraiandosi sul letto, doveva chiarire, doveva spiegargli che non sapeva chi era, eppure una sensazione di sonnolenza lo stava sommergendo in pieno, attirando il suo volto verso la morbidezza del lenzuolo in quel momento così ammaliante.
Pensò vagamente al MomentAct[ii] che aveva preso e che, da tempi immemori, gli dava quell’effetto, e sospirò ancora esasperato. In fondo poteva rimandare un po’ ancora, no? E l’altro doveva andare al lavoro, bastava non aprirgli quando sarebbe tornato…
“Sì?”
A quella voce insistente lo fissò distratto e annuì lentamente, qualunque cosa gli avesse chiesto.
Doveva far chiarezza, no, almeno una bella dormita...
Si accomodò meglio nel letto, spostandosi dolorante di lato e nascondendosi sotto le coperte per proteggersi dal sole, quando un leggero bacio gli sfiorò le labbra.
Lì, spalancò finalmente gli occhi per la prima vera volta nella mattinata, ritrovandosi solo con un saluto che echeggiava nell'aria…e una strana sensazione allo stomaco che non sentiva da una vita.


Continua...

[i] L’idea (e solo quella) per il titolo è tratta dall’omonimo film degli anni ’30 di Frank Capra con C. Gable.

[ii] Nel foglietto illustrativo del MomentAct alla nota “Guida dei veicoli e utilizzo di Macchinari” c’è scritto: 'Di norma l’assunzione del prodotto non altera la capacità di guida né l’uso di altri macchinari. Tuttavia dovrebbero usare cautela coloro che svolgono un’attività che richiede vigilanza, qualora, durante la terapia, notassero sonnolenza, vertigine, depressione.' – Solitamente questo avviene in pazienti davvero sensibili e in preda a facili colpi di sonno ma d’altronde a mia mamma a volte qualche sciroppo fa davvero questo effetto!^^” Quindi, perché no?
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Ma benvenuti Siore e Siori!
Quello che avete letto è il prologo di quella che vuol essere una piccola commedia romantica! Non preoccupatevi, solo altri due capitoli ed è finita!ù.u Poco da dire, non cercate realismo da tutte le parti, non ne vuole avere, anzi, vuol solo strapparvi un sorriso con quelle situazioni un po' assurde che potrete trovarvi! E se vi va di lasciare un commentino...eh beh, ben venga! Vorrei vedere!;)
L'idea comunque parte da una cosa che una persona a cui voglio molto bene mi ha detto tempo fa, ammetto che me l'ha detta molto "alla sua maniera" ma tradotta suona circa così: quando ci si innamora veramente di qualcuno si possono anche avere altre dieci relazioni ma quell'amore ti rimarrà nel cuore anche dopo dieci anni. -> Conoscendolo non penseresti mai che possa avere dei pensieri così profondi!O.o
Oh beh, niente da aggiungere, solo...alla prossima!^^

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Capitolo 2
*** 1 - Di consigli e pazzia ***


Capitolo 1 – Di consigli e pazzia:

Disteso sul letto faceva l'unica che la sua testa gli permetteva di fare.
Nulla.
Quando si era svegliato due cose gli erano subito saltate alla mente: la prima era come faceva quel tipo ad avere il suo numero di telefono, la seconda – ed era stato sconvolgente scoprirlo – era stato quel..quel...
“...succhiotto...” ripeté tra sé e sé, ripensando al segno rosso vicino al suo ombelico.
E pensava, pensava disperatamente a quello che era successo la sera prima, ma più lo faceva più i soliti flash fatti solo di colori ed emozioni lo colpivano in pieno, confondendolo maggiormente.
Perché quella mattina si erano svegliati insieme, perché ora un'idea di quello che era successo tra loro arrivava a farsela.
Piegò un braccio sotto la testa e sospirò, cosa doveva fare?
Spiegargli che non ricordava nulla sarebbe stata certamente la scelta migliore ma poteva sopportare la delusione che avrebbe visto nel suo sguardo?
Poteva farlo nonostante l'ansia che tutto quello gli creava?
Si mosse a disagio nel cuscino quando, d'un tratto, una sensazione lo investì in pieno, aggrottò la fronte sorpreso e scosse la testa: certo che poteva, ma che idee gli venivano in mente?


