-{La Chiromante- Vuoi fare un gioco?

di Bad A p p l e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Retrace I: Hackneyed Hades ***
Capitolo 2: *** Retrace II: My Hell, Your Hell, His Hell. ***
Capitolo 3: *** RetraceIII: Say Goodbye. ***



Capitolo 1
*** Retrace I: Hackneyed Hades ***


-La Chiromante. {Vuoi fare un gioco?}

 

Retrace I: Hackneyed Hades

 

Noioso.

Inutile.

Stupido.

Furono queste le prime tre cose che pensò Raito Yagami nell’essere trascinato dalla sorellina, Sayu, prima in quello stupido circo e poi nella tenda di quella sedicente “Chiromante”.

Osservò indispettito l’esultanza di Sayu e pensò a quel tema su Hideyoshi iniziato e mai finito che doveva consegnare giusto il giorno successivo. Sospirò consolato, preparandosi psicologicamente a dover fare una ricerca in piena notte su quel poveretto schiacciato dalla sua ambizione… forse per la professoressa quella non sarebbe stata una descrizione appropriata, ma a Raito pareva la più logica. In Hideyoshi non vedeva nemmeno l’ombra del valoroso Shogun tanto decantato.

«Oh, penso che tu abbia decisamente ragione… un servo di poco conto, solo un po’ più sveglio degli altri, trovatosi con le redini in mano solo e soltanto perché Nobunaga tirò le cuoia».

Raito alzò lo sguardo stupito: Sayu, mentre lui era perso tra i suoi pensieri, l’aveva già trascinato all’interno della tenda e la “Chiromante” aveva risposto alle sue riflessioni.

Osservò la ragazza che gli stava di fronte. Sembrava solo una spiantata incurabilmente –incurabilmente cosa? Raito non riuscì a capire se fosse Punk, Dark, Emo o qualche altra cretinata del genere- qualcosa. E, cosa più importante, la riconobbe come una sua compagna di corsi… del corso di storia ad essere precisi.

«Ciao, Haruka» salutò neutro ma decisamente tranquillizzato: quello della ragazza poteva essere un semplice accenno alla breve discussione che lui aveva avuto con la professoressa giusto il giorno prima e il fatto che il commento fosse arrivato giusto al filo dei suoi pensieri poteva essere una banale coincidenza.

«Wow, il fighissimo secchione della scuola si ricorda il mio nome» rispose lei, troppo esaltata per essere reale anche solo di un decimo.

Yagami aggrottò le sopracciglia, ma alla fine seguì la sorellina che aveva già preso posto al tavolino rotondo dietro cui sedeva Haruka.

«Comunque» disse, contemplando con sguardo vago ogni cosa in quella bizzarra tenda, «questa è una messinscena, vero?... Voglio dire, non puoi pensare davvero di poter prevedere il futuro delle persone» terminò, come a voler mettere alla prova la sanità mentale della ragazza.

«Prevederlo, no» rispose lei con un sorriso indecifrabile. Indicò con un rapido gesto il cartello arancione a caratteri neri che esplicava la tariffa di ogni seduta. «Ma in qualche modo devo pur arrotondare, ti pare, Raito-kun?».

Lui sorrise, esasperato, scuotendo debolmente la testa, poi prese il portafogli e mise nel barattolo alla sinistra del cartello la cifra richiesta.

Indicò Sayu. «Dai, prevedile il futuro così posso andare a finire il tema per quella strega della prof».

«Ma ha appena detto che non può farlo» uggiolò Sayu, osservando accigliata il fratello.

Haruka ridacchiò; «e se annunciassi il tuo di futuro, Raito-kun?» propose. Senza aspettare una risposta si sporse sul tavolo e afferrò le mani del ragazzo, trascinandolo a pochi centimetri dal suo viso. La sua voce si fece di una dolcezza carezzevole tanto quanto minacciosa; «e se ti dicessi che domani durante l’ora d’inglese l’orologio della tua vita inizierà a ticchettare inesorabilmente verso l’ultimo atto?».