Driiiiinn – Driiiiinn

“Arrivo, arrivo!”
Ciabattò verso la porta, spalancandola, non molto intelligentemente, senza vedere prima chi aveva suonato.
“Buon giorno, consegna a domicilio pre-pagata per il Signor Kyle…”
“Ferma, ferma, che stai dicendo?”
Osservò il ragazzo che aveva davanti e aggrottò la fronte confuso: consegna a domicilio? E pagata da chi? Ma soprattutto: perché? Va bene che nel suo frigorifero c’era l’eco ma non era così disperato!
Mentre rimuginava tra sé cercando di darsi una risposta e studiando con fare critico il commesso, lo vide guardarlo con un sopracciglio alzato, quindi ripetere scocciato:
“Buon giorno, consegna a domicilio pre-pagata per…”
“Ho capito! Non so niente di tutto questo e se è una scusa per vendermi qualcosa, promozioni e fregature varie io non ne voglio saper nulla!”
“Lei non è il Signor…”
“…Kyle, sì, ma non ho ordinato…”
“Io ho una consegna da fare a nome di un certo Davide…stamani mattina è venuto spiegandoci come il suo…compagno…” e qui alzò un sopracciglio che si meritò un’occhiataccia da Guinness dei Primati “avesse il frigorifero vuoto e stesse poco…bene…” altra occhiataccia “per far la spesa.” Concluse “Ora posso entrare?”
Kyle guardò le borse posate vicino alla porta e sbuffò - Ma che diamine stava succedendo? La situazione gli stava sfuggendo di mano!
Quella era una pazzia!
“Signore?”
Al richiamo del ragazzo lo guardò distrattamente, pazzia o non pazzia era inutile sprecare quel ben di Dio, no? Era già pagato!
Così, con un’occhiata di sufficienza, lasciò la porta aperta e, con uno svogliato gesto della mano, si sdraiò sul divano per osservare l’altro posare le borse (e fare fatica) per lui.
Doveva fare qualcosa – pensò ridacchiando esasperato e osservando, qualche minuto dopo, le buste posate in malo modo sul tavolo – insomma, chi era quel tipo, sua moglie? Qui ci voleva un aiuto e al più presto! C’era bisogno di parlare con qualcuno, e Robbie era la persona giusta!

*

Roberta abitava in un piccolo appartamento dove si era appena trasferita con il suo ragazzo, lo stesso ragazzo con cui stava insieme da tre anni e che la stava per sposare.
Era una ragazza molto tranquilla, una di quelle persone gentili che si fanno in quattro per aiutarti, in verità talmente tanto un maschiaccio che, vicina al suo perfetto e fin troppo preciso compagno Edoardo, sembrava più la dimostrazione che gli opposti si dovevano sicuramente attrarre che l'immagine della fidanzata perfetta.
Ma comunque, per quanto disponibile e dolce, Roberta era anche una di quelle persone che, trovatasi di fronte un ragazzo dagli occhi cerchiati e spalancati, con una carnagione funerea e uno sguardo da pazzi, in un pomeriggio fin troppo caldo, con un dopo sbornia e decine di scatoloni da ordinare, era capace di sbattere in faccia una porta appena aperta, perfettamente capace di ignorare varie proteste.

“Robbie, Robbie devi assolutamente aprire!”
Silenzio.
“Eddai, Rob[iii] accidenti!!! Apri!”
Silenzio.
“Ti lucido la macchina!”
Silenzio.
“Ti -ti... ti riordino tre scatoloni se solo parli con me!”
Silenzio. Silenzio...
“...promesso?”
Ce l'aveva fatta.

“Allora, hai capito?”
Dall'alto di un divano e con una birra in mano gli arrivò uno sguardo scettico, “Sì, ma come ti ho detto non so chi sia, non ricordo molto di quello che è successo ieri!”
“Ma non puoi non ricordartene!”
Aveva deciso di investigare e, poiché era solo, andare dalla sua migliore amica per cercare informazioni gli era parsa una buona idea, ma adesso...
“Kyle, calmati e non rompere, su, ripetimi quello che hai detto!”
“Roberta, cara, non posso calmarmi.” le spiegò con voce fin troppo tranquilla, “Rifletti, mi sono svegliato con uno sconosciuto nel letto e tu non ricordi con chi sono tornato ieri, non ti pare leggermente preoccupante?”
“Mmm...” la ragazza alzò gli occhi al cielo e schioccò la lingua con aria di scherzosa sufficienza, “e perché non lo hai chiesto a lui stamani se lo trovi così preoccupante?” gli chiese con ovvietà.
“Perché...ero confuso, accidenti, stava accadendo troppo velocemente e mi fa male dappertutto e la testa gira e il Moment...uff, cerca di ricordare!”
Il tono lamentoso sembrò avere il suo effetto su di lei che, corrugando la fronte, si grattò la testa con una mano come se quel gesto avesse il potere di schiarirle le idee:
“Non ricordo tanto,” gli rispose “non era il tuo ragazzo?”
...
...
...prego?
Guardò la sua amica sconvolto, incredulo dall'assurdità che aveva detto e dall'innocenza del tono che aveva usato, indeciso se classificarla come totalmente pazza o semplicemente nel pieno di un suo momento di idiozia.
“Robbie ma che c... io, io, io...” balbettò esasperato, “io non ho un ragazzo! In tal caso lo saprei anche senza chiedertelo, no?!”
“Ah. Sì. Beh, Kyle ieri ero brilla e ora sono confusa, abbi pazienza, non ricordo.”
“E allora chiedi al tuo ragazzo, lui è astemio e sic...” fece per aggiungere qualcosa quando la suoneria del telefono lo interruppe, “Oh scus...” iniziò, ma aprendo l’sms che gli era appena arrivato lesse il mittente, “Dave”, e spalancò gli occhi di colpo, “Robbieeee...mi manda anche i messaggini adesso!!!” gridò con tono isterico senza però chiedersi quando poteva aver registrato il suo numero nella sim. “Dio, se tu fossi una donna penserei che hai le tue cose…” si sentì rispondere dall'amica, “...quindi ti ha mandato un sms, mmm? Gravissimo. La situazione sta proprio degenerando!” e aggiunse con fare ironico, “D'altro canto mi tocca supplicarti di resistere tesoro, Edo è al lavoro, dovrai aspettare stasera quando tornerà.”
“Stasera è troppo tardi! Senti, è alto, moro e si chiama Davide.”
“Kyle, dai, ne conosco almeno cinque di persone che si chiamano Davide e quattro di loro hanno i capelli neri e sono alte! Sicuramente se non ti ho detto nulla è perché quel tipo mi era parso familiare, non ti avrei mai fatto andare via con un completo sconosciuto..credo…”
“Credo, tzé...” La osservò scontrosamente dal basso per sbuffargli in faccia, nervoso.
Ma erano tutti pazzi o lo era lui? - pensò estraendo dallo scatolone una pila di libri - Perché che nessuno trovasse strana quella situazione era ridicolo!
Insomma, o era diventato di moda svegliarsi con degli sconosciuti – ed era uno sconosciuto, checché ne dicesse la sua amica - distesi sullo stomaco o qualcosa veramente non andava nelle loro menti! Va bene che finora ne aveva parlato solo con una persona in pieno post sbornia ma un po' di sensibilità, per Diana! Per non dire di quel “Dave” poi. Anche lui non poteva esserci molto con la testa!
“Perché invece di borbottare a quel modo non sposti anche lo scatolone sotto quel tavolino? Non ho ancora deciso dove mettere quella roba ma lì mi da fastidio...”
La voce tranquilla dell'amica gli arrivò alle orecchie distraendolo appena e facendolo avvicinare al punto indicato, più automaticamente che altro, per eseguire.
“Che cosa c'è den...” iniziò a chiederle, ma prima di finire la frase il fondo si ruppe sparpagliando album, raccolte e vecchi schedari sul pavimento.
“Cosa c'è dentro?” gli domandò la ragazza divertita, “beh, ormai lo sai. Vedi anche di riordinarlo però!”

*

“Mmm...”
Sospirò languidamente, stropicciando la schiena contro il materasso e mordicchiandosi un labbro. Sentiva delle mani su di sé che lo accarezzavano dolci, l'aria scivolare sulla sua pelle nuda e qualcosa di umido strofinare il suo collo in tanti, piccoli tocchi delicati...
Conscio della situazione sbatté le ciglia stancamente, guardandosi intorno confuso, doveva essersi appisolato. - pensò leggermente instupidito dal sonno.
Quando era tornato a casa si era solo gettato sul letto, sorridendo a una foto che aveva trovato tra le tante che quel vecchio scatolone conteneva e addormentandosi poco dopo averla posata sul comodino, stanco per la serata appena passata, le fatiche di quel pomeriggio e il Moment che aveva nuovamente preso contro il mal di testa.
Si voltò così da un lato, ritrovandosi davanti un bel volto gentile, un volto che aveva qualcosa di conosciuto e ammirato nei lineamenti e sorrise istintivamente socchiudendo appena le palpebre.
In fondo era una cosa normale quella che stava facendo, era piacevole e, se non sbagliava, non era la prima volta che si svegliava...così.
“Oddio!”
Spalancò gli occhi di colpo piegando una gamba e mancando di poco il mento del proprietario di quelle mani.
“Ben svegliato tesoro...” gli sorrise intenerito Davide, “Scusa se ho fatto tardi, il capo mi ha fatto fare gli straordinari...”
Sbatté le ciglia sorpreso, boccheggiando un paio di volte prima di parlare, “Dave?”
“Ehm... Ti chiamano 'tesoro' in molti?” ridacchiò l'altro confuso.
“...no, è che, la porta era…tu non dovresti…”
“Cosa? Ti eri preoccupato?” il moro scosse la testa “Non dovresti, te l'ho detto e ripetuto!” gli disse mordendosi un labbro in ricordo della sera precedente e sorridendo con fare dolce, “Mi sembrava di averlo chiarito ieri, no?” aggiunse con una sfumatura maliziosa.
Chiarito? Kyle aprì la bocca per rispondergli, forse provare a continuare la frase che aveva iniziato poco prima, quando, in un attimo, sentì una mano abbassarsi sempre più su di lui, interrompendo ogni suo intento.
“...non...mmm...”
Oddio – pensò sospirando ancora - beh, in fondo era una reazione normale quella che stava avendo il suo corpo ora, no? In fondo quello che l'altro stava facendo era...era...
“Oddio…” si ritrovò a mugugnare mentre la mente si riempiva di nebbia e il corpo si muoveva istintivamente verso quella mano.
“Non?”
Lo sentì sorridere sul suo collo e strofinare appena il naso sulla pelle, “Ah...non...” chiuse gli occhi, “Oddio...”
“Non?”
Una risatina leggera, altri baci sul petto, quella mano sempre più curiosa...
“Io...”
Un sospiro e una mente piena di nebbia...che si sforza di rischiararsi e quella mano, quella mano delicata che sapeva perfettamente come...
“No!”
Uno spintone e un'espressione sorpresa:
“No?”
“Non voglio farlo, non voglio che...”
Kyle deglutì, ispirando forte.
Aveva il cuore che gli batteva a mille e le gambe che gli tremavano, per non parlare di quella particolare reazione che il suo corpo stava avendo e su cui, decise dopo poco, era bene sorvolare.
Sì, perché era quello il momento, l’aveva fermato perché non poteva andare avanti, l'avrebbe capito finalmente quel testone che lui non lo conosceva, che non sapeva chi era e non voleva saperlo!
Storse appena il naso, conscio di aver formulato quel pensiero almeno altre cento volte, quasi volesse convincersene, quando, prima che potesse anche solo aprire la bocca per concludere la frase lasciata a metà, una voce tranquilla lo interruppe:
“Va bene.”
Come?
Espirò sorpreso e in silenzio.
“Capita, non è certo un problema se non vuoi farlo.”
“Oh.”
Ma... Non voleva fare sesso? Era umano?
Si morse un labbro con espressione più seria, cercando di ignorare una strana sensazione che lo aveva invaso e vaghi ricordi di qualche ex meno...comprensivo che gli erano tornati in mente, poi sbuffò:
“M-ma sei pazzo? Senti, è una cosa assurda, anzi, ora che ci penso, come hai fatto a entrare a casa mia? E chi ti ha dato il mio numero di cellulare?”
“Mi hai dato tu le chiavi ieri e il numero è lo stesso di sei anni fa...”
Lo guardò stralunato e confuso, così sbottò:
“Ti ho dato...e come diavolo fai a sapere che…?” chiuse la bocca interdetto, quando l’altro continuò.
“Kyle ascolta, sei solo confuso, domani ricorderai lucidamente tutto, non preoccuparti!” gli sorrise rassicurante Dave, “sarà il mal di testa, ieri avevi anche bevuto qualche birra, è normale che...oh, e questa?”
Il cambio improvviso di discorso lo stupì leggermente, finché, spostando appena lo sguardo alla sua destra, non notò cosa aveva attratto l'attenzione dell'altro:
“La foto?”
“Sì, la mia non so dove sia finita!” ridacchiò il moro guardando i volti sorridenti che lo fissavano di rimando “Tu non sei cambiato molto sai, e dire che sono passati tutti questi anni!” aggiunse.
“N-non sono cambiato?”
“No, io sono irriconoscibile invece, in fondo lo sai, se non ti dicevo chi ero ieri sera non mi riconoscevi nemmeno!” gli sorrise amichevolmente, fissando quella vecchia foto che aveva tra le dita, “Ero proprio brutto con quel cesto di capelli, mmm?” e, sempre sorridendo, picchiettò con l’indice sopra una testa arruffata.
Kyle abbassò automaticamente lo sguardo sulla foto e annuì appena:
“Tu…”
Lui…
Davide era...
Alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi sorpreso.
“Tu sei...”
Davide…il suo vecchio compagno di classe dell'ultimo anno?
Possibile? Ma tutto tornava, anche il perché sapesse quanto addormentato fosse la mattina, che caratteraccio avesse per gran parte della giornata, quale fosse il suo numero di cellulare…
Lui era semplicemente…
“...Dave?”
“Dimmi tesoro.”
Boccheggiò appena poi sospirò:
“Devo parlarti.”