«Ti risponderei che l’unica cosa che potrebbe capitarmi durante l’ora d’inglese di domani è di addormentarmi dalla noia: argomento già trattato l’anno scorso, ma il prof non se lo ricorda» rispose Raito, per nulla toccato dalle parole della ragazza. Gentilmente si liberò dalla presa che aveva su di lui e si rimise composto, sotto lo sguardo euforico di Sayu: aveva qualcosa da raccontare alla mamma, Raito e una ragazza così tanto vicini che per un istante aveva pensato che Haruka lo volesse baciare.

Raito indicò la “sfera di cristallo” sul tavolino.

«Per quella hai dovuto svuotare una di quelle palle con la neve?» domandò, ironico.

Lei sgranò gli occhi, «oh no! Assolutamente no! Sarebbe un crimine contro l’umanità» disse con la voce più alta di un’ottava e visibilmente shockata.

«Cosa?» domandò Yagami, incredulo per quella reazione tanto esagerata.

Haruka lo guardò con ovvietà, «le palle con la neve vengono create dagli umani. Quando un umano crea qualcosa, ci mette inevitabilmente un pezzetto della propria anima e se quell’oggetto si rompe, si rompe anche quel frammento. Sapendo, ora, questo… tu avresti mai il coraggio di rompere una palla con la neve?»

Raito si guardò attorno visibilmente a disagio, cercando una risposta tra le cianfrusaglie esoteriche della compagna di corso. La ragazza, però, non gli diede il tempo di rispondere, riprendendo a parlare veloce e allegramente come se nulla fosse successo; «Hey, Raito-kun, teniamo conto che il passato rappresenti la morte… si dice che il presente è passato e il futuro è presente, ma il futuro essendo presente è al tempo stesso passato… la gente vive per morire?»

Sayu fissava come ipnotizzata prima quella strana ragazza con le sue folli domande, poi il fratello, per la prima volta incapace di rispondere a degli interrogativi.

Lui balbettò qualcosa, prima di ricordarsi che nessuno lo obbligava a rispondere. Sbuffò, «Haruka, dove vuoi arrivare?» domandò, quasi scocciato.

Haruka fece ondeggiare a destra e sinistra l’indice. «Eh no, mi spiace ma rispondere ad una domanda con una domanda è contro le regole». Si permise un sorriso, «e comunque non voglio arrivare da nessuna parte, non adesso, non in questo luogo e non in questo modo»

Raito annuì, sempre più confuso, «bene, allora credo che mi toccherà andare a finire quel tema. Ciao Haruka, a domani» salutò, prima di avvicinarsi all’uscita, tallonato da Sayu.

Aveva appena messo piede fuori quando le mani della ragazza, avvolte in guanti di pizzo nero, gli artigliarono delicatamente il collo.

«E se questa fosse la tua fine?»

Raito si voltò di scatto. Haruka era ancora seduta dietro il tavolino rotondo e li salutava con la mano, sorridendo. Si portò una mano al collo… possibile che l’avesse solo immaginato?

 

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Capitolo 2
*** Retrace II: My Hell, Your Hell, His Hell. ***


-La Chiromante. {Vuoi fare un gioco?}

 

Retrace II: My Hell, Your Hell, His Hell.

 

 

 

Storse il naso in una smorfia di disgusto, ma non cedette il passo. Continuò ad avanzare osservando schifata il luogo.

Le pareti di pietra erano coperte da un generoso strato di muschio avvizzito dall’insalubre color brunastro.

Si sentiva il rumore ritmico e seccante delle goccioline d’acqua infangata che cadevano del soffitto a volta, l’unica parte di quel posto a non essere ricoperto dal muschio; a dir la verità, neppure il pavimento era coperto dall’irritante pianta, ma in compenso c’erano dieci centimetri buoni d’acqua acquitrinosa.