Continua...


[iii] Kyle da buon italo-americano ha la strana abitudine di risvegliare il suo lato extra-europeo nei soprannomi che da' hai suoi amici, così Roberta sarà Rob/Robbie, Edoardo Eddie e Davide Dave.
_________________________

Penultimo capitolo andato!
Bentrovati!
Devo dire che Rob è identica a una mia amica (mi rendo conto adesso di aver "sfruttato" molte persone per ispirarmi a scrivere questa storia...mmm...), anche lei è il tipo che fa domande del genere..che cara *la lovva*...
Comunque! Scusate il ritardo, l'università in primis! Intanto ringrazio:
PsicoSoul: cara!!! La prima anima coraggiosa che mi ha detto cosa ne pensa, spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto!^^ Felice di sapere che secondo te scrivo bene, c'erano dei punti in cui la giudicia non sembrava molto convinta;), comunque la ff l'ho riguardata un po' e poi nel prossimo capitolo (l'ultimo!) lascerò anche il suo giudizio... Che ne dici quindi? Abbiamo scoperto chi è Dave, piccino, è sempre stato innamorato di lui e non l'ha mai dimenticato, peccato che sembri quasi gli abbia fatto un'agguato così!!!O.o Mah...
NonnaPapera: giusto, niente spoiler!^^ La persona di cui parlavo nell'altro capitolo!!! Sì, mi ha dato l'imput lui, è vero! E come ci rimasi quando me lo disse!!!XD Era così serioXD!!! Per il bacio, beh, dipende, io ci provo! E' che a volte se li fa dare, a volte finge di non volere, bisogna prenderlo nel momento giusto, eh. Ovvio!:P
Dada88: noooo, chi ritrovo, ma che piacere, la mia Mosquita!!!!!!!!!!!!!!!!! Hai ritentato con le Slash? Beh, allora ti devo proprio ringraziare dato che so che non ti ispira troppo!XD Per la prossima ff comunque ti va meglio, garantisco!^^ Amnesia dici? Non proprio, rimbecillimento da sbornia direi, ma del perché non lo riconosce lo hai appena letto!XD Eeehh gli anni passano per tutti (??? >.>)... Per la fine vedrai da te come si risolveranno le cose! Alla prossima!!! Un baciottolo!!!!!!!

E..beh! Brevissima che sono di fretta, grazie a tutti i lettori e anche a crivi, Mitsubachan, WithMask e maggie_chan per le seguite e 1vampira2 per le preferite, spero di non aver dimenticato nessuno!!! A presto!^^

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Capitolo 3
*** 2 - Chiare dichiarazioni ***


Capitolo 2 – Chiare Dichiarazioni:

“Pronto?”
“Kyle, sono io!” la voce di Roberta gli arrivò all'orecchio e sospirò ormai certo di quello che gli stava per dire, “Ho chiesto a Eddie, tesoro, lui dice che sei tornato a casa con Dave, quello dell'ultimo anno, ricordi? Andavamo al Liceo insieme, si era trasferito da poco e ti stava sempre appiccicato, tu neanche lo potevi vedere...credo che...”
“Sì, mi ricordo,” la interruppe malamente “grazie Rob.”
La sentì trattenere il fiato e percepì appena il suo cervello dispiacersi per lei, prima però di archiviare il tutto come un problema rimandabile.
“Oh. Ehm...Prego. Kyle ma va tutto bene?”
La voce dubbiosa lo riscosse leggermente da quello stato di irritazione e sorrise in automatico cercando di trovare un suono allegro e spensierato dentro di sé:
“Sicuro, almeno ora so chi è, ciao Robbie mi sei stata essenziale! Sei stata gentile a...a interessarti. Grazie ancora!” e, concludendo con un tono sempre più veloce quella frase, riattaccò prima ancora che l'altra gli avesse risposto, deglutendo quel nodo alla gola che la situazione e il nervosismo aveva portato con sé.
Sì, aveva capito chi era: lo aveva lasciato, - pensò rigirandosi tra le mani un pacchettino colorato. - e c'aveva pure guadagnato un regalo!
Sbuffò un po', sentendosi in colpa e, rigirandosi fra le mani quel sacchettino che l’altro gli aveva portato tornando da lavoro, fu improvvisamente consapevole che non l'avrebbe aperto ancora per molto.
Che situazione accidenti, ma capitavano sempre a lui? E perché doveva sentirsi così in colpa per aver fatto la scelta giusta?
Ma lo sapeva il perché, ricordava bene ciò che era successo, come altro poteva sentirsi per aver spezzato il cuore per la seconda volta a una persona che non aveva fatto null'altro che innamorarsi di lui? Era pur sempre un essere umano...

“In camera con chi???”

[ La sua voce da diciottenne gli risuonò nella mente mentre ricordava ancora quell'aula affollata e quelle risatine che la sua frase aveva suscitato. ]

“Kyle siediti, le stanze sono state assegnate dagli insegnanti quest'anno, quindi non c'è nulla che tu possa fare per cambiare le cose.”
Il tono sereno della professoressa lo aveva innervosito e, sbuffando, era certo anche a distanza di anni di aver lanciato un'occhiata rammaricata a quello che per quattro giorni, sarebbe stato il suo compagno in gita: Davide.
Non sopportava molto bene il nuovo arrivato, anzi, non lo sopportava per niente, gli era sempre appiccicato, cercava sempre un dialogo con lui, e per quanto le ragazze sembravano adorarlo – per chissà quale motivo poi – lui le ignorava gentilmente, con quel sorriso che riusciva solo ad irritarlo.
L'aveva sempre detto che c'era qualcosa che non gli piaceva in quel sorriso!

[ Quel sorriso...mmm.. Si mosse a disagio sul divano e ripensò a quel che era successo l'ultimo giorno di gita; non lo faceva spesso, non andava esattamente a suo favore... ]

“Sei così strano oggi…e non hai mai dormito qui da quando...da quando?! Beh, ero da solo le altre...notti e…ma perché quelle ragazze ridevano?”
Vedere Dave ubriaco non era cosa da tutti i giorni e il Kyle diciottenne certo non aveva quella dimestichezza che hanno alcune persone con chi ha bevuto troppo, né la pazienza, o magari la comprensione, la battuta o la mano pronta per rispondere (e anche correre in bagno) nelle occasioni giuste.
E sicuramente durante una gita, alle prime luci dell’alba, con dell’alcol preso di nascosto, Kyle di voglia di aiutare Dave ne aveva ben poca!

[ Corrugò appena la fronte - strano che tutte le cose importanti della sua vita iniziassero e finissero con un’ubriacatura… - si disse, distratto un attimo da quel fugace pensiero. ]

“Dave! Sono le cinque del mattino, ci alziamo fra due ore! Ti spiace dormire?”
“Ma quelle ragazze…tu eri con loro e io ero...e i professori, abbiamo fatto un rumore che…che…non so che…ti ho già detto che non volevo tu stessi con quella?”
“No, ora che me l'hai detto dormi?”
“Tu rimani con me?”
Lo guardò scocciato osservando poi il letto che gli appariva così invitante. Era sempre riuscito a evitarlo in quei giorni, era vero, a volte dormendo in camera con altri, a volte non dormendo affatto, ma in quel momento era davvero stanco e annoiato, un po’ troppo forse per dir di no se questo significava avere finalmente la tanta agognata pace.
“Sì, sì, rimango, ora però ti metti qui e chiudi quella bocca.” Aveva detto spingendolo disteso.
“E.. e perché non…non la chiudi tu? A me?”