Fu assalita da una forte nausea nel sentire l’odore pungente di muffa, ma decise di provare a non darvi più che una vaga importanza.

No, l’Inferno non era affatto come gli umani amavano descriverlo. Niente lingue di fuoco che avvolgono i poveri “prigionieri”, niente gironi dove, dopo un equo processo, vengono spartite le anime peccaminose.

Equo processo.

Quasi le venne da ridere; gli umani sapevano essere molto fantasiosi quando volevano: che senso aveva scegliere minuziosamente una punizione ad un anima che non avrà comunque modo di mettere in pratica una qualsivoglia forma di redenzione? Perdita di tempo e di energie, meglio quell’Inferno comune, meglio farli vivere come reietti nella fogna della vita dopo la morte.

Haruka Kobe si costrinse a sorridere –se fosse stata in un altro luogo, di certo avrebbe sorriso realmente- e avanzò fino a quel piccolo santuario pulito che separava l’Inferno dal Purgatorio.

«Bram!» chiamò, allegramente. L’uomo le fece un cenno della mano e la ragazza gli corse in contro fermandosi a pochi centimetri da lui. «Bram… vuoi fare un gioco?».

Bram aggrottò le sopracciglia, «che gioco?» domandò; conoscendo Haruka, sapeva che quel passatempo non sarebbe stato piacevole per qualcuno.

Il sorriso della ragazza si ampliò ancora di più, tirò fuori il suo mazzo di Tarocchi, «Giochiamo a “Quale carta pescherebbe mai Hideyoshi Toyotomi?”… quindi vai a prendere anche carta e penna» cantilenò.

Bram alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa, ma andò a prendere quanto richiesto. Poco dopo Haruka lo raggiunse e si sedette al tavolo. Fece cadere i Tarocchi scompostamente sulla superficie in legno massiccio.

«Allora, Van Helsing, secondo te quale carta pescherebbe Hideyoshi Toyotomi?»

Lui parve pensarci qualche secondo, senza riuscire a sorridere per quei spiacevoli giochi che alla collega piaceva fare.

«L’appeso?» tentò.

Lei scosse la testa, contrariata, «accidenti, Bram, possibile che non te lo ricordi mai? I significati delle carte comprendono ma vanno anche oltre all’immagine» spiegò come si spiega ad un bambino cocciuto che due più due fa quattro.

«Senza contare che volendo possiamo essere più fantasiosi, vero?» continuò Haruka, «La Temperanza… capovolta» sentenziò, girando teatralmente una delle carte coperte e rivelando l’immagine della Temperanza, rigorosamente capovolta.

«Quale dei significati?»

Il viso di Haruka si fece pensoso. «Mancanza di moderazione, direi… si sposa bene con “ambizione”».

Bram storse il naso, quasi infastidito, «dimmi, Haruka, chi è il nostro Hideyoshi Toyotomi?».

Lei prese il foglio e la penna che aveva preparato in precedenza Abraham e vi scrisse un nome, per poi mostrarlo all’uomo.

«Uno studente, Yagami Raito».

 

Note: Dato che sono cretina, ho dimenticato una cosa xD Questa è una breve storiella di tre capitoli che ha partecipato al contest “le 22 stelle”; La carta che ho dovuto trattare nel contest, come si vede qua, è la “Temperanza”.

Ho sviluppato la Fanfiction al “contrario” si potrebbe dire: al posto di spiegare come agisce Light sotto l’influsso della Temperanza (della mancanza di moderazione, di preciso), anche perché facendo così avrei dovuto limitarmi a scrivere Death Note tale e quale, ho spiegato il prima e il dopo, il retroscena e la conseguenza, quindi il prossimo capitolo sarà completamente separato dal resto della storia, parlando unicamente delle conseguenze. Una specie di nonsense xD

 

Ringraziamenti:

 

Nuit: Esattamente! E’ ambientata prima dell’inizio di Death Note… o almeno, lo sono questi primi due capitoli^^. Grazie per la recensione, caVa*^*.