[ “E perché non la chiudi tu a me?” lo sussurrò a mezza voce, gli occhi persi a fissare il soffitto, ricordava benissimo che occhiata gli aveva mandato mentre quella brutta sensazione di disagio gli scorreva lungo la schiena... ]

“Dave.” aveva mormorato in tono fin troppo calmo, “Non dire cretinate, dormi.”
“Non voglio!”
“Dave! Acc…”
Aveva chiuso gli occhi nervoso, sedendosi pesantemente sul letto del ragazzo e pensando a cosa fare per convincerlo a dormire, quando, improvvisamente, una sensazione umida sulle labbra non lo…

“Aaaahh...”
Si passò una mano sulla fronte, cercando di cacciare quel pensiero.
“Mmm...” Riflettendoci tempo dopo, oltre ad accorgersi della strana velocità di riflessi che, da ubriaco, Dave aveva avuto, pensava che forse aveva agito un po’ troppo rudemente, ma per lui era stato difficile accettare il tutto, accettare ciò che era, e quel bacio, se voleva proprio ammetterlo, lo aveva spaventato davvero.
Sospirò e si strofinò i capelli con la destra, cercando di eliminare dalla mente quel senso di disagio che aveva provato: ricordava bene come l’altro era crollato sul letto mezzo addormentato, come lui era scappato in bagno con impressa sulle labbra quella strana sensazione di bruciore, per non parlare delle grida il giorno dopo, il modo in cui l’aveva aggredito dicendogli di star lontano, di non voler avere più nulla a che fare con lui…e, sebbene senza memoria riguardo quel che era successo, non poteva dire che l’altro non l’avesse preso in parola. Beh, almeno fino al giorno prima…[iv]

*

Gli mancava.
Era ridicolo, impossibile, assurdo, una vera pazzia e gli c’erano volute due settimane per ammetterlo. Ma gli mancava.
Si trascinava per casa cercando di fare tutto ciò che gli era solito e, almeno a quanto credeva, riusciva anche bene, se non che di tanto in tanto si rendeva conto che il suo pensiero si rivolgeva a Davide, insistentemente e quando meno supponeva sarebbe successo.
Anche Roberta se ne era accorta e aveva cercato di parlarne con lui, ottenendo solo un finto sorriso come risposta e una falsissima dichiarazione di felicità.
Era terribile – pensò – non sapere nemmeno cosa gli mancava! Perché in fondo per quanto tempo erano stati insieme? Mezza giornata? Probabilmente.
Eppure in quella mezza giornata aveva ricordato cosa significava sentirsi desiderato, amato, coccolato, aveva avuto qualcuno che si era preoccupato per lui, che l'aveva assistito al suo risveglio, che gli aveva fatto la spesa e salutato per sms, aveva avuto un fidanzato per un giorno e sperimentato in ventiquattro ore ciò che alcuni aspettano da una vita e la cosa, per quanto ancora lo volesse negare, gli era piaciuta. Insomma. Una relazione bisogna pur cominciarla in qualche modo, no?! E di solito si inizia con una persona che ci piace, un giorno, proseguendo pian piano fino ad arrivare a qualcosa.
La mente umana d'altronde è ben strana, decide di odiare qualcosa con tutta se stessa e poi, quando l’ha perduta, metti per idealizzazione, metti per mancanza, giunge al punto di non dormire la notte al pensarla…

Stava ragionando su tutto quello quando il suono del campanello improvvisamente lo spaventò.
Si alzò svogliato, pronto a sbattere la porta in faccia a chiunque fosse venuto a disturbarlo, Roberta compresa, deciso con tutto se stesso a ricadere nell'autocommiserazione più nera:
“Chi diav...oh.”
Aprì appena la bocca e rimase imbambolato a fissare la persona davanti a sé, l'unica persona che non avrebbe mai pensato di trovare: Dave.
“P-posso entrare?”
Si riscosse appena e si concesse un sorriso leggero all'aria che l'altro aveva, a quel viso imbarazzato e incerto così in contrasto con l'espressione decisa che cercava di mostrare, poi sospirò spostandosi.
Davide strinse e allentò le mani in un gesto ripetitivo, probabilmente per calmarsi, poi entrò senza degnare l'altro di uno sguardo e si sedette in posizione eretta sul divano del soggiorno:
“Ti devo parlare” annunciò solenne.
Kyle annuì leggermente e si sedette sul bracciolo opposto.
“Che c'è, ti fa così impressione anche sederti accanto a me?”
Aprì la bocca per rispondergli ma il torturarsi continuo di quelle dita e quel guardare dappertutto tranne che verso di lui lo bloccarono intenerendolo improvvisamente.
Si sedette alla sua sinistra e lo fissò in viso:
“Dave...”
“Mi devi spiegare.” lo interruppe quello “Non sarà come l'altra volta, s-stavolta voglio una spiegazione.” ripeté.
“Ah...e-e cosa vorresti che...”
“Kyle! Dai, ci conosciamo da una vita ma né io né te abbiamo più diciotto anni, sii serio!” esclamò abbassando la testa, tutto rosso in viso. “Mi hai solo detto che quella sera eri ubriaco e che non hai mai voluto una relazione con me,” aggiunse, “ma abbiamo passato un giorno intero insieme e non mi sembravi così schifato! Potevi allontanarmi, potevi respingermi, potevi...”
“Come?” Kyle sbuffò e si alzò in piedi.
Non pensava che sarebbe venuto da lui, non pensava che avrebbe chiesto delle spiegazioni, ma Davide era cresciuto in quegli anni, era maturato, mentre lui era rimasto lo stesso stupido...
“Come? Kyle guardati, sei due volte me, se volevi fermarmi...”
“Ma...il post-sbornia, e tu...tu...”
“Io cosa?” lo interruppe accorato l'altro “Siamo ragazzini e mi fai una sfuriata senza motivo, sei anni dopo ci rivediamo e...”
“Mi avevi baciato!”
“Certo che ti ho...quando?”
Kyle si bloccò di colpo, neanche cosciente che stava consumando il tappeto del suo soggiorno a forza di andare avanti e indietro, quindi sospirò:
“Q-quell'ultima sera in gita, mi avevi baciato.” Mormorò e alzando il viso lo vide aprire appena la bocca mentre una leggera tinta rosata gli colorava le guance.
“Non è vero!”
“Ovvio che sì!”
“Non...davvero?!”
“Sììì!”
Dave lo fissò sconvolto poi arrossì improvvisamente, comprendendo il significato di quelle parole, quello che portavano con sé, quell'arrabbiatura che ricordava ancora così bene e il modo in cui l’altro si era comportato la sera in cui si erano rivisti: forse aveva corso troppo, forse Kyle non era pronto, forse…
“Oh..oddio, scusa, mi spiace! Non volevo spaventarti.”
“Non mi hai spaventato!”
“E-ero ubriaco, scusa, scusami.” continuò il moro a raffica, “Ti avevo visto con quella ragazza e...non...non capivo, non ricordo...”
Nemmeno io.” Il sussurro di Kyle lo interruppe nel suo sproloquio, facendo calare nella stanza un silenzio improvviso e un sospiro comune.
Che cosa avevano fatto? Cosa era successo? In che vicolo cieco si erano infilati?
“Ti amo.” un mormorio appena accennato da parte di Davide lo fece voltare, “Ti amavo già da-da un po'.” gli sorrise amaro. “Quando ci siamo rivisti a quella festa...ero tanto felice che tu mi avessi detto di sì perché, vedi, per quanto mi impegnassi in una relazione non ero mai riuscito a dimenticarti e... Dio, ci ho messo due settimane a decidermi di venire qui.” scosse la testa come se si stesse prendendo in giro e sbuffò, “Va bene, ho capito l'antifona, buona fortuna Kyle!” esclamò battendogli una mano sul ginocchio, alzandosi in piedi e quasi fuggendo verso la porta.

Solitamente quando una persona a cui non si tiene se ne va si tende a rimanere incuranti, indifferenti, ma quando una persona verso la quale si prova un qualsiasi sentimento si allontana da te, beh, non puoi rimanere totalmente apatico.
Così, se ti trovi in una situazione del genere, l’unica cosa che desideri è fermare tutto, anche il tempo, pur di non rischiare di perderla, perché non puoi lasciare le cose irrisolte, perché non vuoi farti odiare, non vuoi vivere con i sensi di colpa, non vuoi allontanare quell'individuo da te…non così. E allora cosa fare? Come agire a quel punto? Come aggirare quel vicolo cieco?

No. No. No.
Aspetta.
Dove vai? Aspetta!
Aspetta!
“Aspetta!”


Aspetta cosa?

E alla fine, presi dal momento, è facile dire qualcosa di impulsivo, improvviso, istintivo...giusto?

“Aspetta!”
“Cosa?”
Appunto.
“I-io…io non…non ti amo.”
Bravo! Proprio la cosa giusta da dire, bravo genio!
Maledicendosi mentalmente vide il ragazzo che aveva davanti curvarsi impercettibilmente e sospirò – possibile che dovesse fargli ancora male? Essere rifiutati non era bello, lo sapeva!
“L’avevo capito Kyle, grazie per averlo ribadito, ora se non ti spiace…”
“No. Io…”
Lui? Cosa voleva? Era vero che non lo amava, non ancora almeno, ma quelle attenzioni che aveva avuto…possibile che tutto si riducesse solo al bisogno di essere qualcosa per qualcuno?
No, o non avrebbe passato due settimane a pensare a lui; no, o si sarebbe accontentato di avere chiunque e non solo Dave.
“Io…”
“Kyle?”
Il tono impaziente dell’altro lo fece sospirare, “Io non ti amo però…”
Però...però era difficile da dire, non imbarazzante, non nel senso più stretto del termine, ma c’era quell’insicurezza di fondo, quell’incertezza unita a una certa paura di qualcosa che nemmeno lui sapeva definire che lo bloccavano.
“…cosa?”
Alzò la testa stupito, trovandosi l’altro di fronte con una strana espressione degli occhi.
“Ehm, se vuoi…insomma, può succedere, no?”
“Che cosa?”
“Sì, a rimanere a…stretto contatto c’è il rischio che…uno…si affezioni.”
Oddio, ma quanto era imbranato?
“Stai dicendo che vuoi provare a stare con me?”
Boccheggiò impreparato a una domanda così diretta e lo fissò impotente in viso.
E al contrario di tutte le sue aspettative, in quell’istante, si rilassò.
Quella frase detta con quel tono, unita a quel viso che finalmente guardava apertamente, lo calmarono all’istante finché con un: “Kyle!!!”, non se lo ritrovò improvvisamente tra le braccia.
“Co-cos...ehy! Ma che…guarda che hai fatto tutto da te! Non ti ho nemmeno risposto!”
“Non importa, ti innamorerai di me, lo so! Ci riuscirò!”
“Eh???”
Ma non poté aggiungere nulla che in un attimo le labbra dell’altro premettero sulle sua in quel che era un piccolo bacio a stampo.
Un pazzo, stava provando ad avere una relazione con un pazzo. – pensò un’ultima volta prima di cancellare tutto quello che aveva in mente e abbracciarlo - Ma alla fin fine che gusto c'era ad essere completamente normali?!
E con quell’ultimo pensiero lo strinse appena tra le braccia, posando in un gesto dolce la tempia sulla sua.