 

Kiriku: Grazie per la recensione! Come si può leggere nelle note, questa storia non ha una vera e propria trama^^’’. Come ha dedotto Nuit, Haruka si riferiva al fatto che Light vede per la prima volta il Death Note mentre è in classe a fare inglese.

 

__Blue__: Be’, nelle note ci sono un po’ di risposte xD, non è che questa fic abbia una trama ben definita ed il prossimo capitolo è l’ultimo. Insomma, parliamo di Light, quello che ammazza decine di persone al giorno come se non fosse nulla, doveva essere impassibile xD (anche se era abbastanza turbato xD). Bah, le madri e i loro “simboli positivi” =__= Ecco perché esiste il Moige =__=.

 

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Capitolo 3
*** RetraceIII: Say Goodbye. ***


-La Chiromante. {Vuoi fare un gioco?}

 

Retrace III: Say Goodbye.

 

 

Aprì lentamente gli occhi, costretto a richiuderli subito perché accecato dal biancore che lo circondava.

Non capiva.

Aveva visto Ryuk scrivere il suo nome sul Death Note… e allora perché poteva aprire gli occhi? Non era forse morto?

“Per un umano che ha utilizzato il Death Note

Non esiste né l’Inferno né il Paradiso.”

«E’ un po’ presto per dirlo» mormorò allegramente una voce che sapeva di conosciuto ma che in quel momento non riuscì a collegare a nessun volto.

Raito si costrinse ad aprire gli occhi ed affrontare il candore incredibilmente sporco in cui si trovava. Una volta abituatosi alla luce riuscì a mettere a fuoco quella esile figura che gli stava di fronte.

Sgranò gli occhi dalla sorpresa: Haruka.

Era esattamente come l’ultima volta che l’aveva vista in quel circo, sembrava che fossero passati semplici istanti.

«Ha-Haruka?» domandò, esitante.

Lei annuì. «Sei sorpreso di vedermi?»

Raito ignorò la domanda; «chi sei in realtà?» domandò, ricordandosi solo in quel momento la previsione che anni prima lei aveva fatto.

All’inizio non vi aveva dato peso, ma in effetti lui aveva visto per la prima volta il Death Note giusto durante l’ora d’inglese del giorno da lei previsto… e il Death Note l’aveva inevitabilmente portato a quello che Haruka aveva definito “l’ultimo atto” che si era consumato giusto pochi minuti prima.

La ragazza scosse la testa, divertita, «Mi pareva avessimo già deciso che rispondere ad una domanda con un’altra domanda andava contro le regole» lo rimproverò.

Yagami sbuffò, «sì, sono sorpreso di vederti… ed ora rispondimi».

«Io? Be’, io sono il Re degli Shinigami» rivelò lei sottovoce. «Hey, Raito-kun, “teniamo conto che il passato rappresenti la morte… si dice che il presente è passato e il futuro è presente, ma il futuro essendo presente è al tempo stesso passato… la gente vive per morire?” E dire che la risposta era così semplice. Era: “Chi l’ha detto che il passato rappresenta la morte?”» ridacchiò.

«Ma non avevi detto che rispondere con un quesito ad una domanda è contro le regole?»

Lei sorrise compiaciuta, «Vedo che cominci a capire, Raito-kun». Poi la sua espressione, pur rimanendo sorridente, si fece crudele, «però tu hai vissuto per uccidere…»

In quel momento Raito realizzò il motivo del suo trovarsi lì; in quel momento si sentì come se l’ultima volta che si fosse realmente appartenuto fosse stata proprio quei pochi secondi prima che Sayu lo trascinasse nella tenda dove Haruka s’improvvisava Chiromante. Fino a quel momento non aveva avuto modo di pensarci, ma ora la sua mente aveva il tempo di elaborare; vide nella sua mente tutti i volti delle persone che aveva ucciso, pure indirettamente, come il suo stesso padre.

Cadde in ginocchio senza nemmeno rendersene conto, con gli occhi sgranati.