Fine


[iv] La reazione forse esagerata (dipende dal punto di vista) di Kyle dipende soprattutto dall’età del protagonista, dal suo modo di pensare, dal dover accettare qualcosa che lui rifiuta in principio (l'essere omosessuale) ma con cui, bene o male, prima poi dovrà fare i conti…diciamo che Dave ha dato l’input per il tutto ed è arrivato solo al momento sbagliato!
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EEeeeeee....Ben arrivati alla conclusione di questa piccola storia, grazie a tutti per aver letto!!!^^
Eh, le gite, a quella di quinta (fingete di interessarvi alla mia vita, su!) dormii tre ore a notte e quando tornai a casa dalle undici e mezza la sera mi svegliai alle 3;45 il pomeriggio dopo...completamente rimbambita, ovvio.
Bon, ricordo in primis che commentare è gratis e occupa due secondi di tempo, in secundis che vi sono tremendamente grata di aver letto questa ff! Un bacione a tutti!!!^^
Ringrazio Dada88, ora ti prendo in parola, scrivo una storia sulle previsioni del tempo e ti sfido ad apprezzarla!!!!XDXDXD Sì comunque, sai quant'è che io aspetto qualcuno che mi faccia la spesa, mannaggia! Però se Dave viene prima da te a fartela lo strozzo, sono io che l'ho inventato, devo avere la precedenza eh!;P ...c'è qualcosa in questa conversazione che torna poco, vero?!?? Mah...comunque! Cosa ha fatto l'hai appena visto e anche cosa aveva fatto da ragazzo, spero ti sia piaciuto e grazie per avermi seguito anche qui, mi ha fatto davvero piacere cara! Bacioni-oni!
PsicoSoul, non ti preoccupare del ritardo!!! Io lo sono sempre, non ho mai tempo per nulla!XDXD Oddio, grazie per tutti i complimenti ma non sono così brava, però mi fa piacere che la storia ti abbia presa, quello sì!!!^^ A questo punto spero di non deluderti con quest'ultimo capitolo, sarebbe un peccato e già questo è un po' più romantico e riflessivo rispetto agli altri due... però era necessario proprio perché è l'ultimo...bah, mi dirai te spero! Grazie ancora per avermi seguito!!!

E grazie a:
- vampira - iceathena - Smanukil - dark manson - PsicoSoul - Bad Girl - caronPiton - crivri - Dada - evol - Happy_Yeah - maggie_chan - makimakismile - Mitsubachan - NatsuVIII - NonnaPapera - Tifawow - WhiteMask e wolf per le preferite/seguite e ricordate!

Ed ecco il giudizio finale della giudice^^

a) CORRETTEZZA GRAMMATICALE: 9 punti
b) STILE E LESSICO: 9 punti
c) ORIGINALITA': 8 punti
e) UTILIZZO DELLA CITAZIONE: 10 punti
f) APPREZZAMENTO PERSONALE: 5 punti
per un massimo di 41 punti.

La storia è scritta bene e risulta molto scorrevole e piacevole alla lettura, anche se alcuni periodi ed alcune frasi le ho trovate un po’ contorte (forse troppo lunghe). Però nel complesso non si fatica a seguire il filo logico e la storia che, come ti ho già detto, scivola via senza problemi.
Certo la classica perdita di memoria post sbronza non è il massimo dell’originalità, però mi è piaciuto moltissimo il fatto che praticamente hai ricavato tutta la storia dalla frase scelta. Tutto gira attorno a quel limbo che è il risveglio dopo una notte brava, e che risveglio! Trovarsi nel letto uno sconosciuto che ti chiama tesoro, non è certo cosa da tutti i giorni!
Ho apprezzato molto come poi si sia sviluppata la vicenda, in particolar modo la serie di flash back che hai calato a metà della narrazione, fondendoli con lo svolgersi della vicenda al presente.
Nel complesso una storia molto piacevole da leggere!

E ora... coff..il solito piccolo.. coofff...angolo pubblicitario di fine storia...coooff...

Il gioco degli Equivoci. - Altra piccola Yaoi romantica, alcuni di voi la conoscono già, credo, mi è sembrato di riconoscere qualche nome tra i lettori e se è così...beh, grazie per la fiducia e per avermi seguita anche qui!^^ E buona lettura agli altri!

Ti amo, ipocondriaco! - 15 paginette di Yaoi, un'altra commedia romantica, niente di più niente di meno! Buona lettura anche qui!^^

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