Com’era potuto succedere?

Com’era possibile che avesse perso il controllo in quel modo?

Si sentì quasi schiacciato dai nomi e dai volti delle persone che aveva ucciso.

Raye Penber.

Naomi Misora.

Ryuzaki.

Suo padre.

Takada.

E quelli erano solo quelli che ricordava meglio, il cui ricordo si faceva più pressante –più soffocante- degli altri.

«Non prendertela con te stesso, sono stata io» rivelò Haruka con assoluta calma e senza realmente curarsi di come il ragazzo fosse crollato.

«C-cosa

Haruka estrasse la carta della Temperanza e gliela lanciò, «è stato divertente vedere come può trasformarsi una persona sotto l’influenza negativa di un Tarocco» rise, «e poi, certo che hai una memoria corta: Ryuk te l’aveva detto che il tuo Death Note l’aveva preso lui –con l’inganno, credeva- dal Re degli Shinigami, cioè me… io mi sono limitata a fare in modo che arrivasse a te».

Anche se era il Re degli Shinigami, le era concesso di “giocare” con la vita degli esseri umani ad una sola condizione: al momento della loro morte doveva rivelare loro la verità e se le “vittime” l’avessero perdonata avrebbero avuto l’anima salva, in caso contrario avrebbero pagato per i loro delitti, anche se erano stati compiuti sotto l’influenza di Haruka.

La ragazza si avvicinò a Raito e si chinò su di lui per poi sollevargli il mento e costringerlo a guardarla. Il suo sorriso si amplio, «mi perdonerai?» domandò, angelica.

Yagami sgranò gli occhi. Come poteva pure chiederglielo? La risposta non era ovvia?

La fissò con puro odio, «crepa».

Lei rise forte, «lo prendo come un “no”» sussurrò, prima di baciarlo rapidamente, senza neanche dargli il tempo di rendersene conto, «peccato, alla fine sei stato una delusione esattamente come gli altri… be’, di addio, Raito-kun».

 

«Haruka-sama… perché hai scelto proprio Raito?»

Lei sbuffò. «Non sei l’unico ad annoiarti, Ryuk».

 

 

 

 

Blah, blah, blah:

 

humancrime: fortuna che la trovi geniale almeno tu, dato che la storia s’è classificata ultima al contest a cui l’avevo iscritta xD. *Non dirlo a nessuno, ma la descrizione dell’inferno muschioso e schifittoso era di un’altra mia fan fiction che ho cancellato perché c’erano troppe incongruenze xDD*

Macché, secondo te uno che uccide millemila persone non è moderato? Light è la quintessenza della moderazione *^*.

 

Nuit: Su, su, tranquilla, gli attacchi di pigraggine colgono pure i migliori ù_u. Come si vede qua, Haruka non è un personaggio che sapeva tutto dall’inizio,ma la causa di tutto.

Hideyoshi Toyotomi viene nominato anche nel primo capitolo… nel secondo capitolo, Haruka parla di Light chiamandolo “Hideyoshi Toyotomi” per far notare le similitudini tra i due, pur Light trovando Hideyoshi un personaggio storico insopportabile. Se l’hai cercato su Wiki, sono sicura che capirai cosa intendo^^.

 

Kiriku: Ecco svelato il mistero^^, Haruka è il Re degli Shinigami^^. Se ti può consolare, io dei Tarocchi non so nulla xD, ho cercato solociò che riguardava la Temperanza xDD.

 

­­__Blue__: Il concorso non è andato molto bene, dato che sono arrivata ultima a pari merito con non-ricordo-chi xD. Anche mia zia sa leggere i Tarocchi, ma nonle ho mai chiesto d’insegnarmi perché so che non imparerò mai… oppure li imparerei, ma li scorderei dopo un paio di settimane, come succede con tutti i “giochi” di carte xD *Ho perso il conto di quante volte ho imparato a giocare a scopa o scala quaranta xD*

 

 

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